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IX^ LEGISLATURA

 

RESOCONTO INTEGRALE

__________

 

54.

SEDUTA DI VENERDI’ 07 DICEMBRE 2012

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FRANCESCO TALARICO

 

Presidenza del Presidente Francesco Talarico

La seduta inizia alle 16,35

PRESIDENTE

La seduta è aperta. Si dia lettura del verbale della seduta precedente.

Giovanni NUCERA, Segretario Questore

Legge il verbale della seduta precedente.

(E’ approvato)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Legge le comunicazioni presentate alla Presidenza.

(Sono riportate in allegato)

Annunzio di interrogazioni

Giovanni NUCERA, Segretario Questore

Legge le interrogazioni presentate alla Presidenza.

(Sono riportate in allegato)

PRESIDENTE

All’ordine del giorno della seduta odierna vi è un unico punto che recita proposta di legge numero 381/9^ di iniziativa dei consiglieri Salerno, Chiappetta, Gallo, Serra, Parente, Aiello, Ciconte, Vilasi, Scalzo, recante: “Riconoscimento della Fondazione Campanella quale Istituto di ricerca e cura a carattere scientifico di diritto privato”.

L’onorevole Salerno, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.

(Interruzione)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Magno. Ne ha facoltà.

Mario MAGNO

Presidente, chiedo se si possa inserire all’ordine del giorno, prima della discussione della proposta di legge, un ordine del giorno sulla soppressione del collegamento ferroviario tra Catanzaro e Lamezia Terme.

PRESIDENTE

L’onorevole Magno ha presentato ai banchi della Presidenza un ordine del giorno di cui chiede l’inserimento.

Pongo in votazione la richiesta di inserimento e successivamente entreremo nel merito dell’ordine del giorno.

(Il Consiglio approva)

Prego, onorevole Gallo.

Gianluca GALLO

Presidente, grazie, la materia è la stessa dell’ordine del giorno dell’onorevole Magno, ma chiede – considerato l’orario invernale che entrerà in vigore il 9 dicembre – se si sia appreso del taglio della tratta tra Sibari e Metaponto che non prevede nemmeno l’integrale sostituzione con corse automobilistiche su questa tratta.

Chiedo l’inserimento all’ordine del giorno di questo documento, sottoscritto da me e dal collega Franchino.

PRESIDENTE

L’onorevole Gallo chiede l’inserimento di un ordine del giorno “Sui tagli al trasporto pubblico locale previsti nel nuovo orario invernale di Trenitalia”.

Pongo in votazione la richiesta di inserimento dell’onorevole Gallo.

(Il Consiglio approva)

Proposta di legge numero 381/9^ di iniziativa dei consiglieri Salerno, Chiappetta, Gallo, Serra, Parente, Aiello, Ciconte, Vilasi, Scalzo, recante: “Riconoscimento della Fondazione Campanella quale Istituto di ricerca e cura a carattere scientifico di diritto privato”

PRESIDENTE

Andiamo avanti con l’ordine del giorno. L’onorevole Salerno, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.

Nazzareno SALERNO, relatore

Grazie, Presidente, onorevoli colleghi, la proposta di legge che oggi viene discussa in Aula è stata approvata dalla terza Commissione, abbiamo presentato - gli stessi firmatari della proposta di legge – un emendamento sostitutivo nonché anche un sub-emendamento agli atti del Consiglio regionale. Prima di illustrare il provvedimento vorrei evidenziare che c’è ampia condivisione di questa proposta di legge sottoscritta anche da colleghi di altre forze politiche, sia di maggioranza che di minoranza.

Questo perché il problema della Fondazione Campanella è serio, interessa tutta la Calabria e deve essere affrontato con grande determinazione. Il Consiglio regionale, soprattutto, che ha il ruolo di decidere le sorti, il futuro, la programmazione della regione deve uscir forte quando si tratta di problemi di questo genere.

Parliamo di una fondazione che - è vero, sì - è stata ampiamente criticata e contrastata, sono state assunte posizioni diverse anche in passato - in questi giorni la stampa ha riportato tante considerazioni -, c’è un dato di fatto, però, che deve emergere chiaramente: tutti noi abbiamo il dovere di salvaguardare i pazienti della Fondazione Campanella. Soprattutto i pazienti che usufruiscono del servizio, delle attività e delle prestazioni oncologiche della Fondazione Campanella.

E’ un punto di riferimento e di eccellenza. Sì, sotto un altro aspetto è stato e viene definito - anche in sede romana - come una sorta di mostro giuridico per la sua configurazione che vede farne parte due soggetti pubblici e un soggetto privato.

Questo è stato il problema per diverso tempo, fino all’approvazione della precedente proposta di legge che è stata impugnata dal Governo e bocciata dalla Corte costituzionale. Oggi, però, ci troviamo di fronte a quasi 300 dipendenti ed ad una attività oncologica di eccellenza, ricordando soprattutto che uno dei primi punti di mobilità sanitaria fuori regione sono proprio le prestazioni di carattere oncologico.

Non ci possiamo permettere il lusso di sacrificare una struttura come la Fondazione Campanella, abbiamo il dovere di intervenire in maniera definitiva per risolvere il problema.

Ringrazio i colleghi che hanno lavorato su questa proposta di legge - di fronte a me c’è l’onorevole Scalzo con il quale abbiamo avuto modo di confrontarci spesso, ma anche tutti gli altri colleghi firmatari della proposta di legge.

Questa proposta di legge ci consente oggi - l’intervento del presidente Scopelliti nella riunione con i Commissari e con la struttura commissariale, è stato molto importante - di superare questo momento di difficoltà e di estrema urgenza.

Perché, con questa proposta di legge, noi andremo a confermare questo ente come ente di diritto privato finalizzato a garantire l’assistenza oncologica di alta specialità.

Quella ambulatoriale e quella ospedaliera, prevenzione primaria e secondaria, riabilitazione e, soprattutto, ricerca.

Questo è un punto importante. Un altro è che con questa legge regionale faremo sì che l’accreditamento provvisorio della Fondazione Campanella diventi definitivo. Quindi, la Regione accrediterà definitivamente la Fondazione Campanella.

Un altro punto importantissimo che ha penalizzato l’attività della Fondazione negli anni riguarda le unità operative a direzione universitaria. Cioè, la Fondazione si è gravata negli anni di posti letto non oncologici per unità operative dirette dall’Università.

Questa proposta di legge prevede che le unità operative a direzione universitaria - ovviamente non aventi missione di carattere oncologico – vengano trasferite all’azienda ospedaliera universitaria Mater Domini.

Questo è un punto importante, perché nella valutazione dei dati e dell’attività della fondazione era un svantaggio cui veniva dato risalto nei vari tavoli.

Con questa proposta metteremo un punto ed andremo a definire effettivamente l’attività della fondazione per il futuro.

Un’altra cosa importante è che entro 30 giorni dalla entrata in vigore della presente legge dovrà essere modificato lo Statuto della Fondazione Campanella. In pratica andremo ad ottemperare e a definire l’assetto giuridico della fondazione, così come è riportato nel Piano di rientro della spesa sanitaria.

Questo è quello che prevede la legge: sarà assegnato un budget per le attività, sarà contrattualizzata in base alla normativa vigente e questo consentirà di evitare in futuro di avere una “spada di Damocle” sulla testa.

Una volta approvata questa proposta di legge abrogheremo l’articolo 5 della legge numero 11 del 2009 che, anche dopo la sentenza della Corte costituzionale, era rimasta in piedi. L’articolo 5 imponeva alla Regione di recedere dalla Fondazione Campanella, con la sua abrogazione consentiremo alla fondazione di continuare ad operare.

Nel frattempo, la Regione dovrà porre in essere una serie di atti, per quanto di competenza del dipartimento salute e del presidente Scopelliti nella sua qualità di Commissario ad acta per il Piano di rientro,con cui si andrà a definire l’assetto e ad attuare quella che sarà la definizione dell’attività e l’assetto giuridico della Fondazione Campanella.

Questo testo è stato elaborato ed approfondito anche in sede romana, dalla riunione presso la struttura commissariale è emersa l’estrema urgenza considerato il momento che stiamo vivendo, perché la Fondazione Campanella rischia di non poter garantire i farmaci ai pazienti oncologici.

Abbiamo presentato un sub-emendamento, che è agli atti della Presidenza, che sopprime il comma 4 dell’articolo 2 indicante i capitoli per la ricerca perché contrastavano e potevano rendere viziata la normativa.

Non v’è dubbio che se verrà svolta attività di ricerca sarà finanziata con appositi capitoli del bilancio regionale.

Questo è quanto mi era doveroso riferire all’Aula e ai colleghi. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Scalzo. Ne ha facoltà.

Antonio SCALZO

La proposta di legge che è stata approvata nella terza Commissione e che è stata votata da 9 componenti su 10, ha l’obiettivo di riorganizzare, ridefinire l’assetto giuridico che è il nodo più importante, a mio avviso, per la sopravvivenza della Fondazione Campanella. Quindi questo è stato un lavoro fatto soprattutto tenendo in considerazione, da una parte, la l’aspetto normativo e dall’altra l’aspetto tecnico-scientifico della questione.

Per cui, oggi, dopo aver votato in Commissione questa legge, abbiamo ritenuto, ma non per un vezzo, ma piuttosto per esigenze di tipo organizzativo, visto che da un’analisi della problematica nasceva un problema, che era quello del finanziamento dell’Irccs, per la situazione economico-finanziaria in cui versa il Paese e quindi per una scelta del Ministero, diventa praticamente impossibile avere il riconoscimento non come Istituto scientifico, ma soprattutto dal punto di vista finanziario, perché il nostro obiettivo è quello di andare verso l’Irccs, che poteva accedere ai finanziamenti, oltre che regionali e sulla ricerca, anche ministeriali.

Venendo a mancare questo aspetto importante, è chiaro che abbiamo lavorato perché si potesse emendare la legge nelle parti in cui abbiamo pensato che ci fossero le maggiori criticità, per cui nella riformulazione e nel subemendamento che abbiamo rifirmato in Commissione sanità, sostanzialmente viene, per il momento, accantonato il sistema che avevamo previsto, quello di un percorso volto al riconoscimento dell’Irccs.

Non v’è dubbio che il nostro obiettivo, come calabresi, come Consiglio regionale, debba essere quello di arrivare in un futuro a poter avere anche in Calabria l’Irccs, ma c’è una strada alternativa altrettanto positiva, che è quella del polo oncologico regionale. D’altronde, questo è un modello che esiste in altre regioni, basti pensare al polo di Aviano in Friuli e nel Veneto, che in parte ridefinisce l’assetto organizzativo, tenendo, però, il tutto sotto il controllo della Regione e senza controllo ministeriale, questo diventa, poi, fondamentale per la definizione dell’Irccs.

Non c’è dubbio che questo è uno degli aspetti a cui abbiamo dato attenzione, per questo si è pensato di risolverlo andando nella direzione, della struttura di diritto privato – perché non può che essere di diritto privato – che faccia ricerca, diagnosi e cura delle malattie oncologiche in Calabria. D’altronde, questa legge che abbiamo votato in Commissione e che ci accingiamo a votare in Aula, colleghi, ha come obiettivo fondamentale quello di garantire la prosecuzione delle attività del polo oncologico di Germaneto e credo che salvaguardare questo centro significa, anzitutto, garantire ai calabresi un punto di riferimento unico e insostituibile nel panorama della diagnosi, cura e ricerca delle malattie oncologiche; significa, come spesso accade, ridurre per un settore così importante, che miete vittime quotidiane, i viaggi fuori regione e quindi l’emigrazione sanitaria..

Ritengo che il nostro obiettivo debba essere quello di dare la possibilità di un servizio di eccellenza non solo ai calabresi con il polo oncologico regionale, ma anche fuori dalla Calabria, riferendoci a un’utenza che vada oltre i confini regionali per queste importanti patologie di natura oncologica.

D’altronde questa soluzione a me sembra che risulti molto coerente con il punto quattro del Piano di razionalizzazione del Servizio sanitario regionale, per questo credo che la legge che ci apprestiamo a votare in Consiglio, oltre a riconoscere il carattere privato della Fondazione Campanella, deve ridefinire in maniera chiara ed importante l’assistenza oncologica di alta specialità, che deve essere ambulatoriale, ospedaliera, deve essere di prevenzione secondaria soprattutto con lo screening dei tumori oncologici. Lo screening dei tumori oncologici tocca e deve restare alle aziende sanitarie provinciali, può avere un ruolo estremamente importante e qualificante certamente lo screening dei tumori di secondo livello e per questo il polo oncologico regionale dovrà essere centro di riferimento regionale, così come dovrà essere centro di riferimento per l’aspetto che riguarda la prevenzione dei tumori.

Credo che un aspetto da tenere in considerazione sia quello che riguarda il problema dell’accreditamento. In questa fase le strutture private accreditate a Servizio sanitario regionale hanno un accreditamento che, al momento è provvisorio, quindi la Regione dovrà provvedere ad un accreditamento. Quindi, in sostanza, diciamo che è – lo diciamo perché è così – provvisoriamente accreditata e, nella rimodulazione che dovrà andare oltre il Piano di rientro, bisogna che la Regione rilasci l’accreditamento definitivo, così come deve farlo per le altre strutture dello stesso tipo.

E’ evidente, quindi, che con questo percorso dobbiamo andare a una definitiva strutturazione del polo oncologico di Germaneto, d’altronde credo che il tutto dovrà concorrere ad assicurare, a realizzare un’integrazione forte tra il Servizio sanitario regionale e soprattutto l’Università Magna Grecia di Catanzaro. Per questo credo che sia nella giusta direzione quella di dover distinguere – e lo mettiamo nella legge – da una parte le unità operative oncologiche, dall’altra quelle non oncologiche. E’ una cosa elementare, che è assolutamente comprensibile anche dai non addetti ai lavori.

Per questo dovranno essere ritrasferite alla “Mater Domini”, e anche in questo mi sembra che ci sia un accordo con il Rettore dell’Università Magna Grecia, in modo che le unità operative tornino alla “Mater Domini” con il personale e il polo oncologico, in una ridefinizione anche in linea con il decreto Balduzzi, dovrà essere stabilizzato a un livello minimo previsto dal decreto.

Un altro aspetto riguarda la copertura finanziaria. Una struttura privata accreditata si finanzia in regime di budget, in regime Drg, ma in questo caso –dobbiamo dirlo in maniera chiara e netta – non è sufficiente il finanziamento con il budget, è necessario il finanziamento extra budget attraverso i cosiddetti rimborsi con il File F che sono previsti e che danno la possibilità di aumentare la copertura finanziaria, si tratta di un impegno forte che dovrà iniziare dal prossimo bilancio di previsione, va previsto e non v’è dubbio che va previsto nel capitolo della ricerca nel bilancio di previsione 2013.

Per portare a termine questo iter, oltre lo sforzo che il Consiglio regionale ha fatto nella scorsa seduta con l’approvazione dell’ordine del giorno, credo che sia assolutamente necessario non solo approvare questa legge, ma è fondamentale – e mi rivolgo al Presidente Scopelliti nella sua figura di commissario ad acta – che si adoperi al più presto con grande tempestività per richiedere una convocazione del tavolo Massicci, questa è una posizione condivisa da quasi tutte le forze politiche, smentendo ciò che è avvenuto e verbalizzato nella seduta del tavolo Massicci del 7 novembre, dove il sub-commissario dice: “La Regione sta provvedendo alla liquidazione”. Lei deve richiedere la convocazione del tavolo Massicci e dal tavolo Massicci deve, in maniera chiara, netta e univoca, emergere qual è la volontà della politica calabrese circa questo polo oncologico di eccellenza.

Ritengo che per questo motivo si debba sostenere questo iter, tra l’altro i ministeri affiancanti non mi risulta abbiano mai chiesto la liquidazione della Fondazione Campanella, anzi sono contrari a questo tipo di obiettivo, mentre l’obiettivo che il Consiglio regionale, ma credo i calabresi vogliono e credo che lo dobbiamo raggiungere, lo vogliamo raggiungere e soprattutto lo possiamo raggiungere perché rappresentiamo tutti i cittadini calabresi.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Nucera. Ne ha facoltà.

Giovanni NUCERA

L’intervento del collega Scalzo, che ho seguito con un po’ di attenzione, compatibilmente con la capacità di concentrazione che quest’Aula dà in alcuni momenti, mi spinge a pensare che la legge che stiamo per approvare sia dominata in tutto il suo spirito da un’aureola di responsabilità – che parola! – l’aureola di chi, a tutti i costi, vuole rendere nella nostra regione un servizio indispensabile, importante ed irrinunciabile per la comunità dei calabresi.

La Fondazione Campanella ha una storia, una vicissitudine ormai conosciuta dai fatti, dalla storia e, in qualche circostanza, anche dalla cronaca; mal posta rispetto allo spirito, invece, che ha sempre dominato la politica regionale in funzione di questo istituto. Questo sta a significare – ecco l’aureola di responsabilità – che, quando la responsabilità prende il posto delle posizioni di parte, ecco che il prodotto finale non può che essere positivo, perché la legge che stiamo approvando è una legge positiva non per questa o per quella città, non per questa o quella provincia, non per questo o quel casato, ma è una legge di responsabilità per l’intera Calabria.

Ecco il segnale forte che anche il dibattito di oggi deve lasciare all’esterno, un dibattito che deve, sì, ognuno dal proprio punto di vista, essere concentrato rispetto alla peculiarità della legge che in sé si presenta scarna, che in sé presenta sicuramente dei momenti omissivi, ma il cui contenuto, il cui valore e la cui fondatezza hanno, invece, una profondità enorme, che è la stessa del cuore dei calabresi, quando riescono a fare le cose con responsabilità.

Ecco perché ringrazio i firmatari, per certi aspetti, che hanno presentato la legge frutto della Commissione, Salerno ha lavorato bene, ancora meglio ha lavorato il governo regionale di ieri e di oggi, ma quello di oggi per aver con caparbietà perseguito l’obiettivo, spostandosi continuamente a Roma, confrontandosi con tutte le magagne legislative o, più che legislative, tecnico-legislative che si possono insinuare di fronte a un provvedimento così importante e così autorevole, responsabilità che ha creato e creerà, forse in maniera più forte, il primo vero centro oncologico dei calabresi.

Ahimè, ne avremmo voluto fare veramente a meno, avremmo voluto che madre natura non ci offrisse una punizione così forte, con una malattia che ancora ha tanto da essere approfondita e studiata nella sua natura, nel suo modo di porsi, ma madre natura ha anche pensato al resto: in Calabria ha posto una serie di giovani professionisti che, attraverso la ricerca, attraverso lo studio, attraverso l’attento esame di giovani calabresi, oggi possono far diventare questa fondazione un fiore all’occhiello in Italia, ma non solo per un fatto edonistico di bellezza territoriale. Possiamo dire che potrà diventare, perché questo Consiglio regionale, tutto assieme come siamo oggi, nell’intento di questa legge, possa approvare una legge che punti – è vero – alla qualità della prevenzione, alla qualità della cura, alla qualità della diagnosi, alla qualità anche del rapporto fra il medico e l’ammalato, ma che punti anche alla sua riabilitazione, che punti soprattutto sulla ricerca.

E’ lì il nodo cruciale, perché è la risposta più forte al bisogno di sanità della nostra terra: la ricerca. Forse per la prima volta un ospedale, una casa di cura viene individuata dandogli questa specifica finalità di attenzione, la ricerca, perché i giovani ricercatori non mancano, ho avuto modo di conoscere e frequentare – non faccio nomi per non creare inutile pubblicità oppure inutile discriminazione – di vedere come questi giovani medici, all’interno di quei reparti, hanno acquisito una professionalità degna di altre esperienze sanitarie, di altre esperienze mediche.

Allora dobbiamo sostenere questa fondazione, la dobbiamo sostenere fino in fondo con coraggio, la dobbiamo sostenere perché è cosa buona per la Calabria, la dobbiamo sostenere perché siamo persone di grande responsabilità.

La norma finanziaria presenta qualche aggiustamento, ma è inevitabile – lo dicevo prima – che in un periodo di vacche magre, come quello che stiamo vivendo oggi, qualche sacrificio lo si chieda anche a grandi professionisti come quelli che lavorano all’interno della Fondazione Campanella, però – ecco la determinazione – abbiamo trovato, d’accordo con i tavoli romani, la via per tentare di avviare un percorso e un processo dove si responsabilizzino tutti: la politica, senza dubbio, nel lanciare il progetto; i commissari ad acta, facendo capire che non siamo solo terra di conquista, ma che siamo terra in grado di poter esportare all’estero, in grado di poter, al nostro interno, determinare le nostre sorti con grande capacità e grande responsabilità; responsabilità si chiede a quanti andranno ad operare all’interno della Fondazione Campanella, perché gli sperperi a cui molte volte siamo stati abituati a vedere nelle aziende pubbliche non si debbano ripetere in questo istituto che, non a caso, nasce come istituto di diritto privato – non che il privato sia migliore del pubblico, tutt’altro, sono un sostenitore del pubblico perché, quando il pubblico funziona, funziona bene e riesce a dare risposte adeguate –; riusciamo soprattutto ad avviare un processo che potrà dare soltanto elementi virtuosi alla stessa Calabria e lo farà nella misura in cui riusciremo – e questa credo che sarà la prima risposta efficace che ci sarà – a bloccare quella migrazione sanitaria che tanto dolore porta alla nostra Calabria, non solo e non tanto per i lutti e per dispiaceri, per le tristezze, per il dispendio economico che crea nelle famiglie calabresi, quanto soprattutto per la cattiva pubblicità che portiamo all’estero nel momento in cui, nei mega ospedali del Nord, sentono dire: “Siamo ammalati calabresi, siamo ammalati senza speranza”. No, la speranza dei calabresi deve nascere qui, nella nostra terra.

E’ solo con questi gesti, con operazioni come quella che oggi stiamo portando a compimento, che daremo la risposta concreta a quanti hanno a cuore ancora le sorti di questa terra e in questa terra vogliono continuare a vivere ed operare.

Ecco, mi auguro che, al più presto, avviata questa fase, si possa concludere l’iter secondo i desideri di ognuno, cioè fissando quella che è la natura propria di questo istituto e dandogli quell’autonomia di cui necessita, perché siamo certi che la risposta che arriverà da quella casa di cura sarà di qualità, di efficienza e di massimo livello sul piano delle prestazioni sanitarie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Mirabelli. Ne ha facoltà.

Rosario Francesco Antonio MIRABELLI

Grazie, Presidente, su questo, che è un argomento, secondo me, abbastanza importante proprio per il settore che tratta ed anche per il tipo di patologie, sempre più presenti anche nel nostro territorio che, di regola, questo Istituto, questa Fondazione, insieme ad altri enti ospedalieri, ad altri ospedali e ad altri dipartimenti, cerca in tutti i modi di contrapporre, penso che non posso non essere d’accordo con quanto ha evidenziato l’amico, consigliere Scalzo che, secondo me, ha centrato il problema. Parlo con molta onestà e lo dico al Presidente Salerno: sulla prima bozza di legge avevo qualche titubanza, non perché non ne condividessi lo spirito ma per quanto attiene soprattutto alla concretezza dell’atto per cercare di trovare una giusta, reale e concreta alternativa al problema della “Fondazione Campanella” stessa, cioè alla sua esistenza e, soprattutto, alla sua operatività.

Auspico veramente di cuore che questa Fondazione possa trasformarsi ed avere il riconoscimento che non è regionale ma ministeriale, come sappiamo tutti benissimo, quale istituto di ricerca e di cura ma questi sono anche a carattere scientifico e di tipo privato e sapete meglio di me che tali riconoscimenti non si ottengono dalla sera alla mattina. Trenta giorni sarebbero stati molto pochi e spesso vari istituti che sono stati riconosciuti in tutta Italia per poter avere questo ambito riconoscimento dal Ministero competente hanno impiegato più di due, tre o quattro anni. Non abbiamo questo tempo sufficiente, per cui ben venga, anche per l’aspetto più concreto, il sub-emendamento che tale non è ma che è una proposta di legge completamente sostitutiva rispetto a quella che era stata presentata oggi per caratterizzarne l’istituto di ricerca. Caro Presidente Salerno, credo che, di fatto, con questa nuova proposta di legge, con questo sub-emendamento – chiamatelo come volete! – si tenta, come Consiglio regionale, di dare una mano ai commissari che gestiscono la sanità in Calabria, anche al Presidente Scopelliti, ma, in modo particolare, al generale Pezzi ed al commissario D’Elia, perché si offrono le risposte che il Tavolo Massicci, il 7 novembre 2012, aveva posto in essere alla nostra attenzione, nel momento in cui sul nodo, sul lodo – chiamiamolo così – della “Fondazione Campanella” si respingevano determinate situazioni che erano state poste in essere dalla struttura del commissario. Resta, però, da sciogliere il nodo più importante, che è quello del procedimento di liquidazione che il commissario D’Elia aveva posto in essere. Questo va annullato perché le risposte fornite da questa importante proposta di legge penso siano state abbastanza esaustive nell’ambito di quelle che sono state determinate criticità che, evidentemente, a Roma, al Tavolo Massicci, si erano ben evidenziate.

E’ ovvio che non si può che difendere la “Fondazione Campanella” perché anche se in questa proposta di legge avrei chiesto, specificatamente, qualcosina in più – e fra poco lo dirò – non può che difendersi; io stesso un anno fa fui uno dei pochi tra la minoranza – sapendo, già a priori, che in termini giuridico-istituzionali sarebbe stata illegittima e che, quindi, c’era una forzatura – a votare il tentativo di far passare la “Fondazione Campanella” come un ente pubblico, proprio perché diedi più importanza, non tanto all’approfondimento giuridico della questione, quanto al volere esaltare in modo forte la necessità di mantenere in vita un importante istituto che serve a dare una risposta a dei malati che sono molto gravi e che, a sua volta, incide in maniera massiccia sulla spesa passiva della emigrazione sanitaria, in cui le casse della Regione Calabria, purtroppo, debbono sempre dar conto.

Questa Fondazione negli anni ha fatto il proprio dovere, non è vero che non lo ha fatto. Al di là del mantenimento dei posti di lavoro, quindi, che è una cosa sacrosanta, perché basta pensare che mediamente, dal 2008 ad oggi, abbiamo avuto quasi sempre 6-7 mila ricoveri. Basta pensare che, complessivamente, in tre o quattro anni, possiamo dire che si è arrivati ad oltre 250 mila prestazioni, cioè un qualcosa per cui, in fin dei conti, utilizzando anche in termini di remunerazione la tariffa nazionale, cioè quella del 1996 a cui si fa riferimento, l’ammontare globale anno per anno ammonterebbe come budget a 20 milioni di euro. Se a questo aggiungiamo anche queste remunerazioni quando si parla di alta tecnologia medica specialistica, può addirittura poter utilizzare, come remunerazioni in termini tariffari, anche dei meccanismi che la legge prevede e che altre Regioni hanno operato nell’ambito anche della stessa spending review: la possibilità di poter incrementare la remunerazione per un tetto massimo del 30 per cento rispetto alla remunerazione stessa. Questo significa che da 20 milioni di euro la Regione sarebbe anche autorizzata – se si mantenessero gli attuali posti letto, le attuali professionalità e lo stesso numero di dipendenti – e si potrebbe arrivare anche a 25 o a 26 milioni di euro che garantirebbero la copertura finanziaria totale per poter far funzionare al meglio questa Istituzione, questa Fondazione.

Il problema serio è che accennate in questa proposta di legge alla necessità di dotare esclusivamente questo Istituto solamente di una caratterizzazione ben precisa e specifica fortemente oncologica, e sono d’accordo ma avrei anche voluto capire, nel momento in cui alcune unità operative traslano alla “Mater Domini”, quante sarebbero state queste unità operative, quali sono state le previsioni elaborate, perché il Tavolo Massicci chiede anche questo, quale tipo di prestazione resta alla “Fondazione Campanella” e, soprattutto, quanto sarebbe il numero previsto proprio per far sì di poter capire di quanto personale ha bisogno, di quanto gliene resta e di quanto deve traslare al “Mater Domini” o presso le altre aziende ospedaliere. In questo modo potremmo parlare di copertura finanziaria, non dico sicura al 100 per cento, ma di una copertura finanziaria quasi precisa, che è la cosa essenziale che ci viene chiesta anche al Tavolo Massicci, per poter ridisegnare una programmazione di un certo livello. Ecco perché credo che forse era necessario approfondire un po’ meglio la problematica anche in questa proposta di legge, che è già positiva e a cui andrà anche – per amor di Dio! – il mio voto, ma per far sì che si possa dissipare un po’ di incertezza, anche se abbiamo la possibilità di poterla rifare; l’avrà sicuramente il Presidente Scopelliti al prossimo incontro al Tavolo Massicci, e lo potrà fare certamente con dati più specifici e concreti. Penso che questo debba essere visto solo come l’avvio ma è ovvio che non si può pensare che una Fondazione come questa, che fa 6-7 mila ricoveri all’anno, si possa ridimensionare nel numero dei posti letto solo perché bisogna far quadrare i conti in termini ragionieristici e finanziari, sapendo benissimo che c’è una necessità di fondo che spesso esula dalle politiche economiche stringenti, e che debbono guardare a quella che è la reale necessità di dover offrire delle risposte a dei malati, che purtroppo ci sono e che si debbono curare, e che, se non possono curarsi in Calabria, finiscono per andare a curarsi fuori, dove i Drg – e lo sapete benissimo! – costano di più rispetto a quelli che vengono utilizzati in Calabria. Hanno un incremento del 30-40 per cento in più fuori regione. Ecco perché la necessità, in maniera epidemiologica, di andare a fare ragionamenti che non partano esclusivamente dal dato prettamente finanziario. Il dato finanziario è importante e va visto sugli sprechi, sul ridimensionamento e sulla correttezza dell’utilizzo delle risorse finanziarie, nel modo più trasparente possibile e nel modo migliore, ma contestualmente bisogna evidenziare la necessità di dovere bloccare in tutti i modi questa emigrazione sanitaria che su questo specifico problema incide moltissimo sulle casse regionali al fine di poter limitare i danni e dare una migliore risposta alle esigenze del malato oncologico calabrese.

PRESIDENTE

Grazie all’onorevole Mirabelli. Ha chiesto di parlare l’onorevole Parente. Ne ha facoltà.

Claudio PARENTE

Presidente, avrei preferito intervenire dopo il collega Giordano che, in modo ormai risaputo, è sicuramente poco favorevole a questa proposta di legge, come reiteratamente sostenuto sia in sede di Commissione sia in Aula, ogni volta che abbiamo trattato la “Fondazione Campanella”. Evito, Presidente, di ripetere tutto quel che è stato detto sia da parte della maggioranza sia da parte dell’onorevole Scalzo per quanto riguarda la opposizione su tutta l’azione meritoria che ha prodotto la “Fondazione Campanella”, per la quale oggi stiamo cercando per l’ennesima volta di trovare una soluzione che possa offrire una svolta definitiva all’attività di questo ente. Voglio, però, sottolineare alcuni aspetti che, magari, vengono tralasciati perché la nostra è una sede istituzionale, una Assemblea legislativa e, quindi, si tende ad analizzare più quelli che sono gli aspetti legislativi rispetto ad alcune particolarità di tipo sanitario che sono state tralasciate. Mi rifaccio a quella che è l’attività di ricerca di questo Istituto che è sicuramente altamente qualificante e che poche altre strutture in Calabria possono eguagliare. Tutto questo non è fine a se stesso per le stesse ricerche, soprattutto nel campo transnazionale, transrelazionale che vengono praticate in questo Istituto: ci sono alcuni aspetti ed alcuni particolari settori, come quello delle biologiche molecolari e del campo delle biotecnologie, che sono fortemente legate a quelle che sono le prognosi, le individuazioni, le diagnosi e l’applicazione delle terapie mirate nel campo dei tumori.

Questo aspetto viene un po’ tralasciato, mentre proprio questo permette di fare una ricerca di base che viene, poi, immediatamente applicata alla terapia, al paziente oncologico e fa guadagnare molto tempo per quanto riguarda gli aspetti legati alla cura di questa terribile malattia ma, soprattutto, fa guadagnare molto tempo a quella che è l’individuazione della sintomatologia e di alcuni aspetti presintomatici che hanno una importanza fondamentale quando ci si deve approcciare ad un male del genere. Non vorrei tralasciare, poi, un altro aspetto fondamentale di cui pochi altri istituti possono occuparsi perché non hanno le apparecchiature, cioè la ricerca mirata nel campo di quelli che possono essere gli strumenti del futuro: il campo diagnostico. Questo è un altro aspetto fondamentale perché è risaputo a tutti come, in questo campo, qualsiasi diagnosi precoce permetta una sopravvivenza elevata in termini percentuali, almeno per la maggior parte dei tumori. Con tutto ciò che possiamo oggi vantare in Calabria, credo che ogni sforzo che abbiamo fatto e che stiamo cercando di fare è minimale rispetto a quella che è l’attività che la “Fondazione Campanella” può dare ai calabresi, così come mi sono sembrate sempre assolutamente fuori luogo le definizioni di “mostro giuridico”. E’ chiaro che quando è nata avrebbe potuto avere altri presupposti giuridici ma è nata in quel modo; non si è fatto forse tantissimo negli anni per cercare di trasformarla in Istituto di ricerca e cura a carattere scientifico, anche se, di fatto, lo è per l’attività che esplica ogni giorno ma tutto questo non può far sì che con un colpo di spugna cancelliamo quello che è il passato storico di questa Istituzione. Credo che abbiamo tutti l’obbligo di cercare di individuare le forme migliori per dare una vita più duratura a questa Fondazione ma, soprattutto, all’attività di tutti coloro che, a qualsiasi titolo, ci lavorano, dai professori ai ricercatori, agli operatori e, soprattutto, al personale che, nonostante le grandissime difficoltà a cui è dovuto andare incontro, si è prodigato con grande abnegazione per offrire una risposta affermativa ai malati calabresi. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.

Giuseppe GIORDANO

Grazie, Presidente. La posizione che abbiamo tenuta in questi mesi, in questi due anni è nota all’intera Calabria e in quest’Aula credo che siamo alla quinta puntata di una vicenda altalenante che ha avuto un impatto con l’amara realtà. Una vicenda che ha visto, sistematicamente, la sonora bocciatura da parte di tutti gli organi che hanno vagliato le varie configurazioni che sono state prodotte in questa Assemblea regionale. Certamente non è una questione che afferisce a questo mandato.

Ma senza ripercorrere tutte le tappe, intanto, mi corre l’obbligo di fare una piccola considerazione di ordine metodologico. Oggi ci troviamo a discutere, a valutare una proposta interamente sostitutiva di quella che in Commissione eravamo stati gli unici ad esprimere un voto negativo, un dissenso perché ritenevamo impossibile e comunque improbabile quel tipo di soluzione.

Oggi, si stabilisce una soluzione totalmente diversa e diametralmente opposta. Prendiamo atto che le questioni che avevamo sollevato evidentemente erano tutte fondate e sono state anche prese in considerazione da chi oggi propone all’Aula questa soluzione. Una soluzione che, però, francamente anche questa volta non ci convince. Lo dico con molta pacatezza e con il senso di responsabilità che ci ha guidato nell’essere attenti, anche, a questa come a tutte le vicende della sanità calabrese. Una sanità calabrese che sulla frontiera del bisogno e delle cure oncologiche segna qualche ulteriore affanno.

Voglio ricordare a me stesso ed a tutti che nel 2011 la migrazione sanitaria di questa regione ha conosciuto un incremento soprattutto per quanto riguarda le cure delle patologie oncologiche. Quindi c’è una situazione molto delicata.

Abbiamo esaminato la proposta di legge, sulla quale è stato presentato l’emendamento sostitutivo e poi abbiamo appreso dal relatore, l’onorevole Salerno, che c’è, addirittura, un sub-emendamento, che va a modificare un articolo sul quale poi farò qualche considerazione.

Crediamo che, intanto, bisognerebbe affrontare questa questione come tutte le altre: uscendo dalla perenne emergenza, che non è mai una buona consigliera, per dare soluzioni strutturali e che possano contemperare i bisogni e possano risolvere gli antichi problemi, gli antichi errori che si sono consumati.

Non ci convincono alcune cose, per esempio, cosa significa il comma 4 dell’articolo 1, laddove prevede il trasferimento all’azienda ospedaliera, previa intesa tra Università e Regione, ma si trasferiscono i servizi, si trasferisce il personale. La Consulta sul personale aveva espresso un chiaro parere con una sentenza che ha cassato i precedenti articolati normativi.

Non ci convince la questione sull’accreditamento e sul rispetto dei budget, non ci convince la questione della tabella “F”, del file “F” del rimborso, se è possibile per una struttura che è provvisoriamente accreditata, comunque una struttura privata accreditata diversa da quella che era la Fondazione può avere, può beneficiare di questo tipo di trattamento rispetto alle altre strutture private accreditate.

Quindi una risposta che ci preoccupa e che può ancora una volta incappare nella mannaia degli organi che dovranno valutare la situazione, voglio ricordare anche l’esito del Tavolo Massicci che ha censurato, esprimendo parere negativo, tutte le attività del 2012 e specificatamente il trimestre luglio-settembre rispetto alle erogazioni ed alle prestazioni. Le stesse conclusioni venivano ribadite, ancora una volta, tutta una serie di eccezioni e obiezioni che con questo provvedimento, secondo noi, non c’è e non trovano compiuta soluzione.

Prendo atto che riguardo al comma 4 dell’articolo 2, c’è un sub-emendamento abrogativo. Sarebbe stato un errore ancora più grave perché si andava a finanziare la “Fondazione Campanella”, o il costituendo ente accreditato, con risorse che sono prioritariamente destinate e vincolate con gli assi di programmazione per i poli di innovazione, con la ricerca che afferiscono ad altri obiettivi e che hanno un’altra filosofia e un’altra prassi afferendo al Por Fesr 2007-2013 rimodulato, tra l’altro, in negativo con 25 milioni e anche questa è una nota dolente che non riguarda, però, la materia.

Presidente, quindi tutta una serie di aspetti, che non ci convincono, per cui esprimiamo, sebbene con grande preoccupazione, un parere negativo.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Dattolo. Ne ha facoltà.

Alfonso DATTOLO

Grazie, Presidente. Un intervento solamente per ribadire la nostra linea e coerenza, anche, rispettando il voto di Italia dei valori che ha sempre mantenuto un atteggiamento assolutamente contrario e motivandolo per le proprie ragioni.

Ritengo, però, che lo sforzo che questa sera si sta facendo - anche dal punto di vista della tempistica – e soprattutto anche la collaborazione che è venuta dai colleghi della minoranza, è un dato significativo e probabilmente la convergenza che si trova nel voler difendere un Istituto oncologico di eccellenza, debba, anche, interpretarsi come l’apertura di un dialogo che deve vederci soprattutto convinti della necessità delle riforme in questa regione.

Su questo aspetto penso che la Calabria debba dimostrare una maturità che in questo momento sarebbe particolarmente gradita e porterebbe giovamenti dal punto di vista dell’immagine politica della Regione e soprattutto della funzionalità.

Nella fattispecie il fatto di voler ricercare a tutti i costi una intesa, debbo ringraziare il Presidente Salerno per il lavoro svolto in sintonia con gran parte dei capigruppo della opposizione e anche col collega Scalzo che ringrazio per la fattiva collaborazione, su questo aspetto ritengo che ci possa essere quasi una forma di pregiudiziale.

Perché quando la politica decide di proseguire coerentemente con il salvataggio di una struttura che ha rappresentato e rappresenta per molti calabresi, e anche per qualcuno che viene da fuori regione, un centro, una struttura medica al quale affidare la propria vita, ritengo che sia propedeutico, anche, all’apertura di una stagione nuova. Non c’è solo da salvare i malati oncologici, ma c’è da salvare le sorti di una regione.

Concludendo questo intervento, vorrei augurare, anche, una stagione nuova per ciò che attiene il confronto sulle riforme che, in questa regione, sono necessarie per evitare questioni anche di carattere generale che in questo momento stanno, di gran lunga, esasperando il tessuto economico e sociale del territorio. Molti problemi potrebbero, in un certo qual senso, venire alleviati da una stagione politica nuova di confronto e di aperture di riforme che la Calabria attende da tempo.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Talarico. Ne ha facoltà.

Domenico TALARICO

Presidente, come già ha detto il collega Giordano, il nostro gruppo non condivide la proposta che è stata formulata non solo per le modalità ma soprattutto per la sostanza. Noi non condividiamo, soprattutto, la versione che viene data della Fondazione Campanella.

Quella della “Campanella” è una storia contraddittoria, non è vero che è solo la storia di un centro di eccellenza perché è anche una storia di sprechi, di abusi, di evidenti violazioni di legge. Ci sono stati, anche, dei buoni risultati. Negli anni ha rappresentato una struttura oncologica, cosiddetta, di prossimità, perché molti calabresi hanno avuto la possibilità di curarsi e anche di guarire grazie a questa struttura.

Però ci chiediamo e dobbiamo chiederci nella massima Assise regionale: è possibile che l’efficienza, in questo caso, di una struttura sanitaria non debba coniugarsi col rigore dei conti, con la legalità, con la moralità dei servizi prestati? Oppure, sol perché una struttura ha garantito dei servizi non bisogna, invece, operare una vera e propria revisione che porti ad una operazione verità su questa struttura? Nessuno in questa sede ha parlato dei 90 milioni di euro erogati da questa Regione a favore della struttura, di cui nessuno, oggi, sa darci spiegazioni su questa ingente mole di denaro che è transitata verso la Fondazione Campanella.

Signor Presidente, non lo dico io, ma lo dice la Procura generale della Corte dei conti che lo ha ribadito in più occasioni nelle sedi ufficiali. Lo ha detto e lo ha scritto la Commissione per gli errori sanitari e per il disavanzo sanitario. Ci sono, insomma, soggetti sulla cui imparzialità e serietà nessuno, credo, abbia qualcosa da ridire e che hanno offerto elementi molto, ma molto critici su cui andrebbe fatta, invece, una seria riflessione, prima di operare scelte così radicali come stiamo facendo.

Vorrei soffermarmi su alcune obiezioni sollevate al Tavolo Massicci rispetto alla Fondazione Campanella. Il Tavolo Massicci sulla stregua delle osservazioni della Procura generale, della sentenza della Corte costituzionale rispetto al transito del personale da una struttura a regime privato ad un regime pubblico, in sostanza il Tavolo Massicci ci ha detto: “Cara Regione, dovete rivedere la questione regime giuridico, dovete darci spiegazioni rispetto alla collocazione dei posti letto, dovete esplicitare i rapporti con l’azienda Mater Domini, occorre che ci sia chiarezza rispetto all’accredito alla struttura e poi c’è una nota evidente ed inderogabile riguardo al personale”.

Voi a queste cinque obiezioni, con la proposta e il sub-emendamento che stiamo discutendo, avete dato alcune risposte, ma non tutte le risposte richieste alle varie obiezioni sollevate e non tutte le risposte, a nostro avviso, sono risposte sufficienti a porre la parola fine a questa vicenda.

Credo che l’iniziativa di oggi debba essere, invece, contestualizzata, cosa che non avete fatto. Cioè va calata nella più generale riorganizzazione sanitaria della nostra Regione. Questo ci fa dire che il provvedimento che avete appena proposto interferisce con le attribuzioni del commissario che ha un mandato ben preciso che è quello di attuare risparmi e di razionalizzare il Servizio sanitario regionale, di ridurre i costi e di eliminare gli sprechi.

In questo momento stiamo accreditando una struttura privata, stiamo acquisendo un pezzo di sanità privata. L’operazione che stiamo facendo è proprio questa, magari surrettiziamente spiegata ed edulcorata, insomma si sta indorando la pillola ma la sostanza non cambia.

La domanda, allora, che vorrei fare al Presidente della Commissione e tramite lui all’Aula: che ne facciamo delle decine di strutture sanitarie private che da anni attendono di essere accreditate presso la Regione Calabria? Cosa diciamo alle decine di aziende che fino ad oggi hanno legato la loro sorte alle risorse regionali e sono da anni in attesa di un aiuto che li ponga definitivamente fuori dalla precarietà e dal tempo determinato.

Come è compatibile questa operazione, che state per approvare, con l’ingente debito accumulato negli anni non solo dalla sanità calabrese in generale, ma nello specifico dalla struttura di cui stiamo discutendo e a cui stiamo lanciando il salvagente.

E soprattutto perché non chiediamo tutti insieme, attraverso un provvedimento che affronti le questioni vere, di coniugare in via definitiva l’efficienza con il rigore dei conti, l’efficienza dei servizi erogati con la trasparenza, con la pubblicità? Qualcuno di voi è a conoscenza, ad esempio, dei bilanci della Fondazione Campanella degli ultimi anni? Qualcuno di voi ci sa spiegare dove sono finiti i milioni di euro? Qualcuno di voi ci sa spiegare qualcosa rispetto alle modalità attraverso le quali questa struttura andrà ad operare nel mercato nei prossimi anni? E qualcuno, soprattutto, ci dica in maniera chiara che fine farà il personale oggi dipendente della Fondazione Campanella.

In questo mega sub-emendamento non si fa riferimento al personale, in nome del quale molti colleghi consiglieri stanno conducendo una strenua battaglia. Cosa si intende per personale? Quello altamente scientifico, quello dedito alla ricerca e alla cura, oppure le centinaia di persone il cui accesso a questa struttura è ancora oggi tutto da spiegare? Ecco, a queste domande non trovo una risposta nel provvedimento che è stato sottoposto ma colgo solo la fretta di chiudere una questione e di dare una risposta politica che, certamente, per come viene proposta in questa seduta sarà, purtroppo, oggetto di una nuova revisione, di una nuova seduta di Consiglio regionale.

Non vogliamo fare i profeti di sventura ma temo che, per la superficialità e per le debolezze contenute in questa proposta, saremo costretti ancora una volta a discutere della Fondazione Campanella e mi auguro che la prossima sia la volta buona per discuterne in maniera seria e definitiva.

PRESIDENTE

Non ci sono altri interventi, pertanto do la parola all’onorevole Salerno.

(Interruzione)

Il sub-emendamento dov’è? Non troviamo il sub-emendamento? Prego, la parola all’onorevole Salerno.

Nazzareno SALERNO, relatore

Grazie, Presidente, avrei evitato di intervenire di nuovo, però lo ritengo doveroso dopo le osservazioni e le considerazioni fatte dai colleghi Giordano e Talarico.

Apprezzo la pacatezza degli interventi dei consiglieri Giordano e Talarico, ma una considerazione va fatta cioè dobbiamo decidere quello che vogliamo fare. Oggi, nella situazione che stiamo vivendo in cui ai primi posti della mobilità fuori regione, della emigrazione sanitaria, troviamo proprio questo tipo di cure per malattie oncologiche, dobbiamo decidere se vogliamo mantenere una attività che, comunque, negli anni si è distinta per la qualità oppure non lo vogliamo fare.

Guardate, penso che il lavoro che abbiamo fatto insieme ai colleghi, al di là dell’appartenenza e del colore politico, sia un lavoro che punta a risolvere un problema serio oggi in Calabria. Avevamo presentato una prima proposta di legge approvata in Commissione e non ci siamo fermati, ovviamente, nonostante avessimo già approfondito e studiato il modo per uscire da questa situazione di empasse, intravedendo anche l’ipotesi della istituzione di un Irccs di natura privata così come era stato anche indicato in passato, prima del Piano di rientro, dalla stessa Regione che aveva attivato la procedura ed anche per ottemperare a quanto scritto e riportato nel Piano di rientro, quindi la rivisitazione dell’assetto giuridico della “Fondazione Campanella”.

Questi maggiori approfondimenti ci hanno portato a renderci conto effettivamente che il percorso della trasformazione in Irccs, pur essendo percorribile dal punto di vista tecnico e della legittimità procedurale, trova, in questo momento, un muro per la grave situazione economica che sta vivendo l’Italia. Si rischierebbe, quindi, da qui a sei mesi o ad uno-due anni, di trovarsi davanti al mancato riconoscimento dell’Irccs da parte del Ministero e quello sarebbe veramente un dramma, un problema molto serio.

Approfondendo la questione anche con il contributo di A.ge.Na.S., il Presidente Scopelliti si è fatto promotore di un incontro presso la struttura commissariale e siamo arrivati alla determinazione di presentare un subemendamento - ne parlavamo con il collega Scalzo fino a poco prima dell’inizio della seduta – per dare la possibilità a questa fondazione di continuare a garantire l’attività per le prestazioni oncologiche. Oggi significherebbe mandare per strada i pazienti che sono sotto cura e che rischiano con questa situazione di non avere garantiti i farmaci. Dove potrebbero andare questi pazienti nel momento in cui domani mattina, per assurdo, la Fondazione Campanella dovesse cessare la sua attività? Andrebbero sicuramente a finire per strada, volgarmente, perché in altre strutture della nostra regione, oggi, non vi è la possibilità reale di poter prestare a questi pazienti le cure necessarie.

Allora, qui è il senso di responsabilità, ma anche il dovere istituzionale e politico da parte di noi tutti ed abbiamo individuato questo percorso che, comunque, toglierà quella “spada di Damocle” che fin qui abbiamo avuto e che è stata introdotta da che cosa? Dall’articolo 5 della legge numero 11 del 2009.

Mi pare che questa proposta di legge, oggi, metta dei punti fermi e vada a definire quello che sarà il futuro della Fondazione Campanella, i rapporti con l’università, le prestazioni non oncologiche che non saranno più caricate sulla Fondazione Campanella, ma sull’azienda “Mater Domini” e si procederà anche alla modifica dello Statuto.

Poi, onorevole Talarico, per quanto riguarda l’accreditamento della “Fondazione Campanella” non va ad intaccare le situazioni di altre strutture che sono in attesa di accreditamento. Dobbiamo dircela tutta, fino ad oggi l’attività è stata svolta dalla Fondazione Campanella e come ha svolto l’attività la Fondazione Campanella? Perché, comunque, è accreditata ope legis, di fatto stiamo andando solamente a regolarizzare e perfezionare qualcosa che già c’è stato negli anni e che oggi c’è e non va sicuramente ad intaccare o a precludere la possibilità ad altre strutture di accreditarsi tenendo conto, comunque, che oggi siamo sottoposti al Piano di rientro e che, per quanto riguarda gli accreditamenti, certamente, non può essere esercitato un potere discrezionale così come magari si è fatto in passato, ma bisogna attenersi scrupolosamente a quello che stabilisce il Piano di rientro.

Sui bilanci faccio soltanto un passaggio: finalmente oggi abbiamo i dati concreti di quella che è l’attività, anche dal punto di vista finanziario, non soltanto della Fondazione Campanella, ma della sanità in Calabria in generale.

Penso che oggi il Consiglio regionale con questa proposta di legge darà, veramente, ai calabresi un segnale forte della politica che sposa un problema, lo affronta e lo risolve. Poi, tutto potrà capitare e mi auguro di no. Sono sicuro che non capiterà, che questa nuova proposta di legge regionale non verrà impugnata. Potrà accadere, per assurdo, ma noi non ci possiamo rimproverare nulla. Meglio tentare di risolvere un problema e mettercela tutta per risolverlo e garantire a 35 pazienti oncologici di continuare a curarsi in Calabria anziché emigrare verso altre Regioni.

Vale la pena, allora, secondo me, continuare e sostenere questa proposta di legge oggi in Consiglio regionale, ma anche da lunedì in poi nel momento in cui dovrà compiere tutto l’iter per diventare, a tutti gli effetti, una legge della Regione Calabria e dare la possibilità a questa fondazione di continuare. Grazie.

PRESIDENTE

La parola al Presidente Scopelliti.

Giuseppe SCOPELLITI, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente, apprendiamo, ovviamente con piacere, la disponibilità manifestata anche da alcuni colleghi della minoranza che sono intervenuti per l’approvazione di questo provvedimento che, effettivamente, ha trovato in queste settimane – come in questi ultimi mesi – grande spazio sui mezzi di informazione. Ovviamente, ognuno ha avuto la possibilità di esternare le proprie motivazioni rispetto ad alcuni indirizzi e a contestare le scelte che quest’Aula ha messo in campo.

Tuttavia, credo – e forse ho avuto già modo di dirlo in un’altra circostanza in quest’Aula – che la Fondazione Campanella, all’atto della sua nascita, fu una scelta apprezzabilissima perché nasceva come polo oncologico, con una visione legata ad un problema reale ed anche ad un tema molto delicato sul quale la Calabria non forniva una grande risposta al bisogno dei cittadini.

Il problema che oggi abbiamo di fronte è un problema di natura diversa, di una realtà che svolge un compito straordinario e lo fa con grande dedizione rivolta ai bisogni dei cittadini, dei malati, ma anche di una realtà che nel tempo ha, purtroppo, perso il significato della sua mission. Perché, se noi parliamo di una Fondazione che ha il compito di interessarsi o, meglio ancora, di erogare prestazioni nel campo oncologico e che, invece, presta circa il 65 per cento delle sue attività nel campo non oncologico, per un gruppo dirigente è motivo di riflessione, come anche la modifica, la metamorfosi, la trasformazione della mission di una realtà, nobile come funzione e straordinariamente importante per un territorio come il nostro.

Non ci dimentichiamo che noi oggi in Calabria abbiamo nel campo dell’emigrazione passiva una percentuale altissima o, meglio ancora, la percentuale più alta della emigrazione sanitaria è legata al campo oncologico e, quindi, non è che non ci sia bisogno di un settore attrezzato, anzi.

Il problema è spiegarsi. Siamo sempre alle solite, qualcuno dovrebbe spiegare come stanno le cose. Penso francamente che i colleghi del centro-sinistra abbiano già espresso e dato un indirizzo e credo che, ormai, siamo alla resa dei conti un po’ su tante vicende e su tante questioni.

Noi torniamo in Aula sistematicamente e dobbiamo raccontarci, purtroppo, le questioni su cui dobbiamo governare. E quando spieghiamo ai calabresi che stiamo discutendo di una fondazione che dovrebbe occuparsi del malato oncologico, ma che per il 65 per cento circa non realizza le sue prestazioni nel campo oncologico, qualcuno ci potrebbe dire di cosa stiamo parlando. E, quindi, l’impegno che abbiamo prodotto e profuso fin dall’inizio è stato orientato all’individuazione di percorsi che mettessero in campo tutte quelle iniziative necessarie a salvaguardare la funzione ed il ruolo strategico di questa realtà rispetto a tutto ciò che di oncologico, ovviamente, non c’è.

Sta di fatto che nei vari decreti che abbiamo emanato con atti ufficiali è prevista la “restituzione” agli enti o agli altri istituti di competenza delle funzioni che la “Campanella” non può svolgere.

Questa legge che oggi proponiamo ha lo scopo di far comprendere che non stiamo mettendo in campo uno strumento che serve ad offrire una soluzione tampone ai lavoratori e, quindi, ai malati e soltanto ad alleggerire la tensione. No, noi abbiamo fatto un’ultima riunione – per fortuna dico – all’interno, come struttura commissariale, come dipartimento, integrata dal direttore generale di A.ge.Na.S. e dagli esperti di Kpmg, che ci ha visto per ore ed ore impegnati ad approfondire una tematica così particolare perché queste leggi che noi abbiamo approvato poi trovavano il collega di turno che diceva: “avete visto? Io ero contrario alla Fondazione …” . Perché governare non è facile, è molto più semplice per tutti parlare. Però, governare …

Anche noi potevamo dire: “ma chi sono questi signori, chi li ha presi?” Perché, forse, tranne un 15 per cento, tutti gli altri sapete molto bene che sono stati assunti senza concorso, senza selezione pubblica, senza la percentuale ridotta. Quindi, anche noi potevamo dire “non è compito nostro, sapete? L’ha fatta Adamo, Mancini … gli altri. E che facciamo? Mandiamoli a casa, producono delle perdite, benissimo, è un problema”.

Quando poi si governa c’è il senso di responsabilità che deve spingere e guidare a capire che quando governi ti devi prendere ciò che di bello ti hanno lasciato gli altri, cioè niente secondo me oggi in Calabria, o pari allo zero - un po’ come Fli quando c’era Angela Napoli che tendeva allo zero, la stessa cosa - e cioè, invece, i problemi, che sono tanti.

Noi non pensavamo che ci fossero così tanti problemi, altrimenti come ha detto qualche parlamentare “il calice amaro era da bere”; noi il calice amaro lo beviamo tutto fino in fondo e lo beviamo non per interesse personale, ma per amore della Calabria. E’ diverso. Perché qualcuno, magari, non l’ha bevuto e dice “meno male che non l’ho bevuto, altrimenti chissà dove sarei andato a finire”.

Noi, invece, lo vogliamo bere fino in fondo perché il calice amaro per noi va anche bene se serve a far rinascere una regione.

Questo è l’approccio diverso che c’è oggi in campo in questo territorio tra una classe dirigente politica che tende a scappare ed una classe dirigente politica che, invece, vuole stare qui a sacrificarsi e lavorare perché capisce che nessun altro, se non i calabresi, possono cambiare questa regione. Nessun altro. Stiamo vedendo ciò che ha prodotto questo Governo nazionale e ovviamente la sua naturale prosecuzione.

Rispetto a queste cose, dico che noi abbiamo il dovere sacrosanto di affrontare questi problemi, ovviamente, tra le mille difficoltà che ci siamo trovati di fronte. Però, ad una cosa non abbiamo mai rinunciato: all’idea di garantire l’impegno importante di un gruppo di lavoratori che, in maniera appassionata ed innamorata del loro lavoro, producono lo sforzo per quella struttura ed abbiamo lavorato per la la salvaguardia della professionalità oltre che del posto di lavoro che, oggi, in un momento così particolare, è una grande ricchezza. Quindi, come ho detto non dobbiamo difendere la Fondazione Campanella in quanto Fondazione con la sua denominazione perché in quest’Aula arriveremo la prossima settimana e chiuderemo società, aziende, fondazioni e faremo altro tipo di scelte.

Faremo delle scelte. Anche io ero innamorato di Field quando nacque con altre finalità; io, da assessore, ho istituito Field e “Azienda Calabria Lavoro”. Oggi, però, dobbiamo chiuderle perché alcune cose non servono più e bisogna re-immaginare il sistema, bisogna recuperare una funzione nuova di queste partecipate, di questi enti. Ed è normale.

Noi che cosa dobbiamo garantire? I livelli occupazionali; la loro salvaguardia è importante in questo momento ma lo è, soprattutto, la capacità di recuperare queste competenze che poco importa se svolgeranno le loro attività in un altro luogo fisico, l’importante è che ciò avvenga nella città di Catanzaro. Poi se si tratterà di Germaneto, che è un po’ più sotto, quindi magari ci saranno due gradi in più, o di Catanzaro, nella zona un po’ più alta, poco cambia, non è importante questo; è importante garantire all’utente e al malato una qualità del servizio che ci è stata più volte ricordata.

Voi sapete molto bene che io sono tra quelli che su tante cose ha sempre detto “va beh, ma queste cose possiamo reimpostarle, rivederle”, sono uno fra quelli che ha sentito le testimonianze di tante persone, di tanti cittadini che, in maniera spontanea, non oggi, ma negli anni precedenti, ci hanno detto “salvaguardate la Fondazione Campanella sul versante oncologico”; cittadini comuni che ci hanno scritto, che ci hanno incontrato, che ci hanno parlato, almeno lo hanno fatto con me in tante circostanze.

Noi, quindi, su questo versante abbiamo indirizzato la nostra azione, perché è vero che bisogna attuare la stagione della spending review, dell’austerity e così via, però non possiamo farlo a discapito dei cittadini; continuo a sostenere che mi si deve dire dove abbiamo tagliato qualcosa nel campo della sanità. Non ho trovato un cittadino che mi possa dire “avete tagliato un servizio funzionale ed utile al cittadino, ci avete penalizzato”. Una persona che mi possa dire queste cose ancora non l’ho trovata, al di là di quelli che, magari, dicono “avete chiuso gli ospedali”; le stesse persone a cui se poi ci parli e spieghi loro che quegli ospedali chiusi, riconvertiti, erano un presidio di morte e non di salute, capisce sicuramente. Il problema vero, però, è che su questo terreno noi abbiamo sempre detto: “A noi non interessa la fondazione in sé, a noi interessa la funzione che svolge”, che è un’altra cosa.

Abbiamo deciso di discutere e ci siamo messi a rappresentare il problema di fronte, lo abbiamo fatto da soli, non l’abbiamo fatto coinvolgendo tutti, perché prima la Regione doveva chiarirsi bene le idee, visto che in questi due anni siamo andati avanti a soluzioni tampone, nel senso che avevamo individuato delle strade, lo avevamo fatto anche di fronte al Governo nazionale, di fronte ai Ministeri competenti e al tavolo Massicci. Poi, ci sono elementi che sul tavolo Massicci, nel verbale, vengono recuperate, ad esempio l’ospedale di Rogliano: il tavolo Massicci ci contesta che l’ospedale di Rogliano lo abbiamo accorpato all’Annunziata. Per loro non andava fatto e noi, con insistenza, proponiamo ogni volta “no, per noi l’ospedale di Rogliano…” ed i chiarimenti necessari.

La stessa cosa avevamo fatto sulla Fondazione Campanella, perché credevamo che la soluzione potesse essere quella di approvare una legge. Poi, dell’Irccs pubblico, dell’Irccs privato, ognuno ha detto la sua, fino ad arrivare ad una legge presentata sull’Irccs privato ed abbiamo tenuto questo dibattito interno, di fronte a un direttore generale di Age.Na.S. che ci ha detto: “L’Irccs privato non l’otterrete mai, perché non c’è una quantità e una mole di attività di ricerca tale che vi possa aiutare anche alla risoluzione del problema” e ci ha fatto l’esempio di una grande struttura di livello nazionale molto conosciuta, che attende l’Irccs privato ed a cui è stato detto “non l’avrete mai”.

Allora, è inutile. Per noi era facile approvare un’altra legge e poi farcela bocciare, perché comunque non avrebbe avuto mai il riconoscimento – bocciare tra virgolette – e quindi abbiamo detto “no, troviamo la soluzione che ci porti fuori da questa fase di stallo e cerchiamo di garantire una continuità a tutti”. Abbiamo immaginato una legge ponte che ci consenta di dare una risposta.

Poi, ci sono le varie opportunità. Però, qui, è bene fermarsi perché noi siamo soci al 50 per cento della Fondazione, quindi possiamo fare scelte per quel 50 per cento che ci compete, rispettosamente, anche se in queste settimane con l’Università non abbiamo fatto riunioni, ma ci siamo sentiti in varie forme e in vari modi. Questa legge, inoltre, ci consente di approdare alla fase successiva e di concordare con l’Università tutte le strategie e tutti i protocolli necessari per dare attuazione attraverso i decreti a ciò che noi abbiamo immaginato.

Non vi è per forza l’idea di costruire il polo oncologico al “Ciaccio”, come qualcuno ha scritto, perché poi ognuno si è divertito a scrivere. A me dispiace soltanto quando leggo che i lavoratori si riuniscono in comitati, cominciano a prendersela a destra e a manca.

(Interruzione)

No, con tutti, senza sapere, però, di che cosa si stia parlando, di cosa noi abbiamo discusso. Ed oggi quello che stiamo immaginando sono delle strade che, secondo il nostro giudizio, possono offrire alla “Campanella” la possibilità di continuare ad offrire delle prestazioni, ad erogare delle prestazioni. Certo, partiamo dal presupposto che quelle esperienze, quelle prestazioni non oncologiche non possano più stare all’interno di una realtà oncologica. Partiamo pure dal presupposto che, quando noi lanciammo l’idea del polo oncologico regionale a Catanzaro, abbiamo fatto un passo indietro: noi avevamo proposto il polo oncologico regionale a Catanzaro, la fusione tra il “Ciaccio” e la “Campanella” e tutta una serie di integrazioni, apriti cielo! Si è aperto il conflitto sul mondo e sull’altro mondo! Io ho detto: “Scusate, ma io stavo facendo una cosa decente”. Abbiamo fatto un passo indietro perché tutti i primari da una parte, tutti primari dall’altra…

Il problema che va compreso è anche questo. La nostra scelta ci consente, magari, di realizzare anche quella fase, ad esempio, di sperimentazione gestionale, che è un’altra cosa di cui nessuno ha mai parlato, ma che è stata tirata in ballo in questa discussione e di cui ho invitato a far parte anche il Presidente della terza Commissione, per rendersi conto concretamente come si lavora all’interno di questo contesto, della struttura commissariale, di condivisione col dipartimento, quindi di un dibattito che non sempre riesce a soddisfare fino in fondo le esigenze che vengono testimoniate. Lì è emersa questa disponibilità, questa sensibilità, questa capacità ed oggi noi affrontiamo questo tema dando dei tempi, indirizzando il confronto anche col mondo accademico in una direzione che, però, oggi non possiamo esplicitare in maniera chiara ed evidente, perché comunque lo dobbiamo condividere col socio che ha il 50 per cento.

Attenzione, però, anche a comprendere che noi non possiamo più sostenere questa realtà, che ha delle perdite annualmente; questa è una realtà che ha delle perdite importanti, consistenti. Certo, io mi sono domandato, l’ho chiesto anche ad alcuni: “Scusate, è mai possibile che ci sia…”, cioè i dipendenti della “Campanella” assorbono un costo che si aggira intorno ai 14-15 milioni massimo. Quando è stato erogato un finanziamento di 40 milioni di euro, c’erano 27 milioni di euro che non finivano per prestazioni, tutta una serie di servizi ed altre cose. Oggi, poiché è stato inquadrato nel contesto delle prestazioni del privato, abbiamo dovuto obbligatoriamente intervenire con tutta una serie di tagli e abbiamo dovuto, ovviamente, tagliare drasticamente.

Tutto questo produce perdite annuali, produce tutta una serie di situazioni che graveranno sui soci, che non sono i privati, i soci sono la Regione e l’Università. E quando bisognerà andare a pagare, a tirare fuori i soldi – giustamente – probabilmente, l’Università ti dirà: “Ma io ho messo questo, ho questo, ho le strutture, ho messo in campo le tecnologie, ho fatto questo, ho fatto quell’altro”, poi tutto quanto graverà sul pubblico, ma versante Regione.

Abbiamo fretta anche di definire una volta per tutte questa vicenda, che ci consente di offrire un percorso stabile e duraturo per il mondo del lavoro, che ci consente di valorizzare al meglio le grandi potenzialità e le grandi risorse di tanti giovani calabresi che vivevano fuori. Qui sono venuti a lavorare professionisti; tutto questo ovviamente andrà a vantaggio del territorio e sarà anche più facile governare un’ipotesi di gestione legata a una struttura che sia solo ed esclusivamente oncologica e che, magari, possa fare rete, possa costituire insieme ad altre realtà oncologiche un polo di eccellenza. La Regione Calabria - le cose positive, ovviamente, non trovano facilmente spazio in questa stagione – è la Regione che è decisamente al di sotto della soglia del 3,7 per cento dei posti letto che c’è nel Paese; noi abbiamo il 3,2 - 2,7 e 0,5 e abbiamo dato un segnale di grande efficienza; è stata una scelta che abbiamo prodotto noi in questi ultimi anni, con un risultato che oggi ci consente di poter dire che siamo tra quelle Regioni…

Se voi aprite il tablet, quello personale o quello in dotazione, vi renderete conto che ci sono articoli sulla Regione Lombardia, ad esempio, di questa mattina in cui si dice che ci sono migliaia di posti letto in più che vanno tagliati per una serie di vicende e di scelte che dovranno essere prodotte, che noi abbiamo fatto con coraggio, con determinazione, convinti che fossero scelte necessarie di riorganizzazione, di inappropriatezza di prestazioni che venivano segnalate e che, quindi, non ci consentivano di restare disattenti a questo tipo di indirizzo. Tutto questo, però, ha comportato scelte coraggiose, forti, che oggi ci ritroviamo sul nostro versante.

Poi, è inutile commentare le dichiarazioni rese da un parlamentare alla Commissione errori sanitari che dice al Ministro: “Ministro, ci dice com’è il problema della sanità in Calabria?”; e il Ministro risponde: “eh, sì, le strutture commissariali, dobbiamo vedere un po’ le Regioni in rosso come fare”. Mi sembra che un Ministro a una signora, garbatamente, risponda in questo modo, cercando di dare delle risposte, offrendo un contributo. E’ il paradosso della politica! Se fosse stata, non so, la Biancofiore, una delle amazzoni, oppure fosse stato un altro parlamentare a fare una domanda del genere ed avesse detto “viva il Nord”, avesse fatto una domanda del genere Ghiglia. No! Questa domanda l’ha posta una che ha fatto il Ministro e ha fatto l’assessore alla sanità in Calabria, che ci ha fatto vergognare per i bilanci orali nella sanità, e che si permette il lusso di chiedere al Ministro cosa, secondo lui, dobbiamo fare rispetto alla riorganizzazione, al tema di questa sanità che non funziona; cioè noi che abbiamo ereditato lo scempio sul versante sanitario dobbiamo subire l’aggressione mediatica di un parlamentare, difeso oggi da un’affermazione del collega Principe, di quello che è il sistema della sanità in Calabria.

Noi non sappiamo se abbia mai adottato tagli, se abbia mai prodotto risultati, che cosa abbia fatto in quegli anni in cui ha fatto l’assessore. Sappiamo sicuramente, però, che poi, per un problema interno, il Presidente Loiero le ritirò la delega, andò a fare altro nella vita; effettivamente se vuoi fare qualcosa di buono in politica, tante volte ti mandano a fare il parlamentare, così rischi di fare meno danni; può essere stata anche una scelta al tempo del partito, dice “va beh, ti premiamo” – come si dice? – si premia il nemico per dire “così, tanto…”. Però, ci vuole anche un minimo di ragione, un minimo di responsabilità e parlare di queste cose, secondo me, diventa veramente antipatico.

Non so, se avesse parlato il consigliere Maiolo, tutto sommato non ha fatto l’assessore alla sanità, avesse parlato il consigliere Principe, non ha fatto l’assessore alla sanità, ma che sia intervenuto proprio uno che ha fatto l’assessore alla sanità e che è responsabile dei guasti che abbiamo trovato – non so in che quantità in termini di responsabilità o meno – non è bello da registrare, anche come fatto di correttezza rispetto alle scelte. Ma la politica, ormai, ci ha abituato a tutto, quindi siamo qui per cercare di ribadire, rispetto al nostro ruolo, di chi ha il compito di governare, che con ogni probabilità questa legge non è escluso che possa essere dirimente. Su questo abbiamo l’impegno corale non soltanto della struttura commissariale, non in toto, ma comunque anche dei partner, definiamoli così, degli altri enti che con noi avvieranno quella fase di consultazione anche a livello nazionale, per cercare di far comprendere e condividere questo testo, in modo poi da costruire tutte le fasi successive e mettere in campo quei risultati che noi abbiamo individuato come l’obiettivo e il traguardo da raggiungere, per dare a questi lavoratori la serenità e la certezza di un gruppo e di un Consiglio regionale che oggi, con una grande condivisione, si appresta ad approvare un testo, soprattutto per dire ai malati che ci stiamo preoccupando del tema della salute e che sono in cima al nostro impegno nel comparto della sanità; per dire che, attraverso questo tipo di percorso, in maniera condivisa e in maniera unitaria con l’Università di Catanzaro, speriamo di trovare la soluzione in una fase successiva, in atti e decreti successivi che ci porteranno a un completamento del percorso e alla risoluzione di questo annoso problema che ci siamo trovati di fronte in questi ultimi due anni e mezzo.

PRESIDENTE

Possiamo procedere alla votazione del provvedimento legislativo. C’è un emendamento interamente sostitutivo, protocollo numero 53479, composto da tre articoli; poi, c’è un subemendamento che va a modificare l’articolo 2, comma 4. Il tutto è firmato dagli onorevoli Salerno, Chiappetta, Dattolo, Principe, Scalzo, Gallo, Serra, Parente, Aiello, Ciconte e Vilasi.

Pongo in votazione l’articolo 1, dove non ci sono emendamenti.

(E’ approvato)

E’ approvato col voto contrario di Italia dei valori.

All’articolo 2, comma 4, c’è un emendamento che così recita: “Il comma 4 dell’articolo 2 è soppresso”. Riguarda la norma finanziaria.

Pongo in votazione il subemendamento, protocollo numero 53696.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 3.

(E’ approvato)

Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Ordine del giorno di iniziativa del consigliere Magno in ordine alla soppressione del collegamento ferroviario Catanzaro Lido– Lamezia Terme delle ore 7.40

Ordine del giorno di iniziativa del consigliere Gallo in ordine ai tagli al trasporto pubblico locale previsti nel nuovo orario invernale di Trenitalia

PRESIDENTE

Non ci sono altri punti all’ordine del giorno; ci sono solo i due punti che erano stati inseriti, che riguardano due ordini del giorno: uno a firma dell’onorevole Magno, uno a firma dell’onorevole Gallo. Sono argomenti molto simili, quindi, si possono unificare per farne uno. Possiamo procedere a votare gli ordini del giorno in coordinamento formale che, poi, saranno unificati.

Il primo così recita: “Premesso che:

dal prossimo 9 dicembre, a seguito delle variazioni nei nuovi orari ferroviari, sarà soppressa la corsa delle FF. SS. delle 07.40 che collega Catanzaro Lido a Lamezia Terme e viceversa;

tale corsa ha un importante valore sociale, consentendo a numerosi cittadini del comprensorio lametino e catanzarese, tra i quali molti studenti, di raggiungere gli uffici della città di Catanzaro e Lamezia, gli ospedali e l'Università di Germaneto;

un tale provvedimento avrebbe come grave conseguenza quella di rendere difficoltoso, se non impossibile, a coloro che usufruiscono normalmente del servizio pubblico, il raggiungimento della sede di lavoro in orari consoni;

tale corsa ha da sempre rappresentato un punto fermo del sistema di mobilità Lamezia - Catanzaro, fino a farla ricadere in "fascia protetta" durante le agitazioni sindacali;

il Consiglio regionale impegna

il Presidente e la Giunta Regionale ad attivarsi presso gli uffici regionali di Trenitalia per concordare strategie idonee ad evitare la soppressione della suddetta corsa o, comunque, a favorire una mobilità migliore per gli utenti che normalmente usufruiscono di tale servizio”.

Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Il secondo così recita: “Il Consiglio regionale della Calabria, premesso che:

il territorio calabrese, anche a causa della sua particolare conformazione orografica e della numerosità e polverizzazione dei suoi centri abitati, ha storicamente sofferto della mancanza di grandi vie di collegamento;

tale situazione è stata aggravata dalla mancata realizzazione o dal tardivo completamento di opere pure essenziali, quali l'ammodernamento della autostrada Salerno-Reggio Calabria, l'adeguamento della Strada statale 106 ionica, la creazione delle trasversali Ionio-Tirreno, l'organizzazione di una rete di collegamento portuale, il raddoppio e l'elettrificazione della rete ferroviaria;

proprio con riferimento alla rete ferroviaria, nel corso dell'ultimo decennio la Calabria ha assistito ad un continuo, inesorabile ridimensionamento dei treni da e per le altre regioni d'Italia;

da ultimo, nel dicembre del 2011, con l'entrata in vigore dell'orario invernale, Trenitalia aveva proceduto alla soppressione di altri 21 treni a lunga percorrenza, tra i quali anche i treni notturni da e per Milano, Torino, Roma, Venezia e Bolzano;

nel giugno del 2012, con l'entrata in vigore dell'orario estivo, nessun treno a lunga percorrenza era stato ripristinato ed anzi nuovi tagli, soprattutto sul versante del trasporto locale, s'erano aggiunti a quelli già in precedenza effettuati;

qualche settimana fa, con la presentazione dell'orario invernale che entrerà in vigore il 9 dicembre, si è appreso che, nell'ambito del contratto di servizio pubblico sottoscritto con la Regione Calabria, Trenitalia ha deciso di sopprimere, tra l'altro, gran parte dei treni della tratta Sibari-Metaponto, non prevedendo neppure la loro integrale sostituzione con corse automobilistiche sostitutive;

le scelte adottate da Trenitalia rischiano di accrescere ulteriormente lo stato di isolamento della Calabria dal resto d’Italia ed ora anche tra i paesi e le città della regione, con gravi e negative ripercussioni non solo per i cittadini, ma anche per comparti economici di primo piano, quali l'agricoltura ed il turismo, pesantemente ed ingiustificatamente penalizzati;

grande, giustificata e comprensibile è la preoccupazione espressa dalla generalità degli utenti, dai cittadini, dai sindaci del comprensorio, dalle associazioni dei consumatori, dai sindacati confederali e di categoria;

impegna il governo regionale, nella persona del Presidente detta Giunta regionale e dell'assessore regionale ai trasporti, a voler adottare ogni iniziativa idonea ed opportuna ad evitare la soppressione dei treni lungo la tratta Sibari-Metaponto e, in particolare, a voler richiedere urgentemente la convocazione di un tavolo di confronto e concertazione per avviare con Trenitalia un confronto sulle scelte che dovrebbero divenire operative a far data dal 9 dicembre 2012, oltre che sullo stato e sulle prospettive della rete ferroviaria calabrese e sulla necessità dell'immediato ripristino dei principali treni a lunga percorrenza da e per il Nord e il Centro dell'Italia”.

Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Convocazione della prossima seduta

PRESIDENTE

Non ci sono altri punti all’ordine del giorno, quindi, il Consiglio regionale sarà convocato per il 14 p.v. con all’ordine del giorno la riforma degli enti subregionali. Il Consiglio sarà convocato a domicilio.

La seduta termina alle 18,30

 

Allegati

Congedi

Hanno chiesto congedo i consiglieri Aiello F., Ciconte, De Masi, Fedele, Stillitani.

(Sono concessi)

Annunzio di proposte di legge e loro assegnazione a Commissioni

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:

Magno – “Modifica ed integrazioni alla legge regionale 11 agosto 2004, n. 18 (Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e finanziario – Collegato alla manovra di assestamento di bilancio per l’anno 2004 ai sensi dell’articolo 3, comma 4, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8)” (P.L. n. 395/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento.

(Così resta stabilito)

Nucera – “Istituzione del reddito minimo di inserimento” (P.L. n. 396/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.

(Così resta stabilito)

Annunzio di proposta di legge statutaria

E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge statutaria di iniziativa dei consiglieri De Masi, Giordano, Talarico D.:

“Modifiche allo Statuto della Regione Calabria” (P.L.S. n. 11/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento.

(Così resta stabilito)

Promulgazione di leggi regionali

In data 15 novembre 2012, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sotto indicate leggi regionali. Le stesse sono state pubblicate sul supplemento straordinario n. 2 del 22 novembre 2012 al Bur n. 21 del 16 novembre 2012:

legge regionale 15 novembre 2012, n. 55, recante: “Legge regionale – Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 e s.m.i. (Norme per la tutela, governo ed uso del territorio. legge urbanistica della Calabria)”;

legge regionale 15 novembre 2012, n. 56, recante: “Legge regionale – Modifiche alla legge regionale 13 maggio 1996, n. 3 (Disposizioni in materia di trattamento indennitario agli eletti alla carica di consigliere regionale)”;

legge regionale 15 novembre 2012, n. 57, recante: “Legge regionale – Modifiche alla legge regionale 10 febbraio 1997, n. 4 (Legge organica di protezione civile della Regione Calabria)”;

legge regionale 15 novembre 2012, n. 58, recante: “Legge regionale – Abrogazione dell’articolo 10, comma 2, della legge regionale 26 luglio 1999, n. 19 e s.m.i. (Disciplina dei servizi di sviluppo agricolo della Regione Calabria)”;

legge regionale 15 novembre 2012, n. 59, recante: “Legge regionale – Riconoscimento del metodo storico “Moscato al Governo di Saracena” quale bene culturale della Calabria”.

Riassegnazione di proposta di legge

La proposta di legge numero 328/9^ di iniziativa del consigliere regionale Pasquale Tripodi, recante: “Riordino delle comunità montane e costituzione delle “Unioni montane dei Comuni” già assegnata per il merito alla seconda Commissione è così riassegnata: prima Commissione per il merito ed alla seconda Commissione per il parere finanziario.

Interrogazioni a risposta immediata

Nucera. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

l'Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria, in data 22.11.2012, prot. n. 80067, ha indetto una gara a procedura negoziata aperta per l'affidamento per 5 mesi del servizio di supporto alla struttura di Urgenza ed Emergenza SUEM-118;

il disciplinare di gara determina per i cinque mesi di affidamento del servizio di supporto alla struttura di Urgenza ed Emergenza SUEM-118 il valore economico massimo in € 990.000,00, oltre IVA;

nel detto disciplinare sono esclusi dal poter partecipare alla procedura di gare le associazione di volontariato, nonostante le stesse negli ultimi anni abbiano svolto lodevolmente il servizio di supporto alla struttura di Urgenze ed Emergenza SUEM–118;

la gara a procedura negoziata aperta per l'affidamento per 5 mesi del servizio di supporto alla struttura di Urgenza ed Emergenza SUEM-118 prevede una cifra sproporzionata di quasi un milione di euro rispetto al servizio da offrire, anche in considerazione del fatto che le associazioni di volontariato potrebbero gestire lo stesso servizio a costi di poco più di un terzo;

la detta procedura di gara contravviene alle prescrizioni della circolare della Regione Calabria n. 25002 del 23 settembre 2009, con la quale vengono invitate le ASP ad ammettere alle gare d'appalto "i soggetti economici che non perseguono fini di lucro" specificando che il Codice dei Contratti (D.Lgs. 163/2006) abilita a partecipare alle gare "l'operatore economico" indipendentemente dalla forma giuridica assunta;

la detta procedura di gara, infine, contravviene allo spirito e alle determinazioni della legge regionale n. 33 del 26 luglio 2012 (Norme per la promozione e la disciplina del volontariato), che riconosce l'opera sociale svolta dalle associazioni di volontariato che operano con fini esclusivi di solidarietà sociale e gratuitamente, salvaguardandone altresì l'autonomia e la dignità e promuovendo li ruolo determinante di tali organizzazioni per la crescita umana, sociale culturale e civile delle comunità locali e valorizza le iniziative di solidarietà che prevedono l'azione congiunta di più associazioni, e forme di collaborazione tra queste e gli Enti locali al fine di promuovere l'attuazione sul territorio regionale di metodologie di intervento «a rete» -:

se ritiene opportuno, nella Sua qualità di Commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario della Regione Calabria, nominato con delibera del Consiglio dei Ministri del 30 luglio 2010, intervenire presso l'Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria, al fine di avere chiarimenti circa l'importo previsto dalla gara a procedura negoziata aperta per l'affidamento per 5 mesi del servizio di supporto alla struttura di Urgenza ed Emergenza SUEM-118 del 22.11.2012, prot. n. 80067, e l'esclusione dalla partecipazione alla stessa delle associazioni di volontariato.

(312; 6.12.2012)

Guccione, Aiello F. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

il DEA (Dipartimento Emergenza Accettazione) dell'Ospedale Civile "Annunziata" di Cosenza, in costruzione da oltre dodici anni e che è stato addirittura inaugurato in passato, rappresenta un punto di alta qualificazione della Emergenza-Urgenza del nosocomio cosentino, la cui operatività riveste una straordinaria importanza per la concreta configurabilità dell'Ospedale dell'Annunziata come struttura HUB;

dovrebbe essere costituito dalle Unità Operative di Pronto Soccorso, Chirurgia d'Urgenza, Rianimazione, Cardiologia, Neurochirurgia e Chirurgia vascolare e, al suo interno dovrebbero trovare posto le sale operatorie, l'angiografo, l'emodinamica, la T.A.C, e la Risonanza Magnetica;

attualmente tale Dipartimento si trova allocato in postazioni diverse e distanti tra di loro e che tale predisposizione crea numerosi disservizi ai pazienti -:

quanto altro tempo occorra ancora, dopo che sono trascorsi dodici anni dall'inizio dei lavori, per l'apertura definitiva di questo prezioso dipartimento all'interno dell'Annunziata di Cosenza e per il trasferimento delle sei Unità Operative (Pronto Soccorso, Chirurgia d'Urgenza, Rianimazione, Cardiologia, Neurologia, Neurochirurgia e Chirurgia Vascolare) con le relative attrezzature tecnologiche (angiografo, T.A.C., Emodinanmica, Risonanza Magnetica, ecc) e di conoscere le ragioni per le quali si parla solo del trasferimento del Pronto Soccorso presso il DEA, considerato che ciò procurerebbe una risposta sanitaria inadeguata e frammentaria, anche perché la distanza dagli altri reparti sarebbe maggiore e, quindi, aumenterebbe il tempo necessario per il trattamento sanitario. Cosenza.

(313; 6.12.2012)

Proposta di legge numero 381/9^, recante: “Riconoscimento della Fondazione Campanella quale Istituto di Ricerca e Cura a carattere scientifico di diritto privato” (Del. n. 257)

Art 1

(Ridefinizione dell'assetto giuridico della Fondazione Campanella)

1. In coerenza con il punto 4, del Piano di razionalizzazione e riqualificazione del Servizio Sanitario Regionale della Regione Calabria, parte integrante dell'Accordo per il Piano di rientro sottoscritto il 17 dicembre 2009 e recepito con delibera della Giunta regionale n. 908 del 23 dicembre 2009, la Fondazione per la ricerca e la cura dei Tumori "Tommaso Campanella", già provvisoriamente accreditata, è confermata, senza soluzione di continuità, ente di diritto privato, finalizzato a garantire l'assistenza oncologica di alta specialità, ambulatoriale ed ospedaliera, di prevenzione primaria e secondaria, di riabilitazione e di ricerca.

2. La Regione provvede al rilascio dell'accreditamento istituzionale definitivo alla Fondazione ai sensi e per gli effetti della legge regionale 18 luglio 2008, n. 24 (Norme in materia di autorizzazione, accreditamento, accordi contrattuali e controlli delle strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche e private) e successive modificazioni ed integrazioni, del Regolamento regionale attuativo del 1 settembre 2009, n. 13.

3. La Fondazione concorre ad assicurare la realizzazione dell'integrazione fra Servizio Sanitario Regionale e Università degli Studi "Magna Graecia" di Catanzaro, ai sensi del decreto legislativo 21 dicembre 1999, 517 (Disciplina dei rapporti fra servizio sanitario nazionale ed università, a norma dell'articolo 6 della legge 30 novembre 1998, n. 419).

4. Le unità operative a direzione universitaria già attivate presso la Fondazione non aventi una missione oncologica sono trasferite nell'Azienda Ospedaliero-Universitarìa "Mater Domini" di Catanzaro, previa intesa tra l'Università Magna Graecia di Catanzaro e la Regione.

5. La Fondazione entro e non oltre 30 giorni dall'entrata in vigore della presente legge adegua il proprio Statuto alla presente normativa e definisce i rapporti con l'Università degli Studi "Magna Graecia" e l'Azienda Ospedaliero Universitaria "Mater Domini" di Catanzaro.

6. Alla Fondazione si applicano le disposizioni degli articoli 9 e 10 della legge regionale 11 agosto 2010, n. 22 (Misure di razionalizzazione e riordino della spesa pubblica regionale).

7. Con effetto dall'entrata in vigore della presente legge è abrogato l'articolo 5 della legge regionale 30 aprile 2009, n. 11 (Riordino del disavanzo di esercizio per l'anno 2008 ed accordo con lo Stato per il rientro dai disavanzi del servizio sanitario regionale) e s.m.i..

Art. 2

(Norma finanziaria)

1. A far data dal 1 gennaio 2013, la Fondazione per la ricerca e cura dei Tumori "Tommaso Campanella", viene annualmente remunerata ai sensi dell'articolo 8 sexies, comma 4, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 (Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell'articolo 1 della legge 23 ottobre 1992, n. 421) e s.m.i secondo un ammontare globale predefinito, individuato in relazione al volume delle prestazioni necessario a soddisfare il fabbisogno definito dalla programmazione regionale, ed indicato nel relativo contratto di acquisto da stipularsi ex articolo 8 quinquies del medesimo decreto legislativo.

2. Il budget per la Fondazione per la ricerca e la cura dei Tumori "Tommaso Campanella", è compreso nel tetto complessivo per l'acquisto delle prestazioni di assistenza ospedaliera e di specialistica ambulatoriale da privato, fissato ai sensi dell'articolo 15, comma 14, del decreto legge 6 luglio 2012, n. 95 (Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini, nonché misure di rafforzamento patrimoniale delle imprese del settore bancario) convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135.

3. La Regione provvede altresì al rimborso alla Fondazione dei farmaci oncologici ad alto costo attraverso la rendicontazione del file F.

4. Le determinazioni relative al finanziamento della Fondazione, per l'anno 2012 e per tutta la durate della gestione commissariale, sono di competenza del Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di Rientro dai disavanzi del settore sanitario della Regione Calabria, nominato con Delibera del Consiglio dei Ministri del 30 luglio 2010, al fine di garantire la coerenza con lo stesso.

Art. 3

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Ordine del giorno numero 91 del 7.12.2012 di iniziativa dei consiglieri Magno, Gallo, Franchino “Sugli ennesimi tagli al trasporto pubblico locale previsti nel nuovo orario invernale di Trenitalia”

“Il Consiglio regionale

premesso che:

il territorio calabrese, anche a causa della sua particolare conformazione orografica e della numerosità e polverizzazione dei suoi centri abitati, ha storicamente sofferto della mancanza di grandi vie di collegamento;

tale situazione è stata aggravata dalla mancata realizzazione o dal tardivo completamento di opere pure essenziali,  quali l'ammodernamento dell’autostrada Salerno - Reggio Calabria, l'adeguamento della strada statale 106 ionica, la creazione delle trasversali Ionio - Tirreno,  l'organizzazione di una rete di collegamento portuale, il raddoppio e l'elettrificazione della rete ferroviaria;

proprio con riferimento alla rete ferroviaria, nel corso dell'ultimo decennio la Calabria ha assistito ad un continuo, inesorabile ridimensionamento dei treni da e per le altre regioni d'Italia;

da ultimo, nel dicembre del 2011, con l'entrata in vigore dell'orario invernale, Trenitalia aveva proceduto alla soppressione di altri 21 treni a lunga percorrenza tra  i quali anche i treni notturni da e per Milano, Torino, Roma, Venezia e Bolzano;

nel giugno del 2012, con l'entrata in vigore dell'orario estivo, nessun treno a lunga percorrenza era stato ripristinato ed anzi nuovi tagli, soprattutto sul versante del trasporto locale, s'erano aggiunti a quelli già in precedenza effettuati;

qualche settimana fa, con la presentazione dell'orario invernale che entrerà in vigore il 9 dicembre, s'è appreso che nell'ambito del contratto di servizio pubblico sottoscritto con la Regione Calabria, Trenitalia ha deciso di sopprimere, tra l'altro, gran parte dei treni della tratta Sibari-Metaponto, non prevedendo neppure la loro integrale sostituzione con corse automobilistiche sostitutive, nonché la corsa delle 7.40 che collega Catanzaro Lido a Lamezia Terme e viceversa, quest’ultima di fondamentale importanza, poiché consente a numerosi cittadini del comprensorio lametino e catanzarese, tra i quali molti studenti, di raggiungere gli uffici della città di Catanzaro e Lamezia, gli ospedali e l'Università di Germaneto;

tale corsa ha da sempre rappresentato un punto fermo del sistema di mobilità Lamezia – Catanzaro, fino a farla ricadere in “fascia protetta” durante le agitazioni sindacali;

le scelte adottate da Trenitalia rischiano di accrescere ulteriormente lo stato di isolamento della Calabria dal resto d'Italia ed ora anche tra i paesi e le città della regione, con gravi e negative ripercussioni non solo per i cittadini che usufruiscono normalmente del servizio pubblico per il raggiungimento  della  sede di lavoro,  ma anche  per comparti  economici  di primo piano, quali l'agricoltura ed il turismo, pesantemente ed ingiustificatamente penalizzati;

grande, giustificata e comprensibile è la preoccupazione espressa dalla generalità degli utenti, dai cittadini, dai sindaci del comprensorio, dalle associazioni dei consumatori, dai sindacati confederali e di categoria.

Impegna

il Presidente della Giunta regionale e l’assessore regionale ai trasporti a voler adottare ogni iniziativa idonea ed opportuna ad evitare la soppressione dei treni lungo la tratta Sibari-Metaponto, nonché della corsa delle 7.40 che collega Catanzaro Lido a Lamezia Terme;

a voler richiedere urgentemente la convocazione di un tavolo di confronto e concertazione per avviare con Trenitalia un confronto sulle scelte che dovrebbero divenire operative a far data dal 9 dicembre 2012, oltre che sullo stato e sulle prospettive della rete ferroviaria calabrese e sulla necessità dell'immediato ripristino dei principali treni a lunga percorrenza da e per il nord e il centro dell'Italia”.