Logo Alta Risoluzione

 

IX^ LEGISLATURA

 

RESOCONTO INTEGRALE

__________

 

53.

 

SEDUTA DI LUNEDI’ 26 NOVEMBRE 2012

 

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FRANCESCO TALARICO E DEI VICEPRESIDENTI ALESSANDRO NICOLO’ E PIETRO AMATO

 

 

Presidenza del Presidente Francesco Talarico

La seduta inizia alle 14,54

PRESIDENTE

La seduta è aperta. Si dia lettura del verbale della seduta precedente.

Giovanni NUCERA, Segretario Questore

Legge il verbale della seduta precedente.

(E’ approvato)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Legge le comunicazioni.

(Sono riportate in allegato)

Annunzio di interrogazioni e mozioni

Giovanni NUCERA, Segretario Questore

Legge le interrogazioni e le mozioni presentate alla Presidenza.

(Sono riportate in allegato)

Ha chiesto di parlare l’onorevole De Gaetano. Ne ha facoltà.

Antonino DE GAETANO

Chiedo l’inserimento di una mozione sulla situazione dei lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità.

PRESIDENTE

E’ già stata presentata ai banchi della Presidenza? Già protocollata la mozione?

L’onorevole De Gaetano chiede l’inserimento all’ordine del giorno di una mozione che riguarda la situazione del personale ex Lsu e Lpu della Regione Calabria.

Pongo in votazione l’inserimento della mozione in coda all’ordine del giorno odierno.

(Il Consiglio approva)

Ha chiesto di parlare l’onorevole Censore. Ne ha facoltà.

Bruno CENSORE

Presidente, solo per richiamare in Aula un ordine del giorno riguardante i lavoratori con profilo sanitario e non sanitario stabilizzato tra il 2008 e il 2010 che, in base ad una sentenza della Corte costituzionale, rischia di essere declassato.

Chiediamo l’inserimento di questo punto all’ordine del giorno perché ci sia una discussione ed un pronunciamento. Sono lavoratori dell’Asp di Cosenza, ma anche delle Asp di Catanzaro, Vibo Valentia, Crotone e Reggio Calabria.

PRESIDENTE

E’ stata presentata ai banchi della Presidenza? Mi fa avere una copia, onorevole Censore.

(Interruzione)

C’è una richiesta dell’onorevole Censore di inserire all’ordine del giorno un ordine del giorno che riguarda i precari dell’Asp di Cosenza.

Bruno CENSORE

Naturalmente l’Asp di Cosenza e tutte le Asp calabresi, Presidente.

PRESIDENTE

L’Asp di Cosenza e l’intero Servizio sanitario regionale.

Pongo in votazione la richiesta di inserimento all’ordine del giorno dell’onorevole Censore.

(Il Consiglio approva)

Ha chiesto di parlare l’onorevole Scalzo. Ne ha facoltà.

Antonio SCALZO

Grazie, Presidente, l’ordine del giorno che abbiamo presentato vuole stimolare un momento di riflessione in Consiglio regionale per risolvere definitivamente la questione dell’assetto giuridico della “Fondazione Campanella”.

PRESIDENTE

Un attimo solo, onorevole Scalzo. Prego i colleghi di prendere posto.

Antonio SCALZO

Dicevo, Presidente, che sia i Ministeri affiancanti che il Tavolo Massicci vanno nella direzione di riformulare l’assetto giuridico della “Fondazione Campanella”, un istituto di ricerca a carattere scientifico di tipo oncologico, in soggetto giuridico di diritto privato.

Questo ordine del giorno stimola un impegno del Consiglio regionale all’approvazione di una apposita legge che dia copertura finanziaria adeguata fino alla costituzione dell’Irccs e l’emanazione di un decreto del Commissario, cioè del presidente Scopelliti, che dia mandato agli organi competenti di attivare tutte le procedure per il riconoscimento dell’Irccs.

Non voglio dilungarmi, sapete tutti che questo argomento mi sta a cuore e deve stare a cuore ai calabresi. Stiamo parlando di un centro oncologico che deve avere valenza di polo oncologico regionale.

Va definito in un protocollo con l’università Magna Grecia quali reparti e unità operative afferiscano al settore oncologico e quali no. Bisogna ridisegnare attività e funzioni in modo che mantengano il livello occupazionale delle professionalità che nel corso degli anni hanno lavorato in questa struttura. Struttura che, come ben sapete, è dotata sia di personale specializzato, adeguato e preparato, che ha maturato grande esperienza nel corso degli anni, sia di comfort e dotazione tecnologica all’avanguardia europea.

Il primo passaggio è un ordine del giorno che impegni il Consiglio regionale e, soprattutto, il Presidente della Giunta nella sua qualità di Commissario.

Per questo chiedo che venga messo all’ordine del giorno. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Dattolo. Ne ha facoltà.

Alfonso DATTOLO

Presidente, solo per evidenziare che questa è una iniziativa che porta la firma del Presidente della Commissione sanità, onorevole Salerno, e di due capigruppo della maggioranza: il sottoscritto ed il collega Serra.

È una iniziativa lodevole del consigliere Scalzo che trova anche d’accordo esponenti di questa maggioranza.

Voglio dire alcune cose. Il collega Scalzo parla di impegni della maggioranza, penso che la maggioranza abbia più volte ribadito la propria intenzione e volontà.

Ritengo che non si possano fare più cattive figure, come se noi volessimo mantenere con accanimento terapeutico - per restare in tema – la Fondazione.

Vogliamo che ci sia un percorso giuridico-legislativo che la riconosca come istituto a carattere scientifico di diritto privato in modo che possa continuare a dare risposte ai problemi della sanità in Calabria.

Dobbiamo farlo con spirito diverso rispetto al passato, non possiamo esporci di nuovo ad impugnative per dimostrare, a tutti i costi, una volontà politica o per il mantenimento di interessi di qualcuno, ma dobbiamo ottenere il riconoscimento dell’opera per la quale la Fondazione è nata. Senza tornare al passato, vorrei ribadire l’utilità di questa struttura a tutela della salute dei calabresi.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Salerno. Ne ha facoltà.

Nazzareno SALERNO

Grazie, Presidente, oggi siamo chiamati di nuovo in Aula per affrontare il problema della “Fondazione Campanella” che abbiamo già discusso in altre sedute.

Abbiamo licenziato in Commissione un progetto di legge che speriamo di poter approvare in Aula nella prossima seduta. Vorrei fare solo una considerazione.

La “Fondazione Campanella” - è inutile ribadirlo – è una priorità nella sanità calabrese, perché è un centro di eccellenza, un punto di riferimento per tutta la regione Calabria e non v’è dubbio che è nostro dovere far di tutto per salvaguardare l’attività che la Fondazione svolge ridefinendo il percorso e la posizione giuridica della Fondazione.

Il collega Scalzo è intervenuto prima di me per illustrare l’ordine del giorno che mi vede come primo firmatario, questo significa che non ci sono differenze di carattere politico e di paternità, siamo tutti impegnati a risolvere questo problema.

Non v’è dubbio che ormai abbiamo tracciato il percorso futuro e certamente arriveremo ad una soluzione, non vi saranno più intoppi di carattere giuridico come è avvenuto in passato quando è stata impugnata la legge ed è intervenuta la Corte costituzionale.

Vorrei sottolineare un’altra situazione che interessa la “Fondazione Campanella”, molto importante. Oggi abbiamo un problema molto serio che sta interessando la “Fondazione Campanella” e crea molti disagi, riguarda i pagamenti per finanziare tutte le attività quotidiane.

E’ da qualche mese che il dipartimento non sta erogando le somme stanziate e destinate alla Fondazione, in virtù della sentenza della Corte costituzionale, in quanto sembra che ci sia una posizione non definita.

Vorrei evidenziare che nell’ordine del giorno in esame c’è un passaggio molto importante che ribadisce che la Fondazione non è in liquidazione e che non vi è tale intenzione e che è legittimata, a tutti gli effetti, a portare avanti l’attività cui è preposta.

Pertanto io chiedo al Consiglio di notificare questo ordine del giorno al dipartimento salute della Regione Calabria subito dopo l’approvazione. Io mi impegnerò come Presidente della Commissione a scrivere al direttore generale del dipartimento affinché provveda alla liquidazione delle somme stanziate per garantire la sua attività. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.

Giuseppe GIORDANO

Grazie, Presidente, in modo molto sintetico, apprendo dai colleghi che l’hanno illustrato all’Aula della presentazione di un ordine del giorno per affrontare per l’ennesima volta - Presidente, l’Aula non è attenta – la vicenda della “Fondazione Campanella”.

Non voglio ripercorrere tutte le tappe che hanno portato la discussione fino ad oggi. L’’idea di un ordine del giorno - che non conosciamo e di cui stiamo apprendendo solo adesso - è l’ennesima conferma che questa vicenda ha una parabola molto particolare che ha avuto un percorso tortuoso e accidentato con troppi macroscopici errori che abbiamo denunciato e sui quali ci siamo sempre confrontati in quest’Aula.

Capisco la preoccupazione di voler dare delle risposte ed affrontare una questione così spinosa e delicatissima, ma chiedo ai colleghi, giacché la Commissione con il nostro voto contrario ha licenziato una norma, se non sarebbe opportuno discutere questo ordine del giorno anche con una convocazione ad horas della Commissione per poter capire qual è la direzione che si vuole imboccare, se si vuol fare ammenda degli errori compiuti in un percorso che parte sicuramente da lontano. La storia della Fondazione ha una origine lontana, ma anche in questa legislatura - in due anni e mezzo - ha visto compiere atti che puntualmente sono stati censurati e che hanno prodotto sistematicamente, forse, delle aspettative, poi deluse.

Lo faccio con senso di responsabilità e senza polemica. La posizione del gruppo di Italia dei valori su questa vicenda è nota e chiedo - se i colleghi ritengono - che questo ordine del giorno venga trattato in Commissione per fare una discussione ed una analisi più ampia, per capire che strada si voglia imboccare.

Diversamente, se l’ordine del giorno dovesse essere posto in votazione, io non posso che, per queste motivazioni, annunciare un voto contrario nell’attesa di poterci riconfrontare in Aula nel momento in cui ci sarà un progetto di legge.

Non vedo il perché di un ordine del giorno, quando ci sarà nella prossima seduta un momento dedicato ad un progetto di legge specifico per definire questa cosa.

Questa è la nostra richiesta che rimetto ai colleghi e all’Aula.

PRESIDENTE

E’ stato presentato un ordine del giorno a firma dei consiglieri Salerno, Scalzo, Ciconte, Dattolo, Serra, Parente, Loiero. Oggi, peraltro, c’è stata una manifestazione di lavoratori che volevano un incontro con i capigruppo ed abbiamo dato la disponibilità per giorno 10 dicembre per ascoltare dalle parole dei lavoratori, di coloro che vivono quotidianamente la situazione, lo stato dell’arte della “Fondazione Campanella”.

Direi intanto di votare l’inserimento dell’ordine del giorno, ci sarà l’occasione, a fine seduta, di fare qualche riflessione in più e di individuare quale debba essere il percorso.

Pongo in votazione l’inserimento dell’ordine del giorno.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

(Interruzione)

Ho già messo il suo voto contrario, non è che da una volta all’altra cambia opinione, assolutamente no, è sempre così dall’inizio della legislatura. Possiamo procedere.

In memoria delle vittime di Rossano Calabro

PRESIDENTE

Prima di proseguire con il primo punto all’ordine del giorno: le interrogazioni a risposta immediata, prego il Consiglio di osservare un minuto di raccoglimento per i sei morti di Rossano.

È tragico che sei persone abbiano perso la vita durante l’attraversamento di un passaggio a livello. Sono persone che andavano a lavorare nei campi e il Consiglio regionale vuole attestare la vicinanza alle famiglie in questo momento di difficoltà.

(I consiglieri si levano in piedi ed osservano un minuto di silenzio)

Interrogazioni a risposta immediata

Interrogazione a risposta immediata numero 293 del 3 ottobre 2012 a firma del consigliere De Gaetano “Sullo stato dei lavoratori precari della scuola”

PRESIDENTE

Iniziamo col primo punto all’ordine del giorno, le interrogazioni a risposta immediata.

Siamo all’interrogazione a risposta immediata numero 293 del 3 ottobre 2012 a firma del consigliere De Gaetano “Sullo stato dei lavoratori precari della scuola” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

fra non molto andranno a scadere i contratti di quasi 2000 operatori sanitari, con ripercussioni pesantissime per i livelli essenziali di assistenza, tanti di questi stabilizzati nel 2008/09 rischino il posto di lavoro per un parere della avvocatura regionale, sono vincitori di concorso ed operano nella sanità calabrese da 10/15 anni -:

quali provvedimenti intende adottare rapidamente per risolvere il problema al fine di garantire i livelli essenziali di assistenza”.

L’onorevole Giordano ha facoltà di parlare.

Giuseppe GIORDANO

Presidente, questa interrogazione è stata posta per affrontare la tematica scottante che riguarda il sistema della istruzione della scuola, nel suo complesso, in Calabria e, con più approfondimento, i temi che riguardano i tagli ed il crollo di posti di lavoro e anche del target dell’offerta che ne deriva per il motivo che ha colpito le categorie dei docenti ma anche e soprattutto le categorie Ata. Nello scorso anno scolastico la Regione aveva posto in essere dei progetti che sarebbero dovuti andare incontro alla questione per cercare di alleviare il gravame che si è abbattuto sui precari. Un popolo di precari che in Italia ha conosciuto tagli e, quindi, una perdita di 132 mila posti di lavoro. Cifre enormi a cui si aggiungono gli effetti nefasti delle norme che si sono succedute: dalla legge numero 133 del 2008 alla Legge Gelmini, alla spending review. Una mannaia che si è abbattuta e che ha falcidiato posti di lavoro ma che, soprattutto, ha minato le fondamenta del sistema di istruzione che dovrebbe essere accompagnato, implementato e sostenuto al fine di renderlo competitivo e all’avanguardia rispetto alle condizioni che vivono gli altri Stati della Unione europea. Il senso di questa interrogazione è chiedere, rispetto a questa premessa, quali iniziative la Regione, l’assessore, il dipartimento e la Giunta regionale, nel suo complesso, intendono mettere in atto, anche per l’anno in corso, per sostenere l’utilizzo del personale precario nei progetti. Chiediamo che la Regione aderisca al Decreto salva-precari che, tra l’altro, viene espressamente previsto dal Decreto legge “Stabilità”, articolo 3, comma 5, e che ci sia una risposta da parte della Regione, così come altre Regioni hanno già provveduto – mi riferisco all’Umbria, al Piemonte, alla stessa Basilicata o alla Puglia, quindi, alle Regioni del sud – attraverso un protocollo di intesa espressamente stipulato nei giorni scorsi dal Presidente della Regione Puglia e dal ministro Profumo. Per questi motivi chiediamo all’assessore quali sono le iniziative previste e poste in essere e con quale tempistica saranno effettuate perché crediamo che i progetti regionali siano un passaggio, secondo noi, ineludibile, anche perché, nell’assenza dell’adesione della Regione Calabria al Decreto salva-precari, si verificherebbe un altro problema, non meno importante, che è quello di una disparità sotto il profilo giuridico che avrebbero i precari calabresi rispetto ai precari delle altre regioni. Mi spiego meglio: nell’ipotesi della possibilità di far sì che i precari calabresi, con sacrifici, vogliano migrare per andare a concorrere alle graduatorie delle altre regioni, si troverebbero pesantemente ridimensionati nel loro punteggio e, quindi, in una condizione di oggettiva disparità che, credo, questa regione non possa permettersi e consentire. Per questi motivi nel porre queste domande mi appello all’assessore affinché si compiano tutti gli sforzi possibili per salvare i precari e per mettere in campo questi progetti.

PRESIDENTE

Onorevole Giordano, deve rientrare, però, nei minuti assegnati altrimenti sono costretto a toglierle la parola. Prego, assessore Caligiuri.

Mario CALIGIURI, assessore alla cultura e beni culturali

Grazie, Presidente, intervengo in relazione all’interpellanza testé illustrata dall’onorevole Giordano, alla quale mi atterrò nella parte esposta e scritta. Preciso che nella nostra regione, negli ultimi anni, abbiamo avuto una diminuzione di personale scolastico pari a circa 8 mila unità, a fronte di 70 mila studenti in meno all’interno delle scuole. Per quanto attiene la politica dei salva-precari, che è stata inaugurata nell’anno scolastico 2009-2010, alla quale la Regione Calabria ha, a suo tempo, aderito, ed il loro utilizzo, non c’era nessuna previsione di impiego orario. Era possibile, quindi, utilizzare i precari anche per una sola ora. Nel 2010-2011 abbiamo introdotto due novità per il progetto “Una scuola per la democrazia”. Abbiamo individuato l’utilizzo di almeno il 30 per cento dei precari con un orario minimo di 60 ore ed abbiamo, in questo modo, utilizzato circa 1000 precari. Nell’anno successivo 2011-2012 abbiamo ulteriormente elevato il tetto e, quindi, all’interno di questi progetti, almeno il 70 per cento del personale utilizzato doveva appartenere al personale precario della scuola. Anche in questo caso abbiamo previsto un orario minimo di utilizzo per ogni precario ed abbiamo complessivamente utilizzato circa 1.500 precari. Il tema del progetto era “Una scuola per la legalità” dove, su suggerimento del giudice Nicola Gratteri, abbiamo aumentato il tempo scuola nei comuni ad alta densità criminale. Per quanto riguarda questo anno il 3 ottobre abbiamo scritto alla direzione generale competente del Ministero, che ci ha risposto il 29 ottobre dicendo che non era in vista nessuna approvazione all’interno della normativa nazionale dei salva-precari. Per quanto riguarda, poi, allo stato, stando anche a quanto mi hanno riferito gli uffici in mattinata, non è stata ancora definita a livello nazionale nessuna norma precisa per il salva-precari. Da parte nostra, ovviamente, ci siamo adoperati con il sottosegretario Rossi Doria, al quale abbiamo scritto in data 8 novembre una lettera recante numero di protocollo 6.713, perché il Ministero ha già effettuato i bandi per 7 milioni 384 mila euro relativi alla dispersione scolastica. A questo riguardo abbiamo chiesto al sottosegretario Rossi Doria di voler orientare questi investimenti, per utilizzare, da un lato, i precari, nelle forme possibili previste dalla legge, secondo noi nella stessa misura dell’anno scorso, e, poi, per indirizzarli verso i comuni ad alta densità criminale per l’aumento del tempo-scuola. Sono queste, onorevole Giordano, le iniziative che la Giunta regionale ha adottato.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Presidente, prendo atto delle interlocuzioni che si sono sviluppate con il Ministero e con il sottosegretario Rossi Doria. Le corrispondenze sono avvenute qualche giorno prima che fosse ratificata la norma, l’articolo 35, comma 3. Chiedo, quindi, una maggiore incisività proprio per aderire così come hanno fatto le Regioni che ho nominato nella premessa; l’Umbria e la Puglia in particolare, hanno aderito ed hanno creato questo meccanismo che è opportuno ed utile. Mi ricollego alle sue parole perché aumentare il monte ore nelle aree a forte densità criminale credo che abbia più di un significato. Le ribadisco, quindi, non solo la domanda ma la stessa risposta, cioè l’appello, affinché questo percorso venga arricchito di maggiore incisività e, non ultimo, con un coinvolgimento che possa anche assumere delle responsabilità e delle condivisioni. Una discussione sul sistema dell’istruzione in Calabria sarebbe forse opportuna in Consiglio regionale, ed anche il coinvolgimento della stessa Commissione. Rinnovo l’appello e certamente credo che questo sia un primo punto di confronto per una tematica così importante e scottante come quella che abbiamo trattato. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, onorevole Giordano.

Raccomando per i prossimi interventi il rispetto del limite temporale dei tre minuti, due minuti ed un minuto.

Interrogazione a risposta immediata numero 295 del 12 ottobre 2012 a firma del consigliere Talarico Domenico “In ordine alla situazione dei collegamenti interregionali su ferro da e per la Calabria”

PRESIDENTE

Si passa all’interrogazione a risposta immediata numero 295 del 12 ottobre 2012 a firma del consigliere Talarico Domenico “In ordine alla situazione dei collegamenti interregionali su ferro da e per la Calabria” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore ai trasporti. Per sapere – premesso che:

il sistema della mobilità interregionale su rotaia presenta, per quanto riguarda la Calabria, limiti strutturali non più tollerabili;

in tal quadro, per stare all’ultima vicenda che li a interessato il comparto, la decisione unilaterale di Trenitalia di sopprimere dodici convogli interregionali che collegano la Calabria alla Campania, a far data dal 9 settembre, poi rientrata a seguito della concertazione tra i governi delle regioni coinvolte, al di là del positivo esito momentaneo, è stata l’ennesima spia di una debolezza che riguarda il sistema nel suo complesso;

la soluzione, in questo caso specifico, non garantisce una stabilizzazione del servizio per il prossimo futuro, stante la limitatezza delle risorse da cui si è attinto;

a determinare questa situazione nel comparto in generale hanno concorso negli anni una serie di provvedimenti sia di Trenitalia/Gruppo Ferrovie dello Stato che dei Governi che si sono succeduti alla guida del paese;

da uno studio più approfondito della questione risulta una riduzione negli ultimi 3 anni del 25% delle corse che collegano la Calabria al resto dell’Italia;

a tal riguardo, basta ricordare il taglio drastico di ben 21 corse di treni a lunga percorrenza, deciso da Trenitalia e dal governo Berlusconi nell’autunno del 2011;

questi continui tagli hanno comportato, insieme ad una limitazione del diritto alla mobilità interregionale, anche una sensibile riduzione del trasporto regionale sia di merci che di persone, determinando nondimeno molti disagi per gli studenti ed i lavoratori pendolari che giornalmente usufruiscono del servizio;

detti tagli hanno parimenti abbassato i livelli occupazionali del comparto, peraltro già gravati dagli effetti dalla crisi di questi anni;

tale situazione afferente il sistema dei collegamenti interregionali si inserisce in un quadro molto precario, disastrato, del trasporto su ferro nella nostra regione, dove pesano i ritardi e le inefficienze del servizio reso da Ferrovie della Calabria;

la gravità della situazione richiede di agire non più di rimessa, inseguendo di volta in volta le emergenze, come si è fatto finora, ma con una visione d’insieme, strategica, dei problemi del comparto;

a tal fine sarebbe auspicabile l’istituzione di un apposito tavolo tecnico-politico presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, per affrontare più proficuamente la questione nell’ambito di una rinnovata strategia nazionale di rilancio della mobilità interregionale su rotaia -:

quali iniziative si intendono assumere per il potenziamento dei collegamenti interregionali su rotaia che coinvolgono la nostra regione;

se non sia il caso, ora più che mai, di mettere in campo iniziative che concorrano a determinare un potenziamento ed una svolta qualitativa del servi ferroviari nella nostra regione, sia avendo riguardo alla lunga percorrenza che al trasporto pubblico locale, sollecitando l’Istituzione di un tavolo nazionale ad hoc che affronti in termini sistemici la questione”.

Prego, onorevole Talarico, ha facoltà di parlare.

Domenico TALARICO

Credo che l’interrogazione sia superata, Presidente, rispetto alla soppressione di 12 treni interregionali. L’assessore Fedele ha risposto erga omnes mesi fa sulla stampa per cui ritengo che sia inutile riproporla. Grazie.

Interrogazione a risposta immediata numero 296 del 12 ottobre 2012 a firma del consigliere Talarico Domenico “In ordine allo stato di attuazione degli interventi di cui all’Avviso pubblico per la concessione di contributi per la prosecuzione volontaria della contribuzione di lavoratori ultra cinquantenni”

PRESIDENTE

Si passa all’interrogazione a risposta immediata numero 296 del 12 ottobre 2012 a firma del consigliere Talarico Domenico “In ordine allo stato di attuazione degli interventi di cui all’Avviso pubblico per la concessione di contributi per la prosecuzione volontaria della contribuzione di lavoratori ultra cinquantenni” che recita: “All’assessore al lavoro e alla formazione professionale. Per sapere – premesso che:

con decreto del Dirigente Generale numero 19021, del 23 ottobre 2009, la Regione Calabria ha approvato un Avviso Pubblico avente ad oggetto "Manifestazione di interesse per l’individuazione di lavoratori ultracinquantenni per la concessione di contributi per la prosecuzione volontaria della contribuzione";

la Regione Calabria, attraverso l’avviso di che trattasi, intendeva procedere, come di fatto ha proceduto, al fine di agevolare il raggiungimento dei requisiti pensionistici, alla selezione di lavoratori dipendenti disoccupati ultra cinquantenni, cui riconoscere una indennità mensile pari alla quota necessaria per coprire il costo della contribuzione occorrente per il raggiungimento del diritto alla pensione;

tali azioni, già rientranti nel Piano di Reinserimento 2009, erano state concepite in favore di lavoratori ultracinquantenni che non si trovavano più nelle condizioni di utilizzare gli ammortizzatori sociali ovvero che, per vari motivi, non vi avessero mai potuto accedere;

l’Amministrazione regionale avrebbe erogato direttamente le somme alla sede regionale dell’Inps, previa stipula di apposita convenzione;

da informazioni personalmente assunte, presso gli uffici della Regione, nonché direttamente presso cittadini rientranti nell’elenco dei beneficiari del trattamento, ho constatato un inspiegabile ritardo nella corresponsione delle indennità previste nel bando;

a distanza ormai di oltre due anni, sembrerebbe che le misure previste nel bando non siano mai andate concretamente in porto, con pregiudizio evidente del diritto acquisito dei cittadini ammessi al beneficio -:

se l’Amministrazione regionale ha regolarmente versato all’Inps le somme di cui al bando di che trattasi, previa stipula della relativa convenzione;

se corrisponde al vero, in ogni caso, che non c’è mai stata corresponsione del trattamento contributivo compensativo per la platea dei cittadini ammessi al beneficio;

quali iniziative si intendono assumere a tutela dei diritti acquisiti degli ammessi al trattamento, qualora corrispondesse al vero il ritardo sopra richiamato”.

Domenico TALARICO

Se l’assessore Tallini ascolta, altrimenti può procedere nel frattempo ad altra interrogazione.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Talarico. Risponde l’assessore Stillitani, ma non c’è.

Domenico TALARICO

Credo anche io che debba rispondere l’assessore Stillitani.

PRESIDENTE

La possiamo rinviare alla prossima seduta di Consiglio regionale? Va bene.

Interrogazione a risposta immediata numero 297 del 15 ottobre 2012 a firma dei consiglieri De Masi, Giordano, Talarico Domenico “Sulle comunità per minori con disagio psichico e disturbi del comportamento”

PRESIDENTE

Si passa alla interrogazione a risposta immediata numero 297 del 15 ottobre 2012 a firma dei consiglieri De Masi, Giordano, Talarico Domenico “Sulle comunità per minori con disagio psichico e disturbi del comportamento”. Anche questa interrogazione viene rinviata alla prossima seduta.

Interrogazione a risposta immediata numero 298 del 15 ottobre 2012 a firma dei consiglieri De Masi, Giordano, Talarico Domenico “Sullo stato di attuazione del registro tumori della popolazione della regione Calabria”

PRESIDENTE

E’ stata presentata l’interrogazione a risposta immediata numero 298 del 15 ottobre 2012 a firma dei consiglieri De Masi, Giordano, Talarico Domenico “Sullo stato di attuazione del registro tumori della popolazione della regione Calabria” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

con l’interrogazione n. 196 del 09/01/2012 il Gruppo consiliare regionale di Italia dei Valori chiedeva di sapere quale fosse lo stato di attuazione del Progetto per la realizzazione del registro Tumori di popolazione della regione Calabria, approvato con delibera della Giunta regionale n. 3289 del 25 marzo 2012 e quali atti propedeutici fossero stati avviati;

tale interrogazione nasceva dalle denunce di vari comitati di cittadini che disegnavano un quadro inquietante, dal punto di vista sanitario, in diverse zone della Calabria e in particolare sulla costa tirrenica con i centri ricadenti nell’ambito del bacino fluviale del fiume Oliva, Gioia Tauro per la presenza dell’inceneritore, Vibo Valentia per il cementificio, Crotone per la fabbrica dismessa della Pertusola e su ampie aree della Locride;

nella seduta consiliare del 12 marzo 2012 il Vicepresidente della Giunta regionale, Antonella Stasi, nel rispondere all’interrogazione presentata, evidenziava le difficoltà, legate ai limiti imposti dal piano di rientro sanitario, a dare esecuzione alla succitata delibera; in ogni caso, la Giunta regionale, stando a quanto riferito, grazie all’approvazione di un progetto da parte del Ministero della salute, attraverso l’Agenas, denominato Pot salute, si stava adoperando per dare attuazione al Rencam, ovvero il registro nominale delle cause di morte, che avrebbe comportato il completamento delle varie fasi riguardanti l’implementazione dei flussi informativi, che, al momento, fanno riferimento, attraverso due data base, all’anagrafe degli assistiti e alle schede di dimissioni ospedaliere;

la Vicepresidente, nella sua risposta, indicava orientativamente il termine massimo di un anno per l’operatività del registro nominale delle cause di morte, propedeutico al registro tumori -:

se il progetto Pot salute, finanziato interamente dal Ministero della Salute e riguardante l’’istituzione del Rencam, sia stato avviato e quali passaggi progettuali siano stati posti in essere;

se lo stesso sia stato completato o si registrano ritardi e, in ogni caso, quali siano i tempi per la sua definizione al fine di dotare al più presto la regione Calabria di un registro tumori”.

Prego, onorevole Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Presidente, questa è una interrogazione che raccoglie un appello, un grido di allarme diffuso che proviene dalla regione intera per l’impennata che si sta verificando nella popolazione di neoplasie, di patologie tumorali in determinate aree.

Già un anno fa, precisamente il 9 gennaio, avevamo presentato una interrogazione sulla vicenda in cui avevamo trattato il problema del registro tumori. Avevamo ricevuto delle rassicurazioni proprio dalla Vicepresidente, dottoressa Stasi, in ordine a tempi brevi di messa in opera del progetto denominato Pot salute attraverso un protocollo tra la Regione e l’Asp di Modena e l’Agenas.

Ora rispetto agli accadimenti e alla incidenza che ormai non conosce freni delle patologie che stanno falcidiando alcune aree, chiedo a distanza di un anno qual è lo stato dell’arte rispetto al progetto Pot salute e all’istituzione del registro, se tutti i passaggi che dovevano essere compiuti entro quest’anno lo sono stati e quando potremo “tagliare il nastro” con la partenza del registro tumori che è particolarmente atteso in realtà come Reggio Calabria dove troppo tempo è trascorso.

Voglio ricordare la Valle dell’Oliva, la Piana di Gioia Tauro, il Basso Ionio Reggino, la Locride e la stessa area del crotonese per quanto riguarda la Pertusola o il cementificio di Vibo Valentia, insomma, aree che conosciamo tutti in cui da troppo tempo si attendono risposte in ordine alla prevenzione, ma soprattutto per la costituzione del registro tumori che viene riconosciuto a livello scientifico e mondiale come uno strumento fondamentale senza il quale nessun intervento di prevenzione, nessuna misura può essere attuata perché non ci sarebbero le condizioni di flussi informativi e di notizie corroborate sotto il profilo scientifico.

Questo è il senso della interrogazione.

PRESIDENTE

Risponde la Vicepresidente Stasi.

Antonella STASI, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie Presidente, intanto c’è stato un percorso che questo anno ha visto interessate le Asp oltre che il dipartimento Tutela della salute.

Volevo informare il consigliere Giordano che a Catanzaro il registro tumori è già una realtà, così come confermo l’avvio dei lavori per l’istituzione del registro nelle Asp di Cosenza e di Catanzaro dove sappiamo che è stato confermato un unico registro.

Per l’istituzione, la partenza vera e propria del registro, è necessaria una certificazione rilasciata da Airtum – così si chiama l’associazione nazionale – che dovrà certificare il registro.

Prima della certificazione del registro è necessaria una raccolta dati certificata di almeno 3 anni. La raccolta dei dati è partita già da due anni e, quindi, siamo ormai in una fase conclusiva della raccolta e, dunque, della certificazione e le Asp hanno già fatto richiesta di verifica e di controllo dei dati.

Credo che manchino pochi mesi o al massimo un semestre per il completamento dell’iter per avere già i primi dati raccolti e certificati e di conseguenza l’istituzione del registro. Le Asp hanno già istituito degli uffici all’interno delle proprie aree, stanno raccogliendo i dati che stanno già seguendo una procedura che dovrà essere certificata all’interno dei tre anni da questa associazione Airtum che poi ne definisce completamente l’istituzionalizzazione.

L’unica Asp che è ancora indietro è quella di Reggio Calabria. Per tutto il resto, possiamo dire che ormai il registro tumori è una realtà anche per la Calabria.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Vicepresidente, la ringrazio per la risposta. Non mi posso dichiarare totalmente soddisfatto perché, purtroppo, alcune sue affermazioni le ho già ascoltate un anno fa.

Prendo, comunque atto, che, quanto meno, se i tempi fossero rispettati, si intravede un trimestre per il completamento dell’iter, ma credo che dovrebbe essere sollecitata una attenzione particolare da parte sua e del dipartimento per il ritardo che è imputabile al registro tumori di Reggio Calabria.

So dei passi avanti fatti nelle altre province dal registro dei tumori di Cosenza-Catanzaro piuttosto che da quello di Vibo Valentia, ma su Reggio Calabria, considerato anche il flusso di dati allarmanti che stanno affluendo, credo che sarebbe non solo auspicabile ma dovuta una maggiore attenzione da parte vostra.

Anche su questa interrogazione ritengo che si tratti di un ulteriore step. Noi saremo vigili in maniera propositiva, ma chiediamo maggiore incisività e rigore nel completare una procedura che è ormai troppo lunga.

Interrogazione a risposta immediata numero 299 del 15 ottobre 2012 a firma dei consiglieri De Masi, Giordano, Talarico Domenico “Sulle comunità educative per minori disadattati sociali sottoposti a provvedimenti penali e/o amministrativi”

PRESIDENTE

E’ stata presentata l’interrogazione a risposta immediata numero 299 del 15 ottobre 2012 a firma dei consiglieri De Masi, Giordano, Talarico Domenico “Sulle comunità educative per minori disadattati sociali sottoposti a provvedimenti penali e/o amministrativi”.

Anche questa interrogazione è per l’assessore Stillitani, per cui viene rinviata alla prossima seduta.

Interrogazione a risposta immediata numero 300 del 17 ottobre 2012 a firma del consigliere Nucera “In ordine all’istituzione di Banche del latte umano donato in tutti i reparti di Neonatologia e di terapia intensiva neonatale della regione Calabria”

PRESIDENTE

E’ stata presentata l’interrogazione a risposta immediata numero 300 del 17 ottobre 2012 a firma del consigliere Nucera “In ordine all’istituzione di Banche del latte umano donato in tutti i reparti di Neonatologia e di terapia intensiva neonatale della regione Calabria” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

il latte materno è il miglior alimento possibile per un neonato in quanto contiene i nutrimenti necessari affinché goda di buona salute e cresca bene;

il latte materno riduce i tassi di morbilità e mortalità infantile diminuendo l’incidenza e la gravità delle malattie infettive;

spesso esistono patologie materne che inducono ipo o agalattia e rendono quindi impossibile l’allattamento al seno;

la Banca del latte umano donato è un servizio costituito al fine di selezionare, raccogliere, trattare, conservare e distribuire il latte umano donato da utilizzare per specifiche necessità mediche;

la principale indicazione, oggi, all’utilizzo del latte umano di Banca è costituita dalla somministrazione ai neonati pretermine ricoverati in Terapia Intensiva Neonatale nei casi in cui non sia disponibile il latte materno, come avviene soprattutto nei primi giorni di vita. Numerosi studi hanno dimostrato i vantaggi, a breve e lungo termine, dell’utilizzo del latte umano donato nell’alimentazione di questi bambini, soprattutto, per quanto riguarda una migliore tolleranza dell’alimento, la riduzione del rischio di infezioni e di enterocolite necrotizzante, malattia che può essere molto grave in questi neonati. Fra i vantaggi a distanza è stata osservata una riduzione di alcune malattie, quali l’ipertensione arteriosa e il diabete;

altre situazioni in cui è stato proposto l’utilizzo del latte umano di Banca sono la rialimentazione dopo interventi di chirurgia gastro-intestinale, l’insufficienza renale cronica, e alcune malattie metaboliche;

la somministrazione del latte umano di Banca è stata anche recentemente proposta per i neonati a rischio allergico, nei primi giorni dopo il parto, in attesa della montata lattea materna -:

stante l’operatività delle Banche del latte umano donato nei reparti di neonatologia di Cosenza e Crotone, se non ritiene opportuna l’istituzione di Banche del latte umano donato in tutti i reparti di Neonatologia e di Terapia intensiva neonatale della regione Calabria”.

Prego, onorevole Nucera.

Giovanni NUCERA

Presidente, mi sembra superfluo evidenziare in quest’Aula che il latte materno è il miglior alimento possibile per un neonato.

Assessore Caligiuri, è di latte materno che noi vogliamo parlare oggi, proprio perché riteniamo che seguire le direttive della organizzazione mondiale della sanità e attenersi anche a quelle che sono le raccomandazioni a livello internazionale dell’Unicef, possano rappresentare un viatico importantissimo per ciò che è una migliore qualità della vita partendo proprio dalla nascita.

Gli elementi nutritivi che costituiscono per natura la bontà del latte materno non sono paragonabili in natura, cioè non sono fungibili con altri prodotti che la chimica o le case farmaceutiche molte volte mettono a disposizione e che noi, nel rispetto delle regole, senza dubbio, diamo ai nostri figli, e soprattutto ai bambini appena nati nei primi sei mesi di vita.

C’è stata una indagine abbastanza importante in cui si è stimato che se i bambini fossero cresciuti nei loro primi sei mesi con il latte materno, senz’altro avremmo avuto qualcosa come 2 milioni di morti in età infantile in meno rispetto al dato che abbiamo oggi.

Non sono numeri tanto per, ma sono riferimenti storici che hanno un sub-strato anche di natura civile, una necessità di adeguare la civiltà a quelli che sono i ritmi della vita moderna rispetto al fabbisogno che la sanità richiede non tanto per la possibilità di offrire potenziali migliori all’infante per poter crescere quanto per garantire e preservare da malattie future che nascono, si nutrono in un corpo non perfettamente dotato di organismi di tutela rispetto ad una condizione che, invece, la nutrizione del latte materno può offrire; una specie di salvaguardia di anticorpi che il latte materno può offrire per la crescita dell’uomo nella sua importanza.

Ora è sottolineato e tutti ce ne accorgiamo che la bontà nutritiva del latte materno è qualcosa che appartiene un po’ anche alla cultura dei popoli più evoluti, ma è anche un elemento indispensabile – concludo subito, Presidente – per individuare un percorso che la Regione ha già individuato.

Devo dar atto che, su spinta anche del governo regionale, nel reparto di neonatologia degli ospedali di Cosenza e di Crotone c’è una banca dati importante ed autorevole che aiuta soprattutto i bambini che nascono in una condizione di gracilità fisica o che hanno bisogno in quel momento più del latte della madre che di altri derivati.

Perché? Ecco l’interrogazione e la domanda: perché non avviare un processo, un importante percorso di formazione per i medici affinché sensibilizzino sempre di più l’opinione pubblica sulla bontà di questo alimento nutritivo che vive nell’uomo e sta nella donna, ed è infungibile? Perché non aprire in tutti i reparti di neonatologia della Calabria dei centri specializzati per la raccolta del latte?

Se si pone il problema delle difficoltà economiche, dei fondi e dei finanziamenti è un falso problema perché la banca dati implica un semplice lavoro in più da parte dei medici di un determinato reparto e non uno stress, un impegno particolarmente gravoso. Ci sono poi le organizzazioni internazionali a difesa del bambino che lo fanno gratuitamente, quindi si offre un servizio quasi a costo zero per dare e garantire una migliore qualità della vita.

Questo è lo scopo dell’interrogazione e mi auguro che possa essere accolta, per quel che vale, a prescindere dal valore in sé della richiesta che già di per sé qualifica come obiettivo quello di far crescere meglio la nostra popolazione.

PRESIDENTE

Prego, Vicepresidente.

Antonella STASI, Vicepresidente del Consiglio regionale

L’interrogazione dell’onorevole Nucera è apprezzabile soprattutto per la valenza che la banca del latte ha acquisito in questo momento soprattutto nelle due Asp che, nel frattempo, l’hanno già istituita, ovvero Crotone e l’azienda ospedaliera di Cosenza.

Proprio da queste due esperienze, il dipartimento salute della Regione Calabria sta eseguendo una valutazione soprattutto dell’impatto economico, per avere un dettaglio dei costi, quindi non per diminuirne l’efficacia, ma soprattutto per valutarne la relazione tra costi e benefici.

Attendiamo a breve il completamento di questa dettagliata relazione economica per poter decidere e soprattutto promuovere l’istituzionalizzazione della banca del latte in tutte le altre Asp della Regione Calabria.

Da qui a qualche mese al massimo avremo un quadro chiaro e la possibilità di poter decidere e sottoporre questa decisione anche direttamente al Tavolo Massicci che è l’organismo finale competente a decidere essendo la Regione soggetta a verifiche commissariali. Grazie.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Nucera.

Giovanni NUCERA

Presidente, mi ritengo ampiamente soddisfatto perché quando una amministrazione lavora pensando al bene della stessa è una amministrazione che si pone in maniera positiva e di conseguenza non posso far altro che ringraziare la Vicepresidente per la risposta che ha dato.

Aspettiamo tutti quanti con piacere, che più che personale è un piacere della collettività, affinché possano avviarsi queste banche del latte umano e vedremo, poi, di verificarne gli effetti positivi attraverso la possibilità di costituire una banca dati.

Un effetto positivo lo abbiamo già raggiunto perché qualche consigliere regionale fra la curiosità e l’originalità della richiesta ha detto: “se non avessi avuto il latte della nutrice oggi non sarei qui, perché, nato anticipatamente, sicuramente non avrei raggiunto la maggiore età”.

Come vedete non bisogna andare lontano dalle nostre case per trovare esempi in cui il latte materno ha prodotto effetti positivi. Mi auguro che la Calabria possa ottenere i risultati che tutti quanti noi auspichiamo.

Grazie alla collega Minetti della Lombardia anche in Calabria forse avremo il latte materno in tutti gli ospedali.

Interrogazione a risposta immediata numero 301 del 17 ottobre 2012, a firma del consigliere Aiello Ferdinando, “In ordine allo stato di regolarità e qualità di esecuzione dei lavori di adeguamento della linea di distribuzione di gas medicinali presso il "nuovo" Ospedale Civile dell’Annunziata - Azienda Ospedaliera di Cosenza”

PRESIDENTE

E’ stata presentata l’interrogazione a risposta immediata numero 301 del 17 ottobre 2012 a firma del consigliere Aiello Ferdinando “In ordine allo stato di regolarità e qualità di esecuzione dei lavori di adeguamento della linea di distribuzione di gas medicinali presso il "nuovo" Ospedale Civile dell’Annunziata - Azienda Ospedaliera di Cosenza”.

Non essendo presente in Aula il consigliere Aiello Ferdinando, l’interrogazione è decaduta.

Interrogazione a risposta immediata numero 302 del 19 ottobre 2012 a firma del consigliere Talarico Domenico “In ordine allo stato di attuazione dei lavori di realizzazione del porto di Diamante (CS)”

PRESIDENTE

Si passa all’interrogazione a risposta immediata numero 302 del 19 ottobre 2012 a firma del consigliere Talarico Domenico “In ordine allo stato di attuazione dei lavori di realizzazione del porto di Diamante (CS)” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore ai lavori pubblici. Per sapere- premesso che:

con decreto numero 1178 del 28/12/1999 la Regione Calabria (Settore 20/Dipartimento LL.PP) impegnava la somma di Euro 2.065.827,60 di cui Euro 1.032.913,80 a carico della misura 1.2 - POP 1994/1999 ed Euro 1.032.913,80 a carico della Regione, per la realizzazione dell’opera denominata “Lavori di ristrutturazione e completamento del molo ricovero natanti da diporto del comune di Diamante (CS) e della sua successiva gestione”;

l’impegno finanziario è stato confermato dalla Regione con Delibera di G.R. 20 marzo 2000, numero 145 e con Decreto in data 08 febbraio 2000, numero 175 a firma del Dirigente del settore 20/Dipartimento LL.PP;

il progetto preliminare dell’opera di che trattasi, dell’importo complessivo di Euro 4.131.655,19, è stato approvato con determina numero 2351 del 08 marzo 2000 del summenzionato dirigente di settore;

con avviso in data 10 marzo 2000 è stata indetta la gara relativa alla licitazione privata per l’affidamento in concessione dei summenzionati lavori;

la parte privata (Concessionario) si sarebbe fatto carico della restante somma derivante dalla differenza tra il finanziamento erogato e l’importo complessivo dei lavori;

il progetto esecutivo, comprensivo di oneri per spese tecniche, sicurezza, forniture e arredi portuali, è stato approvato dalla Regione Calabria per l’importo complessivo di Euro 5.932.228,29;

dopo un lungo iter amministrativo, conclusosi con l’acquisizione del favorevole parere Via, i lavori e la successiva gestione dell’opera, sono stati aggiudicati all’Ati Icad Costruzioni Generali S.r.l. e Diamante Blu S.r.l.;

la Giunta regionale con deliberazione numero 1097 del 23 dicembre 2008 ha autorizzato il Dipartimento numero 9 a procedere agli atti di impegno, in favore del Comune di Diamante, necessari per la concessione di un finanziamento per la “Riqualificazione molo esistente con completamento strada annessa” a valere sulla L.R. numero 24/1987, mediante assegnazione di un contributo costante di durata ventennale di Euro 83.449,25 decorrente dall’esercizio finanziario 2008, della durata massima di 20 anni, a totale carico della Regione Calabria;

il rapporto tra il Comune di Diamante e la Regione Calabria, ai fini dell’utilizzo del contributo ventennale sopra richiamato, è stato regolato da apposita convenzione, approvata dalla Giunta comunale di Diamante con delibera in data 29 gennaio 2009;

con Decreto Prot. Numero 1006 del 27luglio 2011, a firma del Dirigente generale del Dipartimento 9/Infrastrutture e LL.PP., è stato effettuato uno stralcio dell’impegno di spesa a favore del Comune di Diamante per un importo di Euro 1.500.000,00;

in ogni caso, i lavori dell’opera di che trattasi, iniziati nei primi mesi del 2010 dopo un iter amministrativo durato oltre dieci anni, si sono interrotti improvvisamente nel novembre dello stesso anno;

ad oggi detti lavori non hanno raggiunto nemmeno il primo stato di avanzamento;

non sono chiare, univoche, le motivazioni che hanno portato all’interruzione dei lavori;

la realizzazione dell’opera e l’avvio della sua gestione possono rappresentare un importante fattore di ammodernamento, di potenziamento, di riqualificazione funzionale delle strutture di servizio alle attività turistiche, di miglioramento della logistica applicata al settore, che può favorire nondimeno una crescita complessiva dell’economia del territorio;

la Regione Calabria, attraverso il Dipartimento numero 9 Infrastrutture, LL.PP. e Politiche della casa, è soggetto attuatore dell’intervento di che trattasi;

in data 15.10.2012, come si è appreso da alcune agenzie di stampa, si è tenuto un incontro tra la Regione Calabria, il Comune di Diamante e l’impresa concessionaria per fare il punto della situazione, al termine del quale è stato dichiarato che tutte le difficoltà sono state superate e che i lavori riprenderanno al più presto -:

quali motivazioni sono alla base dell’improvvisa sospensione dei lavori;

quali sarebbero state le difficoltà, tecniche e/o amministrative, che avrebbero ostacolato la prosecuzione dei lavori, oggi dichiarate superate;

su quali basi, certe et definite, si basa la convinzione che i lavori riprenderanno in brevissimo tempo;

quali iniziative ha inteso e/o intende assumere l’Assessorato per addivenire ad una ripresa dei lavori in tempi brevi”.

Prego, onorevole Talarico.

Domenico TALARICO

Presidente, vorrei ricordare che con il decreto numero 1178 del 1999 la Regione Calabria ha impegnato la somma di 2 milioni 65 mila euro per la realizzazione dell’opera denominata “Lavori di ristrutturazione e completamento del molo ricovero natanti da diporto del comune di Diamante”.

Questo impegno è stato confermato nel 2000 con decreto del dirigente del dipartimento lavori pubblici e sempre a marzo del 2000 è stata indetta la gara relativa alla licitazione privata per l’affidamento dei summenzionati lavori. Dopo un lungo iter amministrativo, con l’acquisizione della Via i lavori e la successiva gestione dell’opera sono stati affidati all’“Ati Icad costruzioni generali Srl” e “Diamante Blu srl.”

Nel 2008 la Giunta regionale ha autorizzato il dipartimento numero 9 a procedere agli atti di impegno in favore del comune di Diamante necessari per la concessione di un finanziamento per la riqualificazione del molo esistente e per il completamento di una strada annessa a valere sulla legge 24 mediante assegnazione di un contributo di durata ventennale di 83 mila 499,25 euro decorrenti dall’esercizio finanziario 2008 e per la massima durata di 20 anni.

Salto qualche passaggio e vado avanti. Devo però sottolineare che il rapporto tra il comune di Diamante e la Regione Calabria è stato regolato da apposita convenzione dopo di che registriamo, purtroppo, che ad oggi nemmeno il primo stato di avanzamento è stato raggiunto.

Non sono chiare, anche se forse questo passaggio è stato superato dai fatti, le motivazioni che hanno portato alla interruzione dei lavori.

Assessore Gentile, l’interrogazione risale al momento in cui erano stati interrotti i lavori che pare oggi siano stati ripresi.

In ogni caso alcune domande restano valide ed attuali. Salto quella relativa alla sospensione dei lavori perché i lavori ad oggi, anche se lentamente, sono ripresi.

Colgo l’occasione per chiederle quali sono state le difficoltà tecniche-amministrative che avrebbero ostacolato la prosecuzione dei lavori oggi dichiarate superate; su quali basi certe e definite si basa la convinzione che i lavori andranno secondo i ritmi previsti dalla direzione dei lavori e dalla stessa convenzione e quali iniziative intende prendere, nella sua qualità di assessore ai lavori pubblici, affinché i lavori possano procedere a ritmi sostenuti o quanto meno normali ed il porto possa diventare finalmente una realtà, dopo un iter burocratico amministrativo che è durato più di 10 anni. Grazie.

PRESIDENTE

Prego, assessore Gentile.

Giuseppe GENTILE, assessore ai lavori pubblici e infrastrutture

L’interrogazione è stata presentata un po’ di tempo fa. I lavori erano fermi perché esistevano più controversie, la principale delle quali era con la sovrintendenza, però alla fine, dopo una serie di incontri e di riunioni varie, siamo riusciti, d’accordo con le imprese, con i sindacati e con l’amministrazione comunale di Diamante, maggioranza ed opposizione, a deliberare un cronoprogramma che ci ha consentito di far riprendere i lavori.

PRESIDENTE

Invito i colleghi a prendere posto, altrimenti non si capisce assolutamente nulla.

Giuseppe GENTILE, assessore ai lavori pubblici e infrastrutture

Lei ha detto bene: abbiamo finanziato in aggiunta alcuni fondi che servono per completare le aree esterne, la strada di cui ha palato ed altre cose. Consideri che non avremmo potuto iniziare nemmeno queste opere, perché c’era questa dicotomia tra l’amministrazione regionale e la sovrintendenza.

Pare che siano stati risolti tutti i problemi, quindi i lavori sono ripresi secondo il cronoprogramma, stanno andando avanti. Noi ci auguriamo – io me lo auguro, perché in questa Italia delle volte si incontrano difficoltà che nemmeno immagini – e pensiamo che i lavori andranno avanti senza interruzione, in modo da portare a completamento quest’opera importante, che sarà volano di sviluppo non solo per Diamante, ma per la zona intorno e soprattutto per lo sviluppo dell’Alto Tirreno cosentino.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Talarico.

Domenico TALARICO

Se così stanno le cose, non ho motivo di dubitare delle parole dell’assessore Gentile, mi ritengo soddisfatto. Naturalmente, da parte mia, da parte del mio gruppo, continuerà l’attività di vigilanza affinché la città di Diamante e l’intero territorio del Tirreno possano, in tempi relativamente brevi, avere finalmente il porto, così come è stato detto dall’assessore Gentile.

Interrogazione a risposta immediata numero 303 del 22 ottobre 2012 a firma del consigliere Guccione “Sul mancato adeguamento e sui gravi ritardi nella erogazione delle rette alle strutture della provincia di Cosenza che ospitano minori”

PRESIDENTE

La prossima interrogazione, a risposta immediata, è la numero 303, però è assente l’assessore Stillitani, quindi viene rinviata.

Interrogazione a risposta immediata numero 304 del 23 ottobre 2012 a firma del consigliere De Gaetano “In ordine alla rimozione di arsenico rinvenuto in concentrazioni superiori ai limiti di legge in alcuni nodi di reti idriche di distribuzione”

PRESIDENTE

Si passa all’interrogazione a risposta immediata numero 304 del 23 ottobre 2012 a firma del consigliere De Gaetano “In ordine alla rimozione di arsenico rinvenuto in concentrazioni superiori ai limiti di legge in alcuni nodi di reti idriche di distribuzione”, di cui do lettura: “All’assessore alle politiche ambientali e all’assessore ai lavori pubblici. Per sapere – premesso che:

le falde acquifere lungo la fiumara Amusa presso il Comune di Caulonia sono risultate contaminate da arsenico;

il problema interessa il centro storico di Caulonia e la rete di case sparse lungo la perimetrazione urbana, la Contrada Candidati e le Case sparse lungo gli argini della fiumara Amusa, fino alla foce;

oltre duemila persone sono quotidianamente a contatto con l’acqua avvelenata;

la So.Ri.Cal S.p.a., con comunicazione del 18/04/2012, presenta il quadro generale delle risultanze di quanto emerso a seguito dei controlli eseguiti nonché delle iniziative di pronto intervento ritenute opportune;

alla So.Ri.Cal S.p.a. è affidato il servizio della fornitura idropotabile all’ingrosso, giusta “convezione per l’affidamento in gestione degli acquedotti regionali della Calabria e del servizio di erogazione di acqua per usi idropotabili" sottoscritta in data 13 giugno 2003, repertorio numero 41022 tra So.Ri.Cal S.p.a. Regione Calabria;

già con ordinanza numero 32 del 13 aprile 2012 il Sindaco pro-tempore, ordinava la chiusura delle fontane pubbliche di via Brigida Postorino e Piazzetta Municipio disponendo, altresì, l’utilizzo dell’acqua per soli usi non potabili. Il tutto in attesa di nuove analisi di laboratorio;

con delibera numero 119 del 26 aprile 2012 la Giunta comunale di Caulonia, stabiliva di valutare, unitamente ai responsabili dei servizi interessati, le iniziative volte alla bonifica e al filtraggio delle acque all’uscita del serbatoio di Caulonia Centro nonché di demandare all’Ufficio Tecnico comunale l’adozione di tutti gli atti per quanto di competenza;

i tecnici della So.Ri.Cal ed il Responsabile dell’ufficio Tecnico Comunale concordavano l’inizio dei lavori per le opere di bonifica fissando la data del 04 giugno 2012;

ad oggi la So.Ri.Cal S.p.a. è rimasta inadempiente non avendo ottemperato a quanto concordato nonché a quanto di propria competenza -:

se intendano intervenire tempestivamente affinché la Società erogatrice del servizio, So.Ri.Cal. S.p.a., adempia alla realizzazione delle opere necessarie di bonifica, per tutelare la salute dei cittadini di Caulonia”.

Risponde sempre l’assessore Gentile.

Antonino DE GAETANO

Presento questa interrogazione riguardo al problema dell’acqua contaminata nel comune di Caulonia. Come sicuramente l’assessore Gentile avrà appreso, nelle falde acquifere della fiumara Musa c’è stato un ritrovamento che ha causato gravi disagi alla popolazione di Caulonia, perché buona parte dei cittadini di questa cittadina non può utilizzare quest’acqua perché inquinata.

Il Sindaco precedente e quello attuale, perché è cambiata l’amministrazione per le elezioni di primavera, hanno chiesto alla Sorical interventi urgenti, perché – come sappiamo – è la Sorical che deve gestire questi impianti, avanzando anche una proposta alla Sorical quella di trovare una soluzione alternativa volta a creare dei nuovi pozzi e risolvere il problema alla fonte.

La Sorical, nonostante gli impegni che ha sottoscritto con il Comune di Caulonia di far partire i lavori entro l’estate del 2012, non ha mai adempiuto a questi obblighi. Le chiediamo, ovviamente, di intervenire – so che lei ha fatto, nei giorni scorsi, una riunione col Comune di Caulonia – per trovare una soluzione di carattere finanziario e di carattere tecnico, che il Comune ha già individuato, al fine di risolvere il problema e dare la possibilità ai cittadini di Caulonia di avere acqua nelle loro case degna di questo nome per non incorrere in gravi possibilità di malattie che questo inquinamento della falda acquifera può causare ai cittadini di Caulonia.

PRESIDENTE

Risponde l’assessore Gentile.

Giuseppe GENTILE, assessore ai lavori pubblici e infrastrutture

Si tratta di un fenomeno che si è verificato a Caulonia, ma si verifica anche in altri Comuni, però quello di Caulonia era vistosamente drammatico, perché la maggior parte dell’acqua era piena di arsenico. Si è trovata la soluzione tecnica, ma Sorical non ha risposto alle sollecitazioni né dell’amministrazione regionale né dell’amministrazione comunale, per cui ci siamo trovati di fronte ad un problema drammatico che riguardava tutta la popolazione di Caulonia e alla controparte – che era in questo caso Sorical – che non rispondeva a niente e a nessuno.

Per cui abbiamo fatto un incontro col Sindaco – come lei diceva bene – ed abbiamo provveduto a trovare un piccolo finanziamento che siamo riusciti a ricavare dai ritagli di vecchi finanziamenti, per consentire all’amministrazione comunale di procedere tecnicamente ed eseguire quei lavori che servono finalmente a risolvere il problema, questo con ampia soddisfazione da parte dell’amministrazione comunale di Caulonia ed anche nostra, che serve pure a dimostrare che questa Regione e questa Giunta rispondono, quando possono, alle esigenze dei cittadini.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole De Gaetano.

Antonino DE GAETANO

Mi ritengo soddisfatto di quello che ha detto l’assessore Gentile. Ovviamente, le chiediamo di fare uno sforzo maggiore con la Sorical, perché c’è un contratto che ha con la Regione Calabria e al quale deve adempiere, questo è un primo passo; non risolve in maniera definitiva il problema, ma apprezziamo l’intervento dell’assessore Gentile e della Giunta. Aspettiamo, comunque il passo successivo: da qui a poco discuteremo della Sorical in Consiglio regionale, uno dei temi da trattare è questo, non si può consentire alla Sorical di fare il bello e il cattivo tempo, di non adempiere agli obblighi giuridici che ha nei confronti dei Comuni calabresi e soprattutto, in questo caso, di mettere a repentaglio anche la salute dei cittadini.

PRESIDENTE

La prossima interrogazione è la numero 305, a risposta immediata, sempre per l’assessore Stillitani e viene rinviata. Stessa cosa per la 306.

Interrogazione a risposta immediata numero 307 del 9 novembre 2012 a firma del consigliere Giordano “Sulla carenza nei centri trasfusionali ospedalieri dei separatori cellulari per l’effettuazione della plasmaferesi e sui requisiti minimi organizzativi, strutturali e tecnologici delle attività sanitarie dei servizi trasfusionali e delle unità di raccolta secondo quanto previsto dall’accordo Stato-Regioni del 16 dicembre 2010”

PRESIDENTE

Si passa alla interrogazione a risposta immediata numero 307 del 9 novembre 2012 a firma del consigliere Giordano “Sulla carenza nei centri trasfusionali ospedalieri dei separatori cellulari per l’effettuazione della plasmaferesi e sui requisiti minimi organizzativi, strutturali e tecnologici delle attività sanitarie dei servizi trasfusionali e delle unità di raccolta secondo quanto previsto dall’accordo Stato-Regioni del 16 dicembre 2010”, di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

con delibera della Giunta regionale numero 357 del 30 luglio 2012 è stato approvato il piano di programmazione per l'anno 2012 per l'autosufficienza regionale di emocomponenti ed emoderivati;

dal piano approvato emerge come l'autosufficienza di emocomponenti ed emoderivati è un obiettivo cui concorrono tutte le regioni dotandosi di strumenti di governo caratterizzati da capacità di programmazione, monitoraggio, controllo e partecipazione attiva alle funzioni di rete di interesse regionale, interregionale e nazionale;

obiettivo primario, come si evince dal piano approvato, è l'incremento dell'attività di plasma produzione per inviare all'industria una maggiore quantità di plasma e assicurare sul territorio regionale una maggiore disponibilità di prodotti emoderivati;

l'analisi dei dati regionali sul punto evidenzia un lieve e insufficiente aumento dell'attività di plasma produzione e ciò ha determinato nel biennio 2010/2011 un incremento nell'acquisto da parte della Regione Calabria di emoderivati e più precisamente si è passati dai circa quattro milioni di euro ai circa dieci milioni attuali di spesa;

tale situazione, come sottolineato da diversi operatori del settore, sarebbe causata dalla insufficienza nei centri trasfusionali ospedalieri di separatori cellulari per l'effettuazione della plasmaferesi, procedimento essenziale per ottenere il plasma necessario ad essere inviato all'industria;

nel contempo, a seguito dell'accordo Stato/Regioni del 16 dicembre 2010 sono stati individuati i requisiti minimi organizzativi, strutturali e tecnologici delle attività sanitarie dei servizi trasfusionali e delle unità di raccolta e sul modello per le visite di verifica, requisiti che nascono dall'esigenza di recepire le direttive in materia europea in materia di sangue ,emocomponenti e farmaci derivati al fine di garantire omogenei livelli di qualità e sicurezza dei prodotti e delle prestazioni trasfusionali su tutto il territorio dell'Unione europea;

secondo quanto previsto dall'accordo ci si dovrà conformare ai requisiti entro il 31 dicembre 2014 e in tale direzione la regione Calabria ha avviato le opportune verifiche presso i centri trasfusionali e di raccolta perché, previa prescrizione, gli stessi si adeguino ai parametri normativi -:

se tutti i centri trasfusionali ospedalieri sono attualmente dotati dei separatori cellulari per l'effettuazione della plasmaferesi, in caso contrario quali iniziative si intendono intraprendere per colmare tale carenza e permettere così il raggiungimento degli obiettivi prefissati dal piano di programmazione regionale per l'autosufficienza di emocomponenti ed emoderivati;

se l'attività di verifica dei requisiti minimi organizzativi, strutturali e tecnologici delle attività sanitarie dei servizi trasfusionali e delle unità di raccolta sia stata completata e quali siano i relativi dati acquisiti, se sono stati previsti dei contributi finanziari a favore dei centri e delle unità di raccolta gestiti dalle Onlus, in particolare dalle sezioni regionali dell'Avis, per sostenere le spese di adeguamento delle strutture ai requisiti richiesti, in caso contrario quali iniziative si intendono intraprendere per sostenere economicamente le suddette organizzazioni di volontariato che supportano in modo rilevante un settore vitale per la sanità calabrese”.

Risponde la Vicepresidente Stasi.

Antonino DE GAETANO

Scusi, Presidente, sull’interrogazione 306, più che Stillitani, dovrebbe rispondere l’assessore Mancini, perché è una questione di bilancio.

PRESIDENTE

No, riguarda gli Lsu ed Lpu.

Antonino DE GAETANO

Ma è una questione di pagamenti, quindi non c’entra Stillitani. Infatti, l’interrogazione parla di assessorato al bilancio.

PRESIDENTE

Però l’assessore competente è lui, perché altrimenti dovrebbe rispondere sempre l’assessore al bilancio!

Antonino DE GAETANO

Vorrei insistere su questo, perché è una questione di pagamenti. Siccome siamo a fine anno, è l’assessore Mancini che dovrebbe darci delucidazioni.

PRESIDENTE

Allora, intanto, facciamo questa, nel frattempo che si vede.

La parola all’onorevole Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Premettiamo che la delibera è la numero 357 del 30 luglio e che con questa delibera la Giunta regionale ha approvato il Piano di programmazione per il 2012 riguardo all’autosufficienza regionale per gli emocomponenti e gli emoderivati.

Il Piano individua gli strumenti di governo e tutte le misure che si devono attivare per sostenere un processo che deve raggiungere l’autosufficienza, tra l’altro in un momento particolare in cui, dall’analisi dei dati del biennio 2010-2011, addirittura si è notata una controtendenza rispetto a quello che si era programmato e a quello che doveva essere anche l’indirizzo complessivo che è stato sancito il 16 dicembre 2010 dall’accordo Stato-Regioni, una tendenza negativa che ha visto un incremento per l’acquisto da parte di queste componenti da 4 milioni nelle annualità precedenti ai 10 milioni nel biennio 2010-2011.

Quindi è un’impennata preoccupante, che va soprattutto a contrastare quelli che sono gli indirizzi complessivi dello Stato rispetto all’accordo che ho citato prima e soprattutto rispetto all’indirizzo complessivo dell'Unione europea e della stessa Direttiva a cui ci si dovrebbe conformare entro il 31 dicembre 2014.

Rispetto a questa preoccupante tendenza con l’interrogazione chiediamo di sapere se tutti i centri trasfusionali ospedalieri sono dotati dei separatori cellulari, che sono gli strumenti per l’effettuazione della plasmaferesi e quindi per poter realizzare l’autosufficienza degli emocomponenti e degli emoderivati. In caso contrario, se questo non è stato programmato e non è in corso di attuazione, quali sono le azioni che sono in essere e programmate per arrivare a raggiungere questi obiettivi, quali sono le verifiche effettuate da parte del dipartimento rispetto ai requisiti minimi organizzativi di ogni singolo centro trasfusionale e se sono previsti contributi finanziari a favore dei centri e di quelle unità di raccolta che sono gestite in Calabria, fortunatamente, dalle Onlus e in particolare dalle sezioni regionali delle Avis al fine di poter sostenere questo processo, in assenza del quale, addirittura, certamente arriveremmo a condizioni peggiori rispetto a quelle che abbiamo denunciato nell’interrogazione.

PRESIDENTE

Risponde la Vicepresidente Stasi.

Antonella STASI, Vicepresidente della Giunta regionale

Con un DPGR in Calabria è stato istituito un Comitato regionale sangue. E’ un Comitato che contiene riferimenti sia tecnici sia scientifici sia consultivi, nel senso che ci sono esperti, tecnici, ma ci sono anche rappresentate tutte le maggiori associazioni del settore e sono insediati anche i direttori dei SIT delle cinque province.

Questo gruppo di lavoro prevede un percorso, tra l’altro il gruppo tecnico è composto anche da tecnici accreditati dall’istituto dei servizi sanitari nazionali, e sta facendo una verifica e un percorso in tutte e cinque le Asp regionali. Questo percorso da cronoprogramma si completerà entro dicembre 2013. La norma, soprattutto l’accordo Stato-Regione, prevede che entro il 2014 i centri dovranno possedere tutti i requisiti organizzativi tecnici necessari all’accreditamento.

Da fine dicembre a dicembre dell’anno prossimo questi centri, dunque, in funzione delle indicazioni e delle relazioni del Comitato tecnico, dovranno adeguarsi. Il dipartimento salute e le diverse Asp dovranno programmare, di conseguenza, anche gli acquisti necessari per organizzare questi centri secondo i requisiti tecnici-organizzativi specifici della normativa nazionale.

Quindi è un percorso avviato, si aspetta il completamento e la relazione tecnica finale di questo Comitato.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Prendo atto, ma anche se le Direttive comunitarie e quindi anche l’accordo nella Conferenza Stato-Regioni preveda un termine del 31 dicembre 2014, ciò non deve indurre a prendere questo termine come un termine verso il quale completare un processo che, invece, in Calabria ritengo sia non solo necessario, ma indispensabile per controvertire la tendenza che – come dicevo nella premessa – vede un’impennata dell’acquisto di componenti emoderivati rispetto anche alle annualità precedenti.

Non mi posso, quindi, dichiarare soddisfatto, perché l’arco temporale di un anno, dal 31 dicembre 2012 al 31 dicembre 2013, non credo possa garantire delle condizioni migliori, intanto per la salute pubblica, ma soprattutto per le sangui-casse della Regione Calabria

Quindi riformulo l’appello ad una più stringente attività che possa dotare i centri degli strumenti necessari, non credo che ci vogliano particolari attività per questo, anche per offrire veramente una risposta completa e compiuta. Nella risposta all’interrogazione, poi, la Vicepresidente non ha fatto cenno a quello che riguarda la questione dei centri che vengono gestiti dalle sezioni regionali dell’Avis e delle Onlus. Su questo credo che dovremmo tornare.

Ovviamente, in maniera propositiva, saremo vigili affinché ci sia una tempistica più stringente

Interrogazione a risposta immediata numero 308 del 12 novembre 2012 a firma del consigliere Censore: “Sulle celebrazioni del 4^ centenario della nascita del pittore calabrese Mattia Preti”

PRESIDENTE

La prossima interrogazione – l’ultima, perché i tempi sono già passati – a risposta immediata è la numero 308 del 12 novembre 2012 a firma del consigliere Censore: “Sulle celebrazioni del 4^ centenario della nascita del pittore calabrese Mattia Preti”, di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

con deliberazione della Giunta regionale numero 664 del 5 ottobre 2010 è stato istituito il Comitato tecnico e scientifico per l’elaborazione del programma degli eventi inerenti le celebrazioni del IV centenario della nascita del pittore calabrese Mattia Preti;

alla Presidenza del Comitato in questione è stato designato il Prof. Vittorio Sgarbi;

con successiva deliberazione della Giunta regionale numero 700 del 29 ottobre 2010 detto Comitato è stato integrato con un elenco aggiuntivo di personalità facenti parte del mondo accademico e culturale;

con deliberazione della Giunta regionale numero 463 del 19 ottobre 2012 sono state revocate le precedenti delibere numero 664 del 5 ottobre 2010 e numero 700 del 29 ottobre 2010 e di conseguenza è stato cancellato il Comitato alla cui presidenza era stato designato il Prof. Vittorio Sgarbi;

in conseguenza di detta revoca, con la delibera numero 463 del 19 ottobre 2012 la realizzazione e la promozione del programma degli eventi per le celebrazioni del IV centenario della morte di Mattia Preti sono stati affidati al programma Sensi contemporanei inserito nell’APQ - Promozione e Diffusione dell’Arte Contemporanea e la Valorizzazione di contesti Architettonici e Urbanistici;

il programma Sensi contemporanei è stato demandato alla gestione della realizzazione e della promozione degli eventi in oggetto per come individuato nella deliberazione numero 463 del 19 ottobre 2012 nonché la gestione delle risorse finanziarie già individuate per un importo di euro 720.000,00 -:

quali siano i motivi che hanno consentito di mantenere l’attribuzione della presidenza del Comitato tecnico e scientifico al Prof. Vittorio Sgarbi nonostante le delibere della Giunta regionale che gli attribuivano tale incarico siano state revocate come specificato in premessa;

se non sia poco opportuno coinvolgere attivamente il prof. Vittorio Sgarbi nelle celebrazioni in oggetto dal momento che parrebbe che lo stesso Prof. Sgarbi abbia a proprio carico condanne per truffa aggravata e continuata e falso ai danni dello Stato, così come riportato in molteplici organi di stampa;

se non sia il caso di accelerare il calendario delle attività celebrative alla luce del fatto che l’anniversario della nascita di Mattia Preti cade il 24 febbraio 2013”.

Prego, onorevole Censore.

Bruno CENSORE

Ho seguito con molta attenzione la questione delle celebrazioni del centenario della nascita del pittore calabrese Mattia Preti e, oltre a registrare dei ritardi nelle celebrazioni, ho seguito pedissequamente l’iter procedurale, che data un po’ nel tempo, di qualche anno; difatti, nell’ottobre 2010 è stato istituito il Comitato tecnico-scientifico, poi con successiva delibera il Comitato è stato integrato con un elenco aggiuntivo di personalità del mondo accademico, scientifico; poi, con una successiva delibera, praticamente è stato attribuito il compito di gestire il tutto al programma “Sensi contemporanei”, che è inserito nell’APQ “Promozione e diffusione delle arti contemporanee”.

Nella prima delibera, in quella di ottobre del 2010, veniva nominato quale Presidente del Comitato il professore Vittorio Sgarbi. Poi, recentemente, con una delibera del 19 ottobre 2012, è stato revocato il Comitato, però ho letto in una nota stampa vergata e diffusa dall’assessore Caligiuri che il professore Vittorio Sgarbi sia ancora Presidente del Comitato. Avendo letto su più quotidiani nazionali che il professore Vittorio Sgarbi è una persona che ha delle condanne passate in giudicato, penso che non sia utile per l’immagine della Calabria che la Presidenza di questo Comitato gli sia affidata.

Pertanto, la questione ci inquieta e chiediamo all’assessore Caligiuri se non sia il caso di parlare con chi gestisce il programma “Sensi contemporanei” per rivedere la questione, perché è stato un gioco d’artificio che ha portato, anche se c’è stata la revoca, allo stesso risultato.

PRESIDENTE

Risponde l’assessore Caligiuri.

Mario CALIGIURI, assessore alla cultura e beni culturali

La Regione Calabria assegna una grande importanza alle celebrazioni dei 400 anni dalla nascita di Mattia Preti che hanno quasi combaciato, per una decina di anni, con le celebrazioni relative ai 300 anni dalla morte.

Come ha evidenziato l’onorevole Censore, la Giunta regionale si è mossa per tempo, nominando un Comitato scientifico di alto livello, affidando la Presidenza a Vittorio Sgarbi, che è uno degli esperti d’arte italiani più conosciuti nel mondo. Successivamente, abbiamo anche adottato degli atti in Consiglio regionale relativi al finanziamento di questa importante iniziativa e stiamo lavorando alacremente col Comune di Taverna e con altri soggetti istituzionali anche a livello ministeriale, sia il Ministero della pubblica istruzione sia per quanto riguarda i beni culturali, per poter accendere il faro della cultura mondiale sulla Calabria attraverso questo evento così importante.

Sono già in fase di avanzato allestimento delle mostre, una posso già annunciarla: il 24 di febbraio a Taverna, città natale del pittore, sarà inaugurata una grande mostra; dopodiché nei mesi successivi ci sarà a Malta, con un collegamento con la Repubblica di Malta, e stiamo vedendo di definire altre mostre, probabilmente a Venaria Reale, nella reggia che viene visitata da 10 milioni di visitatori ogni anno e, probabilmente, a Roma e un’altra all’estero. Stiamo valutando se farla in Australia, in Cina o in un Paese o in Spagna. Quindi stiamo lavorando in questa direzione.

Per quanto riguarda il coinvolgimento di “Sensi contemporanei”, questo programma è uno strumento che è stato costituito da diversi ministeri, tra i quali il Ministero dello sviluppo economico e il Ministero dei beni culturali, per promuovere dal punto di vista economico le iniziative d’arte, quindi abbiamo ritenuto di affidarle a questo soggetto così importante a livello nazionale.

La presenza di Vittorio Sgarbi in questo contesto, che anche in base alla delibera viene confermato come componente il Comitato scientifico – compito per il quale non ha percepito nessun euro – secondo noi qualifica questa nuova iniziativa.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Censore.

Bruno CENSORE

Prendo atto che, finalmente, con una mostra, il 24 febbraio partono ufficialmente le celebrazioni del quarto centenario della morte di Mattia Preti. Poi apprendo che ci saranno mostre in Cina, in Australia, in Argentina…

Mario CALIGIURI, assessore alla cultura e beni culturali

Onorevole, ce ne sarà soltanto una.

Bruno CENSORE

Quindi apprendo con piacere che si fanno queste mostre oltre Oceano e prendo atto che partono le celebrazioni.

La questione sulla quale insistevo è se fosse o meno opportuno che un condannato per truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato sia Presidente di un evento così importante gestito dalla Regione. Era una valutazione solo in termini di opportunità, perché io penso che anche una Regione come la nostra debba mandare segnali nei confronti di persone che non hanno rispetto dello Stato, se subiscono condanne con sentenze passate in giudicato.

SoRiCal (Società Risorse Idriche Calabria) – Dibattito

PRESIDENTE

Conclusa l’ultima interrogazione numero 308 e conclusa l’ora dedicata alle interrogazioni a risposta immediata, tutte le altre interrogazioni che mancano saranno rinviate alla prossima seduta di Consiglio regionale.

Possiamo iniziare, pertanto, col secondo punto all’ordine del giorno che riguarda il dibattito sulla Sorical. Darei la parola, pertanto, all’assessore Gentile per la relazione introduttiva sulla Sorical per poi aprire il dibattito, la discussione ed affrontare in seguito anche l’altro punto all’ordine del giorno che riguarda la proposta di legge per la istituzione di una Commissione consiliare di inchiesta. Sono due i punti, il numero due ed il numero tre che sono collegati tra di loro. La parola all’assessore Gentile. Prego i colleghi di prendere posto e di far silenzio per ascoltare la relazione, chi non intenda ascoltarla si accomodi pure fuori senza fare i soliti capannelli perché non si capisce assolutamente nulla.

Giuseppe GENTILE, assessore ai lavori pubblici e infrastrutture

La ringrazio, Presidente, ma ci sarebbe da fare una relazione che è un po’ tecnica e lunga; rischiamo, quindi, di non capirci con molti colleghi. Cercherò di sintetizzarla al massimo, fornendo solamente alcuni dati che ci consentono di avere un quadro esatto di questa situazione che riguarda la Sorical.

 Come tutti sanno Sorical è una società che è nata alcuni anni fa da parte della Regione e che negli anni 1999/2000 – l’onorevole Meduri era Presidente della Giunta regionale – ha fatto la scelta del socio privato. A quel tempo si parlava della cosiddetta famosa legge Galli, però, la Regione ebbe un approccio errato, negativo perché quando iniziò la gara, dopo una serie di vicissitudini e di controversie di ogni tipo all’interno della maggioranza e delle opposizioni, alla fine, questa montagna partorì un topolino. Si fece una gara come per un pubblico appalto qualsiasi. Era invece una gara di servizi che, in quel caso, è partita male ed in modo negativo. Dopo di che, verso la fine della Giunta Chiaravalloti, si approvò la costituzione della società per arrivare ad avvicinarsi, in qualche modo, alla cosiddetta legge Galli: tutto con l’obiettivo di avviare un processo ed un percorso in cui l’esplosione dei costi e l’assoluta inadeguatezza del rapporto con i Comuni serviti comportava difficoltà per la Regione e per i Comuni stessi.

Ricordo, infatti, che i Comuni non potevano pagare e la Regione aveva difficoltà perché riceveva continue diffide da parte della Corte dei conti; in Consiglio regionale arrivammo ad emanare una legge che serviva a consentire ai Comuni di rateizzare questo debito nei confronti della Regione ed, in qualche modo, si tirò e si andò avanti alla meno peggio. Il socio privato doveva essere per la Regione il percorso nuovo, un nuovo know-how, cioè soldi freschi che arrivavano alla Regione per partire, da lì, con una società moderna che certamente poteva far fronte a queste esigenze e richieste di servizi che promanavano dai sindaci, dalla Regione stessa ma anche dai cittadini perché le cose non andavano molto bene. Dice bene il collega Maiolo, che in questa materia conosce bene molte di queste situazioni, che altre cose non sono andate, poi, per il verso giusto. Per cui alla fine ci siamo trovati con la Giunta Scopelliti a gestire una società pachidermica che non fa fronte e che non risponde alle esigenze dei cittadini e dei sindaci, una società che è cresciuta a dismisura sul piano delle negatività. Vi cito solo alcuni fatti per sintetizzare: i debiti dei Comuni ammontano, allo stato, a circa 202 milioni di euro, cioè crediti che Sorical vanta dai Comuni. Questo perché, Presidente? Perché a Sorical non conveniva molto far pressione sui Comuni per farsi pagare ed anzi, addirittura, in alcuni casi - questo risulta a me che sono intervenuto personalmente – alcuni Comuni firmavano le convenzioni per pagare e rateizzare le somme con Sorical e questa, dopo che aveva firmato, inoltrava atti di diffida perché doveva giustificare una vergognosa consulenza di 800 mila euro l’anno con uno studio di Napoli.

Perché in Calabria noi avvocati non ne abbiamo. Ecco, questo è uno dei dati più importanti.

 I debiti di Sorical ammontano intorno a 100 milioni di euro di cui abbiamo potuto accertare 47 solo di energia. Sapete che, infatti, lì ci sono i pozzi e l’energia non è stata mai pagata, per cui abbiamo un debito con l’Enel di 47 milioni di euro: non sono cose di poco conto! E stiamo accertando per gli altri 53 milioni di euro – energia e fornitori – di che natura e quali debiti siano. Lo stiamo accertando in questi giorni. I dipendenti sono 230 e questo, caro Presidente, è un numero veramente sproporzionato e spropositato rispetto al servizio che si garantisce con la Sorical. Sono aumentati a dismisura e questo gregge è cresciuto; capisco anche che ci sia l’esigenza di offrire lavoro e far lavorare la gente e, per questo, dovremmo batterci tutti in questo momento di grande difficoltà, però, prendere gente della quale, per la maggior parte, non sappiamo neanche cosa fa perché nessuno te lo dice… Siamo allora a 230 dipendenti di Sorical più un altro centinaio che dipendono dalle imprese in quanto ci sono, come è consuetudine, le imprese che lavorano con Sorical.

(Interruzione)

Ci sono 230 dipendenti e 100 che derivano dalle imprese che sono quelle che dovrebbero fare la manutenzione negli acquedotti e nei pozzi. La spesa complessiva, caro Presidente, è di 13 milioni di euro all’anno che non è cosa di poco conto in quanto molto sproporzionata ed esagerata. Mi sarebbe piaciuto, Presidente, conoscere, come assessore, gli stipendi ed avere qualche dato su questo ma non sono mai riuscito ad averlo perché sembra sempre che lì ci sia un muro. Ci sono poi debiti verso le banche da parte di Sorical per 154 milioni di euro da distribuire annualmente, ratealmente. Questi sono i fatti essenziali su cui poggia questa fantomatica Sorical che ha un nome così curioso. E questi sono i dati. Le risorse erogate da parte della Regione in questi anni sono state per 147 milioni di euro che erano soldi che dovevano essere versati da parte del socio privato Veolia e da parte del socio pubblico Regione. La Regione ha versato l’80 per cento di queste risorse mentre Veolia non ha mai versato nulla in questi anni. Era lì, non sappiamo a che titolo, come ci stava e che cosa portava alla Regione a fronte di 25 milioni di euro che doveva versare, Presidente, e che, ripeto, non ha versati. I dirigenti di Sorical, cari colleghi del Consiglio regionale, sono quasi tutti venuti da fuori - perché in Calabria non abbiamo dirigenti e grandi professionisti - e sono stati scelti e nominati dal socio privato in quanto era tutto nelle mani dello stesso. Sono stati nominati, pertanto, tre o quattro dirigenti che valgono, caro Presidente, circa 200 mila euro l’anno ciascuno.

(Interruzione)

Anzi, dicono cadauno. E se ne alzano altri 10 con 200 mila euro…

(Interruzione)

Per tre sono quelli accertati, di altri non sappiamo. Di questi sappiamo nomi e cognomi e sono lì, si sono impadroniti di Sorical e fanno i padroni con i soldi della Regione. Per questo, Presidente - lo dico al Consiglio ma ne abbiamo anche parlato tra di noi – credo che questa situazione sia diventata intollerabile, per lo meno per il mio gusto e per la mia cultura. Per cui a queste persone i cui contratti scadono a dicembre qualcuno gli ha detto che, probabilmente, devono rimanere. Lo dico qui in Consiglio, Presidente, devono andare via perché i contratti scadono a dicembre, perché 200 mila euro cadauno sono 600 mila euro ed, intanto, di dirigenti ne abbiamo a iosa in questa regione e ne abbiamo anche di bravi e non abbiamo bisogno di dirigenti che ce li portano da fuori. Veolia ce li lascia qui e dice “io me ne vado, vi lascio i debiti dell’Enel”. Sapete cosa fanno questi dirigenti? Questo è un debito che deve pagare la Regione ed invece è regolarmente sancito che deve pagare Sorical e, quindi, anche Veolia deve dare la propria parte. Ho risposto stasera ad una interrogazione che è quella del collega De Gaetano su Caulonia. Lì siamo dovuti intervenire perché Sorical non aveva fatto il suo dovere di fronte a problemi drammatici, Presidente, che investono la popolazione intera. Abbiamo dovuto avviare una ricerca, escogitare un marchingegno di qualsiasi tipo ed è stato necessario per far fronte ai drammi della gente. E loro stanno lì tranquilli perché non sono in grado di fare queste cose. Da quando, poi, si è insediata la sua Giunta, Presidente, siamo riusciti a dimezzare i costi per la parte che ci riguardava. Abbiamo sciolto il consiglio di amministrazione dove c’era il Presidente che si pagava bene, abbiamo mandato via i presidenti delle Province che si pagavano pure bene – almeno così mi risulta –; si trattava, infatti, di 5 presidenti di Province che erano stati furbescamente coinvolti dall’amministratore delegato di turno per tenere buona la popolazione. Mentre tengo buona la popolazione posso fare quello che devo fare perché il potere ce l’ho io e faccio tutto quello che è necessario fare per gli interessi della mia società che si chiama Veolia, oltre ad una società minore che si trova all’interno. Presidente, abbiamo fatto la nostra parte ed abbiamo sciolto il Consiglio di amministrazione cercando di dimezzare i costi. Non abbiamo fatto nomine politiche per nominare due consulenti, che sono i commissari liquidatori, sui quali dobbiamo discutere perché, così come è la problematica, non vanno nemmeno loro.

E, poi, c’è la tariffa. Ogni tanto leggo sui giornali, anche dai colleghi del partito di Italia dei Valori, “sulla tariffa qualcuno dice menzogne” perché la tariffa dell’acqua, Presidente, è sempre quella che richiama l’ultima delibera del Cipe e della Corte dei conti; per cui devo dire che, da questo punto di vista, siamo in regola perché altrimenti non avremmo consentito a Sorical di aumentare le tariffe ad libitum. Per ultimo, poi, devo parlare del Menta. Ricordo che c’era il Presidente Loiero ed ho visto i reggini che si erano preparati, si lavavano tutti i giorni perché il Menta, in un mese, sarebbe stato realizzato e messo in funzione.

(Interruzione)

Ricordo che in televisione venne fuori questa situazione per la quale, da un lato, mi sono compiaciuto, perché succede questo quando uno vede realizzare queste opere in Calabria in momenti di difficoltà, ma quando sono andato a verificare… Menta: 130 milioni complessivi, di cui 29 milioni a carico di Sorical, che ne ha investiti solo 15, mettendo in forse il completamento dell’opera. Dobbiamo, pertanto, trovare altri fondi per completare l’opera che è quasi finita. Si tratta di 13 milioni di euro per cui l’opera può essere completata, offrendo veramente alla Provincia di Reggio Calabria la possibilità di risolvere un problema in modo definitivo ed irreversibile. Sempre la Giunta Loiero, poi, nel 2007 ha emanato coma maggioranza una legge regionale, la numero 15, dove - su un totale di 11 milioni di euro – ha previsto risorse da trasferire a Sorical per aiutarla ad andare avanti con le anticipazioni. Sorical doveva, però, restituire questi soldi alla Regione per un 1 miliardo e mezzo di euro l’anno fino al 2013. In tutto erano circa 11 milioni di euro ma non abbiamo ancora ricevuto una lira da Sorical, Presidente. La Regione non ha ricevuto niente. Questa Regione era una mucca da mungere per fare tutto quello che era possibile per favorire il privato che non era controllato né si faceva controllare. A parte il fatto che in questa società non mi pare che le situazioni siano state molto chiare in questi anni, tant’è che sono avvenuti, purtroppo, episodi brutti e negativi. Adesso, quindi, cosa facciamo? Dico che bisogna fare di necessità virtù. Intanto, condivido molte preoccupazioni del collega Maiolo, che faccio anche mie, ma non condivido quelle della Commissione di inchiesta. La Commissione di inchiesta servirebbe a far fumo, ad andare sui giornali e servirebbe anche ad una società che intende mettersi in campo per trovare un socio privato, che è la parte privata da mettere a bando; in questo caso ci troveremmo in grande difficoltà perché non credo ci sia in Italia, specialmente in questo momento, qualcuno che possa venire qui con una Commissione di inchiesta aperta. Per cui, per evitare perdite di tempo e altro, questa problematica la metterei per un momento da parte. Facciamo chiarezza con i nostri dirigenti del dipartimento che sono a titolo gratuito e che prendono in mano la situazione. Riferiscono non solo alla Giunta regionale ma, se siete d’accordo, anche alla Commissione, per cui se volete possiamo essere in grado, veramente, di dare una mano perché il problema di Sorical non è un problema di Gentile o di Scopelliti o di altri ma è un problema della regione perché, poi, i guai sono della Calabria e quando si devono pagare i debiti -e sono montagne di debiti- ci va di mezzo la regione. Non credo che la problematica possa essere gestita come è stata gestita fino ad oggi, Presidente. Penso che lì bisogna cambiare veramente registro e, poi, partire da lì con una serie di iniziative. Nell’ambito delle riforme che sta predisponendo la maggioranza, ho preparato una proposta di legge che approveremo in una delle prossime sedute di Giunta regionale, con la quale, per esempio, risolvere il problema degli Ato, in quanto è stato una concausa dei problemi creati con Sorical. Se invece lo risolvessimo e gli Ato diventassero uno, coordinato dalla Regione, ci consentirebbero, anche in questo, di venire incontro ad un lavoro di un certo tipo, ad un lavoro di qualità, perché in passato, purtroppo, gli Ato non si sono realizzati, anzi, si erano realizzati ma sono falliti perché le Province non li hanno messe in cantiere o li hanno utilizzati poco. Tranne uno o due che hanno lavorato in un certo modo, gli Ato non hanno consentito. Con questa riforma che approveremo in Giunta regionale ( la Commissione la valuterà, discuterà ed emenderà), anche con questa proposta riusciremo, probabilmente, a mettere Sorical in condizioni di affrontare il futuro in termini diversi. Voglio, poi, chiarire che non abbiamo mai pensato che qualcuno fa demagogia. Ogni tanto sui giornali molti dicono per apparire: “l’acqua deve rimanere pubblica” ma nessuno ha mai pensato che l’acqua della Calabria possa andare ai privati. L’acqua della Calabria è pubblica, è della Regione per il 53 per cento, e solo per la gestione può mettere a bando pubblico in tutta Italia, a bando europeo una gestione di una società che è la società dell’acqua in Calabria. Credo che, probabilmente, riusciremo in questo modo a venire incontro alle esigenze della gente perché i disservizi di Sorical sono noti a tutti, anzi sono noti solo in parte i disservizi che ci sono. Le difficoltà con i sindaci sono note ma lo sanno i sindaci quali difficoltà hanno. Abbiamo pensato anche lì di costituire una società da mettere a bando che possa consentirci di mettere i sindaci in condizione di essere aiutati a risolvere i problemi con Sorical.

Queste sono le situazioni che mi permetto di far presente al Consiglio regionale, sulla strada che intendiamo percorrere per fare veramente l’interesse della Regione. Devo ringraziare il Presidente Scopelliti, e lo faccio qui, in modo formale, perché il Presidente della Giunta regionale non ha mai avuto ingerenze né si è mai messo in mezzo in questa materia. Ha solo voluto sapere come stavano le cose. Oggi le stiamo chiarendo alla luce del sole, perlomeno davanti a tutti; qualcosa mi sarà pure sfuggito ma credo che i fatti di Sorical stiano nei termini in cui li abbiamo tratteggiati stasera con lacune, in modo chiaro e semplice, in modo che lo possano capire tutti, Presidente. Non può essere solo un problema di socio privato. Credo che il socio privato debba definitivamente abbandonare il campo con i suoi tentacoli all’interno di questa società. Diamoci da fare tutti, accettiamo il contributo di tutti perché questa società possa essere moderna, al passo con i tempi e possa essere veramente motivo di orgoglio per la Regione, per i sindaci e per la Calabria. Grazie.

Presidenza del Vicepresidente Alessandro Nicolò

PRESIDENTE

Dopo la relazione dell’assessore Gentile su Sorical dichiaro aperto il dibattito.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Maiolo. Ne ha facoltà.

Mario MAIOLO

Grazie, Presidente. Devo dire che la relazione dell’assessore Gentile mi crea una contraddizione interna, cioè mi chiedo come mai la nostra richiesta di fare una discussione profonda su Sorical abbia avuto, nei mesi passati, tanta resistenza da non convocare mai la Commissione consiliare e da avere problemi sull’ordine del giorno, quando, invece, la valutazione che noi facciamo, su quel che è necessario fare, è stata superata a sinistra – come si diceva una volta – dalla relazione dell’assessore Gentile.

Dico che quando abbiamo pensato di capire come intervenire in una situazione complessa e complicata, senza nessuna possibilità di strumentalizzazione politica di parte, abbiamo individuato lo strumento della Commissione di inchiesta che il nome, oggettivamente, può far sembrare qualcosa di diverso da quello che è. Il nostro Statuto assegna al Consiglio regionale tale strumento per capire fino in fondo come stanno le cose in un particolare settore, Commissioni che hanno la funzione non di fare fumo e chiacchiere, ma di arrivare ad una proposta se possibile unitaria di maggioranza e di minoranza.

Ma questo è oggetto del terzo punto all’ordine del giorno e lo metto da parte.

Guardate, apprezzo la relazione dell’assessore Gentile per la chiarezza della rappresentazione di una situazione tanto drammatica quanto allarmante e preoccupante, perché le cose che ha detto l’assessore in quest’Aula sono cose di una gravità estrema che vanno ben oltre, forse, la comprensione che avevamo di queste cose, perché, oggettivamente, non pensavo che l’assessore ai lavori pubblici della Regione Calabria che detiene la maggioranza della Sorical, chiedendo documentazioni e informazioni alla Sorical non fosse nelle condizioni di riceverle.

Questa notizia, della quale prego i colleghi consiglieri di prendere atto; rafforza, ovviamente, la necessità che il Consiglio, anche per le cose di natura finanziaria che ha raccontato l’assessore Gentile, sia consapevole della propria responsabilità; quindi c’è la necessità di una assunzione di responsabilità politica-istituzionale forte, perché le cose che ha detto stasera l’assessore Gentile sono di una gravità estrema.

Si parla di non conoscenza delle informazioni puntuali, si parla di prestiti fatti e non onorati, non si parla delle iniziative assunte, perché questi prestiti potessero rientrare nelle casse del Consiglio regionale, ma si parla di tutte le cose che noi abbiamo scritto nella richiesta della Commissione di inchiesta.

Assessore Gentile, una sola cosa mi permetto di osservare sulla sua relazione. Lei ha fatto discendere tutto quello che di negativo c’è ed è sotto gli occhi di tutti quanti e l’ha ripetuto in quest’Aula dalla gara fatta dalla Giunta Meduri.

Mi consento di dire solo una cosa, assessore: il problema della Sorical nasce con la legge numero 10 del 1997. Non dico chi era il Presidente della Giunta e non dico chi erano gli assessori. Legge regionale che recepiva la “36/1994”, è stata approvata in questo Consiglio regionale e il commissario del Governo, in prima istanza, ha detto che questa legge non rispecchiava assolutamente i contenuti della legge nazionale. Perché la previsione della Sorical che rompe il ciclo del sistema idrico integrato, si trattiene solo l’adduzione e scarica sugli Ato e sugli enti locali la gestione delle reti, che sappiamo in che condizioni sono, è un sistema che non poteva mai funzionare in termini economici ed efficienti come scriveva questa legge.

Noi, dagli enti locali, facemmo una forte opposizione a quella legge, ma anche il commissario del Governo superò quella osservazione che era sacrosanta e la legge fu definitivamente approvata perché probabilmente qualcuno aveva un ricorso in corso in quel Consiglio regionale e doveva fare il Presidente della Sorical. Diciamocela tutta.

E’ stato, quindi, messo in piedi un meccanismo che è assolutamente devastante rispetto ad un servizio che solo dagli enti locali accumula 100 milioni di euro di debito pubblico ogni anno. Poi ci domandiamo da dove nascono i 2 mila miliardi. Nascono da queste cose!

Quella legge è la legge che dà un indirizzo talmente errato tanto che poi, oggi lo abbiamo registrato, gli Ato sono falliti. Guardi, assessore Gentile, quando si discuteva della costruzione della tariffa, nella tariffa così come lei giustamente ha chiarito c’è un termine che si chiama “Acquisto di acqua da terzi”, termine che prima non c’era perché ci si immaginava che gli Ato venivano disegnati in modo tale da essere autosufficienti nella gestione delle risorse. Non si immaginava, pertanto, che si dovesse pompare acqua all’esterno degli Ato perché i casi nazionali erano risolti nella legge.

Siamo stati in grado di fare un sistema in cui l’ottimizzazione è fatta da un ambito che deve comprare l’acqua dall’esterno. E’ una cosa che non si sarebbe mai retta dal punto di vista tecnico-gestionale. Quindi c’è un profondo errore nell’indirizzo politico della legge numero 10, assessore Gentile. Noi abbiamo necessità di comprendere quello che è successo, quello che sta succedendo per capire come modificare l’indirizzo che non è solo recepire la legge nazionale, per dire che ci deve essere una autorità d’ambito che governi i processi ed un altro che gestisce. Questo è un aspetto minimale.

Mi auguro che la sua proposta di legge vada ben oltre questo. Qui bisogna riscrivere completamente questo sistema se voi pensate di mantenere in piedi la Sorical in queste condizioni e di fare un sistema nuovo sulla gestione dell’ambito territoriale ottimale, aggraveremmo la situazione in cui ci troviamo oggi.

Ecco perché diciamo: facciamo il punto della situazione, le responsabilità sono storiche ed appartengono alle varie fasi politiche, ma soprattutto che sia ben chiaro, appartengono alla gestione della società Sorical. Se c’è stata una deficienza di controllo attiene agli organi che dovevano controllare la Sorical. Quindi il Consiglio regionale ha il diritto, in questo momento, visto che c’è una dichiarazione dell’assessore delegato che dice “non riusciamo ad avere le carte dalla Sorical”, chiedo al Presidente del Consiglio…

(Interruzione)

Dico che se l’assessore regionale ai lavori pubblici responsabile al ramo, chiede alla sua società di avere i dati del personale, chi nega tali dati all’assessore, quindi alla Regione, debba essere immediatamente rimosso. Non ci sono altri termini: deve essere immediatamente rimosso.

E’ necessaria una responsabilità più collettiva, assessore Gentile, lo dico da minoranza che dovrebbe attendere, in un certo senso, prima la vostra iniziativa di proposta e poi, ovviamente, fare gli emendamenti, cioè le correzioni al percorso.

Penso che questa sia una di quelle materie sulle quali dovremmo cambiare il metodo di approccio a queste questioni.

Come lei ha detto più volte, in quella fase c’è stato un approccio negativo, io l’ho segnalato, sono stati tutti passaggi gestititi in maniera negativa perché sono stati delegati ed assunti da due-tre persone che hanno agito in nome e per conto della Regione, senza che il Consiglio regionale sapesse di queste scelte e di questi passaggi.

La Commissione di inchiesta è lo strumento con il quale il Consiglio regionale con il quale si riappropri della responsabilità di indirizzo, perché chi, assessore, un’altra correzione che purtroppo devo fare, l’accordo con le province non l’ha fatto l’amministratore delegato. I componenti del consiglio di amministrazione sono stati definiti politicamente dal Presidente della Giunta regionale del tempo, che per superare il ricorso degli enti locali – qui c’è una doppia gravità – ha assegnato un posto in consiglio di amministrazione alle province e all’Anci.

Quella presenza aveva ed avrebbe avuto un senso se gli enti locali fossero stati messi nelle condizioni di rispettare la legge, quindi di acquisire quote di quella società e di rimanere nell’indirizzo della società, non nella gestione della società.

Perché se un Presidente di ATO che deve pagare l’acqua alla Sorical è il suo contraente e poi sta nel consiglio di amministrazione e decide il compenso dell’amministratore delegato, ma come pensate che si poteva far decollare gli Ato e la Sorical? Quella è stata una pagina brutta della Calabria e noi dobbiamo avere la forza politica, visto che voi della maggioranza lanciate sempre appelli alla responsabilità, di invertire questa rotta e di fare in modo che ci sia una responsabilità più generale; io c’ero anche nella passata legislatura, quella che ha dato credito alla Sorical anticipando soldi. Un’altra cosa che, oggi, non è stata detta è che la società è in liquidazione, perché tecnicamente il Codice civile ci dice che deve andare in liquidazione.

Allora, in questa fase in cui c’è la liquidazione, dobbiamo capire complessivamente che cosa facciamo. Sta a voi fare la proposta, ma pensando alla gravità e alla straordinarietà che lei ha rappresentato in quest’Aula, che noi conosciamo molto bene e che abbiamo posto in maniera più delicata e tranquilla, perché vogliamo costruire su queste cose importanti un percorso virtuoso.

Ma il percorso virtuoso, assessore Gentile, non si può limitare al fatto che una maggioranza proponga una legge, si presentano gli emendamenti, non si accolgono gli emendamenti come sta avvenendo sempre, la maggioranza va avanti e pensa di coinvolgere la minoranza. No, a questo gioco non ci stiamo più: oggi noi offriamo un percorso che è di responsabilità di tutti quanti ed è un percorso che deve definitivamente sgombrare dal campo, che cosa? Un meccanismo tale che i servizi in Calabria o li gestiamo in maniera efficiente, sapendo che chi gestisce deve avere la possibilità di riscuotere i ruoli e le tariffe, perché se c’è un soggetto gestore che deve andare in banca a farsi i prestiti o chiederli alla Regione per fare gli investimenti e non può offrire la possibilità di riscuotere i ruoli dai soggetti, ma quale piano di investimento può fare? Oggi la Sorical ha deciso, ufficialmente, di non fare più investimenti e quindi che significa mantenere in piedi questa struttura e questa società? La Regione deve prendere atto che l’indirizzo politico dato con la legge numero 10 del 1997 era sbagliato, è fallito. Bisogna cancellare quelle scelte politiche e farne altre completamente nuove.

Per fare questo ritenete di essere autosufficienti sul piano politico e dell’iniziativa politica? Bene, noi abbiamo richiesto da più tempo in prima Commissione di discutere di questo problema e non c’è stato consentito. Ci siamo dovuti battere per avere all’ordine del giorno questo punto, per ascoltare le cose che lei ha detto in maniera più netta di quanto avremmo detto noi.

Allora qui c’è una discrasia: vogliamo realmente affrontare i problemi? Questo è un problema importante. Se c’è la disponibilità siamo pronti ad affrontare questa questione, ma se c’è una assunzione di responsabilità unilaterale della maggioranza rispetto a queste cose, noi come minoranza ribadiamo la nostra proposta che sarà affrontata al terzo punto dell’ordine del giorno. Sicuramente la nostra posizione è assolutamente diversa nei confronti della Sorical e della responsabilità della Regione.

Questo vuole essere un invito a capire che se consentiamo che una società regionale possa spendere 1 milione 200 mila euro per i tre dirigenti come lei ha detto e il consiglio di amministrazione che c’era e che non c’è più, sono esattamente i ratei-mutui che avrebbero dovuto restituire alla Regione.

Quindi, su questo abbiamo la necessità, perché l’abbiamo chiesto più volte, di avere chiarezza su questa situazione, perché una proposta di legge – anche la più illuminata che lei, assessore, può partorire – rispetto ad un quadro di conoscenza che non è adeguato alla iniziativa e alla difficoltà che lei ha rappresentato, penso che non sarebbe una buona scelta.

Chiudo, dicendo che ovviamente tutto questo ha un tempo. Con la nostra proposta, immaginiamo che il tempo sia di 4 mesi, perché se abbiamo una proposta condivisa che si costruisce in un approfondimento vero, i tempi di approvazione di un nuovo indirizzo del sistema più complessivo, questo significa capire l’intervento sulla depurazione e cosa fare con il debito con i comuni, cioè deve essere riscritto complessivamente. Non ci può essere una legge che dice come funzionavano gli Ato e come funziona il nuovo Ato.

Se c’è questa disponibilità e questa responsabilità siamo pronti, se non c’è prendiamo atto delle gravi affermazioni che ha fatto l’assessore Gentile in quest’Aula e che sono affermazioni delle quali è bene che se ne occupi, subito, la politica, affinché dia una risposta che sia politica, appunto.

PRESIDENTE

Grazie, onorevole Maiolo. Ha chiesto di parlare l’onorevole Tripodi. Ne ha facoltà.

Pasquale Maria TRIPODI

Presidente, penso che sulla Sorical, vada fatta una discussione approfondita, non come quella che stiamo facendo, stasera, in quest’Aula, anche perché da questa dipendono le sorti dei comuni calabresi.

Non possiamo come Consiglio regionale dimenticarci che sono sei anni, ormai, che ci trasciniamo la polemica, con i Comuni calabresi, se il dovuto dei Comuni è congruo alla richiesta della Sorical. Parto dai Comuni perché c’è tutta una relazione, un percorso da fare, per quanto riguarda la quantificazione del debito che la Sorical ha creato in Calabria.

Presidente, dopo il mio intervento mi permetterò di consegnare, alla Presidenza, non solo il contenuto dell’intervento, ma anche un riepilogo delle finalità, affinché nessuno possa dire, poi, che non sapeva come stavano le cose.

Premetto che è bene che la politica si impegni su questa soluzione, prima che altri organi che non hanno niente a che fare con la politica, arrivino prima di noi a delle conclusioni, affinché possiamo scongiurare, anche, quelle che sono le considerazioni che nell’immaginario collettivo l’anti-politica sta portando avanti in Calabria, e anche e soprattutto per quanto riguarda la capacità di questa Regione. Parlo del Consiglio regionale, e non faccio differenza tra maggioranza e opposizione, di salvaguardare quello che è lo stato sociale della nostra realtà.

Dico questo perché già nell’accordo che aveva fatto Sorical aveva sottoscritto che la tariffa era omnicomprensiva sia dei lavori ordinari che straordinari e della manutenzione, oggi, Sorical non può dire che i lavori straordinari sono al di fuori della tariffa, anche, perché la tariffa viene determinata, al momento, da quella che è la quantità della erogazione dell’acqua fatta ai singoli comuni assumendosi già a suo tempo, per convenzione, la capacità della società stessa di addivenire a quelle che erano le carenze idriche di manutenzione e rifacimento del rete idrica.

Presidente e assessore, Sorical, però, non si occupa solo di questo, si occupa anche delle grandi opere che a distanza di 7 anni non sono state portate a termine. Già nel 2008, se vi ricordate, Reggio Calabria, con l’ultimazione dei lavori della diga del Menta, doveva avere l’erogazione dell’acqua ma di tutto questo non c’è traccia. C’è traccia solamente di contenziosi e quant’altro tra la Regione Calabria e la Sorical – sicuramente alcuni atti non attengono alla responsabilità di questa amministrazione, ma anche a quelle precedenti – di fatto non è arrivata ad una soluzione che possa consentire a questo Consiglio di far chiarezza, per lo meno, sugli atti e sulle procedure che sono state messe in atto tra i due soggetti che hanno titolo a gestire questo problema, cioè la Regione Calabria e la società Sorical.

Ecco uno dei motivi di quella richiesta che aveva fatto, fra gli altri, anche l’onorevole Maiolo di una Commissione di inchiesta. Non era più, solamente, un fatto conoscitivo ma aveva la specifica prerogativa di mettere in luce quelle che erano le deficienze, le carenze ed anche - a mio avviso – alcune omissioni che sono state fatte nel condurre avanti alcune problematiche inerenti la gestione del sistema idrico calabrese.

Questo perché non è un problema che attiene solo a quella che è la nostra capacità o incapacità di gestire il problema, ma è anche e soprattutto la capacità di dare una certezza per il futuro, eliminando le discrasie del passato, e le grandi opere di questa nostra Calabria in cui – e l’assessore Gentile lo sa bene perché è attento su queste cose – i contenziosi che attengono alla diga dell’Esaro, al Menta e a quant’altro sono di tale importanza che vi è la necessità, secondo me, che se ne occupi e che dia sostegno il Consiglio regionale e non dividerci fra chi è maggioranza e chi è opposizione su un problema che riguarda la comunità calabrese, perché riguarda, appunto, la comunità calabrese.

Quindi è l’unione di intenti la strada che avevamo indicato per far chiarezza su queste cose, anche perché nel recente passato alcune dimissioni vanno ricercate in quest’ottica. E nella fattispecie mi riferisco alle dimissioni del direttore generale dell’assessorato ai lavori pubblici, al dottore Isola, che a suo tempo si era dimesso con una motivazione specifica e ben precisa.

Non possiamo far finta di non saper niente o di dire “io non sapevo”, perché queste cose sono parte di un passato che come politica calabrese ci appartiene e a cui abbiamo il dovere di dare delle risposte e di fare un approfondimento che va al di là della mera condizione di facciata nell’affrontare il problema.

Dobbiamo entrare proprio nello specifico di quelli che sono stati gli atti per capire quali sono le correzioni da apportare per il futuro, anche perché ritengo che abbiamo il dovere di dare una condizione di vivibilità al problema idrico in Calabria, fermo restando che sia il “Corriere della Sera” sia “il Manifesto” dichiarano che è una sentenza storica e la politica si deve adeguare ad una non privatizzazione anche del sistema acqua in questo Paese. Loro si riferivano al Sistema Italia ma riguarda anche il sistema calabrese.

Di questo stiamo parlando. Con una discrasia - e faccio un esempio banale – fra quanto richiesto dalla Sorical e quando dovuto dai comuni: 100 milioni di euro. Ma vogliamo accertare se, effettivamente, questa enorme somma che c’è come differenza fra la richiesta e quello che debbono dare i comuni risulta verità o meno? Quale metro di giudizio abbiamo noi se non approfondiamo questi temi con una chiamatela Commissione di inchiesta, o commissione di approfondimento - chiamatela come volete – abbiamo il dovere di verificare lo stato dei fatti.

Perché, poi, alcuni danni sono stati provocati da una burocrazia che è stata disattenzionata dal controllo politico degli anni precedenti e mi sto riferendo agli anni precedenti per sgombrare il campo da equivoci.

Dobbiamo, quindi, capire cosa fare e in quale direzione andare, perché è difficile credere che dal 2005 al 2009, per un totale di finanziamenti disponibili di 127 milioni di euro, se ne siano spesi solamente 95; è difficile credere, ancora, sempre dal 2005 fino al 2009, che siano stati spesi 60 milioni di euro 0,16, 599 centesimi – sono preciso perché abbiamo approfondito questo problema – per un sistema che, alla fine, non ha dato nemmeno la rendicontazione di queste somme.

Allora di che cosa parliamo, di che cosa stiamo parlando? O, perlomeno, ognuno si assuma le responsabilità di come si deve affrontare questo problema, anche perché la Regione Calabria rischia di avere un danno – qua ci sono tutti i dati e i dati non sono parole, non sono impressioni che può dire Pasquale Tripodi o un altro consigliere regionale, i dati sono dati e i numeri sono numeri – di 385 milioni di euro e, se questo è, grava e graverà sulle spalle dei cittadini calabresi, vessati peraltro da un periodo contingente di cui noi abbiamo la responsabilità, facciamo in modo che le famiglie calabresi non si sobbarchino altre spese che possiamo sicuramente evitare.

Voglio chiudere, invitando il Consiglio regionale e la maggioranza ad assumersi la responsabilità, insieme all’opposizione, di verificare questi dati, di andare nella direzione di essere pignoli nell’accertare quella che è stata una procedura corretta o non corretta di assegnazione di somme, finanziamenti e soprattutto nel verificare i lavori per come sono stati fatti e adeguati fino a questo momento. A prescindere da questo, Presidente, e onde evitare che nell’esposizione ci sia confusione, consegno alla Presidenza non solo l’intervento che ho illustrato, ma anche e soprattutto le conclusioni, sperando che questo Consiglio regionale si assuma finalmente la responsabilità di fare chiarezza in casa propria.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Dattolo. Ne ha facoltà.

Alfonso DATTOLO

Ritengo che la questione Sorical, così come rappresentata nella relazione dell’assessore Gentile, debba essere trattata alla stregua delle altre priorità che questa maggioranza sta cercando di portare avanti in tema di riforme.

Penso sia difficile spiegare che dovunque l’acqua è una risorsa, un bene fondamentale, mentre in Calabria è un problema serio che investe non soltanto l’assetto della Sorical, ma soprattutto coinvolge i comuni in una drammatica situazione debitoria. Non so quanti Comuni con il problema delle risorse idriche, potrebbero mantenere inalterati i loro equilibri di bilancio e non avere poste di passività che potrebbero portare alcuni di essi al dissesto finanziario.

Ho una preoccupazione - conosco la sensibilità dell’assessore Gentile -, chiaramente, diventa prioritario fare una nuova gara con un nuovo socio perché è necessaria un’iniezione di liquidità, e, soprattutto, risolvere le problematiche legate al debito nei confronti di Enel e di Acea. Sono dati drammatici che non consentono alla Sorical di porsi competitivamente sul mercato, in quanto è costretta ad acquistare l’energia elettrica ad un costo maggiorato di un terzo rispetto alle tariffe di mercato. Pensiamo che dall’acqua si potrebbe ricavare l’energia elettrica necessaria : è su questo che dobbiamo insistere , - assessore, io l’ho detto in tempi non sospetti.

(Interruzione)

Giuseppe GENTILE, assessore ai lavori pubblici e infrastrutture

Abbiamo già deliberato e stiamo approvando la convenzione con il Ministero dell’ambiente

Alfonso DATTOLO

Non ho dubbi, abbiamo avuto modo di confrontarci su questo, dai saldi di alcuni di questi impianti si può ricavare l’energia elettrica necessaria ad eliminare una delle voci più costose dell’esercizio gestionale della Sorical.

Ritengo, assessore Gentile e componenti della Giunta regionale, che dobbiamo sfruttare le nostre risorse, non possiamo pagare l’energia elettrica a costi così elevati avendo la capacità di produrre sia quella necessaria al funzionamento degli impianti, sia, addirittura, l’esubero da mettere sul mercato. E’ su queste basi che ritengo che un socio privato debba guardare con attenzione. Poi, bisogna cercare di fare un piano con i Comuni calabresi, non possiamo insistere in una situazione drammatica che vede la maggior parte dei Comuni calabresi, anche quelli più importanti, in una fase economica disastrosa dove – l’ha detto anche l’assessore Gentile – il costo del servizio idrico ha raggiunto poste di bilancio veramente esorbitanti.

E’ chiaro che sarà necessaria una rivisitazione degli assetti sui quali puntare – ritengo, caro assessore Gentile –, sarà una riforma epocale nella gestione e nell’ottimizzazione delle risorse calabresi. Una volta tanto possiamo dare un segnale forte e non dobbiamo assolutamente chiedere niente a nessuno, possiamo rendere le nostre risorse libere di funzionare e di erogare servizi ai Comuni e ai calabresi.

PRESIDENTE

Non ci sono più iscritti a parlare.

(Interruzione)

Aveva chiesto di concludere il Presidente Scopelliti, che non è in Aula.

(Interruzione)

Riprendiamo i lavori con le conclusioni del Presidente Scopelliti.

Giuseppe SCOPELLITI, Presidente della Giunta regionale

Presidente, chiedo scusa, ma ero con l’assessore Mancini e l’assessore Trematerra ad ascoltare una delegazione dei lavoratori di San Giovanni in Fiore, gli stavamo spiegando una serie di problematiche.

Credo che il tema della Sorical sia uno dei temi delicati che noi, come amministrazione, abbiamo affrontato. Francamente speravamo – almeno io ho sperato – che ci fosse, al di là dell’intervento del collega Maiolo, qualche altro intervento dei rappresentanti della minoranza per comprendere quale sia stata la filosofia seguita dall’amministrazione precedente rispetto a un tema così importante e così delicato. Qual era l’idea, qual era la strategia, qual era la visione che l’amministrazione precedente aveva riguardo la vicenda Sorical? Il problema vero della Calabria è che tutti quelli che hanno amministrato hanno pensato di salire su un taxi e di farsi accompagnare a destinazione! Alcuni ci sono arrivati, altri si sono fermati all’inizio, altri avevano le ruote sgonfie, il problema di fondo è che mai nessuno si è preoccupato di come intervenire su tutti questi comparti che noi stiamo attenzionando.

Fa piacere trovare i colleghi consiglieri disponibili a parlare di enti sub-regionali, di riforme, ovviamente senza pregiudiziali e senza paletti, perché se c’è qualcuno che mette i paletti – consentitemelo – è la maggioranza, non certamente la minoranza. Abbiamo i numeri e, fino a quando li abbiamo, governiamo, se serve, dando anche segnali molto chiari, perché non ci sono contropartite. Però sul tema della Sorical siamo arrivati dopo un’esperienza di quasi due anni, poco più poco meno.

Gli enti sub-regionali sono carrozzoni dove si mette qualcuno, a volte i trombati della politica, a volte gente che ha esperienza, a volte gente di qualità, a volte manager che hanno cultura manageriale e si avvia una stagione in cui si mette in campo tutto ciò che può servire a creare consenso.

La Sorical non è cosa diversa dagli altri carrozzoni, se pensate – come ha detto l’assessore Gentile – che nasce intorno al 2003-2004 e che dal 2005 arriva al 2010 con 260 dipendenti. In due anni non abbiamo avuto, nemmeno attraverso procedure di evidenza pubblica, la possibilità di bandire un posto, perché erano già stati letteralmente fagocitati tutti, erano già stati messi sul mercato – come ha detto l’assessore Gentile – con numeri esagerati. Una struttura come la Sorical che ha 260-270 dipendenti è la dimostrazione di come si ingolfano le strutture, di come si rallenta la procedura e l’iter delle attività di un ente che dovrebbe produrre risultati e che, invece, non l’ha fatto.

Non ci aspettiamo un plauso da nessuno, figuriamoci! Qui tutti siamo bravi a parlare! Parliamo di ciò che ha fatto la Sorical e di ciò che avrebbe dovuto fare in Calabria, ad esempio: negli investimenti sul patrimonio acquedottistico, rispetto agli obblighi contrattuali 2005-2009, la Sorical avrebbe dovuto mettere in campo 95 milioni di euro, ne ha messi soltanto 62. Nell’anno 2005 ha messo 4 milioni rispetto a 12, nell’anno 2006: 8 milioni rispetto a 12, nell’anno 2007: 7 milioni rispetto a 20, nell’anno 2008: 15 milioni rispetto a 24, nell’anno 2009 – forse perché ci si avvicinava a delle tornate elettorali – ha messo poco di più rispetto al previsto, 25 su 24, fornendo un dato di 62 milioni di euro rispetto a 95.

Chi in tutti questi anni ha contestato alla Sorical di aver fatto meno investimenti rispetto al contratto assunto con la Regione? Quando il collega Maiolo dice – è stato l’unico che ha avuto il coraggio di intervenire, anche perché è da parecchio che fa questo tipo di battaglie –: “facciamo la Commissione d’inchiesta o d’indagine” – dipende da come la si vuole definire –, gli ricordo che nel 2007-2008 ci fu un consigliere di maggioranza che chiese la Commissione - c’erano Chiappetta e Sergio Abramo. Ricordo – ero molto lontano da quest’Aula – che era una delle battaglie portate avanti da Sergio Abramo che ripeteva sempre: “la Sorical, la Sorical, la Sorical”, perché, nella sua visione di manager di azienda, vedeva questa realtà come uno dei tanti carrozzoni di questa Regione. Non dico questo cercando di rilevare responsabilità di uno o dell’altro, ho detto che è il trend della Regione. Il problema è che bisogna porre fine a questa stagione. Noi, nostro malgrado, stiamo cercando di farlo, anche se non ci viene riconosciuto – a parlare sono bravi tutti, i Presidenti di questa regione hanno sempre dato, non so se mai Loiero ha detto “no, qui tagliamo” o “no, qui diamo”. Non ricordo, Loiero, Chiaravalloti, Nisticò e quanti altri Presidenti mi hanno preceduto. Pino Gentile li ha conosciuti quasi tutti, ogni tanto mi fa elogi e questo mi fa ben sperare, perché se li fa lui che li ha visti tutti, mi fa capire che forse possiamo aspirare a qualcosa…

Il problema è che nessuno ha detto basta. Così come sulla Sorical, è successo su Ferrovie della Calabria, siamo dovuti arrivare noi - Orsomarso prima e Fedele dopo - a dire: “adesso basta!”. Siamo arrivati noi a dire: “adesso basta” sul turismo - anche lo stesso collega Maiolo si è voluto sincerare delle procedure e delle responsabilità e il dipartimento è stato disponibile a fornire tutti gli elementi. Avremmo potuto fare anche un secondo round, ma abbiamo preferito evitare, perché non serviva a nessuno.

Tutte queste vicende ci spingono, al di là di ogni considerazione, a pensare che ieri c’era la possibilità, era il tempo in cui ognuno poteva fare e disfare, e che adesso, con senso di responsabilità – per questo ho fatto questo discorso e questi passaggi –, dobbiamo comprendere che è cambiato il mondo, sono cambiate le stagioni e bisogna invertire la tendenza se vogliamo sopravvivere, non come politica – tanto corriamo il rischio di non avere scampo –, ma come società, come comunità calabrese. Abbiamo cercato di mettere in campo una chiave di lettura diversa, ma variopinta, sul tema delle riforme. È uno sforzo che abbiamo fatto perché siamo fortemente convinti che bisogna attuare questa stagione in tempi ristrettissimi, altrimenti i signori di San Giovanni in Fiore che hanno manifestato qui oggi - e che ieri manifestavano con voi, prima ancora con Chiaravalloti ed ancora prima con Nisticò e così via -, li ritroveremo qui sempre.

Dovremo, invece, riuscire a - è il nostro obiettivo che stiamo cercando di conseguire, non nostro politicamente, nostro come comunità calabrese, il senso delle parole è proprio questo - trovare il modo di avere un bilancio puntuale nelle voci di spesa, perché se non ci sarà copertura, non potremo garantire a nessuno la possibilità di avere uno stipendio a fine mese. Oggi in Calabria non ci sono le condizioni - anche i colleghi intervenuti sul Dpefr hanno fatto un po’ di polemica politica, dicendo: “Qui non c’è nessuna prospettiva” -, un bilancio come il nostro che non è stato in grado in questi decenni di garantire gli stipendi alle tante persone che lavorano a vario titolo all’interno degli enti, non può essere un bilancio che può pensare di creare un momento di rinascita. Il compito della classe dirigente è di garantire, oggi, la vivibilità e soprattutto la governabilità – questo è un altro fattore importante – dei territori e cercare di creare il vero sviluppo utilizzando i fondi comunitari, il Piano per il Sud e i fondi Cipe. Questo nessuno lo può contestare.

Potreste dire: “avete sbagliato strada, avete sbagliato indirizzo”, ma non che non abbiamo un’idea strategica di sviluppo di questa nostra regione. Rispetto a 3 mila progetti sui fondi Fas, ne abbiamo programmati forse 200, 100 – adesso non so quanti –, cioè il 5 per cento, perché è meglio fare grandi progetti che opere ed interventi minuscoli, perché quelli non fanno comprendere qual sia la strada e la strategia che mette in campo un gruppo dirigente.

Il caso Sorical è sintomatico, è simbolico. Ricordo che ero sindaco e l’allora presidente, Loiero, venne a Reggio Calabria per inaugurare l’acquedotto collegato alla diga del Menta - non so se si è mai ricreduto su questa vicenda, non ha inaugurato nulla, purtroppo, gli hanno detto che era pronto ed è venuto ad inaugurarlo -, noi ci domandavamo “cosa stiamo inaugurando?”, poi ho scoperto che servivano - qua c’è un giornalista autorevole che consultai qualche mese fa - ancora 13 milioni– non so se il collega Loiero sa che ancora mancano 13 milioni. Eppure erano state erogare le risorse dalla Regione per completare parzialmente l’acquedotto - quasi tutto. Sorical che ha fatto? Li ha spesi diversamente. Questa è la verità.

Ho fatto un esempio calzante, è una cosa che ho vissuto sulla mia pelle per tanti anni e, quindi, posso esserne testimone. La Regione aveva messo a disposizione risorse per una copertura non totale, ma comunque sufficiente a dare un’accelerazione ai lavori, sarebbero bastati poi 3 milioni di euro, invece tutti questi soldi sono stati dirottati per fare altro. Sorical doveva mettere la quota parte per fare gli interventi e non l’ha messa. Chi è che controllava? La Regione.

Alcune cose le abbiamo capite quando è arrivato Sergio Abramo ha messo mano ad una serie di situazioni che ci hanno spinto a fare un’ipotesi in conferenza stampa ed abbiamo detto: “adesso basta! Siamo arrivati alla soluzione della chiusura del rapporto con il socio privato”. Sergio Abramo, in questo anno e mezzo in cui è stato Presidente, si è cimentato su questo e ci ha detto “guardate che da qui non se ne esce, su questo tema ci sono problemi non indifferenti”.

Quindi abbiamo avuto modo di capire e di scoprire – non che ci volesse poi tanto, lo stesso assessore Gentile lo ha detto poc’anzi –, ci siamo serviti di uno studio di avvocati di Napoli che ci costa 800 mila euro l’anno perché qui non ci sono professionisti in gamba, abbiamo bisogno di dirigenti che vengono da fuori, ben pagati. Tutti parlano di costi della politica, giustamente, ma dimenticano che le responsabilità che noi abbiamo sono decisamente superiori ad ogni altro responsabile che prende 200 mila euro. Non ci sono paragoni. Dobbiamo mettere fine a questo tipo di esperienza. Ecco perché, se ci deve essere un ordine del giorno indirizzato alla Giunta, dovrebbe chiedere di completare questa procedura e salutare i dirigenti che hanno dato e hanno e ricevuto da questa Regione ed iniziare a fare un Piano.

Io credo che rispetto alla ipotesi di una Commissione che consenta di fare una verifica, sia più importante in questo momento non mortificare il lavoro dei commissari, che – come ha detto l’assessore Gentile coraggiosamente qualche settimana fa – non è facile, perché è vero che i commissari liquidatori sono dei professionisti, ma se non hai accesso alle carte, se non hai la possibilità di penetrare, di incidere profondamente, non è facile raddrizzare la baracca in poche settimane.

Facendo oggi l’ipotesi di una Commissione d’indagine sembrerebbe quasi che si voglia rinnegare il lavoro che ha fatto la Regione, delegittimare i due commissari, uno nominato dall’ente Regione, uno dal socio privato. Sembra quasi che si voglia dire: “adesso veniamo a controllare voi”. No, questo avremmo potuto farlo nell’ipotesi in cui la Regione non si fosse trovata nelle condizioni di commissariare l’ente, cioè di mandare in liquidazione la società,automaticamente in una condizione di blocco totale attraverso la definizione dell’assetto precedente, ma nel momento in cui mettiamo dei commissari liquidatori, vuol dire che vogliamo liquidare la società e che vogliamo che qualcuno ci dia, puntualmente, elementi per comprendere cosa sia successo in nove anni all’interno di quella struttura.

Non è questo il momento di fare commissioni, invece è il momento di chiedere l’accelerazione di una testimonianza reale, concreta– e qui è anche la saggezza dell’assessore – , evitando di dire che il Consiglio regionale interviene, anche strategicamente, perché vuole studiare e capire attraverso una Commissione cosa succede.

Se ci trovassimo a dover fare un bando da qui a breve, saremmo nelle condizioni di dover dire: “sapete, arriva un socio privato - perché arriverà qualcuno -, ma hanno fatto una Commissione d’inchiesta, una Commissione d’indagine, chissà che c’è là sotto!”. Questo non deporrebbe bene. Credo che sia giusto, oggi, soprassedere su questa ipotesi e lasciare lavorare tranquillamente i commissari liquidatori, nella speranza che ci portino dei risultati. Certo è che, se il 31 dicembre scade il rapporto con il personale dirigente esterno e riusciamo a mettere personale interno in grado di sopperire a questo tipo di carenza, avremo una comunicazione interna che ci trasferisce nozioni ed elementi, ed avremo una visione diversa rispetto a chi, come un commissario liquidatore, si deve muovere in questa fase.

Quindi, completiamo questo iter, questo passaggio, concordiamolo anche. Per carità, non abbiamo nessuno. La differenza tra noi ed altri è che altri arrivavano già con gli accordi fatti e hanno venduto la Regione oggi a Veolia, ieri a tante altri grandi multinazionali. Noi non abbiamo impegni con nessuno, grazie a Dio, l’unica cosa che vogliamo è che questa società che dovrà nascere sia in grado di rispondere alle esigenze e ai bisogni dei cittadini, sia in grado di fornire risposte: dall’acquedotto del Menta a tutti gli altri interventi importanti che bisognerà fare. Questo per noi è prioritario rispetto ad ogni altra cosa.

Chiaramente, diventa fondamentale riuscire, anche in questa circostanza, ad attivare tutte le procedure necessarie per dare un’accelerazione, appena avremo gli elementi necessari per procedere , e dare una risposta in termini chiari, perché le stagioni commissariali o dei liquidatori sono sempre stagioni che in Calabria corrono il rischio di diventare stabili, permanenti. Non voglio dire nulla in particolare adesso, ma mi sembra che l’Afor e l’Arssa siano un esempio lampante, dopo cinque anni sono ancora società in liquidazione.

Questo è il problema, avere il coraggio di assumersi le responsabilità e fare le scelte. Noi, oggi, indipendentemente dall’input del collega Maiolo che ha sollecitato questo dibattito, abbiamo fortemente voluto questo incontro, questo dibattito, perché è importante dare un segnale che c’è l’attenzione della Regione su questo comparto così delicato e strategico, che abbiamo messo le mani anche su questo. Capisco che nessuno rischia sul piano personale e noi rischiamo perché siamo in Calabria. Questo lo voglio dire, perché dove stiamo mettendo le mani non andiamo a dare soldi, andiamo a toglierli dalla sanità a tutti gli altri comparti.

Vorremmo– il rischio lo corriamo sempre noi – che ci fosse la più ampia condivisione, perché questa ci consente di dare un’accelerazione e soprattutto, secondo me, indipendentemente dalle parti – questo sul piano prettamente politico – di comprendere che la politica calabrese, nel momento in cui ci sono delle difficoltà serie da superare e da affrontare, fa quadrato e trova il modo e lo strumento per dibattere e trovare le soluzioni. Differentemente non avremo alcuna difficoltà a procedere da soli, a fare questo tipo di scelte e, ovviamente, ad assumerci le responsabilità, come abbiamo fatto adesso, fino in fondo.

PRESIDENTE

Grazie, presidente Scopelliti. Il dibattito sul punto 2 dell’ordine del giorno, iniziato con la relazione dell’assessore Gentile, si conclude con l’intervento del governatore Scopelliti. Non ho nessun documento al tavolo della Presidenza.

Proposta di legge numero 316/9^ di iniziativa dei consiglieri Maiolo, Principe, Scalzo, Franchino, Sulla, Guccione, Amato, Battaglia, De Gaetano, Censore, Talarico D., Giordano, De Masi, recante: “Istituzione di una Commissione consiliare d'inchiesta sul sistema idrico integrato in Calabria e sull'attività della SoRiCal (Società Risorse Idriche Calabria)” (richiesta onorevole Maiolo ex articolo 67)

PRESIDENTE

Passiamo al punto 3 all’ordine del giorno riguardante la proposta di legge numero 316/9^ di iniziativa dei consiglieri Maiolo, Principe, Scalzo, Franchino, Sulla, Guccione, Amato, Battaglia, De Gaetano, Censore, Talarico D., Giordano, De Masi, recante: “Istituzione di una Commissione consiliare d'inchiesta sul sistema idrico integrato in Calabria e sull'attività della SoRiCal (Società Risorse Idriche Calabria), che l’onorevole Maiolo ha chiesto venga posta all’ordine del giorno ai sensi dell’articolo 67 del Regolamento.

La parola all’onorevole Maiolo.

Mario MAIOLO

Poiché la proposta di legge in discussione è strettamente correlata al primo punto all’ordine del giorno che era il dibattito, mi pare che si potesse anche risolvere in una comunicazione da parte dell’assessore ai lavori pubblici, perché il dibattito è stato anche condizionato dal fatto che la maggioranza – quindi, l’assessore ai lavori pubblici prima, ma soprattutto il Presidente della Giunta regionale, poi, – ha inteso questa fase non soltanto come informativa, ma immediatamente ha fatto capire, anche rispetto alla proposta avanzata, che si continuerà così, secondo l’impostazione della maggioranza e l’attenzione che la maggioranza vuole riservare a questa questione.

Presidente, questo ce lo deve consentire, noi avevamo assunto uno spirito totalmente diverso nel dibattito e nell’approccio per affrontare un problema che – abbiamo detto, con chiarezza, – attraversa un periodo di tempo abbastanza lungo per coinvolgere politicamente responsabilità, ruoli, omissioni presunte o meno e quant’altro, e non siamo andati – l’assessore Gentile ha ascoltato tutti gli interventi – a particolarizzare le varie fasi politiche.

Lei, Presidente Scopelliti, ancora una volta dimostra di voler alzare gli steccati, di voler caricare responsabilità sulla precedente legislatura, sulla precedente gestione e mi dispiace che lei continui su questa strada, ma fra l’altro, caro Presidente, è una strada che tutta Italia conosce, perché qui nessuno ha interessi con nessuno; c’è solamente chi sa che tutta Italia conosce perfettamente che in Calabria il sistema idrico integrato sarebbe fallito, non c’era – e non c’è ­– la ­speranza di creare un sistema efficiente, perché è profondamente sbagliata l’impalcatura filosofica, culturale e politica della legge regionale numero 10 del 1997, che – caro Presidente – è stata approvata dal Consiglio regionale, di cui lei era il Presidente. Si informi dal Comitato di vigilanza delle risorse idriche italiane come fu vista quella legge dal primo momento, ossia come l’unica legge regionale d’Italia che era fuori dall’indirizzo nazionale ed io le ho detto – lei non ha ascoltato – che quella legge fu timidamente osservata dal governo e furono superate quelle difficoltà soltanto perché, probabilmente, qualcuno in quella Giunta regionale rischiava di non essere più consigliere regionale e doveva fare il Presidente della Sorical.

Bene, noi non abbiamo impostato la questione in questo modo. Non l’abbiamo impostata nemmeno nel dire come sono stati nominati i consigli di amministrazione della Sorical, che sono frutto di un’impostazione data dal centro-destra, con quelle presenze istituzionali che lei, Presidente, non ha messo in discussione perché, quando è venuto il suo turno, anche lei ha fatto le sue nomine, non rispettando nemmeno gli impegni istituzionali con l’Anci e con le Province. Noi non l’avevamo impostata in questo modo, ma eravamo qui a dire che c’è un articolo dello Statuto regionale che prevede l’istituzione della Commissione d’inchiesta – la chiama così lo Statuto, non è che noi vogliamo fare i poliziotti – che è lo strumento che il Consiglio regionale si è dato per poter approfondire una questione, una problematica ed arrivare a che cosa? Non ad intralciare il lavoro dei commissari liquidatori, che è un compito previsto dal Codice Civile, che non gli è stato dato dalla politica ma dal contesto amministrativo di una S.p.A. che, secondo il Codice Civile e secondo quanto dicono i revisori, ad un certo punto prevede la messa in liquidazione della società.

Non c’è una responsabilità politica, c’è un atto formale dovuto.

Questa Commissione, allora non è che va ad occupare il posto dei commissari liquidatori, ma serve al Consiglio regionale per capire bene e fino in fondo come stanno le cose e poter arrivare a fare una proposta, perché la Commissione d’inchiesta termina i lavori in un tempo stabilito e fissato con una proposta che può essere, Presidente Scopelliti, unitaria oppure di maggioranza o di minoranza. Questo è lo strumento che noi proponiamo per assumere le nostre responsabilità assieme a chi oggi governa, per affrontare un problema delicato di questa regione. Noi la proponiamo così e ribadiamo la proposta di istituire questa Commissione, con il solo obiettivo di arrivare ad una proposta di legge condivisa di svolta reale nell’impostazione di questo sistema.

Se la maggioranza ritiene di dover andare avanti immaginando che, forse, i tecnici che individuerà adesso daranno all’assessore ai lavori pubblici le carte, che fino ad adesso non riesce ad avere, se questo è il punto di svolta che la maggioranza intende dare a questa questione, lo si faccia, ma la minoranza non può assumere una responsabilità politica in un momento in cui il Consiglio regionale, per le cose che ha ascoltato dall’assessore Gentile, dovrebbe assumere un’iniziativa totalmente diversa. Noi, però, ribadiamo la necessità, l’opportunità che il Consiglio regionale si doti di questa Commissione, per cui rappresentiamo e rassegniamo all’Aula questa proposta per la valutazione.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Chiappetta. Ne ha facoltà.

Gianpaolo CHIAPPETTA

Avrei potuto anche fare a meno di intervenire, perché di Sorical – lo ha ricordato il Presidente Scopelliti ed anche l’assessore Gentile nella sua non sintetica, ma esaustiva relazione – se ne parla da tanto tempo, però credo che sia necessario fare qualche riflessione – lo dico all’Aula ed anche a beneficio degli operatori dell’informazione – perché, colleghi, anche oggi, in occasione di altre argomentazioni poste all’esame e all’attenzione dei capigruppo in sede di Conferenza, si è ritenuto di evidenziare alcune criticità che, a giudizio della minoranza, da parte della maggioranza sono state oggetto anche di discussione in sede di Conferenza dei capigruppo; nel senso che si è parlato della necessità, fra l’altro recepita dal Presidente del Consiglio, di un dibattito su alcune argomentazioni importanti e si è ribadita anche la necessità di parlare nuovamente di temi importanti, quali la sanità ed altre emergenze e criticità in Calabria.

Ho chiesto di intervenire soprattutto perché, – ripeto – avendo ascoltato la relazione dell’assessore Gentile, e l’intervento conclusivo del presidente Scopelliti, che mi pareva avesse tracciato in maniera inequivocabile, a nostro parere, collega Maiolo, le argomentazioni – e lo dico, come lei sa, senza intento polemico, perché, fra l’altro, ho grande considerazione e stima della sua persona – pensavo che non si dovesse alimentare una ulteriore polemica su quello che si sarebbe dovuto fare e che, invece, secondo i colleghi della minoranza, non si fa questa sera in Aula.

Quando si è trattato in Consiglio regionale – credo due sedute fa – ancora una volta il problema di Sorical, ho usato un eufemismo ed ho detto che mi sembrava strano – ed anche questa sera uso, sempre in termini eufemistici, la stessa espressione strana, perché credo che sia un atteggiamento poco comprensibile o strano – che, oggi, l’attuale minoranza che, cinque anni fa, era maggioranza, chieda un qualcosa che avrebbe potuto fare e non ha fatto. Oggi, si ostina ripetutamente a chiedere l’istituzione della Commissione d’inchiesta, considerando che sono assolutamente mutate le condizioni che, a suo tempo, pur essendo stata la richiesta presentata da esponenti di maggioranza, avevano, a mio parere, opportunamente, suggerito di soprassedere. E così su Sorical non si fece nulla.

Fra l’altro, credo che, sicuramente, i colleghi della maggioranza, ma anche quelli della minoranza, sanno che io, da sempre, ho abiurato alla logica del politichese, perché credo che ci sia anche da parte di tutti i colleghi, di tutta l’Aula – almeno così penso ed auspico – una sorta di considerazione nei miei confronti e anche nei confronti delle cose che dico.

Da un po’ di tempo a questa parte, ancora più rispetto a quello che accadeva in passato, credo sia assolutamente necessario parlare il linguaggio della chiarezza, mettere al bando strumentalità, mettere da parte la demagogia ed atteggiamenti – vedete, colleghi, lo dico anche facendo una sorta di mea culpa collettivo – che hanno allontanato la gente dalla politica e dalle istituzioni, così come è accaduto anche in occasione delle ultime consultazioni elettorali regionali siciliane.

Dico questo perché, credo che il presidente Scopelliti – lo dico non perché sia il Presidente della Regione Calabria in rappresentanza di questa maggioranza –, quando, utilizzando, a mio parere, un linguaggio assolutamente corretto ed opportuno, ha evidenziato la storia di Sorical, abbia tracciato con correttezza comportamentale anche quello che, a nostro parere, deve essere fatto adesso per cercare di mettere mano ad una risorsa importante, qual è l’acqua in Calabria, anche allorquando ha fatto riferimento ad amministratori, a Presidenti che, provenienti dalla politica passiva, nel senso dalla politica attiva, che – credo – abbiano anche utilizzato ruoli inopportuni ed impropri, per cercare di fare delle iniziative che hanno portato dove hanno portato.

Naturalmente non posso non condividere quello che ha detto il collega Dattolo, il capogruppo dell’Udc, allorquando ha detto che vi è l’assoluta ed inderogabile necessità da parte di tutti, da parte di tutte le forze politiche responsabili, di creare le condizioni di quella che definisco la vivibilità economica, finanziaria e sociale che è assolutamente necessaria in Calabria.

Ecco perché ho ritenuto di prendere la parola, sulla base di queste considerazioni espresse anche dal collega della minoranza, per evidenziare non solo la correttezza comportamentale di questa maggioranza, ma la inderogabile necessità che si possa addivenire ad un percorso, rispetto al quale il sottoscritto ha detto in Conferenza dei capigruppo – e mi piace ribadirlo anche qui – che noi chiediamo la collaborazione delle forze politiche responsabili, finalizzata ad un percorso virtuoso che, attraverso una rivisitazione e riconsiderazione delle riforme necessarie in Calabria, possa disegnare una Calabria diversa; rispetto a questo, credo che sarà bene accetto, se indirizzato nel solco tracciato, l’apporto delle forze di minoranza che deve essere, però, un apporto responsabile, fuori dalle logiche stereotipate, strumentali e che servono a poco, se non vengono finalizzate a costruire percorsi virtuosi.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Loiero. Ne ha facoltà.

Agazio LOIERO

Intervengo per dire la mia su questo testo ma anche per rispondere a quanto sostenuto dal Presidente Scopelliti; senza polemiche, perché sono convinto che il passaggio di questa stagione politica sia molto grave, la regione ed i calabresi sono inseriti in questo ciclone della grande crisi planetaria, che ha una sua specificità. Non credo, quindi, che siano le polemiche ad offrire un contributo positivo a questa regione. Il fatto che spesso siamo abituati – lo dico direttamente, come si è rivolto direttamente a me il Presidente Scopelliti, mi rivolgo direttamente a lui – è anche una questione –credo – di temperamento politico, perché purtroppo quando si arriva a governare, quando si governa, il governo è sempre chiamato a fare delle scelte, che non sono facili, sono difficilissime e lo diventano ancora di più in Calabria. Voglio dire che, quando si tratta di unire ciò che, magari, la propaganda, gli slogan, la campagna elettorale avevano diviso, diventa, poi, complicatissimo e sappiamo che ogni problema di questo rappresenta un problema di non facile soluzione, perché spesso la scelta diventa complicatissima.

Voglio dire, allora, su questo tema che il Presidente, parlandone, ha ricordato, fra l’altro, che non è stata deliberata dalla Giunta regionale precedente; l’abbiamo trovata in quella maniera, l’ha fatta, l’ha costruita la maggioranza di centro-destra nel 2003-2004, hanno blindato uno Statuto assolutamente, totalmente a favore del socio privato e questo non ha permesso che potessimo includerci al fine di mutarlo. Ha fatto anche un riferimento sugli assunti: personalmente, non ho assunto nessuno alla Sorical e sfido il Presidente a trovarne uno segnalato da me, perché davo un valore sommo a quella Sorical, perché non dimentico che alcuni di quelli che nella passata legislatura se ne erano occupati fossero persone di grandissima qualità tecnica, perché ricordo le circostanze come sono avvenute. D’altra parte, quanto fosse complicato il rapporto con la Sorical non ce lo deve dire Abramo, che – è vero – l’ha sempre criticata, finendo per farne il Presidente, ma la dimostrazione l’ha fornita lei, Presidente, quando ha ricordato il discorso del Menta. E’ vero, erano state finalizzate tutte le somme, ero venuto in pompa magna qui, alla fine di un lungo percorso di grandissimi pungoli di persuasione su quello che si poteva fare, perché non si poteva fare altro. Poi, Presidente, trattandosi di una diga che insiste sulla sua città, che lei ama tanto, ha visto che non ha avuto neanche lei i poteri per mettere alla stanga questi qua. Perché? Perché è blindato tutto lo Statuto, così come l’abbiamo immaginato, così come è stato immaginato -non voglio dire da voi- dalla maggioranza di quella legislatura, che non era la nostra. Oggi si parla, naturalmente, del socio privato, ma chi volete che in Italia venga qui, con tutti questi debiti, a subentrare come socio privato!? E’ un problema. D’altra parte, c’è anche il problema dei Comuni, Presidente, e questo è un ostacolo e, come lo è stato per noi, lo sarà anche per lei, perché laddove c’è la Regione, con la crisi che attraversano i Comuni, è chiaro che i Comuni finiscono per non pagare. Questo è un altro elemento drammatico.

Di conseguenza, i problemi non sono di così semplice soluzione perché i Comuni non pagano. Sappiamo che i Comuni sono tutti all’insolvenza, all’insolvenza ci siamo arrivati anche noi come Regione. Per cui, chiudendo, voglio dire che credo veramente ad un’ipotesi in cui alcuni problemi, data la crisi che attraversiamo, andrebbero affrontati in un’Assemblea aperta, dove tutti possono portare un contributo positivo alle tante soluzioni, perché anche l’idea – lo voglio dire qua – di accorpare, dare una razionalità migliore a tutti gli enti sub-regionali, beh, è un’encomiabile iniziativa, ma come si fa? Si può venire qui, magari, a farla a colpi di maggioranza in questo momento politico?! Allora facciamolo insieme ma senza fare la critica pregiudiziale al passato perché, Presidente, ha ereditato una regione che, con tutti i problemi che aveva, alcuni risultati li ha raggiunti e anche a buon livello. Se veramente c’è la condizione per aprirsi ad un dibattito davvero proficuo per tutti i calabresi, questo è il momento giusto. Fra tre-quattro mesi può essere che non ci sia più la condizione per molte ragioni, perché più ci si avvia alla campagna elettorale, più si è divisi.

Oggi, in Conferenza dei capigruppo, il presidente Chiappetta ricordava che a palazzo Alemanni avevo invitato i capigruppo della minoranza su questi temi, sui rifiuti, su altri temi, e, poi, sono venuti per due o tre volte; poi, ci sarebbe stata la campagna elettorale e non ci sono venuti più, perché volevano fare la critica ma questo è sacrosanto, voler promuovere una critica alla Regione su cui trovare anche un po’ di consenso. Oggi ci sono le condizioni e contribuendo davvero ad offrire – chi può – un contributo, non di un’altra intelligenza, ma di una normale esperienza, perché fare quel lavoro che sta facendo lei, io solo posso capire quanto è difficile, ma se continuate così: ogni volta comincia a prendere la parola ed a intraprendere questi percorsi erratici! Trattiamo dei temi e restiamo nel tema specifico. Ricordo, nel ginnasio di molti anni fa, quando un alunno scriveva un tema, gli davano una traccia e andava fuori tema, la mia insegnante d’italiano riteneva quell’errore molto più grave dell’errore ortografico, perché andare fuori tema è uno degli errori più gravi. Restiamo nei temi. Siamo pronti, l’abbiamo detto oggi in Conferenza dei capigruppo, per dare un contributo, non alla maggioranza, ma alla regione di cui siamo figli.

PRESIDENTE

Passiamo all’esame dell’articolato. Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ respinto)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ respinto)

Pongo in votazione l’articolo 3.

(E’ respinto)

Pongo in votazione l’articolo 4.

(E’ respinto)

Pongo in votazione l’articolo 5.

(E’ respinto)

Pongo in votazione l’articolo 6.

(E’ respinto)

Pongo in votazione la proposta di legge nel suo complesso.

(Il Consiglio non approva)

Sull’ordine dei lavori

Giuseppe CAPUTO

Presidente, prima di passare al prossimo dibattito posso chiederle di richiamare l’ordine del giorno che ho presentato?

PRESIDENTE

Prego, ne ha facoltà.

Mario MAIOLO

Presidente, ha completato il voto della proposta di legge?

PRESIDENTE

L’onorevole Caputo ha proposto un ordine del giorno.

Giuseppe CAPUTO

Sì, riguarda quella immane tragedia, successa sabato pomeriggio nella città di Rossano, che ha colpito la comunità rumena con la morte di sei lavoratori. Voglio sottolineare, però, un altro punto: oltre alla manifestazione di dolore e solidarietà, che abbiamo già espresso all’inizio della seduta, va presa, Presidente, un’iniziativa forte nei confronti delle Ferrovie dello Stato, perché non è possibile che, a distanza di 50-60 anni, ancora ci siano decine di passaggi a livello, dati in custodia ai privati, lungo tutta la dorsale della Strada Statale SS 106 ionica. Credo che bisogna convocare i dirigenti responsabili immediatamente, quantomeno nel più breve tempo possibile, di concerto con l’assessore ai trasporti, – non so se l’amministratore delegato ha le responsabilità calabresi – per far sì che si possa discutere di questa situazione, perché sono passaggi a livello che vanno messi certamente in sicurezza o, addirittura, vanno chiusi, dato non è la prima volta che accadono tragedie di questa portata. Credo allora che sia importante, anche perché notiamo una grande disattenzione da parte delle Ferrovie della Calabria.

Per quello che mi riguarda, nella mia città abbiamo realizzato due sottopassi, che abbiamo pagato a caro prezzo, senza vedere neanche una partecipazione minima delle Ferrovie dello Stato. Ritengo, quindi, che sia arrivato il tempo di confrontarci a muso duro con le Ferrovie dello Stato; ecco perché il richiamo a che il Presidente, convocando un Tavolo, qui, in Calabria, su Ferrovie dello Stato, voglia stabilire con l’assessore ai trasporti, per poter discutere e capire se c’è un Piano di interventi che le Ferrovie dello Stato intendono porre all’attenzione, perché abbiamo il dovere, non la facoltà, di richiederlo a gran voce, perché non possiamo più avallare queste grandi disattenzioni che considerano la Calabria quasi come staccata dal resto dell’Italia. Tutta la tratta ionica, caro assessore Fedele, è considerata ormai un binario morto, non esiste più, per trovare un treno che parta e vada verso il Nord. Oltretutto, esistono ancora delle discrasie, delle anomalie, che nel 2012 non sono assolutamente giustificabili ed accettabili. Per cui richiedo a gran voce che ci si possa attivare al più presto e, per quanto riguarda l’immane tragedia che è successa, -visto che nel nostro territorio, cioè nel territorio della città di Rossano, è accaduto quello che è accaduto, e ce ne sono altri nel nostro territorio di questo tipo di passaggi, dati in gestione ai privati- quando si convoca il Tavolo da parte della Regione Calabria, di concerto con le Ferrovie dello Stato, che venga invitato anche il sindaco della città di Rossano.

PRESIDENTE

L’onorevole Caputo ha chiesto l’inserimento all’ordine del giorno – che, peraltro, ha pure illustrato – che pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

(Interruzione)

E’ stato inserito, poi, lo approviamo successivamente.

“Ferrovie della Calabria” – Dibattito

PRESIDENTE

Passiamo al prossimo punto: dibattito su “Ferrovie della Calabria”. Sull’argomento in specie, ha chiesto di intervenire l’assessore Fedele per la relazione.

(Interruzione)

L’aveva già esposta. Chi si iscrive al dibattito al quarto punto all’ordine del giorno? Non interessa a nessuno intervenire al dibattito, peraltro, previsto?

(Interruzione)

L’assessore, la volta scorsa, ha illustrato la relazione ed è stato concordato con tutti i capigruppo di differire il dibattito alla seduta odierna. Oggi, quindi, dovrebbe tenersi il dibattito, ma se nessuno vuole intervenire…

(Interruzione dell’assessore Fedele)

La relazione dell’onorevole Fedele è stata esaustiva.

Esame abbinato:

proposta di legge numero 95/9^ di iniziativa del consigliere Nucera, recante: “Caratterizzazione etica degli Enti e delle Imprese. Adeguamento degli Enti e delle Imprese in regime di convenzione con la Regione Calabria al D. Lgs n. 231/2001”

proposta di legge numero 337/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Adeguamento ai modelli di organizzazione e di gestione ai sensi dell'articolo 6 del decreto legislativo 8 giugno 2001 n. 231 concernente 'Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, a norma dell'articolo 11 della legge 29 settembre 2000, n. 300'”

E' in discussione un testo unificato: Adeguamento ai modelli di organizzazione e di gestione ai sensi dell'articolo 6 del Decreto legislativo 8 giugno 2001 numero 231 concernente “Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, a norma dell'articolo 11 della legge 29 settembre 2000, n. 300

PRESIDENTE

Passiamo al prossimo punto all’ordine del giorno: proposte di leggi unificate, numero 95/9^, di iniziativa del consigliere Nucera, recante: “Caratterizzazione etica degli Enti e delle Imprese. Adeguamento degli Enti e delle Imprese in regime di convenzione con la Regione Calabria al D.Lgs numero 231/2001” e numero 337/9^, di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Adeguamento ai modelli di organizzazione e di gestione ai sensi dell'articolo 6 del decreto legislativo 8 giugno 2001 numero 231, concernente 'Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, a norma dell'articolo 11 della legge 29 settembre 2000, numero 300'”. Il relatore, onorevole Caputo, ha facoltà di intervenire.

Giuseppe CAPUTO, relatore

Si tratta di recepire il decreto legislativo numero 231 del 2001 attraverso una proposta di legge che era stata fatta dalla Giunta regionale e, nello stesso tempo, c’era un’altra proposta di legge del collega Nucera, per cui abbiamo ritenuto opportuno redigere un testo abbinato che sottoponiamo all’attenzione del Consiglio regionale per l’approvazione. Siamo una delle pochissime Regioni a recepire quello che dice il decreto legislativo numero 231 ed è stato introdotto, per la prima volta, nel nostro ordinamento la responsabilità penale delle persone giuridiche, società, ente, associazioni, fondazioni, in relazione alla commissione di reati in ambito lavorativo. La responsabilità penale diviene, pertanto, non più solo personale, riferita alla persona fisica, ma anche collettiva, con la previsione di sanzioni tese ad inibirne l’attività imprenditoriale. Il decreto legislativo numero 231 introduce modelli di organizzazione, gestione e controllo degli enti al fine di prevenire il verificarsi di reati, nonché garantire la sicurezza e l’incolumità dei lavoratori. In pratica, si tratta di misure tese a garantire il rispetto della legge, eliminando situazioni di rischio nello svolgimento delle attività, onde evitare di incorrere in reati quali la truffa, la bancarotta fraudolenta, la frode fiscale e l’apparato irregolare. Tali disposizioni non si applicano allo Stato, alle Regioni, alle Province ed ai Comuni, né a tutti gli altri enti pubblici non economici. Si applicano, invece, a tutti gli enti pubblici economici dipendenti o di diretta emanazione della Regione.

Alla luce di quanto sopra, la Giunta regionale ritiene di dover adottare un’apposita normativa mediante l’approvazione di questo testo abbinato che obbliga gli enti pubblici economici dipendenti dalla Regione o convenzionati con la stessa ad uniformare l’attività lavorativa a quanto sancito negli articoli 6 e 7. I modelli organizzativi previsti dal Decreto legislativo numero 231, in linea di massima, sono i seguenti: individuare le attività, nel cui ambito possono essere commessi reati; prevedere specifici controlli tesi a prevenire i reati. Entro il termine di sei mesi – ed è questa la prospettiva a cui tendere immediatamente – dall’entrata in vigore della presente proposta di legge, gli enti obbligati confermano lo svolgimento della propria attività ai principi di legalità e trasparenza e si impegnano ad eliminare preventivamente eventuali situazioni di rischio. In caso contrario, sarà sospesa l’erogazione di contributi, trasferimenti, risorse erogati a qualsiasi titolo dalla Regione fino all’effettiva adozione dei modelli normativi. Credo che sia estremamente chiara la finalità di andare ancora più avanti nell’adozione di una trasparenza che deve obbligare tutti quanti gli enti che ricevono risorse dalla Regione Calabria.

PRESIDENTE

Nessuno chiede di parlare sulla relazione, passiamo, pertanto, all’esame dell’articolato.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 3.

(E’ approvato)

Pongo in votazione la proposta di legge nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Proposta di legge numero 265/9^ di iniziativa del consigliere Chiappetta, recante: “Interventi in materia di sostegno e innovazione delle attività professionali

PRESIDENTE

Il prossimo punto all’ordine del giorno reca la proposta di legge numero 265/9^ di iniziativa del consigliere Chiappetta: “Interventi in materia di sostegno e innovazione delle attività professionali”. Relaziona l’onorevole Salerno.

Nazzareno SALERNO, relatore

Questa proposta di legge, di iniziativa del collega Chiappetta, prevede, in pratica, che la Regione si doti di strumenti normativi al fine di sostenere giovani professionisti, quindi, per l’esercizio dell’attività professionale. Questa è una proposta di legge importantissima – è stata approvata all’unanimità in terza Commissione – che, in pratica, in un momento particolare che sta attraversando, non solo la nostra regione, ma anche il nostro Paese, di grave crisi economica, prevede una serie di interventi proprio per sostenere ed incentivare i giovani che si affacciano alla professione: in pratica, prevede dei prestiti per quanto riguarda gli iscritti agli ordini professionali e, comunque, per coloro che sono di età inferiore ai 35 anni. Prevede anche dei prestiti per quanto riguarda coloro che non hanno un’anzianità superiore ai cinque anni che sono iscritti agli ordini professionali. Prevede anche degli incentivi per quanto riguarda gli ordini professionali che vogliono ovviamente migliorare la loro organizzazione, quindi, innovare i propri servizi. Con questa proposta di legge viene istituito un fondo di rotazione che, attraverso Fincalabra, garantirà queste operazioni ed è previsto un finanziamento di euro 100 mila per l’esercizio finanziario 2012.

PRESIDENTE

E’ aperto il dibattito. Ha chiesto di parlare l’onorevole Tripodi. Ne ha facoltà.

Pasquale Maria TRIPODI

Intendo solamente fare un’annotazione, onorevole Salerno, sulla norma finanziaria: le nuove disposizioni a livello centrale, quindi, del Governo, impongono che le Regioni in genere, compresa la Calabria, per qualsiasi proposta di legge, per i tre anni successivi all’emanazione, prevedano una copertura certa. Nella norma finanziaria leggo – è scritto – che per quest’anno si fa riferimento ad un Upb, per gli anni successivi alla disponibilità nel bilancio corrente della Regione Calabria, cosa che non è certa. Poiché andremo sicuramente incontro ad una impugnativa da parte del Governo centrale, tanto più che il Presidente Imbalzano, nella seconda Commissione, un paio di giorni fa, ha sospeso l’approvazione di una proposta di legge proprio perché mancava la copertura finanziaria per i due anni successivi alla propria emanazione, direi che sarebbe opportuno rivedere e togliere “si farà riferimento”. “Si fa riferimento a”, anche perché bisogna tenere conto che, visto l’articolato, con 100 mila euro, se eroghiamo 3 mila o 7 mila euro come incentivo ai giovani professionisti, possiamo dare risposta al massimo a 150-200 professionisti in questa nostra regione, cosa meritoria, però di poco conto rispetto alle esigenze che abbiamo. E’ presente l’assessore al bilancio, per cui chiedo se possiamo mettere una norma certa di finanziamento, almeno per i due anni successivi, per come esprime e indica la nuova normativa in materia di bilancio.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Chiappetta. Ne ha facoltà.

Gianpaolo CHIAPPETTA

Sarei intervenuto comunque, nonostante la relazione esaustiva del collega Salerno, relatore di questo provvedimento, per esprimere apprezzamento anche rispetto all’approvazione, che spero da qui a breve possa avvenire in Aula, dopo quella all’unanimità di tutte le forze politiche presenti all’interno della Commissione; credo che non si possa non esprimere apprezzamento e compiacimento - lo faccio anche e soprattutto per essere stato io firmatario di questa proposta di legge - laddove un Consiglio regionale, nel caso in specie il nostro, legifera su argomenti di stringente attualità e, fra l’altro, di una importanza, a mio parere, rilevante, considerando che va ad incidere in un segmento importante qual è quello dei giovani professionisti, privilegiando anche e soprattutto gli ordini professionali di appartenenza per categoria.

Prendendo a riferimento l’intervento del collega Tripodi che ha evidenziato una sorta di anomalia, una sorta di disfunzione rispetto anche alla normativa nazionale, rilevo che lo stesso nell’intervento finale si è dato la risposta all’interrogativo posto nella fase iniziale dell’intervento.

Collega, quando lei dice che la dotazione finanziaria è minima negli importi, parliamo di solo 100 mila euro, e che serve esclusivamente per assicurare sostegno finanziario a poche attività che vengono intraprese a seguito anche di questa normativa, di questa legge, dice il vero! D’altra parte uno dei motivi per i quali è stata licenziata da tanto tempo in Commissione e poi non ha avuto la possibilità di approdare in Aula è perché mancava di copertura finanziaria.

Come lei sa e come sappiamo tutti, siamo costretti a convivere con una sorta di indisponibilità finanziaria anche rispetto a quelle che sono le nuove disposizioni legislative. Ma l’indefinizione della norma finanziaria per gli anni a venire non dipende da una non certezza della norma stessa, collega Tripodi, dipende, anche e soprattutto, da una sollecitazione ulteriore, che non faccio soltanto io da consigliere regionale, ma credo che debba fare tutta l’Aula al collega assessore Mancini, assessore al bilancio, per tutto ciò che dovrà essere necessario, rispetto anche ad una più corposa dotazione finanziaria, che dia la possibilità di aderire, rispetto a quelle che sono le sollecitazioni che possono avvenire - ed io ne sono certo - a seguito anche della operatività consequenziale di questa legge.

Ecco perché la tranquillizzerei, onorevole Tripodi, rispetto anche a quello che potrà accadere nel futuro, perché non v’è dubbio che, anche attraverso questi strumenti legislativi, un’Assise legislativa qual è quella regionale può dare delle risposte concrete.

PRESIDENTE

Nessun altro chiede di intervenire, pertanto si passa all’esame dell’articolato.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 3.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 4.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 5.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 6.

(E’ approvato)

Pongo in votazione la legge nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Proposta di legge numero 110/9^ di iniziativa del consigliere Chiappetta, recante: “Istituzione di eco musei in Calabria

PRESIDENTE

Il prossimo punto all’ordine del giorno reca la proposta di legge numero 110/9^ di iniziativa del consigliere Chiappetta: “Istituzione di eco musei in Calabria”.

Relaziona l’onorevole Salerno che ha facoltà di intervenire.

Nazzareno SALERNO, relatore

Questa proposta di legge, sempre di iniziativa del collega onorevole Chiappetta, in pratica prevede l’istituzione di ecomusei in Calabria ed è finalizzata alla valorizzazione del territorio e delle tradizioni culturali e storiche, offrendo la possibilità di valorizzare, testimoniare e accompagnare la memoria storica, la vita locale, la cultura materiale e immateriale del paesaggio, le relazioni fra ambiente naturale ed ambiente antropizzato, le tradizioni, la ricostruzione e la trasformazione degli ambienti di lavoro e delle comunità locali.

In pratica, con questa proposta di legge, la Giunta regionale procederà al riconoscimento ed all’istituzione degli ecomusei, per coloro che faranno richiesta, e sono previste, ovviamente, associazioni e fondazioni culturali ed ambientaliste, nonché dipartimenti di facoltà. E’ prevista anche l’istituzione di un gruppo di lavoro, per quanto riguarda gli ecomusei, che è composto da un esperto in archeologia, un esperto in antropologia storica e culturale, un esperto informatico, un esperto di turismo e un esperto di business plan, cui seguirà anche un Regolamento che approverà la Giunta regionale entro 90 giorni dall’approvazione di questa legge.

Anche qui la norma finanziaria prevede uno stanziamento di 50 mila euro che sono pochini per questo tipo di legge, però, considerato che anche questa proposta di legge è stata licenziata cinque mesi fa in Commissione, l’importante è partire e mettere un primo tassello ed avviare questo percorso, prevedendo, naturalmente, per gli esercizi successivi maggiori risorse.

PRESIDENTE

E’ aperta la discussione generale. Ha chiesto di parlare l’onorevole Tripodi. Ne ha facoltà.

Pasquale Maria TRIPODI

Voglio fare alcune considerazioni, facendo una precisazione: sull’impianto della legge nel suo complesso sono d’accordo, condivido le finalità, però alcune cose riportate all’interno della legge mi lasciano perplesso. Lo voglio dire a scanso di equivoci, così quest’Aula ha l’occasione di chiarire alcuni orientamenti e impostazioni che vogliamo dare.

A parte il fatto che - l’ha evidenziato pure il relatore e mi trova perfettamente d’accordo - 50 mila euro sono poca cosa, ma all’interno della legge noi diciamo che il gruppo di esperti – chiamiamoli esperti di ecomuseo – viene eletto in base alla legge regionale del 1995, numero 39. Voi sicuramente la ricordate meglio di me, io l’ho letta: la legge non prevede, perlomeno nelle sue finalità, alcun emolumento, perché non è riportato e la prima carenza che si evince è il modo in cui verrà remunerato questo gruppo di lavoro, se sarà pagato a gettoni, se presteranno la loro opera in modo gratuito, se il riconoscimento economico sarà previsto all’interno dei 50 mila euro o no, anche perché la nomina, secondo la legge che voi indicate, dovrà essere fatta dal Consiglio regionale. Il Consiglio regionale, secondo la legge citata, deve istituire un proprio bando, una propria graduatoria a cui attingere per fare queste nomine. Nella legge non è riportato questo, anche perché non parla di emolumenti, parla solamente di norme e di procedure per cui vengono nominati.

Ora, siccome per legge – permettetemi il termine – ogni spesa all’interno della legge deve essere quantificata, precisando quanto prende il componente, quanto prende il Presidente, le modalità per come e quale capitolo vengono soddisfatte le esigenze economiche, è evidente che tutto questo in questa proposta manchi; sono d’accordo sull’interpretazione che dà il relatore, l’onorevole Salerno, ma c’è un’altra disfunzione che – questa volta mi rivolgo all’assessore alla cultura – riguarda il riferimento al Fondo unico per la cultura come finanziamento per gli ecomusei negli anni successivi.

Il Fondo unico per la cultura prevede uno stanziamento complessivo di 2 milioni e mezzo a cui vanno sottratte le risorse previste per realizzare quanto prescritto all’articolo 3 e nel comma 3 dell’articolo 4, che prevede la partecipazione alla Fiera del libro di Torino e alla Fiera del libro per i ragazzi di Bologna. Le risorse rimanenti sono già state impegnate, assessore, perché lei ha fatto un Piano con il Fondo della cultura e ha impegnato questi fondi.

Stasera, assessore, lei deve dichiarare che una parte di quei fondi che ha impegnato con il Piano della cultura sono liberi e disponibili e che, di conseguenza, noi andremo a finanziare anche per gli anni successivi la legge sugli ecomusei per i quali – ho dichiarato prima e lo voglio ribadire – sono d’accordo perché ne condivido l’importanza e le finalità; però dobbiamo dare certezza, perlomeno, a chi ne usufruisce, perché poi rischiamo di generare speranze e aspettative, cosa che non giova a nessuno, né a voi né al Consiglio regionale.

Su questo, quindi, vi pregherei di fare un attimo di chiarezza affinché si possa approvare con tranquillità una norma, sicuri e sereni anche del suo futuro.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’assessore Caligiuri. Ne ha facoltà.

Mario CALIGIURI, assessore alla cultura e beni culturali

Con questa proposta di legge dell’onorevole Chiappetta, la Regione Calabria colma un vuoto; gli ecomusei sono una felice sintesi di cultura e natura, per cui c’è un intreccio virtuoso tra i beni culturali e i beni ambientali.

Com’è noto, la Regione Calabria ha finanziato la rete dei musei con 6 milioni e 100 mila euro, mettendo in rete 18 musei che sono tra i più importanti della nostra regione, ovviamente non ci sono quelli statali che sono a parte, e giova ricordare che la nostra regione ha anche un grande patrimonio ambientale: tre parchi nazionali, il Parco dell’Aspromonte, del Pollino e della Sila, il Parco regionale delle Serre, aree protette, abbiamo la seconda superficie boscata d’Italia, 800 chilometri di costa. Ci sono realtà locali e sono stati realizzati, su iniziative comunali, ecomusei, per esempio a Sellia, un Comune in provincia di Catanzaro di 600 abitanti, dove c’è una funivia, un museo del fumetto, una chiesa del 1600, miniere del sale.

Quindi, come si vede, nella nostra regione ci sono tante storie da raccontare e gli ecomusei hanno rappresentato, onorevole Chiappetta, un grande momento di visibilità, di forza, di traino per queste realtà locali. Sono delle occasioni significative che confermano come, nella nostra regione, ci siano le concrete possibilità per produrre un modello di sviluppo economico basato sulla cultura.

Per quanto attiene l’osservazione dell’onorevole Tripodi, che ringrazio per averla formulata, come lei sa ogni legge va accompagnata da una scheda finanziaria e la scheda finanziaria prodotta, allegata al disegno di legge, presenta la necessaria copertura. Ovviamente, questo non può valere per gli anni a venire; negli anni a venire il Consiglio regionale cercherà di tenere conto della possibilità di sviluppo di questa legge e, compatibilmente con le norme di bilancio, rifornirà di un adeguato finanziamento.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Tripodi, ne ha facoltà.

Pasquale Maria TRIPODI

Assessore, apprezzo il suo intervento ed anche la sua capacità di prospettare la cosa in modo tale che ci possa evitare per il futuro problemi, ma, dato che credo a questa legge, alle finalità ed anche agli effetti che può produrre sul nostro territorio, le voglio leggere testualmente cosa dice la norma finanziaria, anche perché se lei prende un impegno stasera dovrà mantenerlo.

 (Interruzione)

No, assessore, mi perdoni. La legge dice testualmente: “Per gli anni successivi, alla copertura degli oneri previsti dalla presente legge si provvede nei limiti consentiti dall’effettiva disponibilità delle risorse autonome stanziate sull’Upb” – eccetera, eccetera – “dello stato di previsione, secondo le modalità e per gli importi stabiliti nel programma annuale di cui all’articolo 4”.

L’articolo 4, comma 2, della legge regionale numero 19 del 2009 riguarda il fondo di rotazione della cultura. Allora su questo due sono le cose, assessore, per fare chiarezza all’Aula: o lei prende l’impegno stasera di rimodulare il programma che lei ha fatto ed allora siamo d’accordo altrimenti, se non lo rimodula, i soldi non ci saranno in ogni caso.

Mario CALIGIURI, assessore alla cultura e beni culturali

Ovviamente, con l’approvazione da parte del Consiglio regionale, il Piano sarà adeguatamente modificato, ma dopo l’approvazione da parte dell’Aula.

PRESIDENTE

Nessun altro chiede di intervenire, pertanto si passa all’esame dell’articolato.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 3.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 4.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 5.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 6.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 7.

(E’ approvato)

Pongo in votazione la legge nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 195/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Presa d'atto del nuovo testo del POR Calabria FESR 2007/2013”

PRESIDENTE

Il prossimo punto all’ordine del giorno riguarda la proposta di provvedimento amministrativo numero 195/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Presa d'atto del nuovo testo del POR Calabria FESR 2007/2013”.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Parente. Ne ha facoltà.

Claudio PARENTE, relatore

Il deliberato della Giunta apporta alcune modifiche al programma approvato da questo Consiglio, il tutto al fine di recepire le indicazioni del Piano di Azione e Coesione per il miglioramento dei servizi collettivi al Sud, concordato con il Governo, per le indicazioni fornite dai servizi della Commissione Europea di concentrare su un unico Asse le risorse attraverso le quali si intendono realizzare i grandi progetti delle metropolitane di Catanzaro e Cosenza.

Sono state, poi, apportate alcune modifiche sugli Assi dei programmi approvati in Comitato di sorveglianza per migliorare l’efficacia di alcuni interventi, tipo il rafforzamento della strategia di promozione turistica, l’integrazione delle risorse per i contratti locali di sicurezza, l’integrazione delle azioni per il Fondo di garanzia.

Diciamo che si tratta di modifiche che non interessano la strategia complessiva del programma e che, per questo motivo, sono state illustrate su grandi linee.

PRESIDENTE

E’ aperto il dibattito. Ha chiesto di parlare l’onorevole Maiolo. Ne ha facoltà.

Mario MAIOLO

Presidente, non so se l’assessore debba intervenire. No?!

Voglio intervenire perché – l’abbiamo fatto anche altre volte, lo rifacciamo stasera – questo è un atto più o meno importante sulla programmazione comunitaria e mi pare molto strano che la Commissione consiliare non sia stata investita per nulla di questo deliberato della Giunta regionale, che è dovuto al forte ritardo registrato in alcuni settori dell’amministrazione e del programma; c’è sicuramente una fase di crisi che ha cambiato il quadro economico, quindi la Giunta regionale ha inteso aderire – come diceva l’onorevole Parente – a un’impostazione del Governo nazionale che è semplicissima, cioè quella di recuperare i fondi ad una logica che superi le difficoltà e le incapacità regionali.

Capisco che anche il Comitato di sorveglianza ha affrontato questa tematica, però, poiché la condivisione di questo documento è stata fatta con procedura scritta, penso che sia opportuno che la Commissione consiliare possa esprimersi su questo deliberato, perché averlo posto all’ordine del giorno del Consiglio senza una istruttoria adeguata della Commissione consiliare comporta – lo dico a beneficio di tutti i consiglieri regionali – che questo atto deliberativo incida in maniera sicuramente non sostanziale sul programma, ma in maniera sostanziale sul quadro finanziario del programma; e lo fa immaginando di spostare risorse da settori che sono “in ritardo” su azioni che sono “in ritardo” – che, però, sono azioni in programmazione avanzata, in gestione avanzata, ci sono appalti in corso – per spostarli in un altro ambito di azioni che vanno ad essere programmate.

Ho paura che questo atto che volete approvare stasera in Consiglio sposti il problema – come abbiamo detto in altri tempi – ma non risolva i problemi di funzionamento del programma e, fra l’altro, c’è una riduzione sostanziale della voce che riguarda le città e le aree urbane. Non a caso l’Anci, che è l’organizzazione che rappresenta i Comuni – lo dico al collega Chiappetta – osserva che la procedura e le previsioni fatte su questa rimodulazione vanno ad incidere in un rapporto convenzionale fra i Comuni – sto parlando dei Pisu – e la Regione Calabria, che stabiliva procedure e metodi per modificare il quadro degli interventi del Pisu, delle singole aree.

Questa procedura la Regione non l’ha assolutamente assolta, quindi, di fatto, ha prodotto un atto unilaterale, ha stabilito, senza darne conto - perché noi non ne abbiamo conto; quindi stiamo sottoponendo all’Aula la presa d’atto di un documento, di un deliberato che ha a monte tutta una serie di verifiche presunte, delle quali non ha contezza nessuno in questo Consiglio e non ne ha avuto la Commissione consiliare; nessun consigliere regionale è stato messo nelle condizioni di sapere che cosa si sta modificando, però si sta modificando il quadro finanziario dei Pisu, per i quali sono già state stipulate le convenzioni fra le Regioni e i Comuni e si stanno sottraendo risorse per destinarle a quella che è l’impostazione nazionale.

C’è il parere negativo dell’Anci, quindi i Comuni non sono d’accordo con questo atto deliberativo; non solo, ma è stata chiesta la convocazione del tavolo del partenariato per le aree urbane.

Chiedo, allora, che questo atto deliberativo sia mandato all’esame della Commissione, per essere valutato e per fare le osservazioni necessarie anche di condivisione dei soggetti che hanno stipulato convenzioni con la Regione Calabria.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Pacenza. Ne ha facoltà.

Salvatore PACENZA

Volevo rispondere al collega consigliere Maiolo, il quale ha la competenza e l’esperienza tali da sapere che in questa fase si è consumato un periodo particolare, che è quello della soppressione della sesta Commissione, della quale facciamo parte sia io sia il collega Maiolo sia il Presidente Parente; per cui non si è avuto il tempo e la possibilità di concretizzare la fase a cui accennava l’onorevole Maiolo, una fase che doveva essere consumata, perché la Commissione, essendo stata dichiarata decaduta, non aveva la possibilità di riunirsi e quindi un’eventuale riunione della stessa avrebbe determinato la non validità della seduta medesima, per cui questo tipo di discussione non si è potuta affrontare.

Nulla quaestio sull’importanza dell’argomento che ha richiamato l’onorevole Maiolo, ma credo che sia stato soltanto un problema di tipo procedurale che ha impedito una discussione. Del resto, i tempi ci sono stati dettati dall’approvazione in Giunta, per cui è arrivata in Consiglio regionale senza avere – come dice l’onorevole Maiolo – la possibilità di affrontare una discussione.

Credo che responsabilità in questo senso non ce ne siano, siamo capitati in una fase del tutto particolare, che ha visto la soppressione della Commissione che si occupava dell’argomento trattato.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’assessore Mancini. Ne ha facoltà.

Giacomo MANCINI, assessore al bilancio ed alla programmazione

Nel metodo delle obiezioni poste dall’onorevole Maiolo ha risposto da par suo l’onorevole Pacenza: è evidente che, se non c’è la Commissione, è difficile che la Giunta possa coinvolgere la Commissione. Sul merito, però, mi è obbligo intervenire, anche perché vorrei evitare che una falsità detta più volte diventi una verità. Bene, il Por-Fesr Calabria 2007-2013, non ha alcuna difficoltà; a dirlo, non è tanto e solo la mia modesta persona, ma il Ministro competente, il professore Barca che, al di là della pubblicazione periodica dei dati sullo stato di avanzamento del programma che avvengono sul sito del ministero, non più tardi della giornata di ieri, intervistato dal primo giornale italiano, ha voluto individuare le Regioni in difficoltà e, in quelle Regioni in difficoltà, non vi è la Calabria.

Quindi, se non si vuole, in qualche modo, avere attenzione alle parole e al lavoro della nostra amministrazione e della mia modesta persona, si faccia quantomeno riferimento a quello che dice il ministro Barca per essere tranquillizzati.

Questa proposta di presa d’atto non è un atto clandestino, è un atto che segue il dettato delle norme nazionali, di quelle regionali e dei Regolamenti comunitari, quindi non abbiamo fatto nulla di clandestino. Tra l’altro, le osservazioni che lei fa, facendo proprie le osservazioni dell’Anci, testimoniano come il percorso sia stato pubblico, in ossequio alle leggi nazionali – che noi rispettiamo – a quelle regionali – che noi rispettiamo – ed ai Regolamenti europei, che noi, ma non noi intesi come amministrazione, come Giunta regionale, ma noi intesi come Regione Calabria rispettiamo in maniera precisa e puntuale.

Questa presa d’atto, tra l’altro, è scaturita dall’attuazione del Piano di Azione e di Coesione per il miglioramento dei servizi collettivi al Sud, che – come tutto quanto il Consiglio sa perfettamente – è un’iniziativa che nasce il 15 dicembre 2011 e pone ai governi regionali tutta una serie di indicazioni, fissa le tre priorità dell’istruzione, dell’agenda digitale e delle infrastrutture, rispetto alle quali la nostra Regione risponde presente ed inserisce tutta una serie di poste finanziarie. Per la precisione: 59,9 milioni di euro sulla riqualificazione degli istituti scolastici, attraverso l’acquisizione di nuove tecnologie e la messa in sicurezza delle strutture; 5 milioni di euro per quanto riguarda il Piano per la banda larga; 126,9 milioni per quanto riguarda il progetto banda ultra-larga e sviluppo digitale della Calabria; 80 milioni per quanto riguarda l’elettrificazione della dorsale ionica.

E’ questo l’oggetto della presa d’atto che oggi si pone al Consiglio, insieme alle modifiche approvate dopo la seduta del Comitato di sorveglianza del 19 giugno del 2012, che ha un saldo zero rispetto alla dotazione del programma e prevede soltanto lo spostamento di 21 milioni di euro dall’Asse VI all’Asse VI o, meglio, dall’Asse VIII all’Asse VI. E’ questo l’oggetto di questa lineare e trasparente presa d’atto che l’amministrazione regionale, che la Giunta regionale chiede al Consiglio, rispetto alla quale nulla di nascosto, nulla di occulto, nulla di sotterraneo c’è. C’è il lavoro di un’amministrazione regionale, quella guidata dal governatore Scopelliti, che sa perfettamente che la strada dello sviluppo per la nostra regione si percorre utilizzando bene le risorse comunitarie che questa amministrazione ha avuto il merito, unanimemente riconosciuto, di programmare saturando tutti i programmi e che ha quelle difficoltà che hanno tutte le Regioni del Centro, del Sud e del Nord Italia, dovute al Patto di stabilità che rallenta la spesa; ma purtroppo questo, in qualche modo, è l’amaro destino al quale siamo condannati.

Mi dispiace che l’onorevole Maiolo, che seguo sempre con attenzione, in questa occasione non abbia, in qualche modo, accolto l’appello che abbiamo rivolto in più occasioni e, da ultimo, nell’ultima seduta di Consiglio regionale per spingere e per stimolare il Governo nazionale ad addivenire all’intera nettizzazione delle risorse comunitarie, unica possibilità perché le amministrazioni, a prescindere dal colore politico, arrivino veramente ad un’accelerazione della spesa, delle risorse europee; senza nettizzazione e con un plafond di spesa che fissa il Patto di stabilità, che ogni anno è più basso, un’accelerazione sul corretto utilizzo delle risorse europee non ci sarà mai. Questo è bene che lo sappiamo tutti quanti, ed io so che lei con tanti colleghi che seguono con attenzione la materia lo sapete.

Ecco perhé utilizzo anche questa occasione per lanciare, oltre alle forze di maggioranza e alle forze di opposizione, questo altro unico importante punto: spingiamo e partiamo dalla Calabria, affinché la nostra regione, tutta quanta e tutta quanta insieme, sia concorde nel dire che il Governo possa spingere e possa provvedere nettizzazione dei fondi comunitari, scindendoli ed estromettendoli dal computo del plafond datoci dal patto di stabilità.

Per il resto, il nostro lavoro, anche sulla spesa comunitaria, è un lavoro rispettoso dei target. Ci era stato detto che nel 2010 non avremmo rispettato i target di spesa e li abbiamo rispettati; ci era stato detto che nel 2011 non li avremmo rispettati e li abbiamo rispettati; ci è stato detto che nel 2012 non li rispetteremo e aspettiamo il 31 dicembre per avere il responso.

Presidenza del Presidente Francesco Talarico

PRESIDENTE

Non ci sono altri interventi sul punto, quindi possiamo procedere alla votazione.

Mario MAIOLO

Presidente, chiedo la parola per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Maiolo.

Mario MAIOLO

Solo per avere la possibilità di replicare, perché io avevo chiesto all’assessore Mancini di relazionare sul punto, perché non essendoci stata possibilità di confronto in Commissione, era giusto che lui facesse una relazione in Aula per rendere l’Aula stessa consapevole del provvedimento che si sta adottando.

L’Aula, fra un po’, voterà; io annuncio il voto contrario per il semplice motivo che domani si costituiscono le Commissioni. Questo penso che sia un provvedimento che deve andare in Commissione, ma soprattutto penso che la Regione, nel momento in cui fa la verifica, assessore Aiello, con i Comuni sull’attuazione del Pisu, non possa individuare in maniera unilaterale criticità, ritardi e possibilità di modifiche del Piano, senza un minimo di contraddittorio con le realtà comunali.

Siccome questo non è avvenuto e poiché c’è una nota negativa dell’Anci su questa metodologia, non ritengo opportuno esporre il Consiglio regionale ad approvare questo provvedimento prenderne atto. Assessore Mancini, condivido tutte le sue considerazioni finali, so quali sono le difficoltà, però proprio perché siamo in un momento di difficoltà, penso che la Regione tutto possa fare, tranne che dire ad un Comune, che ha una convenzione con la Regione per realizzare un programma, che abbiamo già deciso come modifichiamo il programma stesso senza sentirli; all’interno della convenzione ci sono le modalità per modificare gli interventi e il quadro finanziario.

Considerato che l’Aula voterà e voteranno consiglieri regionali che parlano quotidianamente con sindaci, Comuni ed amministrazioni che hanno i Pisu, penso che non sia utile esporre il Consiglio e i consiglieri regionali ad assumere questa decisione, prendendo atto di questo atto deliberativo. Ribadisco che avevo chiesto di mandarlo all’esame della Commissione competente.

Poichè si vuole votare, annuncio il voto contrario a questo provvedimento con queste motivazioni.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

Presidente, noi cerchiamo di mantenere sempre un profilo istituzionale, pur consapevoli di dover svolgere il nostro ruolo, ed abbiamo notato – almeno a parole – un cambio di atteggiamento da parte del governo regionale rispetto alle problematiche e al coinvolgimento reale di quest’Aula: sono stati fatti appelli, anche stasera il collega Chiappetta ha ribadito che le grandi riforme si fanno in modo bipartisan, con un confronto, per ricercare la sintesi. Noi manteniamo, sotto il profilo politico, un atteggiamento di netta contrarietà a questo governo regionale che riteniamo stia per esaurire quelle che sono le sue energie in favore della Calabria, ma non ci tiriamo mai indietro rispetto alla necessità di un confronto.

Proprio oggi, in Conferenza dei capigruppo, abbiamo stabilito che il 14 dicembre sarà una giornata di confronto sulle grandi riforme, abbiamo chiarito anche la nostra posizione, che l’abbandono dell’Aula sull’Arssa e l’Afor è stata una reazione ad un comportamento della maggioranza che ha voluto, ad ogni costo e forse per motivi propagandistici, venire in Aula, pur sapendo che sull’Afor non c’era un accordo e quindi non si poteva varare una riforma con il voto necessario dei due terzi dei consiglieri. Quando, però, arriviamo alla prova dei fatti per verificare se questo confronto si vuole, troviamo sempre le porte chiuse.

Il ragionamento fatto dall’onorevole Maiolo, assessore Mancini, è molto serio: se c’è un punto di critica che noi abbiamo sempre mosso al vostro governo, riguarda una sorta di autoreferenzialità, nel senso che tutti i profili “programmatici” o i programmi che avete varato li avete approvati in grande solitudine, rifuggendo sempre non solo dal confronto istituzionale con la minoranza, ma rifuggendo dal confronto istituzionale con il sistema delle autonomie, cosa che è ancora più grave; e questo è avvenuto nella sanità. Voglio dire che è vero che c’è un commissariamento, forse avremo un commissariamento ancora più lungo, ma questo non avrebbe dovuto indurre ad un confronto con il sistema delle autonomie per trovare punti di raccordo su aspetti dove si poteva trovare? Vedi gli ospedali di confine: noi facciamo una cortesia alla Basilicata e andiamo ad aumentare i costi dell’emigrazione sanitaria!

Non vorremmo che anche su questa rimodulazione, che riguarda tante realtà locali, ci trovassimo di fronte ad una decisione che non ha visto il coinvolgimento delle autonomie locali. Per cui quello di stasera è ancora un banco di prova. Dato che domani si costituiranno le Commissioni, caro assessore Mancini, ma - di grazia - un passaggio in Commissione di questo provvedimento che cosa comporterebbe?

Noi misuriamo anche in queste situazioni se c’è una reale volontà di confronto, sia pure nella distinzione netta dei ruoli, dei compiti e degli obiettivi che ogni forza politica ha, oppure se si tratti di qualcosa di propagandistico e su cui non possiamo trovarci d’accordo.

Concludendo: se il governo è disponibile ad inviare il provvedimento in Commissione, noi plaudiremo a questa decisione dell’Aula; se il governo insiste per avere un voto senza che ci sia stata una relazione al riguardo, una espressione della Commissione, un confronto con il sistema delle autonomie, noi ribadiamo il voto contrario, come ha testé annunciato l’onorevole Maiolo.

Presidenza del Vicepresidente Piero Amato

PRESIDENTE

Se non ci sono altri interventi, pongo in votazione il provvedimento della presa d’atto del nuovo testo del Por Calabria Fesr 2007-2013.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 199/9^ di iniziativa dell'Ufficio di Presidenza, recante: “Determinazioni in ordine al gruppo dei consulenti giuridici. Sostituzione componente – (deliberazione U.P. n. 87 del 22.10.2012)”

PRESIDENTE

L’ordine del giorno reca la proposta di provvedimento amministrativo numero 199/9^ di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza: “Determinazioni in ordine al gruppo dei consulenti giuridici. Sostituzione componente – (deliberazione U.P. numero 87 del 22.10.2012)”.

Poiché nessuno chiede di intervenire, la pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Antonino DE GAETANO

Presidente, c’è un ordine del giorno presentato alla Presidenza.

PRESIDENTE

C’è più di un ordine del giorno, sì.

Comunicazioni – Seguito

PRESIDENTE

Legge un seguito di comunicazioni.

(Sono riportate in allegato)

Bruno CENSORE

Presidente, c’è anche un ordine del giorno richiamato in Aula ad inizio seduta.

Candeloro IMBALZANO

No, ci sono le mozioni prima.

Presidenza del Presidente Francesco Talarico

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Prima di procedere con gli ordini del giorno, c’è da approvare anche la modifica del Regolamento, perché tra le Commissioni che sono state soppresse, la Commissione per il controllo contabile e la Commissione per i fondi comunitari trattano argomenti di una certa rilevanza ed importanza che devono essere affrontati da parte delle Commissioni; abbiamo, quindi, approntato una proposta di modifica regolamentare, in modo tale che le competenze vengano accorpate alle Commissioni che attualmente ci sono.

Abbiamo tenuto una Conferenza dei capigruppo oggi ed abbiamo deciso di accorpare le competenze dei fondi comunitari alla Commissione bilancio e le competenze che prima erano in capo al controllo contabile alla Commissione speciale di vigilanza.

E’ un articolo unico. Dobbiamo, intanto, inserirla all’ordine del giorno.

(Il Consiglio approva)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 200/9^ di iniziativa dei consiglieri Dattolo e altri, recante: “Modifiche ed integrazioni al Regolamento interno del Consiglio regionale

PRESIDENTE

Pongo in votazione il provvedimento, costituito da un articolo unico.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Quindi domani, quando si eleggeranno i Presidenti delle Commissioni, visto che sono state tutte concordate, la Commissione bilancio avrà tra le sue competenze anche i fondi comunitari e la Commissione speciale di vigilanza avrà le competenze che prima erano in capo al Comitato di controllo contabile.

Giuseppe CAPUTO

E quelle delle altre Commissioni?

PRESIDENTE

La prima, come già previsto, accorperà le competenze della Commissione riforme, la terza ela quarta Commissione manterranno le loro attuali competenze. Questo era il provvedimento che abbiamo votato.

 

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Imbalzano. Ne ha facoltà.

Candeloro IMBALZANO

Ho chiesto di intervenire perché al punto 10 dell’ordine del giorno vi sono mozioni e tra queste da discutere, ce n’è una presentata dal sottoscritto, credo che ce ne sia un’altra presentata, in questi giorni, dal collega Nucera sulla famosa vicenda del bergamotto.

Sapete che nei giorni scorsi le associazioni produttive hanno lanciato un forte grido d’allarme sulla possibilità che l’essenza di bergamotto venga, di fatto, tolta dal mercato, perché nel momento in cui si riduce dallo 0,12 allo 0,01 per cento l’essenza del bergamotto nei profumi, questo significherebbe la decapitazione di una produzione che storicamente fornisce un grande aiuto all’economia non solo della nostra provincia, ma dell’intera regione.

Devo dire che non ci hanno convinto alcune rassicurazioni, venute a fronte di questa forte presa di posizione delle associazioni produttive, peraltro audite in seconda Commissione, dicevo non ci hanno convinto le assicurazioni di qualche parlamentare europeo, secondo il quale, in sostanza, questa richiesta sarebbe nata dal Comitato scientifico per la sicurezza dei consumatori e non da parte di prese di posizione della Comunità europea, ma dalle nostre parti si dice “se vedi il lampo, non aspettare mai il tuono”.

Da qui, quindi, le mozioni, le iniziative assunte da chi parla, dal collega Nucera – che credo vorrà intervenire – ma anche le prese di posizione dell’onorevole Chizzoniti e da tante altre istituzioni, a partire dalle associazioni produttive di categoria.

Per cui la mozione che abbiamo presentato, la numero 51173 del 23 novembre, mira a coinvolgere e a mobilitare tutte le forze istituzionali nazionali, ma soprattutto quelle europee non solo a vigilare, ma ad assumere tutte le iniziative che, in qualche modo, servano a scongiurare un pericolo che ha messo in uno stato di grave allarme tutta la filiera del bergamotto.

PRESIDENTE

L’onorevole Imbalzano ha chiesto l’inserimento all’ordine del giorno. C’è anche un’altra mozione presentata dall’onorevole Nucera.

Giovanni NUCERA

Sì, Presidente. L’oggetto è sempre lo stesso, sono gli interventi che il Governo nazionale ed europeo dovrebbero fare contro la proposta tendente a mettere al bando o limitare l’uso dell’essenza del bergamotto nell’industria profumiera. E’ un ulteriore delitto che si vuole perpetrare nei confronti della Calabria, ma nei confronti anche delle cose positive della Calabria.

Il bergamotto, come ben sapete, cresce soltanto da queste parti, in un’area particolare, fra Scilla e Monasterace, richiede per virtù naturali una particolare qualità del terreno che solo qui trova la sua fortuna.

Hanno tentato di sabotare le qualità del bergamotto già negli anni 1960 e ’70. Dopo tanti tentativi, attraverso anche uno scontro giuridico molto forte, durato oltre dieci anni, la stessa Comunità europea ha dovuto riconoscere che contro l’assalto della chimica, in particolare, francese nulla ha potuto rispetto all’elemento naturale che il bergamotto è. Immaginate che un frutto di bergamotto al suo interno contiene 375 elementi chimici, composto chimici diversi l’uno dall’altro: un portento, una bomba atomica della natura! Questa è la bontà di questo frutto, che riesce a preservare con i suoi frutti l’aroma, la fragranza, la migliore qualità dei profumi. Non c’è profumiera al mondo, non c’è stilista al mondo che non si sia dovuto confrontare con le qualità del profumo del bergamotto.

Presidente, la mozione che io le chiedo di mettere all’ordine del giorno tende, uno, a costituire un tavolo permanente di confronto col ministero dell’agricoltura; due, che il ministero dell’agricoltura si rivolga alla Comunità europea, al fine di evitare la scellerata idea di ridurre allo 0,01 per cento la quantità di succo presente nei profumi, dall’attuale 0,12 per cento – dopo avere tentato con gli agrumi di boicottare la produzione agricola calabrese, ora si tenta col bergamotto –; tre, che la Regione Calabria si costituisca in giudizio contro tutti coloro i quali diffondono notizie false, tendenziose e tendenti a screditare la qualità naturale del bergamotto, a sostegno chiaramente e indirettamente di prodotti chimici derivati, che tanto male fanno alla salute dell’uomo e all’economia anche calabrese, considerato che ci saranno circa un migliaio di aziende che vivono in Calabria, aziende tutte familiari, grazie alla produzione del bergamotto.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’inserimento all’ordine del giorno delle due mozioni, che poi saranno unificate.

(Il Consiglio approva)

Quindi possiamo procedere con la votazione degli ordini del giorno e delle mozioni.

Giuseppe CAPUTO

C’è un ordine del giorno da votare, già inserito.

Antonino DE GAETANO

Presidente, anche il mio era già stato inserito.

PRESIDENTE

Procediamo alla votazione con ordine.

Ordine del giorno numero 87 di iniziativa del consigliere Caputo : “Sul gravissimo incidente verificatosi nel tratto ferroviario del Comune di Rossano”

PRESIDENTE

Il primo ordine del giorno è di iniziativa del consigliere Caputo “In ordine all’incidente ferroviario che ha causato la morte di sei lavoratori a Rossano” il 24 novembre scorso, per il quale abbiamo osservato all’inizio un minuto di raccoglimento, di cui do lettura:

“Premesso che:

nella serata di sabato 24 novembre scorso, per cause e dinamiche oggetto di indagini da parte della magistratura inquirente, nel tratto ferroviario ricadente nel comune di Rossano, si è verificato un gravissimo incidente che è purtroppo costato la vita a 6 tra lavoratori e lavoratrici, alcuni anche di giovane età, di nazionalità rumena;

la triste notizia, rimbalzata e ripresa su tutti i media nazionali, ha profondamente scosso, sia per l’assurdità dell’accaduto che per le condizioni economiche delle vittime, non soltanto la comunità di Rossano ma l’intero territorio e tutti i calabresi;

la tragedia di sabato 24 a Rossano si aggiunge ad altre già verificatesi negli anni passati in Calabria e nel resto del Paese, in presenza delle stesse circostanze emerse in quest’ultimo incidente: ovvero un passaggio a livello affidato in gestione a privati, con condizioni di sicurezza e di segnalazione oggettivamente diverse e ridotte rispetto a quelle solitamente riscontrabili, dal cittadino medio, in presenza dei tradizionali passaggi a livello gestiti direttamente dalla Società titolare;

soprattutto sul tratto ferrato ionico, risultano essere numerosi i punti di attraversamento con analogo passaggio a livello affidati alla gestione privata, alcuni dei quali, per come emerso anche in diversi reportage giornalistici, dotati di standard di sicurezza sicuramente migliorabili, sia in termini di interdizione all’accesso per i non autorizzati sia di adeguate visibilità e illuminazione, generale e per gli stessi addetti e/o autorizzati a transitarvi;

la tratta ionica calabrese, per quanto trasformata progressivamente in un binario morto a causa dei continui tagli di vettori, risulta essere comunque percorsa da treni ed adiacente, in molti casi quasi agganciata alla parallela e pericolosissima unica arteria statale di collegamento da Sibari a Reggio Calabria, la SS106, facendo aumentare esponenzialmente, su questo tratto in particolare, il rischio complessivo per l'automobilista o il pedone in caso di qualsivoglia incidente;

la particolare adiacenza (con intuibili possibilità di attraversamenti, autorizzati e non), tanto alla linea ferrata quanto alla SS106, di campi e fondi agricoli, spesso anche in zone popolose, soprattutto nella Sibaritide, rende ancor più pericoloso e frequente rispetto ad altri territori, il rischio incidente, per i lavoratori, per gli automobilisti e per tutti;

per tutto quanto premesso

il Consiglio regionale

nell’esprimere il proprio profondo cordoglio alle famiglie delle vittime

impegna il Presidente e la Giunta regionale

a voler convocare con urgenza Ferrovie dello Stato per porre all’attenzione della Società e del competente Ministero la gravissima e persistente situazione locale di pericolosità determinata, soprattutto sul tratto ionico della Calabria, dalla presenza diffusa di passaggi a livello la cui gestione risulta essere affidata a privati, tutti adiacenti alla SS106, affinché vengano verificate, caso per caso:

l’effettiva necessità di prosecuzione delle eventuali convenzioni in essere tra Ferrovie dello Stato e i privati concessionari;

l’effettiva garanzia degli standard di sicurezza, per gli autorizzati al transito e per tutti;

l’effettiva e di adeguata segnalazione del rischio erga omnes, trattandosi in molti casi di attraversamenti in coincidenza di campi agricoli, spiagge, strade interpoderali o altrimenti secondarie, etc.”.

Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Ordine del giorno numero 88 di iniziativa dei consiglieri De Gaetano, Principe, Censore, Guccione: “Sulla situazione del personale ex LSU e LPU”

PRESIDENTE

Il prossimo ordine del giorno è di iniziativa dei consiglieri De Gaetano, Principe, Censore, Guccione: “In ordine alla situazione del personale ex LSU ed LPU della Regione Calabria”.

Prego, onorevole De Gaetano.

Antonino DE GAETANO

Con questo ordine del giorno chiediamo alla Giunta regionale di provvedere al pagamento dei sussidi e delle integrazioni agli Lsu-Lpu, che non vengono pagati dal mese di luglio. Contestualmente, chiediamo alla Giunta regionale di chiedere al ministero del lavoro un tavolo programmatico per la stabilizzazione dei precari. Per ultimo, chiediamo che venga al più presto, insieme al pagamento delle spettanze arretrate – stiamo parlando di cinque mesi – approvata la proroga per le convenzioni per l’anno 2013. Lo chiediamo perché c’è in giro per i Comuni, tra i lavoratori, un forte sentimento di sconforto, perché si hanno notizie negative e si pensa che questa convenzione possa essere eliminata dal prossimo anno.

Chiediamo, quindi, che venga approvato questo ordine del giorno.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’ordine del giorno come illustrato dall’onorevole De Gaetano, di cui do lettura:

“Premesso che:

in Calabria vi sono circa 4800 lavoratori Lsu-Lpu;

gli stessi non percepiscono i sussidi e le integrazioni dal mese di luglio 2012;

la Giunta regionale non ha previsto nell’assestamento di bilancio la relativa copertura finanziaria fino a dicembre 2012;

pur essendoci un accordo con i sindacati per chiedere un tavolo istituzionale con il Governo nazionale per la stabilizzazione degli stessi lavoratori Lsu-Lpu, tale tavolo ad oggi non è mai stato convocato;

impegna la Giunta regionale:

a provvedere al pagamento immediato di tutte le spettanze arretrate ed a prorogare la convenzione per gli enti utilizzatori per sussidi ed integrazione e per l'anno 2013;

a chiedere un tavolo urgente al Ministro del Lavoro Fornero per programmare un piano per la stabilizzazione del precariato calabrese”.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Ordine del giorno numero 89 di iniziativa dei consiglieri Loiero, Magno, Censore, Nucera, Amato, Scalzo, Salerno, Ciconte, Dattolo, Serra, Parente: “Sul riconoscimento della "Fondazione Tommaso Campanella quale Istituto di ricerca e cura a carattere scientifico di diritto privato”

PRESIDENTE

Ordine del giorno di iniziativa dei consiglieri Loiero, Scalzo, Salerno, Ciconte, Dattolo, Serra, Parente ed altri: “In ordine al riconoscimento della Fondazione Tommaso Campanella quale Istituto di Ricerca e Cura a Carattere Scientifico di diritto privato”.

Prego, onorevole Salerno.

Nazzareno SALERNO

Volevo intervenire giusto per un’annotazione di carattere tecnico sull’ordine del giorno che abbiamo presentato, ovviamente d’accordo tutti i colleghi, al punto 1, dove viene impegnato il Consiglio regionale, viene modificato così: “Si impegna il Consiglio regionale a presentare apposita proposta legislativa che prevede l’assetto giuridico definitivo della fondazione “Campanella”, per il riconoscimento della stessa quale istituto di ricerca e cura a carattere scientifico di diritto privato”.

Quindi, se gentilmente acquisite agli atti questa modifica.

Poi volevo ribadire l’importanza di quest’ordine del giorno, perché è un tassello importante per portare a compimento il percorso per la soluzione definitiva del problema della fondazione “Campanella”.

Approvato quest’ordine del giorno, da qui a breve, al prossimo Consiglio regionale, saremo chiamati ad approvare un progetto di legge che finalmente andrà a definire la posizione giuridica della fondazione “Campanella”, avvierà un percorso assegnando un termine congruo, dando tranquillità agli operatori, ma soprattutto continuando a garantire un servizio importante di un polo di eccellenza che è punto di riferimento di tutta la Calabria.

Su questo c’è ampia convergenza in Consiglio regionale, c’è stata anche in Commissione, pertanto oggi è importante approvare quest’ordine del giorno.

Volevo ribadire ciò che ho già detto nel precedente intervento, e che la copia di quest’ordine del giorno venga trasmessa al dipartimento salute. Perché? Perché è da alcuni mesi che la fondazione “Campanella” non sta percependo, da parte del dipartimento, i fondi stanziati proprio per la situazione che si è determinata dopo la sentenza della Corte costituzionale, anche io poi,come Presidente della Commissione sanità, solleciterò il pagamento, così la fondazione potrà continuare a garantire le attività.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Scalzo. Ne ha facoltà.

Antonio SCALZO

Intervengo brevemente, anche perché molte cose le abbiamo dette in premessa, quando abbiamo chiesto l’inserimento di quest’ordine del giorno.

Vorrei porre l’attenzione su un dato, cioè il problema della copertura finanziaria non riguarda solo il presente, ma riguarda soprattutto la possibilità che non venga messo a rischio, ad esempio, la fornitura di tutti i prodotti oncologici, che sono fondamentali, e sono l’ossigeno per i malati oncologici.

Credo che l’Aula, con l’ordine del giorno, mette in risalto, da una parte, la proposta di legge che approveremo nella prossima seduta consiliare, altro aspetto che occorre mettere in chiaro che il dipartimento della salute deve risolvere questo problema, perché altrimenti il rischio è reale. Non si tratta soltanto della parte che riguarda il personale e gli emolumenti, ma è a rischio la sopravvivenza dei pazienti oncologici, poiché le forniture di questi farmaci sono ormai, credo, messi a rischio, se non si interviene ad horas, nel giro di qualche ora, già domani il provvedimento dovrà essere trasmesso.

L’altro aspetto è quello che riguarda ciò che è contenuto nell’ordine del giorno, il decreto che deve essere firmato in tempi brevissimi. Il decreto deve dare mandato agli organi della fondazione di attivare tutte le procedure che sono, da una parte, l’accreditamento, dall’altra le attività, le pubblicazioni scientifiche che mi risulta essere appropriate nella qualità ed anche adeguate nel numero. Questo deve essere il passaggio, l’inizio dell’iter che, in un tempo congruo, possa portare ad avere i requisiti per accedere poi all’Irccs.

Per questo votiamo favorevolmente l’ordine del giorno.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Nucera. Ne ha facoltà.

Giovanni NUCERA

Intervengo per sostenere la relazione fatta dall’onorevole Salerno e mi ritrovo perfettamente in sintonia con quanto scritto nell’ordine del giorno.

Ritengo che la Calabria non possa assolutamente privarsi di una struttura così importante, che purtroppo – ahimè, dobbiamo ripeterlo – rappresenta e deve rappresentare, quindi potenziandola, un punto di eccellenza della sanità calabrese. Non possiamo continuare a consentire che i calabresi vadano all’estero quando sono affetti da particolari patologie, non possiamo sopportare neanche la spesa dell’emigrazione sanitaria, ma non possiamo sopportare l’idea che una terra civile qual è quella calabrese non sia dotata di un centro di eccellenza per la cura dei tumori e per la cura delle patologie più gravi di origine tumorale.

Allora la fondazione “Campanella” rappresenta, in questo senso, il massimo che noi possiamo esprimere. Dobbiamo fare tutti gli sforzi possibili per incanalarla in un circuito virtuoso, dove, nella coerenza della legge, nella coerenza del dettato che ci siamo posti, di servire la qualità ai cittadini calabresi, questo istituto, anche di diritto privato, possa essere il polo di riferimento, un centro di ricerca e cura di carattere scientifico che sia un fiore all’occhiello per l’intera regione, non solo e non tanto per il riconoscimento dell’azione forte che svolge sul piano della ricerca e quindi sul piano della cura, ma anche e soprattutto per evitare, come dicevo prima, quella odiosa emigrazione sanitaria, che fa male anche dal punto di vista economico alla nostra terra.

Per cui condivido, accolgo, sottoscrivo e sottopongo anch’io l’ordine del giorno come fatto di eccellenza e di qualità.

PRESIDENTE

Non ci sono altri interventi, quindi pongo in votazione l’ordine del giorno, di cui do lettura:

“Premesso che:

la Fondazione Campanella rappresenta un centro di eccellenza della sanità calabrese;

salvaguardare questo importante Centro significa:

- garantire ai calabresi un punto di riferimento unico e insostituibile nel panorama della ricerca e cura oncologica della nostra regione;

- evitare che numerosi calabresi siano costretti a viaggi della speranza verso altre regioni per avere le cure necessarie o, peggio ancora, che rinuncino a curarsi per mancanza delle risorse economiche necessarie per i ripetuti e costosi viaggi.

- salvaguardare posti di lavoro, nonché preziose professionalità, che rischieremmo di vedere andare via dalla nostra regione;

nella riunione congiunta del Tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti regionali con il Comitato permanente per la verifica dei LEA e la Regione Calabria del 4 aprile 2012, i Tavoli hanno indicato, fra le criticità, “l’assetto giuridico definitivo della Fondazione Tommaso Campanella”;

nella riunione dei Tavoli di monitoraggio con la Regione Calabria del 23 luglio 2012, Tavolo e Comitato hanno ribadito “la necessità di individuare una definitiva soluzione per le problematiche relative alla fondazione Campanella”;

con verbale redatto nella riunione congiunta del 7 novembre 2012, il Tavolo tecnico ha invitato la Regione Calabria a individuare un percorso che conduca alla ridefinizione a regime dell'assetto giuridico della Fondazione Tommaso Campanella;

la Regione Calabria non intende procedere alla liquidazione della Fondazione Tommaso Campanella, ma riconoscere la stessa quale Istituto di Ricerca e Cura a Carattere Scientifico di diritto privato;

appare necessario manifestare al “Tavolo Massicci” un chiaro, risolutivo e inequivocabile percorso che conduca alla soluzione definitiva della vicenda relativa alla Fondazione Campanella;

alla luce di quanto statuito dalla Corte Costituzionale in merito all’illegittimità delle leggi regionali numero 35 e numero 50 del 2011, il riconoscimento della Fondazione quale IRCCS privato appare l’unica via percorribile per la soluzione delle problematiche connesse alla salvaguardia del polo oncologico;

la Fondazione Campanella sta operando in condizione di assoluta incertezza e, pertanto, risulta assolutamente necessario intervenire in tempi brevissimi al fine di avviare l'iter per il riconoscimento quale IRCS di diritto privato.

Tanto premesso, si impegna

il Consiglio regionale a presentare apposita proposta legislativa che prevede il riconoscimento della Fondazione Tommaso Campanella quale Istituto di Ricerca e Cura a Carattere Scientifico di diritto privato;

il Presidente della Giunta regionale (nella sua qualità di Commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario della Regione Calabria) a emettere in tempi brevissimi apposito decreto che dia mandato ai competenti organi della Fondazione Tommaso Campanella per l'attivazione del procedimento per il riconoscimento della stessa quale Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico privato per la disciplina di «oncologia», nonché per l'adozione di tutti gli atti e procedure necessari a tal fine;

si impegna altresì la Giunta Regionale

ad adottare ogni atto di propria competenza, necessario ed opportuno ai fini del riconoscimento della “Fondazione Campanella” quale Irccs privato”.

C’è una modifica che è stata inserita al punto 1, quindi possiamo votarla col coordinamento formale, per poi inviarla rapidamente alla Giunta per consentire il pagamento delle spettanze ai lavoratori.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

(E’ riportato in allegato)

Ordine del giorno numero 90 di iniziativa dei consiglieri Guccione, Battaglia, Censore, Franchino, De Gaetano: “Sulla stabilizzazione dei precari dell'ASP di Cosenza”

PRESIDENTE

Il prossimo punto all’ordine del giorno è di iniziativa dei consiglieri Guccione, Battaglia, Censore, Franchino, De Gaetano “Sulla stabilizzazione dei precari”, ai sensi della legge 296 del 2006. E’ stato già illustrato, quindi ne posso dare lettura:

“Premesso che:

l’Asp di Cosenza ha prodotto le procedure delle stabilizzazioni dei precari ai sensi della legge  numero 296 del 2006 e che le stesse erano state autorizzate dal Dipartimento della Salute con nota numero 30724 dell’11 dicembre 2008, circostanza ribadita della Direzione Generale del Dipartimento Regionale Tutela della salute con nota del 14 febbraio 2012, in presenza della Deliberazione della Giunta regionale n. 196 del 3 marzo 2008 (BUR n. 7 del 1 aprile 2008) che prevedeva ed ordinava le procedure alle quali attenersi;

la Corte dei Conti da ultimo, su proposta della Procura della Sezione calabrese della Corte dei Conti, con Sentenza numero 293 del 22. Ottobre 2010 ha condannato l’allora Direttore Generale della ASP unitamente al Direttore Amministrativo ed al Direttore Sanitario a risarcire il danno subito dall'erario per avere proceduto a stabilizzare i lavoratori precari della stessa ASP;

la medesima Sentenza (pag. 84) fa riferimento ad “atti non conformi a legge adottati dalla Regione e di conseguenza dalla ASP di Cosenza nel 2008 e 2009 ed in particolare la Deliberazione della Giunta Regionale numero 196 del 3 marzo 2008 che stabilisce:

di approvare i protocolli d’intesa allegati quale parte integrante del provvedimento;

il personale interessato alla stabilizzazione sia mantenuto in servizio fino alla definizione delle relative procedure ivi compresa la maturazione dell'anzianità di servizio prevista per potervi accedere;

alle procedure di stabilizzazione possa essere ammesso esclusivamente il personale che presta la propria attività lavorativa sulla base di contratti stipulati nel rispetto delta normativa statale e regionale all'epoca vigente”.

“Il protocollo prevedeva poi che l’assunzione secondo le modalità del comma 519 della Legge numero 296 del 2006 potrà avvenire solamente per il personale che abbia sostenuto procedure selettive di tipo concorsuale» e previa pubblicazione di avviso dell'avvio delle procedure di stabilizzazione, nel quale saranno indicati i requisiti ed i criteri per la presentazione della domanda.

La stabilizzazione delle posizioni di lavoro non comprese nel comma 519 deve invece avvenire tramite procedure selettive pubbliche, nell’ambito delle quali dovranno essere adeguatamente riconosciute e valorizzare le esperienze lavorative maturate dai collaboratori all’interno delle Aziende”.

Quanto alle risorse il Protocollo allegato alla deliberazione di G.R. numero 196 del 2008 prevedeva che le aziende ed Enti del SSR dovevano individuare risorse economiche che all'atto delle stabilizzazioni risultassero già impiegate a copertura dei costi dei rapporti di lavoro precario, anche se allocate in voci di bilancio diverse dal costo del personale; risorse derivanti dai risparmi per la parziale copertura del turn-over, ferma restando la garanzia di mantenimento del livelli di erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza; risorse derivanti da una migliorata programmazione sanitaria del Servizio sanitario regionale (razionalizzazione e riorganizzazione del sistema).

La Sentenza invece sostiene che “appare evidente come tanto le deliberazioni dell’A.S.P. di Cosenza per cui e causa, quanto e soprattutto la deliberazione di G.R. numero 196 del 2008, violano palesemente il principio dell'assunzione tramite pubblico concorso posto dall’art. 97 Cost., giacché operano in una logica di riserva assoluta di posti, provvedendo a recepire gli esiti di procedure selettive, prive dei connotati e delle garanzie del concorso pubblico, preordinate alla successive assunzione nominatim, dovendosi quindi escludere che la eccezionalità dell’assunzione, espressamente prevista dalla più volte ricordata legge numero 296 del 2006, sia conforme al buon andamento della pubblica amministrazione, cui è presidio anche il principio innanzi richiamato”.

La Corte conclude così che alla causazione del danno “abbiano finito con il concorrere altri soggetti, non individuati od evocati in giudizio dal Procuratore regionale, individuabili negli apparati della Giunta regionale e del Dipartimento regionale per la salute i quali hanno fornito direttive errate, concluso accordi sindacali privi di copertura finanziaria, inviato note interpretative fuorvianti”.

Naturalmente le eventuali responsabilità dopo l'aprile 2010 si spostano ad altri soggetti.

Comunque la Sentenza cosi prosegue: “....in applicazione del principio della compensatio lucri cum damno, di ridurre del 50% l’importo del danno erariale per come riquantificato in appresso, atteso che l’A.S.P. di Cosenza ha beneficiato e continua a beneficiare delle prestazioni lavorative dei dipendenti illegittimamente stabilizzati i quali consentono, a diverso titolo ed in misura diversa, l’erogazione dei servizi sanitari da parte dell’amministrazione.

Tutto ciò considerato:

poiché a fronte della sentenza, ancorché in fase di appello, potrebbero verificarsi precipitosi risoluzioni tendenti alla revoca degli atti di stabilizzazione con i conseguenti gravi disagi dei lavoratori interessati che si vedrebbero retrocedere allo stato quo ante - ove questo fosse legittimo - malgrado siano stati stabilizzati in forza della legge 296 del 2006 e non delle leggi regionali numero 1 del 2009 e numero 8 del 2010, entrambe, per la parte che concerne, dichiarate incostituzionali.

A margine c’è da osservare come in Calabria la definizione dei rapporti di lavoro precario è sottoposta ad inquietanti andirivieni che sospingono verso la precarizzazione, essendo evidentemente questa e purtroppo la convinzione diffusa nella cultura regionale.

In fin dei conti, rileva la Corte dei Conti in Sentenza “dal contenuto di alcuni Atti Amministrativi Regionali e della stessa A.S. di Cosenza, emerge chiaramente che a tutto il 2008 e per gli anni 2009 e 2010 non era possibile far luogo ad alcuna procedura di stabilizzazione od assumere persone a tempo indeterminato stanti le surriferite disposizioni legislative di carattere imperativo ed inderogabile. (pag 81 della Sentenza). Ovviamente la impossibilità è estesa a tutti gli Enti del Sistema Sanitario Regionale.

Così la Sentenza conclude: “Pur ritenendo ampiamente motivato il quadro normativo che consente al Collegio di poter parzialmente accogliere la domanda del Procuratore regionale, non appare superfluo, a fini di completezza motivazionale, ricordare come tanto la deliberazione di G.R. della Calabria “autorizzativi” delle stabilizzazioni, quanto gli atti generali per cui e causa, costituiscano “ex se” atti completamente illegittimi alla luce delle reiterate pronunce della Corte costituzionale in materia di assolutezza e centralità del principio del pubblico concorso, (pag. 88 della Sentenza). Ciò chiarito appare evidente come tanto le deliberazioni dell’A.S.P. di Cosenza per cui e causa, quanto e soprattutto la deliberazione di G.R. numero 196 del 2008, violano palesemente it principio dell'assunzione tramite pubblico concorso posto dall'art. 97 Cost., giacché operano in una logica di riserva assoluta di posti, provvedendo a recepire gli esiti di procedure selettive, prive dei connotati e delle garanzie del concorso pubblico, preordinate alla successive assunzione nominatim, dovendosi quindi escludere che la eccezionalità dell'assunzione, espressamente prevista dalla più volte ricordata legge numero 296 del 2006, sia conforme al buon andamento della pubblica amministrazione, cui è presidio anche il principio innanzi richiamato”;

a prescindere da quello che sarà l’esito dell’Appello alla Sentenza circa la fondatezza delle conclusioni della Corte, ove ci fosse, alla luce di quanto stabilito dalla ordinanza della Corte di Giustizia della Unione Europea del 7 maggio 2010 e della stessa convergente comparsa di risposta dell'Avvocatura Generale dello Stato Italiano nel processo, che dichiara la applicabilità di quanto stabilito dal Decreto legislativo numero 368 del 2001 al rapporto di lavoro pubblico (conseguimento della anzianità di servizio dei 36 mesi), nonché alla luce delle recenti prime sentenze del giudice del Tribunale di Trani sulla materia;

Il Consiglio regionale della Calabria:

impegna la Giunta regionale di porre in essere tutti gli atti prodromici e conseguenti ad impedire la retrocessione dei lavoratori stabilizzati nel sistema Sanitario Regionale e quindi dei lavoratori stabilizzati nelle ASP di Cosenza, Catanzaro, Vibo, Crotone e Reggio Calabria, alla luce di quanto esposto in premessa.

Di chiedere che venga chiusa la fase delle incoerenze di programma e di quelle attuative per dare significativa dimostrazione che a fronte dei gravissimi problemi occupazionali e della condizione del mondo del lavoro, in Calabria si riesce a non sprecare le opportunità per dare serenità ai lavoratori ed agli Enti pressi i quali sono utilmente occupati”.

Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Mozione numero 80 unificata di iniziativa dei consiglieri Imbalzano e Nucera: “Sulle ventilate iniziative della Comunità Europea mirate a limitare l’utilizzo dell’essenza del bergamotto nell’industria dei profumi

PRESIDENTE

L’ultimo punto riguarda una mozione unificata di iniziativa dei consiglieri Imbalzano e Nucera “In merito al paventato divieto di utilizzo dell’essenza del bergamotto nei profumi”.

Pongo in votazione la prima, a firma dell’onorevole Nucera, di cui do lettura:

“Il Consiglio regionale della Calabria, premesso che:

il bergamotto è un agrume che trova il suo habitat esclusivo nella striscia di terra, lunga circa cento chilometri, che va da Villa San Giovanni a Monasterace, in provincia di Reggio Calabria, la cui essenza ha avuto assegnato il marchio DOP da parte dell’Unione Europea, in quanto costituisce espressione del “made in Italy”, oltre ad essere un’eccellenza dell’agricoltura sostenibile;

la coltivazione, la produzione e la commercializzazione dell’essenza di bergamotto ha costituito e costituisce un raro momento di imprenditorialità agricola di respiro internazionale per la Calabria, il cui comparto da lavoro a oltre settemila addetti nelle 650 aziende agricole della zona, rappresentando la seconda voce delle esportazioni della regione;

presso l’Unione Europea è giacente una proposta tendente a mettere al bando o a limitare fortemente, nel processo di distillazione dei profumi, l’uso delle essenze naturali, tra le quali l’essenza di bergamotto, accusate di provocare allergie;

la proposta giacente presso l’Unione Europea mira, con ogni evidenza, a sostenere gli interessi delle industrie chimiche a danno di uno dei prodotti più rappresentativi del nostro territorio e di un’area, la fascia jonica reggina, che ha saputo investire nell’agricoltura sostenibile;

Invita

il Presidente del Consiglio regionale della Calabria

ad intervenire presso il Ministro dell’Agricoltura affinché predisponga un tavolo istituzionale a difesa della commercializzazione dell’essenza di bergamotto e del suo utilizzo nell’industria profumiera;

ad allertare i parlamentari europei eletti nei collegi dell’Italia meridionale affinché intraprendano azioni di contrasto alla proposta giacente presso l’Unione Europea avente ad oggetto la messa al bando o la limitazione dell'uso delle essenze naturali;

a costituirsi in giudizio contro chi diffonde notizie allarmanti sulle qualità organolettiche e chimiche dell’essenza di bergamotto”.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Pongo in votazione la seconda, a firma dell’onorevole Imbalzano, di cui do lettura:

“Premesso che:

il Bergamotto, con l’intera filiera dei prodotti derivati, costituisce da oltre un secolo una fonte primaria di reddito sia per centinaia di aziende familiari reggine dedite alla produzione dell’oro verde che per tutti gli operatori che, sia pure con alterne fortune nel tempo, sono riusciti a valorizzare questo prezioso e insostituibile prodotto della nostra terra;

a seguito di un impegno continuo nel tempo di tutte le componenti interessate (Associazioni di categoria, Associazioni di produttori, consorzi del Bergamotto, Istituzioni politiche a tutti i livelli, imprenditori operanti nel settore), è stato possibile assicurare una normativa nazionale e regionale che ha fin qui garantito la tutela di questo prodotto che, per qualità organolettiche e chimiche, rimane unico per le straordinarie possibilità d'impiego non solo dell'essenza ma di tutti i prodotti derivati;

la Comunità Europea, proprio in forza di questa unicità di produzione e di impiego, ha assegnato il marchio DOP all’essenza del bergamotto, che continua ad essere considerato una delle tipicità per eccellenza della Calabria;

altresì che, a seguito della proposta maturata, paradossalmente, in seno alla stessa Unione Europea, si stanno adombrando serissimi rischi per tutta la filiera con preoccupanti conseguenze di ordine economico per i produttori del settore e per l'economia dell'intera provincia di Reggio Calabria;

ritenuto, infine, che non è possibile, dopo il rilancio della produzione in questi anni, ipotizzare una limitazione, per motivazioni inconsistenti e risibili, nell'utilizzo dell'essenza stessa, per sostituirlo, evidentemente, con prodotti sintetici che, questi si, potrebbero provocare danni seri alla salute dei Consumatori di profumi di prestigio;

preso atto delle generalizzate prese di posizione assunte in questi giorni, per scongiurare una eventualità tanto insostenibile e contraddittoria quanto economicamente devastante;

viste le audizioni rese in Commissione “Attività Produttive” dai rappresentanti dell'intero settore;

il sottoscritto consigliere regionale, onorevole Candeloro Imbalzano, stante la delicatezza e l’importanza della problematica in questione, chiede alla S.V. di voler sottoporre la presente mozione all’attenzione ed alla discussione del prossimo Consiglio regionale, per contribuire a scongiurare decisioni scellerate della Comunità Europea, all’interno della quale, si aggirano certamente lobby interessate, invitando le Rappresentanze Istituzionali Nazionali di tutti gli schieramenti nonché la Deputazione Europea ad assumere tutte le iniziative che consentano di evitare quelle decisioni definitive che vadano in direzione opposta agli interessi dell'agricoltura e delle popolazioni calabresi”.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Non ci sono altri punti all’ordine del giorno, quindi la seduta di Consiglio si conclude, sarà convocato a domicilio.

La seduta termina alle 19,23

Allegati

Congedi

Hanno chiesto congedo i consiglieri Aiello F., Grillo, Stillitani, Torchia.

(Sono concessi)

Annunzio di proposte di legge e loro assegnazione a Commissioni

E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge di iniziativa del consigliere Dattolo:

“Modifica alle circoscrizioni territoriali dei comuni di Sellia e di Sellia Marina” (P.L.n . 394/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali.

(Così resta stabilito)

E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge di Iniziativa popolare:

“Introduzione della doppia preferenza di genere – modifica dell’articolo 2, comma 2, della legge regionale 7 febbraio 2005, n. 1 (Norme per l’elezione del Presidente della Giunta regionale e del Consiglio regionale)” (P.L. n. 393/9^)

E’ stata assegnata alla quinta Commissione consiliare - Riforme e decentramento.

(Così resta stabilito)

Annunzio di proposta di provvedimento amministrativo e sua assegnazione a Commissione

E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa dei consiglieri:

Chiappetta, Bilardi, Serra, Dattolo, Principe, Loiero, De Masi, Ciconte, Bova – “Modifiche ed integrazioni al Regolamento interno del Consiglio regionale”(P.P.A. n. 200/9^)

E’ stata assegnata alla quinta Commissione consiliare - Riforme e decentramento.

(Così resta stabilito)

Promulgazione di leggi regionali

In data 6 novembre 2012, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sotto indicate leggi regionali. Le stesse sono state pubblicate sul supplemento straordinario numero 4 del 15 novembre 2012 al Bur n. 20 del 2 novembre 2012:

legge regionale 6 novembre 2012, n. 51, recante: “Sicurezza e salute sui luoghi di lavoro. Norme per l’attuazione del D.Lgs 81/2008 in materia di sanzioni”;

legge regionale 6 novembre 2012, n. 52, recante: “Istituzione della giornata regionale del Calendario in memoria di Aloysius Lilius da Cirò”;

legge regionale 6 novembre 2012, n. 53, recante: “Modifica dell’art. 2 comma 2, lettera b), della legge regionale 12 dicembre 2011, n. 43 “Unione tra i comuni”;

legge regionale 6 novembre 2012, n. 54, recante: “Legge organica in materia di relazioni tra Regione Calabria e comunità calabresi nel mondo”;

Elenco dei componenti le Commissioni consiliari

Do lettura dell’elenco dei componenti delle Commissioni consiliari predisposto a seguito delle comunicazioni dei Presidenti dei gruppi consiliari:

1^ Commissione

Battaglia Demetrio                                                      Partito democratico

Caputo Giuseppe                                                         Popolo della libertà

Chizzoniti Aurelio                                                       Insieme per la Calabria – Scopelliti Presidente

Dattolo Alfonso                                                          UDC – Unione di centro

De Gaetano Antonino                                                 Partito democratico

Grillo Alfonsino                                                          Scopelliti Presidente

Nicolò Alessandro                                                       Popolo della libertà

Orsomarso Fausto                                                        Popolo della libertà

Talarico Domenico                                                      Italia dei valori

Tripodi Pasquale                                                          Misto

2^ Commissione

Adamo Nicola                                                             Misto

Bruni Ottavio                                                              Misto

Censore Bruno                                                 Partito democratico

Imbalzano Candeloro                                                  Scopelliti Presidente

Maiolo Mario                                                               Partito democratico

Magno Mario                                                               Popolo della libertà

Mirabelli Rosario                                                         Progetto democratico

Morrone Giuseppe                                                       Popolo della libertà

Nucera Giovanni                                                         Popolo della libertà

Serra Giulio                                                                 Insieme per la Calabria –

Scopelliti Presidente

3^ Commissione

Aiello Ferdinando                                                       Progetto democratico

Chiappetta Gianpaolo                                                  Popolo della libertà

Dattolo Alfonso                                                          Udc – Unione di centro

Giordano Giuseppe                                                     Italia dei valori

Guccione Carlo                                                            Partito democratico

Parente Claudio                                                           Scopelliti Presidente

Salerno Nazzareno                                                       Popolo della libertà

Scalzo Antonio                                                            Partito democratico

Serra Giulio                                                                 Insieme per la Calabria – Scopelliti Presidente

Vilasi Gesuele                                                  Popolo della libertà

4^ Commissione

Chizzoniti Aurelio                                                       Insieme per la Calabria – Scopelliti Presidente

Franchino Mario                                                          Partito democratico

Gallo Gianluca                                                 Udc – Unione di centro

Grillo Alfonsino                                                          Scopelliti Presidente

Magno Mario                                                               Popolo della libertà

Morrone Giuseppe                                                       Popolo della libertà

Orsomarso Fausto                                                        Popolo della libertà

Scalzo Antonio                                                Partito democratico

Talarico Domenico                                                      Italia dei valori

Tripodi Pasquale                                                          Misto

Commissione speciale di Vigilanza

Battaglia Demetrio                                                      Partito democratico

Bruni Ottavio Gaetano                                    Udc – Unione di centro

Chizzoniti Aurelio                                                       Insieme per la Calabria –

Scopelliti Presidente

Guccione Carlo                                                Partito democratico

Mirabelli Rosario                                                         Progetto democratico

Pacenza Salvatore                                                        Popolo della libertà

Parente Claudio                                                           Scopelliti Presidente

Salerno Nazzareno                                                       Popolo della libertà

Tripodi Pasquale                                                          Misto

Vilasi Gesuele                                                              Popolo della libertà

Commissione contro la ‘ndrangheta

 

Censore Bruno                                                 Partito democratico

Chizzoniti Aurelio                                                       Insieme per la Calabria –

Scopelliti Presidente

Gallo Gianluca                                                 Udc. – Unione di centro

Giordano Giuseppe                                                     Italia dei valori

Magarò Salvatore                                                        Scopelliti Presidente

Maiolo Mario                                                               Partito democratico

Nucera Giovanni                                                         Popolo della libertà

Pacenza Salvatore                                                        Popolo della libertà

Vilasi Gesuele                                                  Popolo della libertà

Sostituzione di consiglieri regionali in seno a Commissioni

L’onorevole Giulio Serra, viene sostituito in seno alla seconda Commissione consiliare con l’onorevole Alfonso Dattolo.

L’onorevole Alfonso Dattolo viene sostituito in seno alla prima Commissione consiliare con l’onorevole Gaetano Ottavio Bruni.

Interrogazione a risposta immediata

Talarico D. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore ai trasporti. Per sapere – premesso che:

in data 9 novembre u.s., presso il Ministero dei trasporti è stato siglato un accordo per il trasferimento, entro il 31 dicembre 2012, della proprietà sociale di Ferrovie della Calabria dallo Stato alla Regione Calabria;

oltre 80 ex dipendenti di Ferrovie della Calabria, licenziati il 31.8.2011 con una procedura di licenziamento collettivo ex legge 223/91, da oltre un anno sono in attesa della corresponsione del Tfr;

di questi, solo 40, in seguito ad una manifestazione di protesta in data 21 settembre u.s., hanno ricevuto dall'azienda un acconto di 7000 euro;

per soddisfare la legittima esigenza dei soggetti di che trattasi sarebbero necessari non meno di 3 milioni di euro;

l'azienda ha subordinato il pagamento del trattamento di che trattasi alla conclusione dell'iter (ex legge n. 134/2012 di conversione del DL. n. 83/2012) per il trasferimento della proprietà sociale di FdC dallo Stato alla Regione Calabria, regolando in tal modo le partite debitorie e creditorie;

la conclusione del suddetto procedimento consentirebbe di attingere a 20 milioni di euro per la ricapitalizzazione di Ferrovie della Calabria srl e 100 milioni euro di fondi Fas;

la situazione debitoria dell'Azienda, dunque la pendenza di una ingente quantità di decreti ingiuntivi, pone comunque il rischio, anche nell'ipotesi di cui sopra, che la corresponsione delle somme spettanti agli ex lavoratori FdC, ritardi ulteriormente ovvero non si concretizzi in tempi ragionevoli -:

quali iniziative si intendono assumere, per quanto di competenza della Regione, per sbloccare la situazione dei soggetti di cui alla premessa, assicurando che da parte di FdC ci sia nei confronti dei medesimi la corresponsione del Trattamento di fine rapporto (TFR), per come la legge prevede.

(310; 15.11.2012)

Interrogazione a risposta scritta

Ciconte. Al Presidente della Giunta regionale, nella qualità di commissario della sanità. Per sapere – premesso che:

al fine di sanare il deficit sanitario, la Regione Calabria ha pensato di risparmiare risorse attraverso una netta ed insensata riduzione del personale, al punto che, già ora, alcuni reparti dei maggiori nosocomi calabresi, operando con pochissime unità infermieristiche, non riescono a garantire il livello minimo di assistenza;

la delineata situazione ha un'immediata ricaduta sugli standard qualitativi dei servizi sanitari offerti alla popolazione, la quale, in tal modo, è maggiormente "incentivata" a proseguire in quella che ormai risulta essere una rassegnata migrazione sanitaria verso modelli territoriali ritenuti più "virtuosi";

"rebus sic stantibus" non v'è chi non veda come la situazione sia destinata a precipitare, come, ad esempio, nel caso dell'Ospedale Regionale Pugliese-Ciaccio dove, a fronte di una sempre maggiore richiesta da parte dell'utenza, da fine anno, verranno a mancare ulteriori figure professionali (ivi compresi infermieri, ostetriche, tecnici di laboratorio) a seguito della paventata volontà di non rinnovare i contralti dei precari in scadenza;

è, pertanto, evidente, come in questo caso la cura è, senza dubbio, peggiore del male e tutto ciò non può che comportare una progressiva ed inesorabile chiusura dei reparti, i cui organici sono già in sofferenza e sottodimensionati a causa di gravidanze e pensionamenti che non sono stati, ad oggi, adeguatamente sostituiti -:

quali provvedimenti intende assumere, al fine di evitare le gravi ripercussioni che la situazione prospettata avrebbe sull'erogazione delle prestazioni sanitarie ai cittadini calabresi.

(311; 19.11.2012)

Mozioni

Il Consiglio regionale della Calabria

Premesso che:

il bergamotto è un agrume che trova il suo habitat esclusivo nella striscia di terra, lunga circa cento chilometri, che va da Villa San Giovanni a Monasterace, in provincia di Reggio Calabria, la cui essenza ha avuto assegnato il marchio DOP da parte dell'Unione Europea, in quanto costituisce espressione del "made in Italy", oltre ad essere un'eccellenza dell'agricoltura sostenibile;

la coltivazione, la produzione e la commercializzazione dell'essenza di bergamotto ha costituito e costituisce un raro momento di imprenditorialità agricola di respiro internazionale per la Calabria, il cui comparto da lavoro a oltre settemila addetti nelle 650 aziende agricole della zona, rappresentando la seconda voce delle esportazioni della regione;

presso l'Unione Europea è giacente una proposta tendente a mettere al bando o a limitare fortemente, nel processo di distillazione dei profumi, l'uso delle essenze naturali, tra le quali l'essenza di bergamotto, accusate di provocare allergie;

la proposta giacente presso l'Unione Europea mira, con ogni evidenza, a sostenere gli interessi delle industrie chimiche a danno di uno dei prodotti più rappresentativi del nostro territorio e di un'area, la fascia jonica reggina, che ha saputo investire nell'agricoltura sostenibile;

Invita

il Presidente del Consiglio regionale della Calabria

ad intervenire presso il Ministro dell'Agricoltura affinché predisponga un tavolo istituzionale a difesa della commercializzazione dell'essenza di bergamotto e del suo utilizzo nell'industria profumiera;

ad allertare i parlamentari europei eletti nei collegi dell'Italia meridionale affinché intraprendano azioni di contrasto alla proposta giacente presso l'Unione Europea avente ad oggetto la messa al bando o la limitazione dell'uso delle essenze naturali;

a costituirsi in giudizio contro chi diffonde notizie allarmanti sulle qualità organolettiche e chimiche dell'essenza di bergamotto.

(79; 22.11.2012) Nucera

Premesso che

il Bergamotto, con l'intera filiera dei prodotti derivati, costituisce da oltre un secolo una fonte primaria di reddito sia per centinaia di aziende familiari reggine dedite alla produzione dell'oro verde che per tutti gli operatori che, sia pure con alterne fortune nel tempo, sono riusciti a valorizzare questo prezioso e insostituibile prodotto della nostra terra;

a seguito di un impegno continuo nel tempo di tutte le componenti interessate (Associazioni di categoria, Associazioni di produttori, consorzi del Bergamotto, Istituzioni politiche a tutti i livelli, imprenditori operanti nel settore), è stato possibile assicurare una normativa nazionale e regionale che ha fin qui garantito la tutela di questo prodotto che, per qualità organolettiche e chimiche, rimane unico per le straordinarie possibilità d'impiego non solo dell'essenza ma di tutti i prodotti derivati;

la Comunità Europea, proprio in forza di questa unicità di produzione e di impiego, ha assegnato il marchio DOP all'essenza del bergamotto, che continua ad essere considerato una delle tipicità per eccellenza della Calabria;

altresì che, a seguito della proposta maturata, paradossalmente, in seno alla stessa Unione Europea, si stanno adombrando serissimi rischi per tutta la filiera con preoccupanti conseguenze di ordine economico per i produttori del settore e per l'economia dell'intera provincia di Reggio Calabria;

ritenuto infine, che non è possibile, dopo il rilancio della produzione in questi anni, ipotizzare una limitazione, per motivazioni inconsistenti e risibili, nell'utilizzo dell'essenza stessa, per sostituirlo, evidentemente, con prodotti sintetici che, questi si, potrebbero provocare danni seri alla salute dei Consumatori di profumi di prestigio;

preso atto delle generalizzate prese di posizione assunte in questi giorni, per scongiurare una eventualità tanto insostenibile e contraddittoria quanto economicamente devastante;

viste le audizioni rese in Commissione "Attività Produttive" dai rappresentanti dell'intero settore;

Tutto quanto premesso

il sottoscritto consigliere regionale, onorevole Candeloro Imbalzano, stante la delicatezza e l'importanza della problematica in questione, chiede alla S.V. di voler sottoporre la presente mozione all'attenzione ed alla discussione del prossimo Consiglio regionale, per contribuire a scongiurare decisioni scellerate della Comunità Europea, all'interno della quale, si aggirano certamente lobbies interessate, invitando le Rappresentanze Istituzionali Nazionali di tutti gli schieramenti nonché la Deputazione Europea ad assumere tutte le iniziative che consentano di evitare quelle decisioni definitive che vadano in direzione opposta agli interessi dell'agricoltura e delle popolazioni calabresi.

(80; 23.11.2012) Imbalzano

Esame abbinato: Proposta di legge numero 95/9^, recante: “Caratterizzazione etica degli Enti e delle Imprese. Adeguamento degli Enti e delle Imprese in regime di convenzione con la Regione Calabria al D.Lgs n. 231/2001” e Proposta di legge numero 337/9^, recante: “Adeguamento ai modelli di organizzazione e di gestione ai sensi dell'articolo 6 del decreto legislativo 8 giugno 2001 n. 231 concernente <Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, a norma dell'articolo 11 della legge 29 settembre 2000, n. 300>”. E' in discussione un testo unificato: Adeguamento ai modelli di organizzazione e di gestione ai sensi dell'articolo 6 del decreto legislativo 8 giugno 2001 n. 231 concernente “Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, a norma dell'articolo 11 della legge 29 settembre 2000, n. 300(Del. n. 251)

Art. 1

(Principi e finalità)

1. La Regione Calabria, nel rispetto dei principi di legalità, trasparenza, eticità, e correttezza e in conformità alle disposizioni dì cui al decreto legislativo 8 giugno 2001 n. 231 (Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, a norma dell'articolo 11 della L 29 settembre 2000, n. 300), con la presente legge disciplina gli adempimenti cui sono tenuti i soggetti dì cui all'articolo 2, sottoposti alle responsabilità e alle sanzioni derivanti dal d.lgs. 231/2001, al 'fine di realizzare i presupposti per l'esenzione della responsabilità amministrativa per gli illeciti amministrativi dipendenti da reato.

Art. 2

(Soggetti)

1. Le disposizioni della presente legge si applicano, nel rispetto dell'autonomia statutaria di cui alla disciplina civilistica in materia:

a) agli enti pubblici economici dipendenti e strumentali della Regione, con o senza personalità giuridica;

b) alle fondazioni costituite dalla Regione;

c) alle società controllate dalla Regione.

Art. 3

(Adozione dei modelli di organizzazione, di gestione e controllo)

1. Entro il termine di sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, i soggetti di cui all'articolo 2 adottano modelli di organizzazione, di gestione e controllo di cui agli articoli 6 e 7 del d. lgs. n. 231/2001, che prevedono, in relazione alfa natura dei servizi e delle attività svolte e alla dimensione dell'organizzazione, misure idonee a garantire fo svolgimento della propria attività nel rispetto dei principi di legalità, eticità e trasparenza.

2. Il mancato adeguamento ai modelli di cui al comma 1 comporta la sospensione della erogazione di contributi, trasferimenti, risorse a qualsiasi titolo erogati dalla Regione fino alla effettiva adozione di tali modelli. I Dipartimenti regionali che esercitano la vigilanza sui soggetti di cui all’articolo 2 verificano il rispetto di quanto previsto al comma 1 e dispongono, in caso di mancato adeguamento, fa sospensione delle erogazioni.

3. Con riferimento all'attività convenzionale con la Regione Calabria e con gli enti strumentali, vigilati e dipendenti dalla stessa Regione, ivi comprese le Aziende sanitarie e ospedaliere, salvo il diverso termine di cui al comma 1, resta ferma la disciplina dettata dall'articolo 54 della legge regionale 13 giugno 2008, n. 15 "Provvedimento generale di tipo ordinamentale e finanziario (collegato alla manovra di finanza regionale per l'anno 2008 ai sensi dell'articolo 3, comma 4, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8)".

Art. 4

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Proposta di legge numero 265/9^, recante: “Interventi in materia di sostegno e innovazione delle attività professionali” (Del. n. 252)

Art. 1

(Finalità e oggetto della legge)

1. La Regione Calabria ai sensi della legge regionale 26 novembre 2001, n. 27 (Costituzione e disciplina della Consulta per la valorizzazione degli Ordini, Collegi, associazioni professionali) e della legislazione nazionale vigente in materia, riconoscendo la rilevanza del ruolo delle libere professioni regolamentate ai fini dello sviluppo economico e sociale della comunità regionale, promuove iniziative per sostenere "avvio delle attività professionali, favorire e incentivare lo sviluppo dell'associazionismo tra professionisti, garantire la qualificazione professionale anche con l'innovazione, l'internazionalizzazione e la ricerca.

2. La Regione Calabria, nel rispetto dei principi fondamentali della legislazione dello Stato, promuove la piena eguaglianza e le pari opportunità per le persone di ogni sesso, condizione fisica e sociale, che esercitano le professioni.

Art. 2

(Programmazione degli interventi)

1. La Giunta regionale definisce gli interventi di sostegno e di incentivazione con un piano annuale, tenendo conto delle proposte formulate dalla Consulta regionale di cui alla legge regionale n. 27 del 26 novembre 2001.

2. Il piano annuale è approvato con deliberazione della Giunta regionale, previo parere della competente Commissione Consiliare.

3. Il piano annuale individua modelli, metodologie progettuali, tempi di presentazione delle istanze e modalità di valutazione e di formazione delle graduatorie degli aventi diritto, esplicitate in apposite linee guida, per indirizzare i progetti innovativi proposti da ordini, collegi ed associazioni professionali.

4. Il piano annuale determina, altresì, le priorità per:

a) la formazione programmata dai soggetti di cui all'articolo 1 della legge regionale n. 27/2001 volta a qualificare le libere professioni e la loro internazionalizzazione;

b) il sostegno alla frequenza, per professionisti che non abbiano una età superiore ai 45 anni, di attività di alta specializzazione realizzate presso istituzioni universitarie e centri di ricerca in Italia e nell'Unione Europea;

c) il sostegno all'avvio dell'attività professionale sia in forma singola che associata o societaria, ai sensi dell'articolo 10 legge 12 novembre 2011, n. 183;

d) il sostegno all'esercizio dell'attività professionale, attraverso i servizi e gli strumenti dell'innovazione tecnologica;

e) il sostegno alla realizzazione di progetti concernenti studi e ricerche proposti dalla Consulta regionale per la valorizzazione degli ordini e collegi professionali;

f) il sostegno ai progetti di riorganizzazione e ristrutturazione promossi da ordini, collegi ed associazioni per potenziare e migliorare i servizi resi agli utenti attraverso il cofinanziamento di progetti sostenuti dall'Unione Europea.

Art. 3

(Interventi finanziari)

1. Sono concesse agevolazioni finanziarie per:

a) prestiti a favore di giovani professionisti iscritti agli Ordini, che non abbiano un'età superiore ai trent'anni, per la durata della realizzazione del periodo di pratica o tirocinio professionale, al fine di consentire l'acquisto di strumenti di innovazione tecnologica;

b) prestiti ai giovani professionisti iscritti agli Ordini di età inferiore ai trentacinque anni o con anzianità d'iscrizione all'Ordine di appartenenza inferiore ai cinque anni, per sostenere le spese di impianto dei nuovi studi professionali e per l'avvio o il potenziamento di società tra professionisti di cui all'articolo 10 legge 12 novembre 2011 n. 183.

2. Sono altresì concesse agevolazioni finanziarie agli ordini o collegi professionali che intendano procedere all'innovazione dei propri servizi, al fine di migliorarne la qualità e l'efficienza, in misura corrispondente alle risorse previste quale quota di cofinanziamento per l'accesso ai fondi europei, secondo la normativa vigente in materia.

Art. 4

(Fondo di rotazione)

1. Per la realizzazione degli interventi regionali di cui agli articoli 2 e 3, è istituito un fondo regionale di rotazione per favorire la concessione di agevolazioni finanziarie per sostenere l'esercizio di attività professionali intellettuali.

2. La Giunta regionale, entro sessanta giorni dalla pubblicazione della presente legge, determina con apposita convenzione con Fincalabra s.p.a., società in house della Regione Calabria, soggetto gestore del Fondo di rotazione di cui al comma 1 del presente articolo, le modalità di intervento connesse agli oneri finanziari per la concessione degli incentivi e per la garanzia dei prestiti.

3. Nei successivi sessanta giorni la Giunta regionale, con la deliberazione di cui al precedente articolo 2, comma 1, provvede ad emanare le linee guida e il bando relativi alle procedure di ammissione alle agevolazioni finanziarie, indicando i requisiti soggettivi per l'accesso al beneficio della garanzia e disciplina gli aspetti applicativi· per assicurare operatività agli interventi.

4. La garanzia è rilasciata dal soggetto gestore del fondo, secondo le seguenti modalità:

a) per un importo massimo pari all’80 per cento, con riferimento all'entità finanziaria ammessa, per quanto riguarda gli interventi previsti all'articolo 3, comma 1, lettera a) della presente legge, il cui valore non può comunque essere superiore ad euro 3.000,00 comprensivo degli interessi;

b) per l'intera somma ammessa a finanziamento se gli interventi di cui all'articolo 3, comma 1, lettera a), sono attivati da giovani professioniste;

c) per gli interventi di cui all'articolo 3, comma 1, lettera b) della presente legge, per un importo pari all'80 per cento del finanziamento concesso, il cui valore non può comunque essere superiore ad euro 7.000,00 comprensivo degli interessi.

5. Gli interventi di cui all'articolo 3, comma 2 della presente legge, comportano la concessione di garanzia riferibile ad un importo massimo di euro 7.000,00 comprensivo degli interessi, corrispondente all'80 per cento del finanziamento concesso.

Art. 5

(Norma finanziaria)

1. Agli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge, quantificati per l'esercizio finanziario 2012 in euro 100.000,00 si provvede per l'anno in corso con la disponibilità esistente all'UPB 8.1.01.01 - capitolo 7001101 - inerente a "Fondo occorrente per far fronte agli oneri derivanti da provvedimenti legislativi che sì perfezioneranno dopo l'approvazione del bilancio, recanti spese di parte corrente" dello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno 2012, che viene ridotta del medesimo importo.

2. La disponibilità finanziaria di cui al comma precedente è utilizzata nell'esercizio in corso ponendo la competenza della spesa a carico della UPB 4.03.02.02 della spesa del bilancio 2012 con l'istituzione di apposito capitolo denominato "Interventi in materia di sostegno e innovazione delle attività professionali".

3. Per gli anni successivi, alla copertura finanziaria degli oneri previsti dalla presente legge, quantificati in euro 100.000,00, si provvede, nei limiti della disponibilità di risorse autonome, con la legge di approvazione del bilancio della Regione e con la collegata legge finanziaria che l'accompagna.

Art. 6

(Norma transitoria)

1. Nelle more dell'approvazione dell'apposito regolamento di cui all'articolo 9 della legge regionale 26 novembre 2011 n. 27, la Giunta regionale formula il piano annuale sentiti gli ordini professionali.

Art. 7

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Proposta di legge numero 110/9^, recante: “Istituzione di eco musei in Calabria” (Del. n. 253)

Art. 1

(Definizione e finalità)

1. La Regione Calabria prevede, al fine del recupero e della valorizzazione del territorio e delle tradizioni culturali e storiche, l'istituzione di Ecomusei.

2. Ai fini della presente legge, per Ecomuseo s'intende un'istituzione culturale, costituita dai soggetti indicati all’articolo 2, che assicura, su un territorio di riferimento e con la partecipazione della popolazione residente, le funzioni di ricerca, conservazione e valorizzazione di un insieme di beni culturali, rappresentativi di un ambiente e dei modi di vita lì succedutisi, accompagnandone lo sviluppo.

3. La Regione favorisce la costituzione, il riconoscimento e lo sviluppo degli Ecomusei nel territorio, per promuovere, testimoniare, valorizzare e accompagnare, durante la loro evoluzione:

a) la memoria storica;

b) la vita locale;

c) la cultura materiale e immateriale e quella del paesaggio;

d) le relazioni fra ambiente naturale ed ambiente antropizzato;

e) le tradizioni;

f) la ricostruzione e la trasformazione degli ambienti di vita e di lavoro delle comunità locali.

4. Sono finalità prioritarie degli Ecomusei:

a) il coinvolgimento e la partecipazione attiva della popolazione;

b) la ricostruzione delle trasformazioni sociali, economiche, culturali e ambientali vissute dalle comunità locali e dai territori, al fine di accompagnarne lo sviluppo sostenibile e condiviso;

c) la promozione dello sviluppo sostenibile attraverso la sensibilizzazione delle comunità locali, delle istituzioni, in particolare di quelle culturali, scientifiche e scolastiche, delle attività economiche, degli enti e delle associazioni locali;

d) la conservazione e il restauro di ambienti di vita tradizionali, per tramandare le testimonianze e le trasformazioni della cultura materiale e immateriale;

e) la ricostruzione della evoluzione delle abitudini di vita e di lavoro delle popolazioni locali, delle tradizioni religiose, culturali, ricreative e agricole, nonché dell'utilizzo delle risorse naturali, delle tecnologie, delle fonti energetiche e delle materie impiegate nelle attività produttive;

f) la valorizzazione dei territori interessati e dei patrimoni di immobili caratteristici e storici; dei mobili, degli attrezzi, degli strumenti di lavoro e di ogni altro oggetto utile alla ricostruzione fedele di ambienti di vita tradizionali, sia interni che esterni, consentendone la salvaguardia e la buona manutenzione nonché il rafforzamento delle reti di relazioni locali;

g) la ricostruzione di ambienti di vita e di lavoro tradizionali, finalizzati alla produzione di beni o servizi da offrire ai visitatori, in modo da creare occasioni di impiego e di vendita di prodotti artigianali ed enogastronomici, nonché di didattica, sport e svago in genere;

h) la predisposizione di percorsi turistici e culturali che richiamano la ricostituzione degli ambienti tradizionali;

i) la promozione e il sostegno delle attività di ricerca scientifica e didattico-educativa relative alla storia, all'arte, alle tradizioni locali e all'ambiente;

j) lo studio, la rappresentazione e la tutela dei paesaggi tipici calabresi;

k) il recupero e l'utilizzo, nelle diverse attività, del patrimonio linguistico delle minoranze storiche presenti nel territorio e dei dialetti locali, ai sensi:

1) della legge 15 dicembre 1999, n. 482 (Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche);

2) del decreto del Presidente della Repubblica 2 maggio 2001, n. 345 (Regolamento di attuazione della legge 15 dicembre 1999, n. 482);

3) della legge regionale 30 ottobre 2003, n. 15 (Norme per la tutela e la valorizzazione della lingua e del patrimonio culturale delle minoranze linguistiche e storiche di Calabria).

Art. 2

(Istituzione e riconoscimento degli Ecomusei)

1. La Giunta regionale propone, annualmente, al Consiglio regionale l'istituzione e il riconoscimento degli Ecomusei, sulla base delle proposte provenienti, in forma singola o associata:

a) da associazioni o fondazioni culturali e ambientaliste senza scopo di lucro, appositamente costituite o che abbiano come oggetto statutario le finalità di cui all'articolo 1, comma 5;

b) da Dipartimenti delle Facoltà delle università calabresi che svolgono attività di studio e ricerca nell'ambito delle finalità di cui all'articolo 1, comma 4.

2. Gli Ecomusei sono istituiti con deliberazione del Consiglio regionale.

Art. 3

(Istituzione del Gruppo di lavoro Ecomusei)

1. La Giunta regionale si avvale, per la valutazione delle proposte di istituzione di Ecomusei, di un apposito gruppo di esperti, definito "Gruppo di lavoro Ecomusei".

2. Il Gruppo di lavoro Ecomusei opera presso il Consiglio regionale ed è composto da:

a) un esperto di archeologia;

b) un esperto di antropologia storica e culturale;

c) un esperto informatico;

d) un esperto di turismo;

e) un esperto di Business plan e Project cycle management (P.C.M.).

3. Il Gruppo di lavoro Ecomusei è lo strumento di supporto tecnico-scientifico alla programmazione regionale, dura per l'intera legislatura ed è nominato dal Consiglio regionale nei tempi e secondo le modalità previste dalla legge regionale 4 agosto 1995, n. 39 (Disciplina della proroga degli organi amministrativi e delle nomine di competenza regionale. Abrogazione legge regionale 5 agosto 1992, n. 13).

Art. 4

(Regolamento di attuazione)

1. La Giunta regionale, entro 90 giorni dall'approvazione della presente legge, approva un regolamento che, in conformità ai principi e alle finalità di cui all'articolo 1 e alle indicazioni del Gruppo di lavoro Ecomusei, fissa i requisiti minimi necessari per il riconoscimento degli Ecomusei.

2. Il regolamento è redatto in considerazione delle seguenti priorità:

a) omogeneità culturale e paesaggistica del territorio in cui si propone l’istituzione dell’Ecomuseo;

b) partecipazione attiva della comunità locale nel progetto di animazione culturale;

c) presenza di enti locali singoli o associati;

d) presenza di beni delle comunità interessate, ovvero di elementi patrimoniali, materiali e immateriali, naturalistici e ambientali di riconosciuto valore, specialmente per le stesse comunità;

e) allestimento di un luogo, aperto al pubblico, di interpretazione documentazione e informazione;

f) esistenza di itinerari di visita e luoghi di interpretazione;

g) marginalità dell'area;

h) presenza attiva e documentata sul territorio;

i) assenza, sul medesimo territorio, di altri Ecomusei, ad eccezione di quelli di natura esclusivamente tematica;

j) progettazione conforme alle direttive comunitarie in materia (P.C.M.);

k) progettazione contenente la previsione di sponsorizzazioni private per la copertura delle spese di investimento nella misura minima del 20 per cento nonché del contributo di enti locali. In particolare, il progetto deve prevedere la possibilità di uno sviluppo economico, nel breve, medio e lungo periodo, tale da superare l’investimento dei fondi regionali, così garantendo autonomia finanziaria all’Ecomuseo;

l) progettazione volta a promuovere l’immagine dei luoghi d’interesse all’estero, attraverso l’utilizzo di pubblicità su TV estere, la sottoscrizione di accordi con compagnie aeree estere e agenzie di turismo, ovvero la creazione di partneriati con associazioni culturali internazionali, preferendo tali strumenti a quelli di pubblicizzazione squisitamente locale, quali, a titolo esemplificativo, scuole, associazioni locali, feste patronali.

3. Il regolamento di cui al comma 1 individua anche i soggetti e i requisiti che gli stessi devono possedere per assumere la gestione degli Ecomusei.

4. La Giunta regionale trasmette alla competente commissione consiliare una relazione biennale sullo stato di attuazione della presente legge.

Art. 5

(Denominazione e marchio)

1. L’Ecomuseo è contraddistinto da una denominazione esclusiva e originale e da un proprio marchio, anche a tutela del territorio rappresentato.

2. A tal fine, la Regione, contestualmente al riconoscimento dell’Ecomuseo di cui al comma 1 dell’articolo 4, assegna a ciascuno una denominazione esclusiva e originale e un marchio, quale strumento di promozione dello stesso, tutelato nelle forme consentite.

3. La Regione può promuovere un marchio rappresentativo del complesso degli Ecomusei calabresi.

Art. 6

(Contributi regionali)

1. La Regione concede contributi per la realizzazione e lo sviluppo degli Ecomusei di cui alla presente legge, entro il limite massimo del 50 per cento della spesa sostenuta dall'ente proprietario o gestore, anche per gli interventi per opere edilizie e per l’acquisto di beni e attrezzature.

2. La Giunta regionale definisce i criteri per l'assegnazione dei contributi di cui al comma 1, e le modalità di verifica sull’impiego degli stessi. La direzione generale competente provvede alla loro erogazione, ai sensi del comma 2 dell’articolo 4 della legge regionale 12 giugno 2009, n. 19 (Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e finanziario - Collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2009 - Art. 3, comma 4, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8).

3. I contributi non possono essere utilizzati per finalità diverse da quelle per le quali sono stati assegnati.

4. Il mancato o diverso utilizzo dei contributi assegnati comporta la decadenza dal diritto agli stessi.

Art. 7

(Norma finanziaria)

1. Agli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge, quantificati per l'esercizio finanziario 2012 in euro 50.000,00, si provvede per l’anno in corso con la disponibilità esistente all'UPB 5.2.01.02 - capitolo 52010261- inerente a "Fondo unico regionale per la realizzazione di iniziative ed interventi in materia di promozione culturale".

2. Per gli anni successivi, alla copertura degli oneri previsti dalla presente legge si provvede, nei limiti consentiti dalla effettiva disponibilità di risorse autonome stanziate all’UPB 5.2.01.02 dello stato di previsione della spesa, secondo le modalità e per gli importi stabiliti nel Programma annuale di cui all’articolo 4, comma 2 della legge regionale n.19/2009.

3. La Giunta regionale è autorizzata ad apportare le necessarie modifiche ed integrazioni al documento tecnico di cui all’articolo 10 della legge regionale 8/2002.

Art. 8

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Proposta di provvedimento amministrativo numero 195/9^, recante: “Presa d'atto del nuovo testo del POR Calabria FESR 2007/2013” (Del. n. 254)

“Il Consiglio regionale

Vista la deliberazione della Giunta regionale n. 415 del 28 settembre 2012, recante: <<Presa d'atto del nuovo testo del POR Calabria FESR 2007/2013>>;

Vista la legge regionale 5 gennaio 2007, n. 3, recante: "Disposizioni sulla partecipazione della Regione Calabria al processo normativo e comunitario e sulle procedure relative all'attuazione delle politiche comunitarie";

Vista la legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8, recante: "Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria";

Delibera

di approvare il nuovo testo del Programma Operativo Regionale Calabria FSE 2007-2013, così come modificato e approvato nel corso della seduta del 19 giugno 2012 del Comitato di Sorveglianza e con la procedura scritta avviata con la nota n. 137 dell'1 agosto 2012 e conclusa positivamente con nota n. 163 del 25.9.2012, che si allega alla presente deliberazione per farne parte integrante e sostanziale”.

(Allegati)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 199/9^, recante: “Determinazioni in ordine al gruppo dei consulenti giuridici. Sostituzione componente – (deliberazione U.P. n. 87 del 22.10.2012)” (Del. n. 255)

“Il Consiglio regionale

Premesso:

che, con deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 18 del 20 luglio 2010, si è provveduto ad indicare per la nomina, ai sensi dell'art. 11, comma 2, della legge regionale 13 maggio 1996, n. 8, un gruppo di consulenti giuridici, al quale è stato affidato l'incarico di fornire consulenza legale al Consiglio regionale;

che con deliberazione n. 42 del 23 luglio 2010 il Consiglio regionale, vista la deliberazione sopra richiamata, ha costituito il suddetto gruppo individuando i sotto elencati consulenti giuridici:

Avv. Ugo Bergamo -Coordinatore

Dott. Angelo Napoli

Avv. Natale Polimeni

Avv. Giovanni Musolino

Avv. Alfredo Gualtieri

considerato:

che da ultimo, con nota acquisita al protocollo generale dell'Ente al n. 34728 del 1° agosto 2012, l’Avv. Alfredo Gualtieri ha manifestato la volontà di dimettersi dall'incarico;

che l'Ufficio di Presidenza, con deliberazione n. 79 del 17 settembre 2012, ha preso atto delle dimissioni dell'Avv. Alfredo Gualtieri, quale componente del gruppo dei consulenti giuridici del Consiglio regionale, fatta salva l'approvazione dell'Assemblea consiliare;

che con deliberazione n. 229 del 24 settembre 2012 il Consiglio regionale, vista la deliberazione di cui al punto precedente, ha accolto le dimissioni dell' Avv. Alfredo Gualtieri;

considerato che, per fare fronte alle esigenze prospettate nella deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 18 del 20 luglio 2010, che richiedono forme di consulenza continua e costante, sussiste la necessità di integrare immediatamente il gruppo dei consulenti giuridici;

visto il curriculum presentato dal Prof. Avv. Giuseppe Iannello, nato a Reggio Calabria il31 ottobre 1947 e residente in Catanzaro via Crispi n. 18;

visto l'art. 11, comma 2, della legge regionale 13 maggio 1996, n. 8;

Delibera

di integrare il gruppo dei consulenti giuridici, affidando l'incarico al Prof. Avv. Giuseppe Iannello nato a Reggio Calabria il 31 ottobre 1947 e residente in Catanzaro via Crispi n. 18”.

Proposta di provvedimento amministrativo numero 200/9^, recante: “Modifiche ed integrazioni al Regolamento interno del Consiglio regionale” (Del. n. 256)

“Il Consiglio regionale

vista la proposta di modifica ed integrazione al Regolamento interno del Consiglio regionale, presentata dai Consiglieri regionali Chiappetta, Bilardi, Serra, Dattolo, Principe. Loiero, De Masi, Ciconte e Bova

Delibera

di modificare ed integrare il Regolamento interno del Consiglio regionale come appresso specificato:

Relazione illustrativa

La proposta consta di un unico articolo, il cui comma 1 contiene la sostituzione dell'articolo 34. Nella sua nuova formulazione, è rubricato sempre Commissione speciale di vigilanza. I commi del modificato articolo 34 oltre a disciplinare le funzioni della commissione nell'esercizio dei poteri di controllo e vigilanza sugli atti della Regione e degli enti ed aziende da essa dipendenti, assegnano alla stessa anche le funzioni precedentemente svolte dal Comitato regionale di controllo contabile soppresso dall'articolo 4 della delibera del Consiglio regionale 135/2011.

Art. 1

1. L'articolo 34 del Regolamento interno del Consiglio regionale (Deliberazione del Consiglio regionale n. 5 del 27 maggio 2005 e s.m.i.) è sostituito dal seguente:

"Articolo 34 (Commissione speciale di vigilanza)

1. E' istituita la Commissione speciale di vigilanza composta nel rispetto del criterio delle proporzionalità recato nel precedente articolo 29, comma 1, e sulla base delle designazioni dei Gruppi.

2. Alla Commissione si applicano integralmente le disposizioni relative alle Commissioni permanenti, salvo quanto disposto nel successivo comma 3.

3. La Commissione:

a) svolge specifiche attività di studio, di istruzione, di controllo e vigilanza sugli atti di programmazione economico-sociale della Regione e degli enti ed aziende dalla stessa dipendenti, riferendo al Consiglio con apposite relazioni semestrali;

b) esprime pareri alle Commissioni permanenti in ordine alle proposte di legge, di regolamento e di provvedimento amministrativo riguardanti la programmazione;

c) verifica l'efficacia della legislazione regionale in relazione agli obiettivi posti dalla programmazione regionale, suggerendo possibili modifiche e particolari iniziative legislative finalizzate ad una migliore efficacia delle norme regionali;

d) ha il compito di riferire al Consiglio regionale sulla gestione del patrimonio immobiliare della Regione, sul rispetto del bilancio regionale. di previsione, sull'adeguatezza e completezza della documentazione contabile, sulla regolarità degli adempimenti fiscali, sul rendiconto generale regionale;

e) può attivare forme di collaborazione con la sezione regionale di controllo della-Corte dei Conti nonché richiedere alla stessa pareri in materia di contabilità pubblica, in conformità a quanto previsto dalla normativa statale vigente. A tal fine, le relazioni che la sezione regionale di controllo della Corte dei Conti invia al Consiglio sono assegnate per il relativo esame alla Commissione che riferisce in merito alle Commissioni permanenti competenti per materia”.

Ordine del giorno numero 87 del 26.11.2012 di iniziativa del consigliere Caputo “In ordine all’incidente ferroviario che ha causato la morte di sei lavoratori a Rossano”

“Il Consiglio regionale

Premesso che:

nella serata di sabato 24 novembre scorso, per cause e dinamiche oggetto di indagini da parte della magistratura inquirente, nel tratto ferroviario ricadente nel comune di Rossano, si è verificato un gravissimo incidente che è purtroppo costato la vita a 6 tra lavoratori e lavoratrici, alcuni anche di giovane età, di nazionalità rumena;

la triste notizia, rimbalzata e ripresa su tutti i media nazionali, ha profondamente scosso, sia per l’assurdità dell’accaduto che per le condizioni economiche delle vittime, non soltanto la comunità di Rossano ma l’intero territorio e tutti i calabresi;

considerato che:

la tragedia di sabato 24 a Rossano si aggiunge ad altre già verificatesi negli anni passati in Calabria e nel resto del Paese, in presenza delle stesse circostanze emerse in quest’ultimo incidente: ovvero un passaggio a livello affidato in gestione a privati, con condizioni di sicurezza e di segnalazione oggettivamente diverse e ridotte rispetto a quelle solitamente riscontrabili, dal cittadino medio, in presenza dei tradizionali passaggi a livello gestiti direttamente dalla Società titolare;

soprattutto sul tratto ferrato ionico, risultano essere numerosi i punti di attraversamento con analogo passaggio a livello affidati alla gestione privata, alcuni dei quali, per come emerso anche in diversi reportage giornalistici, dotati di standard di sicurezza sicuramente migliorabili, sia in termini di interdizione all’accesso per i non autorizzati sia di adeguate visibilità e illuminazione, generale e per gli stessi addetti e/o autorizzati a transitarvi;

la tratta ionica calabrese, per quanto trasformata progressivamente in un binario morto a causa dei continui tagli di vettori, risulta essere comunque percorsa da treni ed adiacente, in molti casi quasi agganciata alla parallela e pericolosissima unica arteria statale di collegamento da Sibari a Reggio Calabria, la SS106, facendo aumentare esponenzialmente, su questo tratto in particolare, il rischio complessivo per l’automobilista o il pedone in caso di qualsivoglia incidente;

la particolare adiacenza (con intuibili possibilità di attraversamenti, autorizzati e non), tanto alla linea ferrata quanto alla SS106, di campi e fondi agricoli, spesso anche in zone popolose, soprattutto nella Sibaritide, rende ancor più pericoloso e frequente rispetto ad altri territori, il rischio incidente, per i lavoratori, per gli automobilisti e per tutti;

per tutto quanto premesso

nell’esprimere il proprio profondo cordoglio alle famiglie delle vittime

Impegna

il Presidente della Giunta e la Giunta a voler convocare con urgenza Ferrovie dello Stato per porre all’attenzione della Società e del competente Ministero la gravissima e persistente situazione locale di pericolosità determinata, soprattutto sul tratto ionico della Calabria, dalla presenza diffusa di passaggi a livello la cui gestione risulta essere affidata a privati, tutti adiacenti alla SS106, affinchè vengano verificate, caso per caso:

l’effettiva necessità di prosecuzione delle eventuali convenzioni in essere tra Ferrovie dello Stato e i privati concessionari;

l’effettiva garanzia degli standard di sicurezza, per gli autorizzati al transito e per tutti;

l’effettiva e adeguata segnalazione del rischio erga omnes, trattandosi in molti casi di attraversamenti in coincidenza di campi agricoli, spiagge, strade interpoderali o altrimenti secondarie, etc..”.

Ordine del giorno numero 88 del 26.11.2012 di iniziativa dei consiglieri De Gaetano, Principe, Censore, Guccione “In ordine alla situazione del personale ex LSU ed LPU della Regione Calabria”

“Il Consiglio regionale

Premesso che:

in Calabria vi sono circa 4800 lavoratori LSU LPU;

gli stessi non percepiscono i sussidi e le integrazioni dal mese di luglio 2012;

la Giunta regionale non ha previsto nell’assestamento di bilancio la relativa copertura finanziaria fino a dicembre 2012;

pur essendoci un accordo con i sindacati per chiedere un tavolo istituzionale con  il Governo nazionale per la stabilizzazione degli stessi lavoratori LSU LPU, tale tavolo ad oggi non è mai stato convocato;

Impegna la Giunta regionale

a provvedere al pagamento immediato di tutte le spettanze arretrate ed a prorogare la convenzione per gli enti utilizzatori per sussidi ed integrazione per l’anno 2013;

a chiedere un tavolo urgente al Ministro del Lavoro Fornero per programmare un piano per la stabilizzazione del precariato calabrese.”

Ordine del giorno numero 89 del 26.11.2012 di iniziativa dei consiglieri Loiero, Scalzo, Salerno, Ciconte, Dattolo, Serra, Parente ed altri “In ordine al riconoscimento della Fondazione Tommaso Campanella quale Istituto di Ricerca e Cura a Carattere Scientifico di diritto privato”

Il Consiglio regionale

Premesso che:

la Fondazione Campanella rappresenta un centro di eccellenza della sanità calabrese;

salvaguardare questo importante Centro significa:

garantire ai calabresi un punto di riferimento unico e insostituibile nel panorama della ricerca e cura oncologica della nostra regione;

evitare che numerosi calabresi siano costretti a viaggi della speranza verso altre regioni per avere le cure necessarie o, peggio ancora, che rinuncino a curarsi per mancanza delle risorse economiche necessarie per i ripetuti e costosi viaggi;

salvaguardare posti di lavoro, nonché preziose professionalità, che rischieremmo di vedere andare via dalla nostra regione;

nella riunione congiunta del Tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti regionali con il Comitato permanente per la verifica dei LEA e la Regione Calabria del 4 aprile 2012, i Tavoli hanno indicato, fra le criticità, “l’assetto giuridico definitivo della Fondazione Tommaso Campanella”;

nella riunione dei Tavoli di monitoraggio con la Regione Calabria del 23 luglio 2012, Tavolo e Comitato hanno ribadito “la necessità di individuare una definitiva soluzione per le problematiche relative alla fondazione Campanella”;

con verbale redatto nella riunione congiunta del 7 novembre 2012, il Tavolo tecnico ha invitato la Regione Calabria a individuare un percorso che conduca alla ridefinizione a regime dell’assetto giuridico della Fondazione Tommaso Campanella;

la Regione Calabria non intende procedere alla liquidazione della Fondazione Tommaso Campanella ma riconoscere la stessa quale Istituto di Ricerca e Cura a Carattere Scientifico di diritto privato;

appare necessario manifestare al “Tavolo Massicci” un chiaro, risolutivo e inequivocabile percorso che conduca alla soluzione definitiva della vicenda relativa alla Fondazione Campanella;

alla luce di quanto statuito dalla Corte Costituzionale in merito all’illegittimità delle leggi regionali n. 35 e n. 50 del 2011, il riconoscimento della Fondazione quale IRCCS privato appare l’unica via percorribile per la soluzione delle problematiche connesse alla salvaguardia del polo oncologico;

la Fondazione Campanella sta operando in condizione di assoluta incertezza e, pertanto, risulta assolutamente necessario intervenire in tempi brevissimi al fine di avviare l’iter per il riconoscimento quale IRCCS di diritto privato.

Tanto premesso

Si impegna

a presentare apposita proposta legislativa che prevede l’assetto giuridico definitivo della Fondazione Tommaso Campanella per il riconoscimento della stessa quale Istituto di Ricerca e Cura a Carattere Scientifico di diritto privato;

Impegna

il Presidente della Giunta regionale (nella qualità di Commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario della Regione Calabria) a emettere in tempi brevissimi apposito decreto che dia mandato ai competenti organi della Fondazione Tommaso Campanella per l’attivazione del procedimento per il riconoscimento della stessa quale Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico privato per la disciplina di <<oncologia>>, nonché per l’adozione di tutti gli atti e procedure necessari a tal fine;

la Giunta regionale ad adottare ogni atto, di propria competenza, necessario e opportuno ai fini del riconoscimento della Fondazione Campanella quale IRCCS privato”.

Ordine del giorno numero 90 del 26.11.2012 di iniziativa dei consiglieri Guccione, Battaglia, Censore, Franchino, De Gaetano “In ordine alle stabilizzazioni dei Precari del sistema sanitario regionale delle Asp di Cosenza, Catanzaro, Crotone, Vibo Valentia e Reggio Calabria”

“Il Consiglio regionale

premesso che:

l’Asp di Cosenza ha prodotto le procedure delle stabilizzazioni dei Precari ai sensi della Legge 296 del 2006 e che le stesse erano state autorizzate dal Dipartimento della Salute con nota n. 30724 dell'11 dicembre 2008, circostanza ribadita della Direzione Generale del Dipartimento Regionale Tutela della salute con nota del 14 febbraio 2012, in presenza della Deliberazione della Giunta regionale n. 196 del 3 marzo 2008 (BUR n. 7 del 1 aprile 2008) che prevedeva ed ordinava le procedure alle quali attenersi;

la Corte dei Conti da ultimo, su proposta della Procura della Sezione calabrese della Corte dei Conti, con Sentenza n. 293 del 22 Ottobre 2010 ha condannato l'allora Direttore Generale della ASP unitamente al Direttore Amministrativo ed al Direttore Sanitario a risarcire il danno subito dall'erario per avere proceduto a stabilizzare i lavoratori precari della stessa ASP;

considerato che:

la medesima Sentenza ( pag. 84) fa riferimento ad "atti non conformi a legge adottati dalla Regione e di conseguenza dalla ASP di Cosenza nel 2008 e 2009 ed in particolare la Deliberazione della Giunta regionale n. 196 del 3 marzo 2008 che stabilisce:

di approvare i protocolli d'intesa allegati quale parte integrante del provvedimento;

il personale interessato alla stabilizzazione sia mantenuto in servizio fino alla definizione delle relative procedure ivi compresa la maturazione dell'anzianità di servizio prevista per potervi accedere;

alle procedure di stabilizzazione possa essere ammesso esclusivamente il personale che presta la propria attività lavorativa sulla base di contratti stipulati nel rispetto della normativa statale e regionale all'epoca vigente".

Il protocollo prevedeva poi che l'assunzione secondo le modalità del comma 519 della Legge 296/2006 potrà avvenire solamente per il personale che abbia sostenuto procedure selettive di tipo concorsuale» e previa pubblicazione di avviso dell'avvio delle procedure di stabilizzazione, nel quale saranno indicati i requisiti ed i criteri per la presentazione della domanda.

La stabilizzazione delle posizioni di lavoro non comprese nel comma 519 deve invece avvenire tramite procedure selettive pubbliche, nell'ambito delle quali dovranno essere adeguatamente riconosciute e valorizzate le esperienze lavorative maturate dai collaboratori all'interno delle Aziende.

Quanto alle risorse il Protocollo allegato alla deliberazione di G.R. 196/2008 prevedeva che le aziende ed Enti del SSR dovevano individuare risorse economiche che all'atto delle stabilizzazioni risultassero già impiegate a copertura dei costi dei rapporti di lavoro precario, anche se allocate in voci di bilancio diverse dal costo del personale; risorse derivanti dai risparmi per la parziale copertura del turn-over, ferma restando la garanzia di mantenimento del livelli di erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza; risorse derivanti da una migliorata programmazione sanitaria del Servizio sanitario regionale (razionalizzazione e riorganizzazione del sistema).

La Sentenza invece sostiene che "appare evidente come tanto le deliberazioni dell'A.S.P. di Cosenza per cui e causa, quanto e soprattutto la deliberazione di G.R. 196/2008, violano palesemente il principio dell'assunzione tramite pubblico concorso posto dall'art. 97 Cost., giacché operano in una logica di riserva assoluta di posti, provvedendo a recepire gli esiti di procedure selettive, prive dei connotati e delle garanzie del concorso pubblico, preordinate alla successiva assunzione nominatim, dovendosi quindi escludere che la eccezionalità dell'assunzione, espressamente prevista dalla più volte ricordata Legge n. 296/2006, sia conforme al buon andamento della pubblica amministrazione, cui è presidio anche il principio innanzi richiamato".

La Corte conclude così che alla causazione del danno "abbiano finito con il concorrere altri soggetti, non individuati od evocati in giudizio dal Procuratore regionale, individuabili negli apparati della Giunta regionale e del Dipartimento regionale per la salute i quali hanno fornito direttive errate, concluso accordi sindacali privi di copertura finanziaria, inviato note interpretative fuorvianti".

Naturalmente le eventuali responsabilità dopo l'aprile 2010 si spostano ad altri soggetti. Comunque la Sentenza così prosegue: "....in applicazione del principio della compensatin lucri cum damno, di ridurre del 50% l'importo del danno erariale per come riquantificato in appresso, atteso the 1'A.S.P. di Cosenza ha beneficiato e continua a beneficiare delle prestazioni lavorative dei dipendenti illegittimamente stabilizzati i quali consentono, a diverso titolo ed in misura diversa, l'erogazione dei servizi sanitari da parte dell'amministrazione”.

Tutto ciò considerato:

poiché a fronte della sentenza, ancorché in fase di appello, potrebbero verificarsi precipitosi risoluzioni tendenti alla revoca degli atti di stabilizzazione con i conseguenti gravi disagi dei lavoratori interessati che si vedrebbero retrocedere allo stato quo ante - ove questo fosse legittimo - malgrado siano stati stabilizzati in forza della legge 296 del 2006 e non dalle Leggi Regionali n. 1 del 2009 e n. 8 del 2010, entrambe, per la parte che concerne, dichiarate incostituzionali.

A margine c'è da osservare come in Calabria la definizione dei rapporti di lavoro precario è sottoposta ad inquietanti andirivieni che sospingono verso la precarizzazione, essendo evidentemente questa e purtroppo la convinzione diffusa nella cultura regionale.

In fin dei conti, rileva la Corte dei Conti in Sentenza "dal contenuto di alcuni Atti Amministrativi Regionali e della stessa A.S. di Cosenza, emerge chiaramente che a tutto il 2008 e per gli anni 2009 e 2010 non era possibile far luogo ad alcuna procedura di stabilizzazione od assumere persone a tempo indeterminato stanti le surriferite disposizioni legislative di carattere imperativo ed inderogabile (pag 81 della Sentenza). Ovviamente la impossibilità è estesa a tutti gli Enti del Sistema Sanitario Regionale.

Così la Sentenza conclude: "Pur ritenendo ampiamente motivato il quadro normativo che consente al Collegio di poter parzialmente accogliere la domanda del Procuratore regionale, non appare superfluo, a  fini di  completezza motivazionale, ricordare come tanto la deliberazione di G.R. della Calabria "autorizzativa" delle stabilizzazioni, quanto gli atti generali per cui è causa, costituiscano "ex se" atti completamente illegittimi alla luce delle reiterate pronunce della Corte costituzionale in materia di assolutezza e centralità del principio del pubblico concorso (pag. 88 della Sentenza). Ciò chiarito appare evidente come tanto le deliberazioni dell'A.S.P. di Cosenza per cui è causa, quanto e soprattutto la deliberazione di G.R. 196/2008, violano palesemente il principio dell'assunzione tramite pubblico concorso posto dall'art. 97 Cost., giacché operano in una logica di riserva assoluta di posti, provvedendo a recepire gli esiti di procedure selettive, prive dei connotati e delle garanzie del concorso pubblico, preordinate alla successiva assunzione nominatim, dovendosi quindi escludere che la eccezionalità dell'assunzione, espressamente prevista dalla più volte ricordata Legge n. 296/2006, sia conforme al buon andamento della pubblica amministrazione, cui è presidio anche il principio innanzi richiamato".

A prescindere da quello che sarà l'esito dell'Appello alla Sentenza circa la fondatezza delle conclusioni della Corte, ove ci fosse, alla luce di quanto stabilito dalla ordinanza della Corte di Giustizia della Unione Europea del 7 maggio 2010 e della stessa convergente comparsa di risposta dell'Avvocatura Generale dello Stato Italiano nel processo, che dichiara la applicabilità di quanto stabilito dal Decreto legislativo 368 del 2001 al rapporto di lavoro pubblico (conseguimento della anzianità di servizio dei 36 mesi), nonché alla luce delle recenti prime sentenze del giudice del Tribunale di Trani sulla materia:

Impegna

la Giunta regionale di porre in essere tutti gli atti prodromici e conseguenti ad impedire la retrocessione dei lavoratori stabilizzati nel sistema Sanitario Regionale e quindi dei lavoratori stabilizzati nelle ASP di Cosenza, Catanzaro, Vibo, Crotone e Reggio Calabria, alla luce di quanto esposto in premessa.

Di chiedere che venga chiusa la fase delle incoerenze di programma e di quelle attuative per dare significativa dimostrazione che a fronte dei gravissimi problemi occupazionali e della condizione del mondo del lavoro, in Calabria si riesce a non sprecare le opportunità per dare serenità ai lavoratori ed agli Enti presso i quali sono utilmente occupati”.

Mozioni numero 79 del 22.11.2012 di iniziativa del consigliere Nucera unificata alla numero 80 del 23.11.2012  di iniziativa dei consigliere Imbalzano.

 “Interventi presso il Governo nazionale ed europeo contro la proposta tendente a mettere al bando o limitare l’uso dell’essenza del bergamotto nell’industria profumiera”

“Sulle ventilate iniziative della Comunità europea mirate a limitare l’utilizzo dell’essenza del bergamotto nell’industria dei profumi”

“Il Consiglio regionale della Calabria

Premesso che:

il bergamotto è un agrume che trova il suo habitat esclusivo nella striscia di terra, lunga circa cento chilometri, che va da Villa San Giovanni a Monasterace, in provincia di Reggio Calabria, la cui essenza ha avuto assegnato il marchio DOP da parte dell'Unione Europea, in quanto costituisce espressione del "made in Italy", oltre ad essere un'eccellenza dell'agricoltura sostenibile;

la coltivazione, la produzione e la commercializzazione dell'essenza di bergamotto ha costituito e costituisce un raro momento di imprenditorialità agricola di respiro internazionale per la Calabria, il cui comparto dà lavoro a oltre settemila addetti nelle 650 aziende agricole della zona, rappresentando la seconda voce delle esportazioni della regione nonché la fonte primaria di reddito, sia per centinaia di aziende familiari reggine dedite alla produzione dell'oro verde che per tutti gli operatori, che nel tempo, sia pure con alterne fortune, sono riusciti a valorizzare questo prezioso e insostituibile prodotto della nostra terra;

a seguito di un impegno continuo nel tempo di tutte le componenti interessate (Associazioni di categoria, Associazioni di produttori, consorzi del Bergamotto, Istituzioni politiche a tutti i livelli, imprenditori operanti nel settore), è stato possibile assicurare una normativa nazionale e regionale che ha fin qui garantito la tutela di questo prodotto che, per qualità organolettiche e chimiche, rimane unico per le straordinarie possibilità d'impiego non solo dell'essenza ma di tutti i prodotti derivati;

presso l'Unione Europea è giacente una proposta tendente a mettere al bando o a limitare fortemente, nel processo di distillazione dei profumi, l'uso delle essenze naturali, tra le quali l'essenza di bergamotto, accusate di provocare allergie;

la proposta giacente presso l'Unione Europea mira, con ogni evidenza, a sostenere gli interessi delle industrie chimiche a danno di uno dei prodotti più rappresentativi del nostro territorio e di un'area, la fascia jonica reggina, che ha saputo investire nell'agricoltura sostenibile;

Impegna

la Giunta regionale ad intervenire presso il Ministro dell'Agricoltura affinché predisponga un tavolo istituzionale a difesa della commercializzazione dell'essenza di bergamotto e del suo utilizzo nell'industria profumiera;

ad interessare i parlamentari europei eletti nei collegi dell'Italia meridionale affinché intraprendano tutte le iniziative atte a contrastare la proposta giacente presso l'Unione Europea avente ad oggetto la messa al bando o la limitazione dell'uso delle essenze naturali;

a costituirsi in giudizio contro chi diffonde notizie allarmanti sulle qualità organolettiche e chimiche dell'essenza di bergamotto”.