IX^ LEGISLATURA
RESOCONTO
INTEGRALE
__________
53.
SEDUTA DI LUNEDI’ 26
NOVEMBRE 2012
PRESIDENZA DEL
PRESIDENTE FRANCESCO TALARICO E DEI VICEPRESIDENTI ALESSANDRO NICOLO’ E PIETRO AMATO
La seduta è aperta. Si dia lettura del verbale della seduta precedente.
Legge il verbale della seduta precedente.
(E’ approvato)
Legge le comunicazioni.
(Sono riportate in allegato)
Legge le interrogazioni e le mozioni presentate alla Presidenza.
(Sono riportate in
allegato)
Ha chiesto di parlare
l’onorevole De Gaetano. Ne ha facoltà.
Chiedo l’inserimento di una mozione sulla situazione dei lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità.
E’ già stata presentata ai
banchi della Presidenza? Già protocollata la mozione?
L’onorevole De Gaetano chiede l’inserimento all’ordine del giorno di una mozione che riguarda la situazione del personale ex Lsu e Lpu della Regione Calabria.
Pongo in votazione l’inserimento della mozione in coda all’ordine del giorno odierno.
(Il Consiglio approva)
Ha chiesto di parlare l’onorevole Censore. Ne ha
facoltà.
Presidente, solo per richiamare in Aula un ordine del giorno riguardante i lavoratori con profilo sanitario e non sanitario stabilizzato tra il 2008 e il 2010 che, in base ad una sentenza della Corte costituzionale, rischia di essere declassato.
Chiediamo l’inserimento di questo punto all’ordine del giorno perché ci sia una discussione
ed un pronunciamento.
Sono lavoratori dell’Asp di Cosenza, ma anche delle
Asp di Catanzaro, Vibo Valentia, Crotone e Reggio Calabria.
E’ stata presentata ai banchi della Presidenza? Mi fa avere una copia, onorevole Censore.
(Interruzione)
C’è una richiesta dell’onorevole Censore di inserire all’ordine del giorno un ordine del giorno che riguarda i precari dell’Asp di Cosenza.
Naturalmente l’Asp di Cosenza e tutte le Asp calabresi,
Presidente.
L’Asp di Cosenza e l’intero Servizio sanitario
regionale.
Pongo in votazione la richiesta di inserimento
all’ordine del giorno dell’onorevole Censore.
(Il Consiglio approva)
Ha chiesto di parlare l’onorevole Scalzo. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, l’ordine del giorno che abbiamo presentato vuole stimolare un momento di riflessione in Consiglio regionale per risolvere definitivamente la questione dell’assetto giuridico della “Fondazione Campanella”.
Un attimo solo, onorevole Scalzo. Prego i colleghi di prendere posto.
Dicevo, Presidente, che sia i Ministeri affiancanti che il Tavolo Massicci vanno nella direzione di riformulare l’assetto giuridico della “Fondazione Campanella”, un istituto di ricerca a carattere scientifico di tipo oncologico, in soggetto giuridico di diritto privato.
Questo ordine del giorno stimola un impegno del Consiglio regionale all’approvazione di una apposita
legge che dia copertura finanziaria adeguata fino alla costituzione dell’Irccs e l’emanazione di un decreto del Commissario, cioè del presidente Scopelliti, che dia mandato agli
organi competenti di attivare tutte le procedure per il riconoscimento dell’Irccs.
Non voglio dilungarmi,
sapete tutti che questo argomento mi sta a cuore e deve stare a cuore ai calabresi.
Stiamo parlando di un centro oncologico che deve avere valenza di polo
oncologico regionale.
Va definito in un protocollo con l’università Magna
Grecia quali reparti e unità operative afferiscano al settore oncologico e
quali no. Bisogna ridisegnare attività e funzioni in modo che mantengano il
livello occupazionale delle professionalità che nel corso degli anni hanno
lavorato in questa struttura. Struttura che, come ben sapete, è dotata sia di
personale specializzato, adeguato e preparato, che ha maturato grande
esperienza nel corso degli anni, sia di comfort e dotazione tecnologica
all’avanguardia europea.
Il primo passaggio è un ordine del giorno che impegni il
Consiglio regionale e, soprattutto, il Presidente della Giunta nella sua
qualità di Commissario.
Per questo chiedo che venga messo all’ordine del giorno.
Grazie, Presidente.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Dattolo.
Ne ha facoltà.
Presidente, solo per evidenziare che questa è una iniziativa che porta la firma del Presidente della Commissione sanità, onorevole Salerno, e di due capigruppo della maggioranza: il sottoscritto ed il collega Serra.
È una iniziativa lodevole del consigliere Scalzo che trova anche d’accordo esponenti di questa maggioranza.
Voglio dire alcune cose. Il collega Scalzo parla di impegni della maggioranza, penso che la maggioranza abbia più volte ribadito la propria intenzione e volontà.
Ritengo che non si possano fare più cattive figure,
come se noi volessimo mantenere con accanimento terapeutico - per restare in tema – la
Fondazione.
Vogliamo che ci sia un percorso giuridico-legislativo
che la riconosca come istituto a carattere scientifico di diritto privato in
modo che possa continuare a dare risposte ai problemi della sanità in Calabria.
Dobbiamo farlo con spirito diverso rispetto al passato,
non possiamo esporci di nuovo ad impugnative per dimostrare, a tutti i costi,
una volontà politica o per il mantenimento di interessi di qualcuno, ma
dobbiamo ottenere il riconoscimento dell’opera per la quale la Fondazione è
nata. Senza tornare al passato, vorrei ribadire l’utilità di questa struttura a
tutela della salute dei calabresi.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Salerno. Ne ha
facoltà.
Grazie, Presidente, oggi siamo chiamati di nuovo in Aula per affrontare il problema della “Fondazione Campanella” che abbiamo già discusso in altre sedute.
Abbiamo licenziato in Commissione un progetto di legge che speriamo di poter approvare in Aula nella prossima seduta. Vorrei fare solo una considerazione.
La “Fondazione Campanella” - è inutile ribadirlo – è una priorità nella sanità calabrese, perché è un centro di eccellenza, un punto di riferimento per tutta la regione Calabria e non v’è dubbio che è nostro dovere far di tutto per salvaguardare l’attività che la Fondazione svolge ridefinendo il percorso e la posizione giuridica della Fondazione.
Il collega Scalzo è intervenuto prima di me per illustrare l’ordine del giorno che mi vede come primo firmatario, questo significa che non ci sono differenze di carattere politico e di paternità, siamo tutti impegnati a risolvere questo problema.
Non v’è dubbio che ormai abbiamo tracciato il percorso futuro e certamente arriveremo ad una soluzione, non vi saranno più intoppi di carattere giuridico come è avvenuto in passato quando è stata impugnata la legge ed è intervenuta la Corte costituzionale.
Vorrei sottolineare un’altra situazione che interessa la “Fondazione Campanella”, molto importante. Oggi abbiamo un problema molto serio che sta interessando la “Fondazione Campanella” e crea molti disagi, riguarda i pagamenti per finanziare tutte le attività quotidiane.
E’ da qualche mese che il dipartimento non sta erogando le somme
stanziate e destinate alla Fondazione, in virtù della sentenza della Corte
costituzionale, in quanto sembra che ci sia una posizione non definita.
Vorrei evidenziare che nell’ordine del giorno in esame
c’è un passaggio molto importante che ribadisce che la Fondazione non è in
liquidazione e che non vi è tale intenzione e che è legittimata, a tutti gli
effetti, a portare avanti l’attività cui è preposta.
Pertanto io chiedo al Consiglio di notificare questo
ordine del giorno al dipartimento salute della Regione Calabria subito dopo
l’approvazione. Io mi impegnerò come Presidente della Commissione a scrivere al
direttore generale del dipartimento affinché provveda alla liquidazione delle
somme stanziate per garantire la sua attività. Grazie.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Giordano. Ne ha
facoltà.
Grazie, Presidente, in modo molto sintetico, apprendo dai colleghi che l’hanno illustrato all’Aula della presentazione di un ordine del giorno per affrontare per l’ennesima volta - Presidente, l’Aula non è attenta – la vicenda della “Fondazione Campanella”.
Non voglio ripercorrere tutte le tappe che hanno portato la discussione fino ad oggi. L’’idea di un ordine del giorno - che non conosciamo e di cui stiamo apprendendo solo adesso - è l’ennesima conferma che questa vicenda ha una parabola molto particolare che ha avuto un percorso tortuoso e accidentato con troppi macroscopici errori che abbiamo denunciato e sui quali ci siamo sempre confrontati in quest’Aula.
Capisco la preoccupazione di voler dare delle risposte ed affrontare una questione così spinosa e delicatissima, ma chiedo ai colleghi, giacché la Commissione con il nostro voto contrario ha licenziato una norma, se non sarebbe opportuno discutere questo ordine del giorno anche con una convocazione ad horas della Commissione per poter capire qual è la direzione che si vuole imboccare, se si vuol fare ammenda degli errori compiuti in un percorso che parte sicuramente da lontano. La storia della Fondazione ha una origine lontana, ma anche in questa legislatura - in due anni e mezzo - ha visto compiere atti che puntualmente sono stati censurati e che hanno prodotto sistematicamente, forse, delle aspettative, poi deluse.
Lo faccio con senso di responsabilità e senza polemica. La posizione del gruppo di Italia dei valori su questa vicenda è nota e chiedo - se i colleghi ritengono - che questo ordine del giorno venga trattato in Commissione per fare una discussione ed una analisi più ampia, per capire che strada si voglia imboccare.
Diversamente, se l’ordine del giorno dovesse essere posto in votazione, io non posso che, per queste motivazioni, annunciare un voto contrario nell’attesa di poterci riconfrontare in Aula nel momento in cui ci sarà un progetto di legge.
Non vedo il perché di un ordine del giorno, quando ci sarà nella prossima seduta un momento dedicato ad un progetto di legge specifico per definire questa cosa.
Questa è la nostra richiesta
che rimetto ai colleghi e all’Aula.
E’ stato presentato un ordine del giorno a firma dei
consiglieri Salerno, Scalzo, Ciconte, Dattolo, Serra, Parente, Loiero. Oggi,
peraltro, c’è stata una manifestazione di lavoratori
che volevano un incontro con i capigruppo ed abbiamo dato la disponibilità per
giorno 10 dicembre per ascoltare dalle parole dei lavoratori, di coloro che
vivono quotidianamente la situazione, lo stato dell’arte della “Fondazione
Campanella”.
Direi intanto di votare
l’inserimento dell’ordine del giorno, ci sarà l’occasione, a fine seduta, di
fare qualche riflessione in più e di individuare quale debba essere il
percorso.
Pongo in votazione
l’inserimento dell’ordine del giorno.
(Il Consiglio approva
all’unanimità)
(Interruzione)
Ho già messo il suo voto contrario, non è che da una volta all’altra cambia opinione, assolutamente no, è sempre così dall’inizio della legislatura. Possiamo procedere.
Prima di proseguire con il primo punto all’ordine del giorno: le interrogazioni a risposta immediata, prego il Consiglio di osservare un minuto di raccoglimento per i sei morti di Rossano.
È tragico che sei persone abbiano perso la vita
durante l’attraversamento di un passaggio a livello.
Sono persone che andavano a lavorare nei campi e il
Consiglio regionale vuole attestare la vicinanza alle famiglie in questo
momento di difficoltà.
(I consiglieri si levano in piedi ed osservano un minuto di
silenzio)
Iniziamo col
primo punto all’ordine del giorno, le
interrogazioni a risposta immediata.
Siamo
all’interrogazione a risposta immediata numero 293 del 3 ottobre 2012 a firma
del consigliere De Gaetano “Sullo stato dei lavoratori precari della scuola” di
cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso
che:
fra non molto
andranno a scadere i contratti di quasi 2000 operatori sanitari, con
ripercussioni pesantissime per i livelli essenziali di assistenza, tanti di
questi stabilizzati nel 2008/09 rischino il posto di lavoro per un parere della
avvocatura regionale, sono vincitori di concorso ed operano nella sanità
calabrese da 10/15 anni -:
quali
provvedimenti intende adottare rapidamente per risolvere il problema al fine di
garantire i livelli essenziali di assistenza”.
L’onorevole
Giordano ha facoltà di parlare.
Presidente, questa interrogazione è stata posta per
affrontare la tematica scottante che riguarda il sistema della istruzione della
scuola, nel suo complesso, in Calabria e, con più approfondimento, i temi che riguardano
i tagli ed il crollo di posti di lavoro e anche del target dell’offerta che ne deriva per il motivo che ha colpito le
categorie dei docenti ma anche e soprattutto le categorie Ata.
Nello scorso anno scolastico la Regione aveva posto in essere dei progetti che
sarebbero dovuti andare incontro alla questione per cercare di alleviare il
gravame che si è abbattuto sui precari. Un popolo di precari che in Italia ha
conosciuto tagli e, quindi, una perdita di 132 mila posti di lavoro. Cifre
enormi a cui si aggiungono gli effetti nefasti delle norme che si sono
succedute: dalla legge numero 133 del 2008 alla Legge Gelmini, alla spending review. Una mannaia che si è abbattuta e che ha falcidiato posti di
lavoro ma che, soprattutto, ha minato le fondamenta del sistema di istruzione
che dovrebbe essere accompagnato, implementato e sostenuto al fine di renderlo
competitivo e all’avanguardia rispetto alle
condizioni che vivono gli altri Stati della Unione europea. Il senso di questa
interrogazione è chiedere, rispetto a questa premessa, quali iniziative la
Regione, l’assessore, il dipartimento e la Giunta regionale, nel suo
complesso, intendono mettere in atto, anche per l’anno in corso, per
sostenere l’utilizzo del personale precario nei progetti. Chiediamo che la
Regione aderisca al Decreto salva-precari che, tra l’altro, viene espressamente
previsto dal Decreto legge “Stabilità”, articolo 3, comma 5, e che ci sia una
risposta da parte della Regione, così come altre Regioni hanno già provveduto –
mi riferisco all’Umbria, al Piemonte, alla stessa Basilicata o alla Puglia,
quindi, alle Regioni del sud – attraverso un protocollo di intesa espressamente
stipulato nei giorni scorsi dal Presidente della Regione Puglia e dal ministro
Profumo. Per questi motivi chiediamo all’assessore quali sono le iniziative
previste e poste in essere e con quale tempistica saranno effettuate perché
crediamo che i progetti regionali siano un passaggio, secondo noi, ineludibile,
anche perché, nell’assenza dell’adesione della Regione Calabria al Decreto
salva-precari, si verificherebbe un altro problema, non meno importante, che è
quello di una disparità sotto il profilo giuridico che avrebbero i precari
calabresi rispetto ai precari delle altre regioni. Mi spiego meglio:
nell’ipotesi della possibilità di far sì che i precari calabresi, con
sacrifici, vogliano migrare per andare a concorrere alle graduatorie delle
altre regioni, si troverebbero pesantemente ridimensionati nel loro punteggio
e, quindi, in una condizione di oggettiva disparità che, credo, questa regione
non possa permettersi e consentire. Per questi motivi nel porre queste domande
mi appello all’assessore affinché si compiano tutti gli sforzi possibili per
salvare i precari e per mettere in campo questi progetti.
Onorevole Giordano, deve rientrare, però, nei minuti
assegnati altrimenti sono costretto a toglierle la parola. Prego, assessore Caligiuri.
Grazie, Presidente,
intervengo in relazione all’interpellanza testé illustrata dall’onorevole Giordano, alla
quale mi atterrò nella parte esposta e scritta. Preciso che nella nostra regione, negli ultimi anni, abbiamo avuto una
diminuzione di personale scolastico pari a circa 8 mila unità, a fronte di 70
mila studenti in meno all’interno delle scuole. Per quanto attiene la politica
dei salva-precari, che è stata inaugurata nell’anno scolastico 2009-2010, alla
quale la Regione Calabria ha, a suo tempo,
aderito, ed il loro utilizzo, non c’era nessuna previsione di impiego orario.
Era possibile, quindi, utilizzare i precari anche per una sola ora. Nel
2010-2011 abbiamo introdotto due novità per il progetto “Una scuola per la
democrazia”. Abbiamo individuato l’utilizzo di almeno il 30 per cento dei precari con un orario minimo di 60 ore ed abbiamo, in
questo modo, utilizzato circa 1000 precari. Nell’anno successivo 2011-2012
abbiamo ulteriormente elevato il tetto e, quindi, all’interno di questi
progetti, almeno il 70 per cento del personale
utilizzato doveva appartenere al personale precario della scuola. Anche in
questo caso abbiamo previsto un orario minimo di utilizzo per ogni precario ed
abbiamo complessivamente utilizzato circa 1.500
precari. Il tema del progetto era “Una scuola per la legalità” dove, su
suggerimento del giudice Nicola Gratteri, abbiamo
aumentato il tempo scuola nei comuni ad alta densità criminale. Per quanto
riguarda questo anno il 3 ottobre abbiamo scritto alla direzione generale
competente del Ministero, che ci ha risposto il 29 ottobre dicendo che non era
in vista nessuna approvazione all’interno della normativa nazionale dei
salva-precari. Per quanto riguarda, poi, allo stato, stando anche a
quanto mi hanno riferito gli uffici in mattinata, non è stata ancora definita a
livello nazionale
nessuna norma precisa per il salva-precari. Da parte nostra,
ovviamente, ci siamo adoperati con il sottosegretario Rossi Doria, al quale
abbiamo scritto in data 8 novembre una lettera recante numero di protocollo
6.713, perché il Ministero ha già effettuato i bandi per 7 milioni 384 mila
euro relativi alla dispersione scolastica. A questo riguardo abbiamo chiesto al
sottosegretario Rossi Doria di voler orientare questi investimenti, per
utilizzare, da un lato, i precari, nelle forme possibili previste dalla legge,
secondo noi nella stessa misura dell’anno scorso, e, poi, per indirizzarli
verso i comuni ad alta densità criminale per l’aumento del tempo-scuola. Sono
queste, onorevole Giordano, le iniziative che la Giunta regionale ha adottato.
Prego, onorevole Giordano.
Presidente, prendo
atto delle interlocuzioni che si sono sviluppate con il Ministero e con il
sottosegretario Rossi Doria. Le corrispondenze sono avvenute qualche giorno
prima che fosse ratificata la norma, l’articolo 35, comma 3. Chiedo, quindi,
una maggiore incisività proprio per aderire così come hanno fatto le Regioni
che ho nominato nella premessa; l’Umbria e la Puglia in particolare, hanno
aderito ed hanno creato questo meccanismo che è opportuno ed utile. Mi
ricollego alle sue parole perché aumentare il monte ore nelle aree a forte
densità criminale credo che abbia più di un significato. Le ribadisco, quindi,
non solo la domanda ma la stessa risposta, cioè l’appello, affinché questo
percorso venga arricchito di maggiore incisività e, non ultimo, con un
coinvolgimento che possa anche assumere delle responsabilità e delle
condivisioni. Una discussione sul sistema dell’istruzione in Calabria sarebbe
forse opportuna in Consiglio regionale, ed anche il coinvolgimento della stessa
Commissione. Rinnovo l’appello e certamente credo che questo sia un primo punto
di confronto per una tematica così importante e scottante come quella che
abbiamo trattato. Grazie.
Grazie, onorevole Giordano.
Raccomando per
i prossimi interventi il rispetto del limite temporale dei tre minuti, due
minuti ed un minuto.
Si passa
all’interrogazione a risposta immediata numero 295 del 12 ottobre 2012 a firma
del consigliere Talarico Domenico “In ordine alla situazione dei collegamenti
interregionali su ferro da e per la Calabria” di cui do lettura: “Al Presidente
della Giunta regionale e all’assessore ai trasporti. Per sapere – premesso che:
il sistema
della mobilità interregionale su rotaia presenta, per quanto riguarda la
Calabria, limiti strutturali non più tollerabili;
in tal quadro,
per stare all’ultima vicenda che li a interessato il comparto, la decisione
unilaterale di Trenitalia di sopprimere dodici convogli interregionali che
collegano la Calabria alla Campania, a far data dal 9 settembre, poi rientrata
a seguito della concertazione tra i governi delle regioni coinvolte, al di là
del positivo esito momentaneo, è stata l’ennesima spia di una debolezza che
riguarda il sistema nel suo complesso;
la soluzione,
in questo caso specifico, non garantisce una stabilizzazione del servizio per
il prossimo futuro, stante la limitatezza delle risorse da cui si è attinto;
a determinare
questa situazione nel comparto in generale hanno concorso negli anni una serie
di provvedimenti sia di Trenitalia/Gruppo Ferrovie dello Stato che dei Governi
che si sono succeduti alla guida del paese;
da uno studio
più approfondito della questione risulta una riduzione negli ultimi 3 anni del
25% delle corse che collegano la Calabria al resto dell’Italia;
a tal
riguardo, basta ricordare il taglio drastico di ben 21 corse di treni a lunga
percorrenza, deciso da Trenitalia e dal governo Berlusconi nell’autunno del 2011;
questi
continui tagli hanno comportato, insieme ad una limitazione del diritto alla
mobilità interregionale, anche una sensibile riduzione del trasporto regionale
sia di merci che di persone, determinando nondimeno molti disagi per gli
studenti ed i lavoratori pendolari che giornalmente usufruiscono del servizio;
detti tagli
hanno parimenti abbassato i livelli occupazionali del comparto, peraltro già
gravati dagli effetti dalla crisi di questi anni;
tale
situazione afferente il sistema dei collegamenti interregionali si inserisce in
un quadro molto precario, disastrato, del trasporto su ferro nella nostra
regione, dove pesano i ritardi e le inefficienze del servizio reso da Ferrovie
della Calabria;
la gravità
della situazione richiede di agire non più di rimessa, inseguendo di volta in
volta le emergenze, come si è fatto finora, ma con una visione d’insieme,
strategica, dei problemi del comparto;
a tal fine
sarebbe auspicabile l’istituzione di un apposito tavolo tecnico-politico presso
il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, per affrontare più
proficuamente la questione nell’ambito di una rinnovata strategia nazionale di
rilancio della mobilità interregionale su rotaia -:
quali
iniziative si intendono assumere per il potenziamento dei collegamenti
interregionali su rotaia che coinvolgono la nostra regione;
se non sia il
caso, ora più che mai, di mettere in campo iniziative che concorrano a
determinare un potenziamento ed una svolta qualitativa del servi ferroviari
nella nostra regione, sia avendo riguardo alla lunga percorrenza che al
trasporto pubblico locale, sollecitando l’Istituzione di un tavolo nazionale
ad hoc che affronti in termini
sistemici la questione”.
Prego, onorevole Talarico, ha facoltà di parlare.
Credo che l’interrogazione
sia superata, Presidente, rispetto alla
soppressione di 12 treni interregionali. L’assessore Fedele ha
risposto erga omnes
mesi fa sulla stampa per cui ritengo che sia inutile riproporla. Grazie.
Si passa
all’interrogazione a risposta immediata numero 296 del 12 ottobre 2012 a firma
del consigliere Talarico Domenico “In ordine allo stato di attuazione degli
interventi di cui all’Avviso pubblico per la concessione di contributi per la
prosecuzione volontaria della contribuzione di lavoratori ultra cinquantenni”
che recita: “All’assessore al lavoro e alla formazione professionale. Per
sapere – premesso che:
con decreto
del Dirigente Generale numero 19021, del 23 ottobre 2009, la Regione Calabria
ha approvato un Avviso Pubblico avente ad oggetto "Manifestazione di
interesse per l’individuazione di lavoratori ultracinquantenni per la
concessione di contributi per la prosecuzione volontaria della
contribuzione";
la Regione
Calabria, attraverso l’avviso di che trattasi, intendeva procedere, come di
fatto ha proceduto, al fine di agevolare il raggiungimento dei requisiti
pensionistici, alla selezione di lavoratori dipendenti disoccupati ultra
cinquantenni, cui riconoscere una indennità mensile pari alla quota necessaria
per coprire il costo della contribuzione occorrente per il raggiungimento del
diritto alla pensione;
tali
azioni, già rientranti nel Piano di Reinserimento 2009, erano state concepite
in favore di lavoratori ultracinquantenni che non si trovavano più nelle
condizioni di utilizzare gli ammortizzatori sociali ovvero che, per vari
motivi, non vi avessero mai potuto accedere;
l’Amministrazione
regionale avrebbe erogato direttamente le somme alla sede regionale dell’Inps,
previa stipula di apposita convenzione;
da
informazioni personalmente assunte, presso gli uffici della Regione, nonché
direttamente presso cittadini rientranti nell’elenco dei beneficiari del
trattamento, ho constatato un inspiegabile ritardo nella corresponsione delle
indennità previste nel bando;
a distanza
ormai di oltre due anni, sembrerebbe che le misure previste nel bando non siano
mai andate concretamente in porto, con pregiudizio evidente del diritto
acquisito dei cittadini ammessi al beneficio -:
se
l’Amministrazione regionale ha regolarmente versato all’Inps le somme di cui al
bando di che trattasi, previa stipula della relativa convenzione;
se
corrisponde al vero, in ogni caso, che non c’è mai stata corresponsione del
trattamento contributivo compensativo per la platea dei cittadini ammessi al
beneficio;
quali
iniziative si intendono assumere a tutela dei diritti acquisiti degli ammessi
al trattamento, qualora corrispondesse al vero il ritardo sopra richiamato”.
Se l’assessore
Tallini ascolta, altrimenti può procedere nel
frattempo ad altra interrogazione.
Prego, onorevole Talarico. Risponde l’assessore Stillitani, ma non c’è.
Credo anche io
che debba rispondere l’assessore Stillitani.
La
possiamo rinviare alla prossima seduta di Consiglio regionale? Va bene.
Si passa alla
interrogazione a risposta immediata numero 297 del 15 ottobre 2012 a firma dei
consiglieri De Masi, Giordano, Talarico Domenico “Sulle comunità per minori con
disagio psichico e disturbi del comportamento”. Anche questa interrogazione
viene rinviata alla prossima seduta.
E’ stata
presentata l’interrogazione a risposta immediata numero 298 del 15 ottobre 2012
a firma dei consiglieri De Masi, Giordano, Talarico Domenico “Sullo stato di
attuazione del registro tumori della popolazione della regione Calabria” di cui
do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
con
l’interrogazione n. 196 del 09/01/2012 il Gruppo consiliare regionale di Italia
dei Valori chiedeva di sapere quale fosse lo stato di attuazione del Progetto
per la realizzazione del registro Tumori di popolazione della regione Calabria,
approvato con delibera della Giunta regionale n. 3289 del 25 marzo 2012 e quali
atti propedeutici fossero stati avviati;
tale
interrogazione nasceva dalle denunce di vari comitati di cittadini che
disegnavano un quadro inquietante, dal punto di vista sanitario, in diverse
zone della Calabria e in particolare sulla costa tirrenica con i centri
ricadenti nell’ambito del bacino fluviale del fiume Oliva, Gioia Tauro per la presenza dell’inceneritore, Vibo Valentia per
il cementificio, Crotone per la fabbrica dismessa della Pertusola
e su ampie aree della Locride;
nella seduta
consiliare del 12 marzo 2012 il Vicepresidente della Giunta regionale,
Antonella Stasi, nel rispondere all’interrogazione presentata, evidenziava le
difficoltà, legate ai limiti imposti dal piano di rientro sanitario, a dare
esecuzione alla succitata delibera; in ogni caso, la Giunta regionale, stando a
quanto riferito, grazie all’approvazione di un progetto da parte del Ministero
della salute, attraverso l’Agenas, denominato Pot salute, si stava adoperando per dare attuazione al Rencam, ovvero il registro nominale delle cause di morte,
che avrebbe comportato il completamento delle varie fasi riguardanti
l’implementazione dei flussi informativi, che, al momento, fanno riferimento,
attraverso due data base, all’anagrafe degli assistiti e alle schede
di dimissioni ospedaliere;
la
Vicepresidente, nella sua risposta, indicava orientativamente il termine
massimo di un anno per l’operatività del registro nominale delle cause di
morte, propedeutico al registro tumori -:
se il progetto
Pot salute, finanziato interamente dal Ministero
della Salute e riguardante l’’istituzione del Rencam,
sia stato avviato e quali passaggi progettuali siano stati posti in essere;
se lo stesso
sia stato completato o si registrano ritardi e, in ogni caso, quali siano i
tempi per la sua definizione al fine di dotare al più presto la regione
Calabria di un registro tumori”.
Prego, onorevole Giordano.
Presidente, questa è una interrogazione che raccoglie
un appello, un grido di allarme diffuso che proviene dalla regione intera per
l’impennata che si sta verificando nella popolazione di neoplasie, di patologie
tumorali in determinate aree.
Già un anno
fa, precisamente il 9 gennaio, avevamo presentato una interrogazione sulla
vicenda in cui avevamo trattato il problema del registro tumori. Avevamo
ricevuto delle rassicurazioni proprio dalla Vicepresidente, dottoressa Stasi,
in ordine a tempi brevi di messa in opera del progetto denominato Pot salute attraverso un protocollo tra la Regione e l’Asp
di Modena e l’Agenas.
Ora rispetto
agli accadimenti e alla incidenza che ormai non conosce freni delle patologie
che stanno falcidiando alcune aree, chiedo a distanza di un anno qual è lo
stato dell’arte rispetto al progetto Pot salute e
all’istituzione del registro, se tutti i passaggi che dovevano essere compiuti
entro quest’anno lo sono stati e quando potremo “tagliare il nastro” con la
partenza del registro tumori che è particolarmente atteso in realtà come Reggio Calabria dove troppo tempo è trascorso.
Voglio
ricordare la Valle dell’Oliva, la Piana di Gioia Tauro, il Basso Ionio Reggino, la Locride e la stessa area del crotonese per quanto riguarda la Pertusola
o il cementificio di Vibo
Valentia, insomma, aree che conosciamo tutti in cui da troppo tempo si
attendono risposte in ordine alla prevenzione, ma soprattutto per la
costituzione del registro tumori che viene riconosciuto a livello scientifico e mondiale come uno strumento
fondamentale senza il quale nessun intervento di prevenzione, nessuna misura
può essere attuata perché non ci sarebbero le
condizioni di flussi informativi e di notizie corroborate sotto il profilo
scientifico.
Questo è il
senso della interrogazione.
Risponde la
Vicepresidente Stasi.
Grazie Presidente, intanto c’è stato un percorso che questo
anno ha visto interessate le Asp oltre che il dipartimento Tutela della salute.
Volevo informare il consigliere Giordano che a Catanzaro
il registro tumori è già una realtà, così come confermo l’avvio dei lavori per
l’istituzione del registro nelle Asp di Cosenza e di Catanzaro dove sappiamo
che è stato confermato un unico registro.
Per l’istituzione, la partenza vera e propria del
registro, è necessaria una certificazione rilasciata da Airtum
– così si chiama l’associazione nazionale – che dovrà certificare il registro.
Prima della certificazione del registro è necessaria una
raccolta dati certificata di almeno 3 anni. La raccolta dei dati è partita già
da due anni e, quindi, siamo ormai in una fase conclusiva della raccolta e,
dunque, della certificazione e le Asp hanno già fatto richiesta di verifica e
di controllo dei dati.
Credo che manchino pochi mesi o al massimo un semestre
per il completamento dell’iter per avere già i primi dati raccolti e
certificati e di conseguenza l’istituzione del registro. Le Asp hanno già
istituito degli uffici all’interno delle proprie aree, stanno raccogliendo i
dati che stanno già seguendo una procedura che dovrà essere certificata
all’interno dei tre anni da questa associazione Airtum
che poi ne definisce completamente l’istituzionalizzazione.
L’unica Asp che è ancora indietro è quella di Reggio
Calabria. Per tutto il resto, possiamo dire che ormai il registro tumori è una
realtà anche per la Calabria.
Prego, onorevole Giordano.
Vicepresidente,
la ringrazio per la risposta. Non mi posso dichiarare totalmente soddisfatto perché,
purtroppo, alcune sue affermazioni le ho già ascoltate un anno fa.
Prendo,
comunque atto, che, quanto meno, se i tempi fossero rispettati, si intravede un
trimestre per il completamento dell’iter, ma credo che dovrebbe essere sollecitata
una
attenzione particolare da parte
sua e del dipartimento per il
ritardo che è imputabile al registro tumori di Reggio
Calabria.
So dei passi avanti fatti nelle altre province dal
registro dei tumori di Cosenza-Catanzaro piuttosto
che da quello di Vibo Valentia, ma su Reggio Calabria, considerato anche il
flusso di dati allarmanti che stanno affluendo, credo che sarebbe non solo
auspicabile ma dovuta una maggiore attenzione da parte vostra.
Anche su questa interrogazione ritengo che si tratti di
un ulteriore step.
Noi saremo vigili in maniera propositiva, ma chiediamo maggiore incisività e
rigore nel completare una procedura che è ormai troppo lunga.
E’ stata
presentata l’interrogazione a risposta immediata numero 299 del 15 ottobre 2012
a firma dei consiglieri De Masi, Giordano, Talarico Domenico “Sulle comunità
educative per minori disadattati sociali sottoposti a provvedimenti penali e/o
amministrativi”.
Anche questa
interrogazione è per l’assessore Stillitani,
per cui viene rinviata alla prossima seduta.
E’ stata presentata
l’interrogazione a risposta immediata numero 300 del 17 ottobre 2012 a firma
del consigliere Nucera “In ordine all’istituzione di Banche del latte umano
donato in tutti i reparti di Neonatologia e di terapia intensiva neonatale della
regione Calabria” di cui do lettura: “Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere – premesso
che:
il latte materno è il miglior alimento
possibile per un neonato in quanto contiene i nutrimenti necessari affinché
goda di buona salute e cresca bene;
il latte materno riduce i tassi di
morbilità e mortalità infantile diminuendo l’incidenza e la gravità delle
malattie infettive;
spesso esistono patologie materne che
inducono ipo o agalattia e
rendono quindi impossibile l’allattamento al seno;
la Banca del latte umano donato è un
servizio costituito al fine di selezionare, raccogliere, trattare, conservare e distribuire il
latte umano donato da utilizzare per specifiche necessità mediche;
la principale indicazione, oggi,
all’utilizzo del latte umano di Banca è costituita dalla somministrazione ai
neonati pretermine ricoverati in Terapia Intensiva
Neonatale nei casi in cui non sia disponibile il latte materno, come avviene
soprattutto nei primi giorni di vita. Numerosi studi hanno dimostrato i
vantaggi, a breve e lungo termine, dell’utilizzo del latte umano donato
nell’alimentazione di questi bambini, soprattutto, per quanto riguarda una
migliore tolleranza dell’alimento, la riduzione del rischio di infezioni e di
enterocolite necrotizzante, malattia che può essere molto grave in questi
neonati. Fra i vantaggi a distanza è stata osservata una riduzione di alcune
malattie, quali l’ipertensione arteriosa e il diabete;
altre situazioni in cui è stato proposto
l’utilizzo del latte umano di Banca sono la rialimentazione
dopo interventi di chirurgia gastro-intestinale, l’insufficienza renale
cronica, e alcune malattie metaboliche;
la somministrazione del latte umano di
Banca è stata anche recentemente proposta per i neonati a rischio allergico,
nei primi giorni dopo il parto, in attesa della montata lattea materna -:
stante l’operatività delle Banche del
latte umano donato nei reparti di neonatologia di Cosenza e Crotone, se non
ritiene opportuna l’istituzione di Banche del latte umano donato in tutti i
reparti di Neonatologia e di Terapia intensiva neonatale della regione Calabria”.
Prego, onorevole
Nucera.
Presidente, mi sembra superfluo evidenziare in quest’Aula che il latte materno è il miglior alimento possibile per un neonato.
Assessore Caligiuri, è di latte materno che noi vogliamo parlare
oggi, proprio perché riteniamo che seguire le
direttive della organizzazione mondiale della sanità
e attenersi anche a quelle che sono le raccomandazioni a livello internazionale
dell’Unicef, possano rappresentare un viatico importantissimo per ciò che è una
migliore qualità della vita partendo proprio dalla nascita.
Gli elementi nutritivi che
costituiscono per natura la bontà del latte materno non sono paragonabili in
natura, cioè non sono fungibili con altri prodotti che la chimica o le case farmaceutiche
molte volte mettono a disposizione e che noi, nel rispetto delle regole, senza
dubbio, diamo ai nostri figli, e soprattutto ai bambini appena nati nei primi
sei mesi di vita.
C’è stata una indagine abbastanza importante in cui si è
stimato che se i bambini fossero cresciuti nei loro primi sei mesi con il latte
materno, senz’altro avremmo avuto qualcosa come 2 milioni di morti in età
infantile in meno rispetto al dato che abbiamo oggi.
Non sono numeri tanto per, ma sono riferimenti storici
che hanno un sub-strato anche di natura civile, una necessità di adeguare la
civiltà a quelli che sono i ritmi della vita moderna rispetto al fabbisogno che
la sanità richiede non tanto per la possibilità di offrire potenziali migliori
all’infante per poter crescere quanto per garantire e preservare da malattie
future che nascono, si nutrono in un corpo non perfettamente dotato di
organismi di tutela rispetto ad una condizione che, invece, la nutrizione del
latte materno può offrire; una specie di salvaguardia di anticorpi che il latte
materno può offrire per la crescita dell’uomo nella sua importanza.
Ora è sottolineato e tutti ce ne accorgiamo che la bontà
nutritiva del latte materno è qualcosa che appartiene un po’ anche alla cultura
dei popoli più evoluti, ma è anche un elemento indispensabile – concludo
subito, Presidente – per individuare un percorso che la Regione ha già
individuato.
Devo dar atto che, su spinta anche del governo regionale,
nel reparto di neonatologia degli ospedali di Cosenza e di Crotone c’è una
banca dati importante ed autorevole che aiuta soprattutto i bambini che nascono
in una condizione di gracilità fisica o che hanno bisogno in quel momento più
del latte della madre che di altri derivati.
Perché? Ecco l’interrogazione e la domanda: perché non
avviare un processo, un importante percorso di formazione per i medici affinché
sensibilizzino sempre di più l’opinione pubblica sulla bontà di questo alimento
nutritivo che vive nell’uomo e sta nella donna, ed è infungibile? Perché non
aprire in tutti i reparti di neonatologia della Calabria dei centri
specializzati per la raccolta del latte?
Se si pone il problema delle difficoltà economiche, dei
fondi e dei finanziamenti è un falso problema perché la banca dati implica un
semplice lavoro in più da parte dei medici di un determinato reparto e non uno stress, un impegno particolarmente
gravoso. Ci sono poi le organizzazioni internazionali a difesa del bambino che
lo fanno gratuitamente, quindi si offre un servizio quasi a costo zero per dare
e garantire una migliore qualità della vita.
Questo è lo scopo dell’interrogazione e mi auguro che
possa essere accolta, per quel che vale, a prescindere dal valore in sé della
richiesta che già di per sé qualifica come obiettivo quello di far crescere
meglio la nostra popolazione.
Prego, Vicepresidente.
L’interrogazione dell’onorevole Nucera è apprezzabile
soprattutto per la valenza che la banca del latte ha acquisito in questo
momento soprattutto nelle due Asp che, nel frattempo, l’hanno già istituita,
ovvero Crotone e l’azienda ospedaliera
di Cosenza.
Proprio da queste due esperienze, il
dipartimento salute della Regione Calabria sta eseguendo una valutazione
soprattutto dell’impatto economico, per avere un dettaglio dei costi, quindi
non per diminuirne l’efficacia, ma soprattutto per valutarne la relazione tra
costi e benefici.
Attendiamo a breve il completamento
di questa dettagliata relazione economica per poter decidere e soprattutto
promuovere l’istituzionalizzazione della banca del latte in tutte le altre Asp
della Regione Calabria.
Da qui a qualche mese al massimo avremo un quadro chiaro e la possibilità di poter decidere e sottoporre questa decisione anche direttamente al Tavolo Massicci che è l’organismo finale competente a decidere essendo la Regione soggetta a verifiche commissariali. Grazie.
Prego, onorevole Nucera.
Presidente, mi
ritengo ampiamente soddisfatto perché quando
una amministrazione lavora pensando al bene della
stessa è una amministrazione che si pone in maniera positiva e di conseguenza
non posso far altro che ringraziare la Vicepresidente per la risposta che ha
dato.
Aspettiamo tutti quanti con
piacere, che più che personale è un piacere della collettività, affinché
possano avviarsi queste banche del latte umano e vedremo, poi, di verificarne
gli effetti positivi attraverso la possibilità di costituire una banca dati.
Un effetto positivo lo
abbiamo già raggiunto perché qualche consigliere regionale fra la curiosità e
l’originalità della richiesta ha detto: “se non avessi avuto il latte della
nutrice oggi non sarei qui, perché, nato anticipatamente, sicuramente non avrei raggiunto la maggiore età”.
Come vedete non bisogna
andare lontano dalle nostre case per trovare esempi in cui il latte materno ha
prodotto effetti positivi. Mi auguro che la Calabria possa ottenere i risultati
che tutti quanti noi auspichiamo.
Grazie alla collega Minetti della Lombardia anche in Calabria forse avremo il latte materno in tutti gli ospedali.
E’ stata presentata l’interrogazione a risposta immediata numero 301 del 17 ottobre 2012 a firma del consigliere Aiello Ferdinando “In ordine allo stato di regolarità e qualità di esecuzione dei lavori di adeguamento della linea di distribuzione di gas medicinali presso il "nuovo" Ospedale Civile dell’Annunziata - Azienda Ospedaliera di Cosenza”.
Non essendo presente in Aula il consigliere Aiello Ferdinando, l’interrogazione è decaduta.
Si passa all’interrogazione a risposta immediata numero 302 del 19 ottobre 2012 a firma del consigliere Talarico Domenico “In ordine allo stato di attuazione dei lavori di realizzazione del porto di Diamante (CS)” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore ai lavori pubblici. Per sapere- premesso che:
con decreto
numero 1178 del 28/12/1999 la Regione Calabria (Settore 20/Dipartimento LL.PP) impegnava la somma di Euro 2.065.827,60 di cui Euro
1.032.913,80 a carico della misura 1.2 - POP 1994/1999 ed Euro 1.032.913,80 a
carico della Regione, per la realizzazione dell’opera denominata “Lavori di
ristrutturazione e completamento del molo ricovero natanti da diporto del
comune di Diamante (CS) e della sua successiva gestione”;
l’impegno
finanziario è stato confermato dalla Regione con Delibera di G.R. 20 marzo 2000, numero 145 e con Decreto in data 08 febbraio 2000, numero
175 a firma del Dirigente del settore 20/Dipartimento LL.PP;
il progetto
preliminare dell’opera di che trattasi, dell’importo complessivo di Euro
4.131.655,19, è stato approvato con determina numero 2351 del 08 marzo 2000 del
summenzionato dirigente di settore;
con avviso
in data 10 marzo 2000 è stata indetta la gara relativa alla
licitazione privata per l’affidamento in concessione dei summenzionati lavori;
la parte
privata (Concessionario) si sarebbe fatto carico della restante somma derivante
dalla differenza tra il finanziamento erogato e l’importo complessivo dei
lavori;
il progetto
esecutivo, comprensivo di oneri per spese tecniche, sicurezza, forniture e
arredi portuali, è stato approvato dalla Regione Calabria per l’importo
complessivo di Euro 5.932.228,29;
dopo un
lungo iter amministrativo, conclusosi con l’acquisizione del favorevole parere
Via, i lavori e la successiva gestione dell’opera, sono stati aggiudicati all’Ati Icad
Costruzioni Generali S.r.l. e
Diamante Blu S.r.l.;
la Giunta
regionale con deliberazione numero 1097 del 23 dicembre 2008 ha autorizzato il Dipartimento numero 9 a procedere agli atti di impegno, in favore del
Comune di Diamante, necessari per la concessione di un finanziamento per la
“Riqualificazione molo esistente con completamento strada annessa” a valere
sulla L.R. numero
24/1987, mediante assegnazione di un contributo
costante di durata ventennale di Euro 83.449,25 decorrente dall’esercizio
finanziario 2008, della durata massima di 20 anni, a totale carico della
Regione Calabria;
il rapporto
tra il Comune di Diamante e la Regione Calabria, ai fini dell’utilizzo del
contributo ventennale sopra richiamato, è stato regolato da apposita
convenzione, approvata dalla Giunta comunale di Diamante con delibera in data
29 gennaio 2009;
con Decreto Prot. Numero 1006 del 27luglio 2011, a firma del Dirigente generale del Dipartimento
9/Infrastrutture e LL.PP., è stato effettuato uno stralcio dell’impegno di
spesa a favore del Comune di Diamante per un importo di Euro 1.500.000,00;
in ogni
caso, i lavori dell’opera di che trattasi, iniziati nei primi mesi del 2010 dopo
un iter amministrativo durato oltre dieci anni, si sono interrotti
improvvisamente nel novembre dello stesso anno;
ad oggi
detti lavori non hanno raggiunto nemmeno il primo stato di avanzamento;
non sono
chiare, univoche, le motivazioni che hanno portato all’interruzione dei lavori;
la
realizzazione dell’opera e l’avvio della sua gestione possono rappresentare un
importante fattore di ammodernamento, di potenziamento, di riqualificazione
funzionale delle strutture di servizio alle attività turistiche, di
miglioramento della logistica applicata al settore, che può favorire nondimeno
una crescita complessiva dell’economia del territorio;
la Regione
Calabria, attraverso il Dipartimento numero 9
Infrastrutture, LL.PP. e Politiche della casa, è soggetto attuatore
dell’intervento di che trattasi;
in data
15.10.2012, come si è appreso da alcune agenzie di stampa, si è tenuto un
incontro tra la Regione Calabria, il Comune di Diamante e l’impresa
concessionaria per fare il punto della situazione, al termine del quale è stato
dichiarato che tutte le difficoltà sono state superate e che i lavori
riprenderanno al più presto -:
quali
motivazioni sono alla base dell’improvvisa sospensione dei lavori;
quali
sarebbero state le difficoltà, tecniche e/o amministrative, che avrebbero
ostacolato la prosecuzione dei lavori, oggi dichiarate superate;
su quali
basi, certe et definite, si basa la convinzione che i lavori
riprenderanno in brevissimo tempo;
quali
iniziative ha inteso e/o intende assumere l’Assessorato per addivenire ad una
ripresa dei lavori in tempi brevi”.
Prego, onorevole Talarico.
Presidente, vorrei ricordare che con il decreto numero 1178 del 1999 la Regione Calabria ha
impegnato la somma di 2 milioni 65 mila euro per la realizzazione
dell’opera denominata “Lavori di ristrutturazione
e completamento del molo ricovero natanti da diporto del comune di Diamante”.
Questo
impegno è stato confermato nel 2000 con decreto del dirigente del dipartimento lavori pubblici e sempre a marzo del 2000 è
stata indetta la gara relativa alla licitazione privata per l’affidamento dei
summenzionati lavori. Dopo un lungo iter amministrativo, con l’acquisizione
della Via i lavori e la successiva gestione dell’opera sono stati affidati
all’“Ati Icad costruzioni
generali Srl” e “Diamante Blu srl.”
Nel 2008 la Giunta regionale ha
autorizzato il dipartimento numero 9 a procedere agli atti di impegno in favore
del comune di Diamante necessari per la concessione di un finanziamento per la
riqualificazione del molo esistente e per il completamento di una strada
annessa a valere sulla legge 24 mediante assegnazione di un contributo di
durata ventennale di 83 mila 499,25 euro decorrenti dall’esercizio finanziario
2008 e per la massima durata di 20 anni.
Salto qualche passaggio e vado avanti.
Devo però sottolineare che il rapporto tra il comune di Diamante e la Regione
Calabria è stato regolato da apposita convenzione dopo di che registriamo,
purtroppo, che ad oggi nemmeno il primo stato di avanzamento è stato raggiunto.
Non sono chiare, anche se forse questo
passaggio è stato superato dai fatti, le motivazioni che hanno portato alla
interruzione dei lavori.
Assessore Gentile, l’interrogazione
risale al momento in cui erano stati interrotti i lavori che pare oggi siano
stati ripresi.
In ogni caso alcune domande restano
valide ed attuali. Salto quella relativa alla sospensione dei lavori perché i
lavori ad oggi, anche se lentamente, sono ripresi.
Colgo l’occasione per chiederle quali
sono state le difficoltà tecniche-amministrative che avrebbero ostacolato la
prosecuzione dei lavori oggi dichiarate superate; su quali basi certe e
definite si basa la convinzione che i lavori andranno secondo i ritmi previsti
dalla direzione dei lavori e dalla stessa convenzione e quali iniziative intende
prendere, nella sua qualità di assessore ai lavori pubblici, affinché i lavori
possano procedere a ritmi sostenuti o quanto meno normali ed il porto possa
diventare finalmente una realtà, dopo un iter burocratico amministrativo che è
durato più di 10 anni. Grazie.
Prego, assessore Gentile.
L’interrogazione è stata
presentata un po’ di tempo fa. I lavori erano fermi perché esistevano più controversie,
la principale delle quali era con la sovrintendenza, però alla fine, dopo una
serie di incontri e di riunioni varie, siamo riusciti, d’accordo con le
imprese, con i sindacati e con l’amministrazione comunale di Diamante,
maggioranza ed opposizione, a deliberare un cronoprogramma che ci ha consentito di far
riprendere i lavori.
Invito i colleghi a prendere
posto, altrimenti non si capisce assolutamente nulla.
Lei ha detto bene: abbiamo finanziato in aggiunta
alcuni fondi che servono per completare le aree esterne, la strada di cui ha
palato ed altre cose. Consideri che non avremmo potuto iniziare nemmeno queste
opere, perché c’era questa dicotomia tra l’amministrazione regionale e la
sovrintendenza.
Pare che siano stati risolti tutti i problemi, quindi i lavori sono
ripresi secondo il cronoprogramma, stanno andando
avanti. Noi ci auguriamo – io me lo auguro, perché in questa Italia delle volte
si incontrano difficoltà che nemmeno immagini – e pensiamo che i lavori andranno
avanti senza interruzione, in modo da portare a completamento quest’opera
importante, che sarà volano di sviluppo non solo per Diamante, ma per la zona
intorno e soprattutto per lo sviluppo dell’Alto Tirreno cosentino.
Prego, onorevole Talarico.
Se così stanno le cose, non ho motivo di dubitare delle parole dell’assessore Gentile, mi ritengo soddisfatto. Naturalmente, da parte mia, da parte del mio gruppo, continuerà l’attività di vigilanza affinché la città di Diamante e l’intero territorio del Tirreno possano, in tempi relativamente brevi, avere finalmente il porto, così come è stato detto dall’assessore Gentile.
La prossima
interrogazione, a risposta immediata, è la numero 303, però è assente l’assessore Stillitani, quindi viene rinviata.
Si passa all’interrogazione a risposta
immediata numero 304 del 23 ottobre 2012 a firma del consigliere De Gaetano “In
ordine alla rimozione di arsenico rinvenuto in concentrazioni superiori ai
limiti di legge in alcuni nodi di reti idriche di distribuzione”, di cui do
lettura: “All’assessore alle
politiche ambientali e all’assessore ai lavori pubblici. Per sapere – premesso
che:
le falde acquifere lungo la fiumara Amusa presso il Comune di Caulonia sono risultate contaminate da arsenico;
il problema interessa il centro storico di Caulonia e la rete di case sparse lungo la perimetrazione urbana, la Contrada Candidati e le Case sparse lungo gli argini della fiumara Amusa, fino alla foce;
oltre duemila persone sono quotidianamente a contatto con l’acqua avvelenata;
la So.Ri.Cal S.p.a., con comunicazione del 18/04/2012, presenta il quadro generale delle risultanze di quanto emerso a seguito dei controlli eseguiti nonché delle iniziative di pronto intervento ritenute opportune;
alla So.Ri.Cal S.p.a. è affidato il servizio della fornitura idropotabile all’ingrosso, giusta “convezione per l’affidamento in gestione degli acquedotti regionali della Calabria e del servizio di erogazione di acqua per usi idropotabili" sottoscritta in data 13 giugno 2003, repertorio numero 41022 tra So.Ri.Cal S.p.a. Regione Calabria;
già con ordinanza numero 32 del 13 aprile 2012 il Sindaco pro-tempore, ordinava la chiusura delle fontane pubbliche di via Brigida Postorino e Piazzetta Municipio disponendo, altresì, l’utilizzo dell’acqua per soli usi non potabili. Il tutto in attesa di nuove analisi di laboratorio;
con delibera numero 119 del 26 aprile 2012 la Giunta comunale di Caulonia, stabiliva di valutare, unitamente ai responsabili dei servizi interessati, le iniziative volte alla bonifica e al filtraggio delle acque all’uscita del serbatoio di Caulonia Centro nonché di demandare all’Ufficio Tecnico comunale l’adozione di tutti gli atti per quanto di competenza;
i tecnici della So.Ri.Cal ed il Responsabile dell’ufficio Tecnico Comunale concordavano l’inizio dei lavori per le opere di bonifica fissando la data del 04 giugno 2012;
ad oggi la So.Ri.Cal S.p.a. è rimasta inadempiente non avendo ottemperato a quanto concordato nonché a quanto di propria competenza -:
se intendano intervenire tempestivamente affinché la Società erogatrice del servizio, So.Ri.Cal. S.p.a., adempia alla realizzazione delle opere necessarie di bonifica, per tutelare la salute dei cittadini di Caulonia”.
Risponde sempre l’assessore Gentile.
Presento questa interrogazione riguardo al problema dell’acqua contaminata nel comune di Caulonia. Come sicuramente l’assessore Gentile avrà appreso, nelle falde acquifere della fiumara Musa c’è stato un ritrovamento che ha causato gravi disagi alla popolazione di Caulonia, perché buona parte dei cittadini di questa cittadina non può utilizzare quest’acqua perché inquinata.
Il Sindaco precedente e quello attuale, perché è cambiata
l’amministrazione per le elezioni di primavera, hanno chiesto alla Sorical interventi urgenti, perché – come sappiamo – è la Sorical che deve gestire questi impianti, avanzando anche
una proposta alla Sorical quella di trovare una
soluzione alternativa volta a creare dei nuovi pozzi e
risolvere il problema alla fonte.
La Sorical, nonostante gli impegni che ha
sottoscritto con il Comune di Caulonia di far partire
i lavori entro l’estate del 2012, non ha mai adempiuto a questi obblighi. Le
chiediamo, ovviamente, di intervenire – so che lei ha fatto, nei giorni scorsi,
una riunione col Comune di Caulonia – per trovare una
soluzione di carattere finanziario e di carattere tecnico, che il Comune ha già
individuato, al fine di risolvere il problema e dare la possibilità ai
cittadini di Caulonia di avere acqua nelle loro case
degna di questo nome per non incorrere in gravi possibilità di malattie che
questo inquinamento della falda acquifera può causare ai cittadini di Caulonia.
Risponde l’assessore Gentile.
Si tratta di un fenomeno che si è verificato a Caulonia, ma si verifica anche in altri Comuni, però quello
di Caulonia era vistosamente
drammatico,
perché la maggior parte dell’acqua era piena di arsenico. Si è trovata la
soluzione tecnica, ma Sorical non ha risposto alle
sollecitazioni né dell’amministrazione regionale né dell’amministrazione
comunale, per cui ci siamo trovati di fronte ad un problema
drammatico
che riguardava tutta la popolazione di Caulonia e
alla controparte – che era in questo caso Sorical –
che non rispondeva a niente e a nessuno.
Per cui abbiamo fatto un incontro col Sindaco – come lei diceva bene – ed
abbiamo provveduto a trovare un piccolo finanziamento che siamo riusciti a
ricavare dai ritagli di vecchi finanziamenti, per consentire
all’amministrazione comunale di procedere tecnicamente ed eseguire quei lavori
che servono finalmente a risolvere il problema, questo con ampia soddisfazione
da parte dell’amministrazione comunale di Caulonia ed
anche nostra, che serve pure a dimostrare che questa Regione e questa Giunta
rispondono, quando possono, alle esigenze dei cittadini.
La parola
all’onorevole De Gaetano.
Mi ritengo soddisfatto di quello
che ha detto
l’assessore Gentile. Ovviamente, le chiediamo di fare uno sforzo maggiore con
la Sorical, perché c’è un contratto che ha con la
Regione Calabria e al quale deve adempiere, questo è un primo passo; non
risolve in maniera definitiva il problema, ma apprezziamo l’intervento
dell’assessore Gentile e della Giunta. Aspettiamo, comunque il passo
successivo: da qui a poco discuteremo della Sorical
in Consiglio regionale, uno dei temi da trattare è questo, non si può
consentire alla Sorical di fare il bello e il cattivo
tempo, di non adempiere agli obblighi giuridici che ha nei confronti dei Comuni
calabresi e soprattutto, in questo caso, di mettere a repentaglio anche la
salute dei cittadini.
La prossima interrogazione è la numero 305, a risposta
immediata, sempre per l’assessore Stillitani e viene rinviata. Stessa cosa per la 306.
Si passa alla interrogazione a risposta immediata numero 307 del 9 novembre 2012 a firma del consigliere Giordano “Sulla carenza nei centri trasfusionali ospedalieri dei separatori cellulari per l’effettuazione della plasmaferesi e sui requisiti minimi organizzativi, strutturali e tecnologici delle attività sanitarie dei servizi trasfusionali e delle unità di raccolta secondo quanto previsto dall’accordo Stato-Regioni del 16 dicembre 2010”, di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
con delibera della Giunta regionale numero 357 del 30 luglio 2012 è stato approvato il piano di
programmazione per l'anno 2012 per l'autosufficienza regionale di emocomponenti ed emoderivati;
dal piano approvato emerge come
l'autosufficienza di emocomponenti ed emoderivati è
un obiettivo cui concorrono tutte le regioni dotandosi di strumenti di governo
caratterizzati da capacità di programmazione, monitoraggio, controllo e
partecipazione attiva alle funzioni di rete di interesse regionale,
interregionale e nazionale;
obiettivo primario, come si evince dal
piano approvato, è l'incremento dell'attività di plasma produzione per inviare
all'industria una maggiore quantità di plasma e assicurare sul territorio
regionale una maggiore disponibilità di prodotti emoderivati;
l'analisi dei dati regionali sul punto
evidenzia un lieve e insufficiente aumento dell'attività di plasma produzione e
ciò ha determinato nel biennio 2010/2011 un incremento nell'acquisto da parte
della Regione Calabria di emoderivati e più
precisamente si è passati dai circa quattro milioni di euro ai circa dieci
milioni attuali di spesa;
tale situazione, come sottolineato da
diversi operatori del settore, sarebbe causata dalla insufficienza nei centri
trasfusionali ospedalieri di separatori cellulari per l'effettuazione della
plasmaferesi, procedimento essenziale per ottenere il plasma necessario ad
essere inviato all'industria;
nel contempo, a seguito dell'accordo
Stato/Regioni del 16 dicembre 2010 sono stati individuati i requisiti minimi
organizzativi, strutturali e tecnologici delle attività sanitarie dei servizi
trasfusionali e delle unità di raccolta e sul modello per le visite di
verifica, requisiti che nascono dall'esigenza di recepire le direttive in
materia europea in materia di sangue ,emocomponenti e
farmaci derivati al fine di garantire omogenei livelli di qualità e sicurezza
dei prodotti e delle prestazioni trasfusionali su tutto il territorio
dell'Unione europea;
secondo quanto previsto dall'accordo ci si
dovrà conformare ai requisiti entro il 31 dicembre 2014 e in tale direzione la
regione Calabria ha avviato le opportune verifiche presso i centri
trasfusionali e di raccolta perché, previa prescrizione, gli stessi si adeguino
ai parametri normativi -:
se tutti i centri trasfusionali
ospedalieri sono attualmente dotati dei separatori cellulari per
l'effettuazione della plasmaferesi, in caso contrario quali iniziative si
intendono intraprendere per colmare tale carenza e permettere così il
raggiungimento degli obiettivi prefissati dal piano di programmazione regionale
per l'autosufficienza di emocomponenti ed
emoderivati;
se l'attività di verifica dei requisiti
minimi organizzativi, strutturali e tecnologici delle attività sanitarie dei
servizi trasfusionali e
delle unità di raccolta sia stata completata e quali siano i relativi dati
acquisiti, se sono stati previsti dei contributi finanziari a favore dei centri
e delle unità di raccolta gestiti dalle Onlus,
in particolare dalle sezioni regionali dell'Avis, per sostenere le spese di
adeguamento delle strutture ai requisiti richiesti, in caso contrario quali
iniziative si intendono intraprendere per sostenere economicamente le suddette
organizzazioni di volontariato che supportano in modo rilevante un settore
vitale per la sanità calabrese”.
Risponde la Vicepresidente Stasi.
Scusi, Presidente,
sull’interrogazione 306, più che Stillitani, dovrebbe rispondere l’assessore Mancini, perché è una
questione di bilancio.
No, riguarda gli Lsu
ed Lpu.
Ma è una questione di pagamenti,
quindi non c’entra Stillitani. Infatti,
l’interrogazione parla di assessorato al bilancio.
Però l’assessore competente è lui,
perché altrimenti dovrebbe rispondere sempre l’assessore al bilancio!
Vorrei insistere su questo, perché è
una questione di pagamenti. Siccome siamo a fine anno, è l’assessore Mancini
che dovrebbe darci delucidazioni.
Allora, intanto, facciamo questa,
nel frattempo che si vede.
La parola all’onorevole Giordano.
Premettiamo
che la delibera è la numero 357 del 30 luglio e che
con questa delibera la Giunta regionale ha
approvato il Piano di programmazione per il 2012 riguardo all’autosufficienza
regionale per gli emocomponenti e gli emoderivati.
Il Piano individua gli strumenti di governo e tutte le misure che si
devono attivare per sostenere un processo che deve raggiungere
l’autosufficienza, tra l’altro in un momento particolare in cui, dall’analisi
dei dati del biennio 2010-2011, addirittura si è notata una controtendenza
rispetto a quello che si era programmato e a quello che doveva essere anche
l’indirizzo complessivo che è stato sancito il 16 dicembre 2010 dall’accordo
Stato-Regioni, una tendenza negativa che ha visto un incremento per l’acquisto
da parte di queste componenti da 4 milioni nelle annualità precedenti ai 10
milioni nel biennio 2010-2011.
Quindi è un’impennata preoccupante, che va soprattutto a contrastare
quelli che sono gli indirizzi complessivi dello Stato rispetto all’accordo che
ho citato prima e soprattutto rispetto all’indirizzo complessivo dell'Unione
europea e della stessa Direttiva a cui ci si dovrebbe conformare entro il 31
dicembre 2014.
Rispetto a questa preoccupante tendenza con l’interrogazione chiediamo di sapere se tutti i centri trasfusionali ospedalieri
sono dotati dei separatori cellulari, che sono gli strumenti per
l’effettuazione della plasmaferesi e quindi per poter realizzare
l’autosufficienza degli emocomponenti e degli
emoderivati. In caso contrario, se questo non è stato programmato e non è in
corso di attuazione, quali sono le azioni che sono in essere e programmate per
arrivare a raggiungere questi obiettivi, quali sono le verifiche effettuate da
parte del dipartimento rispetto ai requisiti minimi organizzativi di ogni
singolo centro trasfusionale e se sono previsti contributi finanziari a favore
dei centri e di quelle unità di raccolta che sono gestite in Calabria,
fortunatamente, dalle Onlus e in particolare dalle sezioni regionali delle Avis
al fine di poter sostenere questo processo, in assenza del quale, addirittura,
certamente arriveremmo a condizioni peggiori rispetto a quelle che abbiamo
denunciato nell’interrogazione.
Risponde
la Vicepresidente Stasi.
Con un
DPGR in Calabria è stato istituito un Comitato regionale
sangue. E’ un Comitato che contiene riferimenti sia tecnici
sia scientifici sia consultivi, nel
senso che ci sono esperti, tecnici, ma ci sono anche rappresentate tutte le
maggiori associazioni del settore e sono insediati anche i direttori dei SIT
delle cinque province.
Questo gruppo di lavoro prevede un percorso, tra l’altro il gruppo tecnico è
composto anche da tecnici accreditati dall’istituto dei servizi sanitari
nazionali, e sta facendo una verifica e un percorso in tutte e cinque le Asp
regionali. Questo percorso da cronoprogramma si
completerà entro dicembre 2013. La norma, soprattutto l’accordo Stato-Regione, prevede che entro il
2014 i centri dovranno possedere tutti i requisiti organizzativi tecnici
necessari all’accreditamento.
Da fine
dicembre a dicembre dell’anno prossimo questi centri, dunque, in funzione delle
indicazioni e delle relazioni del Comitato tecnico, dovranno adeguarsi. Il
dipartimento salute e le diverse Asp dovranno programmare, di conseguenza,
anche gli acquisti necessari per organizzare questi centri secondo i requisiti
tecnici-organizzativi specifici della normativa nazionale.
Quindi è
un percorso avviato, si aspetta il completamento e la relazione tecnica finale
di questo Comitato.
La parola
all’onorevole Giordano.
Prendo
atto, ma anche se le Direttive
comunitarie e quindi anche l’accordo nella Conferenza Stato-Regioni preveda un termine del 31 dicembre
2014, ciò non deve indurre a prendere questo
termine come un termine verso il quale completare un processo che, invece, in Calabria
ritengo sia non solo necessario, ma indispensabile per controvertire
la tendenza che – come dicevo nella premessa – vede un’impennata dell’acquisto
di componenti emoderivati rispetto anche alle annualità precedenti.
Non mi posso, quindi, dichiarare soddisfatto, perché l’arco
temporale di un anno, dal 31 dicembre 2012 al 31 dicembre 2013, non credo possa
garantire delle condizioni migliori, intanto per la salute pubblica, ma
soprattutto per le sangui-casse della Regione
Calabria
Quindi
riformulo l’appello ad una più stringente attività che possa dotare i centri
degli strumenti necessari, non credo che ci vogliano particolari attività per
questo, anche per offrire veramente una risposta completa e compiuta. Nella
risposta all’interrogazione, poi, la Vicepresidente non ha fatto cenno a quello che riguarda la questione dei centri che vengono
gestiti dalle sezioni regionali dell’Avis e delle Onlus. Su questo credo che
dovremmo tornare.
Ovviamente, in maniera propositiva, saremo vigili affinché ci sia una tempistica più stringente
La prossima interrogazione
– l’ultima, perché i tempi sono già passati –
a risposta immediata è la numero 308 del 12 novembre 2012 a firma del
consigliere Censore: “Sulle celebrazioni del 4^ centenario della nascita del
pittore calabrese Mattia Preti”, di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere - premesso che:
con deliberazione della Giunta regionale numero 664 del 5 ottobre 2010 è stato istituito il Comitato
tecnico e scientifico per l’elaborazione del programma degli eventi inerenti le
celebrazioni del IV centenario della nascita del pittore calabrese Mattia
Preti;
alla Presidenza del Comitato in questione
è stato designato il Prof. Vittorio Sgarbi;
con successiva deliberazione della Giunta
regionale numero 700 del 29 ottobre 2010 detto Comitato è
stato integrato con un elenco aggiuntivo di personalità facenti parte del mondo
accademico e culturale;
con deliberazione della Giunta regionale numero 463 del 19 ottobre 2012 sono state revocate le
precedenti delibere numero 664 del 5 ottobre
2010 e numero 700 del 29 ottobre 2010 e di conseguenza
è stato cancellato il Comitato alla cui presidenza era stato designato il Prof.
Vittorio Sgarbi;
in conseguenza di detta revoca, con la
delibera numero 463 del 19 ottobre 2012 la realizzazione
e la promozione del programma degli eventi per le celebrazioni del IV
centenario della morte di Mattia Preti sono stati affidati al programma Sensi
contemporanei inserito nell’APQ - Promozione e Diffusione dell’Arte
Contemporanea e la Valorizzazione di contesti Architettonici e Urbanistici;
il programma Sensi contemporanei è stato
demandato alla gestione della realizzazione e della promozione degli eventi in
oggetto per come individuato nella deliberazione numero 463 del 19 ottobre 2012 nonché la gestione delle
risorse finanziarie già individuate per un importo di euro 720.000,00 -:
quali siano i motivi che hanno consentito
di mantenere l’attribuzione della presidenza del Comitato tecnico e scientifico
al Prof. Vittorio Sgarbi nonostante le delibere della Giunta regionale che gli
attribuivano tale incarico siano state revocate come specificato in premessa;
se non sia poco opportuno coinvolgere
attivamente il prof. Vittorio Sgarbi nelle celebrazioni in oggetto dal momento
che parrebbe che lo stesso Prof. Sgarbi abbia a proprio carico condanne per
truffa aggravata e continuata e falso ai danni dello Stato, così come riportato
in molteplici organi di stampa;
se non sia il caso di accelerare il
calendario delle attività celebrative alla luce del fatto che l’anniversario
della nascita di Mattia Preti cade il 24 febbraio 2013”.
Prego, onorevole Censore.
Ho seguito con molta attenzione la questione delle celebrazioni
del centenario della nascita del pittore calabrese Mattia Preti e, oltre a
registrare dei ritardi nelle celebrazioni, ho seguito pedissequamente l’iter
procedurale, che data un po’ nel tempo, di qualche anno; difatti, nell’ottobre
2010 è stato istituito il Comitato
tecnico-scientifico, poi con successiva delibera il Comitato è stato integrato
con un elenco aggiuntivo di personalità del mondo accademico, scientifico; poi,
con una successiva delibera, praticamente è stato attribuito il compito di
gestire il tutto al programma “Sensi contemporanei”, che è inserito nell’APQ
“Promozione e diffusione delle arti contemporanee”.
Nella prima delibera, in quella di
ottobre del 2010, veniva nominato quale Presidente del Comitato il professore
Vittorio Sgarbi. Poi, recentemente,
con una delibera del 19 ottobre 2012, è stato revocato il Comitato, però ho
letto in una nota stampa vergata e diffusa dall’assessore Caligiuri
che il professore Vittorio Sgarbi sia ancora Presidente del Comitato. Avendo
letto su più quotidiani nazionali che il professore Vittorio Sgarbi è una
persona che ha delle condanne passate in giudicato, penso che non sia utile per
l’immagine della Calabria che la Presidenza di questo Comitato gli sia
affidata.
Pertanto,
la questione ci inquieta e chiediamo all’assessore Caligiuri se non sia il caso di parlare con chi
gestisce il programma “Sensi contemporanei” per rivedere la questione, perché è
stato un gioco d’artificio che ha portato, anche se c’è stata la revoca, allo
stesso risultato.
Risponde l’assessore Caligiuri.
La Regione Calabria
assegna una grande importanza alle celebrazioni dei 400 anni dalla nascita di Mattia Preti
che hanno quasi combaciato, per una decina di anni, con le celebrazioni
relative ai 300 anni dalla morte.
Come ha evidenziato l’onorevole Censore, la Giunta
regionale si è mossa per tempo, nominando un Comitato scientifico di alto
livello, affidando la Presidenza a Vittorio Sgarbi, che è uno degli esperti
d’arte italiani più conosciuti nel mondo. Successivamente, abbiamo anche
adottato degli atti in Consiglio regionale relativi al finanziamento di questa
importante iniziativa e stiamo lavorando alacremente col Comune di Taverna e con altri
soggetti istituzionali anche a livello ministeriale, sia il Ministero della
pubblica istruzione sia per quanto riguarda i beni culturali, per poter
accendere il faro della cultura mondiale sulla Calabria attraverso questo
evento così importante.
Sono già in fase di avanzato allestimento delle mostre,
una posso già annunciarla: il 24 di febbraio a Taverna, città natale del
pittore, sarà inaugurata una grande mostra; dopodiché nei mesi successivi ci
sarà a Malta, con un collegamento con la Repubblica di Malta, e stiamo vedendo
di definire altre mostre, probabilmente a Venaria Reale, nella reggia che viene
visitata da 10 milioni di
visitatori ogni anno e, probabilmente, a Roma e un’altra all’estero. Stiamo
valutando se farla in Australia, in Cina o in un Paese o in Spagna. Quindi stiamo lavorando
in questa direzione.
Per quanto riguarda il coinvolgimento di “Sensi contemporanei”, questo
programma è uno strumento che è stato costituito da diversi ministeri, tra i quali il Ministero dello sviluppo
economico e il Ministero dei beni culturali, per promuovere dal punto di vista
economico le iniziative d’arte, quindi abbiamo
ritenuto di affidarle a questo soggetto così importante a livello nazionale.
La presenza di Vittorio Sgarbi in questo contesto, che anche in base alla delibera viene confermato come componente il Comitato scientifico – compito per il quale non ha percepito nessun euro – secondo noi qualifica questa nuova iniziativa.
La
parola all’onorevole Censore.
Prendo
atto che, finalmente, con una mostra, il 24 febbraio partono ufficialmente le celebrazioni del quarto centenario
della morte di Mattia Preti. Poi apprendo che ci saranno mostre in Cina, in
Australia, in Argentina…
Onorevole, ce ne sarà soltanto una.
Quindi apprendo con piacere che si
fanno queste mostre oltre Oceano e prendo atto che partono le celebrazioni.
La questione sulla quale insistevo è se fosse o meno opportuno che un
condannato per truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato sia
Presidente di un evento così importante gestito dalla Regione. Era una
valutazione solo in termini di opportunità, perché io penso che anche una
Regione come la nostra debba mandare segnali nei confronti di persone che non
hanno rispetto dello Stato, se subiscono condanne con sentenze passate in
giudicato.
Conclusa l’ultima interrogazione
numero 308 e conclusa l’ora dedicata alle interrogazioni a risposta immediata, tutte le altre interrogazioni che
mancano saranno rinviate alla prossima seduta di Consiglio regionale.
Possiamo iniziare, pertanto, col
secondo punto all’ordine del giorno che riguarda il dibattito sulla Sorical. Darei la parola, pertanto, all’assessore Gentile
per la relazione introduttiva sulla Sorical per poi
aprire il dibattito, la discussione ed affrontare in seguito anche l’altro
punto all’ordine del giorno che riguarda la proposta di legge per la
istituzione di una Commissione consiliare di inchiesta. Sono due i punti, il
numero due ed il numero tre che sono collegati tra di loro. La parola
all’assessore Gentile. Prego i colleghi di prendere posto e di far silenzio per
ascoltare la relazione, chi non intenda ascoltarla si accomodi pure fuori senza
fare i soliti capannelli perché non si capisce assolutamente nulla.
La ringrazio, Presidente, ma ci
sarebbe da fare una relazione che è un po’ tecnica e lunga; rischiamo, quindi,
di non capirci con molti colleghi. Cercherò di sintetizzarla al massimo,
fornendo solamente alcuni dati che ci consentono di avere un quadro esatto di
questa situazione che riguarda la Sorical.
Come tutti sanno Sorical
è una società che è nata alcuni anni fa da parte della Regione e che negli anni
1999/2000 – l’onorevole Meduri era Presidente della
Giunta regionale – ha fatto la scelta del socio privato. A quel tempo si
parlava della cosiddetta famosa legge Galli, però,
Ricordo, infatti, che i Comuni non
potevano pagare e
Perché in Calabria noi avvocati non
ne abbiamo. Ecco, questo è uno dei dati più importanti.
I debiti di Sorical
ammontano intorno a 100 milioni di euro di cui abbiamo potuto accertare 47 solo
di energia. Sapete che, infatti, lì ci sono i pozzi e l’energia non è stata mai
pagata, per cui abbiamo un debito con l’Enel di 47 milioni di euro: non sono
cose di poco conto! E stiamo accertando per gli altri 53 milioni di euro –
energia e fornitori – di che natura e quali debiti siano. Lo stiamo accertando
in questi giorni. I dipendenti sono 230 e questo, caro Presidente, è un numero
veramente sproporzionato e spropositato rispetto al servizio che si garantisce
con
(Interruzione)
Ci sono 230 dipendenti e 100 che
derivano dalle imprese che sono quelle che dovrebbero fare la manutenzione
negli acquedotti e nei pozzi. La spesa complessiva, caro Presidente, è di 13
milioni di euro all’anno che non è cosa di poco conto in quanto molto
sproporzionata ed esagerata. Mi sarebbe piaciuto, Presidente, conoscere, come
assessore, gli stipendi ed avere qualche dato su questo ma non sono mai
riuscito ad averlo perché sembra sempre che lì ci sia un muro. Ci sono poi
debiti verso le banche da parte di Sorical per 154
milioni di euro da distribuire annualmente, ratealmente. Questi sono i fatti
essenziali su cui poggia questa fantomatica Sorical
che ha un nome così curioso. E questi sono i dati. Le risorse erogate da parte
della Regione in questi anni sono state per 147 milioni di euro che erano soldi
che dovevano essere versati da parte del socio privato Veolia
e da parte del socio pubblico Regione.
(Interruzione)
Anzi, dicono cadauno. E se ne alzano
altri 10 con 200 mila euro…
(Interruzione)
Per tre sono quelli accertati, di
altri non sappiamo. Di questi sappiamo nomi e cognomi e sono lì, si sono
impadroniti di Sorical e fanno i padroni con i soldi
della Regione. Per questo, Presidente - lo dico al Consiglio ma ne abbiamo
anche parlato tra di noi – credo che questa situazione sia diventata
intollerabile, per lo meno per il mio gusto e per la mia cultura. Per cui a queste
persone i cui contratti scadono a dicembre qualcuno gli ha detto che,
probabilmente, devono rimanere. Lo dico qui in Consiglio, Presidente, devono
andare via perché i contratti scadono a dicembre, perché 200 mila euro cadauno
sono 600 mila euro ed, intanto, di dirigenti ne abbiamo a iosa in questa
regione e ne abbiamo anche di bravi e non abbiamo bisogno di dirigenti che ce
li portano da fuori. Veolia ce li lascia qui e dice
“io me ne vado, vi lascio i debiti dell’Enel”. Sapete cosa fanno questi dirigenti?
Questo è un debito che deve pagare
E, poi, c’è la tariffa. Ogni tanto
leggo sui giornali, anche dai colleghi del partito di Italia dei Valori, “sulla
tariffa qualcuno dice menzogne” perché la tariffa dell’acqua, Presidente, è
sempre quella che richiama l’ultima delibera del Cipe
e della Corte dei conti; per cui devo dire che, da questo punto di vista, siamo
in regola perché altrimenti non avremmo consentito a Sorical
di aumentare le tariffe ad libitum. Per ultimo, poi, devo parlare del Menta. Ricordo che c’era il
Presidente Loiero ed ho visto i reggini che si erano
preparati, si lavavano tutti i giorni perché il Menta, in un mese, sarebbe
stato realizzato e messo in funzione.
(Interruzione)
Ricordo
che in televisione venne fuori questa situazione per la quale, da un lato, mi
sono compiaciuto, perché succede questo quando uno vede realizzare queste opere
in Calabria in momenti di difficoltà, ma quando sono andato a verificare… Menta: 130 milioni complessivi, di cui 29
milioni a carico di Sorical, che ne ha investiti solo
15, mettendo in forse il completamento dell’opera. Dobbiamo, pertanto, trovare
altri fondi per completare l’opera che è quasi finita. Si tratta di 13 milioni
di euro per cui l’opera può essere completata, offrendo veramente alla
Provincia di Reggio Calabria la possibilità di risolvere un problema in modo
definitivo ed irreversibile. Sempre
Queste sono le situazioni che mi
permetto di far presente al Consiglio regionale, sulla strada che intendiamo
percorrere per fare veramente l’interesse della Regione. Devo ringraziare il
Presidente Scopelliti, e lo faccio qui, in modo formale, perché il Presidente
della Giunta regionale non ha mai avuto ingerenze né si è mai messo in mezzo in
questa materia. Ha solo voluto sapere come stavano le cose. Oggi le stiamo
chiarendo alla luce del sole, perlomeno davanti a tutti; qualcosa mi sarà pure
sfuggito ma credo che i fatti di Sorical stiano nei
termini in cui li abbiamo tratteggiati stasera con lacune, in modo chiaro e
semplice, in modo che lo possano capire tutti, Presidente. Non può essere solo
un problema di socio privato. Credo che il socio privato debba definitivamente
abbandonare il campo con i suoi tentacoli all’interno di questa società.
Diamoci da fare tutti, accettiamo il contributo di tutti perché questa società
possa essere moderna, al passo con i tempi e possa essere veramente motivo di
orgoglio per
Dopo la relazione dell’assessore
Gentile su Sorical dichiaro aperto il dibattito.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Maiolo. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Devo dire che la relazione dell’assessore Gentile mi crea una contraddizione interna, cioè
mi chiedo come mai la nostra richiesta di fare una discussione profonda su Sorical abbia avuto, nei mesi passati, tanta resistenza da
non convocare mai
Dico che quando abbiamo pensato di
capire come intervenire in una situazione complessa e complicata, senza nessuna
possibilità di strumentalizzazione politica di parte, abbiamo individuato lo
strumento della Commissione di inchiesta che il nome, oggettivamente, può far
sembrare qualcosa di diverso da quello che è. Il nostro Statuto assegna al
Consiglio regionale tale strumento per capire fino in fondo come stanno le cose
in un particolare settore, Commissioni che hanno la funzione non di fare fumo e
chiacchiere, ma di arrivare ad una proposta se possibile unitaria di
maggioranza e di minoranza.
Ma questo è oggetto del terzo punto
all’ordine del giorno e lo metto da parte.
Guardate, apprezzo la relazione
dell’assessore Gentile per la chiarezza della rappresentazione di una
situazione tanto drammatica quanto allarmante e preoccupante, perché le cose
che ha detto l’assessore in quest’Aula sono cose di una gravità estrema che
vanno ben oltre, forse, la comprensione che avevamo di queste cose, perché,
oggettivamente, non pensavo che l’assessore ai lavori pubblici della Regione
Calabria che detiene la maggioranza della Sorical,
chiedendo documentazioni e informazioni alla Sorical
non fosse nelle condizioni di riceverle.
Questa notizia, della quale prego i
colleghi consiglieri di prendere atto; rafforza, ovviamente, la necessità che
il Consiglio, anche per le cose di natura finanziaria che ha raccontato
l’assessore Gentile, sia consapevole della propria responsabilità; quindi c’è
la necessità di una assunzione di responsabilità politica-istituzionale forte,
perché le cose che ha detto stasera l’assessore Gentile sono di una gravità
estrema.
Si parla di non conoscenza delle
informazioni puntuali, si parla di prestiti fatti e non onorati, non si parla
delle iniziative assunte, perché questi prestiti potessero rientrare nelle
casse del Consiglio regionale, ma si parla di tutte le cose che noi abbiamo
scritto nella richiesta della Commissione di inchiesta.
Assessore Gentile, una sola cosa mi permetto
di osservare sulla sua relazione. Lei ha fatto discendere tutto quello che di
negativo c’è ed è sotto gli occhi di tutti quanti e l’ha ripetuto in quest’Aula
dalla gara fatta dalla Giunta Meduri.
Mi consento di dire solo una cosa,
assessore: il problema della Sorical nasce con la
legge numero 10 del 1997. Non dico chi era il Presidente della Giunta e non
dico chi erano gli assessori. Legge regionale che recepiva la “36/1994”, è
stata approvata in questo Consiglio regionale e il commissario del Governo, in prima istanza, ha detto
che questa legge non rispecchiava assolutamente i contenuti della legge
nazionale. Perché la previsione della Sorical che
rompe il ciclo del sistema idrico integrato, si trattiene solo l’adduzione e
scarica sugli Ato e sugli enti locali la gestione
delle reti, che sappiamo in che condizioni sono, è un sistema che non poteva
mai funzionare in termini economici ed efficienti come scriveva questa legge.
Noi, dagli enti locali, facemmo una
forte opposizione a quella legge, ma anche il commissario del Governo superò quella osservazione
che era sacrosanta e la legge fu definitivamente approvata perché probabilmente
qualcuno aveva un ricorso in corso in quel Consiglio regionale e doveva fare il
Presidente della Sorical. Diciamocela tutta.
E’ stato, quindi, messo in piedi un
meccanismo che è assolutamente devastante rispetto ad un servizio che solo
dagli enti locali accumula 100 milioni di euro di debito pubblico ogni anno.
Poi ci domandiamo da dove nascono i 2 mila miliardi. Nascono da queste cose!
Quella legge è la legge che dà un
indirizzo talmente errato tanto che poi, oggi lo abbiamo registrato, gli Ato sono falliti. Guardi, assessore Gentile, quando si
discuteva della costruzione della tariffa, nella tariffa così come lei giustamente
ha chiarito c’è un termine che si chiama “Acquisto di acqua da terzi”, termine
che prima non c’era perché ci si immaginava che gli Ato
venivano disegnati in modo tale da essere autosufficienti nella gestione delle
risorse. Non si immaginava, pertanto, che si dovesse pompare acqua all’esterno
degli Ato perché i casi nazionali erano risolti nella
legge.
Siamo stati in grado di fare un
sistema in cui l’ottimizzazione è fatta da un ambito che deve comprare l’acqua
dall’esterno. E’ una cosa che non si sarebbe mai retta dal punto di vista
tecnico-gestionale. Quindi c’è un profondo errore nell’indirizzo politico della
legge numero 10, assessore Gentile. Noi abbiamo necessità di comprendere quello
che è successo, quello che sta succedendo per capire come modificare
l’indirizzo che non è solo recepire la legge nazionale, per dire che ci deve
essere una autorità d’ambito che governi i processi ed un altro che gestisce.
Questo è un aspetto minimale.
Mi auguro che la sua proposta di
legge vada ben oltre questo. Qui bisogna riscrivere completamente questo
sistema se voi pensate di mantenere in piedi
Ecco perché diciamo: facciamo il
punto della situazione, le responsabilità sono storiche ed appartengono alle
varie fasi politiche, ma soprattutto che sia ben chiaro, appartengono alla
gestione della società Sorical. Se c’è stata una
deficienza di controllo attiene agli organi che dovevano controllare
(Interruzione)
Dico che se l’assessore regionale ai
lavori pubblici responsabile al ramo, chiede alla sua società di avere i dati
del personale, chi nega tali dati all’assessore, quindi alla Regione, debba
essere immediatamente rimosso. Non ci sono altri termini: deve essere
immediatamente rimosso.
E’ necessaria una responsabilità più
collettiva, assessore Gentile, lo dico da minoranza che dovrebbe attendere, in
un certo senso, prima la vostra iniziativa di proposta e poi, ovviamente, fare
gli emendamenti, cioè le correzioni al percorso.
Penso che questa sia una di quelle
materie sulle quali dovremmo cambiare il metodo di approccio a queste
questioni.
Come lei ha detto più volte, in
quella fase c’è stato un approccio negativo, io l’ho segnalato, sono stati
tutti passaggi gestititi in maniera negativa perché sono stati delegati ed
assunti da due-tre persone che hanno agito in nome e
per conto della Regione, senza che il Consiglio regionale sapesse di queste
scelte e di questi passaggi.
Quella presenza aveva ed avrebbe
avuto un senso se gli enti locali fossero stati messi nelle condizioni di
rispettare la legge, quindi di acquisire quote di quella società e di rimanere
nell’indirizzo della società, non nella gestione della società.
Perché se un Presidente di ATO che
deve pagare l’acqua alla Sorical è il suo contraente
e poi sta nel consiglio di amministrazione e decide il compenso
dell’amministratore delegato, ma come pensate che si poteva far decollare gli Ato e
Allora, in questa fase in cui c’è la
liquidazione, dobbiamo capire complessivamente che cosa facciamo. Sta a voi
fare la proposta, ma pensando alla gravità e alla straordinarietà che lei ha
rappresentato in quest’Aula, che noi conosciamo molto bene e che abbiamo posto
in maniera più delicata e tranquilla, perché vogliamo costruire su queste cose
importanti un percorso virtuoso.
Ma il percorso virtuoso, assessore
Gentile, non si può limitare al fatto che una maggioranza proponga una legge,
si presentano gli emendamenti, non si accolgono gli emendamenti come sta
avvenendo sempre, la maggioranza va avanti e pensa di coinvolgere la minoranza.
No, a questo gioco non ci stiamo più: oggi noi offriamo un percorso che è di
responsabilità di tutti quanti ed è un percorso che deve definitivamente
sgombrare dal campo, che cosa? Un meccanismo tale che i servizi in Calabria o
li gestiamo in maniera efficiente, sapendo che chi gestisce deve avere la
possibilità di riscuotere i ruoli e le tariffe, perché se c’è un soggetto
gestore che deve andare in banca a farsi i prestiti o chiederli alla Regione
per fare gli investimenti e non può offrire la possibilità di riscuotere i
ruoli dai soggetti, ma quale piano di investimento può fare? Oggi
Per fare questo ritenete di essere
autosufficienti sul piano politico e dell’iniziativa politica? Bene, noi
abbiamo richiesto da più tempo in prima Commissione di discutere di questo
problema e non c’è stato consentito. Ci siamo dovuti battere per avere
all’ordine del giorno questo punto, per ascoltare le cose che lei ha detto in
maniera più netta di quanto avremmo detto noi.
Allora qui c’è una discrasia:
vogliamo realmente affrontare i problemi? Questo è un problema importante. Se
c’è la disponibilità siamo pronti ad affrontare questa questione, ma se c’è una
assunzione di responsabilità unilaterale della maggioranza rispetto a queste
cose, noi come minoranza ribadiamo la nostra proposta che sarà affrontata al
terzo punto dell’ordine del giorno. Sicuramente la nostra posizione è
assolutamente diversa nei confronti della Sorical e
della responsabilità della Regione.
Questo vuole essere un invito a
capire che se consentiamo che una società regionale possa spendere 1 milione
200 mila euro per i tre dirigenti come lei ha detto e il consiglio di
amministrazione che c’era e che non c’è più, sono esattamente i ratei-mutui che
avrebbero dovuto restituire alla Regione.
Quindi, su questo abbiamo la necessità,
perché l’abbiamo chiesto più volte, di avere chiarezza su questa situazione,
perché una proposta di legge – anche la più illuminata che lei, assessore, può
partorire – rispetto ad un quadro di conoscenza che non è adeguato alla
iniziativa e alla difficoltà che lei ha rappresentato, penso che non sarebbe
una buona scelta.
Chiudo, dicendo che ovviamente tutto
questo ha un tempo. Con la nostra proposta, immaginiamo che il tempo sia di 4
mesi, perché se abbiamo una proposta condivisa che si costruisce in un
approfondimento vero, i tempi di approvazione di un nuovo indirizzo del sistema
più complessivo, questo significa capire l’intervento sulla depurazione e cosa
fare con il debito con i comuni, cioè deve essere riscritto complessivamente.
Non ci può essere una legge che dice come funzionavano gli Ato
e come funziona il nuovo Ato.
Se c’è questa disponibilità e questa
responsabilità siamo pronti, se non c’è prendiamo atto delle gravi affermazioni
che ha fatto l’assessore Gentile in quest’Aula e che sono affermazioni delle
quali è bene che se ne occupi, subito, la politica, affinché dia una risposta
che sia politica, appunto.
Grazie, onorevole Maiolo. Ha chiesto di parlare l’onorevole Tripodi. Ne ha
facoltà.
Presidente,
penso che sulla Sorical, vada fatta una discussione
approfondita, non come quella che stiamo facendo, stasera, in quest’Aula, anche
perché da questa dipendono le sorti dei comuni
calabresi.
Non possiamo come Consiglio
regionale dimenticarci che sono sei anni, ormai, che ci trasciniamo la
polemica, con i Comuni calabresi, se il dovuto dei Comuni è congruo alla
richiesta della Sorical. Parto dai Comuni perché c’è
tutta una relazione, un percorso da fare, per quanto riguarda la
quantificazione del debito che
Presidente, dopo il mio intervento
mi permetterò di consegnare, alla Presidenza, non solo il contenuto
dell’intervento, ma anche un riepilogo delle finalità, affinché nessuno possa
dire, poi, che non sapeva come stavano le cose.
Premetto che è bene che la politica
si impegni su questa soluzione, prima che altri organi che non hanno niente a
che fare con la politica, arrivino prima di noi a delle conclusioni, affinché
possiamo scongiurare, anche, quelle che sono le considerazioni che
nell’immaginario collettivo l’anti-politica sta portando avanti in Calabria, e
anche e soprattutto per quanto riguarda la capacità di questa Regione. Parlo
del Consiglio regionale, e non faccio differenza tra maggioranza e opposizione,
di salvaguardare quello che è lo stato sociale della nostra realtà.
Dico questo perché già nell’accordo
che aveva fatto Sorical aveva sottoscritto che la
tariffa era omnicomprensiva sia dei lavori ordinari che straordinari e della
manutenzione, oggi, Sorical non può dire che i lavori
straordinari sono al di fuori della tariffa, anche, perché la tariffa viene
determinata, al momento, da quella che è la quantità della erogazione
dell’acqua fatta ai singoli comuni assumendosi già a suo tempo, per
convenzione, la capacità della società stessa di addivenire a quelle che erano
le carenze idriche di manutenzione e rifacimento del rete idrica.
Presidente e assessore, Sorical, però, non si occupa solo di questo, si occupa
anche delle grandi opere che a distanza di 7 anni non sono state portate a
termine. Già nel 2008, se vi ricordate, Reggio Calabria, con l’ultimazione dei
lavori della diga del Menta, doveva avere l’erogazione dell’acqua ma di tutto
questo non c’è traccia. C’è traccia solamente di contenziosi e quant’altro tra
Ecco uno dei motivi di quella
richiesta che aveva fatto, fra gli altri, anche l’onorevole Maiolo
di una Commissione di inchiesta. Non era più, solamente, un fatto conoscitivo
ma aveva la specifica prerogativa di mettere in luce quelle che erano le
deficienze, le carenze ed anche - a mio avviso – alcune omissioni che sono
state fatte nel condurre avanti alcune problematiche inerenti la gestione del
sistema idrico calabrese.
Questo perché non è un problema che
attiene solo a quella che è la nostra capacità o incapacità di gestire il
problema, ma è anche e soprattutto la capacità di dare una certezza per il
futuro, eliminando le discrasie del passato, e le grandi opere di questa nostra
Calabria in cui – e l’assessore Gentile lo sa bene perché è attento su queste
cose – i contenziosi che attengono alla diga dell’Esaro,
al Menta e a quant’altro sono di tale importanza che vi è la necessità, secondo
me, che se ne occupi e che dia sostegno il Consiglio regionale e non dividerci
fra chi è maggioranza e chi è opposizione su un problema che riguarda la
comunità calabrese, perché riguarda, appunto, la comunità calabrese.
Quindi è l’unione di intenti la
strada che avevamo indicato per far chiarezza su queste cose, anche perché nel
recente passato alcune dimissioni vanno ricercate in quest’ottica. E nella
fattispecie mi riferisco alle dimissioni del direttore generale
dell’assessorato ai lavori pubblici, al dottore Isola, che a suo tempo si era
dimesso con una motivazione specifica e ben precisa.
Non possiamo far finta di non saper
niente o di dire “io non sapevo”, perché queste cose sono parte di un passato che
come politica calabrese ci appartiene e a cui abbiamo il dovere di dare delle
risposte e di fare un approfondimento che va al di là della mera condizione di
facciata nell’affrontare il problema.
Dobbiamo entrare proprio nello
specifico di quelli che sono stati gli atti per capire quali sono le correzioni
da apportare per il futuro, anche perché ritengo che abbiamo il dovere di dare
una condizione di vivibilità al problema idrico in Calabria, fermo restando che
sia il “Corriere della Sera”
sia “il Manifesto” dichiarano che è una sentenza storica e la politica si deve
adeguare ad una non privatizzazione anche del sistema acqua in questo Paese.
Loro si riferivano al Sistema Italia ma riguarda anche il sistema calabrese.
Di
questo stiamo parlando. Con una discrasia - e faccio un esempio banale – fra
quanto richiesto dalla Sorical e quando dovuto dai
comuni: 100 milioni di euro. Ma vogliamo accertare se,
effettivamente, questa enorme somma che c’è come differenza fra la richiesta e
quello che debbono dare i comuni risulta verità o meno? Quale metro di giudizio
abbiamo noi se non approfondiamo questi temi con una chiamatela Commissione di inchiesta, o commissione di approfondimento - chiamatela come volete – abbiamo il dovere di verificare
lo stato dei fatti.
Perché, poi, alcuni danni sono stati provocati da una burocrazia
che è stata disattenzionata dal controllo politico
degli anni precedenti e mi sto riferendo agli anni precedenti per sgombrare il
campo da equivoci.
Dobbiamo, quindi, capire
cosa fare e in quale direzione andare, perché è difficile credere che dal 2005
al 2009, per un totale di finanziamenti disponibili di 127 milioni di euro, se ne siano
spesi solamente 95; è difficile credere, ancora, sempre dal 2005 fino al 2009,
che siano stati spesi 60 milioni di euro 0,16, 599 centesimi – sono preciso
perché abbiamo approfondito questo problema – per un sistema che, alla fine,
non ha dato nemmeno la
rendicontazione di queste somme.
Allora di
che cosa parliamo, di che cosa stiamo
parlando? O, perlomeno, ognuno si assuma le responsabilità di come si
deve affrontare questo problema, anche perché
Voglio chiudere, invitando il Consiglio regionale e la maggioranza ad assumersi la responsabilità, insieme all’opposizione, di verificare questi dati, di andare nella direzione di essere pignoli nell’accertare quella che è stata una procedura corretta o non corretta di assegnazione di somme, finanziamenti e soprattutto nel verificare i lavori per come sono stati fatti e adeguati fino a questo momento. A prescindere da questo, Presidente, e onde evitare che nell’esposizione ci sia confusione, consegno alla Presidenza non solo l’intervento che ho illustrato, ma anche e soprattutto le conclusioni, sperando che questo Consiglio regionale si assuma finalmente la responsabilità di fare chiarezza in casa propria.
Ha
chiesto di parlare l’onorevole Dattolo. Ne ha
facoltà.
Ritengo
che la questione Sorical,
così come rappresentata nella relazione dell’assessore Gentile, debba essere trattata alla
stregua delle altre priorità che questa maggioranza sta cercando di portare avanti in tema di riforme.
Penso sia
difficile spiegare che dovunque l’acqua è una risorsa, un bene fondamentale,
mentre in Calabria è un problema serio che investe non soltanto l’assetto della
Sorical, ma soprattutto coinvolge i comuni in una
drammatica situazione debitoria. Non so quanti Comuni con il problema delle
risorse idriche, potrebbero mantenere inalterati i loro equilibri di bilancio e
non avere poste di passività che potrebbero portare alcuni di essi al dissesto
finanziario.
Ho una
preoccupazione - conosco la sensibilità dell’assessore Gentile -, chiaramente,
diventa prioritario fare una nuova gara con un nuovo socio perché è necessaria
un’iniezione di liquidità, e, soprattutto, risolvere le problematiche legate al
debito nei confronti di Enel e di Acea. Sono dati
drammatici che non consentono alla Sorical di porsi
competitivamente sul mercato, in quanto è costretta ad acquistare l’energia
elettrica ad un costo maggiorato di un terzo rispetto alle tariffe di mercato.
Pensiamo che dall’acqua si potrebbe ricavare l’energia elettrica necessaria : è
su questo che dobbiamo insistere , - assessore, io l’ho detto in tempi non sospetti.
(Interruzione)
Abbiamo già deliberato e stiamo approvando la convenzione con il Ministero dell’ambiente
Non ho dubbi, abbiamo avuto modo di confrontarci su
questo, dai saldi di alcuni di questi impianti si può ricavare l’energia elettrica
necessaria ad eliminare una delle voci più costose dell’esercizio gestionale
della Sorical.
Ritengo,
assessore Gentile e componenti della Giunta
regionale, che dobbiamo sfruttare le nostre risorse, non possiamo pagare l’energia elettrica a costi così elevati avendo la
capacità di produrre sia quella necessaria al funzionamento degli impianti,
sia, addirittura, l’esubero da mettere sul mercato. E’ su queste basi che
ritengo che un socio privato debba guardare con attenzione. Poi, bisogna
cercare di fare un piano con i Comuni calabresi, non possiamo insistere in una
situazione drammatica che vede la maggior parte dei Comuni calabresi, anche
quelli più importanti, in una fase economica disastrosa dove – l’ha detto anche
l’assessore Gentile – il costo del servizio idrico ha raggiunto poste di
bilancio veramente esorbitanti.
E’ chiaro che sarà necessaria una
rivisitazione degli assetti sui quali puntare – ritengo, caro assessore Gentile
–, sarà una riforma epocale nella gestione e nell’ottimizzazione delle risorse
calabresi. Una volta tanto possiamo dare un segnale forte e non dobbiamo
assolutamente chiedere niente a nessuno, possiamo rendere le nostre risorse
libere di funzionare e di erogare servizi ai Comuni e ai calabresi.
Non ci sono più iscritti a parlare.
(Interruzione)
Aveva chiesto di concludere il
Presidente Scopelliti, che non è in Aula.
(Interruzione)
Riprendiamo i lavori con le
conclusioni del Presidente Scopelliti.
Presidente, chiedo scusa, ma ero con l’assessore Mancini e l’assessore Trematerra ad ascoltare una delegazione dei lavoratori di San Giovanni in Fiore,
gli stavamo spiegando una serie di problematiche.
Credo che il tema della Sorical sia
uno dei temi delicati che noi, come amministrazione, abbiamo affrontato. Francamente speravamo – almeno
io ho sperato – che ci fosse, al di là dell’intervento del collega Maiolo,
qualche altro intervento dei rappresentanti della minoranza per comprendere
quale sia stata la filosofia seguita dall’amministrazione precedente rispetto a
un tema così importante e così delicato. Qual era l’idea, qual era la
strategia, qual era la visione che l’amministrazione precedente aveva riguardo
la vicenda Sorical? Il problema vero della Calabria è
che tutti quelli che hanno amministrato hanno pensato di salire su un taxi e di
farsi accompagnare a destinazione! Alcuni ci sono arrivati, altri si sono
fermati all’inizio, altri avevano le ruote sgonfie, il problema di fondo è che
mai nessuno si è preoccupato di come intervenire su tutti questi comparti che
noi stiamo attenzionando.
Fa
piacere trovare i colleghi consiglieri disponibili a parlare di enti
sub-regionali, di riforme, ovviamente senza pregiudiziali e senza paletti,
perché se c’è qualcuno che mette i paletti – consentitemelo – è la maggioranza,
non certamente la minoranza. Abbiamo i numeri e, fino a quando li abbiamo,
governiamo, se serve, dando anche segnali molto chiari, perché non ci sono
contropartite. Però sul tema della Sorical siamo
arrivati dopo un’esperienza di quasi due anni, poco più poco meno.
Gli enti
sub-regionali sono carrozzoni dove si mette qualcuno, a volte i trombati della politica, a volte gente che ha esperienza, a volte gente di qualità, a volte manager
che hanno cultura manageriale e si avvia una stagione in cui si mette in campo
tutto ciò che può servire a creare consenso.
Non ci
aspettiamo un plauso da nessuno, figuriamoci! Qui tutti siamo bravi a parlare!
Parliamo di ciò che ha fatto
Chi in tutti questi anni ha contestato alla Sorical
di aver fatto meno investimenti rispetto al contratto assunto con
Il problema è che nessuno ha detto basta. Così come sulla Sorical, è successo su Ferrovie della Calabria, siamo
dovuti arrivare noi - Orsomarso prima e Fedele dopo -
a dire: “adesso basta!”. Siamo arrivati noi a dire: “adesso basta” sul turismo
- anche lo stesso collega Maiolo si è voluto
sincerare delle procedure e delle responsabilità e il dipartimento è stato
disponibile a fornire tutti gli elementi. Avremmo potuto fare anche un secondo round,
ma abbiamo preferito evitare, perché non serviva a nessuno.
Tutte queste vicende ci spingono, al di là di ogni considerazione, a
pensare che ieri c’era la possibilità, era il tempo in cui ognuno poteva fare e
disfare, e che adesso, con senso di responsabilità – per questo ho fatto questo
discorso e questi passaggi –, dobbiamo comprendere che è cambiato il mondo,
sono cambiate le stagioni e bisogna invertire la tendenza se vogliamo
sopravvivere, non come politica – tanto corriamo il rischio di non avere scampo
–, ma come società, come comunità calabrese. Abbiamo cercato di mettere in
campo una chiave di lettura diversa, ma variopinta, sul tema delle riforme. È
uno sforzo che abbiamo fatto perché siamo fortemente convinti che bisogna
attuare questa stagione in tempi ristrettissimi, altrimenti i signori di San
Giovanni in Fiore che hanno manifestato qui oggi - e che ieri manifestavano con
voi, prima ancora con Chiaravalloti ed ancora prima
con Nisticò e così via -, li ritroveremo qui sempre.
Dovremo, invece, riuscire a - è il nostro obiettivo che stiamo cercando
di conseguire, non nostro politicamente, nostro come comunità calabrese, il
senso delle parole è proprio questo - trovare il modo di avere un bilancio
puntuale nelle voci di spesa, perché se non ci sarà copertura, non potremo
garantire a nessuno la possibilità di avere uno stipendio a fine mese. Oggi in
Calabria non ci sono le condizioni - anche i colleghi intervenuti sul Dpefr hanno fatto un po’ di polemica politica, dicendo:
“Qui non c’è nessuna prospettiva” -, un bilancio come il nostro che non è stato
in grado in questi decenni di garantire gli stipendi alle tante persone che
lavorano a vario titolo all’interno degli enti, non può essere un bilancio che
può pensare di creare un momento di rinascita. Il compito della classe
dirigente è di garantire, oggi, la vivibilità e soprattutto la governabilità –
questo è un altro fattore importante – dei territori e cercare di creare il
vero sviluppo utilizzando i fondi comunitari, il Piano per il Sud e i fondi Cipe. Questo nessuno lo può contestare.
Potreste dire: “avete sbagliato strada, avete sbagliato indirizzo”, ma
non che non abbiamo un’idea strategica di sviluppo di questa nostra regione.
Rispetto a 3 mila progetti sui fondi Fas, ne abbiamo
programmati forse 200, 100 – adesso non so quanti –, cioè il 5 per cento,
perché è meglio fare grandi progetti che opere ed interventi minuscoli, perché
quelli non fanno comprendere qual sia la strada e la strategia che mette in
campo un gruppo dirigente.
Il caso Sorical è sintomatico, è simbolico.
Ricordo che ero sindaco e l’allora presidente, Loiero,
venne a Reggio Calabria per inaugurare l’acquedotto collegato alla diga del
Menta - non so se si è mai ricreduto su questa vicenda, non ha inaugurato
nulla, purtroppo, gli hanno detto che era pronto ed è venuto ad inaugurarlo -,
noi ci domandavamo “cosa stiamo inaugurando?”, poi ho scoperto che servivano -
qua c’è un giornalista autorevole che consultai qualche mese fa - ancora 13 milioni– non so se il collega Loiero
sa che ancora mancano 13 milioni. Eppure erano state erogare le risorse dalla
Regione per completare parzialmente l’acquedotto - quasi tutto. Sorical che ha fatto? Li ha spesi diversamente. Questa è la
verità.
Ho fatto un esempio calzante, è una cosa che ho vissuto sulla mia pelle
per tanti anni e, quindi, posso esserne testimone.
Alcune cose le abbiamo capite quando è arrivato Sergio Abramo ha messo
mano ad una serie di situazioni che ci hanno spinto a fare un’ipotesi in
conferenza stampa ed abbiamo detto: “adesso basta! Siamo arrivati alla
soluzione della chiusura del rapporto con il socio privato”. Sergio Abramo, in
questo anno e mezzo in cui è stato Presidente, si è cimentato su questo e ci ha
detto “guardate che da qui non se ne esce, su questo tema ci sono problemi non
indifferenti”.
Quindi abbiamo avuto modo di capire e di scoprire – non che ci volesse
poi tanto, lo stesso assessore Gentile lo ha detto poc’anzi –, ci siamo serviti
di uno studio di avvocati di Napoli che ci costa 800 mila euro l’anno perché
qui non ci sono professionisti in gamba, abbiamo bisogno di dirigenti che
vengono da fuori, ben pagati. Tutti parlano di costi della politica,
giustamente, ma dimenticano che le responsabilità che noi abbiamo sono
decisamente superiori ad ogni altro responsabile che prende 200 mila euro. Non
ci sono paragoni. Dobbiamo mettere fine a questo tipo di esperienza. Ecco
perché, se ci deve essere un ordine del giorno indirizzato alla Giunta,
dovrebbe chiedere di completare questa procedura e salutare i dirigenti che
hanno dato e hanno e ricevuto da questa Regione ed iniziare a fare un Piano.
Io credo che rispetto alla ipotesi di una Commissione che consenta di
fare una verifica, sia più importante in questo momento non mortificare il
lavoro dei commissari, che – come ha detto l’assessore Gentile coraggiosamente
qualche settimana fa – non è facile, perché è vero che i commissari liquidatori
sono dei professionisti, ma se non hai accesso alle carte, se non hai la
possibilità di penetrare, di incidere profondamente, non è facile raddrizzare
la baracca in poche settimane.
Facendo oggi l’ipotesi di una Commissione d’indagine sembrerebbe quasi
che si voglia rinnegare il lavoro che ha fatto
Non è questo il momento di fare commissioni, invece è il momento di
chiedere l’accelerazione di una testimonianza reale, concreta–
e qui è anche la saggezza dell’assessore – , evitando di dire che il Consiglio
regionale interviene, anche strategicamente, perché vuole studiare e capire
attraverso una Commissione cosa succede.
Se ci trovassimo a dover fare un bando da qui a breve, saremmo nelle
condizioni di dover dire: “sapete, arriva un socio privato - perché arriverà
qualcuno -, ma hanno fatto una Commissione d’inchiesta, una Commissione
d’indagine, chissà che c’è là sotto!”. Questo non deporrebbe bene. Credo che
sia giusto, oggi, soprassedere su questa ipotesi e lasciare lavorare
tranquillamente i commissari liquidatori, nella speranza che ci portino dei
risultati. Certo è che, se il 31 dicembre scade il rapporto con il personale
dirigente esterno e riusciamo a mettere personale interno in grado di sopperire
a questo tipo di carenza, avremo una comunicazione interna che ci
trasferisce nozioni ed elementi, ed avremo una visione diversa rispetto a chi,
come un commissario liquidatore, si deve muovere in questa fase.
Quindi, completiamo questo iter, questo passaggio, concordiamolo anche.
Per carità, non abbiamo nessuno. La differenza tra noi ed
altri è che altri arrivavano già con gli accordi fatti e hanno venduto
Chiaramente, diventa fondamentale riuscire, anche in questa
circostanza, ad attivare tutte le procedure necessarie per dare
un’accelerazione, appena avremo gli elementi necessari per procedere , e dare
una risposta in termini chiari, perché le stagioni commissariali o dei
liquidatori sono sempre stagioni che in Calabria corrono il rischio di
diventare stabili, permanenti. Non voglio dire nulla in particolare adesso, ma
mi sembra che l’Afor e l’Arssa
siano un esempio lampante, dopo cinque anni sono ancora società in
liquidazione.
Questo è il problema, avere il coraggio di assumersi le responsabilità
e fare le scelte. Noi, oggi, indipendentemente dall’input del collega Maiolo che ha sollecitato questo dibattito, abbiamo
fortemente voluto questo incontro, questo dibattito, perché è importante dare
un segnale che c’è l’attenzione della Regione su questo comparto così delicato
e strategico, che abbiamo messo le mani anche su questo. Capisco che nessuno
rischia sul piano personale e noi rischiamo perché siamo in Calabria. Questo lo
voglio dire, perché dove stiamo mettendo le mani non andiamo a dare soldi,
andiamo a toglierli dalla sanità a tutti gli altri comparti.
Vorremmo– il
rischio lo corriamo sempre noi – che ci fosse la più ampia condivisione, perché
questa ci consente di dare un’accelerazione e soprattutto, secondo me,
indipendentemente dalle parti – questo sul piano prettamente politico – di
comprendere che la politica calabrese, nel momento in cui ci sono delle
difficoltà serie da superare e da affrontare, fa quadrato e trova il modo e lo
strumento per dibattere e trovare le soluzioni. Differentemente non avremo
alcuna difficoltà a procedere da soli, a fare questo tipo di scelte e,
ovviamente, ad assumerci le responsabilità, come abbiamo fatto adesso, fino in
fondo.
Grazie, presidente Scopelliti. Il dibattito sul punto 2 dell’ordine del giorno, iniziato con la relazione dell’assessore Gentile, si conclude con l’intervento del governatore Scopelliti. Non ho nessun documento al tavolo della Presidenza.
Passiamo al punto 3 all’ordine del giorno riguardante la proposta di legge numero 316/9^ di iniziativa dei consiglieri Maiolo, Principe, Scalzo, Franchino, Sulla, Guccione, Amato, Battaglia, De Gaetano, Censore, Talarico D., Giordano, De Masi, recante: “Istituzione di una Commissione consiliare d'inchiesta sul sistema idrico integrato in Calabria e sull'attività della SoRiCal (Società Risorse Idriche Calabria), che l’onorevole Maiolo ha chiesto venga posta all’ordine del giorno ai sensi dell’articolo 67 del Regolamento.
La parola all’onorevole Maiolo.
Poiché la proposta di legge in discussione è strettamente correlata al
primo punto all’ordine del giorno che era il dibattito, mi pare che si potesse
anche risolvere in una comunicazione da parte dell’assessore ai lavori
pubblici, perché il dibattito è stato anche condizionato dal fatto che la maggioranza
– quindi, l’assessore ai lavori pubblici prima, ma soprattutto il Presidente
della Giunta regionale, poi, – ha inteso questa fase non soltanto come
informativa, ma immediatamente ha fatto capire, anche rispetto alla proposta
avanzata, che si continuerà così, secondo l’impostazione della maggioranza e
l’attenzione che la maggioranza vuole riservare a questa questione.
Presidente, questo ce lo deve consentire, noi avevamo assunto uno
spirito totalmente diverso nel dibattito e nell’approccio per affrontare un
problema che – abbiamo detto, con chiarezza, – attraversa un periodo di tempo
abbastanza lungo per coinvolgere politicamente responsabilità, ruoli, omissioni
presunte o meno e quant’altro, e non siamo andati – l’assessore Gentile ha
ascoltato tutti gli interventi – a particolarizzare
le varie fasi politiche.
Lei, Presidente Scopelliti, ancora una volta dimostra di voler alzare
gli steccati, di voler caricare responsabilità sulla precedente legislatura,
sulla precedente gestione e mi dispiace che lei continui su questa strada, ma
fra l’altro, caro Presidente, è una strada che tutta Italia conosce, perché qui
nessuno ha interessi con nessuno; c’è solamente chi sa che tutta Italia conosce
perfettamente che in Calabria il sistema idrico integrato sarebbe fallito, non
c’era – e non c’è – la speranza di creare un sistema efficiente, perché è
profondamente sbagliata l’impalcatura filosofica, culturale e politica della
legge regionale numero 10 del 1997, che – caro Presidente – è stata approvata
dal Consiglio regionale, di cui lei era il Presidente. Si informi dal Comitato
di vigilanza delle risorse idriche italiane come fu vista quella legge dal
primo momento, ossia come l’unica legge regionale d’Italia che era fuori
dall’indirizzo nazionale ed io le ho detto – lei non ha ascoltato – che quella
legge fu timidamente osservata dal governo e furono superate quelle difficoltà
soltanto perché, probabilmente, qualcuno in quella Giunta regionale rischiava
di non essere più consigliere regionale e doveva fare il Presidente della Sorical.
Bene, noi non abbiamo impostato la questione in questo modo. Non
l’abbiamo impostata nemmeno nel dire come sono stati nominati i consigli di
amministrazione della Sorical, che sono frutto di
un’impostazione data dal centro-destra, con quelle presenze istituzionali che
lei, Presidente, non ha messo in discussione perché, quando è venuto il suo
turno, anche lei ha fatto le sue nomine, non rispettando nemmeno gli impegni
istituzionali con l’Anci e con le Province. Noi non
l’avevamo impostata in questo modo, ma eravamo qui a dire che c’è un articolo
dello Statuto regionale che prevede l’istituzione della Commissione d’inchiesta
– la chiama così lo Statuto, non è che noi vogliamo fare i poliziotti – che è
lo strumento che il Consiglio regionale si è dato per poter approfondire una
questione, una problematica ed arrivare a che cosa? Non ad intralciare il
lavoro dei commissari liquidatori, che è un compito previsto dal Codice Civile,
che non gli è stato dato dalla politica ma dal contesto amministrativo di una
S.p.A. che, secondo il Codice Civile e secondo quanto dicono i revisori, ad un
certo punto prevede la messa in liquidazione della società.
Non c’è una responsabilità politica, c’è un atto formale dovuto.
Questa Commissione, allora non è che va ad occupare il posto dei
commissari liquidatori, ma serve al Consiglio regionale per capire bene e fino
in fondo come stanno le cose e poter arrivare a fare una proposta, perché
Se la maggioranza ritiene di dover andare avanti immaginando che,
forse, i tecnici che individuerà adesso daranno all’assessore ai lavori
pubblici le carte, che fino ad adesso non riesce ad avere, se questo è il punto
di svolta che la maggioranza intende dare a questa questione, lo si faccia, ma
la minoranza non può assumere una responsabilità politica in un momento in cui
il Consiglio regionale, per le cose che ha ascoltato dall’assessore Gentile,
dovrebbe assumere un’iniziativa totalmente diversa. Noi, però, ribadiamo la
necessità, l’opportunità che il Consiglio regionale si doti di questa
Commissione, per cui rappresentiamo e rassegniamo all’Aula questa proposta per
la valutazione.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Chiappetta.
Ne ha facoltà.
Avrei
potuto anche fare a meno di intervenire, perché di Sorical
– lo ha ricordato il Presidente Scopelliti ed anche l’assessore Gentile nella
sua non sintetica, ma esaustiva relazione – se ne parla da tanto tempo, però
credo che sia necessario fare qualche riflessione – lo dico all’Aula ed anche a
beneficio degli operatori dell’informazione – perché, colleghi, anche oggi, in
occasione di altre argomentazioni poste all’esame e all’attenzione dei
capigruppo in sede di Conferenza, si è ritenuto di evidenziare alcune criticità
che, a giudizio della minoranza, da parte della maggioranza sono state oggetto
anche di discussione in sede di Conferenza dei capigruppo; nel senso che si è
parlato della necessità, fra l’altro recepita dal Presidente del Consiglio, di
un dibattito su alcune argomentazioni importanti e si è ribadita anche la
necessità di parlare nuovamente di temi importanti, quali la sanità ed altre
emergenze e criticità in Calabria.
Ho chiesto di intervenire soprattutto perché, – ripeto – avendo
ascoltato la relazione dell’assessore Gentile, e l’intervento conclusivo del
presidente Scopelliti, che mi pareva avesse tracciato in maniera
inequivocabile, a nostro parere, collega Maiolo, le
argomentazioni – e lo dico, come lei sa, senza intento polemico, perché, fra
l’altro, ho grande considerazione e stima della sua persona – pensavo che non
si dovesse alimentare una ulteriore polemica su quello che si sarebbe dovuto
fare e che, invece, secondo i colleghi della minoranza, non si fa questa sera
in Aula.
Quando si è trattato in Consiglio regionale – credo due sedute fa –
ancora una volta il problema di Sorical, ho usato un
eufemismo ed ho detto che mi sembrava strano – ed anche questa sera uso, sempre
in termini eufemistici, la stessa espressione strana, perché credo che sia un atteggiamento
poco comprensibile o strano – che, oggi, l’attuale minoranza che, cinque anni
fa, era maggioranza, chieda un qualcosa che avrebbe potuto fare e non ha fatto.
Oggi, si ostina ripetutamente a chiedere l’istituzione della Commissione
d’inchiesta, considerando che sono assolutamente mutate le condizioni che, a
suo tempo, pur essendo stata la richiesta presentata da esponenti di
maggioranza, avevano, a mio parere, opportunamente, suggerito di soprassedere.
E così su Sorical non si fece nulla.
Fra l’altro, credo che, sicuramente, i colleghi della maggioranza, ma
anche quelli della minoranza, sanno che io, da sempre, ho abiurato alla logica
del politichese, perché credo che ci sia anche da parte di tutti i colleghi, di
tutta l’Aula – almeno così penso ed auspico – una sorta di considerazione nei
miei confronti e anche nei confronti delle cose che dico.
Da un po’ di tempo a questa parte, ancora più rispetto a quello che
accadeva in passato, credo sia assolutamente necessario parlare il linguaggio
della chiarezza, mettere al bando strumentalità, mettere da parte la demagogia
ed atteggiamenti – vedete, colleghi, lo dico anche facendo una sorta di mea culpa collettivo – che hanno allontanato
la gente dalla politica e dalle istituzioni, così come è accaduto anche in
occasione delle ultime consultazioni elettorali regionali siciliane.
Dico questo perché, credo che il presidente Scopelliti – lo dico non
perché sia il Presidente della Regione Calabria in rappresentanza di questa
maggioranza –, quando, utilizzando, a mio parere, un linguaggio assolutamente
corretto ed opportuno, ha evidenziato la storia di Sorical,
abbia tracciato con correttezza comportamentale anche quello che, a nostro
parere, deve essere fatto adesso per cercare di mettere mano ad una risorsa importante,
qual è l’acqua in Calabria, anche allorquando ha fatto riferimento ad
amministratori, a Presidenti che, provenienti dalla politica passiva, nel senso
dalla politica attiva, che – credo – abbiano anche utilizzato ruoli inopportuni
ed impropri, per cercare di fare delle iniziative che hanno portato dove hanno
portato.
Naturalmente non posso non condividere quello che ha detto il collega Dattolo, il capogruppo dell’Udc, allorquando ha detto che
vi è l’assoluta ed inderogabile necessità da parte di tutti, da parte di tutte
le forze politiche responsabili, di creare le condizioni di quella che
definisco la vivibilità economica, finanziaria e sociale che è assolutamente
necessaria in Calabria.
Ecco perché ho ritenuto di prendere la parola, sulla base di queste
considerazioni espresse anche dal collega della minoranza, per evidenziare non
solo la correttezza comportamentale di questa maggioranza, ma la inderogabile
necessità che si possa addivenire ad un percorso, rispetto al quale il
sottoscritto ha detto in Conferenza dei capigruppo – e mi piace ribadirlo anche
qui – che noi chiediamo la collaborazione delle forze politiche responsabili,
finalizzata ad un percorso virtuoso che, attraverso una rivisitazione e
riconsiderazione delle riforme necessarie in Calabria, possa disegnare una
Calabria diversa; rispetto a questo, credo che sarà bene accetto, se
indirizzato nel solco tracciato, l’apporto delle forze di minoranza che deve
essere, però, un apporto responsabile, fuori dalle logiche stereotipate, strumentali
e che servono a poco, se non vengono finalizzate a costruire percorsi virtuosi.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Loiero. Ne
ha facoltà.
Intervengo
per dire la mia su questo testo ma anche per rispondere a quanto sostenuto dal
Presidente Scopelliti; senza polemiche, perché sono convinto che il passaggio di questa stagione politica sia molto
grave, la regione ed i calabresi sono inseriti in questo ciclone della grande
crisi planetaria, che ha una sua specificità. Non credo, quindi, che siano le
polemiche ad offrire un contributo positivo a questa regione. Il fatto che
spesso siamo abituati – lo dico direttamente, come si è rivolto direttamente a
me il Presidente Scopelliti, mi rivolgo direttamente a lui – è anche una
questione –credo – di temperamento politico, perché
purtroppo quando si arriva a governare, quando si governa, il governo è sempre
chiamato a fare delle scelte, che non sono facili, sono difficilissime e lo
diventano ancora di più in
Calabria. Voglio dire che, quando si tratta di unire ciò che, magari, la propaganda, gli slogan,
la campagna elettorale avevano diviso, diventa, poi, complicatissimo e sappiamo
che ogni problema di questo rappresenta un problema di non facile soluzione,
perché spesso la scelta diventa complicatissima.
Voglio
dire, allora, su questo tema che il Presidente, parlandone, ha ricordato, fra
l’altro, che non è stata deliberata dalla Giunta regionale precedente;
l’abbiamo trovata in quella maniera, l’ha
fatta, l’ha costruita la maggioranza di centro-destra nel 2003-2004, hanno
blindato uno Statuto assolutamente, totalmente a favore del socio privato e
questo non ha permesso che potessimo includerci al fine di mutarlo. Ha fatto
anche un riferimento sugli assunti: personalmente, non ho assunto nessuno alla Sorical e sfido il Presidente a trovarne uno segnalato da
me, perché davo un valore sommo a quella Sorical,
perché non dimentico che alcuni di quelli che nella passata legislatura se ne
erano occupati fossero persone di grandissima qualità tecnica, perché ricordo
le circostanze come sono avvenute. D’altra parte, quanto fosse complicato il
rapporto con
Di conseguenza, i problemi non sono di così semplice soluzione perché i
Comuni non pagano. Sappiamo che i Comuni sono tutti all’insolvenza,
all’insolvenza ci siamo arrivati anche noi come Regione. Per cui, chiudendo,
voglio dire che credo veramente ad un’ipotesi in cui alcuni problemi, data la
crisi che attraversiamo, andrebbero affrontati in un’Assemblea aperta, dove
tutti possono portare un contributo positivo alle tante soluzioni, perché anche
l’idea – lo voglio dire qua – di accorpare, dare una razionalità migliore a
tutti gli enti sub-regionali, beh, è un’encomiabile iniziativa, ma come si fa?
Si può venire qui, magari, a farla a colpi di maggioranza in questo momento
politico?! Allora facciamolo insieme ma senza fare la critica pregiudiziale al
passato perché, Presidente, ha ereditato una regione che, con tutti i problemi
che aveva, alcuni risultati li ha raggiunti e anche a buon livello. Se
veramente c’è la condizione per aprirsi ad un dibattito davvero proficuo per
tutti i calabresi, questo è il momento giusto. Fra tre-quattro
mesi può essere che non ci sia più la condizione per molte ragioni, perché più
ci si avvia alla campagna elettorale, più si è divisi.
Oggi, in Conferenza dei capigruppo, il presidente Chiappetta
ricordava che a palazzo Alemanni avevo invitato i capigruppo della minoranza su
questi temi, sui rifiuti, su altri temi, e, poi, sono venuti per due o tre
volte; poi, ci sarebbe stata la campagna elettorale e non ci sono venuti più,
perché volevano fare la critica ma questo è sacrosanto, voler promuovere una
critica alla Regione su cui trovare anche un po’ di consenso. Oggi ci sono le
condizioni e contribuendo davvero ad offrire – chi può – un contributo, non di
un’altra intelligenza, ma di una normale esperienza, perché fare quel lavoro
che sta facendo lei, io solo posso capire quanto è difficile, ma se continuate
così: ogni volta comincia a prendere la parola ed a intraprendere questi
percorsi erratici! Trattiamo dei temi e restiamo nel tema specifico. Ricordo,
nel ginnasio di molti anni fa, quando un alunno scriveva un tema, gli davano
una traccia e andava fuori tema, la mia insegnante d’italiano riteneva
quell’errore molto più grave dell’errore ortografico, perché andare fuori tema
è uno degli errori più gravi. Restiamo nei temi. Siamo pronti, l’abbiamo detto
oggi in Conferenza dei capigruppo, per dare un contributo, non alla
maggioranza, ma alla regione di cui siamo figli.
Passiamo all’esame dell’articolato. Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’
respinto)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’
respinto)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’
respinto)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’
respinto)
Pongo in votazione l’articolo 5.
(E’
respinto)
Pongo in votazione l’articolo 6.
(E’
respinto)
Pongo in votazione la proposta di legge nel suo complesso.
(Il
Consiglio non approva)
Presidente, prima di passare al prossimo dibattito posso chiederle di
richiamare l’ordine del giorno che ho presentato?
Prego, ne ha facoltà.
Presidente, ha completato il voto della proposta di legge?
L’onorevole Caputo ha proposto un ordine del giorno.
Sì, riguarda quella immane tragedia, successa sabato
pomeriggio nella città di Rossano, che ha colpito la comunità rumena con la
morte di sei lavoratori. Voglio sottolineare, però, un altro punto: oltre alla manifestazione di dolore
e solidarietà, che abbiamo già espresso all’inizio della seduta, va presa,
Presidente, un’iniziativa forte nei confronti delle Ferrovie dello Stato,
perché non è possibile che, a distanza di 50-60 anni, ancora ci siano decine di
passaggi a livello, dati in custodia ai privati, lungo tutta la dorsale della
Strada Statale SS 106 ionica. Credo che bisogna convocare i dirigenti
responsabili immediatamente, quantomeno nel più breve tempo possibile, di
concerto con l’assessore ai trasporti, – non so se l’amministratore delegato ha
le responsabilità calabresi – per far sì che si possa discutere di questa
situazione, perché sono passaggi a livello che vanno messi certamente in
sicurezza o, addirittura, vanno chiusi, dato non è la prima volta che accadono
tragedie di questa portata. Credo allora che sia importante, anche perché
notiamo una grande disattenzione da parte delle Ferrovie della Calabria.
Per
quello che mi riguarda, nella mia città abbiamo realizzato due sottopassi, che
abbiamo pagato a caro prezzo, senza vedere neanche una partecipazione minima
delle Ferrovie dello Stato. Ritengo, quindi, che sia arrivato il tempo di
confrontarci a muso duro con le Ferrovie dello Stato; ecco perché il richiamo a
che il Presidente, convocando un Tavolo, qui, in Calabria, su Ferrovie dello
Stato, voglia stabilire con l’assessore ai trasporti, per poter discutere e
capire se c’è un Piano di interventi che le Ferrovie dello Stato intendono
porre all’attenzione, perché abbiamo il dovere, non la facoltà, di richiederlo
a gran voce, perché non possiamo più avallare queste grandi disattenzioni che
considerano
L’onorevole
Caputo ha chiesto l’inserimento all’ordine del giorno – che, peraltro, ha pure
illustrato – che pongo in votazione.
(Il Consiglio approva)
(Interruzione)
E’ stato inserito, poi, lo approviamo successivamente.
Passiamo
al prossimo punto: dibattito su “Ferrovie della Calabria”. Sull’argomento in
specie, ha chiesto di intervenire l’assessore Fedele per la relazione.
(Interruzione)
L’aveva già esposta. Chi si iscrive al dibattito al
quarto punto all’ordine del giorno? Non interessa a nessuno intervenire al
dibattito, peraltro, previsto?
(Interruzione)
L’assessore, la volta scorsa, ha illustrato la relazione
ed è stato concordato con tutti i capigruppo di differire il dibattito alla
seduta odierna. Oggi, quindi, dovrebbe tenersi il dibattito, ma se nessuno
vuole intervenire…
(Interruzione dell’assessore Fedele)
La relazione dell’onorevole Fedele è stata esaustiva.
Passiamo
al prossimo punto all’ordine del giorno: proposte di
leggi unificate, numero 95/9^, di iniziativa del consigliere Nucera, recante:
“Caratterizzazione etica degli Enti e delle Imprese. Adeguamento degli Enti e
delle Imprese in regime di convenzione con
Si tratta di recepire il
decreto legislativo numero 231 del 2001 attraverso una proposta di legge che era stata fatta
dalla Giunta regionale e, nello stesso tempo, c’era un’altra proposta di legge
del collega Nucera, per cui abbiamo ritenuto opportuno redigere un testo
abbinato che sottoponiamo all’attenzione del Consiglio regionale per
l’approvazione. Siamo una delle pochissime Regioni a recepire quello che dice
il decreto legislativo numero 231 ed è stato introdotto, per la prima volta,
nel nostro ordinamento la responsabilità penale delle persone giuridiche,
società, ente, associazioni, fondazioni, in relazione alla commissione di reati
in ambito lavorativo. La responsabilità penale diviene, pertanto, non più solo
personale, riferita alla persona fisica, ma anche collettiva, con la previsione
di sanzioni tese ad inibirne l’attività imprenditoriale. Il decreto legislativo
numero 231 introduce modelli di organizzazione, gestione e controllo degli enti
al fine di prevenire il verificarsi di reati, nonché garantire la sicurezza e
l’incolumità dei lavoratori. In pratica, si tratta di misure tese a garantire
il rispetto della legge, eliminando situazioni di rischio nello svolgimento
delle attività, onde evitare di incorrere in reati quali la truffa, la
bancarotta fraudolenta, la frode fiscale e l’apparato irregolare. Tali
disposizioni non si applicano allo Stato, alle Regioni, alle Province ed ai
Comuni, né a tutti gli altri enti pubblici non economici. Si applicano, invece,
a tutti gli enti pubblici economici dipendenti o di diretta emanazione della
Regione.
Alla luce di quanto sopra,
Nessuno chiede di parlare sulla relazione, passiamo, pertanto,
all’esame dell’articolato.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’
approvato)
Pongo in votazione la proposta di legge nel suo complesso.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportata in allegato)
Il prossimo punto all’ordine del giorno reca la proposta di legge numero 265/9^ di iniziativa del consigliere Chiappetta: “Interventi in materia di sostegno e innovazione delle attività professionali”. Relaziona l’onorevole Salerno.
Questa proposta di legge, di iniziativa del collega Chiappetta, prevede, in
pratica, che
E’ aperto
il dibattito. Ha chiesto di parlare l’onorevole Tripodi. Ne ha facoltà.
Intendo solamente fare un’annotazione, onorevole Salerno, sulla
norma finanziaria: le nuove disposizioni a livello centrale, quindi, del
Governo, impongono che le Regioni in genere, compresa
Ha
chiesto di parlare l’onorevole Chiappetta. Ne ha
facoltà.
Sarei
intervenuto comunque, nonostante la relazione
esaustiva del collega Salerno, relatore di questo provvedimento, per esprimere
apprezzamento anche rispetto
all’approvazione, che spero da qui a breve possa avvenire in Aula, dopo quella
all’unanimità di tutte le forze politiche presenti all’interno della
Commissione; credo che non si
possa non esprimere apprezzamento e compiacimento - lo faccio anche e
soprattutto per essere stato io firmatario di questa proposta di legge -
laddove un Consiglio regionale, nel caso in specie il nostro, legifera su
argomenti di stringente attualità e, fra l’altro, di una importanza, a mio
parere, rilevante, considerando che va ad incidere in un segmento importante
qual è quello dei giovani professionisti, privilegiando anche e soprattutto gli
ordini professionali di appartenenza per categoria.
Prendendo a riferimento l’intervento
del collega Tripodi che ha evidenziato una sorta di anomalia, una sorta di
disfunzione rispetto anche alla normativa nazionale, rilevo che lo stesso
nell’intervento finale si è dato la risposta all’interrogativo posto nella fase
iniziale dell’intervento.
Collega, quando lei dice che la
dotazione finanziaria è minima negli importi, parliamo di solo 100 mila euro, e
che serve esclusivamente per assicurare sostegno finanziario a poche attività
che vengono intraprese a seguito anche di questa normativa, di questa legge,
dice il vero! D’altra parte uno dei motivi per i quali è stata licenziata da tanto tempo in Commissione e poi non ha avuto la possibilità di approdare in Aula
è perché mancava di copertura finanziaria.
Come lei sa e come sappiamo tutti, siamo costretti a convivere con una
sorta di indisponibilità finanziaria anche rispetto a quelle che sono le nuove
disposizioni legislative. Ma l’indefinizione della
norma finanziaria per gli anni a venire non dipende da una non certezza della
norma stessa, collega Tripodi, dipende, anche e soprattutto, da una
sollecitazione ulteriore, che non faccio soltanto io da consigliere regionale,
ma credo che debba fare tutta l’Aula al collega assessore Mancini, assessore al
bilancio, per tutto ciò che dovrà essere necessario, rispetto anche ad una più
corposa dotazione finanziaria, che dia la possibilità di aderire, rispetto a
quelle che sono le sollecitazioni che possono avvenire - ed io ne sono certo -
a seguito anche della operatività consequenziale di questa legge.
Ecco perché la tranquillizzerei, onorevole Tripodi, rispetto anche a
quello che potrà accadere nel futuro, perché non v’è dubbio che, anche
attraverso questi strumenti legislativi, un’Assise legislativa qual è quella
regionale può dare delle risposte concrete.
Nessun altro chiede di intervenire,
pertanto si passa all’esame
dell’articolato.
Pongo in
votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 5.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 6.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la legge nel suo
complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Il prossimo punto all’ordine del giorno reca la proposta di legge numero 110/9^ di iniziativa del consigliere Chiappetta: “Istituzione di eco musei in Calabria”.
Relaziona l’onorevole Salerno
che ha facoltà di intervenire.
Questa proposta di legge, sempre di iniziativa del collega onorevole
Chiappetta, in
pratica
prevede l’istituzione di ecomusei in Calabria ed è finalizzata alla valorizzazione del territorio e delle tradizioni
culturali e storiche, offrendo la possibilità di valorizzare, testimoniare e
accompagnare la memoria storica, la vita locale, la cultura materiale e
immateriale del paesaggio, le relazioni fra ambiente naturale ed ambiente
antropizzato, le tradizioni, la ricostruzione e la trasformazione degli
ambienti di lavoro e delle comunità locali.
In pratica, con questa proposta di legge,
Anche qui
la norma finanziaria prevede uno stanziamento di 50 mila euro che sono pochini
per questo tipo di legge, però, considerato che anche questa proposta di legge
è stata licenziata cinque mesi fa in Commissione, l’importante è partire e
mettere un primo tassello ed avviare questo percorso, prevedendo, naturalmente,
per gli esercizi successivi maggiori
risorse.
E’ aperta la discussione generale. Ha chiesto di parlare l’onorevole
Tripodi. Ne ha facoltà.
Voglio
fare alcune considerazioni, facendo una precisazione: sull’impianto della legge
nel suo complesso sono d’accordo, condivido le finalità, però alcune cose
riportate all’interno della legge mi lasciano perplesso. Lo voglio dire a
scanso di equivoci, così quest’Aula ha l’occasione di chiarire alcuni
orientamenti e impostazioni che vogliamo dare.
A parte
il fatto che - l’ha evidenziato pure il relatore e mi trova perfettamente
d’accordo - 50 mila euro sono poca cosa, ma all’interno della legge noi diciamo
che il gruppo di esperti – chiamiamoli esperti di ecomuseo – viene eletto in
base alla legge regionale del 1995, numero 39. Voi sicuramente la ricordate meglio di me, io l’ho letta: la legge non
prevede, perlomeno nelle sue finalità, alcun emolumento, perché non è riportato
e la prima carenza che si evince è il modo in cui verrà remunerato questo
gruppo di lavoro, se sarà pagato a gettoni, se presteranno la loro opera in
modo gratuito, se il riconoscimento economico sarà previsto all’interno dei 50
mila euro o no, anche perché la nomina, secondo la legge che voi indicate,
dovrà essere fatta dal Consiglio regionale. Il Consiglio regionale, secondo la
legge citata, deve istituire un proprio bando, una propria graduatoria a cui
attingere per fare queste nomine. Nella legge non è riportato questo, anche
perché non parla di emolumenti, parla solamente di norme e di procedure per cui
vengono nominati.
Ora, siccome per legge – permettetemi il termine – ogni spesa
all’interno della legge deve essere quantificata, precisando quanto prende il
componente, quanto prende il Presidente, le modalità per come e quale capitolo
vengono soddisfatte le esigenze economiche, è evidente che tutto questo in
questa proposta manchi; sono d’accordo sull’interpretazione che dà il relatore,
l’onorevole Salerno, ma c’è un’altra disfunzione che – questa volta mi rivolgo
all’assessore alla cultura – riguarda il riferimento al Fondo unico per la
cultura come finanziamento per gli ecomusei negli anni successivi.
Il Fondo unico per la cultura prevede uno stanziamento complessivo di 2
milioni e mezzo a cui vanno sottratte le risorse previste per realizzare quanto
prescritto all’articolo 3 e nel comma 3 dell’articolo 4, che prevede la
partecipazione alla Fiera del libro di Torino e alla Fiera del libro per i
ragazzi di Bologna. Le risorse rimanenti sono già state impegnate, assessore,
perché lei ha fatto un Piano con il Fondo della cultura e ha impegnato questi
fondi.
Stasera, assessore, lei deve dichiarare che una parte di quei fondi che
ha impegnato con il Piano della cultura sono liberi e disponibili e che, di
conseguenza, noi andremo a finanziare anche per gli anni successivi la legge
sugli ecomusei per i quali – ho dichiarato prima e lo voglio ribadire – sono
d’accordo perché ne condivido l’importanza e le finalità; però dobbiamo dare
certezza, perlomeno, a chi ne usufruisce, perché poi rischiamo di generare
speranze e aspettative, cosa che non giova a nessuno, né a voi né al Consiglio
regionale.
Su questo, quindi, vi pregherei di fare un attimo di chiarezza affinché
si possa approvare con tranquillità una norma, sicuri e sereni anche del suo
futuro.
Ha chiesto di parlare l’assessore Caligiuri.
Ne ha facoltà.
Con questa proposta di legge dell’onorevole
Chiappetta,
Com’è noto,
Quindi, come si vede, nella nostra regione ci sono tante storie da
raccontare e gli ecomusei hanno rappresentato, onorevole Chiappetta,
un grande momento di visibilità, di forza, di traino per queste realtà locali.
Sono delle occasioni significative che confermano come, nella nostra regione,
ci siano le concrete possibilità per produrre un modello di sviluppo economico
basato sulla cultura.
Per quanto attiene l’osservazione dell’onorevole Tripodi, che ringrazio
per averla formulata, come lei sa ogni legge va accompagnata da una scheda
finanziaria e la scheda finanziaria prodotta, allegata al disegno di legge,
presenta la necessaria copertura. Ovviamente, questo non può valere per gli
anni a venire; negli anni a venire il Consiglio regionale cercherà di tenere
conto della possibilità di sviluppo di questa legge e, compatibilmente con le
norme di bilancio, rifornirà di un adeguato finanziamento.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Tripodi, ne ha facoltà.
Assessore, apprezzo il suo intervento ed anche la sua capacità di
prospettare la cosa in modo
tale che ci possa evitare per il futuro problemi, ma, dato che credo a questa
legge, alle finalità ed anche agli effetti che può produrre sul nostro
territorio, le voglio leggere testualmente cosa dice la norma finanziaria,
anche perché se lei prende un impegno stasera dovrà mantenerlo.
(Interruzione)
No,
assessore, mi perdoni. La legge dice testualmente: “Per gli anni successivi,
alla copertura degli oneri previsti dalla presente legge si provvede nei limiti
consentiti dall’effettiva disponibilità delle risorse autonome stanziate sull’Upb” – eccetera, eccetera – “dello stato di previsione,
secondo le modalità e per gli importi stabiliti nel programma annuale di cui all’articolo
L’articolo
4, comma 2, della legge regionale numero 19 del 2009 riguarda il fondo di
rotazione della cultura. Allora su questo due sono le cose, assessore, per fare
chiarezza all’Aula: o lei prende l’impegno stasera di rimodulare il programma
che lei ha fatto ed allora siamo
d’accordo altrimenti, se non lo rimodula, i soldi non ci saranno in ogni caso.
Ovviamente,
con l’approvazione da parte del Consiglio regionale, il Piano sarà adeguatamente modificato, ma dopo l’approvazione da
parte dell’Aula.
Nessun
altro chiede di intervenire, pertanto si passa all’esame dell’articolato.
Pongo in
votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 5.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 6.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 7.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la legge nel suo
complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Il prossimo punto all’ordine del giorno riguarda la proposta di provvedimento amministrativo numero 195/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Presa d'atto del nuovo testo del POR Calabria FESR 2007/2013”.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Parente. Ne ha facoltà.
Il deliberato della Giunta apporta alcune
modifiche al programma approvato da questo
Consiglio, il tutto al fine di recepire le indicazioni del Piano di Azione e
Coesione per il miglioramento dei servizi collettivi al Sud, concordato con il
Governo, per le indicazioni fornite dai servizi della Commissione Europea di concentrare su un unico Asse le
risorse attraverso le quali si intendono realizzare i grandi progetti delle metropolitane di Catanzaro e
Cosenza.
Sono
state, poi, apportate alcune modifiche sugli Assi dei programmi approvati in
Comitato di sorveglianza per migliorare l’efficacia di alcuni interventi, tipo
il rafforzamento della strategia di promozione turistica, l’integrazione delle
risorse per i contratti locali di sicurezza, l’integrazione delle azioni per il
Fondo di garanzia.
Diciamo
che si tratta di modifiche che non interessano la strategia complessiva del
programma e che, per questo motivo, sono state illustrate su grandi linee.
E’ aperto
il dibattito. Ha chiesto di parlare l’onorevole Maiolo.
Ne ha facoltà.
Presidente,
non so se l’assessore debba intervenire. No?!
Voglio intervenire perché – l’abbiamo fatto anche altre volte, lo
rifacciamo stasera – questo è un atto più o meno importante sulla programmazione comunitaria e mi pare molto strano che
Capisco che anche il Comitato di
sorveglianza ha affrontato questa tematica, però, poiché la condivisione di
questo documento è stata fatta con procedura scritta, penso che sia opportuno che
Ho paura
che questo atto che volete approvare stasera in Consiglio sposti il problema –
come abbiamo detto in altri tempi – ma
non risolva i problemi di funzionamento del programma e, fra l’altro, c’è una
riduzione sostanziale della voce che riguarda le città e le aree urbane. Non a
caso l’Anci, che è l’organizzazione che rappresenta i
Comuni – lo dico al collega Chiappetta – osserva che
la procedura e le previsioni fatte su questa rimodulazione vanno ad incidere in
un rapporto convenzionale fra i Comuni – sto parlando dei Pisu
– e
Questa procedura
C’è il parere negativo dell’Anci, quindi i
Comuni non sono d’accordo con questo atto deliberativo; non solo, ma è stata
chiesta la convocazione del tavolo del partenariato per le aree urbane.
Chiedo, allora, che questo atto deliberativo sia mandato all’esame
della Commissione, per essere valutato e per fare le osservazioni necessarie
anche di condivisione dei soggetti che hanno stipulato convenzioni con
Ha chiesto di parlare l’onorevole Pacenza. Ne
ha facoltà.
Volevo
rispondere al collega consigliere
Maiolo, il quale
ha la competenza e l’esperienza tali da sapere che in questa fase si è
consumato un periodo particolare, che
è quello della soppressione della sesta Commissione, della quale facciamo
parte sia io sia il collega Maiolo sia il Presidente
Parente; per cui non si è avuto il tempo e la possibilità di concretizzare la
fase a cui accennava l’onorevole Maiolo, una fase che doveva essere consumata, perché
Nulla quaestio
sull’importanza dell’argomento che ha richiamato l’onorevole Maiolo,
ma credo che sia stato soltanto un problema di tipo procedurale che ha impedito
una discussione. Del resto, i tempi ci sono stati dettati dall’approvazione in
Giunta, per cui è arrivata in Consiglio regionale senza avere – come dice
l’onorevole Maiolo – la possibilità di affrontare
una discussione.
Credo che responsabilità in questo
senso non ce ne siano, siamo capitati in una fase del tutto particolare, che ha
visto la soppressione della Commissione che si occupava dell’argomento
trattato.
Ha chiesto di parlare l’assessore
Mancini. Ne ha facoltà.
Nel metodo delle obiezioni poste dall’onorevole Maiolo
ha risposto da par suo l’onorevole Pacenza: è evidente che, se non c’è
Quindi, se non si vuole,
in qualche modo, avere attenzione alle parole e al lavoro della nostra
amministrazione e della mia modesta persona, si faccia quantomeno riferimento a
quello che dice il ministro Barca per essere tranquillizzati.
Questa proposta di presa
d’atto non è un atto clandestino, è un atto che segue il dettato delle norme
nazionali, di quelle regionali e dei Regolamenti comunitari, quindi non abbiamo
fatto nulla di clandestino. Tra l’altro, le osservazioni che lei fa, facendo
proprie le osservazioni dell’Anci, testimoniano come
il percorso sia stato pubblico, in ossequio alle leggi nazionali – che noi
rispettiamo – a quelle regionali – che noi rispettiamo – ed ai Regolamenti
europei, che noi, ma non noi intesi come amministrazione, come Giunta
regionale, ma noi intesi come Regione Calabria rispettiamo in maniera precisa e
puntuale.
Questa presa d’atto, tra
l’altro, è scaturita dall’attuazione del Piano di Azione e di Coesione per il
miglioramento dei servizi collettivi al Sud, che – come tutto quanto il
Consiglio sa perfettamente – è un’iniziativa che nasce il 15 dicembre 2011 e
pone ai governi regionali tutta una serie di indicazioni, fissa le tre priorità
dell’istruzione, dell’agenda digitale e delle infrastrutture, rispetto alle
quali la nostra Regione risponde presente ed inserisce tutta una serie di poste
finanziarie. Per la precisione: 59,9 milioni di euro sulla riqualificazione
degli istituti scolastici, attraverso l’acquisizione di nuove tecnologie e la
messa in sicurezza delle strutture; 5 milioni di euro per quanto riguarda il
Piano per la banda larga; 126,9 milioni per quanto riguarda il progetto banda
ultra-larga e sviluppo digitale della Calabria; 80 milioni per quanto riguarda
l’elettrificazione della dorsale ionica.
E’ questo l’oggetto della
presa d’atto che oggi si pone al Consiglio, insieme alle modifiche approvate
dopo la seduta del Comitato di sorveglianza del 19 giugno del 2012, che ha un
saldo zero rispetto alla dotazione del programma e prevede soltanto lo
spostamento di 21 milioni di euro dall’Asse VI
all’Asse VI o, meglio, dall’Asse VIII all’Asse VI. E’ questo l’oggetto di questa lineare e trasparente
presa d’atto che l’amministrazione regionale, che
Mi dispiace che
l’onorevole Maiolo, che seguo sempre con attenzione,
in questa occasione non abbia, in qualche modo, accolto l’appello che abbiamo
rivolto in più occasioni e, da ultimo, nell’ultima seduta di Consiglio
regionale per spingere e per stimolare il Governo nazionale ad addivenire
all’intera nettizzazione delle risorse comunitarie,
unica possibilità perché le amministrazioni, a prescindere dal colore politico,
arrivino veramente ad un’accelerazione della spesa, delle risorse europee;
senza nettizzazione e con un plafond di spesa
che fissa il Patto di stabilità, che ogni anno è più basso, un’accelerazione
sul corretto utilizzo delle risorse europee non ci sarà mai. Questo è bene che
lo sappiamo tutti quanti, ed io so che lei con tanti colleghi che seguono con
attenzione la materia lo sapete.
Ecco perhé
utilizzo anche questa occasione per lanciare, oltre alle forze di maggioranza e
alle forze di opposizione, questo altro unico importante punto: spingiamo e
partiamo dalla Calabria, affinché la nostra regione, tutta quanta e tutta
quanta insieme, sia concorde nel dire che il Governo possa spingere e possa
provvedere nettizzazione dei fondi comunitari,
scindendoli ed estromettendoli dal computo del plafond datoci dal patto
di stabilità.
Per il resto, il nostro
lavoro, anche sulla spesa comunitaria, è un lavoro rispettoso dei target.
Ci era stato detto che nel 2010 non avremmo rispettato i target di spesa
e li abbiamo rispettati; ci era stato detto che nel 2011 non li avremmo
rispettati e li abbiamo rispettati; ci è stato detto che nel 2012 non li
rispetteremo e aspettiamo il 31 dicembre per avere il responso.
Non ci sono altri interventi
sul punto, quindi possiamo procedere alla votazione.
Presidente, chiedo la
parola per dichiarazione di voto.
La parola all’onorevole Maiolo.
Solo per
avere la possibilità
di replicare, perché io avevo chiesto
all’assessore Mancini di relazionare sul punto, perché non essendoci stata
possibilità di confronto in Commissione, era giusto che lui facesse una
relazione in Aula per rendere l’Aula stessa consapevole del provvedimento che
si sta adottando.
L’Aula, fra un po’, voterà; io
annuncio il voto
contrario per il semplice motivo che domani si costituiscono le Commissioni.
Questo penso che sia un provvedimento che deve andare in Commissione, ma
soprattutto penso che
Siccome questo non è avvenuto e poiché c’è una nota negativa dell’Anci su questa metodologia, non ritengo opportuno esporre
il Consiglio regionale ad approvare questo provvedimento prenderne atto.
Assessore Mancini, condivido tutte le sue considerazioni finali, so quali sono
le difficoltà, però proprio perché siamo in un momento di difficoltà, penso che
Considerato che l’Aula voterà e voteranno consiglieri regionali che
parlano quotidianamente con sindaci, Comuni ed amministrazioni che hanno i Pisu, penso che non sia utile esporre il Consiglio e i
consiglieri regionali ad assumere questa decisione, prendendo atto di questo
atto deliberativo. Ribadisco che avevo chiesto di mandarlo all’esame della
Commissione competente.
Poichè si
vuole votare, annuncio il voto contrario a questo provvedimento con queste
motivazioni.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.
Presidente, noi cerchiamo di mantenere sempre un profilo istituzionale,
pur consapevoli di dover svolgere il nostro ruolo, ed abbiamo notato – almeno a
parole – un cambio di atteggiamento da parte del governo regionale rispetto
alle problematiche e al coinvolgimento reale di quest’Aula: sono stati fatti
appelli, anche stasera il collega Chiappetta ha ribadito
che le grandi riforme si fanno in modo bipartisan, con un confronto, per
ricercare la sintesi. Noi manteniamo, sotto il profilo politico, un
atteggiamento di netta contrarietà a questo governo regionale che riteniamo
stia per esaurire quelle che sono le sue energie in favore della Calabria, ma
non ci tiriamo mai indietro rispetto alla necessità di un confronto.
Proprio oggi, in Conferenza dei capigruppo, abbiamo stabilito che il 14
dicembre sarà una giornata di confronto sulle grandi riforme, abbiamo chiarito
anche la nostra posizione, che l’abbandono dell’Aula sull’Arssa
e l’Afor è stata una reazione ad un comportamento
della maggioranza che ha voluto, ad ogni costo e forse per motivi
propagandistici, venire in Aula, pur sapendo che sull’Afor
non c’era un accordo e quindi non si poteva varare una riforma con il voto
necessario dei due terzi dei consiglieri. Quando, però, arriviamo alla prova
dei fatti per verificare se questo confronto si vuole, troviamo sempre le porte
chiuse.
Il ragionamento fatto dall’onorevole Maiolo,
assessore Mancini, è molto serio: se c’è un punto di critica che noi abbiamo
sempre mosso al vostro governo, riguarda una sorta di autoreferenzialità, nel
senso che tutti i profili “programmatici” o i programmi che avete varato li avete
approvati in grande solitudine, rifuggendo sempre non solo dal confronto
istituzionale con la minoranza, ma rifuggendo dal confronto istituzionale con
il sistema delle autonomie, cosa che è ancora più grave; e questo è avvenuto
nella sanità. Voglio dire che è vero che c’è un commissariamento, forse avremo
un commissariamento ancora più lungo, ma questo non avrebbe dovuto indurre ad
un confronto con il sistema delle autonomie per trovare punti di raccordo su
aspetti dove si poteva trovare? Vedi gli ospedali di confine: noi facciamo una
cortesia alla Basilicata e andiamo ad aumentare i costi dell’emigrazione
sanitaria!
Non vorremmo che anche su questa rimodulazione, che riguarda tante
realtà locali, ci trovassimo di fronte ad una decisione che non ha visto il
coinvolgimento delle autonomie locali. Per cui quello di stasera è ancora un
banco di prova. Dato che domani si costituiranno le Commissioni, caro assessore
Mancini, ma - di grazia - un passaggio in Commissione di questo provvedimento
che cosa comporterebbe?
Noi misuriamo anche in queste situazioni se c’è una reale volontà di
confronto, sia pure nella distinzione netta dei ruoli, dei compiti e degli
obiettivi che ogni forza politica ha, oppure se si tratti di qualcosa di
propagandistico e su cui non possiamo trovarci d’accordo.
Concludendo: se il governo è disponibile ad inviare il provvedimento in
Commissione, noi plaudiremo a questa decisione dell’Aula; se il governo insiste
per avere un voto senza che ci sia stata una relazione al riguardo, una espressione
della Commissione, un confronto con il sistema delle autonomie, noi ribadiamo
il voto contrario, come ha testé annunciato l’onorevole Maiolo.
Se non ci sono altri interventi, pongo in votazione il provvedimento
della presa d’atto del nuovo testo del Por Calabria Fesr
2007-2013.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
L’ordine del giorno reca la proposta di provvedimento amministrativo numero 199/9^ di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza: “Determinazioni in ordine al gruppo dei consulenti giuridici. Sostituzione componente – (deliberazione U.P. numero 87 del 22.10.2012)”.
Poiché nessuno chiede
di intervenire, la pongo in votazione.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in
allegato)
Presidente, c’è un ordine del giorno presentato alla Presidenza.
C’è più di un ordine del giorno, sì.
Legge un seguito di comunicazioni.
(Sono
riportate in allegato)
Presidente, c’è anche un ordine del giorno richiamato in Aula ad inizio
seduta.
No, ci sono le mozioni prima.
Prima di procedere con gli ordini del giorno, c’è da approvare anche la
modifica del Regolamento, perché tra le Commissioni che sono state soppresse,
Abbiamo tenuto una Conferenza dei capigruppo oggi ed abbiamo deciso di
accorpare le competenze dei fondi comunitari alla Commissione bilancio e le
competenze che prima erano in capo al controllo contabile alla Commissione
speciale di vigilanza.
E’ un articolo unico. Dobbiamo, intanto, inserirla all’ordine del
giorno.
(Il
Consiglio approva)
Pongo in
votazione il provvedimento, costituito da un articolo
unico.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Quindi domani, quando si eleggeranno
i Presidenti delle Commissioni, visto che sono state tutte concordate,
E quelle delle altre Commissioni?
La prima, come già previsto,
accorperà le competenze della Commissione riforme, la terza ela
quarta Commissione manterranno le loro attuali competenze. Questo era il provvedimento che abbiamo
votato.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Imbalzano. Ne ha facoltà.
Ho
chiesto di intervenire perché al punto 10 dell’ordine
del giorno vi sono
mozioni e tra queste da discutere, ce n’è una presentata dal sottoscritto,
credo che ce ne sia un’altra presentata, in questi giorni, dal collega Nucera
sulla famosa vicenda del bergamotto.
Sapete
che nei giorni scorsi le associazioni produttive hanno lanciato un forte grido
d’allarme sulla possibilità che l’essenza di bergamotto venga, di fatto, tolta
dal mercato, perché nel momento in cui si riduce dallo 0,12 allo 0,01 per cento
l’essenza del bergamotto nei profumi, questo significherebbe la decapitazione
di una produzione che storicamente fornisce un grande aiuto all’economia non
solo della nostra provincia, ma dell’intera
regione.
Devo dire che non ci hanno convinto alcune rassicurazioni, venute a
fronte di questa forte presa di posizione delle associazioni produttive,
peraltro audite in seconda Commissione, dicevo non ci
hanno convinto le assicurazioni di qualche parlamentare europeo, secondo il
quale, in sostanza, questa richiesta sarebbe nata dal Comitato scientifico per
la sicurezza dei consumatori e non da parte di prese di posizione della
Comunità europea, ma dalle nostre parti si dice “se vedi il lampo, non
aspettare mai il tuono”.
Da qui, quindi, le mozioni, le iniziative assunte da chi parla, dal
collega Nucera – che credo vorrà intervenire – ma anche le prese di posizione
dell’onorevole Chizzoniti e da tante altre
istituzioni, a partire dalle associazioni produttive di categoria.
Per cui la mozione che abbiamo presentato, la numero 51173 del 23 novembre,
mira a coinvolgere e a mobilitare tutte le forze istituzionali nazionali, ma
soprattutto quelle europee non solo a vigilare, ma ad assumere tutte le
iniziative che, in qualche modo, servano a scongiurare un pericolo che ha messo
in uno stato di grave allarme tutta la filiera del bergamotto.
L’onorevole Imbalzano ha chiesto
l’inserimento all’ordine del giorno. C’è anche un’altra mozione presentata
dall’onorevole Nucera.
Sì, Presidente. L’oggetto è sempre lo stesso, sono gli
interventi che il Governo nazionale ed europeo
dovrebbero fare contro la proposta tendente a mettere
al bando o limitare l’uso dell’essenza del bergamotto nell’industria profumiera. E’ un ulteriore
delitto che si vuole perpetrare nei confronti della Calabria, ma nei confronti
anche delle cose positive della Calabria.
Il bergamotto, come ben sapete,
cresce soltanto da queste parti, in un’area particolare, fra Scilla e Monasterace, richiede per virtù naturali una
particolare qualità del terreno che solo qui trova la sua fortuna.
Hanno tentato di sabotare le qualità
del bergamotto già negli anni 1960 e ’70. Dopo tanti tentativi, attraverso
anche uno scontro giuridico molto forte, durato oltre dieci anni, la stessa Comunità europea ha dovuto riconoscere che contro l’assalto della chimica, in
particolare, francese nulla ha potuto rispetto all’elemento naturale che il
bergamotto è. Immaginate che un frutto di bergamotto al suo interno contiene
375 elementi chimici, composto chimici diversi l’uno dall’altro: un portento,
una bomba atomica della natura! Questa è la bontà di questo frutto, che riesce
a preservare con i suoi frutti l’aroma,
la fragranza, la migliore qualità dei profumi. Non c’è profumiera al mondo, non
c’è stilista al mondo che non si sia dovuto confrontare con le qualità del
profumo del bergamotto.
Presidente, la mozione che io le chiedo di mettere all’ordine del
giorno tende, uno, a costituire un tavolo permanente di confronto col ministero
dell’agricoltura; due, che il ministero dell’agricoltura si rivolga alla
Comunità europea, al fine di evitare la scellerata idea di ridurre allo 0,01
per cento la quantità di succo presente nei profumi, dall’attuale 0,12 per
cento – dopo avere tentato con gli agrumi di boicottare la produzione agricola
calabrese, ora si tenta col bergamotto –; tre, che
Pongo in votazione l’inserimento all’ordine del giorno delle due
mozioni, che poi saranno unificate.
(Il
Consiglio approva)
Quindi possiamo procedere
con la votazione degli ordini del giorno e delle mozioni.
C’è un ordine del giorno da votare, già inserito.
Presidente, anche il mio era già stato inserito.
Procediamo alla votazione con ordine.
Il primo
ordine del giorno è di iniziativa del consigliere Caputo “In ordine
all’incidente ferroviario che ha causato la morte di sei lavoratori a Rossano”
il 24 novembre scorso, per il
quale abbiamo osservato all’inizio un minuto di raccoglimento, di cui do lettura:
“Premesso che:
nella serata di sabato 24 novembre scorso, per cause
e dinamiche oggetto di indagini da parte della magistratura inquirente, nel
tratto ferroviario ricadente nel comune di Rossano, si è verificato un
gravissimo incidente che è purtroppo costato la vita a 6 tra lavoratori e
lavoratrici, alcuni anche di giovane età, di nazionalità rumena;
la triste notizia, rimbalzata e ripresa su tutti i
media nazionali, ha profondamente scosso, sia per l’assurdità dell’accaduto che
per le condizioni economiche delle vittime, non soltanto la comunità di Rossano
ma l’intero territorio e tutti i calabresi;
la tragedia di sabato
soprattutto sul tratto ferrato ionico, risultano
essere numerosi i punti di attraversamento con analogo passaggio a livello
affidati alla gestione privata, alcuni dei quali, per come emerso anche in
diversi reportage giornalistici, dotati di standard di sicurezza sicuramente
migliorabili, sia in termini di interdizione all’accesso per i non autorizzati
sia di adeguate visibilità e illuminazione, generale e per gli stessi addetti
e/o autorizzati a transitarvi;
la tratta ionica calabrese, per quanto trasformata
progressivamente in un binario morto a causa dei continui tagli di vettori,
risulta essere comunque percorsa da treni ed adiacente, in molti casi quasi
agganciata alla parallela e pericolosissima unica arteria statale di
collegamento da Sibari a Reggio Calabria,
la particolare adiacenza (con intuibili possibilità
di attraversamenti, autorizzati e non), tanto alla linea ferrata quanto alla
SS106, di campi e fondi agricoli, spesso anche in zone popolose, soprattutto
nella Sibaritide, rende ancor più pericoloso e
frequente rispetto ad altri territori, il rischio incidente, per i lavoratori,
per gli automobilisti e per tutti;
per
tutto quanto premesso
nell’esprimere
il proprio profondo cordoglio alle famiglie delle vittime
impegna il Presidente e
a voler convocare con urgenza Ferrovie dello Stato
per porre all’attenzione della Società e del competente Ministero la gravissima
e persistente situazione locale di pericolosità determinata, soprattutto sul
tratto ionico della Calabria, dalla presenza diffusa di passaggi a livello la
cui gestione risulta essere affidata a privati, tutti adiacenti alla SS106,
affinché vengano verificate, caso per caso:
l’effettiva necessità di prosecuzione delle
eventuali convenzioni in essere tra Ferrovie dello Stato e i privati
concessionari;
l’effettiva garanzia degli standard di sicurezza,
per gli autorizzati al transito e per tutti;
l’effettiva e di adeguata segnalazione del rischio erga omnes, trattandosi in molti casi di attraversamenti in coincidenza di campi agricoli, spiagge, strade interpoderali o altrimenti secondarie, etc.”.
Lo pongo in votazione.
(Il Consiglio
approva)
(E’ riportato in allegato)
Il prossimo ordine del giorno è di iniziativa dei consiglieri De Gaetano, Principe, Censore, Guccione: “In ordine alla situazione del personale ex LSU ed LPU della Regione Calabria”.
Prego, onorevole De Gaetano.
Con questo ordine del giorno
chiediamo alla Giunta regionale di provvedere
al pagamento dei sussidi e delle integrazioni agli Lsu-Lpu,
che non vengono pagati dal mese di luglio. Contestualmente, chiediamo alla
Giunta regionale di chiedere al ministero del lavoro un tavolo programmatico per la
stabilizzazione dei precari. Per ultimo, chiediamo che venga al più presto,
insieme al pagamento delle spettanze arretrate – stiamo parlando di cinque mesi
– approvata la proroga per le convenzioni per l’anno 2013. Lo chiediamo perché
c’è in giro per i Comuni, tra i lavoratori, un forte sentimento di sconforto,
perché si hanno notizie negative e si pensa che questa convenzione possa essere
eliminata dal prossimo anno.
Chiediamo, quindi, che venga approvato questo ordine del giorno.
Pongo in votazione l’ordine del giorno come illustrato dall’onorevole De Gaetano, di cui do lettura:
“Premesso che:
in Calabria vi sono circa 4800 lavoratori Lsu-Lpu;
gli stessi non percepiscono i sussidi e le integrazioni dal mese di luglio 2012;
pur essendoci un accordo con i sindacati per chiedere un tavolo istituzionale con il Governo nazionale per la stabilizzazione degli stessi lavoratori Lsu-Lpu, tale tavolo ad oggi non è mai stato convocato;
impegna
a provvedere al pagamento immediato di tutte le spettanze arretrate ed a prorogare la convenzione per gli enti utilizzatori per sussidi ed integrazione e per l'anno 2013;
a chiedere un tavolo urgente al Ministro del Lavoro Fornero per programmare un piano per la stabilizzazione del precariato calabrese”.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Ordine del giorno di iniziativa dei consiglieri Loiero, Scalzo, Salerno, Ciconte, Dattolo, Serra, Parente ed altri: “In ordine al riconoscimento della Fondazione Tommaso Campanella quale Istituto di Ricerca e Cura a Carattere Scientifico di diritto privato”.
Prego, onorevole Salerno.
Volevo intervenire giusto
per un’annotazione di carattere tecnico sull’ordine
del giorno che abbiamo presentato,
ovviamente d’accordo tutti i colleghi, al punto 1, dove viene impegnato il
Consiglio regionale, viene modificato così: “Si impegna il Consiglio regionale
a presentare apposita proposta legislativa che prevede l’assetto giuridico
definitivo della fondazione “Campanella”, per il riconoscimento della stessa
quale istituto di ricerca e cura a carattere scientifico di diritto privato”.
Quindi, se gentilmente
acquisite agli atti questa modifica.
Poi volevo ribadire
l’importanza di quest’ordine del giorno, perché è un tassello importante per
portare a compimento il percorso per la soluzione definitiva del problema della
fondazione “Campanella”.
Approvato
quest’ordine del giorno, da qui a breve, al prossimo Consiglio regionale,
saremo chiamati ad approvare un progetto di legge che finalmente andrà a
definire la posizione giuridica della fondazione “Campanella”, avvierà un
percorso assegnando un termine congruo,
dando tranquillità agli operatori, ma soprattutto continuando a garantire un
servizio importante di un polo di eccellenza che è punto di riferimento di
tutta
Su questo c’è ampia convergenza in Consiglio regionale, c’è stata anche
in Commissione, pertanto oggi è importante approvare quest’ordine del giorno.
Volevo ribadire ciò che ho già detto nel precedente intervento, e che
la copia di quest’ordine del giorno venga trasmessa al dipartimento salute.
Perché? Perché è da alcuni mesi che la fondazione “Campanella” non sta
percependo, da parte del dipartimento, i fondi stanziati proprio per la situazione
che si è determinata dopo la sentenza della Corte costituzionale, anche io
poi,come Presidente della Commissione sanità, solleciterò il pagamento, così la
fondazione potrà continuare a garantire le attività.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Scalzo. Ne ha facoltà.
Intervengo
brevemente, anche perché molte cose le abbiamo dette in premessa, quando
abbiamo chiesto l’inserimento di quest’ordine del giorno.
Vorrei
porre l’attenzione su un dato, cioè il problema della copertura finanziaria non
riguarda solo il presente, ma riguarda soprattutto la possibilità che non venga
messo a rischio, ad esempio, la fornitura di tutti i prodotti oncologici, che
sono fondamentali, e sono l’ossigeno per i malati oncologici.
Credo che
l’Aula, con l’ordine del giorno, mette in risalto, da una parte, la proposta di
legge che approveremo nella prossima seduta consiliare, altro aspetto che
occorre mettere in chiaro che il dipartimento della salute deve risolvere
questo problema, perché altrimenti il rischio è reale. Non si tratta soltanto
della parte che riguarda il personale e gli emolumenti, ma è a rischio la
sopravvivenza dei pazienti oncologici, poiché le forniture di questi farmaci
sono ormai, credo, messi a rischio, se non si interviene ad horas, nel giro di qualche ora, già domani il
provvedimento dovrà essere trasmesso.
L’altro
aspetto è quello che riguarda ciò che è contenuto nell’ordine del giorno, il
decreto che deve essere firmato in tempi brevissimi. Il decreto deve dare mandato agli organi della fondazione di
attivare tutte le procedure che sono, da una parte, l’accreditamento,
dall’altra le attività, le pubblicazioni scientifiche che mi risulta essere
appropriate nella qualità ed anche adeguate nel numero. Questo deve essere il
passaggio, l’inizio dell’iter che, in un tempo congruo, possa portare ad avere
i requisiti per accedere poi all’Irccs.
Per questo votiamo favorevolmente l’ordine del giorno.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Nucera. Ne ha facoltà.
Intervengo
per sostenere la relazione fatta dall’onorevole Salerno e mi ritrovo
perfettamente in sintonia con quanto scritto nell’ordine del giorno.
Ritengo
che
Allora la
fondazione “Campanella” rappresenta, in questo senso, il massimo che noi
possiamo esprimere. Dobbiamo fare tutti gli sforzi possibili per incanalarla in
un circuito virtuoso, dove, nella coerenza della legge, nella coerenza del
dettato che ci siamo posti, di servire la qualità ai cittadini calabresi,
questo istituto, anche di diritto privato, possa essere il polo di riferimento,
un centro di ricerca e cura di carattere scientifico che sia un fiore
all’occhiello per l’intera regione, non
solo e non tanto per il riconoscimento dell’azione forte che svolge sul piano
della ricerca e quindi sul piano della cura, ma anche e soprattutto per
evitare, come dicevo prima, quella odiosa emigrazione sanitaria, che fa male
anche dal punto di vista economico alla nostra terra.
Per cui condivido, accolgo, sottoscrivo e sottopongo anch’io l’ordine
del giorno come fatto di eccellenza e di qualità.
Non ci sono altri interventi, quindi pongo in votazione l’ordine del
giorno, di cui do lettura:
“Premesso che:
salvaguardare questo importante Centro significa:
- garantire ai calabresi un punto di riferimento unico e insostituibile nel panorama della ricerca e cura oncologica della nostra regione;
- evitare che numerosi calabresi siano costretti a viaggi della speranza verso altre regioni per avere le cure necessarie o, peggio ancora, che rinuncino a curarsi per mancanza delle risorse economiche necessarie per i ripetuti e costosi viaggi.
- salvaguardare posti di lavoro, nonché preziose professionalità, che rischieremmo di vedere andare via dalla nostra regione;
nella riunione congiunta del Tavolo tecnico per la
verifica degli adempimenti regionali con il Comitato permanente per la verifica
dei LEA e
nella riunione dei Tavoli di monitoraggio con
con verbale redatto nella riunione congiunta del 7
novembre 2012, il Tavolo tecnico ha invitato
appare necessario manifestare al “Tavolo Massicci” un chiaro, risolutivo e inequivocabile percorso che conduca alla soluzione definitiva della vicenda relativa alla Fondazione Campanella;
alla luce di quanto statuito dalla Corte Costituzionale in merito all’illegittimità delle leggi regionali numero 35 e numero 50 del 2011, il riconoscimento della Fondazione quale IRCCS privato appare l’unica via percorribile per la soluzione delle problematiche connesse alla salvaguardia del polo oncologico;
Tanto premesso, si impegna
il Consiglio regionale a presentare apposita proposta legislativa che prevede il riconoscimento della Fondazione Tommaso Campanella quale Istituto di Ricerca e Cura a Carattere Scientifico di diritto privato;
il Presidente della Giunta regionale (nella sua qualità di Commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario della Regione Calabria) a emettere in tempi brevissimi apposito decreto che dia mandato ai competenti organi della Fondazione Tommaso Campanella per l'attivazione del procedimento per il riconoscimento della stessa quale Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico privato per la disciplina di «oncologia», nonché per l'adozione di tutti gli atti e procedure necessari a tal fine;
si impegna
altresì
ad adottare ogni atto di propria competenza,
necessario ed opportuno ai fini del riconoscimento della “Fondazione
Campanella” quale Irccs privato”.
C’è una modifica che è stata inserita al punto 1, quindi possiamo
votarla col coordinamento formale, per poi inviarla rapidamente alla Giunta per
consentire il pagamento delle spettanze ai lavoratori.
(Il
Consiglio approva all’unanimità)
(E’
riportato in allegato)
Il prossimo punto all’ordine del giorno è di iniziativa dei consiglieri Guccione, Battaglia, Censore, Franchino, De Gaetano “Sulla stabilizzazione dei precari”, ai sensi della legge 296 del 2006. E’ stato già illustrato, quindi ne posso dare lettura:
“Premesso che:
l’Asp di Cosenza ha prodotto le procedure delle
stabilizzazioni dei precari ai sensi della legge numero 296 del 2006 e che le stesse erano
state autorizzate dal Dipartimento della Salute con nota numero 30724 dell’11
dicembre 2008, circostanza ribadita della Direzione Generale del Dipartimento Regionale
Tutela della salute con nota del 14 febbraio
la medesima Sentenza (pag. 84) fa riferimento ad “atti
non conformi a legge adottati dalla Regione e di conseguenza dalla ASP di
Cosenza nel 2008 e 2009 ed in particolare
di approvare i protocolli d’intesa allegati quale parte integrante del provvedimento;
il personale interessato alla stabilizzazione sia mantenuto in servizio fino alla definizione delle relative procedure ivi compresa la maturazione dell'anzianità di servizio prevista per potervi accedere;
alle procedure di stabilizzazione possa essere ammesso esclusivamente il personale che presta la propria attività lavorativa sulla base di contratti stipulati nel rispetto delta normativa statale e regionale all'epoca vigente”.
“Il protocollo prevedeva poi che l’assunzione secondo le modalità del comma 519 della Legge numero 296 del 2006 potrà avvenire solamente per il personale che abbia sostenuto procedure selettive di tipo concorsuale» e previa pubblicazione di avviso dell'avvio delle procedure di stabilizzazione, nel quale saranno indicati i requisiti ed i criteri per la presentazione della domanda.
La stabilizzazione delle posizioni di lavoro non comprese nel comma 519 deve invece avvenire tramite procedure selettive pubbliche, nell’ambito delle quali dovranno essere adeguatamente riconosciute e valorizzare le esperienze lavorative maturate dai collaboratori all’interno delle Aziende”.
Quanto alle risorse il Protocollo allegato alla deliberazione di G.R. numero 196 del 2008 prevedeva che le aziende ed Enti del SSR dovevano individuare risorse economiche che all'atto delle stabilizzazioni risultassero già impiegate a copertura dei costi dei rapporti di lavoro precario, anche se allocate in voci di bilancio diverse dal costo del personale; risorse derivanti dai risparmi per la parziale copertura del turn-over, ferma restando la garanzia di mantenimento del livelli di erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza; risorse derivanti da una migliorata programmazione sanitaria del Servizio sanitario regionale (razionalizzazione e riorganizzazione del sistema).
Naturalmente le eventuali responsabilità dopo l'aprile 2010 si spostano ad altri soggetti.
Comunque
Tutto ciò considerato:
poiché a fronte della sentenza, ancorché in fase di appello, potrebbero verificarsi precipitosi risoluzioni tendenti alla revoca degli atti di stabilizzazione con i conseguenti gravi disagi dei lavoratori interessati che si vedrebbero retrocedere allo stato quo ante - ove questo fosse legittimo - malgrado siano stati stabilizzati in forza della legge 296 del 2006 e non delle leggi regionali numero 1 del 2009 e numero 8 del 2010, entrambe, per la parte che concerne, dichiarate incostituzionali.
A margine c’è da osservare come in Calabria la definizione dei rapporti di lavoro precario è sottoposta ad inquietanti andirivieni che sospingono verso la precarizzazione, essendo evidentemente questa e purtroppo la convinzione diffusa nella cultura regionale.
In fin dei conti, rileva
Così
a prescindere da quello che sarà l’esito dell’Appello alla Sentenza circa la fondatezza delle conclusioni della Corte, ove ci fosse, alla luce di quanto stabilito dalla ordinanza della Corte di Giustizia della Unione Europea del 7 maggio 2010 e della stessa convergente comparsa di risposta dell'Avvocatura Generale dello Stato Italiano nel processo, che dichiara la applicabilità di quanto stabilito dal Decreto legislativo numero 368 del 2001 al rapporto di lavoro pubblico (conseguimento della anzianità di servizio dei 36 mesi), nonché alla luce delle recenti prime sentenze del giudice del Tribunale di Trani sulla materia;
Il Consiglio
regionale della Calabria:
impegna
Di chiedere che venga chiusa la fase delle incoerenze di programma e di quelle attuative per dare significativa dimostrazione che a fronte dei gravissimi problemi occupazionali e della condizione del mondo del lavoro, in Calabria si riesce a non sprecare le opportunità per dare serenità ai lavoratori ed agli Enti pressi i quali sono utilmente occupati”.
Lo pongo in votazione.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
L’ultimo punto riguarda una mozione unificata di iniziativa dei consiglieri Imbalzano e Nucera “In merito al paventato divieto di utilizzo dell’essenza del bergamotto nei profumi”.
Pongo in votazione la prima, a
firma dell’onorevole Nucera, di cui do
lettura:
“Il Consiglio regionale della Calabria, premesso che:
il bergamotto è un agrume che trova il suo
habitat esclusivo nella striscia di terra, lunga circa cento chilometri, che va
da Villa San Giovanni a Monasterace, in provincia di
Reggio Calabria, la cui essenza ha avuto assegnato il marchio DOP da parte
dell’Unione Europea, in quanto costituisce espressione del “made
in Italy”, oltre ad essere un’eccellenza dell’agricoltura sostenibile;
la coltivazione, la produzione e la
commercializzazione dell’essenza di bergamotto ha costituito e costituisce un
raro momento di imprenditorialità agricola di respiro internazionale per
presso l’Unione Europea è giacente una
proposta tendente a mettere al bando o a limitare fortemente, nel processo di
distillazione dei profumi, l’uso delle essenze naturali, tra le quali l’essenza
di bergamotto, accusate di provocare allergie;
la proposta giacente presso l’Unione
Europea mira, con ogni evidenza, a sostenere gli interessi delle industrie
chimiche a danno di uno dei prodotti più rappresentativi del nostro territorio
e di un’area, la fascia jonica reggina, che ha saputo
investire nell’agricoltura sostenibile;
Invita
il Presidente del Consiglio regionale
della Calabria
ad intervenire presso il Ministro
dell’Agricoltura affinché predisponga un tavolo istituzionale a difesa della
commercializzazione dell’essenza di bergamotto e del suo utilizzo
nell’industria profumiera;
ad allertare i parlamentari europei eletti
nei collegi dell’Italia meridionale affinché intraprendano azioni di contrasto
alla proposta giacente presso l’Unione Europea avente ad oggetto la messa al
bando o la limitazione dell'uso delle essenze naturali;
a costituirsi in giudizio contro chi diffonde notizie allarmanti sulle qualità organolettiche e chimiche dell’essenza di bergamotto”.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Pongo in votazione la seconda, a
firma dell’onorevole Imbalzano, di cui do lettura:
“Premesso che:
il Bergamotto, con l’intera filiera dei prodotti derivati, costituisce da oltre un secolo una fonte primaria di reddito sia per centinaia di aziende familiari reggine dedite alla produzione dell’oro verde che per tutti gli operatori che, sia pure con alterne fortune nel tempo, sono riusciti a valorizzare questo prezioso e insostituibile prodotto della nostra terra;
a seguito di un impegno continuo nel tempo di tutte le componenti interessate (Associazioni di categoria, Associazioni di produttori, consorzi del Bergamotto, Istituzioni politiche a tutti i livelli, imprenditori operanti nel settore), è stato possibile assicurare una normativa nazionale e regionale che ha fin qui garantito la tutela di questo prodotto che, per qualità organolettiche e chimiche, rimane unico per le straordinarie possibilità d'impiego non solo dell'essenza ma di tutti i prodotti derivati;
altresì che, a seguito della proposta maturata, paradossalmente, in seno alla stessa Unione Europea, si stanno adombrando serissimi rischi per tutta la filiera con preoccupanti conseguenze di ordine economico per i produttori del settore e per l'economia dell'intera provincia di Reggio Calabria;
ritenuto, infine, che non è possibile, dopo il rilancio della produzione in questi anni, ipotizzare una limitazione, per motivazioni inconsistenti e risibili, nell'utilizzo dell'essenza stessa, per sostituirlo, evidentemente, con prodotti sintetici che, questi si, potrebbero provocare danni seri alla salute dei Consumatori di profumi di prestigio;
preso atto delle generalizzate prese di posizione assunte in questi giorni, per scongiurare una eventualità tanto insostenibile e contraddittoria quanto economicamente devastante;
viste le audizioni rese in Commissione “Attività Produttive” dai rappresentanti dell'intero settore;
il sottoscritto consigliere regionale, onorevole Candeloro Imbalzano, stante la
delicatezza e l’importanza della problematica in questione, chiede alla S.V. di
voler sottoporre la presente mozione all’attenzione ed alla discussione del
prossimo Consiglio regionale, per contribuire a scongiurare decisioni
scellerate della Comunità Europea, all’interno della quale, si aggirano
certamente lobby interessate,
invitando le Rappresentanze Istituzionali Nazionali di tutti gli schieramenti
nonché
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Non ci sono altri punti all’ordine
del giorno, quindi la seduta di Consiglio si conclude, sarà convocato a
domicilio.
Hanno chiesto congedo i consiglieri Aiello F., Grillo, Stillitani, Torchia.
(Sono concessi)
E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge di iniziativa del consigliere Dattolo:
“Modifica alle circoscrizioni territoriali dei comuni di Sellia e di Sellia Marina” (P.L.n . 394/9^)
E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali.
(Così resta stabilito)
E’
stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge di Iniziativa
popolare:
“Introduzione
della doppia preferenza di genere – modifica dell’articolo 2, comma 2, della legge regionale 7 febbraio 2005, n. 1
(Norme per l’elezione del Presidente della Giunta regionale e del Consiglio
regionale)” (P.L. n. 393/9^)
E’
stata assegnata alla quinta Commissione consiliare - Riforme e decentramento.
(Così resta stabilito)
E’ stata presentata alla Presidenza
la seguente proposta di
provvedimento amministrativo di iniziativa dei consiglieri:
Chiappetta, Bilardi, Serra, Dattolo, Principe, Loiero, De Masi, Ciconte, Bova – “Modifiche ed integrazioni al Regolamento
interno del Consiglio regionale”(P.P.A. n. 200/9^)
E’
stata assegnata alla quinta Commissione consiliare - Riforme e decentramento.
(Così resta stabilito)
In data 6 novembre 2012, il Presidente
della Giunta regionale ha promulgato le sotto
indicate leggi regionali. Le stesse sono state
pubblicate sul supplemento straordinario numero 4 del 15 novembre 2012 al Bur n. 20 del 2 novembre 2012:
legge
regionale 6 novembre 2012, n. 51, recante:
“Sicurezza e salute sui luoghi di lavoro. Norme per l’attuazione del D.Lgs 81/2008 in materia di sanzioni”;
legge
regionale 6 novembre 2012, n. 52, recante:
“Istituzione della giornata regionale del Calendario in memoria di Aloysius Lilius da Cirò”;
legge
regionale 6 novembre 2012, n. 53, recante:
“Modifica dell’art. 2 comma 2, lettera b), della legge regionale 12 dicembre 2011, n. 43 “Unione tra i comuni”;
legge
regionale 6 novembre 2012, n. 54, recante: “Legge
organica in materia di relazioni tra Regione Calabria e comunità calabresi nel mondo”;
Do lettura dell’elenco dei componenti delle Commissioni consiliari predisposto a seguito delle
comunicazioni dei Presidenti dei gruppi consiliari:
Battaglia Demetrio Partito democratico
Caputo Giuseppe Popolo della libertà
Chizzoniti Aurelio Insieme per la Calabria – Scopelliti Presidente
Dattolo Alfonso UDC – Unione di centro
De Gaetano Antonino Partito democratico
Grillo Alfonsino Scopelliti Presidente
Nicolò Alessandro Popolo della libertà
Orsomarso Fausto Popolo della libertà
Talarico Domenico Italia dei valori
Tripodi Pasquale Misto
Adamo Nicola Misto
Bruni Ottavio Misto
Censore Bruno Partito democratico
Imbalzano Candeloro Scopelliti
Presidente
Maiolo Mario Partito
democratico
Magno Mario Popolo
della libertà
Mirabelli Rosario Progetto
democratico
Morrone Giuseppe Popolo
della libertà
Nucera Giovanni Popolo
della libertà
Serra Giulio Insieme
per la Calabria –
Scopelliti Presidente
Aiello Ferdinando Progetto
democratico
Chiappetta Gianpaolo Popolo
della libertà
Dattolo Alfonso Udc
– Unione di centro
Giordano Giuseppe Italia
dei valori
Guccione Carlo Partito
democratico
Parente Claudio Scopelliti
Presidente
Salerno Nazzareno Popolo
della libertà
Scalzo Antonio Partito
democratico
Serra Giulio Insieme
per la Calabria – Scopelliti Presidente
Vilasi Gesuele Popolo
della libertà
Chizzoniti Aurelio Insieme
per la Calabria – Scopelliti Presidente
Franchino Mario Partito
democratico
Gallo Gianluca Udc
– Unione di centro
Grillo Alfonsino Scopelliti
Presidente
Magno Mario Popolo
della libertà
Morrone Giuseppe Popolo
della libertà
Orsomarso Fausto Popolo
della libertà
Scalzo Antonio Partito
democratico
Talarico Domenico Italia
dei valori
Tripodi Pasquale Misto
Battaglia
Demetrio Partito
democratico
Bruni
Ottavio Gaetano Udc
– Unione di centro
Chizzoniti
Aurelio Insieme per la Calabria –
Scopelliti Presidente
Guccione
Carlo Partito
democratico
Mirabelli
Rosario Progetto
democratico
Pacenza
Salvatore Popolo della libertà
Parente Claudio Scopelliti
Presidente
Salerno Nazzareno Popolo
della libertà
Tripodi Pasquale Misto
Vilasi Gesuele Popolo
della libertà
Censore
Bruno Partito
democratico
Chizzoniti
Aurelio Insieme
per la Calabria –
Scopelliti Presidente
Gallo
Gianluca Udc.
– Unione di centro
Giordano
Giuseppe Italia dei valori
Magarò
Salvatore Scopelliti Presidente
Maiolo
Mario Partito
democratico
Nucera
Giovanni Popolo della libertà
Pacenza Salvatore Popolo
della libertà
Vilasi Gesuele Popolo
della libertà
L’onorevole Giulio
Serra, viene sostituito in seno alla seconda Commissione
consiliare con l’onorevole Alfonso Dattolo.
L’onorevole Alfonso Dattolo viene
sostituito in seno alla prima Commissione consiliare con l’onorevole Gaetano
Ottavio Bruni.
Talarico D. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore
ai trasporti. Per sapere – premesso che:
in data 9 novembre u.s., presso il
Ministero dei trasporti è stato siglato un accordo per il trasferimento, entro
il 31 dicembre 2012, della proprietà sociale di Ferrovie della Calabria dallo
Stato alla Regione Calabria;
oltre 80 ex dipendenti di Ferrovie della
Calabria, licenziati il 31.8.2011 con una procedura di licenziamento collettivo
ex legge 223/91, da oltre un anno sono in attesa della corresponsione del Tfr;
di questi, solo 40, in seguito ad una
manifestazione di protesta in data 21 settembre u.s., hanno ricevuto
dall'azienda un acconto di 7000 euro;
per soddisfare la legittima esigenza dei
soggetti di che trattasi sarebbero necessari non meno di 3 milioni di euro;
l'azienda ha subordinato il pagamento del
trattamento di che trattasi alla conclusione dell'iter (ex legge n. 134/2012 di
conversione del DL. n. 83/2012) per il trasferimento
della proprietà sociale di FdC dallo Stato alla
Regione Calabria, regolando in tal modo le partite debitorie e creditorie;
la conclusione del suddetto procedimento
consentirebbe di attingere a 20 milioni di euro per la ricapitalizzazione di
Ferrovie della Calabria srl e 100 milioni euro di fondi Fas;
la situazione debitoria dell'Azienda,
dunque la pendenza di una ingente quantità di decreti ingiuntivi, pone comunque
il rischio, anche nell'ipotesi di cui sopra, che la corresponsione delle somme
spettanti agli ex lavoratori FdC, ritardi
ulteriormente ovvero non si concretizzi in tempi ragionevoli -:
quali iniziative si intendono assumere,
per quanto di competenza della Regione, per sbloccare la situazione dei
soggetti di cui alla premessa, assicurando che da parte di FdC
ci sia nei confronti dei medesimi la corresponsione del Trattamento di fine
rapporto (TFR), per come la legge prevede.
(310; 15.11.2012)
Ciconte. Al Presidente della
Giunta regionale, nella qualità di commissario della sanità. Per sapere –
premesso che:
al fine di sanare il deficit sanitario, la
Regione Calabria ha pensato di risparmiare risorse attraverso una netta ed
insensata riduzione del personale, al punto che, già ora, alcuni reparti dei
maggiori nosocomi calabresi, operando con pochissime unità infermieristiche,
non riescono a garantire il livello minimo di assistenza;
la
delineata situazione ha un'immediata ricaduta sugli standard qualitativi dei
servizi sanitari offerti alla popolazione, la quale, in tal modo, è
maggiormente "incentivata" a proseguire in quella che ormai risulta
essere una rassegnata migrazione sanitaria verso modelli territoriali ritenuti
più "virtuosi";
"rebus sic stantibus"
non v'è chi non veda come la situazione sia destinata a precipitare, come, ad
esempio, nel caso dell'Ospedale Regionale Pugliese-Ciaccio
dove, a fronte di una sempre maggiore richiesta da parte dell'utenza, da fine
anno, verranno a mancare ulteriori figure professionali (ivi compresi
infermieri, ostetriche, tecnici di laboratorio) a seguito della paventata
volontà di non rinnovare i contralti dei precari in scadenza;
è,
pertanto, evidente, come in questo caso la cura è, senza dubbio, peggiore del
male e tutto ciò non può che comportare una progressiva ed inesorabile chiusura
dei reparti, i cui organici sono già in sofferenza e sottodimensionati a causa
di gravidanze e pensionamenti che non sono stati, ad oggi, adeguatamente sostituiti -:
quali provvedimenti intende assumere, al
fine di evitare le gravi ripercussioni che la situazione prospettata avrebbe
sull'erogazione delle prestazioni sanitarie ai cittadini calabresi.
(311; 19.11.2012)
Il Consiglio regionale della Calabria
Premesso che:
il bergamotto è un agrume che trova il suo
habitat esclusivo nella striscia di terra, lunga circa cento chilometri, che va
da Villa San Giovanni a Monasterace, in provincia di
Reggio Calabria, la cui essenza ha avuto assegnato il marchio DOP da parte
dell'Unione Europea, in quanto costituisce espressione del "made in Italy", oltre ad essere un'eccellenza
dell'agricoltura sostenibile;
la coltivazione, la produzione e la
commercializzazione dell'essenza di bergamotto ha costituito e costituisce un
raro momento di imprenditorialità agricola di respiro internazionale per la
Calabria, il cui comparto da lavoro a oltre settemila addetti nelle 650 aziende
agricole della zona, rappresentando la seconda voce delle esportazioni della
regione;
presso l'Unione Europea è giacente una
proposta tendente a mettere al bando o a limitare fortemente, nel processo di
distillazione dei profumi, l'uso delle essenze naturali, tra le quali l'essenza
di bergamotto, accusate di provocare allergie;
la proposta giacente presso l'Unione
Europea mira, con ogni evidenza, a sostenere gli interessi delle industrie
chimiche a danno di uno dei prodotti più rappresentativi del nostro territorio
e di un'area, la fascia jonica reggina, che ha saputo
investire nell'agricoltura sostenibile;
Invita
il Presidente del Consiglio regionale
della Calabria
ad intervenire presso il Ministro
dell'Agricoltura affinché predisponga un tavolo istituzionale a difesa della
commercializzazione dell'essenza di bergamotto e del suo utilizzo
nell'industria profumiera;
ad allertare i parlamentari europei eletti
nei collegi dell'Italia meridionale affinché intraprendano azioni di contrasto
alla proposta giacente presso l'Unione Europea avente ad oggetto la messa al
bando o la limitazione dell'uso delle essenze naturali;
a costituirsi in giudizio contro chi
diffonde notizie allarmanti sulle qualità organolettiche e chimiche
dell'essenza di bergamotto.
(79; 22.11.2012) Nucera
Premesso che
il Bergamotto, con l'intera filiera dei
prodotti derivati, costituisce da oltre un secolo una fonte primaria di reddito
sia per centinaia di aziende familiari reggine dedite alla produzione dell'oro
verde che per tutti gli operatori che, sia pure con alterne fortune nel tempo,
sono riusciti a valorizzare questo prezioso e insostituibile prodotto della
nostra terra;
a seguito di un impegno continuo nel tempo
di tutte le componenti interessate (Associazioni di categoria, Associazioni di
produttori, consorzi del Bergamotto, Istituzioni politiche a tutti i livelli,
imprenditori operanti nel settore), è stato possibile assicurare una normativa
nazionale e regionale che ha fin qui garantito la tutela di questo prodotto
che, per qualità organolettiche e chimiche, rimane unico per le straordinarie
possibilità d'impiego non solo dell'essenza ma di tutti i prodotti derivati;
la Comunità Europea, proprio in forza di
questa unicità di produzione e di impiego, ha assegnato il marchio DOP
all'essenza del bergamotto, che continua ad essere considerato una delle
tipicità per eccellenza della Calabria;
altresì che, a seguito della proposta
maturata, paradossalmente, in seno alla stessa Unione Europea, si stanno
adombrando serissimi rischi per tutta la filiera con preoccupanti conseguenze
di ordine economico per i produttori del settore e per l'economia dell'intera
provincia di Reggio Calabria;
ritenuto infine, che non è possibile, dopo
il rilancio della produzione in questi anni, ipotizzare una limitazione, per
motivazioni inconsistenti e risibili, nell'utilizzo dell'essenza stessa, per
sostituirlo, evidentemente, con prodotti sintetici che, questi si, potrebbero
provocare danni seri alla salute dei Consumatori di profumi di prestigio;
preso atto delle generalizzate prese di
posizione assunte in questi giorni, per scongiurare una eventualità tanto
insostenibile e contraddittoria quanto economicamente devastante;
viste le audizioni rese in Commissione
"Attività Produttive" dai rappresentanti dell'intero settore;
Tutto quanto premesso
il sottoscritto consigliere regionale, onorevole
Candeloro Imbalzano, stante
la delicatezza e l'importanza della problematica in questione, chiede alla S.V.
di voler sottoporre la presente mozione all'attenzione ed alla discussione del
prossimo Consiglio regionale, per contribuire a scongiurare decisioni
scellerate della Comunità Europea, all'interno della quale, si aggirano
certamente lobbies interessate, invitando le
Rappresentanze Istituzionali Nazionali di tutti gli schieramenti nonché la
Deputazione Europea ad assumere tutte le iniziative che consentano di evitare
quelle decisioni definitive che vadano in direzione opposta agli interessi
dell'agricoltura e delle popolazioni calabresi.
(80; 23.11.2012) Imbalzano
Art. 1
(Principi e
finalità)
1. La Regione Calabria, nel rispetto dei
principi di legalità, trasparenza, eticità, e correttezza e in conformità alle
disposizioni dì cui al decreto legislativo 8 giugno 2001 n. 231 (Disciplina
della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e
delle associazioni anche prive di personalità giuridica, a norma dell'articolo
11 della L 29 settembre 2000, n. 300), con la presente legge disciplina gli
adempimenti cui sono tenuti i soggetti dì cui all'articolo 2, sottoposti alle
responsabilità e alle sanzioni derivanti dal d.lgs. 231/2001, al 'fine di
realizzare i presupposti per l'esenzione della responsabilità amministrativa
per gli illeciti amministrativi dipendenti da reato.
Art. 2
(Soggetti)
1. Le disposizioni della presente legge si
applicano, nel rispetto dell'autonomia statutaria di cui alla disciplina
civilistica in materia:
a) agli enti pubblici economici dipendenti
e strumentali della Regione, con o senza personalità giuridica;
b) alle fondazioni costituite dalla
Regione;
c) alle società controllate dalla Regione.
Art. 3
(Adozione
dei modelli di organizzazione, di gestione e controllo)
1. Entro il termine di sei mesi dalla data
di entrata in vigore della presente legge, i soggetti di cui all'articolo 2
adottano modelli di organizzazione, di gestione e controllo di cui agli
articoli 6 e 7 del d. lgs. n. 231/2001, che
prevedono, in relazione alfa natura dei servizi e delle attività svolte e alla
dimensione dell'organizzazione, misure idonee a garantire fo svolgimento della
propria attività nel rispetto dei principi di legalità, eticità e trasparenza.
2. Il mancato adeguamento ai modelli di
cui al comma 1 comporta la sospensione della erogazione di contributi,
trasferimenti, risorse a qualsiasi titolo erogati dalla Regione fino alla
effettiva adozione di tali modelli. I Dipartimenti regionali che esercitano la
vigilanza sui soggetti di cui all’articolo 2 verificano il rispetto di quanto
previsto al comma 1 e dispongono, in caso di mancato adeguamento, fa
sospensione delle erogazioni.
3. Con riferimento all'attività
convenzionale con la Regione Calabria e con gli enti strumentali, vigilati e
dipendenti dalla stessa Regione, ivi comprese le Aziende sanitarie e
ospedaliere, salvo il diverso termine di cui al comma 1, resta ferma la
disciplina dettata dall'articolo 54 della legge regionale 13 giugno 2008, n. 15
"Provvedimento generale di tipo ordinamentale e
finanziario (collegato alla manovra di finanza regionale per l'anno 2008 ai
sensi dell'articolo 3, comma 4, della legge regionale 4 febbraio 2002, n.
8)".
Art. 4
(Entrata in
vigore)
1. La presente legge entra in vigore il
giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale
della Regione.
Art. 1
(Finalità e
oggetto della legge)
1. La Regione Calabria ai sensi della
legge regionale 26 novembre 2001, n. 27 (Costituzione e disciplina della
Consulta per la valorizzazione degli Ordini, Collegi, associazioni
professionali) e della legislazione nazionale vigente in materia, riconoscendo
la rilevanza del ruolo delle libere professioni regolamentate ai fini dello
sviluppo economico e sociale della comunità regionale, promuove iniziative per
sostenere "avvio delle attività professionali, favorire e incentivare lo
sviluppo dell'associazionismo tra professionisti, garantire la qualificazione
professionale anche con l'innovazione, l'internazionalizzazione e la ricerca.
2. La Regione Calabria, nel rispetto dei
principi fondamentali della legislazione dello Stato, promuove la piena
eguaglianza e le pari opportunità per le persone di ogni sesso, condizione
fisica e sociale, che esercitano le professioni.
Art. 2
(Programmazione
degli interventi)
1. La Giunta regionale definisce gli
interventi di sostegno e di incentivazione con un piano annuale, tenendo conto
delle proposte formulate dalla Consulta regionale di cui alla legge regionale
n. 27 del 26 novembre 2001.
2. Il piano annuale è approvato con
deliberazione della Giunta regionale, previo parere della competente Commissione
Consiliare.
3. Il piano annuale individua modelli,
metodologie progettuali, tempi di presentazione delle istanze e modalità di
valutazione e di formazione delle graduatorie degli aventi diritto, esplicitate
in apposite linee guida, per indirizzare i progetti innovativi proposti da
ordini, collegi ed associazioni professionali.
4. Il piano annuale determina, altresì, le
priorità per:
a) la formazione programmata dai soggetti
di cui all'articolo 1 della legge regionale n. 27/2001 volta a qualificare le
libere professioni e la loro internazionalizzazione;
b) il sostegno alla frequenza, per
professionisti che non abbiano una età superiore ai 45 anni, di attività di
alta specializzazione realizzate presso istituzioni universitarie e centri di
ricerca in Italia e nell'Unione Europea;
c) il sostegno all'avvio dell'attività
professionale sia in forma singola che associata o societaria, ai sensi
dell'articolo 10 legge 12 novembre 2011, n. 183;
d) il sostegno all'esercizio dell'attività
professionale, attraverso i servizi e gli strumenti dell'innovazione
tecnologica;
e) il sostegno alla realizzazione di
progetti concernenti studi e ricerche proposti dalla Consulta regionale per la
valorizzazione degli ordini e collegi professionali;
f) il sostegno ai progetti di
riorganizzazione e ristrutturazione promossi da ordini, collegi ed associazioni
per potenziare e migliorare i servizi resi agli utenti attraverso il
cofinanziamento di progetti sostenuti dall'Unione Europea.
Art. 3
(Interventi
finanziari)
1. Sono concesse agevolazioni finanziarie
per:
a) prestiti a favore di giovani
professionisti iscritti agli Ordini, che non abbiano un'età superiore ai
trent'anni, per la durata della realizzazione del periodo di pratica o
tirocinio professionale, al fine di consentire l'acquisto di strumenti di
innovazione tecnologica;
b) prestiti ai giovani professionisti
iscritti agli Ordini di età inferiore ai trentacinque anni o con anzianità
d'iscrizione all'Ordine di appartenenza inferiore ai cinque anni, per sostenere
le spese di impianto dei nuovi studi professionali e per l'avvio o il
potenziamento di società tra professionisti di cui all'articolo 10 legge 12
novembre 2011 n. 183.
2. Sono altresì concesse agevolazioni
finanziarie agli ordini o collegi professionali che intendano procedere
all'innovazione dei propri servizi, al fine di migliorarne la qualità e
l'efficienza, in misura corrispondente alle risorse previste quale quota di
cofinanziamento per l'accesso ai fondi europei, secondo la normativa vigente in
materia.
Art. 4
(Fondo di
rotazione)
1. Per la realizzazione degli interventi
regionali di cui agli articoli 2 e 3, è istituito un fondo regionale di
rotazione per favorire la concessione di agevolazioni finanziarie per sostenere
l'esercizio di attività professionali intellettuali.
2. La Giunta regionale, entro sessanta
giorni dalla pubblicazione della presente legge, determina con apposita
convenzione con Fincalabra s.p.a., società in house
della Regione Calabria, soggetto gestore del Fondo di rotazione di cui al comma
1 del presente articolo, le modalità di intervento connesse agli oneri
finanziari per la concessione degli incentivi e per la garanzia dei prestiti.
3. Nei successivi sessanta giorni la
Giunta regionale, con la deliberazione di cui al precedente articolo 2, comma
1, provvede ad emanare le linee guida e il bando relativi alle procedure di
ammissione alle agevolazioni finanziarie, indicando i requisiti soggettivi per
l'accesso al beneficio della garanzia e disciplina gli aspetti applicativi· per assicurare operatività agli interventi.
4. La garanzia è rilasciata dal soggetto
gestore del fondo, secondo le seguenti modalità:
a) per un importo massimo pari all’80 per
cento, con riferimento all'entità finanziaria ammessa, per quanto riguarda gli
interventi previsti all'articolo 3, comma 1, lettera a) della presente legge,
il cui valore non può comunque essere superiore ad euro 3.000,00 comprensivo
degli interessi;
b) per l'intera somma ammessa a
finanziamento se gli interventi di cui all'articolo 3, comma 1, lettera a),
sono attivati da giovani professioniste;
c) per gli interventi di cui all'articolo
3, comma 1, lettera b) della presente legge, per un importo pari all'80 per
cento del finanziamento concesso, il cui valore non può comunque essere
superiore ad euro 7.000,00 comprensivo degli interessi.
5. Gli interventi di cui all'articolo 3,
comma 2 della presente legge, comportano la concessione di garanzia riferibile
ad un importo massimo di euro 7.000,00 comprensivo degli interessi,
corrispondente all'80 per cento del finanziamento concesso.
Art. 5
(Norma
finanziaria)
1. Agli oneri derivanti dall'attuazione
della presente legge, quantificati per l'esercizio finanziario 2012 in euro
100.000,00 si provvede per l'anno in corso con la disponibilità esistente
all'UPB 8.1.01.01 - capitolo 7001101 - inerente a "Fondo occorrente per
far fronte agli oneri derivanti da provvedimenti legislativi che sì
perfezioneranno dopo l'approvazione del bilancio, recanti spese di parte
corrente" dello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno
2012, che viene ridotta del medesimo importo.
2. La disponibilità finanziaria di cui al
comma precedente è utilizzata nell'esercizio in corso ponendo la competenza
della spesa a carico della UPB 4.03.02.02 della spesa del bilancio 2012 con
l'istituzione di apposito capitolo denominato "Interventi in materia di
sostegno e innovazione delle attività professionali".
3. Per gli anni successivi, alla copertura
finanziaria degli oneri previsti dalla presente legge, quantificati in euro
100.000,00, si provvede, nei limiti della disponibilità di risorse autonome,
con la legge di approvazione del bilancio della Regione e con la collegata
legge finanziaria che l'accompagna.
Art. 6
(Norma
transitoria)
1. Nelle more dell'approvazione
dell'apposito regolamento di cui all'articolo 9 della legge regionale 26
novembre 2011 n. 27, la Giunta regionale formula il piano annuale sentiti gli
ordini professionali.
Art. 7
(Entrata in
vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
Art. 1
(Definizione
e finalità)
1. La
Regione Calabria prevede, al fine del recupero e della valorizzazione del
territorio e delle tradizioni culturali e storiche, l'istituzione di Ecomusei.
2. Ai
fini della presente legge, per Ecomuseo s'intende un'istituzione culturale,
costituita dai soggetti indicati all’articolo 2, che assicura, su un territorio
di riferimento e con la partecipazione della popolazione residente, le funzioni
di ricerca, conservazione e valorizzazione di un insieme di beni culturali,
rappresentativi di un ambiente e dei modi di vita lì succedutisi,
accompagnandone lo sviluppo.
3. La
Regione favorisce la costituzione, il riconoscimento e lo sviluppo degli
Ecomusei nel territorio, per promuovere, testimoniare, valorizzare e
accompagnare, durante la loro evoluzione:
a) la
memoria storica;
b) la
vita locale;
c) la
cultura materiale e immateriale e quella del paesaggio;
d) le
relazioni fra ambiente naturale ed ambiente antropizzato;
e) le
tradizioni;
f) la
ricostruzione e la trasformazione degli ambienti di vita e di lavoro delle
comunità locali.
4.
Sono finalità prioritarie degli Ecomusei:
a) il coinvolgimento
e la partecipazione attiva della popolazione;
b) la
ricostruzione delle trasformazioni sociali, economiche, culturali e ambientali
vissute dalle comunità locali e dai territori, al fine di accompagnarne lo
sviluppo sostenibile e condiviso;
c) la
promozione dello sviluppo sostenibile attraverso la sensibilizzazione delle
comunità locali, delle istituzioni, in particolare di quelle culturali,
scientifiche e scolastiche, delle attività economiche, degli enti e delle
associazioni locali;
d) la
conservazione e il restauro di ambienti di vita tradizionali, per tramandare le
testimonianze e le trasformazioni della cultura materiale e immateriale;
e) la
ricostruzione della evoluzione delle abitudini di vita e di lavoro delle
popolazioni locali, delle tradizioni religiose, culturali, ricreative e
agricole, nonché dell'utilizzo delle risorse naturali, delle tecnologie, delle
fonti energetiche e delle materie impiegate nelle attività produttive;
f) la
valorizzazione dei territori interessati e dei patrimoni di immobili
caratteristici e storici; dei mobili, degli attrezzi, degli strumenti di lavoro
e di ogni altro oggetto utile alla ricostruzione fedele di ambienti di vita
tradizionali, sia interni che esterni, consentendone la salvaguardia e la buona
manutenzione nonché il rafforzamento delle reti di relazioni locali;
g) la
ricostruzione di ambienti di vita e di lavoro tradizionali, finalizzati alla
produzione di beni o servizi da offrire ai visitatori, in modo da creare
occasioni di impiego e di vendita di prodotti artigianali ed enogastronomici,
nonché di didattica, sport e svago in genere;
h) la
predisposizione di percorsi turistici e culturali che richiamano la
ricostituzione degli ambienti tradizionali;
i) la
promozione e il sostegno delle attività di ricerca scientifica e didattico-educativa relative alla storia, all'arte, alle
tradizioni locali e all'ambiente;
j) lo
studio, la rappresentazione e la tutela dei paesaggi tipici calabresi;
k) il
recupero e l'utilizzo, nelle diverse attività, del patrimonio linguistico delle
minoranze storiche presenti nel territorio e dei dialetti locali, ai sensi:
1)
della legge 15 dicembre 1999, n. 482 (Norme in materia di tutela delle
minoranze linguistiche storiche);
2) del
decreto del Presidente della Repubblica 2 maggio 2001, n. 345 (Regolamento di
attuazione della legge 15 dicembre 1999, n. 482);
3)
della legge regionale 30 ottobre 2003, n. 15 (Norme per la tutela e la
valorizzazione della lingua e del patrimonio culturale delle minoranze
linguistiche e storiche di Calabria).
Art. 2
(Istituzione
e riconoscimento degli Ecomusei)
1. La
Giunta regionale propone, annualmente, al Consiglio regionale l'istituzione e
il riconoscimento degli Ecomusei, sulla base delle proposte provenienti, in
forma singola o associata:
a) da
associazioni o fondazioni culturali e ambientaliste senza scopo di lucro,
appositamente costituite o che abbiano come oggetto statutario le finalità di
cui all'articolo 1, comma 5;
b) da
Dipartimenti delle Facoltà delle università calabresi che svolgono attività di
studio e ricerca nell'ambito delle finalità di cui all'articolo 1, comma 4.
2. Gli
Ecomusei sono istituiti con deliberazione del Consiglio regionale.
Art. 3
(Istituzione
del Gruppo di lavoro Ecomusei)
1. La
Giunta regionale si avvale, per la valutazione delle proposte di istituzione di
Ecomusei, di un apposito gruppo di esperti, definito "Gruppo di lavoro
Ecomusei".
2. Il
Gruppo di lavoro Ecomusei opera presso il Consiglio regionale ed è composto da:
a) un
esperto di archeologia;
b) un
esperto di antropologia storica e culturale;
c) un
esperto informatico;
d) un
esperto di turismo;
e) un
esperto di Business plan e Project cycle management (P.C.M.).
3. Il
Gruppo di lavoro Ecomusei è lo strumento di supporto tecnico-scientifico alla
programmazione regionale, dura per l'intera legislatura ed è nominato dal
Consiglio regionale nei tempi e secondo le modalità previste dalla legge
regionale 4 agosto 1995, n. 39 (Disciplina della proroga degli organi
amministrativi e delle nomine di competenza regionale. Abrogazione legge
regionale 5 agosto 1992, n. 13).
Art. 4
(Regolamento
di attuazione)
1. La
Giunta regionale, entro 90 giorni dall'approvazione della presente legge,
approva un regolamento che, in conformità ai principi e alle finalità di cui
all'articolo 1 e alle indicazioni del Gruppo di lavoro Ecomusei, fissa i
requisiti minimi necessari per il riconoscimento degli Ecomusei.
2. Il
regolamento è redatto in considerazione delle seguenti priorità:
a) omogeneità
culturale e paesaggistica del territorio in cui si propone l’istituzione
dell’Ecomuseo;
b) partecipazione
attiva della comunità locale nel progetto di animazione culturale;
c) presenza
di enti locali singoli o associati;
d) presenza
di beni delle comunità interessate, ovvero di elementi patrimoniali, materiali
e immateriali, naturalistici e ambientali di riconosciuto valore, specialmente
per le stesse comunità;
e) allestimento
di un luogo, aperto al pubblico, di interpretazione documentazione e
informazione;
f) esistenza
di itinerari di visita e luoghi di interpretazione;
g) marginalità
dell'area;
h) presenza
attiva e documentata sul territorio;
i) assenza,
sul medesimo territorio, di altri Ecomusei, ad eccezione di quelli di natura
esclusivamente tematica;
j) progettazione
conforme alle direttive comunitarie in materia (P.C.M.);
k) progettazione
contenente la previsione di sponsorizzazioni private per la copertura delle
spese di investimento nella misura minima del 20 per cento nonché del
contributo di enti locali. In particolare, il progetto deve prevedere la
possibilità di uno sviluppo economico, nel breve, medio e lungo periodo, tale
da superare l’investimento dei fondi regionali, così garantendo autonomia
finanziaria all’Ecomuseo;
l) progettazione
volta a promuovere l’immagine dei luoghi d’interesse all’estero, attraverso
l’utilizzo di pubblicità su TV estere, la sottoscrizione di accordi con
compagnie aeree estere e agenzie di turismo, ovvero la creazione di partneriati con associazioni culturali internazionali,
preferendo tali strumenti a quelli di pubblicizzazione squisitamente locale,
quali, a titolo esemplificativo, scuole, associazioni locali, feste patronali.
3. Il
regolamento di cui al comma 1 individua anche i soggetti e i requisiti che gli
stessi devono possedere per assumere la gestione degli Ecomusei.
4. La
Giunta regionale trasmette alla competente commissione consiliare una relazione
biennale sullo stato di attuazione della presente legge.
Art. 5
(Denominazione
e marchio)
1. L’Ecomuseo
è contraddistinto da una denominazione esclusiva e originale e da un proprio
marchio, anche a tutela del territorio rappresentato.
2. A
tal fine, la Regione, contestualmente al riconoscimento dell’Ecomuseo di cui al
comma 1 dell’articolo 4, assegna a ciascuno una denominazione esclusiva e
originale e un marchio, quale strumento di promozione dello stesso, tutelato
nelle forme consentite.
3. La
Regione può promuovere un marchio rappresentativo del complesso degli Ecomusei
calabresi.
Art. 6
(Contributi
regionali)
1. La
Regione concede contributi per la realizzazione e lo sviluppo degli Ecomusei di
cui alla presente legge, entro il limite massimo del 50 per cento della spesa
sostenuta dall'ente proprietario o gestore, anche per gli interventi per opere
edilizie e per l’acquisto di beni e attrezzature.
2. La
Giunta regionale definisce i criteri per l'assegnazione dei contributi di cui
al comma 1, e le modalità di verifica sull’impiego degli stessi. La direzione
generale competente provvede alla loro erogazione, ai sensi del comma 2
dell’articolo 4 della legge regionale 12 giugno 2009, n. 19 (Provvedimento
generale recante norme di tipo ordinamentale e
finanziario - Collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2009 -
Art. 3, comma 4, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8).
3. I
contributi non possono essere utilizzati per finalità diverse da quelle per le
quali sono stati assegnati.
4. Il
mancato o diverso utilizzo dei contributi assegnati comporta la decadenza dal
diritto agli stessi.
Art. 7
(Norma
finanziaria)
1. Agli
oneri derivanti dall'attuazione della presente legge, quantificati per
l'esercizio finanziario 2012 in euro 50.000,00, si provvede per l’anno in corso
con la disponibilità esistente all'UPB 5.2.01.02 - capitolo 52010261- inerente
a "Fondo unico regionale per la realizzazione di iniziative ed interventi
in materia di promozione culturale".
2. Per
gli anni successivi, alla copertura degli oneri previsti dalla presente legge
si provvede, nei limiti consentiti dalla effettiva disponibilità di risorse
autonome stanziate all’UPB 5.2.01.02 dello stato di previsione della spesa,
secondo le modalità e per gli importi stabiliti nel Programma annuale di cui
all’articolo 4, comma 2 della legge regionale n.19/2009.
3. La
Giunta regionale è autorizzata ad apportare le necessarie modifiche ed
integrazioni al documento tecnico di cui all’articolo 10 della legge regionale
8/2002.
Art. 8
(Entrata
in vigore)
1. La presente
legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel
Bollettino Ufficiale della Regione.
“Il Consiglio
regionale
Vista la deliberazione della Giunta
regionale n. 415 del 28 settembre 2012, recante: <<Presa d'atto del nuovo
testo del POR Calabria FESR 2007/2013>>;
Vista la legge regionale 5 gennaio 2007,
n. 3, recante: "Disposizioni sulla partecipazione della Regione Calabria
al processo normativo e comunitario e sulle procedure relative all'attuazione
delle politiche comunitarie";
Vista la legge regionale 4 febbraio 2002,
n. 8, recante: "Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione
Calabria";
Delibera
di approvare il nuovo testo del Programma
Operativo Regionale Calabria FSE 2007-2013, così come modificato e approvato
nel corso della seduta del 19 giugno 2012 del Comitato di Sorveglianza e con la
procedura scritta avviata con la nota n. 137 dell'1 agosto 2012 e conclusa
positivamente con nota n. 163 del 25.9.2012, che si allega alla presente
deliberazione per farne parte integrante e sostanziale”.
(Allegati)
“Il Consiglio
regionale
Premesso:
che, con deliberazione dell'Ufficio di
Presidenza n. 18 del 20 luglio 2010, si è provveduto ad indicare per la nomina,
ai sensi dell'art. 11, comma 2, della legge regionale 13 maggio 1996, n. 8, un
gruppo di consulenti giuridici, al quale è stato affidato l'incarico di fornire
consulenza legale al Consiglio regionale;
che con deliberazione n. 42 del 23 luglio
2010 il Consiglio regionale, vista la deliberazione sopra richiamata, ha
costituito il suddetto gruppo individuando i sotto elencati consulenti
giuridici:
Avv. Ugo Bergamo -Coordinatore
Dott. Angelo Napoli
Avv. Natale Polimeni
Avv. Giovanni Musolino
Avv. Alfredo Gualtieri
considerato:
che da ultimo, con nota acquisita al
protocollo generale dell'Ente al n. 34728 del 1° agosto 2012, l’Avv. Alfredo Gualtieri ha manifestato la volontà di dimettersi
dall'incarico;
che l'Ufficio di Presidenza, con
deliberazione n. 79 del 17 settembre 2012, ha preso atto delle dimissioni
dell'Avv. Alfredo Gualtieri, quale componente del
gruppo dei consulenti giuridici del Consiglio regionale, fatta salva
l'approvazione dell'Assemblea consiliare;
che con deliberazione n. 229 del 24
settembre 2012 il Consiglio regionale, vista la deliberazione di cui al punto
precedente, ha accolto le dimissioni dell' Avv. Alfredo Gualtieri;
considerato che, per fare fronte alle
esigenze prospettate nella deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 18 del
20 luglio 2010, che richiedono forme di consulenza continua e costante,
sussiste la necessità di integrare immediatamente il gruppo dei consulenti
giuridici;
visto il curriculum presentato dal Prof. Avv.
Giuseppe Iannello, nato a Reggio Calabria il31
ottobre 1947 e residente in Catanzaro via Crispi n.
18;
visto l'art. 11, comma 2, della legge regionale
13 maggio 1996, n. 8;
Delibera
di integrare il gruppo dei consulenti
giuridici, affidando l'incarico al Prof. Avv. Giuseppe Iannello
nato a Reggio Calabria il 31 ottobre 1947 e residente in Catanzaro via Crispi n. 18”.
“Il Consiglio
regionale
vista la proposta di modifica ed
integrazione al Regolamento interno del Consiglio regionale, presentata dai
Consiglieri regionali Chiappetta, Bilardi,
Serra, Dattolo, Principe. Loiero,
De Masi, Ciconte e Bova
Delibera
di modificare ed integrare il Regolamento
interno del Consiglio regionale come appresso specificato:
Relazione
illustrativa
La proposta consta di un unico articolo,
il cui comma 1 contiene la sostituzione dell'articolo 34. Nella sua nuova
formulazione, è rubricato sempre Commissione speciale di vigilanza. I commi del
modificato articolo 34 oltre a disciplinare le funzioni della commissione nell'esercizio
dei poteri di controllo e vigilanza sugli atti della Regione e degli enti ed
aziende da essa dipendenti, assegnano alla stessa anche le funzioni
precedentemente svolte dal Comitato regionale di controllo contabile soppresso
dall'articolo 4 della delibera del Consiglio regionale 135/2011.
Art. 1
1. L'articolo 34 del Regolamento interno
del Consiglio regionale (Deliberazione del Consiglio regionale n. 5 del 27
maggio 2005 e s.m.i.) è sostituito dal seguente:
"Articolo
34 (Commissione speciale di vigilanza)
1. E' istituita la Commissione speciale di
vigilanza composta nel rispetto del criterio delle proporzionalità recato nel
precedente articolo 29, comma 1, e sulla base delle designazioni dei Gruppi.
2. Alla Commissione si applicano
integralmente le disposizioni relative alle Commissioni permanenti, salvo
quanto disposto nel successivo comma 3.
3. La Commissione:
a) svolge specifiche attività di studio,
di istruzione, di controllo e vigilanza sugli atti di programmazione
economico-sociale della Regione e degli enti ed aziende dalla stessa
dipendenti, riferendo al Consiglio con apposite relazioni semestrali;
b) esprime pareri alle Commissioni
permanenti in ordine alle proposte di legge, di regolamento e di provvedimento
amministrativo riguardanti la programmazione;
c) verifica l'efficacia della legislazione
regionale in relazione agli obiettivi posti dalla programmazione regionale,
suggerendo possibili modifiche e particolari iniziative legislative finalizzate
ad una migliore efficacia delle norme regionali;
d) ha il compito di riferire al Consiglio
regionale sulla gestione del patrimonio immobiliare della Regione, sul rispetto
del bilancio regionale. di previsione, sull'adeguatezza e completezza della
documentazione contabile, sulla regolarità degli adempimenti fiscali, sul
rendiconto generale regionale;
e) può attivare forme di collaborazione
con la sezione regionale di controllo della-Corte dei
Conti nonché richiedere alla stessa pareri in materia di contabilità pubblica,
in conformità a quanto previsto dalla normativa statale vigente. A tal fine, le
relazioni che la sezione regionale di controllo della Corte dei Conti invia al
Consiglio sono assegnate per il relativo esame alla Commissione che riferisce
in merito alle Commissioni permanenti competenti per materia”.
“Il Consiglio
regionale
Premesso che:
nella serata di sabato 24 novembre scorso,
per cause e dinamiche oggetto di indagini da parte della magistratura
inquirente, nel tratto ferroviario ricadente nel comune di Rossano, si è
verificato un gravissimo incidente che è purtroppo costato la vita a 6 tra
lavoratori e lavoratrici, alcuni anche di giovane età, di nazionalità rumena;
la triste notizia, rimbalzata e ripresa su
tutti i media nazionali, ha profondamente scosso, sia per l’assurdità
dell’accaduto che per le condizioni economiche delle vittime, non soltanto la
comunità di Rossano ma l’intero territorio e tutti i calabresi;
considerato che:
la tragedia di sabato 24 a Rossano si
aggiunge ad altre già verificatesi negli anni passati in Calabria e nel resto
del Paese, in presenza delle stesse circostanze emerse in quest’ultimo
incidente: ovvero un passaggio a livello affidato in gestione a privati, con
condizioni di sicurezza e di segnalazione oggettivamente diverse e ridotte
rispetto a quelle solitamente riscontrabili, dal cittadino medio, in presenza
dei tradizionali passaggi a livello gestiti direttamente dalla Società
titolare;
soprattutto sul tratto ferrato ionico,
risultano essere numerosi i punti di attraversamento con analogo passaggio a
livello affidati alla gestione privata, alcuni dei quali, per come emerso anche
in diversi reportage giornalistici, dotati di standard di sicurezza sicuramente
migliorabili, sia in termini di interdizione all’accesso per i non autorizzati
sia di adeguate visibilità e illuminazione, generale e per gli stessi addetti
e/o autorizzati a transitarvi;
la tratta ionica calabrese, per quanto
trasformata progressivamente in un binario morto a causa dei continui tagli di
vettori, risulta essere comunque percorsa da treni ed adiacente, in molti casi
quasi agganciata alla parallela e pericolosissima unica arteria statale di
collegamento da Sibari a Reggio Calabria, la SS106,
facendo aumentare esponenzialmente, su questo tratto in particolare, il rischio
complessivo per l’automobilista o il pedone in caso di qualsivoglia incidente;
la particolare adiacenza (con intuibili
possibilità di attraversamenti, autorizzati e non), tanto alla linea ferrata
quanto alla SS106, di campi e fondi agricoli, spesso anche in zone popolose,
soprattutto nella Sibaritide, rende ancor più
pericoloso e frequente rispetto ad altri territori, il rischio incidente, per i
lavoratori, per gli automobilisti e per tutti;
per tutto quanto premesso
nell’esprimere il proprio profondo
cordoglio alle famiglie delle vittime
Impegna
il Presidente della Giunta e la Giunta a
voler convocare con urgenza Ferrovie dello Stato per porre all’attenzione della
Società e del competente Ministero la gravissima e persistente situazione
locale di pericolosità determinata, soprattutto sul tratto ionico della
Calabria, dalla presenza diffusa di passaggi a livello la cui gestione risulta
essere affidata a privati, tutti adiacenti alla SS106, affinchè
vengano verificate, caso per caso:
l’effettiva necessità di prosecuzione
delle eventuali convenzioni in essere tra Ferrovie dello Stato e i privati
concessionari;
l’effettiva garanzia degli standard di
sicurezza, per gli autorizzati al transito e per tutti;
l’effettiva e adeguata segnalazione del
rischio erga omnes, trattandosi in molti casi di
attraversamenti in coincidenza di campi agricoli, spiagge, strade interpoderali
o altrimenti secondarie, etc..”.
“Il Consiglio regionale
Premesso che:
in Calabria vi sono circa 4800 lavoratori
LSU LPU;
gli stessi non percepiscono i sussidi e le
integrazioni dal mese di luglio 2012;
la Giunta regionale non ha previsto
nell’assestamento di bilancio la relativa copertura finanziaria fino a dicembre
2012;
pur essendoci un accordo con i sindacati
per chiedere un tavolo istituzionale con
il Governo nazionale per la stabilizzazione degli stessi lavoratori LSU
LPU, tale tavolo ad oggi non è mai stato convocato;
Impegna la Giunta regionale
a provvedere al pagamento immediato di
tutte le spettanze arretrate ed a prorogare la convenzione per gli enti
utilizzatori per sussidi ed integrazione per l’anno 2013;
a chiedere un tavolo urgente al Ministro
del Lavoro Fornero per programmare un piano per la
stabilizzazione del precariato calabrese.”
Il Consiglio regionale
Premesso che:
la Fondazione Campanella rappresenta un
centro di eccellenza della sanità calabrese;
salvaguardare questo importante Centro
significa:
garantire ai calabresi un punto di
riferimento unico e insostituibile nel panorama della ricerca e cura oncologica
della nostra regione;
evitare che numerosi calabresi siano
costretti a viaggi della speranza verso altre regioni per avere le cure
necessarie o, peggio ancora, che rinuncino a curarsi per mancanza delle risorse
economiche necessarie per i ripetuti e costosi viaggi;
salvaguardare posti di lavoro, nonché
preziose professionalità, che rischieremmo di vedere andare via dalla nostra
regione;
nella riunione congiunta del Tavolo
tecnico per la verifica degli adempimenti regionali con il Comitato permanente
per la verifica dei LEA e la Regione Calabria del 4 aprile 2012, i Tavoli hanno
indicato, fra le criticità, “l’assetto giuridico definitivo della Fondazione Tommaso
Campanella”;
nella riunione dei Tavoli di monitoraggio
con la Regione Calabria del 23 luglio 2012, Tavolo e Comitato hanno ribadito
“la necessità di individuare una definitiva soluzione per le problematiche
relative alla fondazione Campanella”;
con verbale redatto nella riunione
congiunta del 7 novembre 2012, il Tavolo tecnico ha invitato la Regione
Calabria a individuare un percorso che conduca alla ridefinizione a regime
dell’assetto giuridico della Fondazione Tommaso Campanella;
la Regione Calabria non intende procedere
alla liquidazione della Fondazione Tommaso Campanella ma riconoscere la stessa
quale Istituto di Ricerca e Cura a Carattere Scientifico di diritto privato;
appare necessario manifestare al “Tavolo
Massicci” un chiaro, risolutivo e inequivocabile percorso che conduca alla
soluzione definitiva della vicenda relativa alla Fondazione Campanella;
alla luce di quanto statuito dalla Corte
Costituzionale in merito all’illegittimità delle leggi regionali n. 35 e n. 50
del 2011, il riconoscimento della Fondazione quale IRCCS privato appare l’unica
via percorribile per la soluzione delle problematiche connesse alla
salvaguardia del polo oncologico;
la Fondazione Campanella sta operando in
condizione di assoluta incertezza e, pertanto, risulta assolutamente necessario
intervenire in tempi brevissimi al fine di avviare l’iter per il riconoscimento
quale IRCCS di diritto privato.
Tanto premesso
Si impegna
a presentare apposita proposta legislativa
che prevede l’assetto giuridico definitivo della Fondazione Tommaso Campanella
per il riconoscimento della stessa quale Istituto di Ricerca e Cura a Carattere
Scientifico di diritto privato;
Impegna
il Presidente della Giunta regionale
(nella qualità di Commissario ad acta per
l’attuazione del piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario della
Regione Calabria) a emettere in tempi brevissimi apposito decreto che dia
mandato ai competenti organi della Fondazione Tommaso Campanella per
l’attivazione del procedimento per il riconoscimento della stessa quale
Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico privato per la disciplina
di <<oncologia>>, nonché per l’adozione di tutti gli atti e
procedure necessari a tal fine;
la Giunta regionale ad adottare ogni atto,
di propria competenza, necessario e opportuno ai fini del riconoscimento della
Fondazione Campanella quale IRCCS privato”.
“Il Consiglio
regionale
premesso che:
l’Asp di Cosenza ha prodotto le procedure
delle stabilizzazioni dei Precari ai sensi della Legge 296 del 2006 e che le
stesse erano state autorizzate dal Dipartimento della Salute con nota n. 30724
dell'11 dicembre 2008, circostanza ribadita della Direzione Generale del
Dipartimento Regionale Tutela della salute con nota del 14 febbraio 2012, in
presenza della Deliberazione della Giunta regionale n. 196 del 3 marzo 2008
(BUR n. 7 del 1 aprile 2008) che prevedeva ed ordinava le procedure alle quali
attenersi;
la Corte dei Conti da ultimo, su proposta
della Procura della Sezione calabrese della Corte dei Conti, con Sentenza n.
293 del 22 Ottobre 2010 ha condannato l'allora Direttore Generale della ASP
unitamente al Direttore Amministrativo ed al Direttore Sanitario a risarcire il
danno subito dall'erario per avere proceduto a stabilizzare i lavoratori
precari della stessa ASP;
considerato che:
la medesima Sentenza ( pag. 84) fa
riferimento ad "atti non conformi a legge adottati dalla Regione e di
conseguenza dalla ASP di Cosenza nel 2008 e 2009 ed in particolare la
Deliberazione della Giunta regionale n. 196 del 3 marzo 2008 che stabilisce:
di approvare i protocolli d'intesa
allegati quale parte integrante del provvedimento;
il personale interessato alla
stabilizzazione sia mantenuto in servizio fino alla definizione delle relative
procedure ivi compresa la maturazione dell'anzianità di servizio prevista per
potervi accedere;
alle procedure di stabilizzazione possa
essere ammesso esclusivamente il personale che presta la propria attività
lavorativa sulla base di contratti stipulati nel rispetto della normativa
statale e regionale all'epoca vigente".
Il protocollo prevedeva poi che
l'assunzione secondo le modalità del comma 519 della Legge 296/2006 potrà
avvenire solamente per il personale che abbia sostenuto procedure selettive di
tipo concorsuale» e previa pubblicazione di avviso dell'avvio delle procedure
di stabilizzazione, nel quale saranno indicati i requisiti ed i criteri per la
presentazione della domanda.
La stabilizzazione delle posizioni di
lavoro non comprese nel comma 519 deve invece avvenire tramite procedure selettive
pubbliche, nell'ambito delle quali dovranno essere adeguatamente riconosciute e
valorizzate le esperienze lavorative maturate dai collaboratori all'interno
delle Aziende.
Quanto alle risorse il Protocollo allegato
alla deliberazione di G.R. 196/2008 prevedeva che le
aziende ed Enti del SSR dovevano individuare risorse economiche che all'atto
delle stabilizzazioni risultassero già impiegate a copertura dei costi dei
rapporti di lavoro precario, anche se allocate in voci di bilancio diverse dal
costo del personale; risorse derivanti dai risparmi per la parziale copertura
del turn-over, ferma restando la garanzia di mantenimento del livelli di
erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza; risorse derivanti da una
migliorata programmazione sanitaria del Servizio sanitario regionale
(razionalizzazione e riorganizzazione del sistema).
La Sentenza invece sostiene che
"appare evidente come tanto le deliberazioni dell'A.S.P.
di Cosenza per cui e causa, quanto e soprattutto la deliberazione di G.R. 196/2008, violano palesemente il principio
dell'assunzione tramite pubblico concorso posto dall'art. 97 Cost., giacché
operano in una logica di riserva assoluta di posti, provvedendo a recepire gli
esiti di procedure selettive, prive dei connotati e delle garanzie del concorso
pubblico, preordinate alla successiva assunzione nominatim,
dovendosi quindi escludere che la eccezionalità dell'assunzione, espressamente
prevista dalla più volte ricordata Legge n. 296/2006, sia conforme al buon
andamento della pubblica amministrazione, cui è presidio anche il principio
innanzi richiamato".
La Corte conclude così che alla causazione del danno "abbiano finito con il concorrere
altri soggetti, non individuati od evocati in giudizio dal Procuratore
regionale, individuabili negli apparati della Giunta regionale e del
Dipartimento regionale per la salute i quali hanno fornito direttive errate,
concluso accordi sindacali privi di copertura finanziaria, inviato note
interpretative fuorvianti".
Naturalmente le eventuali responsabilità dopo
l'aprile 2010 si spostano ad altri soggetti. Comunque la Sentenza così
prosegue: "....in applicazione del principio della compensatin
lucri cum damno, di ridurre
del 50% l'importo del danno erariale per come riquantificato
in appresso, atteso the 1'A.S.P. di Cosenza ha
beneficiato e continua a beneficiare delle prestazioni lavorative dei
dipendenti illegittimamente stabilizzati i quali consentono, a diverso titolo
ed in misura diversa, l'erogazione dei servizi sanitari da parte
dell'amministrazione”.
Tutto ciò considerato:
poiché a fronte della sentenza, ancorché
in fase di appello, potrebbero verificarsi precipitosi risoluzioni tendenti
alla revoca degli atti di stabilizzazione con i conseguenti gravi disagi dei
lavoratori interessati che si vedrebbero retrocedere allo stato quo ante - ove
questo fosse legittimo - malgrado siano stati stabilizzati in forza della legge
296 del 2006 e non dalle Leggi Regionali n. 1 del 2009 e n. 8 del 2010,
entrambe, per la parte che concerne, dichiarate incostituzionali.
A margine c'è da osservare come in
Calabria la definizione dei rapporti di lavoro precario è sottoposta ad
inquietanti andirivieni che sospingono verso la precarizzazione, essendo
evidentemente questa e purtroppo la convinzione diffusa nella cultura regionale.
In fin dei conti, rileva la Corte dei
Conti in Sentenza "dal contenuto di alcuni Atti Amministrativi Regionali e
della stessa A.S. di Cosenza, emerge chiaramente che a tutto il 2008 e per gli
anni 2009 e 2010 non era possibile far luogo ad alcuna procedura di
stabilizzazione od assumere persone a tempo indeterminato stanti le surriferite
disposizioni legislative di carattere imperativo ed inderogabile (pag 81 della
Sentenza). Ovviamente la impossibilità è estesa a tutti gli Enti del Sistema
Sanitario Regionale.
Così la Sentenza conclude: "Pur
ritenendo ampiamente motivato il quadro normativo che consente al Collegio di
poter parzialmente accogliere la domanda del Procuratore regionale, non appare
superfluo, a fini di completezza motivazionale, ricordare come
tanto la deliberazione di G.R. della Calabria "autorizzativa" delle stabilizzazioni, quanto gli atti
generali per cui è causa, costituiscano "ex se" atti completamente
illegittimi alla luce delle reiterate pronunce della Corte costituzionale in
materia di assolutezza e centralità del principio del pubblico concorso (pag.
88 della Sentenza). Ciò chiarito appare evidente come tanto le deliberazioni
dell'A.S.P. di Cosenza per cui è causa, quanto e
soprattutto la deliberazione di G.R. 196/2008,
violano palesemente il principio dell'assunzione tramite pubblico concorso
posto dall'art. 97 Cost., giacché operano in una logica di riserva assoluta di
posti, provvedendo a recepire gli esiti di procedure selettive, prive dei
connotati e delle garanzie del concorso pubblico, preordinate alla successiva
assunzione nominatim, dovendosi quindi escludere che
la eccezionalità dell'assunzione, espressamente prevista dalla più volte
ricordata Legge n. 296/2006, sia conforme al buon andamento della pubblica
amministrazione, cui è presidio anche il principio innanzi richiamato".
A prescindere da quello che sarà l'esito
dell'Appello alla Sentenza circa la fondatezza delle conclusioni della Corte,
ove ci fosse, alla luce di quanto stabilito dalla ordinanza della Corte di Giustizia
della Unione Europea del 7 maggio 2010 e della stessa convergente comparsa di
risposta dell'Avvocatura Generale dello Stato Italiano nel processo, che
dichiara la applicabilità di quanto stabilito dal Decreto legislativo 368 del
2001 al rapporto di lavoro pubblico (conseguimento della anzianità di servizio
dei 36 mesi), nonché alla luce delle recenti prime sentenze del giudice del
Tribunale di Trani sulla materia:
Impegna
la Giunta regionale di porre in essere
tutti gli atti prodromici e conseguenti ad impedire
la retrocessione dei lavoratori stabilizzati nel sistema Sanitario Regionale e
quindi dei lavoratori stabilizzati nelle ASP di Cosenza, Catanzaro, Vibo,
Crotone e Reggio Calabria, alla luce di quanto esposto in premessa.
Di chiedere che venga chiusa la fase delle
incoerenze di programma e di quelle attuative per dare significativa
dimostrazione che a fronte dei gravissimi problemi occupazionali e della
condizione del mondo del lavoro, in Calabria si riesce a non sprecare le
opportunità per dare serenità ai lavoratori ed agli Enti presso i quali sono
utilmente occupati”.
“Il Consiglio
regionale della Calabria
Premesso che:
il bergamotto è un agrume che trova il suo
habitat esclusivo nella striscia di terra, lunga circa cento chilometri, che va
da Villa San Giovanni a Monasterace, in provincia di
Reggio Calabria, la cui essenza ha avuto assegnato il marchio DOP da parte
dell'Unione Europea, in quanto costituisce espressione del "made in Italy", oltre ad essere un'eccellenza
dell'agricoltura sostenibile;
la coltivazione, la produzione e la
commercializzazione dell'essenza di bergamotto ha costituito e costituisce un
raro momento di imprenditorialità agricola di respiro internazionale per la
Calabria, il cui comparto dà lavoro a oltre settemila addetti nelle 650 aziende
agricole della zona, rappresentando la seconda voce delle esportazioni della
regione nonché la fonte primaria di reddito, sia per centinaia di aziende
familiari reggine dedite alla produzione dell'oro verde che per tutti gli
operatori, che nel tempo, sia pure con alterne fortune, sono riusciti a
valorizzare questo prezioso e insostituibile prodotto della nostra terra;
a seguito di un impegno continuo nel tempo
di tutte le componenti interessate (Associazioni di categoria, Associazioni di
produttori, consorzi del Bergamotto, Istituzioni politiche a tutti i livelli,
imprenditori operanti nel settore), è stato possibile assicurare una normativa
nazionale e regionale che ha fin qui garantito la tutela di questo prodotto
che, per qualità organolettiche e chimiche, rimane unico per le straordinarie
possibilità d'impiego non solo dell'essenza ma di tutti i prodotti derivati;
presso l'Unione Europea è giacente una
proposta tendente a mettere al bando o a limitare fortemente, nel processo di
distillazione dei profumi, l'uso delle essenze naturali, tra le quali l'essenza
di bergamotto, accusate di provocare allergie;
la proposta giacente presso l'Unione
Europea mira, con ogni evidenza, a sostenere gli interessi delle industrie
chimiche a danno di uno dei prodotti più rappresentativi del nostro territorio
e di un'area, la fascia jonica reggina, che ha saputo
investire nell'agricoltura sostenibile;
Impegna
la Giunta regionale ad intervenire presso
il Ministro dell'Agricoltura affinché predisponga un tavolo istituzionale a
difesa della commercializzazione dell'essenza di bergamotto e del suo utilizzo
nell'industria profumiera;
ad interessare i parlamentari europei
eletti nei collegi dell'Italia meridionale affinché intraprendano tutte le
iniziative atte a contrastare la proposta giacente presso l'Unione Europea
avente ad oggetto la messa al bando o la limitazione dell'uso delle essenze
naturali;
a costituirsi in giudizio contro chi
diffonde notizie allarmanti sulle qualità organolettiche e chimiche
dell'essenza di bergamotto”.