IX^ LEGISLATURA
RESOCONTO
INTEGRALE
__________
52.
SEDUTA DI LUNEDI’ 12 NOVEMBRE 2012
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FRANCESCO TALARICO E DEL VICEPRESIDENTE
ALESSANDRO NICOLÒ
La seduta è aperta. Si dia lettura del verbale della seduta precedente.
Legge il verbale della seduta precedente.
(E’ approvato)
Legge le comunicazioni.
(Sono riportate in allegato)
Legge le interrogazioni e la mozione presentate alla Presidenza.
(Sono
riportate in allegato)
Ha chiesto di
parlare l’onorevole Dattolo. Ne ha facoltà.
Signor
Presidente, come concordato in Conferenza
dei capigruppo, propongo di inserire all’ordine del giorno una proposta
di legge relativa alla modifica dell’articolo 65 della legge urbanistica
della Regione Calabria. E’ stata approvata alla unanimità in Commissione e,
considerato che è stata accolta dalla Conferenza dei capigruppo, chiedo la
possibilità di inserirla nella discussione odierna.
Onorevole Dattolo,
questo è oggetto della Conferenza dei capigruppo e c’è stato l’accordo di tutti
i capigruppo per una modifica alla legge urbanistica. Sarà inserita, quindi,
all’ordine del giorno del Consiglio regionale. Pongo in votazione la richiesta
di inserimento proposta dall’onorevole Dattolo.
(Il Consiglio approva)
Un altro punto
che
Ha chiesto di
parlare l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.
Presidente, la
ringrazio. Intervengo per chiedere l’inserimento all’ordine del giorno di una
proposta di legge inerente una modifica, che si rende necessaria per un errore
di recepimento in sede di coordinamento formale, di un emendamento all’articolo
10 della legge regionale numero 13, sull’emersione del lavoro nero, che abbiamo
approvato qualche mese fa. Ne avevo già chiesto, la volta scorsa, l’inserimento
e credo che agli atti della Presidenza ci sia l’emendamento come formulato. Si
tratta di un emendamento approvato alla unanimità. Per un refuso in sede di
trascrizione ci sono degli errori che sarebbe bene correggere affinché sia
aderente allo spirito della legge che abbiamo approvato.
Prima di porre in
votazione la sua richiesta, però, verifichiamolo con gli uffici. Subito dopo la
poniamo in votazione. Se si avvicina con l’emendamento, così possiamo procedere
alla verifica per poi procedere con l’inserimento.
Possiamo iniziare
la seduta con il primo punto: le
interrogazioni a risposta immediata.
Si passa alla interrogazione a risposta immediata
numero 264 del 29 giugno
(Interruzione)
Se arriva nell’ora dedicata al question time ,
la possiamo trattare, altrimenti da Regolamento non può essere trattata. La
possiamo posdatare di qualche minuto, altrimenti sarà decaduta. Sono le 14,57
adesso e alle 16,00 il question time
sarà concluso.
Presidente, le chiedo scusa, per richiamare un ordine del giorno: lo facciamo adesso oppure dopo?
Lo facciamo dopo.
Si passa alla interrogazione a risposta immediata numero 265 del 29
giugno
a seguito di uno stato di
agitazione dei lavoratori della società Tec Veolia, che gestisce l'impianto termovalorizzatore di Gioia
Tauro, ancora una volta si assiste ad un blocco del
ciclo di smaltimento dei rifiuti su tutta l'area della Piana;
la problematica Veolia investe sotto diversi aspetti la nostra regione e
nello specifico la società ritiene di abbandonare la gestione dell'impianto per
delle rivendicazioni legati a presunti crediti vantati (100 milioni di euro) a
cui si accompagnano le presunte perdite riscontrate che sarebbero pari a 7
milioni di euro nel 2009 e 10 milioni di euro nel 2010. Il tutto con
conseguenze sullo stato di occupazione delle maestranze attualmente in stato di
agitazione;
ormai periodicamente l'area in
questione vive situazioni allarmanti sotto il profilo ambientale e sanitario le
cui causali sono molteplici, ora legate al suddetto impianto, ora riconducibili
alla protesta dei lavoratori di Piana Ambiente;
in questo quadro desolante
l'attuale blocco dell'impianto termovalorizzatore sta creando disagi e,
nonostante le rassicurazioni fornite dal Commissario per l'emergenza ambientale
ai lavoratori in stato di agitazione sulla salvaguardia dei livelli
occupazionali, la situazione rimane critica come denunciato da alcuni sindaci e
amministratori della Piana;
emerge ancora una volta la
fragilità del sistema in un contesto che potrebbe diventare grave se la
raccolta non dovesse ripartire in tempi brevissimi, come già verificatosi nei
mesi scorsi per situazioni analoghe -:
anche attraverso un rapporto da
assumere dallo stesso Commissario per l'emergenza ambientale, lo stato attuale
sulla gestione del termovalorizzatore, le criticità esistenti e Se soluzioni
individuate per il superamento delle stesse;
se conseguentemente, nonostante
le rassicurazioni del Commissario per l'emergenza ambientale, sussista il reale
pericolo di una cessazione, sia pur provvisoria, dell’attività dell'impianto a
seguito delle decisioni della società Veolia;
se da parte del Commissario per
l'emergenza ambientale siano stati adottati dei piani alternativi per la
raccolta e io smaltimento dei rifiuti ogniqualvolta si verifica il blocco
dell'impianto e quali iniziative, in ogni caso, sono state intraprese per
rispondere con urgenza alla difficile situazione ambientale e sanitaria che i
comuni della piana di Gioia Tauro stanno vivendo in
questi giorni;
se, alla luce della conclusione
della gestione commissariale prevista per la fine dell'anno, quali azioni
l'Ente regione stia ponendo in essere per il rientro alla gestione ordinaria e
in che mondo intenda programmare una pianificazione complessiva sull'intero
territorio regionale del ciclo di gestione dei rifiuti che garantisca una
efficace operatività al momento della cessazione della fase emergenziale”.
Prego, onorevole
Giordano.
Presidente,
questa interrogazione è stata presentata il 29 giugno ed è stata una
anticipazione rispetto alla criticità che ora è diventata quasi irreversibile,
quindi, un crollo del sistema dell’ambiente calabrese, del sistema
rifiuti in Calabria. Poiché, in questi giorni,
gli organi di stampa si sono dedicati a questo tema,
Prego, assessore Pugliano.
Presidente,
credo che, nonostante questa interrogazione sia retrodatata, i temi trattati
sono attuali. So che non soddisferò le domande molto ampie e generali dell’onorevole Giordano ma credo di poter dire che,
rispetto alla situazione attuale, che vedrà, il 23 di questo mese, lasciare gli
impianti del sistema Calabria Sud da parte di Veolia nelle mani del commissario
delegato al superamento dell’emergenza sui rifiuti, nel frattempo, si è
attivato per una manifestazione di interesse i cui termini scadevano proprio
oggi per cercare di individuare un soggetto gestore che possa prendere in mano
la gestione di questo pacchetto di impianti del Sistema Calabria Sud o, in alternativa, i singoli impianti dello stesso
sistema. C’è da dire che sapremo oggi, o al massimo domani, quali proposte,
quali domande siano pervenute a questa manifestazione di interesse. Certo è che
Prego, onorevole
Giordano.
Grazie, Presidente,
per una replica breve. Quella dell’assessore, purtroppo,
è una non risposta e glielo dico senza il furore che
la replica meriterebbe rispetto alla enormità del problema. Non è accettabile che
si dica che oggi o domani ci sarà qualche segnale rispetto ad una
manifestazione di interesse. Abbiamo interrogato
Onorevole
Giordano, ha solo un minuto.
Francamente non so dove può
andare
E’ stata presentata la interrogazione
a risposta immediata numero 284 del 14 settembre
nel comune di Campo
Calabro, all'interno della zona industriale gestita dall'ASI, è stata
realizzato un impianto per la produzione di bitume e altri conglomerati
asfaltici, di proprietà della Gioiabit srl e gestito
dalla stessa;
tale impianto, allocato
a breve distanza dal centro abitato, per le sue caratteristiche presenta un
forte rischio di inquinamento causato dalla particolare insalubrità del ciclo
produttivo del bitume oltre che problemi di ordine ambientale per il transito
continuo di mezzi pesanti;
in via generale un
impianto per la produzione di conglomerati bituminosi, definito dalla normativa
vigente come industria insalubre, provoca l'emissione nell'aria di inquinanti che derivano dai processi
di combustione dei bruciatori, dalla lavorazione degli inerti, dal
riscaldamento del bitume e dai mezzi per la movimentazione e il trasporto, con
l'esposizione dei lavoratori e delle popolazioni a rischi per la presenza di
agenti chimici pericolosi, tossici e cancerogeni, rumore, vibrazioni e altro;
i principali inquinanti,
come dimostrano studi del settore, sono i materiali particellari (polveri
sottili), i composti organici volatili (idrocarburi policiclici aromatici, IPA,
e le aldeidi) gli ossidi di azoto, di zolfo, di carbonio, gli oli diatermici;
l'Unione Europea, a
dimostrazione della particolare pericolosità delle sostanze legate a tale ciclo
produttivo, specifica che non vi sia una soglia identificabile al di sotto
della quale le suddette sostanze non comportano un rischio per la salute umana
-:
se i vari enti
competenti al rilascio delle autorizzazioni abbiano tenuto conto, visto il
potenziale rischio di cancerogenicità dell'impianto, della collocazione
particolare del sito che si trova in prossimità di un centro abitato e di
alcuni istituti scolastici operando, sia pur all'interno di una zona
industriale, accanto a stabilimenti del settore alimentare;
se gli enti adibiti ai
controlli, in particolare di competenza regionale come l'Arpacal
o l'ASP, abbiano effettuato i relativi i controlli periodici previsti dalla
normativa sui valori delle emissioni e sul rispetto delle norme di prevenzione
e di sicurezza e quali sono stati i risultati acquisiti;
se non si ritenga
opportuno, alla luce delle preoccupazioni manifestate dalla comunità locale,
attivare gli enti regionali competenti perché procedano ad un controllo
straordinario e integrale sull'impianto al fine di verificare la compatibilità
ambientale e sanitaria dello stesso alle norme vigenti”.
Prego, onorevole Giordano. Volevo pregare di stare nei
tempi stabiliti: 3 minuti, 2 minuti e 1 minuto.
Presidente, sarò velocissimo.
Anche questa
interrogazione è stata presentata qualche mese fa e riguarda un impianto di
produzione di bitumi che è in corso di realizzazione nel Comune di Campo Calabro.
Questo impianto è nella
zona industriale, a ridosso dell’abitato. Voglio ricordare all’Aula che questi
impianti per norma sono definiti come impianti ed industrie insalubri. Quindi
solo la qualifica e la classificazione di “impianto insalubre” dovrebbe
escludere categoricamente la vicinanza a ridosso di un centro abitato. Parliamo
di qualche metro rispetto al centro abitato, pochi metri rispetto ad impianti
sportivi, pochi metri rispetto alle scuole del comune di Campo Calabro.
Queste sono le
condizioni che, tra l’altro, sono state già denunciate dalla popolazione di
quel centro e dall’amministrazione comunale.
Voglio ricordare tutti
gli inquinanti che vengono generati dal processo di lavorazione, tutte le
polveri sottili, i composti organici volatili, ossidi di azoto, di zolfo, di
carbonio ed altri oli.
Già l’Unione europea, rispetto a queste
industrie insalubri, ha dei protocolli rigorosissimi che escluderebbero
l’insediamento in luoghi sensibili come quelli di un centro abitato e di luoghi
frequentati da una straordinaria massa di popolazione.
Vogliamo,
quindi, sapere intanto qual è l’iter autorizzativo
rispetto agli enti competenti e rispetto alla competenza della Regione. Se gli
enti adibiti ai controlli, in particolare quelli di competenza regionale come
le Arpacal o le Asp, abbiano effettuato i relativi
controlli periodici, previsti dalla normativa, sui valori delle emissioni e sul
rispetto delle norme di prevenzione e sicurezza. E rispetto alla preoccupazione espressa
dalla comunità locale ed anche in maniera diffusa da altri vari organismi,
quali iniziative
Prego, assessore Pugliano.
Credo che lo strumento question time
stia ricevendo un uso improprio perché a
cominciare da questa interrogazione, ma anche quella precedente assegna responsabilità alla Regione
Calabria per competenze non proprie.
Dovrebbe sapere, l’onorevole Giordano, che nella fattispecie
l’autorità competente al rilascio dell’autorizzazione è l’Ente Provincia; nella
fattispecie
In data 1 luglio la
società ha fatto richiesta, alla stessa Provincia di Reggio
Calabria, di proroga rispetto all’autorizzazione provvisoria e allo
stato, almeno a due settimane fa, dalle notizie che abbiamo cercato di
attingere,
Allo stato, quindi, mi
risulti che non è in attività l’impianto, ma credo che sia da interrogare
Prego, onorevole Giordano.
Presidente,
sono perplesso rispetto alla parte finale delle conclusioni dell’assessore a cui riconosco sempre puntualità e garbo.
Se non sono
le interrogazioni a risposta immediata lo strumento per chiarire le
problematiche di questa Regione non capisco quale possa essere.
Ancorché
altri enti concorrano alle autorizzazioni e
Un primo chiarimento lei l’ha dato
affermando che l’impianto è inattivo e mi auguro che tale rimanga.
Le chiedo, anche, se l’istituto delle
interrogazioni a risposta immediata non preveda una controreplica, rispetto
alla parte di risposta relativa alla riconversione del sistema produttivo. Lì,
caro assessore, ci vuole intanto una nuova conferenza dei servizi; cioè, questa
procedura dovrebbe ripartire da zero. A questo punto le faccio un appello
affinché, attraverso l’Arpacal, le Asp e tutti i
poteri che
Chiedo che ci sia il massimo rigore perché
certamente non è né coerente né compatibile con un centro abitato. Vi chiedo,
quindi, un ulteriore e rigoroso controllo e di seguire la vicenda attraverso l’Arpacal e le Asp.
E’ stata presentata Interrogazione a
risposta immediata numero 287 del 27 settembre
L’onorevole
Talarico Domenico, è assente.
E’ stata presentata Interrogazione a
risposta immediata numero 288 del 2 ottobre
con
DDG n. 11422 del 9.08.2012 del Dipartimento Tutela della Salute e Politiche
Sanitarie della Regione Calabria è stata istituita una tecnostruttura presso lo
stesso Dipartimento per far confluire tutti coloro che, alle dipendenze del
citato Dipartimento, si occupano di flussi informativi, con particolare
riferimento a quelli previsti dal NSIS (Nuovo Sistema Informativo Sanitario);
a
seguito di tale delibera, l’U.O. Centro Elaborazione Dati di Reggio Calabria e
stato chiuso ed è stato disposto il trasferimento a Catanzaro delle
attrezzature hardware e software e del personale;
l’U.O.
Centro Elaborazione Dati di Reggio Calabria, struttura di smistamento,
archiviazione ed elaborazione dati, ha operato in modo efficiente ed efficace a
beneficio dell’intera regione, rendendo possibile il recupero di una media di
sei milioni di euro l'anno, con il trattamento dei soli dati afferenti alla
mobilità sanitaria interregionale;
l’attività
di trattamento ed elaborazione dati sanitari svolta dal CED non necessita di
una concentrazione territoriale dell’ufficio, cui compete solo il compito di
rendere intelligibili i dati afferenti;
il
trasferimento del CED da Reggio Calabria a Catanzaro comporta un grave disagio
economico e sociale per i dipendenti e le loro famiglie, oltre che un ulteriore
depaupero per la città di Reggio -:
se,
e quali provvedimenti intende adottare per ripristinare l’U.O. Centro
Elaborazione Dati a Reggio Calabria, con il conseguente ritrasferimento
nella detta città delle attrezzature hardware e software e del personale.”
Prego,
onorevole Nucera.
Presidente,
voglio esporre l’interrogazione perchè abbastanza importante. C’è stato un decreto del direttore generale del dipartimento della salute e delle
politiche sanitarie, il numero 11422 del 9 agosto 2012 che ha istituito una
tecno-struttura presso il dipartimento sanità per far confluire tutti coloro
che alle dipendenze del citato dipartimento si occupano di flussi informativi
con particolare riferimento a quelli previsti dai Nsis,
cioè il Nuovo Sistema
Informativo Sanitario.
Ovviamente, l’istituzione di questo centro a Catanzaro implica non solo il trasferimento
di attrezzature, hardware, software a Catanzaro, ma anche le conseguenti applicazioni che lo stesso
provvedimento impone, cioè il trasferimento del personale che da oltre 40 anni,
cioè dal tempo dell’istituzione regionale, era concentrato in un ufficio, in
una unità operativa che era al Centro di elaborazione dati di Reggio Calabria.
E’ una struttura di smistamento, archiviazione ed elaborazione dati che opera
in maniera efficiente ed efficace a beneficio dell’intera Regione consentendo
anche il recupero in media di 6 milioni di euro l’anno solo per il trattamento
dei dati afferenti alla modalità sanitaria interregionale e parliamo di 6 milioni di
euro l’anno.
Ciò significa una struttura che
effettuava, effettivamente, un controllo sulla spesa sanitaria.
Nessuno mette in dubbio che lo stesso lavoro può essere fatto anche a Catanzaro, ma premesso che in questa
struttura i 17-18 dipendenti sono tutti di Reggio Calabria, dove hanno famiglia
e dove vivono, e da Reggio Calabria per 40 anni hanno controllato il sistema
operativo, ci chiediamo come mai questa decisione così improvvisa di chiudere e
bloccare un servizio così efficiente ed utile per
Cioè
spostamento per il personale, nuovo adattamento di sistema, aggiornamento di
dati ecc., con una professionalità già
formata, come dicevo, di un gruppo di persone che effettivamente ormai da
parecchi anni operava in questa struttura.
Non voglio
addentrarmi fra “pettegolezzi di corridoio”, ma sembra che dietro questa
decisione di ci sia il non gradito controllo che questa struttura in via
informatica effettua su alcune prestazioni che vengono fatte dalle strutture
specialistiche sanitarie e non sanitarie e che rientrano nei compiti funzionali
di un dipartimento importante e serio che deve essere controllato quale,
appunto, quello della spesa sanitaria regionale.
I controlli non sempre hanno fortuna.
Chiedo, all’assessore competente, nella fattispecie, non essendo presente
l’assessore, alla gentilissima dottoressa Stasi se c’è una volontà di
recuperare questo torto che è stato effettuato, non tanto e non solo per un
fatto campanilistico per la città di Reggio Calabria, ma anche e soprattutto
per i dipendenti che si dovranno sobbarcare l’onere di essere trasferiti a
Catanzaro. Se può essere revocato questo decreto e quali provvedimenti
La parola alla Vicepresidente Stasi.
Grazie, onorevole
Nucera, perché con questa
interrogazione ci dà, anche, la possibilità di
fare un chiarimento. Su quanto da lei esposto è stato interrogato il dipartimento
alla salute e il dirigente generale, dottor Orlando, il quale, come lei diceva,
ha emanato un decreto dirigenziale il 9 agosto 2012 per istituire questa
tecno-struttura.
Intanto, ci è stato chiarito che non c’è
alcuna correlazione tra l’istituzione della tecno-struttura e quello che apparentemente sembra il
processo in itinere di
riorganizzazione del Ced.
Questo lo dico perché, in effetti, tutto
quello che sarà la riorganizzazione generale, sicuramente, riguarda in modo
particolare il concetto dei flussi informativi, ma in effetti il principio che
ha regolamentato, che ha voluto soprattutto l’istituzione e la realizzazione
della tecnostruttura è un percorso un po’ più ampio rispetto a quello del
semplice Ced.
Intanto, al momento, non c’è alcuna
disposizione di chiusura del Ced ed è tutto fermo.
Però, è vero che c’è la volontà di concentrare, all’interno del dipartimento, i
compiti che in questo momento sta svolgendo il Ced.
Questo perché, ripeto, in effetti è nata la
necessità di migliorare assolutamente quelli che sono i flussi informativi e di
concentrare all’interno del dipartimento questo lavoro che, ovviamente, va,
anche, nella direzione di esser compatibile con quella che è stata la delibera
della Giunta regionale, la 727 del 9 novembre 2010 che, in qualche modo,
assegna alle sedi centrali, sulla base di un piano di accorpamento e di quelle
periferiche, dovrà in qualche modo non essere inferiore all’80 per cento del
totale dei dipendenti.
Comunque, c’è questa azione della Giunta
regionale di accorpare le sedi periferiche.
Ovviamente, in questo percorso sono due le
considerazioni che il dipartimento ha fatto. Il primo sicuramente nel tener
presente – come diceva lei onorevole Nucera – l’appartenenza ad un’area
territoriale ben precisa di questi dipendenti. Saranno considerate le
peculiarità e quindi l’appartenenza a questo territorio e sicuramente saranno valutate
le esigenze di questo personale che, probabilmente, resterà proprio all’interno
dell’area di Reggio Calabria.
Non dovranno essere vanificate le esperienze
e soprattutto la capacità tecnica raccolta in questi anni. Quindi alcuni di
questi referenti saranno utilizzati determinate giornate alla settimana
all’interno del dipartimento, all’interno di questa nuova struttura per il
raccordo dei flussi informativi che sarà ovviamente una struttura molto
importante proprio per quello che lei diceva, perché i flussi informativi
regolamentano e controllano anche soprattutto la mobilità sanitaria su cui
questa Giunta regionale, il commissario Scopelliti, in modo
particolare, ha accentuato un controllo in questo ultimo anno in modo
particolare.
Dai controlli è venuto fuori che in effetti
moltissimi di queste richieste di mobilità sanitaria, di questi rimborsi
venivano fatti anche in modo superficiale e quindi un lavoro attento ci ha
fatto evidenziare che, comunque, possono essere risparmiate delle risorse.
Quindi oltre ai 6 milioni cui accennava lei,
onorevole Nucera, probabilmente quest’anno questo importo salirà o forse
addirittura si raddoppierà.
Ne approfitto per rispondere a quella che
era stata una “polemica” nata con l’onorevole Giordano la volta scorsa sui dati
della mobilità sanitaria che, voglio ribadire in questa sede, sono diminuiti
nettamente rispetto al 2010. I dati del 2011 sono decisamente inferiori al 2010
soprattutto relativamente al numero dei ricoveri.
Nel 2011 abbiamo 3 mila ricoveri in meno e
grazie proprio al lavoro fatto dalla struttura di controllo della mobilità
sanitaria, probabilmente, avremo dei risultati ancora più straordinari, il
lavoro si completerà entro fine anno, perché molti di questi ricoveri sono
risultati inappropriati. Pertanto i controlli ci hanno fatto risparmiare,
decisamente, delle risorse in più per l’anno in corso. Grazie.
Prego, onorevole Nucera.
Presidente, per rispondere che c’è chi vede il bicchiere mezzo pieno e c’è chi lo vede mezzo vuoto.
Dovrei considerarmi soddisfatto, ma
non è proprio così, dottoressa. Ci sono due elementi che mi spingono a non
esser contento della risposta. Il primo elemento è che dire che è tutto fermo
in questo momento non realizza una piena tranquillità, intanto per i lavoratori e poi per quel che accadrà dopo, perché la
domanda è dopo.
La
soddisfazione nasce dal dato che il dipartimento,
Per cui a me sembra strano che un ufficio
che funziona, che è attivo, che ha delle professionalità e che lavora al passo
con la tecnologia mondiale venga smantellato e mandato altrove. Cioè io corro,
sono in piena corsa, sto per tagliare il traguardo e qualcuno mi dice “no,
fermati perché dobbiamo ripetere la corsa”.
E’ una cosa che oggettivamente non capisco.
Insisto nel dire che la soluzione migliore sarebbe quella di lasciare l’ufficio
così dove è, anzi di potenziarlo nelle sue unità di personale ed andare ad
effettuare controlli laddove i controlli necessitano, affinché la regione ne
possa trarre beneficio. Non tanto
Avevamo
posdatato l’interrogazione a risposta immediata numero 264 del 29 giugno
il
Comitato WWF del Medio-Alto Tirreno cosentino ha
segnalato alle competenti autorità (Soprintendente per i Beni Paesaggistici per
detta
scogliera è ricompresa nel Parco marino della Riviera dei Cedri ed assoggettata
a vincolo paesaggistico;
in
tale segnalazione sono contenute precise informazioni ed immagini
inequivocabili sull'opera di cementificazione della punta del promontorio della
Zilletta;
detto
promontorio è classificato ad alto rischio idrogeologico ed è attraversato per
giunta da una galleria ferroviaria, che ne rende ancora più precaria la
stabilità geomorfologica;
sulla
roccia prospiciente il mare dello stesso promontorio, da circa un mese si sta
lavorando alla costruzione di una scala, che, con ogni evidenza, reca oltraggio
al paesaggio ed all'ambiente circostante;
per
tali lavori il Sindaco della cittadina tirrenica afferma di non aver ricevuto
alcuna richiesta di inizio lavori né alcun progetto;
nonostante
le ripetute sollecitazioni del WWF, né l’Amministrazione comunale di Bonifati, né
tali
casi di abusivismo e di stravolgimento dell'assetto paesaggistico costituiscono
esempi di una più generale condizione di illegalità riscontrabile nei processi
di edificazione sulle nostre coste;
a
tal riguardo, risulta straordinariamente eloquente l’ultimo rapporto di
Legambiente denominato Mare Monstrum, nel quale
secondo
lo stesso rapporto, sarebbero quattrocentoventuno le infrazioni alle normative
edilizie e paesaggistiche accertate in Calabria solo nel 2011 (il 13,3% del totale
nazionale), con 432 provvedimenti tra denunce e arresti e 132 sequestri;
nello
stesso documento, viene preso in considerazione il fenomeno delle cosiddette
“case fantasma” (Immobili non accatastati) nelle città costiere in cui i casi
di abusivismo edilizio sono più numerosi;
a
tal proposito, al secondo posto dopo Napoli si collocherebbe la città di Reggio
Calabria, con 6.237 immobili non accatastati;
non
potrà esserci una politica efficace per il settore turistico senza affrontare
seriamente la piaga dell'abusivismo e della cementificazione delle nostre
coste;
quali concrete iniziative, di tipo conoscitivo ed interdittivo,
si intendono assumere riguardo ai casi di abuso e di modificazione dell'assetto
paesaggistico-ambientale in località S. Maria nel
Comune di Bonifati (CS);
se non sia il caso di assumere come prioritaria la lotta all’abusivismo
ed alla cementificazione selvaggia sulle nostre coste, nel quadro delle
politiche di sostegno e di rilancio dell'economia turistica regionale e di
tutela del territorio”.
Prego, onorevole Talarico.
Presidente,
si tratta di una interrogazione relativa ad abusi edilizi, o presunti tali,
chiediamo all’assessore Pugliano
e al Presidente della Giunta di verificare la reale concretezza di questi
lavori.
Premetto
che l’interrogazione risale al 29 giugno 2012 e sono passati cinque mesi. A
volte la tempestività e l’informazione richiede tempi che, purtroppo, non
vengono rispettati. Si tratta, ripeto, di una interrogazione relativa ad una
segnalazione che l’associazione Wwf ha inoltrato alle competenti autorità
perché, all’epoca della denuncia, si stavano commettendo abusi sulla scogliera
di Santa Maria in località Zilletta del comune di Bonifati.
Da tale
segnalazione emergeva che era in atto una cementificazione, o comunque dei
lavori, su questa scogliera tale da pregiudicare il promontorio della Zilletta.
Questa
interrogazione nasce anche a seguito di un rapporto di Legambiente di qualche mese
fa che denunciava 421 infrazioni alle normative edilizie e paesaggistiche in
Calabria solo nel 2011 con 432 provvedimenti tra denunce, arresti e 132
sequestri.
Dati
allarmanti, molto gravi, che ci consegnano una realtà complessa che richiede
interventi urgenti soprattutto da parte della Regione.
Assessore,
le chiedo quali iniziative di tipo conoscitivo ed interdittivo
si intendano assumere riguardo al caso di specie di Santa Maria in Zilletta del comune di Bonifati
e, più in generale, per tutelare il paesaggio della nostra regione e se non sia
il caso di assumere come una battaglia prioritaria la lotta all’abusivismo
edilizio da parte della Regione Calabria.
Questo è il
senso dell’interrogazione che richiedeva un intervento immediato se dopo la
denuncia del Wwf fossero stati riscontrati fatti concreti. Fermo restando che
nel caso di specie forse non siamo più in tempo per intervenire, rimane aperta
la domanda sulla tutela più in generale del paesaggio e dell’ambiente nella
nostra regione e quali iniziative intendiate prendere per i prossimi mesi.
Grazie.
Prego,
assessore Pugliano.
Presidente,
con grande simpatia devo confermare all’onorevole Talarico che lo strumento
delle interrogazioni a risposta immediata di tanto in tanto si utilizza in
maniera impropria.
Anche in
questa fattispecie non si dovrebbe chiedere alla Regione, in particolare
all’assessore all’ambiente – dovrò anche espropriare il ruolo e la funzione del
collega Aiello -, l’onorevole Talarico sa meglio di
me - anche lui proviene da altre esperienze amministrative - che la
responsabilità del controllo del territorio è demandata al Comune.
Devo
rilevare una certa incongruenza nell’interrogazione in quanto il consigliere
Talarico nelle premesse dice che il sindaco non ha ricevuto alcuna richiesta o
progetto. Ebbene, mi meraviglia che il sindaco venga interrogato e risponda:
“non ho ricevuto alcuna richiesta, alcun progetto” e non intervenga, come è sua responsabilità,
facendo una verifica, un sopralluogo, sospendendo i lavori - se è vero che non
ha ricevuto richiesta o progetto - ed eventualmente procedendo al sequestro.
Così come
sa l’onorevole Talarico che la responsabilità dell’autorizzazione paesaggistica è demandata alla responsabilità
della Provincia. Ma volendo espropriare le funzioni dell’assessore Aiello - perché attiene all’urbanistica e non all’ambiente
–, devo dire che nella politica di contrasto agli abusi l’assessorato
urbanistica ha già realizzato una mappatura di 5 mila potenziali eco-mostri in
Calabria ed ha chiesto a tutti i sindaci della Calabria di confermare o negare
quali siano realmente abusivi per attivare tutte le azioni e tutti gli
interventi per le relative demolizioni.
Prego, onorevole Talarico.
Sono assolutamente insoddisfatto a
differenza di altre circostanze simili. Mi stupisce la meraviglia
dell’assessore.
Se un Assessore all’ambiente o
all’urbanistica viene a conoscenza di un presunto abuso che si sta consumando
su un territorio calabrese, ed in particolare su un’area di particolarissimo
pregio ambientale, quanto meno dovrebbe indignarsi e non dare una risposta di
tipo burocratico, fare uno scaricabarile sulle competenze.
Sappiamo bene che la tutela in primis del paesaggio e del territorio
è in capo ai sindaci, poi alla Provincia, poi alle Sovrintendenze e tutto il
resto.
Ma, vivaddio, se
Mi consenta, assessore Pugliano,
un Assessore all’urbanistica non chiede ai sindaci di confermare o meno gli
abusi edilizi. Non si può limitare ad una risposta di questo tipo, a catalogare
gli abusi. C’è già una catalogazione che ha un fondamento scientifico e proviene
non solo da associazioni, ma anche da istituti e soggetti riconosciuti
istituzionalmente.
Mi aspetterei che davvero si affrontasse in
maniera bipartisan la questione di peso e non si facessero altre cose che
invece si stanno facendo. Perché questo atteggiamento di indifferenza, questo
scarica barile, questa visione burocratica del territorio fa il paio, ad
esempio, con la legge sulla casa - ma questa è un’altra questione che riguarda
altri punti all’ordine del giorno.
Mi ritengo insoddisfatto per il tono di
natura culturale e se volete anche morale rispetto a questo tipo di scempi e a
questa aggressione del territorio, piuttosto che per le competenze specifiche.
Non ho motivo di dubitare delle cose che ha detto l’assessore Pugliano per quanto riguarda le competenze, ma io sarei più
aggressivo nell’affrontare il problema degli scempi urbanistici, della tutela
del territorio.
Forse il sottosegretario Torchia in queste
settimane ci potrebbe suggerire ben altre iniziative rispetto al terremoto o ad
altre calamità naturali, probabilmente se avessimo più cura del nostro
territorio potremmo limitare molto i danni.
Questo non significa che lei, assessore Pugliano, abbia responsabilità specifiche, me ne guarderei
bene, non è questo il punto. Grazie.
Onorevole Aiello,
non è possibile intervenire, risponde l’assessore cui l’interrogazione si
rivolge.
Si passa alla interrogazione a
risposta immediata numero 289 del 2 ottobre
con
Decreto del Presidente della Giunta regionale (nella qualità di Commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dal disavanzo del settore
sanitario della Regione Calabria, nominato con delibera del Consiglio dei
Ministri del 30 luglio 2010) numero 155 del 7 agosto 2012 sono stati
determinati i tetti di spesa per le prestazioni di assistenza termale per
l'anno 2012;
in
detto decreto il tetto di spesa per l'anno 2012 per lo Stabilimento Termale
"Fonti Sant'Elia" di Galatro è stato
determinato in € 621.875,00 accorpando, tra l'altro, il ticket al budget;
successivamente,
con decreto del Presidente della Giunta Regionale numero 166 del 20 settembre
2012 è stato modificato il decreto numero 155 e rideterminati i tetti di spesa,
abbassando il budget per lo Stabilimento Termale "Fonti Sant'Elia" di
Galatro ad € 520.990,00;
la
determinazione dei tetti di spesa per le prestazioni di assistenza termale per
l'anno 2012 per come prevista dai succitati Decreti del Presidente della Giunta
regionale avvantaggia alcuni stabilimenti a sfavore di altri;
la
presenza degli utenti alle terme "Sant'Elia" di Galatro
è programmata per tutta la stagione termale (marzo - dicembre) e non
concentrata, esclusivamente, nel periodo estivo, per cui l'andamento della
produzione, pur registrando un incremento de 30% nel mese di agosto, risulta
costante nei restanti periodi;
a
seguito della riduzione di budget prevista dal decreto del Presidente della
Giunta Regionale numero 166 del 20 settembre 2012 la società Terme Service srl
non potrà garantire dal prossimo 10 ottobre la continuità assistenziale e di
prestazioni specialistiche agli utenti già prenotati per quel periodo, poiché
tale provvedimento inciderà profondamente sulla possibilità di continuare a
versare la mensilità ai propri dipendenti;
la
situazione sopra descritta comporta il licenziamento di 41 lavoratori, i quali
sono pronti a mettere in atto tutte le forme di protesta necessarie a porre
fine alla disuguaglianza di stanziamenti determinata dal citato Decreto:
se
e quali provvedimenti intende adottare per sopperire alla disuguaglianza di
stanziamenti determinata dal decreto del Presidente della Giunta regionale
numero 166 del 20 settembre 2012 e di conseguenza garantire, oltre che la
possibilità di prosecuzione delle cure agli utenti dello Stabilimento Termale
"Fonti Sant'Elia" di Galatro, soprattutto
il posto di lavoro ai dipendenti di dello stesso.”
Prego,
onorevole Nucera.
Signor Presidente, premesso che con decreto del Presidente della Giunta regionale del 7 agosto 2012 sono stati determinati i tetti di spesa per la prestazioni di assistenza termale. Un tetto di spesa di circa 6 milioni e rotti euro annui per l’intera Calabria, un budget ridotto e striminzito per il reale fabbisogno termale della regione.
La domanda, vivaddio, è estremamente
positiva - infatti sono molti che vengono anche da fuori Calabria per effettuare i bagni termali nelle nostre acque e negli stabilimenti con i fanghi terapeutici,
oltre che aerosol e via dicendo -, questo determina soprattutto una mobilità
attiva che è oro per le casse della Regione Calabria.
Notiamo che, da parte del dipartimento
sanità - dobbiamo dirlo a prescindere da quelli che sono gli impegni che il
nostro Commissario ad acta,
il presidente Scopelliti, pone in
essere nella sua azione -, vengono create delle discrepanze sostanziali.
La prima è che questo budget di 6
milioni di euro è statico e non aumenta
da diversi anni.
La seconda che dobbiamo rilevare è che nella
determinazione, e quindi nella ripartizione dei diversi stabilimenti termali,
del budget viene considerata anche la quota ticket pagata, per
cui gli stabilimenti termali sono chiamati a registrare per due volte un
mancato introito: la carenza del budget e il ticket che è la
somma che paga l’utente a prescindere dalla prestazione che viene effettuata
per la sanità.
Questo sul piano generale. Se poi andiamo
sul particolare quest’anno ne abbiamo visto delle belle - mi verrebbe da dire, se non fossi seduto
qui.
Mi soffermo in particolare su un esempio che
si è ripetuto in diversi stabilimenti termali ed è quello dello stabilimento
termale “Fonti di Sant’Elia di Galatro” cui erano
stati determinati con un decreto dell’agosto 2012, 621 mila euro accorpando –
come dicevo prima – sia il ticket che altro.
Successivamente, quindi dopo che erano stati
programmati i fondi, accertata la spesa e programmata la stagione termale sono
stati, con un ulteriore decreto del 20 settembre 2012, rimessi in discussione e
da 621 mila euro sono stati tolti 100 mila euro riducendoli a 520 mila euro.
Per capirci: io programmo una spesa di 10 e
poi mi dicono: “no, dopo che hai programmato, hai avviato la stagione e tutto
il resto, non hai 10 ma hai
Questo è stato fatto notare agli organi
competenti che hanno provveduto a modificare alcuni budget assegnati nel
contesto regionale. Ahimé! Hanno dato più soldi ai
forti, a quelli che hanno una vita media tranquilla e serena che garantiscono e
hanno programmato in virtù di ispezioni fatte successivamente, ed hanno invece
ridotto la spesa ad altri creando grave danno e pregiudizio, confusione sul
piano della programmazione e producendo una cattiva impressione sulla gestione
delle politiche termali del nostro territorio soprattutto in coloro che vengono
da fuori Calabria.
Questo Consiglio regionale ha approvato una
importantissima legge sulle politiche termali.
Abbiamo contributo tutti ad inserire nel
piano turistico il termalismo come fulcro fondamentale per la nostra zona. Non
capisco per quale strano motivo il Generale Pezzi - che è il tutto fare della sanità calabrese
-, insieme al dipartimento, insista nel non voler dare orientamenti
programmatici seri e soprattutto la certezza su come muoversi nella materia.
Questa - poco fa parlavo dei ticket
sanitari - è una delle materie attive e
virtuose per
Allora, alla gentilissima e garbatissima
dottoressa, Vicepresidente Stasi, che si fa carico ormai di responsabilità
forse non sue, chiedo se il prossimo anno possiamo aumentare il budget
per il termalismo in Calabria portandolo da
Chiedo, ancora, di scorporare il ticket
dalla sanità…
(Interruzione)
No, non sono un consigliere di minoranza,
Presidente.
Espongo un problema dei calabresi portandolo
in quest’Aula. Le interrogazioni a risposta immediata hanno la funzione di dar
luce ai problemi, laddove gli assessori sono distratti, perché il tecnicismo
della burocrazia li induce anche a commettere errori, e riportarli sulla giusta
strada.
Sono qui nella mia veste, non di consigliere
di opposizione, non è questo lo spirito, ma di consigliere di maggioranza che
vuol dare un contributo di chiarezza ai cittadini. Su queste domande si gioca
la credibilità di questo governo regionale e della nostra stessa maggioranza.
Prego, Vicepresidente Stasi.
Relativamente
al termalismo c’è stata una attenzione particolare da parte della Giunta e del Consiglio regionale nell’anno 2012. E’ proprio
sulla questione che citava l’onorevole Nucera è stato interrogato il dipartimento,
ma soprattutto l’Ufficio del Commissario ed il Sub-commissario
che rispondendo proprio alle interrogazioni a risposta immediata riferiscono
che la stima del budget 2012 è stata effettuata per ciascuna struttura
proiettando quello che era il potenziale, il fatturato di ogni struttura, fino
al 2012.
Il budget è stato calcolato in
proiezione rispetto a quello che era stato realizzato nei primi mesi dell’anno.
È una proiezione statistica dalla quale si
evinceva chiaramente che molte strutture non avrebbero raggiunto il budget
assegnato.
Tra l’altro, in modo particolare la
struttura che cita l’onorevole Nucera, sembra che nel 2011 non abbia raggiunto
il budget assegnato.
Il discorso dei ticket è a sé stante
perché sappiamo che proprio nel 2011 è intervenuta una norma, un chiarimento
direttamente dal Ministero della salute che precisa che il ticket è idealmente una partita di giro per le
strutture sanitarie private. Mentre prima veniva incassato, oggi le strutture
private, chiaramente, acquisiscono il ticket da parte degli utenti e
devono riversarlo alla Regione. Ovviamente, questo di solito viene fatto in
compensazione con quello che ricevono con il budget. E’ una novità del 2011,
è precisa ed è una norma che vale in tutta Italia non solo in Calabria.
L’auspicio per il
2013 è che ci si possa sedere, il dipartimento con tutti i fruitori e i
fornitori di questo servizio speciale che
Prego, onorevole
Nucera.
Presidente, mi considero ampiamente soddisfatto dei buoni propositi e con l’auspicio che nell’anno 2013 venga fatta una valutazione su ciò che effettivamente è stato effettuato nel 2012, non solo nella struttura oggetto dell’interrogazione di Santa Elia di Galatro, ma anche per tutte le strutture termali della Calabria.
Devo dire - sulla scorta delle sue
parole -, ancora una volta, che ho l’impressione che il dipartimento
sanità stenti a camminare. Il motivo è semplicissimo: come si può – e pongo una
domanda dottoressa ed al dipartimento – fare una programmazione e prevedere una
somma di spesa senza considerare che nel 2012 c’è una nuova gestione di uno
stabilimento rispetto al
È una programmazione fatta in maniera
approssimativa. Mi auguro per il futuro che questo non avvenga e che tutto si
possa sanare al più presto.
Confido nella capacità di questa Giunta a
sapersi organizzare e rilanciare costantemente. La risposta che l’assessore mi
dà guardando il futuro è ampiamente soddisfacente.
Siamo
alla Interrogazione a risposta immediata numero 290 del 3 ottobre
a
seguito del piano di dimensionamento scolastico e dei forti tagli operati dal
Governo nazionale, in Calabria il sistema scolastico ha subito una grave
battuta d'arresto con perdite di migliaia di posti di lavoro fra il personale precario;
se
anche per l'annualità in corso sono previsti da parte della Regione
l'attivazione di progetti finalizzati all'utilizzo di personale precario e, in
caso affermativo, se non sia il caso di aumentare le risorse finanziarie da
destinare ai progetti e di prevedere, contestualmente, modalità operative che
prevedano l'utilizzazione integrale dei precari; ciò al fine di rispondere in
maniera adeguata ai bisogni dei soggetti coinvolti;
ove,
al contrario, non siano stati previsti e definiti progetti regionali, se e
quali interventi, sulla falsariga di altre regioni, abbia programmato il
governo regionale per l'anno in corso a sostegno del personale precario della
scuola”.
Prego,
onorevole Censore.
Presidente,
ho presentato questa interrogazione, insieme al collega Guccione,
perché la questione dei precari nella sanità è un fatto che è stato molto dibattuto, anche
sulla stampa. Ci sono stati due ordini del giorno approvati alla unanimità in Consiglio,
ma, ancora oggi, non sappiamo effettivamente come stanno le cose.
Rispetto a questo siamo preoccupati perché ci sono 2
mila lavoratori i cui contratti andranno a scadere
fra qualche mese, alcuni dei quali sono già scaduti, e questa situazione ha
ripercussioni gravissime sui livelli essenziali di assistenza.
Se, malauguratamente, questi lavoratori
dovessero essere licenziati, interi presidi sarebbero costretti a chiudere e
questo significa che noi dovremmo dire ai calabresi che non c’è più la possibilità di curarsi.
Pertanto, noi ci siamo limitati a chiedere
quali sono i provvedimenti che si intendono adottare per risolvere il problema
e per dare, intanto, una risposta a questi lavoratori alcuni dei quali sono
vincitori di concorso ed operano nella sanità da 10-15 anni.
Oltre alla necessità di dare una risposta ai
lavoratori, vi è quella di salvaguardare i livelli essenziali di assistenza.
Per questo chiediamo – ritengo alla Vicepresidente Stasi – una risposta chiara
e netta rispetto al problema. Grazie.
L’onorevole Censore,
fa, in effetti, una disamina di quello che è uno stato di fatto, nel senso che
la preoccupazione che fa emergere è, sicuramente, una preoccupazione di questa Giunta regionale e di tutto il Consiglio regionale perché
i numeri che citava, in effetti, sono reali.
In questo momento, ci sono nella sanità calabrese 1097 contratti in scadenza al
31.12.2012 di personale a tempo determinato e a questo si aggiungono, poi,
tutte le altre forme di precariato che vorrei, tuttavia, specificare quali
sono.
Ci sono 1097 contratti a tempo determinato in scadenza, di cui 717
di personale non dirigenziale, 465 sanitari e 252 non sanitari; ed, inoltre,
380 unità di personale dirigenziale di cui 363 sono sanitari. Quindi, è un
numero molto elevato di figure sanitarie.
In
questo momento, come sapete, sta per essere definitivamente approvato il
decreto Balduzzi che consentirà una proroga dei
contratti a tempo determinato per il personale sanitario.
So che è prevista la presentazione di emendamenti e, pertanto, questo decreto
potrebbe avere delle evoluzioni e garantire, anche in modo tranquillo, la
possibilità di far confluire anche personale non sanitario.
Oltre
a questa tipologia di personale, ci sono altre tipologie di figure che sono
“precarie” nel senso che ci danno preoccupazione perché la loro mancata stabilizzazione e, soprattutto, il venir meno del loro lavoro, potrebbe veramente non consentire di
garantire i livelli essenziali di assistenza all’interno dei nostri ospedali.
In
particolare, parliamo delle figure che sono state stabilizzate in alcune Asp;
stabilizzazione di cui
Come
stiamo agendo? Sicuramente stiamo monitorando il problema, settimana per
settimana, anche se la maggior parte dei contratti scadranno per fine anno,
pertanto, per fine anno, sicuramente, avremo una conferma e, quindi, la possibilità di operare all’interno del decreto.
Nel
frattempo, proprio venerdì scorso, sono state allertate tutte le organizzazioni sindacali, ed il venerdì precedente
c’è stata un’ultima riunione in cui sono state aggiornate tutte le organizzazioni sindacali; quindi, possiamo dire che
il sistema, in questo momento, è monitorato.
Ovviamente, siamo
tranquilli nel senso che, comunque, abbiamo avvertito, anche a livello centrale, di questo problema importante per
Prego,
onorevole Censore.
Ringrazio
Si
passa all’interrogazione a risposta immediata numero 292 del 3 ottobre
risulta
che il conferimento dei rifiuti nelle discariche di Lamezia e Pianopoli, entrambe gestite dalla Daneco
Spa, sia attualmente sospeso;
in
particolare, si ha notizia dell'esistenza, all'esterno dei suddetti impianti,
di diversi camion provenienti dai Comuni del lametino e dalla città di Lamezia
Terme, contenenti materiali da sottoporre a smaltimento ed ai quali non viene
autorizzato il conferimento. Si è appreso altresì, che dalla giornata odierna i
rifiuti di alcuni Comuni della provincia di Cosenza, che prima conferivano alla
discarica di Alli, saranno trasferiti a quella di Pianopoli;
tale
situazione determina una evidente condizione di disagio per le popolazioni
interessate e per le condizioni igienico-sanitarie del territorio -:
quali
sono le motivazioni del rallentamento nelle operazioni di conferimento e
smaltimento;
se
ci sono ritardi, imputabili all'Ente Regionale o all'Ufficio del Commissario,
relativi ai pagamenti a favore della società Daneco,
o se tali ritardi sono da computare alla Società che gestisce l'impianto;
quali
sono le iniziative che s’intendono intraprendere per rimuovere tutti gli
ostacoli al fine dell'immediata ripresa del servizio presso gli impianti;
inoltre,
qual è lo stato dell'arte e quali sono i tempi che si prevedono per la
presentazione del Piano regionale per lo smaltimento dei rifiuti a cura del
Commissario per l'emergenza”.
Prego,
onorevole Magno.
Presidente, l’interrogazione è stata presentata il 3 ottobre in un momento cruciale in cui si è verificato un blocco dei conferimenti presso la discarica di Pianopoli, ubicata nella zona ex Sir di Lamezia Terme, dove queste discariche vengono gestite dalla Daneco Spa. Questo ha portato ad una serie di disagi all’interno della città e del comprensorio lametino.
Inoltre, in quel momento si paventava il blocco dei conferimenti nella discarica di Alli da parte dei comuni del comprensorio per cui c’era la necessità di capire cosa stava succedendo e cosa succede oggi all’interno di quella discarica.
So che l’Assessore
è persona sensibile ed attiva nel contesto di quella che è questo tipo di
attività. Pur non gestendo direttamente
E’ proprio
di stamattina, Assessore, la notizia che nei prossimi giorni la discarica verrà
nuovamente chiusa a causa del mancato pagamento alla Daneco
Spa da parte del commissario
regionale per l’emergenza di oltre 21 milioni di euro. Questo, chiaramente, porterà di nuovo ad una situazione
di disagio e creerà nel contesto di quel territorio una condizione anche di
grave emergenza dal punto di vista
sanitario.
Voglio,
allora, capire e penso che lo vorranno capire anche i colleghi consiglieri
regionali, perché si va avanti in questo stato di continuo disagio nel
trasferimento dei rifiuti presso la discarica, quali azioni sono state messe in
campo affinché i comuni possano pagare con puntualità anche quelli che sono i servizi
che offre in questo caso
Vorremmo
anche capire che fine ha fatto e perché non viene elaborato da parte del commissario anche un piano regionale dei
rifiuti affinché si capisca quali discariche sono aperte, quali bisogna ancora
aprire e come affrontare questa situazione di emergenza che, certamente, ci
porterà, nei mesi futuri, anche a condizioni di maggiore disagio.
Poiché so
che lei, Assessore, sta lavorando molto su questa problematica ed è in continuo
contatto con il commissario
Speranza, vorrei anche da lei una risposta a queste mie riflessioni. E vorrei
anche capire da lei se possiamo – e vado oltre l’interrogazione – anche in una
prossima seduta del Consiglio regionale, verificare qual è la situazione della
depurazione e dello smaltimento dei rifiuti all’interno della nostra Regione
per capire, proprio, come ci stiamo muovendo e a che punto siamo per quanto
riguarda le questioni che qui stamattina sono state poste in evidenza e che
riguardano lo stato dell’ambiente in Calabria. Grazie.
Prego,
assessore Pugliano.
Grazie
all’onorevole Magno, perché,
pur essendo questa interrogazione retrodatata, credo che sia ancora
molto attuale.
Devo
almeno per questo momento tranquillizzare l’onorevole
Magno perché è di un paio di ore fa la
notizia che già oggi pomeriggio
la discarica ha riaperto, dopo
l’intervento del presidente Scopelliti
che ha agevolato la liquidazione, da parte dell’ufficio del commissario, di alcune somme per onorare
gli impegni nei confronti della
società Daneco Spa.
Segnalava
l’onorevole Magno – ed è vero – che
Quindi,
secondo me, il Consiglio regionale dovrà assumersi la
responsabilità di indirizzare, entro determinati tempi, i comuni ad essere
ossequiosi e rispettosi dei doveri per ricevere la garanzia del servizio.
Abbiamo, pertanto, per il futuro la necessità di sostenere o lo
strumento dei poteri sostitutivi per i comuni inadempienti oppure il
riconoscimento del servizio per i comuni adempienti con ritardi nei confronti
di quelli inadempienti. Perché non c’è più Pantalone che paga, non c’è più
l’ufficio del commissario che riceve
finanziamenti dal Governo, ma dovendosi il sistema
autofinanziare c’è bisogno che ognuno faccia la propria parte e si assuma le
proprie responsabilità.
Prego, onorevole Magno.
Presidente,
ringrazio l’Assessore per aver capito qual era il
problema ed anche il presidente Scopelliti
per essersi adoperato affinché venisse erogata una parte dei soldi che
Questo è
importante in quanto consente di poter porre in essere al momento un’attività
regolare rispetto a quello che è il conferimento dei rifiuti nei prossimi
giorni.
Penso che la
disponibilità da parte dell’Assessore di tenere una prossima seduta del
Consiglio sulla questione ambientale debba essere sottolineata, a conferma
della correttezza e dell’impegno che mette all’interno di questo settore.
Grazie.
E’ conclusa
l’ora dedicata alle interrogazioni a risposta immediata. Le rimanenti saranno
trattate nella prossima seduta del
Consiglio regionale.
Possiamo procedere con l’ordine del giorno per
come stabilito, ma prima di procedere con l’ordine del giorno che era stato concordato in
Conferenza dei capigruppo bisogna discutere di due provvedimenti di cui il
primo riguarda la proroga che proponeva l’onorevole Dattolo,
che era la proroga della legge urbanistica per la scadenza dei piani
regolatori.
Onorevole Dattolo, ha facoltà di illustrarla.
Nella modifica che abbiamo fatto, dopo dieci
anni, alla legge urbanistica, l’articolo 65 era già stato modificato, nella proposta
in discussione rendiamo ancora più esplicito quello che riguarda la valenza dei
piani strutturali in essere, che erano scaduti il 19 giugno del 2012, viene
procrastinata la loro validità anche per adeguarli all’approvando Quadro
territoriale di riferimento regionale in discussione nella quarta Commissione,
la validità degli strumenti urbanistici in essere è prorogata al 19 giugno
Le ripeto, è un provvedimento che i Comuni, magari, aspettavano e che
in Commissione è stato approvato
all’unanimità.
Questo è un provvedimento già passato in
Commissione all’unanimità, oggi
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Un’altra decisione
che
Oggi proseguiamo
con l’abolizione del trattamento di fine mandato dei consiglieri regionali e,
con l’approvazione della proposta oggi in Aula, che è stata approvata
all’unanimità dai consiglieri regionali, non ci sarà più da subito il
trattamento di fine mandato per i consiglieri regionali. Questa è una decisione che abbiamo assunto all’unanimità in Conferenza dei capigruppo e che
si aggiunge alla riduzione del finanziamento dei gruppi, riduzione dei consulenti,
riduzione delle strutture e attendiamo anche il provvedimento che sarà in
discussione, approvato nei prossimi giorni da parte del Parlamento
nazionale, che attiene anche alla riduzione delle indennità, alla riduzione del
finanziamento dei gruppi.
Quindi da qui al
23 dicembre, ultima data in cui le Regioni dovranno legiferare, ci sarà anche
questa ulteriore decurtazione in base a quello che sarà
l’accordo nella Conferenza
Stato-Regioni, che dovrà essere fatto entro il
10 dicembre.
Oggi penso che sia un momento estremamente significativo per il
Consiglio regionale, la proposta è composta da un articolo unico che sopprime
gli articoli 12 e 13 della legge regionale 13 maggio 1996, numero
(Il
Consiglio approva all’unanimità)
(E’
riportata in allegato)
Presidente, per richiamare un ordine del giorno.
Aveva chiesto la parola l’onorevole Gallo prima. Ne ha facoltà.
Vorrei chiedere l’inserimento all’ordine del
giorno di una mozione che riguarda i danni causati dallo sciame sismico che ha
interessato l’area del Pollino, una mozione che impegna
Pongo in
votazione la richiesta dell’onorevole Gallo di inserire il punto all’ordine del
giorno.
(Il
Consiglio approva)
Volevo comunicare un’altra informazione
all’Aula che oggi
Abbiamo
fissato le due date per eleggere le sei Commissioni che oggi rimangono, ovvero
il 27 e il 28 di novembre. Questo perché il 26 novembre dovremo provvedere a
fare anche una modifica delle competenze delle rispettive Commissioni, perché
ci sono Commissioni importanti, che hanno anche competenze di una certa
rilevanza e per questo dobbiamo effettuare una modifica del Regolamento – gli
uffici ci stanno lavorando – per addivenire, poi, ad un accorpamento delle
Commissioni in base alle competenze. Quindi dovremo decidere
I
capigruppo, naturalmente, hanno effettuato le loro indicazioni nelle rispettive
Commissioni e lì, nelle Commissioni, avverrà l’elezione del Presidente, del
Vicepresidente e del Segretario delle Commissioni.
Volevo
avvertire un po’ tutti i componenti l’Aula di questa decisione che abbiamo
assunto all’unanimità in Conferenza dei capigruppo, in modo tale che organizziamo i nostri lavori per favorire l’elezione
dei nuovi vertici delle Commissioni e, naturalmente, la riduzione delle
Commissioni da dieci a sei.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Censore. Ne ha facoltà.
Ho chiesto la
parola per richiamare in Aula un ordine del giorno, che abbiamo presentato
insieme al collega Guccione,
relativamente a un fatto
grave successo in Calabria il 25 ottobre ultimo scorso, quando per uno scambio
di persona è stato ucciso un giovane lavoratore di 19 anni, Filippo Ceravolo, a Soriano Calabro. Questo fatto ha commosso tutta
l’Italia, ha fatto venir fuori un
sussulto popolare di indignazione, di condanna e di una ferma volontà da parte
del popolo calabrese affinché questi fatti non succedano più e che gli
esecutori di questo barbaro omicidio siano assicurati alla giustizia.
Il fatto è stato anche discusso nel Parlamento
italiano, è giusto che si dia, da parte del Consiglio regionale, un segnale di
condanna nel nome di Filippo, ma anche in nome di tante vittime innocenti che
sono, in maniera ignara, vittime di mafia. Grazie.
Pongo in votazione la richiesta dell’onorevole
Censore d’inserimento di un ordine del giorno.
(Il Consiglio approva)
Non ci
sono altri punti richiesti dai colleghi, pertanto possiamo procedere con il
primo punto all’ordine del giorno, che è la proposta di provvedimento amministrativo
numero 198/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Documento di
programmazione economica e finanziaria della Regione Calabria (Dpefr) per gli anni 2013-2015 (articolo 2, comma 3, della
legge regionale 4 febbraio 2002, n.
E’ relatore l’onorevole Imbalzano,
che ha facoltà di intervenire.
(Interruzione)
No, prima di darle la parola su questo
argomento, c’è l’informativa da parte dell’assessore Fedele per quanto attiene
l’accordo raggiunto a livello nazionale per le Ferrovie della Calabria. Quindi,
prima di procedere con questo punto, darei la parola per ascoltare
l’informativa dell’assessore ai trasporti. Poi ricordo che il dibattito su
questo argomento sarà rinviato.
Sì, un’informativa, per come è stata chiesta anche dai consiglieri regionali nella scorsa seduta consiliare,
proprio quando ci apprestavamo, insieme al Presidente Scopelliti, a firmare
questo accordo.
Ad accordo fatto, siamo qui a riferire
riguardo a come è andata la trattativa,
quindi anche i contenuti di questo accordo, che riteniamo veramente importante
e che riguarda la principale azienda di trasporti della nostra regione.
Con
l’accordo dell’8 novembre scorso, infatti, che è stato stipulato dal Presidente
Scopelliti con il viceministro delle infrastrutture e dei trasporti Mario Ciaccia, si è finalmente definita la conclusione del percorso, rimasto in sospeso per dodici anni
– e dico dodici anni – che entro il 2012 determinerà il passaggio delle
proprietà di Ferrovie della Calabria dallo Stato alla Regione, evitando il
fallimento di una società che occupa 860 dipendenti e che offre i propri
servizi a decine di migliaia di cittadini ogni giorno.
Non si tratta di considerazioni e previsioni personali, ma di dati di fatto che è possibile
dimostrare con numeri alla mano: ci sono voluti, appunto, dodici anni, ed è un
dato di fatto.
Infatti l’11
febbraio del 2000 era stato stipulato l’accordo di programma fra l’allora
Ministero dei trasporti e della navigazione e
Senza approfondire i dettagli tecnici, certamente non si è trattato di
un'operazione semplice, ma anzi "complessa" come lo stesso ministro Ciaccia l'ha definita, e pur tuttavia non è certamente
giustificabile un ritardo di 12 anni.
Ma non è questo l'unico aspetto dell'Accordo di Programma del 2000 che
prima dell'insediamento di questa Giunta non ha avuto definitiva soluzione;
anzi erano rimasti senza conclusione tutti i principali adempimenti che lo
stesso Accordo prevedeva. Infatti, fino alla deliberazione della Giunta numero
13 del 10 gennaio 2012, non era stato definito il passaggio a titolo definitivo
dallo Stato alla Regione dei beni immobili e mobili della ex gestione
commissariale governativa di Ferrovie della Calabria, del valore di molte
decine di milioni di euro.
Azione che ha visto impegnato sia il collega Orsomarso
che ha seguito prima di me questo settore, ed anche il collega Mancini, per le
sue competenze.
Ed ancora oggi non è formalizzato con un regolare contratto
l'affidamento dei servizi ferroviari regionali, cosa che sarà fatta nei
prossimi mesi, come previsto dall'Accordo del 8 novembre scorso, definendo
finalmente gli standard quantitativi e qualitativi dell'offerta di trasporto
all'utenza e concludendo una situazione di incertezza nella quale si è
originato lo squilibrio finanziario della società.
Lo squilibrio finanziario della Società è un altro dato di fatto. La
ricognizione che è stata allegata all'Accordo del 8 novembre, effettuata
dall'Azienda e condivisa dal Ministero e della Regione, evidenzia infatti uno
squilibrio fra debiti e crediti pari a oltre 89 milioni di euro, e in aggiunta
la completa erosione del capitale sociale, pari a 10 milioni di euro.
Determinare, poi, in quale parte questo squilibrio sia dovuto
all'inefficienza dell'azienda e in quale parte alla mancata copertura dei
crediti dovuti sul bilancio regionale è un esercizio complesso quanto inutile,
permettetemi di dire, dal momento che in ogni caso lo squilibrio è comunque il
frutto della disattenzione di anni.
(Interruzione)
Collega Fedele, si interrompa un attimo. Prego i colleghi di prendere
posto, vista l’importanza dell’argomento.
Chi deve parlare si accomodi fuori. Però facciamo un attimo di
attenzione, si tratta di una scelta importante e fondamentale che
Prego, assessore, può continuare.
Grazie, Presidente.
Dicevo che parliamo di un esercizio inutile proprio perché l'assenza di
un contratto di servizio non ha mai chiarito oneri e corrispettivi.
Ed inoltre, oggi, si sono presentate sul tavolo questioni che si
trascinano da decenni, come la copertura dei disavanzi di bilancio delle
aziende di trasporto pubblico locale riguardante il periodo dal 1987 al 1999, o
la copertura del debito dell'azienda nel periodo dal 2001 al 2007, per la quale
il Ministero sostiene di aver provveduto a fornire le risorse necessarie, senza
che però le stesse siano state trasferite dall'Azienda come ben sa, appunto,
l’onorevole Orsomarso.
Per capire l'ordine di
grandezza, ciascuna di queste due questioni vale circa 25-30 milioni di euro.
Altre questioni sono di più recente origine, come la differenza fra
l'importo contrattuale iscritto come credito nei bilanci della Società e
l'importo contrattuale impegnato nei bilanci regionali, dall’anno 2008 all’anno
2010, forse per un'incomprensione – diciamo così - fra l'Assessorato ai
trasporti e quello al bilancio di allora.
Tale scostamento vale circa 25 milioni per l'intero periodo dal 2008 al
2010, di cui solo 9 milioni per il 2010, anno nel quale
Anche l'imminente fallimento della Società, scongiurato dall'Accordo
firmato l’8 novembre, è un altro dato di fatto e non una ipotetica previsione
e, dico anche perché.
Si legge infatti nella relazione di ricognizione della situazione
creditoria e debitoria, prodotta dalla stessa Società e vagliata dai tecnici
ministeriali e regionali, che "il
patrimonio netto della società al 31.12.2011 ammonta ad euro 1.125.540,00" e che si determinerà "una
probabile perdita di esercizio pari a 1.151.422,00 euro”.
Una semplice sottrazione porta alla previsione di avere un patrimonio
netto negativo al 31.12.2012 e ciò, è bene precisarlo, anche nel caso in cui
Quindi avrebbe portato al 31 dicembre di quest’anno al fallimento della
società.
Sono altri dati di fatto le risorse messe in campo con l'Accordo del 8
novembre.
A queste somme si aggiungeranno 20 milioni dal Ministero delle
infrastrutture e dei trasporti, che proprio l'Accordo di recente stipulato
renderà immediatamente esigibili.
Per quanto riguarda i Fas voglio chiarire che
non sono somme aggiuntive che il Governo ha dato alla Regione ma sono fondi a
carico della Regione per opere da realizzare e che con una legge il Governo ci
ha permesso di utilizzare per ripianare i debiti.
Purtroppo non sono fondi aggiuntivi ed è bene chiarire questo aspetto.
Questo accordo, che sicuramente è il punto fondamentale del percorso
che sta trasformando Ferrovie della Calabria da problema a risorsa, per quanto
di incomparabile importanza, non è il primo passo che questa Giunta ha fatto
per affrontare la questione.
Non è da trascurarsi infatti l'efficientamento
preteso e ottenuto, che ha visto nell'ultimo periodo un progressivo, drastico e
rassicurante decremento dei costi gestionali. Infatti il costo della produzione
è passato dai 68 milioni di euro del 2010 ai 64,5 del 2011 e infine 56 milioni
previsti per il 2012.
L'efficientamento si è ottenuto anche con una
oculata politica delle risorse umane, che è passata dalle assunzioni di 30
autisti nei primi mesi del 2010 al prepensionamento di decine di unità
nell'ultimo anno.
Si è anche passati da accordi sul contratto collettivo di secondo
livello, che di recente avevano aumentato il costo del lavoro; all'accordo
dell'ottobre 2011, che ha ridotto tale costo, prevedendo ulteriori misure di efficientamento. Si è passati da progressioni verticali
incoerenti con la struttura aziendale - che hanno creato squilibri
organizzativi e territoriali - ad una politica di rigore sul personale.
Un'altra azione concreta è il mutuo per la manutenzione straordinaria
delle infrastrutture ferroviarie, per 20 milioni di euro riguardo al quale nei
prossimi giorni sarà erogata la prima anticipazione.
Questa è opera di questa Giunta regionale e del mio predecessore,
collega Orsomarso che insieme al collega Mancini si
sono molto impegnati in questa operazione.
Questo mutuo compensa 17 milioni di euro di risorse che
Con le ingenti risorse messe a disposizione della Società con l'Accordo
dell’8 novembre, pari a oltre 100 milioni di euro, ci sono tutte le condizioni
per il consolidamento ed il rilancio della principale azienda di trasporto
pubblico locale calabrese, con 860 dipendenti, che gestisce all'anno, sul
nostro territorio, circa 8 milioni di chilometri per bus e 1 milione 100 mila
chilometri per treno.
Proprio in questa prospettiva
Per questo rilancio e per il definitivo cambio di rotta l'azienda avrà
necessità di un management di grande competenza, e si avvarrà dei
risultati di un piano industriale che sarà commissionato a breve, come previsto
nello stesso accordo e che abbiamo voluto fosse della società dal 1° gennaio
A questo aggiungiamo – e non è cosa di poco conto – che la missione
dell'azienda diverrà ancora più importante dopo la realizzazione delle
"metropolitane" di Catanzaro e Cosenza - Rende. Due impegni
notevolissimi da parte della Regione che già sono stati approvati e che faranno
sì che questa società possa in qualche modo allargare i propri confini.
E’ un qualcosa a cui stiamo lavorando per rendere sempre più fattivo il
tutto ed è una qualche cosa che credo i lavoratori ed i calabresi dovranno
apprezzare proprio perché in questo momento di difficoltà economica l’impegno
che ha messo in atto
A questo devo aggiungere che ho avuto occasione di incontrarmi e
parlare con i colleghi dell’opposizione e ci sono stati momenti di condivisione
di questo progetto. Mi pare di aver letto qualche nota di qualche parlamentare
del Pd che, probabilmente, parla sempre di sfascio e non si è reso conto,
invece, che con questa operazione,
Grazie all’assessore
Fedele che ha dato un’illustrazione dell’accordo raggiunto a Roma nei giorni scorsi. In Conferenza dei capigruppo abbiamo concordato che la
discussione di merito su quanto riferito dall’Assessore sarà svolta nella
prossima seduta del Consiglio regionale, però era necessario sentire dalla sua
voce che cosa si è prodotto nell’accordo con il Governo.
Possiamo
procedere con l’ordine del giorno e, quindi, darei la parola all’onorevole Imbalzano per la relazione.
Signor
Presidente, onorevoli colleghi, voglio ricordare che, secondo quanto previsto
dall’articolo 2 della legge regionale di contabilità, il documento di
programmazione economica e finanziaria è un atto di indirizzo programmatico
economico e finanziario dell’attività di governo della
Regione per l’anno successivo con proiezione triennale.
Si tratta di un documento che precede la
presentazione della manovra finanziaria per il prossimo triennio, nel quale il
governo regionale, analizzato il contesto economico e finanziario nazionale,
europeo e internazionale, fa il punto sull’andamento delle principali politiche
regionali e sui nuovi obiettivi da perseguire nel prossimo triennio.
In questa fase, vorrei soffermarmi su alcuni
punti salienti del documento, in particolare sullo stato di attuazione della
politica regionale, con particolare riferimento alla programmazione
comunitaria, fondi europei e fondi nazionali per lo sviluppo e la coesione
territoriale, sullo stato dell’arte
della spesa nel settore della sanità calabrese, sull’evoluzione della normativa
statale in tema di coordinamento della finanza pubblica e i suoi impatti con il
sistema delle Regioni.
In ordine al primo punto inerente la
programmazione comunitaria, il provvedimento che andiamo ad esaminare espone,
anzitutto, il quadro della spesa a valere sulle risorse liberate Por 2000-2006,
con le quali la Calabria potrà contare su investimenti pubblici aggiuntivi.
Il contributo complessivo di queste risorse
è pari a circa 870 milioni
di euro, di cui 721 già impegnati e 214 già spesi. Si tratta, quindi, di
risorse che hanno permesso di intervenire in modo significativo con nuovi
progetti per qualificare in particolare i sistemi produttivi locali e l’assetto
del territorio.
Il documento offre, poi, una disamina dell’andamento della spesa
attivata dallo Stato e dalle Regioni con il Quadro strategico nazionale
2007-2013.
Pur non dimenticando le difficoltà che si registrano in sede di
attuazione che coinvolgono un po’ tutte le Regioni italiane, non possiamo non
sottolineare che la Regione Calabria mantiene livelli di impegno e di spesa
superiori a gran parte delle Regioni ad “Obiettivo convergenza”, così come,
peraltro, oggi confermato dal “Corriere economia” con i dati che puntualmente
sono stati pubblicati. In particolare, il Por Fesr,
che costituisce il pilastro principale della politica regionale con quasi 3
miliardi di euro, interviene sui principali ambiti di policy regionale:
infrastrutture, ambiente, qualità della vita in ambito urbano, incentivazione
delle piccole e medie imprese, ricerca scientifica e tecnologica,
valorizzazione degli Asset culturali e naturali in
funzione della loro fruizione turistica.
Il dato generale di avanzamento del programma segnala il raggiungimento
di impegni per il 44 per cento delle risorse e il 18,9 di pagamenti al 30
giugno di quest’anno, in sostanziale linea con gli obiettivi prefissati, anche
questi sottolineati – neanche a farlo apposta – oggi da “Corriere economia”.
Per quanto riguarda il Por Calabria Fse, la
cui dotazione finanziaria è pari a 860 milioni di euro, il documento di
programmazione regionale menziona chiaramente i progressi compiuti in
quest’ultimo anno, che hanno incrementato gli impegni di 13 punti percentuali,
dal 13,9 del 2011 al 47,4 del 2012, ed i pagamenti di 12 punti percentuali,
infatti la spesa passa dal 17,1 al 29,5, anzi – sempre con riferimento ai dati
di “Corriere economia” di oggi, che sono dati ufficiali – addirittura saremmo
al 32,4 per cento al 31 ottobre 2012.
Il provvedimento in esame, quindi, dà evidenza delle azioni concordate
con il Governo centrale per accelerare la spesa, interventi che interessano in
particolare il Fesr.
Va aggiunto che il 15 dicembre 2011 è stato firmato il Piano di
azione-coesione, che porterà una concentrazione delle risorse su tre grandi
direttrici: l’istruzione, l’agenda digitale, infrastrutture ferroviarie, con
impegno di risorse Fesr per circa 271 milioni di
euro. A queste risorse si aggiungono circa 62 milioni di euro sul Por-Fse indirizzate su crediti di imposta per nuova
occupazione e sui programmi che puntano a ridurre la dispersione scolastica.
Il documento di programmazione offre,
poi, uno spaccato significativo sulle risorse nazionali disponibili per le
politiche di coesione. Dopo le recenti modifiche che hanno portato il Governo
centrale ad introdurre il Fondo per lo sviluppo e la coesione che sostituisce
il precedente Fondo per le aree sottoutilizzate – i Fas,
per intenderci – complessivamente queste risorse ammontano a circa 760 milioni
di euro.
La prima parte del Dpefr si conclude, quindi, con i dati che registrano un positivo avanzamento delle politiche regionali in rapporto alla capacità della Regione di conseguire gli 11 indicatori relativi agli obiettivi di servizio definiti nel Quadro strategico nazionale. Si tratta degli obiettivi ritenuti essenziali per la qualità della vita dei cittadini e per l'attrattività territoriale delle regioni, il cui progressivo conseguimento ci censente di affermare che è in corso un significativo avvicinamento della Calabria alle regioni italiane più virtuose.
In ordine alle politiche di spesa nel settore sanitario, il provvedimento indica le azioni che la Regione sta implementando per dare attuazione al Piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario, sottoscritto con lo Stato nel dicembre 2009. Tra gli interventi, si segnalano: la riorganizzazione ed il rafforzamento della struttura dipartimentale, il miglioramento delle relazioni con le aziende sanitarie attraverso la diffusione delle “migliori pratiche” e l'armonizzazione dei flussi contabili.
Il governo regionale ha, poi, indicato i progetti strategici che intende realizzare nel prossimo triennio per il settore sanitario: il potenziamento del sistema informativo sanitario regionale; la realizzazione di nuovi quattro ospedali (Sibaritide, Piana di Gioia Tauro, Vibo Valentia, Catanzaro), la cui ultimazione, precedentemente indicata nel 31 dicembre 2015, slitterà di un anno, stante i ritardi nell'emanazione dei provvedimenti da parte dei ministeri competenti.
Il quadro dei progetti strategici si completa con le indicazioni sullo stato di attuazione del progetto di realizzazione della rete “casa della salute” e di riconversione di alcuni presidi ospedalieri in Centri di assistenza primari territoriali (Capt), per i quali si è provveduto alla individuazione dei siti.
Sul versante sanitario occorre prendere in considerazione due aspetti: il primo riguarda la mobilità verso altre regioni italiane che continua, anche se in leggera flessione, ad essere uno dei principali punti di attenzione della Regione; il secondo riguarda lo stato del debito sanitario, sul quale immaginiamo che l'assessore Mancini vorrà dare un proprio contributo per approfondire, nel corso del suo intervento, i risultati conseguiti nell'anno e gli avanzamenti in ordine alla quantificazione del debito finanziario e dei suoi riflessi sulla finanza regionale.
Con riferimento al terzo punto ed ultimo punto, il documento di programmazione, stante l'attuale difficoltà a prevedere gli effetti del federalismo fiscale avviato con la legge delega numero 42 del 2009 ed analizzati gli effetti dell'armonizzazione dei bilanci regionali, delinea l'evoluzione della normativa statale in tema di coordinamento della finanza pubblica ed i suoi impatti con il sistema delle Regioni.
Vengono approfonditi, in particolare, il nuovo principio del pareggio di bilancio introdotto con la legge costituzionale numero 1 del 2012, gli effetti della sentenza della Corte costituzionale numero 70 del 2012 in relazione alle forme di copertura dei residui perenti nei bilanci regionali, gli effetti della spending review adottata dal Governo con decreto legge numero 52 del 2012.
Ho voluto incentrare questa relazione soprattutto sulla prima parte del provvedimento, in quanto ritengo opportuno che sia l'assessore Mancini, – al quale va dato atto di aver compiuto un ottimo lavoro –, nel momento in cui riterrà di intervenire, a sottolineare le parti salienti del documento di programmazione regionale che esprimono gli obiettivi del governo per il raggiungimento dei saldi di finanza pubblica sempre più nuovi e virtuosi.
Da parte mia, nel concludere questa relazione, non posso non dare atto all'Esecutivo guidato dal presidente Scopelliti ed alla maggioranza che lo sostiene in Consiglio regionale, al netto delle fisiologiche critiche politiche – spesso, per la verità, poco ancorate alla realtà dei dati reali – di un grande e sinergico sforzo per permettere alla Calabria ed ai calabresi – che, non dimentichiamo, vivono sulla loro pelle una crisi drammatica – di partecipare alla costruzione del loro futuro, con il raggiungimento di quegli importanti obiettivi di crescita sui quali questa maggioranza si ritiene fortemente impegnata.
In merito al documento di programmazione economica
e finanziaria
della Regione Calabria per gli anni 2013-2015, chiede di parlare l’onorevole
Censore. Ne ha facoltà.
Avevo detto che era più corretto che
parlasse prima l’Assessore.
(Interruzione)
Parlo io o
l’assessore? Come preferite, io non ho difficoltà.
Onorevole
Censore, aveva chiesto di parlare. Prego, ne ha facoltà.
Presidente,
se l’assessore Mancini, in qualità di Assessore al
bilancio, deve fare una relazione sul Dpefr, penso
che – procedura voglia – che parli prima l’Assessore, perché normalmente
si fa così. Se poi l’Assessore non deve relazionare sul Dpefr,
allora posso intervenire io.
Lei ha chiesto la parola sulla relazione
dell’onorevole Imbalzano ed io gliel’ho data!
Sì, ma qui
non si tratta di dare o non dare la parola. Ho detto questo per l’utilità del
discorso e anche per garbo istituzionale: se l’assessore Mancini deve
relazionare, è giusto che relazioni, cioè non vedo nessun problema. Se poi
l’Assessore non deve fare nessuna relazione ed interviene dopo, io posso
tranquillamente intervenire adesso. Va bene, parlo io.
Ho ascoltato la relazione del collega Imbalzano,
abbiamo discusso del Dpefr
anche in Commissione e noi, come Partito
democratico,
siamo consapevoli delle difficoltà finanziarie
che attraversano le Regioni, della crisi che c’è nel Paese e dei vincoli che
sono imposti agli enti locali, alle amministrazioni, alle Regioni; sappiamo
benissimo che i trasferimenti erariali
per le Regioni si sono ridotti al lumicino o sono quasi inesistenti ed anche
che c’è il vincolo del patto di stabilità e che, quindi, la situazione
economica e finanziaria delle Regioni non è molto rosea.
A ciò si aggiunge il fatto che l’autonomia impositiva delle Regioni ha
toccato i livelli massimi: noi siamo sottoposti al Piano di rientro dal deficit
sanitario e le aliquote dell’addizionale Irap e Irpef sono al massimo, quindi
sappiamo chiaramente e percepiamo che il Dpefr che
avete approntato ricalca in buona misura quelli che sono stati i documenti di
programmazione economica e finanziaria degli anni precedenti; anzi, aggiungerei
che c’è una sequela di documenti di programmazione economica e finanziaria,
anche relativi al periodo in cui governava il centro-sinistra, che riflettono
la situazione esistente nel Paese, rispetto alla quale è difficile fare
miracoli.
Quindi, siamo consapevoli di questa situazione. Tuttavia, ho ascoltato
la parte della relazione relativa all’analisi che ha fatto il collega Imbalzano per quanto
riguarda la spesa comunitaria e, chiaramente, mi attengo a quello che avete
scritto nel documento di programmazione economica e finanziaria, che non ho
certo scritto io. A pagina 108 – per chi ha il documento – lo stato di
attuazione dei programmi operativi 2007-2013 della Calabria, il penultimo
capoverso recita così: “In questo senso, si può rilevare come l’avanzamento
finanziario, al 30 giugno 2012, del sistema di monitoraggio della Ragioneria
generale dello Stato, restituisca un quadro attuativo ancora tinteggiato da
luci ed ombre, nonostante l’accelerazione registrata negli ultimi mesi, su
impulso dei provvedimenti di indirizzo definiti a livello comunitario e
nazionale”.
Pertanto, noi riconosciamo questa
accelerazione, tuttavia, andando avanti, “analizzando il dato generale di
avanzamento a giugno 2012, relativo agli impegni e ai pagamenti, si evince che
i progressi, rispetto al dato del 5 settembre 2011, riportato nel precedente
documento di programmazione economica e finanziaria 2012-2014 della Regione
Calabria, risultano significativi, ma pur sempre limitati rispetto agli
obiettivi di spesa finale. Gli impegni sono del 36,7 al 44,7 percento attestandosi a poco …” e poi
continua e dice che non c’è, non si registra un sostanziale e vero progresso
della spesa comunitaria, quindi non c’è un avanzamento soddisfacente.
Per quanto riguarda la sanità, aspettiamo di
leggere il verbale del tavolo Massicci, perché una volta letto questo verbale,
avremo la situazione più chiara e capiremo perché è stata concessa una proroga
di tre anni. Da notizie giornalistiche, abbiamo appreso la questione relativa
alla “Fondazione Campanella”, ma se c’è una proroga, vuol dire che non sono
stati raggiunti gli obiettivi.
Quindi, per noi, questo documento di
programmazione economica e finanziaria non contiene una spinta per gli
investimenti, per la crescita, ma è un documento in cui ci sono lacrime e
sangue per i contribuenti calabresi, per le famiglie; non c’è un segnale
importante per i comparti in crisi in questa regione nel settore della
forestazione, nel settore dei trasporti, del precariato, del lavoro.
In questo documento, ci sono degli artifici
che la Giunta regionale ha messo in piedi, che per noi non sono affatto
convincenti, cioè, per dirla in breve, il documento di programmazione economica
e finanziaria serve come linea guida per fare il prossimo bilancio e i bilanci
futuri!
In queste linee-guida, non vedo un’azione che
libera risorse a favore dei servizi, del lavoro, anzi c’è una chiusura. Come si
potevano liberare le risorse? Se aveste avuto il coraggio di fare le riforme,
di chiudere tanti enti strumentali inutili e di ridurre gli sprechi, la spesa
superflua, perché solo così la Calabria poteva avere un nuovo respiro e
potevamo dare un segno tangibile di un’inversione di rotta.
È un Dpefr che,
secondo me, ricalca norme di altri documenti di programmazione economica e
finanziaria, in cui non c’è il coraggio, da parte vostra, di chiudere con
alcune logiche, con le clientele, quindi, c’è una debolezza. Per questo, come
gruppo del Partito democratico, votiamo in maniera contraria a questo
documento, perché in esso non abbiamo visto uno slancio a favore del
precariato, del lavoro, dei comparti che soffrono, ma abbiamo letto – perché è
fatto bene, soprattutto nella parte descrittiva – un’analisi di quella che è la
situazione calabrese, una situazione con tante difficoltà, ma nella seconda
parte, dove dovevano essere previste le cure, non abbiamo visto le cure
necessarie.
Abbiamo visto, quindi, un atteggiamento molto
tiepido di una Calabria che continua nei suoi vecchi vezzi, che non vuole
scrivere una pagina nuova con coraggio e determinazione.
Voi avevate vinto con uno straordinario
risultato e vi eravate presentati, all’indomani della vittoria, dinanzi ai
calabresi dicendo che avreste fatto delle riforme vere che avrebbero
modernizzato questa Regione, rendendola più snella, più moderna. Così non è,
per questo noi votiamo contro, perché non vediamo in questo documento i segnali
per lo sviluppo e la ripresa.
Nella precedente seduta di Consiglio, per
quanto riguarda il pagamento di lavoratori che non ricevono lo stipendio, i
lavoratori del comparto forestale, gli Lpu-Lsu, avevamo
anche suggerito di chiedere
un’anticipazione di cassa ed era stato votato all’unanimità un ordine del
giorno. Anche su questa questione vorremmo dei lumi, perché oggi abbiamo
presentato un’interrogazione e fatto una conferenza stampa per quanto riguarda
i pagamenti di tutto il precariato calabrese.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Giordano.
Ne ha facoltà.
Presidente, grazie. Premessa la posizione del nostro gruppo che è nettamente contraria al documento presentato dalla Giunta regionale non solo per una doverosa azione di opposizione o per un atteggiamento precostituito ma, al contrario, purtroppo, con grande rammarico perché di fronte allo scenario che viene ormai delineato dai vari rapporti, il rapporto Svimez e l’ultimo scenario terrificante il rapporto Bankitalia, vediamo il ripetersi e susseguirsi dei proclami, degli atti che avete già presentato nelle occasioni degli anni precedenti.
Inviterei i colleghi a leggersi i
precedenti Dpefr che ricalcano la stessa fotocopia, le
stesse premesse e le stesse buone intenzioni ma niente che riguardi un’azione
di revisione e di riforma vera della spesa, di vera resa della spesa in senso
produttivo di investimento, niente che intacchi una spesa corrente che sta
affossando la Regione. Probabilmente perché i veti incrociati ed il peso imponente delle lobby
che ci sono in questa Regione e dentro i suoi gangli amministrativi sono ancora
oggi così influenti e pesanti che non vi consentono di trasformare questa
Regione, di avere quello spirito riformista, quella forza e quello slancio che
vi era stato conferito dalla Calabria per governare.
Voglio
essere molto sintetico nel ricordarvi alcune cose e alcuni impegni presi in Consiglio
regionale: la legge regionale numero 22 del 2010, che prevedeva i cosiddetti report per arrivare alle riforme, al
taglio degli enti strumentali, all’accorpamento ed alla revisione, è rimasta
lettera morta; l’articolo 5 di quella legge che doveva prevedere un piano di
soppressione e dismissione dei Comitati, di enti, fondazioni e altri orpelli.
Ancora: l’articolo 6 e l’articolo 8 prevedevano la verifica puntuale delle leggi
di spesa, della spesa corrente e tante altre cose che sono rimaste,
semplicemente, dei proclami vuoti che, purtroppo, danno il senso di una Calabria
che scivola e che così continuando sta morendo.
Per questo
e per le ragioni espresse in tutti gli altri momenti di vita di questo governo regionale
noi diciamo no con forza ed auspichiamo che ci sia un sussulto di orgoglio per
invertire una tendenza che è devastante per questa Calabria.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Maiolo. Ne ha facoltà.
Presidente, non avrei voluto intervenire anche perché il collega Censore ha espresso quello che è stato il lavoro del Pd in Commissione ed anche la posizione in Aula che il capogruppo riprenderà.
Nella sostanza intervengo perché mi sarei aspettato, ma non è stata sua responsabilità probabilmente,
che l’assessore Mancini facesse una sua relazione perché
anche su questo penso che una riflessione sia da farsi. Ci accingiamo, a breve, a modificare le Commissioni
consiliari e non so cosa si farà il 26
nello specifico, ho saputo quel che mi ha riferito il capogruppo.
Penso che
sia utile fare una riflessione sul funzionamento delle Commissioni, atteso che
ne cambiamo anche i contenuti. Penso che non sia nemmeno istituzionalmente
utile immaginare che si tratti esclusivamente di un fatto burocratico e che le Commissioni
continuino come nulla fosse.
Se noi
abbiamo fatto una rivisitazione delle Commissioni penso che sia stato fatto non
solo per ridurre i costi ma anche per cercare di dare qualità e razionalità al nostro
lavoro.
E’ chiaro
che con questa impostazione la relazione del collega Imbalzano
dovrebbe essere una cosa, mentre la relazione dell’assessore competente
dovrebbe essere un’altra cosa.
Mi
aspettavo, quindi, di ascoltare l’assessore Mancini. Ovviamente non è sua responsabilità
ma registro, signor Presidente Scopelliti, che anche la volta scorsa sulla rimodulazione del fondo sociale il suo assessore non è intervenuto in
Aula a dirci il suo punto di vista.
Anche noi nella scorsa legislatura abbiamo
redatto i documenti di programmazione economica e finanziaria che stavano
all’interno di una programmazione più lunga e capisco, quindi, che nell’arco di
un ciclo di programmazione risentano di una ripetizione di concetti, di
obiettivi e di prospettive.
Stasera stiamo, però, approvando e
discutendo il documento, signor Presidente, che è a cavallo fra le due
programmazioni comunitarie, perché è il documento di programmazione economico
finanziaria del triennio 2013 - 2015.
Noi lo dicemmo nella prima seduta di Consiglio
che al 2012 avremmo avuto i problemi di avanzamento del programma e sta scritto
da voi nelle carte, oggi, che abbiamo i problemi di avanzamento del programma;
questi avanzamenti del programma noi
li conoscevamo perché riguardavano il problema dei fondi Fas
e di tutta quella impostazione.
Avevamo detto:
rimoduliamo il programma e discutiamone nel merito in Consiglio.
In questo documento
non c’è un rigo – dicasi un rigo – sulla nuova programmazione comunitaria; ed
in questo triennio inizierà la nuova programmazione. Se un documento ha un
limite di questo tipo mi domando: che discussione facciamo su questo documento?
Facciamo un consuntivo triennale? Qui si parla di quel che sta avvenendo e di
quel che è avvenuto.
Ha detto bene il
collega Censore: il problema è che qui non dite cosa questa programmazione -
che è in corso - con le difficoltà che avrà ad essere attuata entro la
scadenza, sia capace di realizzare.
E’ chiaro che non
si potranno realizzare i grandi progetti, è chiaro che in questa legislatura
non si potranno realizzare i progetti strategici regionali. Chiediamoci,
allora: cosa si vuol fare?
Vogliamo
considerare questa programmazione in corso come una grande programmazione a
cavallo fra quello che è il POR 2000-2006 rispetto al quale noi abbiamo dato
discontinuità nella programmazione? Allora voi volete avviare un ragionamento
di confronto serio su cui impostare la discontinuità di questa programmazione,
per come è stata gestita recentemente, senza un minimo di consapevolezza programmatoria?
Niente di tutto
questo: voi state facendo un atto burocratico in un momento di straordinaria
difficoltà finanziaria e politica e capisco bene - lo ha detto anche Censore,
lo ha sottolineato - che non ci saranno risorse, ci saranno tagli. Tutta la
comprensione di questo mondo, ma la nuova programmazione ci sarà, le risorse ci
saranno.
E qual è il contributo che noi diamo sulla
discussione del programma comunitario futuro? Zero.
Tra l’altro ci accingiamo anche a chiudere
la Commissione per le politiche comunitarie dando un segnale esterno assolutamente
negativo, come se la Calabria avesse rinunciato a stare in una prospettiva
comunitaria.
Questo documento, che voi avete predisposto,
suggella una miopia programmatoria che ci pone fuori
da quello che è il dibattito più complessivo e comunitario del Paese e ci fa
stare lì, ragionieristicamente, a registrare gli
effetti di una crisi e soprattutto la vostra difficoltà politica a governare
queste cose.
Noi ve lo ripetiamo anche stasera,
nell’interesse dei cittadini calabresi: stabiliamo su queste cose, sulla
prospettiva finanziaria ed economica - che non gestirà questa Giunta perché va
ben oltre qualsiasi rosea previsione di continuità di questa amministrazione -
sulle cose fondamentali una impostazione.
Questa è un’altra occasione sprecata:
approviamo un documento liturgico in una fase assolutamente straordinaria.
Quando sarete pronti a fare un ragionamento
serio? Noi non approveremo questo documento perché è un documento triennale che
sta a ragionare a cavallo della programmazione e non c’è una riflessione di
questo genere.
Adesso capisco che questo dibattito si
concluderà con la relazione dell’assessore che dirà che quel che abbiamo detto
noi è tutto assolutamente sbagliato, che continueremo su questa
contrapposizione, sul nulla di fatto da parte della Giunta regionale.
Chiudo sottolineando quel che è stato già
messo in evidenza - questa volta lo scrivete voi - noi l’abbiamo già detto;
andate a vedere gli atti del Consiglio, la nostra impostazione vi porterà fino
al 2012, dopo di che saremo tutti in difficoltà.
Questi ragionamenti si potevano anticipare
due anni fa; oggi, avendo davanti una crisi che continua, i ragionamenti probabilmente
saranno completamente diversi e penso che affrontarli senza una visione
politica e programmatica, come emerge da queste carte, sia assolutamente
delittuoso nei confronti dei cittadini calabresi.
Nessuno chiede di parlare, la parola
va all’assessore Mancini per le conclusioni.
Grazie, signor Presidente. La relazione è stata svolta in maniera molto esauriente e la ringrazio anche per questo oltre che per il lavoro svolto alla Presidenza della Commissione competente, dall’onorevole Imbalzano.
A me spetta, anche alla luce del dibattito che si è sviluppato da parte dei colleghi di minoranza, consegnare all’Aula alcune osservazioni e alcuni spunti per il lavoro che noi abbiamo dinanzi.
Innanzitutto, mi piace sottolineare
che questo documento di programmazione economica e finanziaria viene approvato
dall’Aula nei tempi previsti dalla legge. E’ un primo punto, un punto formale
che si inserisce in un’azione avviata fin dall’inizio della legislatura per opera
dell’amministrazione guidata dal Governatore Scopelliti che vede
puntualmente approvare i documenti contabili, ad iniziare dai bilanci di
previsione, nei tempi e nei termini previsti dalla legge.
Non era mai
avvenuto prima in Calabria; per noi è la norma e questo ci consente, in qualche
modo, di collocare la nostra comunità regionale nel solco delle Regioni
virtuose del nostro Paese.
Con i Dpefr si fissano le sfide del presente e del futuro.
Nella
redazione di questo atto - è stato ben detto – fondamentale per il prosieguo
dell’azione politica ed amministrativa della nostra Regione, noi siamo stati
confortati dal contributo dello Svimez. Quello Svimez che tante volte è stato richiamato ed è richiamato
anche dai colleghi di minoranza nelle sue prese di posizione.
Lo Svimez ci ha supportato nella redazione di questo documento ed ha fissato
insieme a noi le sfide che riguardano il presente ed il futuro e che si
inseriscono in un contesto, onorevoli colleghi, profondamente mutato e cambiato
sia per la grave crisi economica-finanziaria che affligge il nostro Paese e non
risparmia la nostra Regione sia per il mutato contesto normativo che il nostro Paese
– e di fatto anche la nostra Regione – sta vivendo.
I colleghi sanno come il Parlamento sia alle prese con la conversione
della cosiddetta legge di stabilità che offrirà alle comunità, soprattutto ai governi
territoriali e degli enti locali, la necessità di confrontarsi col nuovo quadro
che sta emergendo e che punta – questo è facile vederlo a prescindere da quale
angolazione politica si svolga l’analisi – ad una azione di contrazione nei
confronti delle decisioni dei governi locali.
Le Province sono state limitate nel numero ed ancora di più nelle
funzioni e c’è un’azione, direi anche un attacco, nei confronti dei governi e
delle istituzioni regionali.
Il clima negativo e l’ondata di biasimo e di indignazione che ha
accompagnato tutta una serie di scandali avvenuti a diverse latitudini e le responsabilità
gravi di rappresentanti istituzionali, diversamente collocati, hanno dato la
stura per presentare da parte del Governo una serie di provvedimenti volti a
tagliare i cosiddetti costi della politica; da questo punto di vista il Consiglio
regionale, il Presidente Talarico, il Presidente Scopelliti sono stati, come è
stato ricordato poc’anzi, tra i primi, con il contributo della maggioranza e
dell’opposizione, a porre in essere ed a dare sbocco a quei provvedimenti volti
a tagliare i costi della politica.
Però, insieme a questi sacrosanti provvedimenti, ce ne sono degli altri
che nel momento in cui dovessero essere convertiti cambiano completamente
l’aspetto, la fase e la vita delle istituzioni regionali a prescindere, ripeto,
dal quadro politico e dal colore politico che le guida, peggiorando una
situazione che è già difficile e che noi sapevamo fosse già difficile
dall’avvio di questa esperienza.
Anche qui non cito parole ma numeri che rendono molto chiara la
situazione.
Nel 2010 il plafond di spesa consentito e concesso alla nostra Regione
era di 1 miliardo 420 milioni di euro; nel 2011 il plafond è sceso a 1 miliardo
195 milioni di euro; quest’anno siamo ad 1 miliardo 85 milioni di euro e il
prossimo anno saremo ad 1 miliardo 6 milioni di euro.
Dicono i numeri, e non il modesto assessore che vi parla, che la Calabria
in soli tre anni ha avuto compressa la spesa prevista dal Patto di stabilità
del 40 per cento. Siamo passati da 1 miliardo 420 milioni di euro ad 1 miliardo
6 milioni di euro.
Ciò significa che noi possiamo, come sistema Calabria, immettere nella
spesa rendicontata dalla nostra Ragioneria e trasmessa alla Ragioneria centrale
dello Stato un plafond che diminuisce sempre di più.
Dall’altro, sono certo che l’onorevole Maiolo
lo sappia perfettamente e meglio di me, i target di spesa che dell’Fse ogni anno aumentano. Ciò significa che la spesa
comunitaria più si fa tale più si riducono gli ambiti e gli spazi di manovra
rispetto alla spesa ordinaria. E’ chiaro? Quindi diciamo che ci troviamo nel
paradosso che pur avendo saturato la programmazione sia del Por Fesr che del Por Fse oggi siamo
in grado di spendere tutto quanto il programma, sia il Fesr
che l’Fse.
Il collega Stillitani ed io, personalmente,
abbiamo avuto modo di informare l’Aula rispetto alla complessità, alla totalità
ed alla mole di bandi che sono stati messi in atto in questi due anni e mezzo
di legislatura, però, ci troviamo nella paradossale e difficile situazione di
non poter spendere quelle risorse perché un euro speso in spesa comunitaria, in
liquidazione della spesa comunitaria, viene sottratto alla possibilità per
parte nostra di pagare la spesa ordinaria.
E quando dico spesa ordinaria mi riferisco agli stipendi dei nostri
corregionali. Ed anche qui cito qualche numero perché i numeri sono più chiari
di mille parole.
Il comparto della forestazione in Calabria pesa per 240 milioni di euro
cioè 17 milioni di euro per 14 mensilità, quindi 17 milioni mensili per 14
mensilità. Poi c’è il comparto dei trasporti: 110 milioni; il personale: altri
110 milioni; i mutui: 176 milioni; il Consiglio regionale: 70 milioni. Poi ci
sono gli Lsu, il precariato, occorrerebbero 50
milioni in più per le politiche sociali e per le Rsa.
Questa è la situazione - ripeto che cito numeri e non opinioni – che
dovrebbe far comprendere a tutti il quadro nel quale operiamo.
Si consideri poi - e da questo punto di vista anche il Governatore Scopelliti
in prima persona nell’ultima seduta del Consiglio lo ha annunziato, onorevole Maiolo – che la nostra amministrazione ha avuto la capacità
di sbloccare i pagamenti dell’Fse che era iniziato
nel 2009.
Questo sblocco dei pagamenti ci consente di avere delle risorse in
cassa che altrimenti piangerebbe, ma non - cari colleghi di opposizione, di minoranza
– per nostra responsabilità ma perché subiamo e siamo vittima dei rallentamenti
che ci pervengono dal Governo nazionale.
Ancora - come mi ricorda quotidianamente l’assessore Fedele - dobbiamo
ricevere l’annualità dei 64 milioni per quanto riguarda il comparto dei
trasporti. Non abbiamo più i trasferimenti del decreto legislativo 112 poiché
il Governo ci ha applicato tagli per oltre 100 milioni di euro che andavano a
finanziare le imprese, le iniziative dell’agricoltura e le politiche sociali
lasciandoci, però, le funzioni e gli obblighi, come quello che dovremo
sostenere per i malati di sangue infetto che costerà circa 20 milioni di euro
che prima erano per intero a carico dello Stato.
Questa è la situazione che la Regione Calabria in qualche modo vive ed
è costretta a governare. La Giunta, insieme ai colleghi ed al supporto dei
colleghi di maggioranza, ritengo che stia governando con capacità e
lungimiranza.
A questa situazione difficile si aggiungerà la complessità dettata dai
provvedimenti – ove saranno convertiti in legge – del decreto legge 174 del
2012 che impone l’obbligo di tutta una serie di interventi che, se non attuati,
porteranno la Regione a subire della sanzioni gravissime, prime fra tutti il
taglio dei trasferimenti dell’80 per cento ed infine lo scioglimento del Consiglio
regionale per gravi violazioni di legge.
Questo per significare, non con opinioni ma con i freddi numeri da una
parte e la citazione dei provvedimenti che sono all’esame del Parlamento
dall’altra, l’azione che punta a strangolare di fatto il sistema delle
autonomie territoriali e delle Regioni in particolare.
Per questo già è stato dato conto, attraverso una comunicazione stampa,
che la nostra amministrazione sta portando avanti tutta una serie di azioni
volte a governare questa dinamica.
Abbiamo provveduto in tempi rapidi alla certificazione dei crediti e
stiamo provvedendo da qui ai prossimi giorni al pagamento di tutti i comparti
che prevedono delle difficoltà.
Però, e qui in qualche modo accogliamo anche l’invito lanciato dai
banchi della opposizione che è quello di affrontare insieme le sfide che
abbiamo dinanzi, le sfide sono due. Colleghi, se le sfide si vogliono
affrontare insieme nel momento in cui sono all’esame dell’Aula non ci si può
ritrarre come, purtroppo, è stato fatto. Poi ci torno.
La prima sfida è quella della intera nettizzazione
dei fondi strutturali e dei fondi comunitari. Questo è il punto.
L’altro giorno il Governatore Scopelliti ha convocato le forze sociali e con queste ha condiviso questo punto: se l’Unione europea ed il Governo nazionale ci impongono di raggiungere tutta una serie di target sempre più alti e sempre più imponenti dobbiamo essere messi nelle condizioni di far in modo che la Regione possa effettivamente sostenere questa spesa.
Questo passa attraverso l’intera nettizzazione delle risorse comunitarie, né più né meno di come avviene nel comparto sanitario dove le risorse che vengono trasmesse alla Regione non incidono minimamente sul patto. Quindi, se si spendono, per fare un esempio, 160 milioni di euro per il grande progetto della metropolitana di Cosenza-Rende, quei 160 milioni incidono zero sul plafond per l’anno in corso.
Questa è la prima sfida che, io ritengo, deve essere necessariamente condivisa da tutte le forze politiche, se veramente vogliamo far seguire ai principi i fatti.
La seconda sfida, colleghi, è quella
delle riforme. Ed ecco che in qualche modo mi rivolgo anche io sommessamente ai
banchi della opposizione: abbiamo presentato,
grazie all’egregio lavoro del collega Trematerra, una importante riforma della forestazione
alla quale però parte della opposizione ha fatto
mancare il suo contributo. Ed è evidente che oggi della mancata attuazione di
quelle riforme se ne paga un prezzo perché avrebbero consentito, se approvate,
una riduzione degli stanziamenti di quel comparto.
Oggi le
riforme non sono più rinviabili. Dobbiamo in qualche modo far in modo che tutti
i comparti seguano l’esempio virtuoso intrapreso dalla sanità dove in soli 2
anni e mezzo il deficit sanitario è
stato ridotto da 200 e passa milioni a 80 milioni. La stessa cosa la dobbiamo
fare nella forestazione, nei trasporti e nel
sociale in tutti quei comparti, cioè, all’interno dei quali si annidano ancora
sprechi, sperperi e cattiva gestione rispetto ai quali tutti quanti noi
dobbiamo avere la capacità di porre rimedio per comprimere la spesa, tagliando
quella inutile e concentrandoci su quella fruttifera di servizi offerti ai
cittadini oltre che di pagamenti di indennità, salari e stipendi ai nostri
corregionali.
Sono queste
le sfide che anche il Dpefr pone. Lo fa in maniera
sistematica, lo fa con una sintesi che non è quella di un dibattito consiliare:
sono 250 pagine ed è evidente che occorre leggerle e farle proprie e dopo,
magari, esercitare le critiche. Naturalmente,
le critiche si esercitano dopo aver compreso quanto è scritto.
Questa è la
sfida!
L’amministrazione
guidata dal Governatore
Scopelliti ce l’ha presente fin dall’avvio della nostra esperienza. E’ una
sfida complessa e naturalmente siamo pronti ad ascoltare e fare nostri anche i
consigli delle forze di opposizione alle quali diciamo “fate seguire la
proposta concreta e non fermatevi all’invettiva ed alla propaganda”. Grazie.
Grazie, assessore Mancini. Si chiude il dibattito sul secondo punto che
riguarda la discussione del documento di programmazione economica e finanziaria
che pongo in votazione.
Per dichiarazione di voto ha chiesto di parlare l’onorevole Principe.
Ne ha facoltà.
Signor Presidente, illustrissimi colleghi, l’intervento
dell’assessore Mancini ha chiarito un po’ lo stato dell’arte perché è stato un
intervento più da discussione sul bilancio generale e quindi un consuntivo che
non un intervento di programmazione.
Mi spiace dirlo anche se è evidente che quando finiscono
gli effetti speciali poi sul terreno resta poco. Mi pare che i fuochi
d’artificio comincino ad essere meno incisivi e alla fine si troveranno i resti
anche di un fuoco d’artificio di grande livello.
Non c’è stata una discussione di carattere programmatorio. Questo è un documento che avrebbe dovuto privilegiare
l’aspetto della programmazione rispetto alle questioni di
consuntivo e il Governo
ci costringere a parlare anche noi di consuntivi e di programmazione.
Andando ai consuntivi l’intervento dell’assessore Mancini è stato un
intervento giustificativo che sui principi generali si può anche, per una
parte, condividere.
Condivido che in questo momento ci sia un attacco feroce al
regionalismo ed un tentativo forte di ritornare al vecchio Stato accentratore.
Quando noi rileviamo questo aspetto, però, abbiamo anche il dovere di fare un
minimo di autocritica; e le autocritiche sono due.
La prima autocritica è che – e non mi stanco mai di dirlo perché quando
si crede in un principio, in una idea, in progetto, bisogna essere petulanti e
ripeterlo - le Regioni in generale ed in particolare le Regioni del Mezzogiorno
sono fallite, hanno fallito la loro missione perché sono diventate dei piccoli
Stati accentratori.
Torno a ripetere, giacché parliamo di confronto sulle proposte, che noi
stiamo per presentare una proposta di legge sulla Regione leggera che può
essere un grande lascito di questa legislatura che, peraltro, attese le rinvenienze vicine elettorali, non sappiamo che durata
avrà.
La Regione leggera, fatta in modo bipartisan, sarebbe un grande lascito
per i futuri governanti della Regione Calabria e quindi alla collettività calabrese.
L’assessore Mancini ha citato dati e ci ha detto che i numeri parlano
chiaro. Ma parla chiaro anche il fatto che non so se siamo ultimi o penultimi per
quanto riguarda gli impegni e la spesa comunitaria.
Questo non lo dico per far polemica perché non è questo il punto. Dico
questo perché vorrei che si immaginasse quanti impegni di più e soprattutto
quanta spesa in più avremmo fatto se la Regione non fosse stata il piccolo
“Stato Hag” accentratore che è. La Regione Calabria
così come la Regione Campania, come anche le Regioni del nord.
Si è trattato, quindi, di una relazione di giustificazione su quello
che poteva essere e che non è stato ed anche rispetto a come incide la spesa comunitaria
sul Patto di stabilità.
Vorrei chiedere agli amici del governo di centro-destra dove erano
quando il Partito democratico spingeva sul Governo Berlusconi per modificare il
patto di stabilità.
Insomma, la politica ha anche una sua dimensione che deve essere di
carattere generale. Quando noi abbiamo detto che il vostro governo è stato
timido verso Roma ci riferivamo anche a questo. Addirittura, noi avevamo
proposto di eliminare dal conteggio del Patto di stabilità anche i piccoli
lavori dei comuni; infatti, se la Regione è in grande difficoltà, i comuni sono
alla fame, non riescono più a dare i servizi, debbono aumentare l’imposizione
fiscale al massimo.
Caro assessore Mancini, quindi, sul problema del Patto stabilità
facciamo tutti un po’ di autocritica; fatela pure voi che avete avuto
nell’onorevole Tremonti uno strenuo difensore del Patto di stabilità.
Andiamo per un attimo alle riforme e cerchiamo, in quest’Aula, di
sforzarci e di dire fino in fondo la verità a proposito della riforma dell’Arssa e dell’Afor.
Noi abbiamo dato un grande contributo per arrivare ad una sintesi.
Onorevole Principe, le ricordo che ha tre minuti per dichiarazione di
voto.
Grazie per averlo gentilmente ricordato.
Abbiamo trovato una sintesi sull’Arssa,
sull’Afor abbiamo detto e continuiamo a dire all’assessore Trematerra di proporci,
lo faremo noi arrivati a questo punto, il corpo della riforma, il vestito è
l’ultima cosa.
Avete spinto per portare in Aula una riforma sapendo che
non c’era accordo sulla qualificazione giuridica.
Cosa dovevamo fare restando in Aula? Parlare dell’articolo
quinto quando poi avremmo votato contro perché non era stata raggiunta la
sintesi?
Andiamo agli aspetti di programmazione. Non c’è una parola che
riguardi la futura programmazione comunitaria. Si tratta del
Dpefr 2013, 2014 e 2015! Siamo l’unica regione che
non ha affrontato a livello centrale la nuova programmazione comunitaria.
Del resto non mi meraviglio – e chiudo, Presidente, mi
conceda qualche secondo –, vedendo come agite nell’attuare la vecchia programmazione e nel programmare i settori.
Ho sempre seguito la cultura e l’innovazione. Quest’ultima
vanteria dei 45 milioni per i beni culturali è la dimostrazione di come il centro-destra
in Calabria programma la spesa comunitaria.
Udite: 45 milioni per 58 interventi, quando anche i
bambini sanno che per ristrutturare un semplice tetto - caro assessore Caligiuri, riconosco che sei un grande maestro nella comunicazione,
ma dovresti informarti dai tuoi tecnici
- di una chiesa ci vogliono, in base alle dimensioni, da 300 a 500 mila
euro. Facendo quattro conti: 45 diviso 58 viene una media di 800 mila euro per
intervento. E ci vantiamo dell’area di Sibari!
La programmazione rende se si ha la capacità
di concentrare gli investimenti. Abbiamo 5 province, 5 interventi di qualità
per la provincia– cui appartengo –di Sibari che può essere la “Pompei” della Calabria. Ma quale programmazione? Guardando come state utilizzando i fondi per la ricerca e
per l’innovazione: 33 milioni di euro per nove poli di
innovazione, una carezza a tutti!
Mentre, caro presidente Scopelliti…
Onorevole
Principe, è scaduto il suo tempo…
Ho finito. Il distretto tecnologico, so che queste cose danno
dispiacere a sentirle, di Gioia Tauro
– e ci sciacquiamo la bocca su Gioia Tauro – ed il distretto dei beni
culturali di Crotone - che il Vicepresidente ben conosce - sono stati
abbandonati a se stessi. Una carezza a tutti per non risolvere niente.
Se questo è il modo di agire di un governo
che è chiaramente in crisi e che ha fallito nella sua missione non mi
meraviglio che nel Dpefr 2013-2015 non ci sia una
parola sulla nuova programmazione comunitaria.
Per dichiarazione di voto ha
chiesto di parlare l’onorevole Talarico. Ne ha facoltà.
Apprezziamo
lo sforzo anche analitico dell’assessore Mancini, ma vorremmo ricordare sia a
lui che al Presidente che il documento di programmazione economica è un atto di indirizzo annuale per il governo regionale
attraverso il quale si programmano attività ed obiettivi nei vari settori di
competenza in cui la Regione deve intervenire, declinando le politiche regionali,
appunto, al di là delle fonti delle risorse, siano esse comunitarie, nazionali
o, addirittura, originarie.
Nel documento, leggendo dalla prima
all’ultima riga, riscontriamo una forte carenza nella individuazione di
obiettivi, di iniziative.
Più che un documento di programmazione è un
ottimo rapporto sullo stato dell’economia della nostra regione, suffragato da
dati certi e dettagliati che ci ha fornito la Svimez
nei mesi scorsi.
Non sappiamo se questo dipenda dalla volontà
della Giunta regionale di rinunciare a programmare gli investimenti e quindi lo
sviluppo di questa regione in base alle risorse che ha a disposizione, oppure
se la crisi è tale che impedisce alla Giunta regionale di programmare il
proprio futuro nei mesi e negli anni a venire.
In entrambi i casi riteniamo che questo documento
non solo sia sufficiente, ma che non rappresenti ciò che deve un documento di
questo tipo: raccogliere lo sforzo programmatorio del
governo regionale, indirizzare le risorse in base ad una gerarchia di
interventi - che non vengono individuati, ma leggiamo un lungo e triste rosario
di criticità, dalla sanità al turismo, ad altri settori, che non lascia ben
sperare per il futuro di questa regione.
Per queste ragioni e per quello che ha detto
nel precedente intervento il collega Giordano, votiamo contro la proposta dell’assessore
Mancini.
Per dichiarazione di voto ha chiesto di
parlare l’onorevole Orsomarso. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, potevamo anche non intervenire per dichiarazione di voto visto che c’è stato un dibattito – in Consiglio e in Commissione – corposo, ma come diciamo sempre la minoranza – non tutta, perché ce ne sono due diverse nell’ambito del Pd – sta sul pezzo, poi l’onorevole Principe alla fine di ogni sessione si appassiona consegnandoci un comizio sul passato più che sul futuro.
Dico al presidente
Scopelliti, alla nostra Giunta, all’assessore Mancini da membro della maggioranza
che se guarderemo indietro fra 5 anni -
ognuno di noi a partire da Mancini, dal Presidente, da chi contribuisce a
questa stagione di governo - ci interrogheremo su quello che potevamo fare e
non abbiamo fatto, su tutto quello che potevamo fare in termini di programmazione e che non abbiamo fatto.
Caro onorevole
Principe, caro capogruppo del Pd, stante le condizioni e vista una base
di lavoro già posta, mi sembra che da una
cronaca attenta emerga che nell’azione di governo
dell’assessore Mancini e della Giunta regionale si
sia iniziato a parlare di programmazione dei nuovi fondi comunitari.
Per questo
annuncio il mio voto favorevole, per la lunga lista di attività elencata. Non
ultima quella di oggi, no? Se c’è una programmazione di fondi Fas - quei fondi che in
tanti anni di programmazione non vi
hanno visto impegnati, perché non c’era un progetto sui fondi Fas -e se siamo
addirittura alla seconda rimodulazione, perché prendiamo una quota parte che c’è stata assegnata e
l’affidiamo al salvataggio di un’azienda storica come Ferrovie
della Calabria, parliamo di fatti concreti.
Poi, onorevole
Maiolo, il confronto tecnico che lei vuole mettere in
campo - lo fa da ex assessore - non ci
coglie impreparati nel cogliere gli spunti critici che possono servire da
stimolo.
Però,
considero un controsenso parlare di Regione leggera, che programma nel campo
della cultura - l’onorevole Principe è stato assessore alla cultura -, avendo sprecato 5 anni di grandi opportunità.
Ricordo a me stesso, e lo ricordano anche i calabresi, che in termini di programmazione
l’efficacia e l’efficienza di un’azione dipende anche alla squadra che si mette
in campo.
Siete stati – non vorrei parlare del passato
– il governo che ha cambiato
36 assessori regionali in tre anni. Qui, invece, abbiamo una Giunta solida -
bene ha fatto l’assessore Mancini - che mette in campo una programmazione e che
ha individuato un profilo - in questo documento si cita anche la legge
rivoluzionaria relativa alla forestazione, anche su questa non si è capito perché
non avete voluto votare, disertando addirittura il dibattito.
Intervengo, quindi, per sostenere il nostro voto
favorevole e per dire basta ai sermoni. Abbiamo già chiesto più volte in Aula
un atteggiamento di grande responsabilità. C’è stata una stagione nella programmazione
comunitaria in cui siete stati protagonisti del nulla e c’è una stagione
difficile in cui potremmo, potenzialmente, rischiare anche noi di esser
protagonisti del nulla.
Dibattiamo di questo, dibattiamo sui fatti.
Non guardiamo necessariamente di volta in volta la paternità di tutta una serie
di cose.
Onorevole Principe, lei ha la memoria corta
rispetto alla storia. Questo è un discorso da addetto ai lavori: c’è in Senato
-cosa delle ultime ore - un emendamento che prende corpo dalla deputazione tremontiana del Pdl che chiede al
Governo che in
periodo di recessione quella quota, non tanto di Patto di stabilità, ma di
pareggio di bilancio - che il governo
precedente, con tutti i difetti che poteva avere, ha stabilito per stare al
passo con l’Europa, stare
dentro i numeri significava raggiungere il pareggio di bilancio entro il 2013 -
possa essere modificata in periodo di recessione.
Ci stiamo tutti sui tecnicismi, anche questa
opzione di poter non inserire nel Patto di stabilità gli investimenti è una
voce unanime e corale che appartiene a tutte le Giunte di centro-destra e di centro-sinistra. Non
bisogna fare i professorini dicendo:“l’avevamo detto”, sta di fatto che con il
Patto di stabilità, il pareggio di bilancio è previsto nel 2013 e non nel
2014-2015 come accade per altri Paesi europei. Non è un problema di elezioni,
ma di grande coerenza dei comportamenti.
Fate bene a stimolare il dibattito, ha fatto
bene l’assessore Mancini ad illustrare un documento di programmazione che,
ricordo a me stesso e all’Aula ed ai calabresi, rispetto a tante stagioni,
arriva puntuale nei termini.
Se ci siamo scordati qualcosa, se abbiamo
improvvisato qualcosa - il rischio lo
corriamo anche noi - ci guarderemo criticamente dietro nella prossima legislatura
- quindi da qui a due anni e mezzo - ricordando che questa Giunta - a
differenza di chi ci ha preceduto, che ha cambiato circa 25 Giunte solo nel
primo anno - ha una squadra di governo a cui è data fiducia che lavora e che
prova a dare ogni giorno un risultato ad una terra che ha tutte le difficoltà
che bene avete fatto voi ad evidenziare. Grazie.
Per dichiarazioni di voto ha chiesto di parlare l’onorevole Gallo. Ne ha facoltà.
Presidente, prendo la parola per annunciare a nome del gruppo dell’Udc il voto favorevole al documento di programmazione economica e finanziaria.
Naturalmente dal dibattito, dai vari interventi, in particolare
dalla relazione dell’onorevole Imbalzano e, soprattutto, dell’assessore
Mancini, è venuto fuori un quadro, uno spaccato della difficile situazione che
vive in questo momento storico la nostra regione.
Credo che
abbia fatto bene, per senso di responsabilità, qualche consigliere regionale di
opposizione a richiamare la necessità di un dialogo e di un confronto, di
evitare possano essere alzate che delle barricate su questi argomenti.
Ritengo che
questa possa essere una via da seguire nei prossimi mesi e per l’immediato
futuro. Ritengo sia fondamentale affrontare le varie problematiche e emergenze
che ci sono in questa regione, attraverso uno sforzo comune anche da parte
delle opposizioni che, peraltro, non sono scevre di responsabilità sulla
situazione che viviamo oggi.
Un richiamo
alla responsabilità ed alla comune condivisione di queste responsabilità, credo
che sia necessario e oltremodo giusto.
Per quanto
riguarda il documento in sé e per sé, mi sarei aspettato da parte delle opposizioni
una maggiore consapevolezza del momento che si sta vivendo. Non credo si
possano fare voli pindarici, non credo si possa pensare in questo momento a
grosse azioni di sviluppo. Ritengo che noi dobbiamo in questa fase affrontare
le mille emergenze ed i mille fronti che in questo momento vive questa regione.
Tra i mille
fronti ci sono Afor e Arssa,
gli Lsu e gli Lpu, Ferrovie
della Calabria, le Rsa
e tutti quei comparti nei quali per anni, probabilmente, non c’è stata la
consapevolezza o
non si sono volute affrontare le problematiche, non si è legiferato nel miglior
modo possibile ed oggi stanno scoppiando tutte insieme.
Fatto sta che questa Giunta e questa maggioranza non hanno
creato precariato, non hanno creato situazioni di scontro in questa regione.
Però queste problematiche vanno affrontate fino in fondo.
Una maggioranza ed un governo serio queste problematiche
le devono affrontare.
Come Udc noi ribadiamo il nostro voto favorevole, ma
chiediamo che le emergenze vadano affrontate e che nel bilancio 2013 le
emergenze che riguardano i settori ai quali facevo riferimento vadano
affrontate con priorità ,dando loro copertura
finanziaria.
Ci sono decine di migliaia di famiglie in difficoltà che
non ricevono a fine mese il salario o lo stipendio. Credo che una classe
dirigente non possa fare a meno di occuparsi di queste problematiche.
Noi come Udc, come gruppo consiliare, chiediamo fortemente
che nel 2013, nella programmazione che si farà in sede di bilancio
di previsione, questi fronti, che oggi vive la Giunta regionale, non si aprano,
anzi possano essere affrontati e risolti per tempo.
Per il resto, io credo che per quanto attiene la programmazione dei fondi comunitari molto si sia fatto rispetto al
passato in questa legislatura. Ritengo ci sia stata una accelerazione sulla spesa come
non è successo in passato.
Sicuramente oggi non è il momento di valutare la qualità
della spesa, cosa che verrà fatta in una fase successiva.
Intanto, con la richiesta da parte del gruppo di
affrontare le emergenze alle quali facevo cenno, ribadisco il voto favorevole.
Grazie, onorevole Gallo, registriamo il suo parere
favorevole.
Per fatto personale ha chiesto di parlare il Presidente della Giunta. Ne ha facoltà.
Chiedo scusa ai colleghi consiglieri se intervengo, come diceva prima il collega, a norma di Regolamento non è consentito.
Intervengo per un fatto, direi, personale, Presidente. Credo sia veramente assurdo che ogni volta che partecipiamo ad un dibattito o leggiamo sui giornali dichiarazioni o interventi di colleghi, ci troviamo di fronte al fatto che la stampa pubblica oggi quello che dice Mancini o Gallo e poi il giorno dopo nuove colonne le ha Salerno, la stessa cosa all’opposto la dice Caputo che conquista nuove colonne perché ha urlato di più.
Penso che la politica un minimo si debba documentare, debba essere a conoscenza di quello che esprime.
Se il capogruppo del Partito democratico dice che siamo penultimi nella spesa comunitaria, mi preoccupo perché significa che non riesce nemmeno a leggere una tabella che pubblica sul suo sito il Ministero per la coesione territoriale o lo stesso “Corriere del Mezzogiorno”.
Vi invito, veramente, a documentarvi quando esprimete qualche giudizio, per evitare che la stampa - che giustamente ha il suo bel da fare – dica: “lo ha detto il capogruppo del Pd, probabilmente sarà vero”. Non tutti sono obbligatoriamente tenuti a documentarsi tra le mille cose che devono fare.
I dati sono chiari, sono rilevati dal Ministero per la coesione territoriale, e non sembra proprio che siamo l’ultima regione in termini di spesa, di rispetto dei parametri e di capacità di investimento.
Non entro nel merito di altre considerazioni, ma mi sembra il caso che si inizi a parlare un linguaggio appropriato - quando si può, per carità - facendo il massimo sforzo, cercando di evitare di dire bugie e di raccontare falsità, dicendo, rispetto a cifre e numeri, la verità sull’andamento di ogni comparto e di ogni settore.
Mi limito a questo, Presidente, perché non
ho la facoltà di poter parlare per dire tantissime altre cose, ma mi sembrava
che questo fosse giusto e doveroso per un fatto di chiarezza e di rispetto nei
confronti della Giunta regionale e dell’assessore che ha il compito di gestire e governare i processi legati alla spesa comunitaria. Se la Regione
ha il 32,4 per cento di risultati raggiunti anziché 32 per cento sul Fondo
sociale europeo, rispetto alla Sicilia e alla
Puglia che hanno il 25 per cento o alla Campania che ha 17 per cento, mi sembra
che non sia l’ultima regione.
Era solo
per una informazione corretta, rispetto alle cose incoerenti ed inesatte che
sono state riportate.
Pongo in
votazione il secondo punto all’ordine del giorno.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Passiamo
al punto 3, la proposta di legge numero 320/9^ di iniziativa
del consigliere G. Bilardi, recante: “Modifiche alla
legge regionale numero 4/1997 'Legge organica di protezione civile della
Regione Calabria'”. E’ relatore l’onorevole Caputo
che ha facoltà di intervenire.
La
proposta di legge che abbiamo
in esame è stata presentata dal collega Bilardi.
(Interruzione dell’onorevole Principe)
E’ già intervenuto, onorevole Principe, ha svolto il suo intervento per dichiarazione di voto. Prego, onorevole Caputo, ne ha facoltà.
(Interruzione
dell’onorevole Principe)
Ha parlato un quarto d’ora ed è intervenuto per dichiarazione di voto,
ha svolto un intervento. Ho avuto rispetto nei confronti della sua persona e
della sua posizione.
(Interruzione
dell’onorevole Principe)
Prego, onorevole Caputo.
La
proposta di legge che abbiamo
in esame è stata presentata dal collega Bilardi e
tende a modificare e ad integrare la legge regionale numero 4
del 1997 sulla protezione civile.
(Interruzione dell’onorevole
Principe)
Collega Principe, cortesemente,
non mi pare un atteggiamento giusto.
(Interruzione dell’onorevole
Principe)
No, non mi
confondo, figurati se mi confondo dopo tanti anni!
Questa proposta
di legge cade in un contesto temporale che vede la Calabria interessata da quello che sta accadendo sul Pollino, quindi, assume una rilevanza
particolare se partiamo da subito ed è tesa, principalmente, ad aumentare la
formazione e l’informazione nelle scuole sul rischio sismico. Ce ne
dimentichiamo; ce ne ricordiamo, purtroppo, solo quando accade qualcosa che ha
rilevanza nazionale o quando accade, addirittura, nella nostra regione. Credo,
però, che dovremmo ricordarcene sempre e cercare di mettere in atto quei
provvedimenti che, certamente, non possono anticipare o prevedere i tempi, e
dare un’adeguata formazione ed anche un’adeguata informazione, perché molte
volte c’è un rischio sismico e non si sa dove correre, non si sa dove andare.
Credo che i Comuni, da questo punto di vista, si stiano attrezzando, anche noi
abbiamo una protezione civile degna di questo nome, che ha dato già buona prova di sé negli ultimi accadimenti sul Pollino;
ritengo, quindi, che sia importante coinvolgere le scuole. In conseguenza di
questo, la Giunta regionale deve predisporre un programma di formazione per i
docenti e di informazione per gli studenti, utilizzando, se compatibili, i
fondi a valere sul Fondo sociale europeo, con particolare riguardo alle
esercitazioni pratiche di protezione civile, stimolando, eventualmente,
l’interesse degli allievi anche con obiettivi premiali, richiedendo loro non un
ruolo passivo, ma una capacità di collaborazione attiva nell’affrontare le
situazioni di pericolo. Tutto questo deve poter risvegliare le coscienze su un
tema che spesso è stato trascurato ed affrontato con un atteggiamento
irresponsabile e fatalista, specialmente dai soggetti più deboli. Da questo
punto di vista, quindi, credo che suscitare una maggiore attenzione nelle
scuole, negli allievi e negli insegnanti sia una cosa altamente meritoria.
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Maiolo.
Ne ha facoltà.
Intervengo
perché questa proposta di legge che è stata discussa in Commissione affronta un articolo
particolare della legge sulla protezione civile. L’iniziativa è, ovviamente,
positiva, anche se, forse, di questi tempi potevamo fare – ma lo potremo fare
prossimamente – una riflessione maggiore sulla legge relativa alla protezione
civile, così come penso che sia anche utile
sottolineare come ci eravamo permessi, nel Consiglio regionale precedente, di presentare
un ordine del giorno con cui si chiedeva lo stato di emergenza per le realtà
del Pollino, proprio per quello che è il rischio sismico richiamato nella
relazione di questo provvedimento, e lo facevamo spingendo anche il Presidente
Scopelliti ad esporsi rispetto al fatto che era giusto che questo Consiglio
regionale richiedesse fortemente lo stato di emergenza e un percorso che
avevamo individuato nell’ordine del giorno. Poi c’è stato, invece, un
tentativo, una certa timidezza nel richiedere lo stato di emergenza perché i
vertici della protezione civile non erano tanto favorevoli rispetto a quel
riconoscimento. Penso che abbiamo perso, in quella occasione, la possibilità di
essere più determinati e più netti, come Consiglio regionale, sulla dichiarazione
dello stato di emergenza. Lo abbiamo, comunque, complessivamente ottenuto
grazie ad un lavoro, anche politico, che il Partito democratico ha svolto sia sul governo sia sui territori,
perché ritenevamo giusto il percorso di riconoscimento di quella che è
l’emergenza di quella realtà e quindi il percorso, che ci auguriamo possa
essere celere, di aiuto sostanziale a queste popolazioni.
Guardate, questo provvedimento che si sottopone all’approvazione
riguarda proprio le attività di formazione, informazione e preparazione
all’emergenza. Queste, sì, sono – lo dico ai giornalisti – materie e competenze
che rientrano nel Fondo sociale, la formazione e quant’altro, e il Presidente
Scopelliti, nel tentare sempre di ribaltare la frittata per come gli conviene, ha
risposto impropriamente alle nostre sottolineature sulla spesa del Fesr, che è un’altra cosa, non è il Fondo sociale, perché
il Fondo sociale -vi ricordo- che è quel fondo che ho suggerito al Presidente
Scopelliti in Aula quando la Regione non era in grado di dare risposta alle
interrogazioni in Consiglio regionale. Quella spesa del Fondo sociale era la
attestazione e lo sblocco dei pagamenti che la Commissione europea ha fatto
sulle nostre certificazioni di pagamento; la Regione ha impiegato due anni e mezzo
per poter dare le risposte alle richieste, che, poi, sono state date, e per
sbloccare quei pagamenti.
Il suo intervento sul Fondo sociale ha, quindi, un’origine ben precisa
che è il fallimento totale della programmazione 2000-2006 con il primo assessore
regionale, l’onorevole Scopelliti, assessore alla formazione, al lavoro e alle
politiche sociali, che ha predisposto quel programma, che ha prodotto un blocco
dei pagamenti per l’assoluta incapacità di presentare le domande di pagamento,
non di presentarle con problemi. Ci fu un’interruzione di quattro anni e fu
sbloccato nel 2009 il Fondo sociale, con un lavoro e una spesa che andate a
vedere che significa. Nell’intervento precedente avevamo fatto un ragionamento
totalmente diverso, però, non è che l’opposizione incalza. No, l’opposizione
cerca di dire le cose per come stanno – e si vada a vedere la graduatoria del Fesr, si vada a leggere il vostro Documento di
programmazione economica e finanziaria che ha letto Censore! –, siete voi che
certificate che siete in difficoltà. Questo era chiaro già dal fatto che si
vedeva la Regione scendere nella graduatoria del Fesr,
nel 2010, nel 2011, perché non c’erano impegni nuovi e quel 30 per cento
iniziale è diventato il 40 dopo tre anni.
Dico, allora, che su questi
interventi, è chiaro, si può fare propaganda, demagogia, l’importante è che –
come diceva qualcuno, l’altra sera –, quando uno fa propaganda e demagogia, non
si deve convincere che è una cosa vera. Stiamo solamente sottolineando i dati
veri che scrivete nella relazione che avete approvato, in cui dite che siete in
difficoltà col Fesr. Non si può rispondere che siete
stati bravi sul Fondo sociale, raccogliendo i risultati nostri, perché sul
Fondo sociale fu fatta una programmazione di spesa molto forte alla fine della
programmazione precedente, mentre sul Fesr furono
avviati dei progetti che hanno più difficoltà.
(Interruzione)
Non sono fuori tema. Lo dico perché anche su questa norma, che è
importante approvare e che, per quanto mi riguarda, ci sarà, poi, la
dichiarazione di voto, apprezzo l’iniziativa perché in questa fase è bene dare
un segnale, anche di vicinanza, alle popolazioni che in questo momento non
dormono in casa, che hanno difficoltà a capire che la Regione prova a
sensibilizzare, a rendere più efficiente l’informazione e la comunicazione
nella gestione dell’emergenza. Forse bisognerebbe coinvolgere molto di più e
meglio e sistematicamente anche il volontariato; su questo, però, voglio dire
che abbiamo sempre dato un contributo costruttivo quando si avanzano delle
proposte e si cerca il confronto. Quello che notiamo che manca assolutamente è
l’onestà intellettuale di voler affrontare un confronto e, quindi,
l’individuazione di una soluzione dei problemi che esistono, partendo da una
realtà che chiediamo solamente di registrare e per la quale si possa attivare,
prima che sia troppo tardi, un meccanismo di confronto costruttivo per
modificare le difficoltà, gli errori che non ci porteranno assolutamente a
migliorare la situazione che sta degenerando. Sull’intervento specifico che
riguarda l’attività di formazione, informazione e preparazione all’emergenza,
quindi, penso che sia un’iniziativa positiva su cui, ovviamente, esprimiamo una
valutazione positiva.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Dattolo. Ne
ha facoltà.
Interverrò brevemente perché ho avuto il piacere di partecipare ai
lavori di questa Commissione e prendere atto, visto che questa proposta di
legge è passata all’unanimità, dell’interezza del contenuto, soprattutto, anche
del tentativo di sensibilizzazione del collega Bilardi,
attraverso questa proposta di legge. Ricordo che era un periodo antecedente
anche a quello che è successo nel nostro territorio e dobbiamo anche registrare
– vedo il sottosegretario Torchia – che, riguardo a questo tema, la protezione
civile penso abbia dato dimostrazione di efficienza e che il lavoro condotto
dal Consiglio regionale, poi, abbia portato anche a dei risultati con la
dichiarazione dello stato di emergenza. Ritengo, però, importante un aspetto
culturale che questa introduzione, questa proposta di legge intende richiamare
all’attenzione: il modo anche di un approccio culturale diverso, dove la
prevenzione, attraverso l’ausilio e la collaborazione, soprattutto delle
scuole, possa diventare un patrimonio condiviso, comune. Penso che nell’animo
calabrese ci sia la generosità, la solidarietà; sono qualità che sicuramente
appartengono alle nostre popolazioni, un po’ meno solidale e generosa è stata
sempre la macchina organizzativa. Oggi, accanto alle esperienze di volontariato
che sono cresciute tantissimo in questa regione, ritengo che abbiano fatto bene
il collega Bilardi ed il relatore, insieme ai
componenti della Commissione, ad aver voluto insistere su un aspetto che
riguarda il coinvolgimento delle scuole; non una sorta di guardia civile, come
è quella americana – grazie a Dio, non siamo soggetti a quei disastri, come si
è verificato qualche settimana fa con l’uragano Sandy! – però, sicuramente
l’obiettivo di offrire alle scuole dimostrazioni pratiche su come possa essere
gestita un’emergenza. In Calabria, purtroppo, il territorio è sicuramente – con
dispiacere – uno dei più esposti e questo progetto di legge di
sensibilizzazione è un primo passo importante. Caro assessore Caligiuri, sulla cultura, anche questa, non soltanto dei
beni culturali, ma, soprattutto, di un approccio nuovo, di una mentalità nuova,
ritengo che la scuola calabrese e la politica calabrese devono fare in modo che
resti traccia di un approccio nuovo, diverso e, soprattutto, di una sensibilità
acquisita verso le problematiche. La prevenzione è meglio di qualsiasi altra
forma di intervento.
Ha chiesto di parlare il sottosegretario Torchia. Ne ha facoltà.
Grazie,
signor Presidente, grazie onorevoli consiglieri, soprattutto all’onorevole Bilardi, all’onorevole Caputo e a tutta la Commissione che
ha predisposto e approvato questa rivisitazione – la chiamo così –
dell’articolo 6 della legge regionale numero 4 del 1997, che era opportuna,
anche alla luce, non tanto degli avvenimenti ultimi che hanno interessato la
Calabria, ma in relazione a tutto quello che si è realizzato in questi due
anni. La protezione civile ha già lavorato fortemente sull’attività di
formazione ed informazione e, addirittura, con l’Ufficio scolastico regionale
ha attivato una convenzione che ha riguardato quasi l’80 per cento di tutti gli
istituti scolastici con delle prove di esercitazione e di evacuazione degli
istituti scolastici relative ad esercitazioni per il rischio sismico. Vi
ringrazio ancora per aver confermato quello che è stato detto nella precedente seduta di
Consiglio regionale: che la macchina ha funzionato proprio grazie a questa
attività che oggi viene riconfermata e rafforzata con questo articolo, che è
tutta un’attività di formazione che ha riguardato quell’area del Pollino, dove
le componenti del sistema di protezione civile si sono attivate immediatamente.
Abbiamo spinto, quindi, su questa attività di informazione e lo stiamo facendo
e lo faremo anche nel prossimo anno. Voglio soltanto informare il Consiglio
regionale che è stato chiuso da pochi giorni un bando sui fondi Por della
Regione Calabria per attivare corsi di formazione che avranno la durata di
18-24 mesi, rivolti non soltanto alle scuole ma a tutte le istituzioni ed alle
associazioni di volontariato. Mi auguro – come ho avuto modo di dire – che a
questa attività di formazione possano partecipare anche i sindaci ed i tecnici
comunali perché sono loro che devono fronteggiare la prima emergenza. Soltanto
una battuta per quello che l’onorevole Maiolo ha
sostenuto –che ringrazio per l’apporto che ha voluto
dare alla stesura di quest’ordine del giorno nel precedente Consiglio regionale
insieme a tutti gli altri consiglieri regionali– per dire che non era
timidezza, era una strategia su cui avevamo discusso, perché anche la Regione
Basilicata si era mossa in quel modo; tant’è vero che, nell’incontro avuto con Catricalà, si è verificato che la legge numero 100 non
consentiva la dichiarazione dello stato di emergenza ed è stata una forzatura
nei confronti del Governo, ma soprattutto perché abbiamo adottato quel sistema.
Se avessimo chiesto lo stato di emergenza, sicuramente non l’avremmo
ottenuto in quella fase: ecco perché si trattava soltanto di prendere tempo. La
stesura di quest’ordine del giorno, quindi, è stata ben architettata. Ringrazio
di nuovo tutti e spero che questo articolo, che è molto interessante, venga
approvato all’unanimità dal Consiglio regionale; tra l’altro, devo
necessariamente informare il Consiglio che, nelle prossime settimane, sarà
pronta la rivisitazione complessiva della legge regionale numero 4, con una
proposta di legge che porteremo in Giunta e, successivamente, in Consiglio
regionale.
Non ci sono più interventi.
(Interruzione)
Quando andremo a votare, adesso c’è l’articolato; non ci sono più
interventi sulla relazione generale. Andiamo ad esaminare l’articolato.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’
approvato)
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di
voto l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.
Presidente, sono
rimasto in Aula per una forma di rispetto verso
gli amici, le donne, i bambini che soffrono nell’area del Pollino, poiché
trattiamo di protezione civile. Vorrei aggiungere a quanto
egregiamente detto dal collega Maiolo sull’ordine del giorno che quando ci si affida al
coordinamento formale si rischia sempre una parzialità di contenuti, perché
avevamo puntato ad un impegno della Giunta regionale di rimodulare il Fers, non solo per gli interventi di prevenzione, perché
sappiamo che in materia sismica la prevenzione vale più dell’intervento. Noi
italiani siamo bravi nel pronto intervento, siamo pessimi sotto l’aspetto della
prevenzione. Inviterei, quindi, il Governo ad interpretare l’ordine del giorno
in senso globale e ad inserire, se si trovano risorse sul Fers,
sia la parte che riguarda la prevenzione sia il modo di rimediare al danno che
hanno subìto le famiglie, le istituzioni; interventi, quindi, che possa fare la
Regione, in aggiunta a quelli che deve fare il Governo. Dicevo che sono rimasto
per rispetto delle popolazioni, trattandosi di un argomento così delicato, ma
colgo l’occasione per sottoscrivere quanto sostenuto dall’onorevole Maiolo,
perché parlando di protezione civile e di interventi futuri parliamo anche di
Por e, quindi, di interventi strutturali europei. Faccio mie le parole
dell’onorevole Maiolo circa gli impegni e la spesa
della Giunta Scopelliti: l’intervento dell’onorevole Maiolo evidenzia che una
deformazione della realtà dei fatti e dei dati non fa parte della cultura e del
senso di responsabilità della minoranza e del Partito democratico, ma questa
concettualizzazione appartiene a tutt’altre sponde.
Preannuncio una lettera al Presidente del
Consiglio, perché qui siamo adulti e responsabili e non possiamo accettare
la cultura giovanilista che porta avanti una
specie di gioco istituzionale che l’ultima parola spetta sempre ad una parte, anzi, ad una persona: anche questo
non è previsto nel Regolamento.
Chiederò con una lettera al
Presidente Talarico di valutare bene che cosa significa chiedere e dare la
parola per fatto personale.
Se in quest’Aula siamo costretti a tacere, se parliamo di fatti e ci
sono membri del Governo, dal Presidente a scendere, che interpretano un
ragionamento di carattere politico e su questioni concrete come un fatto
personale, ritengo che abbiamo una concezione sballatissima non solo della
democrazia, ma anche di come si conducono i lavori in questo Consiglio
regionale, perché nel mio dire sul Por non c’era alcuna offesa di carattere
personale; semmai l’offesa di carattere personale è stata subita dal
sottoscritto che, quasi direttamente, è stato appellato come bugiardo. Chi
poteva avere la parola per fatto personale, quindi, non l’ha avuta; chi non
aveva diritto si : questa questione la sottoporrò al Presidente del Consiglio e
la richiamerò nella prossima Conferenza dei capigruppo, perché se c’è una
qualità che deve avere chi presiede un’Assemblea legislativa è quella della
imparzialità e, caro Vicepresidente Nicolò, lei questa qualità non ce l’ha!
Grazie per il suo pensiero e per il suo intervento. Non ci sono più
interventi, per cui pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Al
punto 4 dell’ordine del giorno c’è la proposta di
legge numero 338/9^ di
iniziativa della Giunta regionale, recante: “Abrogazione dell'articolo 10,
comma 2, della legge regionale 26 luglio 1999, n. 19 e s.m.i.
(Disciplina dei servizi di sviluppo agricolo nella Regione Calabria)”. E’ relatore l’onorevole Imbalzano che ha facoltà di intervenire.
Si
tratta di una proposta che mira a ricondurre
le ipotesi di subentro nei contratti di lavoro alle norme stabilite nel Decreto legislativo
numero 165 del 2001, in materia di passaggio diretto di personale tra amministrazioni diverse. La proposta –
com’è noto – si compone di un unico articolo con il quale si intende abrogare
il comma 2 dell’articolo 10 della legge regionale numero 19 del 1999 che
disciplina la materia dei servizi di sviluppo agricolo. Questo articolo 10,
comma 2, prevede, nel caso di scioglimento volontario di un’associazione di divulgazione
agricola e del mancato assorbimento del personale dell’associazione disciolta
da parte di altra associazione di categoria, il passaggio diretto di questo
personale alle dipendenze della Regione. In attuazione di questa norma, con
delibera di Giunta regionale numero 283 del marzo 2010, è stato autorizzato il
subentro della Regione Calabria nel contratto del personale proveniente dall’Agris Coldiretti, titolare di unità di divulgazione
agricola. Dobbiamo dire che questa delibera non ha mai trovato esecuzione
perché il dipartimento del personale ha rappresentato in più note che la
Regione Calabria non potesse subentrare, sic et
simpliciter, quindi senza
garantire il rispetto di tutte le normative nazionali che regolano l’accesso al
pubblico impiego, nonché degli ulteriori vincoli alle assunzioni nella
titolarità dei contratti di lavoro a tempo determinato, originariamente
stipulati tra organizzazioni professionali e il relativo personale. Ha rilievo,
inoltre, come il subentro dei contratti di lavoro è ammissibile solo tra
pubbliche amministrazioni. Questa situazione, però, ha generato un contenzioso
che ha visto soccombente la Regione Calabria, la quale, in ottemperanza alla
sentenza, si è vista costretta a dare seguito alla delibera del marzo 2010 e, per
l’effetto, ha assunto i ricorrenti presso il dipartimento agricoltura,
subentrando, pertanto, nel rapporto di lavoro subordinato dagli stessi,
intrattenuto con l’Agris Coldiretti. Al fine di
scongiurare il verificarsi di casi analoghi – ci sono contenziosi in corso –
atteso che, come si evidenzia da una nota del dirigente del settore
dipartimento agricoltura, risultano pendenti altre quattro richieste di
immissione nei ruoli regionali di personale proveniente da altre associazioni
nel frattempo disciolte, la Giunta regionale propone l’abrogazione di questa
norma.
Poiché nessuno
chiede di intervenire, si passa all’esame dell’articolato, costituito da un
solo articolo.
Pongo in
votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Imbalzano, ha facoltà di
parlare.
Volevo
solo precisare che il consolidato c’è, le persone che hanno già acquisito la posizione restano in pregiudicato, questo è chiaro.
Pongo in votazione la legge nel suo
complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Proposta di legge numero 311/9^ di iniziativa
del consigliere Caputo, recante: “Riconoscimento del metodo storico ‘Moscato al
Governo di Saracena’ quale bene culturale della Calabria”
Il punto successivo riguarda la proposta di
legge numero 311/9^ di
iniziativa del consigliere Caputo, recante – “Riconoscimento del metodo storico
‘Moscato al Governo di Saracena’ quale bene culturale della Calabria”.
E’
relatore l’onorevole Salerno che ha facoltà di intervenire.
Questa
proposta
di legge, di iniziativa del consigliere Caputo, in
pratica, prevede il riconoscimento quale bene
culturale della Calabria del metodo “Moscato al Governo di Saracena”.
Approfitto anche per salutare il sindaco, qui presente oggi in Aula.
In pratica si tratta di due articoli: il primo prevede un’integrazione al decreto legislativo numero 42 del
22 gennaio del 2004, in cui, oltre ai beni culturali ed al paesaggio,
vengono anche inseriti i metodi di produzione artigianale ed enogastronomica; il
secondo prevede che sia riconosciuto quale bene culturale il metodo “Moscato al
Governo di Saracena”, che risale al 900 dopo Cristo ed è stato portato dagli
arabi qui in Calabria.
Questa proposta di legge è stata approvata
all’unanimità in Commissione, pertanto propongo che sia approvata dall’Aula.
Si apre il dibattito. Ha chiesto di parlare
l’onorevole Talarico Domenico. Ne ha facoltà.
Noi
esprimiamo la massima attenzione
e il buonsenso necessario a questa proposta, perché riteniamo che, attraverso
questa legge, si riconosca il valore non solo rispetto alla qualità del
prodotto e al metodo, così come viene indicato dalla legge, ma un
riconoscimento anche storico alla cittadina di Saracena, conosciuta in tutta
Italia e in tutta Europa per i suoi prodotti, ma mai adeguatamente celebrata
per quello che hanno
fatto e quello che fanno per l’immagine della nostra regione.
Preannuncio, quindi, il voto favorevole del
gruppo di Italia dei valori e formulo i migliori auguri alla città di Saracena
ed al suo sindaco.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Adamo. Ne
ha facoltà.
Intervengo
per dare la mia adesione al provvedimento che è unico, nel senso che
questa legge rappresenta il primo atto di tipo legislativo che riconosce, forse
anche impropriamente come bene culturale un bene immateriale, ma soprattutto
come bene culturale un prodotto “enogastronomico”.
E’ una legge sostanzialmente manifesto che
valorizza ed erige a bene culturale un metodo di produzione riguardo al
Moscato. Vorrei che la Regione cogliesse l’opportunità - giacché c’è pure
l’amministrazione locale - attraverso una proposta che può venire anche dall’amministrazione
comunale, di provvedere ad una mappatura delle zone del vitigno prodotto
direttamente nel territorio del Pollino e comunque di Saracena, affinché dopo
questa legge ci possa essere un provvedimento anche di tipo legislativo e non
solo amministrativo che consenta di richiedere il riconoscimento del Dop, cioè la denominazione di origine protetta per quanto
riguarda il tipo di vitigno sottoposto a quel metodo e che fa del Moscato di
Saracena un Moscato unico a livello mondiale.
Non ci
sono altri interventi, per cui si passa all’esame dell’articolato, che si
compone di due articoli. Non ci sono emendamenti alla proposta di legge,
peraltro è passata in Commissione all’unanimità.
Pongo in
votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione la legge nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
I
prossimi punti all’ordine del giorno sono stati
inseriti nel corso del dibattito iniziale.
(Interruzione)
Aveva chiesto di parlare l’onorevole Amato,
che doveva richiedere un’integrazione dell’ordine del giorno. Ne ha facoltà.
Chiedo
l’inserimento della proposta di provvedimento amministrativo, approvato all’unanimità
dall’Ufficio di Presidenza, che
riguarda la sostituzione di un componente,
dimissionario, del collegio dei consulenti legali.
Chiede
l’inserimento di una delibera
dell’Ufficio di Presidenza che sostituisce un componente
del Comitato dei consulenti.
Ci faccia capire di che si tratta. Piena
fiducia all’onorevole Amato, ma ci faccia capire, ci illustri il provvedimento.
Do la parola all’onorevole Amato.
Il Consiglio regionale,
all’inizio della legislatura, ha votato i cinque componenti del collegio dei consulenti giuridici; uno di questi
componenti, l’avvocato Gualtieri, si è dimesso per
tutta una serie di questioni, perché ci sono state polemiche sulle sue
dimissioni da funzionario della Regione, e quindi l’Ufficio di Presidenza, all’unanimità,
ha indicato un altro componente.
Su
questo non so come avete proceduto, però
ritengo che, in seguito al rinnovo dell’Ufficio di
Presidenza che quest’Aula ha provveduto
a fare, addirittura, in tempi anticipati, non ci sia continuità di quella delibera, per cui non si tratta di sostituire, oltretutto
con comunicazione in quest’Aula, un componente.
Probabilmente si tratta di andare a registrare una nuova delibera con una nuova
proposta, se l’Ufficio di Presidenza valuta che dovrà avvalersi tuttora di un
Comitato giuridico di consulenza, perché potrebbe pure decidere, ipoteticamente… Adesso, per una pura combinazione, c’è
stato il rinnovo del vecchio organismo, ma potevano essere anche nuovi
componenti quelli che andavano a comporre l’Ufficio di Presidenza.
Per cui, se si rinnova la volontà – nulla
osta, ci mancherebbe altro – di andare nella direzione di continuare ad
avvalersi di un Comitato dell’Ufficio di Presidenza, penso che la delibera vada
rifatta interamente, riguardando un reincarico, con cessazione di quello
precedente.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Guccione. Ne ha facoltà.
Presidente, mi pare che l’obiezione sollevata dall’onorevole Adamo abbia un suo fondamento, nel
senso che, se si deve procedere, anche alla luce del rinnovo che c’è stato dell’Ufficio
di Presidenza, va posto all’ordine del giorno il rinnovo complessivo dell’organismo
che lei ha posto oggi come una semplice integrazione.
Ritengo che su questo ci debba essere la
sospensione di questa pratica e un approfondimento con l’ufficio giuridico
rispetto alla questione che in precedenza poneva, secondo me in modo puntuale, l’onorevole Adamo.
Preciso
che, all’inizio della legislatura,
l’Ufficio di Presidenza propone all’Aula – e l’Aula vota – i cinque consulenti
giuridici, che sono coloro che esprimono pareri quando l’Ufficio di Presidenza
deve assumere delle delibere; in tantissime occasioni, infatti, chiediamo ai
consulenti giuridici di esprimere un loro parere di merito, di legittimità
sugli atti che poniamo in essere.
Che cosa è avvenuto? Questo Collegio dei consulenti, che dura per l’intera
legislatura, non si scioglie prima o dura in carica un anno, come avviene per qualche
altra forma di consulenza o per il nucleo di valutazione o per quanto concerne
l’assetto istituzionale del Consiglio che dura fino alla scadenza dell’Ufficio
di Presidenza, ma rappresenta l’unico caso di durata per l’intera legislatura.
L’avvocato Gualtieri, componente dell’Ufficio
dei consulenti, si è dimesso. L’Ufficio di Presidenza ha preso atto di queste
dimissioni ed oggi, con questo inserimento all’ordine del giorno chiesto dall’onorevole
Amato, propone che l’Aula – perché non è all’ordine del giorno – possa votare
la sostituzione di quel componente con un altro.
Adesso il Consiglio può fare due cose: se ci sono i due terzi dei
componenti che approvano l’inserimento stasera provvediamo ad effettuare la
sostituzione dell’avvocato Gualtieri con l’avvocato Iannello; se non si ha il voto favorevole dei due terzi per
l’inserimento nella seduta odierna, il punto viene inserito alla prossima
seduta di Consiglio regionale. Stiamo parlando di questo, non di rinnovo, perché
non scade nulla.
Lei mi sta dicendo che noi, come Consiglio regionale, se avessimo
eletto un altro Presidente, un altro Ufficio di Presidenza qualche mese fa, il
nuovo Presidente eletto si doveva tenere quello che voi avevate fatto?
(Interruzione)
Su questo ho molti dubbi!
Il Collegio dei consulenti dura per l’intera legislatura. Questo
prevede l’attuale normativa. Poi, ritengo che nel caso un Collegio di
consulenti si ritrovi un nuovo Ufficio di Presidenza, va da sé che,
probabilmente, gli stessi consulenti danno le dimissioni. Presumo.
Sono consulenti esterni, Presidente?
Sono consulenti esterni, nominati all’inizio della legislatura.
Di supporto all’Ufficio di Presidenza? Ho capito.
(Interruzione)
Sembra che veniate dalla luna! Il Regolamento e lo Statuto della Regione
Calabria li conoscete? Potete andare a verificare che cosa prevede il Collegio
dei consulenti e quali sono le sue funzioni. Non ce lo stiamo inventando o ce
lo siamo inventati all’inizio della legislatura!
(Interruzione)
Posso dirle una cosa? Lei può pensarla come vuole, ma posso assicurarle
che ci sono molte delibere che l’Ufficio di Presidenza approva che hanno
bisogno di un parere preventivo. Poi stiamo parlando esclusivamente della
sostituzione di un componente.
Se siete d’accordo, lo inseriamo in questa seduta; se non siete d’accordo,
l’inserimento va all’ordine del giorno della prossima seduta di Consiglio.
(Interruzione)
Stiamo parlando di questo.
(Interruzioni)
Presidente, l’approfondiamo e presentiamo, contemporaneamente, una proposta
di legge perché in futuro sia ridotto il numero dei componenti, perché in un
momento in cui sono chiesti sacrifici penso che un ufficio di consulenza così
nutrito sia dispendioso, anche per offrire un buon segnale ai calabresi.
Noi abbiamo già provveduto a ridurre i consulenti, come Consiglio
regionale, del 50 per cento e l’abbiamo già inserito per norma, quindi non c’è
assolutamente niente di nuovo. Questo è un Collegio che aveva un compito ben
diverso. Se lei ritiene che questa sia un’iniziativa positiva, può presentare
la proposta di legge, assolutamente; su questi argomenti si può essere d’accordo.
Quindi il punto è rinviato ed inserito all’ordine del giorno della
prossima seduta di Consiglio regionale.
Ci
sono due ordini del giorno, il primo è di iniziativa dei consiglieri Censore e Guccione:
“In ordine alla barbara uccisione di Filippo Ceravolo
a Soriano Calabro”.
Prego,
onorevole Censore.
Presidente, lo
avevo illustrato prima, si tratta di un fatto
tragico, l’uccisione per errore di questo ragazzo di Soriano. C’è stata una
mobilitazione in Calabria, una presa di coscienza in tutta Italia rispetto ad
un fatto che ci ha commosso, un fatto grave.
Penso che il
Consiglio debba esprimere una condanna e, al tempo stesso, la solidarietà alla
famiglia e chiedere agli organi
inquirenti, che sono sulla buona strada per assicurare gli assassini alla
giustizia, di intensificare le loro azioni, affinché ci sia un segnale
tangibile di un impegno straordinario per combattere il crimine in Calabria.
Questo lo dobbiamo a Filippo, ma a tutti i morti innocenti di mafia che,
magari, sono persone che si sono trovate nel posto sbagliato nel momento
sbagliato.
Penso che siamo tutti d’accordo su questa iniziativa che
gli onorevoli Censore e Guccione hanno posto in
essere, quindi pongo in votazione l’ordine del giorno in discussione, di cui do
lettura: “Il Consiglio
regionale della Calabria, premesso che il 25 ottobre 2012, nella cittadina di Soriano Calabro, in provincia di
Vibo Valentia, è stato ucciso per uno scambio di persona il giovane lavoratore
diciannovenne Filippo Ceravolo;
questo
omicidio, di cui si sono occupati per più giorni tutti gli organi di stampa e
le televisioni nazionali, ha creato un sussulto popolare ed un forte sentimento
di rabbia a motivo del fatto che si trattava di un bravo ragazzo, laborioso ed
altruista che nulla aveva a che fare con gli ambienti criminali;
intorno
a questa vicenda, si è costituito un movimento popolare fatto di giovani e di
persone comuni che hanno manifestato il proprio dissenso in modo aperto,
partecipando ad una fiaccolata silenziosa che ha raccolto migliaia di persone;
l’estraneità
del giovane Ceravolo a qualsiasi legame criminale è
stato accertato anche dal Procuratore della DDA di Catanzaro, Vincenzo Antonio
Lombardo, che ha dichiarato l’inesistenza di qualunque rapporto della vittima
con le consorterie mafiose e che l’omicidio è solamente frutto di uno scambio
di persona;
per
il livello di efferatezza, la vicenda ha commosso tutti i cittadini calabresi e
migliaia di famiglie italiane;
impegna il Presidente della Giunta ed il governo regionale ad esprimere una
dura condanna per l’omicidio del giovane Filippo Ceravolo
e ad avviare tutte le procedure utili al fine di garantire un sostegno
economico alla famiglia della giovane vittima, da destinare all’istituzione di
una fondazione il cui scopo sarà quello di diffondere la cultura della legalità
nel nome di Filippo e di tutte quelle persone che sono cadute ingiustamente per
mano criminale”.
(Il Consiglio approva all’unanimità)
(E’ riportato in allegato)
Passiamo
alla mozione di
iniziativa dell’onorevole Gallo “In
ordine ai danni causati dallo sciame sismico che interessa l’area del Pollino”, che può
illustrare.
Con
riferimento al sisma del Pollino dello scorso
26 ottobre all’una di notte, che tra l’altro ha avuto da parte
del Governo il riconoscimento dello stato di emergenza, con impegno anche della
Giunta regionale, del sottosegretario Torchia, propongo che ci sia un’altra
serie di misure a favore di quelle popolazioni: la sospensione dei tributi
regionali e la costituzione di un fondo di solidarietà destinato alle attività
imprenditoriali danneggiate dal sisma, la riapertura dei termini del condono
per il bollo auto e quant’altro il governo regionale ritiene utile per
alleviare i disagi di quelle popolazioni.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Guccione.
Ne ha facoltà.
Apprezzo
lo spirito e la sostanza della mozione presentata dall’onorevole
Gallo, perché credo che anche noi, il Consiglio, la Giunta
dobbiamo
fare il nostro dovere verso queste popolazioni che sono in uno stato di stress
che, ormai, dura da due anni, anche perché il sisma – per chi legge l’Ansa
quotidianamente – persiste e noi dobbiamo vedere quali misure la Regione sia in
grado di intraprendere, come è avvenuto per l’Emilia Romagna: una serie di
moratorie nel pagamento delle imposte, una serie di aiuti alle famiglie ed
anche ai Comuni per ripristinare la quotidianità di queste popolazioni.
Si è fatto un buon lavoro, il Consiglio
regionale ha svolto un lavoro eccellente nella preparazione e presentazione
della mozione, che ha portato anche al riconoscimento dello stato di emergenza.
Credo che, per
come è impostata la mozione, per quelle popolazioni dobbiamo vedere quali
misure possiamo prendere a sostegno come Regione, perché si tratta di un
segnale importante, di un segnale di speranza, per dire che le istituzioni ci
sono e fanno il proprio dovere. Anche piccoli interventi, piccoli sostegni sono
necessari a dare forza e coraggio a quelle popolazioni.
Non
ci sono altri interventi sul punto, quindi
possiamo porre in votazione la mozione presentata dall’onorevole Gallo, di cui
do lettura:“Il Consiglio regionale,
premesso che il 26 ottobre, all’1.05, un sisma di
magnitudo 5.0 con epicentro localizzato a Mormanno ha
colpito i territori al confine tra Calabria e Basilicata, facendo avvertire i
suoi effetti anche in Puglia e Campania;
detta
scossa, apice di uno sciame sismico iniziato nell’autunno del 2010 e fin qui
caratterizzato da oltre 2500 eventi sismici, pur senza fortunatamente far
registrare vittime, è stata causa di crolli e lesioni, con conseguente sgombero
ed evacuazione di decine di famiglie;
in
particolare, stando alle prime stime, nella sola Mormanno
sarebbero inagibili il 40 per cento delle abitazioni del centro storico ed in via precauzionale è stato
vietato l’utilizzo a fini potabili dell’acqua, mentre dai controlli eseguiti
dai Vigili del Fuoco e dagli ingegneri dell’Ordine provinciale di Cosenza,
unitamente a personale della Protezione Civile, sarebbe altresì emersa anche l’inagibilità
dell’ospedale cittadino e di diverse chiese, tra le quali quella di Santa Maria
del Colle;
parimenti
grave sarebbe il bilancio dei danni subiti dal patrimonio culturale, secondo l’assessore
regionale alla cultura Mario Caligiuri, di ammontare
pari a «diversi milioni di euro»;
la
Regione Calabria ha già stanziato somme considerevoli che si sono rivelate,
tuttavia, insufficienti rispetto ai bisogni effettivi delle popolazioni dell’area
del Pollino;
pertanto
è necessario individuare ulteriori soluzioni e misure, per contribuire a
garantire sollievo ai residenti del comprensorio e l’immediata ripresa delle
attività imprenditoriali ed economiche;
impegna il
governo regionale ed il dipartimento regionale di Protezione Civile ad
intraprendere ogni opportuna e necessaria iniziativa per alleviare le
sofferenze e i disagi delle popolazioni colpite dal sisma ed, in particolare,
ad adottare in tempi brevi tutti i provvedimenti utili a giungere all’istituzione di un fondo di solidarietà
destinato alle attività imprenditoriali danneggiate dal sisma, la riapertura
dei termini del condono per il bollo auto, con correlata temporanea sospensione
del pagamento di tributi e tasse di matrice regionale, limitatamente ai
residenti nei paesi maggiormente interessati dal movimento tellurico”.
(Il Consiglio approva all’unanimità)
(E’ riportata in allegato)
Non
ci
sono altri argomenti all’ordine del giorno, il Consiglio sarà convocato a
domicilio.
Hanno chiesto congedo i consiglieri Gentile e Mirabelli.
(Sono concessi)
Sono state presentate alla Presidenza
le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:
Caputo
– “Fiera storica della Ronza a Campana” (P.L. n. 389/9^)
E’
stata assegnata alla seconda Commissione
consiliare - Bilancio
programmazione economica e attività produttive.
(Così resta
stabilito)
Aiello F. – “Disposizioni per favorire l’accesso dei giovani
all’agricoltura e contenere il consumo di suoli agricoli” (P.L. n. 390/9^)
E’
stata assegnata alla seconda Commissione
consiliare - Bilancio
programmazione economica e attività
produttive.
(Così resta
stabilito)
Dattolo – “Istituzione del Parco naturale regionale delle Valli
Cupe” (P.L. n. 391/9^)
E’ stata assegnata
alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio –
protezione dell’ambiente – ed alla seconda - Bilancio
programmazione economica e attività produttive
– per il parere.
(Così resta
stabilito)
Bilardi, Dattolo, Ciconte,
Chiappetta, Serra, Principe, Loiero, De Masi, Bova –
“Modifiche alla legge regionale 13 maggio 1996, n. 3 (Disposizioni in materia
di trattamento indennitario agli eletti alla carica
di consigliere regionale)” (P.L. n. 392/9^)
E’ stata assegnata
alla prima Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali.
(Così resta
stabilito)
E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo d’Ufficio:
“Determinazione in ordine al gruppo dei consulenti giuridici. Sostituzione componente (Deliberazione U.P. n. 87 del 22.10.2012)” (P.P.A. n. 199/9^)
In data 30 ottobre 2012, il Presidente della Giunta
regionale ha promulgato le sotto indicate leggi regionali.
Le stesse sono state pubblicate sul supplemento straordinario n. 2 dell’8
novembre 2012 al Bur n. 20 del 2 novembre 2012:
legge regionale 30 ottobre 2012, n. 48,
recante: “Tutela e valorizzazione del patrimonio olivicolo della Regione
Calabria”;
legge regionale 30 ottobre 2012, n. 49,
recante: “Modifiche alla legge regionale
3 settembre 2012, n. 39 (Istituzione della struttura tecnica di valutazione Vas-Via-Aia-Vi)”;
legge regionale 30 ottobre 2012, n. 50,
recante: “Modifiche alla legge regionale
3 settembre 2012, n. 38 (Valorizzazione e promozione del termalismo in Calabria)”.
De Gaetano,
Censore, Guccione. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore
al bilancio. Per sapere – premesso che:
in Calabria
vi sono circa 4800 lavoratori Lsu-Lpu;
gli stessi
non percepiscono i sussidi e le integrazioni dal mese di luglio 2012;
la Giunta
regionale non ha previsto nell'assestamento di bilancio la relativa copertura
finanziaria fino a dicembre 2012;
pur essendoci
un accordo con i sindacati per chiedere un tavolo istituzionale con il Governo
nazionale per la stabilizzazione degli stessi lavoratori Lsu-Lpu,
tale tavolo ad oggi non è mai stato convocato -:
come
intendono intervenire tempestivamente affinché siano pagate le spettanze arretrate
ai lavoratori LSU e LPU, prevedendo al contempo, un piano di puntuale pagamento
mensile.
(306;
08.11.2012)
Giordano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
con delibera
della Giunta regionale n. 357 del 30 luglio 2012 è stato approvato il piano di programmazione
per l'anno 2012 per l'autosufficienza regionale di emocomponenti
ed emoderivati;
dal piano
approvato emerge come l'autosufficienza di emocomponenti
ed emoderivati è un obiettivo cui concorrono tutte le regioni dotandosi di
strumenti di governo caratterizzati da capacità di programmazione,
monitoraggio, controllo e partecipazione attiva alle funzioni di rete di
interesse regionale, interregionale e nazionale;
obiettivo
primario, come si evince dal piano approvato, è l'incremento dell'attività di
plasma produzione per inviare all'industria una maggiore quantità di plasma e
assicurare sul territorio regionale una maggiore disponibilità di prodotti
emoderivati;
l'analisi dei
dati regionali sul punto evidenzia un lieve e insufficiente aumento
dell'attività di plasma produzione e ciò ha determinato nel biennio 2010/2011
un incremento nell'acquisto da parte della regione Calabria di emoderivati e
più precisamente si è passati dai circa quattro milioni di euro ai circa dieci
milioni attuali di spesa;
tale
situazione, come sottolineato da diversi operatori del settore, sarebbe causata
dalla insufficienza nei centri trasfusionali ospedalieri di separatori
cellulari per l'effettuazione della plasmaferesi, procedimento essenziale per
ottenere il plasma necessario ad essere inviato all'industria;
nel contempo,
a seguito dell'accordo Stato/Regioni del 16 dicembre 2010 sono stati
individuati i requisiti minimi organizzativi, strutturali e tecnologici delie attività sanitarie dei servizi trasfusionali e delle
unità di raccolta e sul modello per le visite di verifica, requisiti che
nascono dall'esigenza di recepire le direttive in materia europea in materia di
sangue ,emocomponenti e farmaci derivati al fine di
garantire omogenei livelli di qualità e sicurezza dei prodotti e delle
prestazioni trasfusionali su tutto il territorio dell'Unione europea;
secondo
quanto previsto dall'accordo ci si dovrà conformare ai requisiti entro il 31
dicembre 2014 e in tale direzione la regione Calabria ha avviato le opportune
verifiche presso i centri trasfusionali e di raccolta perché, previa prescrizione,
gli stessi si adeguino ai parametri normativi -:
se tutti i
centri trasfusionali ospedalieri sono attualmente dotati dei separatori
cellulari per l'effettuazione della plasmaferesi, in caso contrario quali
iniziative si intendono intraprendere per colmare tale carenza e permettere
così il raggiungimento degli obiettivi prefissati dal piano di programmazione
regionale per l'autosufficienza di emocomponenti ed
emoderivati;
se l'attività
di verifica dei requisiti minimi organizzativi, strutturali e tecnologici delle
attività sanitarie dei servizi trasfusionali e delle unità di raccolta sia stata completata e quali
siano i relativi dati acquisiti, se sono stati previsti dei contributi
finanziari a favore dei centri e delle unità di raccolta gestiti dalle onlus, in
particolare dalle sezioni regionali dell'Avis, per sostenere le spese di
adeguamento delle strutture ai requisiti richiesti, in caso contrario quali
iniziative si intendono intraprendere per sostenere economicamente le suddette
organizzazioni di volontariato che supportano in modo rilevante un settore
vitale per la sanità calabrese.
(307;
09.11.2012)
Censore. Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
con
deliberazione della Giunta regionale n. 664 del 5 ottobre 2010 è stato
istituito il Comitato tecnico e scientifico per l'elaborazione del programma
degli eventi inerenti le celebrazioni del IV centenario della nascita del
pittore calabrese Mattia Preti;
alla Presidenza
del Comitato in questione è stato designato il Prof. Vittorio Sgarbi;
con
successiva deliberazione della Giunta regionale n. 700 del 29 ottobre 2010
detto Comitato è stato integrato con un elenco aggiuntivo di personalità
facenti parte del mondo accademico e culturale;
con
deliberazione della Giunta regionale n. 463 del 19 ottobre 2012 sono state
revocate le precedenti delibere n. 664 del 5 ottobre 2010 e n. 700 del 29
ottobre 2010 e di conseguenza è stato cancellato il Comitato alla cui
presidenza era stato designato il Prof. Vittorio Sgarbi;
in
conseguenza di detta revoca, con la delibera n. 463 del 19 ottobre 2012 la
realizzazione e la promozione del programma degli eventi per le celebrazioni
del IV centenario della morte di Mattia Preti sono stati affidati al programma
Sensi contemporanei inserito nell'APQ - Promozione e Diffusione dell'Arte
Contemporanea e la Valorizzazione di contesti Architettonici e Urbanistici;
il programma
Sensi contemporanei è stato demandato alla gestione della realizzazione e della
promozione degli eventi in oggetto per come individuato nella deliberazione n.
463 del 19 ottobre 2012 nonché la gestione delle risorse finanziarie già
individuate per un importo di euro 720.000,00 -:
quali siano i
motivi che hanno consentito di mantenere l'attribuzione della presidenza del
Comitato tecnico e scientifico al Prof. Vittorio Sgarbi nonostante le delibere
della Giunta regionale che gli attribuivano tale incarico siano state revocate
come specificato in premessa;
se non sia
poco opportuno coinvolgere attivamente il prof. Vittorio Sgarbi nelle celebrazioni
in oggetto dal momento che parrebbe che lo stesso Prof. Sgarbi abbia a proprio
carico condanne per truffa aggravata e continuata e falso ai danni dello Stato,
così come riportato in molteplici organi di stampa;
se non è il
caso di accelerare il calendario delle attività celebrative alla luce del fatto
che l'anniversario della nascita di Mattia Preti cade il 24 febbraio 2013.
(308;
12.11.2012)
Talarico D.. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
l'Istituto di Scienze Neurologiche del Consiglio nazionale delle ricerche (ISN-CNR) è Istituto di ricerca nazionale con sede principale in Mangone (CS), e Unità Organizzative di Supporto in Roccelletta di Borgia (CZ) e Catania;
l'ISN del Consiglio Nazionale delle Ricerche è Ente pubblico nazionale di ricerca vigilato dal Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca (MIUR), da cui riceve i trasferimenti necessari per il suo funzionamento;
la sede dell'ISN-CNR di Mangone (CS) è struttura di ricerca di eccellenza a livello internazionale, in cui operano ricercatori e tecnici con ventennale esperienza ed attività nello studio delle malattie del sistema nervoso;
l'ISN-CNR svolge attività di diagnosi avanzata e di ricerca nel campo delle malattie ereditarie del sistema nervoso su base genetica, nell'ambito delle quali vanta numerose pubblicazioni scientifiche internazionali, collaborando, inoltre, con prestigiosi istituti nazionali ed internazionali e costituendo un punto di riferimento per tutto il meridione d'Italia;
le malattie ereditarie del sistema nervoso, come la Corea di Huntinton, il CADASIL, le demenze, le atassie cerebellari dominanti e recessive, le neuropatie periferiche ereditarie, le distrofie muscolari, la Sclerosi Laterale Amiotrofica, la Sclerosi Multipla, le malattie mitocondriali, ecc., rappresentano un gruppo di gravi e disabilitanti patologie croniche e che i più importanti studi scientifici su tali malattie sono stati realizzati da studiosi italiani ed internazionali, sulla popolazione dell'Italia meridionale ed in particolare su quella calabrese;
l'Istituto di Scienze Neurologiche CNR di Mangone (CS) ha contrastato efficacemente in questi anni la mobilità sanitaria extraregionale afferente a dette;
nell'ambito della valutazione degli Istituti del CNR effettuata da 26 Panel di Area composti da un totale di 150 scienziati, di cui 90 provenienti da Istituzioni italiane e 60 da Istituzioni europee, il CNR - Istituto di Scienze Neurologiche di Mangone (CS) si è distinto tra le eccellenze in Italia, per la qualità della sua attività di ricerca;
l'ISN-CNR di Mangone (CS) ogni anno ha erogato fino a 8.000 prestazioni altamente specialistiche di indagine nella genetica molecolare, biochimica e diagnostica per immagini (Risonanza Magnetica Nucleare), uniche in regione nella loro tipologia, per gravi malattie neurodegenerative;
tale attività sanitaria è stata svolta in regime di convenzione con la Regione Calabria, che ha consentito di sopperire alle carenze del Sistema Sanitario Regionale nell'ambito dei servizi a favore di pazienti affetti da malattie del sistema nervoso su base genetica;
con delibera n. 390 del 01.09.2011 la Giunta regionale ha disposto la revoca della convenzione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche per l'erogazione di servizi sanitari;
tale convenzione ha garantito servizi sanitari d'eccellenza alla popolazione calabrese, servizi diagnostici specialistici, di indagine genetica per gravi malattie neuro/degenerative, in supplenza alle carenze del Sistema Sanitario Regionale, sin dal 16.12.1998, giusta delibera n. 8530 della Giunta regionale, evitando di conseguenza la migrazione sanitaria fuori regione;
a seguito delle proteste degli operatori della struttura, ma anche dell'iniziativa politica di consiglieri regionali, sindaci del territorio e parlamentari nazionali sulla vicenda, della Provincia di Cosenza, il presidente della Giunta regionale con una con una lettera al Presidente dell'Amministrazione provinciale di Cosenza in data 18. 09. 2012 comunicava di avere "assegnato il relativo budget all'Azienda sanitaria provinciale di Cosenza per il ripristino della convenzione, precisando che "nessuno dei componenti l'attuale Giunta regionale, tantomeno il sottoscritto. ha mai ipotizzato il trasferimento delle attività del Cnr di Mangone a Catanzaro”;
ad oggi non è stata ripristinata la convezione di cui sopra;
per il 14 novembre p.v, è stato convocato un consiglio di amministrazione dell'Istituto, con all’ordine del giorno la riproposizione del punto sulla "Riorganizzazione dell'ISN-CNR", che comporterebbe lo smantellamento della struttura di Mangone (CS) ed il suo trasferimento a Catanzaro.
tale prospettiva è evidenziata nella relazione
(Proposta di Riorganizzazione dell'Istituto di Scienze Neurologiche prot. 1883 del 25.10.2012) predisposta dall'Ufficio
Programmazione Operativa dell'Istituto e nella relativa documentazione
istruttoria sottoposta all'attenzione del consiglio
di amministrazione -:
se non sia il caso di intervenire tempestivamente per ripristinare, formalmente, il rapporto di convenzione tra ISN-CNR di Mangone e Regione Calabria, dando seguito agli impegni pubblicamente assunti da codesta Presidenza in ordine alla vicenda di che trattasi;
quali iniziative si intendono assumere per evitare il trasferimento dello stesso a Catanzaro, smantellamento di fatto uno dei centri di eccellenza nel campo della ricerca, della diagnostica e dei servizi sanitari nella nostra regione.
(309; 12.11.2012)
Il Consiglio regionale della Calabria
il 26 ottobre, all'1.05, un sisma di
magnitudo 5.0 con epicentro localizzato a Mormanno,
ha colpito i territori al confine tra Calabria e Basilicata, facendo avvertire
i suoi effetti anche in Puglia e Campania;
detta scossa, apice di uno sciame
sismico iniziato nell'autunno del 2010 e fin qui caratterizzato da oltre 2500
eventi sismici, pur senza fortunatamente far registrare vittime, è stata causa
di crolli e lesioni, con conseguente sgombero ed evacuazione di decine di
famiglie;
in particolare, stando alle prime stime,
nella sola Mormanno sarebbero inagibili il 40% delle
abitazioni del centro storico ed in via precauzionale è stato vietato
l'utilizzo a fini potabili dell'acqua, mentre dai controlli eseguiti dai Vigili
del Fuoco e dagli ingegneri dell'Ordine provinciale di Cosenza, unitamente a
personale della Protezione Civile, sarebbe altresì emersa anche l'inagibilità
dell'ospedale cittadino e di diverse chiese, tra le quali quella di Santa Maria
del Colle;
parimenti grave sarebbe il bilancio dei
danni subiti dal patrimonio culturale, secondo l'assessore regionale alla
cultura Mario Caligiuri di ammontare pari a «diversi
milioni di euro»;
la Regione Calabria ha già stanziato
somme considerevoli che si sono rivelate tuttavia insufficienti rispetto ai
bisogni effettivi delle popolazioni dell'area del Pollino;
pertanto è necessario individuare
ulteriori soluzioni e misure per contribuire a garantire sollievo ai residenti
del comprensorio e l'immediata ripresa delle attività imprenditoriali ed
economiche;
il governo regionale ed il Dipartimento
regionale di protezione civile ad intraprendere ogni opportuna e necessaria
iniziativa per alleviare le sofferenze e i disagi delle popolazioni colpite dal
sisma ed in particolare ad adottare in tempi brevi tutti provvedimenti utili a
giungere all'istituzione di un fondo di solidarietà destinato alle attività
imprenditoriali danneggiate dal sisma la riapertura dei termini del condono per
il bollo auto, con correlata temporanea sospensione del pagamento di tributi e
tasse di matrice regionale, limitatamente ai residenti nei paesi maggiormente
interessati dal movimento tellurico.
(78; 12.11.2012) Gallo
Art. 1
(Modifiche
all'articolo 65, l.r. 19/2002)
1. Alla lettera a), del comma 2, dell'articolo 65
della legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 (Norme per la tutela, governo ed
uso del territorio - Legge Urbanistica della Calabria), le parole:
"cinquantaquattro mesi dall'entrata in vigore delle Linee Guida della
Pianificazione Regionale" sono sostituite dalle parole “il 19 giugno
2013".
2. Alla lettera c), del comma 2, dell'articolo 65
della legge regionale n. 19/2002, le parole: "cinquantaquattro mesi
dall'entrata in vigore delle Linee Guida della Pianificazione Regionale
successivamente a tale scadenza" sono sostituite dalle parole" il 19
giugno 2013".
3. Alla lettera d), del comma 2, dell'articolo 65
della legge regionale n. 19/2002, le parole: "sessantasei mesi
dall'entrata in vigore delle Linee Guida della Pianificazione Regionale, ovvero
il 19 giugno 2012" sono sostituite dalle parole "il 19 giugno
2013".
Art. 2
(Entrata in
vigore)
1. La presente legge entra in vigore i1 giorno
successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della
Regione.
Art. 1
1. Gli articoli 12 e 13 della legge regionale 13
maggio 1996, n. 3 "Disposizioni in materia di trattamento indennitario agli eletti alla carica di Consigliere
regionale" sono abrogati.
“Il Consiglio regionale
vista la delibera di Giunta regionale del 28
settembre 2012, n. 414;
premesso che:
l'articolo 1, comma 4, della legge regionale di
contabilità 4 febbraio 2002, n. 8 individua nel Documento di Programmazione
Economica e Finanziaria Regionale (DPEFR), nella legge finanziaria, nel
bilancio pluriennale e nel bilancio di previsione annuale gli strumenti di
programmazione economico/finanziari adottati dalla Regione;
l'articolo 2, comma 1, della suddetta legge
definisce il DPEFR quale atto di indirizzo programmatico. economico e
finanziario dell'attività di governo della Regione per l'anno successivo, con
proiezione triennale, nonché strumento di raccordo per la programmazione
generale della Regione;
lo stesso articolo 2, al comma 3, dispone che ogni
anno la Giunta regionale adotta il DPEFR e lo trasmette al Consiglio che lo
approva con propria risoluzione;
vista la legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8
recante "Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione
Calabria" e, in particolare, l'articolo 2, comma 3, che dispone in materia
di adozione del DPEFR;
tenuto conto che la Seconda Commissione Bilancio,
Programmazione economica e attività produttive ha approvato il provvedimento in
oggetto nella seduta del 31 ottobre 2012;
Delibera
di approvare il Documento di Programmazione
Economico Finanziaria della Regione Calabria (DPEFR) per gli anni 2013-2015 che
fa parte integrante e sostanziale della presente deliberazione”.
(Allegati)
Art. 1
(Sostituzione
articolo 6 della legge regionale 4/1997)
1. L'articolo 6 della legge regionale 10 febbraio
1997, n. 4 (Legge organica di protezione civile della Regione Calabria) è
sostituito dal seguente:
"Art. 6
(Attività di
formazione, informazione e preparazione all'emergenza)
1. La Regione promuove ed organizza una permanente
attività di formazione, informazione e preparazione all'emergenza al fine di
aumentare il livello di conoscenza della popolazione relativamente ai rischi
naturali ed antropici con particolare riferimento a quelli presenti sul
territorio regionale. Le attività di cui al presente articolo sono rese allo
scopo di favorire adeguate azioni per la limitazione dei danni a cose e persone
in seguito al manifestarsi di un evento calamitoso.
2. Le iniziative regionali di cui al comma 1,
dirette all'intera collettività, sono rivolte prioritariamente alla popolazione
scolastica, in particolare a quella della scuola dell'obbligo, attraverso
programmi di informazione da predisporre permanentemente all'interno
dell'attività didattica previo accordo con l'ufficio scolastico regionale. I
programmi di informazione pongono particolare attenzione al rischio sismico e
devono sistematicamente concludersi, ai fini della preparazione all'emergenza,
con una esercitazione di protezione civile attraverso l'evacuazione scolastica.
3. I programmi di cui al comma 2 sono comprensivi
delle attività di formazione del personale docente, direttamente coinvolto
nell'attività di informazione dei discenti, nonché dei dirigenti scolastici,
responsabili dell'attivazione dei programmi stessi.
4. Per la elaborazione dei programmi di formazione,
informazione e preparazione all'emergenza sono ricercate le più opportune forme
di collaborazione con i soggetti di cui all'articolo 11 della legge 225/1992 ed
in particolare con il Ministero della pubblica istruzione, Ministero
dell'interno, il Dipartimento della protezione civile per le attività di cui al
comma 2 ed i dipartimenti regionali competenti. L'attività di collaborazione è
avviata solo nel caso in cui essa non preveda alcun onere a carico del bilancio
regionale.
5. La Giunta regionale predispone, entro sessanta
giorni dall'entrata in vigore della presente legge, il programma di
informazione, formazione e preparazione all'emergenza di cui al comma 2,
sentita la commissione consiliare permanente che si esprime entro trenta giorni
dalla data di assegnazione. Con lo stesso provvedimento sono stabilite, di
concerto con i soggetti indicati al comma 4, le modalità di svolgimento e di
partecipazione agli interventi previsti dalla presente legge."
Art. 2
(Clausola di
invarianza degli oneri)
1. All'attuazione della presente legge si provvede
nell'ambito delle risorse finanziarie già previste a legislazione vigente e
comunque senza nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Art. 3
(Entrata in
vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno
successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della
Regione.
Art. 1
(Abrogazione dell'articolo 10, comma 2, della legge
regionale 26 luglio 1999, n. 19 e ss.mm.ii)
1. L'articolo 10, comma 2, della legge regionale 26
luglio 1999, n. 19 (Disciplina dei servizi di sviluppo agricolo nella Regione
Calabria), così come modificato dall'articolo 13, comma 1, della legge
regionale 5 ottobre 2007, n. 22, e così come interpretato dall'articolo 42,
comma 4, della legge regionale 13 giugno 2008 n. 15, è abrogato.
Art. 2
(Entrata in
vigore)
1.
La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
Art. 1
(Definizione)
1. Sono beni culturali immateriali della Calabria,
oltre a quelli indicati e descritti nel Codice dei Beni Culturali e del
Paesaggio (decreto legislativo 22 gennaio· 2004, n.
42), anche i metodi di produzione artigianale ed enogastronomica, documentati
attraverso fonti storiche accreditate e/o tramandati, anche soltanto oralmente,
caratterizzati da unicità ed esclusività e che rischiano di andare
definitivamente perduti.
Art. 2
(Metodo 'Moscato al Governo di Saracena')
1. E' bene culturale della Calabria il seguente metodo (sistema di bollitura), antecedente di diversi secoli la scoperta dell'America (nel '500 era già rinomato, tanto da essere donato al Papa; si presume che il vitigno moscato sia stato portato nel 900 d.C. dagli Arabi), di produzione del Moscato Passito di Saracena, unico vino dolce con questa tecnica di vinificazione al mondo. La vinificazione prevede la separazione dell'uva moscato, ottenuta dal vitigno autoctono e da altre uve. Il mosto, ottenuto vinificando le uve malvasia e guarnaccia, viene concentrato per aumentare il tenore zuccherino, mentre l'aroma ed il gusto particolari provengono dall'uva moscatello, raccolta e appassita alcune settimane prima della vendemmia. Gli acini del moscate Ilo disidratati vengono a loro volta selezionati, schiacciati manualmente e quindi aggiunti al mosto (prima spremitura) concentrato. Dopo una lunga e lenta fermentazione si ottiene quindi, un passito color giallo ambra con riflessi aurei, dall'aroma intenso e dal sapore di miele, di fichi secchi e di frutta esotica.
“Il Consiglio regionale
premesso che: il 25 ottobre u.s. nella cittadina di
Soriano Calabro, in provincia di Vibo Valentia, è stato ucciso per uno scambio
di persona il giovane lavoratore diciannovenne Filippo Ceravolo;
questo omicidio, di cui si sono occupati per più
giorni tutti gli organi di stampa e le televisioni nazionali, ha creato un
sussulto popolare ed un forte sentimento di rabbia a motivo del fatto che si
trattava di un bravo ragazzo, laborioso ed altruista che nulla aveva a che fare
con gli ambienti criminali;
intorno a questa vicenda, si è costituito un
movimento popolare fatto di giovani e di persone comuni che hanno manifestato
il proprio dissenso in modo aperto partecipando ad una fiaccolata silenziosa
che ha raccolto migliaia di persone;
l'estraneità del giovane Ceravolo
a qualsiasi legame criminale è stato accertato anche dal Procuratore della ODA
di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, che ha dichiarato l'inesistenza di
qualunque rapporto della vittima con le consorterie mafiose e che l'omicidio è
solamente frutto di uno scambio di persona;
per il livello di efferatezza, la vicenda ha
commosso tutti cittadini calabresi e migliaia di famiglie italiane;
Impegna
il Presidente della Giunta ed il governo regionale
ad esprimere una dura condanna per l'omicidio del giovane Filippo Ceravolo e ad avviare le procedure utili al fine di
garantire un sostegno economico alla famiglia della giovane vittima da
destinare all'istituzione di una fondazione il cui scopo sarà quello di
diffondere la cultura della legalità nel nome di Filippo e di tutte quelle
persone che sono cadute ingiustamente per mano criminale.
“Il Consiglio regionale della Calabria
premesso che
il 26 ottobre U.S., all'1.05, un sisma di magnitudo
5.0 con epicentro localizzato a Mormanno, ha colpito
i territori al confine tra Calabria e Basilicata, facendo avvertire i suoi
effetti anche in Puglia e Campania;
detta scossa, apice di uno sciame sismico iniziato
nell'autunno del 2010 e fin qui caratterizzato da oltre 2500 eventi sismici,
pur senza fortunatamente far registrare vittime, è stata causa di crolli e
lesioni, con conseguente sgombero ed evacuazione di decine di famiglie;
in particolare, stando alle prime stime, nella sola Mormanno sarebbero inagibili il 40% delle abitazioni del
centro storico ed in via precauzionale è stato vietato l'utilizzo a fini
potabili dell'acqua, mentre dai controlli eseguiti dai Vigili del Fuoco e dagli
ingegneri dell'ordine provinciale di Cosenza, unitamente a personale della
Protezione Civile, sarebbe altresì emersa anche l'inagibilità dell'ospedale
cittadino e di diverse chiese, tra le quali quella di Santa Maria del Colle;
parimenti grave sarebbe il bilancio dei danni subiti
dal patrimonio culturale, secondo l'Assessore regionale alla cultura Mario Caligiuri di un ammontare pari a «diversi milioni di euro»;
la Regione Calabria ha già stanziato somme
considerevoli che si sono rivelate tuttavia insufficienti rispetto ai bisogni
effettivi delle popolazioni dell'area del Pollino;
è necessario individuare ulteriori soluzioni e
misure per contribuire a garantire sollievo ai residenti del comprensorio e
l'immediata ripresa delle attività imprenditoriali ed economiche;
Impegna
il governo regionale ed il Dipartimento regionale di
Protezione Civile ad intraprendere ogni opportuna e necessaria iniziativa per
alleviare le sofferenze e i disagi delle popolazioni colpite dal sisma ed in
particolare ad adottare in tempi brevi tutti provvedimenti utili a giungere
all'istituzione di un fondo di solidarietà destinato alle attività
imprenditoriali danneggiate dal sisma, alla riapertura dei termini del condono
per il bollo auto, con correlata temporanea sospensione del pagamento di
tributi e tasse di matrice regionale, limitatamente ai residenti nei paesi
maggiormente interessati dal movimento tellurico”.