IX^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
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51.
SEDUTA DI LUNEDI’ 29 OTTOBRE 2012
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FRANCESCO TALARICO E DEL
VICEPRESIDENTE ALESSANDRO NICOLO’
La seduta è aperta. Si dia lettura del verbale della seduta precedente.
Legge il verbale della seduta precedente.
(E’ approvato)
Legge le comunicazioni.
(Sono riportate in allegato)
Legge l’interrogazione
presentata alla Presidenza.
(E’ riportata in allegato)
Prima di procedere con le interrogazioni a risposta immediata e prima degli eventuali interventi iniziali per l’inserimento all’ordine dei lavori di proposte o ordini del giorno, vorrei dare la parola al sottosegretario alla protezione civile e meteo regionale, Franco Torchia, che ragguaglierà ed informerà il Consiglio sulla situazione nel comune di Mormanno dopo il terremoto avvenuto nei giorni scorsi.
Il sottosegretario ha seguito tutte le vicende dall’inizio fino ad oggi:oggi potrà riferire cosa è avvenuto, quali sono state le iniziative intraprese, alla presenza del prefetto Gabrielli, per capire anche quali interventi si vogliano porre in essere da parte del Governo, quali sono gli impegni della Regione e come la Regione ritiene di voler affrontare un po’ tutta la problematica che riguarda le scosse del terremoto che, ormai da diversi anni, si susseguono in quell’area.
Se i colleghi prendono posto, darei la parola al
sottosegretario Torchia affinché relazioni all’Aula sullo stato dell’arte, per
poi decidere anche se, nel prosieguo dei lavori, il
Consiglio regionale vorrà approvare un ordine
del giorno.
La parola al
sottosegretario Torchia. Prego i colleghi consiglieri di prendere posto e di
ascoltare con attenzione quanto dirà il sottosegretario.
Grazie, Presidente, grazie agli onorevoli consiglieri, sapete quel che è successo in questi giorni ed, in particolare, alle ore 01:00 del 26 ottobre, quando una scossa del quinto grado della scala Richter ha interessato l’area del Pollino con epicentro nei comuni di Laino Borgo, Laino Castello e Mormanno interessando, altresì, altri 7 comuni limitrofi.
Altre sequenze sismiche sono state registrate a distanza di un’ora, all’1:12, all’1:16, all’1:19, all’1:35, all’1:46, all’1:47, all’1:56 e alle 2:00 di notte; tutte avvertite dalla popolazione.
Da quella scossa di grado 5.0 della mattinata del 26
ottobre a stamattina si sono verificate, nell’area del Pollino, complessivamente
76 scosse di cui soltanto tre di intensità superiore al terzo grado della scala
Richter.
Il medico di turno dell’ospedale di Mormanno ha
provveduto immediatamente ad evacuare i 35 pazienti che erano presenti nel
presidio: di questi, 24 sono stati trasferiti ad altre strutture ospedaliere,
mentre gli altri 21 pazienti si sono fatti dimettere e sono tornati nelle loro
abitazioni.
Contemporaneamente, nel comune di Laino Borgo sono state
evacuate due case di cura dove erano presenti 23 anziani, tutti trasferiti al
locale poliambulatorio di Laino Borgo.
La protezione
civile regionale ha, immediatamente, messo in azione - attraverso la sala
operativa - 5 associazioni di volontariato provenienti da Verbicaro, Castrovillari,
Morano Calabro e Cervicati e, contemporaneamente, è stata effettuata la
ricognizione telefonica e radio di tutti i comuni ricadenti entro 20 chilometri
dal raggio dell’epicentro.
A Cosenza, nella Prefettura, si è insediato quasi subito
il Comitato di coordinamento dei soccorsi. All’Anas è stata segnalata caduta di
massi sulla strada provinciale per Mormanno. Sono state immediatamente
rinforzate le linee del 118 con raddoppio del personale e sono state rafforzate
anche le dotazioni dei Vigili del fuoco con personale proveniente da Catanzaro.
La protezione
civile regionale ha predisposto, nella mattinata del 26 ottobre, la costituzione
di squadre miste, composte da personale regionale, da personale dei Vigili del
fuoco e da ingegneri dell’Ordine professionale di Cosenza che sono convenzionati
con la protezione civile regionale, per procedere al rilevamento delle verifiche
di agibilità speditiva degli edifici pubblici.
Nella mattinata del 26 ottobre, il Prefetto di Cosenza,
Raffaele Cannizzaro, ha disposto l’attivazione immediata del Centro operativo
misto (Com) di Castrovillari che, per l’occasione, è
stato logisticamente costituito presso una struttura disponibile di proprietà
del comune di Mormanno. Presso la sede del Com confluiscono
anche i sindaci dei comuni di Laino Borgo, Laino Castello, Morano Calabro,
Altomonte, Castrovillari, Papasidero ed Acquaformosa, tutti interessati dagli
effetti del sisma.
Nella stessa mattinata sono giunti a far visita ai
luoghi del sisma il prefetto Franco Gabrielli, capo
del dipartimento della protezione civile ed il Presidente
della Regione, Giuseppe Scopelliti, i quali hanno partecipato a due riunioni
operative che si sono svolte nel locale adibito a sede del Com.
Successivamente, si è proceduto ad effettuare un sopralluogo nella cittadina di Mormanno, che è stata quella più colpita, per verificare la situazione emergenziale. La prima riunione del centro operativo misto si è svolta alle ore 12 ed alla riunione erano presenti tutte le componenti del sistema di protezione civile. I sindaci presenti hanno dato le prime informazioni sulla situazione dei loro comuni confermando che molti operatori erano presenti sul territorio già dalla notte. I sindaci hanno comunicato di aver disposto la chiusura delle scuole nelle quali hanno già provveduto ad effettuare i primi sopralluoghi con i tecnici comunali. I Vigili del fuoco hanno già, dalla notte, dislocato sul territorio uomini e mezzi pronti ad intervenire per eventuali chiamate di soccorso.
Nella riunione si è riaffermata la necessità di formare le prime squadre miste di tecnici per operare rapidamente i primi sopralluoghi e le prime verifiche sulla staticità degli edifici dando priorità agli edifici pubblici.
Il primo problema che è stato affrontato è stato quello relativo all’ospedale di Mormanno evacuato nella notte. Dopo le verifiche tecniche effettuate nell’ospedale anche da parte dell’ingegnere Bruno dell’Unical, si è stabilito che occorreva procedere alla valutazione compiuta dello stato e dell’entità del danno arrecato al fine di proporre un progetto di adeguamento. Solo per diagnosticare i danni sono stati previsti 100 giorni. Nel frattempo, però, si è proceduto alla perimetrazione dell’area antistante la struttura.
Su richiesta del Com, il sindaco di Mormanno ha
individuato una struttura dove allestire, temporaneamente, la sede del 118. Rimangono
aperti, comunque, tutti i problemi legati alla chiusura dell’ospedale ed, in
particolare, vi è la necessità di provvedere immediatamente ad istituire un laboratorio per le
analisi.
Prioritarie
sono anche le verifiche alle case di cura di Laino Borgo. Per evitare danni
alla popolazione alcuni sindaci, tra cui anche il sindaco di Mormanno, hanno emanato
ordinanze per dichiarare la non potabilità dell’acqua.
I
problemi affrontati con priorità sono stati quelli relativi all’assistenza alla
popolazione che ha trascorso la notte fuori dalle proprie abitazioni. È stato chiesto
ai sindaci di individuare delle strutture pubbliche da adibire a punti di
ristoro dove si sarebbero potuti distribuire pasti caldi per i cittadini che
non avessero avuto voglia di rientrare nelle loro case e che fungessero,
quindi, anche come centri di accoglienza temporanea dove trascorrere la notte.
Infatti, la situazione della popolazione è stata resa
più difficile dalle avverse condizioni atmosferiche che hanno portato ad un
rapido abbassamento delle temperature ed a forti piogge.
Nella palestra segnalata dal sindaco di Mormanno la protezione civile, dopo la verifica statica effettuata
dai tecnici, ha disposto l’arrivo di 100 brandine e di due cucine da campo per
l’assistenza ai cittadini. In questo senso dobbiamo ringraziare anche il
Vescovo di Cassano che ha dato l’immediata disponibilità di 35 alloggi presenti
nel seminario di Mormanno previa, ovviamente, verifica statica della struttura.
Ovviamente, sono situazioni legate all’emergenza. Per i giorni successivi,
infatti, c’è la necessità di individuare soluzioni alternative per garantire ad
eventuali sfollati l’alloggio per tempi più lunghi.
Una cucina da campo è stata messa a disposizione dall’Associazione
di protezione civile di
volontariato Lipa-Ambiente di Castrovillari; l’altra dall’Associazione
“Misericordia”. Presso la sede del Com sono state attivate
5 linee telefoniche con la fornitura di fax e fotocopiatrici e la protezione civile ha provveduto in tempi veloci a
realizzare un protocollo informatico.
Nella giornata del 26 ottobre hanno cominciato a
delinearsi i veri effetti del sisma; infatti, al Centro operativo misto sono giunte
160 richieste di sopralluogo da parte dei cittadini. Dopo una prima
ricognizione dei danni effettuata nella mattinata del 26 ottobre i dati
relativi al comune di Mormanno sono apparsi sconfortanti. Infatti, su 31
sopralluoghi effettuati, vi sono stati 13 edifici inagibili ed ecco perché la stampa ha parlato quasi subito del 40 per cento
di dati inagibili. Ovviamente, era un dato
parziale perché noi stiamo lavorando in questi giorni, per fare gli altri
sopralluoghi.
Per il comune di Laino
Borgo, invece, su 25 sopralluoghi gli edifici inagibili sono risultati 4 di cui
due chiese. Nel comune di Acquaformosa è stata dichiarata la non agibilità del
villaggio parrocchiale ed i sindaci hanno segnalato molti danni sugli edifici
di culto e sui beni culturali la cui situazione è particolare e ne parlerò, poi,
dirò alla fine. È stata costituita una apposita squadra di esperti per
verificarne l’agibilità.
Nelle giornate del 27 e
del 28 ottobre le richieste di sopralluogo da parte dei cittadini sono aumentate
notevolmente e le squadre operative che hanno effettuato le verifiche sono 8
squadre miste operanti su Mormanno, 4 squadre miste su Laino Borgo e due
squadre di soli Vigili del fuoco su Mormanno.
Dopo la caduta di massi
verificatasi nella giornata del 27 ottobre – e si è trattato di massi enormi che
a Mormanno si sono staccati dalla montagna – si è deciso di chiedere la collaborazione dei tecnici dell’Autorità di bacino per effettuare dei
sopralluoghi lungo il versante ed i dati relativi, quelli che mi sono pervenuti
a tarda sera, hanno riguardato in particolare la verifica su strutture
pubbliche e private nei comuni di Mormanno, Laino Borgo, Laino Castello, Morano, Castrovillari, Altomonte,
San Basile e Lungro.
In pratica, i sopralluoghi
richiesti dai cittadini – questo è il dato di ieri sera alle 20 – sono stati complessivamente 367; i sopralluoghi effettuati sono stati 158 e gli
edifici inagibili sono 32. Quindi, la percentuale anche se non è del 40 per cento, è probabilmente abbastanza elevata.
Le ordinanze di sgombero
emesse hanno riguardato una Laino Castello e 11 Mormanno, ma in questa
cittadina ce ne sono ancora altre da emettere anche se mi pare che le
abitazioni non siano occupate.
Nelle attività di verifica
operano 6 volontari dell’Ordine degli ingegneri in convenzione con la Regione
Calabria.
Il punto più dolente è
stato quello dell’assistenza alla popolazione ed, effettivamente, la protezione civile si è
mobilitata, già nella mattinata del 26, invitando la popolazione, dopo che il
comune di Mormanno aveva dato la disponibilità della palestra, a recarsi presso
questa struttura per essere assistita. I cittadini, però, hanno preferito
rimanere fuori all’esterno anche perché lì abbiamo ritenuto che ci sia la
presenza di molte seconde case o case di campagna dove questi cittadini se ne
sono andati.
Per quanto riguarda la
notte successiva al sisma i cittadini non hanno voluto usufruire dei posti
letto messi a disposizione, ma, in seguito, attraverso un’opera di persuasione
da parte delle associazioni di volontariato nella notte tra il 27 e il 28 sono
stati distribuiti 80 pasti per la cena e poche persone, soltanto 40, hanno
usufruito dei posti letto. Così è avvenuto anche nella notte tra il 28 e il 29,
in pratica questa notte.
Prima di terminare volevo
dire che, come ho accennato prima, la situazione dei luoghi di culto è molto
delicata. In particolare, nella cittadina di Mormanno sono inagibili la chiesa
Cattedrale di Santa Maria del Colle, la chiesa Santa Maria degli Angeli del
Seminario, la chiesa di Santa Apollonia, la chiesa Madonna del Soccorso e Faro,
e la chiesa Annunziata ed a Laino Borgo è inagibile la chiesa dello Spirito
Santo.
Questi sono i dati relativi
ad ieri sera e, nel frattempo, stamattina, si stanno ancora verificando le
strutture sulla base delle richieste di sopralluogo ed ogni sei ore mi viene
fornito un report che mi informa
sulla evoluzione della situazione.
Su questo nei prossimi
giorni o quando il Presidente decide possiamo avere una ulteriore informativa.
Grazie Presidente e grazie a tutti.
Grazie al sottosegretario Torchia per la
dettagliata informazione di tutti i passi che non soltanto la Regione ma tutti
gli enti preposti hanno svolto in questi difficili giorni a Mormanno ed in
tutti i paesi del comprensorio interessato dal terremoto dei giorni scorsi.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Dattolo
che, a nome del Consiglio regionale, si è anche recato nei luoghi del
terremoto. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, colleghi, come diceva il Presidente Talarico, su suo input mi sono recato, insieme al Presidente Scopelliti, nei luoghi interessati dal terremoto anche per renderci conto della situazione.
Ringraziamo il sottosegretario Torchia per lo sforzo profuso, così come si è registrato l’impegno di tutti e devo dire che penso che, per la prima volta, l’organizzazione abbia dato dimostrazione di efficienza.
Vorremmo dare mandato al Governo regionale, al sottosegretario Torchia di attivarsi per fare in modo che ci siano le condizioni per chiedere lo stato di emergenza, facendo una ricognizione dei luoghi ancora più puntuale proprio perché non dobbiamo aspettare che accadano cose irreparabili. E’ un puro caso che con una scossa di quella entità in Calabria e nelle zone interessate non sia successo nulla di grave rispetto a quel che poteva succedere. Quindi, interpretando la volontà dei colleghi del Consiglio regionale, – ero insieme ai consiglieri Guccione e Orsomarso e ho visto che anche il consigliere Maiolo ha presentato un ordine del giorno, – spero si possa fare un documento congiunto per dare mandato al Presidente della Giunta di far in modo di creare le premesse per chiedere al Governo nazionale la concessione dello stato di emergenza e di calamità naturale. Questo è il significato del mio intervento.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Maiolo. Ne ha facoltà.
Presidente, intervengo per dire che, – anche se, come comprendiamo, l’evento verificatosi è complicato anche negli sviluppi perché la condizione geologica di quell’area non ci lascia tranquilli rispetto alla prospettiva – la mattina in cui il prefetto Gabrielli è arrivato nella zona di Mormanno, feci subito la proposta di chiedere al Governo la dichiarazione dello stato di emergenza, conoscendo, ovviamente, i termini per richiedere lo stato di emergenza.
Ci può essere obiettato, chiaramente, come ha fatto subito il prefetto Gabrielli, che le condizioni generali dell’evento che si è realizzato, fino ad oggi, non implicano una criticità tale da determinare lo stato di emergenza. Mi sono permesso di entrare nei particolari e l’ho fatto anche con la presentazione di un ordine del giorno, poiché ci sono ordinanze precedenti che hanno riguardato la Calabria; penso, ad esempio, all’ordinanza che fu fatta per l’alluvione di Crotone in cui, oltre alle condizioni di emergenza vera e propria per l’evento specifico, sono state inserite richieste relative alla previsione e prevenzione, nonché alla riduzione del rischio specifico.
Credo che possa essere utile da parte della Regione Calabria non solo fare richiesta di dichiarazione dello stato di emergenza ma, al contempo, specificare che l’ordinanza serve per poter utilizzare gli strumenti propri dell’emergenza per redigere un programma di previsione e prevenzione del rischio sismico e, quindi, della valutazione della vulnerabilità sismica degli edifici di quell’area e, di seguito, un piano di interventi per la riduzione del rischio.
Chiedere questo al Governo
significa assumere un impegno su un percorso preciso che riguarda, appunto, la
messa in sicurezza delle comunità e delle strutture di quell’area e vincolare
il Governo e la protezione
civile, anche dal punto di
vista finanziario, in un impegno per quelle
che sono le condizioni finanziarie nazionali in generale ed, in particolare,
della protezione civile.
Il timore qual è? È che, nonostante la Regione e i
comuni abbiano dato buona dimostrazione di mobilitazione e di vicinanza alle
popolazioni, una volta che noi avremo il quadro complessivo dei danni – che saranno
ingenti dal punto di vista finanziario – ci ritroveremo ad essere soli, come Regione,
ad affrontare queste difficoltà.
Chiedere, oggi, una compartecipazione del Governo nazionale e
della protezione civile nel
percorso indicato nell’ordine del giorno che ho presentato, secondo me, mette
la Regione nelle condizioni di essere sostenuta dal Governo in un percorso giusto
e di riduzione del rischio di quell’area.
Grazie, onorevole
Maiolo. Ha chiesto di parlare l’onorevole Guccione.
Ne ha facoltà.
Presidente, poco fa l’onorevole Dattolo richiamava la
visita fatta, come delegazione della quarta Commissione, nei luoghi del
terremoto nella immediatezza dell’evento.
Vorrei sottolineare in quest’Aula la verifica sul campo
dell’efficienza e della capacità organizzativa della protezione civile calabrese e del sistema che ha
funzionato, immediatamente, ed è stato percepito come tale anche dai cittadini
dell’area del sisma. Volevo sottolineare questo perché in una Calabria che,
molte volte, registra gli ultimi posti nelle classifiche, il fatto di aver
verificato l’ottimo funzionamento dell’intero sistema ci ha dato la possibilità,
in un territorio che da oltre due anni vive un evento sismico quotidiano, di avere
una considerazione positiva, rispetto allo stesso evento, per la nostra
capacità di intervenire.
Il punto che si pone oggi è un altro. I dati che ci
forniva il sottosegretario Torchia dimostrano come, giorno per giorno, si
evidenzia una criticità enorme causata dall’evento alle infrastrutture civili,
private, viarie. Anche l’ospedale di Mormanno è stato dichiarato inagibile e,
quindi, una importante struttura sanitaria ha subito danni per cui, oggi, non
può svolgere il ruolo di struttura sanitaria.
Credo che dobbiamo fare in modo, per non esser lasciati
soli come Regione Calabria, che il Governo faccia il proprio dovere con la dichiarazione di stato
di emergenza perché l’ammontare dei danni, che si sta determinando con il lavoro
di verifica in atto, sarà di notevole entità e, considerate anche le condizioni
di ristrettezza economica, la Regione non può esser lasciata sola.
Da questo punto di vista, credo che noi come Consiglio
regionale, come Giunta regionale, dobbiamo far in modo che il Governo nazionale, così come
si è comportato in altri momenti ed in altre situazioni di calamità naturali, adotti,
anche per la Calabria, le misure previste dalla legge 100 del 2012.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Gallo. Ne ha facoltà.
Presidente, prendo la parola anche io su questo argomento che ha suscitato non poco l’emozione di tutta la Calabria e – credo – di tutto il Paese.
Il dato che emerge, comunque, è che questa forte scossa, percepita anche distintamente a decine di chilometri di distanza – fino alla città di Cosenza – segue ad altre 2 mila e nei giorni successivi, fino ad oggi, fino a stamane, da altre decine e decine di scosse di assestamento. Uno sciame sismico che non si è fermato con la forte scossa della notte del 26 ottobre.
Esprimo, allora, grande preoccupazione per le popolazioni del
Pollino, di Mormanno, di Laino Castello e di Laino Borgo ed anche per le
popolazioni della Basilicata perché i sismologi non ci tengono tranquilli e
perché, quindi, al di là delle considerazioni di natura burocratica che può
aver fatto il delegato alla protezione
civile del Governo nazionale,
Gabrielli, credo che siamo di fronte ad una situazione anomala.
Non si può misurare la questione di Mormanno soltanto
con i gradi della scala Richter, ma bisogna considerare che siamo in presenza
di una situazione diversa. Non per essere la solita Calabria piagnona che
chiede finanziamenti a pioggia per poter poi goderne, ma semplicemente perché, in
questa circostanza, noi abbiamo avuto contezza e consapevolezza di un disastro
che poteva essere annunciato anche se non controllato.
L’altra notte – sapete che risiedo a Cassano Ionio – nel
momento in cui ero ancora sveglio, c’è stata la scossa di terremoto che è stata
avvertita molto forte anche a Cassano. Il pensiero, superato il panico iniziale,
è andato immediatamente a quell’area perché era chiaro che in quell’area il terremoto
sarebbe stato molto forte.
Qualche telefonata, nella immediatezza, ci ha
rassicurato, ma noi dobbiamo esser preoccupati per quanto è avvenuto e per
quanto sta ancora accadendo. Per questo chiedo che il Governo regionale,
così come ha fatto richiedendo l’intervento immediato del sottosegretario
Torchia, – come diceva il collega Guccione, tutta la squadra della protezione civile regionale è intervenuta con grande
efficacia e celerità – continui ad intervenire anche presso il Governo nazionale
per non lasciar sole quelle popolazioni che sono inermi ed indifese di fronte
ad eventi calamitosi e meteorologici, che, in queste ore, sicuramente determinano
un peggioramento delle loro condizioni.
Per questo, anche io mi associo a questa che è una
richiesta doverosa di vicinanza delle istituzioni ancor più di quanto è stato
finora.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Mirabelli. Ne ha
facoltà.
Grazie, signor Presidente,
signori consiglieri intervengo perché in una regione
come la nostra che spesso, purtroppo, viene alla ribalta per cose discutibili -
poi va accertato se sono vere – e che questa volta si trova di fronte ad una
situazione grave e pericolosa( mi riferisco al terremoto che ha investito Mormanno e tutta l’area del Pollino - la scossa tellurica è
stata avvertita anche dopo Cosenza a distanza di oltre 70-80 chilometri ), dobbiamo
dar merito alla protezione civile che si è dimostrata all’altezza del proprio ruolo.
E’ stato già riconosciuto da altri colleghi, ma era un dovere soffermarsi su questo aspetto non di secondaria importanza. La protezione civile è un settore complesso che necessita di una organizzazione di una certa importanza viste le difficoltà. Dobbiamo riconoscere al sottosegretario Torchia di essere riuscito, insieme alla protezione civile, a dare risposte esaustive.
Lo dico con estrema tranquillità, perché quando le cose vengono fatte in maniera positiva è giusto riconoscerlo pubblicamente.
E’ ovvio che non si può rimanere con le mani in mano, sottosegretario Torchia. E’ necessario far capire che non si tratta di una semplice scossa tellurica, ma siamo di fronte ad un evento geo-morfologico particolare.
Tutti gli scienziati hanno evidenziato la
caratteristica eccezionale della durata di queste scosse. Sono due anni che non
si parla di scosse telluriche, ma di sciame sismico, cioè di qualcosa di
cronico, di ripetuto, di continuo che non accenna a fermarsi. Sembrerebbe che
due placche siano in continuo movimento, per cui l’intera area del nord della
provincia di Cosenza e, ripeto, non solo, perché interessa anche l’area del Pollino - perché, purtroppo, gli effetti si possono sentire anche a
distanza di 130 chilometri –, sono sottoposte a questa anomala situazione
geomorfologica.
Speriamo che quello che è
successo sia l’apice, ma non possiamo dirlo, nessuno può verificare o dire con
tranquillità se ci sarà un’altra scossa o non ce ne saranno più. Anche perché, se
si sbaglia a parlare, caro assessore, si finisce nelle grinfie di qualche magistrato
che applicando il Codice finisce per mandare in galera, in carcere, eminenti
scienziati.
Bisogna stare all’erta e
cercare di fare una verifica su tutte le infrastrutture iniziando da quelle
pubbliche, dai monumenti, per finire alle abitazioni private. Questo comporta,
non solo per Mormanno, ma per una serie di paesi che
storicamente hanno un consuntivo negativo in termini di esposizione al rischio
da terremoto, la necessità di avere una giusta forza finanziaria per poter fare
uno screening di un certo livello.
Bisogna correre ai ripari con interventi concreti. La Regione,
secondo me, fa bene sulla base della eccezionalità dello sciame sismico a
intervenire sullo Stato centrale, sul Governo, per chiedere l’estensione di
interesse in modo tale che lo Stato possa metter mano agli interventi più urgenti
per prevenire eventuali disastri che, senza dubbio, lascerebbero un segno più
profondo e marcato e costerebbero molto di più.
La Regione da sola non è nelle condizioni di poter
attuare un Piano di programmazione generale degli interventi. Conosciamo le nostre
risorse, ma contestualmente dobbiamo comprendere che quello che è stato fatto è
un segnale positivo che questa Regione ha mandato al resto d’Italia e alle
altre Regioni che la fanno da maggiore da tanti punti di vista e che di fronte
a delle calamità hanno evidenziato delle defaillance nell’ambito della protezione civile – mi riferisco alla Liguria e
quant’altro –, invece, in questo caso, la Calabria è riuscita ad avere una
buona capacità di risposta. Facciamo un plauso al sottosegretario - perché no?
è doveroso - per essere stato all’altezza, insieme alla protezione civile calabrese ed aver dato risposte degne.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Adamo. Ne ha facoltà.
Presidente, brevemente,
per chiedere alcune precisazioni al sottosegretario, probabilmente
rispetto a questioni che dà per scontato che siano state già affrontate o,
invece, per cogliere la seduta di oggi come una opportunità
per segnalare aspetti che finora non sono stati valutati.
La prima domanda: vorrei
sapere a che punto è - perché da quanto ho appreso dalla Tv nazionale e dalla
stampa, è stata certamente avviata un’attività ed anche con celerità – la
verifica dello stato di stabilità e di sicurezza sia delle abitazioni private
che degli edifici pubblici. Mi sembra di aver capito che è stata completata
quella delle scuole ed è stato, in qualche modo, classificato il livello di
sicurezza e di stabilità fino al punto che i sindaci hanno disposto per stamane
l’apertura.
Probabilmente sulle
abitazioni private va data una accelerata, nel senso che non sono poche, penso
siano molte le abitazioni che hanno subito vistosamente delle crepe rispetto
alle quali gli organi preposti, a cominciare dai sopralluoghi dei Vigili del
fuoco, pare non abbiano dato un pronunciamento netto.
Noi siamo impegnati in
questa fase a fare cosa? Non a fronteggiare i danni di un sisma, siamo chiamati
a fronteggiare i danni dell’allarme che provoca dal momento che si presenta
sotto forme permanenti e continuative di sciami.
Il punto qual è? E’ una
attività soprattutto di prevenzione, non potendo fare diversamente, se non per quei casi di evacuazione preventiva o,
comunque, conseguente all’accertamento
della impraticabilità del campo.
Se
riusciamo a dare sicurezza sulla stabilità a gran parte della popolazione, non
è di poco conto. In questo quadro, per quanto riguarda gli edifici pubblici,
voglio soffermarmi sulla questione dell’immobile che ospita l’ospedale.
Non
vorrei essere considerato come uno che sottovaluta il fenomeno, assolutamente
no. Penso che sia stata giusta cautela da parte del medico di turno provvedere
in quel momento allo sgombero dell’ospedale.
Mi
auguro sia stato, almeno, accertato qual è il grado di stabilità e di sicurezza
dell’immobile, dell’ospedale, se c’è stata una valutazione definitiva bene,
altrimenti non scartiamo il tema del presidio ospedaliero o sanitario anche al
fine della prevenzione e di avere un soccorso operante e funzionante. Non
vorrei che le decisioni fossero prese sulla base di responsabilità giuste,
legittime, ma esposte in condizioni di emotività, senza avere le alternative.
Se
l’immobile è stato dichiarato pericoloso dagli organi di competenza,
pericolante, non usufruibile, bene, se invece così non è stato, che si accerti,
non vorrei che ci affidassimo alla disposizione delle direzione sanitaria.
Infine,
per quanto riguarda la prevenzione, ho apprezzato che sia stato valorizzata a livello
nazionale l’efficienza ed il modo in cui ha operato la protezione civile. Ai fini preventivi penso che sia importante, anche se
costoso, che nell’ambito della dichiarazione dello stato d’emergenza per
provvedere al risarcimento e comunque al ripristino dei danni verso le cose ed
anche degli eventuali problemi e disagi che sopporta la comunità, approntare il
coordinamento di un centro operativo pronto ad intervenire tempestivamente nel caso di un evento molto più
grave e pericoloso. Quindi, non solo attrezzare i campi con delle tende, penso
che sia fondamentale agevolare l’operatività dei Vigili del fuoco e di altri
organismi che tecnicamente possono intervenire sia sulle strade che nei centri
urbani.
Che
significa questo? Non aspettiamo che l’intervento venga dai centri più vicini,
da Castrovillari o Cosenza, ecc., chiedo un coordinamento di forze che operi
direttamente sul Pollino e che in caso – facciamo gli scongiuri in quest’Aula –
di eventi più drammatici di quelli segnalati finora intervenga tempestivamente
con i soccorsi materiali. Grazie.
Non
ci sono altri interventi pertanto darei la parola per la replica, per
rispondere e chiarire qualche intervento, al sottosegretario Torchia.
Grazie, Presidente,
relativamente a quest’ultimo intervento dell’onorevole
Adamo, ho già detto nella mia informativa che subito dopo l’evacuazione
disposta dal medico di turno durante la notte per un fatto cautelare, ovviamente,
nella mattinata di giorno 26 tecnici misti, ingegneri e Vigili del fuoco, hanno
fatto un sopralluogo ed hanno verificato che vi erano delle lesioni alla
staticità dell’edificio.
Nel pomeriggio è arrivata
una Commissione costituita da professori universitari dell’Unical
ed hanno fatto un verbale confermando la decisione dei Vigili del fuoco e degli
ingegneri, tanto è vero che hanno chiesto 120 giorni…
Chiedo scusa per l’interruzione, non voglio mettere in discussione l’informativa, ci mancherebbe altro. E’ vero quello che ha detto, ma sembra che ai fini della perizia definitiva, dell’esito peritale definitivo, i tecnici e la Commissione che lei ha citato abbiano chiesto ancora dei tempi per pronunciarsi. Il pronunciamento non c’è stato, quindi.
Chiedo nel frattempo, pertanto, di affrontare il tema.
Stavo dicendo questo, tanto è vero che la Commissione ha chiesto 120 giorni e noi abbiamo detto che non è possibile tenere un ospedale chiuso senza aver la diagnosi dei danni. Abbiamo chiesto di accelerare al massimo, entro 60 giorni, per poter fare un progetto di adeguamento, se sarà necessario. Nel frattempo, ovviamente, abbiamo pensato al presidio sanitario.
Questo relativamente all’ospedale. Ringrazio i consiglieri per le parole di plauso che hanno avuto nei confronti della protezione civile regionale, anche se devo dire che siamo stati fortunati perché il terremoto, anche se di intensità abbastanza elevata, non è stato devastante come qualche scienziato pazzo aveva previsto.
Ovviamente, non stiamo qui a far polemiche di questo genere. Certo il
territorio era già pronto, noi abbiamo fatto tutta una attività negli ultimi
due anni, non solo quando è iniziato lo sciame sismico, anche prima con
riunioni con i sindaci del luogo, con piani speditivi.
Il sindaco di Mormanno
era preparato, aveva chiesto l’intervento della Commissione grandi rischi,
aveva messo sul sito il piano di protezione civile, ciò è senz’altro dovuto
alle pressioni fatte dalla Regione sui comuni, ma alcuni comuni l’hanno fatto e
altri no.
Il vero problema della prevenzione è
che non bisogna abbassare la guardia e bisogna insistere anche su questo.
Effettivamente noi ci siamo mossi, ma la situazione del territorio è quella che
è e per raggiungere Mormanno ci vogliono due o tre
ore da Catanzaro.
Per quanto riguarda la dichiarazione
dello stato di emergenza, volevo dire agli onorevoli consiglieri, che dobbiamo
aver contezza di quello che è il dato economico, avere un quadro esaustivo dei
danni sulla base di un censimento reale del patrimonio abitativo, dei danni che
vi sono agli edifici di culto per quantificare il fabbisogno economico e poter
verificare se ci sono le condizioni.
Con la legge numero 100 di modifica
della legge di protezione civile, alcune cose sono cambiate e l’evento che si è
verificato nel Pollino non è classificato di tipo “C” - per intenderci non come
quello che c’è stato in Emilia Romagna -, in pratica la legge dice che per
essere evento di tipo “C” ci devono essere forti crolli di edifici, non solo la
inagibilità, ma proprio crolli e quant’altro.
Non sussistono attualmente le condizioni
per chiedere lo stato di emergenza.
Proprio l’altro ieri mi sono
consultato con il capo dipartimento, poi l’Istituzione deve chiedere al Governo, cioè sulla base di una
richiesta della Regione, il capo dipartimento propone al Governo la dichiarazione dello stato
di emergenza. Sulla base di questo, lo stesso prefetto Gabrielli
mi ha consigliato di guardare avanti e cercare di recuperare le risorse per
mettere, quanto meno, in sicurezza gli edifici lesionati o comunque recuperare
risorse per alleviare le pene della popolazione.
Se facciamo richiesta di stato di
emergenza probabilmente il Governo
la farà cadere nel vuoto, perché la normativa è quella che è ed attualmente non
ci sono le condizioni.
Direi, quindi, a questo Consiglio
regionale: se è necessario approviamo un ordine del giorno, ma aspettiamo,
magari la prossima seduta per avere dati definitivi sulla situazione.
Tra l’altro, presso il dipartimento lavori
pubblici è aperta una manifestazione di interesse che riguarda le abitazioni
private. Abbiamo sollecitato i sindaci ad attivare immediatamente i bandi, dato
che sono aperti
Questo è il mio pensiero, poi ovviamente
il Consiglio regionale si può muovere come meglio ritiene. Grazie.
Grazie al sottosegretario. La parola
al Presidente della Giunta che si è recato nei luoghi del terremoto nei giorni
scorsi.
E’ stato presentato un ordine del
giorno di cui daremo lettura nella parte del dispositivo finale per
l’approvazione.
Io, Presidente,
brevissimamente ringrazio i colleghi consiglieri che sono intervenuti,
soprattutto coloro che sono stati presenti a Mormanno e nei luoghi in cui si è avvertito il sisma.
Credo che sia importante
questa mattina - così come ha detto anche qualche collega consigliere – trovare
il modo di approvare un documento unitario perché una certa preoccupazione - noi l’abbiamo - rispetto alle dichiarazioni effettuate
dal prefetto Gabrielli. Il Prefetto ha fatto i
complimenti alle istituzioni, in particolar modo alla protezione civile regionale,
e qui va anche il mio ringraziamento personale alla struttura ed in particolar
modo al sottosegretario Torchia che è stato presente e puntuale e che in
maniera attenta ha guidato queste fasi.
Credo sia anche molto
importante riuscire ad approvare un documento unitario, perché sorge una preoccupazione
dalle parole espresse dal prefetto Gabrielli, nel
momento in cui afferma che non ricorrono le condizioni per lo stato di
emergenza.
Ci siamo posti, quindi, un problema. Questa mattina ho
sentito il Prefetto della provincia di Cosenza, Cannizzaro,
che è molto attivo e che nell’immediato si è reso protagonista. Il nostro impegno
c’è stato e ci sarà, metteremo delle risorse, sicuramente, per cercare di
intervenire, ma consideriamo che sono veramente esigue. Noi siamo in una
situazione di difficoltà, oggi non riusciamo a pagare gli stipendi perché manca
la liquidità, siamo di fronte al problema del blocco delle Ferrovie della
Calabria perché il Governo deve
trasferirci 65 milioni di euro per il trasporto pubblico, così come siamo in
difficoltà su altri versanti: per i forestali non ci sono i trasferimenti che arrivano dal Governo, dallo Stato e siamo in ritardo per colpa di questo problema, oltre ad
avere maggiori difficoltà sul tema legato al rispetto del patto di stabilità.
Se non avremo la
disponibilità da parte del Governo, questo diventerà un
problema serio. È vero che grazie a Dio non c’è stato un problema di un dramma
grande e non ci sono stati morti o situazioni di difficoltà, ma questo non può
offrire l’opportunità al Governo per non guardare con
attenzione al problema che esiste su quel territorio.
Perché se è vero quello che
ha detto il sottosegretario Torchia, cioè che circa il 35-40 per cento delle
abitazioni del centro, quanto meno, hanno una difficoltà reale e concreta a poter
essere abitate e ci sono dei danni importanti, questo vuol dire che ci si deve
impegnare, come è stato fatto, per altre parti del Paese, anche perché la
scossa è stata forte e questo automaticamente ci mette in una condizione di
difficoltà e di emergenza.
L’ho detto fin dal primo
istante azzeccando la filosofia che dovremmo seguire nel prossimo futuro: una
cosa è l’emergenza da gestire, la Regione liquiderà delle risorse nei prossimi
giorni. Abbiamo individuato già questa mattina dei meccanismi con Sua
Eccellenza il prefetto Cannizzaro, abbiamo
individuato il percorso per garantire tutta una serie di situazioni alle
famiglie sfollate e ci siamo impegnati in prima persona.
Ma altra cosa è capire come
da qui a breve - nei prossimi mesi, o meglio ancora nel più breve tempo
possibile - dare la possibilità a queste famiglie di tornare ad abitare nelle
proprie case.
Serve una pianificazione e
noi in atto non siamo nelle condizioni di avere, con certezza, numeri e cifre, perché
si sta lavorando - nonostante la pioggia - al controllo, al monitoraggio ed
alle perizie puntuali. Questo non può far pensare al Governo di lavarsi le mani rispetto al problema della Calabria.
Questa è la cosa che noi,
tutti insieme, dobbiamo chiedere e penso che sia importante che oggi l’Aula
approvi un ordine del giorno, un documento che vada in questa direzione.
Noi faremo la nostra parte,
ma voi sapete molto bene che non potrà bastare, perché c’è un danno rilevante
ed è necessario che qualcuno si preoccupi, così come ci si è preoccupati dir
dare 300 milioni di euro per il problema dell’alluvione in Veneto, così come ci
si è preoccupati del dramma del terremoto in altre regioni. Noi dobbiamo, su
questo, far sentire la nostra voce, altrimenti corriamo il rischio di non
essere in grado di fornire risposte ad una parte della popolazione calabrese
che ha un problema serio.
Credo che dobbiamo
rivendicare questo particolare momento nei confronti del Governo nazionale.
Grazie al Presidente
Scopelliti.
Sono stati presentati due ordini
del giorno. Il primo ordine del giorno è a firma dei consiglieri Dattolo, Orsomarso, Gallo, Guccione e l’altro è a firma dell’onorevole
Maiolo.
Se i proponenti si incontrano
per cercare di addivenire ad un ordine del giorno comune da porre in votazione…
Prego, onorevole Principe.
Presidente, per quanto ci riguarda siamo d’accordo che in una vicenda come questa dobbiamo attingere al massimo senso di responsabilità per evidenziare una linea di azione comune che a nostro modesto avviso si può caratterizzare con due iniziative.
Una è di attivare un intervento del Governo e vorrei ricordare che al riguardo c’è già un precedente ed alcuni fondi forse non sono stati neanche spesi.
Nel 1987 in un decreto legge si stanziarono 80 miliardi dell’epoca per l’adeguamento antisismico degli edifici pubblici. Questo filone nel nostro ordine del giorno può essere riattivato - e quindi ecco, la richiesta di riattivare - in termini di prevenzione con un intervento sugli edifici pubblici che di solito sono i più pericolosi perché raccolgono le comunità, estendendolo all’adeguamento antisismico e al ripristino delle abitazioni private che hanno subito dei danni.
Mi permetterei di suggerire - mi rivolgo in
particolare all’assessore Gentile che vedo come
sempre molto attento – che per rafforzare la richiesta, potremmo aggiungere
anche un impegno della Giunta regionale a rimodulare, nei limiti del possibile,
la parte Fesr del Por Calabria per inserire - se ci
sono le possibilità - sostegni finanziari per l’aspetto di ripristino e di
prevenzione anche da parte nostra come Regione Calabria.
Un ordine del giorno così
congegnato che richiami il Governo alle sue responsabilità e
soprattutto ad una parità di trattamento con riferimento al territorio nazionale.
Come gruppo suggeriremmo
di verificare se si può inserire anche un impegno alla Giunta per una verifica
in termini rimodulativi della parte Fesr del Por Calabria.
Naturalmente l’onorevole Maiolo
ci rappresenterà per questa riunione in modo da pervenire ad un ordine del
giorno unitario.
Grazie all’onorevole Principe.
Direi di fare l’incontro tra i proponenti l’ordine
del giorno per addivenire ad un ordine del giorno comune ed nel frattempo
andare avanti con i lavori del Consiglio regionale.
Prima di votare l’ordine del giorno possiamo iniziare con le interrogazioni a risposta immediata per poi dare la parola a coloro che devono intervenire per inserire dei punti all’ordine del giorno.
E’ stata presentata un’interrogazione a risposta immediata numero 247 del 18 maggio
Visto che il prossimo punto all’ordine
del giorno riguarda
L’assessore Gentile, dovrà
rispondere se è d’accordo.
(Interruzione)
L’interrogazione è del 18
maggio e siccome è previsto all’ordine del giorno uno specifico punto sulla
questione possiamo, al momento, rinviare.
Quindi, questa interrogazione
sarà discussa successivamente, visto che c’è all’ordine del giorno della seduta
odierna la problematica “Sorical”.
(Così resta stabilito)
Si passa alla interrogazione
a risposta immediata numero 255 dell’11 giugno
dagli organi
di stampa si apprende che nell’ambito di una convention tenutasi presso l’auditorium Casalinuovo,
in occasione del recente turno elettorale amministrativo di Catanzaro, il
Presidente della Giunta regionale “ha detto di aver deciso di stanziare 5
milioni di euro per la ristrutturazione dello stadio Ceravolo”;
in data 29 marzo l’assessore regionale
Tallini, a seguito di un incontro avuto con l’assessore
regionale al bilancio ed alla programmazione nazionale e comunitaria, ha
diffuso un comunicato nel quale si apprende che “I cinque milioni di euro pubblicamente
promessi dal Presidente della Regione, Scopelliti, per la ristrutturazione
dello stadio Ceravolo di Catanzaro non erano, come
qualcuno aveva insinuato, né una promessa da marinaio, né tanto meno una
promessa preelettorale, bensì una concreta realtà” (www.catanzaroinforma.it);
dallo stesso sito si apprende che la somma da
destinare alla ristrutturazione dello Stadio comunale di Catanzaro verrebbe
reperita dalla riprogrammazione delle quote residue rinvenienti
dal Fondo di sviluppo e coesione 2000/2006, relative alla Calabria;
il centro-sinistra catanzarese aveva, a suo tempo,
sottolineato come queste affermazioni potessero rappresentare meri proclami
pre-elettorali;
su il Quotidianoweb.it,
in data 22 maggio 2012, il Sindaco di Catanzaro ha ribadito che “per il
completamento di questi lavori e per ottemperare a tutte le richieste della
Lega Pro e a quelle previste per rispettare le normative sulla sicurezza, sarà
fondamentale attingere al fondo di 5 milioni di euro messi a disposizione dal Presidente
Scopelliti”;
in tale
occasione il Sindaco di Catanzaro ha aggiunto che provvederà “personalmente a
sollecitare gli uffici della Regione affinché
la somma necessaria per questa tranche di interventi sia messa a disposizione
dell’amministrazione comunale”;
altri impianti sportivi,
quali lo Stadio di Crotone e quello di Reggio Calabria, pur ospitando eventi di
maggiore importanza e più ampia risonanza, risultano essere ugualmente obsoleti
e, pertanto, meritevoli di ristrutturazione;
non si riescono a
comprendere, se la notizia dovesse risultare verosimile, i criteri utilizzati
dalla Giunta regionale per destinare fondi regionali ad una struttura sportiva
anziché ad altre ugualmente obsolete -:
i criteri utilizzati dalla
Giunta nella destinazione dei fondi regionali ad una struttura sportiva anziché
ad altre ugualmente obsolete;
se il Presidente della Giunta
regionale intenda finanziare la ristrutturazione di altri impianti sportivi,
quali lo Stadio di Crotone e quello di Reggio Calabria, ugualmente fatiscenti”.
Prego, onorevole De Masi.
Grazie, Presidente. Anche questa è una interrogazione che risale a molto tempo addietro e mentre prima era stata formulata in termini sostanzialmente problematici si può dire che, adesso, sia stata confermata quella che sembrava una semplice indiscrezione giornalistica, secondo la quale il Presidente della Giunta regionale, onorevole Scopelliti, aveva rinvenuto circa 5 milioni di euro da destinare alla ristrutturazione dello stadio Ceravolo.
Nulla in contrario, naturalmente, rispetto ad interventi che in qualche misura riescono a riqualificare strutture che siano allocate in qualunque posto della regione. Però nell’ambito di questo settore vorrei ricordare – anche se è noto a tutti – che altri stadi che ospitano ormai in maniera consolidata eventi di maggior pregio e maggior valore sportivo ed in particolare calcistico versano in condizioni molto più precarie dello stadio Ceravolo e non sono stati, fin qui, destinatari di alcun finanziamento.
Il quesito si articola in due domande specifiche. La prima è se viene confermato questo intervento in favore dello stadio Ceravolo, e la seconda è se l’amministrazione regionale intenda in qualche modo provare ad individuare delle priorità di intervento nel settore delle strutture sportive, in modo che lo stadio di Crotone e quello di Reggio Calabria, anche, che sono teatro di eventi calcistici di maggior pregio, possono essere destinatari di identici o almeno simili interventi finanziari. Grazie.
La parola all’assessore
Gentile.
Credo di poter dire che il Presidente
Scopelliti abbia scelto lo stadio Ceravolo di Catanzaro
perché era un fatto urgente, ma non ha escluso quello di Crotone o delle altre
province. Per esempio, la provincia di Crotone ha scelto di intervenire sulle
strade.
A seguito della presentazione
dell’interrogazione abbiamo preso coscienza e consapevolezza. Prenderemo in
considerazione l’intervento dello stadio di Crotone, con i fondi Fas, quando andremo a rimodularli.
Questo lo posso affermare perché
c’è una volontà che va in questa direzione. Purtroppo la coperta non sempre è
larga, anzi spesso è stretta, per cui a volte si fa un intervento e si rischia
di inimicarsi gli altri.
In quel caso il Presidente,
ma un po’ tutto Catanzaro, aveva richiesto la sistemazione dello stadio ed il Presidente
Scopelliti è venuto incontro facendo un intervento sullo stadio Ceravolo. Su Crotone c’è l’impegno che appena ci sarà la possibilità,
con i fondi Fas, riusciremo a fare un discorso che
riguarderà lo stadio di Crotone.
Prego, onorevole De Masi.
Mi scuso, ma mi aspettavo una risposta molto meno
vaga di quella che mi ha dato. Essendo tale, non può che suscitare, naturalmente, tutta la mia
insoddisfazione perché il Presidente Scopelliti,
senza consultare le amministrazioni locali, forse perché si era, in un certo
periodo, in un qualche interesse elettorale, ha predisposto per la città di Catanzaro
questo intervento, indipendentemente dalla distribuzione dei fondi Fas, per quanto riguarda problemi viari che nella provincia
di Catanzaro ci sono e rispetto ai quali sono previsti interventi.
Credo di doverle dare atto che assume un impegno, ma che è così vago che fin quando non sarà precisato, in maniera dettagliata, non può che suscitare tutta la mia convinta contrarietà.
Si passa alla interrogazione
a risposta immediata numero 257 del 14 giugno
nel censurare la legge in
questione, dichiarandone l’illegittimità costituzionale,
nello specifico
con deliberazione numero 47
del 10 febbraio 2012
a seguito della sentenza
della Corte Costituzionale diversi comuni della Calabria hanno deliberato di
revocare i precedenti provvedimenti in tema di dimensionamento scolastico
chiedendo, nel contempo, agli enti sovracomunali di
assumere le relative determinazioni che salvaguardino le istituzioni
scolastiche -:
se
se, conseguentemente
quali iniziative, in caso
affermativo, si intendono intraprendere per velocizzare l’iter amministrativo, stante
le molteplici competenze istituzionali, affinché il nuovo piano regionale possa
essere operativo per l’annualità scolastica 2012/2013”.
Prego, onorevole Giordano.
Grazie, Presidente. Questa
interrogazione, come lei ricordava, segue la sentenza della Consulta del 7
giugno ed è una interrogazione che abbiamo presentato proprio qualche giorno
dopo, il 14 giugno perché eravamo preoccupati che si avviasse in Calabria un
processo di concertazione e rivisitazione di un lavoro che aveva lasciato sul
campo morti e feriti.
Nell’ultimo anno si è passati
da 506 istituzioni scolastiche a 406, quindi almeno 100 istituzioni scolastiche
hanno perso la loro autonomia, con tutto quel che ne consegue, sono andati
persi 900 posti di lavoro, soprattutto quelli dei cosiddetti precari che,
ancora oggi, non hanno ottenuto alcuna risposta.
Rispetto a questo e rispetto
ad una legge che ha portato a questo disastro, la legge numero 111 cosiddetta
“Riforma Gelmini”, ci siamo posti il problema di chiedere che venisse immediatamente
- giacché la sentenza della Consulta ha sancito in maniera inequivocabile le
funzioni concorrenti e quindi il compito nel dettaglio specifico della programmazione
scolastica che è materia di esclusiva funzione della Regione -, iniziato un lavoro
tra Regione Calabria, enti locali ed ufficio scolastico regionale per far sì
che si fissassero dei parametri che potessero rispondere e contemperare le
esigenze della scuola calabrese, di una scuola che deve guadagnare competenza e
qualità e soprattutto che si dessero quelle risposte alla galassia del mondo
della scuola anche in termini di salvaguardia di posti di lavoro.
Rispetto alle premesse che ho
fatto, trattiamo, purtroppo, l’argomento dopo quasi quattro mesi, avevamo
pensato che questa interrogazione potesse generare un dibattito e quindi delle
risposte per l’anno scolastico 2012-2013. Ciò non è accaduto e quindi chiediamo
qual è l’intenzione dell’assessore e della Giunta e chiediamo che si metta mano
alla deliberazione consiliare numero 48 del 4 agosto 2010 nella previgenza della norma che è stata cassata, e che quindi si
possa avviare un percorso virtuoso che possa generare i correttivi necessari
per il quinquennio 2012-2016.
Questo è il senso della
nostra interrogazione.
La parola all’assessore Caligiuri.
Grazie, Presidente.
L’interrogazione a firma degli onorevoli Giordano, De Masi e Talarico Domenico
è simile alla interrogazione numero 270 dell’onorevole Scalzo. Quindi se l’onorevole
Scalzo mi permette proverò a rispondere ad entrambe.
Per cui anche l’interrogazione
che è stata prodotta nel mese di giugno non avrebbe, comunque, potuto sortire
effetti in quanto la programmazione scolastica era stata già avviata.
Il termine per la programmazione
è il 15 gennaio 2013. Avrà, quindi, impatto sull’anno scolastico successivo.
Noi confermiamo che ogni anno come Giunta regionale avviamo le procedure sia
con l’Ufficio scolastico regionale che con le province, i comuni ed i
sindacati.
Abbiamo effettuato diversi
incontri, sia con i comuni, che con le province, che con i sindacati. Con
l’ufficio scolastico regionale c’è un filo diretto.
Ci siamo applicati per una
corretta applicazione della sentenza della Corte costituzionale 147 del 2012 e
come è noto, allo stato, abbiamo avuti assegnati 319 dirigenti su 409 autonomie
scolastiche. Ci sono quindi 88 reggenze. Nell’accordo che si sta profilando
potremmo avere 353 dirigenti più 19 Cpa, Centri per
l’educazione degli adulti, con ulteriori dirigenze scolastiche che danno anche
la possibilità di sbloccare il concorso che è in atto e che ancora non ha
visto, al momento, nessun avviamento alla dirigenza di chi legittimamente ha
vinto il concorso.
Si sta sbloccando, pertanto,
questa situazione.
All’onorevole Scalzo – poi se
riterrà, ovviamente, di intervenire lo farò successivamente – dico che sebbene
nell’intesa tra Governo e Regioni non sia prevista la salvaguardia per i comuni montani e per
le minoranze, per i comuni ad alta densità criminale, questa salvaguardia è
prevista e contemplata nelle nostre linee guida, quella approvata con la
delibera 48 del 2010.
Sono pienamente vigenti e
abbiamo chiesto l’approvazione di seguirle ai Presidenti delle province, in
maniera tale che nei piani di riorganizzazione che le province andranno a
effettuare tengano conto, obbligatoriamente, di quelle che sono le salvaguardie
delle comunità montane e delle minoranze linguistiche, così numerose
all’interno della nostra Regione, in quanto l’11 per cento dei comuni ricadono
in questa fattispecie, nelle province di Cosenza, di Crotone, di Catanzaro e di
Reggio Calabria e anche per i comuni ad elevata densità criminale.
Grazie, assessore Caligiuri. Prego, onorevole Giordano.
Prendo atto delle risposte
chiare dell’assessore rispetto al lavoro che è stato tracciato e che dovrebbe
portare, entro il 15 gennaio, a definire il nuovo piano di dimensionamento.
Tuttavia, ribadisco la preoccupazione affinché ci sia una rivisitazione, che ci
si possa riappropriare della potestà per disciplinare non solo le regole ma
anche i parametri rispetto alla realtà calabrese, alle situazioni, non ultime,
quelle delle emergenze che vivono le realtà più marginali.
Chiedo, all’assessore, che
questa interlocuzione avviata con gli enti locali e con l’ufficio scolastico regionale
trovi approdo presso la terza Commissione, dove è stato già in passato prodotto
il lavoro che ha dato luogo alla deliberazione consiliare numero 48, e che si
possa accelerare, perché credo che si possano risolvere alcuni problemi, non
solo quelli dei dirigenti scolastici, con lo sblocco del concorso – prendo atto
che c’è questa prospettiva – ma, soprattutto, che ci possa essere una risposta
al bisogno che la scuola calabrese ha di docenti qualificati, e alla risposta
che può avere, anche, il mondo del precariato, dove ci sono tantissime
competenze che è messo, però, ai margini e che può contribuire a far guadagnare
alla scuola calabrese quel target di qualità su cui tutti, credo, siamo
d’accordo. Grazie.
Si passa alla interrogazione a
risposta immediata numero 259 del 5 giugno
con delibera numero 329
del 23 aprile 2003
con Delibera numero 503
del 17 luglio 2004, in ottemperanza ai risultati di
detta Commissione, che ha fornito un’ampia e dettagliata documentazione
corredata da numerosissimi allegati sulla situazione funzionale, economica e
patrimoniale del Consorzio evidenziando un'esposizione debitoria di circa 220
milioni di euro, con la possibilità di definire a stralcio le varie pendenze
con una spesa di circa 75 milioni di euro e con un conseguente risparmio di
circa 145 milioni di euro,
con Delibera numero
1082 del 28 dicembre
2004,
con Delibera numero 572
del 19 giugno 2005
con Legge regionale numero 12 del 20 novembre 2006, art.1, ai fini della definitiva liquidazione del
Consorzio di Bonifica della Piana di Sibari e della
Media Valle del Crati, il Commissario liquidatore è
stato autorizzato all'accensione di un mutuo per l’importo residuo della
situazione debitoria rappresentata dal medesimo Commissario in euro 36 milioni;
con le Delibere numero
362 e 459 del 2010
il Consorzio di
Bonifica Sibari-Crati è stato prima commissariato e
poi posto in liquidazione con Delibera numero 329 del 23 aprile 2003 della Giunta Regionale della Calabria e
che la stessa Giunta, con Delibera numero 503 del 17 luglio 2004, ha preso atto delle conclusioni della
Commissione costituita ad hoc per
l'esame della situazione debitoria dell’Ente, quantizzata in una somma di circa
220 milioni di euro;
con Delibera numero 1082 del 28dicembre 2004 sono stati utilizzati 22 milioni e 500 mila euro
dalle risorse rinvenienti dal Ministero delle
Politiche Agricole e Forestali per l'attuazione del Piano di Risanamento del
Consorzio Sibari-Crati;
con Delibera numero5 72 del 13 giugno 2005 “Provvedimenti straordinari per la gestione della crisi del Consorzio
della Piana di Sibari e della Media Valle del Crati” è stato nominato Commissario Straordinario del
Consorzio il dott. Salvatore Gargiulo;
con Legge regionale numero
12 del 2006 “Liquidazione del Consorzio di Bonifica della Piana di Sibari e della Media Valle del Crati”,
all'articolo 1 si afferma che “per la definitiva liquidazione del Consorzio
della Piana di Sibari e della Media Valle del Crati il Commissario Liquidatore è autorizzato
all'accessione di un mutuo per l'importo residuo della situazione debitoria
rappresentato dal medesimo Commissario di 36 milioni di euro”;
con le delibere numero
362 e 459 del 2010
quali provvedimenti
urgenti si intendono adottare per porre fine ad una vicenda che si trascina da
oltre nove anni e che, fino ad oggi, ha visto dissipare ingenti risorse
pubbliche per la liquidazione del Consorzio Sibari-Crati
che, a tutt’oggi, non è stato ancora definitivamente liquidato e per il quale
addirittura, il Consiglio Regionale della Calabria ha approvato la Legge
regionale numero 12 del 2006, per la definitiva liquidazione attraverso
l'accensione di un mutuo per 36 milioni di euro per poi accertare, attraverso
la nota del Commissario liquidatore, dott. Domenico Bilotta,
che la liquidazione definitiva del Consorzio non potrà mai avvenire, nonostante
le somme stanziate dal Consiglio regionale, perché i debiti risultano essere
pari a 155.235.966,12 euro e, perciò, di gran lunga superiori ad essi. Un fatto
scandaloso che deve essere immediatamente chiarito e sanato, di cui devono
essere verificate e individuate fino in fondo tutte le responsabilità e il cui
peso economico non può ulteriormente gravare sulle tasche dei calabresi”.
Prego, onorevole Guccione.
Presidente, la vicenda che riguarda la gestione e la
messa in liquidazione del Consorzio Sibari-Crati evidenzia come la cosa pubblica sia stata
gestita nella nostra Regione. Un dato allarmante, una
finestra sullo sperpero di milioni di
euro che nulla
hanno prodotto, anzi paradossalmente hanno aggravato la situazione
del Consorzio Sibari-Crati.
E’ del 2003
la delibera numero 329, di quasi 10 anni fa, in cui veniva nominato un commissario straordinario per la messa in liquidazione e la chiusura definitiva del Consorzio Sibari-Crati.
Da allora
ad oggi si sono susseguiti diversi commissari
liquidatori e sono stati spesi circa 75 milioni di euro. E’ stata approvata nel 2006 una legge
regionale, la numero 12, che prevede la liquidazione del Consorzi di bonifica Piana di Sibari
e Media Valle del Crati in cui si stabilisce che al
fine della chiusura definitiva della liquidazione “il Consiglio regionale e la Giunta
regionale assumono la proposta di un mutuo di 36 milioni”.
Ad oggi, senza tema di smentita, il commissario attuale del Consorzio Sibari-Crati ci
dice, con una sua missiva inviata alla Commissione di vigilanza, che il debito
in capo al Consorzio Sibari-Crati in liquidazione è di 155 milioni 225 mila 966,12 euro. E’ una vicenda emblematica
di come si sia sperperato del denaro pubblico, destinato,invece, a far
diminuire e a chiudere definitivamente questa parentesi drammatica e triste del
Consorzio Sibari-Crati.
Il debito è ad oggi aumentato e credo che la gravità di questa situazione debba
preludere a provvedimenti seri perché non si può sperperare tanto denaro e
tenere in piedi un carrozzone che ha prodotto solo debiti ed inefficienze nella
nostra Regione.
La parola all’assessore
Trematerra.
Presidente, non penso proprio di poter condividere
l’ultima frase del collega Guccione quando dice che il debito è aumentato.
Come lei ha ben esposto
nella interrogazione questa è una vicenda che trae origine dalla notte dei
tempi. Ha fatto riferimento al 2003, quindi è una vicenda che va ben al di là
della recente stagione; il debito non è aumentato perché,
caro onorevole Guccione, quando è stata
approvata la legge 12 del 2006 che stabiliva la possibilità
al commissario pro tempore di aprire un mutuo, per il 50 per cento
pagato dalla Regione e per il 50 per cento dai tre consorzi che sono venuti a
determinarsi. La quantificazione di questo debito era a nostro avviso, ad avviso del commissario - che è stato sentito in Commissione vigilanza in più
di una occasione e dall’onorevole Serra
che sta facendo un ottimo lavoro per capire qual è veramente la natura del
problema – sottostimata; in quella occasione, infatti, si stabilì in 36 milioni di euro l’esposizione debitoria riferendosi esclusivamente a quelli che erano dei debiti
direttamente dipendenti da attività svolte dallo stesso Consorzio.
Non furono
tenute in considerazione tutta una serie di altre partite debitorie: Tfr,
pagamento dei lavoratori. C’è da dire che il Consorzio di bonifica addirittura
paga pensioni ad alcuni lavoratori così come altri debiti che poi, andando in
avanti, nella esamina della documentazione sono venuti fuori; alcuni debiti
sono di carattere sub judice, altri di natura chirografaria e il commissario attuale sta verificando la
consistenza o meno di questo debito.
E’ chiaro
che quando si fa la liquidazione di un ente non si pone in essere una somma che
deve soddisfare per intero l’ammontare debitorio.
Attualmente
il commissario liquidatore stima probabilmente
in 155 milioni di euro la natura debitoria
complessiva di tutte queste partite, tenendo conto di alcune sulle quali anche
lo stesso commissario si sta
proponendo opposizione, rispetto ai giudizi avviati ed ai diversi arbitrati che
sono in essere.
Contesto
solo la parte in cui mi si dice che il debito è aumentato. Non è aumentato il
debito perché il Consorzio Sibari-Crati oggi non può
generare ulteriori debiti; si sta facendo un’opera di verifica della reale
consistenza del debito con la possibilità – come è stato già fatto – di far
ritornare nelle casse dello stesso Consorzio delle somme che erano parcheggiate
al Ministero delle politiche agricole. Non c’è chiarezza, addirittura, su una
somma di circa 20 miliardi delle vecchie lire che era presso la tesoreria della Carical
e di cui oggi non abbiamo la possibilità di una rendicontazione.
Rispondendo
al quesito posto dal collega Guccione: questo era un modo di amministrare. Oggi
noi ci troviamo a gestire una massa debitoria di cui ancora non abbiamo
certezza, ma di cui si sta occupando puntualmente il commissario liquidatore del Consorzio, per capire quanti erano i
debiti, in capo all’ex Consorzio Sibari-Crati.
E’ un lavoro
molto particolare, come dicevo prima, perché bisogna rintracciare la documentazione
e molti soggetti ritengono di vantare un credito rispetto al Consorzio.
Su molte di
queste vicende il Consorzio sta uscendo vincente rispetto all’attività posta in
essere davanti ai vari magistrati contabili.
La parola all’onorevole
Guccione.
Presidente, sono stati stanziati, per il pagamento
dei debiti, nei vari anni del Consorzio Sibari-Crati con delibera numero 1082 del 28 dicembre 2004 circa 22 milioni di euro e 500 mila rinvenienti dal
Ministero dell’agricoltura .
Sono stati stanziati ed
utilizzati in gran parte i 36 milioni del mutuo. Alla data del 7 aprile 2010
risultavano erogati 13 milioni, al 5 luglio 2010 risultavano erogati 22 milioni
366 mila euro, circa 36 milioni stanziati dalla legge regionale numero 12 del
2006.
Quindi, assessore, i debiti sono aumentati ed abbiamo pagato
circa 65 milioni di debiti; il debito non si è mosso rimanendo a 155 milioni perché se fossero vere le notizie che lei ha dato,
attendibili non da parte sua ma da parte di chi ha fornito i dati relativi, il
debito sarebbe dovuto diminuire a 90 milioni di
euro invece è rimasto quello
che è.
Il fatto grave è che in
precedenza il Consiglio regionale nel 2006 ha
approvato la legge numero 12 che all’articolo 1 testualmente dice “Al fine
della definitiva liquidazione del Consorzio di Bonifica della Piana di Sibari e della Media Valle Crati,
il commissario liquidatore è
autorizzato all’accensione di un mutuo per l’importo residuo della situazione
debitoria rappresentata dal medesimo commissario
in 36 milioni di euro”.
E’ una legge assessore che è stata disattesa perché nonostante siano stati utilizzati tutti i 36 milioni di euro del mutuo acceso nel 2012 il debito permane ed io,
affermo, è aumentato. Qualcosa non va, c’è bisogno di prendere per mano questa
questione mettendo in campo iniziative, dal punto di vista
amministrativo, straordinarie per verificare come
stanno le cose; qui si sono buttati a mare milioni di euro dei cittadini calabresi ed il
problema permane e si aggrava.
Per quanto
mi riguarda mi ritengo parzialmente soddisfatto per lo sforzo che ha fatto l’assessore
e anche per l’audizione che ha fatto in Commissione di vigilanza su questi
temi. Dobbiamo essere più conseguenti con iniziative per far trasparenza e
chiarezza rispetto a questa vicenda.
Si passa all’ interrogazione
a risposta immediata numero 261 dell’18 giugno 2012 a firma dei consiglieri De Masi,
Giordano, Talarico D. “In ordine ai servizi aeroportuali gestiti da S.A.CAL. S.p.A” di cui do
lettura: “Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore
ai trasporti. Per
sapere – premesso che:
S.A.CAL. S.p.A. è una società partecipata della
Regione Calabria che ne detiene il 10 per cento delle quote azionarie (il 68,27% è
detenuto da enti pubblici ed il rimanente da soci privati);
la stessa società, nel
settembre del 2009, ha ottenuto la gestione totale dell’aeroporto di Lamezia
Terme per una durata quarantennale, con funzioni di Gestore ed Handler in base alla convenzione numero 45 dell’11
settembre 2007;
in base all’articolo
705 del codice della navigazione S.A.CAL., in qualità
di Gestore aeroportuale, è tenuta ad organizzare "l’attività aeroportuale
al fine di garantire l’efficiente ed ottimale utilizzazione delle risorse per
la fornitura di attività e di servizi di livello qualitativo adeguato, anche
mediante la pianificazione degli interventi in relazione alla tipologia di
traffico", a fornire "tempestivamente notizie all’Enac, alla società Enav, ai vettori e agli enti interessati in merito a
riduzioni del livello del servizio ed a interventi sull’area di movimento dell’aeroporto,
nonché alla presenza di ostacoli o di altre condizioni di rischio per la
navigazione aerea nell’ambito del sedime di
concessione" e "assicura i controlli di sicurezza su passeggeri,
bagagli e merci, conformemente alle disposizioni vigenti";
l’aeroporto di Lamezia
Terme è aperto 24 ore su 24 fungendo da aeroporto alternato per diversi voli
internazionali;
lo stesso è base dell’elicottero del 118 ed è spesso utilizzato per voli
collegati ai servizi ospedalieri;
dopo la mezzanotte e
sino al mattino successivo non è disponibile personale idoneo e sufficiente a
fornire i servizi di handling
(L’insieme dei servizi svolti in aeroporto finalizzati a fornire assistenza
a terra a terzi, vettori, utenti di aeroporto);
nello stesso arco
temporale non è prevista la presenza di personale addetto ai controlli di
sicurezza al punto da rendere difficoltoso, se non impossibile, l’ingresso in
area doganale del personale addetto al controllo dell’agibilità della pista con
l’introduzione di elementi di rischio connessi all’atterraggio e decollo degli
aeromobili utilizzati per il servizio postale, per voli ospedale, in situazioni
di emergenza o dirottati da altri aeroporti limitrofi;
il decollo e l’atterraggio
degli aeromobili per i servizi di cui sopra sarebbe comunque garantito anche in
assenza della necessaria assistenza a terra;
l’insufficienza di
personale addetto ai servizi di handling ha determinato in più di una occasione la
disponibilità di un numero molto limitato di stalli da
assegnare ad aeromobili che
necessitavano di dirottare sullo scalo di Lamezia Terme a seguito della
chiusura improvvisa di aeroporti limitrofi, inducendo gli stessi ad atterrare
altrove -:
quali iniziative si
intendono assumere per il potenziamento dei servizi e delle attività afferenti
il controllo di sicurezza sulla pista dell’aeroporto di Lamezia Terme, stante la
carenza di personale nell’ambito di che trattasi;
se non si ravvisi la
necessità di intervenire tempestivamente per garantire un innalzamento dei
livelli di sicurezza nelle ore notturne, superando le deficienze evidenziate in
premessa”.
Prego, onorevole Talarico.
In realtà, Presidente, io potrei anche soprassedere perché dal momento in cui sono state presentate le
interrogazioni, una in ordine alle attività afferenti il controllo di sicurezza
degli impianti e delle piste e l’altra relativa al prolungamento delle piste di
volo – lavori che erano stati interrotti – da quel
momento in poi sono ripresi i lavori sia per l’uno sia per l’altro problema.
Ritengo,
pertanto, superate entrambe le interrogazioni. Nel frattempo la Sacal – non so se ha seguito le mie interrogazioni, mi
illudo che sia così e ci voglio credere – ha ripreso i lavori ed ha effettuato
i necessari controlli notturni anche sulla pista.
Si passa all’interrogazione a risposta immediata
numero 262 dell’18 giugno 2012 a firma dei consiglieri De Masi, Giordano, Talarico
D. “In ordine ai lavori di prolungamento della pista presso l’aeroporto di
Lamezia Terme”…
(Interruzione)
E’ la stessa? Riguarda sempre la pista? Anche questa
interrogazione si può ritenere superata. Andiamo avanti.
Si passa all’ interrogazione
a risposta immediata numero 263 del 18 giugno 2012 a firma del consigliere Talarico
D. “In ordine alla situazione della casa di cura <Madonna della Catena>”
di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere – premesso che:
la casa di cura “Madonna
della Catena”, sita in Dipignano, località Laurignano, svolge da anni una meritoria attività
socio-sanitaria rivolta ad un’utenza provinciale e regionale, registrando circa
1000 tra ricoveri intensivi, estensivi, lungodegenza e in Day
Hospital per un fatturato di circa 10 milioni di euro annui;
dai suddetti dati si
evince che la domanda di prestazioni rivolta alla struttura è superiore alla
media regionale, pertanto si può affermare che la crisi della struttura è
riconducibile esclusivamente a ragioni di natura amministrativa e gestionale e
non certo alla qualità e alla quantità delle prestazioni effettuate da
personale qualificato e di eccellenza, in ambienti fisici indiscutibilmente
idonei;
per quanto sopra detto,
la struttura in questione rappresenta un punto di eccellenza per il sistema
sanitario calabrese;
il perdurare della
crisi e un’eventuale chiusura rappresenterebbe un danno enorme per la sanità
calabrese, per i 170 dipendenti che vi lavorano a diverso titolo, e per l’economia
del comprensorio;
qualsiasi possibilità
di salvataggio della struttura è legata al mantenimento dei posti letto in
essere:
-se la paventata ipotesi relativa al taglio
del 62 per cento dei posti letto della riabilitazione intensiva è fondata e
quali iniziative intenderebbe prendere per evitare tale sciagurata ipotesi.
Prego, onorevole Talarico.
Anche qui, Presidente, purtroppo il continuo rinvio
della discussione delle interrogazioni rende vana la discussione sui problemi
che vengono sottoposti.
Colgo l’occasione,
pertanto, per sollecitare una pronta e puntuale discussione delle
interrogazioni entro i termini, altrimenti viene vanificato lo strumento stesso
delle interrogazioni.
Questo è un problema
che riguarda tutti noi. Colgo spunto dalla interrogazione per chiedere alla Vicepresidente
Stasi un aggiornamento sulla situazione della Madonna della Catena per quanto riguarda un centinaio di lavoratori. Se la Vicepresidente ha la cortesia di
aggiornarci sulla situazione, considerato che sono passati ormai sei-sette mesi. Non le riformulo la domanda posta
nell’interrogazione, le chiedo se sia possibile avere un aggiornamento sulla
situazione. Grazie.
Grazie, onorevole Talarico. In effetti ci sono state un po’
di evoluzioni, nel frattempo, cioè da quando si è presentata l’interrogazione
ad oggi.
Ci sono delle
evoluzioni positive perché è notizia del mese
scorso che è stato definito il numero dei posti letto, è stato assegnato un
numero di posti letto pari a 50 più 18, quindi 68 posti letto complessivamente
a cui aggiungere, probabilmente, nel riordino
che sarà fatto per quanto riguarda i posti
letto territoriali, anche dieci posti letto per riabilitazione unità spinale.
Al momento pare sia
positivo il riscontro e soprattutto pare siano contenti anche i lavoratori che in questo momento vedono una prospettiva ed
un futuro. Ovviamente non sono stati ancora firmati i budget per l’anno
2012, così come non sono stati firmati per quasi tutte le case di cura. In
questo momento si è una fase positiva e si sono riallineati rispetto a quelli
che sono i programmi di quelle che sono le altre
case di cura.
Prego, onorevole Talarico.
Non ho motivo di
dubitare delle cose che dice la Vicepresidente Stasi e mi auguro che siano
effettivamente così.
Rinnoviamo la vigilanza
e l’attenzione verso questa casa di cura perché, come
diceva la stessa Vicepresidente, non solo eroga servizi di assistenza
importante e qualificata per il territorio ma dà anche lavoro
ad un centinaio di persone tra medici, personale
paramedico e di servizio che di questi tempi sono una risorsa importante per la
nostra Regione. Grazie.
La prossima
interrogazione a risposta immediata numero 264 del 29 giugno 2012 è a firma del
consigliere Talarico D. “In ordine ad abusi commettendi
in località S. Maria nel Comune di Bonifati (CS) ed
alla tutela delle coste da interventi di cementificazione”.
Non c’è in Aula
l’assessore Pugliano. Se è importante la rinviamo,
altrimenti possiamo fare rispondere altro assessore.
Presidente, credo sia opportuno rinviarla.
Va bene, andiamo
avanti.
Passiamo all’interrogazione a risposta immediata numero 265 del 29
giugno 2012 a firma del consigliere Giordano “Sul blocco delle attività del
termovalorizzatore di Gioia Tauro e sulle conseguenze
ambientali nei comuni ricadenti nell’area”.
Anche questa interrogazione è rinviata alla prossima seduta di Consiglio. E’ attuale o no?
E’ attualissima, anzi era attuale per una parte del territorio calabrese quando l’ho presentata il 29 giugno. Ora è
drammaticamente attuale perché riguarda
l’intero sistema Calabria Sud.
La rinviamo alla prossima seduta. Andiamo avanti.
La prossima
interrogazione a risposta immediata è la numero 266 del 2 luglio 2012 a firma
del consigliere Giordano “Sulla procedura di indizione bando di concorso
straordinario per la copertura delle sedi farmaceutiche di nuova istituzione”
di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere – premesso che:
l’art. 11 della legge numero 27 del 2012 “Potenziamento
del servizio di distribuzione farmaceutica, accesso alla titolarità delle
farmacie, modifica alla disciplina della somministrazione dei farmaci e altre
disposizioni in materia sanitaria”, al comma 3 ha previsto che le Regioni
bandiscano il concorso straordinario per soli titoli per la copertura delle
sedi farmaceutiche di nuova istituzione e per quelle resesi vacanti a seguito
delle scelte effettuate dai vincitori del concorso;
l’iter amministrativo prevede che ciascun comune,
sulla base dei dati ISTAT sulla popolazione residente al 31 dicembre 2010 e dei
parametri di cui al comma 1, individua le nuove sedi farmaceutiche disponibili
nel proprio territorio e invia i dati alla Regione entro e non oltre 30 giorni
dall’entrata in vigore della legge ed entro 60 giorni dall’invio dei dati da
parte dei comuni le regioni bandiscono il concorso straordinario per soli
titoli, per la copertura delle sedi farmaceutiche di nuova istituzione e per
quelle vacanti;
sempre ai sensi della normativa sopra richiamata,
qualora il comune non provveda a comunicare alla regione l’individuazione delle
nuove sedi disponibili entro il termine di cui al comma 2 dell’art 11 la
regione provvede con proprio atto a tale individuazione entro i successivi
sessanta giorni. Nel caso in cui le regioni non provvedano nel senso indicato
ovvero non provvedano a bandire il concorso straordinario e a concluderlo entro
i termini di cui al comma 3 del medesimo art. 11 il Consiglio dei Ministri
esercita i poteri sostitutivi di cui all’articolo 120 della Costituzione con la
nomina di un apposito commissario che provvede in sostituzione dell’amministrazione
inadempiente anche espletando le procedure concorsuali;
i termini previsti per i comuni, ai fini della
individuazione delle nuove sedi farmaceutiche, sono andati a scadere il 26
aprile 2012 mentre le incombenze a carico delle regioni dovevano essere
espletate entro e non oltre il 26 giugno 2012;
allo stato dagli atti ufficiali della Regione Calabria
risulterebbe che gli adempimenti richiesti non siano stati ancora evasi con
ripercussioni negative sullo sviluppo economico di un settore che vedrebbe la
creazione di nuovi numerosi posti di lavoro e benefici per i consumatori -:
quali sia allo stato l’iter della procedura prevista
dalla normativa indicata in premessa e più specificatamente se vi siano stati
comuni inadempienti e se la regione abbia esercitato i relativi poteri
sostitutivi;
se la stessa Regione abbia adempiuto alle incombenze
di legge e siano state attivate le relative procedure per la indizione del
bando di concorso;
in caso contrarlo quali iniziative si intendono
intraprendere per velocizzare l’iter amministrativo al fine di rispondere con
urgenza alle istanze della categoria e dei consumatori”.
Prego, onorevole Giordano.
Presidente, anche questa
interrogazione presentata il 2 luglio è per conoscere l’iter, rispetto alla riforma che ha portato alla legge numero 27 del
2012, il potenziamento del servizio della distribuzione farmaceutica e, quindi,
l’accesso alla titolarità delle farmacie e la modifica della normativa per la
somministrazione dei farmaci. Con questa interrogazione volevamo avere
chiarimenti rispetto alle procedure che la Regione avrebbe dovuto attuare entro
il 26 aprile 2012, prima ed entro il 26 giugno del corrente anno per altre
parti di procedura rispetto alla indizione del bando di concorso. Volevamo,
quindi, avere chiarimenti sullo stato dell’arte, su dove si è arrivati. Nella
ipotesi che ci sia una attesa da parte del Governo di
alcuni chiarimenti chiedo qual è lo stato dell’arte rispetto anche alle parti
di competenza dei Comuni che dovevano essere seguiti entro quelle date.
Sì, Presidente, in
effetti la Regione Calabria ha già effettuato quelli che erano gli
adempimenti di sua competenza per la parte iniziale perché
in ossequio alla stessa normativa è stato richiesto ai 36 Comuni
interessati in Calabria l’individuazione delle
nuove farmacie di nuova istituzione. Solo 5 dei 36 Comuni non hanno risposto
ma, comunque, la Regione Calabria, dipartimento salute, ha avviato le procedure
previste. Momentaneamente non c’è ancora il bando perché in sede di Conferenza
delle Regioni, in sede di Commissione salute – che è coordinata dalla Regione
Veneto – si è deciso di procedere insieme, congiuntamente tra tutte le Regioni.
Si sta, pertanto, redigendo un modello di bando che sarà più o meno uniformato
in tutte le regioni ed anche la tempistica dovrebbe essere conforme in tutte le
regioni. C’è quindi un lavoro che si sta facendo all’interno della Commissione
salute coordinato dalla Regione Veneto. In più il Ministero della salute ha
dato la disponibilità a realizzare una piattaforma informatica con la
possibilità di accesso ad ogni singola Regione dove i candidati potranno
inserire le proprie domande di partecipazione al concorso. In effetti c’è anche
un coordinamento ed una collaborazione direttamente col Ministero della salute.
I tempi della Regione Calabria coincideranno, quindi, in qualche modo, con i
tempi di tutte le altre Regioni italiane.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Talarico. Ne ha
facoltà.
Grazie, prendo atto che solo cinque Comuni sono
inadempienti rispetto all’assegnazione delle sedi e che avreste azionato anche
le procedure di commissariamento ad acta. Preso atto di ciò mi dichiaro parzialmente
soddisfatto, pur essendo trascorso tutto questo tempo rispetto a quando abbiamo
presentato l’interpellanza con l’auspicio che la Regione Calabria sia in linea,
veramente, con le altre Regioni nella definizione di un’unica procedura in sede
di Conferenza Stato-Regioni.
Si passa alla interrogazione a risposta immediata
numero 268 del 6 luglio 2012, a firma del consigliere Guccione “In ordine alla
situazione non più sostenibile da parte dei gestori delle aree di servizio
della tratta autostradale A3 Sa-Rc” di cui do
lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
nei giorni scorsi le OO.SS. FAIB Confesercenti, FEGICA Cisl, ANISA Confcommercio hanno denunciato in una lettera inviata al dott. Pietro Ciucci, Presidente dell'Anas, al dott. Corrado Passera, ministro dello Sviluppo Economico e ai Presidenti delle Regioni Calabria, Campania e Basilicata una situazione non più sostenibile da parte dei gestori delle aree di servizio della tratta autostradale A3 Sa-Rc per lo stato di crisi e di abbandono in cui versano le loro imprese, sia sul piano commerciale che su quello della sicurezza, della distribuzione e del costo del carburante;
i prezzi del carburante praticati dalla compagnie petrolifere sulla tratta Sa-Rc risultano essere almeno di cinque centesimi superiori rispetto ai prezzi praticati nelle altre autostrade italiane;
dal 2011 le concessioni ai gestori autostradali della Sa-Rc vengono concesse solo in proroga, senza che venga espletata alcuna gara per le concessioni pluriennali ed impedendo così, da oltre quindici anni, che si possano predisporre ed effettuare gli investimenti necessari all'ammodernamento e alla messa in sicurezza delle aree di servizio presenti su questa importante tratta autostradale;
i lavori di ammodernamento vanno avanti da oltre dieci anni;
tutto ciò ha causato forti disagi e limitazioni al traffico automobilistico, provocando una lenta ma continua diminuzione dello stesso;
dal mese di gennaio ad oggi si è registrato un calo di vendite di carburante di circa il 20%;
il calo della vendita del carburante ha raggiunto il 50% se rapportato agli anni 2006-2007;
analogo calo riguarda tutti i servizi di ristoro, di vendite non-oil, di servizi di soccorso, non trascurando anche l'indotto di carattere commerciale che si crea nell'ambito territoriale delle zone di accesso e di uscita;
ad oggi, per il completamento definitivo dei 494 chilometri della tratta Sa-Rc, mancano circa 59 chilometri ancora da progettare e che sono totalmente privi della relativa copertura finanziaria che ammonta ad oltre tre miliardi di euro e che, a tal proposito, nell'ultima riunione del Consiglio regionale della Calabria è stato approvato all'unanimità un ordine del giorno attraverso cui si chiede al Governo nazionale di mettere a disposizione le risorse necessarie per il completamento definitivo dell'intera tratta autostradale Sa-Rc;
è forte e reale il rischio che la più importante arteria viaria che collega la Calabria alle altre regioni del Mezzogiorno e al resto del Paese, fondamentale per qualsiasi sviluppo economico del Sud e della nostra regione, possa rimanere un perenne cantiere senza nessuna certezza sul completamento definitivo dell'opera;
a fronte di tutto ciò, le OO.SS. succitate hanno avvertito l'esigenza di avanzare una serie di proposte e di assumere alcune iniziative finalizzate al superamento dell'attuale stato d'impasse per dare nuovo impulso alla risoluzione dei problemi che rischiano di provocare il licenziamento di tutti gli addetti alle attività di rifornimento e dei servizi della Sa-Rc -:
quali iniziative urgenti si intendono adottare a sostegno delle giuste rivendicazioni sindacali e per sollecitare l'Anas, nella sua doppia qualità di ente concedente e concessionario, al rilascio immediato delle concessioni in prorogatio da almeno dieci anni. Il protrarsi di tale situazione ha impedito e continua ad impedire, infatti, ai gestori privati di effettuare gli investimenti necessari all'ammodernamento delle aree di servizio della Sa-Rc che, attualmente, sono tra le più vetuste e meno sicure d'Italia;
inoltre, anche quali misure s'intendono assumere per impedire che il costo del carburante praticato dalle compagnie petrolifere ai gestori delle aree di servizio della Sa-Rc, che risulta essere di almeno cinque centesimi superiore rispetto a quello praticato in altre aree del Paese, diventi un'ulteriore tassa a discapito di tutti quegli automobilisti che decidono di attraversare la Sa-Rc.”
La parola all’onorevole Guccione.
Presidente,
rinuncio ad illustrare l’interrogazione perché nel
frattempo sono venuto a conoscenza di una serie di interventi, di iniziative
portate avanti dall’assessore Caridi, per cui chiedo
di esporre in Aula lo stato dell’arte rispetto a questa questione.
Presidente, onorevole Guccione, ci sono stati parecchi incontri,
anche con altri colleghi, sia di maggioranza sia di
minoranza, sulla problematica che lega Anas a
Tamoil e, quindi, aree di servizio. L’Anas ha recepito le indicazioni della Regione
Calabria, da inserire nel bando di gara, sulla
tipicità del prodotto Calabria, lavorando sul bando che ha pubblicato. C’è,
però, in essere un ricorso al Tar che si concluderà a fine novembre. L’ultima
riunione è stata fatta circa 20 giorni fa insieme all’associazione di
categoria, al responsabile dell’Anas, dottore Nucci.
Si è trovato un accordo fino al 31 dicembre per mantenere le stazioni di
servizio aperte ma stiamo lavorando con le associazioni di categoria e con i
distributori per formulare un accordo unico e presentarlo ad Anas per riservare
il livello occupazionale e, soprattutto, per migliorare la qualità del servizio
nel tratto autostradale della Calabria. Siamo in attesa, quindi, di un nuovo
incontro con le associazioni di categoria per stilare questo documento che
proporremo all’Anas.
Prego, onorevole Guccione.
Ritengo che non sia più
procrastinabile, assessore, la situazione in cui versa l’intero tratto della Salerno-Reggio Calabria. Sa bene che per il tratto calabrese paghiamo un doppio scotto, sia per i lavori che non
riescono ancora a finire sia per quelli che non sono stati finanziati ma il
fatto che l’Anas tenga bloccate, da oltre 10 anni, le concessioni ha impedito
di avere delle aree di servizio, le più moderne possibili, perché nessun
investitore privato oggi è nelle condizioni – se non c’è una concessione – di
investire risorse private per ammodernare il sistema. In più questa estate
abbiamo pagato una ulteriore tassa sul costo della benzina, cioè chi ha
imboccato durante il periodo estivo la Salerno-Reggio
Calabria ha pagato la benzina molto di più rispetto ad altri tratti
autostradali. Da questo punto di vista
si tratterà di attendere una sentenza del Tar ma credo che farebbe bene ad
insediare un Tavolo tecnico e politico per tenere sotto pressione l’Anas perché
rispetto a come si è comportata in questi anni per la Salerno-Reggio
Calabria volti pagina, affinché fornisca un moderno servizio di trasporto nella
nostra Regione.
Si passa alla interrogazione a risposta immediata numero 270 del 6 luglio 2012, a firma del consigliere Scalzo, “Sul piano di dimensionamento delle scuole calabresi in riferimento alla Sentenza numero 147 del 2012 della Corte Costituzionale”. Su questa interrogazione ha già risposto l’assessore Caligiuri, quindi, possiamo andare avanti. Vuole illustrare l’interrogazione onorevole Scalzo? Ne do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore alla cultura, istruzione e ricerca. Per sapere - premesso che:
la Corte Costituzionale, con sentenza numero 147 del 2012, ha dichiarato incostituzionale l'intero comma 4 dell'art. 19 del decreto legge numero 98 del 2011 (convertito in legge numero 111 del 2011 e modificato dalla legge numero 183 del 2011 ) che prevedeva:
"Per garantire un processo di continuità didattica nell'ambito dello stesso ciclo di istruzione, a decorrere dall'anno scolastico 2011-2012 la scuola dell'infanzia, la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado sono aggregate in istituti comprensivi, con la conseguente soppressione delle istituzioni scolastiche autonome costituite separatamente da direzioni didattiche e scuole secondarie di 1° grado; gli istituti compresivi per acquisire l'autonomia devono essere costituiti con almeno 1.000 alunni, ridotti a 500 per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche." (Art. 19, comma 4);
il piano deliberato dalla Regione Calabria ha comportato la perdita di ben 99 autonomie scolastiche e la contestuale realizzazione di mega-istituti comprensivi composti da almeno 1.000 alunni ( in alcuni casi di oltre 1500 alunni);
è rimasto in vigore il comma 5 dell'art. 19 della legge citata che recita: "Alle istituzioni scolastiche autonome costituite con un numero di alunni inferiore a 500 unità . ridotto fino a 300 per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzale da specificità linguistiche, non possono essere assegnali dirigenti scolastici con incarico a tempo indeterminato. Le stesse sono conferite in reggenza a dirigenti scolastici con incarico su altre istituzioni scolastiche autonome." (I parametri numerici di 500 e 300 previsti dalla legge 111/2011 sono stati successivamente modificati e aumentati a 600 e a 400);
altre 86 istituzioni scolastiche calabresi di comuni montani o di zone disagiate dall'1 settembre 2012 non saranno dimensionate secondo i parametri di 600 o di 400 alunni e che. pertanto, saranno affidate in reggenza a dirigenti di altri istituti, con tutti i danni possibili e immaginabili;
la Regione aveva rinunciato ad esercitare la facoltà di far valere la richiesta contenuta nel documento della Conferenza delle regioni approvato nella seduta del 27 ottobre 2011 che la Regione aveva rinunciato ad esercitare la facoltà di far valere la richiesta contenuta nel documento della Conferenza delle regioni approvato nella seduta del 27 ottobre 2011. che prevedeva invece che vi fosse un'applicazione graduale delle norme sul dimensionamento spostando il completamento delle operazioni all'anno scolastico 2014-2015;
la delibera regionale sul dimensionamento scolastico rischia, da un lato di vanificare la lotta alla piaga della mortalità scolastica, dall'altro di peggiorare la qualità del servizio scolastico e l'innalzamento dei livelli di istruzione degli studenti calabresi che negli ultimi anni sono precipitati agli ultimi posti fra le regioni d'Italia -:
se questa Amministrazione intenda adottare celermente le opportune iniziative urgenti nel merito . affinché vengano salvaguardate le autonomie scolastiche dei comuni montani e a forte disagio sociale, le minoranze linguistiche residenti nel territorio della Calabria così come avvenuto in altre parti del territorio italiano, riscrivendo per l'immediato - alla luce della sentenza della Corte Costituzionale - il piano per il dimensionamento della rete scolastica della Calabria, con effetto dal 1° settembre 2012 e favorendo un'applicazione graduale delle norme sul dimensionamento, spostando il completamento delle operazioni all'anno scolastico 2014-2015”.
Presidente, ho
ascoltato l’assessore Caligiuri
che ha spiegato molto bene il percorso che ha inteso fare per questa delicata
materia. Volevo, però, un ulteriore chiarimento relativo al fatto che le
reggenze, se ho ben capito, sono 88 e rischiano di penalizzare soprattutto le
aree dei comuni montani a forte disagio sociale, le minoranze linguistiche dei
residenti nel nostro territorio. Chiedo, quindi, all’assessore Caligiuri che per tutte queste aree, che già soffrono in
modo particolare per altri tipi di servizi, che vengano poste in essere tutte
le iniziative utili affinché in queste aree difficili della nostra Regione
possa esserci quella attenzione legata soprattutto al non avere le reggenze nel
settore scolastico. E’ chiaro che nella mia interrogazione un altro aspetto era
quello che dava un senso, in maniera molto forte, ad una applicazione graduale
delle norme sul dimensionamento. Quello che chiedevo nella mia interrogazione
riguarda, quindi, lo spostamento graduale delle operazioni all’anno scolastico
2014-2015. Grazie.
All’interrogante, onorevole Scalzo, risponde l’assessore
Caligiuri sul dimensionamento delle scuole calabresi.
Grazie, Presidente Nicolò,
l’indirizzo ministeriale è quello di eliminare gradualmente – possibilmente già dal prossimo anno – tutte le
reggenze. E’ evidente che negli indirizzi che abbiamo già fornito alle
Province, che sono, poi, gli enti attraverso i quali viene formalizzata la razionalizzazione
da un lato e la nuova offerta formativa dall’altro, possono tener conto di
individuare le autonomie nelle aree dove c’è maggiormente difficoltà, quindi,
soprattutto quelle montane e ad elevata densità criminale e anche quelle dove
ci sono le minoranze linguistiche.
Daremo, quindi, questo indirizzo alle Province tenendo conto del dibattito che
si è sviluppato in Aula.
La parola all’onorevole Scalzo.
Grazie, questa precisazione mi rassicura circa il percorso da intraprendere in questa direzione, nella difficoltà relativa al riordino della materia ma credo che chi è già per fatto logistico penalizzato debba avere un percorso preferenziale. Spero, quindi, che questo possa avere una attuazione concreta. Grazie.
Si passa alla interrogazione a risposta immediata
numero 271 del 9 luglio 2012, a firma del consigliere Guccione: “Sulle misure
necessarie per reperire le risorse essenziali alla realizzazione del Sistema
Metropolitano Cosenza-Rende-Unical”. Su questa
interrogazione dovrebbe rispondere l’assessore
Gentile ma la Vicepresidente Stasi ne chiede il differimento in attesa che
l’assessore rientri.
Si passa
alla interrogazione a risposta immediata numero 272 del 10 luglio 2012, a firma
dei consiglieri Aiello F., Censore, Ciconte, De
Gaetano, Guccione, Mirabelli, Talarico D. “Sul taglio abusivo e clandestino di
migliaia di ettari di bosco che stanno impoverendo e saccheggiando
l’inestimabile patrimonio silano” di cui do lettura:
“Al Presidente della Giunta regionale e all'assessore all'agricoltura,
foreste e forestazione. Per sapere – premesso che:
l'Altopiano Silano, il cui Parco Nazionale è stato inserito
recentemente nella lista propositiva (Tentative list) dei siti
naturalistici mondiali per il il Patrimonio Mondiale
dell'Umanità di cui fanno parte quei siti che gli Stati proponenti ritengono di
eccezionale valore universale e, quindi, adatti per il successivo inserimento
nella "World Heritage List" dell'Unesco,
ossia fra i beni candidati a diventare Patrimonio Mondiale dell'Umanità,
rappresenta un patrimonio naturalistico e paesaggistico di valore unico ed
inestimabile, un serbatoio ricchissimo di biodiversità e di habitat naturali
che sono fra i più importanti della foresta a livello mondiale per la
conservazione della diversità biologica nel bacino del Mediterraneo;
tale
patrimonio è oggetto da più tempo da un attacco criminale e indiscriminato, più
volte denunciato da diversi sindaci e amministratori locali e dai vertici del
Corpo Forestale dello Stato che hanno evidenziato a più riprese il progressivo
e devastante disboscamento di tutto il territorio Silano;
in alcuni
territori della provincia di Cosenza, in particolare in quelli ricadenti nei
comuni di Longobucco, Acri, Spezzano della Sila e San
Giovanni in Fiore, opererebbe da tempo una vera e propria associazione a
delinquere, la cosiddetta "mafia dei boschi" che, attraverso l'azione
di ditte boschive
compiacenti e senza scrupoli e con la
complicità di tecnici
all'uopo assoldati, sottoporrebbe questi territori a devastanti incendi e a
continui e ripetuti tagli irrazionali abusivi, distruggendo enormi quantità di
boschi di proprietà di privati ed Enti pubblici e devastando la flora e la
fauna di questi territori;
da recenti
rapporti del Corpo Forestale dello Stato si è appreso che sarebbero migliaia
gli alberi tagliati indiscriminatamente, senza alcuna autorizzazione o
prescrizione di legge, per soddisfare le esigenze del cosiddetto "mercato
del legname";
tale
"mercato", stando ad alcuni rapporti giudiziari scaturiti
dall'apertura di appositi fascicoli d'indagine da parte di diverse Procure
della Repubblica che avrebbero già individuato le possibili ipotesi di reato,
sarebbe in gran parte illegale e clandestino e potrebbe essere gestito dalla
criminalità organizzata, che ne ricava enormi profitti tanto che alcune
intimidazioni e minacce compiute contro gli amministratori locali e, negli anni
scorsi, contro lo stesso comandante del Corpo Forestale dello Stato potrebbero
avere la stessa matrice;
nei giorni
scorsi un gruppo di associazioni naturalistiche regionali e nazionali (Altura,
Arci, Enpa, Italia Nostra, Lipu,
Man, Wwf, Cnp e Gettini di
Vitalba) ha denunciato con forza "i continui scempi perpetrati anche
all'interno di aree protette ai danni dell'ingente e prezioso patrimonio
forestale come, in particolare, nel Parco Nazionale della Sila";
nuovi tagli
forestali intensi, irrazionali ed illegali, che hanno messo a nudo il manto
vegetale, causando danni rilevanti all'ecosistema, (con conseguente rischio di
dissesto idro-geologico), oltre che al paesaggio montano, sono stati denunciati
nei giorni scorsi dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato;
ormai da
qualche anno, le risorse naturali che stanno all'origine della costituzione del
Parco Nazionale della Sila vengono sempre più spesso sottoposte ad uno
sfruttamento incompatibile con la necessità, valida ovunque ma inderogabile in
un'area protetta, di tutelare l'ecosistema forestale";
si stanno
mettendo a serio repentaglio habitat unici ed insostituibili per la fauna più
importante del Parco (come l'astore, il picchio nero, il gatto selvatico ecc.),
senza contare il grave danno arrecato al paesaggio;
in
conseguenza di ciò, in tutta l'area compresa all'interno del Parco Nazionale
della Sila, è notevolmente aumentato il traffico pesante su gomma con il
transito continuo di un gran numero di tir/camion carichi di grossi tronchi di
alberi che percorrono ogni giorno a velocità sostenuta la Strada Provinciale
51, che collega la Sila, passando da Trepidò e Cotronei,
alla statale 107 -:
quali
iniziative si intendano assumere per rafforzare le attività d'indagine di
protezione, prevenzione e repressione dei fenomeni illegali in relazione al
taglio abusivo e clandestino di migliaia di ettari di bosco che stanno
impoverendo e saccheggiando l'inestimabile patrimonio Silano
e per disporre il definitivo divieto di transito di Tir e camion sulla Strada
Provinciale 51.”
La parola all’onorevole Guccione.
Presidente, questa interrogazione è tesa ad illustrare
la situazione anche per quanto riguarda recenti indagini del Corpo
forestale dello Stato, che hanno
condotto alla denuncia di diversi cittadini ed imprese boschive che hanno effettuato
dei tagli abusivi nei nostri boschi. Più volte
denunce di sindaci, di amministratori locali e dello stesso Corpo
forestale hanno messo in evidenza, ed a più riprese, il devastante
disboscamento di tutto il territorio silano. In
alcuni territori della Provincia di Cosenza questo è avvenuto soprattutto nei
comuni di Longobucco, Acri, Spezzano della Sila e San
Giovanni in Fiore, in cui territori e foreste sono state aggredite dalla
cosiddetta mafia dei boschi, una attività illecita che genera la possibilità di
ingenti risorse. Ricordo che anche la Regione si è dotata della legge per
quanto riguarda la gestione del patrimonio forestale - ha fatto bene e abbiamo
votato a favore –. Va dato atto all’assessore Trematerra
di essersi battuto perché questa legge ci permette di avere l’albo delle
aziende boschive che devono avere dei requisiti mentre tutto era lasciato alla discrezionalità.
Credo che su questo punto dovremmo avere un Tavolo permanente, insieme al Corpo
forestale dello Stato, al Parco nazionale della Sila ed i sindaci delle varie
amministrazioni, per tenere a bada questo fenomeno che, non solo distrugge un
patrimonio che è protetto, quello dei boschi e delle foreste nella nostra
Regione, ma dà la possibilità a tante attività illecite di procurarsi denaro
pulito. Grazie.
La parola all’assessore Trematerra.
Dal 2008 la Regione ha assunto la delega della
gestione del vincolo idrogeologico, ivi compresa anche l’autorizzazione ai
tagli boschivi, che viene esercitata attraverso le aree territoriali,
attraverso i suoi funzionari preposti, ma tutto questo è una attività meramente
amministrativa per la Regione che valuta i progetti -se sono congrui rispetto a
quelle che sono le prescrizioni di massima della Polizia forestale-, che dà
l’autorizzazione ai tagli boschivi, trasmettendo, poi, il progetto stesso al Corpo
forestale dello Stato che è deputato a svolgere i controlli. La Regione
Calabria, pertanto, rispetto a questa materia, fa semplicemente
un’azione di tipo amministrativo, ma anche rispetto alla questione delle ditte
boschive che ha sollevato l’onorevole Guccione,
già la Regione
Calabria aveva in sé l’albo regionale
delle ditte boschive - che era tenuta a tenere –, anch’esso una prerogativa
prettamente amministrativa, in quanto volta al controllo dei requisiti per
poter rimanere all’interno della iscrizione all’albo delle ditte boschive. Come
vediamo, perciò, sono tutti e due aspetti puramente amministrativi perché il
controllo dell’attività e del taglio viene esercitato dai funzionari di
pubblica sicurezza, in questo caso dal Corpo forestale dello Stato, con il
quale il dipartimento si interfaccia costantemente e continuamente. Da questo
punto di vista la Regione non ha assolutamente nessuna responsabilità su quelli
che sono i reati -perché di reati si tratta- che vogliamo siano colpiti. Tant’è
che in questa Assise è stata approvata, circa un mese fa, una legge che mancava
alla Calabria, la legge forestale, che dà norme certe su come può essere
utilizzato il nostro patrimonio boschivo e dà anche certezza che chi vuole
essere ditta boschiva vuole avere requisiti di legge in maniera più stringente.
La Regione Calabria, quindi, sia nel recente passato sia con l’approvazione
della legge forestale, è in linea con quelli che sono i dettati di questa legge
costituzionale, di leggi comunitarie e nazionali.
Prego, onorevole Guccione.
Ritengo di essere d’accordo con l’assessore quando sottolinea la valenza della legge che è stata ultimamente approvata dal Consiglio regionale per quanto riguarda la gestione del patrimonio forestale nella nostra regione. Ci permetterà di realizzare due cose: portare al reddito la foresta calabrese che oggi non è così perché, attraverso la gestione e la pianificazione della foresta, avremo la possibilità di accedere ai crediti verdi, ed, in più, ci permetterà un maggiore controllo del territorio boschivo da attacchi al patrimonio da parte di aziende che effettuano tagli boschivi per diversi milioni di euro quasi quotidianamente – come è avvenuto e sta avvenendo in questi anni –. Non è una preoccupazione solo nostra ma è una preoccupazione che anche le associazioni naturalistiche regionali e nazionali, come Altura, Arce, Enpa, Italia Nostra, Lipu, Men, Wwf ed altre, hanno manifestato sulla vicenda della nostra regione. Penso che dobbiamo tenere alta la nostra attenzione e mi auguro che la Giunta regionale sia rigorosa su questo, nella applicazione della legge che, ultimamente, abbiamo approvato.
E’ stata
presentata l’interrogazione a risposta immediata numero 273 del 19 luglio 2012,
a firma dei consiglieri De Masi,
Giordano, Talarico D., “Sui
mancati trasferimenti finanziari del dipartimento della protezione civile ai
comuni titolari dei progetti denominati 'Emergenza Nord Africa” di cui
do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
i Sindaci
Domenico Lucano di Riace, Giovanni Manoccio di Acquaformosa hanno iniziato uno sciopero della fame per
sensibilizzare l'opinione pubblica rispetto le criticità dei progetti
denominati 'Emergenza Nord-Africa" che hanno visto i Comuni e le
Associazioni accogliere i Migranti provenienti dai paesi sub sahariani nella
passata primavera-estate;
in particolare,
le amministrazioni interessate subiscono, da oltre un anno, la mancata
erogazione delle risorse causata da un contrasto amministrativo tra la
Protezione Civile Regionale e la Corte dei Conti sezione Calabria dovuto alla
mancata registrazione, da parte della stessa sezione regionale di controllo,
delle convenzioni stipulate dal soggetto attuatore della Regione Calabria con
gli enti gestori prima del 29 luglio 2011 e ciò in ragione dell'orientamento
della Corte dei Conti di porre, al visto preventivo, non solo gli atti del
Commissario delegato, ma anche quelli dei soggetti attuatori;
tale
ostacolo sta mettendo in ginocchio il sistema "Asilo" ed il sistema di "Accoglienza," due esperienze di
eccellenza nel panorama nazionale ed internazionale, e allo stato, si prefigura
li rischio concreto, come denunciato dai due sindaci, di rivolte sociali,
nonostante l'impegno degli amministratori e dei tanti operatori per garantire
il diritto all'accoglienza -:
se
effettivamente i fondi erogati al dipartimento regionale della Protezione
civile a favore degli enti locali interessati ai progetti di accoglienza agli
immigrati siano bloccati per ragioni di ordine burocratico;
quali
iniziative siano state assunte autonomamente dalla Regione, anche nei confronti
delia sezione regionale di controllo della Corte dei
Conti, per sbloccare una situazione che rischia di creare tensioni sociali nei
territori di riferimento;
quali
iniziative, in caso negativo, intende intraprendere il governo regionale per
garantire i finanziamenti sopra richiamati e se non ritenga opportuno, in
attesa di dirimere le problematiche di ordine giuridico, impegnare in via
provvisoria risorse finanziarie all'interno del bilancio regionale, nello
specifico sui fondi allocati nel capitolo delle politiche sociali, stante
l'alto valore di inclusione sociale nascente dai progetti di accoglienza messi
in atto dagli enti locali”.
La parola all’onorevole Giordano.
Grazie, Presidente, anche questa interrogazione è piuttosto
datata. Il problema si era posto in modo dirompente a luglio, ne abbiamo, però,
subito preso atto – grazie anche all’impegno corale di tutte le istituzioni –
ed ha avuto una soluzione con lo sblocco di quei fondi che rischiavano di
cancellare delle eccellenze riconosciute a livello
mondiale. I progetti di accoglienza dei Comuni della Calabria,
in particolare Riace, Caulonia
e Acquaformosa. Approfitto dello spazio di questa
interrogazione per chiedere, invece, al sottosegretario Torchia qual è la
prospettiva, cioè rispetto ai progetti del sistema Sila e del sistema
accoglienza che dovrebbero concludersi entro dicembre del corrente anno, quali
iniziative la Regione Calabria abbia posto nei confronti del Governo
nazionale, non solo per difendere delle prassi
che sono riconosciute a livello mondiale, ma
per far sì che non ci sia una nuova emergenza nei prossimi mesi. Chiedo al
sottosegretario di illustrarci quali sono le iniziative che la Regione
Calabria, la Giunta regionale, il suo dipartimento,
ha messo in atto.
La parola al
sottosegretario Torchia.
Grazie, Presidente, effettivamente siamo alla fine di un
percorso che è durato un anno e mezzo e di un problema di cui la Protezione civile si è fatta, suo malgrado, carico. Volevo soltanto fare un
aggiornamento relativamente alla risposta che avevo fornito alla interrogazione
urgente presentata dall’onorevole Loiero per
informare che anche il primo semestre del 2006 è stato pagato. Le risorse,
quindi, sono state erogate sia ai comuni facenti parte della rete SPRAR (Sistema
di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), sia agli altri soggetti che
prestavano accoglienza. Adesso, in relazione alla domanda che ha esposto l’onorevole Giordano, devo dire che il dipartimento
della Protezione civile ha inviato
una bozza di ordinanza per chiedere l’intesa da parte dei soggetti attuatori e,
quindi, delle Regioni. La previsione è, in pratica, che il Governo non voglia
più rinnovare lo stato di emergenza, e mi par giusto perché, a fronte di 900
persone nordafricane immigrate che sono presenti in Calabria, oltre il 30 per
cento ha avuto il permesso di soggiorno. Queste persone non si vogliono muovere
dalla nostra Regione e nessuno le può costringere perché, al momento, non c’è
un ordinamento che preveda di mandarli via. Il dipartimento nazionale, di
intesa col Ministero dell’Interno, sta provvedendo alla chiusura di questo
stato di emergenza entro il 31 dicembre per il passaggio alla gestione
ordinaria da parte del Ministero dell’Interno, per una parte, e del Ministero
del lavoro e delle politiche sociali, per l’altra parte. La protezione civile regionale dal 1° gennaio non si
occuperà più di questo problema in quanto sarà di competenza dei Prefetti.
Grazie.
La parola all’onorevole Giordano.
Prendo atto che per quanto riguarda la questione dei pagamenti conoscevamo già l’avvenuta quasi normalizzazione del sistema. Chiedo al sottosegretario che esca fuori dal circuito dell’emergenza, che sia la Protezione civile a dover seguire questi progetti; questo sistema è un conto ma credo che, come Governo regionale e come Consiglio regionale, ci sia il preciso dovere di non far sì che cada nel vuoto una straordinaria esperienza ed uno straordinario sistema che ha visto la Calabria per una volta tanto all’avanguardia. Ribadisco tutta la preoccupazione e la necessità che il Governo regionale affronti compiutamente questo problema e la salvaguardia nell’accoglienza del modello Calabria, cioè che si superi la fase dell’emergenza per andare ad una fase di normalizzazione, anche se questo porrebbe dei limiti di natura normativa per poter velocizzare le procedure. Credo che il Governo regionale debba impegnarsi, chiedo al sottosegretario Torchia di tornare sull’argomento, magari, in una prossima seduta perché il rischio di una nuova emergenza, il rischio che si perda un patrimonio in Calabria sarebbe notevole.
E’ stata
presentata l’interrogazione
a risposta immediata numero 275 del 20 luglio 2012, a firma del
consigliere D. Talarico,
“Sui rischi per l’agricoltura e le persone, derivanti da una spropositata
presenza di cinghiali nei territori montani” di cui do lettura: “All’assessore all’agricoltura. Per sapere
– premesso che:
in alcune zone montane
del territorio calabrese una presenza spropositata di cinghiali sta arrecando
danni considerevoli al settore agricolo, in special
modo a quello degli ortaggi e della viticoltura;
questo animale,
alterato nel suo profilo genetico, quindi più somigliante al maiale nero,
riproducendosi rapidamente, sta arrecando danni anche alle infrastrutture
civili ed alle specie vegetali selvatiche, costituendo nondimeno una minaccia
alla stessa incolumità delle persone;
partecipando ad una
serie di riunioni con gruppi di agricoltori, in particolar modo nei comuni di
Parenti e Pedivigliano (CS), nei cui territori il
fenomeno è particolarmente presente, ho potuto raccogliere le preoccupazioni
dei partecipanti, nonché la loro richiesta, rivolta alle autorità competenti,
di intraprendere iniziative volte a fronteggiare l'annoso problema;
nelle richieste degli
agricoltori, come nello spirito della presente interrogazione, non vi è alcun
intento lesivo dei diritti dei cacciatori, ma solo l'auspicio che siano
tutelati gli agricoltori e la loro sicurezza, unitamente a quella dei
ricercatori di funghi;
gli agricoltori
chiedono la predisposizione di un progetto contenente misure in grado di
limitare la presenza del cinghiale nelle aree coltivate, evitando altresì che
lo stesso sconfini nei centri abitati;
le aree montane della
provincia di Cosenza più colpite dal fenomeno sono state peraltro interessate
negli anni passati da iniziative di ripopolamento della specie animale -:
quali iniziative si
intendono intraprendere, per quanto di competenza della Regione, a tutela, nelle
aree montane, delle colture e della stessa incolumità delle persone dalla
presenza invasiva del cinghiale.”
La parola all’onorevole Domenico Talarico.
Come l’assessore regionale
all’agricoltura ben sa, decine e decine di comuni, contrariamente alle opinioni
di chi non conosce il territorio calabrese,
sono interessati da un fenomeno strano ma, ormai, potremmo dire strutturale,
cioè l’eccessiva presenza di cinghiali che vivono anche ai margini dei centri
abitati e arrecano danni ingenti. Immagino che l’assessore sia a conoscenza
delle richieste di danno per decine e decine di migliaia di euro per le colture
anche di pregio. Potrei citare la Sila Piccola ma anche colture dell’Alto Ionio
e dell’Alto Tirreno cosentino. Rispetto a questo problema vi sono stati
addirittura delle riunioni di Consigli comunali con assemblee, che hanno
coinvolto le autorità provinciali
competenti in prima battuta, le associazioni dei cacciatori e lo stesso
assessore regionale Trematerra. Con questa
interrogazione nel mese di luglio si chiedeva quale iniziative la Regione
dovesse prendere in accordo con le altre amministrazioni per fronteggiare il
fenomeno e venire incontro alle giuste preoccupazioni degli agricoltori, dei
cittadini e degli amministratori. Si pensava anche, in un primo momento, di
anticipare, su richiesta degli agricoltori, il periodo di caccia e consentire
una cacciagione più proficua per arrestare in qualche modo il fenomeno. Ci sono
altri strumenti sperimentati in Regioni, come l’Umbria, la Toscana
o l’Emilia Romagna, che hanno avuto il problema come noi. Lì, le Regioni, di
intesa con le Province, hanno attuato strumenti diversi da quelli della caccia
che, immagino, molti o pochi di noi, pensano che possa essere uno strumento
efficace per combattere il fenomeno. So che ritiene che, probabilmente, il
problema risieda nella proliferazione eccessiva, in un ripopolamento, anche
illegale, della specie, ma il problema c’è e, molto probabilmente, si ripeterà
l’anno prossimo ed avremo, anche l’anno prossimo, lamentele molto sostenute e
preoccupazioni, anche sul piano della incolumità da parte di tanti cittadini.
Occorre prendere qualche misura che, sulla base di esperienze consolidate,
potrebbe ridimensionare il fenomeno ed evitare danni ingenti alla parte
migliore dell’agricoltura calabrese. Questo è il senso della interrogazione e,
a distanza di sei mesi, l’assessore regionale potrà, forse, darci una risposta
o, quanto meno, prepararne una per il prossimo anno. Grazie.
La parola all’onorevole Trematerra.
Devo dire che informalmente ho già risposto all’onorevole Talarico quando mi ha sottoposto la
questione. Oggi rispondiamo in maniera ufficiale rispetto a questo problema che
è sentito da tanti agricoltori perché è
verissimo che i cinghiali danneggiano molte colture e so bene qual è il grado
di complessità anche nella fattispecie. Diceva anche nella sua interrogazione
che probabilmente c’è stato, nel tempo, un ripopolamento
con animali che sono molto più prolifici dei cinghiali che conoscevamo e che
erano presenti in Calabria. Si è avuto,
quindi, un sovrappopolamento con tutte le conseguenze che ha detto poc’anzi.
Non è possibile, ovviamente, non era possibile
aprire prima la stagione venatoria, così come non è nemmeno possibile abbattere
questi animali senza che ci sia una discriminazione, intanto perché la competenza in questa materia appartiene
alle Province che, poi, attraverso i cosiddetti Piani di contenimento che
vengono inviati al dipartimento – quindi il dipartimento, poi, approva – fa
in modo che i cosiddetti selettori, persone specifiche, possano abbattere un
determinato numero di capi, di cinghiali, in questo caso, che devono avere
alcune caratteristiche. Non si possono, per esempio, abbattere cinghiali che
siano sotto una certa taglia; insomma, ci sono una serie di criteri ma non è
possibile aprire la caccia verso i cinghiali in maniera indiscriminata. Ci sono
alcune figure ben individuate che sono chiamate “selecontrollori”
che sono coloro che in maniera specifica possono svolgere questo tipo di
attività. E’ una attività che si svolge prevalentemente presso le
amministrazioni provinciali che fanno questo Piano di contenimento che viene
inviato alla Regione e la Regione, poi, non fa altro che approvare. Abbiamo
avuto i Piani di contenimento che sono stati inviati dalle Province di
Catanzaro, di Vibo Valentia e di Cosenza e sono stati approvati. Questi selecontrollori, quindi, sono coloro che, purtroppo, sono
abilitati all’attività verso questo fenomeno.
Onorevole Talarico, prego.
Niente di nuovo rispetto a
qualche mese fa.
(Interruzione)
Sì, certamente tutti sappiamo o, meglio, molti sanno che
la competenza è delle Province, però l’agricoltura è un comparto di cui,
normalmente, si occupa la Regione. Le chiedevo quali iniziative intendesse
prendere la Regione anche di persuasione, rispetto all’organizzazione delle
Province, per tutelare gli agricoltori, non solo i piccoli agricoltori, ma anche le grandi estensioni di terreno e di colture
per noi pregiate ed importanti. Sarebbe il caso che si rendesse promotore di un
incontro con le Province, con i capi selettori, con le organizzazioni
venatorie, con quelle agricole, per individuare gli strumenti che – ripeto – in
altre realtà hanno sperimentato anche con successo, fermo restando le
competenze di ognuno, della Provincia, in
primis; però, se dieci-quindici-venti-trenta
sindaci – perché parliamo di questo – hanno manifestato un problema serio
dinanzi ai prefetti in pubbliche assemblee, non parliamo di un piccolo
problemino, cioè, se ne stiamo discutendo nella massima Assemblea, non è perché
voglia cavalcare un problema o far sorridere
qualcuno sul fatto che un consigliere o i consiglieri si occupano dei cinghiali,
ma è un problema che bisogna affrontare. C’è stata un’assemblea di sindaci, fra
l’altro, -mi conferma il consigliere Franchino- anche nell’Alto Ionio. Quello
che le chiedo, quindi, al di là delle specifiche competenze che le assegna la
legge, che in questa materia sono poche, è di farsi promotore con tutti i
soggetti interessati e trovare una soluzione, non arrivare impreparati da qui a
qualche mese, quando il problema si riproporrà in dimensioni, forse, anche più
consistenti. E’ davvero paradossale che persone che, come me, non amano la
caccia, debbano addirittura invocare l’anticipo della stagione venatoria per
fronteggiare il problema; è davvero un assurdo, un paradosso che dovremmo
evitare! Forse questo è quello che vogliono alcuni cacciatori, che sono gli
stessi che, probabilmente, in maniera illegittima, favoriscono il
ripopolamento.
La parola
all’assessore Trematerra.
Non è consuetudine rispondere sulla risposta; mi consenta
l’onorevole Talarico di dire che il problema non è di poco conto, nessuno vuole
sminuirlo, assolutamente, me ne guarderei bene, anche perché – come tu stesso
hai già riferito – ho incontrato amministrazioni provinciali, singoli
agricoltori o anche organizzazioni di agricoltori che mi ponevano il problema.
Abbiamo anche immaginato, tra l’altro, – cosa che, purtroppo, non è stata, poi,
possibile – di verificare se gli strumenti delle cosiddette assicurazioni, che
hanno le aziende agricole per le calamità naturali, si potessero estendere anche in
questo caso ai cinghiali. Non è stato possibile, purtroppo, magari, integrando
la polizza assicurativa, si poteva garantire che, qualora l’agricoltore avesse
avuto danni causati dai cinghiali, si potesse, perlomeno, avere qualcosa in
ritorno. Dobbiamo risolvere il problema nel medio e lungo termine. Dico medio e
lungo termine perché? Nel breve periodo non possiamo fare altro che favorire
questi Piani di contenimento, per fare in modo di limitare i danni. Una cosa su
cui vale la pena, poi – e qui avrei preferito, ma è una battuta, me la
consentirà l’onorevole Talarico, me la facesse il collega Giordano
l’interrogazione – bisogna evitare che, quando si fa il ripopolamento, si
ripopoli la nostra fauna, probabilmente, con animali– scusatemi il termine –
che non appartengono proprio al nostro territorio e che hanno una possibilità
di fare più cuccioli. C’è, quindi, un’azione di medio termine che, appunto,
sono i Piani di contenimento e, poi, un’azione di lungo termine, che dovrebbe
fare in modo che sia presente nella nostra regione quella fauna che appartiene
al nostro territorio, quella autoctona – mi suggerisce l’onorevole Giordano –
che è quella che non è stata mai troppo invasiva rispetto a quella che oggi
abbiamo sul nostro territorio.
E’ stata
presentata l’interrogazione a risposta immediata
numero 277 del 30 luglio a firma del consigliere Guccione “Sull’attuazione del Piano di rientro dei disavanzi del
Settore Sanitario della Regione Calabria”, di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
le imprese termali
operanti nella Regione Calabria rappresentano una risorsa estremamente
rilevante per le economie del territorio regionale, costituendo, peraltro, in
talune zone, la principale garanzia economico-occupazionale;
persiste una
inaccettabile ed inspiegabile situazione di blocco dei pagamenti, da parte
delle ASP, delle prestazioni termali erogate con oneri a carico del Servizio
sanitario nazionale, situazione che pone seriamente a rischio l'operatività
delle imprese coinvolte che, in taluni casi, vantano crediti arretrati nei
confronti delle competenti Aziende sanitarie locali, per somme che hanno anche
superato i due milioni di euro per singola azienda;
il protrarsi di questa
situazione comporta il crescente pericolo di porre le aziende nella definitiva
impossibilità di operare le previste riassunzioni del personale, indispensabili
a garantire il regolare prosieguo della stagione termale e, conseguentemente,
di cagionare una chiusura anticipata degli stabilimenti termali stessi,
determinando una riduzione della stagione e mettendo a rischio la regolare
corresponsione dei salari ai dipendenti delle terme;
con il decreto del
Presidente della Giunta regionale numero 70 del 4 agosto 2011, è stata disposta
la “non applicabilità degli interessi moratori di cui al D. Lgs.
numero 231 del 2002 nei rapporti con le strutture sanitarie e socio-sanitarie
private accreditate, finalizzate all’erogazione di servizi diretti
all'assistenza e alla cura dei pazienti, in quanto connotate da profili pubblicistici
del tutto avulsi dalle transazioni commerciali di diritto privato";
con il Decreto del
Presidente della Giunta regionale numero 61 del 22 luglio 2011 e con il
successivo Decreto del Presidente della Giunta regionale numero 70 del 4 agosto
2011,
avverso ai Decreti
suddetti, nello scorso mese di novembre 2011, le aziende termali interessate
dai provvedimenti, sono state costrette a depositare istanza al Tribunale
amministrativo regionale della Calabria (sede di Catanzaro) per ottenerne
l’annullamento;
tale perdurante
situazione di incertezza sta minando ogni residua possibilità di gestione e di
investimento per le aziende coinvolte, prive come sono, oltre che delle somme
arretrate loro spettanti anche della benché minima garanzia per il futuro e per
il prosieguo dell'attività imprenditoriale con l’evidente pericolo, peraltro,
che in questa dinamica di immobilismo a pagarne le spese siano in ultima
analisi, i lavoratori dell'indotto termale presente sul territorio;
ai sensi dell’art. 7,
comma 1° del Regolamento regionale 4 agosto 2009 è stata diramata in questi
giorni una circolare della Regione secondo cui “la quota di partecipazione alla
spesa sanitaria corrisposta dai cittadini è parte integrante della
remunerazione dovuta dal Servizio sanitario nazionale agli erogatori pubblici e
privati accreditati ed è compresa entro il tetto di spesa individuato dalla
Regione”, pur essendo, tale questione, già stata affrontata e risolta in sede
di sottoscrizione dei protocolli di spesa fra le ASP e le Aziende calabresi
relativamente agli anni 2010 e 2011, anche alla luce del parere rilasciato dal
Ministero della salute e dell'economia e finanze in data 7 marzo 2011 alla
Regione Abruzzo, secondo il quale la spesa in convenzione delle Prestazioni
sanitarie è contabilizzata al netto del ticket;
in questo quadro
alla luce delle
argomentazioni sopra espresse, in ragione delle quali è più che verosimile
ipotizzare l’accoglimento delle tesi delle ricorrenti, e il conseguente
annullamento degli atti amministrativi impugnati, le determinazioni che Ella
intende assumere in relazione:
a) alle possibili ed
immediate soluzioni al problema dei gravissimi ritardi nei pagamenti da parte
delle aziende sanitarie locali;
b) alla convocazione
del tavolo tecnico per la determinazione del budget annuale 2012 per la
remunerazione delle prestazioni termali a carico del servizio sanitario
regionale;
c) alla disapplicazione
dell'incremento del ticket previsto unicamente per le prestazioni
specialistiche, diagnostiche, terapeutiche e riabilitative erogate dalle
aziende termali;
d) alla non
applicabilità degli interessi moratori di cui al D.Lgs.
numero 231 del 2002 nei rapporti con le strutture
sanitarie e socio-sanitarie private accreditate, finalizzati all'erogazione di
servizi diretti all'assistenza e alla cura dei pazienti.
e) alla non applicabilità del ticket sui budget di
spesa regionale a far data dall’anno
Prego, onorevole Guccione.
Presidente,
viene ritirata perché superata dai fatti.
Interrogazione a risposta immediata numero 278 del
30 luglio
Manca l’assessore Gentile,
l’interrogazione viene rinviata.
Si passa alla interrogazione
a risposta immediata numero 279 del 6 agosto
recentemente sono stati
definiti tra le Regioni i conti della mobilità sanitaria 2011 dai quali si
evince come, a differenza di altre regioni che in controtendenza hanno ridotto
la mobilità interregionale,
la lettura dei dati
acquisiti fa emergere che la richiesta di cure che determinano l'emigrazione
sanitaria afferiscano, in via principale, a patologie riguardanti la terapia
oncologica (applicazione dei protocolli terapeutici), la ortopedia, e la
endocrinologia delineando, così, un quadro preoccupante della sanità regionale
ove si pensi che le patologie succitate non richiedono interventi di altissimo
livello ma, al contrario, sono da ritenersi compatibili con una sanità
normalmente funzionante;
nonostante i vari tagli
lineari che hanno interessato la sanità calabrese, l'applicazione degli
automatismi fiscali con un incremento delle aliquote fiscali di Irap e
addizionale regionale Irpef, l'applicazione del blocco automatico delle
assunzioni sino al 31 dicembre 2013, la dismissione di numerosi presidi
ospedalieri, si continua a produrre da un lato debito sanitario, dall'altro a
incidere in modo fortemente negativo sui livelli essenziali di assistenza;
in particolare la
situazione dell'azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria è emblematica
della condizione generale della sanità regionale tenuto conto che, a tutt'oggi,
non si riesce a individuare l’enorme contenzioso giudiziario, non si riesce a
determinare con esattezza il debito accumulato nei confronti dei creditori
privati, non si comprende, a seguito dell'accorpamento delle tre aziende
sanitarie provinciali nella attuale ASP numero 5 e dalla lettura dello stesso
atto aziendale le modalità attraverso le quali sia stato riutilizzato nella
maniera più efficace e produttivo il personale socio-sanitario all'interno del
nuovo Ente e, ancora, come sia stata rimodulata la rete specialistica ambulatoriale
in ragione delle esigenze della utenza e dei bilanci aziendali -:
alla luce del quadro
complessivo delineato in premessa, se e quali interventi siano stati posti in
essere per ridurre l'emigrazione sanitaria intervenendo in particolare su
quelle patologie indicate in premessa;
se ad oggi siano state
attivate ulteriori iniziative finalizzate a rilevare in modo più preciso il
debito accumulato dalla Azienda Sanitaria Provinciale numero 5 di Reggio
Calabria e, in caso affermativo, quali siano i dati complessivi con particolare
riferimento al contenzioso legale, se è stata definita una tempistica per la
definizione del suddetto debito al fine di riattivare il già fragile tessuto
economico della provincia reggina;
se e quali adempimenti
abbia intrapreso il direttore generale dell'ASP numero 5 per mettere in atto
una riorganizzazione complessiva del personale socio sanitario a seguito
dell'accorpamento delle tre precedenti aziende sanitarie provinciali, e se
abbia, altresì, individuato linee di intervento atte a ridefinire la rete
specialistica ambulatoriale alla luce del nuovo ambito territoriale, atteso che
l'atto aziendale adottato, appare, ad oggi, più una dichiarazione di intenti
alla quale non è seguita una azione concretamente efficace”.
(Interruzione)
Prego? Al microfono.
Deve essere rinviata?
Sì, la differiamo, a breve sarà
in Aula l’onorevole Gentile e la riprenderemo.
Onorevole Giordano, prego, illustri la sua
interrogazione.
In
questa interrogazione abbiamo posto l’accento su una
realtà che vede
La parola
alla Vicepresidente Stasi per la risposta.
Onorevole Giordano, volevo
rispondere, intanto, in merito alla sua prima affermazione, cioè che i dati sulla mobilità sanitaria
nella Regione Calabria sono
cresciuti. Non è così, devo contestarlo, perché, invece, il dato è che sono
assolutamente diminuiti e, tra il 2010 ed il 2011, abbiamo 3.321 casi in meno,
quindi, accessi in meno fuori regione. E’ aumentata la spesa, ma ancora non è
definita al 100 per cento,
solo perché – lo voglio ricordare –
Ci sentiamo di confermare, intanto, che è diminuito il numero,
probabilmente diminuirà anche la cifra, ma i dati esatti e corretti li avremo
non prima di due settimane. Per quanto riguarda l’Asp di Reggio Calabria, in
modo particolare, sicuramente c’è un fatto : si è avuta, effettivamente, la
difficoltà di reperire i dati definitivi, ma – come ben sa – c’è una struttura
che è stata, in questo momento, deputata a realizzare i pagamenti, a mettere
insieme, soprattutto, tutte le procedure per il pagamento degli arretrati dal
2001 al 2009,
Pregherei i consiglieri, onorevole Giordano, di rispettare l’articolo
122, comma 9, del Regolamento, che prevede due minuti per l’illustrazione
dell’interrogazione, tre per la risposta ed uno per la replica, così diamo la
possibilità a tutti di intervenire.
Prego, onorevole Giordano, ha facoltà di intervenire.
Presidente,
sarò telegrafico, anche perché, purtroppo, mi devo dichiarare insoddisfatto, in
quanto nessuna delle questioni che abbiamo sollevato ha trovato risposta,
nonostante i mesi trascorsi dall’interpellanza. Prendo atto, però, che viene
certificato che il bilancio dell’Asp 5 è in deficit, quando qualcuno aveva,
addirittura, proclamato che c’era un bilancio con un attivo, con un avanzo di
gestione; oggi, invece, certifichiamo che c’è un pesantissimo disavanzo.
Rispetto a questo non è nemmeno sufficiente che una struttura che non opera da
qualche mese ma da due anni e mezzo, doveva fare chiarezza e doveva certificare
debiti, ovvero i debiti verso creditori certi che devono ricevere i pagamenti.
Rispetto alla rete territoriale, nulla;
contesto, comunque, anche la valutazione positiva in termini di migrazione
sanitaria, perché se cresce la spesa – ed è certificato dal dipartimento che la
spesa cresce nelle patologie ordinarie – vuol dire che in due anni e mezzo la
sanità calabrese è arretrata e non ha avuto nessun miglioramento. Non basta
dire che sono diminuite le prestazioni verso l’esterno, ma un trend in
crescita, ché è l’unica regione soggetta a Piano di rientro che non ha avuto
nessun miglioramento, soprattutto rispetto all’offerta sanitaria ed ai livelli
di assistenza che dovrebbero ricevere i calabresi.
Si passa alla interrogazione a risposta immediata
numero 280 del 7 agosto
il rilevante debito
sanitario accumulato dall'ASP numero 5 negli ultimi anni ha reso problematica
la situazione economica/finanziaria di numerosi enti che vantano crediti nei
confronti della azienda sanitaria;
in particolare numerose
farmacie reclamano il pagamento di crediti pregressi con riferimento alle
annualità 2006 e 2007;
la problematica, sollevata
con una precedente interrogazione, trovava risposta nella seduta consiliare del
7 novembre 2011 allorquando il Vicepresidente della Giunta regionale, onorevole
Antonella Stasi, ebbe a chiarire che il debito pregresso riferibile agli anni
2006 e 2007 sarebbe stato saldato a breve attraverso un mutuo stipulato dalla
Regione Calabria;
ebbene, a tutt'oggi, non
si registrano atti amministrativi significativi finalizzati a definire il
credito suindicato e ciò nonostante le rassicurazioni fornite-;
per sapere se siano state
previste e allocate delle risorse finanziarie per il pagamento delle annualità
2006 e
in caso contrario quali
iniziative si intendono intraprendere per risolvere in maniera definitiva un
contenzioso che ha messo a dura prova la stabilità finanziaria di diverse
strutture farmaceutiche”.
Prego, onorevole Giordano.
Questa
interrogazione segue una precedente del novembre del 2011, laddove
La parola alla Vicepresidente Stasi
per la risposta.
Come dicevo prima, la struttura,
Onorevole
Giordano, un minuto per la
replica, questo prevede lo Statuto.
Sì, un
minuto per dichiarare
la mia insoddisfazione, perché il problema si sarebbe dovuto risolvere da
novembre 2011. Prendiamo, quindi, atto che ancora permangono ritardi e che un
lavoro è stato fatto, ma non ha risolto lo stato di sofferenza delle farmacie
che ricadono nell’Asp 5.
Siamo alla interrogazione a risposta immediata
numero 281 del 29 agosto
una grave crisi
finanziaria ed economica, già denunciata attraverso gli organi di stampa dalle
organizzazioni sindacali, interessa l'Asireg reggina
che si trova nell'impossibilità di svolgere le attività istituzionali
indispensabili;
le rappresentanze
sindacali, anche attraverso un incontro presso la locale prefettura, hanno
rilevato una serie di criticità quali la mancata programmazione, il mancato
affidamento di progetti, la totale incertezza nella gestione delle
infrastrutture realizzate negli anni dal Consorzio con i relativi oneri di
manutenzione, i mancati pagamenti a vario titolo da parte della stessa Regione;
tale situazione ha
determinato una crisi di liquidità del Consorzio, aggravata ulteriormente dal
mancato pagamento da parte dell'Ente Regione di un credito vantato dall'Asireg pari a circa un 1.100.000,00 euro e relativo al
saldo di un vecchio APQ;
rispetto a tale credito,
certo liquido ed esigibile, il Dipartimento attività produttive ha emesso un
decreto di liquidazione risalente allo scorso mese di aprile e, nonostante le
rassicurazioni pervenute, a tutt'oggi le somme non sono state corrisposte;
in questo contesto si
assiste al classico balletto delle responsabilità fra i vari attori istituzionali
che crea una situazione di stallo dalla quale deriva il mancato pagamento di
ben tre mensilità ai dipendenti dell'Ente strumentale i quali assistono inermi
ad un conflitto istituzionale e politico disinteressato alle sorti future di un
organismo fondamentale per lo sviluppo socioeconomico della provincia reggina
-:
se per il credito di circa
1.100.000,00 euro vantato dal consorzio Asireg nei
confronti della Regione sia stata disposta, a seguito del decreto di
liquidazione, l'erogazione della somma e, in caso contrario, quali siano le
motivazioni tecniche della mancata corresponsione;
quali interventi siano
stati posti in essere dalla Giunta regionale per il superamento delle criticità
denunciate dalle organizzazioni sindacali e meglio indicate in premessa;
quali iniziative, in caso
contrario, si intendano intraprendere per risolvere in via immediata il mancato
pagamento delle spettanze a favore dell'Asireg e in
tempi brevi i nodi strutturali afferenti la mancata funzionalità del Consorzio
rispetto ai propri compiti istituzionali;
se il governo regionale si
sia comunque attivato, stante le problematiche dei consorzi di sviluppo
industriale operanti nella regione, per programmare una proposta legislativa
finalizzata ad un riordino complessivo del settore che meglio risponda al
mutato quadro socio-economico”.
Prego,
onorevole Giordano.
Questa
è un’interrogazione delicata, attesa, che è avanzata
il 29 di agosto. E’ una situazione singolare,
a tratti anche grottesca, che vede un contenzioso tra
Sollevo qui un’obiezione
all’assessore, ed alla Giunta regionale, perché ho letto i decreti che
riguardano non solo l’Asi di Reggio Calabria, ma
anche le altre Asi. Una situazione, quindi, che ha
messo in pesante crisi, che si è tradotta con il mancato percepimento
delle spettanze ai dipendenti. Questa è una situazione molto grave, tra
l’altro, la procedura di conciliazione si è avviata nella Prefettura di Reggio
Calabria da diverse settimane. Già prima di proporre l’interrogazione avevo
avuto un incontro informale con l’assessore Caridi e con le parti interessate e
c’era stato l’assunzione dell’impegno
che si sarebbe risolta la questione. Chiedo, allora, quali sono, adesso, i
tempi e qual è la soluzione perché questo pagamento venga effettuato. Certamente,
non solo non è accettabile, ma non è pertinente una risposta secondo la quale
deve essere messa avanti un’eventuale procedura di compensazione tra il dare e
l’avere. Chiedo all’assessore con la risposta di fornirci, non delle
rassicurazioni, ma dei tempi precisi, affinché questa situazione venga risolta.
Vorremmo, inoltre, sapere qual è lo stato dell’arte rispetto alla riforma, una
riforma che è stata annunciata in quinta Commissione. Vorremmo che venisse
valorizzato il patrimonio di alto profilo tecnico delle Asi
calabresi e che si attuasse la riforma, invece, per fornire una situazione
chiara, che la politica, nella gestione delle Asi,
faccia tanti passi indietro e che faccia tanti passi in avanti per avviare una
riforma seria, compiuta e funzionale allo sviluppo economico e produttivo della
Calabria.
Risponde
l’assessore Caridi.
Voglio
rassicurare il collega Giordano sul
fatto che da parte della Regione Calabria nei confronti delle Asi c’è una massima considerazione; basti pensare che in
tutti i bandi che abbiamo predisposto e stiamo mettendo in atto è prevista una premialità per le aziende che vanno ad investire nelle aree
industriali. Questo vuol dire che vogliamo rafforzare il tessuto industriale,
soprattutto in queste aree che, negli anni
passati, sono state messe ai margini dello sviluppo economico della regione
Calabria. Ne avevamo discusso con te, come ho discusso parecchie volte anche
con i dirigenti. Il mio assessorato ha predisposto ed inviato, già ad aprile,
al dipartimento bilancio il decreto del pagamento del milione di euro. C’è un
confronto serrato e quasi giornaliero sia con i dipendenti sia con
l’assessorato al bilancio per pervenire al più presto a questo pagamento, che è
dovuto al Patto di stabilità, ma anche al mancato trasferimento di fondi
nazionali, e sicuramente c’è la massima attenzione, perché sappiamo qual è il
disagio sociale dei dipendenti dell’area industriale di Reggio Calabria. Questa
Giunta regionale, quindi, guarda con grande attenzione e, giornalmente, c’è un
confronto serrato sia con l’assessore sia con il dirigente competente.
Onorevole Giordano, un minuto di tempo per esprimersi.
Presidente,
mi dispiace dichiararmi
totalmente insoddisfatto, perché nella risposta dell’assessore, in ordine al
pagamento, non c’è né una tempistica né una risposta certa. C’è un decreto, un
titolo esecutivo, però non si capisce quali sono le motivazioni per le quali
queste spettanze, questo decreto non viene onorato. Ribadisco, quindi, ed
insisto, anche se non è possibile avere una seconda risposta dall’assessore,
affinché si chiarisca con l’effettuazione del pagamento, perché non c’è – da
quanto abbiamo ascoltato – nessuna ragione che il pagamento non venga
effettuato.
Si passa alla interrogazione a risposta immediata
numero 282 del 30 agosto
nell'ultimo assestamento
di bilancio sono stati stanziati attraverso una rimodulazione delle spese
autorizzate con il bilancio 2012, art. 5 della legge "Assestamento del
bilancio di previsione della Regione Calabria per l'esercizio finanziario
2012", ulteriori 300.000,00 per la promozione turistica, che vanno ad incrementare
lo stanziamento iniziale del capitolo di bilancio, ex legge 13/85 ove vi era
uno appostamento di 1.600.000,00;
con decreto numero 5467
del 20 aprile 2012 è stato approvato l'avviso pubblico e i relativi allegati
per la selezione e il finanziamento di "nuovi eventi culturali
innovativi". Tale avviso è stato pubblicato sul BURC numero 19 dell'11l
maggio 2012 parte III, con tematismo caratterizzante
del festival: jazz, cinema, musica e tradizioni popolari, enogastronomia,
musica, letteratura -:
come è possibile che si
attivi l'istituto della delega e non si attivi l'istituto assessorile
(assessorato al turismo) quale strumento ordinario dell'amministrazione
se risulta vero che
moltissimi comuni della Calabria, i quali avevano prodotto domanda in base alle
leggi regionali vigenti per accedere ad un contributo per la promozione
turistica, non hanno ricevuto alcuna risorsa;
se è vero che la
graduatoria al bando Por "eventi culturali innovativi", per la quale
ci sono già molte impugnative, per la selezione ed il finanziamento di eventi
culturali è frutto oltre che di un bando farraginoso, di una valutazione
(votazione) da parte di tre membri della commissione di espressione regionale
effettuata pedissequamente ed in maniera identica, per ben 42 volte;
in base a quale criterio
alcuni comuni hanno beneficiato di spettacoli musicali o teatrali (addirittura
due spettacoli in qualche comune della Calabria) ed altri no, essendoci tra i
comuni esclusi taluni a grande valenza turistica;
con quali criteri o con
quali procedure ad evidenza pubblica sono state scelte le agenzie di
spettacolo, i promoter o i singoli artisti;
se risulta vero che
l'intero plafond è stato abbondantemente sforato e per questo necessita
rimpinguarlo alla prossima variazione di bilancio.
Si chiede, inoltre, la
trasmissione dell'elenco delle iniziative (spettacoli e manifestazioni canore)
e i relativi costi sostenuti alla competente commissione consiliare, ciò al
fine di garantire, per il futuro, un'equa distribuzione delle risorse ai comuni
calabresi e degli atti di gara della graduatoria del bando Por "eventi
culturali innovativi". Ove la presente non dovesse produrre gli effetti
richiesti si richiederà l'acquisizione degli atti da parte della Corte dei
Conti”.
Prego,
onorevole Censore.
Relativamente
a questo bando, finalizzato
a finanziare dei festival con un tematismo specifico,
il jazz, l’enogastronomia ed altro che non sto qua a dire, pubblicato nella seconda decade di maggio di quest’anno, c’è stato un putiferio successivamente
all’approvazione della graduatoria: la graduatoria è stata impugnata,
addirittura abbiamo letto sulla stampa che tre membri di espressione regionale,
per ben 42 volte, hanno votato in maniera identica! Ho prodotto, quindi, questa
interrogazione, intanto, nell’interesse di quanti hanno lavorato per presentare
dei progetti, ma anche per chiarire
all’opinione pubblica calabrese com’è possibile che si verifichino queste
situazioni, anche perché tra le lamentele ce n’è una che emergeva ictu oculi, che si
trattava di un bando molto farraginoso, quindi, era quasi come un vestito fatto
su misura. Vorrei, quindi, che l’assessore ci desse una delucidazione, che ci
fornisse delle informazioni per sgombrare il campo da queste ombre, per dirci
veramente come stavano e come stanno le cose.
Risponde
l’assessore Caligiuri.
Ringrazio
l’onorevole Censore perché
offre la possibilità di chiarire questo
aspetto. Per
quanto riguarda il
bando “Calabria terra di festival”, sono arrivate 48 domande, ne sono state
accolte 6, abbiamo prodotto la graduatoria
provvisoria il 3 agosto; successivamente, sono arrivate 10 istanze di riesame,
che sono state esaminate da una Commissione diversa da quella che ha esaminato
originariamente le domande, come prevede correttamente la legge, in modo tale che i ricorsi siano controllati
da persone differenti. Abbiamo approvato la graduatoria definitiva il 26 di
ottobre e, delle istanze di riesame, una sola è stata accolta. Per quanto
riguarda la farraginosità del bando, lo stesso riporta i criteri individuati
nel Comitato di sorveglianza nelle riunioni del 2009. I commissari hanno
effettuato le valutazioni tecniche che sono di propria competenza. Per quanto
riguarda la pubblicità, la trasparenza degli atti, essendo atti pubblici, sono
a disposizione della Commissione ed è anche una riprova che questi sono atti di
gestione e di pertinenza della parte gestionale. Ringrazio, quindi, per
l’interrogazione che è stata rivolta.
La parola
all’onorevole Censore.
Ringrazio
l’assessore perché ha ricostruito, in maniera precisa
e pedissequa, l’iter procedurale,
però non ha risposto ad una mia domanda: se è vero che i tre membri di espressione regionale, per 42 volte, e su tutti
i progetti,
hanno votato con lo stesso punteggio in maniera identica. Lo faccio per
facilitarle il compito, altrimenti chiederei gli atti in Commissione.
Interrogazione
successiva.
Presidente,
non mi ha risposto l’assessore.
Guardi
che la risposta, eccezionalmente, non è prevista. Già ha risposto prima
l’assessore.
E che
stiamo a fare qua? A pettinare le bambole, come dice Bersani?!
Non è
previsto dal Regolamento. Onorevole Censore, lei è molto attento, si legga il
Regolamento!
E’ stata presentata
l’interrogazione a risposta immediata numero 283 del 10 settembre
Banca Carime S.p.A. nasce il 31 dicembre 1997, dal conferimento dei rami bancari, scorporati dalle Fondazioni, a seguito della legge numero 218 del 1990 (Amato) di tre Casse di Risparmio:
1)
2) Cassa di Risparmio di Puglia,
fondata il 7 luglio 1949 con sede a Bari - successivamente divenuta, nei primi
anni '
3) Cassa di Risparmio Salernitana, fondata il 4 giugno 1953 con sede a Salerno, successivamente divenuta nei primi anni 90', a seguito della predetta legge numero 218 del 1990 - Cassa di Risparmio Salernitana S.p.A.;
all'atto dello scorporo della
attività bancaria, l'Ente Fondatore della Cassa di Risparmio di Calabria e
Lucania era costituito dai seguenti Enti Pubblici: (
sin dalla sua nascita,
all'interno di Carime Spa, la struttura della ex Caricai era l'ossatura portante ma inspiegabilmente è sempre stata penalizzata sin dal 2003 dai vari Piani Industriali sfornati dall'azionista di riferimento prima BPU ora UBI Banca;
Banca Carime S.p.A.-
acronimo di Cassa/e di Risparmio Meridionale/i -risulta essere iscritta nel
Registro delle Imprese di Cosenza al numero 13336590156 ed ha Sede Legale e Direzione Generale in Cosenza in
Viale Crati. E quindi è a tutti gli effetti una banca
calabrese, in data 28 settembre 2012 è stata decisa la chiusura della direzione
generale di Cosenza, non solo anche lo spostamento di Servizi, riferiti alla
Sede Legale come Servizio Legale e Affari Sociali. Ciò prefigura anche lo
spostamento di una Sede inutile senza una Direzione Generale e senza i Servizi
di supporto. Con l'adozione di tale decisione UBI, prefigura uno spostamento
definitivo di Banca Carime a Bari con un danno per
tale decisione è stata comunicata alle organizzazioni sindacali da parte di UBI BANCA, ed è inserita nel nuovo piano industriale che prevede l'ennesima riduzione degli oneri del lavoro con l'accompagnamento alla quiescenza ed il ricorso a forme di flessibilità dell'orario di lavoro, nonché la chiusura di 78 Sportelli e la trasformazione di 79 Filiali in Minisportelli;
le aziende che operano in Calabria vivono in questo particolare momento una grave crisi di liquidità;
le organizzazioni sindacali nei giorni scorsi hanno lanciato un appello alle istituzioni locali per evitare la spoliazione di ciò che è rimasto sul territorio dell'ex Cassa di Risparmio di Calabria e Lucania -:
quali iniziative intendono assumere per scongiurare la chiusura della direzione generale di Cosenza di Banca Carime;
se non sia il caso di valutare ogni
iniziativa, compresa rivisitazione degli accordi di tesoreria con
La parola all’onorevole
Mirabelli.
Questa interrogazione ha esclusivamente lo scopo di porre all’attenzione della Giunta e
dell’intero Consiglio regionale una questione, secondo me, abbastanza
importante e fondamentale, che è quella del più grosso istituto bancario, una
volta calabrese, che è sempre stato storicamente un punto di riferimento e,
comunque, già dagli albori, dall’inizio, è sempre stato quel punto di
riferimento che ha creato sviluppo, soprattutto crescita economica, ma anche di
tipo sociale e culturale.
Mi riferisco alla questione della banca Carime S.p.A.: sapete benissimo
che questa banca nasce dal conferimento di tre rami bancari, eliminate le
fondazioni, l’ex Cassa di Risparmio di Calabria e Lucania,
E’ rientrato in Aula l’onorevole Gentile; recuperiamo, quindi,
l’interrogazione numero
(Interruzione)
Prego.
Voglio
tranquillizzare l’onorevole
Mirabelli, con cui avevamo anche discusso della valenza della banca oggi, sul
territorio regionale. Abbiamo ricevuto alcune rassicurazioni sulla rete legale
e sulla direzione provinciale. Abbiamo sentito la direzione e, da giorno
La
parola all’onorevole Mirabelli.
Prendo
atto della risposta, speriamo in questo nuovo momento
di incontro, per cercare, quantomeno, di salvare il
salvabile.
Recuperiamo
l’interrogazione a risposta immediata
numero 271 del 9 luglio
sulla Gazzetta
Ufficiale numero 138 del 15 giugno 2012 è stata pubblicata
nella deliberazione in
questione si afferma che, per il sistema metropolitano Cosenza-Rende-Unical,
le analisi a sostegno della richiesta di contributo comunitario e del
cofinanziamento statale sono state sviluppate al netto dell'Iva, nonostante il
soggetto attuatore ne abbia dichiarato la non recuperabilità;
conseguentemente, il
finanziamento statale espressamente richiesto (30 milioni di euro) e il
cofinanziamento dichiarato (110,5 milioni di euro) non consentono la copertura
totale del costo dell'intervento (160 milioni
di euro,
comprensivi dell'IVA
non recuperabile)
il Ministero proponente
ha, pertanto, rilevato la necessità che il soggetto attuatore verifichi la
disponibilità di ulteriori risorse per l'integrale finanziamento dell'opera;
il Comitato
interministeriale della Programmazione Economica ha deliberato, tra l'altro,
l'approvazione dei programmi d'intervento fermo restando che l'erogazione dei
contributi è, comunque, subordinata alla verifica dell'integrale copertura del
costo delle opere, comprensivo dell'eventuale Iva non recuperabile -:
se sono state già messe
in atto le misure conseguenti per reperire le risorse necessarie per
l'integrale copertura, così come richiesto dal Comitato Interministeriale della
Programmazione Economica, per la realizzazione del Sistema Metropolitano Cosenza-Rende-Unical;
qualora tutto ciò non dovesse essere ancora
avvenuto, si correrebbe il rischio serissimo che l'opera non sia più
realizzabile e che le risorse possano essere dirottate su altre infrastrutture
collocate in graduatoria ma, al momento, non finanziate”.
Prego, onorevole Guccione.
Visti
gli accadimenti di queste settimane, l’interrogazione risulta superata rispetto a
quello che è accaduto ed al finanziamento ricevuto dalla Comunità europea.
Risponde l’assessore Gentile.
Ha
detto il collega Guccione che è superata, comunque, devo aggiungere che,
intanto, sta andando avanti la
validazione delle offerte progettuali e, da quel momento in poi, si parte
veramente per fare una rincorsa, più che
una corsa, per fare in tempo a predisporre la gara nei tempi previsti. Si
affiderà alla Sua (Stazione unica appaltante), sarà una gara trasparente al
massimo, che terrà conto di tutte le problematiche che hanno sollevato i
sindaci di Cosenza e di Rende, di tutto il territorio provinciale.
Interrogazione a risposta immediata numero 278 del
30 luglio
ai sensi dell'art. 11
della Legge numero 431 del 9 dicembre 1998 è stato istituito un fondo nazionale
che ha il compito di erogare contributi a favore dei conduttori meno abbienti;
i fondi in argomento
possono essere utilizzati per concedere direttamente ai privati contributi
integrativi per provvedere ai pagamento dei canoni di locazione oppure per
sostenere le iniziative intraprese dagli enti locali per il reperimento di
alloggi da dare in locazione;
l'art.
11, comma 5, della Legge numero 431 del 9 dicembre 1998 stabilisce che le "risorse assegnate al Fondo di cui al comma 1 sono
ripartite tra le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano. La
ripartizione è effettuata ogni anno, su proposta del Ministro dei lavori
pubblici, dal CIPE, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i
rapporti fra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano
anche in rapporto alla quota di risorse messe a disposizione dalle singole
regioni e province autonome ai sensi dei comma 6";
l'art.
11, comma 6, della Legge numero 431 del 9 dicembre 1998 prevede che le "regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano possono concorrere al
finanziamento degli interventi di cui al comma 3 con proprie risorse iscritte
nei rispettivi bilanci";
l'art.
11, comma 7, della Legge numero 431 del 9 dicembre 1998 stabilisce che le
"regioni e le province autonome di Trento
e di Bolzano provvedono alla ripartizione fra i comuni delle risorse di cui ai
comma 6 nonché di quelle ad esse attribuite ai sensi dei comma 5, sulla
base di parametri che premino anche la disponibilità dei comuni a concorrere
con proprie risorse alla realizzazione degli interventi di cui ai comma 3.
Qualora le risorse di cui al comma 5 non siano trasferite ai comuni entro
novanta giorni dall'effettiva attribuzione delle stesse alle regioni e alle
province autonome, il Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del
Ministro dei lavori pubblici, previa diffida alla Regione o alla Provincia autonoma
inadempiente, nomina un commissario ad acta; gli oneri connessi alla nomina ed all'attività
del commissario ad acta
sono posti a carico dell'ente inadempiente";
il Decreto del Ministero
dei Lavori Pubblici del 7 giugno 1999, fissa i requisiti minimi dei conduttori
per beneficiare dei contributi nonché i criteri per la determinazione degli
stessi;
l'art.
9, comma 5, della legge regionale numero 1 dell'11 gennaio 2006 così
testualmente recita: "a decorrere dal 1°
gennaio 2006, una quota pari al 25% dei ribassi d'asta realizzati
nell'esecuzione dei lavori pubblici finanziati, anche in parte, dalla Regione Calabria,
è destinata ad alimentare un fondo da utilizzare per le politiche sociali per
la casa e, in particolare, per integrare il fondo di cui all'articolo 11 della
legge numero 431 del 1998";
la deliberazione della
Giunta Regionale Calabria numero 206 del 27 marzo 2006 fissa il termine ultimo
entro il quale i Comuni devono annualmente emanare un avviso pubblico per
l'aggiornamento delle graduatorie degli aspiranti all'erogazione dei contributi
relativi al fondo di cui all'oggetto;
ai sensi dei succitato
provvedimento confluiscono sul Fondo Regionale per la locazione le: a) risorse
statali; b) risorse regionali; c) risorse, in quota parte, indicate dall'art.
9, comma 5, della legge regionale numero 1 dell'1 gennaio 2006; d) risorse
comunali;
in data 31 dicembre 2010
il Comune di Crotone ha pubblicato il bando per "l'assegnazione di contributi per il sostegno all'accesso alle
abitazioni in locazione. Anno 2010", ai sensi dell'art. 11 della legge
numero 431 del 9 dicembre 1998;
con nota del 24 maggio
2011 il Comune di Crotone ha trasmesso alla Regione Calabria la relativa
documentazione contenente l'elenco dei soggetti (circa 750 nominativi) per
accedere al contributo ad integrazione dei canoni di locazione secondo quanto
previsto dai summenzionato bando e fino ad esaurimento delle risorse disponibili;
in un momento di grave
difficoltà economica appare quantomeno doveroso adottare tutti gli strumenti
idonei per sostenere i soggetti meno abbienti -:
se la Regione Calabria ha
ottemperato a tutte le prescrizioni di propria competenza per garantire i
contributi di cui all'art. 9, comma 5, della legge regionale numero 1 dell'11
gennaio 2006, Annualità 2010;
se
se sono stati, nel
frattempo,- erogati i contributi a favore dei conduttori meno abbienti ai sensi
dell'art. 11 della legge numero 431 del 9 dicembre 1998 - Annualità 2010;
se, in caso contrario,
intenda erogare in tempi brevi i contributi di cui sopra”.
Proposta
formulata dal consigliere De Masi: aveva chiesto di
assumerla l’onorevole Talarico. Prego, ne ha facoltà.
Si
tratta del fondo nazionale istituito con la legge numero 431 del
1998 che ha il compito di erogare i contributi a
favore dei conduttori meno abbienti.
Si sta verificando qualche problema nel Comune di Crotone, che ha pubblicato un bando per
l’assegnazione dei contributi per il sostegno alle abitazioni per l’anno 2010, ma a distanza di tre anni, nonostante il
Comune abbia espletato tutte le procedure previste dalla legge,
La
domanda è, se è così, perché
Risponde
l’assessore Gentile.
Non
ricordo esattamente la data, ma da più tempo abbiamo deliberato come Giunta
regionale sia un’annualità che l’altra, quindi tutti i contributi che sono
stati mandati dal Governo nazionale. Li abbiamo deliberati tutti. Si tratta,
probabilmente, di qualche inghippo di tipo burocratico, ma posso confermarle
che sono stati deliberati, anzi mi farò promotore domani di andare a verificare
personalmente le date degli atti deliberativi e di vedere se, eventualmente,
c’è qualche inghippo, per cercare di rimuoverlo.
Prego,
onorevole Talarico.
Mi
dichiaro soddisfatto, invito l’assessore a farlo in
tempi brevi.
Si riprende con l’interrogazione a risposta immediata numero 284 del 14
settembre 2012 a firma del consigliere Giordano “Sull’impianto di produzione di
bitume gestito dalla società Gioiabit srl all’interno
della zona industriale di Campo Calabro e sui conseguenti rischi per l’ambiente
e la salute del territorio”
Dovremmo differire l’interrogazione, manca l’assessore al ramo.
E’ stata presentata interrogazione a risposta
immediata numero 285 del 18 settembre 2012 a firma del consigliere Mirabelli
“Sulla gestione della legge numero 34 del 2002” di cui do lettura: “Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere -
premesso che:
in attuazione del
principio di sussidiarietà,
che sulla vicenda sono
ripetutamente intervenute le OO.SS.;
le richieste pervenute, a
questo interrogante, da parte della Segretaria Provinciale di Cosenza del
Coordinamento Sindacale Autonomo Regioni Autonomie Locali, dai componenti, ex
legge numero 34/2000 e dalla Rappresentanza Sindacale Unitaria della Provincia
di Cosenza, fortemente preoccupati dallo stato delle cose;
le funzioni trasferite e
complessivamente la legge regionale numero 34 del 1992, da quanto risulta, non
hanno prodotto i risultati auspicati;
questa situazione va ormai
avanti da mesi e non poteva non essere a conoscenza delle istituzioni regionali
preposte; a ciò si aggiunga la perdurante agitazione del personale che subisce
ricatti, frustrazioni e insicurezze riguardo gli emolumenti ;
quali
iniziative intende promuovere per attuare una positiva soluzione di questa
drammatica situazione ed inoltre, se non ritenga utile nell'ambito del prossimo
riordino delle competenze e attività istituzionali delle Province e relative
nuove attività di gestione, dove le materie a suo tempo delegate dovranno
ritornare alla Regione, di voler far rientrare nel ruolo regionale i rimanenti
dipendenti trasferiti della Provincia di Cosenza capaci e idonei di competenze
professionali e gestionali nonché di alta professionalità, e se nel caso non
fosse fattibile la suddetta operazione di rientro, si chiede di conoscere quali
garanzie e impegni reali e contabili di bilancio la Regione adotterà per il
prosieguo del pagamento delle spettanze economiche ai dipendenti trasferiti”
Prego, onorevole Mirabelli.
Ringrazio
Ne abbiamo già parlato un paio di sedute fa con un ordine del
giorno. A distanza di quel Consiglio, quindi,
è doveroso riprendere, secondo me, questo
argomento. Si tratta di quel personale della Regione che, utilizzando la legge
numero 34 del 2006, per le nuove deleghe che
Bene,
sono sei anni che in provincia di Cosenza questo personale, nell’ambito delle
deleghe assegnate dalla Regione in quel tempo, nell’ambito del riordino, svolge
delle mansioni, delle funzioni, però
Allora mi domando: C’è la possibilità di vedere finalmente conclusa
questa storia? Vorremmo sapere quali impegni e quali tempi sono necessari per
far sì che questo trasferimento possa avvenire.
E’ ovvio che, nell’ambito del riordino delle funzioni con il nuovo
disegno istituzionale che vede al centro di questo disegno le Province, vorrei
sapere, qualora le deleghe dovessero ritornare, se
Risponde
L’assessore Tallini, purtroppo, è
dovuto andar via, però rispetto a questa questione c’è un tavolo aperto presso
il dipartimento lavoro della Regione
Calabria con tutte le Province calabresi. Non so se vogliamo scrivere questo
punto all’ordine del giorno della prossima seduta, ma al momento il tavolo è
aperto, c’è una discussione per provare a risolvere la questione e quindi
qualche settimana servirà anche a capire, effettivamente, come sta andando il
tavolo e come stanno procedendo le interlocuzioni con ogni Provincia.
Quindi, da qui a qualche settimana,
sicuramente avremo dati più precisi e speriamo in un risultato, per dare un
conforto a tutti i lavoratori che in questo momento sicuramente sono
penalizzati. Quindi, al momento, purtroppo non abbiamo la risposta precisa,
perché il tavolo non ha ancora concluso il proprio lavoro.
Prego,
onorevole Mirabelli, un minuto.
Ringrazio
della risposta
Per cu
dico che alla speranza corrisponda una certezza, perché questo è un impegno
regionale per quanto attiene il trasferimento di questi fondi.
Si passa all’interrogazione a risposta immediata numero
286 del 26 settembre 2012 a firma del consigliere Nucera “In ordine alla
soppressione della tratta aerea Reggio Calabria - Pisa nei mesi invernali”, di
cui do lettura: “Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere – premesso che:
l'aeroporto di Reggio
Calabria "Tito Minniti", nei mesi passati
ha aumentato il numero delle destinazioni degli aerei dallo stesso transitanti;
tra le predette
destinazioni era incluso l'aeroporto "Galileo Galilei" di Pisa;
a partire dal mese di
ottobre la tratta Reggio Calabria/Pisa è stata soppressa, in quanto tratta
stagionale e per tal motivo attivata solo per i mesi estivi;
la tratta Reggio Calabria/Pisa
è molto frequentata, in quanto, tra l'altro, risultano numerosi gli studenti
reggini frequentanti l'Università pisana;
la soppressione del
detto volo comporta notevoli disagi, in quanto obbliga gli utenti a sostenere
costi maggiori, dovendosi orientare su voli multiscalo;
l'aeroporto di Reggio
Calabria "Tito Minniti" dovrebbe essere
valorizzato in quanto, oltre a servire la popolazione dell'intera provincia
reggina, serve anche i cittadini di Messina -:
se e quali provvedimenti intende prendere per il
potenziamento dell'Aeroporto "Tito Minniti"
di Reggio Calabria, in particolare della tratta Reggio Calabria/Pisa”.
Prego, onorevole Nucera.
Presidente,
la ringrazio, mi auguro che l’assessore Fedele sia
attento. Si tratta di una vexata quaestio: aeroporto “Tito Minniti”
di Reggio Calabria che, come la corrente alternata, si trova voli o cancellati
o in funzione delle stagioni. Di turno, questa volta, c’è la tratta che da
Reggio Calabria conduce a Pisa. Perché Pisa? Perché non solo è un collegamento
con
Quindi,
sostanzialmente, diventava un punto strategico importante, per dare
l’opportunità ai calabresi, ormai abituati ad affrontare la tratta con una
certa regolarità, di non subire l’alternativa di viaggiare con Trenitalia.
Quindi
questo volo, che dal 1° ottobre è stato cancellato dalla tratta Reggio-Pisa, era un volo fortemente occupato, tanto che il
vettore viaggiava con una media del 60-68 per cento, abbastanza elevata, si
trattava non solo di studenti – sono tantissimi i calabresi che studiano in
quella regione, oltre che nella stessa Università di Pisa – ma anche di tanti
operatori che svolgevano la loro attività professionale utilizzando questo
mezzo, senza dover fare fastidiosi cambi in viaggio.
Si chiede
un impegno da parte di codesto assessorato, carissimo assessore Fedele, perché
vengano riattivati i contatti e, ove è possibile, perché questo collegamento Reggio-Pisa venga ripristinato nel modo più idoneo e celere
possibile, non dico corse giornaliere, ma almeno corse settimanali, che non
farebbero male all’economia complessiva del viaggio in Calabria.
La parola
all’assessore Fedele.
Intanto,
ringrazio l’onorevole Nucera, che tra l’altro è
sempre attento alle problematiche del territorio e, in modo particolare
all’aeroporto di Reggio Calabria, e condivido anche il senso della sua
interrogazione.
Devo dire
che, insieme al Presidente Scopelliti, abbiamo incontrato, prima che si
sospendesse questo volo, i vertici dell’Alitalia per cercare di scongiurare
questo pericolo. L’Alitalia, in quella occasione, purtroppo aveva dei dati che
non erano soddisfacenti, a loro dire, per mantenere la tratta, ma non per
questo ci siamo arresi, anzi abbiamo parlato proprio col ministero delle infrastrutture
e dei trasporti per attuare – abbiamo messo già in opera – le procedure
finalizzate alla pubblicazione del bando relativo alle compensazioni per gli
oneri di servizio pubblico sulla rotta in oggetto, per poter trovare il modo di
ripristinare la rotta, quindi potenziare l’aeroporto per le motivazioni che
diceva l’onorevole Nucera.
A questo
mi permetto di aggiungere che abbiamo già attivato il bando per un nuovo volo
che va da Reggio Calabria a Milano Malpensa. Già abbiamo attivato il bando col
ministero, quindi speriamo che al più presto a questo bando possano partecipare
le società interessate, per poter dare la possibilità all’aeroporto di Reggio
Calabria di collegarsi con quello di Malpensa, anche perché abbiamo potuto fare
questo bando perché, già in precedenza, era stata fatta la conferenza dei
servizi e, nella conferenza, si era deciso che, tra le altre destinazioni, una
di quelle a cui c’era grande interesse era questa di Milano Malpensa.
A questo
aggiungiamo che è notizia di questi giorni la possibilità che c’è di collegare
Reggio Calabria con Genova e con Venezia, ma ci sarà anche da Lamezia per
Venezia e da Crotone per Venezia
con la società Volotea, per quanto riguarda Reggio
dall’anno prossimo seguirà l’iter per collegare il nostro aeroporto con queste
due città, Genova e Venezia.
Ci sono
anche, riguardo l’aeroporto di Reggio, altre iniziative in corso anche per
qualche collegamento estero, che è in corso di perfezionamento, ma aspettiamo
per annunciarlo appena sarà definita tutta la procedura.
Quindi,
per rispondere all’onorevole Nucera, ci stiamo attivando sul volo per Pisa che
è stato cancellato, ma già sono in corso le procedure per attivare un volo con
Milano Malpensa e poi queste due tratte stabilite con Volotea
per raggiungere Genova e Venezia. Quindi interesse per tutti gli aeroporti
della nostra regione, su questo il Presidente Scopelliti, insieme alla
Vicepresidente Stasi, stanno lavorando da tempo sia per quello di Lamezia che
per quello di Crotone, ma nel
caso delle interrogazioni in modo particolare i dati che ho citato si
riferiscono all’aeroporto di Reggio Calabria.
La parola
all’onorevole Nucera.
Mi
considero soddisfatto della risposta data
dall’assessore, nella misura in cui questo progetto che
E’ stata presentata l’interrogazione a risposta
immediata numero 287 del 27 settembre 2012 a firma del consigliere Talarico D,
ma poiché non c’è in Aula l’assessore Pugliano per la risposta, la differiamo.
Si passa alla interrogazione a risposta immediata
numero 288 del 1 ottobre 2012 a firma del consigliere Censore “In ordine
all'attività di Audit e di certificazione della spesa
dei Fondi al POR-FERS 2007-
in data 20 gennaio 2012,
in data 16 giugno, l'Autorità di Audit della Regione Calabria aveva inviato alla Commissione Europea una lettera ed una relazione relative allo stato di attuazione dell'attività di Audit al 30 giugno 2012;
a fronte del contenuto di quest'ultimo documento,
ritenendo la questione estremamente delicata,
questo stato di fatto rischia di compromettere
irrimediabilmente la continuazione del Programma e bloccare l'erogazione dei
Fondi di cui
quali iniziative intenda porre in essere per
accelerare le attività dell'Audit e superare le
criticità che sono state riscontrate in ordine agli errori, ai ritardi ed alle
carenze di controllo e di certificazione della spesa dei Fondi afferenti al
POR-FESR 2007-
Prego, onorevole Censore.
Ho presentato questa
interrogazione in ordine alla certificazione della spesa dei fondi Por-Fesr 2007-2013, poiché in data 20 gennaio 2012
Anche voi stessi, nel Dpef che avete preparato e che andrà in Commissione,
rilevate questa problematica; non la rilevate voi, ma citate un dato della
Ragioneria generale dello Stato. Difatti a pagina 108 c’è scritto: “In questo
senso si può rilevare come l’avanzamento finanziario al 30 giugno 2012 del
sistema di monitoraggio della Ragioneria generale dello Stato restituisca un
Quadro attuativo ancora tinteggiato da luci ed ombre, nonostante
l’accelerazione registrata negli ultimi mesi”.
Quindi
siamo estremamente preoccupati e vogliamo conoscere quali sono le misure
correttive che avete adottato e quali strumenti intendete porre in essere per
arrestare queste criticità e permettere che la
spesa sia devoluta a favore dello sviluppo della nostra terra.
Risponde il Presidente della Giunta
regionale.
Abbiamo tenuto, in queste ultime settimane, una serie di riunioni che sono state molto produttive ed interessanti,
fermo restando che va evidenziato che lo studio portato avanti dall’ufficio
competente ha riscontrato tutta una serie di problematiche e di anomalie riguardanti
gli anni 2008-2009, quindi a seguire l’anno 2010.
Gli
elementi che abbiamo lasciano ben sperare ed offrono degli spunti molto
positivi rispetto alle ultime annualità. In più, sarei molto più tranquillo e
molto più sereno, perché nei prossimi giorni avremo modo di ufficializzare una
serie di atti in nostro possesso, che oggi non sono riuscito a reperire in
queste ultime ore, ma sono degli atti che, invece, offrono uno spunto nuovo
rispetto al tema dei finanziamenti e, quindi, bisogna essere molto più positivi
e più sereni rispetto al tema dei finanziamenti.
Credo
che, da qui a qualche giorno, non di più, saremo nelle condizioni di offrire
alle vostre valutazioni quanto oggi sto dicendo senza avere documenti alla
mano. Questo credo che sia il vero grande interesse da parte di tutti e vi
invito ad una lettura di quanto sto annunciando e poi, magari, a poter fare nel
caso anche una verifica più approfondita, però gli elementi in nostro possesso
danno dei segnali di grande inversione di tendenza, quindi lasciano decisamente ben sperare.
Onorevole Censore, ha solo un minuto per esprimere il suo gradimento.
Non mi
ritengo soddisfatto della risposta del presidente Scopelliti, perché
avrei preferito che questi documenti, questi
dati li avesse portati oggi al cospetto di questo autorevole consesso. Certo,
come calabrese spero che effettivamente ci sia un’inversione di
tendenza – me lo auguro per la nostra terra – però aspettiamo di conoscere questi
dati. Ad oggi, le uniche certezze sono questi atti ufficiali, che ci dicono di
una sospensione dei pagamenti, perché la relazione che l’Autorità di Audit aveva prodotto non era soddisfacente, nella quale
erano state evidenziate molte criticità e per questo c’è una situazione di
stallo.
La parola all’onorevole Scopelliti.
Quello
che dice il collega Censore, è un chiaro auspicio ed è una riflessione che condivido.
Non è per mancanza di buona volontà, ma la
lettera a noi è pervenuta soltanto da qualche giorno, quindi non abbiamo in
atto la copia che stavo cercando.
Presidente, c’è stato lo sblocco del
pagamento del fondo sociale del 2009, quindi è stato sbloccato il blocco del
finanziamento della Regione Calabria sul Fondo sociale europeo.
Quindi siete preparati più di noi!
(Interruzione)
Siete preparati più di noi? Peccato
che i calabresi non se ne siano mai accorti, caro Loiero!
Se ne accorgeranno, sicuramente, con le sue trame sempre molto poco chiare,
ombrose, oscure. Di quelle se ne sono accorti sempre. Si accorgeranno del
lavoro, parlo del lavoro, di quel lavoro che cambia la qualità della politica,
che la differenzia. Lì, forse, lei non si è confrontato!
Posso?
No,
no, no!
Era
una cosa in positivo!
No, non è possibile che replichi l’onorevole Censore.
La lettera è mandata alla rappresentanza permanente
d’Italia presso l’Unione europea, oggetto: “Fondo sociale europeo – periodo di
programmazione 2007-2013 – Notifica dell’intenzione della Commissione di metter
fine alla procedura di sospensione dei pagamenti intermedi”.
La lettera è del 25 ottobre 2012 e parla del rapporto
annuale di controllo 2009, trasmesso all’Autorità di Audit
il 22 dicembre 2009 – come vedete, sono cose precedenti – rapporto annuale di
controllo 2010 trasmesso all’Autorità di Audit il 30
dicembre 2010 e scrive: “Signor Ambasciatore, mi riferisco alla decisione di
sospensione del 22 dicembre 2011 relativa al programma operativo per
l’intervento comunitario del Fondo sociale europeo, ai fini dell’obiettivo
convergenza della Regione Calabria in Italia. Di seguito l’intervento in
questione.
La decisione di avviare la procedura di sospensione è
stata presa sulla base dei risultati del rapporto annuale di controllo 2009
trasmesso dall’Autorità di Audit il 22 dicembre 2009,
del rapporto annuale di controllo 2010 trasmesso dall’Autorità di Audit il 30 dicembre 2010 e del rapporto di controllo
definitivo delle attività di Audit di sistema
trasmesso dalla Autorità di Audit il 16 marzo 2011.
Questi rapporti rivelavano l’esistenza di gravi carenze
nel sistema di gestione e di controllo per gli interventi in questione ed una
serie di irregolarità che non erano state corrette ai sensi dell’articolo 42,
paragrafo 1, del Regolamento della Comunità europea.
Con lettera 23 febbraio 2012 le autorità italiane hanno
indicato le misure correttive intraprese per rispondere alle insufficienze
menzionate nella decisione di sospensione. Queste misure correttive
riguardavano i controlli di primo livello dell’autorità di gestione, la
certificazione delle dichiarazioni di spesa presentate dalla Autorità di
certificazione, i controlli di secondo livello svolti dalla Autorità di Audit e la pista di controllo.
Il rapporto annuale di controllo 2011 identificava
ugualmente delle carenze nel sistema di gestione e di controllo così come delle
irregolarità che non erano state corrette ai sensi dell’articolo 42, paragrafo
1, delle carenze nel sistema di gestione e di controllo così come delle
irregolarità che non erano state corrette ai sensi dell’articolo 42, paragrafo
1 del Regolamento della Comunità europea.
A seguito della richiesta formulata dai servizi della
Commissione con lettera del 6 febbraio 2012 le autorità italiane con lettere
del 4 aprile 2012 e del 22 giugno 2012 hanno confermato che erano state prese
le misure correttive per correggere le insufficienze identificate nel rapporto
annuale di controllo 2011 nel sistema di gestione e di controllo riguardanti i
controlli di primo livello delle Autorità di gestione, la certificazione della
dichiarazione di spesa presentata all’Autorità di certificazione ed i controlli
di secondo livello svolti dalla Autorità di Audit e
dalla pista di controllo”.
Se avete il garbo di ascoltare…
Onorevole Magno…
Onorevole Magno è da mezz’ora che stiamo osservando. Non per altro ma perché è un dato importante che voi neanche conoscete ed è la lettera della Unione europea che ci consente dopo il blocco del 2009 dei fondi comunitari, l’ultimo trasferimento delle risorse risale forse al 2009, oggi abbiamo la lettera del 25 ottobre che ci sblocca le risorse sul Fondo sociale europeo.
“Queste misure sono state considerate soddisfacenti
dai revisori della Commissione. Con lettera
del 15 ottobre 2012 le autorità italiane hanno inviato i dettagli delle
rettifiche finanziarie effettuate sulle spese certificate durante le annualità
2009-2010.
Per le spese certificate nel 2009 le rettifiche
finanziarie per un importo totale di 3 milioni 400, cioè il 6,30 per cento
delle spese certificate sono state eseguite sulle domande di pagamento del 22
dicembre 2009, 18 giugno 2010 e 2 novembre 2010. Per le spese certificate nel
2010 le rettifiche finanziarie per un importo totale di 2 miliardi 847 e così
via; 12,35 per cento delle spese certificate. Sono state eseguite sulle domande
di pagamento del 2 novembre 2010, 28 ottobre 2011, 29 dicembre 2011 e 19
ottobre 2012.
Di conseguenza
Voglia gradire i sensi della mia più alta
considerazione. Claude Richel”.
Questa è la lettera ufficiale della Commissione europea della Dg occupazione e affari sociali, inclusione da parte del
direttore generale.
Grazie, presidente
Scopelliti. Con l’intervento del Governatore si chiude il tempo previsto per la
trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
Presidente…
Lei ha esaurito il tempo a sua disposizione, ha già fruito del suo
tempo, così come da Regolamento.
(Interruzione dell’onorevole Censore)
La prego, onorevole Censore, non le ho dato la parola, si sieda, cortesemente.
Si chiude il tempo a disposizione, come concordato, di due ore di lavoro dedicate alle interrogazioni. Si passa, pertanto, al secondo punto all’ordine del giorno previsto per questa seduta di Consiglio regionale.
Il secondo punto all’ordine
del giorno riguarda
(Interruzione)
Ha chiesto di parlare l’onorevole Chiappetta.
Ne ha facoltà.
(Interruzione)
Prendo
la parola perché, dal momento che abbiamo esaurito il primo
punto all’ordine del giorno, avevo chiesto al presidente Talarico di poter
intervenire prima, però anche adesso è uguale, in
relazione a quello che ha detto il Presidente Scopelliti, cioè la necessità, in
un ulteriore sussulto di responsabilità da parte di tutte le forze politiche
presenti in Consiglio regionale, che si individuasse una strada la più
condivisa possibile rispetto alla possibilità – questo è stato fatto anche in
relazione al primo punto che c’è all’ordine del giorno, vale a dire le mozioni
e gli ordini del giorno a proposito del sisma che ha colpito le zone del
Pollino – ed anche perché ho predisposto, insieme ai capigruppo di maggioranza,
un apposito ordine del giorno rispetto anche a quest’altra situazione di
difficoltà che attraversa il sistema trasportistico
pubblico regionale.
Il Presidente Scopelliti lo ha detto
nella considerazione e nelle riflessioni che ha esplicitato ad inizio dei lavori
di questa seduta, a proposito della necessità, al di là delle caratterizzazioni
partitiche e politiche, di far sentire all’unisono una voce unitaria rispetto anche
a quelle che sono non solo le emergenze e le difficoltà calabresi, ma anche e
soprattutto alla necessità che da parte dell’intero Consiglio regionale si
possa levare forte una voce unitaria ed univoca per tutto ciò che riguarda
quello che c’è da fare e soprattutto quello che c’è da prospettare a livello
nazionale, per poter avere anche un percorso
condiviso e soluzioni condivise a livello nazionale.
Ecco
perché, chiedo che venga inserito apposito ordine del giorno che è stato già
sottoscritto dai colleghi capigruppo di maggioranza e già depositato presso gli
uffici della Presidenza del Consiglio, relativo alla situazione del sistema trasportistico locale, in considerazione anche della grave
situazione di difficoltà che attraversano le Ferrovie della Calabria, però
prenderei la parola, così come ho fatto, perché, raccogliendo l’invito del presidente
Scopelliti, l’Aula possa condividere non soltanto quest’ordine del giorno, ma
anche quelli ai quali ha fatto
riferimento in relazione a quella che, a mio parere, non può non essere
l’unitarietà di una linea e di un’azione comune e, se è possibile, condivisa.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Maiolo. Ne
ha facoltà.
Presidente,
sull’ordine dei lavori: penso che lo faccia il
collega Dattolo, ma era stato già fatto in fase iniziale, cioè di richiamare l’ordine del
giorno sul sisma.
La
seconda questione riguarda l’inserimento all’ordine del giorno della proposta
di legge di istituzione della Commissione d’inchiesta sulla Sorical, che – devo
sottolineare al Presidente del Consiglio – è stata richiesta formalmente più
volte, è stata richiamata in Aula due sedute fa.
Ovviamente,
il Presidente della Giunta ha tutto il diritto di chiedere un punto all’ordine
del giorno che si ponga in discussione, però se vogliamo salvaguardare anche i
“diritti” parlamentari del Consiglio regionale, è opportuno che, quando il
Regolamento stabilisce che un punto va messo all’ordine del giorno, vada messo
all’ordine del giorno. Poi ci sarà una maggioranza, ci sarà l’Aula che si
determinerà se discuterlo o meno, approvarlo o respingerlo, però dal punto di
vista procedurale e regolamentare chiedo che ci sia l’immediato inserimento
all’ordine del giorno, perché ritengo che era stato già acclarato
in precedenti sedute che sarebbe stato messo all’ordine del giorno.
Il tema e
il tono della dicitura che usate nello Statuto, “Commissione d’inchiesta”, non
dà assolutamente giustizia sull’iniziativa, che è un’iniziativa legislativa, per andare in profondità a capire che
cosa succede al sistema idrico integrato e nella società Sorical.
Quindi,
penso che non ci debbano essere resistenze di nessun ordine, né politico né di
maggioranza e di minoranza, ma è uno strumento, che è l’unico che abbiamo, per
poter dare una svolta all’interesse verso queste questioni.
La parola
all’onorevole Censore.
Presidente,
intervengo per richiamare in Aula un ordine del
giorno che riguarda la sospensione del servizio di autotrasporto delle Ferrovie
Calabro-Lucane, quindi noi ne abbiamo presentato uno,
io e il collega Guccione, perché siamo preoccupati per la sospensione del
servizio, per l’isolamento di molti territori, per il pagamento degli
emolumenti ai dipendenti. Speriamo che
Pongo in votazione la richiesta
dell’onorevole Censore.
(Il Consiglio approva)
Scusi,
Presidente, ma la mia proposta non la mette nemmeno in votazione?! Mi faccia
capire!
La sua
proposta è inerente al punto all’ordine del giorno, per cui quando arriveremo
al secondo punto, ci sarà il dibattito e si determinerà.
No,
Presidente, per la terza volta sto richiamando in Aula l’inserimento all’ordine
del giorno.
Guardi,
al secondo punto c’è l’argomento in questione.
Presidente,
mi fa parlare, mi dà la parola?
Ma lei poi si determina.
Me la dà la parola o no?
Prego, ne ha facoltà.
Ho fatto, per la terza volta in Consiglio, una formale
richiesta di inserimento all’ordine del giorno della proposta di legge. Lei
deve usare la cortesia di mettere in votazione, in Aula, l’inserimento
all’ordine del giorno, perché per la terza volta fare finta che non ci sia la
richiesta di votazione in Aula di inserimento all’ordine del giorno non mi sta
bene. Poi non lo vuole mettere? Vuole assumersi la responsabilità di
prevaricare il Regolamento? Lo faccia, ma che si sappia che in quest’Aula lei
sta prevaricando per la terza volta il Regolamento di questo Consiglio!
La proposta dell’onorevole Maiolo
dovrebbe essere inerente all’argomento.
(Interruzione
dell’onorevole Maiolo)
Onorevole, mi faccia parlare! Lei ha avuto la parola, ha
spiegato il suo punto di vista. Attenda un attimo la mia risposta! Tuttavia non
ho difficoltà a mettere ai voti la sua proposta. L’argomento di cui lei parla
sarà oggetto di discussione; avrebbe potuto attendere quando si apriva la
discussione, anche perché dovremmo approvare adesso l’ordine del giorno
richiamato dall’onorevole Chiappetta. Poteva
attendere il momento della discussione del secondo punto.
Prego, mettiamo in votazione la sua proposta.
Presidente, lei mi insegna che sull’ordine dei lavori si interviene
alla fine del question time,
prima dell’inizio dei lavori, e l’ho fatto già nei precedenti Consigli. Il punto…
E’ all’ordine del giorno l’argomento di cui lei parla.
No, Presidente, non è così!
Ma se lei vuole strumentalizzare, le lascio fare demagogia!
No, guardi che io non faccio demagogia. Presidente, la prego di non
offendere il consigliere che parla e la prego di rispettare chi parla! Io non
sto facendo demagogia, sto chiedendo l’inserimento all’ordine del giorno di una
proposta di legge. Poi c’è un punto che dibatte della stessa questione, come
c’è stata un’interrogazione che ha disquisito della stessa questione?! Sono
cose separate. Lei, come Presidente del Consiglio, può arrogarsi il diritto,
facendo un abuso, di non mettere ai voti questa proposta di inserimento
all’ordine del giorno. L’Aula può bocciare l’inserimento all’ordine del giorno,
ma le chiedo formalmente di mettere in votazione l’ordine del giorno.
Intanto,
è pervenuto un ordine del giorno al tavolo della Presidenza
a firma dei consiglieri Dattolo, Gallo, Guccione, Maiolo,
Orsomarso: “In ordine al sisma registratosi nel Pollino il 26 ottobre
C’è qualcuno che lo vuole illustrare? Prego, onorevole Dattolo.
Con il
collega Maiolo che
era firmatario di un altro ordine del giorno e con l’ausilio del sottosegretario Torchia abbiamo cercato di fare un ordine del giorno sulla questione del
terremoto nel Pollino. La richiesta ha tutte le premesse di impegnare
Questo
testo, che è frutto della sintesi dei due ordini del giorno, chiediamo che
possa venire approvato all’unanimità.
Prego,
onorevole Principe.
Votiamo
favorevolmente all’ordine del giorno,
però mi permetterei di suggerire, in sede di
coordinamento formale, di rafforzare la richiesta, con un confronto più pugnace
con il Governo, di dichiarazione dello stato di emergenza. Un ulteriore
suggerimento è quello di impegnare
Quindi
voto favorevole, ma con richiesta di rafforzare l’impegno del governo in
termini di confronto a Roma e anche di impegnare
La parola
all’onorevole Dattolo.
Ritengo
che, anche in sede di coordinamento formale, questa
proposta possa comunque trovare accoglimento,
anche perché l’assessore Gentile mi sembra che avesse espresso il gradimento. Quindi non ci
sono problemi. Magari, in sede di coordinamento, accanto all’ordine del giorno,
si terrà conto di quello che diceva il capogruppo del Pd.
Pongo in votazione l’ordine del
giorno in discussione, di cui do lettura:
“Il Consiglio regionale premesso che:
nella notte di venerdì 26 ottobre 2012, all' 1,05, la Rete Sismica Nazionale dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha registrato nel distretto sismico "Pollino", ad una profondità di 6.3 Km, una forte scossa di terremoto di 5.0 gradi della scala Richter al confine fra la Calabria e la Basilicata, tra le province di Cosenza e Potenza, il cui epicentro è stato individuato tra i comuni di Mormanno, Laino Castello e Laino Borgo, nel Cosentino, e nel comune di Rotonda, in provincia di Potenza;
da oltre due anni quest'area è interessata da uno sciame sismico che finora ha fatto registrare oltre 2.000 scosse, di cui oltre 2.000 sono state di magnitudo minore ai 2 gradi della scala Richter, quasi 200 di magnitudo tra 2 e 3, sei di magnitudo tra 3 e 4, una di magnitudo 4.3;
nel biennio vi sono stati periodi di attività sismica frequente, intervallati da periodi di relativa calma. In particolare, si è verificata un'intensa attività sismica tra aprile 2010 a ottobre 2010 e tra novembre 2011 e febbraio 2012. Dopo questo punto massimo di attività, la sismicità dell'area si è attestata su livelli piuttosto modesti, con pochi terremoti-ai giorno. Alla fine di maggio 2012 l'attività è ripresa a partire dal terremoto di magnitudo 4.3 avvenuto il 28 maggio 2012 alle ore 3:06;
la Commissione Grandi Rischi in un suo recentissimo rapporto sostiene che negli ultimi sei mesi la distanza temporale tra uno sciame sismico e il successivo è andata diminuendo e la sismicità di fondo tra gli sciami è in aumento. La sequenza degli sciami in corso mostra un'accelerazione, con la riduzione progressiva dell'intervallo tra i singoli sciami e un aumento della sismicità di fondo tra uno sciame e l'altro. Le scosse, sempre secondo la Commissione, avvengono in una delle macro-aree maggiormente sismiche in Italia dove risultano strutture sismogenetiche capaci di generare terremoti di medie e di grandi dimensioni. Dalle analisi, è risultato che le probabilità di un evento con magnitudo 5.5 sono aumentate di 100 volte;
la popolazione interessata, ha vissuto tutto ciò con grande senso di responsabilità, evitando scene di panico e di confusione;
la macchina dei soccorsi è stata tempestiva ed efficiente;
dopo l'ultima scossa l'attività sismica è proseguita anche con scosse che hanno raggiunto magnitudo 3.2;
l'evento sismico di maggiore intensità ha coinciso con l'arrivo del maltempo;
considerato che:
le ricognizioni in atto all'interno dell'area del sisma su fabbricati ed infrastrutture pubbliche e private (scuole, chiese, ospedali, strade, abitazioni, capannoni, ecc.) hanno evidenziato una situazione di grave precarietà;
il 40% delle abitazioni finora censite presenta gravi lesioni e l'ospedale di Mormanno è stato chiuso con conseguente evacuazione di tutti i malati in esso ricoverati;
le popolazioni interessate continuano a trascorrere le notti all'interno di auto e ricoveri di fortuna;
l'intenso maltempo che da diverse ore sta interessando l'intera zona colpita dal sisma potrebbe provocare ulteriori gravi danni derivanti da frane e smottamenti ad un territorio già più volte flagellato dal dissesto idrogeologico;
impegna
la Giunta regionale, al fine di alleviare le sofferenze ed i disagi delle popolazioni colpite dal sisma, ad intraprendere ogni opportuna e necessaria iniziativa affinché:
a) venga avviato un confronto con il Governo e con il Dipartimento di Protezione Civile perché sia dichiarato lo stato di emergenza e venga comunque garantita ed adottata ogni utile ed opportuna misura di intervento a sostegno delle stesse popolazioni e degli Enti locali impegnati in prima fila sul fronte dell'emergenza;
b) la eventuale predisposizione di una Ordinanza di Protezione Civile, a valle della dichiarazione di stato di emergenza, preveda la redazione di un Piano di Previsione e Prevenzione della vulnerabilità sismica del patrimonio pubblico e privato dell'intera area, e la realizzazione di un conseguente Piano Straordinario di interventi strutturali per la riduzione del rischio e la messa in sicurezza degli immobili, a salvaguardia dell'incolumità delle popolazioni e per la ripresa delle normali attività;
c) attraverso una eventuale rimodulazione del POR
Calabria Fers 2007/2013 reperisca le risorse
finanziarie finalizzate alla prevenzione dei fenomeni sismici.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Ci
sono altri due ordini del giorno, uno presentato
dall’onorevole Censore. Lo vuole illustrare? Prego, onorevole.
(Interruzione)
Vuole intervenire l’onorevole Caputo
su questo?
(Interruzione)
C’è un altro ordine del giorno a
firma degli onorevoli Chiappetta, Bilardi, Dattolo, Serra, sempre sulla grave situazione di criticità
del trasporto pubblico locale, chiede di intervenire l’assessore Fedele.
Voglio
ringraziare i capigruppo
di maggioranza per quest’ordine
del giorno, però siccome ho sentito che ce n’era un altro su questo tema,
presentato dai colleghi Guccione e Censore, credo che, siccome la problematica è uguale, sarebbe bene – se i
colleghi di maggioranza sono d’accordo – che si unificassero, onorevole Chiappetta, in modo da fare un’azione congiunta. Su questo
tema, credo che bisogna essere tutti d’accordo non solo ad invitare
E’ un sistema importante, capiamo e condividiamo le proteste anche
civili dei lavoratori che non ricevono lo stipendio, ma non vorrei che si
scaricasse tutto sulla Regione che, in qualche caso, certamente ha delle
responsabilità su qualche ritardo, ma la responsabilità maggiore è che non
stiamo ricevendo i fondi dal Governo centrale.
Quindi ci impegneremo al massimo, quest’ordine del giorno ci aiuta in questa
direzione, ma ci aiuta anche nel confronto col Governo nazionale affinché, al
più presto, sblocchino questi fondi e possiamo metterli in opera sul bilancio,
per poter dare quelle risposte che i cittadini e i lavoratori attendono. Voglio
ricordare che non è soltanto una questione dei lavoratori, ma fermandosi i
trasporti, si ferma tutto il sistema della Calabria, in quanto i trasporti
devono garantire la mobilità in tutto il nostro territorio e, chiaramente, è un
discorso che, dopo la sanità, credo che sia fra i settori più importanti e più
strategici della nostra regione.
La parola all’onorevole Guccione.
La puntualizzazione dell’assessore Fedele mi porta a fare
delle domande. In Commissione, lei ha detto che, entro il 5 novembre, si
firmerà un preaccordo per l’acquisizione di Ferrovie della Calabria alla
Regione, volevo sapere – l’avevo chiesto pure in Commissione – quali sono le
condizioni per cui
In secondo luogo, assessore, questa
mattina migliaia di studenti e di lavoratori non sono potuti andare né a scuola
né sui luoghi di lavoro, perché Ferrovie della Calabria, con il suo servizio,
non ha potuto esperire le corse per mancanza di carburante e non solo per la
mancata corresponsione degli stipendi.
Volevo capire da lei come, nell’immediatezza,
si garantisce almeno a Ferrovie della Calabria la
possibilità di avere risorse per acquistare il carburante, poiché nella mia
provincia – ne ho notizia e contezza – sono state migliaia le persone rimaste a
piedi che non hanno potuto raggiungere né le scuole né i luoghi di lavoro.
La parola all’assessore Fedele.
Onorevole Guccione, le rispondo
subito.
Per
quanto riguarda il secondo aspetto, che è quello del
fermo di Ferrovie della Calabria, proprio oggi abbiamo discusso di questo tema
sia col Presidente della Giunta che con l’assessore Mancini, che è molto attento
alla problematica, per reperire al più presto i fondi, almeno per il
carburante. Abbiamo già convocato per mercoledì prossimo – fra due giorni – un
incontro con i sindacati, dove speriamo di essere in grado di dare risposte più
esaustive su un discorso più generale, che riguarda anche gli emolumenti dei
lavoratori.
Per
quanto riguarda, invece, il discorso Ferrovie della Calabria, mi fa piacere che
lei abbia citato questo aspetto che ho anche l’opportunità di annunciare e di
chiarire qua in Aula. Ci stiamo avviando a preparare un preaccordo con il
Governo nazionale – preaccordo previsto per legge già dal Governo Monti qualche
mese fa – dove si prevede che Ferrovie della Calabria debba passare alla
completa gestione della Regione Calabria.Il Governo ha impegnato 20 milioni di
euro, che elargirà alla Regione e quindi a Ferrovie della Calabria solo appena
sarà firmato questo preaccordo. Dopo questo preaccordo, dobbiamo arrivare al 31
dicembre, data in cui ci sarà l’accordo finale tra il Presidente della Giunta,
il Ministro, eccetera, e Ferrovie della Calabria, dal 1° gennaio, diventerà a
tutti gli effetti un’azienda regionale.
Chiaramente,
stiamo facendo, in questi giorni, una
serie di studi e una serie di controlli sulla situazione di bilancio generale
dell’azienda, che certamente tutti sapete non essere tra le più floride.
Purtroppo, è un’azienda che ha un deficit che è veramente incredibile:
pensavamo sui 100 milioni di euro, ma ci siamo accorti dagli ultimi studi e
dalle ultime verifiche che questo limite è stato ampiamente superato.
Indubbiamente, però, noi vogliamo acquisire, come Regione, un’azienda
quando saremo in grado di pareggiare questo bilancio e far partire l’azienda
dal 1° gennaio con una situazione di parità. Non è certamente una cosa facile,
ma a questo proposito il Governo aveva inserito anche una norma che dava la
possibilità ad alcune Regioni – tra cui
Sapete meglio di me che i fondi Fas non sono,
in genere, destinati a queste finalità, ma, in modo particolare, allo sviluppo
di aree del Sud, però nell’occasione il Governo ha autorizzato con legge.
Voglio anche dire che sono fondi Fas che già erano
destinati alla Calabria, non sono risorse in più, in esubero. Non è che il
Governo ci ha dato niente in più, solo i 20 milioni che erano stati già
destinati, però il Governatore,
Quindi ci siamo resi conto che, con grande sacrifici, la società può
passare alla Regione, ma con un impegno non indifferente. A queste somme si
aggiunge anche il patrimonio di Ferrovie della Calabria che non è certo
indifferente, e poi un po’ ci aiuta anche il mutuo che con l’onorevole
Orsomarso avevamo preparato e adesso è in fase di utilizzazione, per cui anche
se è un mutuo per infrastrutture, indubbiamente aiuta l’iter.
Speriamo, quindi, onorevole Guccione, da qui alla settimana prossima di
completare questo primo percorso, di capire bene quanti sono i debiti e quanti
sono i crediti e fare questo preaccordo col governo del territorio. Poi abbiamo
due mesi di tempo, fino al 31 dicembre, per vedere la situazione più in
generale, prima della firma definitiva, che vedrà il passaggio di Ferrovie
della Calabria alla Regione.
E’ una cosa non di poco conto, è un impegno che
Ripeto che, come maggioranza, come Giunta e il Presidente Scopelliti in
primis, c’è la volontà di fare questo passo rischioso, perché non vogliamo
e non possiamo permettere che questa società fallisca, che i lavoratori perdano
il posto di lavoro e che non ci sia il servizio sul territorio. Quindi è un
impegno che stiamo portando avanti da alcuni mesi con grande difficoltà, con
grande senso di responsabilità. Mi fa piacere annunciarlo, oggi, in Aula, ma ne
parleremo di nuovo, con maggiori dettagli, appena sarà completato anche questo
primo iter, prima di passare all’accordo definitivo del 31 dicembre.
Pongo in votazione l’ordine del giorno a firma dei consiglieri Chiappetta, Bilardi, Dattolo,
Serra di cui do lettura:
“Il Consiglio regionale
vista la grave situazione di criticità del trasporto pubblico locale,
generata da una crisi di liquidità delle aziende, che si è manifestata in tutta
la sua gravità nel blocco dei servizi di trasporto pubblico locale che, tra
l'altro, ha provocato, a partire dal 26 ottobre 2012, la sospensione del
servizio di trasporto da parte delle Ferrovie Calabro - Lucane;
Considerato che:
- tale crisi di liquidità è generata a sua volta da una carenza di
liquidità della Regione che non sta effettuando con regolarità i trasferimenti
correnti ai gestori dei servizi, per come previsti dai rapporti contrattuali;
- altresì, che la situazione di difficoltà delle aziende è aggravata
dal ritardo nei trasferimenti e nella definizione- delle risorse dovute per i
periodi pregressi, soprattutto dal 2008 al 2010;
-le risorse già stanziate in bilancio per l'anno corrente per i servizi
di trasporto pubblico locale su gomma, risultano comunque insufficienti per assicurare
la regolare esecuzione dei servizi fino al termine dell'anno, essendovi una
carenza di non meno di 10 milioni di Euro;
Preso atto che:
- le risorse per il trasporto ferroviario, non tute ancora ripartite e
trasferite dallo Stato, sono state drasticamente ridotte nel biennio 2011 -
2012, con conseguente mancato finanziamento dei relativi capitoli di bilancio
per un importo di circa 80 milioni di Euro;
- risulta complessa, anche per i riflessi sull'occupazione oltre che
sull'utenza, una ulteriore decurtazione dei servizi, che comunque nel biennio
2011 - 2012 ha già comportato nell'ambito di operazioni di razionalizzazione e
riorganizzazione una riduzione di circa il 10% dell'offerta;
Considerato ancora che tale incertezza e carenza finanziaria genera una
conseguente incertezza nei rapporti giuridici con i gestori dei servizi, dalla
quale deriva per la Regione la difficoltà ad attuare le misure di efficientamento già programmate e avviate, nonché ad
esigere dai gestori le prestazioni contrattuali previste, in termini di qualità
e, talvolta, di quantità;
ritenuto:
- che tale quadro complessivo comporta un'inaccettabile riduzione del
livello dei servizi di trasporto pubblico locale, anche in termini qualitativi;
- altresì, che i servizi di trasporto pubblico locale costituiscono uno
dei servizi essenziali alla collettività, nonché una consistente voce di spessa
del bilancio regionale, con oltre 250 milioni di euro di spese correnti esclusi
gli investimenti, oltre che una fonte di occupazione per circa 4.000 addetti,
escluso l'indotto;
Impegna
il Presidente della Giunta regionale ad attuare ogni misura volta a
richiedere il ripristino dello stanziamento e del conseguente trasferimento
delle risorse sufficienti dallo Stato alla Regione, nonché a rimuovere i vincoli
alla spesa;
impegna altresì la Giunta regionale a individuare nel bilancio corrente
le risorse necessarie per garantire la copertura finanziaria e la continuità
dei servizi fino al termine dell'anno.”
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Abbiamo recepito la proposta dell’onorevole Maiolo
per quanto concerne l’istituzione di una Commissione consiliare d’inchiesta,
sottoponiamo tale proposta a votazione.
Presidente, per dichiarazione di voto.
Lei ha chiesto l’inserimento all’ordine del giorno. Votiamo
l’inserimento e poi le do la parola. Pongo in votazione …
Mario MAIOLO
Presidente, chiedo di intervenire per dichiarazione di voto.
Prego, ne ha facoltà.
Ho chiesto
la parola per chiarire anche ai colleghi della
maggioranza che questa proposta, firmata da tutti i componenti della minoranza in Consiglio, è una forte
assunzione di responsabilità da parte della minoranza che, riconoscendo a
questo problema una valenza strategica e di particolare complessità, si propone
di attivare uno strumento, che è quello che il Regolamento consente di
attivare. Lo proponiamo alla maggioranza come forma di aiuto per affrontare un
problema complesso. Questo è lo strumento che viene dato.
E’ chiaro che, se non si vuole
perseguire uno strumento in cui minoranza e maggioranza cercano, entrando nel
merito delle questioni – non come si fa in Commissione permanente –, di
arrivare alla formulazione di una proposta, – che può essere unica o una di
maggioranza e una di minoranza, – ma che sia una proposta di merito, se la
disponibilità della maggioranza a fare questo percorso non c’è, è chiaro che c’è un’assunzione di responsabilità da
parte della maggioranza che, a questo punto, vuol dire che è consapevole di
avere pienamente in mano la situazione del sistema idrico integrato in
Calabria, di avere perfettamente in mano la gestione della Sorical e, quindi,
si assume la responsabilità di dire dove si va.
A quel
punto, noi svolgeremo il ruolo giusto di minoranza e incalzeremo la maggioranza
affinché si vada avanti verso la soluzione di questi problemi.
Ovviamente,
esprimo voto favorevole.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Chiappetta.
Ne ha facoltà.
Intervengo brevemente su questa richiesta
presentata in Aula dal consigliere Maiolo, che, mi pare di capire, rispecchi la volontà – univoca questa volta
– se ho ben capito, dell’intera minoranza, perché
credo, interpretando il pensiero della maggioranza, che sia opportuno discutere
di tutto ciò che riguarda il sistema delle acque in Calabria, non fosse altro
perché è un problema che si trascina da tanto tempo.
Onorevole Maiolo,
vede, non più tardi di qualche tempo addietro, – lo ricorderà bene lei ed anche gli altri colleghi della minoranza, – anche
in concomitanza dell’assunzione del ruolo di Presidente del gruppo del Pdl in Regione Calabria, ho ritenuto di fare una sorta di appello, anche sulla base di una criticità
storica e di una difficoltà altrettanto storica e consolidata anche rispetto
alle diverse esigenze presenti in questo territorio; sono emergenze storiche
che io credo siano attribuibili non a coloro
i quali ci hanno preceduto, quindi nel caso in specie voi, ma credo che siano
criticità dipendenti anche da un sistema strutturato di difficoltà e di
criticità.
Un
appello – dicevo – che ribadisco e ripeto, anche perché sono convinto della necessità di
questi ulteriori appelli. Credo che l’attuale momento che viviamo – che è un momento condizionato da lacerazioni
anche sociali a livello nazionale, che si ripercuotono in maniera ancora più
negativa in Calabria –,
necessiti di un’assunzione ulteriore di responsabilità; l’ho ripetuto in Aula
in più di un’occasione e mi piace ripeterlo anche questa volta.
Non
posso, però, fare a meno di notare anche una sorta di demagogia e
strumentalizzazione rispetto ad alcune richieste, e lo dico sa perché,
onorevole Maiolo? Perché ho l’abitudine, ogni
qualvolta vengo in Aula, – così come sono certo che fanno anche gli altri
colleghi – di documentarmi anche rispetto alle questioni che vengono trattate e
spulciando fra gli atti di questo Consiglio regionale anche nella precedente consiliatura, ho verificato che, in data 9 gennaio 2007, ad
iniziativa dell’allora collega di maggioranza onorevole Borrello, è stata
presentata un’analoga richiesta – a firma, probabilmente, anche sua – con la
quale si chiedeva anche l’istituzione di un’ulteriore Commissione d’inchiesta.
Non c’è
dubbio, allora, che – come diceva qualcuno – sorge spontanea la domanda del
perché nella precedente consiliatura, quando voi eravate maggioranza, non avete
ritenuto di attivare una Commissione d’inchiesta, mentre adesso che siete
minoranza, ritenete di rivolgervi alla maggioranza per chiedere l’istituzione
di una Commissione d’inchiesta.
Per le
cose che ho detto in premessa e che, naturalmente, non penso che possano essere
smentite perché i fatti ai quali ho fatto riferimento sono questi, credo che da
parte della maggioranza non ci sia alcuna preclusione nei confronti della
necessità – è vero, Presidente Scopelliti? – di attivare tutto ciò che sarà
necessario attivare, per verificare concretamente che cosa è possibile fare, se è possibile fare qualcosa.
Ritengo,
però, che sia opportuna, sulla base della richiesta avanzata, un minimo di
onestà intellettuale – che sono certo è presente in tutti i colleghi che sono
qui rappresentanti delle diverse forze politiche – per verificare concretamente
che cosa è possibile fare, in relazione anche a quelle che sono le difficoltà
del momento che – ripeto – stanno creando grandi tensioni a livello di Paese e
stanno alimentando ulteriori tensioni anche qui, soprattutto in Calabria, che
continua a scontare un gap culturale e non solo, significativamente rilevante
anche rispetto alle altre Regioni.
Infatti,
onorevole Maiolo,
quello che interessa, credo che sia capire bene che cosa concretamente è possibile
fare; bisogna vedere come poterlo fare, se attraverso l’istituzione di una
Commissione d’inchiesta si possa dipanare quello che c’è da dipanare, se sia il
metodo proceduralmente più idoneo o se sia da privilegiare quest’altra strada, attraverso
una relazione dell’assessore Gentile, naturalmente supportata anche da una
relazione sull’argomento – che sono certo ci sarà – da parte del Presidente Scopelliti, che sin
dall’atto dell’insediamento ha ritenuto di dedicare grande attenzione alle
criticità calabresi, così come ha fatto
anche in altri comparti.
Ecco perché, Presidente Nicolò, chiederei una sospensione dei lavori
per cinque minuti affinché presso il banco della Presidenza si possa fare un
raccordo con i capigruppo di maggioranza e di minoranza, perché credo che
l’obiettivo sia comune, vale a dire quello di creare le condizioni perché si
possa concretamente parlare per trovare delle soluzioni e per vedere quale sia
la soluzione ideale, per cercare di addivenire a queste soluzioni.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Vuole intervenire sulla
proposta dell’onorevole Chiappetta?
Poiché
le conferenze al banco della Presidenza
sembrano una cosa quasi segreta, quando i dibattiti si svolgono in modo così chiaro e civile, penso
che sia il caso di definire la questione in Aula.
Ho apprezzato l’iniziativa e le
motivazioni del collega Maiolo, che faccio mie, ma non posso
non tenere conto del ragionamento del collega Chiappetta,
quindi proporrei, alla prossima conferenza dei capigruppo, che si terrà – così
mi ha annunciato il Presidente Talarico – il 12 novembre, qualche ora prima del
Consiglio, di affrontare il problema per inserire questa iniziativa all’esame
della seduta già programmata per il 19 novembre.
Pongo in votazione la richiesta di
sospensione proposta dall’onorevole Chiappetta.
(Il Consiglio approva)
I
capigruppo al tavolo della Presidenza.
La seduta
sospesa alle 16,55 riprende alle 17,00
Riprendiamo
i lavori. Così come concordato in Conferenza dei capigruppo, sottopongo la
proposta del consigliere Principe al Consiglio regionale.
(Il Consiglio approva)
Quindi,
si supera il punto due all’ordine del giorno e passiamo al punto tre inerente
la proposta di legge numero 151/9^ di iniziativa del consigliere Grillo,
recante: “Legge organica in materia di relazioni tra Regione Calabria e
comunità calabresi nel mondo”.
Presidente,
le chiedo perdono, per una mia delucidazione. Si rinvia anche il dibattito
sulla Sorical?
Sì.
Rinviamo
tutto?
Rinviamo
tutto. Sono stato esplicito e chiaro: il dibattito viene superato dalla
proposta del consigliere Principe.
Forse
non ci siamo capiti bene. Io sono intervenuto sulla richiesta del consigliere Maiolo di inserire all’ordine del
giorno la proposta di legge istitutiva della
Commissione d’inchiesta.
Ora, si profilava una valutazione diversa fra la minoranza e
la maggioranza e il Presidente Chiappetta ha chiesto
una sospensione di cinque minuti con la chiamata al banco dei capigruppo. Io sono intervenuto prima per
dirlo urbi et orbi – se
si può dire – che era opportuno esaminare questa
proposta di legge istitutiva della Commissione d’inchiesta nella seduta del 19,
previa conferenza dei capigruppo del 12 novembre, per rispetto al Presidente
Talarico, che era assente.
L’accoglimento della mia proposta
significa che la proposta di legge di iniziativa del consigliere Maiolo ed altri viene inserita nell’ordine del giorno della
seduta fissata per il 19; la discussione sulla Sorical, se si intende farla,
non fa parte della mia proposta. Questa è una valutazione diversa dell’Aula.
Naturalmente, se si volessero unificare le cose, ciò non toglie che la proposta
di legge di istituzione della Commissione d’inchiesta, in ogni caso, sarà
trattata nella seduta del 19.
La parola all’onorevole Chiappetta.
Presidente, quello che ha detto il collega
Principe è tutto giusto fino alla parte terminale, vale a dire quando propone che oggi ci possa essere il
dibattito relativamente ad un argomento del quale, poi, ci sarà il differimento
nella prossima seduta. Credo che non si sia mai verificata una cosa di questo
genere o, meglio, si è verificata qualche mese addietro, ma soltanto perché
siamo stati costretti e abbiamo deciso di differire la trattazione di
quell’argomento per avere il coinvolgimento anche della minoranza.
Presidente, vorrei evidenziare
quello che si è verificato fino a qualche attimo fa in relazione a quella che è
stata la
proposta del collega Maiolo, che era la richiesta di
inserimento all’ordine del giorno della proposta di legge istitutiva
della Commissione d’inchiesta sulla Sorical.
Vorrei ricordare a me stesso e poi
agli altri colleghi che questa discussione è propedeutica, naturalmente, a
quella sulla proposta di legge, quindi siamo ancora in una fase …
No, lo dico per ricordare a me i
diversi procedimenti, le diverse fasi procedurali.
Quando ho chiesto la sospensione dei
lavori consiliari, evidenziando anche l’anomalia rappresentata dal fatto che l’attuale minoranza,
allorquando era maggioranza, ha avuto
la possibilità di istituire
Detto questo, Presidente, ho chiesto la sospensione perché mi è parso
di capire che ci fosse una volontà convergente rispetto a quello che è
l’obiettivo finale.
Non posso non accogliere, così come credo anche gli altri capigruppo e
colleghi di maggioranza, la proposta del consigliere Principe, Presidente del gruppo del
Pd, che dice sostanzialmente le stesse cose che diciamo noi, vale a dire che c’è la necessità di fare chiarezza
rispetto a questo discorso. Affrontiamo compiutamente tutto ciò che riguarda il
problema di Sorical nell’apposita riunione di Consiglio già convocata per il 19
novembre, facciamola precedere, anche per gli aspetti formali, da un’apposita
Conferenza dei capigruppo già convocata per il 12, e andiamo in quella sede a
discutere di tutto ciò che attiene al discorso della gestione delle acque in
Calabria, quindi dibattito, progetto
di legge per l’istituzione della Commissione, soluzione finale rispetto a
quello che credo si debba trovare.
La parola all’onorevole Principe.
Avevo
il timore che con il rinvio si ritenesse rinviata la discussione
e poi, all’orizzonte, sparisse la proposta di
legge Maiolo. Nel
momento in cui si rinvia la discussione …
Onorevole Principe,
c’è stata condivisione su entrambi gli argomenti per affrontare la prossima seduta
una discussione più ampia possibile.
Benissimo, concordo sul rinvio
complessivo.
Aveva chiesto la parola l’onorevole
Talarico. Prego, onorevole, ne ha facoltà.
Chiedo
l’inserimento all’ordine dei lavori di un ordine del giorno inerente il
paventato trasferimento
a Catanzaro dell’istituto di scienze neurologiche del Consiglio nazionale delle
ricerche con sede in Mangone.
Onorevole Talarico, lei aveva presentato un ordine del giorno al
tavolo della Presidenza. L’ha presentato o no?
Certo che l’ho presentato.
E’ qui già depositato al tavolo della Presidenza.
Vorrei che si discutesse.
Gli ordini del giorno vanno discussi nel
momento previsto per la loro discussione.
Poiché il Presidente Talarico è
stato sostituito, evidentemente il passaggio delle consegne non è avvenuto in
maniera completa.
L’ha presentato prima all’inizio
della seduta. Mettiamo ai voti la proposta del consigliere Principe e poi ne
parliamo.
Pongo in votazione la proposta del
consigliere Principe.
(Il Consiglio approva)
Prego, onorevole Talarico, illustri
la sua proposta.
C’è stato, evidentemente, qualche
disguido, non è un problema.
Le chiedo scusa perché, quando lei
ha presentato l’ordine del giorno, non presiedevo io i lavori.
Non ci
sono problemi. Come il Consiglio sa, in Mangone, ha
sede l’istituto di eccellenza del Cnr. Questo istituto, che da diversi anni è
specializzato in attività di ricerca e cura delle malattie del sistema nervoso
ed ha conseguito traguardi, riconoscimenti, apprezzamenti, non soltanto nel
mondo scientifico, ma in tutta la comunità regionale e nazionale, rischia il
trasferimento a Catanzaro per volontà dello stesso management del Cnr.
Ora, non
faccio la cronistoria, ce ne siamo occupati più volte, vi sono state delle
interrogazioni, vado al dunque.
Vi è
stato un impegno da parte del Presidente della Giunta regionale, Scopelliti,
relativamente alla interruzione della convenzione tra
Vi è una
sorta di contraddizione rispetto a quanto affermato dal Presidente Scopelliti e
questa richiesta di trasferimento che, di fatto, smobiliterebbe l’intero
istituto che – come dicevo – ha sinora garantito livelli eccellenti di qualità
nei servizi e supplito anche alle strutture propriamente pubbliche, operando in
regime di convenzione.
Vorrei, quindi, che il Consiglio si
facesse carico unanimemente di questo problema e che il Presidente Scopelliti,
in coerenza con quanto da lui affermato pubblicamente in tante occasioni, si
impegnasse per il ripristino del servizio.
Il tempo a sua disposizione per
l’illustrazione dell’ordine del giorno è scaduto. Pongo in votazione
l’inserimento dell’ordine del giorno.
(Il Consiglio approva)
Presidente,
stamane ho presentato un ordine del giorno e vorrei che fosse inserito
all’ordine dei lavori e, possibilmente, discusso.
Pongo in votazione l’inserimento dell’ordine del giorno presentato
dall’onorevole Caputo.
(Il Consiglio approva)
Scusi, Presidente, possiamo conoscere l’esito della votazione?
Si passa al terzo punto all’ordine
del giorno che recita proposta
di legge numero 151/9^ di iniziativa del consigliere Grillo, recante: “Legge
organica in materia di relazioni tra Regione Calabria e comunità calabresi nel
mondo”.
(Interruzione)
L’onorevole Grillo, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.
Presidente,
colleghi consiglieri, finalmente approda in Aula questa proposta di legge che,
da mesi, è stata approvata in Commissione e
che, per mia espressa volontà, è stata rinviata nella seduta di Consiglio regionale in cui era inserita all’ordine del
giorno, poiché ritenevo opportuno che ci fossi io a relazionare. Ancora
prima, nell’altra seduta, mancava l’opposizione che, ritengo, dovesse essere in
Aula sull’immigrazione – quasi fossero politiche estere – e, pertanto, ho
voluto posticipare la discussione di questa proposta di legge. L’idea di
proporre una legge organica in materia di relazione tra
Per quanto riguarda
Si apre il dibattito sulla proposta di legge in
discussione, dopo la relazione dell’onorevole Grillo. Ha chiesto di parlare
l’onorevole Gallo. Ne ha facoltà.
Presidente, prendo
la parola per confermare il sostegno del gruppo Udc, così come è avvenuto in Commissione, rispetto a questa proposta di legge
venuta fuori dal lavoro diuturno, incessante
per alcuni mesi, dell’onorevole Grillo che,
avendo avuto questa delega ai rapporti con i nostri
emigrati nel resto del mondo, ha lavorato ad un testo unico per definire le
relazioni fra
Ha chiesto di parlare l’onorevole De Gaetano. Ne ha
facoltà.
Presidente Nicolò, chiedo la verifica del numero legale.
Prego, onorevole Nucera,
proceda alla chiama.
Fa la chiama.
Comunico l’esito della votazione: presenti 22, assenti
28. Ai sensi dell’articolo 100, comma 2, del Regolamento, venuto meno il numero
legale, si rinvia la seduta di un’ora.
La seduta riprende. Sull’ordine dei lavori ha chiesto di
parlare l’onorevole Chiappetta. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Si è verificata una sorta di -come
possiamo definirla?- anomalia, considerando che tutti gli inviti che vengono
rivolti alla minoranza non producono l’effetto sperato; ancora oggi abbiamo
rivolto loro un invito in apertura dei lavori, appena vi è stata una ulteriore
richiesta ed assunzione di responsabilità da parte del Presidente Scopelliti, in relazione anche a quelle che sono state
le argomentazioni poste all’ordine del giorno. Ne prendiamo comunque atto. In
attesa di procedere, come avevamo concordato un’ora fa, prima ancora che si
chiedesse la verifica del numero legale, chiedo, Presidente, la sospensione
della seduta per circa 45 minuti, per avere la possibilità di un
approfondimento, anche rispetto a quello che è il testo ed anche sulla base di
alcuni emendamenti che necessitano di un approfondimento.
Pongo in votazione la proposta di sospensione del
Presidente del gruppo consiliare del Pdl.
(Il Consiglio approva)
La seduta, pertanto, sarà aggiornata di 45 minuti.
Riprendiamo i lavori con l’esame dell’articolato sulla
proposta di legge numero 151/9^ “Legge organica in materia di relazioni tra Regione Calabria e
comunità calabresi nel mondo”. All’articolo 1 è stato presentato
l’emendamento protocollo numero
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 1, come emendato.
(E’ approvato)
All’articolo 2 è stato presentato l’emendamento
protocollo numero
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2, come emendato.
(E’ approvato)
All’articolo 3 è stato presentato l’emendamento
protocollo numero
(Interruzione)
Ha chiesto di parlare l’onorevole Tripodi. Ne ha
facoltà.
Presidente, vorrei
un chiarimento da parte dell’onorevole Gallo o
da parte del Presidente Scopelliti. Vorrei sapere se
queste prestazioni sanitarie sono già contemplate all’interno del Piano di
rientro come spesa aggiuntiva o se si tratta di una Commissione a sé stante,
perché di questo si tratta. Qual è la motivazione per cui diamo all’Asp la
competenza?
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Gallo. Ne ha facoltà.
E’ una prescrizione a sé stante ed una prescrizione che
riguarda il senso complessivo e, comunque, già esistente di fatto.
Con il chiarimento dell’onorevole Gallo pongo in votazione
l’emendamento col parere favorevole del relatore.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3, come emendato.
(E’ approvato)
All’articolo 4 è stato presentato l’emendamento,
protocollo numero
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4 come emendato.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 5.
(E’ approvato)
All’articolo 6 è stato
presentato l’emendamento protocollo numero
Trattandosi, Presidente, di una
disposizione che prevede aiuto alle imprese, è necessario il riferimento al
Regolamento Ce relativo all’applicazione degli articoli 87 e 88 del Trattato
sugli aiuti all’importanza minore per gli aspetti non espressamente normati dal presente articolo.
PRESIDENTE
Pongo in votazione l’emendamento col parere favorevole
del relatore.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 6, come emendato.
(E’ approvato)
All’articolo 7 è stato
presentato l’emendamento protocollo numero
Al comma 4, sostituire il
termine <comunitari> con <europei>”.
L’emendamento si illustra da sé. Pongo in votazione
l’emendamento col parere favorevole del relatore.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 7, come emendato.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo
8.
(E’ approvato)
All’articolo 9 è stato
presentato l’emendamento protocollo numero
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 9, come emendato.
(E’ approvato)
All’articolo 10 è stato
presentato l’emendamento protocollo numero
(E’ approvato)
Sempre all’articolo 10, comma
3, è stato presentato l’emendamento protocollo numero
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 10, come emendato.
(E’ approvato)
Sull’articolo
Solo un chiarimento, Presidente.
Chiedo al relatore di sapere, quando parliamo di edizione, pubblicazione e
diffusione di un periodico diretto ad informare i calabresi all’estero sull’attività
legislativa ed amministrativa, chi finanzia questo periodico. Lo finanzia
Presidente, tenendo conto di quello che ha espressamente
dichiarato, infatti,
Presidente, le chiedo scusa. Apprezzo, onorevole Grillo,
quel che dice ma quel che sta dicendo è compreso nel comma successivo. Se la
volontà, quindi, è quella, tanto vale eliminare il comma precedente.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Grillo. Ne ha facoltà.
Pongo in votazione l’articolo
11.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo
12.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo
13.
(E’ approvato)
All’articolo 14 è stato
presentato l’emendamento protocollo numero
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 14, come emendato.
(E’ approvato)
All’articolo 15 è stato
presentato l’emendamento protocollo numero
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 15, come emendato.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 16.
(E’ approvato)
All’articolo 17 è stato presentato l’emendamento
protocollo numero
(E’ approvato)
Sempre all’articolo 17 è stato presentato l’emendamento
protocollo numero
(E’ approvato)
Ancora all’articolo 17, è stato presentato l’emendamento
protocollo numero
(E’ approvato)
All’articolo 17 è stato presentato l’emendamento
protocollo numero
Ha chiesto di parlare l’onorevole Gallo. Ne ha facoltà.
Presidente, l’emendamento è ritirato.
Non essendoci altri emendamenti, pongo in votazione
l’articolo 17, come emendato.
(E’ approvato)
All’articolo 18 è stato presentato l’emendamento
protocollo numero
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 18, come emendato.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 19.
(E’ approvato)
All’articolo 20 è stato presentato l’emendamento
protocollo numero
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 20, come emendato.
(E’ approvato)
All’articolo 21 è stato presentato l’emendamento
protocollo numero
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 21, come emendato.
(E’ approvato)
All’articolo 22 è stato presentato l’emendamento
protocollo numero
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 22, come emendato.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 23.
(E’ approvato)
All’articolo 24 è stato presentato l’emendamento
protocollo numero
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 24, come emendato.
(E’ approvato)
All’articolo 25 è stato presentato l’emendamento
protocollo numero
“<Articolo 25 (Fondazione dei calabresi nel mondo)
È autorizzata la concessione alla Fondazione dei calabresi nel mondo di un contributo annuo per le spese di funzionamento della Fondazione stessa. Per l'anno 2012 il contributo è pari ad euro 100.000,00 allocato all'UPB 6.2.01.06 dello stato di previsione della spesa del bilancio medesimo.
L’emendamento si illustra da sé. Pongo in votazione
l’emendamento col parere favorevole del relatore.
(E’ approvato)
Sempre all’articolo 25, è stato presentato
l’emendamento protocollo numero
L’emendamento si illustra da sé. Pongo in votazione
l’emendamento, col parere favorevole del relatore.
(E’ approvato)
All’articolo 25 è stato presentato l’emendamento
protocollo numero
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 26.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 27.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 28.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 29.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 30.
(E’ approvato)
All’articolo 31 è stato presentato l’emendamento
protocollo numero
(E’ approvato)
All’articolo 31 è stato presentato l’emendamento protocollo
numero
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 31, come emendato.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la legge nel suo complesso, come emendata.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
E’ stato presentato un ordine del giorno a firma dell’onorevole Caputo “Sul riconoscimento dello status di malattia rara alla sensibilità chimica multipla (Mcs)” di cui do lettura:
“Il Consiglio regionale
premesso che:
la Sindrome da Sensibilità Chimica Multipla, in inglese Multiple Chemical Sensitivity (MCS), secondo la definizione che ne dà il National Institute of Environmental Health Sciences statunitense, è una patologia che si manifesta con una progressiva e crescente intolleranza nei confronti di sostanze chimiche di varia origine, soprattutto se volatili;
-la MCS colpisce molte persone, anche in Calabria, ed è causa di moltissime patologie disabilitanti che interessano vari sistemi fisiologici;
-la MCS è irreversibile, progressiva e non esiste, al momento, una cura per il ritorno allo stato originario di tolleranza (stadio 0);
- le cause di questa malattia sono tuttora sconosciute e la comunità medica sta conducendo diverse ricerche sulle cause e sui possibili strumenti a disposizione per la diagnosi certa della patologia;
-ad oggi, il sistema sanitario nazionale non prevede alcuna forma di riconoscimento e non esistono per essa adeguati protocolli clinico- assistenziali;
-in Italia solo quattro amministrazioni regionali hanno riconosciuto la MCS come malattia rara: Abruzzo, Emilia Romagna, Lazio e Toscana. Successivamente la Toscana ha revocato il riconoscimento, mentre il Lazio ha emesso linee-guida per il trattamento di pazienti affetti da MCS e ne ha previsto un Centro di Riferimento (DGR numero 175 del 22 marzo 2010). Tale centro è stato istituito presso il Dipartimento di Fisiopatologia Medica del Policlinico Umberto I di Roma ed è diretto dal Prof. Giuseppe Genovesi. La Regione Emilia Romagna ha istituito un ambulatorio presso l'Azienda ospedaliera-universitaria di Bologna, che garantisce l'accoglienza, la diagnosi differenziale e la cura dei pazienti che presentano sintomi di intolleranza a sostanze chimiche, nel rispetto delle necessarie forme di sicurezza e di garanzia scientifica;
il DM Sanità del 18 maggio 2001 numero 279, ha approvato il Regolamento di istituzione della rete nazionale delle malattie rare;
-la Deliberazione della Giunta regionale 4 agosto 2003, numero 610, ha istituito la Rete Regionale per la prevenzione, la sorveglianza, la diagnosi e la terapia delle malattie rare;
-la Deliberazione della Giunta regionale del 30 maggio 2008, numero 389, ha approvato il Progetto Regionale di Istituzione ed attivazione del Registro Regionale delle Malattie Rare (RRMR);
-la Deliberazione della Giunta regionale del 20 maggio 2011, numero 178 e la successiva Deliberazione numero 57 del 16 febbraio 2012 hanno aggiornato la Rete Regionale per la prevenzione, la sorveglianza, la diagnosi e la terapia delle Malattie Rare;
Impegna
la Giunta regionale a riconoscere lo status di "malattia rara" alla sensibilità chimica multipla (MCS);
a istruire le unità di pronto soccorso al fine di adottare il protocollo di accoglienza e di pronto soccorso per garantire i Livelli di Assistenza anche a chi è affetto da MCS;
a prevedere misure di sostegno per la realizzazione di prestazioni e servizi assistenziali a favore dei soggetti affetti da MCS.”
Ha chiesto di parlare l’onorevole Caputo. Ne ha facoltà.
Telegraficamente, Presidente.
Questo è un ordine del giorno volto ad impegnare
Ha chiesto di parlare l’onorevole Salerno. Ne ha
facoltà.
Sono d’accordissimo con l’onorevole
Caputo poiché è una cosa che va fatta ed, anzi, dobbiamo fare di tutto
per portarla avanti. Volevo fare, comunque, una valutazione di carattere
politico perché abbiamo ripreso i lavori e non abbiamo detto nulla: l’assenza del centro-sinistra. Secondo me il centro-sinistra
oggi è in lutto perché è caduta
Possiamo procedere con la
votazione dell’ordine del giorno.
(Interruzione)
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Tripodi. Ne ha facoltà.
Presidente,
potremmo avere l’ordine del giorno, anche per
leggerlo, per capire meglio?
(Interruzione)
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Tripodi. Ne ha facoltà.
Vorrei capire perché l’ordine del giorno prevede di riconoscere non solo status di malattia rara alla sensibilità
chimica multipla, e qui nulla osta, ma anche di istituire un Centro di
riferimento regionale.
(Interruzione)
Presidente, lo deve far votare questo ordine del giorno?
Sì.
Consiglio, allora, ai colleghi di rientrare in Aula,
altrimenti chiedo la verifica del numero legale.
Ho chiesto all’onorevole Caputo di illustrarlo.
Le sto dicendo che è giusto che i colleghi rientrino
in Aula altrimenti chiedo la verifica del numero legale sulla votazione di
questo ordine del giorno. Perfetto. Ora verifichiamo chi c’è e chi non c’è in
Aula, dato che non si è ancora proceduto con la votazione.
(Interruzione)
Presidente, non c’è più sordo di chi non vuol sentire. Bene, metta l’ordine del giorno in votazione ed io le chiedo la verifica del numero legale con l’appello nominale.
Facciamo un annuncio affinché i colleghi rientrino in Aula.
(Interruzione)
Quali erano le eccezioni sull’ordine del giorno, onorevole Tripodi? Se può ripetere.
Presidente,
istituire un Centro presuppone determinati atti che siano consequenziali anche
a quella che è una volontà dell’Asp o dell’Azienda in cui si va ad istituire e
che, non solo comporta un impegno di spesa e di utilizzo del personale, ma
incide anche sul Piano di rientro, cui siamo sottoposti. Vorrei capire che
significa istituire un Centro.
Ha chiesto di intervenire l’onorevole Aiello, ne ha facoltà.
Presidente, l’onorevole Caputo intendeva una potenziale
istituzione del Centro. Perché se prima non si prende atto della esistenza di
questa patologia e la si riconosce, non si può, poi, con atti successivi,
istituire il Centro regionale. Sono convinto
volesse dire solo questo, onorevole Tripodi.
Onorevole
Tripodi, lo possiamo approvare con autorizzazione al coordinamento formale?
L’eccezione è solo sul punto 2, giusto? Va bene. Pongo in votazione l’ordine del giorno con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
E’ stato presentato un ordine del giorno, protocollo numero 47078, di iniziativa dei consiglieri Talarico D., Franchino, Guccione, Mirabelli “In ordine al paventato trasferimento a Catanzaro dell’Istituto di Servizi Neurologici del CNR con sede in Mangone (CS)” di cui do lettura:
“Premesso che
l'Istituto
di Scienze Neurologiche del Consiglio nazionale delle Ricerche (ISN-CNR) è Istituto con
sede principale in Mangone (CS), e Unità
Organizzative di Supporto in Roccelletta di Borgia
(CZ) e Catania;
l'ISN
del Consiglio nazionale delle Ricerche è Ente pubblico nazionale di ricerca
vigilato dal Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca (MIUR), da cui
riceve i trasferimenti necessari per il suo funzionamento;
la
sede dell'ISN-CNR di Mangone (CS) è struttura di
ricerca di eccellenza a livello internazionale, in cui operano ricercatori e
tecnici con ventennale esperienza ed attività nello studio delle malattie del
sistema nervoso;
l'ISN-CNR
svolge attività di diagnosi avanzata e di ricerca nel campo delle malattie
ereditarie del sistema nervoso su base genetica, nell'ambito delle quali vanta
numerose pubblicazioni scientifiche internazionali, collaborando, inoltre, con
prestigiosi istituti nazionali ed internazionali e costituendo un punto di
riferimento per tutto il meridione d'Italia;
le
malattie ereditarie del sistema nervoso, come la Corea di Huntinton,
il CADASIL, le demenze, le atassie cerebellari dominanti e recessive, le
neuropatie periferiche ereditarie, le distrofie muscolari, la Sclerosi Laterale
Arniotrofica, la Sclerosi Multipla, le malattie
mitocondriali, ecc., rappresentano un gruppo di gravi e disabilitanti patologie
croniche e che i più importanti studi scientifici su tali malattie sono stati
realizzati da studiosi italiani ed internazionali, sulla popolazione
dell'Italia meridionale ed in particolare su quella Calabrese;
l’Istituto
di Scienze neurologiche Cnr di Mangone (Cs) ha
contrastato efficacemente in questi anni la mobilità sanitaria
extraregionale afferente a dette;
nell'ambito
della valutazione degli Istituti del CNR effettuata da 26 Panel
di Area composti da un totale di 150 scienziati, di cui 90 provenienti da
Istituzioni italiane e 60 da Istituzioni europee, il CNR - Istituto di Scienze
Neurologiche di Mangone (CS) si è distinto tra le
eccellenze in Italia, per la qualità della sua attività di ricerca;
l'ISN-CNR
di Mangone (CS) ogni anno ha erogato fino a 8.000
prestazioni altamente specialistiche di indagine nella genetica molecolare,
biochimica e diagnostica per immagini (Risonanza Magnetica Nucleare), uniche in
regione nella loro tipologia, per gravi malattie neurodegenerative;
tale
attività sanitaria è stata svolta in regime di convenzione con la Regione Calabria, che ha consentito di sopperire alle carenze del Sistema sanitario
regionale nell'ambito dei servizi a favore di pazienti affetti da malattie del
sistema nervoso su base genetica;
con
delibera n. 390 del 01 settembre 2011 la Giunta regionale ha disposto la revoca della convenzione con il Consiglio Nazionale delle
Ricerche per l'erogazione di servizi sanitari;
tale
convenzione ha garantito servizi sanitari d'eccellenza alla popolazione
calabrese, servizi diagnostici specialistici, di indagine genetica per gravi
malattie neurodegenerative, in supplenza alle carenze del Sistema Sanitario
Regionale, sin dal 16.12.1996, giusta delibera numero 8530 della Giunta
Regionale, evitando di conseguenza la migrazione sanitaria fuori regione;
a
seguito delle proteste degli operatori della struttura, ma anche
dell'iniziativa politica di consiglieri regionali, sindaci del territorio e
parlamentari nazionali sulla vicenda, della Provincia di Cosenza, il presidente
della Giunta regionale con una con una lettera al Presidente
dell'Amministrazione provinciale di Cosenza in data 18 settembre 2012
comunicava di avere "assegnato il relativo budget all'Azienda sanitaria provinciale di
Cosenza", per il
ripristino della convenzione, precisando che "nessuno dei componenti l'attuale Giunta
Regionale, tantomeno il sottoscritto, ha mai ipotizzato il trasferimento delle
attività del Cnr di Mangone a Catanzaro".
per il 31
ottobre p.v. non essendo
stata ripristinata la convenzione con il SSR, il Prof. Antonio Gambardella (attuale direttore della struttura di Mangone e Prof, associato dell'Università Magna Graecia di Catanzaro), ha convocato un Cda dell'Istituto,
con all'OdG proprio il trasferimento a Catanzaro della sede
dell'ISN CNR di Mangone dove resterebbe solo una sede periferica priva di attrezzature,
attività sanitaria e diagnostica, con nessun compito operativo;
tale
prospettiva è evidenziata nella relazione (Proposta di Riorganizzazione dell'Istituto di
Scienze Neurologiche Protocollo numero 1883 del 25 ottobre 2012) predisposta
dall'Ufficio Programmazione Operativa dell'Istituto e nella relativa documentazione istruttoria sottoposta
all'attenzione del CdA;
invita la Giunta regionale
ad
intervenire tempestivamente
per ripristinare, formalmente, il rapporto di convenzione tra ISN-CNR di Mangone e Regione Calabria, e ad assumere tutte le iniziative atte ad evitare il trasferimento dello stesso a Catanzaro, che, ad
ogni buon conto, costituirebbe uno smantellamento di fatto di uno dei centri di
eccellenza nel campo della ricerca, della diagnostica e dei servizi sanitari nella
nostra regione”.
Pongo
in votazione l’ordine del giorno.
(E’ respinto)
Abbiamo concluso l’ordine
del giorno della seduta odierna. La seduta sarà convocata a domicilio.
Ha chiesto congedo l’assessore Pugliano.
(E’ concesso)
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:
Gallo, Magarò – “Riconoscimento giuridico dell’Istituto di ricerca e studi di demologia e dialettologia, con sede a Cassano allo Ionio” (P.L. n. 385/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività
sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio
programmazione economica e attività produttive
– per il parere.
(Così resta stabilito)
Dattolo – “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 e s.m.i.
(Norme per la tutela, governo ed uso del territorio. Legge urbanistica
della Calabria)” (P.L. n. 386/9^)
E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione
dell’ambiente.
(Così resta stabilito)
Giordano – “Modifica alla legge regionale 19 aprile 2012, n. 13
(Disposizioni dirette alla tutela della sicurezza e alla qualità del lavoro, al
contrasto e all’emersione del lavoro non regolare)” (P.L. n. 387/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività
sociali, sanitarie, culturali e formative.
(Così resta stabilito)
Scalzo, Chiappetta, Magno – “Valorizzazione del sistema dei
Santuari Mariani” (P.L. n. 388/9^)
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
Giordano. Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere - premesso
che:
circa 20 mila lavoratori calabresi
percettori di ammortizzatori sociali in deroga da diversi mesi vivono una
situazione difficile per il venir meno dei sussidi in quanto gli ottanta
milioni messi a disposizione dal Ministero del lavoro lo scorso 5 Giugno non
sono risultati sufficienti a garantire la copertura dei pagamenti fino al 31
dicembre 2012;
a
seguito di vibranti proteste dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali è
stato sottoscritto a Roma, dal Ministro del lavoro Elsa Fornero
e dall'assessore regionale Francescantonio Stillitani, un nuovo accordo per l'erogazione di ulteriori
trenta milioni di euro, finalizzati al pagamento dei sussidi, relativamente
agli ammortizzatori sociali in deroga, fino al 31 dicembre 2012;
è
emerso, altresì, che sarebbero disponibili, da parte dell'Inps per la Regione
Calabria, ulteriori venticinque milioni di euro e, quindi, si potrà disporre
per il pagamento dei sussidi di oltre cinquanta milioni di euro;
comunque,
in base ai dati forniti dalla Regione, i fondi stanziati non basteranno alla
copertura totale dei pagamenti fino a dicembre prossimo, e proprio per questo
motivo, l'accordo sottoscritto, stabilisce che il Ministero del lavoro possa
prevedere un nuovo reintegro di risorse;
ancor
più preoccupanti sono le prospettive future in materia tenuto conto che, per
quanto appreso da fonti ministeriali, per l'anno 2013 le risorse disponibili su
base nazionale ammonterebbero ad appena 1 miliardo di euro e per l'annualità
2014 saranno ulteriormente ridimensionate -:
qual è lo stato dei pagamenti dei sussidi
in favore dei lavoratori percettori di ammortizzatori sociali in deroga, se le
somme garantite dall'Inps siano state erogate, quali ulteriore somme
necessitano per coprire tutta l'annualità 2012 e i tempi di erogazione delle
stesse;
se
effettivamente, come si paventa negli ambienti ministeriali, le risorse
stanziate dal Governo nazionale per l'anno 2013 andranno incontro ad una
pesante decurtazione;
quali iniziative la Regione intende
intraprendere, anche con l'utilizzo di risorse proprie, per garantire per
l'annualità 2013 le risorse necessarie a coprire il fabbisogno finanziario dei lavoratori
percettori di ammortizzatori sociali in deroga, tenuto conto, altresì, della
grave crisi economica destinata ad un ulteriore peggioramento.
(305; 25.10.2012)
“Il Consiglio regionale
premesso che:
nella notte di venerdì 26 ottobre 2012, all' 1,05, la Rete Sismica Nazionale dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha registrato nel distretto sismico "Pollino", ad una profondità di 6.3 Km, una forte scossa di terremoto di 5.0 gradi della scala Richter al confine fra la Calabria e la Basilicata, tra le province di Cosenza e Potenza, il cui epicentro è stato individuato tra i comuni di Mormanno, Laino Castello e Laino Borgo, nel Cosentino, e nel comune di Rotonda, in provincia di Potenza;
da oltre due anni quest'area è interessata da uno sciame sismico che finora ha fatto registrare oltre 2.000 scosse, di cui oltre 2.000 sono state di magnitudo minore ai 2 gradi della scala Richter, quasi 200 di magnitudo tra 2 e 3, sei di magnitudo tra 3 e 4, una di magnitudo 4.3;
nel biennio vi sono stati periodi di attività sismica frequente, intervallati da periodi di relativa calma. In particolare, si è verificata un'intensa attività sismica tra aprile 2010 a ottobre 2010 e tra novembre 2011 e febbraio 2012. Dopo questo punto massimo di attività, la sismicità dell'area si è attestata su livelli piuttosto modesti, con pochi terremoti-ai giorno. Alla fine di maggio 2012 l'attività è ripresa a partire dal terremoto di magnitudo 4.3 avvenuto il 28 maggio 2012 alle ore 3:06;
la Commissione Grandi Rischi in un suo recentissimo rapporto sostiene che negli ultimi sei mesi la distanza temporale tra uno sciame sismico e il successivo è andata diminuendo e la sismicità di fondo tra gli sciami è in aumento. La sequenza degli sciami in corso mostra un'accelerazione, con la riduzione progressiva dell'intervallo tra i singoli sciami e un aumento della sismicità di fondo tra uno sciame e l'altro. Le scosse, sempre secondo la Commissione, avvengono in una delle macro-aree maggiormente sismiche in Italia dove risultano strutture sismogenetiche capaci di generare terremoti di medie e di grandi dimensioni. Dalle analisi, è risultato che le probabilità di un evento con magnitudo 5.5 sono aumentate di 100 volte;
la popolazione interessata, ha vissuto tutto ciò con grande senso di responsabilità, evitando scene di panico e di confusione;
la macchina dei soccorsi è stata tempestiva ed efficiente;
dopo l'ultima scossa l'attività sismica è proseguita anche con scosse che hanno raggiunto magnitudo 3.2;
l'evento sismico di maggiore intensità ha coinciso con l'arrivo del maltempo;
considerato che:
le ricognizioni in atto all'interno dell'area del sisma su fabbricati ed infrastrutture pubbliche e private (scuole, chiese, ospedali, strade, abitazioni, capannoni, ecc.) hanno evidenziato una situazione di grave precarietà;
il 40% delle abitazioni finora censite presenta gravi lesioni e l'ospedale di Mormanno è stato chiuso con conseguente evacuazione di tutti i malati in esso ricoverati;
le popolazioni interessate continuano a trascorrere le notti all'interno di auto e ricoveri di fortuna;
l'intenso maltempo che da diverse ore sta interessando l'intera zona colpita dal sisma potrebbe provocare ulteriori gravi danni derivanti da frane e smottamenti ad un territorio già più volte flagellato dal dissesto idrogeologico;
impegna
la Giunta regionale, al fine di alleviare le sofferenze ed i disagi delle popolazioni colpite dal sisma, ad intraprendere ogni opportuna e necessaria iniziativa affinché:
a) venga avviato un confronto con il Governo e con il Dipartimento di Protezione Civile perché sia dichiarato lo stato di emergenza e venga comunque garantita ed adottata ogni utile ed opportuna misura di intervento a sostegno delle stesse popolazioni e degli Enti locali impegnati in prima fila sul fronte dell'emergenza;
b) la eventuale predisposizione di una Ordinanza di Protezione Civile, a valle della dichiarazione di stato di emergenza, preveda la redazione di un Piano di Previsione e Prevenzione della vulnerabilità sismica del patrimonio pubblico e privato dell'intera area, e la realizzazione di un conseguente Piano Straordinario di interventi strutturali per la riduzione del rischio e la messa in sicurezza degli immobili, a salvaguardia dell'incolumità delle popolazioni e per la ripresa delle normali attività;
c) attraverso una eventuale rimodulazione del POR Calabria Fers 2007/2013 reperisca le risorse finanziarie finalizzate alla prevenzione dei fenomeni sismici”.
“Il Consiglio regionale
vista la grave situazione di criticità del trasporto pubblico locale, generata da una crisi di liquidità delle aziende, che si è manifestata in tutta la sua gravità nel blocco dei servizi di trasporto pubblico locale che, tra l'altro, ha provocato, a partire dal 26 ottobre 2012, la sospensione del servizio di trasporto da parte delle Ferrovie Calabro - Lucane;
considerato che:
tale crisi di liquidità è generata a sua volta da una carenza di liquidità della Regione che non sta effettuando con regolarità i trasferimenti correnti ai gestori dei servizi, per come previsti dai rapporti contrattuali;
altresì, che la situazione di difficoltà delle aziende è aggravata dal ritardo nei trasferimenti e nella definizione- delle risorse dovute per i periodi pregressi, soprattutto dal 2008 al 2010;
le risorse già stanziate in bilancio per l'anno corrente per i servizi di trasporto pubblico locale su gomma, risultano comunque insufficienti per assicurare la regolare esecuzione dei servizi fino al termine dell'anno, essendovi una carenza di non meno di 10 milioni di Euro;
preso atto che:
le risorse per il trasporto ferroviario, non tute ancora ripartite e trasferite dallo Stato, sono state drasticamente ridotte nel biennio 2011 - 2012, con conseguente mancato finanziamento dei relativi capitoli di bilancio per un importo di circa 80 milioni di Euro;
risulta complessa, anche per i riflessi sull'occupazione oltre che sull'utenza, una ulteriore decurtazione dei servizi, che comunque nel biennio 2011 - 2012 ha già comportato nell'ambito di operazioni di razionalizzazione e riorganizzazione una riduzione di circa il 10% dell'offerta;
Considerato ancora che tale incertezza e carenza finanziaria genera una conseguente incertezza nei rapporti giuridici con i gestori dei servizi, dalla quale deriva per la Regione la difficoltà ad attuare le misure di efficientamento già programmate e avviate, nonché ad esigere dai gestori le prestazioni contrattuali previste, in termini di qualità e, talvolta, di quantità;
ritenuto:
che tale quadro complessivo comporta un'inaccettabile riduzione del livello dei servizi di trasporto pubblico locale, anche in termini qualitativi;
altresì, che i servizi di trasporto pubblico locale costituiscono uno dei servizi essenziali alla collettività, nonché una consistente voce di spessa del bilancio regionale, con oltre 250 milioni di euro di spese correnti esclusi gli investimenti, oltre che una fonte di occupazione per circa 4.000 addetti, escluso l'indotto;
Impegna
il Presidente della Giunta regionale ad attuare ogni misura volta a richiedere il ripristino dello stanziamento e del conseguente trasferimento delle risorse sufficienti dallo Stato alla Regione, nonché a rimuovere i vincoli alla spesa;
impegna altresì la Giunta regionale a individuare nel bilancio corrente le risorse necessarie per garantire la copertura finanziaria e la continuità dei servizi fino al termine dell'anno”.
TITOLO I
Disposizioni generali
Art. 1
(Oggetto)
1. La presente legge organica contiene i principi e le
disposizioni in materia di relazioni tra Regione Calabria e comunità calabresi
nel mondo.
2. Le leggi della Regione Calabria non possono introdurre
abrogazioni, modificazioni e deroghe alla presente legge organica se non
mediante espressa modificazione delle sue disposizioni.
Art. 2
(Finalità)
1. La Regione Calabria, nell'ambito delle finalità fissate
dallo Statuto in ordine agli obiettivi economici e sociali e nei limiti
stabiliti dalla Costituzione in relazione all'attività internazionale, opera
per incrementare e valorizzare le relazioni con le comunità di origine
calabrese all'estero.
2. La Regione interviene, altresì, a favore di tutti i
corregionali emigrati che intendono rientrare definitivamente in Calabria,
agevolandone il reinserimento sociale.
3. A tal fine promuove e sostiene:
a) iniziative di collaborazione istituzionale negli Stati di
residenza dei calabresi all'estero;
b) iniziative per diffondere la conoscenza della cultura
italiana e in particolare riferimento di quella calabrese, quale strumento per
la conservazione dell’identità culturale della terra d'origine;
c) interventi finalizzati allo sviluppo delle relazioni
sociali, economiche e culturali;
d) iniziative finalizzate alla salvaguardia ed alla
conoscenza della lingua italiana fra le giovani generazioni discendenti da
calabresi, promuovendo la valorizzazione e la divulgazione del patrimonio
linguistico e culturale d’origine;
e) iniziative dirette a conservare, a tutelare l’ identità
calabrese e a rinsaldare i rapporti con la terra d'origine, avendo particolare
riguardo alle nuove generazioni nate all'estero;
f) attività di informazione e comunicazione sulla realtà
storica, economica, sociale, turistica e culturale della Regione, nonché sulla
legislazione regionale concernente i calabresi nel mondo;
g) iniziative degli Enti locali in materia migratoria e di
rapporti internazionali, riguardanti le politiche familiari,
socio-assistenziali, culturali, artistiche, formative ed informative o volte a
conservare e valorizzare la cultura d'origine dei calabresi all'estero;
h) forme di partecipazione, di solidarietà e di tutela dei
corregionali residenti all'estero e delle loro famiglie, valorizzando
l'associazionismo fra gli emigrati calabresi;
i) interventi per agevolare il reinserimento nella vita
sociale e nelle attività produttive regionali dei calabresi che rimpatriano;
l) iniziative degli Enti locali, delle istituzioni
scolastiche e universitarie e delle associazioni attive sul territorio
nazionale e all’estero che operano con continuità a favore dei cittadini
calabresi, loro famiglie e discendenti nei Paesi ospitanti.
4. Per il raggiungimento delle finalità di cui al presente
articolo la Regione valorizza in particolare il contributo degli Enti locali,
delle istituzioni scolastiche e universitarie e delle associazioni attive sul
territorio nazionale e all’estero che operano con continuità a favore dei
cittadini calabresi, le loro famiglie e discendenti nei Paesi ospitanti.
TITOLO
II
Interventi
e provvidenze
Art. 3
(Destinatari degli interventi)
1. Sono destinatari degli interventi previsti dalla presente
legge i cittadini di origine calabrese per nascita o residenza all'atto
dell'espatrio, le loro famiglie ed i loro discendenti in linea retta da nati in
Calabria entro il terzo grado che si trovino stabilmente all'estero o che
rientrino definitivamente nella regione dopo un periodo di permanenza
all'estero, per motivi di lavoro, non inferiore a cinque anni consecutivi, e
che siano rientrati nella regione da non più di due anni.
2. Se i soggetti di cui al comma 1 rientrano in Italia a
causa di infortunio o malattia professionale gravemente invalidante, o per il
verificarsi di eventi socio-politici tali da pregiudicare la loro permanenza
nei paesi di immigrazione, si prescinde dal requisito della permanenza
all'estero per almeno cinque anni. All'accertamento del grado di invalidità e
della dipendenza da infortunio o malattia professionale provvede la ASP
competente per territorio. La rilevanza degli eventi socio-politici agli
effetti del presente comma è stabilita dalla Giunta regionale con proprio
provvedimento.
3. Sono, altresì, destinatari degli interventi previsti
nella presente legge i familiari conviventi ed il coniuge superstite.
4. La permanenza all'estero deve risultare da certificazione
delle autorità consolari o da documenti ufficiali rilasciati da autorità o da
enti previdenziali stranieri o italiani ovvero, nei casi consentiti, da
dichiarazione sostitutiva di certificazione.
5. Non sono destinatari degli interventi previsti nella
presente legge i dipendenti di ruolo dello Stato e i dipendenti di ditte e
imprese italiane distaccati o inviati in missione presso uffici, cantieri o
fabbriche all'estero.
Art. 4
(Interventi specifici diretti a favorire la
partecipazione alle
consultazioni elettorali regionali)
1. La Regione al di fuori delle procedure di programmazione
di cui al Titolo V, per le finalità di agevolare l’esercizio del diritto al
voto regionale dispone la corresponsione di un contributo forfettario a titolo
di rimborso di spese in favore dei cittadini calabresi residenti all’estero.
2. Il contributo di cui al comma 1 è dovuto a seguito della
partecipazione alla consultazione elettorale regionale e viene determinato
dalla Giunta regionale, nei limiti della disponibilità finanziaria, nell’anno
di riferimento della consultazione stessa.
3. I comuni danno comunicazione agli aventi diritto del
contributo previsto dal presente articolo contestualmente all’invio dei
certificati e delle cartoline elettorali.
4. I comuni erogano il contributo previa verifica
dell’avvenuto esercizio del diritto di voto.
5. La Giunta regionale provvede al rimborso delle somme
corrisposte dai comuni su presentazione di rendiconto debitamente approvato,
corredato dalle quietanze per avvenuta riscossione. Il rendiconto deve essere
presentato alla Giunta regionale entro il 31 dicembre dell’anno successivo a
quello in cui si sono svolte le elezioni.
Art. 5
(Provvidenze socio-assistenziali)
1. Ai cittadini di origine calabrese di cui all'articolo 3,
che si trovino in stato di comprovato bisogno e necessità sono concesse, a
domanda, le seguenti provvidenze:
a) concorso alle spese di viaggio e di trasporto delle
masserizie di trasloco per sé e i propri familiari ed alle spese di prima
sistemazione al rientro definitivo in un comune della Calabria;
b) sussidi straordinari in caso di particolari e documentate
situazioni di bisogno, nei limiti delle risorse disponibili e per un
massimo di euro 516,00 annui;
c) concorso alle spese per il trasporto delle salme dei
lavoratori deceduti all'estero e dei loro familiari nella misura massima di euro
500,00 per rientri dai paesi europei e di euro 1.000,00 per rientri da paesi
extraeuropei;
d) contributi per cure mediche non rimborsabili nel Paese di
residenza;
e) contributi per il riscatto ai fini pensionistici e della
buonuscita con riferimento ai periodi assicurativi maturati anche all’estero
per il raggiungimento del diritto amministrativo alla pensione di invalidità,
alla prosecuzione volontaria o alla pensione di vecchiaia, dei periodi di
lavoro effettuato all'estero, non coperti da convenzione bilaterale con
l'Italia in materia di sicurezza sociale. Il contributo è pari al 75 per cento
dell'ammontare del costo del riscatto per il conseguimento del diritto alla
pensione di invalidità e la prosecuzione volontaria, e del 25 per cento per il
conseguimento del diritto alla pensione di vecchiaia. I contributi non sono
cumulabili tra loro e non sono ripetibili nel tempo.
2. Le domande intese ad ottenere le provvidenze di cui al
presente articolo sono presentate al comune di residenza che provvede alla relativa
istruttoria.
3. La Regione accredita ai comuni che ne fanno richiesta e
ai soggetti di cui al comma 1 lettera e), le somme necessarie per la
liquidazione delle provvidenze.
4. La Giunta regionale stabilisce le modalità ed i termini
per la presentazione delle domande, per la determinazione della spesa ammessa,
per la concessione e l'erogazione delle provvidenze, nonché i criteri per la
determinazione della misura degli interventi di cui al presente articolo.
Art. 6
(Contributi per avvio di attività produttiva)
1. Nei limiti e secondo le forme di cui al Regolamento (CE)
n. 1998/2006, ai lavoratori calabresi rimpatriati che abbiano prestato attività
lavorativa all'estero per almeno cinque anni, la Regione concede un contributo
in conto capitale sino al 50 per cento della spesa ammissibile e per un importo
comunque non superiore a 25.000,00 euro per l'avvio di attività produttive
individuali, associate o cooperativistiche, nei settori artigiano, agricolo,
commerciale, industriale, turistico, peschereccio e dei servizi fino a
concorrenza delle risorse disponibili.
2. I contributi di cui al comma 1 saranno riconosciuti a
condizione che gli stessi si riferiscano ad attività per le quali il
rimpatriato dimostri di aver acquisito una significativa esperienza nel paese
di provenienza.
3. Il contributo di cui al comma 1 è concesso dalla Regione
con apposito bando annuale.
4. La Giunta regionale stabilisce le modalità ed i termini
per la presentazione delle domande, per la determinazione della spesa ammessa,
per la concessione e la erogazione del contributo, nonché i criteri per la
determinazione della misura degli interventi di cui al comma 1.
Art. 7
(Assegni e borse di studio - convenzioni e accordi
internazionali -
Inserimento scolastico)
1. La Regione, sentita la Consulta regionale dei calabresi
all'estero, istituisce assegni e borse di studio in favore dei discendenti
residenti all'estero dei lavoratori emigrati, per la frequenza, nella regione,
di scuole di istruzione superiore e di corsi universitari e di specializzazione
post-universitari.
2. La Giunta regionale stabilisce le modalità ed i termini
per la presentazione delle domande, per la determinazione della spesa ammessa,
per la concessione e l'erogazione dei contributi, nonché i criteri per la
determinazione della misura degli interventi di cui al comma 1.
3. Nel rispetto della normativa statale, la Regione può
erogare contributi nell’ambito di convenzioni e accordi internazionali fra le
istituzioni scolastiche e universitarie della Calabria e le omologhe esistenti
all'estero, dove risiedono significative comunità di origine calabrese per la
realizzazione di iniziative di scambi scientifici e culturali di studenti e
docenti.
4. Per agevolare l'inserimento nell'ordinamento scolastico
nazionale e la frequenza alla scuola dell'obbligo dei ragazzi rimpatriati, la
Regione, in concorso con i programmi nazionali ed europei e con gli Enti
locali, istituti ed organizzazioni che operano nel settore scolastico e in
quello dell'emigrazione, organizza:
a) corsi di recupero linguistico;
b) corsi di lingua e cultura italiana.
Art. 8
(Iniziative e attività culturali)
1. La Regione favorisce iniziative e attività culturali
dirette a conservare e a tutelare fra le comunità calabresi nel mondo il valore
dell’ identità del paese di origine e a rinsaldare i rapporti con la Calabria.
2. Tali iniziative, fra le quali l'insegnamento della lingua
e cultura italiana, possono essere assunte anche in concorso con altre Regioni,
amministrazioni pubbliche, istituti italiani di cultura, associazioni
dell'emigrazione e altre istituzioni culturali.
3. Analoghe iniziative possono essere promosse fra le
collettività calabresi stabilitesi in altre Regioni d'Italia in collaborazione
con le locali associazioni e circoli calabresi.
Art. 9
(Attività promozionali)
1. La Regione, in Calabria, nei luoghi all'estero e in
Italia ove maggiore è la presenza di cittadini di origine calabrese, con il
concorso e la collaborazione delle loro associazioni, favorisce iniziative e
attività culturali finalizzate a preservare, tra gli emigrati ed i loro
discendenti, il valore dell'identità della terra d'origine, e a rinforzare i
rapporti sociali, culturali ed economici con la Calabria.
2. A tal fine la Regione promuove e favorisce la
realizzazione, nei paesi di emigrazione, di iniziative a favore della
collettività di origine calabrese, con particolare riguardo ai giovani
discendenti, volte a far conoscere la storia, la cultura, le tradizioni e la
realtà attuale della Calabria.
Art.
10
(Turismo etnico-identitario.
Investimenti produttivi)
1. Nel quadro di una azione organica diretta al rilancio
dell'immagine della Calabria, la Regione, con il coinvolgimento attivo
dell'associazionismo calabrese all'estero, incentiva iniziative idonee a
favorire un rinnovato interesse, specie da parte delle nuove generazioni, alla
scoperta del patrimonio turistico, culturale, artistico e naturale della terra
d'origine.
2. Sono altresì adottati gli interventi opportuni per far
conoscere nei paesi esteri di residenza dei corregionali le nuove opportunità
che si presentano in Calabria per l'effettuazione di investimenti nel campo
dell'economia, della cultura e del turismo.
3. La Regione, nel rispetto degli articoli 34, 35 e 36 del
Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea, adotta provvedimenti mirati a
promuovere l'offerta turistica e la commercializzazione dei prodotti tipici
calabresi fra le collettività dei corregionali all'estero, nonché a suscitare
l'interesse degli operatori economici stranieri per investimenti produttivi in
Calabria.
4. D'intesa con le autorità locali e nel rispetto della
normativa statale, la Regione provvede alla stipula di accordi con Paesi, enti,
organismi esteri finalizzati allo sviluppo dei rapporti economici culturali e
turistici.
Art.
11
(Informazione)
1. La Regione, ritenendo la comunicazione e l'informazione
mezzo fondamentale per alimentare e mantenere vivo il rapporto dei calabresi
all’estero con la realtà regionale, provvede anche conferendo specifici
incarichi professionali:
a) alla edizione, redazione, pubblicazione e diffusione, di
un periodico diretto ad informare i calabresi all'estero sulla attività
legislativa ed amministrativa dell'ente, sulla realtà economica, sociale e
culturale della Calabria e su quanto di interesse per i corregionali all'estero;
b) alla diffusione telematica tra le comunità dei calabresi
all'estero di pubblicazioni a carattere multimediale;
c) alla divulgazione di opere particolarmente significative
di autori calabresi;
d) alla realizzazione di un portale web dedicato alle politiche
regionali per l'emigrazione e all'incontro telematico tra calabresi residenti
in Calabria, in Italia e all'estero ed i loro discendenti.
Art.
12
(Riconoscimenti per produzioni artistiche,
bibliografiche e audiovisive)
1. La Regione incoraggia e riconosce iniziative di
particolare rilevanza sulle tematiche delle migrazioni quali: tesi di laurea,
ricerche, opere multimediali, opere d'arte e dell'ingegno prodotte da calabresi
residenti in Italia o all'estero.
Art.
13
(Riconoscimenti ai cittadini di origine calabrese
residenti all'estero -
Premio Calabria nel mondo)
1. Il Presidente della Giunta regionale conferisce attestati
di benemerenza ai cittadini di origine calabrese che hanno operato all'estero
per oltre trenta anni, onorando il nome della Calabria.
2. E' istituito, per i fini di cui al comma 1, il premio
Calabria nel Mondo. Il premio, di carattere onorifico, ha cadenza annuale e può
essere articolato in sezioni. Le segnalazioni sono libere e sono indirizzate
all'Ufficio emigrazione presso la Regione.
3. Il premio Calabria nel Mondo è conferito a persone,
fisiche o giuridiche, comunità o associazioni che si siano affermate all'estero
o che abbiano significativamente dato lustro alla Calabria nel campo della
cultura, delle scienze, dell'imprenditoria, dell'attività pubblica dei valori
sociali.
4. La Giunta regionale stabilisce, con proprio regolamento,
i criteri di selezione dei candidati al premio e le modalità per le
segnalazioni.
5. L'attribuzione del riconoscimento è decisa da apposita
Commissione formata da nove membri e costituita, per ciascuna edizione del
premio, come segue:
a) il Presidente della Giunta regionale che la presiede o
suo delegato;
b) il Presidente della Fondazione calabresi nel mondo di cui
all’articolo 25;
c) due componenti designati dalla Consulta regionale;
d) quattro componenti designati secondo i criteri demandati
ad apposito regolamento di Giunta regionale.
6. La segreteria della Commissione è assicurata dall'Ufficio
emigrazione.
7. La consegna del riconoscimento è effettuata ai premiati
in occasione di apposita cerimonia, da tenersi preferibilmente nel periodo
estivo, alla presenza delle principali autorità calabresi.
8. Il riconoscimento consiste in un diploma di onore ed in
una opera di alto valore simbolico appositamente realizzata per manifestare
degnamente il rilievo ed il valore morale del premio.
Art.
14
(Giornata dell'emigrante calabrese nel mondo)
1. La Regione istituisce la ricorrenza denominata: “Giornata
dell'emigrante calabrese nel mondo”.
2. La giornata si svolge ogni anno in un Paese differente
ove sono presenti Consultori, secondo un calendario stabilito dalla Consulta
dei calabresi nel mondo.
3. La ricorrenza coincide normalmente con il 2 aprile,
giorno di San Francesco da Paola, e consiste in una festa nella quale vengono
celebrati la cultura ed i valori dell'identità calabrese.
4. L'organizzazione della giornata è a cura delle
associazioni o delle federazioni di associazioni presenti nel Paese ospitante.
TITOLO
III
Associazionismo
Art.
15
(Associazionismo - Registro delle associazioni,
federazioni e
confederazioni, circoli, enti e istituzioni)
1. La Regione riconosce le associazioni, gli enti e le
istituzioni che abbiano una sede nel proprio territorio, che abbiano almeno
duecento iscritti, e che svolgano attività culturale, ricreativa ed
assistenziale da almeno un anno con carattere di continuità e senza fini di
lucro, a favore dei cittadini calabresi all'estero e dei loro familiari.
2. La Regione riconosce, altresì, le associazioni ed i
circoli senza fini di lucro e le aggregazioni in federazioni e confederazioni
su base locale di cittadini di origine calabrese residenti in altre regioni
d'Italia che abbiano almeno cinquanta iscritti, e all'estero e ne sostiene
l'attività sociale e promozionale, secondo modalità e termini stabiliti dal
competente Settore.
3. Presso l'ufficio competente per i problemi
dell'emigrazione è istituito il Registro delle associazioni, enti, istituzioni,
circoli, federazioni e confederazioni, di cui ai commi 1 e 2. Il Registro può
essere articolato in sezioni distinte per categoria.
4. Il Registro di cui al comma 3 è soggetto a revisioni
biennali, al fine di verificare la permanenza dei requisiti necessari per il
mantenimento dell'iscrizione. All'uopo, associazioni, circoli, federazioni e
confederazioni iscritte, presentano ogni due anni al Settore competente gli
aggiornamenti della documentazione già presentata in fase di iscrizione.
5. In quanto compatibili, si applicano le disposizioni di
cui all’ articolo 16.
Art.
16
(Confederazioni, federazioni e associazioni dei
calabresi
residenti all’estero)
1. La Regione promuove, riconosce e sostiene
l'associazionismo calabrese all'estero, purché senza fini di lucro, quale
strumento fondamentale per la tutela dell'identità e della cultura d'origine e
per il mantenimento e la valorizzazione dei rapporti con la società calabrese,
raccomandando, sulla scorta di altre positive esperienze, di preferire la
componente organizzativa federativa, al fine di agevolare l'interrelazione con
la Regione.
2. Di norma, in ogni paese estero per il quale è previsto il
Consultore di cui all’articolo 23, le singole associazioni calabresi possono
costituirsi in federazione. In ogni continente le federazioni possono
costituirsi in confederazione. La federazione ha estensione nazionale. La
confederazione ha estensione continentale.
3. Il Presidente della Giunta regionale o suo delegato, per
eccezionali casi di inconciliabilità con i vincoli geografici dettati dalle
disposizioni di cui al comma 2, per motivi di peculiarità territoriale di Paesi
e/o continenti interessati, a domanda può autorizzare, in deroga al comma 2, la
costituzione di più federazioni all'interno dello stesso Paese.
4. Le confederazioni, federazioni e associazioni, a domanda
sono iscritte al Registro di cui al precedente articolo 15. La domanda deve
essere corredata da:
a) copia autenticata dell'atto costitutivo e dello statuto;
b) indicazione dell'organismo direttivo, del presidente o
legale rappresentante e della sede;
c) elenco dei soci vidimato dall'autorità consolare
competente per territorio, ovvero dichiarazione del Consultore attestante
attività e consistenza dell'organismo richiedente.
5. Le confederazioni, federazioni e singole associazioni,
ciascuna nell'ambito territoriale di propria competenza, coordinano e
realizzano le iniziative e le manifestazioni dei calabresi all'estero, di
concerto con i propri rappresentanti nella Consulta regionale di cui
all’articolo 17, secondo le modalità di cui all'articolo 18. Ad essi, previo
parere del Comitato Direttivo della Consulta di cui all’articolo 21, possono
essere concessi:
a) contributi annuali per le spese di funzionamento
sostenute e documentate, nella misura massima di euro 1.000,00 e comunque fino
a concorrenza delle risorse disponibili;
b) contributi per attività e progetti sociali, culturali,
formativi e promozionali riconosciuti qualificanti, nella misura massima di
euro 2.000,00 e comunque fino a concorrenza delle risorse disponibili.
6. Le domande di contributo inerenti le attività da
svolgersi nell'anno solare di riferimento, debitamente documentate, devono
pervenire al competente Settore entro il 28 febbraio di ogni anno, corredate, a
pena di esclusione d’ufficio, dalla seguente documentazione:
a) programma delle attività per le quali si richiede il
contributo;
b) bilancio preventivo comprensivo di entrate e spese,
sottoscritto dal legale rappresentante dell'associazione e contenente gli
estremi di approvazione da parte degli organi statutari;
c) attestazione del numero dei soci.
7. Alle associazioni iscritte nel Registro di cui
all'articolo 15, e che aderiscono alla federazione di riferimento territoriale,
viene riconosciuto il diritto di precedenza nell'erogazione dei contributi
regionali, rispetto alle associazioni non federate. Il medesimo diritto è
riconosciuto ai contributi richiesti dalle federazioni.
8. Le spese relative ai contributi erogati sono rendicontate
con idonea documentazione giustificativa vidimata dai rispettivi Consultori.
TITOLO
IV
Organismi
Art.
17
(Consulta regionale dei calabresi all’estero)
1. Per l'attuazione delle finalità di cui alla presente
legge la Regione si avvale della Consulta regionale dei calabresi all'estero
con sede presso il Settore competente.
2. La Consulta regionale dei calabresi all'estero è organo
consultivo e propositivo della Regione Calabria. E’ composta da:
a) il Presidente della Giunta regionale o suo delegato, che
la presiede;
b) il Presidente della Commissione Consiliare competente in
materia di Politiche Comunitarie e Relazioni Esterne;
c) un rappresentante delle Camere di Commercio, industria e
artigianato, designato da Unioncamere regionale;
d) un rappresentante delle Amministrazioni provinciali,
designato dall'Unione Province d'Italia (UPI) regionale;
e) un rappresentante designato dall'Associazione Nazionale
dei Comuni d'Italia (ANCI) regionale;
f) un rappresentante delle Organizzazioni Sindacali
maggiormente rappresentative, designato d’intesa dai rispettivi organi
regionali;
g) un rappresentante della Direzione generale per gli
italiani all'estero e le politiche migratorie, designato dalla stessa;
h) tre rappresentanti di Associazioni, Enti e Istituzioni
dell'emigrazione, di cui all’ articolo 15, comma 1, iscritte nell'apposito
Registro, designati dalle stesse;
i) trentadue cittadini calabresi residenti da almeno cinque
anni all'estero, designati dalle rispettive Associazioni, Federazioni e
Confederazioni iscritte al Registro di cui all’articolo 15, secondo la
proporzione di seguito indicata e nel rispetto del settimo comma dell’articolo
117 della Costituzione Italiana:
(Paesi di residenza dei
calabresi all'estero)
(Numero dei Consultori da
nominare)
BELGIO 1
FRANCIA 1
GERMANIA 1
GRAN BRETAGNA 1
SVIZZERA 1
AUSTRALIA 4
ARGENTINA 4
COLOMBIA 1
BRASILE 4
CILE 1
URUGUAY 1
CANADA 4
USA 4
VENEZUELA 1
SUD AFRICA 1
GIAPPONE 1
MALTA 1
TOTALE 32
l) diciassette giovani residenti all'estero, discendenti di
calabresi, con età inferiore ai trentasei anni designati dalle rispettive
Associazioni, Federazioni e Confederazioni iscritte al Registro di cui
all’articolo 15, secondo la proporzione di seguito indicata e nel rispetto del
settimo comma dell’articolo 117 della Costituzione Italiana:
(Paesi di residenza dei
calabresi all'estero)
(Numero dei giovani consultori
da nominare)
BELGIO 1
FRANCIA 1
GERMANIA 1
GRAN BRETAGNA 1
SVIZZERA 1
AUSTRALIA 1
ARGENTINA 1
COLOMBIA 1
BRASILE 1
CILE 1
URUGUAY 1
CANADA 1
USA 1
VENEZUELA 1
SUD AFRICA 1
GIAPPONE 1
MALTA 1
TOTALE 17
m) tre cittadini calabresi o discendenti di calabresi
residenti fuori regione nel territorio nazionale, dove maggiore è la presenza
di calabresi ivi residenti, designati dalle Associazioni competenti, tenendo
conto del settimo comma dell’articolo 117 della Costituzione Italiana:
n) ove gli organismi di cui alle lettere i) e l) non abbiano
designato consultori o li abbiano designati in modo non conforme ai loro
statuti, la Regione si avvale delle segnalazioni avanzate dalle rappresentanze
diplomatiche e dagli uffici consolari e, ove costituiti, dai comitati italiani
all’estero (COMITES) di cui alla legge 23 ottobre 2003, n. 286 (Norme relative
alla disciplina dei Comitati degli italiani all’estero).
Art.
18
(Costituzione e funzionamento)
1. Il Presidente della Giunta regionale, all'inizio di ogni
legislatura ed entro sessanta giorni dall'insediamento della stessa,
costituisce con decreto la Consulta regionale dei Calabresi all’estero che dura
in carica fino alla scadenza del Consiglio regionale, salvo revoca del mandato.
2. Il Presidente della Giunta regionale provvede, con
proprio decreto, alla nomina ed alla sostituzione dei componenti della
Consulta. La nomina a Consultore è consentita non oltre due volte consecutive.
3. Le designazioni dei Consultori da parte delle
associazioni, federazioni e confederazioni sono effettuate entro trenta giorni
dalla richiesta. Trascorso tale termine la Consulta sarà costituita sulla base
delle designazioni ricevute, sempre che sia assicurata la nomina della
maggioranza dei componenti e fatte comunque salve le successive integrazioni.
4. La Consulta elegge in seno ad essa due vice Presidenti ed
il Comitato direttivo di cui al successivo articolo 21.
5. Le funzioni di segretario sono esercitate da un dipendente
appartenente alla struttura competente per i problemi dell'emigrazione di
categoria e di livello non inferiore a D1.
6. Le riunioni della Consulta sono valide se ad esse
partecipa la maggioranza dei componenti in carica, in prima convocazione, ed almeno
un quarto dei componenti in carica, in seconda convocazione.
7. Tre assenze consecutive non giustificate comportano la
decadenza automatica da membro della Consulta.
8. Le deliberazioni della Consulta sono adottate a
maggioranza semplice dei presenti e votanti.
9. La Consulta è convocata di norma ogni anno e ogni
qualvolta lo richieda almeno un terzo dei componenti in carica.
10. La Consulta può riunirsi anche in sede e località
diverse da quelle istituzionali.
11. La Consulta può costituire, in seno ad essa, commissioni
d'area sub-continentale e gruppi di lavoro per l'esame di specifici problemi e
per lo svolgimento di indagini e ricerche di studio. Tali organismi si
riuniscono, con cadenza quadrimestrale, anche attraverso videoconferenza.
12. Ogni qualvolta sia ritenuto utile, il Presidente può
autorizzare la partecipazione alle sedute della Consulta di rappresentanti di
amministrazioni, enti ed associazioni interessati agli argomenti in esame,
nonché esperti appositamente nominati, senza diritto di voto.
13. Il numero degli esperti nominati dal Presidente non può
superare il 30 per cento del numero dei componenti la Consulta.
14. Ogni attività e iniziativa assunta dai calabresi
all'estero, è concertata insieme al consultore che si avvale della collaborazione
di eventuali esperti e Presidenti federali e confederali, a pena di esclusione
con preclusione tassativa di qualsiasi intervento finanziario regionale
afferente manifestazioni che non siano state organizzate attraverso i
Consultori ovvero gli esperti e Presidenti federali ritualmente riconosciuti.
La Regione individua i Consultori, gli esperti e i Presidenti federali quali
unici interlocutori istituzionali, cui fanno capo tutte le associazioni,
circoli, club, ecc., dei calabresi, ai fini della erogazione dei contributi
della presente legge.
Art.
19
(Compiti della Consulta)
1. La Consulta regionale dei calabresi all’estero ha i
seguenti compiti:
a) esprimere parere sui programmi di interventi e sulla
ripartizione annuale della spesa di funzionamento di cui all’articolo 28,
nonché sui relativi criteri di applicazione;
b) promuovere studi e ricerche su materie riguardanti le
comunità calabresi nel mondo;
c) formulare proposte per interventi di formazione
professionale, nonché di aggiornamento, di riconversione e di riqualificazione,
a favore dei lavoratori rimpatriati;
d) avanzare proposte in ordine alla convocazione di
conferenze regionali, interregionali e internazionali sui problemi
dell'emigrazione;
e) proporre nuovi interventi di carattere culturale, sociale
e di solidarietà in favore degli emigrati, dei rimpatriati, e delle loro
famiglie;
f) formulare proposte sui principi generali cui debbono
attenersi le Confederazioni, le Federazioni e le Associazioni dei calabresi
residenti all'estero nella redazione dei rispettivi statuti;
g) esprimere parere sulla istituzione di assegni e borse di
studio di cui all'articolo 7;
h) collaborare nello svolgimento delle iniziative
commerciali aventi come parte principale l'Istituto nazionale per il commercio
estero, ovvero le Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura e
le altre forme associative dell'imprenditoria calabrese;
i) creare una banca dati identificativa di imprenditori,
professionisti, artigiani, ecc., di identità calabrese fra emigrati e loro
discendenti al fine di interscambi, sviluppo di attività economiche, promozione
di più ampie relazioni fra la Calabria ed i calabresi all'estero;
j) contribuire all'elaborazione della legislazione
regionale, economica e sociale avente riflessi sul mondo dell'emigrazione.
Art.
20
(Bilancio della Consulta)
1. La Consulta provvede al proprio funzionamento e
all'adempimento dei propri compiti con:
a) lo stanziamento annuale disposto dalla Regione Calabria,
iscritto nella pertinente unità previsionale di base dello stato di previsione;
b) gli eventuali finanziamenti disposti da altre
amministrazioni locali, nazionali e comunitarie;
c) gli eventuali contributi disposti dai Paesi e dai privati
ove hanno sede i Consultori.
2. La Consulta redige un bilancio ed una relazione annuale
programmatica da allegare al bilancio preventivo della Regione, nonché un
bilancio ed una relazione annuale sulle attività svolte, da allegare al
rendiconto consuntivo della Regione.
Art.
21
(Comitato direttivo della Consulta)
1. Il Comitato direttivo della Consulta è composto dal
Presidente della Consulta, che lo presiede, da due vice Presidenti e da otto
componenti eletti dalla Consulta, in seno ad essa, secondo i criteri e modalità
di elezione di cui all’articolo 22.
2. La durata in carica del Comitato coincide con quella
della Consulta.
3. Le riunioni si svolgono prevalentemente o preferibilmente
mediante videoconferenza. In tal caso, il Presidente deve verificare la
presenza del numero legale, identificando personalmente ed in modo certo tutti
i partecipanti collegati in videoconferenza ed assicurarsi che gli strumenti
audiovisivi consentano a tutti i partecipanti di seguire, in tempo reale, la
discussione ed intervenire nella trattazione degli argomenti, garantendo la
contestualità dell’esame e della deliberazione. A ciascun partecipante,
inoltre, dovrà essere garantita, tramite la predisposizione degli strumenti
idonei, la possibilità di ricevere, trasmettere e visionare documenti. In tal
caso, la riunione si considera tenuta nel luogo in cui si trovano il Presidente
ed il Segretario, incaricato della redazione del verbale.
4. Il Comitato cura le attività ed assolve le funzioni
delegate dalla Consulta e può essere sentito su ogni particolare aspetto
relativo all'attuazione ed alla gestione della presente legge.
5. Il Comitato, in particolare:
a) sulla base dello stanziamento del bilancio regionale,
esprime parere sul piano degli interventi di cui all'articolo 27, nonché i
criteri per la concessione dei contributi alle associazioni;
b) cura i rapporti con gli Enti locali, regionali e statali,
e con le associazioni interessate ai problemi dell'emigrazione;
c) esprime pareri, richiesti in via d'urgenza alla Consulta,
salvo ratifica della stessa, nella sua prima seduta successiva;
d) svolge, su specifica delega, funzioni di rappresentanza
della Consulta;
e) propone l'effettuazione di convegni, incontri, seminari,
indagini ed altre iniziative interessanti il settore;
f) esprime parere obbligatorio, entro trenta giorni dalla
istanza, sulle richieste di contributo presentate ai sensi dell'articolo 16,
comma 5, lettere a) e b). Se il parere non perviene entro il termine stabilito,
la richiesta si intende approvata.
6. Le sedute sono convocate dal Presidente con almeno venti
giorni di preavviso riducibili a cinque in caso di urgenza. Alla lettera o alla
e-mail di convocazione è allegata copia dell'ordine del giorno. Le
sedute sono valide se è presente, in prima convocazione, almeno la metà più uno
dei componenti. In seconda convocazione, è sufficiente la presenza di un terzo
dei componenti. Le decisioni sono assunte a maggioranza semplice dei presenti e
votanti, in caso di parità il voto del Presidente è determinante per la
decisione.
7. Il Presidente, quando lo ritiene utile, può far
intervenire alle sedute, senza diritto di voto, rappresentanti di
amministrazioni ed enti interessati ai problemi del settore, dirigenti
regionali ed esperti.
8. Il segretario della Consulta verbalizza le sedute.
Art.
22
(Elezione dei vice Presidenti e del Comitato direttivo)
1. Nella seduta di insediamento della Consulta sono eletti:
a) due vice Presidenti, di cui uno eletto tra i consultori
junior;
b) otto componenti del Comitato direttivo della Consulta, di
cui sei residenti all’estero, e tra questi tre consultori junior, e due
residenti in Italia;
2. Per la elezione di ciascun vice Presidente, i Consultori
possono esprimere una sola preferenza. Risultano eletti i due Consultori che
hanno ottenuto il maggior numero di voti.
3. Per la elezione del Comitato direttivo, ogni Consultore,
in due distinte votazioni, potrà esprimere sino ad un massimo di tre preferenze
per eleggere due consultori senior ed uno consultore junior residenti
all'estero ed una preferenza per eleggere i consultori residenti in Italia.
Risultano eletti i Consultori che avranno ottenuto il maggior numero di voti.
4. Alle elezioni partecipano tutti i componenti della
Consulta.
Art.
23
(Consultori all'estero)
1. Per la definizione e l'attuazione degli interventi a
favore dei calabresi all'estero, la Regione si avvale della collaborazione di
Consultori, scelti ai sensi dell'articolo 17 fra persone aventi i requisiti di
cui all'articolo 3 con esperienze nell'ambito dell'associazionismo fra
emigrati, degli organismi rappresentativi dell'emigrazione calabrese, del
volontariato, del lavoro, delle professioni e della cultura.
2. Per la scelta dei consultori possono avanzare
segnalazioni gli organismi associativi, di primo e di secondo grado di cui
all'articolo 16, le rappresentanze diplomatiche e gli Uffici consolari e, ove
costituiti, i Comitati italiani all'estero (COMITES) di cui alla legge 23
ottobre 2003, n. 286 (Norme relative alla disciplina dei Comitati degli
italiani all’estero).
3. Le segnalazioni sono effettuate entro sessanta giorni
dall'insediamento della Giunta regionale. Trascorso tale termine, il Presidente
nomina i Consultori sulla base delle segnalazioni pervenute e, in mancanza, il
Presidente provvede, comunque, alla nomina dei consultori.
4. La competenza del Consultore è riferita al territorio o
parti del territorio nel suo Paese di residenza, sentiti gli organismi
associativi iscritti al registro di cui all'articolo 15, comma 3 e, ove
occorra, può essere estesa ad altri paesi.
5. Della nomina dei consultori è data comunicazione al
Ministero degli Affari esteri, Direzione generale per gli italiani all'estero e
le politiche emigratorie, al Consiglio generale degli italiani all'estero
(CGIE) e alle rappresentanze diplomatiche e consolari italiane nei paesi
rientranti nell'area di competenza dei Consultori stessi.
6. L'attività dei Consultori è svolta a titolo di
volontariato ed è coordinata dal Settore competente.
7. Il Consultore all'estero, d'intesa con gli Organismi
associativi locali, coordina tutte le attività e le richieste di contributi
delle singole associazioni, delle federazioni e delle confederazioni e si
raccorda, altresì, con i membri eletti del locale COMITES.
Art.
24
(Compiti del Consultore)
1. Il Consultore è il referente della Regione nell'area di
competenza assegnategli in cui rappresenta le esigenze e le istanze delle
collettività calabresi ed opera su mandato della Regione per la realizzazione
delle finalità di cui alla presente legge. In particolare:
a) mantiene i rapporti con gli emigrati calabresi e con le
loro associazioni, con gli organismi rappresentativi dell'emigrazione italiana,
con le autorità locali, con le rappresentanze diplomatiche, con gli uffici
consolari italiani e con gli istituti italiani di cultura;
b) contribuisce alla formulazione e all'attuazione degli
interventi della Regione, nonché alla verifica di congruità e di efficacia
degli interventi stessi e delle relative spese da sostenersi all'estero;
c) entro il 31 gennaio di ogni anno presenta al Settore
competente una relazione dettagliata in ordine all'attività svolta e sullo
stato delle collettività calabresi che rappresenta.
2. Il Consultore ha diritto di conoscere, presso gli
Assessorati, i Dipartimenti ed i Settori della Regione, gli Enti Strumentali e
le Fondazioni regionali, le iniziative, i progetti e le attività che esse
svolgono o intendono svolgere all'estero.
Art.
25
(Fondazione dei calabresi nel mondo)
1. La Regione Calabria, in attuazione dei propri principi
statutari e nel rispetto delle proprie competenze, anche con riferimento agli
aspetti richiamati nella presente legge, in quanto coerenti, si avvale della
Fondazione dei calabresi nel mondo, organismo in house per la programmazione,
l'attuazione e la gestione, anche a valere sulle risorse finanziarie della
programmazione operativa cofinanziata dai fondi strutturali comunitari, di
interventi finalizzati allo sviluppo ed al consolidamento delle relazioni
sociali, economiche, produttive, istituzionali e culturali con le comunità di
calabresi residenti all'estero istituite con legge regionale 12 giugno 2009, n.
19 “Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale
e finanziario (Collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2009 –
Articolo 3, comma 4, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8)” e legge
regionale 23 dicembre 2011, n. 47 “Provvedimento generale recante norme di tipo
ordinamentale e finanziario (Collegato alla manovra
di finanza regionale per l’anno 2012 – Articolo 3, comma 4, della legge
regionale 4 febbraio 2002, n. 8)”.
2. La Fondazione non ha scopo di lucro, opera orientando
ogni sua attività alla crescita ed allo sviluppo del territorio calabrese
agendo nell'esclusivo recepimento degli indirizzi strategici ed operativi
emanati dalla Regione Calabria nello svolgimento delle attività previste dal
proprio statuto approvato dalla Giunta regionale.
3. La Fondazione dei calabresi nel mondo presenta alla
Giunta regionale che lo approva, un piano delle attività articolato in azioni
ed interventi.
TITOLO V
Disposizioni finali
Art.
26
(Coordinamento)
1. Il Presidente della Giunta regionale o suo delegato,
d'intesa con gli Assessori al turismo, all'industria, commercio ed artigianato,
assume idonee iniziative commerciali, turistiche e culturali tese al
raggiungimento dei mercati esteri. La Regione sostiene i costi finanziari di manifestazioni
gastronomiche, artigianali e turistico-culturali
anche al fine di favorire ed incrementare il turismo etnico-identitario.
Art.
27
(Piano annuale degli interventi)
1. La Giunta regionale, previo parere della Consulta,
sentita la Commissione consiliare competente, approva entro il 31 luglio di
ogni anno, il piano annuale per la realizzazione degli interventi previsti
nella presente legge.
2. Il Piano annuale individua:
a) i criteri e le modalità per l'attuazione degli interventi
da realizzarsi direttamente dalla Regione, mediante forme di partenariato con
altre istituzioni o in collaborazione con le associazioni dotate della
necessaria capacità ed esperienza;
b) la misura, i criteri e le modalità per l'assegnazione dei
contributi alle associazioni e federazioni di cui al Titolo III;
c) le aree geografiche, le modalità organizzative e di
partecipazione dei Consultori inerenti l'attuazione degli interventi;
d) le modalità per la verifica dello stato di attuazione dei
programmi e per l'eventuale revoca dei finanziamenti e contributi.
3. Se la Commissione consiliare non provvede entro trenta
giorni dalla data di acquisizione della richiesta, il parere si intende
favorevolmente acquisito.
4. Con il piano annuale è disposto il riparto di massima
della spesa e sono stabiliti i criteri di attuazione.
5. Gli interventi previsti dalla presente legge sono
deliberati dalla Giunta regionale, su proposta del Presidente o suo delegato ai
problemi dell'emigrazione.
Art.
28
(Spese per il funzionamento della Consulta e della
Fondazione)
1. La Regione provvede alle spese per il funzionamento della
Consulta e del Comitato direttivo, nonché della Fondazione, per l’assolvimento
dei compiti ad essi assegnati dalla presente legge, con i fondi stanziati nelle
unità previsionali di base e nei relativi capitoli del bilancio regionale.
2. La Giunta regionale, annualmente, provvede alla
quantificazione delle risorse necessarie per il funzionamento della Consulta e
della Fondazione individuando, altresì, le tipologie delle spese finanziabili.
3. Ai componenti della Consulta residenti all’estero, per la
partecipazione alle riunioni della Consulta e del Comitato direttivo, nonché
per le missioni svolte nell'ambito della carica di Consultore, è corrisposto un
rimborso spese definito con regolamento della Giunta regionale, da emanarsi
entro sei mesi dall'entrata in vigore della presente legge. Il regolamento
disciplina, altresì, i compensi ed i rimborsi spettanti ai componenti della
Consulta per la partecipazione ad incontri, convegni, seminari e conferenze e
l'ammontare del rimborso delle spese.
Art.
29
(Accertamenti)
1. Il Settore competente per i problemi dell'emigrazione
effettua periodici accertamenti sull'impiego dei fondi erogati ai sensi della
presente legge.
Art.
30
(Norma finanziaria)
1. Agli oneri derivanti dall’applicazione della presente
legge, quantificati per l’anno 2012 in euro 280.000,00, si fa fronte con le
risorse finanziarie allocate all’UPB 6.2.01.06 dello stato di previsione della
spesa del bilancio della Regione.
2. Per gli anni successivi le spese derivanti dalle
disposizioni di cui alla presente legge sono realizzate annualmente nei limiti
degli stanziamenti a tal fine previsti dalla legge di approvazione del bilancio
regionale e dall'apposita legge finanziaria che l'accompagna.
3. Agli oneri di parte corrente derivanti dall’attuazione
dell’articolo 4, quantificati in euro 50.000,00 si provvede, in conformità con
il principio della competenza finanziaria, alla relativa iscrizione nel
bilancio pluriennale 2013-2015. Alla relativa copertura si provvede con
l’utilizzo dei fondi speciali di parte corrente.
Art.
31
(Abrogazioni)
1. Sono abrogate:
1) la legge regionale 9 aprile 1990, n. 17;
2) la legge regionale 29 dicembre 2004, n. 33;
3) la legge regionale 20 luglio 2009, n. 22
4) l’articolo 53 della legge regionale 23 dicembre 2011, n.
47.
Art. 32
1. La presente
legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel
Bollettino Ufficiale della Regione.
“Il Consiglio regionale
premesso
che:
la
Sindrome da Sensibilità Chimica Multipla, in inglese Multiple Chemical Sensitivity
(MCS), secondo la definizione che ne dà il National Institute
of Environmental Health Sciences statunitense, è
una patologia che si manifesta con una progressiva e crescente intolleranza nei
confronti di sostanze chimiche di varia origine, soprattutto se volatili;
la
MCS colpisce molte persone, anche in Calabria, ed è causa di moltissime
patologie disabilitanti che interessano vari sistemi fisiologici;
la
MCS è irreversibile, progressiva e non esiste, al momento, una cura per il
ritorno allo stato originario di tolleranza (stadio 0);
le
cause di questa malattia sono tuttora sconosciute e la comunità medica sta
conducendo diverse ricerche sulle cause e sui possibili strumenti a
disposizione per la diagnosi certa della patologia;
ad
oggi, il sistema sanitario nazionale non prevede alcuna forma di riconoscimento
e non esistono per essa adeguati protocolli clinico-assistenziali;
in
Italia solo quattro amministrazioni regionali hanno riconosciuto la MCS come
malattia rara: Abruzzo, Emilia Romagna, Lazio e Toscana. Successivamente la
Toscana ha revocato il riconoscimento, mentre il Lazio ha emesso linee-guida
per il trattamento di pazienti affetti da MCS e ne ha previsto un Centro di
Riferimento (DGR n. 175 del 22 marzo 2010). Tale centro è stato istituito
presso il Dipartimento di Fisiopatologia Medica del Policlinico Umberto I di
Roma ed è diretto dal Prof. Giuseppe Genovesi. La Regione Emilia Romagna ha
istituito un ambulatorio presso l’Azienda ospedaliera-universitaria
di Bologna che garantisce l’accoglienza, la diagnosi differenziale e la cura
dei pazienti che presentano sintomi di intolleranza a sostanze chimiche, nel
rispetto delle necessarie forme di sicurezza e di garanzia scientifica;
il
DM Sanità del 18.05.2001 n. 279, ha approvato il Regolamento di istituzione
della rete nazionale delle malattie rare;
la
Deliberazione della Giunta regionale 4 agosto 2003, n. 610, ha istituito la
Rete Regionale per la prevenzione, la sorveglianza, la diagnosi e la terapia
delle malattie rare;
la
Deliberazione della Giunta regionale del 30 maggio 2008, n. 389, ha approvato
il Progetto Regionale di Istituzione ed attivazione del Registro Regionale
delle Malattie Rare (RRMR);
la
Deliberazione della Giunta regionale del 20 maggio 2011, n. 178 e la successiva
Deliberazione n. 57 del 16 febbraio 2012 hanno aggiornato la Rete Regionale per
la prevenzione, la sorveglianza, la diagnosi e la terapia delle Malattie Rare;
Impegna
la
Giunta regionale a riconoscere lo status di “malattia rara” alla sensibilità
chimica multipla (MCS);
a
istruire le unità di pronto soccorso al fine di adottare il protocollo di
accoglienza e di pronto soccorso per garantire i Livelli di Assistenza anche a
chi è affetto da MCS;
a
prevedere misure di sostegno per la realizzazione di prestazioni e servizi
assistenziali a favore dei soggetti affetti da MCS.”