IX^ LEGISLATURA

 

RESOCONTO INTEGRALE

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47.

 

SEDUTA DI LUNEDÌ 24 SETTEMBRE 2012

 

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FRANCESCO TALARICO E DEL VICEPRESIDENTE ALESSANDRO NICOLÒ

 

Presidenza del Presidente Francesco Talarico

La seduta inizia alle 18,24

PRESIDENTE

La seduta è aperta, si dia lettura del verbale della seduta precedente.

(E’ approvato)

Giovanni NUCERA, Segretario Questore

Legge il verbale della seduta precedente.

(E’ approvato)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Legge le comunicazioni presentate alla Presidenza.

(Sono riportate in allegato)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 194/9^ d’Ufficio, recante: “Temporanea sostituzione del consigliere Antonio Rappoccio, in atto sospeso dalla carica, con il consigliere Aurelio Maria Antonio Chizzoniti (articolo 15, comma 4 bis, legge regionale 19 marzo 1990, numero 55)”

PRESIDENTE

Si passa al primo punto all’ordine del giorno che recita proposta di provvedimento amministrativo numero 194/9^ d’Ufficio, recante: “Temporanea sostituzione del consigliere Antonio Rappoccio, in atto sospeso dalla carica, con il consigliere Aurelio  aria Antonio Chizzoniti (articolo 15, comma 4 bis, legge regionale 19 marzo 1990, numero 55)”.

Do lettura del provvedimento: “Il Consiglio regionale

visto il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri in data 17 settembre 2012 trasmesso dall’Ufficio territoriale del governo di Catanzaro, in data 20 settembre 2012, relativo alla sospensione del signor Antonio Rappoccio dalla carica di consigliere della Regione Calabria a decorrere dal 23 agosto 2012;

atteso che trattasi di sospensione intervenuta ai sensi dell’articolo 15, commi 4 bis e 4 ter della legge 19 marzo 1990, numero 55 e successive modificazioni e della legge 12 gennaio 1994, numero 30;

questo Consiglio regionale ai sensi dell’articolo 3 della citata legge numero 30 del 1994 deve procedere nella prima adunanza successiva alla notificazione del provvedimento di sospensione e, comunque, non oltre 30 giorni dalla predetta notificazione alla temporanea sostituzione del consigliere sospeso affidando la supplenza per l’esercizio delle funzioni di consigliere al candidato della stessa lista che ha riportato, dopo gli eletti, il maggior numero di voti;

considerato che come risulta dalla copia del verbale dell’Ufficio centrale circoscrizionale presso il Tribunale di Reggio Calabria relativo all’elezione del Consiglio regionale della Calabria, anno 2010, nella stessa lista numero 10 avente il contrassegno “Insieme per la Calabria” nella quale è stato eletto il consigliere sospeso, il candidato che ha riportato dopo gli eletti il maggior numero di voti è il signor Aurelio Chizzoniti con cifra individuale 2561;

ritenuto, pertanto, di dover procedere alla temporanea sostituzione del consigliere Antonio Rappoccio affidando la supplenza per l’esercizio delle funzioni di consigliere al signor Aurelio Chizzoniti in conformità delle disposizioni di legge sopra richiamate;

vista la legge 12 gennaio 1994, numero 30 delibera di procedere alla temporanea sostituzione del consigliere Antonio Rappoccio, in atto sospeso dalla carica, affidando la supplenza per l’esercizio delle funzioni di consigliere al signor Aurelio Chizzoniti, candidato che ha riportato, dopo gli eletti il maggior numero di voti con cifra individuale 2.561;

di dare atto che detta supplenza avrà termine con la cessazione della sospensione del consigliere di cui trattasi”.

Pongo in votazione la proposta di provvedimento amministrativo numero 194/9^.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

Invito l’onorevole Aurelio Chizzoniti a prendere posto nei banchi del Consiglio regionale. Al consigliere Chizzoniti vanno gli auguri di buon lavoro a nome di tutta l’Assemblea.

(Il consigliere Aurelio Chizzoniti prende posto tra i banchi dei consiglieri di maggioranza)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

In Conferenza dei capigruppo abbiamo affrontato problematiche che riguardano i costi della politica e la riforma di Arssa e Afor ed abbiamo deciso di non trattare - vista l’ora e considerato che oggi è stata una giornata piena di incontri, di impegni – in questa seduta di Consiglio le interrogazioni a risposta immediata, ma di dedicare nella prossima seduta di giorno 9 ottobre, invece di una, due ore, così da completare tutta la parte che riguarda le problematiche proposte dai consiglieri.

Questo punto all’ordine del giorno, quindi, è aggiornato alla prossima seduta.

Proposta di legge numero 367/9^ di iniziativa del consigliere Talarico F., recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 5 gennaio 2007, n. 1 (Istituzione e disciplina del Consiglio regionale delle Autonomie locali)”

PRESIDENTE

Il primo punto all’ordine del giorno riguarda la proposta di legge numero 367/9^ di iniziativa del consigliere Talarico F., recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 5 gennaio 2007, numero 1 (Istituzione e disciplina del Consiglio regionale delle Autonomie locali)”.

E’ un adempimento obbligatorio che il Consiglio delle autonomie locali dovrà espletare il prossimo ottobre e che riguarda il parere sul riordino delle Province.

È una modifica legislativa che rende più agevole e veloce il sistema di elezione del Consiglio delle Autonomie locali che, ricordo, è fissato per il prossimo 27 settembre.

Il Consiglio stesso dovrà insediarsi in brevissimo tempo per avere il tempo necessario ad esprimere il parere sulla soppressione e sul riordino delle Province che è previsto per il 3 ottobre,  mentre la Regione dovrà esprimere il medesimo parere entro il 23 ottobre.

Sono 4 articoli che vanno a modificare quel progetto di legge.

Non essendoci richieste di parola, pongo in votazione l’articolato.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 3.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 4.

(E’ approvato)

Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

La Conferenza dei capigruppo all’unanimità ha voluto predisporre una modifica per la seduta odierna che ho già annunciato anche in conferenza stampa. Questa modifica riguarda la dotazione di un sistema di controllo per quanto attiene il finanziamento dei gruppi.

La Conferenza dei capigruppo all’unanimità ha voluto predisporre un testo che riguarda l’affidamento del sistema di controllo sui nove gruppi attualmente presenti all’interno dell’Assemblea ad una società di revisione esterna che sarà individuata attraverso un bando che l’Ufficio di Presidenza provvederà a predisporre nei prossimi giorni.

Il prezzo di questa attività di revisione dei gruppi, l’intera Conferenza ha voluto addebitarlo al finanziamento stesso, quindi non ci sarà un aumento sostanziale delle spese, ma si farà ricorso al plafond relativo al finanziamento dei gruppi.

Accanto a questa iniziativa la Conferenza dei capigruppo, sempre all’unanimità, ha voluto predisporre un ordine del giorno che riguarda, sostanzialmente, due argomenti.

Il primo: prendendo atto del momento si è deciso di procedere ad individuare quali siano le possibili spese da razionalizzare e i tagli da effettuare proseguendo l’attività di riduzione che abbiamo già iniziato; penso ai vitalizi, all’abolizione dei sottosegretari, al finanziamento dei gruppi.

E’ stato deciso che l’Ufficio di Presidenza debba procedere ad effettuare la revisione della spesa. La stessa cosa è stata fatta anche per la Giunta regionale. Il governo regionale dovrà prevedere un risparmio della spesa, tenendo conto della situazione difficile e complessa della nostra economia, del nostro tessuto sociale ed economico.

Proseguiremo con grande attenzione anche alla riduzione del finanziamento ai gruppi per giungere a cifre che abbiano un risultato significativo.

Nella seduta di oggi abbiamo intenzione di ridurre il finanziamento dei gruppi del 10 per cento con l’obiettivo di ottenere risultati significativi nei prossimi anni e nei prossimi bilanci del 2013, del 2014 e del 2015. La nostra idea è di raggiungere, entro questa legislatura, il risultato, naturalmente è difficile, complicato da raggiungere, del dimezzamento dei finanziamenti dei gruppi.

Adesso faremo la spending review e proseguiremo la strada intrapresa dal Consiglio regionale. Naturalmente c’è bisogno della collaborazione di tutti.

Sono molto soddisfatto che su questo argomento non ci sia stata divisione politica tra maggioranza e minoranza, ma ci sia stata una volontà comune di affrontare questo argomento come impegno prioritario  in Consiglio regionale.

Abbiamo fatto tanti tagli alla politica e continuiamo a farli in una situazione difficile e complicata con un tessuto produttivo regionale molto ridimensionato, ma ci vogliamo riuscire e c’è bisogno della collaborazione di tutti. Ci vorrà del tempo per fare un buon lavoro, lo devono fare il Consiglio regionale e la Giunta regionale; insieme possiamo effettuare un risparmio da destinare ad un settore che ne ha bisogno, come abbiamo fatto qualche mese fa destinando le economie al sociale e all’occupazione Perché no? Anche in questa occasione i risparmi potremmo destinarli al sociale e all’occupazione, la Calabria ne ha veramente bisogno.

Siamo tutti impegnati e determinati a raggiungere questo obiettivo.

Nella giornata di oggi vi sarà l’approvazione del provvedimento approvato e condiviso da tutta la Conferenza dei capigruppo ed anche l’approvazione di un ordine del giorno che provvederemo dopo a distribuire ai colleghi.

Credo, su mandato della Conferenza dei capigruppo, di essere stato esaustivo. Possiamo procedere alla votazione o c’è qualche intervento?

PRESIDENTE

Prego, onorevole Principe.

Sandro PRINCIPE

Presidente, poiché il testo non ci è stato ancora distribuito, è bene - onde arrivare ad un coordinamento formale utilmente partecipato – fare una breve battuta per rafforzare il suo ragionamento che noi abbiamo condiviso.

L’ordine del giorno fa bene ad elencare cosa in questa legislatura si è fatto per ridurre i costi della politica.

La Calabria è sempre una bestia nera da bastonare e anche qualche sprazzo di luce che questa Regione produce non viene mai messo nella giusta considerazione.

Due premesse a nostro avviso, quindi. La prima premessa fa la storia di questo biennio e mezzo e, se è possibile, richiama anche provvedimenti utilmente adottati nella precedente legislatura. Debbo dar atto al Presidente Bova di aver iniziato questo percorso in tempi remoti, perché 7 anni e mezzo in politica sono tempi remoti.

Questo ricordo - perché è sempre un fatto importante il ricordo –  rappresenta la situazione di grande difficoltà che attraversa il Paese e che attraversa la nostra regione.

E’ più che giusto, quindi, che, nel momento in cui abbiamo sofferenze sociali in aumento a causa di una congiuntura economica negativa, questo Consiglio regionale dia il suo contributo per lenirli, nei limiti in cui è possibile - oltre che con provvedimenti legislativi utili e con progetti di utilizzo importante dei fondi strutturali europei - riducendo anche i costi del Consiglio regionale.

Presidente Talarico, nell’ordine del giorno deve essere chiaro che noi le diamo mandato di presentare in tempi rapidissimi un prospetto di una riduzione sostanziosa dei costi complessivi del Consiglio regionale.

In questo quadro, già sin da ora, interveniamo per quanto riguarda le risorse trasferite ai gruppi, certamente con la legge che lei ha illustrato che istituisce una figura tecnica terza di verifica dei conti, ma anche avviando una riduzione concreta ed un progetto di riduzione che abbracci l’intera legislatura.

Noi abbiamo inteso nella discussione in Conferenza dei capigruppo ricordare – e questo ricordo lo facciamo in premessa – che già un 10 per cento delle risorse è stato ridotto. Stasera a quel 10 per cento aggiungiamo un altro 10 per cento ed entro la fine della legislatura attuale arriveremo ad un dimezzamento delle risorse assegnate ai gruppi.

Penso che questo debba risultare molto chiaro nell’ordine del giorno. Questo è un mandato che affidiamo a lei insieme all’Ufficio di Presidenza, poi convocherà i capigruppo per confrontarci su questo progetto complessivo di riduzione dei costi del Consiglio, avendo già stabilito il percorso che riguarda i gruppi consiliari.

Nello stesso tempo l’ordine del giorno deve impegnare il Presidente della Giunta e la Giunta. Per la verità in Conferenza dei capigruppo questo nostro percorso mi è sembrato condiviso dal governo e quindi l’ordine del giorno deve impegnare dicendo: al Presidente Talarico diamo mandato di… impegniamo il Presidente Scopelliti e la Giunta a … L’ordine del giorno deve inoltre impegnare la Giunta ad intervenire in tempi rapidi.

Non vado ad una elencazione semplificativa, perché quando si fanno elencazioni si commettono sempre errori. Impegniamo la Giunta a mettere in piedi un programma di riduzione drastica dei costi di funzionamento della macchina regionale.

Mi sono permesso di far questo breve intervento perché, a nostro avviso, l’ordine del giorno deve riflettere questi concetti e naturalmente noi, che abbiamo dato un contributo in Conferenza dei capigruppo per arrivare a questo risultato prendendo atto di una generale volontà di pervenire al risultato stesso, voteremo l’ordine del giorno con grande convinzione.

PRESIDENTE

Non ci sono altre richieste di parola, pertanto passiamo all’esame della proposta di legge numero 373/9^.

Proposta di legge numero 373/9^ di iniziativa dei consiglieri Chiappetta, Bilardi, Dattolo, Serra, Bova, Ciconte, De Masi, Loiero, Principe, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 15 marzo 2002, numero 13 (Testo Unico della struttura e finanziamento dei Gruppi consiliari)”

PRESIDENTE

Pongo, innanzitutto, in votazione l’emendamento protocollo numero 41012, a firma dei capigruppo di maggioranza, relativo alla riduzione del 10 per cento del finanziamento ai gruppi che modifica l’articolo 4, comma 3, e l’articolato che riguarda la costituzione della società di revisione per la verifica dei bilanci dei gruppi che così recita: “Al comma 3 dell’articolo 4 della legge regionale 15 marzo 2002, n. 13 (Testo unico della struttura e finanziamento dei Gruppi consiliari), dopo le parole “in Consiglio” sono inserite le parole “ridotto del 10 per cento sulla quota fissa”.

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ approvato)

L’articolo 1 sostituisce, integrandolo, l’articolo 7 della legge del 15 marzo 2002, numero 13, che riguarda il testo unico sulla struttura e finanziamento dei gruppi consiliari.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso, come emendato, naturalmente con autorizzazione al coordinamento formale.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

(E’ riportata in allegato)

Ordine del giorno numero 73 del 24 settembre 2012 a firma dei consiglieri Chiappetta G., Bilardi G., Dattolo A., Serra G., Bova G., Ciconte V., De Masi E., Loiero A., Principe S., “Sulla riduzione complessiva dei costi della politica”

PRESIDENTE

Si passa adesso all’ordine del giorno numero 73 a firma di tutti i capigruppo “Sulla riduzione complessiva dei costi della politica” di cui do lettura: “Il Consiglio regionale

premesso che:

nel corso di questa Legislatura regionale sono stati approvati provvedimenti legislativi volti a tagliare i costi complessivi del Consiglio regionale (riduzione delle Commissioni permanenti, del finanziamento dei Gruppi, dei consulenti, degli Assessori esterni, abolizione del vitalizio, abolizione dei Sottosegretari, ecc...) in una visione finalizzata a ridurre gli sprechi e le inefficienze e, nel contempo, a migliorare sia la qualità delle attività istituzionali che l'efficacia delle risposte da dare alla società calabrese;

altresì, è fortemente avvertita l'esigenza di dare avvio - in questa fase particolarmente delicata in cui nel Paese soffiano i venti dell'antipolitica e di un populismo i cui tratti esasperati minano alle basi l'architettura stessa della democrazia rappresentativa - ad una ancora più incisiva verifica dei costi della politica, al fine di ottenere ulteriori e corposi risparmi di spesa, peraltro in linea con l'esigenza del contenimento delle uscite, poste quale obiettivo primario da raggiungere nella seconda parte dell'attuale Legislatura;

l'Europa ed il Paese vivono una drammatica crisi economica e sociale, la quale colpisce in particolare modo le aree più svantaggiate del Mezzogiorno come la Calabria, finite in una congiuntura assai difficile sia per ciò che riguarda la difesa dello status quo che per il rilancio di qualsivoglia prospettiva di sviluppo, si ritiene quanto mai necessario finalizzare i notevoli risparmi di spesa, conseguiti attraverso una oculata ed efficace spending review, per interventi in favore delle popolazioni della regione e segnatamente a favore dei giovani;

dà mandato all'Ufficio di Presidenza di verificare, con il massimo rigore, la possibilità di intervenire per realizzare altre riduzioni dei costi di funzionamento dell'Assemblea legislativa e di tutte le sue articolazioni, in particolare concentrando l'attenzione su una rilevante riduzione del finanziamento dei Gruppi consiliari, proseguendo sulla strada intrapresa fin dall'insediamento della IX Legislatura regionale; e, nel contempo, impegna la Giunta regionale ad intraprendere tutte le iniziative, idonee alla razionalizzazione della spesa ed al raggiungimento dei medesimi obiettivi”

Prego, onorevole Principe.

Sandro PRINCIPE

Presidente, abbiamo svolto una discussione approfondita e serena che, per la verità, ha anche esaurito le nostre energie. Devo dire che l’ordine del giorno non mi sembra rifletta quanto ci siamo detti; lo dico con grande modestia e chiedo scusa ai colleghi, sempre che quei principi si condividano, anche per il ragionamento che ho fatto poc’anzi.

Primo punto: questo Consiglio regionale ha provveduto ad approvare, sin dalla legislatura precedente, una serie di provvedimenti che hanno ridotto i costi della politica - e li elencherei-. Secondo punto: per la crisi economica globale della Calabria, la possibilità di una esplosione sociale italiana e, soprattutto, nel Mezzogiorno, dove il tasso di povertà è aumentato, siamo impegnati a metter in piedi, con le poche risorse che possediamo, leggi che vadano in direzione del sociale e a utilizzare meglio i fondi strutturali europei.

Il Consiglio regionale, così come ha fatto nel recente passato, contribuisce ad alleviare, attraverso una riduzione dei costi di funzionamento, questa situazione.

Abbiamo destinato fondi al termalismo, agli stagisti. Abbiamo il problema della famiglia e di quelli che hanno problemi veramente gravissimi dal punto di vista sociale e pensiamo alle famiglie che hanno all’interno soggetti portatori di handicap e quant’altro.

Il Consiglio vuol dare un contributo ad alleviare questo disagio sociale. E come lo dà questo contributo? Arrivando ad una riduzione drastica dei costi di funzionamento del Consiglio stesso. Affidiamo a lei ed all’Ufficio di Presidenza il compito di presentare, nei tempi più rapidi, una proposta.

In questo contesto, stasera, abbiamo ulteriormente ridotto la dotazione dei gruppi di un altro 10 per cento e siamo, quindi, al 10 per cento precedente più l’attuale. Nell’ordine del giorno deve essere chiaro che ci impegniamo, entro l’attuale legislatura, ad arrivare ad un dimezzamento del trasferimento delle risorse ai gruppi, nel momento in cui rafforziamo il tutto con l’approvazione della legge testé licenziata dal Consiglio regionale.

Insieme a questo, impegniamo il Presidente della Giunta regionale e la Giunta regionale stessa a procedere, anche per l’Esecutivo, ad una drastica riduzione dei costi di funzionamento dell’Ente Regione.

L’ordine del giorno deve contenere questo. Affidiamo, quindi, a lei ed all’Ufficio di Presidenza un coordinamento formale che contenga questi elementi chiari che ormai fanno parte della storia degli atti di questo Consiglio regionale.

PRESIDENTE

Onorevole Principe, mi sembra che, leggendo l’ordine del giorno, ci sia scritto questo. Manca “il precedente Consiglio… di proseguire sulla strada che ci siamo dati ormai da tanto tempo”.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Talarico. Ne ha facoltà.

Domenico TALARICO

Signor Presidente, non siamo soddisfatti di quest’ordine del giorno. Riteniamo che, al di là della indicazione, fra l’altro molto generica, di riduzione dei costi, sia necessario intervenire sulla rendicontazione dei fondi attribuiti ai gruppi ed ai consiglieri.

C’è una proposta di legge che è all’esame dell’apposita Commissione, mi pare la prima, presentata dal collega Nucera e, quindi, dalla maggioranza di centro-destra e, dalla stessa maggioranza, fatta cadere con superficialità e leggerezza; è una proposta che andrebbe ripresa, approfondita ed approvata in tempi brevi.

Quella proposta, se non ricordo male, introduce un concetto fondamentale e, forse, ancora più importante della riduzione dei costi, che è la rendicontazione certificata e riguarda il restringimento dei settori a cui si può accedere per alimentare e finanziare l’attività politica ed istituzionale. Se un consigliere è sostanzialmente libero di spendere per qualsiasi cosa, perché la legge, comunque, lo consente -non parlo di cose illegali- e, legalmente, i gruppi possono spendere, avendo a disposizione un’ampia possibilità e se i consiglieri possono spendere, avendo anch’essi un’ampia facoltà di spendere, è opportuno e necessario restringere i campi su cui si può spendere e che effettivamente servono per finanziare l’attività politico-istituzionale.

Chiediamo, signor Presidente, prima ancora della riduzione dei costi, su cui occorre intervenire con maggiore rigore possibilmente indicando anche qualche numero, che ci sia una rendicontazione di natura fiscale per ogni spesa effettuata dal gruppo dei consiglieri.

Potremmo sottoporre anche alla vostra attenzione il regolamento di cui ci siamo dotati come gruppo consiliare di Italia dei valori, fin dall’inizio di questa legislatura, e che prevede rigorosamente che ad ogni spesa venga accompagnata non solo la motivazione della spesa ma anche una documentazione di tipo fiscale.

Questa potrebbe essere una strada per rendere certe, trasparenti ed intelligibili le spese dei consiglieri e dei gruppi e rendere un servizio di trasparenza e pubblicità anche nei confronti di quella opinione pubblica che, in maniera famelica e forse anche fondata, chiede di sapere come spendiamo i soldi dei cittadini.

PRESIDENTE

Nessuno chiede di parlare sull’ordine del giorno che provvederemo a migliorare in sede di coordinamento formale.

Pongo in votazione l’ordine del giorno.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Esame Abbinato:

Progetto di legge numero 261/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Disposizioni in materia di forestazione e di politiche della montagna”;

Progetto di legge numero 262/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Istituzione dell'Azienda Regionale per la Forestazione”

Progetto di legge numero 266/9^ di iniziativa del consigliere Mirabelli, recante: “Costituzione Azienda Regionale per la Forestazione e le politiche della montagna”

E' in discussione una nuova versione: Istituzione dell’Azienda regionale per la Forestazione e le politiche per la montagna e disposizioni in materia di forestazione e di politiche della montagna

PRESIDENTE

Si passa adesso all’esame abbinato:

progetto di legge numero 261/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Disposizioni in materia di forestazione e di politiche della montagna”; Progetto di legge numero 262/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Istituzione dell'Azienda Regionale per la Forestazione”; Progetto di legge numero 266/9^ di iniziativa del consigliere Mirabelli, recante: “Costituzione Azienda Regionale per la Forestazione e le politiche della montagna”.

E' in discussione una nuova versione che reca: “Istituzione dell’Azienda regionale per la Forestazione e le politiche per la montagna e disposizioni in materia di forestazione e di politiche della montagna.”

L’onorevole Imbalzano, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.

Candeloro IMBALZANO, relatore

Signor Presidente, onorevoli colleghi, la proposta di legge, posta oggi all’approvazione di questa Assemblea, scaturisce dalla ineludibile ed urgente necessità di superare una situazione di autentico incaglio che si è venuta a creare dopo l’approvazione della legge regionale di soppressione dell’Afor, la legge numero 9 del 2007, per tante difficoltà sopraggiunte nella fase di definizione della procedura di liquidazione e sulla quale non è il caso di soffermarsi.

Si è, infatti, acquisita la consapevolezza che solo mettendo a sistema funzioni e risorse, definendo principi e regole di buona governance si poteva e si può pervenire ad un positivo e proficuo risultato nell’ottica di una ripresa di efficienza e di efficacia dell’azione pubblica regionale e dello stesso ente.

E’ venuto il momento in cui, pur tra criticità e non poche difficoltà, questo Consiglio regionale deve affrontare comunque un progetto di riforma. Questo Consiglio non può girarsi dall’altra parte adducendo alibi per queste difficoltà, per non affrontarle né può abbandonarsi a tentazioni populistiche in una fase in cui l’antipolitica imperversa. E’ il momento della responsabilità collettiva e nessuno può illudersi che con il quadro economico attuale si possa continuare a far finta di niente.

La montagna, la foresta calabrese, i forestali della nostra regione devono trovare la giusta valorizzazione e intraprendere un percorso virtuoso nell’assoluta garanzia di una loro tutela lavorativa.

Capisco, in questo momento, la posizione della parte più responsabile del sindacato che legittimamente, al di là delle osservazioni e delle critiche mosse alla proposta della Giunta regionale, non può farsi scavalcare da alcuni atteggiamenti aprioristici non giustificabili.

Conosco sindacalisti equilibrati ed intelligenti che difendono senza oltranzismi gli interessi dei lavoratori e sono preoccupati per le prospettive del settore. Ho avuto modo di constatarlo anche nei giorni scorsi nei ripetuti incontri e a questi sindacalisti e a tutti i lavoratori iscritti voglio dire che la Giunta regionale e l’assessore Trematerra e la Commissione, in settimane di duro lavoro, di approfondimenti e di verifiche, hanno licenziato una proposta che ha accolto buona parte delle richieste da loro prospettate nel corso di questi incontri. La proposta, peraltro, è stata ulteriormente migliorata con emendamenti proposti stasera in quest’Aula su fatti assai importati. Di più, in Commissione, nel corso della seduta conclusiva, sono stati accolti significativi emendamenti presentati dalla minoranza e, soprattutto, dai colleghi del Partito democratico, a dimostrazione di una forte apertura della vocazione della maggioranza a rendere la riforma la più condivisibile possibile.

E’ rimasta in piedi la questione, a mio parere troppo enfatizzata, della scelta tra ente pubblico economico e non. Ora non bisogna essere esperti di diritto pubblico dell’economia per chiarire che la questione è, di fatto, un falso problema perché basta fare un semplice approfondimento - ma immagino che tutti l’avranno fatto - per capire che tra ente pubblico economico e non, almeno rispetto alla vicenda Afor, le conseguenze giuridiche sono quasi nulle. Si confonde l’ente pubblico economico con le società per azioni derivate dai vecchi enti pubblici economici delle partecipazioni statali.

Come ho avuto modo di sottolineare più volte, erano enti pubblici economici il vecchio Ente Poste prima della sua trasformazione nell’attuale SpA, l’Enel, l’Ina, le grandi banche pubbliche come Banco di Napoli e Banca nazionale del lavoro (BNL). Gli enti pubblici economici realizzano sì fini pubblici, non si identificano con i fini di lucro delle imprese private; naturalmente, pur non essendo lo scopo di lucro un elemento essenziale di questi enti, è necessario che operino in modo tale che l’attività riesca a coprire i costi dei fattori della produzione impiegati.

Queste cose le ho volute ribadire perché nell’immaginario del lavoratore forestale sta prendendo piede una falsa convinzione strumentalmente inculcata: che si vuole privatizzare il settore. Non è assolutamente vero.

I lavoratori ed i sindacati, in sostanza, devono sapere che la riforma serve a dare un futuro dignitoso, soprattutto ai lavoratori, e una prospettiva vera e seria al comparto. Di questo processo essi sono una parte essenziale oggi ma soprattutto domani e saremo sempre accanto a loro a difendere i giusti diritti dei lavoratori a partire dalla certezza lavorativa. Anche per questo la proposta di legge che vi sottoponiamo è stato oggetto di un approfondito, prolungato e responsabile esame in Commissione ed in successivi incontri con il sindacato a tutti i livelli.

L’iter delle proposte della Giunta regionale è stato, certo, travagliato: c’è stata in Commissione una ampia discussione, aperta e trasparente; sono state affrontate con serietà e responsabilità tutte le criticità, alcune evidenziate dagli uffici del Consiglio regionale ed altre emerse durante gli incontri tecnici avuti con i dipartimenti competenti, altre ancora segnalate durante l’audizione. Vi è stato un ampio carteggio tra i dipartimenti agricoltura e bilancio e tra questi e gli uffici della seconda Commissione al fine di elaborare soluzioni tecniche in grado di favorire la definitiva approvazione della riforma. I contributi forniti e lo sforzo profuso hanno portato all’approvazione in Commissione della proposta di legge nel testo che oggi viene sottoposto alla vostra attenzione con qualche emendamento aggiuntivo che accoglie richieste sindacali praticabili e precisazioni sostanziali in ordine alla parte finanziaria.

Come potete verificare, cari colleghi, l’articolato contiene una serie di disposizioni normative atte a razionalizzare i costi della nuova azienda e, nel contempo, a ripianare la situazione debitoria dell’azienda in liquidazione. Il risultato a cui si è pervenuti, per quanto possibile, è certamente assai apprezzabile.

Ripeto che la riforma è riferita ad un settore rimasto per troppo tempo incagliato. E’ stata posta a suo tempo in liquidazione l’azienda Afor senza tener conto della rilevante massa creditoria che la stessa esponeva nei suoi bilanci nei confronti della Regione. Attenzione, la paventata riduzione dei trasferimenti statali di 160 milioni di euro, che consentono oggi di onorare le obbligazioni giuridiche passive nei confronti del personale Afor, è un problema che si potrà porre indipendentemente dall’approvazione o meno di questa riforma. Queste problematiche permangono sia in presenza di una riforma sia a legislazione vigente. E’ per questo che nella discussione che andremo a fare occorrerà tener conto della notevole difficoltà di risolvere tutti i problemi legati al settore anche se dobbiamo avere la piena consapevolezza che una fase storica è, comunque, in via di esaurimento.

Certamente il testo licenziato dalla Commissione introduce un principio di spending review laddove - lo vedrete nella norma finanziaria - la Regione si confronterà con l’obiettivo di ridurre del 20 per cento la spesa che oggi è sostenuta per il comparto forestale e per le comunità montane, salvaguardando, comunque, le spese obbligatorie per il personale. Questo è il frutto di scelte responsabili e coraggiose che portano ad eliminare le comunità montane e che permetteranno nel tempo di liberare risorse per un’azienda efficiente e gestita con logiche di imprenditorialità e economicità.

E’ prevista, peraltro, la possibilità che molte delle loro funzioni vengano svolte dalle future Unioni dei Comuni montani. Da qui la scelta di corredare questa proposta con la relazione dei dipartimenti regionali competenti che hanno analizzato i punti di forza e di debolezza di una riforma che oggi questo Consiglio può esaminare e su cui è possibile formulare una decisione consapevole sul destino delle foreste, delle montagne e dei forestali calabresi.

Nella qualità di relatore del provvedimento in Aula ho tenuto conto non solo del voto espresso dalla opposizione in Commissione ma anche del merito delle problematiche da loro evidenziate. Mi riferisco, in particolare, alla puntuale definizione dei rapporti di credito e debito tra l’azienda Afor in liquidazione e la Regione Calabria, all’analisi dei flussi finanziari legati agli effetti prodotti dalla riforma sui debiti maturati a valere sul trattamento di fine rapporto del personale ex Afor. Prima di arrivare in Consiglio, non a caso, ho invitato i dipartimenti interessati ad effettuare una ulteriore verifica su questioni che, seppure attengono la procedura liquidatoria della vecchia Afor, possono tuttavia contribuire a pervenire ad una più chiara e consapevole decisione da parte di quest’Aula. Ritengo che il dipartimento agricoltura abbia dato risposte esaurienti sotto questo profilo. L’assessore Trematerra avrà certamente modo di fornire successivamente tutti i chiarimenti sulle risultanze dei lavori svolti e sullo sforzo delle Regioni di ammodernare un settore oggi complessivamente non efficiente e, comunque, non più sostenibile. L’intervento regionale, in sostanza, è diretto a imprimere efficienza ed efficacia all’azione amministrativa, a realizzare consistenti risparmi di spesa, coerenti con quei principi di coordinamento di finanza pubblica che chiamano anche le Regioni a far la loro parte nel più ampio processo di riforma della pubblica amministrazione.

Nel merito dell’articolato licenziato e sottoposto all’esame di quest’Aula l’articolo 1 istituisce la nuova azienda attribuendole la forma giuridica di ente pubblico economico. Essa è munita di personalità giuridica con autonomia patrimoniale, imprenditoriale e finanziaria, soggetta al vincolo del pareggio del bilancio e finanziata attraverso risorse comunitarie, statali e regionali di altri enti, le tariffe ed i corrispettivi per i servizi resi, nonché i proventi derivanti dall’attività economica svolta. Gli articoli 2 e 3 dispongono la soppressione e la liquidazione delle comunità montane calabresi, prevedendo che le funzioni proprie siano esercitate dalla Regione, attraverso la neo istituita Azienda regionale per la forestazione e per le politiche della montagna. In sede liquidatoria, attraverso un piano elaborato dal commissario ed approvato dalla Giunta regionale, saranno assegnate a ciascun ente, in proporzione alle funzioni ed ai rapporti trasferiti, le risorse umane, finanziarie e strumentali, incluse le sedi istituzionali e gli altri beni indisponibili, già di proprietà delle comunità, facendo salvi i rapporti di lavoro per come esistenti.

La soppressione delle comunità montane e la gestione aggregata attraverso l’ Azienda regionale per la forestazione e per le politiche della montagna delle funzioni afferenti, oltre a costituire un evidente elemento di economicità, realizza un impianto di maggiore efficienza ed efficacia nel settore garantito, appunto, dall’unitarietà di gestione. Voglio aggiungere che molte delle funzioni delle comunità montane saranno svolte dalle Unioni dei Comuni che, certamente, verranno costituite.

L’articolo 4 regolamenta sedi, funzioni di massima, organi e vigilanza dell’Azienda regionale per la forestazione e per le politiche della montagna. Per quanto riguarda gli organi si ritiene ragionevole che un ente strumentale della Regione Calabria, essendo ente di gestione, sia guidato non da un organo politico come il consiglio di amministrazione ma da un organo più tecnico e snello, immediato, esecutore della programmazione e pianificazione regionale. In sintesi: una direzione generale così come regolamentata dal successivo articolo 5. Il coordinamento circa l’attuazione delle linee generali di indirizzo dell’Azienda regionale per la forestazione e per le politiche della montagna e la verifica del conseguimento è demandato all’attività di un Comitato tecnico di indirizzo composto da esperti attivi a titolo gratuito che relazionano alla Giunta regionale.

L’articolo 7 prevede l’istituzione del Collegio dei sindaci, organo di vigilanza necessario sulla gestione finanziaria dell’azienda regionale. L’articolo 8 dispone circa l’articolazione territoriale su base distrettuale in funzione della peculiarità della superficie forestale e degli indicatori fisico-geografici, democratici e socio-economici. L’articolo 9 prevede che l’organizzazione dell’Azienda regionale per la forestazione e per le politiche della montagna sia contenuta in atto aziendale. L’articolo 10 dispone in materia di bilancio e rendicontazione. L’articolo 11 detta norme in materia di personale prevedendo che la pianta organica dell’azienda sia coperta mediante il personale transitato dall’Azienda forestale della Regione Calabria e dalle comunità montane soppresse, trasferito o comandato alla Regione Calabria su domanda o d’ufficio. Il personale il cui rapporto è disciplinato presso l’ente di provenienza da un contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto pubblico è posto in un ruolo speciale ad esaurimento e permane nel proprio stato giuridico ed economico, salva opzione per il regime proprio dell’azienda. Il rapporto di lavoro dei dipendenti nuovi assunti sarà disciplinato dai contratti collettivi nazionali di lavoro e del comparto privato secondo le rispettive aree di competenza.

L’articolo 12 prevede che per la realizzazione dei progetti istituzionali l’azienda regionale utilizzi anche le risorse di competenza dei settori funzionali di riferimento, previsti nell’ambito della programmazione comunitaria 2007-2013 e 2014-2020, in conformità alle regole da questa stabilite. L’articolo contiene, altresì, una serie di disposizioni normative atte a razionalizzare i costi della nuova azienda e, al contempo, a dipanare la situazione debitoria dell’azienda in liquidazione. L’articolo 13, rubricato “Disposizioni transitorie e finali”, contiene disposizioni in materia di nomine, prevedendo, altresì, una serie di adempimenti per il commissario liquidatore dell’Afor. L’articolo 14, infine, contiene la norma finanziaria: il comma 1 quantifica le spese connesse alla liquidazione delle comunità montane; il comma 2 definisce le forme di copertura per l’anno 2013 per le spese connesse alla governance della nuova azienda, incluse le spese per il personale transitato dalle comunità montane e dall’Afor in liquidazione e assicurate dalle Upb accese con riferimento alla valorizzazione e salvaguardia della montagna e dei territori silvo-pastorali e alla tutela del patrimonio forestale e sviluppo del demanio forestale, in misura non superiore all’attuale valorizzazione diminuita del 20 per cento; il comma 3 prevede per gli anni successivi ulteriori risparmi annui del 3 per cento rispetto alle spese sostenute nell’annualità 2013; il comma 4 formula previsioni di risparmio di spesa per 3 milioni di euro annui derivanti dalla riduzione dal 7 al 4 per cento delle spese generali riconosciute dalla Regione alla nuova azienda e accompagnata dalla riduzioni dal 10 all’8 per cento delle stesse partite riconosciute ai Consorzi di bonifica.

In definitiva -e chiudo- crediamo che la proposta di legge della Giunta regionale, sicuramente arricchita e migliorata da questo notevole e ulteriore sforzo comune, rappresenti una riforma coraggiosa, oltre che ineludibile e vada, lo ripeto, in direzione degli interessi dei forestali calabresi. Ci auguriamo potrà consentire nel medio termine la piena valorizzazione della montagna e delle foreste della nostra Regione.

E’ anche una riforma attesa da tutti i cittadini che consentirà di voltare pagina in questo comparto. Finalmente non saremo più costretti a subire la facile demagogia dei tanti soloni che sulla grande stampa, in questi anni, si sono, troppo spesso, esercitati al tiro al bersaglio sulla credibilità di questa nostra Regione.

Nessuno, cari colleghi, può sottrarsi alla propria parte di responsabilità, come ricordavano opportunamente anche alcuni colleghi della minoranza in questi giorni sulla stampa: né la politica, né a maggior ragione questo Consiglio regionale, né il sindacato, né il personale tutto, che va tutelato nella dignità e sul lavoro.

Noi della maggioranza siamo qui stasera per continuare ad adempiere, come sempre, il nostro dovere fino in fondo.

PRESIDENTE

Invito i colleghi a prendere posto, so che l’ora è tarda ed abbiamo avuto una giornata piena di impegni e di riunioni ma, se non ci sediamo ed evitiamo di parlare tra di noi, non si sente assolutamente niente.

Prego, onorevole Giordano, si accomodi al suo posto.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

Presidente, penso che non sarà necessario da parte mia tediare l’Assemblea e gli amici del pubblico presenti, – scusatemi, la forma va rispettata – i signori del pubblico, perché le nostre posizioni sono abbastanza chiare, le abbiamo confrontate con l’assessore Trematerra in sede di Conferenza dei capigruppo. Noi non abbiamo una cultura aventiniana, perché l’Aventino, storicamente, è stato un errore delle forze democratiche in quel particolare momento storico; figuriamoci come l’Aventino sia un errore in democrazia, perché questa è un’Aula nella quale vige pienamente ogni garanzia assicurata dal sistema democratico, dalle nostre leggi, dai nostri Regolamenti.

Voi sapete che noi non condividiamo l’impianto di questa riforma e più volte lo abbiamo detto all’assessore Trematerra. Anche se sembra che ci si sia imballati sulla natura giuridica dell’ente, vi debbo dire, in grande sincerità, che non la penso in questo modo, nel senso che, quando nell’ordine del giorno della precedente seduta consiliare abbiamo scritto che non bisognava avere pregiudiziali sulla natura giuridica - a parte che le pregiudiziali sono sempre un fatto bivalente - sarebbe strano che ciò che una parte sostiene è una pregiudiziale e ciò che sostiene l’altra parte, invece, è la Divina Commedia! Così come sono convinto che la nostra non sia una pregiudiziale, però, sono altrettanto convinto della vostra sincerità sulla qualificazione giuridica dell’ente. Per noi, però, non è questo il problema di fondo perché, cari amici della Giunta e della maggioranza, non condividiamo l’impianto di questo provvedimento, cioè non vediamo come, attuando questo provvedimento, la forestazione in Calabria possa ritornare ad essere produttiva.

Chi parla non ha mai avuto pregiudiziali di sorta verso il settore e verso i lavoratori forestali; tra l’altro da vecchio amministratore so che, quando chi ha il bastone del comando è in grado di mettere in piedi una progettualità, i lavoratori fanno la loro parte; quando i lavoratori sono lasciati a loro stessi, l’abulia porta poi conseguenze. La cattiva nomea nazionale dei lavoratori forestali dipende dall’abbandono di questo settore almeno negli ultimi nove - dieci anni, quindi, dicendo questo, vi rendete conto come il mio dire sia sincero e non vada alla ricerca del ping-pong delle responsabilità.

Ho avuto la ventura di fare il sottosegretario al lavoro del Governo Amato con un ministro democristiano, che era l’onorevole Cristofori, e non solo fummo protagonisti della concertazione – che oggi il Presidente Monti ha buttato alle ortiche, dopo Amato venne Ciampi, che poi con Giugni ministro santificò la concertazione – ma adottammo un provvedimento in base al quale ai forestali calabresi destinammo 3 mila miliardi di lire – non sono abituato a dare i numeri, basta rileggersi un po’ la storia parlamentare – che significavano 300 miliardi all’anno, sulla base dell’esecuzione di progetti che rendessero utile la forestazione.

Quel lavoro ha aiutato la Calabria, perché dal punto di vista geologico noi siamo la Regione che è messa peggio di tutte, però negli ultimi anni – facciamo gli scongiuri – tranne qualche vicenda particolare, come l’alluvione di Vibo Valentia che fu determinata proprio dall’abbandono dei corsi d’acqua, la Calabria ha resistito, e questa resistenza si deve al lavoro di tutela idrogeologica, di pulizia dei fiumi, di pulizia e di utilizzo del bosco da parte dei lavoratori forestali.

Che voglio dire con questo? Che noi dobbiamo mettere in piedi un progetto. La vostra proposta di legge è lacunosa sotto il profilo finanziario, non ci dice come si intendono utilizzare i fondi strutturali europei, anzi ci è stato detto che pare non ci sia nulla al riguardo, certamente nel Psr ci sarà poco, ma ci sono i fondi per l’ambiente, i fondi dei lavori pubblici. Voglio dire che, utilizzando bene la progettazione finanziata, anche con i fondi strutturali europei, noi possiamo rendere produttivo il settore, perché renderlo produttivo significa anche fare questo tipo di prevenzione, che va fatta anche nella montagna e nel bosco.

Noi siamo la prima regione per numero di incendi subiti quest’estate. Certo, è stata una stagione estiva tra le più calde degli ultimi decenni, ma l’incendio si previene tenendo pulito il bosco, lavorando sulle trincee, per evitare che il fuoco vada avanti; noi italiani siamo bravi a fare pronto intervento, ma non siamo bravi a prevenire. Poi, di grazia, il bosco può essere reso produttivo anche per la sua ricchezza intrinseca. Ma vi pare corretto che in Calabria, le aziende, ormai molte, che producono energia sulle biomasse, vadano a prendere il legno fuori regione!? Nella mia città c’è un impianto a biomasse del gruppo Falk: ebbene, questo impianto – sentite e tremate – prende il legname dal Canada e questo legname arriva con le navi non a Gioia Tauro, ma addirittura a Schiavonea, cioè dopo che passa da Gibilterra, deve fare il periplo della Calabria, arrivare a Schiavonea e poi andare a Rende.

Scusate, una regione che ha 600 mila ettari di bosco, si può permettere questi lussi?! Parlando con un amico agronomo, mi diceva che 100 ettari di bosco, con il taglio mediamente ogni tredici anni, possono dare una resa di 50 mila euro all’anno. Facendo quattro conti, abbiamo una potenzialità di oltre 20 milioni di euro.

Allora, per non farla lunga, poiché di tutto questo nulla c’è nella legge che è stata portata alla nostra attenzione, rimane il problema del corretto utilizzo dei comuni montani, sui quali noi vogliamo essere molto rigorosi.

PRESIDENTE

Onorevole Principe, le ricordo di mantenere il suo intervento entro i termini previsti dal Regolamento.

Sandro PRINCIPE

Le chiedo scusa, tanto poi disturberemo molto poco!

PRESIDENTE

Ancora ha altri tre minuti.

Sandro PRINCIPE

Tre minuti? Penso di farcela.

I comuni montani: noi siamo rigorosi, vogliamo essere rigorosi nello stabilire quelli che sono i comuni montani, i criteri, ed abbiamo visto bene com’era quando ancora il Presidente Monti non era intervenuto sul fatto di puntare sull’Unione dei Comuni. Di grazia, si vuole stabilire un bacino? L’unione è un fatto volontario, ci vuole un ridisegno dei bacini, nell’ambito dei quali i Comuni possono fare le unioni, stabilendo quali sono i compiti, le risorse umane e le risorse finanziarie per espletare quei compiti.

Noi abbiamo detto all’assessore Trematerra che, quando tutto questo sarà chiaro e attraverso un confronto più approfondito metteremo in piedi questo progetto, si potrà discutere sulla natura giuridica dell’ente che è l’ultima cosa sulla quale si deve discutere.

Presidente, un minuto per dire che io ho amato fare l’esempio del manichino o di un corpo umano. Ma, scusatemi, senza conoscere le sembianze, la corporatura, i muscoli, lo scheletro di un uomo, si può fare l’abito di quell’uomo?! L’abito si fa quando è chiaro il soggetto. Allora, rendiamo chiaro il soggetto attraverso un confronto che può continuare e, alla fine, metteremo a quel soggetto, a quel corpo il vestito più utile.

Sotto questo profilo, da parte nostra, non vi è alcuna pregiudiziale.

C’è stato, venerdì, un incontro dei capigruppo, anche quelli di maggioranza, con il sindacato. Per la verità, non ho visto chiusure insuperabili da entrambe le parti, per cui chiedo al Presidente Scopelliti e all’assessore Trematerra, che mi rendo conto che ha lavorato sul progetto – questo glielo riconosciamo, non si deve ridondare se non riconosciamo il contenuto di questo progetto – di rinviarne la trattazione perché siamo convinti che, continuando il confronto, si potranno trovare dei punti di sintesi nell’interesse della Calabria, della forestazione e dei lavoratori, perché per noi una questione insormontabile nel confronto è mantenere i livelli occupazionali. 

Non capisco, quindi, la fretta di forzare, stasera. Volete dire all’universo mondo che non si fa la riforma perché la minoranza non la vota? Non credo che qui ci sia questa volontà da parte vostra, non ci credo affatto. Se le cose stanno in questo modo, noi pensiamo che possa essere opportuna ed utile qualche settimana di confronto per raggiungere una sintesi che assicuri un minimo di tranquillità sociale in questa regione.

Noi ce ne andiamo dall’Aula, ma non perché vogliamo essere aventiniani. Poiché non condividiamo l’impianto generale, è inutile che presentiamo emendamenti per migliorare un testo. Se si fosse trattato di migliorare un testo, saremmo stati qui anche fino a domani mattina perché, quando c’è un impianto di fondo condiviso, il testo è sempre migliorabile, come del resto abbiamo fatto non più tardi di mezzora fa su un argomento altrettanto delicato ed importante.

Noi lasciamo l’Aula, quindi, invitandovi ad un ulteriore approfondimento anche dal punto di vista politico e siamo pronti, già da domani, a riprendere una discussione per cercare di trovare quei punti di sintesi che, a mio avviso, servono alla nostra regione.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Mirabelli. Ne ha facoltà.

Rosario Francesco Antonio MIRABELLI 

L’argomento in questione è abbastanza importante, più volte lo abbiamo discusso in Commissione, cercando, senza riuscirci, non tanto di trovare la sintesi, quanto di cercare criticamente, in tutti i modi, di trovare le motivazioni giuste per redigere una legge applicabile, seria, futura e, per alcuni aspetti, riformatrice. La legge presentata dall’assessore, dalla Giunta regionale, è riformatrice esclusivamente in due aspetti: il primo è quello della personalità giuridica, che cambia rispetto al vecchio ente strumentale, l’Afor, perché l’ente pubblico non economico si dovrebbe trasformare in un ente pubblico economico di tipo privatistico; la seconda novità, più importante, è quella di una semplificazione, di un alleggerimento, in quanto verrebbe meno il famoso consiglio di amministrazione, nominato dal Consiglio regionale, nel quale era rappresentata anche la minoranza, in modo tale da poter evidenziare un nuovo ente, un’azienda esclusivamente a caratterizzazione tecnico-amministrativa.

Credo, assessore, che al di là di queste cose – su cui poi mi soffermerò velocemente – quando si propone una legge – ho proposto una legge alternativa alla vostra, cercando di sforzarmi, chi per me, non io, perché non sono un esperto in politiche della forestazione, della montagna – si cerchi sempre di addivenire ad una legge che possa essere esaustiva dell’argomento che va a trattare. In  questa legge, tutta la parte veramente riformatrice, la parte dell’organizzazione, di una nuova ristrutturazione, viene demandata ad un atto aziendale interno e, quindi, non viene proposto, in questa sede, come parte integrante principale di una legge che doveva pensare di poter fare di questo ente o della vecchia Afor – per capirci meglio, chiamatela come volete – un ente funzionale e produttivo nei minimi particolari.

Questo ente all’inizio ha funzionato bene, anche se con una pletora enorme, figlia della politica di un tempo, perché ha dato dei risultati forti soprattutto nel rimboschimento e nel contenimento del dissesto idrogeologico, di cui questa nostra regione è malata geneticamente o geomorfologicamente. Dopodiché, negli anni si è persa la mission di questo ente e, piano piano, giustamente, non ha più prodotto effetti ed è diventato come un qualcosa che bisognava assistere, mantenere. La politica pensava esclusivamente ad andare a Roma a recepire i finanziamenti per  pagare i primi 34 mila, poi altri 28 mila, poi altri 20 mila lavoratori, fino a quando siamo arrivati, ad oggi, a 8.500 lavoratori. Di questi, 2-3 mila sono nei consorzi di bonifica, che è un ente privato di tipo pubblico economico, quindi è di privati, non è una pubblica amministrazione – anche qui ci sarebbe da fare un approfondimento – ed oggi ci ritroviamo, quindi, con la necessità di dare un impulso a questi lavoratori che costituiscono, insieme ad un gruppo di impiegati, questa Afor, questa nuova azienda, che serve, perché noi abbiamo i due terzi del nostro territorio che è montano, abbiamo 656 mila ettari di bosco, anche se di proprietà demaniale, regionale e quant’altro; gli altri, privati, tutti convenzionati con la Regione, ammontano a circa 250-260 mila ettari di bosco per cui è ovvio che questo, dopo la sanità, diventi un argomento, un banco di prova difficile, pesante per una regione che ha la necessità di far virtù delle proprie risorse naturali ed anche degli operai idraulico-forestali.

Mi sarei aspettato, quindi, un rilancio di tipo strutturale. Questa era la vera riforma, altro che modificare la personalità giuridica! E non si può accettare il ragionamento – caro Presidente Imbalzano, ne sei testimone –  dell’assessore che viene in Commissione e dice: “Ma comunque l’ente pubblico economico di tipo privato è la stessa cosa dell’ente pubblico non economico di tipo strumentale”. Non è così! neanche da un punto di vista giuridico, perché – tu ridi, ma lo sai che è stata così la discussione – se fosse stato così, non capisco e non capirei la necessità di andare a modificare la personalità giuridica dell’ente rispetto al recente passato.

E’ ovvio che l’Afor è stata messa in liquidazione nel 2007, secondo me commettendo un grandissimo errore, anche se di fondo c’era l’indicazione di sottrarla alla Regione e trasferirla alle Province. E’ ovvio che le Province non l’hanno accettato perché non si sono sentite garantite dal trasferimento di tutto questo personale, senza nessuna garanzia di copertura finanziaria.

Mi voglio, allora, ricollegare subito al ragionamento che ha fatto il consigliere Imbalzano: noi siamo contrari a questa legge – ed io sono contrario anche alla modifica della personalità giuridica di questo ente –, ma non per partito preso, bensì, onestamente, per mio convincimento. E’ vero, caro Presidente della Commissione, Imbalzano, che questo è il momento della responsabilità e che non possiamo girare la testa dall’altro lato. Personalmente, non sposo assolutamente le richieste dei sindacati, ma cerco di dare un mio contributo sulla base di un’analisi attenta di quella che è la situazione di questo ente e, visto che tu parlavi di interessi dei lavoratori, ci terrei a dire in quest’Aula che al centro della discussione c’è proprio la questione dei lavoratori. Queste sono persone che, anche se hanno un contratto di tipo privatistico – ed è questa l’aberrazione – hanno un contratto sbagliato, perché sono a tutti gli effetti dipendenti della pubblica amministrazione e lo confermano le tante e troppe sentenze del tribunale di Cosenza, di Catanzaro e di Reggio Calabria, che hanno inquadrato questi lavoratori nell’ambito dell’alveo giuridico della legge numero 165 del 2001 che evidenzia il contratto lavorativo di tipo pubblicistico.

Per cui, se ci fosse stato qualcosa da sanare sarebbe stato il tipo di contratto che tu, assessore, hai trovato, non è che l’hai creato tu – e su questo ti debbo dare ragione. Il fatto che in un ente pubblico, in un ente strumentale della Regione, ci siano operai che, per giurisprudenza, sono riconosciuti dipendenti pubblici e che lavorano all’interno con un contratto di tipo privatistico, è un’anomalia tutta calabrese, anche perché il contratto di natura privatistica costa il 12 per cento in più rispetto a quello di tipo pubblicistico, che è rimasto fermo, per quanto attiene ai salari, al 2008.

Lì si doveva andare a fare, forse, caro Presidente Imbalzano, un maggiore approfondimento, perché gli operai idraulico-forestali sono stati assunti dai vecchi uffici di collocamento con un contratto di tipo pubblico, dopodiché sono stati spediti agli uffici provinciali dei servizi forestali regionali e per anni vi sono rimasti. Da lì sono stati traslati nell’Afor, tant’è che, se si va a verificare il trattamento di fine rapporto di quelli che sono andati o stanno per andare in pensione, una quota è direttamente a carico della Regione Calabria ed un’altra quota a carico dell’Afor.

Questo sta ad evidenziare che è ovvio che, avendo noi già una massa di lavoratori che sono tutti, di fatto, dipendenti pubblici, nel momento in cui si va a trasformare l’ente da pubblico di tipo strumentale in pubblico di tipo privato, qualche problema uscirà fuori, tant’è che nella legge voi stessi dite che tutti quelli la cui provenienza è di natura pubblica e che, quindi, sono dipendenti pubblici, verranno inseriti ad esaurimento in questo nuovo costituendo ente pubblico di tipo economico privato.

E’ chiaro, assessore, la domanda viene spontanea: se questo è vero, – ed è vero perché è di stamattina una sentenza della Corte d’Appello di Catanzaro che riconosce al contratto dell’operaio idraulico-forestale la stessa natura giuridica del dipendente di una pubblica amministrazione – è ovvio che ad esaurimento dovremo portare non solo gli impiegati, ma anche tutti gli 8.500 lavoratori. Mi domando, allora: a che cosa serve veramente cercare di focalizzare esclusivamente la questione sulla trasformazione giuridica dell’ente?

Noi avremmo preferito, invece, che nella Commissione avessimo potuto fare un maggiore approfondimento della questione, al fine di poterci convincere, non per partito preso né per difendere le posizioni dell’assessore, della Giunta o il pensiero riformatore rispetto al mio o, addirittura, a quello che è più conveniente per gli operai idraulico-forestali.

PRESIDENTE

Onorevole Mirabelli, la invito a concludere il suo intervento.

Rosario Francesco Antonio MIRABELLI

Avremmo preferito, invece, un maggiore approfondimento e soprattutto la possibilità, finalmente, di parlare di una ristrutturazione moderna di questo ente, perché non è colpa degli operai, ma sono mancati i progetti e i programmi. Questo è un ente che potrebbe automantenersi, non c’è bisogno di andare a chiedere l’elemosina a Roma; è un ente che, se ristrutturato bene, approfittando del ceppato, del sottobosco, della certificazione, del Trattato di Kyoto, dei certificati verdi, ha una funzionalità ed una capacità di incamerare risorse finanziarie, soprattutto inserendole in un contesto dei fondi della Comunità europea per progetti. Quindi, ci vogliono competenze specifiche, tecniche.

Questo lo dico nell’interesse non della Giunta, ma nell’interesse della Calabria, perché c’era la necessità di proporre una legge articolata meglio, più specifica, in un colpo solo, senza aspettare atti aziendali interni, perché sappiamo bene che questi atti aziendali non verranno. Infatti, caro, assessore, se da questa parte nessuno sosterrà la sua legge, sa meglio di me che è una legge che non potrà passare, perché ha bisogno di una maggioranza qualificata, e me ne dispiace, perché la reputo una persona abbastanza corretta e penso che il suo pensiero di voler riformare sia genuino, sincero, che non nasconda altri interessi o altre questioni. Penso che lei sia veramente convinto.

Noi siamo convinti dell’esatto contrario, siamo convinti che, per mettere in riga, ci sia la necessità di adoperarci secondo programmazioni, profili di tipo tecnico, utilizzando quell’ente, l’Afor, rimodernandolo perché dà maggiori garanzie. Non possiamo iniziare un ragionamento dicendo: “Questo è un ente pubblico economico di tipo privato, forse possiamo anche avere garanzie migliori, perché abbiamo una cassa integrazione a disposizione”. Non è così, perché negli enti pubblici di tipo economico privato, quando finisce la garanzia, se non c’è la possibilità della riassunzione si procede al licenziamento.

Ed è sbagliato l’approccio iniziale, perché noi non dobbiamo pensare alla cassa integrazione come panacea temporanea o definitiva della problematica, perché gli operai idraulico-forestali sono molti, ma dobbiamo pensare a far diventare questo ente veramente produttivo, a dargli la possibilità di potersi automantenere. Non è facile, ci vorranno tre, quattro, cinque, dieci anni, ma questo era l’obiettivo nobile su cui dovevamo investire tutte le nostre forze.

Tralascio di parlare di altre questioni che abbiamo trattato in Commissione, che evidenziano anche le difficoltà tecniche a far sì che si possa passare da un ente all’altro come se fosse un carretto trasportato; ci sono cose che riguardano anche lo stesso patrimonio, lo stesso demanio, anche il conferimento dei lavori. Nel momento in cui avviene la trasformazione in ente di tipo privatistico, si rimette in discussione tutto, procedure differenti che complicano la vita rispetto ad un ente pubblico di tipo strumentale che ha, invece, una strada più spianata e più aperta.

A nome del gruppo Progetto Democratico, è ovvio che, non condividendo l’impostazione data su questa questione, secondo me un po’ troppo frettolosa e forzata, esprimo un voto contrario. Il mio capogruppo mi ordina di abbandonare l’Aula, forse per non essere di intralcio, perché questa è la posizione assunta, anche se io sarei rimasto ben volentieri – e lo dico con molta tranquillità – non perché sono un bastian contrario –  l’ho già fatto nella precedente seduta di Consiglio – ma ogni tanto la disciplina di gruppo, non dico di partito, va anche rispettata.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Trematerra. Ne ha facoltà.

Michele TREMATERRA, assessore all’agricoltura e alla forestazione

Devo tediarvi qualche minuto, per cui chiedo all’Aula un attimo di silenzio.

Mi è dispiaciuto molto che non abbiate potuto ascoltare la relazione che ha fatto l’onorevole Imbalzano che voglio, fra l’altro, ringraziare per lo splendido lavoro svolto nella Commissione per quanto riguarda le due riforme che oggi stiamo trattando; mi riferisco, ovviamente, all’Afor e all’Arssa, parlerò di entrambe, perché parliamo di riforme. Mi dispiace che, nella disattenzione generale dell’Aula o di chi voleva creare disattenzione probabilmente, non si sia potuto ascoltare quello che è l’impianto di una riforma che, ahimè, forse ha saputo guardare più in avanti rispetto al dito ed ha guardato già alla Luna, anticipando quelli che sono stati provvedimenti che il Governo nazionale, sostenuto anche dal Partito democratico, ha già attuato a livello nazionale: mi riferisco alla spending review.

Questo non è un provvedimento estemporaneo, non è assolutamente un provvedimento che nasce l’altro ieri, perché la Giunta lo ha approvato sin dal 2011.

Oggi parliamo nella più importante Assise calabrese e non capisco ancora come sia possibile che un partito o i partiti che rappresentano la minoranza abbandonino l’Aula e non colgano l’occasione per fare quello che qualche consigliere di minoranza ha anche chiesto nel recente passato: “Facciamo un’opera verità sulla forestazione”.

Mi dispiace perché si sarebbe potuta fare un’operazione verità in questa Assise, avremmo potuto parlare ai calabresi. Poi non ci lamentiamo se fuori dal palazzo ci sono 2 mila o 3 mila lavoratori idraulico-forestali; probabilmente – in questo mi assumo parte della responsabilità – ho sbagliato a non andare personalmente sui luoghi di lavoro a spiegare che cosa si stava facendo e cosa voleva fare la Giunta Scopelliti.

In virtù di tutta questa premessa, oggi dobbiamo fare un’operazione verità, perché non parliamo semplicemente di 8 mila lavoratori che questa riforma garantisce sia dal punto di vista giuridico sia dal punto di vista dei livelli occupazionali, ma da quest’Aula noi dobbiamo parlare ai 2 milioni di calabresi che vogliono sapere – ed è giusto che sappiano – come spendiamo i loro soldi, come intendiamo agire sui tanti problemi che tutti quanti noi denunciamo ogni giorno: si parla di dissesto, di problemi ambientali, di forestazione, si dicono numeri che spesso fanno accapponare la pelle.

Per fare chiarezza: le foreste calabresi insistono su 600 mila ettari, di cui solo il 10 per cento è gestito dall’Afor, semplicemente 60 mila ettari. Quindi, secondo il ragionamento che ha fatto l’onorevole Principe, se 600 mila ettari di foreste producono 25 milioni e quelli che gestisce l’Afor, l’ente di forestazione, sono semplicemente il 10 per cento, va da sé che, avremmo avuto una produttività di 2 milioni e 500 mila euro. Non è questo il problema, il problema è che questa Giunta si è fatta carico di portare nella massima Assise regionale questa discussione. Questi enti li abbiamo trovati commissariati nottetempo, senza nessuna concertazione, cosa che noi, invece, abbiamo fatto – e ci arriverò anche alla progettazione. Nottetempo è stato allora approvato un provvedimento che si poneva, sì, in maniera preventiva la necessità di riformare due enti strumentali importantissimi per la Calabria, per i motivi che abbiamo già detto: la forestazione per quanto riguarda il nostro patrimonio, l’agricoltura, che ha un fatturato in Calabria – dico questi numeri perché, forse, qualcuno li disconosce – di 1 miliardo e 500 milioni di euro. Così facendo – avete capito benissimo – la Calabria non aveva più un ente, una struttura, che accompagnasse l’agricoltura nelle nuove sfide del futuro, rispetto agli impegni che noi dobbiamo assumere come Regione, rispetto alla nuova programmazione comunitaria, la cosiddetta Pac. Hanno relegato questi due enti ad un’azione liquidatoria e – come ha detto la Corte dei conti nel 2011 – la politica non è stata capace di mettere in piedi una riforma.

Noi una proposta l’abbiamo fatta partendo da alcuni assunti. Il primo assunto: non potevamo e non dovevamo modificare assolutamente i contratti di lavoro degli operai idraulico-forestali. In questa riforma noi non modificheremo la natura giuridica del loro contratto di lavoro, anzi, sempre in linea con la spending review – perché quello è il nostro faro illuminante – si pone mano a degli enti che erano sul territorio e che la Calabria ha sempre visto distante, forse perché non sono state date loro le funzioni negli anni, cercando di fare una riforma dentro la quale ci fosse un ente, un solo ente che potesse gestire la forestazione ed attività anche legate all’ambiente, problematiche come quella del dissesto idrogeologico, avendo quindi una mission diversa rispetto al passato, più in linea con il tempo e soprattutto più innovativa.

Mi si chiede: “Perché si è scelto di fare l’ente pubblico economico?”.

Noi parliamo di un ente, l’Afor che, a differenza dell’Arssa, si porta dietro un buco di 150 milioni di euro che appesantisce questa struttura. Con questa riforma volevamo e vogliamo consegnare alla Calabria, ai calabresi, ai Comuni, ai nostri territori un ente snello che non si riportasse più questo grave fardello economico che lo appesantisce e che non lo rende fruibile e, soprattutto, consegnare alla Calabria un ente che avrebbe potuto fare, anche attraverso una programmazione che in questi anni è mancata, un’attività veramente meritoria di interventi sul territorio, a sua salvaguardia, fare una nuova politica per la montagna, per valorizzare le nostre bellezze naturalistiche e per mettere anche a sistema i nostri boschi.

Domani mattina – il Presidente non lo sa – andrò in missione in Finlandia in cui hanno un grandissimo know-how dal punto di vista della gestione dei boschi, per vedere cosa stanno facendo, che cosa possiamo importare dalle nostre parti, come facciamo a rendere ancora più produttivo questo settore. Questi sono gli elementi su cui abbiamo fondato questa riforma. Volevamo fare un ente snello, che avesse copertura economica, di cui una quota parte proveniente, come è sempre stato, dal finanziamento nazionale.

Ricordo all’onorevole Principe che lui, negli anni 1990 – e fa bene a ricordarlo, gli va anche dato merito – riuscì a finanziare per 3 miliardi delle vecchie lire la forestazione. Voi pensate che nell’attuale momento, con la congiuntura economica che vive il nostro Paese, potremmo andare a Roma a chiedere soldi, soldi, soldi per la forestazione, avendo da cinque anni questi enti in liquidazione? Io il coraggio di andare a Roma col cappello in mano non ce l’ho, è per questo che oggi siamo in Aula, perché il 3 agosto siamo venuti in Aula. Ci è stato chiesto di posticipare la discussione; oggi è il 24 settembre e una politica seria si deve assumere le responsabilità delle scelte che fa. Noi ce la stiamo assumendo tutta fino in fondo, dovesse anche non passare la riforma. Mi dispiace per quei lavoratori che sono fuori, che forse sono stati informati male o, forse, non hanno bene inteso qual è lo spirito con cui ci stiamo muovendo.

Le norme le vediamo, cerchiamo di studiarle, le interpretiamo pure, perché spesso le leggi vanno anche interpretate. Quando abbiamo iniziato a discutere e proporre le nostre proposte di legge, non ci siamo arroccati su posizioni pregiudizievoli, assolutamente. Ricordo l’ultima riunione che ho avuto con i sindacati, come con i partiti. Beh, fino all’ultimo momento abbiamo accolto quelli che erano miglioramenti alla nostra legge, fino all’ultimo momento abbiamo accolto quelli che erano suggerimenti rispetto alla nostra legge e, se guardate nella cartella, ci sono gli emendamenti che i capigruppo di maggioranza hanno presentato alla riforma sull’Afor, perché rispondente alla nostra cultura della mediazione, della concertazione. Siamo partiti da due enti che avevano una natura giuridica simile, ci siamo resi conto che l’Arssa, essendo un ente che non ha debiti e che non deve offrire servizi, non può fare attività produttive; era quasi naturale che quest’ente fosse di natura pubblica, come qualcuno dice. Di natura privata sarebbe l’altra e vorrei capire, poi, qual è il privato, nel momento in cui l’azionista di maggioranza rimane sempre la Regione Calabria.

Noi ci stiamo interessando della forestazione e voglio ricordare all’Aula ed ai cittadini calabresi che il Presidente Scopelliti, non più tardi di qualche mese fa, è riuscito ad ottenere – forse erano anche soldi nostri – ed ha deciso di investire 30 milioni di euro sulla forestazione – è una notizia di quest’oggi che il Presidente mi ha rappresentato – ed anche altri fondi rispetto alla formazione per riqualificare questi lavoratori che, poi, sono ultra 55enni; stiamo parlando di 8 mila lavoratori di cui nei prossimi sette-otto anni ne andranno in pensione circa 2 mila. Così si affossa la forestazione! Con questo nostro provvedimento e con una gestione diversa, con il pareggio di bilancio si potrà fare. I cittadini calabresi devono sapere che, se c’è una struttura che deve essere gestita con 200 milioni di euro, dovrà esserci un direttore generale in condizione di gestire quella struttura, perché non siamo più nelle condizioni di creare buchi di bilancio.

E’ semplicemente questa la discussione. Purtroppo c’è qualcuno che non vuole sentire e ci dispiace molto rilevare che l’atteggiamento che si è venuto a determinare oggi in Aula non porti rispetto, non alla proposta che noi abbiamo fatto, ma ai cittadini calabresi che volevano capire che cosa avrebbe fatto la politica su questa questione.

Abbiamo accolto i suggerimenti che venivano dalla mia sinistra sulle Unioni dei Comuni, siamo riusciti ad inserire delle norme per cui le comunità montane, sui residui attivi e passivi, non venissero ad essere penalizzate; abbiamo messo le garanzie necessarie per i lavoratori, però oggi si registra, secondo me, una pagina bruttissima della vita politica calabrese, perché quando si parla di 10 mila persone, ritengo che si sarebbe dovuto essere un dibattito franco, anche aspro se necessario, ma che alla fine avrebbe dovuto far prevalere l’interesse generale che è, sì, garantire quegli 8 mila lavoratori o 10 mila, se calcoliamo anche quelli dell’Arssa, ma avrebbe dovuto anche mandare un messaggio al di fuori di questa Assise e cioè che la politica calabrese sta anticipando i tempi facendo una norma che è in linea con la spending review. Tra l’altro, si tratta di proposte di legge che noi in maniera preventiva abbiamo sottoposto all’esame dei ministeri competenti, con gli interni, col tesoro, con le politiche agricole, con il Ministero degli affari regionali, anche per evitare di incappare in una possibile bocciatura da parte del Governo nazionale.

Abbiamo fatto tutto questo lavoro ed oggi rischiamo di commettere, per la seconda volta, un omicidio, perché già un omicidio era stato commesso sulla forestazione e sull’Arssa, ed oggi, a distanza di cinque anni, si rifà lo stesso errore.

Non so cosa succederà domani, nel prossimo futuro, a questi comparti, però è molto facile, viste le condizioni gravose in cui vive il bilancio dell’Afor, che è peregrino – l’ho detto anche sui giornali – che questo ente possa andare incontro al default; c’è anche il rischio concreto che un Governo come quello che oggi insiste a Roma, un Governo tecnico, rispetto a cinque anni di commissariamento, possa decidere di non finanziare più la forestazione calabrese.

A quelle 8 mila persone che sono là fuori, poi, qualcuno questo dovrà andarglielo a spiegare!

Presidenza del Vicepresidente Alessandro Nicolò

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Orsomarso. Ne ha facoltà.

Fausto ORSOMARSO

Non so se il gruppo di Italia dei valori rimane in Aula a confrontarsi fino alla fine, perché per quanto ci riguarda, se dovesse uscire dall’Aula, potrebbe anche non parlare. Lo dico a lei, collega Talarico, perché il tempo dei “pipponi” ai calabresi e alla Calabria penso sia finito; si parla di cose serie e avverto anche la gravità di quei lavoratori. Massima solidarietà al collega Geppino Caputo che per entrare nell’Assise regionale ha visto la sua macchina presa a calci e pugni ed io comprendo anche le motivazioni, perché in momenti di tensione ci sta anche questo.

Vorrei capire, in un’Aula vuota, di cosa stiamo parlando?!

(Interruzione)

No, non mi riferisco a lei, la utilizzavo, collega Talarico, come spari in parte, per parlare.

(Interruzione)

Sì, ci sono 14 opposizioni, non due. Penso che, anche rispetto all’ordine del giorno che si è discusso prima, non mi appassioni la compostezza dei comportamenti individuali che ognuno di noi assume; anche il differente comportamento del gruppo del Pdl calabrese rispetto a quello che accade nel resto d’Italia - in cui c’era una disfunzione più di classe dirigente territoriale - non mi appassiona più di tanto.

Se qualcuno, forse anche qualche giornalista, vuole fare politica, è giusto forse che si candidi e prenda i voti; ogni tanto vedo livore nel rappresentare alcuni atteggiamenti che noi cerchiamo di portare avanti responsabilmente e quando capita a me in quest’Aula e durante la mia attività politica - che faccio da 25 anni nell’ambito di un partito di centro-destra, che è conservatore, ma oggi si dimostra più riformista di chi esce dall’Aula dopo aver fatto i “pipponi” - lo faccio sempre pensando alle mie figlie. Penso che i miei figli, finché avrò capacità di trasferire loro questi principi – e in questo caso cerco di parlare da quest’Aula anche ai calabresi – sono figli normali, non figli speciali, così come sono figli normali i figli dei forestali, di tanta Calabria.

In quarant’anni di regionalismo ci saranno pure state tutte le disfunzioni che abbiamo visto, di gruppi che si autoassegnano risorse ingenti, di costi della democrazia, quello che volete, ma tolto questo dibattito che rientra anche in ambito nazionale, qui stiamo parlando del futuro della Calabria. Il capogruppo del Pd, l’onorevole Principe, che si parli di cultura, di forestazione, del cielo o la luna, l’occupazione, insomma è esperto in 10 mila materie!

Penso che questa maggioranza abbia affidato giustamente la riforma al suo assessore di riferimento - come l’allora maggioranza aveva fatto con gli assessori di riferimento - che ha il compito di approfondire le tematiche, come bene ha fatto l’assessore Stillitani in materia di lavoro. Assessore Stillitani, la ringrazio a nome di tanti calabresi  per aver realizzato, con tutta la Giunta, un provvedimento che racimola risorse e le dà a lavoro vero, alle aziende private, e non necessariamente a questa macchina, a questo carrozzone pubblico. Mi rivolgo anche ai forestali che, anche oggi, occupano la sede del Consiglio regionale come se ci fosse una riforma che va a rivedere risorse o prevede licenziamenti.

I partiti di minoranza, soprattutto il capogruppo della minoranza relativa del Pd, Sancro Principe, ci hanno consegnato il solito “pippone” per abbandonare poi l’Aula!

Ritengo – e lo faccio con grande fiducia, l’abbiamo detto nelle Commissioni, ma anche privatamente all’assessore Trematerra – che questa sia una riforma necessaria, perché così come in Italia ci sono le battaglie per difendere l’Ilva, ci sono le battaglie per difendere il lavoro vero, che non necessariamente deve avere il cedolino. Mi sento più sicuro, perché qua ormai è saltato il mondo, è saltata l’Europa, l’Italia. Qui noi dobbiamo discutere, e questo mi appassionava, mi appassionerà sempre meno nel confrontarmi con la minoranza, di come quest’Afor può diventare nel tempo, visto che negli ultimi vent’anni non ha rappresentato occasione di lavoro vero. Poi, è ovvio – lo diceva bene qualcuno che ci ha preceduto – se uno dirige un’azienda, che sia fatta di 10 risorse umane o di 8 mila, se ha degli obiettivi, ha prefissati degli step, è sottoposto a controlli, su questi obiettivi può funzionare.

Qui, mi pare di capire, ho la doppia responsabilità, l’avverto fortemente sulla mia pelle: uno, siamo politici, in particolare, per quanto mi riguarda, provengo dal lavoro autonomo, mi sono confrontato con professionalità di tutta Italia, ma non stiamo qui a fare le graduatorie dei curricula; due, siamo politici calabresi in una regione dove, ogni volta – e su questo fa bene, ha ragione, non per difendere le nostre esperienze, il Presidente Scopelliti – c’è quella tensione che porta sempre a mettere in evidenza le negatività e non, come si doveva fare in questi giorni, ad esempio, ad evidenziare che sul lavoro sono stati investiti 160 milioni di euro.

Ritengo – e vado a chiudere per evitare di fare io un ulteriore “pippone” ai calabresi – che questa sia stata l’ennesima occasione persa per un confronto serio sulle cose. L’onorevole Principe chiedeva una legge che avesse all’interno finanche il Piano industriale di quella che era l’azienda. Credo – e forse dice bene, anche se non necessariamente dobbiamo esaltarlo da questa parte dell’emiciclo, il sindaco Renzi –  che ci sia un problema nazionale, ma soprattutto calabrese.

Lo dico, per quanto sempre in disaccordo, alla parte giovane della classe dirigente del centro-sinistra e di Italia dei valori: cerchiamo di riformarci insieme, perché il tempo dei “pipponi”, il tempo di quei carrozzoni che hanno governato, gestito, è finito. Li hanno massacrati, li hanno mortificati, perché tutti sanno come è stata la gestione di quell’ente, nel grande rispetto di chi si è voluto sacrificare e fa e continua a fare lavori importanti. Rompiamo uno schema culturale, di adeguatezza: c’è gente che non è più adeguata a sedere nei banchi - ahinoi – finché è alla ricerca esclusiva del consenso. Purtroppo, abbiamo anche visto molte volte – e questo sta nella caratteristica personale di ognuno – come la “candidite” faccia impazzire le persone, da qualsiasi parte esse siedano, nella raccolta del consenso in Calabria.

Ritengo che oggi il lavoro dell’assessore Trematerra vada lodato e che questa maggioranza debba confrontarsi ed andare avanti su un progetto di riforma serio, nei contenuti, creando un ente che diventi più funzionale, che si occupi di risorse energetiche, nel rispetto del Protocollo di Kyoto.

Sono offeso, da calabrese, nell’avere rappresentata la minoranza della mia Calabria – perché la ritengo anche la mia minoranza, pur facendo politica nel centro-destra – da un commissario che viene da lontano e che ogni giorno fa proclami e comunicati stampa parlando di tutto, ma non conoscendo la Calabria, che ogni giorno la spara più grossa, inducendo, poi, il capogruppo ad intervenire.

Il problema sostanziale è questo: questo Pd, nel momento in cui poteva contribuire, abbandona l’Aula; ha avuto paura che, dopo vent’anni di storia, il centro-destra portasse in porto questa riforma epocale, insieme a quello che già stiamo facendo in sanità con le centomila difficoltà esistenti, con tutte le contraddizioni di tutti i giorni che però ci fanno rincorrere risultati importanti. Il Partito Democratico ha abbandonato l’Aula perché sa benissimo che sui contenuti non può confrontarsi. Di che cosa stiamo parlando, insomma!? Ripeto: fanno i “pipponi”, cioè non c’è nessun argomento.

Questa è una pagina triste e la nostra vittoria è continuare a confrontarci sulle riforme vere che vogliamo. Speriamo che questa, in prospettiva, sia una Calabria che osserva i nostri comportamenti e che ci restituisca più credibilità di quanto non ci abbia già affidato quando ci ha conferito mandato a governare e riformare questa Regione.

Presidenza del Presidente Francesco Talarico

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Talarico Domenico. Ne ha facoltà.

Domenico TALARICO

L’assessore Trematerra ha usato più volte, nel suo intervento, la parola riforma. Siccome questo sostantivo non mi convinceva, sono andato a rileggermi il significato e trovo sulla Treccani “riforma”: trasformazione, riordino, modificazione sostanziale, cambiamento, mutamento, innovazione. A me pare che, scorrendo il testo, assessore Trematerra, di questo significato non vi sia traccia, non vi siano elementi sostanziali di innovazione, di modifica, di trasformazione reale degli attuali enti così come sono.

La prima domanda che mi sento di voler fare al Presidente Scopelliti e all’assessore Trematerra è questa: perché portate questa riforma in Consiglio regionale? Qual è la ragione vera per cui tentate ostinatamente di riformare – come dite voi – l’Arssa, l’Afor e di sopprimere le comunità montane? A questa domanda non vi è risposta, almeno noi non abbiamo trovato alcuna risposta nei testi della legge, nei vari interventi, negli incontri che si sono succeduti, per i quali dobbiamo ringraziare pubblicamente l’assessore Trematerra per il garbo, la civiltà e soprattutto l’alto tasso di democraticità. Lo dico senza retorica e senza infingimento, perché è difficile trovare un assessore che si apra al confronto e al dialogo franco, sincero; con la stessa franchezza e sincerità con cui lui ha illustrato ai gruppi la sua proposta, noi siamo qui in maniera franca e sincera a dirgli che non siamo d’accordo e soprattutto perché non siamo d’accordo. Noi non siamo usciti dall’Aula, siamo rimasti perché, prima di uscire o di scegliere altre strade, vogliamo spiegare le nostre ragioni come gruppi di Italia dei valori, cioè come un gruppo di opposizione, che è cosa diversa da altri gruppi di minoranza – e vi invito, una volta per tutte, a non confondere ruoli e, probabilmente, anche prospettive.

Mi rivolgo all’assessore e al medico Trematerra: egli è un valente professionista medico e quando si appresta a prescrivere delle medicine o a prevedere qualche intervento chirurgico, fa sicuramente una diagnosi dettagliata del paziente, della patologia. Quello che manca in questa proposta e in questa iniziativa, dottor Trematerra, è la diagnosi, è l’analisi, l’anamnesi - come dite voi altri – dell’Arssa, dell’Afor, delle comunità montane; non c’è una parola, una riflessione, una denuncia su ciò che sono stati questi enti nel corso degli anni, per responsabilità che non sono riconducibili all’assessore Trematerra o al Presidente Scopelliti, ma per responsabilità storiche e politiche che appartengono ai diversi schieramenti che si sono succeduti nel governo della Regione.

Credo che noi una riforma dovremo farla, una riforma vera, e rischiamo anche noi, come gruppo, di apparire conservatori, cioè di accodarci a coloro i quali resistono e vogliono mantenere le cose così come stanno. Non abbiamo alcun interesse, alcuna nostalgia per una certa Afor e soprattutto non abbiamo alcuna nostalgia di una certa Arssa, quella dei mandati di pagamento che si firmavano sui cofani delle macchine blu, quella delle clientele, insomma quella dei grandi consensi e dei grandi carrozzoni.

Una riforma è necessaria, ce lo chiede il Governo Monti, ce lo chiede il bilancio regionale, anche l’etica pubblica, perché in questi enti – come è noto – si annidano situazioni che non sono né democratiche né trasparenti; ce lo chiedono le aree interne di questa regione, ce lo chiedono anche molti lavoratori, quelli effettivi, che lavorano davvero, e ce lo chiedono i sindacati, quelli seri.

C’è bisogno, quindi, di riformare, ma la riforma deve essere vera, deve coinvolgere altri settori, occorre riformare gli enti Fiera, il Comac, le società in house, i tanti carrozzoni che anche in questa legislatura sono stati messi in piedi o alcuni dei quali anche in cantiere, non ancora concretizzati.

C’è una risposta a questa esigenza riformatrice nelle proposte dell’assessore Trematerra? Noi riteniamo di no, senza difendere il passato. Perché la Fiat della Calabria – mi riferisco all’Afor – suscita dentro e fuori regione così tanto disprezzo? Perché, al di là dei pregiudizi, non sempre fondati, l’azienda ha accumulato 150 milioni di debiti? Noi vorremmo sapere quali sono i limiti, quali i punti oscuri di queste aziende. Qualcuno dovrebbe spiegarci perché le politiche per la montagna sono state fallimentari.

Ecco, noi insistiamo molto sull’analisi del passato e del presente, perché se saltiamo questo passaggio, avremo – così come stiamo facendo stasera – una riforma monca, mutilata, che viene spacciata per riforma, ma di riforma non ha nulla, e siamo di fronte a un riformismo alla calabrese, casareccio, pressapochista, sconclusionato, un riformismo di rimessa: siccome qui bisogna riformare tutto, allora prendiamo un testo e lo chiamiamo riforma!

Cinque anni fa, Presidente Scopelliti – è assente – senza stabilire nulla sul futuro della forestazione, con una semplice norma, due righe, è stata abolita l’Afor, è stata abolita l’Arssa; si sopprimevano e si ponevano in liquidazione questi due importanti enti; la liquidazione, per legge, doveva durare sei mesi. Di sei mesi in sei mesi, sono passati cinque anni e 150 milioni di euro di debiti! Sono stati utilizzati commissari e poi ancora commissari per fare clientela, per dare incarichi, per sistemare qualcuno nei consigli di amministrazione. Oggi, come un gioco dell’oca, torniamo indietro, risuscitiamo sotto mentite spoglie due enti soppressi e spacciamo tutto ciò per riforma!

Allora, di chi è la responsabilità della mancata chiusura della fase commissariale? A chi ha fatto comodo il suo perdurare per ben cinque anni? Vogliamo dirlo, prima di procedere a riformare questi enti oppure, con un colpo di spugna, cancelliamo le gravi responsabilità che pure ci sono state e che non sono riconducibili, naturalmente, all’assessore Trematerra o al suo Presidente? Però, ci sono state, di centro-destra e di centro-sinistra.

La nostra proposta, caro assessore, è che, prima di procedere in via legislativa, occorrerebbe un’operazione verità – come ha detto lei – che, però, non è stata fatta: verità sui costi, sulle clientele, sulla gestione degli operai, che non sono sempre virtuosi, sui debiti accumulati. Occorre una fotografia nitida della situazione.

Sarebbe stato necessario uno studio, fra l’altro, serio sulla sostenibilità di un nuovo progetto, soprattutto dal lato finanziario. Non dimentichiamoci – lo dico ai colleghi consiglieri di centro-sinistra e di centro-destra – che nelle apposite Commissioni sono arrivate delle rigorose censure da parte degli uffici della Regione ad esprimere dubbi sulla copertura finanziaria dei due testi che state per approvare.

Anche sulla opportunità di istituire due nuovi enti di natura economica, che in linea di principio dovrebbero confrontarsi col mercato ed operare secondo una logica di profitto, con tutta la buona volontà riesce difficile immaginare che da domani la forestazione calabrese, qualora venisse approvata questa proposta, diventi il volano di un’attività imprenditoriale, un’attività che offre i servizi a pagamento ad enti pubblici e a soggetti privati. Stiamo parlando di un’azienda – mi riferisco all’Afor – che ha come capitale solo 8.500 operai.

PRESIDENTE

Onorevole Talarico, siamo già a dieci minuti

Domenico TALARICO

Riguardo all’Arssa, non si chiarisce come e quando avverrà la liquidazione delle cosiddette attività improprie, cantine, macellerie, impianti di risalita, camping, che pesano per l’80 per cento sul bilancio dell’ente, circa 50 milioni di euro all’anno, e su cosa si baserà il nuovo corso imprenditoriale della stessa. Tutto ciò viene rinviato, sia per quanto riguarda l’Afor sia per quanto riguarda l’Arssa, ad un cosiddetto atto aziendale, cioè il futuro direttore generale, se ne avrà voglia, ci dirà come e quando si farà la riforma dell’Afor e dell’Arssa, perché nel testo che ci viene sottoposto non vi è traccia di queste situazioni che bisogna rivedere ed effettivamente riformare.

La stessa cosa riguardo alle comunità montane. Non sono d’accordo che sia una facoltà della Regione prendere, eventualmente, in considerazione quelle Regioni che stanno facendo bene, ad esempio, nel Veneto, una Regione governata dal centro-destra, e che stanno per fare in Campania, cioè trasformare gli enti montani in Unione di Comuni montani. Perché non prendere in considerazione quest’obbligo di legge, stabilito, di recente, dal Consiglio dei Ministri?

Potrei continuare, signor Presidente – ma lei mi dà fretta – ed entrare nel merito della spending review e sulle tante inesattezze che sono state dette in questi giorni. Vorrei ricordarvi, ad esempio, che, prima dell’estate, qualcuno ci ha detto che la spending review obbligava, ad esempio, le Regioni, le Province, i Comuni…

PRESIDENTE

Onorevole Talarico, 13 minuti, quindi fra un minuto le devo togliere la parola.

Domenico TALARICO

Chiudo, per dire che noi siamo contrari a queste false riforme, i cui unici punti di chiarezza riguardano il regime giuridico, soprattutto dell’Afor, laddove diventa più facile, ad esempio, licenziare, ma anche più facile assumere all’insegna della precarietà e del tempo determinato. Forse è questa l’unica riforma contenuta nel testo dell’Afor ed è una riforma che rende ancora più precaria, più difficile, la vita dei lavoratori, il cui lavoro certamente andrebbe meglio organizzato e sottratto, magari, ad alcuni tipi di sindacalizzazione perversa. Di tutto hanno bisogno i lavoratori che sono nei cortili del Consiglio regionale, tranne che di ulteriori incertezze, di ulteriore precarietà e di ulteriore riduzione del loro salario.

Per queste ragioni e per tante altre che consegniamo in un testo scritto al Presidente del Consiglio regionale, Italia dei valori anticipa il proprio voto contrario ed esprime la propria contrarietà politica e di merito, così come avete potuto notare, ai testi che vengono offerti in discussione e in votazione.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Dattolo. Ne ha facoltà.

Alfonso DATTOLO

Presidente, colleghi, intanto ringrazio questi quattro coraggiosi consiglieri della minoranza che, a differenza della volta scorsa, ci danno la confidenza di ascoltarci! Non vorremmo che nel prosieguo dovessimo fare solamente dei comunicati stampa ed evitare di venire in Aula, soltanto perché – ripeto – siamo rispettosi delle volontà politiche, ma non della scarsa correttezza istituzionale alla quale abbiamo assistito oggi, in quanto si può intervenire, dire la propria, manifestare il proprio dissenso ed allontanarsi dopo il dibattito, al momento del voto. Questa scorrettezza istituzionale si sta protraendo a lungo e posso pensare e comprendere anche i consiglieri che sono alla loro prima legislatura, ma avrei preferito che ci fosse stata correttezza da parte di chi nella passata legislatura aveva avuto l’onere e l’onore di guidare la Regione Calabria, rappresentando le ragioni per cui, dopo tre anni da quel provvedimento di riforma, non si è fatto nulla e, dopo cinque, ancora una volta si vuole fare perdere un’occasione di confrontarsi sui temi.

Diceva prima l’assessore Trematerra, che ringrazio non per appartenenza di partito - non siamo abituati sicuramente a farci i complimenti o ad incensarci - e la sua struttura perché da un anno hanno portato avanti questo lavoro; ricordo le innumerevoli convocazioni delle Commissioni, le innumerevoli audizioni, i tantissimi incontri, anche agostani, che sono stati consumati nella richiesta da parte dei gruppi di opposizione di allungare ulteriormente i tempi per trovare una soluzione migliore.

Quando sento dire che l’impianto della legge è insufficiente, posso anche accettarlo, ma mi sarei immaginato che nei 28 emendamenti che oggi erano in discussione per l’Afor ce ne fossero stati 180 presentati della minoranza, che avessero proposto – così come diceva il collega Talarico – un minimo di impostazione. Non ho visto niente di tutto ciò, a conferma che non si vuole fare la riforma, né questa né di altro tipo, perché se chi ha l’onere di governare non presenta un proprio progetto, è normale, caro assessore Trematerra, che a priori ci sia una contrarietà rispetto a questo.

Ho avuto anche un incontro con gli altri colleghi, con i sindacati e ho chiesto una sola cosa, quello che ho detto loro avrei ribadito oggi in Aula, cioè giuridicamente pensate che con questa riforma – avete carte alla mano – si perda un solo posto di lavoro o che si limitino i livelli occupazionali? E’ questa la vostra perplessità o è quella, invece, di voler ancora una volta cambiare pagina finalmente per la forestazione in Calabria? A questa domanda non ho ricevuto ancora risposta, ma, naturalmente, l’abbiamo ricevuta stamattina.

Ripeto, molti di quelli che oggi protestano sono stati informati che con questa riforma si rischia il posto di lavoro. Ecco, posso capire che ci possono essere discussioni sulla politicizzazione di una cosa, su un’altra, ma su una verità giuridica, su un rapporto giuridico, su una constatazione, su una sentenza non possono esserci assolutamente prevaricazioni.

E mi rattrista – collega Talarico, mi rivolgo a lei, visto che è uno dei pochi eroi rimasti in Aula, questa non è mai stata una proposta chiusa; nell’ordine del giorno che abbiamo votato ad agosto avete voluto creare i presupposti per un confronto che andasse ancora oltre, senza pregiudiziali di nessun genere.

Allora mi domando: era un bluff ad agosto e continua ad esserlo a settembre? Allora che senso ha non assumersi le proprie responsabilità!

Mi sarei aspettato – ripeto – un voto contrario in Aula, perché la dignità politica è ravvisata anche nelle azioni che si fanno: si sta in Aula, si vota contro un progetto di legge e ci si assume le responsabilità, quelle stesse che per tre anni non vi siete voluti assumere.

Questa volta ritengo che, al di là di quelle che possono essere le situazioni di difficoltà oggettiva, ma devo ricordare anche ai giornalisti e al resto dell’Aula che sulla proposta di proroga al 31 dicembre, cosa che avrebbe compromesso lo status dei lavoratori, qualcuno addirittura ha avuto il coraggio, nel Pd, di votare contro, trascinando il resto.

Dovete spiegarcele queste cose, dovete avere la bontà di venire in Aula e portare una vostra proposta, non solamente contestare quello che arriva dalla maggioranza, sapendo che ci vogliono 33 voti perché la proposta passi in Aula. E lo ripeto perché l’ho detto ad agosto, lo continuo a ribadire: non abbiamo voluto fare mercanzia con qualche componente dell’opposizione, perché rispettiamo soprattutto la volontà popolare, però parlare di senso di responsabilità, chiamare in causa la Regione, i buchi, eccetera, mi è sembrato di sentire un qualcosa che si riferisse quasi alla responsabilità di chi questa gestione ce l’ha soltanto da 24 mesi.

Pertanto, dopo cinque anni, questa maggioranza si è assunta la responsabilità di portare un testo, che per un anno è girato intorno a questi uffici regionali. A questa proposta non avete – ripeto – voluto dare, tranne il collega Mirabelli che aveva presentato un testo di legge, un solo emendamento in quest’Aula per poter dire le vostre ragioni, quelle ragioni da spiegare ai calabresi, perché se il problema della forestazione, così come è previsto nei prossimi mesi, si ripresenterà, è chiaro che oggi abbiamo rifiutato di fare un grande salto di qualità. Queste occasioni, la politica non le offre sempre.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Aiello. Ne ha facoltà.

Ferdinando AIELLO

Penso che l’onorevole Dattolo abbia fatto un intervento – quello è il suo tono della voce, però, in fondo, è un bravo consigliere –è giusto, però, fare un excursus storico su quella che è stata la questione dell’Arssa e dell’Afor, perché altrimenti si rischia di fare confusione e si esce fuori da quest’Aula, stasera, senza riconoscere a chi anche nel trascorso della riforma, per esempio, il 31 dicembre non ha votato contro, a chi ad agosto – come Sel e Idv – ha votato contro, invece, quel rinvio. Guardate, non voglio che la sfida qui in Calabria la dobbiamo sull’età anagrafica o sulla parola riformista che adesso va molto di moda, Alfonso. A me non interessa, non so nemmeno il significato della parola e nemmeno lo voglio sapere, però ho un dato che, per quanto mi riguarda – e non lo voglio dire qui stasera, l’ho detto anche in Commissione, fra l’altro penso che l’assessore ti abbia informato che il sottoscritto non solo ha condiviso la proposta Mirabelli, erano tanti gli emendamenti Afor proposti in Commissione e ce ne sono attualmente presenti, almeno per quanto mi riguarda, qui in Consiglio sull’Arssa, però penso che l’assessore Trematerra, una persona perbene, che stimo sia personalmente che politicamente, ha fatto tutti gli sforzi possibili, ma c’è un dato: per quanto ci riguarda, siamo qui, ci confrontiamo ed io non condivido l’impostazione della riforma dell’Afor.

Guardate, c’è un dato di massima su tutto il territorio regionale, cioè se andiamo a prendere tutto ciò che è successo sul territorio nazionale e regionale, la trasformazione da pubblico a privato, la gestione impostata in quella direzione ha fallito completamente – la Sorical, la gestione dei rifiuti – e penso che un controllo pubblico sarebbe auspicabile, questo sì. Per esempio, sono tra quelli  favorevoli al passaggio dei lavoratori dell’Afor all’interno dei Comuni con la gestione anche del territorio e del demanio regionale, con un controllo questo sì dei sindaci su quello che si fa, perché non si può generalizzare. Guardate, non possiamo parlare dei costi, perché siamo la Regione che ha il più alto costo di dissesto idrogeologico visto che non c’è più la manutenzione della montagna; siamo la montagna che ha avuto una delle percentuali più alte di incendi che si sono verificati durante la fase dell’estate. Si potrebbe utilizzare un’operazione di questo tipo, ma non v’è dubbio c’è una differenza di fondo che se si rimane lì, se ci prendiamo in giro, e rimane quel tipo di impostazione che è un soggetto giuridico privato, non si va avanti nel fare la riforma. Allora sono più persone che non vogliono la riforma, cioè è un contesto generale di non riforma.

Allora, dico, non è che uno deve prevaricare sull’altro o l’uno è meno bravo o più bravo dell’altro. Guardate, ad agosto non ero favorevole al rinvio perché, Presidente Scopelliti, forse avevo capito che qualcuno qui stava bluffando, quindi ho votato contro quel rinvio ad agosto, però da questo punto di vista ho mantenuto la mia posizione coerente dall’inizio alla fine, non ho detto mai all’assessore Trematerra “forse ti voterò l’Afor”, non l’ho mai detto questo, non l’ha detto Idv e questa sera siamo qui a rimarcare con un voto quella che è la posizione, un percorso. Poi capisco che a volte i giornali parlano solo del Pd perché hanno una gestione complessiva, visto il numero di consiglieri regionali, all’interno del Consiglio, che può sembrare prevaricante nei confronti degli altri, ma non è una questione di minoranza, ognuno nella sua autonomia prende una decisione politica sul voto o non voto questa sera qui, ognuno si assume la responsabilità che ha dal punto di vista politico e personale, ognuno fa la rincorsa che vuole. Però, penso che è un sistema che va riformato e ne sono convinto, però un matrimonio si fa in due, se non si riapre un percorso di condivisione, questo sì, di quella che è sia la natura giuridica, senza mortificare nessuno e riflettendo su quello che può essere più incisivo, perché guardate che gli operai forestali – non so nelle altre province, ma penso di sì – quest’estate, all’interno dei comuni, hanno fatto manutenzione e messa in sicurezza di cimiteri, hanno fatto manutenzione e messa in sicurezza del dissesto idrogeologico, hanno dato un supporto economico a tanti Comuni che, da soli, non ce la facevano a fare questo percorso.

E non penso che chi sta sulla montagna abbia fatto 150 milioni di euro di buco, non penso sia stato l’operaio forestale ad aver fatto un buco da 150 milioni di euro! Però, benedetto Iddio, penso che il controllo sul posto di lavoro, c’è una legge che chi dirige questo personale ha la possibilità di controllare presenza e lavoro e non c’è bisogno di fare una riforma per dire “quello lavora di più e quello lavora di meno”, c’è bisogno di fare una riforma per dare contenuti nuovi e innovativi e, secondo me, questo possiamo farlo solo perché il problema della forestazione oggi è del Presidente Scopelliti, quando sarà il centro-sinistra, sarà un problema del centro-sinistra.

Quindi bisogna dare e condividere un’esperienza con gli amministratori locali, condividendo anche il territorio che la Regione ha e il controllo di quel territorio.

Penso anche – e avevo fatto una proposta, lo voglio dire a Dattolo che in questo momento sta assumendo lo stesso atteggiamento di chi è andato fuori dall’Aula.

(Interruzione)

Ho fatto una battuta. Dsulla comunità montana ho una mia idea, cioè penso che i dipendenti della comunità montana, se facciamo due conti, si possono  immettere nel ruolo unico regionale e dare loro la possibilità di utilizzare l’esodo, Presidente, se facciamo due conti, più del 60 per cento di loro utilizzerà l’esodo, per cui la Regione realizzerà un forte risparmio.

Quindi riflettiamo su quello che è il criterio oggettivo. Ripeto, c’è la destra, c’è la sinistra, c’è un’idea che può essere innovativa nei confronti degli altri, però diamoci un criterio generale di utilizzo e su questo misuriamoci, perché, secondo me, faremo di questo un bene comune, senza balzare alle cronache nazionali sulla forestazione calabrese, su quella che è, su quella che è stata, su quella che sarà, catalogandoli – e, secondo me, si sbaglia pure – tutti come una categoria di nullafacenti e di nullatenenti, ma posso testimoniare che tanto lavoro hanno fatto nel territorio. Su questo riaprire un dibattito e penso che, se c’è una riflessione complessiva, coinvolgendo anche l’Anci regionale attraverso l’Uncem in una discussione nel suo complesso, si può arrivare alla definizione di un ruolo ben preciso anche di controllo e di ispezione della loro quotidianità, facendo bene al territorio e dando la possibilità al territorio di essere rimesso in sicurezza, perché, poi, la prima cosa che succede e che quando c’è il dissesto idrogeologico si chiede lo stato di calamità e ancora, ahimè, in questa Regione, tutta la Regione – non c’era questa maggioranza, ce n’era un’altra – stiamo aspettando i soldi di Bertolaso per quello che è successo in precedenza, poi sappiamo tutti che ha avuto altro da fare e quindi ancora aspettiamo quell’emergenza.

Non vorrei che questo inverno arrivasse un’altra definizione di percorso, invece abbiamo perso del tempo, perché potevamo utilizzare questi lavoratori per l’estate, per dare significato ai nostri territori e tutelare la montagna attraverso il loro utilizzo.

Giuseppe SCOPELLITI, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente. In premessa ringrazierei le forze dell’ordine che sicuramente, oggi, hanno avuto modo di mettere in campo tutte le energie per garantirci il normale, il naturale svolgimento di una Assemblea democratica all’interno di questo Consiglio regionale.

Per un attimo, uso una metafora e faccio un esempio calzante: non più tardi di 20-25 anni fa nella storica curva dell’Inter ad un certo punto, all’inizio di un derby, fu srotolato uno striscione dove c’era scritto “Milan, le vostre fughe sono già leggenda”.

Ecco, penso che ormai i consiglieri del Partito democratico ci abbiano abituato a questo: a stare perennemente fuori dall’Aula, a fuggire dall’Aula e a non avere il coraggio di manifestare nell’Aula il loro dissenso, di creare le obiezioni necessarie ad un progetto di legge che è stato messo in campo negli ultimi 8 mesi con una tempistica legata al confronto con i capigruppo e con i sindacati che non ha eguali.

Faccio, quindi, i miei complimenti all’assessore Trematerra che ha condotto questa fase di confronto con grande attenzione ed ha cercato di recuperare sempre, anche quando abbiamo detto il 3 agosto “votiamo”; ci siamo fidati ancora una volta di gente che, ovviamente, abbiamo difficoltà a ritenere capace di assumere e mantenere gli impegni.

Questo ordine del giorno - che era un po’ troppo democristiano per il Presidente Scopelliti - l’ho voluto siglare, mettendo un timbro e dicendo in quella seduta che questo documento racchiude la volontà espressa in maniera netta e chiara dell’ente pubblico economico.

In quella circostanza, come ricorderete, l’onorevole Principe fece il professore; ma lui tanto viene dalla città dell’Università come qualcun altro che fa meno il professore, lui, che fa l’accademico come diceva il collega Orsomarso, parla di tutto.

(Interruzione)

Tu sei di Rogliano ed infatti ti abbiamo premiato.

Dicevo, quindi, che ci siamo trovati di fronte a questo impegno per cui lì, sì, dopo le mie considerazioni, il gruppo del Partito democratico votò quell’ordine del giorno, in quella seduta in cui al Presidente Talarico per l’ennesima volta, il consigliere Principe, richiese la parola e non gli fu data perché dopo che parla il Presidente o il Sindaco o il Presidente della Provincia non si suole controreplicare; queste sono le regole più elementari, non ci sono repliche se non per fatti prettamente personali che possono riguardare un insulto o una considerazione inappropriata.

Il Partito democratico, a quel punto, ha votato quell’ordine del giorno, dopo le mie considerazioni. Era un modo per dimostrare ancora una volta l’inaffidabilità di almeno un gruppo e poi la minoranza qui è sicuramente divisa.

Ho usato la metafora/paragone dell’Inter perché quando parlo dell’Inter ricordo anche il consigliere Adamo che nel 2007 avviò questa fase di riforma e l’impegno era di risolvere in sei mesi il problema. L’Inter è un qualcosa che univa il consigliere Adamo e qualche giornalista che aveva a che fare con l’assessorato al turismo e con l’Inter. Ci sono cassetti pieni di impegni assunti dalla Regione presso una società per favorire gli sponsor dell’Inter che era diventata un motivo di unione e di passione non solo calcistica per qualcuno che fa il moralista o che ogni tanto ci dà lezioni di morale attraverso le proprie attività.

Che Calabria che abbiamo!

Francamente, anche nell’incontro che abbiamo avuto prima con i sindacati ho loro chiesto di poter capire quale fosse il problema. Il problema è: ente giuridico economico, ente giuridico non economico. Noi abbiamo detto perché cambiamo, abbiamo spiegato ed abbiamo chiesto di sapere perché erano contrari al cambiamento.

Devo dire la verità: non l’ho capito. Diciamo tutti le stesse cose, cioè diciamo che l’Afor deve diventare produttiva ed ho detto: quelli che non hanno mai lavorato dovreste cominciare voi a dire che devono andare a lavorare, o meglio quelli che hanno lavorato parzialmente nella loro vita, devono cominciare a capire che devono andare a lavorare ed una parte c’è, così come c’è negli enti pubblici.

Qui il sindacato è sempre d’accordo su tutto. Però, abbiamo detto che riguardo al mondo della forestazione non siamo nelle condizioni di tornare a Roma e chiedere un nuovo impegno anche attraverso delle nuove ipotesi da mettere in campo, perché quando parli dei forestali, in Calabria, tutto farebbe notizia tranne che l’idea che hai trovato altre risorse per cercare di governare questo tipo di comparto che, come ha detto qualcuno, sembra un comparto assistenziale e clientelare che produce sperperi e così via. Sicuramente ognuno ha le sue idee ma ci sono tanti forestali che lavorano.

Mi dovete spiegare perché avete timore che finalmente l’Afor possa avere tra le sue condizioni necessarie il pareggio di bilancio. Vi preoccupa il pareggio di bilancio? E’ un qualcosa che vi rende inquieti? Tanto che problema c’è? Paga Pantalone, è la Regione che paga oltre al Governo.

Con due conti alla mano ecco la Regione che ci avete lasciato: 254 milioni di euro di disavanzo nella sanità.

Poi, il consigliere Guccione fa il professore e non so se veramente anche lui sia di Rende, ma l’influenza, la cultura universitaria c’è.

Ogni volta dice che non è vero che il disavanzo ammonta a 110 milioni di euro; cioè il Tavolo Massicci certifica che abbiamo 110 milioni di euro e Guccione dice ai calabresi che non è vero perché dice “c’è la supertassa”. Ma non sa che la supertassa è esclusa dai 110 milioni di euro?! La supertassa sono risorse aggiuntive che noi potremmo utilizzare un giorno quando ci sbloccheranno le risorse.

254 milioni di euro li abbiamo ereditati di buco sulla sanità; 200 milioni di euro ce li abbiamo sui trasporti. Un altro capolavoro l’abbiamo trovato nell’urbanistica, dalla gestione dell’assessore Michelangelo Tripodi. Fosse stato il centro-destra state tranquilli che le pagine dei giornali sarebbero andate a iosa con pubblicazioni in piena campagna elettorale sui 110 milioni di euro, in un momento in cui i comuni hanno tutti rischiato il dissesto e non hanno avuto i soldi. I soldi, in piena campagna elettorale.

Però è stato un governo regionale di sinistra e quindi non serve far approfondimenti perché non è opportuno.

Ancora: i 150 milioni di euro dell’Afor. Da domani mattina, caro assessore Trematerra, diamo mandato ufficiale agli organi preposti per verificare se ci sono gli estremi per presentare tutta la documentazione alla Corte dei Conti, perché chi ha provocato il buco dei 150 milioni se ne assuma la responsabilità fino in fondo.

Non sono qui a governare una Regione che ha 700 milioni di euro di buco con cui confrontarsi ogni giorno, considerato che tutti quanti escono sempre indenni da tutto e noi dobbiamo fronteggiare i buchi che ci hanno lasciato, così evidenti e così grandi, di chi non è stato soltanto irresponsabile, ma lo diventa ancora di più nel momento in cui anziché rimanere in Aula viene assoggettato alle tentazioni del mondo sindacale, a chi lo invita a non votare questa riforma, probabilmente, nella logica dei coloni per la quale il funzionarietto del Pd, come lo chiamava il parlamentare Pino Arlacchi, dice loro ogni volta come devono votare o cosa devono fare, cosa che francamente offende la dignità e l’intelligenza degli uomini.

Abbiamo presentato una proposta che è innovativa e che mette in campo una serie di strumenti e che garantisce al lavoratore la continuità.

Il problema delle 1.200-1.500 persone che sono fuori nasce e deriva dal fatto che hanno loro raccontato – come diceva giustamente l’assessore Trematerra – cose che non stanno né in cielo né in terra. Pensate quanto è alto il livello, quando qualche sindacalista pensa di darci qualche lezione, ognuno guardi nel suo campo.

Il problema del mondo sindacale è che la Cgil è contraria mentre le altre sigle avevano una posizione più di attesa, ma se gli altri sposano il progetto succede che magari perderanno mille-due mila iscritti, la Cgil diventa più forte, non lo so, faccio un esempio.

Questi sono i motivi nobili che, in parte, scatenano questo meccanismo di grande attrazione ed interesse verso il problema dell’ente pubblico economico o dell’ente pubblico non economico.

Dico quindi che, magari, l’Ugl prende una posizione rigida così non perde gli iscritti. Ma di che stiamo parlando? In un mondo che cambia, noi dobbiamo continuare a produrre su questo comparto tutta una serie di attività che non sono in grado di dare una risposta, che non danno dignità al lavoratore, che non danno una certezza per il loro futuro? questo sì?! Perché non sapete, perché non abbiamo avuto la possibilità di relazionarvi con l’assessore Trematerra che al tavolo noi ci siamo giocati l’ultima partita e l’abbiamo fatto apposta quando abbiamo incontrato i sindacati confederali poco fa con l’Ugl.

Abbiamo detto: sapete cosa c’è? Noi non escludiamo che dalla programmazione dei fondi comunitari, che potremmo mettere in campo da qui a brevissimo, si possano attingere alcune risorse;  il ministro Barca ci dice: “la Sicilia e la Campania hanno flussi enormi, la Puglia un po’ meno. Voi come Calabria potreste recuperare un po’ di risorse se lo volete, chiudendo un po’ le procedure e non attivando le procedure che avete immaginato”.

Noi abbiamo detto: nei fondi, così come nel provvedimento presentato all’ultimo momento, c’è scritto che possiamo attingere a fondi comunitari 2007 e 2013 e c’è il mio impegno, come abbiamo fatto per la centrale di Saline Ioniche. C’è il nostro impegno per prevedere che una quota parte dei fondi comunitari in percentuale possa dare una risposta al mondo dei forestali, mettendo dentro 120-150 milioni di euro nel 2014-2020.

Sulla mitigazione del rischio, quindi, nel comparto dell’assetto idrogeologico possiamo mettere 30-50 milioni di progettazione di intervento.

Sulla formazione e sulla riqualificazione, come abbiamo fatto ieri con un provvedimento firmato dal direttore generale, abbiamo liquidato 8 milioni per i forestali, abbiamo fatto il decreto e possiamo mettere altri 30-40 milioni. Altri 30 milioni li possiamo mettere sull’ambiente, altri 30 milioni ancora li possiamo mettere sull’agricoltura, ma allora sì che programmiamo il futuro dei lavoratori della forestazione, allora sì che la sfida la vinciamo se, rispetto a questo impegno, riusciamo a garantire loro lo stipendio a fine mese, considerato che l’altro giorno abbiamo pagato le retribuzioni di luglio.

La Regione Calabria ha sempre vissuto di anticipazioni del bilancio successivo. Queste cose purtroppo si sanno poco. Noi per pagare i forestali, quest’anno no, ma fino allo scorso anno e gli altri prima di noi ancora, facevamo richiesta al consiglio di amministrazione della banca tesoriere della Regione per avere 90 milioni di anticipazione dell’anno successivo per pagare i forestali, perché abbiamo sempre vissuto senza una politica capace di pianificare. Una politica che ha vissuto all’insegna dell’essere commissario. Una politica che ha vissuto il commissariamento delle gestioni della Regione per 5 anni. Perché dice: tanto facciamo qualcosa, stiamo per andare via. Perché 5 anni sono molto veloci per chi era abituato a stare per 40 anni seduto sulle poltrone.

Cinque anni sono sufficienti per fare le riforme, sono sufficienti per pianificare, sono sufficienti per individuare una strategia di sviluppo e di riorganizzazione di un comparto dove sicuramente nessuno ha mai messo mano, principalmente, perché hanno avuto paura di fronteggiare la gente. Questa è la verità. Hanno preferito scappare e scendere per vendersi l’idea che loro non hanno garantito l’approvazione della legge perché hanno avuto paura di votare, perché è mancato il coraggio.

Questa riforma non passa, ma noi abbiamo esperito tutti i tentativi possibili, perché è mancato il coraggio e nessuno venga domani a scrivere che bisogna fare le riforme.

Le riforme se le faremo, continueremo a farle noi, nei prossimi mesi, nelle prossime settimane. Ma le faremo quando non serviranno i due terzi, quando servirà una maggioranza semplice e le faremo dando dimostrazione a questi parlatori che la politica è un’altra cosa, che la politica è capacità di costruire.

Certo, alla fine, abbiamo anche detto “mettiamo per legge l’idea che proviamo per 24 mesi questo progetto”. Come ha detto il Segretario regionale generale della Cgil il problema è il manico. Hanno paura e lui lì è stato molto intelligente a capire che se c’è un manico buono il meccanismo funziona, ma se mettiamo l’amico scemo, come spesso è accaduto in politica, che serve soltanto ad assumere ancora altri forestali per prendere più voti, è chiaro che non funziona.

Abbiamo rinunciato, allora, o meglio hanno rinunciato all’idea di mettere in campo una forestazione in grado di affrontare le grandi sfide. Perché cosa cambia se uno, oggi, vuol licenziare il lavoratore forestale con questo tipo di soggetto giuridico o con l’altro? Non cambia nulla. Però, con l’altro si incomincia a guardare in maniera diversa al lavoro, si guarda pensando che il pareggio di bilancio è un obbligo a cui bisogna tendere.

Si lavora pensando che chi produce guadagna perché le esperienze di questo tipo di soggetto giuridico, soggetto economico, hanno portato gente che nel passato magari guadagnava mille euro a guadagnarne anche 1.800 e ci sono esperienze evidenti sul campo; soprattutto, però, ha restituito dignità al lavoratore offrendo un nuovo modello di cultura del lavoro rispetto a quello che è un fatto: dobbiamo sostenere anche quelli che non hanno voglia di lavorare.

La Calabria che dobbiamo costruire non può dar spazio a chi non conosce la cultura del lavoro, a chi ha un posto e ne abusa, mentre, di contro, ci sono migliaia e migliaia di giovani che vorrebbero lavorare per far crescere questa terra. Questo noi non possiamo mantenerlo, non possiamo più regalarlo a nessuno. Questa è la verità.

Voi di Italia dei Valori votate pure contro, non c’è problema. Avete fatto una scelta di campo, corretta, ma quanto meno siete rimasti in Aula e vi ringraziamo di essere rimasti correttamente in Aula ad ascoltarci perché noi prendiamo ogni volta riceviamo lezioni da chi va sempre via. Ormai è tempo di elezioni ed anche quelli che erano un po’ più svincolati e che erano spiriti liberi si sono accodati.

Ma come si fa a costruire? Noi siamo qui per approvare una cosa che non ci appartiene, una cosa che quelli hanno fatto, quelli che erano lì seduti su quei banchi ed hanno deciso di abbandonare.

Purtroppo domani non uscirà che le fughe del Pd sono diventate una leggenda in Calabria, state tranquilli. Uscirà che la minoranza aveva ragione perché i lavoratori erano sotto che protestavano e quindi dobbiamo sicuramente difenderli, non c’è dubbio che avremo questo tipo di impostazione. Non è che puoi augurarti che qualcuno gli tiri una legnata e gli insegni un po’ che forse la politica… Siamo qui da stamattina per poter decidere o avere il coraggio di assumere una decisione che sia leale e corretta rispetto agli impegni assunti.

Se non vale neanche più un ordine del giorno sottoscritto ed approvato che è agli atti, cosa possiamo chiedere ai colleghi del centro-sinistra che non sono in Aula? Diventa difficile chiedere una collaborazione per il futuro e quindi è inutile attardarci ancora su altri progetti e su altre cose.

Andiamo avanti ed approviamo. Poi ci assumeremo le responsabilità, così come abbiamo sempre fatto. Come avete visto quando il 3 agosto abbiamo proposto di andare avanti perché si trattava di un escamotage per rinviare a settembre e creare un clima di tensione, avevamo sbagliato? No! chi di noi aveva detto questo non aveva sbagliato caro assessore e lo sai.

E’ stato tutto un disegno perfetto. Andiamo noi, adesso, nei cantieri dei lavoratori a spiegare quale era la riforma che noi volevamo fare.

Certo, a loro dovremmo dire che adesso prenderanno lo stipendio di agosto a novembre o a ottobre e che magari avranno i ritardi, mentre noi volevamo inserire un meccanismo virtuoso che desse anche l’orgoglio di essere lavoratori di questa Regione attraverso l’impegno all’interno di un Ente.

Nessuno, dico, nessuno è riuscito a spiegarci, anche nei sindacati, il perché del regime non economico e il perché della natura economica voluta da parte nostra.

Noi l’abbiamo motivata la scelta: diventa un modo per creare una nuova azienda e per dire “abbiamo rivoluzionato il settore della forestazione”, diventa un modo per poter andare da Barca o dagli altri ministri e dire “sapete, abbiamo una idea vincente, abbiamo rivoluzionato anche questo comparto”, diventa un modo anche per dire che ad esempio la ristrutturazione di una azienda nuova comporta la possibilità di avere risorse. Anche questo poteva aiutarci ad affrontare meglio questi mesi, senza andare per forza a prendere risorse dal bilancio ed attingendo, invece, da altro tipo di finanziamenti.

Soprattutto ci rendeva credibili rispetto ai nostri interlocutori, perché io a metterci la faccia domani mattina col Governo per chiedere ancora soldi per i forestali…

Gli incendi nei boschi sono aumentati o diminuiti che abbiamo 8.500 forestali?

Il problema del dissesto idrogeologico è aumentato o diminuito in questi ultimi anni? Il problema dei torrenti, delle inondazioni è aumentato nel controllo o è diminuito? Quali sono i risultati che noi possiamo portare al cospetto di un governo dicendo “abbiamo avuto la possibilità di investire in questo comparto?. Abbiamo solo i soldi per pagare gli stipendi quando li troviamo.

Invece, non ci viene concesso lo spazio di programmare un intervento organico e risolutivo del problema, perché quando sui fondi comunitari metti più di 120-140 milioni di euro vuol dire che puoi investire 30-40 milioni di euro ogni anno dal 2014 in poi.

Però, è la dimostrazione che in questa fase il nuovo Por Calabria non può essere costruito sulla filosofia del passato, ma su cose concrete. Il nuovo Por sarà decisamente snello e non può essere fatto di troppe Assi,  misure, azioni o di tutta una serie di cose.

Dovrà essere fatto da 4-6 Assi con dentro poche misure che ci consentano di rispondere alla nuova tendenza che è quella di guardare ai disagi che nascono sul territorio, così com’è l’orientamento che il Governo sta assumendo con l’ok della Commissione europea: canalizzare le risorse sulle strutture, la pubblica amministrazione, l’occupazione ed in questa fase la banda larga e, quindi, l’ambiente che era uno degli elementi che avevamo chiesto al Governo nazionale di inserire insieme alla Commissione europea, ma che in quel contesto non c’è stato concesso.

Le risorse saranno quindi concentrate, avremmo avuto sicuramente la possibilità di dare maggiore forza e anche maggiore certezza sul versante occupazionale.

Ecco, purtroppo, cosa si è realizzato. Quando, ad esempio, nell’articolo 14 del bilancio di previsione dell’esercizio finanziario 2012 ridotto del 20 per cento c’è scritto che sono “fatte salve le spese obbligatorie del personale” noi abbiamo tutelato e garantito il personale perché non abbiamo intenzione di mandare a casa nessuno.

Ovviamente, desideravamo una forestazione produttiva capace di mettere in campo azioni mirate; una forestazione della quale sentivo parlare già nel 1995 – quando ero Presidente del Consiglio regionale – e gli assessori di turno dicevano “abbiamo in località Bricà di Bovalino, una grande falegnameria, una segheria strepitosa che metteremo in campo, sarà un fiore all’occhiello”. Non so se Bricà esiste ancora, ma quella falegnameria non è mai entrata in funzione perché è sempre stata esclusivamente un desiderio della politica, una illustrazione ed una capacità di rivendersi il nulla.

Ecco c’erano e ci sono tanti progetti che avevamo immaginato potessero servire a dare delle risposte importanti.

Oggi subiamo una scelta scellerata da parte dei consiglieri del centro-sinistra che, effettivamente, non ci hanno mai lasciato spazio e ci hanno sempre detto che per loro il soggetto giuridico non era vincolante, benché adesso in Aula abbiano detto altre cose. Non è vero! Hanno sempre detto: la partita è questa. Si sono accodati ai sindacati e probabilmente al volere di altri e non certamente a quella che è la prospettiva di crescita della Calabria.

Questo è il problema vero che, oggi, dobbiamo affrontare. Ma noi con coerenza siamo rimasti in Aula e abbiamo dimostrato, anche ai manifestanti fuori, che quando si fa una scelta, di prospettive e di futuro, può anche non essere condivisa. Ma, nella libertà delle nostre scelte e con tutta coscienza, avevamo fatto un progetto che era di riscatto per questo comparto e sarebbe potuto servire a dare un futuro ed una opportunità.

Così facendo, invece, in questo momento, blocchiamo un iter ed una procedura ed ovviamente ognuno si assumerà le proprie responsabilità. Noi, ancora una volta, in quest’Aula eravamo presenti ed ancora una volta abbiamo votato.

PRESIDENTE

Grazie al Presidente Scopelliti per le conclusioni del dibattito.

Procediamo adesso con la votazione del punto quattro all’ordine del giorno che riguarda l’Afor. Chiedo all’onorevole Nucera, Segretario Questore, di procedere all’appello nominale.

Giovanni NUCERA, Segretario Questore

Fa la chiama.

Aurelio CHIZZONITI

La mia è una astensione “fisiologica” non conoscendo gli atti. Così come sono abituato a votare cognita causa, non posso esprimere alcuna valutazione né positiva né negativa. Mi astengo.

PRESIDENTE

Comunico l’esito della votazione sul progetto di legge unificato numero 261/9^, 262/9^ e 266/9^ “Istituzione azienda regionale per la forestazione”.

Presenti e votanti 34. Hanno risposto sì, 29 consiglieri. Hanno risposto no, 4 consiglieri. Si è astenuto un consigliere.

(Hanno risposto si i consiglieri: Aiello P., Bilardi, Bruni, Caputo, Caridi, Chiappetta, Dattolo, Fedele, Gallo, Gentile, Grillo, Imbalzano, Magarò, Magno, Morrone, Nicolò, Nucera, Orsomarso, Pacenza, Parente, Pugliano, Salerno, Scopelliti, Serra, Stillitani, Talarico F., Tallini, Trematerra, Vilasi.

Hanno risposto no: Aiello F., Giordano, Mirabelli, Talarico D.

Si è astenuto: Chizzoniti)

Pertanto, a norma dell’articolo 54, terzo comma, laddove prevede che per istituire nuovi enti sia necessaria la maggioranza qualificata dei due terzi dei componenti del Consiglio regionale, non essendo stato raggiunto tale quorum, pari a 33 voti favorevoli, dichiaro che la riforma riguardante l’istituzione dell’azienda regionale per la forestazione non è approvata.

Pertanto il punto all’ordine del giorno non viene approvato.

(Il Consiglio non approva)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Procediamo col successivo punto all’ordine del giorno che riguarda l’Arssa.

La parola all’onorevole Trematerra.

Michele TREMATERRA, assessore all’agricoltura e alla forestazione

Presidente, intervengo solo per chiedere all’Aula di stralciare il punto all’ordine del giorno. Le riforme dell’Afor e dell’Arssa hanno camminato di pari passo. C’è uno schema condiviso per cui chiedo, a questo punto, di stralciare la discussione per ciò che riguarda l’Arssa, grazie.

PRESIDENTE

La proposta dell’assessore è di stralciare il punto all’ordine del giorno che riguarda l’Arssa.

Pongo in votazione la proposta dell’assessore.

(Il Consiglio approva)

Aurelio CHIZZONITI

Presidente, c’è la mia astensione.

PRESIDENTE

Si è astenuto l’onorevole Chizzoniti.

All’ordine del giorno c’è un altro punto che riguarda la proposta di legge numero 151/9^ di iniziativa del consigliere Grillo, recante: “Legge organica in materia di relazioni tra Regione Calabria e comunità calabresi nel mondo”.

Questo punto é rinviato alla prossima seduta di Consiglio, prevista per il 9 ottobre.

Progetto di legge numero 364/9^ di iniziativa del consigliere Nucera, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 11 giugno 2012, n. 22 <Norme per orientare e sostenere il consumo dei prodotti agricoli a chilometri zero>“

PRESIDENTE

Ci sono due modifiche che riguardano delle leggi che avevamo approvato.

La prima riguarda il progetto di legge numero 364/9^ di iniziativa del consigliere Nucera, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 11 giugno 2012, n. 22 <Norme per orientare e sostenere il consumo dei prodotti agricoli a chilometri zero>“.

Il Ministero su questo progetto di legge chiede dei chiarimenti al fine di superare alcuni rilievi di incostituzionalità.

Pongo in votazione il progetto di legge numero 364/9^.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Proposta di legge numero 371/9^, recante: “Modifiche alla legge regionale 26 luglio 2012, n. 33 (Norme per la promozione e la disciplina del volontariato)”

PRESIDENTE

C’è poi un’altra proposta di legge, la numero 371/9^, recante: “Modifiche alla legge regionale 26 luglio 2012, n. 33 (Norme per la promozione e la disciplina del volontariato)”.

Anche qui, si procede alla modifica di un articolo.

Pongo in votazione la proposta di legge numero 371/9^.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 193/9^, recante “Determinazioni in ordine al gruppo dei consulenti giuridici. Legge regionale 13 maggio 1996, numero 8, articolo 11 comma 2”

PRESIDENTE

C’è anche una proposta di provvedimento amministrativo, d’Ufficio, la numero 193/9^, recante “Determinazioni in ordine al gruppo dei consulenti giuridici. legge regionale 13 maggio 1996, numero 8, articolo 11 comma 2” che riguarda la presa d’atto delle dimissioni del consulente giuridico del Consiglio regionale, l’avvocato Alfredo Gualtieri.

Pongo in votazione la presa d’atto delle dimissioni.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Mozione numero 71 del 18 settembre 2012 a firma del consigliere Imbalzano “In ordine alla costruzione dello svincolo in località Misimizzi, Comuni di Candidoni, Serrata e Laureana di Borrello”

PRESIDENTE

Infine, c’è la mozione numero 71 del 18 settembre 2012 a firma del consigliere Imbalzano “In ordine alla costruzione dello svincolo in località Misimizzi, Comuni di Candidoni, Serrata e Laureana di Borrello” di cui do lettura: “Il Consiglio regionale della Calabria

premesso che

fin dal 1987, era stata inserita dal Consiglio di Amministrazione dell'Anas, nel “Piano di interventi di ristrutturazione e riqualificazione dell'autostrada Salerno - Reggio Calabria”, la costruzione dello svincolo in località di Misimizzi, che ricade a valle dei Comuni di Candidoni, Serrata e Laureana di Borrello;

detta opera interessa, oltre agli altri centri limitrofi della provincia di Reggio Calabria (San Pietro di Caridà, Feroleto della Chiesa, Galatro, Maropati e tutta la vasta vallata dell'Alto Mesima), i Comuni delle Pre-Serre Vibonesi di Dinami, Acquaro, Dasà, Arena, Gerocarne, Soriano, Sorianello, Nicotera, Limbadi ed altre località limitrofe;

a seguito di ulteriori incontri ed in particolare di quello del 2 aprile 2004 presso gli uffici centrali dell'Anas, la Direzione generale di questo Ente comunicava nelle settimane successive che, nel prendere atto delle esigenze rappresentate dalla Provincia di Reggio Calabria, si concordava sulla necessità di elaborare e finanziare in tempi brevi il progetto definitivo dell'opera;

a seguito di successive sollecitazioni istituzionali, il 30 ottobre 2010 il CdA dell'Anas deliberava l'approvazione del progetto definitivo dello svincolo, quantificando il costo complessivo dell'opera in poco più di 38 milioni di euro;

altresì, lo stesso progetto veniva trasmesso al Ministero dei Trasporti per l'approvazione di tutte le relative procedure ed il contestuale finanziamento da parte del Cipe;

nello scorso mese di novembre si è tenuta a Roma una Conferenza dei Servizi per definire tutti gli atti necessari alla realizzazione dello svincolo;

infine, nonostante tutte le periodiche assicurazioni a tutt'oggi mancano gli atti di approvazione del finanziamento necessario da parte del Ministero competente;

Il sottoscritto consigliere regionale, con la presente mozione intende sottoporre alla valutazione e discussione del Consiglio regionale, della massima Assemblea elettiva calabrese, una questione non più eludibile.

In particolare, il Consiglio regionale della Calabria ribadita la straordinaria importanza dell'accesso autostradale ad un comprensorio così vasto, la cui realizzazione avrà anche una benefica ricaduta sullo sviluppo di questa area valorizzando le potenzialità del comparto agricolo, del turismo montano e della Valle del Mesima/Marepotamo, dove insistono i ruderi dell'antica “Soreto” ed i resti dell'antica “Borrello”;

Impegna

il Presidente della Giunta regionale e gli assessori regionali ai lavori pubblici e ai trasporti, nel quadro del più vasto confronto con l'Anas stessa per migliorare il sistema di mobilità stradale ed autostradale nell'intera Regione, a richiedere al Presidente Ciucci le necessarie assicurazioni in ordine al tempestivo finanziamento dell'opera, per fugare le voci poco rassicuranti che circolano da mesi sull'argomento e per consolidare le speranze di tutte le popolazioni interessate, vivamente allarmate dalle notizie contrastanti ed altalenanti che puntualmente vengono messe in circolazione”.

L’onorevole Imbalzano, l’ha già illustrata nella scorsa seduta.

Pongo in votazione la mozione.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Abbiamo esaurito i punti all’ordine del giorno; il Consiglio sarà convocato a domicilio. Pertanto, chiudo la seduta.

La seduta termina alle 21,22

 

Allegati

Annunzio di proposte di legge e loro assegnazione a Commissioni

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:

Scalzo – “Istituzione dei <Cantieri scuola-lavoro>” (P.L. n. 370/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Nucera – “Modifiche alla legge regionale 26 luglio 2012, n. 33 (Norme per la promozione e la disciplina del volontariato)” (P.L. n. 371/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

Aiello F. – “Norme sulla responsabilità sociale delle imprese” (P.L. n. 372/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

Chiappetta, Bilardi, Dattolo, Serra, Bova, Ciconte, De Masi, Loiero, Principe – “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 15 marzo 2002, n. 13 (Testo unico della struttura e finanziamento dei gruppi consiliari)” (P.L. n. 373/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali – ed alla alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Annunzio di proposte di provvedimento amministrativo e loro assegnazione a Commissioni

E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo d’iniziativa dell’Ufficio di Presidenza:

“Presa d’atto delle dimissioni dell’avv. Alfredo Gualtieri, quale componente del gruppo dei consulenti giuridici del Consiglio regionale” (P.P.A. n. 193/9^)

E’ stata presentata, inoltre, alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo d’Ufficio:

“Temporanea sostituzione del consigliere Antonio Rappoccio in atto sospeso dalla carica con il consigliere Aurelio Chizzoniti (art. 15, comma 4 bis, legge 19 marzo 1990, n. 55)” (P.P.A. n. 194/9^)

Parere favorevole su deliberazione

La sesta Commissione consiliare, con nota n. 40329 del 20 settembre 2012 ha comunicato che nella seduta del 18 settembre 2012 ha espresso parere favorevole alla deliberazione della Giunta regionale n. 324 del 30 luglio 2012, recante: “Approvazione ai sensi dell’articolo 1 della legge regionale 12 dicembre 2008, n. 40 delle Direttive di attuazione dell’Asse 2 <Energia> del Por Fesr 2007-2013, linee di intervento 2.1.1.1, 2.1.2.1 e 2.1.2.2” (Parere n. 46)

La sesta Commissione consiliare con nota n. 40330 del 20 settembre 2012, ha comunicato che nella seduta del 18 settembre 2012 ha espresso parere favorevole con osservazioni alla deliberazione della Giunta regionale n. 382 del 22 agosto 2012, recante: “Legge regionale 23 dicembre 2011, n. 47, art. 47 “Sistema di incentivazione per lo sviluppo dell’area di Gioia Tauro”. Piano di azione per lo sviluppo dell’area di Gioia Tauro. Linea di azione 2 “Sostegno allo sviluppo dell’intermodalità e del trasporto ferroviario”. Approvazione direttive art. 1 - legge regionale 40/2008” (Parere n. 48)

Mozione

Il Consiglio regionale

premesso che

entro il prossimo mese di dicembre, andranno a scadere in tutta la Regione circa 2000 contratti stipulati negli ultimi anni con Personale sanitario, parasanitario - infermieristico e farmaceutico, che fin qui hanno assicurato, sia nelle Aziende sanitarie ospedaliere che in quelle Provinciali, il mantenimento di livelli dignitosi di assistenza in tutte le strutture

a seguito di una recente pronuncia della Sezione regionale della Corte dei Conti su richiesta di chiarimenti del Commissario alla Sanità per il Piano di Rientro, i Direttori generali delle diverse Aziende hanno assunto nei giorni scorsi le prime iniziative nei confronti del Personale con contratto a tempo determinato in scadenza, notificando formalmente la fine del rapporto;

a seguito delle conseguenti decisioni necessariamente adottate, all'interno dei reparti di alcune Aziende Ospedaliere, si sono venute a creare da subito situazioni di estremo disagio sia per i malati, costretti ad ulteriori gravi difficoltà per poter fruire della necessaria, tempestiva assistenza e per patologie spesso assai gravi, sia per il personale medico, costretto a turni asfissianti, in condizione di scarsa serenità e con rischi per la salute del malato a loro non imputabili;

in Calabria, Regione pur sottoposta ai vincoli del Piano di Rientro fin qui positivamente portato avanti, non è immaginabile un blocco automatico e meccanico del turn over del Personale sanitario, parasanitario - infermieristico e farmaceutico, che, pur assunto a termine, ha fin qui assicurato un livello di assistenza dignitosa;

vanno assunte tempestivamente, per evitare un calo drammatico del livello di assistenza fin qui prestato in tutte le strutture della Regione, le opportune iniziative per richiedere al Governo, tramite gli Organi ministeriali competenti, una deroga ad un blocco che rischia di produrre effetti devastanti per i malati calabresi e l'inevitabile aumento dell'emigrazione sanitaria con costi sociali e non, assai alti, visti i pressanti appelli lanciati dai Consigli degli Ordini dei Medici calabresi;

pienamente consapevole di queste esigenze e dei rischi connessi, ove malauguratamente non venisse positivamente accolta la presente richiesta,

Impegna

il Presidente della Regione, nella sua veste di Commissario alla sanità calabrese, nonché i Sub Commissari, ad assumere le conseguenti e tempestive iniziative, mirate a dare continuità ai livelli di assistenza fin qui assicurati ai malati della nostra Regione, con l'unanime sostegno della massima Assemblea elettiva calabrese.

(72; 24.09.2012) Imbalzano

Proposta di legge numero 367/9^, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 5 gennaio 2007, n. 1 (Istituzione e disciplina del Consiglio regionale delle Autonomie locali)” (Del. n. 225)

Art. 1

(Modifiche all'articolo 4)

1. Al comma 5, ultimo periodo, dell'articolo 4 (Convocazione dell'assemblea e presentazione delle liste) della legge regionale 5 gennaio 2007, n. 1 (Istituzione e disciplina del Consiglio regionale delle Autonomie locali), le parole «Bollettino Ufficiale della Regione Calabria» sono sostituite dalle seguenti: «Sito Ufficiale del Consiglio regionale della Calabria».

Art. 2

(Sostituzione dell'articolo 12)

1. L'articolo 12 della legge regionale 5 gennaio 2007, n. 1 è sostituito dal seguente:

«Art. 12

(Rimborso spese)

1. Per la partecipazione alle sedute del Consiglio delle Autonomie locali, dell'Ufficio di Presidenza e delle commissioni eventualmente istituite è corrisposto il rimborso spese commisurato ad un quinto del costo di un litro di benzina moltiplicato per il doppio dei chilometri intercorrenti tra la sede legale dell'ente locale di appartenenza (sede del municipio, della provincia o della comunità montana) e la sede di svolgimento delle sedute.».

Art. 3

(Modifiche all'articolo 19)

1. Il comma 1 dell'articolo 19 (Norma finanziaria) della legge regionale 5 gennaio 2007, n. 1 è sostituito dal seguente:

«1. Agli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge, determinati in euro 40.000,00, si farà fronte per l'anno 2012 facendo ricorso al fondo di riserva per le spese impreviste di cui all'articolo 14 del Regolamento interno di amministrazione e contabilità del Consiglio regionale.».

Art. 4

(Inserimento dell'articolo 20-bis)

1. Dopo l'articolo 20 della legge regionale 5 gennaio 2007, n. 1 è inserito il seguente:

«Art. 20-bis

(Disposizioni finali)

1. Qualora al termine dell'espletamento delle procedure di elezione, esaurito il procedimento di cui agli articoli 3 e 7 della presente legge, i seggi da attribuire restino in tutto o in parte non assegnati, l'organo opera validamente composto dai membri dì diritto e, ove presenti, dai candidati eletti, con la partecipazione dei rappresentanti dell'ANCI Calabria, UNCEM Calabria, Legautonomie Calabria, ANPCI e degli Istituti regionali di cui all'articolo 10, comma 1, lettere a),b),c) della legge regionale 30 ottobre 2003, n.15 e s. m. e i..

2. Il Presidente del Consiglio regionale adotta tempestivamente il decreto di nomina dei membri di diritto e dei candidati eletti e provvede a convocare la prima seduta.

3. In deroga a quanto previsto dall'articolo 9, al funzionamento dell'organo nella composizione di cui al comma 1 del presente articolo si applicano, per quanto compatibili, le norme del Regolamento interno del Consiglio regionale che disciplinano l'organizzazione ed il funzionamento delle Commissioni permanenti.»

Art. 5

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Proposta di legge numero 373/9^, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 15 marzo 2002, numero 13 (Testo Unico della struttura e finanziamento dei Gruppi consiliari) (Del. n. 226)

Art 1

(Modifica articolo 4)

1. Al comma 3 dell'articolo 4 della legge regionale 15 marzo 2002, n. 13 (Testo Unico della struttura e finanziamento dei Gruppi consiliari), dopo le parole "in Consiglio" sono inserite le parole "ridotto del 10 per cento sulla quota fissa".

Art. 2

(Sostituzione articolo 7)

1. L'articolo 7 della legge regionale 15 marzo 2002, n. 13 (Testo unico sulla struttura e finanziamento dei gruppi consiliari) è sostituito dal seguente:

"Art. 7

(Rendiconti e controlli)

1. Ciascun Gruppo approva un rendiconto di esercizio annuale, strutturato secondo un modello comune approvato dall’Ufficio di Presidenza. In ogni caso il rendiconto deve evidenziare espressamente, in apposite voci, le risorse trasferite al Gruppo dal Consiglio regionale, con indicazione specifica del titolo del trasferimento, nonché l'avvenuta destinazione delle risorse medesime alle finalità di cui alla presente legge.

2. Allo scopo di garantire la trasparenza e la correttezza nella gestione contabile e finanziaria, il Presidente del Consiglio regionale, incarica una società di revisione legale, vincitrice di un apposito bando pubblico indetto dall'Ufficio di Presidenza, che verifica periodicamente nel corso dell'esercizio la regolare tenuta della contabilità e la corretta rilevazione dei fatti di gestione nelle scritture contabili. La società di revisione legale esprime, inoltre, un giudizio sul rendiconto di cui al comma 1, dando conto in ogni caso della relativa corrispondenza a quanto previsto dal medesimo comma 1, secondo periodo.

3. Il rendiconto, entro il 31 marzo di ogni anno, è trasmesso al Presidente del Consiglio, corredato da una dichiarazione del Presidente del Gruppo e dal giudizio positivo della società di revisione di cui al comma 2. " rendiconto è pubblicato sul sito internet del Consiglio regionale della Calabria.

4. Il controllo della conformità del rendiconto presentato da ciascun Gruppo alle prescrizioni della presente legge è effettuato a cura dell'Ufficio di Presidenza.

5. L'erogazione delle risorse finanziarie a carico del bilancio del Consiglio regionale a favore dei Gruppi è autorizzata dall'Ufficio di Presidenza, subordinatamente all'esito positivo del controllo di cui al comma 4. Ove il Gruppo non trasmetta il rendiconto entro il termine di cui al comma 3, si sospende l'erogazione, per l'anno in corso, delle risorse di cui al comma 5, fino alla trasmissione del rendiconto che deve avvenire massimo entro trenta giorni successivi, trascorsi i quali si decade automaticamente dal diritto all'erogazione. Ove l'Ufficio di Presidenza riscontri che il rendiconto o la documentazione trasmessa a corredo dello stesso non sia conforme alle prescrizioni stabilite a norma del presente articolo, entro dieci giorni dall'accertamento il Presidente del Consiglio invita il presidente del Gruppo a provvedere alla relativa regolarizzazione, fissandone il termine. Nel caso in cui il Gruppo non provveda alla regolarizzazione entro il termine fissato, esso decade dal diritto all'erogazione, per ,'anno in corso, delle risorse di cui al comma 5. La decadenza di cui al presente comma é accertata con deliberazione dell'Ufficio di Presidenza.

6. L'Ufficio di Presidenza disciplina i termini ed eventuali ulteriori modalità per l'attuazione del presente articolo.

7. Il presente articolo produce ì suoi effetti a decorrere dall'1 gennaio 2013."

Art. 3

(Norma finanziaria)

1. Alla spesa necessaria derivante dell'applicazione della presente legge si fa fronte con i fondi stanziati al capitolo 3 (Spese di funzionamento dei Gruppi consiliari) del Bilancio del Consiglio regionale per l'anno 2012, riducendo il contributo spettante ai sensi del comma 3 dell'articolo 4 della l.r. 13/2002 in misura proporzionale.

2. Per gli esercizi finanziari successivi si provvederà imputando la relativa spesa sul corrispondente capitolo di bilancio e con le medesime modalità.

Art. 4

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Progetto di legge numero 364/9^, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 11 giugno 2012, n. 22 <Norme per orientare e sostenere il consumo dei prodotti agricoli a chilometri zero>” (Del. n. 227)

Art. 1

(Modifiche alla l.r. 22/2012)

1. Alla lettera a) del comma 3 dell'articolo 2 della legge regionale 11 giugno 2012, n. 22 (Modifiche alla legge regionale 14 agosto 2008, n. 29 "Norme per orientare e sostenere il consumo dei prodotti agricoli a chilometro zero"), dopo le parole "destinati all'alimentazione umana", sono soppresse le parole ", ottenuti e trasformati sul territorio della Regione Calabria,".

2. I commi 3 e 4 dell'articolo 4 della l.r. 22/2012 sono abrogati.

3. Al comma 5 dell'articolo 4 della l.r. 22/2012, dopo la parola "definisce", sono soppresse le parole "le caratteristiche e le modalità di utilizzo del logo e”.

Art. 2

(Modifica alla l.r. 29/2008)

1. Il comma 3 dell’articolo 4 della legge regionale 14 agosto 2008. n. 29 (Norme per orientare e sostenere il consumo dei prodotti agricoli a chilometro zero) è abrogato.

Art. 3

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Proposta di legge numero 371/9^, recante: “Modifiche alla legge regionale 26 luglio 2012, n. 33 (Norme per la promozione e la disciplina del volontariato)" (Del. n. 228)

Art. 1

(Modifica all'articolo 8 della l.r. n. 33/2012)

1. Il comma 3 dell'articolo 8 della legge regionale 26 luglio 2012, n. 33 (Norme per la promozione e la disciplina del volontariato) è abrogato.

Art. 2

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Proposta di provvedimento amministrativo numero 193/9^, recante “Determinazioni in ordine al gruppo dei consulenti giuridici. Legge regionale 13 maggio 1996, numero 8, articolo 11 comma 2” (Del. n. 229)

“Il Consiglio regionale

vista la deliberazione del Consiglio regionale n. 42 del 23 luglio 2010 con la quale si nominavano i consulenti giuridici del Consiglio regionale, tra i quali l'Avv. Alfredo Gualtieri;

vista la deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 79 del 17 settembre 2012 con cui si prende atto delle dimissioni dell'Avv. Alfredo Gualtieri, quale componente del gruppo dei consulenti giuridici del Consiglio regionale;

visto l'articolo 11, comma 2, della legge regionale 13 maggio 1996, n. 8;

Delibera

di prendere atto delle dimissioni dell'Avv. Alfredo Gualtieri, quale componente del gruppo dei consulenti giuridici del Consiglio regionale”.

Mozione numero 71 del 18 settembre 2012 a firma del consigliere Imbalzano “In ordine alla costruzione dello svincolo in località Misimizzi, Comuni di Candidoni, Serrata e Laureana di Borrello”

“Il Consiglio regionale della Calabria

Premesso che fin dal 1987, era stata inserita dal Consiglio di Amministrazione dell'ANAS, nel "Piano di interventi di ristrutturazione e riqualificazione dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria", la costruzione dello svincolo in località di Misimizzi, che ricade a valle dei Comuni di Candidoni, Serrata e Laureana di Borrello;

considerato che detta opera interessa, oltre agli altri centri limitrofi della Provincia di Reggio Calabria (San Pietro di Caridà, Feroleto della Chiesa, Galatro, Maropati e tutta la vasta vallata dell'Alto Mesima), i Comuni delle Pre-Serre Vibonesi di Dinami, Acquaro, Dasà, Arena, Gerocarne, Soriano, Sorianello, Nicotera, Limbadi ed altre località limitrofe;

tenuto conto che a seguito di ulteriori incontri ed in particolare di quelle del 2 aprile 2004 presso gli uffici centrali dell'Anas, la Direzione generale di questo Ente comunicava nelle settimane successive che, nel prendere atto delle esigenze rappresentate dalla Provincia di Reggio Calabria, si concordava sulla necessità di elaborare e finanziare in tempi brevi il progetto definitivo dell'opera;

dato atto che, a seguito di successive sollecitazioni istituzionali, il 30 ottobre 2010 il CdA dell'ANAS deliberava l'approvazione del progetto definitivo dello svincolo, quantificando il costo complessivo dell'opera in poco più di 38 milioni di Euro;

considerato altresì che lo stesso progetto veniva trasmesso al Ministero dei Trasporti per l'approvazione di tutte le relative procedure ed il contestuale finanziamento da parte del CIPE;

tenuto altresì conto che nello scorso mese di novembre si è tenuta a Roma una Conferenza dei Servizi per definire tutti gli atti necessari alla realizzazione dello svincolo;

preso atto, infine, che nonostante tutte le periodiche assicurazioni, a tutt'oggi mancano gli atti di approvazione del finanziamento necessario da parte del Ministero competente.

il sottoscritto consigliere regionale, onorevole Candeloro Imbalzano, con la presente mozione intende sottoporre alla valutazione e discussione del Consiglio regionale, massima Assemblea elettiva calabrese, una questione non più eludibile;

in particolare, il Consiglio regionale della Calabria ribadita la straordinaria importanza dell'accesso autostradale ad un Comprensorio così vasto, la cui realizzazione avrà anche una benefica ricaduta sullo sviluppo di questa area valorizzando le potenzialità del comparto agricolo, del turismo montano e della Valle del Mesima/Marepotamo, dove insistono i ruderi dell'antica "Soreto" ed i resti dell'antica "Borrello";

Impegna

il Presidente della Giunta regionale e gli assessori regionali ai lavori pubblici e ai trasporti, nel quadro del più vasto confronto con l'ANAS stessa per migliorare il sistema di mobilità stradale ed autostradale nell'intera regione, a richiedere al Presidente Ciucci le necessarie assicurazioni in ordine al tempestivo finanziamento dell'opera, per fugare le voci poco rassicuranti che circolano da mesi sull'argomento e per consolidare le speranze di tutte le popolazioni interessate, vivamente allarmate dalle notizie contrastanti ed altalenanti che puntualmente vengono messe in circolazione”.