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IX^ LEGISLATURA

 

RESOCONTO INTEGRALE

___________

 

43.

 

SEDUTA DI VENERDÌ 3 AGOSTO 2012

 

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FRANCESCO TALARICO

 

 

Presidenza del Presidente Francesco Talarico

La seduta inizia alle 15,48

PRESIDENTE

La seduta è aperta. Si dia lettura del verbale della seduta precedente.

Giovanni NUCERA, Segretario Questore

Legge il verbale della seduta precedente.

(E’ approvato)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Legge le comunicazioni presentate alla Presidenza.

(Sono riportate in allegato)

Annunzio di interrogazioni e mozioni

Giovanni NUCERA, Segretario Questore

Legge le interrogazioni e le mozioni presentate alla Presidenza.

(Sono riportate in allegato)

Annunzio di risposta scritta ad interrogazione

PRESIDENTE

E’ pervenuta risposta scritta all’interrogazione numero 258 del 15 gennaio 2012 a firma del consigliere Ferdinando Aiello.

(E’ riportata in allegato)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Dattolo. Ne ha facoltà.

Alfonso DATTOLO

Presidente, volevo proporre l’inserimento all’ordine del giorno della proposta di legge numero 164/9^ recante “Valorizzazione e promozione del termalismo in Calabria” che è stata licenziata in Commissione alla unanimità e del progetto di legge relativo alla “Istituzione della struttura tecnica di valutazione” che è stata approvato in Commissione a maggioranza con l’astensione della minoranza.  

Chiedo che vengano inseriti all’ordine del giorno.

PRESIDENTE

Grazie, onorevole Dattolo.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Nicolò. Ne ha facoltà.

Alessandro NICOLO’

Signor Presidente, colleghi consiglieri, chiedo di inserire all’ordine del giorno la proposta di assestamento del bilancio del Consiglio regionale ed i conti consuntivi dello stesso. Grazie.

PRESIDENTE

L’onorevole Nicolò, chiede l’inserimento all’ordine del giorno sia dell’approvazione dei rendiconti

del Consiglio regionale per gli anni 2008-2009-2010-2011 ed in più della proposta di assestamento del bilancio del Consiglio regionale.

Pongo in votazione la richiesta dell’onorevole Nicolò.

(Il Consiglio approva)

L’onorevole Dattolo, chiede l’inserimento all’ordine del giorno della legge sul termalismo che va inserita dopo l’approvazione dell’assestamento del bilancio del Consiglio perché proprio grazie a tale assestamento del bilancio c’è la possibilità di finanziare la legge proposta dall’onorevole Dattolo.

Pongo in votazione l’inserimento all’ordine del giorno.

(Interruzione)

Prego, onorevole Battaglia.

Demetrio BATTAGLIA

Chiedo scusa, questa proposta di legge può essere inserita all’ordine del giorno, ma se viene messa in discussione oggi è necessario avere un termine per la presentazione degli emendamenti.

PRESIDENTE

Mi sembra che sia stata approvata alla unanimità in Commissione e sollecitata un po’ da tutti i gruppi presenti in Consiglio regionale ed in primis, se non sbaglio, proprio dal gruppo del Partito democratico. Vedo l’onorevole Guccione che anche su questo tema è sempre stato molto presente.

Si tratta di una proposta di legge  – ripeto – che è stata approvata alla unanimità in Commissione. 

(Interruzione)

Ho capito, ma lei sa meglio di me che se dobbiamo approvarla oggi … se lei mi eccepisce …

(Interruzione)

Lei ha già qualche modifica precisa da apportare al testo della legge? Voleva proporre un emendamento in Aula?

Prego, onorevole Dattolo.

Alfonso DATTOLO

A parte il fatto che, anche se le proposte di legge sono state licenziate alla unanimità, non c’è alcuna forma di preclusione nei confronti di integrazioni che migliorino il testo, volevo soltanto ricordare al collega Battaglia che per questa proposta di legge il termine di presentazione degli emendamenti è stato riaperto più volte.

Dico questo per completezza di informazione e sicuramente gli emendamenti possono essere tranquillamente oggetto di discussione o di coordinamento. Non ci sono problemi da questo punto di vista, ma vorremmo che oggi vedesse la luce una legge che è stata tanto richiesta dall’intero Consiglio regionale.

PRESIDENTE

L’onorevole Battaglia chiede di poter predisporre uno o più emendamenti da inserire nel progetto di legge.

Quindi, onorevole Battaglia, anche se oggi in Aula vi è la discussione, si può prevedere questa opportunità e possibilità, se lei propone gli emendamenti.

Votiamo l’inserimento all’ordine del giorno.

(Il Consiglio approva)

Ha chiesto di parlare l’onorevole Orsomarso. Ne ha facoltà.

Fausto ORSOMARSO

Presidente, chiedo di  inserire all’ordine del giorno una proposta di legge, sollecitata dal territorio e che non comporta oneri di spesa, che riguarda il riconoscimento del “Consorzio fave e piselli” e  che abbiamo rinviato per l’assenza dell’onorevole Franchino che era interessato a sottoscrivere e votare la legge.

PRESIDENTE

Nell’ultima seduta di Consiglio questa proposta di legge è stata rinviata in Commissione su richiesta dell’onorevole Franchino.

Se la minoranza è d’accordo, possiamo anche votarne l’inserimento all’ordine del giorno.

(Il Consiglio approva)

Ha chiesto di parlare l’onorevole Nucera. Ne ha facoltà.

Giovanni NUCERA

Presidente, intervengo brevemente anche io per chiedere l’inserimento di tre ordini del giorno: uno riguarda la riduzione degli uffici postali in Calabria; l’altro il ripristino dei posti di Polizia presso le strutture ospedaliere della Regione Calabria ed, infine, il terzo riguarda gli interventi effettuati dal Governo nazionale per la modifica della legge 24 marzo 2012, numero 27 convertita in legge con modificazioni del decreto legge 24 gennaio 2012, numero 1 recante “Disposizioni urgenti per la concorrenza allo sviluppo e delle infrastrutture e la competitività”.

Sono tre argomenti di forte attualità nel dibattito politico soprattutto calabrese di cui chiedo l’inserimento all’ordine del giorno.

PRESIDENTE

L’onorevole Nucera chiede l’inserimento all’ordine del giorno di tre ordini del giorno che ha illustrato.

Pongo in votazione l’inserimento all’ordine del giorno dei tre punti.

(Il Consiglio approva)

Naturalmente, saranno trattati in coda ai progetti di legge.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Magno. Ne ha facoltà.

Mario MAGNO

Presidente, chiedo che venga richiamata in Aula la proposta di legge numero 334/9^, a mia firma, recante “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 13 maggio 1996, numero 7”.

PRESIDENTE

L’onorevole Magno chiede l’inserimento del progetto di legge numero 334/9^ che riguarda una proposta di legge già esaminata in Commissione.

Onorevole Magno, le chiedo se può esplicitare meglio questo progetto.

Mario MAGNO

La proposta di legge è stata già esaminata ed approvata in Commissione. Attualmente, è all’esame della Commissione bilancio per un parere di natura tecnica relativo alla copertura finanziaria.

La proposta che oggi si sottopone al Consiglio prevede un abbattimento dei costi per quanto riguarda il pagamento del personale utilizzato nelle strutture della Giunta regionale.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Giordano, ha facoltà di parlare.

Giuseppe GIORDANO

Presidente, anche in virtù del fatto che – come diceva l’onorevole Magno – il provvedimento è all’esame della seconda Commissione per il parere finanziario, ritengo che si debba soprassedere e trattare l’argomento dopo che la Commissione avrà avuto modo di valutare esattamente l’entità economica e le ulteriori implicazioni del provvedimento non soltanto di natura finanziaria.

Chiedo all’onorevole Magno ma anche a lei, di attendere che ci sia l’esame della seconda Commissione. Giacché la data della prossima seduta del Consiglio regionale è fissata, o quanto meno la data indicata è quella del 3 settembre, penso che questo sia un termine ragionevolmente congruo per poter arrivare ad una conclusione in tempi brevi, se ci saranno le condizioni.

Chiedo, pertanto, all’onorevole Magno di voler soprassedere e a lei chiedo, a nome del mio gruppo, di non porre all’ordine del giorno questo punto. Grazie.

PRESIDENTE

Ci sono altri interventi? L’onorevole Magno, chiede, a nome della maggioranza, l’inserimento all’ordine del giorno di una proposta di legge che è stata approvata dalla prima Commissione consiliare ed è in attesa del parere della seconda Commissione; la proposta riguarda una riduzione e quindi una riconversione con un risparmio di spesa del 3 per cento.

L’onorevole Giordano chiede, invece, di rinviarla. Poiché per inserirla all’ordine del giorno è necessario il voto dei due terzi dei componenti il Consiglio, vorrei sapere cosa pensano della proposta gli altri gruppi.

Onorevole Giordano, non so se lei ha parlato a nome della minoranza o del suo gruppo.

Sentiamo cosa pensa di questa proposta il gruppo del Partito democratico. Potremmo decidere o meno l’inserimento, perché se non ci sono i numeri non possiamo inserirla.

Preferite prima guardarla così prendiamo un po’ di tempo? Onorevole Magno, magari mentre andiamo avanti, può incontrarsi con i gruppi di minoranza e spiegare bene l’argomento.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Gallo. Ne ha facoltà.

Gianluca GALLO

Presidente, in una recente seduta del Consiglio è stato proposto dal collega Guccione ed approvato un ordine del giorno per impegnare il Governo regionale a far sì che l’Anas finanzi e progetti i tratti di autostrada relativi al completamento dell’A3 che lo stesso Presidente dell’Anas ed il ministro Passera avevano dichiarato non esser ancora coperti da finanziamento.

Nelle more che ciò avvenga – ed è giusto che ciò avvenga – propongo l’inserimento all’ordine dei lavori di un ordine del giorno affinché – nelle more del finanziamento, della progettazione della relazione dei lavori che richiederanno qualche anno, perlomeno ci sia una immediata messa in sicurezza da parte dell’Anas di questi 58 chilometri per i quali non c’è finanziamento, attraverso la stesura dell’asfalto drenante, le nuove barriere ed attraverso la messa in sicurezza dei pendii laterali poiché si tratta, soprattutto, di percorsi di montagna.

Chiedo pertanto, Presidente, di inserire questo ordine del giorno nella seduta  odierna. È un ordine del giorno che   ripeto – riguarda il completamento e la messa in sicurezza dei tratti di autostrada A3 per i quali non c’è ancora finanziamento da parte del Governo nazionale; una messa in sicurezza con asfalto drenante, quindi, con nuove barriere e con messa in sicurezza dei pendii laterali.

PRESIDENTE

E’ una proposta di ordine del giorno dell’onorevole Gallo che riguarda la messa in sicurezza dei tratti della A3.

Pongo in votazione l’inserimento.

(Il Consiglio approva)

Non ci sono altri interventi nella fase preliminare.

La Conferenza dei capigruppo svoltasi stamattina ha deciso di rinviare alla prossima seduta – considerata l’importanza degli argomenti posti all’ordine del giorno – la prima ora dedicata alle interrogazioni a risposta immediata che, pertanto, saranno trattate nella prossima seduta del Consiglio.

(Così resta stabilito)

Prima di procedere all’inserimento all’ordine del giorno, era rimasto sospeso l’inserimento del punto proposto dall’onorevole Magno.

Se il gruppo del Partito democratico si esprime su questo punto … Prego, onorevole Maiolo, ha facoltà di parlare per esprimere se è d’accordo all’inserimento. Il gruppo di Italia dei valori, tramite l’onorevole Giordano, aveva detto di no.

Mario MAIOLO

Sono d’accordo.

PRESIDENTE

L’onorevole Maiolo, ha dato il parere favorevole del suo gruppo all’inserimento del punto all’ordine del giorno.

Pongo in votazione la richiesta di inserimento con il voto contrario dell’onorevole Giordano e del gruppo di Italia dei valori.

(Il Consiglio approva)

Quindi, è conclusa la fase preliminare ed il question time, per volontà unanime di tutti i capigruppo, viene rinviato alla prossima seduta del Consiglio.

Esame Abbinato

Proposta di legge numero 261/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Istituzione dell'Azienda regionale per la Forestazione e le politiche per la montagna e disposizioni in materia di forestazione e di politiche della montagna”;

Proposta di legge numero 262/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Istituzione dell'Azienda regionale per la Forestazione e le politiche per la montagna e disposizioni in materia di forestazione e di politiche della montagna”;

Proposta di legge numero 266/9^ di iniziativa del consigliere Mirabelli, recante: “Istituzione dell'Azienda regionale per la Forestazione e le politiche per la montagna e disposizioni in materia di forestazione e di politiche della montagna”

PRESIDENTE

Possiamo procedere con il primo punto all’ordine del giorno che riguarda l’istituzione dell’agenzia regionale per la forestazione, le politiche per la montagna e disposizioni in materia di forestazione e di politiche della montagna.

C’è stato un incontro dei capigruppo di maggioranza e di minoranza. Darei la parola all’onorevole Imbalzano che ci comunicherà le risultanze dell’incontro.

Candeloro IMBALZANO, relatore

Signor Presidente, onorevoli colleghi, come è noto all’ordine del giorno c’erano due proposte di legge tanto attese non soltanto dal Consiglio regionale, dai gruppi, dalle parti sociali e dagli stessi lavoratori forestali, ma credo da tutta la Calabria.

Sono due proposte di legge che nascevano dalla necessità, ormai ineludibile, di superare una situazione di autentico incaglio che si è prodotta dal 2007 a seguito della soppressione dell’Afor e dell’Arssa. Incaglio che si era prodotto per le difficoltà che erano e che sono insorte nella fase di liquidazione dei due enti. Non approfondisco questi problemi per esigenze di tempo.

Il Consiglio regionale e tutti i gruppi hanno acquisito la consapevolezza che soltanto mettendo a sistema funzioni e risorse, definendo principi e regole di buona governance, si potrà e si dovrà pervenire ad un positivo e proficuo risultato nell’ottica di rendere efficiente ed efficace l’azione politica regionale e quella degli stessi enti.

Come lei ha ricordato, stamane rispetto a queste due proposte di legge - che necessitavano e necessitano di un voto qualificato dei due terzi – c’è stato un lungo confronto tra i gruppi proprio per la comune consapevolezza che queste devono essere riforme che debbono avere una larga condivisione e che non sono soltanto riforme della maggioranza.

Dopo il lungo confronto avuto in seconda Commissione che le aveva licenziate, negli incontri di oggi si è riusciti a trovare una prima sintesi per continuare questo confronto. Dopo la soluzione trovata e gli emendamenti approvati in seconda Commissione per quanto riguarda in particolare l’Arssa, rispetto alla quale sono stati presentati emendamenti importanti rispetto alla proposta originaria della Giunta come segno di disponibilità anche rispetto alla minoranza, anche sull’Afor si è trovata una mediazione importante.

Si è pervenuti alla decisione di sottoscrivere un documento comune proprio per consentire a questo Consiglio di giungere ad una soluzione in una delle prossime sedute, ma ovviamente i tempi dovranno essere ristretti perché il signor Bondi, a partire da settembre, non farà sconti a nessuno, se è vero come è vero che proprio in questi giorni ricordava che le Regioni dovranno subire tagli per oltre 4 miliardi che certamente rischiano di abbattersi anche sulla nostra.

Per questi motivi e con il senso di responsabilità comune che è stato registrato i gruppi hanno sottoscritto un documento depositato alla Presidenza che proponiamo all’attenzione, alla discussione ed all’approvazione di questo Consiglio regionale.

PRESIDENTE

Sono state fatte le copie e le stanno distribuendo. Aspettiamo un attimo, il tempo tecnico per leggerlo.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Scalzo. Ne ha facoltà.

Sull’ordine dei lavori

Antonio SCALZO

Presidente, volevo proporre l’inserimento all’ordine del giorno di una proposta di legge sul polo oncologico, sulla “Fondazione Campanella”.

Come tutti sapete si tratta di un problema che riguarda tutti i cittadini calabresi oltre che i rappresentanti delle istituzioni.

Questa proposta di legge intende tutelare il polo oncologico calabrese, riconosciuto come centro di eccellenza della sanità calabrese, e tutte le professionalità esistenti che operano in quella struttura.

In sostanza con questa legge si interviene sulla legge regionale numero 11 del 30 aprile 2009, poiché a seguito delle modifiche normative subite dalla stessa e degli interventi della Corte costituzionale resta valida la parte inerente i termini della riconversione in Irccs.

L’obiettivo è ambizioso e deve essere quello di arrivare alla istituzione dell’Irccs al pari di tutte le altre Regioni. Voglio ricordare come anche la vicina Basilicata ha un polo oncologico Irccs a Rionero a Matera oltre ad avere il polo cuore a Potenza.

Vorremmo dare alla Calabria, anzi credo che abbiamo il dovere di dare alla Calabria intera un polo oncologico calabrese. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Salerno. Ne ha facoltà.

Nazzareno SALERNO

Grazie, Presidente, proprio in merito alla proposta del collega onorevole Scalzo, per quanto riguarda la “Fondazione Campanella”, polo oncologico di eccellenza, anche noi, come maggioranza, abbiamo presentato una proposta.

Chiederei, pertanto, prima di discutere la proposta dell’onorevole Scalzo e anche la nostra di vederci un attimo per concordare e per arrivare ad una soluzione unitaria. Grazie.

PRESIDENTE

Questo è un punto che tratteremo alla conclusione della seduta odierna. Intanto, tra maggioranza e minoranza provvedete a predisporre un punto preciso.

Se gli onorevoli Salerno e Scalzo si incontrano lo possiamo inserire all’ordine del giorno del Consiglio e trattarlo successivamente.

Pongo in votazione la richiesta di inserimento del punto avanzata dall’onorevole Scalzo.

(Il Consiglio approva)

E’ stato, intanto, distribuito l’ordine del giorno che riguarda le riforme di Afor e Arssa. Possiamo procedere …

(Interruzione)

Facciamo una breve sospensione dei lavori e prego i capigruppo di avvicinarsi al banco della Presidenza per definire un ordine del giorno comune per poi procedere alla votazione.

La seduta sospesa alle 16,23 è ripresa alle 16,27

PRESIDENTE

Riprendiamo i lavori. E’ stato presentato un ordine del giorno di cui adesso darò lettura, è stata anche distribuita la copia a tutti i consiglieri.

I gruppi che vorranno dire qualcosa sull’ordine del giorno avranno l’opportunità di intervenire.

Prego i colleghi di far silenzio e di prendere posto perché non si capisce assolutamente nulla.

Ordine del giorno numero 67 di iniziativa dei capigruppo consiliari in ordine alla riforma dell’Afor e dell’Arssa

Do lettura dell’ordine del giorno “Il Consiglio regionale della Calabria,

premesso che:

è ineludibile l’urgente necessità di realizzare una radicale riforma degli enti sub-regionali a partire da quelli già posti in liquidazione;

la proposta di legge riguardante l’Arssa nel testo posto all’ordine del giorno del Consiglio regionale del 3 agosto 2012, che prevede l’istituzione dell’Azienda regionale per lo sviluppo dell’azienda calabrese, ente strumentale della Regione Calabria dotata di personalità giuridica di diritto pubblico e autonomia amministrativa, organizzativa, gestionale, tecnico-patrimoniale, contabile e finanziaria, ha incontrato un largo consenso sulla sua qualificazione giuridica pur ritenendo utile una ulteriore riflessione per pervenire alla più larga condivisione sociale;

la proposta di legge riguardante l’Afor richiede un ulteriore confronto a partire dalle parti sociali senza porre pregiudiziali rispetto alla qualificazione giuridica con l’obiettivo di garantire comunque livelli occupazionali;

ritenuto necessario ricercare un ampio consenso sui modelli organizzativi dei settori oggi di competenza di detti Enti.

Il Consiglio regionale della Calabria

impegna la Giunta regionale a proseguire un confronto virtuoso nelle sedi istituzionali competenti, per pervenire ad una efficace e complessiva riforma dei suddetti enti, in coerenza con il processo legislativo in corso di definizione in seno al Parlamento nazionale”.

Chi è in dissenso con l’ordine del giorno può intervenire.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Aiello. Ne ha facoltà.

Ferdinando AIELLO

Grazie, Presidente.Premesso che anche noi, come gruppo di Progetto democratico, avvertiamo l’esigenza di fare questa riforma, pensiamo che oggi non sia il giorno adatto.

Ci sono, però, dei passaggi da fare in Consiglio perché non tutti abbiamo avuto emendamenti depositati, leggi sull’Afor depositate.

E’ chiaro che alcuni punti richiamati nell’ordine del giorno si pongono – secondo noi –  in contrasto con la coerenza di linee e di impostazioni che il mio gruppo si è dato insieme ai colleghi Mirabelli e Ciconte.

Ora non vuol dire che la nostra sia una chiusura pregiudiziale e da domani non saremo qui a discutere con voi la costruzione della nuova riforma. Siamo qui a discutere in maniera seria come altre volte ha fatto il mio gruppo nelle persone dell’onorevole Mirabelli e dell’onorevole Ciconte.

Consentite, però, che in questo momento per quanto ci riguarda non ci può essere nessun punto di incontro, perciò, riguardo all’ordine del giorno, ribadendo per la serietà e la correttezza che ci contraddistingue, anche  noi siamo d’accordo ad uno slittamento dei tempi.

Non riteniamo questo ordine del giorno esaustivo per quanto riguarda la nostra impostazione politica e, pertanto, non possiamo votarlo anche perché non tutti condividono la riforma dell’Arssa che è stata fatta.

Per quanto ci riguarda, abbiamo sottoposto la questione dei lavoratori dell’impianto di risalita di Lorica e di Camigliatello e sull’Afor e sulle comunità montane addirittura abbiamo depositato un testo completamente alternativo a quello che è stato prodotto in Commissione.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Talarico. Ne ha facoltà.

Domenico TALARICO

Signor Presidente, anche il gruppo di Italia dei valori, pur condividendo lo sforzo messo in atto dalla maggioranza e dalle forze di minoranza, non concorda con lo spirito di questo ordine del giorno soprattutto laddove si dice che si è disponibili a qualsiasi confronto senza alcun tipo di pregiudiziale rispetto alla qualificazione giuridica degli enti contenuta nelle proposte licenziate dalla Commissione.

Noi abbiamo espresso tante motivazioni per opporci a queste riforme. Tra i motivi di opposizione ve ne sono alcuni che riteniamo non negoziabili e tra quelli vi è la qualificazione giuridica dei due enti che per noi è e deve rimanere di tipo pubblico o pubblicistico.

Per queste ragioni, Presidente, pur apprezzando e condividendo il rinvio dei punti all’ordine del giorno, non possiamo votare questo ordine del giorno. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

Presidente, nessuna modifica. Abbiamo firmato un documento per ribadire il voto favorevole del gruppo del Partito democratico al rinvio e al documento.

Il documento ha per noi questo significato. Intanto, aver verificato una apertura al confronto ulteriore da parte della maggioranza. Debbo dire che in questi mesi l’assessore Trematerra si è speso per tentare una intesa ampia; non c’è riuscito ma quando si lavora è sempre un fatto positivo. Questo lavoro, a nostro avviso, ha già prodotto un risultato apprezzabile, per quanto riguarda l’Arssa.

Naturalmente ci sono ancora delle distanze rispetto al discorso dell’Afor ma noi siamo un partito che ha una cultura di governo e ci battiamo, intanto, per un avanzamento della società civile, perché si facciano le riforme di struttura che si debbono fare e tra queste c’è certamente l’esigenza delle riforme degli enti sub-regionali.

Ma siamo anche un partito che guarda con concretezza alle esigenze delle classi più deboli tra le quali indubbiamente ci sono anche i lavoratori delle comunità montane e dell’Afor per cui non siamo abituati a porre pregiudiziali al buio perché in questo momento si tratterebbe di porre pregiudiziali al buio. Tuttavia, ci sentiamo enormemente soddisfatti nel momento in cui anche in questo documento che in sostanza motiva il rinvio, niente di più, c’è un impegno a mantenere inalterati i livelli occupazionali che, dal nostro punto di vista, vuol anche significare, eventualmente, una gestione trasparente e corretta degli ammortizzatori sociali.

Tutto questo inserito in un contesto di riforma del sistema delle autonomie perché ancora non abbiamo il testo definitivo della cosiddetta legge di spending review.

Siamo convinti che quando questo testo sarà definitivo si dovrà procedere al riordino del sistema delle autonomie che comprende anche le province. In quel contesto, facendo dei passi in avanti, mi auguro – ci batteremo per questo – che si possano trovare soluzioni utili e condivise anche per l’Afor.

Del resto, la parte finale del documento è una dimostrazione di grande democrazia di questo Consiglio regionale perché – ed io andrei a sottolineare questo aspetto – non impegna la Giunta regionale a sottoporci un testo.

E’ una cosa – scusate la cacofonia – sottile ma di grande importanza. Non diciamo a Scopelliti e a Trematerra “preparateci un testo e sottoponetecelo” ma diciamo alla Giunta “coinvolgi nelle sedi istituzionali i partiti, i gruppi, le parti sociali che debbono essere coinvolti, e facciamo scaturire da questo confronto un testo che ci auguriamo sia largamente condiviso.

Per queste ragioni esprimiamo un voto favorevole.

PRESIDENTE

Grazie, onorevole Principe.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Bova. Ne ha facoltà.

Giuseppe BOVA

Presidente, colleghi consiglieri, parlo per motivare il voto favorevole mio personale e del gruppo Misto.

Voglio partire da una ovvietà: questa proposta, questo ordine del giorno è una delle soluzioni possibili. L’altra alternativa era che maggioranza e minoranza entrassero in Aula e facessero ambedue degli spot propagandistici.

La maggioranza dicendo “io ho un testo e lo voto fino in fondo” e la minoranza, insomma, facendo l’altro spot perché occorreva la maggioranza qualificata dei due terzi.

Penso che questa che viene sottoposta sia un’altra strada e bisogna assumersi le responsabilità di un passaggio di questo tipo.

Il mio intervento sarà molto breve e si basa su tre parole chiave: la prima è necessità; la seconda è sfida e la terza è responsabilità.

La premessa di questo ordine del giorno dice che è “è ineludibile l’urgente necessità di realizzare una radicale riforma degli enti sub-regionali” e questo è un passaggio chiave. E’ così.

Su questo già da anni ci si era posti il problema. Poiché è molto complesso e difficile capisco che ci siano state e che in parte permangano delle difficoltà ma delle due l’una: o con un autogoverno di una Calabria che vuole riformarsi in avanti – qui siamo in grado di prendere il toro per le corna – o altrimenti ci potranno venire imposte soluzioni che poi noi non possiamo limitarci a giudicare inique o sbagliate.

Quindi, c’è per prima cosa una assunzione di responsabilità e la seconda è una sfida cioè, evidentemente il lavoro deve andare avanti. In queste settimane ci sono stati degli elementi di novità, frutto di questo confronto ed a questo proposito vorrei che chi commenta non si distragga, che in qualche maniera possa esserci – per me era quasi ineludibile – la necessità di avere più tempo. In qualche maniera lo immaginavo nel momento in cui mi sono astenuto rispetto alla proposta fatta all’assessore di avere una proroga di altri sei mesi. Non per perdere tempo. La mia idea era quella di non imbrigliare la discussione, di non fermarsi e di non imbrigliare sapendo che è una sfida e se è una sfida è una sfida per tutti, non lo è solo per la maggioranza.

Il tempo che sarà necessario dovrà essere un tempo in cui ancora di più rispetto a prima – lo hanno detto altri colleghi – noi dobbiamo sopportare la fatica del concetto e del progetto; cioè, far misurare idee alternative senza paraocchi ideologici, ma alla fine vedendo quale è più efficace ed efficiente, quale comporta costi sopportabili per la Regione senza immaginare di cambiare i ruoli perché quei ruoli sono stati definiti al momento delle elezioni e coloro a cui competono le responsabilità di gestione, assessore e quant’altro, ovviamente non sono dalla parte di chi vi parla.

In qualche maniera implicitamente ho parlato del terzo punto che è quello della responsabilità. Per far questo bisogna assumersi delle responsabilità.

Per me era più comodo dire “bravi, avete fatto un lavoro” ma io ci ho messo la faccia e la firma perché sia la premessa che il dispositivo finale … ovviamente c’è poi una fotografia del lavoro finora svolto ed in parte del lavoro da fare. Quella è la parte che rimane aperta non immaginando però – ancora di più rispetto ad ora – che si possa avere, parlo per quanto mi riguarda, soltanto la posizione di salvarsi l’anima.

Alla fine si può arrivare anche ad un no dentro uno sforzo che impegna tutte le energie che ci sono per trovare soluzioni condivise, che non sono in discesa ma sono in una situazione difficile in cui le risorse sono limitate, i problemi abbastanza complicati senza far ricorso alla crisi nazionale e facendosi carico della situazione che c’è, con questo spirito, in maniera formale, così come è avvenuto nella Conferenza dei capigruppo dove abbiamo discusso per alcune ore e non è che si trattava di fare un ordine del giorno per salvarsi la faccia.

Si è tentato di dire “attenzione non si chiude oggi ma non è tirare la palla fuori”; si tratta di impegnare tutto il tempo necessario per approdare ad una soluzione che consenta, soprattutto a chi lavora e a coloro che da questo lavoro devono ricevere più sicurezza e benefici, di ottenere risultati più efficaci di quanto non si sia fatto fino ad ora”.

Con questo spirito esprimo –  come ho detto prima –  un voto favorevole mio personale e del mio gruppo che apparentemente è Misto, ma mi accorgo che tutte le volte che votiamo, perché discutiamo ecc., pur non avendo provenienze comuni sui problemi riusciamo a trovare una intesa senza esser tirati per la giacca e senza dover chiedere il permesso a nessuno.

Per carità riguarda solo noi, non vogliamo indicare strade di questo tipo per nessun altro. Presidente, la ringrazio.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Mirabelli. Ne ha facoltà.

Rosario Francesco Antonio MIRABELLI

Al di là di chi si sia prenotato prima penso che, nell’ottica dell’alternanza, tocchi a me intervenire per un semplice motivo: come gli altri colleghi sono convinto della necessità di fare una riforma di questi enti importanti. Più che di una riforma radicale parlerei di una riforma che punti esclusivamente a far funzionare questi enti e mi riferisco in modo particolare all’Afor. 

Già nel testo nel momento in cui si parla di radicale riforma, questo significa un qualcosa che vuole essere decisamente il contrario di quello che era, in termini giuridici, la vecchia Afor, quindi l’istituzione dell’Azienda forestale secondo la normativa del tempo, vale a dire un qualcosa di diverso da un ente pubblico non economico di tipo strumentale.

Qui sta già di per sé, consentitemi, un qualcosa non voglio dire di inganno, ma che fa capire chiaramente che c’è la necessità per l’Afor di approdare all’istituzione di un nuovo ente che abbia una personalità giuridica di tipo privatistico diversa dal passato.

Consentitemi se questo è l’italiano che viene poi rafforzato dal fatto che viene dato lo zucchero, si legge “dopo un ulteriore confronto anche fra le parti sociali” come se i confronti non ci siano stati – e qui mi rivolgo al Presidente Imbalzano –, abbiamo fatto tante sedute e tante parole e ci siamo confrontati io e l’assessore, poiché ero proponente di una proposta di legge sull’Afor che, senza che me ne vogliate, era contraria all’impostazione dell’assessore.

Abbiamo fatto grandi ragionamenti ed approfondimenti di varia natura, chiesto pareri agli uffici legali e finanziari, ci siamo confrontati con tutte le forze politiche e ne siamo usciti con un certo risultato, con una posizione poco chiara senza dubbio dove, almeno come forza politica di Progetto democratico, siamo stati abbastanza chiari. Abbiamo presentato una proposta di legge che abbiamo dovuto portare alla discussione, all’attenzione, all’analisi ed alla verifica dei componenti della Commissione ed anche delle parti sociali ed in modo particolare dei sindacati.

Abbiamo già di per sé espresso una posizione. E’ ovvio, caro Presidente Talarico, che questo ordine del giorno, rispetto all’ordine del giorno del Consiglio che prevedeva la discussione nel merito, evidenzia chiaramente la necessità di dover rinviare proprio perché non c’è in Consiglio una linea comune.

Molto probabilmente non so se anche nelle forze politiche di maggioranza e di minoranza ci sia un comune intendimento; credo probabilmente di no perché altrimenti una maggioranza sicura dei fatti propri si sarebbe presentata con una proposta.

Assessore Trematerra, abbiamo fatto vari discorsi da un punto di vista quasi collaborativo per cercare di trovare una soluzione – lo diciamo con estrema chiarezza – sulla base di atti amministrativi non di ricerche di smussamenti di tipo politico con altre forze politiche, di mediazione. Io non vado a mediare nulla, ho le idee ben precise sull’Afor, ho i miei ragionamenti precisi ed ho il timore che riforme di tipo privatistico possano un domani porre in grave crisi la stabilità occupazionale e la funzionalità di un ente importante come questo.

Ho le mie idee anche sulle Comunità montane così come sull’Arssa. E’ ovvio che oggi si evidenzia chiaramente una impossibilità rispetto ad una idea di cui si era certamente convinti come maggioranza e la necessità di dover pervenire ad una larga intesa al di là dell’articolo 54 dello Statuto e che impone la maggioranza qualificata dei due terzi.

Anche io credo nella necessità che certe riforme strutturali così importanti che riguardano enti importanti e basilari debbano avere, comunque, la più larga maggioranza possibile e la più larga condivisione in Consiglio. Una condivisione che certamente non sarà politica ma sarà soprattutto sul piano della legittimità amministrativa. Ecco perché dico che oggi questa mi sembra una scappatoia per cercare di prendere tempo.

In realtà, assessore, è molto semplice. Qui la differenza della riforma dell’Afor si basa su due cose: o ente pubblico economico di tipo privatistico o ente pubblico economico di tipo strumentale. Questo è tutto e non ci sono altre differenze tant’è che nella tua proposta di legge evidenzi in modo particolare questo aspetto e lasci ad un atto aziendale di tipo privatistico interno la realizzazione di tutta quanta la parte strutturale relativa alla funzionalità dell’ente. Per cui è ovvio che qui o siamo convinti in un modo o siamo convinti in un altro.

Diventa difficile, secondo me, proprio per non far perdere tempo – ed in questo mi rivolgo al gruppo del Partito democratico non tanto alla maggioranza che credo sostenga completamente la proposta dell’assessore Trematerra, almeno sull’Afor –; è ovvio che bisogna esser convinti se andare verso un tipo di ente che abbia una sua caratterizzazione di tipo strumentale e, quindi, pubblicistica, di pubblica amministrazione, andare a riguardare e correggere i vari difetti ed i vari errori, quello che è stato, fare l’esatto contrario in termini sostanziali e strutturali nella funzionalità più che nella personalità giuridica che, a mio avviso, va a preservare e a salvaguardare, a rendere più garantista l’azione di questi lavoratori rispetto ad un ente di tipo privatistico in cui non cambia soltanto il contratto di tipo lavorativo.

Perché si passa da un contratto di tipo pubblica amministrazione ad un contratto di tipo  privato che, al di là della spending review e del contenimento delle spese, evidenzia con estrema chiarezza che, automaticamente, i costi dei salari, – al di là della famosa cassa integrazione che non dovrebbe essere il riferimento perché, altrimenti, significa partire con il piede sbagliato, perché noi puntiamo alla funzionalità ed operosità dell’ente – aumentano di oltre il 15 per cento.

Caro collega Dattolo, ne abbiamo parlato e questi sono cifre e dati alla mano incontestabili rispetto ai contratti di tipo pubblicistico.

Ecco: l’unico aspetto positivo qual è? E’ che dato che non vogliamo fare il bastian contrario mettendo il sale sulla piaga, noi prendiamo per buono di questo atto esclusivamente la necessità che viene da tutte le parti, di dover rinviare per cercare – lo auspico – un punto comune che, a mio modesto avviso, sarà molto difficile trovare sia in termini politici che amministrativi a meno che non si riconosca la necessità di modificare veramente la personalità giuridica e porre le basi per non rischiare il futuro di un’azienda sul piano privatistico.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Dattolo. Ne ha facoltà.

Alfonso DATTOLO

Grazie, signor Presidente, intervengo brevemente non entrando nel merito come ha fatto il collega Mirabelli dal quale mi sarei aspettato un intervento di carattere diverso.

Volevo soprattutto sottolineare l’apertura che è venuta dai banchi della minoranza perché qualcuno, in questi giorni, non ha neanche distinto quel che era successo tra Arssa e Afor dando anche dimostrazione pratica di non voler assolutamente fare le riforme e di agire in maniera poco consona rispetto a quelli che sono …

Se qualcuno vuol ricalcare gli schieramenti nazionali, purtroppo, almeno qui in Calabria, non è il tempo di queste cose.

Voglio dire, quindi, soprattutto ai banchi della minoranza che noi apprezziamo lo sforzo che è stato fatto perché non abbiamo intenzione di mettere in discussione e a repentaglio il futuro dei lavoratori. Su queste basi abbiamo impostato questa riforma e penso che l’assessore Trematerra lo abbia dimostrato indistintamente.

E’ da un anno che questa riforma è stata presentata in Giunta ed è da qualche mese che è in discussione in Commissione, ponendo delle basi di dialogo che oggi noi registriamo …

 

Non c’è stata una caccia ai voti che mancavano, perché avremmo anche potuto agire in maniera subdola rispetto a quello che la politica ci impone, ma – come hanno detto l’onorevole Imbalzano ed i colleghi della minoranza, Bova e Principe, che si sono astenuti- desideriamo sottolineare che vogliamo le basi di un confronto, perché è in ballo il futuro dei lavoratori, non la carriera di qualcuno rispetto a quella che è la problematica generale, e vogliamo farlo in maniera corretta, soprattutto sposando le ragioni dei lavoratori insieme alle ragioni inderogabili della politica.

Su queste basi ritengo che oggi abbiamo avviato un confronto costruttivo e quest’ordine del giorno è significativo dal punto di vista politico; noi lo apprezziamo come un’apertura di credito verso la riforma proposta e su queste basi sono sicuro che il Consiglio regionale potrà scrivere pagine importanti per il futuro della Regione.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Magarò.

Salvatore MAGARO’

Presidente, prendo anch’io velocemente la parola, perché mi preme evidenziare alcuni elementi e alcuni aspetti di questa questione che meritano, dal mio punto di vista, di non essere sottaciuti.

Innanzitutto, mi preme sottolineare la capacità dell’assessore, della Giunta regionale, del nostro Governatore, di presentare una proposta. Da tempo c’è una proposta su questa questione che è depositata e sulla quale si è aperto un ampio confronto e un’ampia discussione.

Dal 2007 al 2010 abbiamo proceduto con provvedimenti di proroga, però nessun provvedimento è stato presentato dalla Giunta e dai singoli consiglieri.

Mi preme anche sottolineare il metodo seguito che non può essere sottaciuto. Il Presidente e l’assessore hanno più volte incontrato le parti, il sindacato, le forze sociali, le categorie, e più volte hanno avuto modo di parlare con i gruppi rappresentati in Consiglio regionale, mi pare anche di capire che i gruppi consiliari avevano dato l’opportunità di indicare un proprio rappresentante, esperti e tecnici, che potesse valutare la proposta, integrarla e presentarla.

Mi piace anche dire che, accanto a questo metodo di lavoro che è positivo, c’è un’altra questione che mi interessa molto di più. La Calabria viene descritta come una terra amara, come una terra ricca di questioni aperte, come una terra in cui gli sperperi, gli sprechi si evidenziano sempre di più. Non voglio citare Gian Antonio Stella, ma il cittadino comune che vive nei nostri comuni, nei nostri territori , quando si parla di Afor e di Arssa, esprime un giudizio non positivo verso queste strutture, che più volte sono state definite dei carrozzoni politici, in cui sono stati  messi in campo solamente sussidi, assistenza e clientela.

Ahimè, c’era un’altra Opera Sila negli anni 1960, c’era un’altra forestazione che ha svolto un ruolo importante di sviluppo dell’agricoltura, di tutela e di difesa delle nostre coste.

Penso che questa riforma sia necessaria, come sono necessarie tante altre riforme e penso anche che il Consiglio regionale dovrà caratterizzare questa seconda metà della legislatura avviando un forte processo di rinnovamento, di riforme e di cambiamento, anche perché ritengo che, attraverso la riforma, si possa accrescere nel personale la motivazione e soprattutto si possa anche mettere in campo un’azione che migliori nei cittadini la reputazione di questi enti specialmente per quanto riguarda i servizi, l’efficienza e l’efficacia della loro azione.

Mi piace dire, dal mio punto di vista, che con le norme che andremo ad approvare –  penso anche in tempi ragionevoli – dobbiamo certamente difendere il lavoro, la prospettiva del lavoro, la sicurezza del lavoro, ma non possiamo difendere sprechi, clientele, assistenze; non possiamo difendere questi carrozzoni, che purtroppo sono serviti solamente per raccogliere ed indirizzare il consenso e non per mettere in campo azioni concrete, di riforme, di efficacia e di efficienza.

Dunque, ci sono il lavoro che è stato fatto, le proposte che sono in discussione, la proposta che è condivisa anche da molte associazioni di categoria. Ho visto stamane o ieri che importanti associazioni di categoria che sono nel settore dell’agricoltura hanno espresso una valutazione positiva ed hanno soprattutto invitato il Consiglio a fare presto ed a non perdere ulteriore tempo.

Per quanto mi riguarda, oggi questa riforma doveva essere approvata, perché il tempo è largamente scaduto. Penso che il Presidente, nel corso di questi mesi, di questi anni abbia incontrato tutte le categorie e che il confronto ci sia stato. Mi auguro, dopo tre anni in cui non è stata avanzata nessuna proposta e non è stata approvata nessuna legge –  ora sono trascorsi altri due anni – che non si debba arrivare a fine legislatura per approvare una norma.

Per quanto mi riguarda, questo è l’appello, noi dobbiamo aprire una grande fase e una grande stagione di cambiamento e di riforma, e sul cambiamento e sulla riforma si misura anche la capacità di questo Consiglio e la capacità di una maggioranza e di un’opposizione. Per questo il mio invito è certamente a fare presto e bene, ma soprattutto ad eliminare gli sprechi e le situazioni assistenziali che, purtroppo, sono diffuse nella nostra regione.

Il nostro Presidente, nel corso di questi anni, ha fatto grandi iniziative in questa direzione, ha messo in campo una grande azione che, dal mio punto di vista, va difesa, tutelata e sostenuta da parte di tutti i calabresi, perché se chiedessimo ai calabresi, al cittadino di strada cosa pensa dell’Arssa e dell’Afor, penso che il giudizio non sarebbe positivo.

Allora, si tratta di rimotivare il personale, di recuperare la loro reputazione, di assegnare loro una missione, un compito per affrontare le emergenze nella nostra regione; si tratta di non difendere queste situazioni di sprechi, di crisi, di assistenza e di sussidi e di invertire la rotta ed io penso che anche il sindacato, le parti sociali, il personale dovranno seguirci in questa direzione.

Per queste ragioni penso che il lavoro fatto dal nostro Presidente sia stato positivo e mi auguro che questo rinvio porti anche ad una soluzione rapida e unitaria della  questione e di non utilizzare la questione delle riforme per altri scopi, che in questo momento non servono a nulla.

PRESIDENTE

Non ci sono altri interventi. Aveva chiesto di intervenire il Presidente Scopelliti. Ne ha facoltà.

Giuseppe SCOPELLITI, Presidente della Giunta regionale

Intanto, vorrei ribadire quanto hanno affermato prima i colleghi nei loro interventi. Noi abbiamo lavorato a questa riforma in questi ultimi sei-otto mesi, lo ha fatto molto bene l’assessore Trematerra e intendo ringraziarlo, perché ha fatto un lavoro capillare, attento.

Si è partiti con l’idea di toccare uno dei temi più scottanti di questa nostra regione cioè di cominciare a focalizzare l’attenzione su un comparto, che è quello della forestazione, che è sempre stato terreno di confronto elettorale, forse, per taluni, ma non è mai diventato produttivo in maniera chiara ed evidente per i fini di un territorio che è quello calabrese, che andrebbe sempre più valorizzato e tutelato. Quindi, si è messo sempre meno in campo lo strumento della capacità di intervento e di risoluzione delle problematiche, basandosi sempre di più sull’interesse.

Oggi leggiamo, magari, dichiarazioni anche di qualche collega; i colleghi consiglieri mi hanno riportato che qualcuno dice: “Che fretta c’è!”. Scusate se, dopo cinque anni, mettiamo mano ad un comparto che avevate commissariato, avevate liquidato queste società che sono un po’, come si suol dire, nel limbo. Capisco che i tempi di qualcuno siano le famose calende greche, ma noi vorremmo mettere ordine e dobbiamo farlo, è il nostro senso di responsabilità. Lo dico perché, quando l’assessore Trematerra ha convocato i sindacati , in almeno tre circostanze li abbiamo convocati congiuntamente d’accordo alla Presidenza è stato proprio per dare il significato e il valore – così come diceva il consigliere Magarò – a questa riforma. 

Le riforme, in Calabria, per chi non l’avesse capito – dico in generale – non sono ormai un optional, sono indispensabili, perché, partendo dalla riforma dell’Afor e dell’Arssa e passando per tutti gli altri enti che noi stiamo attenzionando – e speriamo, da qui a fine settembre, di portare all’attenzione dei colleghi un’altra bozza di riforma, questa volta molto più complessa e articolata che riguarda molti più enti – vorremmo incidere in maniera più profonda. Ormai l’ipotesi di una riforma significa cominciare a far diventare questa Regione più funzionale, più moderna, più adeguata ai tempi, meno burocratizzata, meno assistenziale, meno clientelare, più efficiente, più efficace e più in grado di dare risposte ai bisogni della collettività.

Ecco perché il nostro senso di responsabilità, oggi, ci spinge a portare in Aula un provvedimento nel  quale sanciamo un principio fondamentale ossia che la natura giuridica dell’ente che noi abbiamo previsto non è in discussione, perché mi pare che questo sia l’accordo che abbiamo raggiunto oggi e, da qui, possiamo partire per cominciare a discutere ed intravedere una prospettiva che diventa frutto – diciamo così – di un percorso che, magari, qualcuno ha già immagazzinato e recepito da tempo, e anche per quelli che hanno una certa necessità di assimilare meglio questo tipo di percorso, noi siamo convinti che questa sia la strada.

Francamente, anche il mondo sindacale di protesta, per carità, ormai vediamo le proteste degli Lsu, degli Lpu, degli “Lmeno”, voglio dire che ormai si protesta perché dobbiamo creare questa stagione dell’autunno caldo, dell’accerchiamento e delle situazioni di aggressione. Va bene, ma la Calabria ha bisogno di altro, ha bisogno di senso di responsabilità, di capacità di condividere le scelte, di proiettarci in uno scenario indispensabile che è quello futuro, non ha bisogno di chi tende a frenare la crescita, lo sviluppo e quindi, in questa direzione, la scelta è di far crescere una regione diversa.

Quindi, credo che vada dato merito ed atto al lavoro fatto dall’assessore e dal nostro dipartimento, il lavoro fatto in maniera collegiale, cercando di far condividere il più possibile questo tipo di scelte. Oggi chiudiamo questa fase con un impegno corale, con un documento sottoscritto da gran parte dei componenti del Consiglio attraverso la sottoscrizione dei capigruppo, che significa un impegno che questa riforma la si farà da qui ai prossimi mesi, la si farà dopo aver recuperato e riallacciato il rapporto con il mondo sindacale su questi temi.

Ne abbiamo lette di tutti i colori, l’assessore Trematerra ha fatto molto bene a non rispondere, perché comunque non servono le risposte verbali in questa Calabria, servono risposte con atti e con provvedimenti, che sono le uniche cose serie che distinguono la politica delle parole dalla politica del fare.

Sotto questo aspetto, è chiaro che noi abbiamo messo in campo tutte le nostre energie. Siamo consapevoli del fatto che sono necessari 33 voti, quindi da soli non eravamo in grado di farlo, ma anziché votare un provvedimento e raccogliere i 30 voti su 30, magari, della maggioranza e dire “noi abbiamo votato questo provvedimento”, riteniamo che sia importante riuscire a farlo da qui a breve, nei prossimi mesi. Prossimamente, quando si concorderà la Conferenza dei capigruppo, attraverso il Presidente, si sceglierà di fare questa scelta e di mettere in campo quest’altro strumento che per noi diventa fondamentale e che, invece, vuole rappresentare un segno di fiducia e di grande considerazione verso i lavoratori, perché, a volte, anche sotto questo punto di vista qualcuno potrebbe travisare. Noi abbiamo grande fiducia nell’idea che si possa instaurare un rapporto e una prospettiva seria e qualificante per tutti.

Lavoreremo in questa direzione, credo di poter dire – mi sia consentito – che la stessa Commissione abbia lavorato brillantemente, quindi un grazie anche al collega Candeloro Imbalzano, che ha fatto un lavoro attento e scrupoloso, segno anche della grande capacità di chi ha il compito di guidare una Commissione delicata come la seconda Commissione; si è fatto un gioco di squadra, un gioco corale, come piace a noi fare, e chiaramente oggi l’idea di poter condividere questo percorso con gli amici e colleghi del centro-sinistra per noi diventa fondamentale, perché significa che daremo una risposta, magari in ritardo di qualche mese, però una risposta importante a quello che è il disegno futuro che noi abbiamo in mente per questo comparto, che ha circa 8 mila dipendenti, che ha un costo di 250 milioni di euro e che deve diventare un comparto produttivo, perché deve diventare una grande ricchezza e una grande risorsa per il nostro territorio.

(Interruzione dell’onorevole Principe)

PRESIDENTE

Onorevole Principe, lei chiede sempre di intervenire dopo l’intervento del Presidente della Giunta a conclusione del dibattito. E’ prassi dei lavori del Consiglio regionale che il Presidente concluda il dibattito. Lei è già intervenuto. Glielo dico perché non è la prima volta che si verifica questo. Sul prossimo punto all’ordine del giorno le do la parola.

(Interruzione dell’onorevole Principe)

Ma non mi sembra che il Presidente abbia citato la sua persona, non l’ha citata.

(Interruzione dell’onorevole Principe)

Onorevole Principe, non posso darle la parola.

(Interruzione dell’onorevole Principe)

Sì, ma ognuno è libero di fare gli interventi che vuole. Poiché quello che rimane è il documento scritto e sottoscritto, considerato che io l’ho letto all’Aula e i gruppi si sono tutti espressi, lei ha già parlato.

(Interruzione dell’onorevole Principe)

Mi dispiace, non  le do la parola, perché anche le altre volte è avvenuto questo, quindi poiché è una prassi …

(Interruzione dell’onorevole Principe)

Io seguo il Regolamento. Dato che lei si è già espresso, può intervenire soltanto per fatto personale ma poiché il Presidente non ha proprio citato il suo nome neanche nel suo dire, non c’è fatto personale.

Sandro PRINCIPE

Il documento è stato travisato.

PRESIDENTE

No, perché il documento che lei ha sottoscritto l’ho letto al microfono, quindi non può essere travisato dalle impostazioni e dai ragionamenti di chiunque, così come lei ha fatto l’intervento travisando quello della maggioranza e viceversa. Quello che conta sono le parole scritte.

(Interruzione dell’onorevole Principe)

Onorevole Principe, non è possibile, non insista! Poi, quando dovrà intervenire nuovamente, dirà qualcosa che ha in mente adesso.

Pongo in votazione l’ordine del giorno così come predisposto.

(Il Consiglio approva)

Il punto è approvato a maggioranza.

Possiamo procedere con il prossimo punto all’ordine del giorno, saltiamo i punti due e tre, che sono stati superati dall’ordine del giorno in questione.

Esame abbinato:

Proposta di legge numero 50/9^ di iniziativa del consigliere Franchino, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 “Norme per la tutela, governo ed uso del territorio - Legge Urbanistica della Calabria”;

Proposta di legge numero 54/9^ di iniziativa del consigliere Nucera, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 “Norme per la tutela, governo ed uso del territorio - Legge Urbanistica della Calabria”;

Proposta di legge numero 244/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 “Norme per la tutela, governo ed uso del territorio - Legge Urbanistica della Calabria”

PRESIDENTE

Passiamo, quindi, al punto quattro che riguarda l’esame abbinato delle proposte di legge numero 50/9^, 54/9^ e 244/9^ recanti: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 “Norme per la tutela, governo ed uso del territorio – Legge Urbanistica della Calabria”;

E’ relatore l’onorevole Dattolo, che ha facoltà di intervenire.

Alfonso DATTOLO, relatore

Penso che, oggi, questo progetto di legge che deriva dall’unione di tre proposte di legge, una di iniziativa della Giunta regionale su proposta dell’assessore Aiello, una, la numero 50, di iniziativa dell’onorevole Franchino e una, la numero 54, di iniziativa dell’onorevole Nucera, non sia meno importante in termini di efficacia rispetto alle modifiche su cui c’è stata precedentemente discussione; intanto, perché questa proposta interviene a dieci anni dalla promulgazione della legge regionale numero 19, la cosiddetta legge urbanistica della Regione Calabria, ed introduce numerose modifiche all’intero corpo della legge.

Questo deriva, in parte, da alcune situazioni contingenti, ma soprattutto dalla necessità di offrire uno strumento normativo idoneo alla messa in atto dei processi di pianificazione a tutti i livelli, che all’epoca, seppur prescritti dalla legge numero 19, sono stati attuati con estrema difficoltà.

Prima di entrare nel merito dell’oggetto delle modifiche di questa legge, ci terrei a fare un rilievo in relazione al processo che ha portato alla stesura di questo testo. Intanto, l’approvazione del provvedimento è frutto della partecipazione e della condivisione di tutti i membri della Commissione che hanno preso parte all’approfondita attività tecnico-legislativa.

Ricordo che questa Commissione è stata impegnata in dieci sedute per discutere la legge urbanistica e c’è stata un’intensa serie di consultazioni, estesa soprattutto alla pluralità dei soggetti nei cui confronti la norma è destinata a produrre effetti.

Grazie all’apporto derivato dalla consultazione degli Ordini professionali, alla costante collaborazione con i competenti dipartimenti della Regione Calabria, è stato possibile arrivare ad un testo che è stato largamente condiviso. Le consultazioni senza colore politico hanno permesso di individuare le criticità del territorio regionale, arricchendo di seduta in seduta il provvedimento di pregevoli iniziative e proposte che la Commissione ha attentamente analizzato, determinandosi con unico e primario obiettivo quello di offrire uno strumento completo in una materia di elevato impatto sugli assetti regionali.

Le audizioni e le consultazioni con i dipartimenti, i contributi determinanti dei membri della Commissione e dei relatori dei disegni di legge depositati precedentemente, quindi i colleghi Franchino e Nucera, hanno permesso non solo di dare voce ai vari rappresentanti della società civile – tra i quali voglio ricordare gli Ordini professionali e le associazioni di categoria – ma soprattutto i rappresentanti degli enti locali, Province e Comuni, hanno fatto sì che fossero valutati anche gli impatti sui diversi territori. Tutto questo sempre al fine di dare vita ad uno strumento che potesse essere idoneo allo sviluppo dei nuovi strumenti di pianificazione urbanistica che sono ora più che mai indispensabili alla creazione di standard urbanistico-edilizio moderno e funzionale.

Dopo questa ampia, ma doverosa parentesi che credo sia il giusto riconoscimento al lavoro compiuto da tutti i membri della quarta Commissione consiliare, voglio definire brevemente i contenuti della proposta, senza dilungarmi più di tanto perché, come premesso, vista l’ampia condivisione e concertazione del provvedimento, credo che voi tutti, onorevoli colleghi, abbiate un approfondito livello di conoscenza dei contenuti della proposta.

In particolare, alla legge regionale numero 19 del 2002 sono state introdotte modifiche che riguardano l’incremento della trasparenza degli atti urbanistici ed edilizi dei Comuni, con la prescrizione dell’obbligo di pubblicazione sui siti internet degli enti di tutti gli atti inerenti la pianificazione, ivi compresi gli strumenti in itinere, nonché tutti gli atti inerenti le trasformazioni territoriali ed anche di iniziativa privata, correlati dei relativi titoli abilitativi; le prescrizioni a tutti i livelli di pianificazione, di perseguire il principio del risparmio di suolo, del dimensionamento delle aree di espansione in funzione dell’effettiva necessità dimensionata, rispetto all’organicità del disegno urbano; l’annoverazione, per la prima volta, dei Consorzi industriali tra gli ambiti istituzionali di pianificazione, che prima esulavano dal contesto; la definizione di standard informatici per la trasmissione dei Piani strutturali comunali e dei Piani strutturali associati al sito; l’introduzione della possibilità per i Comuni di individuare, all’interno dei propri ambiti, paesaggi caratterizzanti ed identitari da tutelare e valorizzare attraverso l’Osservatorio regionale sul paesaggio; l’inserimento di ulteriori componenti del nucleo di valutazione urbanistica, al fine di garantire la corretta pluralità di soggetti rappresentativi di differenti ambiti di pianificazione; l’armonizzazione dei processi prescritti all’interno del decreto legislativo 152 del 2006 all’interno del processo pianificatorio; la definizione delle attività dei laboratori urbani, orientati alla partecipazione popolare di tutti i programmi urbanistici, nonché le opere pubbliche realizzate all’interno dei territori comunali; l’introduzione, all’interno dei Piani comunali, di ambiti di tutela storico-architettonica, per i quali tutti gli interventi edilizi sono sottoposti a un’attenta progettazione, organicamente concepita per la conservazione e la valorizzazione dei caratteri culturali e identitari; l’esplicitazione, in merito ad alcuni contenuti dei Piani operativi temporali.

Ancora, l’obbligo di prevedere all’interno dei Piani attuativi precise prescrizioni temporali operative in merito alle opere di urbanizzazione primaria e secondaria; la migliore definizione dei processi di formazione dei Piani territoriali di coordinamento provinciale, con particolare riguardo all’attività di consultazione e partecipazione, con l’adeguamento dei tempi che siano congrui al corretto svolgimento delle suddette attività, ivi compresi i procedimenti di valutazione ambientale strategica; l’introduzione di termini congrui e perentori per l’esperimento di tutti i pareri da parte dei soggetti chiamati per legge all’espressione di pareri vincolanti, ma anche delle attività di recepimento dei suddetti; una migliore definizione dei processi di formazione dei Piani strutturali comunali, analogamente a quanto detto per i Piani territoriali di coordinamento provinciale; una migliore definizione dei processi di formazione dei Piani operativi temporali e dei Piani di attuazione unitari, con particolare riguardo all’attività di consultazione e partecipazione, con conseguente adeguatamente dei termini ai suddetti processi, nonché alle procedure di valutazione ambientale e strategica e, comunque, limitati ai termini perentori; una introduzione, all’interno degli strumenti urbanistici, di un Piano volto alla tutela e alla conservazione del centro storico; una ridefinizione dei criteri per il recupero dei sottotetti e dei seminterrati sottoposti comunque alla riqualificazione energetica, impiantistica e antisismica dei volumi che sono oggetto di recupero; l’introduzione di misure di tutela per le aree agricole con produzione agricola di pregio; l’estinzione delle cosiddette zone bianche e l’introduzione di un differente regime di salvaguardia per i territori che non sono ancora dotati di strumenti urbanistici; la modifica dell’ex articolo 65, che ha visto una concertazione soprattutto in base alle richieste venute dagli enti locali.

Ripeto, soprattutto per ciò che attiene le aree di espansione abbiamo ripristinato, reintrodotto in un certo qual senso, attraverso i vecchi strumenti urbanistici le zone A, B, D ed F e le zone lottizzate in maniera tale da dar la possibilità ai nostri enti di poter gestire i propri territori e soprattutto l’introduzione dell’ufficio del piano all’interno dei comuni con le definizioni che adesso sono state demandate.

Ne approfitto, chiudendo questo mio intervento, per ringraziare la struttura tecnica della quarta Commissione per il prezioso contributo, il dipartimento urbanistica, il servizio legislativo, il servizio quarta Commissione, gli ordini professionali, le associazioni di categoria ed i rappresentanti degli enti locali nonché tutti coloro che, a vario titolo, hanno apportato ai lavori di questa Commissione un contributo che sicuramente riuscirà meglio a specificare questo riordino della legge urbanistica che dopo dieci anni pensavamo e pensiamo che fosse necessario adeguare alle mutate condizioni oggettive. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Franchino. Ne ha facoltà.

Mario FRANCHINO

Grazie, Presidente, noi pensiamo che la quarta Commissione abbia fatto un buon lavoro nella rivisitazione e nel conseguente aggiornamento della legge regionale numero 19 del 2002. Sono stati ascoltati gli ordini professionali, le istituzioni, le strutture regionali, le associazioni e le categorie.

C’è stata una buona organizzazione dei lavori, lo ricordava il Presidente Dattolo, dieci sedute ed un’azione concertata anche sulle questioni più delicate e a volte non condivise.

Vedremo, verificheremo nei prossimi mesi l’efficacia, il valore e sicuramente anche i limiti dello strumento urbanistico che stiamo per mettere in atto così come non è detto che a distanza di poco tempo alcune delle situazioni, delle fattispecie oggi previste dalla norma non debbano essere rivedute e meglio conformate, ma non potevano passare altri dieci anni, come quelli precedenti, nella totale indifferenza e forse anche con un certo disprezzo per un aggiornamento delle regole alla base della programmazione e della pianificazione del territorio della nostra Regione.

Il voto del  gruppo del Partito democratico è favorevole perché questa è una legge che sentiamo anche nostra in quanto abbiamo contribuito sensibilmente alle modifiche, a riempirla di contenuti, ad aggiornarla nelle forme più moderne ed avanzate.

Una proposta da me personalmente presentata si è inizialmente aggiunta all’impianto normativo. Lo stesso è valso per gli emendamenti dei colleghi Scalzo e Guccione ai quali si sono assommati gli innumerevoli suggerimenti dei componenti del gruppo del Partito democratico durante l’articolata discussione, serrata, ma costruttiva.

Le corpose modifiche che sono state approvate riguardano tematiche importanti quali il territorio, l’ambiente ed il paesaggio. Al contempo si è colta la circostanza per rafforzare il sistema della concertazione tra i diversi livelli istituzionali.

Al gruppo consiliare del Partito democratico appare appropriata la proposta degli ordini professionali calabresi che ritengono opportuno e necessario che si avvii concretamente una efficace attività di accompagnamento di natura tecnico-politico-culturale al fine di sostenere gli obiettivi e le finalità della legge.

Questo perché il quadro che ci si presenta davanti è molto complesso. C’è una forte evoluzione delle condizioni territoriali ed urge la diffusione di una cultura sociale sui temi della città, del territorio, dell’ambiente e dei beni culturali perché la legge regionale numero 19 del 2002 nonostante i 20 anni trascorsi, è rimasta, praticamente, inapplicata nel senso che non si è mai manifestata l’efficacia.

In ultimo in questa legge sono inseriti strumenti e modalità che necessitano di una maggiore attenzione e di una grande puntualità.

Su quattro questioni mi pare che ci sia una certa importanza e mi soffermo per perdere soltanto due minuti. La perequazione urbanistica: bisogna evitare possibili profili di discrezionalità poiché potrebbe intravedersi il rischio di una applicazione multiforme sul territorio cancellando, magari, quello che di buono nella legge vigente viene affermato;  cioè,  che ad un eguale stato di fatto e di diritto corrisponde sempre una eguale misura del diritto edificatorio.

Secondo punto: le periferie, le cosiddette aree di crisi, ovvero rottamazione e cancellazione del degrado e conseguente riqualificazione, chiamata rigenerazione urbana.

Questa dovrebbe essere la risposta alle novità introdotte dal decreto sviluppo. Questa organizzazione progettuale di pianificazione deve far parte dell’insieme delle scelte effettuate all’interno del piano accompagnato da uno schema metodologico di intervento.

I centri storici: le scelte sono ricondotte all’interno dell’alveo della pianificazione strutturale poiché questa parte sarebbe impossibile trattarla slegata dal contesto generale e dallo sviluppo dell’intero perimetro urbano e anche come punto di forza del territorio per la crescita turistica ed economica.

Ultimo dei quattro punti: l’ufficio del piano. E’ una forma associata molto avanzata e multidisciplinare già molto spesso sperimentata.

Deve saper coinvolgere sui territori più attori, anche sociali, e nello stesso tempo deve saper accendere i riflettori sul piano tecnico urbanistico ma anche dal punto di vista ambientale, economico e sociale.

L’obiettivo centrale di questo aggiornamento è la ricucitura dei territori atteso che ognuno è rinchiuso nelle sue varie problematiche e molto spesso anche in astratte entità.

Tante altre sono le questioni affrontate nella nuova legge. La sussidiarietà, la sostenibilità di cui ha parlato il Presidente Dattolo, il sistema informativo territoriale e l’osservatorio delle trasformazioni territoriali, la partecipazione ed il rapporto diverso tra Regione, Province e Comuni e tra questi i vari vincoli afferenti gli strumenti urbanistici, il Psc, il Psa ed i miglioramenti tecnologici.

Si tratta di serrare le fila di un corpo normativo che è vasto e che potrebbe frammentarsi. La necessità di ridurre il consumo del territorio del suolo, di messa in sicurezza dello stesso – vedasi il dissesto idrogeologico – e di intrecciare con altri strumenti normativi, qualcuno positivo come l’abitare sostenibile e qualche altro negativo come il Piano casa, riconduce alla centralità del piano strutturale come elemento di riferimento per l’intero territorio comunale al quale vanno ricondotte le scelte di riqualificazione, rigenerazione e valorizzazione delle singole parti.

Tutte le necessità devono essere inglobate all’interno di una cornice di riferimento condivisa, essendo un piano una somma complessa di scelte politiche e tecniche di governo del territorio che mirano a garantire alle collettività servizi ed infrastrutture oltre che opportunità di crescita economica e sociale.

E’ stata questa l’idea di fondo che ha guidato il nostro lavoro nella quarta Commissione insieme a tutti gli altri colleghi e alla struttura ai quali va anche il ringraziamento del gruppo del Partito democratico. Riteniamo di consegnare alle istituzioni della nostra Regione e a tutti i calabresi un buon servizio e per tutte queste buone motivazioni il gruppo del Partito democratico, ripeto, dichiara il voto favorevole alla nuova legge urbanistica. Grazie.

PRESIDENTE

La parola all’assessore Aiello.

Pietro AIELLO, assessore all’urbanistica e governo del territorio

Grazie, Presidente, intervengo dopo aver ascoltato con grande attenzione gli interventi di chi mi ha preceduto.

Volevo, intanto, esprimere grande compiacimento per il lavoro svolto dal Presidente Dattolo e dalla quarta Commissione nella sua interezza, nonché dal dipartimento nella persona del direttore generale Putortì e di tutti i suoi collaboratori.

Vedete, oggi stiamo per dare alla Calabria una norma importante. Una norma, importante per il territorio calabrese, che viene rivisitata dopo 10 anni e viene ricondotta, giustamente, sui binari delle norme delle nuove leggi comunitarie e nazionali. Una norma che, consentitemi, noi abbiamo immaginato nella rimodulazione soprattutto con una impalcatura squisitamente sperimentale.

Perché squisitamente sperimentale? Perché, intanto, il complesso lavoro che è stato portato avanti prima dal dipartimento e poi dalla Giunta prima che arrivasse in Commissione ha visto una serie complessa di riunioni indirizzate soprattutto all’ascolto. Mai come questa volta in questo tipo di sperimentazione normativa la Regione non si è posta dall’alto verso il basso immaginando norme approvate direttamente in Consiglio regionale e fatte passare poi perché fossero solamente portate avanti e quindi osservate dai comuni e dai territori.

Si è capovolta, finalmente, l’impostazione dando la possibilità alle realtà territoriali ed ai comuni di  dare induzioni e non soltanto ai comuni ed ai loro uffici tecnici, ma anche alle associazioni e, quindi, ai liberi cittadini.

Mai come questa volta il cittadino comune ha avuto la possibilità di poter dare notizie, induzioni alla Regione e dar la possibilità poi alla Commissione e a questo Consiglio di trasformare questa induzione in atti legislativi. Quindi, non più legislazione-gestione ma ascolto, induzione e normativa. Questo è per noi un passaggio molto, molto importante.

Tra l’altro, vedete, un passaggio importante ha contraddistinto anche il lavoro enorme che è stato svolto per quanto riguarda il quadro territoriale paesaggistico. Voi sapete che abbiamo ereditato un quadro territoriale che negli ultimi giorni della passata legislatura è stato approvato direttamente in Aula. Anche qui noi abbiamo capovolto questa procedura e sono state immaginate 39 unità di riferimento e tante sono state le giornate destinate anche qui all’ascolto.

E’ venuto fuori un quadro regionale paesaggistico a misura di territorio perché anche qui si è data la possibilità ai territori di intervenire e di immaginare una strategia propria peculiare, caratteristica per la propria realtà territoriale. Questa strategia, queste notizie sono state metabolizzate durante il lavoro del dipartimento e anche qui a giorni la Giunta regionale approverà, finalmente, il quadro territoriale paesaggistico - siamo la quarta o la quinta Regione d’Italia - e poi provvederemo ad inviarlo in Commissione.

Siamo convinti che la Commissione farà lo stesso brillante lavoro che ha fatto per la legge urbanistica regionale.

Naturalmente perché questo tipo di sperimentazione? Perché abbiamo immaginato una impalcatura diversa per la legge urbanistica, che una volta per tutte privilegiasse, giustamente, dopo l’ascolto del territorio, il paesaggio con le proprie caratteristiche e peculiarità. Un paesaggio che finalmente potesse dare induzione positiva a chi deve avere poi la responsabilità gestionale sul territorio stesso.

Una volta per tutte il territorio ed il paesaggio diventano vincolanti, sono loro che inducono e fanno convergere le attività produttive o qualsivoglia attività si voglia immaginare. Un percorso inverso, una buona prassi, un percorso virtuoso per quanto ci riguarda. Certamente questo tipo di impalcatura credo che abbia due risvolti significativi.

Il primo che ho già ascoltato è quello di immaginare percorsi che possono privilegiare soprattutto la rigenerazione. Quindi, non più azioni urbanistiche selvagge ma rigenerazione e quindi risparmio del territorio, questa è la nuova strategia che si può realizzare attraverso una norma come questa che ha all’interno della propria impalcatura una strategia di eco-sostenibilità e di eco-compatibilità.

Tra l’altro, vedete, giorni fa abbiamo avuto la possibilità in una conferenza stampa in Presidenza di presentare un ulteriore importante piano che è il Piano della digitalizzazione per quanto riguarda l’edilizia e il catasto.

Anche questa attività di semplificazione degli aspetti tecnico-procedurali, insieme a quella precedentemente pubblicizzata che era caratterizzata dalla consegna delle card-drive a tutti i 409 comuni della Calabria, ci consente di chiudere il cerchio e di fare in modo che, finalmente, una volta per tutte il cittadino, l’amministrazione comunale e il territorio non si sentano più vessati istintivamente e non abbiano la necessità di produrre migliaia e migliaia di copie da portare poi agli uffici urbanistici e dei lavori pubblici. Con queste procedure di digitalizzazione noi abbreviamo enormemente l’aspetto procedurale e diamo la possibilità in tempo reale di poter rappresentare alla Regione e ai vari dipartimenti quali sono le vere necessità e i veri elaborati per dare poi la possibilità agli stessi dipartimenti di poter rispondere in tempo reale. Quindi, una riduzione plateale dei tempi e la possibilità di risparmiare anche migliaia e migliaia di euro di fotocopie.

Questo è per noi motivo di grande compiacimento perché siamo riusciti con queste strategie e, diciamo, con l’investimento di pochissime risorse a dare la possibilità che tutto viaggi sul web in via digitale per accelerare ulteriormente le procedure.

Il secondo aspetto che mi premeva rappresentare è quello che da molto tempo viviamo con forza: basta proroghe. Vedete, i cittadini vengono alla nostra osservazione perché si sentono quasi pressati da queste proroghe che, magari, non danno loro certezza degli aspetti urbanistico-procedurali. Ci chiedono “basta proroghe” ed ecco perché noi nel corso del tempo abbiamo detto: non diamo più proroghe.

Quella di oggi non è una proroga, non l’avremmo mai accettata. Quella di oggi è soltanto una possibilità per i comuni, dato che oggi noi approviamo questa norma e occorre, comunque, dare loro la possibilità di adoperarsi affinché la norma venga applicata.

Diamo un anno di tempo che non è una proroga ma, ripeto, diamo ai comuni, che hanno visto i cosiddetti piani regolatori già cessati e quindi non più attivi e operativi, di poter operare e di potersi adeguare ed attenere a questa norma.

Naturalmente, vedete, noi non diciamo che è un punto di arrivo ma è un punto di partenza soprattutto per quanto riguarda gli aspetti procedurali. E’ un punto di partenza perché ci aspetta altro lavoro.

Non possiamo, naturalmente, fare a meno della collaborazione dei comuni e di tutte le realtà territoriali e su questa strada stiamo procedendo insieme al dipartimento.

Certo, l’altro aspetto cui volevo far cenno è il problema che, nonostante ci sia una impalcatura normativa differente su alcune aree, soprattutto l’area D e l’area F, noi non siamo fermi ma diamo la possibilità in itinere dell’applicazione procedurale della norma soprattutto per quanto riguarda le aree D e le aree F, e diamo la possibilità di investire. Certo, investimenti che debbono garantire servizi pubblici e non privati, però attività produttive che, comunque, prendendo spunto da questa norma possono garantire occupazione.

Per noi è una norma dinamica non statica. Una norma che consente agli imprenditori oppure agli investitori pubblici – ripeto sempre per quanto riguarda gli aspetti squisitamente pubblici di poter operare nell’itinere della procedura applicativa.

Lo scopo ultimo, e concludo veramente, è un motto che sempre ci accompagna quando andiamo a ridisegnare delle norme così importanti.

Noi siamo convinti che se troviamo un equilibrio di tipo urbanistico-ambientale sicuramente continueremo a migliorare e a dare più equità al sociale. Questo è il moto che ci porta avanti e che ci consente di attaccare e di rimodulare le norme resistenti, di crearne altre per cercare di immaginare finalmente un equilibrio che possa fare in modo che si possa coesistere tra economia ed equilibrio sociale, equilibrio eco-sostenibile.

E’ una scommessa importante, siamo convinti, ma siamo anche convinti di potercela fare con l’aiuto della Commissione e del Consiglio nella sua interezza.

Noi siamo fiduciosi poiché nel prosieguo possiamo immaginare ancora percorsi di accelerazione su tutte le procedure. Sul digitale, soprattutto per quanto riguarda il piano città e le smart-city, siamo stati protagonisti e il Mibac ha approvato proprio questa strategia del dipartimento urbanistica soprattutto per quanto riguarda il piano per le città.

Abbiamo avuto anche l’onore di chiedere alla Conferenza Stato-Regioni che un nostro rappresentante come Regione Calabria possa condividere il percorso gestionale sul piano per le città. Un piano che ci ha visti protagonisti perché sui progetti della smart city il dipartimento urbanistica della Regione Calabria ha visto approvati  due mega progetti grazie al lavoro svolto da questo dipartimento insieme all’assessore Caligiuri.

Anche qui ci giochiamo una fetta importante della nostra immagine che vede ogni tanto la Calabria protagonista. Grazie e buon lavoro.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Nucera. Ne ha facoltà.

Giovanni NUCERA

Presidente, intervengo brevemente dopo la relazione del Presidente Dattolo a cui va il merito ed il plauso per la buona azione condotta in Commissione, per la pazienza, la disponibilità con cui ha insistito su un tema così importante della politica sociale, della politica del nostro territorio dimostrando anche di saper accogliere le tante istanze che sono arrivate dalla società, dagli ordini professionali, dai comuni e dagli enti territoriali fortemente interessati senza dubbio ad un processo di riordino e di modifiche. Un processo innovativo sul piano della gestione delle politiche sul territorio. Ed anche per aver portato oggi all’esame dell’Aula la proposta con un voto unanime, un voto che è importante ai fini della responsabilità che ognuno di noi deve assumere all’interno di un contesto che necessariamente richiede gesti di grande responsabilità.

Permettetemi di dire che anche alla opposizione, alla minoranza del Consiglio regionale va il giusto riconoscimento per aver condiviso, nel dibattito complessivo sulla materia, un argomento così spinoso e per certi aspetti anche duro nel confronto con la società e di averlo saputo affrontare con la responsabilità di una classe dirigente che si vuol proporre nel Consiglio e nella nostra area politica con vero senso di condivisione delle problematiche vere del nostro ordine istituzionale.

Certo, non posso non citare la relazione dell’assessorato che è meritoria. L’abbiamo ascoltata ed è una relazione di responsabilità.

Non è una legge organica ma è una modifica ad alcuni contenuti della legge regionale del 2002 che, già di per sé, a suo tempo, fu innovativa nel sistema delle politiche del territorio della nostra Regione. Fu innovativa e portò anche un elemento di novità: un elemento della corresponsabilizzazione nella solidarietà della gestione fra gli enti. Quel principio di sussidiarietà che molte volte, forse, abbiamo dimenticato di applicare pienamente nella nostra azione politica e che lì trovò all’epoca – e che oggi viene fortemente confermata – elementi di grande sensibilità e di grande coinvolgimento degli organi istituzionali.

Ricordo quando l’università di Reggio Calabria, soprattutto la facoltà di urbanistica e di pianificazione interagiva con il Consiglio regionale, un po’ come è avvenuto anche ora, noi abbiamo trovato momenti elevati di confronto e di dialettica democratica anche su posizioni contrapposte, anche con momenti di scontro che hanno, senza dubbio, maturato il senso vero di una normativa che doveva essere innovativa senza infingimenti e senza responsabilità ma soprattutto scevra da qualsiasi subordinazione sul piano della tenuta complessiva.

Salutiamo questa legge anche con soddisfazione perché è un bisogno che la Calabria portava dentro. E’ il bisogno di una Regione che mai come in questo momento avverte la necessità di avere sistemi e processi ordinati, di avere un ordinato sviluppo del territorio.

La Calabria non è, né dovrà continuare ad essere, né dovrà mai essere “uno sfasciume pendulo” come diceva qualcuno, ma deve essere un territorio che per la sua estensione, sia nella longitudinalità che nella orizzontalità, deve avere la garanzia di potersi tutelare rispetto alle avversità atmosferiche ed ai momenti che abbiamo conosciuto, purtroppo, di gravi e funesti ricordi delle disgrazie avvenute proprio per la mancanza di una attenzione particolare per il nostro territorio.

Quindi, questa legge urbanistica tende soprattutto a migliorare la qualità, la sostenibilità, la valutazione strategica ed anche una concertazione nella concertazione e nella partecipazione dei soggetti interessati.

Noi penso che oggi regaleremo alla Calabria, al popolo calabrese un senso vero ed un forte richiamo a quello che è il dovere di un Consiglio regionale chiamato a confrontarsi su queste questioni in maniera definita anche perché il territorio della Calabria, la nostra terra non è qualcosa di immutabile nel tempo.

Il nostro paesaggio, il nostro territorio è qualcosa che ha un suo inizio ed una sua fine nella sua dimensione fisica-geografica e noi dobbiamo – all’interno di questo sistema – cercare gli elementi che possano essere i più idonei per rendere armoniosa anche la vivibilità della comunità, della nostra collettività cioè offrire quei processi di abbellimento, qualora madre natura avesse lasciato qualcosa indietro, che servono a recuperare quel forte ed intrinseco rapporto fra l’intervento dell’uomo e l’intervento della natura.

Allora, se di intervento dell’uomo noi possiamo parlare, dobbiamo dire che l’uomo non può distruggere la bellezza naturale che il Creato ci ha voluto offrire con costruzioni brutte, con un arredo ed una architettura che non è coerente rispetto al nostro territorio.

Allora, questa legge serve a dare bellezza estetica alle nostre città, ai nostri paesi ed al nostro modo di vivere ed a coordinare la comunità all’interno dei centri urbani, delle aree periferiche e dei casolari rispetto alla dimensione fisica con cui viene adibito ed istituito un villaggio ed un gruppo di case e via dicendo.

Se questo è l’obiettivo che la legge si pone di rendere il nostro paesaggio armonioso e coerente con la bellezza anche di ciò che viene organizzato urbanisticamente, noi dobbiamo incoraggiare gli attori principali di questo processo.

Gli attori principali non sono fuori dalla comunità in cui i calabresi vivono ma sono nella comunità, perché la Calabria è una comunità. Sono i sindaci, i Presidenti delle province, gli enti preposti, le associazioni e c’è tutto quel mondo sempre più attento nel tempo allo sviluppo del nostro territorio che questo Consiglio regionale ha già sancito e riconosciuto. Recentemente abbiamo approvato una importantissima legge sulla cittadinanza attiva. Cosa è la cittadinanza attiva se non la partecipazione ai processi fondamentali del nostro paesaggio che si può racchiudere e raffigurare in questo contesto e nell’armonia di questo contesto.

In questo quadro, in quest’ottica questa legge rappresenta uno spaccato importantissimo del quadro della riqualificazione di una Calabria diversa, la qualificazione dagli anni 2000 a venire che noi vogliamo responsabilmente sposare. Chissà quanti altri momenti ancora ci troveremo in quest’Aula uniti come maggioranza e come minoranza nell’obiettivo precipuo di dare un vantaggio al nostro territorio così come stiamo facendo con questa che è una legge fondamentale nel nostro procedimento.

Un ultimo elemento, Presidente, e concludo, mi dia ancora pochi minuti. Voglio sottolineare che questa è la legge della trasparenza che pone in maniera chiara ed irreversibile un processo che è quello della sburocratizzazione del sistema urbanistico regionale che serve, soprattutto, a garantire la trasparenza degli atti amministrativi.

Vedete, molte volte il malaffare, la ‘ndrangheta si alimenta all’interno delle nicchie che riesce a trovare proprio in questi contesti. Quante volte la cronaca nera della nostra regione ha sottolineato queste commistioni e queste convivenze odiose tra tecnici, burocrati e politici che trovavano nelle maglie del dubbio, della non trasparenza e della poca visibilità degli atti, i momenti peggiori per poter “trescare” contro la comunità in maniera odiosa e in cui la mafia facilmente riusciva a trovare i giusti canali.

Questa legge consente nel modo più semplice, con lo snellimento delle procedure, di poter attuare quel principio importante della velocità delle procedure e della chiarezza delle posizioni.

Non voto favorevolmente solo per convinta adesione ad un ruolo di maggioranza, non voto solo perché nel contesto del coordinamento formale c’è un richiamo ad un progetto che avevo presentato in questa direzione, ma voto nella convinzione di calabrese che oggi questo Consiglio regionale segni una pagina importante sul piano dello sviluppo e la segni a prescindere dai colori politici, in una corresponsione di responsabilità. L’augurio, come dicevo prima, è che questa possa durare nel tempo e nel tempo possa portare effetti benefici alla nostra Regione. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

Presidente, non entro nel merito della legge perché già il collega Franchino – insieme ai colleghi Scalzo e Guccione che hanno seguito questo provvedimento in Commissione – ha illustrato le ragioni del voto favorevole del gruppo del Partito democratico.

Il mio intervento ha una sola significazione nel far notare che mettere in piedi anche una buona legge in un settore come quello dell’urbanistica non significa aver affrontato la questione urbanistica calabrese.

Perché dico questo? Intanto, una notazione di carattere storico con una domanda: quanti anni sono passati dalla prima legge urbanistica regionale? Sono passati più di 10 anni eppure l’assalto al nostro paesaggio, la realizzazione di quartieri anonimi e privi di punti di riferimento nelle nostre città, l’assalto alle coste e alle montagne è continuato. Ciò significa che la legge di per sé non significa una buona programmazione territoriale.

Ritengo che in questa Regione – mi rivolgo all’assessore Aiello – si debba fare un passo in avanti se si vuol tutelare realmente il territorio non mancando di far notare, scusatemi se sono ripetitivo, lo ribadisco, l’errore commesso con il Piano casa perché appesantire teoricamente il territorio calabrese con un 20 per cento in più di volumetria rispetto a quella esistente, che è già tantissima, potrebbe render vana l’applicazione di questa legge urbanistica.

Mi auguro che così non sia poiché reputo il Piano casa di difficile applicazione e forse non riuscirà a produrre tutti i guasti che potenzialmente sono contenuti nelle norme in esso inserite.

Presidente Talarico, vedo che l’assessore Aiello non riesce a seguirmi …

(Interruzione)

Se cortesemente invita l’Aula ad un contegno più adeguato ad una Assemblea legislativa, perché se non ci capiamo, il confronto non ci può essere.

Fatta questa premessa vado al cuore del mio intervento che è uno stimolo alla Giunta regionale e all’assessorato competente ad adottare rapidamente il Quadro territoriale di coordinamento perché se noi andiamo a vedere, assessore Stillitani, nei meandri dell’assessorato all’urbanistica, se le carte di questi 42 anni di regionalismo ci sono tutte, troveremo piani regolatori e piani di fabbricazione che sono delle “favole”.

A guardare, a leggere le previsioni di questi piani regolatori e dei programmi di fabbricazione noi restiamo estasiati perché ogni comune sul suo territorio ha previsto di tutto e di più. Troviamo le zone residenziali intensive, le zone di espansione, quelle industriali, artigianali, turistiche e chi più ne ha più ne metta.

Allora, la domanda che mi pongo è: è possibile che ogni territorio può avere tutte le vocazioni? Ed è pensabile che queste vocazioni debbano essere sorrette da previsioni di indici lasciate arbitrariamente alla volontà delle amministrazioni comunali?

Guardate che chi vi parla tra i ruoli che ha rivestito è affezionato ad un suolo ruolo che è quello di sindaco. Il mestiere più bello sotto il profilo amministrativo è quello di fare il sindaco e Pino Gentile che è stato ottimo sindaco di Cosenza può essere certamente d’accordo con me.

Voglio dire: ci mancherebbe altro che Sandro Principe voglia limitare le potestà comunali! I comuni debbono avere potestà di programmare il proprio territorio ma non una potestà che diventi arbitrio e che non tenga conto di un contesto perché anche i poteri legittimi che i comuni debbono esercitare per programmare il proprio territorio devono rispondere ad un progetto, ad una idea di Calabria e di come vediamo questa Regione in futuro.

Nel ribadire il voto favorevole del gruppo del Partito democratico, la invito, assessore, ad accelerare al massimo l’adozione del Quadro territoriale di coordinamento e, se mi consente, le dico di più: di confrontarci su questo Quadro territoriale di coordinamento con l’Anci, con l’Upi, con la Lega delle autonomie. 

Questo è doveroso ma penso che sia doveroso, al di là del ruolo che debbono necessariamente avere le Commissioni consiliari, anche un confronto di tipo politico perché se noi sapremo mettere insieme una buona legge urbanistica e un buon Qtr avremo programmato bene lo sviluppo urbanistico di questa Regione.

Aggiungo una cosa e chiudo: non è difficile fare le leggi urbanistiche, non è neanche facile ma alla fine tutti conveniamo sulla norma astratta ma il problema è quando la norma diventa concreta.

Se si vuole adottare un Qtr, la norma nel Qtr assume concretezza, quanto meno una concretezza di indirizzo generale di quella che può essere la vocazione di un territorio che vuole andare al di là degli angusti confini comunali.

Confermando il voto favorevole, volevo lasciare questa raccomandazione e, per quanto ci riguarda, siamo pronti a dare un sostanzioso contributo per una programmazione territoriale equilibrata che rispetti la vocazione, ma che tenga conto di territori di gran lunga più vasti dei miseri territori di un singolo comune. Grazie.

PRESIDENTE

Non ci sono altre richieste di intervento per la discussione generale, pertanto cedo la parola all’assessore Aiello.

Pietro AIELLO, assessore all’urbanistica e governo del territorio

Grazie, Presidente, intervengo per rispondere alle induzioni dell’onorevole Principe di cui facciamo tesoro. Nella considerazione fatta pochi minuti fa, onorevole Principe, abbiamo avuto modo di spiegare che lavoriamo da circa un anno sul Quadro territoriale paesaggistico.

Questo percorso è stato laborioso e scabroso per certi aspetti perché abbiamo dovuto sostenere cinque riunioni importanti per quanto riguarda la pianificazione. Infatti, le conferenze di pianificazione che abbiamo sostenuto sono fatte con tutti i rappresentanti delle province ed in più abbiamo ascoltato più volte l’Anci, l’Upi ecc.

Tutto questo percorso ha già portato ad approvare il Quadro territoriale. Abbiamo già spiegato che abbiamo organizzato 39 unità di riferimento sul territorio regionale che erano le sedi di alcuni comuni in cui si riunivano tutti gli altri comuni e abbiamo dato loro la possibilità con i vari uffici tecnici, le varie associazioni operanti nei comuni ed i sindaci, di poter rappresentare quali erano non soltanto le peculiarità e le caratteristiche dei propri territori, ma anche far in modo che il dipartimento potesse metabolizzare queste induzioni e dare la possibilità alla Giunta regionale di approvare una delibera per inviarla poi alla Commissione affinché ci potesse essere la più ampia discussione possibile e quindi, poi, arrivare all’esame in Consiglio regionale.

Abbiamo già esaurito questo percorso e concordato con il Presidente Scopelliti che, a giorni, approveremo la delibera in Giunta dopo di che la invieremo al Consiglio. Proprio per rafforzare la sua idea, abbiamo già provveduto ad esaurire questo percorso e nei prossimi giorni la Giunta regionale provvederà ad approvare la delibera. Grazie.

PRESIDENTE

Dichiaro concluso il dibattito generale. Passiamo alla votazione dell’articolato.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato all’unanimità)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato all’unanimità)

Pongo in votazione l’articolo 3.

(E’ approvato all’unanimità)

Pongo in votazione l’articolo 4.

(E’ approvato all’unanimità)

Pongo in votazione l’articolo 5.

(E’ approvato all’unanimità)

Pongo in votazione l’articolo 6.

(E’ approvato all’unanimità)

Pongo in votazione l’articolo 7.

(E’ approvato all’unanimità)

Pongo in votazione l’articolo 8.

(E’ approvato all’unanimità)

Pongo in votazione l’articolo 9.

(E’ approvato all’unanimità)

All’articolo 10 è stato presentato emendamento, protocollo 34915/A, a firma dell’onorevole Dattolo che così recita: “All’articolo 10 i commi dal n. 1 al n. 10 sono abrogati e sostituiti dal seguente:

<1) L'articolo 10 della LR 19/02 è modificato ed integralmente sostituito come segue:

Art. 10

Valutazione Ambientale Strategica

1) La Regione, le province e i comuni provvedono, nell'ambito dei procedimenti di elaborazione e di approvazione degli strumenti di pianificazione urbanistica e territoriale, alla valutazione preventiva della sostenibilità ambientale e territoriale. Essa è effettuata conformemente alla legislazione nazionale e regionale nonché al regolamento vigente.

2) La Valutazione ambientale strategica è un processo obbligatorio nella fase di elaborazione, adozione e approvazione per tutti i piani e i programmi di cui all'art. 6, comma 2 del D.lgs 152/06 ss.mm.ii.. E' finalizzata a garantire un elevato livello di protezione dell'ambiente nonché a contribuire all'integrazione delle considerazioni ambientali nel processo di elaborazione e di approvazione del piano, assicurando anche la coerenza tra i diversi livelli di pianificazione nella prospettiva dello sviluppo sostenibile. Tale processo comprende l'elaborazione di un Rapporto Ambientale Preliminare, l'eventuale svolgimento di una verifica di assoggettabilità, l'elaborazione del Rapporto Ambientale, lo svolgimento di consultazioni, la valutazione del piano o del programma, del rapporto e degli esiti delle consultazioni, l'espressione di un parere motivato, l'informazione sulla decisione ed il monitoraggio. In particolare la Valutazione ambientale è un processo obbligatorio per gli strumenti di pianificazione urbanistica e territoriale previsti ai vari livelli dalla normativa nazionale e regionale.

3) Con riferimento alla pianificazione strutturale ed operativa la valutazione ambientale strategica è rivolta in particolare:

a) a perseguire la sostenibilità degli interventi antropici rispetto alla quantità e qualità delle acque superficiali e sotterranee, alla criticità idraulica del territorio ed ali 'approvvigionamento idrico, alla capacità di smaltimento dei reflui, ai fenomeni di dissesto idrogeologico e di instabilità geologica, alla riduzione ed alla prevenzione del rischio sismico, al risparmio e ali 'uso ottimale delle risorse energetiche e delle fonti rinnovabili;

b) a rendere possibile il restauro e la riqualificazione del territorio, con miglioramento della funzionalità complessiva attraverso una razionale distribuzione del peso insediativo della popolazione e delle diverse attività, con particolare riguardo alla riduzione del consumo di suolo;

c) a realizzare una rete di infrastrutture, impianti, opere e servizi che assicurino la circolazione delle persone, delle merci e delle informazioni, realizzata anche da sistemi di trasporto tradizionali od innovativi, con la relativa previsione di forme d'interscambio e connessione, adottando soluzioni tecniche e localizzative finalizzate alla massima riduzione degli impatti sull’ambiente.

4) La valutazione ambientale strategica e della verifica di coerenza si attuano attraverso un processo di partecipazione che si sviluppa anche all'interno della conferenza di pianificazione, convocata ai sensi dell'articolo 13, ed accompagna l'intero processo di formazione, adozione e approvazione del piano;

5) Il rapporto ambientale, redatto ai fini della VAS, ai sensi del d.lgs. 152/06 e s.m. e i., come parte integrante della proposta dì piano oggetto dì adozione, deve riguardare l'insieme degli impatti significativi, diretti ed indiretti, a breve, medio e a lungo termine, permanenti e temporanei, singoli, cumulativi e sinergici, positivi e negativi, che gli strumenti di pianificazione possono avere sull'ambiente e sul patrimonio culturale, compresi aspetti quali la biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora, il suolo e sottosuolo, l'acqua, il mare, le acque superficiali e sotterranee, l'aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio architettonico e archeologico, il paesaggio, l'ambiente urbano e rurale e le loro reciproche interazioni. Esso deve essere elaborato nell'ambito della redazione del Piano e nel rispetto di quanto previsto dal d.lgs. 152/06 e s.m. e i. e dal regolamento regionale>”.

Prego, onorevole Dattolo.

Alfonso DATTOLO, relatore

Presidente, si tratta di una serie di emendamenti di carattere tecnico che si commentano da sé perché racchiudono lo spirito di modificare alcuni contenuti che potevano essere oggetto di eventuali impugnative.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento 34915/A.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 10 come emendato.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 11.

(E’ approvato all’unanimità)

Pongo in votazione l’articolo 12.

(E’ approvato all’unanimità)

All’articolo 13 è stato presentato emendamento protocollo 34915/B a firma dell’onorevole Dattolo che così recita: “Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente comma <1bis. La lettera b) del comma 2 dell'articolo 14 della legge regionale n. 19/2002 è modificata e così sostituita:

b) se ne deve dare atto nella prima seduta della Conferenza anche agli effetti di quanto disposto nelle successive lettere c) e d), qualora la variante ricada nella fattispecie di cui al comma 3 e 3bis dell'articolo 6 del Dlgs 152/06 smei, si dovrà dare atto dell'esito della verifica di assoggettabilità di cui all'articolo 12 del Dlgs 152/06 smei>”.

Pongo in votazione l’emendamento 34915/B.

(E’ approvato)

Sempre all’articolo 13 è stato presentato emendamento protocollo 34915/C a firma dell’onorevole Dattolo che così recita: “Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente comma: <1ter. Dopo la lettera e) del comma 2 dell'articolo 14 della legge regionale n. 19/2002 è inserita la seguente lettera:

e bis) qualora l'esito di assoggettabilità di cui alla precedente lettera b) preveda l'assoggettabilità alla VAS, è fatto salvo durante tutto il procedimento quanto previsto dal Dlgs 152/06 smei, e dal regolamento regionale per la VAS. Per le disposizioni di cui alle lettere precedenti in contrasto per forma e termini con il procedimento della VAS, si intendono risolte con il prevalere delle prescrizioni di quest'ultimo procedimento, ivi comprese modalità e termini di pubblicità, partecipazione e termini del procedimento>”.

Pongo in votazione l’emendamento 34915/C.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 13 come emendato.

(E’ approvato all’unanimità)

Pongo in votazione l’articolo 14.

(E’ approvato all’unanimità)

Pongo in votazione l’articolo 15.

(E’ approvato all’unanimità)

Pongo in votazione l’articolo 16.

(E’ approvato all’unanimità)

Pongo in votazione l’articolo 17.

(E’ approvato all’unanimità)

Pongo in votazione l’articolo 18.

(E’ approvato all’unanimità)

Pongo in votazione l’articolo 19.

(E’ approvato all’unanimità)

Pongo in votazione l’articolo 20.

(E’ approvato all’unanimità)

All’articolo 21 è stato presentato emendamento protocollo 34915/D a firma dell’onorevole Dattolo che così recita: “Il comma 2 è modificato e così sostituito: <2. Il comma 3 dell'articolo 26 della legge regionale n. 19/2002 è sostituito dal seguente: "3. Il Consiglio provinciale elabora il documento preliminare del PTCP, sulla base degli atti regionali di programmazione e pianificazione, ove esistenti o, in mancanza, sulla base delle linee guida di cui all'articolo 17. Il documento preliminare, oggetto di valutazione in Conferenza di pianificazione ai sensi dell'articolo 13, comma 1, deve contenere, oltre al quadro conoscitivo, lo schema delle scelte pianificatone elaborato in base a quanto previsto dall'articolo 18 ed il rapporto preliminare di cui al comma 1 dell'articolo 13 del Dlgs 152/06 smei secondo i criteri di cui all'allegato I del medesimo Dlgs>”.

Pongo in votazione l’emendamento 34915/D.

(E’ approvato)

Sempre all’articolo 21 è stato presentato emendamento protocollo 34915/E a firma dell’onorevole Dattolo che così recita: “Il comma 3 è modificato e così sostituito:<3. Il comma 5 dell'articolo 26 della legge regionale n. 19/2002, è sostituito dal seguente: "5. La Conferenza si conclude nel termine di centocinquanta giorni entro i quali:

a) gli enti ed i soggetti, i cui pareri non sono per legge vincolanti ed inibitori, possono presentare proposte e memorie scritte che il consiglio provinciale valuta in sede di adozione del PTCP di cui al comma 6, ove risultino pertinenti e coerenti all'oggetto del procedimento;

b) gli enti che per legge sono chiamati ad esprimere parere vincolante, devono esprimerlo preliminarmente entro quarantacinque giorni dalla convocazione, fatto salvo quanto differentemente previsto dal Dgl 152/06 smei, e dalla normativa regionale in materia, per i pareri inerenti la VAS.A tal fine l'autorità competente e gli altri soggetti competenti in materia ambientale forniscono i propri contributi per definire la portata ed il livello delle informazioni da includere nel Rapporto Ambientale. Se il parere prescrive modifiche, queste devono essere apportate dalla provincia entro i successivi quarantacinque giorni.

Infine, entro i termini di chiusura della conferenza di pianificazione devono essere emanati i pareri definitivi>”.

Pongo in votazione l’emendamento 34915/E.

(E’ approvato)

All’articolo 21 è stato presentato un altro emendamento protocollo 34915/F a firma dell’onorevole Dattolo che così recita: “Il comma 5 è modificato e così sostituito: <5. Il comma 7 dell'articolo 26 della legge regionale n. 19/2002 è sostituito dal seguente: "7. Il Consiglio provinciale, su proposta della Giunta, adotta il PTCP che, in copia, è trasmesso al Dipartimento Urbanistica della Regione, all'autorità competente ai fini VAS e, su supporto informatico, ai soggetti di cui al comma 4. Il PTCP adottato, unitamente al rapporto ambientale, viene depositato presso la sede della provincia e degli enti territoriali di cui al comma 4, per un periodo non inferiore a sessanta giorni dalla data di pubblicazione sul BUR dell'avviso dell'avvenuta adozione. Il PTCP, unitamente al rapporto ambientale, è pubblicato sul sito istituzionale dell'Ente. L'avviso deve contenere l'indicazione degli enti territoriali presso i quali il PTCP è depositato e dei termini entro cui se ne può prendere visione. Notizia dell'avvenuta adozione del PTCP è data, altresì, sui quotidiani a diffusione regionale ed attraverso qualsiasi forma ritenuta opportuna dalla Giunta provinciale>”.

Pongo in votazione l’emendamento 34915/F.

(E’ approvato)

Sempre all’articolo 21 è stato presentato emendamento protocollo 34915/G a firma dell’onorevole Dattolo che così recita: “Il comma 6 è modificato e cosi sostituito: <6. Il comma 8 dell'articolo 26 della legge regionale n. 19/2002 , è modificato e cosi sostituito: 8. Nel termine di cui al precedente comma 7, in conformità al comma 3 dell'articolo 14 del Dlgs 152/06 smei chiunque può prendere visione del PTCP e del relativo rapporto ambientale e presentare proprie osservazioni in forma scritta, anche fornendo nuovi o ulteriori elementi conoscitivi e valutativi>”.

Pongo in votazione l’emendamento 34915/G.

(E’ approvato)

All’articolo 21 è stato presentato emendamento protocollo 34915/H a firma dell’onorevole Dattolo che così recita: “Il comma 8 è modificato e così sostituito: <8. Il comma 10 dell'articolo 26 della legge regionale n. 19/2002 , è modificato e così sostituito:

Il Consiglio Provinciale, nei novanta giorni successivi al ricevimento del riscontro di cui al precedente comma 9 da parte della Regione si determina in merito alle osservazioni pervenute ed adegua il P.T.C.P. sia alle eventuali prescrizioni da questa formulate sia sulla base del parere motivato ai fini VAS espresso dall'Autorità competente ai sensi dell'art. 15 del Dlgs. 152/2006 e s.m.e i. Nello stesso termine si esprime in ordine alle osservazioni e alle proposte formulate dai soggetti di cui al precedente comma 6. La mancata determinazione nel termine indicato da parte della Giunta provinciale dei dovuti riscontri alle prescrizioni regionali ed ai contenuti delle osservazioni al P.T.C.P., comporta l'automatico accoglimento, intendendosi quale silenzio-assenso, di quelle chiaramente identificabili sulle tavole di piano e/o nell'apparato normativo>”.

Pongo in votazione l’emendamento 34915/H.

(E’ approvato)

All’articolo 21 è stato presentato emendamento protocollo 34915/I a firma dell’onorevole Dattolo che così recita: “Dopo il comma 8 è aggiunto un ulteriore comma 8bis): <8bis. Il comma 11 dell'articolo 26 della legge regionale n. 19/2002 , è modificato e così sostituito:

11. Successivamente all'approvazione del P.T.C.P. da parte del Consiglio provinciale, copia dello strumento e del rapporto ambientale unitamente agli atti d cui all'articolo 17 del Dlgs 152/06 smei sono depositati per la libera consultazione presso la Provincia ed è trasmesso alle Amministrazioni di cui al comma 4. L'avviso dell'avvenuta approvazione del piano è pubblicato nel B.U.R.. Dell'approvazione è data altresì notizia con avviso sui quotidiani a diffusione regionale>”.

Pongo in votazione l’emendamento 34915/I.

(E’ approvato)

All’articolo 21 è stato presentato emendamento protocollo 34915/L a firma dell’onorevole Dattolo che così recita: “Dopo il comma 8 è aggiunto un ulteriore comma 8ter) <8ter. Dopo il comma 13 dell'articolo 26 della legge regionale n. 19/2002 , è aggiunto un ulteriore comma 13 bis):

13 bis). Il PTCP è soggetto al monitoraggio di cui all'articolo 18 del Dlgs 152/06 smei, secondo modalità e forme ivi definitive, nonché secondo i regolamenti regionali in materia>”.

Pongo in votazione l’emendamento 34915/L.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 21 come emendato.

(E’ approvato all’unanimità)

All’articolo 22 è stato presentato emendamento protocollo 34915/M a firma dell’onorevole Dattolo che così recita: “<La lettera a) del comma 2 è modificata e così sostituita:

a) dopo le parole "pianificazione in vigore" è inserito il seguente periodo: "con i contenuti minimi del quadro conoscitivo in forma completa, redatto secondo gli standard di cui all'allegato A della presente legge, uno schema delle scelte strutturali e strategiche con le principali modalità d'uso del territorio, lo schema del REU esplicativo delle norme che si vogliono implementare, elaborati in base a quanto previsto dagli articoli 20 e 21, ed il rapporto preliminare di cui al comma 1 dell'articolo 13 del Dlgs 152/06 smei secondo i criteri di cui all'allegato I del medesimo Dlgs>”.

Pongo in votazione l’emendamento 34915/M.

(E’ approvato)

All’articolo 22 è stato presentato emendamento protocollo 34915/N a firma dell’onorevole Dattolo che così recita: “Il comma 3 è modificato e così sostituito: <3. Il comma 3 dell'articolo 27 della legge regionale n. 19/2002, è sostituito dai seguente: "La Conferenza si conclude entro il termine di centocinquanta giorni entro i quali:

a) gli enti ed i soggetti, i cui pareri non sono per legge vincolanti ed inibitori, possono presentare proposte e memorie scritte, che il Consiglio comunale valuta in sede di adozione del PSC di cui al comma 4, ove risultino pertinenti e coerenti all'oggetto del procedimento;

b) gli enti che per legge sono chiamati ad esprimere parere vincolante, devono esprimerlo preliminarmente entro quarantacinque giorni dalla convocazione, fatto salvo quanto differentemente previsto dal Dgl 152/06 smei, e dalla normativa regionale in materia, peri pareri inerenti la VAS. Se il parere contempla modifiche, queste devono essere apportate dal comune entro i successivi quarantacinque giorni. Gli elaborati, così modificati, devono essere trasmessi entro i trenta giorni successivi. In ogni caso entro i termini di conclusione della Conferenza di pianificazione devono essere emanati i pareri definitivi>”.

Pongo in votazione l’emendamento 34915/N.

(E’ approvato)

All’articolo 22 è stato presentato emendamento protocollo 34915/O a firma dell’onorevole Dattolo che così recita: “Il comma 6 è modificato e così sostituito <6. Il comma 4 bis dell'articolo 27 della legge regionale n. 19/2002 è sostituito dal seguente: "4 bis. Il Consiglio comunale, su proposta della Giunta, adotta il PSC/PSA che, in separate copie, viene trasmesso al Dipartimento Urbanistica della Regione e della provincia, all'autorità competente ai fini VAS e, su supporto informatico, ai soggetti di cui al comma 2. Il Piano adottato, unitamente al rapporto ambientale, è depositato presso la sede del comune per sessanta giorni dalla pubblicazione sul BURC dell'avviso dell'avvenuta adozione. L'avviso deve contenere l'indicazione dell'ente presso il quale il PSC è depositato e dei termini entro i quali se ne può prendere visione. Notizia dell'avvenuta adozione del PSC è data, altresì, su almeno un quotidiano a diffusione regionale. Il PSC/PSA è inoltre pubblicato sul sito istituzionale del comune>”.

Pongo in votazione l’emendamento 34915/O.

(E’ approvato)

All’articolo 22 è stato presentato emendamento protocollo 34915/P a firma dell’onorevole Dattolo che così recita: “Il comma 8 è modificato e così sostituito: <8. Il comma 5 dell'articolo 27 della legge regionale n. 19/2002 , è modificato e così sostituito: 5. Nel termine di cui al comma 4bis, in conformità al comma 3 dell'articolo 14 del Dlgs 152/06 smei chiunque può prendere visione del PSC e del relativo rapporto ambientale e presentare proprie osservazioni in forma scritta, anche fornendo nuovi o ulteriori elementi conoscitivi e valutativi>”.

Pongo in votazione l’emendamento 34915/P.

(E’ approvato)

All’articolo 22 è stato presentato emendamento protocollo 34915/Q a firma dell’onorevole Dattolo che così recita: “Il comma 14 è modificato e così sostituito: <14. Il comma 8 dell'articolo 27 della legge regionale n. 19/2002 è modificato e così sostituito:

8. Successivamente all'approvazione del P.S.C da parte del Consiglio Comunale, una copia integrale del piano approvato è trasmessa alla Regione e alla Provincia secondo le modalità ed i tempi di cui all'articolo 8, comma 8, della presente legge. Il PSC ed il rapporto ambientale unitamente agli atti d cui ali 'articolo 17 del Dlgs 152/06 smei sono depositati presso il Comune per la libera consultazione. L'avviso dell'avvenuta approvazione del piano e del suo deposito viene pubblicato sul B.U.R. Della stessa approvazione e avvenuto deposito è data altresì notizia con avviso su almeno un quotidiano a diffusione regionale>”.

Pongo in votazione l’emendamento 34915/Q.

(E’ approvato)

All’articolo 22 è stato presentato emendamento protocollo 34915/R a firma dell’onorevole Dattolo che così recita: “Dopo il comma 14 è aggiunto un ulteriore comma 14bis: <14bis. Dopo il comma 10 dell'articolo 26 della legge regionale n. 19/2002 , è aggiunto un ulteriore comma 10 bis):

10 bis). Il PSC è soggetto al monitoraggio di cui all'articolo 18 del Dlgs 152/06 smei, secondo modalità e forme ivi definitive, nonché secondo i regolamenti regionali in materia>”.

Pongo in votazione l’emendamento 34915/R.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 22 come emendato.

(E’ approvato all’unanimità)

Pongo in votazione l’articolo 23.

(E’ approvato all’unanimità)

All’articolo 24 è stato presentato emendamento protocollo 34915/S a firma dell’onorevole Dattolo che così recita: “Il comma 1 dell’articolo 24  è modificato e così sostituito: <1. Il comma 2 dell'articolo 28 della legge regionale n. 19/2002 è sostituito dal seguente: "Se i comuni non provvedono allo svolgimento delle attività di cui al comma 1, nei termini e nelle modalità previste dalla presente legge, vi provvede, in via sostitutiva, la provincia territorialmente competente a mezzo di commissari ad acta nominati per l'espletamento di tutti gli atti e i procedimenti amministrativi di competenza comunale inerenti le attività di cui al comma 1, sino all'approvazione definitiva dello strumento urbanistico. Il numero dei commissari ad acta è definito in funzione del numero degli abitanti al momento dell'esercizio del potere sostitutivo, ovvero uno per i comuni con popolazione inferiore a 15.000 abitanti e due per comuni con popolazione superiore>”.

Pongo in votazione l’emendamento 34915/S.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 24 come emendato.

(E’ approvato all’unanimità)

All’articolo 25 è stato presentato emendamento protocollo 34915/T a firma dell’onorevole Dattolo che così recita: “Dopo il comma 2 è aggiunto un ulteriore comma 2bis: <2bis). Il comma 4 dell'articolo 29 della legge regionale n. 19/2002 , è modificato e così sostituito:

4. Osservazioni al FOT, entro i termini di deposito di cui al comma 3, possono essere presentate in forma scritta da chiunque, anche fornendo nuovi o ulteriori elementi conoscitivi e valutativi>”.

Pongo in votazione l’emendamento 34915/T.

(E’ approvato)

All’articolo 25 è stato presentato emendamento protocollo 34915/U a firma dell’onorevole Dattolo che così recita: “Il comma 5 è modificato e cosi sostituito: <5. Dopo il comma 9 dell'articolo 29 della legge regionale n. 19/2002 è aggiunto il seguente: 10. In conformità al comma 8 dell'articolo 5 del DL 70/2011 convertito con modificazioni dalla Legge di conversione 106/2011, il POT non è sottoposto a valutazione ambientale strategica né a verifica di assoggettabili qualora non comporti variante ed il PSC, già sottoposto a VAS, in sede di valutazione ambientale strategica definisca l'assetto localizzativo delle nuove previsioni e delle dotazioni territoriali, gli indici di edificabilità, gli usi ammessi e i contenuti piani volumetrici, tipologici e costruttivi degli interventi, dettando i limiti e le condizioni di sostenibilità' ambientale delle trasformazioni previste. Nei casi in cui POT comporti variante allo strumento sovraordinato, la valutazione ambientale strategica e la verifica di assoggettabilità sono comunque limitate agli aspetti che non sono stati oggetto di valutazione sul PSC, e si applica quanto disposto dal Dlgs 152/06 smei e dalla normativa regionale in materia>”.

Pongo in votazione l’emendamento 34915/U.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 25 come emendato.

(E’ approvato all’unanimità)

All’articolo 26 è stato presentato emendamento protocollo 34915/V a firma dell’onorevole Dattolo che così recita: “Dopo il comma 1 è aggiunto un ulteriore comma 1bis: <1bis). Il comma 5 dell'articolo 30 della legge regionale n. 19/2002 , è modificato e così sostituito:

5. Osservazioni al PAU, entro i termini di deposito di cui al comma 3, possono essere presentate in forma scritta da chiunque, anche fornendo nuovi o ulteriori elementi conoscitivi e valutativi>”.

Pongo in votazione l’emendamento 34915/V.

(E’ approvato)

All’articolo 26 è stato presentato emendamento protocollo 34915/Z a firma dell’onorevole Dattolo che così recita: “Dopo il comma 1 è inserito un ulteriore comma 1ter): <1ter). Dopo il comma 11 dell'articolo 30 della legge regionale n. 19/2002-è aggiunto un ulteriore comma 11 bis:

11 bis. In conformità al comma 8 dell'articolo 5 del DL 70/2011 convertito con modificazioni dalla Legge di conversione 106/2011, il PAU non è sottoposto a valutazione ambientale strategica né a verifica di assoggettabilità qualora non comporti variante allo strumento urbanistico ed il PSC, qualora già sottoposto a VAS, in sede di valutazione ambientale strategica definisca l'assetto localizzativo delle nuove previsioni e delle dotazioni territoriali, gli indici di edificabilità, gli usi ammessi e i contenuti piani volumetrici, tipologici e costruttivi degli interventi, dettando i limiti e le condizioni di sostenibilità' ambientale delle trasformazioni previste.

Nei casi in cui il PAU comporti variante allo strumento sovraordinato, la valutazione ambientale strategica e la verifica di assoggettabilità sono comunque limitate agli aspetti che non sono stati oggetto di valutazione sul PSC, e si applica quanto disposto dal Dlgs 152/06 smei e dalla normativa regionale in materia>”.

Pongo in votazione l’emendamento 34915/Z.

(E’ approvato)

All’articolo 26 è stato presentato emendamento protocollo 34915/AA a firma dell’onorevole Dattolo che così recita: “Dopo il comma 1 è inserito un ulteriore comma 1quater): <1quater). Dopo il comma 11 dell'articolo 30 della legge regionale n. 19/2002 è aggiunto un ulteriore comma 11ter:

11 ter. In conformità alla lettera b) del comma 13 dell'articolo 5 del DL 70/2011 cosi come modificato dalla Legge di conversione 106/2011,qualora il PAU non comporti variante agli strumenti urbanistici, sia in coerenza con POTe compatibile con le relative VAS, le attività di adozione, approvazione nonché le determinazioni in merito alle osservazioni, di cui ai commi precedenti, spettano alla Giunta Comunale>”.

Pongo in votazione l’emendamento 34915/AA.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 26 come emendato.

(E’ approvato all’unanimità)

Pongo in votazione l’articolo 27.

(E’ approvato all’unanimità)

Pongo in votazione l’articolo 28.

(E’ approvato all’unanimità)

Pongo in votazione l’articolo 29.

(E’ approvato all’unanimità)

Pongo in votazione l’articolo 30.

(E’ approvato all’unanimità)

Pongo in votazione l’articolo 31.

(E’ approvato all’unanimità)

Pongo in votazione l’articolo 32.

(E’ approvato all’unanimità)

Pongo in votazione l’articolo 33.

(E’ approvato all’unanimità)

Pongo in votazione l’articolo 34.

(E’ approvato all’unanimità)

All’articolo 35 è stato presentato emendamento protocollo 34882 a firma dei consiglieri De Masi e Giordano che così recita: “Il comma 1 dell’art. 35 è sostituito dal seguente: <1. La lettera b), comma 2, dell’art. 65 della Legge regionale n. 19/2002 è sostituita dalla seguente

 <b) per i comuni dotati di PRG che non hanno avviato la procedura di redazione del Piano Strutturale decadono tutte le previsioni di detto strumento riguardanti le aree esterne al perimetro dei suoli urbanizzati definiti negli strumenti urbanistici vigenti come il perimetro delle aree aventi destinazione di zona A, B, D, F e per la zona C ricadente all’interno di centri abitati e delle zone C individuate dai medesimi strumenti per le quali sono inoltrate le richieste di approvazione dei piani di lottizzazione. A tutte le previsioni del precedente strumento urbanistico, eccetto le succitate zone, viene estesa la destinazione agricola. Sono fatte salve le previsioni di tutti gli ambiti territoriali comunque denominati nei quali siano approvati piani di attuazione, ivi compresi i Piani Comunali di Spiaggia anche in itinere, le aree destinate ad interventi di edilizia sociale (social housing) di cui all'art. 5 della legge regionale n. 36/2008, nonché la definizione di tutte le richieste di attività edilizia con procedimenti avviati, pervenute ai rispettivi comuni e relative a tutte le zone omogenee previste dal medesimo strumento sino alla data di adozione dello strumento generale (PSC/PSA)>”.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.

Giuseppe GIORDANO

Presidente, questo emendamento è relativo alle zone C ricadenti nel perimetro urbano, nel perimetro edificato dei centri abitati. Oltre ad estendere le previsioni dell’articolo 65 alle zone A, B, D ed F, e per le zone C che diventano delle aree intercluse nel centro edificato.

Questo è il senso dell’emendamento. Se c’è da perfezionare qualche dizione siamo, comunque, disponibili.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

Alfonso DATTOLO, relatore

Il parere è favorevole.

PRESIDENTE

Parere della Giunta sull’emendamento del gruppo Italia dei valori all’articolo 35? Favorevole.

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 35 come emendato.

(E’ approvato all’unanimità)

Pongo in votazione l’articolo 36.

(E’ approvato all’unanimità)

Pongo in votazione l’articolo 37. 

(E’ approvato all’unanimità)

Pongo in votazione l’articolo 38.

(E’ approvato all’unanimità)

Pongo in votazione l’articolo 39. 

(E’ approvato all’unanimità)

Pongo in votazione la legge nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Comunicazioni - Seguito

PRESIDENTE

Legge un seguito di comunicazioni.

(Sono riportate in allegato)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 186/9^, recante: “Variazione e contestuale assestamento del bilancio di previsione del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario anno 2012”

PRESIDENTE

Concluso il punto all’ordine del giorno, adesso c’erano i punti che erano stati integrati ed inseriti durante la discussione iniziale. Iniziamo dal bilancio di assestamento del Consiglio regionale.

La parola all’onorevole Nicolò, Vicepresidente del Consiglio regionale.

Alessandro NICOLO’, relatore

Signor Presidente, prima di procedere all’approvazione dell’assestamento, illustriamo una relazione ai colleghi consiglieri, relazione che ci ha visti impegnati per rappresentare un lavoro, che è stato svolto in ottemperanza a quei princìpi nobili che animano una classe dirigente responsabile in un periodo particolare come questo.

In quest’ottica, senza reprimere servizi ed assicurando un risparmio di 4 milioni e 200 mila euro, che saranno restituiti alla Giunta per essere reinvestiti, il Consiglio regionale della Calabria attua la propria  spending review, come si dice ormai in termini inflazionati, ma è una manovra che guarda concretamente ad un risparmio, salvaguardando i servizi essenziali, soprattutto gli interventi strutturali, ed istituendone alcuni importanti, che sto qui adesso ad illustrare.

Da questa manovra, quindi, emerge un quadro positivo caratterizzato da nuovi servizi, come l’apertura di uno sportello informativo per illustrare le opportunità di utilizzo di fondi comunitari, bandi regionali, la conferma della proroga degli stage e l’asilo aziendale.

Quindi non si tratta solo di una semplice riduzione di spesa, ma è il frutto di un lavoro razionale per una verifica bilanciata, sulla base del fabbisogno necessario per il funzionamento strutturale relativo alle spese fisse per il personale e al mantenimento di tutti i servizi dedicati alla manutenzione in generale.

Dunque, si è riusciti a contenere spese di gestione, attuando politiche di risparmio vero, e si tratta di azioni dovute certamente in ossequio alle difficoltà generali del Paese, in cui la Calabria subisce maggiori ripercussioni rispetto alle altre realtà della nazione. Noi – quando dico noi, parlo dell’Ufficio di Presidenza, ma dell’intero Consiglio regionale della Calabria – in molte circostanze, in sintonia con la Giunta, ci si è resi parte diligente per quella politica di razionalizzazione della spesa pubblica, coerentemente con i processi di riforma che questo Governo nazionale sta applicando in un momento difficilissimo.

Pertanto l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale ed i suoi organi di gestione sono in grado di presentare un bilancio efficiente, schivando, magari, taluni osservatori o detrattori che vorrebbero, a tutti i costi, la Calabria come Regione segnata e governata da una classe dirigente spendacciona e senza scrupoli, poco riguardosa verso quelli che sono i bisogni.

Abbiamo voluto attenzionare soprattutto questi aspetti per un documento che, così come si evince, appare responsabile e, dunque, che guarda a quelli che sono più esposti alla crisi, quindi la politica che guarda ai bisogni, le premure di una classe dirigente verso le fasce più deboli.

Oltre ad aver illustrato brevemente questa prima parte relativa all’assestamento, Presidente, chiedo di sottoporre anche votazione anche i rendiconti del 2008, 2009, 2010 e 2011 del bilancio del Consiglio regionale.

PRESIDENTE

Prima di procedere alla votazione dell’assestamento, dobbiamo approvare i conti consuntivi del Consiglio regionale, intanto l’esercizio 2008.  

Proposta di provvedimento amministrativo numero 39, recante: “Conto Consuntivo del Consiglio regionale dell'esercizio finanziario 2008”

PRESIDENTE

Pongo in votazione il conto consuntivo del Consiglio regionale relativo all’anno 2008.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 41, recante Conto Consuntivo del Consiglio regionale dell'esercizio finanziario 2009

PRESIDENTE

Pongo in votazione il conto consuntivo relativo all’anno 2009.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 128, recanteConto Consuntivo del bilancio del Consiglio regionale, relativo all'esercizio finanziario 2010

PRESIDENTE

Pongo in votazione il conto consuntivo relativo all’anno 2010.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 169, recante “Conto Consuntivo del bilancio del Consiglio regionale, relativo all'esercizio finanziario 2011”

PRESIDENTE

Pongo in votazione il conto consuntivo relativo all’anno 2011.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 186, recante: “Variazione e contestuale assestamento del bilancio di previsione del Consiglio regionale per l'esercizio finanziario anno 2012”

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’assestamento di bilancio del Consiglio regionale

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Proposta di legge numero 360/9^ recante: “Collegato alla manovra finanziaria di assestamento del Consiglio regionale”

 

PRESIDENTE

Pongo in votazione il collegato alla manovra finanziaria, che è formato da un articolo.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Naturalmente questo va in coordinamento formale, per definire meglio le cifre. Sul bilancio del Consiglio regionale c’è un aumento di 800 mila euro che riguarda gli ex stagisti, quindi un aumento da 1 milione a 1 milione e 800 mila. Quindi la delibera della Giunta regionale passa da 5 milioni a 4 milioni e 200 mila.

Proposta di legge n. 164/9^ di iniziativa del consigliere Dattolo, recante: “Valorizzazione e promozione del termalismo in Calabria”

PRESIDENTE

Il prossimo punto all’ordine del giorno reca la proposta di legge numero 164/9^ di iniziativa del consigliere Dattolo: “Valorizzazione e promozione del termalismo in Calabria”.

La parola all’onorevole Dattolo per la relazione.

Alfonso DATTOLO, relatore

Presidente, mi correva l’obbligo di ringraziare l’Aula per la precedente legge di modifica che ha avuto questo consenso. Io penso che era quasi doveroso da parte mia ringraziare, così come presentare questo provvedimento, perché è vero che la legge sul termalismo porta la mia firma, ma è sicuramente una legge che la quarta Commissione ha “adottato”, quasi come una presa di posizione non politica, ma di carattere esclusivamente rivolto agli interessi del territorio, su un settore che tante volte è stato citato, tante volte è stato portato come un emblema da valorizzare, una risorsa da poter sfruttare, un’altra delle peculiarità del nostro territorio, ma che ha atteso 28 lunghi anni prima che vedesse una sua riedizione.

Noi chiediamo che, addirittura, la vecchia legge venga cancellata con l’approvazione della nuova e che sicuramente richiama la 323 del 2000, i princìpi ispiratori di una legge nazionale alla quale quella che abbiamo proposto si è richiamata.

Anche su questo vorrei rivolgere  il ringraziamento anche al suo ufficio, al Presidente Scopelliti per un impegno che era stato precedentemente assunto di voler dare un primo segnale. Queste economie che sono state tolte come spese di funzionamento, una parte di questi risparmi sarà finalizzata a questo, una prima parte, perché io ritengo che sia necessario perseguire la completa applicazione di questa legge, trovando risorse più adeguate per gli anni successivi.Riteniamo,però, che questo primo aspetto, questo primo interesse verso l’approvazione di questa legge, attraverso lo stanziamento di questo milione di euro che derivano dalle spese del Consiglio, sia un primo passo, un segnale importante e spero che, accanto a questo, ce ne siano altri più significativi.

Vedete, questo è uno dei comparti che occupa migliaia di persone, ma soprattutto ha una potenzialità enorme che è inespressa e lo scopo di questa legge è accompagnare, in un certo qual senso, lo sviluppo, la riqualificazione, dando anche per la prima volta l’istituzione dei Comuni termali, per poter ancora di più responsabilizzare un settore, degli amministratori che su questo comparto hanno…

(Interruzione)

Presidente Scopelliti, dica qualcosa di democristiano, così l’aiuterà pure a fare un passo in avanti!

Volevo sottolineare questo aspetto, che i princìpi che hanno prodotto questa legge e soprattutto la sua votazione all’unanimità sono un primo segnale, al quale penso che la Giunta, nella sua programmazione, debba dare, Presidente Scopelliti, un ulteriore e significativo sforzo, perché è uno dei comparti che possono incrementare sia l’appeal turistico della nostra regione, sia soprattutto per la qualità delle acque termali calabresi, dal punto di vista sanitario, che unanimemente viene riconosciuta a livello nazionale e internazionale.

Io ritengo che, accanto all’approvazione di questa legge, ci sia un convincimento comune e debbo ringraziare ulteriormente i componenti della quarta Commissione, oltre agli altri consiglieri che hanno prodotto emendamenti, per questa legge significativa, importante, sicuramente un altro passo in avanti. Questa è la Calabria che, probabilmente, vorrebbero i calabresi, con un’attenzione di questo Consiglio regionale e, così come è stato sulla legge urbanistica, oggi un altro tassello aggiungiamo, in attesa di fare altri passi avanti, perché probabilmente questa politica che si vuole adottare è significativamente proiettata verso il raggiungimento di traguardi consoni a quelle che sono le potenzialità calabresi.

Oggi diamo un riconoscimento a queste potenzialità, accompagnando e spronando coloro i quali devono gestire queste piccole risorse, per il momento minime, che sono state messe a disposizione, proprio perché ci sia una migliore offerta dal punto di vista della ricettività e soprattutto la consapevolezza che il governo calabrese è attento ai problemi del comparto termale.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Guccione.

Carlo GUCCIONE

Questa sera il Consiglio regionale, dopo quasi trent’anni di mancata legiferazione, copre un vuoto legislativo che va a colmare lo sviluppo di un settore importantissimo per la Calabria, qual è quello del termalismo, e si adegua alla legge quadro nazionale del 2000. Quindi fa una doppia operazione, aggiorna la sua legislazione e lo fa in direzione di un settore che, oggi, tra occupazione diretta e indiretta, ha circa 3 mila addetti in Calabria, che  può costituire sviluppo: il turismo, termalismo, benessere, ambiente, mare, montagna, possono rappresentare una miscela importante per lo sviluppo del nostro territorio.

E’ un progetto di legge importante, che ha visto la partecipazione della minoranza in Commissione, in questo Consiglio regionale, attenta, attiva, partecipe, perché su queste questioni non può esistere maggioranza e minoranza, quando si tratta di mettere in campo leggi che vanno nella direzione di sostenere lo sviluppo di questa nostra regione, e fa un’operazione importante e individua anche i comuni che potranno beneficiare degli investimenti; non tutti i comuni calabresi, perché qui bisogna incominciare a scegliere, a fare delle distinzioni, ma quei comuni che possono definirsi termali.

Noi abbiamo le acque migliori d’Europa in alcuni settori, abbiamo un tesoro inestimabile che riguarda il termalismo nella nostra regione ed io credo che noi dobbiamo fare di tutto affinché con questa legge, a cui destiniamo oggi 1 milione di euro – e mi auguro che per i prossimi anni possiamo fare di più, anche attraverso l’utilizzazione dei fondi comunitari –, avviamo un processo di innovazione di un settore strategico della nostra regione e lo dobbiamo fare anche avendo più attenzione a quella che oggi è la situazione delle aziende termali in Calabria.

Dobbiamo dare sostegno al fatto che, oggi, le aziende termali hanno un credito verso la Regione Calabria di diversi milioni di euro, dobbiamo lavorare perché le Asp diano il dovuto alle aziende termali calabresi. C’è un forte ritardo, alcune di queste aziende hanno accumulato circa 2 milioni di euro di crediti arretrati; così come dobbiamo fare un’operazione che riguarda anche la questione che riguarda i ticket termali e le varie questioni.

E’ uno dei pochi settori che, invece di procurare emigrazione passiva, fattura per la Calabria emigrazione attiva; per diversi milioni di euro, molti cittadini di altre parti del nostro Paese, di altre regioni vengono a curarsi negli stabilimenti calabresi e, invece di procurare emigrazione passiva, questo settore produce emigrazione attiva per diversi milioni di euro.

Allora vuol dire che qui dobbiamo fare in modo di investire risorse e la legge che ha illustrato il relatore, l’onorevole Dattolo, va in questa direzione, uno sforzo importante nell’interesse della Calabria.

PRESIDENTE

Non ci sono altri interventi sulla discussione generale, possiamo passare all’esame dell’articolato.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

All’articolo 2 c’è un emendamento, protocollo numero 35318, a firma degli onorevoli Dattolo e Imbalzano: “Il comma 1 è modificato e così sostituito: “1. Hanno la qualifica di comuni termali: Lamezia Terme (CZ) (Terme di Caronte); Galatro (RC) (Terme di Galatro); Antonimina (RC) (Terme di Antonimina); Locri; Bivongi (RC);  (I Bagni di Guida); Spezzano Albanese (CS) (Terme di Spezzano); Guardia Piemontese ed Acquappesa (CS) (Terme Luigiane); Cassano allo Jonio (CS) (Terme Sibaritide); Cerchiara (CS) (Terme Grotte delle Ninfe); Cotronei (KR) (Terme di Ponte Coniglio) ”.

Si illustra da sé. Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 35318.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2 come emendato.

(E’ approvato)

All’articolo 3 c’è un emendamento protocollo numero 34909 a firma dell’onorevole Dattolo: “Il comma 1 dell’articolo 3 è modificato e così sostituito: “1. Ai fini della valorizzazione e del razionale utilizzo del patrimonio termale, la Giunta regionale promuove, ai sensi dell’articolo 25 della legge regionale 40/2009, nel rispetto del decreto legislativo 152/2006 s.m.e.i., la realizzazione di programmi di ricerca tecnico-scientifica, finalizzati alla conoscenza ed alla tutela delle risorse termali per la realizzazione di piani stralcio per bacini del settore delle acque minerali termali;”.

Si illustra da sé. Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 34909.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 3 come emendato.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 4.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 5.

(E’ approvato)

All’articolo 6 c’è un emendamento a firma dell’onorevole Dattolo, protocollo 34908: Il comma 1 dell’articolo 6 è modificato e così sostituito: “1. La Giunta regionale, per il perseguimento delle finalità della presente legge, concede contributi in conto capitale nella misura massima del 50 per cento della spesa ammissibile per gli interventi di cui all’articolo 1”.

Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 34908.

(E’ approvato)

Emendamento protocollo numero 34907 a firma dell’onorevole Dattolo: “Il comma 2 dell’articolo 6 è abrogato”.

Si illustra da sé. Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.

Pongo in votazione l’emendamento testé letto. protocollo numero 34907.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 6 come emendato.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 7.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 8.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 9.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 10.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 11.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 12, la norma finanziaria, che dovrà essere scritta in coordinamento formale.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 13.

(E’ approvato)

Pongo in votazione la legge sul termalismo nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Proposta di legge numero 356/9^, recante: “Istituzione della struttura tecnica di valutazione VAS-VIA-AIA-VI”

PRESIDENTE

L’ordine del giorno reca la proposta di legge numero 356/9, recante: “Istituzione della struttura tecnica di valutazione VAS-VIA-AIA-VI”.

La parola all’onorevole Dattolo per la relazione.

Alfonso DATTOLO, relatore

Anche questo è uno strumento che diventa fondamentale, proprio per sbloccare un empasse che è stata creata da un provvedimento del Tar, che ha sospeso l’attività del nucleo di valutazione.

Quindi con questo provvedimento, che è stato promosso dal dipartimento, al quale il sottoscritto ha apposto la firma, con la collaborazione e le iniziative dell’assessore Pugliano, sanciamo la necessità di istituire una struttura tecnica di valutazione con personale all’interno con profili altamente professionali o che possono venire da altri uffici, per dare non soltanto un risparmio dal punto di vista economico, ma anche un riconoscimento tecnico-qualitativo a personale che ha tutte le caratteristiche per poter comporre questo nucleo di valutazione.

Voi capite che nelle more, attualmente, l’esame di alcune pratiche è praticamente bloccato, quindi abbiamo chiesto, e di questo ulteriormente debbo ringraziare nella Commissione la minoranza, che con l’astensione ha consentito di portarlo oggi quest’ordine del giorno con alcune modifiche che abbiamo richiesto insieme al Vicepresidente della Commissione, Scalzo, alcuni emendamenti illustrativi, proprio perché è necessario dare piena attuazione a questo progetto di legge, per sbloccare le tante pratiche che attendono la valutazione sia di impatto ambientale, di valutazione ambientale strategica, tutte le varie diciture, altrimenti in questo momento il dipartimento è in un’enorme difficoltà.

Poi c’è anche l’aspetto economico, perché il costo dell’esame di queste procedure andrà in un fondo che andrà ad incentivare questo personale interno e quindi è un ulteriore passo verso, non dico la spending review, ma sicuramente verso un sistema che promuove le professionalità all’interno dell’ente.

Su queste basi, così come è successo precedentemente, chiedo ai colleghi anche di minoranza, così come abbiamo precedentemente concordato anche con l’onorevole Scalzo con la presentazione di alcuni emendamenti, di procedere favorevolmente.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Scalzo.

Antonio SCALZO

La presentazione di questa struttura tecnica che sostituisce, di fatto, la Via, Vas ai (Incomprensibile)… presso il dipartimento politiche dell’ambiente, va certamente nell’indirizzo della risoluzione di un problema che è quello legato al blocco amministrativo e, di conseguenza, al blocco dell’attività istruttoria delle pratiche che esistono non solo presso il dipartimento politiche dell’ambiente.

In seno alla Commissione, con gli altri colleghi ci siamo espressi per un voto di astensione, perché di fronte al testo avevamo intravisto alcune modifiche ed emendamenti che ritenevamo indispensabili per un nostro voto favorevole. Abbiamo fatto una riflessione su alcuni emendamenti che abbiamo proposto il Presidente Dattolo e il sottoscritto, e credo che l’accoglimento di questi emendamenti possa andare nella direzione di un voto favorevole del gruppo del Partito democratico.

PRESIDENTE

Non ci sono altri interventi, passiamo all’esame dell’articolato. Ci sono tre emendamenti a firma degli onorevoli Dattolo e Scalzo.

La parola all’onorevole Dattolo.

Alfonso DATTOLO, relatore

All’articolo 1 c’è questo emendamento con protocollo 35324: “Al comma 2 dell’articolo 1, dopo le parole “Politiche dell’ambiente” e prima delle parole “, è organizzata”, sono inserite le seguenti parole: “presieduta dal dirigente generale del medesimo”, che ci sembra una forma di garanzia assoluta, perché c’è il dirigente che presiede questo nucleo. Penso che su questo non ci siano problemi.

Emendamento con protocollo 35324/b: “Al comma 3 dell’articolo 1, dopo le parole “Giunta regionale” e prima delle parole “vengono disciplinati:”, sono inserite le seguenti parole: “, previo parere vincolante della Commissione consiliare competente, da esprimersi entro 30 giorni dal ricevimento”.

Su questo mi pare che l’assessore voleva…

Francesco PUGLIANO, assessore all’ambiente

Io credo che il parere vincolante della Commissione, rispetto al regolamento che è demandato alla Giunta regionale, possa di nuovo bloccare per 30 giorni l’attività di una struttura che è interna alla Regione Calabria, cioè questa struttura tecnica verrà reclutata nei vari dipartimenti per le figure già riconosciute nel regolamento del 2008. Dichiarare che deve ritornare in Commissione con parere vincolante e far attendere altri 30 giorni significa che 250 pratiche giaceranno al dipartimento, perché è decaduto il nucleo Via a dicembre 2011, per istituire il nuovo, abbiamo dovuto attendere maggio 2012; dopo neanche un mese questo nucleo è stato sospeso dal Tar, con gravi rischi per la Regione Calabria, perché ci sono termini entro i quali la Regione Calabria deve esprimere questi pareri di valutazione. Allora non vorrei che l’idea di istituire una Commissione tecnica di valutazione interna possa essere rallentata da questo parere vincolante della Commissione, che si prende 30 giorni.

Allora io dico: o evitiamo di dire che è vincolante e possiamo passarlo alla Commissione, ma nel frattempo facciamo operare la Commissione tecnica, o diciamo che eventualmente gli diamo una settimana di tempo per un passaggio, ma non  dare altri 30 giorni, che potrebbero bloccare i lavori...

(Interruzione)

Va bene 10 giorni.

Alfonso DATTOLO, relatore

Presidente, di comune accordo col collega Scalzo e sentite le ragioni dell’assessore Pugliano, io direi con un emendamento orale di ridurre a “entro 10 giorni”, così è un tempo minimo in cui  che la Commissione ha la possibilità comunque di esprimersi, quindi invece di “30 giorni”, “entro 10 giorni”, se è possibile accettare questo subemendamento orale. Va bene?

(Interruzione)

Non è che il compito di questa Commissione è quello di rallentare le procedure, ci mancherebbe altro! Tra l’altro, volevo dire che di  questo emendamento era a conoscenza anche il direttore generale Gualteri, quindi non so se è una cosa che… Ripeto, vista la celerità e anche la frequenza con cui la Commissione si riunisce, non è che utilizziamo i termini per arrivare all’ultimo minuto per creare ostruzioni, perché comunque questa maggioranza anche all’interno della Commissione c’è ed è sempre stata abbastanza efficace. Questo lo dico, però non ho nessun tipo di difficoltà ad accelerare anche i tempi rispetto a quelli che vengono richiesti.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Scalzo.

Antonio SCALZO

Io vorrei dire una cosa, cioè questa struttura tecnica, il direttore generale del dipartimento politiche per l’ambiente l’ha illustrata e la Commissione nella sua interezza, al di là delle competenze specifiche, ha avuto già grande senso di responsabilità nel dire “la portiamo in Aula con il voto della maggioranza e un’astensione della minoranza”, che sta a significare che non c’è stata assolutamente forma di ostruzionismo, anzi c’è stato un senso di responsabilità per dire che la struttura tecnica è necessaria, bisogna utilizzare le professionalità che ci sono nel dipartimento politiche per l’ambiente e negli enti strumentali della Regione, siamo d’accordo.

Quindi questo passaggio, conoscendo la solerzia del Presidente nel convocare e la Commissione che ha lavorato, se ha lavorato così alacremente fino adesso, lo potrà fare…

Io credo che non ci siano motivi di dubitare sul fatto del passaggio di un parere vincolante della Commissione. Credo che non sia questo un dubbio fondato.

Francesco PUGLIANO, assessore all’ambiente

Giusto per chiarire che non era messa in dubbio la responsabilità della Commissione:  giacché si stanno moltiplicando e aumentando il numero di pratiche giacenti, non lo ritenevo neanche vincolante il passaggio nuovo nella Commissione, perché già nella legge avete stabilito quali sono i criteri da indicare nel regolamento. Quindi sono già presenti le figure, le 12 figure previste nel regolamento del 2008.

E’ stato detto che è un bando che viene fatto per coprire queste 12 figure, quindi non mi pare che ci siano elementi da confutare o da eccepire, eventualmente, in Commissione.  Se si vuole, comunque, mantenere il parere vincolante della Commissione, non ho obiezioni, ma cercavo di accelerare i tempi entro i quali rendere operativa questa Commissione tecnica di valutazione, perché c’è la possibilità che tutte le pratiche giacenti, per le quali  hanno già iniziato a presentare diffide stragiudiziali, possano chiamare al danno erariale la Regione Calabria e quindi volevo, appena pronta questa commissione, iniziare a farla lavorare.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Dattolo.

Alfonso DATTOLO, relatore

Io penso che l’assessore, comunque, possa procedere  nell’attuazione di questa cosa, perché penso che il risultato più importante è oggi già il riconoscimento di questa legge.

Assessore, non si preoccupi, vada avanti nel perseguimento dell’attuazione di questo regolamento attraverso la Giunta e nella ricerca delle figure, perché sicuramente la Commissione darà, come ha sempre fatto, un apporto significativo all’operatività del suo dipartimento, nell’assolvimento delle funzioni  che competono alla Commissione.

PRESIDENTE

Quindi, onorevole Dattolo, la sua proposta finale qual è? Rimangono gli emendamenti, l’assessore li condivide pure? Sì, va bene. Se mi fa avere gli emendamenti, onorevole Dattolo…

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 35324.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 35324/b.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 35324/c: “Al comma 6 dell’articolo 1, dopo le parole “Giunta regionale” e prima delle parole “sono definite le tariffe da applicare”, sono inserite le seguenti parole: “, previo parere vincolante della Commissione consiliare competente, da esprimersi entro 30 giorni dal ricevimento”.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 1 come emendato.

(E’ approvato)

Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

(E’ riportato in allegato)

Proposta di legge n. 77/9^ di iniziativa del consigliere Morelli, recante: “Qualificazione del territorio rurale mediante la valorizzazione di produzioni regionali tipiche – fave e piselli”

PRESIDENTE

Passiamo al prossimo punto all’ordine del giorno, la proposta di legge numero 77/9^ di iniziativa del consigliere Morelli, recante: “Qualificazione del territorio rurale mediante la valorizzazione di produzioni regionali tipiche – fave e piselli”, richiesta dall’onorevole Orsomarso, che diventa relatore, quindi gli chiederei di illustrarla.

Fausto ORSOMARSO, relatore

E’ una proposta di legge fatta di 12 articoli, che io credo, essendo stata anche all’ordine del giorno della scorsa seduta, si illustri da sé, anche perché ha avuto il parere all’unanimità nella Commissione in cui è stata già valutata e discussa. Nella sostanza, ha l’obiettivo di promuovere e valorizzare le produzioni tipiche di un territorio dell’Alto Ionio cosentino, che va da Roseto Capo Spulico a Canna e Nocara, nello specifico le produzioni leguminose di fave e piselli.

Quindi io penso che si possa procedere alla valutazione e all’approvazione articolo per articolo e – ripeto – è un provvedimento che, nella sostanza, si illustra da sé.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Franchino. Ne ha facoltà.

Mario FRANCHINO

Anche il gruppo del Pd condivide questa proposta di legge, perché è un buon percorso e, ovviamente, è un obiettivo di promozione e valorizzazione di alcune produzioni tipiche che qualificano, in particolare, alcuni territori rurali della zona dell’Alto Ionio cosentino.

Quindi si tratta di un primo intervento di natura sperimentale. Siamo in una area in cui ci sono tre zone termali, dove l’altro giorno il Presidente Scopelliti ha inteso promuovere un incontro per un distretto turistico locale con la vicina Lucania. Sono dei prodotti con un clima favorevole anche nei mesi invernali.

Riguarda il distretto rurale dell’Alto Ionio, dove siamo ai confini del distretto agro-alimentare di Sibari, c’è una filiera di prodotti alimentari, di prodotti di nicchia, sul quale progetto si sta lavorando. Non è un caso che, proprio l’altro giorno, è stata costituita una società di 50 imprenditori per un distretto rurale dell’Alto Ionio cosentino per lo sviluppo locale.

E’ questo il motivo per cui noi siamo favorevoli e votiamo come gruppo del Partito democratico per il licenziamento di questa legge in Consiglio.

PRESIDENTE

Non ci sono altri interventi, non ci sono emendamenti alla proposta di legge, per cui possiamo passare alla votazione dell’articolato.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 3.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 4.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 5.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 6.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 7.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 8.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 9.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 10.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 11.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 12.

(E’ approvato)

Pongo in votazione la legge nel suo complesso con coordinamento formale.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Proposta di legge n. 334/9^, recante “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 13 maggio 1996, n. 7”

PRESIDENTE

Il prossimo punto all’ordine del giorno reca la proposta di legge numero 334/9^: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 13 maggio 1996, n. 7”, di cui ha chiesto l’inserimento all’ordine del giorno l’onorevole Magno, condivisa dall’onorevole Maiolo del gruppo del Partito democratico.

Prego, onorevole Magno.

Mario MAGNO, relatore

L’aver richiamato la proposta di legge 334/9 nasce dalla necessità di scindere l’abbinamento che è stato fatto in prima Commissione, inizialmente stabilito in ossequio alle previsioni regolamentari con la proposta di legge 340/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Modifiche ed integrazioni all’articolo 29 della legge regionale 13 maggio 1996, n. 7”, in considerazione delle novità introdotte dal recente decreto legge numero 95/2012, cosiddetta spending review 2, al fine di poterne verificare le eventuali conseguenze sulla materia del reclutamento dei dirigenti.

L’emendamento sostitutivo che si propone introduce nell’ordinamento regionale una norma cornice che, stabilendo i princìpi generali e fissando l’obiettivo della riduzione della spesa in misura pari al 3 per cento rispetto alle spese sostenute allo stesso titolo per l’anno 2011, demanda alla Giunta, nel rispetto delle previsioni statutarie – articolo 50, comma 1, dello Statuto – l’ordinamento e le attribuzioni delle strutture regionali mediante appositi regolamenti di organizzazioni.

Per le ragioni sopra specificate, l’emendamento consentirebbe alla Giunta regionale, con propri atti, regolamenti e deliberazioni, di disciplinare in maniera organica ed omogenea le predette strutture, di assicurare una maggiore flessibilità legata alle diverse esigenze connesse ai mutamenti che intervengono sulla struttura organizzativa della Giunta regionale, anche e soprattutto collegate alle necessità derivanti dall’applicazione dei fondi comunitari.

Si ritiene opportuno, pertanto, proporre il seguente emendamento, con il quale si stabilisce di riconoscere alla Giunta regionale il potere di regolamentare le strutture ausiliarie equiparate alle proprie articolazioni amministrative, precisando che la composizione delle stesse potrà avvenire esclusivamente con personale appartenente alla pubblica amministrazione di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 165/2001; prevedere, ai fini del contenimento della spesa pubblica, un risparmio pari al 3 per cento della spesa sostenuta allo stesso titolo per l’anno 2011; abrogare le normative di dettaglio previste per la disciplina di specifiche strutture; attribuire l’efficacia delle predette abrogazioni dalla data in vigore della disciplina regolamentare.

Si allega, inoltre, alla proposta un’analisi quantitativa delle spese sostenute nell’esercizio 2011, fornita dal dipartimento competente, con analitica indicazione delle Upb e dei capitoli delle strutture organizzative assegnatarie delle risorse e degli importi spesi per ciascun capitolo.

Quindi si chiede, Presidente, di votare primo l’emendamento che ho presentato come modifica alla proposta di legge 334/9^ e poi di votare l’unico articolo, una volta approvato l’emendamento.

PRESIDENTE

Non ci sono interventi nel merito, quindi possiamo votare l’articolo, che è un articolo unico.

(Interruzione)

C’è un emendamento? Prego, onorevole Magno.

Mario MAGNO

La votazione avviene così: si vota l’emendamento alla proposta di legge 334/9^ e poi si vota la proposta di legge. E’ allegato, l’ultima pagina.

PRESIDENTE

Sì, però è un progetto, quindi rendiamolo un progetto di legge autonomo, che ha un numero e che non ha… Quindi votiamo una legge che ha un articolo solo, l’articolo 1, senza andare a verificare… Lo votiamo col coordinamento formale, così abbiamo anche il tempo, eventualmente…

(Interruzione)

Pongo in votazione l’articolo unico della proposta di legge.

(E’ approvato)

Pongo in votazione la legge nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Naturalmente in coordinamento formale, successivamente…

Ordine del giorno di iniziativa del consigliere Nucera: “In ordine al ripristino dei posti di polizia presso le strutture ospedaliere della Regione Calabria”

PRESIDENTE

Adesso c’è un ordine del giorno a firma dell’onorevole Nucera, “In ordine al ripristino dei posti di polizia presso le strutture ospedaliere della Regione Calabria”, che ha facoltà di illustrarlo.

Giovanni NUCERA

Brevemente, Presidente, perché l’ordine del giorno così come è stato esteso si commenta da sé, mi verrebbe da dire. Si tratta semplicemente di cercare di prevenire gli spiacevoli episodi che hanno un po’ caratterizzato la vita sanitaria anche della nostra regione: recentemente, in provincia di Reggio, due medici sono stati aggrediti nell’esercizio delle loro funzioni, allorché si apprestavano a dare cura ad ammalati dentro i pronto soccorso degli ospedali.

E’ ripetutamente richiesta la presenza di personale che abbia anche un po’ di carisma e di rappresentatività sul piano della loro presenza come fatto psicologico e come fatto deterrente nei confronti di quanti, arrivati in un momento di dispiacere nel pronto soccorso, invece di trovare un momento di tranquillità e lasciar operare i medici con serenità, diventano violenti al punto da aggredire gli stessi medici.

Allora, nell’esprimere come Consiglio regionale la solidarietà a questi medici, vittime molte volte della violenza, ma, più che della violenza, dell’ignoranza, della stupidità di gesti che non trovano una giustificazione per poterli definire se non  in negativo, io chiedo al signor Presidente del Consiglio se è possibile scrivere una lettera e sensibilizzare il ministero dell’interno perché nei presidi ospedalieri, soprattutto nei pronto soccorso dei presidi ospedalieri, venga stabilito, e ristabilito com’era in passato, un posto fisso di Polizia.

PRESIDENTE

Pongo in votazione il seguente ordine del giorno: “Premesso che:

ormai con frequenza settimanale si consumano episodi di violenza nei confronti di operatori sanitari che prestano servizio nei pronto soccorso degli ospedali del territorio regionale;

i presidi ospedalieri sia pubblici che privati non hanno più la tutela dei “Posti fissi di Polizia”;

il medico o l'infermiere ed i diversi operatori di turno nel pronto soccorso non sempre riescono a soddisfare la domanda eccessiva di assistenza e cura in quanto spesso svolgono la loro attività in condizioni disagiate e con poco personale addetto;

la non immediata e tempestiva risposta sanitaria a pazienti, accompagnati da parenti, non sempre tolleranti, genera azioni di violenza e ritorsione che minano profondamente, oltre la sicurezza fisica, anche la dignità dei lavoratori;

in qualche presidio ospedaliero la presenza dei “vigilantes” di istituti di Polizia privata non rappresenta un deterrente alle reazioni impulsive degli ammalati e dei loro parenti;

considerato che:

è necessario garantire l'incolumità fisica, psicologica e lavorativa dei signori medici ed operatori sanitari negli ospedali e nelle cliniche private;

è indispensabile prevenire gli atti di violenza contro gli operatori sanitari anche attraverso delle misure che consentano l'eliminazione o riduzione delle condizioni di rischio;

il Consiglio regionale della Calabria esprime vicinanza e solidarietà ai medici ed agli operatori sanitari vittime di violenza;

condanna qualsiasi tipo di aggressione compiuta nei confronti degli operatori della sanità che svolgono la loro attività nei presidi ospedalieri pubblici e privati della Regione Calabria;

dà mandato al Presidente del Consiglio, onorevole  Francesco Talarico, di attivarsi presso il Ministero dell'Interno affinché predisponga, attraverso le Autorità Tensoriali di Governo, posti fissi di Polizia di Stato con turni di 24 ore, per prevenire e disincentivare queste incivili manifestazioni che mortificano la dignità degli operatori sanitari a tutti i livelli di rappresentanza”.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Ordine del giorno di iniziativa del consigliere Nucera: “In ordine alla riduzione degli Uffici postali in Calabria”

PRESIDENTE

Al prossimo punto c’è l’ordine del giorno di iniziativa del consigliere Nucera: “In ordine alla riduzione degli Uffici postali in Calabria”.

Prego, onorevole Nucera.

Giovanni NUCERA

Nei giorni scorsi, purtroppo, abbiamo seguito un fatto che ci preoccupa: lo spending review da una parte, ma dall’altra parte anche una non sempre sana, oculata, attenta, sociale politica spinge a ridiscutere fortemente i posti di lavoro all’interno dell’ufficio Poste.

Questo è un fatto che non aiuta la Calabria, è una condizione che sicuramente creerà non pochi problemi.

Difatti sul piano del riordino territoriale del dipartimento postale è prevista la soppressione – ascoltate bene – in tutta la Calabria di ben 1.156 sportelli, cioè considerate 1.156 sportelli, un’intera rete sportellare regionale che verrà chiusa e la riduzione dell’orario di lavoro in altri 638 sportelli. Significa che quasi 1.800 sportelli, sui 2 mila complessi presenti in Calabria, subiranno una forte riduzione.

C’è stato il grido d’allarme dei sindacati, c’è stata una protesta anche dei lavoratori per certi aspetti anche composta, fatta bene, e questo è un fatto che incide fortemente negativamente sul tessuto sociale ed economico della nostra regione.

La Calabria ha un’orografia particolare, è inutile ripeterci cose che ben conosciamo, ma siamo partiti prima con lo smantellamento delle scuole, poi sui trasporti pubblici, sui servizi sanitari, sui tribunali, ora anche le Poste, che sono un avamposto anche della presenza dello Stato sul nostro territorio.

Per cui, Presidente, ho voluto fare quest’ordine del giorno affinché lei possa, in qualche modo, intervenire, unitamente al nostro Presidente della Giunta regionale, su Poste Italiane perché si riveda questo piano di riorganizzazione in una visione molto più sociale, molto più attenta, molto più popolare, molto più sussidiaria rispetto ai bisogni che la regione Calabria pone.

PRESIDENTE

Pongo in votazione il seguente ordine del giorno: “Il Consiglio regionale della Calabria, premesso che:

negli ultimi anni, sempre più spesso, assistiamo da parte di Poste Italiane ad un processo di razionalizzazione di molti uffici postali;

da notizie di stampa, in questi giorni, si apprende che la società Poste Italiane ha programmato un piano di ridimensionamento degli Uffici Postali che prevede la chiusura, nel territorio nazionale, di 1156 sportelli e la razionalizzazione di altri 638, con la riduzione degli orari e dei giorni di apertura;

il suddetto piano di Poste Italiane provocherà nella Regione Calabria lo smantellamento di circa 101 uffici postali e quindi la cancellazione di numerosi posti di lavoro;

molti degli uffici postali si trovano in aree disagiate e spesso in piccoli centri ubicati a diversi chilometri dai centri più grandi, scarsamente collegati al servizio pubblico locale;

la decisione assunta da Poste Italiane determinerà numerosi disagi ai cittadini e in particolare alle fasce più deboli della popolazione residente in frazioni o piccoli comuni;

la presenza degli uffici postali nel territorio calabrese è di fondamentale importanza, in quanto garantisce alla popolazione, in particolare agli anziani ed alle fasce a più ridotta mobilità, i servizi essenziali e contribuisce soprattutto nei centri urbani più piccoli ad evitare lo spopolamento di ampie porzioni di territorio;

considerato che:

la Calabria non può essere sempre al primo posto nei piani di ridimensionamento dei servizi (scuole, trasporto pubblico, servizi sanitari, tribunali ecc.), perché ciò determina delle aree sempre più emarginate e lontane da possibili prospettive di sviluppo;

il piano di dimensionamento degli uffici postali ubicati nella nostra regione non tiene conto delle peculiarità territoriali che caratterizzano la Calabria;

la politica dei tagli degli uffici postali programmata dalla società Poste italiane contrasta con le politiche di valorizzazione e tutela delle realtà interne e dei piccoli comuni;

impegna il Presidente e la Giunta regionale ad intraprendere tutte le iniziative utili e necessarie presso il Governo, affinché Poste Italiane non proceda con i tagli previsti nella Regione Calabria, al fine di salvaguardare e garantire i servizi fondamentali già esistenti”.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Mozione di iniziativa del consigliere Nucera, recante: “Interventi presso il Governo per la modifica della legge 24 marzo 2012 n.27” Conversione in legge, con modificazioni, del decreto – legge 24 gennaio 2012 n.1, recante disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle infrastrutture e la competitività”

PRESIDENTE

Al prossimo punto all’ordine del giorno, sempre a firma dell’onorevole Nucera, c’è una mozione recante: “Interventi presso il Governo per la modifica della legge 24 marzo 2012 n.27” Conversione in legge, con modificazioni, del decreto – legge 24 gennaio 2012 n.1, recante disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle infrastrutture e la competitività”.

Prego, onorevole Nucera.

Giovanni NUCERA

Questa è una mozione piuttosto importante, che mi permetto di leggere così come è stata estesa, perché riguarda un argomento abbastanza serio del nostro sistema professionale, anche sulla garanzia dei cittadini: “Premesso che le difficoltà in cui versa il sistema della giustizia in Italia determinano, ormai da tempo, il prolungarsi di contenziosi e cause davanti ai Tribunali che si protraggono anche per decenni;

che più volte la Corte Europea per i Diritti dell'Uomo ha condannato l'Italia sul denegato “diritto alla giustizia”, così come sancito dalla Costituzione, ed in tempi “ragionevolmente” brevi;

che, nell'ottica di una sempre maggiore riduzione della spesa pubblica, vengono emanati dal Governo Italiano interventi legislativi per la revisione dei presidi giudiziari italiani, attraverso dei criteri, che non tengono conto delle esigenze dei cittadini e neanche degli aspetti specifici di ogni realtà territoriale;

che la Legge 24 marzo 2012 n. 27 “Conversione in legge, con modificazioni del decreto legge 24 gennaio 2012 n.1, recante disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle infrastrutture e la competitività”, all'art. 2 prevede l'istituzione del Tribunale delle Imprese mediante l'ampliamento della competenza delle sezioni specializzate in materia di proprietà industriale ed intellettuale, che ora vengono denominate “sezioni specializzate in materia di impresa”.

che nella formulazione originaria del decreto legge, l'art. 2 non prevedeva l'istituzione di nuove sezioni specializzate presso altri Tribunali e Corti di Appello, rimanendo così immutato il numero delle dodici sedi istituite col decreto legislativo n. 168 del 2003;

che con l'approvazione del testo di legge definitivo è stato, tuttavia, aggiunto all'art. 1 del decreto legislativo n. 168, già citato, l'ulteriore comma 1 bis, che prevede "sono altresì istituite nuove sezioni specializzate in materia di impresa presso i tribunali e le corti d'appello aventi sede nel capoluogo di ogni Regione, ove non esistenti nelle città di cui al comma 1 ". Quindi, per effetto di tale comma 1 bis, sono state istituite delle nuove sezioni specializzate in tutti i Tribunali e Corte di Appello con sede nei capoluoghi di Regione, che finora ne erano sprovvisti e cioè Ancona, Cagliari, Campobasso, Catanzaro, L'Aquila, Perugia, Potenza e Trento, nonché Brescia in quanto sede di Corte di Appello”, quindi c’è un’eccezione;

“che il Parlamento non ha tenuto in conto che anche a Reggio Calabria esiste una sede autonoma di Corte di Appello, determinando, quindi, una grave violazione dell'art. 3 della Costituzione Italiana “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali…”;

considerato che la decisione assunta dal Parlamento di istituire il Tribunale delle Imprese con dislocazione nei capoluoghi di Regione crea ai cittadini e alle aziende, che hanno necessità di rivolgersi al Tribunale, notevoli difficoltà per ottenere giustizia, in quanto costretti ad affrontare distanze e quindi aggravi di costi;

invita il Presidente della Giunta e del Consiglio regionale

ad intervenire presso il Governo, affinché venga rivisto il criterio di scelta delle sedi presso le quali istituire le sezioni specializzate in materia d'impresa e che, sulla base del principio di uguaglianza, in ogni sezione autonoma di Corte d'Appello e quindi anche a Reggio Calabria venga istituita una sezione specializzata in materia d'impresa”.

Si tratta di ristabilire un principio che già c’era, che c’è, è in vigore e che il Governo stesso ha provveduto – come ha fatto in altre Regioni d’Italia – a derogare, nel momento in cui Brescia viene riconosciuta come sede; a Reggio c’era, perché rimanga, pur riconoscendo la nuova sede in Catanzaro, il punto di riferimento principale.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la mozione testé illustrata.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Ordine del giorno di iniziativa del consigliere Gallo: “In ordine alla messa in sicurezza dei tratti dell’autostrada A3 per i quali non sono stati ancora finanziati i lavori di completamento

PRESIDENTE

Il prossimo ordine del giorno è di iniziativa del consigliere Gallo: “In ordine alla messa in sicurezza dei tratti dell’autostrada A3 per i quali non sono stati ancora finanziati i lavori di completamento”.

Prego, onorevole Gallo.

Gianluca GALLO

Come è a conoscenza sicuramente dei colleghi consiglieri, l’Anas ha annunciato, recentemente, che i lavori di completamento e di riqualificazione del tracciato della A3 sono finanziati in parte, perché per 59 chilometri, tutti ricadenti nel territorio calabrese, non c’è ancora finanziamento e relativa progettazione.

Pertanto la mia proposta è di approvare l’ordine del giorno, affinché il Governo regionale possa interagire immediatamente con l’Anas affinché, nelle more del necessario ottenimento dei relativi finanziamenti per l’ampliamento anche di questi 59 chilometri di tracciato della A3, si possa avere una messa in sicurezza di questi circa 60 chilometri, attraverso un nuovo asfalto drenante, nuove barriere protettive e messa in sicurezza dei pendii laterali, perché in massima parte si tratta di tracciato ondulato.

Per questo chiedo che l’Aula approvi quest’ordine del giorno.

PRESIDENTE

Pongo in votazione il seguente ordine del giorno testé illustrato: “Il Consiglio regionale della Calabria, premesso che:

l'autostrada Salerno-Reggio Calabria è infrastruttura essenziale per l'intero Paese ed ancor più per la Calabria, che ha in essa l'unica via di grande comunicazione;

da anni la rete autostradale calabrese è interessata da lavori di ammodernamento;

in tale ambito, diversi sono i tratti oggetto di progettazione, mancante, però, del relativo finanziamento;

in particolare, gran parte degli interventi in corso di progettazione o progettati, ma non finanziati, ricadono nel tratto calabrese della Sa-Rc (Macrolotto n. 4 – parte prima – “Cosenza-Rogliano”, importo pari a 588.519 milioni di euro; Macrolotto n. 4 – parte seconda – “Rogliano-Viadotto Stupino”, importo pari a 437,780 milioni di euro; Macrolotto n. 4 – parte seconda, stralcio secondo – “Viadotto Stupino-Altilia”, importo pari a 343 milioni di euro; Macrolotto n. 3 – parte quarta – “Morano- Frascineto”, importo pari a 598 milioni di euro; Macrolotto compreso tra il km 337,800 – svincolo di Pizzo Calabro incluso – e il km 348,600 – svincolo di Sant'Onofrio incluso – importo pari a 799,280 milioni di euro; nuovo svincolo Cosenza-Sud, importo pari a 168 milioni di euro; nuovo svincolo Laureana di Borrello, importo pari a 38,087 milioni di euro; nuovo svincolo di Sant'Eufemia d'Aspromonte, importo pari a 20 milioni di euro; nuovo svincolo di Rende, importo pari a 34,181 milioni);

la mancanza di risorse, confermata dal ministro alle infrastrutture Corrado Passera lo scorso giugno nel corso di un intervento in Parlamento, impedirà inevitabilmente la piena fruibilità in condizioni di sicurezza della A3 ancora per molti anni;

in attesa del reperimento dei finanziamenti necessari all'ammodernamento, considerati i tempi lunghi correlati alla predisposizione della progettazione, alla sua approvazione, al finanziamento ed al passaggio alla fase esecutiva ed alla sua conclusione, appare comunque indispensabile ed urgente garantire, da parte dell'Anas, la massima sicurezza anche dei tratti oggetto di interventi in corso di progettazione, ma non finanziati, mediante stesa di asfalto drenante, livellamento del piano stradale, miglioramento dell'illuminazione, posa di barriere protettive laddove mancanti o insufficienti;

impegna il Governo regionale, nella persona del Signor Presidente della giunta regionale e del signor assessore ai trasporti, a voler adottare ogni iniziativa idonea ed opportuna a conseguire l'immediata messa in sicurezza dei tratti calabresi della A3 esclusi dai finanziamenti per il loro ammodernamento”.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Ordine del giorno in ordine alla “Fondazione Tommaso Campanella – Progetto di riordino con istituzione del polo oncologico regionale d’eccellenza

PRESIDENTE

L’ultimo punto all’ordine del giorno del Consiglio di oggi riguarda un ordine del giorno sulla “Fondazione Tommaso Campanella – Progetto di riordino con istituzione del polo oncologico regionale d’eccellenza”, che reca le firme degli onorevoli  Salerno e Scalzo primi firmatari, Aiello ed altri, e riguarda un impegno al Presidente della Giunta regionale, anche nella sua qualità di commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro, a presentare entro il 30 settembre 2012 un organico progetto di riordino della fondazione “Tommaso Campanella”, prevedendo il polo oncologico regionale d’eccellenza per il mantenimento dei livelli essenziali di assistenza ed anche e soprattutto dei livelli occupazionali esistenti.

Ho riassunto un po’ tutto l’argomento che è stato firmato da tutti i consiglieri di maggioranza e di minoranza. Darei la parola al Presidente Scopelliti, in modo tale che lui ci possa ragguagliare ed informare anche delle ultime notizie, soprattutto se condivide quest’ordine del giorno che i colleghi di maggioranza e minoranza hanno voluto sottoscrivere in maniera unanime.

Prego, Presidente Scopelliti.

Giuseppe SCOPELLITI, Presidente della Giunta regionale

Poc’anzi abbiamo concluso la conferenza stampa, dove abbiamo illustrato il verbale e le conclusioni del tavolo Massicci, quindi abbiamo avuto la possibilità di dimostrare che il lavoro che la Regione Calabria ha messo in campo sul versante sanitario e quindi rispetto al Piano di rientro è attento, scrupoloso, ha portato dei risultati molto importanti, quindi a dimostrazione della quantità e della qualità dell’attività  che abbiamo messo in campo.

Il tavolo Massicci riconosce alla Regione Calabria quanto messo in campo, riconosce e quantifica in 110 milioni di euro il disavanzo nell’anno 2011, cioè significa che in un anno e mezzo noi abbiamo ridotto il disavanzo della Regione Calabria di 144 milioni di euro, quindi significa che, se ci fossimo trovati nella situazione di dover riportare 13 milioni e mezzo circa del 2010, che erano delle perdite che non erano state coperte nell’anno 2010, noi a quest’ora con la fiscalità normale – definiamola così – avremmo abbondantemente coperto il disavanzo della Regione, senza le somme aggiuntive dello 0,15 e lo 0,30.

Questa è una dimostrazione grande – lo dico anche perché qualche collega consigliere si era lanciato in dichiarazioni, senza avere elementi importanti, però io…

(Interruzione)

Il verbale lo certifica.

(Interruzione)

Ah, era stato Franco Pacenza, ex consigliere regionale. Perché dicevo che la struttura del commissario si avvale della partecipazione e della presenza, oltre che dell’advisor, anche della Guardia di Finanza. Quindi su tutto possiamo sbagliare, ma non è facile che si sbagli sui conti. Ecco perché mi era parsa un po’ affrettata quella cosa.

Certificato questo aspetto, abbiamo ricevuto anche i complimenti, nel senso che c’è scritto che hanno registrato dei progressi sul versante sanitario. Quindi l’aspetto dei conti si consolida, l’aspetto sanitario fa dei progressi. Considerate che noi siamo una Regione con Piano di rientro da circa due anni o poco più, dal 19 dicembre del 2009, e che siamo una Regione che è partita, però, a settembre, perché è risaputo che dal 19 dicembre 2009 fino a settembre di atti non ne sono stati fatti, se non qualcuno.

Quindi abbiamo questi risultati da mettere in evidenza come un fatto di buona amministrazione, secondo me, e la fondazione “Campanella”, anche in questo verbale, assume una propria rilevanza, perché – lo dico anche ai colleghi consiglieri –  chi  conosce cosa è accaduto al tavolo Massicci in queste settimane, sa che  le Regioni non hanno ottenuto nessun risultato, mentre la Regione Calabria è stata tra le pochissime ad ottenere l’ok ai fondi Fas. Quindi ci hanno autorizzato, proprio per i risultati, ad avviare la procedura per ottenere 578 milioni di euro di fondi Fas, che sono – ma lo dico senza nulla togliere a nessuno – quasi il 50 per cento di quelli che al tempo in cui vi era il centro-sinistra, si era  ipotizzato 1 miliardo di euro…

(Interruzione)

…1 miliardo e 70 milioni, forse. …1 miliardo di euro di Fas, quindi il 50 per cento oggi ci vengono riconosciuti, il che a nostro giudizio è un motivo di vanto soprattutto – ma perdo qualche minuto perché ci sono i colleghi del centro-sinistra –, indipendentemente da tutto quello che è accaduto al tavolo Massicci, abbiamo avuto  la soddisfazione da calabresi di sentirsi dire, da esponenti del Governo centrale, dai rappresentanti dei ministeri competenti, che la Calabria oggi è puntuale, competente, riesce a fornire elementi e dati precisi,  la Calabria è una Regione che fornisce finalmente risposte.

Per me, da calabrese, indipendentemente da quello che è accaduto al tavolo, questo è un grandissimo risultato, è una grande soddisfazione, perché qualcuno autorevole al tavolo ha detto “voi eravate la Regione” – dico purtroppo, perché poi non è che questo appartiene ad uno o all’altro – “dei bilanci orali, oggi avete una qualità e una capacità di risposta che è veramente importante”.

Perché ho fatto questa premessa? Perché ringrazio i colleghi sia del centro-sinistra, Scalzo, sia Nazzareno Salerno che da settimane, sotto questo punto di vista, tempesta insieme a Piero Aiello e così via per presentare una proposta di legge sulla fondazione “Campanella”, la quale, dopo l’ultimo momento che è rappresentato dalla Consulta, ha avuto quella bocciatura e quindi al tavolo romano non è vista nel modo in cui la vediamo noi. Quindi noi l’abbiamo difesa e la difenderemo, però una proroga rispetto a quella legge, secondo me, non serviva, se non a creare, forse, ulteriori elementi di turbativa nel rapporto col centro.

Invece quest’ordine del giorno presentato a doppia firma, Nazzareno Salerno e Antonio Scalzo, va nella direzione da noi auspicata e da tutti – spero – condivisa, ché entro 90 giorni dobbiamo trovare una soluzione.

Io, in settimana, già annuncio che ho fissato l’appuntamento al ministero, al quale ministero porterò una-due-tre proposte e, se verranno delle proposte dai colleghi del centro-sinistra, saremo pronti ad accoglierle perché andiamo con l’idea, strategicamente, di mantenere la “Campanella” in tutto e per tutto, ma se questo non passa, come non è passato fino ad oggi, dobbiamo avere delle proposte alternative, perché dobbiamo essere noi a saper decidere una prospettiva e l’alternativa, non possono essere gli altri – come spesso è accaduto – ad imporci delle scelte.

Quindi noi dobbiamo andare lì con una serie di soluzioni in grado di chiarire il problema della “Campanella”, che significa ottenere, secondo me, un altro grande riconoscimento nel tempo. Quindi noi vogliamo arrivare al tavolo Massicci, al tavolo romano ad ottobre con una risposta importante sul tema della “Campanella” come sulle altre procedure, perché noi abbiamo fatto la rete dell’emergenza-urgenza, la rete ospedaliera, manca la rete territoriale, che è un aspetto fondamentale, oggi, per mettere in campo una strategia sempre più forte ed utile al territorio.

Come vedete, indipendentemente da quello che ognuno scrive e dice, legittimamente – si fa politica, per carità, rispettosissimi di questa cosa – io dico che, però, dobbiamo tutti correre verso questo traguardo, perché ottenere il riconoscimento di 220 milioni di euro è stato già, il 14 dicembre, un grande passo in avanti. Oggi i Fas sono un altro passo in avanti, dovremo piano piano riuscire anche ad ottenere l’ultima parte di premialità che ci spetta, alla quale premialità – devo dirvi la verità – secondo me non sono solo le Regioni a non avere soldi. Quindi noi aspettiamo, tanto siamo convinti che più avanti riusciremo ad avere delle risposte, però punteremo a chiudere anche questa partita, fermo restando che ci è stato già anticipato che siamo sulla buona strada anche per chiudere la premialità, però aspettiamo di ottenere i risultati per poterci poi misurare.

Facendo questo, loro dicono che con 578 milioni chiudiamo il debito della Regione Calabria, cioè oggi non abbiamo più cosa fare, cosa saldare. Con l’apertura dei Fas, con la premialità che ci spetta, che sono circa 500 milioni che loro danno per scontato che ci arriveranno, a questo punto noi abbiamo coperto il debito interamente contratto della Regione Calabria negli ultimi decenni, alla fine, perché si risale a diverse annualità. Quindi noi potremo sicuramente guardare al futuro e proiettarci in uno scenario completamente diverso.

Questo è quello che è accaduto al tavolo Massicci. Come avete visto, noi abbiamo fatto una semplice dichiarazione, abbiamo voluto aspettare il verbale per evitare che, magari, ci fossero fughe in avanti o che qualcuno che dicesse che noi vendevamo ciò che non era. Oggi questo risultato, ovviamente, diventa importante e la fondazione “Campanella”, proprio per la sua specificità e per la sua qualità delle prestazioni e dell’utilità al territorio, per noi rappresenta un punto fondamentale.

Allora quest’ordine del giorno sicuramente dà ancora più forza al Presidente perché, essendo un ordine del giorno che, magari, trova la condivisione, se non l’unanimità del Consiglio regionale, è un modo per dare più forza, che non è la forza di una sola maggioranza, ma di una maggioranza più ampia che, probabilmente, potrà servire a stimolare ulteriormente e a far capire che la fondazione “Campanella” ha per noi un ruolo strategico, ma che non può essere un elemento di drenaggio di risorse pubbliche che, da una parte, recuperiamo e rischiamo, dall’altra, di dover poi domani colmare un disavanzo, un deficit che non ci appartiene e non possiamo permetterci.

Questo è, in sintesi, il documento, caro Presidente, ed io spero di averlo illustrato decentemente.

PRESIDENTE

Chiede di parlare l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.

Giuseppe GIORDANO

Parto dalle ultime parole del Presidente Scopelliti, che ha concluso dicendo che la fondazione “Campanella” non può essere più un organismo di drenaggio di risorse pubbliche, come lo è stata. Non voglio ripetere l’excursus che ci ha visto in quest’Aula, purtroppo, avere ragione quando avvertivamo, quando avevamo anche in maniera accorata detto “attenzione che questi provvedimenti vanno in una direzione sbagliata,  non produrranno nulla, se non l’ennesimo impatto con il Governo”, che puntualmente e per l’ennesima volta, attraverso l’impugnazione alla Consulta, è arrivato a cassare integralmente e interamente le normative, la 35 e la 50, che questo Consiglio regionale, a maggioranza, quindi con la posizione contraria dell’Idv, e con qualche altro consigliere aveva licenziato.

Noi riteniamo che quest’ordine del giorno sia inutile, e mi spiace dirlo . Che cosa dice quest’ordine del giorno? Che si impegna il Presidente nella sua qualità a redigere una proposta. Noi ci saremmo aspettati, oggi, addirittura di conoscere qual è la proposta, a quali aspettative devono andare incontro i dipendenti, qual è l’idea che ha il Governo regionale di questa fondazione, dopo due anni di provvedimenti che hanno visto un brusco impatto davanti al Governo centrale.

Io ho ascoltato con attenzione le parole del Presidente rispetto al tavolo Massicci, però credo che noi potremmo dare atto, in qualche modo potremmo iniziare a comprendere un’inversione di tendenza, nel momento in cui questa Regione non avrà la mobilità passiva agli stessi trend che ha avuto negli anni precedenti. Noi, ancora oggi, abbiamo gli stessi numeri sulla mobilità passiva. Guardate bene, io parlo anche a una platea dove sono parecchi gli addetti ai lavori, parecchi medici: le patologie per le quali i cittadini di questa regione vanno a curarsi fuori sono  cosiddette ordinarie, l’ortopedia, la tiroide, cioè sono cose per le quali questa Regione dovrebbe e potrebbe garantire livelli e prestazioni elevate.

Allora io andrei piano con le affermazioni …! Sì, i numeri sono importanti, ma sono importanti i risultati, la garanzia dei livelli essenziali in tutto il territorio regionale, in tutte le aree di questa regione.

Nell’annunciare la nostra astensione, più che il voto, ribadiamo che  secondo noi questo documento non serve, ma potrebbe essere utile ad aprire un dibattito serrato, al quale non ci sottrarremo perché vogliamo arrivare ad una definitiva conclusione di questa vicenda, anche per non illudere i dipendenti, per non cancellare, forse, all’interno di questo organismo le realtà positive che, tuttavia, ci sono, però vorremmo che ci fosse con franchezza un processo al quale non ci sottrarremo, anche immediatamente, e che si possa finalmente decidere compiutamente ed avere un risultato che, secondo noi, diventa indifferibile.

Per questo motivo, leggendo il dispositivo finale, riteniamo che è scontato che il Presidente debba venire con una proposta. Noi ci saremmo attesi oggi di avere la proposta, ci attendiamo di essere chiamati, non si sottrarremo al confronto, immaginiamo un confronto che possa essere all’interno della terza Commissione e che, soprattutto in terza Commissione, così come il suo Presidente si era appellato anche nelle settimane scorse, si inizi a parlare di Piano sanitario regionale, perché questa Regione dovrà uscire dalle secche del Piano di rientro e dovrà iniziare ad avere una fisionomia di sanità strategica che risponda ai bisogni della Calabria.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Scalzo. Ne ha facoltà.

Antonio SCALZO

Brevemente, proprio per voler aggiungere, anche per esprimere il voto favorevole a quest’ordine del giorno, che il fatto di essere partiti dalla presentazione di un progetto di legge non significa un ritiro di questo, semmai significa una rivisitazione e soprattutto l’approfondimento di un progetto di legge che vada verso il riordino della fondazione “Campanella”, che secondo me deve andare in due direzioni.

Il problema principale deve avere due direttive: la prima è quella della realizzazione funzionale e strategica del polo oncologico calabrese di eccellenza; l’altra, la tutela delle risorse professionali che si sono accumulate nel corso degli anni. Entrambe sono inscindibili dalla figura del malato oncologico, perché sulla fondazione “Campanella” non solo come cittadini oppure come addetti ai lavori per chi esercita questa professione, ci giochiamo una parte di credibilità come forze politiche, come istituzioni nella nostra regione, perché abbandonare, gettare la spugna su questa cosa sarebbe una sconfitta per tutti, per tutta la classe dirigente, per questo Consiglio regionale e sarebbe una sconfitta per i calabresi.

Lo dicevo in premessa, da cittadino calabrese, prima che da uomo delle istituzioni, non posso accettare che la nostra vicina Basilicata abbia il suo polo di eccellenza – Rionero, in provincia di Matera, così come dicevo, ha il suo polo cuore in provincia di Potenza – e noi dimostriamo, ancora una volta, l’incapacità di trovare un grande consenso su un polo regionale calabrese.

Io credo che in questa direzione dobbiamo andare. Credo che la proposta debba essere quella di una legge a cui dovremo lavorare ognuno di noi, la parte politica che rappresento insieme ai colleghi del Partito democratico non si sottrarrà alle proposte concrete per un riordino effettivo e per l’istituzione di questo importante centro di eccellenza. Lo si farà certamente, credo che il percorso giusto sia quello di portare la proposta di legge in terza Commissione, dove dovremo lavorare ad un riordino che tenga conto, innanzitutto, della figura centrale del malato oncologico e del fatto che non si tratta di un problema di campanile o di un territorio, ma di garantire per una patologia che, col rispetto di tutte le altre specialità, ha e deve avere una priorità per ciò che significa curare il malato oncologico da Reggio a Castrovillari.

Quindi per questa dovremo fare una battaglia, innanzitutto, che sia sulle competenze, soprattutto sia una battaglia di civiltà, di assistenza a questo tipo di patologia. Questo lo dovremmo fare, anzitutto, garantendo le professionalità esistenti. Guardate che c’è anche qualche professionalità importante che è andata via e noi dobbiamo lavorare in senso opposto, dobbiamo lavorare perché sono professionalità, cittadini calabresi che devono tornare per poter dare il loro grande contributo, piuttosto che darlo in altri centri importanti a Milano o in altre città importanti d’Italia, lo possano fare tranquillamente in questo che rappresenta anche un centro dotato di tecnologia, di comfort e di tecnologia all’avanguardia.

Credo che questa non sia un’opzione nostra, ma sia innanzitutto un nostro dovere. Per questo credo che, oggi, questo non è per noi, non credo che possa essere motivo di conflitto; è solo l’inizio per poter dire sulla fondazione “Campanella”, che io credo debba avere il suo naturale sbocco nel polo oncologico, non possa essere accorpata ad altre istituzioni, ma debba avere una propria dignità   possibilmente di una struttura a carattere scientifico con un proprio budget, come tante altre strutture anche in altri campi rispettabili, come la riabilitazione, ma non certo altrettanto strategici e importanti come quello oncologico, e, insieme a questo, noi dobbiamo dare grande rilievo e grande attenzione anche alla ricerca. Quindi, anche in questa direzione, la Regione dovrà farsi carico di un finanziamento ad hoc per la parte che riguarda la formazione e la ricerca in questo importante settore.

Per questo, a nome del Partito democratico, dico che voteremo a favore di questo provvedimento.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Salerno.

Nazzareno SALERNO

Io volevo sottolineare alcuni passaggi sulla fondazione “Campanella”.

Questo Consiglio regionale si è già pronunciato sulla fondazione “Campanella” in maniera molto chiara, dicendo che vuole salvaguardare le professionalità e il servizio di qualità e di eccellenza che la fondazione “Campanella”, oggi, garantisce in questa regione. Ci abbiamo provato fino in fondo con una proposta di legge regionale, ma  poi, purtroppo, è intervenuta una sentenza della Corte costituzionale e vorrei ricordare al collega Giordano che la sentenza è del 31 luglio, voglio dire che non parliamo di tempi remoti e siamo già qui, oggi, a discutere e a tracciare una linea, una strada per trovare la giusta soluzione.

Fino a poco fa, con l’onorevole Aiello, l’onorevole Scalzo e altri colleghi consiglieri, eravamo impegnati proprio per cercare di trovare la giusta soluzione per la fondazione “Campanella”. Ebbene, con il contributo del Presidente Scopelliti, del direttore generale, avvocato Zoccalli, abbiamo trovato questa soluzione dell’ordine del giorno, che mi sembra in questo momento una cosa più adatta, perché evita anche problemi di scontro a livello centrale ed indica un percorso preciso, cioè quello di trasformare questa fondazione “Campanella” in un polo oncologico regionale di eccellenza.

Vedete, noi avevamo presentato due proposte di legge, una a firma del sottoscritto assieme ad altri colleghi di maggioranza, l’altra del collega Scalzo, a firma della minoranza. Abbiamo ritenuto di non richiamarla in Aula oggi per trattarla, perché si è preferito fare l’ordine del giorno. Resta fermo il discorso che, comunque, c’è anche l’impegno, ove mai dovesse necessitare una proroga per consentire al Presidente di lavorare su questo progetto di riordino, che lo affronteremo tranquillamente, ci sarà il tempo di poter seguire le vie ordinarie, verrà in terza Commissione, ma se è necessario sarà richiamata in Aula alla  prima seduta utile e quindi la strada è questa.

Il Presidente Scopelliti, nel suo intervento, ha confermato di condividere appieno l’ordine del giorno, addirittura ha già accorciato i tempi rispetto all’ordine del giorno che noi abbiamo fissato entro il 30 settembre per la presentazione del progetto di riordino, ha detto di anticipare fortemente i tempi, perché già dalla prossima settimana ha un appuntamento in sede romana, significa che noi nel mese di settembre saremo nelle condizioni di poter proporre un progetto di riordino della fondazione “Campanella”.

Ho notato un cambiamento da parte dei colleghi di Italia dei valori rispetto alle posizioni iniziali, però vorrei dire una cosa – collega Giordano, sai la stima che c’è, lavoriamo nella terza Commissione, collaboriamo –, vorrei sottolineare un aspetto: guardate, della fondazione “Campanella” tutto si può dire, ma non che non ha svolto o che non è stata una cosa meritoria in questa regione; che poi, durante il percorso, si sia un pochino perso l’obiettivo iniziale da parte della classe politica anche, al di là dei colori politici di appartenenza, questo non significa che dobbiamo andare a penalizzare o privare la regione di una struttura di eccellenza o, addirittura, penalizzare i professionisti che lavorano dentro questa struttura. Sono cose completamente diverse. Se ci sono sperperi, vanno tagliati, ma già sono stati tagliati sin dall’insediamento della Giunta regionale: se vi ricordate, i primi provvedimenti che sono stati fatti nei confronti della fondazione “Campanella”, ma nonostante tutto, siamo riusciti anche a garantire il funzionamento della stessa.

Oggi, più che mai, ritengo che le forze politiche si debbano impegnare in maniera forte a sostenere la realizzazione di questo polo oncologico regionale, soprattutto superando gli steccati che a livello giuridico potrebbero sorgere, perché non è colpa certamente del Consiglio regionale o del Presidente Scopelliti se, magari, un determinato provvedimento viene impugnato e poi anche dichiarato incostituzionale. Noi dobbiamo, tutti quanti assieme, sostenere perché in questa regione, guardate, c’è bisogno, più che mai, di avere una sanità di qualità per dare risposte ai cittadini.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Orsomarso.

Fausto ORSOMARSO

Intervengo non tanto sul merito tecnico di un ordine del giorno che si ripropone, ma un intervento più politico di due minuti.

Presidente Scopelliti, io ritengo che, come Presidente della Regione Calabria, questa maggioranza e i diversi assessore, anche con il contributo della minoranza, si stia realizzando in Calabria – e oggi è una giornata importante per quello che si è discusso, seppur rinviando una riforma epocale come quella dell’Afor – dei percorsi di novità, comunque di impegno, perché sulla fondazione “Campanella” tre percorsi alternativi, tante cose si fanno bene, altre poi… Ma il Consiglio regionale che fa le leggi deve aprire un confronto serrato sul Governo sulle materie dove c’è concorrenza, per cominciare a dire che anche su alcune cose dove c’è stata forzatura noi vogliamo avere la nostra autonomia di potestà legislativa.

Faccio un intervento, Presidente, per aggiungere qualcosa di politico, perché ti ringrazio e ringrazio questa tua Giunta anche per quello che tu, personalmente, cioè aggiungo anche la tua città, la città di Reggio Calabria sta pagando, in questa fase per un discorso che diventa tutto un po’ politico, in cui c’entra anche il tema della fondazione “Campanella” e tanti altri temi che stiamo andando ad affrontare.

Dico perché è politico: guardate, io rispetto la posizione di Italia dei valori, un po’ di meno circa la posizione di due giovani calabresi consiglieri regionali che mi sembra un po’ appannata, come le posizioni che oggi sta avendo Di Pietro, perché oggi voi vi siete astenuti su due ordini del giorno importanti che riguardano, comunque, processi di riforma dove si può contribuire sicuramente con le idee. Rispetto comunque la vostra posizione,  un po’ di meno chi ha fatto tutti i percorsi in questa Regione, non viene mai in quest’Aula, se non per sentenziare – e lo rispetto anche come politico nei suoi percorsi che ha avuto tempo di fare – ma ancora oggi lo rispetto un po’ di meno quando si rivolge  a questa maggioranza, relativamente anche ad Afor e quant’altro e a fondazione “Campanella”, usando il temine “ vassallo” e altri.

Ricordiamo a questo personaggio politico, che ormai in tutte le elezioni ha dimostrato di non rappresentare nulla – mi riferisco all’intervista di oggi dell’onorevole Loiero, per intenderci, visto che la stampa è importante, ma la si legge – che non è concesso a nessuno, nel rispetto di riforme importanti, e voi fate bene la vostra parte, di utilizzare termini offensivi, perché chi era abituato a fare le Giunte a casa propria non può permettersi, in una stagione, tra l’altro, importante, che è una stagione fondamentale dove ci misuriamo su confronti e risultati, di dare lezioni con termini, nel rispetto sempre dei ruoli, di quello che ha rappresentato e che continuerà a rappresentare finché siederà nelle istituzioni, ma le ultime elezioni hanno visto quel progetto politico fallire.

Quindi mi andava, nel contribuire a questo dibattito, di dire – e lo dico a voi per rappresentarlo ai calabresi, perché non ci va neanche più di fare i comunicati stampa, perché dobbiamo reagire anche con il confronto serrato – che  rispetto la sua posizione, onorevole Giordano, però basta con questi termini superati, c’è gente superata dalla storia, è stata superata anche quando io, guardando in televisione e non stando nelle istituzioni, vedevo le interviste di quei manager da lui nominati, che parlavano di ricerca dei topolini, non sapevano rispondere.

Oggi, perlomeno, in un futuro incerto, dove tutti dobbiamo contribuire, c’è chi saprà rispondere di una funzione e di un ruolo importante, soprattutto centrale perché sta nella città capoluogo di Regione, di un percorso che faccia migliorare in ogni campo. Le offese, ormai – e questo in tono politico – le rimandiamo al mittente. Termini inadeguati e offensivi, soprattutto per chi ormai non vive neanche più l’Aula, è opportuno che non se ne sentano più nel rispetto dei calabresi.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Ciconte.

Vincenzo Antonio CICONTE

Io credo che, oggi, parlare di polo oncologico e cercare realmente di trovare una soluzione a una realtà vera, di qualità, sia fondamentale per tutti noi ed il mio voto è favorevole, anch’io ho sottoscritto quest’ordine del giorno, invitando la Giunta a fare presto e delle cose finalmente positive, per cercare finalmente di approvare una legge che sia non più attaccabile da parte del Governo centrale.

Finalmente prendo atto che il Presidente Scopelliti, per la prima volta in Aula, ci chiede sulla sanità di collaborare, di dare dei suggerimenti e di fare delle proposte. E’ la prima volta che avviene su questo tema ed io sono fermamente convinto che sulla sanità non ci può essere una proposta di destra o di sinistra, ma tutti insieme dobbiamo costruire un modello organizzativo efficiente ed efficace che risolve i problemi della Calabria.

Certo, alcuni problemi abbiamo tentato di risolverli in Commissione sanità – e ringrazio il Presidente Salerno sempre per l’impegno e per cercare anche di coinvolgere l’opposizione ai problemi sanitari – ma purtroppo, come sappiamo, la Commissione sanità, in un momento in cui la sanità è commissariata, ha un ruolo marginale. Mi auguro che, invece, riusciremo a dare un ruolo più incisivo e più forte. Però, caro Presidente Scopelliti, qualcosa gliela debbo dire: è vero che i numeri sicuramente, ridurre il deficit e fare un discorso economico-finanziario è fondamentale per avere le premialità e per essere anche additati come elementi positivi a livello nazionale, però la qualità professionale nella nostra regione, la sanità, io continuo a dire che ha grandi difficoltà. Perciò invito tutti i consiglieri a girare un po’ gli ospedali della nostra regione, il territorio, per vedere qual è il momento di scollamento tra ospedale, università e territorio e di vedere la carenza di posti letto giornalieri in tutti gli ospedali della nostra regione. Quindi dobbiamo stare attenti che, a volte, non si riesce veramente a ricordare pazienti importanti, pazienti in urgenza.

Allora è chiaro che sul polo oncologico, considerato che l’emigrazione sanitaria non so se sarà ridotta in quest’anno o negli anni successivi, dobbiamo tutti fare la nostra parte; noi, come minoranza, sicuramente contribuiremo a fare in maniera tale di risolvere alcuni problemi sanitari e, se la maggioranza vorrà chiederci questa collaborazione, lo faremo con grande determinazione e con grande intensità.

Molte volte l’ho detto, che mi chiedo come nel territorio catanzarese possono esistere, caro Presidente, quattro aziende, un’azienda ospedaliera, un’azienda territoriale Catanzaro-Lamezia che è a Catanzaro, una universitaria e “Tommaso Campanella”! Ma possono esistere quattro aziende in un territorio così piccolo?! Mi pare assurdo! Allora bisogna mettere mano e riordinare questo sistema sanitario che, probabilmente, si può migliorare, si può migliorare la qualità delle prestazioni, si può pensare alla vera meritocrazia, si può pensare a tante altre cose.

Su alcuni concetti espressi da Orsomarso veramente voglio saltare, altrimenti entreremmo in alcune polemiche, non per difendere qualcuno, ma su alcune cose che ha detto è veramente ridicolo quando va a dire che qualche direttore generale della precedente legislatura parlava di topolini o di cose… Mi pare che questo sia un direttore amministrativo dell’azienda “Mater Domini”. Quindi stiamoci attenti sulle cose che diciamo, non creiamo polemiche, perché secondo me le polemiche non servono, serve oggi un momento di condivisione, un momento di responsabilità – come hanno detto altri consiglieri – per costruire un modello sanitario alternativo, un modello sanitario che sia finalmente uguale alle altre Regioni d’Italia.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Gallo.

Gianluca GALLO

Intervengo per annunciare il voto favorevole del gruppo Udc a quest’ordine del giorno, peraltro sottoscritto dal capogruppo Dattolo, e per dire che della questione fondazione “Campanella” più volte ci siamo occupati – come ricordava il Presidente Salerno – nella terza Commissione da lui ben guidata, con intento politico favorevole verso il mantenimento, verso la proiezione nel futuro di questo centro, di questo polo oncologico di eccellenza.

In una sanità in crisi, collega Ciconte, le responsabilità sono sicuramente bipartisan, ma gli ultimi cinque anni sono fra i peggiori nella storia della sanità calabrese, con la sanità – io lo dico spesso, lo dico anche in Consiglio regionale – soprattutto nella mia provincia, in provincia di Cosenza, si sono realizzate delle liste provinciali e anche delle liste regionali e credo che questo, collega Ciconte, non avvenga nemmeno nel centro Africa più nero! Però oggi proiettiamoci verso il futuro, io credo che non ci possano essere polemiche, credo che sia necessario guardare avanti, credo che l’apporto della minoranza sia fondamentale anche su quest’ordine del giorno.

Spesso noi siamo poco bravi a costruire, soprattutto lo siamo stati in sanità e lo siamo ancora di meno, nel momento in cui bisogna mantenere ciò che abbiamo costruito. Siamo molto bravi a distruggere ciò che abbiamo costruito, ci potrebbero essere anche degli esempi a breve, però io credo che una classe dirigente sia tale nel momento in cui va a soddisfare quelli che sono gli interessi, le aspirazioni dei cittadini che l’hanno espressa.

Noi, nel momento in cui ci esprimiamo politicamente a favore del mantenimento della proiezione della fondazione “Campanella”, credo che rispondiamo alle esigenze dei nostri conterranei, che hanno bisogno di una sanità di qualità, soprattutto nel settore oncologico, per una fondazione che, forse, è nata con buone intenzioni, che è stata realizzata male, che ha avuto difficoltà e soprattutto disastri burocratici, ma che comunque esiste, è una realtà, è una sanità di qualità diversa rispetto alla sanità che esiste nella nostra regione, ad esempio è uno dei pochi centri che offre radioterapia ai nostri conterranei, molti abitanti della provincia di Cosenza si sono serviti, ad esempio, della radioterapia della “Campanella”.

Io credo che noi dobbiamo fare in modo che questa realtà continui a sopravvivere, naturalmente con tutte le modifiche necessarie affinché non sia un ibrido, ma sia una struttura che abbia tutte le caratteristiche per sopravvivere soprattutto nel futuro ed offrire questa sanità di qualità.

Pertanto il voto favorevole dell’Udc a quest’ordine del giorno, che mi auguro dia forza al Presidente affinché, entro due mesi, possiamo dare una sistemazione giuridica alla fondazione “Campanella”.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Magno.

Mario MAGNO

Anch’io intervengo per esprimere il mio voto favorevole a quest’ordine del giorno, ma per fare anche due brevissime riflessioni: una su quello che è successo oggi all’interno del Consiglio regionale. Mi sembra che sia successo un fatto inedito rispetto ai due anni e mesi che sono passati dall’inizio di questa legislatura: il primo è che si è verificata un’apertura abbastanza ampia del centro-sinistra sull’inizio del cammino del cammino delle riforme all’interno della nostra Regione, quindi sui provvedimenti che questo Consiglio regionale dovrà votare nei prossimi mesi. Questo non è un fatto da sottacere, ma è da mettere in forte rilievo.

L’altra questione è che questo Consiglio regionale ha votato unanimemente, oggi, due leggi importanti, anzi tre leggi importanti per questa nostra regione: la legge urbanistica, la legge sul termalismo e la modifica della Via e della Vas di questa regione. Inoltre propone, unitariamente, un ordine del giorno su una questione importante che è quella relativa alla fondazione “Campanella”, questione che non nasce oggi, ma nasce tanti anni fa e che negli anni, pur tra alti e bassi, questa fondazione ha avuto la possibilità di poter crescere e di diventare un punto di riferimento importante per la sanità calabrese.

Io penso che questo nasca anche da un fatto, cioè l’assunzione grossa di responsabilità che il Presidente Scopelliti si è preso in questi due anni e mezzo di legislatura, da quando è commissario della sanità calabrese, di risanare i conti di questo settore all’interno della Calabria, di parlare un linguaggio chiaro ai cittadini calabresi sulla necessità di riordinare la sanità in Calabria, ma anche di assumersi la responsabilità di valorizzare e qualificare quei centri importanti all’interno della nostra regione, che hanno offerto negli anni una sanità di qualità e che hanno, però, bisogno di un nuovo intervento massiccio e forte, per far sì che questi centri possano diventare i punti di riferimento importanti per la sanità calabrese, e tra questi c’è, senz’altro, la questione della fondazione “Campanella”.

Anche la posizione del Presidente Scopelliti, che ha espresso ieri e che oggi ha confermato all’interno di quest’Aula, cioè sul fatto che comunque la questione della fondazione “Campanella” va discussa a livello romano sia nel contesto di quella che è l’attività generale del ministero della salute, ma anche rispetto agli indirizzi del tavolo Massicci, c’è la necessità, quindi – diceva il Presidente Scopelliti – che questa questione della fondazione diventi di carattere nazionale, non più di carattere locale, perché viene inserita nel contesto di quello che è il riordino della rete ospedaliera e dei servizi sanitari all’interno della nostra regione.

Io apprezzo anche – devo dire la verità – l’onorevole Ciconte per il modo in cui ha posto oggi un problema che in questi giorni si è dibattuto, in questi mesi si sta dibattendo all’interno della città di Catanzaro, cioè il fatto che nella città sono presenti diverse istituzioni sanitarie che certamente rappresentano, ognuna per la propria parte, dei comparti differenti nel contesto della sanità. Negli anni, purtroppo, questa questione non si è saputa mai porre, non si è posta mai; anche quando si parla di alcuni accorpamenti, circa i quali anche il Presidente Scopelliti in questi giorni è stato anche provocatore per capire qual era la reazione all’interno della città su queste problematiche, ci si è divisi continuamente fra destra e sinistra, ma anche all’interno del centro-destra e del centro-sinistra su queste problematiche.

Probabilmente, oggi, siamo arrivati al punto in cui bisogna anche definire e studiare una proposta complessiva che consenta alla sanità della provincia di Catanzaro di assumere una conformazione istituzionale e un ruolo diverso rispetto al passato, mantenendo quelle che, comunque, sono le conquiste nel campo sanitario che si sono verificate ed avute durante questi anni.

Io penso che, oggi, quest’ordine del giorno ci consenta di poter aprire anche un dialogo su questo tema con il centro-sinistra, superando quelle barriere che finora ci sono state e che ritengo non dovevano esistere, nel momento in cui questa problematica della sanità non è di una parte politica, ma riguarda tutta la nostra regione.

PRESIDENTE

Abbiamo concluso. Pongo in votazione il seguente ordine del giorno: “Premesso che:

la Fondazione “Tommaso Campanella” svolge un ruolo fondamentale per la ricerca e la cura dei tumori, vantando la presenza di professionalità che hanno acquisito un'esperienza unica negli ultimi anni;

la Regione ha approvato le leggi regionali n. 35 e 50 del 2011, per la trasformazione in ente di diritto pubblico della Fondazione “Tommaso Campanella”;

la Corte Costituzionale, in data 31 luglio u.s., ha dichiarato l'incostituzionalità delle leggi regionali n. 35 e n. 50 del 2011, rilevando la violazione degli artt. 3, 81 97 e 117 della Costituzione;

la presenza di una struttura di qualità e di eccellenza nel settore oncologico costituisce un'esigenza improrogabile per la Calabria, anche per limitare il fenomeno dell'emigrazione sanitaria e ridurre i disagi dei malati e delle loro famiglie;

considerato che la fondazione “Tommaso Campanella” rappresenta un inestimabile patrimonio di conoscenze scientifiche e professionali costruite nel tempo ed è punto di riferimento regionale per la cura delle patologie oncologiche;

ritenuto che la realizzazione del polo oncologico regionale d'eccellenza è considerata dal Consiglio regionale una priorità e che, pertanto, è necessario procedere ad un progetto di riordino della Fondazione, concertato con i ministeri affiancanti per il Piano di rientro;

il Consiglio regionale impegna il Presidente della Giunta regionale, anche nella sua qualità di commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro, a presentare entro il 30 settembre 2012 un organico progetto di riordino della Fondazione “Tommaso Campanella”, prevedendo il polo oncologico regionale d'eccellenza per il mantenimento dei livelli di assistenza e anche dei livelli occupazionali esistenti”.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

E’ approvato col voto contrario dell’onorevole Giordano.

Non ci sono altri punti. L’ultima informazione riguarda i consiglieri regionali: a norma dell’articolo 24/2010, ossia di sollecitare l’invio della situazione patrimoniale dei consiglieri regionali, degli assessori e non consiglieri, sottosegretari e dei soggetti indicati di cui all’articolo 15 della legge regionale 441 del 1982. Era l’ultimo adempimento formale.

Convocazione della prossima seduta

PRESIDENTE

Non ci sono altri punti all’ordine del giorno, quindi la seduta  è sciolta. Il Consiglio sarà convocato a domicilio.

La seduta termina alle 19,59

 

Allegati

Congedi

Hanno chiesto congedo i consiglieri De Masi e Grillo.

(Sono concessi)

Annunzio di proposte di legge e loro assegnazione a Commissioni

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa della Giunta regionale:

“Modifica articolo 30 della legge regionale n. 7 del 21 agosto 2006 e ss.mm.ii. e articolo 20 della legge regionale n. 22 del 5 ottobre 2007 e ss.mm.ii. (delibera G.R. n. 336 del 30.07.2012)” (P.L. n. 357/9^)

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente.

(Così resta stabilito)

“Norme per i servizi di trasporto pubblico locale (delibera G.R. n. 341 del 30.07.2012)” (P.L. n. 358/9^)

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente – ed alla seconda – Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Sono state presentate, inoltre, alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:

Bilardi, Giordano, Nucera, Tripodi – “Norme per la gestione della fauna selvatica e l’organizzazione del territorio ai fini della disciplina programmata dell’esercizio venatorio” (P.L. n. 355/9^)

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente – ed alla seconda – Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Dattolo – “Istituzione della struttura tecnica di valutazione Vas-Via-Aia-Vi” (P.L. n. 356/9^)

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente – ed alla seconda – Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Magarò – “Interventi per favorire il riutilizzo e la valorizzazione dei beni sequestrati e confiscati alle organizzazioni criminali in Calabria” (P.L. n. 359/9^)

E’ stata assegnata alla Commissione contro la ‘ndrangheta e alla seconda Commissione consiliare - “Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Talarico F., Nicolò, Amato, Nucera, Sulla – “Modifiche alla legge regionale 28 giugno 2012, n. 27 (Assestamento del bilancio di previsione della Regione Calabria per l’esercizio finanziario 2012 e del bilancio pluriennale per il triennio 2012/2014 a norma dell’articolo 22 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8)”. (P.L. n. 360/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

Scalzo – “Riconoscimento della <Fondazione Tommaso Campanella> quale Istituto di ricerca e cura a carattere scientifico” (P.L. n. 361/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

Magno, Gallo, Morrone, Dattolo, Serra, Pacenza, Chiappetta, Bruni, Imbalzano, Vilasi – “Proroga del termine di riconoscimento della <Fondazione Campanella> quale istituto di ricerca e cura a carattere scientifico” (P.L. n. 362/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

Magno – “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 13 maggio 1996, n. 7” (P.L. n. 363/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali.

(Così resta stabilito)

Annunzio di proposte di provvedimento amministrativo e loro assegnazione a Commissioni

E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:

Azienda Calabria Lavoro – Approvazione rendiconto generale relativo all’esercizio finanziario 2011. (Delibera G.R. n. 334 del 30.07.2012)” (P.P.A. n. 187/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

E’ stata presentata, altresì, alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo d’Ufficio:

“Variazione e contestuale assestamento del bilancio di previsione del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario anno 2012 (Delibera U.P. n. 54 del 20.06.2012)” (P.P.A. n. 186/9^)

Richiesta parere delle Commissioni

La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 324 del 30 luglio 2012, recante: “Approvazione ai sensi dell’articolo 1 della legge regionale 12 dicembre 2008, n. 40 delle Direttive di attuazione dell’Asse 2 “Energia” del Por Fesr 2007/2013, linee di intervento 2.1.1.1., 2.1.2.1 e 2.1.2.2” (Parere n. 46)

E’ stata assegnata alla sesta Commissione consiliare - Affari della Unione europea e relazioni con l’estero.

(Così resta stabilito)

Promulgazione di leggi regionali

In data 26 luglio 2012, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sotto indicate leggi regionali. Le stesse sono state pubblicate sul supplemento straordinario n. 1 del 3 agosto 2012, al Bur n. 14 dell’1 agosto 2012:

legge regionale 26 luglio 2012, n. 30, recante: “Misure a favore dei Consorzi di garanzia collettiva fidi in agricoltura”;

legge regionale 26 luglio 2012, n. 31, recante: “Istituzione della festa di San Francesco di Paola”;

legge regionale 26 luglio 2012, n. 32, recante: “Ratifica dell’accordo tra Regione Campania e Regione Calabria per la disciplina delle modalità di organizzazione e funzionamento dell’Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno”;

legge regionale 26 luglio 2012, n. 33, recante: “Norme per la promozione e la disciplina del volontariato”.

Interrogazioni a risposta immediata

Guccione. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

le imprese termali operanti nella Regione Calabria rappresentano una risorsa estremamente rilevante per le economie del territorio regionale, costituendo, peraltro, in talune zone, la principale garanzia economico-occupazionale;

persiste una inaccettabile ed inspiegabile situazione di blocco dei pagamenti, da parte delle ASP, delle prestazioni termali erogate con oneri a carico del Servizio sanitario nazionale, situazione che pone seriamente a rischio l'operatività delle imprese coinvolte che, in taluni casi, vantano crediti arretrati nei confronti delle competenti Aziende sanitarie locali, per somme che hanno anche superato i due milioni di euro per singola azienda;

il protrarsi di questa situazione comporta il crescente pericolo di porre le aziende nella definitiva impossibilità di operare le previste riassunzioni del personale, indispensabili a garantire il regolare prosieguo della stagione termale e, conseguentemente, di cagionare una chiusura anticipata degli stabilimenti termali stessi, determinando una riduzione della stagione e mettendo a rischio la regolare corresponsione dei salari ai dipendenti delle terme;

con il decreto del Presidente della Giunta regionale n. 70 del 4 agosto 2011, è stata disposta la “non applicabilità degli interessi moratori di cui al D.Lgs. n. 231/2002 nei rapporti con le strutture sanitarie e socio-sanitarie private accreditate, finalizzate all’erogazione di servizi diretti all'assistenza e alla cura dei pazienti, in quanto connotate da profili pubblicistici del tutto avulsi dalle transazioni commerciali di diritto privato";

con il Decreto del Presidente della Giunta regionale n. 61 del 22 luglio 2011 e con il successivo Decreto del Presidente della Giunta regionale n. 70 del 4 agosto 2011, la Regione ha indebitamente disposto di “aggiungere alla quota fissa per ricetta di 3,10 le prestazioni, termali di cui alla Dgr n. 247 del 5 maggio 2009, l’importo di 10 euro previsto dalla citata legge 15 luglio 2011, n. 111 per le prestazioni specialistiche, diagnostiche, terapeutiche e riabilitative”;

avverso ai Decreti suddetti, nello scorso mese di novembre 2011, le aziende termali interessate dai provvedimenti, sono state costrette a depositare istanza al Tribunale amministrativo regionale della Calabria (sede di Catanzaro) per ottenerne l’annullamento;

tale perdurante situazione di incertezza sta minando ogni residua possibilità di gestione e di investimento per le aziende coinvolte, prive come sono, oltre che delle somme arretrate loro spettanti anche della benché minima garanzia per il futuro e per il prosieguo dell'attività imprenditoriale con l’evidente pericolo, peraltro, che in questa dinamica di immobilismo a pagarne le spese siano in ultima analisi, i lavoratori dell'indotto termale presente sul territorio;

la Federterme, la federazione italiana delle industrie termali e delle acque minerali curative nell’interesse delle aziende termali della Regione Calabria, ha avanzato ripetute richieste ai sub-commissari per favorire la risoluzione delle criticità sopra evidenziate, tutte senza riscontro ed ha chiesto altresì di avviare nell’ambito della programmazione relativa alle attività termali un tavolo tecnico per la determinazione del budget annuale 2012 che la Regione Calabria vorrà congiuntamente definire a favore degli stabilimenti termali a titolo di remunerazione delle prestazioni termali a carico del Servizio sanitario regionale;

ai sensi dell’art. 7, comma 1° del Regolamento regionale 4 agosto 2009 è stata diramata in questi giorni una circolare della Regione secondo cui “la quota di partecipazione alla spesa sanitaria corrisposta dai cittadini è parte integrante della remunerazione dovuta dal Servizio sanitario nazionale agli erogatori pubblici e privati accreditati ed è compresa entro il tetto di spesa individuato dalla Regione”, pur essendo, tale questione, già stata affrontata e risolta in sede di sottoscrizione dei protocolli di spesa fra le ASP e le Aziende calabresi relativamente agli anni 2010 e 2011, anche alla luce del parere rilasciato dal Ministero della salute e dell'economia e finanze in data 7 marzo 2011 alla Regione Abruzzo, secondo il quale la spesa in convenzione delle Prestazioni sanitarie è contabilizzata al netto del ticket;

in questo quadro la Regione ha comunque inteso aumentare i canoni di concessione mineraria in modo significativo e tale da gravare in misure determinante sui conti economici delle imprese termali riducendone, ulteriormente, la capacità occupazionale -:

alla luce delle argomentazioni sopra espresse, in ragione delle quali è più che verosimile ipotizzare l’accoglimento delle tesi delle ricorrenti, e il conseguente annullamento degli atti amministrativi impugnati, le determinazioni che Ella intende assumere in relazione:

a) alle possibili ed immediate soluzioni al problema dei gravissimi ritardi nei pagamenti da parte delle aziende sanitarie locali;

b) alla convocazione del tavolo tecnico per la determinazione del budget annuale 2012 per la remunerazione delle prestazioni termali a carico del servizio sanitario regionale;

c) alla disapplicazione dell'incremento del ticket previsto unicamente per le prestazioni specialistiche, diagnostiche, terapeutiche e riabilitative erogate dalle aziende termali;

d) alla non applicabilità degli interessi moratori di cui al D.Lgs. n. 231/2002 nei rapporti con le strutture sanitarie e socio-sanitarie private accreditate, finalizzati all'erogazione di servizi diretti all'assistenza e alla cura dei pazienti.

e) alla non applicabilità del ticket sui budget di spesa regionale a far data dall’anno 2012.

(277; 30.07.2012)

De Masi. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

ai sensi dell'art. 11 della Legge n. 431 del 9 dicembre 1998 è stato istituito un fondo nazionale che ha il compito di erogare contributi a favore dei conduttori meno abbienti;

i fondi in argomento possono essere utilizzati per concedere direttamente ai privati contributi integrativi per provvedere ai pagamento dei canoni di locazione oppure per sostenere le iniziative intraprese dagli enti locali per il reperimento di alloggi da dare in locazione;

l'art. 11, comma 5, della Legge n. 431 del 9 dicembre 1998 stabilisce che le "risorse assegnate al Fondo di cui al comma 1 sono ripartite tra le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano. La ripartizione è effettuata ogni anno, su proposta del Ministro dei lavori pubblici, dal CIPE, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti fra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano anche in rapporto alla quota di risorse messe a disposizione dalle singole regioni e province autonome ai sensi dei comma 6";

l'art. 11, comma 6, della Legge n. 431 del 9 dicembre 1998 prevede che le "regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano possono concorrere al finanziamento degli interventi di cui al comma 3 con proprie risorse iscritte nei rispettivi bilanci";

l'art. 11, comma 7, della Legge n. 431 del 9 dicembre 1998 stabilisce che le "regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano provvedono alla ripartizione fra i comuni delle risorse di cui ai comma 6 nonché di quelle ad esse attribuite ai sensi dei comma 5, sulla base di parametri che premino anche la disponibilità dei comuni a concorrere con proprie risorse alla realizzazione degli interventi di cui ai comma 3. Qualora le risorse di cui al comma 5 non siano trasferite ai comuni entro novanta giorni dall'effettiva attribuzione delle stesse alle regioni e alle province autonome, il Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta dei Ministro dei lavori pubblici, previa diffida alla regione o alla provincia autonoma inadempiente, nomina un commissario ad acta; gli oneri connessi alia nomina ed all'attività del commissario ad acta sono posti a carico dell'ente inadempiente";

il Decreto del Ministero dei Lavori Pubblici del 7 giugno 1999, fissa i requisiti minimi dei conduttori per beneficiare dei contributi nonché i criteri per la determinazione degli stessi;

l'art. 9, comma 5, della Legge Regionale n, 1 dell'11 gennaio 2006 così testualmente recita: "a decorrere dal 1° gennaio 2006, una quota pari al 25% dei ribassi d'asta realizzati nell'esecuzione dei lavori pubblici finanziati, anche in parte, dalla regione Calabria, è destinata ad alimentare un fondo da utilizzare per le politiche sociali per la casa e, in particolare, per integrare il fondo di cui all'articolo 11 della Legge 431/1998";

la deliberazione della Giunta Regionale Calabria n, 206 del 27 marzo 2006 fissa il termine ultimo entro il quale i Comuni devono annualmente emanare un avviso pubblico per l'aggiornamento delle graduatorie degli aspiranti all'erogazione dei contributi relativi al fondo di cui all'oggetto;

ai sensi dei succitato provvedimento confluiscono sul Fondo Regionale per la locazione le: a) risorse statali; b) risorse regionali; c) risorse, in quota parte, indicate dall'art. 9, comma 5, della Legge Regionale n. 1 dell'I 1 gennaio 2006; d) risorse comunali;

in data 31 dicembre 2010 il Comune di Crotone ha pubblicato il bando per "l'assegnazione di contributi per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione. Anno 2010", ai sensi dell'art. 11 della Legge n. 431 del 9 dicembre 1998;

con nota del 24 maggio 2011 il Comune di Crotone ha trasmesso alla Regione Calabria la relativa documentazione contenente l'elenco dei soggetti (circa 750 nominativi) per accedere al contributo ad integrazione dei canoni di locazione secondo quanto previsto dai summenzionato bando e fino ad esaurimento delle risorse disponibili;

in un momento di grave difficoltà economica appare quantomeno doveroso adottare tutti gli strumenti idonei per sostenere i soggetti meno abbienti -:

se la Regione Calabria ha ottemperato a tutte le prescrizioni di propria competenza per garantire i contributi di cui all'art. 9, comma 5, della Legge Regionale n. 1 dell'11 gennaio 2006, Annualità 2010;

se la Regione Calabria ritiene opportuno investire tutti i soggetti interessati, ognuno per le proprie competenze, allo scopo di predisporre gli adempimenti necessari per accelerare l'erogazione dei contributi di cui al fondo nazionale previsto dall'art. 11 della Legge n. 431 del 9 dicembre 1998, Annualità 2010;

se sono stati, nel frattempo,- erogati i contributi a favore dei conduttori meno abbienti ai sensi dell'art. 11 della Legge n. 431 del 9 dicembre 1998 - Annualità 2010;

se, in caso contrario, intenda erogare in tempi brevi i contributi di cui sopra.

(278; 30.07.2012)

Interrogazione a risposta scritta

Gallo. Al Presidente della Giunta regionale e al Sottosegretario alla Presidenza con delega alla protezione civile. Per sapere -premesso che:

negli ultimi giorni diversi incendi hanno colpito il Parco nazionale del Pollino;

uno di essi, particolarmente grave e spento solo dalle piogge legate alla perturbazione denominata "Circe", ha interessato l'area boschiva compresa nel territorio del Comune di Frascineto, causando la distruzione di centinaia di ettari di vegetazione e di innumerevoli esemplari di pino loricato;

la natura del rogo è oggetto di accurate indagini, sollecitate anche dal Ministro all'ambiente, Corrado Clini, che ha chiesto l'intervento dei Carabinieri e del nucleo investigativo antincendio boschivi del Corpo forestale per indagare a fondo sulla vicenda;

le amministrazioni locali e le varie istituzioni presenti sul territorio sono in difficoltà permanente a contrastare il fenomeno incendi, mancando di mezzi e risorse adeguate per far fronte a quelli che sembrano essere attacchi sistematici e preordinati contro un immenso patrimonio naturalistico che, prima di tutto, appartiene alle popolazioni del Pollino;

ingenti sono i danni arrecati alla flora ed alla fauna della zona, con negative e pesanti ripercussioni anche sulla già fragile economia locale -:

quali iniziative siano state adottate dalla Regione, ai sensi delia L. 353/2000, in materia di prevenzione e previsione degli incendi nell'area del Parco Nazionale del Pollino;

quali azioni siano state intraprese per assicurare una costante sorveglianza dell'area;

quali misure di propria competenza siano state sollecitate, predisposte e adottate a nella lotta attiva agli incendi verificatisi;

se non ritenga opportuno coinvolgere maggiormente nelle operazioni di prevenzione e lotta agli incendi le associazioni di volontari a tal fine qualificate, dotandole di attrezzature e mezzi idonei, peraltro già in fase di acquisto da parte della stessa Regione.

(276; 26.07.2012)

Mozione

Il Consiglio regionale della Calabria

premesso che

le difficoltà in cui versa il sistema giustizia in Italia determinano ormai da tempo il prolungarsi di contenziosi e cause davanti ai Tribunali che si protraggono anche per decenni;

più volte la Corte Europea per i Diritti dell'Uomo ha condannato l'Italia sul denegato "diritto alla giustizia", così come sancito dalla Costituzione, ed in tempi "ragionevolmente" brevi;

nell'ottica di una sempre maggiore riduzione della spesa pubblica, vengono emanati dal Governo Italiano interventi legislativi per la revisione dei presidi giudiziari italiani, attraverso dei criteri, che non tengono conto delle esigenze dei cittadini e neanche degli aspetti specifici di ogni realtà territoriale;

la Legge 24 marzo 2012 n. 27 "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, recante disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle infrastrutture e la competitività" all'art. 2 prevede l'istituzione del Tribunale delle Imprese mediante l'ampliamento della competenza delle sezioni specializzate in materia di proprietà industriale ed intellettuale che ora vengono denominate "sezioni specializzate in materia di impresa";

nella formulazione originaria del decreto legge, l'art. 2 non prevedeva l'istituzione di nuove sezioni specializzate presso altri Tribunali e Corti di Appello, rimanendo così immutato il numero delle dodici sedi istituite col decreto legislativo n. 168 del 2003;

con l'approvazione del testo di legge definitivo, è stato tuttavia aggiunto all'art. 1 del decreto legislativo n. 168, già citato, l'ulteriore comma 1bis, che prevede "sono altresì istituite nuove sezioni specializzate in materia di impresa presso i tribunali e le corti d'appello aventi sede nel capoluogo di ogni regione, ove non esistenti nelle città di cui al comma 1 ". Quindi, per effetto di tale comma 1 bis sono stati istituite delle nuove sezioni specializzate in tutti i Tribunali e Corte di Appello con sede nei capoluoghi di Regione, che finora ne erano sprovvisti e cioè Ancona, Cagliari, Campobasso, Catanzaro, L'Aquila, Perugia, Potenza e Trento, nonché Brescia in quanto sede di Corte di Appello;

il Parlamento non ha tenuto in conto che anche a Reggio Calabria esiste una sede autonoma di Corte di Appello determinando, quindi, una grave violazione dell'art. 3 della Costituzione Italiana "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali...";

considerato che la decisione assunta dal Parlamento di istituire il Tribunale delle Imprese con dislocazione nei capoluoghi di Regione, crea ai cittadini e alle aziende, che hanno necessità di rivolgersi al Tribunale, notevoli difficoltà per ottenere giustizia, in quanto costretti ad affrontare distanze e quindi aggravi di costi;

invita il Presidente e la Giunta regionale

ad intervenire presso il Governo, affinché venga rivisto il criterio di scelta delle sedi presso le quali istituire le sezioni specializzate in materia d'impresa e che, sulla base del principio di uguaglianza, in ogni sezione autonoma di Corte d'Appello e quindi anche a Reggio Calabria, venga istituita una sezione specializzata in materia d'impresa.

(69; 02.08.2012) Nucera

Risposta scritta ad interrogazioni

Aiello F. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore alle politiche sociali. Per sapere - premesso che:

l'UE con decisione del 14 settembre 2011, ha proclamato il 2012 - anno europeo dell'invecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni;

in tale ambito la UE ha invitato tutti gli stati membri a promuovere un confronto tra gli attori coinvolti tenendo conto delle esperienze dell'anno europeo della lotta e all'esclusione sociale (2010) e dell'anno europeo delle attività di volontariato che promuovono la cittadinanza attiva (2011);

scopo dell'iniziativa UE vuole essere tra gli altri promuovere una cultura che sedimenta su una società per tutte le età e favorire così la cooperazione tra generazioni diverse l'UE ha già dato corso ad una serie di iniziative tese a promuovere azioni di sensibilità sulle strategie per l'occupazione, l'istruzione per gli adulti, la salute pubblica, e la società dell'informazione;

è possibile al fine di poter sostenere azioni di promozione e di sistema a favore dell'invecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni attingere a specifici programmi finanziari -:

quali azioni sono previste per l'anno in corso - se previste dalla Regione Calabria, a favore delle politiche della terza età in generale, e sul tema promosso dall'UE sull'invecchiamento attivo in particolare;

inoltre se nel quadro dei programmi esistenti, come il Fondo Sociale Europeo sono state previste specifiche linee di interventi progettuali a favore delle politiche sull'invecchiamento attivo,

se la Regione Calabria ha aderito alla Rete Seven (Seven European Volunteers Exchange Network) e inoltre se sono state elaborate azioni progettuali all'interno del programma Think Future Volunteer Together finanziato dalla Commissione Europea.

(258; 15.06.2012)

Risposta – “In materia di politiche per la terza età e in particolare di azioni volte a contrastare l'esclusione sociale degli anziani e favorire l'invecchiamento attivo il Dipartimento per le Politiche Sociali sta sviluppando le seguenti azioni:

1. Avviso Pubblico per il finanziamento di centri diurni per anziani (decr. 1066 del 2.02.2012 - burc n. 4 del 24.02.2012) dotazione finanziaria 5 milioni di euro. Tali strutture costituiranno un importante presidio sul territorio per l'attuazione di politiche per l'invecchiamento attivo attraverso il superamento delle logiche assistenziali passivizzanti e l'attivazione di iniziative che valorizzano l'autonomia e le risorse proprie degli anziani e la partecipazione attiva alla vita sociale di comunità. In una recente pubblicazione (Giugno 2011), "Invecchiare nel sud Italia: una descrizione completa degli anziani e dei mollo anziani in Calabria pubblicata sulla rivista scientifica Gerontology. si analizzano insieme alle informazioni di carattere chimico- clinico. una serie di dati di carattere socio demografico che evidenziano come "gli anziani calabresi hanno una serie di parametri funzionali più bassi rispetto ad altre realtà del Nord Europa, soprattutto tra le donne, che risultano anche avere un grado depressione accentuato. Ciò è in gran parte dovuto ad un minore coinvolgimento dei nostri anziani (e soprattutto delle donne anziane) nella vita sociale in quanto essi restano spesso quasi chiusi in casa dopo la fine della loro attività lavorativa". L'intervento promosso dall’Avviso Pubblico si propone di rispondere all'ampia gamma di bisogni espressi, più o meno palesemente, da parte degli anziani e delle loro comunità di riferimento. L'obiettivo è quello di offrire loro dei momenti di svago, di relazione, di informazione, di assistenza, di espressione, di creatività e di riflessione che possano rimettere in gioco le proprie risorse e autonome capacità o di scoprirne di nuove recuperando la propria autostima e la loro capacità decisionale. Saranno premiati gli interventi di realizzazione, potenziamento e riqualificazione che dovranno essere attuati in Comuni con popolazione inferiore ai 10.000 abitanti e preferibilmente ricadenti in aree interne . L'Avviso finanzia le spese di ristrutturazione e ammodernamento di tali strutture del territorio.

2. Progetto di legge di iniziativa della Giunta Regionale recante "Norme per la promozione e la disciplina del volontariato". Tale iniziativa si inserisce nel piano strategico del dipartimento diretto a favorire la partecipazione delle organizzazioni no-profit nella programmazione e gestione delle politiche sociali del territorio (principio di sussidiarietà orizzontale).

Attraverso l'azione combinata delle due suddette azioni si raggiunge in tal modo il duplice obiettivo :la creazione e potenziamento di servizi aperti per anziani sul territorio, e la valorizzazione dell'importante ruolo svolto dalle associazioni e dalle cooperative, che, radicate nel tessuto sociale, sono portatrici di un servizio e di un modello culturale di partecipazione e cittadinanza attiva di fronte all'intera comunità territoriale.

3. Progetto di Legge di iniziativa della Giunta Regionale recante: "NORME PER IL SOSTEGNO DI PERSONE NON AUTOSUFFICIENTI. Tale importante legge promuoverà nel territorio una serie di servizi socio-assistenziali e socio-sanitari che indirettamente avranno un'azione positiva sulla capacità degli anziani di attivare le proprie risorse residue umane, culturali, professionali.

4. In sede di Conferenza Unificata sono state accordate alla Regione Calabria risorse finanziarie (109/CU. del 7 ottobre 2010: 4.112.312 euro- 48/CU del 19 aprile: 1.849.500 euro- 24/CU del 2 febbraio: 1.027.500) euro che in parte saranno destinate per : sostegno dei costi di gestione delle attività dei centri diurni per anziani; promozione dei servizi e acquisto dei mezzi di trasporto per favorire la domiciliarità e le necessità di socializzazione degli anziani non autosufficienti: voucher per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro per l'acquisizione di servizi di cura per gli anziani: sostegno agli EELL per la gestione dei Punti Unici di Accesso.

5. Ulteriori risorse, nella direzione anzidetta saranno destinate a seguito degli accordi, in corso di definizione, con il Ministro Barca.”

Dr. Giuseppe Nardi (Dirigente del settore)

Francescantonio Stillitani (assessore al lavoro, formazione professionale e politiche sociali)

Ordine del giorno numero 67 del 3 agosto 2012 a firma dei consiglieri Chiappetta, Principe, Censore, Bova, Vilasi, Serra e Dattolo “Sulla riforma degli enti sub-regionali”

“Il Consiglio regionale

premesso:

a) che è ineludibile l'urgente necessità di realizzare una radicale riforma degli Enti sub-regionali, a partire da quelli già posti in liquidazione;

b) che la proposta di legge riguardante l'ARSSA, nel testo posto all'ordine del giorno del Consiglio regionale del 3/08/2012, che prevede l'istituzione della "Azienda Regionale per lo Sviluppo dell'Agricoltura Calabrese", Ente strumentale della Regione Calabria, dotato di personalità giuridica di diritto pubblico ed autonomia amministrativa, organizzativa, gestionale, tecnico, patrimoniale, contabile e finanziaria, ha incontrato un largo consenso sulla sua qualificazione giuridica, pur ritenendo utile una ulteriore riflessione per pervenire ad una sua più larga condivisione sociale;

c) che la proposta di legge riguardante l'AFOR richiede un ulteriore confronto, a partire dalle parti sociali, senza porre pregiudiziali rispetto alla qualificazione giuridica, con l'obiettivo di garantire comunque i livelli occupazionali;

d) ritenuto necessario ricercare un ampio consenso sui modelli organizzativi dei settori oggi di competenza di detti Enti

Impegna

la Giunta regionale a proseguire un confronto virtuoso nelle sedi istituzionali competenti, per pervenire ad una efficace e complessiva riforma dei suddetti enti, in coerenza con il processo legislativo in corso di definizione in seno al Parlamento nazionale”.

Testo unificato - dell’esame abbinato delle proposte di legge:

proposta di legge numero 50/9^, recante: Modifica alla legge regionale 16 aprile 2002, numero 19 e s.m. e i. (Norme per la tutela, governo ed uso del territorio – legge urbanistica della Calabria);

proposta di legge numero 54/9^, recante: Modifiche alla legge regionale 16 aprile 2002, numero 19, recante: “Norme per la tutela, governo ed uso del territorio – legge urbanistica della Calabria”;

proposta di legge numero 244/9^, recante: Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 16 aprile 2002, numero 19 “Norme per la tutela, governo ed uso del territorio - legge urbanistica della Calabria”

recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 16 aprile 2002, numero 19 “Norme per la tutela, governo ed uso del territorio – legge urbanistica della Calabria”

(Del. n. 209)

Art. 1

(Modifica all’articolo 1 l.r. n. 19/2002)

1. Al comma 3 dell'articolo 1 della legge regionale n. 19/2002 dopo la parola “decisionale” sono inseriti i seguenti periodi: “Il responsabile del procedimento redige il fascicolo della partecipazione e della concertazione, consistente in una relazione dettagliata sulle attività di partecipazione con i cittadini e sulla concertazione tra gli enti territoriali. Il fascicolo è parte integrante del documento preliminare del PSC/PSA e della VAS".

Art. 2

(Modifica all’articolo 2 l.r. 19/2002)

1. Il comma 3 dell'articolo 2 della legge regionale n. 19/2002 è sostituito dal seguente: “I comuni pubblicano nell'albo pretorio e sul sito internet istituzionale, gli strumenti urbanistici vigenti ed in itinere, le delibere, le determine, i progetti edilizi ed infrastrutturali di iniziativa pubblica, ovvero tutti gli atti di pianificazione e gestione del territorio ed i provvedimenti amministrativi, comprese le istanze dei privati per la trasformazione del territorio e i relativi titoli abilitativi ivi compresi i nominativi dei progettisti e direttori dei lavori. Sono altresì pubblicati gli atti di partecipazione popolare ai processi decisionali, i documenti, i resoconti, le memorie e le note dei cittadini singoli o associati dei processi di partecipazione ed il contenuto del fascicolo della partecipazione e della concertazione, ovvero tutti gli atti dei laboratori di cui all'articolo 11."

2. Al comma 4 dell'articolo 2 della legge regionale n. 19/2002, dopo la parola "mancata", la parola "esposizione" viene sostituita dalla parola "pubblicazione".

Art. 3

(Modifica all’articolo 3 l.r.19/2002)

1. Alla lettera a), comma 2, dell'articolo 3 della legge regionale n. 19/2002, dopo la parola "produttivo" è inserito il seguente periodo: "di norma in maniera contigua tale da favorire la continuità urbana in luogo dell'isolamento e dispersione, al fine di attuare un reale risparmio del territorio ed evitare realizzazioni di opere di urbanizzazione primaria, da parte dell’ente pubblico, necessari al servizio di nuclei sparsi".

2. Alla lettera f), comma 2, dell'articolo 3 della legge regionale n. 19/2002 dopo la parola "riqualificazione" sono aggiunte le seguenti: "ovvero dai riempimenti dei cosiddetti vuoti urbani o aree a margine, fermo restando il soddisfacimento degli standard urbanistici per evitare nuclei isolati o sparsi sul territorio.”

Art. 4

(Modifica all’articolo 5 l.r. 19/2002)

1. Alla lettera b), comma 2, dell'articolo 5 della legge regionale n. 19/2002, dopo le parole "suoli urbanizzati" sono inserite le seguenti: “comprensivi dell’edificato, dei vuoti, delle aree a margine dimensionate in rapporto all’effettiva necessità di crescita dell’esigenza volumetrica nel breve periodo.”

Art. 5

(Modifiche all’articolo 6 l.r. 19/2002)

1. Al comma 2, dell'articolo 6 della legge regionale n. 19/2002, dopo la parola "tipologiche" e prima della parola “così”, sono inserite le seguenti parole: “nell’ ordine di priorità".

2. Alla lettera c), comma 2, dell'articolo 6 della legge regionale n. 19/2002, dopo la parola “coerenza” sono aggiunte la seguenti parole: “e sempre nel rispetto dell’organicità del disegno urbano.”

Art. 6

(Modifica all’articolo 7 l.r. 19/2002)

1. Dopo la lettera f), comma 1, dell’articolo 7 della legge regionale n. 19/2002, è aggiunta la seguente: “g) i territori dei Consorzi e ASI Industriali.”

 

Art. 7

(Modifica all’articolo 8 l.r. 19/2002)

 

1. Dopo il comma 7 dell’articolo 8 della legge regionale n. 19/2002 è aggiunto il seguente comma:

“8. I comuni sono obbligati a produrre i dati del PSC/PSA in conformità agli standard definiti nell' Allegato "A" che costituisce parte integrante della presente legge. Entro novanta giorni dall'avvenuta approvazione da parte dei consigli comunali, i comuni trasmettono al Dipartimento regionale n. 8 -Settore 2 SITO e Cartografia, gli elaborati di Piano. Il SITO entro sessanta giorni dalla ricezione, ne attesta la conformità agli standard di cui all'allegato "A". L’allegato "A", inoltre, possiede l'efficacia dell'atto di cui all'articolo 1, comma 4, della presente legge ".

Art. 8

( Modifica all’articolo 8 bis l.r. 19/2002)

1. Dopo il comma 4 dell’articolo 8 bis della legge regionale n. 19/2002 è aggiunto il seguente comma:

“5. Gli enti territoriali, elaborando il quadro conoscitivo della propria strumentazione urbanistica, possono individuare i paesaggi caratterizzanti e identitari da tutelare e valorizzare o potenziare e trasmettere le risultanze all’Osservatorio regionale sul paesaggio che ne cura la catalogazione e la diffusione culturale.”

Art. 9

(Modifica all’articolo 9 l.r. 19/2002)

1. Il comma 3 dell’articolo 9 della legge regionale n. 19/2002 è sostituito dal seguente:

“3. Del nucleo di valutazione fanno parte:

a) l’Assessore regionale all'Urbanistica e governo del territorio che lo presiede;

b) i dirigenti dei servizi urbanistica e governo del territorio del dipartimento regionale;

c) il segretario dell’Autorità di bacino;

d) gli assessori provinciali delegati dalla Giunta provinciale;

e) un delegato dell’ANCI, uno dell’UNCEM e uno dell’ANCE;

f) un delegato in rappresentanza di ogni parco della Regione Calabria;

g) un rappresentante per ciascuno degli Ordini professionali degli architetti - pianificatori - paesaggisti - conservatori, degli ingegneri, dei geologi, degli agronomi e forestali, nonché dei geometri;

h) un rappresentante designato da ciascuna università calabrese;

i) un rappresentante dell’Unione regionale delle bonifiche;

j) un rappresentante dell’Unione piccoli Comuni;

k) un rappresentante unitario delle organizzazione ambientaliste e protezioniste;

l) un rappresentante delle organizzazioni sindacali dei lavoratori;

m) un delegato della Lega delle Autonomie locali;

n) un rappresentante per ogni consorzio per le aree o nuclei di sviluppo industriale;

o) un delegato dell’autorità marittima territoriale.”

Art. 10

(Modifiche all’articolo 10 l.r. 19/2002)

1. L’articolo 10 della legge regionale n. 19/2002 è modificato ed integralmente sostituito come segue:

“Art. 10

(Valutazione ambientale strategica)

1. La Regione, le province e i comuni provvedono, nell'ambito dei procedimenti di elaborazione e di approvazione degli strumenti di pianificazione urbanistica e territoriale, alla valutazione preventiva della sostenibilità ambientale e territoriale. Essa è effettuata conformemente alla legislazione nazionale e regionale nonché al regolamento vigente.

2. La Valutazione ambientale strategica è un processo obbligatorio nella fase di elaborazione, adozione e approvazione per tutti i piani e i programmi di cui all'articolo 6, comma 2 del D.lgs 152/06 ss.mm.ii.. E' finalizzata a garantire un elevato livello di protezione dell'ambiente nonché a contribuire all'integrazione delle considerazioni ambientali nel processo di elaborazione e di approvazione del piano, assicurando anche la coerenza tra i diversi livelli di pianificazione nella prospettiva dello sviluppo sostenibile. Tale processo comprende l'elaborazione di un Rapporto Ambientale Preliminare, l'eventuale svolgimento di una verifica di assoggettabilità, l'elaborazione del Rapporto Ambientale, lo svolgimento di consultazioni, la valutazione del piano o del programma, del rapporto e degli esiti delle consultazioni, l'espressione di un parere motivato, l'informazione sulla decisione ed il monitoraggio. In particolare la Valutazione ambientale è un processo obbligatorio per gli strumenti di pianificazione urbanistica e territoriale previsti ai vari livelli dalla normativa nazionale e regionale.

3. Con riferimento alla pianificazione strutturale ed operativa la valutazione ambientale strategica è rivolta in particolare:

a) a perseguire la sostenibilità degli interventi antropici rispetto alla quantità e qualità delle acque superficiali e sotterranee, alla criticità idraulica del territorio ed all'approvvigionamento idrico, alla capacità di smaltimento dei reflui, ai fenomeni di dissesto idrogeologico e di instabilità geologica, alla riduzione ed alla prevenzione del rischio sismico, al risparmio e all'uso ottimale delle risorse energetiche e delle fonti rinnovabili;

b) a rendere possibile il restauro e la riqualifìcazione del territorio, con miglioramento della funzionalità complessiva attraverso una razionale distribuzione del peso insediativo della popolazione e delle diverse attività, con particolare riguardo alla riduzione del consumo di suolo;

c) a realizzare una rete di infrastrutture, impianti, opere e servizi che assicurino la circolazione delle persone, delle merci e delle informazioni, realizzata anche da sistemi di trasporto tradizionali od innovativi, con la relativa previsione di forme d'interscambio e connessione, adottando soluzioni tecniche e localizzative finalizzate alla massima riduzione degli impatti sull'ambiente.

4. La valutazione ambientale strategica e della verifica di coerenza si attuano attraverso un processo di partecipazione che si sviluppa anche all'interno della conferenza di pianificazione, convocata ai sensi dell'articolo 13, ed accompagna l'intero processo di formazione, adozione e approvazione del piano.

5. Il rapporto ambientale, redatto ai fini della VAS, ai sensi del d.lgs. 152/06 e s.m.i., come parte integrante della proposta di piano oggetto di adozione, deve riguardare l'insieme degli impatti significativi , diretti ed indiretti, a breve, medio e a lungo termine, permanenti e temporanei, singoli, cumulativi e sinergici, positivi e negativi, che gli strumenti di pianificazione possono avere sull'ambiente e sul patrimonio culturale, compresi aspetti quali la biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora, il suolo e sottosuolo, l'acqua, il mare, le acque superficiali e sotterranee, l'aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio architettonico e archeologico, il paesaggio, l'ambiente urbano e rurale e le loro reciproche interazioni. Esso deve essere elaborato nell'ambito della redazione del Piano e nel rispetto di quanto previsto dal d.lgs. 152/06 e s.m.i. e dal regolamento regionale.”

Art. 11

(Modifiche all’articolo 11 l.r. 19/2002)

1. Dopo il comma 6 dell'articolo 11 della legge regionale n. 19/2002 è aggiunto il seguente:

“7. I laboratori urbani, attivati ad opera del RUP, sono organizzati preferibilmente attraverso un urban center comunale e associato. L'attività di partecipazione dei cittadini e di concertazione degli enti territoriali deve essere svolta sia per la strumentazione urbanistica generale e di dettaglio che per le opere pubbliche. Per le opere pubbliche, le attività di partecipazione e concertazione sono svolte solamente quando non sono state previste in piani urbanistici già partecipati, e quando dispiegano effetti significativi su porzioni rilevanti di popolazione. L'eventuale attività di partecipazione deve avvenire con processi tracciabili, ovvero con uno schema informativo completo sia sul sito internet di riferimento che in forma cartacea. Le osservazioni e gli interventi, espressi durante l’attività di partecipazione, sono riportati nel fascicolo della partecipazione e della concertazione. Le opere pubbliche predisposte in funzione di manifestazioni d’interesse per contributi di natura regionale, statale o comunitaria, le opere predisposte con il requisito di urgenza per interesse pubblico o pubblica sicurezza e le opere per le quali vi siano termini perentori non compatibili con le attività di partecipazione non sono sottoposte agli adempimenti del presente comma."

Art. 12

(Modifica all’articolo 13 l.r. 19/2002)

1. Al comma 7 dell'articolo 13 della legge regionale n. 19/2002, la parola “quarantacinque” è sostituita con la parola “centocinquanta”.

Art. 13

(Modifica all’articolo 14 l.r. 19/2002)

1. Al comma 2 dell'articolo 14 della legge regionale n. 19/2002 dopo la parola “variante”, la parola "PRG" viene sostituita dalle parole: "alla strumentazione urbanistica vigente".

1bis. La lettera b) del comma 2 dell’articolo 14 della legge regionale n. 19/2002 è modificata e così sostituita:

“b) se ne deve dare atto nella prima seduta della Conferenza anche agli effetti di quanto disposto nelle successive lettere c) e d), qualora la variante ricada nella fattispecie di cui al comma 3 e 3bis dell’articolo 6 del Dlgs 152/2006 smi, si dovrà dare atto dell’esito della verifica di assoggettabilità di cui all’articolo 12 del Dlgs 152/2006 smi.”

1ter. Dopo la lettera e) del comma 2 dell’articolo 14 della legge regionale n. 19/2002 è inserita la seguente lettera:

“e bis) qualora l’esito di assoggettabilità di cui alla precedente lettera b) preveda l’assoggettabilità alla VAS, è fatto salvo durante tutto il procedimento quanto previsto dal Dlgs 152/2006 smi, e dal regolamento regionale per la VAS. Per le disposizioni di cui alle lettere precedenti in contrasto per forma e termini con il procedimento della VAS, si intendono risolte con il prevalere delle prescrizioni di quest’ultimo procedimento, ivi comprese modalità e termini di pubblicità, partecipazione e termini del procedimento.”

Art. 14

(Modifiche all’articolo 18 l.r. 19/2002)

1. La lettera c), comma 4, dell'articolo 18 della legge regionale n. 19/2002 è sostituita dalla seguente:

“c) indica la localizzazione sul territorio degli interventi di competenza provinciale, regionale e statale, programmati o in fase di realizzazione, nonché, in applicazione delle prescrizioni della programmazione regionale, la localizzazione sul territorio degli interventi di competenza regionale.”

2. Il comma 9 dell’articolo 18 della legge regionale 19/2002 è sostituito dal seguente:

“9. Dall’avvenuta approvazione definitiva del PTCP, tutte le norme e previsioni dei PSC/PSA in contrasto con il PTCP medesimo si intendono automaticamente decadute, qualora la Provincia abbia provveduto a notificare i contrasti ai rispettivi comuni, e ne abbia dato evidenza pubblica mediante avviso sull’albo pretorio per trenta giorni e sul proprio portale istituzionale fino all’adeguamento degli strumenti comunali, nonché pubblicato su un quotidiano a tiratura regionale.”

Art. 15

(Modifica all’articolo 20 l.r. 19/2002)

1. Dopo il comma 4 dell’articolo 20 della legge regionale n. 19/2002 sono inseriti i seguenti commi:

“5. Per garantire la realizzazione delle finalità previste nel comma 3, lettera “i”, il PSC deve essere integrato da apposita relazione che delimiti e disciplini gli ambiti di tutela e conservazione delle porzioni storiche di territorio e che individui gli immobili o complesso di immobili aventi valenza storico, ambientale, documentario, suscettibili di essere dichiarati beni culturali, firmata da un tecnico abilitato esperto di cui all’articolo 69, comma 3, della presente legge.

6. I comuni che, entro la data di entrata in vigore della presente legge, abbiano presentato il documento preliminare del piano e del regolamento di cui all’articolo 27, comma 2, della presente legge, devono presentare la variante di adeguamento di cui al comma 5 entro dodici mesi dalla sopraccitata data o congiuntamente a qualsiasi altra variante e modifica apportata precedentemente allo scadere del suddetto termine.”

Art. 16

(Modifica all’articolo 21 l.r. 19/2002)

1. Alla lettera d), comma 2, dell'articolo 21 della legge regionale n. 19/2002 dopo la parola “architettoniche” sono aggiunte le seguenti: “in conformità e nel rispetto delle leggi e dei piani nazionali e regionali vigenti”.

2. Alla lettera e), comma 2, dell'articolo 21 della legge regionale n. 19/2002:

a) dopo le parole “di cui alla” sono aggiunte le parole “legislazione vigente”;

b) le parole “legge 21 novembre 2001, n. 443” sono soppresse.

3. Dopo il comma 2 dell’articolo 21 della legge regionale n. 19/2002 sono inseriti i seguenti commi:

“3. Per la conservazione e valorizzazione del patrimonio architettonico e ambientale, il regolamento edilizio ed urbanistico, deve prevedere, nell’elenco degli elaborati richiesti per il rilascio del permesso di costruire e per la dichiarazione di inizio attività (D.I.A.), apposita relazione contenente le prescrizioni per la conservazione dell’organismo architettonico in riferimento allo specifico oggetto dell’intervento, redatta da un tecnico esperto abilitato di cui all’articolo 69, comma 3, della presente legge. La relazione ha carattere obbligatorio per gli interventi sui beni:

a) ricadenti nelle zone A di cui alla legge n. 1150 del 1942 e s.m. e i. per i quali è stata effettuata e proposta, e non ancora completata la procedura amministrativa, di interesse culturale;

b) vincolati ai sensi del d.lgs. n. 42/2004 e s.m. e i.;

c) aventi valore storico, documentario e identificatore, come componente dell'identità collettiva, individuati all’interno del PSC, in adempimento al comma 5 dell’articolo 20, per i quali sia stata effettuata, o vi sia procedura in itinere, la dichiarazione di bene culturale, secondo quanto previsto dal codice dei beni culturali e del paesaggio.

4. I comuni che, entro la data di entrata in vigore della presente legge, abbiano presentato il documento preliminare del piano e del regolamento di cui all’articolo 27, comma 2, devono presentare la variante di adeguamento di cui al comma 3 dell’articolo 27 entro dodici mesi dalla sopraccitata data o congiuntamente a qualsiasi altra variante e modifica apportata precedentemente allo scadere del suddetto termine”.

Art. 17

(Modifiche all’articolo 23 l.r. 19/2002)

1. Al comma l dell'articolo 23 della legge regionale n. 19/2002, dopo le parole “Consiglio comunale” e prima delle parole “da realizzare”, sono inserite le seguenti: “nonché per eventuali interventi privati, nella minor parte e nella proporzione individuata dal REU”.

2. Alla lettera a), comma 3, dell'articolo 23 della legge regionale n. 19/2002, dopo le parole “la delimitazione” sono aggiunte le seguenti: “e le priorità di attuazione” e dopo le parole “Piano Strutturale Comunale”, sono inserite le seguenti: “gli indici di proporzione per gli interventi privati, ivi compresi gli indici edilizi e le destinazioni d'uso.”

3. Al comma 4 dell'articolo 23 della legge regionale n. 19/2002, dopo le parole “Il POT” e prima delle parole “deve essere”, sono inserite le seguenti: “per la parte relativa agli interventi pubblici o di interesse pubblico,”.

Art. 18

(Modifica all’articolo 24 l.r. 19/2002)

1. Dopo la lettera m), comma 3, dell'articolo 24 della legge regionale n. 19/2002 è inserita la seguente:

“n) le previsioni di termini e priorità entro i quali devono essere realizzate le opere di urbanizzazione primaria e secondaria ovvero ogni altra attrezzatura di interesse pubblico, facenti parte della convenzione. I termini prescritti non possono essere superiori a dieci anni e comunque devono essere proporzionati alla consistenza degli interventi.”

2. Dopo il comma 3 dell'articolo 24 della legge regionale n. 19/2002 sono aggiunti i seguenti commi:

“4. Per garantire la realizzazione delle finalità di cui al comma 1, lettera e), il PAU deve essere integrato dall’ apposita relazione per i manufatti da destinare a restauro, risanamento conservativo e consolidamento strutturale tra quelli individuati all’interno del PSC in adempimento del comma 5 dell’articolo 20, firmata da un tecnico abilitato esperto di cui all'articolo 69, comma 3, della presente legge.

5. I comuni che entro la data del 30 giugno 2011, abbiano approvato il P.A.U. di cui all’ articolo 30, comma 2, della presente legge, devono presentare la variante di adeguamento di cui all’articolo 30, comma 4, entro dodici mesi dalla sopraccitata data o congiuntamente a qualsiasi altra variante e modifica apportata precedentemente allo scadere del suddetto termine.”

Art. 19

(Modifica all’articolo 25 l.r. 19/2002)

1. Al comma 2 dell' articolo 25 della legge regionale n. 19/2002 dopo le parole “previsto dall’articolo 17”, sono abrogate le seguenti parole: “e la valutazione di sostenibilità di cui all'art 10 della presente legge” e sono inserite le seguenti: “e dall'articolo 10 della presente legge, e nel rispetto delle procedure indicate dal regolamento regionale inerente la VAS.”

Art. 20

(Modifica all’articolo 25 bis l.r.19/2002)

1. Al comma 2 dell’articolo 25 bis della legge regionale n. 19/2002, dopo le parole “redazione e gestione”, sono inserite le seguenti: ''fatto salvo il rispetto delle procedure indicate dal regolamento regionale inerente la VAS.”

Art. 21

(Modifiche all’articolo 26 l.r.19/2002)

1. Al comma l dell’articolo 26 della legge regionale n. 19/2002 dopo le parole “pianificazione paesaggistica”, sono inserite le seguenti: “fatto salvo il rispetto delle procedure indicate dal regolamento regionale inerente la VAS.”

2. Il comma 3 dell’articolo 26 della legge regionale n. 19/2002 è sostituito dal seguente:

“3. Il Consiglio provinciale elabora il documento preliminare del PTCP, sulla base degli atti regionali di programmazione e pianificazione, ove esistenti o, in mancanza, sulla base delle linee guida di cui all’articolo 17. Il documento preliminare, oggetto di valutazione in Conferenza di pianificazione ai sensi dell'articolo 13, comma 1, deve contenere, oltre al quadro conoscitivo, lo schema delle scelte pianificatorie elaborato in base a quanto previsto dall'articolo 18 ed il rapporto preliminare di cui al comma 1 dell’articolo 13 del Dlgs 152/2006 smi secondo i criteri di cui all’allegato 1 del medesimo Dlgs”.

3. Il comma 5 dell’articolo 26 della legge regionale n. 19/2002, è sostituito dal seguente:

“5. La Conferenza si conclude nel termine di centocinquanta giorni entro i quali:

a) gli enti ed i soggetti, i cui pareri non sono per legge vincolanti ed inibitori, possono presentare proposte e memorie scritte che il consiglio provinciale valuta in sede di adozione del PTCP di cui al comma 6, ove risultino pertinenti e coerenti all'oggetto del procedimento;

b) gli enti che per legge sono chiamati ad esprimere parere vincolante, devono esprimerlo preliminarmente entro quarantacinque giorni dalla convocazione, fatto salvo quanto differentemente previsto dal Dlgs 152/2006 smi, e dalla normativa regionale in materia, per i pareri inerenti la VAS. A tal fine l’autorità competente e gli altri soggetti competenti in materia ambientale forniscono i propri contributi per definire la portata ed il livello delle informazioni da includere nel Rapporto Ambientale. Se il parere prescrive modifiche, queste devono essere apportate dalla provincia entro i successivi quarantacinque giorni.

Infine, entro i termini di chiusura della conferenza di pianificazione devono essere emanati i pareri definitivi.”

4. Il comma 6 dell’articolo 26 della legge regionale n. 19/2002, è sostituito dal seguente:

“6. Alla conclusione favorevole della Conferenza di pianificazione, che può avvenire solamente dopo l'acquisizione di tutti i pareri obbligatori richiesti dalla normativa vigente, il documento preliminare del PTCP, deve essere completato ed implementato di tutti gli elementi che conferiscono allo stesso il requisito del perfezionamento dell'atto di pianificazione denominato Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP), che deve contenere le eventuali modifiche a seguito dei pareri e delle osservazioni espresse.”

5. Il comma 7 dell’articolo 26 della legge regionale n. 19/2002 è sostituito dal seguente:

“7. Il Consiglio provinciale, su proposta della Giunta, adotta il PTCP che, in copia, è trasmesso al Dipartimento Urbanistica della Regione, all’autorità competente ai fini VAS e, su supporto informatico, ai soggetti di cui al comma 4. Il PTCP adottato, unitamente al rapporto ambientale, viene depositato presso la sede della provincia e degli enti territoriali di cui al comma 4, per un periodo non inferiore a sessanta giorni dalla data di pubblicazione sul BUR dell'avviso dell'avvenuta adozione. Il PTCP, unitamente al rapporto ambientale, è pubblicato sul sito istituzionale dell’Ente. L'avviso deve contenere l'indicazione degli enti territoriali presso i quali il PTCP è depositato e dei termini entro cui se ne può prendere visione. Notizia dell'avvenuta adozione del PTCP è data, altresì, sui quotidiani a diffusione regionale ed attraverso qualsiasi forma ritenuta opportuna dalla Giunta provinciale.”

6. Il comma 8 dell’articolo 26 della legge regionale n. 19/2002, è modificato e così sostituito:

“8. Nel termine di cui al precedente comma 7, in conformità al comma 3 dell’articolo 14 del Dlgs 152/2006 smi chiunque può prendere visione del PTCP e del relativo rapporto ambientale e presentare proprie osservazioni in forma scritta, anche fornendo nuovi o ulteriori elementi conoscitivi e valutativi”.

7. Al comma 9 dell’articolo 26 della legge regionale n. 19/2002, dopo la parola “riscontro” e prima della parola “rilevando” è inserita la parola "vincolante" e dopo le parole “ove esistenti” sono aggiunte le seguenti: “nonché con gli interventi programmati o in fase di realizzazione di competenza statale o regionale nella provincia medesima, ovvero di province contermini i cui effetti ricadono sul territorio in esame.”

8. Il comma 10 dell'articolo 26 della legge regionale n. 19/2002 è modificato e così sostituito:

“10. Il Consiglio provinciale, nei novanta giorni successivi al ricevimento del riscontro di cui al precedente comma 9 da parte della Regione si determina in merito alle osservazioni pervenute ed adegua il PTCP sia alle eventuali prescrizioni da questa formulate sia sulla base del parere motivato ai fini VAS espresso dall’Autorità competente ai sensi dell’articolo 15 del Dlgs 152/2006 e smi Nello stesso termine si esprime in ordine alle osservazioni e alle proposte formulate dai soggetti di cui al precedente comma 6. La mancata determinazione nel termine indicato da parte della Giunta provinciale dei dovuti riscontri alle prescrizioni regionali ed ai contenuti delle osservazioni al PTCP, comporta l’automatico accoglimento, intendendosi quale silenzio-assenso, di quelle chiaramente identificabili sulle tavole di piano e/o nell’apparato normativo”.

8bis. Il comma 11 dell’articolo 26 della legge regionale n. 19/2002, è modificato e così sostituito:

“11. Successivamente all’approvazione del PTCP da parte del Consiglio provinciale, copia dello strumento e del rapporto ambientale unitamente agli atti di cui all’articolo 17 del Dlgs 152/2006 smi sono depositati per la libera consultazione presso la Provincia ed è trasmesso alle Amministrazioni di cui al comma 4. L’avviso dell’avvenuta approvazione del piano è pubblicato nel B.U.R.. Dell’approvazione è data altresì notizia con avviso sui quotidiani a diffusione regionale.

8ter. Dopo il comma 13 dell’articolo 26 della legge regionale n. 19/2002, è aggiunto un ulteriore comma 13bis):

“13bis) Il PTCP è soggetto al monitoraggio di cui all’articolo 18 del Dlgs 152/2006 smei, secondo modalità e forme ivi definitive, nonché secondo i regolamenti regionali in materia”.

Art. 22

(Modifiche all’articolo 27 l.r. 19/2002)

1. Al comma 1 dell'articolo 27 della legge regionale n. 19/2002, dopo le parole “relative varianti” sono inserite le seguenti: “fatto salvo il rispetto delle procedure indicate dal regolamento regionale afferente la VAS.”

2. Al comma 2 dell'articolo 27 della legge regionale n. 19/2002:

a) dopo le parole “pianificazione in vigore” è inserito il seguente periodo: “con i contenuti minimi del quadro conoscitivo in forma completa, redatto secondo gli standard di cui all'allegato A della presente legge, uno schema delle scelte strutturali e strategiche con le principali modalità d'uso del territorio, lo schema del REU esplicativo delle norme che si vogliono implementare, elaborati in base a quanto previsto dagli articoli 20 e 21, ed il rapporto preliminare di cui al comma 1 dell’articolo 13 del Dlgs 152/2006 smi secondo i criteri di cui all’allegato 1 del medesimo Dlgs.";

b) il periodo: “Il documento preliminare, oggetto di valutazione in Conferenza di Pianificazione ai sensi del comma 1 dell'articolo 13, dovrà contenere, oltre al quadro conoscitivo, lo schema delle scelte pianificatorie elaborato in base a quanto previsto dagli articoli 20 e 21 di cui all'articolo 10 della presente legge.” ed è sostituito dal seguente: "Al fine di contenere i costi economici a carico dei comuni, le copie in formato cartaceo dei Piani sono riservate esclusivamente in numero di una ciascuno ai competenti dipartimenti della Regione e della provincia. A tutti gli altri soggetti interessati al procedimento è consegnata o trasmessa una copia con firma digitale del progettista per tramite del comune.”.

3. Il comma 3 dell’articolo 27 della legge regionale n. 19/2002, è sostituito dal seguente: “La Conferenza si conclude entro il termine di centocinquanta giorni entro i quali:

a) gli enti ed i soggetti, i cui pareri non sono per legge vincolanti ed inibitori, possono presentare proposte e memorie scritte, che il Consiglio comunale valuta in sede di adozione del PSC di cui al comma 4, ove risultino pertinenti e coerenti all'oggetto del procedimento;

b) gli enti che per legge sono chiamati ad esprimere parere vincolante, devono esprimerlo preliminarmente entro quarantacinque giorni dalla convocazione, fatto salvo quanto differentemente previsto dal Dlgs 152/2006 smi, e dalla normativa regionale in materia, per i pareri inerenti la VAS. Se il parere contempla modifiche, queste devono essere apportate dal comune entro i successivi quarantacinque giorni. Gli elaborati, così modificati, devono essere trasmessi entro i trenta giorni successivi. In ogni caso entro i termini di conclusione della Conferenza di pianificazione devono essere emanati i pareri definitivi.

4. Il comma 3 bis dell'articolo 27 della legge regionale n. 19/2002 è abrogato.

5. Il comma 4 dell'articolo 27 della legge regionale n. 19/2002 è sostituito dal seguente:

“4. Alla conclusione favorevole della Conferenza di pianificazione, che può avvenire solamente dopo l'acquisizione dei pareri obbligatori previsti dalla normativa vigente, il documento preliminare ed il REU, devono essere completati ed implementati di tutti gli elementi che conferiscono allo stesso il requisito del perfezionamento dell'atto di pianificazione denominato Piano Strutturale Comunale (PSC), che deve contenere le eventuali modifiche intervenute a seguito dei pareri e delle osservazioni espresse. "

6. Il comma 4 bis dell’articolo 27 della legge regionale n. 19/2002 è sostituito dal seguente:

“4 bis. Il Consiglio comunale, su proposta della Giunta, adotta il PSC/PSA che, in separate copie, viene trasmesso al Dipartimento Urbanistica della Regione e della provincia, all’autorità competente ai fini VAS e, su supporto informatico, ai soggetti di cui al comma 2. Il Piano adottato, unitamente al rapporto ambientale, è depositato presso la sede del comune per sessanta giorni dalla pubblicazione sul BURC dell'avviso dell'avvenuta adozione. L'avviso deve contenere l'indicazione dell'ente presso il quale il PSC è depositato e dei termini entro i quali se ne può prendere visione. Notizia dell'avvenuta adozione del PSC è data, altresì, su almeno un quotidiano a diffusione regionale. Il PSC/PSA è inoltre pubblicato sul sito istituzionale del comune.”

7. Dopo il comma 4 bis dell’articolo 27 della legge regionale n. 19/2002 è aggiunto il seguente:

“4 ter. La Regione e la provincia, entro i successivi novanta giorni dal ricevimento del PSC/PSA adottato, verificano la conformità e la coerenza con i rispettivi QTR e PTCP e:

a) nel caso di conformità e coerenza con gli strumenti sovraordinati, entro il termine perentorio succitato, ne danno comunicazione al comune, il quale predispone il PSC/PSA, completo di tutti gli elaborati prescritti, che, su proposta della Giunta comunale, è definitivamente approvato dal Consiglio comunale;

b) ove si riscontri grave ed immotivata incoerenza derivante dal mancato recepimento delle osservazioni e prescrizioni emanate in sede di Conferenza dei servizi sul D.P. con gli strumenti sovraordinati, ovvero ad uno solo di essi, entro i termini previsti dal presente comma, ne danno comunicazione affinché il comune, entro i successivi trenta giorni possa ristabilire gli elementi di coerenza necessari e trasmettere gli elaborati così adeguati ai dipartimenti competenti. Questi ultimi, entro il successivo termine perentorio di trenta giorni, rilasciano il parere definitivo. Decorsi infruttuosamente i termini di cui sopra, si intendono acquisiti positivamente i pareri definitivi della Regione e della provincia. Ottenuti i pareri, il comune predispone il PSC/PSA completo di tutti gli elaborati prescritti, che, su proposta della Giunta comunale, è definitivamente approvato dal Consiglio comunale.”

8. Al comma 5 dell’articolo 27 della legge regionale n. 19/2002 è modificato e così sostituito:

“5. Nel termine di cui al comma 4bis, in conformità al comma 3 dell’articolo 14 del Dlgs 152/2006 smi chiunque può prendere visione del PSC e del relativo rapporto ambientale e presentare proprie osservazioni in forma scritta, anche fornendo nuovi o ulteriori elementi conoscitivi e valutativi”.

9. Il comma 6 dell’articolo 27 della legge regionale n. 19/2002 è sostituito dal seguente :

"6. Nel caso di assenza di osservazioni e proposte, il comune ne dà atto con apposita deliberazione di consiglio comunale entro trenta giorni dalla scadenza del termine di deposito di cui al comma 5 ed il Piano entra in vigore dal giorno successivo.”

10. Il comma 7 dell’articolo 27 della legge regionale n. 19/2002 è sostituito dal seguente:

“7. Solamente nel caso in cui pervengano osservazioni e proposte di cui al comma 5, il consiglio comunale, in apposita seduta, dopo idonea istruttoria tecnica, esamina le osservazioni e le proposte pervenute e con espressa motivazione le accoglie o le rigetta.”

11. Il comma 7 bis dell’articolo 27 della legge regionale n. 19/2002 è sostituito dal seguente:

“7bis. Il Consiglio comunale:

a) nel caso di rigetto motivato delle osservazioni, applica il comma 6;

b) nel caso di accoglimento totale o parziale di osservazioni, il comune, entro i trenta giorni successivi alla delibera del consiglio comunale relativa alla nuova adozione, con l'accoglimento delle medesime osservazioni, trasmette il Piano così modificato ai competenti dipartimenti della Regione e della provincia i quali, entro il termine perentorio di novanta giorni dal ricevimento del PSC/PSA, verificano la coerenza con i rispettivi QTR e PTCP. Se Regione e provincia riscontrano grave ed immotivata incoerenza derivante dal recepimento delle osservazioni di cui al comma 5 con gli strumenti sovraordinati, ovvero ad uno solo di essi, ne danno immediata comunicazione al comune affinché, entro i successivi trenta giorni, possa ristabilire gli elementi di coerenza necessari e trasmettere gli elaborati così adeguati ai dipartimenti competenti. Questi ultimi, entro il successivo termine perentorio di trenta giorni rilasciano il parere definitivo. Decorsi infruttuosamente i termini di cui sopra, il comune predispone il PSC/PSA completo di tutti gli elaborati prescritti che, su proposta della Giunta comunale, è definitivamente approvato dal consiglio comunale.”

12. Dopo il comma 7 bis dell’articolo 27 della legge regionale n. 19/2002 è aggiunto il seguente comma:

“7 ter. Il provvedimento di approvazione del Piano Strutturale e del REU deve contenere le informazioni dettagliate delle osservazioni e proposte pervenute e l’espressa motivazione delle determinazioni conseguentemente adottate nonché il parere motivato di approvazione espresso dall'autorità competente per la VAS.”

13. Dopo il comma 7 ter dell’articolo 27 della legge regionale n.19/2002 è aggiunto il seguente comma:

“7 quater. L'eventuale adeguamento del PSC/PSA alle prescrizioni della Regione o della provincia a seguito dell'esame del PSC/PSA con recepimento delle osservazioni, comporta una nuova pubblicazione solo se le modifiche rivestono carattere sostanziale all’impostazione urbanistica generale, all’impianto delle norme e ai principi posti alla base della strategia del Piano.”

14. Il comma 8 dell’articolo 27 della legge regionale n. 19/2002 è modificato e così sostituito:

“8. Successivamente all’approvazione del PSC da parte del Consiglio comunale, una copia integrale del piano approvato è trasmessa alla Regione e alla Provincia secondo le modalità ed i tempi di cui all’articolo 8, comma 8, della presente legge. Il PSC ed il rapporto ambientale unitamente agli atti di cui all’articolo 17 del Dlgs 152/2006 smi sono depositati presso il Comune per la libera consultazione. L’avviso dell’avvenuta approvazione del piano e del suo deposito viene pubblicato sul B.U.R.. Della stessa approvazione e avvenuto deposito è data altresì notizia con avviso su almeno un quotidiano a diffusione regionale”.

14bis. Dopo il comma 10 dell’articolo 25 della legge regionale n. 19/2002, è aggiunto un ulteriore comma 10 bis):

“10 bis). Il PSC è soggetto al monitoraggio di cui all’articolo 18 del Dlgs 152/2006 smi, secondo modalità e forme ivi definite, nonché secondo i regolamenti regionali in materia”.

Art. 23

(Modifiche all’articolo 27 bis l.r. 19/2002)

1. Il comma 2 dell’articolo 27 bis della legge regionale n. 19/2002, è sostituito dal seguente:

"I comuni associati, ciascuno per il territorio di propria competenza, formulano le linee guida della strategia comunale dopo le previste procedure di partecipazione popolare, tenendo conto delle caratteristiche storico-urbanistiche, sociali, economiche, ambientali degli altri comuni che compongono l'associazione. Le linee guida, una volta condivise attraverso percorsi di partecipazione da parte dei comuni associati, costituiscono le linee guida complessive. Sulla base di esse, l'Ufficio Unico, in proprio, ovvero a mezzo di professionisti all’uopo incaricati, procede alla elaborazione del documento preliminare del Piano Strutturale e del regolamento, secondo quanto previsto dall’articolo 27, che viene adottato da parte di tutti i comuni dell'associazione e successivamente esaminato in apposita Conferenza di pianificazione, convocata secondo le modalità previste dall'articolo 27, comma 2, della presente legge e dal protocollo di intesa.”

2. Al comma 4 dell'articolo 27 bis della legge regionale n. 19/2002, dopo la parola “deposito” sono inserite le seguenti: "contestualmente presso tutti i comuni dell’associazione.”

Art. 24

(Modifiche all’articolo 28 l.r. 19/2002)

1. Il comma 2 dell'articolo 28 della legge regionale n. 19/2002 è sostituito dal seguente:

“2. Se i comuni non provvedono allo svolgimento delle attività di cui al comma 1, nei termini e nelle modalità previste dalla presente legge, vi provvede, in via sostitutiva, la provincia territorialmente competente a mezzo di commissari ad acta nominati per l’espletamento di tutti gli atti e i procedimenti amministrativi di competenza comunale inerenti le attività di cui al comma 1, sino all’approvazione definitiva dello strumento urbanistico. Il numero dei commissari ad acta è definito in funzione del numero degli abitanti al momento dell’esercizio del potere sostitutivo, ovvero uno per i comuni con popolazione inferiore a 15.000 abitanti e due per i comuni con popolazione superiore.”

2. Alla lettera b), comma 3, dell’articolo 28 della legge regionale n. 19/2002 dopo la parola "elemento" sono aggiunte le seguenti parole: “ovvero di avviare le procedure per l'espletamento”.

3. La lettera d), comma 3, dell'articolo 28 della legge regionale n. 19/2002 è sostituita dalla seguente: “d) i commissari ad acta, qualora il personale dell'amministrazione provinciale non sia sufficiente o disponibile, possono essere scelti anche tra i funzionari con profilo tecnico appartenenti ad altre amministrazioni pubbliche previa verifica e richiesta della provincia medesima.”

Art. 25

(Modifiche all’articolo 29 l.r. 19/2002)

1. Al comma 2 dell' articolo 29 della legge regionale n. 19/2002 dopo la parola “PSC” è inserita la parola “PSA”.

2. Il comma 3 dell’articolo 29 della legge regionale n. 19/2002 è sostituito dal seguente:

“3. Il POT è adottato dal Consiglio e successivamente depositato presso la sede comunale per sessanta giorni successivi alla data di pubblicazione dell’atto di adozione sul BUR. Il POT deve essere pubblicato sul sito istituzionale del comune. L’avviso deve contenere l’indicazione della sede presso la quale il piano è depositato e dei termini entro cui se ne può prendere visione. Notizia dell’avvenuta adozione del POT è data, altresì, su almeno un quotidiano a diffusione regionale ed attraverso qualsiasi forma ritenuta opportuna dalla giunta comunale.”

2bis. Il comma 4 dell’articolo 29 della legge regionale n. 19/2002, è modificato e così sostituito:

“4. Osservazioni al POT, entro i termini di deposito di cui al comma 3, possono essere presentate in forma scritta da chiunque, anche fornendo nuovi o ulteriori elementi conoscitivi e valutativi”.

3. Al comma 5 dell'articolo 29 della legge regionale n. 19/2002, dopo la parola “ricevimento” le parole “è tenuta a dare riscontro formulando osservazioni ovvero individuando eventuali difformità del piano rispetto ai contenuti prescrittivi del PTCP e degli altri strumenti della pianificazione provinciale.” sono sostituite dalle seguenti: “è tenuta a dare riscontro formulando osservazioni in merito ad eventuali gravi ed immotivate difformità ed incoerenze con il PSC/PSA e PTCP”.

4. Al comma 8 dell'articolo 29 della legge regionale n. 19/2002 è soppresso il seguente periodo: “Della stessa approvazione è data altresì notizia con avviso su almeno un quotidiano a diffusione regionale.”

5. Dopo il comma 9 dell'articolo 29 della legge regionale n. 19/2002 è aggiunto il seguente:

"10. In conformità al comma 8 dell’articolo 5 del Dlgs 70/2011 convertito con modificazioni dalla legge di conversione 106/2011, il POT non è sottoposto a valutazione ambientale strategica né a verifica di assoggettabilità qualora non comporti variante ed il PSC, già sottoposto a VAS, in sede di valutazione ambientale strategica definisca l’assetto localizzativo delle nuove previsioni e delle dotazioni territoriali, gli indici di edificabilità, gli usi ammessi e i contenuti piani volumetrici, tipologici e costruttivi degli interventi, dettando i limiti e le condizioni di sostenibilità ambientale delle trasformazioni previste. Nei casi in cui POT comporti varante allo strumento sovraordinato, la valutazione ambientale strategica e la verifica di assoggettabilità sono comunque limitate agli aspetti che non sono stati oggetto di valutazione sul PSC, e si applica quanto disposto dal Dlgs 152/2006 smi e dalla normativa regionale in materia”.

Art. 26

(Modifica all’articolo 30 l.r. 19/2002)

1. Al comma 6 dell'articolo 30 della legge regionale n. 19/2002 dopo la parola “Provincia” sono inserite le seguenti: “ed alla Regione”.

1bis. Il comma 5 dell’articolo 30 della legge regionale n. 19/2002, è modificato e così sostituito:

“5. Osservazioni al PAU, entro i termini di deposito di cui al comma 3, possono essere presentate in forma scritta di chiunque, anche fornendo nuovi o ulteriori elementi conoscitivi e valutativi”.

1ter. Dopo il comma 11 dell’articolo 30 della legge regionale n. 19/2002 è aggiunto un ulteriore comma 11bis:

“11bis. In conformità al comma 8 dell’articolo 5 del DL 70/2011 convertito con modificazioni dalla legge di conversione 106/2011, il PAU non è sottoposto a valutazione ambientale strategica né a verifica di assoggettabilità qualora non comporti variante ed il PSC, già sottoposto a VAS, in sede di valutazione ambientale strategica definisca l’assetto localizzativo delle nuove previsioni e delle dotazioni territoriali, gli indici di edificabilità, gli usi ammessi e i contenuti piani volumetrici, tipologici e costruttivi degli interventi, dettando i limiti e le condizioni di sostenibilità ambientale delle trasformazioni previste. Nei casi in cui il PAU comporti varante allo strumento sovraordinato, la valutazione ambientale strategica e la verifica di assoggettabilità sono comunque limitate agli aspetti che non sono stati oggetto di valutazione sul PSC, e si applica quanto disposto dal Dlgs 152/2006 smei e dalla normativa regionale in materia”.

1quater. Dopo il comma 11 dell’articolo 30 della legge regionale n. 19/2002 è aggiunto un ulteriore comma 11ter:

“11ter. In conformità alla lettera b) del comma 13 dell’articolo 5 del DL 70/2011 così come modificato dalla legge di conversione 106/2011, qualora il PAU non comporti variante agli strumenti urbanistici, sia in coerenza con POT e compatibile con le relative VAS, le attività di adozione, approvazione nonché le determinazioni in merito alle osservazioni, di cui ai commi precedenti, spettano alla Giunta comunale”.

Art. 27

(Modifica all’articolo 34 l.r. 19/2002)

1. Dopo la lettera p) del comma 6 dell'articolo 34 della legge regionale n. 19/2002 è aggiunta la seguente:

“q) una relazione tecnica, firmata da un tecnico abilitato esperto di cui all'articolo 69, comma 3, della presente legge, che individui e definisca, per gli edifici e gli ambiti individuati all’interno del PSC in adempimento del comma 5 dell’articolo 20, le caratteristiche di intervento edilizio, con opere di restauro, risanamento conservativo.”

2. Dopo il comma 6 dell’articolo 34 della legge regionale n. 19/2002 è aggiunto il seguente:

“6 bis. I comuni che, entro la data di entrata in vigore della presente legge, abbiano approvato il P.R.U. in conformità all’articolo 34, comma 7, della presente legge, devono presentare la variante di adeguamento di cui alla lettera q) del comma 6 entro dodici mesi dalla sopraccitata data o congiuntamente a qualsiasi altra variante e modifica apportata precedentemente allo scadere del suddetto termine”.

Art. 28

(Modifica all’articolo 48 l.r. 19/2002)

1. Il comma 4 dell'articolo 48 della legge regionale n. 19/2002 è sostituito dal seguente:

“4. I comuni della Calabria, entro centottanta giorni dalla pubblicazione del disciplinare, redigono ed adottano un Piano del centro storico, che pur rispettando i principi contenuti, detta ulteriori particolari norme tendenti a salvaguardare i caratteri storico-culturali tipici. In assenza del Piano del centro storico e di norme simili all'interno del PSC/PSA, i comuni applicano le norme minime di cui al disciplinare, come strumentazione urbanistica di salvaguardia che sostituisce, per le parti in contrasto, la normativa urbanistica vigente nel comune.”

Art. 29

(Modifica all’articolo 49 l.r. 19/2002)

1. Il comma 4 dell'articolo 49 della legge regionale n. 19/2002 è sostituito dal seguente:

“4. Al fine di preservare il territorio da nuove edificazioni, il recupero a fini abitativi dei sottotetti ed il riutilizzo ad uso terziario/commerciale dei piani seminterrati ed interrati è ammesso, per le aree urbanizzate, per i fabbricati realizzati prima dell'entrata in vigore della legge urbanistica regionale. Al di fuori di tale caso, la possibilità è dettata dalle previsioni dei PSC, all’interno dei quali i comuni posso definire perimetrazioni nelle quali siano permessi il recupero ed il riutilizzo di cui al capoverso precedente. Nei sottotetti i volumi trasformabili non possono eccedere il 25% del volume urbanistico dell' edificio cui l'intervento si riferisce. Le attività di recupero dei sottotetti e di riutilizzo dei semi interrati ed interrati ad uso terziario/commerciale, non sono consentite qualora questi non siano conformi alle vigenti norme in materia energetica ed impiantistica. In tal caso le attività di recupero e riutilizzo, per i soli volumi oggetto di recupero e riutilizzo, sono svolte previo adeguamento alla vigente normativa energetica, impiantistica ed antisismica.”

Art. 30

(Modifica all’articolo 50 l.r. 19/2002)

1. Dopo il comma 6 dell'articolo 50 della legge regionale n. 19/2002 è aggiunto il seguente:

“6 bis. Nei comuni, i cui strumenti urbanistici rientrano nella fattispecie dell'articolo 65, comma 2, la destinazione a zona agricola si intende estesa a tutti i suoli ricadenti al di fuori delle zone A, B, D, F, e C lottizzate così come previsto dal comma 2 dell’articolo 65.”

Art. 31

(Modifica all’articolo 51 l.r. 19/2002)

1. Dopo la lettera c) del comma 3 dell’articolo 51 della legge regionale n. 19/2002 è aggiunta la seguente lettera: “d) ogni attività di deposito, smaltimento e lavorazione di rifiuti non derivante dall’attività agricola o da attività ad esse complementari situate all’interno di zone agricole con coltivazioni o elaborazioni di prodotti agroalimentari di pregio con tutela o marchio di qualità, con particolare riguardo per le zone ricadenti in distretti rurali o agroalimentari di qualità.”

Art. 32

(Modifica all’articolo 52 l.r. 19/2002)

1. Il comma 2 dell'articolo 52 della legge regionale n. 19/2002 è sostituito dal seguente:

“2. Le strutture a scopo residenziale, al di fuori dei piani di utilizzazione aziendale o interaziendale, salvo quanto diversamente e più restrittivamente indicato dai PSC, dai piani territoriali o dalla pianificazione di settore, sono consentite entro e non oltre gli standard di edificabilità di 0,013 mq su mq di superficie utile. Per le sole attività di produttività e di trasformazione e/o commercializzazione di prodotti agricoli coltivati anche nel medesimo fondo, l’indice non può superare 0,1 mq su mq. Il lotto minimo è rappresentato dall’unità aziendale minima definita dal REU, e comunque non inferiore a 10.000 mq così come prescritto dalla Linee Guida della Pianificazione Regionale, fatte salve eventuali superfici superiori prescritte dai comuni.”

Art. 33

(Modifica all’articolo 54 l.r. 19/2002)

1. Al comma 1 dell'articolo 54 della legge regionale n. 19/2002 dopo la parola “territoriali” sono aggiunte le seguenti: “e va applicata in tutti gli ambiti di pianificazione e si occupa altresì dell'applicazione degli incentivi di cui all'articolo 37 bis dei programmi di bonifica urbanistica, delle compensazioni e degli incentivi in genere.”

Art. 34

(Modifiche all’articolo 61 l.r. 19/2002)

1. Al comma 1 dell’articolo 61 della legge regionale n. 19/2002 dopo il numero 8 è inserito il numero “7,” e dopo il numero 32 sono inseriti i numeri “, 39, 40,”.

Art. 35

(Modifiche all’articolo 65 l.r. 19/2002)

1. La lettera b), comma 2, dell'articolo 65 della legge regionale n. 19/2002 è sostituita dalla seguente:

“b) per i comuni dotati di PRG che non hanno avviato la procedura di redazione del Piano Strutturale decadono tutte le previsioni di detto strumento riguardanti le aree esterne al perimetro dei suoli urbanizzati definiti negli strumenti urbanistici vigenti come il perimetro delle aree aventi destinazione di zona A, B, D, F e per la zona C ricadente all’interno di centri abitati e delle zone C individuate dai medesimi strumenti per le quali sono inoltrate le richieste di approvazione dei piani di lottizzazione. A tutte le previsioni del precedente strumento urbanistico, eccetto le succitate zone, viene estesa la destinazione agricola. Sono fatte salve le previsioni di tutti gli ambiti territoriali comunque denominati nei quali siano approvati piani di attuazione, ivi comprensivi i Piani Comunali di Spiaggia anche in itinere, le aree destinate ad interventi di edilizia sociale (social housing) di cui all’articolo 5 della legge regionale n. 36/2008, nonché la definizione di tutte le richieste di attività edilizia con procedimenti avviati, pervenute ai rispettivi comuni e relative a tutte le zone omogenee previste dal medesimo strumento sino alla data di adozione dello strumento generale (PSC/PSA);”

2. Dopo la lettera c), comma 2, dell'articolo 65 della legge regionale n. 19/2002, è aggiunta la seguente:

“d) per i comuni che non hanno adottato il Piano Strutturale Comunale entro sessantasei mesi dall'entrata in vigore delle Linee Guida della pianificazione regionale, ovvero il 19/06/2012, si applica quanto previsto dall'articolo 28 della presente legge.”

3. Al III capoverso, comma 2, dell'articolo 65 della legge regionale n. 19/2002, dopo le parole “Autorità di vigilanza sui contratti pubblici” è soppresso il seguente periodo: “Per i comuni che entro il termine ultimo fissato nel secondo capoverso, lettere a) e c) non abbiano adottato il piano strutturale, il Dipartimento Urbanistica e Governo del Territorio della Regione provvede a revocare gli eventuali contributi che siano stati concessi per la redazione degli strumenti urbanistici.”

4. Al V capoverso, comma 2, dell’articolo 65 della legge regionale n. 19/2002, è soppresso il seguente periodo: “La verifica del non contrasto va eseguita in base ai criteri indicati dalle Linee Guida”.

5. Al VII capoverso, comma 2, dell'articolo 65 della legge regionale n. 19/2002 dopo la parola “Fino”, la parola “all'approvazione” è sostituita dalla seguente: “all’adozione”.

6. All’VIII capoverso, comma 2, dell’articolo 65 della legge regionale n. 19/2002, dopo le parole “destinazione d'uso originaria” sono aggiunte le seguenti parole: “e la conseguente immediata demolizione delle opere sino ad allora realizzate.”

7. Il comma 6 dell'articolo 65 della legge regionale n. 19/2002 è abrogato.

8. Il numero del comma 7 dell’articolo 65 della legge regionale n. 19/2002 viene sostituito dal numero “6”.

9. Il numero del comma 8 dell’articolo 65 della legge regionale n. 19/2002 viene sostituito dal numero “7”.

Art. 36

(Modifiche all’articolo 68 l.r. 19/2002)

1. Al comma 1 dell'articolo 68 della legge regionale n. 19/2002:

a) dopo le parole “supporto tecnico” sono inserite le seguenti: “di consulenza”;

b) dopo la parola “urbanistica” sono inserite le seguenti: “attraverso l'attività di accompagnamento alla redazione dei Piani.”

2. Al comma 2 dell'articolo 68 della legge regionale n. 19/2002 dopo la parola “legge” sono inserite le seguenti: “nei limiti e nelle forme di volta in volta disponibili.”

3. Al comma 3 dell'articolo 68 della legge regionale n. 19/2002, dopo la parola “comuni” sono aggiunte le seguenti: “ammessi in riferimento alla disponibilità economica.”

Art. 37

(Modifiche all’articolo 69 l.r. 19/2002)

1. Dopo il comma 3 dell'articolo 69 della legge regionale n. 19/2002 è aggiunto il seguente comma:

"3 bis. Gli esperti previsti nel comma 3 devono inoltre redigere apposita relazione nei seguenti casi:

a) integrazione del PSC, di cui al comma 5 dell'articolo 20;

b) rilascio del permesso di costruire e D.I.A., di cui al comma 3 dell'articolo 21;

c) integrazione del PAU, di cui al comma 4 dell'articolo 24;

d) integrazione del progetto PRU, previsto dal comma 6 dell'articolo 34 della presente legge”.

Art. 38

(Modifiche all’articolo 71 l.r. 19/2002)

1. Dopo il comma 1 dell'articolo 71 della legge regionale n. 19/2002 è aggiunto il seguente comma:

“2. La modalità di costituzione in forma associata è obbligatoria per i comuni facenti parte di un PSA, per i comuni costituenti uno Sportello Unico per le attività produttive Associato ed i piccoli comuni con popolazione inferiore ai cinquemila abitanti. I comuni, entro sei mesi dall'approvazione della presente legge, decidono la loro collocazione in uno Sportello Unico Associato e verificano ogni due anni l'eventuale ricollocazione.”

Art. 39

(Articolo 71 bis)

1. Dopo l'articolo 71 della legge regionale n. 19/2002 è aggiunto il seguente:

“Art. 71 bis

(Ufficio del Piano)

1. Le amministrazioni comunali, al fine di provvedere alla formazione e gestione della strumentazione urbanistica generale e di dettaglio, oltre alla definizione dei programmi complessi, nell'ambito della propria autonomia organizzativa provvedono, anche mediante l'esercizio in forma associata, alla formazione dell'Ufficio del Piano. La modalità di costituzione in forma associata è obbligatoria per i comuni facenti parte di un PSA e per i piccoli comuni con popolazione inferiore ai tremila abitanti.

2. Alcune specifiche azioni di pianificazione possono prevedere la creazione di un Ufficio gestionale, all'interno dell'Ufficio del Piano, come soggetto promotore pubblico-privato, costituito con la prevalenza della componente pubblica dell’amministrazione promotrice e con la rappresentanza di operatori economici e di fondazioni. All'Ufficio gestionale spetta l'assunzione delle principali scelte di intervento di natura prevalentemente strategico-urbanistico e di sottoporre il progetto all’approvazione del soggetto amministrativo decisionale.

3. L'Ufficio del Piano gestisce il sistema informativo cartografico, con sistemi compatibili con il SITO regionale, aggiorna il quadro conoscitivo, monitorizza i dati territoriali e ambientali di riferimento della VAS, anche al fine di fornire servizi e dati per gli altri servizi comunali.”

Art. 40

(Pubblicazione)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

(Allegati)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 39/9^, recante: “Conto Consuntivo del Consiglio regionale dell'esercizio finanziario 2008” (Del. n. 210)

“Il Consiglio regionale

Vista la relazione relativa all'approvazione del conto consuntivo dei fondi del Consiglio regionale per l'esercizio finanziario 2008 nelle seguenti, risultanze:

QUADRO RIASSUNTIVO DELLA GESTIONE FINANZIARIA ESERCIZIO 2008

FONDO DI CASSA AL 31/12/2007                                                                    34.187,529,50

riscossioni (+)                                       19.625.004,50            72.420.159,42        92.045,163,92

pagamenti (-)                                                    8.964.108,29              71.055.112,31        80.019.220,60

Fondo di cassa al 31.12.2008                                                                                46.213.472,82

Pagamenti per azioni esecutive non

regolarizzate al 31.12.2008                                                                                                     275.995,54

DIFFERENZA                                                                                                                 45.937.477,28

Residui attivi (+)                                                         0,00               24.415.000,00        24.415.000,00

Residui passivi (-)                                            25.968.732,14          26.846.257,64        52.814.989,78

DIFFERENZA                                                                                                                -28.399.989,78

AVANZO (+) O DISAVANZO (-)                                                                                17.537.487,50

 

VISTA la deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 33 del 23 giugno 2009, relativa all'approvazione del conto consuntivo di cui trattasi;

VISTO il Regolamento interno di amministrazione e contabilità del Consiglio regionale;

Delibera

di approvare il conto consuntivo relativo ai fondi del Consiglio regionale per l'esercizio finanziario 2008 nelle risultanze finali sopra riportate”.

Proposta di provvedimento amministrativo numero 41/9^, recante Conto Consuntivo del Consiglio regionale dell'esercizio finanziario 2009(Del. n. 211)

“Il Consiglio regionale

Vista la relazione relativa all'approvazione del conto consuntivo dei fondi del Consiglio regionale per l'esercizio finanziario 2009 nelle seguenti, risultanze:

QUADRO RIASSUNTIVO DELLA GESTIONE FINANZIARIA ESERCIZIO 2009

                                                                        RESIDUI               COMPETENZA

FONDO DI CASSA AL  1/1/2009                                                                                  45.937.447,28

riscossioni (+)                                       20.350.000,00             75.328.550,92        95.678.550,92

pagamenti (-)                                                    15.756.897,68            76.371.603,81        92.128.501,49

Fondo di cassa al 31.12.2009                                                                                             49.487.526,71

Pagamenti per azioni esecutive non

regolarizzate al 31.12.2009                                                                                                                 0,00

DIFFERENZA                                                                                                                 49.487.526,71

Residui attivi (+)                                              4.065.000,00   19.680.509,63                   23.745.509,63

Residui passivi (-)                                            30.766.515,97            33.750.190,89        64.516.706,86

DIFFERENZA                                                                                                               - 40.771.197,23

                                                         AVANZO (+) O DISAVANZO (-)                          8.716.329,48

 

VISTA la deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 7 del 10 febbraio 2010, relativa all'approvazione del conto consuntivo di cui trattasi;

VISTO il Regolamento interno di amministrazione e contabilità del Consiglio regionale;

Delibera

di approvare il conto consuntivo relativo ai fondi del Consiglio regionale per l'esercizio finanziario 2009 nelle risultanze finali sopra riportate”.

Proposta di provvedimento amministrativo numero 128/9^, recanteConto Consuntivo del bilancio del Consiglio regionale, relativo all'esercizio finanziario 2010(Del. n. 212)

“Il Consiglio regionale

Vista la relazione relativa all'approvazione del conto consuntivo dei fondi del Consiglio regionale per l'esercizio finanziario 2010 nelle seguenti, risultanze:

QUADRO RIASSUNTIVO DELLA GESTIONE FINANZIARIA ESERCIZIO 2010

                                                                       RESIDUI               COMPETENZA

FONDO DI CASSA AL  1/1/2010                                                                                  49.487.526,71

riscossioni (+)                                       19.515.000,00            74.068.472,60        93.583.472,60

pagamenti (-)                                                    22.644.134,07            77.939.731,28      100.583.865,35

Fondo di cassa al 31.12.2010                                                                                            42.487.133,96

Residui attivi (+)                                              0,00                            20.951.000,00        20.951.000,00

Residui passivi (-)                                            34.937.635,99            19.453.131,01        54.390.767,00

DIFFERENZA                                                                                                                 -33.439.767,00

                                      AVANZO (+) O DISAVANZO (-)                                  9.047.366,96

VISTA la deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 18 del 20 aprile 2011, relativa all'approvazione del conto consuntivo di cui trattasi;

VISTO il Regolamento interno di amministrazione e contabilità del Consiglio regionale;

Delibera

di approvare il conto consuntivo relativo ai fondi del Consiglio regionale per l'esercizio finanziario 2010 nelle risultanze finali sopra riportate”.

Proposta di provvedimento amministrativo numero 169/9^, recanteConto Consuntivo del bilancio del Consiglio regionale, relativo all'esercizio finanziario 2011(Del. n. 213)

“Il Consiglio regionale

Vista la relazione relativa all'approvazione del conto consuntivo dei fondi del Consiglio regionale per l'esercizio finanziario 2011 nelle seguenti, risultanze:

QUADRO RIASSUNTIVO DELLA GESTIONE FINANZIARIA ESERCIZIO 2011

FONDO DI CASSA AL  1/1/2011                                                                                  42.487.133,96

riscossioni (+)                                       20.381.000,00            47.395.121,80        67.776.121,80

pagamenti (-)                                                    13.515.649,79            83.105.630,32        96.621.280,11

Fondo di cassa al 31.12.2011                                                                                            12.641.975,65

Residui attivi (+)                                                              0,00            50.604.606,03        50.604.606,03

Residui passivi (-)                                            26.337.989,79            21.259.584,88        47.597.574,67

DIFFERENZA                                                                                                                   3.007.031,36

                                                  AVANZO (+) O DISAVANZO (-)                               16.649.007,01

 

VISTA la deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 27 dell’11 aprile 2012, relativa all'approvazione del conto consuntivo di cui trattasi;

VISTO il Regolamento interno di amministrazione e contabilità del Consiglio regionale;

Delibera

di approvare il conto consuntivo relativo ai fondi del Consiglio regionale per l'esercizio finanziario 2011 nelle risultanze finali sopra riportate”.

Proposta di provvedimento amministrativo numero 186/9^, recante: “Variazione e contestuale assestamento del bilancio di previsione del Consiglio regionale per l'esercizio finanziario anno 2012” (Del. n. 214)

IL CONSIGLIO REGIONALE

 

  VISTO il documento contabile predisposto dal Servizio Bilancio e Ragioneria, relativo alla variazione e contestuale assestamento di bilancio del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2012, come emendato al capitolo 6 sub 504 e capitolo 10 sub 530, nelle risultanze appresso specificate:

 

ENTRATE

CAPITOLO 1

ARTICOLO

STANZIATO

AUMENTO STANZIAMENTO

DIMINUZIONE STANZIAMENTO

NUOVO STANZIAMENTO

10 Entrate derivanti dalla Giunta regionale (L.r. n. 3 del 14,02,1996 e ss.mm.ii.)

73.000.000,00

0,00

3.000.000,00

70.000.000,00

 

 

USCITE

 

CAPITOLO 4

 

SUB. - DESCRIZIONE

STANZIATO

AUMENTO STANZIAMENTO

DIMINUZIONE STANZIAMENTO

NUOVO STANZIAMENTO

 

120 Assegni fissi, indennità e contributi del pers. addetto alle strutt. ammin. del C.R.

13.000.000,00

0,00

3.000.000,00

10.000.000,00

 

AVANZO DI AMMINISTARZIONE 2011

16.649.007,01

 

 

 

 

 

CAPITOLO 2

SUB. - DESCRIZIONE

STANZIATO

AUMENTO STANZIAMENTO

DIMINUZIONE STANZIAMENTO

NUOVO STANZIAMENTO

71 - Spese per attività promozionali

185.000,00

50.000,00

 

235.000,00

72 - Patrocinio e contributi

135.000,00

50.000,00

 

185.000,00

80 - Spese per il cerimoniale

45.000,00

50.000,00

 

95.000,00

 

 

 

CAPITOLO 4

SUB. - DESCRIZIONE

STANZIATO

AUMENTO STANZIAMENTO

DIMINUZIONE STANZIAMENTO

NUOVO STANZIAMENTO

120 Assegni fissi e contributi del pers. addetto alle strutt. ammin. del C.R.

10.000.000,00

3.000.000,00

 

13.000.000,00

121 Rimborso Enti per personale comandato c/o Consiglio regionale

150.000,00

250.000,00

 

400.000,00

130 - Contributi obbligatori a carico dell'Ente

7.200.000,00

300.000,00

 

7.500.000,00

141 - Interventi assitenziali e provvidenze per il personale in servizio e loro famiglie. Asilo aziendale.

0,00

50.000,00

 

50.000,00

164 - Finanziamento società in house "Portanova Spa"

968.000,00

500.000,00

 

1.468.000,00

190 - Partecipazione a corsi di aggiornamento e formazione

75.000,00

25.000,00

 

100.000,00

210 - Spese accertamenti sanitarie

1.000,00

5.000,00

 

6.000,00

 

CAPITOLO 4

SUB. - DESCRIZIONE

STANZIATO

AUMENTO STANZIAMENTO

DIMINUZIONE STANZIAMENTO

NUOVO STANZIAMENTO

220 - Trattamento accessorio del personale addetto alle Strutture amministrative del Consiglio regionale

2.850.000,00

600.000,00

 

3.450.000,00

250- Spese per servizio sostitutivo di mensa

670.000,00

38.646,00

 

708.646,00

270 - Spese trattamento fisso ed accessorio personale Strutture Speciali

3.289.000,00

1.711.000,00

 

5.000.000,00

271 - Spese rimborso Enti personale comandato Strutture speciali

800.000,00

536.000,00

 

1.336.000,00

272 - Indennità di struttura dipendenti di ruolo del Consiglio regionale comandati presso Strutture speciali

845.000,00

140.000,00

 

985.000,00

280 - Indennità e rimborso spese per missioni.

205.000,00

70.000,00

 

275.000,00

281 - Premi incentivanti Strutture speciali

400.000,00

100.000,00

 

500.000,00

 

CAPITOLO 5

SUB. - DESCRIZIONE

STANZIATO

AUMENTO STANZIAMENTO

DIMINUZIONE STANZIAMENTO

NUOVO STANZIAMENTO

310 - Spese acquisto riviste e quotidiani

160.000,00

100.000,00

 

260.000,00

320 - Spese bilioteca Consiglio regionale, acquisto libri

60.000,00

40.000,00

 

100.000,00

330 - Spese ufficio: stampati, cancelleria ecc.

230.000,00

170.000,00

 

400.000,00

340 - Spese acquisto attrezzature informatiche

200.000,00

275.000,00

 

475.000,00

 

segue deliberazione n. 214

 

 

 

CAPITOLO 5

SUB. - DESCRIZIONE

STANZIATO

AUMENTO STANZIAMENTO

DIMINUZIONE STANZIAMENTO

NUOVO STANZIAMENTO

350 - Acquisto mobili, arredi, attrezzature

260.000,00

230.000,00

 

490.000,00

351 - Spese funzionamento Corecom Calabria

90.000,00

71.361,01

 

161.361,01

352 - Spese funzionamento Ufficio del Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza L.R. 28/2004

30.000,00

30.000,00

 

60.000,00

370 - Spese per inserzioni pubblicitarie su quotidiani

100.000,00

100.000,00

 

200.000,00

390 - Spese per la stampa ae spedizione Rivista Calabria

70.000,00

230.000,00

 

300.000,00

400 - Spese Manutenzione e gestione immobili e reti cablate

1.338.000,00

500.000,00

 

1.838.000,00

401 - Spese per opere di completamento, ampliamento sede Consiglio Regionale

500.000,00

652.000,00

 

1.152.000,00

460 - Spese per traslochi, trasporti e facchinaggio

15.000,00

5.000,00

 

20.000,00

 

CAPITOLO 6

SUB. - DESCRIZIONE

STANZIATO

AUMENTO STANZIAMENTO

DIMINUZIONE STANZIAMENTO

NUOVO STANZIAMENTO

480 - Compensi, onorari e spese legali.                                                                                                                                         

70.000,00

100.000,00

 

170.000,00

481 - Compensi e rimborsi ai Componenti Corecom                                                                                                                                       

170.000,00

20.000,00

 

190.000,00

482 - Compensi Consulenti legali art.11 L.R.8/1996                                                                                                                              

220.000,00

50.000,00

 

270.000,00

483 - Compensi Responsabili D.E.C                                                                                                                              

72.000,00

30.000,00

 

102.000,00

485 - Compensi Incarichi D.Lgs. N. 81/2008, art.2                                                                                                                               

30.000,00

30.000,00

 

60.000,00

 

CAPITOLO 6

SUB. - DESCRIZIONE

STANZIATO

AUMENTO STANZIAMENTO

DIMINUZIONE STANZIAMENTO

NUOVO STANZIAMENTO

487 - Compensi Componenti Nucleo di Valutazione

160.000,00

20.000,00

 

180.000,00

489 - Compensi Componenti Commissioni gare

5.000,00

50.000,00

 

55.000,00

490 - Oneri a carico dell'Ente sulle prestazioni professionali

95.000,00

20.000,00

 

115.000,00

491 - Spese per manifestazioni, eventi speciali.                                                                                                                               

225.000,00

50.000,00

 

275.000,00

494 - Spese per manifestazioni, convegni, protocolli per la diffusione della cultura della legalità.

250.000,00

50.000,00

 

300.000,00

495 - Spese per sostegno e /o politiche sociali.

150.000,00

50.000,00

 

200.000,00

496 - Spese per sportello informativo su opportunità di utilizzo di fondi comunitari e bandi regionali.

0,00

100.000,00

 

100.000,00

504 - Contributi per stages art. 1 L.r. n.32/2010

2.260.000,00

1.800.000,00

 

4.060.000,00

 

CAPITOLO 9

SUB. - DESCRIZIONE

STANZIATO

AUMENTO STANZIAMENTO

DIMINUZIONE STANZIAMENTO

NUOVO STANZIAMENTO

520 - Spese per le attività e il funzionamento della Commissione reg. Pari Opportunità.      

98.000,00

200.000,00

0,00

298.000,00

 

CAPITOLO 10

SUB. - DESCRIZIONE

STANZIATO

AUMENTO STANZIAMENTO

DIMINUZIONE STANZIAMENTO

NUOVO STANZIAMENTO

530 - Restituzione alla G.R. di parte dell'avanzo di amministrazione

0,00

4.200.000,00

0,00

4.200.000,00

 

 

AVANZO DI AMMINISTRAZIONE 2011

 

16.649.007,01

CAPITOLO 2

 

150.000,00

CAPITOLO 4

 

7.325.646,00

CAPITOLO 5

 

2.403.361,01

CAPITOLO 6

 

2.370.000,00

TOTALE  ASSESTAMENTO TITOLO I

 

12.249.007,01

CAPITOLO 9

 

200.000,00

CAPITOLO 10

 

4.200.000,00

TOTALE  ASSESTAMENTO TITOLO II

 

4.400.000,00

IMPORTO ASSESTATO

 

16.649.007,01

 

vista la deliberazione dell’Ufficio di Presidenza n. 54 del 20 giugno 2012, concernente: “Variazione e contestuale assestamento del bilancio di previsione del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario anno 2012”;

visto il Regolamento interno di amministrazione e contabilità del Consiglio regionale;

Delibera

di approvare la variazione ed il contestuale assestamento del bilancio di previsione del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario anno 2012 nelle risultanze sopra indicate”.

Proposta di legge numero 360/9^ recante: “Collegato alla manovra finanziaria di assestamento del Consiglio regionale” (Del. n. 215)

Art. 1

(Finanziamento di leggi regionali con quota parte dell'avanzo di amministrazione del bilancio autonomo del Consiglio regionale)

1. Una quota parte dell'avanzo di amministrazione risultante dal rendiconto del bilancio autonomo del Consiglio regionale per l'esercizio finanziario 2011, approvato con deliberazione n. 213 del 3 agosto 2012, per un importo di euro 4.200.000,00,è restituita, nel corso dell'esercizio finanziario 2012, al bilancio della Giunta regionale per essere accertata e riscossa al capitolo 3601101 (UPB 3.4.03) dello stato di previsione dell'entrata ed essere destinata, dal lato della spesa, al finanziamento delle leggi regionali di seguito indicate:

a) per euro 1.000.000,00 alle attività di cui alla legge regionale 14 agosto 2008, n. 28 relativa alla realizzazione di progetti di politiche attive del lavoro, da allocare all'UPB 4.3.02.01 (capitolo 43020108) dello stato di previsione della spesa del bilancio 2012;

b) per euro 200.000,00 al finanziamento del fondo di solidarietà per le famiglie delle vittime di incidenti mortali sul luogo di lavoro di cui alla legge regionale 26 febbraio 2010, n. 11, da allocare all'UPB 6.2.01.02 (capitolo 62010210) dello stato di previsione della spesa del bilancio 2012;

c) per euro 500.000,00 al finanziamento dell'art. 6, comma 5, della legge regionale 28 giugno 2012, n. 27 inerente gli indennizzi a carico del bilancio regionale dovuti ai soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie e trasfusioni di cui alla legge 25 febbraio 1992, n. 210, non più finanziata con risorse statali, da allocare all'UPB 6.1.02.01 (capitolo 61020112) dello stato di previsione della spesa del bilancio 2012;

d) per euro 500.000,00 alla parziale copertura di quota parte dei debiti pregressi inerenti l'anno 2011 relativi alle provvidenze in favore di soggetti affetti da particolari patologie di cui alla legge regionale 29 marzo 1999, n. 8, da allocare all'UPB 6.1.02.01 (capitolo 61020111) dello stato di previsione della spesa del bilancio 2012;

e) per euro 1.000.000,00 al finanziamento delle prestazioni sociosanitarie erogate sul territorio regionale dalle strutture accreditate di cui all'art. 49 della legge regionale 23 dicembre 2011, n. 47, da allocare all'UPB 6.2.01.02 (capitolo 62010213) dello stato di previsione della spesa del bilancio 2012;

f) per euro 1.000.000,00 al fondo speciale di parte corrente utilizzato per far fronte agli oneri derivanti da provvedimenti legislativi che si perfezionano dopo l'approvazione del bilancio di cui alla tabella A allegata all'articolo 1 della legge regionale 23 dicembre 2011, n. 48 recante: "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2012 e pluriennale 2012-2014 (Legge finanziaria)".

2. La copertura finanziaria degli oneri di cui al comma 1 è garantita dallo stanziamento di euro 4.200.000,00 allocato al capitolo 530 della parte spesa del bilancio autonomo del Consiglio Regionale, assestato con deliberazione n. 214 del 3 agosto 2012.

3. La Giunta regionale è autorizzata ad apportare le necessarie modifiche ed integrazioni al documento tecnico di cui all'articolo 10 della legge regionale 8/2002.

Art. 2

(Programma Stages)

1. Una ulteriore quota parte dell'avanzo di amministrazione del bilancio autonomo del Consiglio regionale, per un importo di euro 1.800.000,00, è utilizzata per garantire la prosecuzione del percorso di inserimento occupazionale dei giovani già impegnati nel "Programma Stages" di cui all'art. 10 della legge regionale 11 agosto 2010, n. 23, come modificato dall'art. 1 della legge regionale 22 novembre 2010, n. 32, attraverso l'erogazione del contributo di euro 5.000,00 a stagista, per un periodo di sei mesi, in favore dei soggetti pubblici che abbiano stipulato con gli stessi giovani contratti di lavoro previsti dalla normativa vigente. La gestione delle attività in argomento è curata interamente dal Consiglio Regionale a valere sulle risorse allocate al capitolo 504 della parte spesa del bilancio autonomo del Consiglio Regionale, assestato con deliberazione n. 214 del 3 agosto 2012.

Art. 3

(Pubblicazione)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione .nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Proposta di legge numero 164/9^, recante: “Valorizzazione e promozione del termalismo in Calabria” (Del. n. 216)

Art. 1

Finalità della legge

1. Al fine di promuovere ed incentivare lo sviluppo termale, secondo quanto previsto dal comma 3 dell'articolo 1 della legge 24 ottobre 2000 n. 323 (Riordino del settore termale), la Regione può concedere contributi alle aziende termali di cui all'articolo 2 della medesima legge e a quelle ricettive componenti dette aziende o facenti capo a società dalle stesse controllate per la realizzazione delle seguenti iniziative:

a) nuove captazioni, razionalizzazione, ristrutturazioni e tutela delle esistenti opere di presa di acque minerali termali;

b) impianti e opere di adduzione, canalizzazione, sollevamento vasche, maturazione fanghi e quanto necessario al razionale sfruttamento delle sorgenti di acque minerali termali, nonché ammodernamento e integrazioni di quelle esistenti;

c) costruzione, ricostruzione, riconversione, ampliamento e ammodernamento di stabilimenti termali, compresi quelli integrati di strutture para-termali, fisiochinesi-terapiche e pneumoterapiche;

d) acquisto, adeguamento e integrazione degli impianti e delle apparecchiature medicali che impiegano acque minerali termali e delle apparecchiature medico-diagnostiche di laboratorio;

e) costruzione, trasformazione, ampliamento e ammodernamento di strutture ricettive e di servizio diretto degli stabilimenti termali;

f) ammodernamento o sostituzione degli arredi delle strutture di cui alla lettera e);

g) realizzazione di strutture per il tempo libero nell'ambito del complesso termale;

h) organizzazione e realizzazione di manifestazioni e di iniziative rivolte a promuovere e pubblicizzare il patrimonio idrotermale e le località termali;

i) pianificazione e realizzazione del piano regionale di settore di cui agli articoli 2, 3 e 4.

2. La Regione, al fine di valorizzare la qualità delle prestazioni termali, nel rispetto dell'articolo 9 della legge 24 ottobre 2000, n, 323, attiva iniziative di formazione professionale tese al conseguimento, presso enti pubblici e privati, delle necessarie qualifiche relative alle arti ausiliarie delle professioni sanitarie, quali operatore termale, massaggiatore, capo bagnino degli stabilimenti idroterapici e similari, disciplinandone profili e il percorso formativo.

3. Le iniziative di cui al comma 2 saranno attuate mediante la costituzione di un "Polo di Formazione e Ricerca" da localizzare all'interno dei territori termali prediligendo una localizzazione ad elevata accessibilità viaria in posizione baricentrica rispetto ai territorio regionale.

4. La Regione nell'ambito della promozione delle attività di formazione professionale nel campo dell'idrologia medica adotta un piano di aggiornamento culturale e professionale del personale sanitario delle Aziende sanitarie provinciali e di quello convenzionato.

5. La Regione, altresì, sostiene programmi e progetti di intervento atti a ottimizzare la fruibilità dei servizi connessi allo sfruttamento delle risorse termali a mezzo di appositi piani finanziari e incoraggiando le iniziative in comune tese a sviluppare distretti o filiere.

6. La Regione, al fine di favorire il conseguimento e l'aggiornamento delle certificazioni di qualità ambientale, istituisce appositi piani finanziari che sostengono iniziative in tal senso attuate da aziende termali, aziende ricettive e territori termali di cui al comma 1.

Art. 2

Comuni termali

1. Hanno la qualifica di Comuni termali: Lamezia Terme (CZ) (Terme di Caronte); Galatro (RC) (Terme di Galatro); Antonimina (RC) (Terme di Antonimina -Locri); Bivongi (RC) (I Bagni di Guida); Spezzano Albanese (CS) (Terme di Spezzano); Guardia Piemontese ed Acquappesa (CS) (Terme Luigiane); Cassano allo Jonio (CS) (Terme Sibarite); Cerchiara (CS) (Terme Grotte delle Ninfe); Cotronei (KR) (Terme di Ponte Coniglio).

Art. 3

Pianificazione e programmazione regionale dì settore

1. Ai fini della valorizzazione e del razionale utilizzo del patrimonio termale, la Giunta regionale promuove, ai sensi dell'articolo 25 della legge regionale 5 novembre 2009, n. 40, nel rispetto del Dlgs 152/2006 smi, la realizzazione di programmi di ricerca tecnico-scientifica, finalizzati alla conoscenza ed alla tutela delle risorse termali per la realizzazione di piani stralcio per bacini del settore delle acque minerali termali.

2. La Giunta, altresì, partecipa e sostiene manifestazioni fieristiche nazionali e internazionali, per come previsto dalla lettera h) dell'articolo 1.

3. La Giunta regionale, nell'ambito della promozione della ricerca tecnico-scentifica, sostiene la realizzazione di specifici progetti di ricerca applicata inerenti le cure e le terapie nel settore idrologico termale correlate alla caratterizzazione terapeutica delle risorse idrotermali presenti nel territorio regionale.

4. La promozione è realizzata attraverso il coinvolgimento delle aziende del settore anche per il tramite delle associazioni imprenditoriali dei concessionari, maggiormente rappresentative a livello nazionale e regionale, nonché degli enti locali nei cui territori sono presenti risorse termali.

5. I piani e i programmi sono finanziati con i contributi previsti dalla presente legge e sono attuati anche a mezzo di convenzioni da stipularsi con gli enti locali interessati e le associazioni rappresentative degli imprenditori del settore idrotermale.

6. Le modalità di finanziamento sono pubblicate in appositi bandi.

Art. 4

Contenuti del piano regionale di settore

1. I piani, di cui al comma 1 dell'articolo 2 perseguono le seguenti finalità:

a) l'individuazione delle aree aventi potenzialità di coltivazione delle risorse idrotermali;

b) le forme di tutela e utilizzazione delle risorse idrotermali, nel rispetto dei piani di tutela delle acque, con delimitazione delle aree in cui è vietata la ricerca e lo sfruttamento delle risorse minerarie;

c) il monitoraggio e il controllo delle risorse idrotermali ivi comprese quelle già oggetto di coltivazione;

d) la definizione della qualità delle prestazioni sanitarie termali e dell'appropriatezza patologica correlate alla caratterizzazione terapeutica delle risorse idriche termali regionali.

Art. 5

Formazione e pubblicazione del piano regionale di settore

1. Il Consiglio regionale approva il piano regionale di settore, predisposto dalla Giunta regionale su iniziativa dell'assessorato competente, previa parere della commissione consiliare competente, sentiti gli enti locali interessati, le competenti autorità regionali, locali e statali, preposte alla tutela dei vincoli esistenti sul territorio, nonché le associazioni imprenditoriali dei concessionari per lo sfruttamento delle acque minerali naturali termali maggiormente rappresentative a livello nazionale e regionale. Il piano è pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione Calabria (BURC).

2. Nel termine di sessanta giorni dalla pubblicazione della deliberazione di adozione del piano di settore gli aventi diritto e i soggetti interessati, unitamente alle associazioni di categoria e ad altri organismi associativi, possono proporre osservazioni nelle forme previste dalla disciplina dettata per gli strumenti urbanistici generali.

3. La Giunta regionale, decide in via definitiva sulle osservazioni di cui al punto 2 e ai sensi dell'articolo 25 della legge regionale 5 novembre 2009, n. 40, trasmette i Piani di Settore al Consiglio regionale per la loro approvazione, previo parere dell'Osservatorio Regionale delle Attività Estrattive (ORAE).

4. I piani approvati dal Consiglio regionale sono pubblicati sui BURC ed integralmente recepiti nel Piano Regionale delle Attività Estrattive (PRAE).

Art. 6

Contributi

1. La Giunta regionale, per il perseguimento delle finalità della presente legge, concede contributi in conto capitale nella misura massima del 50% della spesa ammissibile per gli interventi di cui all'articolo 1.

2. I contributi di cui alla presente legge sono concessi a:

a) Enti locali, nonché imprese pubbliche o/a partecipazione pubblica e che abbiano sede nella Regione Calabria;

b) Imprese private in qualunque forma purché abbiano sede nella Regione Calabria.

Art. 7

Domanda di ammissione ai contributi

1. La domanda per l'ammissione ai contributi è presentata all'assessorato competente entro il 31 gennaio di ciascun anno.

2. Alla domanda devono essere allegati:

a) il progetto dell'opera o del piano di ricerche e di studi con le prescritte autorizzazioni, facendo particolare riferimento alle norme vigenti in materia igienico-sanitaria. urbanistica, edilizia e ambientale;

b) una relazione tecnico-economica illustrativa anche degli effetti occupazionali;

c) il preventivo dettagliato dei costi con le indicazioni dei tempi di attuazione degli interventi e delle opere;

d) la dichiarazione di impegno alla realizzazione delle opere previste;

e) la dichiarazione di impegno a non modificare sino al completo ammortamento del mutuo e, in ogni caso, per almeno quindici anni, la destinazione d'uso delle opere immobiliari ammesse a contributo e, per almeno cinque anni, la destinazione dei beni strumentali;

f) il piano economico di gestione e di ammortamento nonché, ove si tratti di trasformazione o di ampliamento, una relazione economica di gestione relativa all'ultimo quinquennio e relativi bilanci consuntivi;

g) una dichiarazione attestante gli eventuali contributi richiesti o ottenuti dallo Stato, dalla regione e da altri enti pubblici;

h) copia degli atti amministrativi da cui risulta il diritto dell'istante all'utilizzo del bene patrimoniale indisponibile regionale.

3. La Giunta regionale, su proposta dell'assessore competente, previo parere della Commissione consiliare competente, adotta il piano di riparto entro il 30 settembre di ciascun anno.

Art. 8

Concessione dei contributi

1: La Giunta regionale delibera la concessione dei contributi, previo parere della commissione consiliare competente, da esprimersi entro il termine di trenta giorni dalla richiesta. Trascorso tale termine, il parere si intende favorevole.

2. La deliberazione di concessione stabilisce:

a) la spesa riconosciuta ammissibile;

b) la percentuale del contributo;

c) le modalità di erogazione del contributo;

d) il termine di ultimazione delle opere;

e) eventuale documentazione integrativa dell'istanza.

3. Le opere ammesse a contributo sono ultimate entro tre anni dalla data di adozione della deliberazione di concessione della Giunta regionale.

4. La Giunta regionale, su proposta del competente assessorato, può concedere la proroga del termine di cui al comma 3 su istanza motivata del beneficiario del contributo.

Art. 9

Divieto di cumulo

1. I contributi di cui all'articolo 2 non sono cumulabili, per le medesime, opere e forniture, con altri benefici previsti da leggi dello Stato o da altre leggi regionali.

2. Il divieto di cui al comma 1 non si applica in caso di trasferimenti dello Stato o della Regione a favore degli enti pubblici interessati, per il finanziamento della quota a loro carico.

Art. 10

Erogazione del contributo

1. La Giunta regionale, su proposta del competente assessorato, eroga il contributo per opere completate e collaudate o per iniziative di documentata realizzazione.

2. La Giunta regionale revoca l'erogazione del contributo se il beneficiario, senza preventiva autorizzazione di Giunta, modifica la destinazione dei beni strumentali o della struttura prima che siano trascorsi cinque anni dalla data di concessione del contributo, in tal caso, provvede altresì, al recupero delle somme erogate, delle spese e degli interessi.

Art. 11

Collaudo delle opere

1. Le spese di collaudo delle opere di cui all'articolo 1 sono a carico dei soggetti ammessi al contributo.

2. La Giunta regionale, su proposta dell'Assessorato competente provvede alla nomina del collaudatore.

Art. 12

(Norma finanziaria)

1. Agli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge, quantificati per l'esercizio finanziario 2012 in euro 1.000.000,00, si provvede per l'anno in corso con la disponibilità esistente all'UPB 8.1.01.01, inerente a "Fondo occorrente per far fronte agli oneri derivanti da provvedimenti legislativi che si perfezionano dopo l'approvazione del bilancio" dello stato di previsione della spesa del bilancio 2012, che viene ridotta del medesimo importo.

2. La disponibilità finanziaria di cui al comma precedente è utilizzata nell'esercizio in corso ponendo la competenza della spesa in apposita UPB della spesa del bilancio 2012.

3. Per gli anni successivi, alla copertura finanziaria degli oneri previsti dalla presente legge si provvede, nei limiti delle risorse autonome disponibili, con la legge di approvazione del bilancio della Regione e con la collegata legge finanziaria che l'accompagna.

4. La Giunta regionale è autorizzata ad apportare le necessarie modifiche ed integrazioni al documento tecnico di cui all'articolo 10 della legge regionale 8/2002.

Art. 13

Disposizioni abrogative

1. Sono abrogate te seguenti disposizioni:

a) legge regionale 3 settembre 1984, n. 26 (incentivi per la valorizzazione e promozione del termalismo in Calabria);

b) il comma 2 dell'articolo 34 della legge regionale 28 agosto 2000, n. 14 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2000 e pluriennale 2000/2002 della Regione Calabria - legge finanziaria).

Art. 14

(Pubblicazione)

La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Proposta di legge numero 356/9^, recante: “Istituzione della Struttura Tecnica di Valutazione VAS-VIA-AIA-VI” (Del. n. 217)

Art. 1

Struttura Tecnica di Valutazione (S. T.V.)

1. Per l'espletamento delle attività di istruttoria tecnica e di valutazione, nonché per le attività consultive e di supporto nell'ambito dei procedimenti di valutazione ambientale di competenza regionale in particolare con riferimento ai procedimenti di valutazione di impatto ambientale (V.I.A), valutazione ambientale strategica (V.AS.), autorizzazione integrata ambientale (AI.A) e valutazione di incidenza (V.I.) - è istituita la Struttura Tecnica di Valutazione (di seguito anche: S. T. V.), incardinata presso il Dipartimento Politiche dell'Ambiente.

2. La S.T.V., che sostituisce il Nucleo VIA-VAS-IPPC operativo presso il Dipartimento Politiche dell'Ambiente presieduta dal Dirigente Generale del medesimo, è organizzata in modo da comprendere le professionalità necessarie per il congruo e completo espletamento delle attività dì competenza in materia di valutazione ambientale. Essa è costituita da un contingente di personale in numero non superiore a quindici unità, di cui una unità in rappresentanza dell'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente Calabria, dotate di adeguate competenze professionali. I componenti della struttura sono individuati tra i dipendenti dei ruoli della Regione Calabria ovvero degli enti e delle agenzie strumentali della Regione, da collocare nella S.T.V. previo comando, distacco o analogo provvedimento di utilizzazione.

3. Con Regolamento da adottare da parte della Giunta regionale, previo parere vincolante della Commissione consiliare competente da esprimersi entro 30 giorni dal ricevimento, vengono disciplinati:

a) il numero dei componenti, nonché le professionalità da inserire nella S.T.V., nel rispetto di quanto statuito nel comma 2 del presente articolo, e le procedure di individuazione del relativo personale;

b) i compiti e le attribuzioni di dettaglio della S.TV.;

c) l'organizzazione e le modalità operative delle attività di competenza della S.T.V., ivi compresa la strutturazione della stessa per compiti specifici, nonché le interrelazioni e i rapporti della stessa con le altre strutture dipartimentali.

d) le modifiche all'attuale disciplina vigente in tale materia, prevista dal Regolamento regionale n. 3 del 4 agosto 2008 s.m.i.

4. Con le somme introitate dalla Regione a titolo di oneri istruttori per i procedimenti in materia ambientale, definite per come disposto dal comma 6, viene istituito un apposito fondo destinato all'acquisto di attrezzature informatiche, attività di supporto alla S.T.V. su interventi particolarmente complessi e per la remunerazione del personale impegnato nelle attività della struttura che abbiano conseguito gli obiettivi di produttività o di risultato secondo le incentivazioni previste dalla contrattazione collettiva. I criteri relativi alle modalità di costituzione, accantonamento, ripartizione, distribuzione e liquidazione del relativo fondo vengono disciplinati dal regolamento di cui al comma 3.

5. A decorrere dall'effettiva entrata in funzione della S.T.V. di cui al presente articolo ed anche ai fini di cui all'articolo 5 della legge regionale 11 agosto 2010, n. 22 (Misure di razionalizzazione e riordino della spesa pubblica regionale), il Nucleo VIA-VAS-IPPC, incardinato presso il Dipartimento Politiche dell'Ambiente, è automaticamente soppresso ed i relativi rapporti con i componenti esterni sono risolti di diritto da pari data.

6. Con regolamento della Giunta regionale, previo parere vincolante della Commissione competente da esprimersi entro 30 giorni dal ricevimento, sono definite le tariffe da applicare ai proponenti per la copertura dei costi sopportati dall'autorità competente per l'organizzazione e lo svolgimento delle attività istruttorie, di monitoraggio e controllo previste dalla normativa vigente in materia di valutazioni ambientali e le relative modalità di versamento. Il medesimo regolamento può demandare la definizione di aspetti di dettaglio a provvedimenti amministrativi del Dirigente Generale del competente Dipartimento. Agli oneri derivanti dall'attuazione del presente articolo si farà fronte con le tariffe istruttorie versate alla Regione Calabria, per come definite ai sensi del presente comma. Fino all'emanazione del medesimo regolamento, resta salva la disciplina vigente in materia di oneri istruttori.

7. Agli oneri derivanti dall'attuazione del presente articolo si provvede annualmente nei limiti delle entrate accertate e riscosse a titolo di oneri istruttori, di cui ai precedenti commi, mediante l'istituzione di un apposito capitolo dell'entrata nell'UPB 3.4.02 e del corrispondente capitolo della spesa nell'UPB 3.2.01.01. La Giunta regionale è autorizzata ad apportare le conseguenti variazioni al documento tecnico di cui all'articolo 10 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 (Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria).

Art. 2

Entrata in vigore

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Proposta di legge numero 77/9^, recante: “Qualificazione del territorio rurale mediante la valorizzazione di produzioni regionali tipiche – fave e piselli” (Del. n. 218)

Art. 1

(Finalità)

1. La presente legge è finalizzata a salvaguardare, sostenere e incrementare la coltura, la produzione e la commercializzazione di alcune varietà pregiate di fave e piselli, di qualità certificata DOP e IGP, coltivate nel territorio dell'Alto Ionio cosentino (Comuni di Roseto Capo Spulico, Amendolara, Montegiordano, Oriolo Calabro, Nocara, Canna, Rocca Imperiale) e in altre aree della Regione Calabria da individuare con successivo atto di regolamento della Giunta regionale.

Art. 2

(Attività di promozione)

1. La Regione Calabria, attraverso l'Assessorato all'agricoltura, riconoscendo l'alto valore di coltivazioni di nicchia atte alla diversificazione produttiva, ne promuove e ne condivide le proposte finalizzate ai riconoscimenti di qualità certificata DOP e IGP.

Art. 3

(Contributi)

1. La Regione Calabria attraverso i fondi comunitari concede contributi alle aziende agricole, finalizzati a promuovere gli investimenti nel comparto delle leguminose (fave e piselli) onde favorire la:

a) creazione di centri di lavorazione e stoccaggio del prodotto;

b) realizzazione di consorzi per la meccanizzazione agricola, al fine di ridurre i costi di produzione.

2. I contributi di cui sopra in deroga alla normativa comunitaria potranno essere concessi ai sensi del Regolamento n. 1535/2007 relativo all'applicazione degli ar1icoli 87 e 88 del trattato CE agli aiuti de minimis del settore della produzione dei prodotti agricoli.

Art. 4

(Beneficiari dei contributi)

1. Possono beneficiare dei contributi, le aziende che rispondano ai requisiti della normativa comunitaria e dei relativi bandi regionali, ovvero:

a) le aziende, singole o associate, che dimostrano redditività e il possesso di conoscenze e competenze professionali adeguate;

b) le aziende agricole associate in forma cooperativa;

c) i consorzi di cooperative e i consorzi di imprenditori agricoli a titolo principale.

2. Per l'accesso ai contributi di cui all'articolo 3, è riconosciuta priorità ai giovani agricoltori ed a aziende dirette da donne.

Art. 5

(Spese ammesse a contributo)

1. Sono ammesse a contributo le spese annoverate nei bandi di riferimento della normativa comunitaria anche nella forma di concessione in regime de minimis.

Art 6

(Interventi a favore della valorizzazione della produzione di fave e piselli)

1. La Regione Calabria può concedere contributi con sistemi preferenziali, nell'ambito dei fondi comunitari, per:

a) attività finalizzate alla valorizzazione della produzione di fave e piselli di qualità; elaborati con metodi tipici, tradizionali o biologici, comprese la realizzazione e registrazione di marchi collettivi a livello nazionale e comunitario;

b) attività finalizzate alla promozione e pubblicità delle produzioni, compresi lo studio e la realizzazione di nuovi prodotti e confezioni;

c) partecipazione a fiere, esposizioni e ricerche di mercato.

Art. 7

(Associazioni di produttori)

1. La Regione Calabria riconosce, ai sensi del regolamento CE n. 1234/07, le associazioni dei produttori costituite per garantire una produzione adeguata alle esigenze di mercato e concentrare l’offerta.

Art. 8

(Contributi per l'avviamento di eventuali consorzi di tutela)

1. La Regione Calabria concede ai consorzi di tutela neo costituiti contributi per l'avviamento nei tre anni successivi alloro riconoscimento.

2. La concessione dei contributi sarà vincolata alle disponibilità di somme in bilancio.

Art. 9

(Attuazione degli interventi)

1. La Giunta regionale, su proposta dell'assessore competente definisce i piani, i programmi e le direttive generali per l'attuazione degli interventi di cui all'articolo 6.

Art. 10

(Obblighi di destinazione)

1. I beneficiari di contributi, sono obbligati a non distogliere gli investimenti erogati secondo le finalità previste, nel rispetto degli obblighi temporali della normativa Comunitaria e Nazionale.

Art. 11

(Presentazione delle richieste)

1. Le richieste di contributo indirizzate all'Assessorato all'agricoltura della Regione Calabria dovranno seguire le indicazioni previste dalla normativa comunitaria di aiuto allo sviluppo del settore agricolo.

2. In deroga a quanto sopra, la Regione Calabria, Assessorato Agricoltura Foreste e Forestazione, potrà emanare propri bandi secondo quanto stabilito dal Regolamento CE n. 1535/2007 (aiuti de minimis).

3. La Regione Calabria, per !'istruttoria delle richieste, si avvale delle proprie strutture centrali e periferiche.

Art. 12

(Disposizioni finanziarie)

1. La copertura finanziaria è garantita dalla specifica previsione dei fondi comunitari destinati al settore agricolo nel rispetto di quanto previsto dal Regolamento n. 1535/2007.

Art. 13

(Pubblicazione)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione .nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Proposta di legge numero 363/9^, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 13 maggio 1996, n. 7” (Del. n. 219)

Art. 1

(Modifiche all’articolo 5 della L.r. n. 7/1996

Strutture ausiliarie delle articolazioni amministrative della Giunta regionale)

1. La Giunta regionale, nell'ambito delle proprie articolazioni amministrative, regolamenta le strutture ausiliarie, prevedendo l'utilizzo di personale appartenente alle Pubbliche Amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2, del D.Lgs. n. 165/2001 e realizzando un risparmio di spesa pari al 3 percento rispetto a quella sostenuta, a pari titolo, per l'anno 2011, sui capitoli del bilancio regionale ricompresi nelle competenti U.P.B..

2. Sono abrogati: l'articolo 27 della legge regionale 17 agosto 2005, n. 13, l'articolo 7 del Regolamento regionale 10 maggio 2005, n. 4 e l'articolo 5, comma 6 della legge regionale 5 novembre 2009, n. 40.

3. L'effetto abrogativo di cui al comma precedente si verifica alla data di entrata in vigore della disciplina regolamentare delle strutture ausiliarie prevista dal primo comma.

 

STRUTTURE AUSILIARIE DELLE ARTICOLAZIONI AMMINISTRATIVE DELLA GIUNTA REGIONALE

Analisi quantitativa delle spese sostenute nell'esercizio finanziario 2011, con analitica indicazione delle U.P.B., dei capitoli, delle strutture organizzative assegnatarie delle risorse e degli importi spesi per ciascun capitolo

Strutture Ausiliarie e Segreterie Tecniche

1.2.01.01

1002109

Organizzazione e

 Personale

3.941.177,82

Segreteria Tecnica Comitato di Sorveglianza

1.03.01.04

13010403

Lavoro

374.052,21

Segreteria Autorità Certificazione

1.03.01.04

13010403

Lavoro

230.902,69

Segreterie Tecnica Autorità di Audit

1.03.01.04

13010403

Lavoro

18.565,79

Segreteria Tecnica Autorità di Gestione

1.3.01.04

13010401

Programmazione Nazionale e

Comunitaria

206.000,00

Segreteria Tecnica Autorità di Certificazione

1.3.01.04

13010401

Programmazione Nazionale e

Comunitaria

266.000,00

Segreteria Tecnica Autorità di Audit

1.3.01.04

13010401

Programmazione Nazionale e

Comunitaria

79.000,00

Segreteria Cooperazione ed lnternaz.

2.6.02.01

26010201

Presidenza

87.000,00

Segreteria Fep Aut. di Certific.

2.2.04.08

5125201

Agricoltura

100.000,00

Segreteria Fep Aut. di Certific.

2.5.01.01

25010105

Agricoltura

13.000,00

 

Ordine del giorno numero 68 del 17.07.2012 di iniziativa del consigliere Nucera “In ordine al ripristino dei posti di polizia presso le strutture ospedaliere della Regione Calabria

“Il Consiglio regionale

premesso:

che ormai con frequenza settimanale si consumano episodi di violenza nei confronti di operatori sanitari che prestano servizio nei pronto soccorso degli ospedali del territorio regionale; che i presidi ospedalieri sia pubblici che privati non hanno più la tutela dei "Posti fissi di Polizia"; che il medico o l'infermiere ed i diversi operatori di turno nel pronto soccorso non sempre riescono a soddisfare la domanda eccessiva dì assistenza e cura in quanto spesso svolgono la loro attività in condizioni disagiate e con poco personale addetto;

che la non immediata e tempestiva risposta sanitaria a pazienti, accompagnati da parenti, non sempre tolleranti genera azioni di violenza e ritorsione che minano profondamente oltre la sicurezza fisica anche la dignità dei lavoratori; che in qualche presidio ospedaliero la presenza dei Il vigilantes " di Istituti di Polizia privata non rappresenta un deterrente alle reazioni impulsive degli ammalati e dei loro parenti;

considerato:

che è necessario garantire l'incolumità fisica, psicologica e lavorativa dei signori Medici e Operatori Sanitari negli ospedali e nelle cliniche private; che è indispensabile prevenire gli atti di violenza contro gli operatori sanitari anche attraverso delle misure che consentano l'eliminazione o riduzione delle condizioni di rischio;

esprime vicinanza e solidarietà ai Medici ed agli Operatori Sanitari vittime di violenza;

condanna qualsiasi tipo di aggressione compiuta nei confronti degli operatori della sanità che svolgono la loro attività nei presidi ospedalieri pubblici e privati della Regione Calabria;

dà mandato al Presidente del Consiglio, Ono Francesco Talarico, di attivarsi presso il Ministero dell'Interno affinché predisponga attraverso le Autorità Territoriali di Governo, posti fissi di Polizia di Stato con turni di 24 ore per prevenire e disincentivare queste incivili manifestazioni che mortificano la dignità degli operatori sanitari a tutti i livelli di rappresentanza.”

Ordine del giorno numero 69 del 3 agosto 2012 di iniziativa del consigliere Nucera “In ordine alla riduzione degli Uffici postali in Calabria

“Il Consiglio regionale della Calabria

premesso che

negli ultimi anni, sempre più spesso, assistiamo da parte di Poste Italiane ad un processo di razionalizzazione di molti uffici postali;

da notizie di stampa, in questi giorni, si apprende che la società Poste Italiane ha programmato un piano di ridimensionamento degli Uffici Postali che prevede la chiusura, nel territorio nazionale, di 1156 sportelli e la razionalizzazione di altri 638, con la riduzione degli orari e dei giorni di apertura;

il suddetto piano di Poste Italiane provocherà nella Regione Calabria lo smantellamento di circa 101 uffici postali e quindi la cancellazione di numerosi posti di lavoro;

molti degli uffici postali si trovano in aree disagiate e spesso in piccoli centri ubicati a diversi chilometri dai centri più grandi, scarsamente collegati al servizio pubblico locale;

la decisione assunta da Poste Italiane determinerà numerosi disagi ai cittadini e in particolare alle fasce più deboli della popolazione residente in frazioni o piccoli comuni;

la presenza degli uffici postali nel territorio calabrese è di fondamentale importanza in quanto garantisce alla popolazione, in particolare agli anziani ed alle fasce a più ridotta mobilità, i servizi essenziali e contribuisce soprattutto nei centri urbani più piccoli ad evitare lo spopolamento di ampie porzioni di territorio;

considerato

che la Calabria non può essere sempre al primo posto nei piani di ridimensionamento dei servizi (scuole, trasporto pubblico, servizi sanitari, tribunali ecc.) perché ciò determina delle aree sempre più emarginate e lontane da possibili prospettive di sviluppo;

il piano di dimensionamento degli uffici postali ubicati nella nostra Regione non tiene conto delle peculiarità territoriali, che caratterizzano la Calabria;

la politica dei tagli degli uffici postali programmata dalla società Poste italiane contrasta con le politiche di valorizzazione e tutela delle realtà interne e dei piccoli comuni;

Impegna

il Presidente e la Giunta regionale ad intraprendere tutte le iniziative utili e necessarie presso il Governo, affinché Poste italiane non proceda con i tagli previsti nella Regione Calabria, al fine di salvaguardare e garantire i servizi fondamentali già esistenti”.

Mozione numero 69 del 2 agosto 2012 di iniziativa del consigliere Nucera “Interventi presso il governo per la modifica della legge 24 marzo 2012 n. 27” Conversione in legge, con modificazioni, del decreto – legge 24 gennaio 2012 n. 1, recante disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle infrastrutture e la competitività

“Il Consiglio regionale della Calabria

premesso:

che le difficoltà in cui versa il sistema giustizia in Italia determinano ormai da tempo il prolungarsi di contenziosi e cause davanti ai Tribunali che si protraggono anche per decenni;

che più volte la Corte Europea per i Diritti dell'Uomo ha condannato l'Italia sul denegato "diritto alla giustizia", così come sancito dalla Costituzione, ed in tempi "ragionevolmente" brevi;

che, nell'ottica di una sempre maggiore riduzione della spesa pubblica, vengono emanati dal Governo Italiano interventi legislativi per la revisione dei presidi giudiziari italiani, attraverso dei criteri, che non tengono conto delle esigenze dei cittadini e neanche degli aspetti specifici di ogni realtà territoriale;

che la legge 24 marzo 2012 n. 27 "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, recante disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle infrastrutture e la competitività" all'art. 2 prevede l'istituzione del Tribunale delle Imprese mediante l'ampliamento della competenza delle sezioni specializzate in materia di proprietà industriale ed intellettuale che ora vengono denominate "sezioni specializzate in materia di impresa";

che nella formulazione originaria del decreto legge, l'art. 2 non prevedeva l'istituzione di nuove sezioni specializzate presso altri Tribunali e Corti di Appello, rimanendo così immutato il numero delle dodici sedi istituite col decreto legislativo n. 168 del 2003;

che con l'approvazione del testo di legge definitivo, è stato tuttavia aggiunto all'art. 1 del decreto legislativo n. 168, già citato, l'ulteriore comma 1 bis, che prevede "sono altresì istituite nuove sezioni specializzate in materia di impresa presso i tribunali e le corti d'appello aventi sede nel capoluogo di ogni regione, ove non esistenti nelle città di cui al comma 1". Quindi, per effetto di tale comma 1 bis sono stati istituite delle nuove sezioni specializzate in tutti i Tribunali e Corte di Appello con sede nei capoluoghi di Regione, che finora ne erano sprovvisti e cioè Ancona, Cagliari, Campobasso, Catanzaro, L'Aquila, Perugia, Potenza e Trento, nonché Brescia in quanto sede di  Corte di Appello;

che il Parlamento non ha tenuto in conto che anche a Reggio Calabria esiste una sede autonoma di Corte di Appello determinando, quindi, una grave violazione dell'art. 3 della Costituzione Italiana "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali...";

considerato che la decisione assunta dal Parlamento di istituire il Tribunale delle Imprese con dislocazione nei capoluoghi di Regione, crea ai cittadini e alle aziende, che hanno necessità di rivolgersi al Tribunale, notevoli difficoltà per ottenere giustizia, in quanto costretti ad affrontare distanze e quindi aggravi di costi;

invita

il Presidente della Giunta regionale ad intervenire presso il Governo, affinché venga rivisto il criterio di scelta delle sedi presso le quali istituire le sezioni specializzate in materia d'impresa e che, sulla base del principio di uguaglianza, in ogni sezione autonoma di Corte d'Appello e quindi anche a Reggio Calabria, venga istituita una sezione specializzata in materia d'impresa”.

Ordine del giorno numero 70 del 3 agosto 2012 di iniziativa del consigliere Gallo “In ordine alla messa in sicurezza dei tratti dell’autostrada A3 per i quali non sono stati ancora finanziati i lavori di completamento”

“Il Consiglio regionale della Calabria

Premesso che

l'autostrada Salerno-Reggio Calabria è infrastruttura essenziale per l'intero Paese ed ancor più per la Calabria, che ha in essa l'unica via di grande comunicazione;

da anni la rete autostradale calabrese è interessata da lavori di ammodernamento;

in tale ambito, diversi sono i tratti oggetto di progettazione mancanti però del relativo finanziamento;

in particolare, gran parte degli interventi in corso di progettazione o progettati ma non finanziati ricadono nel tratto calabrese della Sa-Rc (Macrolotto n. 4 - parte prima -"Cosenza-Rogliano", importo pari a 588.519 milioni di euro; Macrolotto n. 4 -parte seconda -"Rogliano-Viadotto Stupino", importo pari a 437,780 milioni di euro; Macrolotto n. 4 - parte seconda, stralcio secondo -'Viadotto Stupino-Altilia", importo pari a 343 milioni di euro; Macrolotto n. 3 -parte quarta -"Morano-Frascineto" importo pari a 598 milioni di euro; Macrolotto compreso tra il km 337,800 -svincolo di Pizzo Calabro incluso -e il km 348,600 -svincolo di Sant'Onofrio incluso importo pari a 799,280 milioni di euro; nuovo svincolo Cosenza-Sud, importo pari a 168 milioni di euro; nuovo svincolo Laureana di Borrello, importo pari a 38,087 milioni di euro; nuovo svincolo di Sant'Eufemia d'Aspromonte, importo pari a 20 milioni di euro; nuovo svincolo di Rende, importo pari a 34,181 milioni);

la mancanza di risorse, confermata dal ministro alle infrastrutture Corrado Passera lo scorso giugno nel corso di un intervento in Parlamento, impedirà inevitabilmente la piena fruibilità in condizioni di sicurezza della A3 ancora per molti anni;

in attesa del reperimento dei finanziamenti necessari all'ammodernamento, considerati i tempi lunghi correlati alla predisposizione della progettazione, alla sua approvazione, al finanziamento ed al passaggio alla fase esecutiva ed alla sua conclusione, appare comunque indispensabile e urgente garantire, da parte dell'Anas, la massima sicurezza anche dei tratti oggetto di interventi in corso di progettazione ma non finanziati, mediante stesa di asfalto drenante, livellamento del piano stradale, miglioramento dell'illuminazione, posa di barriere protettive là dove mancanti o insufficienti;

Impegna

il governo regionale, nella persona del Signor Presidente della Giunta regionale e dell’assessore ai trasporti, a voler adottare ogni iniziativa idonea ed opportuna a conseguire l'immediata messa in sicurezza dei tratti calabresi della A3 esclusi dai finanziamenti per il loro ammodernamento.”

Ordine del giorno numero 71 del 3 agosto 2012 di iniziativa dei consiglieri Salerno, Scalzo, Aiello P., Parente, Amato, Ciconte “In ordine alla “Fondazione Tommaso Campanella – Progetto di riordino con istituzione del polo oncologico regionale d’eccellenza”

“Il Consiglio regionale

premesso che:

la Fondazione "Tommaso Campanella" svolge un ruolo fondamentale per la ricerca e la cura dei tumori vantando la presenza di professionalità che hanno acquisito un'esperienza unica negli ultimi anni;

la Regione ha approvato le leggi regionali n. 35 e 50 del 2011, per la trasformazione in ente di diritto pubblico della Fondazione "Tommaso Campanella";

la Corte Costituzionale in data 31 luglio u.s. ha dichiarato l'incostituzionalità delle leggi regionali n. 35 e n. 50 del 2011 rilevando la violazione degli artt. 3, 81, 97 e 117 della Costituzione;

la presenza di una struttura di qualità e di eccellenza nel settore oncologico costituisce un'esigenza improrogabile per la Calabria anche per limitare il fenomeno dell'emigrazione sanitaria e ridurre i disagi dei malati e delle loro famiglie;

considerato che la Fondazione "Tommaso Campanella" rappresenta un inestimabile patrimonio di conoscenze scientifiche e professionali costruite nel tempo ed è punto di riferimento regionale per la cura delle patologie oncologiche;

ritenuto che la realizzazione del polo oncologico regionale d'eccellenza è considerata dal Consiglio regionale una priorità e che pertanto è necessario procedere ad un progetto di riordino della Fondazione, concertato con i Ministeri affiancanti per il Piano di rientro

Impegna

il Presidente della Giunta regionale, anche nella sua qualità di Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro, a presentare entro il 30 settembre 2012 un organico progetto di riordino della Fondazione "Tommaso Campanella" prevedendo il polo oncologico regionale d'eccellenza per il mantenimento dei livelli di assistenza e anche dei livelli occupazionali esistenti.”