IX^ LEGISLATURA
RESOCONTO
INTEGRALE
___________
SEDUTA DI VENERDÌ 3 AGOSTO 2012
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FRANCESCO TALARICO
La seduta è aperta. Si dia lettura del verbale della seduta precedente.
Legge il verbale della seduta precedente.
(E’ approvato)
Legge le comunicazioni presentate alla Presidenza.
(Sono riportate in allegato)
Legge le interrogazioni e le mozioni presentate alla Presidenza.
(Sono riportate in allegato)
E’ pervenuta risposta scritta all’interrogazione numero 258 del 15 gennaio 2012 a firma del consigliere Ferdinando Aiello.
(E’ riportata in allegato)
Ha chiesto di parlare l’onorevole Dattolo. Ne ha
facoltà.
Presidente, volevo
proporre l’inserimento all’ordine del giorno
della proposta di legge numero 164/9^ recante “Valorizzazione e promozione del
termalismo in Calabria” che è stata licenziata
in Commissione alla unanimità
e del progetto di legge relativo alla
“Istituzione della struttura tecnica di valutazione” che è stata approvato in
Commissione a maggioranza con
l’astensione della minoranza.
Chiedo che vengano inseriti all’ordine del giorno.
Grazie, onorevole Dattolo.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Nicolò. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, colleghi consiglieri, chiedo di inserire all’ordine del giorno la proposta di assestamento del bilancio del Consiglio regionale ed i conti consuntivi dello stesso. Grazie.
L’onorevole Nicolò, chiede l’inserimento all’ordine del giorno sia dell’approvazione dei rendiconti
del Consiglio regionale per gli anni 2008-2009-2010-2011 ed in più della proposta di assestamento del bilancio del Consiglio regionale.
Pongo in votazione la richiesta dell’onorevole Nicolò.
(Il Consiglio approva)
L’onorevole Dattolo, chiede
l’inserimento all’ordine del giorno della
legge sul termalismo che va inserita dopo l’approvazione dell’assestamento del
bilancio del Consiglio perché proprio grazie a tale assestamento del bilancio
c’è la possibilità di finanziare la legge proposta dall’onorevole Dattolo.
Pongo in votazione
l’inserimento all’ordine del giorno.
(Interruzione)
Prego, onorevole Battaglia.
Chiedo scusa, questa proposta di legge può essere inserita all’ordine del giorno, ma se viene messa in discussione oggi è necessario avere un termine per la presentazione degli emendamenti.
Mi sembra che sia stata approvata alla unanimità in Commissione e sollecitata un po’ da tutti i gruppi presenti in Consiglio regionale ed in primis, se non sbaglio, proprio dal gruppo del Partito democratico. Vedo l’onorevole Guccione che anche su questo tema è sempre stato molto presente.
Si tratta di una proposta di legge – ripeto – che è stata approvata alla unanimità in Commissione.
(Interruzione)
Ho capito, ma lei sa meglio di me che se dobbiamo approvarla oggi … se lei mi eccepisce …
(Interruzione)
Lei ha già qualche modifica precisa da apportare al testo della legge? Voleva proporre un emendamento in Aula?
Prego, onorevole Dattolo.
A parte il fatto che, anche se le proposte di legge sono state licenziate alla unanimità, non c’è alcuna forma di preclusione nei confronti di integrazioni che migliorino il testo, volevo soltanto ricordare al collega Battaglia che per questa proposta di legge il termine di presentazione degli emendamenti è stato riaperto più volte.
Dico questo per completezza di informazione e sicuramente gli emendamenti possono essere tranquillamente oggetto di discussione o di coordinamento. Non ci sono problemi da questo punto di vista, ma vorremmo che oggi vedesse la luce una legge che è stata tanto richiesta dall’intero Consiglio regionale.
L’onorevole Battaglia chiede di poter predisporre uno o più emendamenti da inserire nel progetto di legge.
Quindi, onorevole Battaglia,
anche se oggi in Aula vi è la discussione, si può prevedere questa opportunità e possibilità, se lei propone gli
emendamenti.
Votiamo l’inserimento
all’ordine del giorno.
(Il Consiglio approva)
Ha chiesto di parlare l’onorevole Orsomarso. Ne ha
facoltà.
Presidente, chiedo di inserire all’ordine del giorno una proposta di legge, sollecitata dal territorio e che non comporta oneri di spesa, che riguarda il riconoscimento del “Consorzio fave e piselli” e che abbiamo rinviato per l’assenza dell’onorevole Franchino che era interessato a sottoscrivere e votare la legge.
Nell’ultima seduta di Consiglio questa proposta di legge è stata rinviata in Commissione su richiesta dell’onorevole Franchino.
Se la minoranza è d’accordo, possiamo anche votarne l’inserimento all’ordine del giorno.
(Il Consiglio approva)
Ha chiesto di parlare l’onorevole Nucera. Ne ha facoltà.
Presidente, intervengo brevemente anche io per chiedere l’inserimento di tre ordini del giorno: uno riguarda la riduzione degli uffici postali in Calabria; l’altro il ripristino dei posti di Polizia presso le strutture ospedaliere della Regione Calabria ed, infine, il terzo riguarda gli interventi effettuati dal Governo nazionale per la modifica della legge 24 marzo 2012, numero 27 convertita in legge con modificazioni del decreto legge 24 gennaio 2012, numero 1 recante “Disposizioni urgenti per la concorrenza allo sviluppo e delle infrastrutture e la competitività”.
Sono tre argomenti di forte attualità nel dibattito politico soprattutto calabrese di cui chiedo l’inserimento all’ordine del giorno.
L’onorevole Nucera chiede l’inserimento all’ordine del giorno di tre ordini del giorno che ha illustrato.
Pongo in votazione l’inserimento all’ordine del giorno dei tre punti.
(Il Consiglio approva)
Naturalmente, saranno trattati in coda ai progetti di legge.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Magno. Ne ha facoltà.
Presidente, chiedo che venga richiamata in Aula la proposta di legge numero 334/9^, a mia firma, recante “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 13 maggio 1996, numero 7”.
L’onorevole Magno chiede
l’inserimento del progetto di legge numero 334/9^ che riguarda una proposta di
legge già esaminata in Commissione.
Onorevole Magno, le chiedo
se può esplicitare meglio questo progetto.
La proposta di legge è stata già esaminata ed approvata in Commissione. Attualmente, è all’esame della Commissione bilancio per un parere di natura tecnica relativo alla copertura finanziaria.
La proposta che oggi si sottopone al Consiglio prevede un abbattimento
dei costi per quanto riguarda il pagamento del personale utilizzato nelle
strutture della Giunta regionale.
Prego, onorevole Giordano,
ha facoltà di parlare.
Presidente, anche in virtù del fatto che – come diceva l’onorevole Magno – il provvedimento è all’esame della seconda Commissione per il parere finanziario, ritengo che si debba soprassedere e trattare l’argomento dopo che la Commissione avrà avuto modo di valutare esattamente l’entità economica e le ulteriori implicazioni del provvedimento non soltanto di natura finanziaria.
Chiedo all’onorevole Magno ma anche a lei, di attendere che ci sia l’esame della seconda Commissione. Giacché la data della prossima seduta del Consiglio regionale è fissata, o quanto meno la data indicata è quella del 3 settembre, penso che questo sia un termine ragionevolmente congruo per poter arrivare ad una conclusione in tempi brevi, se ci saranno le condizioni.
Chiedo, pertanto, all’onorevole Magno di voler soprassedere e a lei chiedo, a nome del mio gruppo, di non porre all’ordine del giorno questo punto. Grazie.
Ci sono altri interventi? L’onorevole
Magno, chiede, a nome della maggioranza, l’inserimento all’ordine del giorno di
una proposta di legge che è stata approvata dalla prima Commissione consiliare
ed è in attesa del parere della seconda Commissione; la proposta riguarda una
riduzione e quindi una riconversione con un risparmio di spesa del 3 per cento.
L’onorevole Giordano chiede,
invece, di rinviarla. Poiché per inserirla all’ordine del giorno è necessario
il voto dei due terzi dei componenti il Consiglio, vorrei sapere cosa pensano
della proposta gli altri gruppi.
Onorevole Giordano, non so
se lei ha parlato a nome della minoranza o del suo gruppo.
Sentiamo cosa pensa di
questa proposta il gruppo del Partito democratico. Potremmo
decidere o meno l’inserimento, perché se non ci sono i numeri non possiamo inserirla.
Preferite prima guardarla
così prendiamo un po’ di tempo? Onorevole Magno, magari mentre andiamo avanti,
può incontrarsi con i gruppi di minoranza e spiegare bene l’argomento.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Gallo. Ne ha facoltà.
Presidente, in una recente seduta del Consiglio è stato proposto dal collega Guccione ed approvato un ordine del giorno per impegnare il Governo regionale a far sì che l’Anas finanzi e progetti i tratti di autostrada relativi al completamento dell’A3 che lo stesso Presidente dell’Anas ed il ministro Passera avevano dichiarato non esser ancora coperti da finanziamento.
Nelle more che ciò avvenga – ed è giusto che ciò
avvenga – propongo l’inserimento all’ordine dei
lavori di un ordine del giorno affinché – nelle more del finanziamento,
della progettazione della relazione dei lavori che
richiederanno qualche anno, perlomeno ci sia una immediata messa in sicurezza
da parte dell’Anas di questi 58 chilometri per i quali non c’è finanziamento,
attraverso la stesura dell’asfalto drenante, le nuove barriere ed attraverso la
messa in sicurezza dei pendii laterali poiché si tratta, soprattutto, di
percorsi di montagna.
Chiedo pertanto, Presidente,
di inserire questo ordine del giorno nella seduta odierna. È un ordine del giorno che – ripeto – riguarda
il completamento e la messa in sicurezza dei tratti di autostrada A3 per i
quali non c’è ancora finanziamento da parte del Governo nazionale; una messa in
sicurezza con asfalto drenante, quindi, con nuove barriere e con messa in
sicurezza dei pendii laterali.
E’ una proposta di ordine
del giorno dell’onorevole Gallo che riguarda la messa in sicurezza dei tratti
della A3.
Pongo in votazione
l’inserimento.
(Il Consiglio approva)
Non ci sono altri interventi nella fase preliminare.
La Conferenza dei capigruppo svoltasi stamattina ha deciso di rinviare alla prossima seduta – considerata l’importanza degli argomenti posti all’ordine del giorno – la prima ora dedicata alle interrogazioni a risposta immediata che, pertanto, saranno trattate nella prossima seduta del Consiglio.
(Così resta stabilito)
Prima di procedere all’inserimento all’ordine del giorno, era rimasto sospeso l’inserimento del punto proposto dall’onorevole Magno.
Se il gruppo del Partito democratico si esprime su questo punto … Prego, onorevole Maiolo, ha facoltà di parlare per esprimere se è d’accordo all’inserimento. Il gruppo di Italia dei valori, tramite l’onorevole Giordano, aveva detto di no.
Sono d’accordo.
L’onorevole Maiolo, ha dato
il parere favorevole del suo gruppo all’inserimento del punto all’ordine del
giorno.
Pongo in votazione la
richiesta di inserimento con il voto contrario dell’onorevole Giordano e del
gruppo di Italia dei valori.
(Il Consiglio approva)
Quindi, è conclusa la fase
preliminare ed il question time, per
volontà unanime di tutti i capigruppo, viene rinviato alla prossima seduta del
Consiglio.
Possiamo procedere con il primo punto all’ordine del giorno che riguarda l’istituzione dell’agenzia regionale per la forestazione, le politiche per la montagna e disposizioni in materia di forestazione e di politiche della montagna.
C’è stato un incontro dei capigruppo di maggioranza e di minoranza.
Darei la parola all’onorevole Imbalzano che ci comunicherà le risultanze
dell’incontro.
Signor Presidente, onorevoli
colleghi, come è noto all’ordine del giorno c’erano due proposte di legge tanto
attese non soltanto dal Consiglio regionale, dai gruppi, dalle parti sociali e
dagli stessi lavoratori forestali, ma credo da tutta la Calabria.
Sono due proposte di legge
che nascevano dalla necessità, ormai ineludibile, di superare una
situazione di autentico incaglio che si è prodotta dal 2007 a seguito della
soppressione dell’Afor e dell’Arssa. Incaglio che si era prodotto per le
difficoltà che erano e che sono insorte nella fase di liquidazione dei due
enti. Non approfondisco questi problemi per esigenze di tempo.
Il Consiglio regionale e tutti i gruppi hanno acquisito
la consapevolezza che soltanto mettendo a sistema funzioni e risorse, definendo
principi e regole di buona governance,
si potrà e si dovrà pervenire ad un positivo e proficuo risultato nell’ottica
di rendere efficiente ed efficace l’azione politica regionale e quella degli
stessi enti.
Come lei ha ricordato, stamane rispetto a queste due
proposte di legge - che necessitavano e necessitano di un voto qualificato dei
due terzi – c’è stato un lungo confronto tra i gruppi proprio per la comune
consapevolezza che queste devono essere riforme che debbono avere una larga
condivisione e che non sono soltanto riforme della maggioranza.
Dopo il lungo confronto avuto in seconda Commissione che
le aveva licenziate, negli incontri di oggi si è riusciti a trovare una prima
sintesi per continuare questo confronto. Dopo la soluzione trovata e gli
emendamenti approvati in seconda Commissione per quanto riguarda in particolare
l’Arssa, rispetto alla quale sono stati presentati emendamenti importanti
rispetto alla proposta originaria della Giunta come segno di disponibilità
anche rispetto alla minoranza, anche sull’Afor si è trovata una mediazione
importante.
Si è pervenuti alla decisione di sottoscrivere un
documento comune proprio per consentire a questo Consiglio di giungere ad una
soluzione in una delle prossime sedute, ma ovviamente i tempi dovranno essere
ristretti perché il signor Bondi, a partire da settembre, non farà sconti a
nessuno, se è vero come è vero che proprio in questi giorni ricordava che le
Regioni dovranno subire tagli per oltre 4 miliardi che certamente rischiano di
abbattersi anche sulla nostra.
Per questi motivi e con il senso di responsabilità
comune che è stato registrato i gruppi hanno sottoscritto un documento
depositato alla Presidenza che proponiamo all’attenzione, alla discussione ed
all’approvazione di questo Consiglio regionale.
Sono state fatte le copie e
le stanno distribuendo. Aspettiamo un attimo, il tempo tecnico per leggerlo.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Scalzo. Ne ha facoltà.
Presidente, volevo proporre l’inserimento all’ordine del giorno di una proposta di legge sul polo oncologico, sulla “Fondazione Campanella”.
Come tutti sapete si tratta di un problema che
riguarda tutti i cittadini calabresi oltre che i rappresentanti delle istituzioni.
Questa proposta di legge intende tutelare il polo
oncologico calabrese, riconosciuto come centro di eccellenza della sanità
calabrese, e tutte le professionalità esistenti che operano in quella
struttura.
In sostanza con questa legge si interviene sulla legge
regionale numero 11 del 30 aprile 2009, poiché a seguito delle modifiche
normative subite dalla stessa e degli interventi della Corte costituzionale
resta valida la parte inerente i termini della riconversione in Irccs.
L’obiettivo è ambizioso e deve essere quello di arrivare
alla istituzione dell’Irccs al pari di tutte le altre Regioni. Voglio ricordare
come anche la vicina Basilicata ha un polo oncologico Irccs a Rionero a Matera
oltre ad avere il polo cuore a Potenza.
Vorremmo dare alla Calabria, anzi credo che abbiamo il
dovere di dare alla Calabria intera un polo oncologico calabrese. Grazie,
Presidente.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Salerno. Ne ha
facoltà.
Grazie, Presidente, proprio in merito alla proposta del
collega onorevole Scalzo, per quanto riguarda la “Fondazione Campanella”, polo
oncologico di eccellenza, anche noi, come maggioranza, abbiamo presentato una
proposta.
Chiederei, pertanto, prima di discutere la proposta
dell’onorevole Scalzo e anche la nostra di vederci un attimo per concordare e
per arrivare ad una soluzione unitaria. Grazie.
Questo è un punto che tratteremo alla conclusione della
seduta odierna. Intanto, tra maggioranza e minoranza provvedete a predisporre
un punto preciso.
Se gli onorevoli Salerno e Scalzo si incontrano lo
possiamo inserire all’ordine del giorno del Consiglio e trattarlo
successivamente.
Pongo in votazione la richiesta di inserimento del punto
avanzata dall’onorevole Scalzo.
(Il Consiglio approva)
E’ stato, intanto, distribuito l’ordine del giorno che riguarda le riforme di Afor e Arssa. Possiamo procedere …
(Interruzione)
Facciamo una breve sospensione dei lavori e prego i capigruppo di avvicinarsi al banco della Presidenza per definire un ordine del giorno comune per poi procedere alla votazione.
Riprendiamo i lavori. E’
stato presentato un ordine del giorno di cui adesso darò lettura, è stata anche
distribuita la copia a tutti i consiglieri.
I gruppi che vorranno dire
qualcosa sull’ordine del giorno avranno
l’opportunità di intervenire.
Prego i colleghi di far
silenzio e di prendere posto perché non si capisce assolutamente nulla.
Do lettura dell’ordine del
giorno “Il Consiglio regionale della Calabria,
premesso che:
è ineludibile
l’urgente necessità di realizzare una radicale riforma degli enti sub-regionali
a partire da quelli già posti in liquidazione;
la proposta di legge riguardante l’Arssa nel testo posto
all’ordine del giorno del Consiglio regionale del 3 agosto 2012, che prevede
l’istituzione dell’Azienda regionale per lo sviluppo dell’azienda calabrese,
ente strumentale della Regione Calabria dotata di personalità giuridica di
diritto pubblico e autonomia amministrativa, organizzativa, gestionale,
tecnico-patrimoniale, contabile e finanziaria, ha incontrato un largo consenso
sulla sua qualificazione giuridica pur ritenendo utile una ulteriore
riflessione per pervenire alla più larga condivisione sociale;
la proposta di legge riguardante l’Afor richiede un
ulteriore confronto a partire dalle parti sociali senza porre pregiudiziali
rispetto alla qualificazione giuridica con l’obiettivo di garantire comunque
livelli occupazionali;
ritenuto necessario ricercare un ampio consenso sui
modelli organizzativi dei settori oggi di competenza di detti Enti.
Il Consiglio regionale della Calabria
impegna la Giunta regionale a proseguire un confronto
virtuoso nelle sedi istituzionali competenti, per pervenire ad una efficace e
complessiva riforma dei suddetti enti, in coerenza con il processo legislativo
in corso di definizione in seno al Parlamento nazionale”.
Chi è in dissenso con l’ordine del giorno può
intervenire.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Aiello. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente.Premesso che anche noi, come gruppo di Progetto
democratico, avvertiamo l’esigenza di fare questa riforma, pensiamo che oggi
non sia il giorno adatto.
Ci sono, però, dei passaggi
da fare in Consiglio perché non tutti abbiamo avuto emendamenti depositati,
leggi sull’Afor depositate.
E’ chiaro che alcuni punti
richiamati nell’ordine del giorno si pongono – secondo noi – in contrasto con la coerenza di linee e di
impostazioni che il mio gruppo si è dato insieme ai colleghi Mirabelli e
Ciconte.
Ora non vuol dire che la
nostra sia una chiusura pregiudiziale e da domani non saremo qui a discutere
con voi la costruzione della nuova riforma. Siamo qui a discutere in maniera
seria come altre volte ha fatto il mio gruppo nelle persone dell’onorevole
Mirabelli e dell’onorevole Ciconte.
Consentite, però, che in
questo momento per quanto ci riguarda non ci può essere nessun punto di
incontro, perciò, riguardo all’ordine del giorno, ribadendo per la serietà e la
correttezza
che ci contraddistingue, anche noi siamo
d’accordo ad uno slittamento dei tempi.
Non riteniamo questo ordine del giorno esaustivo per
quanto riguarda la nostra impostazione politica e, pertanto, non possiamo
votarlo anche perché non tutti condividono la riforma dell’Arssa che è stata
fatta.
Per quanto ci riguarda, abbiamo sottoposto la questione
dei lavoratori dell’impianto di risalita di Lorica e di Camigliatello e
sull’Afor e sulle comunità montane addirittura abbiamo depositato un testo
completamente alternativo a quello che è stato prodotto in Commissione.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Talarico. Ne ha
facoltà.
Signor Presidente,
anche il gruppo di Italia dei valori, pur
condividendo lo sforzo messo in atto dalla maggioranza
e dalle forze di minoranza, non concorda con lo spirito di questo ordine del
giorno soprattutto laddove si dice che si è disponibili a qualsiasi confronto
senza alcun tipo di pregiudiziale rispetto alla qualificazione giuridica degli
enti contenuta nelle proposte licenziate dalla Commissione.
Noi abbiamo espresso tante
motivazioni per opporci a queste riforme. Tra i motivi di opposizione ve ne
sono alcuni che riteniamo non negoziabili e tra quelli vi è la qualificazione
giuridica dei due enti che per noi è e deve rimanere di tipo pubblico o
pubblicistico.
Per queste ragioni,
Presidente, pur apprezzando e condividendo il rinvio dei punti all’ordine del
giorno, non possiamo votare questo ordine del giorno. Grazie.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha
facoltà.
Presidente, nessuna modifica. Abbiamo firmato un documento per ribadire il voto favorevole del gruppo del Partito democratico al rinvio e al documento.
Il documento ha per noi questo significato. Intanto,
aver verificato una apertura al confronto ulteriore da parte della maggioranza. Debbo dire che in questi mesi l’assessore Trematerra si è speso per tentare una intesa
ampia; non c’è riuscito ma quando si lavora è sempre un fatto positivo. Questo
lavoro, a nostro avviso, ha già prodotto un risultato apprezzabile, per quanto
riguarda l’Arssa.
Naturalmente ci sono ancora delle distanze rispetto al discorso
dell’Afor ma noi siamo un partito che ha una cultura di governo e ci battiamo,
intanto, per un avanzamento della società civile, perché si facciano le riforme
di struttura che si debbono fare e tra queste c’è certamente l’esigenza delle
riforme degli enti sub-regionali.
Ma siamo anche un partito
che guarda con concretezza alle esigenze delle classi più deboli tra le quali indubbiamente ci sono anche i lavoratori delle comunità montane e
dell’Afor per cui non siamo abituati a porre pregiudiziali al buio perché in
questo momento si tratterebbe di porre pregiudiziali al buio. Tuttavia, ci
sentiamo enormemente soddisfatti nel momento in cui anche in questo documento
che in sostanza motiva il rinvio, niente di più, c’è un impegno a mantenere
inalterati i livelli occupazionali che, dal nostro punto di
vista, vuol anche significare, eventualmente,
una gestione trasparente e corretta degli ammortizzatori sociali.
Tutto questo inserito in un contesto di riforma del
sistema delle autonomie perché ancora non abbiamo il testo definitivo della
cosiddetta legge di spending review.
Siamo convinti che quando questo testo sarà definitivo
si dovrà procedere al riordino del sistema delle autonomie che comprende anche
le province. In quel contesto, facendo dei passi in avanti, mi auguro – ci
batteremo per questo – che si possano trovare soluzioni utili e condivise anche
per l’Afor.
Del resto, la parte finale del documento è una
dimostrazione di grande democrazia di questo Consiglio regionale perché – ed io
andrei a sottolineare questo aspetto – non impegna la Giunta regionale a
sottoporci un testo.
E’ una cosa – scusate la cacofonia – sottile ma di
grande importanza. Non diciamo a Scopelliti e a
Trematerra “preparateci un testo e sottoponetecelo” ma diciamo alla Giunta
“coinvolgi nelle sedi istituzionali i partiti, i gruppi, le parti sociali che
debbono essere coinvolti, e facciamo scaturire da questo confronto un testo che
ci auguriamo sia largamente condiviso.
Per queste ragioni esprimiamo un voto favorevole.
Grazie, onorevole Principe.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Bova. Ne ha facoltà.
Presidente, colleghi consiglieri, parlo per motivare il voto favorevole mio personale e del gruppo Misto.
Voglio partire da una ovvietà: questa proposta, questo ordine del giorno è una delle soluzioni possibili. L’altra alternativa era che maggioranza e minoranza entrassero in Aula e facessero ambedue degli spot propagandistici.
La maggioranza dicendo “io ho un testo e lo voto fino in fondo” e la minoranza, insomma, facendo l’altro spot perché occorreva la maggioranza qualificata dei due terzi.
Penso che questa che viene sottoposta sia un’altra strada e bisogna assumersi le responsabilità di un passaggio di questo tipo.
Il mio intervento sarà molto breve e si basa su tre
parole chiave: la prima è necessità; la seconda è sfida e la terza è responsabilità.
La premessa di questo ordine
del giorno dice che è “è ineludibile l’urgente necessità di
realizzare una radicale riforma degli enti sub-regionali” e questo è un
passaggio chiave. E’ così.
Su questo già da anni ci si era posti il problema.
Poiché è molto complesso e difficile capisco che ci siano state e che in parte
permangano delle difficoltà ma delle due l’una: o con un autogoverno di una
Calabria che vuole riformarsi in avanti – qui siamo in grado di prendere il
toro per le corna – o altrimenti ci potranno venire imposte soluzioni che poi
noi non possiamo limitarci a giudicare inique o sbagliate.
Quindi, c’è per prima cosa una assunzione di
responsabilità e la seconda è una sfida cioè, evidentemente il lavoro deve
andare avanti. In queste settimane ci sono stati degli elementi di novità,
frutto di questo confronto ed a questo proposito vorrei che chi commenta non si
distragga, che in qualche maniera possa esserci – per me era quasi ineludibile
– la necessità di avere più tempo. In qualche maniera lo immaginavo nel momento
in cui mi sono astenuto rispetto alla proposta fatta all’assessore di avere una
proroga di altri sei mesi. Non per perdere tempo. La mia idea era quella di non
imbrigliare la discussione, di non fermarsi e di non imbrigliare sapendo che è
una sfida e se è una sfida è una sfida per tutti, non lo è solo per la
maggioranza.
Il tempo che sarà necessario dovrà essere un tempo in
cui ancora di più rispetto a prima – lo hanno detto altri colleghi – noi
dobbiamo sopportare la fatica del concetto e del progetto; cioè, far misurare
idee alternative senza paraocchi ideologici, ma alla fine vedendo quale è più
efficace ed efficiente, quale comporta costi sopportabili per la Regione senza
immaginare di cambiare i ruoli perché quei ruoli sono stati definiti al momento
delle elezioni e coloro a cui competono le responsabilità di gestione,
assessore e quant’altro, ovviamente non sono dalla parte di chi vi parla.
In qualche maniera implicitamente ho parlato del terzo
punto che è quello della responsabilità. Per far questo bisogna assumersi delle
responsabilità.
Per me era più comodo dire “bravi, avete fatto un
lavoro” ma io ci ho messo la faccia e la firma perché sia la premessa che il
dispositivo finale … ovviamente c’è poi una fotografia del lavoro finora svolto
ed in parte del lavoro da fare. Quella è la parte che rimane aperta non
immaginando però – ancora di più rispetto ad ora – che si possa avere, parlo
per quanto mi riguarda, soltanto la posizione di salvarsi l’anima.
Alla fine si può arrivare anche ad un no dentro uno
sforzo che impegna tutte le energie che ci sono per trovare soluzioni
condivise, che non sono in discesa ma sono in una situazione difficile in cui
le risorse sono limitate, i problemi abbastanza complicati senza far ricorso
alla crisi nazionale e facendosi carico della situazione che c’è, con questo
spirito, in maniera formale, così come è avvenuto nella Conferenza dei
capigruppo dove abbiamo discusso per alcune ore e non è che si trattava di fare
un ordine del giorno per salvarsi la faccia.
Si è tentato di dire “attenzione non si chiude oggi ma
non è tirare la palla fuori”; si tratta di impegnare tutto il tempo necessario
per approdare ad una soluzione che consenta, soprattutto a chi lavora e a
coloro che da questo lavoro devono ricevere più sicurezza e benefici, di
ottenere risultati più efficaci di quanto non si sia fatto fino ad ora”.
Con questo spirito esprimo – come ho detto prima – un voto favorevole mio personale e del mio
gruppo che apparentemente è Misto, ma
mi accorgo che tutte le volte che votiamo, perché discutiamo ecc., pur non
avendo provenienze comuni sui problemi riusciamo a trovare una intesa senza
esser tirati per la giacca e senza dover chiedere il permesso a nessuno.
Per carità riguarda solo noi, non vogliamo indicare
strade di questo tipo per nessun altro. Presidente, la ringrazio.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Mirabelli. Ne ha
facoltà.
Al di là di chi si sia prenotato prima penso che,
nell’ottica dell’alternanza, tocchi a me intervenire per un semplice motivo:
come gli altri colleghi sono convinto della necessità di fare una riforma di
questi enti importanti. Più che di una riforma radicale parlerei di una riforma
che punti esclusivamente a far funzionare questi enti
e mi riferisco in modo particolare all’Afor.
Già nel testo nel momento in
cui si parla di radicale riforma, questo significa un qualcosa che vuole essere
decisamente il contrario di quello che era, in termini giuridici, la vecchia
Afor, quindi l’istituzione dell’Azienda forestale secondo la normativa del
tempo, vale a dire un qualcosa di diverso da un ente pubblico non economico di
tipo strumentale.
Qui sta già di per sé,
consentitemi, un qualcosa non voglio dire di inganno, ma che fa capire
chiaramente che c’è la necessità per l’Afor di approdare all’istituzione di un
nuovo ente che abbia una personalità giuridica di tipo privatistico
diversa dal passato.
Consentitemi se questo è l’italiano che viene poi
rafforzato dal fatto che viene dato lo zucchero, si legge “dopo un ulteriore
confronto anche fra le parti sociali” come se i confronti non ci siano stati –
e qui mi rivolgo al Presidente Imbalzano –, abbiamo fatto tante sedute e tante
parole e ci siamo confrontati io e l’assessore, poiché ero proponente di una
proposta di legge sull’Afor che, senza che me ne vogliate, era contraria
all’impostazione dell’assessore.
Abbiamo fatto grandi ragionamenti ed approfondimenti di
varia natura, chiesto pareri agli uffici legali e finanziari, ci siamo
confrontati con tutte le forze politiche e ne siamo usciti con un certo
risultato, con una posizione poco chiara senza dubbio dove, almeno come forza
politica di Progetto democratico, siamo stati abbastanza chiari. Abbiamo
presentato una proposta di legge che abbiamo dovuto portare alla discussione,
all’attenzione, all’analisi ed alla verifica dei componenti della Commissione
ed anche delle parti sociali ed in modo particolare dei sindacati.
Abbiamo già di per sé espresso una posizione. E’ ovvio,
caro Presidente Talarico, che questo ordine del giorno, rispetto all’ordine del
giorno del Consiglio che prevedeva la discussione nel merito, evidenzia
chiaramente la necessità di dover rinviare proprio perché non c’è in Consiglio
una linea comune.
Molto probabilmente non so se anche nelle forze
politiche di maggioranza e di minoranza ci sia un comune intendimento; credo
probabilmente di no perché altrimenti una maggioranza sicura dei fatti propri
si sarebbe presentata con una proposta.
Assessore Trematerra, abbiamo fatto vari discorsi da un
punto di vista quasi collaborativo per cercare di trovare una soluzione – lo
diciamo con estrema chiarezza – sulla base di atti amministrativi non di
ricerche di smussamenti di tipo politico con altre forze politiche, di
mediazione. Io non vado a mediare nulla, ho le idee ben precise sull’Afor, ho i
miei ragionamenti precisi ed ho il timore che riforme di tipo privatistico
possano un domani porre in grave crisi la stabilità occupazionale e la funzionalità
di un ente importante come questo.
Ho le mie idee anche sulle Comunità montane così come
sull’Arssa. E’ ovvio che oggi si evidenzia chiaramente una impossibilità
rispetto ad una idea di cui si era certamente convinti come maggioranza e la
necessità di dover pervenire ad una larga intesa al di là dell’articolo 54
dello Statuto e che impone la maggioranza qualificata dei due terzi.
Anche io credo nella necessità che certe riforme
strutturali così importanti che riguardano enti importanti e basilari debbano
avere, comunque, la più larga maggioranza possibile e la più larga condivisione
in Consiglio. Una condivisione che certamente non sarà politica ma sarà
soprattutto sul piano della legittimità amministrativa. Ecco perché dico che
oggi questa mi sembra una scappatoia per cercare di prendere tempo.
In realtà, assessore, è molto semplice. Qui la
differenza della riforma dell’Afor si basa su due cose: o ente pubblico
economico di tipo privatistico o ente pubblico economico di tipo strumentale.
Questo è tutto e non ci sono altre differenze tant’è che nella tua proposta di
legge evidenzi in modo particolare questo aspetto e lasci ad un atto aziendale
di tipo privatistico interno la realizzazione di tutta quanta la parte
strutturale relativa alla funzionalità dell’ente. Per cui è ovvio che qui o
siamo convinti in un modo o siamo convinti in un altro.
Diventa difficile, secondo me, proprio per non far
perdere tempo – ed in questo mi rivolgo al gruppo del Partito democratico non tanto alla maggioranza che credo
sostenga completamente la proposta dell’assessore Trematerra, almeno sull’Afor
–; è ovvio che bisogna esser convinti se andare verso un tipo di ente che abbia
una sua caratterizzazione di tipo strumentale e, quindi, pubblicistica, di
pubblica amministrazione, andare a riguardare e correggere i vari difetti ed i
vari errori, quello che è stato, fare l’esatto contrario in termini sostanziali
e strutturali nella funzionalità più che nella personalità giuridica che, a mio
avviso, va a preservare e a salvaguardare, a rendere più garantista l’azione di
questi lavoratori rispetto ad un ente di tipo privatistico in cui non cambia
soltanto il contratto di tipo lavorativo.
Perché si passa da un contratto di tipo pubblica
amministrazione ad un contratto di tipo
privato che, al di là della spending review e del contenimento delle spese,
evidenzia con estrema chiarezza che, automaticamente, i costi dei salari, – al
di là della famosa cassa
integrazione che non dovrebbe essere il riferimento perché,
altrimenti, significa partire con il piede sbagliato, perché noi puntiamo alla
funzionalità ed operosità dell’ente – aumentano di oltre il 15 per cento.
Caro collega Dattolo, ne abbiamo parlato e questi sono
cifre e dati alla mano incontestabili rispetto ai contratti di tipo
pubblicistico.
Ecco: l’unico aspetto positivo qual è? E’ che dato che
non vogliamo fare il bastian contrario mettendo il sale sulla piaga, noi
prendiamo per buono di questo atto esclusivamente la necessità che viene da
tutte le parti, di dover rinviare per cercare – lo auspico – un punto comune
che, a mio modesto avviso, sarà molto difficile trovare sia in termini politici
che amministrativi a meno che non si riconosca la necessità di modificare
veramente la personalità giuridica e porre le basi per non rischiare il futuro
di un’azienda sul piano privatistico.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Dattolo. Ne ha
facoltà.
Grazie, signor Presidente,
intervengo brevemente non entrando
nel merito come ha fatto il collega Mirabelli dal quale mi sarei aspettato un
intervento di carattere diverso.
Volevo soprattutto
sottolineare l’apertura che è venuta dai banchi della minoranza perché
qualcuno, in questi giorni, non ha neanche distinto quel che era successo tra
Arssa e Afor dando anche dimostrazione pratica di non voler assolutamente fare
le riforme e di agire in maniera poco consona rispetto a quelli che sono …
Se qualcuno vuol ricalcare
gli schieramenti nazionali, purtroppo, almeno qui in Calabria, non è il tempo
di queste cose.
Voglio dire, quindi,
soprattutto ai banchi della minoranza che noi apprezziamo lo sforzo che è stato
fatto perché non abbiamo intenzione di mettere in discussione e a repentaglio il futuro dei lavoratori. Su queste basi abbiamo impostato
questa riforma e penso che l’assessore Trematerra lo abbia dimostrato indistintamente.
E’ da un anno che questa
riforma è stata presentata in Giunta ed è da qualche mese che è in discussione
in Commissione, ponendo delle basi di dialogo che oggi noi registriamo …
Non c’è stata una caccia ai voti che mancavano, perché avremmo anche potuto agire in maniera subdola
rispetto a quello
che la politica ci impone, ma – come hanno detto
l’onorevole Imbalzano
ed i colleghi della minoranza, Bova e Principe, che si sono astenuti-
desideriamo sottolineare che vogliamo le basi di un confronto, perché
è in ballo il futuro dei lavoratori, non la
carriera di qualcuno rispetto a quella che è la problematica generale, e
vogliamo farlo in maniera corretta, soprattutto sposando le ragioni dei
lavoratori insieme alle ragioni inderogabili della politica.
Su queste basi ritengo che oggi
abbiamo avviato un confronto costruttivo e quest’ordine del giorno è
significativo dal punto di vista politico; noi lo apprezziamo come un’apertura
di credito verso la riforma proposta e su queste basi sono sicuro che il
Consiglio regionale potrà scrivere pagine importanti per il futuro della
Regione.
La parola all’onorevole Magarò.
Presidente, prendo
anch’io velocemente la parola, perché mi preme
evidenziare alcuni elementi e alcuni
aspetti di questa questione che meritano, dal mio punto di vista, di non essere
sottaciuti.
Innanzitutto,
mi preme sottolineare la capacità dell’assessore, della Giunta regionale, del
nostro Governatore, di presentare una proposta. Da tempo c’è una proposta su
questa questione che è depositata e sulla quale si è aperto un ampio confronto
e un’ampia discussione.
Dal 2007
al 2010 abbiamo proceduto con provvedimenti di proroga, però nessun
provvedimento è stato presentato dalla Giunta e dai singoli consiglieri.
Mi preme
anche sottolineare il metodo seguito che non può essere sottaciuto. Il
Presidente e l’assessore hanno più volte incontrato le parti, il sindacato, le
forze sociali, le categorie, e più volte hanno avuto modo di parlare con i
gruppi rappresentati in Consiglio regionale, mi pare anche di capire che i
gruppi consiliari avevano dato l’opportunità di indicare un proprio
rappresentante, esperti e tecnici, che potesse valutare la proposta, integrarla
e presentarla.
Mi piace
anche dire che, accanto a questo metodo di lavoro che è positivo, c’è un’altra
questione che mi interessa molto di più. La Calabria viene descritta come una
terra amara, come una terra ricca di questioni aperte, come una terra in cui
gli sperperi, gli sprechi si evidenziano sempre di più. Non voglio citare Gian
Antonio Stella, ma il cittadino comune che vive nei nostri comuni, nei nostri
territori , quando si parla di Afor e di Arssa, esprime un giudizio non
positivo verso queste strutture, che più volte sono state definite dei
carrozzoni politici, in cui sono stati
messi in campo solamente sussidi, assistenza e clientela.
Ahimè,
c’era un’altra Opera Sila negli anni 1960, c’era un’altra forestazione che ha
svolto un ruolo importante di sviluppo dell’agricoltura, di tutela e di difesa
delle nostre coste.
Penso che
questa riforma sia necessaria, come sono necessarie tante altre riforme e penso
anche che il Consiglio regionale dovrà caratterizzare questa seconda metà della
legislatura avviando un forte processo di rinnovamento, di riforme e di
cambiamento, anche perché ritengo che, attraverso la riforma, si possa
accrescere nel personale la motivazione e soprattutto si possa anche mettere in
campo un’azione che migliori nei cittadini la reputazione di questi enti
specialmente per quanto riguarda i servizi, l’efficienza e l’efficacia della
loro azione.
Mi piace
dire, dal mio punto di vista, che con le norme che andremo ad approvare – penso anche in tempi ragionevoli – dobbiamo
certamente difendere il lavoro, la prospettiva del lavoro, la sicurezza del
lavoro, ma non possiamo difendere sprechi, clientele, assistenze; non possiamo
difendere questi carrozzoni, che purtroppo sono serviti solamente per
raccogliere ed indirizzare il consenso e non per mettere in campo azioni
concrete, di riforme, di efficacia e di efficienza.
Dunque,
ci sono il lavoro che è stato fatto, le proposte che sono in discussione, la
proposta che è condivisa anche da molte associazioni di categoria. Ho visto
stamane o ieri che importanti associazioni di categoria che sono nel settore
dell’agricoltura hanno espresso una valutazione positiva ed hanno soprattutto
invitato il Consiglio a fare presto ed a non perdere ulteriore tempo.
Per
quanto mi riguarda, oggi questa riforma doveva essere approvata, perché il
tempo è largamente scaduto. Penso che il Presidente, nel corso di questi mesi,
di questi anni abbia incontrato tutte le categorie e che il confronto ci sia
stato. Mi auguro, dopo tre anni in cui non è stata avanzata nessuna proposta e non
è stata approvata nessuna legge – ora
sono trascorsi altri due anni – che non si debba arrivare a fine legislatura
per approvare una norma.
Per
quanto mi riguarda, questo è l’appello, noi dobbiamo aprire una grande fase e
una grande stagione di cambiamento e di riforma, e sul cambiamento e sulla
riforma si misura anche la capacità di questo Consiglio e la capacità di una
maggioranza e di un’opposizione. Per questo il mio invito è certamente a fare
presto e bene, ma soprattutto ad eliminare gli sprechi e le situazioni
assistenziali che, purtroppo, sono diffuse nella nostra regione.
Il nostro
Presidente, nel corso di questi anni, ha fatto grandi iniziative in questa
direzione, ha messo in campo una grande azione che, dal mio punto di vista, va
difesa, tutelata e sostenuta da parte di tutti i calabresi, perché se
chiedessimo ai calabresi, al cittadino di strada cosa pensa dell’Arssa e
dell’Afor, penso che il giudizio non sarebbe positivo.
Allora,
si tratta di rimotivare il personale, di recuperare la loro reputazione, di
assegnare loro una missione, un compito per affrontare le emergenze nella
nostra regione; si tratta di non difendere queste situazioni di sprechi, di
crisi, di assistenza e di sussidi e di invertire la rotta ed io penso che anche
il sindacato, le parti sociali, il personale dovranno seguirci in questa
direzione.
Per
queste ragioni penso che il lavoro fatto dal nostro Presidente sia stato
positivo e mi auguro che questo rinvio porti anche ad una soluzione rapida e
unitaria della questione e di non
utilizzare la questione delle riforme per altri scopi, che in questo momento
non servono a nulla.
Non ci
sono altri interventi. Aveva chiesto di intervenire il Presidente Scopelliti.
Ne ha facoltà.
Intanto,
vorrei ribadire quanto hanno affermato
prima i colleghi nei loro interventi. Noi abbiamo lavorato a questa riforma in
questi ultimi sei-otto mesi, lo ha fatto molto bene l’assessore Trematerra e
intendo ringraziarlo, perché ha fatto un lavoro capillare, attento.
Si è partiti con l’idea di toccare
uno dei temi più scottanti di questa
nostra regione cioè di cominciare a focalizzare l’attenzione su un
comparto, che è quello della forestazione, che è sempre stato terreno di
confronto elettorale, forse, per taluni, ma non è mai diventato produttivo in
maniera chiara ed evidente per i fini di un territorio che è quello calabrese,
che andrebbe sempre più valorizzato e tutelato. Quindi,
si è messo sempre meno in campo lo strumento
della capacità di intervento e di risoluzione delle
problematiche, basandosi sempre di più sull’interesse.
Oggi
leggiamo, magari, dichiarazioni anche di qualche collega; i colleghi
consiglieri mi hanno riportato che qualcuno dice: “Che fretta c’è!”. Scusate
se, dopo cinque anni, mettiamo mano ad un comparto che avevate commissariato,
avevate liquidato queste società che sono un po’, come si suol dire, nel limbo.
Capisco che i tempi di qualcuno siano le famose calende greche, ma noi vorremmo
mettere ordine e dobbiamo farlo, è il nostro senso di responsabilità. Lo dico
perché, quando l’assessore Trematerra ha convocato i sindacati –, in almeno tre circostanze
li abbiamo convocati congiuntamente d’accordo alla Presidenza – è stato proprio per dare il
significato e il valore – così come diceva il consigliere Magarò – a questa
riforma.
Le
riforme, in Calabria, per chi non l’avesse capito – dico in generale – non sono
ormai un optional, sono indispensabili, perché, partendo dalla riforma
dell’Afor e dell’Arssa e passando per tutti gli altri enti che noi stiamo
attenzionando – e speriamo, da qui a fine settembre, di portare all’attenzione
dei colleghi un’altra bozza di riforma, questa volta molto più complessa e
articolata che riguarda molti più enti – vorremmo incidere in maniera più
profonda. Ormai l’ipotesi di una riforma significa cominciare a far diventare
questa Regione più funzionale, più moderna, più adeguata ai tempi, meno
burocratizzata, meno assistenziale, meno clientelare, più efficiente, più
efficace e più in grado di dare risposte ai bisogni della collettività.
Ecco
perché il nostro senso di responsabilità, oggi, ci spinge a portare in Aula un
provvedimento nel quale sanciamo un
principio fondamentale ossia che la natura giuridica dell’ente che noi abbiamo
previsto non è in discussione, perché mi pare che questo sia l’accordo che
abbiamo raggiunto oggi e, da qui, possiamo partire per cominciare a discutere
ed intravedere una prospettiva che diventa frutto – diciamo così – di un
percorso che, magari, qualcuno ha già immagazzinato e recepito da tempo, e
anche per quelli che hanno una certa necessità di assimilare meglio questo tipo
di percorso, noi siamo convinti che questa sia la strada.
Francamente,
anche il mondo sindacale di protesta, per carità, ormai vediamo le proteste
degli Lsu, degli Lpu, degli “Lmeno”, voglio dire
che ormai si protesta perché dobbiamo creare questa stagione
dell’autunno caldo, dell’accerchiamento e delle situazioni di aggressione. Va
bene, ma la Calabria ha bisogno di altro, ha bisogno di senso di
responsabilità, di capacità di condividere le scelte, di proiettarci in uno
scenario indispensabile che è quello futuro, non ha bisogno di chi tende a
frenare la crescita, lo sviluppo e quindi, in questa direzione, la scelta è di
far crescere una regione diversa.
Quindi, credo che vada dato merito ed atto al lavoro fatto
dall’assessore e dal nostro dipartimento, il lavoro fatto in maniera
collegiale, cercando di far condividere il
più possibile questo tipo di scelte. Oggi chiudiamo questa fase con un
impegno corale, con un documento sottoscritto da gran parte dei componenti del
Consiglio attraverso la sottoscrizione dei capigruppo, che significa un impegno
che questa riforma la si farà da qui ai prossimi mesi, la si farà dopo aver
recuperato e riallacciato il rapporto con il mondo sindacale su questi temi.
Ne abbiamo lette di tutti i colori,
l’assessore Trematerra ha fatto molto bene a non rispondere, perché comunque
non servono le risposte verbali in questa Calabria, servono risposte con atti e
con provvedimenti, che sono le uniche cose serie che distinguono la politica
delle parole dalla politica del fare.
Sotto questo aspetto, è chiaro che
noi abbiamo messo in campo tutte le nostre energie. Siamo consapevoli del fatto
che sono necessari 33 voti, quindi da soli non eravamo in grado di farlo, ma
anziché votare un provvedimento e raccogliere i 30 voti su 30, magari, della
maggioranza e dire “noi abbiamo votato questo provvedimento”, riteniamo che sia
importante riuscire a farlo da qui a breve, nei prossimi mesi. Prossimamente,
quando si concorderà la Conferenza dei capigruppo, attraverso il Presidente, si
sceglierà di fare questa scelta e di mettere in campo quest’altro strumento che
per noi diventa fondamentale e che, invece, vuole rappresentare un segno di
fiducia e di grande considerazione verso i lavoratori, perché, a volte, anche
sotto questo punto di vista qualcuno potrebbe travisare. Noi abbiamo grande
fiducia nell’idea che si possa instaurare un rapporto e una prospettiva seria e
qualificante per tutti.
Lavoreremo in questa direzione,
credo di poter dire – mi sia consentito – che la stessa Commissione abbia
lavorato brillantemente, quindi un grazie anche al collega Candeloro Imbalzano, che ha fatto un lavoro
attento e scrupoloso, segno anche della grande capacità di chi ha il compito di
guidare una Commissione delicata come la seconda Commissione; si è fatto un
gioco di squadra, un gioco corale, come piace a noi fare, e chiaramente oggi
l’idea di poter condividere questo percorso con gli amici e colleghi del
centro-sinistra per noi diventa fondamentale, perché significa che daremo una
risposta, magari in ritardo di qualche mese, però una risposta importante a
quello che è il disegno futuro che noi abbiamo in mente per questo comparto,
che ha circa 8 mila dipendenti, che ha un costo di 250 milioni di euro e che
deve diventare un comparto produttivo, perché deve diventare una grande
ricchezza e una grande risorsa per il nostro territorio.
(Interruzione dell’onorevole
Principe)
Onorevole
Principe, lei chiede sempre di intervenire dopo l’intervento del Presidente
della Giunta a conclusione del dibattito. E’ prassi dei lavori del Consiglio
regionale che il Presidente concluda il dibattito. Lei è già intervenuto.
Glielo dico perché non è la prima volta che si verifica questo. Sul prossimo
punto all’ordine del giorno le do la parola.
(Interruzione dell’onorevole
Principe)
Ma non
mi sembra che il Presidente abbia citato la sua
persona, non l’ha citata.
(Interruzione dell’onorevole
Principe)
Onorevole
Principe, non posso darle la parola.
(Interruzione dell’onorevole
Principe)
Sì, ma ognuno è libero di fare gli
interventi che vuole. Poiché quello che rimane è il documento scritto e
sottoscritto, considerato che io l’ho letto all’Aula e i gruppi si sono tutti
espressi, lei ha già parlato.
(Interruzione dell’onorevole
Principe)
Mi dispiace, non le do la parola, perché anche le altre volte
è avvenuto questo, quindi poiché è una prassi …
(Interruzione dell’onorevole
Principe)
Io seguo
il Regolamento. Dato che lei si è già espresso, può intervenire soltanto per
fatto personale ma poiché il Presidente non ha proprio citato il suo nome
neanche nel suo dire, non c’è fatto personale.
Il
documento è stato travisato.
No, perché il documento che lei ha
sottoscritto l’ho letto al microfono, quindi non può essere travisato dalle
impostazioni e dai ragionamenti di chiunque, così come lei ha fatto
l’intervento travisando quello della maggioranza e viceversa. Quello che conta
sono le parole scritte.
(Interruzione dell’onorevole
Principe)
Onorevole
Principe, non è possibile, non insista! Poi, quando dovrà intervenire
nuovamente, dirà qualcosa che ha in mente adesso.
Pongo in
votazione l’ordine del giorno così come predisposto.
(Il Consiglio approva)
Il punto
è approvato a maggioranza.
Possiamo
procedere con il prossimo punto all’ordine
del giorno, saltiamo i punti due e tre, che sono stati superati dall’ordine del giorno in questione.
Passiamo, quindi, al punto quattro che riguarda l’esame
abbinato delle proposte di legge numero 50/9^, 54/9^ e 244/9^ recanti:
“Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 “Norme
per la tutela, governo ed uso del territorio – Legge Urbanistica della
Calabria”;
E’
relatore l’onorevole Dattolo, che ha facoltà di intervenire.
Penso
che, oggi, questo progetto di legge che deriva
dall’unione di tre proposte di legge, una di iniziativa della Giunta regionale su proposta dell’assessore Aiello, una, la numero 50, di iniziativa dell’onorevole
Franchino e una, la numero 54, di iniziativa dell’onorevole Nucera, non sia
meno importante in termini di efficacia rispetto
alle modifiche su cui c’è stata precedentemente discussione; intanto, perché
questa proposta interviene a dieci anni dalla promulgazione della legge
regionale numero 19, la cosiddetta legge urbanistica della Regione Calabria, ed
introduce numerose modifiche all’intero corpo della legge.
Questo deriva, in parte, da alcune
situazioni contingenti, ma soprattutto dalla necessità di offrire uno strumento
normativo idoneo alla messa in atto dei processi di pianificazione a tutti i
livelli, che all’epoca, seppur prescritti dalla legge numero 19, sono stati
attuati con estrema difficoltà.
Prima di
entrare nel merito dell’oggetto delle modifiche di questa legge, ci terrei a fare un rilievo in relazione al processo che ha portato alla stesura di questo
testo. Intanto, l’approvazione del
provvedimento è frutto della partecipazione e della condivisione di tutti i membri della Commissione che
hanno preso parte all’approfondita attività tecnico-legislativa.
Ricordo
che questa Commissione è stata impegnata in dieci sedute per discutere la legge
urbanistica e c’è stata un’intensa serie di consultazioni, estesa soprattutto
alla pluralità dei soggetti nei cui confronti la norma è destinata a produrre
effetti.
Grazie
all’apporto derivato dalla consultazione degli Ordini professionali, alla
costante collaborazione con i competenti dipartimenti della Regione Calabria, è
stato possibile arrivare ad un testo che è stato largamente condiviso. Le
consultazioni senza colore politico hanno permesso di individuare le criticità
del territorio regionale, arricchendo di seduta in seduta il provvedimento di
pregevoli iniziative e proposte che la Commissione ha attentamente analizzato,
determinandosi con unico e primario obiettivo quello di offrire uno strumento
completo in una materia di elevato impatto sugli assetti regionali.
Le
audizioni e le consultazioni con i dipartimenti, i contributi determinanti dei
membri della Commissione e dei relatori dei disegni di legge depositati
precedentemente, quindi i colleghi Franchino e Nucera, hanno permesso non solo
di dare voce ai vari rappresentanti della società civile – tra i quali voglio
ricordare gli Ordini professionali e le associazioni di categoria – ma
soprattutto i rappresentanti degli enti locali, Province e Comuni, hanno fatto
sì che fossero valutati anche gli impatti sui diversi territori. Tutto questo
sempre al fine di dare vita ad uno strumento che potesse essere idoneo allo sviluppo
dei nuovi strumenti di pianificazione urbanistica che sono ora più che mai
indispensabili alla creazione di standard urbanistico-edilizio moderno e
funzionale.
Dopo
questa ampia, ma doverosa parentesi che credo sia il giusto riconoscimento al
lavoro compiuto da tutti i membri della quarta Commissione consiliare, voglio
definire brevemente i contenuti della proposta, senza dilungarmi più di tanto
perché, come premesso, vista l’ampia condivisione e concertazione del
provvedimento, credo che voi tutti, onorevoli colleghi, abbiate un approfondito
livello di conoscenza dei contenuti della proposta.
In
particolare, alla legge regionale numero 19 del 2002 sono state introdotte
modifiche che riguardano l’incremento della trasparenza degli atti urbanistici
ed edilizi dei Comuni, con la prescrizione dell’obbligo di pubblicazione sui
siti internet degli enti di tutti gli atti inerenti la pianificazione, ivi
compresi gli strumenti in itinere, nonché tutti gli atti inerenti le
trasformazioni territoriali ed anche di iniziativa privata, correlati dei
relativi titoli abilitativi; le prescrizioni a tutti i livelli di
pianificazione, di perseguire il principio del risparmio di suolo, del
dimensionamento delle aree di espansione in funzione dell’effettiva necessità
dimensionata, rispetto all’organicità del disegno urbano; l’annoverazione, per
la prima volta, dei Consorzi industriali tra gli ambiti istituzionali di
pianificazione, che prima esulavano dal contesto; la definizione di standard
informatici per la trasmissione dei Piani strutturali comunali e dei Piani
strutturali associati al sito; l’introduzione della possibilità per i Comuni di
individuare, all’interno dei propri ambiti, paesaggi caratterizzanti ed
identitari da tutelare e valorizzare attraverso l’Osservatorio regionale sul
paesaggio; l’inserimento di ulteriori componenti del nucleo di valutazione
urbanistica, al fine di garantire la corretta pluralità di soggetti
rappresentativi di differenti ambiti di pianificazione; l’armonizzazione dei
processi prescritti all’interno del decreto legislativo 152 del 2006
all’interno del processo pianificatorio; la definizione delle attività dei
laboratori urbani, orientati alla partecipazione popolare di tutti i programmi
urbanistici, nonché le opere pubbliche realizzate all’interno dei territori
comunali; l’introduzione, all’interno dei Piani comunali, di ambiti di tutela
storico-architettonica, per i quali tutti gli interventi edilizi sono sottoposti a
un’attenta progettazione, organicamente concepita per la conservazione e la
valorizzazione dei caratteri culturali e identitari; l’esplicitazione, in
merito ad alcuni contenuti dei Piani operativi temporali.
Ancora,
l’obbligo di prevedere all’interno dei Piani attuativi precise prescrizioni
temporali operative in merito alle opere di urbanizzazione primaria e
secondaria; la migliore definizione dei processi di formazione dei Piani
territoriali di coordinamento provinciale, con particolare riguardo
all’attività di consultazione e partecipazione, con l’adeguamento dei tempi che
siano congrui al corretto svolgimento delle suddette attività, ivi compresi i
procedimenti di valutazione ambientale strategica; l’introduzione di termini
congrui e perentori per l’esperimento di tutti i pareri da parte dei soggetti
chiamati per legge all’espressione di pareri vincolanti, ma anche delle
attività di recepimento dei suddetti; una migliore definizione dei processi di
formazione dei Piani strutturali comunali, analogamente a quanto detto per i
Piani territoriali di coordinamento provinciale; una migliore definizione dei
processi di formazione dei Piani operativi temporali e dei Piani di attuazione
unitari, con particolare riguardo all’attività di consultazione e
partecipazione, con conseguente adeguatamente dei termini ai suddetti processi,
nonché alle procedure di valutazione ambientale e strategica e, comunque,
limitati ai termini perentori; una introduzione, all’interno degli strumenti
urbanistici, di un Piano volto alla tutela e alla conservazione del centro
storico; una ridefinizione dei criteri per il recupero dei sottotetti e dei
seminterrati sottoposti comunque alla riqualificazione energetica,
impiantistica e antisismica dei volumi che sono oggetto di recupero;
l’introduzione di misure di tutela per le aree agricole con produzione agricola
di pregio; l’estinzione delle cosiddette zone bianche e l’introduzione di un
differente regime di salvaguardia per i territori che non sono ancora dotati di
strumenti urbanistici; la modifica dell’ex articolo 65, che ha visto una
concertazione soprattutto in base alle richieste venute dagli enti locali.
Ripeto,
soprattutto per ciò che attiene le aree di espansione abbiamo ripristinato,
reintrodotto in un certo qual senso, attraverso i vecchi strumenti urbanistici
le zone A, B, D ed F e le zone lottizzate in maniera tale da dar la possibilità
ai nostri enti di poter gestire i propri territori e soprattutto l’introduzione
dell’ufficio del piano all’interno dei comuni con le definizioni che adesso
sono state demandate.
Ne
approfitto, chiudendo questo mio intervento, per ringraziare la struttura
tecnica della quarta Commissione per il prezioso contributo, il dipartimento
urbanistica, il servizio legislativo, il servizio quarta Commissione, gli
ordini professionali, le associazioni di categoria ed i rappresentanti degli
enti locali nonché tutti coloro che, a vario titolo, hanno apportato ai lavori
di questa Commissione un contributo che sicuramente riuscirà meglio a
specificare questo riordino della legge urbanistica che dopo dieci anni
pensavamo e pensiamo che fosse necessario adeguare alle mutate condizioni
oggettive. Grazie.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Franchino. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, noi pensiamo che la quarta Commissione abbia fatto un buon lavoro nella rivisitazione e nel conseguente
aggiornamento della legge regionale numero 19 del 2002. Sono stati ascoltati
gli ordini professionali, le istituzioni, le
strutture regionali, le associazioni e le categorie.
C’è stata una buona organizzazione
dei lavori, lo ricordava il Presidente Dattolo, dieci sedute ed un’azione
concertata anche sulle questioni più delicate e a volte non condivise.
Vedremo, verificheremo nei prossimi
mesi l’efficacia, il valore e sicuramente anche i limiti dello strumento
urbanistico che stiamo per mettere in atto così come non è detto che a distanza
di poco tempo alcune delle situazioni, delle fattispecie oggi previste dalla
norma non debbano essere rivedute e meglio conformate, ma non potevano passare
altri dieci anni, come quelli precedenti, nella totale indifferenza e forse
anche con un certo disprezzo per un aggiornamento delle regole alla base della
programmazione e della pianificazione del territorio della nostra Regione.
Il voto del gruppo del Partito democratico è favorevole
perché questa è una legge che sentiamo anche nostra in quanto abbiamo
contribuito sensibilmente alle modifiche, a riempirla di contenuti, ad
aggiornarla nelle forme più moderne ed avanzate.
Una proposta da me personalmente
presentata si è inizialmente aggiunta all’impianto normativo. Lo stesso è valso
per gli emendamenti dei colleghi Scalzo e Guccione ai quali si sono assommati
gli innumerevoli suggerimenti dei componenti del gruppo del Partito democratico
durante l’articolata discussione, serrata, ma costruttiva.
Le corpose modifiche che sono state
approvate riguardano tematiche importanti quali il territorio, l’ambiente ed il
paesaggio. Al contempo si è colta la circostanza per rafforzare il sistema
della concertazione tra i diversi livelli istituzionali.
Al gruppo consiliare del Partito
democratico appare appropriata la proposta degli ordini professionali calabresi
che ritengono opportuno e necessario che si avvii concretamente una efficace
attività di accompagnamento di natura tecnico-politico-culturale al fine di sostenere
gli obiettivi e le finalità della legge.
Questo perché il quadro che ci si
presenta davanti è molto complesso. C’è una forte evoluzione delle condizioni
territoriali ed urge la diffusione di una cultura sociale sui temi della città,
del territorio, dell’ambiente e dei beni culturali perché la legge regionale
numero 19 del 2002 nonostante i 20 anni trascorsi, è rimasta, praticamente,
inapplicata nel senso che non si è mai manifestata l’efficacia.
In ultimo in questa legge sono
inseriti strumenti e modalità che necessitano di una maggiore attenzione e di
una grande puntualità.
Su quattro questioni mi pare che ci
sia una certa importanza e mi soffermo per perdere soltanto due minuti. La
perequazione urbanistica: bisogna evitare possibili profili di discrezionalità
poiché potrebbe intravedersi il rischio di una applicazione multiforme sul
territorio cancellando, magari, quello che di buono nella legge vigente viene
affermato; cioè, che ad un eguale stato di fatto e di diritto
corrisponde sempre una eguale misura del diritto edificatorio.
Secondo punto: le periferie, le
cosiddette aree di crisi, ovvero rottamazione e cancellazione del degrado e
conseguente riqualificazione, chiamata rigenerazione urbana.
Questa dovrebbe essere la risposta
alle novità introdotte dal decreto sviluppo. Questa organizzazione progettuale
di pianificazione deve far parte dell’insieme delle scelte effettuate
all’interno del piano accompagnato da uno schema metodologico di intervento.
I centri storici: le scelte sono
ricondotte all’interno dell’alveo della pianificazione strutturale poiché
questa parte sarebbe impossibile trattarla slegata dal contesto generale e
dallo sviluppo dell’intero perimetro urbano e anche come punto di forza del
territorio per la crescita turistica ed economica.
Ultimo dei quattro punti: l’ufficio
del piano. E’ una forma associata molto avanzata e multidisciplinare già molto
spesso sperimentata.
Deve saper coinvolgere sui territori
più attori, anche sociali, e nello stesso tempo deve saper accendere i riflettori
sul piano tecnico urbanistico ma anche dal punto di vista ambientale, economico
e sociale.
L’obiettivo centrale di questo
aggiornamento è la ricucitura dei territori atteso che ognuno è rinchiuso nelle
sue varie problematiche e molto spesso anche in astratte entità.
Tante altre sono le questioni
affrontate nella nuova legge. La sussidiarietà, la sostenibilità di cui ha
parlato il Presidente Dattolo, il sistema informativo territoriale e
l’osservatorio delle trasformazioni territoriali, la partecipazione ed il
rapporto diverso tra Regione, Province e Comuni e tra questi i vari vincoli
afferenti gli strumenti urbanistici, il Psc, il Psa ed i miglioramenti
tecnologici.
Si tratta di serrare le fila di un
corpo normativo che è vasto e che potrebbe frammentarsi. La necessità di
ridurre il consumo del territorio del suolo, di messa in sicurezza dello stesso
– vedasi il dissesto idrogeologico – e di intrecciare con altri strumenti
normativi, qualcuno positivo come l’abitare sostenibile e qualche altro
negativo come il Piano casa, riconduce alla centralità del piano strutturale
come elemento di riferimento per l’intero territorio comunale al quale vanno
ricondotte le scelte di riqualificazione, rigenerazione e valorizzazione delle
singole parti.
Tutte le necessità devono essere
inglobate all’interno di una cornice di riferimento condivisa, essendo un piano
una somma complessa di scelte politiche e tecniche di governo del territorio
che mirano a garantire alle collettività servizi ed infrastrutture oltre che
opportunità di crescita economica e sociale.
E’ stata questa l’idea di fondo che
ha guidato il nostro lavoro nella quarta Commissione insieme a tutti gli altri
colleghi e alla struttura ai quali va anche il ringraziamento del gruppo del
Partito democratico. Riteniamo di consegnare alle istituzioni della nostra
Regione e a tutti i calabresi un buon servizio e per tutte queste buone
motivazioni il gruppo del Partito democratico, ripeto, dichiara il voto
favorevole alla nuova legge urbanistica. Grazie.
La parola all’assessore Aiello.
Grazie, Presidente, intervengo dopo aver ascoltato con
grande attenzione gli interventi di chi mi ha preceduto.
Volevo,
intanto, esprimere grande compiacimento per il lavoro
svolto dal Presidente Dattolo e dalla quarta Commissione nella sua interezza, nonché dal dipartimento nella persona del direttore generale
Putortì e di tutti i suoi collaboratori.
Vedete, oggi stiamo per dare alla
Calabria una norma importante. Una norma, importante per il territorio
calabrese, che viene rivisitata dopo 10 anni e viene ricondotta, giustamente,
sui binari delle norme delle nuove leggi comunitarie e nazionali. Una norma
che, consentitemi, noi abbiamo immaginato nella rimodulazione soprattutto con
una impalcatura squisitamente sperimentale.
Perché squisitamente sperimentale?
Perché, intanto, il complesso lavoro che è stato portato avanti prima dal
dipartimento e poi dalla Giunta prima che arrivasse in Commissione ha visto una
serie complessa di riunioni indirizzate soprattutto all’ascolto. Mai come
questa volta in questo tipo di sperimentazione normativa la Regione non si è
posta dall’alto verso il basso immaginando norme approvate direttamente in
Consiglio regionale e fatte passare poi perché fossero solamente portate avanti
e quindi osservate dai comuni e dai territori.
Si è capovolta, finalmente,
l’impostazione dando la possibilità alle realtà territoriali ed ai comuni
di dare induzioni e non soltanto ai
comuni ed ai loro uffici tecnici, ma anche alle associazioni e, quindi, ai
liberi cittadini.
Mai come questa volta il cittadino
comune ha avuto la possibilità di poter dare notizie, induzioni alla Regione e
dar la possibilità poi alla Commissione e a questo Consiglio di trasformare
questa induzione in atti legislativi. Quindi, non più legislazione-gestione ma
ascolto, induzione e normativa. Questo è per noi un passaggio molto, molto
importante.
Tra l’altro, vedete, un passaggio
importante ha contraddistinto anche il lavoro enorme che è stato svolto per
quanto riguarda il quadro territoriale paesaggistico. Voi sapete che abbiamo
ereditato un quadro territoriale che negli ultimi giorni della passata
legislatura è stato approvato direttamente in Aula. Anche qui noi abbiamo
capovolto questa procedura e sono state immaginate 39 unità di riferimento e
tante sono state le giornate destinate anche qui all’ascolto.
E’ venuto fuori un quadro regionale
paesaggistico a misura di territorio perché anche qui si è data la possibilità
ai territori di intervenire e di immaginare una strategia propria peculiare,
caratteristica per la propria realtà territoriale. Questa strategia, queste
notizie sono state metabolizzate durante il lavoro del dipartimento e anche qui
a giorni la Giunta regionale approverà, finalmente, il quadro territoriale
paesaggistico - siamo la quarta o la quinta Regione d’Italia - e poi
provvederemo ad inviarlo in Commissione.
Siamo convinti che la Commissione
farà lo stesso brillante lavoro che ha fatto per la legge urbanistica regionale.
Naturalmente perché questo tipo di
sperimentazione? Perché abbiamo immaginato una impalcatura diversa per la legge
urbanistica, che una volta per tutte privilegiasse, giustamente, dopo l’ascolto
del territorio, il paesaggio con le proprie caratteristiche e peculiarità. Un
paesaggio che finalmente potesse dare induzione positiva a chi deve avere poi
la responsabilità gestionale sul territorio stesso.
Una volta per tutte il territorio ed
il paesaggio diventano vincolanti, sono loro che inducono e fanno convergere le
attività produttive o qualsivoglia attività si voglia immaginare. Un percorso
inverso, una buona prassi, un percorso virtuoso per quanto ci riguarda.
Certamente questo tipo di impalcatura credo che abbia due risvolti
significativi.
Il primo che ho già ascoltato è
quello di immaginare percorsi che possono privilegiare soprattutto la
rigenerazione. Quindi, non più azioni urbanistiche selvagge ma rigenerazione e quindi risparmio del territorio, questa è la nuova
strategia che si può realizzare attraverso una norma come questa che ha
all’interno della propria impalcatura una strategia di eco-sostenibilità e di
eco-compatibilità.
Tra l’altro, vedete, giorni fa
abbiamo avuto la possibilità in una conferenza stampa in Presidenza di
presentare un ulteriore importante piano che è il Piano della digitalizzazione
per quanto riguarda l’edilizia e il catasto.
Anche questa attività di
semplificazione degli aspetti tecnico-procedurali, insieme a quella
precedentemente pubblicizzata che era caratterizzata dalla consegna delle card-drive a tutti i 409 comuni della
Calabria, ci consente di chiudere il cerchio e di fare in modo che, finalmente,
una volta per tutte il cittadino, l’amministrazione comunale e il territorio
non si sentano più vessati istintivamente e non abbiano la necessità di
produrre migliaia e migliaia di copie da portare poi agli uffici urbanistici e
dei lavori pubblici. Con queste procedure di digitalizzazione noi abbreviamo enormemente l’aspetto procedurale e
diamo la possibilità in tempo reale di poter rappresentare alla Regione e ai
vari dipartimenti quali sono le vere necessità e i veri elaborati per dare poi
la possibilità agli stessi dipartimenti di poter rispondere in tempo reale.
Quindi, una riduzione plateale dei tempi e la possibilità di risparmiare anche
migliaia e migliaia di euro di fotocopie.
Questo è
per noi motivo di grande compiacimento perché siamo riusciti con queste
strategie e, diciamo, con l’investimento di pochissime risorse a dare la
possibilità che tutto viaggi sul web in via digitale per accelerare
ulteriormente le procedure.
Il
secondo aspetto che mi premeva rappresentare è quello che da molto tempo
viviamo con forza: basta proroghe. Vedete, i cittadini vengono alla nostra
osservazione perché si sentono quasi pressati da queste proroghe che, magari,
non danno loro certezza degli aspetti urbanistico-procedurali. Ci chiedono
“basta proroghe” ed ecco perché noi nel corso del tempo abbiamo detto: non
diamo più proroghe.
Quella di
oggi non è una proroga, non l’avremmo mai accettata. Quella di oggi è soltanto
una possibilità per i comuni, dato che oggi noi approviamo questa norma e
occorre, comunque, dare loro la possibilità di adoperarsi affinché la norma
venga applicata.
Diamo un
anno di tempo che non è una proroga ma, ripeto, diamo ai comuni, che hanno
visto i cosiddetti piani regolatori già cessati e quindi non più attivi e
operativi, di poter operare e di potersi adeguare ed attenere a questa norma.
Naturalmente,
vedete, noi non diciamo che è un punto di arrivo ma è un punto di partenza
soprattutto per quanto riguarda gli aspetti procedurali. E’ un punto di
partenza perché ci aspetta altro lavoro.
Non
possiamo, naturalmente, fare a meno della collaborazione dei comuni e di tutte
le realtà territoriali e su questa strada stiamo procedendo insieme al
dipartimento.
Certo,
l’altro aspetto cui volevo far cenno è il problema che, nonostante ci sia una
impalcatura normativa differente su alcune aree, soprattutto l’area D e l’area
F, noi non siamo fermi ma diamo la possibilità in itinere dell’applicazione
procedurale della norma soprattutto per quanto riguarda le aree D e le aree F,
e diamo la possibilità di investire. Certo, investimenti che debbono garantire
servizi pubblici e non privati, però attività produttive che, comunque, prendendo
spunto da questa norma possono garantire occupazione.
Per noi è
una norma dinamica non statica. Una norma che consente agli imprenditori oppure
agli investitori pubblici – ripeto – sempre per quanto riguarda gli aspetti
squisitamente pubblici di poter operare nell’itinere della procedura
applicativa.
Lo scopo
ultimo, e concludo veramente, è un motto che sempre ci accompagna quando
andiamo a ridisegnare delle norme così importanti.
Noi siamo
convinti che se troviamo un equilibrio di tipo urbanistico-ambientale
sicuramente continueremo a migliorare e a dare più equità al sociale. Questo è
il moto che ci porta avanti e che ci consente di attaccare e di rimodulare le
norme resistenti, di crearne altre per cercare di immaginare finalmente un
equilibrio che possa fare in modo che si possa coesistere tra economia ed
equilibrio sociale, equilibrio eco-sostenibile.
E’ una
scommessa importante, siamo convinti, ma siamo anche convinti di potercela fare
con l’aiuto della Commissione e del Consiglio nella sua interezza.
Noi siamo
fiduciosi poiché nel prosieguo possiamo immaginare ancora percorsi di
accelerazione su tutte le procedure. Sul digitale, soprattutto per quanto
riguarda il piano città e le smart-city, siamo stati protagonisti e il
Mibac ha approvato proprio questa strategia del dipartimento urbanistica
soprattutto per quanto riguarda il piano per le città.
Abbiamo
avuto anche l’onore di chiedere alla Conferenza Stato-Regioni che un nostro
rappresentante come Regione Calabria possa condividere il percorso gestionale
sul piano per le città. Un piano che ci ha visti protagonisti perché sui
progetti della smart city il dipartimento urbanistica della Regione
Calabria ha visto approvati due mega
progetti grazie al lavoro svolto da questo dipartimento insieme all’assessore
Caligiuri.
Anche qui
ci giochiamo una fetta importante della nostra immagine che vede ogni tanto la
Calabria protagonista. Grazie e buon lavoro.
Ha
chiesto di parlare l’onorevole Nucera. Ne ha facoltà.
Presidente, intervengo
brevemente dopo la relazione del Presidente
Dattolo a cui va il merito ed il plauso per la buona azione condotta in Commissione, per la pazienza, la disponibilità con
cui ha insistito su un tema così importante della politica sociale, della politica
del nostro territorio dimostrando anche di
saper accogliere le tante istanze che sono arrivate dalla società, dagli ordini
professionali, dai comuni e dagli enti territoriali fortemente interessati
senza dubbio ad un processo di riordino e di modifiche. Un processo innovativo
sul piano della gestione delle politiche sul territorio. Ed anche per aver
portato oggi all’esame dell’Aula la proposta con un voto unanime, un voto che è
importante ai fini della responsabilità che
ognuno di noi deve assumere all’interno di un contesto che necessariamente
richiede gesti di grande responsabilità.
Permettetemi
di dire che anche alla opposizione, alla
minoranza del Consiglio regionale va il giusto
riconoscimento per aver condiviso, nel dibattito complessivo sulla materia, un
argomento così spinoso e per certi aspetti anche duro nel confronto con la
società e di averlo saputo affrontare con la responsabilità
di una classe dirigente che si vuol proporre nel Consiglio
e nella nostra area politica con vero senso di condivisione
delle problematiche vere del nostro ordine istituzionale.
Certo, non posso non citare la relazione dell’assessorato che è
meritoria. L’abbiamo ascoltata ed è una relazione di responsabilità.
Non è una legge organica ma è una modifica ad alcuni contenuti
della legge regionale del 2002 che, già di per sé, a suo tempo, fu innovativa
nel sistema delle politiche del territorio della nostra Regione. Fu innovativa
e portò anche un elemento di novità: un elemento della corresponsabilizzazione
nella solidarietà della gestione fra gli enti. Quel principio di sussidiarietà che molte volte, forse, abbiamo
dimenticato di applicare pienamente nella nostra azione politica e che lì trovò
all’epoca – e che oggi viene fortemente confermata – elementi di grande sensibilità e di grande
coinvolgimento degli organi istituzionali.
Ricordo
quando l’università di Reggio Calabria, soprattutto la facoltà di urbanistica e
di pianificazione interagiva con il Consiglio regionale, un po’ come è avvenuto
anche ora, noi abbiamo trovato momenti elevati di confronto e di dialettica
democratica anche su posizioni contrapposte, anche con momenti di scontro che
hanno, senza dubbio, maturato il senso vero di una normativa che doveva essere
innovativa senza infingimenti e senza responsabilità ma soprattutto scevra da
qualsiasi subordinazione sul piano della tenuta complessiva.
Salutiamo
questa legge anche con soddisfazione perché è un bisogno che la Calabria
portava dentro. E’ il bisogno di una Regione che mai come in questo momento
avverte la necessità di avere sistemi e processi ordinati, di avere un ordinato
sviluppo del territorio.
La
Calabria non è, né dovrà continuare ad essere, né dovrà mai essere “uno
sfasciume pendulo” come diceva qualcuno, ma deve essere un territorio che per
la sua estensione, sia nella longitudinalità che nella orizzontalità, deve
avere la garanzia di potersi tutelare rispetto alle avversità atmosferiche ed
ai momenti che abbiamo conosciuto, purtroppo, di gravi e funesti ricordi delle
disgrazie avvenute proprio per la mancanza di una attenzione particolare per il
nostro territorio.
Quindi,
questa legge urbanistica tende soprattutto a migliorare la qualità, la
sostenibilità, la valutazione strategica ed anche una concertazione nella
concertazione e nella partecipazione dei soggetti interessati.
Noi penso
che oggi regaleremo alla Calabria, al popolo calabrese un senso vero ed un
forte richiamo a quello che è il dovere di un Consiglio regionale chiamato a
confrontarsi su queste questioni in maniera definita anche perché il territorio
della Calabria, la nostra terra non è qualcosa di immutabile nel tempo.
Il nostro
paesaggio, il nostro territorio è qualcosa che ha un suo inizio ed una sua fine
nella sua dimensione fisica-geografica e noi dobbiamo – all’interno di questo sistema
– cercare gli elementi che possano essere i più idonei per rendere armoniosa
anche la vivibilità della comunità, della nostra collettività cioè offrire quei
processi di abbellimento, qualora madre natura avesse lasciato qualcosa
indietro, che servono a recuperare quel forte ed intrinseco rapporto fra
l’intervento dell’uomo e l’intervento della natura.
Allora,
se di intervento dell’uomo noi possiamo parlare, dobbiamo dire che l’uomo non
può distruggere la bellezza naturale che il Creato ci ha voluto offrire con
costruzioni brutte, con un arredo ed una architettura che non è coerente
rispetto al nostro territorio.
Allora,
questa legge serve a dare bellezza estetica alle nostre città, ai nostri paesi
ed al nostro modo di vivere ed a coordinare la comunità all’interno dei centri
urbani, delle aree periferiche e dei casolari rispetto alla dimensione fisica
con cui viene adibito ed istituito un villaggio ed un gruppo di case e via
dicendo.
Se questo
è l’obiettivo che la legge si pone di rendere il nostro paesaggio armonioso e
coerente con la bellezza anche di ciò che viene organizzato urbanisticamente,
noi dobbiamo incoraggiare gli attori principali di questo processo.
Gli
attori principali non sono fuori dalla comunità in cui i calabresi vivono ma
sono nella comunità, perché la Calabria è una comunità. Sono i sindaci, i
Presidenti delle province, gli enti preposti, le associazioni e c’è tutto quel
mondo sempre più attento nel tempo allo sviluppo del nostro territorio che
questo Consiglio regionale ha già sancito e riconosciuto. Recentemente abbiamo
approvato una importantissima legge sulla cittadinanza attiva. Cosa è la
cittadinanza attiva se non la partecipazione ai processi fondamentali del
nostro paesaggio che si può racchiudere e raffigurare in questo contesto e
nell’armonia di questo contesto.
In questo
quadro, in quest’ottica questa legge rappresenta uno spaccato importantissimo
del quadro della riqualificazione di una Calabria diversa, la qualificazione
dagli anni 2000 a venire che noi vogliamo responsabilmente sposare. Chissà
quanti altri momenti ancora ci troveremo in quest’Aula uniti come maggioranza e
come minoranza nell’obiettivo precipuo di dare un vantaggio al nostro
territorio così come stiamo facendo con questa che è una legge fondamentale nel
nostro procedimento.
Un ultimo
elemento, Presidente, e concludo, mi dia ancora pochi minuti. Voglio
sottolineare che questa è la legge della trasparenza che pone in maniera chiara
ed irreversibile un processo che è quello della sburocratizzazione del sistema
urbanistico regionale che serve, soprattutto, a garantire la trasparenza degli
atti amministrativi.
Vedete,
molte volte il malaffare, la ‘ndrangheta si alimenta all’interno delle nicchie
che riesce a trovare proprio in questi contesti. Quante volte la cronaca nera
della nostra regione ha sottolineato queste commistioni e queste convivenze
odiose tra tecnici, burocrati e politici che trovavano nelle maglie del dubbio,
della non trasparenza e della poca visibilità degli atti, i momenti peggiori
per poter “trescare” contro la comunità in maniera odiosa e in cui la mafia
facilmente riusciva a trovare i giusti canali.
Questa
legge consente nel modo più semplice, con lo snellimento delle procedure, di
poter attuare quel principio importante della velocità delle procedure e della
chiarezza delle posizioni.
Non voto
favorevolmente solo per convinta adesione ad un ruolo di maggioranza, non voto
solo perché nel contesto del coordinamento formale c’è un richiamo ad un
progetto che avevo presentato in questa direzione, ma voto nella convinzione di
calabrese che oggi questo Consiglio regionale segni una pagina importante sul
piano dello sviluppo e la segni a prescindere dai colori politici, in una
corresponsione di responsabilità. L’augurio, come dicevo prima, è che questa
possa durare nel tempo e nel tempo possa portare effetti benefici alla nostra
Regione. Grazie.
Ha
chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.
Presidente,
non entro nel merito della legge perché già il
collega Franchino – insieme ai colleghi Scalzo e Guccione che hanno seguito
questo provvedimento in Commissione – ha
illustrato le ragioni del voto favorevole del gruppo del Partito democratico.
Il mio
intervento ha una sola significazione nel far notare che mettere in piedi anche
una buona legge in un settore come quello dell’urbanistica non significa aver
affrontato la questione urbanistica calabrese.
Perché
dico questo? Intanto, una notazione di carattere storico con una domanda:
quanti anni sono passati dalla prima legge urbanistica
regionale? Sono passati più di 10 anni eppure l’assalto al nostro paesaggio, la
realizzazione di quartieri anonimi e privi di punti di riferimento nelle nostre
città, l’assalto alle coste e alle montagne è continuato. Ciò significa che la
legge di per sé non significa una buona programmazione territoriale.
Ritengo che in questa Regione – mi
rivolgo all’assessore Aiello – si debba fare un passo in avanti se si vuol
tutelare realmente il territorio non mancando di far notare, scusatemi se sono
ripetitivo, lo ribadisco, l’errore commesso con il Piano casa perché
appesantire teoricamente il territorio calabrese con un 20 per cento in più di
volumetria rispetto a quella esistente, che è già tantissima, potrebbe render
vana l’applicazione di questa legge urbanistica.
Mi auguro che così non sia poiché
reputo il Piano casa di difficile applicazione e forse non riuscirà a produrre
tutti i guasti che potenzialmente sono contenuti nelle norme in esso inserite.
Presidente Talarico, vedo che
l’assessore Aiello non riesce a seguirmi …
(Interruzione)
Se cortesemente invita l’Aula ad un
contegno più adeguato ad una Assemblea legislativa, perché se non ci capiamo,
il confronto non ci può essere.
Fatta questa premessa vado al cuore
del mio intervento che è uno stimolo alla Giunta regionale e all’assessorato
competente ad adottare rapidamente il Quadro territoriale di coordinamento
perché se noi andiamo a vedere, assessore Stillitani, nei meandri
dell’assessorato all’urbanistica, se le carte di questi 42 anni di regionalismo
ci sono tutte, troveremo piani regolatori e piani di fabbricazione che sono
delle “favole”.
A guardare, a leggere le previsioni
di questi piani regolatori e dei programmi di fabbricazione noi restiamo
estasiati perché ogni comune sul suo territorio ha previsto di tutto e di più.
Troviamo le zone residenziali intensive, le zone di espansione, quelle
industriali, artigianali, turistiche e chi più ne ha più ne metta.
Allora, la domanda che mi pongo è: è
possibile che ogni territorio può avere tutte le vocazioni? Ed è pensabile che
queste vocazioni debbano essere sorrette da previsioni di indici lasciate
arbitrariamente alla volontà delle amministrazioni comunali?
Guardate che chi vi parla tra i
ruoli che ha rivestito è affezionato ad un suolo ruolo che è quello di sindaco.
Il mestiere più bello sotto il profilo amministrativo è quello di fare il
sindaco e Pino Gentile che è stato ottimo sindaco di Cosenza può essere
certamente d’accordo con me.
Voglio dire: ci mancherebbe altro
che Sandro Principe voglia limitare le potestà comunali! I comuni debbono avere
potestà di programmare il proprio territorio ma non una potestà che diventi
arbitrio e che non tenga conto di un contesto perché anche i poteri legittimi
che i comuni debbono esercitare per programmare il proprio territorio devono
rispondere ad un progetto, ad una idea di Calabria e di come vediamo questa
Regione in futuro.
Nel ribadire il voto favorevole del
gruppo del Partito democratico, la invito, assessore, ad accelerare al massimo
l’adozione del Quadro territoriale di coordinamento e, se mi consente, le dico
di più: di confrontarci su questo Quadro territoriale di coordinamento con
l’Anci, con l’Upi, con la Lega delle autonomie.
Questo è doveroso ma penso che sia
doveroso, al di là del ruolo che debbono necessariamente avere le Commissioni
consiliari, anche un confronto di tipo politico perché se noi sapremo mettere
insieme una buona legge urbanistica e un buon Qtr avremo programmato bene lo
sviluppo urbanistico di questa Regione.
Aggiungo una cosa e chiudo: non è
difficile fare le leggi urbanistiche, non è neanche facile ma alla fine tutti
conveniamo sulla norma astratta ma il problema è quando la norma diventa
concreta.
Se si vuole adottare un Qtr, la
norma nel Qtr assume concretezza, quanto meno una concretezza di indirizzo
generale di quella che può essere la vocazione di un territorio che vuole
andare al di là degli angusti confini comunali.
Confermando il voto favorevole,
volevo lasciare questa raccomandazione e, per quanto ci riguarda, siamo pronti
a dare un sostanzioso contributo per una programmazione territoriale
equilibrata che rispetti la vocazione, ma che tenga conto di territori di gran
lunga più vasti dei miseri territori di un singolo comune. Grazie.
Non ci sono altre richieste di
intervento per la discussione generale, pertanto cedo la parola all’assessore
Aiello.
Grazie, Presidente, intervengo per rispondere alle induzioni
dell’onorevole Principe di cui facciamo
tesoro. Nella considerazione
fatta pochi minuti fa, onorevole Principe,
abbiamo avuto modo di spiegare che lavoriamo da circa un anno sul Quadro territoriale paesaggistico.
Questo percorso è stato laborioso e
scabroso per certi aspetti perché abbiamo dovuto sostenere cinque riunioni
importanti per quanto riguarda la pianificazione. Infatti, le conferenze di
pianificazione che abbiamo sostenuto sono fatte con tutti i rappresentanti
delle province ed in più abbiamo ascoltato più volte l’Anci, l’Upi ecc.
Tutto questo percorso ha già portato
ad approvare il Quadro territoriale. Abbiamo già spiegato che abbiamo
organizzato 39 unità di riferimento sul territorio regionale che erano le sedi
di alcuni comuni in cui si riunivano tutti gli altri comuni e abbiamo dato loro
la possibilità con i vari uffici tecnici, le varie associazioni operanti nei
comuni ed i sindaci, di poter rappresentare quali erano non soltanto le
peculiarità e le caratteristiche dei propri territori, ma anche far in modo che
il dipartimento potesse metabolizzare queste induzioni e dare la possibilità
alla Giunta regionale di approvare una delibera per inviarla poi alla
Commissione affinché ci potesse essere la più ampia discussione possibile e
quindi, poi, arrivare all’esame in Consiglio regionale.
Abbiamo già esaurito questo percorso
e concordato con il Presidente Scopelliti che, a giorni, approveremo la
delibera in Giunta dopo di che la invieremo al Consiglio. Proprio per
rafforzare la sua idea, abbiamo già provveduto ad esaurire questo percorso e
nei prossimi giorni la Giunta regionale provvederà ad approvare la delibera.
Grazie.
Dichiaro concluso il dibattito
generale. Passiamo alla votazione dell’articolato.
Pongo in
votazione l’articolo 1.
(E’ approvato
all’unanimità)
Pongo in
votazione l’articolo 2.
(E’ approvato
all’unanimità)
Pongo in
votazione l’articolo 3.
(E’ approvato
all’unanimità)
Pongo in
votazione l’articolo 4.
(E’ approvato
all’unanimità)
Pongo in
votazione l’articolo 5.
(E’ approvato
all’unanimità)
Pongo in
votazione l’articolo 6.
(E’ approvato
all’unanimità)
Pongo in
votazione l’articolo 7.
(E’ approvato
all’unanimità)
Pongo in
votazione l’articolo 8.
(E’ approvato
all’unanimità)
Pongo in
votazione l’articolo 9.
(E’ approvato
all’unanimità)
All’articolo 10 è stato presentato
emendamento, protocollo 34915/A, a firma dell’onorevole Dattolo che così
recita: “All’articolo 10 i commi dal n. 1 al n. 10 sono
abrogati e sostituiti dal seguente:
<1)
L'articolo 10 della LR 19/02 è modificato ed integralmente sostituito come
segue:
Valutazione Ambientale Strategica
1) La Regione, le province e i
comuni provvedono, nell'ambito dei procedimenti di elaborazione e di
approvazione degli strumenti di pianificazione urbanistica e territoriale, alla
valutazione preventiva della sostenibilità ambientale e territoriale. Essa è
effettuata conformemente alla legislazione nazionale e regionale nonché al
regolamento vigente.
2) La Valutazione ambientale
strategica è un processo obbligatorio nella fase di elaborazione, adozione e
approvazione per tutti i piani e i programmi di cui all'art. 6, comma 2 del
D.lgs 152/06 ss.mm.ii.. E' finalizzata a garantire un elevato livello di
protezione dell'ambiente nonché a contribuire all'integrazione delle
considerazioni ambientali nel processo di elaborazione e di approvazione del
piano, assicurando anche la coerenza tra i diversi livelli di pianificazione
nella prospettiva dello sviluppo sostenibile. Tale processo comprende
l'elaborazione di un Rapporto Ambientale Preliminare, l'eventuale svolgimento
di una verifica di assoggettabilità, l'elaborazione del Rapporto Ambientale, lo
svolgimento di consultazioni, la valutazione del piano o del programma, del
rapporto e degli esiti delle consultazioni, l'espressione di un parere
motivato, l'informazione sulla decisione ed il monitoraggio. In particolare la
Valutazione ambientale è un processo obbligatorio per gli strumenti di
pianificazione urbanistica e territoriale previsti ai vari livelli dalla
normativa nazionale e regionale.
3) Con riferimento alla
pianificazione strutturale ed operativa la valutazione ambientale strategica è
rivolta in particolare:
a) a perseguire la sostenibilità
degli interventi antropici rispetto alla quantità e qualità delle acque
superficiali e sotterranee, alla criticità idraulica del territorio ed ali
'approvvigionamento idrico, alla capacità di smaltimento dei reflui, ai
fenomeni di dissesto idrogeologico e di instabilità geologica, alla riduzione
ed alla prevenzione del rischio sismico, al risparmio e ali 'uso ottimale delle
risorse energetiche e delle fonti rinnovabili;
b) a rendere possibile il restauro e
la riqualificazione del territorio, con miglioramento della funzionalità
complessiva attraverso una razionale distribuzione del peso insediativo della
popolazione e delle diverse attività, con particolare riguardo alla riduzione
del consumo di suolo;
c) a realizzare una rete di
infrastrutture, impianti, opere e servizi che assicurino la circolazione delle
persone, delle merci e delle informazioni, realizzata anche da sistemi di
trasporto tradizionali od innovativi, con la relativa previsione di forme
d'interscambio e connessione, adottando soluzioni tecniche e localizzative
finalizzate alla massima riduzione degli impatti sull’ambiente.
4) La valutazione ambientale strategica
e della verifica di coerenza si attuano attraverso un processo di
partecipazione che si sviluppa anche all'interno della conferenza di
pianificazione, convocata ai sensi dell'articolo 13, ed accompagna l'intero
processo di formazione, adozione e approvazione del piano;
5) Il rapporto ambientale, redatto
ai fini della VAS, ai sensi del d.lgs. 152/06 e s.m. e i., come parte
integrante della proposta dì piano oggetto dì adozione, deve riguardare
l'insieme degli impatti significativi, diretti ed indiretti, a breve, medio e a
lungo termine, permanenti e temporanei, singoli, cumulativi e sinergici,
positivi e negativi, che gli strumenti di pianificazione possono avere
sull'ambiente e sul patrimonio culturale, compresi aspetti quali la
biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora, il suolo e sottosuolo,
l'acqua, il mare, le acque superficiali e sotterranee, l'aria, i fattori
climatici, i beni materiali, il patrimonio architettonico e archeologico, il
paesaggio, l'ambiente urbano e rurale e le loro reciproche interazioni. Esso
deve essere elaborato nell'ambito della redazione del Piano e nel rispetto di
quanto previsto dal d.lgs. 152/06 e s.m. e i. e dal regolamento regionale>”.
Prego, onorevole Dattolo.
Presidente,
si tratta di una serie di emendamenti di carattere tecnico che si commentano da
sé perché racchiudono lo spirito di modificare alcuni contenuti che potevano
essere oggetto di eventuali impugnative.
Pongo in
votazione l’emendamento 34915/A.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 10 come emendato.
(E’
approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 11.
(E’ approvato
all’unanimità)
Pongo in
votazione l’articolo 12.
(E’ approvato
all’unanimità)
All’articolo 13 è stato presentato
emendamento protocollo 34915/B a firma dell’onorevole Dattolo che così recita:
“Dopo il
comma 1 è aggiunto il seguente comma <1bis. La lettera b) del comma 2
dell'articolo 14 della legge regionale n. 19/2002 è modificata e così
sostituita:
b) se ne deve dare atto nella prima
seduta della Conferenza anche agli effetti di quanto disposto nelle successive
lettere c) e d), qualora la variante ricada nella fattispecie di cui al comma 3
e 3bis dell'articolo 6 del Dlgs 152/06 smei, si dovrà dare atto dell'esito
della verifica di assoggettabilità di cui all'articolo 12 del Dlgs 152/06
smei>”.
Pongo in votazione l’emendamento
34915/B.
(E’ approvato)
Sempre all’articolo 13 è stato
presentato emendamento protocollo 34915/C a firma dell’onorevole Dattolo che
così recita: “Dopo
il comma 1 è aggiunto il seguente comma: <1ter. Dopo la lettera e)
del comma 2 dell'articolo 14 della legge regionale n. 19/2002 è inserita la
seguente lettera:
e bis) qualora l'esito di
assoggettabilità di cui alla precedente lettera b) preveda l'assoggettabilità
alla VAS, è fatto salvo durante tutto il procedimento quanto previsto dal Dlgs
152/06 smei, e dal regolamento regionale per la VAS. Per le disposizioni di cui
alle lettere precedenti in contrasto per forma e termini con il procedimento
della VAS, si intendono risolte con il prevalere delle prescrizioni di
quest'ultimo procedimento, ivi comprese modalità e termini di pubblicità,
partecipazione e termini del procedimento>”.
Pongo in votazione l’emendamento
34915/C.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 13 come emendato.
(E’ approvato
all’unanimità)
Pongo in
votazione l’articolo 14.
(E’ approvato
all’unanimità)
Pongo in
votazione l’articolo 15.
(E’ approvato
all’unanimità)
Pongo in
votazione l’articolo 16.
(E’ approvato
all’unanimità)
Pongo in
votazione l’articolo 17.
(E’ approvato
all’unanimità)
Pongo in
votazione l’articolo 18.
(E’ approvato
all’unanimità)
Pongo in
votazione l’articolo 19.
(E’ approvato
all’unanimità)
Pongo in
votazione l’articolo 20.
(E’ approvato
all’unanimità)
All’articolo 21 è stato presentato
emendamento protocollo 34915/D a firma dell’onorevole Dattolo che così recita:
“Il comma 2
è modificato e così sostituito: <2. Il comma 3 dell'articolo 26 della
legge regionale n. 19/2002 è sostituito dal seguente: "3. Il Consiglio
provinciale elabora il documento preliminare del PTCP, sulla base degli atti
regionali di programmazione e pianificazione, ove esistenti o, in mancanza,
sulla base delle linee guida di cui all'articolo 17. Il documento preliminare,
oggetto di valutazione in Conferenza di pianificazione ai sensi dell'articolo
13, comma 1, deve contenere, oltre al quadro conoscitivo, lo schema delle
scelte pianificatone elaborato in base a quanto previsto dall'articolo 18 ed il
rapporto preliminare di cui al comma 1 dell'articolo 13 del Dlgs 152/06 smei
secondo i criteri di cui all'allegato I del medesimo Dlgs>”.
Pongo in votazione l’emendamento
34915/D.
(E’ approvato)
Sempre all’articolo 21 è stato
presentato emendamento protocollo 34915/E a firma dell’onorevole Dattolo che
così recita: “Il comma 3 è modificato e così sostituito:<3. Il comma 5 dell'articolo
26 della legge regionale n. 19/2002, è sostituito dal seguente: "5. La
Conferenza si conclude nel termine di centocinquanta giorni entro i quali:
a) gli enti ed i soggetti, i cui
pareri non sono per legge vincolanti ed inibitori, possono presentare proposte
e memorie scritte che il consiglio provinciale valuta in sede di adozione del
PTCP di cui al comma 6, ove risultino pertinenti e coerenti all'oggetto del
procedimento;
b) gli enti che per legge sono
chiamati ad esprimere parere vincolante, devono esprimerlo preliminarmente
entro quarantacinque giorni dalla convocazione, fatto salvo quanto
differentemente previsto dal Dgl 152/06 smei, e dalla normativa regionale in
materia, per i pareri inerenti la VAS.A tal fine l'autorità competente e gli
altri soggetti competenti in materia ambientale forniscono i propri contributi
per definire la portata ed il livello delle informazioni da includere nel
Rapporto Ambientale. Se il parere prescrive modifiche, queste devono essere
apportate dalla provincia entro i successivi quarantacinque giorni.
Infine, entro i termini di chiusura
della conferenza di pianificazione devono essere emanati i pareri
definitivi>”.
Pongo in votazione l’emendamento
34915/E.
(E’ approvato)
All’articolo 21 è stato presentato un altro emendamento protocollo 34915/F a firma dell’onorevole Dattolo che così recita: “Il comma 5 è modificato e così sostituito: <5. Il comma 7 dell'articolo 26 della legge regionale n. 19/2002 è sostituito dal seguente: "7. Il Consiglio provinciale, su proposta della Giunta, adotta il PTCP che, in copia, è trasmesso al Dipartimento Urbanistica della Regione, all'autorità competente ai fini VAS e, su supporto informatico, ai soggetti di cui al comma 4. Il PTCP adottato, unitamente al rapporto ambientale, viene depositato presso la sede della provincia e degli enti territoriali di cui al comma 4, per un periodo non inferiore a sessanta giorni dalla data di pubblicazione sul BUR dell'avviso dell'avvenuta adozione. Il PTCP, unitamente al rapporto ambientale, è pubblicato sul sito istituzionale dell'Ente. L'avviso deve contenere l'indicazione degli enti territoriali presso i quali il PTCP è depositato e dei termini entro cui se ne può prendere visione. Notizia dell'avvenuta adozione del PTCP è data, altresì, sui quotidiani a diffusione regionale ed attraverso qualsiasi forma ritenuta opportuna dalla Giunta provinciale>”.
Pongo in votazione l’emendamento
34915/F.
(E’ approvato)
Sempre all’articolo 21 è stato
presentato emendamento protocollo 34915/G a firma dell’onorevole Dattolo che
così recita: “Il comma 6 è modificato e cosi sostituito: <6. Il comma 8 dell'articolo 26 della legge regionale n. 19/2002 , è
modificato e cosi sostituito: 8. Nel termine di cui al precedente comma
7, in conformità al comma 3 dell'articolo 14 del Dlgs 152/06 smei chiunque può
prendere visione del PTCP e del relativo rapporto ambientale e presentare
proprie osservazioni in forma scritta, anche fornendo nuovi o ulteriori
elementi conoscitivi e valutativi>”.
Pongo in votazione l’emendamento
34915/G.
(E’ approvato)
All’articolo 21 è stato presentato
emendamento protocollo 34915/H a firma dell’onorevole Dattolo che così recita:
“Il comma 8 è modificato e così sostituito: <8. Il comma 10 dell'articolo 26
della legge regionale n. 19/2002 , è modificato e così sostituito:
Il Consiglio Provinciale, nei
novanta giorni successivi al ricevimento del riscontro di cui al precedente
comma 9 da parte della Regione si determina in merito alle osservazioni pervenute
ed adegua il P.T.C.P. sia alle eventuali prescrizioni da questa formulate sia
sulla base del parere motivato ai fini VAS espresso dall'Autorità competente ai
sensi dell'art. 15 del Dlgs. 152/2006 e s.m.e i. Nello stesso termine si
esprime in ordine alle osservazioni e alle proposte formulate dai soggetti di
cui al precedente comma 6. La mancata determinazione nel termine indicato da
parte della Giunta provinciale dei dovuti riscontri alle prescrizioni regionali
ed ai contenuti delle osservazioni al P.T.C.P., comporta l'automatico
accoglimento, intendendosi quale silenzio-assenso, di quelle chiaramente
identificabili sulle tavole di piano e/o nell'apparato normativo>”.
Pongo in votazione l’emendamento
34915/H.
(E’ approvato)
All’articolo 21 è stato presentato
emendamento protocollo 34915/I a firma dell’onorevole Dattolo che così recita:
“Dopo il comma 8 è aggiunto un ulteriore comma 8bis): <8bis.
Il comma 11 dell'articolo 26 della legge regionale n. 19/2002 , è modificato e
così sostituito:
11. Successivamente all'approvazione
del P.T.C.P. da parte del Consiglio provinciale, copia dello strumento e del rapporto ambientale unitamente agli
atti d cui all'articolo 17 del Dlgs 152/06 smei sono depositati per la
libera consultazione presso la Provincia ed è trasmesso alle Amministrazioni di
cui al comma 4. L'avviso dell'avvenuta approvazione del piano è pubblicato nel
B.U.R.. Dell'approvazione è data altresì notizia con avviso sui quotidiani a
diffusione regionale>”.
Pongo in votazione l’emendamento
34915/I.
(E’ approvato)
All’articolo 21 è stato presentato
emendamento protocollo 34915/L a firma dell’onorevole Dattolo che così recita:
“Dopo il comma 8 è aggiunto un ulteriore comma 8ter) <8ter. Dopo il comma 13
dell'articolo 26 della legge regionale n. 19/2002 , è aggiunto un ulteriore
comma 13 bis):
13 bis). Il PTCP è soggetto al
monitoraggio di cui all'articolo 18 del Dlgs 152/06 smei, secondo modalità e
forme ivi definitive, nonché secondo i regolamenti regionali in materia>”.
Pongo in votazione l’emendamento
34915/L.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 21
come emendato.
(E’ approvato
all’unanimità)
All’articolo 22 è stato presentato
emendamento protocollo 34915/M a firma dell’onorevole Dattolo che così recita:
“<La lettera a) del comma 2 è modificata e così sostituita:
a) dopo le parole
"pianificazione in vigore" è inserito il seguente periodo: "con
i contenuti minimi del quadro conoscitivo in forma completa, redatto secondo
gli standard di cui
all'allegato A della presente legge, uno schema delle scelte strutturali e
strategiche con le principali modalità d'uso del territorio, lo schema del REU
esplicativo delle norme che si vogliono implementare, elaborati in base a
quanto previsto dagli articoli 20 e 21, ed il rapporto preliminare di cui al
comma 1 dell'articolo 13 del Dlgs 152/06 smei secondo i criteri di cui
all'allegato I del medesimo Dlgs>”.
Pongo in votazione l’emendamento
34915/M.
(E’ approvato)
All’articolo 22 è stato presentato
emendamento protocollo 34915/N a firma dell’onorevole Dattolo che così recita:
“Il comma 3
è modificato e così sostituito: <3. Il comma 3 dell'articolo 27 della
legge regionale n. 19/2002, è sostituito dai seguente: "La Conferenza si
conclude entro il termine di centocinquanta giorni entro i quali:
a) gli enti ed i soggetti, i cui
pareri non sono per legge vincolanti ed inibitori, possono presentare proposte
e memorie scritte, che il Consiglio comunale valuta in sede di adozione del PSC
di cui al comma 4, ove risultino pertinenti e coerenti all'oggetto del
procedimento;
b) gli enti che per legge sono
chiamati ad esprimere parere vincolante, devono esprimerlo preliminarmente
entro quarantacinque giorni dalla
convocazione, fatto salvo quanto differentemente previsto dal Dgl 152/06 smei,
e dalla normativa regionale in materia, peri pareri inerenti la VAS. Se
il parere contempla modifiche, queste devono essere apportate dal comune entro
i successivi quarantacinque giorni. Gli elaborati, così modificati, devono
essere trasmessi entro i trenta giorni successivi. In ogni caso entro i termini
di conclusione della Conferenza di pianificazione devono essere emanati i
pareri definitivi>”.
Pongo in votazione l’emendamento
34915/N.
(E’ approvato)
All’articolo 22 è stato presentato
emendamento protocollo 34915/O a firma dell’onorevole Dattolo che così recita:
“Il comma 6 è modificato e così sostituito <6. Il
comma 4 bis dell'articolo 27
della legge regionale n. 19/2002 è sostituito dal seguente: "4 bis. Il Consiglio comunale, su
proposta della Giunta, adotta il PSC/PSA che, in separate copie, viene
trasmesso al Dipartimento Urbanistica della Regione e della provincia,
all'autorità competente ai fini VAS e, su supporto informatico, ai soggetti di
cui al comma 2. Il Piano adottato, unitamente
al rapporto ambientale, è depositato presso la sede del comune per
sessanta giorni dalla pubblicazione sul BURC dell'avviso dell'avvenuta
adozione. L'avviso deve contenere l'indicazione dell'ente presso il quale il
PSC è depositato e dei termini entro i quali se ne può prendere visione.
Notizia dell'avvenuta adozione del PSC è data, altresì, su almeno un quotidiano
a diffusione regionale. Il PSC/PSA è inoltre pubblicato sul sito istituzionale
del comune>”.
Pongo in votazione l’emendamento
34915/O.
(E’ approvato)
All’articolo 22 è stato presentato
emendamento protocollo 34915/P a firma dell’onorevole Dattolo che così recita:
“Il comma 8 è modificato e così sostituito: <8. Il comma 5 dell'articolo 27
della legge regionale n. 19/2002 , è modificato e così sostituito: 5. Nel
termine di cui al comma 4bis, in conformità al comma 3 dell'articolo 14 del
Dlgs 152/06 smei chiunque può prendere visione del PSC e del relativo rapporto
ambientale e presentare proprie osservazioni in forma scritta, anche fornendo
nuovi o ulteriori elementi conoscitivi e valutativi>”.
Pongo in votazione l’emendamento
34915/P.
(E’ approvato)
All’articolo 22 è stato presentato
emendamento protocollo 34915/Q a firma dell’onorevole Dattolo che così recita:
“Il comma 14
è modificato e così sostituito: <14. Il comma 8
dell'articolo 27 della legge regionale n. 19/2002 è modificato e così
sostituito:
8. Successivamente all'approvazione
del P.S.C da parte del Consiglio Comunale, una copia integrale del piano
approvato è trasmessa alla Regione e alla Provincia secondo le modalità ed i
tempi di cui all'articolo 8, comma 8, della presente legge. Il PSC ed il rapporto ambientale unitamente
agli atti d cui ali 'articolo 17 del Dlgs 152/06 smei sono depositati
presso il Comune per la libera consultazione. L'avviso dell'avvenuta
approvazione del piano e del suo deposito viene pubblicato sul B.U.R. Della
stessa approvazione e avvenuto deposito è data altresì notizia con avviso su
almeno un quotidiano a diffusione regionale>”.
Pongo in votazione l’emendamento
34915/Q.
(E’ approvato)
All’articolo 22 è stato presentato
emendamento protocollo 34915/R a firma dell’onorevole Dattolo che così recita:
“Dopo il comma 14 è aggiunto un ulteriore comma 14bis:
<14bis. Dopo il comma 10 dell'articolo 26 della legge regionale n. 19/2002 ,
è aggiunto un ulteriore comma 10 bis):
10 bis). Il PSC è soggetto al
monitoraggio di cui all'articolo 18 del Dlgs 152/06 smei, secondo modalità e
forme ivi definitive, nonché secondo i regolamenti regionali in materia>”.
Pongo in votazione l’emendamento
34915/R.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 22
come emendato.
(E’ approvato all’unanimità)
Pongo in votazione l’articolo 23.
(E’ approvato all’unanimità)
All’articolo 24 è stato presentato
emendamento protocollo 34915/S a firma dell’onorevole Dattolo che così recita:
“Il comma 1 dell’articolo 24 è
modificato e così sostituito: <1. Il comma 2 dell'articolo 28 della legge
regionale n. 19/2002 è sostituito dal seguente: "Se i comuni non
provvedono allo svolgimento delle attività di cui al comma 1, nei termini e
nelle modalità previste dalla presente legge, vi provvede, in via sostitutiva,
la provincia territorialmente competente a mezzo di commissari ad acta
nominati per l'espletamento di tutti gli atti e i procedimenti amministrativi
di competenza comunale inerenti le attività di cui al comma 1, sino
all'approvazione definitiva dello strumento urbanistico. Il numero dei
commissari ad acta è definito in funzione del numero degli abitanti al momento
dell'esercizio del potere sostitutivo, ovvero uno per i comuni con popolazione
inferiore a 15.000 abitanti e due per comuni con popolazione superiore>”.
Pongo in votazione l’emendamento
34915/S.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 24
come emendato.
(E’ approvato all’unanimità)
All’articolo 25 è stato presentato
emendamento protocollo 34915/T a firma dell’onorevole Dattolo che così recita:
“Dopo il
comma 2 è aggiunto un ulteriore comma 2bis: <2bis). Il comma 4
dell'articolo 29 della legge regionale n. 19/2002 , è modificato e così
sostituito:
4. Osservazioni al FOT, entro i
termini di deposito di cui al comma 3, possono essere presentate in forma
scritta da chiunque, anche fornendo nuovi o ulteriori elementi conoscitivi e
valutativi>”.
Pongo in votazione l’emendamento
34915/T.
(E’ approvato)
All’articolo 25 è stato presentato
emendamento protocollo 34915/U a firma dell’onorevole Dattolo che così recita:
“Il comma 5 è modificato e cosi sostituito: <5. Dopo il comma 9 dell'articolo 29 della legge regionale n. 19/2002 è
aggiunto il seguente: 10. In conformità al comma 8 dell'articolo 5 del
DL 70/2011 convertito con modificazioni dalla Legge di conversione 106/2011, il
POT non è sottoposto a valutazione ambientale strategica né a verifica di
assoggettabili qualora non comporti variante ed il PSC, già sottoposto a VAS,
in sede di valutazione ambientale strategica definisca l'assetto localizzativo
delle nuove previsioni e delle dotazioni territoriali, gli indici di
edificabilità, gli usi ammessi e i contenuti piani volumetrici, tipologici e
costruttivi degli interventi, dettando i limiti e le condizioni di
sostenibilità' ambientale delle trasformazioni previste. Nei casi in cui POT
comporti variante allo strumento sovraordinato, la valutazione ambientale
strategica e la verifica di assoggettabilità sono comunque limitate agli
aspetti che non sono stati oggetto di valutazione sul PSC, e si applica quanto
disposto dal Dlgs 152/06 smei e dalla normativa regionale in materia>”.
Pongo in votazione l’emendamento
34915/U.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 25
come emendato.
(E’ approvato all’unanimità)
All’articolo 26 è stato presentato
emendamento protocollo 34915/V a firma dell’onorevole Dattolo che così recita:
“Dopo il comma 1 è aggiunto un ulteriore comma 1bis: <1bis).
Il comma 5 dell'articolo 30 della legge regionale n. 19/2002 , è modificato e
così sostituito:
5. Osservazioni al PAU, entro i
termini di deposito di cui al comma 3, possono essere presentate in forma
scritta da chiunque, anche fornendo nuovi o ulteriori elementi conoscitivi e
valutativi>”.
Pongo in votazione l’emendamento
34915/V.
(E’ approvato)
All’articolo 26 è stato presentato
emendamento protocollo 34915/Z a firma dell’onorevole Dattolo che così recita:
“Dopo il comma 1 è inserito un ulteriore comma 1ter): <1ter). Dopo il comma
11 dell'articolo 30 della legge regionale n. 19/2002-è aggiunto un ulteriore
comma 11 bis:
11 bis. In conformità al comma 8
dell'articolo 5 del DL 70/2011 convertito con modificazioni dalla Legge di
conversione 106/2011, il PAU non è sottoposto a valutazione ambientale
strategica né a verifica di assoggettabilità qualora non comporti variante allo
strumento urbanistico ed il PSC, qualora già sottoposto a VAS, in sede di
valutazione ambientale strategica definisca l'assetto localizzativo delle nuove
previsioni e delle dotazioni territoriali, gli indici di edificabilità, gli usi
ammessi e i contenuti piani volumetrici, tipologici e costruttivi degli
interventi, dettando i limiti e le condizioni di sostenibilità' ambientale
delle trasformazioni previste.
Nei casi in cui il PAU comporti
variante allo strumento sovraordinato, la valutazione ambientale strategica e
la verifica di assoggettabilità sono comunque limitate agli aspetti che non
sono stati oggetto di valutazione sul PSC, e si applica quanto disposto dal
Dlgs 152/06 smei e dalla normativa regionale in materia>”.
Pongo in votazione l’emendamento
34915/Z.
(E’ approvato)
All’articolo 26 è stato presentato
emendamento protocollo 34915/AA a firma dell’onorevole Dattolo che così recita:
“Dopo il comma 1 è inserito un ulteriore comma 1quater): <1quater). Dopo il
comma 11 dell'articolo 30 della legge regionale n. 19/2002 è aggiunto un
ulteriore comma 11ter:
11 ter. In conformità alla lettera
b) del comma 13 dell'articolo 5 del DL 70/2011 cosi come modificato dalla Legge
di conversione 106/2011,qualora il PAU non comporti variante agli strumenti
urbanistici, sia in coerenza con POTe compatibile con le relative VAS, le
attività di adozione, approvazione nonché le determinazioni in merito alle
osservazioni, di cui ai commi precedenti, spettano alla Giunta Comunale>”.
Pongo in votazione l’emendamento
34915/AA.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 26
come emendato.
(E’ approvato
all’unanimità)
Pongo in votazione l’articolo 27.
(E’ approvato
all’unanimità)
Pongo in votazione l’articolo 28.
(E’ approvato
all’unanimità)
Pongo in votazione l’articolo 29.
(E’ approvato
all’unanimità)
Pongo in votazione l’articolo 30.
(E’ approvato
all’unanimità)
Pongo in votazione l’articolo 31.
(E’ approvato
all’unanimità)
Pongo in votazione l’articolo 32.
(E’ approvato
all’unanimità)
Pongo in votazione l’articolo 33.
(E’ approvato
all’unanimità)
Pongo in votazione l’articolo 34.
(E’ approvato
all’unanimità)
All’articolo 35 è stato presentato
emendamento protocollo 34882 a firma dei consiglieri De Masi e Giordano che
così recita: “Il comma 1 dell’art. 35 è sostituito dal seguente: <1. La
lettera b), comma 2, dell’art. 65 della Legge regionale n. 19/2002 è sostituita
dalla seguente
<b) per i comuni dotati di PRG che non
hanno avviato la procedura di redazione del Piano Strutturale decadono tutte le
previsioni di detto strumento riguardanti le aree esterne al perimetro dei
suoli urbanizzati definiti negli strumenti urbanistici vigenti come il
perimetro delle aree aventi destinazione di zona A, B, D, F e per la zona C
ricadente all’interno di centri abitati e delle zone C individuate dai medesimi
strumenti per le quali sono inoltrate le richieste di approvazione dei piani di
lottizzazione. A tutte le previsioni del precedente strumento urbanistico,
eccetto le succitate zone, viene estesa la destinazione agricola. Sono fatte
salve le previsioni di tutti gli ambiti territoriali comunque denominati nei
quali siano approvati piani di attuazione, ivi compresi i Piani Comunali di
Spiaggia anche in itinere, le aree destinate ad interventi di edilizia sociale
(social housing) di cui all'art. 5 della legge regionale n. 36/2008, nonché la
definizione di tutte le richieste di attività edilizia con procedimenti
avviati, pervenute ai rispettivi comuni e relative a tutte le zone omogenee
previste dal medesimo strumento sino alla data di adozione dello strumento
generale (PSC/PSA)>”.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Giordano. Ne ha facoltà.
Presidente, questo emendamento è
relativo alle zone C ricadenti nel perimetro urbano, nel perimetro edificato
dei centri abitati. Oltre ad estendere le previsioni dell’articolo 65 alle zone
A, B, D ed F, e per le zone C che diventano delle aree intercluse nel centro
edificato.
Questo è il senso dell’emendamento.
Se c’è da perfezionare qualche dizione siamo, comunque, disponibili.
Parere del relatore?
Il parere è favorevole.
Parere della Giunta sull’emendamento
del gruppo Italia dei valori all’articolo 35? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 35
come emendato.
(E’ approvato all’unanimità)
Pongo in votazione l’articolo 36.
(E’ approvato all’unanimità)
Pongo in votazione l’articolo
37.
(E’ approvato all’unanimità)
Pongo in votazione l’articolo 38.
(E’ approvato all’unanimità)
Pongo in votazione l’articolo
39.
(E’ approvato all’unanimità)
Pongo in votazione la legge nel suo
complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Legge un seguito di comunicazioni.
(Sono riportate in allegato)
Concluso
il punto all’ordine del giorno, adesso c’erano i
punti che erano stati integrati ed inseriti
durante la discussione iniziale. Iniziamo dal bilancio di assestamento del Consiglio regionale.
La parola
all’onorevole Nicolò, Vicepresidente del Consiglio regionale.
Signor Presidente, prima di procedere
all’approvazione dell’assestamento,
illustriamo una relazione ai colleghi consiglieri, relazione che ci ha visti
impegnati per rappresentare un lavoro, che è stato svolto in ottemperanza a
quei princìpi nobili che animano una classe dirigente responsabile in un
periodo particolare come questo.
In
quest’ottica, senza reprimere servizi ed assicurando un risparmio di 4 milioni
e 200 mila euro, che saranno restituiti alla Giunta per essere reinvestiti, il
Consiglio regionale della Calabria attua la propria spending review, come si dice ormai in
termini inflazionati, ma è una manovra che guarda concretamente ad un
risparmio, salvaguardando i servizi essenziali, soprattutto gli interventi
strutturali, ed istituendone alcuni importanti, che sto qui adesso ad
illustrare.
Da questa
manovra, quindi, emerge un quadro positivo caratterizzato da nuovi servizi,
come l’apertura di uno sportello informativo per illustrare le opportunità di
utilizzo di fondi comunitari, bandi regionali, la conferma della proroga degli stage
e l’asilo aziendale.
Quindi
non si tratta solo di una semplice riduzione di spesa, ma è il frutto di un
lavoro razionale per una verifica bilanciata, sulla base del fabbisogno
necessario per il funzionamento strutturale relativo alle spese fisse per il
personale e al mantenimento di tutti i servizi dedicati alla manutenzione in
generale.
Dunque,
si è riusciti a contenere spese di gestione, attuando politiche di risparmio
vero, e si tratta di azioni dovute certamente in ossequio alle difficoltà
generali del Paese, in cui la Calabria subisce maggiori ripercussioni rispetto
alle altre realtà della nazione. Noi – quando dico noi, parlo dell’Ufficio di
Presidenza, ma dell’intero Consiglio regionale della Calabria – in molte
circostanze, in sintonia con la Giunta, ci si è resi parte diligente per quella
politica di razionalizzazione della spesa pubblica, coerentemente con i
processi di riforma che questo Governo nazionale sta applicando in un momento
difficilissimo.
Pertanto
l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale ed i suoi organi di gestione
sono in grado di presentare un bilancio efficiente, schivando, magari, taluni
osservatori o detrattori che vorrebbero, a tutti i costi, la Calabria come
Regione segnata e governata da una classe dirigente spendacciona e senza
scrupoli, poco riguardosa verso quelli che sono i bisogni.
Abbiamo
voluto attenzionare soprattutto questi aspetti per un documento che, così come
si evince, appare responsabile e, dunque, che guarda a quelli che sono più
esposti alla crisi, quindi la politica che guarda ai bisogni, le premure di una
classe dirigente verso le fasce più deboli.
Oltre ad
aver illustrato brevemente questa prima parte relativa all’assestamento,
Presidente, chiedo di sottoporre anche votazione anche i rendiconti del 2008,
2009, 2010 e 2011 del bilancio del Consiglio regionale.
Prima di
procedere alla votazione dell’assestamento, dobbiamo approvare i conti
consuntivi del Consiglio regionale, intanto l’esercizio 2008.
Pongo in
votazione il conto consuntivo del Consiglio regionale relativo all’anno 2008.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Pongo in
votazione il conto consuntivo relativo all’anno 2009.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Pongo in
votazione il conto consuntivo relativo all’anno 2010.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Pongo in
votazione il conto consuntivo relativo all’anno 2011.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Pongo in
votazione l’assestamento
di bilancio del Consiglio regionale
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Pongo in
votazione il collegato alla manovra finanziaria,
che è formato da un articolo.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Naturalmente questo va in
coordinamento formale, per definire meglio le cifre. Sul bilancio del Consiglio
regionale c’è un aumento di 800 mila euro che riguarda gli ex stagisti, quindi
un aumento da 1 milione a 1 milione e
800 mila. Quindi la delibera della Giunta regionale passa da 5 milioni a 4
milioni e 200 mila.
Il prossimo punto all’ordine del giorno reca la proposta di legge numero 164/9^ di iniziativa del consigliere Dattolo: “Valorizzazione e promozione del termalismo in Calabria”.
La parola all’onorevole Dattolo per la relazione.
Presidente, mi
correva l’obbligo di ringraziare l’Aula per la precedente legge di modifica che ha avuto questo
consenso. Io penso che era quasi doveroso da
parte mia ringraziare,
così come presentare questo provvedimento, perché è vero che la legge sul
termalismo porta la mia firma, ma è sicuramente una legge che la quarta Commissione ha
“adottato”, quasi come una presa di posizione non politica, ma di carattere
esclusivamente rivolto agli interessi del territorio, su un settore che tante
volte è stato citato, tante volte è stato portato come un emblema da
valorizzare, una risorsa da poter sfruttare, un’altra delle peculiarità del
nostro territorio, ma che ha atteso 28 lunghi anni prima che vedesse una sua
riedizione.
Noi
chiediamo che, addirittura, la vecchia legge venga cancellata con
l’approvazione della nuova e che sicuramente richiama la 323 del 2000, i
princìpi ispiratori di una legge nazionale alla quale quella che abbiamo
proposto si è richiamata.
Anche su
questo vorrei rivolgere il
ringraziamento anche al suo ufficio, al Presidente Scopelliti per un impegno
che era stato precedentemente assunto di voler dare un primo segnale. Queste
economie che sono state tolte come spese di funzionamento, una parte di questi risparmi sarà finalizzata
a questo, una prima parte, perché io ritengo che sia necessario
perseguire la completa applicazione di questa legge, trovando risorse più
adeguate per gli anni successivi.Riteniamo,però, che questo primo aspetto, questo
primo interesse verso l’approvazione di questa legge, attraverso lo
stanziamento di questo milione di euro che derivano dalle spese del Consiglio,
sia un primo passo, un segnale importante e spero che, accanto a questo, ce ne
siano altri più significativi.
Vedete,
questo è uno dei comparti che occupa migliaia di persone, ma soprattutto ha una
potenzialità enorme che è inespressa e lo scopo di questa legge è accompagnare,
in un certo qual senso, lo sviluppo, la riqualificazione, dando anche per la
prima volta l’istituzione dei Comuni termali, per poter ancora di più responsabilizzare un settore, degli amministratori
che su questo comparto hanno…
(Interruzione)
Presidente
Scopelliti, dica qualcosa di democristiano, così l’aiuterà pure a fare un passo
in avanti!
Volevo
sottolineare questo aspetto, che i princìpi che hanno prodotto questa legge e
soprattutto la sua votazione all’unanimità sono un primo segnale, al quale
penso che la Giunta, nella sua programmazione, debba dare, Presidente
Scopelliti, un ulteriore e significativo sforzo, perché è uno dei comparti che
possono incrementare sia l’appeal turistico della nostra regione, sia
soprattutto per la qualità delle acque termali calabresi, dal punto di vista
sanitario, che unanimemente viene riconosciuta a livello nazionale e
internazionale.
Io
ritengo che, accanto all’approvazione di questa legge, ci sia un convincimento
comune e debbo ringraziare ulteriormente i componenti della quarta Commissione,
oltre agli altri consiglieri che hanno prodotto emendamenti, per questa legge
significativa, importante, sicuramente un altro passo in avanti. Questa è la
Calabria che, probabilmente, vorrebbero i calabresi, con un’attenzione di
questo Consiglio regionale e, così come è stato sulla legge urbanistica, oggi
un altro tassello aggiungiamo, in attesa di fare altri passi avanti, perché
probabilmente questa politica che si vuole adottare è significativamente
proiettata verso il raggiungimento di traguardi consoni a quelle che sono le
potenzialità calabresi.
Oggi
diamo un riconoscimento a queste potenzialità, accompagnando e spronando coloro
i quali devono gestire queste piccole risorse, per il momento minime, che sono
state messe a disposizione, proprio perché ci sia una migliore offerta dal
punto di vista della ricettività e soprattutto la consapevolezza che il governo
calabrese è attento ai problemi del comparto termale.
La parola
all’onorevole Guccione.
Questa
sera il Consiglio regionale, dopo quasi
trent’anni di mancata legiferazione, copre un vuoto
legislativo che va a colmare lo sviluppo di un settore importantissimo per la
Calabria, qual è quello del termalismo, e si adegua alla legge quadro nazionale
del 2000. Quindi fa una doppia operazione, aggiorna la sua legislazione e lo fa
in direzione di un settore che, oggi, tra occupazione diretta e indiretta, ha
circa 3 mila addetti in Calabria, che
può costituire sviluppo: il turismo, termalismo, benessere, ambiente,
mare, montagna, possono rappresentare una miscela importante per lo sviluppo
del nostro territorio.
E’ un progetto di legge importante,
che ha visto la partecipazione della minoranza in Commissione, in questo
Consiglio regionale, attenta, attiva, partecipe, perché su queste questioni non
può esistere maggioranza e minoranza, quando si tratta di mettere in campo
leggi che vanno nella direzione di sostenere lo sviluppo di questa nostra regione, e fa
un’operazione importante e individua anche i comuni che potranno beneficiare
degli investimenti; non tutti i comuni calabresi, perché qui bisogna
incominciare a scegliere, a fare delle distinzioni, ma quei comuni che possono
definirsi termali.
Noi abbiamo le acque migliori
d’Europa in alcuni settori, abbiamo un tesoro inestimabile che riguarda il
termalismo nella nostra regione
ed io credo che noi dobbiamo fare di tutto affinché con questa legge, a cui
destiniamo oggi 1 milione di euro – e mi auguro che per i prossimi anni
possiamo fare di più, anche attraverso l’utilizzazione dei fondi comunitari –,
avviamo un processo di innovazione di un settore strategico della nostra
regione e lo dobbiamo fare anche avendo più attenzione a quella che oggi è la
situazione delle aziende termali in Calabria.
Dobbiamo dare sostegno al fatto che,
oggi, le aziende termali hanno un credito verso la Regione Calabria di diversi milioni di euro, dobbiamo lavorare perché le
Asp diano il dovuto alle aziende termali calabresi. C’è un forte ritardo,
alcune di queste aziende hanno accumulato circa 2 milioni di euro di crediti
arretrati; così come dobbiamo fare un’operazione che riguarda anche la
questione che riguarda i ticket termali e le varie questioni.
E’ uno
dei pochi settori che, invece di procurare emigrazione passiva, fattura per la
Calabria emigrazione attiva; per diversi milioni di euro, molti cittadini di
altre parti del nostro Paese, di altre regioni vengono a curarsi negli
stabilimenti calabresi e, invece di procurare emigrazione passiva, questo
settore produce emigrazione attiva per diversi milioni di euro.
Allora
vuol dire che qui dobbiamo fare in modo di investire risorse e la legge che ha
illustrato il relatore, l’onorevole Dattolo, va in questa direzione, uno sforzo
importante nell’interesse della Calabria.
Non ci
sono altri interventi sulla discussione generale, possiamo passare all’esame
dell’articolato.
Pongo in
votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
All’articolo
2 c’è un emendamento, protocollo numero 35318, a firma degli onorevoli Dattolo
e Imbalzano: “Il comma 1 è modificato e così sostituito: “1. Hanno la qualifica
di comuni termali: Lamezia Terme (CZ) (Terme di Caronte); Galatro (RC) (Terme
di Galatro); Antonimina (RC) (Terme di Antonimina); Locri; Bivongi (RC); (I Bagni di Guida); Spezzano Albanese (CS)
(Terme di Spezzano); Guardia Piemontese ed Acquappesa (CS) (Terme Luigiane);
Cassano allo Jonio (CS) (Terme Sibaritide); Cerchiara (CS) (Terme Grotte delle
Ninfe); Cotronei (KR) (Terme di Ponte Coniglio) ”.
Si
illustra da sé. Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta?
Favorevole.
Pongo in
votazione l’emendamento protocollo numero 35318.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 2 come emendato.
(E’ approvato)
All’articolo
3 c’è un emendamento protocollo numero 34909 a firma dell’onorevole Dattolo:
“Il comma 1 dell’articolo 3 è modificato e così sostituito: “1. Ai fini della
valorizzazione e del razionale utilizzo del patrimonio termale, la Giunta
regionale promuove, ai sensi dell’articolo 25 della legge regionale 40/2009,
nel rispetto del decreto legislativo 152/2006 s.m.e.i., la realizzazione di
programmi di ricerca tecnico-scientifica, finalizzati alla conoscenza ed alla
tutela delle risorse termali per la realizzazione di piani stralcio per bacini
del settore delle acque minerali termali;”.
Si
illustra da sé. Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta?
Favorevole.
Pongo in
votazione l’emendamento protocollo numero 34909.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 3 come emendato.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 4.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 5.
(E’ approvato)
All’articolo
6 c’è un emendamento a firma dell’onorevole Dattolo, protocollo 34908: Il comma
1 dell’articolo 6 è modificato e così sostituito: “1. La Giunta regionale, per
il perseguimento delle finalità della presente legge, concede contributi in
conto capitale nella misura massima del 50 per cento della spesa ammissibile
per gli interventi di cui all’articolo 1”.
Parere
del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in
votazione l’emendamento protocollo numero 34908.
(E’ approvato)
Emendamento
protocollo numero 34907 a firma dell’onorevole Dattolo: “Il comma 2
dell’articolo 6 è abrogato”.
Si
illustra da sé. Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta?
Favorevole.
Pongo in
votazione l’emendamento testé letto. protocollo numero 34907.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 6 come emendato.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 7.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 8.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 9.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 10.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 11.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 12, la norma finanziaria, che dovrà essere scritta in
coordinamento formale.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 13.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione la legge sul termalismo nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
L’ordine
del giorno reca la proposta di legge numero
356/9, recante: “Istituzione della struttura tecnica di
valutazione VAS-VIA-AIA-VI”.
La
parola all’onorevole Dattolo per la relazione.
Anche questo è uno strumento
che diventa fondamentale, proprio per sbloccare un empasse che è stata creata da un provvedimento del Tar, che ha
sospeso l’attività del nucleo di valutazione.
Quindi con questo provvedimento, che è stato promosso dal dipartimento, al quale il sottoscritto ha apposto la
firma, con la collaborazione e le iniziative dell’assessore Pugliano, sanciamo
la necessità di istituire una struttura tecnica di valutazione con personale
all’interno con profili altamente professionali o che possono venire da altri
uffici, per dare non soltanto un risparmio dal punto di vista economico, ma
anche un riconoscimento tecnico-qualitativo a personale che ha tutte le
caratteristiche per poter comporre questo nucleo di valutazione.
Voi capite che nelle more,
attualmente, l’esame di alcune pratiche è praticamente bloccato, quindi abbiamo
chiesto, e di questo ulteriormente
debbo ringraziare nella Commissione la minoranza, che con l’astensione ha
consentito di portarlo oggi quest’ordine del giorno con alcune modifiche che
abbiamo richiesto insieme al Vicepresidente della Commissione, Scalzo, alcuni
emendamenti illustrativi, proprio perché è necessario dare piena attuazione a
questo progetto di legge, per sbloccare le tante pratiche che attendono la
valutazione sia di impatto ambientale, di valutazione ambientale strategica,
tutte le varie diciture, altrimenti in questo momento il dipartimento è in
un’enorme difficoltà.
Poi c’è
anche l’aspetto economico, perché il costo dell’esame di queste procedure andrà
in un fondo che andrà ad incentivare questo personale interno e quindi è un
ulteriore passo verso, non dico la spending review, ma sicuramente verso
un sistema che promuove le professionalità all’interno dell’ente.
Su queste
basi, così come è successo precedentemente, chiedo ai colleghi anche di
minoranza, così come abbiamo precedentemente concordato anche con l’onorevole
Scalzo con la presentazione di alcuni emendamenti, di procedere favorevolmente.
La parola
all’onorevole Scalzo.
La presentazione di questa struttura tecnica che
sostituisce, di fatto, la Via, Vas ai (Incomprensibile)… presso il
dipartimento politiche dell’ambiente, va certamente nell’indirizzo della risoluzione di un problema che è quello
legato al blocco amministrativo e, di conseguenza, al blocco dell’attività
istruttoria delle pratiche che esistono non solo presso il dipartimento
politiche dell’ambiente.
In seno
alla Commissione, con gli altri colleghi ci siamo espressi per un voto di
astensione, perché di fronte al testo avevamo intravisto alcune modifiche ed
emendamenti che ritenevamo indispensabili per un nostro voto favorevole.
Abbiamo fatto una riflessione su alcuni emendamenti che abbiamo proposto il
Presidente Dattolo e il sottoscritto, e credo che l’accoglimento di questi
emendamenti possa andare nella direzione di un voto favorevole del gruppo del
Partito democratico.
Non ci
sono altri interventi, passiamo all’esame dell’articolato. Ci sono tre
emendamenti a firma degli onorevoli Dattolo e Scalzo.
La parola
all’onorevole Dattolo.
All’articolo 1 c’è questo emendamento con protocollo 35324:
“Al comma 2 dell’articolo 1, dopo le parole “Politiche dell’ambiente” e prima
delle parole “, è organizzata”, sono inserite le seguenti parole: “presieduta
dal dirigente generale del medesimo”, che ci sembra una forma di garanzia
assoluta, perché c’è il dirigente che presiede questo nucleo. Penso che su
questo non ci siano problemi.
Emendamento con protocollo 35324/b:
“Al comma 3 dell’articolo 1, dopo le parole “Giunta regionale” e prima delle
parole “vengono disciplinati:”, sono inserite le seguenti parole: “, previo
parere vincolante della Commissione consiliare competente, da esprimersi entro
30 giorni dal ricevimento”.
Su questo mi pare che l’assessore
voleva…
Io credo
che il parere vincolante della Commissione, rispetto al regolamento che è demandato alla Giunta regionale, possa di nuovo bloccare per 30
giorni l’attività di una struttura che è interna alla Regione Calabria, cioè questa struttura tecnica verrà
reclutata nei vari dipartimenti per le figure già
riconosciute nel regolamento del 2008. Dichiarare che deve ritornare in
Commissione con parere vincolante e far attendere altri 30 giorni significa che
250 pratiche giaceranno al dipartimento, perché è decaduto il nucleo Via a
dicembre 2011, per istituire il nuovo, abbiamo dovuto attendere maggio 2012;
dopo neanche un mese questo nucleo è stato sospeso dal Tar, con gravi rischi
per la Regione Calabria, perché ci sono termini entro i quali la Regione Calabria deve esprimere questi pareri di
valutazione. Allora non vorrei che l’idea di istituire una Commissione tecnica
di valutazione interna possa essere rallentata da questo parere vincolante
della Commissione, che si prende 30 giorni.
Allora io dico: o evitiamo di dire
che è vincolante e possiamo passarlo alla Commissione, ma nel frattempo
facciamo operare la Commissione tecnica, o diciamo che eventualmente gli diamo
una settimana di tempo per un passaggio, ma non
dare altri 30 giorni, che potrebbero bloccare i lavori...
(Interruzione)
Va bene 10 giorni.
Presidente,
di comune accordo col collega Scalzo e sentite le ragioni dell’assessore Pugliano, io direi con un emendamento
orale di ridurre a “entro 10 giorni”, così è un tempo minimo in cui che la Commissione ha la possibilità comunque
di esprimersi, quindi invece di “30 giorni”, “entro 10 giorni”, se è possibile accettare
questo subemendamento orale. Va bene?
(Interruzione)
Non è che il compito di questa Commissione è
quello di rallentare le
procedure, ci mancherebbe altro! Tra l’altro, volevo dire che di questo emendamento era a conoscenza anche il direttore generale Gualteri, quindi
non so se è una cosa che… Ripeto, vista la celerità e anche la frequenza con
cui la Commissione si riunisce, non è che utilizziamo i termini per arrivare
all’ultimo minuto per creare ostruzioni, perché comunque questa maggioranza
anche all’interno della Commissione c’è ed è sempre stata abbastanza efficace.
Questo lo dico, però non ho nessun tipo di difficoltà ad accelerare anche i
tempi rispetto a quelli che vengono richiesti.
La parola all’onorevole Scalzo.
Io
vorrei dire una cosa, cioè questa struttura
tecnica, il direttore generale del dipartimento politiche per l’ambiente l’ha illustrata e
la Commissione nella sua interezza, al di là delle competenze specifiche, ha
avuto già grande senso di responsabilità nel dire “la portiamo in Aula con il
voto della maggioranza e un’astensione della minoranza”, che sta a significare
che non c’è stata assolutamente forma di ostruzionismo, anzi c’è stato un senso
di responsabilità per dire che la struttura tecnica è necessaria, bisogna
utilizzare le professionalità che ci sono nel dipartimento politiche per
l’ambiente e negli enti strumentali della Regione, siamo d’accordo.
Quindi questo passaggio, conoscendo
la solerzia del Presidente nel convocare e la Commissione che ha lavorato, se
ha lavorato così alacremente fino adesso, lo potrà fare…
Io credo
che non ci siano motivi di dubitare sul fatto
del passaggio di un parere vincolante della Commissione. Credo che non sia
questo un dubbio fondato.
Giusto
per chiarire che non era messa in dubbio la responsabilità
della Commissione: giacché si stanno
moltiplicando e aumentando il numero di
pratiche giacenti, non lo ritenevo neanche vincolante il passaggio nuovo nella Commissione,
perché già nella legge avete stabilito quali
sono i criteri da indicare nel regolamento. Quindi sono già presenti le figure,
le 12 figure previste nel regolamento del 2008.
E’ stato detto che è un bando che
viene fatto per coprire queste 12 figure, quindi non mi pare che ci siano
elementi da confutare o da eccepire, eventualmente, in Commissione. Se si vuole, comunque, mantenere il parere
vincolante della Commissione, non ho obiezioni, ma cercavo di accelerare i
tempi entro i quali rendere operativa
questa Commissione tecnica di valutazione, perché c’è la possibilità che tutte
le pratiche giacenti, per le quali hanno
già iniziato a presentare diffide stragiudiziali, possano chiamare al danno
erariale la Regione Calabria e quindi volevo, appena pronta questa commissione,
iniziare a farla lavorare.
La
parola all’onorevole Dattolo.
Io penso
che l’assessore, comunque, possa procedere
nell’attuazione di questa cosa, perché penso che il risultato più
importante è oggi già il riconoscimento di questa legge.
Assessore, non si preoccupi, vada
avanti nel perseguimento dell’attuazione di questo regolamento attraverso la
Giunta e nella ricerca delle figure, perché sicuramente la Commissione darà,
come ha sempre fatto, un apporto significativo all’operatività del suo
dipartimento, nell’assolvimento delle funzioni
che competono alla Commissione.
Quindi, onorevole Dattolo, la sua
proposta finale qual è? Rimangono gli emendamenti, l’assessore li condivide
pure? Sì, va bene. Se mi fa avere gli emendamenti, onorevole Dattolo…
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo numero 35324.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo numero 35324/b.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo numero 35324/c: “Al comma 6
dell’articolo 1, dopo le parole “Giunta regionale” e prima delle parole “sono
definite le tariffe da applicare”, sono inserite le seguenti parole: “, previo
parere vincolante della Commissione consiliare competente, da esprimersi entro
30 giorni dal ricevimento”.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 1 come
emendato.
(E’ approvato)
Pongo in votazione il provvedimento
nel suo complesso.
(Il Consiglio approva all’unanimità)
(E’ riportato in allegato)
Passiamo
al prossimo punto all’ordine del giorno, la proposta
di legge numero 77/9^ di iniziativa
del consigliere Morelli, recante: “Qualificazione del territorio rurale
mediante la valorizzazione di produzioni regionali tipiche – fave e piselli”, richiesta dall’onorevole Orsomarso, che diventa relatore, quindi gli chiederei di illustrarla.
E’ una proposta di legge fatta di 12 articoli, che io credo, essendo
stata anche all’ordine del giorno della scorsa seduta, si illustri da sé, anche
perché ha avuto il parere all’unanimità nella Commissione in cui è stata già
valutata e discussa. Nella sostanza, ha l’obiettivo di promuovere e valorizzare le produzioni tipiche di
un territorio dell’Alto Ionio cosentino, che va da Roseto Capo Spulico a Canna e
Nocara, nello specifico le produzioni leguminose di fave e piselli.
Quindi io penso che si possa
procedere alla valutazione e all’approvazione articolo per articolo e – ripeto
– è un provvedimento che, nella sostanza, si illustra da sé.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Franchino. Ne ha facoltà.
Anche il
gruppo del Pd condivide questa proposta di legge, perché è un buon percorso e, ovviamente, è un obiettivo di
promozione e valorizzazione di alcune produzioni tipiche che qualificano, in
particolare, alcuni territori rurali della zona dell’Alto Ionio cosentino.
Quindi si
tratta di un primo intervento di natura sperimentale. Siamo in una area in cui
ci sono tre zone termali, dove l’altro giorno il Presidente Scopelliti ha
inteso promuovere un incontro per un distretto turistico locale con la vicina
Lucania. Sono dei prodotti con un clima favorevole anche nei mesi invernali.
Riguarda
il distretto rurale dell’Alto Ionio, dove siamo ai confini del distretto
agro-alimentare di Sibari, c’è una filiera di prodotti alimentari, di prodotti
di nicchia, sul quale progetto si sta lavorando. Non è un caso che, proprio
l’altro giorno, è stata costituita una società di 50 imprenditori per un
distretto rurale dell’Alto Ionio cosentino per lo sviluppo locale.
E’ questo
il motivo per cui noi siamo favorevoli e votiamo come gruppo del Partito
democratico per il licenziamento di questa legge in Consiglio.
Non ci
sono altri interventi, non ci sono emendamenti alla proposta di legge, per cui
possiamo passare alla votazione dell’articolato.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 5.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 6.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 7.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 8.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 9.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 10.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 11.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 12.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la legge nel
suo complesso con coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(E’
riportata in allegato)
Il prossimo punto all’ordine del giorno reca la proposta di legge numero 334/9^: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 13 maggio 1996, n. 7”, di cui ha chiesto l’inserimento all’ordine del giorno l’onorevole Magno, condivisa dall’onorevole Maiolo del gruppo del Partito democratico.
Prego, onorevole Magno.
L’aver
richiamato la proposta di legge 334/9 nasce dalla necessità di scindere l’abbinamento che è stato fatto in prima Commissione,
inizialmente stabilito in ossequio alle previsioni
regolamentari con la proposta di legge 340/9^ di iniziativa della Giunta
regionale, recante: “Modifiche ed integrazioni all’articolo 29
della legge regionale 13 maggio 1996, n. 7”, in considerazione delle novità introdotte dal recente
decreto legge numero 95/2012, cosiddetta spending review 2, al fine di poterne verificare le eventuali
conseguenze sulla materia del reclutamento dei dirigenti.
L’emendamento sostitutivo che si
propone introduce nell’ordinamento regionale una norma cornice che, stabilendo
i princìpi generali e fissando l’obiettivo della riduzione della spesa in
misura pari al 3 per cento rispetto alle spese sostenute allo stesso titolo per
l’anno 2011, demanda alla Giunta, nel
rispetto delle previsioni statutarie – articolo 50, comma 1, dello Statuto –
l’ordinamento e le attribuzioni delle strutture regionali mediante appositi
regolamenti di organizzazioni.
Per le
ragioni sopra specificate, l’emendamento consentirebbe alla Giunta regionale,
con propri atti, regolamenti e deliberazioni, di disciplinare in maniera
organica ed omogenea le predette strutture, di assicurare una maggiore
flessibilità legata alle diverse esigenze connesse ai mutamenti che
intervengono sulla struttura organizzativa della Giunta regionale, anche e
soprattutto collegate alle necessità derivanti dall’applicazione dei fondi
comunitari.
Si
ritiene opportuno, pertanto, proporre il seguente emendamento, con il quale si
stabilisce di riconoscere alla Giunta regionale il potere di regolamentare le
strutture ausiliarie equiparate alle proprie articolazioni amministrative,
precisando che la composizione delle stesse potrà avvenire esclusivamente con
personale appartenente alla pubblica amministrazione di cui all’articolo 1,
comma 2, del decreto legislativo 165/2001; prevedere, ai fini del contenimento
della spesa pubblica, un risparmio pari al 3 per cento della spesa sostenuta
allo stesso titolo per l’anno 2011; abrogare le normative di dettaglio previste
per la disciplina di specifiche strutture; attribuire l’efficacia delle
predette abrogazioni dalla data in vigore della disciplina regolamentare.
Si
allega, inoltre, alla proposta un’analisi quantitativa delle spese sostenute nell’esercizio
2011, fornita dal dipartimento competente, con analitica indicazione delle Upb
e dei capitoli delle strutture organizzative assegnatarie delle risorse e degli
importi spesi per ciascun capitolo.
Quindi si
chiede, Presidente, di votare primo l’emendamento che ho presentato come
modifica alla proposta di legge 334/9^ e poi di votare l’unico articolo, una
volta approvato l’emendamento.
Non ci
sono interventi nel merito, quindi possiamo votare l’articolo, che è un
articolo unico.
(Interruzione)
C’è un
emendamento? Prego, onorevole Magno.
La
votazione avviene così: si vota l’emendamento alla proposta di legge 334/9^ e poi si vota la proposta di legge. E’ allegato, l’ultima pagina.
Sì, però
è un progetto, quindi rendiamolo
un progetto di legge autonomo, che ha un numero e che non ha… Quindi votiamo
una legge che ha un articolo solo, l’articolo 1, senza andare a verificare… Lo
votiamo col coordinamento formale, così abbiamo anche il tempo, eventualmente…
(Interruzione)
Pongo in
votazione l’articolo unico della proposta di
legge.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la legge nel suo
complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Naturalmente
in coordinamento formale, successivamente…
Adesso
c’è un ordine del giorno a firma
dell’onorevole Nucera, “In
ordine al ripristino dei posti di polizia presso le strutture ospedaliere della
Regione Calabria”, che ha facoltà
di illustrarlo.
Brevemente, Presidente, perché
l’ordine del giorno così come è stato esteso si commenta da sé, mi verrebbe da
dire. Si tratta semplicemente di cercare di prevenire gli spiacevoli episodi
che hanno un po’ caratterizzato la vita sanitaria anche della nostra regione: recentemente, in provincia di Reggio, due
medici sono stati aggrediti nell’esercizio delle loro funzioni, allorché si
apprestavano a dare cura ad ammalati dentro i pronto soccorso degli ospedali.
E’
ripetutamente richiesta la presenza di personale che abbia anche un po’ di
carisma e di rappresentatività sul piano della loro presenza come fatto
psicologico e come fatto deterrente nei confronti di quanti, arrivati in un
momento di dispiacere nel pronto soccorso, invece di trovare un momento di
tranquillità e lasciar operare i medici con serenità, diventano violenti al
punto da aggredire gli stessi medici.
Allora,
nell’esprimere come Consiglio regionale la solidarietà a questi medici, vittime
molte volte della violenza, ma, più che della violenza, dell’ignoranza, della
stupidità di gesti che non trovano una giustificazione per poterli definire se
non in negativo, io chiedo al signor
Presidente del Consiglio se è possibile scrivere una lettera e sensibilizzare
il ministero dell’interno perché nei presidi ospedalieri, soprattutto nei
pronto soccorso dei presidi ospedalieri, venga stabilito, e ristabilito com’era
in passato, un posto fisso di Polizia.
Pongo in
votazione il seguente ordine del giorno: “Premesso che:
ormai con frequenza settimanale si consumano episodi
di violenza nei confronti di operatori sanitari che prestano servizio nei
pronto soccorso degli ospedali del territorio regionale;
i presidi ospedalieri sia pubblici che privati non hanno più la tutela dei “Posti fissi di Polizia”;
il medico o l'infermiere ed i diversi operatori di turno nel pronto soccorso non sempre riescono a soddisfare la domanda eccessiva di assistenza e cura in quanto spesso svolgono la loro attività in condizioni disagiate e con poco personale addetto;
la non immediata e tempestiva risposta sanitaria a pazienti, accompagnati da parenti, non sempre tolleranti, genera azioni di violenza e ritorsione che minano profondamente, oltre la sicurezza fisica, anche la dignità dei lavoratori;
in qualche presidio ospedaliero la presenza dei “vigilantes” di istituti di Polizia privata non rappresenta un deterrente alle reazioni impulsive degli ammalati e dei loro parenti;
considerato
che:
è necessario garantire l'incolumità fisica,
psicologica e lavorativa dei signori medici ed operatori sanitari negli
ospedali e nelle cliniche private;
è indispensabile prevenire gli atti di violenza contro gli operatori sanitari anche attraverso delle misure che consentano l'eliminazione o riduzione delle condizioni di rischio;
il Consiglio regionale della Calabria esprime vicinanza e solidarietà ai medici ed agli operatori sanitari vittime di violenza;
condanna qualsiasi tipo di aggressione compiuta nei confronti degli operatori della sanità che svolgono la loro attività nei presidi ospedalieri pubblici e privati della Regione Calabria;
dà mandato al Presidente del Consiglio, onorevole Francesco Talarico, di attivarsi presso il Ministero dell'Interno affinché predisponga, attraverso le Autorità Tensoriali di Governo, posti fissi di Polizia di Stato con turni di 24 ore, per prevenire e disincentivare queste incivili manifestazioni che mortificano la dignità degli operatori sanitari a tutti i livelli di rappresentanza”.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Al prossimo punto c’è l’ordine del giorno di
iniziativa del consigliere Nucera: “In ordine alla riduzione degli Uffici
postali in Calabria”.
Prego, onorevole Nucera.
Nei giorni scorsi, purtroppo,
abbiamo seguito un fatto che ci preoccupa: lo spending review da una parte, ma dall’altra parte anche una non
sempre sana, oculata, attenta, sociale politica spinge a ridiscutere fortemente
i posti di lavoro all’interno dell’ufficio Poste.
Questo è un fatto che non aiuta la Calabria, è una condizione che
sicuramente creerà non pochi problemi.
Difatti sul piano del riordino territoriale del dipartimento postale è
prevista la soppressione – ascoltate bene – in tutta la Calabria di ben 1.156
sportelli, cioè considerate 1.156 sportelli, un’intera rete sportellare
regionale che verrà chiusa e la riduzione dell’orario di lavoro in altri 638
sportelli. Significa che quasi 1.800 sportelli, sui 2 mila complessi presenti
in Calabria, subiranno una forte riduzione.
C’è stato il grido d’allarme dei sindacati, c’è stata una protesta
anche dei lavoratori per certi aspetti anche composta, fatta bene, e questo è
un fatto che incide fortemente negativamente sul tessuto sociale ed economico
della nostra regione.
La Calabria ha un’orografia particolare, è inutile ripeterci cose che
ben conosciamo, ma siamo partiti prima con lo smantellamento delle scuole, poi
sui trasporti pubblici, sui servizi sanitari, sui tribunali, ora anche le
Poste, che sono un avamposto anche della presenza dello Stato sul nostro
territorio.
Per cui, Presidente, ho voluto fare quest’ordine del giorno affinché
lei possa, in qualche modo, intervenire, unitamente al nostro Presidente della
Giunta regionale, su Poste Italiane perché si riveda questo piano di
riorganizzazione in una visione molto più sociale, molto più attenta, molto più
popolare, molto più sussidiaria rispetto ai bisogni che la regione Calabria
pone.
Pongo in
votazione il seguente ordine del giorno: “Il Consiglio regionale della
Calabria, premesso che:
negli ultimi anni, sempre più spesso, assistiamo da
parte di Poste Italiane ad un processo di razionalizzazione di molti uffici
postali;
da notizie di stampa, in questi giorni, si apprende che la società Poste Italiane ha programmato un piano di ridimensionamento degli Uffici Postali che prevede la chiusura, nel territorio nazionale, di 1156 sportelli e la razionalizzazione di altri 638, con la riduzione degli orari e dei giorni di apertura;
il suddetto piano di Poste Italiane provocherà nella Regione Calabria lo smantellamento di circa 101 uffici postali e quindi la cancellazione di numerosi posti di lavoro;
molti degli uffici postali si trovano in aree disagiate e spesso in piccoli centri ubicati a diversi chilometri dai centri più grandi, scarsamente collegati al servizio pubblico locale;
la decisione assunta da Poste Italiane determinerà numerosi disagi ai cittadini e in particolare alle fasce più deboli della popolazione residente in frazioni o piccoli comuni;
la presenza degli uffici postali nel territorio calabrese è di fondamentale importanza, in quanto garantisce alla popolazione, in particolare agli anziani ed alle fasce a più ridotta mobilità, i servizi essenziali e contribuisce soprattutto nei centri urbani più piccoli ad evitare lo spopolamento di ampie porzioni di territorio;
considerato
che:
la Calabria non può essere sempre al primo posto nei
piani di ridimensionamento dei servizi (scuole, trasporto pubblico, servizi
sanitari, tribunali ecc.), perché ciò determina delle aree sempre più
emarginate e lontane da possibili prospettive di sviluppo;
il piano di dimensionamento degli uffici postali ubicati nella nostra regione non tiene conto delle peculiarità territoriali che caratterizzano la Calabria;
la politica dei tagli degli uffici postali programmata dalla società Poste italiane contrasta con le politiche di valorizzazione e tutela delle realtà interne e dei piccoli comuni;
impegna
il Presidente e la Giunta regionale ad intraprendere tutte le iniziative
utili e necessarie presso il Governo, affinché Poste Italiane non proceda con i
tagli previsti nella Regione Calabria, al fine di salvaguardare e garantire i
servizi fondamentali già esistenti”.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Al prossimo punto all’ordine del giorno, sempre a firma dell’onorevole Nucera, c’è una mozione recante: “Interventi presso il Governo per la modifica della legge 24 marzo 2012 n.27” Conversione in legge, con modificazioni, del decreto – legge 24 gennaio 2012 n.1, recante disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle infrastrutture e la competitività”.
Prego, onorevole Nucera.
Questa è una mozione piuttosto importante, che mi permetto di leggere così come è stata estesa, perché riguarda un argomento abbastanza serio del nostro sistema professionale, anche sulla garanzia dei cittadini: “Premesso che le difficoltà in cui versa il sistema della giustizia in Italia determinano, ormai da tempo, il prolungarsi di contenziosi e cause davanti ai Tribunali che si protraggono anche per decenni;
che più volte la Corte Europea per i Diritti dell'Uomo ha condannato l'Italia sul denegato “diritto alla giustizia”, così come sancito dalla Costituzione, ed in tempi “ragionevolmente” brevi;
che, nell'ottica di una sempre maggiore riduzione
della spesa pubblica, vengono emanati dal Governo Italiano interventi
legislativi per la revisione dei presidi giudiziari italiani, attraverso dei
criteri, che non tengono conto delle esigenze dei cittadini e neanche degli
aspetti specifici di ogni realtà territoriale;
che la Legge 24 marzo 2012 n. 27 “Conversione in
legge, con modificazioni del decreto legge 24 gennaio 2012 n.1, recante
disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle infrastrutture e la
competitività”, all'art. 2 prevede l'istituzione del Tribunale delle
Imprese mediante l'ampliamento della competenza delle sezioni
specializzate in materia di proprietà industriale ed intellettuale, che ora
vengono denominate “sezioni specializzate in materia di impresa”.
che nella formulazione originaria del decreto legge, l'art. 2 non prevedeva l'istituzione di nuove sezioni specializzate presso altri Tribunali e Corti di Appello, rimanendo così immutato il numero delle dodici sedi istituite col decreto legislativo n. 168 del 2003;
che con l'approvazione del testo di legge definitivo è
stato, tuttavia, aggiunto all'art. 1 del decreto legislativo n. 168, già
citato, l'ulteriore comma 1 bis, che prevede "sono altresì istituite nuove sezioni
specializzate in materia di impresa presso i tribunali e le corti d'appello aventi
sede nel capoluogo di ogni Regione, ove non esistenti nelle città di cui al
comma 1 ". Quindi, per effetto di tale comma 1 bis, sono
state istituite delle nuove sezioni specializzate in tutti i Tribunali e Corte
di Appello con sede nei capoluoghi di Regione, che finora ne erano sprovvisti e
cioè Ancona, Cagliari, Campobasso, Catanzaro, L'Aquila, Perugia, Potenza e
Trento, nonché
Brescia in quanto sede di Corte di Appello”, quindi
c’è un’eccezione;
“che il
Parlamento non ha tenuto in conto che anche a Reggio Calabria esiste una sede
autonoma di Corte di Appello, determinando, quindi, una grave violazione
dell'art. 3 della Costituzione Italiana “Tutti i cittadini hanno
pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di
sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni
personali e sociali…”;
considerato che la decisione assunta dal
Parlamento di istituire il Tribunale delle Imprese con dislocazione nei
capoluoghi di Regione crea ai cittadini e alle aziende, che hanno necessità di
rivolgersi al Tribunale, notevoli difficoltà per ottenere giustizia, in quanto
costretti ad affrontare distanze e quindi aggravi di costi;
invita
il Presidente della Giunta e del Consiglio
regionale
ad intervenire presso il Governo, affinché venga rivisto il criterio di scelta delle sedi presso le quali istituire le sezioni specializzate in materia d'impresa e che, sulla base del principio di uguaglianza, in ogni sezione autonoma di Corte d'Appello e quindi anche a Reggio Calabria venga istituita una sezione specializzata in materia d'impresa”.
Si
tratta di ristabilire un principio che già
c’era, che c’è, è in vigore e che il Governo stesso
ha provveduto – come ha fatto in altre Regioni d’Italia – a derogare, nel momento in cui Brescia viene riconosciuta come sede; a Reggio c’era,
perché rimanga, pur riconoscendo la nuova sede in Catanzaro, il punto di riferimento principale.
Pongo in
votazione la mozione testé illustrata.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportata in allegato)
Il prossimo ordine del giorno è di iniziativa del consigliere Gallo: “In ordine alla messa in sicurezza dei tratti dell’autostrada A3 per i quali non sono stati ancora finanziati i lavori di completamento”.
Prego, onorevole Gallo.
Come è a
conoscenza sicuramente dei colleghi
consiglieri, l’Anas ha annunciato, recentemente,
che i lavori di completamento e di riqualificazione del tracciato della A3 sono
finanziati in parte, perché per 59 chilometri, tutti ricadenti nel territorio
calabrese, non c’è ancora finanziamento e relativa progettazione.
Pertanto
la mia proposta è di approvare l’ordine del giorno, affinché il Governo
regionale possa interagire immediatamente con l’Anas affinché, nelle more del
necessario ottenimento dei relativi finanziamenti per l’ampliamento anche di
questi 59 chilometri di tracciato della A3, si possa avere una messa in
sicurezza di questi circa 60 chilometri, attraverso un nuovo asfalto drenante,
nuove barriere protettive e messa in sicurezza dei pendii laterali, perché in
massima parte si tratta di tracciato ondulato.
Per
questo chiedo che l’Aula approvi quest’ordine del giorno.
Pongo in
votazione il seguente ordine del giorno testé illustrato: “Il Consiglio
regionale della Calabria, premesso che:
l'autostrada
Salerno-Reggio Calabria è infrastruttura essenziale per l'intero Paese ed ancor
più per la Calabria, che ha in essa l'unica via di grande comunicazione;
da
anni la rete autostradale calabrese è interessata da lavori di ammodernamento;
in
tale ambito, diversi sono i tratti oggetto di progettazione, mancante, però,
del relativo finanziamento;
in
particolare, gran parte degli interventi in corso di progettazione o
progettati, ma non finanziati, ricadono nel tratto calabrese della Sa-Rc
(Macrolotto n. 4 – parte prima – “Cosenza-Rogliano”, importo pari a 588.519
milioni di euro; Macrolotto n. 4 – parte seconda – “Rogliano-Viadotto Stupino”,
importo pari a 437,780 milioni di euro; Macrolotto n. 4 – parte seconda,
stralcio secondo – “Viadotto Stupino-Altilia”, importo pari a 343 milioni di
euro; Macrolotto n. 3 – parte quarta – “Morano- Frascineto”, importo pari a 598
milioni di euro; Macrolotto compreso tra il km 337,800 – svincolo di Pizzo
Calabro incluso – e il km 348,600 – svincolo di Sant'Onofrio incluso – importo
pari a 799,280 milioni di euro; nuovo svincolo Cosenza-Sud, importo pari a 168
milioni di euro; nuovo svincolo Laureana di Borrello, importo pari a 38,087
milioni di euro; nuovo svincolo di Sant'Eufemia d'Aspromonte, importo pari a 20
milioni di euro; nuovo svincolo di Rende, importo pari a 34,181 milioni);
la
mancanza di risorse, confermata dal ministro alle infrastrutture Corrado
Passera lo scorso giugno nel corso di un intervento in Parlamento, impedirà
inevitabilmente la piena fruibilità in condizioni di sicurezza della A3 ancora
per molti anni;
in
attesa del reperimento dei finanziamenti necessari all'ammodernamento,
considerati i tempi lunghi correlati alla predisposizione della progettazione,
alla sua approvazione, al finanziamento ed al passaggio alla fase esecutiva ed
alla sua conclusione, appare comunque indispensabile ed urgente garantire, da
parte dell'Anas, la massima sicurezza anche dei tratti oggetto di interventi in
corso di progettazione, ma non finanziati, mediante stesa di asfalto drenante,
livellamento del piano stradale, miglioramento dell'illuminazione, posa di
barriere protettive laddove mancanti o insufficienti;
impegna il Governo regionale, nella persona del
Signor Presidente della giunta regionale e del signor assessore ai trasporti, a
voler adottare ogni iniziativa idonea ed opportuna a conseguire l'immediata
messa in sicurezza dei tratti calabresi della A3 esclusi dai finanziamenti per
il loro ammodernamento”.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
L’ultimo
punto all’ordine del giorno del Consiglio di oggi riguarda
un ordine del giorno sulla “Fondazione Tommaso Campanella – Progetto di
riordino con istituzione del polo oncologico regionale d’eccellenza”, che reca
le firme degli onorevoli Salerno e Scalzo primi firmatari, Aiello ed
altri, e riguarda un impegno al Presidente della Giunta regionale, anche nella sua
qualità di commissario ad acta
per l’attuazione del Piano di rientro, a presentare entro il 30 settembre 2012
un organico progetto di riordino della fondazione “Tommaso Campanella”, prevedendo il polo
oncologico regionale d’eccellenza per il mantenimento dei livelli essenziali di
assistenza ed anche e soprattutto dei livelli occupazionali esistenti.
Ho riassunto un po’ tutto
l’argomento che è stato firmato da tutti i consiglieri di maggioranza e di
minoranza. Darei la parola al Presidente Scopelliti, in modo tale che lui ci
possa ragguagliare ed informare anche delle ultime notizie, soprattutto se
condivide quest’ordine del giorno che i colleghi di maggioranza e minoranza
hanno voluto sottoscrivere in maniera unanime.
Prego, Presidente Scopelliti.
Poc’anzi abbiamo concluso
la conferenza
stampa, dove abbiamo illustrato il verbale e le conclusioni del tavolo
Massicci, quindi abbiamo avuto la possibilità di dimostrare che il lavoro che
la Regione Calabria ha messo in campo sul versante sanitario e quindi rispetto
al Piano di rientro è attento, scrupoloso, ha portato dei risultati molto importanti, quindi a
dimostrazione della quantità e della qualità dell’attività che abbiamo messo in campo.
Il tavolo
Massicci riconosce alla Regione Calabria quanto messo in campo, riconosce e
quantifica in 110 milioni
di euro il disavanzo nell’anno 2011, cioè significa che in un anno e mezzo noi
abbiamo ridotto il disavanzo della Regione Calabria di 144 milioni di euro,
quindi significa che, se ci fossimo trovati nella situazione di dover riportare
13 milioni e mezzo circa del 2010, che erano delle perdite che non erano state
coperte nell’anno 2010, noi a quest’ora con la fiscalità normale – definiamola
così – avremmo abbondantemente coperto il disavanzo della Regione, senza le
somme aggiuntive dello 0,15 e lo 0,30.
Questa è
una dimostrazione grande – lo dico anche perché qualche collega consigliere si
era lanciato in dichiarazioni, senza avere elementi importanti, però io…
Il
verbale lo certifica.
(Interruzione)
Ah, era
stato Franco Pacenza, ex consigliere regionale. Perché dicevo che la struttura
del commissario si avvale della partecipazione e della presenza, oltre che
dell’advisor, anche della Guardia di Finanza. Quindi su tutto possiamo
sbagliare, ma non è facile che si sbagli sui conti. Ecco perché mi era parsa un
po’ affrettata quella cosa.
Certificato
questo aspetto, abbiamo ricevuto anche i complimenti, nel senso che c’è scritto
che hanno registrato dei progressi sul versante sanitario. Quindi l’aspetto dei
conti si consolida, l’aspetto sanitario fa dei progressi. Considerate che noi
siamo una Regione con Piano di rientro da circa due anni o poco più, dal 19
dicembre del 2009, e che siamo una Regione che è partita, però, a settembre,
perché è risaputo che dal 19 dicembre 2009 fino a settembre di atti non ne sono
stati fatti, se non qualcuno.
Quindi
abbiamo questi risultati da mettere in evidenza come un fatto di buona
amministrazione, secondo me, e la fondazione “Campanella”, anche in questo
verbale, assume una propria rilevanza, perché – lo dico anche ai colleghi
consiglieri – chi conosce cosa è accaduto al tavolo Massicci in
queste settimane, sa che le Regioni non
hanno ottenuto nessun risultato, mentre la Regione Calabria è stata tra le
pochissime ad ottenere l’ok ai fondi Fas. Quindi ci hanno autorizzato, proprio
per i risultati, ad avviare la procedura per ottenere 578 milioni di euro di
fondi Fas, che sono – ma lo dico senza nulla togliere a nessuno – quasi il 50
per cento di quelli che al tempo in cui vi era il centro-sinistra, si era ipotizzato 1 miliardo di euro…
(Interruzione)
…1
miliardo e 70 milioni, forse. …1 miliardo di euro di Fas, quindi il 50 per
cento oggi ci vengono riconosciuti, il che a nostro giudizio è un motivo di
vanto soprattutto – ma perdo qualche minuto perché ci sono i colleghi del
centro-sinistra –, indipendentemente da tutto quello che è accaduto al tavolo
Massicci, abbiamo avuto la soddisfazione
da calabresi di sentirsi dire, da esponenti del Governo centrale, dai
rappresentanti dei ministeri competenti, che la Calabria oggi è puntuale,
competente, riesce a fornire elementi e dati precisi, la Calabria è una Regione che fornisce
finalmente risposte.
Per me,
da calabrese, indipendentemente da quello che è accaduto al tavolo, questo è un
grandissimo risultato, è una grande soddisfazione, perché qualcuno autorevole
al tavolo ha detto “voi eravate la Regione” – dico purtroppo, perché poi non è
che questo appartiene ad uno o all’altro – “dei bilanci orali, oggi avete una
qualità e una capacità di risposta che è veramente importante”.
Perché ho
fatto questa premessa? Perché ringrazio i colleghi sia del centro-sinistra,
Scalzo, sia Nazzareno Salerno che da settimane, sotto questo punto di vista,
tempesta insieme a Piero Aiello e così via per presentare una proposta di legge
sulla fondazione “Campanella”, la quale, dopo l’ultimo momento che è
rappresentato dalla Consulta, ha avuto quella bocciatura e quindi al tavolo
romano non è vista nel modo in cui la vediamo noi. Quindi noi l’abbiamo difesa
e la difenderemo, però una proroga rispetto a quella legge, secondo me, non
serviva, se non a creare, forse, ulteriori elementi di turbativa nel rapporto
col centro.
Invece
quest’ordine del giorno presentato a doppia firma, Nazzareno Salerno e Antonio
Scalzo, va nella direzione da noi auspicata e da tutti – spero – condivisa, ché
entro 90 giorni dobbiamo trovare una soluzione.
Io, in
settimana, già annuncio che ho fissato l’appuntamento al ministero, al quale
ministero porterò una-due-tre proposte e, se verranno delle proposte dai
colleghi del centro-sinistra, saremo pronti ad accoglierle perché andiamo con
l’idea, strategicamente, di mantenere la “Campanella” in tutto e per tutto, ma
se questo non passa, come non è passato fino ad oggi, dobbiamo avere delle
proposte alternative, perché dobbiamo essere noi a saper decidere una
prospettiva e l’alternativa, non possono essere gli altri – come spesso è
accaduto – ad imporci delle scelte.
Quindi
noi dobbiamo andare lì con una serie di soluzioni in grado di chiarire il
problema della “Campanella”, che significa ottenere, secondo me, un altro
grande riconoscimento nel tempo. Quindi noi vogliamo arrivare al tavolo
Massicci, al tavolo romano ad ottobre con una risposta importante sul tema
della “Campanella” come sulle altre procedure, perché noi abbiamo fatto la rete
dell’emergenza-urgenza, la rete ospedaliera, manca la rete territoriale, che è
un aspetto fondamentale, oggi, per mettere in campo una strategia sempre più
forte ed utile al territorio.
Come
vedete, indipendentemente da quello che ognuno scrive e dice, legittimamente –
si fa politica, per carità, rispettosissimi di questa cosa – io dico che, però,
dobbiamo tutti correre verso questo traguardo, perché ottenere il
riconoscimento di 220 milioni di euro è stato già, il 14 dicembre, un grande
passo in avanti. Oggi i Fas sono un altro passo in avanti, dovremo piano piano
riuscire anche ad ottenere l’ultima parte di premialità che ci spetta, alla
quale premialità – devo dirvi la verità – secondo me non sono solo le Regioni a
non avere soldi. Quindi noi aspettiamo, tanto siamo convinti che più avanti
riusciremo ad avere delle risposte, però punteremo a chiudere anche questa
partita, fermo restando che ci è stato già anticipato che siamo sulla buona
strada anche per chiudere la premialità, però aspettiamo di ottenere i
risultati per poterci poi misurare.
Facendo
questo, loro dicono che con 578 milioni chiudiamo il debito della Regione
Calabria, cioè oggi non abbiamo più cosa fare, cosa saldare. Con l’apertura dei
Fas, con la premialità che ci spetta, che sono circa 500 milioni che loro danno
per scontato che ci arriveranno, a questo punto noi abbiamo coperto il debito
interamente contratto della Regione Calabria negli ultimi decenni, alla fine,
perché si risale a diverse annualità. Quindi noi potremo sicuramente guardare
al futuro e proiettarci in uno scenario completamente diverso.
Questo è
quello che è accaduto al tavolo Massicci. Come avete visto, noi abbiamo fatto
una semplice dichiarazione, abbiamo voluto aspettare il verbale per evitare
che, magari, ci fossero fughe in avanti o che qualcuno che dicesse che noi
vendevamo ciò che non era. Oggi questo risultato, ovviamente, diventa
importante e la fondazione “Campanella”, proprio per la sua specificità e per la
sua qualità delle prestazioni e dell’utilità al territorio, per noi rappresenta
un punto fondamentale.
Allora
quest’ordine del giorno sicuramente dà ancora più forza al Presidente perché,
essendo un ordine del giorno che, magari, trova la condivisione, se non
l’unanimità del Consiglio regionale, è un modo per dare più forza, che non è la
forza di una sola maggioranza, ma di una maggioranza più ampia che,
probabilmente, potrà servire a stimolare ulteriormente e a far capire che la
fondazione “Campanella” ha per noi un ruolo strategico, ma che non può essere
un elemento di drenaggio di risorse pubbliche che, da una parte, recuperiamo e
rischiamo, dall’altra, di dover poi domani colmare un disavanzo, un deficit che
non ci appartiene e non possiamo permetterci.
Questo è,
in sintesi, il documento, caro Presidente, ed io spero di averlo illustrato
decentemente.
Chiede di
parlare l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.
Parto
dalle ultime parole del Presidente Scopelliti, che ha concluso dicendo che la fondazione “Campanella” non può essere più un organismo
di drenaggio di risorse pubbliche, come lo è stata. Non voglio ripetere l’excursus che ci ha visto in quest’Aula, purtroppo,
avere ragione quando avvertivamo, quando avevamo anche in maniera accorata
detto “attenzione che questi provvedimenti vanno in una direzione
sbagliata, non produrranno nulla, se non
l’ennesimo impatto con il Governo”, che puntualmente e per l’ennesima volta,
attraverso l’impugnazione alla Consulta, è arrivato a cassare integralmente e
interamente le normative, la 35 e la 50, che questo Consiglio regionale, a
maggioranza, quindi con la posizione contraria dell’Idv, e con qualche altro
consigliere aveva licenziato.
Noi
riteniamo che quest’ordine del giorno sia inutile, e mi spiace dirlo . Che cosa
dice quest’ordine del giorno? Che si impegna il Presidente nella sua qualità a
redigere una proposta. Noi ci saremmo aspettati, oggi, addirittura di conoscere
qual è la proposta, a quali aspettative devono andare incontro i dipendenti,
qual è l’idea che ha il Governo regionale di questa fondazione, dopo due anni
di provvedimenti che hanno visto un brusco impatto davanti al Governo centrale.
Io ho
ascoltato con attenzione le parole del Presidente rispetto al tavolo Massicci,
però credo che noi potremmo dare atto, in qualche modo potremmo iniziare a
comprendere un’inversione di tendenza, nel momento in cui questa Regione non
avrà la mobilità passiva agli stessi trend che ha avuto negli anni
precedenti. Noi, ancora oggi, abbiamo gli stessi numeri sulla mobilità passiva.
Guardate bene, io parlo anche a una platea dove sono parecchi gli addetti ai
lavori, parecchi medici: le patologie per le quali i cittadini di questa
regione vanno a curarsi fuori sono
cosiddette ordinarie, l’ortopedia, la tiroide, cioè sono cose per le
quali questa Regione dovrebbe e potrebbe garantire livelli e prestazioni
elevate.
Allora io
andrei piano con le affermazioni …! Sì, i numeri sono importanti, ma sono
importanti i risultati, la garanzia dei livelli essenziali in tutto il
territorio regionale, in tutte le aree di questa regione.
Nell’annunciare
la nostra astensione, più che il voto, ribadiamo che secondo noi questo documento non serve, ma
potrebbe essere utile ad aprire un dibattito serrato, al quale non ci
sottrarremo perché vogliamo arrivare ad una definitiva conclusione di questa
vicenda, anche per non illudere i dipendenti, per non cancellare, forse,
all’interno di questo organismo le realtà positive che, tuttavia, ci sono, però
vorremmo che ci fosse con franchezza un processo al quale non ci sottrarremo,
anche immediatamente, e che si possa finalmente decidere compiutamente ed avere
un risultato che, secondo noi, diventa indifferibile.
Per
questo motivo, leggendo il dispositivo finale, riteniamo che è scontato che il
Presidente debba venire con una proposta. Noi ci saremmo attesi oggi di avere
la proposta, ci attendiamo di essere chiamati, non si sottrarremo al confronto,
immaginiamo un confronto che possa essere all’interno della terza Commissione e
che, soprattutto in terza Commissione, così come il suo Presidente si era
appellato anche nelle settimane scorse, si inizi a parlare di Piano sanitario
regionale, perché questa Regione dovrà uscire dalle secche del Piano di rientro
e dovrà iniziare ad avere una fisionomia di sanità strategica che risponda ai
bisogni della Calabria.
Ha
chiesto di parlare l’onorevole Scalzo. Ne ha facoltà.
Brevemente,
proprio per voler aggiungere, anche per esprimere il voto favorevole a
quest’ordine del giorno, che il fatto di essere partiti dalla presentazione di
un progetto di legge non significa un ritiro di questo, semmai significa una
rivisitazione e soprattutto l’approfondimento di un progetto di legge che vada
verso il riordino della fondazione “Campanella”, che secondo me deve andare in
due direzioni.
Il
problema principale deve avere due direttive: la prima è quella della
realizzazione funzionale e strategica del polo oncologico calabrese di
eccellenza; l’altra, la tutela delle risorse professionali che si sono
accumulate nel corso degli anni. Entrambe sono inscindibili dalla figura del
malato oncologico, perché sulla fondazione “Campanella” non solo come cittadini
oppure come addetti ai lavori per chi esercita questa professione, ci giochiamo
una parte di credibilità come forze
politiche, come istituzioni nella nostra regione, perché abbandonare, gettare
la spugna su questa cosa sarebbe una sconfitta per tutti, per tutta la classe
dirigente, per questo Consiglio regionale e sarebbe una sconfitta per i
calabresi.
Lo
dicevo in premessa, da cittadino calabrese,
prima che da uomo delle istituzioni, non posso accettare che la nostra vicina
Basilicata abbia il suo polo di eccellenza –
Rionero, in provincia di Matera, così come dicevo, ha il suo polo cuore in
provincia di Potenza – e noi dimostriamo, ancora una volta, l’incapacità di
trovare un grande consenso su un polo regionale calabrese.
Io credo che in questa direzione
dobbiamo andare. Credo che la proposta debba essere quella di una legge a cui dovremo
lavorare ognuno di noi, la parte politica che rappresento insieme ai colleghi
del Partito democratico non si sottrarrà alle proposte concrete per un riordino
effettivo e per l’istituzione di questo importante centro di eccellenza. Lo si
farà certamente, credo che il percorso
giusto sia quello di portare la proposta di legge in terza Commissione, dove
dovremo lavorare ad un riordino che tenga conto, innanzitutto, della figura
centrale del malato oncologico e del fatto che non si tratta di un problema di
campanile o di un territorio, ma di garantire per una patologia che, col
rispetto di tutte le altre specialità, ha e deve avere una priorità per ciò che
significa curare il malato oncologico da Reggio a Castrovillari.
Quindi
per questa dovremo fare una battaglia, innanzitutto, che sia sulle competenze,
soprattutto sia una battaglia di civiltà, di assistenza a questo tipo di
patologia. Questo lo dovremmo fare, anzitutto, garantendo le professionalità
esistenti. Guardate che c’è anche qualche professionalità importante che è
andata via e noi dobbiamo lavorare in senso opposto, dobbiamo lavorare perché
sono professionalità, cittadini calabresi che devono tornare per poter dare il
loro grande contributo, piuttosto che darlo in altri centri importanti a Milano
o in altre città importanti d’Italia, lo possano fare tranquillamente in questo
che rappresenta anche un centro dotato di tecnologia, di comfort e di
tecnologia all’avanguardia.
Credo che
questa non sia un’opzione nostra, ma sia innanzitutto un nostro dovere. Per
questo credo che, oggi, questo non è per noi, non credo che possa essere motivo
di conflitto; è solo l’inizio per poter dire sulla fondazione “Campanella”, che
io credo debba avere il suo naturale sbocco nel polo oncologico, non possa
essere accorpata ad altre istituzioni, ma debba avere una propria dignità possibilmente di una struttura a carattere
scientifico con un proprio budget, come tante altre strutture anche in
altri campi rispettabili, come la riabilitazione, ma non certo altrettanto strategici
e importanti come quello oncologico, e, insieme a questo, noi dobbiamo dare
grande rilievo e grande attenzione anche alla ricerca. Quindi, anche in questa
direzione, la Regione dovrà farsi carico di un finanziamento ad hoc per
la parte che riguarda la formazione e la ricerca in questo importante settore.
Per
questo, a nome del Partito democratico, dico che voteremo a favore di questo
provvedimento.
La parola
all’onorevole Salerno.
Io
volevo sottolineare alcuni passaggi sulla fondazione “Campanella”.
Questo Consiglio regionale si è già pronunciato sulla fondazione “Campanella” in
maniera molto chiara, dicendo che vuole salvaguardare le professionalità
e il servizio di qualità e di eccellenza che la fondazione “Campanella”, oggi,
garantisce in questa regione.
Ci abbiamo provato fino in fondo con una proposta di legge regionale, ma poi, purtroppo, è intervenuta una sentenza
della Corte costituzionale e vorrei ricordare al collega Giordano che la
sentenza è del 31 luglio, voglio dire che non parliamo di tempi remoti e siamo
già qui, oggi, a discutere e a tracciare una linea, una strada per trovare la
giusta soluzione.
Fino a poco fa, con l’onorevole
Aiello, l’onorevole Scalzo e altri colleghi consiglieri, eravamo impegnati proprio
per cercare di trovare la giusta soluzione per la fondazione “Campanella”.
Ebbene, con il contributo del Presidente Scopelliti, del direttore generale,
avvocato Zoccalli, abbiamo trovato questa soluzione dell’ordine del giorno, che
mi sembra in questo momento una cosa più adatta, perché evita anche problemi di
scontro a livello centrale ed indica un percorso
preciso, cioè quello di trasformare questa fondazione “Campanella” in un polo
oncologico regionale di eccellenza.
Vedete,
noi avevamo presentato due proposte di legge, una a firma del sottoscritto
assieme ad altri colleghi di maggioranza, l’altra del collega Scalzo, a firma
della minoranza. Abbiamo ritenuto di non richiamarla in Aula oggi per
trattarla, perché si è preferito fare l’ordine del giorno. Resta fermo il
discorso che, comunque, c’è anche l’impegno, ove mai dovesse necessitare una
proroga per consentire al Presidente di lavorare su questo progetto di
riordino, che lo affronteremo tranquillamente, ci sarà il tempo di poter
seguire le vie ordinarie, verrà in terza Commissione, ma se è necessario sarà
richiamata in Aula alla prima seduta
utile e quindi la strada è questa.
Il
Presidente Scopelliti, nel suo intervento, ha confermato di condividere appieno
l’ordine del giorno, addirittura ha già accorciato i tempi rispetto all’ordine
del giorno che noi abbiamo fissato entro il 30 settembre per la presentazione
del progetto di riordino, ha detto di anticipare fortemente i tempi, perché già
dalla prossima settimana ha un appuntamento in sede romana, significa che noi
nel mese di settembre saremo nelle condizioni di poter proporre un progetto di
riordino della fondazione “Campanella”.
Ho notato
un cambiamento da parte dei colleghi di Italia dei valori rispetto alle
posizioni iniziali, però vorrei dire una cosa – collega Giordano, sai la stima
che c’è, lavoriamo nella terza Commissione, collaboriamo –, vorrei sottolineare
un aspetto: guardate, della fondazione “Campanella” tutto si può dire, ma non
che non ha svolto o che non è stata una cosa meritoria in questa regione; che
poi, durante il percorso, si sia un pochino perso l’obiettivo iniziale da parte
della classe politica anche, al di là dei colori politici di appartenenza,
questo non significa che dobbiamo andare a penalizzare o privare la regione di
una struttura di eccellenza o, addirittura, penalizzare i professionisti che
lavorano dentro questa struttura. Sono cose completamente diverse. Se ci sono
sperperi, vanno tagliati, ma già sono stati tagliati sin dall’insediamento
della Giunta regionale: se vi ricordate, i primi provvedimenti che sono stati
fatti nei confronti della fondazione “Campanella”, ma nonostante tutto, siamo
riusciti anche a garantire il funzionamento della stessa.
Oggi, più
che mai, ritengo che le forze politiche si debbano impegnare in maniera forte a
sostenere la realizzazione di questo polo oncologico regionale, soprattutto
superando gli steccati che a livello giuridico potrebbero sorgere, perché non è
colpa certamente del Consiglio regionale o del Presidente Scopelliti se, magari,
un determinato provvedimento viene impugnato e poi anche dichiarato
incostituzionale. Noi dobbiamo, tutti quanti assieme, sostenere perché in
questa regione, guardate, c’è bisogno, più che mai, di avere una sanità di
qualità per dare risposte ai cittadini.
La parola
all’onorevole Orsomarso.
Intervengo
non tanto sul merito tecnico di un ordine del giorno che si ripropone, ma un intervento più politico di due minuti.
Presidente Scopelliti, io
ritengo che, come Presidente della Regione Calabria, questa maggioranza e i
diversi assessore, anche con il contributo della minoranza, si stia realizzando
in Calabria – e oggi è una giornata importante per quello che si è discusso,
seppur rinviando una riforma epocale come quella dell’Afor – dei percorsi di
novità, comunque di impegno, perché sulla fondazione “Campanella” tre percorsi
alternativi, tante cose si fanno bene, altre poi… Ma il Consiglio regionale che
fa le leggi deve aprire un confronto serrato sul Governo sulle materie dove c’è
concorrenza, per cominciare a dire che anche su alcune cose dove c’è stata
forzatura noi vogliamo avere la nostra autonomia di potestà legislativa.
Faccio un intervento, Presidente, per aggiungere qualcosa di politico,
perché ti ringrazio e ringrazio questa tua Giunta anche per quello che tu,
personalmente, cioè aggiungo anche la tua città, la città di Reggio Calabria
sta pagando, in questa fase per un discorso che diventa tutto un po’ politico,
in cui c’entra anche il tema della fondazione “Campanella” e tanti altri temi
che stiamo andando ad affrontare.
Dico perché è politico: guardate, io rispetto la posizione di Italia
dei valori, un po’ di meno circa la posizione di due giovani calabresi
consiglieri regionali che mi sembra un po’ appannata, come le posizioni che
oggi sta avendo Di Pietro, perché oggi voi vi siete astenuti su due ordini del
giorno importanti che riguardano, comunque, processi di riforma dove si può
contribuire sicuramente con le idee. Rispetto comunque la vostra posizione, un po’ di meno chi ha fatto tutti i percorsi
in questa Regione, non viene mai in quest’Aula, se non per sentenziare – e lo
rispetto anche come politico nei suoi percorsi che ha avuto tempo di fare – ma
ancora oggi lo rispetto un po’ di meno quando si rivolge a questa maggioranza, relativamente anche ad
Afor e quant’altro e a fondazione “Campanella”, usando il temine “ vassallo” e
altri.
Ricordiamo a questo personaggio politico, che ormai in tutte le
elezioni ha dimostrato di non rappresentare nulla – mi riferisco all’intervista
di oggi dell’onorevole Loiero, per intenderci, visto che la stampa è
importante, ma la si legge – che non è concesso a nessuno, nel rispetto di
riforme importanti, e voi fate bene la vostra parte, di utilizzare termini
offensivi, perché chi era abituato a fare le Giunte a casa propria non può
permettersi, in una stagione, tra l’altro, importante, che è una stagione
fondamentale dove ci misuriamo su confronti e risultati, di dare lezioni con
termini, nel rispetto sempre dei ruoli, di quello che ha rappresentato e che
continuerà a rappresentare finché siederà nelle istituzioni, ma le ultime
elezioni hanno visto quel progetto politico fallire.
Quindi mi andava, nel contribuire a questo dibattito, di dire – e lo
dico a voi per rappresentarlo ai calabresi, perché non ci va neanche più di
fare i comunicati stampa, perché dobbiamo reagire anche con il confronto
serrato – che rispetto la sua posizione,
onorevole Giordano, però basta con questi termini superati, c’è gente superata
dalla storia, è stata superata anche quando io, guardando in televisione e non
stando nelle istituzioni, vedevo le interviste di quei manager da lui
nominati, che parlavano di ricerca dei topolini, non sapevano rispondere.
Oggi, perlomeno, in un futuro incerto, dove tutti dobbiamo contribuire,
c’è chi saprà rispondere di una funzione e di un ruolo importante, soprattutto
centrale perché sta nella città capoluogo di Regione, di un percorso che faccia
migliorare in ogni campo. Le offese, ormai – e questo in tono politico – le
rimandiamo al mittente. Termini inadeguati e offensivi, soprattutto per chi
ormai non vive neanche più l’Aula, è opportuno che non se ne sentano più nel
rispetto dei calabresi.
La parola all’onorevole Ciconte.
Io credo
che, oggi, parlare di polo oncologico e
cercare realmente di trovare una soluzione a una realtà vera, di qualità, sia
fondamentale per tutti noi ed il mio voto è favorevole, anch’io ho sottoscritto
quest’ordine del giorno, invitando la Giunta a fare presto e delle cose
finalmente positive, per cercare finalmente di approvare una legge che sia non
più attaccabile da parte del Governo centrale.
Finalmente prendo atto che il
Presidente Scopelliti, per la prima volta in Aula, ci chiede sulla sanità di
collaborare, di dare dei suggerimenti e di fare delle proposte. E’ la prima
volta che avviene su questo tema ed io sono fermamente convinto che sulla
sanità non ci può essere una proposta di destra o di sinistra, ma tutti insieme
dobbiamo costruire un modello organizzativo efficiente ed efficace che risolve
i problemi della Calabria.
Certo, alcuni problemi abbiamo
tentato di risolverli in Commissione sanità – e ringrazio il Presidente Salerno
sempre per l’impegno e per cercare anche di coinvolgere l’opposizione ai
problemi sanitari – ma purtroppo, come sappiamo, la Commissione sanità, in un
momento in cui la sanità è commissariata, ha un ruolo marginale. Mi auguro che,
invece, riusciremo a dare un ruolo più incisivo e più forte. Però, caro
Presidente Scopelliti, qualcosa gliela debbo dire: è vero che i numeri
sicuramente, ridurre il deficit e fare un discorso economico-finanziario è
fondamentale per avere le premialità e per essere anche additati come elementi
positivi a livello nazionale, però la qualità professionale nella nostra regione, la sanità, io
continuo a dire che ha grandi difficoltà. Perciò invito tutti i consiglieri a
girare un po’ gli ospedali della nostra regione, il territorio, per vedere qual è il momento di scollamento
tra ospedale, università e territorio e di vedere la carenza di posti letto
giornalieri in tutti gli ospedali della nostra regione. Quindi dobbiamo stare
attenti che, a volte, non si riesce veramente a ricordare pazienti importanti,
pazienti in urgenza.
Allora è
chiaro che sul polo oncologico, considerato che l’emigrazione sanitaria non so
se sarà ridotta in quest’anno o negli anni successivi, dobbiamo tutti fare la
nostra parte; noi, come minoranza, sicuramente contribuiremo a fare in maniera
tale di risolvere alcuni problemi sanitari e, se la maggioranza vorrà chiederci
questa collaborazione, lo faremo con grande determinazione e con grande
intensità.
Molte
volte l’ho detto, che mi chiedo come nel territorio catanzarese possono
esistere, caro Presidente, quattro aziende, un’azienda ospedaliera, un’azienda
territoriale Catanzaro-Lamezia che è a Catanzaro, una universitaria e “Tommaso
Campanella”! Ma possono esistere quattro aziende in un territorio così
piccolo?! Mi pare assurdo! Allora bisogna mettere mano e riordinare questo
sistema sanitario che, probabilmente, si può migliorare, si può migliorare la
qualità delle prestazioni, si può pensare alla vera meritocrazia, si può
pensare a tante altre cose.
Su alcuni
concetti espressi da Orsomarso veramente voglio saltare, altrimenti entreremmo
in alcune polemiche, non per difendere qualcuno, ma su alcune cose che ha detto
è veramente ridicolo quando va a dire che qualche direttore generale della
precedente legislatura parlava di topolini o di cose… Mi pare che questo sia un
direttore amministrativo dell’azienda “Mater Domini”. Quindi stiamoci attenti
sulle cose che diciamo, non creiamo polemiche, perché secondo me le polemiche
non servono, serve oggi un momento di condivisione, un momento di
responsabilità – come hanno detto altri consiglieri – per costruire un modello
sanitario alternativo, un modello sanitario che sia finalmente uguale alle
altre Regioni d’Italia.
La parola
all’onorevole Gallo.
Intervengo
per annunciare il voto favorevole del gruppo Udc a quest’ordine del giorno,
peraltro sottoscritto dal capogruppo Dattolo, e per dire che della questione
fondazione “Campanella” più volte ci siamo occupati – come ricordava il
Presidente Salerno – nella terza Commissione da lui ben guidata, con intento
politico favorevole verso il mantenimento, verso la proiezione nel futuro di
questo centro, di questo polo oncologico di eccellenza.
In una sanità in crisi, collega
Ciconte, le responsabilità sono sicuramente bipartisan, ma gli ultimi cinque anni sono fra i
peggiori nella storia della sanità calabrese, con la sanità – io lo dico
spesso, lo dico anche in Consiglio regionale – soprattutto nella mia provincia,
in provincia di Cosenza, si sono realizzate delle liste provinciali e anche
delle liste regionali e credo che questo, collega Ciconte, non avvenga nemmeno
nel centro Africa più nero! Però oggi proiettiamoci verso il futuro, io credo che non ci possano essere
polemiche, credo che sia necessario guardare
avanti, credo che l’apporto della minoranza sia fondamentale anche su
quest’ordine del giorno.
Spesso noi siamo poco bravi a
costruire, soprattutto lo siamo stati in sanità e lo siamo ancora di meno, nel
momento in cui bisogna mantenere ciò che abbiamo costruito. Siamo molto bravi a
distruggere ciò che abbiamo costruito, ci potrebbero essere anche degli esempi
a breve, però io credo che una
classe dirigente sia tale nel momento in cui va a soddisfare quelli che sono
gli interessi, le aspirazioni dei cittadini che l’hanno espressa.
Noi, nel momento in cui ci
esprimiamo politicamente a favore del mantenimento della proiezione della
fondazione “Campanella”, credo che rispondiamo alle esigenze dei nostri
conterranei, che hanno bisogno di una sanità di qualità, soprattutto nel
settore oncologico, per una fondazione che, forse, è nata con buone intenzioni,
che è stata realizzata male, che ha avuto difficoltà e soprattutto disastri
burocratici, ma che comunque esiste, è una realtà, è una sanità di qualità
diversa rispetto alla sanità che esiste nella
nostra regione, ad esempio è uno dei pochi centri che offre radioterapia
ai nostri conterranei, molti abitanti della provincia di Cosenza si sono
serviti, ad esempio, della radioterapia della “Campanella”.
Io credo che noi dobbiamo fare in
modo che questa realtà continui a sopravvivere, naturalmente con tutte le
modifiche necessarie affinché non sia un ibrido, ma sia una struttura che abbia
tutte le caratteristiche per sopravvivere soprattutto nel futuro ed offrire
questa sanità di qualità.
Pertanto il voto favorevole dell’Udc
a quest’ordine del giorno, che mi auguro dia forza al Presidente affinché,
entro due mesi, possiamo dare una sistemazione giuridica alla fondazione
“Campanella”.
La parola all’onorevole Magno.
Anch’io
intervengo per esprimere il mio voto favorevole a quest’ordine
del giorno, ma per fare anche due brevissime riflessioni: una su quello che è
successo oggi all’interno del Consiglio regionale. Mi sembra che sia successo
un fatto inedito rispetto ai due anni e mesi che sono passati dall’inizio di
questa legislatura: il primo è che si è verificata un’apertura abbastanza ampia
del centro-sinistra sull’inizio
del cammino del cammino delle riforme all’interno della nostra Regione, quindi
sui provvedimenti che questo Consiglio regionale dovrà votare nei prossimi
mesi. Questo non è un fatto da sottacere, ma è da mettere in forte rilievo.
L’altra questione è che questo
Consiglio regionale ha votato unanimemente, oggi, due leggi importanti, anzi
tre leggi importanti per questa nostra
regione: la legge urbanistica, la legge sul termalismo e la modifica
della Via e della Vas di questa regione. Inoltre propone, unitariamente, un
ordine del giorno su una questione importante che è quella relativa alla
fondazione “Campanella”, questione che non nasce oggi, ma nasce tanti anni fa e
che negli anni, pur tra alti e bassi, questa fondazione ha avuto la possibilità
di poter crescere e di diventare un punto di riferimento importante per la
sanità calabrese.
Io penso che questo nasca anche da
un fatto, cioè l’assunzione grossa di responsabilità che il Presidente
Scopelliti si è preso in questi due anni e mezzo di legislatura, da quando è
commissario della sanità calabrese, di risanare i conti di questo settore
all’interno della Calabria, di parlare un linguaggio chiaro ai cittadini calabresi
sulla necessità di riordinare la sanità in Calabria, ma anche di assumersi la
responsabilità di valorizzare e qualificare quei centri importanti all’interno
della nostra regione, che hanno offerto negli anni una sanità di qualità e che
hanno, però, bisogno di un nuovo intervento massiccio e forte, per far sì che questi centri possano
diventare i punti di riferimento importanti per la sanità calabrese, e tra
questi c’è, senz’altro, la questione della fondazione “Campanella”.
Anche la posizione del Presidente
Scopelliti, che ha espresso ieri e che oggi ha confermato all’interno di
quest’Aula, cioè sul fatto che comunque la questione della fondazione
“Campanella” va discussa a livello romano sia nel contesto di quella che è
l’attività generale del ministero della salute, ma anche rispetto agli
indirizzi del tavolo Massicci, c’è la
necessità, quindi – diceva il Presidente Scopelliti – che questa questione
della fondazione diventi di carattere nazionale, non più di carattere locale,
perché viene inserita nel contesto di quello che è il riordino della rete
ospedaliera e dei servizi sanitari all’interno della nostra regione.
Io
apprezzo anche – devo dire la verità – l’onorevole Ciconte per il modo in cui ha posto oggi
un problema che in questi giorni si è dibattuto, in questi mesi si sta
dibattendo all’interno della città di Catanzaro, cioè il fatto che nella città
sono presenti diverse istituzioni sanitarie che certamente rappresentano,
ognuna per la propria parte, dei comparti differenti nel contesto della sanità.
Negli anni, purtroppo, questa questione non si è saputa mai porre, non si è
posta mai; anche quando si parla di alcuni accorpamenti, circa i quali anche il
Presidente Scopelliti in questi giorni è stato anche provocatore per capire
qual era la reazione all’interno della città su queste problematiche, ci si è
divisi continuamente fra destra e sinistra, ma anche all’interno del
centro-destra e del centro-sinistra su queste problematiche.
Probabilmente,
oggi, siamo arrivati al punto in cui bisogna anche definire e studiare una
proposta complessiva che consenta alla sanità della provincia di Catanzaro di
assumere una conformazione istituzionale e un ruolo diverso rispetto al
passato, mantenendo quelle che, comunque, sono le conquiste nel campo sanitario
che si sono verificate ed avute durante questi anni.
Io penso
che, oggi, quest’ordine del giorno ci consenta di poter aprire anche un dialogo
su questo tema con il centro-sinistra, superando quelle barriere che finora ci
sono state e che ritengo non dovevano esistere, nel momento in cui questa
problematica della sanità non è di una
parte politica, ma riguarda tutta la nostra regione.
Abbiamo concluso. Pongo in votazione il seguente ordine del giorno: “Premesso che:
la Fondazione “Tommaso Campanella” svolge un ruolo fondamentale per la ricerca e la cura dei tumori, vantando la presenza di professionalità che hanno acquisito un'esperienza unica negli ultimi anni;
la Regione ha approvato le leggi regionali n. 35 e 50 del 2011, per la trasformazione in ente di diritto pubblico della Fondazione “Tommaso Campanella”;
la Corte Costituzionale, in data 31 luglio u.s., ha dichiarato l'incostituzionalità delle leggi regionali n. 35 e n. 50 del 2011, rilevando la violazione degli artt. 3, 81 97 e 117 della Costituzione;
la presenza di una struttura di qualità e di eccellenza nel settore oncologico costituisce un'esigenza improrogabile per la Calabria, anche per limitare il fenomeno dell'emigrazione sanitaria e ridurre i disagi dei malati e delle loro famiglie;
considerato che la fondazione “Tommaso Campanella” rappresenta
un inestimabile patrimonio di conoscenze scientifiche e professionali costruite
nel tempo ed è punto di riferimento regionale per la cura delle patologie oncologiche;
ritenuto che la realizzazione del polo oncologico regionale
d'eccellenza è considerata dal Consiglio regionale una priorità e che,
pertanto, è necessario procedere ad un progetto di riordino della Fondazione,
concertato con i ministeri affiancanti per il Piano di rientro;
il Consiglio regionale impegna
il Presidente della Giunta regionale, anche nella sua qualità di commissario ad
acta per l'attuazione del Piano di rientro, a presentare entro il 30
settembre 2012 un organico progetto di riordino della Fondazione “Tommaso
Campanella”, prevedendo il polo oncologico regionale d'eccellenza per il
mantenimento dei livelli di assistenza e anche dei livelli
occupazionali
esistenti”.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
E’ approvato col voto contrario
dell’onorevole Giordano.
Non ci sono altri punti. L’ultima
informazione riguarda i consiglieri regionali: a norma dell’articolo 24/2010,
ossia di sollecitare l’invio della situazione patrimoniale dei consiglieri
regionali, degli assessori e non consiglieri, sottosegretari e dei soggetti
indicati di cui all’articolo 15 della legge regionale 441 del 1982. Era
l’ultimo adempimento formale.
Non ci sono altri punti all’ordine
del giorno, quindi la seduta è sciolta.
Il Consiglio sarà convocato a domicilio.
Hanno chiesto congedo i consiglieri De Masi e Grillo.
(Sono concessi)
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa della Giunta regionale:
“Modifica articolo 30 della legge regionale n. 7 del 21 agosto 2006 e ss.mm.ii. e articolo 20 della legge regionale n. 22 del 5 ottobre 2007 e ss.mm.ii. (delibera G.R. n. 336 del 30.07.2012)” (P.L. n. 357/9^)
E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e
utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente.
(Così resta stabilito)
“Norme per i servizi di trasporto
pubblico locale (delibera G.R. n. 341 del 30.07.2012)” (P.L. n. 358/9^)
E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e
utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente – ed alla seconda –
Bilancio programmazione economica e attività
produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
Sono state presentate, inoltre, alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:
Bilardi, Giordano, Nucera, Tripodi – “Norme per la
gestione della fauna selvatica e l’organizzazione del territorio ai fini della
disciplina programmata dell’esercizio venatorio” (P.L. n. 355/9^)
E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e
utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente – ed alla seconda –
Bilancio programmazione economica e attività
produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
Dattolo – “Istituzione della struttura tecnica di valutazione Vas-Via-Aia-Vi” (P.L. n. 356/9^)
E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e
utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente – ed alla seconda –
Bilancio programmazione economica e attività
produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
Magarò
– “Interventi per favorire il riutilizzo e la valorizzazione
dei beni sequestrati e confiscati alle organizzazioni criminali in Calabria”
(P.L. n. 359/9^)
E’ stata assegnata alla Commissione
contro la ‘ndrangheta
e alla seconda Commissione consiliare - “Bilancio
programmazione economica e attività produttive
– per il parere.
(Così resta stabilito)
Talarico F., Nicolò, Amato,
Nucera, Sulla – “Modifiche alla legge
regionale 28 giugno 2012, n. 27 (Assestamento del bilancio di previsione della Regione
Calabria per l’esercizio finanziario 2012 e del bilancio pluriennale per il
triennio 2012/2014 a norma dell’articolo 22 della legge regionale 4 febbraio
2002, n. 8)”. (P.L. n. 360/9^)
E’ stata
assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio
programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
Scalzo – “Riconoscimento
della <Fondazione Tommaso Campanella> quale Istituto di ricerca e cura a
carattere scientifico” (P.L. n. 361/9^)
E’ stata assegnata alla
terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e
formative.
(Così resta stabilito)
Magno, Gallo, Morrone,
Dattolo, Serra, Pacenza, Chiappetta, Bruni, Imbalzano, Vilasi – “Proroga del
termine di riconoscimento della <Fondazione Campanella> quale istituto di
ricerca e cura a carattere scientifico” (P.L. n. 362/9^)
E’ stata assegnata alla
terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e
formative.
(Così resta stabilito)
Magno – “Modifiche ed
integrazioni alla legge regionale 13
maggio 1996, n. 7” (P.L. n. 363/9^)
E’ stata assegnata alla
prima Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali.
(Così resta stabilito)
E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:
“Azienda Calabria Lavoro –
Approvazione rendiconto generale relativo all’esercizio finanziario 2011.
(Delibera G.R. n. 334 del 30.07.2012)” (P.P.A. n. 187/9^)
E’
stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
E’
stata presentata, altresì, alla Presidenza la seguente proposta di
provvedimento amministrativo d’Ufficio:
“Variazione
e contestuale assestamento del bilancio di previsione del Consiglio regionale
per l’esercizio finanziario anno 2012 (Delibera U.P. n. 54 del 20.06.2012)”
(P.P.A. n. 186/9^)
La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 324 del 30 luglio 2012, recante: “Approvazione ai sensi dell’articolo 1 della legge regionale 12 dicembre 2008, n. 40 delle Direttive di attuazione dell’Asse 2 “Energia” del Por Fesr 2007/2013, linee di intervento 2.1.1.1., 2.1.2.1 e 2.1.2.2” (Parere n. 46)
E’ stata assegnata alla sesta Commissione
consiliare - Affari della Unione europea e relazioni
con l’estero.
(Così resta stabilito)
In data 26 luglio 2012, il Presidente
della Giunta regionale ha promulgato le sotto
indicate leggi regionali. Le stesse sono state
pubblicate sul supplemento straordinario n. 1 del 3 agosto 2012, al Bur n. 14
dell’1 agosto 2012:
legge
regionale 26 luglio 2012, n. 30, recante:
“Misure a favore dei Consorzi di garanzia collettiva fidi in agricoltura”;
legge
regionale 26 luglio 2012, n. 31, recante:
“Istituzione della festa di San Francesco di Paola”;
legge
regionale 26 luglio 2012, n. 32, recante:
“Ratifica dell’accordo tra Regione Campania e Regione Calabria per la
disciplina delle modalità di organizzazione e funzionamento dell’Istituto
zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno”;
legge
regionale 26 luglio 2012, n. 33, recante: “Norme
per la promozione e la disciplina del volontariato”.
Guccione. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
le imprese termali operanti nella Regione Calabria
rappresentano una risorsa estremamente rilevante per le economie del territorio
regionale, costituendo, peraltro, in talune zone, la
principale garanzia economico-occupazionale;
persiste una inaccettabile
ed inspiegabile situazione di blocco dei pagamenti, da parte delle ASP, delle
prestazioni termali erogate con oneri a carico del Servizio sanitario
nazionale, situazione che pone seriamente a rischio l'operatività delle imprese
coinvolte che, in taluni casi, vantano crediti arretrati nei confronti delle
competenti Aziende sanitarie locali, per somme che hanno anche superato i due
milioni di euro per singola azienda;
il protrarsi di questa
situazione comporta il crescente pericolo di porre le aziende nella definitiva
impossibilità di operare le previste riassunzioni del personale, indispensabili
a garantire il regolare prosieguo della stagione termale e, conseguentemente,
di cagionare una chiusura anticipata degli stabilimenti termali stessi,
determinando una riduzione della stagione e mettendo a rischio la regolare corresponsione
dei salari ai dipendenti delle terme;
con il decreto del
Presidente della Giunta regionale n. 70 del 4 agosto 2011, è stata disposta la
“non applicabilità degli interessi moratori di cui al D.Lgs. n. 231/2002 nei
rapporti con le strutture sanitarie e socio-sanitarie private accreditate,
finalizzate all’erogazione di servizi diretti all'assistenza e alla cura dei
pazienti, in quanto connotate da profili pubblicistici del tutto avulsi dalle
transazioni commerciali di diritto privato";
con il Decreto del
Presidente della Giunta regionale n. 61 del 22 luglio 2011 e con il successivo
Decreto del Presidente della Giunta regionale n. 70 del 4 agosto 2011, la
Regione ha indebitamente disposto di “aggiungere alla quota fissa per ricetta
di 3,10 le prestazioni, termali di cui alla Dgr n. 247 del 5 maggio 2009,
l’importo di 10 euro previsto dalla citata legge 15 luglio 2011, n. 111 per le
prestazioni specialistiche, diagnostiche, terapeutiche e riabilitative”;
avverso ai Decreti suddetti,
nello scorso mese di novembre 2011, le aziende termali interessate dai
provvedimenti, sono state costrette a depositare istanza al Tribunale
amministrativo regionale della Calabria (sede di Catanzaro) per ottenerne
l’annullamento;
tale perdurante situazione
di incertezza sta minando ogni residua possibilità di gestione e di
investimento per le aziende coinvolte, prive come sono, oltre che delle somme
arretrate loro spettanti anche della benché minima garanzia per il futuro e per
il prosieguo dell'attività imprenditoriale con l’evidente pericolo, peraltro,
che in questa dinamica di immobilismo a pagarne le spese siano in ultima
analisi, i lavoratori dell'indotto termale presente sul territorio;
la Federterme, la
federazione italiana delle industrie termali e delle acque minerali curative
nell’interesse delle aziende termali della Regione Calabria, ha avanzato
ripetute richieste ai sub-commissari per favorire la risoluzione delle
criticità sopra evidenziate, tutte senza riscontro ed ha chiesto altresì di
avviare nell’ambito della programmazione relativa alle attività termali un
tavolo tecnico per la determinazione del budget annuale 2012 che la Regione
Calabria vorrà congiuntamente definire a favore degli stabilimenti termali a
titolo di remunerazione delle prestazioni termali a carico del Servizio
sanitario regionale;
ai sensi dell’art. 7, comma
1° del Regolamento regionale 4 agosto 2009 è stata diramata in questi giorni
una circolare della Regione secondo cui “la quota di partecipazione alla spesa
sanitaria corrisposta dai cittadini è parte integrante della remunerazione
dovuta dal Servizio sanitario nazionale agli erogatori pubblici e privati
accreditati ed è compresa entro il tetto di spesa individuato dalla Regione”,
pur essendo, tale questione, già stata affrontata e risolta in sede di
sottoscrizione dei protocolli di spesa fra le ASP e le Aziende calabresi
relativamente agli anni 2010 e 2011, anche alla luce del parere rilasciato dal
Ministero della salute e dell'economia e finanze in data 7 marzo 2011 alla
Regione Abruzzo, secondo il quale la spesa in convenzione delle Prestazioni
sanitarie è contabilizzata al netto del ticket;
in questo quadro la Regione
ha comunque inteso aumentare i canoni di concessione mineraria in modo
significativo e tale da gravare in misure determinante sui conti economici
delle imprese termali riducendone, ulteriormente, la capacità occupazionale -:
alla luce delle
argomentazioni sopra espresse, in ragione delle quali è più che verosimile
ipotizzare l’accoglimento delle tesi delle ricorrenti, e il conseguente
annullamento degli atti amministrativi impugnati, le determinazioni che Ella
intende assumere in relazione:
a) alle possibili ed
immediate soluzioni al problema dei gravissimi ritardi nei pagamenti da parte
delle aziende sanitarie locali;
b) alla convocazione del
tavolo tecnico per la determinazione del budget annuale 2012 per la
remunerazione delle prestazioni termali a carico del servizio sanitario
regionale;
c) alla disapplicazione
dell'incremento del ticket previsto unicamente per le prestazioni
specialistiche, diagnostiche, terapeutiche e riabilitative erogate dalle
aziende termali;
d) alla non applicabilità
degli interessi moratori di cui al D.Lgs. n. 231/2002 nei rapporti con le
strutture sanitarie e socio-sanitarie private accreditate, finalizzati
all'erogazione di servizi diretti all'assistenza e alla cura dei pazienti.
e) alla non applicabilità del ticket sui budget di spesa regionale a far data dall’anno 2012.
(277; 30.07.2012)
De
Masi. Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere - premesso che:
ai
sensi dell'art. 11 della Legge n. 431 del 9 dicembre 1998 è stato istituito un
fondo nazionale che ha il compito di erogare contributi a favore dei conduttori
meno abbienti;
i
fondi in argomento possono essere utilizzati per concedere direttamente ai
privati contributi integrativi per provvedere ai pagamento dei canoni di
locazione oppure per sostenere le iniziative intraprese dagli enti locali per
il reperimento di alloggi da dare in locazione;
l'art.
11, comma 5, della Legge n. 431 del 9 dicembre 1998 stabilisce che le "risorse assegnate al Fondo
di cui al comma 1 sono ripartite tra le regioni e le province autonome di
Trento e di Bolzano. La ripartizione è effettuata ogni anno, su proposta del
Ministro dei lavori pubblici, dal CIPE, previa intesa in sede di Conferenza
permanente per i rapporti fra lo Stato, le regioni e le province autonome di
Trento e di Bolzano anche in rapporto alla quota di risorse messe a
disposizione dalle singole regioni e province autonome ai sensi dei comma 6";
l'art.
11, comma 6, della Legge n. 431 del 9 dicembre 1998 prevede che le "regioni e le province autonome di
Trento e di Bolzano possono concorrere al
finanziamento degli interventi di cui al comma 3 con proprie risorse iscritte
nei rispettivi bilanci";
l'art.
11, comma 7, della Legge n. 431 del 9 dicembre 1998 stabilisce che le "regioni e le province autonome di
Trento e di Bolzano provvedono alla ripartizione fra i comuni delle risorse di
cui ai comma 6 nonché di quelle ad esse attribuite ai sensi dei comma 5, sulla base di parametri che premino
anche la disponibilità dei comuni a concorrere con proprie risorse alla
realizzazione degli interventi di cui ai comma 3. Qualora le risorse di cui al
comma 5 non siano trasferite ai comuni entro novanta giorni dall'effettiva
attribuzione delle stesse alle regioni e alle province autonome, il Presidente
del Consiglio dei ministri, su proposta dei Ministro dei lavori pubblici,
previa diffida alla regione o alla provincia autonoma inadempiente, nomina un
commissario ad acta; gli oneri connessi alia nomina ed all'attività del
commissario ad acta sono posti a carico dell'ente inadempiente";
il
Decreto del Ministero dei Lavori Pubblici del 7 giugno 1999, fissa i requisiti
minimi dei conduttori per beneficiare dei contributi nonché i criteri per la
determinazione degli stessi;
l'art.
9, comma 5, della Legge Regionale n, 1 dell'11 gennaio 2006 così testualmente
recita: "a decorrere
dal 1° gennaio 2006, una quota pari al 25% dei ribassi d'asta realizzati
nell'esecuzione dei lavori pubblici finanziati, anche in parte, dalla regione
Calabria, è destinata ad alimentare un fondo da utilizzare per le politiche
sociali per la casa e, in particolare, per integrare il fondo di cui
all'articolo 11 della Legge 431/1998";
la
deliberazione della Giunta Regionale Calabria n, 206 del 27 marzo 2006 fissa il
termine ultimo entro il quale i Comuni devono annualmente emanare un avviso
pubblico per l'aggiornamento delle graduatorie degli aspiranti all'erogazione
dei contributi relativi al fondo di cui all'oggetto;
ai
sensi dei succitato provvedimento confluiscono sul Fondo Regionale per la
locazione le: a) risorse statali; b) risorse regionali; c) risorse, in quota
parte, indicate dall'art. 9, comma 5, della Legge Regionale n. 1 dell'I 1
gennaio 2006; d) risorse comunali;
in
data 31 dicembre 2010 il Comune di Crotone ha pubblicato il bando per "l'assegnazione di
contributi per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione. Anno
2010", ai sensi
dell'art. 11 della Legge n. 431 del 9 dicembre 1998;
con
nota del 24 maggio 2011 il Comune di Crotone ha trasmesso alla Regione Calabria
la relativa documentazione contenente l'elenco dei soggetti (circa 750
nominativi) per accedere al contributo ad integrazione dei canoni di locazione
secondo quanto previsto dai summenzionato bando e fino ad esaurimento delle
risorse disponibili;
in
un momento di grave difficoltà economica appare quantomeno doveroso adottare
tutti gli strumenti idonei per sostenere i soggetti meno abbienti -:
se
la Regione Calabria ha ottemperato a tutte le prescrizioni di propria
competenza per garantire i contributi di cui all'art. 9, comma 5, della Legge
Regionale n. 1 dell'11 gennaio 2006, Annualità 2010;
se
la Regione Calabria ritiene opportuno investire tutti i soggetti interessati,
ognuno per le proprie competenze, allo scopo di predisporre gli adempimenti
necessari per accelerare l'erogazione dei contributi di cui al fondo nazionale
previsto dall'art. 11 della Legge n. 431 del 9 dicembre 1998, Annualità 2010;
se
sono stati, nel frattempo,- erogati i contributi a favore dei conduttori meno
abbienti ai sensi dell'art. 11 della Legge n. 431 del 9 dicembre 1998 -
Annualità 2010;
se,
in caso contrario, intenda erogare in tempi brevi i contributi di cui sopra.
(278;
30.07.2012)
Gallo.
Al Presidente
della Giunta regionale e al Sottosegretario
alla Presidenza con delega alla protezione civile. Per sapere -premesso che:
negli ultimi giorni diversi incendi hanno
colpito il Parco nazionale del Pollino;
uno di essi, particolarmente grave e
spento solo dalle piogge legate alla perturbazione denominata
"Circe", ha interessato l'area boschiva compresa nel territorio del
Comune di Frascineto, causando la distruzione di centinaia di ettari di
vegetazione e di innumerevoli esemplari di pino loricato;
la natura del rogo è oggetto di accurate
indagini, sollecitate anche dal Ministro all'ambiente, Corrado Clini, che ha
chiesto l'intervento dei Carabinieri e del nucleo investigativo antincendio
boschivi del Corpo forestale per indagare a fondo sulla vicenda;
le amministrazioni locali e le varie
istituzioni presenti sul territorio sono in difficoltà permanente a contrastare
il fenomeno incendi, mancando di mezzi e risorse adeguate per far fronte a
quelli che sembrano essere attacchi sistematici e preordinati contro un immenso
patrimonio naturalistico che, prima di tutto, appartiene alle popolazioni del
Pollino;
ingenti sono i danni arrecati alla flora
ed alla fauna della zona, con negative e pesanti ripercussioni anche sulla già fragile
economia locale -:
quali iniziative siano state adottate
dalla Regione, ai sensi delia L. 353/2000, in materia di prevenzione e
previsione degli incendi nell'area del Parco Nazionale del Pollino;
quali azioni siano state intraprese per
assicurare una costante sorveglianza dell'area;
quali misure di propria competenza siano state sollecitate, predisposte e adottate a nella lotta attiva agli incendi verificatisi;
se non ritenga opportuno coinvolgere
maggiormente nelle operazioni di prevenzione e lotta agli incendi le
associazioni di volontari a tal fine qualificate, dotandole di attrezzature e
mezzi idonei, peraltro già in fase di acquisto da parte della stessa Regione.
(276;
26.07.2012)
Il Consiglio regionale della Calabria
premesso che
le difficoltà in cui versa il sistema giustizia in
Italia determinano ormai da tempo il prolungarsi di contenziosi e cause davanti
ai Tribunali che si protraggono anche per decenni;
più volte la Corte Europea per i Diritti dell'Uomo ha
condannato l'Italia sul denegato "diritto alla giustizia", così come
sancito dalla Costituzione, ed in tempi "ragionevolmente" brevi;
nell'ottica di una sempre maggiore riduzione della
spesa pubblica, vengono emanati dal Governo Italiano interventi legislativi per
la revisione dei presidi giudiziari italiani, attraverso dei criteri, che non
tengono conto delle esigenze dei cittadini e neanche degli aspetti specifici di
ogni realtà territoriale;
la Legge 24 marzo 2012 n. 27 "Conversione in
legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, recante
disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle infrastrutture e la
competitività" all'art. 2 prevede l'istituzione del Tribunale delle
Imprese mediante l'ampliamento della competenza delle sezioni specializzate in
materia di proprietà industriale ed intellettuale che ora vengono denominate
"sezioni specializzate in materia di impresa";
nella formulazione originaria del decreto legge,
l'art. 2 non prevedeva l'istituzione di nuove sezioni specializzate presso
altri Tribunali e Corti di Appello, rimanendo così immutato il numero delle
dodici sedi istituite col decreto legislativo n. 168 del 2003;
con l'approvazione del testo di legge definitivo, è
stato tuttavia aggiunto all'art. 1 del decreto legislativo n. 168, già citato,
l'ulteriore comma 1bis, che prevede "sono altresì istituite nuove sezioni
specializzate in materia di impresa presso i tribunali e le corti d'appello
aventi sede nel capoluogo di ogni regione, ove non esistenti nelle città di cui
al comma 1 ". Quindi, per effetto di tale comma 1 bis sono stati istituite
delle nuove sezioni specializzate in tutti i Tribunali e Corte di Appello con
sede nei capoluoghi di Regione, che finora ne erano sprovvisti e cioè Ancona,
Cagliari, Campobasso, Catanzaro, L'Aquila, Perugia, Potenza e Trento, nonché
Brescia in quanto sede di Corte di Appello;
il Parlamento non ha tenuto in conto che anche a
Reggio Calabria esiste una sede autonoma di Corte di Appello determinando,
quindi, una grave violazione dell'art. 3 della Costituzione Italiana
"Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla
legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di
opinioni politiche, di condizioni personali e sociali...";
considerato che la decisione assunta dal Parlamento di
istituire il Tribunale delle Imprese con dislocazione nei capoluoghi di
Regione, crea ai cittadini e alle aziende, che hanno necessità di rivolgersi al
Tribunale, notevoli difficoltà per ottenere giustizia, in quanto costretti ad
affrontare distanze e quindi aggravi di costi;
invita il Presidente e la Giunta regionale
ad intervenire presso il Governo, affinché venga
rivisto il criterio di scelta delle sedi presso le quali istituire le sezioni
specializzate in materia d'impresa e che, sulla base del principio di
uguaglianza, in ogni sezione autonoma di Corte d'Appello e quindi anche a
Reggio Calabria, venga istituita una sezione specializzata in materia
d'impresa.
(69; 02.08.2012) Nucera
Aiello F. Al
Presidente della Giunta regionale e all’assessore alle politiche sociali.
Per sapere - premesso che:
l'UE con decisione del 14 settembre 2011, ha
proclamato il 2012 - anno europeo dell'invecchiamento attivo e della
solidarietà tra generazioni;
in tale ambito la UE ha invitato tutti gli stati
membri a promuovere un confronto tra gli attori coinvolti tenendo conto delle
esperienze dell'anno europeo della lotta e all'esclusione sociale (2010) e
dell'anno europeo delle attività di volontariato che promuovono la cittadinanza
attiva (2011);
scopo dell'iniziativa UE vuole essere tra gli altri
promuovere una cultura che sedimenta su una società per tutte le età e favorire
così la cooperazione tra generazioni diverse l'UE ha già dato corso ad una
serie di iniziative tese a promuovere azioni di sensibilità sulle strategie per
l'occupazione, l'istruzione per gli adulti, la salute pubblica, e la società
dell'informazione;
è possibile al fine di poter sostenere azioni di
promozione e di sistema a favore dell'invecchiamento attivo e della solidarietà
tra generazioni attingere a specifici programmi finanziari -:
quali azioni sono previste per l'anno in corso - se
previste dalla Regione Calabria, a favore delle politiche della terza età in
generale, e sul tema promosso dall'UE sull'invecchiamento attivo in
particolare;
inoltre se nel quadro dei programmi esistenti, come il
Fondo Sociale Europeo sono state previste specifiche linee di interventi
progettuali a favore delle politiche sull'invecchiamento attivo,
se la Regione Calabria ha aderito alla Rete Seven
(Seven European Volunteers Exchange Network) e inoltre se sono state elaborate
azioni progettuali all'interno del programma Think Future Volunteer Together
finanziato dalla Commissione Europea.
(258; 15.06.2012)
Risposta – “In
materia di politiche per la terza età e in particolare di azioni volte a
contrastare l'esclusione sociale degli anziani e favorire l'invecchiamento
attivo il Dipartimento per le Politiche Sociali sta sviluppando le seguenti
azioni:
1. Avviso
Pubblico per il finanziamento di centri diurni per anziani (decr. 1066 del
2.02.2012 - burc n. 4 del 24.02.2012) dotazione finanziaria 5 milioni di euro.
Tali strutture costituiranno un importante presidio sul territorio per
l'attuazione di politiche per l'invecchiamento attivo attraverso il superamento
delle logiche assistenziali passivizzanti e l'attivazione di iniziative che
valorizzano l'autonomia e le risorse proprie degli anziani e la partecipazione
attiva alla vita sociale di comunità. In una recente pubblicazione (Giugno
2011), "Invecchiare nel sud
Italia: una descrizione completa degli anziani e dei mollo anziani in Calabria pubblicata
sulla rivista scientifica Gerontology.
si analizzano insieme alle informazioni di carattere chimico- clinico. una
serie di dati di carattere socio demografico che evidenziano come "gli
anziani calabresi hanno una serie di parametri funzionali più bassi rispetto ad
altre realtà del Nord Europa, soprattutto tra le donne, che risultano anche
avere un grado depressione accentuato. Ciò è in gran parte dovuto ad un minore
coinvolgimento dei nostri anziani (e soprattutto delle donne anziane) nella
vita sociale in quanto essi restano spesso quasi chiusi in casa dopo la fine
della loro attività lavorativa". L'intervento promosso dall’Avviso Pubblico
si propone di rispondere all'ampia gamma di bisogni espressi, più o meno
palesemente, da parte degli anziani e delle loro comunità di riferimento.
L'obiettivo è quello di offrire loro dei momenti di svago, di relazione, di
informazione, di assistenza, di espressione, di creatività e di riflessione che
possano rimettere in gioco le proprie risorse e autonome capacità o di
scoprirne di nuove recuperando la propria autostima e la loro capacità
decisionale. Saranno premiati gli interventi di realizzazione, potenziamento e
riqualificazione che dovranno essere attuati in Comuni con popolazione
inferiore ai 10.000 abitanti e preferibilmente ricadenti in aree interne .
L'Avviso finanzia le spese di ristrutturazione e ammodernamento di tali
strutture del territorio.
2. Progetto
di legge di iniziativa della Giunta Regionale recante "Norme per la
promozione e la disciplina del volontariato". Tale iniziativa si inserisce
nel piano strategico del dipartimento diretto a favorire la partecipazione
delle organizzazioni no-profit nella programmazione e gestione delle politiche
sociali del territorio (principio di sussidiarietà orizzontale).
Attraverso
l'azione combinata delle due suddette azioni si raggiunge in tal modo il
duplice obiettivo :la creazione e potenziamento di servizi aperti per anziani
sul territorio, e la valorizzazione dell'importante ruolo svolto dalle
associazioni e dalle cooperative, che, radicate nel tessuto sociale, sono
portatrici di un servizio e di un modello culturale di partecipazione e cittadinanza
attiva di fronte all'intera comunità territoriale.
3. Progetto
di Legge di iniziativa della Giunta Regionale recante: "NORME PER IL
SOSTEGNO DI PERSONE NON AUTOSUFFICIENTI. Tale importante legge promuoverà nel
territorio una serie di servizi socio-assistenziali e socio-sanitari che
indirettamente avranno un'azione positiva sulla capacità degli anziani di
attivare le proprie risorse residue umane, culturali, professionali.
4. In sede di
Conferenza Unificata sono state accordate alla Regione Calabria risorse
finanziarie (109/CU. del 7 ottobre 2010: 4.112.312 euro- 48/CU del 19 aprile:
1.849.500 euro- 24/CU del 2 febbraio: 1.027.500) euro che in parte saranno
destinate per : sostegno dei costi di gestione delle attività dei centri diurni
per anziani; promozione dei servizi e acquisto dei mezzi di trasporto per
favorire la domiciliarità e le necessità di socializzazione degli anziani non
autosufficienti: voucher per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro per
l'acquisizione di servizi di cura per gli anziani: sostegno agli EELL per la
gestione dei Punti Unici di Accesso.
5. Ulteriori
risorse, nella direzione anzidetta saranno destinate a seguito degli accordi,
in corso di definizione, con il Ministro Barca.”
Dr. Giuseppe Nardi (Dirigente del settore)
Francescantonio Stillitani (assessore
al lavoro, formazione
professionale e politiche sociali)
“Il Consiglio regionale
premesso:
a) che è ineludibile l'urgente necessità di realizzare
una radicale riforma degli Enti sub-regionali, a partire da quelli già posti in
liquidazione;
b) che la proposta di legge riguardante l'ARSSA, nel
testo posto all'ordine del giorno del Consiglio regionale del 3/08/2012, che
prevede l'istituzione della "Azienda Regionale per lo Sviluppo
dell'Agricoltura Calabrese", Ente strumentale della Regione Calabria,
dotato di personalità giuridica di diritto pubblico ed autonomia
amministrativa, organizzativa, gestionale, tecnico, patrimoniale, contabile e
finanziaria, ha incontrato un largo consenso sulla sua qualificazione
giuridica, pur ritenendo utile una ulteriore riflessione per pervenire ad una
sua più larga condivisione sociale;
c) che la proposta di legge riguardante l'AFOR
richiede un ulteriore confronto, a partire dalle parti sociali, senza porre
pregiudiziali rispetto alla qualificazione giuridica, con l'obiettivo di
garantire comunque i livelli occupazionali;
d) ritenuto necessario ricercare un ampio consenso sui
modelli organizzativi dei settori oggi di competenza di detti Enti
Impegna
la Giunta regionale a proseguire un confronto virtuoso
nelle sedi istituzionali competenti, per pervenire ad una efficace e complessiva
riforma dei suddetti enti, in coerenza con il processo legislativo in corso di
definizione in seno al Parlamento nazionale”.
(Del. n. 209)
Art. 1
(Modifica
all’articolo 1 l.r. n. 19/2002)
1. Al
comma 3 dell'articolo 1 della legge regionale n. 19/2002 dopo la parola
“decisionale” sono inseriti i seguenti periodi: “Il responsabile del
procedimento redige il fascicolo della partecipazione e della concertazione,
consistente in una relazione dettagliata sulle attività di partecipazione con i
cittadini e sulla concertazione tra gli enti territoriali. Il fascicolo è parte
integrante del documento preliminare del PSC/PSA e della VAS".
Art. 2
(Modifica
all’articolo 2 l.r. 19/2002)
1. Il
comma 3 dell'articolo 2 della legge regionale n. 19/2002 è sostituito dal
seguente: “I comuni pubblicano nell'albo pretorio e sul sito internet
istituzionale, gli strumenti urbanistici vigenti ed in itinere, le delibere, le
determine, i progetti edilizi ed infrastrutturali di iniziativa pubblica,
ovvero tutti gli atti di pianificazione e gestione del territorio ed i
provvedimenti amministrativi, comprese le istanze dei privati per la
trasformazione del territorio e i relativi titoli abilitativi ivi compresi i
nominativi dei progettisti e direttori dei lavori. Sono altresì pubblicati gli
atti di partecipazione popolare ai processi decisionali, i documenti, i
resoconti, le memorie e le note dei cittadini singoli o associati dei processi
di partecipazione ed il contenuto del fascicolo della partecipazione e della
concertazione, ovvero tutti gli atti dei laboratori di cui all'articolo
11."
2. Al
comma 4 dell'articolo 2 della legge regionale n. 19/2002, dopo la parola
"mancata", la parola "esposizione" viene sostituita dalla
parola "pubblicazione".
Art. 3
(Modifica
all’articolo 3 l.r.19/2002)
1. Alla
lettera a), comma 2, dell'articolo 3 della legge regionale n. 19/2002, dopo la
parola "produttivo" è inserito il seguente periodo: "di norma in
maniera contigua tale da favorire la continuità urbana in luogo dell'isolamento
e dispersione, al fine di attuare un reale risparmio del territorio ed evitare
realizzazioni di opere di urbanizzazione primaria, da parte dell’ente pubblico,
necessari al servizio di nuclei sparsi".
2. Alla
lettera f), comma 2, dell'articolo 3 della legge regionale n. 19/2002 dopo la
parola "riqualificazione" sono aggiunte le seguenti: "ovvero dai
riempimenti dei cosiddetti vuoti urbani o aree a margine, fermo restando il
soddisfacimento degli standard urbanistici per evitare nuclei isolati o sparsi
sul territorio.”
Art. 4
(Modifica
all’articolo 5 l.r. 19/2002)
1. Alla
lettera b), comma 2, dell'articolo 5 della legge regionale n. 19/2002, dopo le
parole "suoli urbanizzati" sono inserite le seguenti: “comprensivi
dell’edificato, dei vuoti, delle aree a margine dimensionate in rapporto
all’effettiva necessità di crescita dell’esigenza volumetrica nel breve
periodo.”
Art. 5
(Modifiche
all’articolo 6 l.r. 19/2002)
1. Al
comma 2, dell'articolo 6 della legge regionale n. 19/2002, dopo la parola
"tipologiche" e prima della parola “così”, sono inserite le seguenti
parole: “nell’ ordine di priorità".
2. Alla
lettera c), comma 2, dell'articolo 6 della legge regionale n. 19/2002, dopo la
parola “coerenza” sono aggiunte la seguenti parole: “e sempre nel rispetto
dell’organicità del disegno urbano.”
Art. 6
(Modifica
all’articolo 7 l.r. 19/2002)
1. Dopo
la lettera f), comma 1, dell’articolo 7 della legge regionale n. 19/2002, è
aggiunta la seguente: “g) i territori dei Consorzi e ASI Industriali.”
Art. 7
(Modifica
all’articolo 8 l.r. 19/2002)
1. Dopo
il comma 7 dell’articolo 8 della legge regionale n. 19/2002 è aggiunto il
seguente comma:
“8. I
comuni sono obbligati a produrre i dati del PSC/PSA in conformità agli standard
definiti nell' Allegato "A" che costituisce parte integrante della
presente legge. Entro novanta giorni dall'avvenuta approvazione da parte dei
consigli comunali, i comuni trasmettono al Dipartimento regionale n. 8 -Settore
2 SITO e Cartografia, gli elaborati di Piano. Il SITO entro sessanta giorni
dalla ricezione, ne attesta la conformità agli standard di cui all'allegato
"A". L’allegato "A", inoltre, possiede l'efficacia
dell'atto di cui all'articolo 1, comma 4, della presente legge ".
Art. 8
( Modifica
all’articolo 8 bis l.r. 19/2002)
1. Dopo
il comma 4 dell’articolo 8 bis della legge regionale n. 19/2002 è aggiunto il
seguente comma:
“5.
Gli enti territoriali, elaborando il quadro conoscitivo della propria
strumentazione urbanistica, possono individuare i paesaggi caratterizzanti e
identitari da tutelare e valorizzare o potenziare e trasmettere le risultanze
all’Osservatorio regionale sul paesaggio che ne cura la catalogazione e la
diffusione culturale.”
Art. 9
(Modifica
all’articolo 9 l.r. 19/2002)
1. Il
comma 3 dell’articolo 9 della legge regionale n. 19/2002 è sostituito dal
seguente:
“3.
Del nucleo di valutazione fanno parte:
a)
l’Assessore regionale all'Urbanistica e governo del territorio che lo presiede;
b) i
dirigenti dei servizi urbanistica e governo del territorio del dipartimento
regionale;
c) il
segretario dell’Autorità di bacino;
d) gli
assessori provinciali delegati dalla Giunta provinciale;
e) un
delegato dell’ANCI, uno dell’UNCEM e uno dell’ANCE;
f) un
delegato in rappresentanza di ogni parco della Regione Calabria;
g) un
rappresentante per ciascuno degli Ordini professionali degli architetti -
pianificatori - paesaggisti - conservatori, degli ingegneri, dei geologi, degli
agronomi e forestali, nonché dei geometri;
h) un
rappresentante designato da ciascuna università calabrese;
i) un
rappresentante dell’Unione regionale delle bonifiche;
j) un
rappresentante dell’Unione piccoli Comuni;
k) un
rappresentante unitario delle organizzazione ambientaliste e protezioniste;
l) un
rappresentante delle organizzazioni sindacali dei lavoratori;
m) un
delegato della Lega delle Autonomie locali;
n) un
rappresentante per ogni consorzio per le aree o nuclei di sviluppo industriale;
o) un
delegato dell’autorità marittima territoriale.”
Art.
10
(Modifiche
all’articolo 10 l.r. 19/2002)
1. L’articolo
10 della legge regionale n. 19/2002 è modificato ed integralmente sostituito
come segue:
“Art.
10
(Valutazione
ambientale strategica)
1. La Regione, le
province e i comuni provvedono, nell'ambito dei procedimenti di elaborazione e
di approvazione degli strumenti di pianificazione urbanistica e territoriale,
alla valutazione preventiva della sostenibilità ambientale e territoriale. Essa
è effettuata conformemente alla legislazione nazionale e regionale nonché al regolamento
vigente.
2. La Valutazione
ambientale strategica è un processo obbligatorio nella fase di elaborazione,
adozione e approvazione per tutti i piani e i programmi di cui all'articolo 6,
comma 2 del D.lgs 152/06 ss.mm.ii.. E' finalizzata a garantire un elevato
livello di protezione dell'ambiente nonché a contribuire all'integrazione delle
considerazioni ambientali nel processo di elaborazione e di approvazione del
piano, assicurando anche la coerenza tra i diversi livelli di pianificazione
nella prospettiva dello sviluppo sostenibile. Tale processo comprende
l'elaborazione di un Rapporto Ambientale Preliminare, l'eventuale svolgimento
di una verifica di assoggettabilità, l'elaborazione del Rapporto Ambientale, lo
svolgimento di consultazioni, la valutazione del piano o del programma, del
rapporto e degli esiti delle consultazioni, l'espressione di un parere
motivato, l'informazione sulla decisione ed il monitoraggio. In particolare la
Valutazione ambientale è un processo obbligatorio per gli strumenti di
pianificazione urbanistica e territoriale previsti ai vari livelli dalla
normativa nazionale e regionale.
3. Con riferimento
alla pianificazione strutturale ed operativa la valutazione ambientale
strategica è rivolta in particolare:
a) a perseguire la
sostenibilità degli interventi antropici rispetto alla quantità e qualità delle
acque superficiali e sotterranee, alla criticità idraulica del territorio ed
all'approvvigionamento idrico, alla capacità di smaltimento dei reflui, ai
fenomeni di dissesto idrogeologico e di instabilità geologica, alla riduzione
ed alla prevenzione del rischio sismico, al risparmio e all'uso ottimale delle
risorse energetiche e delle fonti rinnovabili;
b) a rendere
possibile il restauro e la riqualifìcazione del territorio, con miglioramento
della funzionalità complessiva attraverso una razionale distribuzione del peso
insediativo della popolazione e delle diverse attività, con particolare
riguardo alla riduzione del consumo di suolo;
c) a realizzare
una rete di infrastrutture, impianti, opere e servizi che assicurino la
circolazione delle persone, delle merci e delle informazioni, realizzata anche
da sistemi di trasporto tradizionali od innovativi, con la relativa previsione
di forme d'interscambio e connessione, adottando soluzioni tecniche e
localizzative finalizzate alla massima riduzione degli impatti sull'ambiente.
4. La valutazione
ambientale strategica e della verifica di coerenza si attuano attraverso un
processo di partecipazione che si sviluppa anche all'interno della conferenza
di pianificazione, convocata ai sensi dell'articolo 13, ed accompagna l'intero
processo di formazione, adozione e approvazione del piano.
5. Il rapporto
ambientale, redatto ai fini della VAS, ai sensi del d.lgs. 152/06 e s.m.i.,
come parte integrante della proposta di piano oggetto di adozione, deve
riguardare l'insieme degli impatti significativi , diretti ed indiretti, a
breve, medio e a lungo termine, permanenti e temporanei, singoli, cumulativi e
sinergici, positivi e negativi, che gli strumenti di pianificazione possono
avere sull'ambiente e sul patrimonio culturale, compresi aspetti quali la
biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora, il suolo e sottosuolo,
l'acqua, il mare, le acque superficiali e sotterranee, l'aria, i fattori climatici,
i beni materiali, il patrimonio architettonico e archeologico, il paesaggio,
l'ambiente urbano e rurale e le loro reciproche interazioni. Esso deve essere
elaborato nell'ambito della redazione del Piano e nel rispetto di quanto
previsto dal d.lgs. 152/06 e s.m.i. e dal regolamento regionale.”
Art.
11
(Modifiche
all’articolo 11 l.r. 19/2002)
1. Dopo
il comma 6 dell'articolo 11 della legge regionale n. 19/2002 è aggiunto il
seguente:
“7. I
laboratori urbani, attivati ad opera del RUP, sono organizzati preferibilmente
attraverso un urban center comunale e associato. L'attività di partecipazione
dei cittadini e di concertazione degli enti territoriali deve essere svolta sia
per la strumentazione urbanistica generale e di dettaglio che per le opere pubbliche.
Per le opere pubbliche, le attività di partecipazione e concertazione sono
svolte solamente quando non sono state previste in piani urbanistici già
partecipati, e quando dispiegano effetti significativi su porzioni rilevanti di
popolazione. L'eventuale attività di partecipazione deve avvenire con processi
tracciabili, ovvero con uno schema informativo completo sia sul sito internet
di riferimento che in forma cartacea. Le osservazioni e gli interventi,
espressi durante l’attività di partecipazione, sono riportati nel fascicolo
della partecipazione e della concertazione. Le opere pubbliche predisposte in
funzione di manifestazioni d’interesse per contributi di natura regionale,
statale o comunitaria, le opere predisposte con il requisito di urgenza per
interesse pubblico o pubblica sicurezza e le opere per le quali vi siano
termini perentori non compatibili con le attività di partecipazione non sono
sottoposte agli adempimenti del presente comma."
Art.
12
(Modifica
all’articolo 13 l.r. 19/2002)
1. Al
comma 7 dell'articolo 13 della legge regionale n. 19/2002, la parola
“quarantacinque” è sostituita con la parola “centocinquanta”.
Art.
13
(Modifica
all’articolo 14 l.r. 19/2002)
1. Al
comma 2 dell'articolo 14 della legge regionale n. 19/2002 dopo la parola
“variante”, la parola "PRG" viene sostituita dalle parole: "alla
strumentazione urbanistica vigente".
1bis. La
lettera b) del comma 2 dell’articolo 14 della legge regionale n. 19/2002 è
modificata e così sostituita:
“b) se
ne deve dare atto nella prima seduta della Conferenza anche agli effetti di
quanto disposto nelle successive lettere c) e d), qualora la variante ricada
nella fattispecie di cui al comma 3 e 3bis dell’articolo 6 del Dlgs 152/2006
smi, si dovrà dare atto dell’esito della verifica di assoggettabilità di cui
all’articolo 12 del Dlgs 152/2006 smi.”
1ter. Dopo
la lettera e) del comma 2 dell’articolo 14 della legge regionale n. 19/2002 è
inserita la seguente lettera:
“e
bis) qualora l’esito di assoggettabilità di cui alla precedente lettera b) preveda
l’assoggettabilità alla VAS, è fatto salvo durante tutto il procedimento quanto
previsto dal Dlgs 152/2006 smi, e dal regolamento regionale per la VAS. Per le
disposizioni di cui alle lettere precedenti in contrasto per forma e termini
con il procedimento della VAS, si intendono risolte con il prevalere delle
prescrizioni di quest’ultimo procedimento, ivi comprese modalità e termini di
pubblicità, partecipazione e termini del procedimento.”
Art.
14
(Modifiche
all’articolo 18 l.r. 19/2002)
1. La
lettera c), comma 4, dell'articolo 18 della legge regionale n. 19/2002 è
sostituita dalla seguente:
“c)
indica la localizzazione sul territorio degli interventi di competenza
provinciale, regionale e statale, programmati o in fase di realizzazione,
nonché, in applicazione delle prescrizioni della programmazione regionale, la
localizzazione sul territorio degli interventi di competenza regionale.”
2. Il
comma 9 dell’articolo 18 della legge regionale 19/2002 è sostituito dal
seguente:
“9.
Dall’avvenuta approvazione definitiva del PTCP, tutte le norme e previsioni dei
PSC/PSA in contrasto con il PTCP medesimo si intendono automaticamente
decadute, qualora la Provincia abbia provveduto a notificare i contrasti ai
rispettivi comuni, e ne abbia dato evidenza pubblica mediante avviso sull’albo
pretorio per trenta giorni e sul proprio portale istituzionale fino
all’adeguamento degli strumenti comunali, nonché pubblicato su un quotidiano a
tiratura regionale.”
Art.
15
(Modifica
all’articolo 20 l.r. 19/2002)
1. Dopo
il comma 4 dell’articolo 20 della legge regionale n. 19/2002 sono inseriti i
seguenti commi:
“5.
Per garantire la realizzazione delle finalità previste nel comma 3, lettera
“i”, il PSC deve essere integrato da apposita relazione che delimiti e
disciplini gli ambiti di tutela e conservazione delle porzioni storiche di
territorio e che individui gli immobili o complesso di immobili aventi valenza
storico, ambientale, documentario, suscettibili di essere dichiarati beni
culturali, firmata da un tecnico abilitato esperto di cui all’articolo 69,
comma 3, della presente legge.
6. I
comuni che, entro la data di entrata in vigore della presente legge, abbiano
presentato il documento preliminare del piano e del regolamento di cui
all’articolo 27, comma 2, della presente legge, devono presentare la variante
di adeguamento di cui al comma 5 entro dodici mesi dalla sopraccitata data o
congiuntamente a qualsiasi altra variante e modifica apportata precedentemente
allo scadere del suddetto termine.”
Art.
16
(Modifica
all’articolo 21 l.r. 19/2002)
1. Alla
lettera d), comma 2, dell'articolo 21 della legge regionale n. 19/2002 dopo la
parola “architettoniche” sono aggiunte le seguenti: “in conformità e nel
rispetto delle leggi e dei piani nazionali e regionali vigenti”.
2. Alla
lettera e), comma 2, dell'articolo 21 della legge regionale n. 19/2002:
a) dopo
le parole “di cui alla” sono aggiunte le parole “legislazione vigente”;
b) le
parole “legge 21 novembre 2001, n. 443” sono soppresse.
3. Dopo
il comma 2 dell’articolo 21 della legge regionale n. 19/2002 sono inseriti i
seguenti commi:
“3.
Per la conservazione e valorizzazione del patrimonio architettonico e
ambientale, il regolamento edilizio ed urbanistico, deve prevedere, nell’elenco
degli elaborati richiesti per il rilascio del permesso di costruire e per la
dichiarazione di inizio attività (D.I.A.), apposita relazione contenente le
prescrizioni per la conservazione dell’organismo architettonico in riferimento
allo specifico oggetto dell’intervento, redatta da un tecnico esperto abilitato
di cui all’articolo 69, comma 3, della presente legge. La relazione ha
carattere obbligatorio per gli interventi sui beni:
a)
ricadenti nelle zone A di cui alla legge n. 1150 del 1942 e s.m. e i. per i
quali è stata effettuata e proposta, e non ancora completata la procedura
amministrativa, di interesse culturale;
b)
vincolati ai sensi del d.lgs. n. 42/2004 e s.m. e i.;
c)
aventi valore storico, documentario e identificatore, come componente
dell'identità collettiva, individuati all’interno del PSC, in adempimento al
comma 5 dell’articolo 20, per i quali sia stata effettuata, o vi sia procedura
in itinere, la dichiarazione di bene culturale, secondo quanto previsto dal
codice dei beni culturali e del paesaggio.
4. I
comuni che, entro la data di entrata in vigore della presente legge, abbiano
presentato il documento preliminare del piano e del regolamento di cui
all’articolo 27, comma 2, devono presentare la variante di adeguamento di cui
al comma 3 dell’articolo 27 entro dodici mesi dalla sopraccitata data o
congiuntamente a qualsiasi altra variante e modifica apportata precedentemente
allo scadere del suddetto termine”.
Art.
17
(Modifiche
all’articolo 23 l.r. 19/2002)
1. Al
comma l dell'articolo 23 della legge regionale n. 19/2002, dopo le parole “Consiglio
comunale” e prima delle parole “da realizzare”, sono inserite le seguenti:
“nonché per eventuali interventi privati, nella minor parte e nella proporzione
individuata dal REU”.
2. Alla
lettera a), comma 3, dell'articolo 23 della legge regionale n. 19/2002, dopo le
parole “la delimitazione” sono aggiunte le seguenti: “e le priorità di
attuazione” e dopo le parole “Piano Strutturale Comunale”, sono inserite le
seguenti: “gli indici di proporzione per gli interventi privati, ivi compresi
gli indici edilizi e le destinazioni d'uso.”
3. Al
comma 4 dell'articolo 23 della legge regionale n. 19/2002, dopo le parole “Il
POT” e prima delle parole “deve essere”, sono inserite le seguenti: “per la
parte relativa agli interventi pubblici o di interesse pubblico,”.
Art.
18
(Modifica
all’articolo 24 l.r. 19/2002)
1. Dopo
la lettera m), comma 3, dell'articolo 24 della legge regionale n. 19/2002 è
inserita la seguente:
“n) le
previsioni di termini e priorità entro i quali devono essere realizzate le
opere di urbanizzazione primaria e secondaria ovvero ogni altra attrezzatura di
interesse pubblico, facenti parte della convenzione. I termini prescritti non
possono essere superiori a dieci anni e comunque devono essere proporzionati
alla consistenza degli interventi.”
2. Dopo
il comma 3 dell'articolo 24 della legge regionale n. 19/2002 sono aggiunti i
seguenti commi:
“4.
Per garantire la realizzazione delle finalità di cui al comma 1, lettera e), il
PAU deve essere integrato dall’ apposita relazione per i manufatti da destinare
a restauro, risanamento conservativo e consolidamento strutturale tra quelli
individuati all’interno del PSC in adempimento del comma 5 dell’articolo 20,
firmata da un tecnico abilitato esperto di cui all'articolo 69, comma 3, della
presente legge.
5. I
comuni che entro la data del 30 giugno 2011, abbiano approvato il P.A.U. di cui
all’ articolo 30, comma 2, della presente legge, devono presentare la variante
di adeguamento di cui all’articolo 30, comma 4, entro dodici mesi dalla
sopraccitata data o congiuntamente a qualsiasi altra variante e modifica
apportata precedentemente allo scadere del suddetto termine.”
Art.
19
(Modifica
all’articolo 25 l.r. 19/2002)
1. Al
comma 2 dell' articolo 25 della legge regionale n. 19/2002 dopo le parole
“previsto dall’articolo 17”, sono abrogate le seguenti parole: “e la
valutazione di sostenibilità di cui all'art 10 della presente legge” e sono
inserite le seguenti: “e dall'articolo 10 della presente legge, e nel rispetto
delle procedure indicate dal regolamento regionale inerente la VAS.”
Art.
20
(Modifica
all’articolo 25 bis l.r.19/2002)
1. Al
comma 2 dell’articolo 25 bis della legge regionale n. 19/2002, dopo le parole
“redazione e gestione”, sono inserite le seguenti: ''fatto salvo il rispetto
delle procedure indicate dal regolamento regionale inerente la VAS.”
Art.
21
(Modifiche
all’articolo 26 l.r.19/2002)
1. Al
comma l dell’articolo 26 della legge regionale n. 19/2002 dopo le parole
“pianificazione paesaggistica”, sono inserite le seguenti: “fatto salvo il
rispetto delle procedure indicate dal regolamento regionale inerente la VAS.”
2. Il
comma 3 dell’articolo 26 della legge regionale n. 19/2002 è sostituito dal
seguente:
“3. Il
Consiglio provinciale elabora il documento preliminare del PTCP, sulla base
degli atti regionali di programmazione e pianificazione, ove esistenti o, in
mancanza, sulla base delle linee guida di cui all’articolo 17. Il documento
preliminare, oggetto di valutazione in Conferenza di pianificazione ai sensi
dell'articolo 13, comma 1, deve contenere, oltre al quadro conoscitivo, lo
schema delle scelte pianificatorie elaborato in base a quanto previsto
dall'articolo 18 ed il rapporto preliminare di cui al comma 1 dell’articolo 13
del Dlgs 152/2006 smi secondo i criteri di cui all’allegato 1 del medesimo
Dlgs”.
3. Il
comma 5 dell’articolo 26 della legge regionale n. 19/2002, è sostituito dal
seguente:
“5. La
Conferenza si conclude nel termine di centocinquanta giorni entro i quali:
a) gli
enti ed i soggetti, i cui pareri non sono per legge vincolanti ed inibitori,
possono presentare proposte e memorie scritte che il consiglio provinciale
valuta in sede di adozione del PTCP di cui al comma 6, ove risultino pertinenti
e coerenti all'oggetto del procedimento;
b) gli
enti che per legge sono chiamati ad esprimere parere vincolante, devono
esprimerlo preliminarmente entro quarantacinque giorni dalla convocazione,
fatto salvo quanto differentemente previsto dal Dlgs 152/2006 smi, e dalla
normativa regionale in materia, per i pareri inerenti la VAS. A tal fine
l’autorità competente e gli altri soggetti competenti in materia ambientale
forniscono i propri contributi per definire la portata ed il livello delle
informazioni da includere nel Rapporto Ambientale. Se il parere prescrive
modifiche, queste devono essere apportate dalla provincia entro i successivi
quarantacinque giorni.
Infine,
entro i termini di chiusura della conferenza di pianificazione devono essere
emanati i pareri definitivi.”
4. Il
comma 6 dell’articolo 26 della legge regionale n. 19/2002, è sostituito dal
seguente:
“6.
Alla conclusione favorevole della Conferenza di pianificazione, che può
avvenire solamente dopo l'acquisizione di tutti i pareri obbligatori richiesti
dalla normativa vigente, il documento preliminare del PTCP, deve essere completato
ed implementato di tutti gli elementi che conferiscono allo stesso il requisito
del perfezionamento dell'atto di pianificazione denominato Piano Territoriale
di Coordinamento Provinciale (PTCP), che deve contenere le eventuali modifiche
a seguito dei pareri e delle osservazioni espresse.”
5. Il
comma 7 dell’articolo 26 della legge regionale n. 19/2002 è sostituito dal
seguente:
“7. Il
Consiglio provinciale, su proposta della Giunta, adotta il PTCP che, in copia,
è trasmesso al Dipartimento Urbanistica della Regione, all’autorità competente
ai fini VAS e, su supporto informatico, ai soggetti di cui al comma 4. Il PTCP
adottato, unitamente al rapporto ambientale, viene depositato presso la sede
della provincia e degli enti territoriali di cui al comma 4, per un periodo non
inferiore a sessanta giorni dalla data di pubblicazione sul BUR dell'avviso
dell'avvenuta adozione. Il PTCP, unitamente al rapporto ambientale, è
pubblicato sul sito istituzionale dell’Ente. L'avviso deve contenere
l'indicazione degli enti territoriali presso i quali il PTCP è depositato e dei
termini entro cui se ne può prendere visione. Notizia dell'avvenuta adozione
del PTCP è data, altresì, sui quotidiani a diffusione regionale ed attraverso
qualsiasi forma ritenuta opportuna dalla Giunta provinciale.”
6. Il
comma 8 dell’articolo 26 della legge regionale n. 19/2002, è modificato e così
sostituito:
“8.
Nel termine di cui al precedente comma 7, in conformità al comma 3
dell’articolo 14 del Dlgs 152/2006 smi chiunque può prendere visione del PTCP e
del relativo rapporto ambientale e presentare proprie osservazioni in forma
scritta, anche fornendo nuovi o ulteriori elementi conoscitivi e valutativi”.
7. Al
comma 9 dell’articolo 26 della legge regionale n. 19/2002, dopo la parola
“riscontro” e prima della parola “rilevando” è inserita la parola
"vincolante" e dopo le parole “ove esistenti” sono aggiunte le
seguenti: “nonché con gli interventi programmati o in fase di realizzazione di
competenza statale o regionale nella provincia medesima, ovvero di province
contermini i cui effetti ricadono sul territorio in esame.”
8. Il
comma 10 dell'articolo 26 della legge regionale n. 19/2002 è modificato e così
sostituito:
“10.
Il Consiglio provinciale, nei novanta giorni successivi al ricevimento del riscontro
di cui al precedente comma 9 da parte della Regione si determina in merito alle
osservazioni pervenute ed adegua il PTCP sia alle eventuali prescrizioni da
questa formulate sia sulla base del parere motivato ai fini VAS espresso
dall’Autorità competente ai sensi dell’articolo 15 del Dlgs 152/2006 e smi
Nello stesso termine si esprime in ordine alle osservazioni e alle proposte
formulate dai soggetti di cui al precedente comma 6. La mancata determinazione
nel termine indicato da parte della Giunta provinciale dei dovuti riscontri
alle prescrizioni regionali ed ai contenuti delle osservazioni al PTCP,
comporta l’automatico accoglimento, intendendosi quale silenzio-assenso, di
quelle chiaramente identificabili sulle tavole di piano e/o nell’apparato normativo”.
8bis.
Il comma 11 dell’articolo 26 della legge regionale n. 19/2002, è modificato e
così sostituito:
“11.
Successivamente all’approvazione del PTCP da parte del Consiglio provinciale,
copia dello strumento e del rapporto ambientale unitamente agli atti di cui
all’articolo 17 del Dlgs 152/2006 smi sono depositati per la libera
consultazione presso la Provincia ed è trasmesso alle Amministrazioni di cui al
comma 4. L’avviso dell’avvenuta approvazione del piano è pubblicato nel B.U.R..
Dell’approvazione è data altresì notizia con avviso sui quotidiani a diffusione
regionale.
8ter.
Dopo il comma 13 dell’articolo 26 della legge regionale n. 19/2002, è aggiunto
un ulteriore comma 13bis):
“13bis)
Il PTCP è soggetto al monitoraggio di cui all’articolo 18 del Dlgs 152/2006
smei, secondo modalità e forme ivi definitive, nonché secondo i regolamenti
regionali in materia”.
Art.
22
(Modifiche
all’articolo 27 l.r. 19/2002)
1. Al
comma 1 dell'articolo 27 della legge regionale n. 19/2002, dopo le parole
“relative varianti” sono inserite le seguenti: “fatto salvo il rispetto delle
procedure indicate dal regolamento regionale afferente la VAS.”
2. Al
comma 2 dell'articolo 27 della legge regionale n. 19/2002:
a) dopo
le parole “pianificazione in vigore” è inserito il seguente periodo: “con i
contenuti minimi del quadro conoscitivo in forma completa, redatto secondo gli
standard di cui all'allegato A della presente legge, uno schema delle scelte
strutturali e strategiche con le principali modalità d'uso del territorio, lo
schema del REU esplicativo delle norme che si vogliono implementare, elaborati
in base a quanto previsto dagli articoli 20 e 21, ed il rapporto preliminare di
cui al comma 1 dell’articolo 13 del Dlgs 152/2006 smi secondo i criteri di cui
all’allegato 1 del medesimo Dlgs.";
b) il
periodo: “Il documento preliminare, oggetto di valutazione in Conferenza di
Pianificazione ai sensi del comma 1 dell'articolo 13, dovrà contenere, oltre al
quadro conoscitivo, lo schema delle scelte pianificatorie elaborato in base a
quanto previsto dagli articoli 20 e 21 di cui all'articolo 10 della presente
legge.” ed è sostituito dal seguente: "Al fine di contenere i costi
economici a carico dei comuni, le copie in formato cartaceo dei Piani sono
riservate esclusivamente in numero di una ciascuno ai competenti dipartimenti della
Regione e della provincia. A tutti gli altri soggetti interessati al
procedimento è consegnata o trasmessa una copia con firma digitale del
progettista per tramite del comune.”.
3. Il
comma 3 dell’articolo 27 della legge regionale n. 19/2002, è sostituito dal
seguente: “La Conferenza si conclude entro il termine di centocinquanta giorni
entro i quali:
a) gli
enti ed i soggetti, i cui pareri non sono per legge vincolanti ed inibitori,
possono presentare proposte e memorie scritte, che il Consiglio comunale valuta
in sede di adozione del PSC di cui al comma 4, ove risultino pertinenti e
coerenti all'oggetto del procedimento;
b) gli
enti che per legge sono chiamati ad esprimere parere vincolante, devono esprimerlo
preliminarmente entro quarantacinque giorni dalla convocazione, fatto salvo
quanto differentemente previsto dal Dlgs 152/2006 smi, e dalla normativa
regionale in materia, per i pareri inerenti la VAS. Se il parere contempla
modifiche, queste devono essere apportate dal comune entro i successivi
quarantacinque giorni. Gli elaborati, così modificati, devono essere trasmessi
entro i trenta giorni successivi. In ogni caso entro i termini di conclusione
della Conferenza di pianificazione devono essere emanati i pareri definitivi.
4. Il
comma 3 bis dell'articolo 27 della legge regionale n. 19/2002 è abrogato.
5. Il
comma 4 dell'articolo 27 della legge regionale n. 19/2002 è sostituito dal
seguente:
“4.
Alla conclusione favorevole della Conferenza di pianificazione, che può
avvenire solamente dopo l'acquisizione dei pareri obbligatori previsti dalla
normativa vigente, il documento preliminare ed il REU, devono essere completati
ed implementati di tutti gli elementi che conferiscono allo stesso il requisito
del perfezionamento dell'atto di pianificazione denominato Piano Strutturale
Comunale (PSC), che deve contenere le eventuali modifiche intervenute a seguito
dei pareri e delle osservazioni espresse. "
6. Il
comma 4 bis dell’articolo 27 della legge regionale n. 19/2002 è sostituito dal
seguente:
“4
bis. Il Consiglio comunale, su proposta della Giunta, adotta il PSC/PSA che, in
separate copie, viene trasmesso al Dipartimento Urbanistica della Regione e
della provincia, all’autorità competente ai fini VAS e, su supporto
informatico, ai soggetti di cui al comma 2. Il Piano adottato, unitamente al
rapporto ambientale, è depositato presso la sede del comune per sessanta giorni
dalla pubblicazione sul BURC dell'avviso dell'avvenuta adozione. L'avviso deve
contenere l'indicazione dell'ente presso il quale il PSC è depositato e dei
termini entro i quali se ne può prendere visione. Notizia dell'avvenuta
adozione del PSC è data, altresì, su almeno un quotidiano a diffusione
regionale. Il PSC/PSA è inoltre pubblicato sul sito istituzionale del comune.”
7. Dopo
il comma 4 bis dell’articolo 27 della legge regionale n. 19/2002 è aggiunto il
seguente:
“4
ter. La Regione e la provincia, entro i successivi novanta giorni dal
ricevimento del PSC/PSA adottato, verificano la conformità e la coerenza con i
rispettivi QTR e PTCP e:
a) nel
caso di conformità e coerenza con gli strumenti sovraordinati, entro il termine
perentorio succitato, ne danno comunicazione al comune, il quale predispone il
PSC/PSA, completo di tutti gli elaborati prescritti, che, su proposta della
Giunta comunale, è definitivamente approvato dal Consiglio comunale;
b) ove
si riscontri grave ed immotivata incoerenza derivante dal mancato recepimento
delle osservazioni e prescrizioni emanate in sede di Conferenza dei servizi sul
D.P. con gli strumenti sovraordinati, ovvero ad uno solo di essi, entro i
termini previsti dal presente comma, ne danno comunicazione affinché il comune,
entro i successivi trenta giorni possa ristabilire gli elementi di coerenza
necessari e trasmettere gli elaborati così adeguati ai dipartimenti competenti.
Questi ultimi, entro il successivo termine perentorio di trenta giorni,
rilasciano il parere definitivo. Decorsi infruttuosamente i termini di cui
sopra, si intendono acquisiti positivamente i pareri definitivi della Regione e
della provincia. Ottenuti i pareri, il comune predispone il PSC/PSA completo di
tutti gli elaborati prescritti, che, su proposta della Giunta comunale, è
definitivamente approvato dal Consiglio comunale.”
8. Al
comma 5 dell’articolo 27 della legge regionale n. 19/2002 è modificato e così
sostituito:
“5.
Nel termine di cui al comma 4bis, in conformità al comma 3 dell’articolo 14 del
Dlgs 152/2006 smi chiunque può prendere visione del PSC e del relativo rapporto
ambientale e presentare proprie osservazioni in forma scritta, anche fornendo
nuovi o ulteriori elementi conoscitivi e valutativi”.
9. Il
comma 6 dell’articolo 27 della legge regionale n. 19/2002 è sostituito dal
seguente :
"6.
Nel caso di assenza di osservazioni e proposte, il comune ne dà atto con
apposita deliberazione di consiglio comunale entro trenta giorni dalla scadenza
del termine di deposito di cui al comma 5 ed il Piano entra in vigore dal
giorno successivo.”
10. Il
comma 7 dell’articolo 27 della legge regionale n. 19/2002 è sostituito dal
seguente:
“7.
Solamente nel caso in cui pervengano osservazioni e proposte di cui al comma 5,
il consiglio comunale, in apposita seduta, dopo idonea istruttoria tecnica,
esamina le osservazioni e le proposte pervenute e con espressa motivazione le
accoglie o le rigetta.”
11. Il
comma 7 bis dell’articolo 27 della legge regionale n. 19/2002 è sostituito dal
seguente:
“7bis.
Il Consiglio comunale:
a) nel
caso di rigetto motivato delle osservazioni, applica il comma 6;
b) nel
caso di accoglimento totale o parziale di osservazioni, il comune, entro i
trenta giorni successivi alla delibera del consiglio comunale relativa alla
nuova adozione, con l'accoglimento delle medesime osservazioni, trasmette il
Piano così modificato ai competenti dipartimenti della Regione e della
provincia i quali, entro il termine perentorio di novanta giorni dal
ricevimento del PSC/PSA, verificano la coerenza con i rispettivi QTR e PTCP. Se
Regione e provincia riscontrano grave ed immotivata incoerenza derivante dal
recepimento delle osservazioni di cui al comma 5 con gli strumenti
sovraordinati, ovvero ad uno solo di essi, ne danno immediata comunicazione al
comune affinché, entro i successivi trenta giorni, possa ristabilire gli
elementi di coerenza necessari e trasmettere gli elaborati così adeguati ai
dipartimenti competenti. Questi ultimi, entro il successivo termine perentorio
di trenta giorni rilasciano il parere definitivo. Decorsi infruttuosamente i
termini di cui sopra, il comune predispone il PSC/PSA completo di tutti gli
elaborati prescritti che, su proposta della Giunta comunale, è definitivamente
approvato dal consiglio comunale.”
12. Dopo
il comma 7 bis dell’articolo 27 della legge regionale n. 19/2002 è aggiunto il
seguente comma:
“7
ter. Il provvedimento di approvazione del Piano Strutturale e del REU deve
contenere le informazioni dettagliate delle osservazioni e proposte pervenute e
l’espressa motivazione delle determinazioni conseguentemente adottate nonché il
parere motivato di approvazione espresso dall'autorità competente per la VAS.”
13. Dopo
il comma 7 ter dell’articolo 27 della legge regionale n.19/2002 è aggiunto il
seguente comma:
“7
quater. L'eventuale adeguamento del PSC/PSA alle prescrizioni della Regione o
della provincia a seguito dell'esame del PSC/PSA con recepimento delle
osservazioni, comporta una nuova pubblicazione solo se le modifiche rivestono
carattere sostanziale all’impostazione urbanistica generale, all’impianto delle
norme e ai principi posti alla base della strategia del Piano.”
14. Il
comma 8 dell’articolo 27 della legge regionale n. 19/2002 è modificato e così
sostituito:
“8.
Successivamente all’approvazione del PSC da parte del Consiglio comunale, una
copia integrale del piano approvato è trasmessa alla Regione e alla Provincia
secondo le modalità ed i tempi di cui all’articolo 8, comma 8, della presente
legge. Il PSC ed il rapporto ambientale unitamente agli atti di cui
all’articolo 17 del Dlgs 152/2006 smi sono depositati presso il Comune per la
libera consultazione. L’avviso dell’avvenuta approvazione del piano e del suo
deposito viene pubblicato sul B.U.R.. Della stessa approvazione e avvenuto
deposito è data altresì notizia con avviso su almeno un quotidiano a diffusione
regionale”.
14bis.
Dopo il comma 10 dell’articolo 25 della legge regionale n. 19/2002, è aggiunto
un ulteriore comma 10 bis):
“10
bis). Il PSC è soggetto al monitoraggio di cui all’articolo 18 del Dlgs
152/2006 smi, secondo modalità e forme ivi definite, nonché secondo i
regolamenti regionali in materia”.
Art.
23
(Modifiche
all’articolo 27 bis l.r. 19/2002)
1. Il
comma 2 dell’articolo 27 bis della legge regionale n. 19/2002, è sostituito dal
seguente:
"I
comuni associati, ciascuno per il territorio di propria competenza, formulano
le linee guida della strategia comunale dopo le previste procedure di
partecipazione popolare, tenendo conto delle caratteristiche
storico-urbanistiche, sociali, economiche, ambientali degli altri comuni che
compongono l'associazione. Le linee guida, una volta condivise attraverso
percorsi di partecipazione da parte dei comuni associati, costituiscono le
linee guida complessive. Sulla base di esse, l'Ufficio Unico, in proprio,
ovvero a mezzo di professionisti all’uopo incaricati, procede alla elaborazione
del documento preliminare del Piano Strutturale e del regolamento, secondo
quanto previsto dall’articolo 27, che viene adottato da parte di tutti i comuni
dell'associazione e successivamente esaminato in apposita Conferenza di
pianificazione, convocata secondo le modalità previste dall'articolo 27, comma
2, della presente legge e dal protocollo di intesa.”
2. Al
comma 4 dell'articolo 27 bis della legge regionale n. 19/2002, dopo la parola
“deposito” sono inserite le seguenti: "contestualmente presso tutti i
comuni dell’associazione.”
Art.
24
(Modifiche
all’articolo 28 l.r. 19/2002)
1. Il
comma 2 dell'articolo 28 della legge regionale n. 19/2002 è sostituito dal
seguente:
“2. Se
i comuni non provvedono allo svolgimento delle attività di cui al comma 1, nei
termini e nelle modalità previste dalla presente legge, vi provvede, in via
sostitutiva, la provincia territorialmente competente a mezzo di commissari ad
acta nominati per l’espletamento di tutti gli atti e i procedimenti
amministrativi di competenza comunale inerenti le attività di cui al comma 1,
sino all’approvazione definitiva dello strumento urbanistico. Il numero dei
commissari ad acta è definito in funzione del numero degli abitanti al momento
dell’esercizio del potere sostitutivo, ovvero uno per i comuni con popolazione
inferiore a 15.000 abitanti e due per i comuni con popolazione superiore.”
2. Alla
lettera b), comma 3, dell’articolo 28 della legge regionale n. 19/2002 dopo la
parola "elemento" sono aggiunte le seguenti parole: “ovvero di
avviare le procedure per l'espletamento”.
3. La
lettera d), comma 3, dell'articolo 28 della legge regionale n. 19/2002 è
sostituita dalla seguente: “d) i commissari ad acta, qualora il personale
dell'amministrazione provinciale non sia sufficiente o disponibile, possono
essere scelti anche tra i funzionari con profilo tecnico appartenenti ad altre
amministrazioni pubbliche previa verifica e richiesta della provincia
medesima.”
Art.
25
(Modifiche
all’articolo 29 l.r. 19/2002)
1. Al
comma 2 dell' articolo 29 della legge regionale n. 19/2002 dopo la parola “PSC”
è inserita la parola “PSA”.
2. Il
comma 3 dell’articolo 29 della legge regionale n. 19/2002 è sostituito dal
seguente:
“3. Il
POT è adottato dal Consiglio e successivamente depositato presso la sede
comunale per sessanta giorni successivi alla data di pubblicazione dell’atto di
adozione sul BUR. Il POT deve essere pubblicato sul sito istituzionale del
comune. L’avviso deve contenere l’indicazione della sede presso la quale il
piano è depositato e dei termini entro cui se ne può prendere visione. Notizia
dell’avvenuta adozione del POT è data, altresì, su almeno un quotidiano a
diffusione regionale ed attraverso qualsiasi forma ritenuta opportuna dalla
giunta comunale.”
2bis.
Il comma 4 dell’articolo 29 della legge regionale n. 19/2002, è modificato e
così sostituito:
“4.
Osservazioni al POT, entro i termini di deposito di cui al comma 3, possono
essere presentate in forma scritta da chiunque, anche fornendo nuovi o
ulteriori elementi conoscitivi e valutativi”.
3. Al
comma 5 dell'articolo 29 della legge regionale n. 19/2002, dopo la parola
“ricevimento” le parole “è tenuta a dare riscontro formulando osservazioni
ovvero individuando eventuali difformità del piano rispetto ai contenuti
prescrittivi del PTCP e degli altri strumenti della pianificazione
provinciale.” sono sostituite dalle seguenti: “è tenuta a dare riscontro
formulando osservazioni in merito ad eventuali gravi ed immotivate difformità
ed incoerenze con il PSC/PSA e PTCP”.
4. Al
comma 8 dell'articolo 29 della legge regionale n. 19/2002 è soppresso il
seguente periodo: “Della stessa approvazione è data altresì notizia con avviso
su almeno un quotidiano a diffusione regionale.”
5. Dopo
il comma 9 dell'articolo 29 della legge regionale n. 19/2002 è aggiunto il
seguente:
"10.
In conformità al comma 8 dell’articolo 5 del Dlgs 70/2011 convertito con
modificazioni dalla legge di conversione 106/2011, il POT non è sottoposto a
valutazione ambientale strategica né a verifica di assoggettabilità qualora non
comporti variante ed il PSC, già sottoposto a VAS, in sede di valutazione
ambientale strategica definisca l’assetto localizzativo delle nuove previsioni
e delle dotazioni territoriali, gli indici di edificabilità, gli usi ammessi e
i contenuti piani volumetrici, tipologici e costruttivi degli interventi,
dettando i limiti e le condizioni di sostenibilità ambientale delle
trasformazioni previste. Nei casi in cui POT comporti varante allo strumento
sovraordinato, la valutazione ambientale strategica e la verifica di
assoggettabilità sono comunque limitate agli aspetti che non sono stati oggetto
di valutazione sul PSC, e si applica quanto disposto dal Dlgs 152/2006 smi e
dalla normativa regionale in materia”.
Art.
26
(Modifica
all’articolo 30 l.r. 19/2002)
1. Al
comma 6 dell'articolo 30 della legge regionale n. 19/2002 dopo la parola
“Provincia” sono inserite le seguenti: “ed alla Regione”.
1bis.
Il comma 5 dell’articolo 30 della legge regionale n. 19/2002, è modificato e
così sostituito:
“5.
Osservazioni al PAU, entro i termini di deposito di cui al comma 3, possono
essere presentate in forma scritta di chiunque, anche fornendo nuovi o
ulteriori elementi conoscitivi e valutativi”.
1ter.
Dopo il comma 11 dell’articolo 30 della legge regionale n. 19/2002 è aggiunto
un ulteriore comma 11bis:
“11bis.
In conformità al comma 8 dell’articolo 5 del DL 70/2011 convertito con
modificazioni dalla legge di conversione 106/2011, il PAU non è sottoposto a
valutazione ambientale strategica né a verifica di assoggettabilità qualora non
comporti variante ed il PSC, già sottoposto a VAS, in sede di valutazione
ambientale strategica definisca l’assetto localizzativo delle nuove previsioni
e delle dotazioni territoriali, gli indici di edificabilità, gli usi ammessi e
i contenuti piani volumetrici, tipologici e costruttivi degli interventi,
dettando i limiti e le condizioni di sostenibilità ambientale delle
trasformazioni previste. Nei casi in cui il PAU comporti varante allo strumento
sovraordinato, la valutazione ambientale strategica e la verifica di assoggettabilità
sono comunque limitate agli aspetti che non sono stati oggetto di valutazione
sul PSC, e si applica quanto disposto dal Dlgs 152/2006 smei e dalla normativa
regionale in materia”.
1quater.
Dopo il comma 11 dell’articolo 30 della legge regionale n. 19/2002 è aggiunto
un ulteriore comma 11ter:
“11ter.
In conformità alla lettera b) del comma 13 dell’articolo 5 del DL 70/2011 così
come modificato dalla legge di conversione 106/2011, qualora il PAU non
comporti variante agli strumenti urbanistici, sia in coerenza con POT e
compatibile con le relative VAS, le attività di adozione, approvazione nonché
le determinazioni in merito alle osservazioni, di cui ai commi precedenti,
spettano alla Giunta comunale”.
Art.
27
(Modifica
all’articolo 34 l.r. 19/2002)
1. Dopo
la lettera p) del comma 6 dell'articolo 34 della legge regionale n. 19/2002 è
aggiunta la seguente:
“q)
una relazione tecnica, firmata da un tecnico abilitato esperto di cui
all'articolo 69, comma 3, della presente legge, che individui e definisca, per
gli edifici e gli ambiti individuati all’interno del PSC in adempimento del
comma 5 dell’articolo 20, le caratteristiche di intervento edilizio, con opere
di restauro, risanamento conservativo.”
2. Dopo
il comma 6 dell’articolo 34 della legge regionale n. 19/2002 è aggiunto il
seguente:
“6
bis. I comuni che, entro la data di entrata in vigore della presente legge,
abbiano approvato il P.R.U. in conformità all’articolo 34, comma 7, della
presente legge, devono presentare la variante di adeguamento di cui alla
lettera q) del comma 6 entro dodici mesi dalla sopraccitata data o
congiuntamente a qualsiasi altra variante e modifica apportata precedentemente
allo scadere del suddetto termine”.
Art.
28
(Modifica
all’articolo 48 l.r. 19/2002)
1. Il
comma 4 dell'articolo 48 della legge regionale n. 19/2002 è sostituito dal
seguente:
“4. I
comuni della Calabria, entro centottanta giorni dalla pubblicazione del
disciplinare, redigono ed adottano un Piano del centro storico, che pur
rispettando i principi contenuti, detta ulteriori particolari norme tendenti a
salvaguardare i caratteri storico-culturali tipici. In assenza del Piano del
centro storico e di norme simili all'interno del PSC/PSA, i comuni applicano le
norme minime di cui al disciplinare, come strumentazione urbanistica di
salvaguardia che sostituisce, per le parti in contrasto, la normativa
urbanistica vigente nel comune.”
Art.
29
(Modifica
all’articolo 49 l.r. 19/2002)
1. Il
comma 4 dell'articolo 49 della legge regionale n. 19/2002 è sostituito dal
seguente:
“4. Al
fine di preservare il territorio da nuove edificazioni, il recupero a fini
abitativi dei sottotetti ed il riutilizzo ad uso terziario/commerciale dei
piani seminterrati ed interrati è ammesso, per le aree urbanizzate, per i
fabbricati realizzati prima dell'entrata in vigore della legge urbanistica
regionale. Al di fuori di tale caso, la possibilità è dettata dalle previsioni
dei PSC, all’interno dei quali i comuni posso definire perimetrazioni nelle
quali siano permessi il recupero ed il riutilizzo di cui al capoverso
precedente. Nei sottotetti i volumi trasformabili non possono eccedere il 25%
del volume urbanistico dell' edificio cui l'intervento si riferisce. Le
attività di recupero dei sottotetti e di riutilizzo dei semi interrati ed
interrati ad uso terziario/commerciale, non sono consentite qualora questi non
siano conformi alle vigenti norme in materia energetica ed impiantistica. In
tal caso le attività di recupero e riutilizzo, per i soli volumi oggetto di
recupero e riutilizzo, sono svolte previo adeguamento alla vigente normativa
energetica, impiantistica ed antisismica.”
Art.
30
(Modifica
all’articolo 50 l.r. 19/2002)
1. Dopo
il comma 6 dell'articolo 50 della legge regionale n. 19/2002 è aggiunto il
seguente:
“6
bis. Nei comuni, i cui strumenti urbanistici rientrano nella fattispecie
dell'articolo 65, comma 2, la destinazione a zona agricola si intende estesa a
tutti i suoli ricadenti al di fuori delle zone A, B, D, F, e C lottizzate così
come previsto dal comma 2 dell’articolo 65.”
Art. 31
(Modifica
all’articolo 51 l.r. 19/2002)
1. Dopo
la lettera c) del comma 3 dell’articolo 51 della legge regionale n. 19/2002 è
aggiunta la seguente lettera: “d) ogni attività di deposito, smaltimento e
lavorazione di rifiuti non derivante dall’attività agricola o da attività ad
esse complementari situate all’interno di zone agricole con coltivazioni o
elaborazioni di prodotti agroalimentari di pregio con tutela o marchio di
qualità, con particolare riguardo per le zone ricadenti in distretti rurali o
agroalimentari di qualità.”
Art.
32
(Modifica
all’articolo 52 l.r. 19/2002)
1. Il
comma 2 dell'articolo 52 della legge regionale n. 19/2002 è sostituito dal
seguente:
“2. Le
strutture a scopo residenziale, al di fuori dei piani di utilizzazione
aziendale o interaziendale, salvo quanto diversamente e più restrittivamente
indicato dai PSC, dai piani territoriali o dalla pianificazione di settore,
sono consentite entro e non oltre gli standard di edificabilità di 0,013 mq su
mq di superficie utile. Per le sole attività di produttività e di
trasformazione e/o commercializzazione di prodotti agricoli coltivati anche nel
medesimo fondo, l’indice non può superare 0,1 mq su mq. Il lotto minimo è
rappresentato dall’unità aziendale minima definita dal REU, e comunque non inferiore
a 10.000 mq così come prescritto dalla Linee Guida della Pianificazione
Regionale, fatte salve eventuali superfici superiori prescritte dai comuni.”
Art.
33
(Modifica
all’articolo 54 l.r. 19/2002)
1. Al
comma 1 dell'articolo 54 della legge regionale n. 19/2002 dopo la parola
“territoriali” sono aggiunte le seguenti: “e va applicata in tutti gli ambiti
di pianificazione e si occupa altresì dell'applicazione degli incentivi di cui
all'articolo 37 bis dei programmi di bonifica urbanistica, delle compensazioni
e degli incentivi in genere.”
Art.
34
(Modifiche
all’articolo 61 l.r. 19/2002)
1. Al
comma 1 dell’articolo 61 della legge regionale n. 19/2002 dopo il numero 8 è
inserito il numero “7,” e dopo il numero 32 sono inseriti i numeri “, 39, 40,”.
Art.
35
(Modifiche
all’articolo 65 l.r. 19/2002)
1. La
lettera b), comma 2, dell'articolo 65 della legge regionale n. 19/2002 è
sostituita dalla seguente:
“b)
per i comuni dotati di PRG che non hanno avviato la procedura di redazione del
Piano Strutturale decadono tutte le previsioni di detto strumento riguardanti
le aree esterne al perimetro dei suoli urbanizzati definiti negli strumenti
urbanistici vigenti come il perimetro delle aree aventi destinazione di zona A,
B, D, F e per la zona C ricadente all’interno di centri abitati e delle zone C
individuate dai medesimi strumenti per le quali sono inoltrate le richieste di
approvazione dei piani di lottizzazione. A tutte le previsioni del precedente
strumento urbanistico, eccetto le succitate zone, viene estesa la destinazione
agricola. Sono fatte salve le previsioni di tutti gli ambiti territoriali
comunque denominati nei quali siano approvati piani di attuazione, ivi
comprensivi i Piani Comunali di Spiaggia anche in itinere, le aree destinate ad
interventi di edilizia sociale (social housing) di cui all’articolo 5 della
legge regionale n. 36/2008, nonché la definizione di tutte le richieste di
attività edilizia con procedimenti avviati, pervenute ai rispettivi comuni e
relative a tutte le zone omogenee previste dal medesimo strumento sino alla
data di adozione dello strumento generale (PSC/PSA);”
2. Dopo
la lettera c), comma 2, dell'articolo 65 della legge regionale n. 19/2002, è
aggiunta la seguente:
“d)
per i comuni che non hanno adottato il Piano Strutturale Comunale entro
sessantasei mesi dall'entrata in vigore delle Linee Guida della pianificazione
regionale, ovvero il 19/06/2012, si applica quanto previsto dall'articolo 28
della presente legge.”
3. Al
III capoverso, comma 2, dell'articolo 65 della legge regionale n. 19/2002, dopo
le parole “Autorità di vigilanza sui contratti pubblici” è soppresso il
seguente periodo: “Per i comuni che entro il termine ultimo fissato nel secondo
capoverso, lettere a) e c) non abbiano adottato il piano strutturale, il
Dipartimento Urbanistica e Governo del Territorio della Regione provvede a
revocare gli eventuali contributi che siano stati concessi per la redazione
degli strumenti urbanistici.”
4. Al
V capoverso, comma 2, dell’articolo 65 della legge regionale n. 19/2002, è soppresso
il seguente periodo: “La verifica del non contrasto va eseguita in base ai
criteri indicati dalle Linee Guida”.
5. Al
VII capoverso, comma 2, dell'articolo 65 della legge regionale n. 19/2002 dopo
la parola “Fino”, la parola “all'approvazione” è sostituita dalla seguente:
“all’adozione”.
6. All’VIII
capoverso, comma 2, dell’articolo 65 della legge regionale n. 19/2002, dopo le
parole “destinazione d'uso originaria” sono aggiunte le seguenti parole: “e la
conseguente immediata demolizione delle opere sino ad allora realizzate.”
7. Il
comma 6 dell'articolo 65 della legge regionale n. 19/2002 è abrogato.
8. Il
numero del comma 7 dell’articolo 65 della legge regionale n. 19/2002 viene
sostituito dal numero “6”.
9. Il
numero del comma 8 dell’articolo 65 della legge regionale n. 19/2002 viene
sostituito dal numero “7”.
Art.
36
(Modifiche
all’articolo 68 l.r. 19/2002)
1. Al
comma 1 dell'articolo 68 della legge regionale n. 19/2002:
a) dopo
le parole “supporto tecnico” sono inserite le seguenti: “di consulenza”;
b) dopo
la parola “urbanistica” sono inserite le seguenti: “attraverso l'attività di
accompagnamento alla redazione dei Piani.”
2. Al
comma 2 dell'articolo 68 della legge regionale n. 19/2002 dopo la parola
“legge” sono inserite le seguenti: “nei limiti e nelle forme di volta in volta
disponibili.”
3. Al
comma 3 dell'articolo 68 della legge regionale n. 19/2002, dopo la parola
“comuni” sono aggiunte le seguenti: “ammessi in riferimento alla disponibilità
economica.”
Art.
37
(Modifiche
all’articolo 69 l.r. 19/2002)
1. Dopo
il comma 3 dell'articolo 69 della legge regionale n. 19/2002 è aggiunto il
seguente comma:
"3
bis. Gli esperti previsti nel comma 3 devono inoltre redigere apposita
relazione nei seguenti casi:
a)
integrazione del PSC, di cui al comma 5 dell'articolo 20;
b)
rilascio del permesso di costruire e D.I.A., di cui al comma 3 dell'articolo
21;
c)
integrazione del PAU, di cui al comma 4 dell'articolo 24;
d)
integrazione del progetto PRU, previsto dal comma 6 dell'articolo 34 della
presente legge”.
Art.
38
(Modifiche
all’articolo 71 l.r. 19/2002)
1. Dopo
il comma 1 dell'articolo 71 della legge regionale n. 19/2002 è aggiunto il
seguente comma:
“2. La
modalità di costituzione in forma associata è obbligatoria per i comuni facenti
parte di un PSA, per i comuni costituenti uno Sportello Unico per le attività
produttive Associato ed i piccoli comuni con popolazione inferiore ai
cinquemila abitanti. I comuni, entro sei mesi dall'approvazione della presente
legge, decidono la loro collocazione in uno Sportello Unico Associato e
verificano ogni due anni l'eventuale ricollocazione.”
Art.
39
(Articolo
71 bis)
1. Dopo
l'articolo 71 della legge regionale n. 19/2002 è aggiunto il seguente:
“Art.
71 bis
(Ufficio
del Piano)
1. Le
amministrazioni comunali, al fine di provvedere alla formazione e gestione
della strumentazione urbanistica generale e di dettaglio, oltre alla
definizione dei programmi complessi, nell'ambito della propria autonomia
organizzativa provvedono, anche mediante l'esercizio in forma associata, alla
formazione dell'Ufficio del Piano. La modalità di costituzione in forma
associata è obbligatoria per i comuni facenti parte di un PSA e per i piccoli
comuni con popolazione inferiore ai tremila abitanti.
2. Alcune
specifiche azioni di pianificazione possono prevedere la creazione di un
Ufficio gestionale, all'interno dell'Ufficio del Piano, come soggetto promotore
pubblico-privato, costituito con la prevalenza della componente pubblica
dell’amministrazione promotrice e con la rappresentanza di operatori economici
e di fondazioni. All'Ufficio gestionale spetta l'assunzione delle principali
scelte di intervento di natura prevalentemente strategico-urbanistico e di
sottoporre il progetto all’approvazione del soggetto amministrativo
decisionale.
3. L'Ufficio
del Piano gestisce il sistema informativo cartografico, con sistemi compatibili
con il SITO regionale, aggiorna il quadro conoscitivo, monitorizza i dati
territoriali e ambientali di riferimento della VAS, anche al fine di fornire
servizi e dati per gli altri servizi comunali.”
Art. 40
(Pubblicazione)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della
sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
(Allegati)
“Il Consiglio regionale
Vista la relazione relativa all'approvazione del conto
consuntivo dei fondi del Consiglio regionale per l'esercizio finanziario 2008
nelle seguenti, risultanze:
QUADRO RIASSUNTIVO DELLA GESTIONE FINANZIARIA
ESERCIZIO 2008
FONDO DI CASSA AL 31/12/2007 34.187,529,50
riscossioni (+) 19.625.004,50
72.420.159,42 92.045,163,92
pagamenti (-) 8.964.108,29
71.055.112,31 80.019.220,60
Fondo di cassa al 31.12.2008 46.213.472,82
Pagamenti per azioni esecutive non
regolarizzate al 31.12.2008 275.995,54
DIFFERENZA 45.937.477,28
Residui attivi (+) 0,00
24.415.000,00 24.415.000,00
Residui passivi (-) 25.968.732,14
26.846.257,64 52.814.989,78
DIFFERENZA -28.399.989,78
AVANZO (+) O DISAVANZO (-) 17.537.487,50
VISTA la deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n.
33 del 23 giugno 2009, relativa all'approvazione del conto consuntivo di cui
trattasi;
VISTO il Regolamento interno di amministrazione e
contabilità del Consiglio regionale;
Delibera
di approvare il conto consuntivo relativo ai fondi del
Consiglio regionale per l'esercizio finanziario 2008 nelle risultanze finali
sopra riportate”.
“Il Consiglio regionale
Vista la relazione relativa all'approvazione del conto
consuntivo dei fondi del Consiglio regionale per l'esercizio finanziario 2009
nelle seguenti, risultanze:
QUADRO RIASSUNTIVO DELLA GESTIONE FINANZIARIA
ESERCIZIO 2009
RESIDUI COMPETENZA
FONDO DI CASSA AL 1/1/2009 45.937.447,28
riscossioni (+) 20.350.000,00 75.328.550,92 95.678.550,92
pagamenti (-) 15.756.897,68 76.371.603,81 92.128.501,49
Fondo di cassa al 31.12.2009 49.487.526,71
Pagamenti per azioni esecutive non
regolarizzate al 31.12.2009 0,00
DIFFERENZA 49.487.526,71
Residui attivi (+) 4.065.000,00
19.680.509,63 23.745.509,63
Residui passivi (-) 30.766.515,97 33.750.190,89 64.516.706,86
DIFFERENZA - 40.771.197,23
AVANZO
(+) O DISAVANZO (-) 8.716.329,48
VISTA la deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 7
del 10 febbraio 2010, relativa all'approvazione del conto consuntivo di cui
trattasi;
VISTO il Regolamento interno di amministrazione e
contabilità del Consiglio regionale;
Delibera
di approvare il conto consuntivo relativo ai fondi del
Consiglio regionale per l'esercizio finanziario 2009 nelle risultanze finali
sopra riportate”.
“Il Consiglio regionale
Vista la relazione relativa all'approvazione del conto
consuntivo dei fondi del Consiglio regionale per l'esercizio finanziario 2010 nelle
seguenti, risultanze:
QUADRO RIASSUNTIVO DELLA GESTIONE FINANZIARIA
ESERCIZIO 2010
RESIDUI COMPETENZA
FONDO DI CASSA AL
1/1/2010 49.487.526,71
riscossioni (+) 19.515.000,00
74.068.472,60 93.583.472,60
pagamenti (-) 22.644.134,07
77.939.731,28 100.583.865,35
Fondo di cassa al 31.12.2010 42.487.133,96
Residui attivi (+) 0,00
20.951.000,00 20.951.000,00
Residui passivi (-) 34.937.635,99 19.453.131,01 54.390.767,00
DIFFERENZA -33.439.767,00
AVANZO
(+) O DISAVANZO (-) 9.047.366,96
VISTA la deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 18
del 20 aprile 2011, relativa all'approvazione del conto consuntivo di cui
trattasi;
VISTO il Regolamento interno di amministrazione e
contabilità del Consiglio regionale;
Delibera
di approvare il conto consuntivo relativo ai fondi del
Consiglio regionale per l'esercizio finanziario 2010 nelle risultanze finali
sopra riportate”.
“Il Consiglio regionale
Vista la relazione relativa all'approvazione del conto
consuntivo dei fondi del Consiglio regionale per l'esercizio finanziario 2011 nelle
seguenti, risultanze:
QUADRO RIASSUNTIVO DELLA GESTIONE FINANZIARIA
ESERCIZIO 2011
FONDO DI CASSA AL
1/1/2011 42.487.133,96
riscossioni (+) 20.381.000,00
47.395.121,80 67.776.121,80
pagamenti (-) 13.515.649,79
83.105.630,32 96.621.280,11
Fondo di cassa al 31.12.2011 12.641.975,65
Residui attivi (+) 0,00 50.604.606,03 50.604.606,03
Residui passivi (-) 26.337.989,79
21.259.584,88 47.597.574,67
DIFFERENZA 3.007.031,36
AVANZO (+) O DISAVANZO (-) 16.649.007,01
VISTA la deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 27
dell’11 aprile 2012, relativa all'approvazione del conto consuntivo di cui
trattasi;
VISTO il Regolamento interno di amministrazione e
contabilità del Consiglio regionale;
Delibera
di approvare il conto consuntivo relativo ai fondi del
Consiglio regionale per l'esercizio finanziario 2011 nelle risultanze finali
sopra riportate”.
“IL CONSIGLIO REGIONALE
VISTO il
documento contabile predisposto dal Servizio Bilancio e Ragioneria, relativo
alla variazione e contestuale assestamento di bilancio del Consiglio regionale
per l’esercizio finanziario 2012, come emendato al capitolo 6 sub 504 e
capitolo 10 sub 530, nelle risultanze appresso specificate:
ENTRATE |
||||
CAPITOLO 1 |
||||
ARTICOLO |
STANZIATO |
AUMENTO STANZIAMENTO |
DIMINUZIONE
STANZIAMENTO |
NUOVO STANZIAMENTO |
10 Entrate derivanti
dalla Giunta regionale (L.r. n. 3 del 14,02,1996 e ss.mm.ii.) |
73.000.000,00 |
0,00 |
3.000.000,00 |
70.000.000,00 |
USCITE |
|
|||||||||||
CAPITOLO 4 |
|
|||||||||||
SUB. - DESCRIZIONE |
STANZIATO |
AUMENTO STANZIAMENTO |
DIMINUZIONE
STANZIAMENTO |
NUOVO STANZIAMENTO |
|
|||||||
120 Assegni fissi,
indennità e contributi del pers. addetto alle strutt. ammin. del C.R. |
13.000.000,00 |
0,00 |
3.000.000,00 |
10.000.000,00 |
|
|||||||
AVANZO DI
AMMINISTARZIONE 2011 |
16.649.007,01 |
|||||||||||
|
|
|
|
|
||||||||
CAPITOLO 2 |
||||||||||||
SUB. - DESCRIZIONE |
STANZIATO |
AUMENTO STANZIAMENTO |
DIMINUZIONE
STANZIAMENTO |
NUOVO STANZIAMENTO |
||||||||
71 - Spese per
attività promozionali |
185.000,00 |
50.000,00 |
|
235.000,00 |
||||||||
72 - Patrocinio e
contributi |
135.000,00 |
50.000,00 |
|
185.000,00 |
||||||||
80 - Spese per il
cerimoniale |
45.000,00 |
50.000,00 |
|
95.000,00 |
||||||||
CAPITOLO 4 |
||||
SUB. - DESCRIZIONE |
STANZIATO |
AUMENTO STANZIAMENTO |
DIMINUZIONE
STANZIAMENTO |
NUOVO STANZIAMENTO |
120 Assegni fissi e
contributi del pers. addetto alle strutt. ammin. del C.R. |
10.000.000,00 |
3.000.000,00 |
|
13.000.000,00 |
121 Rimborso Enti per
personale comandato c/o Consiglio regionale |
150.000,00 |
250.000,00 |
|
400.000,00 |
130 - Contributi
obbligatori a carico dell'Ente |
7.200.000,00 |
300.000,00 |
|
7.500.000,00 |
141 - Interventi
assitenziali e provvidenze per il personale in servizio e loro famiglie.
Asilo aziendale. |
0,00 |
50.000,00 |
|
50.000,00 |
164 - Finanziamento
società in house "Portanova Spa" |
968.000,00 |
500.000,00 |
|
1.468.000,00 |
190 - Partecipazione a
corsi di aggiornamento e formazione |
75.000,00 |
25.000,00 |
|
100.000,00 |
210 - Spese
accertamenti sanitarie |
1.000,00 |
5.000,00 |
|
6.000,00 |
CAPITOLO 4 |
||||
SUB. - DESCRIZIONE |
STANZIATO |
AUMENTO STANZIAMENTO |
DIMINUZIONE
STANZIAMENTO |
NUOVO STANZIAMENTO |
220 - Trattamento
accessorio del personale addetto alle Strutture amministrative del Consiglio
regionale |
2.850.000,00 |
600.000,00 |
|
3.450.000,00 |
250- Spese per
servizio sostitutivo di mensa |
670.000,00 |
38.646,00 |
|
708.646,00 |
270 - Spese
trattamento fisso ed accessorio personale Strutture Speciali |
3.289.000,00 |
1.711.000,00 |
|
5.000.000,00 |
271 - Spese rimborso
Enti personale comandato Strutture speciali |
800.000,00 |
536.000,00 |
|
1.336.000,00 |
272 - Indennità di
struttura dipendenti di ruolo del Consiglio regionale comandati presso
Strutture speciali |
845.000,00 |
140.000,00 |
|
985.000,00 |
280 - Indennità e
rimborso spese per missioni. |
205.000,00 |
70.000,00 |
|
275.000,00 |
281 - Premi
incentivanti Strutture speciali |
400.000,00 |
100.000,00 |
|
500.000,00 |
CAPITOLO 5 |
||||
SUB. - DESCRIZIONE |
STANZIATO |
AUMENTO STANZIAMENTO |
DIMINUZIONE
STANZIAMENTO |
NUOVO STANZIAMENTO |
310 - Spese acquisto
riviste e quotidiani |
160.000,00 |
100.000,00 |
|
260.000,00 |
320 - Spese bilioteca
Consiglio regionale, acquisto libri |
60.000,00 |
40.000,00 |
|
100.000,00 |
330 - Spese ufficio:
stampati, cancelleria ecc. |
230.000,00 |
170.000,00 |
|
400.000,00 |
340 - Spese acquisto
attrezzature informatiche |
200.000,00 |
275.000,00 |
|
475.000,00 |
segue deliberazione n. 214
CAPITOLO 5 |
||||
SUB. - DESCRIZIONE |
STANZIATO |
AUMENTO STANZIAMENTO |
DIMINUZIONE
STANZIAMENTO |
NUOVO STANZIAMENTO |
350 - Acquisto mobili,
arredi, attrezzature |
260.000,00 |
230.000,00 |
|
490.000,00 |
351 - Spese
funzionamento Corecom Calabria |
90.000,00 |
71.361,01 |
|
161.361,01 |
352 - Spese
funzionamento Ufficio del Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza L.R. 28/2004 |
30.000,00 |
30.000,00 |
|
60.000,00 |
370 - Spese per
inserzioni pubblicitarie su quotidiani |
100.000,00 |
100.000,00 |
|
200.000,00 |
390 - Spese per la
stampa ae spedizione Rivista Calabria |
70.000,00 |
230.000,00 |
|
300.000,00 |
400 - Spese
Manutenzione e gestione immobili e reti cablate |
1.338.000,00 |
500.000,00 |
|
1.838.000,00 |
401 - Spese per opere
di completamento, ampliamento sede Consiglio Regionale |
500.000,00 |
652.000,00 |
|
1.152.000,00 |
460 - Spese per
traslochi, trasporti e facchinaggio |
15.000,00 |
5.000,00 |
|
20.000,00 |
CAPITOLO 6 |
||||
SUB. - DESCRIZIONE |
STANZIATO |
AUMENTO STANZIAMENTO |
DIMINUZIONE
STANZIAMENTO |
NUOVO STANZIAMENTO |
480 - Compensi, onorari
e spese legali.
|
70.000,00 |
100.000,00 |
|
170.000,00 |
481 - Compensi e
rimborsi ai Componenti Corecom
|
170.000,00 |
20.000,00 |
|
190.000,00 |
482 - Compensi
Consulenti legali art.11 L.R.8/1996
|
220.000,00 |
50.000,00 |
|
270.000,00 |
483 - Compensi
Responsabili D.E.C |
72.000,00 |
30.000,00 |
|
102.000,00 |
485 - Compensi
Incarichi D.Lgs. N. 81/2008, art.2
|
30.000,00 |
30.000,00 |
|
60.000,00 |
CAPITOLO 6 |
||||
SUB. - DESCRIZIONE |
STANZIATO |
AUMENTO STANZIAMENTO |
DIMINUZIONE
STANZIAMENTO |
NUOVO STANZIAMENTO |
487 - Compensi
Componenti Nucleo di Valutazione |
160.000,00 |
20.000,00 |
|
180.000,00 |
489 - Compensi
Componenti Commissioni gare |
5.000,00 |
50.000,00 |
|
55.000,00 |
490 - Oneri a carico
dell'Ente sulle prestazioni professionali |
95.000,00 |
20.000,00 |
|
115.000,00 |
491 - Spese per
manifestazioni, eventi speciali.
|
225.000,00 |
50.000,00 |
|
275.000,00 |
494 - Spese per
manifestazioni, convegni, protocolli per la diffusione della cultura della
legalità. |
250.000,00 |
50.000,00 |
|
300.000,00 |
495 - Spese per
sostegno e /o politiche sociali. |
150.000,00 |
50.000,00 |
|
200.000,00 |
496 - Spese per
sportello informativo su opportunità di utilizzo di fondi comunitari e bandi
regionali. |
0,00 |
100.000,00 |
|
100.000,00 |
504 - Contributi per stages art. 1 L.r. n.32/2010 |
2.260.000,00 |
1.800.000,00 |
|
4.060.000,00 |
CAPITOLO 9 |
||||
SUB. - DESCRIZIONE |
STANZIATO |
AUMENTO STANZIAMENTO |
DIMINUZIONE
STANZIAMENTO |
NUOVO STANZIAMENTO |
520 - Spese per le
attività e il funzionamento della Commissione reg. Pari Opportunità. |
98.000,00 |
200.000,00 |
0,00 |
298.000,00 |
CAPITOLO 10 |
||||
SUB. - DESCRIZIONE |
STANZIATO |
AUMENTO STANZIAMENTO |
DIMINUZIONE
STANZIAMENTO |
NUOVO STANZIAMENTO |
530 - Restituzione
alla G.R. di parte dell'avanzo di amministrazione |
0,00 |
4.200.000,00 |
0,00 |
4.200.000,00 |
AVANZO DI
AMMINISTRAZIONE 2011 |
|
16.649.007,01 |
CAPITOLO 2 |
|
150.000,00 |
CAPITOLO 4 |
|
7.325.646,00 |
CAPITOLO 5 |
|
2.403.361,01 |
CAPITOLO 6 |
|
2.370.000,00 |
TOTALE ASSESTAMENTO TITOLO I |
|
12.249.007,01 |
CAPITOLO 9 |
|
200.000,00 |
CAPITOLO 10 |
|
4.200.000,00 |
TOTALE ASSESTAMENTO TITOLO II |
|
4.400.000,00 |
IMPORTO ASSESTATO |
|
16.649.007,01 |
vista la deliberazione dell’Ufficio di Presidenza n.
54 del 20 giugno 2012, concernente: “Variazione e contestuale assestamento del
bilancio di previsione del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario anno
2012”;
visto il Regolamento interno di amministrazione e
contabilità del Consiglio regionale;
Delibera
di approvare la variazione ed il contestuale
assestamento del bilancio di previsione del Consiglio regionale per l’esercizio
finanziario anno 2012 nelle risultanze sopra indicate”.
Art. 1
(Finanziamento di leggi
regionali con quota parte dell'avanzo di amministrazione del bilancio autonomo
del Consiglio regionale)
1. Una quota parte dell'avanzo di amministrazione
risultante dal rendiconto del bilancio autonomo del Consiglio regionale per l'esercizio
finanziario 2011, approvato con deliberazione n. 213 del 3 agosto 2012, per un
importo di euro 4.200.000,00,è restituita, nel corso dell'esercizio finanziario
2012, al bilancio della Giunta regionale per essere accertata e riscossa al
capitolo 3601101 (UPB 3.4.03) dello stato di previsione dell'entrata ed essere
destinata, dal lato della spesa, al finanziamento delle leggi regionali di
seguito indicate:
a) per euro 1.000.000,00 alle attività di cui alla
legge regionale 14 agosto 2008, n. 28 relativa alla realizzazione di progetti
di politiche attive del lavoro, da allocare all'UPB 4.3.02.01 (capitolo
43020108) dello stato di previsione della spesa del bilancio 2012;
b) per euro 200.000,00 al finanziamento del fondo di
solidarietà per le famiglie delle vittime di incidenti mortali sul luogo di
lavoro di cui alla legge regionale 26 febbraio 2010, n. 11, da allocare all'UPB
6.2.01.02 (capitolo 62010210) dello stato di previsione della spesa del
bilancio 2012;
c) per euro 500.000,00 al finanziamento dell'art. 6,
comma 5, della legge regionale 28 giugno 2012, n. 27 inerente gli indennizzi a
carico del bilancio regionale dovuti ai soggetti danneggiati da complicanze di
tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie e trasfusioni di cui
alla legge 25 febbraio 1992, n. 210, non più finanziata con risorse statali, da
allocare all'UPB 6.1.02.01 (capitolo 61020112) dello stato di previsione della
spesa del bilancio 2012;
d) per euro 500.000,00 alla parziale copertura di
quota parte dei debiti pregressi inerenti l'anno 2011 relativi alle provvidenze
in favore di soggetti affetti da particolari patologie di cui alla legge
regionale 29 marzo 1999, n. 8, da allocare all'UPB 6.1.02.01 (capitolo
61020111) dello stato di previsione della spesa del bilancio 2012;
e) per euro 1.000.000,00 al finanziamento delle
prestazioni sociosanitarie erogate sul territorio regionale dalle strutture
accreditate di cui all'art. 49 della legge regionale 23 dicembre 2011, n. 47,
da allocare all'UPB 6.2.01.02 (capitolo 62010213) dello stato di previsione
della spesa del bilancio 2012;
f) per euro 1.000.000,00 al fondo speciale di parte
corrente utilizzato per far fronte agli oneri derivanti da provvedimenti
legislativi che si perfezionano dopo l'approvazione del bilancio di cui alla tabella
A allegata all'articolo 1 della legge regionale 23 dicembre 2011, n. 48
recante: "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2012 e
pluriennale 2012-2014 (Legge finanziaria)".
2. La copertura finanziaria degli oneri di cui al
comma 1 è garantita dallo stanziamento di euro 4.200.000,00 allocato al
capitolo 530 della parte spesa del bilancio autonomo del Consiglio Regionale,
assestato con deliberazione n. 214 del 3 agosto 2012.
3. La Giunta regionale è autorizzata ad apportare le
necessarie modifiche ed integrazioni al documento tecnico di cui all'articolo
10 della legge regionale 8/2002.
Art. 2
(Programma Stages)
1. Una ulteriore quota parte dell'avanzo di
amministrazione del bilancio autonomo del Consiglio regionale, per un importo
di euro 1.800.000,00, è utilizzata per garantire la prosecuzione del percorso
di inserimento occupazionale dei giovani già impegnati nel "Programma
Stages" di cui all'art. 10 della legge regionale 11 agosto 2010, n. 23,
come modificato dall'art. 1 della legge regionale 22 novembre 2010, n. 32,
attraverso l'erogazione del contributo di euro 5.000,00 a stagista, per un
periodo di sei mesi, in favore dei soggetti pubblici che abbiano stipulato con
gli stessi giovani contratti di lavoro previsti dalla normativa vigente. La
gestione delle attività in argomento è curata interamente dal Consiglio
Regionale a valere sulle risorse allocate al capitolo 504 della parte spesa del
bilancio autonomo del Consiglio Regionale, assestato con deliberazione n. 214
del 3 agosto 2012.
Art. 3
(Pubblicazione)
1. La presente legge entra in vigore il giorno
successivo a quello della sua pubblicazione .nel Bollettino Ufficiale della
Regione.
Art. 1
Finalità della legge
1. Al fine di promuovere ed incentivare lo sviluppo
termale, secondo quanto previsto dal comma 3 dell'articolo 1 della legge 24
ottobre 2000 n. 323 (Riordino del settore termale), la Regione può concedere
contributi alle aziende termali di cui all'articolo 2 della medesima legge e a
quelle ricettive componenti dette aziende o facenti capo a società dalle stesse
controllate per la realizzazione delle seguenti iniziative:
a) nuove captazioni, razionalizzazione, ristrutturazioni
e tutela delle esistenti opere di presa di acque minerali termali;
b) impianti e opere di adduzione, canalizzazione,
sollevamento vasche, maturazione fanghi e quanto necessario al razionale
sfruttamento delle sorgenti di acque minerali termali, nonché ammodernamento e
integrazioni di quelle esistenti;
c) costruzione, ricostruzione, riconversione,
ampliamento e ammodernamento di stabilimenti termali, compresi quelli integrati
di strutture para-termali, fisiochinesi-terapiche e pneumoterapiche;
d) acquisto, adeguamento e integrazione degli impianti
e delle apparecchiature medicali che impiegano acque minerali termali e delle
apparecchiature medico-diagnostiche di laboratorio;
e) costruzione, trasformazione, ampliamento e
ammodernamento di strutture ricettive e di servizio diretto degli stabilimenti
termali;
f) ammodernamento o sostituzione degli arredi delle
strutture di cui alla lettera e);
g) realizzazione di strutture per il tempo libero
nell'ambito del complesso termale;
h) organizzazione e realizzazione di manifestazioni e
di iniziative rivolte a promuovere e pubblicizzare il patrimonio idrotermale e
le località termali;
i) pianificazione e realizzazione del piano regionale
di settore di cui agli articoli 2, 3 e 4.
2. La Regione, al fine di valorizzare la qualità delle
prestazioni termali, nel rispetto dell'articolo 9 della legge 24 ottobre 2000,
n, 323, attiva iniziative di formazione professionale tese al conseguimento,
presso enti pubblici e privati, delle necessarie qualifiche relative alle arti ausiliarie
delle professioni sanitarie, quali operatore termale, massaggiatore, capo
bagnino degli stabilimenti idroterapici e similari, disciplinandone profili e
il percorso formativo.
3. Le iniziative di cui al comma 2 saranno attuate
mediante la costituzione di un "Polo di Formazione e Ricerca" da
localizzare all'interno dei territori termali prediligendo una localizzazione
ad elevata accessibilità viaria in posizione baricentrica rispetto ai
territorio regionale.
4. La Regione nell'ambito della promozione delle
attività di formazione professionale nel campo dell'idrologia medica adotta un
piano di aggiornamento culturale e professionale del personale sanitario delle
Aziende sanitarie provinciali e di quello convenzionato.
5. La Regione, altresì, sostiene programmi e progetti
di intervento atti a ottimizzare la fruibilità dei servizi connessi allo
sfruttamento delle risorse termali a mezzo di appositi piani finanziari e
incoraggiando le iniziative in comune tese a sviluppare distretti o filiere.
6. La Regione, al fine di favorire il conseguimento e
l'aggiornamento delle certificazioni di qualità ambientale, istituisce appositi
piani finanziari che sostengono iniziative in tal senso attuate da aziende
termali, aziende ricettive e territori termali di cui al comma 1.
Art. 2
Comuni termali
1. Hanno la qualifica di Comuni termali: Lamezia Terme
(CZ) (Terme di Caronte); Galatro (RC) (Terme di Galatro); Antonimina (RC)
(Terme di Antonimina -Locri); Bivongi (RC) (I Bagni di Guida); Spezzano
Albanese (CS) (Terme di Spezzano); Guardia Piemontese ed Acquappesa (CS) (Terme
Luigiane); Cassano allo Jonio (CS) (Terme Sibarite); Cerchiara (CS) (Terme
Grotte delle Ninfe); Cotronei (KR) (Terme di Ponte Coniglio).
Art. 3
Pianificazione e
programmazione regionale dì settore
1. Ai fini della valorizzazione e del razionale
utilizzo del patrimonio termale, la Giunta regionale promuove, ai sensi
dell'articolo 25 della legge regionale 5 novembre 2009, n. 40, nel rispetto del
Dlgs 152/2006 smi, la realizzazione di programmi di ricerca tecnico-scientifica,
finalizzati alla conoscenza ed alla tutela delle risorse termali per la
realizzazione di piani stralcio per bacini del settore delle acque minerali
termali.
2. La Giunta, altresì, partecipa e sostiene
manifestazioni fieristiche nazionali e internazionali, per come previsto dalla
lettera h) dell'articolo 1.
3. La Giunta regionale, nell'ambito della promozione
della ricerca tecnico-scentifica, sostiene la realizzazione di specifici
progetti di ricerca applicata inerenti le cure e le terapie nel settore
idrologico termale correlate alla caratterizzazione terapeutica delle risorse
idrotermali presenti nel territorio regionale.
4. La promozione è realizzata attraverso il
coinvolgimento delle aziende del settore anche per il tramite delle associazioni
imprenditoriali dei concessionari, maggiormente rappresentative a livello
nazionale e regionale, nonché degli enti locali nei cui territori sono presenti
risorse termali.
5. I piani e i programmi sono finanziati con i
contributi previsti dalla presente legge e sono attuati anche a mezzo di
convenzioni da stipularsi con gli enti locali interessati e le associazioni
rappresentative degli imprenditori del settore idrotermale.
6. Le modalità di finanziamento sono pubblicate in
appositi bandi.
Art. 4
Contenuti del piano
regionale di settore
1. I piani, di cui al comma 1 dell'articolo 2
perseguono le seguenti finalità:
a) l'individuazione delle aree aventi potenzialità di
coltivazione delle risorse idrotermali;
b) le forme di tutela e utilizzazione delle risorse
idrotermali, nel rispetto dei piani di tutela delle acque, con delimitazione
delle aree in cui è vietata la ricerca e lo sfruttamento delle risorse
minerarie;
c) il monitoraggio e il controllo delle risorse
idrotermali ivi comprese quelle già oggetto di coltivazione;
d) la definizione della qualità delle prestazioni
sanitarie termali e dell'appropriatezza patologica correlate alla
caratterizzazione terapeutica delle risorse idriche termali regionali.
Art. 5
Formazione e
pubblicazione del piano regionale di settore
1. Il Consiglio regionale approva il piano regionale
di settore, predisposto dalla Giunta regionale su iniziativa dell'assessorato
competente, previa parere della commissione consiliare competente, sentiti gli
enti locali interessati, le competenti autorità regionali, locali e statali,
preposte alla tutela dei vincoli esistenti sul territorio, nonché le
associazioni imprenditoriali dei concessionari per lo sfruttamento delle acque
minerali naturali termali maggiormente rappresentative a livello nazionale e
regionale. Il piano è pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione
Calabria (BURC).
2. Nel termine di sessanta giorni dalla pubblicazione
della deliberazione di adozione del piano di settore gli aventi diritto e i
soggetti interessati, unitamente alle associazioni di categoria e ad altri
organismi associativi, possono proporre osservazioni nelle forme previste dalla
disciplina dettata per gli strumenti urbanistici generali.
3. La Giunta regionale, decide in via definitiva sulle
osservazioni di cui al punto 2 e ai sensi dell'articolo 25 della legge
regionale 5 novembre 2009, n. 40, trasmette i Piani di Settore al Consiglio
regionale per la loro approvazione, previo parere dell'Osservatorio Regionale
delle Attività Estrattive (ORAE).
4. I piani approvati dal Consiglio regionale sono
pubblicati sui BURC ed integralmente recepiti nel Piano Regionale delle
Attività Estrattive (PRAE).
Art. 6
Contributi
1. La Giunta regionale, per il perseguimento delle
finalità della presente legge, concede contributi in conto capitale nella
misura massima del 50% della spesa ammissibile per gli interventi di cui
all'articolo 1.
2. I contributi di cui alla presente legge sono
concessi a:
a) Enti locali, nonché imprese pubbliche o/a
partecipazione pubblica e che abbiano sede nella Regione Calabria;
b) Imprese private in qualunque forma purché abbiano
sede nella Regione Calabria.
Art. 7
Domanda di ammissione ai
contributi
1. La domanda per l'ammissione ai contributi è
presentata all'assessorato competente entro il 31 gennaio di ciascun anno.
2. Alla domanda devono essere allegati:
a) il progetto dell'opera o del piano di ricerche e di
studi con le prescritte autorizzazioni, facendo particolare riferimento alle
norme vigenti in materia igienico-sanitaria. urbanistica, edilizia e
ambientale;
b) una relazione tecnico-economica illustrativa anche
degli effetti occupazionali;
c) il preventivo dettagliato dei costi con le
indicazioni dei tempi di attuazione degli interventi e delle opere;
d) la dichiarazione di impegno alla realizzazione
delle opere previste;
e) la dichiarazione di impegno a non modificare sino
al completo ammortamento del mutuo e, in ogni caso, per almeno quindici anni,
la destinazione d'uso delle opere immobiliari ammesse a contributo e, per
almeno cinque anni, la destinazione dei beni strumentali;
f) il piano economico di gestione e di ammortamento
nonché, ove si tratti di trasformazione o di ampliamento, una relazione
economica di gestione relativa all'ultimo quinquennio e relativi bilanci
consuntivi;
g) una dichiarazione attestante gli eventuali
contributi richiesti o ottenuti dallo Stato, dalla regione e da altri enti
pubblici;
h) copia degli atti amministrativi da cui risulta il
diritto dell'istante all'utilizzo del bene patrimoniale indisponibile regionale.
3. La Giunta regionale, su proposta dell'assessore
competente, previo parere della Commissione consiliare competente, adotta il
piano di riparto entro il 30 settembre di ciascun anno.
Art. 8
Concessione dei
contributi
1: La Giunta regionale delibera la concessione dei
contributi, previo parere della commissione consiliare competente, da
esprimersi entro il termine di trenta giorni dalla richiesta. Trascorso tale
termine, il parere si intende favorevole.
2. La deliberazione di concessione stabilisce:
a) la spesa riconosciuta ammissibile;
b) la percentuale del contributo;
c) le modalità di erogazione del contributo;
d) il termine di ultimazione delle opere;
e) eventuale documentazione integrativa dell'istanza.
3. Le opere ammesse a contributo sono ultimate entro
tre anni dalla data di adozione della deliberazione di concessione della Giunta
regionale.
4. La Giunta regionale, su proposta del competente
assessorato, può concedere la proroga del termine di cui al comma 3 su istanza
motivata del beneficiario del contributo.
Art. 9
Divieto di cumulo
1. I contributi di cui all'articolo 2 non sono
cumulabili, per le medesime, opere e forniture, con altri benefici previsti da
leggi dello Stato o da altre leggi regionali.
2. Il divieto di cui al comma 1 non si applica in caso
di trasferimenti dello Stato o della Regione a favore degli enti pubblici
interessati, per il finanziamento della quota a loro carico.
Art. 10
Erogazione del
contributo
1. La Giunta regionale, su proposta del competente
assessorato, eroga il contributo per opere completate e collaudate o per
iniziative di documentata realizzazione.
2. La Giunta regionale revoca l'erogazione del
contributo se il beneficiario, senza preventiva autorizzazione di Giunta,
modifica la destinazione dei beni strumentali o della struttura prima che siano
trascorsi cinque anni dalla data di concessione del contributo, in tal caso,
provvede altresì, al recupero delle somme erogate, delle spese e degli interessi.
Art. 11
Collaudo delle opere
1. Le spese di collaudo delle opere di cui
all'articolo 1 sono a carico dei soggetti ammessi al contributo.
2. La Giunta regionale, su proposta dell'Assessorato
competente provvede alla nomina del collaudatore.
Art. 12
(Norma finanziaria)
1. Agli oneri derivanti dall'attuazione della presente
legge, quantificati per l'esercizio finanziario 2012 in euro 1.000.000,00, si
provvede per l'anno in corso con la disponibilità esistente all'UPB 8.1.01.01,
inerente a "Fondo occorrente per far fronte agli oneri derivanti da provvedimenti
legislativi che si perfezionano dopo l'approvazione del bilancio" dello
stato di previsione della spesa del bilancio 2012, che viene ridotta del
medesimo importo.
2. La disponibilità finanziaria di cui al comma
precedente è utilizzata nell'esercizio in corso ponendo la competenza della
spesa in apposita UPB della spesa del bilancio 2012.
3. Per gli anni successivi, alla copertura finanziaria
degli oneri previsti dalla presente legge si provvede, nei limiti delle risorse
autonome disponibili, con la legge di approvazione del bilancio della Regione e
con la collegata legge finanziaria che l'accompagna.
4. La Giunta regionale è autorizzata ad apportare le
necessarie modifiche ed integrazioni al documento tecnico di cui all'articolo
10 della legge regionale 8/2002.
Art. 13
Disposizioni abrogative
1. Sono abrogate te seguenti disposizioni:
a) legge regionale 3 settembre 1984, n. 26 (incentivi
per la valorizzazione e promozione del termalismo in Calabria);
b) il comma 2 dell'articolo 34 della legge regionale
28 agosto 2000, n. 14 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2000
e pluriennale 2000/2002 della Regione Calabria - legge finanziaria).
Art. 14
(Pubblicazione)
La presente legge entra in vigore il giorno successivo
a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
Art. 1
Struttura Tecnica di
Valutazione (S. T.V.)
1. Per l'espletamento delle attività di istruttoria
tecnica e di valutazione, nonché per le attività consultive e di supporto
nell'ambito dei procedimenti di valutazione ambientale di competenza regionale
in particolare con riferimento ai procedimenti di valutazione di impatto
ambientale (V.I.A), valutazione ambientale strategica (V.AS.), autorizzazione
integrata ambientale (AI.A) e valutazione di incidenza (V.I.) - è istituita la
Struttura Tecnica di Valutazione (di seguito anche: S. T. V.), incardinata
presso il Dipartimento Politiche dell'Ambiente.
2. La S.T.V., che sostituisce il Nucleo VIA-VAS-IPPC
operativo presso il Dipartimento Politiche dell'Ambiente presieduta dal
Dirigente Generale del medesimo, è organizzata in modo da comprendere le
professionalità necessarie per il congruo e completo espletamento delle
attività dì competenza in materia di valutazione ambientale. Essa è costituita
da un contingente di personale in numero non superiore a quindici unità, di cui
una unità in rappresentanza dell'Agenzia Regionale per la Protezione
dell'Ambiente Calabria, dotate di adeguate competenze professionali. I
componenti della struttura sono individuati tra i dipendenti dei ruoli della
Regione Calabria ovvero degli enti e delle agenzie strumentali della Regione,
da collocare nella S.T.V. previo comando, distacco o analogo provvedimento di
utilizzazione.
3. Con Regolamento da adottare da parte della Giunta
regionale, previo parere vincolante della Commissione consiliare competente da
esprimersi entro 30 giorni dal ricevimento, vengono disciplinati:
a) il numero dei componenti, nonché le professionalità
da inserire nella S.T.V., nel rispetto di quanto statuito nel comma 2 del
presente articolo, e le procedure di individuazione del relativo personale;
b) i compiti e le attribuzioni di dettaglio della
S.TV.;
c) l'organizzazione e le modalità operative delle
attività di competenza della S.T.V., ivi compresa la strutturazione della
stessa per compiti specifici, nonché le interrelazioni e i rapporti della
stessa con le altre strutture dipartimentali.
d) le modifiche all'attuale disciplina vigente in tale
materia, prevista dal Regolamento regionale n. 3 del 4 agosto 2008 s.m.i.
4. Con le somme introitate dalla Regione a titolo di
oneri istruttori per i procedimenti in materia ambientale, definite per come
disposto dal comma 6, viene istituito un apposito fondo destinato all'acquisto
di attrezzature informatiche, attività di supporto alla S.T.V. su interventi
particolarmente complessi e per la remunerazione del personale impegnato nelle
attività della struttura che abbiano conseguito gli obiettivi di produttività o
di risultato secondo le incentivazioni previste dalla contrattazione
collettiva. I criteri relativi alle modalità di costituzione, accantonamento,
ripartizione, distribuzione e liquidazione del relativo fondo vengono disciplinati
dal regolamento di cui al comma 3.
5. A decorrere dall'effettiva entrata in funzione
della S.T.V. di cui al presente articolo ed anche ai fini di cui all'articolo 5
della legge regionale 11 agosto 2010, n. 22 (Misure di razionalizzazione e riordino
della spesa pubblica regionale), il Nucleo VIA-VAS-IPPC, incardinato presso il
Dipartimento Politiche dell'Ambiente, è automaticamente soppresso ed i relativi
rapporti con i componenti esterni sono risolti di diritto da pari data.
6. Con regolamento della Giunta regionale, previo
parere vincolante della Commissione competente da esprimersi entro 30 giorni
dal ricevimento, sono definite le tariffe da applicare ai proponenti per la
copertura dei costi sopportati dall'autorità competente per l'organizzazione e
lo svolgimento delle attività istruttorie, di monitoraggio e controllo previste
dalla normativa vigente in materia di valutazioni ambientali e le relative
modalità di versamento. Il medesimo regolamento può demandare la definizione di
aspetti di dettaglio a provvedimenti amministrativi del Dirigente Generale del
competente Dipartimento. Agli oneri derivanti dall'attuazione del presente
articolo si farà fronte con le tariffe istruttorie versate alla Regione
Calabria, per come definite ai sensi del presente comma. Fino all'emanazione
del medesimo regolamento, resta salva la disciplina vigente in materia di oneri
istruttori.
7. Agli oneri derivanti dall'attuazione del presente
articolo si provvede annualmente nei limiti delle entrate accertate e riscosse a
titolo di oneri istruttori, di cui ai precedenti commi, mediante l'istituzione
di un apposito capitolo dell'entrata nell'UPB 3.4.02 e del corrispondente
capitolo della spesa nell'UPB 3.2.01.01. La Giunta regionale è autorizzata ad
apportare le conseguenti variazioni al documento tecnico di cui all'articolo 10
della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 (Ordinamento del bilancio e della
contabilità della Regione Calabria).
Art. 2
Entrata in vigore
1. La presente legge entra in vigore il giorno
successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della
Regione.
Art. 1
(Finalità)
1. La presente legge è finalizzata a salvaguardare,
sostenere e incrementare la coltura, la produzione e la commercializzazione di
alcune varietà pregiate di fave e piselli, di qualità certificata DOP e IGP,
coltivate nel territorio dell'Alto Ionio cosentino (Comuni di Roseto Capo
Spulico, Amendolara, Montegiordano, Oriolo Calabro, Nocara, Canna, Rocca
Imperiale) e in altre aree della Regione Calabria da individuare con successivo
atto di regolamento della Giunta regionale.
Art. 2
(Attività di promozione)
1. La Regione Calabria, attraverso l'Assessorato
all'agricoltura, riconoscendo l'alto valore di coltivazioni di nicchia atte
alla diversificazione produttiva, ne promuove e ne condivide le proposte
finalizzate ai riconoscimenti di qualità certificata DOP e IGP.
Art. 3
(Contributi)
1. La Regione Calabria attraverso i fondi comunitari
concede contributi alle aziende agricole, finalizzati a promuovere gli
investimenti nel comparto delle leguminose (fave e piselli) onde favorire la:
a) creazione di centri di lavorazione e stoccaggio del
prodotto;
b) realizzazione di consorzi per la meccanizzazione
agricola, al fine di ridurre i costi di produzione.
2. I contributi di cui sopra in deroga alla normativa
comunitaria potranno essere concessi ai sensi del Regolamento n. 1535/2007
relativo all'applicazione degli ar1icoli 87 e 88 del trattato CE agli aiuti de
minimis del settore della produzione dei prodotti agricoli.
Art. 4
(Beneficiari dei
contributi)
1. Possono beneficiare dei contributi, le aziende che
rispondano ai requisiti della normativa comunitaria e dei relativi bandi
regionali, ovvero:
a) le aziende, singole o associate, che dimostrano
redditività e il possesso di conoscenze e competenze professionali adeguate;
b) le aziende agricole associate in forma cooperativa;
c) i consorzi di cooperative e i consorzi di
imprenditori agricoli a titolo principale.
2. Per l'accesso ai contributi di cui all'articolo 3,
è riconosciuta priorità ai giovani agricoltori ed a aziende dirette da donne.
Art. 5
(Spese ammesse a contributo)
1. Sono ammesse a contributo le spese annoverate nei
bandi di riferimento della normativa comunitaria anche nella forma di
concessione in regime de minimis.
Art 6
(Interventi a favore
della valorizzazione della produzione di fave e piselli)
1. La Regione Calabria può concedere contributi con
sistemi preferenziali, nell'ambito dei fondi comunitari, per:
a) attività finalizzate alla valorizzazione della
produzione di fave e piselli di qualità; elaborati con metodi tipici,
tradizionali o biologici, comprese la realizzazione e registrazione di marchi
collettivi a livello nazionale e comunitario;
b) attività finalizzate alla promozione e pubblicità
delle produzioni, compresi lo studio e la realizzazione di nuovi prodotti e
confezioni;
c) partecipazione a fiere, esposizioni e ricerche di
mercato.
Art. 7
(Associazioni di
produttori)
1. La Regione Calabria riconosce, ai sensi del
regolamento CE n. 1234/07, le associazioni dei produttori costituite per
garantire una produzione adeguata alle esigenze di mercato e concentrare l’offerta.
Art. 8
(Contributi per
l'avviamento di eventuali consorzi di tutela)
1. La Regione Calabria concede ai consorzi di tutela
neo costituiti contributi per l'avviamento nei tre anni successivi alloro
riconoscimento.
2. La concessione dei contributi sarà vincolata alle
disponibilità di somme in bilancio.
Art. 9
(Attuazione degli
interventi)
1. La Giunta regionale, su proposta dell'assessore
competente definisce i piani, i programmi e le direttive generali per
l'attuazione degli interventi di cui all'articolo 6.
Art. 10
(Obblighi di
destinazione)
1. I beneficiari di contributi, sono obbligati a non
distogliere gli investimenti erogati secondo le finalità previste, nel rispetto
degli obblighi temporali della normativa Comunitaria e Nazionale.
Art. 11
(Presentazione delle
richieste)
1. Le richieste di contributo indirizzate
all'Assessorato all'agricoltura della Regione Calabria dovranno seguire le
indicazioni previste dalla normativa comunitaria di aiuto allo sviluppo del
settore agricolo.
2. In deroga a quanto sopra, la Regione Calabria,
Assessorato Agricoltura Foreste e Forestazione, potrà emanare propri bandi
secondo quanto stabilito dal Regolamento CE n. 1535/2007 (aiuti de minimis).
3. La Regione Calabria, per !'istruttoria delle richieste,
si avvale delle proprie strutture centrali e periferiche.
Art. 12
(Disposizioni
finanziarie)
1. La copertura finanziaria è garantita dalla
specifica previsione dei fondi comunitari destinati al settore agricolo nel
rispetto di quanto previsto dal Regolamento n. 1535/2007.
Art. 13
(Pubblicazione)
1. La presente legge entra in vigore il giorno
successivo a quello della sua pubblicazione .nel Bollettino Ufficiale della
Regione.
Art. 1
(Modifiche
all’articolo 5 della L.r. n. 7/1996
Strutture
ausiliarie delle articolazioni amministrative della Giunta regionale)
1. La Giunta regionale, nell'ambito delle
proprie articolazioni amministrative, regolamenta le strutture ausiliarie,
prevedendo l'utilizzo di personale appartenente alle Pubbliche Amministrazioni
di cui all'articolo 1, comma 2, del D.Lgs. n. 165/2001 e realizzando un
risparmio di spesa pari al 3 percento rispetto a quella sostenuta, a pari
titolo, per l'anno 2011, sui capitoli del bilancio regionale ricompresi nelle
competenti U.P.B..
2. Sono abrogati: l'articolo 27 della legge
regionale 17 agosto 2005, n. 13, l'articolo 7 del Regolamento regionale 10
maggio 2005, n. 4 e l'articolo 5, comma 6 della legge regionale 5 novembre
2009, n. 40.
3. L'effetto abrogativo di cui al comma
precedente si verifica alla data di entrata in vigore della disciplina
regolamentare delle strutture ausiliarie prevista dal primo comma.
STRUTTURE AUSILIARIE
DELLE ARTICOLAZIONI AMMINISTRATIVE DELLA GIUNTA REGIONALE
Analisi quantitativa delle spese sostenute nell'esercizio finanziario
2011, con analitica indicazione delle U.P.B., dei capitoli, delle strutture
organizzative assegnatarie delle risorse e degli importi spesi per ciascun
capitolo
Strutture Ausiliarie e Segreterie Tecniche |
1.2.01.01 |
1002109 |
Organizzazione e Personale |
3.941.177,82 |
Segreteria Tecnica Comitato di Sorveglianza |
1.03.01.04 |
13010403 |
Lavoro |
374.052,21 |
Segreteria Autorità Certificazione |
1.03.01.04 |
13010403 |
Lavoro |
230.902,69 |
Segreterie Tecnica Autorità di Audit |
1.03.01.04 |
13010403 |
Lavoro |
18.565,79 |
Segreteria Tecnica Autorità di Gestione |
1.3.01.04 |
13010401 |
Programmazione Nazionale e Comunitaria |
206.000,00 |
Segreteria Tecnica Autorità di Certificazione |
1.3.01.04 |
13010401 |
Programmazione Nazionale e Comunitaria |
266.000,00 |
Segreteria Tecnica Autorità di Audit |
1.3.01.04 |
13010401 |
Programmazione Nazionale e Comunitaria |
79.000,00 |
Segreteria Cooperazione ed lnternaz. |
2.6.02.01 |
26010201 |
Presidenza |
87.000,00 |
Segreteria Fep Aut. di Certific. |
2.2.04.08 |
5125201 |
Agricoltura |
100.000,00 |
Segreteria Fep Aut. di Certific. |
2.5.01.01 |
25010105 |
Agricoltura |
13.000,00 |
“Il Consiglio regionale
premesso:
che ormai con frequenza settimanale si consumano
episodi di violenza nei confronti di operatori sanitari che prestano servizio nei
pronto soccorso degli ospedali del territorio regionale; che i presidi
ospedalieri sia pubblici che privati non hanno più la tutela dei "Posti
fissi di Polizia"; che il medico o l'infermiere ed i diversi operatori di
turno nel pronto soccorso non sempre riescono a soddisfare la domanda eccessiva
dì assistenza e cura in quanto spesso svolgono la loro attività in condizioni
disagiate e con poco personale addetto;
che la non immediata e tempestiva risposta sanitaria a
pazienti, accompagnati da parenti, non sempre tolleranti genera azioni di
violenza e ritorsione che minano profondamente oltre la sicurezza fisica anche
la dignità dei lavoratori; che in qualche presidio ospedaliero la presenza dei
Il vigilantes " di Istituti di Polizia privata non rappresenta un
deterrente alle reazioni impulsive degli ammalati e dei loro parenti;
considerato:
che è necessario garantire l'incolumità fisica,
psicologica e lavorativa dei signori Medici e Operatori Sanitari negli ospedali
e nelle cliniche private; che è indispensabile prevenire gli atti di violenza
contro gli operatori sanitari anche attraverso delle misure che consentano
l'eliminazione o riduzione delle condizioni di rischio;
esprime vicinanza e solidarietà ai Medici ed agli
Operatori Sanitari vittime di violenza;
condanna qualsiasi tipo di aggressione compiuta nei
confronti degli operatori della sanità che svolgono la loro attività nei
presidi ospedalieri pubblici e privati della Regione Calabria;
dà mandato al Presidente del Consiglio, Ono Francesco
Talarico, di attivarsi presso il Ministero dell'Interno affinché predisponga
attraverso le Autorità Territoriali di Governo, posti fissi di Polizia di Stato
con turni di 24 ore per prevenire e disincentivare queste incivili
manifestazioni che mortificano la dignità degli operatori sanitari a tutti i
livelli di rappresentanza.”
“Il Consiglio regionale
della Calabria
premesso che
negli ultimi anni, sempre più spesso, assistiamo da
parte di Poste Italiane ad un processo di razionalizzazione di molti uffici
postali;
da notizie di stampa, in questi giorni, si apprende
che la società Poste Italiane ha programmato un piano di ridimensionamento
degli Uffici Postali che prevede la chiusura, nel territorio nazionale, di 1156
sportelli e la razionalizzazione di altri 638, con la riduzione degli orari e
dei giorni di apertura;
il suddetto piano di Poste Italiane provocherà nella
Regione Calabria lo smantellamento di circa 101 uffici postali e quindi la
cancellazione di numerosi posti di lavoro;
molti degli uffici postali si trovano in aree
disagiate e spesso in piccoli centri ubicati a diversi chilometri dai centri
più grandi, scarsamente collegati al servizio pubblico locale;
la decisione assunta da Poste Italiane determinerà
numerosi disagi ai cittadini e in particolare alle fasce più deboli della
popolazione residente in frazioni o piccoli comuni;
la presenza degli uffici postali nel territorio
calabrese è di fondamentale importanza in quanto garantisce alla popolazione,
in particolare agli anziani ed alle fasce a più ridotta mobilità, i servizi
essenziali e contribuisce soprattutto nei centri urbani più piccoli ad evitare
lo spopolamento di ampie porzioni di territorio;
considerato
che la Calabria non può essere sempre al primo posto
nei piani di ridimensionamento dei servizi (scuole, trasporto pubblico, servizi
sanitari, tribunali ecc.) perché ciò determina delle aree sempre più emarginate
e lontane da possibili prospettive di sviluppo;
il piano di dimensionamento degli uffici postali
ubicati nella nostra Regione non tiene conto delle peculiarità territoriali,
che caratterizzano la Calabria;
la politica dei tagli degli uffici postali programmata
dalla società Poste italiane contrasta con le politiche di valorizzazione e
tutela delle realtà interne e dei piccoli comuni;
Impegna
il Presidente e la Giunta regionale ad intraprendere
tutte le iniziative utili e necessarie presso il Governo, affinché Poste
italiane non proceda con i tagli previsti nella Regione Calabria, al fine di
salvaguardare e garantire i servizi fondamentali già esistenti”.
“Il Consiglio regionale
della Calabria
premesso:
che le difficoltà in cui versa il sistema giustizia in
Italia determinano ormai da tempo il prolungarsi di contenziosi e cause davanti
ai Tribunali che si protraggono anche per decenni;
che più volte la Corte Europea per i Diritti dell'Uomo
ha condannato l'Italia sul denegato "diritto alla giustizia", così
come sancito dalla Costituzione, ed in tempi "ragionevolmente" brevi;
che, nell'ottica di una sempre maggiore riduzione
della spesa pubblica, vengono emanati dal Governo Italiano interventi
legislativi per la revisione dei presidi giudiziari italiani, attraverso dei
criteri, che non tengono conto delle esigenze dei cittadini e neanche degli
aspetti specifici di ogni realtà territoriale;
che la legge 24 marzo 2012 n. 27 "Conversione in
legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, recante
disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle infrastrutture e la
competitività" all'art. 2 prevede l'istituzione del Tribunale delle
Imprese mediante l'ampliamento della competenza delle sezioni specializzate in
materia di proprietà industriale ed intellettuale che ora vengono denominate
"sezioni specializzate in materia di impresa";
che nella formulazione originaria del decreto legge,
l'art. 2 non prevedeva l'istituzione di nuove sezioni specializzate presso
altri Tribunali e Corti di Appello, rimanendo così immutato il numero delle
dodici sedi istituite col decreto legislativo n. 168 del 2003;
che con l'approvazione del testo di legge definitivo,
è stato tuttavia aggiunto all'art. 1 del decreto legislativo n. 168, già
citato, l'ulteriore comma 1 bis, che prevede "sono altresì istituite nuove
sezioni specializzate in materia di impresa presso i tribunali e le corti
d'appello aventi sede nel capoluogo di ogni regione, ove non esistenti nelle
città di cui al comma 1". Quindi, per effetto di tale comma 1 bis sono
stati istituite delle nuove sezioni specializzate in tutti i Tribunali e Corte
di Appello con sede nei capoluoghi di Regione, che finora ne erano sprovvisti e
cioè Ancona, Cagliari, Campobasso, Catanzaro, L'Aquila, Perugia, Potenza e
Trento, nonché Brescia in quanto sede di
Corte di Appello;
che il Parlamento non ha tenuto in conto che anche a
Reggio Calabria esiste una sede autonoma di Corte di Appello determinando,
quindi, una grave violazione dell'art. 3 della Costituzione Italiana
"Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla
legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di
opinioni politiche, di condizioni personali e sociali...";
considerato che la decisione assunta dal Parlamento di
istituire il Tribunale delle Imprese con dislocazione nei capoluoghi di
Regione, crea ai cittadini e alle aziende, che hanno necessità di rivolgersi al
Tribunale, notevoli difficoltà per ottenere giustizia, in quanto costretti ad
affrontare distanze e quindi aggravi di costi;
invita
il Presidente della Giunta regionale ad intervenire
presso il Governo, affinché venga rivisto il criterio di scelta delle sedi
presso le quali istituire le sezioni specializzate in materia d'impresa e che,
sulla base del principio di uguaglianza, in ogni sezione autonoma di Corte
d'Appello e quindi anche a Reggio Calabria, venga istituita una sezione
specializzata in materia d'impresa”.
“Il Consiglio regionale
della Calabria
Premesso che
l'autostrada Salerno-Reggio Calabria è infrastruttura
essenziale per l'intero Paese ed ancor più per la Calabria, che ha in essa
l'unica via di grande comunicazione;
da anni la rete autostradale calabrese è interessata
da lavori di ammodernamento;
in tale ambito, diversi sono i tratti oggetto di
progettazione mancanti però del relativo finanziamento;
in particolare, gran parte degli interventi in corso
di progettazione o progettati ma non finanziati ricadono nel tratto calabrese
della Sa-Rc (Macrolotto n. 4 - parte prima -"Cosenza-Rogliano",
importo pari a 588.519 milioni di euro; Macrolotto n. 4 -parte seconda
-"Rogliano-Viadotto Stupino", importo pari a 437,780 milioni di euro;
Macrolotto n. 4 - parte seconda, stralcio secondo -'Viadotto
Stupino-Altilia", importo pari a 343 milioni di euro; Macrolotto n. 3
-parte quarta -"Morano-Frascineto" importo pari a 598 milioni di
euro; Macrolotto compreso tra il km 337,800 -svincolo di Pizzo Calabro incluso
-e il km 348,600 -svincolo di Sant'Onofrio incluso importo pari a 799,280
milioni di euro; nuovo svincolo Cosenza-Sud, importo pari a 168 milioni di
euro; nuovo svincolo Laureana di Borrello, importo pari a 38,087 milioni di
euro; nuovo svincolo di Sant'Eufemia d'Aspromonte, importo pari a 20 milioni di
euro; nuovo svincolo di Rende, importo pari a 34,181 milioni);
la mancanza di risorse, confermata dal ministro alle
infrastrutture Corrado Passera lo scorso giugno nel corso di un intervento in
Parlamento, impedirà inevitabilmente la piena fruibilità in condizioni di sicurezza
della A3 ancora per molti anni;
in attesa del reperimento dei finanziamenti necessari
all'ammodernamento, considerati i tempi lunghi correlati alla predisposizione
della progettazione, alla sua approvazione, al finanziamento ed al passaggio
alla fase esecutiva ed alla sua conclusione, appare comunque indispensabile e
urgente garantire, da parte dell'Anas, la massima sicurezza anche dei tratti
oggetto di interventi in corso di progettazione ma non finanziati, mediante
stesa di asfalto drenante, livellamento del piano stradale, miglioramento
dell'illuminazione, posa di barriere protettive là dove mancanti o
insufficienti;
Impegna
il governo regionale, nella persona del Signor
Presidente della Giunta regionale e dell’assessore ai trasporti, a voler adottare
ogni iniziativa idonea ed opportuna a conseguire l'immediata messa in sicurezza
dei tratti calabresi della A3 esclusi dai finanziamenti per il loro
ammodernamento.”
“Il Consiglio regionale
premesso che:
la Fondazione "Tommaso Campanella" svolge un
ruolo fondamentale per la ricerca e la cura dei tumori vantando la presenza di
professionalità che hanno acquisito un'esperienza unica negli ultimi anni;
la Regione ha approvato le leggi regionali n. 35 e 50
del 2011, per la trasformazione in ente di diritto pubblico della Fondazione
"Tommaso Campanella";
la Corte Costituzionale in data 31 luglio u.s. ha
dichiarato l'incostituzionalità delle leggi regionali n. 35 e n. 50 del 2011
rilevando la violazione degli artt. 3, 81, 97 e 117 della Costituzione;
la presenza di una struttura di qualità e di
eccellenza nel settore oncologico costituisce un'esigenza improrogabile per la
Calabria anche per limitare il fenomeno dell'emigrazione sanitaria e ridurre i
disagi dei malati e delle loro famiglie;
considerato che la Fondazione "Tommaso
Campanella" rappresenta un inestimabile patrimonio di conoscenze
scientifiche e professionali costruite nel tempo ed è punto di riferimento
regionale per la cura delle patologie oncologiche;
ritenuto che la realizzazione del polo oncologico
regionale d'eccellenza è considerata dal Consiglio regionale una priorità e che
pertanto è necessario procedere ad un progetto di riordino della Fondazione,
concertato con i Ministeri affiancanti per il Piano di rientro
Impegna
il Presidente della Giunta regionale, anche nella sua
qualità di Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro, a
presentare entro il 30 settembre 2012 un organico progetto di riordino della
Fondazione "Tommaso Campanella" prevedendo il polo oncologico regionale
d'eccellenza per il mantenimento dei livelli di assistenza e anche dei livelli
occupazionali esistenti.”