IX^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
___________
SEDUTA
DI LUNEDÌ 23 LUGLIO 2012
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FRANCESCO
TALARICO E DEL VICEPRESIDENTE ALESSANDRO NICOLÒ
La seduta è aperta. Si dia lettura dei verbali delle sedute precedenti.
Legge i verbali delle sedute precedenti.
(Sono approvati)
Legge le comunicazioni.
(Sono riportate in allegato)
Legge le interrogazioni presentate alla Presidenza.
(Sono riportate in allegato)
Ha chiesto di parlare l’onorevole Imbalzano. Ne ha facoltà.
Signor
Presidente, intervengo solo per chiedere l’inserimento all’ordine del giorno
della proposta di legge numero 324/9^ di iniziativa della Giunta regionale,
recante “Approvazione proposta di legge di ratifica di raccordo tra Regione Campania
e Regione Calabria relativa alla gestione
dell’istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno”.
Si tratta di
un parere finanziario ex articolo 72 del Regolamento.
L’onorevole Imbalzano
chiede l’inserimento di un parere che è passato alla unanimità in Commissione e
che riguarda l’Istituto zooprofilattico ed il relativo accordo tra Regione
Calabria e Regione Campania.
Pongo in
votazione la richiesta di inserimento all’ordine del giorno.
(Il
Consiglio approva)
Sono le 16,28, possiamo procedere con l’ora dedicata alle interrogazioni a risposta immediata.
La prima interrogazione a risposta
immediata è la numero 235/9^ del 2 aprile
tra i Comuni individuati nel Piano stralcio non figurano quelli di Amantea, Serra d’Aiello, Aiello Calabro, S. Pietro in Amantea, nei cui territori ricadono i siti inquinati della vallata del fiume Oliva, dove sarebbero stati interrati centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti tossici, come risulta dalla rilevazione in loco di sostanze nocive e radioattive (Cesio 137);
i dati sull’inquinamento relativi alle aree di che trattasi sono suffragati dalle risultanze dei carotaggi effettuati su incarico della Procura della Repubblica di Paola e dai risultati delle analisi chimiche e radiometriche eseguite su campioni di terreno, di acque emerse e di sottosuolo;
dette analisi sono state effettuate da agenzie istituzionali e certificate dall’ISPRA, che ne ha peraltro diretto i lavori redigendo anche un piano di caratterizzazione;
è assolutamente fondata la protesta dei sindaci del Tirreno cosentino, che, proprio sulla questione, hanno chiesto un incontro urgente presso il Dipartimento regionale Politiche dell’Ambiente, chiedendo che lo stesso si attivi in tempi certi per l’attuazione di interventi dì bonifica nelle aree di che trattasi -:
1. quali ragioni hanno indotto il Dipartimento regionale Politiche dell’Ambiente ad escludere dal Piano di bonifica le aree ricadenti nella vallata del fiume Oliva nel Tirreno cosentino;
2. quali azioni si intendono avviare, nel breve periodo, per dare attuazione alla bonifica delle suddette aree.”
La parola all’onorevole Talarico.
Presidente, si tratta del Piano
regionale di bonifica dei siti inquinati che è stato redatto dall’assessorato all’ambiente, che ha stanziato una
somma di 45 milioni
di euro per la bonifica di alcuni siti inquinati ad alto rischio e ricadenti in
17 comuni della Calabria.
Tra questi comuni, però, non figuravano o non figurano quelli di Amantea, Serra
d’Aiello, Aiello Calabro e San Pietro in Amantea. L’interrogazione è
ormai datata e per questo faccio appello a lei e all’Ufficio di Presidenza
affinché la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata sia inserita in tutte le sedute di Consiglio regionale,
altrimenti tutte le interrogazioni che noi avanziamo nei confronti della Giunta
e del Presidente non avranno alcuna ragione d’esistere perché, poi, magari il
problema viene risolto o addirittura si complica.
In quei territori, sopra
citati, ricadono i siti inquinati della cosiddetta vallata del fiume Oliva. I
rifiuti tossici sarebbero centinaia di migliaia di tonnellate, come risulta da
una serie di rilievi. Vi è anche una indagine da parte della Procura della
Repubblica di Paola che ha incaricato alcuni tecnici di produrre delle analisi
chimiche e radiometriche che sono state eseguite su campioni di terreno. Da
queste analisi effettuate anche da agenzie istituzionali oltre che dai tecnici
incaricati dalla Procura risulta evidente un inquinamento abbastanza
consistente.
La domanda che ho formulato a
lei e al Presidente della Giunta è questa: avevo chiesto di sapere le ragioni
per cui questi comuni - ed in
particolare quelli interessati da questo forte fenomeno di inquinamento –
fossero esclusi dal Piano di cui sopra, finanziato con 45 milioni di euro e
quali iniziative intende prendere o ha già preso, a questo punto, per far in
modo che questi siti inquinati vengano ricompresi nel Piano dal suo
assessorato, dal suo dipartimento a suo tempo elaborato.
Non so se parlare al passato
o al presente visto che sono passati ormai diversi mesi da quando è stata
presentata l’interrogazione. Grazie.
Prego,
assessore Pugliano.
Grazie, Presidente. Credo che questa interrogazione dell’onorevole Talarico possa essere unificata con quella numero 237/9^ che è sullo stesso tema ma che reca la firma degli onorevoli Mirabelli, Aiello, Censore, De Gaetano e Guccione. Credo che l’interrogazione non sia retrodatata anche perché il tema è stato abbondantemente affrontato anche con i sindaci dei comuni oggetto di interrogazione.
C’è da rendere molto comprensibile che
non stiamo parlando di 17 comuni che sono entrati nel Piano stralcio che ha
attivato
Credo sia
facilmente comprensibile - quindi nulla di inspiegabile come l’altra interrogazione
segnala - perché in questo primo Piano stralcio abbiamo posto attenzione
prioritariamente ai siti ad alto rischio, definiti tali dal Piano regionale
delle bonifiche, datato 2002.
Ora di questi siti ad alto rischio solo 18
sono i siti che sono stati confermati tali a seguito di indagini di
caratterizzazione e di analisi di rischio;
il precedente Governo regionale ha inserito con un bando nel 2006
realizzando le indagini di caratterizzazione di analisi di rischio e le
progettazioni per la bonifica di questi siti ad alto rischio.
Il sito del fiume Oliva non solo non era
censito nel Piano regionale delle bonifiche ma non aveva, ancora, queste
indagini di caratterizzazione e di analisi di rischio.
Il 27 aprile, successivamente a questo Piano
stralcio,
Non c’è, quindi, presenza di radioattività.
Quella relazione parla di presenza di
rifiuti riconducibili ad attività di lavorazione di marmi o laterizi, quindi
materiali edilizi e, nello stesso tempo, indica, comunque, che c’è bisogno di
messa in sicurezza e o di bonifica.
Tra le altre cose, anche per correggere un
altro dato della interrogazione che parla di centinaia di migliaia di
tonnellate, la relazione Ispra apre una forbice tra 24 mila e 140 mila metri
cubi.
Per tranquillizzare, comunque, e dopo aver
spiegato perché non c’è il fiume Oliva in questo Piano stralcio, mi pare ovvio
che si iniziasse dai siti ad alto rischio certificato di inquinamento.
Altra cosa da dire - e tranquillizzo
l’onorevole Talarico e cerco di rassicurare anche i cittadini di quel
territorio – è che
Il fiume Oliva sarà il primo sito ad essere
bonificato e stiamo accantonando le risorse finanziarie ed attivando le
indagini suppletive che servono per poter mandare a gara i lavori di bonifica;
stiamo attivando procedure e risorse per garantire priorità a quel sito e
garantire il prelievo e lo smaltimento dei rifiuti da quel sito.
Grazie, assessore. Prego, onorevole
Talarico.
Mi ritengo soddisfatto della risposta
dell’assessore. Naturalmente
la mia soddisfazione è strettamente
legata alla fiducia riposta nell’assessore circa non solo l’attivazione della
procedura che egli stesso ha indicato ma soprattutto per quanto riguarda i
tempi di realizzazione.
Lui stesso,
certamente, ha negato, suffragando questo disconoscimento con dati certi, che
l’inquinamento non sia delle proporzioni di cui la stampa ha dato notizia o
alcuni documenti tecnici o pseudo-tecnici e di questo non possiamo che esser
tutti contenti.
Lei
riconosce che, comunque, in quell’area c’è una forte fonte di inquinamento
provocata da questi residui di tipo edilizio ecc.
Se così è,
possiamo tranquillizzare i cittadini e gli
amministratori che in tempi brevi, mi pare di aver capito,
Stando così le cose, mi ritengo, naturalmente, soddisfatto. Grazie.
Si passa all’interrogazione a risposta
immediata numero 236/9^ del 3 aprile
l’art. 4, comma 1, della suddetta
legge regionale prevede la stipula di apposite convenzioni per l’espletamento
del servizio tra
a tale scopo con legge regionale 23.12.2011, n. 48, “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2012 e pluriennale 2012/2014” (legge finanziaria 2011), ha previsto la somma di € 4.000.000,00 per lo svolgimento dell’attività socio-assistenziale dei Gruppi Appartamento operanti in Calabria;
però, le somme spettanti agli enti gestori non sono state accreditate, indispensabili per le spese di gestione relative all’anno 2011 (affitto locale, pagamento degli stipendi agli operatori), e ciò mette a serio rischio la sopravvivenza dei Gruppi Appartamento;
la mancata assegnazione delle somme spettanti agli enti gestori dei Gruppi Appartamento determinerebbe un grave pregiudizio nell’erogazione del servizio all’utenza, oltre che la perdita di posti di lavoro e professionalità;
enti ed associazioni svolgono un ruolo rilevante per la nostra società e rappresentano, anche e soprattutto grazie alla dedizione e all’umanità degli operatori, una garanzia di civiltà ed esempio d’integrazione e accoglienza sociale per i minori sottoposti a provvedimenti dell’autorità giudiziaria -:
a) se ci sono motivi ostativi per cui
b) se
Non vedo l’onorevole Nucera, pertanto l’interrogazione è decaduta.
(Così resta stabilito)
Passiamo adesso all’interrogazione a
risposta immediata numero 237/9^ del 4 aprile
i campioni prelevati lungo il corso del fiume Oliva tramite 100 carotaggi di terreni e l’esame dei valori di 35 piezometri piazzati nelle acque del torrente sono stati effettuati tra il 27 aprile e il 7 luglio 2010;
dalle analisi risulta che quasi 100 mila tonnellate di rifiuti tossici sono stati interrati nell’area nel corso di più anni e che gli effetti sulla salute della popolazione possono essere molto gravi;
già nel 2004 l’Ente Regione, precedentemente alle indagini condotte dalla Procura di Paola, riconoscendo la gravità della situazione ed i pericoli per la salute delle popolazioni abitanti nell’area, aveva inserito la vallata dell’Oliva tra le zone da bonificare con urgenza con particolare riferimento ai siti di Foresta e Carbonara;
recentemente l’area è stata oggetto anche delle attenzioni della Commissione Ambiente del Parlamento Europeo (ENVI), recatasi sul posto nel mese di novembre 2011, che ha ribadito la necessità della bonifica;
la notizia dell’esclusione del fiume Oliva tra i siti da bonificare da parte della Regione Calabria è stata oggetto di una forte sollecitazione da parte dei Sindaci dei Comuni di Amantea, Aiello Calabro, Serra d’Aiello e San Pietro in Amantea che, in una lettera indirizzata al Presidente della Regione e all’Assessore Regionale all’Ambiente, dissentono completamente dalle scelte fatte dal Dipartimento regionale alle Politiche Ambientali e ribadiscono con fermezza la priorità dell’area del Fiume Oliva ed il diritto alla necessaria bonifica;
risulta davvero illogico ed incomprensibile come il fiume Oliva, che a differenza di altri siti è dotato del piano di caratterizzazione necessario per la bonifica, pur risultando una delle aree più inquinate della Calabria, venga escluso dal piano di bonifica predisposto dalla Regione -:
perché non si è ancora presa coscienza della grave situazione ambientale che caratterizza quella area e dell’urgenza della bonifica;
le ragioni dell’esclusione del fiume Oliva dal piano regionale di bonifica;
quali azioni si intendono avviare, nel breve periodo, per dare attuazione all’ormai improcrastinabile bonifica.”
Questa interrogazione è stata
assorbita dalla risposta che ha dato l’assessore
all’interrogazione precedente.
Si passa alla interrogazione a
risposta immediata numero 239/9^ del 5 aprile
all’interno del Piano di Riordino
dell’ASP di Cosenza per come pubblicato in data 22 settembre 2011 si prevede la
conversione dell’ospedale di Lungro in Centro di Assistenza Primaria
Territoriale (CAPT) ;
con decreto del Presidente della
Giunta regionale n. 106 del 20 ottobre 2011 (nella sua qualità di Commissario
ad acta per l’attuazione del piano di rientro dai disavanzi del settore
sanitario della Regione Calabria) viene previsto come termine ultimo e
perentorio per l’articolazione definitiva della rete ospedaliera la data del 31
marzo 2012;
per questa data viene stabilita
inoltre la dismissione dei posti letti ritenuti in esubero, depotenziando di
fatto nel caso specifico l’ospedale di Lungro che insiste in un territorio che
necessita invece di mantenere una struttura complessiva ospedaliera e di posti
letti sufficienti contrariamente a quanto ritenuto e previsto nel succitato
decreto;
con lettera del 04 gennaio 2011
l’Amministrazione Comunale di Lungro - cofirmatari i sindaci dei comuni di
Acquaformosa, Firmo, Altomonte e San Donato chiedevano in ragione e per conto
dei loro territori la sospensione di ogni azione in ragione di
ridimensionamento e/o accorpamento dell’ospedale di Lungro per la funzione
strategica che ricopre nel territorio;
ai sensi della legge regionale numero
15 del 2003 recante “Norme per la tutela e la
valorizzazione della lingua e del patrimonio culturale delle minoranze linguistiche
e storiche di Calabria” vengono nell’articolo 24 elencati tutti quei servizi
ritenuti fondamentali e nello specifico le sedi scolastiche di qualsiasi ordine
e grado, le strutture sanitarie, gli uffici postali e amministrativi, sono
ritenuti servizi fondamentali per la difesa della cultura e del territorio dei
Comuni di cui all’art. 1 della legge prima citata -:
quali azioni intende
intraprendere in ordine all’importanza .strategica che ricopre nel territorio
l’ospedale di Lungro e nei paesi che su di esso gravitano con un supplemento di
approfondimento con riferimento proprio all’obbligo derivante dal rispetto di
una legge regionale vigente che impone il mantenimento di tutti quei servizi
ritenuti fondamentali come le strutture sanitarie necessarie nel concorrere a
garantire la difesa della cultura dei paesi ricompresi nella legge regionale
prima citata (legge regionale numero
15 del 2003).”
Non vedo in Aula il consigliere
Aiello Ferdinando, pertanto l’interrogazione è decaduta.
Si passa alla interrogazione a
risposta immediata numero 240/9^ del 5 aprile
nel dicembre 2010 è stato
pubblicato un decreto del Dirigente del Settore 3 - Dipartimento Tutela della
Salute e Politiche sanitarie (numero 18179 – 13 dicembre 2010), che prevede l’impegno dei fondi necessari
alle ASP calabresi per l’acquisto a carico della Regione dei comunicatori
oculari;
il decreto dirigenziale demandava
alle ASP la valutazione sull’acquisto sia dal punto di vista del numero che del
modello dei comunicatori, rendendosi necessaria una personalizzazione dei
dispositivi rispetto alle richieste dei pazienti affetti da patologie
neuromotorie progressive;
il Dipartimento della Giunta
regionale competente ha espletato tutti i passaggi necessari per coinvolgere le
5 ASP calabresi;
allo stato attuale, solo le ASP
di Cosenza e Crotone risultano essersi dotate di un numero adeguato di
comunicatori oculari come da decreti dirigenziali di erogazione di fondi numeri
l4907 del 29 novembre 2011 e 13989 del 8 novembre 2011, l’ASP di Catanzaro ha acquistato un solo
dispositivo, mentre le ASP di Vibo Valentia e Reggio Calabria, non hanno
acquistato comunicatori oculari nonostante le necessità certificate;
i comunicatori oculari sono
strumenti indispensabili per migliorare la qualità della vita ai pazienti
affetti da patologie neuromotorie progressive, tra cui
quali iniziative intenda
intraprendere, in qualità di commissario ad acta per la sanità calabrese per
superare il gap tra province, sollecitando le ASP a rimuovere gli ostacoli
burocratici e fare in modo che anche i pazienti con tali necessità che
risiedono nelle province di Reggio Calabria, Catanzaro e Vibo Valentia possano
essere messi in condizione di dotarsi di comunicatori oculari.”
Prego, onorevole
Giordano, ha facoltà di parlare.
Raccomando ai colleghi di
rimanere nei minuti assegnati sia per la domanda che per la risposta.
Grazie, Presidente,
rimarrò strettamente nei
tempi europei anche perché
questa interrogazione è del 5 aprile e già posso anticipare in parte la
risposta che ritengo di ricevere dalla Vicepresidente, Antonella Stasi:
su impulso di questa interrogazione si sarebbe sbloccata la
procedura - che era ferma - che
vedeva la mancata consegna di questi importanti strumenti per coloro che sono affetti dalla Sla, da questa terribile malattia,
patologia, anche da parte dell’Asp di Reggio Calabria
così come è avvenuto nelle Asp di Crotone e di Cosenza.
Prendo
atto che - nonostante venga trattata
oggi dopo quattro mesi – l’interrogazione è servita a dare
impulso ed a risolvere un problema che languiva ed era
fermo da quasi un anno.
La
domanda che rivolgo alla dottoressa Stasi è questa: in che tempi, quando e con
quali modalità sarà espletata la consegna per completare il fabbisogno
all’interno delle Asp calabresi per regolarizzare e normalizzare questa importante situazione. Voglio ricordare l’impegno che il Consiglio regionale
nella sua interezza ed il governo
regionale hanno assunto verso questi soggetti che hanno questa patologia molto
grave e verso l’associazione di tutela che è l’Aisla calabrese. Grazie.
Prego, dottoressa Stasi.
Grazie, Presidente.
Onorevole Giordano, in effetti l’interrogazione è di
aprile, ma bisogna dire che
è stata messa più volte all’ordine del giorno ed è stata rinviata una volta per mancanza di tempo ed un’altra volta probabilmente perché
qualcuno era assente.
Intanto apprezziamo
che, comunque, ad oggi abbiamo già un risultato. Vorrei ricordare che si tratta di
un progetto, cioè i fondi di cui
stiamo parlando non sono altro che un progetto che ha questa denominazione: “Facilitazione della
comunicazione ai pazienti con gravi patologie neuro-motorie, monitoraggio, valutazione e ottimizzazione di un
percorso assistenziale”.
E’
un progetto che, tra l’altro, è stato in qualche modo impegnato dal
Bisogna
affrettarsi per giungere immediatamente al completamento di quanto previsto nel progetto. Ci auguriamo e
auspichiamo che sia a brevissimo termine.
Ha
chiesto di parlare l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.
Ovviamente,
così come avevo fatto nelle premesse, mi
dichiaro soddisfatto per la soluzione del problema che si trascina da tempo.
L’occasione è utile per
chiedere alla Vicepresidente e al
dipartimento di
vigilare affinché le Asp siano sollecite per evitare che si
creino nel prossimo futuro ulteriori perdite di tempo e ulteriori strozzature
che non consentano la regolare e felice conclusione di questo progetto che, lei
ricordava, è importantissimo per i portatori di Sla.
Si
passa all’interrogazione a risposta immediata numero 241/9^ del 27 aprile
recentemente un Comitato di cittadini della vallata del Gallico di Reggio Calabria ha denunciato gravi inadempienze di ordine burocratico da parte del governo regionale in ordine alla realizzazione del terzo e ultimo lotto della strada a scorrimento veloce Gallico/Gambarie inserita dell’ambito dei finanziamenti europei (POR -FESR 2007/2013) per un importo pari ad euro 65.000.000,00;
in particolare sembra che con lettera
del 25 gennaio 2012 diretta alla Regione Calabria e al competente Ministero
dello Sviluppo economico
il termine assegnato per l’invio di quanto richiesto al fine di permettere alla Commissione di esprimere le relative valutazioni è andato a scadere in data 25 aprile 2012 e non sembra che le osservazioni richieste siano state inviate dai competenti organismi regionali provocando così l’interruzione della procedura in esame secondo quanto previsto dal regolamento CEE numero 1083 del 2006;
il ritardo accumulato rischia di pregiudicare i finanziamenti per la realizzazione di un’opera importante per il territorio reggino con ricadute negative sull’economia locale -:
se effettivamente
in caso contrario, quali problematiche di natura tecnica impediscano i relativi adempimenti per portare a compimento l’elaborato progettuale e rendere così l’opera cantierabile;
quali azioni si intendono intraprendere, ove sussistano i ritardi denunciati, per sbloccare in via d’urgenza l’iter burocratico attualmente interrotto dalla decisione della Commissione europea al fine di completare tutti gli aspetti procedurali che portino alla realizzazione di un’opera nevralgica per il territorio calabrese e più specificatamente per la provincia di Reggio Calabria.”
Prego, onorevole Giordano, ha facoltà di illustrare l’interrogazione.
Grazie,
Presidente, questa interrogazione è del 27
aprile e riguarda il progetto del terzo e ultimo lotto della strada a
scorrimento veloce Gallico-Gambarie.
Una
breve premessa. Voglio ricordare a tutti i colleghi ed a coloro che ci
ascoltano che i lavori presero l’avvio nel lontano 1983, stiamo quindi parlando
di un’opera che attende di essere completata e definita da quasi 30 anni.
Rispetto
alle ultime vicende, si è verificato che l’Unione europea ha chiesto chiarimenti in ordine al procedimento perché
Orbene, i Grandi progetti per essere tali
devono ubbidire ad una prassi tecnico-amministrativa di caratura europea ed in
virtù di questo l’Unione europea ha sindacato rispetto al procedimento avanzato
dalla Regione.
Devo premettere che soggetto attuatore di
quest’opera è
Da quel momento,
questo progetto ha conosciuto una fase di stallo che oggi, se le procedure
vengono messe in atto in maniera corretta, potrebbe trovare una felice
conclusione nonostante il tempo trascorso.
Questa è un’opera
fondamentale e vitale non solo per le popolazioni e per l’area della vallata
del Gallico, ma soprattutto per la stazione turistica montana più importante di
Reggio Calabria: Gambarie. Nello scacchiere del disegno della città
metropolitana- che vede ormai i contorni
prossimi nell’arco di quest’anno - quest’opera è di fondamentale e di vitale
importanza.
Con questa
interrogazione, sulla scorta delle osservazioni e delle censure che sono state
poste dalla Unione europea, sapendo che
Dovrebbe
rispondere l’assessore Gentile che non è presente in Aula. Risponde, pertanto,
l’assessore Mancini.
Onorevole
Giordano, tanto sta a cuore all’amministrazione guidata dal governatore Scopelliti
e tanto per noi tutti rappresenta una priorità che in sede di rimodulazione del
Programma operativo regionale, il Por Fesr 2007-2013, dovendosi decidere di
intervenire sulla realizzazione di importanti infrastrutture, la
Gallico-Gambarie è stata inserita tra le infrastrutture da inserire nell’elenco
dei grandi progetti da inviare alla Commissione europea.
Da quel momento l’amministrazione, più propriamente il dipartimento lavori pubblici
e il dipartimento programmazione, hanno lavorato di concerto, presentando gli
adempimenti richiesti dalla Commissione e rispondendo alle puntuali e precise
richieste di chiarimenti provenienti dalla Commissione.
Se
Diceva bene:
Siamo certi che
da parte della Provincia di Reggio Calabria arriveranno tutti i chiarimenti nei
tempi previsti e di conseguenza riteniamo che non ci sia nessun problema e
nessuna difficoltà a portare a realizzazione una infrastruttura che noi,
ripeto, riteniamo fondamentale e centrale.
E tanto la
riteniamo fondamentale e centrale per lo sviluppo, non tanto e non solo di
questa vostra provincia di Reggio Calabria ma della intera regione, che appunto
abbiamo reperito tutte le risorse per realizzarla dall’inizio alla fine.
Grazie.
Ha chiesto di
parlare l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.
Non posso
dichiararmi soddisfatto, non per l’impegno dell’assessore Mancini sul quale non
ho dubbi, avendolo visto in prima persona nelle battute iniziali di questa
seconda vicenda dei chiarimenti chiesti dalla Commissione europea. L’ho visto
impegnato anche presso l’assessorato di sua competenza con i sindaci della
vallata. C’è però un dato:
Mi sarei
aspettato oggi di ricevere qualche certezza riguardo un procedimento che deve
essere seguito con grandissima attenzione.
Chiedo, però,
all’assessore Mancini – l’assessore Gentile non è in Aula – la possibilità,
prima della pausa del 3 agosto, di poter trattare l’argomento in quarta
Commissione per poter verificare e per poterci confrontare sulla documentazione
che Regione e Provincia hanno inviato alla Commissione europea e per poter
avere la serenità di verificare che questo procedimento stia proseguendo in
maniera spedita e che non ci siano ulteriori interruzioni e censure in modo da
poter approdare alla soluzione definitiva.
Si passa all’interrogazione a risposta
immediata numero 242 del 30 aprile
si rileva la straordinaria presenza di tantissimi bambini Rom su
tutto il territorio regionale - con forte concentrazione in alcune aree della
Calabria - ed in particolare poi tra le altre in quella ad oggetto della
presente interrogazione;
l’attuale concentrazione di nuclei familiari comunitari di etnia Rom a ridosso del fiume Crati genera, per l’assenza strutturata di taluni servizi minimi, motivo di allarme circa la loro stessa incolumità anche per le continue avverse condizioni climatiche che più volte negli ultimi giorni hanno determinato allarme in tal senso per il forte rischio di esondazione dello stesso fiume Crati;
si somma alla precaria condizione ambientale del campo prima
citata la pressoché totalità di assenza di ogni seppur minimo servizio a
supporto delle condizioni igieniche generali a favore della comunità Rom e in
particolare poi, delle condizioni di salute dei bambini e delle bambine;
diverse sono le politiche e le strategie di inclusione dei
cittadini comunitari di etnia Rom e di non discriminazione sollecitate dalla
stessa UE;
in tal senso numerose sono anche le fonti di finanziamento
finalizzate ad arginare e rimuovere fenomeni discriminatori e vessatori come
quelli tra gli altri con riferimento alle attuali condizioni in cui vivono
diversi nuclei familiari nel campo Rom di Cosenza -:
quali azioni urgenti si intendono favorire per mettere in
sicurezza l’area prospiciente il fiume Crati al fine di evitare eventuali
esondazioni che travolgerebbero di fatto quasi l’intero campo Rom;
come e in quanto tempo
quali progetti, strategie ed azioni sono alla data della presente
interrogazione messe in atto o in corso di definizione con riferimento alle
politiche e strategie di inclusione dei cittadini comunitari di etnia Rom e in
che modo sono, o saranno coinvolte, le diverse associazioni strutturate e non
che in maniera volontaria quasi sempre sussidiano l’assenza delle istituzioni e
dei servizi che le stesse dovrebbero garantire;
quali azioni si intendono favorire poi, circa il miglioramento
delle condizioni di vita complessiva dei tantissimi bambini che vivono nel
campo in questione”.
L’onorevole
Aiello non è presente, pertanto l’interrogazione decade.
Siamo, adesso, all’interrogazione a
risposta immediata numero 243 del 30 aprile
Il Ministero dell’Interno - Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione ha bandito azioni di sistema volte a promuovere l’erogazione di servizi di formazione linguistica, educazione civica ed orientamento sviluppando e/o consolidando i processi organizzativi e le relative reti locali di governance;
l’azione intende promuovere la realizzazione di piani regionali d’integrazione linguistica e sociale degli stranieri e che tali piani sono finalizzati ad assicurare un sistema integrato per la formazione linguistica e l’orientamento civico degli stranieri;
i piani regionali d’integrazione linguistica e sociale sono articolati nelle seguenti tre aree:
area formazione: finalizzata ad erogare corsi di integrazione linguistica e sociale per i cittadini di paesi terzi regolarmente soggiornanti sul territorio regionale;
area supporto: finalizzata a potenziare le strutture formative locali, sviluppare la formazione dei formatori, attivare servizi di assistenza tecnica, promuovere forme innovative di didattica e realizzare nuovi materiali didattici e formativi;
area servizi: finalizzata a favorire l’accoglienza di cittadini stranieri, favorire l’integrazione dei servizi educativi, attivare servizi finalizzati a favorire l’accesso dei cittadini stranieri ai percorsi formativi, ecc.;
i progetti possono essere presentati esclusivamente da Regioni, Regioni a statuto speciale o Provincie autonome e che in qualità di partner possono partecipare gli enti locali, le fondazioni, le Ong, le associazioni o le Onlus, le cooperative, gli organismi di diritto privato senza fini di lucro, associazioni sindacali, datoriali, organismi di loro emanazione/derivazione, sindacati, le Università e per essa i singoli dipartimenti universitari, gli Istituti di ricerca, gli uffici scolastici e gli enti e le società regionali;
la scadenza prevista per formalizzare e presentare la candidatura per tale azione è prevista per il giorno 30 aprile 2012 alle ore 18,00;
viva è la protesta e la preoccupazione di diverse Amministrazioni comunali che per prime hanno garantito la loro disponibilità nell’accogliere da diversi Paesi terzi uomini, donne e bambini stranieri in fuga da evidenti situazioni di conflitto; le previste rimesse economiche in favore di tali Comuni allo stato attuale per come denunciato dai Sindaci di Riace e Acquaformosa difettano ad arrivare causando danni e disservizi in danno delle locali amministrazioni e degli stessi stranieri dei paesi terzi accolti:
quali azioni o progetti sono stati finora realizzati o sono in corso di definizione al fine di poter candidare la nostra regione nel rispetto dei tempi prima indicati a poter partecipare all’assegnazione di eventuali risorse riconosciuteci in conseguenza della nostra capacità progettuale che sommano complessivamente come fondo disponibile su base nazionale a € 12.000.000,00;
quali organizzazioni del terzo settore, enti pubblici o altri soggetti territoriali sono stati eventualmente coinvolti e quale il criterio adottato circa la selezione degli stessi;
se non sia il caso attesa la situazione di emergenza prima
denunciata di operare in maniera prioritaria o esclusiva all’interno dell’area
tre prevista dal bando del Ministero dell’Interno con riferimento alle
politiche dell’accoglienza dei cittadini provenienti da Paesi terzi in maniera
tale da poter ricercare idonee risorse economiche che possano in linea con le
azioni del bando contribuire a sostenere anche gli sforzi delle locali
amministrazioni comunali impegnate nelle politiche attive della pace e
dell’accoglienza”.
Anche questa interrogazione decade.
E’ stata presentata interrogazione a risposta immediata
numero 244 del 30 aprile
quali sono le ragioni che, anche per l’anno 2011, hanno determinato il perdurare del debito sanitario, nonostante che l’atto di commissariamento abbia automaticamente comportato per i cittadini calabresi l’aumento di Irap e Irpef per un gettito annuale pari a circa 140 milioni di euro;
come mai in Calabria si continui a produrre debito sanitario, nonostante si sia registrato il pensionamento di circa mille addetti del sistema sanitario regionale (medici, paramedici, infermieri e tecnici);
se risulta a vero che il disavanzo sanitario per l’anno 2011 abbia prodotto l’applicazione degli automatismi fiscali, determinando un ulteriore incremento delle aliquote fiscali di Irap e Addizionale Regionale Irpef per l’anno d’imposta in corso rispettivamente nella misura di 0,15 e 0,30 punti e l’applicazione del blocco automatico delle assunzioni fino al 31 dicembre 2013;
per quale ragione gli ospedali "Spoke" della Calabria risultino essere sottodimensionati per quanto riguarda i posti-letto rispetto a quanto previsto dal Decreto numero 106 del 20 ottobre 2011, considerato che al 31 marzo 2012 sono stati dismessi ben 17 ospedali di cui sei già depotenziati e undici da riconvertire entro il 31 marzo 2012 senza che, preventivamente, siano stati potenziati i servizi sanitari territoriali e realizzati i tredici Centri di assistenza primaria territoriale (CAPT) o Case della Salute che, attualmente, rimangono solo disegnati sulla carta;
per quale motivo, dopo due anni di
Commissariamento del sistema sanitario calabrese, si registra una grave e
persistente incapacità a fare uscire
quali sono le iniziative che si intendono adottare di fronte alla
gravità dell’attuale stato della sanità in Calabria e se, rispetto a quanto da
Lei verbalizzato nel corso della riunione del 04 aprile 2012 del Tavolo
Massicci in cui Lei stesso ha comunicato che nei prossimi giorni si rapporterà
direttamente al Presidente del Consiglio dei Ministri per rassegnare,
eventualmente, nelle sue mani le dimissioni dall’incarico di commissario, non
ritenga utile, alla luce di tutto questo, far conoscere ai calabresi le sue
determinazioni al fine di evitare un ulteriore deterioramento e aggravamento
delle condizioni del sistema sanitario regionale”.
Chi la illustra? Interrogazione decaduta per mancanza dei firmatari della stessa.
Siamo all’interrogazione a risposta immediata numero 246 del 18
maggio
con
legge 17 giugno 1996 numero 14 (BUR numero 62 del 20 giugno 1996),
attualmente
la società è sottoposta a curatela fallimentare e 25 suoi ex dipendenti sono
soggetti a regime di mobilità, con trattamento di sostegno al reddito previsto
dagli ammortizzatori sociali;
tali
lavoratori hanno più volte sottoposto all’attenzione della Giunta regionale la
questione di una soluzione definitiva al problema che li riguarda, richiamando
i casi similari in cui
constatato
che le promesse di interessamento alla problematica, manifestate dalla
Vicepresidente di Giunta nella riunione con una delegazione di ex lavoratori di
Tesi, tenutasi in data 23 gennaio 2012, non hanno sortito effetto alcuno:
quali
iniziative si intendono assumere a favore dei 25 ex lavoratori della società
TESI SpA;
se
non si valuti discriminatorio ai danni degli ex lavoratori della società TESI
SpA il fatto che altri posti di lavoro relativi a società partecipate della
Regione siano stati salvati attraverso specifiche iniziative e scelte politiche
della Giunta regionale;
perché la legge regionale numero 28 del 2008, integrata dalla
legge regionale numero 8 del 2010, è stata applicata solo ad una parte esigua
degli ex lavoratori di Tesi, mentre giace presso il Dipartimento regionale
lavoro una istanza inevasa, depositata da 25 ex lavoratori di Tesi in data
E’ assente il presentatore; l’interrogazione, pertanto, è
decaduta.
Do
lettura dell’interrogazione a risposta immediata numero 247 del 18 maggio
lunedì
14 u.s., nell’ambito di una conferenza stampa allestita dalla Giunta regionale
presso la sede della Presidenza della Regione a Palazzo Alemanni di Catanzaro,
si è parlato della situazione riguardante la società a capitale misto
pubblico-privato per la gestione dell’approvvigionamento e la fornitura
all’ingrosso dell’acqua ad uso potabile sul territorio della Regione Calabria Sorical
S.p.A.;
nell’occasione
è stato dichiarato che, a seguito del disimpegno della multinazionale francese
Veolià dalla società di che trattasi,
tale
decisione contrasta esplicitamente con l’esito del referendum sull’acqua
pubblica svoltosi nel giugno dell’anno scorso, allorquando più di 800 mila
cittadini calabresi hanno espresso, democraticamente, la loro contrarietà a
qualsiasi forma di gestione privatistica del ciclo integrato delle acque;
fino
ad oggi, ancorché
ciò,
peraltro, è alla radice di numerosi contenziosi tra la medesima società ed una
serie di comuni, che hanno contestato l’imposizione (unilaterale) di tariffe
illegittime per la fornitura dell’acqua potabile ed il mancato avvio degli
investimenti pur previsti nella convenzione tra Sorical S.p.A. e
l’Acqua,
come ha stabilito il referendum celebratosi meno di un anno fa, costituisce un
bene comune, vale a dire un bene che appartiene a tutti e che deve essere di
conseguenza gestito pubblicamente, senza che su di esso sia realizzato alcun
profitto -:
se
non sia il caso di sospendere ogni decisione in riferimento alla
riorganizzazione del ciclo integrato delle acque in Calabria ed alla sua
gestione, coinvolgendo parimenti il Consiglio regionale in una discussione di
merito sulla prospettiva futura della società Sorical S.p.A;
quali
iniziative si intendono assumere per garantire che la gestione delle acque in
Calabria non finisca in mani private, con conseguente stravolgimento della
volontà popolare, per come si è espressa in occasione del referendum svoltosi
nello scorso mese di giugno.”
L’onorevole
Giordano illustra l’interrogazione, però dovrebbe rispondere l’onorevole
Gentile, il quale è assente. Nessuno dei componenti della Giunta regionale si
assume la responsabilità del compito di rispondere; l’interrogazione, pertanto,
onorevole Giordano, è rinviata.
Si passa alla interrogazione a
risposta immediata numero
248/9^ del 22 maggio
i
Gruppi Appartamento sono strutture convenzionate con
gli
stessi si occupano della rieducazione e del reinserimento di minori sottoposti
a tutela giudiziaria sia dell’area amministrativa che di quella penale, ricoverati
a seguito di provvedimento del Tribunale dei Minorenni sia di Catanzaro che di
Reggio Calabria;
sono le
uniche strutture della Regione Calabria ad essere regolamentate da una legge,
la 21/96, che nel garantire la massima trasparenza nei costi, prevede il
pagamento di due rate anticipate ad inizio semestre e successivamente
rendicontatone conclusiva;
ad oggi
non solo non è stato versata alcuna anticipazione ma addirittura si devono
ancora riscuotere somme maturate nel 2010;
il
responsabile del procedimento, sig. Nicola Capicotto, con atteggiamento
palesemente ostruzionistico, ritarda , per colpa di una incapacità palese, in
maniera sistematica tutte le procedure creando notevoli disagi sia alle
strutture che agli operatori stessi;
grazie
ai ritardi accumulati sia nella riallocazione dei fondi perenti, (la
comunicazione del dirigente Dott. Filippo De Cello è datata 21 febbraio 2012 e
la richiesta di riallocazione è del 4 aprile 2012) sia per la stipula della
nuova convenzione scaduta il 31/12/2011 è firmata il 14.05.2012 con
responsabilità enormi da parte del responsabile del procedimento che con
protervia, in una escalation di bugie ed atteggiamenti pretestuosi, ritardava
di oltre due mesi la definizione della convenzione stessa;
lo
stesso responsabile, sig. Capicotto, disattendeva finanche quanto concordato in
mia presenza con il Direttore generale dott. Bruno Calvetta -:
quali azioni questo Dipartimento intende intraprendere nei confronti del sig. Nicola Capicotto, in quanto è evidente oramai a tutti che lo stesso non ha né competenze tecniche, né capacità di analisi, ne rapidità di esecuzione ne tanto meno, ed è la cosa assolutamente essenziale, buon senso, considerato che la sua gestione si ripercuote in maniera assolutamente negativa su un servizio che dura da oltre trenta anni e che è stato di aiuto per tanti e tanti ragazzi”.
E’ assente l’onorevole
Aiello, l’interrogazione è decaduta.
Si passa all’interrogazione a risposta
immediata numero 249/9^ del 25 maggio
il 21 novembre 2011, sulla linea ferroviaria Lamezia Terme - Catanzaro Lido, un treno viaggiatori regionale con 21 persone a bordo, intorno alle ore 18:40, ha sviato in prossimità del ponte sul torrente Cancello e si è adagiato sul fianco destro, mentre la pila lato Lamezia Terme e le tre arcate del ponte appena attraversato crollavano rovinosamente;
già nel
quanto accaduto dimostra il cattivo livello di manutenzione della linea in questione, in passato si sono anche verificati significativi episodi di malfunzionamento degli apparati di segnalamento, che lo scorso 21 novembre stava per determinare una vera e propria tragedia;
ancora oggi questa linea ferroviaria
risulta interrotta ed il traffico ferroviario viene garantito da autobus
sostitutivi, con enormi disagi per i viaggiatori, che impiegano circa 1 h e 20
minuti per raggiungere Catanzaro Lido da Lamezia Terme, e atteso che le due
città distano circa
in data 10 dicembre 2011 la dott.ssa Stasi, Vicepresidente della Regione Calabria, ha firmato un verbale di accordo con il ministro Barca per finanziare con 1 milione di euro uno studio di fattibilità per l’elettrificazione della linea Lamezia Terme-Catanzaro Lido;
la linea ferroviaria Catanzaro
Lido-Lamezia Terme Centrale, oggi a semplice binario non elettrificato, è stata
realizzata nel corso dell’ultimo ventennio del 1800 ed inaugurata
definitivamente nel
vi è, inoltre, una drammatica necessità di dare rilancio e sviluppo al settore del trasporto ferroviario locale, che parta da una ricognizione delle esigenze della popolazione e tenga conto che le due città di Lamezia Terme e Catanzaro Lido ambiscono sempre più a costituire un’area metropolitana, per flussi di traffico, scambi economici e culturali;
il capoluogo di regione, Catanzaro,
risulta oggi drammaticamente isolato dai punto di vista ferroviario;
l’istmo di Catanzaro rappresenta
un’area strategica per l’intera penisola italiana, punto di passaggio
fondamentale per tutta
occorre integrare le regioni del Meridione con il resto della penisola, favorendo lo scambio di merci e persone, d’idee ed esperienze, così contribuendo al rafforzamento del concetto stesso di Nazione ed alla scomparsa di fenomeni malavitosi, frutto di questo stesso isolamento, che determina stagnazione culturale ed economica -:
quali urgenti iniziative, per le parti di loro competenza, intendano adottare e quali saranno i tempi di ripristino del ponte crollato, risposta che la popolazione tutta del comprensorio Lamezia Terme-Catanzaro è ancora in attesa di conoscere;
se non intendano attivarsi, per quanto di competenza, per sviluppare e realizzare un piano strategico d’azione congiunto con Ferrovie dello Stato e il Ministero delle Infrastrutture per il potenziamento della linea in esame, a partire dalla progettazione della rettifica del tracciato esistente – eventualmente finanziandolo come snodo complementare al corridoio n. l per l’Alta Velocità ferroviaria, come più volte sollecitato alle istituzioni dal locale sindacato dei trasporti Fast Confsal – opera sicuramente più utile alla popolazione locale rispetto alla sola elettrificazione”.
Si prepari l’assessore
Fedele per la risposta.
Prego, onorevole
Giordano, ha facoltà di intervenire.
Il 21 novembre del 2011, sulla linea ferroviaria
Lamezia-Catanzaro un treno viaggiatori con 21 persone, intorno alle 18,40, ha
subìto quasi un deragliamento sul ponte del torrente Cancello e solo per un
caso fortuito non si è verificata, in quella occasione, una strage.
In conseguenza
di questi eventi, l’amministrazione provinciale, il 20 gennaio 2011, aveva già – quindi con
largo anticipo – segnalato la situazione che si poteva verificare, il livello
di pericolo che c’era su questa linea ferroviaria, sollecitando tutti gli
opportuni interventi e un monitoraggio continuo su quella linea ferroviaria, in
particolare su quel tratto in cui si è verificato questo deragliamento.
C’è da dire che questa è una zona ad elevato
rischio idrogeologico, per cui è conosciuto il livello di pericolo che c’è in
questo tratto e quindi nell’intero bacino.
Con questa interrogazione, stante il tempo
trascorso, vogliamo sapere quali iniziative sono state, per le parti di
competenza della Regione, adottate e
quali si intendono adottare per ripristinare e dare risposte a questo tratto su
questa linea, soprattutto perché è un comprensorio con un notevole bacino di
utenza; non è possibile che ci sia
un’ulteriore inerzia da parte di tutti i soggetti competenti, pertanto vogliamo
sapere quali sono le iniziative, i tempi e con quali modalità verranno attuate.
La parola
all’assessore Fedele.
In merito a quanto chiedeva adesso il collega Giordano che ha presentato questa interrogazione, insieme ai colleghi De Masi e
Talarico del suo gruppo, riguardo alla linea ferroviaria Lamezia Terme-Catanzaro
Lido, vediamo di fornire alcuni elementi che possano rispondere alla sua
interrogazione.
Intanto, preliminarmente si precisa che la
competenza della linea ferroviaria Catanzaro Lido-Lamezia Terme centrale è
statale, pertanto la gestione e manutenzione è affidata alla rete ferroviaria
italiana.
Il ponte crollato – come lei ben ricordava
prima – collocato lungo la linea in questione, era posto sotto sequestro, fino
a qualche giorno fa, dall’Autorità giudiziaria. Quindi, in questo periodo di
sequestro non era possibile nessuna azione
concreta di ripristino, né evidentemente alcuna azione regionale di sollecito
in tal senso, per cui non potevamo in nessun modo portare avanti iniziative,
finché questa opera non veniva dissequestrata.
Fortunatamente,
da qualche giorno, l’opera è stata dissequestrata e abbiamo dato subito impulso
con un intervento, affinché si ripristinino al più presto i lavori e quindi
credo che, da quanto ci hanno assicurato, a distanza di 15-20 giorni, ma penso
nell’arco di un mese, inizieranno i lavori e quindi l’opera sarà completata e
potrà essere fruita di nuovo per servire quel territorio che – come lei
ricordava – è molto importante e quindi ha bisogno di quest’opera.
La parola
all’onorevole Giordano.
Ringrazio l’assessore per la risposta, mi
dichiaro soddisfatto se i tempi sono questi, però voglio anche pregare
l’assessore di voler seguire con attenzione
lo sviluppo di questo procedimento.
Un’ultima
cosa, come proposta: essendo, comunque, un tratto che diventa lo snodo
complementare per il Corridoio 1, forse è il caso, ovviamente di concerto col Ministero
delle infrastrutture, di ipotizzare, per il futuro, un’alternativa che possa
meglio garantire e meglio servire il bacino di utenza, quindi rafforzare questa
tratta, che diventa fondamentale.
Quindi, se
il Presidente ci consente e l’assessore vuole anche dare un cenno, sarebbe…
Grazie.
La prossima interrogazione a risposta
immediata è la numero 250/9^ del 30 maggio
Si passa adesso all’interrogazione
a risposta immediata numero 251/9^ del 1 giugno
la medesima struttura risulta
essere autorizzata al funzionamento di ulteriori 60 posti letto di
riabilitazione estensiva;
nell’ambito di una
riorganizzazione del servizio sanitario regionale, tra l’altro imposto dal
piano di rientro, l’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza in data 6.10.2011
aveva predisposto un piano di riorganizzazione che prevedeva per la predetta
struttura la seguente dotazione: Riabilitazione intensiva n. 80 posti letto;
Riabilitazione estensiva n. 40 posti letto; Lungodegenza medica n. 20 posti
letto;
successivamente, la rimodulazione
dei posti letto è stata avocata dal Dipartimento tutela della salute da un
sub-commissario;
in data 29 maggio 2012 tutte le
strutture private accreditate sono state convocate presso il Dipartimento Tutela
della salute ed, in particolare, alla casa di Cura Madonna della Catena sono
stati comunicati i posti letto che si intendono assegnare sulla base di una
rimodulazione di tutto il sistema, assegnando alla Clinica i seguenti posti
letto: Riabilitazione intensiva n. 40 posti letto; Riabilitazione estensiva n.
16 posti letto; Lungodegenza medica n. 13 posti letto;
la predetta Casa di cura si trova
da circa un anno in una grave crisi societaria che ha visto subentrare nella
proprietà
in siffatta situazione i
dipendenti, pur garantendo i livelli assistenziali previsti dalla normativa
vigente nei confronti dei ricoverati, hanno proclamato lo stato di agitazione
interessando
ad altre strutture, in virtù di
reale necessità e per programmazione sanitaria, pur non avendo la specificità
riabilitativa sono stati assegnati posti letto di riabilitazione intensiva -:
se è al corrente della vicenda della
Madonna della Catena e come intendere procedere per evitare che il territorio
della Provincia di Cosenza non perda una struttura di primaria importanza che
offre buona sanità ai cittadini di tutta
La illustra l’onorevole
Mirabelli.
E’ un’interrogazione che riguarda,
esclusivamente, una casa di cura abilitata e accreditata per la riabilitazione,
la “Madonna della catena”, ha rappresentato e spero possa ancora rappresentare
un’eccellenza in questa nostra Calabria, sia perché ha una dotazione in termini di accreditamento abbastanza elevata, sia
perché è una delle poche strutture che riusciva a dare risposte seriamente alla
riabilitazione di qualsiasi tipo non solo per la provincia di Cosenza, ma per
l’intera regione e, addirittura, annoverava anche la possibilità di avere – e
ha avuto per molto tempo, visti i ricoveri, oltre mille all’anno – anche
pazienti che venivano da fuori regione, diminuendo, quindi, di fatto, agendo in
maniera seria sulla emigrazione sanitaria.
E’ una
struttura che è sempre stata considerata, dalla politica, ma anche, in
generale, dagli operatori sanitari, di
eccellenza, con un budget di
quasi 10 milioni di euro, con 170-180 lavoratori e con un accreditamento
abbastanza cospicuo proprio perché, essendo, nella sanità, quello della
riabilitazione uno dei nervi scoperti, anche in termini di posti letto, sin
dall’inizio era stata fornita, vista l’efficienza e la professionalità del
personale, di una dotazione in posti letto abbastanza forte. E’ stata
accreditata all’inizio per una riabilitazione estensiva; per 106 posti letto
per quella intensiva, estensiva per 16 posti letto, per lungo-degenza per altri
16 posti letto, per day hospital e riabilitazione intensiva per
ulteriori 15 posti letto.
Questo accreditamento e questa dotazione, di fatto, negli anni
sono rimasti con piccole rimodulazioni,
tant’è che la stessa azienda sanitaria provinciale di Cosenza aveva predisposto
un piano di rimodulazione ed organizzazione nell’ambito del contenimento della
spesa che, di fatto, non modificava il numero globale, anzi forse l’aumentava,
perché si passava dagli 80 posti letto della riabilitazione intensiva a 40
posti letto dell’estensiva, a 30 posti letto, in generale quasi 150-160 posti
letto, cambiava poco.
In realtà, cosa è successo? Che in una delle ultime riunioni – e mi
riferisco a quella del 29 maggio del 2012 –, quando sono state convocate tutte
le cliniche presso il dipartimento tutela della salute, è stato comunicato
ufficialmente alla clinica che quella dotazione non esisteva più, che ci
sarebbe stato un taglio sulla riabilitazione intensiva portando il numero di
letti da
Di fronte a una notizia come questa, dove si evidenzia un indebolimento
sostanziale e strutturale di questo contesto, vista la reale situazione in cui
verte, purtroppo, la società che ha gestito sempre l’impresa – chiamiamola così
– la “Madonna della catena”, che per una grave crisi societaria, per
un’insolvenza con l’Unicredit, che è stata quella che ha dato maggiore
esposizione bancaria, concedendo mutui che poi erano diventati insolventi ed
entrando, di conseguenza, in una procedura di tipo fallimentare quasi con
un’amministrazione controllata da parte del tribunale di Cosenza, è ovvio che i
dipendenti, che sono 180, hanno capito la pericolosità di questa situazione.Un
taglio del 62 per cento di posti letto, a fronte di una situazione debitoria
abbastanza cospicua, rende questa azienda non allettante ad un eventuale
concordato o ad un eventuale nuovo acquirente o alla riproposizione di una
nuova società, per cui mette a serio rischio non solo i posti di lavoro, ma la
stessa esistenza di un’azienda.
E’ ovvio che non si capisce, nell’inquadramento generale, anche il
fatto che si pongono dei posti letto, attenzione, per la riabilitazione ad una
struttura già vocata, che avrebbe bisogno di essere rafforzata per poterla
riportare al meglio, da un punto di vista societario, sul mercato, ma si vanno
a dare posti letto a cliniche che non avevano una storia di riabilitazione,
cioè che non hanno, professionalmente, una capacità di poter dare queste
risposte, ma che dovrebbero attrezzarsi, e mi riferisco alle varie cliniche che
fino all’altro ieri avevano posti letto solo per acuti.
Non si capisce bene, allora, qual è la ratio, si toglie ad una
per riconvertire posti letto, ad esempio la cardiologia della medicina nelle
strutture private per eccellenza per acuti anche di Cosenza, per dargli, poi,
ulteriori 20-30 posti, quindi andare a dividere la differenza che perde la
“Madonna della catena” a cliniche che non hanno una storia di capacità
riabilitativa.
Si è sentito il bisogno, quindi, su sollecitazione non dell’azienda,
che non esiste, ma esclusivamente dei dipendenti, di intervenire sul Presidente
Scopelliti, sul commissario straordinario attraverso questa interrogazione per
capire – sicuramente è a conoscenza della situazione – le intenzioni che ha
come commissario straordinario della sanità, per cercare di porvi rimedio, al
fine di non chiudere questa importantissima struttura che, secondo me, è un
fiore all’occhiello della sanità calabrese e sarebbe un male perderla.
Risponde
Onorevole Mirabelli, in effetti questa casa di cura ha una storia, non solo in
termini di sanità, ma anche in quanto dà posti di lavoro con numeri importanti;
infatti, parliamo di 180 dipendenti.
Nell’ottica
del riordino della rete ospedaliera per acuti e per non acuti, c’è stata una
riduzione complessiva all’interno della sanità calabrese sia nel settore
pubblico sia nel settore privato. Ovviamente in quest’ottica, soprattutto
quando ci sono strutture private in difficoltà, come appunto la casa di cura,
si rischia di non sopportare queste riduzioni drastiche.
Mi risulta,
però, che proprio la settimana prossima ci sarà un incontro del commissario De
Lia con il consulente nominato, questo commissario Crimbari, in cui ci sarà
un’interlocuzione per proporre e verificare determinate situazioni non solo in
termini di nuovo budget, ma
anche in termini di rimodulazione dei posti letto, proprio per dimostrare di
predisporre un’offerta che sia sostenibile per la clinica stessa, per i
dipendenti e soprattutto per la continuità anche in futuro.
Tutto
questo, però, incastrato in quelli che sono i numeri
regionali, gli obiettivi regionali – questo lo sappiamo – ma ci risulta anche
che ci sia già un offerente che, in qualche modo, su un’ipotesi che sta portando avanti il commissario, potrebbe essere
disponibile a subentrare e, quindi, a mettere in equilibrio la struttura.
La settimana prossima ci sarà questo
incontro e vediamo un po’ cosa succede; noi ci auguriamo che sia risolutivo e
che possa, comunque, concludersi con un buon esisto per la casa di cura, per i
dipendenti e sicuramente per la popolazione che, in qualche modo, usufruisce di
questi servizi sanitari.
Prego,
onorevole Mirabelli, due minuti per la
replica.
Prendo
atto della risposta della Vicepresidente che ringrazio e spero veramente che da
questo incontro possa nascere qualcosa di positivo.
Vi
anticipo – considerato che il dottor Cribari lo conosco bene ed ho anche
parlato con lui – che è ovvio che un’azienda di questa portata, con una
posizione debitoria alle spalle, per essere appetibile ad un nuovo acquirente
debba essere messa nelle condizioni di poter svolgere anche un minimo di profitto.
Alla luce di quei numeri senza dubbio non
potrà essere presa - ripeto le parole del dottor Cribari – in considerazione
neanche una forma di concorrenza e si rischia, addirittura, di perdere
l’accreditamento all’autorizzazione.
Perché
questa interrogazione? Nasce dal fatto, soprattutto, che credo che partendo da
una sensibilità forte si possa trovare una sintesi,
una soluzione anche perché – restando ai numeri – nell’ambito della logica del
ridimensionamento dei costi della spesa nella riabilitazione, non degli acuti,
ci sono ancora spazi per la provincia di Cosenza; ed anche perché credo che in
termini di posti letto la provincia di Cosenza nella parte riabilitativa non
sia ancora arrivata al plateau
consentito per legge per poter assicurare i Lea.
Ecco perché non si capiva la motivazione di questo taglio a fronte
di una situazione …
Spero e prendo per buone le vostre parole affinché ci sia una
sensibilità forte da parte del commissario
straordinario, da parte del Presidente della Giunta regionale, affinché si
possa riportare la casa di cura ad un numero di posti letto apprezzabile, al
fine di poterla reinserire sul mercato.
La prossima interrogazione a
risposta immediata è la numero 252/9^ del
7 giugno
in data 30 maggio 2012, il Dipartimento
regionale Organizzazione e Personale ha emanato un avviso per il conferimento
di incarichi di dirigente di Settore e di Servizio presso
tra i posti disponibili risulta esserci
anche quello del Dirigente di Settore del Piano di Rientro del dipartimento
Tutela della salute e politiche sanitarie;
il Piano di Rientro obbliga le Regione
Calabria al vincolo del blocco delle assunzioni e del turn-over nel settore
sanitario;
il conferimento di incarico di dirigente di
Settore per il piano di Rientro segna di fatto un atto che può dirsi in netto
contrasto con i vincoli tuttora in corso del Piano di Rientro;
il conferimento degli incarichi di dirigente
sopra menzionati comporta un sicuro aggravio di spesa che va ad incidere
pesantemente sul bilancio regionale;
la paventata mobilità extra comparto del
personale delle pubbliche amministrazioni prevista nell’avviso risulta essere
in contrasto con l’attuale normativa regionale e nazionale vigente -:
se
Essendo assente l’onorevole Censore,
l’interrogazione è decaduta.
Do lettura dell’interrogazione a risposta
immediata numero 253 del 7.06.2012 a firma del consigliere Aiello F. “In ordine
al mancato avvio dei progetti a favore dell’inclusione sociale dei bambini Rom
e sui criteri di scelta dei Comuni, delle scuole e delle professionalità
coinvolte e individuate a tale scopo”: “Al
Presidente della Giunta regionale e all’assessore alla cultura, università e
ricerca scientifica. Per sapere - premesso che:
con precedente interrogazione a risposta
scritta del primo marzo ultimo scorso lo scrivente chiedeva in ordine
all’interrogazione in oggetto numerosi riscontri e notizie particolari circa il
progetto a favore dei bambini Rom quali beneficiari delle azioni tese alla loro
inclusione sociale e contro la dispersione scolastica;
attraverso alcuni comunicati e dichiarazioni
da parte dell’Assessorato alla Pubblica Istruzione della Regione Calabria si
dava per certo l’avvio degli stessi progetti in coincidenza dell’anno
scolastico 2011/2012;
alla data della presente interrogazione
manca meno di una settimana per il termine delle attività scolastiche e che
nessuno dei progetti a sostegno dell’inclusione dei bambini Rom sull’intero
territorio regionale è invece partito;
dalla lettura degli atti resi disponibili si
evincono palesi difformità circa la presenza della figura dei facilitatori che
seppur individuati nel progetto generale, scompaiono poi nel dettaglio dei
progetti finanziabili per come organizzati dall’Assessorato alla Pubblica
Istruzione;
nulla è emerso dalla risposta pervenuta
dall’Assessorato in questione con nota n. 3349/SP del 17 aprile 2012 circa le
questioni di merito sollevate e riferibili alla scelta delle associazioni,
scuole, professionisti e dei Comuni coinvolti nella progettazione attraverso il
lavoro di un tavolo tecnico non meglio specificato nelle sue articolazioni;
rientra nelle buone prassi il coinvolgimento
diretto delle etnie beneficiare e non già delle sole associazioni seppur
rappresentative delle istanze delle diverse etnie Rom presenti in Calabria;
sempre dalla risposta alla precedente
interrogazione con nota di cui sopra emerge ancora - una non meglio specificata
volontà dell’Assessorato alla Pubblica Istruzione di avviare solo genericamente
nel 2012 il programma di inclusione sociale dei bambini Rom, successivamente
alla necessaria riallocazione di fondi;
dalla pubblicazione del libro Progetto Rom -
allegato a sostegno e risposta alla mia precedente interrogazione non emergono
invece per come dovrebbero alcune aree a forte concentrazione di talune etnie
Rom al momento presenti nel nostro territorio risultando di conseguenza assenti
le relative scuole dell’obbligo scolastico -:
quali sono state le modalità precise ed
esaustive che hanno portato alla scelta di talune collaborazioni necessarie
alla realizzazione del progetto di inclusione sociale e di contrasto alla
dispersione scolastica a favore dei bambini Rom;
quali sono i motivi che hanno determinato il
mancato avvio degli stessi, nonostante siano stati presentati in occasione
della visita del ministro Riccardi (dicembre 2011) come operativi;
quali i motivi del mancato inserimento della
figura del facilitatore nei progetti;
a che punto è la necessaria riallocazione
dei fondi a favore del progetto sui bambini Rom;
perché i risultati a cui giunge il tavolo
tecnico attraverso i suoi esperti per come emerge dal libro - Progetto Rom -
non evidenzia Comuni come Bisignano e Corigliano Calabro che al momento
registrano invece una discreta presenza di bambini Rom;
se sono state direttamente coinvolte le
comunità Rom e nello specifico quali”.
Essendo assente l’onorevole Aiello, l’interrogazione
è decaduta.
Si passa all’interrogazione a
risposta immediata numero 254 del 7.06.2012 a firma del consigliere Giordano
“Sulla realizzazione di una società di gestione dell’interporto di Gioia Tauro”
di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
il porto di Gioia
Tauro, localizzato nel cuore del Mediterraneo, favorisce una potenzialità d’uso
molteplice sia come hub sia come transhipment e lo stesso si sviluppa su un
territorio di ca. 7 milioni di mq (incluso lo specchio d’acqua) suddiviso in:
Zona Portuale di ca. 3,2 milioni di mq, 1° Area industriale ASI di ca. 0,6
milioni di mq , 2° Area industriale ASI di ca. 3 milioni di mq;
dal
tale situazione
comporta sempre più la necessità di sviluppare e rafforzare il retroporto
puntando sulla diversificazione delle attività e sulla polifunzionalità del
porto fra le quali: magazzinaggio, ottimizzazione dei carichi per il trasporto
interno, gestione informatica e pratiche doganali, lavorazioni accessorie
legate al ciclo logistico (confezionamento, etichettatura, prezzatura, codice a
barre), controlli quantitativi e qualitativi, gestione delle giacenze, raccolta
ed eliminazione prodotti scaduti, gestione dei resi, movimentazione e gestione
imballaggi vuoti, gestione e preparazione degli ordini e spedizione;
pianificazione della distribuzione e trasporto del prodotto finito;
attraverso
l’Accordo di Programma Quadro per il polo logistico intermodale di Gioia Tauro
si prevede un investimento di oltre 450 milioni di euro per la realizzazione di
interventi nell’area e ,in sintesi, gli investimenti previsti riguardano la
difesa della stabilità del transhipment, la realizzazione di un gateway
ferroviario per collegare il porto ai principali nodi di scambio del paese, la
realizzazione di un secondo canale portuale e banchina sud al fine di dedicare
ampi spazi alle merci soggette a "trattamento in loco" e sempre nel
rispetto della vocazione di transhipment del porto, la realizzazione di una
piattaforma logistica, volta a favorire un processo di delocalizzazione
produttiva ed il conseguente aumento di lavoro qualificato, l’attuazione di
azioni di marketing territoriale, al fine di incentivare l’attrazione di
investimenti nell’area;
in questo
contesto assume un rilievo particolare l’interporto quale complesso organico di
strutture e servizi integrati e finalizzati allo scambio di merci tra le
diverse modalità di trasporto, comunque comprendente uno scalo ferroviario
idoneo a formare e ricevere treni completi ed in collegamento con porti,
aeroporti e viabilità di grande comunicazione". In pratica esso si
"configura come un’infrastruttura plurifunzionale integrata di trasporti
intermodali e servizi logistici avanzati;
gli interporti,
proprio per le funzioni da essi svolti, rappresentano un elemento fondamentale
nel sistema logistico ed intermodale e la loro installazione costituisce uno
dei principali fattori di sviluppo. Attraverso la loro concentrazione
nell’area, infatti, si otterrebbe la possibilità di sfruttare rilevanti
sinergie interaziendali. Il risultato di questa collaborazione ed integrazione
consisterebbe non solo nell’attrazione di grandi flussi di merci ma anche nella
lievitazione del valore aggiunto creato dall’intero sistema interportuale;
alla luce delle
considerazioni suesposte e in ragione delle giustificate preoccupazioni che
interessano da mesi gli operatori del settore, le forze sindacali e i vari Enti
istituzionali -:
quali siano,
all’interno della programmazione regionale e comunitaria gli interventi
previsti per lo sviluppo e il rafforzamento dell’interporto di Gioia Tauro;
se nelle
determinazioni del governo regionale vi sia la finalità di costituire una
società di gestione dell’interporto gioiese al fine di mettere a sistema,
rendendola multifunzionale, la struttura portuale in caso affermativo quali
iniziative si intendono intraprendere per velocizzare la costituzione della
suddetta società di gestione e che caratteristiche andrà ad assumere la stessa
rispetto alla governance”.
Prego, onorevole
Giordano, ha facoltà di parlare.
Grazie,
Presidente, quest’Aula, nel corso di questi quasi 30 mesi di mandato, ha
affrontato diverse volte la questione del porto di Gioia Tauro anche con
documenti, quali approvati alla unanimità e quali hanno segnato, comunque, una
accorata volontà di decidere e di affrontare compiutamente quello che doveva essere e può essere ancora
il volano di sviluppo non solo per
Ebbene, in
sintesi cosa chiediamo con questa interrogazione? Chiediamo di sapere quali
sono i passi che si vogliono muovere e che si stanno muovendo per la creazione
dell’interporto. In conseguenza di ciò, quindi, con quale strumento si vuol
creare il sistema interporto, la governance dell’interporto e se il
Governo regionale ritiene di dover varare una società di gestione.
L’Accordo di
programma quadro per il polo logistico intermodale prevede un investimento di
450 milioni di euro laddove la direttrice è sempre quella del rafforzamento del
transhipment, ma vi è la strategia avvertita e più volte sottolineata da
parte delle istituzioni e da parte di coloro i quali hanno disegnato
strategicamente le linee in cui debbono muoversi i porti in Italia e in cui
hanno avuto successo e si sono rafforzati i porti nello scacchiere del
Mediterraneo, che è quella, proprio, della creazione di una piattaforma
plurifunzionale integrata per favorire i trasporti intermodali e la logistica
avanzata.
In questo
contesto voglio ricordare che Genova e Trieste, nonostante l’infelice posizione
geografica, sono riusciti a realizzare, anche con l’ausilio di importanti
colossi bancari – e mi riferisco ad
Unicredit che ha finanziato le attività – l’interporto di Genova verso Alessandria e
Trieste che traguarda Monfalcone con un importante investimento sempre da parte
dell’Unicredit.
Allora, noi
vogliamo sapere quali sono le iniziative per far decollare, per mettere a
sistema il porto di Gioia Tauro e per renderlo competitivo in maniera compiuta
e non più semplicemente con dichiarazioni di principio. Ciò non può che passare
dal mettere a sistema un interporto che già, di fatto, esiste ed ha le
condizioni per poter partire.
Questo è il senso
della interrogazione che vuol essere uno stimolo per non far cadere ancora una
volta nell’oblio la questione e per poi parlare di porto di Gioia Tauro solo
quando ci sono i venti di crisi, la crisi occupazionale o quando chi lavora in
regime di monopolio viene a batter cassa per aver benefici fiscali e non si
cura invece di come deve essere disegnata una strategia di sviluppo di lunga
gittata.
Prego,
Vicepresidente Stasi, può rispondere.
Grazie,
onorevole, per aver posto questo quesito. Sono d’accordo con lei: non bisogna
mai dimenticarsi di Gioia Tauro e soprattutto non lo fa questa Giunta regionale
che porta avanti – non dico
quotidianamente ma quasi – una serie di iniziative che riguardano il porto ed
il transhipment e, in qualche modo, l’intera area di Gioia Tauro.
In riferimento
alla sua prima domanda: cosa si sta facendo per la società dell’interporto,
cioè se è prevista la realizzazione della società, dico che, intanto, poteva
essere prevista un po’ di tempo fa, prima dell’Apq siglato.
Oggi quel che è
previsto è sicuramente un importante bando che uscirà a giorni sul gateway
ferroviario che supera, in qualche modo, il concetto di creare una società di
interporto perché, ovviamente, con i 20 milioni di fondi pubblici che saranno
messi a bando, il soggetto che si proporrà avrà la possibilità di realizzare un
complesso importante che contiene tutto quello che comprende un interporto e,
probabilmente, anche qualche cosa in più.
All’interno del
bando sono previsti anche piazzali, parliamo di circa 140 mila metri quadri di
piazzali e 10 mila metri quali uffici direzionali, oltre alla realizzazione,
ovviamente, di veri e propri binari. Una stazione ferroviaria con circa
Noi lo chiamiamo gateway
perché, in effetti, questa è la denominazione data principalmente all’interno
dell’Apq. Probabilmente si parlerà di società interporto ma non lo si potrà
fare se non dopo aver individuato il nuovo interlocutore.
A questo
aggiungo: che cosa sta facendo
Solo nel mese di
giugno – lo voglio ricordare - Gioia Tauro ha avuto 260 mila teu che è una
cifra importante che in qualche modo ci riporta al 2009 o al 2008 quando Gioia
Tauro aveva complessivamente, a livello di annualità, dei numeri che lo
facevano ricordare nelle classiche mondiali dei porti di transhipment.
Se mantiene
questo trend probabilmente supererà nell’anno addirittura i 2 milioni
800 mila teu. Diciamo che il trend è in crescita e continuiamo a
lavorare, soprattutto auspichiamo che Msc ci dia delle risposte importanti così
come sta facendo e, ovviamente, che anche Msct riveda la posizione nei confronti
dei propri dipendenti, affinché, in qualche modo, questo numero di
cassaintegrati che ha individuato possa scender; sicuramente, il problema sarà
oggetto di nuovi tavoli che già nella settimana prossima faremo e ai quali
parteciperemo anche come Giunta regionale.
Poi, lo abbiamo
già detto qualche mese fa, sta per partire il ferro-bonus con fondi di bilancio
del Consiglio regionale. Oggi siamo quasi pronti e il bando partirà da qui a
non molto ricalcando la normativa nazionale con fondi regionali. Questo per far
partire immediatamente il trasporto ferroviario anche prima di realizzare il gateway
e soprattutto per rendere più attrattivo lo stesso bando del gateway.
A queste sono
associate altre misure. A Gioia Tauro abbiamo destinato come Consiglio regionale,
come fondo di bilancio, 8 milioni di euro. Con il ferro-bonus, riusciremo a
destinare non più di 2 milioni di euro per il 2012 ma se servirà continueremo a
rifinanziare la proposta soprattutto se avremo delle risposte e delle richieste
importanti.
Tutto questo,
ovviamente, associato ad un bando sul gateway ferroviario dove ci
aspettiamo degli interlocutori importanti ed internazionali che possono
partecipare.
In questa fase
c’è già stata una richiesta di preinformazione e quindi staremo a vedere cosa succede
nei prossimi mesi. Sicuramente l’occasione che ha in questo momento Gioia Tauro
non ce l’ha probabilmente nessun altro porto nel bacino del Mediterraneo.
Ha chiesto di
parlare l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.
Prendo atto della
risposta articolata che ha dato la dottoressa Stasi. Staremo qui attenti e
vigili affinché si continui a parlare del porto nelle prossime settimane e
finalmente, soprattutto, se il bando è pronto – come dice
Si passa
all’interrogazione a risposta immediata numero 255/9^ dell’11 giugno
dagli organi di
stampa si apprende che nell’ambito di una convention tenutasi presso
l’auditorium Casalinuovo, in occasione del recente turno elettorale amministrativo
di Catanzaro, il Presidente della Giunta regionale "ha detto di aver
deciso di stanziare 5 milioni di euro per la ristrutturazione dello stadio
Ceravolo";
in data 29 marzo
l’assessore regionale Tallini, a seguito di un incontro avuto con l’assessore
regionale al bilancio ed alla programmazione nazionale e comunitaria, ha
diffuso un comunicato nel quale si apprende che "I cinque milioni di euro
pubblicamente promessi dal Presidente della Regione, Scopelliti, per la
ristrutturazione dello stadio Ceravolo di Catanzaro non erano, come qualcuno
aveva insinuato, né una promessa da marinaio, né tanto meno una promessa
preelettorale, bensì una concreta realtà" (www.catanzaroinforma.it);
dallo stesso sito
si apprende che la somma da destinare alla ristrutturazione dello Stadio
comunale di Catanzaro verrebbe reperita dalla riprogrammazione delle quote
residue rinvenienti dal Fondo di sviluppo e coesione 2000 - 2006, relative alla
Calabria;
il centro-sinistra
catanzarese aveva, a suo tempo, sottolineato come queste affermazioni potessero
rappresentare meri proclami pre-elettorali;
su il
Quotidianoweb.it, in data 22 maggio 2012, il Sindaco di Catanzaro ha ribadito
che "per il completamento di questi lavori e per ottemperare a tutte le
richieste della Lega Pro e a quelle previste per rispettare le normative sulla
sicurezza, sarà fondamentale attingere al fondo di 5 milioni di euro messi a
disposizione dal Presidente Scopelliti";
in tale occasione
il Sindaco di Catanzaro ha aggiunto che provvederà "personalmente a
sollecitare gli uffici della Regione affinché la somma necessaria per questa tranche
di interventi sia messa a disposizione dell’amministrazione comunale";
altri impianti
sportivi, quali lo Stadio di Crotone e quello di Reggio Calabria, pur ospitando
eventi di maggiore importanza e più ampia risonanza, risultano essere
ugualmente obsoleti e, pertanto, meritevoli di ristrutturazione;
non si riescono a
comprendere, se la notizia dovesse risultare verosimile, i criteri utilizzati
dalla Giunta regionale per destinare fondi regionali ad una struttura sportiva
anziché ad altre ugualmente obsolete -:
i criteri
utilizzati dalla Giunta nella destinazione dei fondi regionali ad una struttura
sportiva anziché ad altre ugualmente obsolete;
se il Presidente
della Giunta regionale intenda finanziare la ristrutturazione di altri impianti
sportivi, quali lo Stadio di Crotone e quello di Reggio Calabria, ugualmente
fatiscenti”.
L’interrogazione
viene rinviata per assenza dell’assessore Gentile.
La prossima
interrogazione a risposta immediata di cui do lettura è la numero 256/9^ del 14
giugno
si apprende dagli
organi di stampa che a causa di ritardi e/o inadempienze burocratiche
imputabili al comune di Gioia Tauro, si appalesa il rischio di perdere congrui
finanziamenti statali disposti con ordinanza del Presidente del Consiglio dei
ministri, la n. 3918 del 18 gennaio 2011, destinati, fra gli altri, alle
vittime dell’alluvione verificatosi in data 2 novembre 2010 nella cittadina
gioiese;
il Sindaco del
comune Bellofiore in recenti dichiarazioni ha stigmatizzato i facili allarmismi
e ha rassicurato la cittadinanza sull’iter burocratico, evaso regolarmente
secondo i dettami previsti dall’ordinanza del Commissario delegato che
stabilisce direttive per l’istruttoria delle richieste di accesso ai
contributi, e che, pertanto, a breve i finanziamenti previsti saranno erogati;
numerosi
cittadini, molti dei quali aderenti al comitato Valle Amena, paventano, al
contrario, che sulla base di una deliberazione della Corte dei Conti, la n. 21
del 22 marzo 2012, vi siano state carenze nella procedura amministrativa e per
tale motivo hanno avanzato una richiesta di chiarimento al primo cittadino
senza, però, ottenere alcun riscontro;
sulla questione
lo stesso sottosegretario, onorevole Franco Torchia, ha avuto modo in passato
di sollecitare i vari comuni interessati agli eventi alluvionali ad
"attrezzarsi adeguatamente con tecnici preparati per evitare non solo
lungaggini burocratiche, ma anche di perdere delle risorse importanti";
la comunità
gioiese giustamente pretende di essere informata sugli sviluppi della vicenda
ponendo fine così a legittime preoccupazioni sul futuro dei finanziamenti,
essenziali per un adeguato ristoro dei danni subiti e per un recupero del
tessuto urbano e produttivo -:
quale sia lo
stato attuale dell’iter burocratico riguardante l’assegnazione dei fondi
statali per le vittime dell’alluvione del 2 novembre 2010, con particolare
riferimento al comune di Gioia Tauro;
se effettivamente
sono state riscontrate delle carenze o inadempienze nel carteggio documentale
inviato dal suddetto comune di Gioia Tauro ,
ove sussistano
delle problematiche quali iniziative si intendono intraprendere per evitare che
vengano persi i finanziamenti governativi finalizzati agli interventi a favore
della comunità gioiese”.
L’onorevole
Giordano ha facoltà di parlare.
Presidente, grazie. Questa interrogazione è stata presentata per capire lo stato dell’arte di una vicenda che ha avuto contorni altalenanti e che riguarda i procedimenti per il ristoro alla popolazione e all’amministrazione, quindi attraverso l’amministrazione di Gioia Tauro per l’alluvione che si è verificata il 2 novembre 2010.
Le recenti dichiarazioni del sindaco di Gioia Tauro protendevano a rassicurare il Comitato dei cittadini, costituito subito dopo questo tragico evento che ha colpito la cittadina di Gioia Tauro, che, attraverso un confronto con le istituzioni, era riuscito ad ottenere delle garanzie in ordine agli interventi e al ristoro della popolazione ma anche agli interventi per la messa in sicurezza del fiume Budello che rappresenta un vero pericolo incombente sulla città di Gioia Tauro.
Intendiamo con questa interrogazione ricevere i chiarimenti perché se da un lato l’amministrazione di Gioia Tauro dice che questi fondi non sono andati persi dall’altro lato ci risulta che potrebbe essersi verificata una interruzione amministrativa che potrebbe aver fatto perdere queste risorse che sono importanti e vitali per la comunità di Gioia Tauro.
Chiedo al
sottosegretario Torchia lo stato dell’arte dell’iter burocratico
e, nell’ipotesi che ci sia un blocco dell’iter o il rischio della perenzione di
questi fondi, quali iniziative il governo regionale intenda mettere in campo
per risolvere il problema.
La parola al sottosegretario Torchia.
Grazie, Presidente.
In seguito agli eccezionali eventi che hanno colpito
L’istruttoria
delle pratiche da parte della struttura del commissario delegato è stata
velocissima tanto è vero che già due giorni prima che le somme fossero
accreditate presso
Il totale
della somma liquidata è stata pari al 70 per cento degli importi ritenuti
ammissibili. Devo dire, quindi, che in poco meno di due mesi il commissario
straordinario per l’emergenza aveva liquidato le somme urgenze.
Esaurita la
prima e più importante fase, la struttura inizia ad esaminare le richieste
pervenute dai comuni relativamente alle spese che le amministrazioni avevano
sostenuto nella prima emergenza per l’autonoma sistemazione di nuclei familiari
la cui abitazione fosse stata distrutta in tutto o in parte, ovvero fosse stata
anche solamente sgomberata.
In data 26
gennaio 2012 il Presidente Scopelliti in qualità di commissario delegato ha
emanato una prima concessione di un primo stralcio di contributi che
riguardavano 4 comuni per un totale pari a 131 mila euro.
Tra questi
comuni c’era anche quello di Gioia Tauro che doveva essere assegnatario di un
rimborso per contributi ai nuclei familiari e per spese alberghiere pari a 90
mila euro. Ovviamente il contributo e l’ordinanza del commissario delegato
dovevano essere sottoposti al visto di legittimità da parte della Corte
costituzionale.
La sezione
regionale di controllo della Calabria con deliberazione del 12 aprile ricusava
il visto di legittimità perché secondo
Ora per
quanto ci riguarda, per quanto riguarda la struttura del commissario delegato,
dobbiamo dire che le schede che sono state trasmesse dal comune di Gioia Tauro
e dal comune di Reggio Calabria rientrano nei termini perché la documentazione
è stata trasmessa in due fasi. La prima fase è stata trasmessa per e-mail, quindi per posta elettronica, e
la seconda fase comprendeva la documentazione cartacea per posta. Per noi
faceva fede la documentazione trasmessa anche per posta elettronica.
Abbiamo
preso atto della deliberazione della Corte costituzionale e non abbiamo potuto
procedere alla liquidazione e quindi il commissario non ha potuto emettere i
provvedimenti di liquidazione.
Nel
frattempo abbiamo dovuto interessare il dipartimento nazionale e siamo
costantemente in contatto con l’ufficio giuridico, anche in questi giorni,
perché le problematiche relative al visto preventivo della Corte dei conti ci
coinvolgono quasi quotidianamente come voi leggete sui giornali. Quindi il nostro
problema e la nostra preoccupazione riguardano quei nuclei familiari che sono
stati sgomberati e che sono stati costretti ad abbandonare le proprie
abitazioni.
C’è un
problema: ha fatto bene l’onorevole Giordano a richiamare l’attenzione perché
noi diciamo sempre che chi deve produrre gli atti amministrativi, in
particolari i comuni, lo deve fare secondo i tempi e le modalità prescritte. Ci
dovrebbero facilitare il compito e tra l’altro è importante precisare questo:
più volte noi abbiamo sollecitato, telefonicamente, il comune di Gioia Tauro ed
i tecnici nonché lo stesso sindaco a presentare per tempo la documentazione
corredata di tutta la documentazione e anche delle schede. E’ ovviamente chiaro
che se poi le schede arrivano in formato cartaceo il giorno successivo a quello
della trasmissione del formato elettronico
Se il comune di Gioia Tauro non avesse aspettato l’ultimo giorno per trasmettere la documentazione forse non ci saremmo trovati in queste condizioni. Adesso dobbiamo cercare di sbrogliare la matassa con tutto quel che ne consegue e ci stiamo adoperando affinché i cittadini di Gioia Tauro non perdano queste risorse.
Stiamo cercando di vedere quale forma adottare per riproporre tutto alla Corte dei conti che in ogni caso deve dare il visto di legittimità.
Prego, onorevole Giordano.
Intanto ringrazio per la chiarezza non
solo della scansione delle procedure che ha fatto il
sottosegretario Torchia e per come ci ha messo in condizione di comprendere
bene le inadempienze che risiedono, secondo
quanto lui dice, proprio in capo al comune di Gioia Tauro.
Questa cosa
dispiace perché ne fa le spese una cittadinanza che è stata costretta o ad allontanarsi,
ad avere ancora le case inagibili e, dopo quasi due anni, non ha nessuna
soluzione.
Oltre ad
esprimere l’amarezza per questa vicenda voglio pregare il sottosegretario
Torchia di voler mettere in atto tutte le iniziative che possono risolvere questo
problema davanti alla Corte dei conti che, tra l’altro, non è nuova a
procedimenti e a censure su procedimenti.
Chiedo di
valutare se ci siano le condizioni per una eventuale anticipazione
di risorse alla popolazione Gioia Tauro,
ancorché l’amministrazione di Gioia Tauro abbia dimostrato delle pesanti
inadempienze e negligenze amministrative, per non far pesare sulla cittadinanza
queste inadempienze e dare una risposta che la cittadinanza
ha il diritto di avere in tempi rapidi.
La prego, e su questa questione intendo
tornare, di valutare insieme alla Giunta e alla protezione
civile le misure che possono in qualche modo risolvere il problema anche con
una anticipazione da parte della Regione.
Grazie, onorevole
Giordano. E’ passata l’ora a disposizione per le interrogazioni a
risposta immediata.
Ha chiesto
di parlare l’onorevole Loiero. Ne ha facoltà.
Presidente, ho presentato una interrogazione a risposta immediata. Ora non so se proceduralmente si possa trattare oggi ma se fosse possibile la illustrerei e chiederei ai banchi del Governo di rispondere oggi, altrimenti la rinviamo. Ne chiedo quindi l’immediato inserimento all’ordine del giorno.
Onorevole Loiero, cosa riguarda
l’interrogazione che lei ha presentato?
Riguarda la situazione dei richiedenti asilo
in Calabria.
Se l’Aula è d’accordo vista l’urgenza e
l’importanza dell’argomento posti dall’onorevole Loiero, possiamo far
illustrare l’interrogazione e il sottosegretario Torchia potrà rispondere,
considerato che è una emergenza abbastanza seria per la nostra Regione. Pongo
ai voti la richiesta di inserimento.
(Il
Consiglio approva)
Prego, onorevole Loiero, ha facoltà di
illustrare nei tre minuti a sua disposizione l’interrogazione a risposta immediata numero 274/9^ “In ordine
all’emergenza dei richiedenti asilo in Calabria”.
La situazione dell’accoglienza ha
raggiunto, in questa Regione, punte estreme di sofferenza. I Comuni sono stati costretti
ad anticipare fondi che vista la crisi economica non hanno; è una condizione
difficile, lo capiamo, che ha eroso tutti gli enti
locali e le associazioni, gli enti gestori, il tutto si aggrava
anche per una complessità burocratica e per un supposto impedimento della Corte
dei conti.
Nei tre minuti a disposizione chiedo al
Presidente della Giunta cosa bisogna fare per poter preservare questo modello
calabrese. Stiamo parlando di un pezzo di Calabria positivo e conosciuto in
tutto il mondo perché le politiche virtuose e solidali della Calabria, quelle
socialmente avanzate sono conosciute nel mondo.
Chiedo al Presidente di premere presso la protezione civile nazionale e regionale perché questa
situazione si sblocchi.
Voglio ricordare solo en passant che di questa situazione di alcuni Comuni virtuosi che
facevano della politica dell’accoglienza un elemento cardine della propria
politica, parlò un famosissimo regista davanti alla platea dei Premi Nobel a
Berlino, ero presente, e disse che la vera utopia non era la caduta del muro –
eravamo nel 2009 – ma era la politica dell’accoglienza che alcuni Comuni fanno
in Calabria, nella parte più difficile della Calabria.
Concludendo, Presidente, sbloccare una
situazione di questo genere non è solo esibire una politica di qualità ma è
anche stabilire una convenienza della Regione e della Giunta in particolare.
Grazie.
Grazie. Per la risposta do la parola al
sottosegretario Torchia.
Grazie, Presidente, vede, onorevole Loiero,
anche noi crediamo a quel modello di accoglienza, tanto è vero che nonostante
le difficoltà mi sono presentato immediatamente a dare la mia solidarietà e la
vicinanza ai Sindaci che erano scesi in sciopero della fame.
Capisco che la questione della mancata
erogazione dei fondi e delle risorse dovute agli enti gestori per le
prestazioni effettivamente rese è un problema drammatico che sta percorrendo,
però, tutta
Avevo poc’anzi parlato della problematica della Corte dei conti e di tutti gli atti
che
Tutto questo cancan, tutta questa situazione
che è scoppiata in questi giorni è derivata proprio dalla mancata registrazione,
da parte della Corte dei Conti regionale, dei dispositivi di pagamento che
erano stati già emessi parzialmente dal soggetto attuatore a dicembre dello
scorso anno.
Diciamo che l’iter procedurale era stato già
seguito. Ma mentre nelle altre Regioni
Tra l’altro, più volte, anche in sede di
Conferenza Stato-Regioni, ho sollevato questa problematica e questa differenza
di interpretazione che
Alla fine, però, siamo stati costretti a
sottoporre la problematica al Prefetto
Gabrielli in quanto commissario delegato per l’emergenza nord-Africa. Il
Prefetto ha prontamente interessato
il Presidente Giampaolino, e senza entrare nel merito della questione ha
segnalato che a seguito di questa decisione della sezione di controllo
regionale erano intervenute pesanti questioni di ordine pubblico in Calabria
che rischiavano anche di aumentare le tensioni sociali.
Ora, nel mese di giugno, dopo aver più volte
riproposto i dispositivi di pagamento il soggetto attuatore della protezione civile ha depositato nuovamente presso
Bisogna precisare alcune cose: il
dispositivo numero 273 relativo alle spese, al pagamento delle spese di trasporto
migranti è stato immediatamente ammesso al visto, i restanti 16 dispositivi di
pagamento sono stati oggetto di rilievo e trasmessi per le controdeduzioni
nell’adunanza del 5 luglio.
Vorrei capire, adesso, ed è una domanda che
ci siamo posti, perché all’interno della stessa sezione di controllo ci sono
due interpretazioni diverse. Forse che per
Ho comunicato, nei giorni scorsi, quando
sono andato a Riace, la decisione del soggetto attuatore di procedere al
riconoscimento del debito che dovrà andare, ovviamente, anche questa alla Corte
dei conti. Per programmazione
Abbiamo, grazie alla mediazione del
Presidente Giampaolino, cercato tutti i contatti per verificare se possiamo
accelerare al massimo questo procedimento di riconoscimento del debito e
speriamo – anche domani ci sarà un contatto – di portare il riconoscimento del
debito nella giornata di mercoledì, cioè dopo domani, affinché
Questo chiederemo alla sezione della Corte
dei conti. Una volta che
Ovviamente abbiamo manifestato anche
un’altra disponibilità ai sindaci ai quali per telefono sia ieri che l’altro
ieri ho detto che potevamo certificare il credito in attesa dell’ordinanza di
riconoscimento. Questo perché poteva dare già oggi e domani la possibilità di
rivolgersi alle banche o ai centri commerciali per poter attivare il sistema di
fornitura degli alimenti.
Questo era un dato importante e ovviamente
sono rammaricato perché i sindaci non hanno voluto accettare questa
disponibilità in quanto vogliono continuare nella loro protesta dicendo
“aspettiamo il dispositivo di liquidazione”.
Su questo stiamo andando avanti e ovviamente
speriamo che tra domani o dopodomani la situazione si possa sbloccare per
addivenire nel giro di una settimana al pagamento delle liquidazioni che i
soggetti e gli enti gestori stanno aspettando con tanta pazienza. Grazie.
Grazie al sottosegretario Torchia. La parola
all’onorevole Loiero.
Presidente,
non mi sento soddisfatto del quadro che ci ha proposto il sottosegretario e lo dico malgrado la sua
buona volontà, so che è anche andato sul posto ma, devo dire che ci è andato al
terzo giorno dello sciopero della fame e lo dico per stabilire i tempi.
Poi
il garbuglio che è stato qui evidenziato con
Vedete,
Ultima
cosa. Spero che in una settimana questa situazione si sblocchi altrimenti bisognerà
trovare misure alternative e non c’è dubbio su questo. Non possiamo far morire
quella realtà specie a Riace o Caulonia dove sono davvero assurte a simbolo di
una Calabria diversa. Conviene a voi, conviene
alla Regione.
Ultima
cosa: mi chiedo come mai non si attua quella legge che il centro-sinistra ha approvato nella scorsa legislatura e che
quando è stata presentata dal sottoscritto presso l’Alto commissariato dell’Onu
per i rifugiati davanti ad Amnesty International, fu alla unanimità deciso si portarla al Parlamento per farla
diventare una legge nazionale.
Dico
che lo abbiamo fatto ed abbiamo un patrimonio culturale importante in difesa di
questa gente che viene da terre lontane, dove ci sono guerre e malattie.
Qui
non ci sono molte donne, ma mi sono sempre chiesto cosa spinge una donna
incinta con un bimbo di due anni dietro, a salire su una imbarcazione che probabilmente al 50-60 per cento potrà
naufragare.
Eppure
salgono e vengono sulle nostre coste. Lo dico senza
enfasi: abbiamo un cimitero che è drammatico, qui, nel canale di Sicilia e non
si sa quante sono le migliaia e migliaia di donne e uomini, ma
soprattutto donne, che muoiono.
Abbiamo
uno strumento in mano che ci potrebbe far mostrare al Paese un segno di
alterità. Altrimenti, si parla solo di ‘ndrangheta
quando si parla di Calabria? Ecco, vi vorrei richiamare a questa sensibilità.
Grazie
onorevole Loiero, si conclude così il question time.
Possiamo procedere col primo punto all’ordine del giorno che riguarda il “Progetto di realizzazione della centrale a carbone a Saline Joniche. Dibattito e conseguente determinazione”
La parola alla Vicepresidente Stasi.
Chiedo l’inversione del punto all’ordine del giorno perché sta per arrivare il Presidente Scopelliti. Data l’importanza della trattazione e considerato che la sua presenza è fondamentale chiedo se è possibile invertire l’ordine del giorno e spostare questo punto all’ultimo punto all’ordine del giorno.
Anche perché l’inserimento all’ordine del giorno di questo punto è stato chiesto attraverso una lettera che il Presidente Scopelliti ha rivolto al Consiglio regionale. E’ opportuno che ci sia questa inversione anche per consentire al Presidente di iniziare il dibattito.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Tripodi.
Ne ha facoltà.
Presidente, sull’ordine dei lavori. Le
chiedo, gentilmente, di far distribuire l’ordine del giorno approvato da questo
Consiglio ed inerente sempre lo stesso punto all’ordine del giorno che riguarda
la realizzazione della centrale a carbone a Saline Joniche.
Questo Consiglio ha votato già un ordine del
giorno che però non vedo agli atti. Se gentilmente partiremo da là, lo farà
distribuire e gliene sarò grato perché ,voglio dire, non è che questo Consiglio
approva un ordine del giorno e non è successo niente. L’abbiamo già votato ma
non lo vedo agli atti. Chiedo che gentilmente venga distribuito. Grazie.
Prego gli uffici di provvedere alla
distribuzione dell’ordine del giorno per come richiesto dall’onorevole Tripodi.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Giordano.
Ne ha facoltà.
Presidente,
convengo col collega Tripodi sulla necessità che i colleghi abbiano, tutti, il
deliberato che nel novembre del 2010 all’ unanimità
questo Consiglio ha adottato confermando una
decisione già presa nella passata legislatura.
La decisione è quella di dire che
Fatta questa premessa a nome del mio gruppo e, ritengo, a nome dei firmatari della mozione non ho trovato nel fascicolo, Presidente Talarico – ma non so se manca nel mio fascicolo o se i colleghi non hanno ricevuto – le mozioni che sono state presentate. Una mozione recava la firma mia e di altri 25 colleghi di maggioranza e di minoranza e l’altra mozione che recava anche la firma del collega Nucera.
Detto questo, ritengo, Presidente, che non ci sia alcuna necessità di spostare l’ultimo punto e addirittura di portarlo in coda quando si può – se il Presidente Scopelliti sta per arrivare come sentivo dire – iniziare già il dibattito. Il Presidente Scopelliti su questa cosa si è espresso e l’Aula può iniziare partendo dalla illustrazione, per l’ennesima volta, della mozione che abbiamo presentato ed aprire, quindi, un dibattito per, poi, dare la possibilità al Presidente Scopelliti di concludere col suo intervento e arrivare ad una decisione. Perché stasera questo Consiglio, comunque, deve arrivare ad una decisione.
Non possiamo rinviare, ed avevo già
avvertito della gravità della situazione il 26 giugno quando – purtroppo – ci
trovammo 10 colleghi su 50 preoccupati dei termini della scadenza prossima.
Voglio ribadire a tutti che il 28 luglio scadono i termini per l’impugnativa in
sede giurisdizionale
con tutte le conseguenze che questo provvedimento e questo procedimento porta
nell’economia di una procedura e di una decisione che non può non vedere questo
Consiglio confermare, anche come voce corale di una Calabria, che ha detto no
al carbone e come voce corale delle amministrazioni che si sono espresse,
l’amministrazione provinciale, le
amministrazioni comunali ma soprattutto le associazioni dei cittadini.
Per questo motivo, Presidente, le chiedo di
non mettere ai voti la proposta – mi dispiace perché la veemenza del mio
intervento, con la quale sto esprimendo la mia posizione, non è diretta alla
collega Stasi, – ma cerca di aprire il dibattito che, certamente, sono convinto
vedrà il contributo di tutti i gruppi politici e della Giunta in questa Assise.
(Applausi)
Intanto vorrei
pregare il pubblico di non applaudire perché non siamo in uno stadio, ma di
ascoltare in silenzio gli interventi che ci sono sia di maggioranza sia di
minoranza. Se cominciate a fare i tifosi, dovrò far sgombrare l’Aula e questo
ve lo dico in premessa riguardo al dibattito che ci sarà successivamente.
Onorevole
Giordano, la presenza del Presidente Scopelliti anche nel
dibattito che deve esser fatto dall’Aula è necessaria in quanto penso che il
Presidente della Giunta deve avere l’opportunità di ascoltare tutti gli
interventi che verranno fatti per poi procedere con il proprio.
Peraltro questa
seduta del Consiglio regionale – glielo voglio ricordare – è stata preceduta
anche da una lettera del Presidente Scopelliti che vorrà illustrare, sicuramente, qual è
esattamente la sua idea rispetto a questo argomento.
Penso che la
proposta della Vicepresidente sia estremamente dettagliata e pertinente.
Ritengo di porla ai voti dell’Aula per approvare, non il rinvio all’ultimo
punto, non è così, ma il rinvio ad appena il Presidente sarà qui. Peraltro c’è
un ordine del giorno abbastanza nutrito, potremo proseguire e quando arriverà
il Presidente Scopelliti provvederemo a discutere e parlare del punto inerente la centrale a
carbone di Saline Joniche.
Se siamo
d’accordo pongo in votazione la proposta della Vicepresidente Stasi per, poi,
procedere con l’ordine del giorno.
Ha chiesto di
parlare l’onorevole Bova. Ne ha facoltà.
Se il presidente Scopelliti arrivasse
in tarda serata cosa facciamo? Non discutiamo il punto stasera? No, le dico,
così come l’ha posto lei, non ho nessun problema sull’ importanza della
presenza del Governatore ma se non arrivasse?
(Interruzione)
No, così come è posto non è che si dice che
è già partito e magari fra un’ora o
un’ora e mezza arriva. E’ partito? Non è partito? E’ ancora al Tavolo Massicci
come ho sentito dire. Mi ha capito? Nessuno nega l’importanza della presenza in
Aula.
Considerato che già l’altra volta avevamo
aggiornato su richiesta del Presidente del gruppo del Pdl a stasera, bene, ci
deve essere il Presidente Scopelliti. Ma ci dite
che arriverà fra un’ora e mezzo-due ore o tre ore? Ci dite all’incirca quando
arriverà? Mi ha capito, Presidente?
Se, ad un certo punto, non ci sono più
finiamo punti all’ordine del giorno che
facciamo? Siccome davvero il rilievo politico e la presenza del Presidente
della Regione ecc., che facciamo? Ce ne andiamo? Stasera non possiamo
concludere come l’altra volta. Ma anche questo è dettato dal buonsenso.
Nessuno
si vuole porre di traverso. Anche io voglio sentire quel che dice, non
un anno fa, ma quel che dice stasera il Presidente della Regione. E’ un fatto
di assoluto rilievo ma vorrei anche capire, per sua valutazione o del
Segretario generale della Giunta con cui
si consulterà, all’incirca a che ora possiamo presumere arriverà qui il
Presidente. Questa è la sostanza della richiesta dell’onorevole Giordano.
Questa è una mia valutazione. Nessuno vuol
discutere in assenza di, ma è giusto che ci diciate “badate, è quest’ora e noi
riteniamo che alle 20 o alle 21, il Presidente arriva e facciamo una
discussione”. Altrimenti sembra un discorso tra matti.
Pure noi vogliamo sentire la posizione di
oggi e di domani del Governo e del Presidente della Giunta, perché così non si
può andare avanti, qualcosa non funziona. Insomma, qualcosa che non sta
funzionando c’è.
Il Presidente sta per partire da Roma, è sull’aereo e sarà qui per le 19 o 19,30 al massimo.
Purtroppo oggi c’è stata la
concomitanza del Tavolo Massicci dove
Pongo in votazione la proposta della Vicepresidente Stasi.
(Il Consiglio approva)
Possiamo procedere col punto tre all’ordine del giorno che riguarda
L’onorevole Imbalzano, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.
Grazie, Presidente,
prima di entrare nel merito della relazione sul bilancio
di previsione Arpacal, nella mia qualità di Presidente
della Commissione bilancio,
avverto l’esigenza di fare qualche sottolineatura che vale per tutti gli enti
sub-regionali.
Viviamo una
crisi, ormai, non più delicata ma drammatica, sostanzialmente in questo Paese
le notizie di oggi non sono assolutamente incoraggianti sulla Borsa, sullo spread. Viste le notizie di questi giorni sul rischio default di alcune Regioni, tutti siamo
chiamati a fare la nostra parte, a
riflettere ed accelerare quel processo di riforma di tutte le articolazioni
regionali.
Dico queste
cose perché il sistema degli enti sub-regionali così come è venuto fuori in
questi mesi dall’esame dei bilanci -e credo che oggi esamineremo gran parte di
questi bilanci-, non funziona più nelle forme attuali. Garantisce più prebende
che qualità dei servizi, mancano controlli veri e monitoraggi sistematici sulla
gestione di tutti gli enti.
Troppo
debole e quasi formale è anche il sistema di controllo dei revisori dei conti.
Manca, lo dico ai colleghi assessori, un approfondito controllo da parte dei dipartimenti
deputati alle verifiche con l’obiettivo di migliorare sia la qualità dei
servizi che vengono resi dagli enti sub-regionali e anche sul fronte della
razionalizzazione della gestione degli enti stessi.
Un esempio soltanto. Le attività che abbiamo
esaminato in questi bilanci sono spesso formati dai residui attivi problematici
o comunque di difficile realizzo per cui credo che sia ineludibile ormai
avviare un processo di riforma di tutto il sistema degli enti sub-regionali
perché lo stesso decreto della spending review non
ce lo consentirà più a partire dalle prossime settimane e a partire dai
prossimi mesi.
E’ per questo
che noi sottoponiamo all’Esecutivo, preliminarmente, le proposte di istituire
nella fase preliminare un sistema di Audit efficace, un sistema di controllo di
gestione interno che sia autonomo e che sia alle dipendenze della Presidenza
della Giunta regionale, del dipartimento della Presidenza della Giunta
regionale, con l’obiettivo, ovviamente, di monitorare, in questa fase, in forma
continua e sistematica, l’attività di questi enti per valutare la qualità e la
quantità delle prestazioni e dei risultati rispetto agli obiettivi che vengono
assegnati.
Il mancato
raggiungimento di questi obiettivi deve poter autorizzare anche la revoca degli
amministratori incapaci o inadempienti.
Queste cose
cari colleghi e signor Presidente, avevo il dovere di dirle. Mi rendo conto che
stasera l’attenzione dei presenti in Consiglio è dedicata soprattutto alla
vicenda della centrale di Saline. Ma stasera siamo chiamati ad approvare – come
dicevo – una serie di bilanci di previsione e di consuntivi di questi enti
sub-regionali che hanno un grande rilievo ed una grande importanza perché la
loro approvazione condiziona la vita di questi enti.
Parlando del
bilancio di previsione Arpacal 2012 ricordo che nella seduta del 31 marzo
La
deliberazione di Giunta regionale nel proporre l’approvazione del bilancio di
previsione ha raccolto l’insieme delle prescrizioni, delle osservazioni e delle
raccomandazioni formulate dal Collegio dei revisori e dai dipartimenti
competenti.
Non richiamo
queste prescrizioni che do per acquisite nella relazione che abbiamo trasmesso
alla Presidenza del Consiglio regionale.
Ricordo
soltanto che il dipartimento Ambiente oltre che attestare il contenimento delle
spese ai sensi della legge regionale 22/2010 ha relazionato sulla
corrispondenza dei capitoli delle entrate iscritte nel bilancio Arpacal ed i
capitoli dell’uscita inseriti nel bilancio della Regione. Analisi che è stata
condivisa dal dipartimento Bilancio.
Il Collegio
dei revisori ha suggerito all’Agenzia di operare nell’immediato futuro facendo
riferimento a modelli organizzativi e lineari con la individuazione di centri
di costo e di responsabilità.
Il
dipartimento delle Politiche dell’ambiente, infine, ha prescritto la rettifica,
in sede di assestamento, delle risultanze del riaccertamento delle partite di
credito e debito.
Infine la
seconda Commissione bilancio ha approvato il bilancio di previsione Arpacal
2012 facendo proprie le prescrizioni indicate nella delibera di Giunta
regionale, le osservazioni e le raccomandazioni espresse dal Collegio dei
revisori e dal dipartimento bilancio, nonché le assicurazioni del commissario
dell’Arpacal emerse in sede di audizione, che ha dichiarato quasi avviate le
procedure necessarie al riaccertamento dei residui attivi e passivi.
Grazie,
onorevole Imbalzano.
Ha chiesto
di parlare l’onorevole Censore. Ne ha facoltà.
Il gruppo del Partito democratico, Presidente,
si astiene.
Con l’astensione del gruppo del Partito democratico e di tutta la
minoranza pongo in votazione la proposta di provvedimento
amministrativo
numero 179/9^.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Si passa adesso al prossimo punto all’ordine
del giorno che recita Proposta di provvedimento amministrativo
numero 171/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio di
previsione dell’ATERP (Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale
Pubblica) della provincia di Cosenza per l’anno finanziario
L’onorevole Imbalzano, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.
Signor Presidente, onorevoli colleghi,
Dalle relazioni allegate alla proposta
di provvedimento si evince, ancora una volta, come sia assai attuale il
problema delle morosità tipico di tutte le Aterp regionali.
In questo caso il fenomeno ha
registrato un rallentamento
nell’abbattimento del problema, continuando ad alimentare la consistenza dei
residui attivi e provocando un avanzo di amministrazione di oltre 7 milioni di euro.
Da qui ne è conseguita la raccomandazione dei dipartimenti lavori pubblici e bilancio di non
utilizzare l’avanzo di amministrazione presunto a copertura delle maggiori
uscite ed entrate previste per lo più realizzatisi con residui attivi
riconducibili ad entrate derivanti da crediti per locazione e morosità che non
hanno ancora natura certa.
Il Collegio
dei revisori nell’esprimere parere favorevole raccomanda di non utilizzare
nemmeno parzialmente l’avanzo di amministrazione fino a quando non sarà definito
il riaccertamento di tutti i
residui attivi.
Il
dipartimento lavori pubblici ha concordato con tutte le raccomandazioni esposte
dal Collegio dei revisori e col parere favorevole espresso per l’approvazione
del bilancio 2012 ritenendo abbastanza attendibili e congrue le previsioni di
entrata e di spesa.
Devo dire
che rispetto alle prescrizioni contenute nella legge regionale 22/2010 di
razionalizzazione e riordino della spesa pubblica regionale,
Il
dipartimento bilancio nella sua relazione istruttoria raccomanda all’Ente di
concorrere in maniera costante alla realizzazione degli obiettivi di finanza
pubblica per come prescritto dalle disposizioni normative regionali e di
eseguire, anche in questo caso, il riaccertamento
dei residui passivi.
In
conclusione la seconda Commissione ha preso atto della dichiarazione di
regolarità dell’atto resa dai dirigenti della Giunta regionale competenti per
materia ed ha approvato il provvedimento amministrativo facendo proprie le
prescrizioni, le osservazioni e le
raccomandazioni espresse dal Collegio dei revisori, dal dipartimento lavori
pubblici e dal dipartimento bilancio della Giunta regionale che sono meglio
specificate nella deliberazione che sottoponiamo all’esame del Consiglio
regionale.
Grazie, onorevole Imbalzano, non ci
sono interventi.
Pongo in votazione la proposta di provvedimento
amministrativo numero
171/9^ con l’astensione della minoranza.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Andiamo
avanti col punto cinque all’ordine del giorno che recita Proposta di
provvedimento amministrativo numero 172/9^ di iniziativa della Giunta
regionale, recante: “Bilancio di previsione dell’ATERP (Azienda Territoriale
per l’Edilizia Residenziale Pubblica) della provincia di Reggio Calabria per
l’anno finanziario
L’onorevole Imbalzano, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.
Signor Presidente, onorevoli colleghi,
Brevemente preciso che il Collegio
dei revisori dei conti dell’Azienda ha espresso parere favorevole
all’approvazione del bilancio di previsione con una serie di prescrizioni e
raccomandazioni che sono, peraltro, inserite nella proposta di delibera che
abbiamo inviato al Presidente del Consiglio regionale e che per motivi di
tempo, non leggo.
Il dipartimento
lavori pubblici ha espresso parere favorevole per l’approvazione del bilancio
di previsione 2012 e nel contempo raccomanda di gestire meglio la problematica
della questione dei canoni di locazione, eterno problema sia per quanto
riguarda l’esercizio in corso che per le morosità.
Ciò non
significa soltanto – lo voglio sottolineare – inviare lettere raccomandate per
interrompere i termini di prescrizione ma porre in essere una accurata e celere
azione di gestione e recupero degli stessi.
Il
dipartimento bilancio ha espresso, anch’esso, parere favorevole invitando
l’Ente ad un accurato monitoraggio delle spese per evitare previsioni che siano
o meno ottimistiche e che possono mettere a repentaglio l’equilibrio economico
dell’Ente raccomandando di avviare le procedure necessarie ad ottemperare la
normativa del decreto legislativo 118/2011 in materia di armonizzazione dei
bilanci e di non utilizzare la quota disponibile dell’avanzo di amministrazione
fino a quando non verrà approvato il consuntivo 2011.
Conclusivamente
Grazie,
onorevole Imbalzano.
Pongo in votazione
il bilancio Aterp di Reggio Calabria.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportata in allegato)
Proseguiamo col prossimo punto all’ordine del giorno che recita Proposta di
provvedimento amministrativo numero 173/9^ di iniziativa della Giunta regionale,
recante: “Bilancio di previsione dell’ARCEA (Agenzia Regione Calabria per le
Erogazioni in Agricoltura) per l’anno finanziario 2012 e pluriennale 2012-
L’onorevole Imbalzano, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.
Signor
Presidente, vorrei brevemente soffermare l’attenzione su alcuni
aspetti gestionali e contabili rilevati dal Collegio dei revisori dei conti e
dai dipartimenti
regionali competenti a margine del voto espresso dalla seconda Commissione
bilancio nella seduta del 14 giugno.
In primo luogo l’Azienda prevede di
terminare l’esercizio 2012 con un avanzo di amministrazione pari a 624 mila
euro circa. Ciò è dovuto al conseguimento di adeguate economia di spesa come
attestate dal Collegio dei revisori.
Lo stesso organo sul versante dell’entrata
ha messo in luce che il contributo erogato dalla Regione è pari a 2 milioni 200
mila euro e risulta insufficiente rispetto alle reali esigenze dell’Ente
tenendo conto che i residui attivi generati negli anni precedenti, che hanno
permesso la piena operatività dell’Agenzia, si sono erosi.
Su tale aspetto nella relazione istruzione
del dipartimento bilancio si specifica che il contributo regionale è utilizzato
esclusivamente per far fronte a spese del personale, mentre le altre spese sono
finanziate con un avanzo di amministrazione derivante da economie realizzate
negli anni precedenti.
Tale avanzo, presunto, nel 2012 non può
essere utilizzato, dagli organi dell’Agenzia, fino a quando non sarà approvato
il conto consuntivo 2011. Inoltre al fine di non compromettere gli equilibri di
bilancio e assicurare la piena sostenibilità finanziaria dell’Ente, il
dipartimento bilancio ha raccomandato all’Arcea, nelle more di approvazione del
consuntivo
Lo stesso dipartimento ha, infine,
raccomandato all’Azienda di conformarsi alle disposizioni in tema di
armonizzazione dei bilanci di cui al decreto legislativo 118/2011.
Il dipartimento agricoltura, dal canto suo,
ha espresso parere favorevole all’approvazione del documento contabile nulla
rilevando sotto il profilo della legittimità e del merito.
Fatta questa, necessaria, premessa la
seconda Commissione facendo proprie le prescrizioni,
le osservazioni e le raccomandazioni espresse dal Collegio dei revisori, dai
dipartimenti regionali competenti e dalla Giunta regionale ha approvato il
bilancio di previsione 2012 e pluriennale 2012-2014 con l’ulteriore
prescrizione di provvedere al riaccertamento dei residui attivi e passivi
dell’Ente.
Grazie,
onorevole Imbalzano.
Possiamo
procedere alla votazione della proposta di provvedimento amministrativo numero
173/9^ con l’astensione della minoranza.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportata in allegato)
Si passa adesso alle proposte di
provvedimento amministrativo: numero 175/9^ di iniziativa della Giunta
regionale, recante: “Agenzia della Regione Calabria per le Erogazioni in
Agricoltura (A.R.C.E.A.) – Approvazione Rendiconto Generale relativo
all’esercizio finanziario
L’onorevole Imbalzano, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.
Signor
Presidente, poiché la problematica è comune
farò una breve relazione sugli esercizi finanziari, sui rendiconti 2007 e 2008
approvati dalla Commissione bilancio nella seduta del 14 giugno.
Ho scelto di
fare un’unica relazione sia per brevità di tempo, sia perché i due documenti
contabili presentano caratteristiche assai simili.
In primo
luogo premetto che si tratta di una riproposizione di provvedimenti che erano stati licenziati dalla
Commissione bilancio sul finire della scorsa legislatura, ma che non
furono, poi, approvati dall’Assemblea nell’ultima seduta disponibile.
Conseguentemente con l’avvio della nuova
legislatura ai sensi dell’articolo 65 del Regolamento interno, i
provvedimenti ancorché licenziati a suo tempo dalla Commissione bilancio
decadono e devono essere riproposti dopo la nuova approvazione da parte della
nuova Giunta regionale.
Nel merito,
in entrambi, si riscontra il parere favorevole del Collegio dei revisori
che ha verificato la regolarità delle procedure per la contabilizzazione delle
spese e delle entrate in conformità alle vigenti disposizioni di legge e del
Regolamento dell’Arcea; il rispetto del principio della competenza finanziaria
nella rilevazione degli accertamenti e degli impegni e dell’equivalenza tra gli
accertamenti di entrata e gli impegni di spesa dei capitoli relativi ai servizi
per conto terzi.
Il Collegio,
tuttavia, ha riscontrato una scarsa capacità di previsione dei valori
finanziari disposti in bilancio, desunta dall’eccessivo scostamento tra le
previsioni di entrata e di spesa esposte nei bilanci di previsione 2007 e 2008
e gli stessi valori riscontrati nei rispettivi conti consuntivi.
Devo dire
che lo stesso direttore dell’Agenzia segnalava, nella propria relazione di
accompagnamento dei rendiconti, l’insufficienza del contributo regionale per poter
far fronte alla totalità delle spese che l’Ente dovrà sostenere annualmente e
dare copertura ai fabbisogni generati dalla gestione corrente.
Il dipartimento
agricoltura ha espresso parere favorevole all’approvazione di entrambi i
rendiconti nulla rilevando sotto il profilo della illegittimità e del merito.
Il dipartimento bilancio constatata la
concordanza delle risultanze delle attività e delle passività finanziarie
dell’Azienda a fine esercizio, con la consistenza dei residui attivi e passivi
e la consistenza di cassa, ha concluso la relazione istruttoria con esito
favorevole segnatamente e limitatamente alla propria competenza contabile.
I documenti contabili chiudono con avanzi di
amministrazione rispettivamente di euro 2 milioni 585.589 nel 2007 ed euro 3
milioni 158.832 nel 2008.
In conclusione
Grazie,
onorevole Imbalzano, non ci sono altri interventi.
Possiamo
procedere alla votazione della Proposta di provvedimento amministrativo numero
175/9^ con l’astensione della minoranza.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportata in allegato)
Considerato che anche per questa è
stata fatta la relazione da parte dell’onorevole Imbalzano,
pongo in votazione
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportata in allegato)
Si passa adesso al punto nove all’ordine del giorno che riguarda la proposta di
provvedimento amministrativo numero 180/9^ di iniziativa della Giunta
regionale, recante: “ATERP – CROTONE – Rendiconto Consuntivo Esercizio Finanziario
Onorevole
Imbalzano, anche su questo punto la relazione è stata già svolta? Va bene.
Pongo in votazione la proposta di provvedimento amministrativo numero 180/9^.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Si passa al punto 10 all’ordine del giorno che riguarda la proposta di provvedimento amministrativo numero 150/9^ d’Ufficio, recante: “Programma di attività per l’anno 2012, ai sensi dell’articolo 10, comma 1, della legge regionale 22 gennaio 2001, numero 2 – CORECOM”.
La relazione è allegata e si dà per letta.
Non essendoci richieste di intervento, pongo in votazione la proposta di provvedimento amministrativo numero 150/9^.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Si passa alle proposte di
provvedimento amministrativo: numero 167/9^ di iniziativa della Giunta regionale
recante: “Bilancio di previsione dell’ARDIS (Agenzia Regionale per il Diritto
allo Studio Universitario) di Catanzaro per l’anno finanziario
L’onorevole Imbalzano, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.
Signor
Presidente, la relazione riguarderà i bilanci
di previsione dell’Ardis di Catanzaro
sia per il 2011 che per il 2012 approvati dalla Commissione bilancio nella
seduta del 5 luglio 2012.
Ho scelto di
elaborare – voglio precisarlo – un’unica relazione per illustrare entrambi i documenti
contabili anche in questo caso per problemi di tempo, ma soprattutto perché
presentano problematiche simili.
In primo
luogo vi è stato un copioso carteggio tra i dipartimenti agricoltura e bilancio da
un lato e il commissario Ardis dall’altro lato al
fine di chiarire le corrispondenze tra partite creditorie di competenze e
partite pregresse esposte dalla stessa Ardis nei confronti della Regione
Calabria.
L’oggetto
della verifica ha riguardato in particolare il capitolo relativo
all’assegnazione di fondi della Regione per il funzionamento generale e per
l’autorizzazione dei servizi dell’Ente esposti nel bilancio Ardis nel 2012 per
1 milione 200 mila euro in termini di competenza e per 3 milioni 880 mila euro
circa come residui attivi presunti.
Dall’esame
della documentazione allegata al bilancio di previsione 2012 è possibile
rilevare che vi sia accordo tra i soggetti che hanno espresso parere
sull’importo che
Dall’esame della documentazione da parte della Commissione emerge che questo importo è pari per il
La restante parte, pari a euro 2.180.601,00, è, invece, riferita a spese anticipate dall’Ardis per il pagamento delle competenze del personale ex Isef transitato ai sensi del decreto del Dirigente generale del Dipartimento “Organizzazione e Personale” numero 3.372 del 14 marzo 2005 per le quali ha richiesto rimborso alla Regione.
Questa richiesta di rimborso, però, è
stata oggetto di contestazione da parte dei dipartimenti regionali ed è stato
istituito, a tal fine, nel marzo scorso, un tavolo tecnico interdipartimentale
per pervenire ad una soluzione definitiva della problematica senza,
tuttavia, produrre alcun esito.
In sede di seduta di Commissione, il
dipartimento cultura ha sciolto i dubbi relativamente all’esistenza del credito
dell’Ardis nei confronti della Regione.
Inoltre, il dipartimento bilancio ha
formulato l’indicazione di separare in un altro capitolo l’esposizione in
bilancio dei residui attivi relativi al personale ex Isef distinguendo le somme
dovute dalla Regione in modo da migliorare la trasparenza dello stesso
documento contabile.
Dal punto di vista formale, per entrambi i
bilanci di previsione 2011 e 2012 si è riscontrato il parere favorevole del Collegio dei revisori e dei dipartimenti regionali
competenti sebbene con prescrizioni, raccomandazioni ed osservazioni ad alcune
delle quali ho brevemente accennato.
La seconda Commissione consiliare, dal canto
suo, preso atto delle prescrizioni, osservazioni e
raccomandazioni formulate dai soggetti summenzionati e considerata la necessità
di garantire il regolare funzionamento dell’Ente il cui presupposto risiede
proprio nell’approvazione, nei termini, del bilancio di previsione per l’anno
di riferimento, ha approvato i bilanci previsionali 2011 e 2012 dell’Ardis con
la richiesta all’Agenzia di adottare le seguenti misure correttive: che, oltre
al non utilizzo della quota di avanzo presunto di amministrazione fino
all’approvazione del conto consuntivo 2011 – raccomandato dal dipartimento
bilancio – siano adottati i necessari provvedimenti per sciogliere la riserva
in ordine ai crediti vantati presso
Grazie,
onorevole Imbalzano, per la relazione.
Pongo in
votazione la proposta di provvedimento amministrativo numero 167/9^ con
l’astensione del gruppo Italia dei valori e dell’onorevole Mirabelli e con il
parere favorevole del Partito democratico.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportata in allegato)
Pongo in
votazione la proposta di provvedimento amministrativo numero 168/9^ per la
quale è stata già svolta la relazione, con il medesimo risultato della
votazione del provvedimento precedente.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportata in allegato)
Si passa al successivo punto tredici all’ordine del giorno che riguarda la proposta di
provvedimento amministrativo numero 181/9^ di iniziativa della Giunta
regionale, recante: “Bilancio di previsione dell’ATERP (Azienda Territoriale
per l’Edilizia Residenziale Pubblica) della provincia di Vibo Valentia per
l’anno finanziario
L’onorevole Imbalzano, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.
Presidente, si tratta di un bilancio approvato dalla Commissione nella seduta del 5 luglio e rispetto al quale devo fare particolari precisazioni.
Premetto, intanto, che il Collegio dei revisori ha espresso parere
favorevole all’approvazione del bilancio di
previsione
Osservazione, anche questa condivisa dal dipartimento lavori pubblici che,
nell’esprimere parere favorevole, raccomanda di intensificare il rapporto con
l’utenza dando piena attuazione al regolamento sulle morosità e di incrementare
il recupero forzato delle somme dovute.
La delibera di Giunta regionale propone al
Consiglio regionale di approvare il progetto di bilancio presentato demandando
agli organi dell’Azienda la puntuale osservanza delle raccomandazioni formulate
dal dipartimento bilancio. Quest’ultimo esprime parere favorevole ma con
diverse raccomandazioni tra le quali la non utilizzazione della quota
disponibile dell’avanzo di amministrazione fino a quando non saranno
riaccertati i residui attivi e passivi. E’, quindi, approvato dagli organi
dell’Azienda il conto consuntivo 2011.
Nel corso delle discussioni in Commissione è stato audito il rappresentante dell’Ente al quale è stato chiesto di produrre idonea documentazione che attestasse le azioni intraprese successivamente all’approvazione del bilancio di previsione 2012.
La suddetta richiesta aveva ragion d’essere poiché il parere del Collegio dei revisori inizialmente rilasciato era favorevole per la competenza e non favorevole per i residui.
La documentazione trasmessa alla Commissione attesta i passi in avanti compiuti dall’azienda che ha eseguito il riaccertamento dei residui attivi e passivi nel corso del 2012 e sul quale si è avuto un primo parere favorevole del Collegio dei revisori espresso a giugno 2012 che si completerà nel corso dell’esame del rendiconto consuntivo 2011.
La seconda Commissione
ha approvato, alla luce di quanto precedentemente esposto, il bilancio di previsione facendo proprie le prescrizioni, le osservazioni e le raccomandazioni
espresse dal Collegio dei revisori dei conti, dai dipartimenti regionali
competenti che ne hanno curato l’istruttoria, dalla Giunta regionale e
accompagnando il provvedimento di approvazione con la richiesta all’Aterp di
Vibo Valentia dell’adozione delle seguenti misure correttive: che oltre al non
utilizzo della quota di avanzo presunto di amministrazione fino
all’approvazione del conto consuntivo anno 2011 – raccomandato dal dipartimento
bilancio, peraltro, già previsto dalle norme di contabilità – siano adottati
tutti i necessari provvedimenti per ripristinare le condizioni di approvazione
dei conti consuntivi mai trasmessi a questo Consiglio regionale corrispondendo
alle prescrizioni formulate dal Collegio dei revisori e dai dipartimenti
competenti; di apportare nel rispetto delle procedure indicate dalle norme e
dai regolamenti di contabilità dell’Aterp di Vibo Valentia le opportune
variazioni di bilancio anche in sede di assestamento;
di dare mandato alla Giunta regionale di procedere ai controlli ed alle
verifiche sull’avvenuta adozione delle misure correttive.
La relazione è
conclusa possiamo procedere a votare la proposta di provvedimento
amministrativo numero 181/9^ con l’astensione del gruppo di Italia dei valori e
dell’onorevole Bova.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Si passa al punto quattordici all’ordine del giorno che riguarda la proposta di provvedimento
amministrativo numero 182/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante:
“Bilancio di previsione dell’ATERP (Azienda Territoriale per l’Edilizia
Residenziale Pubblica) della Provincia di Catanzaro per l’anno finanziario
L’onorevole Imbalzano, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.
Si tratta, Presidente, di un bilancio di previsione relativo all’Aterp 2012 di Catanzaro approvato dalla Commissione nella seduta del 5 luglio scorso.
In Commissione,
abbiamo audito il direttore generale dell’Ente
che ha fornito importanti delucidazioni in ordine all’andamento della gestione
dell’azienda e, più precisamente, ha dichiarato che si è provveduto a
riaccertare i residui attivi e passivi. La morosità è stata ridotta di 800 mila
euro ed è stato predisposto apposito piano degli indicatori per come previsto
dalla legge regionale 47/2011. Inoltre è stato approvato il conto consuntivo
2011 registrando una riduzione del disavanzo economico rispetto all’anno precedente.
Viene attestato, ancora, che i valori
previsionali tengono conto delle disposizioni normative di contenimento della
spesa pubblica contenute nella legge regionale 22/2010.
Per quanto riguarda l’eterno problema delle
morosità il Collegio dei revisori invita l’ente a seguire nell’azione di
recupero delle morosità esistenti in ordine ai canoni di locazione non
sottacendo, però, le azioni già poste in essere dall’Azienda che ha conseguito
importanti obiettivi.
Ulteriore monito contenuto nella relazione è
quello di proseguire nella chiusura dei cantieri al fine di utilizzare le
economie che ne derivano per gli investimenti ritenuti necessari e per aderire
agli obiettivi indicati dal Programma operativo regionale. Raccomandazione
ribadita dal dipartimento lavori pubblici.
Lo stesso dipartimento ha espresso parere
favorevole per l’approvazione del bilancio di previsione esercizio finanziario
2010 ritenendo abbastanza attendibili e congrue le previsioni di entrata e di
spese. Persiste un disavanzo di amministrazione che ammonta a 616 mila euro
circa che, comunque, è presento perché dovrà essere rideterminato in seguito
alla chiusura dei conti al 31 dicembre 2011.
Da qui la raccomandazione al dipartimento
bilancio di monitorare la spesa, di carattere discrezionale, fino a quando non
sarà approvato il conto consuntivo 2011 stesso, al fine di evitare un aumento
dello stesso per l’anno successivo.
Lo stesso dipartimento bilancio, altresì, ha
raccomandato di conformarsi alle disposizioni in tema di armonizzazione dei
bilanci di cui al decreto legislativo 118/2011 e della legge regionale 47/2011.
Conclusivamente
Non ci sono
richieste di parola, pongo in votazione la proposta di provvedimento
amministrativo numero 182/9^ con il parere favorevole del gruppo del Partito
democratico e con l’astensione del gruppo Italia dei valori e del gruppo Misto.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportata in allegato)
Il punto quindici
all’ordine del giorno riguarda la proposta di provvedimento amministrativo
numero 183/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio di
previsione dell’ATERP (Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale
Pubblica) della Provincia di Crotone per l’anno finanziario
L’onorevole Imbalzano, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.
Si tratta, Presidente e onorevoli colleghi, del bilancio di previsione 2012 approvato nella seduta del 5 luglio scorso dalla Commissione, da me presieduta.
Su questo documento contabile il Collegio dei revisori ha espresso parere
favorevole all’approvazione del bilancio con
la raccomandazione
condivisa dal dipartimento lavori pubblici di proseguire nell’azione di recupero della
morosità e nel controllare costantemente gli incassi rateizzati e monitorando
le entrate continuando a perseguire nelle azioni di sfratto degli utenti morosi
al fine di garantire un regolare incasso degli importi rateizzati.
Il dipartimento bilancio non ha rilevato elementi
ostativi alla trasmissione del documento contabile in Giunta. Tuttavia,
raccomanda all’Azienda di non utilizzare l’avanzo fin quando non saranno
apportate le necessarie correzioni al bilancio in seguito all’approvazione del
conto consuntivo 2011 dagli organi dell’Azienda considerato che tali dati si
basano su residui attivi e passivi ancora provvisori.
Lo stesso dipartimento bilancio ribadisce la
necessità di seguire una approfondita analisi dei residui attivi esposti in
bilancio al fine di accertare l’effettiva esigibilità delle somme iscritte ed
eliminare dal documento contabile eventuali residui risultati privi di titolo
giuridico.
Infine il dipartimento bilancio, raccomanda
all’Azienda di avviare le procedure necessarie per garantire l’ottemperanza
della legge regionale 47/2011 che ho più volte richiamato nel corso delle
precedenti relazioni.
Si prende atto che l’Azienda ha realizzato
importanti azioni di contenimento della spesa attuando la riduzione complessiva
degli oneri per il personale in attività di servizio per 170 mila euro.
Infine
Nessuno
chiede di parlare, pertanto, pongo in votazione la proposta di provvedimento
amministrativo numero 183/9^ con il parere favorevole del gruppo del Partito
democratico e con l’astensione del gruppo Italia dei valori e del gruppo Misto.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportata in allegato)
Passiamo
adesso al punto sedici all’ordine del giorno che riguarda
L’onorevole Imbalzano, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.
Presidente, si tratta di una proposta di legge di iniziativa del sottoscritto, una legge che ritengo di grande importanza per l’economia calabrese e che finalmente estende anche al settore agricolo di questa regione il sistema dei consorzi fidi, oggi diffuso per altri comparti.
E’ una legge che abbiamo fortemente
voluto e realizzato in parte di concerto con le associazioni di categoria, perché il problema del credito è sotto gli occhi di
tutti in questa regione e lo è a maggior ragione per il comparto agricoltura.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, non
entro nella descrizione dei singoli articoli perché, ovviamente, man mano che
andremo avanti avremo occasione di commentare le funzioni più importanti di
questa legge.
Voglio solo ricordare che i Confidi in
agricoltura destineranno il 30 per cento dei finanziamenti a beneficio delle
aziende che operano con il sistema delle organizzazioni dei produttori, delle
cooperative e dei consorzi agrari. La concessione di garanzie fornite dai
Confidi per operazioni di finanziamento per investimenti in agricoltura avverrà
in base al regime de minimis.
Abbiamo anche superato il problema, sempre
latente, delle disposizioni comunitarie. Crediamo di aver proposto una buona
legge che, sicuramente, farà gli interessi dell’economia della nostra regione.
Si tratta di una legge che, come si evince leggendo la relazione, è stata approvata alla unanimità dalla Commissione. Il finanziamento è di 200 mila euro. Non essendoci emendamenti possiamo procedere con la votazione.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Censore
per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
Per dichiarazione di voto. Il gruppo
del Partito democratico
esprime voto positivo perché in Commissione c’è stata la partecipazione del partenariato
e le associazioni dell’agricoltura hanno condiviso questo provvedimento anche
per dare una boccata di ossigeno alle imprese che operano in un comparto
strategico ed importante della nostra regione. Per
questo motivo condividiamo il provvedimento e votiamo positivamente. Grazie.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Talarico Domenico.
Ne ha facoltà.
In realtà
non so se in Commissione è stata approvata alla unanimità, perché noi, come
gruppo, avevamo mosso dei rilievi critici, non tanto rispetto allo spirito
della legge che apprezziamo e sosteniamo, ma abbiamo rilevato, anche ascoltando
le associazioni agricoli presenti in Commissione, che il budget previsto
perché questa legge possa produrre effetti positivi per l’agricoltura calabrese
è davvero esiguo.
Per cui io
annuncio il voto contrario, ma voto a favore dello spirito che ha animato
l’onorevole Imbalzano,
Cogliamo
l’aspetto positivo e la sensibilità nei confronti di questo settore. Lo
strumento utilizzato è importante e fondamentale, ma per essere davvero
efficace ha bisogno di esser sostenuto e assistito da una corposa dotazione
finanziaria che, francamente, non compare in questo testo, perché 200 mila euro
sono davvero irrisorie, sarebbero davvero una goccia nell’oceano
dell’agricoltura calabrese e questo anche per ammissione delle stesse
associazioni agricole che hanno avuto modo di esprimere certamente
apprezzamento per lo strumento, ma perplessità rispetto alla dotazione
finanziaria -, grazie.
Ha chiesto
di parlare l’onorevole Mirabelli. Ne ha facoltà.
Intervengo, Presidente, per esprimere
un voto a favore di questa importante legge e un plauso all’onorevole Imbalzano, estensore di questa proposta di legge
che ho condiviso fin dall’inizio perché apre
un tipo di approccio differente e va, forse, a colmare delle lacune nell’ambito
delle politiche attive ed economiche a sostegno dell’agricoltura.
E’ ovvio che la dotazione finanziaria è quella che è perché siamo in periodo di
magra, ma l’essenza e la sostanza della legge non può che essere sposata e
condivisa.
Sarebbe stato sicuramente meglio mettere 20 milioni al
posto di 200 mila euro, ma bisogna far tesoro delle proprie risorse.
Per cui, condividendo appieno l’impostazione che ha dato
l’onorevole Imbalzano e l’intera Commissione, penso che questa legge vada
sostenuta perché tende a rafforzare in un momento difficile l’economia delle
imprese agricole calabresi.
Ha chiesto
di parlare l’onorevole Chiappetta. Ne ha facoltà.
Presidente, anche io intervengo per dichiarazione di voto e confermo e ribadisco
il voto favorevole del gruppo del Popolo delle libertà già espresso in sede di Commissione e ribadito qui in Aula.
Ho preso la parola per esprimere apprezzamento
al collega Imbalzano che si è fatto promotore insieme a tutti i colleghi della
Commissione, questa volta in una logica bipartisan,
in relazione, appunto, anche alle riflessioni che sono state evidenziate un
attimo fa dall’intervento del collega Mirabelli. Non per far polemica, ma credo
che sia opportuno evidenziare, a mio parere, la positività del fatto che
vengano assunti dei provvedimenti legislativi, così come quello del quale
stiamo parlando, con un’ampia condivisione delle forze politiche presenti in
Consiglio regionale.
Lo hanno
detto bene sia il collega Imbalzano che il collega Mirabelli, qui si tratta di
far di necessità virtù, cioè: si è avuta la possibilità di dotare finanziariamente
e con un minimo di risorse necessarie per dare un segnale importante che le
organizzazioni professionali e di categoria aspettavano da tempo rispetto anche
a questo provvedimento legislativo.
Vi è da dire
– e questo lo dico senza voler far polemica con il collega del gruppo di Italia
dei valori che ha evidenziato la criticità rispetto anche alla esiguità della
dotazione finanziaria – che anche nel contesto normativo della legge si fa
espresso riferimento alla possibilità di impiegare ulteriori risorse che
possano provenire da fondi comunitari e quant’altro.
Ecco perché
confermo, Presidente e colleghi consiglieri, il voto favorevole del Pdl ed
esprimo grande apprezzamento a questa iniziativa legislativa che va nella
direzione auspicata dal Presidente Scopelliti ad inizio di legislatura.
Non
essendoci altre richieste di parola pongo in votazione la legge articolo per
articolo.
Pongo in
votazione l’articolo 1.
(E’
approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 2.
(E’
approvato)
Pongo in votazione
l’articolo 3.
(E’
approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 4.
(E’
approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 5.
(E’
approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 6.
(E’
approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 7.
(E’
approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 8.
(E’
approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 9.
(E’
approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 10.
(E’
approvato)
Pongo in
votazione la legge nel suo complesso.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportata in allegato)
Il punto
diciassette all’ordine del giorno recita Proposta di provvedimento
amministrativo numero 178/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante:
“Adozione della revisione del PSR CALABRIA 2007-2013, accettata dalla
Commissione Europea con Comunicazione n.Ref. Ares (2012) 281476 del 9 marzo
L’onorevole Parente, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.
Grazie,
Presidente, onorevoli colleghi, il provvedimento apporta una serie di modifiche
al testo del programma approvato da questo Consiglio regionale che in
particolare interessa l’istituzione di due nuove misure.
La prima
misura numero 126 riguarda la ricostituzione del potenziale produttivo disperso
per effetto di calamità naturali e si rivolge ad imprese e ad enti locali sia
per interventi di ripristino e di prevenzione nel settore della viabilità
rurale, dell’acquedottistica e dell’elettrificazione.
La seconda
misura numero 215 è inserita nel programma per soddisfare la direttive europea
per il benessere degli animali e consiste in un premio corrisposto agli
allevatori che intendono adeguarsi alle buone prassi relative alla conduzione
degli impianti zootecnici.
Tra le
principali modifiche apportate al programma di sviluppo rurale vi è poi una
revisione del piano finanziario che ha portato ad una diversa distribuzione
delle risorse per 44 milioni di euro. Vi è stato un incremento delle misure 211
e 212 rispettivamente al servizio delle indennità compensative stabilite per le
aree montane e per quelle svantaggiate con le contestuali diminuzioni dei
pagamenti agro-ambientali.
In ultimo vi
è da rilevare come il provvedimento ampli il novero delle culture teoricamente
e potenzialmente biologiche: oggi può diventare coltura biologica anche la coltura
della noce, del nocciolo e del castagno.
La
discussione in Commissione ha poi riguardato lo stato di salute del programma
la cui realizzazione al 31 dicembre
L’Autorità
di gestione ha assicurato il proprio monitoraggio di questi interventi e
l’adozione di misure adeguate su cui la sesta Commissione proseguirà il lavoro
costante di controllo.
Ha chiesto
di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.
Presidente, molto brevemente,
noi confermiamo il voto contrario espresso in Commissione
dal collega Maiolo, non tanto per una questione di merito perché in realtà, come ben sa l’assessore, anche
Esprimiamo voto contrario per un problema di merito, nel
senso che la proposta arriva in Commissione e poi in Aula, dopo essere stata
licenziata dalla Commissione europea. Il percorso, invece,
dovrebbe essere esattamente al contrario, altrimenti il ruolo della Commissione
e del Consiglio in generale compresa l’Aula viene sminuito.
Dopo che il provvedimento riceve il parere favorevole
della Commissione europea è chiaro che il ruolo del
Consiglio regionale diventa di semplice ratifica.
Per cui, Presidente Talarico, se mi ascolta, mi rivolgo a
lei chiedendole di fare rispettare le prerogative del Consiglio.
Il nostro è un voto contrario che sarebbe sbagliato
definire di protesta, ma finalizzato a sottolineare l’esigenza di rispetto
della metodologia
e delle prerogative del Consiglio regionale.
Per cui tramite lei noi chiediamo alla Giunta regionale quando ci sono
provvedimenti di modifica dei programmi europei di far passare la proposta
dalla Commissione competente, dall’Aula e poi sottoporla al vaglio della Unione
europea.
Ribadisco, quindi, il voto contrario per queste ragioni di merito e mi
appello a lei chiedendole di far rispettare le prerogative di partecipazione ai
processi decisionali da parte del Consiglio regionale.
Non vi sono altre richieste di parola, pongo in votazione la proposta
di provvedimento amministrativo numero 178/9^.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Andiamo avanti con il punto diciotto all’ordine
del giorno che riguarda
Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe.
Ne ha facoltà.
(Interruzione)
Chiede il rinvio del punto alla prossima seduta
del Consiglio regionale?
Presidente,
poiché il collega Franchino è esperto in materia e per motivi familiari ha
dovuto lasciare i lavori del Consiglio, chiedo il
rinvio di questo punto per consentire al collega Franchino di partecipare ai
lavori.
Pongo in
votazione la richiesta di rinvio alla prossima seduta del Consiglio della
proposta di legge numero 77/9^ per consentire anche all’onorevole Franchino,
esperto in materia, di poter essere presente.
(Il
Consiglio approva)
Il punto diciannove all’ordine del giorno riguarda l’Istituzione della festa di San Francesco di Paola.
L’onorevole Salerno, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.
Presidente, questa proposta di legge nasce da due proposte che sono state unificate e che recano la firma dei colleghi Mirabelli e Caputo. Questa proposta di legge riguarda la figura di San Francesco di Paola, Patrono della Calabria e della gente di mare e assume un significato particolare per la ricorrenza nel 2016 del sesto centenario della nascita del Santo.
Si compone di 5 articoli, compresa la
norma finanziaria e prevede il 26 febbraio quale anniversario della
proclamazione del Santo. Viene costituito un comitato nominato dal Presidente della Giunta
regionale composto dallo stesso Presidente,
dal Padre provinciale, dal sindaco del comune di Paola, da un rappresentante
della Regione
Calabria e dai Presidenti delle province di
Cosenza, Catanzaro, Crotone, Reggio
Calabria e Vibo Valentia.
Il comune di
Paola, dovrà fornire poi la sede istituzionale. E’ previsto, inoltre, un
contributo annuale di 50 mila euro per l’esercizio del 2012 e per gli esercizi
successivi il contributo verrà, poi, determinato in base alle reali
disponibilità delle risorse finanziarie del bilancio.
Questo
provvedimento è stato licenziato alla unanimità in Commissione. Grazie.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Talarico
Domenico. Ne ha facoltà.
Presidente,
ho più di una perplessità rispetto a questa proposta di legge e vorrei chiedere al
Presidente del Consiglio se può una istituzione laica per definizione istituire
una festa di tipo religioso con tutto il rispetto per la religione e per chi
professa sentimenti religiosi. Mi pare, però, che sia un azzardo e che non
compete a noi istituire feste religiose.
San Francesco è già patrono della Calabria
ed ha già un posto importante nella religiosità di ognuno di noi. Francamente,
mi pare eccessivo e non so quale sia la vera finalità dell’istituzione di
questa legge se non quella, probabilmente, di utilizzare – consentitemi il
termine – il “marchio” di San Francesco di Paola che è stato già bistrattato,
anzi dileggiato, nel corso del cinquecentenario.
Molti colleghi sono a conoscenza del fatto
che la stessa Regione Calabria, il comune di Paola, tutti gli enti e le
istituzioni che sono richiamate in questo testo di legge erano tenuti – qualche
anno fa – a metter in campo celebrazioni importanti e tali da rendere il Santo
quale forte attrattore del turismo religioso oltre che un veicolo per
realizzare opere importanti in quel di Paola e nel resto della Calabria.
Inviterei il Presidente Salerno e gli altri
colleghi a verificare gli esiti del cinquecentenario di San Francesco di Paola
e se chi aveva la responsabilità di farlo ha contribuito a migliorare
l’immagine del Santo di Paola e ad onorare, anche dal punto di vista religioso,
il Patrono della Calabria.
Ecco perché, intanto, c’è un problema che
riguarda questa come le altre istituzioni. Sono cose che non competono a noi ma
che, casomai, deve decidere la comunità religiosa. Non possiamo sovrapporre
date e ricorrenze ad altre ricorrenze stabilite dalla tradizione, dalla
devozione, da altri organi e autorità non di tipo civile ma religioso.
Inviterei il consigliere Salerno ed il
Presidente del Consiglio a riflettere ulteriormente su questa proposta di legge e
riprendere ognuno il proprio ruolo e le proprie competenze per evitare
invasioni di campo che non fanno certo onore al sentimento religioso di ognuno
e tanto meno alla comunità religiosa devota a San Francesco di Paola.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Mirabelli.
Ne ha facoltà.
Personalmente, credo – pur prendendo
per buone le parole del consigliere Talarico - che serva questa legge, questo riconoscimento, questa istituzionalizzazione che non ha
soltanto una valenza prettamente religiosa, perché non avremmo avuto necessità
di farlo; San Francesco di Paola è già riconosciuto di per sé come un Santo di
una certa entità soprattutto in Calabria, in quanto calabrese, per cui è ovvio
che sarebbe stato superfluo ed aleatorio voler riproporre un riconoscimento
esclusivamente di tipo religioso-mistico. Sarebbe stata poca cosa.
Noi diamo un giusto riconoscimento ad un
calabrese che nel passato si è distinto con la sua vita e con le sue opere. In
un momento difficile come quello che vive
C’è un turismo di ritorno di tipo religioso
e anche di tipo culturale per chi è credente sia nella genesi stessa del
pensiero cristiano, ma al di là del pensiero cristiano c’è un mondo laico
attratto da questi momenti di incontro di tipo spirituale che scemano poi in momento
festivo soprattutto di aggregazione sociale ed anche di tipo culturale e di
pensiero per cui penso che
Perché, attenzione, non stiamo dando un
riconoscimento al Santo; con questa legge noi istituzionalizziamo la festa di
San Francesco ma ci stiamo dando, noi stessi, come calabresi e come ente
Regione, un riconoscimento che è quello di identificarci in un modo di essere e
di vivere che dovrebbe essere quello che tutti quanti noi, in maniera seria al
di là dei propri convincimenti religiosi, dovremmo in tutti i modi cercare di
copiare come esempio in un momento così difficile ed in una realtà
socio-economica così debole, privata ed indebolita di riferimenti di principi
di tipo anche culturale per alcuni aspetti visto quello che succede
quotidianamente.
Penso che questa possa essere una legge che
il Consiglio regionale possa far propria sperando che non resti lettera morta,
questo è il problema.
Caro Presidente, questa legge – mi riferisco
anche all’amico Caputo perché possiamo dire che l’abbiamo presentata quasi
insieme – ha avuto un iter molto lungo di quasi due anni. Qui, voglio dire, non
è che si stava parlando di andare a rivedere
Pertanto, pregherei
Credo che
facciamo bene a farla nostra con la speranza che possa avere una ricaduta in
termini concreti e non restare lettera morta come tante altre leggi importanti.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe.
Ne ha facoltà.
Presidente,
voteremo a favore di questa proposta di legge perché la
laicità non impone particolari riconoscimenti, del resto San Francesco è il
Santo Patrono della Calabria ed a noi sembra
che questa proposta sia apprezzabile anche se, ritengo, che dovrà essere poi
verificata sulla base delle iniziative del Governo Monti perché c’era in predicato
di eliminare anche la festa di Santo Stefano.
E’ questa perplessità che più che altro ci
impone di affermare questa opinione e non tanto l’iniziativa legislativa
perché, ripeto, non vediamo una lesione dei principi di laicità rispetto ad una
iniziativa di questo tipo.
Piuttosto, sento il dovere – per il lavoro
che ognuno di noi ha fatto nel recente passato – di ricordare che in occasione
del cinquecentenario della nascita del Santo
Avviammo anche – lo dico all’assessore
Caligiuri – una mostra iconografica di San Francesco. Ho preso la parola
soprattutto per ricordare questa iniziativa. Se lei, assessore, ha la bontà di
chiedere al suo direttore generale di cercare tra le carte del dipartimento,
troverà un decreto con il quale si destinarono con i fondi europei 500 mila
euro per una mostra iconografica di San Francesco che aveva lo scopo di portare
in Calabria i dipinti che rappresentano il Santo e che sono presenti –
certamente – in modo molto numeroso in Europa ed al di fuori del continente
europeo.
Poi, però, di questa iniziativa non se ne è
saputo più nulla, ma, assessore Caligiuri, la ricordo perché potrebbe esser
ripresa insieme alla vostra iniziativa per celebrare Mattia Preti.
Ribadisco l’opinione espressa nella
precedente seduta del Consiglio: queste iniziative si possono finanziare con i
fondi europei e non è necessario, quindi, scomodare il triste ed esiguo
bilancio regionale.
Per cui se, nel verificare le filiere
adeguate del Por 2007-2013, troverà conferma rispetto alle mie modeste parole, insieme
alla celebrazione di questo grande pittore calabrese, Mattia Preti, lei
potrebbe anche riprendere questa iniziativa della mostra iconografica di San
Francesco; avevamo anche individuato il responsabile artistico di questa
iniziativa che è il famosissimo professor Strinati che, fino a poco tempo fa,
ha diretto il polo museale romano.
Il mio intervento è esaurito ma ribadisco,
per le ragioni che ho espresso prima, il nostro voto favorevole.
A proposito di laicità, però, vorrei dire al
Presidente Talarico e all’assessore Trematerra che ho trovato poco adeguate più
che altro le mostre di santini di San Francesco presenti in qualche importante
comune della Calabria; ci sono mostre permanenti sulla figura di San Francesco,
sotto il profilo sempre della iconografia e c’è qualche buon dipinto ma poi ci
sono centinaia di santini. Questo sì, mi sembra un eccesso e, quindi, mi sembra
sinceramente esagerato per una istituzione laica come un comune fare delle
mostre di santini. L’iniziativa dei colleghi è, invece, apprezzabile in quanto
atto di omaggio, rispetto e devozione verso questa grande figura che non è
stata importante soltanto sotto il profilo religioso e dell’insegnamento in
primo luogo del valore della carità, ma è stata anche una grande figura sotto il
profilo dell’insegnamento civile per l’opera svolta presso la corte di Francia
e per l’anticipazione che San Francesco di Paola è riuscito ad offrire allo
stesso mondo cattolico e al Vaticano che con qualche secolo di ritardo, poi, ha
preso per intero l’insegnamento di questo Santo.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Caputo. Ne
ha facoltà.
Presidente, sarò brevissimo per dichiarare che, a dir la verità, sono rimasto meravigliato dall’affermazione del collega Talarico nel suo intervento. Non credo che abbiamo “confessionalizzato” il Consiglio nel momento in cui stabiliamo che attraverso questa proposta riassunta dal relatore Salerno – la proposta del consigliere Mirabelli o quella del sottoscritto – si decide niente di più se non riconoscere un ruolo che San Francesco ha avuto. E’ il Patrono della Calabria e si tratta di festeggiamenti che raccolgono – è bene sottolinearlo – attorno alla figura di San Francesco anche le istituzioni, per cui abbiamo ritenuto di andare in questa direzione.
Da questo punto di vista ci sembra molto strano che si sia voluto puntualizzare questo: dare il giusto rilievo ad una ricorrenza anche da un punto di vista economico – diciamocelo con grande chiarezza – perché chi ha assistito negli ultimi anni alla festa di San Francesco vede quante migliaia di fedeli quel Santo riesce a raccogliere e a richiamare.
Da questo punto di vista abbiamo
ritenuto importante che il Patrono della Calabria
venisse festeggiato specialmente in funzione del
Ha chiesto di parlare l’onorevole Giordano.
Ne ha facoltà.
Presidente, intervengo soltanto per confermare quanto avevo già espresso in sede di Commissione, cioè il voto favorevole su questa proposta.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Battaglia.
Ne ha facoltà.
Presidente,
il voto del gruppo è stato già espresso dal capogruppo. Vorrei soltanto
aggiungere una preoccupazione e mi riallaccio all’intervento del collega proponente la
legge.
Ho una preoccupazione inversa. Può darsi che
poi l’intenzione sia positiva, ma, in maniera particolare, ho una
preoccupazione in relazione alla istituzione della “Marcia della penitenza” che
avrà luogo nella città di Paola.
Mi sembra più una cosa legata ad una
organizzazione e decisione in ambito religioso che nostra. Poi non so qual sia
l’intenzione del proponente in ordine alla “Marcia della penitenza” perché noi
non stiamo istituendo la “Marcia della pace” o altro. Mi sembra una
manifestazione molto legata alla iniziativa del Convento, della Curia di
Cosenza.
Da questo punto di vista ho grossissime
perplessità ed inviterei a togliere questo punto per ribadire la nostra
autonomia ma, soprattutto, la nostra non ingerenza in alcuni aspetti
particolari di manifestazioni legate al Santo.
Non ci sono altre richieste di parola possiamo, pertanto, procedere con la votazione dell’articolato e con gli emendamenti.
E’ stato presentato un emendamento
protocollo
(Interruzione)
Mi dicono gli uffici che è stato già inserito nella proposta di legge così come è stata approvata dalla Commissione consiliare. Bisogna votarlo?
(Interruzione)
Voglio ricordare che nel testo, all’articolo 1, comma 3 è già previsto come stabilito dalla Commissione. C’è già scritto “nella stessa data la marcia della penitenza”…
(Interruzioni incomprensibili)
Nella
prima versione c’era scritto il 26 febbraio mentre in questa c’è scritto che la
data sarà fissata annualmente. Questa è la differenza.
Ha chiesto di
parlare l’onorevole Talarico Domenico. Ne ha facoltà.
Presidente, vorrei richiamare l’attenzione del consigliere Salerno. Rispetto alla proposta di legge vorrei capire - come credo lo voglia anche il consigliere Bova - se siamo qui per mettere in piedi una proposta di sostegno per le cose che abbiamo detto – per ultimo il capogruppo del Partito democratico – sulla figura di San Francesco di Paola e alle sue celebrazioni oppure se vogliamo istituire eventi puramente religiosi che, per rispetto del sentimento delle autorità religiose, non possono, onestamente, appartenere a questo Consiglio.
Presidente, se viene meno questa proposta, così come anche la questione relativa alla individuazione della data, sono disponibilissimo a proporvi di aumentare anche la dotazione finanziaria per le cose che sono state dette e che vanno al di là, anche, del sentimento religioso.
Non possiamo noi istituire una “Marcia della penitenza”. Penso che questo sia davvero troppo e non sia consentito al Consiglio regionale.
Se viene meno questo aspetto, annuncio il mio voto favorevole alla proposta del consigliere Salerno.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe.
Ne ha facoltà.
Presidente, su questo punto anche noi riteniamo che ci sia una invasione di campo perché la celebrazione del Santo, il riconoscimento storico-culturale di questa figura, non consente ad una istituzione laica come il Consiglio regionale di mettere in atto iniziative che sono di diritto canonico e come tali appartengono ai titolari delle Curie.
Ho già stigmatizzato le mostre in luoghi civici ed in istituzioni civili delle figurine di San Francesco perché mi sembra un eccesso.
Chiederei ai colleghi della maggioranza, al collega Chiappetta, di ritirare l’emendamento, che è poi praticamente già contenuto nella legge, e chiederei ai colleghi della maggioranza di eliminare il comma 3 dell’articolo 1, perché rappresenta, effettivamente, una invasione di competenza.
A noi non compete istituire eventi che hanno una chiarissima finalità di carattere religioso. L’istituzione di una “Marcia” del genere appartiene alla competenza di Sua Eccellenza l’Arcivescovo di Cosenza non al Consiglio regionale.
Peraltro, mi pare che ci sia una volontà unanime di approvare questo provvedimento e l’eliminazione del comma 3 ricompatta anche il gruppo di Italia dei Valori così che ci sarebbe anche la votazione di tutti i gruppi. Quindi, chiederei agli amici della maggioranza se si possa abrogare il comma 3 dell’articolo 1 e al collega Chiappetta chiedo di ritirare il suo emendamento che è, peraltro, ripetitivo rispetto ad una norma già contenuta nella proposta di legge.
(Interruzione incomprensibile dell’onorevole Bova)
Ha chiesto di parlare l’onorevole Chiappetta. Ne ha facoltà.
Presidente, mi pare che la discussione si stia avviando verso una sorta di surrealismo, rispetto alle cose che sono state dette; è strano anche il comportamento dei colleghi che in sede di Commissione assumono una iniziativa, poi ritornano in sede di Consiglio ed hanno, probabilmente, una sorta di ravvedimento postumo.
Presidente - lo dico anche ai colleghi che sono intervenuti sulla discussione sorta su questo emendamento – chiariamo, anche ad onore della stampa affinché questa possa poi riportare fedelmente quello che viene detto in Consiglio regionale, che questo emendamento non è modificativo, sostitutivo o integrativo rispetto a quello che è stato approvato in Commissione alla unanimità dei gruppi presenti in Consiglio regionale.
Dico questo, Presidente,
perché il provvedimento, presentato dal
collega Mirabelli per la minoranza e dal collega Caputo per la maggioranza, è stato assunto in una logica bipartisan,
rappresentando le diverse necessità e le diverse
esigenze di un riconoscimento. Onorevole Principe, avendo lei evidenziato
l’alta statura autorevole del nostro arcivescovo di Cosenza, Monsignor Nunnari,
che non vuole sconfinare nei campi che sono propri del Consiglio regionale,
voglio precisare che noi non ci possiamo e non ci vogliamo sostituire a quelle
che sono le competenze ed i ruoli delle autorità religiose.
Questo
documento, a firma del sottoscritto e condiviso anche dagli altri colleghi, è
servito – ma sarebbe più corretto dire “sarebbe dovuto servire” – esclusivamente a precisare che nel momento in cui si è dato un
riconoscimento, contenuto nel contesto di tutta la norma del collegato al disegno di legge alla “Marcia della
penitenza”, la data indicata nel testo normativo era quella del 26 febbraio
esclusivamente perché si è ritenuto di individuarla temporalmente
esclusivamente per il 2012.
Quindi, l’emendamento è stato esclusivamente presentato per
dire che anno per anno la data della “Marcia della penitenza” verrà individuata
non dal Consiglio regionale ma dall’autorità religiosa preposta a queste cose,
sia esso l’Ordine dei minimi nazionale e non regionale. Non togliamo la
religiosità di Paola alla Calabria sol perché si trova, collega Battaglia,
nella provincia di Cosenza piuttosto che nella provincia di Reggio Calabria.
Perché questo vorrebbe dire adottare una logica campanilistica che, credo, non
possa e non debba appartenere
a questo Consiglio regionale.
Detto questo, Presidente Talarico, appunto perché credo di aver
dato le motivazioni che sono state poste a base di questo emendamento, non ho
alcun problema a ritirarlo se questo serve a troncare questo discorso e questo
dibattito – mi consenta il termine, Presidente – surreale.
Se ho capito bene la minoranza è d’accordo a
votare alla unanimità tutta la proposta di legge però c’è una riflessione
aggiuntiva che la maggioranza deve fare sull’articolo 1, comma 3, che riguarda
l’istituzione della “Marcia”.
Se la maggioranza è d’accordo noi procediamo
a votare alla unanimità abrogando l’articolo 1, comma 3.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Salerno.
Ne ha facoltà.
Presidente, non v’è dubbio che è bene dialogare ed io ho sempre sostenuto questo, per carità, ci mancherebbe.
Vorrei anche sottolineare alcuni
passaggi che sono fondamentali per noi che facciamo politica e che siamo
addetti ai lavori.
In
Commissione questa proposta di legge, nata da un esame abbinato di due proposte
presentate dal consigliere Mirabelli e dal consigliere Caputo, è stata
esaminata e ci sono stati, sicuramente degli emendamenti. E’ venuto fuori un
testo che oggi è qui in Aula e che in Commissione è stato votato all’unanimità.
Per carità,
massimo rispetto nei confronti di tutti i colleghi consiglieri, ognuno per il
proprio pensiero e ad ognuno per la propria fede religiosa, ci mancherebbe.
Sinceramente non trovo, però, nulla di male e non penso si tratti di invasione
quando si parla di “Marcia della penitenza”. Oltretutto stiamo discutendo e
stiamo per approvare una proposta di legge che riconosce l’importanza del Santo
Patrono della Calabria e
Non penso
che la “Marcia della penitenza” possa rappresentare motivo di discordia. Stiamo
parlando della proposta di legge per la festività del Santo Patrono e penso che
anche la “Marcia della penitenza” possa essere contemplata in questa proposta
di legge. Non penso si tratti di nessuna invasione anche perché alla fine nel
Comitato che sarà costituito farà parte anche il rappresentante dell’Ordine dei
minimi. Si tratta, quindi, di una iniziativa condivisa con l’Ordine dei minimi.
Ritengo che
su questo non ci possano essere divisioni o problemi tale da non consentire
un’approvazione unanime della proposta già approvata all’unanimità in
Commissione.
Per quanto
riguarda l’emendamento del collega Chiappetta, credo che in pratica non
introduca nulla di nuovo se non lasciare la possibilità al Comitato di
stabilire la data di questo evento. Il resto era stato già contemplato nel
progetto di legge, messo a disposizione di tutti i colleghi consiglieri prima
ancora di arrivare in Aula.
Inviterei
l’Aula a non farne una questione di principio. Collega Talarico, anche il
collega Giordano si è espresso ed ha votato favorevolmente in Commissione; penso che questo non debba esser un
motivo per non votare alla unanimità la legge in Aula.
Credo che il problema si possa superare e si possa procedere con la
votazione di questa proposta di legge così com’è, integrando anche l’emendamento
del collega Chiappetta che, in pratica, anziché lasciare il 26 febbraio come
data della ricorrenza prevede che la stessa sia individuata annualmente dal
Comitato. Grazie.
Lo dico anche ai colleghi di maggioranza: l’obiettivo è cercare di
approvare la proposta all’unanimità, come avete fatto in Commissione. Questo è
il senso: che il Consiglio regionale deliberi in maniera unanime una legge che
riguarda il Patrono della Calabria senza divisioni e contrapposizioni tra
maggioranza e minoranza.
Spero possa esserci uno sforzo da parte della maggioranza per approvare
la legge all’unanimità. Mi sembra che anche il gruppo di Italia dei Valori sia
disponibile a votarla.
Ha chiesto di
parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.
Presidente, volevo dire al collega Salerno che noi, in effetti, non eravamo rappresentati in Commissione quando è stato approvato questo testo perché come sa nella terza Commissione era presente l’onorevole Loiero. Scalzo è subentrato a Loiero con grande ritardo e quando è stato approvato questo testo, il collega Scalzo non c’era.
Pregherei il collega Salerno, poiché mi sembra minimale sotto il profilo dell’importanza la questione della “Marcia della penitenza”, di accogliere anche gli auspici del Presidente Talarico e di approvare l’articolo 1 eliminando il comma 3.
Il problema non riguarda tanto l’emendamento del collega Chiappetta, che era esplicativo, ma il comma 3 dell’articolo 1; nel caso in cui venisse eliminato voteremo convintamente. Peraltro è bene che questa legge sia approvata all’unanimità. Insisto con i colleghi della maggioranza per venire incontro a questa impostazione che noi abbiamo modestamente illustrato in Consiglio.
Ha facoltà di intervenire l’onorevole Magarò.
Presidente,
prendo brevemente la
parola per sostenere la sua proposta di arrivare, di giungere all’approvazione
unitaria di questo progetto di legge verso il
quale esprimo apprezzamento, così come per i proponenti e per il lavoro che
Su questi temi ritengo giusto che il
Consiglio debba esprimere la propria posizione. Penso pure che non sia il caso
di sminuire questa proposta di legge che ha un forte significato simbolico e di
riconoscimento.
Parlo perché ho vissuto all’interno dei
festeggiamenti di San Francesco una serie di iniziative. La penitenza inizia
con
Spostare questa iniziativa della penitenza
durante i festeggiamenti di San Francesco penso sia inopportuno. E penso sia
inopportuno anche per il principio di lasciare alle autorità religiose il
compito di programmare tutto il calendario dei festeggiamenti che nel corso di
quel mese si svolgono nella città di Paola.
Chi conosce Paola e chi conosce i
festeggiamenti che l’Ordine dei minimi, di intesa con
Per questo concordo e apprezzo anche la
disponibilità del collega Chiappetta a voler ritirare l’emendamento perché
ritengo che andremo ad incidere in una sfera che non è di nostra competenza ed
anche perché, ripeto, la penitenza inizia con
Direi che questa proposta vada approvata ed
all’unanimità perché le sia data la giusta importanza altrimenti dovremmo
andare a regolamentare altre giornate ed altre manifestazioni che pure
nell’ambito di quel calendario si svolgono e che non sono di nostra competenza.
Per questo accolgo l’invito del Presidente
Talarico ad approvarla alla unanimità e invito anche io il collega Chiappetta a
ritirare sia l’emendamento sia la modifica dell’articolo 3 della legge citata.
Prego, onorevole Mirabelli.
Presidente, anche io condivido che il comma 3 sia tolto anche perché ha un aspetto troppo fortemente religioso ed è necessario che questa Assise approvi un progetto votato alla unanimità.
Faccio mie le parole del collega
Magarò: il calendario liturgico e le feste non le impone la politica o il Consiglio regionale ma fanno capo direttamente
all’Arcivescovo. Nella nostra proposta - e penso
anche in quella del collega Caputo - questo passaggio non esisteva, sarà stato
aggiunto poi in Commissione, senza dubbio con spirito di arricchimento.
Però, si
tratta di una peculiarità estremamente
religiosa e che fa capo esclusivamente, non solo in termini di calendarizzazione
ma anche come momento mistico-religioso, all’Arcivescovo.
Credo che togliere il comma 3 non modifichi
di fatto l’essenza stessa e la sostanza della proposta di legge per cui chiedo
alla maggioranza di escludere questo comma 3 dell’articolo
Prego, collega Talarico.
Rispetto ai rilievi del consigliere Salerno devo specificare che non impegno il gruppo di Italia dei Valori perché mi pare che in Commissione il rappresentante del gruppo si sia espresso a favore della proposta.
La mia, quindi, è un’opinione del tutto personale e se volete anche in dissenso rispetto al mio gruppo, essendo io l’unico posseduto dal demonio del gruppo di Idv e per questo destinato all’inferno.
Comprenderete insomma anche la libertà della mia posizione.
Prego, onorevole Dattolo.
Giusto per consolare il collega Talarico, non vorrei che qualche fuoco dell’inferno lambisse poi il Consiglio regionale. Ritengo, però, che il collega Salerno abbia fatto un ottimo lavoro in Commissione unificando le proposte dei colleghi Mirabelli e Caputo.
Certo, anche i testi che passano all’unanimità in Commissione,
ritengo possano essere modificati e migliorati dal Consiglio
– collega Salerno – per renderli comunque armonici rispetto alle nostre competenze.
Ritengo che il
principio del riconoscimento civile che facciamo come Consiglio sia lo sforzo
più importante. Da cattolico penso che non stia a noi istituzionalizzare la
“Marcia della penitenza”, senza sancire
qualcosa che attiene ad una sfera esclusivamente religiosa.
Da
capogruppo dell’UDC, forza di maggioranza, ritengo che ci possano essere anche
le condizioni per rendere il 26 febbraio un giorno sentito da tutti, veramente,
sotto l’aspetto del Patrono e soprattutto di una figura che ha dato lustro alla
Calabria.
Penso che il
Consiglio regionale calabrese debba fare
questo così come faremo anche della giornata dedicata all’astronomo di Cirò
Aloysius Lilius, perché il Consiglio regionale ha il compito pregnante di
riconoscere queste figure dal punto di vista civile.
Non ci sono altre richieste di parola, passiamo alla votazione dell’articolato.
Pongo in votazione l’articolo 1, con l’abolizione del comma 3. Su questa proposta mi pare ci sia l’unanimità del Consiglio.
(E’ approvato)
Naturalmente è approvato senza il comma 3.
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 5.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la legge nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Chiappetta. Ne ha facoltà.
Presidente,
intervengo solo per comunicare che il Presidente
Scopelliti sta per arrivare, così
come era stato concordato all’inizio dei lavori del
Consiglio regionale e così come era stato suggerito da lei, Presidente, e
condiviso da tutti i gruppi, da qui a poco si procederà – se lei e gli altri
colleghi lo vorranno – alla discussione sul punto che è stato rinviato. Questa
proposta di legge è stata già inserita all’ordine del giorno, come richiesto, è
stata approvata in Commissione con un’ampia maggioranza ed è relativa alla
ratifica dell’accordo tra
L’onorevole Chiappetta chiede, praticamente, prima di
procedere con l’ordine del giorno, di trattare questo punto che è stato già
inserito all’ordine del giorno anche perché c’è l’urgenza di approvarlo. Questo punto
riguarda l’istituto zooprofilattico del Mezzogiorno;
poiché c’è un accordo con
(Interruzione)
E’ passata alla unanimità in Commissione con l’astensione del gruppo del Partito democratico. Il relatore di questa legge è l’onorevole Caputo. Vuole aggiungere qualcosa?
(Interruzione di registrazione)
Possiamo procedere, quindi, perché c’è la ratifica della norma e ci sono due
emendamenti, a firma dell’onorevole Imbalzano,
entrambi emendamenti da approvare; c’è qualche abrogazione e qualche
sostituzione. Il relatore è l’onorevole Caputo?
Ha chiesto di intervenire il relatore, onorevole Imbalzano.
Ne ha facoltà.
Intervengo brevemente, solo per una rapida relazione sulla
proposta di legge che è volta a dare attuazione al Decreto legislativo numero
270 del 30 giugno 1993 che detta “Norme relative al riordino degli istituti
zooprofilattici sperimentali a norma dell’articolo 1, comma 1 lettera b) della
legge 3 ottobre 1992, numero
Grazie,
onorevole Imbalzano. Possiamo procedere con la votazione dell’articolato. Pongo
in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
All’articolo
2 è stato presentato l’emendamento protocollo numero
(E’
approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 2, come emendato.
(E’
approvato)
All’articolo
3 è stato presentato l’emendamento protocollo numero 33082/b……
(Interruzione)
Sì, è stato già
approvato in Commissione. Mi ha anticipato, onorevole Tripodi. L’emendamento protocollo numero
33082/b è ritirato perché è stato già
approvato in Commissione. Pongo in
votazione l’articolo 3.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la legge nel suo
complesso, come emendata.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Siamo al punto venti all’ordine del giorno che recita proposta di legge numero 276/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Norme per la promozione e la disciplina del volontariato”. L’onorevole Salerno, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.
Presidente,
questa è una proposta di legge della Giunta regionale che riguarda il
volontariato e che si propone di adeguare in questa materia la normativa
regionale. Vengono riconosciute e valorizzate, in pratica, le iniziative di
solidarietà e l’opera sociale svolte dalle associazioni di volontariato. La
proposta stabilisce anche la possibilità per le organizzazioni di volontariato
di stipulare convenzioni con
Ha chiesto di parlare l’onorevole Scalzo. Ne ha facoltà.
Presidente, intervengo per esprimere, a nome del gruppo del Partito democratico, il voto favorevole per questa che riteniamo una proposta di legge importante al fine di rafforzare la percezione di senso civico e di sussidiarietà di cui il Paese e la nostra Regione hanno bisogno. In Commissione abbiamo già espresso soddisfazione ed il voto favorevole che confermiamo anche qui, in Aula. Grazie.
Non ci sono altre richieste di parola per la discussione generale, passiamo all’articolato. Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
All’articolo 3 è stato
presentato l’emendamento protocollo numero 33078/A, a firma dell’onorevole Magarò, che così recita: “All’articolo 3,
comma quarto, lettera b) dopo le parole <quota di adesione> sono aggiunte
le seguenti parole <e senza ricoprire incarichi direttivi>”. Parere del
relatore?
Presidente,
c’è un altro emendamento, protocollo numero 33155/1, che è lo stesso ed è a
firma dei colleghi Giordano, De Masi e Talarico, che recita “All’articolo 3, comma quarto, lettera b) dopo le parole <quota
di adesione> sono aggiunte le seguenti <e senza ricoprire incarichi
direttivi>”. Penso che entrambi possano essere accettati, visto che hanno lo
stesso contenuto.
Pongo in votazione i due emendamenti, protocollo numero 33078/A
e protocollo numero 33155/1, accorpati con il parere favorevole del relatore.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3 come emendato.
(E’ approvato)
All’articolo 4 è stato proposto l’emendamento protocollo
numero 33078/B, a firma dell’onorevole Magarò. Ha chiesto di intervenire
l’onorevole Magarò. Ne ha facoltà.
Presidente,
ritiro l’emendamento.
L’emendamento protocollo numero 33078/B è ritirato. All’articolo 4 è
stato presentato l’emendamento protocollo numero 33155/2, a firma dei
consiglieri Giordano, De Masi, Talarico, che così recita: “L'art. 4 è
sostituito dal seguente:
<1. Sono promosse, riconosciute e valorizzate le
aggregazioni tra singole associazioni dirette a favorire lo strutturarsi di
reti in base:
a)
all'ambito
territoriale che può di volta in volta rispondere al territorio di un comune,
di una provincia o della stessa regione;
b)
allo scopo
d'intervenire su aree tematiche comuni apportando le competenze maturate nel
servizio per risolvere situazioni di marginalità o esclusione sociale.
2. Le reti devono essere composte da almeno dieci
soggetti.>”.
Ha chiesto di intervenire l’onorevole Giordano. Ne ha
facoltà.
Presidente,
questo emendamento si commenta da sé. Non lo ritiro anche se era praticamente
identico a quello del collega Magarò, perché ritengo che questo emendamento,
così come è formulato, conferisca all’articolo maggiore incisività e slancio.
Lo stesso assessore Stillitani, quando chiesi il termine per gli emendamenti,
diede alla Commissione la possibilità di presentazione degli stessi in Aula.
Fermo restando l’impianto della proposta di legge, che condivido, chiedo
l’esame in maniera serena degli emendamenti che abbiamo presentato – lo voglio
ricordare, senza polemica o altro – durante la fase di approvazione che ha
seguito l’iter della Commissione,
perché, secondo lo stesso circuito degli attori del volontariato, questi sono emendamenti che possono far meglio funzionare
una legge molto importante e molto attesa. Grazie.
Parere del relatore?
Il parere è
contrario, considerato che questo emendamento prevede l’abrogazione completa
dell’articolo 4 che va poi a stravolgere lo stesso contenuto.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 33155/2.
(E’ respinto)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’ approvato)
All’articolo 5 è stato presentato l’emendamento protocollo
numero 33078/C, a firma dell’onorevole Magarò.
Presidente,
ritiro l’emendamento.
L’emendamento protocollo numero 33078/C è ritirato. Sempre all’articolo
5 c’è un altro emendamento, protocollo numero 33155/3, a firma degli onorevoli
Giordano, De Masi, Talarico Domenico, che così recita: “All’art. 5, comma 6,
dopo le parole <l’esistenza di gravi e documentate disfunzioni riscontrate
nello svolgimento delle attività> sono aggiunte le seguenti <segnalate
anche dalle organizzazioni di
volontariato>”. Ha chiesto di intervenire l’onorevole Giordano. Ne ha
facoltà.
Presidente, questo emendamento non è abrogativo ma rappresenta
semplicemente una aggiunta nelle attività che va a documentare le gravi e documentate disfunzioni che si riscontrano nello
svolgimento delle stesse; viene aggiunto, cioè: “segnalate anche dalle organizzazioni di volontariato”. Si riconosce
alle associazioni di volontariato un contributo anche in
queste specifiche azioni. Se il relatore intende valutarlo, ne sarei grato.
Parere del
relatore?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 33155/3.
(E’ respinto)
Sempre all’articolo 5 è stato proposto l’emendamento
protocollo numero 33078/D, a firma dell’onorevole Magarò, che così recita:
“All’art. 5, alla fine del comma 10, sono aggiunte le seguenti parole <fatte
salve le reti con ambito territoriale regionale che si iscrivono direttamente
al Registro regionale del volontariato”. Ha
chiesto di intervenire l’onorevole Magarò. Ne ha facoltà.
L’emendamento si commenta da sé.
Parere del relatore?
Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 33078/D.
(E’ approvato)
Sempre
all’articolo 5 è stato presentato l’emendamento protocollo numero 33155/4, a firma
dei consiglieri Giordano, De Masi, Talarico Domenico, che così recita: “All’art. 5, alla fine del comma 10, sono aggiunte le
seguenti parole <fatte salve le reti con ambito territoriale regionale che
si iscrivono direttamente al Registro regionale del volontariato”. Ha chiesto di intervenire l’onorevole
Giordano. Ne ha facoltà.
Penso sia da accogliere perché è lo stesso.
E’ stato già approvato, quindi, viene accorpato nell’emendamento precedente.
(E’ approvato)
Sempre all’articolo 5 è stato presentato
l’emendamento protocollo numero 33078/E a firma del consigliere Magarò.
Presidente, ritiro l’emendamento.
L’emendamento, allora, è ritirato. All’articolo 5 è stato presentato l’emendamento protocollo numero 33155/5, a firma dei consiglieri Giordano, De Masi, Domenico Talarico che recita così: “All’art. 5, comma 12, le parole <quale aggregazione delle sezioni provinciali e delle reti territoriali> sono soppresse.” Questo emendamento, onorevole Giordano, è simile a quello dell’onorevole Magarò.
Presidente,
questo emendamento si commenta da sé. Si chiede la soppressione per quanto riguarda le parole al comma
12 “quale aggregazione delle sezioni provinciali e delle reti territoriali” in quanto riteniamo sia più
corretta una rete di livello regionale.
Parere del relatore?
Contrario.
Pongo in votazione
l’emendamento.
(E’ respinto)
Pongo in votazione l’articolo 5, come emendato.
(E’ approvato)
All’articolo 6 è stato presentato l’emendamento protocollo numero 33078/F, a firma dell’onorevole Magarò.
Presidente, ritiro l’emendamento.
L’emendamento
protocollo numero 33078/F è ritirato. Sempre all’articolo 6 è stato presentato
l’emendamento protocollo numero 33155/6, a firma dei consiglieri Giordano, De
Masi, Domenico Talarico che recita così: “All’art. 6, comma primo, alla lettera
c) le parole <le metodologie di
intervento, la qualificazione dei volontari impiegati> sono soppresse”. Ha
chiesto la parola l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.
Presidente, l’emendamento si commenta da sé.
Parere del relatore?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
All’articolo 6 è stato presentato
l’emendamento protocollo numero 33078/G, a firma dell’onorevole Magarò. L’emendamento è ritirato. Sempre all’articolo 6 è
stato presentato l’emendamento protocollo numero 33155/7, a firma dei consiglieri
Giordano, De Masi, Domenico Talarico che recita così: “Al comma 1, dell’art. 6,
la lettera d) è abrogata”. Ha chiesto la parola l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.
Presidente, l’emendamento si commenta da sé.
Parere del relatore?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
Pongo in votazione l’articolo 6.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 7.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 8.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 9.
(E’ approvato)
All’articolo 10 è stato presentato
l’emendamento protocollo numero 33155/8, a firma dei consiglieri Giordano, De
Masi, Domenico Talarico che recita così: “Al comma 2, dell’articolo 10 le
parole <specialmente delle associazioni di piccole dimensioni> sono
soppresse”. Ha chiesto di parlare l’onorevole
Giordano. Ne ha facoltà.
Presidente, con
questo emendamento chiediamo che venga eliminata la parte che recita: “specialmente
delle associazioni di piccole dimensioni” perché avvertiamo il pericolo che si
possa andare verso una sorta di sistemi di contributi a pioggia che penalizzi
parecchio il volontariato in quanto favorirebbe una parcellizzazione eccesiva.
Invito il relatore a valutarlo.
Parere del relatore?
Penso che quanto contenuto
dall’articolo 10, comma 2, dà particolare attenzione a questo tipo di
associazioni di piccole dimensioni. Sarà
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
Pongo in votazione l’articolo 10.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 11.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 12.
(E’ approvato)
All’articolo 13 è
stato presentato l’emendamento protocollo numero 33155/10, a firma dei consiglieri Giordano, De
Masi, Domenico Talarico che recita così: “Al quarto comma dell’art. 13 le
parole <composta da dieci membri> sono sostituite dalle seguenti
<composta da tredici membri>”. Ha chiesto di intervenire l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.
Presidente, l’emendamento si commenta da sé.
Parere del relatore?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
Sempre
all’articolo 13 è stato presentato l’emendamento protocollo numero 33078/H, a
firma dell’onorevole Magarò.
Presidente, ritiro l’emendamento.
L’emendamento,
allora, è ritirato. Si passa all’emendamento protocollo numero 33155/9, a
firma dei consiglieri Giordano, De Masi, Domenico Talarico che recita così: “Al
quarto comma dell’art. 13 dopo le parole <portatori di interessi di aree
tematiche non rappresentate nella composizione della Consulta stessa>
aggiungere le seguenti <anche in rappresentanza delle reti>”. Ha chiesto
di intervenire l’onorevole Giordano.
Ne ha facoltà.
Presidente, l’emendamento si commenta da sé.
Parere del relatore?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
All’articolo
13 è stato proposto l’emendamento protocollo numero 33078/F, a firma
dell’onorevole Magarò.
Presidente, ritiro l’emendamento.
L’emendamento,
allora, è ritirato. Sempre
all’articolo 13 è stato presentato l’emendamento protocollo numero 33155/11, a firma dei
consiglieri Giordano, De Masi, Domenico Talarico che recita così: “All’art. 13,
dopo il comma 4 è inserito il seguente <4bis: Al fine di garantire una
adeguata rappresentanza territoriale i membri eletti sono espressione di due
membri ciascuno per ognuna delle province. I restanti tre membri vengono eletti
in rappresentanza dei soggetti iscritti direttamente al Registro regionale di
cui all’art. 5, comma 10>”. Ha chiesto di intervenire l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.
Presidente, l’emendamento si commenta da sé.
Parere del relatore?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
All’articolo
13 è stato presentato l’emendamento protocollo numero 33078/L, a firma del
consigliere Magarò.
Presidente, ritiro l’emendamento.
L’emendamento,
allora, è ritirato. All’articolo
13 è stato presentato l’emendamento protocollo numero 33155/12, a firma dei
consiglieri Giordano, De Masi, Domenico Talarico che recita così: “All’art. 13,
quinto comma, lettera a) le parole <se richiesto> sono soppresse e dopo
le parole <esprimere parere> sono aggiunte le seguenti <obbligatorio e
non vincolante>”. Ha chiesto di intervenire l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.
Presidente,
invito il relatore a valutarlo con una certa attenzione perché, diversamente,
il ruolo stesso della Consulta si svuoterebbe di contenuti. Riteniamo sia
necessario che gli atti pervengano alla Consulta sebbene questa, in quanto
tale, non debba esprimere un parere vincolante ma che, comunque, si debba
esprimere, il tutto anche per conferire alla Consulta la dignità e la stessa
funzione che questa legge intende attribuirle.
Parere del relatore?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
All’articolo
13 è stato presentato l’emendamento protocollo numero 33078/M, a firma
dell’onorevole Magarò. L’emendamento è ritirato. Sempre all’articolo 13 è stato
presentato l’emendamento protocollo numero 33155/13, a firma dei consiglieri
Giordano, De Masi, Domenico Talarico che recita così: “All’art. 13, sesto
comma, le parole <entro il termine fissato dalla richiesta> sono
soppresse e sostituite dalle seguenti <entro trenta giorni dalla
richiesta>”. Ha chiesto di intervenire l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.
Presidente, questo emendamento viene meno
perché si trattava del termine fissato per l’espressione del parere della
Consulta.
L’emendamento
è ritirato. Pongo in votazione l’articolo 13.
(E’
approvato)
All’articolo
14 è stato presentato l’emendamento protocollo numero 33078/N, a firma
dell’onorevole Magarò, che recita così: “Al primo comma dell’articolo 14, le
parole <l’assessore regionale alle politiche sociali convoca ogni tre anni
Propongo di convocare
Parere del
relatore?
Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
All’articolo 14 è stato presentato l’emendamento protocollo numero 33155/14, a firma dei consiglieri Giordano, De Masi, Domenico Talarico che recita così: “Al primo comma dell’art. 14, il numero <tre> è sostituito dal seguente <due>”. Questo emendamento è assorbito dal precedente, pertanto va bene così. Possiamo accorpare gli emendamenti ed approvarli insieme. Pongo in votazione l’articolo 15.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 16.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 17.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la legge nel suo complesso.
(Il Consiglio
approva)
(E’ riportata
in allegato)
Si passa, adesso, all’ultimo punto all’ordine del giorno che riguarda la proposta di provvedimento amministrativo numero 131/9^, di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Proposta di legge al Parlamento – Istituzione della giornata regionale del calendario in memoria di Aloysius Lilius da Cirò”; su questo c’è anche una legge regionale che però non è all’ordine del giorno. Ha chiesto di intervenire l’onorevole Salerno. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, sarebbero in pratica due le proposte di
legge. Questa che abbiamo all’ordine del giorno
è la proposta di legge che
(Interruzione)
Sì, tutte e due sono state approvate in Commissione.
L’onorevole Salerno chiede che vada alla prossima seduta di Consiglio regionale di giorno 3 agosto per l’approvazione sia la legge regionale sia la proposta di legge di iniziativa parlamentare. Possiamo inserirla alla prossima seduta di Consiglio regionale visto che, se ho capito bene, è passata alla unanimità e sarà approvata nella seduta del 3 agosto. Abbiamo concluso l’ordine del giorno e, nel frattempo, è anche arrivato il Presidente Scopelliti. Possiamo procedere con la trattazione del punto che riguarda il “Progetto di realizzazione della centrale a carbone a Saline Joniche - Dibattito e conseguenti determinazioni”. Prima di iniziare chiamo i capigruppo al banco della Presidenza per due minuti di sospensione.
(I capigruppo si portano al banco della Presidenza)
Non è possibile! Chi deve rilasciare
interviste vada fuori, dall’Aula,
a dire come la pensa. Qui siamo nella massima Assise calabrese, quindi pregherei tutti di
accomodarsi, di evitare qualsiasi tipo di commento e di ascoltare, un po’ tutto
il dibattito che faremo, oggi, in Aula
con massima attenzione. Dopo la riunione con la maggioranza, abbiamo fatto una
riunione con i capigruppo, quindi, adesso, possiamo procedere col punto
all’ordine del giorno.
Do subito la parola al Presidente della
Giunta regionale, onorevole Scopelliti, che ha inviato una lettera al
Consiglio, chiedendo l’inserimento del punto all’ordine del giorno e quindi
poter esprimere la sua valutazione, la sua riflessione in merito alla questione, dando la possibilità, poi, ai gruppi di intervenire e dire la propria.
La parola al Presidente Scopelliti.
Credo che sia giusto evidenziare
che nella penultima seduta, grazie alla sua sensibilità, non si è tenuto il
confronto su questo tema, su un ordine del giorno presentato dai colleghi della
minoranza, perché effettivamente non soltanto vi era l’assenza di diversi
consiglieri regionali, ma perché era opportuno farlo in un contesto ideale, nel
senso che l’assenza del Presidente e anche di alcuni rappresentanti della
Giunta, su un tema così importante, non poteva certamente essere di ausilio a
una discussione che già in Aula abbiamo fatto, quindi anche su questo qualche perplessità la manifesto,
nel senso che l’Aula si è già pronunciata diverse volte, lo ha fatto anche
questa amministrazione, quindi per quello che ci riguarda, l’indirizzo assunto
dalla nostra amministrazione non è diverso rispetto a quello che abbiamo già
approvato.
Poi, i fatti nuovi non competono a questa amministrazione, vanno
registrati, sono atti assunti dal Governo centrale, dal Governo Monti, da un
Presidente del Consiglio che ha fatto un provvedimento, con tutte le
prescrizioni del caso – adesso quanto questo sia vincolante o meno non so –
però c’è un provvedimento che è stato autorizzato.
Vorrei su questo
tema, visto che i consiglieri Chiappetta, Bilardi, Dattolo e Serra hanno
presentato un ordine del giorno, fare delle considerazioni. Dobbiamo cercare di
superare le vecchie logiche della politica, dobbiamo riuscire a guardare avanti e a dare un
contributo utile alla crescita dei nostri territori. Penso che un no, detto in
maniera secca, non sia funzionale né ai territori né alle popolazioni e, quando
si fa questo, secondo me si corre il rischio di incappare nella semplice
demagogia, nel senso che qui c’è un provvedimento assunto dalla maggioranza del
2005, quindi, il Presidente Chiaravalloti che metteva in campo un piano che
tendeva, il 9 febbraio del
Certo, oggi, un no detto dai colleghi del centro-sinistra ha un
senso, non hanno lo strumento per governare, non hanno la gestione e le risorse
per poter investire, però quanto tempo si è
perso, ancora una volta, attraverso la politica del rinvio, attraverso la
politica incapace di gestire e governare i processi, attraverso quella politica
che dice no, per essere in pace con se stessa, ma che comunque non produce
alcun vantaggio ai territori. Siamo di fronte a uno scenario in cui c’è parte
della popolazione che è favorevole a questo investimento, parte della
popolazione che è decisamente contraria.
Credo che
l’autorevolezza di un’Assemblea legislativa che si pronuncia dicendo “no” è
soltanto un atto di arroganza di una classe dirigente che fa una scelta e
siccome ha la potestà per farlo, perché comunque ha il compito di governare, lo
fa, facendo una scelta, dicendo: “Noi siamo contrari, quindi diciamo no”,
“Siamo favorevoli e diciamo sì”. Invece – ed è contenuto in quest’ordine del
giorno che stiamo presentando, che i colleghi hanno presentato e spero l’Aula
possa votare – vorremmo
fare un ragionamento nuovo, superando quello
che è successo in tutti questi anni, dove dovevamo dire sì a sostegno degli
ambientalisti, dovevamo amoreggiare con quelli che, magari, avevano voglia di
fare questo intervento, indipendentemente dalla validità del progetto. Noi
l’abbiamo detto più volte, abbiamo un approccio culturale che è contrario,
fondamentalmente, a un intervento del genere, però questo può essere un
elemento di valutazione che ci spinge a dire: “Sì, noi siamo contrari, però
siamo in pace con noi stessi”. Sì, ma quando hai il compito di governare, devi
riuscire a trovare anche delle soluzioni.
Oggi, discutiamo di un provvedimento che,
forse, nel 2009 potevano assumere coloro che governavano
Credo che il nostro compito debba essere quello di andare oltre
l’aspetto semplice e riduttivo del no. Dico all’Aula che noi siamo contrari, ma
non siamo contrari perché dobbiamo soddisfare una parte della popolazione o gli ambientalisti o chissà quale bisogno,
perché quel tratto di territorio di tutto ha bisogno, tranne che certamente di
un investimento del genere. Però in quella parte di territorio, al quale diamo
un valore enorme, perché chi, come me, ha fatto il sindaco della città di
Reggio Calabria sa molto bene quanto sia ormai il nostro territorio vittima
della cementificazione selvaggia, frutto della connivenza tra la politica e
l’affarismo imprenditoriale degli anni 1970-80, quando imperversava la logica
della cementificazione, e noi non abbiamo nessuna parte di territorio, non
abbiamo aree da dedicare ad investimenti produttivi, a investimenti utili e
funzionali a quella che è la vocazione di quel territorio. Quello è un tratto
di territorio tra i più belli in assoluto della Calabria, per chi lo conosce,
però il problema di fondo che abbiamo è che non possiamo certamente dire no ed
accontentare una parte della popolazione, perché lì qualcuno voleva costruire
un’oscenità e quindi noi, a questo punto, ci alziamo dicendo: “Abbiamo detto no
e siamo soddisfatti!”. No, noi diciamo no e proponiamo ai colleghi in Aula di
fare una scelta alla quale da diversi mesi sto lavorando in sintonia anche con
Invitalia, cominciando a pensare che quella struttura possa diventare o possa
costituire un percorso di archeologia industriale riconvertita ad un’idea –
perché no? – di vocazione turistica, che è la vocazione naturale di quel
territorio.
Volete dare una risposta a coloro che dicono
sì e a coloro che dicono no? I cittadini che dicono sì sono convinti che la
centrale sia la più grande soluzione al problema e dicono sì perché per
quarant’anni nessuno ha mai dato un’alternativa a quella parte di territorio,
perché mai nessuno si è speso, pensando o producendo uno sforzo per dire che
quell’area va riconvertita ad una soluzione che sia in sintonia con il
territorio stesso che è stato violato, violentato decenni addietro ed, oggi,
deve recuperare la sua dignità perduta a causa di un intervento decisamente
fallimentare, voluto da chi, ancora una volta, dai vertici della politica pensa
di calare le soluzioni.
Sono passati quasi quarant’anni da quelle
famose logiche. Oggi c’è una capacità di autodeterminarsi da parte dei
territori, che significa coraggio delle scelte, capacità di sintesi, capacità
di essere propositivi, che noi oggi, questa sera, mettiamo in campo, perché
riteniamo che, al di là di quelli che possono essere venduti o possono essere
stati comprati, troveremo la soluzione e la condivisione.
Ricapitolando: percorso condiviso, già da
diverso tempo, con Invitalia; immaginare un concorso internazionale per capire
cosa si possa realizzare in quel sito sul versante turistico; l’impegno
dell’Aula in questo documento per dire: “Bene, utilizziamo i prossimi fondi
Fas, se ne avremo ancora a disposizione rispetto a quello che già oggi bolle in
pentola, in considerazione degli impegni già assunti, i fondi comunitari
2014-2020, molto probabilmente e l’ok e l’indirizzo da parte dell’Aula per
individuare le risorse necessarie per investire su quel territorio, per fare
un’azione di riconversione funzionale a chi voglia, domani, intervenire per
realizzare qualcosa di importante”.
Ecco, credo che questo sia l’obiettivo
dell’Aula, l’indirizzo, la risposta, perché altrimenti faremo un torto alle
nostre intelligenze dicendo no. Diciamocelo molto chiaramente.
Avevamo predisposto un documento, salvo la
volontà degli amministratori. Gli amministratori si sono riuniti – nelle
prossime settimane, li riuniremo pure noi– e hanno deciso di capire che cosa
voglia fare
Credo che questa sia la dimostrazione che una
classe dirigente che vuole essere puntuale, rispetto ai problemi, mette in
campo soluzioni nuove. Certo, se poi l’Aula lo riterrà – ed è contenuto anche
nel documento – noi procederemo al ricorso, perché andremo nuovamente a Roma
alla Conferenza dei servizi a ribadire il nostro no; poi, magari il Governo
potrà con arroganza recuperare il provvedimento e deliberare ancora di andare
avanti, ma se dovesse servire, saremo pronti a fare il ricorso, così come più
volte è stato anche chiesto dal territorio, da quelli che esprimono un parere
difforme a questo tipo di iniziativa.
Questo tipo di scelta, oggi, proponiamo ai
colleghi del centro-sinistra, perché ci sono molte forme di tecnologia avanzate
e fonti energetiche alternative che possono essere realizzate. Non capiamo
perché
Ha chiesto di parlare l’onorevole Tripodi. Ne
ha facoltà.
Ho ascoltato con molta attenzione l’intervento del Presidente Scopelliti e, conoscendo la
sua cultura – intendo politica e il suo profondo rispetto per le istituzioni –
francamente, ha cercato, ci sta dicendo che la discussione o la commistione
sull’area, di cui stiamo discutendo e la decisione di stasera sono strettamente
correlate. Allora partirei da una posizione leggermente diversa, Presidente,
intanto chiariamo una vicenda, che è quella riguardante la centrale; una volta chiarita
quella, siamo in Aula per discutere di altro, ma siccome abbiamo tutti rispetto
– lei per primo – delle istituzioni, lascio stare il provvedimento che abbiamo
adottato all’unanimità in quest’Aula e tutto il rispetto per i sindaci
dell’area che si sono riuniti – dice lei – per capire cosa dice
Poi le fornisco un altro dato, lì dove vuole sorgere questa iniziativa
il sottoscritto, insieme a un altro Tripodi e questo Consiglio regionale ha
individuato una zona umida, il
cosiddetto pantano di Saline, che è una zona sottoposta a tutela ambientale.
Delle due, o è l’una o è l’altra, quindi, giustamente, condivido la sua
speranza o, perlomeno, la sua proposta – usiamo questo termine– di fare
qualcosa di diverso, ma intanto va chiusa una vicenda e, Presidente, lei non
l’ha messo in evidenza, ma ho fatto una riflessione: il Governo approva un atto
e dà l’autorizzazione di Valutazione d’impatto ambientale , quando questa
Regione, in tempi non sospetti – ed è legge regionale – ha approvato un Piano
energetico regionale che non prevede il carbone. E anche qua, delle due o è
l’una o è l’altra.
Anche in questo caso –non mi sento migliore degli altri e non mi sento
di sposare né la causa del sì né la causa del no, faccio delle mie
considerazioni da consigliere regionale, da chi fa politica a tutela di un
territorio e analizzo – spero – in modo asettico un progetto che, per quanto
riguarda la garanzia della salute, non fornisce certezza, è nell’incertezza
degli effetti che può provocare una centrale a carbone.
Vede, Presidente, un Comune vicino a Saline, Motta San Giovanni, ha
avuto decine, se non centinaia, di vittime per silicosi, tuttora, quel paese
sta pagando una tragedia derivante della necessità del lavoro. E oggi ci
assumiamo la responsabilità di esporre una popolazione molto più grande di
Motta San Giovanni agli stessi effetti?!
Francamente, in coscienza, non me la sento, Presidente, e non me la
sento per una ragione non solo dal punto di vista medico, ma soprattutto perché
( anche qua dobbiamo fare un’altra considerazione) abbiamo costretto, negli anni passati – l’onorevole Dattolo o i
colleghi che sono di Crotone lo sanno – l’Enel a cambiare da carbone a turbogas
su Crotone con questa motivazione e in nessuna parte d’Europa fanno nuovi
interventi con questo genere di sfruttamento di energia.
Anche qua, da semplice consigliere regionale,
che opera in politica una considerazione me la faccio: un Governo fa un
provvedimento a dispetto delle leggi regionali e
Siccome ritengo – lo do per scontato,
Presidente – che lei ha un profondo rispetto per le istituzioni, tutto questo
non lo possiamo mettere in discussione, né io né lei. Allora vi è da impugnare
questo atto e non solo per partecipare ad una Conferenza Stato-Regioni in cui
ribadiamo la nostra volontà di dire no, ma perché dobbiamo essere ossequiosi,
intanto, nei confronti di un sistema legislativo vigente nella nostra Regione. Se, poi,
qualcuno si vuole assumere la responsabilità politica di indicare un’altra
strada, stiamo qua a discutere, ma questo lei l’ha detto in modo lapalissiano,
veritiero, “non esiste questo problema” e se non esiste questo problema, la
vicenda è chiusa.
La mia posizione è questa, dando anche per
scontata un’altra cosa, Presidente – e concludo, perché non voglio prendere
molto tempo ai colleghi che vogliono intervenire – che, a
Su questo, personalmente – lo dico molto
chiaramente – non ci sto!
Raccomando sempre i colleghi di stare
nell’ambito dei minuti che abbiamo detto in Conferenza dei capigruppo, di fare
sette-otto minuti ad intervento.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne
ha facoltà.
Presidente, per come si è svolta la storia di questa
questione, in realtà forse i sette-otto minuti
possono essere anche troppi, perché mi pare che un dato sia evidente:
Quindi il
primo punto su cui dobbiamo essere chiari è ribadire il nostro no alla centrale
a carbone, del resto Scopelliti su
questo è stato molto chiaro: quando si dice che la costa di Montebello e di
Saline è uno dei punti più intriganti sotto il profilo paesaggistico del Paese,
intendo dell’Italia, con questo, potrebbe dire Peppino De Filippo, “ho detto
tutto!”.
Ora, salto il primo punto, quindi è un no chiaro; salto ad altri due
punti che riteniamo pregiudiziali per un nostro voto ad una mozione, ad un
ordine del giorno comune.
Cosa fare di quell’area? Condivido la cultura di governo per cui
rappresentiamo una forza che vuole essere riformista, anzi all’interno del mio
partito condivido quella teoria che vuole un’intesa tra progressisti e
moderati, partendo dalla convinzione che il Partito democratico è nato per fare
già al suo interno questa sintesi fra moderati e progressisti. Certo che ci
sforziamo di esprimere una cultura di governo, quindi sono perfettamente
d’accordo che si debba, insieme al no, dire cosa fare di quell’area,
utilizzando risorse disponibili.
Mi fa piacere che
Allora nessuna difficoltà ad assumere, ora per allora, un impegno di
sfruttamento di quell’area in modo coerente, per dare un segnale di sviluppo
alle popolazioni.
Vorrei ricordare al Presidente Scopelliti – che non è che ci piace
parlare del recente passato, un giudizio
elettorale negativo non è che può cancellare qualche positività che pure c’è
stata – che mi pare che nella precedente legislatura era stato approvato un
progetto di sfruttamento turistico dell’area, peraltro approvato anche dal
Cipe. Vogliamo andare oltre e far precedere l’utilizzazione più naturale
dell’area attraverso uno studio di fattibilità? Nulla quaestio. Sotto
questo profilo, siamo perfettamente d’accordo. Non archeologia industriale,
Presidente Scopelliti, perché l’archeologia industriale esiste nel momento in cui
c’è stato l’esercizio dell’attività industriale. Siccome a Saline, come del
resto a Lamezia Terme, ahimè, questo esercizio è mancato, lasciamo perdere
l’archeologia industriale. Impegniamoci, ora per allora, con i fondi Por
2014-2020, facciamo precedere la destinazione, dell’area, la più naturale, per
lo sviluppo turistico, da uno studio di fattibilità, questo è un segno di
serietà e siamo d’accordo.
Quindi, ho detto la premessa a un no secco e chiaro alla centrale a
carbone, un sì alla proposta di governo che anche noi, nel recente passato,
avevamo fatto. In mezzo, però, ci sono altri due compiti che spettano a questa
Regione: primo compito, impugnare in via amministrativa davanti alla competente
giurisdizione amministrativa l’autorizzazione data dal Governo Monti. Su questo
dobbiamo essere chiari, perché – caro Presidente Scopelliti – su questo punto,
è per mancanza mia di comprendonio, non ho visto molta chiarezza. Secondo
punto: impugnare la pratica dinanzi alla Corte costituzionale, perché non possiamo
essere scippati di quelle che sono prerogative della Regione.
Allora, per concludere, Presidente Talarico, e stare nei tempi: primo
punto, no secco ribadito alla centrale a carbone; secondo punto, impegno di chi
rappresenta
Ha chiesto
di parlare l’onorevole Bova. Ne ha facoltà.
Presidente e consiglieri, ho avuto modo di leggere poco fa l’ordine del giorno
presentato dai gruppi di maggioranza e lo dico senza fronzoli: l’intervento
del Presidente della Regione rappresenta una base di discussione. Non mi
arrampico sugli specchi, però, secondo me, dato che anche noi ci arrangiamo nello scrivere e nel leggere,
sarebbe stato opportuno lavorarci assieme. Rappresenta, comunque, una base su
cui lavorare e da questo parto.
Poco fa ho
sentito gli interventi dei consiglieri Principe e Pasquale Tripodi che
condivido. Non perchè abbiamo una debolezza progettuale dobbiamo diventare prigionieri
di una sorte di sindrome di Stoccolma, per la quale, non avendo idee, alla fine
subiamo ed esaltiamo la suggestione e il fascino perverso che deriva dai
conquistatori.
Il
Presidente Scopelliti ha fatto riferimento ad esempi negativi - senza fronzoli,
anche qui lo condivido – in riferimento sia ad insediamenti inventati senza
programmazione, qual è stata l’ex Liquichimica, ma anche, come capita -
purtroppo è capitato al Sud –
investimenti che avevano un senso in un altro quadro, come le Grandi Officine
Riparazione che ci hanno dato quando le ferrovie si ritraevano non tanto e solo
dalla Calabria e dalla Ionica, ma addirittura dall’intero Sud.
Porto un
solo esempio: a Gioia Tauro i potenti di allora avevano fatto, addirittura, un
accordo con gli Stati Uniti d’America, con società proprietarie di miniere di
carbone che, ad un certo punto, rischiavano di farci perdere d’animo. Noi
abbiamo messo un punto fermo e cioè che quanto subìto dal territorio ed imposto
allo stesso è in sé una cattiva politica.
Attenzione!
In un’epoca in cui parlare di sviluppo quantitativo aveva ancora senso.
Nell’epoca attuale, la parola crescita è sulla bocca di tutti, ma non se ne
vede nemmeno una virgola, fatta eccezione per i Paesi in ritardo di sviluppo,
per quanto giganteschi, come
Il punto qual è? Non vorrei che straparlassimo e criticassimo l’attuale
Governo su un terreno che è pure discutibile e ci limitassimo a stare zitti
quando questo Governo - che dovrebbe occuparsi molto di più di politica
finanziaria e di risanamento delle finanze pubbliche - interviene su questioni
di livello ordinario. L’energia rientra nella legislazione concorrente e - con
tutti i limiti di cui parliamo - nel passato i vari Governi hanno fatto
riferimento a questo quando sono intervenuti e in un Paese democratico sarà
così fino a quando, con un patto generale,
non si cambieranno le cose.
Presidente Scopelliti, non mi scandalizzo che lei nel suo intervento ad
un certo punto abbia detto indirettamente e con eleganza: “Ma quando eravate al
governo voi, oltre che dire no, che cavolo avete combinato!?”. Chi è senza
peccato, Presidente Scopelliti, scagli la prima pietra! Se questo è possibile
dirlo alla prova dei fatti, senza arrampicarsi sugli specchi. Il Governo
precedente ha assunto alcune decisioni che facevano rientrare dalla finestra
quello che era uscito dalla porta ed attribuivano al potere centrale una
prerogativa che, secondo me, non è costituzionale e che sottrae alle Regioni il
diritto su questioni oggetto di legislazione concorrente. Il limite è mio che
sono modesto, ma anche più generale.
Per cui il punto qual è, stasera? Saluto come fatto positivo se alla
fine – ed io mi sforzerò di andare in questa direzione - licenzieremo un ordine
del giorno, un documento che, da un lato,
sì, è impegnativo e dall’altro imporrà, poiché siamo persone d’onore, a
chiunque governerà
Ho guardato il documento superficialmente, l’ho avuto poco fa. Non
vorrei - e un passaggio finale del dispositivo lo leggo così – che mentre a
Roma si discute o, meglio – come dite voi – si ricercano soluzioni, Sagunto sia
espugnata! Il punto attuale, non da studiare, ma da rendere efficace, è
impugnare a livello amministrativo il decreto del Governo rispetto alla
valutazione di impatto ambientale e, incidentalmente, sollevare anche ricorso
alla Consulta, perché quello che il Governo si è arrogato di decidere è un
qualcosa che, secondo me, provoca un vulnus rispetto alla Costituzione.
Noi dobbiamo avere le carte, abbiamo bisogno - non per fare le guerre - a
questo proposito di un sostegno più attivo con cui richiamare le popolazioni
nel momento in cui un piano verrà presentato.
Non ho difficoltà, non ho paura. La sfida che noi portiamo avanti non
so se la affronteremo da soli, non so quale sia la strategia, perché qui le
strategie stanno fallendo; alla fine alle persone dovremo dire che, in qualche
modo, com’è avvenuto per generazioni con fatica, la risalita – che sarà
difficile – ha bisogno di una unità di intenti; che ogni cittadino sia messo
nelle condizioni di decidere se si fa una cosa anziché un’altra, così come a
decidere se Presidente della Regione debba essere lei o un altro, come è stato
lei. Alla fine ognuno di noi, al di là del censo, del genere e di tutto il
resto, deve poter decidere; debbono capire ai vari livelli che qui non stiamo
scherzando.
Non sottovaluto
Attenzione che il punto è delicato! Badate, tutto questo non ha solo un
valore contro questo insediamento che non ci compete; in un campo generale, al
di là dei difetti dei siciliani o dei lombardi, vedo un attacco troppo grave; a
un certo punto, in questo attacco generale viene fuori che di tutti i disastri
italiani, per buona parte, derivano dalle autonomie o perché qualcuno si è
montato la testa.
Noi, senza perdere la testa, seguendo in maniera pedissequa le regole
democratiche, dobbiamo dire no.
In tutto questo, caro Presidente, bene, c’è una sfida per confrontarsi.
Lei vuole fare una competizione per dimostrare di assumersi la responsabilità
di dire che è in grado di fare un passo in più? Bravo, bravo! Mi auguro che
questa cosa abbia successo, tant’è vero che qualcosa la vorrei aggiungere. Lei,
giustamente, per un piano strategico pensa ad una riflessione più approfondita
e ad un qualcosa che deve avere il sostegno e le risorse di un Europa che non
fallisce, non solo come moneta, e che può fare ricorso ai finanziamenti del
prossimo ciclo europeo. Per fare in modo che tutto non rimanga una landa
desolata, però, dobbiamo vedere qui e ora non tutto ma su cosa si possa
intervenire per forzare in quella direzione; se il punto fondamentale è il
capitale sociale che noi abbiamo, non formazione di perdita di tempo, ma un
qualcosa che faccia capire non solo che altre vie non possono essere seguite e
che noi non aspettiamo la prossima legislatura per avviare qualche cosa e,
ancora, se questo significa priorità e scelte, lei ha il dovere e il diritto di
sottoporci queste condizioni, senza rinviare a tempi indefiniti.
Noi critichiamo, per esempio, il credito bancario per tante cose. Ma
chi l’ha detto che le risorse dei calabresi… Io le faccio un esempio:
Non voglio illudere nessuno, ma chi lo dice
che non si possa pensare ad un passaggio ulteriore con le banche che vengono al
Sud? Non mi riferisco a quell’invenzione - che non so se ci sarà mai - della
Banca del Sud, ma a tutta una serie di banche che nel passato si sono occupate
di credito, in tutto il Paese, penso ad esempio al Credito emiliano che
riguardava il piccolo artigianato di risparmiatori cattolici.
In questo senso, ora et labora. Da un lato, quindi, fronteggiamo e a
livello tecnico-amministrativo facciamo ricorso al Tar e, in caso di mancata
intesa, ricorso incidentale per la costituzionalità del provvedimento che
accentra su Roma; contemporaneamente, avviamo una sfida sul futuro che parta da
subito. Se alla fine lei potrà dire “io sono andato di una virgola più avanti
di dove sono prima”, per me è un successo, perché il punto – l’ha detto Tripodi
– è anche fare in modo che il Governo Monti predichi bene e non razzoli male,
perché lui dice che i politici e la politica pensano alle prossime elezioni,
mentre lui pensa alle giovani generazioni; ma le giovani generazioni sono
dappertutto, soprattutto laddove non hanno prospettiva di nessun tipo.
Il dispositivo finale, secondo me, va
rafforzato e modificato; con le modifiche di cui parlo, noi stasera nel
documento dobbiamo dire “sì” o “no”. Sotto questo aspetto, come ha visto, non
sono strumentale; tra l’altro anche in situazioni e in tornanti meno difficili
vi sono state una convergenza delle idee e delle sfide che hanno consentito che
un passettino avanti lo facessimo; è il caso, ad esempio – lei lo sa, qualcuno
ha parlato di inciuci – di quando il Senato aveva già approvato nell’allora
legge sul federalismo fiscale le città metropolitane. E’ stato un piccolo
obiettivo, per me e anche per lei magari è stato grande.
Penso che in quell’occasione, benché poi il
sindaco di Reggio Calabria - che è una città importante – sia diventato
Presidente della Regione, abbiamo potuto ottenere un risultato importante;
difficilmente un intero Consiglio regionale e i sindaci avrebbero potuto fare
di meglio.
Se lo stesso risultato non lo otterremo oggi,
non è perché il destino ci dica “è bravo”, perché Golia è troppo forte, è
perché noi facciamo finta di voler vestire i panni di Davide; in fondo la
disperazione è tanta, per cui è molto comodo essere presi dalla sindrome di
Stoccolma. Stasera, però, ho sentito altre parole ed altri fatti.
Le chiedo semplicemente che il documento
finale corrisponda ai fatti che vogliamo produrre, che si dica “sì, sì, “no,
no”. Con questo spirito, stasera facciamo un passo in avanti. Non è un
documento che dice “no”, il no deve essere chiaro, così come deve essere chiaro
quello che vogliamo fare, tutto qui.
Raccomando ai consiglieri di contenere il loro
intervento nel tempo prestabilito. Toglierò la parola dopo 7-8 minuti come
concordato.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Sulla. Ne ha
facoltà.
Intervengo anche perché stimolato dall’intervento del Presidente Scopelliti, che – penso –
necessiterebbe di un ulteriore approfondimento. Ritengo che il Presidente, del
cui intervento condivido tantissime cose, farebbe bene ad approfondire quello
che è successo, perché le cose che dice le condivido, ma non sono invenzioni di
questo momento oppure trovate originali. Credo che, tante volte, il Presidente
usi dei toni e delle forme che gli fanno assumere un atteggiamento di
supponenza che non giova ad un ragionamento che, invece, nel complesso spesso
condivido.
Vedete, ho
avuto modo di seguire l’iter di questo provvedimento che oggi stiamo discutendo
direttamente negli anni 2008 e 2009, però – come qualcuno ha rilevato – era già
iniziato nel 2005, non solo con i provvedimenti di Giunta regionale, ma anche
con il Piano energetico regionale. Nel
2008 e nel 2009 noi portammo in discussione in sede di Conferenza dei servizi
la problematica, che era stata ampiamente condivisa con il Presidente della
Provincia, con
Questo fu comunicato alla società, la quale inviò delle osservazioni al
ministero e, naturalmente, la forza della società non era trascurabile; si
riavviò un procedimento sulla base della considerazione che non era corretto dal
punto di vista formale quello che si era attuato, cioè ciò che il ministero
aveva chiesto ossia di deliberare e formalizzare il nostro diniego all’intesa
doveva essere prodotto a valle e non durante il procedimento che si stava
svolgendo per la valutazione di impatto ambientale.
Quindi, era ripresa la valutazione di impatto ambientale, però nulla
impediva che, in sede di ministero, si riproponesse il nostro diniego e non si
giungesse all’intesa anche perché, trattandosi di materia concorrente, la
conclusione positiva di tutto l’iter, quindi poi l’autorizzazione finale,
necessitava di questa intesa.
Penso che le forzature che si stanno producendo in questo momento
debbano essere rintuzzate in tutti i modi, perché non si tratta di dire un no
senza argomentazioni considerato che in tutti gli atti che sono stati prodotti
e portati avanti dalle precedenti Giunte regionali le ragioni del nostro
diniego sono sempre state sufficientemente argomentate. D’altronde, la
valorizzazione e l’utilizzo del territorio è una prerogativa di natura
regionale e, quindi, di questo penso che il ministero e anche
Quindi, credo che si debba essere chiari sull’intenzione del Consiglio
regionale che deve essere conseguente ai tanti pronunciamenti che ha già
manifestato in passato e che, quindi, nel documento, che condivido – certo, se
l’avessimo concordato tutti insieme, avremmo potuto dare ognuno il contributo
per l’esperienza che ha vissuto, quindi renderlo forse un po’ più incisivo, ma
comunque va bene anche così – debba essere chiaro il fatto che, entro il
Quindi, mi auguro che si vada in questa direzione, cioè di rendere
ancora più chiaro ed esplicito il passaggio che
Invece, condivido appieno il primo punto, quello dei fondi Fas e,
quindi, di poter fare qualcosa, come dice il Presidente della Giunta nella sua
valutazione del non dire un semplice no, ma di dire cosa si vuol fare di un
territorio. Lo condivido tanto che, quando abbiamo avuto la possibilità con
altri colleghi di dire la nostra, proponemmo un progetto che fu approvato dal
Cipe, che tentava di recuperare le risorse sull’articolo 252 bis del decreto
legislativo 152 del 2006; allora, avanzammo un progetto che fu concordato con i
sindaci e con
Purtroppo, però, Presidente, questi fondi su cui noi facevamo
affidamento, così come i fondi Fas, non furono più disponibili per le scelte
che il Governo Berlusconi, allora, decise di mettere in campo. Quindi, quelle
risorse furono distratte per altri obiettivi e non fu possibile arrivare alla
conclusione dell’iter che allora proponemmo.
Se oggi, visto che siamo in sede di riprogrammazione dei fondi comunitari,
il Presidente della Giunta e
Noi abbiamo nei nostri atti -
“Se” – e lo diceva bene il Presidente – “voi dell’opposizione oggi non
avete più la possibilità di mettere in campo risorse, di fare le scelte che
spettano al governo”, noi, però, se il Governo regionale le mettesse in campo
davvero – ed io mi auguro che si riesca a farlo – non potremmo che esserne
contenti, perché in queste questioni non ci può essere maggioranza e minoranza;
questo è un problema che attiene la salute, i processi di sviluppo del nostro
territorio e guai a chi può pensare o a chi può illudersi di prendersi i meriti
in un senso o in un altro, perché qui o si vincono le battaglie e il merito è
della Calabria o si perde la battaglia e il demerito è di tutta
Ha chiesto di parlare l’onorevole De Gaetano. Ne ha facoltà.
Anch’io voglio intervenire, questa sera, per
dare il mio contributo. Sono d’accordo con quanto ha detto il mio capogruppo,
l’onorevole Principe, perché da tempo noi come Partito democratico abbiamo
detto che siamo contro quest’opera inutile e vorrei ricordare a tutti che il
protocollo di Kyoto, non più di qualche anno fa, ha stabilito che le emissioni
di carbone devono essere abbattute in maniera sensibile nei prossimi anni.
Infatti, e mi ricollego a quello che diceva il consigliere Bova, questa società svizzera – non trovando in
nessun Paese europeo la possibilità di fare una centrale a carbone, proprio per
quello che dice il protocollo di Kyoto e che tutti i Paesi del mondo stanno
cercando di applicare e sono, quindi, contro quest’opera perché fortemente
inquinante, tranne alcuni Paesi come
Anche su
questo – lo diceva il consigliere Tripodi – i Consigli comunali si sono
espressi in maniera chiara, sono tutti contrari; se c’è qualche sindaco che ha
qualche interesse di natura diversa, si assumerà le sue responsabilità, ma i
Consigli comunali in tutta quell’area hanno votato all’unanimità contro questa
centrale a carbone.
Credo che
noi non possiamo fare veramente un salto nel buio e tornare a trent’anni fa.
Vedete, su un punto non sono d’accordo con il documento che ha
presentato la maggioranza, sul punto due, su cui vi inviterei, colleghi, a
ragionare in maniera attenta. Il punto due dice in maniera esplicita: “ad
accertare in seguito alla verifica del rispetto delle prescrizioni imposte dal
Governo alla società “Sei” per la realizzazione della centrale di Saline, la
sussistenza giuridica delle condizioni per procedere alla presentazione di
apposita impugnativa del decreto di autorizzazione rilasciato dal Governo”.
Che cosa vuol dire, colleghi? Che se, per esempio, la “Sei” ha
rispettato tutte le prescrizioni, noi non impugniamo il decreto e che, quindi,
siamo a favore della realizzazione dell’opera? Credo che noi dovremmo, in ogni
caso, impugnare quel decreto. Ovviamente, può essere che questa sia una mia
interpretazione, però vorrei che si esplicitasse meglio, che fosse più chiaro
che oggi noi nel documento – che può essere questo con una serie di
aggiunte che possiamo fare insieme, ma può essere anche un altro documento che
partoriamo insieme – diciamo
due cose chiare: che noi andremo ad impugnare il decreto davanti agli organi
giurisdizionali e che
Sul resto credo che dobbiamo lavorare ed è importante che oggi questo
Consiglio regionale approvi all’unanimità un documento che sia chiaro e che,
subito dopo, il governo regionale compia tutti gli atti necessari per rendere
esplicito e con forza questo atto di indirizzo che noi approviamo questa sera,
altrimenti saranno belle parole che non serviranno alla popolazione e alla
Calabria e saranno l’ennesima beffa per questa nostra regione.
Allora, concludendo, sono d’accordo su una parte di questo documento;
il Pd ha detto chiaramente che siamo contrari a quest’opera, siamo favorevoli a
lavorare insieme con i prossimi fondi Fas e daremo il nostro contributo in
quest’Aula alla maggioranza per trovare i fondi per fare un nuovo progetto di
sviluppo per quell’area, ma dobbiamo chiaramente dire che
Ha chiesto di parlare l’onorevole Mirabelli. Ne ha facoltà.
Penso che su un punto di
notevole importanza, come quello che stasera è qui in discussione, i
consiglieri regionali e le forze politiche debbano evidenziare con estrema
chiarezza la propria posizione. Per quanto mi riguarda e anche a nome del
gruppo di appartenenza, Progetto democratico, siamo contrari alla realizzazione
della centrale a carbone non solo nella zona di Saline Joniche, ma in qualsiasi
altra zona della Calabria. A me sembra una vecchia storia che si ripete, che
parte da tanti anni fa, già negli anni ‘80 qualcuno aveva visto nell’area di
Gioia Tauro la possibilità di andare ad impiantare una centrale; anche allora
grandi discorsi, grandi discussioni, grandi liti, anche in Consiglio regionale,
fino a quando anche questo tentativo riuscì a non sortire effetto, quasi quasi
come se
Attenzione, caro Presidente, non si parla
solamente della salute della zona ionica – che già è molto importante –, ma
dato che con i venti si può arrivare anche a distanze ben più grosse, oltre i
50-60-
Non
vorrei che una realtà socio-economica povera come quella della Calabria finisse
per fare arricchire un gruppo di società per potersi precludere anche questa
opportunità di entrate, vanificando il tutto, addirittura andando in perdita,
perché diventando produttori di 20 mila tonnellate al giorno di anidride
carbonica, finiremmo per diventare quasi come un Paese industrializzato, come
Le
chiedo, allora, che su quest’ordine del giorno ci sia un po’ più di chiarezza.
Lo diceva bene il consigliere De Gaetano: il secondo punto, effettivamente, non
si comprende bene, cioè il ricorso all’impugnativa di questo Decreto lo
dobbiamo comunque tentare, al di là se poi verificheremo, negli anni,
l’esistenza di strumenti tecnologici avanzati che riescono a filtrare o,
comunque, ad abbattere o a ridurre quasi a zero il rischio dell’esposizione.
Oggi siamo tenuti, qui, a dover fornire una risposta e la chiarezza si impone
al Consiglio regionale, non possiamo giocare, quasi quasi far capire che siamo
contro, ma che, comunque, potremmo anche, forse, aspettare. No, non abbiamo il
tempo! Dobbiamo chiarire meglio, signor Presidente, il secondo punto. Possiamo
anche votare questo documento, sempre che ci sia una chiarezza in quello che ha
intenzione di fare questo Consiglio regionale, la maggioranza di questo
Consiglio, perché la minoranza si è già espressa nel votare contro la
realizzazione della centrale a carbone su Saline di Montebello Ionico.
Aspettiamo da parte vostra una maggiore chiarezza in questo documento, in modo
tale da poterlo votare all’unanimità.
Ha
chiesto di parlare l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.
La ringrazio, Presidente, è
arrivato anche il mio turno dopo una lunga attesa. Non voglio ripetere gran
parte degli interventi che sono stati sciorinati, esplicati in maniera chiara
ed esaustiva rispetto ad una questione che abbiamo sentito ed avvertito e ci ha
portato il 26 giugno a proporre in quest’Aula l’ordine del giorno, la mozione
condivisa, sottoscritta da una larga base di questo Consiglio regionale, sia
dell’intera minoranza sia di tanti consiglieri di maggioranza. Presidente,
questa è una seduta spartiacque, stasera ci giochiamo la dignità di questa
istituzione, della Calabria, per il presente e per le future generazioni. Nel
suo intervento ha richiamato le decisioni assunte da questa istituzione, dal
Piano energetico regionale, che risale a due legislature fa, peraltro,
confermato dalla sua amministrazione e da quella precedente che ha detto “no”
al carbone. Questo è un punto inconfutabile ed ineludibile su cui non c’è nulla
da discutere; non è in discussione! C’è la corale decisione del 15 novembre del
2010, che non è nata in quest’Aula, è nata da una spinta diffusa, sentita dalla
popolazione di questa Provincia, delle amministrazioni comunali, dei Consigli
comunali che si sono espressi all’unanimità e hanno detto “no” a questo
progetto con un appello accorato; hanno detto “sì” ad una Calabria che non può
essere più una colonia, non può essere quella Calabria che, quarant’anni fa,
col miraggio di insediamenti produttivi improponibili, è stata relegata ad una
condizione di eterno degrado, sfiducia, sottosviluppo e vassallaggio. Questo è
il senso di un ragionamento, di una seduta, oggi, che deve segnare questo
spartiacque, con un “no” secco; è un modo per dire che questa Calabria, questa
istituzione vuole decidere del proprio futuro e non può accettare di essere colonizzata per l’ennesima volta. Presidente,
sarò breve e non voglio ricorrere a metafore per rappresentare questo nostro
sentimento, questa nostra posizione; qui c’è da mettere sul tavolo dei punti
dai quali nessuno può scappare. Va ribadito, intanto, il “no” politico; secondo
punto, il “sì” a tutto quello che abbiamo detto, che diciamo da anni: allo
sviluppo turistico, ad una prospettiva, ad un progetto -ho anche condiviso la
necessità di un confronto in quest’Aula al fine di costruire un’alternativa.
Ben venga la prospettiva dei fondi sulla programmazione 2014-2020, sulla quale
dovremmo immediatamente confrontarci; ben vengano tutte le altre prospettive
che possono giungere dal basso; ben venga una concertazione, una cooperazione
con le amministrazioni, con le associazioni, con gli attori locali, con tutti
coloro i quali intendono decidere di giocarsi questa partita, che è alternativa
al carbone, a una visione di Calabria che non ci appartiene, una partita che si
può giocare a una condizione: che quest’Aula, stasera, sancisca il suo impegno
con un voto. Sono disponibile a votare una mozione, non necessariamente la
mozione che ho presentato con 26 firme, possiamo pensare, anzi, chiedo che
venga redatta da quest’Aula una mozione unica che, però, deve avere questi
punti sui quali non indietreggiamo di un millimetro: l’impegno per il ricorso
presso la sede giurisdizionale e l’autorizzazione Via. Dobbiamo anche
ricordarci un’altra questione: il Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario
Monti, ha agito in conflitto con un altro dicastero, il Ministero dei beni
culturali, che ha dato parere contrario a questo progetto. Ce lo vogliamo
dimenticare? O ci vogliamo dimenticare che quest’area è un sito di interesse
comunitario, tutelato da direttive dell’Unione europea, direttive precise per
le quali il Ministero dei beni culturali e tutti gli enti amministrativi, i
Comuni,
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Adamo. Ne ha facoltà.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Adamo. Ne ha facoltà.
Spero di farcela in sette minuti, conto di farcela, ma in ogni caso lei è tenuto a segnalarmi il tempo, perché davvero voglio essere
breve nella speranza che la brevità mi aiuti ad essere
quanto più chiaro possibile.
Potevo non intervenire, in fondo sono state
dette tante cose condivisibili, e tutto
quanto non rappresenta una novità rispetto a quanto altre volte già questo Consiglio
regionale ha detto, scritto e deliberato. L’unica novità è il tentativo che fa
il Presidente Scopelliti di confrontarsi, per quanto riguarda questa proposta
di realizzazione di questa centrale, non su una posizione di retroguardia
difensiva sul no, punto e basta, ma annunciando il tentativo di voler mettere
in campo un progetto di ipotesi
di sviluppo alternativo.
E’ una
novità che sappiamo bene, però, che deve essere pensata, definita; per essere
perseguita realisticamente, richiede sostanzialmente strumenti, forze
finanziarie istituzionali che, quantomeno, abbiano chiaro il senso della
finalità pure. Perseguire l’idea di un polo di attrazione turistica di
eccellenza a livello internazionale non è una cosa semplice, che si fa dalla
sera alla mattina, ma non per questo dobbiamo rinunciarci, perciò è
apprezzabile quanto dice Scopelliti. Per il resto – parliamoci chiaro – è il
solito refrain che andiamo ripetendo
dal 2004. Anche dagli interventi dell’opposizione, non c’è niente di nuovo;
l’unica novità vera – se la vogliamo dire – che c’è sul panorama istituzionale
e amministrativo, è il decreto che ha firmato – diciamole con nome e cognome le
cose – il Presidente del Consiglio, Monti, e il ministro dell’ambiente, Clini.
Questa è l’unica vera, grande, straordinaria novità che dal 2005 – è stato
detto – ad oggi è venuta emergendo.
Se è così, noi non possiamo parlare come se parlassimo tre anni fa, un
mese o due mesi fa, cioè il giorno prima della sottoscrizione di questo
decreto, perché altrimenti la nostra posizione è inutile, inefficace, è
soltanto una presa di posizione di testimonianza istituzionale quasi a voler
dire di fronte alle popolazioni: “se sosteniamo le ragioni del no, ci mettiamo
la coscienza a posto”, però, quasi quasi, è come se ci girassimo dall’altra
parte.
Il punto qual è? Forse è venuto il momento o di attrezzarci e su questo
discutiamo – poi vengo alla proposta, l’altra volta non ho inteso firmare,
proprio perché facevo questo ragionamento, la richiesta che ha fatto Giordano,
la mia firma non è apposta a quel documento. può essere una soluzione, su
questo dico la mia–, dobbiamo vedere come dimostriamo gli attributi come
Calabria, come Governo e Consiglio regionale, per sviluppare un confronto di
merito con il Governo, innanzitutto, rispetto alle scelte di politica
energetica nazionale, nelle quali strategicamente
Per esempio, a nessuno passi l’idea che, se facciamo una discussione
stasera su Saline, poi in questa Regione che ha votato il Piano energetico
regionale con il no al carbone proposto da questi banchi all’allora governo
della Regione Calabria attraverso un emendamento, si faccia un’altra
discussione su Rossano.
Cosa sta avvenendo a Rossano, anche qui con una contraddizione, secondo
me, delle organizzazioni sindacali? L’Enel propone una riconversione della
centrale che oggi funziona a turbogas, prima funzionava ad olio combustibile
poi vi è stato un adeguamento in base alla legge nazionale. Di fronte a questa
proposta che l’Enel legittimamente fa, le popolazioni, il movimento sindacale,
le organizzazioni sociali, le organizzazioni professionali dicono: “noi
vogliamo difendere la nostra vocazione agricola e turistica” e si fermano lì,
senza pensare, per esempio, che l’attuale centrale che funziona a turbogas è
molto più inquinante di quello che potrebbe essere una futuribile centrale
innovativa e riconvertita,. Lì partimmo con l’olio combustibile, non con il
turbogas, ma succede che quando l’Enel minaccia la chiusura – e arrivo a questo
punto – abbiamo i sindacati che protestano. “come? licenzi i lavoratori?”, le
istituzioni che protestano e difendono la centrale altamente inquinante.
Arriviamo al punto, non so se il Presidente della Giunta è informato
istituzionalmente di tutto questo, ho letto l’altro ieri sui giornali una
dichiarazione pubblica del Presidente della Provincia di Cosenza e mi auguro
che – non ho motivo di dubitare – la posizione espressa dal Presidente Oliverio
sia fondata su degli atti, la notizia che viene fuori qual è? Che l’Enel sembra
avrebbe ritirato la proposta di conversione, ma non si decide cosa si vuole
fare su quel sito.
Nel frattempo è stata chiusa la centrale che prima funzionava con il
combustibile ed adesso funziona a turbogas, i lavoratori dell’Enel sono stati
trasferiti ad altri siti, anche in Calabria, quella famosa, famigerata,
discussione che c’è stata su Laino Borgo investe una parte di questi lavoratori. Sapete qual è il risultato? Io ho il
sospetto che - magari fuori da queste sede e comunque in sedi che non riguardano
e non rispettano l’orientamento della Regione - in Italia per quanto riguarda
la politica energetica si sia deciso - al di là delle scelte che si fanno in
tutte le altre Regioni, dove si prevedono o sono già in atto centrali a carbone
-, probabilmente, che una centrale in Calabria si deve fare ed è quella di
Saline Ioniche, escludendo Rossano. Non sto protestando per questa ragione,
solo che bisogna dirlo chiaramente, perché allo stato, se questa è la
decisione, l’Enel ha chiuso, non si va avanti con la nuova centrale, con la
riconversione, la forza lavoro è stata spostata, l’Enel ha il dovere di
intervenire e fare la bonifica, investimenti immediati per riportare quel sito
alle sue condizioni naturali, e tutto questo non avviene!
Se avviene tutto questo a Rossano, che sta
succedendo su Saline Ioniche? Vi confesso che l’ho appreso nella sua
determinazione, nell’ordine del giorno che ha presentato la maggioranza, non ho
letto – me li procurerò domani – né gli allegati al decreto che hanno firmato Monti e Clini né, quindi,
il merito di queste 59 prescrizioni, però ho letto il decreto e la nostra
linea, secondo me, deve essere più intelligente e articolata, se vogliamo
difendere la scelta fatta nel Piano energetico regionale.
Cosa dice questa? Innanzitutto, stiamo al
merito: il ricorso. Sono d’accordo con quanto ha detto il consigliere
Mirabelli. Certo, poi ho capito meno altre espressioni, perché – chiedo scusa
al collega Giordano – a un certo punto gli è scappato: “non è un no secco, ma
non ci stiamo a subire”, che è una posizione giusta, intelligente, ma che vuol
dire? E’ secco? Non è secco? Non ci stiamo a subire?
Il punto qual è? Quello che è avvenuto con il
decreto non è un procedimento ordinario, è stato il Ministero dell’ambiente che
ha invocato la procedura che attiva di fatto i poteri sostitutivi dello Stato.
Perché si pronunciano il ministro Clini e il Presidente Monti? Non perché si
registrano discordanti pareri tra
Tutto questo non c’è stato, ho il sospetto che
passino su di noi come carri armati! Se le cose stanno così, allora, vediamo di
“mettere i piedi nel piatto”, perché– come ci dice l’ordine del giorno, ce lo
ricorda nella premessa della maggioranza – qual è la vera procedura – non vedo
Principe, lui è molto bravo su queste
cose - ? Sapete come si autorizza definitivamente questa centrale?
Si può autorizzare questa centrale con decreto
ministeriale del Presidente della Repubblica. Il decreto che hanno ottenuto
finora non è nulla, è un passo del procedimento autorizzativo, per
l’autorizzazione finale: “in caso di mancata definizione dell’intesa con
Ho sentito parlare – sentivo dire – di
costituzionalità e incostituzionalità – vedo qui un esimio professore di
diritto –, un timore ce l’ho: è chiaro che ha ragione il consigliere Mirabelli
- l’unico intervento che in alcuni passaggi condivido - il quale ad un certo
punto dice “il ricorso lo dobbiamo fare lo stesso, anche se”, sappiate che quell’“anche se” ha un peso, perché se
facciamo il ricorso e lo perdiamo, lo bocciano, non abbiamo più diritto di
parola per sempre.
Né vale ricordare la vicenda di Gioia Tauro e
del suo porto - Bova è stato un protagonista –, non ci prendiamo in giro. Erano
gli anni caldi del tradimento che pesava ancora sulla pelle dei calabresi e ancora di più sui regimi del
mancato quinto centro siderurgico, del fallimento di Saline e quell’investimento venne
impedito dal referendum organizzato da Bova e da tanti altri, un referendum che
si concluse con il pronunciamento delle popolazioni per difendere la
polifunzionalità del porto. Grazie a quella scelta non si fece la centrale a
carbone e grazie a quel referendum, oggi ci troviamo un porto invidiato da
tutto il mondo. Badate, non fu, paradossalmente, una scelta strategica di un
Governo nazionale, fu il frutto di quel tipo di battaglia giusta e
intelligente. Altrimenti, oggi non ci troveremo in queste condizioni.
In più – e anche qui –, il decreto che dice?
Dice una cosa molto seria e impegnativa: “Visto il parere negativo espresso
dalla Regione Calabria, di cui alla nota in data 18 agosto
Che dico? Non si tratta di pronunciarci e di
fare il tifo tra noi tra sì e no, dico che non voglio apparire stupido, non
voglio essere annoverato nell’elenco dei calabresi stupidi che, oltretutto,
hanno la responsabilità di sedere in questo Consiglio regionale, quelli che
fanno finta di non vedere e di non accorgersene. Dobbiamo fare davvero una
battaglia? Facciamo pure il ricorso con quell’“anche se”, ma perché? Perché, se
scadono i termini – non sapevo scadessero –, non è giusto si dica che il
mancato ricorso è stato causato dalla scadenza dei termini. Ma il punto vero
qual è? Che dobbiamo trovare una sede - a cominciare nel rapporto e nel
confronto col Governo - in cui discutere nel merito queste scelte e capire a
cosa leghiamo, noi e il Governo nazionale, il destino del modello di sviluppo
di questa regione, che non è il modello di sviluppo di un’area, ma della regione
intera. Per quanto riguarda, poi, il
comparto del settore dell’energia, vogliamo sapere quali sono gli orientamenti
e le scelte che propone questo Governo, non quello che verrà dopo le elezioni o
quello che c’era prima, perché se avete visto il parere della Regione è fermo e
risale al 2008, la domanda che ha fatto la società mi pare che risalga,
addirittura, a ben tempo prima del 2008 ed arriviamo ad oggi a questa
determinazione.
Il tema qual è? Entriamo, per esempio, nel
merito delle 59 prescrizioni – ripeto, non mi ci soffermo, stasera, perché non
le conosco – e vediamo se è possibile far valere una scelta per impedire la
cosa e andiamo al confronto con il Governo. Cerchiamo di capire quale sia la
politica del Governo, sapendo che c’è oltre ai progetti di Rossano e Saline –
me lo lasci dire il Presidente della Giunta regionale – un altro progetto: la
realizzazione del rigassificatore a Gioia Tauro, si sta discutendo sul dove,
come, quando e perché. Penso che non sia sbagliato, per quanto riguarda noi, tornare
in questa legislatura, per esempio, in questo Consiglio o nelle sedi
propedeutiche, comprese le Commissioni consiliari, a rileggere la stessa
convenzione che ha stipulato
Ricordate che abbiamo discusso in queste sale
e ci siamo battuti perché si facesse un certo percorso su Gioia Tauro, vogliamo
sapere a che punto è. Perché di noi si discute in Italia quando c’è la crisi
energetica o quando c’è il blocco ,come è successo un po’ di tempo fa, si parla
di dove siano le scelte strategiche, ma noi in Calabria non lo sappiamo! E se è
confermata la scelta del rigassificatore a Gioia Tauro, pur difendendo la
polifunzionalità del porto, io ritengo che quella convenzione, che firmammo noi
quando eravamo al governo, oggi può essere aggiornata e può dare molto di più
alla Calabria.
Perché dico questo? Perché, caro Giordano, non
bisogna dimenticare – vedo lì Nuccio Barillà e lo saluto con estremo piacere –
cosa è successo in questa regione: nel 2004 il Governo Berlusconi autorizzò la
realizzazione di ben cinque centrali termoelettriche, senza che nessuno se ne
accorgesse e senza che mai se ne sia discusso in queste sedi! Di queste cinque,
quattro in pochi anni sono state realizzate e sono già in produzione, la quinta
non è stata realizzata non perché ci sia stata l’opposizione di Barillà o della
Regione o del Comune, ma soltanto perché la linea che doveva caricare la
produzione energetica non sopportava il carico, altrimenti anche la quinta
sarebbe stata realizzata. Questione che pone il problema dell’elettrodotto –
come diceva Guccione prima –, ci stiamo battendo da anni per un tratto di
qualche chilometro, perché Terna interri l’elettrodotto che attraversa
l’Italia, e non ci riusciamo. E poi ci illudiamo di fare così le battaglie?!
Mettiamo i piedi nel piatto sulle questioni di merito!
Beh, quelle quattro centrali sono state
realizzate. Sapete qual è il risultato? Che se producono danni, alla Calabria
rimangono, ma il gettito fiscale di quelle centrali non va alla Calabria,
perché c’è una legge in Italia che prevede che il gettito fiscale sia orientato
verso i territori in cui ci sono le residenze fiscali delle ditte. Se facciamo
i conti per le quattro centrali, il gettito fiscale potrebbe incidere– non è
cosa di poco conto – di circa 3 o 4 punti sul prodotto interno regionale lordo
calabrese e noi come Calabria lo stiamo perdendo.
Vediamo se riusciamo a fare una proposta
politica.
Certo, bisogna difendere anche il no – badate
–, ma se non è così, avverto che stasera
non stiamo facendo altro che una liturgia funebre, quasi una sorta di excusatio
non petita, accusatio manifesta. Se vogliamo il no e abbiamo la legge, -
fermo restando che leggo sul decreto, e nessuno ha detto una parola, “
Ripeto, non voglio essere iscritto tra gli
stupidi, stolti calabresi che, oltretutto, risiedono in questo Consiglio
regionale!
E’ iscritto a parlare il capogruppo dell’Udc,
onorevole Dattolo. Prego, ne ha facoltà.
Cercherò di fare un intervento abbastanza contenuto,
perché capisco che sono state dette tante cose, soprattutto dai banchi della minoranza,
a volte comprensibili e a volte un po’ meno, però noi partiamo da un’apertura che c’è stata oggi da parte del
Presidente Scopelliti su un tema sensibile, che penso possa tranquillamente
costituire – come hanno detto molti amici, a cominciare dal collega Sulla – un
punto di partenza per chi intende assumersi le proprie responsabilità e
contribuire in maniera decisiva allo sviluppo del territorio. Io, se fossi un
consigliere della provincia di Reggio Calabria, sarei stato contento di
ascoltare una proposta politico-amministrativa da parte di questa
maggioranza.
Intervengo
anche come Presidente della Commissione ambiente. Nell’ordine del giorno – nel
terzo punto, nelle conclusioni – c’è scritto che non ci vorremmo neanche
sottrarre al confronto con i soggetti
interessati, amministratori, rappresentanti di associazioni, del mondo civile,
per poter comunque discutere pacatamente, partendo da una considerazione ossia
che il Governo nazionale non può porsi in contrasto con il Piano energetico regionale e con le
normative europee.
Il collega
Adamo pone delle perplessità. Mi perdoni il mio scarso intuito, ma non ho
capito se alla fine è contrario o favorevole alla realizzazione della centrale
a carbone.
C’è una direttiva, la numero 28 del
Questo è il dato tecnico, su cui chiaramente è difficile non tenere
conto della difficoltà europea, ma se, in materia finanziaria, valgono le
politiche economiche della Merkel, varranno, in materia ambientale, anche
quelle stabilite dal Parlamento europeo. Questo per restare in un clima di
confronto sereno e, addirittura, questo decreto legislativo rimanda ad un
decreto del ministero dello sviluppo economico, che fissa la forma e la natura
delle sanzioni a cui vanno incontro le Regioni qualora non siano rispettati gli
obiettivi.
Mi sembra, naturalmente, un provvedimento da tenere in considerazione,
perché non conosco benefattori che sono venuti ad investire in Calabria, non
conosco magnati che sono venuti a valorizzare l’enorme patrimonio naturale, né
turistico, ma semplicemente a proporre investimenti; fino a quando fossero stati investimenti
sull’energia alternativa, sul solare, sul fotovoltaico e sull’eolico, va bene,
perché su quello, probabilmente, abbiamo perso l’opportunità come amministratori
di poter essere soggetti attivi nello sviluppo del territorio, entrando nelle
società di capitale che venivano ad investire e a sfruttare il nostro
territorio, non accontentandoci delle briciole che ci sono state proposte e che
hanno contribuito soltanto a deturpare l’ambiente.
Per restare proprio in un tema assolutamente lineare e trasparente,
ritengo che l’ordine del giorno che viene proposto sia esaustivo delle
argomentazioni che vengono richieste e non per un mero esercizio di dare voce
ai richiedenti, a coloro che di volta in volta cercano o alimentano la scelta
del no a tutti i costi.
Faccio una riflessione, collega Adamo. Noi abbiamo abdicato molte volte
al ruolo della politica: lo abbiamo fatto nella gestione dei rifiuti, nella gestione
della depurazione. La politica molte volte ha preferito rinunciare ad assumersi
le proprie responsabilità e sono stati i privati che hanno sfruttato le
politiche ambientali con i sindaci impotenti e incapaci di trovare delle
soluzioni di sviluppo del proprio territorio, anche alla richiesta di una
discarica comune consortile che mettesse insieme tutti i Comuni. In questo
senso, tanti anni di emergenza hanno prodotto miliardi di euro di spese che non
hanno risolto i problemi, questo perché la politica non ha voluto assumersi
responsabilità.
Questa sera il Presidente Scopelliti, anche con un pizzico di senso di
appartenenza al territorio, conoscendo questa zona, ha fatto bene a rilanciare
lo sviluppo di un territorio che non può essere soltanto quello di gruppi
industriali che vengono in Calabria per cercare di “sfruttare” quello che è
inimmaginabile, con delle ricadute che sono minime. E noi, ripeto – io vengo da un’area, quella di
Crotone che, purtroppo, sta pagando un prezzo altissimo al sogno di una
industrializzazione, al sogno della chimica, a quello che doveva essere ed è
sempre stato il motore trainante del Sud per tantissimi anni – oggi ci troviamo
le macerie di quelle scelte industriali.
Su questo confronto, sulle aperture sul documento da parte dei colleghi
della minoranza, ritengo che possiamo scrivere una pagina politica importante
per questa Regione, non mettendo la testa sotto la sabbia come gli struzzi,
prendendo atto che il Governo, firmando quel decreto, ha forzato di gran lunga
la mano, ma soprattutto dimostrandoci pronti ad avere delle iniziative
alternative che possano rilanciare il nostro territorio e il destino dei
calabresi.
E’ iscritto a parlare
l’onorevole Battaglia. Ne ha facoltà.
Ritengo che l’intervento del Presidente
Scopelliti, intanto, abbia reso obsoleto questo documento presentato dalla
maggioranza. Non ho capito se il collega Dattolo insiste per votare il
documento così come formulato, perché l’intervento del Presidente Scopelliti è
diverso da quello che in precedenza i capigruppo della maggioranza hanno
espresso con la presentazione e la firma del documento. Se non ho capito male, il Presidente Scopelliti ha espresso una forte volontà di
superamento dell’attuale situazione proponendo un’alternativa, bocciando, di
fatto, la proposta della centrale a carbone – questo è emerso – e chiedendo a
quest’Aula un pronunciamento di impegno per quanto concerne sia la futura
programmazione 2014, sia eventuali fondi Fas che possono essere recuperati nell’ambito
di una politica nazionale. Quindi, l’Aula si dovrebbe esprimere riformulando
anche in parte il documento al punto 1 delle conclusioni, nel senso che il
Consiglio regionale assume come centrale, non la centrale a carbone, ma la
questione Saline e impegna, fin da oggi, il Governo, sia l’attuale sia quello
che verrà nel 2015, nella programmazione e in altri fondi a presentare un
grande progetto alternativo alla centrale a carbone che oggi ci viene proposta
dalla “Sei”.
Guardate, la provincia di Reggio Calabria non può, da un lato, vivere su una prospettiva
turistica e, dall’altro, avere la centrale a carbone, il rigassificatore, il
termovalorizzatore con due linee, altre centrali idroelettriche che sono state
costruite nel territorio.
Quindi, ritengo che stasera, proprio in relazione all’intervento del
Presidente Scopelliti, debba decidere il Consiglio. Ma se questo è, non può
certo trovare accoglimento un documento che – come veniva detto in precedenza
da altri colleghi – presuppone un intervento sul piano giurisdizionale solo ed
esclusivamente nell’ipotesi in cui la “Sei” non rispetti le prescrizioni date
dal Governo, perché se rispetta queste prescrizioni, la questione è chiusa, è
inutile discutere di futuro o di programmare interventi su quell’area. Questo è
il punto decisivo, se veramente ed effettivamente si vuole impegnare
quest’Aula, e quindi il Governo regionale, a predisporre un ricorso
giurisdizionale che vada ad individuare i punti che salvaguardano l’autonomia
legislativa ed anche aspetti amministrativi presenti nel decreto.
Del resto, se anche
E’ chiaro che questo non basta, perché se siamo convinti – e qui ha
ragione il mio ex capogruppo Nicola Adamo –, è necessario sviluppare una forte
iniziativa politica che coinvolga non solo i partiti, ma anche i parlamentari
che non debbono essere chiamati in quest’Aula solo per discutere di tribunale o
di difese delle Province, devono essere chiamati ad un’assunzione di
responsabilità complessiva rispetto alla Calabria e possono essere chiamati, nella
misura in cui quest’Aula ha la capacità anche di assumere decisioni chiare,
forti, che hanno la capacità di costruire il futuro.
Allora, da questo punto di vista, c’è la disponibilità che è stata
dichiarata, ma una disponibilità che deve trovare un riscontro puntuale e
preciso in quello che si scrive. Da quest’Aula deve uscire una decisione
politica per il futuro, accompagnata, anche con i pericoli che evidenziava
Nicola Adamo, da un ricorso rispetto a
questo provvedimento; però, se c’è una forte e chiara iniziativa politica, la
decisione giurisdizionale, comunque, se ci sarà e se sarà negativa, avrà un
impatto irrilevante, se contemporaneamente
Quindi, ritengo, Presidente dell’Assemblea, che se veramente tutti
insieme si vuole scrivere una pagina nuova e diversa per il futuro – ed io
prendo per buono quello che ha dichiarato il Presidente Scopelliti – è
necessario sospendere, alla fine della seduta, i lavori per scrivere altro,
perché se dovesse passare questo, credo che il primo a non poter votare questo
documento, in ragione delle cose dette, sia proprio il Presidente Scopelliti.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Imbalzano. Ne ha facoltà.
Interverrò brevemente, anche perché
dopo un intero pomeriggio che ci ha visti eccezionalmente impegnati e alla luce
anche del dibattito che c’è stato in queste ultime ore, c’è poco da aggiungere.
Intervengo più per fare quasi una dichiarazione di voto che per un intervento
vero e proprio, ma lo faccio per un paio di motivi: il primo – lo consentiranno
i colleghi delle altre province – è un fatto quasi doveroso dare un contributo;
poi il documento, in qualche modo, richiama la responsabilità di questo
Consiglio regionale attraverso le Commissioni e chi parla è Presidente della
Commissione attività produttive, direttamente coinvolta; poi voglio ricordare
che, all’inizio di questa legislatura, ho presentato una mozione, discussa in
questo Consiglio regionale e approvata, sullo sviluppo dell'area grecanica
dell’area di Saline e, più complessivamente, del territorio dell’area
grecanica.
Credo, alla luce degli interventi che
abbiamo ascoltato che la posizione chiara e propositiva espressa dal Presidente
Scopelliti abbia tolto argomenti – io ho sentito diversi interventi assai
responsabili dei colleghi del centro-sinistra,
per tutti cito quello del consigliere Mirabelli, per non fare torto a
nessuno, che è il Vicepresidente della Commissione – a chi pensava di venire
qui, stasera, a fare comizi, cavalcando tigri ed accedendo non ad un dibattito
sereno, ma ad un dibattito demagogico – consentitemi di dire, senza offendere
nessuno – quindi cavalcando soltanto linee oltranziste.
Ritengo,
invece, che il no della maggioranza sia abbastanza chiaro ed è indiscutibile,
perché stasera ha aleggiato anche un atteggiamento quasi di equivocità nei
confronti del documento illustrato, e questo non è assolutamente pensabile.
Coglierei, invece, e valorizzerei – mi auguro che l’opposizione faccia questo – l’atteggiamento, la dichiarazione
autorevole e responsabile del Presidente Scopelliti, laddove per la prima volta
– credo, almeno in questa legislatura – ha proposto per il comprensorio di
Saline e dell’intera area grecanica un progetto
di sviluppo; ovviamente, è tutto da elaborare, ma nel momento in cui dichiara
la disponibilità formale e forte di destinare a quel territorio risorse
imponenti e consistenti, sarà compito di questo Consiglio regionale, nelle sedi
istituzionali proprie delle Commissioni che vengono citate nel documento
presentato, elaborare un progetto
di sviluppo che sia assolutamente congeniale alla vocazione naturale di questo
territorio, ascoltando e di concerto con i sindaci, le associazioni, con le
organizzazioni sindacali.
Il resto,
beh, sono tutti argomenti sicuramente interessanti; ne abbiamo ascoltati di
interessanti anche in ordine alla necessità o possibilità di fare ricorso alla
Corte costituzionale o in altre sedi, però il dato politico di fondo è questo:
per la prima volta, viene proposto un progetto
di sviluppo vero, tutto da elaborare sicuramente, e viene affermata
autorevolmente, ufficialmente e formalmente in quest’Aula la forte volontà di
destinare un forte impegno non solo di carattere finanziario, per un’area che è
tra le più degradate dell’intera regione.
Per questo
ritengo che il documento vada approvato, perché finalmente nell’area grecanica
ci si avvii a voltare pagina, si apra una pagina nuova e monumenti come le
Officine Grandi Riparazioni e – perché no? – anche quel grande monumento allo
spreco che insiste ancora nell’area di Saline, possano essere degli strumenti
che dovranno essere valorizzati ed utilizzati per uno sviluppo vero di quel
territorio.
Ha concluso
gli interventi l’onorevole Imbalzano, non ho più iscritti a parlare. La parola
al Presidente Scopelliti per la replica.
Intervengo brevemente, avendo ascoltato gli
interventi dei colleghi, una parte in Aula e una parte nella sala adiacente all’Aula. Mi pare,
sostanzialmente, che, al di là di alcune considerazioni, ci sia un’ampia
condivisione sul percorso che abbiamo messo in campo – mi pare di capire –
salvo qualche richiesta che ha voluto fare qualche rilievo sul punto 2, dove
viene sottolineata l’esigenza di un ricorso a prescindere, diciamo così. Ma non
abbiamo alcuna difficoltà, perché l’ho detto nell’intervento da parte nostra,
siamo pronti a fare il ricorso, il ricorso qui scritto “ad accertare in seguito
alla verifica del rispetto delle prescrizioni imposte per la realizzazione
della centrale”, cioè se queste prescrizioni ci sono, se diventano elemento che
non consente il superamento e la procedura non va avanti, diventa chiaro che abbiamo
fatto un intervento inutile, era subordinato alla procedura, ma se l’Aula non
ha alcuna difficoltà, come non abbiamo nessuna difficoltà, avendo assunto una
posizione in maniera molto chiara e netta, non c’è nessuna preclusione da parte
nostra nel modificare questo punto, dicendo che
Ognuno ha espresso il suo giudizio sulla
legislazione concorrente, su tutta una serie di cose, sulla storia, addirittura
Rosario Mirabelli è partito anche da Gioia Tauro, probabilmente aveva i
calzoncini corti quando manifestava contro la centrale.
(Interruzione)
Ma tu i calzoncini li avevi prima di me, nel senso
che hai qualche anno più di me, tenti di nasconderlo, ma è così, ce l’hai
qualche anno più di me! Cerca di nascondersi dietro il fatto che, avendo perso
qualche capello, pensa che questo non influisca nell’insieme!
Quindi mi pare di capire – non vorrei
sbagliare – anche dagli interventi sia di De Gaetano, di Battaglia, che degli
altri, sia emerso – come da Bova e Adamo – questo tipo di indirizzo e, se
questo è, noi siamo ben lieti di puntualizzare il punto 2 e passare
all’approvazione di quest’ordine del giorno all’unanimità, se lo ritenete
opportuno, mi pare diventi un ulteriore segnale di attenzione verso il
territorio e anche un gesto, una risposta di grande responsabilità che tutto il
gruppo dirigente, oggi, che siede in questi banchi offre come motivo e momento
di valutazione al territorio, oggi a Saline, domani in qualsiasi altro luogo e
parte del territorio dove necessita l’intervento e la capacità di reazione da
parte di un gruppo dirigente.
Presidente, penso che con questa brevissima
modifica, questa puntualizzazione, si possa procedere alla votazione.
Non so se c’era qualche altro punto o bastava solo il punto 2 nel dibattito anche da
parte dei consiglieri… L’onorevole Principe?
Presidente, penso che la stesura dei punti di impegno del Presidente e della Giunta
non possa che essere affidata al coordinamento
formale, perché su questo aspetto dobbiamo essere molto precisi, perché – a mio
modesto avviso – c’è una impostazione non convergente, cioè intanto non mi pare
che dal documento emerga un no chiaro alla centrale a carbone, quindi questo va
specificato. Secondariamente, il punto 2 che determina? L’eliminazione anche
del punto 1, perché se la società autorizzata si attenesse scrupolosamente alle
53 prescrizioni, la centrale sarebbe fatta.
Chiedo scusa
se non ho capito, ma poiché il punto 2 subordina l’impugnativa alla verifica
del fatto che la “Sei” si attenga alle
53 prescrizioni, intanto può darsi che i termini siano già scaduti, ma se la
società si attiene alle prescrizioni, si realizza la centrale. Quindi anche il
punto 1 dovrebbe convivere con la centrale.
La nostra
posizione è che l’impugnativa avvenga a prescindere, cioè l’autorizzazione
governativa impone delle prescrizioni. Se la società autorizzata si attiene
alle prescrizioni, la messa è detta; passata la festa, gabbato il Santo!
Quindi, per quanto ci riguarda, ci vuole la dichiarazione di principio di
assoluta negatività alla centrale e poi dire con chiarezza che impugniamo
comunque il provvedimento autorizzativo in sede giurisdizionale e
amministrativa e impugniamo anche davanti alla Consulta questo scippo di
potestà della Regione perpetrato dal Governo.
Questo dà un
significato di conseguenzialità all’impegno di utilizzare i futuri fondi Fas
per un progetto di natura
turistica, preceduto da uno studio di fattibilità. Mi fa piacere che il
centro-destra usi spesso questo termine per la prima volta che, per la verità,
da bambini abbiamo sentito porre in essere da altre culture, ma vorrei dire al
collega Imbalzano, che pure proviene da una cultura che me lo rende vicino e
caro, non possiamo dimenticare che, non più tardi di qualche anno fa, si era
stabilito non solo il no alla centrale, ma di utilizzare l’area per un intervento
turistico di grande rilievo, si erano trovati anche i fondi, il Cipe aveva
approvato il tutto, ma dopo lo scippo dei fondi Fas, questa cosa è andata a
farsi benedire.
Quindi, caro
Presidente Scopelliti, noi siamo pronti a fare la nostra parte, a darti grande sostegno per utilizzare i futuri
fondi, però dobbiamo essere chiari sotto l’aspetto di reazione al provvedimento
autorizzativo, perché riteniamo che il punto 2 non prefiguri una reazione
adeguata che ci consenta di votare l’ordine del giorno.
Il
Presidente Scopelliti cosa dice?
Nel frattempo che il collega Principe
attiva il coordinamento formale, altrimenti la demagogia rischia di superare
ogni limite, voi fate pure il coordinamento formale; noi, se ci consentite, ce
ne andiamo, nel senso che votiamo e poi chi vuole si faccia il coordinamento
formale, Presidente. Abbiamo detto che siamo contrari alla centrale a carbone,
in questo documento c’è scritto, e che vogliamo immaginare un processo di
sviluppo di quell’area sul comparto turistico e con Invitalia da quattro mesi –
e nessuno di voi lo sapeva – stavo lavorando, anzi da sette mesi sto lavorando
a questo progetto, a questa
ipotesi.
E’ inutile fare
ricorso alla Corte se viene bloccata la procedura, ma se questo può farvi stare
tranquilli, da qui ai tempi previsti dalla normativa e così via, ci impegniamo
su questo documento a dire che facciamo ricorso alla Consulta, al Tar, al Tar
della Lombardia o – se vi pare ancora meglio – quello del Lazio e così via,
però votiamo questo documento. E non ci raccontate le barzellette che i soldi
erano i soldi quelli dei Fas. I Fas ci sono, cioè qualcuno ancora non ha capito
in Calabria che i fondi per il Sud, il Piano per il Sud sono fondi Fas, quindi
non ci hanno scippato niente di particolare, ci hanno tolto per provvedimento
sancito, anche di indirizzo del Consiglio dei Ministri – e non so se poi è
stato (Incomprensibile)… il Parlamento ha approvato – un 10 per cento
dei fondi Fas a tutte le Regioni italiane.
I fondi Fas li stiamo prendendo quando votiamo
i fondi per l’Università, quando abbiamo votato i
fondi per la depurazione, quando abbiamo votato 1 miliardo e 100 milioni di euro per il Piano per il Sud, questi
sono fondi Fas. Ma è possibile che non ci rendiamo conto e raccontiamo le
barzelletta agli italiani e ai calabresi dicendo che i fondi Fas ce li hanno
scippati! L’altro giorno l’ha scritto uno che ha fatto il Presidente della
Regione. Vi rendete conto che i fondi Fas ci sono, ce li stanno dando?! Come
facciamo a raccontare che i fondi Fas ce li hanno scippati! Probabilmente, ci è
venuta quest’idea – non so se interessante, geniale è eccessivo – di dire che
su Saline il no non basta, mettiamoci i soldi.
Ecco, chi vuole votare questo provvedimento e metterci i soldi, lo
vota, perché se ci raccontate che i soldi li avevate messi pure voi, peccato,
però, che non li abbiamo trovati, altrimenti non li avremmo tolti, ci
raccontiamo sempre queste belle barzellette, che i soldi li avevamo messi,
l’avevamo pensato, però…
La politica si fa con gli atti! Non abbiamo trovato nulla, questo è
quello che vogliamo fare noi. Ci siete? Volete votare? Bene, Presidente, metta
in votazione con queste due modifiche e andiamocene a casa, perché altrimenti
corriamo il rischio di stare qui a parlarci ancora addosso, perché ogni volta,
dopo che parlo, replica sistematicamente il capogruppo del Pd e, se mi consente
il Regolamento, lo stile e il buonsenso dice che, quando chiude il Presidente,
si mette in votazione e non ci sono altre repliche, a meno che lei non pensi
che questo sia un fatto di garbo e di correttezza istituzionale, fate pure,
però, Presidente, mettiamo in votazione. Chi vuole votare, dica si a questo
provvedimento con queste due modifiche, col coordinamento formale, ribadendo il
no alla centrale, il ricorso da parte della Regione e il fatto che vogliamo
mettere i soldi per costruire finalmente su Saline, se sarà possibile,
attraverso i nuovi fondi comunitari o eventualmente Fas –parlo di fondi
comunitari perché sui Fas non so se ci sono ancora, se c’è capienza in prospettiva e quanto ancora
abbiamo disponibile come Fas – sui fondi comunitari disegnare un’azione del
2014-2020 destinata e finalizzata a Saline, perché se mettiamo una voce sui
fondi Por, non ce la toglierà nessuno, non potremo dire che qualcuno ce l’avrà
scippata, non potremo raccontare ai cittadini di Montebello e di Saline che
forse qualcuno, mentre ci giravamo, ci ha fatto un taglio, li mettiamo là e
abbiamo risolto.
Se Tripodi è d’accordo, possiamo procedere in questa direzione.
L’onorevole Adamo aveva detto che voleva intervenire? No.
(Interruzione)
Avevo dato la parola alla minoranza. Siccome l’obiettivo è quello di fare
un ordine del giorno comune, se nella discussione ci eravamo dimenticati di
qualche punto… Sul punto 2 il Presidente aveva dato piena ed ampia
disponibilità alla modifica e l’abbiamo modificato in tal senso.
(Interruzione)
Sì, la facciamo adesso. Chi ha preparato il testo, lo possiamo
aggiungere e lo modifichiamo.
(Interruzione)
Le do la parola.
Presidente Talarico, siccome la responsabilità è sua,
se cortesemente – chiedo scusa, non
voglio fare polemiche sui fondi Fas, perché Scopelliti è molto bravo dal punto
di vista espositivo, ma i fondi Fas sono stati prima presi e poi riprogrammati,
ma non per le cose stabilite dalla Regione, lasciamo perdere! – ripete i punti
che sono no alla centrale, sì al finanziamento per ragioni turistiche e
quant’altro e i due ricorsi in via amministrativa e alla Corte costituzionale.
Se il
Presidente Talarico riprende queste cose, votiamo a favore.
Stiamo
ripetendo tutti la stessa cosa, non c’è diversità e siamo tutti d’accordo.
Quindi, se prestate un attimo di attenzione, poniamo in votazione l’ordine del
giorno, in modo tale da sciogliere la seduta e poi scriverlo. Mi sembra che
tutte le dichiarazioni siano a verbale, bene o male ci siamo intesi in tutto.
(Interruzione)
Ma lei deve aggiungere qualcosa?
(Interruzione)
Ci scordiamo di qualcosa? Prego, onorevole Giordano.
Solo 30 secondi per formulare il punto 2: “impegna il Presidente della Giunta regionale ad opporsi, sulla base di quanto già
deliberato in via amministrativa, all’iter autorizzativo finalizzato alla
realizzazione della centrale termoelettrica alimentata a carbone a Saline Ioniche e,
contestualmente, ad impugnare presso gli organi giurisdizionali il decreto del
Presidente del Consiglio dei Ministri indicato in premessa, sollevando anche
giudizio di legittimità costituzionale dell’articolo 1 sexies, comma 4 bis, del
decreto legislativo 239/2003, in quanto contrastante con l’articolo 117 della
Costituzione, nonché, sempre con riferimento alla medesima norma, sollevare giudizio
per conflitto di attribuzione, ai sensi dell’articolo 134 della Costituzione,
fra potere dello Stato e della Regione in materia di energia, per come previsto
dagli articoli 117 e 118 della Costituzione. Il tutto al fine di evitare che lo
stesso decreto autorizzativo, trascorsi i termini di legge, diventi definitivo
e inoppugnabile”.
Questa è la formulazione del secondo punto.
Voleva aggiungere qualcosa?
Sulla base dell’intervento
che ho svolto, per quanto mi riguarda, valutate quelle considerazioni che ho
pronunciato, non partecipo alla votazione.
Possiamo
procedere a votare l’ordine del giorno. Il punto 1 va bene, il punto 3 va bene
pure, sul punto 2 facciamo coordinamento formale, per redigere la versione
definitiva; poi, nei giorni successivi, possiamo procedere a farlo. Pongo in
votazione l’ordine del giorno.
(Il
Consiglio approva all’unanimità)
(E’
riportato in allegato)
La seduta è
tolta.
La seduta termina alle 23,13
Hanno chiesto congedo i consiglieri Aiello F., Aiello P., Grillo, Pacenza.
(Così resta stabilito)
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa della Giunta regionale:
“Gestione, tutela e valorizzazione
del patrimonio forestale regionale (Delibera G.R. n. 302 del 28.06.2012)” (P.L.
n. 353/9^)
E’ stata assegnata alla quarta Commissione
consiliare – Assetto e utilizzazione del
territorio – protezione dell’ambiente.
(Così
resta stabilito)
“Modifica
dell’articolo 2 della legge regionale
12 dicembre 2011, n. 43 (Unione tra i comuni) – (Delibera G.R. n. 311 del
28.6.2012)” (P.L. n. 354/9^)
E’ stata assegnata
alla quinta Commissione consiliare - Riforme e decentramento.
(Così
resta stabilito)
E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa della
Giunta regionale:
“Por Calabria Fse 2007-2013. Proposta di revisione finanziaria.
Incremento finanziario Asse II “Occupabilità” e Asse VI “Assistenza tecnica”
del Por – Anno 2012 – Revoca Dgr n. 44 del 2 febbraio 2012. Presa atto ed
adempimenti (Delibera G.R. n. 283 del 15.6.2012)” (P.P.A. n. 185/9^)
E’ stata assegnata alla sesta Commissione consiliare - Affari della Unione europea e relazioni con l’estero.
(Così
resta stabilito)
La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente
Commissione consiliare la deliberazione n. 316 del 5 luglio 2012, recante:
"Approvazione, ai sensi dell'articolo 1 della legge regionale 12 dicembre
2008, n. 40 delle Direttive di attuazione dell'Asse IV - POR CALABRIA FESR
2007-2013 - Qualità della vita e inclusione sociale - linea di intervento - 4.3.1.3 - Azioni di sostegno alle
imprese per migliorare le condizioni di sicurezza" (Parere n. 45)
E’ stata assegnata alla sesta Commissione consiliare - Affari della Unione europea e relazioni con l’estero.
(Così
resta stabilito)
La sesta Commissione, con nota n. 33062 del 20 luglio 2012, ha
comunicalo che nella seduta del 19 luglio 2012 ha espresso parere favorevole alla
deliberazione della Giunta regionale n. 260 dell'1 giugno 2012, recante:
"Piano per l'anno 2012 degli interventi di cui alla L.R. 33/2004 e s.m.i..
Articolo 28, L.R. 33/2004, modificata ed integrata con legge regionale 20
luglio 2009, n. 22. (Parere n. 44)
L’onorevole Ferdinando Aiello, ha rassegnato le dimissioni da
componente la Commissione consiliare contro la ‘ndrangheta, giusta
comunicazione del 27 giugno 2012, acquisita agli atti in data 5 luglio 2012 al
protocollo generale n. 30871.
In data 28 giugno 2012, il Presidente della Giunta regionale ha
promulgato le sotto indicate leggi regionali. Le stesse sono state pubblicate
sul supplemento straordinario n 2 e n. 3 del 7 luglio 2012 al B.U.R. n. 12 del
2 luglio 2012:
Legge regionale 28 giugno 2012, n. 26, recante: "Approvazione
Rendiconto Generale relativo all'esercizio finanziario 2011";
Legge regionale 28 giugno 2012, n. 27, recante: "Assestamento
del bilancio di previsione della Regione Calabria per l'esercizio finanziario
2012 e del bilancio pluriennale per il triennio 2012-2014 a norma dell'articolo
22 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8";
Legge regionale 28 giugno 2012, n. 28, recante: "Modifica
dell'articolo 25 della legge regionale 13 giugno 2008, n. 15";
Legge regionale 28 giugno 2012, n. 29, recante: "Attuazione
del comma 4 dell'articolo 118 della Costituzione sulla sussidiarietà
orizzontale".
In data 19 giugno 2012, il Presidente della Giunta regionale ha
emanato i sotto indicati regolamenti regionali. Gli stessi sono stati
pubblicati sul supplemento straordinario n. 5 del 27 giugno 2012 al B.U.R. n.
11 del 16 giugno 2012:
Regolamento regionale n. 5 del 19 giugno 2012 concernente:
"Modifiche
ed integrazioni al regolamento regionale 19 ottobre 2009, n. 15 concernente:
Regolamento per la concessione di contributi alle vittime della criminalità ed
in materia di usura, ai sensi della legge regionale n. 31 del 16 ottobre
2008";
Regolamento regionale n. 6 del 19 giugno 2012 concernente: "Regolamento sulla mobilità
interna al personale non dirigenziale della Giunta regionale".
In data 28 giugno 2012, il Presidente della Giunta regionale ha
emanato il sotto indicato regolamento regionale. Lo stesso è stato pubblicato
sul supplemento straordinario n. 3 del 7 luglio 2012 al B.U.R. n. 12 del 2
luglio 2012:
Regolamento regionale n. 7 del 28 giugno 2012 concernente:
"Procedure
per la denuncia, il deposito e l'autorizzazione di intendenti di carattere
strutturale e per la pianificazione territoriale in prospettiva sismica di cui
alla legge regionale n. 35 del 19 ottobre 2009. Abrogazione regolamento
regionale n. 18 dell'1 dicembre 2009".
In data 10 luglio 2012, il Presidente della Giunta regionale ha
emanato il sotto indicato regolamento regionale. Lo stesso è stato pubblicato
sul supplemento straordinario n. 1 del 19 luglio 2012 al B.U.R. n. 13 del 16
luglio 2012:
Regolamento regionale n. 8 del 10 luglio 2012 concernente:
"Abrogazione
regolamento regionale n. 8 del 10 maggio 2010 (Istituzione dell'Ufficio
Legislativo della Giunta regionale della Calabria)".
Il Comitato regionale di controllo contabile, nella seduta del 6
giugno 2012, ha approvato la Risoluzione n. 2 sull'attività conoscitiva
relativa al patrimonio immobiliare delle aziende sanitarie provinciali e delle
azienda ospedaliere della Regione Calabria.
La sesta Commissione, nella seduta del 19 luglio 2012, ha
approvato la Risoluzione in materia di attuazione della legge regionale n.
32/2010, articolo 1, comma 6.
Talarico D. Al Presidente della Giunta regionale e all’Assessore
all’ambiente. Per sapere – premesso che:
il
Comitato WWF del Medio-Alto Tirreno cosentino ha segnalato alle competenti
autorità (Soprintendente per i Beni Paesaggistici per la Provincia di Cosenza in
primis) una serie di abusi che si starebbero commettendo sulla scogliera di
Santa Maria in località Zilletta del Comune di Bonifati (CS);
detta
scogliera è ricompresa nel Parco marino della Riviera dei Cedri ed assoggettata
a vincolo paesaggistico;
in
tale segnalazione sono contenute precise informazioni ed immagini
inequivocabili sull'opera di cementificazione della punta del promontorio della
Zilletta;
detto
promontorio è classificato ad alto rischio idrogeologico ed è attraversato per
giunta da una galleria ferroviaria, che ne rende ancora più precaria la
stabilità geomorfologica;
sulla
roccia prospiciente il mare dello stesso promontorio, da circa un mese si sta
lavorando alla costruzione di una scala, che, con ogni evidenza, reca oltraggio
al paesaggio ed all'ambiente circostante;
per
tali lavori il Sindaco della cittadina tirrenica afferma di non aver ricevuto
alcuna richiesta di inizio lavori né alcun progetto;
nonostante
le ripetute sollecitazioni del WWF, né l'Amministrazione comunale di Bonifati,
né la Soprintendenza per i Beni Paesaggistici, né l'ufficio competente per il
nulla osta paesistico - ambientale della Provincia di Cosenza, né la Regione Calabria avrebbero finora assunto le dovute iniziative atte ad impedire ulteriori scempi ed a
sanare le situazioni più critiche venutesi a creare in quell'area;
tali
casi di abusivismo e di stravolgimento dell'assetto paesaggistico costituiscono
esempi di una più generale condizione di illegalità riscontrabile nei processi
di edificazione sulle nostre coste;
a
tal riguardo, risulta straordinariamente eloquente l'ultimo rapporto di
Legambiente denominato Mare Monstrum, nel quale la Calabria viene ad essere
collocata al quarto posto nella speciale classifica delle regioni che hanno
fatto registrare più abusi edilizi sul demanio marittimo, dopo Sicilia,
Campania e Puglia;
secondo
lo stesso rapporto, sarebbero quattrocentoventuno le infrazioni alle normative
edilizie e paesaggistiche accertate in Calabria solo nel 2011 (il 13,3% del
totale nazionale), con 432 provvedimenti tra denunce e arresti e 132 sequestri;
nello
stesso documento, viene preso in considerazione il fenomeno delle cosiddette
"case fantasma" (Immobili non accatastati) nelle città costiere in
cui i casi di abusivismo edilizio sono più numerosi;
a
tal proposito, al secondo posto dopo Napoli si collocherebbe la città di Reggio
Calabria, con 6.237 immobili non accatastati;
non
potrà esserci una politica efficace per il settore turistico senza affrontare
seriamente la piaga dell'abusivismo e della cementificazione delle nostre
coste;
la
Calabria è tra le regioni a più alto rischio idrogeologico -:
quali concrete iniziative, di tipo conoscitivo ed interdittivo, si
intendono assumere riguardo ai casi di abuso e di modificazione dell'assetto
paesaggistico-ambientale in località S. Maria nel Comune di Bonifati (CS);
se non sia il caso di assumere come prioritaria la lotta all'abusivismo
ed alla cementificazione selvaggia sulle nostre coste, nel quadro delle
politiche di sostegno e di rilancio dell'economia turistica regionale e di
tutela del territorio.
(264; 29.06.2012)
Giordano. Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere -
premesso che:
a seguito
di uno stato di agitazione dei lavoratori della società Tec Veolia, che
gestisce l'impianto termovalorizzatore di Gioia Tauro, ancora una volta si
assiste ad un blocco del ciclo di smaltimento dei rifiuti su tutta l'area della
piana;
la
problematica Veolia investe sotto diversi aspetti la nostra regione e nello
specifico la società ritiene di abbandonare la gestione dell'impianto per delle
rivendicazioni legati a presunti crediti vantati (100 milioni di euro) a cui si
accompagnano le presunte perdite riscontrate che sarebbero pari a 7 milioni di
euro nel 2009 e 10 milioni di euro nel 2010. Il tutto con conseguenze sullo
stato di occupazione delle maestranze attualmente in stato di agitazione;
ormai
periodicamente l'area in questione vive situazioni allarmanti sotto il profilo
ambientale e sanitario le cui causali sono molteplici, ora legate al suddetto
impianto, ora riconducibili alla protesta dei lavoratori di Piana Ambiente;
in questo
quadro desolante l'attuale blocco dell'impianto termovalorizzatore sta creando
disagi e, nonostante le rassicurazioni fornite dal Commissario per l'emergenza
ambientale ai lavoratori in stato di agitazione sulla salvaguardia dei livelli
occupazionali, la situazione rimane critica come denunciato da alcuni sindaci e
amministratori della Piana;
emerge
ancora una volta la fragilità del sistema in un contesto che potrebbe diventare
grave se la raccolta non dovesse ripartire in tempi brevissimi, come già
verificatosi nei mesi scorsi per situazioni analoghe -:
anche
attraverso un rapporto da assumere dallo stesso Commissario per l'emergenza
ambientale, lo stato attuale sulla gestione del termovalorizzatore, le criticità
esistenti e le soluzioni individuate per il superamento delle stesse;
se
conseguentemente, nonostante le rassicurazioni del Commissario per l'emergenza
ambientale, sussista il reale pericolo di una cessazione, sia pur provvisoria,
dell’attività dell'impianto a seguito delle decisioni della società Veolia;
se da parte
del Commissario per l'emergenza ambientale siano stati adottati dei piani
alternativi per la raccolta e io smaltimento dei rifiuti ogniqualvolta si
verifica il blocco dell'impianto e quali iniziative, in ogni caso, sono state
intraprese per rispondere con urgenza alla difficile situazione ambientale e
sanitaria che i comuni della piana di Gioia Tauro stanno vivendo in questi
giorni;
se, alla
luce della conclusione della gestione commissariale prevista per la fine
dell'anno, quali azioni l'Ente regione stia ponendo in essere per il rientro
alla gestione ordinaria e in che mondo intenda programmare una pianificazione
complessiva sull'intero territorio regionale del ciclo di gestione dei rifiuti
che garantisca una efficace operatività al momento della cessazione della fase
emergenziale.
(265;
29.06.2012)
Giordano. Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere –
premesso che:
l'art. 11
della legge n. 27/2012 "Potenziamento del servizio di distribuzione
farmaceutica, accesso alla titolarità delle farmacie, modifica alla disciplina
della somministrazione dei farmaci e altre disposizioni in materia
sanitaria", al comma 3 ha previsto che le Regioni bandiscano il concorso
straordinario per soli titoli per la copertura delle sedi farmaceutiche di
nuova istituzione e per quelle resesi vacanti a seguito delle scelte effettuate
dai vincitori del concorso;
l'iter
amministrativo prevede che ciascun comune, sulla base dei dati ISTAT sulla
popolazione residente al 31 dicembre 2010 e dei parametri di cui al comma 1,
individua le nuove sedi farmaceutiche disponibili nel proprio territorio e
invia i dati alla Regione entro e non oltre 30 giorni dall'entrata in vigore
della legge ed entro 60 giorni dall'invio dei dati da parte dei comuni le
regioni bandiscono il concorso straordinario per soli titoli, per la copertura
delle sedi farmaceutiche di nuova istituzione e per quelle vacanti;
sempre ai
sensi della normativa sopra richiamata, qualora il comune non provveda a
comunicare alla regione l'individuazione delie nuove sedi disponibili entro il
termine di cui al comma 2 dell'art 11 la regione provvede con proprio atto a
tale individuazione entro i successivi sessanta giorni. Nel caso in cui le
regioni non provvedano nel senso indicato ovvero non provvedano a bandire il
concorso straordinario e a concluderlo entro i termini di cui al comma 3 del
medesimo art. 11 il Consiglio dei Ministri esercita i poteri sostitutivi di cui
all'articolo 120 della Costituzione con la nomina di un apposito commissario
che provvede in sostituzione dell'amministrazione inadempiente anche espletando
le procedure concorsuali;
i termini
previsti per i comuni, ai fini della individuazione delie nuove sedi
farmaceutiche, sono andati a scadere il 26 aprile 2012 mentre le incombenze a
carico delle regioni dovevano essere espletate entro e non oltre il 26 giugno
2012;
allo stato
dagli atti ufficiali della regione Calabria risulterebbe che gli adempimenti
richiesti non siano stati ancora evasi con ripercussioni negative sullo
sviluppo economico di un settore che vedrebbe la creazione di nuovi numerosi
posti di lavoro e benefici per i consumatori -:
quali sia
allo stato l'iter delia procedura prevista dalla normativa indicata in premessa
e più specificatamente se vi siano stati comuni inadempienti e se la regione
abbia esercitato i relativi poteri sostitutivi;
se la
stessa Regione abbia adempiuto alle incombenze di legge e siano state attivate
le relative procedure per la indizione del bando di concorso;
in caso
contrarlo quali iniziative si intendono intraprendere per velocizzare l'iter
amministrativo al fine di rispondere con urgenza alle istanze della categoria e
dei consumatori.
(266;
02.07.2012)
Guccione. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
nei giorni scorsi le OO.SS. FAIB Confesercenti, FEGICA Cisl, ANISA Confcommercio hanno denunciato in una lettera inviata al dott. Pietro Ciucci, Presidente dell'Anas, al dott. Corrado Passera, Ministro dello Sviluppo Economico e ai Presidenti delle Regioni Calabria, Campania e Basilicata una situazione non più sostenibile da parte dei gestori delle aree di servizio della tratta autostradale A3 Sa-Rc per lo stato di crisi e di abbandono in cui versano le loro imprese, sia sul piano commerciale che su quello della sicurezza, della distribuzione e del costo del carburante;
i prezzi del carburante praticati dalla compagnie petrolifere sulla tratta Sa-Rc risultano essere almeno di cinque centesimi superiori rispetto ai prezzi praticati nelle altre autostrade italiane;
dal 2011 le concessioni ai gestori autostradali della Sa-Rc vengono concesse solo in proroga, senza che venga espletata alcuna gara per le concessioni pluriennali ed impedendo così, da oltre quindici anni, che si possano predisporre ed effettuare gli investimenti necessari all'ammodernamento e alla messa in sicurezza delle aree di servizio presenti su questa importante tratta autostradale;
i lavori di ammodernamento vanno avanti da oltre dieci anni;
tutto ciò ha causato forti disagi e limitazioni al traffico automobilistico, provocando una lenta ma continua diminuzione dello stesso;
dal mese di gennaio ad oggi si è registrato un calo di vendite di carburante di circa il 20%;
il calo della vendita del carburante ha raggiunto il 50% se rapportato agli anni 2006-2007;
analogo calo riguarda tutti i servizi di ristoro, di vendite non-oil, di servizi di soccorso, non trascurando anche l'indotto di carattere commerciale che si crea nell'ambito territoriale delle zone di accesso e di uscita;
ad oggi, per il completamento definitivo dei 494 chilometri della tratta Sa-Rc, mancano circa 59 chilometri ancora da progettare e che sono totalmente privi della relativa copertura finanziaria che ammonta ad oltre tre miliardi di euro e che, a tal proposito, nell'ultima riunione del Consiglio regionale della Calabria è stato approvato all'unanimità un ordine del giorno attraverso cui si chiede al Governo nazionale di mettere a disposizione le risorse necessarie per il completamento definitivo dell'intera tratta autostradale Sa-Rc;
è forte e reale il rischio che la più importante arteria viaria che collega la Calabria alle altre regioni del Mezzogiorno e al resto del Paese, fondamentale per qualsiasi sviluppo economico del Sud e della nostra regione, possa rimanere un perenne cantiere senza nessuna certezza sul completamento definitivo dell'opera;
a fronte di tutto ciò, le OO.SS. succitate hanno avvertito l'esigenza di avanzare una serie di proposte e di assumere alcune iniziative finalizzate al superamento dell'attuale stato d'impasse per dare nuovo impulso alla risoluzione dei problemi che rischiano di provocare il licenziamento di tutti gli addetti alle attività di rifornimento e dei servizi della Sa-Rc -:
quali iniziative urgenti si intendono adottare a sostegno delle giuste rivendicazioni sindacali e per sollecitare l'Anas, nella sua doppia qualità di ente concedente e concessionario, al rilascio immediato delle concessioni in prorogatio da almeno dieci anni. Il protrarsi di tale situazione ha impedito e continua ad impedire, infatti, ai gestori privati di effettuare gli investimenti necessari all'ammodernamento delle aree di servizio della Sa-Rc che, attualmente, sono tra le più vetuste e meno sicure d'Italia;
inoltre, anche quali misure s'intendono assumere per impedire che il costo del carburante praticato dalle compagnie petrolifere ai gestori delle aree di servizio della Sa-Rc, che risulta essere di almeno cinque centesimi superiore rispetto a quello praticato in altre aree del Paese, diventi un'ulteriore tassa a discapito di tutti quegli automobilisti che decidono di attraversare la Sa-Rc.
(268; 06.07.2012)
Scalzo. Al Presidente della Giunta regionale e all’Assessore alla cultura, istruzione e ricerca. Per sapere - premesso che:
la Corte Costituzionale, con sentenza n. 147/2012, ha dichiarato incostituzionale l'intero comma 4 dell'art. 19 del decreto legge n. 98 del 2011 (convertito in legge n. Ili del 2011 e modificato dalla legge n. 183 del 2011 ) che prevedeva:
"Per garantire un processo di continuità didattica nell'ambito dello stesso ciclo di istruzione, a decorrere dall'anno scolastico 2011-2012 la scuola dell'infanzia, la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado sono aggregate in istituti comprensivi, con la conseguente soppressione delle istituzioni scolastiche autonome costituite separatamente da direzioni didattiche e scuole secondarie di 1° grado; gli istituti compresivi per acquisire l'autonomia devono essere costituiti con almeno 1.000 alunni, ridotti a 500 per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche." (Art. 19 , comma 4);
il piano deliberato dalla Regione Calabria ha comportato la perdita di ben 99 autonomie scolastiche e la contestuale realizzazione di mega-istituti comprensivi composti da almeno 1.000 alunni ( in alcuni casi di oltre 1500 alunni);
è rimasto in vigore il comma 5 dell'art. 19 della legge citata che recita: "Alle istituzioni scolastiche autonome costituite con un numero di alunni inferiore a 500 unità . ridotto fino a 300 per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzale da specificità linguistiche, non possono essere assegnali dirigenti scolastici con incarico a tempo indeterminato. Le stesse sono conferite in reggenza a dirigenti scolastici con incarico su altre istituzioni scolastiche autonome." (I parametri numerici di 500 e 300 previsti dalla legge 111/2011 sono stati successivamente modificati e aumentati a 600 e a 400);
altre 86 istituzioni scolastiche calabresi di comuni montani o di zone disagiate dall'1 settembre 2012 non saranno dimensionate secondo i parametri di 600 o di 400 alunni e che. pertanto, saranno affidate in reggenza a dirigenti di altri istituti, con tutti i danni possibili e immaginabili;
la Regione aveva rinunciato ad esercitare la facoltà di far valere la richiesta contenuta nel documento della Conferenza delle regioni approvato nella seduta del 27 ottobre 2011 che la Regione aveva rinunciato ad esercitare la facoltà di far valere la richiesta contenuta nel documento della Conferenza delle regioni approvato nella seduta del 27 ottobre 2011. che prevedeva invece che vi fosse un'applicazione graduale delle norme sul dimensionamento spostando il completamento delle operazioni all'anno scolastico 2014-2015;
la delibera regionale sul dimensionamento scolastico rischia , da un lato . di vanificare la lotta alla piaga della mortalità scolastica , dall'altro di peggiorare la qualità del servizio scolastico e l'innalzamento dei livelli di istruzione degli studenti calabresi che negli ultimi anni sono precipitati agli ultimi posti fra le regioni d'Italia _:
se questa Amministrazione intenda adottare celermente le opportune iniziative urgenti nel merito . affinché vengano salvaguardate le autonomie scolastiche dei comuni montani e a forte disagio sociale, le minoranze linguistiche residenti nel territorio della Calabria così come avvenuto in altre parti del territorio italiano, riscrivendo per l'immediato - alla luce della sentenza della Corte Costituzionale - il piano per il dimensionamento della rete scolastica della Calabria, con effetto dal 1° settembre 2012 e favorendo un'applicazione graduale delle norme sul dimensionamento, spostando il completamento delle operazioni all'anno scolastico 2014-2015.
(270; 06.07.2012)
Guccione. Al Presidente della Giunta
regionale e all’Assessore ai lavori pubblici. Per sapere – premesso che:
sulla Gazzetta Ufficiale n. 138
del 15 giugno 2012 è stata pubblicata la Deliberazione del Comitato
Interministeriale per la Programmazione Economica del 06.12.2011 avente per
oggetto "Interventi nel settore dei sistemi di trasporto rapido di massa.
Riparto risorse ex art. 63 del Decreto Legge 25.06.2008 n. 112, convertito
dalla Legge 06.08.2008 n. 133. (Deliberazione n.91/2011)";
nella deliberazione in questione
si afferma che, per il sistema metropolitano Cosenza-Rende-Unical, le analisi a
sostegno della richiesta di contributo comunitario e del cofinanziamento statale
sono state sviluppate al netto dell'Iva, nonostante il soggetto attuatore ne
abbia dichiarato la non recuperabilità;
conseguentemente, il
finanziamento statale espressamente richiesto (30 milioni di euro) e il
cofinanziamento dichiarato (110,5 milioni di euro) non consentono la copertura
totale del costo dell'intervento (160 milioni
di euro,
comprensivi dell'IVA non recuperabile)
il Ministero proponente ha,
pertanto, rilevato la necessità che il soggetto attuatore verifichi la
disponibilità di ulteriori risorse per l'integrale finanziamento dell'opera;
il Comitato interministeriale
della Programmazione Economica ha deliberato, tra l'altro, l'approvazione dei
programmi d'intervento fermo restando che l'erogazione dei contributi è,
comunque, subordinata alla verifica dell'integrale copertura del costo delle
opere, comprensivo dell'eventuale Iva non recuperabile -:
se sono state già messe in atto
le misure conseguenti per reperire le risorse necessarie per l'integrale copertura,
così come richiesto dal Comitato Interministeriale della Programmazione
Economica, per la realizzazione del Sistema Metropolitano Cosenza-Rende-Unical;
qualora tutto ciò non dovesse
essere ancora avvenuto, si correrebbe il rischio serissimo che l'opera non sia
più realizzabile e che le risorse possano essere dirottate su altre
infrastrutture collocate in graduatoria ma, al momento, non finanziate.
(271;
09.07.2012)
Guccione, Censore, Mirabelli, Ciconte,
Aiello F., Talarico D., De Gaetano. Al Presidente
della Giunta regionale e all'Assessore
all'agricoltura, foreste e forestazione. Per sapere – premesso che:
l'Altopiano
Silano, il cui Parco Nazionale è stato inserito recentemente nella lista
propositiva (Tentative list) dei siti naturalistici mondiali per il Patrimonio
Mondiale dell'Umanità di cui fanno parte quei siti che gli Stati proponenti
ritengono di eccezionale valore universale e, quindi, adatti per il successivo
inserimento nella "World Heritage List" dell'Unesco, ossia fra i beni
candidati a diventare Patrimonio Mondiale dell'Umanità, rappresenta un
patrimonio naturalistico e paesaggistico di valore unico ed inestimabile, un
serbatoio ricchissimo di biodiversità e di habitat naturali che sono fra i più
importanti della foresta a livello mondiale per la conservazione della
diversità biologica nel bacino del Mediterraneo;
tale
patrimonio è oggetto da più tempo da un attacco criminale e indiscriminato, più
volte denunciato da diversi sindaci e amministratori locali e dai vertici del
Corpo Forestale dello Stato che hanno evidenziato a più riprese il progressivo
e devastante disboscamento di tutto il territorio Silano;
in
alcuni territori della provincia di Cosenza, in particolare in quelli ricadenti
nei comuni di Longobucco, Acri, Spezzano della Sila e San Giovanni in Fiore,
opererebbe da tempo una vera e propria associazione a delinquere, la cosiddetta
"mafia dei boschi" che, attraverso l'azione di ditte boschive
compiacenti e senza scrupoli e con la complicità di tecnici all'uopo assoldati, sottoporrebbe
questi territori a devastanti incendi e a continui e ripetuti tagli irrazionali
abusivi, distruggendo enormi quantità di boschi di proprietà di privati ed Enti
pubblici e devastando la flora e la fauna di questi territori;
da
recenti rapporti del Corpo Forestale dello Stato si è appreso che sarebbero
migliaia gli alberi tagliati indiscriminatamente, senza alcuna autorizzazione o
prescrizione di legge, per soddisfare le esigenze del cosiddetto "mercato
del legname";
tale
"mercato", stando ad alcuni rapporti giudiziari scaturiti dall'apertura di appositi fascicoli
d'indagine da parte di diverse Procure della Repubblica che avrebbero già individuato le possibili
ipotesi di reato, sarebbe in gran parte illegale e clandestino e potrebbe essere gestito dalla criminalità organizzata,
che ne ricava enormi profitti tanto che alcune intimidazioni e minacce compiute
contro gli amministratori locali e, negli anni scorsi, contro lo stesso
comandante del Corpo Forestale dello Stato potrebbero avere la stessa matrice;
nei
giorni scorsi un gruppo di associazioni naturalistiche regionali e nazionali
(Altura, Arci, Enpa, Italia Nostra, Lipu, Man, Wwf, Cnp e Gettini di Vitalba)
ha denunciato con forza "i continui scempi perpetrati anche all'interno di
aree protette ai danni dell'ingente e prezioso patrimonio forestale come, in
particolare, nel Parco Nazionale della Sila";
nuovi
tagli forestali intensi, irrazionali ed illegali, che hanno messo a nudo il
manto vegetale, causando danni rilevami all'ecosistema, (con conseguente
rischio di dissesto idro-geologico), oltre che al paesaggio montano, sono stati
denunciati nei giorni scorsi dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato;
ormai
da qualche anno, le risorse naturali che stanno all'origine della costituzione
del Parco Nazionale della Sila vengono sempre più spesso sottoposte ad uno
sfruttamento incompatibile con la necessità, valida ovunque ma inderogabile in
un'area protetta, di tutelare l'ecosistema forestale";
si
stanno mettendo a serio repentaglio habitat unici ed insostituibili per la
fauna più importante del Parco (come l'astore, il picchio nero, il gatto
selvatico ecc.), senza contare il grave danno arrecato al paesaggio;
in
conseguenza di ciò, in tutta l'area compresa all'interno del Parco Nazionale
della Sila, è notevolmente aumentato il traffico pesante su gomma con il
transito continuo di un gran numero di tir/camion carichi di grossi tronchi di
alberi che percorrono ogni giorno a velocità sostenuta la Strada Provinciale
51, che collega la Sila, passando da Trepidò e Cotronei, alla statale 107 -:
quali
iniziative si intendano assumere per rafforzare le attività d'indagine di
protezione, prevenzione e repressione dei fenomeni illegali in relazione al
taglio abusivo e clandestino di migliaia di ettari di bosco che stanno
impoverendo e saccheggiando l'inestimabile patrimonio Silano e per disporre il
definitivo divieto di transito di Tir e camion sulla Strada Provinciale 51.
(272;
10.07.2012)
Giordano,
De Masi, Talarico D.. Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere - premesso che:
i
Sindaci Domenico Lucano di Riace, Giovanni Manoccio di Acquaformosa hanno
iniziato uno sciopero della fame per sensibilizzare l'opinione pubblica
rispetto le criticità dei progetti denominati 'Emergenza Nord-Africa" che
hanno visto i Comuni e le Associazioni accogliere i Migranti provenienti dai
paesi sub sahariani nella passata primavera-estate;
in
particolare, le amministrazioni interessate subiscono, da oltre un anno, la
mancata erogazione delle risorse causata da un contrasto amministrativo tra la
Protezione Civile Regionale e la Corte dei Conti sezione Calabria dovuto alla
mancata registrazione, da parte della stessa sezione regionale di controllo,
delle convenzioni stipulate dal soggetto attuatore della Regione Calabria con
gli enti gestori prima del 29 luglio 2011 e ciò in ragione dell'orientamento
della Corte dei Conti di porre, al visto preventivo, non solo gli atti del
Commissario delegato, ma anche quelli dei soggetti attuatori;
tale
ostacolo sta mettendo in ginocchio il sistema "Asilo" ed il sistema di "Accoglienza," due esperienze di
eccellenza nel panorama nazionale ed internazionale, e allo stato, si prefigura
li rischio concreto, come denunciato dai due sindaci, di rivolte sociali, nonostante
l'impegno degli amministratori e dei tanti operatori per garantire il diritto
all'accoglienza -:
se
effettivamente i fondi erogati al dipartimento regionale della Protezione
civile a favore degli enti locali interessati ai progetti di accoglienza agli
immigrati siano bloccati per ragioni di ordine burocratico;
quali
iniziative siano state assunte autonomamente dalla Regione, anche nei confronti
delia sezione regionale di controllo della Corte dei Conti, per sbloccare una
situazione che rischia di creare tensioni sociali nei territori di riferimento;
quali
iniziative, in caso negativo, intende intraprendere il governo regionale per
garantire i finanziamenti sopra richiamati e se non ritenga opportuno, in
attesa di dirimere le problematiche di ordine giuridico, impegnare in via
provvisoria risorse finanziarie all'interno del bilancio regionale, nello
specifico sui fondi allocati nel capitolo delle politiche sociali, stante
l'alto valore di inclusione sociale nascente dai progetti di accoglienza messi
in atto dagli enti locali.
(273;
19.07.2012)
Loiero. Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere – premesso che:
oggi,
in Calabria, così come in altre Regioni d'Italia, la situazione
dell'accoglienza sta raggiungendo punte d'estrema sofferenza poiché troppo
spesso i Comuni interessati si sono trovati, loro malgrado, a dover anticipare
dei fondi, condizione tanto più complicata se collocata in un momento di crisi
economica come quello attuale, che peraltro ha registrato una notevole
riduzione dell' erogazione dei trasferimenti erariali verso le autonomie
locali;
in
considerazione del fatto che questo meccanismo ha eroso tutti i soggetti
interessati: gli enti locali, le associazioni, gli enti gestori ma soprattutto,
per ironia della sorte, chi ne ha pagato le conseguenze maggiori sono stati
proprio i richiedenti asilo, sottoposti a innumerevoli disagi e privazioni e ad
una quasi totale sospensione dei diritti sociali e dei diritti umani, che
riguarda tanto i rifugiati quanto i cittadini calabresi residenti nei comuni
interessati;
a
ciò s'aggiunga la complessità burocratica, che ha gravato oltre misura sui quei
piccoli Comuni, come Riace, dove la situazione è diventata estremamente critica
e potrebbe avere ricadute pesanti;
poiché
in Calabria la situazione sembrerebbe complicarsi a causa di un supposto
impedimento burocratico con la Corte dei conti;
questa
situazione va ormai avanti da mesi e non poteva non essere a conoscenza delle
istituzioni regionali preposte -:
se,
quando e cosa intende fare. Più specificatamente:
cosa
s'intende fare per una felice soluzione di questa drammatica situazione che
riguarda un pezzo di Calabria positivamente conosciuto, in Italia e all'Estero,
come esempio di politiche virtuose, ospitali e solidali, in un territorio che,
al contrario, troppo spesso tristemente assurge a simbolo di quella
potentissima criminalità organizzata che è conosciuta col nome di 'ndrangheta;
se
non ritenga utile voler sollecitare con urgenza il Ministero degl'Interni nella
persona della Ministro Cancellieri e la Protezione civile nazionale, unitamente
a smuovere quanto è in nel suo potere verso la Protezione civile regionale, al
fine di un fattivo interessamento volto all'erogazione dei fondi per una
repentina risoluzione del problema;
nell'eventualità
in cui questa situazione dovesse permanere e non conoscere una soluzione in
tempi brevi, se non ritenga opportuno ipotizzare adeguate misure di sostegno,
volte ad individuare reti di salvataggio per quei Comuni maggiormente esposti,
magari attraverso la formula della fideiussione bancaria stipulata dalla
Regione e destinata ai Comuni interessati.
(274;
20.07.2012)
Talarico
Domenico. All’Assessore all’agricoltura.
Per sapere – premesso che:
in
alcune zone montane del territorio calabrese una presenza spropositata di
cinghiali sta arrecando danni considerevoli al settore agricolo, in special
modo a quello degli ortaggi e della viticoltura;
questo
animale, alterato nel suo profilo genetico, quindi più somigliante al maiale nero,
riproducendosi rapidamente, sta arrecando danni anche alle infrastrutture
civili ed alle specie vegetali selvatiche, costituendo nondimeno una minaccia
alla stessa incolumità delle persone;
partecipando
ad una serie di riunioni con gruppi di agricoltori, in particolar modo nei
comuni di Parenti e Pedivigliano (CS), nei cui territori il fenomeno è
particolarmente presente, ho potuto raccogliere le preoccupazioni dei
partecipanti, nonché la loro richiesta, rivolta alle autorità competenti, di
intraprendere iniziative volte a fronteggiare l'annoso problema;
nelle
richieste degli agricoltori, come nello spirito della presente interrogazione,
non vi è alcun intento lesivo dei diritti dei cacciatori, ma solo l'auspicio
che siano tutelati gli agricoltori e la loro sicurezza, unitamente a quella dei
ricercatori di funghi;
gli
agricoltori chiedono la predisposizione di un progetto contenente misure in
grado di limitare la presenza del cinghiale nelle aree coltivate, evitando
altresì che lo stesso sconfini nei centri abitati;
le
aree montane della provincia di Cosenza più colpite dal fenomeno sono state
peraltro interessate negli anni passati da iniziative di ripopolamento della
specie animale -:
quali
iniziative si intendono intraprendere, per quanto di competenza della Regione,
a tutela, nelle aree montane, delle colture e della stessa incolumità delle
persone dalla presenza invasiva del cinghiale.
(275;
20.07.2012)
De Masi. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
la legge 10 marzo 2000 n. 62 recante «Norme per la parità scolastica e disposizioni per il diritto allo studio e all'istruzione», ha previsto per l'anno scolastico 2010/2011 un piano straordinario di finanziamento per sostenere la spesa delle famiglie al fine di garantire l'istruzione degli alunni frequentanti le scuole dell'obbligo, secondarie superiori statali e paritarie;
con decreto dirigenziale n. 5752 del 25.05.2011 è stato approvato il bando e la relativa modulistica che definisce i criteri e le modalità di assegnazione di borse di studio a sostegno delle famiglie per l'istruzione dei figli;
l'art. 7 del bando suddetto, terzo capoverso, recita testualmente "La Regione provvederà ad accreditare ai Comuni le somme dovute presumibilmente entro il 30.10.2011";
il Comune di Crotone, nel mese di luglio 2011, ha trasmesso alla Regione Calabria l'elenco dei beneficiari, corrispondenti ad oltre 5.300 famiglie, per un importo superiore ai 550.000,00 euro;
attraverso gli organi di stampa, l'assessore alla pubblica istruzione del Comune di Crotone ha denunciato che, nonostante i continui solleciti alla Regione Calabria, il Comune non ha ancora ottenuto il trasferimento dei fondi suddetti;
per le famiglie crotonesi, in questo particolare momento di difficoltà economica, dette risorse costituiscono un sostegno importante la cui mancata corresponsione desta motivo di preoccupazione e disagio -:
se corrisponde al vero quanto riportato dagli organi d'informazione in merito alla denuncia dell'assessore alla pubblica istruzione del Comune di Crotone, secondo il quale la Regione non avrebbe ancora erogato le competenze spettanti per l'anno 2010/2011 per l'assegnazione di borse di studio a sostegno delle famiglie per l'istruzione dei figli;
quali sono le ragioni per cui la Regione non ha ancora provveduto ad oggi ad erogare le suddette risorse;
se la Regione intende provvedere all'erogazione delle somme spettanti al Comune di Crotone per l'assegnazione di borse di studio a sostegno delle famiglie per l'istruzione dei figli.
(267; 04.07.2012)
Battaglia. Al Presidente della Giunta regionale e agli Assessori ai lavori pubblici e alle attività produttive. Per sapere - premesso che:
a) in data 23.06.2011 il Dipartimento Attività produttive, pubblicava una "manifestazione d'interesse alla mobilità interna avendo necessità di reperire n. 8 unità di personale tecnico di cat. D (ingegneri ed architetti) funzionali alla costituzione di apposita unità di progetto presso il Settore Energia per l'accelerazione dell'istruttoria dello smaltimento delle procedure tese al rilascio dell'autorizzazione unica sulle fonti rinnovabili ed in particolare sul fotovoltaico.". L'avviso richiedeva di corredare l'istanza con curriculum professionale e dichiarazione preventiva di assenso alla eventuale mobilità interna;
b) in data 25.01.2012 (prot. 28323), il Dg. del Dip. Attività produttive, riscontrata l'impossibilità di "riallocare il personale in atto assegnato al Settore Industria, Commercio ed Artigianato, per carenze di adeguato titolo professionale e competenza tecnica specifica .... finalizzata ad una più sollecita conclusione delle Conferenze di servizi .... di cui al DM 10/9/2010 .... nel pieno rispetto della L. 241/90", rinnovava al Presidente della Giunta regionale l'esigenza di "potenziare con funzionari con competenze tecniche" il Servizio competente, sollecitando "iniziative" presso il competente Dipartimento "finalizzate alla definitiva risoluzione della problematica .... non più procrastinabile";
c) in data 03.02.2012 il Presidente della Giunta regionale con propria nota prot. 41654, indirizzata all'assessore al personale ed al Dg. del Dipartimento Organizzazione e Personale, portava a conoscenza i su indicati soggetti di essere stato a sua volta messo a conoscenza dal Dg Dipartimento Attività produttive della "insostenibile situazione creatasi ... al rilascio delle autorizzazioni in materia di fonti rinnovabili, causata dalla perdurante carenza di personale tecnico in possesso del know-how necessario a far fronte - nei tempi di legge - alle istanze dei cittadini utenti". Nella stessa nota il Presidente richiamava i suoi interlocutori a non rimanere "indifferenti" essendo "in gioco ... la credibilità dell'intera azione di governo", alla quale pretende si debba corrispondere con "la nomina di un Dirigente di Settore ... al quale deve seguire l'assegnazione d'ufficio, anche in assenza del parere favorevole del Dipartimento di appartenenza di personale regionale in possesso di laurea in ingegneria ed architettura". La nota si concludeva con il perentorio ordine ad Assessore e Dg del Dipartimento personale, a non indugiare oltre perché "non è più il tempo delle riflessioni, non è necessario analizzare: è tempo di agire ... compiendo scelte dolorose, volte ad una risoluzione immediata della problematica";
d) in data 31.03.2012, le Segreterie Regionali Calabria CGIL-Funzione Pubblica/CISL- FP/UIL-F.P.L. trasmettevano al Dirigente del Settore Giuridico del Personale e, per conoscenza al Dg. Dip. Organizzazione e Personale, al Dg. Dipartimento Presidenza, diffida di revoca del D.D.S. n. 431 del 13.03.2012, lamentando nel provvedimento di trasferimento dei su interessati dipendenti, l'assunzione di motivazioni "generiche", "stranamente conseguenti a fatti riguardanti il rapporto di lavoro, avvenuti in periodo immediatamente precedente ... scaturisce da ragioni diverse da quanto stabilito dagli artt. 19, 20 c. l e 21 del Reg. Uffici e Servizi... ", in violazione dell'art .2013 del C.C., determinando un comportamento antisindacale;
a) la manifestazione di interesse del 23.06.2011 è stata avviata solo a seguito del fallimento dei tentativi di far rientrare in sede il personale stabilizzato ex L.R. n. 8/2010 (ex LSU) (nota Presidente G.R. n. 41654 del 03.02.2012) e che la stessa sia andata deserta perché pare che tutte le volte che i dipendenti tecnici abbiano manifestato interesse o volontà di fare esperienze presso altri Dipartimenti non sia stato concesso il relativo nulla-osta, giustificando il diniego per carenza di personale (nota D.G. LL.PP. prot. n. 2075 del 13.06.2011);
b) la richiesta del Dg. Attività produttive del 25.01.2012 aveva come obiettivo il reperimento di “funzionari con titolo professionale e competenze tecniche" appropriate alla gestione delle Conferenze di servizi ai sensi dell'art. 2 bis della L. 241/90;
c) la richiesta del Presidente della G. R. del 03.02.2012 sollecitava l'individuazione di personale tecnico "in possesso del know-how necessario" in materia di fonti rinnovabili e l'immediato trasferimento di ufficio in deroga ad ogni regola e procedura vigente;
d) le gravi e rilevanti accuse mosse dai sindacati, peraltro oggetto anche di ricorso al Giudice del Lavoro da parte di alcuni dei dipendenti interessati per cui pare che l'unica motivazione che ha indotto il Dipartimento Organizzazione e Personale a derogare da ogni regola civile e di settore, sia da rinvenirsi nell'esclusivo ordine superiore impartito dal Presidente della Giunta regionale, espresso al solo fine di non compromettere ulteriormente la credibilità esterna della sua attività di governo -:
in riferimento alla premessa ed alla considerazione sub a): quali e quante iniziative concrete abbiano intrapreso i suddetti Dipartimenti interessati, vista la rilevanza della questione, per la più capillare diffusione dell'opportunità professionale ed economica attivata dal Dip. Attività produttive, al fine di consentire la più ampia partecipazione dei propri dipendenti e di precisare quali e quanti nulla osta/dinieghi sono stati espressi negli ultimi due anni dal Dipartimento LL.PP. in riscontro alle richieste di propri dipendenti tecnici per trasferimento ad altro Dipartimento;
in riferimento alla premessa ed alla considerazione sub b): quali siano i titoli professionali e le competenze specifiche richieste dalla L. 241/90 per la nomina di RUP nella gestione di conferenze di servizi e di precisare, sul monte dei procedimenti pendenti, quante nomine di RUP sono state decretate in favore del personale tecnico trasferito ed in particolare del personale tecnico precedentemente afferente al Dip. LL.PP., oggi in servizio presso il Dip. Attività Produttive;
in riferimento alla premessa ed alla considerazione sub c): quali accertamenti - preventivi e/o di concerto con i dipendenti- siano stati effettuati per verificare i titoli professionali e le competenze specifiche in possesso del personale tecnico individuato (nota Dip. LL.PP. n. 75076 del 01.03.2012) ed indicato quale idoneo per il trasferimento d'ufficio ed assegnazione disposto con D.D.S. Dip. Personale n. 431 del 13.03.2012, specie in relazione alla materia della produzione industriale di energia da fonti rinnovabili; di precisare quali siano - ai sensi del RD 2537/25 e del DPR 328/01 le competenze professionali esclusive delle categorie interessate dal trasferimento e di precisare, infine, se il personale tecnico stabilmente in servizio presso il Dipartimento LL.PP., incaricato della Progettazione preliminare di un "Impianto Fotovoltaico della potenza di circa 4,5 MW su pensiline, parcheggi ed aree esterne presso la costruenda "Cittadella Regionale" in località Germaneto, Catanzaro" di cui al D.D.- U.O.A. n.1584 del 13.02.2012 di "Verifica e Approvazione del Progetto Preliminare", sia da considerarsi in possesso o meno del tanto ricercato "know-how" specialistico utile a riscontrare ben più efficacemente quanto richiesto dal Presidente G.R. e dal D.G. Attività produttive per le impellenti e fondamentali esigenze di credibilità dell'azione di governo, per soddisfare le esigenze prevalenti degli utenti ed evitare il rischio di contenziosi gravosi per l'Ente;
in riferimento alla premessa ed alla considerazione sub d): se, alla luce dei fatti oggettivi, trascorsi ormai diversi mesi dall'appello urgente ed altri ancora dal trasferimento del citato personale, si ritenga tale personale trasferito adeguato alle esigenze per cui è stato richiesto o, altrimenti, gli stessi non costituiscano competenze che nessun beneficio hanno portato alle attività in corso e per le quali è stato disposto il trasferimento coatto; gli effetti indotti sullo stato dei procedimenti, delle attività e delle iniziative in carico ai soggetti trasferiti e delle conseguenze interne ed esterne che ne sono derivate; se non si ritiene il caso di annullare il provvedimento assunto, al fine di evitare quasi certe, ricorrenti e dei soggetti interessati, visto anche che il beneficio preventivato a favore degli utenti è totalmente mancato.
(269; 06.07.2012)
“Il Consiglio regionale
vista la Delibera di Giunta regionale n. 177 del 26/04/2012;
premesso che:
la legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 recante "Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria", all'articolo 57, comma 3, dispone che i bilanci degli Enti, delle Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati entro il 10 settembre di ogni anno ai rispettivi Dipartimenti della Giunta regionale competenti per materia che, previa istruttoria conclusa con parere favorevole, li inviano entro il successivo 20 settembre al Dipartimento "Bilancio e Patrimonio" per la definitiva istruttoria di propria competenza;
la Giunta regionale entro il 15 ottobre trasmette i bilanci al Consiglio regionale per la successiva approvazione entro il 30 novembre, a norma dell'articolo 54, comma 5, lettera b) dello Statuto;
considerato che con deliberazione del Consiglio di Amministrazione dell'ARPACAL (Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Calabria) n. 3 del 5 marzo 2012 sono stati approvati il bilancio di previsione per l'anno 2012 ed il bilancio pluriennale 2012 -2014 della medesima Agenzia, che si allegano alla presente deliberazione per farne parte integrante e sostanziale;
tenuto conto che il Collegio dei revisori dei conti dell'Agenzia, con verbale del 28 marzo 2012 che si allega alla presente deliberazione per farne parte integrante e sostanziale, ha espresso parere favorevole all'approvazione del bilancio di previsione 2012;
rilevato che il Dipartimento competente "Politiche dell'Ambiente" ha trasmesso, con nota n. 132575 del 13 aprile 2012, previa istruttoria conclusa con parere favorevole, la relazione prevista dal su citato articolo 57 della legge regionale n. 8/2002, che si allega alla presente deliberazione per farne parte integrante e sostanziale, prescrivendo la rettifica in sede di assestamento delle risultanze del riaccertamento delle partite di credito e debito distintamente indicate nella nota de qua;
tenuto conto della relazione istruttoria del Dipartimento Bilancio - Settore 'Bilancio e Programmazione economico finanziaria. Risanamento finanziario", che ha trasmesso con nota n. 145759 del 24 aprile 2012 le seguenti prescrizioni, osservazioni e raccomandazioni:
di rettificare in sede di assestamento le risultanze del riaccertamento delle partite di credito e di debito distintamente indicate nella nota a firma del Dipartimento Ambiente;
di adeguare i sistemi contabili interni alle nuove norme sulla redazione del bilancio degli Enti ed organismi strumentali e delle Aziende della Regione contenute nel decreto legislativo n.118/2011;
di non utilizzare la quota disponibile dell'avanzo fino a quando non saranno riaccertati i residui attivi e passivi e, quindi, approvato il conto consuntivo 2011 dagli Organi dell'Agenzia;
di ridurre, in sede di assestamento del bilancio 2012, le spese per il personale almeno del 20% rispetto all'anno 2010, così come precisato dal Presidente del Consiglio di Amministrazione dell'Agenzia nella relazione di accompagnamento al Bilancio in esame;
di ridurre, nel corrente anno, le spese di funzionamento, limitandole a quelle di carattere strettamente obbligatorio;
di assumere ogni iniziativa atta ad incrementare le entrate autonome dell'Agenzia relative a servizi resi ed a Convenzioni con Enti.
atteso che si rende necessario consentire la prosecuzione delle attività dell'ARPACAL, considerato che, ai sensi dell'articolo 25, comma 3, della legge regionale 3 agosto 1999, n. 20, le risorse allocate sul bilancio regionale e destinate all'ARPACAL, potranno essere trasferite solo in seguito all' approvazione del bilancio dell'Agenzia da parte della Giunta regionale;
ravvisata, inoltre, la necessità di autorizzare l'ARPACAL, nelle more della definitiva approvazione del documento contabile da parte del Consiglio regionale e non oltre il 30 aprile 2012, all'esercizio provvisorio del bilancio allegato alla presente deliberazione per farne parte integrante e sostanziale, entro il limite dei quattro dodicesimi dei singoli stanziamenti e nei limiti della maggiore spesa necessaria all'utilizzo degli stanziamenti per le spese obbligatorie e per le spese allocate ai capitoli con vincolo di destinazione finanziati con risorse statali e comunitarie;
visti:
la legge 3 agosto 1999, n. 20 istitutiva dell'ARPACAL (Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Calabria);
la legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8;
l'articolo 54, comma 5, lettera b), dello Statuto della Regione Calabria;
tenuto conto che la delibera di Giunta regionale demanda agli Organi dell'ARPACAL il puntuale rispetto delle seguenti prescrizioni:
di non utilizzare la quota disponibile dell'avanzo fino a quando non saranno riaccertati i residui attivi e passivi e, quindi, approvato il conto consuntivo 2011 dagli Organi dell'Agenzia;
di ridurre, in sede di assestamento del bilancio 2012, le spese per il personale almeno del 20% rispetto all'anno 2010, così come precisato dal Presidente del Consiglio di Amministrazione dell'Agenzia nella relazione di accompagnamento al Bilancio in esame;
di ridurre, nel corrente anno, le spese di funzionamento, limitandole a quelle di carattere strettamente obbligatorio;
considerato che la Seconda Commissione Bilancio, Programmazione economica e attività produttive, preso atto della dichiarazione di regolarità dell'atto resa dai dirigenti della Giunta regionale competenti per materia, ha approvato il provvedimento amministrativo di cui all'oggetto nella seduta del 31 maggio 2012, facendo proprie le prescrizioni indicate nella delibera di Giunta regionale, le osservazioni e le raccomandazioni espresse dal Collegio dei Revisori e dal Dipartimento Bilancio, nonché le assicurazioni del Commissario dell'A.R.P.A.CAL emerse in sede di audizione, che si stanno avviando le procedure necessarie al riaccertamento dei residui attivi e passivi;
Delibera
di approvare il Bilancio di previsione dell'ARPACAL (Agenzia Regionale per la Protezione dell'ambiente della Calabria) per l'anno finanziario 2012, unitamente alle prescrizioni, osservazioni e raccomandazioni formulate dal Collegio dei Revisori dei Conti, dai Dipartimenti competenti, dalla Giunta regionale, con allegati tutti i documenti richiamati in premessa che costituiscono parte integrante e sostanziale della presente deliberazione;
di demandare agli organi di ARPACAL la puntuale applicazione delle prescrizioni, osservazioni e raccomandazioni formulate dal Collegio dei Revisori dei Conti, dai Dipartimenti regionali competenti e dalla Giunta regionale”.
(Allegati)
“Il Consiglio regionale
vista la delibera di Giunta regionale n.156 del 26 aprile 2012 che propone al Consiglio regionale l'approvazione del bilancio di previsione Aterp per l'anno finanziario 2012;
premesso:
che la Legge Regionale n. 8 del 04 febbraio 2002 recante "Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria" all'articolo 57, comma 3 dispone che i bilanci degli Enti, delle Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati entro il 10 settembre di ogni anno ai rispettivi Dipartimenti della Giunta regionale competenti per materia che, previa istruttoria conclusa con parere favorevole, li inviano entro il successivo 20 settembre al Dipartimento Bilancio e Patrimonio per la definitiva istruttoria di propria competenza;
che la Giunta regionale entro il 15 ottobre trasmette i bilanci al Consiglio regionale per la successiva approvazione entro il 30 novembre, a norma dell'articolo 54, comma 5, lettera b) dello Statuto;
considerato che con deliberazione del Commissario Straordinario dell'ATERP (Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale Pubblica) della Provincia di Cosenza n. 6 del febbraio 2012 è stato approvato il progetto di bilancio di previsione della medesima Azienda per l'anno 2012;
viste:
l'art. 57 della L.R. n. 8/2002;
la legge regionale n. 27 del 30 agosto 1996 istitutiva delle Aziende Territoriali per l'Edilizia Residenziale Pubblica;
l'articolo 54, comma 5, lettera b), dello Statuto della Regione Calabria;
considerato che il Collegio dei Revisori dei Conti esprime parere favorevole all'approvazione del Bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2012, con le seguenti raccomandazioni:
di procedere alla riorganizzazione dell'organico in forza all'Ente;
di portare a termine entro l'esercizio 2012 il censimento, la ricognizione del patrimonio e l'adeguamento dei canoni locativi, in modo particolare le posizioni con documentazione carente, ove è alto il rischio di perenzione dei crediti;
di non utilizzare l'avanzo di amministrazione nemmeno parzialmente per la copertura delle maggiori uscite previste per il 2012;
posto che l'Unità Organizzativa Autonoma "Politiche della casa" istituita presso il Dipartimento "Lavori Pubblici, Edilizia residenziale, Politica della casa" ha trasmesso, con nota n.88408 del 12 marzo 2012, previa istruttoria conclusa con parere favorevole, la propria relazione ai sensi dell'articolo 57 L.R. n. 8/2002;
considerata la relazione istruttoria del Dipartimento Bilancio e Patrimonio con la quale viene proposta l'approvazione del Bilancio di previsione 2012, con le seguenti raccomandazioni:
di non utilizzare l'avanzo di amministrazione fino a quando non sarà definito il riaccertamento di tutti i residui attivi e in particolare di quelli allocati al Titolo II "Altre Entrate";
di eseguire il riaccertamento dei residui attivi e passivi;
di avviare le procedure necessarie per garantire l'ottemperanza della L.R. n. 47/2011 in base alla quale gli Enti ed Organismi strumentali e le Aziende della Regione devono provvedere al graduale adeguamento dei rispettivi sistemi contabili e schemi di bilancio ai principi contenuti nel D. Lgs. n. 118/2011; introducendo con immediatezza i codici SIOPE nella propria gestione contabile, propedeutici alla redazione del bilancio consolidato dell'Ente;
rilevato che nella Delibera di Giunta si demanda agli organi dell'ATERP di Cosenza la puntuale applicazione delle prescrizioni contenute nella nota del dirigente del Settore "Bilancio e programmazione economico-finanziaria. Risanamento finanziario" n. 120531 del 3 aprile 2012;
considerato che la Seconda Commissione Bilancio, Programmazione economica e attività produttive, preso atto della dichiarazione di regolarità dell'atto resa dai dirigenti della Giunta regionale competenti per materia, ha approvato il provvedimento amministrativo di cui all'oggetto nella seduta del 14 giugno 2012, facendo proprie le prescrizioni indicate nella delibera di Giunta regionale, le osservazioni e le raccomandazioni espresse dal Collegio dei Revisori, dal Dipartimento Lavori Pubblici e dal Dipartimento Bilancio;
Delibera
di approvare, ai sensi dell'articolo 57 della l.r. n. 8/2002, il Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2012 dell'ATERP di Cosenza, unitamente alle prescrizioni, osservazioni e raccomandazioni formulate dal Collegio dei Revisori dei Conti, dal Dipartimento Bilancio, dal Dipartimento Lavori Pubblici, e dalla Giunta regionale, con allegati tutti i documenti richiamati in premessa che costituiscono parte integrante e sostanziale della presente deliberazione”.
(Allegati)
“Il Consiglio
regionale
vista la Delibera di Giunta regionale n. 157 del 26/04/2012;
premesso che la legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 recante "Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria", all'articolo 57, comma 3, dispone che i bilanci degli Enti, delle Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati entro il 10 settembre di ogni anno ai rispettivi dipartimenti della Giunta regionale competenti per materia che, previa istruttoria conclusa con parere favorevole, li inviano entro il successivo 20 settembre al Dipartimento "Bilancio e Patrimonio" per la definitiva istruttoria di propria competenza; la Giunta regionale entro il 15 ottobre trasmette i bilanci al Consiglio regionale per la successiva approvazione entro il 30 novembre, a norma dell'articolo 54, comma 5, lettera b) dello Statuto;
considerato che con deliberazione del Commissario Straordinario dell'ATERP (Azienda Territoriale per "Edilizia Residenziale Pubblica) della Provincia di Reggio Calabria n. 220 del 25 agosto 2011 è stato approvato il progetto di bilancio di previsione della medesima Azienda per l'anno 2012;
tenuto conto che il Collegio dei revisori dei conti dell'Azienda, con verbale del 8 agosto 2011, ha espresso parere favorevole all'approvazione del bilancio di previsione 2012, con le seguenti prescrizioni e raccomandazioni:
di provvedere ad un'accurata e celere rideterminazione e gestione dei residui attivi e passivi, al fine di individuare o evitare eventuali prescrizioni in atto o che stanno per attuarsi;
di svolgere un accurato monitoraggio sulla situazione debitoria dell'ATERP;
di mantenere l'equilibrio finanziario mediante un'oculata gestione, cercando di raggiungere gli obiettivi di semplificazione, razionalizzazione e accertamento dell'evasione dei canoni al fine di evitare situazioni di contenzioso;
di utilizzare l'avanzo di amministrazione solo dopo l'approvazione del rendiconto 2011, vincolando una parte dello stesso in modo da implementare la somma già prevista nel relativo capitolo per il pagamento del contenzioso;
posto che l'Unità Organizzativa Autonoma "Politiche della casa" istituita presso il Dipartimento "Lavori Pubblici, Edilizia residenziale, Politica della casa" ha trasmesso, con nota n.88446 del 12 marzo 2012, previa istruttoria conclusa con parere favorevole, la propria relazione, raccomandando:
di gestire meglio la problematica della riscossione dei canoni di locazione sia per quanto riguarda quelli dell'esercizio in corso che per le morosità;
data la difficile situazione debitoria, di accertare effettivamente l'avanzo previsto in sede di bilancio di previsione 2012 per avere una gestione oculata cercando di impegnare le spese al verificarsi dell'accertamento e riscossione delle entrate;
considerata la relazione istruttoria del Dipartimento Bilancio - Settore "Bilancio e programmazione economico-finanziaria. Risanamento finanziario" che ha trasmesso le proprie osservazioni con nota con nota n. 136775 del 17 aprile 2012, con le seguenti prescrizioni, osservazioni e raccomandazioni:
di compiere un accurato monitoraggio delle spese per evitare che previsioni eccessivamente ottimistiche possano mettere a repentaglio l'equilibrio finanziario dell'Ente;
di avviare le procedure necessarie ad ottemperare alla normativa del D.lgs n. 118/2011 in materia di armonizzazione dei bilanci;
di accertare, al fine di effettuare un'analisi più approfondita sui residui attivi, a quali anni si riferiscono le riscossioni operate nel 2011;
di effettuare, in relazione ai residui passivi, un esame approfondito degli impegni assunti sui diversi capitoli di spesa;
di verificare se sussistono o meno debiti nei confronti di terzi, per tentare di conseguire importanti economie di spesa;
di non utilizzare la quota disponibile dell'avanzo fino a quando non sarà approvato il consuntivo 2011;
rilevato che nella Delibera di Giunta si demanda agli organi dell'ATERP di Reggio Calabria la puntuale applicazione delle prescrizioni contenute nella nota del dirigente di Settore "Bilancio e Programmazione economico-finanziaria. Risanamento finanziario" n. 136775 del 17 aprile 2012;
visti:
la legge regionale 30 agosto 1996, n. 27 istitutiva delle Aziende Territoriali per l'Edilizia Residenziale Pubblica;
la legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8; l'articolo 54, comma 5, lettera b), dello Statuto della Regione Calabria;
considerato che la Seconda Commissione Bilancio, Programmazione economica e attività produttive, preso atto della dichiarazione di regolarità dell'atto resa dai dirigenti della Giunta regionale competenti per materia, ha approvato il provvedimento amministrativo di cui all'oggetto nella seduta del 14 giugno 2012, facendo proprie le prescrizioni indicate nella delibera di Giunta regionale, le osservazioni e le raccomandazioni espresse dal Collegio dei Revisori, dai Dipartimenti regionali competenti, e con l'ulteriore prescrizione di effettuare il riaccertamento dei residui attivi e passivi;
Delibera
di approvare, ai sensi dell'articolo 57 della L.r. n. 8/2002 il Bilancio di previsione dell'ATERP della provincia di Reggio Calabria per l'anno finanziario 2012, unitamente alle prescrizioni, osservazioni e raccomandazioni formulate dal Collegio dei Revisori dei Conti, dai Dipartimenti regionali competenti, dalla Giunta regionale, e con la prescrizione della Seconda Commissione con allegati tutti i documenti richiamati in premessa che costituiscono parte integrante e sostanziale della presente deliberazione”.
(Allegati)
“Il Consiglio regionale
vista la delibera di Giunta regionale n. 158 del 26/04/2012;
premesso che: la legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 recante "Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria", all'articolo 57, comma 3, dispone che i bilanci degli Enti, delle Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati entro il 10 settembre di ogni anno ai rispettivi Dipartimenti della Giunta regionale competenti per materia che, previa istruttoria conclusa con parere favorevole, li inviano entro il successivo 20 settembre al Dipartimento "Bilancio e Patrimonio" per la definitiva istruttoria di propria competenza;
la Giunta regionale entro il 15 ottobre trasmette i bilanci al Consiglio regionale per la successiva approvazione entro il 30 novembre, a norma dell'articolo 54, comma 5, lettera b) dello Statuto;
considerato che con decreto del Direttore del l'ARCEA n. 37 del 8 febbraio 2012 sono stati approvati il progetto di bilancio dl previsione della medesima Agenzia per l'anno 2012 e il bilancio pluriennale 2012-2014;
tenuto conto che il Collegio dei revisori dei conti dell'Azienda, con verbale n. 64 del 8 febbraio 2012, ha espresso parere favorevole all'approvazione del bilancio di previsione 2012 e del bilancio pluriennale 2012-2014, con le seguenti prescrizioni e osservazioni:
ai fini del completamento della pianta organica, di ottemperare alla L. 68/99 procedendo con le assunzioni dei disabili nelle percentuali previste; di non sostenere le spese eccedenti il contributo ordinario stanziato dalla Regione ed iscritto nel bilancio 2012 all'UPB 110 per un ammontare dì euro 2.200.000,00;
posto che: con verbale n. 2 del 12 marzo 2012 l'Organismo interno al dipartimento Agricoltura ha espresso parere favorevole all'approvazione del bilancio di previsione 2012 e del bilancio pluriennale 2012-2014;
con nota n. 90623 del 13 marzo 2012 il dirigente generale del dipartimento "Agricoltura, Foreste e Forestazione" ha trasmesso il bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2012 e il bilancio pluriennale 2012-2014, unitamente al suddetto parere dell'Organismo interno al dipartimento;
considerata la relazione istruttoria del Dipartimento Bilancio - Settore "Bilancio e programmazione economico-finanziaria. Risanamento finanziario" che ha rassegnato le proprie valutazioni con nota n. 121185 del 3 aprile 2012, con le seguenti osservazioni e raccomandazioni:
che il contributo regionale di € 2.200.000,00 è utilizzato esclusivamente per far fronte alle spese del personale, le altre spese sono finanziate con l'avanzo di amministrazione derivante da economie realizzate negli esercizi precedenti;
di non utilizzare l'avanzo di amministrazione presunto per il 2012 fino a quando non sarà approvato il conto consuntivo 2011 dagli organi dell'Agenzia;
nelle more di approvazione del conto consuntivo 2011 e in attesa di un eventuale aumento dello stanziamento del capitolo relativo al trasferimento regionale, di effettuare esclusivamente le spese di carattere strettamente obbligatorio;
rilevato che nella delibera di Giunta si demanda agli Organi di ARCEA la puntuale applicazione delle prescrizioni contenute nella nota del Settore "Bilancio e programmazione economico-finanziaria. Risanamento finanziario" n. 121185 del 3 aprile 2012;
visti:
l'articolo 12 della legge regionale 8 luglio 2002, n. 24, che istituisce l'organismo pagatore regionale;
la deliberazione della Giunta regionale n. 748 del 8 agosto 2005; "art 28 della legge regionale 17 agosto 2005, n. 13 che approva l'istituzione dell'ARCEA;
la legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8;
l'articolo 54, comma 5, lettera b), dello Statuto della Regione Calabria;
preso atto della nota dell'ARCEA prot. 1964 del 30/05/2012 relativa all'adeguamento delle risorse finanziarie, depositata agli atti della Seconda Commissione nella seduta del 31/05/2012;
considerato che la Seconda Commissione Bilancio, Programmazione economica e attività produttive, preso atto della dichiarazione di regolarità dell'atto resa dai dirigenti della Giunta regionale competenti per materia, ha approvato il provvedimento amministrativo di cui all'oggetto nella seduta del 14 giugno 2012, facendo proprie le prescrizioni indicate nella delibera di Giunta regionale, le prescrizioni, osservazioni e raccomandazioni espresse dal Collegio dei Revisori e dai Dipartimenti regionali competenti, e con l'ulteriore prescrizione di procedere al riaccertamento dei residui attivi e passivi;
Delibera
di approvare, ai sensi dell'articolo 57 della L.r. n. 8/2002 il Bilancio di previsione dell'ARCEA per relativo all'esercizio finanziario 2012 ed il bilancio pluriennale 2012 2014, unitamente alle prescrizioni, osservazioni e raccomandazioni formulate dal Collegio dei Revisori dei Conti, dai Dipartimenti regionali competenti, dalla Giunta regionale, e con l'ulteriore prescrizione della Seconda Commissione, con allegati tutti i documenti richiamati in premessa che costituiscono parte integrante e sostanziale della presente deliberazione”.
(Allegati)
“Il Consiglio
regionale
vista la Delibera di Giunta regionale n. 160 del 26/04/2012;
visti:
l'art. 12 della Legge Regionale 8 luglio 2002, n. 24;
l’'art. 28 della legge Regionale 17 agosto 2005, n. 13 che approva l'istituzione dell'Organismo Pagatore Regionale;
l'art. 57 della LR. n. 8/2002 e s.m. e i;
l'art. 54 dello Statuto regionale;
tenuto conto della deliberazione n. 451 del 24/07/2007 con la quale la Giunta Regionale ha approvato il bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2007 redatto dall'ARCEA;
visti:
il decreto del Direttore Generale dell' ARCEA n. 39/D del 27/06/2008, con il quale viene approvato il Rendiconto Generale per l'esercizio finanziario 2007, che si allega in copia unitamente al rendiconto consuntivo 2007 ed al Rendiconto Generale del Patrimonio;
l'allegata relazione di accompagnamento al medesimo rendiconto redatta dal Direttore Generale;
tenuto conto che il Collegio dei revisori dei conti dell'Azienda ha espresso parere favorevole all'approvazione del rendiconto 2007 senza rilievi ed osservazioni in merito;
considerati: il verbale n. 9 del 30/06/2008 con il quale il Comitato d'Indirizzo dell' ARCEA ha formulato il proprio parere favorevole all'approvazione del Rendiconto 2007;
il verbale n.2 del 25/07/2008 del Dipartimento Agricoltura Foreste e Forestazione che esprime parere favorevole, nulla rilevando sotto il profilo della legittimità, all'approvazione del Rendiconto Generale 2007 per come predisposto e approvato dal Direttore dell'ARCEA con decreto n. 39/D del 27/06/2008;
l'allegata relazione istruttoria sul Rendiconto Generale in oggetto redatta dal Settore Ragioneria Generale, con la quale "viene proposta l'approvazione del Rendiconto Generale per l'esercizio finanziario 2007, segnatamente e limitatamente alla propria competenza contabile";
premesso che:
con la deliberazione di Giunta n. 856 del 16 dicembre 2009 è stato approvato il Rendiconto Generale dell'ARCEA per l'esercizio finanziario 2007;
la suddetta delibera di Giunta è stata trasmessa al Consiglio Regionale per la definitiva approvazione in data 22 dicembre 2009;
il Consiglio regionale non ha mai trattato la delibera di Giunta regionale n.856/2009 di cui trattasi;
l'art. 65 del nuovo regolamento interno del Consiglio regionale, dispone che "Le proposte di legge, di regolamento e di provvedimento amministrativo presentate al Consiglio regionale decadono con la fine della legislatura";
considerato che la Seconda Commissione Bilancio, Programmazione economica e attività produttive, preso atto della dichiarazione di regolarità dell'atto resa dai dirigenti della Giunta regionale competenti per materia, ha approvato il provvedimento amministrativo di cui all'oggetto nella seduta del 14 giugno 2012, facendo proprie le risultanze espresse dal Collegio dei Revisori e dai Dipartimenti regionali competenti nelle rispettive relazioni;
Delibera
di approvare, ai sensi dell'articolo 57 della L.r. n. 8/2002. il Rendiconto Generale dell'Agenzia della Regione Calabria per le Erogazioni in Agricoltura (A.R.C.E.A.) relativo all'esercizio finanziario 2007, unitamente alle risultanze espresse dal Collegio dei Revisori e dai Dipartimenti regionali competenti nelle rispettive relazioni, con allegati tutti i documenti richiamati in premessa che costituiscono parte integrante e sostanziale della presente deliberazione”.
(Allegati)
"Il Consiglio regionale
vista la Delibera di Giunta regionale n. 161 del 26/04/2012;
visti:
l'art. 12 della Legge Regionale 8 luglio 2002, n. 24; t'art. 28 della Legge Regionale 17 agosto 2005, n. 13 che approva l'istituzione dell'Organismo Pagatore Regionale;
l'art. 57 della L.R n. 8/2002 e s.m. e i.; l'art. 54 dello Statuto regionale;
tenuto conto:
della deliberazione n. 156 del 21/02/2008 con la quale la Giunta Regionale ha approvato il bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2008 redatto dall'ARCEA;
della deliberazione n. 1018 del 18/02/2008 con la quale la Giunta regionale ha approvato l'assestamento del bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2008 redatto dall'ARCEA;
visti:
il decreto del Direttore Generale dell'ARCEA n. 41 del 16/06/2009, con il quale viene approvato il Rendiconto Generale per l'esercizio finanziario 2008,
che si allega in copia unitamente al rendiconto consuntivo 2008 ed al Rendiconto Generale del Patrimonio;
l'allegata relazione di accompagnamento al medesimo rendiconto redatta dal Direttore Generale;
tenuto conto che il Collegio dei revisori dei conti dell'Azienda ha espresso parere favorevole all'approvazione del rendiconto 2008 senza rilievi ed osservazioni in merito;
considerati:
il verbale n. 15 del 23/06/2009 con il quale il Comitato d'Indirizzo dell' ARCEA ha formulato il proprio parere favorevole all'approvazione del Rendiconto 2008;
il verbale del 28/07/2009 del Dipartimento Agricoltura Foreste e Forestazione che esprime parere favorevole, nulla rilevando sotto il profilo della legittimità, all'approvazione del Rendiconto Generale 2008 per come predisposto e approvato dal Direttore Generale dell'ARCEA con decreto n. 41 del 16/06/2009;
l'allegata relazione istruttoria sul Rendiconto Generale in oggetto redatta dal Settore Ragioneria Generale, con la quale "viene proposta l'approvazione del Rendiconto Generale per l'esercizio finanziario 2008, segnatamente e limitatamente alla propria competenza contabile";
premesso che:
con la deliberazione di Giunta n. 17 del 13 gennaio 2010 è stato approvato il Rendiconto Generale dell'ARCEA per l'esercizio finanziario 2008;
la suddetta delibera di Giunta è stata trasmessa al Consiglio Regionale per la definitiva approvazione in data 15 gennaio 2010;
il Consiglio regionale non ha mai trattato la delibera di Giunta regionale n. 17/2010 di cui trattasi;
l'art. 65 del nuovo regolamento interno del Consiglio regionale, dispone che "Le proposte di legge, di regolamento e di provvedimento amministrativo presentate al Consiglio regionale decadono con la fine della legislatura";
considerato che la Seconda Commissione Bilancio, Programmazione economica e attività produttive, preso atto della dichiarazione di regolarità dell'atto resa dai dirigenti della Giunta regionale competenti per materia, ha approvato il provvedimento amministrativo di cui all'oggetto nella seduta del 14 giugno 2012, facendo proprie le risultanze espresse dal Collegio dei Revisori e dai Dipartimenti regionali competenti nelle rispettive relazioni;
Delibera
di approvare, ai sensi dell'articolo 57 della L.r. n. 8/2002, il Rendiconto Generale dell'Agenzia della Regione Calabria per le Erogazioni in Agricoltura (A.R.C.E.A.) relativo all'esercizio finanziario 2008, unitamente alle risultanze espresse dal Collegio dei Revisori e dai Dipartimenti regionali competenti nelle rispettive relazioni, con allegati tutti i documenti richiamati in premessa che costituiscono parte integrante e sostanziale della presente deliberazione”.
(Allegati)
“Il Consiglio regionale
vista la Delibera di Giunta regionale n. 245 del 22/05/2012;
premesso:
che con Legge regionale n. 27 del 30 Agosto 1996 si è provveduto a disciplinare il nuovo ordinamento degli Enti regionali operanti nel settore dell'edilizia residenziale pubblica;
che gli Enti di cui sopra sono stati trasformati in Aziende Territoriali per l'Edilizia Territoriale Pubblica;
viste:
la deliberazione della Giunta Regionale n. 392 del 01/03/2011 con la quale si è proceduto all'approvazione del Conto Consuntivo relativo all'esercizio finanziario 2009;
la delibera della Giunta Regionale n. 696 del 26/10/2010 di approvazione del Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2010 dell'Aterp di Crotone, con la quale il Settore Bilancio non rileva elementi ostativi all'invio degli atti in Giunta e, quindi al Consiglio Regionale , pur formulando specifiche raccomandazioni agli organi dell'Azienda da adottare in sede di chiusura dei conti pel' l'esercizio 2009 e, quindi in sede di assestamento del bilancio 2010;
la delibera del Consiglio regionale n. 422 del 10/02/2010 di approvazione del Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2010 dell'Aterp di Crotone;
tenuto conto della delibera n. 46 del 15/03/2011 del Direttore Generale dell'Aterp di Crotone, recante approvazione del Conto Consuntivo per l'esercizio finanziario 2010, allegata al Conto Consuntivo medesimo;
rilevato che il Collegio dei revisori dei conti dell'Azienda, con verbale del 14 marzo 2011, ha espresso parere favorevole all'approvazione del Rendiconto dell'esercizio finanziario 2010, con le seguenti osservazioni e raccomandazioni:
che i canoni di competenza del 2010 sono pari ad euro 1.398.788,75 e si sono ridotti rispetto a quelli dei precedenti esercizi;
che la morosità al 31/12/2010 è ampiamente combattuta e quantificabile in € 752.826,63 di cui € 704.185,75 sono già stati affidati ai legali per effettuare lo sfratto e il recupero coattivo delle somme;
di invitare la Regione a voler sollecitare il Commissario ATERP alla definitiva soluzione della problematica legata alla tripartizione;
di proseguire nell'azione di contenimento delle spese e, in particolare, di quelle non ritenute estremamente necessarie;
posto che il Dipartimento "Lavori Pubblici, Edilizia residenziale, Politica della casa", con nota n.203 875 del 12 dicembre 2011, ha svolto la propria relazione istruttoria conclusa con parere favorevole, con le seguenti prescrizioni, osservazioni, e raccomandazioni:
di proseguire nell'azione di contenimento della spesa, fin troppo elevata, e di verificare i pagamenti legati alla morosità, o gli eventuali sfratti e recuperi coattivi delle somme;
che nonostante l'ente abbia iniziato un'attività di ricognizione del patrimonio immobiliare, ancora non si ha una conoscenza completa ed approfondita dello stato di agibilità e abitabilità delle unità abitative;
che l'utilizzo della l.r. 8/2005 e della l.r. 7/2006 (condono) hanno prodotto qualche risultato sul recupero delle morosità, ma non sono ancora raggiunti livelli soddisfacenti;
di uniformarsi da un punto di vista gestionale e organizzativo alla normativa vigente, anche sotto il profilo delle valutazioni da adottare per giudicare le performance individuali e organizzative e per verificare l'efficacia, l'efficienza e l'economicità dell'azione amministrativa;
considerata la relazione istruttoria del Dipartimento Bilancio - Settore "Bilancio e programmazione economico-finanziaria. Risanamento finanziario" con la quale viene proposta l'approvazione del conto consuntivo esercizio finanziario 2010 segnatamente e limitatamente alla propria competenza contabile;
viste:
la relazione del Direttore Generale dell'ATERP di Crotone al Rendiconto Consuntivo anno 2010, allegata al Rendiconto;
l'attestazione dell'inesistenza dei debiti fuori bilancio allegata al rendiconto;
le tabelle concernenti l'anno di generazione dei residui attivi e passivi allegate al rendiconto;
la tabella con la quale l'Azienda dimostra di aver rispettato i vincoli imposti dalla l.r 19/2009 e dalla l.r. 22/2010;
visto il Conto Generale del Patrimonio dell'ATERP di Crotone, allegato F, relativo all'anno 2010 indicante le attività e le passività finanziarie, il valore dei beni mobili e immobili, con le connesse variazioni e con specifica attenzione al fondo cassa, ai residui attivi e passivi;
rilevato che nella delibera di Giunta si demanda agli organi dell'ATERP di Crotone la puntuale applicazione delle osservazioni e raccomandazioni del Collegio dei revisori;
visti:
l'art. 57 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8;
l'articolo 54, comma 5, lettera b), dello Statuto della Regione Calabria;
considerato che la Seconda Commissione Bilancio, Programmazione economica e attività produttive, preso atto della dichiarazione di regolarità dell'atto resa dai dirigenti della Giunta regionale competenti per materia, ha approvato il provvedimento amministrativo di cui all'oggetto nella seduta del 14 giugno 2012, facendo proprie le prescrizioni indicate nella delibera di Giunta regionale, le osservazioni e le raccomandazioni espresse dal Collegio dei Revisori, dai Dipartimenti regionali competenti;
Delibera
di approvare, ai sensi dell'articolo 57 della l.r. n. 8/2002 il Rendiconto Consuntivo Esercizio Finanziario 2010 dell'ATERP di Crotone, unitamente alle prescrizioni, osservazioni e raccomandazioni formulate dal Collegio dei Revisori dei Conti, dai Dipartimenti regionali competenti, dalla Giunta regionale, con allegati tutti i documenti richiamati in premessa che costituiscono parte integrante e sostanziale della presente deliberazione”.
(Allegati)
“Il Consiglio regionale
vista la legge 6 agosto 1990, n. 223, concernente "Disciplina del sistema radiotelevisivo pubblico e privato";
vista la legge regionale n. 2 del 22 gennaio 2001, e s.m. ed i., istitutiva del Co.Re.Com. Calabria, e segnatamente l'articolo 10;
visto il Regolamento concernente l'organizzazione ed il funzionamento del Comitato Regionale per le Comunicazioni;
Delibera
di approvare il Programma di attività e fabbisogno finanziario del CORECOM Calabria per l'anno 2012, ai sensi dell'articolo 10, comma 1, della legge regionale 22 gennaio 2001, n. 2, che si allega al presente atto per farne parte integrante e sostanziale".
(Allegati)
“Il Consiglio regionale
vista la delibera di Giunta regionale n. 128 del 27 marzo 2012;
premesso che:
la legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 recante "Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria", all'articolo 57, comma 3, dispone che i bilanci degli Enti, delle Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati entro il 10 settembre di ogni anno ai rispettivi Dipartimenti della Giunta regionale competenti per materia che, previa istruttoria conclusa con parere favorevole, li inviano entro il successivo 20 settembre al Dipartimento "Bilancio e Patrimonio" per la definitiva istruttoria di propria competenza;
la Giunta regionale entro il 15 ottobre trasmette i bilanci al Consiglio regionale per la successiva approvazione entro il 30 novembre, a norma dell'articolo 54, comma 5, lettera b) dello Statuto;
premesso che:
con deliberazione Commissariale n. 6 del 22 febbraio 2011 è stato approvato il bilancio di previsione dell'ARDIS di Catanzaro per l'esercizio finanziario 2011, e trasmesso al Settore "Bilancio e programmazione economico-finanziaria. Risanamento finanziario" corredato del parere favorevole del Collegio dei Revisori dei Conti e del Dipartimento competente "Cultura, Istruzione, Ricerca scientifica";
il Dipartimento Bilancio -Settore "Bilancio e Programmazione economico finanziaria" ha effettuato l'istruttoria di propria competenza, trasmettendo le proprie osservazioni con nota n. 11477 del 9 marzo 2011, evidenziando in particolare che:
sussiste il problema relativo al rimborso da parte della Regione delle spese sostenute per il pagamento degli stipendi al personale transitato all'ARDIS ai sensi del decreto del Dirigente generale del Dipartimento Organizzazione e personale n. 3372 del 14 marzo 2005 che ha comportato all'Agenzia la costituzione nel tempo di un credito nei confronti della stessa Regione che, al 31 dicembre 2009, era pari ad euro 2.180.601,21;
gli Organi dell' ARDIS, in attesa della soluzione della su esposta problematica, non solo hanno provveduto al pagamento degli stipendi al dipendenti transitati ai sensi del su indicato decreto n. 3372/2005, ma, a decorrere dall'anno 2010 hanno effettuato una razionalizzazione delle spese per recuperare risorse da destinare ad un fondo di accantonamento allocato al capitolo della spesa 31010102 che, seppure non sufficiente a coprire completamente il residuo attivo maturato, costituisce, comunque, un atto di responsabilità, teso a ridurre il disavanzo di bilancio;
per la risoluzione definitiva della vertenza si rendeva necessario attivare un tavolo dì concertazione interdipartimentale inteso a definire un iter procedi mentale finalizzato alla individuazione di una soluzione della problematica evidenziata;
al fine di consentire la prosecuzione delle attività, con deliberazione della Giunta regionale n. 79 del 18 marzo 2011 è stato autorizzato l'esercizio provvisorio del bilancio dell'ARDIS di Catanzaro ed è stato demandato al Dipartimento Cultura il compito di avviare un tavolo di concertazione interdipartimentale per la risoluzione della problematica relativa al costo del personale di cui al Decreto del Dirigente generale del Dipartimento "Organizzazione e Personale" n. 3372 del 14 marzo 2005;
atteso che nel corso dell'anno 2011 il tavolo tecnico interdipartimentale non è stato indetto e, pertanto, la questione relativa al rimborso delle spese del personale transitato ai sensi del decreto del Dirigente generale del dipartimento "Organizzazione del Personale" n. 3372 del 14 marzo 2005, non ha ancora trovato soluzione e ciò ha interrotto l'iter di approvazione del bilancio per 1'esercizio 2011;
considerato che con deliberazione Commissariale n. 3 del 14 febbraio 2012 è stato riapprovato il bilancio di previsione dell'ARDIS di Catanzaro per l'esercizio finanziario 2011, rielaborato in seguito alle risultanze definitive della gestione dell'esercizio 2010, acclarate nel Conto consuntivo approvato con deliberazione Commissariale n. 8 del 31 marzo 2011;
tenuto conto che il Collegio dei revisori dei conti dell'Azienda, nella seduta del 15 febbraio 2012, ha espresso parere favorevole all'approvazione del bilancio per l'esercizio finanziario 2011, così come riformulato;
considerato che:
il Dipartimento Cultura, con nota n.89662 del 12 marzo 2012, ha preso atto della proposta di bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2011 dell'ARDIS di Catanzaro;
con nota n. 101076 del 20 marzo 2012, il Dipartimento Bilancio ha chiesto chiarimenti al Dipartimento Cultura in merito alla coerenza degli stanziamenti, inerenti residui e competenza, presenti in bilancio, rispetto agli importi già trasferiti o da trasferire dal medesimo Dipartimento; con nota n.101160 del 20 marzo 2012 il Dipartimento Cultura ha fornito i chiarimenti richiesti sul bilancio 2011 riguardo alle risorse erogate e da erogare nel corso dell'esercizio finanziario 2011, osservando in particolare che "le somme iscritte in bilancio derivanti dai contributi ed assegnazioni dì parte corrente della Regione e dello Stato pari ad euro 2.106.609,90 appaiono minori di quanto effettivamente erogato da parte del dipartimento stesso (€ 507.835,76 Fondo Integrativo anno 2010, e € 1.700.000,00 LR n. 34/01)";
considerata la relazione istruttoria del Dipartimento Bilancio -Settore "Bilancio e programmazione economico-finanziaria. Risanamento finanziario" che ha trasmesso le proprie risultanze con nota n. 103352 del 21 marzo 2012, con le seguenti osservazioni:
sussiste il problema relativo al riconoscimento da parte della Regione delle spese sostenute per il personale di cui al decreto dirigenziale n. 3372 del 14 marzo 2005, le cui entrate iscritte al capitolo 21010001 relativo ad "Assegnazione di fondi dalla Regione per il funzionamento generale e per l'attuazione dei servizi" non hanno mai trovato copertura nel bilancio regionale ed hanno prodotto, alla data del 31 dicembre 2011, residui attivi pari ad euro 2.180.601,21 l'Ente, a decorare dall'anno 2010, ha accantonato una quota di risorse nella parte spesa al capitolo 31010102, pari per l'anno 2011 ad euro 1.430.671,18 che anche se non sufficiente a coprire il residuo attivo formatosi fino al 2009, denota la volontà dell'ente di ridurre le spese e costituire un accantonamento in attesa della risoluzione della vertenza. Ciò ha ridotto il disavanzo reale di bilancio al 31/12/2011;
con riferimento alle somme iscritte in bilancio per l'anno 2011, a seguito della nota n.101160 del 20 marzo 2012 del Dipartimento Cultura, la differenza tra le somme iscritte e quelle assegnate dalla Regione a titolo di "Fondo integrativo per la concessione dei prestiti d'onore e borse di studio" e a titolo di "Spese per il diritto allo studio universitario" è dovuta al fatto che tali importi sono stati versati nei primi mesi del 2012 e di conseguenza sono stati riportati a titolo di residui attivi sul bilancio 2012 dell'Agenzia;
rilevato che:
l'ARDIS, in attesa della soluzione della problematica relativa al personale ex ISEF, ha operato, su proposta del Dipartimento Bilancio, a decorrere dall'anno 2010, un accantonamento di risorse, a parziale copertura dell'insussistenza del credito, allocate al capitolo della spesa 31010102 del bilancio pari, al 31 dicembre 2011, ad euro 1.430.671,18, che seppure non sia sufficiente a coprire completamente il residuo attivo maturato fino all'anno 2009, costituisce, comunque, un atto di responsabilità degli Organi dell' Azienda teso ad evitare la costituzione dì un possibile disavanzo;
si rende necessario approvare il bilancio dell'ARDIS di Catanzaro per l'esercizio finanziario 2011 in sanatoria, poiché esso costituisce un presupposto per l'approvazione del rendiconto relativo all'anno 2011 e del bilancio di previsione 2012;
esaminata la problematica evidenziata dal Dipartimento Bilancio in ordine al riconoscimento da parte della Regione delle spese sostenute per il personale di cui al decreto dirigenziale n. 3372 del 14 marzo 2005, le cui coperture non hanno mai trovato riscontro nel bilancio regionale ed hanno prodotto residui attivi per euro 2.180.601,21;
preso atto delle raccomandazioni, osservazioni, prescrizioni formulate dai soggetti di cui sopra;
considerata la necessità di garantire il regolare funzionamento dell'ente il cui presupposto risiede proprio nell'approvazione, nei termini, del bilancio di previsione per l'anno di riferimento;
constatati i ripetuti ritardi nella trasmissione al Consiglio regionale dei rendiconti consuntivi dell'Ente, in assenza dei quali per norma contabile e costante giurisprudenza, non è possibile pervenire ad un giudizio compiuto sulla capacità dell'Ente di operare in condizioni di equilibrio finanziario, economico e patrimoniale;
visti:
la legge regionale 10 dicembre 2001, n. 34 istitutiva delle Agenzie Regionali per il Diritto allo Studio Universitario;
la legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8; l'articolo 54, comma 5, lettera b), dello Statuto della Regione Calabria;
considerato che la Seconda Commissione Bilancio, Programmazione economica e attività produttive, preso atto della dichiarazione di regolarità dell'atto resa dai dirigenti della Giunta regionale competenti per materia, ha approvato la proposta di provvedimento amministrativo di cui all'oggetto nella seduta del 5 luglio 2012, facendo proprie le risultanze del Collegio dei Revisori, le prescrizioni indicate nella delibera di Giunta regionale, le prescrizioni, osservazioni e raccomandazioni espresse dai Dipartimenti regionali competenti, accompagnando il provvedimento di approvazione con la richiesta all'Agenzia di adottare le seguenti misure correttive:
1) che oltre al non utilizzo della quota dell'avanzo presunto di amministrazione fino all'approvazione dei conto consuntivo anno 2011, raccomandato dal Dipartimento Bilancio, peraltro già previsto dalle norme di contabilità, siano adottati i necessari provvedimenti per sciogliere la riserva in ordine ai crediti vantati verso la Regione Calabria allocati al capitolo dell'entrata 21010001 -"Assegnazione di fondi della Regione per il funzionamento generale e per l'autorizzazione dei servizi";
2) di procedere ad un immediato riaccertamento formale e sostanziale dei residui attivi e passivi con la conseguente verifica della sussistenza degli equilibri finanziari ed economici, attenendosi nelle more alle sole spese di carattere obbligatorio;
3) di integrare l'accantonamento parziale già operato nei bilanci di previsione anno 2011 e 2012 fino alla totale copertura del credito presunto vantato dalla Regione ed allo stato ancora non riconosciuto;
4) di dare mandato alla Giunta regionale di procedere ai controlli e alle verifiche sulla avvenuta adozione delle misure correttive;
Delibera
di approvare, ai sensi dell'articolo 57 della L.r. n. 8/2002 il Bilancio di previsione dell'ARDIS di Catanzaro per l'esercizio finanziario 2011, unitamente alle risultanze del Collegio dei Revisori, alle prescrizioni, osservazioni e raccomandazioni espresse dai Dipartimenti regionali competenti, e con l'ulteriore prescrizione della Seconda Commissione, con allegati tutti i documenti richiamati in premessa che costituiscono parte integrante e sostanziale della presente deliberazione”.
(Allegati)
“Il Consiglio regionale
vista la delibera di Giunta regionale n. 129 del 27 marzo 2012;
premesso che:
la legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 recante "Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria", all'articolo 57, comma 3, dispone che i bilanci degli Enti, delle Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati entro il 10 settembre di ogni anno ai rispettivi Dipartimenti della Giunta regionale competenti per materia che, previa istruttoria conclusa con parere favorevole, li inviano entro il successivo 20 settembre al Dipartimento "Bilancio e Patrimonio" per la definitiva istruttoria di propria competenza; la Giunta regionale entro il 15 ottobre trasmette i bilanci al Consiglio regionale per la successiva-approvazione entro il 30 novembre, a norma dell'articolo 54, comma 5, lettera b) dello Statuto;
preso atto della deliberazione Commissariale n. 4 del 27 febbraio 2012 con cui è stato approvato il bilancio di previsione dell' ARDIS di Catanzaro per l'esercizio finanziario 2012;
tenuto conto che il Collegio dei revisori dei conti dell'Azienda, nella seduta del 28 febbraio 2012 ha espresso parere favorevole all'approvazione del bilancio di previsione 2012;
considerato che:
il Dipartimento competente "Cultura, Istruzione, Ricerca scientifica", con nota n. 89652 del 12 marzo 2012, ha preso atto della proposta di bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2012 dell'ARDIS di Catanzaro;
con nota n. 101076 del 20 marzo 2012, il Dipartimento Bilancio ha chiesto chiarimenti al Dipartimento Cultura in merito alla coerenza degli stanziamenti, inerenti residui e competenza, presenti in bilancio, rispetto agli importi già trasferiti o da trasferire dal medesimo Dipartimento;
con nota n.101160 del 20 marzo 2012 il Dipartimento Cultura ha fornito i chiarimenti richiesti sul bilancio 2012 riguardo alle risorse erogate e da erogare nel corso del corrente esercizio finanziario, osservando in particolare che:
in relazione alla somma prevista in competenza di € 1.200.000,00 al capitolo 2101001 all'ARDIS di Catanzaro spetta una somma pari ad € 1.176.000,00 in ordine al capitolo 2102001 relativo alla ripartizione del fondo integrativo per la concessione di prestiti d'onore e borse di studio, non si ha riscontro della somma allocata nei residui attivi pari ad € 923.865,48;
considerata la relazione istruttoria del Dipartimento Bilancio e Settore "Bilancio e programmazione economico-finanziaria. Risanamento finanziario" che ha trasmesso le proprie risultanze con nota n. 110120 del 26 marzo 2012, con le seguenti prescrizioni, osservazioni e raccomandazioni:
riguardo alle spese allocate ai capitoli con vincolo di destinazione finanziati con risorse statali, relativo al fondo integrativo per la concessione di prestiti d'onore e borse di studio, l'utilizzazione è subordinata all'effettivo trasferimento delle risorse da parte del Dipartimento Cultura;
sussiste ancora il problema del rimborso delle spese sostenute dall'Agenzia per il personale ex ISEF transitato ai sensi del decreto del Direttore generale del Dipartimento "Organizzazione e Personale" n. 3372 del 14 marzo 2005, che al 31 dicembre 2009 ammontavano ad € 2.180.601,21;
nei residui iscritti nel capitolo dell'entrata 21020001, è compresa la somma relativa alla quota del fondo integrativo per la concessione dei prestiti d'onore e l'erogazione di borse di studio per il 2010 trasferita all'ARDIS nei primi mesi del corrente anno; relativamente alla somma di € 4.038.439,50 allocata sul fondo pluriennale vincolato e iscritta in bilancio per l'esercizio 2011 con deliberazione della Giunta regionale n. 605 del 23 dicembre 2011, si è domandato al Dipartimento Cultura a quale anno si riferiscono i trasferimenti e se una quota degli stessi debba essere assegnata all'ARDIS;
di non utilizzare la quota disponibile dell'avanzo di amministrazione fino a quando sarà approvato il conto consuntivo 2011 dagli Organi dell'Agenzia;
di costituire, in sede di predisposizione del bilancio 2013, un nuovo uovo capitolo di entrata nel bilancio dell'Agenzia in cui allocare i residui relativi al personale ex ISEF, distinguendoli dalle somme dovute dalla Regione in base alla L.r. 34/2001;
di apportare in sede di assestamento di bilancio 2012, le correzioni necessarie al fine di adeguare lo stanzia mento del capitolo di entrata 21010001 rispetto a quanto indicato dal Dipartimento Cultura, dato che la somma allocata in competenza pari ad €1.200.000 risulta sovrastimata per € 24.000,00 come rilevato anche dal Dipartimento Cultura;
rilevato che:
l'Ardis, in attesa della soluzione della problematica relativa al personale ex ISEF, ha operato, su proposta del Dipartimento Bilancio, a decorrere dall'anno 2010, un accantonamento di risorse, a parziale copertura dell'insussistenza del credito, allocate al capitolo della spesa 31010102 del bilancio pari ad euro 1.530.671,18, che, seppure non sia sufficiente a coprire completamente il residuo attivo maturato fino all'anno 2009, costituisce, comunque, un atto di responsabilità degli Organi dell'Azienda teso ad evitare la costituzione di un possibile disavanzo; con nota n. 109879 del 26 marzo 2012 il Dipartimento Cultura, preso atto dei chiarimenti forniti dall'ARDIS con nota n. 1285 del 23 marzo 2012, ha espresso parere favorevole all'approvazione del bilancio per l'esercizio finanziario 2012;
esaminata la problematica evidenziata dal Dipartimento Bilancio in ordine al riconoscimento da parte della Regione delle spese sostenute per il personale di cui al decreto dirigenziale n. 3372 del 14 marzo 2005 le cui coperture non hanno mai trovato riscontro nel bilancio regionale ed hanno prodotto residui attivi per euro 2.180.601,21;
preso atto delle raccomandazioni, osservazioni, prescrizioni formulate dai soggetti di cui sopra;
considerata la necessità di garantire il regolare funzionamento dell'ente il cui presupposto risiede proprio nell'approvazione, nei termini, del bilancio di previsione per l'anno di riferimento;
constatati i ripetuti ritardi nella trasmissione al Consiglio regionale dei rendiconti consuntivi dell'Ente, in assenza dei quali per norma contabile e costante giurisprudenza, non è possibile pervenire ad un giudizio compiuto sulla capacità dell'ente di operare in condizioni di equilibrio finanziario, economico e patrimoniale;
preso atto che nella Delibera di Giunta si demanda agli organi dell'ARDIS di Catanzaro la puntuale applicazione delle prescrizioni contenute nella nota del dirigente di Settore "Bilancio e Programmazione economico -finanziaria. Risanamento finanziario" n. 110120 del 26 marzo 2012;
visti:
la legge regionale 10 dicembre 2001, n. 34 istitutiva delle Agenzie Regionali per il Diritto allo Studio Universitario; la legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8; l'articolo 54, comma 5, lettera b), dello Statuto della Regione Calabria;
considerato che la Seconda Commissione Bilancio, Programmazione economica e attività produttive, preso atto della dichiarazione di regolarità dell'atto resa dai dirigenti della Giunta regionale competenti per materia, ha approvato la proposta di provvedimento amministrativo di cui all'oggetto nella seduta del 5 luglio 2012, facendo proprie le risultanze del Collegio dei Revisori, le prescrizioni indicate nella delibera dì Giunta regionale, le prescrizioni, osservazioni e raccomandazioni espresse dai Dipartimenti regionali competenti, accompagnando il provvedimento di approvazione con la richiesta all’Agenzia di adottare le seguenti misure correttive:
1) che oltre al non utilizzo della quota dell'avanzo presunto di amministrazione fino all'approvazione dei conto consuntivo anno 2011 raccomandato dal Dipartimento Bilancio, siano adottati i necessari provvedimenti per sciogliere la riserva in ordine ai crediti vantati verso la Regione Calabria allocati al capitolo dell'entrata 21010001 -"Assegnazione di fondi della Regione per il funzionamento generale e per l'autorizzazione dei servizi";
2) di procedere ad un immediato riaccertamento formale e sostanziale dei residui attivi e passivi con la conseguente verifica della sussistenza degli equilibri finanziari ed economici, attenendosi nelle more alle sole spese di carattere obbligatorio;
3) di integrare l'accantonamento parziale già operato nei bilanci di previsione anno 2011 e 2012 fino alla totale copertura del credito presunto vantato dalla Regione ed allo stato ancora non riconosciuto;
4) di dare mandato alla Giunta regionale di procedere ai controlli e alle verifiche sulla avvenuta adozione delle misure correttive;
Delibera
di approvare, ai sensi dell'articolo 57 della L.r. n. 8/2002 la proposta di provvedimento amministrativo formulata di iniziativa della Giunta regionale recante «Bilancio di previsione dell'ARDIS di Catanzaro per l'esercizio finanziario 2012», unitamente alle risultanze del Collegio dei Revisori, alle prescrizioni, osservazioni e raccomandazioni espresse dai Dipartimenti regionali competenti, e con l'ulteriore regionali competenti, e con l'ulteriore prescrizione della Seconda Commissione, con allegati tutti i documenti richiamati in premessa che costituiscono parte integrante e sostanziale della presente deliberazione".
(Allegati)
“Il Consiglio regionale
vista la delibera di Giunta regionale n. 246 del 22 maggio 2012;
premesso:
che la Legge Regionale n. 8 del 04 febbraio 2002 recante "Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria" all'articolo 57, comma 3 dispone che i bilanci degli Enti, delle Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati entro il 10 settembre di ogni anno ai rispettivi Dipartimenti della Giunta regionale competenti per materia che, previa istruttoria conclusa con parere favorevole, li inviano entro il successivo 20 settembre al Dipartimento Bilancio e Patrimonio per la definitiva istruttoria di propria competenza;
la Giunta regionale entro il 15 ottobre trasmette i bilanci al Consiglio regionale per la successiva approvazione entro il 30 novembre, a norma dell'articolo 54, comma 5, lettera b) dello Statuto;
considerato che con deliberazione del Direttore Generale dell'ATERP (Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale Pubblica) delta Provincia di Vibo Valentia n. 153 del 21 ottobre 2011 è stato approvato il progetto di bilancio di previsione della medesima Azienda per l'anno 2012;
tenuto conto che il Collegio dei revisori dei conti dell'Azienda, nella seduta del 26 ottobre 2011, ha espresso parere favorevole all'approvazione del bilancio di previsione 2012 in merito alla competenza e parere non favorevole in merito ai residui, evidenziando incertezza sulla quantificazione degli stessi, con le seguenti osservazioni e raccomandazioni;
che il risultato di amministrazione presunto al 31/12/2011 è da ritenersi, anche se concorre a garantire il pareggio del bilancio in discorso, aleatorio, in ragione della situazione annosa e staticizzata dei residui;
che è stato espresso parere non favorevole al conto consuntivo dell'esercizio 2010, provvedimento mai pervenuto a questo Consiglio regionale unitamente a tutti i rendiconti precedenti di verificare i risvolti contabili ed amministrativi della delibera n. 65/2011 di variazione del bilancio 2011 di ben € 2.587.114,42;
di assumere un atto amministrativo di ricognizione di obbligazioni pregresse, da allegare quale parte integrante alla più generale delibera di approvazione del bilancio di previsione, da trasmettere alla Regione Calabria, con la contemporanea accensione di un capitolo ad hoc in capo alla voce "Altre spese e obbligazioni pregresse", destinato a coprire oneri di anni precedenti, che non hanno avuto al momento della loro origine supporto giuridico, amministrativo, e contabile;
rilevato che con nota n. 3653 del 7 novembre 2011 il dirigente generale dell' Aterp di Vibo Valentia ha trasmesso la propria relazione in seguito alla ricezione delle osservazioni formulate dal Collegio dei Revisori dei Conti;
preso atto che il Dipartimento competente "Lavori Pubblici, Edilizia residenziale, politica della casa, autorità di Bacino" ha trasmesso, con nota n. 145674 del 24 aprile 2012, pervenuta al dipartimento "Bilancio e Patrimonio in data 2 maggio 2012, l'istruttoria di propria competenza conclusa con parere favorevole, con le seguenti osservazioni e raccomandazioni:
di condividere la critica formulata dal collegio dei revisori sulla situazione annosa dei residui;
di intensificare il rapporto con l'utenza dando attuazione piena al Regolamento sulla morosità;
di incrementare il recupero forzato delle somme dovute e di interrompere annualmente la prescrizione dei canoni pregressi non pagati;
considerata la relazione istruttoria, nota n. 170039 del 15 maggio 2012, con la quale il Settore "Bilancio e Programmazione economico finanziaria. Risanamento economico" con la quale esprime parere favorevole all'approvazione del Bilancio di previsione 2012, con le seguenti prescrizioni e raccomandazioni:
di effettuare un puntuale riaccertamento dei residui attivi, al fine di verificare la sussistenza dei crediti, eliminare i residui risultati inesigibili e, per quelli ancora in essere, richiedere sollecitamente il versamento ai creditori;
di effettuare un approfondito riaccertamento dei residui passivi, verificando la sussistenza delle obbligazioni giuridiche ed eliminando quelli insussistenti;
di non utilizzare la quota disponibile dell'avanzo fino a quando non saranno riaccertati i residui attivi e passivi, e, quindi, approvato il conto consuntivo 2011 dagli Organi dell'azienda;
di effettuare esclusivamente le spese di carattere obbligatorio, fino a quando non sarà conclusa la fase di riaccertamento dei residui attivi e passivi e saranno apportate, eventualmente, le necessarie variazioni al bilancio, tese a ristabilire l'equilibrio finanziario, di ridurre, nel corrente anno, le spese di funzionamento, eliminando tutte quelle non strettamente necessarie;
di avviare le procedure necessarie per garantire l'ottemperanza della LR. n. 47/2011;
di effettuare un esame approfondito di tutte le obbligazioni esistenti in particolare quelle a carico dei capitoli allocati nell'ambito del Titolo I - Spese correnti pari ad euro 1.720.545,33, al fine di verificare la possibilità di economie di spesa;
preso atto delle raccomandazioni, osservazioni, prescrizioni formulate dai soggetti di cui sopra e del riaccertamento dei residui esperito dagli organi dell'Azienda;
considerata la necessità di garantire il funzionamento dell'ente il cui presupposto risiede proprio nel disporre di un bilancio di previsione approvato;
constatati i ripetuti ritardi nella trasmissione al Consiglio regionale dei rendiconti consuntivi dell'Ente, in assenza dei quali per norma contabile e costante giurisprudenza, non è possibile pervenire ad un giudizio compiuto sulla capacità dell'ente di operare in condizioni di equilibrio finanziario, economico e patrimoniale;
preso atto del verbale del Collegio dei revisori dei conti del 3 giugno 2012 che esprime parere favorevole sulla delibera adottata dall'ATERP di Vibo Valentia n. 71 del 16 maggio 2012 sul riaccertamento dei residui attivi e passivi;
preso atto che nella delibera di Giunta si demanda agli organi dell'ATERP di Vibo Valentia la puntuale applicazione delle raccomandazioni contenute nella nota del dirigente di Settore "Bilancio e Programmazione economico-finanziaria. Risanamento finanziario" n. 170039 del 15 maggio 2012;
visti: l'art. 57 della LR. n. 8/2002; la legge regionale n. 27 del 30 agosto 1996 istitutiva delle Aziende Territoriali per "Edilizia Residenziale Pubblica;
l'articolo 54, comma 5, lettera b), dello Statuto della Regione Calabria;
considerato che la Seconda Commissione Bilancio, Programmazione economica e attività produttive, preso atto della dichiarazione di regolarità dell'atto resa dai dirigenti della Giunta regionale competenti per materia, ha approvato la proposta di provvedimento amministrativo di cui all'oggetto nella seduta del 5 luglio 2012, facendo proprie le prescrizioni, osservazioni e raccomandazioni espresse dal Collegio dei Revisori dei Conti, dai Dipartimenti regionali competenti che ne hanno curato l'istruttoria, dalla Giunta regionale, e accompagnando il provvedimento di approvazione con la richiesta all'ATERP di Vibo Valentia dell'adozione delle seguenti misure correttive:
1) che oltre al non utilizzo della quota -dell'avanzo presunto di amministrazione fino all'approvazione dei conto consuntivo anno 2011 raccomandato dal Dipartimento Bilancio, peraltro già previsto dalle norme di contabilità, siano adottati tutti i necessari provvedimenti per ripristinare le condizioni di approvazione dei conti consuntivi, mai trasmessi a questo Consiglio regionale, corrispondendo alle prescrizioni formulate dal Collegio dei revisori e dai Dipartimenti competenti;
2) di apportare nel rispetto delle procedure indicate dalle norme e dai regolamenti di contabilità dell'ATERP di Vibo Valentia le opportune variazioni di bilancio anche in sede di assestamento;
3) di dare mandato alla Giunta regionale di procedere ai controlli e alle verifiche sulla avvenuta adozione delle misure correttive
Delibera
di approvare, ai sensi dell'articolo 57 della L.r. n. 8/2002 il Bilancio di previsione dell'ATERP di Vibo Valentia per l'esercizio finanziario 2012, unitamente alle prescrizioni, osservazioni e raccomandazioni espresse dal Collegio dei Revisori dei Conti, dei Dipartimenti regionali competenti che ne hanno curato l'istruttoria, dalla Giunta regionale, e con l'ulteriore prescrizione della Seconda Commissione”.
(Allegati)
“Il Consiglio regionale
vista la delibera di Giunta regionale n. 270 dell'1 giugno 2012;
premesso: che la legge regionale n. 8 del 4 febbraio 2002 recante "Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria" all'articolo 57, comma 3 dispone che i bilanci degli Enti, delle Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati entro il 10 settembre di ogni anno ai rispettivi Dipartimenti della Giunta regionale competenti per materia che, previa istruttoria conclusa con parere favorevole, li inviano entro il successivo 20 settembre al Dipartimento Bilancio e Patrimonio per la definitiva istruttoria di propria competenza; la Giunta regionale entro il 15 ottobre trasmette i bilanci al Consiglio regionale per la successiva approvazione entro il 30 novembre, a norma dell'articolo 54, comma 5, lettera b) dello Statuto;
considerato che con deliberazione del Direttore Generale dell'ATERP (Azienda Territoriale per "Edilizia Residenziale Pubblica) della Provincia di Crotone n. 158 del 1 settembre 2011 è stato approvato il progetto di bilancio di previsione della medesima Azienda per l'anno 2012;
tenuto conto che il Collegio dei Revisori dei Conti, nella seduta del 1 settembre 2011, ha espresso parere favorevole all'approvazione del Bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2012, con le seguenti osservazioni e raccomandazioni:
si riscontra una diminuzione degli oneri per il personale dipendente, pari ad euro 300.000,00;
proseguire nell'opera di messa a reddito degli alloggi in attesa di regolarizzazione al fine di aumentare le entrate dell'ente;
di proseguire nell'azione di recupero della morosità già intrapresa, al fine di migliorare le risorse finanziarie dell'Ente da destinare agli interventi sugli alloggi che necessitano di manutenzione;
di controllare costantemente gli incassi rateizzati monitorando le entrate e continuando a perseguire nelle azioni di sfratto degli utenti morosi al fine di garantire un regolare incasso degli importi rateizzati;
di eseguire un intervento sul patrimonio, utilizzando le somme derivanti dall'accertamento delle economie che consentirebbero di intervenire sull'intero patrimonio gestito dall'azienda;
di porre in essere una attenta ed efficace programmazione delle entrate e delle spese;
posto che l'Unità Organizzativa Autonoma "Politiche della casa" istituita presso il Dipartimento "Lavori Pubblici, Edilizia residenziale, Politica della casa", con nota n. 84467 del 12 marzo 2012, ha svolto l'istruttoria di sua competenza, conclusa con parere favorevole, con le seguenti osservazioni e raccomandazioni:
si riscontra una diminuzione degli oneri per il personale dipendente, pari ad euro 300.000,00;
di proseguire nella riscossione dei canoni di locazione, e nelle eventuali azioni di sfratto degli utenti morosi;
di monitorare costantemente le entrate e le spese per una migliore gestione aziendale;
considerata la relazione istruttoria del Dipartimento Bilancio e Patrimonio - Settore "Bilancio e programmazione economico/finanziaria. Risanamento finanziario", dalla quale non sono emersi elementi ostativi alla trasmissione del documento contabile in Giunta, e quindi, al Consiglio regionale, pur formulando con nota n. 192556 del 31 maggio 2012 specifiche raccomandazioni:
di non utilizzare l'avanzo di amministrazione fino a quando non saranno state apportate le necessarie correzioni al bilancio, in seguito all'approvazione del conto consuntivo 2011 dagli organi dell'Azienda;
di realizzare una incisiva azione di recupero della morosità; di effettuare un'approfondita analisi dei residui attivi esposti in bilancio, al fine di accertare l'effettiva esigibilità delle somme iscritte ed eliminare dal documento contabile eventuali residui risultati privi di titolo giuridico;
di effettuare un approfondito riaccertamento sugli impegni assunti su capitoli di parte corrente ancora presenti nelle scritture contabili, al fine di poter accertare se sussistono le relative obbligazione giuridiche; di avviare le procedure necessarie per garantire l'ottemperanza della L.R. n. 47/2011 in base alla quale gli Enti ed Organismi strumentali e le Aziende della Regione devono provvedere al graduale adeguamento dei rispettivi sistemi contabili e schemi di bilancio ai principi contenuti nel D. Lgs. n. 118/2011;
viste: l'art. 57 della L.R. n. 8/2002; la legge regionale n. 27 del 30 agosto 1996 istitutiva delle Aziende Territoriali per l'Edilizia Residenziale Pubblica; l'articolo 54, comma 5, lettera b), dello Statuto della Regione Calabria;
considerato che la Seconda Commissione Bilancio, Programmazione economica e attività produttive, preso atto della dichiarazione di regolarità dell'atto resa dai dirigenti della Giunta regionale competenti per materia, ha approvato il provvedimento amministrativo di cui all'oggetto nella seduta del 5 luglio 2012, facendo proprie le prescrizioni indicate nella delibera di Giunta regionale, le osservazioni e le raccomandazioni espresse dal Collegio dei Revisori, dal Dipartimento Lavori Pubblici e dal Dipartimento Bilancio;
Delibera
di approvare, ai sensi dell'articolo 57 della L.r. n. 8/2002, il Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2012 dell'ATERP di Crotone, unitamente alle prescrizioni, osservazioni e raccomandazioni espresse dal Collegio dei Revisori, dai Dipartimenti regionali competenti, e dalla Giunta regionale, con allegati tutti i documenti richiamati in premessa che costituiscono parte integrante e sostanziale della presente deliberazione”.
(Allegati)
Art. 1
(Finalità)
1. La
Regione Calabria con la presente legge concorre allo sviluppo dei Consorzi di
garanzia collettiva fidi nel settore agricolo, di seguito denominati Confidi, e
sostiene prioritariamente processi di aggregazione e fusione tra gli organismi
medesimi.
2. Per
i fini di cui al comma 1, la Giunta regionale concede contributi per la
formazione o l’integrazione dei fondi rischi e del patrimonio di garanzia destinati
alla prestazione alle imprese agricole socie di garanzie per l’accesso al
sistema creditizio e di finanziamento bancario.
Art. 2
(Caratteristiche
dei Confidi)
1. I
Confidi devono essere costituiti da imprese agricole di cui all'articolo 2135
codice civile, devono avere sede operativa nella regione ed avere le seguenti
caratteristiche:
a)
società cooperative agricole o loro consorzi;
b)
consorzi di cui all'articolo 2612 e seguenti del codice civile;
c)
svolgere attività di garanzia collettiva fidi per come disciplinata
dall’articolo 13 del decreto legge 30 settembre 2003, n. 269 (Disposizioni
urgenti per favorire lo sviluppo e per la correzione dell'andamento dei conti
pubblici), convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326,
e dal decreto legislativo 13 agosto 2010, n.141.
2. I
Confidi a cui sono rivolti i benefici di cui all’articolo 1 devono avere i
seguenti requisiti:
a)
essere regolati da uno statuto;
b)
avere fini di mutualità tra gli aderenti;
c)
concedere garanzie con valutazioni indipendenti dal numero delle quote
sottoscritte o versate da ciascun socio;
d)
avere un consiglio di amministrazione composto, almeno da due terzi, da
imprenditori agricoli, anche se in forma singola od organizzata;
e)
avere un patrimonio di garanzia o fondo rischi di importo non inferiore a
quello previsto dalla normativa vigente.
3. I
Confidi non aventi le caratteristiche di cui al comma 1 possono associarsi per
raggiungere l'operatività su tutto il territorio regionale.
4.
Anche i Confidi di secondo grado, aventi i requisiti di cui ai commi precedenti
possono essere beneficiari del finanziamento previsto dalla presente legge.
Art. 3
(Modalità
dell'intervento e misura del finanziamento)
1. Il
finanziamento di cui all'articolo 1 viene concesso nella misura stabilita da
apposito regolamento, adottato con deliberazione della Giunta regionale, entro
novanta giorni dall'approvazione della presente legge.
2. Il
regolamento determina:
a)
l'intensità massima dell'aiuto;
b) la
durata dei finanziamenti garantibili dai Confidi a valere sulla presente legge;
c) i
criteri ai quali i Confidi devono attenersi nella individuazione dei
beneficiari delle operazioni garantite, nel rispetto delle disposizioni di cui
all'articolo 12 della legge 7 agosto 1990, n. 241;
d) i
termini e le modalità per la presentazione delle domande;
e)
l'importo massimo della garanzia concedibile nel rispetto della normativa
comunitaria.
3. Ai
fini della ripartizione del finanziamento i benefici di cui all’articolo 1 sono
concessi, secondo specifici criteri definiti nel regolamento di cui al presente
articolo, proporzionalmente:
a) al
valore del patrimonio di garanzia e dei fondi rischi risultanti dall'ultimo
bilancio approvato dai Confidi;
b) all'importo
globale delle operazioni di finanziamento garantito dai confidi effettivamente
concesse ad imprese operanti in Calabria, in essere alla chiusura
dell'esercizio precedente la data di presentazione della domanda.
Art. 4
(Destinazione
del finanziamento)
1. La
Regione Calabria incentiva l’aggregazione e dispone che i Confidi destinino il
30 per cento dei finanziamenti a beneficio delle aziende che operano con il
sistema organizzato delle organizzazioni dei produttori, delle cooperative e
dei consorzi agrari.
Art. 5
(Tipologia
degli interventi)
1. Le
garanzie fornite dai Confidi per operazioni di finanziamento per investimenti
in agricoltura sono concesse in regime de
minimis.
Art. 6
(Variazione,
scioglimento e liquidazione)
1. I
Confidi devono comunicare preventivamente alla Regione le eventuali modifiche
da apportare allo statuto nonché le variazioni intervenute nel possesso dei
requisiti di cui all'articolo 2.
2. Lo
scioglimento o la liquidazione dei Confidi, siano essi volontari o determinati
dalla normativa prevista dall'articolo 13 del decreto legge n. 269 del 2003,
convertito con modificazioni dalla legge 24 novembre 2003 n. 326, e dal decreto
legislativo 13 agosto 2010, n. 141, devono essere tempestivamente comunicati
alla Presidenza della Giunta regionale, indicando i motivi o le cause.
3. I
Confidi sono tenuti a restituire alla Regione i finanziamenti non utilizzati.
Art. 7
(Controlli
e sanzioni)
1. Con
il regolamento attuativo di cui all’articolo 3 deliberato dalla Giunta
regionale sono definite le modalità di controllo sui Confidi beneficiari dei
finanziamenti regionali, al fine di assicurare il rispetto dei vincoli e delle
condizioni dettate dalla presente legge e dalle disposizioni comunitarie in
materia.
2. La
violazione degli obblighi previsti dalla presente legge e dalle relative
disposizioni attuative comporta:
a) la
revoca dei finanziamenti concessi e non utilizzati, nonché di quelli impegnati
in relazione ai quali si è riscontrata la violazione stessa, maggiorati degli
interessi legali e di una sanzione pari almeno alla metà di quanto dovuto;
b)
l'esclusione del Confidi, per cinque anni, dall'accesso ai finanziamenti
regionali.
Art. 8
(Abrogazioni)
1. La
legge regionale del 17 febbraio 2003, n. 3 (Misure a favore dei consorzi di
garanzia collettiva fidi in agricoltura) è abrogata.
Art. 9
(Disposizioni
attuative)
1.
Dalla data di entrata in vigore della presente legge si provvede
all’espletamento delle procedure e degli adempimenti previsti per l’attuazione
degli interventi, con esclusione dei soli atti di concessione e di assunzione
degli impegni di spesa che restano subordinati, nel rispetto della vigente
normativa comunitaria, alla notifica della presente legge alla Commissione
Europea.
Art.
10
(Norma
finanziaria)
1. Agli
oneri derivanti dall'attuazione della presente legge, quantificati per
l'esercizio finanziario 2012 in euro 200.000,00, si provvede per l'anno in
corso con le disponibilità esistenti all'UPB 8.01.01.02 - capitolo 7001201
inerente al “Fondo occorrente per far fronte agli oneri derivanti da
provvedimenti legislativi che si perfezioneranno dopo l'approvazione del
bilancio, recanti spese per investimenti” dello stato di previsione della spesa
del bilancio per l'anno 2012, che viene ridotto del medesimo importo.
2. La
disponibilità finanziaria di cui al comma 1 è utilizzata nell'esercizio in
corso ponendo la competenza della spesa a carico della UPB 2.02.04.06 dello
stato di previsione della spesa per il bilancio 2012.
3. La
Giunta regionale è autorizzata ad apportare le conseguenti variazioni al
documento tecnico di cui all’articolo 10 della legge regionale n. 8 del 2002.
4. Per
l’attuazione degli interventi previsti possono essere utilizzate, per quanto
compatibili, con la normativa ed i regolamenti in vigore, ulteriori risorse di
provenienza comunitaria.
5. Per
gli anni successivi, alla copertura finanziaria degli oneri previsti dalla
presente legge si provvede con la legge di approvazione del bilancio di
previsione annuale e con la legge finanziaria di accompagnamento nei limiti
consentiti dalla effettiva disponibilità di risorse autonome stanziate all’UPB
2.02.04.06 dello stato di previsione della spesa, nonché con eventuali risorse
di cui al comma 4.
Art. 11
(Pubblicazione)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della
sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
“Il Consiglio regionale
preso atto della deliberazione della Giunta regionale n. 175 del 26 aprile 2012;
visto il parere della 6^ Commissione espresso nella seduta del 23 maggio 2012;
Delibera
di adottare, per effetto della Comunicazione della Commissione europea n. Ref. Ares(2012)281476 del 9.3.2012, la versione consolidata del Programma di Sviluppo rurale 2007-2013 alla data del 5 marzo 2012, che si allega alla presente per formarne parte integrante e sostanziale".
(Allegati)
Art. 1
(Finalità)
1. La Regione Calabria, interprete dei valori e dei sentimenti della tradizione religiosa e popolare dei calabresi, residenti ed emigrati, in coerenza con i principi fondamentali dello Statuto, promuove, in occasione delle celebrazioni annuali, una serie di manifestazioni ed iniziative, quali mostre, convegni, studi e ricerche sulla figura e l'opera di San Francesco di Paola, patrono della Calabria e dei marinai d'Italia.
2. Le manifestazioni possono essere realizzate, anche in collaborazione con Stati, Regioni, Enti Locali, Istituzioni, Fondazioni, Associazioni, nel Comune di Paola, sede naturale del culto del Santo, nei Comuni di Paterno Calabro, Corigliano Calabro e Spezzano Sila, paesi in cui San Francesco ha fondato i conventi, nonché nei luoghi d'Italia e del mondo legati alla biografia del Santo per specifici episodi o rilevanti per manifestazioni di fede consolidatesi nel tempo. Le iniziative sono concordate con il Comitato per le celebrazioni in onore di San Francesco di Paola, istituito nell'articolo 2.
Art. 2
(Comitato regionale per le celebrazioni in onore di San Francesco di Paola)
1. È istituito il Comitato per le celebrazioni in onore di San Francesco di Paola, con sede nel Comune di Paola.
2. Il Comitato è nominato con decreto del Presidente della Giunta regionale.
3. Il Comitato per le celebrazioni in onore di San Francesco di Paola definisce i criteri generali e le modalità di presentazione delle iniziative e di erogazione, esecuzione e rendicontazione dei progetti approvati.
4. Il Comitato è composto da:
a) il Presidente della Giunta della Regione Calabria, o suo delegato, Che lo presiede;
b) il Padre provinciale, in rappresentanza dei Padri Minimi, o suo delegato, che assume le vesti di Presidente del Comitato;
c) il Sindaco del Comune di Paola, o suo delegato;
d) un rappresentante della Regione Calabria, nominato con decreto del Presidente della Giunta regionale, che assume le vesti di Vice Presidente del Comitato;
e) i Presidenti delle Province di Cosenza, Catanzaro, Crotone, Reggio Calabria, Vibo Valentia, o loro delegati.
5. Il Comune di Paola, entro 60 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, assegna al Comitato di cui al comma 1, un'adeguata e rappresentativa sede istituzionale.
Art. 3
(Assegnazione del contributo)
1. La Regione Calabria assegna al Comune di Paola un contributo annuale di euro 50.000,00 per il finanziamento del programma complessivo delle manifestazioni celebrative promosse dal Comitato -il cui all'articolo 2.
Art. 4
(Contributo annuale e straordinario)
1. Il contributo annuale previsto nell'articolo 3 è erogato al Comune di Paola:
a) per metà, alla presentazione del programma delle manifestazioni celebrative;
b) a saldo, alla presentazione del rendiconto delle spese sostenute per l'attuazione del programma.
2. Nei limiti delle risorse disponibili la Giunta Regionale è autorizzata a concedere un contributo straordinario finalizzato al finanziamento delle manifestazioni regionali promosse dal Comitato di cui all'articolo 2, per le celebrazioni, nel 2016, del sesto centenario della nascita di San Francesco di Paola.
3. Il Comune di Paola, d'intesa con il Comitato per le celebrazioni, dandone comunicazione ai competenti Assessorati regionali, presenta:
a) entro il mese al febbraio, il programma delle manifestazioni;
b) entro il mese di giugno, il rendiconto delle spese sostenute per l'attuazione del programma.
Art. 5
(Norma finanziaria)
1. Agli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge, determinati per l'esercizio 2012 in euro 50.000,00, si provvede con la disponibilità esistente all'UPB 5.2.01.02 dello stato di previsione della spesa, nell'ambito del Programma annuale previsto dall'articolo 4 della legge regionale 12 giugno 2009, n. 19 e successive modifiche e integrazioni.
2. Per gli anni successivi, si provvede con la legge di approvazione del bilancio di previsione annuale e con la legge finanziaria di accompagnamento, nei limiti consentiti dalla effettiva disponibilità di risorse autonome stanziate all'UPB 5.2.01.02 dello stato di previsione della spesa, secondo le modalità e per gli importi stabiliti nel Programma annuale di cui al precedente comma.
3. La Giunta regionale è autorizzata ad apportare le conseguenti variazioni al documento tecnico di cui all'articolo 10 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8.
Art. 6
(Pubblicazione)
1. La presente legge entra in o della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
Art. 1
Ratifica
1. Ai sensi dell'articolo 117 ottavo comma, della Costituzione è ratificato l'accordo tra la Regione Calabria e la Regione Campania per la disciplina delle modalità di organizzazione e funzionamento dell'Istituto Zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno.
2. L'accordo di cui al comma 1 è stato sottoscritto il 31 gennaio 2012 dal Presidente della Regione Calabria e dal Presidente della Regione Campania, nel testo allegato alla presente legge.
Art. 2
Ordine di esecuzione
1. Piena e intera esecuzione è data all'accordo di cui all’articolo 1 dall'entrata in vigore della presente legge regionale di ratifica.
Art. 3
Disposizioni finanziarie
1. La presente legge non comporta ulteriori oneri finanziari rispetto alle risorse finanziarie già iscritte per il corrente esercizio finanziario nella UPB 6.01.04.01 (cap. 4123104 Contributo regionale per il funzionamento dell'Istituto Zooprofilattico sperimentale per la Calabria e la Campania).
2. Ai sensi e per gli effetti dell'articolo 23, comma 2, della legge regionale 4 febbraio 2002 n. 8 (Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria) la Giunta regionale è autorizzata ad effettuare le necessarie variazioni compensative.
Art. 4
Abrogazione
1. Dalla data di acquisto della piena e intera esecuzione dell'accordo di cui all'articolo 1 è abrogata la legge regionale 23 gennaio 1979 n. 1 (Trasferimento alle Regioni Campania e Calabria delle funzioni amministrative statali relative all'Istituto Zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno con sede in Portici.).
Art. 5
Pubblicazione
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
Capo I
Disposizioni generali e norme di principio
Art. 1
(Finalità e oggetto)
1. La Regione Calabria, nell'ambito delle proprie finalità in materia di politiche sociali:
a) riconosce l'opera sociale svolta dalle associazioni di volontariato che operano con fini esclusivi di solidarietà sociale e gratuitamente, salvaguardandone altresì l'autonomia e la dignità e promuovendo il ruolo determinante di tali organizzazioni per la crescita umana, sociale culturale e civile delle comunità locali;
b) riconosce, in coerenza con le finalità espresse dalla legge 11 agosto 1991, n. 266 (legge-quadro sul volontariato), il valore sociale e la funzione del volontariato come espressione di impegno civile, sussidiarietà e pluralismo e come manifestazione del principio di solidarietà sociale di cui all'articolo 2 della Costituzione;
c) promuove e incentiva lo sviluppo del volontariato salvaguardandone l'autonomia e tutela le relative organizzazioni quale espressione della libera partecipazione dei cittadini alla vita e allo sviluppo della società;
d) promuove e valorizza iniziative di formazione nei confronti degli operatori addetti ai servizi di volontariato, al fine di fornire gli strumenti minimi di conoscenza e le metodologie più adeguate necessari allo svolgimento più efficace dell'azione solidaristica;
e) riconosce e valorizza le iniziative di solidarietà che prevedono l'azione congiunta di più associazioni, e forme di collaborazione tra queste e gli Enti locali al fine di promuovere l'attuazione sul territorio regionale di metodologie di intervento "a rete";
f) favorisce, alla luce dell'articolo 118 ultimo comma della Costituzione, nel rispetto della normativa statale e regionale vigente e degli strumenti della programmazione regionale e locale, l'apporto originale e complementare del volontariato all'intervento pubblico per il conseguimento delle finalità di carattere sociale, civile e culturale specificate all'articolo 2, riconoscendo in particolare il valore delle rappresentanze autonome delle organizzazioni di volontariato al fine di renderne effettiva ed efficace la partecipazione prevista agli articoli 12 e ss.;
g) promuove la conoscenza e l'attuazione della Carta dei valori del volontariato.
2. La presente legge disciplina, in particolare, i rapporti tra le istituzioni pubbliche e le organizzazioni di volontariato, nonché l'istituzione e la tenuta del registro regionale delle organizzazioni medesime.
Art. 2
(Attività di volontariato)
1. Ai fini della presente legge, per attività di volontariato si intende il servizio, anche occasionale, reso per fini di solidarietà, senza fini di lucro o remunerazione anche indiretta, attraverso prestazioni personali, volontarie e gratuite svolte tramite le organizzazioni liberamente costituite di cui i volontari fanno parte.
2. L'attività di cui al comma 1 è volta al perseguimento di finalità di carattere sociale, civile e culturale e si esprime particolarmente nella cura delle relazioni umane e nella promozione delle responsabilità comunitarie, attraverso la realizzazione di azioni concrete a vantaggio della persona e della comunità, orientate a:
a) contrastare le condizioni e le cause di povertà ed esclusione sociale e prevenire e alleviare le situazioni di degrado sociale, sofferenza ed emarginazione;
b) intervenire nei contesti familiari nel cui ambito vivono persone malate, disabili o non autosufficienti, specie se tali nuclei vivono in condizioni di povertà estrema e marginalità;
c) promuovere e tutelare i diritti umani, sociali e di cittadinanza;
d) prevenire e intervenire nelle situazioni di rischio di calamità naturali e antropiche secondo le modalità e con i criteri stabiliti dalle specifiche leggi in materia di protezione civile;
e) tutelare e valorizzare i beni comuni naturali, culturali e sociali, proteggendoli da ogni forma di degrado e inquinamento;
f) promuovere forme e opportunità di animazione, educazione, orientamento delle giovani generazioni e degli adulti; g) promuovere la cultura e la pratica del dialogo, della nonviolenza, della legalità, della cittadinanza responsabile e la solidarietà internazionale.
Art. 3
(Organizzazioni di volontariato)
1. È organizzazione di volontariato, ai fini della presente legge, ogni organismo liberamente costituito che si avvale in modo determinante e prevalente delle prestazioni personali, volontarie e gratuite dei propri aderenti, fa cui attività, svolta ai sensi dell'articolo 2, è finalizzata alla cura di interessi individuali di cui siano titolari in misura prevalente soggetti terzi rispetto agli associati ovvero alla cura di interessi collettivi degni di tutela da parte della comunità.
2. Le organizzazioni di volontariato assumono la forma giuridica che ritengono più adeguata al perseguimento delle proprie finalità, compatibilmente con lo scopo solidaristico.
3. Non sono organizzazioni di volontariato, ai fini della presente legge, le istituzioni pubbliche, le cooperative, i partiti politici, le organizzazioni sindacali, le associazioni dei datori di lavoro, le associazioni professionali e di categoria, le associazioni pro loco, i partenariati sociali, i circoli culturali e ricreativi, le associazioni di promozione sociale di cui alla legge 7 dicembre 2000, n. 383 (Disciplina delle associazioni di promozione sociale), nonché tutte le organizzazioni che hanno come finalità la prevalente tutela degli interessi personali dei propri iscritti ovvero di appartenenti, e loro congiunti, a specifiche categorie professionali.
4. All'interno di ogni organizzazione di volontariato sì possono distinguere le seguenti tipologie di aderenti:
a) volontari, che prestano la propria opera gratuitamente nello svolgimento delle attività istituzionali, oltre a provvedere al pagamento dell'eventuale quota annuale di adesione;
b) sostenitori che non svolgono direttamente attività di volontariato limitando il proprio apporto al pagamento di una quota di adesione e senza ricoprire incarichi direttivi. Gli operatori volontari di cui alla lettera a) devono comunque essere presenti in maniera prevalente e in numero adeguato rispetto alle finalità perseguite dall'associazione.
5. Gli aderenti non possono intrattenere alcuna forma di rapporto di lavoro, subordinato o autonomo, con l'organizzazione di riferimento.
6. Negli accordi degli aderenti, nell'atto costitutivo o nello statuto, oltre a quanto disposto dal codice civile per le diverse forme giuridiche che l'organizzazione assume, devono essere espressamente previsti l'assenza di fini di lucro, la democraticità della struttura, l'elettività e la gratuità delle cariche associative nonché la gratuità delle prestazioni fornite dagli aderenti, i criteri di ammissione e di esclusione di questi ultimi, i loro obblighi e diritti. Devono essere altresì stabiliti l'obbligo di formazione del bilancio o rendiconto, dal quale devono risultare i beni, i contributi o i lasciti ricevuti, nonché le modalità di approvazione dello stesso da parte dell'assemblea degli aderenti.
7. Le organizzazioni di volontariato possono assumere lavoratori dipendenti o avvalersi di prestazioni di lavoro autonomo esclusivamente nei limiti necessari ad assicurare il regolare e continuo espletamento delle loro attività oppure occorrenti a qualificare o specializzare le attività stesse.
8. Le organizzazioni di volontariato possono svolgere attività produttive e commerciali, purché marginali in relazione alle attività istituzionali, nel rispetto dei criteri stabiliti dal decreto interministeriale previsto dall'articolo 8, comma 4, della legge 11 agosto 1991, n. 266.
9. Le organizzazioni di volontariato devono assicurare gli aderenti di cui al comma 4, lettera a), contro gli infortuni e le malattie connessi allo svolgimento dell'attività, nonché per la responsabilità civile verso terzi, in conformità a quanto previsto dal decreto ministeriale previsto dall'articolo 4, comma 2, della legge 11 agosto 1991, n. 266, che individua i meccanismi semplificati delle polizze assicurative che le organizzazioni di volontariato sono tenute a stipulare a favore dei propri aderenti.
10. In caso di scioglimento, cessazione ovvero estinzione delle organizzazioni di volontariato, i beni che residuano dopo l'esaurimento della liquidazione sono devoluti ad altre organizzazioni di volontariato od organizzazioni no-profit, operanti in analogo settore, secondo le indicazioni contenute nello statuto o, in mancanza, secondo le disposizioni del codice civile.
Art. 4
(Reti territoriali e coordinamenti regionali di volontariato)
1. Sono riconosciute e valorizzate le aggregazioni tra singole associazioni, dirette a favorire reti territoriali cui demandare specifiche funzioni operative.
2. Sono altresì riconosciute e favorite forme di coordinamento regionale, presenti in almeno quattro province su cinque, promosse da singole associazioni, intorno ad aree tematiche comuni, con funzioni di rappresentanza e sensibilizzazione nei confronti delle istituzioni, secondo il principio di sussidiari età.
Capo II
Registro regionale e registri provinciali delle organizzazioni di volontariato
Art. 5
(Registro regionale e sezioni provinciali delle organizzazioni di volontariato)
1. La Regione Calabria provvede alla tenuta ed alla pubblicazione del registro regionale delle organizzazioni di volontariato quale aggregazione delle sezioni provinciali istituite ai sensi del successivo comma 2.
2. Presso le Province sono istituite le sezioni provinciali del registro delle organizzazioni di volontariato, ai sensi dell'articolo 131, comma 1 lettera o), della legge regionale 12 agosto 2002, n. 34.
3. Per l'iscrizione nei registri le associazioni e le reti territoriali devono:
a) avere sede legale in Calabria dove devono essere costituite ed operare da almeno sei mesi;
b) essere in possesso dei requisiti di cui all'articolo 3 e, ove pertinenti, all'articolo 4 comma 1.
4. Nel registro deve risultare l'atto costitutivo e lo statuto, ovvero l'accordo degli aderenti, l'ambito territoriale di attività, fino a tre ambiti tematici di intervento fra quelli di cui all'articolo 2 comma 2, la sede dell'organizzazione. Nel registro devono altresì essere iscritte le modifiche dello statuto o dell'accordo degli aderenti, i trasferimenti della sede, le variazioni degli ambiti tematici di intervento, le deliberazioni di scioglimento.
5. L'iscrizione nel registro è condizione necessaria per accedere ai contributi pubblici, nonché per stipulare le convenzioni di cui all'articolo 8 e per beneficiare delle agevolazioni fiscali e del trattamento tributario di cui alla legge 266/1991.
6. Il venir meno dei requisiti per l'iscrizione, l'esistenza di gravi e documentate disfunzioni riscontrate nello svolgimento delle attività, la cessazione dell'attività, nonché l'espressa richiesta dell'organizzazione interessata, comportano la cancellazione dal registro, fatto salvo quanto disposto dall'articolo 6 comma 4.
7. La cancellazione di cui al comma 6 comporta la risoluzione dei rapporti convenzionali in atto e la revoca delle erogazioni eventualmente concesse a qualsiasi titolo ai sensi della presente legge.
8. Nel procedimento di iscrizione si tiene conto della differente natura e attività delle organizzazioni di volontariato e delle reti di volontariato.
9. Le reti di volontariato territoriali di cui all'articolo 4 comma 1 sono iscritte in una apposita sezione del registro provinciale di cui all'articolo 5 comma 2.
10. Le organizzazioni di volontariato e le reti di volontariato territoriali sonò iscritte, in base alla localizzazione della loro sede legale, nelle corrispondenti sezioni provinciali del registro del volontariato istituito presso le province fatte salve le reti con ambito territoriale regionale che si iscrivono direttamente al Registro Regionale del volontariato.
11. Alla istruttoria e alla tenuta delle sezioni provinciali del registro regionale, e delle reti territoriali, provvedono le amministrazioni provinciali comunicandone l'esito alla Regione ai fini della iscrizione nel registro regionale del volontariato.
12. Alla tenuta del registro regionale del volontariato, quale aggregazione delle sezioni provinciali e delle reti territoriali, provvede il Settore Politiche Sociali della Regione Calabria.
Art. 6
(Procedure per l'iscrizione al Registro)
1. La domanda di iscrizione al registro regionale delle organizzazioni di volontariato deve essere presentata personalmente ovvero inoltrata a mezzo di raccomandata A/R, a firma del legale rappresentante dell'organizzazione, all'ufficio della competente provincia deputato alla tenuta della relativa sezione, per come determinato nell'articolo 5, corredata dalla seguente documentazione:
a) elenco dei componenti il Consiglio di Amministrazione e dei soci;
b) ordinamento interno, con l'indicazione della persona cui è conferita la presidenza o la direzione;
c) relazione delle iniziative di solidarietà realizzate e programma di quelle future, specificando le metodologie di intervento, la qualificazione dei volontari impiegati e il tipo di prestazioni fornite agli utenti;
d) elenco dei volontari impegnati nelle iniziative di solidarietà;
e) indicazione di eventuali corsi di formazione seguiti dai volontari;
f) indicazione delle strutture, dei mezzi e degli strumenti propri di cui l'organizzazione dispone;
g) documentazione attestante la stipula dei contratti assicurativi, per gli aderenti all'associazione che svolgono attività di volontariato, contro gli infortuni e le malattie connessi allo svolgimento dell'attività stessa, nonché per la responsabilità civile verso terzi, ai sensi dell'articolo 4 della legge quadro sul volontariato n. 266 dell'11 agosto 1991, e dei Decreti del Ministero dell'Industria e Commercio del 14 Febbraio 1992 e del 16 Novembre 1992;
h) dichiarazione a firma del legale rappresentante attestante il possesso dei requisiti previsti dalla legge in materia di volontariato;
i) copia del bilancio dell'ultimo 'anno o, in mancanza, rendiconto dell'ultimo periodo di attività;
j) altra documentazione ritenuta utile da parte dei competenti uffici preposti alla istruttoria.
2. L'istruttoria è condotta dal competenti uffici, che curano anche la conservazione dei documenti ricevuti, la redazione e la stesura della sezione del registro di propria competenza. Gli uffici provinciali competenti provvedono a trasmettere semestralmente la sezione del registro da essi tenuta al Settore Politiche Sociali della Regione Calabria.
3. Il registro regionale delle organizzazioni di volontariato, nella sezione regionale e nelle sue sezioni provinciali, è soggetto a revisione triennale per la verifica della permanenza dei requisiti cui è subordinata l'iscrizione.
4. Le organizzazioni di volontariato sono cancellate dal registro regionale qualora si verifichino una o più delle seguenti condizioni:
a) mancanza, alla verifica triennale, dei requisiti cui è subordinata l'iscrizione;
b) violazione di uno o più termini delle convenzioni di cui all'articolo 8 stipulate con la Regione, con le Province, i Comuni e gli altri enti pubblici.
5. Avverso il provvedimento di diniego dell'iscrizione nella sezione regionale o in una di quelle provinciali del registro regionale delle organizzazioni di volontariato e avverso i provvedimenti di cancellazione è ammesso, entro il termine di trenta giorni dalla comunicazione degli stessi, ricorso in via amministrativa al Presidente dell'ente titolare della tenuta della sezione del registro di cui trattasi. Le associazioni possono, altresì ricorrere in via giurisdizionale, nei modi e termini stabiliti dalla legge, avverso i provvedimenti di rifiuto di iscrizione e i provvedimenti di cancellazione.
Art. 7
(Vigilanza)
1. La vigilanza sulle organizzazioni di volontariato iscritte nel registro regionale è effettuata dalla Regione e dalle Province, secondo la specifica competenza, al fine di verificare la permanenza dei requisiti previsti per l'iscrizione al registro provinciale o regionale e l'effettiva operatività delle organizzazioni medesime.
2. Sulla tenuta delle sezioni provinciali del registro regionale e sulla omogeneità nell'applicazione dei criteri di iscrizione vigila la Regione attraverso il Settore Politiche Sociali, che può intervenire con pareri ed indirizzi vincolanti.
Capo III
Sostegno e valorizzazione del volontariato
Art. 8
(Convenzioni)
1. La Regione, gli enti da essa dipendenti, gli enti locali e gli enti pubblici possono stipulare convenzioni con le organizzazione di volontariato iscritte da almeno sei mesi nel registro di cui al precedente articolo 5, e che dimostrino attitudine e capacità operative, per lo svolgimento di:
a) attività e servizi assunti integralmente in proprio;
b) attività integrative o di supporto ai servizi pubblici. Le convenzioni devono favorire il più possibile lo svolgimento di attività, anche di tipo innovativo sperimentale, rispondenti ai bisogni della comunità.
2. La Regione e gli enti pubblicizzano la propria volontà di stipulare le convenzioni di cui al comma 1 secondo modalità dagli stessi definite, dandone comunque comunicazione a tutte le organizzazioni del territorio di riferimento iscritte al registro e operanti nel settore oggetto della convenzione. L'oggetto delle convenzioni risulta, di norma, da proposte e progetti innovativi di intervento avanzati dalle organizzazioni di volontariato sulla base di bisogni sociali rilevati sul territorio. Alla pubblica amministrazione è data facoltà di selezionare le proposte meglio rispondenti all'interesse generale, da favorire alla luce del principio di sussidiarietà, di cui all'articolo 118 ultimo comma della Costituzione.
3. Alle organizzazioni di volontariato è fatto divieto di partecipare alle procedure di evidenza pubblica relative a forniture, servizi e lavori, promosse dalle pubbliche amministrazioni nel territorio regionale, che non siano riservate alle organizzazioni medesime.
Art. 9
(Accesso alle strutture e ai servizi pubblici o convenzionati)
1. Le organizzazioni di volontariato svolgono le attività di cui alla presente legge presso strutture proprie o nell'ambito di strutture pubbliche e private e possono accedere alle strutture e ai servizi pubblici o convenzionati con enti pubblici, operanti negli ambiti tematici di loro interesse.
Art. 10
(Sostegno al volontariato)
1. Per sostenere il ruolo del volontariato organizzato e favorirne lo sviluppo, la Regione promuove e attua, in collaborazione con gli enti locali e con i soggetti privati interessati, iniziative di studio, ricerca, informazione e sperimentazione nel settore.
2. La Giunta regionale determina annualmente i criteri e le modalità per l'assegnazione di contributi finalizzati al sostegno del funzionamento ordinario delle organizzazioni di volontariato, specialmente delle associazioni di piccole dimensioni, compatibilmente con le risorse disponibili e nel rispetto delle competenze assegnate alle Province ai sensi dell'articolo 131, comma 1, lettera h), della legge regionale n. 34/2002.
3. La Regione Calabria, ferme restando le competenze delle province, può finanziare specifici progetti o iniziative delle organizzazioni di volontariato, nonché delle reti territoriali e dei coordinamenti regionali di cui all'articolo 4, per lo svolgimento delle proprie attività istituzionali, nel limite massimo del 30% della dotazione finanziaria annuale.
Art. 11
(Centri di servizio per il volontariato)
1. L'attività dei centri di servizio costituiti ai sensi dell'articolo 15 della legge 266/1991 è finalizzata alla promozione, alla qualificazione e allo sviluppo del volontariato secondo i principi fissati nella relativa Carta dei valori, mediante l'erogazione di servizi gratuiti alle organizzazioni di volontariato iscritte e non iscritte al registro regionale.
2. L'attività di cui al comma 1 consiste in particolare:
a) nell'approntare strumenti e iniziative per la crescita della cultura della solidarietà, la promozione di nuove iniziative di volontariato e il rafforzamento di quelle esistenti;
b) nell'offerta di consulenza e assistenza qualificata per il sostegno alla progettazione di specifiche attività;
c) nel contributo all'attuazione dei progetti promossi e realizzati dalle organizzazioni di volontariato;
d) nell'assunzione di iniziative di formazione e qualificazione dei volontari e delle organizzazioni di volontariato;
e) nel fornire informazioni, notizie, documentazioni e dati sulle attività di volontariato;
f) nell'incentivazione e nel sostegno del ruolo e dell'impegno civico delle organizzazioni di volontariato nella partecipazione alla programmazione, realizzazione e valutazione delle politiche pubbliche che interessano gli ambiti di attività del volontariato.
Lo statuto dei centri di servizio deve prevedere una composizione associativa aperta, che favorisca l'accesso ad altri partecipanti e il ricambio nella composizione degli organi direttivi.
L'assessore regionale competente in materia di volontariato o suo delegato rappresenta la Regione nel Comitato di Gestione del Fondo di cui alla legge 266/1991.
Capo IV
Partecipazione del volontariato alle politiche regionali
Art. 12
(Partecipazione del volontariato alla programmazione)
1. Le organizzazioni di volontariato partecipano, in riferimento ai propri ambiti tematici di attività ed alla generalità delle politiche per la coesione sociale e la qualità della vita, alla programmazione degli interventi promossi dalla Regione e dagli enti locali.
2. Ai fini di cui al comma 1, le organizzazioni di volontariato, attraverso gli organismi di cui al successivo articolo 13, sono informate e consultate nell'elaborazione, realizzazione e valutazione dei programmi e degli interventi regionali e locali e possono proporre al riguardo progetti ed iniziative.
Art 13
(Assemblea e Consulta regionale del volontariato)
1. L'Assemblea regionale del volontariato è strumento di partecipazione consultiva delle organizzazioni di volontariato alla programmazione e alla realizzazione degli interventi della Regione nei settori di diretto interesse delle organizzazioni stesse.
2. All'Assemblea, che si riunisce almeno ogni anno, partecipano con diritto di voto i legali rappresentanti delle organizzazioni di volontariato iscritte nel registro regionale, o loro delegati. Alle riunioni dell'Assemblea sono invitate a partecipare, senza diritto di voto, le organizzazioni di volontariato aventi sede nel territorio regionale e non iscritte nel registro di cui all'articolo 5.
3. L'Assemblea è presieduta dal presidente della Consulta di cui al comma 4 e ha il compito di:
a) formulare, autonomamente, o su richiesta della Consulta, proposte e pareri sui programmi e sugli indirizzi generali relativi alle attività di interesse e sui rapporti tra le organizzazioni di volontariato e le istituzioni pubbliche;
b) definire le problematiche di rilievo da sottoporre all'attenzione della Conferenza regionale del volontariato di cui all'articolo 14;
c) eleggere la Consulta regionale del volontariato di cui al comma 4.
4. L'Assemblea elegge nel proprio seno la Consulta regionale del volontariato, composta da dieci membri in rappresentanza delle organizzazioni iscritte nelle sezioni provinciali del registro regionale di cui all'articolo 5. La Giunta regionale, su proposta dell'assessore al ramo, nomina inoltre tre rappresentanti, in qualità di esperti, che partecipano alle attività della Consulta senza diritto di voto. Al fine di garantire la massima rappresentatività di tutte le realtà di volontariato presenti in regione la Consulta può cooptare altri componenti, fino ad un massimo di ulteriori cinque unità in aggiunta ai dieci suddetti, portatori di interessi di aree tematiche non rappresentate nella composizione della Consulta stessa. L'Assemblea determina con apposito disciplinare le modalità di funzionamento della stessa, nonché della Consulta.
5. La Consulta dura in carica tre anni ed elegge nel suo seno il presidente e il vicepresidente ed ha il compito di:
a) esprimere parere alla Giunta regionale, se richiesto, in merito alle proposte di legge e gli atti di indirizzo nelle materie di interesse delle organizzazioni di volontariato;
b) formulare osservazioni e proposte su ogni altro atto regionale che interessa le attività del volontariato;
c) formulare all'Assemblea indicazioni e proposte di discussione e approfondimento su tematiche particolari;
d) affidare e sovrintendere la predisposizione del rapporto triennale sul volontariato calabrese, da presentare in occasione della Conferenza regionale di cui all'articolo 14;
e) designare i rappresentanti delle organizzazioni di volontariato in seno al Comitato di Gestione del Fondo speciale di cui all'articolo 15 della legge n. 266/1991.
6. Il parere di cui al comma 5, lettera a), è reso entro il termine fissato nella richiesta.
7. La Consulta di cui al comma 4 fornisce informazioni all'Assemblea ed alle organizzazioni di volontariato in merito alle iniziative intraprese e invia periodicamente alla Giunta regionale una relazione sull'attività svolta.
8. La partecipazione ai lavori dell'Assemblea e della Consulta è a titolo gratuito.
9. In caso di mancato funzionamento o palese prolungata inattività della Consulta, l'assessore regionale competente può richiedere al presidente della stessa una convocazione urgente al fine di proporre all'Assemblea la nomina di una nuova Consulta. In caso di mancata convocazione entro 60 giorni provvede l'assessore regionale al ramo.
Art. 14
(Conferenza regionale del volontariato)
1. L'assessore regionale alle Politiche Sociali convoca ogni due anni la Conferenza regionale del volontariato, al fine di esaminare le problematiche individuate dall'Assemblea regionale di cui all'articolo 13 in relazione alle attività e ai bisogni delle organizzazioni di volontariato.
2. Alla Conferenza partecipano in particolare le organizzazioni di volontariato presenti nel territorio regionale, anche note iscritte al registro di cui all'articolo 5, il Comitato di Gestione del Fondo di cui all'articolo 15 della legge 266/1991, i centri di servizio per il volontariato e tutti i soggetti istituzionali, gruppi e gli operatori interessati.
Capo V
Disposizioni finanziarie e transitorie
Art. 15
(Disposizioni finanziarie)
1. È istituito il Fondo regionale per il volontariato per l'attuazione degli interventi previsti dalla presente legge. Ai relativi oneri determinati in euro 200.000,00, si provvede, per l'esercizio in corso, con le risorse disponibili all'UPB 6.2.01.02, capitolo 4331103, dello stato di previsione della spesa del bilancio, inerente a "Fondo regionale per le politiche sociali" il cui stanziamento viene ridotto del medesimo importo.
2. La disponibilità finanziaria di euro 200.000,00, di cui al precedente comma, è utilizzata nell'esercizio in corso ponendo la competenza della spesa a carico dell'UPB 6.2.01.07 dello stato di previsione della spesa del bilancio corrente. La Giunta regionale è autorizzata ad apportare le conseguenti variazioni al documento tecnico di cui all'articolo 10 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8.
3. Per gli anni successivi, agli oneri quantificati a regime in euro 200.000,00, si provvede, nei limiti consentiti dalla effettiva disponibilità di risorse autonome, con la legge di approvazione del bilancio di previsione annuale e con la legge finanziaria di accompagnamento.
Art. 16
(Norme transitorie e finali)
1. Le organizzazioni di volontariato iscritte nel registro previsto dall'articolo 4 della legge regionale 19 aprile 1995, n. 18 (Norme per il riconoscimento e per la promozione delle organizzazioni di volontariato) come modificato dalla legge regionale 17 maggio 1996, n. 10, sono iscritte d'ufficio nel registro di cui all'articolo 5 della presente legge.
2. Le convenzioni in corso con le organizzazioni di volontariato conservano efficacia fino alla scadenza prevista. Le convenzioni stipulate dopo l'entrata in vigore della presente legge e prima dell'adozione dei relativi atti attuativi si conformano alle norme previgenti.
3. Fino alla data di adozione delle disposizioni attuative di cui alla presente legge, continuano ad applicarsi le norme previgenti e le corrispondenti disposizioni adottate ai sensi delle norme abrogate.
4. In sede di prima applicazione, l'Assemblea di cui all'articolo 13 è convocata dall'assessore regionale alle Politiche Sociali entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge. Nell'avviso di convocazione saranno comunicate le modalità di svolgimento della stessa.
Art. 17
(Abrogazioni)
1. Sono abrogate le leggi regionali 19 aprile 1995, n. 18 (Norme per il riconoscimento e per la promozione delle organizzazioni di volontariato), e 17 maggio 1996, n. 10 (Adeguamento legge regionale 19 aprile 1995, n. 18 alla legge quadro nazionale n. 266 dell'11 agosto 1991 sul volontariato).
Art. 18
(Pubblicazione)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
Il Consiglio regionale
premesso che
l'art.5 della legge n. 10 del 9 gennaio 1991, concernente "Norme per l'attuazione del Piano Energetico Nazionale in materia di uso razionale dell'energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia", ha sancito l'obbligo per le Regioni di predisporre i Piani Energetici Ambientali Regionali (c.d. P.EA.R.);
la Regione Calabria ha adottato il P.E.A.R. Calabria con deliberazione del Consiglio Regionale n. 315 del 4 marzo 2005;
in particolare, nel P.E.A.R. della Calabria sono previsti tra gli obiettivi principali, lo sviluppo e la promozione delle fonti rinnovabili e del risparmio energetico, nonché la riduzione dell'emissione di sostanze inquinanti;
il Piano, oltre a consentire agli imprenditori locali di investire nel settore della produzione dell'energia elettrica, stante la liberalizzazione della produzione medesima, prescrive inoltre:
il divieto assoluto, su tutto il territorio regionale, dell'utilizzo del carbone per alimentare centrali per la produzione di energia elettrica;
l'obbligo dell'interramento dei cavi elettrici per le tratte sovrastanti le aree antropizzate;
l'obbligo, a carico delle società produttrici, di fatturare in Calabria l'energia elettrica destinata ad altre parti del paese oltre che la limitazione del numero di centrali;
rilevato che
il P.E.A.R. prevede autorizzazioni esclusivamente per impianti alimentati attraverso il solare termico, fotovoltaico, eolico, idrogeno, biomasse e biogas, diventando obbligatorio l'adeguamento per le centrali termoelettriche già in funzione, per le quali è prevista, in caso contrario, la chiusura;
il P.E.A.R. prevede, inoltre, la possibilità di realizzare una serie di bandi per incentivare la produzione di energia rinnovabile, finanziabili anche attraverso l'utilizzo dei fondi comunitari;
dato atto che
nelle more dell'approvazione del P.E.A.R. Calabria, la Legge Costituzionale n. 3 del 18 ottobre 2001 ha ridefinito le competenze legislative, regolamentari ed amministrative dello Stato, delle Regioni e degli enti locali, prevedendo, in particolare, che la produzione, il trasporto e la distribuzione nazionale dell'energia sono divenute materia di legislazione concorrente;
successivamente, sono stati approvati altri due provvedimenti legislativi, in particolare la legge n°55/02 e la legge n° 239/04, le quali hanno disposto che spetta allo Stato l'individuazione delle infrastrutture e degli insediamenti strategici, ai sensi della legge 21 dicembre 2001, n. 443, e del decreto legislativo 20 agosto 2002, n. 190, al fine di garantire la sicurezza strategica, ivi inclusa quella degli approvvigionamenti energetici e del relativo utilizzo, il contenimento dei costi dell'approvvigionamento energetico del Paese, lo sviluppo delle tecnologie innovative per la generazione di energia elettrica e l'adeguamento della strategia nazionale a quella comunitaria per le infrastrutture energetiche, la definizione dei criteri generali per le nuove concessioni di distribuzione dell'energia elettrica e per l'autorizzazione alla costruzione e all'esercizio degli impianti di generazione di energia elettrica di potenza termica superiore ai 300 MW, sentita la Conferenza unificata e tenuto conto delle linee generali dei piani energetici regionali;
gli stessi articolati normativi hanno previsto che in caso di mancata definizione dell'intesa con la regione o le regioni interessate nel termine prescritto per il rilascio dell'autorizzazione di nuovi impianti (120 giorni), lo Stato esercita il potere sostitutivo ai sensi dell'articolo 120 della Costituzione, nel rispetto dei principi di sussidiarietà e leale collaborazione e autorizza le opere in questione, con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro delle attività produttive previo concerto con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio;
considerato che
la Regione Calabria, anche alla luce di queste normative, ha stabilito con deliberazione di Giunta Regionale n. 98 del 9.02.2005 di non fornire ulteriore intesa, in sede di conferenza di servizi indette dal Ministero dello Sviluppo Economico e dell'Ambiente, per la realizzazione di centrali termoelettriche sul territorio regionale, ritenendosi sufficiente il numero delle cinque autorizzazioni già rilasciate dai citati ministeri quale partecipazione della Calabria al sistema energetico nazionale;
nonostante l'indirizzo manifestato dalla Giunta regionale con la citata D.G.R. n. 98/95, la società S.E.I. S.p.A. ha presentato in data 4 luglio 2008 al Ministero per lo sviluppo economico la richiesta di autorizzazione unica relativa ad un progetto per la realizzazione di una centrale termoelettrica a carbone presso l'area industrializzata ex-Liquichimica di Saline Ioniche nel comune di Montebello Ionico (Reggio Calabria);
con deliberazione n. 686 del 6 ottobre 2008, la Giunta Regionale ha stabilito di non accordare l'intesa prevista dalle citate leggi nazionali n. 52/2002 e n. 234/04 al procedimento amministrativo avviato a seguito di detta richiesta, ritenendola in contrasto con le politiche energetiche regionali tracciate dal P.E.A.R. che hanno appunto privilegiato le così dette fonti rinnovabili;
rilevato ancora che
la Giunta Regionale con la delibera n. 358 del 18.06.2009, ha approvato le linee di indirizzo per l'aggiornamento del P.E.A.R, confermando l'impostazione complessiva data al Piano nel 2005;
il Consiglio Regionale della Calabria ha in più occasioni manifestato la propria contrarietà al progetto della centrale termoelettrica a carbone di Saline foniche, in particolare con le mozioni n. 5 del 23/07/10, n. 17 del 15/11/10, con l'o.d.g. n. 22/11 approvato all'unanimità in data 1/08/2011 e con l'o.d.g. n. 43/12 approvato all'unanimità in data 30/01/20212;
il 15 giugno 2012, il Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, ha decretato la compatibilità ambientale e l'autorizzazione al successivo esercizio relativamente al progetto proposto dalla Società S.E.I. (Saline Energie Ioniche) S.p.A per la costruzione della centrale termoelettrica a carbone, autorizzazione che, tuttavia, è stata rilasciata subordinandola a ben 59 ferree prescrizioni a cui la società dovrà adeguarsi nella realizzazione della centrale;
tutto quanto premesso e considerato
impegna
Il Presidente, On. Giuseppe Scopelliti, e la Giunta regionale:
a verificare, l'opportunità della predisposizione di un progetto di sviluppo ancorato alla vocazione dei territori "de quo", che, attraverso l'utilizzo dei fondi del FAS, della nuova Programmazione 2014/2020, possa garantire la più ampia partecipazione e condivisione di un progetto di sviluppo e di rilancio dell'intero comprensorio;
di accertare, tenuto conto delle prescrizioni imposte dal Governo alla Società S.E.I. per la realizzazione della centrale di Saline, l’impugnativa dinanzi alle competenti autorità giurisdizionali della autorizzazione rilasciata con decreto governativo;
a verificare la procedibilità di quanto evidenziato al precedente punto 1) attraverso la più ampia concertazione con i Sindaci dei territori direttamente interessati, con le Organizzazioni Sindacali regionali, le Istituzioni locali e le Associazioni maggiormente rappresentative, da realizzarsi attraverso le audizioni di tali soggetti nell'ambito delle competenti Commissioni consiliari.