IX^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
___________
36.
SEDUTA DI GIOVEDI’ 10 MAGGIO 2012
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FRANCESCO
TALARICO
La seduta è aperta.
Si dia lettura del verbale della seduta precedente.
Legge il verbale
della seduta precedente.
(E’ approvato)
Legge le comunicazioni.
(Sono riportate in allegato)
Legge le
interrogazioni pervenute alla Presidenza.
(Sono riportate
in allegato)
Si passa al primo punto all’ordine del giorno
che recita: “Interrogazioni a risposta immediata”.
La prima interrogazione a risposta immediata è la numero 226 del 14 marzo 2012 a firma del consigliere De Masi “In merito alla richiesta di utilizzo della somma derivante dalle economie realizzate sugli interventi già ultimati da parte dell’A.T.E.R.P. di Crotone” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
nel corso della seduta del Co.Re.Co.Co.,
tenutasi in data giovedì 13 ottobre 2011 presso la Sala Commissioni, sono stati
sentiti i funzionari dell’A.T.E.R.P. di Crotone;
in tale occasione i suddetti responsabili hanno
illustrato, rispettivamente, la situazione patrimoniale e la situazione
economica dell’Ente facendo emergere, in particolare:
criticità
in ordine alla condizione generale degli immobili;
ritardi
nella riscossione dei canoni e nella preparazione delle graduatorie degli
assegnatari;
quest’ultima circostanza, tra l’altro, ha
incrementato il fenomeno dell’occupazione abusiva degli alloggi;
malgrado le difficoltà economiche l’Ente ha
individuato dei residui derivanti da economie realizzate su interventi già ultimati;
tali economie ammontano ad €.6.685.738,93 e sono
giacenti presso la Cassa Depositi e Prestiti;
l’Azienda ha ripetutamente presentato richiesta alla
Regione Calabria per essere autorizzata ad utilizzare legittimamente la
sullodata somma;
nel corso dell’audizione de qua i
citati funzionari hanno fatto presente che la somma di cui sopra è vincolata e,
pertanto, destinata all’edilizia residenziale pubblica;
gran parte del patrimonio dell’Azienda
è costituito da edifici realizzati in epoca antecedente all’entrata in vigore
della normativa in materia di tutela dell’handicap e
di abbattimento delle barriere architettoniche;
tra gli assegnatari degli alloggi
sono presenti sia portatori di handicap che persone
anziane con ridotte capacità deambulatorie;
appare
necessario adeguare gli edifici alle prescrizioni vigenti in materia, anche in
virtù di numerose istanze pervenute presso gli uffici dell’Azienda;
in
particolare è stata fatta esplicita richiesta di effettuare lavori di
manutenzione straordinaria e/o installazione di ascensori in edifici, così come
individuati dai tecnici preposti;
la
somma di €.6.685.738,93 derivante dalle economie realizzate e giacente presso
la Cassa Depositi e Prestiti sarebbe sufficiente ad affrontare i lavori di cui
sopra;
tale
somma è vincolata e, pertanto, destinata all’edilizia residenziale pubblica;
non appare giustificato il
ritardo da parte della Regione Calabria nel rilascio dell’autorizzazione
necessaria all’A.T.E.R.P. di Crotone per l’utilizzo
dell’importo di cui sopra, atteso che si tratta di fondi con finalità vincolata
e destinati all’edilizia residenziale pubblica -:
quali sono le ragioni giuridiche
e sociali per cui la Regione non ha ancora provveduto ad assecondare le
richieste dell’ATERP di Crotone per essere autorizzata ad utilizzare
legittimamente la somma de qua,
peraltro vincolata, e, pertanto, destinata all’edilizia residenziale pubblica;
se la Regione intenda adottare
ogni iniziativa volta ad autorizzare l’utilizzo, per le finalità individuate
dall’A.T.E.R.P. di Crotone, della somma di €. 6.685.738,93,
destinata esclusivamente a finanziamenti per interventi manutentivi su edifici
di all’edilizia residenziale pubblica e giacente presso la Cassa Depositi e
Prestiti”.
L’onorevole De Masi
ha facoltà di illustrare l’interrogazione.
Chiedo ai consiglieri
di fare un attimo di silenzio altrimenti non si riesce a sentire bene.
Signor Presidente,
nel corso di una seduta del Comitato regionale di controllo contabile ,
tenutasi in data 13 ottobre scorso e nella quale sono stati auditi
i funzionari dell’Aterp di Crotone, è emersa
una serie di criticità ma anche una circostanza particolare nel senso che
rispetto ad interventi già ultimati sarebbero state ottenute economie che
ammontano a poco meno di 7 milioni di euro e che sono giacenti presso la Cassa
depositi e prestiti.
Pare che l’Azienda abbia ripetutamente
presentato richiesta alla Regione Calabria per essere autorizzata alla
utilizzazione di questa somma e nel corso di queste audizioni i funzionari
hanno fatto presente che la somma di cui sopra è vincolata, pertanto non può
essere utilizzata nel settore dell’edilizia residenziale pubblica.
Si tratta di una somma considerevole che,
considerate le necessità strutturali che presentano le abitazioni di cui ci
occupiamo e soprattutto in considerazione della situazione economico-sociale di
quella realtà abbastanza depressa, credo sarebbe opportuno ed utile al più
presto – se quanto dichiarato dai funzionari dell’Aterp
corrisponde al vero – mettere a disposizione di quello che è l’organismo in
modo da dar ristoro in parte all’economia ma, soprattutto, alle esigenze
abitative.
Sappiamo che si tratta di strutture
residenziali di cui beneficiano le categorie sociali meno abbienti. Grazie.
Grazie all’onorevole De Masi. La parola all’assessore
Gentile.
I fondi rimasti per l’Aterp
di Crotone sono rimasti anche per altre Aterp della Calabria. Si tratta di fondi che stiamo
regolarizzando con la Cassa depositi e prestiti perché siano riutilizzati,
sempre, nei programmi di edilizia residenziale pubblica. Non riguardano solo Crotone
ma riguardano anche Cosenza, Reggio Calabria e tutte le Aterp.
Nell’ambito di questo programma di recupero stiamo
pensando di realizzare una nuova programmazione che riguarderà tutte le Aterp della Calabria; per cui i soldi non si perdono ed i
finanziamenti sono sempre utilizzati in quel settore. Naturalmente stiamo
perfezionando solo i nuovi programmi dei quali daremo notizia anche alla Commissione
consiliare.
Prego, onorevole De Masi, ha facoltà di rispondere.
Ringrazio l’assessore. Le
sue sono dichiarazioni che mi rassicurano parzialmente, nel senso che non c’è
spiegazione al ritardo col quale si procede a questa erogazione, soprattutto
non ho sentito nelle sue parole rassicurazioni circa i tempi necessari ad
effettuare questa sorta di rimodulazione di cui lei ha parlato.
Non mi risultava che fosse
necessario procedere a questo adempimento. Ne prendo atto e, naturalmente, per quanto può valere, oserei fare
una raccomandazione molto stringente affinché si provveda al più presto. Grazie.
Si passa alla seconda interrogazione a risposta immediata: la numero 227 del 15 marzo 2012 a firma del consigliere Nucera “In ordine alla mancata attuazione dell’articolo 22, comma 5 della legge regionale 7 agosto 1999, n. 23 (Norme per il trasporto pubblico locale)” di cui do lettura. “ Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
con legge regionale n. 23 del 7 agosto
1999 (Norme per il trasporto pubblico locale), all’art. 22 (Agevolazioni tariffarie)
è stata
prevista una serie di agevolazioni tariffarie per
alcune categorie di soggetti che usufruiscono del trasporto pubblico locale e,
in particolar modo, al comma 5 è stato riconosciuto il diritto di libera
circolazione a favore di tutti gli appartenenti alla Polizia di Stato, all’Arma
dei Carabinieri, al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, al Corpo Forestale
dello Stato, al Corpo della Guardia di Finanza, agli Agenti di Polizia
Penitenziaria, purché in possesso della tessera di riconoscimento rilasciata
dalla rispettiva amministrazione di appartenenza, nonché a favore dei titolari
di tessere di servizio rilasciate dalla direzione generale della M.C.T. del Ministero dei Trasporti e della Navigazione;
nonostante le dette previsioni legislative,
molti appartenenti alle forze dell’ordine si sono visti multare su mezzi delle
Ferrovie dello Stato e degli altri vettori del trasporto pubblico locale che
collegano le varie province calabresi, in quanto sprovvisti di idoneo titolo di
viaggio;
nonostante il disposto dell’art. 22, comma
5, della predetta legge regionale, il diritto alla libera circolazione sui
mezzi del trasporto pubblico locale a favore degli appartenenti alle forze dell’ordine
non trova, ad oggi, applicazione, stante la mancanza di accordi tra la Regione
Calabria, le Ferrovie dello Stato e le altre imprese che gestiscono il
trasporto pubblico locale;
il diritto di libera circolazione a favore
di tutti gli appartenenti alle forze dell’ordine costituisce un mezzo per
migliorare qualitativamente il servizio di trasporto pubblico in quanto capace
di rafforzare la tutela della sicurezza del personale e dei viaggiatori e
rappresenta un efficace deterrente alla commissione di reati sia in danno a
persone che in danno a cose -:
se e quando intende predisporre un
apposito protocollo di intesa tra la Regione Calabria, le Ferrovie dello Stato
e le altre imprese che gestiscono il trasporto pubblico locale, al fine di
rendere effettivo il diritto alla libera circolazione sui mezzi del trasporto
pubblico locale a favore degli appartenenti alle forze dell’ordine,
riconosciuto dall’art. 22, comma 5, della legge regionale n. 23 del 7 agosto
1999 (Norme per il trasporto pubblico locale)”.
Prego, onorevole
Nucera, ha facoltà di intervenire.
Brevemente, Presidente. La legge regionale numero 23 del 7 agosto 1999 “Norme per il trasporto pubblico locale” all’articolo 22, agevolazioni tariffarie, disciplina in materia di trasporto pubblico locale una serie di agevolazioni tariffarie a favore degli appartenenti delle forze di Polizia, all’Arma dei Carabinieri, al Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, al Corpo forestale dello Stato, alla Guardia di Finanza e agli agenti di Polizia penitenziaria purché in possesso della tessera di riconoscimento rilasciata dalle rispettive amministrazioni di appartenenza, nonché a favore dei titolari di tessere di servizio rilasciata dalla direzione generale della MCT del Ministero dei trasporti e della navigazione.
Purtroppo, nonostante le dette previsioni legislative molti
appartenenti alle forze dell’ordine si sono visti multare su mezzi di Ferrovie
dello Stato e di altri vettori di trasporto pubblico
locale che collegano le varie province calabresi in quanto sprovvisti di
idoneo titolo di viaggio.
Con la presente interrogazione desidero sapere se
l’amministrazione regionale della Calabria intende stipulare un apposito
protocollo di intesa tra la Regione Calabria e le Ferrovie dello Stato e le
altre imprese che gestiscono il trasporto pubblico locale al fine di rendere
effettivo il diritto alla libera circolazione sui mezzi del trasporto pubblico
a favore degli appartenenti delle forze dell’ordine, riconosciuto dall’articolo
22, comma 5 della legge regionale numero 23 del 7 agosto 1999. Nonché anche i
tempi di attuazione. Grazie.
Per la risposta, la parola all’assessore Fedele.
Grazie, Presidente.
Con riferimento alla interrogazione in oggetto deve preliminarmente rilevarsi che le
disposizioni normative cui la stessa si riferisce non sembrano, purtroppo,
sufficientemente chiare e, comunque, si sono prestate a differenti
interpretazioni.
Infatti, il comma 5 della legge regionale numero 23 che citava, tra l’altro, l’onorevole Nucera, recita in questo modo “E’ riconosciuto il diritto di libera circolazione a favore di tutti gli appartenenti alla Polizia di Stato e all’Arma dei Carabinieri, al Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, al Corpo forestale dello Stato, alla Guardia di Finanza e agli agenti di Polizia penitenziaria purché nell’uniforme prevista dall’ordine di servizio e solo se in servizio di pubblica sicurezza, nonché a favore dei titolari di tessere di servizio rilasciata dalla direzione generale della MCT del Ministero dei trasporti e della navigazione. Restano ferme le eventuali agevolazioni di viaggio per i dipendenti delle aziende di trasporto ove ciò sia previsto dalle specifiche norme del Contratto collettivo di lavoro”.
L’articolo 56 della stessa legge, invece, dice che
all’articolo 22, comma 5, della legge
regionale numero 23 così come modificato dall’articolo 10, lettera c),
della legge regionale 29 dicembre 2004, numero
36 le parole “nell’uniforme prevista dall’ordine di servizio e solo se in
servizio di pubblica sicurezza” sono sostituite dalle parole “in possesso della
tessera di riconoscimento rilasciata dalla rispettiva
amministrazione
di appartenenza. L’attuazione delle disposizioni di cui al precedente comma è
valida per un arco temporale di tre mesi a partire dal 1 settembre 2009 al fine
di valutare l’incidenza dei maggiori oneri a carico del bilancio regionale”.
L’interpretazione fino ad oggi sostenuta dagli uffici
regionali e da molti uffici delle forze dell’ordine e fino a poco tempo fa
uniformemente adottata dai gestori del trasporto pubblico locale su gomma è che
la disposizione di cui al sopra articolo 56, ovvero la sostituzione delle
parole del testo col quale si ripristina la validità del testo di legge
previgente, è valida per un periodo temporale di soltanto tre mesi.
Secondo questa interpretazione a decorrere dal 1
dicembre 2009 deve intendersi vigente il testo coordinato sopra riportato senza
le modifiche introdotte dalla legge numero 19. Pertanto, hanno diritto i
soggetti nell’uniforme prevista dall’ordine di servizio e solo se in servizio
di pubblica sicurezza.
Ciò premesso, deve rilevarsi che la mancata attuazione
della sopra citata normativa regionale, che per quanto risulta a questo ufficio
si verifica per alcuni gestori di trasporto pubblico locale su gomma e per la
totalità dei servizi ferroviari regionali gestiti da Trenitalia, si inquadra in un più ampio contesto nel quale le aziende
che gestiscono i servizi di trasporto pubblico locale lamentano la mancata
corresponsione delle compensazioni previste dalla normativa vigente per le
agevolazioni tariffarie.
Nello specifico, quindi, il
contratto di servizio del trasporto pubblico su gomma, per la sottoscrizione
del quale le aziende sono state di recente invitate, prevede che nel
corrispettivo sopra citato sono comprese le compensazioni economiche derivanti
da ogni eventuale altro obbligo di servizio previsto dalle norme di contratto.
Fanno eccezione gli obblighi
di cui all’articolo 22 della legge regionale numero 23 e della legge regionale
numero 14 per le quali si applicano le disposizioni di legge al fine di
determinare la compensazione dovuta per tali obblighi nei limiti del minor
ricavo e del maggior costo sostenuto si adottano sistemi di tipo forfettario.
Il contratto di Trenitalia,
invece, non ha alcuna previsione specifica.
Pertanto, la soluzione della problematica
generale delle agevolazioni tariffarie - e in questo rientrano anche alcune
categorie di invalidi e anche gli ultra settantenni di cui stiamo discutendo e
affrontando il problema - non è attuabile attraverso semplici protocolli di
intesa non onerosi, ma richiede la sufficiente copertura finanziaria delle
stesse norme che prevedono le agevolazioni e che fino ad oggi, purtroppo, non è
garantita.
La parola all’onorevole Nucera.
Presidente, mi
considero parzialmente soddisfatto o anzi dovrei dire poco soddisfatto alla fine,
non solo per una adesione alla maggioranza, ma anche per una comprensibile
necessità in momenti di vacche magre di dover razionalizzare ulteriormente la
spesa.
Tuttavia, mi auguro che gli sforzi del dipartimento
trasporti per quantificare una proiezione della spesa complessiva o di quello
che può essere il peso economico da fare incidere siano utili, anche perché la
risposta dell’assessore Fedele se l’è letta solo lui in quanto difficilmente
l’audio ci ha aiutati a capire tutti i passaggi.
Dico, quindi, che siccome questo è, mi auguro che,
poiché torneremo sull’argomento in maniera decisa, il dipartimento si decida a
darci una proiezione più completa nel corso di quest’anno 2012 o del bilancio
2013 proprio perché altre Regioni d’Italia, molto più popolose e che registrano
la presenza di queste categorie sociali nei loro territori, hanno già superato
questo ostacolo dando di fatto un aiuto e un contributo ai tanti appartenenti
alle forze dell’ordine.
Anche questo è, come si usa dire, un metodo per
incentivare ed invogliare queste particolari categorie del sistema dello Stato
democratico la loro azione con un sostegno che, sicuramente, non è da poco nel
quadro generale dei movimenti che effettuano nei nostri territori. Grazie.
Si passa all’interrogazione
a risposta immediata numero 229 del 19 marzo 2012 a firma del consigliere
Nucera “In ordine al finanziamento degli interventi di solidarietà a sostegno
dei familiari di lavoratrici e lavoratori deceduti o gravemente invalidi a
causa di incidenti sui luoghi di lavoro previsti dalla legge regionale 26
febbraio 2010, n. 11 (Interventi regionali di solidarietà a favore dei
familiari di lavoratrici e lavoratori deceduti o gravemente invalidi a causa di
incidenti sui luoghi di lavoro)” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore
al lavoro, alla formazione professionale, alla famiglia e alle politiche
sociali. Per sapere – premesso che:
il fenomeno degli incidenti sui luoghi di lavoro costituisce un problema
sociale, che incide sulla vita oltre che del lavoratore, anche su quella della
sua famiglia, che si trova improvvisamente, oltre che in presenza di una
carenza affettiva, anche nell’assenza di una fonte di reddito;
rilevando la necessità di un sostegno ai familiari di soggetti vittime di
infortuni sul lavoro, la Regione Calabria, il 26 febbraio 2010, su mia
proposta, ha varato la Legge regionale (n. 11/2010) di solidarietà a favore dei
familiari di lavoratrici e lavoratori deceduti o gravemente invalidi a causa di
incidenti sui luoghi di lavoro, come strumento di promozione di un sistema
sociale di solidarietà;
i lavoratori vittime di incidenti sul lavoro e le loro famiglie non
possono essere abbandonati al loro tragico destino, ma devono essere
concretamente supportati attraverso adeguati interventi di sostegno e
solidarietà;
a tutt’oggi, non è stato predisposto dalla Giunta regionale il
Regolamento di attuazione, previsto dall’art. 6 della Legge regionale 26
febbraio 2010, n. 11 e in tal modo è stato vanificato l’operato legislativo -:
se ritengono opportuno e necessario finanziare, per tutti gli istituti
ivi previsti, la legge regionale del 26 febbraio 2010, n. 11 (Interventi
regionali di solidarietà a favore dei familiari di lavoratrici e lavoratori
deceduti o gravemente invalidi a causa di incidenti sui luoghi di lavoro);
se ritengono opportuno predisporre il Regolamento di attuazione, previsto
dall’art. 6 della suddetta legge regionale 26 febbraio 2010, n. 11.”
Prego, onorevole Nucera, ha facoltà di
parlare.
Assessore, la materia del
contendere mi pare sia già superata nei fatti. Tuttavia, voglio riproporre l’interrogazione
non tanto sul dato complessivo visto che l’amministrazione regionale ha
provveduto a emanare il sospirato regolamento, devo dire ora, a distanza di tre
anni per il sostegno a questi lavoratori, ma per chiederle, ulteriormente,
l’aumento dei fondi previsti in bilancio.
Se lei ci vuol rispondere su questa novità, perché il
regolamento è stato varato con delibera di Giunta del 2 aprile 2012 ed è stato
anche pubblicato sul Burc della Regione Calabria.
Parliamo della legge numero 11 del 26 febbraio 2010, approvata nella
legislatura del Presidente Loiero. Prevede una serie di interventi a favore dei
familiari e dei lavoratori e delle lavoratrici decedute o gravemente invalide a
causa di incidenti sui luoghi di lavoro.
Dobbiamo dar atto all’assessore
Stillitani e al Presidente Scopelliti
dell’approvazione del regolamento. Ciò che ci auguriamo – dico maledettamente
ci auguriamo – è che ci siano fondi sufficienti per far fronte ai tanti bisogni
che, purtroppo, il lavoro in Calabria determina a causa di incidenti che si
verificano sui posti di lavoro.
Prego, assessore Stillitani.
Come giustamente diceva l’onorevole Nucera, il regolamento
è stato approvato dalla Giunta e attualmente i soggetti interessati possono far
domanda per accedere a questo contributo.
Ricordo che è stata anche sanata tutta la fase
preesistente perché i soggetti che possono far domanda sono quelli che sono
stati interessati da incidenti sul lavoro a partire dal 2008.
In questa prima fase è in corso la pubblicazione, i
soggetti possono anche domani far domanda ed hanno 60 giorni di tempo per
poterla fare. Si tratta di tutti i soggetti che sono stati vittime di incidenti
fino al 31 dicembre 2011. Quindi dal 1° gennaio 2008 al 31 dicembre 2011.
Successivamente, il regolamento prevede che le domande
debbano farsi entro il mese di marzo di ogni anno.
Qui c’è un problema - come giustamente evidenziava l’onorevole
Nucera - e riguarda la scarsezza dei fondi a disposizione.
Noi abbiamo approvato una legge dotandola di una dotazione
finanziaria estremamente limitata tanto da poter dare risposta a meno di 10
domande. Da una analisi conoscitiva che come dipartimento abbiamo fatto nelle
more risulta che i soggetti interessati potrebbero essere addirittura più di
cento.
In questo caso c’è da scegliere: o incrementare con
l’eventuale assestamento le risorse e la dotazione finanziaria della legge
oppure attuare una graduatoria che vedrebbe esclusi la buona parte di soggetti
che hanno diritto.
Nel momento in cui scadono i termini per la
presentazione delle domande andremo a quantificare esattamente l’importo
necessario per dar risposta – come giustamente ritengo si debba fare – a tutti
i soggetti interessati e, poi, sarà cura prima della Giunta e poi eventualmente
del Consiglio dotare la legge della giusta attribuzione finanziaria.
Prego, onorevole Nucera.
Presidente, mi
considero soddisfatto dalla risposta giacché conosco la sensibilità dell’assessore Stillitani e
l’attenzione, soprattutto, che riversa verso queste categorie deboli della nostra
società.
Nessuno può sognare la luna
chiaramente, tuttavia ritengo che un incremento autorevole del fondo previsto
per il 2013 darà la possibilità di offrire ristoro a tante famiglie e a tanti
figli bisognosi di un intervento dopo le disgrazie da cui sono afflitti
all’interno della famiglia.
Per cui l’interrogazione era
stata presentata prima del mese di aprile e per questo motivo oggi cade di
attualità perché il Governo ha dimostrato la
sensibilità richiesta anche sulle pressioni che sono state effettuate. Come
tale saluto positivamente anche la risposta dell’assessore.
Si passa all’interrogazione a risposta immediata numero
230 del 20 marzo 2012 a firma del consigliere Giordano “Sulla grave crisi
economica della società consortile Acquereggine e
sulla salvaguardia dei livelli occupazionali” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore
all’ambiente. Per sapere – premesso che:
Acquereggine è una società consortile per azioni, avente come
scopo la fornitura ai comuni dell’Ambito territoriale ottimale n. 5 di Reggio
Calabria di servizi inerenti prevalentemente la depurazione e le fognature: la
società sta attraversando un periodo critico tanto da paventare la cessazione
di ogni attività a causa dei numerosi ritardi nei pagamenti per le quote del
servizio di depurazione da parte dei comuni fruitori;
non hanno sortito alcun effetto i diversi incontri richiesti dalle
organizzazioni sindacali di categoria e anche gli impegni assunti da parte
degli enti locali dinanzi al Prefetto di Reggio Calabria in data 2 febbraio
2012 sono stati in gran parte disattesi;
conseguentemente, Acquereggine ha iniziato la
riconsegna degli impianti di depurazione ai rispettivi comuni
provvedendo alla messa in mobilità di circa 80 dipendenti;
la legge regionale 3 ottobre 1997 n. 10 all’art. 2 individua fra i
compiti della Regione anche quello dell’organizzazione territoriale del
servizio e all’art. 39 la modifica delle delimitazioni degli ambiti territoriali
che risultassero necessarie per ottimizzare la loro gestione;
la legge regionale della Calabria 29 dicembre 2010, n.34 (Collegato alla
finanziaria regionale) ha statuito all’art.47 che le funzioni di Autorità d’Ambito
di cui all’articolo 148 del D.lgs.152/2006, previste dagli articoli 41, 42 e 43
della legge regionale 3 ottobre 1997 n.10, a decorrere dal 1 luglio 2011, sono
esercitate, senza necessità di atti amministrativi di conferimento, dalla
Regione Calabria, che subentra nei rapporti giuridici attivi e passivi
individuati con deliberazione della Giunta regionale sulla base della
situazione economica e finanziaria delle attuali Autorità d’Ambito;
a decorrere dal 1 luglio 2011 è pertanto istituito l’Ambito Territoriale
Ottimale comprendente l’intera circoscrizione territoriale regionale e la medesima
norma ha poi stabilito che fino al 30 giugno 2011 sono sospese le procedure,
ancorché avviate, per l’affidamento del servizio e le amministrazioni
provinciali, soggetti d’Ambito, giusto quanto sancito dal comma 5 dell’articolo
43 della legge regionale n.15/2008, garantiscono il prosieguo nelle attività
istituzionali;
il quadro delineato evidenzia una situazione normativa del sistema del
servizio idrico regionale poco omogenea, anche rispetto alla legislazione
nazionale, come evidenziato recentemente dalla Corte dei Conti, venendosi a
determinare, per il periodo transitorio, un vuoto legislativo che rischia di
generare una paralisi operativa nella gestione dei servizio all’interno delle
rispettive autorità d’ambito;
le preoccupazioni manifestate dalle organizzazioni sindacali avevano
trovato, a seguito di una serie di incontri, delle rassicurazioni da parte del
governo regionale il quale aveva rilevato come l’istituzione di una unica ATO
regionale avrebbe portato alla risoluzione dei problemi;
le fasi successive della vertenza, però, hanno visto, come denunciato
dalle organizzazione sindacali nella stessa riunione prefettizia del 12
febbraio scorso, un atteggiamento poco chiaro da parte della stessa Regione che
avrebbe fornito delle soluzioni tecniche non funzionali alla gestione unitaria
del servizio;
il periodo transitorio determinatosi a seguito delle modifiche
legislative regionali rischia di determinare serie difficoltà per la tutela dei
posti di lavoro ad oggi riconducibili alla società Acquereggine
e, nel contempo, si stanno prefigurando problemi di ordine sanitario ed
ambientale, stante il mancato o parziale funzionamento degli impianti di
depurazione ricadenti nell’ambito territoriale n. 5, in particolare nella città
di Reggio Calabria -:
in ragione delle modifiche apportate alla legislazione regionale del
settore, lo stato dell’iter avviato dall’amministrazione regionale sulla
riorganizzazione del servizio idrico regionale e, conseguentemente, degli ATO
provinciali esistenti;
quali iniziative, all’interno delle competenze regionali, sono state
attivate per favorire una soluzione delle problematiche afferenti la tutela dei
posti di lavoro degli enti gestori e in particolare di quelli riconducibili
alla società Acquereggine;
se non sia il caso di attivare urgentemente un tavolo di concertazione
con gli enti interessati e le organizzazioni sindacali di categoria che, in
attesa di una nuova regolamentazione sul ciclo integrato delle acque, nello
specifico per il settore della depurazione, e in ragione del vuoto legislativo
venutosi a creare nella fase transitoria, possa addivenire alla stipula di un
protocollo di intesa atto a dare efficaci garanzie per salvaguardia dei livelli
occupazionali nel pieno rispetto delle modalità attuative previste dal CCNL.”
Prego, onorevole Giordano, ha facoltà di
parlare.
Presidente, Acquereggine è la società
consortile che ha garantito ai comuni dell’ambito
territoriale ottimale numero 5 della provincia di Reggio Calabria i servizi di
depurazione delle acque e quindi la gestione del sistema delle fognature.
Come è noto a tutti la società ha attraversato e sta
attraversando un periodo critico tanto da paventare la cessazione di ogni
attività, soprattutto a causa dei mancati e ritardati pagamenti per le quote di
servizio e depurazione da parte dei comuni fruitori.
Presidente, però le chiedo di richiamare l’attenzione
dell’Aula sulla discussione.
Prego i colleghi di accomodarsi e di prestare attenzione
altrimenti non si sente nulla.
La società Acquereggine ha
gestito il ciclo integrato delle acque della provincia di Reggio Calabria,
quindi dell’Ato 5 che si trova ad essere in una
situazione di gravissima, quasi irreversibile crisi, mettendo in mobilità circa
80 dipendenti per i mancati pagamenti da parte dei comuni fruitori; aveva
trovato un momento di confronto e di riflessione in un incontro tenuto alla
Prefettura di Reggio Calabria il 2 febbraio in cui erano stati assunti degli
impegni anche da questa amministrazione regionale insieme ai comuni per
accelerare e adempiere le procedure.
Dobbiamo ricordare che l’articolo 47 della legge
regionale numero 34 del 2010, Collegato alla finanziaria, stabilisce che le
funzioni di autorità d’ambito, di cui all’articolo 148 del D.L. 152 e della legge
regionale 10, a decorrere dal 1 febbraio 2011 debbano essere esercitate senza
la necessità di ulteriori atti amministrativi di conferimento da parte della Regione
Calabria che, quindi, da quel momento è subentrata nei rapporti giuridici
attivi e passivi, individuati con deliberazione della Giunta regionale sulla
base della situazione economica e finanziaria delle 5 autorità d’ambito che, a
decorrere dal 1 luglio 2011, sono divenute ambito territoriale unico ottimale regionale
che comprende l’intero territorio della regione.
La medesima norma aveva stabilito che fino al 30 giugno
2011 fossero sospese le procedure, ancorché avviate, per l’affidamento del
servizio alle amministrazioni provinciali, soggetti d’ambito giusto quanto
sancito dal comma 5 dell’articolo 43 della legge regionale numero 15 del 2008.
Delineando un quadro poco omogeneo, sottolineato anche
dalla Corte dei conti con un campanello d’allarme, si è determinato un periodo
transitorio con un vuoto legislativo che ha rischiato e, come si è visto, ha
generato una paralisi operativa nel servizio della gestione delle rispettive
autorità.
Le preoccupazioni sono state manifestate dalle organizzazioni
sindacali e hanno prodotto una serie di incontri da parte della Regione con rassicurazioni
che venivano prese in capo nella riunione che ho ricordato poc’anzi, a febbraio
scorso, che però non ha dato nessun frutto mettendo veramente in una situazione
di grave allarme ed in crisi Acquereggine con 80
lavoratori che si trovano a rischiare il posto di lavoro e vivono, quindi, una
situazione intollerabile, soprattutto per i problemi di ordine sanitario che
sono vissuti in tutti i comuni con un sistema di depurazione che è in grave
crisi.
Con questa interrogazione chiedevamo al Governo regionale le ragioni delle modifiche
apportate alla legislazione regionale del settore, lo stato dell’iter avviato,
a che punto è la riorganizzazione del servizio idrico regionale e
conseguentemente degli Ato, come ambiti omogenei, che
- come ricordato da più parti - non possono certamente continuare a coincidere
con l’ambito utile regionale.
Soprattutto, quali azioni
sono state attivate per favorire la soluzione della problematica afferente la
tutela dei posti di lavoro, degli 80 lavoratori degli enti gestori e nel caso
specifico di Acquereggine.
Se non sia il caso che il Governo
regionale attivi urgentemente e indifferibilmente un tavolo di concertazione con gli enti
interessati – quindi con i comuni - e le organizzazioni sindacali in attesa di
una nuova riorganizzazione del sistema per risolvere il problema e dar
continuità ai lavoratori e soprattutto per metter mano al vuoto legislativo che
rischia di creare, in questa fase transitoria, ulteriori e pesanti difficoltà.
In ultima analisi, che si possa addivenire nell’immediato alla stipula di un protocollo di intesa, ferme restando le modalità e il rispetto del contratto collettivo nazionale di lavoro che possa salvaguardare questi livelli occupazionali.
La parola all’assessore Pugliano
per la risposta.
Grazie, Presidente, grazie, onorevole Giordano. In
merito al primo punto di domanda sull’iter procedurale devo dire che nonostante
la normativa sui servizi pubblici locali sia in continua evoluzione, per quanto
attiene all’articolo 47 della legge regionale numero 34 che ha citato, c’è da
aspettare.
L’interrogazione dell’onorevole Giordano cita l’articolo
47 della legge regionale numero 34, ma si ferma al primo e al secondo comma. Il
comma 3 prevede che le amministrazioni provinciali con i commissari liquidatori
degli ambiti territoriali che sono stati nominati il 24 giugno 2011 debbano
elaborare un Piano di ricognizione della situazione patrimoniale ed economica
degli stessi.
Il comma 4, poi, prevede che da questo Piano di ricognizione
debbano partire le linee guida della Regione per la gestione in ambiti
territoriali omogenei.
Si deve prendere atto, però, anche della normativa nazionale,
la legge numero 27 del 2012 si inserisce sulla questione dei servizi pubblici
locali e indica come ambiti territoriali omogenei, almeno provinciali, quelli
per riorganizzare i servizi pubblici locali.
Per quanto attiene, invece, alle iniziative che questo Governo
regionale sta mettendo in campo per la tutela dei posti di lavoro, c’è da dire
che questo Consiglio regionale ha approvato la legge numero 22 del 2010 che è
uno strumento attivato dalla Regione Calabria e che ha già prodotto degli
effetti. Questa legge prevede la nomina di commissari ad acta con poteri sostitutivi della Regione
per gli enti inadempienti.
Avendo già attivato questo strumento in altro sito ed
essendo stato nominato un commissario ad acta, si è già prodotto l’effetto: il comune
inadempiente ha portato il concessionario, il gestore della piattaforma
depurativa, a chiedere alla Regione la sospensione della nomina del commissario
ad acta, in
quanto, dopo un paio di settimane, ha visto onorato l’impegno di pagare il
servizio.
La Regione Calabria non si ferma all’utilizzo di questo
strumento, sicuramente farà in modo di utilizzare un altro strumento normativo,
non regionale, ma nazionale: il comma 2 dell’articolo 25 della legge 27 del
2012 - che citavo poc’anzi -, che prevede che “in sede di affidamento del
servizio mediante procedura ad evidenza pubblica, la tutela dei posti di lavoro
costituisce elemento di valutazione dell’offerta”.La Regione Calabria ha già in
mente di far propria questa indicazione, di condividerla e di cercare di farla
rispettare.
Ecco perché credo che si possa partire da questa legge
per chiedere a tutti gli enti interessati a cercare di tutelare i posti di lavoro
di condividerla e di rispettare questa norma. Grazie.
Prego, onorevole Giordano.
Presidente, debbo dichiararmi - nonostante abbia apprezzato la
volontà dell’assessore di affrontare e rispondere
alla questione che è complessa – insoddisfatto, perché non possiamo, purtroppo,
attendere l’applicazione del comma 2, dell’articolo 25 della legge numero 27 -
che è importante e che va nella direzione della tutela dei lavoratori -, quando
una legge regionale, la numero 34 del 2012, di un anno e mezzo fa, ha soppresso
gli ambiti territoriali. Adesso con la legge numero 27, varata qualche mese fa,
invece, vengono confermate tutte le perplessità che esprimemmo come gruppo
all’indomani della volontà del Governo regionale di cancellare gli ambiti
territoriali per disegnare un unico ambito, che ha creato questo vulnus di natura gestionale e programmatoria e che ha portato e porta oggi alla crisi
sistemica che vive nella fattispecie Acquereggine, per
quanto riguarda l’ex Ato 5, ma tutto il sistema della
depurazione calabrese.
Questa legge che ha citato l’assessore Pugliano, dice che bisogna riorganizzare gli ambiti in aree
omogenee che possono anche coincidere, quindi, torneremmo indietro a far ricoincidere con gli Ato provinciali.
Il punto di domanda era quali iniziative si intenda
porre in essere, la risposta non c’è e, purtroppo, ne devo prendere atto. La
situazione di Acquereggine deve essere risolta.
Ripropongo – sebbene il question
time non
preveda una seconda risposta – il problema, chiedendo all’assessore di farsi
carico di attivare le procedure che la legge consente.
Non possiamo attendere la legge
nazionale e i nuovi affidamenti. Ma, nelle more dei nuovi affidamenti o della rimappatura del ridisegno del sistema idrico integrato
della regione, la Regione deve farsi carico, con i comuni che sono inadempienti,
di dare una risposta ad Acquereggine. Tanto meno, può
esserci un trattamento che preveda che 39 lavoratori rimangano, perché le attività
di Acquereggine sono depotenziate, e 80 vengono,
purtroppo, mandate a casa.
Ribadisco all’assessore di
prendere a cuore, come Governo regionale e come assessore all’ambiente, questa
questione spinosa e drammatica, trovando una soluzione che porti non ai soliti
tavoli, ma ad un tavolo che possa trovare una via di concertazione rispettando
la legge e che possa dar certezza e che possa, nella fase drammatica in cui ci
troveremo da qui a qualche mese nel pieno della stagione estiva, mettere al
centro la volontà di far funzionare la depurazione in Calabria e in questa
provincia e dare risposte. Dare veramente un segnale definitivo e tangibile a
questi lavoratori che oggi si trovano senza lavoro. Grazie.
Si passa alla interrogazione
a risposta immediata numero 231 del 21 marzo 2012 a firma del consigliere
Giordano “Sull’apertura della discarica in località Zingara di Melicuccà” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale all’assessore all’ambiente. Per
sapere – premesso che:
è in fase di costruzione e
completamento una discarica in località Zingara di Melicuccà
a seguito di autorizzazione del commissario delegato per il superamento dell’emergenza
rifiuti in Calabria;
diversi sindaci di comuni
limitrofi all’area interessata alla discarica nonché associazioni ambientaliste
e sindacali nel tempo hanno denunciato presunte irregolarità e nella scelta del
sito e nella realizzazione della stessa;
in particolare si è
evidenziata la presenza di pozzi artesiani riconducibili alla sottostante falda
acquifera che alimenta l’acquedotto denominato "Vina"
che rifornisce numerosi comuni della Piana di Gioia Tauro,
la presenza nel mezzo della discarica di tralicci della società Terna i cui
cavi passano sopra le vasche di accumulo, l’esistenza di un centro abitato,
quello di contrada Pennarelli di Bagnara;
sempre sulla problematica si
sono registrate denunce all’autorità giudiziaria per difformità rispetto al
progetto iniziale presentato e per i gravi pericoli alla salute dei cittadini;
recentemente, a seguito di
un sopralluogo promosso dal partito di Italia dei valori, i numerosi cittadini,
rappresentanti delle associazioni ambientaliste ed esponenti delle Istituzioni
hanno segnalato come la paventata apertura della discarica rischia di aggravare
una situazione già parzialmente compromessa per la presenza di altri siti
inquinanti, ovvero altre discariche esaurite e non ancora bonificate;
dopo aver realizzato ben tre
impianti ad alto rischio ambientale (inceneritore, megadepuratore e centrale a
turbogas) in un’area molto ristretta, si continua a perseverare nell’idea che
la Piana di Gioia Tauro debba essere trasformata in
un’immensa pattumiera -:
se, per quanto di
competenza, siano stati effettuati da parte dell’Ente Regione i dovuti e
necessari controlli atti ad acclarare quanto
denunciato dai Sindaci e dalle associazioni ambientaliste;
in particolare se gli
elaborati progettuali corrispondano a quanto effettivamente realizzato e se l’Arpacal abbia effettuato rilevi e analisi sulle falde
acquifere sottostanti alla costruenda discarica e i possibili pericoli di
infiltrazione;
se non sia il caso di intraprendere
un’attività di monitoraggio costante, attraverso l’Arpacal
e altri enti sub regionali competenti, del sito in questione anche in sede di
collaudo, al fine di rilevare eventuali anomalie e conseguentemente adottare
gli atti e i provvedimenti più opportuni che possano sospendere e/o revocare l’autorizzazione
alla apertura della nuova discarica”.
Ha facoltà di parlare l’onorevole
Giordano.
Grazie, Presidente, espongo brevemente l’interrogazione, la discarica della
Zingara che è stata in parte realizzata, insiste in un’area…
(Interruzione)
Però Presidente,
se vuole invitare i colleghi…
Prego
i colleghi di fare silenzio.
Prego,
onorevole Giordano.
Dicevo, Presidente, che la
questione della discarica della Zingara, o della Zingàra
come viene definita, nel territorio di Melicuccà,
autorizzata ed in abbondante fase di costruzione da parte del Commissario per l’emergenza ambientale, si trova
in un sito sensibile dove esistono già due aree da bonificare.
Un’area
privata utilizzata a discarica ed un’altra discarica nella quale non è stato
fatto nulla per la bonifica e la messa in sicurezza.
Questa
discarica di servizio si trova in un’area sovrastante una falda acquifera che
alimenta l’acquedotto comunale Vina, che rifornisce
il comune di Palmi e tanti comuni della Piana di Gioia Tauro.
Diversi sindaci e associazioni ambientaliste, Legambiente
in particolare, hanno denunciato le presunte irregolarità nella scelta del sito.
Un sito infelice proprio per la presenza di questa falda acquifera.
Noi con questa interrogazione chiediamo, al di là del
procedimento burocratico-amministrativo - che probabilmente
sarà anche corretto sotto il profilo procedurale -, se alla luce di quanto si
riscontra nel sito, cioè la falda affiorante anche nei periodi estivi – e c’è
una corposa documentazione che credo sia in possesso anche del dipartimento e
le denunce dei sindaci - , non si ritenga di voler procedere a verifiche.
In particolare: se gli elaborati progettuali
corrispondono a quanto effettivamente realizzato, se l’Arpacal
abbia effettuato i rilievi e le analisi sulle falde acquifere sottostanti la
discarica, se abbiano accertato i pericoli di infiltrazione, se non sia il caso
di intraprendere una attività costante di monitoraggio attraverso non solo l’Arpacal, ma anche tutti gli altri soggetti deputati alla
tutela del territorio e dell’ambiente e, ancora, se anche in sede di collaudo –
realizzato o non realizzato, anche questa è la risposta che vogliamo - si vuol
comunque procedere a rilevare e ad adottare conseguentemente tutti gli atti ed
i provvedimenti opportuni che possano e debbano anche portare a sospendere e a
revocare l’autorizzazione per l’apertura di questa discarica.
La parola all’assessore Pugliano.
Grazie, Presidente,
in merito a questa interrogazione dell’onorevole Giordano
devo ricordare che - lo ha fatto già lui nella interrogazione
- questa discarica è autorizzata dal Commissario
delegato per il superamento dell’emergenza sui rifiuti e che la Regione
Calabria è inserita per
la valutazione di impatto ambientale che ha ricevuto il relativo decreto in
data 11 marzo 2010.
Decreto
che aveva già delle prescrizioni a tutela della falda ed anche per monitorare e
mettere in sicurezza le discariche dismesse.
C’è da
dire che il decreto Via, il decreto sulla valutazione di impatto ambientale, è arrivato
dopo le conferenze di servizi alle quali hanno partecipato tutti gli enti territorialmente
competenti che hanno dato parere favorevole. Tra le altre cose, questi stessi
enti hanno effettuato dei sopralluoghi in corso d’opera nella realizzazione di
questa discarica.
Giacché
il soggetto competente in materia per controlli periodici, ma anche per
l’ispezione conclusiva ai lavori, è Arpacal e, ad
oggi, allo stato dell’arte della realizzazione di questa discarica, nelle
certificazioni Arpacal ci viene comunicato che c’è
rispondenza nei i lavori realizzati rispetto ai requisiti richiesti dalla
norma, dall’autorizzazione e anche rispetto alla impermeabilizzazione a tutela della
falda.
Giacché l’esercizio della discarica è subordinato, ai
sensi del decreto legislativo numero 36 del 2003, al collaudo definitivo di Arpacal e alla verifica della rispondenza definitiva tra
progetto e lavori realizzati, io credo si possa prendere in esame la richiesta dell’onorevole
Giordano di costituire un Comitato tecnico composto da tutti questi enti: Arpacal, comuni, provincia e Regione per monitorare
congiuntamente le operazioni di gestione della discarica.
Prego, onorevole Giordano.
Presidente, mi dichiaro soddisfatto per quanto riguarda la
disponibilità dell’assessore a voler aprire le verifiche e formare un Comitato
tecnico-scientifico che possa valutare esattamente la questione.
Nell’interrogazione abbiamo detto in premessa che non è
una eccezione burocratica-formale, ma la
preoccupazione delle popolazioni e delle amministrazioni deriva dal fatto che
si sia trovato questo sito. Le perplessità derivano dalla idoneità del sito
sovrastante una falda acquifera che serve i comuni della Piana, il comune di
Palmi e di Melicuccà e di altri comuni.
Prendo atto, e, anche se non è previsto dal Regolamento,
voglio chiedere all’assessore i tempi - visto che la discarica è in avanzato
stato di realizzazione - di formazione di questo Comitato e che il Comitato, l’assessore
e il commissario per l’emergenza possano venire in Commissione ambiente a dare
un cronoprogramma per addivenire ad un chiarimento
delle condizioni, se permangono, affinché i lavori di costruzione vadano avanti.
Siamo convinti – a conclusione del mio intervento – che
quel sito non è idoneo e insistiamo affinché si faccia chiarezza e si
sospendano i lavori, perché, come sarà evidente dai controlli che saranno
effettuati, al di là della impermeabilizzazione che potrà essere fatta, sotto
questa discarica c’è una falda importante. Crediamo sia stato un errore
localizzare il sito dove ce ne sono già due che dovrebbero essere accertati e
bonificati. Mi auguro che con l’insediamento del Comitato tecnico si possa fare
la necessaria chiarezza e si possano fare le indagini necessarie per mettere in
sicurezza un’area messa gravemente a rischio sotto il profilo della salute
pubblica e della tutela dell’ambiente.
Si passa alla interrogazione a risposta immediata
numero 232 del 23.03.2012 a firma dei consiglieri Aiello F., Censore, De Gaetano,
Guccione “Sulla stabilizzazione dei
lavoratori precari dell’ASP di Cosenza” di cui do lettura: “Al Presidente
della Giunta regionale – Per sapere - premesso
che:
in data 23 marzo 2011 l’Asp
di Cosenza ha adottato la Delibera n. 777 di annullamento in autotutela delle
deliberazioni di stabilizzazione dei lavoratori precari della stessa Asp perché
mancanti della prevista autorizzazione regionale;
in data l4 febbraio 2012 il
Dirigente del Dipartimento n. 13 della Regione Calabria "Tutela della
Salute", dott. Antonino Orlando ha inviato all’avv. Francesco Zoccali, Dirigente Generale del Dipartimento della
Presidenza regionale e, per conoscenza, al dott. Gianfranco Scarpelli,
Direttore Generale dell’Asp di Cosenza, una lettera avente per oggetto
"procedure di stabilizzazione del Personale precario-richiesta
parere" nella quale si afferma, tra l’altro, che "con Nota Protocollo
n. 6469 dell’ll.04.2008 e successiva Nota Protocollo n° 7309 del 23.04.2008, il Dipartimento "Tutela della
Salute" della Regione Calabria ha dato ulteriori direttive utili all’individuazione
del personale destinatario delle stabilizzazioni, prevedendo altresì di
richiamare in servizio coloro i quali, in servizio alla data 01.01.2008 ma cessati
per scadenza contrattuale, avrebbero potuto maturare i requisiti normativamente
previsti;
"in verità, si dice
nella nota, che con disposizione Protocollo n. 30724 dell’11.12.2008 del
Dipartimento "Tutela della Salute" non citata nella suddetta deliberazione
n. 777/11, l’Asp di Cosenza era stata regolarmente autorizzata alla
stabilizzazione di una serie di figure professionali, attraverso l’approvazione
del relativo Piano Triennale, di cui alla Deliberazione n. 687/06;
così come riportato dai
giornali locali, è stata presentata dall’allora Direttore Generale dell’Asp di
Cosenza, avv. Franco Petramala, una denuncia presso
la Procura della Repubblica di Cosenza nei confronti dell’allora Commissario
dell’Asp di Cosenza, dott. Franco Maria De Rose, per avere revocato, con
Delibera n. 777 del 2011, le stabilizzazioni dei 439 lavoratori precari -:
quali iniziative si
intendono adottare a tutela della Regione Calabria nei confronti di chi ha
adottato deliberazioni, omettendo disposizioni e atti amministrativi compiuti
dall’Assessorato alla Tutela della Salute, come si evince chiaramente dalla
lettera Protocollo n. 54886 del 14.02.2012 a firma del Dirigente Generale del
Dipartimento "Tutela della Salute" e se non si ritiene, inoltre, di
dover disporre che l’attuale Direttore Generale dell’Asp di Cosenza revochi in
autotutela la Delibera 777/2011, perché omette e non tiene assolutamente in
nessun conto la disposizione del Dipartimento "Tutela della Salute"
della Regione Calabria n. 30724 dell’11.12.2008 che autorizza le
stabilizzazioni”.
Prego, onorevole Guccione.
Ha facoltà di intervenire.
Presidente, grazie per
avermi dato la parola.
Parto dall’adozione di una
delibera da parte dell’Asp di Cosenza, la numero 777 del 23 febbraio 2011 di annullamento
in autotutela delle deliberazioni di stabilizzazione dei lavoratori precari
della stessa Asp, perché mancanti della prevista autorizzazione regionale.
In data 14 febbraio 2012 il dirigente dell’assessorato
alla salute, dottore Orlando, ha inviato una lettera all’avvocato Zoccali, dirigente generale del dipartimento Presidenza
della Regione, e per conoscenza al dottor Gianfranco Scarpelli,
direttore generale dell’Asp di Cosenza, in cui testualmente si dice: “In verità,
con disposizione protocollo numero 30724 dell’11.12.2008 del dipartimento
tutela della salute non citata nella suddetta deliberazione numero 777 del 2011
dell’Asp di Cosenza, era stata autorizzata alla stabilizzazione di una serie di
figure professionali attraverso l’approvazione del relativo piano triennale di
cui alla delibera numero 68706.
Chiedo come mai a tutt’oggi la delibera numero 777, alla
luce di quanto dichiarato dal direttore generale del dipartimento salute,
dottore Orlando, non sia stata revocata dall’Asp di Cosenza.
Prego, Presidente Scopelliti a lei la parola.
Presidente, il collega Guccione ovviamente è molto interessato a questa vicenda ed anche in questa circostanza ha posto il problema legato a questo gruppo di precari.
Credo che noi abbiamo fatto tutto ciò che è nelle
competenze del dipartimento. Il direttore generale del dipartimento tutela della salute
della Regione ha coinvolto il nostro dirigente dell’Avvocatura regionale, il
quale, attraverso una comunicazione ufficiale allo stesso direttore generale,
ha comunicato che, appunto, riguardo la problematica afferente i precari
dell’Asp di Cosenza bisogna chiamare in causa l’Asp perché, in atto, si sono
insediate due Commissioni diverse che hanno valutato i titoli e i requisiti dei
soggetti.
Vorrei ricordare al collega Guccione che ci siamo
trovati di fronte a dei precari assunti e contrattualizzati
e che la verifica non è nata solo da parte delle Commissioni - che noi abbiamo
comunque, ovviamente attraverso l’Asp, istituito -, ma credo ci sia anche una
indagine da parte della Procura che credo sia partita dopo l’istituzione di
queste Commissioni.
Ritengo si debba essere rispettosi dell’iter e delle
procedure attivate dalla Procura rispetto alla assunzione, alla
contrattualizzazione di queste persone.
Credo che rispetto a quello che è emerso – ma sarà il
compito della stessa Asp di Cosenza –, bisognerà valutare attentamente chi ha i
titoli e chi ha i requisiti e chi non ce li ha.
Mi sembra una cosa scontata e capisco che rappresenti un
elemento di novità, però è così!
Non conosco in maniera puntuale ciò che è emerso dalla
verifica delle Commissioni, ma mi sembra che, in maniera molto chiara e molto
netta, ci siano persone che sono state contrattualizzate
e che hanno dichiarato, magari, di avere particolari requisiti, mentre forse ne
erano sprovvisti. Quindi, incautamente o erroneamente, hanno riportato elementi
che sono discutibili.
Siccome è un problema tecnico o meglio è un problema nel
quale noi non possiamo entrare, che non è di nostra competenza, noi abbiamo
invitato l’Asp di Cosenza a fare una verifica puntuale di chi abbia o no i
requisiti per poter proseguire il rapporto di lavoro e l’attività di
collaborazione con l’Asp cosentina.
Prego, onorevole Guccione.
Per quanto riguarda la questione del possesso dei
requisiti e dei titoli, è giusto che una terza Commissione verifichi il
possesso dei requisiti e dei titoli richiesti dalla legge. Ma siamo alla terza Commissione
che fa un lavoro di questo genere.
Mi auguro che, non so più tra quanti anni, saremo in
grado di sapere quanti dei 439, alla data prevista dalla legge finanziaria del
2008, avevano i titoli per la stabilizzazione.
Sono d’accordo con il Presidente Scopelliti quando dice
che il dipartimento ha fatto un ottimo lavoro.
Il Presidente Scopelliti non ha risposto alla interrogazione.
È chiaro che qualcuno si dovrà assumere la responsabilità di aver assunto una
delibera dichiarando il falso. Perché la delibera numero 777, così come scrive
il dottore Orlando – non Carlo Guccione –, è stata assunta su un presupposto
falso.
Nella delibera del 23 febbraio 2011 è stato dichiarato
che non esisteva l’autorizzazione regionale.
Il dottore Orlando, che è un alto dirigente del
dipartimento alla salute, dice: “no, in verità quella disposizione e quella
autorizzazione esisteva al 2008”.
Allora, mi chiedo come mai non si sia ancora provveduto
a revocare la delibera numero 777, questo è il punto. Non si sta facendo
rispettare la legge rispetto a quanto ha dichiarato un suo dirigente, il dottor
Orlando, dirigente del dipartimento alla salute.
Mi auguro che anche su questo ci sia qualche altro
organismo che faccia chiarezza.
Mi dichiaro, pertanto, parzialmente soddisfatto rispetto
alle questioni e all’attenzione che sta mettendo in atto il Presidente Scopelliti
rispetto a questa vicenda dei 439 precari.
Si passa, adesso, alla Interrogazione a risposta
immediata numero 233 del 28 marzo 2012 a firma del consigliere Aiello F., “In
ordine al mancato pagamento dei contributi a sostegno della spesa delle
famiglie per l’istruzione scolastica. Bando legge 62/2000 Anno scolastico
2010/2011” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta
regionale e all’assessore all’istruzione,
cultura, università e
ricerca scientifica. Per sapere – premesso che:
con D.D. n. 5752 del 25 maggio 2011 riveniente dall’Assessorato
all’Istruzione, Alta Formazione, e Ricerca Scientifica veniva registrato il
decreto di approvazione per l’assegnazione delle borsa di studio ai sensi della
legge n. 62/2000;
le domande
potevano essere - come da decreto - presentate esclusivamente per il tramite
delle scuole;
per accedere
a tale contributo tutte la famiglie interessate dovevano farne richiesta entro
e non oltre il termine perentorio del 20 giugno 2011 utilizzando la modulistica
resa disponibile da codesto Assessorato;
con nota n.
6841 del 25 maggio 2011 dall’Assessorato in questione veniva inviata una
lettera tramite posta certificata a tutti i Comuni della regione Calabria - nella quale tra le altre informazioni si
chiedeva addirittura agli Enti Comunali di sollecitare le Istituzioni
Scolastiche in tal senso -:
se tutto le
procedure temporali a carico delle famiglie e delle Istituzioni Scolastiche con
riferimento alla possibilità di ottenere i benefici di cui alla legge 62/2000 sono state puntualmente rispettate perché
alla data di oggi non esiste alcun riscontro di merito circa la liquidazione
dei contributi a sostegno delle spese scolastiche oggetto della presente
interrogazione”.
Prego, onorevole Aiello.
Presidente, solo per conoscere la tempistica, visto che la prassi consolidata in
questi anni era nell’ordine dei 4-5 mesi, ma
adesso sono passati più di 10 mesi per la liquidazione di questo contributo che va dato alle famiglie che hanno figli alle scuole primarie e secondarie.
Ovviamente, è un rimborso fondamentale vista la crisi per le famiglie. Ne ho parlato prima dal
collega Nucera sugli “interventi alla famiglia”.
Qual è stato
l’handicap di questo rimborso? Perché questo ritardo? Considerato che nella programmazione di un bilancio
familiare questi sono soldi che pesano e che contano.
Vorrei capire dall’assessore qual è
stato l’handicap e se ha provveduto, nel frattempo da quando questa interrogazione è
stata presentata – cioè tanto tempo fa -, a far pervenire il rimborso alle famiglie calabresi.
La parola
all’assessore Caligiuri.
In riferimento alla interrogazione
presentata dall’onorevole Aiello si
precisano le seguenti osservazioni.
Il 28 settembre 2011 il
settore competente, in attuazione alla delibera della Giunta regionale numero
388, ha inviato al dipartimento bilancio la richiesta di parere di compatibilità
degli atti di spesa.
Con nota del 25 ottobre 2011 il dirigente del dipartimento
bilancio ha espresso parere negativo alla registrazione del decreto a causa
delle limitazioni imposte dal patto di stabilità.
Il dipartimento bilancio in sede di chiusura della
gestione 2011, del mese di febbraio 2012, ha proceduto ad eliminare numerosi
impegni al fine di rientrare nei parametri previsti dal patto di stabilità per
l’anno 2011 tra i quali l’impegno in parola.
Con decreto dirigenziale numero 2838 del 7 marzo 2012,
in attuazione delle leggi regionali numero 47 e 49, il dipartimento bilancio ha
previsto la riallocazione della somma complessiva di 7 milioni 985 mila per gli
interventi relativi alla legge 62 del 2000.
Con nota del 15 marzo 2012 è stata richiesta al dipartimento
bilancio la riallocazione dell’importo complessivo ai sensi della legge
regionale 47 del 2011.
Con decreto dirigenziale del 28 marzo 2012 il dipartimento
bilancio rettificando il decreto 2838 del 7 marzo 2011 ha confermato parzialmente
l’impegno per un importo di euro 6 milioni 436 e contestualmente ha proceduto
alla riallocazione di 1 milioni 548 in termini di competenza e di cassa su un
altro capitolo.
Pertanto, in data 30 marzo 2012, gli uffici competenti
hanno provveduto a trasmettere al Ced della Regione
Calabria gli elenchi dei beneficiari per il caricamento massivo dei comuni ai
fini della erogazione dei fondi.
Al momento abbiamo già emanato il decreto in ragioneria
di 6 milioni 436 che è relativo ai comuni superiori a 5 mila abitanti.
Comunico all’Assemblea e all’onorevole Aiello che la
prossima settimana saranno interamente liquidati.
Mentre, per il successivo impegno di 1 milione 548 mila
che riguarda i comuni inferiori ai 5 mila abitanti, l’elenco ce l’ha ancora il Ced e non appena lo restituirà al competente settore dell’assessorato
provvederemo agli atti conseguenti.
Riteniamo che anche questo impegno potremmo onorarlo
entro il 30 maggio.
Prego, onorevole Aiello.
In parte sono soddisfatto, Presidente. Prendo atto del
patto di stabilità perché è una cosa
che sanno tutti all’interno del nostro territorio.
Voglio dire che non è una
notizia improvvisa, ma è un qualcosa che è programmato.
Anche il blocco della
ragioneria in un determinato periodo, ma questo interessa poco alla economia
familiare.
Ho l’impressione – ovviamente
non è responsabile l’assessore – che il dipartimento dovrà essere spronato su
questo provvedimento, perché penso che non faremo in tempo, visto che da qui ad
un mese entrerà a far parte il patto di stabilità.
Questo significherebbe dire
alle famiglie calabresi che anche per quest’anno non prenderanno soldi.
Francamente, poi, non capisco perché i comuni superiori ai 5 mila abitanti sì e
a quelli inferiori ai 5 mila abitanti no.
Non capisco il perché di
questo divario di requisiti per un diritto di tutti i cittadini calabresi.
Ho l’impressione, se questi
sono i tempi, che i ritardi continueranno ad esserci e che, anche per
quest’anno, non avranno quello che è un loro diritto.
Dichiaro conclusa l’ora
dedicata al question time.
Le interrogazioni rimanenti andranno alla prossima seduta .
Possiamo procedere con l’ordine
del giorno.
È stato presentato un ordine
del giorno a firma dei consiglieri Scalzo e Magno sul tribunale di Lamezia
Terme.
La parola all’onorevole Scalzo
per la richiesta di inserimento e per illustrare l’argomento.
Presidente, chiedo
l’inserimento all’ordine dei lavori di un ordine del giorno che riguarda la riorganizzazione degli uffici giudiziari e la soppressione
della Procura presso il tribunale di Lamezia Terme.
Illustro brevemente
questo ordine del giorno dicendo che la legge 148 del 24 settembre 2011 ha
conferito delega al Governo per la
soppressione di alcuni tribunali. All’esito dei lavori della Commissione è
emerso che in Calabria verrebbero soppressi quattro tribunali, tra i quali
quello di Lamezia Terme.
La Commissione indica nella
riduzione – come è previsto dalla legge delega – il principio per realizzare
risparmio ed efficienza. L’unica limitazione a questa riduzione è rappresentata
dal mantenimento dei tribunali presso i capoluoghi di provincia ed un’altra
regola citata è quella di mantenere non più di tre tribunali per distretto di
Corte d’Appello.
Dall’iter che dovrebbe
portare alla cancellazione di alcuni tribunali emergono alcuni elementi che
ritengo debbano indurre quest’Aula ad una presa di posizione netta contro
quella che può essere definita una irrazionale ed illogica cancellazione di
alcuni importanti presidi giudiziari. Emergono, infatti, troppi aspetti
negativi che dovrebbero condurre alla soppressione di quelli che vengono
definiti tribunali minori, per cui l’unica medicina ritenuta utile è la
cancellazione di questi uffici per conseguire risparmio ed efficienza senza
considerare né l’aspetto geografico, l’estensione territoriale, le reali
conseguenze in termini di risparmio né le ricadute sociali.
Vorrei, inoltre, evidenziare
come la revisione delle circoscrizioni, la riorganizzazione stessa degli uffici
e la loro distribuzione nel territorio rappresentino solo un aspetto della
riforma della giustizia che non può essere oggetto di un intervento
estemporaneo e avulso da un esame complessivo dell’intero sistema giustizia.
Quindi, la ridistribuzione degli uffici giudiziari non può essere fondata sulla
ridistribuzione numerica dei tribunali o sulla presunta riduzione dei costi
come invece si desume dall’inserimento della delega nella manovra finanziaria.
Per quanto riguarda Lamezia
Terme, l’amministrazione della giustizia nella nostra città è caratterizzata da
fenomeni ed aspetti peculiari con risvolti ambientali del tutto particolari che
meritano, certamente, una analisi approfondita che non può essere sintetizzata
ricorrendo a semplici criteri numerici ed estranei alla realtà concreta.
Basti solo evidenziare come
l’attività giudiziaria in sede penale nella città di Lamezia Terme sia rivolta principalmente
a contrastare il fenomeno della criminalità organizzata di tipo mafioso.
Voglio ricordare come nella
scorsa settimana ci sia stata una imponente assemblea presso il tribunale alla
presenza del Procuratore e del Presidente del tribunale alla quale hanno
partecipato tutte le forze politiche della città, le rappresentanze
parlamentari, i consiglieri regionali e provinciali, i sindaci di tutto il Lametino
insieme alle forze sociali, ai sindacati e alle associazioni perché questo
diventa un problema fondamentale ed essenziale per la città di Lamezia Terme.
La soppressione del tribunale
di Lamezia Terme appare una scelta del tutto irrazionale e distaccata dalle
reali esigenze del territorio con il pericolo di compromettere un presidio di
legalità in un’area, come dicevo poc’anzi, ad elevato tasso di criminalità
organizzata.
Questa non è assolutamente
una posizione di tipo campanilistico o di difesa di un territorio, ma in questo
modo si vuole pretendere che un intervento come questo di riordino e di
revisione, si realizzi non sulle basi di criteri astratti ed inseriti in una legge
delega, ma grazie ad una analisi concreta delle situazioni e dei territori e,
soprattutto, con il confronto delle forze politiche sociali e locali.
D’altronde, voglio ricordare
che nel 2001 il bacino di utenza della città di Lamezia Terme era di 140 mila
persone. Si tratta di un’area geografica della Calabria in cui non c’è spopolamento
ma, anzi, c’è un incremento della popolazione ed il semplice fatto che Lamezia
Terme non sia capoluogo di provincia o che nel distretto vi siano più di tre
tribunali non può essere certo argomento valido a determinarne la soppressione.
Pertanto, è privo di
ragionevolezza aver individuato nel Tribunale provinciale la base di organizzazione
e distribuzione, tenendo presente che la Provincia ha solo un valore di
rilevanza amministrativa.
In questo modo cosa succederà
in Italia? Succederà che verranno salvati tribunali con un bacino di utenza
inferiore a quello di Lamezia Terme assimilando alle stesse problematiche, per
esempio, le città del Piemonte, dell’Umbria, della Toscana a quelle della Calabria.
Un altro aspetto rilevante di
questa vicenda riguarda la possibile incostituzionalità della legge delega che
non rispetta i principi enunciati dalla sentenza della Corte costituzionale che
ha dichiarato la incostituzionalità della legge di conversione di un decreto.
Cioè, cosa ha affermato la
Corte? La Corte ha affermato che non è possibile utilizzare la legge di
conversione, che si caratterizza per una procedura più snella e per tempi
ristretti per l’approvazione, per aggiungervi provvedimenti riguardanti materie
estranee al decreto legge.
Credo che questi motivi siano
sufficienti per indurre quest’Aula ad una presa di posizione netta contro la
soppressione del tribunale di Lamezia Terme attraverso la predisposizione di
una mozione che impegni la Giunta regionale ad intervenire presso il Governo, nonché
a porre in essere una serie di azioni affinché non vengano soppressi il
Tribunale e la Procura di Lamezia Terme ed in generale affinché vengano
corrette le modalità di distribuzione degli uffici giudiziari in Calabria
tenendo conto delle peculiarità dei territori, delle ricadute di tipo
socio-economico, delle condizioni ambientali e dell’imponente incidenza dei
fenomeni di criminalità organizzata.
Per ultimo – e mi avvio alla
conclusione – credo sia necessario, Presidente, attivare una eventuale proposizione
di ricorso presso la Corte costituzionale per la legittimità della procedura
legislativa seguita per il riordino e la soppressione dei tribunali. Grazie.
Grazie, onorevole Scalzo, per
la richiesta di inserimento all’ordine del giorno. Sostanzialmente ha già
illustrato l’ordine del giorno e poiché anche l’onorevole Magno ne è
firmatario, se vuole, può intervenire brevemente.
Prego, onorevole Magno.
Presidente, intervengo brevemente, perché l’ordine del
giorno è stato già illustrato dal consigliere Scalzo.
Voglio soltanto aggiungere che di fronte alle
determinazioni di una Commissione tecnica è ovvio che è l’organo politico che
deve decidere anche rispetto ad un problema che riguarda la riforma complessiva
dei distretti, dei tribunali e delle Corti d’Appello.
Inoltre, voglio dire al Consiglio che già stamattina è
in corso un incontro tra il ministro Severino e l’ordine degli avvocati di Lamezia
Terme e che già nei giorni scorsi i parlamentari hanno incontrato il Ministro che
ha dato un’ampia disponibilità a rivedere la problematica.
Per questo motivo è importante approvare l’ordine del
giorno che noi oggi presentiamo al Consiglio regionale per dar forza anche a
tutti coloro che si stanno muovendo in questa direzione.
Sostengo la necessità che vengano mantenute in vita
alcune aree della nostra regione, in particolare il tribunale di Lamezia Terme,
che rappresentano per noi un presidio di legalità importante che non può essere
soppresso perché verrebbe meno anche quella che è la funzione della giustizia;
sostengo, inoltre, la necessità che sui territori rimangano permanentemente in
vita – al di là di qualsiasi tipo di riforma – tutti i presidi che riguardano
la difesa dei cittadini, la garanzia della giustizia e la lotta contro la criminalità
organizzata.
Mi associo, quindi, completamente all’ordine del giorno
e chiedo all’Aula di approvarlo.
Grazie ,onorevole Magno.
E’ stato presentato anche un altro ordine del giorno,
a firma del consigliere Magarò, relativo allo stesso
argomento. Intanto, propongo di inserirli all’ordine
dei lavori e, poi, di metterli in coda all’ordine del giorno odierno per
l’approvazione. In seguito in fase di coordinamento formale si riscriverà un
po’ l’ordine del giorno.
Pongo in votazione la
richiesta di inserimento all’ordine dei lavori degli ordini del giorno.
(Il Consiglio approva)
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Dattolo. Ne ha facoltà.
Presidente, chiedo
l’inserimento all’ordine del giorno di una proposta di legge, a firma di tutti
i capigruppo consiliari, che riguarda l’esigenza di disporre, da parte della Giunta regionale, il trasferimento
delle risorse finanziarie alle Unioni dei comuni per il mantenimento economico
del personale che è transitato dalle Comunità montane.
Poiché c’è una volontà
univoca, in quanto resterebbero una sorta di “esodati”
calabresi, penso che sia giusto intervenire in questo senso per ripristinare
correttamente anche il ruolo economico dei dipendenti delle Comunità montane.
Pongo in votazione la richiesta di inserimento all’ordine del giorno della proposta di legge illustrata dall’onorevole Dattolo.
(Il Consiglio approva)
Si passa, quindi, al primo punto all’ordine del giorno che riguarda la proposta di legge numero 287/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Abrogazione articolo 3, commi 1 e 2, della legge regionale 12 dicembre 2008, n. 40”.
L’onorevole Imbalzano, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.
Signor Presidente, onorevoli
colleghi, nella seduta dello scorso 28 febbraio, la Commissione bilancio e
attività produttive, che presiedo, ha licenziato questo importante disegno di legge di iniziativa della
Giunta regionale con il quale sono stati abrogati i commi 1 e 2 dell’articolo 3
della legge regionale numero 40 del
2008.
Ricordo che questa legge
autorizzava la Giunta regionale a contrarre con la Banca europea degli
investimenti un mutuo ventennale a tasso fisso dell’importo di 64 milioni 520
mila euro per incrementare le risorse disponibili sull’accordo di
programma quadro tra la Regione Calabria e alcuni comuni del crotonese che era stato sancito dalla legge regionale numero 13 del 2005.
La copertura
finanziaria delle rate di questo mutuo era assicurata dalle royalty, cioè dalle rendite minerarie corrisposte
dall’Eni alla Regione dal 2007 in poi per la concessione dello sfruttamento dei
giacimenti di idrocarburi delle acque antistanti Crotone e destinate alla
realizzazione di un programma di sviluppo economico e occupazionale della
intera area del Crotonese.
E’ utile e voglio rammentare
che con delibera della Giunta regionale del 24 luglio 2009 la Regione Calabria
destinava all’Apq per l’area del Crotonese queste
risorse: 22 milioni di euro circa provenienti dalle royalty relative
alle annualità 2004/2005/2006; 64 milioni 520 mila euro da reperire con il
mutuo Bei autorizzato dalla legge numero 40 del 2008; e 64 milioni 520 mila
euro a valere sulle risorse della programmazione regionale unitaria 2007/2013.
Ricordo ancora che con legge
regionale numero 8/2010 si autorizzava la Giunta regionale ad erogare le somme
relative alle annualità 2004, 2005, 2006 pari a circa 22 milioni di euro su
richiesta dei comuni direttamente interessati.
Le risorse finanziarie
disponibili per realizzare questo accordo di programma quadro, quantificate
originariamente in circa 27 milioni di euro, rappresentano le royalty accumulate
dal 2007 al 2011 la cui erogazione verrà dilazionata nel tempo ed, ovviamente,
resa compatibile con gli attuali vincoli di finanza pubblica.
Considerato che l’articolo 5,
commi 5 e 6, della legge regionale numero 47 del 2011 ha modificato le regole
di contabilizzazione dei residui e della gestione dei fondi vincolati e che, in
relazione alla copertura finanziaria della presente proposta di legge, il
dipartimento bilancio, con nota del dirigente di settore dello scorso febbraio,
ha comunicato una disponibilità diversa pari a circa 28 milioni 483 mila euro
iscritti all’Upb 3.2.01.05 capitolo 32010506 del bilancio
pluriennale 2012/2014 annualità 2013, si è ritenuto, quindi, di apportare le
modifiche necessarie al testo originario della proposta di legge.
Le risorse da cui attingere
per la copertura finanziaria sono allegate al capitolo dianzi citato che è un
capitolo dedicato, quindi, il disegno di legge in discussione quantifica
l’entità delle risorse disponibili definitivamente in euro 28 milioni 483 mila
843 ed autorizza il dirigente generale del dipartimento bilancio – in coerenza
con quanto previsto dall’articolo 5, comma 6, della legge regionale numero 47
del 2011 – ad apportare le variazioni ai capitoli del bilancio stesso.
E’ conclusa la relazione dell’onorevole Imbalzano sul provvedimento. Non ci sono interventi e il provvedimento è stato già istruito in Commissione. E’ stato presentato soltanto un emendamento, a firma dei consiglieri Sulla, Pugliano, Pacenza, De Masi e Dattolo, che sostituisce altri emendamenti presentati al comma 3 dell’articolo 1 e che così recita: Il comma 3 dell’articolo 1 è così sostituito: “3. Al comma 2 dell’articolo 20 della legge regionale 17 agosto 2005, n. 13 dopo le parole <…e 2006> sono aggiunge le parole <…nonché 2007, 2008>”.
Parere del relatore?
Presidente, non ho avuto modo di ascoltare la lettura del testo dell’emendamento per esprimere un parere.
Vuole verificarlo insieme all’assessore
al bilancio?
Si tratta di accelerare l’erogazione di somme e questo
è un problema di stretta competenza dell’assessore al
bilancio e del dipartimento bilancio.
Magari, potremmo concertare con l’assessore Mancini.
PRESIDENTE
Allora, sospendiamo i lavori per qualche minuto in
attesa del parere sull’emendamento.
Presidente, chiedo, per ovvii motivi, che sia l’assessore al bilancio ad esprimere un parere trattandosi di un problema di carattere di finanziario.
L’Esecutivo si rimette alla decisione dell’Aula.
PRESIDENTE
Pongo in votazione l’emendamento con i pareri del relatore e della Giunta che si rimettono alla decisione dell’Aula.
(E’ approvato all’unanimità)
Pongo in votazione l’articolo 1 come emendato.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la proposta di legge con la richiesta di coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Si prosegue con il secondo punto all’ordine del giorno che riguarda la Proposta di legge numero 98/9^ di iniziativa del consigliere Giordano, recante: “Modifica alla legge regionale 7 dicembre 2007, n. 26 (Istituzione dell’autorità regionale denominata Stazione Unica Appaltate e disciplina della trasparenza in materia di appalti pubblici di lavori, servizi e forniture)”.
L’onorevole Caputo, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.
Presidente, illustro
in maniera molto breve la proposta di legge del collega Giordano che è stata
approvata alla unanimità in Commissione e che
riguarda la modifica e l’integrazione della legge istitutiva della Stazione
Unica Appaltante. Prevede, praticamente, un articolo 12 bis che possiamo
chiamare articolo di salvaguardia e di tutela sociale soprattutto per quanto
riguarda servizi ed appalti che nel corso degli anni possono essere fatti dagli
enti regionali, sub-regionali o dagli enti locali che utilizzano finanziamenti
regionali per quanto riguarda principalmente la tutela dei lavoratori. Nel
senso che si tutelano i dipendenti che lavorano in una impresa che poi perde la
gara, in quanto l’impresa che subentra alla prima deve tutelare i dipendenti
che hanno già svolto quelle mansioni.
E’ estremamente
interessante in quanto rappresenta, in un contesto deteriorato qual è quello di
oggi, un servizio a tutela delle forze lavorative. Grazie.
Sono stati presentati degli emendamenti a firma
dell’onorevole Grillo. Se l’onorevole è d’accordo, però, poiché vanno a
modificare una serie di leggi che riguardano la Stazione unica appaltante, li
potrebbe trasformare in un progetto di legge autonomo da inviare in Commissione
per poter poi compiere il suo iter istituzionale.
Pongo in votazione la legge per come approvata dalla
Commissione …
Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha
facoltà.
Signor Presidente,
intervengo telegraficamente per esprimere il voto favorevole del gruppo del Partito
democratico in quanto si tratta di un’ottima iniziativa e soprattutto gli enti
locali, a volte, vivono questa difficoltà nel momento in cui le leggi li
obbligano a rendere esterni determinati servizi.
Questa norma di tutela – ripeto – per noi è un’ottima iniziativa e, quindi, esprimiamo un
voto favorevole e convinto.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Giordano. Ne ha facoltà.
Presidente, anch’io
intervengo telegraficamente per esprimere un ringraziamento all’Aula e al
Presidente della Commissione che ha accompagnato questa proposta di legge in un
momento così delicato. La tutela del lavoro deve essere al centro
dell’attenzione delle istituzioni e della politica.
Dico solo questo senza
aggiungere altro perché il Presidente Caputo ha avuto modo di illustrare il provvedimento
nella sua interezza, nella sua essenza e nelle sue ricadute. Come proponente ci
tenevo a sottolineare il senso di gratitudine e l’importanza di questo provvedimento
che il Consiglio regionale nella sua interezza oggi vuole approvare e suggellare.
Prego, onorevole Principe.
Chiedo scusa per la dimenticanza nel mio intervento
precedente, ma mi permetterei di suggerire all’Aula, dato che con riferimento
agli enti locali la norma attiene alle iniziative di
evidenza pubblica che sono sostenute finanziariamente da contributi regionali o
comunitari – e non poteva esser diversamente –, se
è possibile che con il suo coordinamento formale
l’Aula votasse un ordine del giorno per invitare gli enti locali a tener conto
di questo indirizzo anche con riferimento ad iniziative che non sono sostenute
da contribuzione regionale o comunitaria.
Penso che facciamo cosa
buona e giusta. Tra l’altro ci sarebbe anche un evidente motivo di equilibrio
complessivo in questa materia e, quindi, non ci sarebbero trattamenti di tipo
diverso per cui ritengo che, come Consiglio regionale, potremmo tranquillamente approvare alla unanimità un ordine del giorno di questo tipo.
Prego,
onorevole Chiappetta, ha facoltà di parlare.
L’onorevole Principe, propone di allargare la norma attraverso un ordine del giorno approvato dal Consiglio.
Presidente, prendo la parola anche sulla base delle ultime
considerazioni espresse dall’onorevole Principe, per evidenziare la condivisione
totale e assoluta delle valutazioni espresse dal collega capogruppo del Partito
democratico circa la necessità di salvaguardare il lavoro, così come è avvenuto
in occasione del varo alla unanimità in Commissione della clausola di
solidarietà. Credo e anzi sono certo che non possa non esser accolto tale suggerimento
e tale indicazione.
Preannuncio il voto favorevole del Popolo della libertà all’ordine del
giorno affinché si possa procedere alla estendibilità di questo principio anche
all’interno delle altre istituzioni locali calabresi.
Prego, onorevole Giordano.
Condivido Presidente e,
quindi, possiamo, sulla scorta della proposta dell’onorevole Principe e della
condivisione del capogruppo del Popolo della libertà, onorevole Chiappetta, e dell’Aula nella sua interezza, predisporre un
ordine del giorno da estendere agli enti locali perché questa è una prassi
importante; un invito, un appello che, credo, sarà sicuramente accolto dagli
enti locali per tutelare il lavoro in un momento così importante.
La disposizione è già estesa
agli enti locali; è riferita, nello specifico, soltanto agli enti locali che
usufruiscono ed utilizzano finanziamenti regionali. C’è già nell’articolo.
Possiamo procedere a votare
l’articolo 12 bis della legge.
(E’ approvato all’unanimità)
Pongo in votazione la proposta di legge nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
E’ da aggiungere anche un ordine
del giorno che il Consiglio nella sua interezza in sede di coordinamento formale
provvederà ad approvare.
Lo possiamo fare con lei e con il Presidente
della Commissione, onorevole Caputo, in sede di coordinamento formale.
(Così resta stabilito)
Si passa adesso alla proposta di provvedimento amministrativo numero 159/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Legge regionale n. 15/03 e n. 15/08 del 13.06.2008. Modifica e Approvazione Statuti Fondazioni Regionali – Minoranze Linguistiche”.
L’onorevole Salerno, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.
Grazie, Presidente, questo provvedimento
era già pervenuto in Aula nella precedente seduta e ne era stata già svolta la
relazione. E’ stato riesaminato dalla Commissione che ha ritenuto alla unanimità
di apportare alcune modifiche riguardo all’articolo 9 dei tre Statuti.
In pratica, prevede che il consiglio
di amministrazione sia composto: dal Presidente designato dall’assessore regionale
alle minoranze linguistiche, da tre membri designati dalla comunità dei sindaci
per quanto riguarda la comunità arbereshe, da
un membro esperto designato dall’assessore regionale alle minoranze
linguistiche, da due membri designati dal Consiglio regionale e da un membro
nominato dalle province nei cui ambiti ricadono i comuni di minoranze
linguistiche.
Penso che ci sia poco da
aggiungere. Questo provvedimento è stato approvato alla unanimità. Grazie.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Tripodi. Ne ha facoltà.
Presidente, chiedo di intervenire per discussione generale.
La legge che esaminiamo oggi riguarda un mondo che può
sembrare semplice ma che è alquanto complesso in questa nostra Calabria e che riguarda le minoranze linguistiche.
La legge che stiamo
esaminando presenta diversi risvolti, alcuni di carattere procedurale che, poi,
vedremo nel corso della discussione della legge, ma anche alcuni di carattere squisitamente politico ed altre questioni relative
alla gestione non solo di questo mondo ma anche all’orientamento di alcuni
provvedimenti che nel passato hanno prodotto effetti e che oggi dobbiamo
salvaguardare a tutela di un patrimonio che, per alcuni aspetti, addirittura
anche l’Unesco ha proposto di riconoscere come patrimonio dell’umanità.
Uno
degli aspetti politici che dobbiamo sottolineare – e questo riguarda anche
alcuni accorgimenti che ho indicato negli emendamenti presentati – riguarda gli
atti compiuti prima di questa legge dal Presidente della Giunta regionale e che
non sto a sindacare ma di cui parlo come opportunità, ossia la nomina con
decreto presidenziale di coloro i quali dovrebbero rappresentare le fondazioni
che riguardano la gestione di queste minoranze linguistiche.
E’
come dire che la mattina quando ci vestiamo, sul vestito andiamo ad indossare
gli indumenti intimi. Questo per fare una considerazione su chi effettivamente
ha vissuto e vive giornalmente a contatto con tali comunità ed ha fatto nella
propria vita una esperienza anche di condivisione culturale di alcune comunità
quali possono essere gli arberesh
di Cosenza, gli occitani di Catanzaro o i greci di Calabria in
provincia di Reggio Calabria.
Questo è il primo aspetto. Il secondo aspetto riguarda
la gestione.
Mi rivolgo all’assessore Caligiuri.
Assessore, stamattina stiamo suggellando quasi una sublimazione di quello che
potrebbe essere questo mondo in termini di gestione. E, poi, dai Pisl che riguardano questo mondo escludiamo di fatto le
fondazioni come soggetto che non solo può essere gestore ma anche co-gestore di un mondo che gli appartiene.
Anche qui c’è da fare una precisazione di carattere
politico così come la dobbiamo fare nella impostazione generale su quello che è
anche l’orientamento della gestione dei fondi ordinari sui progetti.
Non discuto né voglio creare una guerra fra poveri fra
le varie minoranze, quella greca, quella arberesh o l’occitana, ma qui
dobbiamo capirci su una cosa: se i fondi servono a valorizzare e a dar corpo ad
una determinata minoranza linguistica non vedo perché mi si dice – ma questo lo
chiedo a lei, assessore, affinché ci dia una spiegazione stamattina –, che
alcuni fondi di riparto dei progetti che non dovessero essere ritenuti idonei o
confacenti a quella che è l’idea generale del gruppo delle minoranze
linguistiche, di fatto tacitamente o non tacitamente devono essere riversati
alla comunità arberesh.
Ripeto che non voglio creare alcun dissenso con coloro i
quali sostengono alcune comunità ma, di fatto, penso che i fondi debbano essere
destinati ed allocati in un determinato territorio ed utilizzati, casomai,
attraverso la rimodulazione di progetti ed impostazioni.
Poi, di fatto, una fondazione non è un fatto di
carattere rappresentativo ma gestionale e culturale.
Per le fondazioni, in ogni caso, non hanno tenuto conto
- ho presentato un emendamento e spero che ci sia una riflessione da parte sua,
della Giunta e di questo Consiglio – ed hanno tenuto fuori dalla loro gestione
proprio coloro i quali sono i detentori sul territorio e anche a livello
culturale di un mondo che gli appartiene, ossia le associazioni che
rappresentano le minoranze linguistiche.
E’ come dire che andiamo a parlare di un ospedale e
teniamo i medici fuori dalla discussione. Allora anche qui dobbiamo fare una
riflessione.
Se riconosciamo all’Albo regionale in fieri il ruolo di rappresentare e di essere interpreti autentici
di quelle che sono le esigenze e le rappresentanze di un mondo che hanno
contributo a creare nel corso degli anni, anche qui, allora, deve essere fatta
una riflessione, per cui la gestione all’interno dell’Istituto deve essere
condivisa con coloro i quali hanno la capacità di rappresentarla come fatto
culturale – e mi ripeto – andando ad
interessarli, a renderli partecipi, attori e protagonisti di un mondo su cui hanno
fatto una esperienza di vita con e per rappresentare le minoranze linguistiche.
Ritengo che nel corso della discussione degli articoli
avremo modo di confrontarci su questi temi, ma in generale sono delle
riflessioni che andavano fatte così come, prontamente, il Presidente Salerno
della terza Commissione ha rappresentato le istanze che nella discussione in quest’Aula
hanno esposto sia l’onorevole Principe che altri colleghi.
Penso che vada nella direzione di dare uno strumento che
sia condiviso non solo da questo Consiglio regionale, ma sia, soprattutto,
condiviso e accettato da coloro i quali vivono queste realtà considerato che gli
effetti che noi andiamo a decifrare si riversano poi sui territori.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha
facoltà.
Presidente, intanto
confesso di non essere un esperto in materia, quindi, ho
seguito con attenzione ciò che
ha dichiarato il collega Tripodi, che conosce molto
bene almeno il mondo grecanico; per la parte che mi riguarda, ho qualche esperienza di
conoscenza del mondo arberesh,
perché la provincia da cui provengo è ricca di comunità arberesh. Quindi, noi approviamo,
se siamo d’accordo, questa iniziativa e ci permettiamo di dare dei modesti suggerimenti.
Il primo suggerimento rispetto alla composizione
del Consiglio di amministrazione riguarda la figura del Presidente. Non faccio
mai questioni che possono essere interpretate come di carattere personale, ma a
nome del gruppo del Partito
democratico sollevo interrogativi che hanno una valenza istituzionale.
Devo
dire, allora, che non mi sembra corretto, dal punto di vista istituzionale, che
il Presidente del consiglio di amministrazione sia designato dall’assessore al
ramo, anche perché – mi correggerà il Segretario generale – nel nostro
ordinamento, come del resto anche nell’ordinamento degli enti locali, gli assessori
non hanno la rappresentanza giuridica che appartiene al Presidente della
Regione.
Allora,
in sede di coordinamento formale, mi permetterei di suggerire che il Presidente
del consiglio di amministrazione venga nominato dalla Giunta regionale su proposta
dell’assessore al ramo, che mi sembra del tutto corretto.
Per
quanto riguarda i rappresentanti del Consiglio regionale, qualcuno potrebbe
anche obiettare che si rischia di fare un consiglio di amministrazione che può
apparire pletorico, però condivido al 100 per cento l’iniziativa del Presidente
Salerno e di tutta la Commissione, con la preghiera di indicare nel testo che
uno dei due membri nominati dal Consiglio regionale sia espressione della minoranza,
per una questione di rispetto democratico. Ritengo che non ci siano problemi,
ma noi come partito democratico ci teniamo molto alla rappresentanza in Consiglio,
perché l’ordinamento regionale si fonda molto sulla figura del Governatore, del
Presidente della Giunta regionale, che, poi, impropriamente viene chiamato Governatore,
perché i governatori sono negli Stati Uniti d’America e non Italia. Già l’ordinamento
regionale vede la figura del Presidente della Giunta regionale avere una
pregnanza, a mio avviso, eccessiva. Chi ha fatto parte anche della precedente legislatura
sa che questo mio ragionamento non è di attualità perché il Presidente è
avversario politico, ma le stesse cose le ho sostenute quando il Presidente,
almeno sotto il profilo formale, era amico politico.
Ora, quando
possiamo inserire nell’ordinamento delle norme che esaltano la figura del
massimo organismo elettivo che è il Consiglio regionale, ritengo che facciamo
cosa buona e giusta, perché l’ordinamento regionale attuale, se vogliamo,
mortifica il Consiglio.
Allora,
nelle norme de iure condendo come questa, quando il Consiglio viene preso
in considerazione per ciò che rappresenta, è un fatto estremamente positivo, quindi,
sono d’accordo con il Presidente Salerno e con la Commissione.
L’ultima
cosa: vedo che ci sono emendamenti del collega Tripodi per inserire anche i rappresentanti
delle associazioni che culturalmente rappresentano queste minoranze. Anche qui
– faccio un ragionamento che si rivolge sia alla maggioranza sia al collega Tripodi
– viene fuori l’argomento di evitare un Consiglio pletorico. Forse si potrebbe
trovare una soluzione mediana, cioè che in tutte e tre le istituzioni vi sia un
rappresentante di queste associazioni, in modo tale che evitiamo l’aspetto di
rendere questi consigli pletorici e diamo anche uno spazio a chi svolge questo ruolo
per passione, perché sente la necessità culturale di portare queste tradizioni
che sono importanti anche come patrimonio delle future generazioni.
Del resto
– mi rivolgo al Presidente Salerno, che stimo e reputo una persona, almeno per
quanto ho potuto verificare, aperta e pronta a riflettere sulle cose – nel
momento in cui attribuiamo al nostro eccellentissimo assessore alla cultura la
potestà di nominare un membro esperto, io trovo in perfetta coerenza che almeno
un esperto vero ci sia in questi consigli, perché sono convinto – sappiamo, a
volte, i giochi della politica che, purtroppo, hanno ridotto la politica in queste
condizioni e che non appartengono al professore Caligiuri,
– che l’esperto che nominerà l’assessore Caligiuri
sarà certamente un esperto di alto livello, però di grazia che le associazioni
siano presenti; certamente questa sarà una presenza di qualità e di passione, e
la passione, a mio avviso, va sempre premiata.
Vi chiedo
scusa e penso che il partito democratico, con questo piccolo intervento, voglia
dare un contributo perché il Consiglio, nella sua interezza, si faccia carico
di una questione molto importante per la nostra regione.
La parola
all’onorevole Salerno.
Questo
provvedimento è stato approvato – ripeto – all’unanimità in Commissione,
recependo quelle che erano le indicazioni venute fuori nella seduta precedente.
Devo ringraziare l’assessore Caligiuri per la disponibilità,
per l’apertura a modificare il testo secondo la volontà della massima Assemblea
regionale.
Prendo
atto degli interventi fatti dai consiglieri Tripodi e Principe, e soprattutto in
merito ai punti evidenziati dal collega Principe riguardo la nomina del Presidente
penso che si tratti di un fatto tecnico che non ha importanza, per cui lo
possiamo modificare attraverso un coordinamento formale, inserendo che venga nominato
dalla Giunta regionale su indicazione dell’assessore; faremo un coordinamento
formale e stileremo tecnicamente la dicitura precisa.
Stesso discorso
vale anche per quanto riguarda i due membri proposti dal Consiglio, quindi, se
siamo d’accordo, possiamo fare un coordinamento formale, sistemiamo il testo e
procediamo.
Per
quanto riguarda gli emendamenti presentati – che non mi ritrovo, comunque, nel fascicolo
– che riguardano la rappresentanza delle associazioni, penso che sarebbe bene
che venissero ritirati, perché già parliamo di fondazioni che non è che siano
grandi e i consigli di amministrazione sono già composti da 9 componenti. Significherebbe
ampliare e poi, magari, non garantire una certa attività, una certa operatività.
E’ stato
giusto quello che è stato fatto in merito alla rappresentanza dei sindaci, abbiamo
ampliato la rappresentanza dei sindaci di queste comunità e abbiamo anche
inserito la rappresentanza del Consiglio regionale in questi consigli di
amministrazione. Penso che questo basti e, così come vengono concepiti, possono
veramente operare e produrre dei risultati, che sono quegli obiettivi che la legge
stessa si propone.
Ha
chiesto di parlare l’onorevole Gallo. Ne ha facoltà.
Intervengo
per ribadire, anche a nome del gruppo Udc, il voto favorevole, ma anche
l’apprezzamento nei confronti di questa iniziativa dell’assessore Caligiuri, della Giunta regionale, che rilancia un’azione
sensibile nei confronti di queste popolazioni che sono nel nostro territorio da
secoli, la popolazione arberesh
in particolare – il collega Principe faceva riferimento alla forte presenza
nella provincia di Cosenza –, la popolazione occitana, anch’essa in provincia
di Cosenza, e la popolazione grecanica in provincia
di Reggio Calabria; tradizioni, valori, storie che vanno tutelati e che vengono
rilanciati attraverso questa legge e anche attraverso le modifiche avvenute in Commissione
e, oggi, in Consiglio; probabilmente potrà dare una risposta a quella che potrebbe
essere una marcia in più per questa regione.
La presenza di queste popolazioni
con le loro tradizioni, i loro valori, la loro storia sul territorio regionale
è motivo di interesse e di attenzione anche a livello nazionale ed
extranazionale. Credo che anche
l’iniziativa della Giunta regionale, volta a tutelare le popolazioni arberesh, farle diventare
patrimonio Unesco, inserirle all’interno del patrimonio Unesco, quindi la
presenza di queste popolazioni da intendere come marcia in più per questo
territorio, sia da attribuire nel merito a questo Consiglio regionale, in questo
momento. Per queste ragioni il sostegno da parte del gruppo Udc è pieno.
Ha chiesto la parola l’onorevole
Tripodi. Ne ha facoltà.
Non ho fatto quella proposta a caso sulle rappresentanze – lo voglio dire all’assessore – e mi trova d’accordo anche la proposta che ha fatto l’onorevole
Principe, di far rappresentare le associazioni all’interno del consiglio di
amministrazione con un rappresentante. Ma perché, assessore? Lo sa meglio di
me: la Regione Calabria, a suo tempo, ha finanziato e realizzato i tre istituti
che si occupano già di fatto delle minoranze linguistiche. A San Demetrio
Corone ha costituito un istituto che guarda gli arberesh, a Bova Marina ha
costruito l’Irsse, l’istituto che si occupa dei greci
di Calabria. Il problema qual è? -Sono disposto a ritirare tutti gli emendamenti
se l’orientamento dell’onorevole Salerno va nella direzione di trovare una proposta
condivisa- Se l’istituto che la Regione Calabria ha già attivato e realizzato
non lo facciamo rappresentare almeno da un rappresentante, in ogni caso, andiamo
a far sì che veramente ci sia
l’espressione che appartiene ai vari territori, ma ritengo che un
rappresentante in più non renda un organo che sia poi pletorico oppure non
abbia la capacità di muoversi con agevolezza all’interno della propria attività.
Parliamo, quindi, di un rappresentante e, ripeto, in coordinamento formale sono
disposto a ritirare tutti gli emendamenti che vanno in quella direzione. Dopodiché
in coordinamento formale ci riuniamo per andare a codificare un provvedimento
che sia utile alla Calabria, non solo alle comunità che rappresentano le minoranze
linguistiche.
Non ci sono altri interventi sulla discussione generale, quindi possiamo procedere.
(Interruzione)
Ha
chiesto la parola l’onorevole Nucera. Ne ha facoltà.
Intervengo
brevemente, per rimarcare quanto è stato
detto. Il Regolamento si ispira a quel principio generale cui noi tutti ci
siamo richiamati anche in sede di discussione in Commissione, per cui nel mio
intervento tralascerò di dare indicazioni di carattere politico, perché
l’argomento è stato ben affrontato anche dal nostro Presidente della
Commissione, Nazzareno Salerno, tuttavia sollevo un rilievo tecnico, che è
anche oggetto di un emendamento che ho presentato: ritengo che sulla
composizione generale ci sia la necessità di coinvolgere il territorio.
Stabiliremo, poi, il quantum, questo
lo faremo in sede di verifica rispetto alle disponibilità, perché sono
contrario alle assemblee pletoriche, ai comitati di gestione che non producono
effetti e così via, ma non possiamo nascondere che c’è tale necessità, secondo
quel principio di sussidiarietà che è insito nel ragionamento complessivo della
nostra coalizione di governo, ma che vive ormai anche come cultura generale di
tutti i rappresentanti istituzionali.
Per cui allargare l’orizzonte dove
vengono coinvolti gli occitani, i grecanici e gli arberesh è un
fatto dovuto da cui assolutamente non possiamo prescindere per utilizzarlo come
fatto importante.
Mi permetto, poi, anche di
sottolineare un aspetto, che sicuramente è un refuso da parte di chi ha scritto
il Regolamento nel suo complesso, che sarebbe opportuno che non si parlasse
tanto per quanto riguarda l’articolato afferente allo Statuto della fondazione grecanica di Calabria, che non è una fondazione grecanica di Calabria, ma che si parlasse di Statuto a
fondazione calabro-greca oppure fondazione greci di
Calabria, per dare una giusta espressione semantica anche al significato delle
parole, altrimenti rischieremmo di passare all’esterno da una parte come i
fautori dell’area e del linguaggio classico, dall’altra come quelli che
commettono gli errori.
Per cui una semplice modifica alla
stesura aiuta, senza dubbio, la realizzazione degli obiettivi preposti.
Sul piano generale direi, quindi, di
procedere alla lettura dell’articolato così
com’è, fermo restando che gli emendamenti che sono stati esposti e l’esigenza
di adattare il coinvolgimento delle associazioni diventino fatto di riferimento
importante per la nuova legge, che credo che abbiamo posto in essere con grande
senso di responsabilità.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Principe. Ne ha facoltà.
Intervengo telegraficamente perché
-almeno così ho inteso- che il Presidente Salerno è d’accordo a precisare che
dei due membri del Consiglio regionale uno sia espressione della minoranza.
Poiché non l’ha detto lo preciso.
(Interruzione)
Nel mio intervento ho detto che
prendo atto delle dichiarazioni del collega Principe sia in merito alla
questione della nomina del Presidente sia in merito alla questione della nomina
della rappresentanza della minoranza, per poi predisporre un coordinamento
formale.
Quando arriviamo,
però, all’articolo che riguarda questo argomento, bisognerà predisporre un
subemendamento da inserire nell’articolato e da prevedere in coordinamento formale.
E’ finita la discussione
generale, possiamo procedere all’esame degli emendamenti.
Ci sono emendamenti a firma dell’onorevole Nucera, che
non vedo in Aula.
(Interruzione)
C’è un emendamento protocollo numero
21996 del 9 maggio 2012: “Dopo le parole “un membro nominato dalle
Province nei cui ambiti ricadono Comuni di minoranze linguistiche ai sensi della
legge numero 482 del 1999, sono aggiunte le seguenti parole “tre membri in
rappresentanza dell’associazione arberesh di Calabria”.
Se vuole illustrarlo.
Dovrei dire si illustra da sé perché,
effettivamente, ne avevo anche accennato nel corso della mia introduzione. E’ all’articolo 9,
comma 1: “Dopo le parole “un membro nominato dalle Province nei cui ambiti
ricadono Comuni di minoranze linguistiche ai sensi della legge numero 482 del 1999,
sono aggiunte le seguenti parole “tre membri in rappresentanza
dell’associazione arberesh di
Calabria”, e, l’associazione, ovviamente, è regolarmente iscritta ai sensi dell’articolo 4, legge
regionale numero 16 del 1985. Questo è un primo emendamento.
Il secondo emendamento richiama
sempre, come prima applicazione, “dopo il comma 1 dell’articolo 16, è inserito
un ulteriore comma”.
Le chiedo perdono, onorevole Nucera:
se, però, facciamo un discorso di natura organica, man mano che arriviamo agli
articoli leggiamo gli emendamenti e li confrontiamo; se esponi gli emendamenti
tutti in una volta li dobbiamo rileggere perché, se vanno a votazione, li
possiamo votare semplicemente sugli articoli di riferimento.
Va bene, collega, non ho problemi,
il Presidente regolamenta i lavori, non io!
(Interruzione)
Va bene, allora mandiamo tutto al
coordinamento formale. Non ho problemi.
Possiamo votare lo Statuto della fondazione arberesh di Calabria nel suo complesso.
(Interruzione)
Ha chiesto la parola l’onorevole
Tripodi. Ne ha facoltà.
Gli emendamenti che abbiamo illustrato sia io che il collega Nucera, anche con riferimento alla discussione dell’onorevole Principe e a quella dell’onorevole Salerno, riguardano alcuni articoli degli Statuti delle fondazioni. Se approviamo articolo per articolo lo Statuto della fondazione, abbiamo modo, durante la discussione, anche verbalmente col subemendamento in coordinamento formale, di poter aggiustare o, perlomeno, addivenire a delle soluzioni che abbiamo indicato già preventivamente nella discussione generale.
Non mi ritrovo i suoi emendamenti, onorevole Tripodi. Ne ha presentati? Sì, eccoli. Questo emendamento è relativo allo Statuto “grecanica di
Calabria”, quindi all’arberesh
non ci sono emendamenti, giusto?
(Interruzione)
A quale articolo è? Poiché è un
provvedimento un po’ complesso – ho capito la sua proposta –perché sono
allegati tre Statuti e ci sono gli articoli. Direi di discutere gli emendamenti
e, successivamente, saranno inseriti ai posti giusti in coordinamento formale.
(Interruzione)
No, non articolo per articolo.
Poiché ci sono più Statuti, affrontiamo gli emendamenti, come stavamo procedendo
prima.
Presidente, lo Statuto è uno,
riguarda tre minoranze linguistiche, possiamo discutere, quindi, in via
generale.
Direi di affrontare gli emendamenti, li approviamo,
quelli che dobbiamo rigettare li rigettiamo, poi li
inseriamo nell’articolato.
Il primo emendamento, firmato dall’onorevole Nucera, è
già stato illustrato. Parere del relatore?
Invito l’onorevole Nucera a ritirare, proprio per la
funzionalità, per quanto già detto dal sottoscritto nella relazione.
Presidente, poiché c’è un altro emendamento che è uguale
a quello dell’onorevole Nucera, se l’onorevole Salerno e l’assessore sono
d’accordo, se, quindi, il Governo è d’accordo, prendiamo per buona la proposta
che ha sollevato anche l’onorevole Principe e facciamo rappresentare
all’interno di ogni comunità solamente il rappresentante delle associazioni.
Non rappresentiamo, quindi, l’organismo e diamo voce ai territori.
Per ogni associazione un rappresentante?
Prima espongo l’emendamento, Pasquale, poi fai il
subemendamento che, da quello che ho capito,
era stato già anche condiviso dall’onorevole Principe, dopodiché daremo la
parola al relatore per il parere.
(Interruzione)
No, non l’ho ritirato.
L’onorevole Salerno ha chiesto il ritiro.
Prima devo esporre l’emendamento, dopo c’è il
subemendamento.
L’ha già esposto.
Ah, l’avevo già esposto?
Però mettiamo un po’ di ordine. Ha chiesto la parola l’onorevole
Principe. Ne ha facoltà.
Chiedo scusa, stiamo
facendo – primo colpevole io – un po’ di confusione, cioè il problema è uno: abbiamo risolto
la questione dell’indicazione del Presidente e dei due membri del Consiglio, di cui uno
della minoranza; qui si tratta di stabilire se le associazioni debbono o no
essere rappresentate nei consigli di amministrazione. Ci sono vari emendamenti
che propongono tre membri, due membri, la mia era una proposta di mediazione, assessore.
Siccome chi vive queste realtà dà grande importanza all’associazionismo che
viene dall’interno di queste comunità, la proposta di mediazione era di ampliare il
consiglio di amministrazione, consentendo alle associazioni di indicare un
membro dello stesso consiglio. Questa era la proposta di mediazione.
Se il
Governo, cioè l’assessore che lo rappresenta, lo accetta e il Presidente della
Commissione, che esprime la maggioranza consiliare, è d’accordo, abbiamo
risolto il problema; se non si è d’accordo, si mettono in votazione gli
emendamenti e il risultato democratico lo accettiamo tutti.
(Interruzione)
No, a
questo punto faccio un’ulteriore proposta di mediazione -mi dispiacerebbe se su
questo problema il Consiglio non fosse unito, perché quando si parla di
minoranze, dobbiamo avere il massimo rispetto-. La proposta ulteriore di
mediazione sarebbe questa: poiché il nostro caro assessore –che mi è pure
simpatico, è una vecchia amicizia, è quasi un mio compaesano, vive molto nella
città alla quale sono molto affezionato, anche se vedo che dà fastidio a
qualcuno anche in questo Consiglio regionale, e non della maggioranza, debbo
dire– deve indicare un esperto, se il consigliere Salerno ha il timore che i
consigli di amministrazione diventino pletorici, la mediazione potrebbe essere,
onorevole Tripodi, che l’assessore nomina l’esperto, sentite le associazioni.
E’ un modo di coinvolgerle.
(Interruzione)
Sì, però
se non mettiamo ordine al provvedimento con gli emendamenti che enunciate in
maniera orale, poi, in coordinamento formale non si può fare assolutamente
nulla, cioè, o mettiamo ordine oppure rinviamo il progetto di legge in
Commissione; ci prendiamo una settimana in più, approvate il testo e lo
riportate in Aula. Allora, o mettete ordine nei vostri ragionamenti oppure
saremo obbligati a procedere così, perché in coordinamento formale non ci
ritroveremo più.
(Interruzione)
Gli
emendamenti orali si possono esporre, si preparano, si scrivono, si vota
l’emendamento presentato dai consiglieri Tripodi e Nucera, o sì o no e si va
avanti, in maniera molto chiara. Lo dico al relatore, perché altrimenti non ne
usciamo più.
Presidente,
questo provvedimento è già tornato in Commissione per un riesame, su
indicazioni precise dell’Aula. E’ stato esaminato in Commissione, tutti quanti
sapevano il giorno in cui sarebbe stato trattato questo provvedimento, alla
fine è stato licenziato all’unanimità. Mi ritrovo, oggi, come relatore, diversi
emendamenti, il che significa rimettere un po’ in discussione il testo. A mio
avviso, non serve che il provvedimento torni in Commissione, sarebbe un lavoro
inutile, perché rischiamo di tornare nuovamente in Aula e di ritrovarci,
magari, altri emendamenti.
Dico: la
Commissione l’ha licenziato all’unanimità, mi sono espresso come relatore per
quanto riguarda il coordinamento formale su alcune circostanze sollevate oggi
in Aula; a questo punto penso che bisogna andare avanti ed approvare il
provvedimento. Ci sono gli emendamenti? Si vota, si approvano, si bocciano, si
ritirano, è bene, però, portarlo a compimento, anche perché l’assessore ha
sollecitato, più volte, la definizione di questo provvedimento perché vorrebbe
partire nel giro di un mesetto, rendere operative queste fondazioni. Ragion per
cui non c’è nulla di male nel votare gli emendamenti, favorevoli, contrari o se
vengono ritirati.
Ha
chiesto la parola l’onorevole Chiappetta. Ne ha
facoltà.
Ad integrazione di quello che è stato detto sinora in Aula dai colleghi
che mi hanno preceduto ed anche ad integrazione
di quello che ha detto un attimo fa il relatore,
il collega Salerno, nonché Presidente della Commissione consiliare competente, vede, Presidente,
questo è un provvedimento che è già stato in Aula in tempi passati, è tornato
nuovamente nella Commissione consiliare competente non solo per gli ulteriori
approfondimenti ma anche per le necessarie eventuali variazioni al testo che avrebbero
dovuto essere ritenute opportune.
Vorrei
ricordare, lo ricordo all’Aula, dopo averlo ricordato a me stesso – il collega
Tripodi era presente alla Commissione, così come lo ero io – che in sede di
Commissione – ha fatto bene il Presidente Salerno a ricordarlo – non solo è
stato votato all’unanimità, ma si è andati oltre, e nel caso in cui si fosse
ravvisata la necessità e l’opportunità di eventuali modifiche integrative,
migliorative del provvedimento legislativo stesso da sottoporre all’Aula, un eventuale
Comitato ristretto, che da lì a poco si sarebbe dovuto costituire per poter
verificare quello che ho detto dianzi, avrebbe potuto effettuare quanto era
necessario.
Questa
circostanza, Presidente, non si è verificata perché tutti i colleghi presenti –
e vorrei ricordare che erano presenti in Commissione tutte le forze politiche –
non lo hanno ritenuto opportuno. Credo, quindi, che anche per dare una
risposta, così per come è stata fatta bene in quest’Aula questa mattina, si
debba andare, senza ulteriori tentennamenti, all’approvazione del
provvedimento, verificando, emendamento per emendamento, quanto che si ritiene
opportuno approvare rispetto a quanto non deve essere approvato, attraverso il
voto democratico dell’Aula.
Possiamo,
quindi, procedere. Emendamento protocollo numero 21996, a firma del consigliere
Nucera: il relatore aveva chiesto il ritiro.
Presidente,
mi dica, a questo punto, se è una questione formale, la facciamo, perché ho
capito che c’è una questione formale, non di sostanza. Iniziamo, allora, a
discutere gli emendamenti con i subemendamenti e vediamo se riusciamo a trovare
una soluzione, ma la prego di farlo articolo per articolo e con gli emendamenti
che dobbiamo discutere, rispetto agli articoli dello Statuto che andiamo ad
esaminare.
E’ un provvedimento amministrativo, iniziamo dall’articolo 1,
“Fondazione Arberesh”, che pongo in votazione.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 4.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 5.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 6.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 7.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 8.
(E’ approvato)
All’articolo 9 c’è l’emendamento
protocollo numero 21772, a firma dell’onorevole Tripodi: “Art. 9, comma 1,
dello Statuto relativo alla Fondazione Arberesh (All.
A del. n. 591/11) è così sostituito:
“Il consiglio di amministrazione è
composto da:
- il Presidente, designato
dall’assessore regionale alle minoranze linguistiche;
- tre membri designati
dall’assemblea dei sindaci dei Comuni delimitati ai sensi della legge 482/99;
- un membro esperto designato
dall’assessore regionale alle minoranze linguistiche;
- due membri designati dal Consiglio
regionale;
- un membro nominato dalle Province
nei cui ambiti ricadono comuni di minoranze linguistiche ai sensi della legge
428/99;
- tre membri in rappresentanza delle
associazioni iscritte all’Albo regionale di cui all’articolo 4 L.R. 16/85;
- il dirigente del settore
competente”.
Questo emendamento
racchiude in sé tutta la discussione che abbiamo fatto finora, perché
riguarda
la composizione del consiglio di amministrazione, con la discussione che abbiamo
fatto in quest’Aula per mezzora sulle precisazioni del Presidente Salerno,
sulle precisazioni dell’onorevole Principe, su quello
che ho detto io e anche su quella proposta dell’onorevole Nucera.
Il momento di mediazione su questo emendamento quale può essere?
Uno: “Il Presidente”, nella discussione che si è fatta – glielo dico a
microfono acceso, così rimane registrato – “è designato dal Presidente della
Regione Calabria su proposta dell’assessore al ramo; 3 membri designati
dall’Assemblea dei sindaci” per quanto riguarda la comunità arberesh
– perché stiamo parlando di questa comunità– “un membro esperto designato
dall’assessore regionale alle minoranze linguistiche; due membri designati dal
Consiglio regionale, di cui uno di minoranza; 1 membro nominato dalle Province
nel cui ambito ricadono i Comuni che fanno parte delle minoranze, secondo la
legge numero 482 del 1999; 1 membro in rappresentanza delle associazioni
rappresentate nell’Albo regionale della minoranza linguistica arberesh”.
Questo è
l’emendamento che racchiude in sé tutta la discussione che abbiamo fatto fino a
questo momento.
Parere del relatore?
Lo invito a ritirare l’emendamento,
diversamente esprimo parere contrario.
Onorevole Tripodi?
Presidente, non lo
ritiro e chiedo la votazione per appello nominale su questo emendamento.
Ha chiesto la parola l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.
Ai fini della confusione di cui si parlava prima,
siccome il collega Tripodi
nell’emendamento
ha inserito tutto, praticamente il punto di disaccordo è solo sui
rappresentanti delle associazioni, quindi il voto deve riguardare solo questo,
nel senso che ci siamo affidati al coordinamento
formale per quanto riguarda la figura del Presidente che viene nominato dalla
Giunta regionale. Presidente Salerno, se mi ascolta un attimo, perché come lo
ha enunciato il collega Tripodi sembra che tutto sia inserito in un unico
contesto. Mi pare che per il Presidente nominato dalla Giunta regionale su
indicazione dell’assessore siamo tutti d’accordo ed è un problema solo di coordinamento
sui due membri di nomina. Siamo tutti d’accordo, per cui il voto, collega
Tripodi, riguarda solo il rappresentante.
(Interruzione dell’onorevole Tripodi)
Sono d’accordo, sto
ponendo un problema di metodologia di direzione dell’Aula, cioè il Presidente
mette ai voti solo la presenza del rappresentante delle associazioni, perché le
altre due questioni sono esaurite e siamo tutti d’accordo. Non so se è chiaro,
Presidente.
Ha
chiesto la parola l’onorevole Salerno. Ne ha facoltà.
Nell’illustrare l’emendamento, l’onorevole Tripodi non
ha letto ciò che è proposto nello stesso. L’emendamento parla di tre
membri in rappresentanza dell’associazione
che è un numero eccessivo.
Dico: vogliamo la rappresentanza
delle associazioni? Un membro, ma senza diritto di voto, perché così le associazioni sono
rappresentate senza diritto di voto. Va bene così? Perfetto.
(Interruzione)
Così riformulato va bene.
C’è anche il mio emendamento, Presidente, che cammina nella stessa direzione.
Intanto, però, stavamo parlando di questo emendamento.
Possiamo fare un coordinamento formale, proprio per richiamare le dichiarazioni esplicitate dall’onorevole
Presidente Principe. Ecco, un coordinamento formale fra gli emendamenti
presentati, perché c’è anche il mio, nella direzione espressa dal collega
Principe, accogliendo pienamente – mi sta bene – la presenza, perché non è una
presenza di gestione ma di indirizzo, che dia l’opportunità anche alle
associazioni e quindi al territorio – e salvaguardiamo il principio di
sussidiarietà – per raggiungere gli obiettivi preposti.
In questo senso, ritiro il mio emendamento
e facciamo un ragionamento complessivo, anche per quanto riguarda l’Allegato A,
B e C, per quel che mi riguarda, quindi, possiamo procedere in questa direzione.
La parola al relatore che conclude
perché nel coordinamento formale bisogna fare la sintesi.
(Interruzione dell’onorevole Nucera)
In pratica, un membro in rappresentanza delle associazioni senza diritto di voto.
Va
bene, Presidente.
Con questo subemendamento
pongo in votazione
l’articolo 9, per come emendato dal relatore.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 10.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 11.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 12.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 13.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 14.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 15.
(E’ approvato)
All’articolo 16 c’è un emendamento.
E’ ritirato.
Quindi non ci sono emendamenti.
No, è conseguenziale
all’articolo 9.
Sono all’altro Statuto, quello che
non riguarda gli arberesh.
Stiamo votando lo Statuto relativo alla popolazione arberesh.
Pongo in votazione l’articolo 16.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 17.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 18.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 19.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 20.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 21.
(E’ approvato)
Adesso siamo alla Fondazione grecanica.
C’è subito un emendamento al titolo.
Non prenda, però, la parola.
Intanto, non ha bisogno nemmeno del microfono quando parla! Se quindi aggiunge
il microfono, con la confusione e tutti gli emendamenti non capiamo nulla!
Faccia guidare me, poi, quando vuole, mi chiede la parola e gliela do subito.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
(Interruzione)
Non ci sono emendamenti, il suo è
all’articolo 9.
No, Presidente.
E dov’è? Ha sbagliato lei, perché
c’è scritto.
(Interruzione dell’onorevole Nucera)
E dov’è il titolo?
(Interruzione dell’onorevole Nucera)
Emendamento all’articolo 9: “consiglio di amministrazione
dell’Allegato A”.
(Interruzione dell’onorevole Nucera)
Questo
l’abbiamo già.
C’è stato
un errore. No, Presidente, questo emendamento è relativo all’associazione arberesh, ora siamo all’area grecanica.
Questo è superato, c’è quest’altro emendamento, protocollo numero 2196, questo
è l’emendamento protocollo numero 95.
E qual è?
“Statuto fondazione calabro greca”.
(Interruzione dell’onorevole Nucera)
C’è un emendamento che riguarda “Statuto fondazione grecanica di Calabria”. “Statuto fondazione calabro-greca”,
è solo questa modifica.
Lo illustri.
C’è l’altro emendamento del consigliere
Tripodi che recita “greci di Calabria”.
L’emendamento non è sull’articolato,
è sul titolo dell’Allegato B.
(Interruzione)
Perfetto. Allora, è accolto?
(Interruzione dell’onorevole
Salerno)
Sono due emendamenti uguali.
Giovanni, tu dici “calabro-greca” e io “greci di Calabria”. Va bene “calabro-greca”. Il mio emendamento è ritirato.
Purché non sia “fondazione grecanica di
Calabria”.
Il mio emendamento, che è lo stesso,
è ritirato: o calabro-greca o greci di Calabria, è la
stessa cosa.
Ha chiesto la parola l’onorevole
Salerno. Ne ha facoltà.
(Interruzione dell’onorevole Nucera)
Sentiamo il parere del relatore.
Da quanto ho capito, l’emendamento dell’onorevole Tripodi è ritirato.
(Interruzione)
Mi fate parlare? Un po’ di ordine nella discussione, altrimenti non riusciamo a fare niente.
Non è la stessa cosa, perché
l’emendamento dell’onorevole Tripodi
recita “Statuto fondazione
greci di Calabria”. L’emendamento del consigliere Tripodi è ritirato, benissimo.
Parere favorevole a quello di Nucera.
Pongo in votazione l’emendamento a firma dell’onorevole Nucera.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’ approvato)
Presidente, c’era il mio emendamento
all’articolo 2.
Qual è?
L’emendamento protocollo numero
21765.
Emendamento protocollo numero 21765 a
firma dell’onorevole Tripodi: “All. B alla del. 591 del 23 dicembre 2011
Art. 2 (Sede)
“Al comma 1 sostituire le parole
“presso la sede comunale” con la seguente frase “presso l’Istituto regionale
superiore di studi Elleno-Calabri (Irssec)”
Lo può illustrare.
Questo emendamento va a discernere
l’ubicazione della sede della fondazione come fatto, anche, di natura politica,
perché la legge prevede che la fondazione abbia sede allocata presso il Comune
di Bova Marina. Abbiamo costruito, come Regione, un istituto che è autonomo, quindi
è giusto che la sede non sia presso il Comune di Bova Marina, ma all’interno dell’istituto
che la Regione Calabria ha costruito appositamente per questa minoranza
linguistica. Siccome il Comune di Bova Marina detiene semplicemente la proprietà,
però la Regione Calabria ha impegnato circa 1 milione di euro, se parliamo di
euro, per costruire questo istituto, la fondazione è giusto che sia allocata all’interno
dell’istituto che, peraltro, rappresenta un fiore all’occhiello per quanto
riguarda le minoranze linguistiche
(Interruzione)
Sempre a Bova Marina.
Parere del relatore?
Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo
numero 21765.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 5.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 6.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 7.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 8.
(E’ approvato)
All’articolo 9 ci sono emendamenti a
firma…
(Interruzione dell’onorevole Principe)
Esatto, c’è il coordinamento che ci
richiama all’Allegato A.
Ritirati, Presidente, perché c’è il coordinamento
del Presidente Salerno.
Ritirati tutti e due.
Può aggiungere al microfono.
Sia l’articolo
9 che l’articolo…..
La parola
all’onorevole Salerno.
Allora,
un rappresentante delle associazioni senza diritto di voto.
Pongo in votazione l’articolo 9 così come
emendato.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 10.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 11.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 12.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 13.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 14.
(E’ approvato)
Presidente, c’era un altro emendamento all’articolo 13.
Emendamento protocollo numero 21774 a
firma dell’onorevole Tripodi: ““All’articolo 13, comma 1, degli allegati A, B e
C della del. n. 591/11, dopo l’espressione “Il consiglio di amministrazione” la
parola “può” va sostituita con il termine “deve”.
Lo illustri.
L’articolo 13 dice, praticamente, che il consiglio di
amministrazione può attivarsi per fare ricerca o valorizzare quello che è il
mondo delle minoranza linguistiche E’ un problema formale, però di fatto anche
sostanziale, una parola, non “può”, ma “deve”, perché è il suo dovere istituzionale.
(Interruzione)
E’ diverso, è molto diverso.
Parere del relatore?
Favorevole.
Pongo in
votazione l’emendamento protocollo 21774.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 13 così
come emendato.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 14.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 15.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 16.
(E’ approvato)
Pasquale Maria TRIPODI
C’è un emendamento.
Il 16
bis. Emendamento protocollo numero 21775 a
firma dell’onorevole Tripodi: “All’articolo 16 degli allegati A, B e C
della del. n. 591/11 si aggiunge il seguente:
“Art. 16
bis
Con
l’entrata in vigore del presente Statuto tutte le nomine già effettuate
decadono. Le nuove nomine del consiglio di amministrazione della Fondazione
dovranno avvenire entro il termine di 90 giorni dall’entrata in vigore del
presente Statuto”.
Ha
facoltà di illustrarlo.
Presidente
Salerno, assessore alla cultura, oggi stiamo
approvando lo Statuto delle fondazioni, stiamo rendendo un servizio alla Calabria. Questo
emendamento va nella direzione di dare la possibilità a chi ne ha la potestà di
nominare i consigli di amministrazione. Siccome i consigli di amministrazione sono
stati già nominati, nulla osta che quelle nomine vanno reiterate, ma di fatto è
bene che le fondazioni possano fare delle nuove nomine.
Quindi propongo che le nomine siano
dichiarate decadute e che poi domani mattina si possano fare le altre e nuove
nomine.
Parere del relatore?
Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo numero 21775.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 17.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 18.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 19.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 20.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 21.
(E’ approvato)
Adesso c’è la fondazione occitana.
Preliminarmente alla discussione e
all’esame degli emendamenti, volevo puntualizzare che all’articolo 9 c’è un
errore, sicuramente di trascrizione, per quanto riguarda la rappresentanza dei
sindaci, che ne prevedo due, mentre in realtà è solo un Comune che ha questa possibilità,
quindi uno anziché due.
(Interruzione)
Stiamo parlando degli occitani.
All’articolo 9 ha detto?
Lo dico prima, così, quando arriviamo
all’articolo 9, possiamo fare un coordinamento formale.
Col coordinamento formale sarà modificato
l’articolo 9. Non ci sono emendamenti in questo Statuto? Onorevole Nucera, non
ce ne sono? Quindi possiamo procedere rapidamente.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 5.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 6.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 7.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 8.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 9.
(E’ approvato)
Viene approvato così come modificato
dall’onorevole Salerno.
Pongo in votazione l’articolo 10.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 11.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 12.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 13.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 14.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 15.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 16.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 17.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 18.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 19.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 20.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 21.
(E’ approvato)
Si passa
all’approvazione del documento nel suo complesso…
Presidente, chiedo la parola per dichiarazione
di voto.
Prego, onorevole Tripodi prima e
Principe dopo.
Voglio esprimere la
mia soddisfazione per questo
provvedimento che oggi abbiamo approvato
e, allo stesso tempo, annunciare il mio voto favorevole a questa legge che da qui
a poco sarà legge della Regione Calabria, voglio fare alcune precisazioni e le
vorrei rivolgere, gentilmente, all’assessore Caligiuri
perché possa tenerne conto, sono raccomandazioni che faccio, Presidente.
Abbiamo un problema che lei, insieme al Presidente e a
tutta la Giunta, può risolvere senza incidere sugli effetti della legge, è una
cosa meritoria, anche per l’impegno che ha messo il Presidente Salerno con la
terza Commissione tutta e l’azione che è stata fatta oggi in questo Consiglio
regionale.
Primo problema, Presidente: dobbiamo fare in modo di
dotare gli istituti, quindi le fondazioni, di personale per la gestione, essendo
le cariche completamente a titolo gratuito, di fatto non c’è né chi possa fare
le pulizia, né chi possa fare un minimo di segreteria, né quant’altro, perché poi
l’ufficio di amministrazione deve
avere anche una capacità di gestione e un certo tipo di personale.
Veda, perché la norma regionale
glielo consente, se può destinare personale o dell’organico della Giunta o del Consiglio
che possa soddisfare, in prima battuta, le esigenze di queste fondazioni. Poi va
da sé che le fondazioni, in modo autonomo, provvederanno al proprio personale.
Seconda raccomandazione, assessore:
al momento, nella costituzione della fondazione, non abbiamo assegnato una dotazione
finanziaria alle fondazioni, quindi siccome è una competenza specifica del suo assessorato,
nel più breve tempo possibile, appena la legge sarà pubblicata e avrà effetto,
veda di dotare le fondazioni delle risorse necessarie affinché possano svolgere
le loro attività.
La parola all’onorevole Principe.
Presidente, gradirei che il
nostro assessore Caligiuri prestasse un minimo di attenzione a quello che sto per dire, perché aver organizzato sotto il profilo istituzionale gli
istituti in fondazioni, è un fatto meritorio, quindi votiamo questo
provvedimento, peraltro molto migliorato in termini di partecipazione delle
rappresentanze, con convinzione, però a questi organismi dobbiamo dare la
capacità di essere operativi e non solo per come diceva il collega Tripodi,
vado oltre, cioè una fondazione deve
avere a disposizione non solo la manovalanza per i servizi di cui si è parlato,
ma dovrebbe avere a disposizione gente che, più che la scopa, usi il pensiero,
trattandosi di fondazioni.
A proposito di pensiero,
gradirei capire come ci stiamo collegando a questo mondo, perché – veda, assessore
Caligiuri – mi auguro che lei sia informato, ma a
proposito di arberesh, c’era un apposito Apq fra lo Stato italiano e le Regioni meridionali. In questo
Apq, naturalmente, era presente anche la Calabria e
ho avuto modo la ventura, per un periodo, di interessarmi di queste cose. Per
esempio, uno dei progetti dell’Apq aveva anche una dotazione
di qualche milione di euro, il collega Tripodi addirittura si preoccupava della
donna delle pulizie e possiamo non tener conto di qualche milione di euro?! E’
una domanda importante quella che le faccio, perché con questo Apq avevamo, per esempio, messo in rete tutte le biblioteche
dei paesi arberesh della provincia di Cosenza
e anche i crotonesi con le biblioteche albanesi della Macedonia, perché – come
lei sa – in Macedonia c’è una minoranza arberesh
albanese molto corposa, e con le biblioteche del Kossovo.
Quindi, nel
momento in cui queste fondazioni si rimetteranno in moto, ritengo che l’Apq, se l’assessorato lo ha perso di vista e si è smarrito
durante questo biennio, sarebbe il caso che, utilizzando le fondazioni, si
riprenda in considerazione questo.
Mi
permetto di aggiungere un’altra questione: si stava organizzando a livello
statuale con le Regioni meridionali, praticamente con tutte le Regioni meridionali,
anche di un Apq Mediterraneo. Anche qui, ho perso di
vista questo Apq Mediterraneo, mi auguro che non
l’abbia perso di vista il Governo regionale della Calabria, perché con l’Aqp Mediterraneo si voleva fare questo, assessore Caligiuri – è bene che si informi in tempo reale – per
esempio potevamo esportare l’esperienza di “Magna Grecia Teatro”. Lei sta
proseguendo con onore e mi auguro con risultati importanti in termini di
presenze, perché mi sfugge il numero dei presenti alle manifestazioni di “Magna
Grecia Teatro”, ma sta portando avanti questa iniziativa di rappresentare il
teatro antico, ma anche quello moderno, la musica, nei siti archeologici calabresi.
Si stava
pensando con l’Apq Mediterraneo di creare una sinergia
– parliamo sempre di Mediterraneo, il Presidente Scopelliti in una delle ultime
esibizioni in quest’Aula ci ha deliziato sulla centralità del Mediterraneo e quindi
sul ruolo della Calabria – , perché l’Apq Mediterraneo
metteva in rete i siti archeologici calabresi con i siti archeologici della
sponda Sud ed Est del Mediterraneo, quindi con la Siria che – come sappiamo –
rappresenta la vecchia Fenicia con la Palestina, con l’Egitto, con i siti
archeologici libici.
Siccome parliamo
anche di paesi grecanici e c’è una fondazione, sarebbe
opportuno che il suo assessorato si facesse supportare da questa fondazione, per
vedere che fine ha fatto e per bene utilizzare l’Apq Mediterraneo.
Non ci
sono altre dichiarazioni di voto, pertanto pongo in votazione la legge nel suo
complesso.
(Il Consiglio approva all’unanimità)
(E’ riportata in allegato)
Prima di passare al prossimo punto all’ordine del giorno,
volevo dare un seguito di comunicazioni.
Legge un seguito di comunicazioni.
(Sono riportate in allegato)
Assessore Caligiuri, le do la parola per esprimere la sua soddisfazione
riguardo l’approvazione della legge.
Ho registrato il dibattito
che si sviluppato in quest’Aula e che ha riguardato
lo Statuto delle fondazioni
delle minoranze linguistiche calabresi, che rappresentano – è emerso in maniera
relativa – una straordinaria ricchezza della
nostra regione e che la Giunta regionale presieduta da Scopelliti sta
cercando di valorizzare in maniera notevole. Abbiamo proposto le minoranze
linguistiche calabresi per il riconoscimento mondiale dell’Unesco come patrimonio
seriale e materiale, è stato già bandito il bando dei Pisl
di 15 milioni di euro, si tratta dell’investimento più consistente in questa
direzione che sia mai stato realizzato a favore delle minoranze linguistiche.
Poi sono state importanti le variazioni avvenute in
relazione agli Statuti, poi c’è la valorizzazione delle associazioni che crea
una similitudine tra le fondazioni e il Coremil, il Comitato regionale per le minoranze linguistiche, che ha
una presenza notevole nelle associazioni. In terzo luogo – e rispondo a una
delle due osservazioni dell’onorevole Tripodi – ci consente di sbloccare le
risorse che sono immobilizzate e che, da quando sono stati soppressi gli
istituti delle minoranze linguistiche, per essere poi trasformati in fondazioni
– speriamo di fare velocemente nei prossimi mesi – non sono stati utilizzati.
Raccolgo le indicazioni dell’onorevole Tripodi per
quanto riguarda la dotazione, verificheremo con gli uffici preposti come sia
possibile intervenire . Sulla dotazione finanziaria ho risposto, non so se ha
sentito.
Per
quanto riguarda l’onorevole Principe, che ascolto sempre con grande
piacere, voglio rassicurarlo che anche questa volta non abbiamo smarrito nulla,
ma abbiamo aggiunto iniziative ed attività.
E’ evidente che, per quanto riguarda l’Apq, sia le fondazioni, così come il Coremil,
sono strumenti di consultazione importanti per la definizione delle politiche regionali
sulle minoranze linguistiche.
Credo, quindi, che sia stato fatto un buon lavoro,
adesso dobbiamo velocemente procedere ad individuare le figure più opportune
per fare funzionare queste strutture.
Passiamo al punto cinque all’ordine del giorno che riguarda
dei progetti di legge unificati: “Modifica all'articolo 40 della legge
regionale 5 aprile 1983, n. 13; “Norme di attuazione dello Statuto per
l’iniziativa legislativa popolare e per i referendum”, di cui è relatore l’onorevole Magno, che ha facoltà di intervenire.
E’ una proposta di legge
che viene presentata dall’onorevole
Morelli e dall’onorevole
Domenico Talarico.
La proposta di legge nasce
dalla necessità di introdurre delle
modifiche all’articolo 40 della legge 13 dell’83, sulle “norme di attuazione
dello Statuto per l’iniziativa legislativa popolare e per i referendum”,
questo al fine di adeguare le disposizioni in esso contenute
con le nuove disposizioni statutarie previste dalla consolidata giurisprudenza costituzionale in materia di referendum
consultivo obbligatorio, in caso di modifiche di circoscrizioni territoriali.
In particolare, si è
stabilito – e per questo ringrazio tutta la Commissione per il contributo che
ha dato – che, a fronte di un’interpretazione estensiva del concetto di
popolazioni interessate, valida nella generalità dei casi, si debba comunque ritenere
ammissibile, in linea col dettato costituzionale, la scelta di escludere
porzioni della popolazione dalla partecipazione al referendum, qualora non
sussistano in capo alla stessa interessi qualificati relativamente agli effetti
di una modificazione
territoriale.
Quindi la
presente proposta di legge si propone di adeguare la vigente normativa regionale
in tema di referendum consultivi, afferenti ad iniziative legislative volte
alla modifica di circoscrizioni comunali, alla più consolidata giurisprudenza costituzionale
in materia. Tutto ciò anche al fine di affermare un principio di equità nello svolgimento
della consultazione referendaria, a tutela del diritto delle popolazioni in
capo a cui sussiste effettivamente interesse in ordine agli effetti di
un’eventuale modificazione di circoscrizioni comunali.
Questa proposta
è composta di un unico articolo suddiviso in quattro commi, quindi si chiede all’Aula
la sua approvazione.
Ha
chiesto di parlare l’onorevole Talarico. Ne ha facoltà.
Credo che l’Aula, questa
sera, possa salutare con grande favore la proposta
appena illustrata dal collega Magno. E’ stato
fatto un buon lavoro – come si dice –
bipartisan che, in qualche modo, rende
giustizia ad un’esigenza diffusa, anche, nella nostra regione, cioè modificare in alcuni casi, particolari
ed estremi, le circoscrizioni comunali. E’ evidente che di una norma di questo tipo
non bisogna farne abuso, ma le richieste vanno ponderate con razionalità e con equilibrio. A tal fine, la Commissione
ha proposto che l’iniziativa referendaria venga sottoposta al Consiglio
regionale, il quale è chiamato anche a valutare l’interesse, cosiddetto,
qualificato.
Queste sono le due parole magiche
che vengono inserite in questa norma, in assenza delle quali la norma stessa
non avrebbe alcun effetto, vanificherebbe lo spirito stesso della norma, perché
se ad esempio si chiede di modificare la circoscrizione comunale del Comune ics
e se a votare sono tutti i cittadini di quel Comune, molto probabilmente non si
arriverà mai a modificare la circoscrizione elettorale. Se, invece, applicando questa
norma verranno chiamati al voto solo quei cittadini che hanno un interesse in
base a criteri oggettivi, di tipo sociologico, istituzionale, territoriale,
storico, eccetera, a quel punto la norma ha una sua utilità e può venire incontro a quell’esigenza.
L’altro
punto che vorrei sottolineare è che la Regione Calabria, in qualche modo, si
uniforma al resto del Paese. Da un raffronto che abbiamo fatto, anche,
nell’apposita Commissione guidata dal Presidente Magno, abbiamo verificato e
raffrontato questo testo con altre Regioni ed abbiamo riscontrato che, così
come viene proposto e – mi auguro – approvato, la Regione Calabria va al passo
con le altre Regioni d’Italia e soprattutto viene a sanarsi anche un’incongruenza,
una contraddizione che la stessa Corte costituzionale aveva, in alcune occasioni,
rilevato, nel momento in cui veniva chiamata ad esprimersi sulla legittimità
della norma a regolamentare alcune situazioni relative alle modifiche
circoscrizionali comunali.
Quindi, signor
Presidente, penso che anche noi della minoranza – fra l’altro sono il promotore
di uno dei due testi di legge, l’altro è del collega Morelli – salutiamo con
favore questa iniziativa e, naturalmente, come è ovvio, votiamo a favore e in questo
modo credo che rendiamo un contributo a quelle realtà che vorranno – mi auguro
poche – utilizzare questo strumento per venire incontro ad una serie di esigenze
che in altre occasioni si sono manifestate, ma non hanno mai trovato
concretezza, in assenza di uno strumento giusto e razionale, qual è quello che
stasera ci apprestiamo a votare.
Non ci
sono altri interventi, pertanto pongo in votazione l’articolo unico.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione il provvedimento nel suo complesso.
(Il Consiglio approva all’unanimità)
(E’ riportato in allegato)
Il prossimo punto all’ordine del giorno riguarda la proposta di provvedimento
amministrativo numero 165/9^ di
iniziativa della Giunta regionale, recante: “Aterp –
Catanzaro – Rendiconto Consuntivo Esercizio Finanziario 2010”, di cui è
relatore l’onorevole Imbalzano, che ha facoltà di intervenire.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, la Commissione bilancio
da me presieduta nella seduta del 27 marzo ha
licenziato la proposta di provvedimento
amministrativo relativa al rendiconto dell’Aterp
di Catanzaro per l’esercizio finanziario 2010.
La Commissione ha svolto un esame generale
del documento contabile, con particolare riferimento alle raccomandazioni, alle
prescrizioni e alle osservazioni sia del Collegio dei revisori dei conti, sia
dei dipartimenti regionali competenti, nonché della Giunta regionale.
La Commissione, preliminarmente, ha
mosso severe critiche per il ritardo con cui è stato presentato il rendiconto
2010 al Consiglio regionale, nonostante gli organi Aterp
abbiano approvato il rendiconto stesso entro il 31 marzo 2011. Su questo e su
altri temi è stato audito il direttore generale
dell’ente, il dottore Colosimo, che ha fornito alcuni
importanti chiarimenti e delucidazioni
in ordine, soprattutto, all’andamento gestionale dell’azienda stessa. In particolare,
il direttore Colosimo ha inteso precisare che, nonostante
le criticità e le disfunzioni del passato, in particolare la tripartizione tra
le Aterp di Crotone, Vibo Valentia e Catanzaro, la nomina
di un commissario ad acta, sono stati
registrati nel 2010 degli aspetti positivi, come la diminuzione del disavanzo,
l’abbattimento dei residui passivi, la riduzione delle morosità.
La Commissione
ha dato atto che l’ente, aderendo alle raccomandazioni espresse dal Collegio
dei revisori dei conti lo scorso anno, ha eseguito il riaccertamento
dei residui attivi e passivi a fine 2010. Questi residui sono stati determinati
in euro 63.398.000 circa per quelli attivi e 64.589.377 per i residui passivi.
Un dato
intendo sottolineare con riferimento soprattutto alla gestione di competenza:
l’organo di controllo ha registrato, nel corso del 2010, una maggior efficienza
gestionale ed organizzativa che ha permesso di raggiungere l’equilibrio finanziario,
producendo un avanzo di amministrazione, anzi di gestione 2010 di 103.800 euro.
Diamo atto
che il Collegio dei revisori dei conti ha constatato l’impegno profuso
dall’ente nel recupero della morosità con azioni, anche, legali, raccomandando
di intensificare e di proseguire l’attività di recupero stesso.
Quindi, in
sostanza, l’esercizio finanziario si chiude con un disavanzo di amministrazione
ridotto rispetto all’anno scorso e pari a 925.612, proprio in virtù dell’avanzo
di gestione registrato, pari a 103.800 euro.
In conclusione,
la Commissione ha espresso le proprie favorevoli determinazioni sul rendiconto
2010, facendo proprie le prescrizioni indicate nella delibera di Giunta
regionale, in particolare ha raccomandato di porre in essere ogni azione mirata
al recupero e alla regolarizzazione delle morosità dei canoni di locazione; di provvedere
alla progressiva riduzione del disavanzo di amministrazione risultante dal
conto consuntivo 2010 fino alla sua totale copertura; di accelerare le
operazioni di alienazione degli immobili, dando priorità alla cessione di quelli
compresi nei cosiddetti condomini misti; di consolidare la capacità di riscossione,
al fine di realizzare un andamento dei flussi di entrata e di uscita più
equilibrato; di verificare con attenzione l’effettiva riscuotibilità
dei residui attivi provenienti dagli esercizi antecedenti al 2006, nonché
l’effettiva sussistenza delle obbligazioni giuridicamente vincolanti relative
ai residui passivi inerenti agli esercizi anteriori al 2006.
La Commissione,
in definitiva, ha fatto proprie le osservazioni, le raccomandazioni del Collegio
dei revisori, del dipartimento bilancio e del dipartimento lavori pubblici,
nonché della Giunta regionale ed ha anche raccomandato all’ente di provvedere a
dare copertura progressiva al disavanzo, la cui consistenza – come dicevo
poc’anzi – risulta in ogni caso ridotta rispetto agli anni precedenti.
Ha
chiesto di parlare l’onorevole Censore. Ne ha facoltà.
Come gruppo
del partito democratico, riteniamo
che il consuntivo 2010 presentato dall’Aterp di Catanzaro
sia meritevole di approvazione.
Mi rifaccio a quanto ha detto l’onorevole
Imbalzano, Presidente della Commissione, il quale nel
suo intervento ha evidenziato che la gestione dell’Aterp
in questione ha registrato sensibili avanzamenti
positivi rispetto ad alcune situazioni che sono peculiari per le Aterp: tra queste, la riscossione dei canoni di locazione, quindi
la morosità che in molte Aterp è elevata ed è stata
sempre oggetto di continuo richiamo e di procedimenti da parte della Corte dei
conti.
Oltre a questo,
come Commissione, abbiamo prodotto degli indirizzi e siamo certi che la gestione,
così come è impostata, raggiungerà i risultati che noi, come Commissione, abbiamo
assegnato.
Quindi,
ci esprimiamo favorevolmente su questo rendiconto consuntivo.
Ha
chiesto di parlare l’onorevole Tripodi. Ne ha facoltà.
Quando abbiamo iniziato la discussione sui bilanci delle Aterp in generale, grazie anche al Presidente
della seconda Commissione, abbiamo intrapreso una cosiddetta operazione verità sulle Aterp
e abbiamo messo in evidenza, nella discussione e nelle audizioni che abbiamo fatto
con i vari direttori delle Aterp di tutte e cinque le
province, quelle che erano le criticità che, alla base della gestione,
portavano ad esaminare dei bilanci e le prescrizioni del bilancio dell’Aterp di Catanzaro non sono diverse o dissimili da quelle che
ci sono sulle altre Aterp.
Abbiamo deciso di adottare una linea
di rigore, anche rispetto a quelli che sono i metodi di gestione all’interno delle
Aterp e non solo rispetto a quello che dicono le prescrizioni,
per quanto riguarda Catanzaro, e le relazioni che, abbiamo notato, sono
diversificate per territorio, per quanto riguarda i canoni di affitto, per
quanto riguarda la gestione, la manutenzione e quant’altro.
Ora, ritengo che questa è la fase in
cui abbiamo avuto la capacità, come Commissione, di dire chiaramente quello che
vogliamo fare, grazie al lavoro del Presidente e di tutta
Pongo in
votazione il provvedimento nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Punto sette all’ordine del giorno che riguarda la proposta di legge numero 151/9^ di iniziativa del consigliere Grillo, recante: “Testo unico in materia di relazioni tra Regione Calabria e comunità calabresi nel mondo”.
E’ relatore l’onorevole Grillo,
che ha facoltà di intervenire.
Presidente, colleghi consiglieri, l’idea di proporre una proposta di
legge organica, in materia di emigrazione, è nata dall’idea di costituire uno strumento
innovativo rispetto a una problematica, quella dell’emigrazione, che nel tempo
si rinnova e l’indirizzo che il governo regionale ha nei confronti di questa
materia non è più quello di arrivare a una logica assistenziale, ma considerare
le nostre comunità all’estero come una risorsa.
Questa proposta di legge è stata
licenziata dalla sesta Commissione, nonché dalla seconda Commissione bilancio,
tuttavia sono pervenuti degli emendamenti dei consiglieri Gallo, Bilardi e
Nucera che sono meritevoli, a mio avviso, di ulteriore approfondimento.
Quindi, caro Presidente, mi
riserverò nella prossima seduta di Consiglio di entrare nel merito della legge
ed esporla ancora con più considerazione, esaminati gli emendamenti che i consiglieri
di maggioranza hanno presentato.
Ci tengo a precisare che la legge ha
ottenuto da parte della Consulta dei calabresi, che si è tenuta una settimana
fa, gli elogi, perché finalmente hanno uno strumento innovativo che li matte in
condizioni di essere artefici delle politiche sull’emigrazione; ha ottenuto
anche da parte del coordinamento nazionale delle Regioni gli apprezzamenti, perché
Quindi ritengo, poiché si tratta di
un argomento serissimo che va approfondito meglio, di rinviare alla prossima
seduta di Consiglio la discussione di questa legge.
Presidente, siamo d’accordo anche
noi.
Quindi la proposta dell’onorevole Grillo
di rinviare il punto alla prossima seduta di Consiglio, che è giorno 28, è
accolta.
Al prossimo punto all’ordine dei
lavori, il punto otto, c’è un ordine del giorno a firma dell’onorevole
Franchino, Mirabelli, Sulla, Tripodi, Battaglia: “Sull’esodo volontario del
personale del Consiglio regionale – Articolo 13 della legge regionale 34/2010”.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Chiappetta. Ne ha facoltà.
Intervengo
su questo punto all’ordine
del giorno e anche per chiedere all’Aula l’inserimento di un altro punto
all’ordine del giorno, con uno specifico ed apposito ordine
del giorno che è stato già regolarmente
depositato presso
In relazione, invece, a questo punto,
Presidente, del quale lei un attimo fa ha evidenziato gli aspetti, volevo pure
dire che, rispetto a questo, i capigruppo di maggioranza hanno presentato qualche
ora addietro, presso
Ecco perché, Presidente, mi permetto
di chiederle non solo l’inserimento all’ordine del giorno di quest’ordine del
giorno relativamente alla problematica dinanzi sollevata, ma anche la discussione
della mozione presentata relativamente a questo argomento che, invece, è
relativa a un ordine del giorno presentato dai colleghi della minoranza.
L’onorevole Chiappetta
chiede l’inserimento di due ordini del giorno; uno riguarda l’esodo volontario
del personale regionale ai sensi dell’articolo 13 della legge numero 34 del 2010
su cui i gruppi di minoranza avevano presentato un ordine del giorno che,
peraltro, è già inserito all’ordine dei lavori. Lei, onorevole Chiappetta, ha predisposto un ordine del giorno per conto
dei gruppi di maggioranza, e ne chiede l’inserimento insieme all’altro riguardante la vicenda dei 33 operatori
informatici.
Pongo in
votazione l’inserimento del primo ordine del giorno.
(Il Consiglio approva)
Pongo in
votazione l’inserimento del secondo ordine del giorno.
(Il Consiglio approva)
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Giordano. Ne ha facoltà.
Presidente, interverrò nel merito degli ordini del giorno successivamente,
perché siamo sottoscrittori come minoranza per quanto riguarda la questione esodati – come lei ricordava ed è all’ordine del giorno – e
poi sulla questione che riguarda gli operatori informatici, abbiamo condiviso
un ordine del giorno insieme a tutti i colleghi.
Chiedo, invece, l’inserimento in
ultimo all’ordine del giorno di una mozione che riguarda la questione sollevata
dal Comitato No Lombroso, che ha trovato una fortissima adesione in Calabria e
– voglio sottolineare – fuori dalla Calabria con l’adesione di tantissimi Comuni,
in ultimo voglio ricordare l’intervento del prefetto di Catanzaro, sua eccellenza
Antonio Reppucci, e del sindaco del Comune di Motta
Santa Lucia.
Questa mozione impegna
Votiamo solo l’inserimento, poi nel merito, mi ha chiesto anche l’assessore
di intervenire. Pongo in votazione l’inserimento all’ordine del giorno della mozione.
(Il Consiglio approva)
Andiamo avanti con i due ordini del giorno, quello proposto dall’onorevole
Scalzo, De Masi, Talarico D., Guccione, Censore, e quello dell’onorevole
Chiappetta. Non conosco i contenuti. Si può arrivare alla predisposizione di un unico ordine del giorno? Volevo
sapere, onorevole Chiappetta, qual è la differenza,
rispetto a quello già all’ordine del giorno.
La differenza è che tiene conto di quella che è la reale situazione,
vale a dire l’istituzione di questo apposito tavolo tecnico già costituito presso la conferenza Stato-Regioni,
che di fatto sta già monitorando quello che sta accadendo a proposito di questa
particolare situazione all’interno delle diverse situazioni, ma non ho alcuna difficoltà,
considerando – l’ho detto in premessa – che questo è un ordine del giorno su argomento
che non può non essere condiviso da tutti, se lei ci convoca lì presso
Se i capigruppo si avvicinano,
coloro che hanno predisposto l’ordine del giorno, magari gli onorevoli Franchino,
Bova e Chiappetta, così arriviamo ad una sintesi dell’ordine
del giorno.
(I capigruppo si portano al banco della Presidenza)
Riprendiamo i lavori del Consiglio dopo la pausa con i capigruppo. Il punto viene aggiornato alla prossima seduta di Consiglio e si provvederà a concordare un ordine del giorno comune per l’approvazione.
All’inizio della seduta abbiamo
inserito un ordine del giorno a firma dei consiglieri Magno e Scalzo:
“Sulla riorganizzazione degli uffici giudiziari e soppressione della Procura e
del Tribunale di Lamezia Terme”. E gli interventi sono
stati già fatti.
C’è anche un ordine del giorno a firma del consigliere Magarò: “Sul mantenimento delle funzioni di alcuni Tribunali e relative Procure della Repubblica ricadenti in aree a forte incidenza criminale del territorio calabrese”.
Pongo in votazione il primo ordine del giorno che riguarda la soppressione dei tribunali, di cui do lettura:
“Premesso che:
con D.L. 138/2011, convertito con legge 148/2012,
il Governo ha stabilito i criteri per la riorganizzazione e conseguente
distribuzione degli Uffici Giudiziari;
le finalità perseguite con la
riorganizzazione degli Uffici Giudiziari sono il risparmio di spesa e
l'efficienza;
è prevista la permanenza degli Uffici
Giudiziari aventi sede nei capoluoghi di provincia, nonché la permanenza di
soltanto 3 tribunali per ogni distretto di Corte d'Appello;
il nuovo assetto organizzativo non tiene
conto delle esigenze e peculiarità locali;
la revisione giudiziaria non può essere
attuata sulla base di criteri astratti, inseriti nella legge delega, ma sulla
base di un'analisi concreta delle situazioni, dei territori, delle esigenze e
degli aspetti specifici di ogni realtà;
sulla base dei criteri enunciati nella legge
delega e all'esito dei lavori della Commissione ministeriale, in Calabria
verrebbero soppressi 4 sedi di Uffici Giudiziari, tra cui
la chiusura della Procura e del Tribunale
di Lamezia Terme determinerebbe lo smantellamento di un importante e
fondamentale presidio di legalità, in un territorio caratterizzato da una
oppressiva presenza della criminalità organizzata;
si impegna
intervenire presso il Governo, nonché a
porre in essere le misure e azioni più idonee, affinché non vengano soppressi
il Tribunale e
attivare le procedure previste per un'eventuale
proposizione di ricorso presso
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Pongo in votazione il secondo ordine del giorno sulla soppressione
dei tribunali, di cui do lettura:
premesso che:
alla Camera dei Deputati è iniziata la discussione sulla legge delega in merito alla riorganizzazione degli uffici del Ministero della Giustizia nel nostro paese;
la norma di delegazione (art. 1, comma 2, legge 14 settembre 2011 n. 148, di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, recante ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo), esordisce indicando le finalità dell'attività di riorganizzazione della distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari, che consistono nella realizzazione di risparmi di spesa e nell'incremento di efficienza;
in particolare, il progetto di legge prevede, tra l'altro, oltre ad un numero molto elevato di soppressione di Uffici del Giudice di Pace, anche la soppressione di importanti Tribunali e relative Procure della Repubblica;
in relazione alla regione Calabria, sono interessati da questa riforma i Tribunali di Paola, Castrovillari, Rossano, Lamezia Terme, Locri e Palmi, nonché le sedi distaccate di Chiaravalle e Cinquefrondi, tutti uffici che, sulla base dei criteri messi in campo dal gruppo di studio del Ministero della Giustizia, sono da considerarsi sopprimibili;
la chiusura delle suddette sedi giudiziarie determinerebbe lo smantellamento di importanti presidi dello Stato in territori interessati da una presenza fortemente pervasiva ed aggressiva da parte della criminalità organizzata;
il criterio di riorganizzazione degli uffici del Ministero della Giustizia debba rispondere prioritariamente alla tutela delle attività di indagine della magistratura, al contrasto delle organizzazioni criminali ed al diritto alla sicurezza dei cittadini;
si impegna il
Consiglio regionale:
a manifestare in maniera chiara ed incisiva il proprio
netto dissenso alla chiusura dei Tribunali di Paola, Castrovillari, Rossano,
Lamezia Terme, Locri e Palmi, nonché delle sedi distaccate di Chiaravalle e Cinquefrondi, che per
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Vengono approvati col coordinamento formale.
Ordine del giorno a firma dei consiglieri Nicolò, Chiappetta, Sulla, Dattolo, Bova, Giordano, Serra, Bilardi, Principe, Nucera ed altri: “Sulla sentenza numero 2325/2012 del Consiglio di Stato e la caducazione automatica del rapporto di lavoro tra i 33 operatori informatici ed il Consiglio regionale”.
Si illustra da sé. Pongo in votazione l’ordine del giorno di cui do lettura:
“Il Consiglio regionale
premesso che:
con sentenza n. 286/2011 il
Tribunale Amministrativo Regionale per
con sentenza n. 2325/2012 il
Consiglio di Stato ha respinto gli appelli principali ed incidentali proposti
contro la succitata sentenza del T.A.R. Calabria, Sezione staccata di Reggio
Calabria;
con determinazione n. 254 del 03.05.2012
il Segretario Generale del Consiglio regionale della Calabria ha, tra l’altro,
dichiarato la caducazione automatica del rapporto di
lavoro tra i 33 operatori informatici in questione ed il Consiglio regionale a
far data dal 07.05.2012, venendo meno il presupposto in base al quale il
rapporto era stato costituito dal 1.06.2010;
a far data dal 1.06.2010 i 33 operatori
informatici (Cat. B3), originariamente nominati vincitori ed elencati nelle
premessa della succitata determinazione n. 254 del 03.05.2012 del Segretario
Generale, erano stati assunti;
il servizio prestato dai 33 operatori
informatici in questione ha consentito, tra l'altro, l'implementazione del
processo di informatizzazione del protocollo;
la caducazione
automatica ed immediata dei rapporti lavorativi con i 33 operatori informatici
in esame costituisce un evento di considerevole impatto organizzativo e
gestionale per gli uffici amministrativi del Consiglio regionale;
gli organi dirigenziali generali,
nell’esercizio delle proprie prerogative gestionali, dovranno valutare il
fabbisogno urgente di competenze, qualifiche ed esperienze
tecnico-informatiche;
l'esigenza di mantenimento e
conservazione di continuità degli uffici e servizi amministrativi imporrebbe di
ricorrere alle professionalità di operatori già di provata e sperimentata
esperienza, anziché il ricorso a unità di personale esterne;
è opportuno evitare il pericolo di
turbamento al buon andamento degli Uffici del Consiglio regionale;
impegna il Segretario generale del Consiglio regionale della Calabria a:
verificare, ravvisandone l’opportunità, la fattispecie procedurale come già da riscontri presso altre istituzioni pubbliche in casi similari, il mantenimento in servizio con continuità i 33 operatori informatici B3 in esame, sino all’approvazione della graduatoria generale di merito del concorso Cod. 999, da riattivare e concludere con la massima urgenza”.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Proseguiamo con la mozione a firma dei consiglieri Giordano, Dattolo, De Masi, Chiappetta, F. Talarico e D. Talarico: “Sulla restituzione delle spoglie trattenute nel museo di antropologia criminale Cesare Lombroso di Torino ai discendenti o alle amministrazioni comunali di origine che ne abbiano fatto richiesta”.
Pongo in votazione il seguente ordine del giorno:
“Il Consiglio regionale della Calabria
premesso che:
in data 27 novembre
il Museo trae origine dalla collezione
privata che Cesare Lombroso allestì procedendo, per anni, a scorticare
cadaveri, mozzare e sezionare teste, effettuare i più orripilanti interventi su
individui ritenuti criminali, malati di mente, omosessuali e prostitute
unicamente per le misure di parti del cranio e del corpo;
il Museo contiene una raccolta di ben 904
crani, oltre a scheletri, cervelli e macabri oggetti tra cui maschere in cera,
calchi in gesso, foto di volti di individui, anche di fanciulli, con precise
etichette di condotte sociali devianti, riportanti scrupolosamente anche il
luogo di nascita del soggetto esposto;
l'attività e la produzione bibliografica
di Cesare Lombroso (all'anagrafe Marco Ezechia
Lombroso – Verona 6 novembre 1835 – Torino 19 ottobre 1909) è interamente
permeata dall'idea di razzismo scientifico, di cui il medico veronese è stato
capostipite, con teorie che accostano le caratteristiche fisiche degli
individui ai difetti mentali e ai comportamenti criminali e che hanno
costituito la piattaforma ideologica del razzismo di matrice nazista;
le teorie aberranti del Lombroso e dei
suoi seguaci, nel periodo post-unitario, contribuirono a pregiudicare la
matrice unitaria e la coesione nazionale, ossia un equilibrato sviluppo del
Paese, applicando malevolmente all'interno della nazione i teoremi sulla
presunta inferiorità razziale delle popolazioni del Mezzogiorno;
esistono da secoli irrinunciabili valori
umani, morali e religiosi, patrimonio acquisito della nostra civiltà, a difesa
della dignità dei defunti, nonché disposizioni e principi di diritto, accolti
dall'intera comunità internazionale, che tutelano la dignità dell'uomo e il
rispetto dovuto ai suoi resti mortali;
la finalità dichiarata della riapertura
del Museo, con l'esposizione consequenziale di resti umani, potrebbe risultare
non conforme tanto agli uni valori quanto agli altri principi;
un crescente movimento d'opinione
testimoniato da intere amministrazioni comunali, tra le quali Lecco, numerosi
altri Comuni d'Italia e svariati rappresentanti del mondo della cultura,
condensato nel Comitato Tecnico
Scientifico “No Lombroso”, ritiene doveroso eticamente, cristianamente e
da consolidata civiltà giuridica procedere alla sepoltura dei resti umani
tuttora trattenuti nel Museo “Cesare Lombroso”, oltre a provvedere a studiare
tutte le più utili modificazioni nominali e sostanziali che possano consentire
alla stessa istituzione una accettabile attività;
per la restituzione delle spoglie dello
stesso Giuseppe Villella si è attivato Sua Eccellenza Antonio Reppucci,
Prefetto di Catanzaro, che ha posto la questione all'attenzione del
Ministero dell'Interno, segnalandola come un torto subito dai territori e dalla
popolazione nei propri valori intellettuali, storici, sociali e culturali e
avvertendo il senso di una necessaria riparazione ad un'antica offesa subita;
quanto fin qui esposto implica, per tutte
le forze sociali e politiche, la ineludibile necessità di agire con la massima
consapevolezza e responsabilità, al fine di restituire la giusta tutela alla pietas
verso i defunti, nonché dignità a resti mortali che per il nostro patrimonio
etico, culturale e giuridico sono sacri e inviolabili, in quanto ovunque si
nasca e si cresca si rimane sempre parte della famiglia umana;
impegna il Presidente e
promuovere ogni iniziativa che rientri nelle loro competenze, anche accogliendo e sostenendo moralmente il “Comitato No Lombroso”, affinché si giunga alla restituzione delle spoglie trattenute nel Museo di Antropologia Criminale “Cesare Lombroso” di Torino ai discendenti o amministrazioni comunali di origine che ne avessero fatto richiesta, ovvero, per i resti incogniti, che nessuno può reclamare, accogliere la disponibilità manifestata da don Antonio Loffredo, parroco del Rione Sanità di Napoli, affinché tali resti vengano inumati nel Cimitero delle Fontanelle di Napoli, altresì luogo di asilo dei perduti per eccellenza”.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
L’assessore Caligiuri voleva esprimere la sua riflessione in merito all’ordine del giorno.
Il recupero della memoria storica è un dovere civile. La presentazione di quest’ordine del giorno da parte dell’onorevole Giordano ed altri sottolinea la sensibilità di questa Assemblea regionale, che ha già celebrato i quarant’anni di vita della Regione Calabria e anche i 150 anni dell’Unità d’Italia. Bisogna spazzare via i pregiudizi verso il Sud e i luoghi comuni verso il Sud, ma – com’è noto – i luoghi comuni sono i più affollati!
L’iniziativa è importante, quindi
sosteniamo la sostituzione della restituzione
delle spoglie mortali di Giuseppe Villella, che è
diventato un archetipo, un simbolo, una metafora della presunta minorità meridionale,
una minorità che non è né antropologica, né culturale, né economica, come hanno
dimostrato Paolo Malanima, il calabrese Vittorio
Daniele, professore della nostra Università di Catanzaro, dimostrando che nel
1861 non c’era nessun divario economico tra Nord e Sud del Paese, che questo è
solo sopraggiunto, spiegando pure che tra i 150 anni dell’Unità, tranne il boom
economico, quello del quale parla il Presidente
Napolitano, 130 su 150 sono stati di arretratezza.
Concludo, dicendo che questa è
un’iniziativa non conservatrice, non nostalgica, appartenendo noi a quei meridionali
e a quei calabresi che tengono tanto all’Unità d’Italia, che avrebbero
preferito fosse stata fatta un po’ meglio.
Comunico che c’è un altro ordine del giorno a firma dei consiglieri Bilardi, Dattolo, De Masi, Serra, Orsomarso: “Sull’Unione dei Comuni”.
Il primo firmatario è il consigliere Dattolo, quindi gli do la
parola per illustrarlo brevemente.
Si tratta solamente di riconoscere nel trasferimento che
Scusi, è una proposta di legge, non un ordine del giorno, quindi la rinviamo alla prossima seduta di Consiglio.
Pensavo fosse un ordine del giorno, onorevole Dattolo.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Chiappetta. Ne ha facoltà.
Volevo solo, prima della conclusione dei lavori del Consiglio, comunicare
all’Aula, a tutte le forze politiche di maggioranza e di minoranza che il
gruppo del Pdl, insieme agli altri gruppi costituenti
la maggioranza a sostegno del candidato a sindaco Sergio Abramo della città di Catanzaro,
ha chiesto un incontro al prefetto di Catanzaro, il dottore Reppucci,
al fine di chiedere la definizione delle
procedure elettorali lì su Catanzaro, sì da potersi determinare, considerando
anche il notevole lasso di tempo ormai trascorso dalla chiusura delle urne,
avvenute qualche giorno addietro, di chiedere appunto lo stato dell’arte.
Credo che fosse una doverosa e
opportuna informativa all’Aula ed è il motivo per cui, Presidente, le sono
grato per avermi dato la parola e per avermi dato la possibilità di rappresentare
questo stato di cose.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe.
Ne ha facoltà.
Presidente, mi
permetto di fare anche nei suoi confronti una
garbatissima protesta.
Onorevole Principe, quando do la parola, non è che leggo
nel pensiero di chi chiede di intervenire! Io concedo la parola e il
consigliere interviene.
Siccome pensavo che i lavori del Consiglio fossero
conclusi, con i colleghi, stavamo lasciando l’Aula.
Ha chiesto di intervenire l’onorevole Chiappetta, in conclusione le ho dato la parola.
Sto cercando di evitare una discussione di questo tipo,
che è ultronea rispetto a quelli che sono i compiti
del Consiglio regionale, e per giunta, alla fine dei lavori e senza
un’eventuale discussione su un testo.
D’altro canto, se la posizione del Consiglio è ultronea, anche per la mia modestissima cultura giuridica,
capisco poco, rispetto a delle contestazioni che ci possono essere su operazioni
elettorali, cosa debba c’entrare la Prefettura.
Naturalmente, c’è sempre un magistrato che presiede la prima sezione, che è
deputato poi alla proclamazione degli eletti, e questa è un’operazione che
seguirà il suo corso. Poi chi non è convinto della regolarità delle operazioni elettorali
potrà proporre i lamenti nelle sedi di giustizia amministrativa o eventualmente
in altro luogo, così come previsto dalla legge.
Quindi direi di evitare aspetti ultronei, il Consiglio regionale è estraneo a fatti di questo
tipo. Personalmente, ritengo che sia estranea anche
Se una battuta la possiamo fare sul
piano politico, certamente quando ci sono dubbi su determinate situazioni,
resta uno stato di debolezza, perché quando si è sottoposti a verifiche sub iudice, certamente
anche l’aspetto istituzionale risente di una debolezza. In ogni caso, non è argomento
che deve riguardare quest’Aula, ci sono le procedure e le strade da percorrere,
che sono chiaramente previste dal nostro ordinamento giuridico.
Per la parte che ci riguarda, noi
intendiamo rispettare l’ordinamento giuridico, quindi la preghiamo di evitare
una discussione di questo tipo.
La prossima seduta sarà convocata a domicilio per il 28 maggio. La seduta è tolta.
Hanno chiesto congedo i consiglieri Ciconte, Loiero, Mirabelli.
(Sono concessi)
E’ stata presentata alla Presidenza
la seguente proposta di legge di iniziativa della Giunta
regionale:
“Approvazione rendiconto
generale relativo all’esercizio finanziario 2011” (Delibera G.R.
n. 164 del 26.4.2012) (P.L. n. 330/9^)
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
Sono state presentate,
inoltre, alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei
consiglieri:
Dattolo – “Modifiche alla legge
regionale n. 7 del 10 febbraio 2012” (P.L. n. 326/9^)
E’ stata assegnata alla
quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio –
protezione dell’ambiente.
(Così resta stabilito)
Dattolo – “Modifiche alla legge
regionale n. 41 del 4 novembre 2011” (P.L. n. 327/9^)
E’ stata assegnata alla
quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio –
protezione dell’ambiente.
(Così resta stabilito)
Tripodi – “Riordino delle comunità
montane e costituzione delle Unioni montane dei comuni” (P.L. n. 328/9^)
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
Magno – “Nuovo ordinamento
della Polizia locale” (P.L. n. 329/9^)
E’ stata assegnata alla
terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e
formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
Imbalzano, Nicolò – “Modifica al comma 4 dell’articolo 1 della legge regionale 2 marzo 2005, n. 8” (P.L.
n. 331/9^)
E’ stata assegnata alla
quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio –
protezione dell’ambiente.
(Così resta stabilito)
Franchino
– “Disciplina delle associazione di promozione sociale” (P.L. n. 332/9^)
E’ stata assegnata alla
terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e
formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
Bilardi, Serra, Orsomarso, Dattolo, De Masi, Sulla, Imbalzano,
Bruni – “Modifiche alla legge regionale
26 febbraio 2010, n. 2” (P.L. n. 333/9^)
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
Magno – “Modifiche ed
integrazioni alla legge regionale 13
maggio 1996, n. 7” (P.L. 334/9^)
E’ assegnata alla prima Commissione
consiliare - Affari, istituzionali e affari generali – ed alla seconda -
Bilancio programmazione economica e attività
produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
Sono state presentate alla Presidenza
le seguenti proposte di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:
“Bilancio di previsione
dell'ATERP (Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale Pubblica) della
provincia di Cosenza per l'anno finanziario 2012 - (delibera G.R. n. del 26.4.2012)” (P.P.A. n. 171/9^)
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
“Bilancio di previsione
dell'ATERP (Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale Pubblica) della
provincia di Reggio Calabria per l'anno finanziario 2012 - (delibera G.R. n. del 26.4.2012)” (P.P.A. n. 172/9^)
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
“Bilancio di previsione
dell'ARCEA (Agenzia Regione Calabria per le Erogazioni in Agricoltura) per
l'anno finanziario 2012 e pluriennale 2012-2014 - (delibera G.R.
n. 158 del 26.4.2012)” (P.P.A. n. 173/9^)
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
“Bilancio di previsione di
Azienda Calabria Lavoro per l'esercizio finanziario 2012 - (delibera G.R. n. 159 del 26.4.2012)” (P.P.A. n. 174/9^)
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
“Agenzia della Regione
Calabria per le Erogazioni in Agricoltura (A.R.C.E.A.)
- Approvazione Rendiconto Generale relativo all'esercizio finanziario 2007 -
(delibera G.R. n. 160 del 26.4.2012)” (P.P.A. n. 175/9^)
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
“Agenzia della Regione
Calabria per le Erogazioni in Agricoltura (A.R.C.E.A)
- Approvazione Rendiconto Generale relativo all'esercizio finanziario 2008 -
(delibera G.R. n. 161 del 26.4.2012)” (P.P.A. n. 176/9^)
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
“A.R.P.A.CAL.
- Catanzaro - Rendiconto Generale Esercizio Finanziario 2009 - (delibera G.R. n. 162 del 26.4.2012)” (P.P.A. n. 177/9^)
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
“Adozione della revisione del
PSR CALABRIA 2007-2013, accettata dalla Commissione Europea con Comunicazione
n. Ref. Ares(2012)281476 del 9.3.2012 - (delibera G.R. n. 175 del 26.4.2012)” (P.P.A. n. 178/9^)
E' stata assegnata alla sesta
Commissione consiliare - Affari della Unione europea e relazioni con l’estero.
(Così resta stabilito)
“Bilancio di previsione dell’ARPACAL
(Agenzia Regionale per la Protezione dell'ambiente della Calabria) per l'anno
finanziario 2012 - (delibera G.R. n. 177 del
26.4.2012)” (P.P.A.
n. 179/9^)
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
E’ stata presentata,
inoltre, la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa
dell’Ufficio di Presidenza:
“Conto consuntivo del
bilancio del Consiglio regionale, relativo all'esercizio finanziano 2011 -
(delibera U.P. n. 27 dell'11.4.2012)” (P.P.A. n. 169/9^)
E’
stata presentata, altresì, la seguente proposta di provvedimento amministrativo
di iniziativa dei consiglieri Pacenza, Battaglia, Bilardi, Franchino, Bruni:
“Modifica del Regolamento
interno del Consiglio regionale della Calabria” (P.P.A. n. 170/9^)
E' stata assegnata alla quinta
Commissione consiliare - Riforme e decentramento.
(Così resta stabilito)
La Giunta regionale ha trasmesso
per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 166
del 26 aprile 2012, recante: "Disciplinare finalizzato al recupero,
conservazione e messa in sicurezza del patrimonio storico costruito - articolo
48 della legge regionale urbanistica n. 19/2002" (Parere n. 39)
E' stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del
territorio – protezione dell’ambiente.
(Così resta stabilito)
La Giunta regionale ha trasmesso
per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 168
del 26 aprile 2012, recante: "Legge urbanistica regionale n. 19/2002 e s.m.i., art. 37 - Linee Guida e regolamento relativi ai
programmi integrati di rigenerazione urbana (Piani di rottamazione), quali
strumenti volti a promuovere la riqualificazione di parti significative di
città e sistemi urbani mediante interventi organici di interesse pubblico” (Parere n. 40)
E' stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del
territorio – protezione dell’ambiente.
(Così resta stabilito)
La Giunta regionale ha trasmesso
per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 206
del 4 maggio 2012, recante: "Approvazione direttive di attuazione per il
sostegno alle PMI calabresi titolari di emittenti televisive locali per il
rafforzamento tecnologico e organizzativo e la transizione al sistema digitale
terrestre, ai sensi dell'art. 1 della legge regionale n. 40/2008” (Parere n. 41)
E' stata assegnata alla sesta Commissione consiliare -
Affari della Unione europea e relazioni con l’estero.
(Così resta stabilito)
La
3^ Commissione, con nota n. 21095 del 4 maggio 2012, ha comunicato che nella
seduta del 26 aprile 2012 ha espresso parere favorevole, alla deliberazione
della Giunta regionale n. 39 del 2 febbraio 2012, recante: "Legge
regionale 12 giugno 2009, n. 19, art. 4 - Fondo unico per la cultura. Programma
annuale 2012" (Parere n. 30)
La
3^ Commissione, con nota n. 21095 del 4 maggio 2012, ha comunicato che nella
seduta del 26 aprile 2012 ha espresso parere favorevole, alla deliberazione
della Giunta regionale n. 63 del 16 febbraio 2012, recante: "Legge
regionale 8 maggio 1985, n. 27 - Proposta del Piano annuale degli interventi
per il Diritto allo studio - Anno 2012" (Parere
n. 32)
La
3^ Commissione, con nota n. 21095 del 4 maggio 2012, ha comunicato che nella
seduta del 26 aprile 2012 ha espresso parere favorevole, alla deliberazione
della Giunta regionale n. 118 del 20 marzo 2012, recante: "Legge regionale
17/85, articolo 15 - Riconoscimento biblioteche di interesse locale" (Parere n. 34)
La
Commissione contro la 'ndrangheta, con nota n. 20034 del 26 aprile 2012, ha
comunicato che nella seduta del 26 aprile 2012 ha espresso parere favorevole,
alla deliberazione della Giunta regionale n. 117 del 20 marzo 2012, recante:
"Modifiche ed integrazioni al regolamento regionale 19 ottobre 2009, n. 15
concernente "Regolamento per la concessione di contributi alle vittime
della criminalità e in materia di usura, ai sensi della legge regionale n. 31
del 16 ottobre 2008" (Parere n. 35)
La
2^ Commissione, con nota n. 17144 del 5 aprile 2012, ha comunicato che nella
seduta del 4 aprile 2012 ha espresso parere favorevole, con osservazioni, alla
deliberazione della Giunta regionale n. 110 del 13 marzo 2012, recante:
"legge regionale 23 dicembre 2011, n. 47, articolo 45 "Istituzione
del Fondo Unico per le Attività Produttive ed Economiche" - Approvazione
Piano" (Parere n. 36)
La
6^ Commissione, con nota n. 20006 del 26 aprile 2012, ha comunicato che nella
seduta del 26 aprile 2012 ha espresso parere favorevole, alla deliberazione
della Giunta regionale n. 137 del 27 marzo 2012, recante: "Legge regionale
n. 15 del 13 giugno 2008, articolo 45 - Adempimenti relativi all'anno
2012" (Parere n. 37)
In
data 11 aprile 2012, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le
sotto indicate leggi regionali e che le stesse sono state pubblicate sul
supplemento straordinario n. 1 del 18 aprile 2012 al B.U.R.
n. 7 del 16 aprile 2012:
Legge
regionale 11 aprile 2012, n. 10, recante: "Disposizioni in favore dei
soggetti con disturbi specifici di apprendimento";
Legge
regionale 11 aprile 2012, n. 11, recante: "Modifiche e integrazioni alla
legge regionale n. 28 del 22 novembre 2010";
Legge
regionale 11 aprile 2012, n. 12, recante: "Modifica all'articolo 47 della
legge regionale 23 dicembre 2011, n. 47".
In
data 19 aprile 2012, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato la
sotto indicata legge regionale e che la stessa è stata pubblicata sul
supplemento straordinario n. 4 del 26 aprile 2012 al B.U.R.
n. 7 del 16 aprile 2012:
Legge
regionale 19 aprile 2012, n. 13, recante: "Disposizioni dirette alla
tutela della sicurezza e alla qualità del lavoro, al contrasto e all'emersione
del lavoro non regolare".
Con
decreto del Presidente della Giunta regionale n. 50 del 19 aprile 2012, l’onorevole
Luigi Fedele è stato nominato Assessore ai Programmi Speciali U.E., alle
Politiche euro-mediterranee, all'internazionalizzazione, alla cooperazione tra
i popoli ed alle politiche per la pace, programmi di trasporto e di
navigazione, aeroporti civili di rilievo regionale, intermodalità ed interventi
innovativi di mobilità collettiva, trasporto pubblico locale e piano regionale
dei trasporti, rapporti con il Consiglio regionale, in sostituzione del dott.
Fabrizio Capua, dimissionario.
L’onorevole
Gianpaolo Chiappetta, con verbale n. 1 del 16 aprile
2012, è stato nominato Presidente del Gruppo consiliare "Popolo Della
Libertà", in sostituzione del Consigliere Luigi Fedele, dimissionario,
giusta comunicazione acquisita in data 26 aprile 2012 al protocollo generale n.
19947.
L’onorevole
Gesuele Vilasi è stato
assegnato quale componente della 2^ Commissione consiliare in sostituzione
dell’onorevole Luigi Fedele, giusta comunicazione acquisita agli atti in data
30 aprile 2012 al protocollo generale n. 19750.
In
data 2 aprile 2012, il Presidente della Giunta regionale ha emanato il sotto
indicato regolamento regionale e che lo stesso è stato pubblicato sul
supplemento straordinario n. 4 del 6 aprile 2012 al B.U.R.
n. 6 del 2 aprile 2012:
Regolamento regionale n. 1 del 2 aprile 2012
concernente: "Regolamento di attuazione per interventi
regionali di solidarietà a favore dei familiari di lavoratrici e lavoratori
deceduti o gravemente invalidi a causa di incidenti sui luoghi di lavoro, ai
sensi della legge regionale n. 11 del 26 febbraio 2010, pubblicata sul BURC n.
3 del 16 febbraio 2010 (s.s. n. 4 del 26 febbraio 2010) e della legge regionale
n. 45 del 20.12.2011 (integrazione)"
Comunico
che la Commissione contro la 'ndrangheta, nella seduta del 26 aprile 2012, ha
approvato la Risoluzione n. 2/2012 "Attività conoscitiva sulle esperienze
presenti sul territorio nella lotta alla criminalità e all'illegalità
diffusa".
Il
Dipartimento Lavori pubblici e acque, ai sensi dell'articolo 8 della legge
regionale 16 ottobre 2008, n. 36, ha trasmesso la relazione sullo stato di
attuazione del programma di cui al Bando di concorso per la realizzazione di
alloggi di edilizia sociale da offrire in proprietà o locazione.
Giordano. Al Presidente della Giunta
regionale e all’assessore alla programmazione. Per sapere
– premesso che:
recentemente un Comitato di cittadini della vallata del Gallico di Reggio Calabria ha denunciato gravi inadempienze di ordine burocratico da parte del governo regionale in ordine alla realizzazione del terzo e ultimo lotto della strada a scorrimento veloce Gallico/Gambarie inserita dell'ambito dei finanziamenti europei (POR -FESR 2007/2013) per un importo pari ad euro 65.000.000,00;
in particolare sembra che con lettera del 25 gennaio 2012 diretta alla regione Calabria e al competente Ministero dello Sviluppo economico la Commissione europea abbia espresso dei rilievi e delle osservazioni al formulario aggiornato riguardante l'opera presentata dalla regione in data 4/11/2011 richiedendo all'Autorità di gestione, in ragione di alcuni aspetti critici sulle caratteristiche e sugli aspetti economici finanziari dell'elaborato progettuale, di fornire ulteriori elementi entro tre mesi dal ricevimento della missiva;
il termine assegnato per l'invio di quanto richiesto al fine di permettere alla Commissione di esprimere le relative valutazioni è andato a scadere in data 25 aprile 2012 e non sembra che le osservazioni richieste siano state inviate dai competenti organismi regionali provocando così l'interruzione della procedura in esame secondo quanto previsto dal regolamento CEE 1083/2006;
il ritardo accumulato rischia di pregiudicare i finanziamenti per la realizzazione di un’opera importante per il territorio reggino con ricadute negative sull'economia locale -:
se effettivamente la Commissione europea abbia inviato una lettera, datata 25 gennaio 2012, con la quale vengono evidenziati rilievi e osservazioni sull'elaborato progettuale riguardante la strada a scorrimento veloce Gallico/Gambarie, come meglio specificato in premessa e se ad oggi, alla luce dei termini perentori disposti con la suddetta comunicazione, sia stato inviato quanto richiesto;
in caso contrario, quali problematiche di natura tecnica impediscano i relativi adempimenti per portare a compimento l'elaborato progettuale e rendere così l'opera cantierabile;
quali azioni si intendono intraprendere, ove sussistano i ritardi denunciati, per sbloccare in via d'urgenza l'iter burocratico attualmente interrotto dalla decisione della Commissione europea al fine di completare tutti gli aspetti procedurali che portino alla realizzazione di un'opera nevralgica per il territorio calabrese e più specificatamente per la provincia di Reggio Calabria.
(241; 27.04.2012)
Aiello F. Al Presidente
della Giunta regionale e all’assessore alle politiche sociali. Per sapere – premesso che:
si
rileva la straordinaria presenza di tantissimi bambini Rom su tutto il
territorio regionale - con forte concentrazione in alcune aree della Calabria -
ed in particolare poi tra le altre in quella ad oggetto della presente
interrogazione;
l'attuale concentrazione di nuclei familiari comunitari di etnia Rom a ridosso del fiume Crati genera, per l'assenza strutturata di taluni servizi minimi, motivo di allarme circa la loro stessa incolumità anche per le continue avverse condizioni climatiche che più volte negli ultimi giorni hanno determinato allarme in tal senso per il forte rischio di esondazione dello stesso fiume Crati;
si somma alla precaria condizione ambientale del campo prima citata la pressoché totalità di assenza di ogni seppur minimo servizio a supporto delle condizioni igieniche generali a favore della comunità Rom e in particolare poi, delle condizioni di salute dei bambini e delle bambine;
diverse sono le politiche e le strategie di inclusione dei cittadini comunitari di etnia Rom e di non discriminazione sollecitate dalla stessa UE;
in tal senso numerose sono anche le fonti di finanziamento finalizzate ad arginare e rimuovere fenomeni discriminatori e vessatori come quelli tra gli altri con riferimento alle attuali condizioni in cui vivono diversi nuclei familiari nel campo Rom di Cosenza -:
quali azioni urgenti si intendono favorire per mettere in sicurezza l'area prospiciente il fiume Crati - al fine di evitare eventuali esondazioni che travolgerebbero di fatto quasi l'intero campo Rom;
come e in quanto tempo la Regione interverrà per supportare anche attraverso idonee azioni della Protezione civile regionale le locali amministrazioni al fine di erogare e garantire idonei servizi primari a tutt'oggi vacuamente promessi e tutt'ora inesistenti;
quali progetti, strategie ed azioni sono alla data della presente interrogazione messe in atto o in corso di definizione con riferimento alle politiche e strategie di inclusione dei cittadini comunitari di etnia Rom e in che modo sono, o saranno coinvolte, le diverse associazioni strutturate e non - che in maniera volontaria quasi sempre sussidiano l'assenza delle istituzioni e dei servizi che le stesse dovrebbero garantire;
quali azioni si intendono favorire poi, circa il miglioramento delle condizioni di vita complessiva dei tantissimi bambini che vivono nel campo in questione.
(242; 30.04.2012)
Aiello F. Al Presidente della Giunta
regionale e all’assessore alle politiche
sociali. Per sapere – premesso che:
Il Ministero dell'Interno - Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione ha bandito azioni di sistema volte a promuovere l'erogazione di servizi di formazione linguistica, educazione civica ed orientamento sviluppando e/o consolidando i processi organizzativi e le relative reti locali di governance;
l'azione intende promuovere la realizzazione di piani regionali d'integrazione linguistica e sociale degli stranieri e che tali piani sono finalizzati ad assicurare un sistema integrato per la formazione linguistica e l'orientamento civico degli stranieri;
i piani regionali d'integrazione linguistica e sociale sono articolati nelle seguenti tre aree:
area formazione: finalizzata ad erogare corsi di integrazione linguistica e sociale per i cittadini di paesi terzi regolarmente soggiornanti sul territorio regionale;
area supporto: finalizzata a potenziare le strutture formative locali, sviluppare la formazione dei formatori, attivare servizi di assistenza tecnica, promuovere forme innovative di didattica e realizzare nuovi materiali didattici e formativi;
area servizi: finalizzata a favorire l'accoglienza di cittadini stranieri, favorire l'integrazione dei servizi educativi, attivare servizi finalizzati a favorire l'accesso dei cittadini stranieri ai percorsi formativi, ecc.;
i progetti possono essere presentati esclusivamente da regioni, regioni a statuto speciale o Provincie autonome e che in qualità di partner possono partecipare gli enti locali, le fondazioni, le Ong, le associazioni o le Onlus, le cooperative, gli organismi di diritto privato senza fini di lucro, associazioni sindacali, datoriali, organismi di loro emanazione/derivazione, Sindacati, le Università e per essa i singoli dipartimenti universitari, gli Istituti di ricerca, gli uffici scolastici e gli enti e le società regionali;
la scadenza prevista per formalizzare e presentare la candidatura per tale azione è prevista per il giorno 30 aprile 2012 alle ore 18,00;
viva è la protesta e la preoccupazione di diverse Amministrazioni Comunali che per prime hanno garantito la loro disponibilità nell'accogliere da diversi Paesi terzi uomini, donne e bambini stranieri in fuga da evidenti situazioni di conflitto; le previste rimesse economiche in favore di tali Comuni allo stato attuale per come denunciato dai Sindaci di Riace e Acquaformosa difettano ad arrivare causando danni e disservizi in danno delle locali Amministrazioni e degli stessi stranieri dei paesi terzi accolti -:
quali azioni o progetti sono stati finora realizzati o sono in corso di definizione al fine di poter candidare la nostra Regione nel rispetto dei tempi prima indicati a poter partecipare all'assegnazione di eventuali risorse riconosciuteci in conseguenza della nostra capacità progettuale che sommano complessivamente come fondo disponibile su base nazionale a € 12.000.000,00;
quali organizzazioni del terzo settore, enti pubblici o altri soggetti territoriali sono stati eventualmente coinvolti e quale il criterio adottato circa la selezione degli stessi;
se non sia il caso attesa la situazione di emergenza prima denunciata di operare in maniera prioritaria o esclusiva all'interno dell'area tre prevista dal bando del Ministero dell'Interno con riferimento alle politiche dell'accoglienza dei cittadini provenienti da Paesi terzi in maniera tale da poter ricercare idonee risorse economiche che possano in linea con le azioni del bando contribuire a sostenere anche gli sforzi delle locali amministrazioni comunali impegnate nelle politiche attive della pace e dell'accoglienza.
(243; 30.04.2012)
Guccione, Battaglia, Censore, De Gaetano, Franchino. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
nella riunione congiunta del tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti regionali con il Comitato Permanente per la verifica dei Livelli Essenziali di Assistenza nella regione Calabria svoltasi il 04.04.2012 è emersa una situazione di grave emergenza sanitaria per il ritardo nella ridefinizione delle reti assistenziali ospedaliere, territoriali e emergenza-urgenza e che tale situazione crea gravissime disfunzioni che potrebbero generare criticità tali da determinare i presupposti per l'avvio della procedura prevista all'articolo 2, comma 84 della Legge 191 del 2011. Tale articolo, infatti, al Comma 84, recita testualmente: "Qualora il Presidente della Regione, nominato Commissario ad Acta per la redazione e l'attuazione del Piano, ai sensi dei commi 79 o 83, non adempia in tutto o in parte all'obbligo di redazione del Piano o agli obblighi, anche temporali, derivanti dal Piano stesso, indipendentemente dalle ragioni dell'inadempimento, il Consiglio dei Ministri, in attuazione all'articolo 120 della Costituzione, nomina uno o più commissari ad acta di comprovate e qualificate professionalità ed esperienza in materia di gestione sanitaria per l'adozione e l'attuazione degli atti indicati nel Piano e non realizzati" -:
quali sono le ragioni che, anche per l'anno 2011, hanno determinato il perdurare del debito sanitario, nonostante che l'atto di commissariamento abbia automaticamente comportato per i cittadini calabresi l'aumento di Irap e Irpef per un gettito annuale pari a circa 140 milioni di euro;
come mai in Calabria si continui a produrre debito sanitario, nonostante si sia registrato il pensionamento di circa mille addetti del sistema sanitario regionale (medici, paramedici, infermieri e tecnici);
se risulta a vero che il disavanzo sanitario per l'anno 2011 abbia prodotto l'applicazione degli automatismi fiscali, determinando un ulteriore incremento delle aliquote fiscali di Irap e Addizionale Regionale Irpef per l'anno d'imposta in corso rispettivamente nella misura di 0,15 e 0,30 punti e l'applicazione del blocco automatico delle assunzioni fino al 31.12.2013;
per quale ragione gli ospedali "Spoke" della Calabria risultino essere sottodimensionati per quanto riguarda i posti-letto rispetto a quanto previsto dal Decreto n. 106 del 20.10.2011, considerato che al 31.03.2012 sono stati dismessi ben 17 ospedali di cui sei già depotenziati e undici da riconvertire entro il 31.03.2012 senza che, preventivamente, siano stati potenziati i servizi sanitari territoriali e realizzati i tredici Centri di Assistenza Primaria Territoriale (CAPT) o Case della Salute che, attualmente, rimangono solo disegnati sulla carta;
per quale motivo, dopo due anni di Commissariamento del sistema sanitario calabrese, si registra una grave e persistente incapacità a fare uscire la Calabria dall' emergenza sanitaria e come mai, in alcuni territori della nostra regione si siano create condizione di vera e propria "desertificazione" sanitaria che mettono a rischio i livelli essenziali di assistenza e che pongono ulteriormente in seria difficoltà gli stessi ospedali "Hub" e "Spoke" che operano già in condizioni sottodimensionate e che vengono "stressati" da una domanda crescente che deriva dal fatto che interi territori sono stati abbandonati a se stessi e lasciati senza alcun servizio sanitario alternativo ai presidi ospedalieri dismessi. Una tale situazione non farà altro che aumentare l'enorme piaga dell'emigrazione sanitaria che ogni anno fa già spendere alla nostra regione 247 milioni di euro e che dimostra come il più grande ospedale calabrese continua ad essere quello fuori dalla nostra regione;
quali sono le iniziative che si intendono adottare di fronte alla gravità dell'attuale stato della sanità in Calabria e se, rispetto a quanto da Lei verbalizzato nel corso della riunione del 04.04.2012 del Tavolo Massicci in cui Lei stesso ha comunicato che nei prossimi giorni si rapporterà direttamente al Presidente del Consiglio dei Ministri per rassegnare, eventualmente, nelle sue mani le dimissioni dall'incarico di commissario, non ritenga utile, alla luce di tutto questo, far conoscere ai calabresi le sue determinazioni al fine di evitare un ulteriore deterioramento e aggravamento delle condizioni del sistema sanitario regionale.
(244; 30.04.2012)
“Il Consiglio regionale della Calabria
premesso che:
in data 27
novembre 2009, in via Pietro Giuria, n. 15, presso il polo museale facente capo
alla Università degli Studi di Torino, è avvenuta la riapertura del Museo di
Antropologia Criminale “Cesare Lombroso”;
il Museo trae
origine dalla collezione privata che Cesare Lombroso allestì procedendo, per
anni, a scorticare cadaveri, mozzare e sezionare teste, effettuare i più
orripilanti interventi su individui ritenuti criminali, malati di mente,
omosessuali e prostitute unicamente per le misure di parti del cranio e del
corpo;
il Museo
contiene una raccolta di ben 904 crani, oltre a scheletri, cervelli e macabri
oggetti tra cui maschere in cera, calchi in gesso, foto di volti di individui,
anche di fanciulli, con precise etichette di condotte sociali devianti,
riportanti scrupolosamente anche il luogo di nascita del soggetto esposto;
l'attività e
la produzione bibliografica di Cesare Lombroso (all'anagrafe Marco Ezechia Lombroso – Verona 6 novembre 1835 – Torino 19
ottobre 1909) è interamente permeata dall'idea di razzismo scientifico, di cui
il medico veronese è stato capostipite, con teorie che accostano le
caratteristiche fisiche degli individui ai difetti mentali e ai comportamenti
criminali e che hanno costituito la piattaforma ideologica del razzismo di
matrice nazista;
le teorie
aberranti del Lombroso e dei suoi seguaci, nel periodo post-unitario,
contribuirono a pregiudicare la matrice unitaria e la coesione nazionale, ossia
un equilibrato sviluppo del Paese, applicando malevolmente all'interno della
nazione i teoremi sulla presunta inferiorità razziale delle popolazioni del Mezzogiorno;
esistono da
secoli irrinunciabili valori umani, morali e religiosi, patrimonio acquisito
della nostra civiltà, a difesa della dignità dei defunti, nonché disposizioni e
principi di diritto, accolti dall'intera comunità internazionale, che tutelano la
dignità dell'uomo e il rispetto dovuto ai suoi resti mortali;
la finalità
dichiarata della riapertura del Museo, con l'esposizione consequenziale di
resti umani, potrebbe risultare non conforme tanto agli uni valori quanto agli
altri principi;
un crescente
movimento d'opinione testimoniato da intere amministrazioni comunali, tra le
quali Lecco, numerosi altri Comuni d'Italia e svariati rappresentanti del mondo
della cultura, condensato nel Comitato
Tecnico Scientifico “No Lombroso”, ritiene doveroso eticamente,
cristianamente e da consolidata civiltà giuridica procedere alla sepoltura dei
resti umani tuttora trattenuti nel Museo “Cesare Lombroso”, oltre a provvedere
a studiare tutte le più utili modificazioni nominali e sostanziali che possano
consentire alla stessa istituzione una accettabile attività;
la Giunta Comunale di Motta Santa Lucia (Cz) ha adottato da tempo un deliberato con cui si dà mandato al Sindaco, avv. Amedeo Colacino, di fare quanto nelle sue prerogative istituzionali per ottenere la restituzione delle spoglie dell'antenato e concittadino Giuseppe Villella, tuttora ignobilmente esposte nel Museo “Cesare Lombroso” di Torino;
per la
restituzione delle spoglie dello stesso Giuseppe Villella
si è attivato Sua Eccellenza Antonio Reppucci, Prefetto di Catanzaro, che ha posto la
questione all'attenzione del Ministero dell'Interno, segnalandola come un torto
subito dai territori e dalla popolazione nei propri valori intellettuali,
storici, sociali e culturali e avvertendo il senso di una necessaria
riparazione ad un'antica offesa subita;
quanto fin qui
esposto implica, per tutte le forze sociali e politiche, la ineludibile
necessità di agire con la massima consapevolezza e responsabilità, al fine di
restituire la giusta tutela alla pietas verso i defunti, nonché dignità
a resti mortali che per il nostro patrimonio etico, culturale e giuridico sono
sacri e inviolabili, in quanto ovunque si nasca e si cresca si rimane sempre
parte della famiglia umana;
impegna il Presidente e la Giunta regionale a:
promuovere ogni iniziativa che rientri nelle loro competenze, anche accogliendo e sostenendo moralmente il “Comitato No Lombroso”, affinché si giunga alla restituzione delle spoglie trattenute nel Museo di Antropologia Criminale “Cesare Lombroso” di Torino ai discendenti o amministrazioni comunali di origine che ne avessero fatto richiesta, ovvero, per i resti incogniti, che nessuno può reclamare, accogliere la disponibilità manifestata da don Antonio Loffredo, parroco del Rione Sanità di Napoli, affinché tali resti vengano inumati nel Cimitero delle Fontanelle di Napoli, altresì luogo di asilo dei perduti per eccellenza”.
(63; 10.05.2012) Giordano, Dattolo, De Masi, Chiappetta, F. Talarico, D. Talarico, Principe, Serra, Bova, Bilardi
“Il Consiglio regionale
premesso che
al fine di pervenire ad una razionalizzazione dell'assetto organizzativo complessivo degli Uffici della Giunta e del Consiglio regionale, ha emanato norme per l'esodo volontario del personale disciplinato dall'art. 13 della L.R. n.34/2010, scaglionandone gli effetti agli anni 2011, 2012 e 2013;
il Governo nazionale (art. 24, comma 14 del Decreto legge n. 201 del 6 dicembre 2011) ha disposto, oltre ad una rilevante modifica dei requisiti minimi di età e di servizio richiesti per il collocamento a riposo per dimissioni volontarie, anche la disapplicazione delle norme regionali che disciplinano l'esonero dal servizio;
tale blocco ha inciso anche sui diritti dei dipendenti che, avendo già maturato i requisiti anagrafici e contributivi per il collocamento a riposo in base alla previgente normativa pensionistica, hanno chiesto la risoluzione del rapporto di lavoro entro il 31.12.2011, creando un evidente disagio sociale;
risulta come anche la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, istituendo apposito tavolo tecnico, abbia inteso intervenire a tutela dei diritti dei dipendenti delle Regioni nei cui confronti trovano applicazione le normative regionali (leggi e/o verbali di concertazione sindacale) di disciplina dell'istituto della risoluzione consensuale del rapporto di lavoro e/o di quello di esonero dal servizio;
si è ritenuto già di proporre con nota prot. n. 1232/CIPERS, al Ministro del Lavoro e delle politiche sociali ed al Ministro per la Pubblica amministrazione e la semplificazione, una serie di osservazioni e proposte di emendamenti correlati alla problematica che potrebbero far luce sulle tematiche poste all'attenzione del predetto Tavolo tecnico;
Impegna la Giunta regionale
a monitorare costantemente la problematica di cui sopra, se necessario eventualmente istituendo in tempi brevissimi un tavolo tecnico tra i dipartimenti competenti in materia della Giunta e del Consiglio regionale, anche a seguito dei riscontri alle richieste avanzate dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome al Ministro del Lavoro e delle politiche Sociali ed al Ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione, al fine di addivenire in tempi rapidi alla definizione della questione controversa nei termini sopra esposti.
(64; 10.05.2012) Chiappetta, Serra, Bilardi, Dattolo
Aiello F. Al Presidente della Giunta
regionale e all’assessore alle politiche euromediterranee,
internazionalizzazione, cooperazione
tra i popoli e politiche per la pace.
Per sapere – premesso che:
il quinto settore del dipartimento Presidenza della Giunta
regionale della Calabria ha tra le sue funzioni precipue quelle relative alla
cooperazione tra i popoli e l’internazionalizzazione;
tale settore concorre al raggiungimento degli obiettivi
strategici di livello comunitario, sostenendo la cooperazione a livello trasfrontaliero, mediante iniziative economiche e sociali
tra aree geografiche confinanti;
a tale settore e dipartimento afferisce l’assessorato
alle politiche euromediterranee, internazionalizzazione, cooperazione tra i popoli e politiche per la pace;
dall’esame dell’operato dell’assessorato sopra citato
non emerge nessuna azione progettuale, intervento, opera di sensibilizzazione o qualsivoglia altra
azione di sostegno alla cooperazione mediante iniziative a carattere sociale;
risulta essere l’attività di
tale assessorato esclusivamente concentrata sull’aspetto economico e dell’internazionalizzazione
dei mercati;
su 71 comunicati stampa di
predetto assessorato, 70 risultano essere resoconti di programmi di interventi
solo economici e giammai sociali o solidali;
l’ultimo anno, in
particolare, si è contraddistinto purtroppo per l’emergenza nel Corno d’Africa,
tutt’ora in corso per i numerosi sbarchi di profughi e richiedenti asilo dalle
coste del Maghreb e per l’arrivo di stranieri nella
nostra Regione alla ricerca di opportunità di lavoro o per insediarsi
stabilmente;
quanto sopra necessita
dell’intervento progettuale circa la migliore ricerca di azioni consapevoli e
di politiche attive per la pace e l’integrazione tra i popoli;
è necessario realizzare
idonei processi che favoriscano politiche per la pace e l’integrazione tra i
popoli anche attraverso apposite esperienze di laboratori e uffici della pace,
così come presenti in quasi tutte le Regioni d’Italia;
l’assessorato alle politiche
attive per la pace e l’integrazione tra i popoli riceve annualmente oltre alle
fonti di finanziamento esterno dal bilancio e della Regione per effetto della legge
regionale n. 4 del 10 gennaio 2007 recante: “Norme su cooperazione e relazioni
internazionali della Regione Calabria”, circa 200.000,00 euro;
la stessa Commissione europea
sollecita gli enti istituzionali quali attori locali di collaborare con gli
attori non istituzionali per sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi dello
sviluppo e contro la povertà;
tale azione non può
ricondursi semplicemente alla sponsorizzazione di un evento musicale di
beneficienza ben lontano dai doveri istituzionali e di competenza di predetto assessorato
-:
quali azioni alla data della
presente interrogazione esistono a favore di progetti di cooperazione e di
politiche attive per la pace;
quali strumenti di
collaborazione con enti o organizzazioni si intendono realizzare per favorire
idonei processi di sensibilizzazione, accoglienza ed integrazione;
se non si dia il caso di
rimodulare in maniera urgente l’attività di tale importante assessorato anche
sui temi e le competenze complessive derivanti dall’intera delega anziché
favorire il solo aspetto seppur importante della internazionalizzazione dei
mercati a discapito delle ulteriori competenze in capo a codesto assessorato
quali la pace e la solidarietà
tra i popoli.
(201;
23.01.2012)
Aiello F. Al Presidente della Giunta regionale
e all’assessore alle politiche euromediterranee, internazionalizzazione, cooperazione tra i
popoli e politiche per la pace. Per sapere – premesso che:
il quinto settore del dipartimento Presidenza della Giunta
regionale della Calabria ha tra le sue funzioni precipue quelle relative alla
cooperazione tra i popoli e l’internazionalizzazione;
nelle sue funzioni tra le
altre si legge “Il settore ospita tirocini e stage, nell’ambito di convenzioni
con Università ed enti di formazione, ove gli obiettivi siano coerenti con le
funzioni istituzionali assegnate”;
a tale settore e dipartimento afferisce l’assessorato
alle politiche euromediterranee, internazionalizzazione, cooperazione tra i popoli e politiche per la pace;
l’Università
della Calabria, facoltà di economia, da oltre un decennio ha istituito un corso
di laurea magistrale in Scienze sociali per lo sviluppo, la cooperazione e la
pace;
tale corso ha nel suo obiettivo fondante la creazione di
una nuova cultura dei processi inerenti i progetti di sviluppo locale e
internazionale e di facilitare inoltre i processi di pace e integrazione tra i
popoli;
risulta obbligatorio per i laureandi di suddetto corso
universitario svolgere idonei e coerenti percorsi di tirocinio formativo e stage;
ai laureati in sviluppo, cooperazione e pace, alla fine
del suddetto corso di laurea viene assegnata la classa Lm
81;
l’assessorato alle politiche euromediterranee, internazionalizzazione, cooperazione
tra i popoli e politiche per la pace ha già più volte bandito richieste di
manifestazione di interesse per la ricerca di profili da individuare e avviare
al lavoro con l’esclusione sistematica della classe Lm
81 -:
perché ad oggi nessuna convenzione finalizzata alla possibilità
di poter sostenere tirocini e stage è stata firmata con il corso di laurea in
Sviluppo, cooperazione e pace dell’Unical, attesa la
totale coincidenza dei temi accademici e delle competenze istituzionali che si
riscontrano;
come mai nei confronti di un corso di laurea che più di
ogni altro in Calabria può fornire un utile sostegno anche ai processi di progettazione
nessuna attenzione viene prestata;
come mai l’assessorato interrogato regolarmente nelle
sue manifestazioni di interesse per la selezione di giovani laureati da avviare
a lavoro a tempo determinato non cita tra i requisiti richiesti la Classe Lm 81 escludendo di fatto competenze specifiche e
necessarie allo stesso assessorato)
(202; 23.01.2012)
Risposta – “Con riferimento all'interrogazione n. 201/9^ si prende atto delle osservazioni e si
specifica quanto di seguito:
L'Assessorato
all'Internazionalizzazione della Regione Calabria ha realizzato politiche
attive per la pace e l'integrazione dei popoli così come previsto dalla legge
regionale n. 4/2007 nei seguenti settori e territori geografici:
Asia
Centrale: Kazakhistan, area d'intervento Astana. Bando UE
pubblicato il 29 aprile 2011;
-
Partecipazione al Joint Operational Programme Black Sea.
Medio Oriente: Proposta con le PSMP (Palestinian
Municipalities Support Program), Consulate General of Italy Jerusalem, e Ministry of Local Government
Directorate Of Joint
Service Councils, per il support
e la collaborazione al progetto "Conservation
and Rehabilitation of the Turkish bath as
Old City Visitor Center" nel Governatorato di Hebron.
Africa: Programma "Non-State Actors and Locai Authorities in Development" presentazione di un Progetto per
interventi di Cooperazione decentrata e transfrontaliera della durata di 36
mesi in tre Regioni dell'Africa
Occidentale (Repubblica del Burkina Faso, Repubblica della Costa d'Avorio e Repubblica del
Mali).
Africa del Nord: Tunisia. Progetto WALL -
Lotta alla desertificazione e razionalizzazione delle risorse idriche -
programma per la salvaguardia, la razionalizzazione e l'uso efficiente delle
risorse idriche .
Europa: Partenariato al Progetto di
"Cooperazione Transnazionale e Interregionale" nella regione di Kyustendil "Cooperazione Internazionale scambio di
buone prassi" nell'ambito del PON Bulgaria "Capacità Ammnistrativa e Priorità 1" - "Buon Governo"
misura 1.6
Albania,
Bosnia, Serbia: Programma
regionale integrato di cooperazione economica e sociale.
Serbia,
Montenegro Albania, Bosnia, Macedonia - RIVA: Progetto Integrato per la riqualificazione
ambientale del Bacino di Scutari - Programma per la salvaguardia, la
razionalizzazione e l'uso efficiente delle risorse idriche -. Programma
regionale integrato di cooperazione economica e sociale.
Il
territorio in cui il nostro Assessorato è direttamente responsabile di Progetto
e dell'intero Programma triennale di attività è rappresentato dalle tre
Repubbliche dell'Africa occidentale, mentre, per gli altri territori, è in
partenariato con attori istituzionali e organizzazioni non governative. Gli
Uffici della Struttura sono a disposizione, sia per le informazioni dettagliate
sui contenuti dei progetti, sia sullo stato di selezione degli stessi.
Nessuna
necessità, quindi, di "modulare
in maniera urgente" l'attività dell'Assessorato, né tanto meno
quella di realizzare "laboratori
ed uffici della pace" che mal si conciliano:
sia con le
Leggi Nazionali in materia, e con le prerogative dello stesso Governo Nazionale
e del Ministero degli Affari Esteri;
sia con i
rilievi della Corte Costituzionale che, con sentenza n. 131 del 14 maggio 2008,
ha dichiarato l'illegittimità costituzionale (sulla base del ricorso del
Governo in carica del 2007) di alcuni articoli della Legge Regionale che
disciplinavano varie competenze in materia di politiche di pace in quanto
«parte integrante della politica estera dell'Italia" che
"rientrerebbero nella competenza esclusiva statale ai sensi dell'art. 117,
secondo comma, lettera a), Cost."
Grazie
all'impegno mio personale, dell'intera Giunta Scopelliti e dello stesso
Consiglio Regionale, dopo circa tre anni dall'approvazione della Legge 4/07 e
dopo due dalla sentenza della Corte, è stato possibile recepire e finalmente
approvare definitivamente nel luglio 2011 il Provvedimento per riconoscere alla
popolazione calabrese funzioni e strumenti per assicurare: la solidarietà, la
promozione dei diritti umani, la crescita della cultura della pace e dello sviluppo
sostenibile.
In ogni
caso, a differenza della Giunta precedente, quella Scopelliti ha prontamente
elaborato, tramite il mio Assessorato, il programma sulla Cooperazione e le
politiche di pace.
Già, a
dicembre 2010, infatti, l'Assessorato, nel corso della 1^ (e sottolineo
prima, dopo 50 anni dalla istituzione della Regione Calabria) Conferenza
Regionale sull'Internazionalizzazione, sulla scia di quanto aveva fatto il
Presidente Scopelliti da Sindaco di Reggio Calabria, ha riaffermato che la
Calabria, proprio per la sua posizione geopolitica, sarebbe diventata un
crocevia del mediterraneo in tema di politiche sociali, economiche, mobilità,
sicurezza, pace.
Non a caso i
progetti di Cooperazione e di politiche attive per la Pace della Regione
Calabria nel corso di questi due anni di attività, sono stati diretti in via
prioritaria verso le Nazioni prospicienti il Bacino del Mediterraneo e i PVS
(Paesi in via di Sviluppo) e quelli con economia in via di transizione, come
esposto e sottolineato nei punti precedenti, nonostante le esigue risorse
finanziarie (140 mila euro e non 200 mila euro come affermato erroneamente
dall'Interrogante) di cui gode l'Assessorato per le attività di cooperazione e
politiche di pace.
Attività e
politiche di pace riconosciute dai maggiori attori istituzionali e locali a
livello nazionale ed internazionale, nonché dallo stesso Governo centrale e dai
lusinghieri giudizi da parte di tutte le Ambasciate d'Italia nel corso degli
incontri e missioni all'estero.
Proprio per
questi motivi non c'era certamente bisogno di sponsorizzare tale attività con
un evento musicale come afferma l'On.le Aiello. Mi riferisco al concerto "Fai la nota
giusta" svoltosi a Reggio Calabria il 21 dicembre scorso, come tanti altri
nel periodo dei concerti di beneficenza di Natale in quasi tutte le città
d'Italia ed in Calabria. Un'iniziativa, quella di Reggio Calabria, finanziata
dal Dipartimento Presidenza, ma non dall'Assessorato alla Cooperazione, sebbene
io stesso abbia fortemente sostenuto l'azione che ha avuto come finalità la
raccolta dei fondi indispensabili per la realizzazione della missione Smile Med 2012, che consentirà ai medici volontari di Operation Smile di intervenire chirurgicamente su 200
bambini nati con gravi malformazioni facciali in uno dei Paesi del
Mediterraneo, l'Egitto, dove la Fondazione in questo periodo sta riprendendo le
missioni mediche dopo gli sconvolgimenti politici di quel Paese. Da precisare
che l'Egitto è un Paese in cui è vivo l'interesse dell'Assessorato che ha già
realizzato il Progetto SPIIE e programmato una serie di altre azioni,
nell'ambito della cooperazione con i Paesi nostri vicini del Mediterraneo.
Nella
fattispecie, giusto per restare nell'attualità dei temi trattati in tema di
cooperazione e politiche di pace, questo Assessorato proprio nell'ultimo
periodo ha condiviso le tematiche e le conclusioni di appuntamenti importanti
che riguardano da vicino la Calabria ed il Mediterraneo: la visita in Libia del
presidente Monti, la missione in Egitto del ministro Terzi, l'appuntamento del
30gennaio scorso a Bari per la sessione plenaria dell'Assemblea Euro-mediterranea delle Amministrazioni locali e regionali
- ARLEM -, la riunione ministeriale del ministro Terzi del 20 febbraio
del "5+5" (i cinque paesi della sponda nord: Italia, Francia,
Spagna, Portogallo e Malta; ed i cinque della sponda sud: Algeria, Marocco,
Tunisia, Libia, Mauritania). Appuntamenti che, proprio alla luce di quanto sta
avvenendo nel Corno d'Africa e con la rivolta della "Primavera
araba", sottolineano la necessità di avere partenariati basati sulla piena
condivisione di valori (democrazia, stato di diritto, rispetto dei
diritti umani e delle minoranze, comprese quelle religiose) ed interessi
(sicurezza nelle varie dimensioni, incluse la sicurezza energetica e quella
alimentare, sviluppo economico e sociale).
Ed è su
questi valori ed interessi che come Assessore all'Internazionalizzazione mi
auguro ci sia la massima condivisione di tutte le forze democratiche e civili
della Regione Calabria e dell'intero Consiglio Regionale.
Con
riferimento all'interrogazione n. 202/9^, non si può non provare stupore nei confronti della domanda posta che
riguarda settori di attività per cui sono state richieste le professionalità
specifiche relativamente alle azioni da svolgere o in corso di svolgimento e
non professionisti in possesso della LM81.
Le figure
per le quali è stato pubblicato il bando per la selezione di 7 esperti
(certamente a questa si riferisce l'On. Aiello), sono
quelle richieste dai progetti di cooperazione in corso. All'interno dei
progetti, specifiche voci prevedono il ricorso a professionalità esterne, in
grado di fornire il supporto necessario per la buona riuscita delle attività.
E' molto limitata, pertanto, la scelta dei partner nell'individuazione dei profili
da selezionare, essendo la stessa strettamente collegata alle professionalità
progettuali individuate dagli atti programmatici.
Per quanto
concerne gli stage presso il Settore 5/Dip. 2,
l'Assessorato non è mai stato promotore nei confronti dei vari Atenei per
l'avvio di specifici stage, ma ha manifestato sempre la più ampia disponibilità
ad accogliere studenti o neo laureati per i quali, le Università di
appartenenza facciano richiesta di stage gratuiti.
Certo di
aver fornito chiare delucidazioni circa le interrogazioni poste, rimango a
disposizione per ogni ulteriore chiarimento”.
Fabrizio Capua (assessore ai Programmi Speciali U.E.
Politiche Euro-Mediterranee - Internazionalizzazione Cooperazione tra i Popoli
e Politiche per la Pace)
Art. 1
1. I commi 1 e 2 dell'articolo 3 della legge regionale
12 dicembre 2008, n. 40, sono abrogati.
2. Le relative
risorse, attualmente accantonate, ai sensi del comma 5 dell'articolo 5 della
legge regionale 23 dicembre 2012, n. 47, all'UPB 3.2.01.05 (capitolo 32010506)
dello stato di previsione della spesa del bilancio pluriennale 2012-2014,
annualità 2013, sono utilizzate con le modalità e procedure indicate
dall'articolo 20 della legge regionale 17 agosto 2005, n. 13.
3. Al comma 2 dell'articolo 20 della legge regionale 17
agosto 2005, n. 13, dopo le parole " ... e 2006" sono aggiunte le
parole " ... nonché 2007, 2008".
4. Il Dirigente generale del Dipartimento Bilancio e
Patrimonio è autorizzato ad apportare le necessarie variazioni, con le modalità
previste dal comma 6 dell'articolo 5 della L.R.
47/2011, mediante riallocazione annuale delle risorse di cui al precedente
comma nella stessa UPB 3.2.01.05 (capitolo 32010504) dello stato di previsione
della spesa del bilancio 2012 e successivo.
Art. 2
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
Art. 1
(Modifica
alla legge regionale 7 dicembre 2007, n. 26)
1. Dopo l'articolo 12 della legge regionale 7 dicembre
2007, n. 26 è aggiunto il seguente:
"Art.
12 bis
(Clausola
sociale)
1. Fatte salve le previsioni della contrattazione
collettiva, ove più favorevoli, la Regione, gli enti, le aziende e le società
strumentali della Regione devono prevedere nei bandi di gara, negli avvisi e
nelle condizioni di contratto per appalti di servizi, l'utilizzo del personale
già assunto dalla precedente impresa appaltatrice, compatibilmente con la
gestione efficiente dei servizi, con l'organizzazione d'impresa e con la
normativa vigente sugli appalti, garantendo, altresì, le condizioni economiche
e contrattuali già in essere. Tale norma si applica anche agli enti
sub-regionali, agli enti locali che utilizzano i fondi regionali e comunitari o
che esercitano le deleghe della Regione.
2. Le previsioni di cui al comma 1 si applicano in
misura proporzionale alla quantità di servizi appaltati e non si applicano ai
dirigenti e al personale che esercitano i poteri direttivi."
Art. 2
1. La presente legge entra in vigore il giorno
successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della
Regione.
"Il Consiglio regionale
Premesso che
l'articolo 10 della l.r. 30 ottobre 2003, n.15 recante
"Norme per la tutela e la valorizzazione della lingua e del patrimonio
culturale delle minoranze linguistiche e storiche di Calabria" prevede
l'istituzione dell'Istituto regionale per la comunità arbereshe
di Calabria con sede in San Demetrio Corone, dell'Istituto Regionale Superiore
di Studi Elleno-Calabri (IRSSEC) per la comunità greca di Calabria con sede in
Bova Marina e dell'Istituto regionale per la comunità occitana di Calabria con
sede in Guardia Piemontese;
l'articolo 24 della l.r. 13 giugno 2008, n. 15
stabilisce che la Giunta regionale è autorizzata a procedere alla
trasformazione dei suddetti Istituti in Fondazioni;
l'articolo 12 della citata l.r. n. 15 del 2003 prevede
per il funzionamento degli organismi di cui sopra, la predisposizione degli
statuti in cui vengono indicati i compiti, gli organi e l'eventuale
articolazione di tali enti;
con deliberazione n. 591 del 23 dicembre 2011 la Giunta
regionale ha approvato gli statuti delle costituende fondazioni, così come
predisposti dal commissario ad acta, dotto Emilio
Mastroianni;
ai sensi del comma 2 del citato articolo 12 della l.r.
n. 15 del 2003, la Giunta regionale sottopone gli statuti all'approvazione del
Consiglio regionale;
visti:
la l.r. 30 ottobre 2003, n. 15;
la l.r. 13 giugno 2008, n. 15 art. 24 comma 1;
il D.p.g.r. n. 354 del 24
giugno 1999 e s.m.i.;
la D.g.L n. 910 del 24
novembre 2008;
considerato che la Terza Commissione, nella seduta del
26 aprile 2012, ha ritenuto che agli statuti delle costituende Fondazioni di
cui all'articolo 24 della legge regionale 13 giugno 2008, n. 15 vadano
apportate delle modificazioni;
considerato che nella seduta del Consiglio regionale del
10 maggio 2012 sono stati approvati degli emendamenti agli statuti delle
suddette Fondazioni;
delibera
l'approvazione degli Statuti della Fondazione Arbereshe di Calabria, della Fondazione Calabro-greca
e della Fondazione Occitana di Calabria, così come modificati ed emendati, che
costituiscono parte integrante e sostanziale della presente deliberazione".
Allegato "A" alla deliberazione n. 175 del 10 maggio 2012
STATUTO
FONDAZIONE ARBERESHE DI CALABRIA
Art. 1
Denominazione
1. Ai sensi del combinato disposto dell'articolo 16
della legge n. 482/99 e dell'articolo 10 della l.r. n.15/03 è costituita una
Fondazione senza scopo di lucro denominata "Istituto Regionale per la
Comunità Arbereshe di Calabria.".
2. La Fondazione ha durata indeterminata.
Art. 2
Sede
1.L'Istituto ha sede legale in San Demetrio Corone,
presso il Collegio Italo - Albanese di Sant' Adriano.
Art. 3
Socio
Fondatore - Sostenitori
1. Socio fondatore e unico socio della Fondazione è la
Regione Calabria.
2. In qualità di sostenitori, sulla base di una delibera
del Consiglio di Amministrazione, possono aderire persone fisiche e enti
pubblici e/o privati. Per essere ammessi i soggetti interessati devono
impegnarsi a versare un contributo di partecipazione, stabilito dal Consiglio
Amministrazione in relazione alle disponibilità finanziarie del soggetto
richiedente o a fornire, a titolo gratuito, beni e servizi.
3. I sostenitori, almeno una volta all'anno, sono
convocati dal Presidente dell'Istituto per essere messi a conoscenza dei
programmi di attività della Fondazione e fare proposte in merito. La perdita
della qualità di sostenitore, a qualunque titolo, non comporta alcun diritto
alla restituzione di somme versate alla Fondazione.
Art. 4
Finalità
1. L'istituto opera in relazione ai principi generali e
alle finalità della legge 482/99, della legge regionale 15/2003, nonchè delle altre disposizioni in campo europeo e
internazionale in materia di tutela e diffusione delle lingue minoritarie
regionali e valorizza il patrimonio linguistico letterario, artistico
demo-antropologico, urbanistico e monumentale ecc. delle comunità storiche arbereshe riconosciute dalla legge regionale. In
particolare la fondazione può:
·
creare un proprio archivio generale e una
banca dati del proprio patrimonio linguistico, delle parlate locali soprattutto
quelle a rischio di estinzione, del patrimonio librario e bibliografico, documentario,
storico, artistico, monumentale e di ogni altro bene inteso "bene storico
e culturale delle comunità";
·
istituire un centro di documentazione, di
ricerca e di elaborazione scientifica riguardante le varietà linguistiche
locali, la letteratura, la storia l'economia, le scienze sociali, etnomusicali;
·
attuare produzione in materia editoriale e
libraria, musicale e cinematografica; creare un proprio sito web, nonché
organizzare e promuovere attività di informazione e di divulgazione quali:
convegni, conferenze, seminari, corsi di formazione, mostre, eventi musicali ed
artistici ecc.;
·
organizzare, in collaborazione con gli
Uffici Scolastici Regionali e con le Università, in tutto il territorio
regionale e nazionale, corsi di formazione linguistica per i cittadini
interessati, corsi di aggiornamento linguistico ad ogni livello, corsi di
formazione per operatori linguistico turistici, artistici, musicali, ed ogni
altra attività di formazione scolastica pubblica tesa alla valorizzazione della
comunità linguistica;
·
considerare la definizione del bene
culturale di cui all'articolo 2 della legge regionale 15/03 lo strumento
normativo per iniziative ed attività turistiche a sostegno dell'economia
locale;
·
svolgere proprie attività in campo nazionale
ed internazionale in particolare nei luoghi di emigrazione dei calabresi e
negli stati dove si parla la lingua di provenienza delle comunità storiche
riconosciute dalla legge n. 482;
·
curare il coordinamento con le altre
fondazioni arbereshe d'Italia nonché le altre minoranze
presenti sul territorio regionale, nazionale ed internazionale.
La Fondazione costituisce organismo in house della
Regione Calabria.
Art. 5
Patrimonio
1. Il patrimonio dell'Istituto è costituito:
a) dalla dotazione iniziale conferita dal fondatore
all'atto della costituzione;
b) dai contributi in denaro versati dalla Regione
Calabria;
c) dai beni immobili, mobili e somme che perverranno a
qualsiasi titolo, nonché da elargizioni o contributi provenienti da nuovi soci,
da enti pubblici e privati.
2. Il patrimonio della Fondazione è vincolato al
perseguimento degli scopi statutari.
Art. 6
Fondo di
gestione
1. Per il perseguimento dei propri scopi l'Istituto
utilizzerà:
a) contributi versati annualmente dalla Regione;
b) eventuali erogazioni di enti pubblici e/o privati o
persone fisiche;
c) rendite del proprio patrimonio e proventi delle
proprie attività;
d) contributi attribuiti dall'Unione Europea, dallo
Stato, enti territoriali;
e) beni mobili e immobili e somme pervenute a qualunque
titolo.
Art. 7
Organi
1. Sono organi dell'Istituto:
1.
il presidente dell'istituto;
2.
il consiglio d'amministrazione;
3.
il revisore dei conti;
4.
il comitato dei sostenitori;
5.
il Direttore.
2. Gli organi restano in carica fino all'insediamento
dei nuovi organi.
Art. 8
Presidente
1. Il Presidente:
a) ha la firma e la legale rappresentanza dell'Ente di
fronte ai terzi e in giudizio, presiede il Consiglio e formula l'ordine del
giorno;
b) almeno due volte all'anno, convoca il CDA, in seduta
ordinaria, per l'approvazione dei bilanci preventivi e del conto consuntivo e
ogni qualvolta lo ritenga necessario;
c) convoca il Consiglio, in seduta straordinaria, su
richiesta della metà più uno dei componenti;
d) garantisce l'osservanza delle leggi, del presente
statuto e dei regolamenti, nonché la validità delle discussioni;
e) su delibera del CDA nomina il Direttore.
2. Nel caso di suo impedimento le funzioni sono svolte
dal vice presidente del CDA.
Art. 9
Consiglio di
Amministrazione
1. Il Consiglio di amministrazione è composto da:
- il presidente, designato dall'Assessore Regionale alle
Minoranze linguistiche;
- tre membri designati dall'assemblea dei sindaci dei
comuni delimitati ai sensi della l. 482/99;
- un membro esperto designato dall'Assessore regionale
alle Minoranze linguistiche;
- due membri designati dal Consiglio regionale;
- un membro nominato dalle province nei cui ambiti
ricadono comuni di minoranza linguistiche ai sensi della l. 482/99;
- un membro senza diritto di voto in rappresentanza
delle Associazioni di cui all’articolo 4 della legge regionale n. 16/1985;
- il Dirigente del Settore competente.
2. Le funzioni di segretario sono svolte dal Direttore
dell'Istituto.
3. Il Consiglio di Amministrazione dura in carica tre
anni e i suoi componenti sono rieleggibili.
4. Il Consiglio di Amministrazione:
a) approva il bilancio annuale e pluriennale e le
relative variazioni e lo propone al Fondatore per l'approvazione definitiva;
b) approva il conto consuntivo e lo propone al Fondatore
per l'approvazione definitiva;
c) approva e modificai regolamenti dell'Istituto;
d) delibera sull'attività amministrativa dell'Istituto;
e) programma, preso atto del parere consultivo espresso
dalla Commissione Scientifico Culturale, l'attività dell'istituto, elaborai
criteri generali per le linee di sviluppo culturale e scientifico
dell'Istituto;
f) delibera le proposte di modifica del presente statuto
fatta salva l'approvazione dell'autorità che ne ha riconosciuto la personalità
giuridica e purché si tratti di modifiche che non pregiudicano lo scopo programmato
e siano funzionali all'operatività della Fondazione;
g) nomina il Direttore dell'Istituto determinando
compiti, attribuzione e durata dell'incarico;
h) propone al Fondatore la nomina del revisore dei
conti;
i) nomina la Commissione Scientifico Culturale;
j) delibera in merito ad ogni operazione bancaria e
finanziaria necessaria al raggiungimento delle finalità istituzionali;
k) il CDA è investito dei più ampi poteri per la
gestione ordinaria e straordinaria della Fondazione e più specificatamente gli
sono conferite tutte le facoltà per l'attuazione ed il raggiungimento delle
finalità di cui all'articolo 4 del presente statuto.
5. Il Consiglio di Amministrazione è convocato con ogni
mezzo utile e con un preavviso di almeno cinque giorni sulla data fissata per
la riunione. La convocazione e la presidenza della prima seduta spettano al
Direttore Generale del Dipartimento Cultura e Beni Culturali.
6. Per la validità delle riunioni è richiesta la
presenza delle metà più uno dei componenti. Il Consiglio delibera a maggioranza
dei presenti e a maggioranza dei voti. In caso di parità di voti prevale quello
del Presidente. Alle sedute può partecipare, senza diritto di voto, l'Assessore
competente o suo delegato.
7. Delle sedute del Consiglio di Amministrazione viene
redatto il relativo verbale, a cura di un segretario nominato dal Presidente,
che, sottoscritto da entrambi, verrà inserito in apposito libro che verrà
conservato nella sede dell'Istituto.
Art. 10
Revisore dei
conti
1. Il Revisore dei Conti esercita il controllo di
competenza sulla gestione economico finanziaria dell'Istituto e in particolare
provvede:
a) ad esaminare il bilancio preventivo e consuntivo e la
relazione che li accompagna;
b) alla verifica, almeno trimestrale, della situazione
di cassa e dell'andamento finanziario e patrimoniale;
c) alla vigilanza, attraverso l'esame degli atti, sulla
regolarità amministrativa e contabile dell'istituto;
d) ad accertare la regolare tenuta delle scritture
contabili.
2. Il Revisore rimane in carica tre anni e può essere
rieletto. Il Revisore percepisce un emolumento nella misura minima prevista
dalle tariffe professionali.
3. Il Revisore assiste alle riunione del Consiglio di
Amministrazione, dietro convocazioni del Presidente.
Art. 11
Comitato dei
sostenitori
1. Il Comitato
dei sostenitori è composto da un rappresentante per ciascuno degli Enti
Pubblici e degli Organismi che, condividendo le finalità dell’Istituto e
proponendosi di favorirne l’azione, anche con sostegni finanziari, abbiano
richiesto e ottenuto dal Consiglio di Amministrazione di far parte del Comitato
stesso.
2. Il Comitato dei sostenitori è convocato dal
Presidente dell'istituto almeno una volta all'anno per fornire una informativa
sul programma di attività dell'Istituto e per recepire proposte e suggerimenti
in merito.
Art. 12
Direttore
1. Il Consiglio di Amministrazione nomina un Direttore
dell'Istituto, scelto tra le personalità di comprovata conoscenza
amministrativa, della cultura e della lingua arbereshe,
attestata da curriculum.
2. Il Direttore è responsabile dell'attività
amministrativa dell'Istituto; partecipa alle riunioni del Consiglio di
Amministrazione con parere consultivo; cura la predisposizione degli atti e
degli adempimenti istruttori per le delibere del Consiglio di Amministrazione;
redige i verbali delle deliberazioni del Consiglio di Amministrazione delle
quali cura l'esecuzione; collabora con il Consiglio di Amministrazione in
merito alla predisposizione del regolamento per la gestione dei servizi e degli
schemi di convenzione e alla formulazione del piano annuale d'attività; attua i
programmi predisposti dal Consiglio di Amministrazione, stipula le convenzioni
per l'erogazione dei servizi, predispone gli schemi del bilancio di previsione
e del conto consuntivo, unitamente alla relazione che li accompagna, da
sottoporre al Consiglio di Amministrazione; redige la relazione annuale sulle
attività dell'Istituto; dirige l'attività dell'Istituto nei diversi settori.
Art. 13
Commissione
Scientifico - Culturale
1. Il Consiglio di Amministrazione deve nominare una
Commissione Scientifico-Culturale, in forma permanente o per specifici
obiettivi e progetti.
2. La Commissione Scientifico-Culturale propone
programmi di attività, ne segue l'attuazione, fornisce pareri su problemi
tecnico-scientifici e sui risultati conseguiti in ordine alle singole
iniziative attuate dall'Istituto.
3. La commissione è composta da cinque membri scelti tra
accademici, studiosi di chiara fama, rappresentanti delle associazioni, del
mondo della scuola.
4. La Commissione scientifico-culturale è convocata dal
Presidente dell'Istituto che la presiede (o in sua mancanza dal Vice
presidente) e dura in carica per un periodo fissato nella delibera di nomina da
parte del Consiglio di Amministrazione, e comunque non oltre la scadenza del
mandato di quest'ultimo.
Art. 14
Gratuità
delle cariche
1. Le cariche sono gratuite. E' previsto, con eccezione
che per i rappresentanti degli enti pubblici, il rimborso delle spese sostenute
per la partecipazione alle riunioni.
Art. 15
Esercizio
finanziario
1. L'esercizio finanziario:
a) ha inizio il primo gennaio e termina il 31 dicembre
di ogni anno;
b) il bilancio preventivo deve essere approvato del CDA
entro il mese di dicembre di ogni anno, il conto consuntivo entro il mese di giugno
dell'anno successivo. Il bilancio preventivo comprende anche il programma di
lavoro relativo all'esercizio finanziario cui il bilancio stesso si riferisce.
2. In sede di approvazione del bilancio consuntivo viene
decisa anche la destinazione degli avanzi di gestione che saranno, comunque,
impiegati per la realizzazione delle attività istituzionali o comunque di
questioni di particolare rilievo per le attività scientifiche e didattiche
dell'Istituto.
3. Ogni operazione finanziaria, ad eccezione di quelle
di ordinaria amministrazione che portano la firma del Direttore, è disposta a
firma congiunta del Presidente del Consiglio di Amministrazione e del
Direttore.
4. L'Istituto non può assumere impegni di spesa
eccedenti le disponibilità finanziarie accertate in sede di bilancio di
previsione se non previo reperimento di ulteriori risorse di pari importo e
copertura. In caso di obbligazioni assunte in violazione dei limiti fissati
saranno personalmente responsabili gli amministratori.
Art. 16
Prima
applicazione
1. Per la prima volta la nomina del Presidente, del
Consiglio di Amministrazione e del Revisore dei Conti è effettuata dal
Presidente della Giunta in sede di atto costitutivo.
Art. 16 bis
Con l’entrata in vigore del presente Statuto tutte le
nomine già effettuate decadono. Le nuove nomine del Consiglio di
Amministrazione della Fondazione dovranno avvenire entro il termine di novanta
giorni dall’entrata in vigore del presente statuto.
Art. 17
Riconoscimento
giuridico
1. La Fondazione si impegna a richiedere il
riconoscimento di personalità giuridica privata.
Art. 18
Modifiche
1. Le modifiche al presente statuto sono approvate con
il voto favorevole dei due terzi dei componenti del Consiglio di
Amministrazione.
Art. 19
Scioglimento
della Fondazione
1. In caso di scioglimento per qualunque causa, il
patrimonio dell'Istituto sarà devoluto ad altra Fondazione o ente avente scopi
analoghi scelto dalla Giunta regionale.
2. Lo scioglimento sarà regolato dalle leggi vigenti in
materia.
Art. 20
Foro
competente
1. Ogni controversia relativa allo statuto e collegata
all'attività della Fondazione è di esclusiva competenza del Foro di Catanzaro.
Art. 21
Rinvio
1. Per quanto non espressamente previsto dal presente
Statuto, si fa riferimento alle vigenti disposizioni di legge, nonché al Codice
Civile.
Allegato
"B" alla deliberazione n. 175 del 10 maggio 2012
STATUTO
FONDAZIONE CALABROGRECA
Art. 1
Denominazione
1. Ai sensi del combinato disposto dell'articolo 16
della legge n. 482/99 e dell'articolo 10 della l.r. n.15/03 è costituita una
Fondazione senza scopo di lucro denominata "Istituto Regionale per la
Comunità Greca di Calabria."
2. La Fondazione ha durata indeterminata.
Art. 2
Sede
1. L'Istituto ha sede legale in Bova Marina, presso
l’Istituto Regionale Superiore di Studi Elleno-Calabri (IRSSEC).
Art. 3
Socio
Fondatore - Sostenitori
1. Socio fondatore e unico socio della Fondazione è la
Regione Calabria.
2. In qualità di sostenitori, sulla base di una delibera
del Consiglio di Amministrazione, possono aderire persone fisiche e enti
pubblici e/o privati. Per essere ammessi i soggetti interessati devono
impegnarsi a versare un contributo di partecipazione, stabilito dal Consiglio
Amministrazione in relazione alle disponibilità finanziarie del soggetto
richiedente o a fornire, a titolo gratuito, beni e servizi.
3. I sostenitori, almeno una volta all'anno, sono
convocati dal Presidente dell'Istituto per essere messi a conoscenza dei
programmi di attività della Fondazione e fare proposte in merito. La perdita
della qualità di sostenitore, a qualunque titolo, non comporta alcun diritto
alla restituzione di somme versate alla Fondazione.
Art. 4
Finalità
1. L'istituto opera in relazione ai principi generali e
alle finalità della legge 482/99, della legge regionale 15/2003, nonché delle
altre disposizioni in campo europeo e internazionale in materia di tutela e
diffusione delle lingue minoritarie regionali e valorizza il patrimonio
linguistico letterario, artistico demo-antropologico, urbanistico e monumentale
ecc. delle comunità storiche arbereshe riconosciute
dalla legge regionale. In particolare la fondazione può:
- creare un proprio archivio generale e una banca dati
del proprio patrimonio linguistico, delle parlate locali soprattutto quelle a
rischio di estinzione, del patrimonio librario e bibliografico, documentario,
storico, artistico, monumentale e di ogni altro bene inteso "bene storico
e culturale delle comunità";
- istituire un centro di documentazione, di ricerca e di
elaborazione scientifica riguardante le varietà linguistiche locali, la
letteratura, la storia l'economia, le scienze sociali, etnomusicali;
- attuare produzione in materia editoriale e libraria,
musicale e cinematografica; creare un proprio sito web, nonché organizzare e
promuovere attività di informazione e di divulgazione quali: convegni,
conferenze, seminari, corsi di formazione, mostre, eventi musicali ed artistici
ecc.;
- organizzare, in collaborazione con gli Uffici
Scolastici Regionali e con le Università, in tutto il territorio regionale e
nazionale, corsi di formazione linguistica per i cittadini interessati, corsi
di aggiornamento linguistico ad ogni livello, corsi di formazione per operatori
linguistico turistici, artistici, musicali, ed ogni altra attività di
formazione scolastica pubblica tesa alla valorizzazione della comunità
linguistica;
- considerare la definizione del bene culturale di cui
all'articolo 2 della legge regionale 15/03 lo strumento normativo per
iniziative ed attività turistiche a sostegno dell'economia locale;
- svolgere proprie attività in campo nazionale ed
internazionale in particolare nei luoghi di emigrazione dei calabresi e negli
stati dove si parla la lingua di provenienza delle comunità storiche
riconosciute dalla legge n. 482;
- curare il coordinamento con le altre fondazioni arbereshe d'Italia nonché le altre minoranze presenti sul
territorio regionale, nazionale ed internazionale.
La Fondazione costituisce organismo in house della
Regione Calabria.
Art. 5
Patrimonio
1. Il patrimonio dell'Istituto è costituito:
a) dalla dotazione iniziale conferita dal fondatore
all'atto della costituzione;
b) dai contributi in denaro versati dalla Regione
Calabria;
c) dai beni immobili, mobili e somme che perverranno a
qualsiasi titolo, nonché da elargizioni o contributi provenienti da nuovi soci,
da enti pubblici e privati.
2. Il patrimonio della Fondazione è vincolato al
perseguimento degli scopi statutari.
Art. 6
Fondo di
gestione
1. Per il perseguimento dei propri scopi l'Istituto
utilizzerà:
a) contributi versati annualmente dalla Regione;
b) eventuali erogazioni di enti pubblici e/o privati o
persone fisiche;
c) rendite del proprio patrimonio e proventi delle
proprie attività;
d) contributi attribuiti dall'Unione Europea, dallo
Stato, enti territoriali;
e) beni mobili e immobili e somme pervenute a qualunque
titolo.
Art. 7
Organi
1. Sono organi dell'Istituto:
1.
il presidente dell'istituto;
2.
il consiglio d'amministrazione;
3.
il revisore dei conti;
4.
il comitato dei sostenitori;
5.
il Direttore.
2. Gli organi restano in carica fino all'insediamento
dei nuovi organi.
Art. 8
Presidente
1. Il Presidente:
a) ha la firma e la legale rappresentanza dell'Ente di
fronte ai terzi e in giudizio, presiede il Consiglio e formula l'ordine del
giorno;
b) almeno due volte all'anno, convoca il CDA, in seduta
ordinaria, per l'approvazione dei bilanci preventivi e del conto consuntivo e
ogni qualvolta lo ritenga necessario;
c) convoca il Consiglio, in seduta straordinaria, su
richiesta della metà più uno dei componenti;
d) garantisce l'osservanza delle leggi, del presente
statuto e dei regolamenti, nonché la validità delle discussioni;
e) su delibera del CDA nomina il Direttore.
2. Nel caso di suo impedimento le funzioni sono svolte
dal vice presidente del CDA.
Art. 9
Consiglio di
Amministrazione
1. Il Consiglio di amministrazione è composto da:
- Il presidente, designato dall'Assessore Regionale alle
Minoranze linguistiche;
- due membri designati dall'assemblea dei sindaci dei
comuni delimitati ai sensi della l. 482/99;
- un membro esperto designato dall'Assessore regionale
alle Minoranze linguistiche;
- due membri designati dal Consiglio regionale;
- un membro nominato dalle province nei cui ambiti
ricadono comuni di minoranza linguistiche ai sensi della l. 482/99;
- un membro senza diritto di voto in rappresentanza
delle Associazioni di cui all’articolo 4 della legge regionale n. 16/1985;
- il Dirigente del Settore competente.
2. Le funzioni di segretario sono svolte dal Direttore
dell'Istituto.
3. Il Consiglio di Amministrazione dura in carica tre
anni e i suoi componenti sono rieleggibili.
4. Il Consiglio di Amministrazione:
a) approva il bilancio annuale e pluriennale e le
relative variazioni e lo propone al Fondatore per l'approvazione definitiva;
b) approva il conto consuntivo e lo propone al Fondatore
per l'approvazione definitiva;
c) approva e modifica i regolamenti dell'Istituto;
d) delibera sull'attività amministrativa dell'Istituto;
e) programma, preso atto del parere consultivo espresso
dalla Commissione Scientifico Culturale, l'attività dell'istituto, elabora i
criteri generali per le linee di sviluppo culturale e scientifico
dell'Istituto;
f) delibera le proposte di modifica del presente statuto
fatta salva l'approvazione dell'autorità che ne ha riconosciuto la personalità
giuridica e purché si tratti di modifiche che non pregiudicano lo scopo
programmato e siano funzionali all'operatività della Fondazione;
g) nomina il Direttore dell'Istituto determinando
compiti, attribuzione e durata dell'incarico;
h) propone al Fondatore la nomina del revisore dei conti;
i) nomina la Commissione Scientifico Culturale;
j) delibera in merito ad ogni operazione bancaria e
finanziaria necessaria al raggiungimento delle finalità istituzionali;
k) il CDA è investito dei più ampi poteri per la
gestione ordinaria e straordinaria della Fondazione e più specificatamente gli
sono conferite tutte le facoltà per l'attuazione ed il raggiungimento delle
finalità di cui all'articolo 4 del presente statuto.
5. Il Consiglio di Amministrazione è convocato con ogni
mezzo utile e con un preavviso di almeno cinque giorni sulla data fissata per
la riunione. La convocazione e la presidenza della prima seduta spettano al
Direttore Generale del Dipartimento Cultura e Beni Culturali.
6. Per la validità delle riunioni è richiesta la
presenza delle metà più uno dei componenti. Il Consiglio delibera a maggioranza
dei presenti e a maggioranza dei voti. In caso di parità di voti prevale quello
del Presidente. Alle sedute può partecipare, senza diritto di voto, l'Assessore
competente o suo delegato.
7. Delle sedute del Consiglio di Amministrazione viene
redatto il relativo verbale, a cura di un segretario nominato dal Presidente,
che, sottoscritto da entrambi, verrà inserito in apposito libro che verrà
conservato nella sede dell'Istituto.
Art. 10
Revisore dei
conti
1. Il Revisore dei Conti esercita il controllo di
competenza sulla gestione economico finanziaria dell'Istituto e in particolare
provvede:
a) ad esaminare il bilancio preventivo e consuntivo e la
relazione che li accompagna;
b) alla verifica, almeno trimestrale, della situazione
di cassa e dell'andamento finanziario e patrimoniale;
c) alla vigilanza, attraverso l'esame degli atti, sulla
regolarità amministrativa e contabile dell'istituto;
d) ad accertare la regolare tenuta delle scritture
contabili.
2. Il Revisore rimane in carica tre anni e può essere
rieletto. Il Revisore percepisce un emolumento nella misura minima prevista
dalle tariffe professionali.
3. Il Revisore assiste alle riunione del Consiglio di
Amministrazione, dietro convocazioni del Presidente.
Art. 11
Comitato dei
sostenitori
1. Il Comitato
dei sostenitori è composto da un rappresentante per ciascuno degli Enti
Pubblici e degli Organismi che, condividendo le finalità dell’Istituto e
proponendosi di favorirne l’azione, anche con sostegni finanziari, abbiano
richiesto e ottenuto dal Consiglio di Amministrazione di far parte del Comitato
stesso.
2. Il Comitato dei sostenitori è convocato dal
Presidente dell'istituto almeno una volta all'anno per fornire una informativa
sul programma di attività dell'Istituto e per recepire proposte e suggerimenti
in merito.
Art. 12
Direttore
1. Il Consiglio di Amministrazione nomina un Direttore
dell'Istituto, scelto tra le personalità di comprovata conoscenza
amministrativa, della cultura e della lingua arbereshe,
attestata da curriculum.
2. Il Direttore è responsabile dell'attività
amministrativa dell'Istituto; partecipa alle riunioni del Consiglio di
Amministrazione con parere consultivo; cura la predisposizione degli atti e
degli adempimenti istruttori per le delibere del Consiglio di Amministrazione;
redige i verbali delle deliberazioni del Consiglio di Amministrazione delle
quali cura l'esecuzione; collabora con il Consiglio di Amministrazione in
merito alla predisposizione del regolamento per la gestione dei servizi e degli
schemi di convenzione e alla formulazione del piano annuale d'attività; attua i
programmi predisposti dal Consiglio di Amministrazione, stipula le convenzioni
per l'erogazione dei servizi, predispone gli schemi del bilancio di previsione
e del conto consuntivo, unitamente alla relazione che li accompagna, da
sottoporre al Consiglio di Amministrazione; redige la relazione annuale sulle
attività dell'Istituto; dirige l'attività dell'Istituto nei diversi settori.
Art. 13
Commissione
Scientifico - Culturale
1. Il Consiglio di Amministrazione deve nominare una
Commissione Scientifico-Culturale, in forma permanente o per specifici
obiettivi e progetti.
2. La Commissione Scientifico-Culturale propone
programmi di attività, ne segue l'attuazione, fornisce pareri su problemi
tecnico-scientifici e sui risultati conseguiti in ordine alle singole
iniziative attuate dall'Istituto.
3. La commissione è composta da cinque membri scelti tra
accademici, studiosi di chiara fama, rappresentanti delle associazioni, del
mondo della scuola.
4. La Commissione scientifico-culturale è convocata dal
Presidente dell'Istituto che la presiede (o in sua mancanza dal Vice
presidente) e dura in carica per un periodo fissato nella delibera di nomina da
parte del Consiglio di Amministrazione, e comunque non oltre la scadenza del
mandato di quest'ultimo.
Art. 14
Gratuità
delle cariche
1. Le cariche sono gratuite. E' previsto, con eccezione
che per i rappresentanti degli enti pubblici, il rimborso delle spese sostenute
per la partecipazione alle riunioni.
Art. 15
Esercizio
finanziario
1. L'esercizio finanziario:
a) ha inizio il primo gennaio e termina il 31 dicembre
di ogni anno;
b) il bilancio preventivo deve essere approvato del CDA
entro il mese di dicembre di ogni anno, il conto consuntivo entro il mese di
giugno dell'anno successivo. Il bilancio preventivo comprende anche il
programma di lavoro relativo all'esercizio finanziario cui il bilancio stesso
si riferisce.
2. In sede di approvazione del bilancio consuntivo viene
decisa anche la destinazione degli avanzi di gestione che saranno, comunque,
impiegati per la realizzazione delle attività istituzionali o comunque di
questioni di particolare rilievo per le attività scientifiche e didattiche
dell'istituto.
3. Ogni operazione finanziaria, ad eccezione di quelle
di ordinaria amministrazione che portano la firma del Direttore, è disposta a
firma congiunta del Presidente del Consiglio di Amministrazione e del
Direttore.
4. L'Istituto non può assumere impegni di spesa eccedenti
le disponibilità finanziarie accertate in sede di bilancio di previsione se non
previo reperimento di ulteriori risorse di pari importo e copertura. In caso di
obbligazioni assunte in violazione dei limiti fissati saranno personalmente
responsabili gli amministratori.
Art. 16
Prima
applicazione
1. Per la prima volta la nomina del Presidente, del
Consiglio di Amministrazione e del Revisore dei Conti è effettuata dal
Presidente della Giunta in sede di atto costitutivo.
Art. 16 bis
on l’entrata in vigore del presente Statuto tutte le
nomine già effettuate decadono. Le nuove nomine del Consiglio di
Amministrazione della Fondazione dovranno avvenire entro il termine di novanta
giorni dall’entrata in vigore del presente statuto.
Art. 17
Riconoscimento
giuridico
1. La Fondazione si impegna a richiedere il
riconoscimento di personalità giuridica privata.
Art. 18
Modifiche
1. Le modifiche al presente statuto sono approvate con
il voto favorevole dei due terzi dei componenti del Consiglio di
Amministrazione.
Art. 19
Scioglimento
della Fondazione
1. In caso di scioglimento per qualunque causa, il
patrimonio dell'Istituto sarà devoluto ad altra Fondazione o ente avente scopi
analoghi scelto dalla Giunta. regionale.
2. Lo scioglimento sarà regolato dalle leggi vigenti in
materia.
Art. 20
Foro
competente
1. Ogni controversia relativa allo statuto e collegata
all'attività della Fondazione è di esclusiva competenza del Foro di Catanzaro.
Art. 21
Rinvio
1. Per quanto non espressamente previsto dal presente
Statuto, si fa riferimento alle vigenti disposizioni di legge, nonché al Codice
Civile.
Allegato
"C" alla deliberazione n. 175 del 10 maggio 2012
STATUTO
FONDAZIONE OCCITANA DI CALABRIA
Art. 1
Denominazione
1. Ai sensi del combinato disposto dell'articolo 16
della legge n. 482/99 e dell'articolo 10 della l.r. n.15/03 è costituita una
Fondazione senza scopo di lucro denominata "Istituto Regionale per la
Comunità Occitana di Calabria."
2. La Fondazione ha durata indeterminata.
Art. 2
Sede
1. L'istituto ha sede legale in Guardia Piemontese,
presso la Casa Comunale.
Art. 3
Socio
Fondatore - Sostenitori
1. Socio fondatore e unico socio della Fondazione è la
Regione Calabria.
2. In qualità di sostenitori, sulla base di una delibera
del Consiglio di Amministrazione, possono aderire persone fisiche e enti
pubblici e/o privati. Per essere ammessi i soggetti interessati devono
impegnarsi a versare un contributo di partecipazione, stabilito dal Consiglio
Amministrazione in relazione alle disponibilità finanziarie del soggetto richiedente
o a fornire, a titolo gratuito, beni e servizi.
3. I sostenitori, almeno una volta all'anno, sono
convocati dal Presidente dell'Istituto per essere messi a conoscenza dei
programmi di attività della Fondazione e fare proposte in merito. La perdita della
qualità di sostenitore, a qualunque titolo, non comporta alcun diritto alla
restituzione di somme versate alla Fondazione.
Art. 4
Finalità
1. L'istituto opera in relazione ai principi generali e
alle finalità della legge 482/99, della legge regionale 15/2003, nonché delle
altre disposizioni in campo europeo e internazionale in materia di tutela e
diffusione delle lingue minoritarie regionali e valorizza il patrimonio
linguistico letterario, artistico demo-antropologico, urbanistico e monumentale
ecc. delle comunità storiche arbereshe riconosciute
dalla legge regionale. In particolare la fondazione può:
- creare un proprio archivio generale e una banca dati
del proprio patrimonio linguistico, delle parlate locali soprattutto quelle a
rischio di estinzione, del patrimonio librario e bibliografico, documentario,
storico, artistico, monumentale e di ogni altro bene inteso "bene storico
e culturale delle comunità";
- istituire un centro di documentazione, di ricerca e di
elaborazione scientifica riguardante le varietà linguistiche locali, la
letteratura, la storia l'economia, le scienze sociali, etnomusicali;
- attuare produzione in materia editoriale e libraria,
musicale e cinematografica; creare un proprio sito web, nonché organizzare e
promuovere attività di informazione e di divulgazione quali: convegni,
conferenze, seminari, corsi di formazione, mostre, eventi musicali ed artistici
ecc.;
- organizzare, in collaborazione con gli Uffici
Scolastici Regionali e con le Università, in tutto il territorio regionale e
nazionale, corsi di formazione linguistica per i cittadini interessati, corsi
di aggiornamento linguistico ad ogni livello, corsi di formazione per operatori
linguistico turistici, artistici, musicali, ed ogni altra attività di
formazione scolastica pubblica tesa alla valorizzazione della comunità
linguistica;
- considerare la definizione del bene culturale di cui
all'articolo 2 della legge regionale 15/03 lo strumento normativo per
iniziative ed attività turistiche a sostegno dell'economia locale;
- svolgere proprie attività in campo nazionale ed
internazionale in particolare nei luoghi di emigrazione dei calabresi e negli
stati dove si parla la lingua di provenienza delle comunità storiche
riconosciute dalla legge n. 482;
- curare il coordinamento con le altre fondazioni arbereshe d'Italia nonché le altre minoranze presenti sul
territorio regionale, nazionale ed internazionale.
La Fondazione costituisce organismo in house della
Regione Calabria.
Art. 5
Patrimonio
1. Il patrimonio dell'Istituto è costituito:
a) dalla dotazione iniziale conferita dal fondatore
all'atto della costituzione;
b) dai contributi in denaro versati dalla Regione
Calabria;
c) dai beni immobili, mobili e somme che perverranno a
qualsiasi titolo, nonché da elargizioni o contributi provenienti da nuovi soci,
da enti pubblici e privati.
2. Il patrimonio della Fondazione è vincolato al
perseguimento degli scopi statutari.
Art. 6
Fondo di
gestione
1. Per il perseguimento dei propri scopi l'Istituto
utilizzerà:
a) contributi versati annualmente dalla Regione;
b) eventuali erogazioni di enti pubblici e/o privati o
persone fisiche;
c) rendite del proprio patrimonio e proventi delle
proprie attività;
d) contributi attribuiti dall'Unione Europea, dallo
Stato, enti territoriali;
e) beni mobili e immobili e somme pervenute a qualunque
titolo.
Art. 7
Organi
1. Sono organi dell'Istituto:
1.
il presidente dell'istituto;
2.
il consiglio d'amministrazione;
3.
il revisore dei conti;
4.
il comitato dei sostenitori;
5.
il Direttore.
2. Gli organi restano in carica fino all'insediamento
dei nuovi organi.
Art. 8
Presidente
1. Il Presidente:
a) ha la firma e la legale rappresentanza dell'Ente di
fronte ai terzi e in giudizio, presiede il Consiglio e formula l'ordine del
giorno;
b) almeno due volte all'anno, convoca il CDA, in seduta
ordinaria, per l'approvazione dei bilanci preventivi e del conto consuntivo e
ogni qualvolta lo ritenga necessario;
c) convoca il Consiglio, in seduta straordinaria, su
richiesta della metà più uno dei componenti;
d) garantisce l'osservanza delle leggi, del presente
statuto e dei regolamenti, nonché la validità delle discussioni;
e) su delibera del CDA nomina il Direttore.
2. Nel caso di suo impedimento le funzioni sono svolte
dal vice presidente del CDA.
Art. 9
Consiglio di
Amministrazione
1. Il Consiglio di amministrazione è composto da:
- il presidente, designato dall'Assessore Regionale alle
Minoranze linguistiche;
- un membro designato dall'assemblea dei sindaci dei
comuni delimitati ai sensi della l. 482/99;
- un membro esperto designato dall'Assessore regionale
alle Minoranze linguistiche;
- due membri designati dal Consiglio regionale;
- un membro nominato dalle province nei cui ambiti
ricadono comuni di minoranza linguistiche ai sensi della l. 482/99;
- un membro senza diritto di voto in rappresentanza
delle Associazioni di cui all’articolo 4 della legge regionale n. 16/1985;
- il Dirigente del Settore competente.
2. Le funzioni di segretario sono svolte dal Direttore
dell'Istituto.
3. Il Consiglio di Amministrazione dura in carica tre
anni e i suoi componenti sono rieleggibili.
4. Il Consiglio di Amministrazione:
a) approva il bilancio annuale e pluriennale e le
relative variazioni e lo propone al Fondatore per l'approvazione definitiva;
b) approva il conto consuntivo e lo propone al Fondatore
per l'approvazione definitiva;
c) approva e modifica i regolamenti dell'Istituto;
d) delibera sull'attività amministrativa dell'Istituto;
e) programma, preso atto del parere consultivo espresso
dalla Commissione Scientifico Culturale, l'attività dell'istituto, elabora i
criteri generali per le linee di sviluppo culturale e scientifico
dell'Istituto;
f) delibera le proposte di modifica del presente statuto
fatta salva l'approvazione dell'autorità che ne ha riconosciuto la personalità
giuridica e purché si tratti di modifiche che non pregiudicano lo scopo
programmato e siano funzionali all'operatività della Fondazione;
g) nomina il Direttore dell'Istituto determinando
compiti, attribuzione e durata dell'incarico;
h) propone al Fondatore la nomina del revisore dei
conti;
i) nomina la Commissione Scientifico Culturale;
j) delibera in merito ad ogni operazione bancaria e
finanziaria necessaria al raggiungimento delle finalità istituzionali;
k) il CDA è investito dei più ampi poteri per la
gestione ordinaria e straordinaria della Fondazione e più specificatamente gli
sono conferite tutte le facoltà per l'attuazione ed il raggiungimento delle
finalità di cui all'articolo 4 del presente statuto.
5. Il Consiglio di Amministrazione è convocato con ogni
mezzo utile e con un preavviso di almeno cinque giorni sulla data fissata per
la riunione. La convocazione e la presidenza della prima seduta spettano al
Direttore Generale del Dipartimento Cultura e Beni Culturali.
6. Per la validità delle riunioni è richiesta la presenza
delle metà più uno dei componenti. Il Consiglio delibera a maggioranza dei
presenti e a maggioranza dei voti. In caso di parità di voti prevale quello del
Presidente. Alle sedute può partecipare, senza diritto di voto, l'Assessore
competente o suo delegato.
7. Delle sedute del Consiglio di Amministrazione viene
redatto il relativo verbale, a cura di un segretario nominato dal Presidente,
che, sottoscritto da entrambi, verrà inserito in apposito libro che verrà
conservato nella sede dell'Istituto.
Art. 10
Revisore dei
conti
1. Il Revisore dei Conti esercita il controllo di
competenza sulla gestione economico finanziaria dell'Istituto e in particolare
provvede:
a) ad esaminare il bilancio preventivo e consuntivo e la
relazione che li accompagna;
b) alla verifica, almeno trimestrale, della situazione
di cassa e dell'andamento finanziario e patrimoniale;
c) alla vigilanza, attraverso l'esame degli atti, sulla
regolarità amministrativa e contabile dell'istituto;
d) ad accertare la regolare tenuta delle scritture
contabili.
2. Il Revisore rimane in carica tre anni e può essere
rieletto. Il Revisore percepisce un emolumento nella misura minima prevista
dalle tariffe professionali.
3. Il Revisore assiste alle riunione del Consiglio di
Amministrazione, dietro convocazioni del Presidente.
Art. 11
Comitato dei
sostenitori
1. Il Comitato
dei sostenitori è composto da un rappresentante per ciascuno degli Enti
Pubblici e degli Organismi che, condividendo le finalità dell’Istituto e
proponendosi di favorirne l’azione, anche con sostegni finanziari, abbiano
richiesto e ottenuto dal Consiglio di Amministrazione di far parte del Comitato
stesso.
2. Il Comitato dei sostenitori è convocato dal
Presidente dell'istituto almeno una volta all'anno per fornire una informativa
sul programma di attività dell'Istituto e per recepire proposte e suggerimenti
in merito.
Art. 12
Direttore
1. Il Consiglio di Amministrazione nomina un Direttore
dell'Istituto, scelto tra le personalità di comprovata conoscenza
amministrativa, della cultura e della lingua arbereshe,
attestata da curriculum.
2. Il Direttore è responsabile dell'attività
amministrativa dell'Istituto; partecipa alle riunioni del Consiglio di
Amministrazione con parere consultivo; cura la predisposizione degli atti e
degli adempimenti istruttori per le delibere del Consiglio di Amministrazione;
redige i verbali delle deliberazioni del Consiglio di Amministrazione delle
quali cura l'esecuzione; collabora con il Consiglio di Amministrazione in
merito alla predisposizione del regolamento per la gestione dei servizi e degli
schemi di convenzione e alla formulazione del piano annuale d'attività; attua i
programmi predisposti dal Consiglio di Amministrazione, stipula le convenzioni
per l'erogazione dei servizi, predispone gli schemi del bilancio di previsione
e del conto consuntivo, unitamente alla relazione che li accompagna, da
sottoporre al Consiglio di Amministrazione; redige la relazione annuale sulle
attività dell'Istituto; dirige l'attività dell'Istituto nei diversi settori.
Art. 13
Commissione
Scientifico - Culturale
1. Il Consiglio di Amministrazione deve nominare una
Commissione Scientifico-Culturale, in forma permanente o per specifici
obiettivi e progetti.
2. La Commissione Scientifico-Culturale propone
programmi di attività, ne segue l'attuazione, fornisce pareri su problemi
tecnico-scientifici e sui risultati conseguiti in ordine alle singole
iniziative attuate dall'Istituto.
3. La commissione è composta da cinque membri scelti tra
accademici, studiosi di chiara fama, rappresentanti delle associazioni, del
mondo della scuola.
4. La Commissione scientifico-culturale è convocata dal
Presidente dell'Istituto che la presiede (o in sua mancanza dal Vice
presidente) e dura in carica per un periodo fissato nella delibera di nomina da
parte del Consiglio di Amministrazione, e comunque non oltre la scadenza del
mandato di quest'ultimo.
Art. 14
Gratuità
delle cariche
1. Le cariche sono gratuite. E' previsto, con eccezione
che per i rappresentanti degli enti pubblici, il rimborso delle spese sostenute
per la partecipazione alle riunioni.
Art. 15
Esercizio
finanziario
1. L'esercizio finanziario:
a) ha inizio il primo gennaio e termina il 31 dicembre
di ogni anno;
b) il bilancio preventivo deve essere approvato del CDA
entro il mese di dicembre di ogni anno, il conto consuntivo entro il mese di
giugno dell'anno successivo. Il bilancio preventivo comprende anche il
programma di lavoro relativo all'esercizio finanziario cui il bilancio stesso
si riferisce.
2. In sede di approvazione del bilancio consuntivo viene
decisa anche la destinazione degli avanzi di gestione che saranno, comunque,
impiegati per la realizzazione delle attività istituzionali o comunque di
questioni di particolare rilievo per le attività scientifiche e didattiche
dell'Istituto.
3. Ogni operazione finanziaria, ad eccezione di quelle
di ordinaria amministrazione che portano la firma del Direttore, è disposta a
firma congiunta del Presidente del Consiglio di Amministrazione e del Direttore.
4. L'Istituto non può assumere impegni di spesa
eccedenti le disponibilità finanziarie accertate in sede di bilancio di
previsione se non previo reperimento di ulteriori risorse di pari importo e
copertura. In caso di obbligazioni assunte in violazione dei limiti fissati
saranno personalmente responsabili gli amministratori.
Art. 16
Prima
applicazione
1. Per la prima volta la nomina del Presidente, del
Consiglio di Amministrazione e del Revisore dei Conti è effettuata dal
Presidente della Giunta in sede di atto costitutivo.
Art. 16 bis
Con l’entrata in vigore del presente Statuto tutte le
nomine già effettuate decadono. Le nuove nomine del Consiglio di
Amministrazione della Fondazione dovranno avvenire entro il termine di novanta
giorni dall’entrata in vigore del presente statuto.
Art. 17
Riconoscimento
giuridico
1. La Fondazione si impegna a richiedere il
riconoscimento di personalità giuridica privata.
Art. 18
Modifiche
1. Le modifiche al presente statuto sono approvate con
il voto favorevole dei due terzi dei componenti del Consiglio di Amministrazione.
Art. 19
Scioglimento
della Fondazione
1. In caso di scioglimento per qualunque causa, il
patrimonio dell'Istituto sarà devoluto ad altra Fondazione o ente avente scopi
analoghi scelto dalla Giunta. regionale.
2. Lo scioglimento sarà regolato dalle leggi vigenti in
materia.
Art. 20
Foro
competente
1. Ogni controversia relativa allo statuto e collegata
all'attività della Fondazione è di esclusiva competenza del Foro di Catanzaro.
Art. 21
Rinvio
1. Per quanto non espressamente previsto dal presente
Statuto, si fa riferimento alle vigenti disposizioni di legge, nonché al Codice
Civile.
Testo unificato:
“Modifiche all’articolo 40 della legge regionale 5 aprile 1983, n. 13, (Norme
di attuazione dello Statuto per
l'iniziativa legislativa popolare e per i referendum)” (Del. n.
176)
Art. 1
(Modifica
all'articolo 40 della l.r. 13/1983)
1. L'articolo 40 della legge regionale 5 aprile 1983, n.
13 (Norme di attuazione dello statuto per l'iniziativa legislativa popolare e
per i referendum) è cosi sostituito:
"Art.
40
(Referendum
consultivo obbligatorio sulla istituzione di nuovi Comuni e sui mutamenti delle
circoscrizioni e delle denominazioni comunali)
1. Prima di procedere all'approvazione di ogni progetto
di legge che comporti l'istituzione di nuovi Comuni ovvero mutamenti delle
circoscrizioni e delle denominazioni comunali, il Consiglio regionale delibera
l'effettuazione del referendum consultivo obbligatorio.
2. Il referendum di cui al comma 1 non trova
applicazione nei casi di delimitazione di confini tra due o più Comuni non
facilmente riconoscibili o, comunque. incerti.
3. La deliberazione del Consiglio regionale indica il
quesito da sottoporre a votazione con riferimento agli estremi della relativa
proposta di legge.
4. Al referendum consultivo sono chiamati:
a) nel caso di istituzione di nuovi Comuni, tutti gli
elettori residenti nei Comuni interessati dalla variazione territoria1e;
b) nel caso di modificazione della denominazione del
comune, tutti gli elettori residenti nel comune interessato;
c) nel caso di modificazione delle circoscrizioni
comunali, tutti gli elettori residenti nei Comuni interessati dalla
modificazione territoriale. Il Consiglio regionale, nella delibera di cui al
comma 1, può, con decisione motivata, escludere dalla consultazione
referendaria le popolazioni che non presentano un interesse qualificato alla
variazione territoriale: per le caratteristiche dei gruppi residenti sul
territorio dei Comuni interessati, della dotazione infrastrutturale e delle
funzioni territoriali. nonché per i casi di eccentricità dei luoghi rispetto al
capoluogo e, quindi, di caratterizzazione distintiva dei relativi
gruppi.".
Art. 2
1. La presente legge entra in vigore il giorno
successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della
Regione.
“Il Consiglio regionale
vista la delibera di Giunta regionale n.75 del 24
febbraio 2012 che propone al Consiglio regionale l'approvazione del rendiconto
consuntivo Aterp anno 2010;
premesso:
che con la legge regionale n. 27 del 30 agosto 1996 si è
provveduto a disciplinare il nuovo ordinamento degli Enti regionali operanti
nel settore dell'edilizia residenziale pubblica;
che gli enti di cui sopra sono stati trasformati in
Aziende Territoriali per l'Edilizia Territoriale Pubblica;
visto l'articolo 57 della legge regionale n. 8/2002 per
come modificato dall'articolo 5, legge regionale 16 marzo 2004. n. 7;
viste:
la delibera della Giunta regionale n. 62 del 28 febbraio
2011, con la quale si è proceduto all'approvazione del Conto Consuntivo
relativo all'esercizio finanziario 2009;
la delibera di Giunta regionale n. 692 del 26 ottobre
2009, di approvazione del Bilancio di previsione per l'anno 2010 dell'Aterp di Catanzaro, e con la quale il Settore Bilancio ha
effettuato l'istruttoria di propria competenza pur formulando con nota n. 538
del 7 ottobre 2009 specifiche raccomandazioni agli organi dell'Agenzia, da
adottare in sede di chiusura dei conti per l'esercizio finanziario 2009 e,
quindi, in sede di assestamento del bilancio 2010;
vista la delibera del Direttore Generale dell'Aterp di Catanzaro n. 147 del 31 marzo 2011 di approvazione
del Conto Consuntivo per l'esercizio finanziario 2010;
vista l'attestazione di inesistenza di debiti fuori
bilancio;
preso atto che nel provvedimento si dà menzione della
delibera del Direttore generale n. 143 del 29 marzo 2011, con la quale, ai
sensi dell'articolo 38 del D.m. 10 ottobre 1986, è
stato approvato il riaccertamento dei residui attivi
e passivi a fine 2010, e trasmesso ai Dipartimenti regionali competenti;
considerata la relazione finale del Collegio dei
Revisori dei Conti che esprime parere favorevole all'approvazione del
Rendiconto per l'esercizio finanziario 2010, con le seguenti raccomandazioni:
provvedere alla copertura del disavanzo di
amministrazione del Rendiconto relativo all'anno 2010;
proseguire e intensificare l'azione diretta al recupero
e alla regolarizzazione delle morosità dei canoni di locazione;
definire in tempi rapidi il censimento di tutte le unità
immobiliari, anche al fine di accertare la legittimità all'utilizzo da parte
degli assegnatari e/o degli occupanti senza titolo;
definire un programma di dismissione degli immobili
alienabili con priorità a quello collocato nei cosiddetti condomini misti;
definire l’attività di coordinamento tra gli uffici per
rendere più fruttuosi i procedimenti amministrativi, contabili e legali;
rilevato il nulla osta all'approvazione del Rendiconto
Generale esercizio finanziario 2010 espresso dal Dipartimento Lavori Pubblici
con nota prot. 203862 del 12 dicembre 2011 ;
considerata la relazione istruttoria del Dipartimento
Bilancio e Patrimonio-Settore n. 2 Ragioneria Generale, con la quale viene
proposta l'approvazione del Rendiconto generale esercizio finanziario 2010,
limitatamente alla competenza contabile, (pur sussistendo chiare situazioni di
carenze e morosità), con le seguenti prescrizioni:
l'ente deve verificare con attenzione l'effettiva riscuotibilità dei residui attivi provenienti da esercizi
finanziari antecedenti al 2006;
l'ente deve verificare l'effettiva sussistenza delle
obbligazioni giuridicamente vincolanti per i residui passivi inerenti ad
esercizi finanziari antecedenti al 2006;
richiamato qui integralmente il dispositivo della
delibera di Giunta regionale n. 75/2012 che propone l'approvazione del rendiconto
con le seguenti prescrizioni:
l'Ente deve porre
in essere ogni azione mirata al recupero e alla regolarizzazione delle morosità
dei canoni di locazione;
l'Ente deve provvedere alla copertura del disavanzo di
amministrazione risultante dal Conto Consuntivo dell'esercizio 2010;
l'Ente deve dare maggiore impulso alle operazioni di
alienazione degli immobili, procedendo prioritariamente alla cessione di quelli
compresi nei cosiddetti condomini misti;
l'Ente deve consolidare la capacità di riscossione al
fine di realizzare un equilibrato andamento dei flussi di entrata e di uscita;
l'Ente deve verificare con attenzione l'effettiva riscuotibilità dei residui attivi provenienti dagli
esercizi finanziari antecedenti al 2006, così come deve verificare l'effettiva
sussistenza delle obbligazioni giuridicamente vincolanti per i residui passivi
inerenti ad esercizi anteriori al 2006;
considerato che la Seconda Commissione Bilancio,
Programmazione economica e attività produttive, facendo proprie le prescrizioni
indicate nella delibera di Giunta regionale, le osservazioni e le
raccomandazioni espresse dal Collegio dei Revisori e dal Dipartimento Bilancio,
ha approvato il provvedimento amministrativo di cui all'oggetto nella seduta
del 27 marzo 2012;
delibera
di approvare il Rendiconto Consuntivo Esercizio
Finanziario 2010 dell'ATERP di Catanzaro, unitamente alle prescrizioni,
osservazioni e raccomandazioni formulate dal Collegio dei Revisori dei Conti,
dal Dipartimento Bilancio, dal Dipartimento Lavori Pubblici, e dalla Giunta
regionale, con allegati tutti i documenti richiamati in premessa che
costituiscono parte integrante e sostanziale della presente deliberazione”.
(Allegati)
Il Consiglio regionale
Premesso che
con D.L. 138/2011 convertito con Legge 148/2012, il
Governo ha stabilito i criteri per la riorganizzazione e conseguente
distribuzione degli Uffici Giudiziari;
le finalità perseguite con la riorganizzazione degli
Uffici Giudiziari sono il risparmio di spesa e l'efficienza;
è prevista la permanenza degli Uffici Giudiziari aventi
sede nei capoluoghi di provincia, nonché la permanenza di soltanto 3 tribunali
per ogni distretto di Corte d'Appello;
il nuovo assetto organizzativo non tiene conto delle
esigenze e peculiarità locali;
la revisione della geografia giudiziaria non può essere
attuata sulla base di criteri astratti, inseriti nella legge delega, ma sulla
base di un'analisi concreta delle situazioni, dei territori, delle esigenze e
degli aspetti specifici di ogni realtà;
sulla base dei criteri enunciati nella legge delega e
all'esito dei lavori della Commissione Ministeriale, in Calabria verrebbero
soppressi 4 sedi di Uffici Giudiziari, tra cui la Procura e il Tribunale di
Lamezia Terme;
la chiusura della Procura e del Tribunale di Lamezia
Terme determinerebbe lo smantellamento di un importante e fondamentale presidio
di legalità nella terza città della Calabria per popolazione e in un territorio
caratterizzato da una oppressiva presenza della criminalità organizzata;
una determinazione del CSM ha ritenuto
"insopprimibili" in quanto collocati in sedi ad alto tasso di
criminalità, tra gli altri, i Tribunali di Lamezia Terme, Locri e Palmi;
impegna il Presidente e la Giunta regionale
a intervenire con determinazione presso il Governo,
perché non vengano soppressi il Tribunale e la Procura di Lamezia Terme e si
tenga conto delle realtà dei territori e delle esigenze di massimo impegno
nella lotta di pericolosi fenomeni degenerativi come la 'ndrangheta, in
considerazione che in determinati territori è necessario irrobustire gli
apparati giudiziari, anziché indebolirli o ridimensionarli;
a manifestare in maniera chiara ed incisiva il proprio
netto dissenso alla chiusura dei Tribunali di Paola, Castrovillari, Rossano,
Locri e Palmi, e delle sedi distaccate di Chiaravalle e Cinquefrondi,
che per la Calabria rappresentano importanti ed imprescindibili avamposti della
legalità in territori con elevato tasso di criminalità e che, se privato di
così importanti presidi di giustizia, rischia di finire assoggettato al
controllo della 'ndrangheta;
ad attivare le procedure previste per un'eventuale
proposizione di ricorso presso la Corte Costituzionale per l'illegittimità
della procedura legislativa (D.L. 138/2011 convertito con Legge 148/2012)
seguita per il riordino e la soppressione di alcuni uffici giudiziari.
Il Consiglio regionale
premesso che:
con sentenza n. 286/2011 il Tribunale Amministrativo Regionale
per la Calabria -Sezione Staccata di Reggio Calabria, in accoglimento di taluni
dei ricorsi proposti, nello statuire l'obbligo del Consiglio Regionale della
Calabria di ripetere la prova pratica del concorso per titoli ed esami per la
copertura di n. trentatré posti di Operatore informatico (cod. 999), categoria
83, ha annullato, tra gli altri atti, anche i provvedimenti di approvazione
della graduatoria e di nomina dei vincitori;
con sentenza n. 2325/2012 il Consiglio di Stato ha
respinto gli appelli principali ed incidentali proposti contro la succitata
sentenza del T.A.R. Calabria, Sezione Staccata di Reggio Calabria;
con determinazione n. 254 del 03.05.2012 il Segretario
Generale del Consiglio Regionale della Calabria ha, tra l'altro, dichiarato la caducazione automatica del rapporto di lavoro tra i
trentatré operatori informatici in questione ed il Consiglio Regionale a far
data dal 07.05.2012, venendo meno il presupposto in base al quale il rapporto
era stato costituito dal 1° giugno 2010;
considerato che:
a far data dal 1.06.2010 i trentatré operatori
informatici (Cat. 83), originariamente nominati vincitori ed elencati nelle
premessa della succitata determinazione n. 254 del 03.05.2012 del Segretario
Generale, erano stati assunti;
il servizio prestato dai trentatré operatori informatici
in questione ha consentito - tra l'altro -l'implementazione
del processo di informatizzazione del protocollo; la caducazione
automatica ed immediata dei rapporti lavorativi con i trentatré operatori
informatici in esame, costituisce un evento di considerevole impatto
organizzativo e gestionale per gli uffici amministrativi del Consiglio
regionale;
gli organi dirigenziali generali, nell'esercizio delle
proprie prerogative gestionali, dovranno valutare il fabbisogno urgente di
competenze, qualifiche ed esperienze tecnico-informatiche;
l'esigenza di mantenimento e conservazione di continuità
degli uffici e servizi amministrativi imporrebbe di ricorrere alle
professionalità di operatori già di provata e sperimentata esperienza, anziché
il ricorso a unità di personale esterne;
ritenuto che è opportuno evitare il pericolo di
turbamento al buon andamento degli Uffici del Consiglio regionale;
Tutto quanto sopra premesso e considerato,
impegna
il Segretario Generale del Consiglio regionale della
Calabria a verificare, ravvisandosene l'opportunità, la fattispecie procedurale
come già da riscontri presso altre istituzioni pubbliche in casi similari, il
mantenimento in servizio con continuità i trentatré operatori informatici B3 in
esame, sino all'approvazione della graduatoria generale di merito del concorso
Cod. 999, da riattivare e concludere con la massima urgenza”.
“Il Consiglio regionale della Calabria
premesso che:
in data 27
novembre 2009, in via Pietro Giuria, n.15, presso il polo museale facente capo
alla Università degli Studi di Torino, è avvenuta la riapertura del Museo di
Antropologia Criminale “Cesare Lombroso”;
il Museo trae
origine dalla collezione privata che Cesare Lombroso allestì procedendo, per
anni, a scorticare cadaveri, mozzare e sezionare teste, effettuare i più
orripilanti interventi su individui ritenuti criminali, malati di mente,
omosessuali e prostitute unicamente per le misure di parti del cranio e del
corpo;
il Museo
contiene una raccolta di ben 904 crani, oltre a scheletri, cervelli e macabri
oggetti tra cui maschere in cera, calchi in gesso, foto di volti di individui,
anche di fanciulli, con precise etichette di condotte sociali devianti,
riportanti scrupolosamente anche il luogo di nascita del soggetto esposto;
l'attività e
la produzione bibliografica di Cesare Lombroso (all'anagrafe Marco Ezechia Lombroso – Verona 6 novembre 1835 – Torino 19
ottobre 1909) è interamente permeata dall'idea di razzismo scientifico, di cui
il medico veronese è stato capostipite, con teorie che accostano le
caratteristiche fisiche degli individui ai difetti mentali e ai comportamenti
criminali e che hanno costituito la piattaforma ideologica del razzismo di
matrice nazista;
le teorie
aberranti del Lombroso e dei suoi seguaci, nel periodo post-unitario,
contribuirono a pregiudicare la matrice unitaria e la coesione nazionale, ossia
un equilibrato sviluppo del Paese, applicando malevolmente all'interno della
nazione i teoremi sulla presunta inferiorità razziale delle popolazioni del
Mezzogiorno;
esistono da
secoli irrinunciabili valori umani, morali e religiosi, patrimonio acquisito
della nostra civiltà, a difesa della dignità dei defunti, nonché disposizioni e
principi di diritto, accolti dall'intera comunità internazionale, che tutelano
la dignità dell'uomo e il rispetto dovuto ai suoi resti mortali;
la finalità
dichiarata della riapertura del Museo, con l'esposizione consequenziale di
resti umani, potrebbe risultare non conforme tanto agli uni valori quanto agli
altri principi;
un crescente
movimento d'opinione testimoniato da intere amministrazioni comunali, tra le
quali Lecco, numerosi altri Comuni d'Italia e svariati rappresentanti del mondo
della cultura, condensato nel Comitato
Tecnico Scientifico “No Lombroso”, ritiene doveroso eticamente,
cristianamente e da consolidata civiltà giuridica procedere alla sepoltura dei
resti umani tuttora trattenuti nel Museo “Cesare Lombroso”, oltre a provvedere
a studiare tutte le più utili modificazioni nominali e sostanziali che possano
consentire alla stessa istituzione una accettabile attività;
la Giunta Comunale di Motta Santa Lucia (Cz) ha adottato da tempo un deliberato con cui si dà mandato al Sindaco, avv. Amedeo Colacino, di fare quanto nelle sue prerogative istituzionali per ottenere la restituzione delle spoglie dell'antenato e concittadino Giuseppe Villella, tuttora ignobilmente esposte nel Museo “Cesare Lombroso” di Torino;
per la
restituzione delle spoglie dello stesso Giuseppe Villella
si è attivato Sua Eccellenza Antonio Reppucci, Prefetto di Catanzaro, che ha posto la
questione all'attenzione del Ministero dell'Interno, segnalandola come un torto
subito dai territori e dalla popolazione nei propri valori intellettuali,
storici, sociali e culturali e avvertendo il senso di una necessaria
riparazione ad un'antica offesa subita;
quanto fin qui
esposto implica, per tutte le forze sociali e politiche, la ineludibile
necessità di agire con la massima consapevolezza e responsabilità, al fine di
restituire la giusta tutela alla pietas verso i defunti, nonché dignità
a resti mortali che per il nostro patrimonio etico, culturale e giuridico sono
sacri e inviolabili, in quanto ovunque si nasca e si cresca si rimane sempre
parte della famiglia umana;
impegna il Presidente e la Giunta regionale a:
promuovere ogni iniziativa che rientri nelle loro
competenze, anche accogliendo e sostenendo moralmente il “Comitato No
Lombroso”, affinché si giunga alla restituzione delle spoglie trattenute nel
Museo di Antropologia Criminale “Cesare Lombroso” di Torino ai discendenti o
amministrazioni comunali di origine che ne avessero fatto richiesta, ovvero,
per i resti incogniti, che nessuno può reclamare, accogliere la disponibilità manifestata da don
Antonio Loffredo, parroco del Rione Sanità di Napoli,
affinché tali resti vengano inumati nel Cimitero delle Fontanelle di Napoli,
altresì luogo di asilo dei perduti per eccellenza”.