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IX^ LEGISLATURA

 

RESOCONTO INTEGRALE

___________

34.

SEDUTA DI VENERDI’ 30 MARZO 2012

 

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FRANCESCO TALARICO DEL VICEPRESIDENTE ALESSANDRO NICOLÒ

 

Presidenza del Presidente Francesco Talarico

La seduta inizia alle 12,30

PRESIDENTE

La seduta è aperta si dia lettura del verbale della seduta precedente.

Salvatore PACENZA, Segretario Questore f.f.

Legge il verbale della seduta precedente.

(E’ approvato)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Legge le comunicazioni.

(Sono riportate in allegato)

Annunzio di interrogazioni, interpellanza e mozioni

Salvatore PACENZA, Segretario Questore f.f.

Legge le interrogazioni, l’interpellanza e le mozioni presentate alla Presidenza.

(Sono riportate in allegato)

Annunzio di risposta scritta ad interrogazioni

PRESIDENTE

E’ pervenuta risposta scritta alle interrogazioni: numero 64 del 29 novembre 2010, a firma del consigliere Chiappetta; numero 81 del 21 gennaio 2011, a firma del consigliere Nucera; numero 192 del 23 gennaio 2011, a firma dei consiglieri Censore, Guccione, De Gaetano, Aiello F.

(Sono riportate in allegato)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Bilardi. Ne ha facoltà.

Giovanni Emanuele BILARDI

Presidente, chiedo l’inserimento all’ordine del giorno della proposta di legge numero 258/9^ recante “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale numero 28 del 22 novembre 2010”.

Considerato che la proposta è stata approvata alla unanimità due giorni fa in terza Commissione, ne chiedo l’inserimento all’ordine del giorno.

PRESIDENTE

L’onorevole Bilardi chiede l’inserimento della proposta di legge che prevede modifiche alla legge sullo sport, già approvata dal Consiglio regionale, alla quale sono state sollevate eccezioni di incostituzionalità.

La Terza Commissione ha approvato le modifiche che consentono il superamento di quelle eccezioni e se ne chiede l’inserimento all’ordine del giorno considerato che l’approvazione in sede di Commissione è stata successiva alla convocazione del Consiglio.

Pongo in votazione la richiesta di inserimento.

(Il Consiglio approva)

Ha chiesto di intervenire l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.

Prego i colleghi consiglieri di prendere posto.

Prego, onorevole Principe.

Sandro PRINCIPE

Presidente, mi pare che il Consiglio sia ampiamente attrezzato in quanto a dirigenti e funzionari. Poiché in sede di Conferenza dei capigruppo normalmente decidiamo le discussioni più importanti ed i punti più importanti da mettere all’ordine del giorno…

(Interruzione)

A tal proposito le ricorderei che avevamo deciso anche di tenere una discussione sul tema del lavoro che mi pare sia emergenziale in Calabria e che dovremmo tenere dopo le festività pasquali.

Di solito parliamo dei punti più importanti da inserire all’ordine del giorno ed in tal senso aspettiamo anche la discussione sull’urbanistica.

E poi si dice che le leggi che sono pronte e che sono licenziate dalle Commissioni vanno all’ordine del giorno.

La pregherei allora, se è possibile, di dare agli uffici due disposizioni: la prima, di telefonare ai capigruppo per avvertirli preventivamente delle leggi licenziate che arrivano in Aula in tempo utile; e, poi, anche di inviare l’ordine del giorno con un anticipo maggiore perché spesso quando dobbiamo far gruppo per discutere di queste problematiche, ragioniamo al buio perché l’ordine del giorno arriva con grande ritardo.

Ribadisco, quindi: una telefonata ai capigruppo per ricordare, oltre ai temi ed ai punti concordati in Conferenza, cosa va all’ordine del giorno e che l’ordine del giorno arrivi in tempi ragionevoli per approfondire le questioni.

PRESIDENTE

Onorevole Principe, penso che nei prossimi giorni dovremmo tenere una Conferenza dei capigruppo per individuare le date in cui discutere dei temi del lavoro cui ha fatto riferimento, ritengo ci sia ampia condivisione da parte di tutti i gruppi presenti in Consiglio.

Per quanto riguarda l’ordine del giorno, la convocazione è avvenuta regolarmente il 21 marzo e l’ordine del giorno è stato trasmesso a tutti i consiglieri il 28 marzo, cioè due giorni fa provvedendo ad individuare tutto l’elenco delle pratiche che sono arrivate per la discussione nella seduta di Consiglio regionale odierna.

Devo dire che per lo più sono pratiche approvate alla unanimità nella Commissione competente e non sono stati inseriti provvedimenti sui quali vi è stata grande differenziazione tra maggioranza e minoranza.

C’è stato un esame di merito che è stato fatto dalle Commissioni e, infatti, tutti i punti riguardano un po’ l’ordinaria amministrazione, possiamo definirla così.

Rispetto a questi argomenti faremo in modo che i consiglieri regionali, nel rispetto dei tempi necessari agli uffici e delle procedure, abbiano l’ordine del giorno il prima possibile, facendo seguire la sua trasmissione da una telefonata che dia le necessarie informazioni ai capigruppo; consideriamo che oggi, grazie agli strumenti informatici, abbiamo la possibilità e l’opportunità, in tempo reale, di essere a conoscenza di tutte le pratiche inserite all’ordine del giorno della seduta di Consiglio regionale.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Dattolo. Ne ha facoltà.

Alfonso DATTOLO

Presidente, ho presentato una mozione e ne chiederei la trasformazione in ordine del giorno, tra l’altro, è condiviso dai capigruppo sia di maggioranza sia di opposizione ed è inerente i problemi del comparto agricolo, soprattutto quelli riguardanti la contraffazione del marchio dei prodotti agro-alimentari calabresi e l’accesso al credito, in particolare riguardo il rapporto debitorio con Equitalia.

C’è un ordine del giorno che fotografa un po’ questa situazione ed impegna congiuntamente sia il Governo regionale sia quello nazionale a porre in essere alcuni provvedimenti che vanno nell’interesse dell’agricoltura calabrese, soprattutto in funzione dell’introduzione della nuova Pac.

PRESIDENTE

L’onorevole Dattolo chiede l’inserimento dell’ordine del giorno o la trasformazione della mozione?

(Interruzione)

Lei l’ha già presentata solo che la vuole definire ordine del giorno. Va bene, è già all’ordine del giorno, pertanto non dobbiamo procedere con null’altro. Quando si arriverà al punto in cui è inserita la mozione si procederà alla discussione di merito.

Interrogazioni a risposta immediata

PRESIDENTE

Passiamo al primo punto all’ordine del giorno che recita “Interrogazioni a risposta immediata”. Ricordo che per la discussione delle interrogazioni a risposta immediata sarà dedicata una sola ora. Prego i consiglieri di prendere posto e di far silenzio perché c’è già un problema nella amplificazione in Aula e non si riesce ad ascoltare bene gli interventi reciproci. Se si parla si crea un brusio e non si capisce assolutamente nulla.

Interrogazione a risposta immediata numero 206 del 30 gennaio 2012, a firma dei consiglieri Guccione, Talarico D., Censore, “Sul mancato pagamento degli stipendi e delle indennità accessorie dei dipendenti dell'Azienda Sanitaria di Cosenza n. 9”

PRESIDENTE

Si passa alla interrogazione a risposta immediata numero 206 del 30 gennaio 2012 a firma dei consiglieri Guccione, Talarico D., Censore “Sul mancato pagamento degli stipendi e delle indennità accessorie dei dipendenti dell'Azienda Sanitaria di Cosenza n. 9” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

l’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza numero 9 non ha ancora provveduto al pagamento degli stipendi dei suoi oltre 4.000 dipendenti e che in precedenza i vertici dell’Asp avevano informato gli stessi dipendenti che per il mese di gennaio gli sarebbero stati versati solo lo stipendio base senza l’aggiunta delle voci accessorie come indennità di turno e straordinari e spese di missioni;

tutto ciò ha provocato e generato un clima di forte preoccupazione e tensione tra i dipendenti dell’Asp n. 9 -:

quali iniziative intende adottare vista la situazione economica venutasi a creare nell’Asp numero 9 di Cosenza che a tutt’oggi non ha provveduto a pagare gli stipendi ed h comunicato il non pagamento delle indennità accessorie”.

Prego, onorevole Guccione.

Carlo GUCCIONE

Presidente, il problema è risolto, pertanto l’interrogazione è superata.

PRESIDENTE

Possiamo procedere oltre.

Interrogazione a risposta immediata numero 208 del 8 febbraio 2010, a firma del consigliere Guccione, “Sulle problematiche legate al trasporto ferroviario regionale e nazionale”

PRESIDENTE

Si passa alla interrogazione a risposta immediata numero 208 del 8 febbraio 2010 a firma del consigliere Guccione “Sulle problematiche legate al trasporto ferroviario regionale e nazionale” di cui do lettura: “ Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

la Giunta regionale della Calabria nelle scorse settimane si era impegnata ad attivare ogni azione necessaria all’ammodernamento della ferrovia ionica Sibari-Crotone-Reggio Calabria attraverso la stipula di specifici accordi di programma quadro tra la stessa Regione Calabria, il Governo nazionale e le Ferrovie dello Stato, utilizzando i fondi europei 2007/2013 ed inserendo tale obiettivo tra le priorità della programmazione dei fondi stessi;

a fronte di tutto ciò, il nuovo piano industriale delle Ferrovie dello Stato non prevede alcun investimento su tale linea, mostrando più attenzione ai costi ed ai ricavi che ai bisogni delle popolazioni e del territorio e determinando così il completo isolamento di una intera area della Calabria;

la linea ionica che è la linea maggiormente penalizzata a seguito dei pesanti tagli subiti rischia, pertanto, di essere definitivamente chiusa: basti pensare che 35 lavoratori di Trenitalia saranno trasferiti dalla stazione di Crotone lontano dalle proprie case e 12 lavoratori degli appalti ferroviari sono già in cassa integrazione;

oltre alla cancellazione dei collegamenti a lunga percorrenza tra la Calabria ed il resto del Paese si continua a registrare la progressiva e quotidiana soppressione di molti treni regionali che vengono utilizzati soprattutto dai pendolari per raggiungere i luoghi di studio e di lavoro, a causa del materiale obsoleto e della mancanza di pezzi di ricambio;

gli orari dei collegamenti regionali sono assolutamente inadeguati, il numero dei treni previsti è insufficiente ed il trasporto di merci per ferrovia è ormai sul punto di essere dismesso;

la manutenzione delle rotaie e degli impianti elettrici, i settori di controllo della circolazione, la gestione degli impianti fissi e delle stazioni sono in procinto di subire enormi riduzioni ed il posto di controllo della circolazione della linea tirrenica, inizialmente previsto a regionale e per il quale erano tati stanziati 20 milioni di euro è stato spostato a Napoli;

il Governo nazionale ha annunciato nei giorni scorsi uno stanziamento di 10 miliardi di euro a favore delle infrastrutture del sud;

i calabresi hanno il sacrosanto diritto alla mobilità e la necessità di spostarsi agevolmente all’interno del Paese e dell’Europa, usufruendo di un servizio efficace ed efficiente uguale a quello di cui sono destinatari i cittadini di tutte le altre regioni italiane -:

quali iniziative intende assumere la Giunta regionale affinché vengano evitati ulteriori danni e penalizzazioni ai nostri concittadini, garantito il posto di lavoro ai lavoratori delle ferrovie calabresi che rischiano di perderlo, immediatamente ripristinati tutti i treni a lunga percorrenza soppressi, migliorati ed incrementati i collegamenti regionali, sostenuto e privilegiato il trasporto merci su rotaia, anche attraverso il completamento più volte annunciato delle infrastrutture di collegamento con il porto di Gioia Tauro”.

In riferimento ai contenuti di questa interrogazione il Consiglio regionale ha approvato, in altra seduta, uno specifico ordine del giorno.

(Interruzione)

Va bene. Andiamo avanti.

Interrogazione a risposta immediata numero 210 del 9 febbraio 2012, a firma del consigliere Guccione, “Sulle procedure di riordino della rete ospedaliera della provincia di Cosenza attivate dall'ASP di Cosenza”

PRESIDENTE

Passiamo all’ interrogazione a risposta immediata numero 210 del 9 febbraio 2010, a firma del consigliere Guccione, “Sulle procedure di riordino della rete ospedaliera della provincia di Cosenza attivate dall'ASP di Cosenza” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale nella sua qualità di commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro. Per sapere – premesso che:

nei giorni scorsi il direttore generale dell’Asp di Cosenza, dottor Gianfranco Scarpelli, ha provveduto ad attivare tutte le procedure di riordino della rete ospedaliera della provincia di Cosenza, che si dovranno concludere entro il 31 marzo 2012 in base ai decreti n. 18 del 2010 e n. 106 del 2011 emanati dal Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dal debito sanitario, onorevole Giuseppe Scopelliti, che prevedono la dismissione dei presidi ospedalieri di San Marco Argentano (36 posti letto), Mormanno (13 posti letto), Lungro (33 posti letto), Trebisacce (67 posti letto), Cariati (62 posti letto), Praia a Mare (80 posti letto); la trasformazione degli ospedali dismessi in Capt (Centri assistenza primaria territoriale) che sono presidi senza posti letto e che per la loro realizzazione non c’è alcuna traccia di previsione delle risorse umane, finanziarie e tecnologiche necessarie; il depotenziamento e la trasformazione dei presidi ospedalieri di San Giovanni in Fiore, che passa da 83 a 36 posti letto, e Acri, che passa da 81 a 36 posti letto, in ospedali di zona montana;

tutto ciò sta avvenendo in assoluta mancanza di rispetto del criterio stabilito dal Decreto numero 18 del 2010 che prevede l’assegnazione di 2,5 posti letto per acuti pubblici e privati ogni mille abitanti;

in provincia di Cosenza che con 733.508 abitanti avrebbe dovuto avere una disponibilità di 1834 posti letto a fronte dei 1638 assegnatigli dal Piano di riordino della rete ospedaliera è a rischio l’erogazione dei Lea (livelli essenziali di assistenza);

il riordino della rete ospedaliera prevede per gli ospedali Spoke dell’Asp di Cosenza (Castrovillari, Rossano/Corigliano, Paola/Cetraro) l’attivazione di nuovi reparti e nuovi posti letto senza che siano state individuate le risorse economiche, le risorse umane e le tecnologie necessarie alla loro attivazione e che, pertanto, ad oggi, rimangono solo reparti ospedalieri disegnati sulla carta che servono solo a far diminuire il già sottostimato numero di posti letto per acuti in provincia di Cosenza;

la riorganizzazione della rete ospedaliera della provincia di Cosenza segna forti disequilibri tra i diversi territori e la dismissione in corso di 6 (sei) presidi ospedalieri pubblici ed il depotenziamento dei presidi ospedalieri di Acri e San Giovanni in Fiore sta avvenendo senza che sia potenziata ed assicurata contestualmente una adeguata erogazione di servizi sanitari territoriali alternativi alle dismissioni e al depotenziamento in corso dei succitati presidi ospedalieri;

l’ADI (Assistenza domiciliare integrata) nonostante le numerose richieste degli assistiti non è stata ancora resa operativa e le risorse finalizzate alla sua attivazione restano da mesi disimpegnate;

nel riparto del fondo sanitario del 2011 la provincia di Cosenza è stata fortemente penalizzata con una erogazione di risorse inferiore alla quota regionale procapite per abitante di circa 42 milioni di euro;

l’ospedale Hub di Cosenza, che ha una struttura di 600 posti letto, a fronte di una pianta organica approvata dalla Giunta regionale di circa 3000 dipendenti, attualmente ne può contare solo 1800 di cui, solo nell’anno 2010, ne sono andati in pensione 198 a fronte di 28 assunti e che, a seguito di ciò, si registra una forte carenza di medici, infermieri e parasanitari (emblematico è il reparto di Ortopedia!) che fa lievitare all’inverosimile i tempi, i disservizi e le lunghe liste di attesa per l’erogazione dei servizi ospedalieri;

non sono minimamente garantite tutte quelle attribuzioni delle alte specialità previste dalle norme vigenti per garantire il funzionamento ottimale per l’emergenza nei presidi Hub;

alla luce della riconversione e del depotenziamento dei presidi ospedalieri della provincia di Cosenza, l’azienda ospedaliera della città-capoluogo è soggetta ad una forte e continua pressione dovuta alle numerose richieste di assistenza sanitaria provenienti dall’intero territorio provinciale rimasto totalmente sguarnito dai servizi ospedalieri che, quindi, non trovano soddisfacimento sul territorio per il mancato potenziamento dei servizi sanitari territoriali;

l’azienda ospedaliera di Cosenza registra un forte incremento delle prestazioni di pronto soccorso (oltre 100 mila in un anno) senza che questo abbia comportato un benché minimo aumento del personale medico e paramedico necessario -:

quali iniziative urgenti intende assumere alla luce delle ricadute dell’attivazione, da parte dell’Asp di Cosenza, di tutte le procedure di riordino della rete ospedaliera di Cosenza che in alcune realtà, soprattutto nelle aree interne, non garantisce assolutamente i livelli essenziali di assistenza e non assicura la continuità assistenziale nella città e nella provincia di Cosenza.”

Prego, onorevole Guccione.

Carlo GUCCIONE

Presidente, domani 31 marzo 2012 in base ai decreti numero 18 del 2010 e 106 del 2011 saranno dismessi e depotenziati alcuni ospedali nella nostra regione.

Nella mia provincia saranno chiusi definitivamente gli ospedali di San Marco Argentano, Mormanno, Lungro, Trebisacce, Cariati, Praia a Mare. Questi presidi ospedalieri dovrebbero essere trasformati in Capt, cioè in Centri di assistenza primaria e territoriale.

Il punto è che alla dismissione di questi presidi ospedalieri e quindi di questi servizi sanitari ospedalieri non c’è stato ad oggi, contestualmente, un servizio sanitario territoriale alternativo, con il rischio evidente di non garantire l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza e la continuità assistenziale nella nostra provincia.

Il fatto è ancora più aggravato dal mancato potenziamento degli Spoke e dell’Hub di Cosenza. Gli Spoke di Castrovillari, Rossano-Corigliano, Paola-Cetraro e l’Hub di Cosenza.

Attualmente negli Spoke della provincia di Cosenza – e cito Cosenza perché mi è più facile riferire i dati – ad oggi la disponibilità di posti letto per acuti è di 630 posti. Abbiamo abbondato, ma in questi mesi per mancanza di medici ed infermieri alcuni reparti sono stati accorpati.

In base al decreto numero 106 questi Spoke dovrebbero avere 733 posti letto per acuti. Ad oggi non è così; oltre 100 posti letto sono solo sulla carta, non esistono per mancanza di risorse umane e risorse finanziarie.

A maggior ragione - non è una polemica o una questione di parte politica, di opposizione - cito quello che il direttore generale del dipartimento della salute della Regione Calabria, il dottor Antonino Orlando, ha detto nel corso di un convegno a Cosenza qualche giorno fa.

Cito testualmente quanto ha detto il dottor Orlando: “se è vero che bisogna rispettare la tempistica nella riconversione degli ospedali e se è giusto chiudere gli ospedali che in realtà non sono tali, è giusto anche che nessuno ci chieda di smantellare quello che c’è sul territorio finché non si definisce cosa si andrà ad attivare nei nosocomi riconvertiti”.

Il rischio è una implosione, un collasso del sistema sanitario calabrese e cosentino perché si è solo dismesso ma non si è potenziato quello che è previsto nel piano di rientro; si badi bene, non di più. Quello che è previsto nel piano di rientro.

Penso che noi faremmo bene come Regione e come Commissario per l’attuazione del piano di rientro a chiedere una proroga affinché ci possa essere un accompagnamento fintanto che non si realizzino i Capt, gli Spoke e gli Hub della nostra Regione. Grazie.

PRESIDENTE

Risponde la Vicepresidente della Giunta regionale, dottoressa Stasi.

Antonella STASI, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente. Il percorso di riconversione delle strutture ospedaliere è stato avviato – come diceva bene l’onorevole Guccione – a seguito del decreto numero 18 e quindi con l’allegato a cui in qualche modo è seguita una accurata analisi della situazione attuale della rete ospedaliera e, soprattutto, del fabbisogno di ogni singolo territorio e di ogni intera regione.

Per quanto riguarda l’area di Cosenza, quella che citava l’onorevole Guccione, l’area nord definita nell’allegato 18 ha ben 735 mila abitanti e all’interno del piano di riordino è previsto un Hub e ben 5 Spoke. Dunque, un numero di strutture importanti che dovranno essere in parte utilizzate e riorganizzate mentre altre, sono d’accordo, completamente attivate perché gran parte dei posti letto individuati proprio nell’ottica del riordino dovranno essere ancora ricollocati.

Ovviamente, sono d’accordo con l’onorevole Guccione quando dice che non si può dall’oggi al domani chiudere un ospedale e lasciare il vuoto. Il processo sarà graduale da un lato ma, ovviamente, bisogna iniziare con gli atti.

Gli atti non possono avere una proroga, il piano di rientro è un piano fatto di tempistica certa e con delle date, delle scadenze e, anche, con dei successi che, in qualche modo, questo Governo e soprattutto il commissario ad acta, Scopelliti, sta ottenendo mese dopo mese.

Ormai, l’attuazione della rete ospedaliera è una realtà e sappiamo bene che da qui a qualche giorno ci sarà un Tavolo Massicci importante. Comunque, lo voglio ripetere, per l’area di Cosenza oltre a 5 Spoke sono previsti ben 8 presidi ospedalieri.

Il dimensionamento dal punto di vista quantitativo, realizzato nel piano di rientro, è operato in via autoritativa da parte della Regione; cioè in relazione ad una potenziale produzione degli operatori di settore, ovvero a situazioni contingenti di carattere locale, ma soprattutto in relazione al concreto fabbisogno stimato di prestazioni per la collettività.

Quindi, quando sarà completo, il Piano sicuramente risponderà, ovviamente, alle esigenze del territorio, soprattutto tenendo conto della tempestività e della prossimità dei ricoveri; il tutto compatibilmente con le risorse che saranno destinate a livello regionale.

Contrariamente a quanto ritenuto anche nell’interrogazione dove si lasciava intravedere una carenza ed una assenza di livelli essenziali di assistenza, nel momento in cui tutto il Piano sarà attuato, quindi dismissioni da un lato e riconversione e attuazione dall’altro, sicuramente quest’area regionale e così tutto il resto della regione avrà sicuramente la possibilità di avere una riorganizzazione seria ed un risultato importante in termini di nuova sanità. Grazie.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Guccione.

Carlo GUCCIONE

Vicepresidente, il problema è come si gestisce il Piano di rientro. Una gestione siffatta rischia di creare dei buchi molto gravi in Calabria per quanto riguarda l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza.

La provincia di Cosenza, da questo punto di vista, dal mese di aprile rischia di non poter vedere garantito il diritto costituzionale alla salute proprio per la disarticolazione e la confusione nella gestione del Piano di rientro.

Intanto, gli Spoke sono 3, due dei quali su due presidi ospedalieri e sono: Cetraro-Paola, Corigliano-Rossano, Castrovillari è un altro Spoke. Quindi, gli Spoke sono tre.

Ma non è questo in discussione. E’ in discussione il fatto che, per esempio, non si capisce quando entreranno in funzione i Capt e da domani lì ci sarà un vuoto sanitario di erogazione dei livelli essenziali di assistenza, così per quanto riguarda l’attivazione di altri servizi a cominciare dall’Adi.

Faccio mie le preoccupazioni, ripeto, del direttore generale del dipartimento alla salute, Antonino Orlando, che in un convegno a Cosenza ha detto importanti cose che vanno in questa direzione. La pregherei di informare il commissario per l’attuazione del Piano di rientro affinché si faccia carico giorno 4 – data, che ho letto sul giornale, in cui è previsto il Tavolo Massicci – di questa grave situazione perché è a rischio la salute dei cittadini.

Al momento mi ritengo molto insoddisfatto rispetto alla informativa data qui dalla Vicepresidente.

Interrogazione a risposta immediata numero 211 del 10 febbraio 2012, a firma del consigliere Nucera, “In ordine allo stato delle domande presentate in relazione all'avviso pubblico per la concessione di contributi in regime de minimis finalizzati a realizzare azioni per l'innovazione tecnologica delle PMI e dei raggruppamenti di PMI in Calabria”

PRESIDENTE

Si passa all’interrogazione a risposta immediata numero 211 del 10 febbraio 2012, a firma del consigliere Nucera, “In ordine allo stato delle domande presentate in relazione all’avviso pubblico per la concessione di contributi in regime de minimis finalizzati a realizzare azioni per l’innovazione tecnologica delle PMI e dei raggruppamenti di PMI in Calabria” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore al personale. Per sapere – premesso che:

sul Burc numero 40 del 7 ottobre 2011 è stato pubblicato un avviso per la concessione di contributi in regime de minimis, finalizzati a realizzare azioni per l’innovazione tecnologica delle PMI e dei raggruppamenti di PMI della Calabria a valere sul Por Calabria 2007/2013, Asse I, linea di intervento 1.2.3.1., registrato con decreto n. 12200 del 28 settembre 2011, con scadenza di presentazione delle domande al 28 novembre 2011;

le finalità generali del detto avviso riguardano “il sostegno alle PMI nell’acquisizione di innovazioni tecnologiche e organizzative basate sull’utilizzo del potenziale applicativo delle Tecnologie dell’informazione e della comunicazione” (art. 1, comma 3 dell’avviso pubblico);

il comma 4 dell’art. 6 dell’avviso citato prevede, alla lettera d), tra le tipologie di investimenti ammissibili, gli investimenti per la transizione alla tecnologia digitale, con l’obiettivo di sostenere le PMI operanti nel settore radio-televisivo, nel passaggio al digitale, al fine di potenziare lo sviluppo di nuovi contenuti e servizi su reti digitali;

il Decreto del Ministero dello sviluppo economico del 10 settembre 2008 (Definizione di un calendario per il passaggio definitivo alla trasmissione televisiva digitale terrestre, con l’indicazione delle aree territoriali interessate e delle rispettive scadenze) ha previsto il passaggio definitivo alla trasmissione televisiva digitale terrestre per la regione Calabria dal 7 maggio 2012 con termine ultimo al 30 giugno 2012;

per il motivo suddetto, a partire dalla data del 30 giugno 2012 non sarà più possibile trasmettere sulle precedenti frequenze televisive;

a tutt’oggi non è stata approvata la graduatoria relativa all’avviso per la concessione di contributi in regime de minimis, finalizzati a realizzare azioni per l’innovazione tecnologica delle PMI e dei raggruppamenti di PMI della Calabria;

soprattutto per le PMI, operanti nel settore radio-televisivo di minori dimensioni, i contributi di cui al predetto avviso sono di fondamentale importanza per poter transitare alla tecnologia digitale -:

se ritiene opportuno e necessario provvedere in tempi brevi alla valutazione dei progetti presentati in relazione all’avviso pubblico per la concessione di contributi in regime de minimis finalizzati a realizzare azioni per l’innovazione tecnologica della PMI e dei raggruppamenti di PMI della Calabria e conseguentemente all’approvazione della graduatoria dei detti progetti.”

Raccomando i tempi. Sono tre i minuti per illustrarla.

Prego, onorevole Nucera.

Giovanni NUCERA

Presidente, la Regione Calabria, sul Burc numero 40 del 7 ottobre 2011, ha pubblicato un avviso per la concessione di contributi in regime de minimis finalizzata a realizzare azioni per l’innovazione tecnologica delle piccole e medie imprese.

Il sostegno a queste piccole e medie imprese, in particolare c’è una attenzione per le tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

Infatti, questa tipologia di investimenti ammissibili per la transazione delle tecnologie digitali ha l’obiettivo di consentire alle piccole e medie imprese operanti nel settore radio-televisivo il passaggio al digitale al fine di potenziare lo sviluppo delle nuove reti digitali che il 7 maggio 2012 dovrebbero trovare il via nella regione Calabria.

Con il termine ultimo – abbiamo un lasso quasi di un mese dal 7 maggio al 30 giugno 2012 - dovrebbe chiudersi la fase della integrazione.

E’ stato fatto il bando, sono state presentate le domande e a tutt’oggi tuttavia non è stata approvata la graduatoria relativa all’avviso per la concessione di contributi, appunto in regime de minimis.

Questo è un fatto grave che penalizza soprattutto le imprese più piccole, cioè quelle che non hanno una potenzialità e un retroterra economico molto florido e molto forte.

Per meglio realizzare gli sviluppi della comunicazione, sostanzialmente, perché di questo parliamo, e per consentire di passare da un modello di trasmissione sulla radio e sulla televisione ad un modello più moderno e più adeguato a quella che è la nuova tecnologia, credo che la necessità di definire il bando così come è stato pubblicato con le norme così come sono state espresse, diventi un fatto importante e qualificante per la stessa Regione Calabria.

So che il Presidente Scopelliti sta già lavorando su questa strada. C’è stata una riunione e un’Assemblea importante con tutti gli operatori televisivi, ma, ancora, si può dire, a meno di un mese dall’avvio del digitale, la Calabria è ferma sulla definizione del bando stesso.

Sollecito la definizione di questo bando come elemento essenziale.

PRESIDENTE

Prego, assessore Tallini, a lei la parola per la risposta.

Domenico TALLINI, assessore al personale

Il collega Nucera ha già ricevuto dall’ufficio una risposta che, tra l’altro, condivido al pari delle motivazioni per cui ha ritenuto opportuno rivolgere l’interrogazione.

La risposta, mandata per conoscenza anche al Presidente Scopelliti, è la seguente: il settore società della informazione del dipartimento organizzazione e personale competente per l’avviso pubblico in questione ha posto in essere le azioni necessarie per addivenire tempestivamente alla definizione dei procedimenti di ammissibilità - perché ci sono diverse fasi – e valutazione delle istanze presentate.

La tempistica del procedimento - che era quella che soprattutto il collega Nucera sollecitava - per l’individuazione delle piccole e medie imprese da ammettere al finanziamento è strettamente legata all’alto numero di progetti pervenuti.

Da questo punto di vista, si è registrato anche un successo dell’iniziativa.

E’ appena il caso di precisare che i tempi tecnici occorrenti per la definizione del procedimento non pregiudicano in alcun modo gli interessati di quelle imprese che avendone presentate le istanze volessero media tempore avviare la realizzazione del progetto.

Invero, anche al fine di rispondere alle esigenze di tali imprese è stata prevista la facoltà per le stesse di dar avvio al progetto nelle more dell’approvazione della graduatoria. Qualora il progetto dovesse essere finanziato le spese sostenute saranno infatti riconosciute come rendicontabili dalla data di presentazione della relativa istanza, ai sensi dell’articolo 18 comma 1, lettera a) dell’avviso. Ciò non di meno, è intendimento di questo dipartimento profondere il massimo impegno per assicurare celere riscontro alle imprese calabresi.

Il contenuto della risposta, collega Nucera, come vede, chiarisce alcuni aspetti che le imprese volevano fossero chiariti, cioè i ritardi. Chi dovesse aver avviato la realizzazione del progetto potrà, comunque, ai fini della quantificazione della spesa sostenuta, giustificare anche le spese del progetto già avviato.

La sua interrogazione, quindi, è riuscita non solo a sollecitare una risposta. Sono d’accordo con lei che il successo di questo bando sta anche a significare che chi lo ha redatto, pur con qualche piccola lacuna come quella da lei evidenziata, ha prodotto già interessi enormi.

Credo, quindi, che non solo lei debba essere soddisfatto, ma credo che tante e tantissime piccole imprese debbano essere tranquille perché le loro istanze saranno assolutamente prese in considerazione.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Nucera.

Giovanni NUCERA

Presidente, mi conforta che ci sia una sensibilità da parte dell’assessorato. Ovviamente, capisco anche le procedure piuttosto farraginose da mettere in campo per completare l’opera.

La risposta è coerente a quanto già il Presidente Scopelliti aveva affermato e agli impegni che aveva preso, soprattutto con gli operatori di queste piccole e medie imprese della radio telecomunicazione.

Sono certo che anche l’occasione di oggi dia l’opportunità a chi di competenza di sollecitare ulteriormente il disbrigo delle pratiche.

Diciamo che mi ritengo soddisfatto nella misura in cui gli impegni, assunti anche oggi, portino al più presto alla definizione della procedura per la garanzia di queste aziende che molte volte sono costrette a vivere con quel sostegno che le amministrazioni pubbliche riescono a dare a favore della radio-telecomunicazione.

Interrogazione a risposta immediata numero 214 del 13 febbraio 2012, a firma del consigliere Giordano, “In ordine all'assenza del servizio di pronta reperibilità di Gastroenterologia e Endoscopia digestiva nell'ASP di Reggio Calabria”

PRESIDENTE

Passiamo, adesso, all’interrogazione a risposta immediata numero 214 del 13 febbraio 2012, a firma del consigliere Giordano, “In ordine all'assenza del servizio di pronta reperibilità di Gastroenterologia e Endoscopia digestiva nell'ASP di Reggio Calabria” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale nella qualità di commissario ad acta per la sanità. Per sapere – premesso che:

l’Azienda sanitaria territoriale della Provincia di Reggio Calabria non dispone di servizio di pronta reperibilità di Gastroenterologia e Endoscopia digestiva la cui competenza riguarda quadri clinici particolarmente severi come le emorragie digestive, le lesioni da caustici, le colangiti e le pancreatiti acute, solo per citare i più importanti e frequenti, che richiedono tempi di intervento ristretti e particolare competenza;

attualmente i pazienti affetti da queste patologie digestive vengono inviati, spesso con una tempistica non compatibile con l’urgenza, all’Unità operativa complessa di Gastroenterologia e Endoscopia digestiva dell’azienda ospedaliera di Reggio Calabria e qui trattati in regime di consulenza in quanto la stessa non è dotata di posti letto la cui attivazione è attesa da oltre 10 anni, invano;

allo stato i tempi di attesa per una visita gastroenterologica, propedeutica agli esami endoscopici, si aggirano intorno ai 90 giorni, per cui molti pazienti sono costretti a rivolgersi alle strutture private;

nella provincia di Reggio Calabria esistono solo due Unità operative complesse di Gastroenterologia e Endoscopia digestiva presso l’Azienda ospedaliera di Reggio Calabria e il presidio ospedaliero di Polistena che, per la mancata attivazione dei posti letto, sono da considerare dei Servizi -:

se effettivamente le carenze nella erogazione delle prestazioni sanitarie sono state riscontrate e quali iniziative si intendono intraprendere per ovviare alle suesposte problematiche che sono causa di disservizi, migrazione sanitaria e, purtroppo, a volte di malasanità”.

Non c’è l’onorevole Giordano, pertanto l’interrogazione decade.

(Interruzione)

Onorevole Giordano, prego, non l’avevo vista.

Giuseppe GIORDANO

Presidente, questa interrogazione riguarda l’assenza del servizio di pronta reperibilità alla Gastroenterologia-endoscopia digestiva all’Asp di Reggio Calabria.

Voglio premettere che questa è l’ennesima interrogazione che porto all’attenzione del Governo regionale e del commissario Scopelliti che stamattina non è presente.

Spero che la risposta possa essere esaustiva e dare qualche tangibile segnale di impegno per una situazione che non è più sostenibile nella sanità, in tutta la regione ed in particolare in questa provincia.

Tra l’altro, stamattina, c’è un comitato per l’ospedale Scillesi d’America e credo che il Consiglio regionale si dovrà occupare presto di questa questione.

Mi perdonerà il Presidente questa divagazione, ma mi sembrava opportuno introdurre un pensiero generale, una preoccupazione generale per quanto riguarda la situazione della sanità in questa provincia. Puntualmente, con questa interrogazione voglio porre la questione: l’Asp territoriale di Reggio Calabria non dispone del servizio di pronta reperibilità, soprattutto in presenza di un crescendo di quadri clinici particolarmente severi come le emorragie digestive, le lesioni da caustici, le colangiti e le pancreatiti acute; solo per citarne alcune tra le più importanti e frequenti che richiedono tempi di interventi ristretti, immediati e con particolare competenza.

Attualmente, i pazienti affetti da queste patologie digestive vengono inviati, con una tempistica spesso non compatibile con l’urgenza, all’Unità operativa complessa di gastroenterologia ed endoscopia digestiva dell’azienda ospedaliera di Reggio Calabria e qui trattati in regime di consulenza in quanto la stessa non è dotata di posti letto la cui attivazione è attesa da oltre 10 anni.

PRESIDENTE

Onorevole Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Allo stato i tempi di attesa per la visita gastroenterologica propedeutica agli esami endoscopici si aggira intorno ai 90 giorni per cui, purtroppo, molti pazienti sono costretti a rivolgersi alle strutture private.

Nella provincia di Reggio Calabria esistono solo due Unità operative complesse di gastroenterologia digestiva presso l’azienda ospedaliera di Reggio Calabria e il Presidio ospedaliero di Polistena che per la mancata attivazione dei posti letto sono da considerare dei servizi e non delle unità vere e proprie.

PRESIDENTE

Onorevole Giordano, concluda.

Giuseppe GIORDANO

Con questa interrogazione vogliamo sapere, a fronte di queste carenze che abbiamo espresso, quali sono le iniziative che si intendono intraprendere con urgenza per dare una risposta alla causa di disservizi e di emigrazione sanitaria e purtroppo anche a casi di malasanità.

PRESIDENTE

Risponde la Vicepresidente della Giunta regionale, onorevole Stasi.

Antonella STASI, Vicepresidente della Giunta regionale

Per quanto riguarda le urgenze gastroenterologiche più comuni queste vengono trattate in tutti i centri, comunemente, di gastroenterologia ed endoscopia digestiva, mentre è ancora in fase di progettazione la realizzazione del servizio di pronta reperibilità di gastroenterologia ed endoscopia proprio dell’Asp di Reggio Calabria. Quindi, questo è vero ma nel frattempo il servizio non è scoperto.

Intanto, è stato attivato dal professor Naim - che, tra l’altro, è il dottore che in questo momento dirige un reparto importante proprio nell’ospedale di Scilla - un corso di aggiornamento indirizzato a tutti i medici di pronto soccorso di tutta l’Asp di Reggio Calabria.

Poi, sicuramente, considerando che l’Asp di Scilla da qui a non molto sarà deospitalizzata, il servizio sarà trasferito all’Asp di Polistena, quindi al presidio ospedaliero di Polistena, dove è stata già allocata una unità di gastroenterologia ed endoscopia digestiva.

Al momento, i casi più gravi – e sono sicuramente pochi – vengono risolti con urgenza differita e sono veramente pochissimi i casi di urgenza immediata che, comunque, vengono gestiti all’interno del presidio ospedaliero.

Ci risulta, in ogni caso, che i tempi di attesa dell’Asp in generale sono tempi medi accettabili. Per esempio, per Polistena, che è il centro che in questo momento è stato individuato come centro particolare per la parte di gastroenterologia, i tempi di attesa risultano essere di 5-8 giorni massimo.

Dunque, non sembra che ci sia una grande lista di attesa. Ovviamente sappiamo anche bene che spesso i pazienti vogliono essere curati nei grandi e non nei piccoli centri, ma anche su questo dovremmo un po’ lavorare in sinergia perché in ogni caso ogni centro sia specializzato ed abbia la competenza e la capacità di attrarre e mantenere i pazienti senza doverli disperdere all’interno di altre Asp o all’interno di presidi più grandi, contro i presidi più piccoli che possono comunque funzionare e funzionare bene.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Giordano, ha facoltà di rispondere.

Giuseppe GIORDANO

Purtroppo mi devo dichiarare totalmente insoddisfatto perché viene ammessa la mancanza del servizio di pronta reperibilità e viene indicato nella risposta un generico stadio di progettazione che però non ci lascia nessuna certezza in ordine a quando possa essere istituita la pronta reperibilità.

Ho detto nella interrogazione le motivazioni per le quali siamo fortemente preoccupati. Né tanto meno, atteso che siano quelli i tempi di attesa per Polistena, ci risulta che i tempi di attesa per l’azienda ospedaliera sono prossimi ai 90 giorni; l’ospedale di Polistena non può trattare o assorbire l’intera provincia.

Tra l’altro, un altro elemento di preoccupazione che voglio sottolineare riguarda l’espresso riferimento alla deospedalizzazione di Scilla – contenuto nella risposta del Vicepresidente - senza che vi sia il tentativo di un ragionamento che tenga conto di una valutazione oggettiva dello stesso ospedale in cui le problematiche di gastroenterologia sono solo una delle tante. Non è più sufficiente l’ospedale di Reggio Calabria ad abbracciare un bacino di utenza che vede oltre 250 mila persone in un raggio di 30-40 chilometri.

Queste sono le motivazioni per cui nello specifico non solo mi dichiaro insoddisfatto, ma rilevo che evidentemente il governo regionale non ha ancora individuato un percorso per risolvere un problema.

PRESIDENTE

Onorevole Giordano, ha un solo minuto, ma siamo già a due. Si avvii alla conclusione.

Giuseppe GIORDANO

Concludo dichiarandomi insoddisfatto e ritengo che su questi argomenti saremo costretti, a breve, a ritornare, perché la situazione è molto, molto grave.

Interrogazione a risposta immediata numero 215 del 20 febbraio 2012, a firma dei consiglieri Guccione, Talarico D., Aiello F., “Sulla chiusura di 23 minisportelli Ubi-Carime di cui 11 in Calabria”

PRESIDENTE

Do lettura dell’interrogazione a risposta immediata numero 215 del 20 febbraio 2012, a firma dei consiglieri Guccione, Talarico D., Aiello F. ,“Sulla chiusura di 23 minisportelli Ubi-Carime di cui 11 in Calabria”: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

in data 4 gennaio 2012 il gruppo UIB-Carime ha reso noto, attraverso la presentazione del proprio Piano Industriale, gli interventi che intende attuare sulla propria rete commerciale a partire dalla fine del mese di febbraio;

tali interventi prevedono la chiusura di 23 minisportelli di cui 11 ubicati in Calabria ed in particolare nella provincia di Cosenza;

tra gli sportelli interessati alla chiusura sono previsti quelli dei comuni di Grimaldi, Rocca Imperiale Marina, Cutro, Francavilla Marittima, Carolei, Squillace, Gioiosa Ionica, Delianova, Briatico, Bovalino, Molochio dove la Carime opera da tempo;

nel Comune di Grimaldi, in particolare, la filiale Ubi-Carime opera da circa 72 anni e l’immobile in cui è ubicato è di proprietà della stessa banca;

tale filiale svolge anche servizio di tesoreria per lo stesso comune di Grimaldi e per i comuni viciniori di Belsito, Malito e Altilia;

la massa dei depositi e degli investimenti è sempre stata attiva;

questa decisione costringerà l’utenza zonale a rivolgersi allo sportello di Rogliano, creando pesanti ed evidenti disagi alla clientela nonché ulteriori costi aggiuntivi per imprese e famiglie in tempi non facili a causa della perdurante crisi economica in atto;

lo stato di progressivo depauperamento dei servizi in un’area già fortemente penalizzata come quella del Savuto incide pesantemente anche sulla qualità della vita dei residenti di tale area;

lo sproporzionato numero di chiusure di sportelli in provincia di Cosenza e in Calabria e la successiva trasformazione di alcuni di essi in mini sportelli non appare in alcun modo giustificabile poiché la stessa Ubi-Banca non ha fornito, finora, a giustificazione ed a sostegno di tale decisione, nessun dato riguardante l’operatività delle filiali e la loro redditività;

ciò avviene in un quadro in cui in Calabria il costo del denaro è il più alto d’Italia e che, nel corso del 2011, la nostra è stata la regione in cui si è registrato il calo più sensibile della concessione di crediti alle imprese;

tale manovra si appaleserebbe, quindi, come un chiaro segnale di marginalizzazione e di ridimensionamento della presenza di Ubi nel Mezzogiorno e come un vero e proprio atto di disimpegno nei confronti del territorio calabrese dimenticando di aver ereditato la grande storia della Cassa di Risparmio che per decenni ha operato con grandi successi nella nostra regione -:

quali iniziative urgenti ed improcrastinabili si intendono assumere nei confronti del gruppo Ubi-Carime per scongiurare l’attivazione in Calabria di un piano industriale discriminatorio, iniquo e dannoso, che andrebbe solo ad impoverire e marginalizzare ulteriormente un tessuto economico regionale già fortemente indebolito e penalizzato dalle “rapine” e dagli “scippi” continui dell’ex Governo Berlusconi-Tremonti”.

Prego, onorevole Guccione, ha facoltà di illustrarla.

Carlo GUCCIONE

Presidente, l’Ubi-Carime ha provveduto nei mesi passati alla chiusura di 11 sportelli bancari in alcuni comuni della regione Calabria. Per la sua storia, perché sappiamo tutti da dove arriva l’Ubi-Carime, dal radicamento delle banche che hanno poi formato l’Ubi-Carime, ritengo che sia un fatto grave abbandonare i comuni calabresi. Grave perché priva alcuni comuni dei servizi essenziali per i cittadini, per l’economia, per gli imprenditori.

Ritengo che la Regione su questo debba far sentire la propria voce; le banche non possono solo raccogliere i risparmi dei calabresi ma devono stare sul territorio, investire anche con un costo del denaro adeguato a quello dell’Europa.

PRESIDENTE

La parola, per la risposta, all’assessore alle attività produttive, onorevole Caridi.

Antonio CARIDI, assessore alle attività produttive

Accogliamo la richiesta fatta. Proprio la settimana scorsa abbiamo tenuto una riunione con l’Abi regionale in cui si è parlato di accesso al credito ed è stato istituito anche un tavolo trimestrale per l’accesso al credito.

Al prossimo incontro, che faremo a breve, avremo l’occasione di coinvolgere l’Abi regionale ed incontrare l’amministratore delegato per discutere insieme del problema; la terremo al corrente delle procedure che vorremo attivare.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Guccione.

Carlo GUCCIONE

Mi ritengo soddisfatto per il percorso che l’assessore Caridi ha espresso formalmente qui in Consiglio regionale. Ci terremo in contatto anche per verificare i risvolti e quello che accadrà in questi incontri. Grazie.

Interrogazione a risposta immediata numero 219 del 24 febbraio 2012, a firma del consigliere Chiappetta, “Sulla riorganizzazione della rete scolastica al Comune di Luzzi (CS)”

PRESIDENTE

Si passa all’interrogazione a risposta immediata numero 219 del 24 febbraio 2012, a firma del consigliere Chiappetta, “Sulla riorganizzazione della rete scolastica al Comune di Luzzi (CS)” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore alla cultura e istruzione. Per sapere – premesso che:

è stato di recente approvato, con delibera della Giunta regionale, il Piano di riorganizzazione della rete scolastica della Calabria;

il suddetto Piano è stato elaborato sulla scorta dei Piani predisposti dalle province calabresi e redatti, a loro volta, in osservanza delle Linee guida per la programmazione della rete scolastica e dell’offerta formativa, approvate dal Consiglio regionale in data 4 agosto 2011;

la provincia di Cosenza nel Piano di rideterminazione degli ambiti scolastici di competenza ha previsto, nel comune di Luzzi (Cs), la disarticolazione dell’Istituto Omnicomprensivo (costituito con decreto del Miur nell’anno scolastico 2009-2010) aggregante la Scuola Secondaria di primo grado, il Liceo Classico ed il Liceo Artistico con indirizzo design (con un numero complessivo di 491 alunni), facendone venir meno l’autonomia;

nel territorio di Luzzi (rientrante ex lege nell’elenco dei “comuni montani” della provincia di Cosenza) oltre l’istituto dianzi indicato, risultava operante la Direzione didattica comprendente la Scuola dell’infanzia e la Scuola primaria (con un numero complessivo di 691 alunni) entrambi istituito con delibera di G.R. n. 11 del 19.01.2009 e con Decreto dell’Ufficio scolastico regionale n. 903/P del 21.01.2009;

il Piano di riorganizzazione della rete scolastica approvato dalla provincia di Cosenza ha previsto nel comune di Luzzi il mantenimento di un unico polo (Scuola primaria e media);

tanto è stato previsto e predisposto nonostante i numerosi interventi “ad opponendum” della collettività e delle varie compagini politiche e nonostante i provvedimenti del comune e del commissario prefettizio, interventi tutti tesi alla salvaguardia in loco di un Istituto Omnicomprensivo, dalla Scuola primaria alla Scuola superiore, che continuasse a garantire la varietà e la specificità dell’offerta formativa nel territorio ed effettuati per tutelare la sopravvivenza dell’Istituto Omnicomprensivo “potenziandolo” mediante l’aggregazione ad esso del primo polo (ossia della Scuola primaria);

i criteri per l’organizzazione della rete scolastica regionale sono definiti nelle linee guida approvate con deliberazione del Consiglio regionale n. 48 del 4.8.2011 (che tengono conto dei parametri del Dpr n. 233/1998);

tali indirizzi sembrerebbero disattesi nel Piano della provincia di Cosenza in quanto l’Istituto Omnicomprensivo superiore preesistente nel comune di Luzzi è stato soppresso con la seguente disarticolazione: la scuola secondaria di primo grado è stata aggregata alla Direzione didattica di Luzzi; il Liceo Classico è stato aggregato all’Istituto di secondo grado di Bisignano, il Liceo artistico all’Istituto agrario di Cosenza;

sembrerebbe, pertanto, disatteso quanto determinato nella citata delibera del Consiglio regionale n. 48/2011 al paragrafo relativo ai “parametri e criteri” dove alla lettera m) viene affermato che <è preclusa la verticalizzazione dei nuovi istituti> confermando quindi, implicitamente, la verticalizzazione già esistente quale quella riscontrabile nell’istituto omnicomprensivo di Luzzi, ora soppresso;

altresì, sempre nel paragrafo dianzi richiamato, alla lettera l) viene affermato che <l’unificazione degli istituti di secondo grado, si realizza prioritariamente tra istituti della medesima tipologia>;

tale indirizzo non trova riscontro nel caso dell’Istituto omnicomprensivo di secondo grado di Luzzi in quanto il Liceo artistico che ne faceva parte, unitamente al Liceo classico, è stato aggregato all’Istituto tecnico agrario di Cosenza -:

se verificata la rispondenza di quanto richiamato in premessa nell’esercizio dei propri poteri di controllo, ritengano possibile assumere idonei provvedimenti per rivedere le determinazioni della Giunta regionale riguardante la riorganizzazione delle scuole del comune di Luzzi, ripristinando la preesistente configurazione con due istituti: uno comprensivo (Scuola primaria) e uno omnicomprensivo (Scuola media e Liceo classico e Liceo artistico), oppure prevedendo un unico istituto omnicomprensivo con tutti gli istituti scolastici ivi esistenti, rimuovendo in tal modo l’evidente disparità di trattamento e salvaguardando il rispetto degli atti di indirizzo della Regione e il diritto allo studio degli studenti.”

Prego, onorevole Chiappetta, ha facoltà di illustrare l’interrogazione.

Gianpaolo CHIAPPETTA

Grazie, Presidente. Cercherò di stare nei tempi anche perché si esprime compiutamente una considerazione relativamente alla interrogazione che ho presentato nei giorni scorsi a proposito della riorganizzazione della rete scolastica relativa al comune di Luzzi.

La vicenda, assessore Caligiuri, per come lei sa, per averne preventivamente discusso anche in sede di approvazione da parte della Giunta del Piano di dimensionamento provinciale, è riassumibile in qualche brevissima considerazione.

Il Piano di dimensionamento, approvato dalla Giunta regionale sulla scorta dei singoli piani redatti dalle singole province e quindi anche dalla provincia di Cosenza in particolare, ha stabilito la disarticolazione dell’istituto omnicomprensivo di Luzzi aggregando, in particolare, la scuola secondaria di primo grado, il liceo classico ed il liceo artistico, facendone, conseguentemente, venir meno l’autonomia.

Nel comune di Luzzi, ancora prima dell’assunzione di questa determina da parte del Consiglio provinciale di Cosenza, risultava operante anche una direzione didattica che comprendeva la scuola dell’infanzia e la scuola primaria.

Il Piano di riorganizzazione della rete scolastica, invece, caro assessore, approvato dalla provincia di Cosenza, invece di potenziare l’istituto omnicomprensivo già esistente, quindi con l’aggregazione della scuola primaria, di fatto ne ha determinato la soppressione con la seguente disarticolazione.

La scuola secondaria di primo grado è stata aggregata alla direzione didattica di Luzzi; il liceo classico è stato aggregato all’istituto di secondo grado di Bisignano, ed il liceo artistico all’istituto agrario di Cosenza.

Assessore, queste cose ho avuto anche modo di evidenziarle per iscritto nel contesto dei contenuti della interrogazione che ho presentato sia al Presidente che a lei.

Credo che questo sia stato fatto non in aderenza rispetto a quelle che sono state, a suo tempo, le linee guida del dimensionamento scolastico, approvate nell’agosto del 2011. Tanto è vero che non solo si è verificata la soppressione di un istituto onnicomprensivo, così come già esisteva, ma addirittura credo sia stata assunta una decisione che non ha tenuto conto neanche delle particolari caratteristiche degli istituti che in questo modo sono stati soppressi.

Le dico questo, assessore, in considerazione anche degli sforzi che si stanno facendo in relazione alla scuola di qualità, rispetto alla cui necessità sono convinto che la maggioranza non possa non esser d’accordo, atteso che dovrebbe essere considerata una fucina rispetto anche alla formazione delle intelligenze e dei cervelli del futuro. Credo, quindi, che questo percorso, così strutturato in maniera maldestra dalla provincia di Cosenza, rispetto alla specificità di questo territorio, debba essere opportunamente emendato e corretto, al fine di impedire che possano esserci anomalie e disfunzioni nella politica che lei faticosamente sta perseguendo nell’ambito di una scuola di qualità e di una scuola di eccellenza calabrese.

Ecco perché auspico che possa esserci un suo intervento finalizzato a ripristinare lo status quo.

PRESIDENTE

Grazie onorevole Chiappetta. Risponde l’assessore alla pubblica istruzione, onorevole Caligiuri.

Mario CALIGIURI, assessore alla cultura e ai beni culturali

Premesso che le azioni di dimensionamento all’interno della nostra regione, dove sono state soppresse 99 autonomie, sono state elaborate e complesse perché abbiamo dovuto accelerare in pochi anni quello che nel resto d’Italia era stato realizzato in un arco temporale più vasto, considerato pure che, per quanto esposto in maniera puntuale dall’onorevole Chiappetta, qualora gli interventi da lui esposti avessero presentato criticità o difformità alla normativa sarebbero stati oggetto di rilievi da parte della Regione nei termini stabiliti dall’articolo 139 della legge regionale 34/2002, prendo atto delle considerazioni aggiuntive che ha evidenziato l’onorevole Chiappetta e mi riservo di verificarle.

Una volta constatate nella rispondenza procederemo, di conseguenza, di intesa con la provincia di Cosenza e l’ufficio scolastico regionale della Calabria, che in materia sono responsabili insieme alla Regione, al fine di assumere le decisioni più opportune per garantire una scuola di qualità.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Chiappetta, ha facoltà di rispondere.

Gianpaolo CHIAPPETTA

Presidente, grazie. Ho preso atto con compiacimento delle considerazioni espresse dall’assessore. Non avevo alcun dubbio circa la correttezza comportamentale ed istituzionale del predetto professor Caligiuri. Ad abundantiam, naturalmente, mi ritengo soddisfatto delle considerazioni espresse dall’assessore e, anche per dare, assessore, la possibilità ai suoi uffici di verificare la rispondenza rispetto a quelle che sono state le considerazioni da me esplicitate nella interrogazione, vorrei darle un ulteriore elemento di valutazione laddove in altri territori, in particolare nel territorio della provincia di Vibo, analoghe situazioni sono state giustamente riconsiderate sulla base di una non applicabilità di quelli che erano stati dettati dalla famosa delibera del 4 agosto 2011 e sono state rimodulate e riportate allo status quo.

Ecco perché, assessore, ringraziandola per quelle che sono le considerazioni che sono certo dedicherà a questo problema portato alla sua attenzione, vorrei solo ricordarle e rammentarle di far verificare questa particolare situazione che si è verificata in un altro contesto che, per stretta analogia, può essere riportato e ripreso per quanto riguarda il dimensionamento della provincia di Cosenza.

Interrogazione a risposta immediata numero 220 del 27 febbraio 2012, a firma del consigliere Censore, “Sul completamento delle procedure di gara per la costruzione dei nuovi ospedali della Calabria e l'attuazione dell'APQ in materia di implementazione tecnologica e ristrutturazione sanitaria”

PRESIDENTE

Si passa all’interrogazione a risposta immediata numero 220 del 27 febbraio 2012, a firma del consigliere Censore, “Sul completamento delle procedure di gara per la costruzione dei nuovi ospedali della Calabria e l'attuazione dell'APQ in materia di implementazione tecnologica e ristrutturazione sanitaria” di cui do lettura “Al Presidente del Consiglio regionale. Per sapere – premesso che:

con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 11 dicembre 2007 è stato dichiarato lo stato d’emergenza socio-sanitario nella Regione Calabria;

in data 13 dicembre 2007 è stato stipulato l’accordo di programma integrativo tra lo Stato e la Regione Calabria per la realizzazione dei quattro nuovi ospedali di Catanzaro, della Piana di Gioia Tauro, della Sibaritide e di Vibo Valentia;

con ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3635 del 21 dicembre 2007 è stato nominato il Commissario per la gestione dell’emergenza sanitaria in Calabria;

il decreto “milleproroghe” del 29 dicembre 2010, n. 225, convertito in Legge n. 10 del 26 febbraio 2011, ha modificato le procedure necessarie per la nomina dell’istituto del Commissario per l’emergenza sanitaria, prevedendo la concertazione tra il Ministero dell’economia e la Presidenza del Consiglio dei Ministri, dipartimento della protezione civile;

la nomina del Commissario ad acta per l’emergenza sanitaria in Calabria è scaduta il 31 dicembre 2011;

la procedura istruttoria per il rinnovo della nomina del Commissario ad acta andava avviata in tempo utile onde impedire il blocco delle procedure di gara necessarie alla costruzione dei nuovi ospedali calabresi e consentire l’attuazione degli accordi previsti nell’Apq in materia di implementazione tecnologica e ristrutturazione sanitaria delle aziende ospedaliere calabresi;

la procedura di gara per la costruzione dei nuovi ospedali della Calabria è stata completata con l’offerta delle imprese scaduta il 20 gennaio 2012;

da quella data tutte le procedure di verifica sono sospese a causa della vacatio delle funzioni del Commissario ad acta -:

quali iniziative abbia assunto o intenda assumere il Commissario ad acta per l’emergenza sanitaria per accelerare le procedure del rinnovo della propria nomina onde favorire la fase istruttoria delle gare per la costruzione dei nuovi ospedali della Calabria e l’attuazione dell’Apq in materia di implementazione tecnologica e ristrutturazione sanitaria”.

Prego, onorevole Censore, ha facoltà di illustrare l’interrogazione.

Bruno CENSORE

Grazie, Presidente. E’ da un po’ di tempo che abbiamo presentato questa interrogazione. Non sappiamo se rispetto alla data di presentazione siano intervenute cose nuove che chiaramente andrebbero nella direzione da noi auspicata.

La questione che mi preme sottolineare è che, a 4 anni di distanza dalla sottoscrizione dell’Apq che riguarda la costruzione di questi quattro nosocomi e dell’assunzione da parte della Regione di un cospicuo mutuo per il quale già paghiamo le rate di ammortamento, ancora la procedura relativa alla costruzione dei quattro ospedali sembra un po’ incagliata nei meandri della burocrazia.

Perché dico questo? Perché ci sono delle perplessità. Non so se sia stata prorogata la nomina del Commissario Scopelliti che, oltre ad essere Commissario per la sanità, è anche Commissario per l’emergenza sanitaria. Questi ospedali vanno costruiti con una ordinanza di protezione civile.

Poiché questa nomina è scaduta il 31 dicembre scorso ed è prevista una procedura particolare, non come la volta precedente, che richiede l’intesa con il Ministero dello sviluppo economico e il Consiglio dei Ministri, come stabilito nel decreto mille proroghe del 2010, in mancanza di nomina, praticamente, ci troviamo di fronte ad una vacatio istituzionale che rallenterebbe le procedure di gara perché, come sappiamo, per due dei quattro ospedali sono state presentate le offerte da parte delle imprese.

Per quanto di mia conoscenza non si sono potute creare le Commissioni perché il Presidente Scopelliti nella sua veste di Commissario non ha i poteri per farlo. Rispetto a questo siamo preoccupati e vogliamo sapere se il Governatore si è attivato; inoltre, c’è una questione collaterale che è relativa all’Apq in materia di implementazione tecnologica e ristrutturazione sanitaria che riguarderebbe altre aziende sanitarie.

PRESIDENTE

Onorevole Censore, la prego di attenersi ai tempi previsti dal Regolamento.

Bruno CENSORE

Chiedo lumi rispetto a questa questione perché ciò rischierebbe di ritardare l’avvio della nuova fase sanitaria che i cittadini aspettano per avere una sanità di qualità migliore e più sicura per la nostra Calabria. Grazie.

PRESIDENTE

Risponde all’interrogazione la Vicepresidente, onorevole Stasi.

Antonella STASI, Vicepresidente della Giunta regionale

La procedura dei quattro ospedali, che abbiamo seguito tutti e che stiamo continuando a seguire, finalmente va ormai speditamente, se non per questo breve intermezzo che riguarda la riconferma della nomina del Commissario per l’emergenza.

Ovviamente, non solo sono state attivate tutte le procedure, ma voglio specificare che già il 12 settembre 2011, cioè quasi quattro mesi prima della scadenza, la Regione Calabria attraverso il dipartimento protezione civile si era fatta carico di fare richiesta al dipartimento per la proroga fino al 31 dicembre 2012.

Ci fu una riunione del Commissario Scopelliti insieme al capo della protezione civile, Gabrielli, a novembre 2011 e, comunque, continuano le interrogazioni perché in effetti, come diceva l’onorevole Censore, la procedura oggi giustamente è più complicata e più complessa ma siamo ormai ad una fase definitiva in cui ad una serie di interrogazioni scritte sono state date risposte.

In questo momento si è in attesa che la Ragioneria generale valuti le informazioni trasmesse ai fini della bollinatura dell’ordinanza e della successiva firma del Presidente del Consiglio, Mario Monti.

Dunque, questa ordinanza dovrebbe essere licenziata a breve, già nel mese di marzo.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Censore, ha facoltà di rispondere.

Bruno CENSORE

Sono soddisfatto, speriamo che gli organi competenti approvino questa nomina al più presto nel nostro interesse e di tutti i cittadini calabresi. Grazie.

Interrogazione a risposta immediata numero 221 del 29 febbraio 2012, a firma del consigliere Guccione, “Sull'inutilizzazione dei due locali destinati ad OBI (Osservazione Breve Intensiva) del Pronto Soccorso dell'Ospedale Spoke di Castrovillari”

PRESIDENTE

Passiamo all’interrogazione a risposta immediata numero 221 del 29 febbraio 2012, a firma del consigliere Guccione, “Sull'inutilizzazione dei due locali destinati ad OBI (Osservazione Breve Intensiva) del Pronto Soccorso dell'Ospedale Spoke di Castrovillari” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

il Pronto soccorso dell’ospedale Spoke di Castrovillari risulta essere sottodimensionato rispetto a quanto previsto dall’allegato n. 2 “Riordino della rete emergenza-urgenza” del decreto n. 18 del 2010;

questo Pronto soccorso è sprovvisto di letti per la terapia sub-intensiva previsti dallo stesso decreto mentre è provvisto di n. 2 locali destinati attrezzati, destinati ad Obi (Osservazione breve intensiva) che restano misteriosamente e perennemente chiusi a chiave e, quindi, non utilizzati prefigurando un vero e proprio caso di malasanità, poiché i pazienti sono costretti ad utilizzare barelle e carrozzelle per l’osservazione medica;

sono state investite notevoli risorse finanziarie per dotare il Pronto soccorso di Castrovillari di due sale Obi (Osservazione breve intensiva) -:

quali iniziative urgenti si intendono adottare per porre rimedio ad un così evidente spreco di risorse pubbliche che costringono i pazienti del Pronto soccorso della città del Pollino a subire situazioni di grande disagio e ad ottenere l’erogazione di servizi sanitari assolutamente inadeguati”.

Prego, onorevole Guccione, ha facoltà di illustrare l’interrogazione.

Carlo GUCCIONE

Presidente, all’ospedale Spoke di Castrovillari, accanto al Pronto soccorso, vi è una struttura di due locali destinati all’osservazione breve ed intensiva di supporto al Pronto soccorso. Due locali super tecnologici, nel senso che sono dotati della migliore strumentazione, sono chiusi.

Quando ho avuto modo di visitarli mi è stato chiesto che erano chiusi da sempre per mancanza di personale perché non potevano essere utilizzati a supporto del Pronto soccorso e le persone erano costrette a stare o in barella o in lettiga.

Ho rivolto l’interrogazione al Presidente della Giunta regionale per sapere quali sono le iniziative che si intendono attivare affinché questo spreco di risorse che sono state investite per la realizzazione di queste due strutture Obi, a supporto del Pronto soccorso di Castrovillari, vengano aperte.

PRESIDENTE

Risponde all’interrogazione la Vicepresidente, onorevole Stasi.

Antonella STASI, Vicepresidente della Giunta regionale

Si conferma - così come ci scrive il direttore generale dell’Asp di Cosenza, dottor Scarpelli – che ci sono due ambienti da destinarsi ad Obi già attrezzati e che al momento sono chiusi.

Confermiamo che la motivazione è “carenza di personale” perché in questo momento il Pronto soccorso di Castrovillari è dotato di sei medici, un medico responsabile, un coordinatore, 11 infermieri e 6 Oss (operatori socio sanitari).

Dunque, decisamente, una dotazione che non consente l’apertura del nuovo servizio perché è stato già attivato di recente ed implementato il servizio di Triage che sappiamo bene essere un servizio decisamente indispensabile.

Questo non vuol dire che ci siano degli sprechi perché, nel frattempo, proprio la dotazione di letti di cui è dotato questo Obi viene utilizzata in maniera flessibile per i reparti che, di volta in volta, sono oberati.

Per quanto riguarda il personale, invece, ormai siamo arrivati al momento dell’utilizzazione vera e, quindi, nell’ottica della ristrutturazione del personale e della mobilità di personale da reparti a reparti, ma anche da strutture all’interno della stessa Asp o dall’esterno e sarà possibile in breve tempo reperire nuovo personale affinché questo servizio, che in effetti risulta essere già pronto e disponibile, possa essere immediatamente attivato.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Guccione, ha facoltà di rispondere.

Carlo GUCCIONE

Al Pronto soccorso di Castrovillari per oltre 70 accessi al giorno sono disponibili un medico, 3 infermieri e un portantino. Molte volte la guardia giurata, che dovrebbe esclusivamente vigilare, è costretta a dare una mano al Triage e decidere quali sono i codici da assegnare al personale che arriva.

Da questo punto di vista – e parliamo di ospedale Spoke - la gravità sta nella mancata erogazione in quella struttura, in quel Pronto soccorso, di un servizio adeguato al rango di Spoke di quell’ospedale. A maggior ragione, aver investito in passato nella realizzazione di due locali idonei, dotandoli di tutta la strumentazione affinché si possa dire che lì c’è l’Osservazione breve intensiva ritengo che, da questo punto di vista, sia lo specchio della situazione della sanità calabrese. Non si utilizza quello che c’è di innovativo e si è costretti a tenere i cittadini che arrivano dai pronto soccorso, cominciando da quello di Castrovillari, a vivere in veri e propri accampamenti.

Mi ritengo, quindi, parzialmente soddisfatto rispetto all’impegno che ha preso la Vicepresidente per cercare di risolvere questo problema e vedere come, nella riorganizzazione e anche nella dislocazione del personale, Castrovillari possa avere un Pronto soccorso degno di questo nome.

Interrogazione a risposta immediata numero 222 del 9 febbraio 2012, a firma dei consiglieri Censore, De Gaetano, Mirabelli, Talarico D., “Sul recesso della Regione Calabria dal Consorzio Piana Sicura”

PRESIDENTE

Passiamo all’interrogazione a risposta immediata numero 222 del 9 febbraio 2012, a firma dei consiglieri Censore, De Gaetano, Mirabelli, Talarico D., “Sul recesso della Regione Calabria dal Consorzio Piana Sicura” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

con Dgr n. 673/2006, la Regione Calabria ha aderito al Consorzio Piano Sicura con sede legale presso la Prefettura di Reggio Calabria e sede operativa presso il Comune di Rosarno;

gli scopi istituzionali del Consorzio sono diretti all’attuazione di una serie di iniziative volte all’affermazione della legalità e della sicurezza nell’ambito dei comuni della Piana di Gioia Tauro;

tra i compiti del Consorzio rientra la gestione del servizio di videosorveglianza per i comuni dell’area portuale di Gioia Tauro, Rosarno e San Ferdinando;

con Dgr del 17 giugno 2011, n. 274, la Regione Calabria ha manifestato il diritto di recesso dal Consorzio Piana Sicura;

la gravità della situazione in cui versa la Calabria, a seguito della preoccupante pervasività della criminalità organizzata, impone il potenziamento di azioni tendenti al recupero della legalità ed alla creazione di una nuova coscienza collettiva sostenuta da iniziative come quelle messe in campo dal Consorzio Piana Sicura;

la presenza della criminalità organizzata nella vita quotidiana dei cittadini calabresi costituisce un grave pregiudizio per le opportunità di sviluppo e di crescita del territorio con pesanti ricadute negative sulla capacità di attrazione di nuovi investimenti -:

quali siano le ragioni che hanno indotto la Regione Calabria, in qualità di socio di maggioranza, a recedere dal Consorzio Piana Sicura e se non sia opportuno trovare forme alternative e meno esose per le casse regionali per mantenere in funzione il servizio di videosorveglianza nei comuni di Gioia Tauro, Rosarno e San Ferdinando.”

Prego, onorevole Censore, ha facoltà di illustrare l’interrogazione.

Bruno CENSORE

Grazie, Presidente. Dopo che c’è stata l’audizione in Commissione del generale Pellegrini, già Presidente di un consorzio cui faceva capo la Regione come socio di maggioranza, a me e ai colleghi presenti in Aula sono sorti dei dubbi. Abbiamo quindi rivolto questa interrogazione per sapere quali sono i motivi che hanno indotto la Regione ad uscire dal Consorzio.

Riteniamo molto importante che in quel territorio, che è di frontiera dal punto di vista della pervasività della criminalità, sia mantenuto il controllo ed il monitoraggio.

Vogliamo avanzare qualche proposta; ci sono già dei comuni che sono interessati a mantenere in vita questo servizio, per rendere meno esoso l’esborso da parte della Regione; già i comuni contribuiscono con una quota a loro carico e quindi sarebbe il caso di integrare questa quota per far sì che il servizio funzioni qualora la gestione del consorzio non sia utile.

Quindi, riteniamo che sia giusto porre in essere azioni tendenti al mantenimento di questo servizio. Grazie.

PRESIDENTE

Risponde la Vicepresidente, onorevole Stasi.

Antonella STASI, Vicepresidente della Giunta regionale

Tra gli scopi istituzionali del Consorzio vi è quello di contribuire allo sviluppo della sicurezza dei territori dei comuni partecipanti. Nello Statuto del Consorzio, tra le finalità dello stesso, è prevista la promozione della qualificazione dei territori, l’avvio di iniziative per accrescere la cultura imprenditoriale con appropriate iniziative, la creazione di aree attrezzate recuperando anche quelle confiscate alla criminalità organizzata.

Tutta una serie di cose che ovviamente possono anche non rientrare in quelle necessarie per la Regione, soprattutto in considerazione della norma nazionale, la legge n. 224 del 2007, poi recepita dal Consiglio regionale con la legge regionale numero 15 del 2008 che obbliga, in qualche modo, la Giunta regionale a dismettere le partecipazioni anche indirette in società e consorzi non strettamente necessarie per il conseguimento delle proprie finalità.

Sicuramente, le attività del consorzio sopra citate, così come vengono lette, non sono strettamente necessarie per le finalità istituzionali della Regione.

Però, ovviamente, proprio in merito al servizio di videosorveglianza, così come sottolineato dall’onorevole Censore e così come anche discusso più volte all’interno del dipartimento Presidenza, di cui si riconosce l’importanza, in ogni caso non sussiste, a carico dei fondi regionali, uno specifico stanziamento che consente di far fronte a questa necessità.

In ogni caso, già con diverse interlocuzioni – ma lo voglio ribadire qui proprio oggi – il dipartimento della Presidenza si era riservato di accogliere eventuali proposte progettuali che venissero dal consorzio, in modo da dare concreta attuazione a quello che i comuni avevano presentato.

Ben vengano i progetti per valutare e per verificare effettivamente quale potrebbe essere il percorso per perseguirli e per far in modo che possano essere attivati anche al di fuori dei Pisl legalità e sicurezza che pare che, comunque, possano rientrare in quel capitolo specifico.

Il dipartimento Presidenza, però, aveva già dato la disponibilità a verificare i progetti ed a capire se possono esserci percorsi alternativi da seguire.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Censore, ha facoltà di replicare.

Bruno CENSORE

Vicepresidente, non mi ritengo soddisfatto. Nella conclusione del mio breve discorso ho evidenziato che c’è la disponibilità da parte dei comuni a gestire direttamente questo servizio. Aspettare i progetti da parte del Consorzio e la loro valutazione, rappresenterebbe per il Consorzio stesso una spada di Damocle, attese, come lei diceva, le sue funzioni esorbitanti che vanno oltre la videosorveglianza.

Mi pare che ci debba essere, da parte della Giunta e del Presidente Scopelliti, una chiara indicazione se questo servizio di sorveglianza si vuole o no mantenere. Alla luce di quello che lei ha detto mi pare ci sia molta approssimazione e l’assenza di una chiara volontà rispetto ad un fermo contrasto alle mafie. Grazie.

Interrogazione a risposta immediata numero 224 del 08 marzo2012, a firma del consigliere Scalzo, “In ordine alla funzione di SPOKE per l'Ospedale di Lamezia Terme, alla programmazione ospedaliera per l'intera provincia di Catanzaro e all'istituzione del Trauma Center a Lamezia Terme”

PRESIDENTE

Si passa all’interrogazione a risposta immediata numero 224 del 08 marzo 2012, a firma del consigliere Scalzo, “In ordine alla funzione di SPOKE per l'Ospedale di Lamezia Terme, alla programmazione ospedaliera per l'intera provincia di Catanzaro e all'istituzione del Trauma Center a Lamezia Terme” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

il decreto numero 106 del 20 ottobre 2011 “Riordino rete ospedaliera ex Dpgr 18 del 22 ottobre 2010” nel confermare per l’ospedale di Lamezia Terme la funzione di Spoke, assegna un numero di posti letto pari a 225 con le seguenti specialità: cardiologia con Utic, chirurgia generale, malattie infettive, medicina generale, ortopedia e traumatologia, ostetricia e ginecologia, pediatria, psichiatria, urologia, terapia intensiva, neonatologia con Tin, oncologia, pneumologia;

questi reparti sono già presenti nei presidi ospedalieri, pubblici e privati della città di Catanzaro ove è concentrata la maggior parte dei posti letto assegnati all’intero territorio provinciale (il 4,6 per mille abitanti);

la distanza intercorrente tra la città di Catanzaro e quella di Lamezia Terme è pari a circa 35 km e il tempo di percorrenza è pari a circa 30 minuti;

il decreto 106 del 20 ottobre 2011 rinvia ad una programmazione complessiva i posti letto delle strutture pubbliche della città di Catanzaro: Ospedale Pugliese-Ciaccio, Policlinico Mater Domini, Fondazione Campanella con il fine di: “a) non avere duplicazioni di unità operative; b) ottimizzare l’utilizzazione dei posti letto anche per l’attività didattica; c) assicurare maggiore efficienza economica con la centralizzazione in un unico presidio delle cure delle patologie oncologiche, quale centro di riferimento regionale”;

l’ospedale di Lamezia Terme: a) ha tutte le caratteristiche di adeguatezza per essere integrato in questa prossima programmazione in maniera da svolgere una funzione regionale specifica; b) gode di una favorevole collocazione territoriale baricentrica che lo rende facilmente raggiungibile in tempi brevi da tutte le zone della regione; c) la programmazione complessiva nelle strutture catanzaresi renderà disponibili le specialità oggi mancanti nell’ospedale di Lamezia Terme per attivare il Polo traumatologico regionale;

il decreto 106 del 20 ottobre 2011 rinvia ad una futura collocazione regionale il Centro grandi ustioni, l’Unità spinale ed il Trauma center che sono tutte attività previste nel Polo traumatologico regionale , allocato secondo i precedenti Piani sanitari regionali nell’ospedale di Lamezia Terme -:

le motivazioni secondo cui non si dispone una programmazione ospedaliera per l’intera provincia di Catanzaro essendo comune la necessità di non avere duplicazioni e di ottimizzare le risorse a favore dell’intero territorio della provincia che ha il più elevato indice di aggiudicazione dei fondi per la sanità regionale, al fine di prevedere al Polo ospedaliero Catanzaro-Lamezia Terme la funzione congiunta di ospedale Hub;

se è intenzione dell’attuale governo regionale in tale contesto di allocare il Trauma center, già previsto dai due precedenti Piani sanitari regionali, presso l’ospedale di Lamezia Terme”.

L’onorevole Scalzo ha facoltà di illustrare l’interrogazione.

Antonio SCALZO

Grazie, Presidente. Le motivazioni sottese alla presentazione di questa interrogazione sono, appunto, la funzione dell’ospedale di Lamezia Terme, la programmazione ospedaliera nella provincia di Catanzaro e l’istituzione del Trauma Center.

Nel riordino della rete ospedaliera, l’ospedale di Lamezia Terme è classificato come ospedale Spoke con tutte le specialità ivi previste e che non elenco per un fatto di tempo.

C’è da mettere in evidenza che questi reparti sono presenti nei presidi ospedalieri pubblici e privati nella città di Catanzaro dove è allocata la maggior parte dei posti letto assegnati nella provincia stessa.

C’è un dato importante: tra la città di Catanzaro e quella di Lamezia Terme intercorrono circa 35 chilometri che anche con le nuove infrastrutture, quelle esistenti e quelle che si stanno completando, permettono di percorrere la tratta in meno di mezz’ora, in circa 20 minuti ci si arriva comodamente.

Il decreto 106 rinvia ad una programmazione complessiva i posti letto delle strutture pubbliche della città di Catanzaro, quindi: ospedale Pugliese-Ciaccio, policlinico Mater Domini, Fondazione Campanella, al fine condivisibile di non aver duplicazione di unità operative, di ottimizzare l’utilizzazione dei posti letto anche per l’attività didattica, per la ricerca ed in più assicurare una maggiore efficienza economica con la centralizzazione di un unico presidio per la diagnosi e cura per la ricerca anche nel campo delle malattie oncologiche, quale centro di riferimento regionale. Voglio ricordare che l’ospedale di Lamezia Terme ha le caratteristiche necessarie per essere integrato in questa prossima programmazione.

E’ ormai noto a tutti, inoltre, che gode di una favorevole collocazione territoriale, baricentrica per la Calabria e questo lo rende facilmente raggiungibile da ogni parte della nostra regione.

La programmazione complessiva delle strutture di Catanzaro rende disponibili le specialità oggi mancanti nell’ospedale di Lamezia Terme per attivare il polo traumatologico regionale.

Lo stesso decreto 106 rinvia ad una futura collocazione il Centro grandi ustioni, l’unità spinale ed il Trauma center che sono tutte attività previste nel polo traumatologico, allocato secondo i precedenti piani sanitari regionali nell’ospedale di Lamezia Terme.

Il senso di questa interrogazione è quello di sapere le motivazioni per cui non si dispone la programmazione nell’intera provincia, essendo comune la necessità di non avere duplicazione ma di andare verso una ottimizzazione delle risorse a favore della provincia intera per prevedere – e questo è secondo me il punto più qualificante della intera questione che voglio porre all’attenzione soprattutto di quest’Aula, del Presidente Talarico, del collega Magno – un unico polo ospedaliero Catanzaro/Lamezia Terme, con la funzione congiunta di Hub.

Questo per le motivazioni che dicevo poc’anzi. Per questo chiedo se è intenzione dell’attuale governo regionale allocare il polo traumatologico, già previsto nei precedenti piani sanitari, presso l’ospedale di Lamezia Terme. Grazie.

PRESIDENTE

Risponde all’interrogazione la Vicepresidente, onorevole Stasi.

Antonella STASI, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente. Il presidio ospedaliero di Lamezia Terme – come diceva l’onorevole Scalzo – è stato indicato dal decreto 18 come un ospedale Spoke. Una terminologia che ha destato un po’ di clamore perché, essendo di origine anglosassone, non è stata all’inizio ben capita e ben focalizzata.

Dobbiamo però abituarci non solo come Regione Calabria perché questa terminologia, quindi proprio la divisione in Spoke e Hub, rappresenta l’organizzazione cui stanno tendendo ormai tutte le Regioni. Tra l’altro è stata inserita nella nuova programmazione del patto della salute; quindi il nuovo patto della salute 2012-2015 prevede questa organizzazione fatta per funzioni e individua gli ospedali divisi in Hub e in Spoke in ogni regione.

In qualche modo lo abbiamo soltanto anticipato come Regione Calabria.

Lo Spoke è un ospedale in cui si affrontano i problemi sanitari che costituiscono l’85 per cento delle richieste cliniche afferenti alle strutture sanitarie. Quindi, non è un ospedale di seconda categoria perché l’85 per cento significa che quasi tutto si può curare all’interno dello Spoke. E’ questa la consistenza particolare di questa definizione.

Il progetto organizzativo sintetizzato con la definizione di Spoke, quindi struttura con doppia funzione e come ospedale di riferimento, è stato usato per Lamezia Terme ma anche per Crotone. Lo dico per i miei colleghi crotonesi: anche Crotone ha in effetti più o meno questa caratteristica.

Ci sono alcune specificità che non sono relative solo all’area territoriale di competenza, ma addirittura spaziano anche in riferimenti regionali. Per Lamezia Terme, in particolare, vorrei ricordare la Neurogenetica, il Centro Alzheimer, il Centro per la diagnostica della tubercolosi, il team multidisciplinare per la diagnosi del tumore polmonare, il Centro per gli impianti cocleari, l’endoscopia; ce ne sono tanti altri così come nell’ospedale di Crotone.

In ogni caso parliamo di funzioni che possono essere non soltanto riferite al territorio ma all’intera regione.

Voglio specificare inoltre che per Lamezia Terme sono in questo momento in corso rapporti gestionali con il Centro Inail per quanto riguarda il Centro di protesi che, sappiamo bene, sarà ubicato nel centro agro-alimentare di Lamezia Terme e diventerà un centro di riferimento non regionale ma addirittura nazionale.

Dunque, sono state investite delle risorse importanti per la riorganizzazione dei servizi esistenti anche con una migliore allocazione in termini di logistica. E’ da poco tempo che è noto per Lamezia Terme un finanziamento di 2 milioni 800 euro realizzato con fondi Por per realizzare un progetto di risparmio energetico che vede la costruzione di un cappotto coibentante all’esterno che ha la possibilità di rifare tutta la parte degli infissi, ma anche di ristrutturare tutta la facciata esterna nell’ottica di ottenere un recupero ed un risparmio energetico.

Lo stesso finanziamento era stato già ottenuto qualche mese fa a Crotone, in cui tra l’altro stiamo già partendo con i lavori.

Ancora, Lamezia Terme sta attendendo lo sblocco di 10 milioni di euro - come sapete bene - per gli investimenti concernenti il noto “articolo 20”.

Per quanto riguarda il discorso Trauma center mi vorrei soffermare un po’.

Questa attività, in questo momento, non può essere un punto di riferimento poiché è superata da una organizzazione sanitaria nuova a livello sia nazionale sia europeo.

Infatti, è noto che in tutta Europa non solo non si costruiscono più tali strutture ma quelle esistenti sono in fase di dismissione e riconversione; questo per effetto di nuove necessità ma anche per un sistema sanitario diverso gestito per funzione e quindi per Hub e Spoke.

La maggior parte delle funzioni del Trauma center sono già contenute in ospedali Hub della nostra regione basti pensare che casi meritevoli di trattamento di Trauma center in questo momento vengono già curati per circa il 70 per cento in ospedali della Regione Calabria. E proprio a queste funzioni ottimali sono già contenute negli Hub.

Sarebbe decisamente miope ed anacronistico investire per un risultato così iniquo.

Possiamo dire che il Trauma center, in questo momento, risulta come un modello funzionale assolutamente superato.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Scalzo, ha facoltà di rispondere.

Antonio SCALZO

Presidente, apprezzo lo sforzo anche per cercare di argomentare la sua risposta, ma credo che non si sia entrati nel cuore del problema inerente il polo traumatologico.

Quello che io propongo non è un mantenimento o un ritorno al passato ma è una innovazione vera nella organizzazione sanitaria. Parlo di un unico polo Catanzaro-Lamezia Terme Hub. Cioè noi abbiamo un Hub a Catanzaro ed uno Spoke a Lamezia Terme.

Parlo di un unico polo Hub e, quindi, il polo traumatologico diventerebbe un centro di eccellenza a servizio della Calabria. E’ vero che alcune cose, soprattutto in sanità, vengono modificate in progress, ma in tutte le regioni c’è un centro di riferimento traumatologico e la Calabria non può rimanere senza e non può farlo neanche secondo l’impostazione moderna che, immagino, derivi dalle linee guida internazionali.

Inviterei, quindi, ancora una volta il governo regionale a prendere in considerazione questo tipo di impostazione, non un Trauma center in un ospedale Spoke, perché nemmeno me le sogno queste cose, ma prevederlo nel polo Hub Catanzaro-Lamezia Terme perché vada nel senso dell’efficienza, della economicità e del raggiungimento di una eccellenza in questo settore.

E lì è il vero rapporto strategico col centro protesi Inail, altrimenti sarebbe una cosa legata senza l’esistenza del polo traumatologico. Grazie.

Interrogazione a risposta immediata numero 225 del 12 marzo 2012, a firma del consigliere Aiello F., “In ordine alle procedure di selezione dell'Avviso Pubblico per la selezione di n. 7 Esperti per i Progetti di Cooperazione Territoriale Europea: Terconmed, Robinwood Plus e Knowing Med. Profili A, C, D, E, F, G e B”

PRESIDENTE

Si passa all’interrogazione a risposta immediata numero 225 del 12.03.2012, a firma del consigliere Aiello F., “In ordine alle procedure di selezione dell'Avviso Pubblico per la selezione di n. 7 Esperti per i Progetti di Cooperazione Territoriale Europea: Terconmed, Robinwood Plus e Knowing Med. Profili A, C, D, E, F, G e B” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore alle politiche euromediterranee internazionalizzazione, cooperazione tra i popoli e pace. Per sapere – premesso che:

il quinto settore del dipartimento Presidenza della Giunta regionale della Calabria ha tra le sue funzioni precipue quelle relative alla cooperazione tra i popoli e l’internazionalizzazione;

a tale settore afferisce l’assessore alle politiche euromediterranee internazionalizzazione, cooperazione tra i popoli e pace;

in data 1 settembre 2011 il predetto settore, attraverso il dipartimento alle politiche euro mediterranee, pubblicava sul sito della Regione Calabria un bando per la selezione di n. 7 esperti per come in oggetto meglio individuati;

in data 10 febbraio 2012 si dà notizia circa l’esito delle selezioni di cui sopra;

nelle successive date del 21, 27 e 28 febbraio venivano pubblicate con tre differenti avvisi le graduatorie del bando di cui sopra;

all’art. 2, comma 2, punto 6 del predetto avviso pubblico di selezione, con riferimento ai requisiti minimi in capo ad ogni partecipante, si legge di dover essere in possesso di comprovata esperienza lavorativa di almeno tre anni post laurea e relative competenze tecniche maturate e che tale requisito è richiesto per tutti i profili messi a bando;

nei criteri di valutazione al punto 4, esperienza professionale, si legge contrariamente a quanto sopra richiamato che le esperienze svolte nei primi tre anni dalla data di conseguimento del diploma di laurea non verranno valutate;

risulta evidente che per concorrere con pari opportunità bisogna aver maturato almeno sei anni di esperienze post laurea e non tre per come espressamente previsto nel bando all’art. 2, comma 2, punto 6;

il peso del punteggio assegnato alle predette esperienze è pari a 24/100 -:

quali azioni si intendono adottare per sanare tale evidente contraddizione presente nel bando;

quali azioni si intendono adottare per contrastare la discriminazione in danno di tutti i partecipanti che pur soddisfacendo il requisito dei tre anni di esperienze lavorative post laurea sono, di fatto, in palese violazione dell’assunto delle pari opportunità penalizzati nell’assegnazione del punteggio;

se ritiene nonostante tale contrastante procedura con riferimento ai requisiti minimi previsti dal bando ed i successivi criteri di valutazione nello stesso presenti, validare la graduatoria finale o se non si dia il caso di sospendere la stessa”.

L’onorevole Aiello non è presente in Aula, pertanto l’interrogazione decade.

Interrogazione a risposta immediata numero 226 del 14 marzo 2012, a firma del consigliere De Masi, “In merito alla richiesta di utilizzo della somma derivante dalle economie realizzate sugli interventi già ultimati da parte dell'A.T.E.R.P. di Crotone”

PRESIDENTE

Passiamo, adesso, all’interrogazione a risposta immediata numero 226 del 14 marzo 2012, a firma del consigliere De Masi, “In merito alla richiesta di utilizzo della somma derivante dalle economie realizzate sugli interventi già ultimati da parte dell'A.T.E.R.P. di Crotone” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

nel corso della seduta del Co.Re.Co.Co., tenutasi in data giovedì 13 ottobre 2011 presso la Sala Commissioni, sono stati sentiti i funzionari dellA.T.E.R.P. di Crotone;

in tale occasione i suddetti responsabili hanno illustrato, rispettivamente, la situazione patrimoniale e la situazione economica dellEnte facendo emergere, in particolare:

criticità in ordine alla condizione generale degli immobili;

ritardi nella riscossione dei canoni e nella preparazione delle graduatorie degli assegnatari;

questultima circostanza, tra laltro, ha incrementato il fenomeno delloccupazione abusiva degli alloggi;

malgrado le difficoltà economiche lEnte ha individuato dei residui derivanti da economie realizzate su interventi già ultimati;

tali economie ammontano ad €.6.685.738,93 e sono giacenti presso la Cassa Depositi e Prestiti;

lAzienda ha ripetutamente presentato richiesta alla Regione Calabria per essere autorizzata ad utilizzare legittimamente la sullodata somma;

nel corso dellaudizione de qua i citati funzionari hanno fatto presente che la somma di cui sopra è vincolata e, pertanto, destinata alledilizia residenziale pubblica;

gran parte del patrimonio dellAzienda è costituito da edifici realizzati in epoca antecedente allentrata in vigore della normativa in materia di tutela dellhandicap e di abbattimento delle barriere architettoniche;

tra gli assegnatari degli alloggi sono presenti sia portatori di handicap che persone anziane con ridotte capacità deambulatorie;

appare necessario adeguare gli edifici alle prescrizioni vigenti in materia, anche in virtù di numerose istanze pervenute presso gli uffici dellAzienda;

in particolare è stata fatta esplicita richiesta di effettuare lavori di manutenzione straordinaria e/o installazione di ascensori in edifici, così come individuati dai tecnici preposti;

la somma €.6.685.738,93 derivante dalle economie realizzate e giacente presso la Cassa Depositi e Prestiti sarebbe sufficiente ad affrontare i lavori di cui sopra;

tale somma è vincolata e, pertanto, destinata alledilizia residenziale pubblica;

non appare giustificato il ritardo da parte della Regione Calabria nel rilascio dellautorizzazione necessaria allA.T.E.R.P. di Crotone per l'utilizzo dellimporto di cui sopra, atteso che si tratta di fondi con finalità vincolata e destinati alledilizia residenziale pubblica -:

quali sono le ragioni giuridiche e sociali per cui la Regione non ha ancora provveduto ad assecondare le richieste dellATERP di Crotone per essere autorizzata ad utilizzare legittimamente la somma de qua, peraltro vincolata e, pertanto, destinata alledilizia residenziale pubblica;

se la Regione intenda adottare ogni iniziativa volta ad autorizzare lutilizzo, per le finalità individuate dallA.T.E.R.P. di Crotone, della somma €. 6.685.738,93, destinata esclusivamente a finanziamenti per interventi manutentivi su edifici di alledilizia residenziale pubblica e giacente presso la Cassa Depositi e Prestiti”.

L’assessore competente a rispondere non è presente in Aula.

(Interruzione)

Onorevole De Masi, vuole rinviarla alla prossima seduta? Anche perché si è già esaurita l’ora dedicata alle interrogazioni a risposta immediata.

(Interruzione)

L’assessore Gentile non è presente.

(Interruzione)

Inseriremo questa interrogazione al primo punto della prossima seduta di Consiglio. Concludiamo le interrogazioni a risposta immediata. Nella prossima seduta di Consiglio si ripartirà da questa interrogazione a risposta immediata, numero 226, e poi a seguire.

Esame Abbinato:

Progetto di legge numero 82/9^ di iniziativa del consigliere Giordano, recante: Norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico; Progetto di legge numero 153/9^ di iniziativa del consigliere Nucera, recante: “Disposizioni in favore dei soggetti con disturbi specifici di apprendimento”

(E' in discussione con riferimento ai Progetti di legge nn. 82/9^, 153/9^ un testo unificato: “Disposizioni in favore dei soggetti con disturbi specifici di apprendimento”)

PRESIDENTE

Il secondo punto all’ordine del giorno riguarda l’esame abbinato del progetto di legge numero 82/9^, di iniziativa del consigliere Giordano, recante: Norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico e del progetto di legge numero 153/9^ di iniziativa del consigliere Nucera, recante: “Disposizioni in favore dei soggetti con disturbi specifici di apprendimento”.

L’onorevole Salerno, relatore e Presidente della terza Commissione, ha facoltà di svolgere la relazione.

Nazzareno SALERNO, relatore

Grazie, Presidente, questo progetto di legge è stato approvato dalla terza Commissione alla unanimità e riguarda i soggetti affetti da disturbi specifici di apprendimento relativi alle attività scolastiche. In pratica, riguarda i bambini che non riescono ad apprendere lettura, scrittura e calcolo in modo altrettanto automatizzato come i loro coetanei.

Secondo la classificazione della Organizzazione mondiale della sanità sono classificati nella categoria “F-81” che comprende la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia.

Questo progetto di legge prevede interventi per prevenire queste situazioni di difficoltà affinché i soggetti con disturbi, comunque, si realizzino nella scuola, nel lavoro e nella formazione professionale.

La legge prevede l’erogazione di contributi a favore degli enti locali che segnalano la presenza di questi soggetti e che, in concreto, favoriscono le loro famiglie con l’acquisto degli strumenti previsti. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie onorevole Salerno.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Nucera. Ne ha facoltà.

Giovanni NUCERA

Presidente, intervengo brevemente soltanto per sottolineare l’importanza di questa legge sul piano complessivo delle politiche che dovremmo definire sociali, ma che sociali non sono; piuttosto, mi permetto di dire, delle politiche di integrazione.

I disturbi dell’apprendimento non sono malattie come comunemente si credeva o si pensava in passato, ma sono disturbi che possono benissimo essere recuperati con una attenta politica, quindi con il contributo del governo, delle autonomie locali e di tutti gli organismi preposti ad un recupero funzionale di tali disturbi per favorire la maggiore comprensione della lettura dei libri di testo, l’assimilazione delle regole aritmetiche, la maggiore comprensione anche dell’uso del linguaggio nella lettura.

In Calabria, badate bene,– ecco l’importanza dell’approvazione, oggi, di questa legge da parte del Consiglio regionale – c’è una fascia, che varia dal 4 al 6 per cento con picchi dell’8 per cento annui, di soggetti che presentano questi disturbi e che non hanno un sostegno reale al recupero degli stessi. Tali disturbi non riguardano soltanto i bambini in età scolare, come tradizionalmente si credeva nel passato, ma colpiscono sempre di più le fasce di persone più adulte anche di mezza età, cioè di una età più avanzata.

E’ una legge importante che non solo aiuta la famiglia, e che, quindi, guarda alla famiglia nella sua interezza e la integra in un discorso più ampio di sostegno, ma riguarda anche l’aiuto che noi possiamo dare alle scuole ricevendo, attraverso personale specializzato, quel servizio utile, indispensabile ed indifferibile che una società ordinata e normale, che guarda ai bisogni dell’uomo con una certa attenzione, deve fare.

E ancora di più la proposta di legge di per sé ha trovato quasi l’unanimità all’interno del Consiglio regionale e questo è un fatto importante che ci dimostra che, di fronte a problematiche serie quali quelle che afferiscono l’uomo, i suoi bisogni e le sue necessità, il Consiglio regionale si unisce votando alla unanimità provvedimenti importanti.

C’è qualche emendamento da illustrare e vedremo successivamente come fare. La proposta di legge ha la sua copertura finanziaria e ritengo che oggi il Consiglio possa segnare una tappa ed un passo importante sul piano di una politica di attenzione alla persona, una politica – come dicevo prima – per l’integrazione dell’individuo nella società, che guarda ai bisogni dell’uomo nella sua essenza e nella sua interezza. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.

Giuseppe GIORDANO

Grazie Presidente, voglio sottolineare l’importanza di una pagina anche storica che questo Consiglio regionale oggi può scrivere dando una risposta ad una parte della popolazione calabrese che, come diceva il collega Nucera, non necessariamente in età scolare, ha vissuto in condizione di disagio un disturbo che, invece, può essere affrontato attraverso quello che questa legge sancisce vale a dire una alleanza tra le istituzioni ma soprattutto tra la scuola e la famiglia; una alleanza che può creare condizioni nuove e forti per fa passare questi soggetti da un disturbo ad un accrescimento di potenzialità.

Questa legge ha avuto un percorso importante nelle Commissioni, in seconda Commissione, con le audizioni dei rappresentanti dell’Aid, Associazione italiana per la dislessia della Calabria e anche nazionale, che hanno fornito un contributo fondamentale e con l’apporto anche di un rappresentante del Comitato tecnico scientifico nazionale del Ministero della pubblica istruzione, in seno alla legge numero 170. Quindi, vi è stato un contributo diffuso ed un percorso partecipato e forte che ha prodotto un testo innovativo, che non comporta costi aggiuntivi per la sanità calabrese, che valorizza le risorse che sono state previste e spese in tutti questi anni, le ottimizza e crea dei punti qualificanti soprattutto perché mette in condizioni sia le Asp che le scuole di avviare dei percorsi di formazione degli operatori sanitari e scolastici. Un sistema innovativo nei confronti della diagnosi multidisciplinare che favorirà, all’interno delle Asp, una nuova metodologia che è stata inaugurata con un consesso scientifico di caratura internazionale, che è la Consensus conference del 2007, da cui ha avuto origine il percorso che ha portato prima alla legge nazionale numero 170 e oggi a questa legge regionale che ripeto fa della innovazione e della ottimizzazione delle risorse sia economiche che umane e di questa alleanza tra scuola e famiglia un punto di eccellenza.

Si parlava anche di interventi economici a costi invariati che introducono una formula innovativa che consente di alleviare i costi delle famiglie dei soggetti affetti da questi disturbi ossia il comodato d’uso che potrà essere concesso dalle scuole per quanto riguarda gli strumenti per le misure compensative. La proposta prevede, poi, la nomina del referente scolastico per i Dsa, cioè per i disturbi specifici dell’apprendimento che, quindi, sarà un filtro ed un collegamento forte tra la scuola e la famiglia. Ma voglio sottolineare soprattutto un’altra cosa ed è quella della possibilità di introdurre nei concorsi che saranno banditi dalla Regione e dagli enti sub-regionali, specifiche misure compensative per garantire pari opportunità a coloro i quali sono affetti da questi disturbi al fine di consentirgli di partecipare ai concorsi attraverso un provvedimento che sarà emanato dal dipartimento e dalla Giunta regionale.

È, pertanto, una legge innovativa che, ripeto, segna una pagina importante per la Calabria e per tutti coloro i quali sono affetti da questi disturbi.

Ci sono degli emendamenti che i proponenti della legge, cioè il sottoscritto e l’onorevole Nucera hanno presentato, e che sono degli emendamenti formali. Si tratta anche di un impegno che avevamo assunto davanti alla Commissione consiliare che riguarda una modifica all’articolo 3, comma 4, relativo alla formazione degli operatori sanitari.

PRESIDENTE

Onorevole Giordano, gli emendamenti saranno esaminati successivamente.

Giuseppe GIORDANO

Va bene, comunque sono tutti emendamenti che derivano dal percorso della proposta di legge nelle Commissioni, che qualificano la legge e chiariscono un aspetto importante che non interferisce con le questioni connesse al piano di rientro.

PRESIDENTE

Non ci sono altre richieste di intervento, pertanto, possiamo procedere con la votazione dell’articolato.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

All’articolo 3 è stato presentato l’emendamento protocollo numero 15750, a firma dei consiglieri Nucera e Giordano, che così recita: “Al comma 2, lettera d), dell’art. 3 sostituire la parola <individualizzati> con la seguente <personalizzati>”.

Prego, onorevole Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Presidente, questo emendamento – lo stavo dicendo prima – riguarda l’integrazione del comma 4 dell’articolo 3 che, nella formulazione originaria, prevedeva la formazione soltanto degli operatori socio-sanitari. Con questo emendamento si introduce la formazione anche degli operatori scolastici che è assicurata attraverso corsi di formazione gestiti dalle Università e dalle associazioni riconosciute dal Miur come enti formatori.

PRESIDENTE

Onorevole Giordano, mi riferivo all’emendamento protocollo numero 15750 che sostituisce le parole “individualizzati” con “personalizzati”.

Giuseppe GIORDANO

Chiedo scusa, Presidente, ho fatto confusione.

Questo emendamento è scaturito dall’audizione in Commissione dei rappresentanti dell’Aid e del Comitato tecnico scientifico. È solo una questione formale.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

Nazzareno SALERNO, relatore

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ approvato)

Sempre all’articolo 3 è stato presentato l’emendamento protocollo numero 15751, a firma dei consiglieri Nucera e Giordano, che così recita: “Al comma 3, lettera e), dell’articolo 3 sostituire le parole <piano individualizzato> con le seguenti <piano didattico personalizzato>”.

Giuseppe GIORDANO

Anche questa è una questione meramente formale.

PRESIDENTE

Parere del relatore? Favorevole.

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ approvato)

All’articolo 3 è stato presentato l’emendamento protocollo 15756, a firma dei consiglieri Nucera e Giordano, che così recita: “Alla fine del comma 4 dell’articolo 3, le parole <nell’ambito della programmazione annuale> sono aggiunte le seguenti <…mentre la formazione degli operatori scolastici è assicurata attraverso corsi di formazione gestiti dalle Università e dalle associazioni riconosciute dal Miur come enti formatori>”.

Questo emendamento è stato illustrato dall’onorevole Giordano nel suo intervento precedente.

Parere del relatore? Favorevole.

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 3.

(E’ approvato)

All’articolo 4 è stato presentato l’emendamento protocollo numero 15747, sempre a firma dei consiglieri Nucera e Giordano, che così recita: “L’articolo 4 è abrogato”.

Prego, onorevole Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Chiediamo l’abrogazione dell’articolo 4 in quanto l’impianto della legge e, quindi, le questioni che afferiscono al sistema sanitario regionale rimangono inalterate. Lo riteniamo opportuno per evitare qualsiasi tipo di problematica che possa scaturire da una interpretazione formale, mentre la sostanza della norma rimane inalterata così come rimangono inalterati i costi. Si propone l’abrogazione perché, comunque, per quanto riguarda la diagnosi, lo screening e tutto quello che afferisce ai servizi di neuropsichiatria infantile sono contenuti nei successivi articoli.

Non vorremmo che fosse interpretato come un costo aggiuntivo al sistema sanitario regionale, per cui se ne propone l’abrogazione.

Parere del relatore? Favorevole.

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ approvato)

L’articolo 4, quindi, è abrogato.

Pongo in votazione l’articolo 5 che poi sarà modificato in sede di coordinamento formale.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 6.

(E’ approvato)

All’articolo 7 è stato presentato l’emendamento protocollo numero 15748, sempre a firma dei consiglieri Nucera e Giordano, che così recita: “Il comma 2 dell’articolo 7 è abrogato”.

Prego, onorevole Salerno.

Nazzareno SALERNO, relatore

Presidente, per evitare di incorrere in difficoltà nell’applicazione della legge propongo un emendamento, quindi l’aggiunta di un altro comma che recita così: “Al contributo di cui al comma precedente” - a questo punto se verrà abrogato il comma 2 – “si farà fronte con i fondi di cui al successivo articolo 10”.

PRESIDENTE

Poi questo emendamento lo modifichiamo in coordinamento formale perché è probabilmente più indicato che si dica all’articolo 10, che quel finanziamento va anche a coprire l’articolo 7.

Magari lo possiamo votare con il coordinamento formale.

Pongo in votazione prima l’emendamento protocollo numero 15748 con il parere favorevole del relatore.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 7.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 8.

(E’ approvato)

All’articolo 9 è stato presentato l’emendamento protocollo numero 15752, a firma dei consiglieri Nucera e Giordano, che così recita: “Al comma 3, dell’articolo 9 dopo le parole <specifichi gli strumenti compensativi> aggiungere le seguenti <e le misure dispensative …>”.

Prego, onorevole Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Presidente qui è corretto aggiungere oltre “gli strumenti compensativi” anche “e le misure dispensative”; si tratta di una specificazione sostanziale ed opportuna.

PRESIDENTE

Parere del relatore? Favorevole.

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 9.

(E’ approvato)

All’articolo 10 è stato proposto l’emendamento protocollo numero 15755, sempre a firma dei consiglieri Giordano, Nucera, che così recita: “Al comma 1 dell’art. 10 sostituire <legge 29 settembre 2010, n. 170> con <legge 8 ottobre 2010, n. 170>”.

Prego, onorevole Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Presidente, questo emendamento viene ritirato perché riguardava la vecchia formulazione ed era solo per specificare la legge nazionale numero 170 dell’8 ottobre 2010 in luogo del 29 settembre 2010, ma era già stata corretta dalla Commissione, per cui ovviamente questo emendamento non ha ragion d’essere.

PRESIDENTE

L’emendamento è ritirato.

Pongo in votazione l’articolo 10 sempre con il coordinamento formale.

(E’ approvato)

Pongo in votazione la legge nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Pongo in votazione la richiesta di coordinamento formale.

(Il Consiglio approva)

Proposta di legge numero 305/9^ di iniziativa dei consiglieri Fedele, Dattolo, Bilardi, Serra, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale numero 47 del 23 dicembre 2011”

PRESIDENTE

Proseguiamo con il punto 3 all’ordine del giorno.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Imbalzano che su questo punto doveva fare una proposta. Ne ha facoltà.

Candeloro IMBALZANO, relatore

Credo che sul punto debbano fare una richiesta i relatori, gli onorevoli Dattolo e Fedele se sono in Aula.

PRESIDENTE

Allora siamo alla proposta di legge numero 305/9^ di iniziativa dei consiglieri Fedele, Dattolo, Bilardi, Serra, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale numero 47 del 23.12.2011”.

Prego, onorevole Fedele.

Luigi FEDELE

Presidente, avendo valutato bene questa proposta di legge ne proporrei il ritiro perché occorre fare degli aggiustamenti per rendere il testo più omogeneo.

PRESIDENTE

La proposta di legge, allora, viene rinviata in Commissione.

(Così resta stabilito)

Proposta di legge numero 287/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Abrogazione articolo 3, commi 1 e 2, della legge regionale 12 dicembre 2008, numero 40”

PRESIDENTE

Si passa al punto 4 all’ordine del giorno che riguarda la Proposta di legge numero 287/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Abrogazione articolo 3, commi 1 e 2, della legge regionale 12 dicembre 2008, numero 40”.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Pacenza. Ne ha facoltà.

Salvatore PACENZA

Grazie, Presidente, ho chiesto la parola per chiedere sia a lei che al relatore la possibilità di rinviare questo punto alla prossima seduta di Consiglio regionale perché ci sono degli emendamenti presentati sia dalla maggioranza che dalla minoranza che hanno necessità di essere coordinati fra loro per rendere un servizio migliore a questa proposta di legge. Grazie.

PRESIDENTE

Mentre la precedente proposta di legge viene rinviata in Commissione, questa proposta viene rinviata alla prossima seduta del Consiglio? Va bene. Possiamo, quindi, rinviare questo punto quattro alla prossima seduta.

(Così resta stabilito)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 145/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “ATERP – CROTONE – Rendiconto Consuntivo Esercizio Finanziario 2009”

PRESIDENTE

Il punto cinque all’ordine del giorno riguarda la Proposta di provvedimento amministrativo numero 145/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “ATERP – CROTONE – Rendiconto Consuntivo Esercizio Finanziario 2009”.

L’onorevole Imbalzano, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.

Candeloro IMBALZANO, relatore

Signor Presidente, onorevoli colleghi, nella seduta del 4 novembre 2011, la Commissione bilancio ha licenziato la proposta di provvedimento amministrativo relativa al rendiconto dell’Aterp di Crotone per l’esercizio finanziario 2009.

Il metodo di lavoro impiegato dalla Commissione per l’esame del rendiconto si è basato su un esame generale del documento contabile con particolare riferimento alle raccomandazioni, prescrizioni e osservazioni del collegio dei Revisori dei conti, dei dipartimenti regionali competenti e della Giunta regionale.

Il Collegio dei revisori in particolare ha espresso parere favorevole sull’approvazione del rendiconto osservando che, in primo luogo, la Regione ha nominato un commissario ad acta per risolvere la problematica della tripartizione legata alla scissione dello Iacp di Catanzaro. In secondo luogo, con riferimento allo stato della morosità dell’azienda, si è stabilizzato l’effetto delle leggi regionali sui condoni che sono stati pienamente utilizzati dall’ente i cui incassi di rateizzazione hanno subito un rallentamento a causa delle verifiche reddituali con conseguente adeguamento dei canoni.

Il Collegio, ancora, ha raccomandato che l’azienda deve continuare il recupero e la regolarizzazione delle morosità dei canoni di locazione ponendo in essere ogni azione che consenta di effettuare riscontri con dati certi anche per i periodi antecedenti all’anno 2003.

I dipartimenti regionali competenti, lavori pubblici e bilancio, hanno condiviso le osservazioni del Collegio dei revisori ed hanno evidenziato la persistenza della problematica della tripartizione delle morosità che impattano in maniera determinante sul bilancio dell’ente.

Su questi temi in sede di Commissione bilancio è stato audito il direttore amministrativo dell’Aterp di Crotone, dottor De Lorenzo, il quale, dopo aver dichiarato che, allo stato attuale, l’effettiva morosità dell’ente è pari a euro 750 mila, sul problema della tripartizione ha riferito che, sebbene la Regione Calabria abbia nominato un commissario ad acta, è ancora aperto un contenzioso relativo alla ripartizione dei debiti tra le Aterp di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia.

Ha, inoltre, assicurato che l’azienda sta ponendo in essere tutte le azioni necessarie per tamponare le situazioni di difficoltà in cui versa.

Si tratta, quindi, di segnali positivi ed incoraggianti che possono rappresentare la premessa per un regolare e corretto futuro funzionamento dell’ente in modo che possa espletare al meglio le attività per le quali è preposto.

La Commissione, quindi, in conclusione ha espresso le proprie favorevoli determinazioni sul documento contabile facendo proprie le prescrizioni indicate nella delibera della Giunta regionale, le osservazioni e le raccomandazioni del Collegio dei revisori, del dipartimento bilancio, del dipartimento lavori pubblici e soprattutto le assicurazioni del rappresentante dell’Aterp sopra accennate.

PRESIDENTE

Grazie all’onorevole Imbalzano per la relazione.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Censore. Ne ha facoltà.

Bruno CENSORE

Presidente, su questa problematica voglio riportare una discussione avvenuta in Commissione bilancio, in parte condivisa con i colleghi della maggioranza, che si presenta ogni volta che in Commissione siamo chiamati ad approvare i bilanci preventivi o consuntivi delle Aterp calabresi.

Ogni volta ci troviamo di fronte a relazioni dei Collegi dei revisori che approvano i bilanci con molte prescrizioni. Il Presidente della Commissione bilancio, onorevole Imbalzano, ne faceva riferimento nella sua relazione precisa e puntuale.

Dicevo di bilanci approvati con prescrizioni perché le Aterp hanno molte difficoltà: difficoltà a riscuotere i canoni, difficoltà a costruire alloggi perché non ricevono più finanziamenti e difficoltà a fare la manutenzione degli immobili perché non ci sono risorse e le uniche di cui vivono oggi sono i canoni di locazione. Quindi, siamo di fronte a degli enti che sono paralizzati, che vivono alla giornata e che hanno difficoltà ad andare avanti.

Poiché nella precedente legislatura non si è avuta la capacità di effettuare una vera riforma di questi enti, all’inizio di questa la maggioranza si era impegnata a riformare e rimodulare questi enti che vivono in una situazione di difficoltà anche perché c’è un problema relativo alla tripartizione del patrimonio che ancora non è risolto.

Oltre a questo, c’è il problema dei residui e, quindi, siamo di fronte a bilanci che rasentano la liceità dal punto di vista amministrativo.

Perché ho fatto questo discorso? Perché come classe dirigente di questa Regione auspicavo che la mia fosse una Regione più snella e dinamica, una Regione che osasse di più e che mettesse da parte le esigenze elettorali e della clientela e si avviasse verso una strada nuova.

La riforma delle Aterp, secondo me, non è più rinviabile. Occorre avere coraggio per portarla avanti, altrimenti ogni volta, stancamente, dovremo approvare bilanci preventivi e rendiconti che rappresentano una situazione sempre più negativa, sempre più difficile e, quindi, poco funzionale rispetto a quello che l’odierna situazione economica richiede.

Per questo, poiché nel vostro programma elettorale, nei vostri impegni c’è quello di riformare tali enti e, in ultimo, nel bilancio, nella finanziaria che abbiamo approvato a dicembre avete scritto che metterete mano ad una riforma epocale che riguarda tutti gli enti strumentali e partecipati di questa Regione, abbiate il coraggio di farlo perché enti come questi non servono né ai cittadini, che sono utilizzatori di questi immobili, una fascia di cittadini che vivono una situazione di disagio sociale né è utile alla Calabria che noi vogliamo. Grazie.

PRESIDENTE

Pongo in votazione il bilancio consuntivo dell’Aterp di Crotone.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 153/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Azienda Calabria Lavoro – Approvazione Rendiconto generale relativo all'esercizio finanziario 2010”

PRESIDENTE

Si passa alla proposta di provvedimento amministrativo numero 153/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Azienda Calabria Lavoro – Approvazione Rendiconto generale relativo all'esercizio finanziario 2010”.

L’onorevole Imbalzano, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.

Candeloro IMBALZANO, relatore

Signor Presidente, onorevoli colleghi, nella seduta del 9 febbraio la Commissione bilancio, da me presieduta, ha licenziato la Proposta di provvedimento amministrativo numero 153/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Azienda Calabria Lavoro – Approvazione Rendiconto generale relativo all'esercizio finanziario 2010”.

La Commissione, anche in questo caso, ha utilizzato un metodo di lavoro rigoroso per l’esame del documento approfondendo le raccomandazioni e le prescrizioni del Collegio dei revisori dei conti, dei dipartimenti regionali competenti e della Giunta regionale.

Ovviamente la Commissione ha fatto proprie queste raccomandazioni e prescrizioni ai fini dell’approvazione del documento.

In primo luogo dalla lettura degli allegati emerge il parere favorevole del Collegio dei revisori all’approvazione del rendiconto con raccomandazione all’ente di richiedere annualmente, al competente dipartimento regionale, lo stanziamento di tutte le somme necessarie per il normale funzionamento.

Il dipartimento bilancio, da parte sua, ha prescritto all’azienda di verificare l’effettiva sussistenza dei residui attivi iscritti in bilancio a fronte del decreto dirigenziale 23406 del 2009.

Sotto il profilo gestionale l’azienda chiude l’esercizio 2010 con un avanzo di amministrazione pari a poco più di 1 milione 800 mila euro circa.

Si tratta, ovviamente, di un dato importante che riassume il positivo andamento della gestione finanziaria dell’ente.

Sul fronte delle entrate l’ente ha incrementato il volume delle risorse di circa 5 milioni di euro, rispetto alle previsioni, per effetto di maggiori trasferimenti e contributi da parte della Commissione europea.

In Commissione è stato audito il commissario dell’azienda, avvocato Melissari, che ha delineato la strada che l’ente sta percorrendo per garantire il corretto e regolare svolgimento delle attività.

In particolare si sta procedendo alla razionalizzazione delle spese di elevata entità. E’ stata definita una nuova mission e una nuova visione strategica. E’ stata avviata una riorganizzazione dell’azienda sotto diversi profili come quello della sicurezza sui luoghi di lavoro e sono state impegnate risorse per finanziare progetti importanti come quelli sull’orientamento al lavoro e all’assistenza tecnica.

Si tratta di segnali positivi è incoraggianti che confermano le statistiche del Formez in cui si inserisce l’Azienda Calabria lavoro tra le prime tre aziende in Italia che sono attive nel campo della ricerca sul mercato del lavoro.

PRESIDENTE

Grazie all’onorevole Imbalzano. Nessuno chiede di intervenire pongo in votazione il bilancio consuntivo 2010 di Azienda Calabria Lavoro”.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 154/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “A.R.P.A.CAL. – CATANZARO – Rendiconto Generale Esercizio Finanziario 2006”

PRESIDENTE

Si passa al punto 7 all’ordine del giorno che recita proposta di provvedimento amministrativo numero 154/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “A.R.P.A.CAL. – CATANZARO – Rendiconto Generale Esercizio Finanziario 2006”.

L’onorevole Imbalzano, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.

Candeloro IMBALZANO, relatore

Signor Presidente, onorevoli colleghi, nella seduta del 9 febbraio la Commissione bilancio ha licenziato le Proposte di provvedimento amministrativo relative ai rendiconti dell’Arpacal di Catanzaro per gli anni 2006, 2007 e 2009. Stiamo, ora, esaminando il rendiconto relativo all’anno 2006.

Preliminarmente la Commissione ha mosso severe critiche per i ritardi con cui sono stati presentati i rendiconti dei tre anni atteso che gli stessi erano stati esaminati dal Collegio dei revisori dei conti e dai commissari degli enti in epoca immediatamente successiva alle rispettive scadenze.

Su questi e su altri temi sono stati auditi i rappresentanti dell’Ente, la dottoressa Santagati che è il commissario e il dirigente del settore risorse dottore Giuliano che hanno fornito importanti delucidazioni in ordine alla struttura organizzativa e all’andamento della gestione dell’agenzia.

In particolare il commissario, dottoressa Santagati, ha assicurato che si è proceduto alla istituzione e all’aggiornamento del libro dei cespiti ammortizzabili, dell’inventario dei beni mobili ed immobili e del conto del patrimonio, le cui assenze sono state riscontrate dal Collegio dei revisori e dal dipartimento bilancio.

Inoltre ci è stato chiarito che l’Agenzia ha avviato la predisposizione del sistema di contabilità economica-patrimoniale affiancandola a quella finanziaria come previsto dall’articolo 39, punto 17 del regolamento dell’ente, ponendosi in linearità anche con le disposizioni contenute nel decreto legislativo 118/2011 sulla armonizzazione dei sistemi contabili degli enti pubblici.

Si tratta, quindi, di segnali positivi ed incoraggianti che possono rappresentare la premessa per un regolare e corretto futuro funzionamento dell’ente.

La Commissione ha espresso le proprie favorevoli determinazioni sul rendiconto 2006 formulando rispetto a quelle già fatte dal Collegio dei revisori dei conti e della Giunta, ulteriori raccomandazioni in aggiunta, anche, a quelle del dipartimento bilancio oltre alle assicurazioni dei rappresentanti dell’Arpacal di cui dicevo poc’anzi.

Per quanto riguarda il consuntivo 2006 sia il Collegio dei revisori che il dipartimento bilancio hanno messo in luce l’assenza di un inventario analitico dei beni immobili e mobili nel libro cespiti ammortizzabili e di una contabilità economica-patrimoniale per centri di costo come prescritto dall’articolo 39 precedentemente citato.

Il Collegio ha inoltre raccomandato agli amministratori pro-tempore di migliorare la capacità di previsione finanziaria basandosi sul trend storico e sulle manovre concretamente attuabili ritenendo opportuno programmare gli interventi in relazione alle concrete possibilità di finanziamento oltre che alle capacità operative della struttura interna dell’Agenzia.

La Commissione bilancio, in conclusione, ha fatto proprie le prescrizioni indicate nella delibera della Giunta regionale, le osservazioni e le raccomandazioni del Collegio dei revisori e dal dipartimento bilancio, le rassicurazioni dei rappresentanti dell’Arpacal oltre a formulare le seguenti ulteriori raccomandazioni: di proseguire il lavoro di ristrutturazione finanziaria riducendo il numero delle posizioni dirigenziali attualmente anomalo rispetto alla dotazione complessiva del personale privilegiando le posizioni tecnico-specialistiche che si occupano dello svolgimento dell’attività dell’ente, di orientare prioritariamente il processo di ristrutturazione e di contenimento delle spese con la riduzione dell’outsorcing data la forte incidenza che esso assume sulla gestione dell’ente.

Di redigere, infine, un conto del patrimonio in piena aderenza con le vigenti norme in materia di contabilità.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Censore. Ne ha facoltà.

Bruno CENSORE

Sulla questione dell’Arpacal voglio fare un ragionamento anche alla luce delle cose che diceva il Presidente della Commissione, onorevole Imbalzano, a cui, per la verità, debbo dar atto che riporta fedelmente quanto in Commissione viene discusso e chiaramente anche le questioni che magari a qualcuno non piace sentire.

Abbiamo votato contro questi rendiconti anche se riguardano una gestione che ci interessa, la gestione del centro-sinistra.

Abbiamo votato contro perché a nostro avviso, sinceramente, non va bene come questa azienda è stata gestita in passato e come è gestita adesso.

Questa azienda, intanto, deve superare questa fase commissariale che è infinita e quindi bisogna cercare di dare alla stessa la stabilità necessaria. Non si può fare di questa azienda carne di macello nel senso che nella scorsa legislatura, in un anno, sono state assunte quasi 100 persone mentre adesso si esce fuori con la storia che mancano le figure tecniche e che quindi si vuol aprire a nuovi concorsi in una azienda sofferente dal punto di vista economico finanziario proprio per la questione relativa ad un esubero di personale, il carico del personale chiaramente incide tanto sui bilanci.

Siamo di fronte ad un Ente importante che esiste in tutte le regioni. Un Ente che a questo punto non è preparato a fronteggiare il rischio ambientale, a monitorare la qualità del mare, la qualità dell’aria. Non ha ancora i laboratori accreditati e quindi la situazione dell’Arpacal, prima che sia tardi, va affrontata a 360 gradi, e anzi, proporremo un ordine del giorno affinché la questione sia sviscerata e discussa a 360 gradi perché non vogliamo che questa azienda faccia la fine di tante altre partecipate o strumentali della Regione Calabria che sono finite come sono finite, cioè decotte tra un mare di debiti, tra un surplus di personale. Alcune di queste sono state poste in stato di liquidazione che si protrae da anni

Quindi è un film che conosciamo e che abbiamo già visto. Chiediamo una discussione perché ci sia l’accreditamento dei laboratori, perché c’è l’assenza di un coordinamento per quanto riguarda la gestione delle emergenze ambientali, questa è una cosa molto seria sulla quale come gruppo del Partito democratico ritorneremo.

E’ un’azienda che va riportata a normalità, perché non è possibile che in Commissione o oggi, in Aula, arrivino dei consuntivi che sono relativi agli anni 2006, 2007, 2008… ma perché in una Regione normale le cose non devono avvenire in maniera normale? Magari con sei mesi o un anno di ritardo? Noi approviamo bilanci con ritardi enormi e guarda caso con avanzi esponenziali.

L’avanzo esponenziale di un bilancio è indice – e lo dico io da commercialista – non di buona ma di pessima amministrazione.

Su questo punto votiamo in maniera contraria ma chiaramente come gruppo torneremo con un ordine del giorno ad hoc .Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Salerno. Ne ha facoltà.

Nazzareno SALERNO

Non volevo intervenire, sinceramente, ma va anche puntualizzata una sottigliezza di carattere politico.

Noi oggi ci troviamo ad approvare dei bilanci di una gestione che non appartiene a questa maggioranza.

(Interruzione)

Non l’ho interrotta, per cortesia.

Oggi qui in Aula devo assistere all’intervento di un collega consigliere di minoranza che snobba quella gestione e la maggioranza, oggi, la deve approvare per senso di responsabilità. Questo è un fatto molto importante e delicato anche perché sulla stampa spesso leggiamo dichiarazioni critiche da parte della minoranza sulla maggioranza riguardo alle azioni di buona amministrazione quotidiana che compie e, se mi consente, questo non lo accetto.

Sono un consigliere che è stato eletto in questa legislatura ma faccio parte di una squadra che fa riferimento al Governatore Scopelliti, che in questa legislatura sta rivoluzionando la gestione della Regione Calabria.

Bisogna, quindi, dar atto ancora una volta al fallimento della gestione Loiero. Grazie.

PRESIDENTE

Vuole intervenire per replicare? Prego.

Bruno CENSORE

Il collega Salerno doveva ascoltare meglio perché quando uno ascolta meglio è più erudito nel controbattere…

(Interruzione)

Non ti innervosire…

PRESIDENTE

Pongo in votazione la proposta di provvedimento amministrativo numero 154/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “A.R.P.A.CAL. – CATANZARO – Rendiconto Generale Esercizio Finanziario 2006”.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 155/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “A.R.P.A.CAL. – CATANZARO – Rendiconto Generale Esercizio Finanziario 2007”

PRESIDENTE

Si passa al punto numero 8 all’ordine del giorno che recita proposta di provvedimento amministrativo numero 155/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “A.R.P.A.CAL. – CATANZARO – Rendiconto Generale Esercizio Finanziario 2007”.

Prego, onorevole Imbalzano, ha facoltà di svolgere la relazione.

Candeloro IMBALZANO, relatore

Signor Presidente, onorevoli colleghi, non ripeterò le considerazioni anche di carattere generale che ho fatto poc’anzi sul rendiconto dell’Arpacal 2006 che ritengo per acquisite.

Voglio solo ribadire le severe critiche che come Commissione abbiamo rivolto per il ritardo con cui sono stati presentati questi rendiconti dei tre anni proprio perché – come ho già detto qualche minuto fa – erano rendiconti che erano stati esaminati dal Collegio dei revisori in epoca immediatamente successiva alle rispettive scadenze.

Per quanto riguarda il consuntivo 2007 la Commissione ha esaminato, ha riflettuto ed ha approfondito soprattutto le raccomandazioni e le prescrizioni anche in questo caso fatte dal Collegio dei revisori, dai dipartimenti bilancio e ambiente e le assicurazioni che ci ha dato la dottoressa Santagati in sede di audizione.

La Commissione ovviamente ha sottolineato in particolare alcune gravi criticità che sono l’assenza di un inventario autentico ed analitico dei beni mobili ed immobili, del libro dei cespiti ammortizzabili e di una contabilità economico-patrimoniale per centri di costo come previsto dall’articolo 39 del regolamento dell’ente.

Il Collegio aveva raccomandato agli amministratori di migliorare la capacità di previsione finanziaria basandosi sul trend storico e sulla manovra concretamente attuabile ritenendo opportuno programmare gli interventi in relazione alle concrete possibilità di finanziamento oltre che alla capacità operativa della struttura interna dell’agenzia.

Questo perché sono stati rilevati degli scostamenti eccessivi tra previsioni e consuntivo 2007.

La Commissione quindi in definitiva ha fatto proprie le prescrizioni dei revisori, del dipartimento bilancio, le assicurazioni dei rappresentanti dell’Arpacal ma ha formulato ulteriori raccomandazioni.

In particolare le raccomandazioni di proseguire il lavoro di ristrutturazione organizzativa dell’ente riducendo il numero delle posizioni dirigenziali attualmente anomalo rispetto alla dotazione complessiva del personale privilegiando soprattutto le posizioni tecnico-specialistiche, di orientare sempre e prioritariamente il processo di ristrutturazione e di contenimento delle spese riducendo le spese di appalto esterno di servizi, di regolarizzare in questo caso le partite di giro con la corrispondenza tra il valore delle somme accertate e quello delle spese impegnate e di verificare la sussistenza dei residui attivi relativi agli esercizi 2001 e 2002 soprattutto sul capitolo di entrata 2402001, 61010001 e 61020002, infine, di redigere un conto del patrimonio in piena aderenza con le vigenti norme in materia di contabilità.

PRESIDENTE

Nessuno chiede di parlare pongo in votazione la Proposta di provvedimento amministrativo numero 155/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “A.R.P.A.CAL. – CATANZARO – Rendiconto Generale Esercizio Finanziario 2007”.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 156/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “A.R.P.A.CAL. – CATANZARO – Rendiconto Generale Esercizio Finanziario 2008”

PRESIDENTE

Si passa alla proposta di provvedimento amministrativo numero 156/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “A.R.P.A.CAL. – CATANZARO – Rendiconto Generale Esercizio Finanziario 2008”.

Prego, onorevole Imbalzano, ha facoltà di svolgere la relazione.

Candeloro IMBALZANO, relatore

Signor Presidente, onorevoli colleghi, anche per questo documento contabile non ripeterò, perché le do per acquisite, tutte le critiche e le osservazioni che sono state formulate dalla Commissione per i bilanci consuntivi dei due anni precedenti.

In questo caso sono state, in particolare, sottolineate alcune questioni sollevate dal Collegio dei revisori e dal dipartimento bilancio che hanno rilevato l’assenza di un inventario analitico dei beni mobili ed immobili, del libro dei cespiti ammortizzabili, e di una contabilità economico-patrimoniale per centri di costo come previsto dall’articolo 39, punto 17 del regolamento dell’ente.

La Commissione quindi ha fatto proprie le prescrizioni indicate nella delibera di Giunta regionale, le osservazioni e le raccomandazioni del Collegio dei revisori, del dipartimento bilancio e le assicurazioni del commissario Arpacal formulando alcune raccomandazioni specifiche su questo documento contabile e cioè, anche in questo caso, di proseguire il lavoro di ristrutturazione organizzativa dell’ente che al momento presenta anomalie rispetto alla dotazione complessiva del personale e anche in questo caso di privilegiare soprattutto le posizioni tecniche, di orientare il processo di ristrutturazione e di contenimento delle spese verso la riduzione di appalti esterni data la forte incidenza che assume sulla gestione dell’ente. Di redigere, finalmente un conto del patrimonio in piena aderenza con le vigenti norme in materia di contabilità.

Presidenza del Vicepresidente Alessandro Nicolò

PRESIDENTE

Nessuno chiede di parlare pongo in votazione la Proposta di provvedimento amministrativo numero 156/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “A.R.P.A.CAL. – CATANZARO – Rendiconto Generale Esercizio Finanziario 2008”.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Proposta di provvedimento amministrativo n. 159/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: "Legge regionale n. 15/03 e n. 15/08 del 13.06.2008. Modifica e Approvazione Statuti Fondazioni Regionali – Minoranze Linguistiche"

PRESIDENTE

Si passa al punto 10 all’ordine del giorno che recita proposta di provvedimento amministrativo n. 159/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: "Legge regionale n. 15/03 e n. 15/08 del 13.06.2008. Modifica e Approvazione Statuti Fondazioni Regionali – Minoranze Linguistiche".

L’onorevole Salerno, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.

Nazzareno SALERNO, relatore

Presidente, in pratica, questo provvedimento riguarda le minoranze linguistiche, quindi la tutela della lingua e del patrimonio culturale.

Riguarda i tre istituti che erano stati previsti già dalla legge regionale 30 ottobre 2003, numero 15.

Successivamente questi istituti sono stati trasformati in fondazione con delibera della Giunta regionale del 13 gennaio 2010, approvandone i relativi statuti che però sono risultati in contrasto con la normativa vigente in materia.

Con questo provvedimento amministrativo, in pratica, vengono adeguati gli statuti di queste tre fondazioni per quanto riguarda le minoranze linguistiche. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe, capogruppo del Pd. Ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

Presidente, abbiamo qualche perplessità su due aspetti dello schema di fondazione che è stato approvato dalla Giunta.

La prima perplessità è all’ultimo capoverso dell’articolo 4 laddove si dice che “la fondazione costituisce organismo in house della Regione Calabria”.

Sinceramente vorremmo capire perché per le fondazioni che attengono gli istituti delle minoranze linguistiche si debba ricorrere ad un organismo in house quando c’è una legge sulle fondazioni che normalmente prevede la presentazione di appositi programmi che poi la Giunta verifica e a cui, naturalmente, attribuisce i relativi fondi.

In questo caso mi pare che ci siano pure fondi europei. C’è stata anche una polemica al riguardo e quindi sotto il profilo dei fondi si può fare di più perché si tratta di fondazioni che sono radicate in parti importanti dei nostri territori.

Ma l’aspetto che debba essere in house mi pare attribuisca un potere troppo discrezionale alla Presidenza e alla Giunta regionale.

Se si aggiunge, illustre relatore, la composizione del consiglio di amministrazione previsto dall’articolo 9 mi pare che i conti tornino, per la maggioranza, naturalmente.

Nel senso che il Consiglio è costituito da 5 membri. Uno, il Presidente, è designato dall’illustre assessore alla cultura che non vedo tra i banchi, poi c’è un altro membro che viene designato sempre dall’assessore alla cultura o dalle minoranze linguistiche, e siamo a due su cinque.

Insomma il professore Caligiuri dimostra di esser famelico sotto questo profilo.

Di questi tempi, voglio dire, anche l’assunzione di sostanze digestive può aumentare il deficit della sanità. Attraverso la Sua siamo riusciti a far registrare un certo risparmio in materia farmaceutica.

Non vorrei che poi dovessimo somministrare tonnellate di digestivi.

E questa indigestione di nomine finisce nella previsione che il terzo membro su 5 è rappresentato dal dirigente del settore competente, quindi da un dirigente della Regione che dipende dall’assessore alla cultura.

Ora non siamo abituati, in particolare chi parla, a volte i miei colleghi che sono più “muscolari” mi sfottono dicendo che amo un confronto di opposizione costruttiva per una vecchia abitudine, a digerire le cose sotto il profilo di capacità di governo delle questioni e dei problemi. Ma mi sembra che ci sia una esagerazione tanto più, vedete, ricordo che ci sono i comuni cosentini arbereshe che sono parecchi, c’è la parte dell’Arberia che racchiude cinque-sei comuni: San Demetrio, San Cosma e Damiano, San Giorgio, Falconara, San Benedetto Ullano, Civita, San Basile, Acquaformosa, per l’amor di Dio, dove abbiamo un sindaco effervescente.

Mi sembra eccessivamente riduttivo che i comuni, in questo caso, abbiano un solo rappresentante.

Cioè questi comuni e vale anche per i comuni grecanici e per gli occitani si debbono riunire e nominare un solo rappresentante mentre l’assessore Caligiuri rischia questa grande indigestione.

Allora, onorevole Salerno, la nostra proposta è che il provvedimento ritorni in Commissione. Che sia valutato in modo più adeguato l’aspetto dell’organismo in house che non ci convince perché anche gli occitani, gli arbereshe ed i grecanici ci devono far la cortesia di porre in essere dei programmi che devono essere esaminati e dirci cosa vogliono fare per valorizzare queste culture che rappresentano una ricchezza nel panorama calabrese.

E poi va modificata la rappresentanza. Quanto meno va aumentato il numero dei sindaci e questo vale certamente per gli arbereshe che sono molti, ma insomma il povero Caligiuri alleggeriamolo un po’. Chiedo quindi che in Commissione si trovi un po’ il modo per arrivare a qualcosa che sia più equilibrato sotto il profilo democratico.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Talarico Domenico. Ne ha facoltà.

Domenico TALARICO

Signor Presidente, in realtà la proposta che viene presentata in Consiglio si configura più che come una fondazione come un ennesimo ufficio della Regione Calabria. Anzi, addirittura, la trasformazione nella ennesima società in house, starei per dire l’ennesimo carrozzone, utilizzando una materia delicata e complessa quale è quella delle minoranze linguistiche su cui avete dato prova nei mesi scorsi di grande capacità di prestigio, decuplicando, addirittura i numeri delle minoranze grecaniche nella provincia di Reggio Calabria facendo diventare parlanti del grecanico persino i cittadini di Reggio Calabria.

Per le cose che ha detto l’onorevole Principe e per quello che è contenuto in questo Statuto sono fermamente contrario all’approvazione in Aula di questo testo. Suggerirei alla maggioranza una più attenta lettura perché così com’è lo strumento che ci proponete, in realtà, è una sorta di “protesi” dell’assessore regionale alla cultura Caligiuri e non riconosce, invece, la libera iniziativa, la ricerca, l’organizzazione autonoma e propria di una qualsiasi fondazione culturale quale è quella che doveva esser qui proposta in Consiglio.

Pertanto, il mio suggerimento è di rivedere questo Statuto, eliminare le nefandezze in esso contenute e riproporre un testo che sia più democratico e più plurale nella parte gestionale e che, soprattutto, non si configuri come l’ennesimo braccio secolare della Giunta regionale che tende progressivamente, senza alcun contenimento, a creare nuovi organismi per finalità spesso improprie e certamente non coerenti rispetto a quelle contenute nella premessa come è il caso dello Statuto della fondazione delle minoranze linguistiche della Regione Calabria. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Tripodi. Ne ha facoltà.

Pasquale Maria TRIPODI

Presidente, intervengo per ribadire un concetto fondamentale nello spirito della legge che abbiamo approvato con l’allora Presidenza del Presidente Fedele insieme all’assessore Zavettieri.

La finalità e lo scopo della legge, da allora, erano di dare dignità ad un certo mondo, quello delle minoranze linguistiche, e dare alle minoranze stesse la gestione del mondo che gli apparteneva. Questo valeva per gli arbereshe, per gli occitani e tanto più valeva per i greci di Calabria.

Ognuna di queste isole linguistiche, chiamiamole in questo modo, ha una sua specificità che è diversa e differente. La diversità è anche non solo dal punto di vista culturale ma anche dal punto di vista gestionale. Non sono un avvocato, Presidente, ma le vorrei sottoporre alcune discrasie che vedo nella legge.

Quando – a parte le osservazioni fatte dai colleghi Principe e Talarico che condivido – parliamo di una fondazione che deve provvedere affinché abbia il riconoscimento di un istituto di diritto privato e lo diciamo all’articolo 14 o 15, vorrei capire quale dovrebbe essere la finalità della fondazione in house.

Perché una fondazione in house, per come viene presentata, è partecipata interamente dalla Regione Calabria, in prima battuta. Questo significa che, poi, nell’orientamento che la normativa prevede andiamo incontro ad una serie di criticità che abbiamo non solo nella gestione ma anche e soprattutto nell’orientamento volto a fare in modo che queste comunità possano avere una propria dimensione nel panorama culturale nazionale ma anche in quello europeo e internazionale.

Per questo chiedo alla maggioranza di rinviare questa legge e di rivedere perlomeno i principi con cui dobbiamo affrontare una problematica che vede attori e protagonisti del loro destino le nostre comunità.

Quindi mi rivolgo, soprattutto, ai capigruppo di maggioranza affinché facciano questa valutazione. Rinviamo alla prossima seduta l’approvazione della legge con i correttivi che riteniamo utili, necessari ed indispensabili affinché si possa approvare una legge che dia a queste comunità la possibilità di autodeterminarsi.

PRESIDENTE

Non è una legge, è un provvedimento amministrativo che contiene Statuti, onorevole Tripodi, di questo stiamo parlando.

Prego, onorevole Salerno.

Nazzareno SALERNO, relatore

Alla luce di quanto detto e sollevato dall’onorevole Principe chiedo per cinque minuti una sospensione della seduta giusto per approfondire meglio.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la proposta dell’onorevole Salerno.

(Il Consiglio approva)

La seduta è sospesa.

La seduta sospesa alle 15,09 è ripresa alle 15,29

PRESIDENTE

La seduta riprende.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Fedele. Ne ha facoltà.

Luigi FEDELE

Grazie, Presidente, nella breve sospensione, ci siamo consultati con i capigruppo e con i colleghi della opposizione, e abbiamo trovato, quasi, una soluzione per migliorare un po’ il testo.

Proporrei quindi di riportare il provvedimento in Commissione e riproporlo all’ordine del giorno della prima seduta utile di Consiglio, subito dopo quello odierna.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Talarico. Ne ha facoltà.

Domenico TALARICO

Vorrei solo sapere in quale sede si è deciso questo, Presidente.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la proposta dell’onorevole Fedele.

(Il Consiglio approva)

(Così resta stabilito)

(Interruzione)

Proposta di legge numero 258/9^ di iniziativa del consigliere Bilardi, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale numero 28 del 22 novembre 2010”

PRESIDENTE

E’stata inserita all’ordine del giorno ai sensi dell’articolo 42 del Regolamento, voluta dall’onorevole Bilardi, la proposta di legge numero 258/9^ di iniziativa del consigliere Bilardi, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale numero 28 del 22 novembre 2010”.

L’onorevole Bilardi ha facoltà di svolgere la relazione.

Giovanni Emanuele BILARDI, relatore

Presidente, con questa proposta di legge si apportano alcune modifiche alla legge regionale numero 28 del 22 novembre 2010.

Relativamente alla Commissione regionale per lo sport prevista dall’articolo 9 della suddetta legge si modifica il comma 5 stabilendo che i rappresentanti previsti dall’articolo 9, comma 3, siano nominati dalla Giunta regionale a seguito di avviso pubblico.

Nell’articolo 15 viene modificato il comma 2 inserendo, tra i comitati provinciali e regionali, anche le discipline sportive associate.

Con la modificazione del comma 4 dell’articolo 16 si prevede l’introduzione dei comitati periferici delle federazioni sportive nazionali e delle discipline sportive associate.

PRESIDENTE

Non ci sono interventi, pongo in votazione l’articolato.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione la proposta di legge numero 258/9^.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Prego, onorevole Fedele.

Luigi FEDELE

Presidente, è stato presentato un ordine del giorno che riguarda la proposta di legge numero 321/9^ firmata dai consiglieri di maggioranza e di opposizione che riguarda l’area di Gioia Tauro. Ne proporrei l’inserimento all’ordine del giorno e poi la votazione della proposta di legge.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la richiesta dell’onorevole Fedele d’inserimento all’ordine del giorno della proposta di legge numero 321/9^.

(Il Consiglio approva)

Prego, onorevole De Gaetano.

Antonino DE GAETANO

Presidente, anche io chiedo l’inserimento all’ordine del giorno di una mozione che riguarda la vertenza dei lavoratori dell’ex Sial Spa.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la richiesta dell’onorevole De Gaetano di inserimento all’ordine del giorno della mozione.

(Il Consiglio approva)

Proposta di legge numero 321/9^ di iniziativa dei consiglieri Fedele, Bova, Principe, Giordano, Bilardi, Serra, Tripodi, recante: “Modifiche all’articolo 47 della legge regionale numero 47 del 23 dicembre 2011”

PRESIDENTE

Passa quindi alla proposta di legge numero 321/9^ di iniziativa dei consiglieri Fedele, Bova, Principe, Giordano, Bilardi, Serra, recante: “Modifiche all’articolo 47 della legge regionale numero 47 del 23 dicembre 2011”.

Prego, onorevole Fedele. Ne ha facoltà.

Luigi FEDELE, relatore

Presidente, si tratta di una proposta di legge di modifica al collegato della manovra finanziaria che abbiamo fatto qualche mese fa e che introduceva un sistema di incentivazione per lo sviluppo dell’area di Gioia Tauro.

Proprio per questo vi è stata questa modifica che consente di poter utilizzare quei fondi che il Consiglio aveva inserito e che non sono pochi per lo sviluppo di quell’area portuale in particolare con la possibilità di istituire regimi di aiuto per la promozione della intermodalità compatibili con i trattati ai sensi dell’articolo 93 della Unione europea. E poi il comma 4 bis con l’erogazione di contributi all’autorità portuale ai sensi e per gli effetti dell’articolo 13 della legge 84/94 recante: “Riordino nella legislazione in materia portuale vincolate alla realizzazione di specifiche azioni preventivamente concordate con la Regione finalizzate a potenziare il porto di Gioia Tauro sia in termini infrastrutturali che di servizi.

Rimane ferma, chiaramente nell’ambito delle risorse assegnate, la possibilità di erogare incentivi a favore delle imprese compatibili col mercato comune.

E’, quindi, una possibilità di rilanciare il porto di Gioia Tauro che la Giunta ha voluto e che tutti i capigruppo compresi i colleghi della opposizione, Principe, Giordano ed altri che hanno firmato.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la proposta di legge numero 321/9^.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Mozione numero 61 del 29 marzo 2012 a firma del consigliere Dattolo “Sulle problematiche afferenti il comparto agricolo e agroalimentare calabrese

PRESIDENTE

Si passa alla mozione numero 61 del 29 marzo 2012 a firma del consigliere Dattolo “Sulle problematiche afferenti il comparto agricolo e agroalimentare calabrese” di cui do lettura:

“Il Consiglio regionale,

premesso che

l’agroalimentare, come dimostrano gli ultimi dati, è uno dei settori strategici su cui concentrare le politiche di investimento per consentire l'attivazione di positive e virtuose dinamiche di sviluppo della Regione Calabria;

è prioritario, altresì, proporre politiche attive di contrasto, anche con proposte interistituzionali, per la repressione di dinamiche distorsive di tipo contraffattivo o parassitario che minano la reputazione e la diffusione del vero “Made in Calabria”;

le frodi alimentari colpiscono in generale il “Made in Italy” ed in particolare il “Made in Calabria” e le produzioni di qualità, oltre che rappresentare una minaccia alla salute;

la dimensione internazionale del fenomeno impone limiti oggettivi alle azioni di contrasto dirette;

la realtà delle frodi alimentari ha raggiunto livelli impensabili con quella che oggi viene chiamata agropirateria che consiste nella contraffazione di un prodotto alimentare sfruttandone la reputazione e la notorietà, imitando nomi, marchi, aspetto o caratteristiche;

il business dell’agroalimentare è sempre più appetibile per la criminalità organizzata e l'industria della contraffazione;

si rende necessaria, una battaglia per la legalità non solo per tutelare la salute dei cittadini, ma anche per proteggere dalla lunga mano dei truffatori e della criminalità organizzata questo importante comparto. Non è un caso che a crescere siano proprio le falsificazioni dei prodotti tipici certificati e di quel “Made in Calabria”, famoso in tutto il mondo, che alimenta buona parte delle nostre esportazioni;

con particolare attenzione vanno difese dalle frodi le piccole e medie aziende che rappresentano il target più sensibile alle mire dei gruppi organizzati che speculano sul settore con profitti di milioni di euro;

sul piano dell’assetto normativo, come emerge dalla Relazione sulla contraffazione nel settore agroalimentare della Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione e della pirateria in campo commerciale, il quadro di riferimento italiano può essere considerato tra quelli maggiormente evoluti a livello dei paesi industrializzati, tuttavia la vetustà di alcune disposizioni, ne consiglierebbe una rivisitazione, in termine di condotte e di relative sanzioni, che tengano conto delle mutate esigenze di protezione e di tutela, da rapportare oggi a processi produttivi completamente cambiati e altamente tecnologici, a relazioni economiche di carattere più spiccatamente transnazionale nonché ai crescenti interessi della criminalità organizzata in materia di contraffazione;

la riforma attuata in forza della legge numero 99 del 2009 ha introdotto una nuova fattispecie di delitto contro l’economia pubblica (art. 517-quater.) “Contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari”, con la medesima legge è stata prevista la competenza della procura distrettuale antimafia per il reato di cui all'art. 416 del c.p. finalizzato alla commissione dei delitti di cui agli articoli 473 e 474 del c.p., rispettivamente riguardanti “Contraffazione, alterazione o uso di marchi o segni distintivi ovvero brevetti, modelli e disegni” e “Introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi”;

tuttavia, non è ad oggi prevista la competenza della Procura distrettuale antimafia e quindi il coordinamento della Procura nazionale antimafia per la fattispecie di associazione a delinquere finalizzata alla realizzazione di condotte di contraffazione delle indicazioni di origine in materia agroalimentare;

inoltre sul fronte della tutela del consumatore, pur esistendo una norma, l’articolo 518 del codice penale, che prevede la pena accessoria della pubblicazione della sentenza in caso di condanna per alcuni delitti nella materia delle frodi e delle false o fallaci indicazioni, si segnala che tale norma non menziona ai fini dell'applicazione della predetta pena accessoria la fattispecie di cui all' articolo 517-quater del codice penale; è necessario invece che il consumatore sappia chi fa la contraffazione;

merita inoltre una riflessione, come evidenzia la Relazione parlamentare succitata, la problematica della vendita di prodotti contraffatti attraverso Internet. Infatti, l’anomalia dell'offerta o la facilità di simulare l'autenticità, la possibilità di scegliere tra un'amplissima tipologia di punti vendita virtuali, la disponibilità di sistemi di pagamento on line, ovvero di una capacità logistico-distributiva che spesso non opera con tali approfondimenti sulle piccole spedizioni che interessano i consumatori finali, costituiscono tutti elementi che favoriscono un uso illecito della rete e quindi la stessa contraffazione via web; l’approccio alla problematica non può essere affrontato però solo in termini repressivi, occorre agire anche attraverso mirate campagne d'informazione, come ci suggerisce la Relazione parlamentare della Commissione d'inchiesta;

è necessario inoltre un diverso approccio culturale, come auspicato dal Procuratore Generale Antimafia. Infatti se è vero che in questo campo l’Italia ha ormai una legislazione all'avanguardia, è anche vero che il nostro resta uno dei Paesi maggiormente colpiti dalla contraffazione e, allo stesso tempo, uno dei Paesi in cui si consumano di più prodotti contraffatti, per questo quando si acquistano prodotti non originali, si deve essere consapevoli che si sta finanziando la criminalità organizzata;

un’azione mirata di informazione e promozione dovrebbe riguardare, poi, i mercati esteri, per abituare i consumatori di quei paesi a saper distinguere un vero prodotto calabrese da servili imitazioni ovvero da azioni parassitarie che richiamano l'identità della regione;

un forte aiuto in tal senso deriva dalla previsione di sistemi di etichettatura e tracciabilità capaci di rendere più trasparenti le varie fasi del processo produttivo in modo da “raccontare” la storia di un dato prodotto dalla scelta dei sistemi di coltivazione/allevamento, alla diverse fasi di elaborazione, fino al suo arrivo sullo scaffale di un esercizio commerciale;

risulta essenziale conoscere ed esplicitare, quale criterio di orientamento per l'acquisto dei consumatori, l'origine del prodotto che, nel caso dell'alimento, essendo in gioco un valore come quello della salute, assume il ruolo di garanzia di rango costituzionale;

in tal senso appare urgente dare immediata attuazione alla legge 3 febbraio 2011, numero 4, “Disposizioni in materia di etichettatura e di qualità dei prodotti alimentari” attraverso l'emanazione dei decreti interministeriali di cui al comma 3 dell’articolo 4. Questa previsione riveste una particolare attualità nella nostra regione poiché si rende utile per la provenienza di origine del succo concentrato di arance, infatti se attuata, sarebbe di particolare rilevanza economica oltre che sociale per la filiera degli agrumi da industria con un indubbio vantaggio per le nostre produzioni;

in questa ottica è necessario poi promuovere un impegno presso le istituzioni europee per superare lo stallo attuale alla normativa UE sul marchio obbligatorio di origine (cosiddetto Regolamento sul “made in”);

un punto critico è il cosiddetto calabriansounding, esso è un fenomeno legato a quei prodotti che pur non essendo tecnicamente contraffatti richiamano in qualche modo, nei colori e nei nomi, la calabresità degli ingredienti, della lavorazione o del prodotto stesso senza però che le materie prime e la relativa lavorazione siano effettivamente italiane; il calabriansounding sottrae notevoli potenzialità alle esportazioni nazionali e, raramente sconfinando nell'illecito, risulta difficilmente contrastabile;

spiace registrare che la tutela a livello internazionale avverso il fenomeno del calabriansounding e la tutela delle denominazioni di origine e dei prodotti di qualità in generale non ha registrato significativi passi in avanti;

la sempre maggior trasnazionalità del fenomeno contraffattivo impone quindi un forte impegno, a livello europeo e internazionale, per giungere alla definizione di un quadro di regole comuni che risponda a principi di reciprocità ed efficacia;

a livello nazionale, inoltre, occorre mantenere un fronte unitario, che veda sia coinvolti tutti gli attori istituzionali ed il mondo delle imprese, attraverso una più forte ed intensa collaborazione;

la difesa delle produzioni tipiche non può prescindere quindi dal contrasto alla contraffazione, da un'informazione chiara e trasparente ai consumatori ma anche dalla promozione del consumo di prodotti alimentari “a chilometro zero” provenienti da filiera corta al fine di privilegiare la distribuzione alimentare basata sul rapporto diretto tra produttore e consumatore;

in tal senso, il cosiddetto “decreto liberalizzazioni” del Governo nazionale, presenta interventi normativi a favore del sistema agroalimentare italiano puntando al rilancio degli investimenti nel comparto e ad una maggiore solidità finanziaria delle aziende agroalimentari, ispirandosi a criteri di trasparenza nei rapporti di filiera, efficienza ed efficacia dell'azione amministrativa;

quello della contraffazione e della tutela del “Made in Italy” e, quindi, del “Made in Calabria”, è solo una delle tante problematiche che affliggono il comparto;

nel settore agricolo operano 34mila imprese iscritte al registro delle Camere di Commercio la cui competitività rischia di essere fortemente compromessa;

il 2012 si è aperto con i problemi di sempre, un mondo agricolo in crisi, imprese strette da costi opprimenti, prezzi non remunerativi e redditi in caduta;

le difficoltà riportate non fanno che aggravare il momento congiunturale anche aggravato da una struttura, quasi interamente a breve, dell'indebitamento operativo delle imprese agricole che, associato alla stretta da parte del sistema creditizio, ne rende di fatto complicata la normale gestione operativa;

ad una già grave situazione si è aggiunta, tra le altre cose, la tassazione di immobili e terreni agrari, 1’aumento delle accise carburanti, quello dei contributi previdenziali, l’azzeramento delle agevolazioni nelle zone montane e svantaggiate. La cosiddetta “Imu” avrà un impatto pesante su terreni agricoli e fabbricati rurali andando a tassare quelli che sono, di fatto, mezzi di produzione per le imprese agricole. Appare necessaria quindi una netta differenziazione del trattamento fiscale per chi il terreno lo usa per vivere e lavorare;

si è sostanzialmente in presenza di una insostenibile situazione che fa emergere la criticità del comparto evidenziando la mancanza di profitti e l’aumento dei costi, l’alterazione dei prezzi da parte di un mercato globalizzato, della grande distribuzione, dei prodotti importati e spacciati per locali, e chiesto a gran voce misure per contenere il costo del carburante agricolo, il corretto utilizzo dei fondi europei e il blocco delle riscossioni di tributi e contributi per chi è in difficoltà;

da queste denunce emerge, con drammaticità, come la pressione fiscale e gli oneri burocratici che schiacciano il comparto dell’agroalimentare ne mettono a dura prova la competitività rispetto a altri paesi le cui produzioni non sono gravate da corrispondenti carichi fiscali;

solo con nuove politiche, sia a livello comunitario che nazionale, e con interventi realmente incisivi sarà possibile far uscire dalla crisi un comparto che resta il perno su cui poggia gran parte del sistema del “Made in Calabria” nel mondo con evidenti risultati economici e di immagine;

la proposta di riforma sulla Politica agricola comune, entra nel vivo in vista della sua applicazione nel periodo 2014/2020;

la redditività delle aziende agricole negli ultimi dieci anni si è assottigliata, la forbice tra prezzi e costi produttivi si è allargata, mentre le banche hanno chiuso molte linee di credito. E’ necessario che la PAC sia uno strumento di tutela dell'agricoltura italiana introducendo chiarezza sulle regole e riconoscendo adeguate risorse ai produttori, non tanto e solo in base alla superficie agricola ma alla qualità della produzione, introducendo norme più rigide sulle indicazioni dei prodotti, sull'etichettatura e sulla difesa del “Made in Calabria” dalle contraffazioni;

i cosiddetti “pagamenti agroambientali” costituiscono uno degli strumenti d'intervento previsti dal vigente ordinamento comunitario nel settore agricolo;

la misura si pone l'obiettivo di fornire agli agricoltori aiuti, erogati annualmente in funzione della superficie coltivata (o dei capi allevati), volti a compensare le perdite di reddito o i costi aggiuntivi conseguenti all'applicazione di metodi di produzione più compatibili con l'ambiente (agricoltura biologica, riduzione di input, ecc.) e con la necessità di salvaguardare la biodiversità (cura del paesaggio agrario, coltivazione di vegetali minacciati di erosione genetica, allevamento di razze animali in via di estinzione ecc.);

le risorse sono erogate e programmate dalla Regione nei relativi Piani di Sviluppo Rurale (PSR), grazie a fondi di provenienza comunitaria (FEASR);

i vantaggi offerti dei “pagamenti agroambientali” risultano molteplici: innanzitutto intervengono direttamente e senza intermediazione in favore degli agricoltori, riducendo gli “sprechi” di sistema ed il rischio d'infiltrazione da parte delle organizzazioni criminali;

la loro programmazione, gestione ed erogazione risultano semplici e trasparenti, garantendo la possibilità di impiegare utilmente le risorse comunitarie ed evitarne la dispersione; sostengono l'adozione delle “buone pratiche agricole”, che permettono di migliorare la qualità dei prodotti (e di conseguenza la salute di chi li consuma) e tutelare meglio l'ambiente ed il paesaggio; affermano il ruolo sociale e di presidio del territorio da parte degli agricoltori, visti non solo come “produttori” ma come garanti della manutenzione del suolo, della tutela della biodiversità, del rispetto dell'ambiente rurale;

ciò si pone in piena coerenza con gli indirizzi fondamentali della nuova PAC (Politica Agricola Comune) che intende far prevalere il sostegno all'attività dell'agricoltore rispetto al mero sussidio delle produzioni;

Impegna

la Regione per le materie di propria competenza e comunque il Governo a rilanciare gli investimenti nel settore agroalimentare, con particolare riguardo ai contratti di filiera;

riequilibrare i rapporti interni alla filiera agroalimentare anche al fine di contrastare i comportamenti lesivi a danno delle piccole e medie aziende, che, tra le altre cose, si trovano in sofferenza per il dilatarsi eccessivo dei termini di pagamento da parte degli operatori forti;

introdurre nuove misure di sostegno per l'acceso al credito;

garantire ima maggior trasparenza dei rapporti all'interno della filiera;

assumere una iniziativa legislativa, attraverso la Commissione Regionale di contrasto al fenomeno mafioso, che recepisca i rilievi della relazione parlamentare sulla contraffazione nell'agroalimentare affrontando il tema del “Made in Calabria” nella sua complessità, coordinando meglio la normativa esistente e adottando misure che scoraggino l'industria del falso, come ad esempio la previsione dell'interdizione dall'attività per i soggetti che producono e mettono in commercio imitazioni delle migliori lavorazioni italiane; emanare i decreti interministeriali di cui al comma 3, dell’articolo 4 della legge numero 4, del 3 febbraio 2011, rubricata “Disposizioni in materia di etichettatura e di qualità dei prodotti alimentari” dandone piena attuazione, con particolare urgenza per la filiera agrumicola da industria;

a sostenere l’esportazione di prodotti agricoli e agroalimentari della nostra regione e a scoraggiare, di contro, quelle iniziative imprenditoriali che, piuttosto che dedite all’internazionalizzazione, delocalizzano e mettono in commercio prodotti che non presentano le caratteristiche di tipicità ed originalità proprie delle eccellenze del territorio del nostro Paese, facendo concorrenza sleale;

assumere iniziative volte a contrastare la contraffazione via internet;

ad adoperarsi affinché la lotta alla contraffazione sia considerata una priorità per la politica europea, oltre che a livello nazionale, e a promuovere anche in sede di riforma della PAC, forme di coordinamento più stringenti a livello UE, con l'obiettivo di superare problemi e resistenze, anche a livello mondiale (WTO);

prevedere un apposito fondo, anche solo di garanzia, su base regionale, tendente al consolidamento delle passività onerose a breve termine delle imprese agricole, consentendo in tal guisa la dilazione dell'indebitamento di esercizio su almeno 15 anni;

assumere l’impegno a sostenere concretamente il comparto agricolo ed agroalimentare Made in Calabria, dando valore agli auspicati interventi in tempi certi e ragionevoli.

Impegna altresì il Governo a

introdurre una norma, in presenza di tale situazione, che in esistenza di rateizzazione di debiti Equitalia, porti l’interesse al tasso legale, la riduzione al minimo dei compensi di riscossione ed il raddoppio del numero delle rate accordate;

prevedere delle opportune misure ai fini di alleggerire il carico fiscale sul comparto agricolo e agroalimentare in modo particolare riguardo alla cosiddetta IMU, al contenimento del costo del carburante agricolo e ai contributi e tributi prevedendo anche forme di sospensione e dilazione dei pagamenti;

in particolare, sostenere gli imprenditori del comparto agricolo e agroalimentare tipico i quali abbiano una situazione debitoria conclamata ed irrecuperabile o difficilmente esigibile o eccessivamente onerosa, i quali adottino un regime contabile e fiscale ordinario e si associno in forma cooperativistica o di società di persona, esentandoli dalle sanzioni per carichi tributari altrimenti irrecuperabili e dilazionando la sorte capitale in almeno 15 anni gravandola solo degli interessi legali;

inoltre, a disporre l’inapplicabilità e statuire l'invalidità dei fermi amministrativi sui beni mobili soggetti a trascrizione i quali siano utilizzati come mezzi ordinari di produzione fino al limite di 15.000 euro;

permettere la distruzione dei beni mobili soggetti a trascrizione obsoleti sottoposti a fermo amministrativo in modo da evitare la moltiplicazione dell'indebitamento del contribuente;

permettere la vendita dei beni mobili soggetti a trascrizione sottoposti a fermo amministrativo con cessione del prezzo all'Erario fino all'importo delle somme dovute con liberazione degli stessi dal fermo;

sostenere la competitività anche avendo riguardo a misure quali il credito d'imposta per finanziare ricerca e innovazione in agricoltura;

a garantire un pieno e corretto impiego dei cosiddetti “pagamenti agroambientali”.

Si dispone che la mozione approvata venga notificata al Governo della Repubblica Italiana”.

Prego, onorevole Dattolo, ha facoltà di parlare.

Alfonso DATTOLO

Presidente, era una mozione che però è stata trasformata in un ordine del giorno, e che vede la firma di tutti i gruppi consiliari . Riguarda le problematiche legate al settore agro-alimentare.

Dirò brevemente solo alcune considerazioni visto che è stata a disposizione di tutti. L’aspetto più importante riguarda soprattutto il problema della contraffazione del “Made in Calabria” che è stato già ampiamente discusso dall’apposita Commissione parlamentare.

E’ un ordine del giorno che prevede un invito al Governo nazionale e degli impegni per quello regionale legati alle condizioni molto difficili che attraversa l’agricoltura calabrese, soprattutto nel comparto industriale non soltanto dal punto di vista della contraffazione ma anche per l’accesso al credito.

L’impegno che viene chiesto in questo ordine del giorno è soprattutto quello di istituire un fondo di garanzia che possa dare ossigeno alle tematiche riguardanti soprattutto le passività pregresse ed i problemi connessi all’accesso al credito ed ai pignoramenti previsti da Equitalia.

Mi preme sottolineare la grande sensibilità dimostrata da tutti i colleghi dei gruppi consiliari dell’intero Consiglio di centro-sinistra e di centro-destra, su questo tema chiediamo un impegno fattivo del Governo regionale ed un invito a quello nazionale di venire incontro alle esigenze del comparto agricolo anche in funzione di quelle che saranno le caratteristiche della politica agricola dal 2014 al 2020.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la mozione trasformata in ordine del giorno presentata dall’onorevole Dattolo e sottoscritta da tutti i capigruppo del Consiglio regionale e illustrato dal capogruppo dell’Udc.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Mozione numero 62 del 30 marzo 2012 a firma dei consiglieri De Gaetano, Principe, Maiolo, Censore, Battaglia, De Masi “In ordine alla vertenza degli ex lavoratori Sial servizi Spa

PRESIDENTE

Si passa adesso alla mozione “In ordine alla vertenza degli ex lavoratori Sial servizi Spa” di cui do lettura:

“Il Consiglio regionale,

premesso che:

la Sial Servizi Spa ha svolto dal 2004 al 2009 ininterrottamente per conto della Regione Calabria il Servizio di anagrafe zootecnica, permettendo alla Regione stessa di raggiungere ottimi risultati in questo settore, così come evidenziato dagli attestai ottenuti dai Ministeri e dai dirigenti dei dipartimenti regionale (Sanità e Agricoltura);

la Legge regionale 26 febbraio 2010 numero 8 “Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e finanziario (collegato alla manovra di finanza regionale per l'anno 2010, art. 3, comma 4 della Legge regionale numero 8/2002)” prevedeva il ripristino del servizio con un nuovo affidamento alla Servizi Spa utilizzando esclusivamente il personale già in servizio presso l'azienda stessa;

la successiva legge regionale 11 agosto numero 23 ha nuovamente previsto di riaffìdare il servizio di anagrafe zootecnica alla Sial Servizi Spa eliminando la parte che riguardava la riassunzione del vecchio personale;

nonostante questi provvedimenti il Contratto di servizio tra la società e la Regione scaduto il 2009, non è stato rinnovato determinando il blocco dell’esercizio della stessa società ed il licenziamento di circa 50 dipendenti;

l’attività che veniva svolta dalla società fondamentale per controllare la qualità della produzione zootecnica e la tutela della salute umana si è praticamente interrotta;

solo parzialmente, ed in maniera sostanzialmente più onerosa per la Regione, il servizio viene ora curato dai dottori veterinari senza averne le competenze specifiche, ed in sfregio alla direttiva diramata dall'Assessorato alla Sanità calabrese che vieta espressamente la gestione della banca dati da parte proprio di questi professionisti;

i lavoratori assunti dalla Sial, che hanno permesso con la loro professionalità di garantire il servizio, versano ancora in stato di mobilità e che hanno percepito gli ammortizzatori sociali (mobilità in deroga) fino al 29 febbraio u.s.;

Il Consiglio regionale della Calabria il 29 marzo 2011 ha varato la Legge regionale “Modificazione all'articolo 10 della Legge Regionale 29 dicembre 2010 numero 34 che ha previsto all’articolo 1 l’acquisto da parte della Regione Calabria delle azioni detenute dal socio Italia Lavoro Spa della Sial Servizi Spa, divenuta, pertanto, società in house della Regione;

tutto ciò premesso

il Consiglio regionale impegna la Giunta regionale

Ad istituire in tempi brevissimi un tavolo tecnico tra il Dipartimento Sanità, Agricoltura e sindacati, per definire le modalità per avviare il progetto “Servizio Anagrafe Zootecnica”, attraverso la SIAL servizi S.p.A, assorbendo tutto il personale altamente qualificato ed attualmente in stato di mobilità per questo servizio, garantendo così gli stessi standard qualitativi richiesti dalla normativa in materia.”

Ha chiesto di parlare l’onorevole De Gaetano. Ne ha facoltà.

Antonino DE GAETANO

Brevemente, Presidente, questa mozione chiede che la Giunta regionale istituisca un tavolo tra i dipartimenti agricoltura, sanità e aggiungo anche lavoro, che è sfuggito per una svista, per risolvere il problema degli ex lavoratori della Sial.

Questi lavoratori hanno realizzato un progetto che è partito nel 2004 per l’anagrafe bovina dando un grosso contributo in tutta la Calabria. Hanno lavorato a Cosenza, a Vibo Valentia, a Crotone, a Reggio Calabria e a Catanzaro.

Questo servizio è finito nel 2009 e nel corso degli anni abbiamo inserito nelle varie leggi finanziarie delle somme per far continuare questo progetto che è essenziale perché nelle Asl non ci sono le competenze per poter proseguire questa esperienza.

Chiediamo alla Giunta, so che la Vicepresidente Stasi ha incontrato più volte i lavoratori ed i sindacati, che al più presto metta a punto un progetto per far ripartire questo servizio essenziale.

Chiediamo, altresì, al Vicepresidente di seguire in prima persona, anche se non sono le sue le deleghe specifiche, però come coordinamento, sicuramente, è giusto in questo caso.

Chiediamo l’istituzione di questo tavolo permanente con i sindacati, i tre dipartimenti e ovviamente il Vicepresidente della Giunta regionale per risolvere il problema e far ripartire questo progetto con tutte le maestranze che hanno lavorato nel corso di questi anni.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la mozione condivisa da tutti i capigruppo.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Abbiamo esaurito gli argomenti all’ordine del giorno, pertanto la seduta è sciolta ed il Consiglio sarà convocato a domicilio.

La seduta termina alle 15,41

Allegati

Congedi

Hanno chiesto congedo i consiglieri Aiello F., Caputo, Loiero, Mirabelli.

(Sono concessi)

Annunzio di proposte di legge e loro assegnazione a Commissioni

E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge di iniziativa popolare:

“Istituzione del Comune di Le Castella nella provincia di Crotone” (P.L. n. 319/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Sono state presentate, inoltre, le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:

Aiello F. – “Norme per la concessione di contributi destinati ai nuclei familiari, monofamiliari, parentali in generale o di fatto in difficoltà a sostegno delle spese per il riscaldamento domestico” (P.L. n. 315/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Maiolo, Principe, Scalzo, Franchino, Sulla, Guccione, Amato, Battaglia, De Gaetano, Censore, Talarico D., Giordano, De Masi – “Istituzione di una Commissione consiliare d’inchiesta sul sistema idrico integrato in Calabria e sull’attività della Sorical (Società risorse idriche Calabria)” (P.L. n. 316/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali.

(Così resta stabilito)

Magno, Orsomarso, Scalzo, Franchino, Censore, Pacenza, Chiappetta, Adamo, Bruni, Maiolo, Guccione, Giordano, De Masi, Dattolo, Sulla, Imbalzano, Amato – “Riconoscimento formale dei soggetti responsabili patti territoriali e promotori contratti d’area calabresi quali Agenzie di sviluppo locale” (P.L. n. 317/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

De Masi, Giordano, Talarico D. - “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale del 27 aprile 2011, n. 14 < Interventi urgenti per la salvaguardia della salute dei cittadini: norme relative alla eliminazione dei rischi derivanti dall’esposizione a siti e manufatti contenenti amianto” (P.L. n. 318/9^)

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Bilardi – “Modifiche alla legge regionale n. 4/1997 <Legge organica di protezione civile della Regione Calabria” (P.L. 320/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Fedele, Principe, Bilardi, Serra, Bova, Giordano – “Modifica all’articolo 47 della legge regionale 23 dicembre 2011, n. 47” (P.L. n. 321/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

Annunzio di proposte di provvedimento amministrativo e sua assegnazione a Commissione

E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa dei consiglieri:

Talarico D., De Masi, Giordano – “Modifica agli articoli 102 e 103 del Regolamento interno del Consiglio regionale” (P.P.A. n. 166/9^)

E’ stata assegnata alla quinta Commissione consiliare - Riforme e decentramento.

(Così resta stabilito)

Richiesta parere della Commissione consiliare competente

La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 107 del 13 marzo 2012, recante: "Legge regionale 29 dicembre 2010, n. 35 - Provvedimenti a favore delle società aeroportuali calabresi (art. 35, comma 2, legge regionale 7/2001) - Approvazione programmi" (Parere n. 33)

E' stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 118 del 20 marzo 2012, recante: "Legge regionale 17/85 articolo 15 - Riconoscimento biblioteche di interesse locale" (Parere n. 34)

E' stata assegnata alla terza Commissione consiliare – Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 117 del 20 marzo 2012, recante: "Modifiche ed integrazioni al regolamento regionale 19 ottobre 2009, n. 15 concernente "Regolamento per la concessione di contributi alle vittime della criminalità e in materia di usura, ai sensi della legge regionale n. 31 del 16 ottobre 2008" (Parere n. 35)

E' stata assegnata alla Commissione contro la 'ndrangheta in Calabria.

(Così resta stabilito)

La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 110 del 13 marzo 2012, recante: "Legge regionale 23 dicembre 2011, n. 47, articolo 45 "Istituzione del Fondo Unico per le Attività Produttive ed Economiche" — Approvazione Piano" (Parere n. 36)

E' stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

Parere favorevole su deliberazione da parte della Commissione

La terza Commissione consiliare, con nota n. 14549 del 22 marzo 2012, ha comunicato che nella seduta del 15 marzo 2012 ha espresso parere favorevole alla deliberazione della Giunta regionale n. 62 del 16 febbraio 2012, recante: "Legge regionale 17/1985, articolo 15 - Riconoscimento biblioteche di interesse locale" (Parere n. 31)

Deliberazione della Giunta regionale

La Giunta regionale con deliberazione n. 113 del 20 marzo 2012 ha approvato il Documento Preliminare del Quadro Triennale Regionale Paesaggistico (QTRP).

Sostituzione di consigliere regionale in seno a Commissione consiliare

L’onorevole Antonio Scalzo, a far data dal 13 marzo 2012, è componente della terza Commissione consiliare "Attività sociali, sanitarie, culturali, formative", in sostituzione dell'On. Agazio Loiero.

Trasmissione di deliberazioni

La Giunta regionale, con note nn. 83080, 83104 del 7 marzo 2012, nn. 100461 e 100480 del 20 marzo 2012, ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione al bilancio per l'esercizio finanziario 2012:

Deliberazione Giunta regionale n. 72 del 24 febbraio 2012

Deliberazione Giunta regionale n. 73 del 24 febbraio 2012

Deliberazione Giunta regionale n. 74 del 24 febbraio 2012

Deliberazione Giunta regionale n. 87 del 13 marzo 2012

Deliberazione Giunta regionale n. 88 del 13 marzo 2012

Deliberazione Giunta regionale n. 89 del 13 marzo 2012

Interrogazioni a risposta immediata

Aiello F. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore alle politiche euromediterranee internazionalizzazione, cooperazione tra i popoli e pace. Per sapere – premesso che:

il quinto settore del dipartimento Presidenza della Giunta regionale della Calabria ha tra le sue funzioni precipue quelle relative alla cooperazione tra i popoli e l’internazionalizzazione;

a tale settore afferisce l’assessore alle politiche euromediterranee internazionalizzazione, cooperazione tra i popoli e pace;

in data 1 settembre 2011 il predetto settore attraverso il dipartimenti alle politiche euromediterranee pubblicava sul sito della Regione Calabria un bando per la selezione di n. 7 esperti per come in oggetto meglio individuati;

in data 10 febbraio 2012 si dà notizia circa l’esito delle selezioni di cui sopra;

nelle successive date del 21/27 e 28 febbraio venivano pubblicate con tre differenti avvisi le graduatorie del bando di cui sopra;

all’art. 2, comma 2, punto 6 del predetto avviso pubblico di selezione con riferimento ai requisiti minimi in capo ad ogni partecipante, si legge di dover essere in possesso di comprovata esperienza lavorativa di almeno tre anni post laurea e relative competenze tecniche maturate e che tale requisito e richiesto per tutti i profili messi a bando;

nei criteri di valutazione al punto 4, Esperienza professionali, si legge contrariamente a quanto sopra richiamato che le esperienze svolte nei primi tre anni dalla data di conseguimento del diploma di laurea non verranno valutate;

risulta evidente che per concorrere con pari opportunità bisogna aver maturato almeno sei anni di esperienze post laurea e non tre per come espressamente previsto nel bando all’art. 2, comma 2, punto 6;

il peso del punteggio assegnato alle predette esperienze è pari a 24/100 -:

quali azioni si intendono adottare per sanare tale evidente contraddizione presente nel bando;

quali azioni si intendono adottare per contrastare la discriminazione in danno di tutti i partecipanti che pur soddisfacendo il requisito dei tre anni di esperienze lavorative post laurea sono, di fatto, in palese violazione dell’assunto delle pari opportunità penalizzati nell’assegnazione del punteggio;

se ritiene nonostante tale contrastante procedura con riferimento ai requisiti minimi previsti dal bando ed i successivi criteri di valutazione nello stesso presenti, validare la graduatoria finale o se non si dia il caso di sospendere la stessa.

(225; 12.03.2012)

De Masi. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

nel corso della seduta del Co.Re.Co.Co., tenutasi in data giovedì 13 ottobre 2011 presso la Sala Commissioni, sono stati sentiti i funzionari dell'A.T.E.R.P. di Crotone;

in tale occasione i suddetti responsabili hanno illustrato, rispettivamente, la situazione patrimoniale e la situazione economica dell'Ente facendo emergere, in particolare:
criticità in ordine alla condizione generale degli immobili;

ritardi nella riscossione dei canoni e nella preparazione delle graduatorie degli assegnatari;

quest'ultima circostanza, tra l'altro, ha incrementato il fenomeno dell'occupazione abusiva degli alloggi;

malgrado le difficoltà economiche l'Ente ha individuato dei residui derivanti da economie realizzate su interventi già ultimati;

tali economie ammontano ad €.6.685.738,93 e sono giacenti presso la Cassa Depositi e Prestiti;
l'Azienda ha ripetutamente presentato richiesta alla Regione Calabria per essere autorizzata ad utilizzare legittimamente la sullodata somma;

nel corso dell'audizione de qua, i citati funzionari hanno fatto presente che la somma di cui sopra è vincolata e, pertanto, destinata all'edilizia residenziale pubblica;

gran parte del patrimonio dell'Azienda è costituito da edifici realizzati in epoca antecedente all'entrata in vigore della normativa in materia di tutela dell'handicap e di abbattimento delle barriere architettoniche;

tra gli assegnatari degli alloggi sono presenti sia portatori di handicap che persone anziane con ridotte capacità deambulatorie;

appare necessario adeguare gli edifici alle prescrizioni vigenti in materia, anche in virtù di numerose istanze pervenute presso gli uffici dell'Azienda;

in particolare è stata fatta esplicita richiesta di effettuare lavori di manutenzione straordinaria e/o installazione di ascensori in edifici, così come individuati dai tecnici preposti;

la somma €.6.685.738,93 derivante dalle economie realizzate e giacente presso la Cassa Depositi e Prestiti sarebbe sufficiente ad affrontare i lavori di cui sopra;

tale somma è vincolata e, pertanto, destinata all'edilizia residenziale pubblica;

non appare giustificato il ritardo da parte della Regione Calabria nel rilascio dell'autorizzazione necessaria all'A.T.E.R.P. di Crotone per l'utilizzo dell'importo di cui sopra, atteso che si tratta di fondi con finalità vincolata e destinati all'edilizia residenziale pubblica -:

quali sono le ragioni giuridiche e sociali per cui la Regione non ha ancora provveduto ad assecondare le richieste dell'ATERP di Crotone per essere autorizzata ad utilizzare legittimamente la somma de qua, peraltro vincolata e, pertanto, destinata all'edilizia residenziale pubblica;

se la Regione intenda adottare ogni iniziativa volta ad autorizzare l'utilizzo, per le finalità individuate dall'A.T.E.R.P. di Crotone, della somma €.6.685.738,93, destinata esclusivamente a finanziamenti per interventi manutentivi su edifici di all'edilizia residenziale pubblica e giacente presso la Cassa Depositi e Prestiti.

(226; 14.03.2012)

Nucera. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

con legge regionale n. 23 del 7 agosto 1999 (Norme per il trasporto pubblico locale), all'art. 22 (Agevolazioni tariffarie) sono state previste una serie di agevolazioni tariffarie per alcune categorie di soggetti che usufruiscono del trasporto pubblico locale e, in particolar modo, al comma 5 è stato riconosciuto il diritto di libera circolazione a favore di tutti gli appartenenti alla Polizia di Stato, all'Arma dei Carabinieri, al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, al Corpo Forestale dello Stato, al Corpo della Guardia di Finanza, agli Agenti di Polizia Penitenziaria, purché in possesso della tessera di riconoscimento rilasciata dalla rispettiva amministrazione di appartenenza, nonché a favore dei titolari di tessere di servizio rilasciate dalla direzione generale della M.C.T. del Ministero dei Trasporti e della Navigazione;

nonostante le dette previsioni legislative, molti appartenenti alle forze dell'ordine si sono visti multare su mezzi delle Ferrovie dello Stato e degli altri vettori del trasporto pubblico locale che collegano le varie province calabresi, in quanto sprovvisti di idoneo titolo di viaggio;

nonostante il disposto dell'art. 22, comma 5 della predetta Legge regionale, il diritto alla libera circolazione sui mezzi del trasporto pubblico locale a favore degli appartenenti alle forze dell'ordine non trova, ad oggi, applicazione, stante la mancanza di accordi tra la Regione Calabria, le Ferrovie dello Stato e le altre imprese che gestiscono il trasporto pubblico locale;

il diritto di libera circolazione a favore di tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine costituisce un mezzo per migliorare qualitativamente il servizio di trasporto pubblico in quanto capace di rafforzare la tutela della sicurezza del personale e dei viaggiatori e rappresenta un efficace deterrente alla commissione di reati sia in danno a persone che in danno a cose -:

se e quando intende predisporre un apposito protocollo di intesa tra la Regione Calabria, le Ferrovie dello Stato e le altre imprese che gestiscono il trasporto pubblico locale, al fine di rendere effettivo il diritto alla libera circolazione sui mezzi del trasporto pubblico locale a favore degli appartenenti alle forze dell'ordine, riconosciuto dall'art. 22, comma 5, della Legge Regionale n. 23 del 7 agosto 1999 (Norme per il trasporto pubblico locale).

(227; 15.03.2012)

Nucera. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore al personale. Per sapere – premesso che:

sul Burc n. 40 del 7 ottobre 2011 è stato pubblicato un avviso per la concessione di contributi in regime de minimis, finalizzati a realizzare azioni per l’innovazione tecnologica delle Pmi e dei raggruppamenti di Pmi della Calabria a valere sul Por Calabria 2007/2013, asse I, linea di intervento 1.2.3.1., registrato con decreto n. 12200 del 28.09.2011 con scadenza di presentazione delle domande al 28 novembre 2011;

le finalità generali del detto avviso riguardano “il sostegno alle Pmi nell’acquisizione di innovazioni tecnologiche e organizzative basate sull’utilizzo del potenziale applicativo delle Tecnologie dell’informazione e della comunicazione” (art. 1, comma 3 dell’avviso pubblico);

il comma 4 dell’art. 6 dell’avviso citato prevede, alla lettera d), tra le tipologie di investimenti ammissibili, gli investimenti per la transizione alla tecnologia digitale, con l’obiettivo di sostenere le Pmi operanti nel settore radio-televisivo, nel passaggio al digitale, al fine di potenziare lo sviluppo di nuovi contenuti e servizi su reti digitali;

il Decreto del Ministero dello sviluppo economico del 10 settembre 2008 (Definizione di un calendario per il passaggio definitivo alla trasmissione televisiva digitale terrestre, con l’indicazione delle aree territoriali interessate e delle rispettive scadenze) ha previsto il passaggio definitivo alla trasmissione televisiva digitale terrestre per la Regione Calabria dal 7 maggio 2012 con termine ultimo al 30 giugno 2012;

per il motivo suddetto, a partire dalla data del 30 giugno 2012 non sarà più possibile trasmettere sulle precedenti frequenze televisive;

a tutt’oggi non è stata approvata la graduatoria relativa all’avviso per la concessione di contributi in regime de minimis finalizzati a realizzare azioni per l’innovazione tecnologica delle Pmi e dei raggruppamenti di Pmi della Calabria;

soprattutto per le Pmi, operanti nel settore radio-televisivo di minori dimensioni i contributi di cui al predetto avviso sono di fondamentale importanza per poter transitare alla tecnologia digitale -:

se ritiene opportuno e necessario provvedere in tempi brevi alla valutazione dei progetti presentati in relazione all’avviso pubblico per la concessione di  contributi in regime de minimis finalizzati a realizzare azioni per l’innovazione tecnologica della Pmi e dei raggruppamenti di Pmi della della Calabria e conseguentemente all’approvazione della graduatoria dei detti progetti.

(228; 15.03.2012)

Nota: assorbita dalla interrogazione numero 211/9^ a firma dell’onorevole Nucera

Nucera. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore al lavoro, alla formazione professionale, alla famiglia e alle politiche sociali. Per sapere – premesso che:

il fenomeno degli incidenti sui luoghi di lavoro costituisce un problema sociale, che incide sulla vita oltre che del lavoratore, anche su quella della sua famiglia, che si trova improvvisamente, oltre che in presenza di una carenza affettiva, anche nell'assenza di una fonte di reddito;

rilevando la necessità di un sostegno ai familiari di soggetti vittime di infortuni sul lavoro, la Regione Calabria, il 26 febbraio 2010, su mia proposta, ha varato la Legge regionale (n. 11/2010) di solidarietà a favore dei familiari di lavoratrici e lavoratori deceduti o gravemente invalidi a causa di incidenti sui luoghi di lavoro, come strumento di promozione di un sistema sociale di solidarietà;

i lavoratori vittime di incidenti sul lavoro e le loro famiglie non possono essere abbandonati al loro tragico destino, ma devono essere concretamente supportati attraverso adeguati interventi di sostegno e solidarietà;

a tutt'oggi, non è stato predisposto dalla Giunta regionale il Regolamento di attuazione, previsto dall'art. 6 della Legge regionale 26 febbraio 2010, n. 11 e in tal modo è stato vanificato l'operato legislativo -:

se ritengono opportuno e necessario finanziare, per tutti gli istituti ivi previsti, la Legge regionale 26 febbraio 2010, n. 11 (Interventi regionali di solidarietà a favore dei familiari di lavoratrici e lavoratori deceduti o gravemente invalidi a causa di incidenti sui luoghi di lavoro);

se ritengono opportuno predisporre il Regolamento di attuazione, previsto dall'art. 6 della suddetta Legge regionale 26 febbraio 2010, n. 11.

(229; 19.03.2012)

Giordano. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore all’ambiente.Per sapere – premesso che:

Acquereggine è una società consortile per azioni avente come scopo la fornitura ai comuni dell'Ambito territoriale ottimale n° 5 di Reggio Calabria di servizi inerenti prevalentemente la depurazione e le fognature: la società sta attraversando un periodo critico tanto da paventare la cessazione di ogni attività a causa dei numerosi ritardi nei pagamenti per le quote del servizio di depurazione da parte dei comuni fruitori,

non hanno sortito alcun effetto i diversi incontri richiesti dalle organizzazioni sindacali di categoria e anche gli impegni assunti da parte degli enti locali dinanzi al Prefetto di Reggio Calabria in data 2 febbraio 2012 sono stati in gran parte disattesi;

conseguentemente Acquereggine ha iniziato la riconsegna degli impianti di depurazione ai rispettivi comuni provvedendo alla messa in mobilità di circa 80 dipendenti;

la legge regionale 3 ottobre 1997 n. 10 all'art. 2 individua fra i compiti della Regione anche quello dell'organizzazione territoriale del servizio e all'art. 39 la modifica delle delimitazioni degli ambiti territoriali che risultassero necessarie per ottimizzare la loro gestione;

la legge regionale della Calabria 29 dicembre 2010, n.34 (collegato alla finanziaria regionale) ha statuito all'art.47 che le funzioni di Autorità d'Ambito di cui all'articolo 148 del D.lgs.152/2006, previste dagli articoli 41, 42 e 43 della legge regionale 3 ottobre 1997 n.10, a decorrere dal 1 luglio 2011, sono esercitate, senza necessità di atti amministrativi di conferimento, dalla Regione Calabria, che subentra nei rapporti giuridici attivi e passivi individuati con deliberazione della Giunta regionale sulla base della situazione economica e finanziaria delle attuali Autorità d'Ambito;

a decorrere dal 1° luglio 2011 è pertanto istituito l’Ambito Territoriale Ottimale comprendente l'intera circoscrizione territoriale regionale e la medesima norma ha poi stabilito che fino al 30 giugno 2011 sono sospese le procedure ancorché avviate per l'affidamento del servizio e le amministrazioni provinciali, soggetti d'Ambito giusto quanto sancito dal comma 5 dell'articolo 43 della legge regioni n.15/2008, garantiscono il prosieguo nelle attività istituzionali il quadro delineato evidenzia una situazione normativa del sistema del servizio idrico regionale poco omogenea, anche rispetto alla legislazione nazionale come evidenziato recentemente dalla Corte dei Conti, venendosi a determinare, per il periodo transitorio, un vuoto legislativo che rischia di generare una paralisi operativa nella gestione dei servizio all'interno delle rispettive autorità d'ambito;

le preoccupazioni manifestate dalie organizzazioni sindacali avevano trovato, a seguito di una serie di incontri, delle rassicurazioni da parte de! governo regionale il quale aveva rilevato come l'istituzione di una unica ATO regionale avrebbe portato alia risoluzione dei problemi;

le fasi successive della vertenza, però, hanno visto, come denunciato dalle organizzazione sindacali nella stessa riunione prefettizia del 12 febbraio scorso, un atteggiamento poco chiaro da parte delia stessa Regione che avrebbe fornito delle soluzioni tecniche non funzionali alla gestione unitaria del servizio;

il periodo transitorio determinatosi a seguito delle modifiche legislative regionali rischia di determinare serie difficoltà per la tutela dei posti di lavoro ad oggi riconducibili alla società Acquereggine e nel contempo si stanno prefigurando problemi di ordine sanitario ed ambientale, stante il mancato o parziale funzionamento degli impianti di depurazione ricadenti nell'ambito territoriale n° 5, in particolare nella città di Reggio Calabria -:

in ragione delle modifiche apportate alla legislazione regionale del settore, lo stato dell'iter avviato dall'amministrazione regionale sulla riorganizzazione del servizio idrico regionale e conseguentemente degli ATO provinciali esistenti;

quali iniziative, all'interno delle competenze regionali, sono state attivate per favorire una soluzione delle problematiche afferenti la tutela dei posti di lavoro degli enti gestori e in particolare di quelli riconducibili alla società Aquereggine;

se non sia il caso di attivare urgentemente un tavolo di concertazione con gli enti interessati e le organizzazioni sindacali di categoria che, in attesa di una nuova regolamentazione sul ciclo integrato delie acque, nello specifico per il settore della depurazione, e in ragione del vuoto legislativo venutosi a creare nella fase transitoria, possa addivenire alla stipula di un protocollo di intesa atto a dare efficaci garanzie per salvaguardia dei livelli occupazionali nel pieno rispetto delle modalità attuative previste dal CCNL.

(230; 20.03.2012)

Giordano. Al Presidente della Giunta regionale all'assessore all’ambiente. Per sapere – premesso che:

è in fase di costruzione e completamento una discarica in località Zingara di Melicuccà a seguito di autorizzazione del commissario delegato per il superamento dell'emergenza rifiuti in Calabria;

diversi sindaci di comuni limitrofi all'area interessata alla discarica nonché associazioni ambientaliste e sindacali nel tempo hanno denunciato presunte irregolarità e nella scelta del sito e nella realizzazione delia stessa;

in particolare si è evidenziata la presenza di pozzi artesiani riconducibili alla sottostante falda acquifera che alimenta l'acquedotto denominato "Vina" che rifornisce numerosi comuni della Piana di Gioia Tauro, la presenza nel mezzo della discarica di tralicci della società Terna i cui cavi passano sopra le vasche di accumulo, l'esistenza di un centro abitato, quello di contrada Pennarelli di Bagnara;

sempre sulla problematica si sono registrate denunce all’autorità giudiziaria per difformità rispetto al progetto iniziale presentato e per i gravi pericoli alla salute dei cittadini;

recentemente, a seguito di un sopralluogo promosso dal partito di Italia dei valori, i numerosi cittadini, rappresentanti delle associazioni ambientaliste ed esponenti delle Istituzioni hanno segnalato come la paventata apertura della discarica rischia di aggravare una situazione già parzialmente compromessa per la presenza di altri siti inquinanti, ovvero altre discariche esaurite e non ancora bonificate;

dopo aver realizzato ben tre impianti ad alto rischio ambientale (inceneritore, megadepuratore e centrale a turbogas) in un'area molto ristretta, si continua a perseverare nell'idea che la Piana di Gioia Tauro debba essere trasformata in un'immensa pattumiera -:

se, per quanto di competenza, siano stati effettuati da parte dell'Ente Regione i dovuti e necessari controlli atti ad acclarare quanto denunciato dai Sindaci e dalle associazioni ambientaliste;

in particolare se gli elaborati progettuali corrispondano a quanto effettivamente realizzato e se l'Arpacal abbia effettuato rilevi e analisi sulle falde acquifere sottostanti alla costruenda discarica e i possibili pericoli di infiltrazione;

se non sia il caso di intraprendere un’attività di monitoraggio costante, attraverso l'Arpacal e altri enti sub regionali competenti, del sito in questione anche in sede di collaudo, al fine di rilevare eventuali anomalie e conseguentemente adottare gli atti e i provvedimenti più opportuni che possano sospendere e/o revocare l'autorizzazione alla apertura della nuova discarica.

(231; 21.03.2012)

Guccione, Censore, De Gaetano, Aiello F. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

in data 23.02.2011 l'Asp di Cosenza ha adottato la Delibera n. 777 di annullamento in autotutela delle deliberazioni di stabilizzazione dei lavoratori precari della stessa Asp perché mancanti della prevista autorizzazione regionale;

in data l4.02.2012 il Dirigente del Dipartimento n. 13 della Regione Calabria "Tutela della Salute", dott. Antonino Orlando ha inviato all'avv. Francesco Zoccali, Dirigente Generale del Dipartimento della Presidenza regionale e, per conoscenza, al dott. Gianfranco Scarpelli, Direttore Generale dell'Asp di Cosenza, una lettera avente per oggetto "procedure di stabilizzazione del Personale precario-richiesta parere" nella quale si afferma, tra l'altro, che "con Nota Protocollo n. 6469 dell'll.04.2008 e successiva Nota Protocollo n° 7309 del 23.04.2008, il Dipartimento "Tutela della Salute" della Regione Calabria ha dato ulteriori direttive utili all'individuazione del personale destinatario delle stabilizzazioni, prevedendo altresì di richiamare in servizio coloro i quali, in servizio alla data 01.01.2008 ma cessati per scadenza contrattuale, avrebbero potuto maturare i requisiti normativamente previsti;

"in verità, si dice nella nota, che con disposizione Protocollo n. 30724 dell'11.12.2008 del Dipartimento "Tutela della Salute" non citata nella suddetta deliberazione n. 777/11, l'Asp di Cosenza era stata regolarmente autorizzata alla stabilizzazione di una serie di figure professionali, attraverso l'approvazione del relativo Piano Triennale, di cui alla Deliberazione n. 687/06;

così come riportato dai giornali locali, è stata presentata dall'allora Direttore Generale dell'Asp di Cosenza, avv. Franco Petramala, una denuncia presso la Procura della Repubblica di Cosenza nei confronti dell'allora Commissario dell'Asp di Cosenza, dott. Franco Maria De Rose, per avere revocato, con Delibera n. 777/2011, le stabilizzazioni dei 439 lavoratori precari -:

quali iniziative si intendono adottare a tutela della Regione Calabria nei confronti di chi ha adottato deliberazioni, omettendo disposizioni e atti amministrativi compiuti dall'Assessorato alla Tutela della Salute, come si evince chiaramente dalla lettera Protocollo n. 54886 del 14.02.2012 a firma del Dirigente Generale del Dipartimento "Tutela della Salute" e se non si ritiene, inoltre, di dover disporre che l'attuale Direttore Generale dell'Asp di Cosenza revochi in autotutela la Delibera 777/2011, perché omette e non tiene assolutamente in nessun conto la disposizione del Dipartimento "Tutela della Salute" della Regione Calabria n.30724 dell'11.12.2008 che autorizza le stabilizzazioni.

(232; 23.03.2012)

Aiello F. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore all’istruzione, cultura, università e ricerca scientifica. Per sapere – premesso che:

con D.D. n. 5752 del 25 maggio 2011 riveniente dall'Assessorato all'Istruzione, Alta Formazione, e Ricerca Scientifica veniva registrato il decreto di approvazione per l'assegnazione delle borsa di studio ai sensi della legge n. 62/2000;

le domande potevano essere - come da decreto - presentate esclusivamente per il tramite delle scuole;

per accedere a tale contributo tutte la famiglie interessate dovevano farne richiesta entro e non oltre il termine perentorio del 20 giugno 2011 utilizzando la modulistica resa disponibile da codesto Assessorato;

con nota n. 6841 del 25 maggio 2011 dall'Assessorato in questione veniva inviata una lettera tramite posta certificata a tutti i Comuni della Regione Calabria - nella quale tra le altre informazioni si chiedeva addirittura agli Enti Comunali di sollecitare le Istituzioni Scolastiche in tal senso -:

se tutto le procedure temporali a carico delle famiglie e delle Istituzioni Scolastiche con riferimento alla possibilità di ottenere i benefici di cui alla logge 62/2000 sono state puntualmente rispettate perché alla data di oggi non esiste alcun riscontro di merito circa la liquidazione dei contributi a sostegno delle spese scolastiche oggetto della presente interrogazione.

(233; 28.03.2012)

Interpellanza

Giordano. Al Presidente della Giunta regionale nella qualità di commissario ad acta alla sanità. Per sapere – premesso che:

la conversione in legge del D.L 24 gennaio 2012, n. 1, meglio conosciuto come decreto sulle liberalizzazioni, prevede al comma 8 dell'art. 11 che "i turni e gli orari di farmacia stabiliti dalle autorità competenti in base alla vigente normativa non impediscono l'apertura della farmacia in orari diversi da quelli obbligatori";

una corretta interpretazione della norma porta a ritenere legittimo disattendere le disposizioni di competenza delle Asp che andrebbero così a perdere la loro cogenza, mentre, al contrario, occorre osservare la disciplina regionale rispetto alla modifica di orari di apertura delle farmacia "in orari diversi da quelli obbligatori";

attualmente la suddetta disciplina sul territorio regionale è regolata dalla legge regionale 23 marzo 1984, n. 2, il cui impianto normativo in buona parte è da considerarsi obsoleto richiedendosi un adeguamento legislativo adattato alle esigenze attuali dell'utenza;

il citato comma 6 rischia di ingenerare una situazione caotica nella gestione degli orari delle farmacie in quanto una errata interpretazione della norma succitata potrebbe far ritenere che sia venuto meno l'obbligo di conformarsi agli orari così come previsto dall'art. 2 della legge regionale n. 2/1984 con gravi ripercussioni in tema di concorrenza e tutela dei lavoratori dipendenti -:

se non ritenga opportuno attivare il Dipartimento regionale della tutela della salute e sanità perché predisponga con urgenza una circolare esplicativa in ordine alla non derogabilità degli orari di apertura e chiusura delle farmacie cosi come stabilito dalla legge regionale n. 2/84;

se non ritenga necessario, anche in ragione di una normativa regionale ormai datata, predisporre una proposta legislativa, con richiesta prioritaria di esame al sensi dell'art. 68 del Regolamento interno al consiglio regionale, finalizzata a ridisciplinare tutta la materia alla luce del nuovo ordinamento introdotto dal decreto sulle liberalizzazioni.

(20; 23.03.2012)

Mozioni

Il Consiglio regionale

considerato che:

la consegna delle opere pubbliche, nonostante l'apposizione di termini e la previsione del pagamento di penali, non avviene quasi mai entro il limite di tempo pattuito;

l'iter di esecuzione dell'opera è spesso interrotto dalla necessità di predisporre varianti progettuali e il fenomeno risulta essere ancora molto frequente, nonostante la regolamentazione precisa e dettagliata della normativa attuale, volta proprio ad arginare tale fenomeno;

il non rispetto del termine di consegna dell'opera, da un lato, e le varianti progettuali, dall' altro, sono aspetti strettamente connessi e speculari, che determinano un aumento del costo dell'appalto, con un danno diretto e indiretto, in capo all'amministrazione e ricadute negative sull'intera collettività;

è opportuno preservare, in ogni modo e in qualsiasi maniera, il procedimento amministrativo e specificatamente, quello articolato e complesso delle procedure di affidamento lavori, da manovre speculative e ancor di più dal rischio di infiltrazioni mafiose che, tanto più sono possibili, quanto più, l'iter burocratico è rallentato, incerto e artificioso -:

impegna la Giunta regionale

ad adottare la seguente linea di indirizzo che vale come norma di principio, rivolta ad ogni struttura amministrativa dell'Ente e degli enti pubblici i quali impegnano finanza di provenienza regionale.

Detta linea prevede:

il regolare rispetto dei tempi e dei tetti di spesa, previsti in ogni atto e provvedimento, comporterà la premialità di accesso privilegiato alle ulteriori fonti di finanziamento regionali, nei modi che i singoli settori amministrativi determineranno di volta in volta; » che ogni ritardo o superamento dei tetti di spesa imputabile agli uffici o agli Enti pubblici destinatari di fonti di finanziamento regionali, comporterà misure di post-erogazione nell'assegnazione degli ulteriori fondi pubblici, secondo i modi che i singoli settori amministrativi determineranno di volta in volta;

sin dalla formulazione dei bandi di gara per la realizzazione delle opere e la sottoscrizione dei successivi contratti d'appalto, sia previsto il premio di accelerazione secondo modalità e termini di cui all'art. 23 D.M. 19 aprile 2000 n. 145.

La Giunta si riserva la facoltà di esercitare ogni controllo necessario a verificare la puntuale attuazione della su estesa linea di indirizzo.

(60; 29.03.2012) Magarò

 

Il Consiglio regionale

premesso che

l'agroalimentare, come dimostrano gli ultimi dati, è uno dei settori strategici su cui concentrare le politiche di investimento per consentire l'attivazione di positive e virtuose dinamiche di sviluppo della Regione Calabria;

è prioritario, altresì, proporre politiche attive di contrasto, anche con proposte interistituzionali, per la repressione di dinamiche distorsive di tipo contraffattivo o parassitario che minano la reputazione e la diffusione del vero “Made in Calabria”;

le frodi alimentari colpiscono in generale il “Made in Italy” ed in particolare il “Made in Calabria” e le produzioni di qualità, oltre che rappresentare una minaccia alla salute;

la dimensione internazionale del fenomeno impone limiti oggettivi alle azioni di contrasto dirette;

la realtà delle frodi alimentari ha raggiunto livelli impensabili con quella che oggi viene chiamata agropirateria che consiste nella contraffazione di un prodotto alimentare sfruttandone la reputazione e la notorietà, imitando nomi, marchi, aspetto o caratteristiche;

il business dell'agroalimentare è sempre più appetibile per la criminalità organizzata e l'industria della contraffazione;

si rende necessaria, una battaglia per la legalità non solo per tutelare la salute dei cittadini, ma anche per proteggere dalla lunga mano dei truffatori e della criminalità organizzata questo importante comparto. Non è un caso che a crescere siano proprio le falsificazioni dei prodotti tipici certificati e di quel “Made in Calabria”, famoso in tutto il mondo, che alimenta buona parte delle nostre esportazioni;

con particolare attenzione vanno difese dalle frodi le piccole e medie aziende che rappresentano il target più sensibile alle mire dei gruppi organizzati che speculano sul settore con profitti di milioni di euro;

sul piano dell'assetto normativo, come emerge dalla Relazione sulla contraffazione nel settore agroalimentare della Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione e della pirateria in campo commerciale, il quadro di riferimento italiano può essere considerato tra quelli maggiormente evoluti a livello dei paesi industrializzati, tuttavia la vetustà di alcune disposizioni, ne consiglierebbe una rivisitazione, in termine di condotte e di relative sanzioni, che tengano conto delle mutate esigenze di protezione e di tutela, da rapportare oggi a processi produttivi completamente cambiati e altamente tecnologici, a relazioni economiche di carattere più spiccatamente transnazionale nonché ai crescenti interessi della criminalità organizzata in materia di contraffazione;

la riforma attuata in forza della legge n. 99 del 2009 ha introdotto una nuova fattispecie di delitto contro l'economia pubblica (art. 517-quater.) "Contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari", con la medesima legge è stata prevista la competenza della procura distrettuale antimafia per il reato di cui all'art. 416 del c.p. finalizzato alla commissione dei delitti di cui agli articoli 473 e 474 del c.p., rispettivamente riguardanti "Contraffazione, alterazione o uso di marchi o segni distintivi ovvero brevetti, modelli e disegni" e "Introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi";

tuttavia, non è ad oggi prevista la competenza della Procura distrettuale antimafia e quindi il coordinamento della Procura nazionale antimafia per la fattispecie di associazione a delinquere finalizzata alla realizzazione di condotte di contraffazione delle indicazioni di origine in materia agroalimentare;

inoltre sul fronte della tutela del consumatore, pur esistendo una norma, l'articolo 518 del codice penale, che prevede la pena accessoria della pubblicazione della sentenza in caso di condanna per alcuni delitti nella materia delle frodi e delle false o fallaci indicazioni, si segnala che tale norma non menziona ai fini dell'applicazione della predetta pena accessoria la fattispecie di cui all' articolo 517-quater del codice penale; è necessario invece che il consumatore sappia chi fa la contraffazione;

merita inoltre una riflessione, come evidenzia la Relazione parlamentare succitata, la problematica della vendita di prodotti contraffatti attraverso Internet. Infatti, l'anomalia dell'offerta o la facilità di simulare l'autenticità, la possibilità di scegliere tra un'amplissima tipologia di punti vendita virtuali, la disponibilità di sistemi di pagamento on line, ovvero di una capacità logistico-distributiva che spesso non opera con tali approfondimenti sulle piccole spedizioni che interessano i consumatori finali, costituiscono tutti elementi che favoriscono un uso illecito della rete e quindi la stessa contraffazione via web; l'approccio alla problematica non può essere affrontato però solo in termini repressivi, occorre agire anche attraverso mirate campagne d'informazione, come ci suggerisce la Relazione parlamentare della Commissione d'inchiesta;

è necessario inoltre un diverso approccio culturale, come auspicato dal Procuratore Generale Antimafia. Infatti se è vero che in questo campo l'Italia ha ormai una legislazione all'avanguardia, è anche vero che il nostro resta uno dei Paesi maggiormente colpiti dalla contraffazione e, allo stesso tempo, uno dei Paesi in cui si consumano di più prodotti contraffatti, per questo quando si acquistano prodotti non originali, si deve essere consapevoli che si sta finanziando la criminalità organizzata;

un'azione mirata di informazione e promozione dovrebbe riguardare, poi, i mercati esteri, per abituare i consumatori di quei paesi a saper distinguere un vero prodotto calabrese da servili imitazioni ovvero da azioni parassitarie che richiamano l'identità della regione;

un forte aiuto in tal senso deriva dalla previsione di sistemi di etichettatura e tracciabilità capaci di rendere più trasparenti le varie fasi del processo produttivo in modo da "raccontare" la storia di un dato prodotto dalla scelta dei sistemi di coltivazione/allevamento, alla diverse fasi di elaborazione, fino al suo arrivo sullo scaffale di un esercizio commerciale;

risulta essenziale conoscere ed esplicitare, quale criterio di orientamento per l'acquisto dei consumatori, l'origine del prodotto che, nel caso dell'alimento, essendo in gioco un valore come quello della salute, assume il ruolo di garanzia di rango costituzionale;

in tal senso appare urgente dare immediata attuazione alla legge 3 febbraio 2011, n. 4, "Disposizioni in materia di etichettatura e di qualità dei prodotti alimentari" attraverso l'emanazione dei decreti interministeriali di cui al comma 3 dell'articolo 4. Questa previsione riveste una particolare attualità nella nostra regione poiché si rende utile per la provenienza di origine del succo concentrato di arance, infatti se attuata, sarebbe di particolare rilevanza economica oltre che sociale per la filiera degli agrumi da industria con un indubbio vantaggio per le nostre produzioni;

in questa ottica è necessario poi promuovere un impegno presso le istituzioni europee per superare lo stallo attuale alla normativa UE sul marchio obbligatorio di origine (cosiddetto Regolamento sul "made in");

un punto critico è il cosiddetto calabriansounding, esso è un fenomeno legato a quei prodotti che pur non essendo tecnicamente contraffatti richiamano in qualche modo, nei colori e nei nomi, la calabresità degli ingredienti, della lavorazione o del prodotto stesso senza però che le materie prime e la relativa lavorazione siano effettivamente italiane; il calabriansounding sottrae notevoli potenzialità alle esportazioni nazionali e, raramente sconfinando nell'illecito, risulta difficilmente contrastabile;

spiace registrare che la tutela a livello internazionale avverso il fenomeno del calabriansounding e la tutela delle denominazioni di origine e dei prodotti di qualità in generale non ha registrato significativi passi in avanti;

la sempre maggior trasnazionalità del fenomeno contraffattivo impone quindi un forte impegno, a livello europeo e internazionale, per giungere alla definizione di un quadro di regole comuni che risponda a principi di reciprocità ed efficacia;

a livello nazionale, inoltre, occorre mantenere un fronte unitario, che veda sia coinvolti tutti gli attori istituzionali ed il mondo delle imprese, attraverso ima più forte ed intensa collaborazione;

la difesa delle produzioni tipiche non può prescindere quindi dal contrasto alla contraffazione, da un'informazione chiara e trasparente ai consumatori ma anche dalla promozione del consumo di prodotti alimentari "a chilometro zero" provenienti da filiera corta al fine di privilegiare la distribuzione alimentare basata sul rapporto diretto tra produttore e consumatore;

in tal senso, il cosiddetto "decreto liberalizzazioni" del Governo nazionale, presenta interventi normativi a favore del sistema agroalimentare italiano puntando al rilancio degli investimenti nel comparto e ad una maggiore solidità finanziaria delle aziende agroalimentari, ispirandosi a criteri di trasparenza nei rapporti di filiera, efficienza ed efficacia dell'azione amministrativa;

quello della contraffazione e della tutela del “Made in Italy” e, quindi, del “Made in Calabria”, è solo una delle tante problematiche che affliggono il comparto;

nel settore agricolo operano 34mila imprese iscritte al registro delle Camere di Commercio la cui competitività rischia di essere fortemente compromessa;

il 2012 si è aperto con i problemi di sempre, un mondo agricolo in crisi, imprese strette da costi opprimenti, prezzi non remunerativi e redditi in caduta;

le difficoltà riportate non fanno che aggravare il momento congiunturale anche aggravato da una struttura, quasi interamente a breve, dell'indebitamento operativo delle imprese agricole che, associato alla stretta da parte del sistema creditizio, ne rende di fatto complicata la normale gestione operativa;

ad una già grave situazione si è aggiunta, tra le altre cose, la tassazione di immobili e terreni agrari, 1'aumento delle accise carburanti, quello dei contributi previdenziali, l'azzeramento delle agevolazioni nelle zone montane e svantaggiate. La cosiddetta "Imu" avrà un impatto pesante su terreni agricoli e fabbricati rurali andando a tassare quelli che sono, di fatto, mezzi di produzione per le imprese agricole. Appare necessaria quindi una netta differenziazione del trattamento fiscale per chi il terreno lo usa per vivere e lavorare;

si è sostanzialmente in presenza di una insostenibile situazione che fa emergere la criticità del comparto evidenziando la mancanza di profitti e l'aumento dei costi, l'alterazione dei prezzi da parte di un mercato globalizzato, della grande distribuzione, dei prodotti importati e spacciati per locali, e chiesto a gran voce misure per contenere il costo del carburante agricolo, il corretto utilizzo dei fondi europei e il blocco delle riscossioni di tributi e contributi per chi è in difficoltà;

da queste denunce emerge, con drammaticità, come la pressione fiscale e gli oneri burocratici che schiacciano il comparto dell'agroalimentare ne mettono a dura prova la competitività rispetto a altri paesi le cui produzioni non sono gravate da corrispondenti carichi fiscali;

solo con nuove politiche, sia a livello comunitario che nazionale, e con interventi realmente incisivi sarà possibile far uscire dalla crisi un comparto che resta il perno su cui poggia gran parte del sistema del “made in Calabria” nel mondo con evidenti risultati economici e di immagine;

la proposta di riforma sulla Politica agricola comune, entra nel vivo in vista della sua applicazione nel periodo 2014/2020;

la redditività delle aziende agricole negli ultimi dieci anni si è assottigliata, la forbice tra prezzi e costi produttivi si è allargata, mentre le banche hanno chiuso molte linee di credito. E' necessario che la PAC sia uno strumento di tutela dell'agricoltura italiana introducendo chiarezza sulle regole e riconoscendo adeguate risorse ai produttori, non tanto e solo in base alla superficie agricola ma alla qualità della produzione, introducendo norme più rigide sulle indicazioni dei prodotti, sull'etichettatura e sulla difesa del “Made in Calabria” dalle contraffazioni;

i cosiddetti “pagamenti agroambientali” costituiscono uno degli strumenti d'intervento previsti dal vigente ordinamento comunitario nel settore agricolo;

la misura si pone l'obiettivo di fornire agli agricoltori aiuti, erogati annualmente in funzione della superficie coltivata (o dei capi allevati), volti a compensare le perdite di reddito o i costi aggiuntivi conseguenti all'applicazione di metodi di produzione più compatibili con l'ambiente (agricoltura biologica, riduzione di input, ecc.) e con la necessità di salvaguardare la biodiversità (cura del paesaggio agrario, coltivazione di vegetali minacciati di erosione genetica, allevamento di razze animali in via di estinzione ecc.);

le risorse sono erogate e programmate dalla Regione nei relativi Piani di Sviluppo Rurale (PSR), grazie a fondi di provenienza comunitaria (FEASR);

i vantaggi offerti dei "pagamenti agroambientali" risultano molteplici: innanzitutto intervengono direttamente e senza intermediazione in favore degli agricoltori, riducendo gli “sprechi” di sistema ed il rischio d'infiltrazione da parte delle organizzazioni criminali;

la loro programmazione, gestione ed erogazione risultano semplici e trasparenti, garantendo la possibilità di impiegare utilmente le risorse comunitarie ed evitarne la dispersione; sostengono l'adozione delle "buone pratiche agricole", che permettono di migliorare la qualità dei prodotti (e di conseguenza la salute di chi li consuma) e tutelare meglio l'ambiente ed il paesaggio; affermano il ruolo sociale e di presidio del territorio da parte degli agricoltori, visti non solo come "produttori" ma come garanti della manutenzione del suolo, della tutela della biodiversità, del rispetto dell'ambiente rurale;

ciò si pone in piena coerenza con gli indirizzi fondamentali della nuova PAC (Politica Agricola Comune) che intende far prevalere il sostegno all'attività dell'agricoltore rispetto al mero sussidio delle produzioni;

Impegna

la Regione per le materie di propria competenza e comunque il Governo a

rilanciare gli investimenti nel settore agroalimentare, con particolare riguardo ai contratti di filiera;

riequilibrare i rapporti interni alla filiera agroalimentare anche al fine di contrastare i comportamenti lesivi a danno delle piccole e medie aziende, che, tra le altre cose, si trovano in sofferenza per il dilatarsi eccessivo dei termini di pagamento da parte degli operatori forti;

introdurre nuove misure di sostegno per l'acceso al credito;

garantire una maggior trasparenza dei rapporti all'interno della filiera;

assumere una iniziativa legislativa, attraverso la Commissione Regionale di contrasto al fenomeno mafioso, che recepisca i rilievi della relazione parlamentare sulla contraffazione nell'agroalimentare affrontando il tema del “Made in Calabria” nella sua complessità, coordinando meglio la normativa esistente e adottando misure che scoraggino l'industria del falso, come ad esempio la previsione dell'interdizione dall'attività per i soggetti che producono e mettono in commercio imitazioni delle migliori lavorazioni italiane; emanare i decreti interministeriali di cui al comma 3, dell'articolo 4 della legge n. 4, del 3 febbraio 2011, rubricata "Disposizioni in materia di etichettatura e di qualità dei prodotti alimentari" dandone piena attuazione, con particolare urgenza per la filiera agrumicola da industria;

a sostenere l'esportazione di prodotti agricoli e agroalimentari della nostra Regione e a scoraggiare, di contro, quelle iniziative imprenditoriali che, piuttosto che dedite all'internazionalizzazione, delocalizzano e mettono in commercio prodotti che non presentano le caratteristiche di tipicità ed originalità proprie delle eccellenze del territorio del nostro Paese, facendo concorrenza sleale;

assumere iniziative volte a contrastare la contraffazione via internet;

ad adoperarsi affinché la lotta alla contraffazione sia considerata una priorità per la politica europea, oltre che a livello nazionale, e a promuovere anche in sede di riforma della PAC, forme di coordinamento più stringenti a livello UE, con l'obiettivo di superare problemi e resistenze, anche a livello mondiale (WTO);

prevedere un apposito fondo, anche solo di garanzia, su base regionale, tendente al consolidamento delle passività onerose a breve termine delle imprese agricole, consentendo in tal guisa la dilazione dell'indebitamento di esercizio su almeno 15 anni;

assumere l'impegno a sostenere concretamente il comparto agricolo ed agroalimentare Made in Calabria, dando valore agli auspicati interventi in tempi certi e ragionevoli.

Impegna altresì il Governo a

introdurre una norma, in presenza di tale situazione, che in esistenza di rateizzazione di debiti Equitalia, porti l'interesse al tasso legale, la riduzione al minimo dei compensi di riscossione ed il raddoppio del numero delle rate accordate;

prevedere delle opportune misure ai fini di alleggerire il carico fiscale sul comparto agricolo e agroalimentare in modo particolare riguardo alla cosiddetta IMU, al contenimento del costo del carburante agricolo e ai contributi e tributi prevedendo anche forme di sospensione e dilazione dei pagamenti;

in particolare, sostenere gli imprenditori del comparto agricolo e agroalimentare tipico i quali abbiano una situazione debitoria conclamata ed irrecuperabile o difficilmente esigibile o eccessivamente onerosa, i quali adottino un regime contabile e fiscale ordinario e si associno in forma cooperativistica o di società di persona, esentandoli dalle sanzioni per carichi tributari altrimenti irrecuperabili e dilazionando la sorte capitale in almeno 15 anni gravandola solo degli interessi legali;

inoltre, a disporre l'inapplicabilità e statuire l'invalidità dei fermi amministrativi sui beni mobili soggetti a trascrizione i quali siano utilizzati come mezzi ordinari di produzione fino al limite di 15.000 euro;

permettere la distruzione dei beni mobili soggetti a trascrizione obsoleti sottoposti a fermo amministrativo in modo da evitare la moltiplicazione dell'indebitamento del contribuente;

permettere la vendita dei beni mobili soggetti a trascrizione sottoposti a fermo amministrativo con cessione del prezzo all'Erario fino all'importo delle somme dovute con liberazione degli stessi dal fermo;

sostenere la competitività anche avendo riguardo a misure quali il credito d'imposta per finanziare ricerca e innovazione in agricoltura;

a garantire un pieno e corretto impiego dei cosiddetti “pagamenti agroambientali”.

Si dispone che la Mozione approvata venga notificata al Governo della Repubblica Italiana.

(61; 29.03.2012) Dattolo

Il Consiglio regionale

premesso che:

la Sial Servizi Spa ha svolto dal 2004 al 2009 ininterrottamente per conto della Regione Calabria il Servizio di anagrafe zootecnica, permettendo alla Regione stessa di raggiungere ottimi risultati in questo settore, così come evidenziato dagli attestati ottenuti dai Ministeri e dai dirigenti dei dipartimenti regionale (Sanità e Agricoltura);

la Legge regionale 26 febbraio 2010 n. 8 “Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e finanziario (collegato alla manovra di finanza regionale per l'anno 2010, art. 3, comma 4 della Legge regionale n. 8/2002)” prevedeva il ripristino del servizio con un nuovo affidamento alla Servizi Spa utilizzando esclusivamente il personale già in servizio presso l'azienda stessa;

la successiva legge regionale 11 agosto n. 23 ha nuovamente previsto di riaffìdare il servizio di anagrafe zootecnica alla Sial Servizi Spa eliminando la parte che riguardava la riassunzione del vecchio personale;

nonostante questi provvedimenti il Contratto di servizio tra la società e la Regione scaduto il 2009, non è stato rinnovato determinando il blocco dell'esercizio della stessa società ed il licenziamento di circa 50 dipendenti;

l'attività che veniva svolta dalla società fondamentale per controllare la qualità della produzione zootecnica e la tutela della salute umana si è praticamente interrotta;

solo parzialmente, ed in maniera sostanzialmente più onerosa per la Regione, il servizio viene ora curato dai dottori veterinari senza averne le competenze specifiche, ed in sfregio alla direttiva diramata dall'Assessorato alla Sanità calabrese che vieta espressamente la gestione della banca dati da parte proprio di questi professionisti;

i lavoratori assunti dalla Sial, che hanno permesso con la loro professionalità di garantire il servizio, versano ancora in stato di mobilità e che hanno percepito gli ammortizzatori sociali (mobilità in deroga) fino al 29 febbraio u.s.;

Il Consiglio regionale della Calabria il 29 marzo 2011 ha varato la Legge regionale "Modificazione all'articolo 10 della Legge Regionale 29 dicembre 2010 n: 34 che ha previsto all'art. 1 l'acquisto da parte della Regione Calabria delle azioni detenute dal socio Italia Lavoro Spa della Sial Servizi Spa, divenuta, pertanto, società in house della Regione;

tutto ciò premesso

il Consiglio regionale impegna la Giunta regionale

Ad istituire in tempi brevissimi un tavolo tecnico tra il Dipartimento Sanità, Agricoltura e Sindacati, per definire le modalità per avviare il progetto "Servizio Anagrafe Zootecnica", attraverso la SIAL servizi S.p.A, assorbendo tutto il personale altamente qualificato ed attualmente in stato di mobilità per questo servizio, garantendo così gli stessi standard qualitativi richiesti dalla normativa in materia.

(62; 30.03.2012) De Gaetano, Principe, Maiolo, Censore, Battaglia, De Masi

Risposta scritta ad interrogazioni

Chiappetta. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

il servizio di pronto intervento 118 è regolamentato dal DPR 27 marzo 1992, il quale definisce i criteri per l'indirizzo ed il coordinamento alle Regioni nella determinazione dei livelli di assistenza sanitaria di emergenza;

ai sensi del combinato disposto di cui agli artt. 2 e 12 del citato decreto, le Regioni danno attuazione al sistema di emergenza sanitaria organizzando le attività di urgenza ed emergenza sul territorio;

le postazioni del 118 esistenti sul territorio dell'Alto Tirreno Cosentino vengono, di norma, incrementate durante la stagione estiva con quelle situate nei Comuni di Diamante e di Scalea. in considerazione del rilevante numero di presenze turistiche;

pare sia intenzione dell'Asp di Cosenza procedere alla conversione di una delle due postazioni richiamate al punto precedente da sede stagionale in sede continuativa, affinché prosegua la propria attività di presidio oltre il periodo estivo;

tale iniziativa - naturalmente se confermata - non potrebbe essere considerata lodevole se la stessa dovesse determinare inutili sovrapposizioni con sedi già presenti sul territorio interessato: l’istituzione di nuove postazioni in centri già serviti si presenterebbe come uno spreco di risorse, non apportando alcun sensibile miglioramento al servizio di pronto intervento già esistente, ponendosi, invece, in evidente contrasto con la ratio ispiratrice dei principi posti a base del processo di razionalizzazione del sistema sanitario regionale in atto;

recentemente, la protesta avanzata dalle associazioni di volontariato che garantiscono il supporto al servizio 118 in termini di risorse umane e di mezzi di trasporto ha posto l'attenzione sulla mancata erogazione, da parte dell'Asp di Cosenza, delle risorse finanziarie destinate alla realizzazione del servizio ormai da oltre un anno;

tale insostenibile situazione ha compromesso la possibilità, per queste associazioni, di garantire un’adeguata azione di intervento, stante l'impossibilità di poter acquistare anche solo il carburante necessario agli spostamenti con i mezzi di soccorso -:

se corrisponde al vero che il Commissario straordinario p.t. dell’Asp di Cosenza abbia intenzione di costituire nuovi presidi di emergenza, piuttosto che avviare un processo di valutazione delle condizioni delle sedi già esistenti con una eventuale riprogrammazione così da garantire migliori prestazioni e maggiori garanzie ai cittadini;

se corrisponde al vero che l’Asp di Cosenza stia ritardando armai da più di un anno i rimborsi dovuti alle diverse associazioni di volontariato che svolgono attività di presidio 118 e, se la risposta è affermativa, per quali motivi;

se l'Asp di Cosenza intenda, e con quali modalità e in che tempi, risolvere la controversa questione considerato che, malgrado i ritardi evidenziati nell'erogazione delle risorse finanziarie alle associazioni di volontariato, gli operatori stanno continuando a garantire un servizio essenziale su tutto il territorio provinciale, dimostrando grande senso di responsabilità e alta professionalità.

(64; 19.11.2010)

Risposta – “In riferimento alle VS richieste di cui alle note prot. n. 9113 del 05.04.2011 e nota prot. n. 205801/SIAR del 13.12.2011 relative all'argomento in oggetto specificato, si comunica quanto segue:

Nel Servizio di Emergenza Territoriale 118 della provincia di Cosenza sono attive 18 PET. Nell'area del Tirreno cosentino operano quattro postazioni di H24 di emergenza territoriale, PET di Amantea, PET di Paola, PET ai Cetraro e la PET di Praia a Mare.

Nella stagione estiva, la suddetta zona registra un alto incremento demografico dovuto all'aumento della popolazione turistica, le PET di riferimento non riescono da sole a soddisfare un così alto incremento di soccorso. Pertanto, nel recente passato, durante il periodo estivo veniva attivata una postazione di soccorritori appartenenti ad Associazioni di Volontariato su Scalea e, solo un anno, un'altra postazione su Diamante.

Questa Azienda, a seguito di una valutazione effettuata dalla Centrale Operativa 118 di Cosenza, che ha tenuto conto delle criticità sopra evidenziate, ha riprogrammato le sedi già esistenti (Associazioni di volontariato su Diamante H24, mentre nulla cambia su Scalea dove la postazione viene attivata durante il periodo estivo) per garantire migliori prestazioni e maggiori garanzie ai cittadini secondo le linee guida nazionali inerenti i tempi di intervento per il soccorso ed in sintonia con quanto richiesto nell'interrogazione dell'Onorevole Chiappetta.

Si evidenzia che la rimodulazione delle postazioni delle Associazioni operanti con il servizio 118 in ambito provinciale ha dimostrato un miglioramento della qualità del servizio, nel rispetto anche delle esigenze economiche del piano di rientro della Regione Calabria.

Con riferimento, poi, alla mancata erogazione, da parte dell'ASP, delle risorse finanziarie alle Associazioni si comunica che i mandati di pagamento sono stati emessi da parte del Servizio Finanziario di questa ASP entro un arco di tempo che va da pochi giorni a circa due mesi dal momento della presentazione della relativa richiesta da parte del Centro di Costo competente; nei casi di attesa oltre i due mesi, il ritardo è da imputare a momentanee situazioni di insufficienza di cassa presso l'Istituto Tesoriere.

Sperando di essere stati esaustivi, si resta disponibili ad ogni eventuale chiarimento e si coglie l'occasione per inviare distinti saluti.”

Dott. Gianfranco Scarpelli (Direttore generale)

Giuseppe Scopelliti (Presidente della Giunta regionale)

Nucera. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

con Regolamento regionale n. 11 del 4 agosto 2009 (Compartecipazione alla spesa sanitaria - Ticket) sono state introdotte e disciplinate le modalità di compartecipazione alla spesa sanitaria da parte dei cittadini, ovunque residenti, che usufruiscono di prestazioni nelle strutture pubbliche e private presenti nel territorio regionale;

all'art. 4 del suddetto Regolamento sono indicati i soggetti che sono esentati dal pagamento della quota di partecipazione alla spesa sanitaria e, in particolare, alla lettera c) vengono individuati gli invalidi per lavoro, ovvero i soggetti con invalidità dall'80% al 100% e i soggetti infortunati sul lavoro o affetti da malattie professionali, codici L01 e L04 (ex. Art. 6, comma l, lett. b, e comma 2, lett. c, del D.M. 1.02.1991);

ai sensi del predetto Regolamento non sono esentanti dal pagamento della quota di partecipazione alla spesa sanitaria i soggetti invalidi per lavoro con invalidità dall'1% al 79%, codici L02, L03 (ex. Art. 6; comma 1, lett. b, e comma 2, lett. b, del D.M. 1.02.1941);

con Decreto del Presidente della Giunta regionale (nella qualità di Commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario della Regione Calabria, nominato con delibera del Consiglio dei Ministri del 30 luglio 2010) n. 19 del 25 ottobre 2010 è stato modificato il Regolamento n. 11/2009, esclusivamente, nella parte relativa all'esenzione dal pagamento della quota di partecipazione alla spesa sanitaria in base al reddito (art. 4, comma l; lett. d);

gli invalidi per lavoro con invalidità dall'1% al 79%, codici L02, L03 (ex. Art. 6, comma 1, lett. b, e comma 2, lett. b, del D.M. 1.02.1991) sono affetti da gravi patologie invalidanti e dovrebbero avere diritto all'esenzione dal pagamento del ticket, a maggior ragione se si considera la circostanza che l'invalidità è avvenuta per causa di lavoro;

nelle altre Regioni, pur con deficit nel sistema sanitario, quali la Regione Puglia o la Regione Campania, che hanno introdotto il sistema della Compartecipazione alla spesa sanitaria gli invalidi per lavoro con invalidità dall'1% al 79%, codici L02, L03, godono dell'esenzione dal pagamento del ticket, perlomeno per le patologie corredate alla causa invalidante -:

se ritiene opportuno, nella Sua qualità di Commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario della Regione Calabria, nominato con delibera del Consiglio dei Ministri del 30 luglio 2010, introdurre una modifica all'art. 4, lett. c), del Regolamento regionale n. 11 del 4 agosto 2009 (Compartecipazione alla spesa sanitaria - Ticket) per comprendere tra i soggetti che sono esentati dal pagamento della quota di partecipazione alla spesa sanitaria anche gli invalidi per lavoro con invalidità dall'1% al 79%, codici L02, L03 (ex. Art. 6, comma l, lett. b, e comma 2,1ett. b, del D.M. 1.02.1991).

(81; 21.01.2011)

Risposta – “Con riferimento all'oggetto, nonché alla nota prot. n. 9109 del 5 aprile 2011 del Servizio n. 2 in indirizzo che ha rimesso la, questione agli scriventi per competenza si precisa che: con Decreto del Presidente della Giunta regionale del 6 maggio 2011, n. 37, adottato nella qualità di Commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della Regione Calabria nominato con delibera del Consiglio dei ministri del 30 luglio 2010, è stato modificato l'art. 4, lett. c), del Regolamento regionale n. 11 del 4 agosto 2009 per la parte inerente le esenzioni dal Ticket.

Attraverso tale modifica, per ciò che concerne specificamente le categorie individuate con i codici L02 ed L03, è stata disposta la reintroduzione dell'esenzione dalla compartecipazione dal ticket "limitatamente alle prestazioni correlate alla patologia invalidante"' e salvo il pagamento della quota fissa di € 1 (un euro) a ricetta.

Fermo restando quanto sopra, qualsiasi altra distinzione operata tra i soggetti affetti da invalidità da lavoro pari o superiore all'80%, esentati dal Ticket, e quelli con invalidità dall'1% al 79%, non esentati dal Ticket, è del tutto in linea con le politiche, anche del Governo centrale, tese a restringere l'ambito dei soggetti beneficiari di particolari maggiori tutele, non ultimo l’innalzamento della soglia percentuale di invalidità per accedere ai benefici dell'assegno mensile di assistenza di cui all'articolo 13 della Legge 30 marzo 1971, n. 118 e ss.mm.ii. che, con la manovra finanziaria del 2010, a far data dal 1° giugno 2010, è passata da una percentuale di invalidità del 74% a quella dell'85%.

Ora, se è vero che il D.Lgs. 23 novembre 1988 n. 509 consente ai soggetti che posseggano una invalidità con una percentuale pari o superiore al 67% di presentare domanda per l'esenzione del Ticket, tale normativa ha efficacia cedevole per l'intervenuta modifica del Titolo V della Costituzione che, all'art. 117, comma 3, Cost., ha attribuito la materia "Tutela della Salute" alla potestà legislativa concorrente delle Regioni con la conseguenza che, non rientrando la suddetta previsione percentuale nei "principi fondamentali" della materia, né costituendo un "livello Rientro, come tale una esenzione del Ticket per i soggetti riconosciuti invalidi da lavoro con una percentuale dall'1% al 79%, al di fuori di quanto già disposto a seguito della modifica operata con il D.P.G.R. n. 37/2011, allo stato degli atti, non sarebbe né legittima, né opportuna, fermo restando che una diversa scelta potrà essere operata a conclusione della vigenza del Piano di Rientro (ossia, dopo il 31 dicembre 2012).

Distinti saluti.”

Dott. Gianluigi Scaffidi (Dirigente del settore 6 al Piano di rientro)

Giuseppe Scopelliti (Presidente della Giunta regionale)

Censore, Guccione, De Gaetano, Aiello F. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

il decreto n. 106 del 20 ottobre 2011 emanato dal Presidente della Giunta regionale, nella qualità di Commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dai debiti sanitari, ha azzerato i posti letto del servizio di oncologia dell'Ospedale di Tropea;

allo stato attuale, il servizio di oncologia dell'Ospedale di Tropea ha assegnati 8 posti tetto che coprono il fabbisogno dell'intero territorio della provincia di Vibo Valentia;

il servizio erogato è considerato di fondamentale importanza per i pazienti bisognosi di cure antitumorale e per i loro familiari che altrimenti sarebbero costretti ad ulteriori disagi e sacrifici derivati dallo spostamento verso gli ospedali di altre province;

la decisione di sopprimere i posti letto del servizio di oncologia del P.O, di Tropea ha avuto come conseguenza la richiesta popolare e delle amministrazioni locali di rivedere il nuovo assetto previsto nel DPGR 106/2011 -:

se corrispondono al vero i dati da Ella rilasciati nella qualità di Commissario ad acta per la Sanità, nella seduta del Consiglio regionale del 18 novembre 2011, secondo cui le prestazioni in day hospital effettuate in un anno nell'Ospedale di Tropea sono stati 181;

se è dato conoscere il numero delle prestazioni effettuate complessivamente in un anno per il trattamento di patologie tumorali nell'Ospedale di Tropea;

se è dato conoscere il numero di unità mediche in servizio per il trattamento di quelle patologie nello stesso ospedale.

(192; 23.11.2011)

Risposta – “In riferimento all'interrogazione n. 192 del 29 novembre 2011, si conferma che il numero di ricoveri in day hospital presso l'U.O di oncologia del presidio ospedaliero di Tropea, nell' anno 2010, risulta essere, dai dati SDO, pari a 180 (di cui 176 per patologie oncologiche).

Il numero complessivo di prestazioni rese per patologie oncologiche nell'ambito dell'intero presidio è stato pari a n. 122 ricoveri ordinari (di cui n. 85 in urologia, n. 20 in chirurgia generale e n. 17 in medicina), e n. 362 ricoveri in day hospital ( di cui n. 176 in oncologia, n. 143 in urologia, n. 25 in chirurgia generale e n. 18 in medicina).

Al fine del completamento della risposta all'interrogazione in oggetto, codesto Settore dovrà fornire il numero di unità mediche in servizio presso le UU.OO. del presidio ospedaliero di Tropea”.

Dott.ssa Rosalba Barone (Dirigente del Settore)

Giuseppe Scopelliti (Presidente della Giunta regionale)

Esame Abbinato: Progetti di legge numero 82/9^, recante: Norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico; numero 153/9^, recante: “Disposizioni in favore dei soggetti con disturbi specifici di apprendimento”

(E' in discussione con riferimento ai Progetti di legge  nn. 82/9^, 153/9^ un testo unificato: “Disposizioni in favore dei soggetti con disturbi specifici di apprendimento”) Riguardare il titolo definitivo (Del. n. 164)

Art. 1

(Obiettivi e definizioni)

1, La Regione Calabria, in applicazione della legge 8 ottobre 2010, n. 170 (Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico) e dei principi sanciti dagli articoli 3 e 32 della Costituzione e dall'articolo 2, comma 2, lettera b) dello Statuto, riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia, quali disturbi specifici di apprendimento (OSA), che possono ostacolare il pieno sviluppo dell'individuo.

2. Ai fini della presente legge, si intende per:

a) dislessia, un disturbo specifico che si manifesta con una difficoltà nell'imparare a leggere, in particolare nella decifrazione dei segni linguistici, ovvero nella correttezza e nella rapidità della lettura;

b) disgrafia, un disturbo specifico di scrittura che si manifesta in difficoltà nella realizzazione grafica;

c) disortografia, un disturbo specifico di scrittura che si manifesta in difficoltà nei processi linguistici di transcodifica;

d) discalculia, un disturbo specifico che si manifesta con una difficoltà negli automatismi del calcolo e dell'elaborazione dei numeri.

3. La dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia possono sussistere separatamente o insieme.

4. Nell'interpretazione delle definizioni di cui al comma 2 si tiene conto dell'evoluzione delle conoscenze scientifiche in materia.

Art. 2

(Finalità)

1. La presente legge persegue le seguenti finalità:

a) garantire le condizioni affinché i soggetti con OSA si realizzino nella scuola, nel lavoro, nella formazione professionale e in ogni altro contesto nel quale si sviluppa e realizza la persona;

b) promuovere la diagnosi precoce dei OSA;

c) ridurre i disagi formativi ed emozionali per i soggetti con OSA, favorendone il successo scolastico e formativo;

d) sensibilizzare e formare gli insegnanti, i formatori, i referenti delle istituzioni scolastiche, gli operatori socio-sanitari e le famiglie sulle problematiche legate ai OSA;

e) promuovere specifiche iniziative volte a favorire la riabilitazione, facilitare l'apprendimento e agevolare l'integrazione e le pari opportunità dei soggetti con OSA;

f) garantire ai soggetti con OSA uguali opportunità di sviluppo delle capacità in ambito lavorativo.

Art. 3

(Formazione nella scuola e nelle strutture sanitarie)

1. Nell'ambito della programmazione regionale nel settore della formazione sono previsti interventi per la formazione e l'aggiornamento del personale del Servizio sanitario regionale e di personale docente e dirigente delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell'infanzia.

2. La formazione degli insegnanti e dei dirigenti scolastici è diretta a garantire:

a) la conoscenza approfondita delle problematiche relative ai disturbi dell'apprendimento e alla loro precoce, individuazione;

b) la conoscenza delle strategie didattiche adeguate ai soggetti con DSA, individuate alla luce delle esperienze innovative italiane ed estere, nonché con la collaborazione di centri di ricerca, di associazioni, agenzie e istituzioni educative;

c) la conoscenza degli strumenti compensativi e delle misure dispensative;

d) l'adozione di percorsi educativi personalizzati, anche attraverso soluzioni dispensative e compensative nel corso del ciclo di studi;

e) l'attenzione, nella scelta dei testi scolastici di pari qualità, verso case editrici che forniscano i libri in formato digitale.

3. La formazione degli operatori socio-sanitari è diretta a garantire che gli stessi sappiano:

a) fornire consulenza ai docenti in merito ai disturbi dell'apprendimento e in particolare ai DSA;

b) distinguere tra i disturbi dell'apprendimento e i DSA;

c) diagnosticare ed attestare le situazioni di DSA secondo le linee guida della Consensus Conference 2007 e successivi aggiornamenti;

d) fornire gli opportuni interventi riabilitativi;

e) collaborare con i docenti alla stesura e realizzazione, per ciascun alunno con OSA, di un piano didattico personalizzato che tenga conto degli interventi riabilitativi, educativi e didattici.

4. La formazione degli operatori sanitari viene assicurata dalle ASP competenti nell'ambito della programmazione annuale, mentre la formazione degli operatori scolastici è assicurata attraverso corsi di formazione gestiti dalle università e dalle associazioni riconosciute dal MIUR come enti formatori.

Art. 4

(Individuazione e diagnosi)

1. E' compito delle istituzioni scolastiche dì ogni ordine e grado, ivi comprese quelle paritarie e dell'infanzia, attuare interventi idonei ad individuare gli alunni sospetti o a rischio di DSA e darne sollecita comunicazione alle famiglie interessate, per avviare un percorso diagnostico specifico.

2. La diagnosi di DSA è effettuata in forma multidisciplinare nell'ambito dei trattamenti specialistici già assicurati dal Servizio sanitario regionale ed è comunicata alla famiglia e alla scuola di appartenenza dello studente, in attuazione e in conformità al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196.

3. Le Aziende sanitarie provinciali possono prevedere che la diagnosi venga effettuata, sempre in forma multidisciplinare, da strutture private autorizzate e accreditate con competenze specifiche sui DSA che adottino i protocolli diagnostici in conformità alle raccomandazioni per la pratica clinica sui disturbi evolutivi specifici di apprendimento definite con il metodo della Consensus Conference del 2007.

Art. 5

(Misure educative e didattiche di supporto)

1. Gli alunni con diagnosi di DSA, nel corso dei cicli di istruzione e delle attività di formazione, hanno diritto di fruire di appositi strumenti, dispensativi e compensativi, di flessibilità scolastica, anche sulla base di quanto previsto dagli indirizzi ministeriali in materia, al fine di accedere ad un percorso scolastico in grado di valorizzare tutte le loro potenzialità.

2. Le istituzioni scolastiche, in linea con quanto previsto dalla legislazione nazionale e in raccordo con i servizi di neuropsichiatria infantile delle ASP, garantiscono agli alunni con DSA:

a) l'uso di una didattica individualizzata, con forme flessibili di lavoro scolastico, che tengano conto delle caratteristiche peculiari dello studente;

b) misure dispensative, atte a dispensare dalla lettura ad alta voce e dalla scrittura sotto dettatura, a programmare tempi più lunghi per le prove scritte e valutare le prove scritte e orali in modo da consentire la dimostrazione delle competenze con modalità adatte al tipo di problema che l'alunno presenta;

c) strumenti compensativi, che abbiano potenzialità abilitative e il vantaggio di compensare la funzione deficitaria nonché di favorire l'autonomia dei soggetti con DSA, quali la calcolatrice, il registratore, il computer con programmi di video-scrittura, il correttore ortografico, la sintesi vocale, la tavola pitagorica, i formulari, le mappe ed altro.

3. Le misure di cui ai commi 1 e 2 sono sottoposte a monitoraggio da parte dei docenti per valutarne l'efficacia e il raggiungimento degli obiettivi.

4. Al fine di favorire un apprendimento coerente con l'attività didattica, gli alunni con OSA utilizzano a casa ed a scuola gli stessi strumenti tramite contratti di comodato d'uso.

5. Negli istituti scolastici di ogni ordine e grado è prevista la figura del referente scolastico per i OSA.

Art. 6

(Contributi agli enti locali, alle istituzioni scolastiche e alle famiglie)

1. La Regione Calabria concede annualmente specifici contributi agli enti locali che segnalano la presenza di soggetti affetti da OSA con diagnosi accertata per favorire l'acquisto nelle scuole di strumenti informatici dotati di videoscrittura con correttore ortografico e sintesi vocale e di altri strumenti alternativi, informatici o tecnologici, volti a facilitare i percorsi didattici degli alunni.

2. Ai contributi di cui al comma precedente si farà fronte con i fondi di cui al successivo articolo 9.

Art. 7

(Piano regionale)

1. La Giunta regionale, con deliberazione, adotta annualmente un piano per il finanziamento degli interventi previsti dalla presente legge.

2. Il piano di finanziamento è elaborato dai dipartimenti competenti anche sulla base delle indicazioni contenute nei piani di zona di cui alla legge regionale 26 novembre 2003 n. 23 e stabilisce le modalità di integrazione finanziaria a livello distrettuale tra i servizi sociali e servizi sanitari.

Art. 8

(Misure per l'inserimento lavorativo)

1. Alle persone con disturbi di apprendimento sono assicurate uguali opportunità di sviluppo delle proprie capacità e uguale accesso al mondo del lavoro.

2. A tutti i soggetti affetti da OSA, nelle prove scritte dei concorsi pubblici indetti dalla Regione Calabria e dai suoi enti strumentali è assicurata la possibilità di sostituire tali prove con un colloquio orale o di utilizzare strumenti compensativi per le difficoltà di lettura, di scrittura e di calcolo, ovvero di usufruire di un prolungamento dei tempi stabiliti per l'espletamento delle medesime prove.

3. Il candidato con OSA deve produrre, con la domanda di partecipazione al concorso o alla selezione, una certificazione medica, rilasciata dalle strutture di cui all'articolo 4 della presente legge, che accerti l'esistenza del disturbo e specifichi gli strumenti compensativi e le misure dispensative di cui necessita.

4. La Giunta regionale, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, adotta apposite linee guida per uniformare l'operato delle commissioni esaminatrici in merito all'utilizzo degli strumenti compensativi.

Art. 9

(Norma finanziaria)

1. Agli oneri derivanti dall'attuazione dell'articolo 3 della presente legge, quantificati a regime in euro 100.000,00, si provvede mediante l'utilizzazione dei fondi del Programma Operativo Regione Calabria FSE 2007-2013.

2. Agli oneri derivanti dall'attuazione dell'articolo 5 e 6 della presente legge, determinati per l'esercizio in corso in euro 100.000,00, si provvede con le risorse disponibili all'UPB 8.1.01.02 dello stato di previsione della spesa del bilancio, inerente ai "Fondi per provvedimenti legislativi in corso di approvazione recanti spese di investimento" il cui stanziamento viene ridotto del medesimo importo.

3. La disponibilità finanziaria di euro 100.000,00 di cui al precedente comma, è utilizzata nell'esercizio in corso ponendo la competenza della spesa a carico dell'UPB 6.2.01.07 che si istituisce nello stato di previsione della spesa del bilancio corrente. La Giunta regionale è autorizzata ad apportare le conseguenti variazioni al documento tecnico di cui all'art. 10 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8.

4. Per gli anni successivi, agli oneri, quantificati a regime in euro 150.000,00, si provvede, nei limiti consentiti dall'effettiva disponibilità di risorse autonome, con la legge di approvazione del bilancio di previsione annuale e con la legge finanziaria di accompagnamento.

Art. 10

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Proposta di provvedimento amministrativo numero 145/9^, recante: “ATERP – CROTONE – Rendiconto Consuntivo Esercizio Finanziario 2009” (Del. n. 165)

“Il Consiglio regionale

Visti

la legge regionale 30 agosto 1996, n. 27 istitutiva delle Aziende Territoriali per l'Edilizia Residenziale Pubblica e successive modifiche ed integrazioni;

la legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 recante "Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria" e, in particolare l'articolo 57 e successive modificazioni ed integrazioni;

l'articolo 54, comma 5, lettera b), dello Statuto della Regione Calabria;

la deliberazione della Giunta regionale n. 741 del 20.10.2008 con la quale si è proceduto all'approvazione del Bilancio di previsione dell'ATERP di Crotone relativo all'esercizio finanziario 2009;

la delibera del Consiglio regionale n. 318 del 12.03.2009 di approvazione del Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2009 dell'ATERP di Crotone;

la delibera del Commissario straordinario dell'ATERP di Crotone n. 101 del 22.03.2010 recante approvazione del Conto Consuntivo esercizio finanziario 2009;

la deliberazione della Giunta regionale n. 114 del 28.03.2011 con la quale si è proceduto all'approvazione del Conto Consuntivo relativo all'esercizio finanziario 2008;

rilevato che il Collegio dei Revisori dei Conti:

ha espresso parere favorevole all'approvazione del rendiconto in esame attestando la corrispondenza del rendiconto alle risultanze della gestione, la regolarità delle procedure per la contabilizzazione delle spese e delle entrate in conformità alle disposizioni di legge e di regolamenti, la corrispondenza tra i dati riportati nel rendiconto con quelli risultanti dalle scritture contabili nel corso dell'esercizio, Il rispetto del principio della competenza finanziaria nella rilevazione degli accertamenti e degli impegni, la corretta rappresentazione del conto del bilancio nei riepiloghi e nei risultati di cassa e di competenza, la corrispondenza tra le entrate a destinazione specifica e gli impegni di spesa assunti in base alle relative disposizioni di legge;

ha riscontrato che i canoni di competenza del 2009 si sono ridotti rispetto a quelli dei precedenti esercizi;

nel corso dell'esercizio 2009 si è più volte preoccupato di verificare lo stato della morosità, lamentando il fatto che i dati contabili relativi agli arretrati permettono un riscontro con dati certi solo a partire dall'anno 2003;

in merito alla problematica relativa alla tripartizione (CZ, KR e W), la Regione ha nominato un Commissario ad acta per la soluzione della questione;

dalle verifiche effettuate nel corso del 2009 ha constatato che l'Ente si è dotato di idonee procedure contabili per la compilazione e la tenuta dell'inventario dei beni mobili;

il Commissario tramite il settore amministrativo si è adoperato per la riscossione delle morosità, la gestione degli immobili e la lotta all'abusivismo per come richiesto;

considerato che il Dipartimento Lavori Pubblici:

ha rilevato che il bilancio è stato presentato nei termini previsti ed è stato redatto in conformità al D.M. 10.10.86;

il problema della morosità persiste ancora, nonostante l'Azienda abbia pienamente utilizzato le leggi regionali sui condoni;

è ancora pendente la problematica relativa alla tripartizione;

condivide le raccomandazioni espresse dal Collegio dei Revisori sul problema della regolarizzazione della morosità dei canoni di locazione;

visti:

le tabelle concernenti l'anno di generazione dei residui attivi e passivi;

la relazione del Direttore Generale dell'ATERP di Crotone al Rendiconto Consuntivo anno 2009;

l'attestazione dell'inesistenza di debiti fuori bilancio non ancora riconosciuti;

la relazione del Dipartimento LL.PP. che esprime parere favorevole all'approvazione del Conto Consuntivo 2009 segnatamente e limitatamente sull'equilibrio finanziario;

il Conto Generale del Patrimonio dell'ATERP di Crotone, relativo all'anno 2009 indicante le attività e le passività 'finanziarie, il valore dei beni mobili e immobili, con le connesse variazioni e con specifica attenzione al valore del Fondo cassa, ai residui attivi e ai residui passivi;

la nota n. 27 del 28.03.2011 dell'ATERP della provincia di Crotone con la quale viene comunicato per un mero refuso dattilografico l'esatto avanzo finanziario;

la nota n. 47 del 18.04.2011 dell'ATERP della provincia di Crotone con la quale viene rettificato l'importo dei residui passivi, per mero errore materiale, nella relazione di accompagnamento del Collegio dei revisori al Bilancio Consuntivo 2009;

la Relazione Istruttoria definitiva sul Conto Consuntivo ATERP di Crotone del Settore Ragioneria Generale che esprime parere favorevole all'approvazione del rendiconto consuntivo per l'anno 2009, segnatamente e limitatamente alla propria competenza contabile;

preso atto della deliberazione della Giunta Regionale n. 392 dell'1 settembre 2011;

visto il parere favorevole della Seconda Commissione espresso nella seduta del 4 novembre 2011

Delibera

di approvare il progetto del bilancio consuntivo dell'ATERP di Crotone per l'esercizio finanziario 2009, con allegati tutti i documenti richiamati in premessa che costituiscono parte integrante e sostanziale della presente deliberazione, unitamente alle raccomandazioni espresse dal Collegio dei revisori dei conti e dagli uffici regionali che ne hanno curato l'istruttoria”.

(Allegati)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 153/9^, recante: “Azienda Calabria Lavoro – Approvazione Rendiconto generale relativo all'esercizio finanziario 2010” (Del. n. 166)

“Il Consiglio regionale

vista la deliberazione della Giunta regionale n. 488 del 2 novembre 2011;

premesso che con legge regionale n. 5 del 19 febbraio 2001 si è provveduto a disciplinare le funzioni e i compiti della Regione e degli Enti Locali in materia di politiche del lavoro e dei servizi per l'impiego istituendo l'Azienda Calabria Lavoro, quale ente pubblico economico, strumentale della Regione;

visti:

l'art. 57 della legge regionale n. 8/2002 e successive modificazioni ed integrazioni;

l'art. 54 dello Statuto della Regione Calabria;

la delibera della Giunta Regionale n. 60 del 28/01/2010, con la quale si è proceduto all'approvazione del Bilancio di previsione per l'anno 2010 di Azienda Calabria Lavoro;

la delibera della Giunta Regionale n. 105 del 28/03/2011 con la quale si è proceduto all'approvazione del Conto Consuntivo relativo all'esercizio finanziario 2009;

il decreto del Commissario di Azienda Calabria Lavoro n. 33 del 28/03/2011, con il quale viene approvato il Rendiconto Generale per l'Esercizio Finanziario 2010;

il Conto Generale del Patrimonio di Azienda Calabria Lavoro relativo all'anno 2010 indicante le attività e le passività finanziarie evidenziando le variazioni intervenute;

la relazione del 28 marzo 2011, con la quale il Collegio dei Revisori dei Conti esprime parere favorevole all'approvazione del rendiconto senza rilievi ed osservazioni, ma con la raccomandazione all'Azienda di richiedere, annualmente, al competente Dipartimento Regionale lo stanziamento di tutte le somme occorrenti per il suo funzionamento;

considerata la relazione del Commissario di Azienda Calabria Lavoro, sul Bilancio Consuntivo dell'esercizio 2010;

tenuto conto:

del valore dei residui attivi iscritti nel Conto Consuntivo-Esercizio Finanziario 2010 dell'Azienda Calabria Lavoro a fronte di somme vantate nei confronti dell'Amministrazione Regionale per assegnazione di Fondi per il funzionamento (decreto n. 14227 del 15/10/2010) e per assegnazioni di Fondi per Progetti (decreti nn. 5377 del 13/04/2010, n. 2713 del 10/03/2010 e n. 13912 del 05/10/2010);

del valore dei residui attivi iscritti nel Conto Consuntivo-Esercizio Finanziario 2010 dell'Azienda Calabria Lavoro a fronte di somme vantate dall'Azienda nei confronti della Regione per l'assegnazione di Fondi Sviluppo Politiche attive del Lavoro -Progetto WHY NOT, con decreto n. 23406 del 21.12.2009;

tenuto conto:

che il Dirigente Generale del Dipartimento 10 della Regione Calabria ha approvato il suddetto Progetto, per la durata di un anno, impegnando a tal fine la somma complessiva di euro 4.200.000,00 con imputazione sul capitolo 43020108 del bilancio regionale provvisorio esercizio finanziario 2009;

che con decreto di affidamento viene impegnata la somma complessiva di euro 4.200.000,00;

che dalla scheda finanziaria allegata al suddetto decreto si evince che la somma destinata ad Azienda Calabria Lavoro è di euro 3.140.095,28;

che successivamente con decreto n. 2652 del 09.03.2010, il Dirigente del Dipartimento n. 10 della Regione Calabria, ha liquidato all'ente Azienda Calabria Lavoro la somma di euro 2.512.076,24, a titolo di anticipazione per la corresponsione delle spese per i lavoratori impegnati nei progetti di sviluppo e politiche attive, ai sensi della legge regionale n. 28/2008, sul capitolo 43020108 del Bilancio Regionale di previsione 2010;

che con successivo decreto n. 17845 del 06.12.2010, del Dirigente del Dipartimento n. 10 della Regione Calabria, è stata autorizzata la Ragioneria Generale a liquidare all'ente Azienda Calabria Lavoro la somma di euro 617.027,10 a saldo del costo del personale, per i lavoratori impegnati nei progetti di sviluppo e politiche attive, ai sensi della legge regionale n. 28/2008, sul capitolo 43020108 del Bilancio Regionale anno 2010, per un importo complessivo di euro 3.129.103,34, a fronte di un impegno di spesa di euro 3.140.095,28, come da decreto n. 23406 del 21.12.2009;

che con successivo decreto n. 18931 del 30.12.2010 del Dirigente del Dipartimento n. 10 della Regione Calabria è stata approvata la proroga del progetto di sviluppo e politiche attive del lavoro presentato da Azienda Calabria Lavoro, impegnando per la realizzazione del progetto, ivi comprese le spese di coordinamento e gestione, la somma di euro 4.200.000,00 sul capitolo 43020108 del bilancio esercizio finanziario 2010;

valutato che, alla luce di quanto su riportato è necessario che l'Azienda verifichi l'effettiva sussistenza dei residui attivi iscritti in Bilancio a fronte del decreto n. 23406/2009;

viste:

le tabelle concernenti l'anno di generazione dei residui attivi e passivi;

l'attestazione dell'inesistenza di debiti fuori bilancio non ancora riconosciuti;

considerato che, come dichiarato dall'Ente nella relazione sul "rispetto dei limiti di spesa", il disposto di cui all'art. 23 delta legge regionale n. 19/2009 è stato formalmente rispettato in quanto gli impegni di spesa per consulenze, studi e incarichi professionali assunti nell'anno 2008 sono stati pari ad euro 48.782,15 e nell'anno 2010 sono stati ridotti del 20%, impegnando, sui relativi capitoli la somma di euro 39.000,00. Mentre, con riguardo all'anno 2009, le predette spese sono state pari ad euro 46.000,00 (sarebbero dovute essere pari ad euro 43.904,00), ma con D.D.G. n. 84 del 15 settembre 2009 è stato dato atto che per detta annualità l'Azienda non avrebbe potuto operare la riduzione delle spese per consulenze, studi e incarichi professionali nella misura prescritta del 10% rispetto alle spese affrontate nel 2008, in quanto, in date antecedenti all'entrata in vigore della norma di cui all'art. 23 della legge regionale n. 19/2009, erano già stati stipulati provvedimenti e atti negoziali di affidamento di incarichi professionali per un importo superiore. L'Azienda ha affermato di non aver proceduto ad una modifica unilaterale o l'estinzione anticipata dei contratti stipulati con i professionisti incaricati prima dell'entrata in vigore della citata legge regionale n. 19/2009, al fine di evitare il concreto rischio di contenzioso, con conseguente grave pregiudizio per il regolare andamento delle attività istituzionali di Azienda Calabria Lavoro, posto che i professionisti in questione sovrintendono a funzioni essenziali dell'Ente;

rilevato il parere favorevole all'approvazione del Rendiconto Generale Esercizio Finanziario 2010 espresso dal Dipartimento n. 10;

tenuto conto della relazione istruttoria definitiva sul Conto Consuntivo in oggetto redatta dal Settore Ragioneria Generale che esprime parere favorevole sull'approvazione del rendiconto consuntivo per l'anno 2010, segnatamente e limitatamente alla propria competenza contabile, prescrivendo all'Ente di verificare la sussistenza dei residui attivi iscritti in bilancio a fronte del decreto dirigenziale n. 23406/2009;

visto il parere favorevole della Seconda Commissione che, facendo proprie la raccomandazione e la prescrizione formulata dal collegio dei revisori dei conti e dagli uffici regionali competenti che ne hanno curato l'istruttoria, ha approvato il provvedimento amministrativo di cui all'oggetto nella seduta del 9 febbraio 2012

delibera

di approvare il Rendiconto Generale relativo all'Esercizio Finanziario 2010 dell'Azienda Calabria Lavoro, unitamente alle prescrizioni, osservazioni e raccomandazioni formulate dal collegio dei revisori, dal Dipartimento Bilancio e dalla Seconda Commissione con allegati tutti i documenti richiamati in premessa che costituiscono parte integrante e sostanziale della presente deliberazione”.

(Allegati)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 154/9^, recante: “A.R.P.A.CAL. – CATANZARO – Rendiconto Generale Esercizio Finanziario 2006” (Del. n. 167)

“Il Consiglio regionale

vista la delibera di Giunta regionale n. 489 del 2 novembre 2011;

premesso che

con la Legge Regionale del 3 agosto 1999, n. 20 è stata istituita l'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Calabria - A.R.P.A.CAL con le finalità di tutela, controllo, recupero dell'ambiente e per la prevenzione e promozione della salute collettiva, perseguendo l'obiettivo dell'utilizzo integrato e coordinato delle risorse, al fine di conseguire la massima efficacia nell'individuazione e nella rimozione dei fattori di rischio per l'uomo, per la fauna, per la flora e per l'ambiente fisico, quale ente pubblico economico, strumentale della Regione;

la stessa legge, all'art. 8, disciplina le funzioni di vigilanza e di controllo sugli organi e sugli atti dell' Agenzia demandando alla Giunta regionale l'approvazione dei bilanci e dei rendiconti annuali;

visto l'art. 57 della L.R. n. 8/2002 e successive modificazioni;

viste:

la delibera n. 41 del 23 luglio 2010 con la quale il Consiglio regionale ha approvato il rendiconto Generale per l'esercizio finanziario 2005 dell'A.R.P.A.CAL

la delibera n. 112 del 22 dicembre 2006 con cui il Consiglio regionale ha approvato il bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2006 dell'A.R.P.A.CAL;

visto il decreto del Commissario dell'ARPACAL, n. 208 del 15 marzo 2007 di approvazione del Rendiconto Finanziario Generale per l'esercizio finanziario 2006;

considerata la relazione finale del Collegio dei Revisori dei Conti che esprime parere favorevole all'approvazione del Rendiconto per l'esercizio finanziario 2006 con le seguenti prescrizioni e raccomandazioni:

è indispensabile la redazione di un inventario analitico dei beni, a quantità e valori, che evidenzi le variazioni intervenute nella consistenza degli stessi;

si rileva la mancata adozione del sistema di contabilità economica, come prescritto dall'art. 39 punto 17 del regolamento dell'Ente e del libro dei cespiti ammortizzabili;

sia maggiormente valutata in sede di previsione la capacità finanziaria dell'ente, sulla base del trend storico e della manovra concretamente attuabile;

la programmazione degli interventi sia effettuata in relazione alla possibilità concreta di finanziamento ed alla capacità operativa della struttura interna dell'ente;

tenuto conto del verbale della seduta del 05/03/2007 del Comitato Regionale di Indirizzo dell'Ente di approvazione del Rendiconto medesimo;

rilevato il parere favorevole all'approvazione del Rendiconto Generale Esercizio Finanziario 2006 espresso dal Dipartimento Politiche dell'Ambiente con nota prot. n. 2653 del 22 marzo 2007;

considerata la relazione istruttoria del Dipartimento Bilancio e Patrimonio — Settore n. 2 Ragioneria Generale, con la quale viene proposta l'approvazione del Rendiconto con le seguenti prescrizioni:

che l'Agenzia, oltre alle scritture di tipo finanziario, predisponga la contabilità economico-patrimoniale per l'adozione del bilancio economico preventivo e del conto economico consuntivo, come stabilito all'articolo 39, punto 17 del Regolamento dell'Ente;

che l'Ente provveda all'istituzione e all'aggiornamento del libro dei cespiti ammortizzabili e dell'inventario dei beni mobili e immobili;

considerato che la Seconda Commissione Bilancio, Programmazione economica e attività produttive, facendo proprie le prescrizioni indicate nella delibera di Giunta regionale, le osservazioni e le raccomandazioni espresse dal Collegio dei Revisori e dal Dipartimento Bilancio, nonché le assicurazioni del Commissario dell'A.R.P.A.CAL, in sede di audizione, che:

sono stati istituiti il libro dei cespiti ammortizzabili, l'inventario dei beni mobili e immobili e il conto del patrimonio;

è stato avviato il sistema di contabilità economico-patrimoniale come prescritto dall'art. 39, punto 17, del Regolamento dell'Ente;

 ha approvato il provvedimento amministrativo di cui all'oggetto nella seduta del 9 febbraio 2012, con le ulteriori raccomandazioni:

di proseguire il lavoro di ristrutturazione organizzativa, riducendo il numero delle posizioni dirigenziali, attualmente anomalo rispetto alla dotazione complessiva del personale e privilegiando le posizioni tecnico- specialistiche che si occupano dello svolgimento delle attività complessive dell'Ente;

di orientare prioritariamente il processo di ristrutturazione e di contenimento delle spese verso la riduzione dell' outsourcing, data la forte incidenza che assume sulla gestione del l' Ente;

di redigere un conto del patrimonio in piena aderenza con le vigenti norme in materia di contabilità

delibera

di approvare il Rendiconto Generale Esercizio Finanziario 2006 dell'A.R.P.A.CAL. di Catanzaro, unitamente alle prescrizioni, osservazioni e raccomandazioni formulate dal Collegio dei Revisori dei Conti, dal Dipartimento Bilancio, dalla Giunta regionale, e con le ulteriori raccomandazioni della Seconda Commissione, con allegati tutti i documenti richiamati in premessa che costituiscono parte integrante e sostanziale della presente deliberazione”.

(Allegati)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 155/9^, recante: “A.R.P.A.CAL. – CATANZARO – Rendiconto Generale Esercizio Finanziario 2007” (Del. n. 168)

“Il Consiglio regionale

vista la delibera di Giunta regionale n.490 del 2 novembre 2011;

premesso che:

con la Legge Regionale del 3 agosto 1999, n. 20 è stata istituita l'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Calabria - A.R.P.A.CAL con le finalità di tutela, controllo, recupero dell'ambiente e per la prevenzione e promozione della salute collettiva, perseguendo l'obiettivo dell'utilizzo integrato e coordinato delle risorse, al fine di conseguire la massima efficacia nell'individuazione e nella rimozione dei fattori di rischio per l'uomo, per la fauna, per la flora e per l'ambiente fisico, quale ente pubblico economico, strumentale della Regione;

che la stessa legge, all'art. 8, disciplina le funzioni di vigilanza e di controllo sugli organi e sugli atti dell' Agenzia demandando alla Giunta regionale l'approvazione dei bilanci e dei rendiconti annuali;

visto l'art. 57 della L.R. n. 8/2002 e successive modificazioni;

viste:

la delibera n. 217 del 23 aprile 2007 con la quale la Giunta regionale ha proposto al Consiglio regionale, per la definitiva approvazione, il progetto di bilancio di previsione assestato per l'anno 2007 dell'A.R.P.A.CAL;

la delibera n. 189 del 28 novembre 2007 con la quale il Consiglio regionale ha approvato il suddetto bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2007 dell'A.R.P.A.CAL;

rilevato che con Decreto del commissario dell'A.R.P.A.CAL n. 1289 del 30/11/2007, è stata effettuata, in termini di competenza e di cassa, per maggiori entrate e maggiori spese, una variazione al bilancio di previsione precedentemente approvato dagli organi regionale con gli atti deliberativi summenzionati;

vista la delibera del Direttore Generale dell'ARPACAL, n. 488 del 30 giugno 2008 di approvazione del Rendiconto Finanziario Generale per l'esercizio finanziario 2007;

vista la relazione finale del Collegio dei Revisori dei Conti che:

certifica la conformità dei dati del rendiconto con quelli delle scritture contabili dell'Ente, ed in via generale la regolarità contabile e finanziaria della gestione, esprime parere favorevole all'approvazione del Rendiconto per l'esercizio finanziario 2007;

censura il comportamento dell'Ente per quanto riguarda la mancata attivazione per la predisposizione dell'inventario analitico dei beni a quantità e valori e di un'adeguata contabilità economica;

considerata la nota prot. n. 10517 del 24/06/2010 con la quale l'A.R.P.A.CAL ha fornito chiarimenti ad alcuni rilievi sollevati dal collegio dei revisori per il consuntivo anno 2007;

tenuto conto del verbale della seduta del 16/10/2008 del Comitato Regionale di Indirizzo dell'Ente di approvazione del Rendiconto medesimo;

rilevato il parere favorevole all'approvazione del Rendiconto Generale Esercizio Finanziario 2007 espresso dal Dipartimento Politiche dell'Ambiente con nota prot. n. 19397 del 24 novembre 2008;

considerata la relazione istruttoria del Dipartimento Bilancio e Patrimonio — Settore n. 2 Ragioneria Generale, con la quale viene proposta l'approvazione del Rendiconto con le seguenti prescrizioni:

che l'Agenzia, oltre alle scritture di tipo finanziario, predisponga la contabilità economico-patrimoniale per l'adozione del bilancio economico preventivo e del conto economico consuntivo, come stabilito all'articolo 39, punto 17 del Regolamento dell'Ente;

che l'Ente provveda all'aggiornamento dell'inventario ed all'istituzione del libro dei cespiti ammortizzabili;

che l'Ente verifichi la sussistenza dei residui attivi provenienti dagli esercizi finanziari 2001 e 2002 sui capitoli d'entrata 2402001, 61010001 e 61020002, e regolarizzi le partite di giro con la corrispondenza tra il valore delle somme accertate e quello delle spese impegnate;

considerato che la Seconda Commissione Bilancio, Programmazione economica e attività produttive, facendo proprie le prescrizioni indicate nella delibera di Giunta  regionale, le osservazioni e le raccomandazioni espresse dal Collegio dei Revisori e dal Dipartimento Bilancio, nonché le assicurazioni del Commissario dell'A.R.P.A.CAL, in sede di audizione, che:

sono stati istituiti il libro dei cespiti ammortizzabili, l'inventario dei beni mobili e immobili e il conto del patrimonio;

è stato avviato il sistema di contabilità economico-patrimoniale come prescritto dal art. 39, punto 17, del Regolamento dell'Ente

ha approvato il provvedimento amministrativo di cui all'oggetto nella seduta del 9 febbraio 2012, con le ulteriori raccomandazioni:

di proseguire il lavoro di ristrutturazione organizzativa, riducendo il numero delle posizioni dirigenziali, attualmente anomalo rispetto alla dotazione complessiva del personale e privilegiando le posizioni tecnico- specialistiche che si occupano dello svolgimento delle attività complessive dell'Ente;

di orientare prioritariamente il processo di ristrutturazione e di contenimento delle spese verso la riduzione dell' outsourcing, data la forte incidenza che assume sulla gestione dell'Ente;

di regolarizzare le partite di giro, con la corrispondenza tra il valore delle somme accertate e quello delle spese impegnate;

di verificare la sussistenza dei residui attivi relativi agli esercizi 2001 e 2002 sui capitolo di entrata 2402001, 61010001 e 61020002;

di redigere un conto del patrimonio in piena aderenza con le vigenti norme in materia di contabilità.

delibera

di approvare il Rendiconto Generale Esercizio Finanziario 2007 dell'A.R.P.A.CAL. Catanzaro, unitamente alle prescrizioni, osservazioni e raccomandazioni formulate dal Collegio dei Revisori dei Conti, dal Dipartimento Bilancio, dalla Giunta regionale, e con le ulteriori raccomandazioni della Seconda Commissione, con allegati tutti i documenti richiamati in premessa che costituiscono parte integrante e sostanziale della presente deliberazione”.

(Allegati)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 156/9^, recante: “A.R.P.A.CAL. – CATANZARO – Rendiconto Generale Esercizio Finanziario 2008” (Del. n. 169)

“Il Consiglio regionale

vista la delibera di Giunta regionale n.491 del 2 novembre 2011;

premesso che:

con la Legge Regionale del 3 agosto 1999, n. 20 è stata istituita l'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Calabria - A.R.P.A.CAL con le finalità di tutela, controllo, recupero dell'ambiente e per la prevenzione e promozione della salute collettiva, perseguendo l'obiettivo dell'utilizzo integrato e coordinato delle risorse, al fine di conseguire la massima efficacia nell'individuazione e nella rimozione dei fattori di rischio per l'uomo, per la fauna, per la flora e per l'ambiente fisico, quale ente pubblico economico, strumentale della Regione;

la stessa legge, all'art. 8, disciplina le funzioni di vigilanza e di controllo sugli organi e sugli atti dell' Agenzia demandando alla Giunta regionale l'approvazione dei bilanci e dei rendiconti annuali;

visto l'art. 57 della L.R. n. 8/2002 e successive modificazioni;

viste:

la delibera n. 93 del 31 gennaio 2008 con la quale la Giunta Regionale ha proposto al Consiglio Regionale, per la definitiva approvazione, il progetto di bilancio di previsione assestato per l'anno 2008 dell'ARPACAL;

la delibera n. 251 del 31 marzo 2008 con la quale il Consiglio Regionale ha approvato il suddetto bilancio di previsione per l'Esercizio Finanziario 2008 dell'AR.P.A.CAL, trasmesso dalla Giunta con la delibera n.93/2008 sopra citata;

la delibera n. 53 del 5 febbraio 2009 con la quale è stato proposto al Consiglio regionale l'approvazione dell'assestamento al bilancio di previsione dell'AR.P.A.CAL per l'esercizio finanziario 2008;

la deliberazione n. 383 con cui il Consiglio Regionale ha approvato l'assestamento di bilancio di previsione dell'A.R.P.A.CAL per l'anno finanziario 2008 trasmesso dalla Giunta con la delibera n. 53/2009;

visto il decreto del Direttore Generale dell'ARPACAL, n. 921 del 29 giugno 2009 di approvazione del Rendiconto Finanziario Generale per l'esercizio finanziario 2008;

vista la nota n. 4182 del 01/04/2011 con la quale l'A.R.P.A.CAL comunica che non risultano debiti fuori bilancio riconosciuti, né procedure avviate di riconoscimento dei debiti fuori bilancio per gli esercizi finanziari anni 2008-2009;

vista la relazione finale del Collegio dei Revisori dei Conti che:

certifica la conformità dei dati del rendiconto con quelli delle scritture contabili dell'Ente, ed in via generale la regolarità contabile e finanziaria della gestione,

esprime parere favorevole all'approvazione del Rendiconto per l'esercizio finanziario 2008;

censura il comportamento dell'ente per quanto riguarda la mancata predisposizione di un'adeguata contabilità economica tale da consentire la realizzazione del sistema contabile previsto dal Regolamento dell'Ente all'art. 39, punto 17;

considerata la nota prot. n.11527 del 28/06/2010 con la quale l'A.R.P.A.CAL ha fornito chiarimenti ad alcuni rilievi sollevati dal Collegio dei Revisori per il consuntivo anno 2008;

tenuto conto del verbale della seduta del 29/06/2009 del Comitato Regionale di Indirizzo dell'Ente di approvazione del Rendiconto medesimo;

rilevato il parere favorevole all'approvazione del Rendiconto Generale esercizio finanziario 2008 espresso dal Dipartimento Politiche dell'Ambiente con nota prot. n. 6139 del 30 marzo 2010;

considerata la relazione istruttoria del Dipartimento Bilancio e Patrimonio — Settore n. 2 Ragioneria Generale, con la quale viene proposta l'approvazione del Rendiconto con le seguenti prescrizioni:

che l'Agenzia, oltre alle scritture di tipo finanziario, predisponga la contabilità economico-patrimoniale per l'adozione del bilancio economico preventivo e del conto economico consuntivo, come stabilito all'articolo 39, punto 17 del Regolamento dell'Ente;

che l'Agenzia proceda all'aggiornamento dell'inventario ed all'istituzione e aggiornamento del libro dei cespiti ammortizzabili;

che l'Ente predisponga un attendibile conto del patrimonio inserendo il corretto valore delle poste patrimoniali, e verifichi la sussistenza dei residui attivi provenienti da esercizi finanziari di lontana formazione sui capitoli di entrata 24010001, 61010001, e 61020002;

considerato che la Seconda Commissione Bilancio, Programmazione economica e attività produttive, facendo proprie le prescrizioni indicate nella delibera di Giunta regionale, le osservazioni e le raccomandazioni espresse dal Collegio dei Revisori e dal Dipartimento Bilancio, nonché le assicurazioni del Commissario dell'A.R.P.A.CAL, in sede di audizione, che sono stati istituiti il libro dei cespiti ammortizzabili, l'inventario dei beni mobili e immobili e il conto del patrimonio;

è stato avviato il sistema di contabilità economico-patrimoniale come prescritto dall'art. 39, punto 17, del Regolamento dell'Ente;

ha approvato il provvedimento amministrativo di cui all'oggetto nella seduta del 9 febbraio 2012 con le ulteriori raccomandazioni:

di proseguire il lavoro di ristrutturazione organizzativa, riducendo il numero delle posizioni dirigenziali, attualmente anomalo rispetto alla dotazione complessiva del personale e privilegiando le posizioni tecnico- specialistiche che si occupano dello svolgimento delle attività complessive dell'Ente;

di orientare prioritariamente il processo di ristrutturazione e di contenimento delle spese verso la riduzione dell' outsourcing, data la forte incidenza che assume sulla gestione dell'Ente;

di redigere un conto del patrimonio in piena aderenza con le vigenti norme in materia di contabilità

delibera

di approvare il Rendiconto Generale Esercizio Finanziario 2008 dell'A.R.P.A.CAL. Catanzaro, unitamente alle prescrizioni, osservazioni e raccomandazioni formulate dal Collegio dei Revisori dei Conti, dal Dipartimento Bilancio, dalla Giunta regionale, e con le ulteriori raccomandazioni della Seconda Commissione, con allegati tutti i documenti richiamati in premessa che costituiscono parte integrante e sostanziale della presente deliberazione”

(Allegati)

Proposta di legge numero 258/9^, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale numero 28 del 22 novembre 2010” (Del. n. 170)

Art. 1

(Modifiche alla legge regionale 22 novembre 2010, n. 28)

1. Il comma 5 dell'articolo 9, è così modificato:

"5. I rappresentanti di cui alle lettere j), k) e I) del comma 3 sono nominati dalla Giunta regionale, previa valutazione delle competenze sportive acquisite, a seguito di avviso pubblico",

2. Il comma 2 dell'articolo 15, è così modificato:

"2. La Regione può concedere contributi a sostegno dei progetti nazionali per la promozione e la diffusione dell'attività motoria, organizzati dai comitati provinciali e regionali del CONI, FSN, DSA, EPS riconosciuti dal CONI, Ufficio scolastico regionale -Coordinamento attività motorie fisico sportive",

3. Il comma 4 dell'articolo 16, è così modificato:

"4, I soggetti beneficiari sono individuati su proposta dei comitati periferici del CONI, delle FSN, delle DSA, degli EPS e del CIP. La quantificazione del premio e le modalità di erogazione sono stabilite con deliberazione del Consiglio regionale, su proposta dell'Osservatorio per lo sport".

5. Gli acronimi inseriti nella legge hanno il seguente significato: FSN (Federazioni Sportive Nazionali); DSA (Discipline Sportive Associate); EPS (Enti di Promozione Sportiva); CIP (Comitato Italiano Paralimpico).

Proposta di legge numero 321/9^, recante: “Modifiche all’articolo 47 della legge regionale numero 47 del 23 dicembre 2011” (Del. n. 171)

Art. 1

1. All'articolo 47 della legge regionale 23 dicembre 2011 n. 47, sono aggiunti i seguenti commi:

"3-bis. Al fine di promuovere l'intermodalità del trasporto delle merci in partenza o a destinazione del territorio regionale, la Regione Calabria istituisce regimi di incentivo all'utilizzo dell'infrastruttura ferroviaria compatibili con i trattati ai sensi dell'articolo 93 TFUE".

"4-bis. Nel perseguimento delle medesime finalità di cui al comma 1, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 13, comma 1, lettera d) della legge 28 gennaio 1994, n. 84, la Regione Calabria può erogare contributi all'Autorità portuale di Gioia Tauro destinati al perseguimento degli obiettivi istituzionali dell'ente. Tali contributi possono essere disciplinati all'interno di appositi accordi di programma stipulati tra la Regione Calabria e l'Autorità Portuale ovvero disposti con delibera della Giunta.

2. Al comma 5 dell'articolo 47 della legge regionale 23 dicembre 2011 n. 47, è cancellata la locuzione "degli incentivi previsti" e sostituita con la locuzione "delle misure previste".

Mozione numero 61 del 29 marzo 2012 a firma del consigliere Dattolo “Sulle problematiche afferenti il comparto agricolo e agroalimentare calabrese”

“Il Consiglio regionale,

premesso che

l'agroalimentare, come dimostrano gli ultimi dati, è uno dei settori strategici su cui concentrare le politiche di investimento per consentire l'attivazione di positive e virtuose dinamiche di sviluppo della Regione Calabria;

è prioritario, altresì, proporre politiche attive di contrasto, anche con proposte interistituzionali, per la repressione di dinamiche distorsive di tipo contraffattivo o parassitario che minano la reputazione e la diffusione del vero “Made in Calabria”;

le frodi alimentari colpiscono in generale il “Made in Italy” ed in particolare il “Made in Calabria” e le produzioni di qualità, oltre che rappresentare una minaccia alla salute;

la dimensione internazionale del fenomeno impone limiti oggettivi alle azioni di contrasto dirette;

la realtà delle frodi alimentari ha raggiunto livelli impensabili con quella che oggi viene chiamata agropirateria che consiste nella contraffazione di un prodotto alimentare sfruttandone la reputazione e la notorietà, imitando nomi, marchi, aspetto o caratteristiche;

il business dell'agroalimentare è sempre più appetibile per la criminalità organizzata e l'industria della contraffazione;

si rende necessaria, una battaglia per la legalità non solo per tutelare la salute dei cittadini, ma anche per proteggere dalla lunga mano dei truffatori e della criminalità organizzata questo importante comparto. Non è un caso che a crescere siano proprio le falsificazioni dei prodotti tipici certificati e di quel “Made in Calabria”, famoso in tutto il mondo, che alimenta buona parte delle nostre esportazioni;

con particolare attenzione vanno difese dalle frodi le piccole e medie aziende che rappresentano il target più sensibile alle mire dei gruppi organizzati che speculano sul settore con profitti di milioni di euro;

sul piano dell'assetto normativo, come emerge dalla Relazione sulla contraffazione nel settore agroalimentare della Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione e della pirateria in campo commerciale, il quadro di riferimento italiano può essere considerato tra quelli maggiormente evoluti a livello dei paesi industrializzati, tuttavia la vetustà di alcune disposizioni, ne consiglierebbe una rivisitazione, in termine di condotte e di relative sanzioni, che tengano conto delle mutate esigenze di protezione e di tutela, da rapportare oggi a processi produttivi completamente cambiati e altamente tecnologici, a relazioni economiche di carattere più spiccatamente transnazionale nonché ai crescenti interessi della criminalità organizzata in materia di contraffazione;

la riforma attuata in forza della legge n. 99 del 2009 ha introdotto una nuova fattispecie di delitto contro l'economia pubblica (art. 517-quater.) "Contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari", con la medesima legge è stata prevista la competenza della procura distrettuale antimafia per il reato di cui all'art. 416 del c.p. finalizzato alla commissione dei delitti di cui agli articoli 473 e 474 del c.p., rispettivamente riguardanti "Contraffazione, alterazione o uso di marchi o segni distintivi ovvero brevetti, modelli e disegni" e "Introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi";

tuttavia, non è ad oggi prevista la competenza della Procura distrettuale antimafia e quindi il coordinamento della Procura nazionale antimafia per la fattispecie di associazione a delinquere finalizzata alla realizzazione di condotte di contraffazione delle indicazioni di origine in materia agroalimentare;

inoltre sul fronte della tutela del consumatore, pur esistendo una norma, l'articolo 518 del codice penale, che prevede la pena accessoria della pubblicazione della sentenza in caso di condanna per alcuni delitti nella materia delle frodi e delle false o fallaci indicazioni, si segnala che tale norma non menziona ai fini dell'applicazione della predetta pena accessoria la fattispecie di cui all' articolo 517-quater del codice penale; è necessario invece che il consumatore sappia chi fa la contraffazione;

merita inoltre una riflessione, come evidenzia la Relazione parlamentare succitata, la problematica della vendita di prodotti contraffatti attraverso Internet. Infatti, l'anomalia dell'offerta o la facilità di simulare l'autenticità, la possibilità di scegliere tra un'amplissima tipologia di punti vendita virtuali, la disponibilità di sistemi di pagamento on line, ovvero di una capacità logistico-distributiva che spesso non opera con tali approfondimenti sulle piccole spedizioni che interessano i consumatori finali, costituiscono tutti elementi che favoriscono un uso illecito della rete e quindi la stessa contraffazione via web; l'approccio alla problematica non può essere affrontato però solo in termini repressivi, occorre agire anche attraverso mirate campagne d'informazione, come ci suggerisce la Relazione parlamentare della Commissione d'inchiesta;

è necessario inoltre un diverso approccio culturale, come auspicato dal Procuratore Generale Antimafia. Infatti se è vero che in questo campo l'Italia ha ormai una legislazione all'avanguardia, è anche vero che il nostro resta uno dei Paesi maggiormente colpiti dalla contraffazione e, allo stesso tempo, uno dei Paesi in cui si consumano di più prodotti contraffatti, per questo quando si acquistano prodotti non originali, si deve essere consapevoli che si sta finanziando la criminalità organizzata;

un'azione mirata di informazione e promozione dovrebbe riguardare, poi, i mercati esteri, per abituare i consumatori di quei paesi a saper distinguere un vero prodotto calabrese da servili imitazioni ovvero da azioni parassitarie che richiamano l'identità della regione;

un forte aiuto in tal senso deriva dalla previsione di sistemi di etichettatura e tracciabilità capaci di rendere più trasparenti le varie fasi del processo produttivo in modo da "raccontare" la storia di un dato prodotto dalla scelta dei sistemi di coltivazione/allevamento, alla diverse fasi di elaborazione, fino al suo arrivo sullo scaffale di un esercizio commerciale;

risulta essenziale conoscere ed esplicitare, quale criterio di orientamento per l'acquisto dei consumatori, l'origine del prodotto che, nel caso dell'alimento, essendo in gioco un valore come quello della salute, assume il ruolo di garanzia di rango costituzionale;

in tal senso appare urgente dare immediata attuazione alla legge 3 febbraio 2011, n. 4, "Disposizioni in materia di etichettatura e di qualità dei prodotti alimentari" attraverso l'emanazione dei decreti interministeriali di cui al comma 3 dell'articolo 4. Questa previsione riveste una particolare attualità nella nostra regione poiché si rende utile per la provenienza di origine del succo concentrato di arance, infatti se attuata, sarebbe di particolare rilevanza economica oltre che sociale per la filiera degli agrumi da industria con un indubbio vantaggio per le nostre produzioni;

in questa ottica è necessario poi promuovere un impegno presso le istituzioni europee per superare lo stallo attuale alla normativa UE sul marchio obbligatorio di origine (cosiddetto Regolamento sul "made in");

un punto critico è il cosiddetto calabriansounding, esso è un fenomeno legato a quei prodotti che pur non essendo tecnicamente contraffatti richiamano in qualche modo, nei colori e nei nomi, la calabresità degli ingredienti, della lavorazione o del prodotto stesso senza però che le materie prime e la relativa lavorazione siano effettivamente italiane; il calabriansounding sottrae notevoli potenzialità alle esportazioni nazionali e, raramente sconfinando nell'illecito, risulta difficilmente contrastabile;

spiace registrare che la tutela a livello internazionale avverso il fenomeno del calabriansounding e la tutela delle denominazioni di origine e dei prodotti di qualità in generale non ha registrato significativi passi in avanti;

la sempre maggior trasnazionalità del fenomeno contraffattivo impone quindi un forte impegno, a livello europeo e internazionale, per giungere alla definizione di un quadro di regole comuni che risponda a principi di reciprocità ed efficacia;

a livello nazionale, inoltre, occorre mantenere un fronte unitario, che veda sia coinvolti tutti gli attori istituzionali ed il mondo delle imprese, attraverso una più forte ed intensa collaborazione;

la difesa delle produzioni tipiche non può prescindere quindi dal contrasto alla contraffazione, da un'informazione chiara e trasparente ai consumatori ma anche dalla promozione del consumo di prodotti alimentari "a chilometro zero" provenienti da filiera corta al fine di privilegiare la distribuzione alimentare basata sul rapporto diretto tra produttore e consumatore;

in tal senso, il cosiddetto "decreto liberalizzazioni" del Governo nazionale, presenta interventi normativi a favore del sistema agroalimentare italiano puntando al rilancio degli investimenti nel comparto e ad una maggiore solidità finanziaria delle aziende agroalimentari, ispirandosi a criteri di trasparenza nei rapporti di filiera, efficienza ed efficacia dell'azione amministrativa;

quello della contraffazione e della tutela del “Made in Italy” e, quindi, del “Made in Calabria”, è solo una delle tante problematiche che affliggono il comparto;

nel settore agricolo operano 34mila imprese iscritte al registro delle Camere di Commercio la cui competitività rischia di essere fortemente compromessa;

il 2012 si è aperto con i problemi di sempre, un mondo agricolo in crisi, imprese strette da costi opprimenti, prezzi non remunerativi e redditi in caduta;

le difficoltà riportate non fanno che aggravare il momento congiunturale anche aggravato da una struttura, quasi interamente a breve, dell'indebitamento operativo delle imprese agricole che, associato alla stretta da parte del sistema creditizio, ne rende di fatto complicata la normale gestione operativa;

ad una già grave situazione si è aggiunta, tra le altre cose, la tassazione di immobili e terreni agrari, 1'aumento delle accise carburanti, quello dei contributi previdenziali, l'azzeramento delle agevolazioni nelle zone montane e svantaggiate. La cosiddetta "Imu" avrà un impatto pesante su terreni agricoli e fabbricati rurali andando a tassare quelli che sono, di fatto, mezzi di produzione per le imprese agricole. Appare necessaria quindi una netta differenziazione del trattamento fiscale per chi il terreno lo usa per vivere e lavorare;

si è sostanzialmente in presenza di una insostenibile situazione che fa emergere la criticità del comparto evidenziando la mancanza di profitti e l'aumento dei costi, l'alterazione dei prezzi da parte di un mercato globalizzato, della grande distribuzione, dei prodotti importati e spacciati per locali, e chiesto a gran voce misure per contenere il costo del carburante agricolo, il corretto utilizzo dei fondi europei e il blocco delle riscossioni di tributi e contributi per chi è in difficoltà;

da queste denunce emerge, con drammaticità, come la pressione fiscale e gli oneri burocratici che schiacciano il comparto dell'agroalimentare ne mettono a dura prova la competitività rispetto a altri paesi le cui produzioni non sono gravate da corrispondenti carichi fiscali;

solo con nuove politiche, sia a livello comunitario che nazionale, e con interventi realmente incisivi sarà possibile far uscire dalla crisi un comparto che resta il perno su cui poggia gran parte del sistema del “made in Calabria” nel mondo con evidenti risultati economici e di immagine;

la proposta di riforma sulla Politica agricola comune, entra nel vivo in vista della sua applicazione nel periodo 2014/2020;

la redditività delle aziende agricole negli ultimi dieci anni si è assottigliata, la forbice tra prezzi e costi produttivi si è allargata, mentre le banche hanno chiuso molte linee di credito. E' necessario che la PAC sia uno strumento di tutela dell'agricoltura italiana introducendo chiarezza sulle regole e riconoscendo adeguate risorse ai produttori, non tanto e solo in base alla superficie agricola ma alla qualità della produzione, introducendo norme più rigide sulle indicazioni dei prodotti, sull'etichettatura e sulla difesa del “Made in Calabria” dalle contraffazioni;

i cosiddetti “pagamenti agroambientali” costituiscono uno degli strumenti d'intervento previsti dal vigente ordinamento comunitario nel settore agricolo;

la misura si pone l'obiettivo di fornire agli agricoltori aiuti, erogati annualmente in funzione della superficie coltivata (o dei capi allevati), volti a compensare le perdite di reddito o i costi aggiuntivi conseguenti all'applicazione di metodi di produzione più compatibili con l'ambiente (agricoltura biologica, riduzione di input, ecc.) e con la necessità di salvaguardare la biodiversità (cura del paesaggio agrario, coltivazione di vegetali minacciati di erosione genetica, allevamento di razze animali in via di estinzione ecc.);

le risorse sono erogate e programmate dalla Regione nei relativi Piani di Sviluppo Rurale (PSR), grazie a fondi di provenienza comunitaria (FEASR);

i vantaggi offerti dei "pagamenti agroambientali" risultano molteplici: innanzitutto intervengono direttamente e senza intermediazione in favore degli agricoltori, riducendo gli “sprechi” di sistema ed il rischio d'infiltrazione da parte delle organizzazioni criminali;

la loro programmazione, gestione ed erogazione risultano semplici e trasparenti, garantendo la possibilità di impiegare utilmente le risorse comunitarie ed evitarne la dispersione; sostengono l'adozione delle "buone pratiche agricole", che permettono di migliorare la qualità dei prodotti (e di conseguenza la salute di chi li consuma) e tutelare meglio l'ambiente ed il paesaggio; affermano il ruolo sociale e di presidio del territorio da parte degli agricoltori, visti non solo come "produttori" ma come garanti della manutenzione del suolo, della tutela della biodiversità, del rispetto dell'ambiente rurale;

ciò si pone in piena coerenza con gli indirizzi fondamentali della nuova PAC (Politica Agricola Comune) che intende far prevalere il sostegno all'attività dell'agricoltore rispetto al mero sussidio delle produzioni;

Impegna

la Regione per le materie di propria competenza e comunque il Governo a:

rilanciare gli investimenti nel settore agroalimentare, con particolare riguardo ai contratti di filiera;

riequilibrare i rapporti interni alla filiera agroalimentare anche al fine di contrastare i comportamenti lesivi a danno delle piccole e medie aziende, che, tra le altre cose, si trovano in sofferenza per il dilatarsi eccessivo dei termini di pagamento da parte degli operatori forti;

introdurre nuove misure di sostegno per l'acceso al credito;

garantire ima maggior trasparenza dei rapporti all'interno della filiera;

assumere una iniziativa legislativa, attraverso la Commissione Regionale di contrasto al fenomeno mafioso, che recepisca i rilievi della relazione parlamentare sulla contraffazione nell'agroalimentare affrontando il tema del “Made in Calabria” nella sua complessità, coordinando meglio la normativa esistente e adottando misure che scoraggino l'industria del falso, come ad esempio la previsione dell'interdizione dall'attività per i soggetti che producono e mettono in commercio imitazioni delle migliori lavorazioni italiane; emanare i decreti interministeriali di cui al comma 3, dell'articolo 4 della legge n. 4, del 3 febbraio 2011, rubricata "Disposizioni in materia di etichettatura e di qualità dei prodotti alimentari" dandone piena attuazione, con particolare urgenza per la filiera agrumicola da industria;

a sostenere l'esportazione di prodotti agricoli e agroalimentari della nostra Regione e a scoraggiare, di contro, quelle iniziative imprenditoriali che, piuttosto che dedite all'internazionalizzazione, delocalizzano e mettono in commercio prodotti che non presentano le caratteristiche di tipicità ed originalità proprie delle eccellenze del territorio del nostro Paese, facendo concorrenza sleale;

assumere iniziative volte a contrastare la contraffazione via internet;

ad adoperarsi affinché la lotta alla contraffazione sia considerata una priorità per la politica europea, oltre che a livello nazionale, e a promuovere anche in sede di riforma della PAC, forme di coordinamento più stringenti a livello UE, con l'obiettivo di superare problemi e resistenze, anche a livello mondiale (WTO);

prevedere un apposito fondo, anche solo di garanzia, su base regionale, tendente al consolidamento delle passività onerose a breve termine delle imprese agricole, consentendo in tal guisa la dilazione dell'indebitamento di esercizio su almeno 15 anni;

assumere l'impegno a sostenere concretamente il comparto agricolo ed agroalimentare Made in Calabria, dando valore agli auspicati interventi in tempi certi e ragionevoli;

Impegna la Giunta regionale:

a introdurre una norma, in presenza di tale situazione, che in esistenza di rateizzazione di debiti Equitalia, porti l'interesse al tasso legale, la riduzione al minimo dei compensi di riscossione ed il raddoppio del numero delle rate accordate;

prevedere delle opportune misure ai fini di alleggerire il carico fiscale sul comparto agricolo e agroalimentare in modo particolare riguardo alla cosiddetta IMU, al contenimento del costo del carburante agricolo e ai contributi e tributi prevedendo anche forme di sospensione e dilazione dei pagamenti;

in particolare, sostenere gli imprenditori del comparto agricolo e agroalimentare tipico i quali abbiano una situazione debitoria conclamata ed irrecuperabile o difficilmente esigibile o eccessivamente onerosa, i quali adottino un regime contabile e fiscale ordinario e si associno in forma cooperativistica o di società di persona, esentandoli dalle sanzioni per carichi tributari altrimenti irrecuperabili e dilazionando la sorte capitale in almeno 15 anni gravandola solo degli interessi legali;

inoltre, a disporre l'inapplicabilità e statuire l'invalidità dei fermi amministrativi sui beni mobili soggetti a trascrizione i quali siano utilizzati come mezzi ordinari di produzione fino al limite di 15.000 euro;

permettere la distruzione dei beni mobili soggetti a trascrizione obsoleti sottoposti a fermo amministrativo in modo da evitare la moltiplicazione dell'indebitamento del contribuente;

permettere la vendita dei beni mobili soggetti a trascrizione sottoposti a fermo amministrativo con cessione del prezzo all'Erario fino all'importo delle somme dovute con liberazione degli stessi dal fermo;

sostenere la competitività anche avendo riguardo a misure quali il credito d'imposta per finanziare ricerca e innovazione in agricoltura;

a garantire un pieno e corretto impiego dei cosiddetti “pagamenti agroambientali”.

Si dispone che la Mozione approvata venga notificata al Governo della Repubblica Italiana.”

Mozione numero 62 del 30 marzo 2012 a firma dei consiglieri De Gaetano, Principe, Maiolo, Censore, Battaglia, De Masi “In ordine alla vertenza degli ex lavoratori Sial servizi Spa”

“Il Consiglio regionale

premesso che:

la Sial Servizi Spa ha svolto dal 2004 al 2009 ininterrottamente per conto della Regione Calabria il Servizio di anagrafe zootecnica, permettendo alla Regione stessa di raggiungere ottimi risultati in questo settore, così come evidenziato dagli attestai ottenuti dai Ministeri e dai dirigenti dei dipartimenti regionale (Sanità e Agricoltura);

la Legge regionale 26 febbraio 2010 n. 8 “Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e finanziario (collegato alla manovra di finanza regionale per l'anno 2010, art. 3, comma 4 della Legge regionale n. 8/2002)” prevedeva il ripristino del servizio con un nuovo affidamento alla Servizi Spa utilizzando esclusivamente il personale già in servizio presso l'azienda stessa;

la successiva legge regionale 11 agosto n. 23 ha nuovamente previsto di riaffìdare il servizio di anagrafe zootecnica alla Sial Servizi Spa eliminando la parte che riguardava la riassunzione del vecchio personale;

nonostante questi provvedimenti il Contratto di servizio tra la società e la Regione scaduto il 2009, non è stato rinnovato determinando il blocco dell'esercizio della stessa società ed il licenziamento di circa 50 dipendenti;

l'attività che veniva svolta dalla società fondamentale per controllare la qualità della produzione zootecnica e la tutela della salute umana si è praticamente interrotta;

solo parzialmente, ed in maniera sostanzialmente più onerosa per la Regione, il servizio viene ora curato dai dottori veterinari senza averne le competenze specifiche, ed in sfregio alla direttiva diramata dall'Assessorato alla Sanità calabrese che vieta espressamente la gestione della banca dati da parte proprio di questi professionisti;

i lavoratori assunti dalla Sial, che hanno permesso con la loro professionalità di garantire il servizio, versano ancora in stato di mobilità e che hanno percepito gli ammortizzatori sociali (mobilità in deroga) fino al 29 febbraio u.s.;

Il Consiglio regionale della Calabria il 29 marzo 2011 ha varato la Legge regionale "Modificazione all'articolo 10 della Legge Regionale 29 dicembre 2010 n: 34 che ha previsto all'art. 1 l'acquisto da parte della Regione Calabria delle azioni detenute dal socio Italia Lavoro Spa della Sial Servizi Spa, divenuta, pertanto, società in house della Regione, tutto ciò premesso

Impegna la Giunta regionale:

ad istituire in tempi brevissimi un tavolo tecnico tra il Dipartimento Sanità, Agricoltura e Sindacati, per definire le modalità per avviare il progetto "Servizio Anagrafe Zootecnica", attraverso la SIAL servizi S.p.A, assorbendo tutto il personale altamente qualificato ed attualmente in stato di mobilità per questo servizio, garantendo così gli stessi standard qualitativi richiesti dalla normativa in materia.”