IX^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
___________
29.
SEDUTA DI LUNEDI’ 16 GENNAIO
2012
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FRANCESCO TALARICO E DEL VICEPRESIDENTE
ALESSANDRO NICOLÒ
La seduta è aperta, si dia lettura del verbale della seduta precedente.
Legge il verbale della seduta precedente.
Ha
chiesto di parlare l’onorevole Adamo. Ne ha facoltà.
Presidente,
prima di dar corso ai lavori, volevo intervenire per
fare una precisazione e al tempo stesso avanzare una richiesta, che spero venga
accolta immediatamente, all’onorevole Ufficio di Presidenza di questo Consiglio
regionale.
Nella precedente seduta è stata
approvata la legge regionale finanziaria, poi pubblicata sul Bollettino
Ufficiale della Regione con la denominazione “legge regionale numero 47 del
Non vorrei incorrere in qualche
inesattezza ma è, comunque, l’ultima legge che questo Consiglio regionale ha
approvato come Collegato a materia attinente al bilancio preventivo 2012.
Che cosa è successo? L’esame del provvedimento,
come si può evincere anche dal resoconto sommario e dalla registrazione
dell’andamento del dibattito in Aula, probabilmente ci consegna alcuni errori
materiali.
Mi riferisco a due errori in
particolare: al mancato inserimento nella legge pubblicata degli emendamenti
numero 59568, a firma del sottoscritto, e numero 59485, a firma del consigliere
onorevole Chiappetta, regolarmente approvati.
Dal resoconto si evince che l’emendamento
protocollo numero
Nel resoconto alla fine si legge anche
quello che è stato il pronunciamento a seguito della votazione da parte dello
stesso Presidente del Consiglio regionale. Il resoconto così recita: “affermato
che l’emendamento protocollo numero 59568 è assorbito dall’emendamento
protocollo numero
Per cui, l’articolo 18 dal titolo
“Modifiche in materie di attività produttive” viene approvato ed è corpo
costitutivo della legge regionale finanziaria per l’anno 2012 contenente, però,
l’emendamento a firma dell’onorevole Chiappetta.
Se andiamo, invece, a leggere il testo
pubblicato sul Burc tutto questo non accade; è come se l’emendamento non fosse
stato approvato. Perciò chiedo al Presidente di prenderne atto e di provvedere
alla correzione di questo vero e proprio errore materiale.
Errore materiale che, a mio avviso, –
lo dico senza alcun infingimento – al contrario è stato commesso per quanto
riguarda un altro emendamento che portava la mia firma: quello che proponeva
l’autorizzazione alla Giunta regionale di istituire l’Azienda regionale unica
ospedaliera.
Se ricordate – ma tutto ciò si evince
anche dal racconto stenografico – ho ritirato quell’emendamento e formalmente
non è stato posto in votazione. L’emendamento era a firma mia e dell’onorevole Bova
e lo abbiamo proposto come atto di indirizzo, d’intesa con il Governo e con il
relatore.
Pertanto, quell’emendamento, da
intendersi approvato come atto di indirizzo, non era da inserire e pubblicare
come articolo di legge nello stesso testo di legge regionale finanziaria.
Cioè, come dire? Per un articolo è
avvenuto il mancato inserimento dell’emendamento approvato e per l’altro,
invece, l’esatto contrario; cioè è stato inserito in legge un emendamento che
non era stato approvato come tale.
Quindi, invito
So che anche il gruppo consiliare del
Pd per quanto riguarda questo emendamento ha posto una questione formale e mi
auguro, quindi, che
Ovviamente, per quanto riguarda l’atto
di indirizzo colgo l’opportunità – ed ho concluso - perché il Presidente della Giunta
regionale e la stessa Aula ne valutino nel merito i contenuti per determinarsi
anche in sede di ufficio del commissario, per quanto riguarda il Servizio
sanitario regionale, per realizzare l’obiettivo indicato in quella norma.
Mi auguro che sia, diciamo, un atto di
indirizzo propedeutico alla definizione in Calabria di un’azienda unica
ospedaliera e quindi, di conseguenza, chiedo a tutti i gruppi consiliari,
compreso quello del Partito democratico, un
pronunciamento di merito che possa essere valutato come orientamento positivo.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire, sul
processo verbale, l’onorevole Chiappetta. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente,
intervengo brevemente, in
relazione anche alle considerazioni che sono state espresse un attimo fa dal
consigliere Adamo a proposito di questi errori materiali che si sono verificati
in occasione della approvazione del Collegato alla finanziaria nell’ultima
seduta del Consiglio regionale; in particolare – Presidente – in relazione al
primo punto sollevato dal consigliere Adamo relativo all’approvazione in Aula
di un emendamento, a firma del sottoscritto, integrativo rispetto al precedente
emendamento sottoscritto dal consigliere Adamo e sostitutivo di quello inserito
erroneamente nel Collegato alla finanziaria.
Il consigliere Adamo ha bene esposto i
motivi per i quali chiede una riconsiderazione ed una rimodulazione dello
stesso.
Si tratta di un mero errore materiale
che è stato commesso nel momento stesso in cui si è proceduto al coordinamento formale
dell’articolo in questione.
A tal riguardo, Presidente, poiché anche
il resoconto della seduta precedente del Consiglio regionale ha sancito inequivocabilmente
la definizione di questo errore, ho predisposto e già presentato all’Ufficio di
Presidenza una proposta di legge che è riassuntiva rispetto a quello che è
stato l’iter in occasione dell’ultima seduta di Consiglio.
E’ stata già presentata e predisposta,
Presidente. Chiedo, quindi, atteso che su questo emendamento interamente
sostitutivo di quell’articolo di legge si era evidenziata la unanimità dei
consensi in Aula, che la proposta di legge possa essere inserita in questa
seduta all’ordine del giorno e che possa essere discussa immediatamente, prima
degli altri punti inseriti all’ordine del giorno e programmati per la seduta di
oggi.
Ha chiesto di intervenire l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.
Presidente,
in effetti l’intervento del consigliere Adamo mi dà la possibilità
di essere brevissimo.
L’articolo
41 del Collegato, non può essere considerato approvato se viene approvato il
verbale.
Siamo
d’accordo affinché sia eliminato questo articolo che il Consiglio non ha mai
votato, perché, come diceva il consigliere Adamo, c’è stata una discussione sul
suo emendamento. Il relatore Fedele diede parere contrario all’emendamento e si
dichiarò favorevole ad un ordine del giorno che però non è stato mai
predisposto.
Per cui
lei è stato indotto, non vorrei dire in errore, ma ha equivocato ponendo in
votazione un atto di indirizzo che neanche era stato predisposto.
In
sintesi, chiediamo che sia eliminato dal testo del Collegato l’articolo 41 e,
naturalmente, se in questa seduta o in altra seduta chi lo ritiene vuol
predisporre un ordine del giorno in materia , noi lo valuteremo al momento ,
ché , ripeto, nella seduta precedente non è stato né predisposto né letto né
votato.
Inoltre,
Presidente, chiudendo, la pregherei di dare agli uffici le disposizioni
necessarie ad essere più attenti su queste cose. E’ la seconda volta che
succede un fatto del genere e peraltro la prima volta è rimasta scolpita come
testo di legge e mi riferisco al famoso errore sul cosiddetto
Piano casa che poi non è stato corretto.
Ma questo è un bis idem, una irregolarità, e gli uffici competenti dovrebbero
porre la necessaria vigilanza per evitare che si ripetano queste cose.
Rispetto alle sue obiezioni, onorevole
Principe, il problema è stato causato anche dalla voglia di rapidità di
promulgare il Collegato. E’ stato approvato il 20 di dicembre e già il 23 dello
stesso mese è stato promulgato per dare la possibilità alla ragioneria di poter
procedere ai pagamenti nei primi giorni dell’anno.
L’errore può capitare, è umano,
soprattutto rispetto a centinaia di emendamenti che sono stati discussi e,
magari, la trasformazione di emendamento in atto di indirizzo non si è riuscita
a concretizzare.
Possiamo recuperare e mi sembra che le
obiezioni dei colleghi vadano in questa direzione.
Possiamo procedere a votare il verbale
della seduta precedente per come argomentato dai colleghi con le integrazioni e
le modifiche.
Successivamente, dovremo poi
provvedere a votare i provvedimenti che consentiranno di apportare le correzioni
proposte dai consiglieri regionali, onorevoli Adamo e Chiappetta, ma lo faremo
dopo che il Consiglio sarà nella sua interezza, cioè dopo l’approvazione del
provvedimento di sostituzione del consigliere Morelli con il consigliere
Morrone.
Possiamo procedere alla votazione del
verbale, così come integrato.
(E’ approvato)
Legge le
comunicazioni.
(Sono riportate in allegato)
Legge le interrogazioni e le mozioni presentate alla Presidenza.
(Sono riportate in allegato)
Si passa al primo punto all’ordine del giorno che recita <<proposta di provvedimento amministrativo numero 158/9^ d’Ufficio, recante: “Temporanea sostituzione del consigliere Francesco Morelli, in atto sospeso dalla carica, con il consigliere Giuseppe Morrone (art. 4 bis, legge 19 marzo 1990, n. 55)”>>.
Prego, onorevole Morrone, può prendere posto tra i banchi del Consiglio regionale. Auguri di buon lavoro.
(Il consigliere Morrone prende posto tra i banchi)
Do
lettura del provvedimento, così come mi dicono i funzionari dell’ufficio:
“Il Consiglio
regionale
visto il
decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, in data 23 dicembre 2011,
trasmesso dall’Ufficio territoriale del Governo di Catanzaro in data 3 gennaio 2012, relativo alla sospensione del signor
Francesco Morelli dalla carica di consigliere regionale a decorrere dal 10
novembre 2011, atteso che trattandosi di sospensione intervenuta ai sensi
dell’articolo 15 comma 4 bis e 4 ter della legge regionale 19 marzo 1990,
numero 55 e successive modificazioni e dalla legge 12 gennaio 1994, numero 30,
questo Consiglio regionale ai sensi dell’articolo 3 della citata legge numero
30/1994 deve procedere nella prima adunanza successiva alla notificazione del provvedimento
di sospensione e comunque non oltre 30 giorni da detta notificazione alla
temporanea sostituzione del consigliere sospeso, affidando la supplenza per
l’esercizio delle funzioni di consigliere al candidato della stessa lista che
ha riportato, dopo gli eletti, il maggior numero di voti.
Considerato che come risulta dalla copia del verbale
dell’Ufficio centrale circoscrizionale presso il Tribunale di Cosenza,
relativo all’elezione del Consiglio regionale della Calabria, anno 2010, nella stessa
lista numero 8 avente in contrassegno Pdl nella quale è stato eletto il
consigliere sospeso, il candidato che ha riportato dopo gli eletti il maggior
numero di voti è il signor Giuseppe Morrone con cifra individuale 6.838;
ritenuto, pertanto, di dover procedere
alla temporanea sostituzione del consigliere Francesco Morelli affidando la
supplenza per l’esercizio delle funzioni di consigliere al signor Giuseppe
Morrone in conformità delle disposizioni di legge sopra richiamata;
vista la legge 12 gennaio 1994, numero
30;
delibera
di procedere alla temporanea
sostituzione del consigliere regionale Francesco Morelli, in atto sospeso dalla
carica, affidando la supplenza per l’esercizio delle funzioni di consigliere
regionale al signor Giuseppe Morrone, candidato che ha riportato dopo gli
eletti il maggior numero di voti con cifra individuale 6.838;
di dare atto che detta supplenza avrà
termine con la cessazione della sospensione del consigliere di cui trattasi”.
Pongo in votazione la delibera.
(Il Consiglio approva)
Ha chiesto di parlare l’onorevole Censore. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, solo per illustrare un ordine del giorno a mia firma e dei consiglieri Dattolo, Fedele, De Masi, Ciconte e Guccione relativamente “alla revisione delle circoscrizioni dei giudici di pace”.
Come è a tutti noto in Calabria saranno soppressi 51 uffici dei giudici di
pace che insistono in tutte le province calabresi e soprattutto in comuni montani.
L’istituto del giudice di pace è stata
una felice intuizione da parte del legislatore perché ha accelerato i tempi
della giustizia a favore dei cittadini e c’è stata una percezione positiva da
parte degli italiani.
Oggi, con questo accorpamento e con
queste soppressioni, aumenteranno i disagi per i cittadini che dovranno
spostarsi nei capoluoghi di provincia. Oltre ai disagi aumenteranno le spese,
quindi non più una giustizia vicina ai cittadini.
Noi chiediamo che il Consiglio
regionale voti alla unanimità questo ordine del giorno affinché il Presidente
della Giunta regionale e
Ci sono molti comuni che sono
disponibili ad accollarsi le spese delle sedi e, quindi, non ci sono aggravi di
costo per il Ministero.
Quindi, signor Presidente, dato che
questo ordine del giorno è stato firmato dai rappresentanti di tutti i partiti
presenti in Consiglio ne chiedo la votazione. Grazie.
Grazie, onorevole Censore.
Pongo in votazione l’inserimento dell’ordine
del giorno in coda, al numero 7 dell’ordine dei lavori.
(Il Consiglio approva)
Ha
chiesto di parlare l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.
Presidente,
chiedo l’inserimento all’ordine del giorno di una mozione che ho presentato e che è stata condivisa dai colleghi
Scalzo, Amato e altri.
Si
riferisce al ricordo della tragedia della “Fiumarella” del 23 dicembre 1961 per
il quale c’è stato un momento di forte commemorazione lo scorso 23 dicembre a Catanzaro.
Chiediamo con questa mozione che quel tragico evento, quella pagina drammatica che
ha riguardato una zona intera della pre-Sila e del Reventino con 71 vittime,
tra l’altro cancellando intere generazioni di studenti e lavoratori, sia
ricordato in questa sede, anche con l’osservazione di un minuto di silenzio.
Deve essere un momento di ricordo e di conservazione
della memoria che, tra l’altro, deve farci riflettere su come le istituzioni e
la politica devono impegnarsi affinché il sistema trasporti – capitolo che è
oggi dimenticato – venga messo in sicurezza.
Tra l’altro, l’impegno che si chiede - e già l’assessore
Caligiuri ha dato la disponibilità all’accoglimento di questa mozione - è affinché, attraverso l’assessorato
regionale alla cultura, si ricordi nelle scuole calabresi questa pagina drammatica con
delle iniziative per far sì che gli studenti calabresi conservino la memoria
del loro passato, di modo che questo sia da sprone e da monito per far crescere
una cultura e creare momenti di confronto. E’ importante che ci sia da un lato
il ricordo e dall’altro ci siano le azioni per recuperare la funzione sociale
dei trasporti interni e delle Ferrovie della Calabria.
Questa è la mozione di cui chiedo
l’inserimento all’ordine del giorno e se l’Aula lo riterrà, chiedo di osservare
anche un minuto di raccoglimento per l’occasione.
Pongo in votazione, intanto,
l’inserimento all’ordine del giorno così come abbiamo fatto per l’altro. Poi,
quando arriveremo al punto decideremo cosa fare.
(Il Consiglio approva)
Ha chiesto di intervenire il consigliere Imbalzano. Ne ha facoltà.
Signor
Presidente, onorevoli colleghi, intervengo perché ormai non è la prima volta e
gli ordini del giorno delle sedute di Consiglio regionale recano una serie
interminabili di interrogazioni che, di fatto, esauriscono buona parte dei lavori
del Consiglio.
Viene
riproposta anche in questa occasione all’ultimo punto una questione che io
ritengo di grande importanza che è quella delle mozioni che riguardano questioni cruciali,
spesso, nella vita della nostra Regione.
Signor Presidente, mi permetto di
proporre, pur ritenendo assolutamente legittime le interrogazioni che vengono
proposte, di discuterne in questa sede un congruo numero per poi invertire l’ordine
del giorno e cominciare a discutere alcune delle mozioni che risalgono ormai ad
oltre un anno e mezzo e che rimangono non discusse pur riguardando problemi
cruciali, per poi riprendere, eventualmente, con le interrogazioni fino a
esaurimento.
Questa è la proposta che ritengo di
fare e poi il Consiglio, ovviamente, si potrà determinare anche in relazione
agli altri punti all’ordine del giorno.
Onorevole Imbalzano, soltanto la prima ora di seduta è dedicata alle interrogazioni a risposta immediata.
Sono le 14,20 pertanto alle 15,20
finirà il tempo dedicato alle interrogazioni; quindi, dove si arriva si arriva.
Poi, per quanto riguarda la sua proposta, mi dirà quali sono le mozioni che lei ritiene più opportuno
discutere rapidamente.
Presidente, seguendo l’ordine di presentazione. Credo ce ne siano almeno 50 che aspettano di essere discusse.
Bene così. Procediamo intanto con l’ordine del giorno così come organizzato, dedicando la prima ora alle interrogazioni.
Prima di procedere con le interrogazioni volevo concludere sia il ragionamento avviato dall’onorevole Chiappetta di modifica alla legge regionale, al bilancio di previsione, che abbiamo approvato nell’ultima seduta di Consiglio, sia quello dell’onorevole Adamo.
Possiamo votare le due norme, che
correggeranno la legge finanziaria.
Pongo in votazione l’inserimento all’ordine
del giorno della proposta dell’onorevole Chiappetta che abbiamo già annunciato.
(Il Consiglio approva)
Pongo in votazione l’inserimento della
proposta di legge di modifica dell’articolo 41 del Collegato, così come
richiesto dal consigliere Adamo.
Pongo ai voti la proposta di legge.
(Il Consiglio approva)
Pongo ai voti la proposta di legge, di
soppressione dell’articolo 41 del Collegato.
(Il Consiglio approva)
Possiamo incominciare con le interrogazioni a risposta immediata.
Si passa all’interrogazione a risposta immediata numero 144 del 17.06.2011 a firma dei consiglieri Guccione, Franchino “Sulla realizzazione dell’Aeroporto di Sibari” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
l’Amministrazione provinciale di Cosenza ha
approvato il bilancio dell’Ente destinando venti milioni di euro nel Piano
degli Investimenti per la realizzazione dell’aeroporto di Sibari;
le istituzioni locali della Sibaritide, le forze
imprenditoriali locali e gli operatori turistici si sono dichiarate anch’esse
favorevoli e disponibili a partecipare alla realizzazione e alla gestione di
questa importante infrastruttura aeroportuale -:
quali interventi amministrativi e quali
disponibilità economiche
Ricordo i tre minuti. Risponde
Prego, onorevole Guccione.
Presidente, ritengo l’interrogazione
superata perché il Presidente Scopelliti alla Camera
di commercio di Cosenza ha preso impegno per il finanziamento dell’aeroporto di
Sibari ed anche, proprio in questi
giorni, a convocare un tavolo tecnico per avviare le procedure per la realizzazione
di detto aeroporto.
Possiamo procedere con la prossima interrogazione a risposta immediata di cui do lettura; è la numero 151 del 12.07.2011 a firma del consigliere Sulla “In ordine alla istituzione nella provincia di Crotone del Servizio Vigilanza e Controllo OO.PP. – Sismico – Supporto Tecnico Protezione Civile”:
“Al Presidente
della Giunta regionale e agli assessori al personale
e alle infrastrutture e lavori pubblici. Per sapere – premesso che:
con delibera n. 204 del 3 marzo 2010, recante “Approvazione della
Struttura del Dipartimento 9 - Infrastrutture, lavori pubblici, politiche della
casa, Erp, Abr, risorse idriche, ciclo integrato delle acque”,
a distanza di 16 mesi dall’approvazione della sopra citata delibera,
Crotone continua ad essere l’unica provincia della Calabria nella quale tale
ufficio non è ancora presente. Circostanza questa che, come ovvio, produce un
notevole disagio a cittadini, tecnici ed istituzioni che si vedono costretti,
per porre in essere gli adempimenti previsti dalle normative sia nazionali che
regionali, ad onerose trasferte a Catanzaro;
è evidente l’importanza che detto servizio riveste non solo in materia
di lavori pubblici ed edilizia, ma anche di tutela delle acque e di
progettazione e studio sui fattori di rischio sismico, geologico e
idrogeologico, facilitando la possibilità di intervento e interazione fra
lo stato di attuazione della delibera in questione.”
Prego, onorevole Sulla. La risposta la
fornirà l’assessore Gentile.
Presidente,
la ringrazio ma l’interrogazione era stata formulata in una prima versione a
risposta scritta il 13 settembre 2010, quindi più di un anno e 4 mesi fa. Poi,
è stata riproposta a luglio del
Rimane, comunque, sempre attuale dal momento che, a due anni dalla
delibera numero 204 del 3 marzo 2010, recante “Approvazione della struttura del
dipartimento
9, infrastrutture lavori pubblici, politiche della casa, edilizia residenziale
ecc.” non si è proceduto all’istituzione nella provincia di Crotone del
servizio di vigilanza e controllo delle opere pubbliche-sismico, supporto
tecnico alla protezione civile.
Praticamente, per chi non è addetto ai
lavori, stiamo parlando dell’ex Genio Civile.
Siamo quasi a due anni da quella
delibera che
L’interrogazione era tesa a conoscere
lo stato di attuazione della delibera.
Mi meraviglia il fatto che, a più di
un anno dalla presentazione della interrogazione, non si sia provveduto ancora
a dar corso a quella delibera, creando gravi problemi ai tecnici, alle
istituzioni, ai cittadini che si vedono costretti ad andare a Catanzaro per
avere risposte agli adempimenti che sono previsti dalle normative nazionali e regionali.
Poiché le normative sono diventate più
stringenti, quelle regionali in particolare, sarebbe opportuno che l’unica
provincia della Calabria a non aver ancora il Genio civile vedesse colmata
questa lacuna.
Ho sentito che risponderà l’assessore
Gentile anche se credo che la materia sia di pertinenza dell’assessorato al
personale perché la delibera conferiva a quest’ultimo il compito di istruire
tutto il percorso necessario a colmare la vacanza di personale più che le
questioni tecniche che erano state già affrontate con l’assessorato ai lavori
pubblici.
L’interessante è che venga data una
risposta. La ringrazio.
La parola all’assessore Gentile.
Il collega ha pienamente ragione perché è
una vecchia pratica che non riesce ad arrivare a soluzione.
C’è stato, però, tutto il nostro impegno
come dipartimento dei lavori pubblici per trovare il
dirigente adatto a gestire.
Abbiamo investito anche molti consiglieri regionali del
comprensorio per aiutarci a trovare il dirigente adatto a sostenere questa grande
responsabilità.
Come lei sa aprire il Genio civile a Crotone non è
difficile. Sostenere però alcune responsabilità in ordine alla sismica e ad
altre cose ,è particolare, per cui gli
uffici, per lo meno i nostri uffici, hanno finalmente individuato la persona
adatta che può risolvere questo problema.
Comunque, ho invitato la delegazione di Crotone, i colleghi
della maggioranza,
Ha chiesto di parlare l’onorevole Sulla.
Ne ha facoltà.
Mi ritengo soddisfatto per la
disponibilità che, conoscendo il collega Gentile, non avevo dubbi ci fosse. Ma
sono sicuramente insoddisfatto per quello che è stato il lavoro svolto fino ad oggi, perché se in due anni
non si riesce a trovare una persona nelle condizioni di poter gestire
quell’ufficio, la situazione diventa davvero preoccupante nella gestione del
personale della Regione Calabria.
Tuttavia, però, almeno questa apertura
di confronto, che non è assolutamente una abitudine nel panorama che abbiamo
vissuto e che stiamo vivendo in questi due anni, mi pare sia importante.
Ringrazio il collega Gentile per
questo e spero che il suo modo di affrontare le questioni prenda più piede
anche in altri rappresentanti di questa Giunta. La ringrazio.
Do lettura adesso della
Interrogazione a risposta immediata numero 167 del 2.09.2011 a firma dei
consiglieri Aiello F., Censore, Guccione “Sulla
gestione del sistema idrico calabrese e sulla società Sorical S.p.A.”: “Al Presidente della Giunta regionale –
Per sapere - premesso che:
1. che venga attuato il comma n. 3 che prevede: “che
2. che venga attuato il comma n. 5 che prevede: “entro il 28 febbraio
2011,
per quanto riguarda il punto 1) le linee guida non sono state ancora
emanate, tant’è che il Dipartimento responsabile va a "concordarle"
con i commissari liquidatori testé nominati sulla scorta di un piano di
ricognizione che doveva essere elaborato dai singoli ATO e che il commissario
avrebbe dovuto recepire e condividere;
tutto ciò non risulta e, comunque, tale attività sarebbe da considerare
un duplicato di ciò che già
tutto questo non si configuri come uno sperpero di denaro pubblico,
atteso che alcune Province avevano già raggiunto e superato la fase ricognitiva
anche delle situazioni patrimoniali di cui al comma n. 1 della Legge Regionale
n. 34/2010. C’è da tenere presente, al riguardo, che
al punto 2 il Piano operativo allegato alla Delibera di G.R. n. 71 del
28 febbraio 2011 - che è stata emanata in attuazione del comma n. 5 dell’art 47
della Legge regionale n. 34 del 29 dicembre 2010 - come parte integrante,
appare come una proposta slegata totalmente dalla realtà, poiché il piano
stesso è finalizzato soltanto a consentire il rientro finanziario ad un solo
operatore di un solo segmento del servizio idrico integrato (Sorical) ignorando
totalmente gli altri operatori che sì occupano dei restanti segmenti dello
stesso Servizio. A tal proposito si tenga presente che:
1) il primo segmento rappresenta soltanto il 25% del sistema;
2) molti Comuni svolgono in proprio e in economia i servizi di almeno
altri due segmenti (quasi sempre idrico secondario e fognature);
tutte le leggi nazionali che si sono susseguite nel merito (ultimo il
decreto legislativo n. 152/2006) configurano il servizio idrico integrato come
una realtà unitaria e solidale, cosicché appare che il citato "Piano
Operativo" si configura in un ambito di totale incostituzionalità;
l’avere bloccato tutte le procedure di affidamento senza aver fornito
adeguate linee di indirizzo va a configurare, nell’immediato, una situazione di
stallo nella gestione tecnica di molti impianti di depurazione;
sulla Delibera n. 71/2010
come detto, l’aver privilegiato il solo aspetto dell’approvvigionamento
primario va a ledere il diritto dei Comuni, anche in considerazione del fatto
che la stessa Corte dei Conti esclude che i Comuni possano sottoscrivere
"Protocolli d’Intesa" o addirittura atti di cessione di proprietà o
di competenze ad un soggetta privato come è Sorical, che pur essendo Società
mista mantiene le caratteristiche di una S.p.A. privata;
deve infine tenersi presente che
la legge regionale n. 34 del 2010 non tiene affatto conto di tutto
questo -:
se non si debba affrontare la questione in via più organica, mettendo
mano immediatamente ad una riforma complessiva del settore che tenga conto, in
primis, delle situazione di totale indebitamento dei Comuni che non possono
sostenere in alcun modo mutui o debiti fuori bilancio per i prossimi
venti-trent’anni, così come
se verrà portata all’attenzione del Consiglio la risposta che
Prego, onorevole Censore.
Grazie, Presidente,
questa è una interrogazione a cui noi diamo un significato pregnante anche perché c’è stata una relazione da parte della Corte dei
conti dello scorso 29 luglio. Chiaramente si pronunciava sulla gestione del sistema
idrico integrato in maniera molto pesante; non solo sul sistema idrico integrato
ma anche sulla attività e sulla gestione delle società miste.
In questa relazione sono emerse delle
criticità nella gestione del sistema idrico integrato ma anche profili di
incostituzionalità sulle varie leggi che regolamentano questo settore.
Come è a tutti noto, la legge
regionale numero 34 del
La legge 2010 è operativa quando si
verificano due condizioni.
La prima condizione è che venga fatta
una ricognizione all’interno degli Ato
provinciali sulla loro situazione e, poi, in base a questa
situazione,dovrebbero essere emanate delle linee guida da approvare entro il 28
febbraio. Al momento, però, non sono state ancora emanate.
Il secondo punto è che entro il 28
febbraio 2011 doveva essere predisposto un Piano operativo. In questa procedura
ci sono però delle incongruenze, perché sono stati nominati i commissari
degli Ato provinciali con una
duplicazione di spesa e questo è stato censurato da parte della Corte dei conti
che ha ravvisato una situazione conflittuale.
Lo stesso Piano operativo, allegato
alla delibera di Giunta, predispone un piano di rientro ma lo fa solo per Sorical
e non per i comuni che sono esposti dal punto di vista finanziario.
Noi pensiamo – e lo pensa anche
Ci sono molti comuni che non riescono
a mandare avanti i depuratori che sono fermi e, quindi, c’è una situazione di
anarchia.
Pensiamo, allora, che ci debba essere
una sistemazione, una riforma complessiva del settore perché la situazione non
è più sostenibile.
Noi abbiamo dato una anticipazione a
Sorical, una seconda subordinata al rientro della prima è stata data
nell’ultima finanziaria e siamo al collasso del sistema.
Vi dico che nella mia provincia i
sindaci non sanno più che fare, non hanno i soldi, i depuratori sono fermi e
quindi vi è una situazione di enorme gravità.
Su questa questione chiedo lumi perché
mi pare che ci sia una incapacità di fondo di gestire un sistema ed un settore
così delicato. Grazie.
Risponde l’assessore Gentile.
Credo di poter dire che Sorical non
l’abbiamo inventata noi. C’è, lo sappiamo tutti, ed è nata con molti difetti e
limiti, senza voler criticare nessuno.
Da quando ci siamo insediati stiamo
lavorando per correggere alcuni difetti e per fare in modo che la rete funzioni
perfettamente ma, ancora, non siamo riusciti a venirne a capo; lo dico per essere seri fino in fondo.
Con il Presidente della Giunta regionale,
onorevole Giuseppe Scopelliti, stiamo lavorando affinché si faccia una
ricognizione completa di tutto quello che c’è.
Stiamo facendo questo lavoro in questi
giorni, in questi mesi e credo di poter dire che, forse, fra un mese e mezzo o
due saremo in grado di fare un discorso completo. Vorrei farlo anche con le
forze di opposizione, di minoranza in Consiglio regionale.
Vorrei affrontare il problema nella
sua interezza perché abbiamo predisposto alcuni provvedimenti e abbiamo messo
in moto alcuni meccanismi all’interno della finanziaria dell’anno scorso.
Questi meccanismi stanno producendo alcuni effetti.
Uno di quegli effetti riguarda l’Ato.
Non sono effetti che risolvono definitivamente i problemi, ma ci sono e ci
consentono di avere un quadro più preciso di tutto quello che c’era.
Poi, c’è una parte che riguarda i
comuni. I comuni in gran parte, sia per la crisi nazionale, quindi per
difficoltà di ordine generale, sia perché il meccanismo non funziona bene, pagano
difficilmente.
Per cui Sorical, che è formata a maggioranza
dalla Regione Calabria col 54 per cento e da Veolia con il resto della
percentuale, non funziona nemmeno bene.
La società accredita dai comuni una
somma complessiva che si aggira intorno a 170 milioni di euro. Si crea quindi
una grande difficoltà, una difficoltà di liquidità e di gestione.
Abbiamo invitato Sorical a tagliare
molte spese e per la verità credo che in parte questo sia stato fatto e stia
avvenendo.
Non basta. Vanno azionati gli altri
meccanismi che abbiamo previsto nella legge.
Quando saremo in grado di azionare
anche quelli, probabilmente, in quella occasione saremo in grado di fare un
discorso molto serio e sereno in modo da vedere cosa fare del problema acqua in
Calabria.
Chiedo di dilazionare di qualche tempo
in modo da fare un ragionamento serio in modo completo. Così saremo in grado
tra un mese e mezzo o due di parlare di Sorical e soprattutto della vicenda
acqua in Calabria.
Prego, onorevole Censore.
Presidente,
non mi ritengo soddisfatto anche perché l’interrogazione è molto puntuale e
richiama atti prodotti da questo Governo regionale.
Intanto,
ho citato una delibera che recita in modo testuale che entro il 28 febbraio
2011
Che poi
l’assessore chieda altri due mesi, vuol dire che sul sistema della depurazione,
sul sistema idrico questa Giunta – per usare un eufemismo – fa acqua da tutte
le parti come i tubi che servono le nostre comunità, al pari della ricognizione
che l’assessore mi dice che deve essere fatta. Anche in merito a questo, un Ato
che è stato istituito nel 2010 - parliamo della legge finanziaria dello scorso
anno – dava il compito alle province di operare la ricognizione per poi
arrivare all’Ato unico regionale.
La situazione è molto chiara ed è
stato appalesato dall’assessore che questa è una Giunta inconcludente ed
incapace di affrontare le grandi questioni della Calabria.
Ho parlato di sindaci che hanno i
depuratori fermi e questo vuol dire che non riuscite nemmeno a gestire
l’ordinario. Grazie.
Solo un attimo per precisare una cosa.
(Interruzione)
Non ho parlato di depurazione, ma solo della parte che riguarda l’acqua idropotabile. Non ho parlato di depurazione.
(Interruzione)
L’Ato unico non riguarda solo
l’idropotabile. Nella mia provincia i comuni sono al collasso. Poi magari
questa estate ci direte che il mare è inquinato e che il Presidente Scopelliti si fa il giro con l’elicottero.
Onorevole Censore, stop! Andiamo
avanti con la prossima interrogazione.
Si passa alla interrogazione a
risposta immediata numero 168 del 7.09.2011 a firma dei consiglieri Guccione,
Censore, Aiello F., De Gaetano “Sulle
iniziative che si intendono adottare per consentire il pieno svolgimento delle
attività del servizio di Vigilanza e Sorveglianza idraulica” di cui do
lettura: “Al Presidente
della Giunta regionale e all’assessore alle infrastrutture ed ai lavori
pubblici.
Per sapere - premesso che:
l’Afor è stata autorizzata ad assumere
personale part-time con qualifica di sorvegliante, addetto ai centri di
digitalizzazione dei dati georeferenziati e ufficiale idraulico, necessario
allo svolgimento del predetto servizio, a mezzo di procedure selettive ai sensi
dell’articolo 16, legge 29 febbraio 1987, n. 56, eseguite secondo le procedure
di cui alla delibera della Giunta regionale n. 266 del 14 maggio 2006 ed
integrata dalle delibere di Giunta regionale n. 668 del 08 ottobre 2007 e n.
961 del 9 dicembre 2008, presso le competenti sedi decentrate per l’impiego di
ogni singola provincia in funzione del fabbisogno dei singoli presidi
idraulici;
il Commissario Liquidatore dall’Ente Afor,
Azienda Forestale della Regione Calabria con Delibera n. 51 del 11.02.2009 ha
approvato, in attuazione alle suddette leggi, l’avviso pubblico per l’avviamento
a selezione di personale con le mansioni di:
- sorveglianti ed ufficiali idraulici, con
compito di monitorare la rete idrografica al fine di effettuare il censimento
costante delle opere idrauliche presenti, delle situazioni di dissesto,
pericolo ed abuso lungo le aste fluviali;
- addetti ai centri di digitalizzazione dei
dati georeferenziati, con l’immissione dei dati raccolti su software
applicativo;
con Deliberazione Commissariale n. 330 del 24
novembre 2010, l’Afor ha provveduto all’assunzione a tempo indeterminato del
personale part-time da adibire al monitoraggio delle rete idrografica
regionale, individuato a seguito delle su indicate procedure e il rapporto tra
le parti è stato regolato con
i servizi di controllo e monitoraggio che il
Presidio svolge sono i seguenti:
- servizio di Vigilanza e Sorveglianza
idraulica (Capo I del R.D. 9 dicembre 1937, n. 2669) - consiste nella
osservazione sistematica e programmata sia qualitativa che quantitativa di
parametri fisici dei processi in atto nel bacino che rappresentano indicatori
dello stato del bacino e del suo equilibrio (ci si può riferire a reti
pluviometriche, a piezometri, idrografi, od altre reti strumentali); comprende
le attività di rilevazione connesse alla gestione del Sistema Informativo del
Rischio Idrogeologico e le attività anche di emergenza connesse alla Protezione
Civile (Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 27 febbraio 2004: "Indirizzi
operativi per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di
allertamento nazionale e regionale per il
rischio idrogeologico ed idraulico ai fini di protezione civile”);
- servizio di Polizia idraulica (Capo VII del
R.D. 25 luglio 1904, n. 523) - si esplica attraverso personale con la qualifica
di Ufficiale Idraulico e/o Sorvegliante idraulico, con poteri anche sanzionatori
(Capo II del R.D. 9 dicembre 1937, n. 2669), che vigila nei campi delle
attività estrattive, delle cave, delle derivazioni idriche superficiali e
sotterranee, degli effluenti liquidi, delle discariche di rifiuti, della
protezione della flora e della fauna (in sintonia con le attività svolte dalle
Province);
- servizio di Piena (Capo VI del R.D. 9
dicembre 1937, n. 2669) – si esplica attraverso personale con la qualifica di
Ufficiale idraulico e/o Sorvegliante idraulico, che nella fase di allerta (durante
un evento di piena), osserva, in maniera diretta e continua, i livelli idrici
in corrispondenza di sezioni particolarmente significative, e, nella fase di
allarme (dopo l’evento), assolve a Servizi di Protezione Civile atti a
scongiurare danni a persone e cose o a ridurre il progredire dei dissesti
(Delibera della Giunta della Regione Calabria n. 877 del 2 ottobre 2002);
ad oggi, nonostante che il servizio di
monitoraggio della rete idrografica regionale è esecutivo dal 20 dicembre 2010,
l’Afor non ha ancora dotato il personale dell’Attrezzatura minima e
indispensabile per garantire il servizio pubblico essenziale, nella norma più
adeguata sia per il rilevamento e sia per il trattamento dei dati riscontrati
sul territorio;
per l’espletamento del servizio e cioè, il
censimento costante delle opere idrauliche presenti e per la rilevazione delle
situazioni di dissesto, pericolo ed abuso lungo le aste fluviali, mancano le
seguenti strumentazioni:
- ricevitore GPS, per la localizzazione
satellitare che consente di ubicare gli ambiti rilevati (dato fondamentale per
il personale addetto ai centri di digitalizzazione dei dati);
- macchina fotografica, per fornire una
visione esatta della stato dell’ambito rilevato;
- strumenti di misura, che permettano di
effettuare con esattezza il censimento delle opere idrauliche;
- cartografia di dettaglio, adeguata al
servizio ed aggiornata;
- DPI - Dispositivi di Protezione Individuali
- conformi e rispondenti alle caratteristiche dell’attività di sorveglianza;
- mezzi di trasporto, idonei al servizio;
- postazioni PC con software applicativi per
garantire l’immissione dei dati raccolti e la digitalizzazione dei dati
georeferenziati;
- Sistema Informativo Territoriale e GIS, per
assicurare l’Archiviazione dei dati georeferenziati, in modo che gli stessi
siano fruibili;
la mancanza delle suddette Attrezzature
(minime), rende vane tutte le attività d’ispezione effettuate dai sorveglianti
ed ufficiali idraulici, e l’attuale organizzazione dell’Afor non assicura nessuna
gestione dei dati rilevati da connettere ad un "Sistema Informativo"
che è essenziale per qualsiasi attività di previsione al Rischio Idrogeologico,
ma principalmente di salvaguardia per incolumità della popolazione calabrese -:
quali iniziative urgenti
si intendono adottare per rimuovere tutti gli ostacoli che impediscono il pieno
svolgimento delle attività del servizio di Vigilanza e Sorveglianza idraulica,
poiché tale situazione rischia di procurare gravi danni a persone e a cose
visto che il Servizio non può essere espletato in conformità alle leggi vigenti
in materia, per una non adeguata capacità tecnica-organizzativa dell’Afor;
se non ritiene più
idoneo che tali servizi, trovino ad essere collocati nella “Autorità di bacino Regionale”, l’unico e solo Ente preposto e a
gestire tali attività (art. 2 della legge n. 35 “L’autorità di Bacino opera
<...al fine di perseguire l’unitario governo dei bacini idrografici,
indirizza, coordina e controlla le attività conoscitive di pianificazione, di
programmazione e di attuazione inerenti ai bacini idrografici di propria
competenza...>”), per come è attuato nelle altre Regioni italiane.”
Prego, onorevole Guccione.
Presidente,
noi parliamo di un servizio, quello della Sorveglianza della
rete idrografica regionale, di grande importanza perché è finalizzato alla
messa in sicurezza del territorio e dei fiumi.
Questo servizio è stato, come competenza, affidato all’Afor che ha
assunto a tempo indeterminato il personale part-time
da adibire a monitoraggio della rete idrografica regionale.
Già questo è un aspetto grave perché parliamo di personale part-time, come se qualcuno fosse in
grado di mettersi d’accordo con il Padreterno per verificare in quali giorni
questo servizio va compiuto. Perché essendo part-time
i dipendenti lavorano tre giorni a settimana e, quindi, non7 giorni su 7, come
richiederebbe la delicatezza del servizio.
In più l’Afor non è in grado di gestire questo servizio. Non ha
l’organizzazione e i dati raccolti dai sorveglianti idraulici non possono essere
gestiti per l’allertamento delle varie criticità che i sorveglianti idraulici
svolgono quotidianamente nella loro azione lungo le aste del fiume.
E’ questo un altro aspetto molto delicato. Per legge la sorveglianza
idraulica fa servizio di vigilanza e sorveglianza idraulica lungo il corso dei
fiumi, comprende le attività di rilevazione connesse alla gestione del sistema
informativo del rischio idrogeologico e le attività di emergenza connesse alla protezione
civile, svolge servizio di polizia idraulica, servizio di piena e, nel momento
in cui si verifica l’evento, deve essere lì sul posto a sorvegliare.
Credo che dobbiamo fare un salto di qualità da questo punto di vista e lo
chiedo alla Giunta regionale e all’assessore Gentile. In tutta Italia il
servizio di sorveglianza idraulica è in capo all’Autorità di bacino regionale
per tanti motivi. Perché ha le competenze tecniche, perché ha la strumentazione,
perché svolge quotidianamente un lavoro di ammodernamento e di aggiornamento
del Pai.
Credo che su questa questione dovremmo investire. Siamo una Regione che
ha subito nel corso degli ultimi 3-4 anni circa 2 miliardi di danni per la
difesa idrogeologica.
Dobbiamo investire in sicurezza, in prevenzione e dobbiamo farlo solo perché
questi giovani che oggi lavorano nella sorveglianza idraulica hanno acquisito
competenze.
Dobbiamo dar loro strumenti e risorse, effettuare un servizio 7 giorni su
7 e passare le competenze all’Autorità di bacino.
Credo che questo sarebbe un grande salto di qualità nell’interesse della Calabria
e della sicurezza del suo territorio. Grazie.
Risponde l’assessore Gentile. Prego.
Ringrazio il consigliere
Guccione perché pone un problema molto
importante e devo dire che l’interrogazione non è strumentale. E’ una presa di
coscienza che ci deve essere da parte della Regione, che subisce di tanto in
tanto alluvioni e danni devastanti.
Quindi, avere i presidi
idraulici funzionanti e adeguati alla domanda che viene dal territorio, secondo
me, è una delle cose più importanti e più qualificanti.
Gli uffici stanno
lavorando per assegnare tutto questo comparto all’Autorità di bacino in modo da
fare un discorso unico e poter veramente rendere utili queste professionalità e soprattutto nella prevenzione.
Da parte dei nostri uffici, c’è già un certo impegno ma stiamo
intensificando perché bisogna trovare anche le risorse necessarie. Parte delle
risorse per incrementare efficientemente le abbiamo trovate, altre risorse,
ancora, non se ne vedono.
Devo dire, però, che da parte della Giunta regionale c’è tutta la
volontà. Speriamo quanto prima di azionare, con un atto deliberativo, lo
spostamento di questo comparto all’Autorità di bacino.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Guccione. Ne ha facoltà.
Ringrazio l’assessore Gentile che ha ben compreso lo spirito della
interrogazione.
Stiamo sollecitando in modo costruttivo per realizzare un servizio di
sorveglianza idraulica che vada nella direzione di garantire un servizio che
prevenga i danni, che dia la possibilità di allertare in tempo utile circa le situazioni di gravità che si possono
verificare in un territorio così devastato come la nostra regione.
Mi auguro che
Si passa alla interrogazione a risposta immediata numero 171 del 30.09.2011 a firma del consigliere De Masi “In ordine alla pianificazione delle politiche sanitarie nella provincia di Crotone”.
L’interrogazione è decaduta per assenza del proponente.
Anche l’interrogazione a risposta immediata numero 176 del 12.10.2011 a firma del consigliere De Masi: “In ordine alla mancata erogazione dei fondi per il completamento del Teatro Comunale di Crotone” è decaduta.
Si passa alla interrogazione a risposta immediata numero 179 del
18.10.2011 a firma del consigliere Giordano: “Sullo stato dei pagamenti a
favore delle farmacie ricadenti nell’ambito dell’Asp n.
risulta il mancato pagamento a favore di diverse farmacie in particolar modo quelle rurali, ricadenti nell’ambito della Asp n. 5 delle spettanze riguardanti le annualità 2006 e 2007;
nonostante gli impegni atti a sanare in tempi rapidi la situazione debitoria da parte del direttore generale a tutt’oggi non risulta adottato alcun provvedimento finalizzato al pagamento di quanto dovuto;
tali ritardi stanno mettendo in
difficoltà le strutture farmaceutiche in particolar modo quelle di piccole
dimensioni, stante le problematiche afferenti l’accesso al credito bancario -:
se risponde al vero che non sono state
ancora saldate le spettanze economiche nei confronti di numerose farmacie
ricadenti nell’ambito dell’Asp 5 e concernenti le annualità 2006-2007;
se in caso affermativo non sia il caso
alla luce di quanto specificato in premessa, di intervenire prontamente presso
gli uffici competenti al fine di sbloccare una situazione finanziaria che sta
rendendo sempre più difficile la condizione economica delle strutture
farmaceutiche”.
Prego, onorevole Giordano.
Grazie , Presidente, questa interrogazione, che ho presentato lo scorso ottobre, è purtroppo ancora attuale e riguarda il pagamento delle spettanze delle annualità 2006-2007.
La situazione che si sta verificando nell’Asp è che ci sono ritardi nei pagamenti alle farmacie che sfiorano i 22 mesi.
Nonostante gli impegni presi più volte, la situazione non sembra essersi sbloccata e intendo sottolinearlo, ancora di più, con questa interrogazione.
Sembrerebbe che in alcuni casi, addirittura, siano state eseguite delle transazioni che riguarderebbero due o tre farmacie dell’intera provincia. Vorremmo sapere le motivazioni per le quali una eventuale transazione, un eventuale momento di confronto non ha riguardato la totalità delle farmacie della provincia, quindi dell’Asp, e con quali criteri è stato invece attuato da parte dell’Asp questo tipo di rapporto verso solo due o tre realtà.
Ovviamente
l’attualità della questione che riguarda le farmacie è stata, tra l’altro,
ripresa piuttosto recentemente con l’accento, la sottolineatura sui ritardi
generalizzati dei pagamenti che, purtroppo, vedono
Ormai non c’è più nemmeno la disponibilità finanziaria da parte degli istituti di credito verso le farmacie, che sono una categoria particolarmente vulnerabile.
Voglio ricordare che a breve, forse a marzo, dovrebbe entrare in vigore la direttiva che prevede tempi di pagamento a 30 giorni. Questa direttiva doveva entrare in vigore il 30 marzo 2013 ma sembra che venga anticipata di un anno.
E’ importante, quindi che
Voglio, poi, sottolineare perché non viene attuato il dettame della legge
numero 122 del 2010 che prevede un rapporto di compensazione tra debito e
credito con le aziende e, quindi, anche in questo caso con le farmacie , che poteva
compensare il dovuto carico fiscale.
Chiedo,infine, se si intende dare una accelerazione da parte
degli uffici della Regione e dello stesso ufficio del commissario per creare
quei meccanismi che consentono la certificazione del credito, che è necessario
presentare presso gli istituti di credito, per alleviare disagi e situazioni di
rischio che si verificano.
Risponde il Vicepresidente Stasi.
Prego.
A proposito del debito delle farmacie 2006-2007, così come ci scrivono gli uffici dell’Asp 5, ci sono pagamenti parzialmente effettuati, siamo circa al 50 per cento rispetto ai 46 milioni del 2006 e rispetto ai 44 milioni del 2007.
La differenza non risulta pagata proprio perché ci sono dei contenziosi, ci sono delle azioni legali in corso a cui bisogna dare attesa.
Ci sono state delle transazioni perché sono state proposte, quindi, laddove non sono state proposte transazioni non si sono effettuate.
Quindi, l’ufficio del commissario per il Piano di rientro ha valutato positivamente delle
transazioni proposte anche perché rappresentavano
un risparmio importante per
Relativamente alle altre questioni poste,
sicuramente, i ritardi di pagamento sono un effetto un po’ del debito che
Il buon esito del piano di rientro e quindi lo
sbocco delle somme che in questi ultimi tempi si stanno effettuando
consentiranno, sicuramente, da qui a non molto a regolarizzare tutti i
pagamenti, perché con la rata corrente che
hanno le Asp, sicuramente, è difficile mettersi in condizioni di pagare anche
il pregresso.
Relativamente alla compensazione dei
crediti, mi risulta – però è una conoscenza a titolo personale e che non ho
verificato con gli uffici – che l’ufficio delle entrate non può compensare
debiti e crediti alle pubbliche amministrazioni perché il Governo non ha
emanato un regolamento attuativo per la compensazione.
Cioè c’è la legge ma non c’è il
regolamento attuativo. Il regolamento avrebbe dovuto prevedere anche il modello
di certificazione del credito.
Quindi si è in attesa - e ci auguriamo
che il Governo Monti possa comprenderlo nella manovra – di questo regolamento
attuativo che sicuramente potrebbe dare un respiro non solo ai fornitori del Servizio
sanitario nazionale, ma anche a tutte le imprese che lavorano col pubblico e
che avanzano debiti importanti da parte del pubblico.
Prego, onorevole Giordano.
Prendo atto che, certamente, il fatto che sia stato pagato il 50 per cento è ancora un problema molto grave e serio visto che parliamo sempre di annualità, di 5 e 6 anni trascorsi per queste spettanze.
Prendo atto che con la premialità di cui lei diceva prima, si prevede di azzerare il debito. Certamente, però, rispetto alle transazioni non sono d’accordo e credo che dovrebbe essere eventualmente estesa a tutte le realtà, non solo a pochissime.
Bisogna richiederlo e ovviamente deve essere presa in considerazione dall’ufficio.
Non credo siano solo due o tre. Parlo dell’Asp di Reggio Calabria e non mi risulta che siano solo due o tre ad aver avanzato un contenzioso. Ce ne sono molti di più. Vi invito a voler verificare e vigilare affinché ci sia lo stesso trattamento per tutte le farmacie.
Per
quanto riguarda la “
Per questo motivo non posso dichiararmi
soddisfatto, ma vi invito ad essere più vigili ed incisivi per risolvere questo
problema che, purtroppo, si ripete da troppo tempo.
Si passa alla interrogazione a risposta
immediata numero
180 del 19.10.2011 a firma dei consiglieri Talarico D., De Masi,
Giordano: “In ordine alla situazione dell’Autorità Audit, per i controlli sulla
spesa comunitaria” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
con delibera di Giunta regionale n. 235 del 19.03.2008 è stata
istituita L’Autorità di Audit, per l’espletamento dei controlli interni di
primo e secondo livello, nell’ambito della gestione dei fondi comunitari di cui
al Por 2007-2013;
con decreto n. 4358/2008 (pubblicato sul BURC n.17 del 24.04.08), ai
fini della costituzione dell’Autorità di cui sopra, è stata indetta una
procedura concorsuale pubblica per il reclutamento di 34 unità, da assumere a
tempo pieno e determinato per 3 anni, con possibilità di rinnovazione del
contratto;
l’ipotesi della rinnovazione contrattuale è formalmente prevista dal
bando di concorso all’art. 1, oltre ad essere richiamata dal decreto di
approvazione della graduatoria dei vincitori;
la data di scadenza del contratto dei 34 funzionari della suddetta
Autorità è fissata al 09.11.2011;
fra le criticità nella gestione dei fondi, che hanno portato alla
procedura di sospensione dei pagamenti da parte della Commissione europea, c’è
anche quella che afferisce alla garanzia di continuità e di efficienza del
lavoro di Audit interno (a dicembre è prevista l’emissione dei “parere annuale”
e la redazione del Rapporto Annuale di Controllo);
il rinnovo del contratto dei 34 funzionari dell’Autorità di Audit,
prima della scadenza del 9 novembre 2011, è per questa ragione non solo ex lege praticabile, ma anche
auspicabile ed opportuna, perché consentirebbe di dirimere una delle principali
criticità rilevate recentemente dalla Commissione europea, evitando l’incombente
e conseguente taglio di molta parte dei fondi strutturali, previsto in caso di
inadempienza;
tale decisione non solo non garantisce il mantenimento delle
professionalità già formate, come più volte raccomandato dalla stessa
Commissione anche in occasioni ufficiali come il Comitato di Sorveglianza, ma
non riuscirà mai a garantire l’operatività del nuovo personale entro il 10
novembre 2011;
non può ritenersi valida altresì la soluzione individuata dalla Giunta
di trasferire per alcuni mesi all’Autorità di Audit, nelle more dell’espletamento
della nuova procedura di selezione, alcuni funzionari in servizio presso altri
dipartimenti, che anni addietro avrebbero seguito dei corsi sulle procedure di
controllo interno, avendo questi acquisito competenze specifiche in tema di
controllo afferente alla vecchia programmazione 2000-2006 che aveva altre
regole ed inoltre essendo in servizio presso dipartimenti che gestiscono fondi
o certificano la spesa e quindi incompatibili con la funzione di controllo di
secondo livello;
errori ovvero scelte inopportune ed ingiustificabili in questo campo
potrebbero arrecare danni rilevantissimi alla Calabria,
dal lato delle disponibilità finanziarie per il mantenimento degli investimenti
e delle politiche di sviluppo -:
quali sono le ragioni che hanno indotto finora
se non sia il caso di valutare oltre che la legittimità, anche l’opportunità di procedere ad un rinnovo del contratto
per i funzionari di che trattasi, atteso che tale soluzione consentirebbe più
efficacemente di ottemperare alle prescrizioni formulate dalla Commissione europea”.
Prego, onorevole Talarico.
Signor Presidente, questa è una interrogazione del 19 ottobre 2011 per cui credo che una parte di essa sia stata superata dai fatti.
E’ vero, Vicepresidente? In ogni caso ne approfitto per riformulare la domanda.
Come è noto, l’Audit è stata costituita con una delibera regionale nel 2008 per espletare l’attività di controllo dei fondi comunitari 2007-2013.
Sono 34 i funzionari impegnati in
questa attività, ai quali era stato comunicato che
Invece,
Ora la domanda che formulo,
Vicepresidente, è la seguente: cioè se è fondata l’esigenza di assumere
ulteriore personale in aggiunta a quello esistente. E qualora non dovessero esserci
le condizioni, i presupposti, se ciò non costituisce un aggravio di spesa
immotivato per la stessa Regione.
Prego, Vicepresidente Stasi.
Intanto, la necessità è stata valutata rispetto a 34 unità Come diceva l’onorevole Talarico, in effetti, è superato perché in questo momento c’è un nuovo contratto in essere con questi 34 funzionari che sono stati ritenuti idonei. E’ un contratto che supera quello già avuto in precedenza.
La cosa particolare che bisogna sottolineare e che faceva parte delle questioni poste, è che in effetti all’epoca del contratto i 26 non potevano essere rinnovati perché la norma vietava che i contratti a tempo determinato potessero essere rinnovati oltre i 36 mesi.
Ecco perché
Dei 34 funzionari, 26 sono, in
effetti, le stesse persone che in
qualche modo avevano già lavorato e avevano diritto a
doverlo fare.
Inoltre,
sottolineo che i 26 avevano proposto un ricorso, con le motivazioni d’urgenza,
ex articolo 700 al giudice del lavoro, chiedendo in via cautelare sicuramente
di sospendere il procedimento di selezione avviato dalla Giunta ma anche di
prorogare il loro contratto fino al 2017.
Cosa di non poco conto il giudice ha rigettato tale richiesta cautelare e poi, ovviamente, in merito vedremo se continuerà a dare ragione oppure no.
Prego, onorevole Talarico.
Mi ritengo parzialmente soddisfatto perché
In ogni caso se il numero individuato in 34 è quello sufficiente –
parliamo di tecnici e di funzionari, delle figure idonee e quindi
indispensabili all’espletamento di questa funzione – per quale ragione a questi
34 se ne aggiungono altri?
Sono
Quindi 26, più i nuovi che sono otto. Grazie.
La successiva interrogazione a risposta immediata è la numero 182 del 21.10.2011 a firma
dei consiglieri Giordano, Aiello F. “In ordine al fondo regionale per la
concessione dei contributi integrativi per
il pagamento dei canoni di locazione ai sensi della legge 9 dicembre 1993, n.
con la legge 9 dicembre 1998 n. 431 è stato istituito il Fondo
nazionale per il sostegno all’accesso delle abitazioni date in locazione;
alle risorse statali, che vengono
ripartire tra le regioni per la concessione di contributi integrativi ai
conduttori, si aggiungono risorse regionali e comunali che confluiscono in un
unico fondo regionale;
tali risorse vengono successivamente assegnate dall’ente
Regione ai comuni che, attraverso bandi pubblici, erogano agli aventi diritto i
contributi integrativi sulla base di apposite graduatorie;
in modo sistematico si è assistito negli anni ad
una progressiva riduzione delle somme stanziate sul fondo e ciò in ragione
delle riduzioni operate nei trasferimenti statali e, come avvenuto per l’anno
2011, al mancato conferimento di risorse da parte dell’ente regionale;
la situazione per molte famiglie nella nostra Regione
si presenta drammatica con livelli ormai di conclamata indigenza e si appalesa
necessario mettere in campo una azione sinergica nel campo delle politiche
sociali, intervenendo, fra l’altro, anche sul fronte dei canoni locativi;
grazie ai su indicati interventi integrativi negli
anni molte famiglie hanno potuto garantire il pagamento dei canoni di locazione
confidando nel recupero quasi integrale delle somme anticipate;
la riduzione al minimo delle integrazioni
economiche rischia di innescare un meccanismo drammatico per i nuclei familiari
più a rischio, non essendo quest’ultimi nelle condizioni di affrontare il
pagamento dei canoni -:
se le somme stanziate sul fondo regionale per l’annualità
2010 sono state trasferite agli enti locali e l’incidenza delle stesse in
termini percentuali sul fabbisogno complessivo emerso dalle graduatorie
definitive approvate dagli enti locali;
se e quante risorse riferibili alla reintroduzione
della quota regionale relativa al fondo di cui in premessa siano previste nel
bilancio previsionale dell’anno 2012;
se e quali provvedimenti si intendono adottare nell’anno
in corso per reperire risorse regionali da destinare all’UPB 3.2.02.06 capitolo
3.2.02.06.02 (contributi a carico del bilancio regionale per favorire l’accesso
alle abitazioni in locazione).”
Prego, onorevole Giordano.
Grazie, Presidente, questa interrogazione riguarda i contributi integrativi per i pagamenti dei canoni di locazione.
In un momento di grave disagio sociale e di grave crisi economica della famiglia, e delle classi meno abbienti, si verifica, invece, che questa Regione dimentica questa categoria, dimentica di azionare politiche di sostegno per quelle famiglie che si trovano in questa situazione.
Con l’interrogazione volevamo
conoscere la situazione dell’annualità 2010 per la quale sembrerebbe che non
siano stati seguiti i trasferimenti del fabbisogno complessivo agli enti locali, e la non integrazione per l’anno 2011 e
soprattutto – questa è una cosa molto grave – il bilancio
Vogliamo sapere come intende affrontare questa grave emergenza l’Esecutivo regionale, se si intende e si prende impegno qui, oggi, in quest’Aula per reperire o utilizzare le risorse che eventualmente si dovessero liberare nelle fasi di assestamento, per implementare questo capitolo per dare una mano a queste classi disagiate.
Prego, assessore Gentile.
E’ un problema che abbiamo trovato
dall’inizio; abbiamo sbloccato i primi trasferimenti che sono arrivati dallo
Stato sia per il 2008, che per il 2009 e il 2010. Quindi, sono state trasferite
ai comuni le risorse.
Come Regione abbiamo provato a
recuperare delle risorse ma, dato lo stato in cui si è trovato il bilancio
regionale, non c’è stata la possibilità di inserire risorse in questi capitoli.
Siamo tutti sensibili e cerchiamo tutti di aiutare queste famiglie e queste
categorie.
Quando si andrà a riflettere sul
prossimo bilancio ,si potrà fare un discorso preventivo, magari lo possiamo
fare insieme organizzando, però, meglio anche le risorse che vanno ai comuni perché
anche lì ci sono leggi farraginose e difficoltà enormi.
Quindi, facciamo insieme questo lavoro.
Per prima cosa è necessario reperire un po’ di fondi, e secondo me è giusto
perché vanno alle famiglie, soprattutto a quelle meno abbienti; successivamente
è necessario modificare un po’ il meccanismo, perché lì ci sono dei parametri
che, secondo me, non corrispondono alla povertà della gente. Ci sono famiglie
che non sono tanto povere da ottenere questi finanziamenti.
Certo, sono riflessioni che abbiamo
fatto nel corso di questi anni, per cui posso rispondere. Ci dovremmo impegnare
per modificare un po’ il meccanismo - magari lo guardiamo insieme con grande
apertura e serenità - e poi vediamo di impegnare
Prego, onorevole Giordano.
Mi dichiaro insoddisfatto della
risposta, perché non è certamente il problema
dei meccanismi di accesso, di riparto e di
verifica sullo stato delle famiglie, certamente se ci sono da fare delle
modifiche ai regolamenti ed alla normativa regionale
che si facciano con la massima trasparenza e il
massimo rigore.
Qui però
c’è un dato, cioè la scelta che ha fatto il Governo regionale è di non mettere
un centesimo per i contributi a queste famiglie.
Siamo
disponibili a ragionare come lo siamo stati in sede di approvazione del bilancio
e i nostri emendamenti miravano proprio a dare queste risposte, ma non è
accettabile che ci si dimentichi delle famiglie
Sottolineo:
purtroppo in un momento nel quale bisognerebbe attuare la massima attenzione e
politiche dirette ad alleviare il disagio e la grave crisi in cui versa questa
parte di Calabria.
Ribadisco:mi
dichiaro insoddisfatto, invito però a non dimenticare, dopo l’interrogazione,
questo problema per il quale siamo disponibili, anche successivamente, a confrontarci. Grazie.
Si passa alla interrogazione a risposta
immediata numero 183 del 3.11.2011 a firma del consigliere Nucera che così
recita: “In ordine alla mancata attuazione dell’articolo 22, comma 5, della
legge regionale 7 agosto 1999, n. 23 (Norme per il trasporto pubblico locale)”
che decade per assenza del proponente.
Si passa alla interrogazione
a risposta immediata numero 184 del 4.11.2011 a firma del consigliere Giordano
“Sul parere emesso dalla Commissione VIA (Valutazione d’Impatto Ambientale)
presso il Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare in
ordine al progetto di costruzione della centrale termoelettrica a carbone di
Saline Ioniche” di cui do lettura: “Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
in data 4.07.2008 la
società SEI Spa ha presentato al Ministero per lo sviluppo economico la
richiesta di autorizzazione unica relativa ad un progetto per la realizzazione
di una centrale a carbone della potenza di 1.320 MWe, da realizzarsi a
Saline Joniche, nella zona costiera del comune di Montebello Jonico (RC);
da fonti giornalistiche si apprende che il 21
ottobre 2010
sulla questione
la legge n. 99/2009 con il comma
conseguentemente il provvedimento regionale di
rifiuto deve specificatamente tenere conto delle risultanze istruttorie, tra le
quali vi è il parere VIA -:
se il Ministero dello sviluppo economico ha
trasmesso alla Regione Calabria il parere VIA approvato dalla competente
commissione per quanto di competenza;
in caso affermativo, se il parere regionale sia
stato espresso secondo quanto previsto dall’art. 1, comma 2 della legge n.
55/2002, così come modificato dall’art. 27 comma 30 della legge n. 99/2009 e le
determinazioni assunte;
ove il parere Via non sia stato trasmesso o
Prego, onorevole Giordano.
Grazie, signor Presidente, si tratta della questione di Saline Joniche, sulla quale vogliamo che questo Consiglio oggi dia una parola di chiarezza e di certezza alle popolazioni di quell’area.
Premettiamo che
Voglio ricordare, perché la conosciamo tutti da sempre, la posizione
del Governatore che già da sindaco fu chiaro e netto
nell’esprimere la propria contrarietà a questi modelli e a queste ipotesi di
sviluppo.
Con questa
interrogazione vogliamo sapere, intanto, se il ministro per lo sviluppo
economico ha espresso il parere di valutazione di impatto ambientale, se
approvato dalla competente Commissione ambiente.
Se così è
stato, secondo quanto previsto dall’articolo 1, comma 2 della legge 55 del 2002
e come modificato dall’articolo 27 comma 30 della legge 99/2009, quali sono le
determinazioni che questo Governo regionale ha assunto o intende assumere.
Nel caso in
cui quel parere non sia stato trasmesso
o
Questo
affinché si metta una parola chiara su una situazione che sembrerebbe essere
nel limbo in questo momento.
Prego,
assessore Pugliano.
Grazie, Presidente, in merito a questa
interrogazione volevo informare l’onorevole Giordano
che
Solo per questo non c’è stato il relativo decreto successivo al parere
della Commissione Via, però, per ovviare
all’assenza di questo parere favorevole del Ministero dei beni culturali, la pratica per il relativo decreto è
stata trasferita alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Ci siamo attivati con il
precedente Presidente del Consiglio dei ministri per evitare che questo
decreto fosse firmato e il Presidente Scopelliti è impegnato per evitare che il nuovo Presidente del Consiglio dei ministri possa
firmare questo decreto autorizzativo.
Prego, onorevole Giordano.
Prendo atto delle risposte e che l’assessore,
nella qualità di componente della Giunta e, quindi, per bocca della Giunta e
della maggioranza, ripete e conferma – qualora ce ne fosse bisogno – la
contrarietà alla costruzione della centrale. Ma il punto è un altro.
Il punto è: perché questo Governo regionale, questa Regione
non compie il successivo passaggio che la legge del 1999 che ho prima
declinato, prevede; ossia una delibera di diniego istituzionale che già da sé
metterebbe in maniera netta e definitiva la parola fine al procedimento perché, in ,assenza della conferma e con un diniego
istituzionale che deve essere formalmente e motivatamente espresso, si
metterebbe la parola fine.
Quindi, si
porrebbero le popolazioni di Saline Joniche in questo caso, ma della Calabria
in generale – perché, ripeto, riguarda la questione più ampia del carbone in
Calabria – nella condizione di
tranquillità di poter sapere che questa Regione, così come si è espressa
ripetutamente, vuole un altro modo di sviluppo, altre prospettive e certamente
non vuole farsi colonizzare da chi vuole semplicemente inquinare e colonizzare
questa regione.
Non posso,
quindi, essere soddisfatto in assenza di una risposta, e la prego se è in
condizioni – anche se il Regolamento non prevede una replica – di voler
specificare se il provvedimento di diniego non c’è; non bisogna attendere che
il Ministero alla presenza del Consiglio dei ministri emani il decreto, anzi il
provvedimento deve essere preventivo.
(Interruzione)
E’ conclusa l’interrogazione …
Non sono d’accordo su questo perché ripeto
che la legge è chiara e il procedimento si conclude con il diniego
istituzionale della Regione.
(Interruzione)
No, Presidente, questo aspetto è troppo
importante. Chiedo che questo diniego, questo provvedimento amministrativo che
sarà una delibera di Giunta regionale o un
decreto che riassume anche il provvedimento che è stato votato in Consiglio, venga reso pubblico in maniera tale che
in Calabria si prenda contezza e si comprenda
che
Diversamente, allora, non posso essere d’accordo perché
non sarebbe formalizzato in maniera definitiva quello che è il compito
della Regione.
Grazie ,onorevole Giordano, è conclusa
l’interrogazione numero 184.
Si passa alla interrogazione a risposta immediata
numero 185 del 7.11.2011 a firma dei consiglieri Aiello F., Censore, De
Gaetano, Guccione “In ordine alle procedure avviate per la concessione del
servizio di gestione dell’RSA di Marano Marchesato” di cui do lettura: “Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere –
premesso che:
nel luglio 2011 il Direttore dell’ASP di Cosenza
responsabile settore (acquisizione beni e servizi) Avv. Carlo Baldini aveva
avviato le procedure necessarie per la concessione novennale del servizio di gestione
dell’RSA di Marano Marchesato (CS) per un numero di posti letto pari a 60, per
una spesa complessiva di 50 milioni di euro in contrasto con il piano di
rientro dal debito sanitario che prevede il blocco di tutti gli accreditamenti
sanitari;
in questi giorni l’ASP di Cosenza, a conclusione
delle procedure amministrative avviate, avrebbe assegnato la gestione della RSA
di Marano Marchesato -:
quali iniziative intende assumere a tutela della
Regione Calabria il Presidente della Giunta regionale on. Giuseppe Scopelliti
in ordine alle procedure avviate, in sfregio al piano di rientro, per la
concessione del servizio di gestione dell’RSA di Marano Marchesato e
soprattutto cosa intende fare nel caso in cui l’ASP avesse concluso le
procedure per la gestione.”
Prego, onorevole Censore.
Grazie , Presidente,
nel ripercorrere
un po’ la storia in ordine all’accreditamento
di una struttura nel luglio 2011 il direttore dell’Asp di Cosenza( settore
acquisizione beni e servizi, avvocato Baldini) aveva avviato la procedura per
la concessione in gestione del servizio di una Rsa per un esborso di 50 milioni
di euro e per una durata di circa 9 anni.
Noi ci chiediamo se questo accreditamento
sia avvenuto perché, poiché siamo nella fase di attuazione del Piano di
rientro, questa disposizione sarebbe in contrasto rappresentando che in Calabria
si usa un peso e due misure.
Io vengo da una provincia che è
fortemente penalizzata nei servizi. Proprio l’altro giorno è stata chiusa, in
base al decreto 106, la struttura di Nefrologia con grave pregiudizio per i
malati che hanno problemi cronici, dializzati e non dializzati che, quindi,
dovranno ricorrere al servizio di medicina senza trovare un punto di
riferimento chiaro dal punto di vista nefrologico.
Pertanto, in alcuni posti si tagliano
i servizi essenziali ed in altri, invece, si ampliano, in contrasto alla legge.
Grazie.
Prego, Vicepresidente.
Onorevole Censore, mi limito alla
risposta all’interrogazione finalizzata a conoscere se c’è
stata questa concessione, questa autorizzazione.
Interrogati
gli uffici competenti dell’Asp, ci confermano che la concessione non c’è stata
in quanto l’accreditamento e le autorizzazioni nella Regione Calabria sono
bloccate a seguito della fase di attuazione del Piano di rientro.
La risposta
è, pertanto, assolutamente negativa.
Se non c’è stato l’accreditamento sono soddisfatto della risposta. Grazie.
Si passa alla interrogazione a risposta immediata numero 186 del 8.11.2011 a firma del consigliere Talarico D. “In ordine In ordine
alla situazione dei lavoratori della società TESI S.p.A. in fallimento” di cui
do lettura: “Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
con legge 17 giugno 1996 n. 14 (BUR n. 62 del 20
giugno 1996),
la società era tra le partecipate di Fincalabra SpA;
attualmente la società è sottoposta a curatela
fallimentare e 25 suoi ex dipendenti sono soggetti a regime di mobilità, con
trattamento di sostegno al reddito previsto dagli Ammortizzatori Sociali;
tali lavoratori hanno più volte sottoposto all’attenzione della Giunta
regionale la questione di una soluzione definitiva al problema che li riguarda,
richiamando i casi similari in cui
la regione potrebbe trarre vantaggi dalla valorizzazione
dei predetti lavoratori, nell’ambito di un’iniziativa di rilancio delle
politiche pubbliche nel campo delle tecnologie dell’informazione -:
1) quali iniziative si
intendono assumere a favore dei 25 ex lavoratori della società TESI SpA;
2) se non si valuti
discriminatorio ai danni degli ex lavoratori della società TESI SpA il fatto
che altri posti di lavoro relativi a società partecipate della regione siano
stati salvati attraverso specifiche iniziative e scelte politiche della Giunta
regionale”.
Prego, onorevole Talarico.
Credo che l’interrogazione sia stata superata perché ho chiesto ed ottenuto dalla Vicepresidente
della Giunta regionale – che presumo sia stata
delegata dalla Giunta – un appuntamento per discutere del problema sollevato dall’interrogazione.
Mi sono distratto
un attimo.
A seguito della interrogazione abbiamo chiesto ed
ottenuto dalla Vicepresidente della Giunta, credo a
nome di tutta
Ritengo che i quesiti che vengono posti
nella interrogazione saranno affrontati nell’apposita riunione.
Si passa alla interrogazione a risposta
immediata numero 187 del 9.11.2011 a firma del consigliere Talarico D. “In ordine agli avvisi di pagamento emessi dal
Consorzio di Bonifica Integrale dei Bacini Meridionali del Cosentino”
che così recita: “Al Presidente della
Giunta regionale e all’Assessore all’Agricoltura, Foreste e Forestazione.
Per sapere – premesso che:
gran parte del territorio (
tale comprensorio di bonifica è stato istituito a
seguito del riordino della rete regionale dei Consorzi di Bonifica ed alla
conseguente soppressione del Consorzio di Bonifica Sibari-Crati, a sua volta
posto in regime di liquidazione con un passivo accertato di 36.000.000 di Euro;
una quota rilevante delle passività accumulate dal
Consorzio Sibari-Crati ora gravano sul Consorzio di Bonifica Integrale dei
Bacini Meridionali del Cosentino recentemente istituito;
i cittadini del Comune di Bisignano (CS), i cui
terreni ricadono nel nuovo comprensorio consortile, sono stati destinatari di
avvisi di pagamento del contributo ex art. 23, c.1 lettera a), L.R. 11/2003,
per l’anno 2010;
il suddetto contributo è stato preteso anche per
terreni classificati "asciutti", peraltro privi di impianti e di
servizi di irrigazione consortili, né mai interessati da opere ed interventi di
bonifica;
detti terreni classificati "asciutti",
ubicati nella "zona a monte" del Comune di Bisignano, sono per di più
inutilizzabili per attività agricole e/o extragricole a causa della loro
conformazione impervia e in parte resi inutilizzabili da calamità naturali
accadute negli anni scorsi;
agli stessi cittadini è stato chiesto, altresì, il
versamento del contributo per usufruire dell’erogazione dell’acqua per uso
irriguo relativamente all’anno 2011;
il contributo richiesto per usufruire di acqua per
irrigazione è risultato esageratamente aumentato, andando a gravare
essenzialmente su piccoli appezzamenti di terreno, utilizzati prevalentemente
per un’agricoltura non .imprenditoriale ma finalizzata al soddisfacimento di
meri bisogni famigliari;
con una petizione rivolta a codesto assessorato,
nonché al Consiglio Regionale, il cui contenuto è stato in larga parte recepito
in una deliberazione del Consiglio comunale di Bisignano (D.C.C. N°18 del
28/09/2011), i cittadini destinatari dei predetti avvisi di pagamento hanno,
tra l’altro, espressamente chiesto che:
1)
2) sia abrogato e/o modificato l’art. 23, c.1
lettera a), L.R. 11/2003, laddove si stabilisce che i contributi consortili
debbano essere esatti anche in assenza di opere di bonifica e di benefici per i
fondi;
3) siano revocati tutti gli avvisi di pagamento del
contributo ex art. 23, c.1 lettera a), L.R. 11/2003;
4) sia rimodulata la tariffa relativa all’uso di
acqua per irrigazione (riduzione del 50%), in particolare per i proprietari e/o
possessori di piccoli appezzamenti di terreno (fino a 3.333 mq) -:
1) quali iniziative si intendono intraprendere in
favore dei cittadini di Bisignano (C5), destinatari da parte del Consorzio di
Bonifica Integrale dei Bacini Meridionali del Cosentino di avvisi di pagamento
palesemente ingiusti ed esosi, ancorché emessi in assenza di qualsivoglia opera
di miglioramento fondiario relativamente ad i propri appezzamenti dì terreno;
2) se non sia il caso di incontrare, nell’immediato,
una delegazione dei cittadini che hanno promosso la petizione di cui in
premessa, unitamente ad una delegazione dei comuni del comprensorio, per
stabilire un percorso condiviso nella direzione di una rapida ed efficace
risoluzione del problema.”
Prego, onorevole Talarico.
Questa è una questione annosa perché centinaia – azzardo un numero – ma forse
molti più cittadini, alcuni dei quali hanno il titolo di agricoltori, di
coltivatori diretti continuano a pagare, alcuni pagano, altri ricevono la
richiesta di pagamento di un contributo per sostenere – di questo si tratta –
l’ex Consorzio Sibari-Crati oggi Consorzio di bonifica integrale dei bacini
meridionali.
Il problema è che questo contributo è dovuto –
secondo il Consorzio – non per benefici ricevuti o da ricevere da parte di
questi cittadini ma per il mantenimento stesso del Consorzio.
Il contributo viene richiesto anche per i terreni,
cosiddetti asciutti e per quei terreni che non sono mai stati interessati da
opere di interventi di bonifica.
Noi chiediamo – così come abbiamo fatto anche in
sede di discussione e di approvazione del bilancio
– quali iniziative intenda prendere
Quindi, il problema ha dimensioni molto
più importanti e significative da quanto si potrebbe desumere leggendo i giornali
o le giuste rivendicazioni del sindaco di Bisignano.
Probabilmente
Prego, assessore Trematerra.
Grazie, Presidente, e grazie anche all’onorevole Talarico per l’interrogazione.
Abbiamo avuto modo di discuterne già in sede di approvazione del bilancio ma quando si deve far chiarezza è sempre opportuno ribadire alcune cose che sono state già dette in precedenza.
Per
quanto riguarda i numeri ho già risposto ad una petizione che è arrivata
presso il mio dipartimento. 950 cittadini hanno mandato una petizione al riguardo, ma tengo
a precisare che dei 950 cittadini, che hanno sottoscritto questa petizione
lamentandosi di questi tributi, 540 non facevano parte del Consorzio di
bonifica.
Dico questo perché molto spesso si è
portati a sottoscrivere documentazioni senza magari conoscere in maniera
approfondita qual è la reale questione che stiamo affrontando.
Voglio tranquillizzare l’onorevole
Talarico dicendo che questi tributi vengono corrisposti non per pagare il mutuo
che
Essendo anche io geograficamente
vicino a quella comunità, mi capita spesso di parlare con qualcuno che lamenta
il fatto che questi cittadini stanno pagando in buona sostanza il mutuo che
Per quanto riguarda la questione che
ha posto l’onorevole Talarico, la ritengo sempre giusta e l’ho già ribadito in
sede di discussione del bilancio.
Noi dobbiamo distinguere due lettere,
lettera A e lettera B, perché questi tributi, come dice la legge, sono dovuti
anche qualora quel territorio non subisca degli interventi da parte del
Consorzio, ma, per potere tenere aperto il Consorzio come tale, bisogna che
tutti coloro che sono all’interno dell’area consortile contribuiscano per un
pagamento che spesso è esiguo, anche se il fatto che sia di 5-10 euro non
giustificherebbe – e questo sia chiaro
– un sopruso.
E’ una cifra che serve ai fini
istituzionali al di là se su quel territorio o meno vengono realizzate opere.
Capisce bene che non è possibile immaginare che su tutto questo territorio
– adesso non so di quanti ettari sia – si possa intervenire come Consorzio.
Quindi, quello che viene pagato, così
come mi è stato riferito, ovviamente ho chiesto informazioni al Consorzio e mi
hanno dovuto relazionare sulla questione, è solamente quella quota cosiddetta
destinata ai fini istituzionali.
Poiché è una questione annosa e l’onorevole
Talarico più volte lo ha menzionato ed io più volte ho risposto cercando di
tranquillizzarlo, sono disponibile, proprio perché vi sia la massima
trasparenza possibile, anche a fare un supplemento per chiudere questa vicenda
di responsabilità che si rimpallano e ad adottare qualunque altro atto si renda
necessario.
Ma dagli uffici – e ribadisco la
risposta alla sua interrogazione – possiamo tranquillizzare i cittadini di
Bisignano ma più in particolare i cittadini che sono nell’area consortile che,
in questo caso, stanno semplicemente pagando quel che è dovuto ai fini
istituzionali così come recita la legge.
Altra cosa poi se decidiamo, e il Consiglio
regionale questo lo può fare, di modificare la legge e stabilire di togliere
questo tributo; questo è un altro discorso che non appartiene alla risposta che
ho dato oggi al consigliere Talarico.
Prego, onorevole Talarico.
Assessore, il fatto che il contributo
sia istituzionale non significa che sia meno odioso e ingiusto di un contributo
di altra natura.
Se il Consorzio è stato istituito per
offrire servizi, per realizzare interventi nelle aree agricole e questo non
avviene per una serie di ragioni alcune delle quali anche oggettive – perché i colleghi devono sapere che il
Consorzio Sibari-Crati, così come altri Consorzi, si trovano ad operare a
distanza di anni anche in zone totalmente urbanizzate per cui anche volendo non
ci sarebbe la possibilità di svolgere nessuna attività di tipo agricolo –
quindi se non c’è corrispondenza tra il contributo, i servizi e gli interventi
da parte del Consorzio, la cosa migliore da fare è eliminare – per legge –
questa forma di vessazione, cioè non si tratta di contributo.
Se il Consorzio non opera perché non
può operare in quella zona o si elimina il Consorzio o si elimina il contributo
per cui la prendo in parola e mi auguro che insieme, in maniera bipartisan,
possiamo promuovere una proposta di legge che sani questa situazione. Grazie.
Grazie all’onorevole
Talarico. E’ conclusa l’ora dedicata alle interrogazioni a risposta
immediata. Possiamo concludere questa prima parte di seduta di Consiglio e
passare al punto tre dell’ordine del giorno.
Prima di dare la parola al relatore, onorevole
Caputo, devo dare lettura di un seguito di comunicazioni.
Legge un seguito di comunicazioni.
(Sono riportate in allegato)
Passiamo al terzo punto all’ordine del giorno, che riguarda la proposta di legge numero 174/9^
di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Misure in materia di
ottimizzazione della produttività del lavoro
pubblico e di efficienza e trasparenza della pubblica amministrazione regionale ed attuazione
nell’ordinamento regionale delle disposizioni di principio contenute nel decreto
legislativo 27 ottobre 2009, n. 150”.
La parola al relatore, onorevole
Caputo.
E’ una proposta
di legge di iniziativa della Giunta regionale
tesa a recepire
il cosiddetto decreto Brunetta, il decreto legge numero 150 del 2010, che
concerne principalmente l’ottimizzazione del lavoro e il sistema dei controlli
nella pubblica amministrazione.
E’ stato esaminato dalla Commissione
competente ed è stato approvato a maggioranza. La proposta, tesa a migliorare
il rapporto amministrazione-cittadino, è in fase di recepimento da parte di
tutte le amministrazioni a qualsiasi livello, ed è finalizzata ad eliminare le
sacche di improduttività, per cui, dopo l’approvazione di questa legge, verranno
predisposti dei regolamenti attuativi che concretizzeranno nel particolare le disposizioni.
Al provvedimento sono stati presentati
alcuni emendamenti.
La relazione è conclusa. Ha chiesto di
intervenire l’onorevole Battaglia. Ne ha facoltà.
Presidente,
voglio intervenire nella discussione generale, perché
– come diceva il relatore – questa è una legge che dovrebbe servire ad innalzare la qualità dei servizi, quindi, più che una norma interna,
dovrebbe essere una norma rivolta a tutti i calabresi.
Credo che per il Consiglio, oggi, sia un problema affrontare due proposte legislative che, a mio parere, non hanno ragione di esistere; secondo una
valutazione oggettiva e razionale avremmo potuto o potremmo ancora approvare un
unico testo che preveda un organismo di valutazione che sia di nomina e, quindi,
di espressione del Consiglio regionale, contrariamente alla proposta presentata
a suo tempo dalla Giunta che prevedeva un unico organismo in capo all’Esecutivo
con relativo potere di nomina.
Detto questo, secondo me, nel testo ci sono alcuni
aspetti di merito che dovrebbero essere emendati e, da questo punto di vista,
anticipo nel mio intervento anche la discussione degli emendamenti.
Se veramente si vuole avere un organismo indipendente,
capace di sganciarsi dalla politica, deputata in prima battuta alla sua nomina,
e soprattutto dal sistema burocratico che, per molti aspetti, ha frenato e
frena questa Regione, noi dovremmo avere un organismo composto interamente da
soggetti esterni.
Non ha nessuna logica che un organismo di questa
natura, incaricato di valutare anche aspetti di legittimità, sia composto nel
caso della Giunta da due componenti esterni e nel caso del Consiglio da un componente
interno, cioè dal Segretario generale; non ha nessuna logica che soggetti che dovrebbero
essere anche loro valutati siano componenti di questo organismo, perché questo non
consentirebbe di sganciare completamente detto organismo dalla burocrazia e
dalla politica.
Se veramente si vuole fare un passo avanti in
un’opera di razionalizzazione, ritengo che queste due leggi dovrebbero essere accorpate,
prevedendo un organismo nominato dal Consiglio, facendo venir meno così la preoccupazione,
considerata l’esistenza dei ruoli separati del personale della Giunta e del Consiglio,
di una possibile limitazione dell’autonomia del Consiglio; anzi, le competenze
del Consiglio sarebbero esaltate ancora di più e potremmo avere un organismo
vero che sia autonomo, indipendente e composto da professionalità vere e
accertate, da persone indipendenti.
Se questo non faremo, certamente non riusciremo, nemmeno
questa volta, a dare un segnale di innovazione e di modernità per la Calabria,
continueremo ad avere organismi nominati dalla politica, che poi operano in
stretta simbiosi con la politica stessa e con gli apparati burocratici.
Per cui rischieremo di avere, di nuovo, un organismo
che potrebbe diventare una sorta di camera di compensazione tra gli interessi
legittimi dei dirigenti, dei dipendenti e dell’apparato burocratico, interessi
legittimi che non sempre sono quelli dei calabresi, una camera di compensazione
in cui la parte interna, ma anche la politica condizioneranno l’apparato burocratico
nella conduzione dell’attività amministrativa.
Queste considerazioni hanno portato alla presentazione
di emendamenti che, se accolti, a mio giudizio daranno un contributo positivo
alla legge e alla Calabria.
Non c’è più nessun iscritto a parlare sulla discussione
generale. Passiamo, pertanto, all’esame dell’articolato.
All’articolo 1 è stato presentato un emendamento, protocollo
numero 59288, a firma del consigliere Giordano, che così recita: “Dopo il comma
2 dell’articolo 1 è aggiunto il seguente: 3. Per quanto non previsto dalla
presente legge si applicano le disposizioni di cui al decreto legislativo del
30 marzo 2001, numero 165 (Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle
dipendenze delle amministrazioni pubbliche) e s.m.i.”
Onorevole Giordano, prego.
Ho presentato questo emendamento per far sì che ci sia maggiore chiarezza nel testo
della proposta.
Presidente, chiedo scusa, questo emendamento è stato presentato all’altra proposta
di legge.
No, anche alla proposta di legge numero 174/9^, ad entrambe le
proposte; è lo stesso emendamento ed ora dirò perché:
per far
sì che tutto quello che non è previsto nei progetti di legge si
faccia riferimento espresso a tutto il contenuto normativo del decreto legislativo numero 165. Questo è il
senso dell’emendamento.
Pongo
in votazione l’emendamento protocollo numero 59288.
(E’
respinto)
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’
approvato)
All’articolo 2 è stato presentato un emendamento, protocollo
numero 54178, a firma del consigliere Battaglia, che così recita: “All’articolo
2 comma 1 della proposta di legge in oggetto dopo le parole “della Giunta
regionale”, le parole “che svolgono funzione di amministrazione attiva” sono
abrogate”.
Prego, onorevole.
Si illustra da sé, ho illustrato tutti gli emendamenti
nella discussione generale.
Pongo
in votazione l’emendamento protocollo numero 54178.
(E’
respinto)
Pongo
in votazione l’articolo 3.
(E’
approvato)
Pongo
in votazione l’articolo 4.
(E’
approvato)
Pongo
in votazione l’articolo 5.
(E’
approvato)
Pongo
in votazione l’articolo 6.
(E’
approvato)
Pongo
in votazione l’articolo 7.
(E’
approvato)
Pongo
in votazione l’articolo 8.
(E’
approvato)
Pongo
in votazione l’articolo 9.
(E’
approvato)
All’articolo 10 vi è un emendamento, protocollo numero 54179, a
firma del consigliere Battaglia, che così recita: “1. All’articolo 10,
comma 1, dopo le parole “approva annualmente” vanno aggiunte le parole “previa
contrattazione con le organizzazioni sindacali”. 2. All’articolo 10, comma 2,
dopo le parole “per la ripartizione delle risorse” sono aggiunte le seguenti
parole “previa contrattazione con le organizzazioni sindacali”. Prima di porlo
in votazione, do lettura di un subemendamento, sempre a firma del consigliere Battaglia, protocollo numero 56693, che così
recita: “Dopo le parole “non dirigenziale” è aggiunto il seguente periodo:
Previa contrattazione con le organizzazioni sindacali sono adottate specifiche
norme dirette a collegare l’erogazione della retribuzione di posizione al
sistema premiante”.
Pongo in votazione, preliminarmente, il
subemendamento protocollo numero 56693.
(E’
respinto)
Pongo, quindi, in votazione l’emendamento
protocollo numero 54179.
(E’
respinto)
Pongo in votazione l’articolo 10.
(E’
approvato)
All’articolo 11 è stato presentato un emendamento,
a firma dell’onorevole Battaglia, con protocollo numero 54180, che così recita:
“1. L’articolo 11, comma 1, della proposta di legge in oggetto è così
interamente modificato: “Ai fini della verifica e della rendicontazione delle
attività di controllo, nonché del raggiungimento degli obiettivi assegnati, è
istituito per Giunta e per Consiglio regionale, un unico organismo regionale
indipendente di valutazione composto da tre membri, di entrambi i generi, di
cui almeno due esterni all’Amministrazione regionale scelti tra esperti in
materia di management ed organizzazione dell’Amministrazione pubblica ed
un altro scelto anche tra soggetti interni, in possesso di una esperienza
almeno quinquennale nella predetta materia, purché dimostrata con requisiti
culturali e professionali maturati al di fuori dell’amministrazione regionale.
Il Consiglio regionale è competente alla nomina dell’organismo unico di
valutazione”. 2. All’articolo 11, comma 2, dopo le parole “del Presidente della
Giunta regionale” il periodo compreso tra le parole “il componente
interno…comma1” è abrogato”..
A questo emendamento è stato presentato un
subemendamento, sempre a firma dell’onorevole Battaglia, con protocollo numero
56694, che così recita: “1. Dopo le parole “di entrambi i generi” le parole “di
cui almeno due” sono soppresse. 2. Dopo le parole “dell’Amministrazione
pubblica” le parole “ed un altro scelto anche tra soggetti interni” sono
soppresse. 3. Il periodo “purché dimostrata con requisiti culturali
professionali maturati al di fuori dell’Amministrazione regionale” è
soppresso”.
Pongo, preliminarmente, in votazione il
subemendamento, protocollo numero 56694.
(E’
respinto)
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero
54180.
(E’
respinto)
Sempre al comma 2 dell’articolo 11 è stato
presentato un subemendamento a firma del consigliere Giordano, con protocollo numero
59290. Non essendo presente in Aula l’onorevole Giordano, l’emendamento si
ritiene decaduto.
Pongo in votazione l’articolo 11.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 12.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 13.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 14.
(E’
approvato)
All’articolo 15 è stato presentato un emendamento, protocollo
numero 55735, a firma del consigliere Caputo, che così recita: “L’articolo 15 (Modifiche
alla legge regionale 7 agosto 2002, numero 31) è sostituito dal seguente:
1. La lettera b) del comma 1 dell’articolo 7 della legge regionale 7 agosto
2002, numero 31 (Misure organizzative di razionalizzazione e di contenimento
della spesa per il personale), è sostituita dalla seguente: “b) il numero dei
Settori istituibili, sommato a quello dei Dipartimenti, non può essere
superiore alla dotazione organica della dirigenza della Giunta regionale”. 2.
Dopo il comma 2 dell’articolo 7 della legge regionale 7 agosto 2002, numero 31,
è aggiunto il seguente: “2 bis. Nell’ambito delle leggi e degli atti
organizzativi di cui al comma precedente, le determinazioni per
l’organizzazione delle strutture dipartimentali e le misure inerenti alla
gestione dei rapporti di lavoro sono assunte in via esclusiva dai dirigenti
preposti, fatta salva l’informazione alle rappresentanze sindacali, ove
prevista; rientrano in particolare nell’esercizio dei poteri del Dirigente
generale le misure inerenti la gestione e l’assegnazione delle risorse umane
nel rispetto del principio di pari opportunità, nonché la determinazione delle
funzioni e della struttura di Settori, Servizi e Uffici”. 3. Dopo il comma 4,
articolo 7, della legge 7 agosto 2002, numero 31, è aggiunto il seguente: “5. Tutte
le norme regionali che si riferiscono ai Servizi ed alle relative competenze
sono abrogate dalla data di approvazione della nuova struttura amministrativa
della Giunta regionale”.
Prego, onorevole Caputo.
L’ emendamento riscrive completamente il
testo dell’articolo 15, aggiungendo alla lettera
b) del comma 1 dell’articolo 7 della legge regionale numero 31 del 2002,
recante “Misure organizzative di razionalizzazione e di contenimento della
spesa”, i seguenti periodi: “il numero dei settori istituibili sommato a quello
dei dipartimenti non può essere superiore alla dotazione organica della
dirigenza della Giunta regionale”. Dopo, al comma 4 dell’articolo 7, aggiunge:
“Tutte le norme regionali che si riferiscono ai servizi ed alle relative competenze
sono abrogate dalla data di approvazione della nuova struttura amministrativa
della Giunta regionale”.
Ha
chiesto di intervenire l’onorevole Battaglia. Ne ha facoltà.
Ho la sensazione – però vorrei anche un chiarimento
da parte del presentatore dell’emendamento – che con questo emendamento andiamo
ad allargare la struttura, come ogni volta vi è una norma che va sotto la voce
“contenimento dei costi”.
Se
lei, invece, può certificare il contrario.
Onorevole
Caputo, prego.
Non c’è da certificare nulla, credo che l’emendamento, così com’è presentato, rispecchi una volontà che
deve andare in quella direzione. Tenere presente che il numero dei settori
istituibili non può essere superiore alla dotazione organica della dirigenza
della Giunta, credo che sia un obiettivo estremamente concreto.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo numero 55735.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo
15 come emendato.
(E’
approvato)
Questo emendamento
è contenuta nel fascicolo dell’onorevole Caputo?
Pongo in votazione l’articolo
16.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo
17.
(E’
approvato)
Pongo in votazione la proposta di
legge numero 174/9^ nel suo complesso, come emendata.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportata in allegato)
Passiamo all’esame della proposta di
legge numero 255/9^ di iniziativa
del consigliere F. Talarico, recante: “Misure
in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro,
nonché di efficienza e trasparenza
dell’amministrazione del Consiglio regionale”.
Prego, onorevole Caputo.
Va nella stessa direzione della proposta
che abbiamo approvato testé. E’ di iniziativa
del Presidente Talarico e persegue i medesimi obiettivi.
Al riguardo, una distinta proposta
nasce dall’esigenza di salvaguardare
l’autonomia consiliare, elaborando un sistema di valutazione più congeniale
alle amministrazioni al servizio della politica, come il Consiglio regionale.
Fulcro del decreto Brunetta e quindi delle proposte da approvare è l’organismo indipendente
di valutazione, il quale rappresenta l’interfaccia tra il potere politico e quello
burocratico, garante della verifica e della rendicontazione delle attività di
controllo, nonché del raggiungimento degli obiettivi assegnati.
Nello
specifico, l’Organismo indipendente di valutazione espleta l’attività di
controllo strategico e di gestione, valuta i dirigenti, supporta i dirigenti
nella valutazione dei dipendenti apicali, appronta apposita rendicontazione con
cadenza almeno annuale.
Per i motivi sopra evidenziati, si è resa necessaria
la previsione di due Organismi indipendenti di valutazione, ciascuno rispondendo alle diverse e specifiche esigenze
della struttura amministrativa della Giunta e del Consiglio.
Non ho iscritti a parlare, pertanto sottopongo all’esame dell’Aula l’articolato.
All’articolo
1 è stato presentato un emendamento, protocollo numero 59278, a firma del consigliere Giuseppe Giordano, il
quale non è presente in Aula, per cui lo dichiaro decaduto.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo
2.
(E’
approvato)
All’articolo 3 è stato presentato un emendamento,
a firma del consigliere Battaglia, protocollo
numero 54181, che così recita: “All’articolo 3, comma 1, le parole “sentite le
organizzazioni sindacali” sono sostituite con le parole “previa contrattazione
con le organizzazioni sindacali”.
Nella discussione generale avevo già illustrato le motivazioni sottese
alla presentazione degli emendamenti.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo numero 54181.
(E’ respinto)
Pongo in votazione l’articolo 3,
demandando al coordinamento formale la sostituzione del termine “Segretario
generale” con “Direttore generale”,
considerata la previsione
normativa che distingue le due figure.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo
4.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 5.
(E’
approvato)
Pongo
in votazione l’articolo 6.
(E’
approvato)
All’articolo 7 è stato presentato un emendamento,
protocollo numero 1744, a firma del consigliere Battaglia, il quale
si è già espresso sugli emendamenti, che così recita: “Al comma 7 dell’articolo
8, il periodo “L’OIV è composto dal segretario generale e da due componenti
esterni” è così sostituito: “L’OIV è composto da tre componenti esterni”.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 1744.
(E’
respinto)
Pongo in votazione l’articolo
7.
(E’
approvato)
All’articolo
8 è stato presentato l’emendamento protocollo numero 59285, a firma del consigliere Giordano, che così
recita: “L’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale stabilisce, con
propria deliberazione, le modalità organizzative, i requisiti, le modalità di
selezione dei componenti esterni nel pieno rispetto delle garanzie di
indipendenza e terzietà e il relativo trattamento retributivo dei componenti
dell’OIV, senza nuovi maggiori oneri complessivi per il bilancio regionale”
Onorevole Giordano, prego.
La sostituzione
del comma 8 dovrebbe avvenire
così: “L’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale stabilisce con propria deliberazione
le modalità organizzative, i requisiti, le modalità di selezione dei componenti
esterni nel pieno rispetto delle garanzie di indipendenza e terzietà e il relativo
trattamento retributivo dei componenti dell’OIV senza nuovi maggiori oneri
complessivi per il bilancio regionale”, ciò per evitare che ci siano oneri
aggiuntivi e soprattutto perché sia garantita l’indipendenza e la terzietà.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo numero 59285.
(E’ respinto)
Pongo in votazione l’articolo
8, con autorizzazione al coordinamento formale per le medesime ragioni
pronunciate per l’articolo precedente.
(E’
approvato)
Pongo
in votazione l’articolo 9.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 10.
(E’
approvato)
All’articolo 11 è stato presentato l’emendamento protocollo numero 54183,
a firma
del consigliere Battaglia, che così recita: “I commi 1 e 2 dell’articolo 11
sono soppressi”.
Lo pongo in votazione.
(E’
respinto)
Pongo in votazione l’articolo
11.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la legge nel suo complesso.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportata in allegato)
Passiamo all’esame della proposta di legge
numero 238/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Interventi a favore
delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata – integrazione
alla legge regionale 16 ottobre 2008, n. 31”.
E’ relatore l’onorevole
Magarò, che ha facoltà di intervenire.
Questa proposta di legge è stata approvata all’unanimità dalla Commissione consiliare
competente, apporta delle modifiche e delle integrazioni alla normativa regionale
vigente di sostegno alle vittime della criminalità. Questi benefici si
estendono anche ai testimoni di giustizia.
L’articolato riguarda alcuni benefici,
che consistono nell’istituzione nelle amministrazioni regionali, nei limiti
della normativa nazionale, delle borse
di studio per ogni anno di scuola di primo e secondo grado, in contributi a compensazione
per quanto riguarda i tributi regionali e
agevolazioni per quanto riguarda il sistema dei trasporti regionali e
anche dei titoli di preferenza nei bandi regionali che assegnano contributi di qualsiasi natura.
L’altro beneficio riguarda coloro i quali hanno riportato
una invalidità permanente e al comma 4 si demanda alla Giunta, entro 90 giorni,
di varare una normativa regolamentare.
L’articolo 3 dispone che la Giunta, entro il 31
dicembre di ogni anno, trasmetta alle Commissioni competenti la relazione
annuale sullo stato di attuazione della legge.
Questa norma – come dicevo prima – è stata
valutata, discussa anche con importanti testimoni di giustizia che hanno preso
parte ai lavori delle nostre Commissioni, che hanno espresso parere favorevole.
Devo dire che su questa proposta sono previsti,
però, altri due emendamenti: uno che abroga un comma e un altro che, invece,
aggiunge alla legge numero 31 del 16 ottobre alcune parole.
Ha chiesto di intervenire l’onorevole Giordano. Ne
ha facoltà.
Intervengo per esprimere, a nome del gruppo, un voto
favorevole anche per l’accoglimento di
alcuni emendamenti da parte della Commissione che presiede l’onorevole Magarò.
E’ un provvedimento che giudichiamo importante per una categoria che deve avere sempre maggiori tutele; il Consiglio
regionale e la Commissione prima, licenziando questa legge con gli emendamenti
presentati e accolti, sono andati in questa direzione. Da questo punto di vista, Italia dei valori esprime il voto favorevole al provvedimento.
Ha chiesto di parlare l’assessore Caligiuri. Ne ha
facoltà.
La proposta illustrata dall’onorevole Magarò è una iniziativa
molto significativa che è stata presentata
in Giunta dal Presidente Scopelliti, insieme a me, e si colloca nell’ambito delle
iniziative di diffusione della cultura della legalità, che la nostra Regione
sta sviluppando. Tra queste iniziative, voglio ricordare l’aumento del tempo
scuola nei comuni ad alta densità criminale, l’utilizzo dei beni confiscati
alla criminalità organizzata per usi didattici, scolastici ed educativi, in
base al protocollo “più scuole e meno mafia”, sottoscritto col Ministero della pubblica
istruzione, e poi anche la prossima redazione del Libro Verde sulla cultura
della legalità che discuteremo presto all’interno della Commissione regionale
anti ‘ndrangheta.
L’argomento
di oggi riguarda le vittime della ‘ndrangheta e in modo innovativo anche i testimoni
di giustizia e, come ha ben detto l’onorevole Magarò nella sua introduzione,
amplia la platea e i benefici della legge preesistente.
Questa
legge è stata approvata all’unanimità dalla Commissione regionale anti ‘ndrangheta,
che sta svolgendo veramente un lavoro molto efficace, ed oggi abbiamo la possibilità
di scrivere una bella pagina per la nostra Regione.
Ha
chiesto di intervenire l’onorevole Maiolo. Ne ha facoltà.
Intervengo solo per ribadire che
siamo favorevoli, come già dichiarato in Commissione. Penso che, molto
opportunamente, il Presidente della Commissione anti ‘ndrangheta abbia
convocato la Commissione per lunedì prossimo. Ritengo opportuno che questa
Commissione, che sta svolgendo un lavoro, un’attività positiva, visto il
momento particolare di grave difficoltà che questa regione vive non solo per
gli storici problemi socio-economici, ma anche soprattutto riguardo al
condizionamento mafioso e criminale, debba fare una riflessione positiva da trasmettere,
poi, al Consiglio regionale. Penso, quindi, che la Commissione debba istruire positivamente
questo tipo di dibattito.
Noi
abbiamo tenuto, circa un anno fa, una seduta di Consiglio regionale dedicata
alle questioni che riguardano la lotta alla criminalità organizzata; sono stati
prodotti dei provvedimenti, alcuni, forse forzati dall’enfasi che si voleva
dare all’attività di quella seduta di Consiglio regionale, sono stati cassati
dal Governo, in parte sono stati corretti dalla Commissione. Penso che anche
questa legge, (che noi abbiamo contribuito a migliorare in Commissione rispetto
alla proposta della Giunta, con lo spirito che secondo noi dovrebbe ispirare
complessivamente l’azione non solo della maggioranza, ma di tutto il Consiglio,
a prescindere dalle posizioni politiche) vada nella direzione di un rispetto –
direi – rigido di quelle che sono le norme e il rispetto della legalità.
Abbiamo
voluto che in questa legge non ci fosse quello che la Giunta regionale
proponeva in materia di assunzioni per chiamata diretta, riguardo a quei
soggetti che hanno messo a repentaglio la propria vita, quella dei propri
familiari per testimoniare; abbiamo avuto esempi in Commissione, abbiamo
ospitato Pino Masciari, abbiamo sentito le difficoltà in cui queste persone
vivono e quindi hanno bisogno della vicinanza
delle istituzioni e della politica regionale. C’è da dire che, però, la risposta
non può essere quella di dire “superiamo quelle che sono le norme per andare
incontro a chi, invece, per rispettare le norme e la legalità, rischia la vita”.
Il
miglioramento, che noi abbiamo voluto offrire in sede di Commissione, penso
debba rafforzare una capacità di proposta costruttiva di una forma di
resistenza vera alla criminalità organizzata e non intervenire sugli effetti,
che purtroppo poi colpiscono le realtà familiari, personali di chi a questo
cancro si oppone.
Ritengo,
quindi, che su questo sia necessario preparare, in Commissione, delle
iniziative approfondite che non siano – lasciatemi passare questo termine –
delle cose che noi approviamo in una seduta di Consiglio - che siano leggi,
proposte varie -, che poi stanno lì e nessuno saprà mai come vanno a finire. Io
penso che, per esempio, dopo un anno la Giunta regionale potrebbe relazionare a
questo Consiglio, per dirci quei provvedimenti che sono stati assunti l’anno
scorso quali risultati, quali effetti hanno prodotto, quali bandi sono stati
emanati, quali preferenze sono state messe sui bandi; cioè qual è l’effetto
della nostra azione in questo tema, qual è la possibilità di miglioramento,
complessivamente, per essere più incisivi.
Su
questo, nel nostro gruppo abbiamo fatto una riflessione più attenta, faremo
delle proposte specifiche, però io penso che sia una responsabilità collettiva
che deve produrre un dibattito e un approfondimento vero. Perché, al di là delle
iniziative anche simbolicamente efficaci come la targa sui municipi, “La mafia
qui non entra” - è un fatto simbolico sicuramente importante -, noi ci dobbiamo
anche preoccupare, signor Presidente del Consiglio, di tentare di costruire
quelle reti positive, sociali ed istituzionali in questa regione che servano a
reagire rispetto a questo fenomeno e a queste infiltrazioni, a questi
condizionamenti e agli effetti che, sostanzialmente, in questa legge cerchiamo
di attenuare con i benefici che la Regione assegna a chi ne è vittima.
Costruire
reti positive, significa non indebolire il tessuto istituzionale e relazionale
di questa regione. Noi abbiamo discusso, anche recentemente, in Commissione -
io l’ho fatto anche da Presidente di Lega autonomie Calabria -, penso che la
rete dei Comuni sia importante, istituzionalmente radicata sui territori e che la
dobbiamo rafforzare.
Bene,
so che domani viene presentato un progetto che riguarda l’attività della Giunta
regionale sul territorio per creare queste iniziative di fusione dei Comuni.
C’è un’esclusione di Anci Calabria, quindi di chi rappresenta le istituzioni
comunali ed anche di Lega autonomie. Io penso che questi siano messaggi
contraddittori, rispetto a quello che deve essere un atteggiamento positivo e
costruttivo che la politica calabrese e il Consiglio regionale devono mandare
al territorio.
Quindi,
da questo punto di vista: bene questa legge, bene questi incentivi, bene queste
iniziative, ma penso che non possiamo più ridurci esclusivamente ad iniziative
ancorché positive, ma svincolate da un approfondimento politico-istituzionale
che implichi comportamenti coerenti in tutti gli organismi istituzionali e
politici della nostra regione.
Ha
chiesto di parlare l’onorevole Magarò. Ne ha facoltà.
Chiedo scusa se riprendo la parola, perché stimolato
dall’intervento del collega Maiolo, per ribadire
semplici ragionamenti, ma soprattutto per mettere in campo concrete azioni di
intervento in questo settore.
La
prima cosa – e su questo penso vada dato onore a tutta la Commissione –: questa
Commissione ha avuto una dignità che in passato non ha avuto e non solamente
per il numero delle sedute che abbiamo
svolto nel corso di questa prima parte della legislatura, ma soprattutto per le
azioni che abbiamo messo in campo, per i provvedimenti che abbiamo discusso,
per le norme che abbiamo approvato.
Alla
Commissione spetta il compito di analizzare le proposte di legge che vengono
presentate e tutte quelle avanzate nel corso di questa legislatura sono state della
maggioranza e della Giunta. Per questo prego il collega Maiolo di presentare
proposte su questi temi, di indicare un percorso,
una strada, oltre a contribuire, come sempre ha fatto, durante i lavori della
Commissione a migliorare le proposte di legge in discussione.
Sono, forse, due le leggi che la Commissione contro
la mafia aveva varato da quando è stata istituita, in questo primo anno e mezzo
sono state presentate una serie di proposte concrete, che sono state salutate
con interesse e con forte motivazione da parte di quel mondo vitale che si
sporca le mani e che lavora in prima fila contro questo fenomeno.
Abbiamo approvato leggi importanti, quali la
costituzione di parte civile in tutti i processi, abbiamo approvato una
proposta di legge in parte cancellata dal Governo - quella dell’Agenzia
regionale - , ma soprattutto attraverso quella legge abbiamo dato indicazione
di destinare il 5 per cento di tutti i piani delle opere pubbliche a quei
Comuni o a quelle associazioni che hanno avuto assegnati dei beni confiscati
Abbiamo approvato alcune proposte della Giunta, dal
mio punto di vista molto significative, come quella di premiare coloro i quali
hanno il coraggio di andare a denunciare i propri estorsori, perché l’omertà è
la vera alleata della ‘ndrangheta nella nostra regione.
Abbiamo approvato dei benefici e stiamo per
approvare di estenderli alle vittime della ‘ndrangheta ed ai testimoni di
giustizia. L’unica proposta di legge che il Governo ha bocciato è stata quella che
istituiva il conto corrente unico, però poi il Governo, nei decreti, nella
Finanziaria ha previsto di favorire la tracciabilità dei finanziamenti e dei
conti correnti unici.
Ritengo importanti e significative queste proposte
di legge - penso che la Giunta riferirà poi sull’attuazione di queste norme e
di queste proposte -, penso che le azioni che noi abbiamo prodotto possano
essere migliorate, ma che vadano salutate con molto interesse, perché questo
fenomeno, che purtroppo c’è in Calabria e che condiziona la vita di ognuno di
noi a livello sociale, economico e politico, per essere sconfitto necessita che
ognuno faccia la propria parte e noi, nell’ambito delle nostre competenze -
purtroppo sappiamo che non sono molte, quelle della nostra Commissione
regionale -, abbiamo cercato di indicare la strada.
La strada è quella che è stata tracciata a livello
nazionale: di fare – penso – repressione ed anche prevenzione, di mettere in
campo un’azione concreta di antimafia sociale, cercando di difendere il lavoro
e di crearne nuovo, di educazione e di sensibilizzazione. I progetti e le
iniziative che l’assessore Caligiuri ha messo in campo vanno in questa
direzione di sostenere gli imprenditori che hanno il coraggio di denunciare i
propri estorsori, di rendere tracciabile l’iter finanziario e il beneficio dei
finanziamenti che vengono erogati. Ho presentato una proposta, che è stata
approvata, di rendere tracciabile anche l’iter burocratico, perché la
burocrazia deve essere amica del cittadino e non ritardare le risposte.
Abbiamo varato provvedimenti che ritengo siano
importanti e – fatemelo dire, perché è un ritornello che tante volte ascolto –
necessari. Serve mettere in campo anche una azione di sensibilizzazione, perché
un mio amico vescovo – l’ho riportato in
una risposta al collega Maiolo – dice che i segni hanno la loro potenza. Quando
a messa ci scambiamo il segno della pace, è un segno straordinario, il segno
della legalità che viene prodotto attraverso gli esempi, i comportamenti, ma
anche attraverso alcuni atti simbolici, perché le iniziative che abbiamo messo
in campo - dal mio punto di vista - hanno dato l’opportunità di discutere di
questi argomenti, di parlare di legalità, di coinvolgere i ragazzi. Se di
questi argomenti si discute oggi in Calabria – penso – è perché è cresciuta la
sensibilità su questi temi, perché i ragazzi e le ragazze delle nostre scuole,
delle nostre università capiscono che la ‘ndrangheta e la mafia sono la vera
palla al piede del mancato sviluppo.
Abbiamo deciso – e ci ritorneremo nei prossimi
giorni in Commissione – che anche le istituzioni , la politica ed i partiti, devono
comportarsi bene, fare fino in fondo il proprio dovere, perché purtroppo la
‘ndrangheta condiziona anche la loro vita. Abbiamo approvato, in questa
direzione, un codice di autoregolamentazione delle candidature a cui i partiti hanno
promesso di tener fede nel momento in cui vanno a varare le candidature e le
proprie liste. Io rivolgo questo appello adesso ai rappresentanti dei partiti,
che, di qui a non molto, a primavera, andranno a comporre le liste nei vari territori
in cui si andrà a votare.
Io penso che il lavoro che abbiamo iniziato - l’ho
fatto con coraggio, con determinazione, esponendomi più volte del necessario,
utilizzando il linguaggio della chiarezza e dicendo ad alta voce da che parte
deve stare la politica, dalla parte della legalità - deve mettere in campo non
solo il rispetto delle norme, ma anche gli esempi, perché sono altrettanto
importanti quanto le norme e i segni.
Avvieremo, nella seconda parte del lavoro della
Commissione che scadrà a novembre, una serie di altre iniziative. Stiamo
lavorando – questa è la nostra competenza – per mettere in un testo unificato
tutte le proposte di legge che abbiamo varato e noi siamo la Regione – ritengo,
rispetto alle altre in cui esiste questa Commissione - che in questo anno e
mezzo ha prodotto di più che in intere legislature qui in Calabria ed altrove.
Lunedì metteremo in campo le cose che vogliamo
fare. Innanzitutto, fare emergere la Calabria positiva: faremo un albo di tutte
le associazioni, di tutte le cooperative, di tutti quei soggetti che lavorano e
che si sporcano le mani in questo settore. Li chiameremo a raccolta, faremo
rete, per dimostrare al Paese e alla Calabria che la nostra regione non è solo
‘ndrangheta, ma è soprattutto - per la stragrande maggioranza - fatta di
persone perbene, di amministratori capaci, di sindaci onesti, di associazioni,
di giovani, di preti, di sacerdoti, di politici che vogliono combattere questo
fenomeno.
Io penso che su questo non possiamo dividerci,
perché nel passato, adesso e domani, questo fenomeno ha attraversato tutte le
forze politiche, tutti gli schieramenti, è questione di aprire una stagione –
come dice don Ciotti – della responsabilità. Se la apriamo, penso che questo
fenomeno potrà avere vita difficile, se ognuno parla bene, ma soprattutto si
comporta di conseguenza.
Noi abbiamo fatto questo. E’ poco, probabilmente,
ma penso che faremo di più, io sono
stimolato a fare ancora di più, come di più deve fare lo Stato attraverso le
forze dell’ordine ed i magistrati - ai quali va il nostro apprezzamento per i buoni
risultati che hanno inflitto alla ‘ndrangheta nella nostra regione - , di più
devono fare anche le istituzioni, la politica, il Consiglio regionale. Mi piace
che il Presidente Talarico, nella sua conferenza di qualche giorno fa, abbia
posto questa esigenza della legalità al primo posto nell’agenda del Consiglio
regionale, così come mi piace ricordare che molte delle proposte che il
Consiglio ha approvato all’unanimità sono frutto di una chiara indicazione del
nostro Presidente Scopelliti, attraverso la presentazione in Giunta di alcune
proposte.
Andiamo avanti con l’impegno di fare di più,
meglio, di non dividerci su questi argomenti, di verificare le criticità di
queste leggi, di migliorarle, ma soprattutto confrontiamoci sulle proposte.
Per tanti anni sono stato amministratore e mi
piacciono i risultati, perché sono il dato più importante. Penso che ognuno di
noi abbia la possibilità di presentare proposte, di migliorarle, di indicare
una strada. Se, rispetto alle proposte che ci sono, si critica solamente e non si
avanzano alternative, penso non sia la strada giusta, in tutti i settori
amministrativi, ma in modo specifico in questo settore di lotta per la
legalità.
Finisco e saluto anche quest’altra proposta di
legge come uno strumento frutto del lavoro di tutti, del collega Maiolo, di tutti gli altri
colleghi, abbiamo sempre cercato di migliorare le proposte venute all’esame
della nostra Commissione. Penso che quella che andiamo a varare stamattina sia
una proposta di legge importante e straordinaria, che, tra l’altro, modifica
un’altra legge varata dal centro-sinistra, altrettanto importante. Estendiamo
alcuni benefici ai testimoni di giustizia acclarati dal punto di vista delle
affermazioni che fanno. Su questa legge c’è tanta attenzione non solo – penso –
a livello regionale, ma, anche e soprattutto, a livello nazionale, perché,
forse, saremo la prima Regione che delibera e legifera in tale direzione.
Questa proposta ha anche avuto il plauso di uno dei
testimoni di giustizia più importanti della nostra regione, Pino Masciari, che,
venuto in Commissione, ha elogiato questa legge, ci ha proposto di andare
avanti per la gente che vive questo sulla propria pelle e sulle proprie spalle.
Per questo io penso di andare avanti, di invitare tutti i colleghi della
Commissione che hanno contribuito al miglioramento di questa proposta ad
avanzare altre proposte, perché ritengo che la vera sfida della nostra regione
sia anche questa, sconfiggere questo male oscuro, questo cancro che condiziona
tutti, la politica, l’economia, il sociale, le istituzioni e per sconfiggerlo
dobbiamo essere sempre pronti, energici, determinati, coraggiosi, a costo anche
di rischiare.
Penso che ci siano anche altre proposte che, ho
avanzato, che vanno a ridurre l’influenza della mafia, della ‘ndrangheta sulla
politica
Ho avanzato due proposte di legge: per ridurre il
numero dei consiglieri regionali, e per limitare a due mandati la nostra presenza in Consiglio
regionale, perché se uno sta qui due legislature - e non trent’anni -
probabilmente non sarà condizionato dalla ‘ndrangheta, si metterà al servizio
della nostra regione e non penserà a rispondere alla domanda: “Cosa devo fare
per tornare la prossima volta? Probabilmente devo stringere rapporti poco
puliti!”.
Questo è il lavoro che abbiamo fatto. Inviterò il
Presidente del Consiglio ad aprire una discussione su questi temi in una seduta
aperta. Penso che da lunedì avvieremo questa seconda fase e, insieme al collega
Maiolo ed a tutti i componenti, miglioreremo ancora di
più questa nostra azione di concretezza legislativa.
Se non ci
sono più iscritti a parlare, procediamo con l’esame del testo legislativo
proposto dalla Giunta regionale ed illustrato ampiamente dal
Presidente della Commissione per la lotta alla ‘ndrangheta.
Pongo in
votazione l’articolo
1.
(E’
approvato)
All’articolo 2 vi è un emendamento con protocollo
numero 58725 a firma del consigliere Magarò che così recita: “All’art.2 della
P.L. n.238/9^che introduce l’art.11 bis alla Legge regionale n. 31 del 16
ottobre 2008, al comma 2 sono soppresse le seguenti parole: “borse di studio
per ogni anno di scuola elementare e secondaria, inferiore e superiore, e di
corso universitario, non cumulabili con i benefici di cui all’art.7 della
presente legge.”
Prego, onorevole.
Si tratta dei benefici. Propongo di
cassare le parole “borse di studio per
ogni anno di scuola elementare e secondaria inferiore e superiore e di corsi
universitari, non cumulabili con i benefici di cui all’articolo 7 della
presente legge”. Questo emendamento propone di cassare questa parte del comma
2.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 58725.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2 come emendato.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’
approvato)
All’articolo 5 c’è un emendamento con protocollo
numero 58728 a firma del consigliere Magarò che così recita: “All’articolo 5
della proposta di legge n. 238/9^, che introduce l’art.17 bis alla Legge
regionale n. 31 del 16 ottobre 20008 dopo le parole “Decreto legge 15
gennaio 1991, n. 8” sono aggiunte le seguenti “e che comunque risultino
estranei ad ambienti e rapporti delinquenziali.”
Prego, onorevole.
Questo emendamento
prevede di aggiungere
alla legge numero 31 del 16 ottobre 2008: “…e che comunque risultano estranei
ad ambienti e rapporti delinquenziali”.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 58728.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 5 come emendato.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo
6.
(E’
approvato)
Pongo
in votazione la legge nel suo complesso.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportata in allegato)
Al punto sei è previsto all’ordine del giorno la legge
regionale n. 24 del 18 luglio 2011, avente ad oggetto: “Istituzione del Centro
Regionale Sangue” - Adempimenti conseguenti
La legge all’ordine
del giorno, il punto sei, riguarda l’istituzione del Centro regionale
sangue. L’abbiamo approvata in Consiglio regionale all’unanimità, adesso, una
lettera del Commissario ad acta, il Presidente Scopelliti, ci dice
che il Tavolo Massicci, siccome vi è un aumento
di spesa in contrasto con il Piano di rientro, dà due possibilità: o sospendere
la legge, per come previsto, oppure abrogarla .
Poiché
è stata votata all’unanimità dal Consiglio, io l’ho posta all’ordine del giorno
come il Presidente Scopelliti ha evidenziato, tenendo conto delle eccezioni che
il Tavolo Massicci ha fatto su questa norma di riferimento, per i provvedimenti
che il Consiglio regionale riterrà opportuno adottare.
Ha
chiesto di parlare l’onorevole Imbalzano. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, la ringrazio di
avermi dato la parola, non a caso che prendo la parola, per i motivi che i
colleghi conoscono.
La legge regionale numero 24/2011
rispondeva, e secondo me risponde ancora, alla necessità del sistema
trasfusionale calabrese di avere una gestione effettiva, perché il modello
gestionale previsto dalla delibera che fino a qui ha disciplinato il settore,
la numero 327 del 24 aprile 2008, non rispondeva alle esigenze di un settore
così delicato, tanto da accumulare fondi non spesi per 900 mila euro,
provenienti da attribuzioni delle leggi numero 219, 207 e 208.
La nostra legge consta di quattordici
articoli ed è strutturata con un impianto teso ad attribuire la responsabilità
gestionale ad una persona competente e di esperienza ed a prevedere la presenza
dei rappresentanti delle associazioni dei pazienti emopatici, delle
associazioni delle donatrici di sangue cordonale, della banca regionale del
sangue cordonale, con il duplice obiettivo di assicurare una gestione
condivisa, ma anche capace di prendere le
decisioni necessarie.
L’iter della legge in Commissione e
nel Consiglio regionale e la sua approvazione – come ricordava il Presidente
Talarico – in tempi brevissimi e all’unanimità, credo che sia stata la migliore
conferma che lo spirito e la strutturazione sono stati compresi e fatti propri
da maggioranza e minoranza di questa Assemblea.
Dopo l’approvazione definitiva, era
convinzione generale in Calabria che, finalmente, si fosse realizzato un grande
risultato e si era in attesa della nomina da parte del Presidente Scopelliti
del direttore generale della nuova struttura. Interviene, inopinatamente,
invece, una discutibile decisione del Governo
nazionale, che con delibera del Consiglio dei Ministri dell’8 settembre 2011
decide di impugnare, come ormai avviene con cadenza eccessiva per tante norme
di quasi tutte le Regioni italiane, gli articoli numero 1, 2, 4, 5, 10 e 13.
La decisione può
apparire come una sconfessione della legge che, invece, viene in tutti i punti
sostanziali confermata dall’Allegato A, “caratteristiche
e funzioni delle strutture regionali di coordinamento per le attività
trasfusionali”, che è stato promulgato dall’Assemblea Stato-Regioni del 13
ottobre 2011.
La
nostra legge precede, anticipa e rafforza, precisando le indicazioni di questo
autorevole organismo, quindi non lo spirito, né gli obiettivi sono contrastanti
con le norme nazionali.
Le
motivazioni delle impugnative, in effetti, vertono su valutazioni di
sottigliezze giuridiche, quale la menomazione delle funzioni commissariali,
come se il Commissario della sanità in Calabria non fosse lo stesso Presidente
che ha approvato la legge su imprecisioni non giustificabili. La
motivazione forte dell’impugnativa dovrebbe essere la creazione di un nuovo
ente e la impossibilità di questa procedura in una regione con un Piano di
rientro, cosa che denota la scarsa conoscenza della già citata delibera numero 327/2008,
che è alla base, tra l’altro, del nuovo intervento legislativo.
L’impugnativa a proposito della nomina
della Commissione regionale per le attività trasfusionali, articolo 5,
asserisce che trattasi di una struttura di supporto e che queste devono essere
limitate a quelle strettamente indispensabili, non tenendo in alcun conto,
invece, che tali limitazioni sono previste per motivi di carattere finanziario,
che in questo caso non sussistono perché non è prevista alcuna remunerazione.
Inoltre un organismo similare, il
Comitato tecnico regionale, è già previsto in funzione e in forza della
delibera numero 327/2008.
Non è, altresì, vero che introduce una
maggiore spesa non prevista nel Piano di rientro, perché il Centro regionale
del sangue già esisteva dal 2008 e perché i servizi trasfusionali sono già
finanziati con le assegnazioni annuali nelle quote indistinte delle aziende
sanitarie ed ospedaliere sedi di servizi trasfusionali.
L’intervento del Governo nazionale, che nei fatti
ha stoppato la legge ed ha accresciuto le già gravi criticità dell’attuale
servizio trasfusionale, rende quanto mai attuale l’istituzione del Centro
regionale del sangue e più che mai forti le motivazioni che hanno originato la
legge regionale numero 24/2011, della quale la Calabria continua ad avere
grande necessità.
Ora, fuorché in questo Paese, caro Presidente e
cari colleghi, ormai vige la legge della giungla e del più forte, pur non
condividendo per i motivi precedentemente dettagliati l’impugnazione del
precedente Governo, chiedo al Consiglio regionale di verificare se è possibile,
anzitutto – come, secondo me, è possibile –, modificare la legge per non
compromettere, secondo la non condivisa tesi leonina del precedente Governo, il
Piano di rientro, che tutti intendiamo salvaguardare come si è fatto,
d’altronde, per la fondazione “Campanella” proprio in quest’Aula alcune
settimane fa.
In alternativa, ovviamente, si può sospendere
l’efficacia fino all’approvazione del Piano di rientro, in quanto siamo più che
mai convinti che la nuova legge sul Centro regionale del sangue rappresenta
nell’immaginario collettivo e soprattutto nel mondo del volontariato un fiore
all’occhiello della nuova sanità calabrese.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Battaglia. Ne ha
facoltà.
Presidente, se non ricordo male, oltre alle opzioni che lei ha presentato all’Assemblea, c’è da aggiungere – e lo diceva il collega Imbalzano nel
suo intervento – il provvedimento del Governo che ha impugnato la legge.
Io ritengo che, a fronte di questo provvedimento,
noi dovremmo attendere la decisione della Corte costituzionale, oppure, in
alternativa – e concordo con quanto diceva il collega Imbalzano – possiamo
emendare gli aspetti, se ne siamo convinti, che il Governo ha ritenuto
incostituzionali.
Certamente non possiamo né sospendere la legge,
perché questo potrebbe comportare anche una sospensione in automatico dell’iter
costituzionale e quindi non sapremo mai quando e se la Corte costituzionale
deciderà se questa norma ha profili di incostituzionalità, né, a mio giudizio,
revocare il provvedimento legislativo.
Quindi, da questo punto di vista, ritengo che le
due opzioni siano diverse da quelle prospettate dal Governo regionale, nel
senso che o attendiamo che la Corte costituzionale decida in ordine ai rilievi
proposti dal Governo oppure, attraverso una valutazione attenta, si possono
introdurre elementi che tolgano i rilievi di incostituzionalità proposti dal
Governo.
Ritengo, fra l’altro, che questo iter di fare
arrivare in Aula questi provvedimenti senza un approfondimento della
Commissione sia un modo di operare che mette in difficoltà l’Assemblea
legislativa che si trova di fronte a provvedimenti di grande rilevanza, senza
avere avuto possibilità di discussione.
La parola all’onorevole Giordano.
Credo che non ci possano essere, in questa
Assemblea, doppi canali o doppi modi di interpretare,
purtroppo, quello che da tempo si sta verificando, ossia un’impugnativa da
parte del Governo di tanti provvedimenti legislativi che questa Assemblea ha
voluto, approvato e licenziato.
Io
ritengo che la soluzione non risieda né nella sospensione, tantomeno, sarebbe
un atto gravissimo che questo Consiglio abrogasse una legge che ha approvato
all’unanimità, esaltandone anche il valore di rafforzamento di un sistema che
in Calabria ha dato straordinari risultati, quello del Centro sangue istituito
con la delibera di Giunta regionale del 2008.
Ritengo
ancora di sottolineare l’inopportunità e la gravità di portare direttamente un
provvedimento in Aula, quando sarebbe stata utile una discussione in
Commissione sulle questioni che il Governo ha sollevato, per cui – ripeto –
bisognerebbe attendere la pronuncia della Corte costituzionale, leggerla
esattamente ed averne rispetto. Certamente l’opportunità avrebbe voluto e vuole
che il provvedimento venga eventualmente riportato in Commissione, per
ragionare su quali emendamenti, su quali modifiche apportare per renderlo
coerente sotto il profilo della
costituzionalità.
Quindi, proprio perché – come ha detto bene lei e
il collega Imbalzano nella sua relazione – questo provvedimento è stato voluto
e votato all’unanimità, io chiedo che né l’una né l’altra opzione - né la
sospensione né tantomeno l’abrogazione - vengano da questo Consiglio oggi
accettate e votate, ma che piuttosto si rinvii alla terza Commissione
competente per un esame delle condizioni ed un eventuale provvedimento che
possa contemperare delle modifiche che rendano salva la legge, salvando il
procedimento e che comunque non neghino, non scrivano una brutta pagina nella
storia della sanità e della donazione del sangue di questa regione.
Volevo informare i colleghi che non si tratta di un
problema costituzionale, la legge numero 24 del 18 luglio 2011 che abbiamo
approvato, istitutiva del Centro regionale sangue, non ha avuto nessuna
eccezione dal punto di vista costituzionale.
Vi è una lettera del governatore, in quanto
Commissario per il Piano di rientro, che informa che, a seguito dei rilievi del
il Tavolo Massicci, considerato che siamo in una regione con il Piano di
rientro e che questa legge determina un aumento di costi, in applicazione della
legge 191 del 2009 articolo 2, comma 80, il Consiglio regionale apporta le
necessarie modifiche alla legge regionale in contrasto o la sospende o la
abroga. Il Tavolo Massicci ha detto: “questa norma che avete approvato come
Consiglio regionale, riguarda la sanità che nella vostra Regione è
commissariata, di fatto, quindi, non potete legiferare perché vi è un aumento
della spesa”. Questa è l’eccezione che arriva da parte del Tavolo Massici,
riprodotta dal governatore al Consiglio regionale.
Adesso siamo di fronte ad una decisione: o si sospende
o si abroga. Questo è quanto il Consiglio regionale deve decidere oggi . Mi
sembra che l’intervento dell’onorevole Imbalzano, vada nella direzione della
sospensione della legge.
Prego, onorevole Fedele.
Credo che i colleghi abbiano ragione quando
si dice che abrogare una legge che il Consiglio regionale ha approvato
all’unanimità non è il massimo, però considerato che vi è questo problema, non di incostituzionalità
– come citava lei, giustamente – , ma del Piano di rientro, noi dovremmo
sospenderne l’efficacia fino a quando
c’è in atto il Piano di rientro per poi riattivarla, nel momento in cui termina.
Anche il collega Imbalzano, tra l’altro, è su questa lunghezza d’onda.
Non abroghiamola, non è necessario, ma, visto che è
previsto dalle normative vigenti, sospendiamo l’efficacia in attesa che il
Piano di rientro venga definito.
La legge è stata approvata all’unanimità, quindi
per venire incontro a questa problematica che riguarda un settore importante
che sta svolgendo bene il suo lavoro in Calabria - i donatori sono in grande
aumento, vuol dire che le associazioni lavorano bene per la nostra regione -,
noi potremmo non abrogare la legge, ma sospenderla, in modo tale che poi, al
termine del Piano di rientro, automaticamente la legge torni in vigore.
È l’effetto della sospensione, non c’è bisogno di
riapprovarla in Aula. Il decreto legislativo dà questa opportunità alle Regioni
in Piano di rientro, possiamo votare la sospensione della legge per poi
procedere fino alla conclusione del Piano di rientro.
La parola all’onorevole Giordano.
Presidente, insisto sulla necessità, quantomeno, di portare in Aula il provvedimento e
l’impugnativa, perché si è parlato diffusamente di impugnativa della Corte costituzionale. Lei prima ha detto che ci sono
solo i rilievi del tavolo Massicci, se così fosse, sarebbe un fatto gravissimo,
perché significa che si deve negare qualsiasi ipotesi, non di riorganizzazione
di costi, perché non si tratta di costi
aggiuntivi, l’ha ricordato nella relazione il collega Imbalzano: c’erano 900
mila euro di risorse che, tra l’altro, provengono direttamente dallo Stato.
Sarebbe un’ipotesi inaccettabile.
Credo
sia utile, quantomeno, riportare il provvedimento in terza Commissione e
valutare quali siano le iniziative più opportune, perché sulla sospensione, se
il Consiglio dovesse decidere di andare avanti in tale direzione, io non posso
che, con rammarico, annunciare un voto contrario da parte del mio gruppo. In
riferimento a questa legge, però, che ha visto il Consiglio regionale esprimere
all’unanimità la volontà di approvare, di dare finalmente disco verde a un
organismo che in tutte le altre regioni, anche con Piano di rientro, esiste ed
è efficiente, non vedo perché dobbiamo oggi sospenderne l’efficacia e non fare
un ulteriore ragionamento per verificare se ci sono gli spazi affinché venga,
eventualmente, modificata nelle parti che dovessero risultare non coerenti con
il Piano di rientro o sotto il profilo della costituzionalità. Certamente, non
è accettabile tout court la
sospensione dell’efficacia senza mettere in condizione, la stessa Commissione
che l’aveva licenziata all’unanimità, di poter ragionare ad eventualmente avere
dei pareri ed esprimersi, fare un esame corroborato da pareri e da una
valutazione più ampia che consenta di tornare qui con una decisione e una
valutazione più serena e compiuta.
Quindi – ripeto – invito la maggioranza, la
Presidenza, a voler rinviare il provvedimento alla terza Commissione per un più
compiuto riesame. Diversamente se si dovesse decidere per la sospensione,
annuncio il voto nettamente contrario da parte di questa componente politica.
Leggo anche la seconda parte del comma che ho
citato prima per informazione: “Qualora il Consiglio non provveda ad apportare
necessarie modifiche legislative entro i termini indicati o vi provveda in modo
parziale o comunque tale da (non) rimuovere gli ostacoli all’attuazione del
Piano e dei programmi operativi, il Consiglio dei Ministri adotta le necessarie
misure anche normative per il superamento dei predetti ostacoli”. Vuol dire che
in una Regione in Piano di rientro, se il tavolo Massicci solleva delle
obiezioni e il Commissario dice di sospendere la legge, il Consiglio dei
Ministri si può sostituire al Consiglio regionale per effettuare i
provvedimenti del caso.
Considerato che abbiamo approvato questa legge con
volontà unanime del Consiglio, sarebbe cosa bella avere la stessa volontà unanime per sospenderla
momentaneamente e prendere atto di quello che dice il tavolo Massicci per
favorire il Piano di rientro.
Non è volontà nostra
procedere ad abrogare una legge, è un’imposizione che ci viene perché vi è un
aumento della spesa. Ci vuole senso di responsabilità con la sensibilità di
ognuno di noi ha rispetto a queste tematiche, per procedere a sospendere,
accantonare momentaneamente, la legge che rientrerebbe in vigore nel momento in
cui terminerà il Piano di rientro. Ci auguriamo che questo possa accadere a
breve, dipende dalla nostra virtuosità.
La parola all’onorevole
Salerno.
Volevo dire che, effettivamente, questa legge è stata licenziata all’unanimità con il
contributo di tutte le forze politiche in Commissione. Si tratta di una legge
importantissima che darebbe veramente un segnale forte in questo settore alla
Calabria, considerato – così come diceva anche il collega Imbalzano – che non
riusciamo a spendere i soldi che il ministero mette a disposizione per questo
settore.
Quindi,
non v’è dubbio che la sospensione di questa legge ci penalizzi, però non vedo
alternativa a questo punto, perché si va a creare un diverso danno in un
settore come la sanità che è commissariata e, comunque, si arriverebbe poi, in
ogni caso, alla sospensione di questa legge perché interverrebbe il Consiglio
dei Ministri.
Penso sia
opportuno - mi rivolgo anche ai colleghi di minoranza che sono stati in
Commissione, che hanno dato veramente un grande contributo, collaborando per a
licenziare questa legge - sospendere la legge con la formula che diceva lei,
Presidente, cioè senza tornare in Aula per riattivarne l’efficacia, con la
ripresa in vigore alla cessazione del Piano di rientro.
Non ci
sono altri interventi, quindi possiamo procedere a votare la sospensione del
provvedimento.
(Il
Consiglio approva all’unanimità)
Finito l’ordine del giorno, ci sono degli ordini del giorno presentati dai colleghi. Prima c’è quello dell’onorevole Censore, che riguarda la revisione del piano di soppressione degli uffici del Giudice di pace, di cui do lettura:
“Premesso che la legge del 21
novembre 1991, n. 374, ha istituito la figura del Giudice di pace, i cui
compiti attengono l’esercizio della giurisdizione
in materia civile e penale e la funzione conciliativa in materia civile;
le sedi del Giudice di pace su
tutto il territorio nazionale sono fissate per
legge in 4.700 unità, ma appena la metà sono ufficialmente attive ed operative;
dalla sua istituzione, l’attività del
Giudice di pace ha determinato un’accelerazione dei tempi della giustizia ed è
stata percepita positivamente dai cittadini, che hanno visto risolversi le loro
controversie a livello locale;
lo schema del decreto legislativo
“Revisione delle circoscrizioni giudiziarie – Uffici di pace, a norma
dell’articolo 1, comma 2, della legge 14 settembre 2011, n. 148”, approvato dal
Consiglio dei Ministri nella seduta del 16 dicembre 2011, contiene il piano di
soppressione di un importante numero di uffici del Giudice di pace su tutto il
territorio nazionale, determinato dalla necessità di riduzione dell’attuale
spesa di gestione della macchina burocratica collegata alla giustizia;
in
Calabria, gli uffici del Giudice di pace che sono a rischio soppressione
raggiungono il numero di 51 unità e sono in gran parte ubicate in comuni
appartenenti ad aree interne della regione;
la cessazione degli uffici del Giudice
di pace impoverisce ulteriormente territori già provati dalla spoliazione di
servizi essenziali alla cittadinanza;
tale soppressione priverebbe i
cittadini dell’adeguata tutela giudiziaria ed imporrebbe il ricorso a sedi
accorpate o a tribunali dislocati lontani dal teatro delle controversie, con il
conseguente aumento dei disagi e della spesa per gli utenti;
impegna il governo regionale ed il Presidente
della Giunta regionale ad attivarsi presso il Governo nazionale ed il ministero
della giustizia, affinché sia rivisto il piano di soppressione degli uffici del
Giudice di pace e sia garantito ai cittadini un adeguato ed equo diritto alla
giustizia su tutto il territorio regionale.
Lo
pongo in votazione.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Ora
c’è una mozione a firma del
consigliere Giordano, che riguarda la tragedia della Fiumarella del 23
dicembre 1961. L’ha già illustrato nel precedente intervento, quindi ne do
lettura:
“Il Consiglio regionale
premesso che è vivo nel ricordo della
nostra regione la tragedia della Fiumarella (Catanzaro) avvenuta mezzo secolo
fa, nel lontano 23 dicembre 1961, allorquando si verificò il deragliamento di
un vagone delle ferrovie Calabro-Lucane, oggi Ferrovie della Calabria,
provocando 71 vittime e tanti feriti fra le popolazioni del Reventino e della
Presila;
una pagina così drammatica della
storia calabrese, legata alle problematiche delle carenze infrastrutturali
della regione, deve spingere, conservandone la memoria, a operare per la
modernizzazione e la messa in sicurezza delle reti delle comunicazioni
regionali, oggi, purtroppo, dimenticate dal Governo nazionale e dalla stessa
Trenitalia, quest'ultima responsabile sempre più dell'abbandono delle tratte
ferroviarie meridionali;
appare doveroso ricordare, anche
attraverso un minuto di silenzio,. le vittime della tragedia in occasione della
discussione della presente mozione;
impegna la Giunta regionale a porre in
essere una serie di iniziative, attraverso l’assessorato regionale alla
pubblica istruzione ed alla cultura per ricordare nelle scuole calabresi una
pagina drammatica della nostra storia recente affinché gli studenti calabresi
conservino la memoria del loro passato e delle sofferenze patite dal popolo
calabrese;
a rinnovare l’impegno per la
salvaguardia ed il potenziamento di una azienda, quale quella delle Ferrovie
della Calabria, che svolge strategicamente una funzione sociale imprescindibile
per il collegamento tra centri urbani ed entroterra, tenuto conto, peraltro
della politica riguardante il trasporto regionale messa in atto da Trenitalia,
sempre più penalizzante per la Calabria”.
La
pongo in votazione.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportata in allegato)
Ora c’è una mozione a firma del consigliere Imbalzano che riguarda la
SS106 ionica e le infrastrutture calabresi, interventi su Anas e Governo
centrale, ne do lettura:
“Il Consiglio regionale,
premesso che
il Sistema infrastrutturale calabrese,
in particolare quello stradale, presenta da decenni gravissime criticità e
costituisce uno dei veri ostacoli allo sviluppo del nostro territorio;
il problema del miglioramento del
tracciato della S.S. 106 Jonica continua a rimanere un problema atavico e
irrisolto sia per il sostanziale scarso impegno di tutti i Governi che si sono
succeduti in questi decenni sia per l’insipienza della classe politica
calabrese;
nonostante lo sporadico impegno di
Parlamentari e Istituzioni locali, i risultati, anche per cause estranee al
cronico disinteresse della classe politica del Paese, sono stati fino ad oggi
assolutamente deficitari, mentre grandi investimenti infrastrutturali
continuano ad essere sistematicamente destinati ai problemi, non altrettanto
drammatici, delle aree forti del Paese;
nonostante le lodevoli iniziative del Comitato
di Comuni della fascia ionica calabrese, gli impegni, assunti nel tempo
dall'Anas, sono stati sempre disattesi, anche per lamentate carenze di risorse
destinate dai diversi Governi;
è venuto il momento di inquadrare il
problema della S.S. 106 in un nuovo contesto nazionale e internazionale in
quanto, da una parte, vitale per lo sviluppo dell'intera Regione Calabria ma
anche per le oggettive implicazioni con il sistema infrastrutturale del resto
del Paese, dall'altra perché il suo completamento influisce direttamente sul
sistema dei Corridoi Stradali Europei, in quanto cerniera importante tra il
Meridione d'Italia, e quindi tra il centro geografico del Mediterraneo e
l'Europa dell'Est;
si intende sottoporre alla
responsabile attenzione, valutazione e discussione della massima Assemblea
elettiva calabrese un problema d'importanza strategica anzitutto per l'intera
Regione Calabria, della quale fino ad oggi è stato uno dei principali ostacoli
al suo sviluppo;
il Consiglio regionale, nell'ambito
dei propri poteri, è chiamato a confrontarsi e a fornire precisi indirizzi alla
Giunta regionale, anche con il diretto e preventivo coinvolgimento di tutti i
soggetti direttamente coinvolti, a partire dalla citata Anas;
si ritiene ineludibile:
1) avviare un urgente, costruttivo ma
stringente confronto con i vertici dell'Anas per focalizzare lo stato attuale
degli interventi in corso sull'intera tratta e per avere un quadro realistico
dei finanziamenti necessari per il completamento dell'importante arteria
stradale;
2) promuovere un urgente incontro con
i rappresentanti del Governo, a partire dal ministro Matteoli, direttamente
coinvolti, al fine di conoscere le reali intenzioni dell'Esecutivo del Paese in
ordine al reperimento delle imponenti risorse, ordinarie e/o straordinarie,
che, a nostro giudizio, ancora sono necessarie per avviare il completamento
dell'opera;
impegna la Giunta regionale:
stante l'importanza e la complessità
della problematica nonché le ormai ineludibili attese delle popolazioni
calabresi, a valutare l'opportunità di assegnare preliminarmente, e per
eventuali audizioni, la presente mozione alla Commissione consiliare competente
al fine di mettere il Consiglio regionale nelle migliori condizioni per
adottare le conseguenti e più opportune deliberazioni sull’argomento.”
La può illustrare, onorevole.
Ho insistito all’inizio di questa seduta di poter intervenire per illustrare questa mozione, che è antica e che, di fatto, è stata integrata da una
successiva mozione sulla Locride, per
intenderci: la prima si riferiva alla S.S.106, ma poi è stata integrata da una
successiva mozione, la numero 47 del 23 agosto 2011, perché –
com’è noto – l’area della Locride è una delle più marginalizzate dell’intero territorio calabrese e,
rispetto a questo territorio, vi sono grandi attese sollecitate più volte anche
dalla stampa locale.
Mi
rendo conto che, rispetto alla data di presentazione della prima mozione, è
passata tanta acqua sotto i ponti e ci sono state anche delle significative
novità, perché una serie di questioni
che avevo posto, come ad esempio una maggiore attenzione nei confronti del
comprensorio e il ripristino del rapporto con i sindaci da parte del
Governatore, è stato un atto politicamente importante a cui il Presidente
Scopelliti ha adempiuto ampiamente, rimettendo in piedi un tavolo istituzionale
con il Comitato dei sindaci che sta producendo risultati significativi.
Naturalmente,
mi rendo altrettanto conto che, accanto a tante altre iniziative – ricordo per
tutti un convegno operativo importante di qualche mese fa con il Presidente
Scopelliti e l’assessore Mancini sui
Pisl – ci sono tante criticità che ancora permangono, ad esempio, nel
sistema della mobilità – abbiamo approvato qualche settimana fa un ordine del
giorno sul taglio di 21 treni a lunga percorrenza che riguardavano il
territorio calabrese – nel settore ambientale –; ricordo un convegno importante
che con l’assessore Pugliano abbiamo tenuto circa un anno fa e che credo abbia
dato anche dei frutti sul piano della sensibilizzazione
dei sindaci di quel territorio –; la
questione dei centri storici - so che l’assessore Aiello sta tentando con i
sindaci stessi di ripristinare un tavolo che metta in piedi una linea comune
rispetto alle difficoltà che tanti sindaci e tante amministrazioni ancora hanno.
Ci rendiamo conto che permangono i problemi di sempre: dello sviluppo, in
particolare turistico, della mobilità, il rapporto con l’Anas, il rapporto con
Ferrovie dello Stato, il rapporto con il Governo centrale. È quanto mai opportuno
che questo Consiglio regionale, nel Piano per il Sud - che ci auguriamo che,
prima o poi, mi auguro il prima possibile, venga varato - compensi la Locride
di tante dimenticanze dei decenni e degli anni scorsi.
Ecco
perché, per farla breve, sottopongo al Consiglio regionale non un ordine del
giorno, un vero e proprio documento che mi permetto brevemente di leggere e sul
quale chiedo, ovviamente, il voto:
“Il
Consiglio regionale, premesso che il territorio ionico della provincia di
Reggio presenta da decenni gravissime criticità e risulta in assoluto una delle
aree più marginalizzate non solo del nostro Paese;
constatato
che la condizione di grande disagio di questo comprensorio, a dispetto delle
forti e positive potenzialità tuttora inespresse, è stata sostanzialmente
originata e progressivamente aggravata dallo scarso impegno di tutti i governi
che si sono succeduti nel tempo e dalla scarsa attenzione della classe politica
calabrese;
ritenuto
che è venuto il momento di dedicare al comprensorio locrideo il massimo
dell’attenzione sia da parte del Governo nazionale sia attraverso Enti da esso
partecipati, del tutto strategici per lo sviluppo del territorio (ANAS e RFI),
che da parte della Regione Calabria.
considerato,
altresì, che il territorio della Locride non ha potuto fin qui esprimere le
grandi e naturali potenzialità di sviluppo turistico da coniugare con la
presenza di piccole e medie imprese, proprio per l’assenza di forti
investimenti infrastrutturali che hanno fin qui escluso la stessa area dai
grandi circuiti nazionali ed internazionali;
constatato,
altresì, che è venuto il momento di inquadrare lo sviluppo della locride nel
più vasto contesto sia della regione Calabria che del Mezzogiorno d’Italia;
dato
atto del lodevole ed apprezzato lavoro fin qui svolto dal Comitato e dal
Consiglio dei sindaci dell’area ionica, dalle organizzazioni imprenditoriali,
professionali, dai club service,
dalla società civile con l’autorevole sostegno del vescovo della diocesi di
Locri-Gerace;
dato
atto al Presidente Scopelliti di aver dimostrato in questi mesi una rinnovata e
forte attenzione verso il territorio locrideo anche con ripetuti incontri in
loco, valorizzando il tavolo di concertazione con il Comitato dei sindaci nel
comprensorio;
il
Consiglio regionale ritiene ineludibile una rinnovata e forte attenzione
dell’ente Regione in tutte le sue articolazioni verso il comprensorio della Locride,
per affrontare con interventi strutturali le criticità e le tante emergenze di
un territorio rimasto da decenni marginalizzato, con l’obiettivo mirato di
innestare, di concerto con le istituzioni locali, con le parti sociali, nonché
con le associazioni imprenditoriali e professionali, un progetto di crescita
condiviso che ponga al centro della propria strategia lo sviluppo balneare, culturale, enogastronomico dei
centri storici, della collina e della montagna, quali risorse prioritarie da
valorizzare;
Il Consiglio regionale ritiene ancora
indispensabile analoghe iniziative nei confronti del gruppo Ferrovie dello
Stato e i vertici dell’Anas per l’azione penalizzante svolta negli ultimi anni
nei confronti della Locride e dell’intera provincia di Reggio, isolandole di
fatto dal resto del Paese.
Il Consiglio regionale, infine, nel dare atto al
Presidente Scopelliti di una rinnovata attenzione sia personale che della
Giunta da lui presieduta, con ripetuti incontri con il Comitato dei sindaci e
con le forze sociali, imprenditoriali e professionali del territorio, ritiene
importante l’elaborazione e la presentazione di un Piano di sviluppo strategico
per l’intero comprensorio, che consenta progressivamente alla Regione stessa di
dedicare, a partire dalle risorse relative ai Pisl, la più ampia attenzione,
sulla base di una progettualità di alto profilo e capace di produrre sviluppo e
occupazione duratura per l’intera Locride”.
Non ci sono interventi, pertanto pongo in votazione
la mozione in oggetto, che sarà sottoposta a con coordinamento formale
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportata in allegato)
Non ci
sono altri punti all’ordine del giorno, quindi il Consiglio sarà convocato a
domicilio.
Ha chiesto congedo l’onorevole l’assessore
Caridi.
(E’ concesso)
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:
Grillo – “Interventi per la riscoperta della dieta mediterranea” (P.L. n. 290/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività
sociali, sanitarie, culturali e formative.
(Così
resta stabilito)
Talarico D. – “Modifiche all’articolo 40 della legge regionale 5 aprile 1983, n. 13, recante: “Norme di attuazione dello Statuto per l’iniziativa legislativa popolare e per i referendum” (P.L. n. 291/9^)
E’ stata assegnata alla quinta Commissione consiliare – Riforme
e decentramento.
(Così
resta stabilito)
De Masi,
Giordano, Talarico D. – “Interventi per la povertà ed il disagio sociale
attraverso la redistribuzione delle eccedenze alimentari” (P.L. n. 292/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività
sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio
programmazione economica e attività produttive
– per il parere.
(Così
resta stabilito)
Nucera –
“Norme per la tutela e la valorizzazione della capra aspromontana”
(P.L. n. 293/9^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione
consiliare - Bilancio
programmazione economica e attività
produttive.
(Così
resta stabilito)
Nucera –
“Norme in materia di abbattimento di alberi di ulivo” (P.L. n. 294/9^)
E’ stata
assegnata alla quarta Commissione consiliare – Assetto e utilizzazione del
territorio – protezione dell’ambiente.
(Così
resta stabilito)
Magno –
“Azioni di sviluppo del sistema produttivo regionale: credito di imposta” (P.L.
n. 295/9^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione
consiliare - Bilancio
programmazione economica e attività
produttive.
(Così
resta stabilito)
Chiappetta
– “Modifiche ed integrazioni alla legge
regionale n. 47 del 23.12.2011” (P.L. n. 296/9^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione
consiliare - Bilancio
programmazione economica e attività
produttive.
(Così
resta stabilito)
Talarico
F. – “Modifiche ed integrazioni alla legge
regionale n. 47 del 23.12.2011” (P.L. n. 297/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività
sociali, sanitarie, culturali e formative.
(Così
resta stabilito)
Magno – “Interpretazione autentica e parziale
abrogazione della legge regionale 7
ottobre 2011, n. 36 (Riduzione dei costi della politica)” (P.L. n. 298/9^)
E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari,
istituzionali e affari generali.
(Così
resta stabilito)
Talarico
F. – “Modifiche ed integrazioni alla legge
regionale n. 24 del 18 luglio 2011, recante: “Istituzione del Centro regionale
sangue” (P.L. n. 299/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività
sociali, sanitarie, culturali e formative.
(Così
resta stabilito)
Sono state presentate le seguenti proposte di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:
“Legge regionale n. 15/03 e n. 15/08 del 13.06.2008.
Modifica ed approvazione Statuti fondazioni regionali – Minoranze linguistiche
(Delibera G.R. n. 591 del 23.12.2011)” (P.P.A. n. 159/9^
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività
sociali, sanitarie, culturali e formative.
(Così
resta stabilito)
“Approvazione schema di accordo tra Regione Campania e Regione Calabria relativo alla gestione dell’Istituto relativo alla gestione dell’Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno. (Delibera G.R. n. 622 del 23.12.2011)” (P.P.A. n. 160/9^)
E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari,
istituzionali e affari generali.
(Così
resta stabilito)
“Programma
autosostenibile di sviluppo nel settore forestale regionale anno 2012.
(Delibera G.R. n. 623 del 23.12.2011)” (P.P.A. n. 161/9^)
E’ stata
assegnata alla quarta Commissione consiliare – Assetto e utilizzazione del
territorio – protezione dell’ambiente – ed alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive - per il parere.
(Così
resta stabilito)
E’ stata
presentata, inoltre, la seguente proposta di provvedimento amministrativo
d’Ufficio:
“Temporanea
sostituzione del consigliere Francesco Morelli, in atto sospeso dalla carica
con il consigliere Giuseppe Morrone (art. 15, comma 4 bis, legge 19 marzo 1990,
n. 55)” (P.P.A. n. 158/9^)
E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge statutaria di iniziativa del consigliere Magno:
“Modiche ed integrazioni alla legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25 <Statuto della Regione Calabria>” (P.L.S. n. 9/9^)
E’ stata assegnata alla quinta Commissione consiliare – Riforme
e decentramento.
(Così
resta stabilito)
La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare, la deliberazione n. 6 del 3.1.2012 recante: “Approvazione delle direttive di attuazione per la concessione di contributi in regime “de minimis” finalizzati a realizzare azioni per il rafforzamento dei Consorzi export (Por Fesr 2007-2013 Linea di interventi 7.1.2.2)” (Parere n. 28)
E’ stata assegnata alla sesta Commissione consiliare - Affari
della Unione europea e relazioni con l’estero.
(Così
resta stabilito)
In data 20 dicembre 2011, il Presidente della Giunta
regionale ha promulgato le sotto indicate leggi regionali.
Le stesse sono state pubblicate sul supplemento straordinario n. 3 del 22
dicembre 2011 al Bur 23 del 16 dicembre 2011:
legge regionale 20
dicembre 2011, n. 44, recante: “Norme per il sostegno di persone non
autosufficienti – Fondo per la non autosufficienza”;
legge regionale 20
dicembre 2011, n. 45, recante: “Modifica alla legge regionale n. 11 del 26 febbraio 2010 <Interventi regionali
di solidarietà a favore dei familiari di lavoratrici e lavoratori deceduti o
gravemente invalidi a causa di incidenti sui luoghi di lavoro>”;
legge regionale 20
dicembre 2011, n. 46, recante: “Ripianamento perdite di esercizio 2010
Aeroporto Sant’Anna S.p.A.”
In data
23 dicembre 2011, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le
sotto indicate leggi regionali. Le stesse sono state
pubblicate sul supplemento straordinario n. 6 del 29 dicembre 2011 al Bur 23
del 16 dicembre 2011:
legge regionale 23 dicembre 2011, n. 47, recante: “Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e procedurale (Collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2012). Articolo 3, comma 4 della legge regionale n. 8/2002”;
legge regionale 23 dicembre 2011, n. 48, recante:
“Disposizioni per la formazione del bilancio
annuale 2012 e pluriennale 2012-2013 (legge finanziaria)”;
legge regionale 23 dicembre 2011, n.
49, recante: “Bilancio di previsione della Regione Calabria per l’anno
finanziario 2012 e bilancio pluriennale per il triennio 2012-2014”.
In data
28 dicembre 2011, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le
sotto indicate leggi regionali. Le stesse sono state
pubblicate sul supplemento straordinario n. 7 del 30 dicembre 2011 al Bur 23
del 16 dicembre 2011:
legge regionale 28
dicembre 2011, n. 50, recante: “Norme di integrazione alla legge regionale 28 settembre 2011, n. 35”;
legge regionale 28
dicembre 2011, n. 51, recante: “Modifiche all’articolo 7 della legge regionale 11 agosto 2010, n. 22”.
In data 29 dicembre 2011, il Presidente della Giunta
regionale ha emanato il sotto indicato regolamento regionale. Lo stesso è stato pubblicato sul
supplemento straordinario n. 1 del 5 gennaio 2012 al
Bur n. 24 del 31 dicembre 2011:
Regolamento regionale n. 8 del 29
dicembre 2011, concernente “Regolamento regionale relativo alla legge regionale
n. 28 del 22.11.2010”.
La Giunta regionale con note nn. 1107, 1108, 1190 del 10 gennaio 2012 ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione al bilancio per l’esercizio finanziario 2011:
Deliberazione Giunta regionale n. 587 del 23 dicembre 2011
Deliberazione Giunta regionale n. 614 del 23 dicembre 2011
Deliberazione Giunta regionale n. 588 del 23 dicembre 2011
La sesta Commissione consiliare, nella seduta del 5 dicembre 2011 ha approvato la Risoluzione – Partecipazione al meccanismo di “Allarme rapido-Early warning”, ai sensi del protocollo n. 2 del trattato sulla Unione europea e sul funzionamento della Unione europea, sulle proposte di regolamento recanti il quadro legislativo relativo alla politica di coesione e alla politica agricola comune (Pac) per il periodo 2014-2020.
Talarico D. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore
alla programmazione nazionale e comunitaria e all’assessore alla cultura con delega alle minoranze
linguistiche. Per sapere – premesso che:
la Regione
Calabria in un incontro svoltosi mercoledì 21
dicembre 2011 a Catanzaro presso il
Dipartimento programmazione nazionale e comunitaria, ha presentato le linee-guida per l’attuazione del Pisr
“Minoranze linguistiche ed etnoantropologiche della Calabria” di cui al Por
Fesr 2007/2013;
nel documento di che trattasi è stata
presentata la seguente situazione demografica relativamente ai comuni calabresi
di minoranza linguistica:
minoranza arbereshe:
provincia di Cosenza: 21 comuni per un
totale di 38.446 abitanti;
provincia di Catanzaro: 5 comuni per
un totale di 8.929;
provincia di Crotone: 3 comuni per un
totale di 3.087;
minoranza grecanica:
provincia di Reggio Calabria: 15 comuni per un totale di
48.000 abitanti;
il dato relativo alla minoranza grecanica appare di
molto sovrastimato rispetto alla sua reale consistenza, essendo tale
popolazione, secondo lo stesso Quadro unitario della progettazione integrata
(QUPI) approvato dalla Giunta regionale, par a non più di 12 mila abitanti;
tale stravolgimento del dato demografico relativo alla minoranza
grecanica, qualora trovasse conferma in atti amministrativi conseguenti,
andrebbe a modificare in misura sostanziale la spartizione delle risorse
finanziarie previste dal Por per i Progetti integrati sulle minoranze, con
conseguente sottrazione di risorse alla minoranza arbereshe presente sia nel
territorio della Provincia di Cosenza che in quelli delle province di Catanzaro
e Crotone -:
su quali base è stato definito il dato demografico
relativo alla minoranza grecanica riportato nel documento di cui all’oggetto;
se non sia il caso di rivedere tale dato, ristabilendo
la giusta proporzione tra le varie minoranze linguistiche presenti in Calabria,
anche ai fini di una corretta ripartizione delle risorse del Por ad esse
destinate.
(195; 29.12.2011)
Giordano, De Masi, Talarico D. Al Presidente
della Giunta regionale nella qualità di commissario
ad acta per la sanità. Per sapere –
premesso che:
ormai da anni emerge un quadro
inquietante sulla situazione sanitaria della nostra regione in ordine all'alto
tasso di incidenza di tumori in diverse zone e in particolare sulla costa
tirrenica con i centri ricadenti nell'ambito del bacino fluviale del fiume
Oliva, Gioia Tauro per la presenza dell'inceneritore, Vibo Valentia per il
cementificio, Crotone per la fabbrica dismessa della Pertusola e su ampie aree
della Locride;
con riferimento a tali problematiche,
in ambito nazionale si è ritenuto necessario prevedere l'istituzione dei
Registri Tumori che permettano la raccolta di informazioni sui malati di cancro
residenti in un determinato territorio, l’individuazione del tasso di incidenza
delle neoplasie in una area geografica e ciò al fine di una efficace
pianificazione degli interventi preventivi;
la prima funzione dei registri tumori
consiste nel descrivere il fenomeno neoplastico e le sue variazioni temporali
attraverso misure di incidenza e mortalità, fornendo un indicatore fondamentale
della qualità dei servizi diagnostici e terapeutici nei diversi territori e del
suo evolversi nel tempo;
sulla base di tali premesse la Giunta
regionale, con delibera n. 289 del 25 marzo 2010, approvava il progetto per la
realizzazione del Registro Tumori di popolazione della regione Calabria che si
propone di definire gli obiettivi e gli strumenti da porre in essere per
l'estensione a tutto il territorio regionale dell'attività del Registro Tumori
calabrese;
la succitata deliberazione stabiliva,
altresì, per la concretizzazione del progetto, l'approvazione di una
convenzione con il Registro Tumori di Modena, di prevedere, con successivi
atti, la creazione numero tre Registri Tumori Cosenza-Crotone, Catanzaro-Vibo
Valentia e Reggio Calabria, di istituire un coordinamento regionale -:
quali sia lo stato di attuazione del
Progetto per la realizzazione del Registro Tumori di popolazione della regione
Calabria e quali atti propedeutici, richiamati nella deliberazione n. 289/2010,
sono stati avviati;
quali iniziative, in caso di omesso o
parziale avvio delle procedure, intenda intraprendere con urgenza per porre in
essere i dovuti provvedimenti che rendano operativi i Registri Tumori
individuati nella deliberazione approvata.
(196; 09.01.2012)
Talarico D., De Masi, Giordano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
tra le prerogative dei consiglieri regionali rientrano i cosiddetti atti di sindacato ispettivo, ovverosia quegli atti mediante i quali il Consiglio regionale esercita la propria funzione di controllo sull'attività della Giunta regionale;
sono strumenti di sindacato ispettivo le interrogazioni e le interpellanze a risposta scritta, disciplinate rispettivamente dagli artt. 120 e 121 del Regolamento interno del Consiglio regionale (Deliberazione del Consiglio regionale n. 5 del 27 maggio 2005);
l'art. 121 in particolare recita testualmente:
“1. Ciascun consigliere può interrogare la Giunta su fatti o questioni che ne investano la competenza. L'interrogazione è posta per iscritto ed è presentata al Presidente del Consiglio, che la trasmette alla Giunta.
2. La Giunta ha l'obbligo di dare la risposta all'interrogante non oltre venti giorni dalla ricezione dell'interrogazione stessa, comunicandola in copia al Presidente del Consiglio, il quale ne dà notizia nella prima seduta successiva del Consiglio.
3. L'interrogazione e la risposta sono inserite nel resoconto della seduta nella quale sono annunciate.
4. Se la Giunta non fa pervenire la risposta nel termine di cui al secondo comma, il Presidente pone senz'altro l'interrogazione all'ordine del giorno della seduta successiva alla scadenza del termine per il suo svolgimento orale, avvertendone il Presidente della Giunta.
5. Il Presidente della Giunta o un altro membro della Giunta dallo stesso delegato è tenuto a partecipare alle sedute del Consiglio nelle quali si svolgono le interrogazioni alle quali la Giunta non ha dato la richiesta risposta scritta entro i termini previsti. In sede di discussione, ascoltata la risposta della Giunta, l'interrogante ha diritto di replicare per non più di tre minuti al fine di dichiarare se si ritenga o meno soddisfatto.”;
il succitato articolo, oltre a prevedere la facoltà del consigliere di interrogare la Giunta, prevede l'obbligatorietà della risposta da parte di quest'ultima entro e non oltre venti giorni dal ricevimento;
lo stesso articolo prevede altresì che trascorso invano il termine dei venti giorni, il Presidente del Consiglio è tenuto a porre l'interrogazione all'ordine del giorno nella prima seduta utile;
le norme contenute in detto articolo sono generalmente disattese sia dai membri della Giunta regionale, sia, per quanto di sua competenza, dal Presidente del Consiglio;
è ormai abitudine consolidata degli assessori e del Presidente della Giunta regionale di non rispondere alle interrogazioni nei tempi previsti dal Regolamento ovvero di non rispondere affatto alle stesse;
è abitudine altrettanto consolidata quella del Presidente del Consiglio regionale di non consentire lo svolgimento in Aula delle interrogazioni a risposta scritta inevase dai membri della Giunta, ai sensi del comma 4 del succitato articolo del Regolamento;
tale situazione pone oggettivamente un problema di legalità nel Consiglio regionale della Calabria, venendo ad essere sistematicamente ignorato il carattere di cogenza delle disposizioni che ne regolano il funzionamento;
l'inosservanza di tali importanti disposizioni ha come effetto una limitazione delle prerogative dei consiglieri regionali in tema di controllo sull'operato della Giunta e degli Uffici amministrativi della regione;
nondimeno è da considerarsi la caduta di credibilità dell'Istituzione agli occhi della società calabrese, che spesso, nelle sue varie espressioni sia economiche che culturali, è la vera ispiratrice di tanti atti di sindacato ispettivo nei confronti del governo regionale;
la situazione appena descritta è vieppiù aggravata dal fatto che decine di mozioni ed ordini del giorno, riguardanti temi e questioni di altissima rilevanza, dall'ambiente all'energia, giacciono inevasi presso la Segreteria del Consiglio regionale, in aperta violazione della disposizione contenuta nell'art. 119 del Regolamento interno del Consiglio che impone al Presidente di "dare comunicazione al Consiglio delle mozioni ricevute entro la seduta successiva alla presentazione e di "iscriverle all'ordine del giorno della seduta successiva a quella del loro annuncio" -:
se non sia il caso di sanare definitivamente il vulnus venutosi a creare nel rapporto istituzionale tra Giunta e Consiglio regionale, richiamando a tal scopo tutti i membri della Giunta alle proprie responsabilità;
quali misure si intendono adottare per indurre l'intero Esecutivo all'osservanza delle norme sopra richiamate.
(197; 11.01.2012)
De Masi, Giordano, Talarico D. Al Presidente della Giunta regionale nella qualità di commissario ad acta per la sanità. Per sapere – premesso che:
annualmente vengono individuati gli indicatori/parametri attraverso i quali formulare e quantificare i budget da assegnare alle strutture rientrati nel comparto dell’ospedalità privata;
per l’annualità 2010, nella
ripartizione dei fondi assegnati si sono verificate delle sperequazioni in
alcune Asp della Regione, atteso che rispetto al budget
assegnato
inizialmente, nella parte finale dell’anno si è provveduto a certificare delle
produzioni di diverse strutture che hanno sforato lo stanziamento previsto con
conseguente rideterminazione delle risorse finanziarie;
addirittura, per la determinazione dell’annualità
successiva del 2011 al di là degli abbattimenti
delle risorse in via generale, è stata considerata quale base di partenza per
la determinazione dei budget la produzione annuale del 2010 così come
certificata;
ciò ha creato una situazione paradossale a discapito degli enti che hanno rispettato i budget assegnati
e che si sono visti penalizzati, laddove, al contrario sono state riconosciute
premialità a favore delle strutture che hanno sforato il plafond assegnato
come, ad esempio, l’Istituto Giomi di Reggio Calabria che avrebbe ricevuto un
surplus economico nel solo anno 2010 di euro 1.673.323,00 -:
se,
effettivamente, nell’annualità 2010 sono stati legittimati gli sforamenti di budget
e saldate le relative spettanze a favore di diverse strutture private
ospedaliere operanti sul territorio regionale quali criteri sono stati usati
per il loro riconoscimento e se tali produzioni sono stati usati per il loro
riconoscimento e se tali produzioni sono state utilizzate quali parametro per il
calcolo dei fondi da assegnare nell’annualità successiva 2011;
se, al
contrario, le strutture ospedaliere private che hanno rispettato i parametri
iniziali assegnati non hanno goduto di alcun incremento;
se anche
per l’annualità 2012, nella determinazione dei nuovi parametri e quindi dei
fondi da assegnare, saranno tenuti in considerazione gli sforamenti di budget
verificatisi nelle annualità precedenti e, in ogni caso, quali saranno i
criteri da utilizzare nel riparto dei fondi;
in caso
affermativo quali iniziative si intendono intraprendere per la individuazione
di parametri oggettivi che possono rideterminare in modo equo i budget
da assegnare alle strutture ospedaliere private per l’annualità 2012, tenendo
conto di eventuali compensazioni a favore di quegli enti che in modo corretto
hanno rispettato negli anni il plafond assegnato senza operare alcun sforamento
ed evitare così sperequazioni fra i diversi enti, ripristinando una corretta
gestione economico-finanziaria delle risorse;
quali
iniziative, infine, si intendono intraprendere per rendere effettivo il
principio tante volte effettivo il principio tante volte affermato e mai
attuato secondo il quale la sanità privata dovrebbe operare in un’ottica di
integrazione e non di sostituzione della sanità pubblica al fine di evitare un
utilizzo inappropriato delle risorse finanziarie a discapito delle strutture
ospedaliere pubbliche che rischiano di essere soppresse o depotenziate.
(198;
12.01.2012)
Guccione. Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
in data 13
giugno 2008 è stata approvata la legge regionale n. 15 pubblicata sul Burc n.
12 del 16 giugno 2008, Supplemento straordinario n. 1 del 21 giugno del 2008,
art. 51 “Investimenti nel settore della sanità” che ai commi 7, 8 e 9 (nella
modifica introdotta dall’art. 36, comma 1, della legge regionale 26.2.2010, n.
8) recita testualmente: “La Giunta regionale è autorizzata a finanziare la
progettazione e la realizzazione del nuovo presidio ospedaliero dell’Azienda
ospedaliera di Cosenza in sostituzione di quello esistente utilizzando le
risorse finanziarie già assegnate alla Regione ai sensi dell’art. 20 della legge
11 marzo 1988, n. 67 si autorizza anche l’eventuale valorizzazione del
patrimonio immobiliare dell’Azienda al fine di reperire risorse aggiuntive con
il coinvolgimento dei soggetti privati (Progetto di finanza). Al fine di
garantire la copertura finanziaria della quota a carico del bilancio regionale
del piano di cui al precedente comma 7, la Giunta regionale è autorizzata a ricorrere
all’indebitamento sulla base delle disposizioni di cui al titolo III della legge
regionale 8 febbraio 2002, n. 8. Il mutuo o prestito obbligazionario di cui al
comma 8, quantificato nella misura massima di euro 40 milioni, sarà contratto
per la durata massima di anni 20, anche in più soluzioni a mezzo di atti di
erogazioni e quietanze;
l’articolo
36, comma 1, della legge regionale 26 febbraio 2010, n. 8 recita testualmente
che: la Giunta regionale è impegnata a verificare la fattibilità tecnica-economica
e finanziaria della realizzazione di un nuovo presidio ospedaliero nella città
di Reggio Calabria che sostituisca l’attuale presidio Bianchi-Melacrino e nella
città di Crotone che sostituisca l’attuale ospedale San Giovanni di Dio;
a tal fine
le aziende ospedaliere predisporranno lo studio di fattibilità entro tre mesi
dall’approvazione della presente legge utilizzando le risorse disponibili sia
comunitarie sia statali ex art. 20 della legge 11 marzo 1988, n. 67 sia quelle
rinvenienti dalla valorizzazione e/o dismissione del patrimonio immobiliare del
vecchio presidio e delle relative aree di pertinenza;
la Giunta
regionale con delibera n. 206 del 20 maggio 2011 ha approvato le linee di
indirizzo per la verifica di fattibilità dei nuovi ospedali di Cosenza, Reggio
Calabria e Crotone e ha dato mandato al dipartimento n. 8 (urbanistica e
territorio) e al dipartimento n. 9 (infrastrutture, lavori pubblici e Erp) di
predisporre quando necessario per l’avvio delle procedure finalizzate alla
realizzazione degli studi di fattibilità per la costruzione dei nuovi ospedali
-:
a che punto
sia l’iter per la realizzazione dello studio di fattibilità dei nuovi ospedali
di Cosenza, Reggio Calabria e Crotone e di conoscere quali atti siano stati
finora compiuti dai dipartimenti n. 8 (Urbanistica e territorio) e n. 9 (infrastrutture,
lavori pubblici e Erp) per l’avvio delle procedure degli studi di fattibilità
dei tre nuovi presidi ospedalieri calabresi.
(199;
16.01.2012)
Il Consiglio regionale
premesso che
è vivo nel ricordo della nostra
regione la tragedia della Fiumarella (Catanzaro) avvenuta mezzo secolo fa, nel
lontano 23 dicembre 1961, allorquando si verificò il deragliamento di un vagone
delle ferrovie Calabro-Lucane, oggi Ferrovie della Calabria, provocando 71
vittime e tanti feriti fra le popolazioni del Reventino e della Presila;
una pagina così drammatica della
storia calabrese, legata alle problematiche delle carenze infrastrutturali
della regione, deve spingere, conservandone la memoria, a operare per la
modernizzazione e la messa in sicurezza delle reti delle comunicazioni
regionali, oggi, purtroppo, dimenticate dal Governo nazionale e dalla stessa
Trenitalia, quest'ultima responsabile sempre più dell'abbandono delle tratte
ferroviarie meridionali;
appare doveroso ricordare, anche
attraverso un minuto di silenzio,. le vittime della tragedia in occasione della
discussione della presente mozione;
impegna la Giunta regionale
a porre in essere una serie di
iniziative, attraverso l’assessorato regionale alla pubblica istruzione ed alla
cultura per ricordare nelle scuole calabresi una pagina drammatica della nostra
storia recente affinché gli studenti calabresi conservino la memoria del loro
passato e delle sofferenze patite dal popolo calabrese;
a rinnovare l’impegno per la
salvaguardia ed il potenziamento di una azienda, quale quella delle Ferrovie
della Calabria, che svolge strategicamente una funzione sociale imprescindibile
per il collegamento tra centri urbani ed entroterra, tenuto conto, peraltro
della politica riguardante il trasporto regionale messa in atto da Trenitalia,
sempre più penalizzante per la Calabria.
(57; 03.01.2012) Giordano
Art. 1
(Modifica
agli articoli 2 e 20, L.r. n. 47 del 23 dicembre 2011)
1. All'articolo 2 della legge
regionale 23 dicembre 2011, n. 47, è abrogato il comma 2.
2. All'articolo 20, comma 2, della
legge regionale 23 dicembre 2011, n. 47, le lettere a, b, c, d, e, i, j sono
abrogate.
Art. 2
(Entrata in
vigore)
1. La presente legge entra in vigore
il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale
della Regione.
Art. 1
(Abrogazione dell'articolo 41 della L.r. n. 47
del 23 dicembre 2011)
1. L'articolo 41 della legge regionale
23 dicembre 2011, n. 47, è abrogato.
Art. 2
(Entrata in
vigore)
1. La presente legge entra in vigore
il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale
della Regione.
Art. 1
(Principi ed
oggetto della legge)
1. La Regione Calabria adotta, con
atti aventi natura regolamentare, un sistema di ottimizzazione del lavoro e di
modernizzazione dei controlli interni, procedendo, altresì, a dare attuazione
alle norme di principio contenute nel decreto legislativo 27 ottobre 2009, n.
150 (Attuazione della legge 4 marzo 2009, n.15, in materia di ottimizzazione
della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle
pubbliche amministrazioni), in coerenza con le direttive della Commissione per
la valutazione, la trasparenza e l'integrità delle amministrazioni pubbliche di
cui all'articolo 13 del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150.
2. Costituiscono principi statali cui
si ispira la presente legge regionale: a) la misurazione e la valutazione della
performance organizzativa e individuale ai sensi dell'articolo 3 del decreto
legislativo 27 ottobre 2009, n. 150;
b) l'adozione di un sistema di
gestione della performance attraverso l'assegnazione di obiettivi e la verifica
e rendicontazione trasparente dei risultati ai sensi dell'articolo 4 del
decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150;
c) le caratteristiche di rilevanza,
specificità, positività qualitativa, determinabilità temporale, comparabilità,
produttività e correlazione alle risorse degli obiettivi ai sensi dell'articolo
5, comma 2, del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150;
d) la misurazione e valutazione
periodica della performance organizzativa e individuale ai sensi dell'articolo
7 del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150;
e) un sistema specifico di misurazione
e la valutazione della performance individuale dei dirigenti e del personale
investito di autonoma responsabilità gestionale ai sensi dell'articolo 9 del
decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150;
f) l'adozione di strumenti di
valorizzazione del merito e incentivazione selettiva della produttività e della
qualità della prestazione lavorativa ai sensi dell'articolo 17 e seguenti del
decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150.
Art. 2
(Ambito di
applicazione)
1. La presente legge si applica agli
uffici ed al/e strutture organizzative della Giunta regionale che svolgono
funzioni di amministrazione attiva, mediante attribuzione di autonomi poteri di
spesa ovvero di decisione, con rilevanza esterna, della volontà
dell'amministrazione.
2. Gli enti strumentali ed ausiliari
della Regione, le Aziende sanitarie ed ospedaliere, le società e consorzi con
partecipazione regionale pari o superiore al cinquanta per cento adeguano,
entro l'anno solare in corso, il proprio ordinamento interno al sistema
disciplinato dalla presente legge.
Art. 3
(Definizioni)
1. Ai fini dell'applicazione della
presente legge si intende per:
a) sistema integrato di ottimizzazione
del lavoro e dei controlli interni o sistema integrato, l'impianto normativo
costituito dai controlli interni e dalle norme regionali di attuazione delle
disposizioni di principio contenute nel decreto legislativo 27 ottobre 2009, n.
150;
b) performance organizzativa, il
risultato conseguito da un'unità organizzativa regionale o da una sua
articolazione nella sua proiezione esterna, con riferimento alla soddisfazione
dei bisogni della collettività e all'attuazione di piani e programmi e alla
modernizzazione e miglioramento qualitativo dell'organizzazione;
c) performance individuale, il
risultato conseguito dai dirigenti e dal personale responsabile di unità
organizzative in posizione di responsabilità ed autonomia gestionale, con
riferimento:
1) ai risultati dell'ambito
organizzativo di riferimento;
2) al raggiungimento di specifici
obiettivi individuali;
3) al contributo assicurato alla
performance della struttura, sotto il profilo delle capacità professionali e
manageriali dimostrate; 4) alla capacità di valutazione, motivazione e
attrazione dei collaboratori.
2. I regolamenti regionali di
attuazione individuano:
a) le unità organizzative e le
relative articolazioni, alle quali è attribuita autonoma rilevanza ai fini
della performance organizzativa;
b) le posizioni di responsabilità ed
autonomia gestionale, oltre le funzioni dirigenziali, alle quali è attribuita
autonoma rilevanza ai fini della valutazione della performance individuale.
Art. 4
(Sistema
integrato di ottimizzazione del lavoro e dei controlli interni)
1. Il sistema integrato di
ottimizzazione del lavoro e dei controlli interni comprende:
a) il controllo strategico e di
gestione;
b) la valutazione dei dirigenti e del
personale con autonoma responsabilità gestionale, nonché del restante personale
dipendente;
c) la rilevazione e valutazione della
performance organizzativa;
d) il controllo di regolarità
amministrativa e contabile;
e) il sistema degli incentivi;
f) il sistema di trasparenza.
Art. 5
(Controllo
strategico)
1. Il controllo strategico è
unitariamente esercitato dalla Giunta regionale su tutti gli enti e gli organi
di cui all'articolo 2. Esso consiste nel monitoraggio e nella valutazione dello
stato di attuazione e dei risultati conseguiti dalle politiche regionali di
intervento a supporto dei processi di pianificazione strategica e di indirizzo
politico, in attuazione del programma di governo del Presidente della Giunta
regionale e delle direttive di quest'ultimo e della Giunta regionale.
Art. 6
(Controllo
di gestione)
1. Il controllo di gestione
disciplinato dal titolo IV della legge regionale n. 8/2002, recante
«Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria» è
finalizzato a supportare il management nel perseguimento dell'efficacia,
dell'efficienza e dell'economicità dell' azione amministrativa della Regione ed
a ottimizzare, anche mediante tempestivi interventi di correzione, il rapporto
tra costi e risultati e comporta una verifica dell'attività amministrativa
sotto il profilo funzionale e finanziario.
2. Nei regolamenti regionali di
attuazione del presente titolo sono disciplinati:
a) le modalità per la progressiva e
completa integrazione del controllo strategico e del controllo di gestione;
b) le modalità, il contenuto, i tempi
di approvazione e la durata del piano degli obiettivi strategici;
c) le modalità, il contenuto, i tempi
di approvazione e la durata del piano degli obiettivi operativi relativi al
controllo di gestione.
Art. 7
(Valutazione dei dirigenti e del
personale con autonoma responsabilità gestionale, nonché del restante personale
dipendente –
performance individuale)
1. La
valutazione dei dirigenti e del personale con autonoma responsabilità
gestionale, nonché del restante personale dipendente costituisce strumento per
la verifica della performance individuale.
2. La
valutazione si attua con periodicità annuale e si articola nelle seguenti fasi:
a)
identificazione ed assegnazione degli obiettivi;
b)
verifica periodica e misurazione finale dei risultati conseguiti;
c)
rendicontazione annuale trasparente dei risultati conseguiti e correlazione con
il sistema degli incentivi.
3. Gli
obiettivi sono:
a)
rilevanti e pertinenti rispetto ai bisogni della collettività, alla missione
istituzionale, alle priorità politiche ed alle strategie dell'amministrazione;
b)
specifici e misurabili;
c)
finalizzati al miglioramento della qualità dei servizi erogati;
d)
riferibili ad un arco temporale determinato;
e)
commisurati agli standard definiti a livello nazionale e internazionale e
comparabili con amministrazioni omologhe;
f)
confrontabili con le tendenze della produttività dell'amministrazione con
riferimento almeno al triennio precedente;
g)
correlati alla quantità e alla qualità delle risorse disponibili;
h)
tendenzialmente rivolti alla realizzazione del sistema dei costi standard;
i)
idonei a misurare lo sviluppo delle competenze professionali e delle capacità
manageriali e a verificare la capacità di valutazione, motivazione e attrazione
dei collaboratori.
4. Il
personale munito di autonoma responsabilità gestionale, ma non avente incarico
dirigenziale, è valutato dal dirigente apicale della struttura di appartenenza
su base annuale, in relazione al raggiungimento di specifici obiettivi di
gruppo o individuali e alla qualità del contributo assicurato alla performance
dell’unità organizzativa di appartenenza, alle competenze dimostrate ed ai
comportamenti professionali e organizzativi.
5. Il
procedimento di assegnazione degli obiettivi, di valutazione degli interessati,
di rendicontazione e di correlazione con il sistema degli incentivi nonché
l'individuazione degli organi competenti è disciplinato dettagliatamente nel
regolamento di attuazione.
Art. 8
(Rilevazione e valutazione della
performance organizzativa)
1. Il
sistema di misurazione e valutazione della performance organizzativa evidenzia
il risultato conseguito dall'organizzazione regionale o da una sua
articolazione nella sua proiezione esterna.
2. A
tal fine, il regolamento regionale di attuazione disciplina apposite modalità
di rilevazione, volte a verificare, anche mediante la consultazione e/o
coinvolgimento di enti esponenziali e rappresentativi di interessi diffusi e/o
associazioni rappresentative di categorie e cittadini:
a)
l’attuazione delle politiche regionali in relazione alla soddisfazione finale
dei bisogni della collettività;
b)
l’attuazione di piani e programmi;
c) la
modernizzazione e il miglioramento qualitativo dell'organizzazione e delle
competenze professionali;
d) lo
sviluppo qualitativo e quantitativo delle relazioni con i cittadini;
e)
l’efficienza nell’impiego delle risorse e l'ottimizzazione dei tempi di definizione
dei procedimenti amministrativi;
f) la
qualità e la quantità delle prestazioni e dei servizi erogati;
g) il
raggiungimento degli obiettivi di promozione delle pari opportunità.
Art. 9
(Controllo di regolarità amministrativa
e contabile)
1.
L’azione amministrativa e datoriale dei dirigenti regionali è sottoposta al
controllo interno sotto il profilo della regolarità, legittimità e correttezza.
2. I
decreti dirigenziali sono immediatamente esecutivi, fatte salve specifiche
disposizioni di legge e sono trasmessi alla struttura preposta alla
repertoriazione entro dieci giorni dalla loro adozione. Se non sono assunti dal
dirigente apicale della struttura competente, gli stessi devono essere
trasmessi con richiesta di repertoriazione da parte di questi o del suo
vicario.
3. La
struttura preposta alla repertoriazione predispone e trasmette all’Organismo
regionale di valutazione previsto dall’articolo 11 una relazione semestrale
sull’attività di decretazione dei dirigenti e sulle principali criticità riscontrate
nell'attività di controllo.
4.
L’Organismo regionale di valutazione della Giunta regionale, secondo criteri
stabiliti nei regolamenti, esamina i decreti dirigenziali in una logica di
controllo collaborativo orientato ai risultati, verificandone la legittimità in
ordine agli atti normativi e regolamentari presupposti ed alla competenza della
struttura amministrativa nel cui ambito sono adottati.
5.
L’Organismo regionale di valutazione adotta, predispone e trasmette alla Giunta
regionale, con periodicità almeno annuale, ovvero su richiesta, una relazione
sull'attività di controllo sui decreti dirigenziali.
6. Il
controllo di regolarità contabile è effettuato dalla Ragioneria generale, con
le modalità ed i termini previsti dalla legge regionale n. 8/2002.
Art. 10
(Piano annuale degli incentivi)
1. La
Giunta regionale approva annualmente, sulle risorse disponibili per la
contrattazione collettiva nazionale e decentrata, il piano degli incentivi, nel
quale sono individuate e determinate le tipologie di incentivo, premialità,
retribuzioni di risultato, compensi incentivanti e simili, nonché i criteri per
l’attribuzione degli incentivi in proporzione al grado di raggiungimento degli
obiettivi assegnati, in applicazione di criteri di selettività e meritocrazia
per il personale dirigenziale e non dirigenziale.
2. Nei
regolamenti di attuazione sono dettate disposizioni di dettaglio per la
individuazione delle fasce di merito e per la determinazione delle proporzioni
per la ripartizione delle risorse.
Art. 11
(Organismo regionale indipendente di
valutazione)
1. Ai
fini della verifica e della rendicontazione delle attività di controllo, nonché
del raggiungimento degli obiettivi assegnati è istituito un Organismo regionale
indipendente di valutazione presso la Giunta regionale, composto da tre membri,
di entrambi i generi, di cui almeno uno esterno all'amministrazione regionale,
scelto tra esperti in materia di management ed organizzazione
dell'amministrazione pubblica e gli altri scelti anche tra soggetti interni, in
possesso di un'adeguata esperienza nella predetta materia, maturata anche
nell'ambito dell'amministrazione regionale.
2.
L'Organismo è presieduto da uno dei componenti esterni ed è nominato per la
durata di tre anni con decreto del Presidente della Giunta regionale; il
componente interno non può svolgere le funzioni riconducibili a quelle di cui
all'articolo 2, comma 1.
3.
L’Organismo regionale di valutazione, in particolare:
a)
espleta le attività di monitoraggio del controllo strategico e di gestione e propone
i relativi provvedimenti;
b)
predispone la relazione di cui all’articolo 12;
c)
propone la valutazione dei dirigenti apicali;
d)
assicura il supporto alla Giunta regionale, ed ai dirigenti nell'attività di
rilevazione e valutazione delle performance individuali e organizzative;
e)
valida le regole metodologiche e le linee guida del sistema integrato di
controllo strategico e di gestione e di valutazione dei dirigenti;
4. La
Giunta regionale, in coerenza con le disposizioni di principio contenute nella
presente legge, entro trenta giorni dalla entrata in vigore della stessa,
istituisce e disciplina l'Organismo indipendente di valutazione e, nei
successivi sessanta giorni, approva i regolamenti contenenti la disciplina
attuativa e di dettaglio. I regolamenti sono adottati nel rispetto delle
prescritte procedure di consultazione sindacale.
5. La
Giunta regionale individua le strutture di supporto necessarie sia per
l'elaborazione delle direttive e degli atti di indirizzo per l'attuazione delle
disposizioni contenute nella presente legge, sia per l'attività dell'Organismo
regionale di valutazione.
Art. 12
(Relazione annuale di monitoraggio e
valutazione)
1. La
Giunta regionale approva una Relazione annuale nella quale sono evidenziati i
risultati delle misurazioni degli obiettivi strategici e operativi e degli
indicatori sintetici di performance, con la rilevazione degli eventuali
scostamenti e l'indicazione delle ragioni degli stessi.
2. La
Relazione di cui al comma 1 è elaborata dall’Organismo regionale indipendente
di valutazione sulla base del monitoraggio effettuato dalla struttura di
supporto.
3.
L’approvazione della Relazione di cui al comma 1 è condizione inderogabile per
l'erogazione dei premi e degli incentivi previsti dall’articolo 10.
Art. 13
(Trasparenza)
1.
Tutti i piani e programmi disciplinati dal presente titolo e dai regolamenti
sono pubblicati integralmente sul sito web della Regione Calabria per l’intera
durata della legislatura.
2.
Sono altresì pubblicati, con le medesime modalità, i provvedimenti, le
relazioni e gli atti adottati dall’Organismo regionale di valutazione.
3.
Sono inoltre pubblicati i documenti contenenti gli obiettivi del personale ed
il piano degli incentivi.
Art. 14
(Collaborazione con la Sezione
regionale di controllo della Corte dei conti)
1. La
Regione promuove opportune intese con la Sezione regionale di controllo della
Corte dei conti dirette a realizzare le ulteriori forme di collaborazione di
cui all'articolo 7, comma 8, della legge 5 giugno 2003, n. 131, ai fini della
regolare gestione finanziaria e dell'efficienza ed efficacia dell'azione
amministrativa.
Art. 15
(Modifiche alla L.r. 7 agosto 2002, n.
31)
1. La
lettera b) del comma 1 dell’articolo 7 della legge regionale 7 agosto 2002, m.
31 (Misure organizzative di razionalizzazione e di contenimento della spesa per
il personale), è sostituita dalla seguente:
“b) il
numero dei settori istituibili, sommato a quello dei dipartimenti, non può
essere superiore alla dotazione organica della dirigenza della Giunta regionale”.
2.
Dopo il comma 2 dell’articolo 7 della legge regionale n. 31/2002, è aggiunto il
seguente:
“2
bis. Nell’ambito delle leggi e degli atti organizzativi di cui al comma
precedente, le determinazioni per l’organizzazione delle strutture
dipartimentali e le misure inerenti alla gestione dei rapporti di lavoro sono
assunte in via esclusiva dai dirigenti; rientrano, in particolare,
nell’esercizio dei poteri del dirigente generale le misure inerenti la gestione
ed assegnazione delle risorse umane nel rispetto del principio di pari
opportunità”.
3.
Dopo il comma 4 dell’articolo 7 della legge regionale n. 31/2002, è aggiunto il
seguente:
“5.
Tutte le norme che si riferiscono ai servizi ed alle relative competenze sono
abrogate dalla data di approvazione della nuova struttura amministrativa della
Giunta regionale”.
Art. 16
(Modifiche alla L.r. 13 maggio 1996,
n.7)
1.
All'articolo 28, comma 2, lettera a) della legge regionale 13 maggio 1996, n.
7:
a) le
parole "esercita i poteri di spesa che ritenga di riservarsi, in via
generale, per motivate esigenze di funzionalità" sono sostituite dalle
parole "può assumere personalmente i provvedimenti del Dipartimento,
esercitando i relativi poteri di spesa";
b) le
parole "assume la diretta trattazione di affari di competenza del
Dipartimento, in casi motivati di necessità ed urgenza" sono soppresse.
Art. 17
(Norme transitorie e abrogazioni)
1.
Alla data di entrata in vigore dei regolamenti di cui all’articolo 11, sono
abrogati e comunque cessano di avere efficacia:
a)
l'articolo 27 della legge regionale 13 maggio 1996, n. 7;
b)
l'articolo 19 della legge regionale 11 gennaio 2006, n. 1;
c)
ogni altra norma di legge o di regolamento incompatibile con la presente legge.
2.
Sino all'adozione dei regolamenti previsti nell'articolo 11, continuano ad
applicarsi, in quanto compatibili con la presente legge, le disposizioni
previgenti.
Art. 18
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della
sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
Capo I
Misurazione,
valutazione e trasparenza della performance
Art. 1
(Principi
generali)
1. Il Consiglio regionale, nel
rispetto delle relazioni sindacali, adotta progressivamente un apposito sistema
di misurazione e valutazione della performance dei dipendenti al fine di:
a) migliorare l'organizzazione e la
funzionalità dell'istituzione;
b) migliorare la qualità delle
prestazioni;
c) valorizzare ed incentivare il
merito sulla base dei risultati; d) assicurare la trasparenza delle
informazioni relative all'organizzazione ed ai risultati;
e) favorire la crescita professionale
e la responsabilizzazione dei dipendenti.
2. La performance del personale
amministrativo del Consiglio regionale è misurata e valutata con riferimento
all'amministrazione nel suo complesso, alle unità organizzative o alle aree di
responsabilità in cui lo stesso si articola e ai singoli dipendenti.
Art. 2
(Performance
organizzativa e individuale)
1. La performance organizzativa è
riferita agli obiettivi della struttura amministrativa nel suo complesso e si
sostanzia nel contributo che ciascuna articolazione organizzativa apporta
attraverso la propria azione al raggiungimento di tali obiettivi.
2. La performance individuale si
sostanzia nel contributo dei singoli dipendenti, dirigenti e personale non
dirigente, al raggiungimento degli obiettivi dell'articolazione di appartenenza
e della struttura amministrativa nel suo complesso.
Art. 3
(Sistema di
misurazione e valutazione della performance)
1. Il sistema di misurazione e
valutazione di cui al comma 1 dell'articolo 1 è adottato dall’Ufficio di
Presidenza, su proposta dell'Organismo di cui al successivo articolo 8, sentite
le organizzazioni sindacali.
2. Il sistema di misurazione e
valutazione della performance individua:
a) le fasi, i tempi, le modalità, i
soggetti e le responsabilità del processo di misurazione e valutazione della
performance, in conformità ai principi del decreto legislativo 27 ottobre 2009,
n. 150 (Attuazione della legge 4 3 marzo 2009, n. 15, in materia di
ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza
delle pubbliche amministrazioni);
b) le modalità di raccordo e
integrazione con i sistemi di controllo esistenti e i documenti di
programmazione finanziaria e di bilancio;
c) le procedure di conciliazione
relative all'applicazione del sistema di misurazione e valutazione della
performance.
3. La funzione di misurazione e
valutazione della performance è svolta:
a) dall'organismo di cui all'articolo
8, cui competono il controllo strategico e la misurazione e valutazione della
performance complessiva delle strutture amministrative del Consiglio regionale,
nonché la proposta di valutazione annuale del Segretario generale, del
Direttore generale e dei dirigenti preposti alla direzione delle Aree
funzionali;
b) dall'Ufficio di Presidenza, cui
compete la valutazione della performance individuale del Segretario generale,
del Direttore generale e dei dirigenti preposti alla direzione delle Aree
funzionali;
c) dal Direttore generale, cui compete
la valutazione della performance individuale dei dirigenti su proposta dei
Dirigenti preposti alla direzione delle Aree funzionali di riferimento;
d) dai dirigenti, cui compete la
valutazione della performance individuale del personale assegnato.
Art. 4
(Ciclo di
gestione della performance)
1. Il ciclo di gestione della performance
è sviluppato in maniera coerente con i contenuti e con il ciclo della
programmazione finanziaria e del bilancio.
2. Il ciclo di gestione della
performance si articola nelle seguenti fasi:
a) definizione degli obiettivi che si
intendono raggiungere, dei risultati attesi e dei rispettivi indicatori;
b) assegnazione degli obiettivi ai
dirigenti ed al personale, in modo coerente con l'allocazione delle risorse
professionali, finanziarie e strumentali;
c) monitoraggio in corso di esercizio
delle attività correlate agli obiettivi ed eventuale attivazione di interventi
di correzione;
d) misurazione e valutazione della
performance organizzativa e individuale ed applicazione del sistema premiante;
e) rendicontazione dei risultati
conseguiti e pubblicazione degli stessi e delle valutazioni, ai fini della
trasparenza dell'azione amministrativa.
Art. 5
(Obiettivi e
indicatori)
1. La programmazione degli obiettivi,
ai fini del ciclo della performance, ha di norma cadenza triennale. Gli
obiettivi sono definiti in coerenza con gli obiettivi di bilancio indicati con
la relazione previsionale e programmatica di cui al comma 5 dell'articolo 6 del
Regolamento interno di amministrazione e contabilità del Consiglio regionale
approvato con deliberazione del Consiglio regionale 1 agosto 2011, n.123.
2. Gli obiettivi sono definiti, prima
dell'inizio del rispettivo esercizio, dall'Ufficio di Presidenza, sentiti il
Segretario generale, il Direttore generale e i dirigenti preposti alla
direzione delle Aree funzionali, i quali si avvalgono dell'apporto delle
Conferenze di Area funzionale di cui all'articolo 16 della legge regionale 13
maggio 1996, n. 8 (Norme sulla dirigenza e sull'ordinamento degli Uffici del
Consiglio regionale).
3. Gli obiettivi sono declinati in
obiettivi strategici e di articolazione organizzativa, e costituiscono il
riferimento per la valutazione della prestazione dei dipendenti.
4. Gli obiettivi devono essere:
a) tali da assicurare il miglioramento
della qualità dei servizi erogati al Consiglio regionale;
b) riferibili all'arco temporale di un
anno;
c) misurabili sulla base di indicatori
che, atteso che gli uffici consiliari non rendono servizi al pubblico, fanno
riferimento alla qualità dell'attività svolta in termini di precisione,
tempestività, puntualità, completezza, attendibilità e innovatività;
d) confrontabili con le tendenze della
produttività dell'amministrazione con riferimento almeno al triennio
precedente.
Art. 6
(Ambiti di
misurazione e valutazione della performance e dei risultati individuali)
1. La misurazione e la valutazione
della performance e dei risultati individuali dei dirigenti e del personale
responsabile di un'unità organizzativa in posizione di autonomia e
responsabilità, è collegata:
a) agli indicatori di performance e di
risultato relativi all'ambito organizzativo di diretta responsabilità;
b) al raggiungimento di specifici
obiettivi individuali;
c) alla qualità del contributo
collaborativo assicurato alla performance e ai risultati generali della
struttura e dell'organizzazione amministrativa nel suo complesso, alle
competenze professionali e manageriali dimostrate; d) alla capacità di
valutazione dei propri collaboratori, dimostrata tramite una significativa
differenziazione dei giudizi.
2. La misurazione e la valutazione
svolte dai dirigenti sulla performance e sui risultati individuali del
personale sono collegate:
a) al raggiungimento di specifici
obiettivi di gruppo e/o individuali;
b) alla qualità del contributo
assicurato alla performance e ai risultati dell'unità organizzativa di
appartenenza, nonché alle competenze dimostrate e ai comportamenti
professionali e organizzativi.
Art. 7
(Piano della
performance e Relazione sulla performance)
1. L'Ufficio di Presidenza del
Consiglio regionale adotta annualmente:
a) entro il 31 gennaio, un documento
programmatico triennale denominato Piano della performance, costantemente
aggiornato ai fini dell'inserimento di eventuali variazioni nel periodo di
riferimento, che definisce con riferimento agli obiettivi individuati e alle
risorse disponibili, gli indicatori per la misurazione e la valutazione della
performance dell'ente, nonché gli obiettivi operativi individuali assegnati ai
dirigenti e i relativi indicatori;
b) un documento denominato Relazione
sulla performance da adottare entro il 30 giugno, che evidenzia, a consuntivo,
i risultati organizzativi ed individuali raggiunti rispetto agli obiettivi
programmati e alle risorse, rilevando eventuali scostamenti.
Art. 8
(Organismo
indipendente di valutazione)
1. Il Presidente del Consiglio regionale
nomina, sentito l'Ufficio di Presidenza, l'Organismo indipendente di
valutazione (OIV) per la misurazione e la valutazione della performance della
struttura organizzativa e dei dipendenti del Consiglio regionale.
2. L'OIV dura in carica tre anni e può
essere rinnovato una sola volta.
3. L'OIV esercita le attività di
controllo strategico e riferisce in proposito direttamente all'Ufficio di
Presidenza.
4. L'OIV, altresì, esercita in piena
autonomia le seguenti funzioni:
a) è responsabile della corretta applicazione
del sistema di valutazione;
b) monitora il funzionamento
complessivo del sistema di valutazione, della trasparenza e integrità dei
controlli interni ed elabora una relazione annuale sullo stato dello stesso;
c) comunica tempestivamente le criticità
riscontrate all'Ufficio di Presidenza;
d) garantisce la correttezza dei
processi di misurazione e valutazione nonché dell'utilizzo dei premi;
e) propone all'Ufficio di Presidenza
la valutazione annuale dei dirigenti di vertice e la relativa attribuzione dei
premi;
f) promuove e attesta l'assolvimento
degli obblighi relativi alla trasparenza e all'integrità;
g) verifica i risultati e le buone
pratiche di promozione delle pari opportunità;
h) valida la relazione sulla
performance di cui all'articolo 7, comma 1, lettera b);
i) cura le rilevazioni circa il clima
organizzativo, la condivisione interna del sistema di valutazione e la
valutazione dei superiori gerarchici da parte del personale.
5. La validazione della Relazione
sulla performance di cui alla lettera h) del comma 4, costituisce condizione
inderogabile per l'accesso agli strumenti del sistema premiante.
6. Per l'espletamento delle attività
istituzionali, l'DIV si avvale di un'apposita struttura consiliare.
7. L'OIV è composto dal Direttore
generale e da due componenti esterni all'amministrazione regionale, dotati di
elevata professionalità ed esperienza maturata nel campo del management, della
valutazione della performance e della valutazione del personale delle
amministrazioni pubbliche. La scelta dei componenti assicura il rispetto
dell'equilibrio di genere.
8. L'Ufficio di Presidenza del
Consiglio regionale stabilisce, con propria deliberazione, le modalità
organizzative, il regime contrattuale e il compenso spettante ai componenti
dell'DIV.
Art. 9
(Disposizioni
sulla trasparenza)
1, Il Consiglio regionale garantisce
la massima trasparenza dell'azione organizzativa, in ottemperanza alle
disposizioni di cui all'articolo 11, commi 1 e 3 del decreto legislativo 27
ottobre 2009, n. 150 (Attuazione della legge 15/2009 in materia di
ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e
trasparenza delle pubbliche amministrazioni).
Capo II
Meriti e
premi
Art. 10
(Sistema
premiante)
1. Il Consiglio regionale, nel
rispetto del sistema delle relazioni sindacali, promuove il merito anche
attraverso l'utilizzo di sistemi premianti selettivi e valorizza i dipendenti
che conseguono le migliori prestazioni attraverso l'attribuzione selettiva di
riconoscimenti sia economici che di carriera.
2. Il sistema di incentivazione del
Consiglio regionale comprende l'insieme degli strumenti finalizzati a
valorizzare il personale e a far crescere la motivazione interna.
3. Gli incentivi di cui al comma 2
sono riconosciuti a valere sulle risorse disponibili per la contrattazione
collettiva nazionale e decentrata.
Art. 11
(Disposizioni
transitorie e abrogazioni)
1. Il Nucleo di valutazione di cui
all'articolo 3, commi 2 e 3 della legge regionale 8 maggio 1996 (Norme sulla
dirigenza e sull'ordinamento degli Uffici del Consiglio regionale), in carica
alla data di entrata in vigore della presente legge, continua ad operare, quale
OIV, sino al rinnovo dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale.
2. In sede di prima applicazione, il
Nucleo di valutazione in carica, svolgente le funzioni di OIV propone
all'Ufficio di Presidenza il sistema di misurazione e valutazione della
performance di cui all'articolo 3, in modo da assicurarne piena operatività a
partire dal primo gennaio 2012.
3. Alla data di entrata in vigore
della presente legge, cessa di avere efficacia ogni norma di legge o di
regolamento incompatibile.
4. Nelle more dell'adeguamento della
disciplina interna di valutazione e dei contratti integrativi decentrati alle
norme del d.lgs. 150/2009. da effettuarsi comunque entro il 31 dicembre 2011,
la valutazione del personale del comparto e dell'area della dirigenza, anche ai
fini dell'attribuzione delle risorse integrative, si effettua, per il solo anno
2011, con le regole vigenti al31 dicembre 2010.
Art. 12
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
Art. 1
1. Il titolo della legge regionale n.
31 del 16 ottobre 2008 è integrato apponendo alla fine le parole "nonché a
favore dei testimoni di giustizia".
Art. 2
1. Alla legge regionale n. 31 del 16
ottobre 2008, dopo l'articolo 11 è aggiunto il seguente:
"Art.
11 bis
(Ulteriori
benefici)
1. I benefici regionali, ove non
diversamente previsto dalla normativa statale di riferimento, sono attribuiti a
quanti abbiano riportato una invalidità permanente e ai superstiti delle
vittime, riconosciuti tali ai fini della concessione delle provvidenze di cui
alle leggi 13 agosto 1980, n. 466 (Speciali elargizioni a favore di categorie
di dipendenti pubblici e di cittadini vittime del dovere o di azioni
terroristiche), 20 ottobre1990, n. 302 (Norme a favore delle vittime del
terrorismo e della criminalità organizzata), 23 novembre 1998, n. 407 (Norme in
favore delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata), purché in
possesso di almeno uno dei seguenti requisiti:
a) residenza in Calabria al momento
dell'evento;
b) evento per il quale ha competenza
un'autorità giudiziaria avente sede nel territorio calabrese.
2. I benefici di cui al presente
articolo consistono in:
a) assunzione nell'amministrazione
regionale, nei limiti della normativa nazionale e regionale vigente, in materia
di accesso al pubblico impiego;
b) contributi a compensazione, fino a
un massimo del 25 per cento, di quanto corrisposto a titolo di tributi
regionali;
c) agevolazioni per l'uso dei
trasporti di competenza regionale;
d) titoli di assoluta preferenza per
vittime individuate dalla presente legge nei bandi regionali, provinciali e
comunali che assegnano contributi di qualsiasi tipo in attuazione di politiche
abitative e di edilizia residenziale.
3. Per coloro che hanno riportato una
invalidità permanente, l'entità dei benefici può essere commisurata al grado di
invalidità, secondo quanto sarà stabilito nel regolamento attuativo.
4. La Giunta regionale, con
regolamento da adottarsi entro novanta giorni dall'entrata in vigore della
presente legge, definisce le modalità di attuazione e di erogazione dei
benefici previsti."
Art. 3
1. All'articolo 15 della legge
regionale n. 31 del 16 ottobre 2008, è aggiunto il seguente comma: "1 bis.
La Giunta regionale entro il 31 dicembre di ogni anno trasmette alle
Commissioni consiliari competenti la "Relazione annuale sullo stato di
attuazione della legge regionale n. 31 del 16 ottobre 2008", riferita
all'anno finanziario precedente."
Art. 4
1. L'articolo 16 della legge regionale
n. 31 del 16 ottobre 2008 è sostituito dal seguente:
"Art.
16
Norma
finanziaria
1. Agli oneri derivanti dalla presente
legge, quantificati per l'esercizio finanziario 2011 in Euro 450.000,00 si
provvede nei limiti della disponibilità già esistente all' UPB 7.2.01.02
(capitolo 72010206) dello stato di previsione della spesa dello stesso
bilancio.
2. Per gli anni successivi, alla
copertura finanziaria degli oneri previsti dalle presente legge, si provvede,
nei limiti consentiti dalla effettiva disponibilità di risorse autonome, con la
legge di approvazione del Bilancio della Regione e con la collegata legge
finanziaria che l'accompagna."
Art. 5
1. Alla Legge regionale n. 31 del 16
ottobre 2008, è aggiunto il seguente:
"Art.
17 bis
(Testimoni
di giustizia)
1. Ove consentito dalla vigente
normativa di settore, i benefici della presente legge sono estesi ai testimoni
di giustizia, la cui qualifica venga riconosciuta dalla Commissione ex articolo
10 Decreto legge 15 gennaio 1991, n. 8, e che comunque risultino estranei ad
ambienti e rapporti delinquenziali."
Art. 6
1. Il comma 2 dell'articolo 2 della
legge regionale 7 marzo 2011 n. 5 è abrogato.
Art. 7
1. La presente legge entra in vigore
il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale
della Regione.
Art. 1
1. Il comma 1 dell'articolo 14 della
legge regionale 18 luglio 2011, n. 24, è così modificato: "L'efficacia
della presente legge è sospesa in attesa dell'attuazione del piano di
rientro",
Art. 2
1. La presente legge entra in vigore
il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale
della Regione.
“Il Consiglio regionale
premesso che
la legge del 21 novembre 1991, n.
374 ha istituito la figura del Giudice di pace i cui compiti attengono
l’esercizio della giurisdizione
in materia civile e penale e la funzione conciliativa in materia civile;
le sedi del Giudice di pace su
tutto il territorio nazionale sono fissate per legge in 4.700 unità, ma
appena la metà sono ufficialmente attive ed operative;
dalla sua istituzione l’attività del
Giudice di pace ha determinato una accelerazione dei tempi della giustizia ed è
stata percepita positivamente dai cittadini che hanno visto risolversi le loro
controversie a livello locale;
lo schema del decreto legislativo
“Revisione delle circoscrizioni giudiziarie – Uffici dei Giudici di pace, a
norma dell’articolo 1, comma 2 della legge 14 settembre 2011, n. 148” approvato
dal Consiglio dei ministri nella seduta del 16 dicembre 2011 contiene il piano
di soppressione di un importante numero di uffici del Giudice di pace su tutto
il territorio nazionale determinato dalla necessità di riduzione dell’attuale
spesa di gestione della macchina burocratica collega alla giustizia;
in Calabria, gli uffici del Giudice di
pace che sono a rischio di soppressione raggiungono il numero di 51 unità e
sono in gran parte ubicate in comuni appartenenti ad aree interne della Regione;
la cessazione degli uffici del Giudice
di pace impoverisce ulteriormente territori già provati dalla spoliazione di
servizi essenziali alla cittadinanza;
tale soppressione priverebbe i
cittadini dell’adeguata tutela giudiziaria ed imporrebbe il ricorso a sedi
accorpate o a Tribunali dislocati lontano dal teatro delle controversie con il
conseguente aumento dei disagi e della spesa per gli utenti;
impegna
il governo regionale ed il Presidente della Giunta regionale ad attivarsi presso il Governo nazionale ed il Ministero della Giustizia affinché sia rivisto il piano di soppressione degli uffici del Giudice di pace e sia garantito ai cittadini un adeguato ed equo diritto alla giustizia su tutto il territorio regionale”
“Il Consiglio regionale
premesso che
è vivo nel ricordo della nostra
regione la tragedia della Fiumarella (Catanzaro) avvenuta mezzo secolo fa, nel
lontano 23 dicembre 1961, allorquando si verificò il deragliamento di un vagone
delle ferrovie Calabro-Lucane, oggi Ferrovie della Calabria, provocando 71
vittime e tanti feriti fra le popolazioni del Reventino e della Presila;
una pagina così drammatica della
storia calabrese, legata alle problematiche delle carenze infrastrutturali
della regione, deve spingere, conservandone la memoria, a operare per la
modernizzazione e la messa in sicurezza delle reti delle comunicazioni
regionali, oggi, purtroppo, dimenticate dal Governo nazionale e dalla stessa
Trenitalia, quest'ultima responsabile sempre più dell'abbandono delle tratte
ferroviarie meridionali;
appare doveroso ricordare, anche
attraverso un minuto di silenzio, le vittime della tragedia in occasione della
discussione della presente mozione;
impegna la Giunta regionale
a porre in essere una serie di
iniziative, attraverso l’assessorato regionale alla pubblica istruzione ed alla
cultura per ricordare nelle scuole calabresi una pagina drammatica della nostra
storia recente affinché gli studenti calabresi conservino la memoria del loro
passato e delle sofferenze patite dal popolo calabrese;
a rinnovare l’impegno per la salvaguardia
ed il potenziamento di una azienda, quale quella delle Ferrovie della Calabria,
che svolge strategicamente una funzione sociale imprescindibile per il
collegamento tra centri urbani ed entroterra, tenuto conto, peraltro della
politica riguardante il trasporto regionale messa in atto da Trenitalia, sempre
più penalizzante per la Calabria”.
“Il Consiglio Regionale,
premesso che
il Sistema infrastrutturale calabrese,
in particolare quello stradale, presenta da decenni gravissime criticità e
costituisce uno dei veri ostacoli allo sviluppo del nostro territorio;
il problema del miglioramento del
tracciato della S.S. 106 Jonica continua a rimanere un problema atavico e
irrisolto sia per il sostanziale scarso impegno di tutti i Governi che si sono
succeduti in questi decenni sia per l’insipienza della classe politica
calabrese;
nonostante lo sporadico impegno di
Parlamentari e Istituzioni locali, i risultati, anche per cause estranee al
cronico disinteresse della classe politica del Paese, sono stati fino ad oggi
assolutamente deficitari, mentre grandi investimenti infrastrutturali
continuano ad essere sistematicamente destinati ai problemi, non altrettanto
drammatici, delle aree forti del Paese;
nonostante le lodevoli iniziative del
Comitato di Comuni della fascia ionica calabrese, gli impegni, assunti nel
tempo dall'Anas, sono stati sempre disattesi, anche per lamentate carenze di
risorse destinate dai diversi Governi;
è venuto il momento di inquadrare il
problema della S.S. 106 in un nuovo contesto nazionale e internazionale in quanto,
da una parte, vitale per lo sviluppo dell'intera Regione Calabria ma anche per
le oggettive implicazioni con il sistema infrastrutturale del resto del Paese,
dall'altra perché il suo completamento influisce direttamente sul sistema dei
Corridoi Stradali Europei, in quanto cerniera importante tra il Meridione
d'Italia, e quindi tra il centro geografico del Mediterraneo e l'Europa
dell'Est;
ritiene ineludibile:
avviare un urgente, costruttivo ma
stringente confronto con i vertici dell'Anas per focalizzare lo stato attuale
degli interventi in corso sull'intera tratta e per avere un quadro realistico
dei finanziamenti necessari per il completamento dell'importante arteria
stradale;
promuovere un urgente incontro con i
rappresentanti del Governo al fine di conoscere le reali intenzioni
dell'Esecutivo del Paese in ordine al reperimento delle imponenti risorse,
ordinarie e/o straordinarie, che ancora sono necessarie per avviare il
completamento dell'opera.