IX^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
___________
28.
SEDUTA DI MARTEDI’ 20 DICEMBRE 2011
PRESIDENZA
DEL PRESIDENTE FRANCESCO
TALARICO E DEL VICEPRESIDENTE ALESSANDRO NICOLÒ
La seduta è aperta, si dia lettura del verbale della seduta precedente.
Legge il verbale della seduta precedente.
(E’ approvato)
Legge le comunicazioni.
(Sono
riportate in allegato)
Legge le interrogazioni e le interpellanze presentate alla Presidenza.
(Sono
riportate in allegato)
E’ pervenuta risposta scritta alle interrogazioni
numero 17 del 23 giugno
(Sono riportate in allegato)
Concluse le comunicazioni, se i colleghi prendono
posto, iniziamo i lavori del Consiglio regionale.
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Nicolò. Ne ha facoltà.
Presidente, chiedo
l’inserimento al primo punto all’ordine del giorno
del provvedimento amministrativo numero 157/9^ riguardante
il bilancio di previsione del Consiglio regionale per l’anno 2012.
L’onorevole Nicolò chiede
l’inserimento all’ordine del giorno del provvedimento amministrativo
numero 157/9^ riguardante il bilancio di previsione del
Consiglio regionale, prima di procedere con l’esame del bilancio di previsione
pluriennale regionale.
Pongo in votazione la
richiesta dell’onorevole Nicolò.
(E’ approvata)
Al primo punto all’ordine
del giorno, quindi, viene inserito il provvedimento amministrativo
numero 157/9^ riguardante il bilancio di previsione
del Consiglio.
Il primo punto all’ordine
del giorno recita proposta di provvedimento amministrativo numero 157/9^
d’Ufficio, recante: “Bilancio di previsione del Consiglio regionale per
l’esercizio finanziario
Prego, onorevole Nicolò.
Brevemente, Presidente,
per illustrare all’Aula il bilancio della stessa
massima Assise calabrese che è il
frutto di un lavoro che ha visto, sì, impegnato l’Ufficio di Presidenza, ma
responsabilmente nel tempo anche
Una politica dei tagli che porta a una riduzione da 79 milioni
di euro a 73 milioni di euro e quindi un bilancio che guarda fortemente al
contenimento della spesa.
In questo contesto, ribadisco l’approvazione dello
stesso alla unanimità dell’Ufficio di Presidenza e della stessa conferenza dei
capigruppo stamani, ci tengo a precisare che la riduzione riguarda tutti i
comparti, come potete riscontrare nei vari capitoli. C’è solo un incremento di
spesa che è previsto per il finanziamento al “progetto stage”. Un finanziamento
del quale si è fatto carico il Consiglio
regionale.
Dopo questa breve relazione sottopongo all’Aula
l’approvazione dello stesso documento contabile.
Dopo la relazione dell’onorevole Nicolò, Vicepresidente
del Consiglio regionale, che peraltro è allegata anche agli atti del bilancio
del Consiglio, si sono già tenuti Ufficio di Presidenza e Conferenza dei
capigruppo, pongo in votazione il provvedimento
amministrativo numero 157/9^ riguardante il
bilancio di previsione del Consiglio regionale per l’anno 2012.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Si passa adesso al secondo
punto all’ordine del giorno che recita proposta di legge numero 280/9^ di iniziativa della Giunta regionale,
recante: “Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e
procedurale (Collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2012) art.
3, comma 4 della legge regionale n. 8/2002”.
Prego i colleghi
di prendere posto. L’onorevole Fedele,
relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.
Grazie. Presidente.Egregi
colleghi nell’aprire la discussione sulla manovra di bilancio
2012 voglio offrire un contributo in merito alle linee operative e agli
indirizzi seguiti dalla Giunta regionale nel
predisporre la proposta del documento contabile presentato oggi all’Assemblea e
già approvato dalla competente Commissione bilancio.
La premessa necessaria all’esame del provvedimento è
rappresentata dalle condizioni di contesto: è nota a tutti la situazione di grave crisi
economico-finanziaria che investe l’Europa
e ripercuote i suoi effetti sul versante della spesa pubblica.
Lo Stato, le Regioni e gli enti locali sono coinvolti
nella crisi determinata dall’alterazione di variabili macroeconomiche e ne
subiscono le conseguenze anche per effetto di politiche di spreco portate
avanti negli anni passati.
Ciò è più che mai vero per
In numerose occasioni, l’assessore Mancini ha avuto modo
di sottolineare la gravità del disavanzo che storicamente contraddistingue il bilancio
regionale con una disponibilità di risorse autonome ed insufficienti a far fronte
ad una spesa regionale difficilmente comprimibile senza adeguati correttivi e
soprattutto senza l’avvio di un processo di riforma della spesa con interventi
di natura strutturale.
Questa necessità ha assunto un ulteriore significato
alla luce delle novità introdotte dalle due manovre finanziarie approvate dal Governo
in estate, i cui contenuti incidono profondamente sul bilancio regionale
limitando, ulteriormente, la disponibilità delle risorse trasferite dallo Stato
nonché i limiti di spesa consentiti dalle Regioni per assicurare il rispetto
del Patto di stabilità.
Le riforme estive e l’ultimo decreto “Salva Italia”,
infatti, non hanno portato all’auspicata inversione di marcia rispetto alle
decisioni assunte col Decreto Tremonti 2010. Il bilancio 2012, pertanto, sarà
condizionato ancora una volta dai tagli e dai trasferimenti statali disposti
con la legge numero 122/2010 relativi
alla gran parte dei fondi normalmente trasferiti dallo Stato a titolo “Bassanini”
e altri trasferimenti ordinari, fino ad adesso serviti per il finanziamento di
funzioni e servizi essenziali.
Nelle linee operative del Governo Monti si intravede
qualche segnale in controtendenza, come il recupero delle risorse sul trasporto
pubblico locale e maggiori spazi di spesa sul Patto, ma le condizioni in cui
operare restano difficilissime, soprattutto per gli effetti di un sistema
ereditato da 40 anni di regionalismo nei quali le politiche di spesa non sono
state accompagnate da corrispondenti ed adeguate azioni sull’entrata.
La situazione del Patto di stabilità, in particolare,
resta il vero problema delle Regioni del Mezzogiorno, dal momento che produce
conseguenze sulle politiche di crescita della Regione da realizzare attraverso
l’impiego dei fondi comunitari, visto il ristretto spazio finanziario entro cui
operare.
Proprio per tale aspetto, il bilancio 2012 è in qualche
modo un bilancio figlio del Patto di stabilità, in quanto tutta una serie di
previsioni di spesa, seppur dotate di adeguato stanziamento in bilancio, non
possono materialmente trasformarsi in spesa.
Malgrado ciò
L’elemento che contraddistingue il bilancio 2012 sta nel
fatto che si tratta del primo documento contabile ad essere approvato secondo i
criteri imposti dalla legislazione nazionale che fissano nel 2014 l’anno ics per l’avvio di tutta una serie di
rivoluzionarie novità.
Dal 2014, infatti, sarà obbligatorio il pareggio di bilancio e sempre nel 2014 entrerà in vigore a pieno
regime il federalismo fiscale e le norme che introducono il principio di armonizzazione
dei bilanci ed il bilancio consolidato.
Per tali ragioni la discussione sul bilancio di previsione
2012 deve necessariamente aprire l’orizzonte anche agli assetti finanziari
degli anni successivi, così da fare in modo che l’amministrazione Scopelliti
sia in linea con le altre Regioni nel processo di riforma avviato.
Per raggiungere il pareggio di bilancio,
Il risultato di tale azione è il bilancio nettamente più
equilibrato di quello degli anni precedenti che pone argine al fenomeno
dell’incremento delle spese.
Certo, un risultato di questo tipo determina dei
sacrifici. Sacrifici da parte dei destinatari delle leggi di spesa che dovranno
fare i conti con stanziamenti più contenuti rispetto ai fabbisogni
determinatisi nel corso degli anni.
Ma sacrifici anche per i destinatari dei tributi regionali
chiamati a concorrere responsabilmente e a sostenere il sistema Calabria in un
quadro di assoluta discontinuità rispetto ad un passato che ci restituisce
aliquote di imposte ferme da decenni, tributi mai riscossi e scarsa attenzione
al preoccupante fenomeno dell’evasione.
Entrata e spesa, dunque, dovranno incontrarsi in un
punto di equilibrio reale. Tale punto di equilibrio fissato per il 2012 al livello
di 800 milioni di entrate libere e spese autonome dovrà ulteriormente scendere
negli anni successivi: è in ciò che il bilancio che l’Aula si appresta a
discutere rappresenta un virtuoso anello di congiunzione verso il pareggio effettivo.
Un pareggio in cui non ci saranno più fabbisogni di spesa che non trovano copertura
finanziaria.
Il bilancio
E’ infatti fuori da ogni dubbio il fatto che le
potenzialità delle entrate tributarie regionali siano decisamente più alte
rispetto agli attuali livelli. Pertanto non era più procrastinabile l’avvio di
un’azione mirata a valutare il potenziale di entrata tributaria e quindi
l’attuale gap di riscossione della Regione
Calabria per poi prevedere tutti gli interventi necessari per avviare le
necessarie attività di accertamento e riscossione dei tributi.
Al riguardo, con il Collegato al bilancio viene disposta
la rideterminazione degli importi della tassa di circolazione per i veicoli
storici; l’istituzione del catasto delle utenze idriche concernente le
concessioni regionali di derivazioni di acqua; la rideterminazione sulla
imposta delle concessioni marittime ad uso turistico e della tassa sulle
concessioni regionali; l’adeguamento del tributo per il deposito in discarica
dei rifiuti solidi; il miglioramento degli aspetti procedurali in materia di
imposta regionale sulla benzina per autotrazione e l’istituzione dell’imposta regionale
sulle emissioni sonore degli aeromobili.
Alcuni sacrifici connessi a queste scelte in materia
tributaria voglio sottolineare che riguardano contribuenti che in Calabria non
hanno mai pagato a differenza di quanto previsto dalle altre Regioni del Mezzogiorno.
Come già sottolineato prima per far fronte al fabbisogno
finanziario inerente alla copertura delle spese a legislazione vigente, escluse
quelle ulteriori previste da eventuali norme e nuove leggi di spesa,
occorrerebbe al momento disporre in termini di risorse autonome di circa 1.050 milioni
di euro.
Ciò rappresenta un disavanzo che può essere definito
ormai strutturale, per curare il quale è necessario proseguire nell’azione di
contenimento della spesa già avviata dall’amministrazione Scopelliti.
Tale obiettivo presuppone, naturalmente, una azione di
taglio a valere della spesa finanziata dalle leggi alla quale con rigore il bilancio
di previsione
La manovra tuttavia non ha seguito l’impostazione
dei tagli lineari ma le riduzioni di spesa sono state effettuate tenendo conto
della natura degli stanziamenti.
I capitoli destinati a finanziare i settori sensibili
come le politiche sociali, gli enti strumentali con elevato volume di personale
ed i trasporti, sono stati assoggettati a tagli di natura decisamente più
contenuta rispetto ad altri settori nella consapevolezza di poter intervenire
su specie difficilmente comprimibili e connessa a situazione di allarme
sociale.
Sulla base di tale linea operativa il bilancio della Regione
riserva la dovuta attenzione alle categorie sociali più deboli dal momento che,
ad esempio, 70 milioni di euro sono destinati per il lavoro e il precariato, di
cui 32,5 milioni per gli Lpu e 18 milioni per l’ex
fondo sollievo e 9,5 milioni e 7 milioni di euro per altro precariato.
Nel bilancio sono previsti, inoltre, 53 milioni di euro
quali quote a carico del bilancio regionale per il comparto di spesa inerente
alle attività di forestazione che dovrebbero essere sufficienti insieme ai 160 milioni
di euro stanziati dalla legge finanziaria dello Stato per l’anno 2010 anche
grazie all’attivazione secondo quando sostenuto dal dipartimento
dell’agricoltura e l’istituto della Cassa integrazione per due mesi per il
periodo invernale che dovrebbe comportare un risparmio di almeno 35 milioni di
euro.
Questa sui forestali può dirsi una importante azione di
riforma strutturale della spesa realizzata dalla Giunta Scopelliti. Mantenimento
dei livelli essenziali, dunque, insieme a rigore nella spesa.
In proposito una attenzione particolare è stata prestata
nel bilancio 2012 alla riduzione delle spese di funzionamento che dopo un trend decrescente hanno ripreso a salire
a causa dell’aumento del costo del personale, dei fitti, luce, telefono e gas.
Le spese di funzionamento sono state ridotte del 15 per
cento ed è questo un importante segnale di virtuosità. In tale ottica il bilancio
2012 rappresenta una tappa ulteriore nel percorso di riduzione dei costi della
politica già avviata in Consiglio regionale con la recente legge relativa ai
vitalizi, consulenti e strutture.
Lo stesso bilancio del Consiglio regionale che abbiamo
approvato da qualche minuto ne è testimone in quanto sono stati già ridotti 6 milioni
di euro rispetto al bilancio precedente.
Le riduzioni di spesa effettuate, infine, hanno
determinato anche una redistribuzione dei finanziamenti per avviare il percorso
di soluzione di alcuni problemi strutturali come quello delle Rsa per il quale
Inoltre
In tale direzione sono state stanziate nuove risorse per
l’area di Gioia Tauro da destinare ad un programma di incentivazione alle
imprese del valore di 8 milioni di euro.
Importanti risorse sono state destinate al settore
agricolo della piana di Sibari, 3,5 milioni da destinare allo sviluppo delle
imprese agricole.
E’ stato istituito un fondo regionale per le attività
produttive di oltre 5 milioni di euro ed incrementata la disponibilità di
risorse per lo sviluppo turistico attraverso la promozione territoriale con
voli e compagnie aeree in grado di portare in Calabria nuovi visitatori
finanziando con 3 milioni di euro e più la legge charter per portare più
turisti in Calabria.
Concludendo è un bilancio innovativo che nell’area della
crisi coniuga rigore sicuramente, perché è necessario, ma insieme anche
crescita nel segno dell’azione intrapresa dall’amministrazione della Giunta Scopelliti.
Conclusa la relazione del relatore al bilancio, onorevole Fedele,
procediamo con la relazione dell’assessore Mancini.
Se ci sono colleghi che
intendono intervenire possono prenotarsi recandosi ai banchi della Presidenza.
Grazie, signor Presidente,
anche quest’anno, per la seconda volta consecutiva in questa nona legislatura, l’ultima seduta dell’anno del Consiglio regionale è
dedicata all’esame ed all’approvazione del bilancio di previsione della legge
finanziaria e del collegato normativo ad essa connesso.
E’ un risultato importante
che, insieme al rispetto del target di
spesa dei fondi strutturali richiestoci dalla Unione europea ed insieme al
rispetto del Patto di stabilità
impostoci dal Governo nazionale, colloca la Calabria tra le Regioni virtuose nel nuovo
scenario.
E’ un risultato importante
che dà lustro a tutta quanta l’Istituzione regionale, a tutti coloro i quali –
a prescindere dalle funzioni che occupano – sono stati chiamati a
rappresentarla. E’ un risultato di cui ritengo che tutti quanti dobbiamo essere
orgogliosi.
Per questo mi sia
consentito di ringraziare i colleghi della Giunta regionale per il lavoro che
hanno svolto in questa fase di preparazione ai documenti contabili, ai colleghi
di maggioranza, ad iniziare dal relatore, onorevole Fedele, che ha esposto, da
par suo, il contenuto della manovra, che hanno condiviso e sostenuto con lealtà
il nostro lavoro; ma anche ai consiglieri delle forze di opposizione che, pur
non rinunziando a far conoscere il loro pensiero e ad esprimere le loro
critiche, hanno condiviso il percorso temporale che tutti quanti noi, insieme,
ci siamo prefissati.
Mi sia consentito, poi,
ringraziare il Presidente del Consiglio regionale, onorevole Franco Talarico,
che in un momento difficile ha deciso di condurre i lavori della Commissione bilancio
e, grazie alla sua guida, alla sua collaborazione e al suo sostegno, siamo oggi
ad affrontare l’esame del Consiglio.
Grazie, signor Presidente, non tanto dalla mia modesta
persona, ma ritengo anche dal Presidente della Giunta regionale, da tutta la Giunta
regionale e da tutti quanti noi per il contributo importante, positivo e
propositivo che lei ha voluto fornirci.
Colleghi, viviamo un momento difficile. E’ nota a tutti
la situazione di grave crisi finanziaria che investe l’Europa e, più in generale, la Comunità internazionale e che
ripercuote i suoi effetti sul versante della spesa pubblica.
Lo Stato, le Regioni e gli enti locali sono coinvolti
nella crisi e lo è anche la Calabria.
Questa crisi, purtroppo, rende ancora più difficili le possibilità
di manovra e di azione della nostra Istituzione che al suo insediamento ha
ereditato una situazione complessa e, per certi aspetti, drammatica, dovuta
alla mancata copertura finanziaria delle uscite autorizzate dai provvedimenti
legislativi o legate ad obbligazioni giuridicamente vincolanti già venute in
essere nei confronti dei beneficiari.
In questo contesto ci muoviamo e siamo chiamati a fare
le nostre scelte, avendo come bussola e come obiettivo finale quello di
raggiungere il pareggio di bilancio entro il 2014, come ho già avuto modo di
esprimere nella relazione al documento di programmazione economica e
finanziaria che rappresenta, appunto, la summa
delle politiche economiche e finanziarie di bilancio della Regione Calabria.
E’ un obiettivo che dobbiamo ottenere nella declinazione
triplice della spesa, pari alle entrate senza ricorrere all’indebitamento e
insieme con la introduzione della competenza finanziaria, cioè la previsione di
quelle risorse che effettivamente si potranno spendere e, poi, del bilancio
consolidato che, siamo convinti, porterà alla luce il livello di indebitamento
degli Enti strumentali delle Società partecipate.
Per arrivare a questo obiettivo, il pareggio di bilancio,
per il 2012 la Calabria potrà contare su 800 milioni di euro di risorse
cosiddette disponibili -è stato ben evidenziato nella relazione del relatore, onorevole
Fedele.
Considerate – i colleghi ricorderanno – che l’anno
scorso, nel 2010, discutevamo di come allocare 870 milioni, quest’anno dobbiamo
fare i conti con 70 milioni di euro in meno rispetto all’anno passato.
E’ questo il quadro nel quale ci muoviamo. Un bilancio
che vale 9 miliardi di euro che, però, al netto dei fondi comunitari, dei fondi
strutturali, della parte dedicata alla sanità, vale 800 milioni rispetto alle
risorse cosiddette disponibili.
Rispetto a questo quadro di complessità nazionale, di
difficoltà, l’Amministrazione, guidata dal Governatore Scopelliti, non ha scelto la strada di arrivare a dei tagli
generalizzati e cosiddetti lineari, ma, al contrario, ha deciso, da una parte,
di aggredire le emergenze presenti sui nostri territori, tentando di dar loro
una risposta compiuta, precisa e positiva.
Dall’altra la nostra amministrazione
ha deciso, insieme, di fornire risposte a quell’esigenza di crescita presente
nella nostra Comunità.
Per questo da una parte
abbiamo allocato, in qualche modo, risposte per il sociale: 70 milioni di euro
al lavoro, al precariato. Abbiamo allocato 15 milioni di euro, offrendo,
finalmente, risoluzione all’annosa questione che riguarda le RSA, stanziando
fondi importanti che risolvono, una volta per tutte, l’annosa questione delle
rette per il settore socio-sanitario.
Dall’altra, insieme, abbiamo
offerto un avvio di risoluzione in prospettiva al settore della forestazione.
Sono quei due buchi neri che
abbiamo colmato. Da una parte, la vicenda che riguarda il sociale e le
strutture socio-sanitarie e, dall’altra, la forestazione che, col combinato
disposto dell’allocazione delle risorse in bilancio e dell’accordo sottoscritto
dal Presidente Scopelliti, dall’Assessore delegato, Trematerra,
e della mia modesta persona, insieme alle organizzazioni sindacali ed insieme
alla riforma che è in discussione in questi giorni, in questo periodo, in Consiglio
regionale, definisce una prospettiva di risoluzione rispetto a questo quadro,
conosciuto per la sua difficoltà storica.
Da una parte, quindi,
risposte alle emergenze sociali, proposte risolutive rispetto ai due grandi
buchi neri del bilancio, ma, dall’altra, anche interventi mirati rispetto alla
crescita che vanno ad affiancarsi alla corretta predisposizione delle risorse
europee dei fondi strutturali.
Anche lì, il collega ed amico
Fedele ha tratteggiato i contorni della manovra. Sta a me, in qualche modo,
andare per flash ed evidenziare la posta di bilancio per 8 milioni di
euro per l’area di Gioia Tauro, per 3,5 milioni di euro per la piana di Sibari
e per le imprese agricole che lì vi operano, per 5 milioni di euro allocati per
le attività produttive che consentiranno di rafforzare la collaborazione con
nuove compagnie aeree che dovranno servire il territorio regionale e, con esse,
i 3,5 milioni di euro che andranno a supportare i nuovi voli charter per
consolidare, rafforzare ed aumentare la presenza turistica, non solo nella nostra
Regione.
Questi interventi che minano
e puntano a rafforzare il percorso di crescita della nostra Comunità regionale
si aggiungono, poi, ad un nuovo mutuo di 4,5 milioni di euro per la
realizzazione di nuove opere pubbliche predisposte e definite per indicazione
dal collega Gentile.
Da una parte abbiamo
aggressione rispetto alle emergenze; dall’altra, investimento per la crescita,
il tutto accompagnato dal rigore che, mai come in questa fase di difficoltà, è
richiesto a tutti coloro i quali hanno l’onore di rappresentare le nostre
Istituzioni.
Prima il collega, Vicepresidente,
Nicolò, ha informato dell’importante lavoro posto in essere dall’Ufficio di
Presidenza, in fase di approvazione del bilancio del Consiglio regionale che va
nella direzione marcata rispetto alla compressione delle spese.
A questo elemento aggiungerei
l’indicazione del percorso di compressione delle spese che riguardano il funzionamento
adottate con questo bilancio che raggiunge, addirittura, il 15 per cento e che
tocca dei picchi molto elevati rispetto alle voci che riguardano proprio la
Presidenza della Giunta regionale che supera, addirittura, il 30 per cento in
meno rispetto all’anno precedente.
In conclusione, colleghi, nel
quadro fornito e con le poche risorse a nostra disposizione, riteniamo di avere
svolto un buon lavoro e di presentare oggi all’esame dell’Aula un buon
provvedimento dal punto di vista politico, economico e finanziario.
Noi tutti siamo,
naturalmente, aperti ai contributi migliorativi che dovessero pervenire oggi
attraverso le proposte emendative in quest’Aula. Contributi da parte di tutti,
anche quelli delle forze di opposizione.
Così come abbiamo fatto in Commissione,
dove dei 19 emendamenti approvati, 9 portavano la firma dei colleghi di opposizione.
Questo a testimoniare, quindi, la nostra apertura nei confronti di un percorso
che deve necessariamente arrivare all’approvazione del documento contabile.
E’ del tutto evidente, però,
che 800 milioni di euro sono le risorse allocate e questi 800 milioni devono essere
le risorse con cui, insieme, definire l’allocazione.
Ben vengano le proposte
emendative, ma è evidente che tali proposte devono essere ispirate dalla
volontà di lasciare invariati i saldi.
Da questo punto di vista mi
permetto di chiedere di anticipare la richiesta dell’Esecutivo di ritirare
tutti quegli emendamenti che comportano un aggravio di spesa e che, sol per
questo, non possono essere né esaminati né, di conseguenza, approvati.
Alcuni colleghi hanno
presentato tutta una serie di emendamenti il cui costo comporterebbe una nuova
manovra del Governo Monti…!
Consiglierei, di conseguenza,
il ritiro. E’ questo lo spirito col quale abbiamo affrontato questa manovra, la
fase dell’approvazione, della discussione in Commissione, e, oggi, della
discussione in Consiglio.
Mai come in questo momento i
calabresi si aspettano da noi, dalla Giunta, dalla maggioranza e dal Consiglio
serietà. Sono convinto che questa serietà, che ha contraddistinto i nostri
lavori in questa fase, consentirà, anche in queste ore, di arrivare a tagliare
il traguardo della approvazione di questo bilancio che, come dicevo in apertura
del mio breve intervento, dà lustro a tutta l’Istituzione, a prescindere dalle
funzioni che ognuno di noi è chiamato ad esercitare e consentirà, ad iniziare
dal 2 gennaio prossimo, di poter liquidare quei tanti pagamenti che tanti
calabresi aspettano e che, purtroppo, siamo stati obbligati a bloccare per
rispettare i vincoli molto stretti e complicati del Patto di stabilità.
Ritengo che in questo momento
di difficoltà i calabresi si aspettano da tutti quanti noi anche questa
risposta che mi auguro possa essere positiva. Grazie.
Grazie all’assessore Mancini
per la relazione che si è aggiunta a quella dell’onorevole Fedele.
Conclusa questa prima fase possiamo
passare al dibattito generale.
Ricordo i termini temporali
che sono di 10 minuti per intervento nel dibattito generale.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Censore. Ne ha facoltà.
Grazie per la parola,
signor Presidente. Come gruppo del Partito
democratico vogliamo, chiaramente, entrare nel
merito di questo bilancio, anche perché è il primo vero bilancio che ci interessa perché nella scorsa legislatura,
fino ad aprile, governava il centro-sinistra.
Avremmo voluto poter dire, signor
Presidente, che il senso di consapevolezza intorno alla pesante crisi ci avrebbe
potuto condurre ad una condivisione delle scelte inserite in questo bilancio,
nel momento storico che attraversa il Paese, che è un momento in cui si discute
di responsabilità politica, di condivisione dell’azione di programmazione
economica e finanziaria, anche in Calabria.
Lo ricordava l’assessore
Mancini. Molti nostri emendamenti sono passati e, quindi, c’è stata una
apertura da parte vostra per migliorare alcuni aspetti del bilancio ma
l’apertura è stata scarsa, anche perché la maggioranza ha deciso di blindare
questo bilancio rispetto al quale i calabresi aspettano risposte vere e
concrete alle tante emergenze che vive la nostra Regione.
Certo, parlavo di responsabilità
prima e devo, chiaramente, riconoscere che le manovre del Governo nazionale hanno
pesantemente ridotto i tagli a favore delle Regioni.
La dotazione di risorse
libere è minore rispetto allo scorso anno di ben 70 milioni di euro ma rispetto
a questo rimangono discutibili alcune scelte operate sulle previsioni di spesa
del bilancio. Scelte, operate da parte di questo Governo, che non aggrediscono
i problemi che riguardano il lavoro, i trasporti, la forestazione, la protezione
civile, gli emolumenti per i lavoratori delle Comunità montane, le strutture
accreditate che da tempo hanno lanciato un grido di allarme poiché le banche
hanno chiuso i rubinetti e per questo non possono attingere ai fidi bancari.
Pensiamo che la situazione
sia davvero grave, che ci sono gravi difficoltà e che, purtroppo, un bilancio
ingessato e burocratico non può risolvere i problemi se non interviene
tagliando costi inutili e incrementando le risorse destinate alle priorità
territoriali.
Le scelte operate dalla Giunta
regionale non ci lasciano, purtroppo, intravedere queste possibilità; non si
vedono aiuti alle famiglie. Perché parlo delle famiglie? Perché le famiglie,
purtroppo, a seguito del decreto “Salva Italia” sono costrette ancora a subire
il peso della imposizione.
Il gruppo del Partito
democratico è consapevole di tutte le difficoltà che ci sono, ma da parte di
questa maggioranza non c’è alcuna volontà a ridisegnare un nuovo quadro della
finanza sia in termini di spesa sia in termini di finanza.
Perché dico questo? Avreste
dovuto avere il coraggio di tagliare enti inutili e carrozzoni, invece in
questo bilancio vediamo resuscitare Fincalabra alla quale si dà la possibilità
di acquisire nuove partecipazioni finanziarie. In questo bilancio vediamo la
costruzione di nuovi carrozzoni, la creazione di società in house per la gestione della “Fondazione calabresi nel
mondo”.
In questo bilancio non
vediamo la messa a valore del patrimonio. In questo bilancio l’attività del
patrimonio è fissata in soli 3 milioni di euro. E voi pensate di far cassa
attraverso una delibera che avete fatto nell’ultima seduta di Giunta regionale
attraverso la quale vendete i beni di questa Regione!
Non si va avanti così, signor
Presidente, perché secondo me non avete cultura di governo. Il centro-destra è
imploso tra mille contraddizioni, è incapace di andare avanti e di governare
questa Regione. Non è possibile che cancelliate voi stessi e che vi
sconfessiate giorno per giorno.
Nel bilancio dello scorso
anno avevate appostato 10 milioni di euro per le famiglie bisognose, ma avendo
tenuto conferenze stampa, guarda caso, i 10 milioni di euro e gli interventi
sono finiti nel nulla.
Sempre nel bilancio
dell’anno scorso, all’articolo 1 avevate inserito una importante azione di
contrasto alla criminalità, prevedendo soldi per la videosorveglianza, per
aiutare i tribunali ed i presidi delle forze dell’ordine.
Ebbene, in questo bilancio,
cancellando queste norme, avete cancellato voi stessi. Una cosa è cancellare le
norme del passato e un’altra è cancellare gli interventi che avete sbandierato
e propagandato ai sette venti.
Il fatto è che il tappo è
saltato veramente e lo dimostra anche la vicenda di Catanzaro con le dimissioni
del Sindaco Traversa. Il centro-destra è in affanno, lo ha percepito la gente e
lo percepiscono i calabresi perché, ad oggi, abbiamo letto sui giornali anche
la nuova graduatoria che si aggiunge all’altra relativa al bando della edilizia
popolare.
Adesso ci troviamo col
paradosso di avere in Calabria due graduatorie, e non parliamo di una cosa di
poco conto, ma di 150 milioni di euro, che, messi a regime, avrebbero fruttato
1 miliardo di euro. Soldi che aspettavano le imprese per poter avviare lavori,
le famiglie, che aspettavano di poter ricevere un alloggio, quando, invece,
rispetto a tutto questo, il 18 gennaio si pronuncerà il Consiglio di Stato.
In questo bilancio
continuate la proroga del commissariamento di Arssa
ed Afor, nonostante abbiate sbandierato ai sette venti la riforma della forestazione
che versa in uno stato di difficoltà, tanto è vero che non ci sono gli emolumenti
per garantire i lavoratori dei Consorzi di bonifica, quelli dell’Afor, quelli
del fondo sollievo, i sorveglianti idraulici. Non ci sono i fondi per i lavoratori
delle Comunità montane; questa riforma, quindi, stenta a partire.
In questo bilancio, invece,
avete inserito, guarda caso, perché vi piace la propaganda, che entro 60-90
giorni, non ricordo quant’è, farete una ricognizione puntuale e precisa degli
Enti strumentali.
Non sono come “lo smemorato
di Collegno” ma, guarda caso, questa postilla era già stata sollevata quando
abbiamo tagliato i costi alla politica. C’era stato, allora, l’impegno da parte
vostra che entro 90 giorni avreste operato una ricognizione degli Enti
strumentali; ma voglio essere “lo smemorato di Collegno”! E dico che l’avete
presentata nuovamente perché dovete mettere un po’ di fumo a questo bilancio.
Vorrei continuare, però, in
maniera ordinata in questa mia disamina relativa al bilancio.
Avete programmato,
giustamente, dico io, 8 milioni di euro per intervenire su una zona in crisi
che è quella di Gioia Tauro.
Plaudiamo a questa
previsione perché anche noi ci siamo più volte spesi per la zona di Gioia Tauro,
ma avremmo preferito che per questi interventi si utilizzassero i fondi
comunitari, non le risorse ordinarie di bilancio.
Questo fatto, invece,
certifica tutt’altro. Signor Presidente Talarico, le chiedo, cortesemente, di
ristabilire un po’ di ordine in sala perché mi pare che questo non sia il modo
di discutere di ciò che riguarda il futuro dei calabresi.
Se si devono fare le
comunelle si sospende la seduta, si facciano le comunelle e, poi, ricomincia la
seduta.
Prego gli onorevoli colleghi
di tornare a sedere.
L’altra volta abbiamo abbandonato l’Aula perché quando c’è stata la discussione sulla sanità il Presidente
Scopelliti
se ne era andato.
Oggi, mentre discutiamo del futuro dei calabresi, si è
venuta a creare una comunella intorno al Presidente Scopelliti. E’ una mancanza
di rispetto per la opposizione.
Onorevole Censore, è già un minuto oltre, ma le concedo
un altro minuto. Concluda il suo intervento. Prego, però, i colleghi di
prendere posto, cortesemente. Vale per l’intervento dell’onorevole Censore e
per tutti gli interventi che ci saranno in futuro, altrimenti sospendo la
seduta e l’aggiorniamo al prossimo anno.
Prego i colleghi di stare al loro posto così
continuiamo, chi vuol parlare si accomodi fuori.
Prego, onorevole Censore, ha un altro minuto a sua
disposizione. Ha già parlato 12 minuti.
Grazie, ma ho avuto
l’onore da parte del mio gruppo di
esserne il portavoce e, siccome abbiamo senso di responsabilità, parlerò io e
qualche altro collega.
Ritengo, quindi, di potere
sforare, poi, è Natale e penso che qualche minuto in più si possa concedere
come dono.
Dicevo che stavo parlando
di Gioia Tauro e dicevo che questo intervento è stato previsto con risorse
ordinarie.
Volevamo sapere a che
punto è l’Apq di Gioia Tauro perché anche sull’Apq di Gioia Tauro ci erano state date ampie rassicurazioni
sulla partenza di Gioia Tauro.
Siccome siamo adusi a
leggere giornalmente la stampa, gradiremmo avere qualche informazione nel
merito, considerato che non abbiamo trovato notizie.
Per stringere, Presidente, il gruppo del Partito
democratico avrebbe voluto un bilancio
proiettato verso la crescita e con una visione strategica del futuro. Abbiamo
trovato, invece, un documento asettico e privo di prospettive dove manca la
questione basilare. La questione basilare in questa Regione Per noi rimane il
lavoro e, di conseguenza, i disoccupati.
In questo bilancio non c’è
un rigo per i disoccupati, per il lavoro. La situazione rimane drammatica dal punto di
vista sociale e, quindi, secondo me, vanno
previsti dei tagli.
Questo bilancio va
riqualificato e ci vuol coraggio per far questo! Solo così, solo se si ha
coraggio si porterà un’azione riformatrice che sarà salutare per la nostra
Regione.
Signor Presidente, abbiamo
presentato degli emendamenti che richiedono maggiori garanzie per gli operai
che lavorano nella forestazione, anche perché svolgono un importante
compito rispetto alla messa in sicurezza del territorio contro il dissesto
idrogeologico.
Chiediamo anche maggiori risorse non solo per i
lavoratori ma anche per i trasporti, per i servizi socio-assistenziali. C’è
ancora una nostra volontà a condividere con voi un percorso, prima della
discussione degli emendamenti.
Se questo non ci sarà, se non ci saranno i correttivi,
questa manovra, chiaramente, sarà foriera di squilibri economici, sociali,
squilibri che potrebbero portare danni irreparabili alla Regione in comparti
delicati e decisivi.
Per questa ragione, signor Presidente, se non ci sono le
opportune modifiche, senza quindi la dovuta responsabilità della maggioranza di
correggere le proprie scelte, il gruppo del Partito
democratico voterà contro quello che potrebbe rilevarsi il peggiore bilancio
dell’ultimo decennio. Grazie.
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Imbalzano. Ne ha facoltà.
Signor Presidente del Consiglio,
signor Presidente della Giunta, signori colleghi, desidero, preliminarmente,
dare atto all’assessore Mancini di un grande ed intelligente impegno supportato
da un dipartimento altrettanto valente che ha recepito, sicuramente, le
indicazioni politiche del Presidente Scopelliti. La sua manovra è nel solco la
sua manovra tracciato dall’attuale maggioranza
a partire dalla manovra di assestamento del luglio 2010.
Un lavoro che a me, caro onorevole Censore, appare assai
responsabile perché coniuga rigore inevitabile, ineludibile ma anche grande
attenzione all’efficienza al fine di rendere la spesa regionale la più
produttiva possibile. E non solo quella che naturalmente – penso alle risorse
comunitarie – è volta agli investimenti.
Il suo è stato sicuramente un compito non facile proprio
come diceva, poc’anzi, in quanto
inserito in un contesto nazionale ed internazionale del tutto
eccezionale.
E’ noto a tutti che il Paese vive ormai da mesi sul
ciglio di un baratro con rischi drammatici per i risparmi delle famiglie
italiane e anche calabresi.
Una manovra obbligata ad accentuare la correzione di
rotta avviata fin dal luglio 2010. Una correzione di rotta che nelle dinamiche
che per anni, dico da sempre, hanno caratterizzato l’andamento della spesa
pubblica regionale a fronte di risorse autonome oggi assai risicate.
Ne abbiamo avuto contezza esaminando la bozza di bilancio
in seconda Commissione in questi giorni ed anche ieri esaminando il bilancio
del Consiglio regionale in seno al Comitato di controllo contabile.
Per questo, il bilancio che stiamo esaminando, cari
colleghi, è un bilancio per molti aspetti obbligato ad adottare misure idonee a
conseguire il rispetto del patto di stabilità interno. Continuando quegli
interventi di carattere strutturale che hanno invertito in poco più di 18 mesi
una tendenza troppo prolungata soprattutto per quanto riguarda i bilanci degli
enti sub-regionali. Prolungata e votata allo sperpero e agli sprechi, quindi un
bilancio idoneo ad avviare quel processo che deve portare al raggiungimento,
entro il 2014, di un pareggio effettivo di bilancio non virtuale al di là dello
stesso limite legislativo che ormai è insuperabile.
Quindi una manovra orientata ad un utilizzo più che mai
razionale delle risorse autonome, parallela anche al raggiungimento degli
obiettivi che sono in corso di raggiungimento per quanto riguarda l’utilizzo
dei fondi comunitari sia Fse che Fesr,
sia in termini di impegno che di rendicontazione della spesa.
Faccio una considerazione anche di carattere tecnico,
non avulsa rispetto alla discussione che stiamo facendo: devo esprimere un apprezzamento
anche per la decisione politica di anticipare i primi adempimenti mirati a
rendere coerente l’ordinamento contabile regionale con i nuovi principi in tema
di finanza pubblica che pure sono imposti dalla legge 118/2011 che ha prescritto
ormai di armonizzare gli schemi di bilancio ed i sistemi contabili di tutte le
autonomie locali senza aspettare il 2013 e senza correre il rischio di andare
fuori tempo massimo.
E’ ormai prossima l’approvazione degli ultimi decreti
attuativi della legge sul federalismo fiscale che ci imporrà il rispetto di
norme capestro.
Bene ha fatto l’assessore Mancini a dare questo taglio
al bilancio di quest’anno.
Vedete, cari colleghi ed onorevole Censore, fare delle
osservazioni anche critiche rispetto a questo bilancio è la cosa più semplice e
più pleonastica di questo mondo perché tutti conosciamo i bisogni dei forestali
e i problemi dei precari.
A questo proposito voglio fare una battuta e ricordo, a
chi mi ha preceduto, che in poco più di un anno questa maggioranza ha investito
oltre 100 milioni di euro per avviare più di 3 mila giovani al lavoro in Calabria.
Conosciamo bene le difficoltà del comparto agricolo e ci
rendiamo perfettamente conto che la coperta è troppo corta per i grandi
problemi ereditati dal passato e per quelli nuovi che abbiamo sotto la nostra attenzione.
Ma è una manovra imposta, figlia delle leggerezze del
passato, di un passato senza regole,
anche contabili, che ha prodotto una dilatazione della spesa regionale
allargata; basta ricordare per un istante cosa è avvenuto e cosa abbiamo
esaminato in questi 20 mesi a proposito di bilanci degli enti subregionali. Finalmente, alcuni, in corso di riforma.
Per questo, quindi, non
basta più chiedere risorse aggiuntive o rivendicarne nuove, ma bisogna guardare in casa nostra e
questo bilancio nel solco del lavoro che è stato compiuto in questi 20 mesi
continua questa opera meritoria.
Per questo considero,
l’introduzione finalmente della contabilità economico-patrimoniale accanto a
quella finanziaria, una grande acquisizione, perché non possiamo chiedere
risorse se non mettiamo ordine nel sistema contabile di questa Regione, per
avere finalmente un quadro di insieme, un bilancio consolidato così come
avviene da decenni nel mondo del privato.
Finalmente si parla di
controllo di gestione ma di controllo di gestione vera con un monitoraggio
degli andamenti economico-finanziari che non devono essere solo sulla carta.
E’ chiaro che è un mutamento
di carattere culturale che deve
riguardare, certo, la struttura burocratico-amministrativa della Regione ma
soprattutto la classe politica regionale che non può più pensare alle casse
pubbliche come ad un bancomat senza limiti di prelievo.
I nodi, quindi, sono venuti
naturalmente al pettine e spetta a noi farcene carico indipendentemente dal
ruolo e dagli schieramenti.
E’ tempo, quindi, di una
generale corresponsabilità, è tempo che questa classe dirigente sia chiamata a
far scelte e a prefigurare priorità, altrimenti non facciamo che sterili
rivendicazioni e sterili elenchi di problemi che sicuramente sono presenti.
Non ricorderò – è stato
fatto in questi giorni anche con dichiarazioni – le scelte che sono state fatte
dalla maggioranza regionale. Venivano ricordate le risorse per l’area di Gioia
Tauro, venivano ricordati i fondi per i sistemi aeroportuali calabresi.
Ma voglio sottolineare, per
esempio, l’istituzione del fondo unico per le attività produttive o per gli
interventi che sono stati preventivati per realizzare le opere pubbliche nei
nostri comuni con una importante novità acquisita in seno alla seconda Commissione.
Su queste cose ci sarà un parere – mi auguro attento – da parte dell’Esecutivo regionale
rispetto alle proposte che andremo ad avanzare.
Infine, un’altra
sottolineatura la voglio fare sul completamento dei lavori del Museo nazionale
della Magna Grecia, che rischiava di rimanere un’ opera incompiuta ed è
quest’opera che permetterà ai Bronzi di Riace, che costituiscono una delle
maggiori attrattive turistiche del nostro Paese, di tornare nella loro sede
naturale.
Mi avvio alla conclusione.
C’è chi vede, come è giusto
è legittimo, il bicchiere mezzo vuoto. E’ facile, dicevo, sollevare critiche e
dubbi su scelte che invece considero oculate,
quindi preferisco vedere il bicchiere mezzo pieno.
Perché una manovra che ha,
necessariamente, l’onere strategico di essere di svolta sul piano finanziario
ed economico, dubito potesse consentirci diversi margini di intervento.
Abbiamo, in ogni caso, lo
strumento parallelo dei fondi comunitari su cui si è intrapreso un percorso che
considero virtuoso. Ovviamente dovranno continuare ad essere orientati, come si
è fatto fino ad oggi, in direzione dello sviluppo e della crescita.
Quello sarà il vero banco di
prova, non per la maggioranza ma per l’intero Consiglio regionale che deve
essere, insieme alla Commissione, coinvolto fino in fondo su scelte che devono
necessariamente essere condivise.
Chiudo ribadendo la mia
personale convinzione, che la strada intrapresa in questi 18 mesi era l’unica
praticabile ed è quella, che in fondo, ci ha portato alla prima premialità di
220 milioni di euro nel settore della sanità ed ai 500 milioni di euro
strappati qualche giorno fa al tavolo tra Stato e Regioni sulle infrastrutture,
senza dimenticare la cifra non trascurabile dei 60 milioni per la rete
scolastica.
L’alternativa, cari
colleghi, quindi, sarebbe stato il rischio concreto di esporre questa Regione
ad un disastro economico, catastrofico non solo per le tasche attuali delle
famiglie calabresi ma anche per le speranze future dei nostri giovani.
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Mirabelli. Ne ha facoltà.
Grazie,signor Presidente,
personalmente
capisco - e lo dico come premessa – la difficoltà in cui la Giunta, oggi, si
trova a dover affrontare questo delicatissimo problema.
Una difficoltà su un bilancio che, senza necessari approfondimenti,
si evidenzia e si classifica da solo come un bilancio delineato da una
incertezza per ogni singola posta di spesa, da una costante sensazione di
precarietà. Oserei dire un bilancio disarmante rispetto a quelle che sono le
problematiche calabresi, le criticità, le situazioni storiche consolidate che
in un modo o nell’altro il bilancio deve comunque affrontare. Né tanto meno
possiamo pensare, nell’ambito di una seduta di bilancio preventivo, di poter
giustificare una certa impostazione con l’artifizio di una eventuale variazione
di bilancio in corso d’anno attraverso altri assestamenti di bilancio.
Perché questo farebbe capire che si può sperare in un
qualcosa che può ancora venire, ma qualora non dovesse addivenire e mi
riferisco alle sorgenti finanziarie di riferimento per colmare quelle voci di
spesa che sono insufficienti – e voi lo sapete benissimo – a poter coprire le
spese di gestione ed anche le stesse spese del costo del personale dei vari
enti strumentali e non solo, ebbene, qualora dovesse incepparsi o non esserci
questo trasferimento, il pareggio di bilancio
sarebbe solo, caro consigliere Imbalzano, un qualcosa di virtuale o di
inesistente.
Capisco che ci si muove in un
periodo di grande difficoltà finanziaria ed economica che non riguarda solo la Regione
Calabria ma l’intera Italia, l’Europa, il mondo.
In Italia abbiamo il problema
del debito pubblico che c’è anche nella Regione Calabria, ma è anche vero che
questo bilancio, specularmente, quasi rappresenta il contesto ed il modo di
essere e di vivere in questa Regione Calabria.
Una Regione deficitaria sotto
il piano dello sviluppo economico, con un sistema economico molto debole ed
aleatorio, incapace attraverso, quella rete di piccole e medie imprese, di
poter incidere positivamente sul prodotto interno lordo calabrese.
Questo bilancio evidenzia la
necessità di adoperarsi per puntare fortemente sul sistema della impresa, sul lavoro
e sulla occupazione produttiva perché abbiamo bisogno, proprio per poter far
funzionare i servizi di incrementare e di implementare, soprattutto, quei
settori da cui si possa ricavare ricchezza. E da qui gettito fiscale che serve
a poter sopperire alla mancanza di quei trasferimenti finanziari che dallo Stato
centrale, storicamente, venivano elargiti alla Calabria.
Quindi, è su questa linea che un bilancio avrebbe dovuto
puntare in termini di fattori di crescita e di investimenti, la propria
attenzione.
E’ anche vero, purtroppo, che ci troviamo di fronte ad
una situazione contingenziale locale che fa paura. Non posso non dover, negativamente,
evidenziare che anche sui vari settori, dal trasporto all’Afor, non si riuscirà
a garantirà alcun servizio, perché il commissario liquidatore dell’Afor che è
venuto in Commissione non ha giustamente evidenziato la possibilità positiva di
poter anche con piccoli ritocchi aggiustare i conti.
Sembrerebbe che la differenza in corso d’anno, da dover
reintegrare, si aggiri intorno a 114 milioni di euro, una bella cifra rispetto
anche alla somma prevista che già
rispetto allo scorso anno è di 27 milioni di euro in meno.
Se a questa andiamo ad aggiungere che anche il
meccanismo della cassa integrazione non copre, di fatto, questo deficit, questa
differenza economica perché la cassa integrazione rispetto ad un fabbisogno
mensile di 12 milioni di euro riesce a coprirne solo 9.
Per cui ci ritroveremmo, per due o tre mesi con
ulteriori 3 milioni al mese di deficit che non riusciremo a coprire.
E’ ovvio che di fronte ad una situazione che vede poste
messe nel capitolato di bilancio in termini di uscita e di spesa insufficienti,
un problema, un qualcosa ce lo dobbiamo anche domandare.
Come si può uscire da questa situazione?Certamente non
abbiamo la bacchetta magica, né possiamo tanto meno cercare d’inventarci
fantasiosamente cose che dovrebbero invece trovare nella programmazione e nella
pianificazione, nel tecnicismo più puro e più pulito, la risposta.
Mi sarei aspettato dal collegato alla finanziaria - al
di là di tutti quegli interventi, anche giusti, per quanto riguarda la
contabilità ed il sistema di controllo che già la legge 138 dell’ultima
finanziaria impone agli enti locali – di trovare nel collegato alla finanziaria
sull’Arssa, sull’Afor, sulla questione del fondo
sollievo, dei piani di riforma strutturali dai quali capire se conviene tenere
questi enti sub- regionali aperti o conviene chiuderli.
C’è la necessità di far un passaggio, una riflessione,
su questi enti strutturali che assorbono in termini economici l’iradiddio ,
bisogna andare a rivedere la loro funzionalità in modo tale da poter, in
qualche modo, farli lavorare perché si tratta di operai idraulici-forestali ed
amministrativi che servono alla Calabria per i problemi che la Calabria porta
in sé storicamente.
Per cui evito e sgombro il pensiero dal fatto che
qualcuno possa voler vedere un revisionismo in senso negativo. Cioè di
eliminare e mandare a casa gli operai idraulico-forestali non se ne parla
proprio perché sono essenziali per poter attuare una programmazione ed una
pianificazione in questi settori. Quindi, è ovvio che nell’ambito di una nuova
pianificazione sia sui trasporti che sull’Afor, se nel collegato avessimo avuto
questi piani strutturali, questi piani industriali collegati alla finanziaria,
avremmo potuto capire da qui a due-quattro anni se era possibile un ridimensionamento
dei costi o meno. Se era giustificabile mantenere in vita queste spese enormi.
Sappiamo benissimo che solo l’Afor incide per quasi 300 milioni
di euro all’anno rispetto ai 53 previsti sul bilancio e rispetto ai 160 di
contributo che ci aspettiamo dal Governo
Monti come è stato anche per l’anno scorso.
Un altro passaggio importante
è quello sulle strutture socio-sanitarie. Anche questo è un problema anche
se di diversa natura, rispetto agli enti
strumentali, per un semplice motivo: qui ci sono responsabilità dirette da
parte del commissario ad acta il quale con il tanto amato e vituperato
decreto 18 avrebbe dovuto impostare una pianificazione
in termini di fabbisogno reale per quanto riguarda il servizio
socio-assistenziale sanitario.
Benissimo, sono stati
previsti 3.030 posti letto che poi sono diventati 3.015 sapendo benissimo che
questo impegno prevede una spesa fissa che è a carico, per quanto riguarda il
sociale, di 40 milioni di euro.
Ebbene sul capitolato di
spesa di bilancio ce ne troviamo solamente 15 con una differenza di 25 milioni
di euro.
Mi permetto di dire a chi di
dovere che questo è un argomento molto delicato non solo per la
caratterizzazione filantropica del servizio stesso ma soprattutto per il fatto
che questi imprenditori, queste case di cura non vengono pagati.
Del 2011 non hanno avuto una
lira e non hanno avuto pagato neanche l’intero anno del 2010. Anticipano nei
confronti delle banche le spese, nonostante la legge preveda la possibilità per
loro di dover essere puntualmente pagati.
Nel 2012 è ovvio che si
andranno a preoccupare, ma per un semplice motivo. Non tanto per l’inadeguatezza
del fondo previsto, ma per il fatto che anche se volessero anticipare non
potranno più ricorrere all’indebitamento bancario in termini di anticipazione, perché
le banche non fanno più alcun credito. Sono bloccati.
E’ ovvio quindi che dal
momento in cui c’è il vincolo del decreto 18, almeno questo, non dico l’Afor,
l’Arssa o il fondo sollievo che sono tutti negativi
come poste di bilancio proprio perché non ci sono le disponibilità, sicuramente
questo fondo doveva essere esautorato completamente in termini di vincolo di
spesa, doveva essere garantito a tutti gli effetti visto che per il 2011 non è
stato garantito e visto, ancora di più, che per il 2010 è risultato incompleto.
Pensate che solo nel 2010
sono stati pagati dai 5 ai 7 mesi quindi abbiamo già un debito che ci portiamo
dall’anno 2010.
E’ ovvio che poche cose sono
state poste in essere, perché ritornando alla questione dell’Afor, quando il commissario
evidenzia delle problematiche di una certa delicatezza e serietà, ma
soprattutto, quando evidenzia che nel bilancio non viene riportato il
ripianamento e l’anticipazione di cassa in riferimento all’anno passato che è
di circa 38 milioni di euro, è ovvio che in lui, che è il commissario, si
evidenzia una certa preoccupazione.
Quindi è qua il problema. Per
quale motivo dobbiamo far durare in eterno un commissariamento? il
commissariamento è un costo aggiuntivo, il commissariamento dovrebbe chiudere e
liquidare l’azienda, non portarla avanti. Non possiamo far diventare il commissario,
di fatto, il Presidente dell’Ente.
Ha un ruolo ben specifico, un
ruolo che, purtroppo, non fa bene perché dovrebbe pensare, pure, a cantierizzare questi operai idraulici-forestali.
Allora la necessità, e qui un
appello all’assessore, di mettere subito mano alla legge dell’Afor per vedere
come porre in essere un piano di riforma strutturale, me lo sarei l’aspettato
già oggi nel collegato alla finanziaria, , per l’Arssa,
per l’Afor e per il fondo sollievo. Ma per quale motivo? Per accelerare i tempi
perché non possiamo non far niente né tanto meno ci possiamo prendere il lusso
di inserire nella posta di bilancio la spesa per il pagamento degli stipendi
delle Comunità montane, è una cosa assurda e non capisco perché è stato posto
in essere, dal punto di vista lessicale, in questo modo,è ovvio che non si vuole
più attribuire alle Comunità montane più nessuna funzione, non so se è utile o
non è utile accorparli ma credo che sia difficile, perché lo status
giuridico delle Comunità montane è differente dall’ente pubblico economico in cui
abbiamo previsto l’Afor almeno nelle nostre proposte, sia quella dell’assessore
che la mia. E’ ovvio che c’è necessità, assessore, di metterci mano
velocemente. E molto probabilmente un voto di astensione l’avreste pure potuto
ricevere proprio in virtù di questa difficoltà e concludo proprio per il fatto
che la situazione è quella che è.
Ma è ovvio che di fronte ad
un’assenza nel collegato finanziario di una serie di programmazione di piani,
di riforma, di ristrutturazione, di riammodernamento, di rivitalizzazioni e di
nuovi piani industriali, l’assenza di queste proposte non solo sul settore
dell’agricoltura dove è posta in essere già quella dell’Arssa,
che è arrivata però in ritardo e quella dell’Afor giace ancora in Commissione,
ma anche su altre questioni ci pone in una difficoltà oggettiva. Quella, cioè, di poter acclarare questo bilancio in termini
positivi anche perché al di là delle politiche di investimento dei fondi
comunitari non trapela ancora quell’interessamento per quanto riguarda un sistema
di politica differente rispetto al consolidato del lontanissimo passato,
rispetto ad una nuova impostazione che oggi, purtroppo, non ha più come
riferimento lo Stato centrale, non c’è più la possibilità dell’anticipazione e
quindi dell’indebitamento per poter dare delle risposte.
Ci vuole quindi una politica
nuova, un sistema di amministrazione, ma anche un sistema di programmazione
mirato e volto a risolvere i problemi nonché a rendere le molte cose autosufficienti in modo da poter alleggerire,
di fatto, l’utilizzo delle nostre risorse autonome che sono molto deboli e
precarie. Grazie.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente,
oggi ci stiamo accingendo ad un passaggio fondamentale per le sorti della
Regione non solo per il bilancio di previsione
2012 ma per quello che questo bilancio metterà
in campo e segnerà per il futuro della nostra
Regione.
Anticipo già che la
posizione del nostro gruppo è nettamente contraria, non per un atteggiamento di
opposizione pregiudiziale ma perché riteniamo che a fronte di uno scenario
socio-economico che potremmo definire devastante gli interventi prospettati
appaiono insufficienti e generici.
Ci domandiamo, a questo
punto, cosa sia stato fatto in quest’ultimo anno per incidere in maniera
sostanziale sulla spesa.
Quel poco che si è fatto – sempre insufficiente – è stato
fatto per dare esecuzione ai tagli previsti da Finanziarie varate dal Governo nazionale perché costretto.
Al contrario, nella presente legislatura non si è fatto nulla per intaccare i
meccanismi di spesa generati ripetitivamente da tantissimi anni. Meccanismi di
sprechi che hanno pregiudicato e che, se non affrontati, – come questo bilancio
non ha la forza e la volontà di fare– pregiudicheranno in maniera irreversibile
ed inesorabile le sorti di questa Regione.
In questo contesto drammatico aggiunto ad una politica
nazionale che ha dimenticato il Sud, il Mezzogiorno e la Calabria si fanno dei
tagli che vanno a colpire settori essenziali di questa Regione. Parliamo della
spesa sociale, del fondo per la famiglia, del trasporto pubblico locale già
cancellato dal Governo nazionale.
Ebbene, a fronte di questo scenario con una pressione
tributaria regionale che ha raggiunto i livelli massimi, tant’è che non è
possibile aumentare ulteriormente alcuni tributi fondamentali, si risponde con
tagli che sono generalizzati e con indicazioni sommarie sulla necessità di
razionalizzare la spesa.
Per questo il nostro giudizio, purtroppo, è
completamente negativo, atteso che manca una visione strategica degli
interventi che dovrebbero determinare una finanza regionale che da un lato
tuteli le fasce più deboli della popolazione e dall’altro individui i punti e
gli sprechi da eliminare.
Una lettura più attenta delle voci di spesa ci consegna
una Regione in grave stato di sofferenza ma senza che da parte del Governo
regionale ci sia la capacità di individuare concretamente le riforme
strutturali che dovevano rappresentare e rappresentano un passaggio ineludibile
se si vorrà evitare il rischio default
che potrebbe correre questa Regione.
Non bastano le buone intenzioni. Servono atti concreti
che fino ad ora non si sono visti e che lo stesso bilancio, debolissimo, non
riesce ad individuare.
Balza agli occhi! Come il mancato intervento sugli enti
strumentali sia sotto il profilo della loro soppressione e sia sotto il profilo
della loro razionalizzazione per evitare sprechi non più rinviabili.
Assistiamo ancora una volta ad un aumento di alcuni
tributi senza che ci si renda conto che l’aumento progressivo illimitato
porterà la società calabrese - già in crisi per altri fattori concorrenti – ad
una condizione di collasso economico.
Se questo è il contesto, appare veramente problematico
riuscire ad individuare la linea di condotta regionale nella predisposizione
del bilancio, atteso che proprio sulla gestione delle risorse autonome si
assiste ad un balletto di cifre prive di un denominatore comune. Ma sembra
tutto collegato ad attività di gruppi di pressione o, peggio, di interesse
secondo la classica logica che potrebbe ingenerare, invece, una guerra tra
poveri.
Tale valutazione nasce prima di tutto dalla mancata
sforbiciata alle spese, agli sprechi superflui dove si poteva incidere e far di
più e non è stato fatto.
Poi, peggio, con l’attribuzione di risorse in aumento
per capitoli di spesa non strategici. Il turismo per il quale è stato varato un
piano di sviluppo qualche mese addietro che usufruisce anche di fondi
comunitari consistenti. In questo bilancio vengono individuati dei capitoli
generici che definiamo inutili e probabilmente dai contorni poco chiari.
C’è un aumento di contributi ad enti inefficienti ed
inutili come i vari consorzi o enti strumentali che sono stati autentici
carrozzoni di questa Regione.
Dall’altro lato però, si massacrano alcuni settori,
quale quello delle politiche sociali; le norme per il diritto allo studio che
viene messo in discussione; viene cancellato il trasporto pubblico locale e
vengono messi in ginocchio gli enti locali per i mancati trasferimenti per
servizi essenziali.
Abbiamo veramente serie difficoltà a giudicare questo
documento finanziario perché mette in ginocchio e soffoca la Calabria.
In questo contesto, pur giudicando in maniera negativa e
avendo una preoccupazione per quello che potrebbe accadere in questa Regione,
noi di Italia dei Valori non ci
siamo sottratti a voler dare il nostro contributo, a voler incidere ed avviare
in quest’Aula un confronto serrato a saldi invariati.
Ripeto che abbiamo ritenuto di fare delle scelte, di
presentare degli emendamenti per caratterizzare la nostra azione politica che
va nella direzione della tutela delle fasce più deboli, della popolazione
calabrese prevedendo integrazioni di somme a favore delle classi disagiate, dei
livelli essenziali di assistenza, con dei tagli in capitoli che riteniamo non
strategici e, comunque, non prioritari in questo momento di difficoltà
economica.
L’assessore Mancini ci ha sfidato nella seduta del Consiglio regionale nel quale ci confrontammo
sul Dpefr.
Noi questa sfida l’abbiamo voluta cogliere in senso
propositivo, nel senso di un confronto e, certamente, non abbiamo inondato il
bilancio ed i documenti collegati con emendamenti di spesa. Sarebbe stato
facile e provocatorio, ma abbiamo voluto, così come abbiamo fatto nello scorso
bilancio, sfidare e ci siamo voluti confrontare a nostra volta con la capacità
di confronto che ha questo Governo regionale. Facendo delle scelte con i nostri
emendamenti che non aumentano la spesa, ma fanno delle scelte e vanno in
direzioni precise per ridistribuire le risorse secondo criteri di equità e di
salvaguardia delle classi più deboli.
Ciò non toglie che il documento finanziario, purtroppo,
mostra dei limiti reversibili e pertanto non può avere il nostro sostegno. A
questo punto vi chiediamo di rispondere ai calabresi quando sulla proposta di
impinguare fondi sulle politiche sociali e sulla non autosufficienza sapranno
che gli emendamenti – come è stato fatto in Commissione – non saranno accolti.
Perché? Perché avete voluto creare ulteriori fondi per
il turismo che saranno gestiti direttamente dal Governatore, che non è in Aula,
o avete negato delle risorse per i familiari delle vittime del lavoro che
dovranno ancora una volta accontentarsi di briciole.
Non avete previsto i fondi per le gravi patologie.
Nel frattempo, di contro, si aumentano ed alimentano
delle strutture, delle Fondazioni in
house degli autentici carrozzoni che in questo momento bisognava
decisamente evitare.
Manca, insomma, in questo momento una visione operativa
fattuale e strategica di quello che si vorrà fare. Non basta indicare, infatti,
la necessità di rivedere gli enti strumentali quando a distanza di un anno si
trovano sempre più famelici ed inutili.
Non basta dire che bisogna tagliare i costi degli
apparati istituzionali quando pletore di personale esterno vengono inserite,
senza alcuna valorizzazione del personale interno. Non basta dire che è
necessario operare dismissioni di partecipazioni societarie quando si creano,
come dicevo prima, altre società in
house: quella per la valorizzazione dei siti archeologici o quella prevista
nel Collegato, la trasformazione della “Fondazione per i calabresi nel mondo”.
Ed ancora negate, voi stessi, quello che è stato
stabilito con la relazione alla legge regionale numero 22 del 2010 sulla misura
di razionalizzazione e riordino della spesa pubblica regionale.
Mi riferisco all’articolo 5 che doveva prevedere un
piano di dismissione e di soppressione di Comitati, enti, fondazioni ed
organismi le cui funzioni dovevano essere ricondotte alle strutture
dipartimentali.
L’articolo 6 e l’articolo 8 per la verifica sulle leggi
regionali di spesa che doveva essere attuato entro il 30 settembre 2010,
attraverso dei report, e non è stato fatto.
Allora delle due l’una: o ci sono dipartimenti che sono
inefficienti, e su questo dovreste incidere in maniera decisa e seria, oppure
il problema – come noi crediamo – è politico, ed allora dovete avere l’onestà
di dirlo alla Calabria.
Insomma, bisognava sostenere priorità ed individuare
percorsi virtuosi. Raggiungerli non significa fare proclami a cadenza annuale,
ma fare delle scelte che non avete voluto fare, consegnando una Calabria che,
purtroppo, vediamo scivolare nel baratro.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Serra. Ne ha facoltà.
Signor Presidente,
onorevoli colleghi consiglieri, prendo la parola in un momento molto delicato
per la Calabria, ed in modo particolare per l’Italia. Tanto è vero che per
cercare di rimettere la macchina in carreggiata, in riferimento alla situazione
economica, si è affidata la gestione del Paese ad un Governo tecnico, il Governo Monti, di cui tutti parliamo in questi giorni. Tutte le mattine
apprendiamo proposte e controproposte o altre misure che potrebbero, veramente,
mettere in ginocchio in modo particolare le Regioni meridionali e la Calabria.
Oggi, però, ci apprestiamo a licenziare il bilancio proposto dalla Giunta e dall’assessore Giacomo Mancini. Ho seguito con attenzione il suo intervento e lo sforzo per cercare di venire incontro ad una serie di richieste che, sicuramente, ognuno di noi vorrebbe venissero qui discusse.
Però ci troviamo in una situazione economica che implica un bilancio molto ingessato, in cui gran parte dei fondi a disposizione vengono destinati alla sanità, ai soggetti cui bisogna dare le risposte, ai precari ed ai problemi che ci portiamo dietro di anno in anno.
Ho partecipato all’approvazione del primo bilancio nel 2007 e c’erano margini di manovra e più disponibilità economica.
Ho partecipato a molte riunioni di Commissione, in cui si è tenuto anche un confronto
dialettico con la minoranza di quel tempo; oggi apprendo da parte
dell’assessore Mancini la grande apertura – se così si può dire – nei confronti
di istanze dello stesso gruppo che si trova dall’altra parte. Comunque è così.
Alla fine, anche
dall’intervento dello stesso onorevole Censore si percepisce una parziale
soddisfazione, che capisco. Se c’è da parte della minoranza, c’è anche da parte
della maggioranza e siamo comunque qui a tentare di andare avanti e risolvere
gli annosi problemi che ci trasciniamo da anni.
Il problema della sanità, dicevo prima, assorbe quasi
l’80 per cento del bilancio regionale.
Abbiamo imboccato una strada che deve portare negli anni
alla eliminazione di alcuni rami secchi. C’è anche una serie di esigenze nel
mondo della scuola a livello di strutture e per quanto riguarda i precari della
scuola.
Capisco anche lo sforzo profuso in una serie di
interventi che sono stati fatti in provincia di Cosenza con l’assessore Caligiuri che vorrebbe soddisfare una serie di istanze
propositive nei confronti delle richieste di sindaci, di dirigenti scolastici o
di associazioni; poi, però, si torna a casa con le mani vuote. Si vorrebbe fare
tanto, ma guardando cosa c’è in questo portafoglio non troviamo molti soldi
spendibili, perché sono stati già canalizzati.
E’ lo stesso discorso che hanno fatto l’altro giorno
quando c’è stata la riunione di tutti i capigruppo con i Presidenti delle Comunità
montane che giustamente chiedevano rassicurazioni sul problema dei dipendenti.
A parte la riforma, che è un discorso che andremo a discutere, c’è stato
l’impegno del Presidente Talarico e di tutti i capigruppo, però ancora
lamentano di non percepire gli stipendi e si deve dare una risposta.
Qualcuno dice che emendamenti non ne sono stati
presentati. Ma quali emendamenti si possono presentare? Ho visto che in tutto
sono un centinaio, legati ad una serie di situazioni che forse richiedono
risposte, nonostante il rispetto nei confronti degli assessori e dello stesso
assessore Mancini. Siamo qua per cercare di andare avanti.
E’ un anno che andiamo a chiudere con i risultati per quanto riguarda il
discorso economico… negativi ma a livello nazionale.
Debbo dire che, poi, in fin dei conti la stessa Giunta e lo stesso Consiglio
stanno dimostrando sulle grosse problematiche di essere compatti.
Capisco che ci debba essere un confronto che possa
portarci ad un dibattito acceso, ma alla fine credo che dobbiamo licenziare
questo documento contabile che ci permette dall’anno nuovo – così diceva
l’assessore Mancini - di dare risposte a tante aziende, a tanti operatori, a
tante associazioni a tante persone, ditte individuali che aspettano di essere
pagate e che non possono essere pagate per il famoso patto di stabilità.
Se noi riusciamo a limitare i danni di questo percorso,
con l’anno nuovo possiamo dare risposte immediate, anche se il Governo sta rivedendo quello che è il
discorso del patto di stabilità, perché ci sono tanti enti e tanti comuni che
non possono erogare fondi per rispettare il patto; l’economia si ferma perché
quando le aziende non riescono a percepire quanto spetta loro per lavori
eseguiti non riescono neanche a pagare i propri dipendenti e si assiste al
verificarsi di una situazione che non può essere più accettata.
Apprezzo lo spirito con cui
l’intero Consiglio regionale si appresta a discutere i vari articoli di questo
bilancio, però mi auguro che dall’anno prossimo si realizzi quanto detto dall’assessore
Mancini e dal Presidente Scopelliti, anche grazie all’ottimo risultato
raggiunto con i residui del Tavolo Massicci, per quanto riguarda il discorso
sui fondi della sanità. E che, quindi, indipendentemente da quello che può
essere un discorso nazionale, la Giunta regionale e quindi la Calabria possa
riprendere, anche lentamente, a realizzare le aspettative dei calabresi, dei
tanti giovani che vogliono ricevere formazione; non dico un posto di lavoro
perché è difficile.
Ho apprezzato una serie di iniziative, intraprese dall’assessorato
formazione e lavoro per l’avviamento di alcuni giovani, scadute di recente, giorno 18, ma anche una
serie di iniziative di tutto l’apparato regionale.
Mi riferisco all’industria, alla formazione, alla
cultura per dare la possibilità e la speranza a tanti giovani che possono
trovare un percorso che li possa formare e contribuire a trovare, in seguito,
il giusto riconoscimento dopo tanti anni di studio.
Un pensiero particolare va anche a tante persone che
sono disoccupate, a tante persone che aspettano una risposta. Questo deve
essere il nostro sforzo, eliminando i rami secchi così come abbiamo già detto
nella seduta di Consiglio di agosto.
Abbiamo valutato una rivisitazione degli enti
strumentali per cercare di ridurre, di accorpare e quindi di sprecare il meno
possibile; lo abbiamo fatto anche rivedendo i costi della politica, primo atto
di questo governo e di questo Consiglio regionale.
Sono stati rivisti alcuni costi, effettuati alcuni
tagli, prima che il Governo nazionale intervenisse.
Ebbene credo che la grande disponibilità di tutto il
Consiglio, il grande senso di responsabilità dei consiglieri sia della
maggioranza sia della minoranza ci consentirà, oggi, di licenziare questo
bilancio, con l’augurio che il 2012 ci veda uniti, maggioranza e minoranza,
sulle grosse problematiche, per la loro risoluzione e per dare risposte alla
Calabria, al popolo calabrese, ai tanti giovani disoccupati, ai tanti precari,
alle tante persone. Entro la fine dell’anno molte aziende stanno chiuderanno le
proprie attività, perché incapaci di assorbire e reperire economie sul mercato
nazionale e internazionale, anche in riferimento alla forza lavoro.
Dobbiamo fare, allora, uno sforzo e mi auguro che il
prossimo anno, il 2012, possa far riprendere, lentamente, il percorso che si è
interrotto e che negli ultimi anni tende a diminuire e non a farci fare un
passo più avanti.
Voglio porgere gli auguri a tutti, ai calabresi, alle
tante persone indigenti che soffrono ed aspettano una risposta riguardo le
prestazioni e le erogazioni dei servizi sanitari, in considerazione del fatto
che i fondi sono sempre meno spendibili sulla sanità.
Concludo, ringraziandovi per l’attenzione e sperando che
la Calabria nel 2012, insieme a noi tutti, possa fare un passo in avanti in
termini di qualità e di risposte concrete. Grazie.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Domenico Talarico. Ne
ha facoltà.
Signor Presidente, che il
bilancio sia un documento, un atto sempre meno importante lo dimostra la scarsa
attenzione, la scarsa presenza in quest’Aula, la consueta assenza del
Presidente della Giunta e anche del Consiglio.
Del bilancio,
evidentemente, non gliene frega niente a nessuno, perché contiene poche cose e
perché, per le ragioni che sono state dette, in qualche modo fotografa
l’esistente.
Ho apprezzato una frase
del consigliere Censore che diceva che la Giunta regionale fino all’anno scorso
ha gestito un bilancio che non era tutto di sua competenza, c’erano delle
propaggini originarie o originate nella precedente legislatura. Oggi questo bilancio, invece, è tutto di responsabilità
dell’attuale Giunta.
Dimostra che la tensione
riformistica di questa Giunta è calata moltissimo rispetto alle intenzioni
strombazzate prima, durante e dopo la campagna elettorale. Evidentemente ci
si è resi conto che la realtà è molto più complicata delle intenzioni e della
propaganda e che, quindi, questo bilancio condanna, in qualche modo, l’attuale
Giunta regionale a fare i conti con un documento contabile sempre più piccolo e
con una Regione sempre più piccola rispetto alle intenzioni, alle pretese ed
alle aspirazioni del Presidente Scopelliti.
Registriamo che i numeri nel bilancio sono scarsi, che
la spesa comunitaria ormai si afferma come una spesa sostitutiva e non più
aggiuntiva delle risorse regionali e nazionali, che la fase attuale, quella
europea e mondiale, rende sempre più complicata la redazione di un bilancio e
che, insomma, quest’anno possiamo dire con un po’ di mestizia e anche, forse,
con qualche soddisfazione che il bilancio bancomat
non c’è più; il bilancio della miriade di contributi alle associazioni e alle
sagre di tutta la Regione.
E’ vero, molte cose che sto dicendo non sono figlie
della responsabilità di questa Giunta, ma sono figlie di un contesto molto più
complicato rispetto al passato. Però, noi ci chiediamo, soprattutto dalla
opposizione, ce lo siamo chiesti nelle competenti Commissioni – in particolare
nella Commissione bilancio – se si poteva far di più, se si poteva far di
meglio rispetto a quello che è stato fatto e se si potevano stabilire delle
priorità.
Noi diciamo di sì, che si poteva fare di più e meglio di
com’è stato fatto ed abbiamo anche avanzato, come Italia dei Valori, - lo diceva bene il collega Giordano nel
precedente intervento – delle proposte sotto forma di emendamento.
Abbiamo affidato alla stampa ed in altre riunioni le
nostre riflessioni e quindi non ci siamo posti di fronte a questo bilancio ed
al competente assessore con la lancia in resta per dire di no in maniera
pregiudiziale.
Abbiamo puntato molto - perché riteniamo che sia una
esigenza della Calabria e dei calabresi – su un nodo importante e fondamentale.
Se il quadro complessivo è questo, è difficile. L’assessore lo ha definito un
bilancio ingessato.
Perché non sforzarsi di liberare risorse? Perché non ci
si è sforzati di contenere la spesa ed evitare che una spesa finalizzata ad
enti inutili o poco produttivi non venisse ridotta ulteriormente? Ancora una
volta in questo bilancio siamo costretti a dire al Presidente della Giunta regionale
che alcuni nodi devono essere sciolti e non possono essere più prorogati e ci
riferiamo alla miriade di consorzi attivi – si fa per dire – in tutta la
Regione che vanno riformati, soprattutto dal punto di vista della spesa. Ci
riferiamo all’Afor, all’Arssa
alle Comunità montane.
A tal proposito vorrei dire che abbiamo discusso per
mesi nella competente Commissione bilancio e affari istituzionali di una
probabile riforma dell’Arssa, dell’Afor e delle Comunità montane che avrebbe dovuto
concludersi – nelle intenzioni dell’assessore competente – entro il 31 dicembre
2011.
Oggi stiamo per approvare il bilancio e di quella
riforma non vi è più traccia. Dov’è, allora, la tensione riformatrice di questa
Giunta, se non si affrontano le questioni vere dalle quali si possono ricavare
nuove risorse? Oppure una parte delle risorse attuali va ancora una volta
destinata a questi enti per la loro sopravvivenza senza però garantire
prospettive serene per i lavoratori e soprattutto per le finalità istituzionali
delle aziende partecipate, degli enti strumentali di questa Regione?
Ci saremmo aspettati che il bilancio per il 2012 avesse,
in qualche modo, ordinato e regolamentato, indicato una prospettiva per queste
macchine mangiasoldi, spesso legate da una effettiva produttività rispetto alle
finalità istituzionali.
Il consigliere Giordano parlava anche delle società in house. Le società in house nascono come funghi in questa
Regione ed è un modo, come dire?, non tanto per rispondere ad una domanda di
efficienza nei servizi della stessa Regione ma, a nostro modo, è un modo per
eludere l’elemento della concorrenzialità, per destinare risorse a soggetti che
spesso li spendono a loro piacimento, che assumono a loro piacimento eludendo,
scavalcando il ricorso al concorso pubblico.
Su questo problema c’è anche una chiara avvertenza, una
raccomandazione - per dirla in termini tecnici - della Unione europea, una
censura grave di cui la Regione Calabria dovrebbe prendere atto.
Il ricorso alla società in house non può essere un abuso per eludere una serie di vincoli,
spesso posti a garanzia della concorrenzialità, del merito, della effettiva
necessità di questi strumenti.
Ecco tutto ciò non è stato fatto. Poteva essere, invece,
avviato in maniera seria e rigorosa, così come le grandi questioni vengono
rinviate ai fondi Por e mi riferisco a Gioia Tauro, alla viabilità, alla
sanità, al grande tema del dissesto idrogeologico che assilla la nostra Regione
e che è quanto mai attuale in questo momento.
Qualcuno potrebbe dire “ma il bilancio mica è la panacea
della Calabria” ma forse è un documento utile e significativo per contenere
alcune indicazioni di prospettiva del governo di questa Regione.
Mi auguro che, invece, nella gestione della grande
partita dei fondi comunitari ci sia più avvedutezza e rigore, soprattutto più
coraggio, perché senza coraggio non si vincono le sfide, cosiddette riformiste.
Abbiamo, invece, registrato moltissimo coraggio nelle
dichiarazioni pubbliche, in questo sforzo verbale del Presidente della Giunta e
della sua Giunta, ma nella realtà questo sforzo non si è mai registrato, anzi è
stato vanificato ed ha lasciato il posto ad un continuismo, ad una tradizione
che noi e anche pezzi del centro-destra abbiamo aspramente criticato nel
recente passato.
Il consigliere Giordano ha avanzato anche alcune
proposte sotto forma di emendamenti relativamente alla cooperazione, alle
persone non autosufficienti e al grande tema della criminalità. Anche qui
denunciamo la scomparsa di risorse importanti che avrebbero in qualche modo contribuito
ad affrontare il grave problema della criminalità nella nostra Regione che non
si risolve con l’apposizione di targhe.
Perfetto, è un bel gesto di educazione civica, ma
trasformiamo la Commissione anti ‘ndrangheta in una Commissione per la divulgazione
della cultura civica della nostra Regione.
La lotta alla mafia dal nostro punto di vista è qualcosa
di più serio e concreto che non trova accoglienza nel bilancio regionale se è
vero, come è vero, che alcune poste di bilancio sono scomparse rispetto all’anno
scorso.
Queste nostre considerazioni le affidiamo all’assessore,
al Presidente e all’intero Consiglio. Nella seconda fase molte delle cose che
ho detto, che abbiamo detto insieme al collega Giordano, le troverete sotto
forma di emendamenti che, mi auguro, nell’interesse della Calabria possano
trovare quanto meno attenzione e considerazione, perché riteniamo che la loro
approvazione possa essere considerata un passo in avanti rispetto al
miglioramento ed alla qualificazione di un bilancio, certamente difficile,
forzatamente contenuto ma in ogni caso un bilancio che, a nostro avviso, non
riflette l’esigenza di coniugare efficienza e rigore e, soprattutto, di dare
prospettiva alla nostra Regione.
Grazie, onorevole Giordano, circa qualche eccezione da
lei sollevata vorrei tranquillizzarla perché in Aula è presente la
Vicepresidente della Giunta, con l’assessore ed una nutrita partecipazione di
esponenti dell’Esecutivo.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Orsomarso. Ne ha
facoltà.
Grazie, Presidente, parto dalle considerazioni del
collega Domenico Talarico. Ci accingiamo ad approvare oggi un bilancio che è,
tra l’altro, emendabile, quindi con tutti i contributi che il collega Talarico,
come rappresentante di Italia dei
Valori e in generale la minoranza ma anche pezzi della maggioranza
possono offrire anche in quest’Aula al
di là dei lavori della Commissione, attraverso sub-emendamenti, per dare uno spunto positivo e anche dei
suggerimenti che da questa maggioranza vengono se portati non in politichese…
E purtroppo non chi siede in Consiglio ma esponenti
autorevoli molte volte, deputati della minoranza di centro-sinistra calabrese, tutto
hanno fatto in questi mesi rispetto al lavoro della maggioranza e di Scopelliti
che non portare stimoli positivi.
Quando, ad esempio, si fa riferimento alle società
carrozzoni, io penso che siamo molto intervenuti sia in termini di lavoro
legislativo abolendo tutta una serie di leggi che finanziavano cose
incredibili, che abolendo anche quel malcostume che vedeva maggioranza e
minoranza unite.
Tant’è che finalmente questa Calabria ha una opposizione
vera perché non c’è più l’inciucio di dividere, cioè ti do tre-quattro milioni
per finanziare tutto, per esempio, lo scibile umano che riguarda i territori e
poi riguarda l’elettorato e le cosiddette clientele.
C’è un percorso che tenta di diventare virtuoso. Molte
cose ce le saremo scordate, su molte cose potremo fare di più, molte cose
avremmo potuto fare se non ci fossimo trovati… perché poi lì non è una pezza
giustificativa in un momento in cui il debito sovrano dell’Italia che fa parte
dell’esistenza di una istituzione…
Quindi quei Bot, lo Spread oggi supera i 500 punti nonostante ci sia Monti… E interessa il governo delle Istituzioni ed a
cascata anche le nostre Regioni perché noi abbiamo poi un pezzo di quel patto,
rientriamo in una economia europea e mondiale.
Se ha problemi Obama, se ha problemi Sarkozy
e la Merkel che pensavano di sbeffeggiare il Paese
penso che ci sia un riverbero su questo bilancio e vale - se non vado errato
per quello che ci ha ben raccontato
cercando di fare i salti mortali l’assessore Mancini – in Calabria 70 milioni
di euro in meno aggiungendo le rinnovate esigenze. Significa aggiungere 30
milioni in più e quindi circa 30 milioni da poter allocare.
Quindi noi ci dimensioniamo oggi rispetto ad un bilancio
di previsione che avrà il secondo momento che è l’assestamento che noi facciamo
puntualmente a differenza del passato entro luglio.
Essendoci interrogati sui diversi settori di competenza,
quindi i trasporti e la sanità anche se non rientra in bilancio, le politiche
sociali e quant’altro con quello che avevamo a disposizione.
Speriamo e ci auguriamo di non poter sbagliare.
Vorrei fare degli esempi anche in positivo perché poi il
bilancio diventa l’oggetto di una discussione politica tout court.
Ripeto che faccio un invito
anche nelle dichiarazioni di voto al collega Talarico perché elenchi quelle strutture carrozzone che non funzionano perché noi su questo e su
una struttura carrozzone-madre…
Poi non me ne voglia nessuno
perché in questa Calabria chi ci incontrava per strada quando non eravamo
amministratori regionali e soprattutto oggi che siamo amministratori regionali,
ci ricorda una struttura “esemplare” che è quella della forestazione calabrese.
Ebbene, penso che questa
Giunta, questo assessore al bilancio, questa maggioranza hanno su un tema
sensibile utilizzando strumenti veri - e quindi va ringraziato anche l’assessore Trematerra su questo tema-
non gli artifici contabili, che
è un elemento di vitale importanza, son intervenuti con l’utilizzo della cassa
integrazione su un’azienda che può diventare con questo aspetto quasi
esemplare…
Deve avere una vocazione
quasi più produttiva.
Se io guardo al bilancio
dell’anno scorso – lo ricordo a memoria –, a questo serve allocare risorse nelle poste di
bilancio al di là del denunciare insieme eventuali carrozzoni.
Anche in quelle società in
house dove è stata messa mano è stata fatta una ripulitura di tanti
dirigenti che in quelle società – non messi sicuramente dal centro-destra –
prendevano 150 mila euro l’anno e sono stati mandati a casa, mettendo in campo
tutti gli strumenti.
Poi, vivaddio, la
corruttibilità umana appartiene anche a me.
Se ad essere selezionata in
un percorso di direzione c’è una persona che posso anche conoscere sono anche
contento ma la meritocrazia, il rispetto delle regole ci appartengono per
definizione e per impegno ideale.
Lì dove anche noi dovessimo
sbagliare sono pronto a raccogliere ogni suggerimento di Talarico e di tutta la
minoranza per denunciare insieme eventuali disfunzioni.
Quindi non parliamo e non
spariamo nel mucchio ma parliamo ai calabresi dicendo che con queste politiche
su una serie di fattori rispetto alle poche risorse stiamo agendo…
E voglio fare un esempio
perché ho alla mia sinistra l’assessore Capua e mi pare da dati che non sono da
confutare che si stia andando bene .
Perché poi, guardate, io lo
dico con un appello molto umile per quanto determinato alla minoranza ma soprattutto
alla informazione calabrese.
In questo anno ci siamo resi
conto molte volte e il Presidente Scopelliti per vicende che poi riguardano la
Calabria e noi anche, riguardano anche affetti, che quando c’è l’errore personale questo Consiglio
regionale paga anche degli aspetti negativi.
Ma non possiamo immaginare
che ci sia un percorso dove tutta l’intera Istituzione calabrese è vocata al
male o è vocata a “cazzeggiare” – perdonatemi se utilizzo un termine forte –.
Io credo, umilmente, che
dobbiamo interrogarci quando si parla di bilancio su che cosa si fa e su che
cosa si fa con queste risorse e su cosa si produce.
Io penso a Capua.
L’anno scorso se non vado
errato, assessore Capua, abbiamo allocato 2 milioni e mezzo di euro nella quota
parte che riguardava il bilancio libero delle risorse per
l’internazionalizzazione ed a distanza di un anno, dopo una serie di
interventi, di fiere - io con Capua non ci sto tutti i giorni a contatto perché
ognuno è impegnato su altri livelli – tutto ciò trova forse poco spazio nella
informazione…
Comunque ha trovato spazio, perché
non devo certificare io il dato
che l’export in Calabria è passato da uno 0,0 a non so che cosa con un intervento minimo, non
centinaia di milioni di euro ma 2 milioni e mezzo, individuando nei diversi Paesi obiettivi, rispetto a quello che è lo stato delle nostre
aziende calabresi e questo non riguarda
la programmazione comunitaria, assessore…
Penso che su quel livello da
solo un anno e mezzo non ci si possa aspettare risultati, arriveranno anche
risposte di un lavoro che è fatto tutti i giorni sui tavoli del sudore, non
sulla presenza mediatica sulla stampa a consegnare… o a fare quant’altro.
Allora dico: interroghiamoci,
dove c’è di sbagliato? Interroghiamoci: se questa maggioranza sostiene
carrozzoni sono il primo a dire e ad essere censore interno di questa
maggioranza – non il collega Censore ma la vocazione politica di questo
aggettivo -.
Tutto quello che non funziona
censuriamo , perché io lo sento come classe dirigente tutto e per
questo interrogo anche la classe dirigente, anche la stampa…
Noi dobbiamo fare lo sforzo
perché c’è uno sforzo per poter dare le good news ogni tanto ai calabresi fra i tanti
problemi che abbiamo.
Allora un esempio concreto è
questo: i 2 milioni e mezzo dell’anno scorso che diventano in poco tempo un
dato positivo.
Poi questa Giunta deve
operare nelle ristrettezze, abbiamo
dovuto tagliare anche settori sensibili come i trasporti, ma ieri sera eravamo ancora a lavorare per capire
quanto poter recuperare quei servizi minimi che riguardano poi il trasporto
scolastico ed i cittadini.
Scopelliti ha però fatto una
scelta nelle ristrettezze. Non sarò io a dirlo, lo ribadirà lui in Aula, ma ci sono dei settori sensibili.
Per Gioia Tauro
sono stati allocati 8 milioni di euro che possono rappresentare il vero
volano di sviluppo, per un porto, e chi
vi ha operato per tanti anni è stato a stretto contatto con le diverse maggioranze
che si sono alternate, rispetto al quale non si era mai fatto un progetto di sviluppo
serio.
Ebbene Scopelliti è volato da
Aponte a Ginevra, non so dove è andato a trovarlo
tutte e tre le volte, se non sbaglio, in cui l’ha incontrato ed ha pianificato
un progetto possibile di sviluppo, ma poi non so se ce la faremo perché
l’umiltà è interrogarci nelle azioni quotidiane e quindi chiederci se l’allocazione delle poste e la migliore
spesa di quelle poste produrrà effetti
concreti e veri per la Calabria.
L’effetto concreto è il circa
più cinque sull’export, l’effetto
concreto è 8 milioni che produrranno se c’è quella leva, quella interlocuzione
seria con l’azienda; bisogna capire
quanto questi poi non diventino aiuti di Stato perché poi l’Europa interviene
sugli aeroporti, sui porti ma sono uno strumento che ha una proiezione, che
significherà attrarre investimenti dei privati, significherà recuperare la Cig dalla Cassa integrazione e significherà dopo un periodo
di start-up di chi entra come nuovo socio nella società (che si chiama se non sbaglio Mct, ma non ricordo neanche il nome) attrarre produttività
e quindi nuovo spacchettamento a terra e tutto quello che significa seguire
anche gli Apq.
Cioè, darsi una priorità. La
priorità in questo bilancio fra le ristrettezze è diventata Gioia Tauro con 8
milioni di euro per questa Giunta regionale che non è campanilistica, per cui
non è solo la priorità del reggino o della Piana di Gioia ma dell’intera maggioranza…
La priorità sono i voli charter
sul turismo perché quando ci si interroga, rispetto ai carrozzoni, dove mettere
risorse, forse questa Regione potrà – ed anche questo con grande determinazione
e forte umiltà – recuperare qualche dato. Se non ci interrogheremo molte volte
politicamente se abbiamo fatto un più uno o un più due, un più tre o un meno
uno… che è roba da terzo mondo!
Questa Giunta, questi
dirigenti di questa Giunta sono impegnati a realizzare dopo 5 anni, investendo
anche quest’anno 5 milioni di euro, al di là del piano sul turismo approvato,
per attrarre attraverso nuovi voli charter nuovi flussi turistici.
Ci dicono, mi dicono - e
anche su questo forse bisognerebbe stare più attenti su quello che avviene sui documenti contabili –
passeremo da 40 mila ad 80 mila polacchi. Vuol dire che c’è stato un lavoro per
attrarre anche flussi importanti.
Vorrà dire che noi con questi
bilanci, nonostante le ristrettezze arriveremo – ci auguriamo – alla fine di 5
anni a dare un dato che potrà rappresentare un più 30 per cento e quella sarà
la vittoria finale.
Io su questi e altri temi…
poi chi è più competente di me sulle singole materie interverrà.
Io credo che è, e lo diceva
bene in Commissione in questi giorni ma anche sui giornali l’assessore Mancini
col suo dirigente Manna, il miglior bilancio possibile rispetto ad una
situazione italiana, europea e mondiale in cui la Calabria è sempre ultima,
anche ultima per definizione. Dove però c’è una speranza che è quella di chi
crede che quelle poche cose si possono fare.
Vi faccio un esempio. Non
servono necessariamente i soldi per avere maggiori servizi. Assessore Principe,
nei giorni scorsi non abbiamo potuto inaugurare – si fa per dire – un nuovo
treno regionale che abbiamo chiesto prima di formare il contratto con
Trenitalia perché, purtroppo, la dinamica nazionale tagliava i treni a lunga
percorrenza su cui stiamo facendo una battaglia. Ci sembrava fuori luogo
inaugurare quel treno e non si fa soltanto con i bilanci.
Eppure abbiamo messo 9
milioni di euro di soldi nostri per acquisto di materiale rotabile ma è stata
una interlocuzione forte e serrata con Trenitalia, a cui abbiamo ricordato ogni
giorno, ogni settimana ed ogni mese dell’anno e mezzo in cui siamo stati che
non siamo cittadini di serie “B”, cittadini con l’anello al naso e che erano
necessari treni nuovi.
Ebbene, da circa 3 settimane,
però - la stampa giustamente non può riportarlo perché se non si fanno le
inaugurazioni non lo riporta – viaggia per i pendolari Reggio Calabria-Cosenza
un treno regionale nuovo di Trenitalia.
Viaggeranno a gennaio due
ulteriori treni e ci saranno a disposizione – già deliberati – 9 milioni di euro
di acquisto di materiale rotabile, di treni nostri.
La Regione Lombardia,
l’Emilia Romagna i treni propri li hanno acquistati 15-20 anni fa e noi lo
facciamo soltanto oggi. Ovviamente quando metti in campo 9 milioni di euro per
acquisto di nuovi treni, li vedrai dovendo partecipare ad un appalto/concorso
nazionale, con il quale acquisteranno 600 milioni di euro per tutta Italia e nel tempo te li consegneranno.
Però la good
news è che c’è un treno nuovo per i pendolari, altri due arriveranno.
C’è un impegno costante. Io
credo che in questa stagione di mille difficoltà dobbiamo interrogarci ed io
cerco di farlo responsabilmente perché poi molte volte la poltrona, l’Aula ti
fa vivere nel mondo dei sogni. Confrontandomi quotidianamente con la vita
reale, con la gente che non comprende, che è incazzata, che è arrabbiata, che
non può comprendere. Tu hai 70 milioni di euro in meno e devi fare di necessità
virtù.
Prima di me si è occupato di
trasporti il collega Tripodi – lo guardo – e sa quanto è problematica quella
questione quando ci chiamano i singoli cittadini, gli studenti, i presidi e
quant’altro.
Io non voglio fare l’apologia,
cioè non voglio costruire l’idolo Scopelliti o l’idolo della maggioranza ma
penso che però rivendicare quello che abbiamo fatto, che diversi assessori di
questa Giunta hanno fatto – poi si poteva fare di più o di meglio, aiutiamolo,
aiutatelo anche dalla minoranza, fate dei sub/emendamenti in positivo, non
ragioniamo sempre col “Piove governo ladro” – ma partiamo nonostante quelle poche
risorse dello scorso anno e di questo anno da dei risultati concreti.
Di quello vorrei discutere e
su quello vorrei essere interrogato dai
cittadini. Però io so che in un anno e mezzo non possiamo fare le rivoluzioni,
ma io so per quanto riguarda me e per quanto riguarda altri che in soli 9 mesi
è arrivato un nuovo treno, che a gennaio altri ne arriveranno, che nel campo
turistico si guarda in prospettiva a fare un più 30 per cento e sono messe in
campo delle azioni che non scollegate.
Talarico non c’è più in Aula,
non possiamo farci le analisi, collega
Talarico, a distanza di tempo. Perché è vero che noi non immaginavamo che anche
la necessità di un nuovo Governo Monti ci tagliava 16 milioni di euro sulle
risorse sociali, un altro problema in meno.
Non puoi immaginare work
in progress tutti i terremoti - e tocchiamo ferro perché la Calabria sta
tremando – politici o istituzionali che ti modificano un percorso.
Però questo è il secondo
bilancio di previsione di questa maggioranza che ha un nesso logico ma non so se poi sarà
pratico, ma perlomeno lo ha logico ed in alcuni campi è diventato anche
pratico.
Confrontiamoci su questo.
Diteci cosa poteva fare di più Capua in tutto questo anno con i 2,5 milioni di
euro che l’anno scorso gli abbiamo dato e che hanno rappresentato un più 4.
Sono dati non chiacchiere, non è il politichese.
Diciamo i carrozzoni:
chiamiamoli con nomi e cognomi.
Su questo, credo, rispetto
all’idea che molto spesso viene se si è
attenti o meno in Aula, se si partecipa o meno al dibattito ci dobbiamo
interrogare. Sulle cose concrete, che poi interessano il futuro dei cittadini
calabresi.
Guardate che ho 40 anni e
prima di essere di centro-destra sono un cittadino calabrese, e guardo con una
prospettiva diversa – ovvia e logica – rispetto a chi ne ha 70. Credo che
questa Regione e quindi anche il bilancio di questa Regione che fa delle scelte,
fatte salve le risorse, abbia necessità di rivoluzioni normali, quotidiane,
tutti i giorni. Di comportamenti e di atti che cambiano e modificano la
Calabria tutti i giorni.
Questo, secondo me, c’è in
questo bilancio. Questo secondo me c’è nello sforzo di Giacomo Mancini, che non
serve il proprio interesse specifico e
la propria maggioranza ma che cerca di
mettere in campo nel miglior modo possibile lavorando, rivedendo i conti a
fianco di Scopelliti, degli assessori, dei consiglieri e anche in Commissione e
della maggioranza, cerca di appostare quelle risorse avendo una vocazione a far
meglio.
Su questo ci siamo
interrogati, su questo ci confronteremo all’interno dell’Aula e fuori
dall’Aula.
Ripeto, quando si fa un
ragionamento populistico, troppo politico, a stare sul pezzo, parliamo di carrozzoni. Ma
denunciamoli in Aula, sono pronto a mettere una firma, a certificarlo, a
verificarlo.
Parliamo di cose che non
hanno funzionato, stimoliamo gli assessori e questa maggioranza, ma non
continuiamo a parlare un linguaggio che la Calabria e l’Italia non può
comprendere più.
Io dico che la frontiera vera
di questo bilancio che è una continuità del precedente e degli assestamenti che
lo seguiranno per noi è la vocazione a far recuperare, visti i tempi, più
posizioni alla Calabria. E se noi abbiamo una pecca rispetto alle ristrettezze,
su questo stiamo provvedendo anche con
una proposta di legge.
Io vorrei guardare non più a
chi fa la voce grossa ed ha sempre, diciamo, uno spazio per farsi ascoltare.
Vorrei guardare alle tante giovani generazioni e
questo sarà l’impegno di questi ultimi tre anni e mezzo e li dico come ultimi
perché ho ansia di partecipazione e di fare a cui dobbiamo dare grandi
risposte.
Su questo chi mi ha preceduto
l’ha detto. Non è sulle risorse libere ma sui fondi comunitari. Nel solo primo
anno sono stati stanziati e deliberati 100 milioni di euro che oggi diventano
realtà e se c’è qualcuno che si pagherà in più a Natale o dopo Natale, dopo
aver firmato, è grazie ad un provvedimento che è diventata legge e bando e poi
la solita logica calabrese della opposizione è realtà.
C’è qualcuno che nelle scorse
ore, nelle scorse settimane ha firmato i contratti e nello specifico 3.700
nuovi occupati su un provvedimento… non basterà solo questo ma è un dato di
partenza. Cioè troviamo dei punti di incontro.
Io l’ho detto anche a Guccione e chiudo veramente perché siamo interrogati
insieme a lui ed insieme ad altri ed apprezzo anche Principe, ovviamente
stiamo, sul pezzo, giocando il nostro ruolo anche con una dialettica forte.
Interroghiamoci su due-tre
grandi temi a partire da questo bilancio che, ovviamente ha avuto i tempi e le
misure che ha.
E su questo per farci capire
meglio, per la sanità credo che un risultato in più rispetto al dibattito
passato è arrivato perché partiamo da un più 30 per cento di quelle risorse che
mancavano alla Calabria liberate dal Tavolo Massicci.
Un grande risultato della task
force e di Scopelliti. Ma su questo, su sanità, su servizi, su
trasporti ed in primis sui giovani se volete, se vorrete- da questa
parte almeno sta nelle mie corde ma credo che stia nelle corde di tutti-
troviamo un punto dove ovviamente la maggioranza siamo noi.
E’ giusto che le scelte e
l’impostazione vengano date dalla
maggioranza; ma se una minoranza vorrà farlo in modo puntuale noi siamo pronti,
lo eravamo ieri e lo saremo anche per il futuro. Vi ringrazio.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Principe. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, innanzitutto
la ringrazio per avermi dato la parola. In un primo momento pensavo di
intervenire per dichiarazione di voto. Intanto si registra sempre un abbassamento
del livello di attenzione man mano che si va avanti e il lavoro che ci aspetta
è molto lungo ed anche duro.
Ma essendo chiaro l’orientamento del gruppo del Partito democratico, preferisco portare un modesto
contributo in questa fase per conferire o tentare di conferire alla discussione
sul bilancio, una connotazione di natura politica.
E’ vero che il bilancio è un
documento contabile, però il documento contabile deve essere normalmente
l’esplicazione numerica di un disegno politico.
Ora, come il disegno
politico sia abbastanza nebuloso viene fuori anche dai numeri e nel particolare
questa nebulosità, anche con i miglioramenti che noi abbiamo tentato e
tenteremo di introdurre, è stata evidenziata in modo abbastanza chiaro ed
incisivo dal collega Censore.
Quindi, io preferisco far un
ragionamento che guardi ad un futuro bilancio sulla base di un modello di
sviluppo e sulla base degli strumenti che noi potremmo avere a disposizione.
Perché, vedete, vorremmo dire ai colleghi, anche ai miei colleghi della
minoranza, che questo non è il primo bilancio del centro-destra.
Il primo bilancio
dell’amministrazione Scopelliti è stato fatto lo scorso anno e questo è il
bilancio del 2012 e quindi è la seconda annualità piena in termini di
programmazione di questo Governo.
Ed allora noi avremmo dovuto
fare una riflessione su come vediamo la Calabria del futuro. Vedete, quello che
sta succedendo in Italia e nel mondo evidenzia un dato: è fallita la
globalizzazione.
Dicendo questo non voglio
fare un ragionamento antiliberista di sinistra contro la destra, ma faccio una riflessione guardando alla storia di questo ultimo
decennio ed anche più indietro.
Ci avevano raccontato che
con un liberismo sfrenato ed attraverso la globalizzazione si sarebbero risolti
tutti i problemi. Oggi invece verifichiamo che la globalizzazione piuttosto che
curare i mali questi mali li produce.
Se pensiamo solo a due mali,
la crisi finanziaria che è precipitata in Italia è figlia della
globalizzazione. Se guardiamo alla concorrenza sleale che avviene tra le classi
lavoratrici…
Io quando penso alla Cina
che si definisce comunista mi viene da ridere sinceramente: una risata
amarissima.
Vedete cosa succede in un
Paese che è stato alfiere dell’internazionalismo proletario, paroloni grossi ed
enormi, grandi enfatizzazioni. Allora in questo Paese che succede? Succede che
avviene lo sfruttamento più bieco della classe operaia che viene sottopagata,
senza sistemi di sicurezza, senza tutela dell’ambiente e questa classe operaia
cosa fa? Fa concorrenza ai colleghi operai dei Paesi evoluti, ché dovendo garantire sistemi di sicurezza -
che spesso, peraltro, non assicurano -,
dovendo garantire livelli di costo del lavoro adeguato ecc., succede che gli
operai dei Paesi ricchi vengono – attraverso anche la delocalizzazione – messi
sul lastrico dagli operai del grande Paese comunista, di una delle patrie del
comunismo.
Allora noi un pensiero
dobbiamo farlo. Cioè, questa regione certamente ha bisogno di alcuni
fondamentali ,per cui continuo a sostenere che se la Calabria non viene infrastrutturata, possiamo fare tutti i ragionamenti che
vogliamo ma la Calabria non avrà avvenire.
Perché essere sempre e
comunque periferia incide anche sulla commercializzazione e sulla
concorrenzialità dei prodotti, è fuor di dubbio.
Questa regione per crescere
ha bisogno di infrastrutture che ci deve dare il Governo nazionale , di
maggiore sicurezza e di lotta alla criminalità che ci deve dare il Governo
nazionale ed ha bisogno, a mio avviso,
anche di centri di ricerca adeguati e di tante altre cose che possiamo fare
anche da noi.
Perché, vedete, parlare dei
giovani e della occupazione dei giovani senza porsi il problema dello sviluppo
è una stupidità.
L’occupazione dei giovani…
io non voglio entrare nel ragionamento sull’articolo 18, del contratto unico
del lavoro, lasciamo perdere. Certo per avere occupazione ci vuole sviluppo.
Chiedo allora a Mancini ed
attraverso lui a Scopelliti e a tutta la Giunta: come vogliamo coniugare una
globalizzazione ormai cadente con le risorse del localismo calabrese? E’
ritornato il tempo in un quadro globale che fa acqua da tutte le parti,
dibattersi per dare alla regione quei fondamentali, vedi infrastrutture per
competere e poi puntare anche sul locale?
Allora se questo
ragionamento, caro amico Orsomarso, ci porta ad una risposta positiva, noi
dobbiamo impostare bilanci che siano
coerenti con una riforma più sistematica dell’Ente Regione.
Cioè il bilancio di oggi –
non voglio infierire sui numeri, lo ha fatto già Censore anche se con garbo e
senza esagerare – è ingessatissimo e non è in grado di assolvere nessuna funzione
in termini di sviluppo. Stenta, affanna a coprire una serie di servizi
essenziali come la forestazione, l’assistenza socio-sanitaria, la stessa
sanità. Potremmo fare un lungo elenco che è stato già fatto e non aggiungo
altro.
Questo modello di Regione,
allora, può reggere nel futuro? Guardate che il bilancio 2013 sarà ancora più
duro rispetto all’attuale e mi pare che potrebbe avere effetti terribili anche
sulla assistenza sanitaria, addirittura sui ricoveri. E’ arrivato o no il
momento di dire basta con la Regione accentratrice e gestoria
che vuole vedere tutto, fare tutto e gestire tutto? E poi vede anche la classe
dirigente che vuole vedere tutto, far tutto, gestire tutto e poi vede anche la
classe dirigente politica della Regione esser schiava della burocrazia.
Parliamoci chiaramente: io non punto il dito contro la burocrazia regionale. E’ dimostrato che uno dei cancri dell’amministrare in questo Paese è la burocrazia. Spesso i politici – cioè i politici che vanno ad assumere ruoli istituzionali – sono schiavi del burocrate di turno che li indirizza in una o nell’altra direzione, secondo anche proprie scelte e conoscenze. Perché nei meandri della burocrazia è molto difficile districarsi da parte degli eletti del popolo.
Allora, penso sia arrivato il momento di pensare al bilancio del 2013 sulla base di una Regione che dovremmo finalmente riformare.
Mi rendo conto che chi gestisce il potere in un determinato momento storico ha una difficoltà a mollare una parte del proprio potere e rinvia sempre questo momento che, prima o poi dovrà avvenire, alla prossima legislatura.
Io una parolina in più penso di poterla dire perché questi uguali ragionamenti li ho fatti anche nella legislatura passata.
Questo perché sono un fautore non di una Regione che io chiamo “Piccolo Stato Hag-accentratore”. Noi siamo un surrogato e il caffè Hag è un surrogato del vero caffè, noi siamo un surrogato piccolo dello Stato accentratore.
Nella legislatura passata così come è stato fatto col piano di rientro il centro-sinistra ha avuto un atto di resipiscenza. Perché, badate all’ultimo comma dell’articolo 46 dello Statuto; bene, noi abbiamo modificato insieme lo Statuto dicendo che con legge regionale si deve stabilire quali sono le competenze che oggettivamente debbono appartenere alla Regione e tutto il resto va affidato al sistema delle autonomie locali.
Naturalmente ci sono materie che debbono restare di
competenza regionale, parlo delle eccellenze -
vedi Gioia Tauro –, di iniziative che necessariamente
hanno una ampiezza ed uno spessore di carattere regionale.
Anche in un modo egualitario
perché ci sono territori che sono rimasti più indietro rispetto alla media
regionale di cui noi ci dobbiamo far carico.
Penso che sia arrivato il
momento di porre mano a questa riforma ed in questo modo si potrà avere un
bilancio che non affanna perché, se nel discorso globale che incomincia a
manifestare delle crepe si insiste sui fondamentali a cui abbiamo diritto, vedi
infrastrutture, poi si punta sul locale.
Ma nel momento in cui si
punta sul locale, la Regione deve spogliarsi dei poteri gestionali e deve diventare istituzione
che legifera, programma, che dà indirizzi e che controlla.
Guardate, noi dobbiamo
anche essere in sintonia con i tempi.
Sta per sparire la
Provincia. Voi avete presentato una riforma che noi vogliamo discutere perché vi
troviamo molte falle e parlo dell’Afor insieme alle Comunità montane.
In ogni caso si pone il
problema di questi ultimi enti e penso
più ad uno sbocco in una unione dei Comuni
montani, stabilendo con rigore quali siano
.
Allora una architettura
istituzionale che vede la Regione alleggerita, che legifera, programma e dà
indirizzi e controlli ed in basso i comuni, i comuni montani… ed in questo
quadro non voglio dire anche se ci sono o non ci sono carrozzoni.
Caro amico Orsomarso, ci vogliamo prendere in giro
dicendo che non esistono i carrozzoni? Esistono oggi come esistevano ieri. Ma
come fai a riformare, eliminandolo, cambiando i connotati al carrozzone se non
hai un quadro generale di riforma istituzionale? La riforma che voi avete
preparato sull’Afor andrà ad impattare sugli scogli di una mancata visione
generale di una riforma istituzionale.
Siamo, quindi, propinatori di questa linea e nei
prossimi mesi – mi auguro addirittura nelle prossime settimane – presenteremo
un apposito disegno di legge che va in questa direzione.
Secondo punto e concludo, ma sul primo punto vorrei
parlare solo di due aspetti aggiuntivi, caro assessore Mancini.
Se vogliamo dar forza alle autonomie locali dobbiamo
anche irrobustire con un minimo sostegno finanziario le associazioni delle
autonomie locali.
Oggi abbiamo due momenti di sintesi delle autonomie locali:
Anci e Lega. Peraltro, l’Upi e l’Uncem
ormai non esistono più anche se in bilancio troviamo delle poste. Se è
possibile, come prima anticipazione di una riforma istituzionale che punta
sulle autonomie come braccio operativo della programmazione regionale le
chiederei di assegnare delle risorse in più perché queste istituzioni di sintesi
possano meglio funzionare.
Seconda questione: il Por Calabria.
So che quando parliamo del Por Calabria giustamente
l’assessore Mancini diventa più attento, ma obiettivamente dobbiamo dire che
oggi il Por Calabria mancando questo disegno, ma anche per deficienze del
momento che viviamo, non mi pare che possa rappresentare quella reale speranza
di rilancio della economia calabrese. Per una serie di ragioni.
La prima ragione. Riconoscete che negli ultimi due anni
c’è stato un rallentamento degli impegni e della spesa perché a marzo 2010 gli
impegni erano al 30 per cento e oggi dopo due anni siamo al 40, lo avete detto
voi.
La spesa a marzo 2010 era al 9 per cento e oggi siamo al
20. Praticamente cioè sono passati 5 dei sette anni di vigenza del Por che rappresentano
oltre il 70 per cento dell’arco temporale e noi siamo al 40 per cento degli
impegni.
Questo è un primo dato che implica un segnale di crisi.
Il secondo è una
domanda di fondo alla quale voi dovete dare una risposta. Ma il Por Calabria
rimane nella sua natura di strumento che, come dire?, mette in campo risorse
aggiuntive e quindi a quelle che sono le competenze dei vari enti: lo Stato
dalla sua parte, la Regione dalla sua parte, i comuni dalla loro parte?
Rimane questa natura del Por? Oppure il Por Calabria
farà la fine che in parte fece la Cassa per il Mezzogiorno diventando strumento
sostitutivo? Caro assessore Mancini, nel momento in cui parliamo di bilancio a
questa nostra domanda voi dovete dare una risposta perché quello che ci ha
detto Scopelliti nell’ultima seduta, cioè che il Por sembrerebbe che sarà ciò
che rimane utilizzato per le infrastrutture, per la banda larga, per il
sostegno alla occupazione che vuol dire sostegno alla futura disoccupazione,
cioè cassa integrazione soprattutto nel nord… Se significa investimenti nel
settore del dissesto idrogeologico, per carità di Dio, è una delle emergenze di
questa Regione che dobbiamo aggredire ma questa è una competenza dello Stato.
Nel momento in cui il Por sarà utilizzato per queste
filiere, naturalmente è fallito il Por Calabria.
L’ultima annotazione è su una positività. Perché, voglio
dire, che la Giunta abbia l’intenzione ed ha programmato di investire su Gioia
Tauro 8 milioni di euro è una cosa assolutamente apprezzabile, naturalmente col
filtro della Commissione competente per quanto riguarda le filiere.
Però su Gioia Tauro qualche altra cosa dobbiamo dirla.
Perché quando chi parla si riferiva alle eccellenze che dovranno restare di
competenza regionale anche in considerazione di una auspicata riforma del
sistema, Gioia Tauro è certamente una di queste.
Vorrei chiedere allora al Presidente, all’assessore al
bilancio, all’assessore alla innovazione che fine ha fatto il distretto
tecnologico di Gioia Tauro che dimostra quanto siano miseri 8 milioni per una
eccellenza.
Quando noi avviammo il distretto tecnologico di Gioia
Tauro, lì avevamo investito 25 milioni di euro per l’avvio di quel distretto.
In quei progetti-caro assessore Caligiuri, ti
pregherei di verificarlo- c’erano anche progetti pilota per fare le cose che si
intendono fare con gli 8 milioni che voi avete assegnato a Gioia Tauro.
Cioè, uno screening delle merci che arrivano a Gioia Tauro per vedere come potevano
assemblarsi in loco per fare un prodotto.
Allora, caro assessore Caligiuri, nel momento in cui parliamo di riforma del
sistema diventa inaccettabile che si prosegua senza programmazione e con
investimenti che vanno a perpetuare la vecchia pratica dell’intervento a
pioggia e mi riferisco ai cosiddetti poli di innovazione che voi avete tanto
propagandato e che, personalmente, giudico illegittimi.
C’è una legge sulla ricerca
che impone un piano triennale che questa Giunta non ha mai presentato
all’attenzione del Consiglio.
Ma lasciamo stare l’aspetto
formale che può anche non vederci impegnati a fare gli investigatori – non è il
nostro mestiere ! – ma, voglio dire: con 36 miseri milioni di euro si possono
fare nove poli di innovazione, assessore Caligiuri?
Se noi per avviarne due, Gioia Tauro e Crotone, investimmo 50 milioni di euro!
Allora se si crede veramente
ad una riforma del sistema, vedremo quando presenteremo la nostra legge come si
comporterà la maggioranza. Se crediamo ad un Por che va rimodulato per restare
però un Por che assicura risorse aggiuntive, se crediamo alle eccellenze a
Gioia Tauro vanno destinati non miseri 3,5 milioni di euro per un polo di
innovazione che non capisco cosa dovrebbe fare se c’è già il distretto
tecnologico che va implementato. Quindi in virtù di una politica che programma
e concentra gli investimenti questo è uno degli esempi in cui gli investimenti
vanno concentrati su una eccellenza che, effettivamente, può dare una speranza
anche ai nostri giovani.
Queste considerazioni
confermano il voto contrario del gruppo del Partito democratico. Nel prossimo anno ci faremo promotori di queste
iniziative legislative che quando verranno nelle Commissioni ed in Aula saranno
argomento per un confronto ed eventualmente, mi auguro, in questo caso per una
sintesi riformatrice che guardi ad una Regione del futuro leggera, che
programmi, legiferi e controlli e che aiuti il locale ad emergere rispetto ad
un globale che fa acqua da tutte le parti.
La parola all’onorevole Magarò.
Signor Presidente,
poche considerazioni mi accingo
a fare, alcune di natura politica, altre di natura tecnica.
Quando
si parla e si discute del bilancio, si parla di tutto e di più, è un tema a
svolgimento libero ed ognuno può addentrarsi in valutazioni, in ragionamenti, può avanzare proposte. Io penso che questa fase
di discutere di tutto e di più dobbiamo lasciarcela alle spalle, perché la
situazione si è enormemente modificata, lo stato dell’economia, delle risorse, se volete anche la vocazione degli enti si è modificata enormemente.
Io
penso che discutere di bilancio significhi, dal mio punto di
vista, guardare avanti, lontano, cercare di utilizzare bene le risorse che
abbiamo a disposizione, avviare una seria programmazione, cercare di incidere e di utilizzare al meglio le risorse che abbiamo, per
tentare di modificare in
meglio lo stato della nostra regione.
Il
ragionamento che l’onorevole Principe, poco prima, ha fatto mi convince, perché
noi dobbiamo discutere e valutare questi 41 anni di regionalismo italiano, quali sono stati i benefici, quali le ombre, quali le
difficoltà e come siamo in grado di disegnare un impianto istituzionale nuovo e
moderno che tenga conto della situazione attuale, della crisi che attraversa il
mondo, l’Europa, il Paese e di come vogliamo ridisegnare il sistema delle
autonomie, del decentramento. Più volte ci abbiamo provato anche come Regione
in base alle varie leggi che lo Stato ha varato e più volte abbiamo fallito,
purtroppo; da anni le Province aspettavano i Regolamenti di attuazione per le
deleghe che a loro abbiamo conferito.
Io penso che avviare una discussione su questa questione
di prospettiva sia utile e penso che su questa questione il Consiglio dovrà
ritornare a discutere.
Tornando al bilancio che oggi stiamo per discutere e per
approvare, io penso che la bussola che ha guidato il lavoro che l’assessore
Mancini e la Giunta hanno portato in campo parli di due parole: la crescita e
il mantenimento dei livelli essenziali. Seppure in una difficoltà obiettiva di
risorse che sono sempre di meno a disposizione, mantenere i livelli essenziali
penso sia una grande cosa, se ci riusciamo; mantenere i livelli essenziali per
quanto riguarda le categorie più deboli, coloro i quali sono in difficoltà e soprattutto per
quanto riguarda i precari, il lavoro e le strutture socio-sanitarie, è una
linea di intervento che condivido e che faccio mia e, per quanto mi riguarda,
questi livelli essenziali devono essere mantenuti anche nei prossimi anni
attraverso una regolamentazione migliore e attraverso anche una certezza.
Penso che l’altra parola importante pronunciata
dall’assessore Mancini, la crescita, debba camminare di pari passo al mantenimento dei livelli
essenziali. Noi riusciremo a modificare, a cambiare, ad innovare questa nostra
regione se puntiamo sullo sviluppo, sulla ricerca, sull’innovazione, se
tentiamo, dal mio punto di vista, di mettere in atto azioni concrete per la
crescita della nostra regione.
Alcune misure, alcune azioni concrete di crescita, per
quanto mi riguarda, ci sono e sono abbastanza evidenti nel bilancio che viene
presentato, che tengono conto delle risorse che abbiamo a disposizione. Penso
pure che una famiglia che deve gestire la propria attività debba puntare ad
eliminare gli sprechi, ad utilizzare al meglio le risorse, e in questa proposta
di bilancio, ci sono entrambe le cose.
Puntare su Gioia Tauro, incentivare le imprese, puntare
allo sviluppo dell’agricoltura, allo sviluppo del turismo, ecco, sono alcune
azioni concrete e mirate che penso vadano salutate con molta attenzione e con
interesse. Sono questi gli elementi essenziali su cui si deve investire.
Io sono certo che l’assessore Mancini vuole, pensa di
fare di più, ma lui, come le famiglie, deve tenere conto delle risorse che ha a
disposizione e, rispetto a queste, penso che lo sforzo
compiuto vada salutato con interesse e con attenzione, non solo perché ha
ridotto del 15 per cento tutte le spese, ma soprattutto perché ha puntato molto
sulla crescita e ha cercato di evitare i finanziamenti a pioggia e di
finalizzare le poche, ma significative risorse sulla crescita e su queste aeree
che ritengo siano importanti.
Io penso che i benefici di questo bilancio si vedranno.
Mi permetto, però, di dire all’assessore Mancini, alla Giunta e al Presidente
una questione che ritengo essenziale, che me la sono fatta nel corso della mia
non breve attività politica e legislativa: noi abbiamo messo in campo, nel
corso di questi ultimi due anni, tante idee positive, tante buone azioni. Il
punto, la domanda che io vorrei porre alla Giunta è l’attuazione di questi
programmi, l’attuazione di queste idee, l’attuazione di queste azioni concrete.
Sono troppo lunghi i tempi di attuazione delle nostre buone idee, una volta
approvato il bilancio, dal giorno dopo si deve lavorare per attuarle ed in
tempi certo, cioè oltre a fare e a fare bene in questo bilancio, si è fatto e
si è fatto anche bene, seppure le difficoltà a disposizione. La questione
decisiva, per quanto mi riguarda, è quella dei tempi di attuazione di queste
azioni e di questi programmi. Troppi ritardi, dal mio punto di vista, troppe
cose che possono essere fatte in tempi certi vengono volutamente allungate,
perché dietro l’allungamento dell’iter burocratico, purtroppo, poggiano molte
volte situazioni di clientela, di assistenza e di non libertà da parte degli
enti locali.
Io invito la Giunta,
l’assessore Mancini e anche il Consiglio a lavorare su questo campo. Se decidiamo di fare
un investimento, se decidiamo di mettere in campo un’azione concreta, non è la
stessa cosa farla dopo un mese o dopo tre anni, è importante farla dopo un
mese. E qui suggerisco all’assessore Mancini e al Presidente di applicare quel principio che viene applicato in tutta Europa, che è la filosofia anche
dei fondi europei, di premiare coloro i quali sono in grado di dare risposte concrete e di penalizzare quelli che non lo fanno, anche nei riguardi di quegli assessorati
che hanno a
disposizione risorse, azioni concrete e che non si attivano per fare in tempi
certi queste cose.
Di
solito, la cultura dominante – ed io ho alle spalle anche una non breve esperienza
di attività amministrativa – gli amministratori concentravano le risorse nell’ultimo
periodo delle elezioni. Io penso che questa cultura debba essere superata, noi dobbiamo
lavorare prima, subito realizzare le nostre azioni concrete. Sono d’accordo che in questa operazione decisivo è
anche il compito e il ruolo della burocrazia.
Io vorrei ricordare che
abbiamo approvato, di recente, un’importante legge che va in questa direzione e mi auguro che la Giunta
emani al più presto un Regolamento.
Ho preso ad esempio le Poste Italiane, che quando
ognuno di noi spedisce una raccomandata o un pacco postale, sa quando quella
raccomandata e quel pacco arrivano a destinazione. A me piacerebbe una
burocrazia nella quale possiamo contare su tempi
certi, mi piacerebbe vedere e sognare una burocrazia che dia risposte certe ad
un sindaco, ad un cittadino, ad un amministratore locale.
Ecco, accelerare le buone azioni ritengo sia
necessario e indispensabile anche per
rendere concrete le cose positive che pur ci sono. Se le cose positive si
ritardano nell’attuazione, per quanto mi riguarda è una questione che non
condivido e che, secondo me, continua ad aumentare la
sfiducia verso le istituzioni.
Dunque, questo bilancio contiene, seppure le ristrettezze economiche, una bussola di orientamento, è la bussola
giusta che ci fa andare – ritengo – in una fase diversa e nuova. Il problema,
dal mio punto di vista, è l’attuazione di queste poche, ma significative ed
importanti scelte
strategiche. Per questo il mio appello, il mio invito,
una volta approvato il bilancio, è di dare corpo immediatamente a queste
azioni, di scegliere un crono programma per attuarle, perché purtroppo anche
nello scorso bilancio molte buone idee ancora non sono state attuate.
La parola all’onorevole Battaglia.
Io non faccio delle considerazioni di carattere generale, perché il mio intervento è stato stimolato dal collega Orsomarso, quindi vuole essere una risposta a lui, allorquando diceva che in quest’Aula si era in precedenza parlato di carrozzoni, senza indicare delle soluzioni.
La Calabria, a mio
giudizio, è seduta su una marea di debiti di cui non conosce nemmeno l’esistenza, non
l’ente Regione, la Calabria in quanto
tale. Allora, collega
Orsomarso, per aderire alla sua richiesta, cioè quella di abbandonare il fumoso
linguaggio
politico, ho presentato
due emendamenti e credo che potrebbero trovare la sua adesione: un primo emendamento sopprime il consiglio di
amministrazione dell’Arpacal, che non ha ragione di esistere, non è mai esistito, l’avete introdotto voi l’anno
scorso con un emendamento alla finanziaria, perché quell’Ente poteva e può continuare ad operare senza consiglio
di amministrazione, così come era stato pensato fin dagli anni 2000. E’ una
sovrastruttura inutile che ha dei costi.
Il secondo emendamento prevede l’accorpamento – io sono
contro le società in house per
definizione – dando mandato alla Giunta per una proposta organica, entro 90
giorni di “Calabria lavoro”, Field e “Calabria etica”, perché sono dei soggetti
che, per alcuni aspetti, si
sovrappongono nell’attività, quindi vi è la necessità di una razionalizzazione
con un indirizzo preciso, perché già nella precedente finanziaria, poi con un ordine
del giorno di settembre, era stato dato incarico alla Giunta di procedere a un
riordino. La Giunta oggi si presenta in Aula, chiedendo 60 giorni per lavorare
attorno a queste cose.
Noi, fin da stasera, possiamo dare un’indicazione
precisa, concreta che non usa il linguaggio che lei ha definito “fumoso” della
politica, che va al cuore di un problema che esiste, un problema di carattere
generale che non riguarda solo la Regione Calabria o questa maggioranza, ma noi
abbiamo gli strumenti per intervenire concretamente.
Quindi fra poco, quando passeremo alla fase degli
emendamenti, ci sono due indicazioni precise che potranno essere migliorate e
che, certamente, vanno nella direzione di una
razionalizzazione con il contributo di tutti, perché queste proposte non
tentano di colpire qualcuno, non mettono in discussione nessuno, tentano di
riorganizzare un sistema che, per certi aspetti, a mio giudizio in questi anni
ha creato solo confusione.
Siccome siamo in una fase delicata,
io ritengo che di altri aspetti dovremmo discutere nei prossimi mesi, perché –
dicevo prima – sono convinto che la Calabria come territorio, quindi non come
ente Regione, è seduta su una montagna di debiti che provengono da decine di
società miste, società in house,
oltre agli enti strumentali, aziende che in questi anni sono stati create dai
Comuni, dalle Province e anche dalla Regione. Da questo punto di vista il
rischio è che, quando il sistema esploderà, tutti si rivolgeranno alla Regione
come ente e questo ente non sarà in condizioni di dare risposte.
Quindi, intanto, stasera possiamo
dare una indicazione precisa con il contributo di tutti, quel contributo che
lei ha richiesto nel suo intervento e che potrà vedere un’indicazione, una
soluzione unitaria nell’interesse della Calabria.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Dattolo, che chiuderebbe gli interventi per la discussione
generale. Ne ha facoltà.
Nel chiudere questo dibattito abbastanza intenso, per alcuni versi rapido, su uno strumento di programmazione che è lo strumento più importante con cui si misura l’attività e soprattutto la programmazione di un’amministrazione importante come la Regione, non posso non sottolineare l’importanza anche quest’anno di aver provveduto entro dicembre a portare questa pratica in Aula per la relativa approvazione.
Naturalmente,
vorrei sottolineare anche
l’enorme difficoltà che sottolineava l’assessore Mancini nel mettere insieme, soprattutto dal punto di vista finanziario,
quelli che sono i tagli che si è dovuto sopportare per mettere insieme e, soprattutto con una coperta così
corta, chiaramente le problematiche non mancano.
Io dico che, in questo periodo, le difficoltà
che sono state affrontate da parte della nuova amministrazione regionale sono state enormi,
problemi che si sono espressi in maniera virulenta soprattutto sul fronte occupazionale;
qualcosa di positivo è stato fatto in tema di sanità,
ma la sanità non basta, in Calabria
non bisogna solamente ricondurre il tutto
al problema della sanità. Se alcuni settori sono stati
un po’ più penalizzati, dopo
l’approvazione di questo strumento, anche perché sono venti mesi, quindi un
terzo della legislatura, ritengo che un primo pit stop – per usare un termine
automobilistico – sia doveroso, necessario per fare il punto della situazione
tra gli assessori e i consiglieri di maggioranza per l’attività svolta,
soprattutto ritengo anche per alcune situazioni che debbono essere sicuramente
ben articolate all’interno dei lavori anche delle Commissioni.
Vedete, nel sottolineare alcune piccole sfumature, devo
dire che per me è inopportuno che le Commissioni licenzino dei testi di legge
che poi non hanno finanziamento all’interno del bilancio regionale. Anche su
questo io ritengo che una
riflessione sia doverosa , perché è necessario soprattutto dire ai calabresi
che ci deve essere un collegamento tra l’attività della Giunta e l’attività
delle Commissioni, noi dobbiamo, all’interno del Consiglio regionale, mettere insieme, dal punto di vista
legislativo, tutte le situazioni che necessitano, che sono carenti, per
portarle alla luce, soprattutto ridare una nuova dignità ordinamentale.
Vengo all’altro nodo critico: la ricognizione degli enti
strumentali. Se è vero che noi facciamo fronte a delle carenze dal punto di
vista economico, a dei trasferimenti,
a un inasprimento della manovra fiscale che è andata, ahimè, a colpire le
tasche degli italiani, è altrettanto vero che un compito lo possiamo e lo
dobbiamo svolgere – lo dicevo prima ad alcuni colleghi di maggioranza prima di
entrare in Aula .
Noi dobbiamo avere un quadro
preciso della situazione che riguarda gli enti strumentali, perché
probabilmente ci sono doppioni all’interno delle varie fondazioni, ci sono
degli enti che necessitano di un restyling e la stagione delle riforme
stenta a decollare.
Abbiamo avuto la possibilità
di approvarne pochissime all’interno del Consiglio regionale, e questo è uno
dei punti sui quali l’impegno del Consiglio deve essere completo, totale,
perché anche dall’altra parte – quindi mi rivolgo agli amici dell’opposizione –
sulle riforme strutturali – l’ho detto in Commissione – non ci possono essere
prese di posizione che non vadano nell’interesse dei calabresi. Il futuro passa
necessariamente, perché non possiamo pensare che nei prossimi anni ci saranno
concessioni da parte del Governo nazionale su alcuni settori come è stato nel
passato.
Per cui il problema che oggi
viene solamente posto come una sorta di appendice si svilupperà, così come è
stato per la sanità, in maniera virulenta sia nel settore della forestazione
sia nel comparto agricolo, di conseguenza la possibilità che ci possano essere,
se non vengono approvate in maniera urgente le azioni che la Giunta regionale
ha posto in essere, c’è sicuramente il pericolo che si vada a debordare da quella che è una strada virtuosa che questa amministrazione intende controllare.
E, proprio per completezza, ritengo che, in fase di assestamento, alcune
cose vadano riviste.
Abbiamo
parlato di politiche per la famiglia che sta molto a cuore all’Udc come
partito. Probabilmente su questo una piccola riflessione successiva andrà
fatta, perché in settori come le politiche sociali, le politiche per il lavoro,
è necessario sicuramente mettere in campo, oltre alle borse lavoro che sono
state una delle più grandi iniziative che ha ottenuto questa Giunta, anche
delle misure che possano coinvolgere la spesa dei fondi comunitari in maniera
ancora più pregnante.
E’ sicuramente uno strumento
importante quello
che approviamo oggi, segna anche la fase di una iniziativa, quella
legislativa, che deve fare necessariamente, a tappe forzate, la propria parte; la
ristrutturazione degli enti subregionali, così come si era preso un impegno, non può più attendere. Questa è
una sfida che questa amministrazione regionale penso che debba affrontare e
saper risolvere con il coinvolgimento anche delle opposizioni.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Salerno. Ne ha facoltà.
In questo momento particolare
che sta vivendo il Paese di una crisi senza precedenti, parlare di bilancio oggi
qui in Consiglio regionale penso metta un po’ in difficoltà tutti quanti noi,
al di là dello schieramento politico, quindi anche al di là del ruolo che
svolgiamo, dal consigliere, all’assessore, al Presidente della Giunta
regionale.
Non v’è dubbio che è un momento particolarissimo, dove
le ristrettezze, purtroppo, ci costringono a fare delle scelte obbligate,
magari tagliare lì dove c’era bisogno, invece di aumentare i capitoli del
bilancio.
Certo, ho visto gli emendamenti presentati sia dalla
minoranza che dai colleghi consiglieri della maggioranza, anch’io ho
sottoscritto qualche emendamento, questo significa che vi è anche un’esigenza
di dare peculiare attenzione ad alcuni capitoli che riguardano dei settori
particolari. Mi riferisco, in particolar modo, al sociale, laddove
effettivamente in una regione come la nostra vi è tanto bisogno di attenzione,
di essere più vicini a queste problematiche
di
questo settore.
Io capisco le difficoltà dell’assessore Mancini, che
ringrazio per il lavoro che svolge, ma invito anche lui un attimo, nelle
possibilità che ci sono dal punto di vista tecnico, a tenere conto di quelli
che sono i contenuti degli emendamenti, anche se certamente non possono essere
accolti tutti quanti, ma in ogni caso a recepirli anche come raccomandazione, da
tenere presente poi per un futuro in occasione dell’assestamento di bilancio,
perché – come ha detto il collega Dattolo, che ha
fatto un intervento molto equilibrato – “dopo questo bilancio facciamo un attimo il
punto della situazione”. Io penso che, più che fare un punto vero e proprio
della situazione, di come stanno le cose, sia importante individuare quei punti
particolari, quei problemi particolari che oggi affliggono la nostra regione –
come dicevo nella seduta precedente – e cercare di trovare delle convergenze, evitando
polemiche, scontri opposizione e maggioranza, cercando di convergere e trovare
la soluzione.
Quello della sanità è un problema che il Presidente
Scopelliti sta affrontando con grande determinazione, alcuni risultati sono
arrivati, ma non v’è dubbio che è un settore molto delicato, laddove non è
facile ottenere delle risposte immediate in termini anche di servizi efficienti
e di qualità, ragion per cui è
necessario, a mio avviso, convergere.
Certo, il bilancio è uno strumento politico che viene
fatto dalla maggioranza, ma un segnale c'è stato anche in Commissione, alcuni
emendamenti della minoranza sono stati accolti. Certo, le posizioni della
minoranza sono completamente diverse da quelle della maggioranza, ma pur nel
rispetto del distinguo dei ruoli e comunque anche dei programmi che ognuno in
sede di campagna elettorale ha presentato, penso che si possano trovare delle
convergenze su dei temi molto importanti: parlo del sociale, della sanità, ma anche dell’ambiente, che è una questione delicatissima.
Per non dimenticare, poi, assessore Mancini, il problema
che noi abbiamo, e che permane, dei precari, il problema degli Lsu, Lpu, dei lavoratori del Pollino, di tutti quei lavoratori
che fanno parte di quei
progetti che, purtroppo, sono soggetti a rinnovo, magari a sei mesi, a un anno,
eccetera.
Certo, è un peso enorme per la Regione Calabria dal
punto di vista di far quadrare i conti del bilancio, ma sono problemi che ci
sono, che affliggono questa nostra regione; noi, bene o male, abbiamo il dovere
di cercare di dare quelle risposte per contribuire a risolvere questi problemi.
Io ho firmato qualche emendamento che riguarda queste problematiche e mi auguro che, in fase di trattazione degli emendamenti – e sono convinto perché
conosco le qualità dell’assessore Mancini – dato che penso che sia l’assessore
Mancini, ma anche il
Presidente della Giunta su questi problemi sono molto attenti, mi auguro che
possa arrivare anche qualche segnale positivo.
La parola all’onorevole Grillo.
Signor
Presidente, onorevoli colleghi, premetto che non vorrei essere nei panni dell’assessore
Mancini in questo momento particolare
della vita calabrese, ma anche italiana per
questa crisi che incombe, e lo ringrazio per la mole di lavoro che è riuscito
in queste settimane a produrre e a dare alcune risposte concrete, in un momento
difficile come quello che stiamo
vivendo in Calabria e in Italia.
Nell’analizzare questa legge finanziaria regionale per
il 2012, noto innanzitutto il carattere dei provvedimenti generali nel suo
articolato. Le misure, sia dal lato dell’entrata che dal lato della spesa, si
rivolgono a tutta la popolazione calabrese, mentre nel passato abbiamo dovuto
spesso registrare finanziarie concepite come leggi-provvedimento, nelle quali
molte norme avevano un ristretto numero di destinatari.
Come prima positività, quindi, c’è l’esistenza di una
legge tesa veramente alla soddisfazione dell’interesse generale. Guardando
dentro l’articolato, mi preme sottolineare tre punti qualificanti:
innanzitutto, il riordino del settore artigianato,
che purtroppo continua ad essere la cenerentola dell’economia calabrese. Come
molti di voi, mi piacerebbe che l’artigianato
venisse valorizzato per come merita, non solo per aiutare gli artigiani
a crescere, ma anche per cercare
di risollevare le sorti di questo comparto.
Considero un grande segno di attenzione questo articolo
18, che propone l’adozione di iniziative volte ad una migliore produzione e ad
un’intesa divulgazione delle lavorazioni artistiche, che tende a stabilire un
rapporto più diretto fra gli operatori economici e il dipartimento.
Leggo con grande soddisfazione che nel bilancio è stato
stanziato anche un fondo per l’artigianato,
che è molto più cospicuo rispetto agli anni precedenti. Mi farebbe piacere, a
questo punto, vedere declinata questa norma in politiche attive nei confronti
del settore e, a questo proposito, invito l’assessore competente ed il suo
dipartimento ad insistere sulla divulgazione di più e sulla produzione, perché
anzitutto bisogna far conoscere quello che abbiamo e
poi, magari, dedicarsi a forme nuove di artigianato.
Altro punto qualificante della manovra è l’articolo 28:
realizzazione di opere pubbliche da parte degli enti locali. Qui la Regione
Calabria dimostra di avere attenzione anche per i piccoli Comuni, presumiamo
favorirà proprio i piccoli Comuni e quelli medi e la concessione mutui ai
Comuni per la realizzazione di opere pubbliche. Ho detto “presumo”, perché dato
il limite di impegno di appena 4 milioni e mezzo di euro, mi sembra preferibile
che vengano finanziate le opere pubbliche dei piccoli Comuni, anziché un’opera
di una città più grande di dimensioni, perché è evidente che andrebbe ad
assorbire gran parte di quanto stanziato.
Invito anche in questa occasione l’assessore al ramo a
individuare una procedura di assegnazione che dia priorità agli enti pubblici
di piccole dimensioni, i quali hanno
ormai quasi tutti un bilancio assorbito dalle spese correnti e quindi sono
quasi completamente ingessati.
Altro punto qualificante, infine, la Regione Calabria, a
differenza dello Stato italiano e di altre Regioni che chiedono soltanto
sacrifici, sacrifici e sacrifici, senza un minimo di compensazione dal lato
della spesa, abbiamo trovato una somma ragguardevole di 15 milioni di euro per
il sociale: mi riferisco all’istituzione del fondo regionale per le prestazioni
socio-sanitarie delle strutture accreditate di competenza e del settore delle
politiche sociali. Il campo dell’assistenza socio-sanitaria, negli anni passati, è stato trascurato,
addirittura bistrattato e le conseguenze penso le abbiamo avvertite tutti noi
che abbiamo le antenne sul territorio; almeno, per quanto mi riguarda, ho
dovuto raccogliere le lamentele degli operatori del settore e della disperazione
di chi vive situazioni di disagio e non riceve più da anni prestazioni che
dovrebbero essere addirittura scontate perché di una nazione civile. Questa
operazione spero darà adeguate risposte sia alle professionalità calabresi che
agli utenti.
Concludo, caro Presidente, invitando la Giunta, però, ad
occuparsi nell’anno che verrà della riforma della macchina amministrativa
istituzionale. Ci sono in campo varie riforme che riguardano l’Afor, le Comunità montane, credo sia necessario intervenire
con tempestività per guadagnare economie necessarie, invece, per le attività
che sono quelle della sanità e socio-sanitarie.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Magno. Ne ha facoltà.
Ritengo che il bilancio
che oggi stiamo approvando qui in Consiglio regionale,
che stiamo presentando da parte della maggioranza,
che ha visto durante i lavori della Commissione
anche il contributo della minoranza per
renderlo più adeguato possibile rispetto a
quella che è la condizione economica e sociale
della
nostra regione, deve comunque essere preso in
considerazione rispetto a quella che è
la condizione economica nella quale
versano oggi il Paese e la nostra regione, nonché tiene presente quelli che sono
stati i tagli che il Governo nazionale ha imposto in questo periodo al bilancio
regionale, ben 70 milioni di euro in meno – come diceva l’assessore Mancini –
rispetto a quella che era la manovra dell’anno precedente.
Questo ci induce anche a dover riflettere su quelle che
sono le condizioni nelle quali ci troviamo oggi con la spesa regionale,
rispetto a quelli che sono i settori più importanti di questa regione e che la
spesa regionale viene fortemente focalizzata ed impegnata nel contesto di
quella che è la spesa sanitaria, la spesa per il personale, la spesa per il trasferimento agli enti locali in
base al trasferimento di
competenza, la spesa che riguarda l’attività dei servizi sociali e delle
attività legate al funzionamento della macchina amministrativa complessiva.
Allora, in questo contesto, è chiaro che si pone un
interrogativo: quale bilancio bisognava portare all’esame del Consiglio
regionale? Un bilancio che potesse far sì che la macchina regionale potesse
andare avanti e quindi coprire anche quei servizi necessari ai cittadini e indicasse
in quale direzione il bilancio regionale doveva fare il suo sforzo prioritario
e maggioritario. Io penso che la scelta fatta nel contesto di quello che è il
quadro di bilancio che noi stiamo cercando di approvare sia stata oculata, ha visto la Giunta regionale fare alcune
scelte importanti: una di queste scelte ritengo sia stata quella di mantenere
comunque la qualità degli interventi nel contesto di quello che è il ridimensionamento della spesa; non si
poteva pensare di poter tagliare completamente gli interventi di carattere
sociale, gli interventi per quanto riguarda il rientro della spesa sanitaria,
per quanto riguarda la difesa del suolo, per quanto concerne gli ammortizzatori
sociali, che hanno una rilevanza estrema nel contesto di quella che è la
manovrabilità del bilancio.
Allora, su questo, le scelte, nel momento in cui vengono
fatte, vengono fatte in funzione del mantenimento di una equità sociale che
consente a questa regione di poter rimanere, pur nelle difficoltà economiche
che stiamo attraversando, in un contesto che ci dia la possibilità di
riprendere il cammino di sviluppo che non è mai partito all’interno di questa
regione. E qui c’è la necessità non tanto attraverso lo strumento del bilancio,
ma principalmente attraverso l’utilizzo dei fondi europei, di creare quelle
occasioni che consentano a questa regione di poter superare la difficoltà
economica che attraversa il mondo dell’impresa e che attraversa il mondo
infrastrutturale della nostra regione.
Durante questo anno 2011, noi dobbiamo anche verificare
quelli che sono stati gli indicatori economici e sociali di questa regione, non
possiamo sottacere che il 2011 è stato un anno importante per quanto riguarda
la spesa e l’impegno dei fondi europei. Noi, dalla relazione fatta dal Comitato di verifica nazionale per quanto riguarda
la spesa dei fondi europei, abbiamo visto che quest’anno la Regione Calabria si
colloca al primo posto, tra le Regioni meridionali, tra le Regioni che hanno
avuto un trend di spesa più positivo;
e gli impegni fatti quest’anno sui fondi europei consentono a questa Regione di
poter dire che si è mantenuto un impegno elevato per consentire al 2012 di
avere un trend di spesa ancora più elevato rispetto al 2011.
Questo che prospettiva ci dà? Ci dà la prospettiva di
poter aiutare quelli che sono i processi di innovazione all’interno delle
imprese, i processi di sostegno dell’economia regionale, ma nello stesso tempo
dà l’opportunità a questa Regione anche di poter investire fortemente sulle
necessità infrastrutturali della nostra regione. Non dobbiamo dimenticare che
quest’anno è stato anche l’anno che ha sbloccato una parte dei fondi Fas; non dobbiamo dimenticare che l’ultimo incontro che c’è
stato tra le Regioni del Mezzogiorno e il ministro dell’economia ha
consentito a questa Regione di poter rimettere in campo oltre 500 milioni di
euro per attività legate allo sviluppo regionale; non dobbiamo dimenticare che,
attraverso l’attività di risparmio che c’è stata sulla sanità, abbiamo avuto la
possibilità di avere la prima premialità degli 800 milioni
del Fondo sanitario nazionale, si tratta
di ben il 30 per cento di queste risorse, quindi 220 milioni di euro che
potranno essere, per una parte, utilizzati per
poter pagare le aziende che hanno lavorato all’interno della nostra regione e
quindi è giusto che abbiano i loro compensi per
poter rientrare dal debito della sanità, l’altra parte sarà senz’altro
utilizzata per rimettere in moto il sistema sanitario regionale.
Allora il bilancio, in se stesso, viene utilizzato da
parte delle Regioni per poter lavorare
sulle questioni essenziali . Non è un bilancio che può creare lo sviluppo – io
ho sentito in questi giorni una polemica che c’è stata da parte anche di alcuni
colleghi consiglieri regionali –, non si può pensare che il bilancio della
Regione, oggi, possa essere lo strumento che crea sviluppo all’interno di
questa regione. Il bilancio della Regione, oggi, è uno strumento che può
affrontare alcune problematiche che riguardano i
servizi essenziali della nostra regione, ma certamente lo strumento di sviluppo
non sono e non possono che essere i fondi comunitari.
Allora lì la concentrazione nostra
deve essere portata, dobbiamo far sì che le spese dei fondi europei siano
finalizzate allo sviluppo e che non siano disperse in mille rivoli, come è avvenuto nel passato il che
non ha consentito a questa regione di poter avere indicatori quali il Pil e la
qualità della vita, in un contesto di indicatori più elevati rispetto a quelli
che abbiamo oggi.
Allora io penso che, oggi, noi
dobbiamo approvare questo bilancio che ci viene sottoposto, verificandone
alcuni contenuti nel contesto di quello che sarà il dibattito anche sugli
emendamenti, per verificare se è possibile migliorare su alcune cose, perché
nessuno qui ha chiuso le porte a niente, ma dobbiamo anche mettere in
considerazione che questo, purtroppo, è l’unico bilancio possibile che oggi
possiamo portare all’attenzione di questo Consiglio regionale.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Pacenza. Ne ha facoltà.
Intervenire a
questo punto del dibattito
non è certamente semplice, perché sono stati sciorinati già dati di tipo
tecnico-finanziario, sono state fatte considerazioni politiche anche di un certo rilievo, però, per partecipare compiutamente a questo dibattito, credo sia opportuno mettere in
evidenza alcuni
aspetti che,
probabilmente, già alcuni colleghi hanno sottolineato, ma credo che
sia bene, a questo punto, ribadire.
Innanzitutto, c’è da certificare l’appropriatezza cronologica del bilancio che viene approvato per il secondo
anno consecutivo nei termini previsti. Questo, ovviamente, dà la possibilità di
non ricorrere all’esercizio provvisorio e sicuramente costituisce un vantaggio
notevole non solo dal punto di vista politico, ma anche per quelle che sono le
implicazioni di carattere finanziario per tutti coloro i quali attendono, giustamente, che il bilancio regionale
venga approvato nei termini.
Quindi, da questo punto di vista,
sicuramente va fatto un plauso all’azione politico-istituzionale del
dipartimento egregiamente guidato
dall’assessore Mancini, che in un contesto non facile, in una fase storica
molto particolare, difficile, una contingenza di carattere internazionale
estremamente intricata e complicata dal punto di vista finanziario, l’assessore
Mancini è riuscito nei termini a portare in Aula il bilancio, che speriamo oggi
possa essere licenziato.
L’altro aspetto è di tipo politico,
questo per onestà intellettuale e anche per voler dare merito all’azione delle
opposizioni che, per quanto mi è stato dato di sapere, per quanto letto, per
quanto ho saputo dai colleghi che hanno partecipato ai lavori della Commissione
bilancio, hanno dato un contributo fattivo, concreto a questi lavori, facendo
in modo che tutto quello che si discuteva in Commissione potesse avere un qualcosa
di costruttivo, anche – si è visto – dal lato della opposizione.
L’auspicio è che ora, nella fase
della revisione delle proposte emendative, i colleghi delle opposizioni possano
mantenere questo atteggiamento, che sicuramente continuerà ad essere costruttivo
e propositivo, raccogliendo, quindi, quelle che sono state le indicazioni e
l’input venuti dall’assessore Mancini, gli emendamenti di spesa, perché – è
bene ribadirlo – stiamo lavorando, abbiamo lavorato con un bilancio rispetto al
quale e dentro il quale ci si poteva muovere veramente poco.
Le cifre sono state sciorinate,
credo che dal contesto tecnico-analitico sia venuta fuori quella che è stata
l’indicazione politica di questa amministrazione regionale, indicazione
politica che ha puntato l’attenzione su alcuni
aspetti fondamentali che hanno riguardato e stanno riguardando la
quotidianità dei calabresi.
Io prendo ad esempio le strutture
socio-sanitarie, che durante l’anno in corso, l’anno che sta per concludersi,
hanno veramente sofferto per le difficoltà di carattere economico nelle quali
si sono dovute dibattere. Bene, da questo punto di vista sono stati trovati i
fondi, per far sì che queste
strutture non debbano ancora patire mese per mese quello che deve essere il
loro futuro. Ricordiamo l’importante ruolo svolto da queste strutture
socio-sanitarie, che territorialmente vanno a fare camera di compensazione
rispetto all’opera sanitaria che viene svolta nelle strutture ospedaliere ed opera che viene svolta
essenzialmente per soggetti particolari: pensiamo, una per tutte, ai
diversamente abili nei centri diurni.
Altro aspetto che ci dà
un’indicazione di carattere politico in questo bilancio è quello dei trasporti.
Sono notizie dell’ultima ora che l’amministrazione regionale è riuscita a
trovare nelle pieghe del bilancio i fondi necessari per assicurare un’adeguata
copertura del trasporto pubblico in Calabria.
Altro aspetto che riguarda una
particolare condizione è quella degli aeroporti, dove la Giunta regionale ha
pensato di impiegare dei fondi che riguardano la charteristica
e il finanziamento di alcune compagnie aeree.
Ecco, questo dà l’idea, grosso modo
ed in maniera non esaustiva, di quella che è stata l’azione politica in un
contesto finanziario difficile. La speranza e l’auspicio è che tutti quanti
insieme, in maniera costruttiva, sicuramente ognuno per la propria parte, si
possa riuscire ad approvare un bilancio che i calabresi stanno attendendo.
Grazie
all’onorevole Pacenza. E’ l’ultimo intervento sul
dibattito generale sulla manovra finanziaria di bilancio che, quindi, possiamo
ritenere concluso; possiamo passare alla lettura, all’esposizione e alla
votazione successiva degli emendamenti che i colleghi consiglieri hanno
presentato alla manovra economico-finanziaria.
Partiamo col
provvedimento generale recante “Norme di tipo ordinamentale finanziario
(Collegato alla manovra di finanza regionale)”.
Pongo in
votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
All’articolo
2 c’è un emendamento a firma dell’onorevole Mirabelli, protocollo numero 59460,
che così recita: “All’articolo 2 è aggiunto il seguente comma <Le
disposizioni di cui all’art. 9, comma 2, della legge regionale n. 22/2010 si
applicano anche agli enti strumentali della Regione che siano enti pubblici
economici”, che è simile a quello dell’onorevole Fedele, protocollo numero
59519, che viene subito dopo, che così recita: “L’articolo 9, comma 2, della
legge regionale numero 22/2010 va interpretato nel senso che esso si applica
anche agli enti di cui alla legge regionale 24 dicembre 2001, n. 38. Gli
eventuali oneri aggiuntivi non sono a carico del bilancio regionale”. C’è solo
l’aggiunta “al bilancio regionale”.
La parola
all’onorevole Mirabelli.
Presidente, lo do per letto, perché con me al momento non ne ho copia, l’aveva il capogruppo Fedele.
L’emendamento dei consiglieri Fedele e Mirabelli riguarda la legge regionale numero 22 del 2010, l’articolo 9, comma 2, che, com’è adesso, non si applica agli enti di cui alla legge regionale numero 38 del 2001.
Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento in discussione.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2 come emendato.
(E’ approvato)
All’articolo 3 c’è un emendamento a firma degli onorevoli Censore e Principe che non sono presenti in Aula, quindi decade.
(Interruzione)
Si illustra da sé.
Onorevole Battaglia, lo fa suo?
Parere del relatore?
Presidente, potrebbe essere accolto, però con l’aggiunta “il parere non vincolante entro 30 giorni”. Con questa aggiunta, il parere è positivo.
Ha chiesto di intervenire l’onorevole Pacenza. Ne ha facoltà.
Le sarei grato se da qui in avanti potesse leggere il numero di protocollo dell’emendamento. Grazie.
Emendamento protocollo numero 59374, a firma degli onorevoli Censore e Principe, che così recita: “All’art. 3, aggiungere il comma 4 <Il recupero delle risorse di cui ai commi precedenti saranno oggetto di apposito piano di riutilizzo che sarà adottato con delibera della Giunta regionale e trasmesso alla competente Commissione consiliare per il relativo parere>”, lo pongo in votazione con la modifica che ha proposto il relatore.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3 come emendato.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 5.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 6.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 7.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 8.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 9.
(E’ approvato)
All’articolo
10 c’è un emendamento a firma dell’onorevole Fedele, protocollo numero 59484
che così recita: “All’articolo 10, comma 2, le parole <2 euro> sono
sostituite dalle parole <un euro e settanta centesimi>”.
Siccome
l’articolo 10, al comma 2, prevedeva che il diritto fisso di sospensione dovuto
nell’anno 2013 dai rivenditori di autoveicoli è determinato nell’importo di 2
euro, era stato aumentato del 20 per cento. Non è possibile, perché non è
previsto dalla norma, si può aumentare al massimo del 10 per cento, quindi
viene corretto con 1 euro e 70 centesimi al posto di 2 euro.
Parere
della Giunta? Favorevole.
Pongo in
votazione l’emendamento protocollo numero 59484.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 10 come emendato.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 11.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 12.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 13.
(E’ approvato)
All’articolo
14 c’è un emendamento a firma dell’onorevole Fedele, protocollo numero 59487,
che così recita: “All’art. 14 le parole <per l’anno> sono sostituite
dalle parole <dall’anno>”
Presidente, si tratta dell’importo sulle tasse delle
concessioni regionali, l’articolato prima recitava “per l’anno
Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 59487.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 14 come emendato.
(E’ approvato)
Emendamento a firma dell’onorevole Fedele, protocollo numero 59487, che così recita: “All’art. 15, i commi 2 e 3 sono sostituiti dai seguenti:
<2. Dopo l’articolo 3 della legge regionale n. 16/2000 è aggiunto il seguente articolo:
Art. 3bis
1. A decorrere dal primo gennaio dell’anno 2013 l’ammontare dell’imposta dovuta è determinata moltiplicando il quantitativo dei rifiuti conferiti, espressi in chilogrammi per le aliquote di seguito indicate:
a) Per i rifiuti del sistema minerario, estrattivo, edilizio, lapideo e metallurgico:
1) 0,01033 euro per chilogrammo, se vengono conferiti in discarica per inerti;
2) 0,02066 euro ogni chilogrammo se vengono conferiti in discariche di altro tipo;
b) Per rifiuti speciali diversi da quelli sopraindicati:
1) 0,01033 euro ogni chilogrammo, per i rifiuti ammissibili al conferimento in discarica per inerti;
2) 0,02066 euro ogni chilogrammo, se vengono conferiti in discarica per rifiuti non pericolosi o in impianti di incenerimento senza recupero di energia termica dalla combustione ad esclusione di quelli derivanti dalla selezione meccanica dei rifiuti urbani o di selezione e valorizzazione della raccolta differenziata;
c) Per i rifiuti pericolosi o per i codici a “specchio” per i quali siano superati i limiti di sostanze pericolose.
1) 0,01033 ogni chilogrammo, se vengono conferiti in discarica previo trattamento di inertizzazione o di innocuizzazione autorizzato dall’autorità competente oppure se vengono conferiti in impianti di incenerimento senza recupero di energia termica dalla combustione;
2) 0,02582 euro ogni chilogrammo, se vengono conferiti tal quali in discarica;
d) per i rifiuti solidi urbani;
1) 0,015495 euro ogni chilogrammo se conferiti tal quali in discarica;
2) 0,005335 euro ogni chilogrammo se conferiti in discarica a seguito di separazione meccanica dei rifiuti solidi urbani o di selezione e/o valorizzazione della raccolta differenziata, secca o umida; il contenuto di sostanza organica non deve essere superiore al 10%, oltre il quale si considerano tal quali;
3) 0,02582 euro ogni chilogrammo, se prodotti in ambiti territoriali corrispondenti a quelli ottimali, soppressi con legge 26 marzo 2010, n. 42 e diversi da quelli ove ha sede la discarica, fatti salvi eventuali accordi di pianificazione e le previsioni del Piano gestione rifiuti regionale e fino all’attribuzione delle funzioni già esercitate dalle autorità di ambito territoriale ai sensi della legge 23 dicembre 2009, n. 191”.
3. All’articolo 5 della legge regionale n. 16/2000 è aggiunto il seguente comma:
“6. Nei riguardi dei soggetti di cui all’art. 2, comma 1, che omettono di presentare la dichiarazione annuale o la presentano in modo infedele, ovvero che pur avendo presentato la dichiarazione omettono in tutto o in parte, di effettuare i versamenti alle scadenze stabilite per due volte consecutive, ovvero per tre volte non consecutive nell’arco di vigenza del contratto di servizio e dell’autorizzazione, è disposta la revoca dell’affidamento dello stesso e dell’atto autorizzativo con provvedimento motivato adottato dalla competente struttura, anche su espressa segnalazione del settore Tributi della Regione entro e non oltre i 60 giorni”.
Presidente, l’emendamento riguarda le tasse sui rifiuti. E’ stato rimodulato perché c’erano delle incongruenze e gli uffici l’hanno sistemato, per poter far sì che a decorrere da gennaio 2013 l’imposta possa essere calcolata e determinata.
Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 59487.
(E’ approvato)
All’articolo 15, comma 2, c’è un emendamento, protocollo numero 59502, a firma dell’onorevole Gallo che così recita: “All’art. 15, comma 2, lett. d) n. 1, dopo le parole <se conferiti tal quale in discarica> sono aggiunte le parole <per i comuni sedi di discarica pubblica controllata continuano ad applicarsi le tariffe di cui all’originario art. 3, comma 4, legge regionale 16/2000>”. Consigliere Gallo, lo può illustrare.
E’ ritirato.
L’emendamento protocollo numero 59502 è ritirato.
Pongo in votazione l’articolo 15 come emendato.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 16.
(E’ approvato)
All’articolo 17 c’è un emendamento a firma dell’onorevole Fedele, protocollo numero 59486, che così recita: “Art. 17 sono apportate le seguenti modifiche:
- Al comma 1, le parole <1 gennaio 2012> sono sostituite dalle seguenti parole <sessantesimo giorno successivo all’entrata in vigore della presente legge>.
- I commi 6 e 7 sono sostituiti dai seguenti:
<6. La Giunta regionale potrà elevare l’imposta fino al 15% nel caso in cui il decollo o l’atterraggio dell’aeromobile avvenga nel periodo e fasce orarie di maggiore utilizzazione individuate dal Ministro dei trasporti e della navigazione con proprio decreto.
7. La Giunta regionale dispone in merito:
a) alle modalità di accertamento, di liquidazione, di riscossione, di recupero e di rimborso dell’imposta nonché all’applicazione delle sanzioni;
b) all’eventuale stipulazione di apposite convenzioni con le società di gestione dell’aeroporti, ovvero con i fiduciari di cui all’art. 7 del decreto del Presidente della Repubblica 15 novembre 1982, n. 1085 per l’espletamento delle attività di cui alla lettera a)>”.
La possibilità che prima era del direttore generale di disporre in merito alle modalità di accertamento, liquidazione dell’imposta e delle sanzioni viene trasferita alla Giunta.
Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 59486.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 17 come emendato.
(E’ approvato)
Adesso c’è un emendamento istitutivo dell’articolo 17 bis a firma dell’onorevole Fedele, protocollo numero 59486, che così recita: “Art. 17bis <1. Al fine di ottemperare alle disposizioni di cui all’art. 28, comma 1, del decreto legge 6 dicembre 201, n. 201 l’addizionale regionale all’imposta sul reddito delle persone fisiche è determinata a decorrere dall’anno d’imposta 2011 nella misura del 2,03 per cento”.
Si tratta solo di un chiarimento rispetto alle ultime novità introdotte dal decreto Monti per renderlo più leggibile e per poter meglio intervenire, solo un adeguamento al decreto Monti.
Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 59486, istitutivo dell’articolo 17 bis.
(E’ approvato)
Emendamento a firma dell’onorevole Magarò, protocollo numero 59415: “Al punto 2, dell’art. 28 della lr 29.12.2010, n. 34, dopo la parola <apparecchi> vengono aggiunte le seguenti parole <radiologici, detenuti dagli odontoiatri>. Pertanto la stesura corretta del punto 2 dell’art. 28 della legge 29 dicembre 2010, n. 34 nella nuova formulazione è la seguente <in applicazione dell’art. 55 del decreto legislativo n. 446/97 a decorrere dal 1° gennaio 2011 le tasse di ispezione dovute per la detenzione di apparecchi radiologici, detenuti dagli odontoiatri di radioterapia e di radium terapia sono abrogate>”. Prego, onorevole Magarò.
Si illustra da sé.
Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 59415.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo numero
Si illustra da sé.
E’ ritirato?
Aspettiamo – sì, va bene – la riunione tecnica.
E’ ritirato.
C’è un altro emendamento, protocollo numero 59503, a firma dell’onorevole Gallo.
E’ ritirato.
Emendamento protocollo numero 59568, a firma dell’onorevole Adamo, che così recita: “L’articolo 18, comma 2 è così sostituito: <Alla legge regionale 24 dicembre 2001, n. 38, recante: “Nuovo regime giuridico dei consorzi per le aree i nuclei e le zone di sviluppo industriale viene apportata la seguente modifica:
all’art. 18 comma 2 le parole <dalla Giunta regionale> sono sostituite da <dal Presidente della Regione>;
l’articolo 18, comma 3 è sostituito dal seguente: <3. Nell’esercizio del potere di vigilanza il Presidente della Regione può disporre ispezioni atte alla verifica del regolare funzionamento dei consorzi. All’esito delle verifiche laddove siano accertate perdite di esercizio pari a due volte l’ammontare del fondo consortile desunte dall’ultimo bilancio approvato, ovvero gravi irregolarità amministrative, il Presidente della Regione dispone con proprio decreto lo scioglimento degli organi elettivi del consorzio provvedendo alla nomina di un commissario straordinario>;
l’articolo 21 è sostituito dal seguente: “1. Al fine di incrementare la competitività delle imprese la Regione su istanza dei consorzi provvede attraverso l’impiego prioritario dei fondi comunitari al finanziamento delle opere atte alla costituzione delle aree produttive ecologicamente attrezzate (Apea) di cui al D.Lgs. 112/1998 e ss.mm.ii.;
2. Il Presidente della Regione provvede con proprio atto al riconoscimento delle qualificazione Apea dei territori consortili, o di parte di essi, dotati delle strutture e degli impianti idonei ad assicurare la tutela dell’ambiente, della salute e della sicurezza. La Giunta regionale approva il regolamento sulla costituzione delle Apea sulla base di una proposta unitaria predisposta dai consorzi industriali coordinati dall’assessore regionale alle attività produttive>”.
Questo emendamento l’ho fatto mio, ma in sede di Commissione consiliare era stato presentato dai colleghi Fedele e Chiappetta. Perché l’ho ripresentato? Per due ragioni: la prima, da quanto risulta anche dal resoconto sommario dell’andamento del dibattito della Commissione e per quanto ricordi, questo emendamento era stato approvato; poi non ce lo ritroviamo nel testo. Certo, poi, il resoconto più dettagliato precisa che era stato approvato in maniera parziale. La seconda ragione per la quale intendo riproporlo è che lo condivido nel merito, perché la prima parte riguarda, addirittura, una semplificazione dell’articolo 18 così come ci è stato presentato al testo all’esame all’Aula. In particolare, trovo un po’ forte ed eccessiva quella norma secondo la quale con legge regionale si va a normare la competenza e il potere di un Comitato direttivo del Consorzio. I poteri dei Comitati direttivi sono normati dallo Statuto del Consorzio.
Inoltre, la possibilità di predisporre programmi per aree e riconoscimento, quindi, di aree produttive ecologicamente attrezzate non è da sottovalutare, può essere uno strumento innovativo che ci consentirebbe, come Calabria, di essere più avanzati rispetto ad altre Regioni.
Per cui la mia proposta è di ripristinare l’emendamento così come era stato formulato dai consiglieri Chiappetta e Fedele o da Fedele e Chiappetta, sapendo che subito dopo del mio emendamento c’è una riproposizione da parte del collega Chiappetta di questa norma, quindi i due emendamenti possono essere unificati; infatti, ho visto che quasi corrispondono, ci sono leggere modifiche.
Pertanto la mia proposta è di inserirlo e per questo chiedo l’accoglimento da parte della Giunta.
In Commissione era arrivato un emendamento, al quale faceva riferimento l’onorevole Adamo, a firma degli onorevoli Chiappetta e Fedele. Una parte di quell’emendamento è stato votato ed approvato in Commissione, adesso l’altra parte l’ha fatta propria l’onorevole Adamo.
Dopo c’è un altro emendamento a firma sua, onorevole Chiappetta, che è uguale, con protocollo numero 59485, che così recita: “All’articolo 18, comma 2, le lettera a), b), c), d), e) g), h) e i) sono sostituite nel modo seguente:
<3. Nell’esercizio del potere di vigilanza il Presidente della Regione può disporre ispezioni atte alla verifica del regolare funzionamento dei consorzi. All’esito delle verifiche laddove siano accertate perdite di esercizio pari a due volte l’ammontare del fondo consortile desunte dall’ultimo bilancio approvato, ovvero gravi irregolarità amministrative, il Presidente della Regione dispone con proprio decreto lo scioglimento degli organi elettivi del consorzio provvedendo alla nomina di un commissario straordinario>;
l’articolo 21 è sostituito dal seguente: “1. Al fine di incrementare la competitività delle imprese la Regione su istanza dei consorzi provvede attraverso l’impiego prioritario dei fondi comunitari al finanziamento delle opere atte alla costituzione delle aree produttive ecologicamente attrezzate (Apea) di cui al D.Lgs. 112/1998 e ss.mm.ii.;
2. Il Presidente della Regione provvede con proprio atto al riconoscimento delle qualificazione Apea dei territori consortili, o di parte di essi, dotati delle strutture e degli impianti idonei ad assicurare la tutela dell’ambiente, della salute e della sicurezza. La Giunta regionale approva il regolamento sulla costituzione delle Apea sulla base di una proposta unitaria predisposta dai consorzi industriali coordinati dall’assessore regionale alle attività produttive>”.
Se vuole esprimere la sua valutazione, così li accorpiamo e poi in coordinamento formale li sistemiamo.
Presidente, giusto ad integrazione e chiarimento, anche in relazione al passaggio che è stato fatto in Commissione a cui – credo - che quanto fatto dal collega Adamo sia in linea e in aderenza; in Commissione è stato presentato un emendamento a firma del mio capogruppo, onorevole Fedele, e del sottoscritto che rendeva – come poterlo definire – più esaustivi e più chiari alcuni passaggi all’interno di una norma rispetto alla quale si è ritenuto di presentare l’emendamento.
Credo ci sia stata un po’ di confusione all’interno
della Commissione, tant’è che da parte del sottoscritto è stato ripresentato
l’emendamento – sia pure solo a firma del sottoscritto e non a firma anche
dell’onorevole Fedele – perché credo che sia opportuno al fine di assicurare lo
snellimento delle procedure e per impedire che ci possa essere anche una
successiva censura da parte del Governo,
relativa a qualche probabile ed evidente vizio di legittimità della norma, che
poi è il motivo per il quale si è ritenuto di assumere anche lo stesso
provvedimento.
Naturalmente,
in relazione a quelli che sono gli aspetti tecnici dello stesso emendamento, mi
appello a quelle che sono le considerazioni e le argomentazioni che
sull’argomento vorrà evidenziare anche l’assessore competente che ha delega in
materia, anche in relazione al chiarimento che sarà opportuno fare rispetto
allo stesso contenuto dello stesso emendamento.
L’assessore
Caridi condivide l’emendamento? Sì, lo condivide
l’assessore quindi possiamo procedere alla votazione.
Solo le
prime due righe, le parole differenti tra questo e l’altro, cioè le parole “si
sostituisce dalla Giunta regionale col Presidente della Giunta”.
Prego,
onorevole Chiappetta.
Scusi, il collega Adamo ha pedissequamente ripresentato l’emendamento che è stato discusso in Commissione. Ricordava lei che in Commissione è stato comunque già adottato il primo comma di questo emendamento e quindi se lo si vuole riprendere, adottare ed approvare sulla base delle considerazioni dell’assessore Caridi, credo che sia più corretto, anche perché più esplicito, prendere in considerazione ed approvare l’emendamento a firma del sottoscritto.
Possiamo votare l’emendamento con il coordinamento formale.
Parere del relatore?
Favorevole.
Parere della Giunta?
Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento con autorizzazione al coordinamento formale.
(E’ approvato)
Si passa adesso all’emendamento protocollo numero 59375, a firma dei consiglieri Censore e Principe, che così recita: “Il presente articolo viene interamente abrogato”.
Prego, onorevole Censore.
Stiamo parlando dell’articolo 18bis vero?
Sì.
Questo emendamento si riferisce all’acquisizione da parte di Fincalabra di partecipazioni finanziarie in società partecipate.
Noi pensiamo che la mission di Fincalabra non sia questa anche perché le partecipate hanno generato grossi danni in termini di esborso finanziario alle casse della Regione.
Quando diciamo che manca il coraggio diciamo, appunto, questo. Cioè andiamo ad aiutare chi è già morto? Questo supporto finanziario alle società partecipate lo ritengo non utile alle casse della Regione ed ai bisogni dei calabresi. Grazie.
Prima di procedere con l’approvazione del 18bis – mi diceva il Segretario generale – dobbiamo votare l’articolo 18.
Pongo in votazione l’articolo 18.
(E’ approvato)
L’onorevole Censore ha illustrato l’emendamento. Prego, onorevole Battaglia.
Intervengo brevemente sull’articolo 18 per rispondere anche all’onorevole Grillo che esaltava questo articolo.
In realtà con questo articolo non si introduce niente di nuovo per l’artigianato anzi c’è una regressione rispetto a quanto conteneva la legge riformata.
Nel senso che la legge all’epoca presentata dall’onorevole Nucera che accoglieva il principio sussidiario orizzontale viene abrogata e viene portato tutto in capo al dipartimento.
Credo che sarebbe un articolo da abrogare integralmente.
Prego, onorevole Nucera.
Presidente, anche io non sono molto d’accordo sull’idea di modificare completamente l’articolo 18 proprio perché svilisce il senso ed il significato della legge regionale numero 15 approvata nel 2002 e che è ancora attuale, in quanto garantiva un certo rapporto di sussidiarietà tra l’Ente Istituzione Calabria e le organizzazioni che si occupano di artigianato, in un coinvolgimento diretto e di condivisione democratica del rapporto e della verifica all’interno della gestione stessa.
Per cui, siccome non prevede un grosso impegno di spesa e particolare tipicità dell’azione, il mantenerlo non comporta nulla di eccezionale, ma modificarlo comporterebbe mortificare e svilire la legge.
Ma di quale articolo sta parlando, onorevole Nucera?
(Interruzione)
L’articolo 18 lo abbiamo già votato. Siamo all’esame dell’articolo 18bis.
(Interruzione)
Parere del relatore sull’emendamento a firma dei consiglieri Censore-Principe, protocollo numero 59375.
Negativo.
Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 59375.
(E’ respinto)
Pongo in
votazione l’articolo 18bis.
(E’ approvato)
All’articolo 19 c’è un emendamento, protocollo numero 59308, a firma dei consiglieri Giordano, De Masi, Talarico che così recita: “Il comma 2, dell’art. 19 è abrogato”.
Prego, onorevole Giordano.
Presidente, questo emendamento richiede l’abrogazione del comma 2 dell’articolo 19 per riportarlo nella versione originaria nella quale era previsto, per quanto riguarda la programmazione dei fondi della cultura, affinché sia garantita la massima trasparenza attraverso avvisi pubblici e non iniziative dirette regionali.
Parere del relatore?
Contrario.
Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
L’emendamento protocollo numero 59302, a firma dell’onorevole Nicolò che non vedo in Aula, è decaduto.
E’ ritirato, Presidente.
E’ ritirato. Anche il successivo, emendamento protocollo numero 59303, a firma dell’onorevole Nicolò è ritirato, così come quello ancora successivo, protocollo numero 59305, sempre a firma dell’onorevole Nicolò.
E’ stato presentato un emendamento istitutivo dell’articolo 19bis, protocollo numero 59325, a firma dell’onorevole Giordano che così recita: “Dopo l’articolo 19 è inserito il seguente art. 19bis <la legge regionale 19 aprile 1995, n. 22, recante: “Istituzione Progetto donna” è abrogata>”.
Prego, onorevole Giordano.
Presidente, con questo emendamento chiediamo l’abrogazione della legge regionale numero 22 del 1995 che riguarda il “Progetto Donna” dal momento che esiste la legge regionale che prevede l’istituzione della Commissione per le pari opportunità, che sta già operando. Ci sembra che sia un doppione ed un duplicato tenere in piedi un fondo che viene sistematicamente finanziato a fronte di risorse che potrebbero essere incanalate e dare maggiore impulso ad una Commissione per evitare una duplicazione di ruoli e funzioni.
Parere del relatore?
Contrario.
Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
Sempre all’articolo 19 è stato presentato emendamento protocollo numero 59377, a firma dei consiglieri Principe e Censore, che così recita: “All’art. 19 si aggiunge il comma 3 <Allo scopo di assicurare la continuità di funzionamento dei centri Sistemi bibliotecari territoriali, regolarmente costituiti e funzionanti il personale appartenente al ruolo regionale può essere assegnato a tempo indeterminato alle dipendenze funzionali dei Centri sistemi bibliotecari a domande degli interessati e previo assenso dei Consigli di gestione dei sistemi, per l’espletamento delle funzioni previste dall’art. 9 della legge regionale 17/85 fermo restando la relativa appartenenza al ruolo regionale>”.
Prego, onorevole Principe.
Presidente, praticamente, con la legge regionale numero 25 del 1995 il personale regionale che era in servizio presso i Sistemi bibliotecari è stato lasciato in servizio presso questi sistemi.
Con questo emendamento - e se verrà accolto ai fini del coordinamento formale dovrò fare una precisazione - noi facciamo in modo che il personale regionale che ha intenzione di lavorare presso i Sistemi possa farlo. Poiché l’assessore Caligiuri ne fa un problema di “ok” dell’amministrazione regionale, nel momento in cui si dice “può essere assegnato” mi pare che la preoccupazione dell’assessore sia contenuta nel “può essere”.
Dato che dovrà disporre l’assegnazione all’amministrazione regionale, cioè personale più dipartimento di competenza, nel “può essere” c’è tutta la discrezionalità della Regione. Non c’è pertanto bisogno, a mio avviso, di appesantire la norma; basta il “può essere”.
Certamente anche un dipendente del dipartimento agricoltura potrebbe chiedere di andare presso i Sistemi.
Se il dipartimento dell’agricoltura dice no o dice no il dipartimento che così egregiamente – tranne i poli di innovazione – dirige l’assessore Caligiuri il “può” diventa “no”.
Ora se la maggioranza ha intenzione di accogliere l’emendamento dobbiamo però premettere questa dicitura “il comma 1 dell’articolo 3 della legge regionale numero 25 del 26 aprile 1995 è così sostituito….” e poi prosegue “allo scopo… ecc. ecc..”. Non so se è chiaro.
Onorevole Fedele, io avrei capito le preoccupazioni dell’amministrazione. Se invece del “può”, dottore Zoccali, ci fosse scritto “deve” a quel punto…
Ma il “può” presuppone sempre una valutazione.
(Interruzione)
Certo, certo.
(Interruzione)
Noi solleviamo questo aspetto perché nel mondo della cultura i Sistemi bibliotecari sono tra le Istituzioni che funzionano di più. Non volete approvarlo? Pazienza.
Parere del relatore?
Contrario.
Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
Anche sull’emendamento precedente presentato dall’onorevole Giordano sull’abrogazione del “Progetto Donna” c’è stato il parere negativo sia del relatore che della Giunta, ma io per sbaglio ho detto “approvato”. Naturalmente è respinto, non è approvato, assolutamente. Possiamo anche ripeterlo.
Pertanto l’emendamento protocollo numero 59325 è respinto.
Pongo in votazione l’articolo 19.
(E’ approvato)
Andiamo avanti con l’emendamento del consigliere Nicolò, protocollo numero 59283.
L’onorevole Nicolò ne chiede il ritiro.
L’emendamento è ritirato, così come quello successivo sempre a firma del consigliere Nicolò, protocollo numero 59296.
Più avanti c’è un emendamento a firma dell’onorevole Gentile, protocollo numero 59432, che così recita: “Il comma 8 dell’art. 17 della LR. N. 32/96 successivamente sostituito dall’art. 28 della LR n. 8 del 26 febbraio 2010 è modificato: <I compensi spettanti al Presidente, ai componenti la Commissione e al segretario verbalizzante sono determinati nella misura prevista dalla legge regionale 5.5.1990, n. 40 e successive modifiche. Le spese per il funzionamento delle Commissioni sono a carico dei comuni; la Giunta regionale cura la successiva ripartizione degli oneri sostenuti tra i comuni direttamente interessati alle graduatorie approvate dalla Commissione. Gli stessi comuni entro 30 gg. dalla notifica della ripartizione dovranno provvedere alla liquidazione delle spese direttamente ai componenti della Commissione stessa. Nel caso i comuni non provvedano al rimborso delle spese entro 40 giorni dalla richiesta la Giunta regionale nomina con oneri a carico del comune inadempiente commissario ad acta un funzionario regionale che provvede al rimborso>”.
(Interruzione)
No, più avanti c’è un emendamento a firma dell’onorevole Gentile che rimodifica l’articolo 20 ma è stato, erroneamente, inserito all’articolo 25nonies.
Prego, onorevole Fedele.
Presidente, gran parte di questo emendamento era già inserito nel collegato quindi non c’è motivo che sia posto ai voti.
Invece, l’ultimo capoverso dove recita “i comuni non provvedono al rimborso delle spese entro 40 giorni dalla richiesta la Giunta regionale nomina, con oneri a carico del comune inadempiente, commissario ad acta e… provvede al rimborso” può essere approvato.
Possiamo votare questo emendamento così come modifica l’articolo 20.
Parere del relatore?
Favorevole.
Parere della Giunta?
Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 20.
(E’ approvato)
All’articolo 21 è stato presentato emendamento protocollo numero 59457, a firma del consigliere Salerno, che così recita: “All’art. 21 del P.L. n. 280/9^ sono aggiunti i seguenti commi:
1. Al fine di rendere concreta applicazione quanto previsto dall’art. 31 comma 4 della legge regionale n. 10 del 2003 un contingente di 50 operai idraulico-forestali è assegnato a far data 1 gennaio 2012 al Parco naturale regionale delle Serre che lo utilizzerà per la gestione dell’area protetta eseguendo gli interventi in economia col metodo dell’amministrazione diretta secondo quanto previsto per gli altri enti utilizzatori di manodopera idraulico-forestale.
2. In applicazione dell’art. 45 comma 3 della legge regionale n. 10/2003 la Regione Calabria con decreto del Presidente della Giunta concede in uso gratuito al Parco naturale regionale delle Serre le aree demaniali della foresta “Prasto” e dell’area umida dell’Angitola il quale le amministra e attiva in esse azioni sperimentali di educazione ambientali ed utilizzo sostenibile delle risorse>”.
Prego, onorevole Salerno.
Presidente, si tratta di un emendamento che riguarda il Parco regionale delle Serre, l’unico Parco della Regione Calabria, e con cui si dà la possibilità innanzitutto di rendere concreta l’applicazione dell’articolo 31, comma 4, della legge regionale numero 10 e di assegnare la zona umida dall’Angitola e l’area della foresta demaniale “Prasto” al Parco naturale delle Serre che le amministrerà ed attiverà una serie di azioni sperimentali di educazione ambientale ed utilizzo sostenibile delle risorse.
Questo consentirà anche al Parco delle Serre di rendersi autonomo rispetto a quello che è ogni anno il contributo della Regione Calabria. A partire dal 2013 il Parco, con questo tipo di gestione, potrà acquisire anche una autonomia dal punto di vista finanziario.
Chiedo scusa, Presidente, in questo emendamento è inserita anche la possibilità per 50 operai idraulico-forestali di transitare nel Parco. Adesso non ricordo se nella legge questo è permesso temporaneamente o definitivamente. Chiedo che cortesemente possiate controllare questa questione.
Onorevole Salerno, prego.
La legge regionale numero 10 del 2003 prevede il passaggio di questi operai non per un periodo temporaneo ma, per quanto riguarda gli operai nella zona ricadente nell’area Parco, di passare al Parco regionale delle Serre.
Parere del relatore?
Favorevole però con autorizzazione al coordinamento formale, per verificare che non ci siano modifiche necessarie da apportare.
Onorevole Giordano, prego.
Solamente per puntualizzare, Presidente, perché certamente è apprezzabile che aree importanti di pregio ambientale e naturalistico siano valorizzate.
La mia preoccupazione per quanto riguarda l’area umida dell’Angitola è che le zone umide devono avere un carattere di conservazione e tutela molto stringente. Mi preoccuperei nella declinazione del fatto che si possono effettuare attività di educazione ambientale.
Proporrei all’onorevole Salerno, nella definizione di questo passaggio che si sostituiscano le parole “azioni sperimentali” con le parole “di conservazione e valorizzazione sostenibile delle risorse” per evitare che ci sia una possibile educazione ambientale - è un termine amplissimo – e quindi la possibilità e la discrezionalità che questa divenga un’area che per varie attività e per vari motivi perda l’essenza della stessa zona umida e della stessa ragione per le quali le zone umide debbano essere preservate, subendo, in qualche modo, un utilizzo non corretto che possa causare la perdita delle caratteristiche uniche e di grande pregio che poi sono quelle della conservazione della fauna per le quali le zone umide sono espressamente deputate.
(Interruzione)
Se si vuole procedere, poi, con autorizzazione al coordinamento formale…
Ha chiesto di intervenire l’onorevole Salerno. Ne ha facoltà.
Questa dicitura è stata ripresa proprio dalle parole riportate dal piano perché questa zona già rientra nell’area del Parco regionale delle Serre. Non è nessuna forzatura e nessuna modifica rispetto a quello che è previsto per questa zona umida.
D’altra parte l’Ente Parco ha proprio questo compito, il dovere cioè di tutelare queste zone ed in particolare questa zona umida dell’Angitola che fa già parte del Parco regionale delle Serre.
Non si va a modificare nulla ma si tratta di prevedere che, anziché essere gestita come oggi avviene dal Consorzio ecc., sia gestita direttamente dal Parco. Comunque, sopra il Consorzio c’è sempre il Parco che ha avuto già un finanziamento negli anni passati proprio per effettuare questi progetti di sperimentazione e di studio nella zona umida dell’Angitola.
Collega Giordano, l’emendamento non va a modificare niente e sono il primo a dire che anzi va ancora di più valorizzata questa zona.
Potremmo aggiungere “in coerenza con le finalità di conservazione della fauna” va bene?
Per me va bene.
Va bene.
Con questa integrazione proposta dall’onorevole Giordano pongo in votazione l’emendamento.
Parere del relatore?
Favorevole con l’integrazione suggerita ed autorizzazione al coordinamento formale.
Parere della Giunta?
Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 21.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 22.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 23.
(E’ approvato)
All’articolo 24bis è stato presentato un emendamento, protocollo numero 59378, a firma dei consiglieri Principe e Censore che così recita: “All’art. 24bis dopo le parole <coordinamento e supervisione dell’attività medesima> si aggiunge <il provvedimento di cui sopra assunto dalla Giunta regionale deve essere trasmesso per il relativo parere alla competente Commissione consiliare>”.
Prego, onorevole Censore.
Signor Presidente, dopo alcune rivisitazioni relativamente agli assetti degli organismi della Fondazione Field ed all’attività della Fondazione, con l’emendamento si prevede che l’atto di indirizzo debba promanare dalla Giunta.
Noi chiediamo che questo provvedimento venga in Commissione per il parere di competenza così che il Consiglio non sia esautorato di importanti compiti ed abbia modo di visionare l’attività di un ente importante quale è la Field. Grazie.
Parere del relatore?
Contrario.
Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
Pongo in votazione l’articolo 24bis.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 25.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 25bis.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 25ter.
(E’ approvato)
E’ stato presentato l’emendamento istitutivo
dell’articolo 25quater, protocollo numero
3. Dopo il comma 5 dell’art. 28 (Canoni corrispettivi) della legge regionale n. 18del 21 agosto 2007 s.m.i. (Norme in materia di usi civici) è inserito il seguente comma: <<6. Sono consentite per le sole aree agricole, le seguenti detrazioni rispetto all’importo determinato ai sensi della normativa vigente:
a. Il 40 per cento per gli occupatori coltivatori diretti;
b. Il 30 per cento per gli occupatori imprenditori agricoli professionali;
c. Il 20 per cento per gli occupatori che dimostrano di avere acquisito il bene oggetto di legittimazione e di affrancazione con contratti di acquisto presso notai e regolarmente trascritti alla conservatoria dei registri immobiliari.
Le detrazioni di cui al punto “a” e al punto “b” non sono cumulabili. Le qualifiche di coltivatore diretto e di imprenditore agricole professionale devono essere certificate dall’Inps di competenza>”.
Prego, onorevole Imbalzano.
Si tratta, Presidente, di un emendamento di modifica alla legislazione vigente per l’eliminazione delle disparità di trattamento sulle determinazioni del valore reale tra terreni edificatori e terreni agricoli per il calcolo enfiteutico di legittimazione ed il calcolo del prezzo di affrancazione.
Prego, onorevole Giordano.
Su questo emendamento dei colleghi Nucera ed Imbalzano ho presentato due emendamenti successivi che sono stanzialmente identici; uno è l’emendamento protocollo numero 59328 che recita “Dopo l’articolo 25 ter è aggiunto il seguente <Art. 25quater (modifica legge regionale n. 17/2011: Il termine di cui al comma 1 dell’art. 1 della legge regionale 30 giugno 2011 n. 17 è prorogato al 31 dicembre 2012>”.
Rispetto alla materia degli usi civici con l’emendamento protocollo numero 59328, che richiama il primo comma dell’emendamento a firma dei colleghi, è prevista la proroga al 31 dicembre 2012. Mentre, per quanto riguarda le detrazioni rispetto agli importi determinati che sono stati già esposti dal collega Imbalzano, ho presentato l’emendamento protocollo numero 59331 che così recita: “Dopo l’articolo 25 quater è aggiunto il seguente: Art. 25quinquies (Norme in materia di usi civici) <All’art. 1 della legge regionale 31 marzo 2009, n. 10, dopo il comma 1 è aggiunto il seguente comma: 2. Sono consentite per le sole aree agricole le seguenti detrazioni rispetto all’importo determinato ai sensi della normativa vigente:
a) Il 40% per gli occupatori coltivatori diretti;
b) Il 30 per cento per gli occupatori imprenditori agricoli professionali;
c) Il 20 per cento per gli occupatori che dimostrano di avere acquisito il bene oggetto di legittimazione e di affrancazione con contratti di acquisto presso notai e regolarmente trascritti alla conservatoria dei registri immobiliari.
Le detrazioni di cui al punto “a” e al punto “b” non sono cumulabili. Le qualifiche di coltivatore diretto e di imprenditore agricole professionale devono essere certificate dall’Inps di competenza>”.
Ritengo che i tre emendamenti, avendo lo stesso tenore letterale e funzionale, possano essere accorpati.
Ha chiesto di intervenire l’onorevole Nucera. Ne ha facoltà.
Non ho nulla in contrario all’accorpamento degli emendamenti. E’ una procedura che si segue con estrema facilità; quando il collegato è quello, i punti di riferimento per esporre gli emendamenti sono quelli ed anche le ragioni dell’attenzione, ovviamente, poi tendono a coincidere.
L’emendamento firmato da me e dal consigliere Imbalzano ha due aspetti entrambi fondamentali, Presidente, che possiamo discutere.
Uno è di carattere temporale ed afferisce al primo comma dell’emendamento stesso, cioè una trasposizione di data al 31 dicembre 2012.
Ovviamente - qui lo dico anche per la stampa - stiamo parlando di una materia importante che afferisce l’esercizio delle funzioni amministrative in tema di usi civici e anche della gestione delle terre civiche.
Una materia molto importante su cui il Consiglio regionale più volte si è soffermato e su cui oggettivamente molto si punta sul recupero di attività agricole fondamentali per dare un incremento anche allo sviluppo economico dei territori, soprattutto localmente.
Qui si tratta, allora, di razionalizzare meglio i tempi, considerata la lungaggine delle burocrazie e le difficoltà che vi sono sul modo di applicare concretamente le leggi all’interno dei territori e dei vari uffici e molte volte anche negli assessorati.
Si tratta di posporre una data che è quella del 31 dicembre 2011 al 31 dicembre 2012.
La seconda parte dell’emendamento è un secondo comma che invece richiama un aspetto molto più delicato che afferisce anche la funzione economica della gestione di queste terre, per sviluppare ulteriormente l’utilizzo del sistema, per garantire i piccoli coltivatori e per abbattere progressivamente la tenuta complessiva.
Ovviamente, mi rendo conto che incidiamo in un settore particolare e noi potremmo trasformare questo emendamento, relatore, anche in una raccomandazione - nella seconda parte – per l’assessorato perché in sede di riverifica della legge sugli usi civici possa tener conto di una maggiore attenzione e quindi di una minore pressione fiscale su questa categoria di lavoratori agricoli, soprattutto i piccoli coltivatori diretti che necessitano di esser sostenuti nelle loro battaglie.
Questo è l’emendamento a firma Nucera-Imbalzano e mi pare che anche quello del collega Giordano coincida. Pertanto, se lei è d’accordo, collega Imbalzano, in linea di massimo potremmo racchiudere tutto in quest’ambito di intervento.
Parere del relatore?
Chiedo. Accorpiamo gli emendamenti e li poniamo ai voti singolarmente?
(Interruzione)
Un unico emendamento di natura ordinaria? Va bene.
Parere del relatore.
Presidente, su questi emendamenti accorpati il parere è favorevole solo sul primo comma che proroga il termine al 31 dicembre 2012. Per il resto, come ben diceva l’onorevole Nucera, formuliamo una raccomandazione all’assessorato affinché possa seguire meglio questa problematica. Quindi, ripeto, il parere è favorevole soltanto sul primo comma che sposta il termine al 31 dicembre 2012.
Parere della Giunta?
Conforme a quello del relatore.
Il mio primo emendamento viene accorpato con l’emendamento a firma dei consiglieri Nucera e Imbalzano?
Quale era il suo emendamento?
Il mio emendamento ha il protocollo numero 59328, mentre rimane in piedi quello con protocollo numero 59331.
Ma il suo emendamento è lo stesso.
L’emendamento protocollo numero 59328 riguarda la proroga dei termini, quindi viene accorpato all’emendamento a firma dei consiglieri Nucera e Imbalzano, mentre chiedo che venga messo ai voti l’emendamento protocollo numero 59331.
Sì certo.
Pongo in votazione il primo comma dell’emendamento a firma dei consiglieri Nucera e Imbalzano.
(E’ approvato)
Pongo in votazione il secondo comma.
(E’ respinto)
Andiamo avanti con l’emendamento, a firma dei consiglieri Nucera e Imbalzano, protocollo numero 59242, che così recita: “Art. 25quater (Riordino fondiario e ricambio generazionale in agricoltura) <1. L’art. 17, comma 3, della legge regionale n. 22 dell’11 agosto 2010, (Misure di razionalizzazione periodico della spesa pubblica regionale) è abrogato>”.
Prego, onorevole Imbalzano.
Signor Presidente, si tratta di un emendamento volto a ripristinare una norma che avrebbe contribuito a rendere efficiente e competitiva l’agricoltura agevolando il ricambio generazionale che, più volte anche in quest’Aula con la mozione dello scorso mese di agosto, avevamo sollecitato così come l’ampliamento della direzione aziendale delle aziende agricole attraverso la concessione agevolata di affitti di terreni agricoli disponibili da parte dei comuni.
Prego, onorevole Giordano.
Presidente, c’è un mio emendamento di contenuto analogo e che riguarda la misura per il riordino fondiario e ricambio generazionale che, tra l’altro, quest’Aula aveva trattato in occasione della mozione approvata il 2 agosto dalla quale stanno scaturendo questi emendamenti che hanno una radice ed una visione convergente. Questo non può che farmi piacere rispetto ad un tema così importante che è quello dell’agricoltura. Anche in questo caso, se i colleghi sono d’accordo, gli emendamenti possono essere accorpati.
Parere del relatore?
Siamo d’accordo all’accorpamento.
Prego, onorevole Nucera.
Chiedo scusa, Presidente, è opportuno spendere qualche parola in più perché questo è un emendamento strano nel senso che l’articolo posto alla base di questo emendamento è un articolo strano.
Noi con la legge numero 8 del 2010, che è il collegato alla finanziaria 2010, abbiamo approvato l’articolo 12 che parla di riordino fondiario e di ricambio generazionale in agricoltura. Oggi, invece, procediamo ad abrogare ciò che avevamo approvato meno di un anno fa per cui vorrei comprenderne le motivazioni considerato che in bilancio ci sono 16 milioni di euro.
Ma a prescindere da questo, se il problema è di abrogare questo articolo, perché immagino che l’assessorato avrà un programma molto più ampio da illustrarci e penso che, quindi, sotto questo punto di vista sia stato già avviato un processo di riordino, lo dica chiaramente in maniera da rasserenarci, altrimenti non comprendiamo la ratio per cui questo articolo viene abrogato.
Solo questo.
Immagino che ci sia, come diceva l’assessore prima un programma che ingloba completamente questo articolo, che dà attuazione all’articolo 8 ma che, ovviamente, deve avere campo libero per integrarsi meglio nel contesto complessivo della programmazione assessorile.
Prego, assessore Trematerra.
Grazie, Presidente, solo per dire che abbiamo abrogato questo articolato nel bilancio dell’anno precedente perché il piano di sviluppo rurale prevede misure che vanno in questa direzione e solo per questo, a suo tempo è stato abrogato questo articolato perché ci sono misure che servono ad andare verso il ricambio generazionale e verso il riordino fondiario.
Abbiamo misure alternative che sono già attive verso le quali, ovviamente, ci stiamo muovendo. Grazie.
Prego, onorevole Giordano.
Vorrei capire se stiamo ponendo ai voti …
Stiamo facendo la discussione sugli emendamenti. Dopo sentiamo il parere del relatore o lo vuol sentire prima? Prego, onorevole Fedele.
Sentito l’assessore, inviterei i presentatori al ritiro altrimenti il parere sarà contrario.
L’onorevole Nucera si è dichiarato soddisfatto dalla risposta dell’assessore.
Prego, onorevole Imbalzano.
Ci deve essere l’impegno, ovviamente, che si riprenda una discussione approfondita nelle sedi delle Commissioni competenti. Grazie.
Prendiamo atto della risposta dell’assessore. Ne avevamo parlato prima ed effettivamente il processo è già avviato.
I due colleghi di maggioranza hanno accolto l’invito del ritiro. Lei, onorevole Giordano?
Ritengo, invece, Presidente, che sia necessario e non vedo il motivo per il quale non debba essere reintrodotto anche se ci sono le misure del Psr che l’assessore ha citato poc’anzi. Riteniamo sia importante, per evitare equivoci, una questione delicatissima che riguarda una ricomposizione strategica fondiaria dell’agricoltura calabrese, delle misure che vadano in qualche modo a dare la stura e a rinnovare anche la classe degli imprenditori agricoli.
Vogliamo porre ai voti l’emendamento che abbiamo presentato anche se era all’articolo successivo, non all’articolo 27. Avevo chiesto l’accorpamento pensando che si potesse votare, se così non è, ne prendo atto, ma ritengo sia necessaria la reintroduzione dell’articolo 8.
Procediamo con il ritiro dell’emendamento Nucera-Imbalzano.
Il successivo emendamento è ritirato? Anche questo.
Dopo c’è l’emendamento a firma dell’onorevole Giordano che abbiamo già discusso ed approvato, quello precedente proroga il termine, l’emendamento protocollo numero 59328 a firma del consigliere Giordano.
Era la proroga ed è approvato.
È stato approvato.
Dopo c’è un emendamento a firma dell’onorevole Chiappetta protocollo numero 59488 è ritirato.
Adesso c’è un emendamento protocollo numero
Prego, onorevole Gallo.
Signor Presidente, questo emendamento serve a sanare una problematica che attiene al personale della forestazione. Una parte del personale della forestazione rinveniente dal settore operaio è stato impegnato in questi anni nel settore impiegatizio, ma questa figura non esiste nei contratti collettivi nazionali di lavoro.
Questa spesa grava sui capitoli di bilancio relativi agli interventi di forestazione e, di fatto, attraverso questa norma si va a sanare una deficienza esistente, poiché questa figura non è stata mai ricompresa nei contratti collettivi nazionali di lavoro e non comporta nessun aggravio di spesa sul bilancio regionale. Grazie.
Possiamo procedere. Parere del relatore?
(Interruzione)
Prego, onorevole Guccione.
Dubito che non ci sia aggravio di spesa, non so cosa dice l’assessore…
Assessore Trematerra.
Si tratta di questo, questi operai hanno svolto e stanno svolgendo una funzione di tipo impiegatizio, siccome il contratto collettivo nazionale di lavoro non prevede questa fattispecie, ci potrebbero essere anche ricorsi da parte di questi lavoratori per farsi riconoscere questo tipo di qualifica ed ad oggi i Consorzi di bonifica non avendo, appunto, la possibilità di riconoscerli, li pagano attraverso le spese generali e non sui piani di forestazione come gli altri lavoratori.
Questa è una fattispecie che c’è solo nei Consorzi di bonifica che oggi attraverso le spese generali, il 7 per cento che viene riconosciuto per la progettazione, sono costretti a pagare questo personale che non può essere pagato, invece, con i progetti di forestazione.
Quindi, non c’è un aggravio di spesa perché la
Regione, in questo caso il dipartimento agricoltura, trasferisce sempre le
stesse risorse al Consorzio.
L’assessore ha detto che non ci sono maggiori oneri sul bilancio della Regione.
Parere del relatore?
Favorevole.
Parere della Giunta?
Faccio mie le considerazioni dell’assessore Trematerra che assicura non ci sono aggravi di spesa, pertanto il parere è favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
L’emendamento protocollo numero
a) Il 40% per gli occupatori coltivatori diretti;
b) Il 30 per cento per gli occupatori imprenditori agricoli professionali;
c) Il 20 per cento per gli occupatori che dimostrano di avere acquisito il bene oggetto di legittimazione e di affrancazione con contratti di acquisto presso notai e regolarmente trascritti alla conservatoria dei registri immobiliari.
Le detrazioni di cui al punto “a” e al punto “b” non sono cumulabili. Le qualifiche di coltivatore diretto e di imprenditore agricole professionale devono essere certificate dall’Inps di competenza>” che abbiamo già trattato e pongo in votazione.
Parere del relatore?
Contrario.
Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
E’ stato presentato emendamento protocollo numero
1. In deroga al divieto di cui al decreto legislativo luogotenenziale 27 luglio 1945, n. 475 e s.m.i., è consentito l’abbattimento di alberi di olivo secondo le disposizioni di cui al presente art, fatti salvi i vincoli e lo specifico regime sanzionatorio per gli oliveti realizzati a fronte della erogazione di contributi pubblici.
2. Nei terreni dove non ricorrono vincoli di ordine paesaggistico o idrogeologico l’abbattimento degli alberi di ulivo è consentito previa comunicazione inoltrata almeno trenta giorni prima dal proprietario o dal conduttore in possesso del consenso del proprietario, al comune dove è ubicata la superficie ad oliveto oggetto dell’intervento, ai fini della verifica della conformità dell’intervento con gli strumenti urbanistici; decorso tale termine l’abbattimento si intende consentito.
3. Nei casi in cui l’area ove sono ubicate le piante sia sottoposta a tutela o vincoli di ordine paesaggistico o idrogeologico, l’abbattimento su domanda del richiedente può essere autorizzato dal comune previo provvedimento favorevole dell’autorità competente in materia.
4. A compensazione degli alberi da abbattere è previsto l’obbligo di impiantare altrettanti alberi di olivo nel medesimo o in altri fondi di proprietà o condotti dal richiedente stabilendo altresì modalità e termini dell’impianto.
5. Nei casi in cui venga rilevata la non conformità degli interventi di cui al comma 1 con gli strumenti urbanistici l’abbattimento può essere autorizzato dal comune qualora ricorrano le seguenti circostanze:
a) La morte fisiologica della pianta o la permanente improduttività o la scarsa produttività dovuta a cause non rimuovibili;
b) L’eccessiva fittezza del sesto di impianto tale da recare danno all’oliveto o da rendere disagevoli le operazioni culturali;
c) L’esecuzione delle opere di miglioramento fondiario finalizzate alla conservazione della stabilità del suolo, a evitare l’erosione dei terreni, a mantenere o ripristinare la corretta regimazione delle acque superficiali a migliorare l’accessibilità ai fondi;
d) L’esecuzione di interventi edilizi di natura privata purché autorizzati dall’ente competente in materia,
e) L’esecuzione di opere di pubblica utilità;
6. Le circostanze di cui alle lettere a), b) e c) del comma precedente sono accertate dalle competenti strutture della Giunta regionale su richiesta del proprietario.
7. Non sono sottoposti alla presente disciplina:
a) Gli alberi di ulivo con finalità esclusivamente ornamentale o decorativa dei giardini e parchi;
b) Gli alberi monumentali di ulivo inseriti nell’elenco di cui alla legge regionale 7 dicembre 2009, n. 47 “Tutela e valorizzazione degli alberi monumentali e della flora spontanea autoctona della Calabria”;
c) Gli alberi di ulivo estirpati nell’ambito di azienda vivaistica da soggetto titolare dell’autorizzazione”.
Prego, onorevole Giordano.
Presidente
è un altro emendamento che riguarda il delicato comparto dell’agricoltura, in
questo caso dell’olivicoltura calabrese.
Ferma
restando tutta la normativa a tutela degli alberi di ulivo, è previsto l’abbattimento, laddove ci siano circostanze come la morte
fisiologica della pianta o un adeguamento al sesto d’impianto e comunque,
ripeto, in conformità alle leggi che tutelano gli alberi monumentali di ulivo e
a tutte le altre che valorizzano questi aspetti, per un numero limitato, 5
piante l’anno, per consentire il rinnovamento e la possibilità per i impianti
spesso improduttivi o che necessitano proprio dell’estirpazione dell’impianto.
Prego,
onorevole Imbalzano.
Rispetto a
questo emendamento del consigliere Giordano, vi è un analogo emendamento
protocollo numero 59244/A a firma mia e del collega Nucera che così recita:
“Articolo 27bis:
< 1. La
Regione Calabria tutela il patrimonio olivicolo, quale elemento caratterizzante
il paesaggio, l’ambiente e il territorio agricolo regionale, coniugando tali
valori con l’esigenza di assicurare la convenienza economica alla coltivazione
agricola delle piante di ulivo e con la presente norma disciplina le deroghe al
divieto di abbattimento in luogo Decreto legislativo luogotenenziale 27 luglio
1945, n. 475 s.m.i..
2. In deroga al divieto di cui al decreto legislativo luogotenenziale 27 luglio 1945, n. 475 e s.m.i., è consentito l’abbattimento di alberi di olivo secondo le disposizioni di cui al presente articolo, fatti salvi i vincoli e lo specifico regime sanzionatorio per gli oliveti realizzati a fronte della erogazione di contributi pubblici.
3. Nei terreni dove non ricorrono vincoli di ordine paesaggistico o idrogeologico l’abbattimento degli alberi di ulivo è consentito previa comunicazione inoltrata almeno trenta giorni prima dal proprietario o dal conduttore in possesso del consenso del proprietario, al comune dove è ubicata la superficie ad oliveto oggetto dell’intervento, ai fini della verifica della conformità dell’intervento con gli strumenti urbanistici; decorso tale termine l’abbattimento si intende consentito.
4. Nei casi in cui l’aera ove sono ubicate le piante sia sottoposta a tutela o vincoli di ordine paesaggistico o idrogeologico, l’abbattimento su domanda del richiedente può essere autorizzato dal comune previo provvedimento favorevole dell’autorità competente in materia.
5. A compensazione degli alberi da abbattere è previsto l’obbligo di impiantare altrettanti alberi di olivo nel medesimo o in altri fondi di proprietà o condotti dal richiedente stabilendo altresì modalità e termini dell’impianto.
6. In ogni caso possono essere abbattuti per singola
azienda agricola fino a cinque alberi di ulivo per biennio, previa
comunicazione di cui al comma 3.”>, che
credo possa essere unificato con l’emendamento protocollo numero 59335.
Prego,
onorevole Nucera.
Presidente, per quanto sostenuto dal collega Imbalzano, con cui ho affrontato la materia e condiviso questi emendamenti, ritengo oggettivamente che la Regione debba intervenire su questa materia, avendo anche il supporto dell’assessorato che chiamo in causa.
Non possiamo continuare a tollerare che interi impianti olivicoli vengano sradicati con la vocazione naturale che questi hanno, non solo dal punto di vista agricolo e di sviluppo, ma anche per le piante di antico retaggio che devono essere tutelate. Sono le piante più antiche che abbiamo.
L’intera piana di Gioia Tauro, la Sibaritide, gli oliveti della piccola Sila, così come quelli della piana lametina, devono trovare una tutela da parte della Regione.
Mi rendo conto che non è un emendamento, ho letto l’emendamento del consigliere Giordano ed, effettivamente, è una vera e propria legge. Per cui, assessore, se lei vuole ed è nelle condizioni, chiediamo l’approvazione della legge.
Se ritiene di dover approfondire gli elementi tecnici, lo dica e siamo disposti a ritirare l’emendamento.
Prego, onorevole Imbalzano.
Avevo chiesto l’accorpamento, però il collega Nucera ha introdotto un argomento di grande interesse.
Si tratta, sostanzialmente, di ridare economicità all’attività olivicola della regione intera, con un occhio particolare alla piana di Gioia Tauro che ormai ha uliveti sostanzialmente inutilizzabili. Questi emendamenti sono molto di più, credo che meritino una attenzione particolare e, quindi, una esplicitazione dell’assessore Trematerra. Grazie.
Prego, assessore.
Presidente, è importante la sensibilità dei consiglieri verso la materia oggetto di questo emendamento.
Ho visto l’articolato, è una materia molto complessa. Considerato che l’emendamento porta la firma sia di consiglieri di maggioranza che di minoranza, riterrei più utile, per lo stesso provvedimento, che ne discutessimo in Commissione e non approvare questo testo.
Fatta salva la volontà del dipartimento di addivenire ad una soluzione che va ricercata e, sicuramente, questa ampia platea di interesse dei consiglieri farà in modo che si possa approvare questa legge in tempi rapidi.
Chiedo il ritiro, quindi, dell’emendamento per poterne discutere in Commissione. Grazie.
Posso?
Prego, onorevole Giordano.
Dopo aver ascoltato l’assessore Trematerra, vista l’importanza e la delicatezza della materia e constatata la disponibilità dell’assessore e del dipartimento ad affrontare con legge ed approfondire ulteriormente questi aspetti, vi è la nostra disponibilità al ritiro con questo impegno.
Confido nel fatto che a brevissimo in Commissione tratteremo questo progetto di legge, grazie.
Presidente, chiedo scusa.
Sì, però do io la parola, altrimenti diventa un mercato.
Prego, onorevole Censore.
Ad integrazione di quanto diceva il consigliere Giordano e l’assessore Trematerra, volevo ricordare all’Aula che nella scorsa legislatura avevo presentato una proposta che è diventata legge che, chiaramente, poi non ha visto le fasi successive. Doveva essere fatto un regolamento, questa è l’occasione per rivedere quella legge, integrarla con le cose importanti che diceva il consigliere Giordano ed avere il regolamento dalla Giunta.
Parere del relatore? Lo rinviamo in Commissione va bene?
Lo rinviamo in Commissione.
L’emendamento è rinviato in Commissione.
(Così resta stabilito)
E’ stato presentato l’emendamento protocollo numero
Prego, onorevole Giordano.
Presidente, l’articolo prevede la sostituzione dell’articolo 9 della legge regionale numero 29 del 2008 della quale ci siamo occupati anche ad agosto con una mia interrogazione e che riguarda - l’assessore Trematerra ricorderà – una legge importante per il comparto agro-alimentare calabrese che è bloccata perché non è mai pervenuto il parere di compatibilità agli articoli 3 e 4.
Con questa sostituzione eliminiamo quella parte dell’articolato che a causa di questo parere blocca l’applicabilità di una legge fondamentale approvata nel 2008 alla unanimità e che è urgente diventi operativa.
Questo è il senso dell’intervento.
Parere del relatore?
Contrario.
Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
E’ stato presentato un emendamento protocollo numero
1. Il comma 5 dell’art. 9 della legge regionale 11/2003 è sostituito dal seguente:
Le spese generali seguono le norme del D.lgs n. 163 del 12 aprile 2006 e s.m.i. e del regolamento approvato con decreto del Presidente della Repubblica n. 207 del 5 ottobre 2010 e possono essere forfettizzate”.
2. All’art. 9 dopo il comma 5 della LR. N. 11/2003 aggiungere il seguente:
6. Ove le spese generali vengano forfettizzate la percentuale è fissata dalla Giunta regionale con riferimento al costo della progettazione, direzione lavori e collaudo. Detta percentuale va liquidata in misura proporzionale all’avanzamento dell’intervento e non è soggetta a rendicontazione. La forfettizzazione è di norma adottata soprattutto nel caso in cui l’intervento viene eseguito con personale interno alla struttura consortile”.
3. All’art. 25, comma 8 della LR. 11/2003 dopo la parola “ordinaria” è aggiunto “e al ripristino” dopo la parola “diretta” è aggiunto “senza limiti di importo nelle more di una compiuta disciplina regionale di attuazione del D.Lgs 163 del 12 aprile 2006”.
Prego, onorevole Giordano.
Presidente, questo è un emendamento che riguarda la modifica della legge regionale numero 11 del 2003. Parliamo dei Consorzi di bonifica.
E’ un emendamento che pone in essere delle modifiche che vanno ad uniformare la legge regionale al codice dei contratti e degli appalti, rispetto alla forfettizzazione delle spese, alla rendicontazione e alla possibilità che si pongano in essere, in amministrazione diretta dei Consorzi, oltre alle opere di manutenzione ordinaria anche gli interventi di ripristino previsti dalla legge.
E’ una questione importante che consente dei risparmi, la possibilità di una maggiore incisività dei Consorzi di bonifica in un momento delicato e particolare. C’è anche il conforto dell’autorità di vigilanza su queste questioni specifiche.
Vi è quindi una coerenza ed una rispondenza alla norma madre nazionale nel rispetto della potestà della Regione di poter intervenire e rendere efficiente un comparto importante. Grazie.
Prego, assessore.
Grazie, chiedo il ritiro perché c’è una norma nazionale. Quindi, non bisogna legiferare in tal senso e, nella eventualità, comunque, non è necessaria una legge, ma è sufficiente semplicemente un decreto dirigenziale.
Chiedo il ritiro di questo emendamento.
Onorevole Giordano, prego.
Ritengo invece che questo emendamento abbia un senso ed eviti interpretazioni e confusione delle attività che, ripeto, sono molto importanti.
Prendo atto che non c’è la volontà di affrontarlo e chiedo che venga messo ai voti.
Parere del relatore?
Contrario.
Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
Autorità di vigilanza e lavori pubblici? È sempre lo stesso emendamento o un altro? E’ lo stesso, quello che abbiamo respinto, giusto? È respinto.
E’ stato presentato un emendamento protocollo numero 59345, a firma del consigliere Giordano, che così recita: “Dopo l’art. 25octies è aggiunto il seguente: Art. 25nonies <1. Il comma 1 dell’art. 26 della LR. N. 20/1992 è sostituito come segue: “Il personale della forestazione impiegato e di cantiere proveniente dalla legge 442 del 4 agosto 1984 riveste le qualifiche e ricopre i livelli previsti dai contratti collettivi nazionali di lavoro vigenti (Ccnl e Contratto circoscrizionale parte impiegati e parte operai). Il personale è retribuito sugli interventi di forestazione finanziati dalla Regione agli enti attuatori di cui all’art. 7 e non ricade sulle spese generali riconosciute dalle leggi regionali vigenti agli stessi enti per l’esecuzione degli interventi>”.
Prego, onorevole Giordano.
Presidente, questo emendamento sostituisce l’articolo 26 della legge regionale numero 20 del 1992. Il personale della forestazione impiegato e di cantiere proveniente dalla legge 442, riveste le qualifiche e ricopre i livelli previsti dai contratti di lavoro vigenti ed è retribuito sugli interventi di forestazione finanziati dalla Regione e dagli enti attuatori di cui all’articolo 7 e non ricade sulle spese generali riconosciute dalle leggi regionali vigenti e dagli stessi enti per l’esecuzione degli interventi.
Era stato già approvato prima a firma dell’onorevole Gallo?
Era ricompreso in quello dell’onorevole Gallo, quindi è assorbito. Una volta che gliene passiamo uno, onorevole Giordano!
Procediamo.
L’emendamento successivo a firma dell’onorevole Gentile lo abbiamo già votato.
E’ stato presentato un emendamento protocollo numero
Prego, onorevole Giordano.
Sempre in tema, Presidente, di Consorzi di bonifica questo emendamento, molto importante, prevede che entro il 30 giugno 2012 i consorzi facciano un piano di adeguamento e di riclassificazione tenendo conto degli strumenti urbanistici vigenti, quindi delle aree che non sono più agricole, ma sono divenute urbanizzate. Si individuano, quindi, correttamente, gli immobili che devono ricadere nell’ambito del perimetro di contribuenza e che pagheranno in virtù del fatto di essere terreni agricoli.
Verrebbe, così, fatta chiarezza rispetto a quegli immobili che non godono più di interventi di bonifica in quanto non sono più terreni agricoli.
Entro quella data si dà mandato ai consorzi di fare questo aggiornamento.
Parere del relatore?
Contrario.
Parere della Giunta?
Contrario.
Voglio ricordare ai colleghi che su questa questione anche le Commissioni tributarie hanno severamente bocciato il fatto che, in virtù dei mancati aggiornamenti, i Consorzi di bonifica abbiano gravato di tributi i cittadini che non sono più nell’ambito di un perimetro di aree.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
(Interruzione)
Onorevole Giordano, è già bocciato questo emendamento. Andiamo avanti.
E’ stato presentato un emendamento protocollo numero
Prego, onorevole Talarico.
Presidente, si tratta di un emendamento alla norma che regola l’imposizione dei tributi da parte dei Consorzi di bonifica ai proprietari dei terreni che ricadono nel perimetro dei Consorzi.
In realtà, il tributo oggi è dovuto a prescindere da qualsiasi forma di intervento dello stesso consorzio sui terreni in questione.
Noi vorremmo con questo emendamento - che è bipartisan - legare il tributo ad un eventuale beneficio fondiario da parte dello stesso consorzio.
Non versare il tributo gratis, cioè senza alcuna corresponsione in termini di investimenti, di servizi, ma legarlo ad un beneficio reale da parte dei proprietari.
Si tratta di stabilire una regola di giustizia e di equità. Tutto qui.
Parere del relatore?
Inviteremmo i colleghi al ritiro di questo emendamento, altrimenti il parere sarà contrario.
Possiamo procedere al ritiro o votarlo.
Parere del relatore?
Contrario.
Parere della Giunta?
Contrario.
Possiamo verificare, Presidente, chi vota a favore e chi contro per favore?
Votiamo per alzata di mano, pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto con due astensioni)
Emendamento protocollo numero
Prego, onorevole Serra.
Presidente, l’emendamento in questione mira a rimuovere alcuni dubbi interpretativi scaturenti da una non felice formulazione del testo della legge regionale numero 9 del 2008 concernente “Istituzione del Parco marino regionale Riviera dei Cedri” che sembra prima circoscrivere a tre i siti costituenti il Parco medesimo – articolo 2, comma 2 – e dopo inglobare correttamente anche i due siti Sic dei fondali marini dell’Isola di Dino Capo Scalea e dell’isola di Cirella di Diamante nell’area interessata dalla perimetrazione del Parco.
Attraverso la modifica normativa proposta che non comporta alcuna innovazione sostanziale né una nuova perimetrazione del Parco si esplicita l’inclusione dei due siti Sic dei fondali marini citati nell’ambito del Parco marino Riviera dei Cedri e, quindi, la piena operatività rispetto agli stessi delle relative norme di salvaguardia.
Prego, assessore Pugliano.
Chiedo all’onorevole Serra il rinvio al coordinamento formale per una preventiva verifica tecnica.
L’assessore chiede un ritiro per una verifica tecnica per poi ripresentarlo.
Scusate, deve essere discusso in coordinamento formale previa verifica tecnica, quindi viene recepito, assessore?
Dovremmo avere i tecnici sul posto ed accertarlo.
(Interruzione)
Presidente, ma come si fa?
Viene ritirato e va in coordinamento formale? L’emendamento va o bocciato o approvato.
E’ normale o si approva o si boccia.
Approvato con verifica in coordinamento formale.
(Interruzione)
Quindi, com’è?
Approvato con l’impegno in coordinamento formale di verificare le questioni tecniche dice l’assessore.
Onorevole Serra, ma in coordinamento formale si possono solo aggiustare le questioni formali, l’essenza è approvata
(Interruzione)
Non possiamo assumerci la responsabilità di approvare senza che ci sia una verifica.
(Interruzione)
Chiedo il ritiro se non vi è la verifica tecnica che non può essere fatta in Consiglio regionale.
Chiedo che venga votato e poi passi in coordinamento formale. Venga intanto recepito dall’Aula.
Chiedo la verifica tecnica da parte del dipartimento regionale.
(Interruzione)
Stiamo parlando dell’emendamento protocollo numero 59534 a firma dell’onorevole Serra. Se ne chiede l’approvazione.
Parere del relatore?
Favorevole con il coordinamento formale.
Parere della Giunta?
Conforme al relatore.
Pongo in votazione l’emendamento con autorizzazione al coordinamento formale.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo numero 59484 a firma del consigliere Fedele che così recita: “Il comma 10 dell’art. 13 della legge regionale n. 34/2010 è abrogato”.
Si commenta da sé.
Parere del relatore e della Giunta favorevoli.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo numero
Ha chiesto di parlare l’onorevole Talarico. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, l’emendamento in questione è strettamente legato al precedente.
Proponiamo di escludere dalla imposizione tributaria dei Consorzi di bonifica quei terreni qualificati come asciutti oltre a quelli impraticabili, su cui non si svolge alcuna attività agricola.
Pertanto ne chiediamo l’esclusione dal perimetro che riguarda l’imposizione tributaria dei consorzi. Crediamo sia una questione di giustizia.
Prego, assessore Trematerra.
Noi abbiamo due tipi di tributi: diretti e indiretti.
I diretti sono ovviamente per quei terreni che sono sottoposti ad attività da parte dei Consorzi, ma ci sono dei terreni come ha detto il consigliere Talarico, cosiddetti secchi, dove non c’è attività del consorzio e si parla di tributi indiretti. Questi vengono pagati in una misura molto minore per tenere in piedi il consorzio.
E’ un tributo che viene dato a prescindere se su quel territorio ci sia o meno attività. Per semplificare – ma non è la stessa cosa, ovviamente – come la quota fissa che si paga per la luce, per la Sip o quant’altro. Al di là del consumo, paghi una quota fissa.
Chiedo che questo emendamento venga ritirato.
(Interruzione)
Sì, per la Telecom ma il telefono e l’energia elettrica comunque si usano. I terreni asciutti non servono a nulla per l’attività.
(Interruzione)
Perché il proprietario di un determinato comune della Calabria deve pagare per una attività che non esiste.
C’è un vantaggio indiretto anche sulla proprietà che è considerata secca. Si paga il tributo non dov’è l’attività, ma anche perché si può trarne un beneficio anche se sul terreno non vengono fatti interventi o è una zona secca.
Prego, onorevole Talarico.
Vorrei segnalare al Presidente che ci sono realtà urbanizzate da 40 anni, in cui i proprietari dei terreni su cui sorgono palazzi di 6 piani, continuano a ricevere avvisi di pagamento.
Si tratta di ristabilire un minimo di ordine, nessuno vuol togliere nulla ai consorzi ma è ridicolo che dopo 40 anni si continuino a pagare tributi o comunque a ricevere avvisi di pagamento per una attività che non esiste e che probabilmente non è mai esistita.
Possiamo procedere al voto? L’abbiamo già votato in Commissione se non sbaglio.
Parere del relatore?
Contrario.
Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
C’è un emendamento protocollo numero 59423, a firma dell’onorevole Gentile, che così recita: “Il comma 4 dell’art. 59 ter della L.R. del 25.11.1996 n. 32 è modificato: <Le Aterp ed i comuni redigono ulteriori piani di vendita del patrimonio immobiliare di proprietà nella misura massima prevista dalla legge 24 dicembre 1996, n. 560 e successive modifiche ed integrazioni e li trasmettono alla Regione entro il 31.12.2012. La Regione modifica, integra o approva i piani di vendita entro i successivi 30 giorni. Decorso tale termine gli enti proprietari procedono comunque all’alienazione degli immobili in favore dei soggetti possessori degli stessi con le modalità previste dalla legge n. 560/1993>”.
Prego, onorevole Fedele.
E’ una procedura per velocizzare l’alienazione degli immobili, è uno snellimento. Pertanto il parere è favorevole.
Parere della Giunta?
Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo numero 59558, a firma dell’onorevole Battaglia, che così recita: “E’ abrogato l’art. 12, comma 1, della legge regionale 11 agosto 2010, n. 22”.
Prego, onorevole Battaglia.
Si illustra da sé. Riguarda l’amministrazione dell’Arpacal.
Parere del relatore?
Contrario.
Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
Sempre all’articolo 26 è stato presentato emendamento protocollo numero 59555, a firma dell’onorevole Battaglia, che così recita: “L’art. 26 è interamente soppresso”.
Prego, onorevole Battaglia.
Si chiede l’abrogazione dell’intero articolo 26.
Parere del relatore?
Contrario.
Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
Pongo in votazione l’articolo 25.
(E’ approvato)
C’è un altro emendamento, a firma degli onorevoli Censore e Principe, protocollo numero 59380, che così recita: “Il comma 1 del presente articolo è abrogato”.
Prego, onorevole Censore.
Presidente, avevo detto già in sede di Commissione che questo articolo era formulato male perché vengono revocati i finanziamenti ai Comuni che non hanno dato inizio ai lavori o non hanno contratto il mutuo.
L’espressione “revocato d’ufficio” è un po’ forte perché un Comune può avere un contenzioso a seguito della gara d’appalto o, magari, perché è pendente il ricorso di una ditta, oppure ci può essere un parere ostativo della Sovrintendenza.
Direi, quindi, di acquisire le motivazioni e poi, eventualmente, revocare il finanziamento, non revocarlo d’ufficio.
Mi pare che non si vada incontro agli enti locali. Si può, allora, riformulare questo articolo in sede di coordinamento formale e, così, si è più vicini ai Comuni perché “revocare d’ufficio” mi pare sia una espressione molto forte. Grazie.
Parere del relatore?
Contrario.
Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
Il successivo emendamento, protocollo numero 59553, a firma dell’onorevole Battaglia, così recita: “La lettera a) del comma 1 dell’art. 26 è sostituita: a) 31 marzo 2012 per i finanziamenti concessi ed i cui atti autorizzativi sono stati pubblicati sul Burc prima del 31 marzo 2010”.
Ha chiesto di intervenire l’onorevole Battaglia. Ne ha facoltà.
Questo, Presidente, è un emendamento che tenta di migliorare l’articolo perché la lettera a) recita: “31 marzo 2012 per i finanziamenti concessi prima del 31 marzo 2010”.
Siccome il termine “concessi” è equivoco, ho aggiunto “i cui atti autorizzativi sono stati pubblicati sul Burc prima del 31 marzo 2010”.
Parere del relatore?
Favorevole.
Parere della Giunta?
Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
Sempre a firma dell’onorevole Battaglia è stato presentato l’emendamento, protocollo numero 59554, che così recita: “All’art. 26, comma 1, aggiungere la seguente lettera c): <c) sono esclusi i mutui autorizzati dall’art. 6 della L.R. n. 1/2006>”.
Ha chiesto di intervenire l’onorevole Battaglia. Ne ha facoltà.
Richiamo la sua attenzione, Presidente, su questo che è un emendamento delicato.
Ho presentato un emendamento per escludere da questa procedura i mutui che sono stati autorizzati dall’articolo 8 della legge regionale 1 del 2006.
Si tratta dell’intervento che fu predisposto dal Consiglio regionale per la città di Locri dopo l’evento dell’omicidio del povero Vicepresidente Fortugno.
Era un intervento molto complesso che ad oggi non è stato realizzato perché ci sono stati problemi di natura burocratica e tecnica; con questo emendamento, quindi, si salva quella operazione che fu fatta dal Consiglio regionale.
Parere del relatore?
Favorevole.
Parere della Giunta?
Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
E’ stato presentato l’emendamento, protocollo numero 59381, a firma dell’onorevole Censore, che così recita: “Al presente articolo 26 si aggiunge il comma 5 <Il dipartimento urbanistica entro 60 giorni dall’approvazione della presente legge trasmette alla Commissione consiliare competente una ricognizione dettagliata sullo stato degli interventi in essere riguardanti la misura del Por “Centri storici” vista la mancata disponibilità della quota sponda originariamente prevista a carico dei fondi Fas>”.
Ha chiesto di intervenire l’onorevole Censore. Ne ha facoltà.
Presidente, questa è una cosa molto seria. Molti Comuni sono stati beneficiari di una misura del Por che era rivolta ai centri storici.
Cosa è successo? E’ venuta meno la quota sponda da parte del Governo, la quota dei fondi Fas, e molti Comuni si ritrovano con queste opere a metà o con contenziosi con le imprese. E’ una quesitone, quindi, che il Dipartimento urbanistica deve studiare. Si può iniziare, intanto, una ricognizione sullo stato dell’arte per tutta la situazione che riguarda questi Comuni e cercare, poi, di risolverla.
Ci appelliamo alla vostra sensibilità e ci aspettiamo che questo emendamento venga accolto.
Questa difficoltà l’ha scoperta adesso? Prego? Sapete benissimo, quindi, che è questione che non ci appartiene, assolutamente!
Chiedo scusa, sono state firmate convenzioni senza impegno di spesa. Abbiamo trovato questa aberrazione e stiamo lavorando insieme col Presidente della Giunta per cercare di attenuare il disagio perché, purtroppo, le convenzioni firmate hanno dato, consequenzialmente, l’autorizzazione al Comune senza avere liquidità disponibile.
Grazie all’impegno del Presidente della Giunta a Roma, quindi, stiamo valutando la possibilità, tramite il Ministero delle Regioni, di rimpinguare questo capitolo.
Quindi, Presidente, non se ne parla proprio. Assolutamente.
Parere del relatore?
Contrario.
Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
E’ stato presentato l’emendamento, protocollo numero 59571, a firma dell’onorevole Adamo, che recita così: “All’articolo 26 viene aggiunto il seguente comma 5 <Per gli interventi finanziati attraverso l’impiego dei fondi Por Fesr 2000-2006 (risorse liberate), fondi Por Fesr 2007-2013, di risorse statali o regionali comunque denominate al fine di rendere uniformi le direttive emanate da ogni dipartimento regionale, i quadri economici di ciascun progetto devono prevedere spese generali pari al 15% dell’ammontare lordo del finanziamento concesso e/o approvato. Per i progetti in via di realizzazione l’eventuale necessità di modificare i q.e. già approvati è autorizzata la modifica della voce “imprevisti” dei menzionati q.e>”.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Adamo. Ne ha facoltà.
Su questo emendamento era stato assunto in Commissione un orientamento positivo. Il Governo si era pronunciato ma non è stato formalmente approvato in Commissione perché io stesso, che ero stato già presentatore di questo emendamento, in quella sede avevo assunto l’impegno di verificare quella indicizzazione del 15 per cento, nella relazione con l’assessore Mancini, per quanto riguarda il riconoscimento delle spese generali rispetto ai progetti.
Ho proceduto con la verifica su base documentale sia rispetto alle direttive che emana il Ministero dell’economia e delle finanze, sia rispetto alle direttive europee, ed anche rispetto a quello che avviene, ormai di prassi, in maniera consolidata alla Regione, per esempio, per quanto riguarda tutte le azioni concernenti le responsabilità del Dipartimento lavori pubblici.
Mi fa concludere dicendo che quel 15 per cento non è modificabile. Il problema non è di avviare una sorta di trattativa; lo spirito della norma è proprio quello di una razionalizzazione tendente ad uniformare l’azione della Regione per evitare che ci siano diversificazioni; per cui ci sono progetti dove vengono riconosciute spese generali al 15 per cento, quasi la totalità dei lavori pubblici e altri dipartimenti che si muovono in direzioni diverse nonostante quelle che sono le direttive ministeriali ed europee.
L’Europa fa addirittura riferimento al tetto del 20 per cento, nemmeno del 15 per cento.
Chiarito tutto questo all’assessore Mancini, nella qualità di rappresentante del Governo, che esprime il parere del Governo su questo punto, chiedo di valutare le mie osservazioni e di accogliere – confermando l’orientamento espresso già in Commissione - l’emendamento così come è stato ripresentato. Grazie.
Ha chiesto di intervenire l’assessore Mancini. Ne ha facoltà.
Quello che ha detto l’onorevole Adamo è tutto giusto e perfetto, nel frattempo, però, abbiamo proceduto con delle verifiche con le strutture tecniche che ci spingono ad esprimere un parere contrario sia perché la questione non può essere regolata con fonte legislativa, sia perché i regolamenti comunitari non consentono l’attuazione della proposta dell’onorevole Adamo ed, infine, perché vi è un aggravio, vi è una disposizione retroattiva che non si potrebbe applicare.
Se l’onorevole Adamo lo ritiene, pongo agli atti il parere tecnico che mi costringe ad esprimere un parere negativo da parte della Giunta regionale.
Ha chiesto di intervenire l’onorevole Adamo. Ne ha facoltà.
Non insisto più di tanto. Mi sembra che se avviene, per esempio, quanto decide e determina il Dipartimento lavori pubblici, cioè che il 15 per cento è riconosciuto alle spese generali rispetto al quadro economico del progetto, vuol dire che tutto questo è compatibile con le norme vigenti.
Che poi sia una materia puramente regolamentare e non sottoponibile ad una competenza legislativa la trovo dubbia questa indicazione.
Lo spirito è, in ogni caso, quello di uniformare; non voglio drammatizzare più di tanto ma preferisco non far bocciare l’emendamento; preferisco a questo punto allegare il parere tecnico.
Se l’assessore è d’accordo alleghiamo il parere tecnico, si va ad una ulteriore verifica e se la materia è di tipo regolamentare si può al limite emanare anche una circolare da parte del Presidente della Giunta o da parte dell’assessore al bilancio.
L’importante è che lo spirito sia quello di approfondire per definirla per come è, non bisogna fare forzature perché poi non è una questione di aggravio o meno.
Pertanto, se c’è l’impegno dell’assessore a verificare o meno questo tentativo di norma in sede amministrativa, a questo punto, e non più in sede legislativa sulla base di quel parere tecnico e, magari, pervenire ad una circolare che tenda ad uniformare da parte della Giunta regionale, io sono d’accordo. Lo ritiro, non lo metto in votazione.
Quanto detto dall’onorevole Adamo mi sembra condivisibile e guidato dal buon senso. Va bene, quindi, il ritiro; depositiamo agli atti il parere tecnico e lo rimandiamo ad un successivo approfondimento. Grazie.
L’emendamento è ritirato.
(Così resta stabilito)
Pongo il votazione l’articolo 27.
Presidente, dobbiamo votare prima l’articolo 26.
(Interruzione)
Chiedo la parola per esprimere palesemente un voto contrario all’articolo 26 perché sono convinto – lo verificheremo fra qualche mese – che questo articolo creerà enormi problemi nella sua gestione.
Sono convinto che alla data del 31 marzo 2012 i Sindaci ed i Comuni non saranno nelle condizioni di adempiere a quanto qui previsto relativamente ai finanziamenti che sono stati concessi e che poi sono stati rallentati per alcune perplessità che il Governo regionale aveva manifestato.
Avremo, quindi, da un lato, Comuni che, probabilmente, saranno costretti a far fronte ad impegni giuridicamente vincolanti, come progettazioni ed altro, e, dall’altro, una serie di contenziosi al Tar o in altre sedi che provocheranno sicuramente problemi di non poco conto alla Giunta regionale e, quindi, alla Regione Calabria.
Per cui su questo articolo poteva forse essere inserita una data un po’ più ragionevole del 31 marzo. Questo creerà sicuramente dei problemi, quindi il mio voto è assolutamente contrario.
(Interruzione)
Chiederei di verificare la data, inserire invece del 31 marzo il 31 giugno e di non venire, poi, qui a chiedere proroghe altrimenti diventiamo ridicoli. Perché questo succederà da qui alla fine di marzo.
I Comuni non saranno nelle condizioni di adempiere anche perché la Giunta regionale, per ragioni legittimissime, ha avuto qualche difficoltà ed ha rallentato, poi riprendendoli, alcuni progetti, ma ha creato qualche difficoltà.
Sono sicuro, quindi, da amministratore comunale, così come tanti di noi siamo stati, che vi saranno problemi seri per la gestione di questo articolo.
Vi invito a spostare questa data del 31 marzo di qualche mese e portarla almeno al 30 giugno.
L’obiettivo della norma è quello di non lasciare somme ferme.
Avete perfettamente ragione, non possiamo lasciare soldi e lavori fermi; la ratio è condivisibile ma i termini vanno cambiati.
Lei propone, quindi, un sub-emendamento per avere tre mesi in più.
Almeno tre mesi se avete già iniziato degli studi. Altrimenti poi ci troveremo come è successo altre volte a dover fare proroghe perché saremo subissati dalla pressione dei Sindaci che non riusciranno a rispettare questa data.
Parere del relatore?
Favorevole con questa modifica, Presidente.
Accogliamo la modifica; al comma a) invece del “31 marzo” si sposta il termine al “30 giugno 2012”. Sono, quindi, tre mesi in più.
Parere della Giunta?
Conforme a quello del relatore.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 26.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 27.
(E’ approvato)
All’articolo 27bis c’è un emendamento, protocollo numero 59301, a firma dell’onorevole Nicolò, che recita così: “Dopo l’art. 27, aggiungere l’articolo 27bis <al comma 5 dell’art. 59ter della legge regionale 25 nov. 1996, n. 32 e successive modificazioni ed integrazioni sono soppresse le parole <Ai fini della riformulazione dei piani di dismissione, sono esclusi dalla vendita i fabbricati di costruzione inferiore ai 10 anni>”.
Ha chiesto di intervenire l’onorevole Fedele. Ne ha facoltà.
L’emendamento si illustra da sé, Presidente, il parere è favorevole.
Parere della Giunta?
Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
C’è, adesso, un emendamento a firma dei consiglieri Nucera e Imbalzano.
L’abbiamo affrontato prima, Presidente, riguarda la questione degli alberi di ulivo su cui l’assessore ha dato rassicurazioni. L’emendamento è ritirato, così come il successivo. Erano sub-emendamenti all’emendamento che era stato ritirato.
Ce n’è un altro sempre a mia firma, sempre sugli alberi di ulivo; si trattava di sub-emendamenti. Sono tutti ritirati quelli a firma Nucera-Imbalzano.
Si passa all’emendamento, protocollo numero 59312, a firma dell’onorevole Giordano, che così recita: “Al comma 1 dell’art. 28 l’inciso <nonché per le finalità di cui all’art. 1 della legge regionale 29 dicembre 2010 n. 34> è soppresso”.
Ha chiesto di intervenire l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, con questo emendamento chiediamo la soppressione della parte di articolo 28, comma 1, della legge regionale numero 34 del 2010 dove, oltre agli interventi a favore degli enti locali, si prevede di finanziare interventi per uffici giudiziari e presidi delle forze dell’ordine che sono di competenza esclusiva dello Stato.
In una situazione nella quale la Regione stessa non riesce a garantire gli interventi di sua stretta competenza per gli enti locali, non comprendiamo perché si debba sostituire allo Stato, quando ci sono specifici interventi speciali che derivano da Apq e dal Pon sicurezza che possono soccorrere alle carenze degli immobili giudiziari e delle infrastrutture per le forze dell’ordine.
Ci appelliamo al senso di responsabilità per far sì che questa Regione garantisca quello che è di sua stretta competenza, e che non riesce a garantire, senza andare a spaziare su interventi che non le competono.
Ha chiesto di intervenire l’onorevole Nucera. Ne ha facoltà.
Presidente, voto decisamente contro questo emendamento, auspicando che anche il Governo regionale voti contro l’emendamento proposto dal consigliere Giordano e da altri consiglieri di cui non comprendo le firme.
Per due ordini di motivi. Uno perché il consigliere Giordano fa appello al senso di responsabilità. Sarebbe da irresponsabili accettare questo emendamento, punto primo.
Punto secondo, collega Giordano, mi dispiace dirtelo. Il senso, l’aiuto, il rispetto sussidiario che dobbiamo alle forze dell’ordine in una realtà come quella calabrese non può demandare tutte le responsabilità allo Stato.
Necessariamente anche gli enti locali devono farsi carico di questi passaggi.
Non è una novità, per esempio, che i fitti delle caserme dei carabinieri vengano pagati dai Comuni.
Non è una novità, per esempio, che proprio in quest’Aula –la scorsa legislatura lei non c’era –sono stati presi provvedimenti importanti a sostegno dell’attività delle forze dell’ordine in generale e dell’attività anche di lotta alla mafia.
Non è un caso che proprio in quest’Aula abbiamo approvato tantissimi provvedimenti, anche col suo voto, che vanno a difesa dell’aiuto e del sostegno all’attività di ordine giudiziario.
Abbiamo anche sottoscritto delle convenzioni. Il Presidente Scopelliti recentemente ha sottoscritto una convenzione con la quale alcuni dipendenti vengono pagati dalla Regione Calabria col progetto “Calabria Lavoro”, se non ricordo male, e prestano servizio negli uffici giudiziari.
Non capisco perché lei si voglia intestardire su un emendamento che, fra le altre cose, è contro la natura e lo stile del suo Partito e ci propone un emendamento abrogativo che non ha senso. Mi perdoni. E’ un eccesso di ostruzionismo che non serve a nessuno.
Sono assolutamente inaccettabili ed anche offensive queste considerazioni perché sul tema della legalità, dell’ordine pubblico e del sostegno all’azione della giustizia, non vogliamo certamente essere i primi della classe, ma siamo sensibili. Così come credo debbano essere tutte le istituzioni e la politica.
Invito l’onorevole Nucera a leggersi l’articolo 28, comma 1, che prevede interventi per i Comuni e per gli enti locali.
Non stiamo dicendo che ci vogliamo sottrarre alla possibilità che la Regione possa in qualche modo fare la propria parte in un settore che è carente e che ha dimostrato tutta la disattenzione di un determinato orientamento politico in questi anni, ma non possiamo far sì che si sostituiscano gli interventi degli enti locali che sono sempre più carenti ed asfittici per dei progetti, certamente importanti, ma realizzabili con altre fonti di finanziamento che deve garantire uno Stato che deve fare la propria parte fino in fondo, in quanto ha anche gli strumenti finanziari e legislativi specifici e che devono espressamente andare con questa destinazione.
Questo è il senso del nostro emendamento tendente a far sì che la Regione si faccia carico delle materie che sono di sua stretta ed esclusiva competenza e non supplisca alle carenze degli altri, dimenticando le proprie competenze.
E’ come se un buon padre di famiglia trascurasse i propri figli per andare a fare beneficienza altrove.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Battaglia. Ne ha facoltà.
Credo che su questo argomento sia opportuno non fare demagogia e populismo ed affrontare la questione nei termini, così com’è.
L’emendamento dell’onorevole Giordano ha un senso perché la prima parte del collegato, l’articolo 1, che votammo lo scorso anno, se ricorda, fu emendata dal sottoscritto.
Lì era previsto un accordo di programma e, quindi, una moltiplicazione dei 10 milioni di euro che il Consiglio regionale aveva stanziato ed individuato per supportare tutta una serie di attività di cui la nostra terra ha bisogno.
A distanza di più di un anno non sappiamo cosa è avvenuto con quell’accordo di programma, se quelle somme sono state utilizzate e se hanno avuto un effetto moltiplicatore così come era nell’idea. Non abbiamo notizia di quel che è successo.
A prescindere dalle valutazioni su chi deve fare cosa e come farla, ci sarebbe la necessità, in questo momento, di capire se quelle somme che sono state impegnate hanno avuto un effetto pratico o sono lì in attesa che si possa stipulare un accordo col Governo nazionale.
Se così è, non ha senso appesantire, in una situazione difficile e complicata, il bilancio della Regione perché abbiamo già dato il segnale dell’attenzione con l’ultima finanziaria.
Se quelle somme sono state utilizzate tutte per intero e c’è la necessità di un rifinanziamento, la proposta che viene dalla Giunta regionale ha una logica. Se così non è, mi pare che abbia una logica maggiore l’emendamento presentato dal consigliere Giordano.
Senza impelagarci in una questione per capire se è utile o non è utile intervenire e sostituirsi allo Stato, è chiaro che, in una Regione come la nostra, ognuno deve fare la propria parte con qualcosa in più ed il Consiglio regionale in questi anni lo ha fatto; ma se oggi non c’è questa necessità perché quelle somme non sono state ancora spese, non ha senso introdurre, nell’esercizio 2012, una clausola di questo tipo se non per dire che stiamo continuando a fare una cosa che, però, non produce effetti.
Affronterei, quindi, il problema da questo punto di vista, e da questo punto di vista mi pare che l’emendamento del consigliere Giordano abbia un senso.
Parere del relatore?
Contrario.
Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
Ci sono, a seguire, all’articolo 28, una serie di emendamenti a firma dell’onorevole Nicolò che sono tutti ritirati.
Pongo in votazione l’articolo 28.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 28bis.
(E’ approvato)
All’articolo 29 è stato presentato l’emendamento, protocollo numero 59315, a firma dell’onorevole Giordano, che così recita: “All’art. 29, comma 1, dopo le parole <il sostegno degli investimenti e delle Pmi e delle microimprese” sono aggiunte le seguenti “e delle società cooperative assimilabili alle Pmi>”.
Ha chiesto di intervenire l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.
Presidente, questo emendamento riguarda l’articolo 29, comma 1, con il quale “dopo il sostegno degli interventi e delle piccole e medie imprese e delle micro imprese” si aggiunge il periodo “e delle società cooperative assimilabili alle piccole e medie imprese”.
E’ un emendamento importante che concede la possibilità di fruire di queste misure anche alle società cooperative.
C’è anche un altro emendamento, protocollo numero
Sì, Presidente, c’è un altro mio emendamento e dell’onorevole Principe.
Li potremmo trattare insieme.
Parere del relatore?
Contrario.
Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione gli emendamenti, protocolli numeri 59315 e 59382.
(Sono respinti)
E’ stato presentato l’emendamento, protocollo numero
1. Al fine di favorire l’accesso al credito delle piccole e medie imprese e delle imprese artigiane di cui alla legge regionale 14 aprile 2004, n. 12 viene stanziato un importo di euro 600.000,00 quale fondo di garanzia la cui gestione è affidata al soggetto previsto dall’articolo 3 della predetta legge.
2. Entro 60 giorni dall’approvazione della presente legge il Dipartimento attività produttive dovrà erogare al soggetto gestore di cui all’art. 3 della legge regionale 14 aprile 2004, n. 12 la somma stanziata.
Alla copertura finanziaria si provvede con le risorse allocate all’Upb 2.2.02.02 (capitolo 22020207) dello stato di previsione della spesa del bilancio 2010>”.
Ha chiesto
di intervenire l’onorevole Battaglia. Ne ha facoltà.
Questo emendamento, Presidente, ha il fine di tentare - perché di questo si tratta, di un tentativo – di aiutare le piccole e medie imprese della Calabria nell’accesso al credito, in una fase difficile e complicata. E’ uno strumento indispensabile e, tra l’altro, la somma che è stata individuata è di 600 mila euro che non è certamente rispondente ai bisogni generali delle imprese, ma è una attenzione, un passo significativo in una direzione che tenta di stare accanto alle piccole imprese che, in questo momento, sono le uniche che in qualche modo tengono in piedi la Calabria.
L’approvazione di questo emendamento credo, pertanto, sia un segnale importante, un segno di attenzione particolare a questo settore.
Ha chiesto di intervenire l’onorevole Fedele. Ne ha facoltà.
Onorevole Battaglia, visto che lei ha redatto l’emendamento, nella parte in cui è scritto “il fondo di garanzia la cui gestione è affidata al soggetto previsto” chi sono questi soggetti?
E’ il Consorzio unitario del fondo di garanzia, previsto dalla legge regionale numero 12 del 2004, che il Consiglio regionale aveva individuato nel 2004; Fidart, è il Consorzio delle piccole e medie imprese.
Ho mutuato la parte dalla legge del 2004 per come è scritta.
Parere del relatore? Parere della Giunta?
(Interruzione)
Sì, facciamo una sospensione di 10 secondi.
(Interruzione)
Prego, onorevole Fedele.
Presidente, il parere sull’emendamento è contrario ma vorrei fare una raccomandazione alla Giunta: quando andrà, poi, a distribuire questo fondo di garanzia stia molto attenta a questa problematica, rispetto al soggetto previsto, il Consorzio delle piccole e medie imprese.
Il parere per l’emendamento in sé è, però, contrario.
Parere della Giunta?
Conforme al relatore con l’impegno di lavorare per trovare una soluzione tecnica compatibile anche con quanto si era detto e concordato in sede di Commissione con l’onorevole Battaglia.
Presidente, chiedo la votazione per appello nominale su questo emendamento.
L’onorevole Nucera può procedere alla chiama.
Fa la chiama.
Comunico l’esito della votazione. Presenti e votanti 42. Hanno risposto sì 14, hanno risposto no 28. Astenuti nessuno.
(E’ respinto)
(Hanno risposto
sì i consiglieri: Adamo, Amato, Battaglia, Bova, Censore, De Gaetano, De Masi,
Giordano, Guccione, Maiolo, Mirabelli, Principe,
Sulla, Talarico D.
Hanno risposto
no i consiglieri: Aiello Pietro, Bilardi, Bruni,
Caputo, Caridi, Chiappetta,
Dattolo, Fedele, Gallo, Gentile, Grillo, Imbalzano, Magarò, Magno, Nicolò,
Nucera, Orsomarso, Pacenza, Parente, Pugliano, Rappoccio, Salerno, Scopelliti, Serra, Stillitani,
Talarico Francesco, Tallini, Trematerra.)
Si passa all’emendamento, protocollo numero
Ha chiesto di intervenire l’onorevole Battaglia. Ne ha facoltà.
Presidente, anche su questo emendamento preannuncio la richiesta di voto per appello nominale perché ritengo che alcune decisioni, che alcune impostazioni, alla fine, devono trovare un riscontro pratico.
Nel corso del 2011 il fondo unico per le imprese, ad oggi, 20 dicembre, non è stato utilizzato dalle piccole e medie imprese e dall’artigianato.
C’è stata una rimodulazione ad agosto che prevedeva un intervento di circa 3 milioni di euro per abbattere i tassi di interesse che è inutile ricordare come siano alti in Calabria, al limite del tasso di usura.
Questo intervento della Giunta regionale, però, non ha ancora trovato un momento pratico, nel senso che non è stato individuato il giusto soggetto, cioè Fincalabra, per la gestione di queste misure.
Se si vuol continuare ad affidarsi a Fincalabra è già un indirizzo per la Calabria, cioè il sostegno solo ad alcune imprese e non al sistema imprenditoriale vero.
Con questo emendamento chiediamo di individuare, ora e fin dal 1° gennaio, una misura di 4 milioni di euro da destinare alle piccole e medie imprese ed alle imprese artigiane per abbattere i tassi di interesse che in questo momento vengono praticati dal sistema bancario.
Con l’emendamento di prima si tentava di favorire l’accesso al credito. Voglio ricordare, senza far polemiche, che nel 2011, nel collegato presentato dalla Giunta regionale c’era l’emendamento da me proposto per un importo di 100 mila euro.
L’unica differenza era la finalizzazione perché a distanza di un anno la Giunta regionale non ha predisposto il regolamento e quindi quelle somme non sono state utilizzate.
Avete descritto gli scenari internazionali dell’economia: ci troviamo ad affrontare una situazione di emergenza con una incapacità di velocizzare gli interventi, con una idea e, ancora dopo mesi e mesi, nei meandri dei dipartimenti, le decisioni devono essere passate di stanza in stanza.
Se si vuole dare allora un segnale vero e forte per il 2012 a quel sistema che sta tenendo in piedi la Calabria, a quel sistema che in questi due anni non ha licenziato un dipendente, questo è il momento di prenderne atto e di operare.
Per questo motivo chiedo su questo emendamento l’appello nominale affinché ognuno, in maniera individuale, si assuma le proprie responsabilità rispetto a questo sistema che è in grandissima sofferenza e che con grande sofferenza sta portando avanti la Calabria.
L’onorevole Nucera può procedere alla chiama.
Fa la chiama.
Comunico l’esito della votazione. Presenti e votanti 41. Hanno risposto sì 13, hanno risposto no 28. Astenuti nessuno.
(E’ respinto)
(Hanno
risposto sì i consiglieri: Amato, Battaglia, Bova, Censore, De Gaetano, De
Masi, Giordano, Guccione, Maiolo, Mirabelli,
Principe, Sulla, Talarico D.
Hanno risposto
no i consiglieri: Aiello Pietro, Bilardi, Bruni,
Caputo, Caridi, Chiappetta,
Dattolo, Fedele, Gallo, Gentile, Grillo, Imbalzano, Magarò, Magno, Nicolò,
Nucera, Orsomarso, Pacenza, Parente, Pugliano, Rappoccio, Salerno, Scopelliti, Serra, Stillitani,
Talarico Francesco, Tallini, Trematerra.)
Pongo in votazione l’articolo 29.
(E’ approvato)
All’articolo 29bis è stato presentato l’emendamento,
protocollo numero
1. Considerata la persistente crisi economica e finanziaria del settore agricolo e agro-alimentare, la Giunta regionale entro 60 giorni dall’approvazione della presente legge, presenta al Consiglio un programma di misure straordinarie per il sostegno alle imprese agricole singole e associate;
2. Gli aiuti di cui al comma 1, con riferimento agli orientamenti comunitari per gli aiuti di Stato vigenti possono riguardare:
a) misure per facilitare l’accesso al credito con particolare riferimento ad operazioni di credito agrario di conduzione e di conto anticipazione sui conferimenti dei prodotti;
b) la ristrutturazione dei debiti a breve termine esistenti di natura agraria per le imprese in difficoltà”
Ha chiesto di intervenire l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, questo emendamento è al titolo “Interventi urgenti in favore del settore agricolo e agro-alimentare”. Con questo articolo la Giunta regionale è impegnata, entro 60 giorni dall’approvazione di questa legge, a presentare al Consiglio un programma di misure straordinarie a sostegno delle imprese agricole.
Le misure tendono, in particolare, a facilitare l’accesso al credito, con particolare riferimento alle operazioni di credito agrario di conduzione, di conto anticipazione sui conferimenti dei prodotti e per la ristrutturazione dei debiti a breve termine esistenti di natura agraria per tutte quelle imprese in difficoltà.
E’ un emendamento importantissimo in un momento di particolare congiuntura negativa per il sistema agricolo agroalimentare.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Imbalzano. Ne ha facoltà.
Presidente, analogo emendamento è stato presentato da chi parla e dall’onorevole Nucera ed è l’emendamento iscritto al protocollo numero 59243 che così recita: “Art. 35bis: La Giunta regionale entro 60 giorni dall’approvazione della presente legge presenta al Consiglio regionale un programma di misure straordinarie per il sostegno delle imprese agricole singole ed associate che nel rispetto delle vigenti norme comunitarie in materia di aiuti di Stato può riguardare:
a) misure per facilitare l’accesso al credito, con particolare riferimento ad operazioni di credito agrario di conduzione e di conto anticipazione sui conferimenti dei prodotti;
b) la ristrutturazione dei debiti a breve termine esistenti, di natura agraria per le imprese in difficoltà”.
Faccio presente che nelle Commissioni è in corso di discussione una mia proposta di legge per agevolare l’accesso al credito delle aziende agricole e, quindi, da questo punto di vista, se il progetto di legge andrà in porto prima dei 60 giorni – ma su questo, ovviamente, nessuno può dare garanzie – è chiaro che l’emendamento verrebbe automaticamente meno.
Vero è che vi è comunque l’esigenza di misure straordinarie per l’agricoltura, in particolare per l’agrumicoltura e l’olivicoltura calabrese, in particolare per la piana di Gioia Tauro.
Posso, Presidente? Richiamo l’emendamento, iscritto al protocollo numero 59243, che discutiamo ora, così guadagneremo tempo dopo. Lo ha già detto il consigliere Imbalzano, ma questo emendamento presentato dal consigliere Giordano lo richiama completamente, ha lo stesso spirito e la stessa natura ed, in qualche passaggio, anche le stesse parole.
Si tratta, semplicemente, assessore, di uno sprone a quella che è l’attività che lei sta già compiendo.
Mi rendo conto che non ha la bacchetta magica, non ha impegno di spesa; volendo racchiudere tutto quanto nelle buone intenzioni, è una forte raccomandazione che le stiamo ponendo affinché possano essere avviati al più presto quei progetti e quei programmi, quelle azioni e quei momenti di stimolo per rilanciare in maniera forte l’agricoltura nel nostro territorio.
Lo ha già detto il consigliere Imbalzano, per facilitare l’accesso al credito e anticipare, possibilmente, anche il sostegno di cassa, fornendo quell’aiuto necessario alle aziende agricole affinché possano continuare la loro attività per lo sviluppo stesso della Calabria.
La prego di accogliere l’emendamento, così com’è, e che valga, eventualmente, anche come raccomandazione.
Parere del relatore?
Presidente, il parere è contrario; inviteremmo l’onorevole Giordano e gli altri consiglieri al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
Presidente, posso?
Prego.
Presidente, non è per insistere e mi rendo conto anche delle difficoltà in questo momento per l’assessorato.
Sono temi e materie troppo delicati che necessitano di tempi rapidi per essere affrontati.
Ritengo che, al di là delle buone azioni e delle raccomandazioni, ci vogliano azioni da mettere in campo.
Non intendo, quindi, ritirare l’emendamento. Se, però, l’assessore è d’accordo posso prevedere un tempo di 90-120 giorni, invece che considerare un tempo di 60 giorni, in maniera tale che la Giunta regionale possa procedere con le verifiche e predisporre una serie di azioni che vadano tutte nella direzione auspicata, altrimenti ritengo comunque che l’emendamento debba rimanere tale, oltre le raccomandazioni, e voglio, quindi, che venga messo ai voti.
Ha chiesto di intervenire l’assessore Trematerra. Ne ha facoltà.
Presidente, accetto il suggerimento come raccomandazione al fine di porre attenzione su queste questioni, così come su tantissime altre questioni sulle quali, però, stiamo ponendo molta attenzione. Avete sollevato alcune questioni, come per l’accesso al credito, e tutta una serie di impasse che può vivere il sistema agricolo calabrese e, più in generale, tutto il sistema economico, soprattutto in questo momento in cui è difficile l’accesso al credito per il costo e per tutta quella che è la crisi che stiamo vivendo.
Come tale, ovviamente, da parte nostra e del dipartimento, c’è non solo la buona volontà ma l’indicazione di lavorare in questa direzione.
Per quanto mi riguarda accettiamolo come raccomandazione, non come un provvedimento di legge perché queste cose vanno risolte al di là dell’approvazione di un testo; per cui, come raccomandazione sì, altrimenti, se dovesse essere posto ai voti, ci sarà il parere negativo da parte della Giunta regionale.
Parere del relatore?
Contrario.
Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
Si passa all’emendamento, protocollo numero 59349, a firma del consigliere Giordano, che così recita: “Dopo l’art. 29bis è aggiunto l’art. 29ter (Riordino fondiario e ricambio generazionale in agricoltura. Ripristino art. 12 L.R. n. 8/2010).
1. La Regione al fine di rendere più efficiente e competitiva l’agricoltura regionale, intende agevolare il ricambio generazionale, la ristrutturazione e l’ampliamento della dimensione media aziendale attraverso le erogazioni di agevolazioni per l’affitto di terreni agricoli.
2. Possono accedere alle agevolazioni per la messa a disposizione di terreni agricoli da destinare all’affitto per una durata minima di 10 anni le seguenti tipologie di beneficiari:
a) imprenditori agricoli che rientrano nelle condizioni previste dalla misura del prepensionamento dal Regolamento (Ce) 169812005;
b) imprenditori agricoli che conducono aziende non economicamente competitive, dove per aziende non economicamente competitive si intendono le aziende che non raggiungo il 70 per cento della redditività prevista dal Psr Calabria 2007/2013;
c) proprietari di terreni agricoli che svolgono altre attività.
3. Possono concorrere all’assegnazione di terreni agricoli in affitto a condizioni agevolate:
a) i giovani agricoltori che non hanno ancora compiuto 40 anni in possesso della qualifica di imprenditore agricolo professionale (IAP);
b) i giovani che non hanno ancora compiuto 40 anni che intendono esercitare attività agricola, a condizione che acquisiscano, entro 12 mesi dalla stipula del contratto di affitto, la qualifica di imprenditore agricolo professionale (IAP);
c) le società di persone e società cooperative aventi per oggetto sociale la conduzione di terreni, a condizione che oltre la metà dei soci rientrino nelle categorie eleggibili agli interventi di riordino fondiario;
d) le società di capitali aventi per oggetto sociale la conduzione di terreni, ove le quote dei giovani agricoltori costituiscano oltre il 50 per cento del capitale sociale e gli organi di amministrazione della società siano costituiti in maggioranza da giovani agricoltori che rientrano nella categoria di cui alla lettera a);
e) gli imprenditori agricoli professionali (IAP) sia in forma singola che associata che non hanno ancora compiuto 55 anni;
4. La Regione Calabria attraverso procedure di evidenza pubblica individuerà:
a) i terreni agricoli resi disponibili per affitti della durata minima di 10 anni;
b) gli affittuari dei terreni di cui al precedente comma 3, per la costituzione di imprese valide sotto il profilo tecnico-economico, dando priorità ai giovani agricoltori.
5. E’ istituita con delibera della Giunta regionale presso l’assessorato all’agricoltura la <Commissione fondiaria> di seguito denominata Commissione con il compito di stabilire i tariffari per la determinazione dei canoni di affitto di riferimento cui dovrà essere applicata l’agevolazione.
La Commissione è così composta:
a) dal direttore generale del dipartimento competente o un suo delegato con funzione di Presidente;
b) dal dirigente del servizio competente per le attività di conciliazione e patti agrari con funzione di segretario;
c) da un professore della facoltà di agraria di estimo rurale;
d) da un rappresentante per ogni organizzazione agricola maggiormente rappresentativa a livello nazionale e regionale;
6. La Giunta regionale della Calabria con proprio atto stabilisce:
a) i criteri per la determinazione dei canoni di affitto dei terreni in base al loro stato di produttività;
b) i criteri e le modalità di selezione degli affittuari dei terreni.
7. I soggetti che rientrano nella categoria di cui alla lettera a) del comma 2 possono beneficiare degli aiuti al prepensionamento previsti dal Regolamento (Ce) 1968/2005 alle seguenti condizioni:
a) avere almeno 55 anni senza aver compiuto l’età pensionabile al momento della presentazione della domanda di aiuto;
b) cessare definitivamente ogni attività agricola ai fini commerciali; possono però continuare a svolgere attività agricole non commerciali e conservare la disponibilità degli edifici in cui continuare ad abitare;
c) avere esercitato l’attività agricola nei 10 anni che precedono la cessazione;
d) nel caso in cui il cedente sia succeduto come conduttore dell’azienda agricola dopo la morte del conduttore, dovrà dimostrare di aver versato i contributi previdenziali agricoli per gli anni in cui ha lavorato nell’azienda del conduttore e di avere regolarizzato la propria posizione previdenziale una volta divenuto imprenditore. La somma dei due periodi non potrà essere inferiore ai 10 anni;
e) nel caso in cui il richiedente riceva già dallo Stato una pensione, l’aiuto al prepensionamento può essere erogato in via complementare, tenuto conto dell’importo della pensione; pertanto il cumulo tra pensione erogata dallo Stato e aiuto al prepensionamento cofinanziato dal Feasr non può superare il livello massimo previsto dalla misura 113 del Psr. In caso di indisponibilità di risorse cofinanziate sarà possibile concedere un aiuto di Stato equivalente. In ogni caso l’aiuto non può superare un periodo complessivo di 15 anni e non può andare oltre il 75° compleanno del beneficiario.
8. Soggetti che rientrano nella categoria di cui alla lettera b) del comma 2 possono beneficiare di un aiuto di Stato alla cessazione dell’attività agricola che deve essere quantificato come incentivo alle seguenti condizioni:
a) avere almeno 55 anni senza avere raggiunto l’età pensionabile al momento della presentazione della domanda;
b) cessare definitivamente ogni attività ai fini commerciali; possono però continuare a svolgere attività agricole non commerciali e conservare la disponibilità degli edifici in cui continuare ad abitare.
9. I soggetti che rientrano nella categoria di cui alla lettera c) del comma 2 sono proprietari che non esercitano l’attività agricola; pertanto, nel caso che rientrino nei requisiti previsti per le Pmi dal Regolamento (Ce) 1998/2006, possono beneficiare di un aiuto “de minimis” a condizione di non dare avvio ad alcuna attività agricola;
10. L’aiuto massimo ammissibile sarà adottato con deliberazione della Giunta regionale e sarà calcolato secondo le modalità previste dalla decisione della Commissione europea 02.09.2003 C(2003)3219 del 2 settembre 2003 relativa all’aiuto di Stato N 12112003.
Ai soggetti di cui al comma 2 l’aiuto decorre dalla data della stipula del contratto di affitto con il soggetto di cui al comma 3 individuati dalla Regione secondo le procedure di cui ai commi 4 e 6.
11. La Regione Calabria potrà decidere di avvalersi di soggetti terzi di cui all’articolo 45 della legge 203/1982 per dare esecuzione al regime di agevolazione sugli affitti. La Regione regolerà i rapporti con i soggetti terzi con una specifica convenzione e i costi saranno detratti dal canone di affitto che verrà corrisposto al beneficiario a decorrere dalla stipula del relativo contratto.
12. La copertura finanziaria delle agevolazioni di cui ai commi precedenti è determinata per l’esercizio finanziario 2011 in euro 500.000,00 ed è garantita dall’Upb 2.02.04.06 capitolo 22040602 (spese destinate ai programmi di riorganizzazione del settore agricolo e agroalimentare)”-
Ha chiesto di intervenire l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.
Presidente, voglio ricordare a tutti i consiglieri e all’intero Consiglio regionale che su questa materia, con la mozione numero 51 del 2 agosto, l’Aula si era già espressa all’unanimità, recuperando tutto quello che era il contenuto dell’articolo 8 che era abrogato.
Voglio ricordare la delicatezza della questione sul riordino fondiario e sul ricambio generazionale, misure su cui l’Unione europea ha disposto una direttrice specifica; c’è stato anche un provvedimento adottato quando il Commissario europeo era l’onorevole Frattini, certamente non un esponente di Italia dei Valori.
Parliamo del 2004, quindi di 7 anni fa. C’è tanto tempo da recuperare su questa materia che è delicata ed ineludibile se si vuole veramente dare impulso e ridare concretamente vigore al sistema agricolo ed agro-alimentare calabrese.
Per questo motivo – lo avevo detto nella precedente dichiarazione – chiedo che venga messo ai voti e votato per appello nominale. Grazie.
Chiedo scusa, Presidente, ma questo emendamento lo abbiamo votato prima. Che significato ha rivotare per appello nominale un emendamento che è stato già votato?
No, onorevole Nucera, questo è l’emendamento numero 59349.
Presidente, mi oppongo all’appello nominale chiesto dall’onorevole Giordano perché abbiamo già votato questo emendamento.
Presidente, questo emendamento non è stato votato.
Questo è l’emendamento protocollo numero 59349. Le chiedo, per le motivazioni che ho espresso, che venga posto ai voti per appello nominale. Su questa materia c’è un crinale su cui va fatta una scelta precisa.
Ho ricordato, tra l’altro, che il Consiglio regionale il 2 agosto si è espresso all’unanimità. Per queste motivazioni le chiedo che sia disposto il voto per appello nominale.
Prego onorevole Nucera, proceda con la chiama.
Fa la chiama.
Comunico l’esito della votazione. Presenti e votanti 38. Hanno risposto sì 11, hanno risposto no 27. Astenuti nessuno.
(E’ respinto)
(Hanno
risposto sì i consiglieri: Amato, Bova, Censore, De Gaetano, De Masi, Giordano,
Guccione, Maiolo, Principe, Sulla, Talarico D.
Hanno risposto
no i consiglieri: Aiello Pietro, Battaglia, Bilardi,
Bruni, Caputo, Caridi, Chiappetta,
Dattolo, Fedele, Gallo, Gentile, Grillo, Imbalzano, Magarò, Magno, Nucera,
Orsomarso, Pacenza, Parente, Pugliano, Rappoccio, Salerno, Serra, Stillitani,
Talarico Francesco, Tallini, Trematerra.)
Pongo in votazione l’articolo 30.
(E’ approvato)
All’articolo 31 è stato presentato emendamento, protocollo numero 59557, a firma del consigliere Battaglia, che così recita: “All’art. 31, comma 3 sostituire le parole <localizzate nell’area di Gioia Tauro> con le parole <che si localizzano nell’area industriale di Gioia Tauro, San Ferdinando e Rosarno>”.
Ha chiesto di intervenire l’onorevole Battaglia. Ne ha facoltà.
Presidente, questo è un articolo che in linea generale tenta di dare una risposta all’area di crisi di Gioia Tauro.
Ho qualche perplessità sui modi in cui si andrà avanti, nel senso che mi sarei aspettato già una indicazione progettuale, considerato che si tratta solo di dare un supporto finanziario.
Ho tentato, però, comunque, di dare un senso a questo articolo perché, a mio giudizio, c’è un passaggio che rischia di creare molti equivoci ed è necessario fin da subito delineare e delimitare l’area di intervento, perché presumo che si voglia intervenire sul retroporto per rilanciare le attività manifatturiere.
Se di questo si tratta, secondo me bisogna inserire la dizione non genericamente “area di Gioia Tauro”, perché area di Gioia Tauro può significare tutto e niente; può significare il Comune di Gioia Tauro e tutta la Piana.
Se l’intervento è destinato, invece, al retroporto e, quindi, alle imprese che vogliono andare dentro l’area industriale, è necessario inserire questo emendamento che, sostanzialmente, si rivolge alle imprese che si localizzano nell’area industriale di Gioia Tauro, San Ferdinando e Rosarno.
Tutti voi sapete che l’area industriale ricade nei tre Comuni, non c’è un’area industriale di Gioia Tauro, ma c’è un’area industriale di Gioia Tauro-San Ferdinando e Rosarno.
Un’altra correzione che, a mio giudizio, deve essere fatta ed introduce in questo senso l’emendamento è che nell’articolo si parla di imprese localizzate, esistenti oggi, mentre noi approviamo l’articolo.
Ho inserito “che si localizzano nell’area industriale”; questo è il senso dell’emendamento che cerca di dare una delimitazione che credo sia rispondente alla intenzione della Giunta regionale perché credo che la Giunta avesse questa intenzione.
E’ solo un emendamento tecnico, quindi, che tenta di chiarire senza equivoci per il futuro qual è la destinazione di questo finanziamento.
Parere del relatore?
Contrario.
Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
Presidente, chiedo scusa, per dichiarazione di voto. Non chiedo l’appello nominale per non creare problemi all’Aula ma per dichiarazione di voto devo dire che respingere questo emendamento significa ingenerare, almeno nel sottoscritto, il dubbio che non si voglia in realtà intervenire nel retroporto di Gioia Tauro e quindi nell’area industriale. Questo significa non voler mettere imprese da localizzare e lasciare imprese localizzate, che in realtà si vuol fare un intervento che niente ha a che vedere con lo sviluppo del porto e del retroporto di Gioia Tauro perché l’emendamento aveva solo il significato tecnico di individuare l’area industriale che è l’unica deputata allo sviluppo e che è l’unica area esistente nel retroporto.
Dare una indicazione alle imprese quindi, ed escludere… perché quando si dice localizzate cosa significa? Che questi incentivi li possono avere imprese già localizzate che hanno avuto altri incentivi per localizzarsi in quell’area? Questo è il dubbio che avevo e per questo ho presentato l’emendamento.
A questo punto il dubbio rimane e per intero. Nel prosieguo l’Aula si assumerà la responsabilità nel prossimo anno di capire cosa sta votando. Non sta votando un intervento strategico per lo sviluppo del porto e del retroporto ma sta votando altro.
Se questo è, credo che l’articolo che andrete a votare porrà dubbi non solo a me, ma a tutti gli operatori e a tutte le persone che vogliono investire ed ha una finalità diversa da quella che, invece, viene rappresentata.
Prego, onorevole Fedele.
Onorevole Battaglia, intanto per chiarire meglio
affinché lei non abbia dubbi possiamo farlo come sub-emendamento orale, questo tipo di finanziamento si
riferisce al porto di Gioia Tauro e al transhipment, è scritto area di Gioia Tauro ma lo
chiariamo meglio, si riferisce al porto di Gioia Tauro.
Chiedo scusa, se si riferisce al porto di Gioia Tauro ci può essere una impresa che considerato… conosciamo i terreni del porto e sono terreni molto limitati. L’insediamento può avvenire nell’area portuale o può avvenire nel retroporto dove ci sono le aree industriali. Se non si delimita questo non si capisce dove andranno le imprese.
Lei sta dicendo che volete fare un intervento dentro il porto e se dentro il porto non c’è l’area antistante che è quella industriale, perché non deve essere individuata fin da ora e non lasciare la dizione “area di Gioia Tauro” che è generica e, tra l’altro, non abbraccia tutto il porto.
Onorevole Fedele, lei sa bene che una parte dei terreni del porto sono del comune di San Ferdinando e del comune di Rosario, quindi sono intervenuto tecnicamente per dare una indicazione.
Se poi questo non è… lei oggi dice il porto… però delimitiamolo.
Prego, onorevole Fedele.
Possiamo farlo come un sub-emendamento orale a sostegno del disegno produttivo del porto. Chiariamo, quindi, che non sono insediamenti industriali ma stiamo parlando del sistema produttivo del porto.
Con questo sub-emendamento, proposto dal relatore pongo in votazione l’emendamento.
Parere del relatore?
Favorevole.
Parere della Giunta?
Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
Accogliamo pertanto l’emendamento orale dell’onorevole Fedele.
Si passa all’emendamento protocollo numero
Prego, onorevole De Masi.
Presidente, con questo emendamento si propone di sostituire alle parole “dell’area di Gioia Tauro” le parole “anche l’area di Crotone e di Gioia Tauro”.
Non è un capriccio campanilistico ma la rievocazione di un meritorio impegno assunto dal Governatore della Calabria, Scopelliti, che ha chiesto al Governo nazionale un po’ di tempo fa il riconoscimento di aree di crisi in Calabria esattamente per Gioia Tauro e Crotone.
Mi sembrerebbe di proporre una misura che, in qualche modo, risulta coerente esattamente con un atto meritorio della Giunta. Grazie.
Parere del relatore?
Contrario.
Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
Pongo in votazione l’articolo 31.
(E’ approvato)
All’articolo 31 bis è stato presentato l’emendamento
protocollo numero
<Art. 31 bis (Istituzione e finanziamento dell’Osservatorio Epidemiologico - Ambientale regionale (Oearc))
1.
2.
3. L’Osservatorio ha competenza regionale al fine di assicurare una conoscenza capillare sistematica ed organizzata delle condizioni dell’ambiente e della salute e consentire una tempestiva ed efficace azione di prevenzione, conservazione e risanamento.
4.
5. Per l’istituzione dell’Osservatorio epidemiologico ambientale regionale, le competenti strutture della Giunta regionale adottano i provvedimenti necessari per la realizzazione degli interventi diretti a garantirne la completa funzionalità, mediante l’attuazione delle risorse Por Calabria Fesr 2007-2013.
6.
Gli oneri per la realizzazione degli interventi di cui
al comma 5, determinati per l’anno
Prego, onorevole De Masi.
Ritiro il mio emendamento, Presidente.
Pongo in votazione l’articolo 32.
(E’ approvato)
E’ stato presentato un emendamento, protocollo numero 59295, sempre a firma del consigliere De Masi, istitutivo dell’articolo 32 bis, che così recita: “Dopo l’art. 32 viene aggiunto l’articolo 32 bis che è il seguente:
<Art. 32 bis (Modifica all’art. 5 comma 11, della legge regionale n. 40 del 12 dicembre 2008)
1. Il comma 11 dell’art. 5 della legge regionale n. 40 del 12 dicembre 2008 è sostituito dal seguente:
Ai fini del completamento dei teatri di Crotone e di Vibo Valentia le competenti strutture della Giunta regionale adottano i provvedimenti necessari per la realizzazione degli interventi diretti a garantire la completa realizzazione dei teatri di Crotone e Vibo Valentia mediante l’utilizzazione delle risorse del Por Calabria Fesr 2007-2013.
2.
Gli oneri per la realizzazione degli interventi di cui
al precedente comma determinati per l’anno
Prego, onorevole De Masi.
Presidente, qui si tratta di richiamare una legge approvata nella scorsa legislatura che prevedeva uno stanziamento necessario per il completamento delle strutture teatrali rispettivamente della città di Crotone e di Vibo Valentia.
Conosco un po’ meglio la situazione della mia città dove gran parte dei lavori per la realizzazione di questa importantissima e fondamentale struttura sia dal punto di vista culturale che specificatamente teatrale è realizzata al 70-80 per cento.
La zona circostante rimane degradata per l’impossibilità finanziaria di provvedere al suo completamento tanto più che questo Consiglio in precedenza si era pronunciato esattamente per assicurare i fondi indispensabili per completarlo, così come per Vibo Valentia, chiedo che si ottemperi a questo impegno del Consiglio e si provveda. Grazie.
Prego, onorevole Sulla.
Mi associo e faccio mio l’emendamento del collega De Masi. Vorrei dire che mi pare che i fondi previsti per finanziare l’articolo 32 siano stati reperiti proprio spostando e rimodulando fondi che erano stati previsti per il completamento dei teatri di Crotone e di Vibo Valentia. Penso che lasciare delle opere a metà sia davvero un fatto non certamente positivo per la nostra Regione.
Non c’è dubbio che la previsione del completamento del Museo di Reggio Calabria è cosa meritoria, ma penso che uno sforzo bisogna farlo per assicurare che le scelte che erano state a suo tempo assunte per Vibo Valentia e per Crotone vengano onorate, perché non è una questione di schieramenti politici ma penso che la cultura e la fruibilità di questi luoghi, nelle uniche due province che non ce l’hanno, è una questione che dovrebbe interessare tutti noi.
Non solo faccio mio l’emendamento ma sono convinto che non può essere neanche letto come una contrapposizione tra Reggio Calabria, Vibo Valentia e Crotone.
Va bene l’emendamento fatto prima, ma non può essere fatto a scapito delle due province di Crotone e di Vibo Valentia.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Censore. Ne ha facoltà.
Presidente, volevo dire che il mio capogruppo esprimerà, chiaramente, un voto positivo per il finanziamento del Museo nazionale di Reggio Calabria, ma per me sarebbe, perché ho sottoscritto questo emendamento dopo il collega De Masi, un segnale importante che si completasse, all’interno di questa rimodulazione, il teatro di Crotone e si iniziassero i lavori di quello di Vibo Valentia per il quale ci sono già delle risorse nazionali stanziate in un apposito capitolo.
Chiaramente l’opera non è stata iniziata perché c’era un problema relativamente al sito in cui ubicare l’opera. Grazie.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.
Presidente, come ha anticipato il collega Censore brevemente interverrò con dichiarazione di voto sull’articolo 32 spiegando perché lo voteremo. Anticipo, però, una piccola critica con riferimento all’articolo 32 nel suo complesso.
Vorrei dire all’assessore che manca qualunque riprogrammazione di questo asse del Por Calabria.
Cioè
Sarebbe stata più corretta una riprogrammazione complessiva e siccome parliamo di cultura, dell’asse che si riferisce agli attrattori culturali ed ai contenitori culturali.
Voglio dire che il contenuto in tema di cultura è sempre superiore al contenitore, ma se il contenitore non c’è non riesce ad esprimere il contenuto e questo vale per i musei ed anche per i teatri.
Inviterei, quindi,
Aggiungo che quando nacque l’idea di investire su Palazzo Piacentini, questo è nato in un contesto di atto aggiuntivo all’Apq beni culturali. Se lei va a controllare, lo fece il mio successore professore Cersosimo che impiegò 7 mesi per portarlo in Giunta, un provvedimento già pronto.
Ma quel provvedimento già pronto non riguarda solo il Piacentini, cioè il Museo Magna Grecia.
L’assessore ride, ma la verità non deve né suscitare ilarità né incazzature, scusate il termine. E’ la verità, appunto. Quella rimodulazione dell’Apq beni culturali contiene una quindicina di provvedimenti. Mi ricordo che l’allora direttore generale Orlando, molto stitico e che faceva il paio col professore Cersosimo, prima che arrivasse Cersosimo si complimentò con la modesta persona che parla per dire “avete fatto un ottimo programma per quanto riguarda teatri e musei”.
Non toccammo le biblioteche perché lei si renderà conto che mesi prima avevamo fatto un bando di 3 milioni per le biblioteche. Lei si sta divertendo a presentare queste biblioteche, definite, realizzate e quant’altro.
Assessore, allora, la preghiera: accantoniamo l’emendamento De Masi-Censore-Sulla e vediamo di completare Crotone e di avviare Vibo Valentia.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Dattolo. Ne ha facoltà.
Ritengo che, sull’emendamento presentato dal consigliere De Masi, un impegno da parte della Giunta possa esserci in fase di rimodulazione.
Condivido quanto dice il consigliere Principe non tanto per una forma di compensazione rispetto ad una manovra che non prevede nulla verso quel territorio, ma per completare un luogo che può essere un emblema di rinascita e di valenza culturale per i rapporti e le tradizioni storiche di quella città.
Mi auguro che ci sia da parte della Giunta questa sensibilità, visto che si parla di turismo e
cultura come aspetto pregnante di questa nuova stagione calabrese. Ritengo che
l’emendamento che ha presentato il collega De Masi debba essere preso nella
considerazione che merita.
Parere del relatore?
Invito al ritiro dell’emendamento con le motivazioni che hanno esposto sia il consigliere Principe sia i consiglieri che sono intervenuti successivamente, con una raccomandazione alla Giunta affinché si provveda per cercare di realizzare, nei limiti del possibile, questi altri teatri oltre a quello di Reggio Calabria che è ormai alla fase finale.
Proporrei il ritiro, se il consigliere De Masi è d’accordo, non è il caso che venga bocciato quando c’è una unità di intenti che va in questa direzione.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.
Presidente e onorevole Fedele, se si potesse accantonare per dare la possibilità agli organi tecnici della Giunta di verificare se con il Por queste iniziative possono essere portate avanti. Non è che chiediamo di impegnare fondi di bilancio che sappiamo non esserci, ma nel Por i fondi ci sono, a meno che non siano serviti per altro, perché da assessore alla cultura ho lasciato molti milioncini per queste cose.
La richiesta è di accantonarlo per verificare, obtorto collo, che almeno sia trasformato in un ordine del giorno che sia approvato dall’intero Consiglio, perché una semplice raccomandazione mi sembra poco.
Chiediamo l’accantonamento, ma se questo non è possibile per ragioni di studio, che diventi un ordine del giorno e sia approvato alla unanimità. Va bene?
Credo che possa essere recepito come ordine del giorno, che è qualcosa in più rispetto alla raccomandazione.
Lo trasformiamo in ordine del giorno e poi seguiremo l’iter, insieme, nel prosieguo della legislatura.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Censore. Ne ha facoltà.
Presidente, su questo punto volevo spendere altre due parole. Non è di campanile e me ne guarderei bene per la città di Reggio Calabria, per la provincia e anche per i colleghi reggini di centro, di destra e di sinistra perché, sono alla seconda legislatura, e so che rispetto ai problemi di Reggio Calabria e della provincia sono sempre concordi.
Ritengo importante il finanziamento per il Museo nazionale di Reggio Calabria perché lo diceva il consigliere Principe questo è uno dei musei più importanti della Calabria. Ma questo non può essere fatto a scapito delle piccole province, che sono province marginali, sottraendo risorse che per legge erano previste per questi enti.
Penso che due pesi e due misure non si possano fare. Se c’è una rimodulazione questa non deve penalizzare alcuni territori e contemporaneamente trovare le risorse per far fronte su tre direttrici. Vorrei stigmatizzare questo fatto. Grazie.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Pacenza. Ne ha facoltà.
Presidente, credo che l’assessore Mario Caligiuri possa dare qualche direzione in più, perché sono stati previsti bandi relativi a linee di intervento proprio nell’ambito culturale.
Si parlava all’epoca, in Commissione Politiche Comunitarie, di intervento per il completamento dei teatri di Vibo Valentia e Crotone. Per cui, se si ha un pochino di pazienza, penso che l’assessore ci possa dire un qualcosa in più.
Lo possiamo allora trasformare in un ordine del giorno?
Ha chiesto di parlare l’onorevole Magno. Ne ha facoltà.
Presidente, al di là delle considerazioni positive sul fatto che si va a finanziare il Museo di Reggio Calabria, voglio richiamare all’Assemblea che l’assessore Caligiuri nel mese di agosto ha fatto un bando per quanto riguarda il finanziamento dei musei regionali con finanziamento di un tetto di 400 mila euro.
Vorrei chiedere all’assessore Caligiuri se i fondi, individuati all’interno dell’articolo 32, fanno parte di quelli di cui c’è già l’avviso oppure sono diversi.
Pongo in votazione la trasformazione dell’emendamento in ordine del giorno ed il suo immediato inserimento all’ordine dei lavori.
(Il Consiglio approva)
(Interruzione)
Do lettura dell’ordine del giorno: “Il Consiglio regionale, impegna
La Giunta regionale ad effettuare la rimodulazione finanziaria del Por Calabria – Asse V – FESR 2007 – 2013, allo scopo di consentire il completamento del teatro di Crotone e l’avvio dei lavori pubblici per la realizzazione del teatro di Vibo Valentia.
Le somme rispettivamente necessarie ammontano a 2.500.000,00 euro per Crotone e 2.500.000,00 ero per Vibo Valentia.
Il Consiglio, inoltre, fissa entro la data di fine giugno 2012 il termine entro il quale la Giunta deve completare il predetto iter per l’impegno in tutte le sue implicazioni istituzionali ed amministrative.”
Presidente è un ordine del giorno che impegna
(Interruzione)
Pongo ai voti l’ordine del giorno, con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio
approva)
-Seguito-
L’emendamento protocollo numero 59379, a firma dei consiglieri De Masi e Censore, è ritirato.
All’articolo 33 è stato presentato l’emendamento protocollo numero 59171, a firma del consigliere Mirabelli, che così recita: “All’art. 33 il capitolo 62010213 del bilancio regionale 2012 <Spese a carico del bilancio regionale per il pagamento delle rette socio sanitarie> deve essere incrementato di ulteriori € 25.000.000,00 (venticinque milioni) al fine di garantire una copertura di € 40.000.000,00 (euro quaranta milioni)”
Ha chiesto di parlare l’onorevole Mirabelli. Ne ha facoltà.
Presidente, questo emendamento riguarda un argomento abbastanza delicato, non dico serio perché sono tutti seri gli argomenti che si discutono in Consiglio, ma è molto delicato nella sua essenza.
Si riferisce ad una richiesta di incremento per le prestazioni erogate dalle strutture socio-sanitarie per pazienti anziani e disabili, è ovvio pazienti anziani non autosufficienti.Un incremento per la totale copertura dell’anno 2012, di circa 25 milioni rispetto ai 15 milioni di euro che sono stati messi nel capitolato di spesa del bilancio per l’anno 2012.
Questa richiesta è suffragata da due motivazioni. La prima per far fede al decreto 18 dell’ottobre 2010 nell’ambito del quale si prevede un fabbisogno in posti letto ed in postazioni per 3 mila e 30 posti letto da accreditati.
A questo fa seguito un ulteriore decreto fatto dal commissario ad acta, giustamente il numero 1 del 5 gennaio 2011 che riduce di circa 15 posti letto, riconoscendo la necessità di avere questa presenza importante e fondamentale nell’ambito di quello che è il riordino della rete territoriale.
L’aspetto più importante è che per evitare un ritorno negativo di quella che è stata una impostazione storica sbagliata…
Mi riferisco all’anno
Anche nell’anno 2011, visto che nulla era stato previsto, il servizio è andato avanti. Ci ritroviamo con un anno e mezzo di arretrati da dover liquidare, per queste prestazioni, agli operatori.
E’ ovvio che le strutture socio-sanitarie che hanno 4 mila 500 dipendenti ed assistono in continuità assistenziale 4 mila persone, 4 mila calabresi, anziani non autosufficienti e disabili, per poter mantenere questo importantissimo e giusto servizio hanno dovuto far ricorso ad un indebitamento sempre più forte e marcato con le varie banche.
Banche che hanno concesso le anticipazioni bancarie ma che oggi, alla luce di un mancato rientro nei tempi più giusti hanno iniziato a fare opere di richiamo per poter far ritornare queste anticipazioni, per far pagare a questi operatori le anticipazioni di questi prestiti che le banche hanno concesso. E non erogano più ulteriori anticipazioni.
E’ ovvio che se questi operatori non sono messi nelle condizioni o di rientrare o quanto meno tramite una giusta attestazione che dimostri alle banche la copertura del fondo per l’intero anno questo servizio, molto probabilmente proprio perché non troverà sponda a livello bancario, non potrà più essere effettuato.
Mettiamo quindi a rischio già col 1° gennaio 2012 la possibilità di una eventuale dismissione di questo servizio, una chiusura di queste strutture. Questo non è allarmismo ma è una realtà reale proprio perché è stato sottoscritta, è stata evidenziata ed è ben motivata dagli operatori stessi.
Né tanto meno possiamo pensare, attraverso diversi meccanismi, alla necessità di poter coprire questo fondo aumentando la retta a carico dell’utente.
Dovete sapere che per quanto riguarda la quota
sociale – lo sapete meglio di me – la somma complessiva è di 56 milioni di euro
di cui
Una situazione di grande difficoltà da un punto di vista economico per le famiglie, ed in modo ancora più marcato per queste persone e per le loro situazioni, automaticamente andare a caricarsi un ulteriore balzello sarebbe, secondo me, un qualcosa di veramente antisociale anche perché di fatto, anche incrementando il balzello non riusciremmo a coprire immediatamente questi 25 milioni in più che servono per poter far sì che questo fondo possa essere esaustivo almeno per i 12 mesi e soprattutto essere una dimostrazione pratica della volontà e della sensibilità del Consiglio regionale e della Regione Calabria soprattutto non solo nei riguardi di questi utenti che in fin dei conti non sono che pazienti, ma soprattutto da poter esibire nei confronti del mondo bancario per poter ulteriormente tirare avanti, avere ulteriori crediti e anticipazioni per poter espletare un servizio decoroso.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.
Chiedo perdono, poiché ci siamo persi nell’ordine del giorno non ho potuto fare la dichiarazione sull’articolo 32, sul finanziamento al Museo di Reggio Calabria.
Vorrei che gli uffici santificassero che noi votiamo
a favore non solo perché ci riconosciamo nell’iniziativa attuale, ma perché
come è ben noto
Per questo votiamo a favore e personalmente mi sento di dire che è anche una dimostrazione di come si intende il ruolo di amministratore regionale che al di là dell’atto e del luogo di nascita quando ci sono eccellenze queste vanno tutelate e sostenute.
Vale per Reggio Calabria e ci auguriamo che valga anche per Crotone e Vibo Valentia.
Allora viene verbalizzato. Procediamo con l’emendamento Mirabelli.
Parere del relatore?
Parere contrario, perché non c’è la copertura finanziaria. In ogni caso se in futuro ci saranno dei finanziamenti a livello nazionale, vedremo in sede di assestamento se si può trovare qualche soluzione, ma al momento non è possibile.
Parere della Giunta?
Contrario, signor Presidente, però vorrei argomentare seppur rapidamente questo parere.
Ho ascoltato con grande attenzione l’esposizione e l’illustrazione del consigliere Mirabelli che però forse avrebbe dovuto evidenziare il fatto che l’amministrazione guidata dal Presidente Scopelliti, rispetto a questa che lei giustamente chiama emergenza, ha stanziato 15 milioni di euro che non c’erano, ed in questo contesto di grave crisi e difficoltà...
(Interruzione dell’onorevole Principe) )
Rintracciarli ed allocarli rispetto all’emergenza che anche lei nota.
Bene, di questi 15 milioni di euro gli uffici competenti, dal punto di vista politico e tecnico, ci spiegano che servono, occorrono e bastano per rispondere al fabbisogno.
Lei ci spiega che bisognerebbe fare di più e di meglio e ci indica anche come fare di più e di meglio individuando le risorse, i 25 milioni di euro.
Ci mancherebbe. L’unico elemento che però manca, onorevole Mirabelli, nella sua esposizione e nella sua proposta emendativa è dove trovare queste risorse il che non è proprio un dettaglio.
Mi auguro, premesso che si può fare sempre di più e di meglio, però che anche da parte sua ci possa essere il riconoscimento rispetto alla capacità che questa amministrazione ha avuto di riempire un grande buco nero del bilancio regionale. Grazie.
Prego, onorevole Mirabelli.
Assessore,
capisco che la quota necessaria è 40 milioni di euro, ma non spetta a me andare
a reperire le risorse. Mi rifaccio esclusivamente a due decreti, il numero 18 e
il numero 1 del 5 gennaio 2011, che impongono alla Regione, sulla base della
vostra rideterminazione del numero dei posti letto, per la continuità
socio-assistenziale sanitaria, visto che avete previsto questo fabbisogno di
3.015 posti letto…
Prima erano
3.030, nel decreto numero 1 del 5 gennaio 2011 sono scesi di 15 posti, per si
impone a voi, doverosamente, la copertura finanziaria per quei posti letto che
avete previsto all’interno del decreto.
Quindi non può ribaltare a me il problema. E’ ovvio che
bisognava molto probabilmente capire se questi posti letto sono necessari o
meno. Apprezzo la capacità del Presidente di essere riuscito a trovare questi
15 milioni di euro ma purtroppo dovendomi rifare ad un decreto legge che è
vincolante…perché questo decreto numero
18 non può essere considerato vincolante per alcune cose e poco vincolante per
altre questioni!
Per quanto
mi riguarda, o lo si accetta in pieno o si veda di modificarlo anche su altri
aspetti e mi riferisco alle reti territoriali ospedaliere.
Per cui è
ovvio che se lì sono previsti questi numeri di posti letto, sta a voi trovare
la giusta copertura, che è doverosa agli anziani non autosufficienti o ai disabili.Se ci fosse stata la possibilità di coprire almeno
il doppio, non dico a 40 ma anche a 30 milioni di euro la quota, avremmo dato
forse la possibilità agli operatori di potersi esporre nei confronti del mondo
bancario.
La
richiesta e il senso del ragionamento si basano sul fatto che a questi signori,
che hanno queste strutture socio-sanitarie a cui sono stati riconosciuti con
giusto decreto i posti letto assegnati, le banche non fanno più credito per
l’anno 2012. Anzi hanno chiesto immediatamente nei primi 10 giorni di gennaio –
do io la comunicazione – il rientro dalla esposizione bancaria.
Se non ci
si ottempera in qualche maniera, molto probabilmente, perché hanno un anno e
mezzo di scoperto, al di là delle responsabilità è così purtroppo,
automaticamente si corre il rischio reale di vedere chiuse queste strutture e
di veder consegnati chissà a chi questi pazienti che sono difficili da poter
gestire anche in ambiente familiare.
Ha chiesto
di parlare l’onorevole Guccione. Ne ha facoltà.
Al di là
del segnale che ha voluto dare
Questi
pazienti, che oggi sono trattati in queste strutture private, comunque ad un
certo punto saranno costretti ad appoggiarsi a strutture pubbliche e ad
intasare gli ospedali, non c’è una possibilità di trattamento di questi
pazienti. Ci sarà quindi un meccanismo perverso che rischia di non essere
governato.
C’è bisogno
di uno sforzo in questa direzione, perché se pensiamo solo a tagliare il
rischio è concreto che i servizi alla persona, in questa direzione, rischiano
poi di gravare sulla spesa regionale.
Attenzione,
perché noi parliamo di uomini e donne in carne ed ossa che hanno bisogno di
questi servizi e che le famiglie non sono in grado di gestire e che, comunque,
dovranno trovare una loro collocazione in una struttura sanitaria.
Ha chiesto
di parlare l’onorevole Censore. Ne ha facoltà.
Presidente, volevo riagganciarmi alla questione per dire che avevamo presentato un emendamento alla legge finanziaria riguardante l’impinguamento del capitolo relativo alla questione che era stata discussa adesso.
Chiaramente mi trovo in linea con i colleghi. Intanto speriamo che si trovino le risorse aggiuntive, ma qualora non ci dovessero essere, da parte vostra ci deve essere una azione per consentire a queste strutture di sottoscrivere i contratti per le prestazioni previste, così queste possono presentare alle banche un qualcosa una volta che la copertura è assicurata, una copertura che si può assicurare anche con la variazione successiva, quindi con l’assestamento di bilancio.
Pertanto la nostra raccomandazione è diretta a garantire a queste strutture la continuità dei servizi e dei livelli occupazionali. Grazie.
Pongo in votazione l’emendamento col parere negativo del relatore e della Giunta.
Presidente, era stato chiesto se c’è una disponibilità…
Accettiamolo come raccomandazione alla Giunta, però lo deve dire il relatore.
Onorevole Censore, le raccomandazioni chieste da lei non le abbiamo mai rifiutate, pertanto è accolta anche questa volta.
Ha chiesto
di parlare l’onorevole Sulla. Ne ha facoltà.
Il problema è questo. Domani mattina queste strutture dovranno assicurare dei servizi a meno che non gli mandiate una lettera e gli diciate che non lo debbono fare più. Chiaro? Il primo gennaio questi servizi devono continuare o no? Per poter continuare ci vuole almeno un contratto sottoscritto tra le parti che chiede che queste prestazioni vengano effettuate.
Ora, il dipartimento sanità lo firma, e devono firmarlo anche i servizi sociali altrimenti non si perfeziona l’atto. Per cui si va avanti senza avere un contratto e mi pare davvero una forma strana di procedere. Non è più questione economica, ma il problema è di assicurare la continuità della prestazione e quindi mettere nelle condizioni di avere un qualche documento che li garantisca sulle prestazioni, perché altrimenti chi li garantisce?
I servizi sociali dovrebbero, ferma restando la copertura che si troverà col riassesto di bilancio, quando sarà possibile, almeno garantire i servizi. Sono state richieste delle prestazioni ma non si sa come pagarle, non ci si impegna a pagarle.
Come si fa a chiedere delle prestazioni e a dire che non si sa come pagarle!
Ha chiesto
di parlare l’onorevole Mirabelli. Ne ha facoltà.
Chiedo il voto nominale su questo emendamento.
Scusi, i suoi colleghi le hanno chiesto di trasformare questo emendamento in un ordine del giorno.
Non abbiamo chiesto questo. Presidente?
Cosa avete chiesto? Una raccomandazione alla Giunta?
Abbiamo chiesto che l’assessore Mancini, che rappresenta il Governo, assuma questo impegno formalmente nella seduta odierna.
Non si può approvare un ordine del giorno su quello che lei dice?
Chiedo di votare l’emendamento, Presidente, anche perché la risposta già in parte c’è stata.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
All’articolo 33 è stato presentato l’emendamento
protocollo numero
C’è un emendamento successivo all’articolo 33,
protocollo numero
Prego, onorevole Salerno.
Presidente, questo è un emendamento che abbiamo firmato come componenti di maggioranza della terza Commissione. Chiedo solo due minuti di sospensione.
La seduta è sospesa, invito i capigruppo ad avvicinarsi al banco della Presidenza.
(I capigruppo
si recano al banco della Presidenza)
Ha chiesto
di parlare l’onorevole Salerno. Ne ha facoltà.
Presidente, abbiamo approfondito un po’ l’argomento, chiedo di trasformare questo emendamento in ordine del giorno affinché si possa uniformare, innanzitutto, il comportamento dell’azienda sanitaria e ospedaliera e anche del dipartimento e dei dirigenti, al fine di accettare queste cessioni di credito e di impegnare anche l’assessore a procedere, comunque, a dei contratti semestrali rinnovabili per avere la copertura finanziaria e di impegnare l’assessore a recuperare le somme necessarie in sede di assestamento per i successivi sei mesi del 2012.
Con questa proposta dell’onorevole Salerno, chiedo il parere del relatore.
Favorevole a trasformare l’emendamento in ordine del giorno.
Parere della Giunta?
Favorevole.
Pongo in votazione la trasformazione dell’emendamento in ordine del giorno che verrà successivamente esaminato.
(E’ approvato)
-Seguito-
L’emendamento a firma del consigliere Nicolò, protocollo numero 59309, è decaduto per assenza del proponente.
Presidente, faccio mio l’emendamento dell’onorevole Nicolò.
Pongo in votazione l’emendamento, protocollo numero
Parere del relatore?
Contrario.
Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
Pongo in votazione l’articolo 33.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 34.
(E’ approvato)
All’articolo 35, comma 2, è stato presentato l’emendamento protocollo numero 59500, a firma dell’onorevole Gallo, che così recita: “All’art. 35, comma 2, lett. a) dopo le parole <relativi ai comuni con popolazione superiore ai 30.000 abitanti> sono aggiunte la parole <ed a quelli con popolazione inferiore già utilmente collocati nella graduatoria di cui al D.M. n. 176/A del 12 febbraio 2007 e non integralmente finanziati>”.
Prego, onorevole Gallo.
Presidente, nel manifestare apprezzamento per la volontà della Giunta di finanziare i contratti di quartiere impegnando 40 milioni di euro, il mio emendamento è finalizzato a far sì che ci sia un finanziamento per i comuni anche di popolazione inferiore ai 30 mila abitanti già utilmente collocati nella graduatoria del Ministero delle infrastrutture in base al Dm del 12 febbraio 2007 e non integralmente finanziati. Non comportano ulteriori spese ma rimane in minima parte nell’ambito del programma.
Parere del relatore?
Favorevole.
Parere della Giunta?
Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 35.
(E’ approvato)
All’articolo 35 bis è stato presentato l’emendamento
protocollo
Così come è ritirato l’emendamento successivo, protocollo numero 59499, a firma dell’onorevole Gallo.
L’emendamento protocollo numero 59237 dell’onorevole
Nucera è ritirato. Anche gli emendamenti protocollo numero 59238, 59239,
E’ stato presentato, sempre a firma dell’onorevole
Nucera, l’emendamento protocollo numero 59526 che così recita: “Art. 35 bis: Al
comune di Palmi è concesso un contributo di € 200.000,00 per la realizzazione
della festa della Varia che si svolge a Palmi nel mese di agosto con
allocazione all’area di intervento 5 (Attività culturali, sportive, ricreative
e del culto) 52010114 dello stato di previsione della spesa di bilancio
Prego, onorevole Nucera.
Presidente, questo è un emendamento con il quale si chiede un contributo di 200 mila euro a favore della festa della “Varia” di Palmi. Perché questo emendamento? Abbiate un attimo di pazienza ed ascoltate. Non è un semplice emendamento di spesa né un emendamento tendente a fare proselitismi inutili.
Ascoltate bene perché la motivazione ha un
fondamento serio per
Si tratta della realizzazione della festa della
“Varia” di Palmi per l’anno 2012 che rientra in un contesto più ampio
riferibile al fatto che la “Varia” di Palmi, insieme ai “Gigli” di Nola, ai
“Candelieri” di Sassari, alle “Macchine di Santa Rosa” di Viterbo, fa parte
della “Rete delle grandi macchine a spalla italiane”, candidata per il 2012 e
il
In particolare questa candidatura della festa è tra le due indicate sulle 10 italiane, presentate dallo Stato, in qualità di parte della Segreteria generale dell’Unesco a Parigi, meritevole di essere riconosciuta patrimonio della umanità.
Il dossier di candidatura presentato dal coordinamento della Rete a Parigi, nello scorso mese di marzo, é corredato da un piano di salvaguardia che le quattro comunità italiane che fanno parte della suddetta Rete, che ho detto prima, dovranno mettere in atto entro l’anno 2012.
Pertanto, la realizzazione della festa è l’elemento più importante di questo piano e serve a rafforzare questa candidatura.
Visto l’obiettivo prestigioso, lo sforzo deve essere congiunto ed utile a far sì che la festa della “Varia” possa svolgersi, perché lo sapete che non si svolge tutti gli anni, ma ogni tot periodo.
Quest’anno, 2012, deve svolgersi alla presenza dei commissari dell’Unesco; sono le fasi finali di selezione.
Un contesto, questo, che potrebbe far diventare
In termini brevi, stiamo rischiando una partita importantissima; è la partita di quanti, in rete, nel contesto con altre Regioni d’Italia hanno già provveduto a dare la giusta identità al sistema e noi dovremmo aiutare il comune di Palmi al finanziamento perché la festa, quest’anno, si possa realizzare.
Un contributo di 200 mila euro da parte della
Regione Calabria significa mettere
So che l’assessore Caligiuri – ecco perché lo interpellavo – ha già lavorato in questo senso.
C’è una sensibilità istituzionale da parte del
Consiglio e della Giunta regionale, anzi più del Governo regionale. Oggi si
tratta di prendere atto. Non si chiedono i 200 mila euro, Presidente, perché
qui nessuno è venuto a chiedere soldi su questo emendamento, ma qui si chiede
un atto di riconoscimento del Consiglio regionale e di sostegno successivo per
come
Questo è l’emendamento, Presidente.
Chiedo all’assessore se vuole integrare, atteso che
ritengo sia una cosa utile e un riconoscimento ufficiale per
Prego, assessore Caligiuri.
Il riconoscimento Unesco ai beni immateriali è un fatto molto significativo in quanto la nostra Regione, tranne il duomo di Cosenza, non ha riconoscimenti di questa qualità e di questo valore.
Avere questa possibilità significa porre l’attenzione sulle tradizioni e sulla cultura, soprattutto su quella cultura che è stata considerata subalterna, che è importante e che rappresenta la nostra vera identità e che si collega con le tradizioni religiose che sono importanti e radicate all’interno della nostra regione secondo la definizione del Beato Giovanni Paolo II.
Diventa, allora, importante la proposta che ha
avanzato l’onorevole Nucera. Stiamo seguendo questo riconoscimento Unesco
vedendo di utilizzare anche il ruolo che ha
Prego, onorevole Principe.
Presidente, ho ascoltato con interesse le parole del consigliere Nucera e faccio mie le sue considerazioni e qualunque provvedimento lei intendesse proporre a questo Consiglio per la “ Varia” di Palmi.
Lo dico a ragion veduta perché da modesto assessore alla cultura, come predecessore antico del professore Caligiuri, promossi la valorizzazione della “Varia” assicurandole 160 milioni di euro che consentirono a questa grandissima tradizione di Palmi di entrare in contatto con le altre 7 città che hanno tradizioni di questo tipo.
Quindi, caro assessore Caligiuri, apprezziamo sempre le belle parole che fanno sempre bene ma in virtù anche di un impegno profuso in questa direzione gradiremmo che alle parole seguissero i fatti.
Prego, onorevole Giordano.
Grazie, onorevole Presidente, dopo l’intervento dell’onorevole Principe dovrei aggiungere poco se non anche la considerazione della importanza di questo emendamento che riguarda la “Varia” di Palmi, uno straordinario presidio delle grandi risorse immateriali che ha questa Regione per la quale prendo atto anche del riconoscimento che l’assessore vuole rivolgere.
Lo invito vivamente a far seguire fatti che possano
consentire questa candidatura per la “Varia”, motivo di forte orgoglio per
Il nostro voto è favorevole qualunque sia il provvedimento. Sarebbe preferibile che fosse proprio l’emendamento per consentire un percorso più veloce e più efficace, ma qualunque sia la decisione che assumerà l’assessore Caligiuri, ripeto, che da parte nostra c’è il voto favorevole.
Prego, onorevole Fedele.
Presidente, credo che su questo tema ci sia unanimità e questo significa che i temi che solleva l’onorevole Nucera sono di grande importanza e rilevanza. Del resto sulla “Varia” di Palmi credo ci sia unanimità da parte di tutti. Anche la risposta dell’assessore Caligiuri credo che vada in questa direzione ed è un patrimonio che non possiamo perdere.
Direi di trasformare questo emendamento in ordine
del giorno con l’impegno dell’assessore Caligiuri a
seguire questa pratica che è certamente importante non solo per
Quindi non lo votiamo l’emendamento?
Invito il collega Nucera a non ritirarlo.
Risentiamo un attimo l’assessore per concludere l’argomento.
Per tranquillizzare l’onorevole Principe, voglio
dire che noi, in genere, alle parole facciamo sempre seguire i fatti.
Allora possiamo trasformarlo in un ordine del giorno.
Siamo pronti, Presidente, a votare favorevolmente l’emendamento.
Invitiamo il collega Nucera a non ritirarlo perché è un emendamento condiviso.
È ritirato.
Come ritirato, se noi lo sosteniamo tutti?
E’ ritirato, andiamo avanti.
E’ vocato al suicidio. Va bene.
Andiamo avanti.
E’ stato presentato l’emendamento protocollo numero
Prego, onorevole Censore.
Presidente, è stata trovata una copertura
finanziaria per i debiti pregressi del trasporto pubblico locale. Chiediamo che
questo piano di rientro venga spalmato sulle annualità previste dal bilancio,
quindi in un triennio e non fino al 2016 perché ciò non è consentito dalla
legge. Diciamo quindi che vengano sostituite le parole “è autorizzato nell’arco
temporale 2012-
Parere del relatore?
Contrario perché è consentito dalla legge, quindi non c’è problema.
Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
E’ stato presentato l’emendamento protocollo numero
Prego, onorevole Magno.
Presidente, l’emendamento viene ritirato in considerazione del fatto che per rassicurazioni avute dal delegato del Presidente ai trasporti, onorevole Orsomarso, la questione sarà trattata nell’ambito del piano dei trasporti che sarà realizzato a partire dall’anno 2012.
Voglio solo sottolineare che questa necessità di finanziamento di 4 milioni e mezzo di euro è indispensabile per poter coprire i chilometraggi di percorrenza degli autobus comunali nella città di Lamezia Terme, in quanto gli attuali chilometraggi riconosciuti dalla Regione Calabria sono enormemente insufficienti rispetto all’estensione territoriale e all’ambito urbano della città, considerando il fatto che la società Multiservizi deve anche servire l’area industriale di Lamezia Terme che è distante oltre 11 chilometri dal centro abitato e dall’aeroporto internazionale di Lamezia Terme.
Anche in considerazione che nel contesto di quella che è la distribuzione nei chilometraggi regionali la città di Lamezia Terme, pur presentando una estensione territoriale molto più elevata delle altre città calabresi come Catanzaro e Cosenza, ad esempio, ha un chilometraggio riconosciuto di 4 volte inferiore rispetto a queste città.
Chiedo all’onorevole Orsomarso di voler confermare quanto da noi discusso.
Prego, onorevole Orsomarso.
Potrebbe diventare, anche questo, un ordine del giorno ed è ovvio che siamo impegnati a partire dal prossimo gennaio, come abbiamo fatto con la razionalizzazione di tipo finanziario nel primo anno, a realizzare un nuovo Piano regionale dei trasporti.
Ricordo all’Aula ed ai consiglieri che la Calabria è dotata di un Piano regionale dei trasporti che risale a 20 anni fa e gli aspetti di uno sviluppo sicuramente importante come quello dell’area lametina che 20 anni fa non aveva le esigenze di trasporto di oggi devono essere considerati – fatte salve le risorse che dovranno essere rimodulate complessivamente – tenendo presente un chilometraggio adeguato.
Quindi, lo porteremo all’attenzione del Consiglio per emendarlo e votarlo. Ci aspettano 6-7 mesi di lavoro per realizzare il nuovo Piano regionale dei trasporti.
L’emendamento è ritirato.
Il prossimo emendamento ha protocollo numero 59556, è a firma del consigliere Battaglia e così recita: “E’ soppresso il comma 5, dell’art. 36”.
Prego, onorevole Battaglia.
Presidente, l’emendamento si illustra da sé.
Parere del relatore?
Contrario.
Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
Pongo in votazione il comma 5 dell’articolo 36 sul quale si chiede autorizzazione al coordinamento formale.
(Interruzione)
Il relatore ha chiesto sul comma un coordinamento formale.
Noi acconsentiamo e procediamo al coordinamento formale sul comma 5.
(E’ approvato)
Il prossimo emendamento protocollo numero
Prego, onorevole Fedele.
Presidente, questo emendamento riguarda la “Fondazione Terina”. Il Ministero ha dato un contributo di 15 milioni di euro alla “Fondazione Terina” che però non può accedere a questo contributo perché ha dei debiti pregressi e quindi il Durc è negativo.
Per poter recuperare questo finanziamento bisogna prima pagare i debiti degli anni passati e poi accedere al finanziamento, altrimenti i 15 milioni di euro andrebbero persi.
C’è un sub-emendamento del consigliere Gallo, protocollo numero 59890, che così recita: “Alle risorse necessarie all’annualità 2012 si farà fronte con le riduzioni degli stanziamenti dei capitoli di seguito indicati: 15101203 per euro 200mila; 12040101 per uro 200mila; 1002104 per euro 900mila”. Prego, onorevole Gallo, ha facoltà di illustrarlo.
Presidente, il sub-emendamento individua le risorse per finanziare questi 3 milioni 200 mila euro per il 2012: un primo milione e 300 mila euro con i capitoli 1501203, per 200 mila euro, capitolo 12040101, per 200 mila euro, e capitolo 1002104, per 900 mila euro.
Prego, onorevole Battaglia.
Presidente, ritengo che questo emendamento sia inammissibile per due motivi. Il primo motivo deriva dal fatto che non esiste la copertura finanziaria nemmeno sul capitolo indicato.
Tra l’altro, se per cortesia ci fate avere il sub-emendamento scritto, che non c’è, non esiste un sub-emendamento per cui non so di cosa parliamo.
Presidente, non c’è un sub-emendamento.
(Interruzione)
Non è stato presentato il sub-emendamento.
Non è stata distribuita la copia?
Lei ce l’ha? Se me lo fornisce, per cortesia. Aspettiamo la fotocopia e poi interveniamo.
(Interruzione)
È agganciato a questo emendamento.
Non è protocollato, il sub-emendamento non c’è, non esiste. Se ci date il sub-emendamento protocollato.
Ha solo questa eccezione formale o anche di merito da fare?
Intanto non c’è un sub-emendamento.
Mentre predispongono le copie può sollevare l’eccezione.
No, discutiamo sul sub-emendamento. Se non è protocollato, non lo può presentare in questo momento. Doveva essere presentato al momento della distribuzione degli emendamenti. Questi sono i sub-emendamenti.
Non c’è copertura finanziaria e la cosa ancora più grave è che si attua un intervento per coprire una omissione di contributi previdenziali e probabilmente anche fiscali, non probabilmente, è scritto, contributi previdenziali e fiscali per un importo di quasi 3 milioni di euro quando quest’Aula non riesce a stanziare un euro per il settore imprenditoriale.
Si pongono due problemi. Uno: di inammissibilità perché non c’è copertura finanziaria. Due: si pone un problema – non voglio usare una parola grossa – anche di etica politica nel senso che andiamo a coprire anni di omissioni contributive a prescindere da chi ha gestito la struttura.
Stiamo facendo sostanzialmente un condono nei confronti di una società, di un ente regionale. Di questo in parole povere si tratta. Credo che quest’Aula, sul piano del principio, non possa accettare un emendamento di questo tipo perché, se questo è, come dicevo nel mio intervento sulla relazione al bilancio, dato che la Calabria è seduta su una montagna di debiti prepariamoci a centinaia di questi interventi per eliminare il disvalore che in questi anni si è creato.
Non riesco a capire perché non diamo questi soldi per aiutare le imprese che non hanno pagato l’Inps in questi anni.
Perché così come la “Fondazione Terina” ha il problema del Durc, migliaia di imprese hanno lo stesso problema, tra l’altro, creato dalle pubbliche amministrazioni che non hanno pagato in questi anni.
Da questo punto di vista, ci sono due aspetti, uno di inammissibilità formale che pongo alla Presidenza ed uno di responsabilità di quest’Aula.
Parere del relatore?
Favorevole, Presidente, però volevo ricordare all’onorevole Battaglia che non c’è nessun problema di ammissibilità perché un sub-emendamento in Aula si può presentare. Poi, qui c’è un finanziamento del Ministero per 15 milioni di euro che verrebbe perso. Non ci possiamo permettere, come Calabria, di perdere questo finanziamento.
Negli anni scorsi, la gestione passata, che certamente non era opera del centro-destra, ha creato questi problemi e non dobbiamo lasciare la Fondazione in questo stato.
C’è la possibilità di non perdere il finanziamento, altrimenti nessuno avrebbe proposto questo intervento. Se noi spendiamo questi fondi è per recuperare 15 milioni di euro già finanziati dal Ministero.
Scusi, ma ha fatto una verifica per dire che le responsabilità sono della Giunta precedente? In questi due anni hanno regolarmente pagato i contributi? Ho capito. Poi faremo la verifica.
(Interruzione)
Visto che state amministrando da un anno e mezzo, se non hanno pagato entro questo anno e mezzo, allora è responsabilità non solo della Giunta precedente ma anche di quella attuale.
Onorevole Sulla, chi deve intervenire si prenoti, alzi la mano e gli darò la parola. Siccome su questo emendamento può intervenire un consigliere a favore ed uno contro, lei è già intervenuto, poi potrà fare la dichiarazione di voto.
C’è già stato un intervenuto a favore.
Prego, onorevole Magno.
Presidente, intervengo a favore di questo emendamento per un atto di giustizia nei confronti di questa Fondazione.
Devo dire sia all’onorevole Battaglia sia all’onorevole Sulla che sono intervenuti su questa questione, che certamente la situazione della “Fondazione Terina” non dipende dall’attuale amministrazione della stessa.
Quando, circa 5 anni fa, è stata istituita la Fondazione dalla Giunta che ci ha preceduto con una legge regionale, la fondazione aveva una base di lavoratori che era molto, ma molto, inferiore rispetto a quella che si è trovata la nuova amministrazione.
Voglio dire agli onorevoli Sulla e Battaglia che questa Fondazione, pur non avendo le capacità finanziarie ed economiche per poter gestire la propria attività, si trova sul groppone ben 51 dipendenti ai quali non viene pagato lo stipendio da oltre sei mesi, onorevole Battaglia.
Mettiamo, quindi, questa Fondazione nelle condizioni di poter operare, altrimenti dovremmo prendere provvedimenti di natura diversa. Una possibilità per rimettere in moto questa Fondazione è quella di poter fruire di questo finanziamento del Miur, di oltre 11 milioni di euro ed oggi, per poter avere questo tipo di finanziamento, è necessario che almeno la Fondazione sia in regola con il Durc, che è un certificato necessario per poter accedere a quelli che sono i fondi pubblici.
Se oggi non facciamo questo, di fatto, abbiamo decapitato la Fondazione e la stiamo chiudendo. Ci vuole responsabilità da parte di questo Consiglio regionale per far sì che questa Fondazione possa continuare a vivere, ed è una Fondazione che non abbiamo creato noi ma che ha al suo interno una serie di eccellenze dal punto di vista della ricerca che, certamente, non sono inferiori a nessun istituto di ricerca regionale.
E’ una Fondazione collegata con l’Università Mediterranea di Reggio Calabria e svolge ricerca nel campo agro-alimentare sui prodotti di qualità.
Riteniamo, come maggioranza, di non poterci oggi assumere una responsabilità che vada a chiudere definitivamente la Fondazione, ma dobbiamo far sì che abbia una occasione di rilancio.
Non posso più dare la parola, adesso provvediamo a votare e poi le darò la parola per dichiarazione di voto.
Pongo in votazione il sub-emendamento dell’onorevole Gallo.
Parere del relatore?
Favorevole.
Parere della Giunta?
Favorevole, Presidente. Volevo tranquillizzare l’onorevole Battaglia che la copertura finanziaria per come ha espresso ed illustrato l’onorevole Gallo esiste ed è a saldo zero. Per questo il parere, da parte della Giunta, non può che essere favorevole.
(Interruzione)
Onorevole, le darò la parola sull’articolo. Vuole parlare due volte? Parli due volte.
Grazie, Presidente, il sub-emendamento, ritorno a dire, è inammissibile perché non è agganciato a nessun emendamento, per come è stato presentato. C’è scritto “sub-emendamento” e poi l’emendamento viene proposto in una forma differente.
Tra l’altro, teoricamente se uno volesse fare finta di capire che è agganciato all’emendamento dell’onorevole Fedele, ha solo una copertura annuale…
(Interruzione)
Lei lo può accettare perché lo ritiene, ma lo devo accettare anche io, devo capire che si tratta di un sub-emendamento ad un emendamento presentato.
Pertanto, le faccio una eccezione formale come Presidente e ritorno a ribadire l’inammissibilità dell’emendamento sulla base di quanto dichiarato.
Pongo in votazione il sub-emendamento.
Chiedo di parlare, Presidente, per dichiarazione di voto.
(Interruzione)
Il suo voto è contrario.
Presidente, ho chiesto di parlare per dichiarazione di voto sull’emendamento.
Prego, onorevole Battaglia.
Grazie, Presidente, per ribadire tutte le considerazioni fatte perché è inutile in quest’Aula continuare a richiamare gli occupati, le possibilità di licenziamento ecc.. perché lo sbocco finale purtroppo con questo tipo di politiche - che non sono iniziate oggi - non c’è.
Onorevole Magno, ho votato contro, su questi argomenti, come componente della maggioranza dal 2009 in poi, da quando sono entrato in Consiglio.
Ritengo che non solo accompagneremo questi enti al fallimento con una serie di interventi di questo tipo, ma nel caso specifico c’è anche il problema che sotto la copertura del finanziamento ministeriale andiamo a sanare delle gravissime situazioni, togliendo risorse a settori veramente produttivi della nostra terra, oltre ad andare incontro a problemi procedurali che dovranno essere risolti dal Segretario generale che dovrebbe avere, su alcune cose, un minimo di funzione in quest’Aula.
Pongo in votazione il sub-emendamento.
(E’ approvato)
Si passa adesso all’emendamento protocollo numero 59410, a firma del consigliere Fedele, che così recita: “Dopo l’articolo 36 si aggiunge l’art. 36sexies (Disposizioni urgenti in materia di servizio idrico integrato”
1. Entro il 31 marzo 2012 la Giunta regionale sulla base delle risultanze del piano di ricognizione di cui al comma 3 dell’art. 47 della legge regionale 29 dicembre 2010 n. 34 presenta al Consiglio regionale una proposta di legge avente ad oggetto il riordino della disciplina del servizio idrico integrato in conformità alla competenza attribuita alla Regione stessa dall’art. 2, comma 186bis della legge 23 dicembre 2009, n. 191 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato – legge finanziaria 2010) come modificato dall’art. 1, comma 1, del D.L. 29 dicembre 2010, n. 225, convertito con modifiche con legge 26 febbraio 2011, n. 10.
2. Sino all’effettivo insediamento dei nuovi organi previsti dalla legge di riforma, la continuità amministrativa dei servizi svolti dai cessati organismi è garantita dai commissari liquidatori, in raccordo con il dipartimento lavori pubblici. A tal fine e per assicurare anche la continuità gestionale, i commissari potranno anche promuovere la sottoscrizione di appositi protocolli di intesa con i comuni (titolari del servizio di singoli segmenti del ciclo dell’acqua fin quanto non sarà affidato il servizio al gestore unitario individuato con le procedure indicate nella legge di riforma) finalizzati alla regolamentazione dei rapporti tra i medesimi comuni con gli eventuali gestori provvisori esistenti per un periodo transitorio che comunque non potrà superare il 30 settembre 2012”.
Prego, onorevole Fedele.
Con questo emendamento si affronta il problema della soppressione degli enti da ambito Ato come era previsto dalla legge finanziaria 2010. C’era un termine che prorogava fino al 31 marzo 2011 le funzioni.
Questo termine è stato spostato, poi, al 31 dicembre 2011 e adesso si propone, con questo emendamento, di spostarlo al 30 settembre 2012 e non oltre per assicurare la continuità gestionale a questi enti in attesa che si definisca tutta la situazione.
Parere della Giunta?
Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 36 come emendato.
(E’ approvato)
Avevamo già approvato l’articolo 36 con autorizzazione al coordinamento formale sul comma 5.
Questo è invece articolo 36sexies, sono tutti a seguire.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 59410.
(E’ approvato)
Il successivo emendamento, protocollo numero
Prego, onorevole Gallo.
Presidente, la nostra Regione è stata destinataria di un finanziamento da parte del Ministero per un programma di controlli funzionali da parte dell’associazione regionale allevatori.
E’ necessario un cofinanziamento da parte della Giunta, da parte della Regione. Quindi, l’emendamento è finalizzato ad ottenere la parte del cofinanziamento necessaria per mettere in movimento le somme ministeriali. Grazie.
Prego, assessore Mancini.
Grazie, signor Presidente, il parere nella formulazione così definita dal presentatore non può essere che negativo perché non c’è la copertura finanziaria. Però, sottopongo al presentatore la possibilità, in qualche modo, di far una modifica nel corso dei lavori e prevedere la copertura di 252 mila euro da attingere ai fondi della legge regionale numero 19 del 1990. In tal caso il parere sarebbe positivo.
Prego, onorevole Gallo.
Sono d’accordo.
Parere del relatore?
Favorevole con la formulazione proposta dall’assessore.
Parere della Giunta?
Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento così come riformulato
(E’ approvato)
E’ stato presentato un altro emendamento, protocollo
numero
La Giunta regionale entro i successivi 30 giorni propone al Consiglio regionale l’istituzione di un soggetto giuridico deputato alla gestione delle politiche attive del lavoro, del contrasto all’emersione e dei fenomeni dell’usura”.
Prego, onorevole Battaglia.
Presidente, con questo emendamento si dà mandato alla Giunta regionale affinché, entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge, si proceda alla soppressione di enti, aziende, agenzie regionali che operano nel medesimo settore. Sostanzialmente sono Field, Calabria lavoro e Calabria etica.
Dopo di ché si dà mandato alla Giunta regionale, proprio perché si sta tentando di dare un contributo alla riorganizzazione, di proporre l’istituzione di un nuovo ed unico soggetto giuridico per la gestione di tutte queste politiche che in questo momento sono frammentate tra tre soggetti.
Prego, onorevole Fedele.
Presidente, potremmo anche accettare questo emendamento trasformandolo in ordine del giorno perché l’assessore sta lavorando su questa problematica. Chiaramente, apprezziamo questo emendamento per il contenuto ma lo trasformiamo in un ordine del giorno se l’onorevole Battaglia è d’accordo.
Prego, onorevole Battaglia.
Presidente, ringrazio l’onorevole Fedele. Se va bene all’Aula c’è l’emendamento, altrimenti l’ordine del giorno e visto che l’assessore è impegnato in questa direzione vedremo i frutti del suo impegno nei prossimi mesi.
Allora procediamo con la votazione dell’emendamento.
Parere del relatore?
Contrario.
Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
Si passa all’emendamento protocollo numero
2. Le province nei sei mesi successivi all’approvazione dei suddetti criteri provvedono ad individuare le zone idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento dei rifiuti inerti contenenti amianto di intesa con i comuni interessati.
3. Nelle more dell’approvazione del piano di localizzazione dei siti idonei così come disciplinato dal comma 2, sono sospesi i procedimenti di rilascio delle autorizzazioni e gli effetti delle autorizzazioni già rilasciate per la realizzazione e l’esercizio di impianti di smaltimento di rifiuti contenenti amianto non ancora in funzione>”.
Prego, onorevole Dattolo.
Presidente, si tratta della localizzazione degli impianti di smaltimento e recupero di rifiuti inerti contenenti amianto e un ordine del giorno che il Consiglio ha approvato all’unanimità e riguarda la questione del territorio provinciale di Crotone.
Si rende opportuno, adesso, demandare alla Giunta i criteri per individuare i luoghi e gli impianti idonei alla realizzazione e all’esercizio di impianti di smaltimento di rifiuti di amianto e un intervento di individuazione delle zone idonee da parte delle province di intesa dei comuni.
La cosa più importante, però, è che nelle more di ciò e nel rispetto del principio di precauzione, siano sospesi i procedimenti di rilascio delle autorizzazioni e gli effetti di quelle autorizzazioni rilasciate e ancora valide.
Parere del relatore?
Favorevole.
Parere della Giunta?
Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
E’ stato presentato un emendamento, protocollo numero 59596, a firma del consiglieri Dattolo e Gallo, che così recita: “Dopo l’art. 36 aggiungere <1. Il termine finale per l’attuazione del Piano di stabilizzazione previsto dall’art. 8 della legge regionale 30 gennaio 2001, n. 4 come modificato da ultimo dalla legge regionale 29 dicembre 2010, n. 34 è fissato al 31 dicembre 2012.
2. Alla copertura degli oneri di cui al comma 1 si provvede con le risorse del fondo nazionale per l’occupazione di cui all’art. 1 del decreto legislativo 28 febbraio 2000, n. 81 e con risorse regionali determinate con legge finanziaria regionale allocate all’Upb 4.3.02.02 (Capitoli 2323214 e 43020209) dello stato di previsione della spesa di bilancio 2010.
3. La Giunta regionale è autorizzata a detrarre in compensazione dalle somme da erogare per l’anno 2012 agli enti sottoscrittori di apposite convenzioni per l’attuazione delle finalità di cui alle leggi regionali 30 gennaio 2001, n. 4 e 19 novembre 2003, n. 20 le risorse attribuite in applicazioni di leggi regionali e non utilizzate dagli enti medesimi>”
Prego, onorevole Dattolo.
Presidente, si tratta di promuovere i termini per l’attuazione del piano di stabilizzazione del bacino Lsu-Lpu. Lo abbiamo già fatto l’anno scorso con la legge regionale del 29 dicembre numero 34.
Vorremmo che fosse fissato il termine al 31 dicembre 2012. Poi, c’è un sub-emendamento anche per la copertura finanziaria del consigliere Salerno.
Prego, onorevole De Gaetano.
Volevo dire, Presidente, che condivido l’emendamento e che hanno fatto bene i colleghi ad avanzare una proposta.
I colleghi parlano di prorogare fino al 31 dicembre 2012. Il prossimo anno ci ritroveremo sempre con lo stesso problema, a prorogare nuovamente perché ovviamente mi auguro che nessuno pensi di mandare a casa gli Lsu e gli Lpu.
Chiedo, quindi, anche per dare più sicurezza e stabilità – tanto lo faremo lo stesso il prossimo anno – di mettere come data il 31 dicembre 2014 o 2015 quando finirà la legislatura per dare maggiore sicurezza e stabilità.
Questa è una pratica che facciamo da anni, proroghiamo sempre i termini. Negli anni passati avevamo dato una scadenza triennale ma da due anni stiamo dando una scadenza annuale e secondo me è inutile continuare con queste proroghe. Ogni anno ci troviamo con gli enti in difficoltà che aspettano la proroga all’ultimo giorno, con i lavoratori che sono in subbuglio.
Questo ovviamente non comporta una spesa ma è solo un termine di legge. E’ più utile darci una scadenza di questo tipo per dare più sicurezza e stabilità ed evitare il malessere sociale che è presente tra i lavoratori e le lavoratrici.
È stato presentato un sub-emendamento, protocollo numero 59866, a firma del consigliere Salerno, che così recita: “2.700.000 euro sono traslati dal capitolo n. 43020209 che presenta la necessaria disponibilità al capitolo n. 43020107 al fine di garantire la copertura finanziaria per i sostegni al reddito dei lavoratori di cui al’art. 2 della l.r. 15/2008. In sede di assestamento di bilancio 2012 il capitolo n. 43020209 verrà rimpinguato in riferimento alle risorse necessarie per garantire il pagamento dei sussidi e delle ore integrative ai lavoratori Lsu – Lpu”.
Prego, onorevole Salerno, ha facoltà di illustrarlo.
Presidente, più che altro è una questione tecnica di carattere figurativo per dare la possibilità di poter pagare i lavoratori di cui all’articolo 2 della legge regionale numero 15 del 2008. Si tratta di questo.
Prego, onorevole Guccione.
Condivido l’emendamento presentato dagli onorevoli Dattolo e Gallo perché ritengo che questa questione non possa essere affrontata solo attraverso l’emergenza ma che si debba stabilire un tempo utile e necessario affinché ci si avvii – come si dice in gergo tecnicamente – a prosciugare il bacino degli Lsu e degli Lpu.
Molto è stato fatto durante la legislatura passata sulla stabilizzazione, ma dobbiamo vedere termini e modi perché questa questione venga affrontata e risolta.
Avevamo cominciato a parlare in terza Commissione sanità, rispetto a questa cosa. Ritengo che la proposta presentata con l’emendamento Dattolo-Gallo e col sub-emendamento Salerno debba essere approvata.
E se, come ha detto l’onorevole De Gaetano, riusciamo ad avere un lasso di tempo che non sia annuale ma che possa essere allungato di qualche anno, ritengo che questo ci possa permettere di affrontare la questione con maggiore serenità ed efficacia.
Pongo in votazione il sub-emendamento a firma del consigliere Salerno.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 59596, come sub-emendato.
Parere del relatore?
Favorevole.
Se la Giunta vorrà, ovviamente, darà parere positivo.
Con autorizzazione al coordinamento formale.
Coordinamento formale, perfetto.
Parere della Giunta?
Favorevole al sub emendamento presentato dall’onorevole Salerno dal quale vanno eliminate le ultime due righe.
Pongo in votazione l’emendamento, come sub-emendato, con autorizzazione al coordinamento formale perché le ultime due righe del sub-emendamento dell’onorevole Salerno vanno modificate.
Presidente, a nome del Partito democratico esprimo il voto favorevole all’emendamento Dattolo. Grazie.
Pongo in votazione l’emendamento, è approvato alla unanimità, non ci sono eccezioni.
(E’ approvato)
Andiamo avanti con gli emendamenti. Il successivo a firma del consigliere Nicolò è decaduto. Gli altri sono ritirati.
E’ stato presentato emendamento, protocollo numero
1. La Giunta regionale è autorizzata ad impegnare la quota parte di cofinanziamento a carico della Regione Calabria individuata nella deliberazione di G.R. n. 204 del 20.05.2011, in € 4.920.017,50.
2. Lo stanziamento complessivo per la realizzazione del programma regionale di edilizia residenziale sociale di cui all’art. 8 del Dpcm 16 luglio 2009 è fissato in euro 4.920.017,50 da allocare sul capitolo 3202135 del bilancio 2012”.
Prego, assessore.
Ci serve contrarre il mutuo per avere la possibilità di discutere col Ministero con il quale c’è un Apq da chiudere.
(Interruzione)
Lo ritiriamo
Quindi, l’emendamento protocollo numero 59420 dell’onorevole Gentile è ritirato.
Emendamento protocollo numero 59570, a firma dell’onorevole Adamo, che così recita: “Dopo l’art. 36 inserire il seguente testo: <Il dipartimento attività produttive per l’esercizio finanziario 2012 è autorizzato a concedere all’Ente autonomo fiera Cosenza un contributo di € 350.000 (trecentocinquantamila) allocato all’Upb 2.02.03.02 (capitolo 22030206) dello stato di previsione della spesa del bilancio 2012, da destinare alle retribuzioni maturate dall’agosto 2010 a tutto il 2011 dal personale dipendente>”.
Questo emendamento è stato già discusso ampiamente, perché presentato – sempre da me – in sede di Commissione. Abbiamo convenuto anche lì, in questa occasione, per il ritiro in Commissione, perché si sarebbe fatta una verifica sulla copertura finanziaria ai fini di un accoglimento.
Ora, indipendentemente dalla norma finanziaria, sul merito vorrei svolgere alcune considerazioni, perché sia chiaro anche il perché ho presentato questo emendamento. Non è mia intenzione proporre un emendamento per stare nella concezione della estensione e della dilatazione della spesa anche fatta in maniera frammentaria e specifica, particolare e mirata; se ci fate caso, gli emendamenti che portano la mia firma, ancor più quelli che portano la mia firma insieme a quella dell’onorevole Bova, sono emendamenti normativi che tentano, in qualche modo, di abbozzare o prefigurare percorsi, per quanto minimi, di riforme strutturali.
Su questo emendamento ho avanzato un’esplicita richiesta anche di tipo finanziario e di spesa. Perché? Parliamo dell’ente Fiera di Cosenza. Ho portato con me tutta la documentazione delle varie leggi regionali finanziarie ed anche dei provvedimenti di commissariamento.
Vedo qui l’onorevole Gentile, oggi assessore
regionale ai lavori pubblici, che nell’anno 2004 era assessore regionale alle
attività produttive e da quella responsabilità ha emanato lui stesso un decreto
conseguente a delibera di Giunta regionale coerente con gli indirizzi della
legge regionale che non solo decideva di nominare un commissario per l’ente
Fiera, addirittura nella persona del dirigente generale alle attività
produttive, ma disponeva anche una norma finanziaria per la
patrimonializzazione di questo ente. Negli anni successivi, sempre in regime di commissariamento, sciolti gli organi
dell’ente Fiera con i decreti di commissariamento che sono stati prorogati,
rinnovati e comunque ufficializzati, si è protratto questo problema fino
all’ultima finanziaria dell’anno 2010.
Da allora, tutto tace e tutto rimane fermo. Perché? Perché in quest’Aula si è convenuto – lo ricordava l’assessore Mancini in sede di Commissione – non una riforma, ma una soppressione di questo ente consorziato, partecipato di fatto dalla Regione Calabria che ha assunto su di sé, nel corso dei lunghi anni, il maggiore onere a proprio carico ed anche di altri enti pubblici, vedi il Comune di Cosenza, il Comune di Rende e l’amministrazione provinciale di Cosenza. Si è convenuto sul fatto che non di riforma si trattava, ma di soppressione.
Bene, io dico che quell’orientamento va mantenuto. Stasera non sto qui a proporre un emendamento di spesa per mantenere in vita, di fatto, un ente paralizzato ed inutile, dobbiamo essere conseguenti con gli impegni che si assumono, perché se non si è conseguenti, succede quello che è successo da un anno e mezzo a questa parte. Lasciare l’ente Fiera in uno stato di abbandono, come se fosse figlia di nessuno, non ci illudiamo che consenta di abbattere i costi, che si cancellino le nostre responsabilità – parlo di responsabilità amministrative e comunque istituzionali. Per un ente sottoutilizzato o, addirittura, paralizzato qual è l’ente Fiera che non può più fruire della stessa struttura fieristica, perché è stata chiusa con disposizione, anche questa di fatto, del magistrato, i costi sono destinati ad aumentare. E un giorno i conti debbono tornare e torneranno, ovviamente, prima di tutto sulle casse regionali.
Il punto qual è? In questo anno e mezzo non si è
riusciti. L’assessore Mancini concludeva, dicendo in Commissione: “Bene,
riproviamoci”. Io ho dato, per quanto riguarda la mia responsabilità nelle fila
della minoranza – a questo proposito, dicevo minoranza della minoranza –, la
mia disponibilità a presiedere anche in questo incontro in sede istituzionale,
per chiudere e definire la partita e chiudere una brutta pagina, una brutta
vicenda, si tratta solo di affrontare il problema per circa 10 unità lavorative
che, stando alla legge che fa capo ed è coerente al rispetto del Codice Civile,
diventa una responsabilità che non riguarda soltanto
Non è da escludere che, tra queste unità lavorative,
ci sia qualcuno vicino alla soglia della quiescenza, per cui un Piano di
razionalizzazione mirato a chiudere questa partita, penso che debba essere
necessariamente sostenibile. A fronte di tutto ciò, però, rimane il fatto che
questi 10 dipendenti, 11-12-13 – adesso mi sfugge l’esattezza del numero, ma
sono quelli che oggi ho citato – sono da diciotto mesi senza salario. E in
questi diciotto mesi, proprio per gli impegni che ha sostenuto
Questi lavoratori sono stati beffati due volte, anzi tre volte: l’attesa della loro sistemazione definitiva, perché sono assunti a tempo determinato in una struttura produttiva, facente capo al Consorzio per quanto riguarda la competenza dei soci; nessun pagamento da diciotto mesi a questa parte del salario; la possibilità anche di agganciarsi a un minimo di speranza di mantenimento che lo Stato offre per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali.
Continuare così non va bene, per cui la proposta che ho fatto di 350 mila euro – badate – è il 50 per cento del costo necessario per azzerare la questione.
Ora mi rivolgo all’assessore Mancini perché è competente del bilancio. L’assessore Mancini, oltre ad esprimere e ad evidenziare le difficoltà che ha incontrato nel momento in cui, in sede istituzionale, ha riscontrato la disattenzione e la distrazione degli altri enti, ha dato la disponibilità – questo lo voglio dire – non soltanto a riprovare per quanto riguarda il percorso, ma anche a verificare come questa transazione, per chiudere, si possa in qualche modo finanziare. Come? Non facciamo storie sulla questione finanziaria – lo dico all’assessore alle attività produttive, ma anche al Presidente della Giunta – non voglio che questa competenza, questa responsabilità venga racchiusa nella risposta del parere che deve dare l’assessore Mancini alla norma che ho presentato. Ho visto che è stato addirittura rifinanziato con risorse proprie, se capisco bene, il Fondo unico per le attività produttive. Che questa cifra si metta lì, si finalizzi a quel fondo e, magari, mettiamo una norma – se vogliamo, suggelliamola – che finanzi per 350 mila euro questo passaggio; è la norma che decide, contestualmente, l’irreversibilità della decisione della chiusura.
Certo, detto questo – lo voglio dire assessore Mancini, una questione che non riguarda questo – non significa che con la chiusura dell’ente Fiera rinunciamo al progetto fieristico per Cosenza, un progetto che nasce quand’era assessore, illo tempore, l’onorevole Gentile, fu progettato e ideato in quella fase, a Cesare quel che è di Cesare, ripreso da me quando ho avuto la responsabilità – fortuna o sventura che sia – di ricoprire per qualche mese la carica di assessore ai lavori pubblici. E’ andato avanti, è stato addirittura finanziato con fondi aggiuntivi negli anni recenti dalla Giunta guidata da Loiero, si è bloccato per le difficoltà nate sul sito, perché ha richiesto un intervento di bonifica. Io penso che quel progetto vada ripreso, discutiamo poi a chi affidarlo.
Del resto, su questo non vi sfuggirà il fatto che,
sulla base adesso della norma che sta per varare il Parlamento col suo voto al
Senato che sopprime le Province, noi dobbiamo rivedere e riordinare tutto il
sistema delle competenze e delle funzioni, perché la soppressione delle
Province non solo il Governo Monti e il Parlamento della Repubblica italiana
delegano e rimandano alle Regioni la competenza di fare entro un certo periodo
questo riordino, ma impongono delle responsabilità che sono grandi quanto una
casa. Dobbiamo rivedere, quindi, la “
Dobbiamo riordinare il sistema istituzionale e, nell’ambito di questo riordino, anche le funzioni che possono riguardare un progetto come quello fieristico, che va rilanciato, costruito e realizzato nell’area urbana cosentina. Noi lo possiamo assegnare e non necessariamente dobbiamo assegnarlo a un ente come l’ente Fiera, si può discutere e si possono trovare altre forme.
Questo mi sentivo di dire. Non sarà sfuggito il fatto che, al di là dell’emendamento che ho formalmente presentato per iscritto, la novità riguarda l’indicazione della fonte di finanziamento – mi sento di farlo ora, dopo che abbiamo già approvato un articolo che finanzia quel fondo, il Fondo unico per le attività produttive – in sede di coordinamento formale o attraverso una sospensione di due minuti, un comma, una norma che precisi che questo non è per mantenere in vita ciò che non va, che sia appunto l’avvio dell’azzeramento di questo Consorzio.
La parola all’assessore Mancini
Anche questa volta non ho nulla da eccepire rispetto alla ricostruzione che ha fornito all’Aula l’onorevole Adamo rispetto allo svolgimento dei lavori in Commissione.
Rispetto all’emendamento così formulato, non posso che dare il parere negativo, in quanto in questa formulazione è del tutto evidente che non è prevista l’allocazione delle risorse. Cosa diversa, invece, è stata l’esposizione dell’onorevole Adamo, il quale, infatti, faceva riferimento a tutto un lungo articolato, complesso e difficile iter che ha avuto l’ente Fiera di Cosenza rispetto a questi anni, questi decenni, che si è concluso con una crisi che è sotto gli occhi di tutti rispetto all’istituzione, che io ritengo, il collega Gentile, i colleghi di maggioranza, riteniamo che dovrà essere affrontata e risolta in un’ottica di prospettiva e di investimento proprio in un nuovo ente Fiera. Da questo punto di vista, si sfonda una porta aperta e non si può che essere concordi, però oggi l’onorevole Adamo pone un altro punto, se capisco bene il suo argomentare, quello di trovare, in qualche modo una risposta rispetto alla situazione di difficoltà che vivono i lavoratori che da più tempo non percepiscono lo stipendio, rispetto ai quali l’onorevole Adamo propone una soluzione.
Ebbene, egli – come lui può insegnarmi, naturalmente
– non è il primo o comunque è sempre stato coerentemente impegnato rispetto a
questa dinamica, faceva riferimento al
lavoro svolto in passato dall’onorevole Gentile. Io stesso, nel momento in cui
mi sono insediato, ho ricevuto la visita gradita di una parte di rappresentanza
di questi lavoratori, ai quali ho assicurato attenzione e interesse, e
quell’attenzione e quell’interesse tanto sono stati fattivi, che per dipanare
questa materia complessa e complicata – lei stesso, onorevole Adamo, ha potuto
riferire della complessità di questa materia – come Giunta regionale abbiamo
chiesto un parere all’organismo preposto, in qualche modo, a fare luce e
dipanare le tante intricate matasse della legislazione regionale, con i tanti
interventi molto spesso – mi sia consentito di dire – fatti in maniera
disorganica e disorganizzata.
Ebbene,
l’Avvocatura o, meglio, il Comitato di consulenza giuridica della Regione
Calabria ha espresso un parere che io mi sono permesso, questa volta, di
portare e di offrire alla valutazione dell’Assemblea. In quel parere, tra
l’altro richiesto da un sindacato dell’Unione sindacale regionale della Cisl
Calabria che portava alla nostra attenzione questa situazione, si dice
perfettamente – lo voglio citare perché sono quattro-cinque righe quelle di
conclusione – “alla stregua degli esiti della presente consultazione diretta a
sondare i rapporti intercorrenti tra il Consorzio fieristico cosentino e
Per cui le
richieste formulate da parte della Cisl Calabria, per come su esposte, non
potranno trovare positivo riscontro. Questo ci dice il Comitato di
consulenza giuridica, che è l’organismo preposto a guidare l’amministrazione
regionale, in maniera più precipua
Siccome oggi ci deve guidare necessariamente l’etica della responsabilità, rispetto a coloro i quali legittimamente si rivolgono a noi, a questi lavoratori noi dobbiamo esibire necessariamente questo parere che, se poi si va a leggere, individua come responsabili rispetto alla situazione dei lavoratori i soci fondatori dell’ente Fiera, unici responsabili di definire un percorso.
Detto questo – ed è questa la verità desumibile
dagli atti, dalle carte – rispetto a questa dinamica, l’amministrazione guidata
dal governatore Scopelliti non si tira indietro, anche rispetto ai suoi
intendimenti e alle sue proposte. Noi diciamo che, ove i soci fondatori
dovessero decidere – questa volta mi si consenta – nei fatti, con gli atti e non a parole, di provvedere a questa
emergenza, a questa situazione, è del tutto evidente che la Regione non si tirerà
indietro. Ci siamo consultati con l’assessore Caridi,
abbiamo in qualche modo fatto riferimento anche alla sua proposta di accedere a
questo fondo, tra l’altro configurato e rimpinguato nel corso del collegato,
quindi se il consigliere Adamo e tutta l’Aula dovesse essere d’accordo, noi
possiamo prendere l’impegno, attraverso una riformulazione al suo emendamento,
di individuare un capitolo, le risorse e l’obbligo giuridico derivante da una
proposta emendativa che, una volta approvata, diventerebbe legge, di
intervenire, però fatto salvo l’intervento precedente degli enti fondatori.
Rispetto a
questa configurazione, io non posso che esprimere parere favorevole.
La parola
all’onorevole Adamo.
Sfuggirà all’onorevole Mancini che, essendo qui in
sede redigente per quanto riguarda la competenza legislativa, sicuramente ha
una sua ratio, una sua importanza, un
suo significato il parere che è stato citato, ma ovviamente quel parere deve
essere chiaro sulla base di quale quesito è stato posto, oltretutto nemmeno da
un organo istituzionale, da un’organizzazione sindacale, e soprattutto capire
se quel parere tiene conto di una legge regionale che questo Consiglio
regionale e non altri Consigli regionali hanno approvato. Mi riferisco alla legge
regionale numero 9 del 2007, dove l’articolo 28, addirittura dal titolo
“Disposizioni in materia di personale”, al comma 4 testualmente recita: “Le
disposizioni della legge regionale 4 aprile 1986, numero 13, e della legge
regionale 23 ottobre 2006, numero
Noi, cioè, abbiamo una legge che, di fatto, ci dice che si applicano per i dipendenti del Consorzio ente Fiera, in servizio alla data dell’entrata in vigore della gestione straordinaria commissariale regionale, i benefici previsti dalla legge regionale già vigente – vengono citate le norme specifiche – e che sono stati applicati in analogia per altri enti Fiera, tipo l’ente Fiera di Reggio Calabria.
Dobbiamo metterci d’accordo: se un parere giuridico dato ad una richiesta di un sindacato è superiore e sovrano alla legge regionale della Regione, ben mi sta, altrimenti così non è, perché la legge, fino a quando non è abrogata, va attuata. E questa è la legge. Siamo noi che siamo omissivi, è l’amministrazione regionale che, sin dal 2007, si è limitata a dare soldi e a non applicare questa norma. Questa norma va applicata, altrimenti abroghiamola.
In ogni caso, se capisco bene, un passettino
l’assessore Gentile l’ha fatto, però anche per la nostra dignità istituzionale,
se vogliamo affrontare davvero il problema, può essere una scelta politica quella di subordinare
l’intervento alla volontà dei soci fondatori o partecipanti, quali siano Comuni
e Province, ma noi non possiamo fare una norma, per quanto la si possa
riscrivere, assessore Mancini, dove subordiniamo la sua applicazione, magari individuando
anche una spesa finanziaria, a quello che fa nel comune di Cosenza
Allora rivediamolo il mio emendamento, del resto la sua preoccupazione la capisco, tant’è che nell’emendamento che faccio? Questi soldi li vincolo rigidamente, li finalizzo agli stipendi del personale, perché è da diciotto mesi che non si pagano, non per pagare le spese di gestione o altre spese che, magari, allo stato sono comunque inevase. Rivediamolo emendamento.
Lo rivediamo adesso? Non rinviamo in sede di coordinamento formale, perché poi non se ne esce più; magari, mentre il dibattito va avanti, se possiamo dare incarico ai dirigenti di prevedere una forma, vincoliamolo ancora più stretto.
(Interruzione)
Ah, l’abbiamo già fatto? Perché, a questo punto, va bene.
La parola all’assessore Mancini.
Mi sembra, se ho capito bene, che l’onorevole Adamo concordi sull’impostazione, quindi l’emendamento potrebbe essere così riformulato: “Al fine di consentire la copertura di una parte delle mensilità arretrate per il personale dell’ente Fiera di Cosenza, è autorizzato per l’esercizio finanziario 2012 con specifica destinazione il contributo straordinario di euro” – mi dice il collega Caridi – “150 mila, allocati all’Upb 2.2.03.02, capitolo 2.2.03.02.06 dello stato di previsione della spesa del bilancio medesimo. L’erogazione del contributo di cui al precedente comma è subordinata” – perché questo è evidente – “alla contestuale compartecipazione alle spese per la quota loro spettante da parte dei soci fondatori. La copertura degli oneri derivanti dalla presente disposizione si prevede con la contestuale riduzione dello stanziamento previsto dal successivo articolo 29 relativo al Fondo unico per le attività produttive”. Mi sembra che non faccia una grinza.
Però, quando dice che “l’erogazione del contributo è
subordinata alla quota” si riferisce rispetto alle spettanze maturate alla data
di oggi? Cioè – la preciso meglio – se avanzano 18 mensilità, si fanno i
calcoli, è 1 milione, d’accordo? Quanto compete alla Regione e agli enti
partecipanti? Alla Regione – faccio l’esempio – competono 500 mila euro: vorrà
dire che i 150 mila euro si spendono perché sono al di sotto di quello che
competente alla Regione di 500 mila euro. Non è che quel subordinato, poi, il
dirigente lo interpreta che se non cacci una lira subito, il Comune o
Se mettiamo, allora, la precisazione che tutto questo è subordinato alle spettanze interamente maturate alla data di oggi, sì, perché sicuramente con i 150 mila euro ci stiamo, altrimenti se quei soldi si bloccano perché il Comune non caccia un euro, la provincia non caccia un euro, magari non per volontà politica, perché non dispongono di risorse finalizzate in questo momento. Poiché siamo in fase di approvazione dei bilanci di tutti gli enti, è chiaro che il problema nasca. Facciamo la norma, ma è come se non ci fosse, se non è come dico io.
Così come formulato possiamo porlo in votazione? Prego, onorevole Battaglia.
(Interruzione)
Sì, come lei ha detto.
(Interruzione dell’onorevole Adamo)
Chiariamola questa cosa.
(Interruzione dell’onorevole Adamo)
Parliamo di cittadini della mia città come della sua
città, però anche qui facciamoci guidare dall’etica della responsabilità. E’
vero che il Comitato di consulenza non è
Quindi, il punto è:
Dopodiché il suo intervento, il combinato disposto
che esce da questo emendamento mi sembra che sia una soluzione in punto di
diritto, un punto di diritto molto chiaro, però il punto di diritto è quello
che
(Interruzione dell’onorevole Adamo)
Come?
Stante le condizioni che noi conosciamo benissimo,
per le difficoltà della vicenda, della problematica, temo che quella norma
rimarrà inapplicata, nel senso che se c'è un’interpretazione rigida, quella
contestualizzazione non so se riesce ad averla, stante le difficoltà che ci
sono. Noi dobbiamo farci carico di dare una risposta al problema sociale
finalizzato a quegli obiettivi, questo sì, e siccome parliamo di 150 mila euro,
non dell’intero importo delle passività maturate, non solo per i dipendenti ma
anche per quanto riguarda le spese per la messa in liquidazione, io penso che, tenuto conto delle altre leggi regionali
finanziarie che si sono susseguite negli anni fino al 2009-
Comunque, decidete voi in sede di coordinamento formale.
La parola all’onorevole Battaglia.
Intervengo non per esprimere un voto negativo o positivo, ma per evidenziare che è iniziato un progressivo percorso che ci sarà ancora in Consiglio e poi sicuramente continuerà in Giunta, perché le contingenze, alla fine, hanno il sopravvento sulla programmazione e si abbasserà il Fondo unico a favore delle imprese. Nel momento in cui lo abbassiamo di 150 mila euro, ad esempio, ove si volesse intervenire per abbattere gli interessi alle imprese, stiamo togliendo quasi 2 milioni di euro di mutui che le imprese potrebbero attivare.
Dico questo non perché sono contro l’emendamento, ma per sottolineare che, quando in precedenza è stato proposto di staccare un pezzo del Fondo unico a favore delle piccole e medie imprese e delle imprese artigiane, è perché c’era questa preoccupazione che ha dei precedenti nel 2011 e nel 2012. Volevo sottolineare solo questo.
Possiamo procedere alla votazione dell’emendamento per come riformulato in coordinamento formale. Parere del relatore?
Con queste modifiche, favorevole.
Parere della Giunta? Favorevole. Pongo in votazione l’emendamento così come riformulato.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo numero
Ho presentato questo emendamento che non ha oneri aggiuntivi, perché l’anno scorso era stato allocato sul capitolo 3313106 un contributo di 130 mila euro per l’Isas di Cosenza, quest’anno, forse, penso che erroneamente non ci sia più la copertura finanziaria, non è stata messa nessuna somma. Quindi volevo farlo rilevare all’Aula, per questo ho presentato questo emendamento, che può essere allocato all’Upb 5.2.01.02 del capitolo 52.01.02.61 dello stato di previsione della spesa di bilancio 2012. Questo per informare in modo particolare l’assessore e il dipartimento del bilancio.
La parola all’assessore Mancini.
Nella configurazione dell’emendamento, non quello che è stato presentato che comporterebbe un aggravio di spesa e non sarebbe accettabile, nella definizione così come è uscita dall’illustrazione dell’onorevole Serra, essendo a saldo zero ed essendoci il parere favorevole del collega alla cultura, che prima abbiamo interpellato sull’argomento, il parere non può che essere favorevole.
Parere del relatore?
Favorevole con questa riformulazione.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 59536 per come riformulato.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo numero 59482, a firma degli onorevoli Fedele, Dattolo, Bilardi, Serra, che così recita: “Dopo l’art. 36 è aggiunto il seguente articolo 36bis (Modifiche all’art. 18 della legge regionale 12 giugno 2009, n. 19)
L’articolo 18 della legge regionale 12 giugno 2009, n. 19 recante “Istituzione della Fondazione dei calabresi nel mondo” è sostituito dal seguente:
<Art. 18
1. La Regione Calabria in attuazione dei propri principi statutari e nel rispetto delle proprie competenze anche con riferimento agli aspetti richiamati nella legge regionale 29 dicembre 2004, n. 33, in quanto coerenti, promuove la costituzione della Fondazione dei calabresi nel mondo, organismo in house per la programmazione, l’attuazione e la gestione anche a valere sulle risorse finanziarie della programmazione operativa cofinanziata dai fondi strutturali comunitari, di interventi finalizzati allo sviluppo ed al consolidamento delle relazioni sociali, economiche, produttive, istituzionali e culturali con le comunità di calabresi residenti all’estero.
2. La Fondazione non ha scopo di lucro, opera orientando ogni sua attività alla crescita ed allo sviluppo del territorio calabrese agendo nell’esclusivo recepimento degli indirizzi strategici ed operativi emanati dalla Regione Calabria nello svolgimento delle attività previste dal proprio Statuto approvato dalla Giunta regionale.
3. E’ autorizzata la concessione alla Fondazione dei calabresi nel mondo di un contributo annuo per le spese di funzionamento della Fondazione stessa. Per l’anno 2012 il contributo è pari ad euro 100.000,00 allocato all’Upb 6.2.01.06 dello stato di previsione della spesa del bilancio medesimo.
4. La Fondazione dei calabresi nel mondo presenta alla Giunta regionale, che lo approva, un piano delle attività articolato in azioni ed interventi.
5. La Giunta regionale è autorizzata a compiere tutti gli atti necessari a promuovere la costituzione della fondazione dei calabresi nel mondo e sue eventuali future modifiche ed aggiornamenti>.
Disposizione di copertura finanziaria: Alla copertura finanziaria si provvede con le risorse allocate all’Upb 8.2.01.04 accantonate in sede di Commissione bilancio in occasione dello stralcio del presente emendamento”.
E’ l’istituzione della Fondazione dei calabresi nel
mondo.
Credo che abbia uno scopo molto nobile, è una fondazione che non ha scopo di lucro, quindi l’abbiamo proposta insieme ai colleghi Dattolo, Bilardi e Serra.
La parola all’onorevole Censore.
Visto che l’ora è un po’ tarda, voglio cominciare con una cosa piacevole: al mio paese, a ferragosto, c’è una fiera importante e una volta, quando ero ragazzo, venivano due fratellini che facevano il gioco dei tre specchi, sotto uno di questi c’era la matta e questi la facevano apparire e scomparire a loro piacimento.
Ora, questo emendamento era stato ritirato in Commissione e, se la memoria mi aiuta, addirittura il Presidente Talarico che presiedeva la seduta, adduceva a base del ritiro un parere negativo dell’ufficio legislativo del Consiglio regionale, e questa è una prima questione rispetto alla quale chiedo al Presidente Talarico dove è andato a finire quel parere negativo.
Oltre a questo, entrando nel merito, quando parliamo
di tagliare gli sprechi, quando parliamo di riqualificare la spesa, noi diciamo
che siamo contrari alla istituzione e costituzione di nuovi organismi, di nuovi
carrozzoni, perché con questa operazione si crea un’altra società in house. Significa che, intanto, c’è un
appostamento di 100 mila euro su questo bilancio e sui prossimi; oltre a
questo, questa società in house andrà
a gestire risorse comunitarie. Che cosa significa che andrà a gestire risorse
comunitarie? Le risorse comunitarie sono iscritte in bilancio, però laddove
Per questo, a nome del gruppo del Partito democratico, esprimo parere contrario e chiedo al Presidente Talarico di leggerci il parere negativo dell’ufficio legislativo del Consiglio regionale.
Ha chiesto di intervenire l’onorevole Battaglia. Ne ha facoltà.
Prima vorremmo sentire il parere dell’ufficio legislativo, poi interverrò, Presidente. Poiché il parere è stato letto in parte in Commissione, vorrei capire se l’ufficio legislativo ha cambiato parere.
(Interruzione)
Appunto. Dato che il Presidente Talarico nella prima formulazione ha preso atto che l’ufficio legislativo aveva espresso un parere negativo, allora riformulo la richiesta dell’onorevole Censore: questo emendamento, questa proposta è andata all’ufficio legislativo per un parere?
Le rispondo io, perché presiedevo
(Interruzione dell’onorevole Censore)
No, sull’articolo. C’era un articolo approvato dalla
Giunta che è arrivato in Commissione, poi c’erano degli emendamenti che
sopprimevano l’articolo 24 del Collegato. Dopodiché c’è stata una discussione,
non si è provveduto a votare l’abrogazione, ma si è ritenuto più opportuno,
alla luce anche di un parere che aveva fatto
Mi sembra che ci sia stata linearità dei nostri comportamenti. Non è che c’è stata una bocciatura della maggioranza, un voto che, magari, avrebbe potuto provocare un qualcosa; è stato stralciato ed abbiamo deciso di fare un approfondimento. Gli uffici l’hanno fatto, hanno predisposto un testo nuovo che oggi viene sottoposto all’Aula.
Questo testo ha passato il vaglio dell’ufficio legislativo, lei questo sta dicendo.
I colleghi hanno formulato un provvedimento legislativo, si sono confrontati con gli uffici della Giunta regionale, ed è stato presentato un emendamento che possiamo tranquillamente porre ai voti.
Presidente, lei ha esposto correttamente l’iter, però ha fatto una piccola omissione: quel parere dell’ufficio legislativo – presumo – del Consiglio regionale era di incostituzionalità della proposta presentata dalla Giunta.
Oggi ci viene presentato questo emendamento. La richiesta che era stata avanzata dal collega Censore è se questo emendamento ha avuto il vaglio dell’ufficio legislativo del Consiglio, questo per evitare che permangano i dubbi di incostituzionalità dell’ufficio legislativo stesso. Se non c’è stato, ce lo dica, perché faccio un intervento politico. Solo questo volevamo sapere.
Al di là di quello che dice il collega Battaglia, che è sacrosanto, il problema è di merito, è politico. Praticamente andate a costruire un altro giocattolo sulle tasche dei calabresi. In questo bilancio voi non avete previsto misure per il lavoro, sono tagliati servizi essenziali, mentre andate a costruire nuovi organismi in house per la gestione dei fondi comunitari. Questo è il senso, che poi parere sotto o parere sopra, il mio professore di diritto amministrativo diceva che il diritto amministrativo è come un elastico: lo si stende e lo si accorcia come si vuole!
Parere del relatore?
Il parere è favorevole, ma vorrei dire ai colleghi che qua, stasera, ci sono circa 200 emendamenti nel complesso. Nessuno di questi emendamenti credo che abbia un parere degli uffici giuridici o meno.
Per quanto riguarda quello della Commissione, noi l’abbiamo ritirato quella sera perché c’erano dei rilievi. L’emendamento che stiamo discutendo e che io con i colleghi capigruppo della maggioranza abbiamo firmato è completamente diverso, rinnovato, sfoltito da quei problemi che i giuristi avevano rilevato. Quindi non capisco di cosa stiamo a discutere, quando nemmeno tutti gli altri emendamenti, molto più complicati, hanno ricevuto parere.
Per quanto ci riguarda, il parere è favorevole.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Scopelliti. Ne ha facoltà.
Intervengo per una semplice considerazione, altrimenti passa un messaggio distorto e voi siete molto bravi in questo; tra l’altro venite dall’esperienza del Partito comunista, diceva Lenin, “dici tante volte…”…
(Interruzione)
No, un gruppo di voi dice: “Dici tante volte una bugia, fino a quando diventa verità”!
Qui c’è un problema di fondo: la fondazione “Calabresi nel mondo” l’avete inventata voi, l’avete istituita voi. Oggi noi stiamo recuperando questa esperienza, per cercare di realizzare un qualcosa che possa diventare a supporto dell’azione e che non diventi soltanto un ente o un’associazione che gestisce i rapporti con l’esterno.
Non c’è una previsione su cui andiamo a gestire, a mettere soldi, risorse del bilancio regionale. Nell’eventualità, diventando una fondazione in house come si suol definire, diventa uno strumento di azione anche dell’amministrazione. Se questo significa non mettere i soldi per i disoccupati, togliere le risorse per i lavoratori e tutto il resto, è pure demagogia, perché comunque non c’è niente di nuovo, quello era e questo rimane.
(Interruzione)
No, non è che siamo in continuità con Loiero, noi siamo per l’evoluzione della specie, soprattutto rispetto all’esperienza vostra, e proprio da una semplice associazione che nasceva in funzione di un mandato e di una mission, passiamo alla possibilità di diventare l’interlocutrice questa fondazione, questa realtà dei calabresi nel mondo, abbiamo creato questo strumento per cercare di produrre un’azione di natura diversa, quindi a più ampio raggio, tutto qua, come ipotesi di lavoro, ma non comporta spese, investimenti, dispendio di energie e di risorse, è soltanto una modifica della mission della fondazione stessa.
Possiamo porlo ai voti?
(Interruzione)
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Battaglia. Ne ha facoltà.
Voglio fare solo due osservazioni, sia rispetto all’intervento dell’onorevole Fedele sia all’intervento del Presidente Scopelliti.
Per quanto riguarda l’onorevole Fedele, a me pare che assimilare gli emendamenti presentati con questo sia fuori luogo per un semplice motivo, perché questa proposta ha già avuto una censura dei incostituzionalità da parte degli uffici legislativi. Voi vi assumete la responsabilità di riprenderla, però non assimiliamo le proposte, siamo di fronte a fattispecie diverse.
Per quanto concerne, invece, l’intervento del Presidente Scopelliti, qui il punto non è chiudere o non chiudere una fondazione, ma è razionalizzare tutto il sistema delle società in house. Io, prima, avevo presentato un emendamento che affidava alla Giunta il compito entro 90 giorni di arrivare a un unico soggetto, chiudendo gli altri soggetti esistenti, Calabria lavoro, Field, Calabria etica, ed anche, eventualmente, questa nuova struttura poteva confluire in un unico soggetto, questo per avere un’azione razionale; poi, lei sa meglio di me che relativamente non comporta spese tenere in piedi tante strutture, quando le stesse azioni si possono condurre e portare avanti con un’unica struttura. D’altra parte, questo era l’impegno assunto anche dalla Giunta sia con il Collegato del 2010, sia con l’ordine del giorno dell’intero Consiglio, sia con questo Collegato, dove chiedete 60 giorni per fare un intervento di razionalizzazione.
Ora, a fronte di questo, proponete una nuova società in house – consigliere Orsomarso, lei che voleva avere elementi specifici – allora questa attività in un unico soggetto riformato può trovare un contenitore ed avere un contenuto.
Voglio solo osservare che la famosa lettera della Banca Centrale Europea di questa estate allo Stato italiano conteneva anche questa raccomandazione, cioè di non creare tutte queste società e tentare di chiudere quelle esistenti, proprio perché non è vero che non c’è un aggravio quantomeno di amministrazione, oltre che di spesa. Voi, però, fate una scelta strategica, noi abbiamo il dovere di fare delle osservazioni di merito che non sono fine a se stesse, ma che hanno un obiettivo di razionalizzazione. Ho la sensazione che nel 2012 questa razionalizzazione non ci sarà, perché stiamo aggiungendo a fine 2011 un altro soggetto.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Orsomarso. Ne ha facoltà.
Vorrei dire al collega Battaglia che, secondo me, l’intervento, per stare sul pezzo, per chi vuole fare una opposizione attenta, era di denunciare alcune società che già c’erano ed operavano.
Per quanto ci riguarda – è la risposta anche del capogruppo Fedele – l’assessore ha un orizzonte che guarda nella direzione della razionalizzazione. Ma mi pare che siano le stesse società, perché, altrimenti, qui non ci comprendiamo, ha ragione il Presidente Scopelliti; noi prevediamo un’allocazione di 100 mila euro, per la “Fondazione dei Calabresi del mondo”, che è una spesa, per quanto ci riguarda, ma in prospettiva è una risorsa, per chi non lo sapesse, mai sfruttata, perché abbiamo assistito a convegni in cui si arrivava e gli si chiedeva di che cosa avessero bisogno. Lì, semmai, c’è qualcuno che vi risponde: “Diteci di che cosa avete bisogno voi”! Sono circa 8 milioni fra oriundi ed emigrati e ritengo che questo provvedimento, per quanto sia necessaria la razionalizzazione, non rappresenti un costo eccessivo, ma qualcosa su cui investire.
Allo stesso modo mi sembra di ricordare, come riverbero, che c’era un tale Muzzì del Pd che è Presidente di una di quelle società in house …
Questo che cosa c’entra!
Mi faccia finire, si fanno due pesi e due misure. Se
lei è stato nella precedente consiliatura l’artefice
della nomina a Presidente della Fondazione Field di Mario Muzzì,
che, fino a qualche giorno fa, sulla stampa difendeva il suo operato, di cui
I due pesi e le due misure sono queste; cioè fare politichese, quando – ripeto – fino all’altro giorno, una settimana fa – ancora il Presidente Muzzì cercava di capire come potesse stare abbarbicato alla Fondazione Field!
(Interruzione)
Ritengo che la doppia lezione, la doppia misura non paghi, …
Lei, per stare sul pezzo, dovrebbe guardare i lavori della Commissione del 2009.
Presidente, chiedo scusa, ma penso che la dichiarazione di voto ci sia già stata, quindi, esprimo il voto favorevole di questa maggioranza per un provvedimento che valuteremo da qui a tre anni.
Questa è la dimensione e la differenza, il Presidente Muzzì in cinque anni il nulla – noi speriamo diversamente per la “Fondazione dei Calabresi del mondo” e su questo ci dimensioneremo.
Questa è la differenza di cui parlavo, per cui sono pronto a controfirmare con lei ogni mozione, ordine del giorno, emendamento, però, non fateci la morale delle elezioni. Pensate al Presidente Muzzì!
Ha chiesto di parlare l’onorevole Talarico. Ne ha facoltà.
Ho già espresso a nome del gruppo parere contrario e una forte censura per le società in house, non tanto per le risorse che vengono attribuite, per ultima alla società in house “Calabresi nel mondo”, quanto per la tipicità dello strumento, che è un modo per eludere il controllo, l’evidenza pubblica nella selezione del personale ed anche in delicatissime pratiche; pensiamo ad alcune società in house della Regione Calabria, che in questo momento gestiscono ingenti risorse di provenienza comunitaria e che, per la selezione e la destinazione di queste risorse, non rispondono e, anzi, si sottraggono, a qualsiasi controllo del Consiglio e di altri organi regionali, ma rispondono esclusivamente al Presidente e, qualche volta, ai suoi assessori.
Quindi, per noi, questo è un modo per creare un ennesimo strumento privatistico di tipo casereccio, più che in house, che non risponde a princìpi di trasparenza, di efficienza, come, invece, vorrebbe farci credere la proposta del Presidente Scopelliti.
Per queste ragioni, oltre che per l’assorbimento di risorse che potrebbero essere demagogicamente destinate altrove, noi siamo fermamente contrari.
Possiamo procedere a votare, dopo queste dichiarazioni di voto. Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 59482.
(E’ approvato)
Si passa all’emendamento protocollo numero
Anche se si abusa del termine “riforma”; l’emendamento riguarda una proposta di riforma dell’organizzazione dei presìdi ospedalieri regionali, – le chiedo scusa, onorevole Presidente Scopelliti, volevo richiamare la sua attenzione, poiché la riguarda anche direttamente in qualità di assessore e commissario alla sanità – che non costa un euro, casomai ne fa risparmiare, e si propone di accorpare in un’unica azienda sia le aziende ospedaliere regionali che i presìdi ospedalieri operanti in regione.
Quindi, al cittadino-utente calabrese si propone, relativamente agli ospedali, una struttura unica, dando efficienza ed efficacia al lavoro, senza perdere tempo in propaganda, in spot, per quanto riguarda le forniture e la mobilità all’interno del territorio nazionale; inoltre, è una proposta che taglia i costi anomali della politica, perché di direttore generale ce ne sarebbe uno, e affida alla Giunta regionale ed a lei, Presidente, il compito di definire, nel termine di 90 giorni, questo progetto.
Non c’è, quindi, un atteggiamento corporativo volto a guardare indietro, è, innanzitutto, in qualche maniera, una sfida a noi stessi. Anche in epoca di vacche magre, in cui non ci sono risorse, ecco un qualcosa che non solo non chiede più risorse, ma che fa risparmiare e dà un esempio di buona politica amministrativa.
Credo che, per il resto, l’emendamento si illustri da sé.
C’è un sub-emendamento dell’onorevole Salerno protocollo numero 59874 che così recita: “Al comma 6 dell’art. 7 della legge regionale n. 9/2007 è aggiunto, alla fine, il seguente periodo <Se l’accordo col Ministero dell’interno non è più necessario, l’accorpamento delle aziende sanitarie n. 11 di Reggio Calabria e n. 9 di Locri avviene, entro il 31 gennaio 2012, attraverso la nomina dell’organo di vertice della nuova Azienda sanitaria, il cui territorio di riferimento corrisponde alla circoscrizione provinciale di Reggio Calabria e, ove necessario, la nomina dei commissari liquidatori per le aziende preesistenti>”.
Prego, onorevole Salerno.
Ho presentato un subemendamento a questo emendamento che, in pratica, riguarda l’accorpamento delle aziende sanitarie numero 11 di Reggio Calabria e numero 9 di Locri, che avviene il 31 gennaio 2012 attraverso la nomina di un organo di vertice della nuova azienda sanitaria.
“Al comma 6 dell’articolo 7 della legge regionale numero 9 del 2007 è aggiunto, alla fine, il seguente periodo “se l’accordo col ministero dell’interno non è più necessario, l’accorpamento dell’azienda sanitaria numero 11 di Reggio Calabria e numero di Locri avviene entro il 31 gennaio 2012, attraverso la nomina dell’organo di vertice della nuova azienda sanitaria, il cui territorio di riferimento corrisponde alla circoscrizione provinciale di Reggio Calabria e, ove necessario, la nomina dei commissari liquidatori per le aziende preesistenti”. Questo perché? Perché oggi queste aziende non sono più commissariate, quindi non c’è bisogno del parere del Ministero dell’interno, pertanto è giusto prenderne atto, modificare e procedere.
Parere del relatore?
Siamo favorevoli al subemendamento, mentre per
quanto riguarda l’emendamento dei colleghi Adamo e Bova, che è veramente molto
interessante, credo, tra l’altro, che, in una discussione più ampia sulla
sanità che
In questo momento in cui siamo in pieno Piano di
rientro e con un commissariamento in atto, questi aspetti vanno valutati con
maggiore attenzione, però, per quanto mi riguarda, credo che, intanto, potremmo trasformare questo emendamento in
un atto indirizzo, in un ordine del giorno verso
Quindi, esprimo parere favorevole per il subemendamento, mentre proporrei la trasformazione in ordine del giorno dell’emendamento a firma dei consiglieri Adamo e Bova.
La parola all’onorevole Adamo.
Per quanto riguarda il subemendamento proposto dal consigliere Salerno, possiamo considerarlo un atto consequenziale alla normativa già vigente, perché l’accorpamento delle Asl è avvenuto per l’intero territorio calabrese e si richiama all’articolo 7 della legge finanziaria del 2007. L’accorpamento per le Asl di Locri e di Reggio Calabria, come espressamente previsto dall’articolo 7, non si è compiuto perché – come ricordava il consigliere Salerno – era in atto un commissariamento straordinario d’intesa con il Ministero dell’interno per inquinamento mafioso.
Se quella fase è conclusa e si torna alla gestione ordinaria, va da sé che anche quelle Asl vanno accorpate, come dice la legge, per cui ritengo persino pleonastica una nuova legge e, a mio avviso, sarebbe sufficiente, in virtù di quella già esistente, una delibera della Giunta regionale che dispone tutti gli atti amministrativi propedeutici alla messa in liquidazione delle vecchie Asl e alla costituzione ed avvio della nuova azienda sanitaria provinciale.
Capisco il subemendamento che ha presentato il collega Salerno, però, se la legge può dare maggiore conforto, per quanto pleonastica, facciamola pure, ad adiuvandum; diciamo, comunque, che è una norma che non contraddice lo spirito della legge esistente, la rafforza, la potenzia, quindi, mi dichiaro a favore.
Per quanto riguarda l’emendamento presentato da me e dal consigliere Bova, il consigliere Fedele ha fatto una proposta. Discutiamone. Alla luce di questa proposta, non chiedo che questa sera si metta ad ogni costo in votazione questo emendamento, però, affinché sia compreso fino in fondo lo spirito con il quale si delibera decidendo di votare anche quell’indirizzo di cui parlava adesso il consigliere Fedele, è bene precisare alcune questioni, che sono contenute tutte dentro lo schema enunciato dall’onorevole Bova nell’illustrare l’emendamento.
Faccio alcune considerazioni di premessa politica e concludo, poi entrerò nel merito.
Con questo emendamento abbiamo inteso lanciare una sfida riformista o riformatrice, che dir si voglia, intanto al Presidente Scopelliti e alla maggioranza, ma lo diciamo con molta schiettezza e trasparenza anche a coloro che sono seduti in questi banchi. A noi non convincono due cose: la prima, la camicia di forza del Piano di rientro, che ci hanno imposto il Governo e il tavolo Massicci – ritorno tra un attimo sull’argomento–; la seconda, non ci convince un atteggiamento di questa opposizione, che affiora quotidianamente qua e là sui territori della Calabria, per esempio per quanto riguarda l’organizzazione della rete ospedaliera, di rincorrere sul terreno dei localismi quella che è l’interpretazione dell’attuazione del Piano di rientro determinato dal tavolo Massicci.
Diciamo basta ai localismi e la proposta per rompere i localismi, per ottimizzare le risorse finanziarie, per dare al territorio maggiori servizi e più qualificati non può non essere quest’altro passo verso l’accorpamento. Noi stiamo proponendo di chiudere tutte le aziende ospedaliere vigenti, di passare sotto la responsabilità di questa azienda unica tutti i presìdi ospedalieri che oggi sono governati dalle Asp, garantire una piena complementarità ed integrazione di una rete ospedaliera funzionante ed efficiente che si confronta con le competenze assegnate alle aziende sanitarie provinciali a cui è demandato esclusivamente il compito di fare assistenza e prevenzione sul territorio.
Che cosa è questo, in sostanza? E’ un nuovo modello organizzativo che non ci fa discutere più nello schema dell’ospedale di Lungro, di Polistena, di “Vattelappesca”, di Acri, di San Giovanni in Fiore, ci fa discutere sulla base del DRG (Diagnosis Related Groups), della domanda epidemiologica e dell’attribuzione delle funzioni in un’organizzazione ospedaliera sanitaria regionale che, avendo come punti centrali gli Hub, fa discendere, sulla base della domanda epidemiologica sul territorio, non solo i servizi essenziali, ma anche un’organizzazione nazionale che non provoca i disagi che oggi stiamo conoscendo; inoltre, è un modello organizzativo che fa utilizzare in maniera più razionale le risorse umane. Noi abbiamo carenze di organico con sofferenze assai critiche in alcune aree e, magari, sottoutilizzazione e abbondanza di personale in altre aree e in altri servizi.
Un modello organizzativo, badate, che forse per quanto riguarda la parte ospedaliera – vorrei dire al Presidente Scopelliti – in qualche modo mette in discussione quella che è la logica che oggi sta presiedendo anche l’attuazione del Piano Massici, perché il punto qual è? Noi facciamo una valutazione finanziaria a valle: ancora in Calabria non si è applicata la contabilità analitica con l’individuazione dei centri di costo, non ne usciamo mai. E questo che cosa produce? Il fatto che, anche quando si va a tagliare e lo si fa in maniera orizzontale per una certa percentuale e in maniera indifferenziata, produciamo a volte un doppio danno: ammazziamo servizi che funzionano, li mettiamo in difficoltà, a volte sono anche eccellenze e, magari, non risolviamo il problema degli sperperi e degli sprechi di altri servizi che non andrebbero tagliati allo stesso modo in maniera orizzontale rispetto a quelli che funzionano o andrebbero potenziati, magari andrebbero anche chiusi.
Chiudiamo con il modello delle monadi e anche dei primariati, possiamo arrivare al modello organizzativo fondato su matrice e, quindi, su budget ed obiettivi che, in maniera funzionale, in Calabria, noi in qualche modo miriamo ad organizzare per quanto riguarda l’ospedalità; una ospedalità che deve essere sempre più ridimensionata, non soltanto dimensionata. Solo così possiamo farcela e su questo continueremo a fare una battaglia.
Penso di interpretare anche il pensiero del consigliere Bova nel dire che stasera possiamo anche convenire di non mettere in votazione questo emendamento; magari, possiamo abbozzare rapidamente un testo, non so nemmeno come definirlo, non lo vorrei definire ordine del giorno, perché l’ordine del giorno sa di una certa ritualità, non so, atto di indirizzo. Troviamo un modo per cui, per quanto non ci impegni dal punto di vista legislativo, perché capisco, non è una decisione di poco conto, se si assume l’orientamento politico, che sia almeno politico, vincolante rispetto alla Giunta regionale, perché noi nei prossimi giorni continueremo a dare battaglia su questo. Vorremmo, sostanzialmente, che finalmente si discutesse di una sanità che non è più quella dei territori comunali, ma che è di tutti i calabresi.
Vedete, se non facciamo così, non ne usciamo – lo voglio dire al Presidente Scopelliti – che fa i tagli, ma non è che dà di più – la gente sta peggio, ha meno servizi, di fronte ad un Piano di rientro che ci ha imposto il Governo. Capisco che il vizio d’origine risale a quando la vecchia maggioranza ha deciso questo Piano di rientro, però è un Piano di rientro di una Regione che non fa parte di queste cinque Regioni, per cui cominciamo a battere i pugni, andiamo lì, rompiamo la camicia del Piano di rientro.
Questa dell’azienda unica regionale è una forza, è
una proposta che ci dobbiamo giocare sul tavolo romano, per dire che noi stiamo
facendo questo più di altre Regioni, forse stiamo facendo più del Lazio, della
Sicilia, della Campania, dell’Abruzzo, della Liguria, che sono le cinque
Regioni che sommano già nel 2007 ben il 91,5 per cento del disavanzo nazionale,
cioè il disavanzo si concentra per il 91,5 per cento in queste cinque Regioni
e, tra queste, ci sono il Lazio,
Su questo noi vogliamo dare battaglia e lo faremo in maniera seria, perché stiamo parlando del tema, caro consigliere Fedele, che impegna oltre il 60-70 per cento del bilancio regionale.
Parere del relatore?
Abbiamo detto che il parere è favorevole sul subemendamento. Come conveniva anche l’onorevole Adamo, considerando la rilevanza dell’argomento, l’emendamento lo trasformiamo in un atto di indirizzo che insieme vedremo come organizzare in coordinamento formale. Quindi, per quanto mi riguarda, va bene non come emendamento, ma come atto di indirizzo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.
Intervengo per dichiarazione di voto per esprimere una opinione. A nome del gruppo del Partito democratico e mio personale, apprezzo lo sforzo dell’onorevole Adamo, perché quando sento parlare di riformismo, mi emoziono, in un certo senso, però debbo dire che la poca esperienza e le poche letture ci hanno insegnato che il riformismo di una nottata può essere pericoloso.
Apprezzo le finalità di fondo ossia favorire una
razionalizzazione, una organizzazione equa sul territorio, arrivare agli
ospedali Hub che non ci sono, favorire separatamente
e con le aziende una sanità sul territorio, però, francamente, mi preoccupa
anche l’elaborazione di un ordine del giorno. Per cui, poiché il riformismo
significa studio ed approfondimento, è vero che siamo commissariati, ma nulla
osta al fatto che
Quindi, per la parte che ci riguarda, esprimiamo apprezzamento per l’indole programmatoria e riformistica che sta alla base dell’emendamento, ma preferiremmo che ci fossero opportuni approfondimenti nelle sedi competenti e con l’intesa di tutti, soprattutto del signor Presidente commissario, questo approfondimento si potrebbe anche iniziare in costanza di commissariamento.
Questa è la nostra opinione, perché non riusciamo a capire che cosa dovrebbe essere l’ordine del giorno.
Quindi, intanto, pongo in votazione il subemendamento.
(E’ approvato)
E’ approvato il subemendamento, mentre l’emendamento viene rinviato in Commissione per una discussione nel merito.
Andiamo avanti con il prossimo emendamento …
(Interruzione)
Un ordine del giorno?
(Interruzione)
Un atto di indirizzo alla Giunta?
Questo input, per noi, richiede un preventivo approfondimento.
Ho fatto riferimento alla Commissione, perché l’ordine del giorno si predispone e si discute in quella sede e, poi, si porta in Aula per la votazione nella prossima seduta del Consiglio. Io immaginavo questo, oppure lei chiede la votazione dell’ordine del giorno in questa seduta del Consiglio regionale?
(Interruzione)
Ho dato la disponibilità al ritiro dell’emendamento da parte mia e del consigliere Bova sulla base di una proposta avanzata dal consigliere Fedele, che ci ha invitato a non votare stasera questo emendamento. C’è una predisposizione, una disponibilità, un orientamento positivo a lavorare in tal senso – ha parlato a nome della maggioranza – e a raggiungere questo obiettivo.
In questo senso vi proponiamo, al posto dell’emendamento che diventa norma, quindi efficace in una sua capacità legislativa, un documento, che io non amo chiamare ordine del giorno, ma possiamo chiamarlo ordine del giorno o atto di indirizzo, che rivolgiamo come un invito alla Giunta regionale a proseguire per il raggiungimento di questo obiettivo. È chiaro che poi le modalità, i dettagli, si stabiliscono per legge e lo può fare o il commissario che ha poteri sostitutivi anche legislativi, senza che lo decida l’Aula, oppure quest’Aula. Io sono d’accordo che lo stabilisca quest’Aula e, su questo ha ragione il consigliere Principe, si esamini in Commissione; discutiamo, poi, su come si organizza tutto questo, ma viene dopo, però l’orientamento politico, l’invito alla Giunta regionale ad andare in questa direzione verso la costituzione dell’azienda regionale unica ospedaliera, superando le attuali aziende ospedaliere e annettendo ed incorporando i presìdi ospedalieri che oggi sono sotto la direzione delle Asp, beh, io lo darei stasera. Poi, l’orientamento si traduce in termini legislativi ed amministrativi, ed è chiaro che il percorso va governato.
Le strade sono due: o votiamo oggi questo atto di indirizzo, come lei dice, o ordine del giorno e, poi, in coordinamento formale lo sistemiamo, lo miglioriamo e, quindi, trasformiamo l’emendamento in un ordine del giorno, che mi sembra sia la richiesta che lei fa oggi all’Aula, rispetto alla richiesta dell’onorevole Principe, il quale se ho capito bene, dice “facciamolo in Commissione”, “perché c’è il tempo”.
(Interruzione)
Solo il completamento dell’intervento dell’onorevole Principe e poi procediamo a votare.
Personalmente, sarò un ignorante in materia, ma insieme all’ignoranza ci voglio mettere un briciolo di responsabilità. Oggi non mi sento in grado di dare un indirizzo, perché siamo tutti d’accordo di non fare una legge e, in primis sono d’accordo i presentatori, quindi non se ne parla proprio di fare la riforma questa notte, perché gli stessi presentatori hanno riconosciuto che non è possibile, ma anche fare l’atto di indirizzo significa avere chiarezza di un percorso e, quindi, di una meta del percorso.
In questo momento, sinceramente, noi non ci sentiamo di avere certezze su questo percorso, ecco perché gradiremmo prima il confronto e l’approfondimento, che già possono partorire l’indirizzo su cui poi lavorare tecnicamente per accertarne la fattibilità, ma un indirizzo al buio noi non ci sentiamo di darlo. E’ questo il succo del ragionamento.
La parola all’onorevole Bova.
Cosa deve succedere ancora in Calabria e in Italia per darsi una mossa, per avere uno scatto! Qui non stiamo discutendo sull’ospedale sotto casa o di cinque o otto o dieci amici primari, stiamo ragionando di un’idea molto semplice, che consente a qualsiasi cittadino calabrese di avere un sistema a fronte, dovunque nasca, e se il sistema è unico, come ci si sposta in Calabria quali sono i riferimenti, quali sono i posti? Quella è l’unica questione di fondo.
Sulle forniture, senza bisogno della Stazione unica appaltante, si arriva de plano ad una risposta di questo tipo, nel momento in cui noi in Calabria non vogliamo né possiamo abdicare alle responsabilità politiche, perché a livello regionale non si può fare e non è giusto fare quello che sta avvenendo in Italia con il Governo Monti. Di che cosa abbiamo bisogno ancora?!
Il riformismo non si enuncia, ci si sforza di praticarlo e poiché qualcuno ha fatto finta in questi mesi di non capire di che cosa discutevamo, qual era il dissenso, perché ci siamo lacerati, io ho ascoltato con sofferenza.
Voglio dire due cose al Presidente della Regione che in questo momento non è in Aula: noi l’abbiamo vissuta la responsabilità di comunisti calabresi e di comunisti italiani, non so dove lui abbia letto certe cose e, per quanto mi riguarda, le respingo e ritengo che debba riflettere; ed anche sulle sanzioni per alcune decisioni anche di fondo della Giunta Loiero, noi la sanzione l’abbiamo già avuta ed è la sanzione dell’elettorato calabrese. Ma se lui non fosse distratto, saprebbe che non per beghe personali, qualcuno di noi ci ha messo tutta l’esperienza e l’appartenenza di una vita, perché non era un dissenso di comodo.
Quindi, non consentiamo a nessuno di discutere in questa maniera e poiché non lo facciamo per i fatti nostri, noi riteniamo nella nostra responsabilità che alla Calabria si debba tentare di dare una risposta diversa su questo punto, e non dire “poi vediamo” e fare “‘ titin titon” di un rituale stanco che non convince nessuno, di maggioranze arroccate e di minoranze, che poi non si sa dove vanno a parare.
Così come l’altra volta – ora l’altro punto credo che lo illustrerà l’onorevole Adamo – anche sui trasporti presentiamo un emendamento che ha lo stesso respiro e che è in coerenza con la nostra posizione di insoddisfazione.
Vi ricordate quando si è discusso dell’ordine del giorno sul taglio dei treni e su proteste che poi non tirano fuori un ragno dal buco? Noi con le risorse che ci sono anche sulla mobilità dobbiamo fare in modo che i nostri concittadini si spostino con le minori risorse necessarie possibili e al meglio durante il giorno, perché di questo dobbiamo discutere, altrimenti non facciamo altro che piangerci addosso ed abdicare quanto è più dalla politica nazionale rispetto ad una responsabilità che la politica ha di tirare fuori dalla crisi non dopodomani, ma prima possibile i nostri territori e le nostre popolazioni. Di questo stiamo discutendo e di nient’altro. Poi, ovviamente, chi ha tela tesse. Ma di che cosa dobbiamo discutere? Bisogna dire se uno è favorevole o contrario e perché all’istituzione di un’azienda regionale unica, tutto qua.
Grazie, onorevole Bova. La parola all’onorevole Guccione.
Credo che la valutazione di un’azienda unica regionale ospedaliera per quanto riguarda gli Hub in Calabria, in linea generale ci possa stare, però credo che quest’Aula abbia bisogno di un approfondimento, perché è una questione delicata, noi abbiamo bisogno anche di una simulazione per capire che cosa possa succedere rispetto ad un accorpamento degli Hub calabresi.
Ritengo che un’Assemblea legislativa di rispetto in una materia come questa debba approfondire e credo che la Commissione sia la sede deputata all’approfondimento e, poi, una volta avuti gli approfondimenti e la documentazione necessaria, a decidere in merito a questa questione.
Quindi, possiamo procedere con la votazione. Abbiamo votato il subemendamento, cosa si vuole fare con l’atto di indirizzo, quindi possiamo votare quest’atto di indirizzo …
Che lo si scriva, nel frattempo.
Pongo in votazione l’atto di indirizzo con autorizzazione al coordinamento formale.
(E’ approvato)
E’ approvato l’atto di indirizzo da trasferire al Presidente della Giunta.
Emendamento protocollo numero
1) Integrazione modale tra le rete ferroviaria italiana e regionale con la rete degli autoservizi su gomma;
2) Eliminazione delle duplicazioni dei servizi su gomma sulla medesima relazione razionalizzando il servizio del vettore che risulti titolare dell’originaria concessione;
3) Promozione di processi di integrazione organizzativa e gestionale nell’ambito delle aree urbane fra servizi urbani ed extraurbani;
4) Rinegoziazione dei contratti di servizio con Trenitalia e Ferrovie della Calabria che preveda una redistribuzione dei treni/km mirata ad ottimizzare l’offerta commerciale ed a conseguire un contenimento complessivo dei costi chilometrici>”.
L’emendamento che è all’esame – l’ha già anticipato il consigliere Bova – sottintende, in qualche modo, la stessa concezione che ci ha motivato per presentare la riforma delle aziende ospedaliere per la costruzione dell’azienda unica regionale. Certo, qui, c’è stata una sollecitudine diretta, maggiore, perché non penso che il Presidente Scopelliti o l’assessore Mancini abbiano mai pensato di tagliare tout court il Fondo regionale trasporti, così com’è avvenuto per questo capitolo; le condizioni del bilancio lo richiedono come una costrizione o, se volete, come una necessità.
Ecco, il tema è proprio questo: che facciamo in questa legislatura? Andiamo avanti così anno dopo anno? Non ce la faremo e non solo nel 2015, non ce la faremo nemmeno l’anno prossimo. Francamente, trovo arduo pensare che il prossimo anno si risolverà la questione di quel fondo che quest’anno è sottoposto ad un taglio, poi recuperato – ho visto – dall’emendamento del consigliere Orsomarso e dall’incontro che, da quanto ho saputo, ha tenuto lo stesso Presidente della Giunta regionale con i sindacati e le associazioni dei trasporti nelle ore che precedono questo Consiglio regionale. Non pensiamo che l’anno prossimo si sia in grado di fronteggiare meglio questo problema; se non c’è a monte, anche qui, un intervento, non ce la faremo. E qual è l’intervento richiesto? Abbiamo già tutta la legislazione che ci guida verso le procedure concorsuali per l’assegnazione dei contratti di servizi, quindi, di fatto, il superamento definitivo del sistema delle concessioni per quanto riguarda il trasporto pubblico locale e l’organizzazione della rete trasportistica regionale.
Beh, cosa proponiamo con questo emendamento,
onorevole Fedele e assessore Mancini? Diamo dei tempi entro i quali, secondo alcuni princìpi,
Poi ho letto che su questo, nei giorni scorsi, non l’aveva fatto in
Aula, ma ho letto una dichiarazione sulla stampa fatta nei giorni successivi alla seduta del Consiglio regionale, quando discutemmo di
questo punto, dall’onorevole Presidente Scopelliti, che ad un certo punto ha
reagito anche lui contro Trenitalia.
Mettiamo su
una legge che prevede la rinegoziazione dei contratti con Trenitalia, magari
separando il treno dalla gomma, e non sta scritto da nessuna parte – di questo
ne sono convinto – che l’azienda regionale o quella che dovrà essere
compiutamente regionalizzata, quindi l’azienda nostra della Regione Calabria,
faccia solo ferro per quanto riguarda il trasporto pubblico locale e gli
autoservizi devono essere attuati secondo le forme organizzate, fino a quando
non ci sono le gare, dai Consorzi per come stabilito con legge.
Quindi una
norma di programmazione che ci consenta di fare i conti prima che arrivi il
nuovo bilancio, anzi i conti glieli porteremmo noi o, meglio, glieli dovrebbe
portare l’organizzazione del servizio del trasporto pubblico locale a Giacomo
Mancini e potrebbero essere dei conti che, secondo me, convinceranno; spendendo
di meno magari riusciamo a dare anche un servizio di qualità migliore e più
efficiente. Questo è lo scopo a cui stiamo lavorando.
La parola all’onorevole Orsomarso.
Intervengo per dire che l’emendamento del collega Adamo e tutto il ragionamento politico da lui avanzato rientrano nella nostra piattaforma di riforma del settore. L’abbiamo già fatto l’anno scorso, riducendo con una razionalizzazione del 3 per cento i servizi, ci accingiamo a farlo con una razionalizzazione di tipo economico, cioè attraverso il nuovo Piano regionale dei trasporti.
Trenitalia non fa gomma, fa soltanto ferro, semmai è Ferrovie della Calabria che fa gomma e ferro. Anche lì siamo intervenuti perché c’era un buco di 100 milioni di euro, quindi stiamo accompagnando il recupero attraverso un accordo epocale con i sindacati, che prevede una riduzione delle spese e quant’altro.
Mi piace ricordarlo – l’ho detto in premessa quando avete fatto l’intervento sul bilancio – che delle cose accadono, viaggia da qualche settimana un treno nuovo che non abbiamo inaugurato, però c’è, ed è un piccolo nuovo risultato sull’avanzamento.
Tutto il trasporto pubblico locale dovremmo organizzarlo con dei tecnici, sta per finire una selezione di figure professionali, cioè ingegneri dei trasporti e altre competenze specifiche, che dovranno servire la politica e quindi l’azione di riforma che avverrà in questo Consiglio regionale a partire da gennaio, perché da gennaio saremo pronti con i tecnici. Infatti gli aggiustamenti in questi anni sono stati estemporanei, fatti solo dalla politica, molte volte non coerenti, con chilometraggi dati così, a seconda se l’assessore era Orsomarso di Cosenza piuttosto che… cioè questo è stato, secondo me, avendo lavorato in questi undici mesi ai trasporti, il vizio di forma e di sostanza del passato.
Ben vengano tutte le buone intenzioni dell’onorevole Adamo, quindi, che insieme a noi con i suoi contributi potrà modificare il piano dei trasporti. Non so se è ammissibile l’emendamento, insomma si può recepire come ordine del giorno, quindi sono intervenuto perché, politicamente, può andare bene questo indirizzo.
Quindi lo trasformiamo in ordine del giorno. Parere del relatore?
Favorevole all’ordine del giorno.
Parere della Giunta?
Favorevole come ordine del giorno.
Pongo in votazione l’emendamento da trasformare in ordine del giorno…
No, Presidente, scusi, posso anche ritirarlo l’emendamento, ma non sono d’accordo a trasformarlo in ordine del giorno, cioè la lasciamo così.
Si è aperta la discussione. Sono convinto che questa questione, questa problematica – chiedo scusa a Orsomarso, non mi riferisco assolutamente né al suo lavoro né al suo intervento che ha pronunciato or ora – non la banalizziamo. Prevedo che per l’anno prossimo saremo in condizioni peggiori di adesso: o diamo una stretta con princìpi vincolanti che solo una legge ci può dare oppure non ce la faremo né con Trenitalia, né sulla razionalizzazione per superare le duplicazioni, né per l’integrazione ferrovie su gomma, né per la relazione tra urbano ed extraurbano, perché so bene che l’emergenza prevale.
Questo è un viatico che
Non insisto per votarlo, ovviamente rispetto l’orientamento della maggioranza anche se non lo condivido, ma che si possa trasformare questo in un ordine del giorno per banalizzare la questione, vi dico di non farlo, perché una cosa è una legge, un’altra cosa è l’ordine del giorno..
Qui non serve nemmeno un atto di indirizzo, qui le leggi ci sono. In fondo, cosa andiamo a scrivere? Quello che già le leggi ci dicono. Certo, c’è il punto forte sull’integrazione ferro-gomma e su Trenitalia. Non lo vogliamo fare? Bene, mi auguro che si possa comunque fare lo stesso senza legge, onorevole Orsomarso, ma non lo facciamo in ordine del giorno, ve ne supplico, cioè ritengo che diventa retorica questa dell’ordine del giorno che ci mette la coscienza a posto, ma non ci fa affrontare i problemi. Altra cosa è una legge.
Non è polemica la mia interpretazione, lo dico seriamente, tant’è che non forzo per metterlo ai voti, non voglio che si metta ai voti, lo ritiro, punto e basta.
Quindi è ritirato l’emendamento protocollo numero 59562.
Andiamo avanti col prossimo emendamento a firma degli onorevoli Adamo e Bova, protocollo numero 59565, a firma dei consiglieri Adamo e Bova, che così recita: “Art. 36 quinques.
Anche ai sensi dell’art. 5 della legge regionale n. 15/2008 la Giunta regionale è autorizzata a definire e ad approvare un piano triennale volto a sostenere e favorire l’inclusione sociale dei cittadini senza lavoro attraverso l’assegnazione di un voucher mensile consistente in una erogazione monetaria non superiore a 500,00 € mensili per un importo complessivo annuo non superiore a 6.000,00 €.
Possono beneficiare degli interventi previsti al comma precedente i cittadini che presentino domanda al bando di selezione pubblica che la Giunta regionale è tenuta a promulgare entro il termine di 90 giorni dall’approvazione della presente legge.
Possono presentare domanda di partecipazione al suddetto bando i cittadini in possesso dei seguenti requisiti:
a) Età non inferiore a 18 anni;
b) Residenza nel territorio regionale da almeno 5 anni;
c) Iscrizione da almeno due anni negli elenchi anagrafici previsti dall’articolo 4 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 7 luglio 2000, n. 442.
La Giunta regionale è autorizzata entro e non oltre 60 giorni dalla data di pubblicazione della seguente legge ad emanare apposito regolamento per indicare i criteri con cui si determina la priorità del diritto per i soggetti beneficiari, fino all’utilizzo delle risorse finanziarie disponibili e stanziate per la finalità di cui alla presente legge.
La copertura finanziaria della presente legge per l’anno 2012 è garantita dalla somma di 80 milioni di euro a valere sui fondi Por 2007-2013 (Fse) Asse III Inclusione sociale e della somma di 20 milioni di euro sui fondi Por 200/2013) (Fse) Asse I Occupabilità e sui fondi rinvenienti dalla legge nazionale 328/2000>”.
E’ bene chiarire ai colleghi, ed anche al coraggioso pubblico che ci ascolta, che qualcuno può obiettare “ma siete stati in silenzio tutta la serata, adesso Adamo-Bova, Adamo-Bova…”. Non dipende da noi, è dall’ordine con cui è stato predisposto l’ordine degli emendamenti, per cui inevitabilmente ci tocca il loggione, come ha detto l’onorevole Bova, quindi dobbiamo sottostare.
Anche questo – lo definisco così – è un “emendamento
provocazione”, non per farcelo bocciare o per non votarlo, ma per cominciare ad
aprire una discussione in Calabria che riguarda – certo, in maniera surrettizia
– la forma del reddito minimo garantito. Perché surrettizia? Perché sapete che
Perché – come sapete – in Europa ormai è legge da
molti anni, anzi l’orientamento del Parlamento
europeo, avete sentito Barroso l’altra sera, il quale ha posto l’urgenza
ai Paesi in difficoltà, in default, a
partire dall’Italia e dalla Grecia, di accompagnare alle misure di lacrime e
sangue e dei tagli nelle manovre finanziarie misure compensative, indicando
esplicitamente l’istituzione del reddito minimo. Solo l’Italia e
Noi qui che cosa diciamo? Se è vero tutto questo,
nel mentre va avanti la discussione in Europa e in Italia, anche il ministro
Fornero ha dichiarato che lo vuole introdurre. Non mi meraviglierei se lo
dovessi trovare nel decreto “mille proroghe”, magari se tutta questa
discussione è aperta sull’articolo 18, anche qui in Calabria vedremo cosa
succede, fatevi i conti di quante aziende e di quanti lavoratori in Calabria
potrebbero godere dell’articolo 18. Secondo me, molto, molto poche. Ormai,
soprattutto in una regione come
Allora la nostra idea qual è? Di sperimentare, su questo ci sono anche iniziative di legge popolare, addirittura già una proposta di legge è stato presentata, ho letto sui giornali, che un’altra proposta legge verrà presentata nei prossimi giorni, sono state raccolte firme e delibere di Consigli comunali all’unanimità, cito uno per tutti il Comune di Acri diretto dal sindaco Gino Trematerra, nonché segretario regionale di un importante partito della maggioranza di governo.
In attesa che tutto questo avvenga e si verifichi,
partendo dalla legge regionale numero 15 del 2008, che all’articolo 5
interpreta alcune norme, dà indicazione con alcune norme su come fronteggiare
il disagio provocato dallo stato di povertà sociale, in coerenza con quella
legge, proviamo a sperimentare in Calabria questa forma. Altre Regioni già lo fanno,
Allora vediamo se, utilizzando i fondi dell’inclusione sociale, i fondi della legge nazionale 328 del 2000, quella sulla povertà, riusciamo ad istituire un fondo che sperimenti in Calabria per una platea limitata, non universale, per soggetti di età non inferiore a 18 anni, che siano iscritti all’ufficio di collocamento da almeno due anni, la Giunta faccia un Regolamento per definire i criteri di accesso a questo diritto, per qualche migliaio di cittadini, vediamo se lo possiamo sperimentare. Penso che questa sarebbe, innanzitutto, per questa situazione una misura anticiclica.
Ho apprezzato molto l’attivazione, finalmente, dell’edilizia sociale, mettere quei fondi, nell’economia calabrese significa molto, ma anche questa può essere una misura anticiclica, perché aiuta la crescita dei consumi e soprattutto crea quel distacco tra lavoro e reddito che consente a tanta gente di liberarsi dal bisogno del ricatto del lavoro precario, perché se uno prende 500 euro al mese, è difficile che possa andare a lavorare per un’impresa, un’azienda a 400 euro.
Il ricatto del precariato: finiamola con questa storia, perché anche intorno alla Regione abbiamo allevato tutti, me per primo, eserciti di precari che stanno a vita in attesa di essere stabilizzati come lavoratori a posto fisso nel pubblico impiego. La chiuderemmo.
Potremmo andare a razionalizzare anche quel sistema delle cooperative B, dove si trovano coinvolti alcuni Comuni, il Comune di Reggio Calabria, il Comune di Cosenza, il Comune di Catanzaro. Debbo esprimere solidarietà, lo dico per quello che ho letto sui giornali. Dov’è Principe? Non lo vedo.
La vicenda di Rende: ma vi rendete conto che a Rende, se capisco bene – non mi pronuncio nel merito dell’ordinanza giudiziaria, ci mancherebbe altro – cos’è in discussione? Il rapporto tra il Comune e una cooperativa che, per legge, andava costituita in quel modo. Dico poveri amministratori non soltanto per le tasche finanziarie, ma anche per i rischi che si corrono in questo senso, cioè potremmo avere una condizione dove anche la ricerca del lavoro diventa un’altra cosa.
Lasciatemelo dire, alla fin fine forse anche il messaggio che lanciamo ai calabresi è più positivo di quanto si possa pensare, se è vero, come è vero, che ai cittadini calabresi possiamo dire: “Meglio 500 euro al mese dallo Stato come reddito vitale, mensile e non magari qualcosa in più, 700-800 euro al mese dalla mafia, per andare a delinquere e a commettere crimini”! Anche questo ci aiuta a far liberare dal bisogno del ricatto mafioso, perché se la mafia in questi nostri Comuni ad un giovane garantisce uno stipendio di 800-1.000 euro al mese in maniera costante dalla cosiddetta bacinella e quello si mette a fare la manovalanza della mafia, non c’è dubbio che questo sta diventando un problema non soltanto per noi e per la politica, ma anche per questa istituzione.
Parere del relatore?
Credo che sia preferibile ritirare l’emendamento in discussione, però lo prendiamo come spunto di discussione riguardo ad un tema importante, che certamente non è di poco conto. Quindi, proporrei al consigliere Adamo di ritirare l’emendamento, che prendiamo, però, come spunto per una discussione anche a breve.
Ha chiesto di intervenire l’onorevole Bova. Ne ha facoltà.
Quindi prevediamo una sessione in Commissione per poi avere una riflessione in Consiglio, questo serve, in gennaio, febbraio. Noi capiamo, però vogliamo che si discuta seriamente. Siccome molto probabilmente tenterà di farlo il nuovo Governo nazionale, una volta tanto…! Gli ultimi non è che saranno i primi, ma bisogna darsi una mossa! Va bene?
Va bene, possiamo inviarlo in Commissione.
Onorevole Giordano, prego.
Presidente c’è l’emendamento protocollo numero 59320 che così recita: “Dopo l’articolo 33 è inserito il seguente <Art. 33bis (Istituzione del fondo regionale per la non autosufficienza), forse non è stato inserito nel brogliaccio.
Lo trattiamo dopo, perché ci sono altri due emendamenti.
Se lo possiamo discutere.
Lo rinviamo, un attimo solo. C’è l’emendamento a firma dell’onorevole Fedele, protocollo numero 59475, che riguarda il Segretario generale e che così recita: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 13 maggio 1996, n. 8 <Norme sulla dirigenza e sugli uffici del Consiglio regionale>
Articolo unico
1. All’art. 6, comma 1, dopo la parola “Il Segretario Generale” è inserita “,”;
2. All’art. 6, il comma 1 lettera a) è sostituito dal seguente: “Il Segretario Generale assicura l’attuazione degli indirizzi e degli obiettivi stabiliti dall’Ufficio di Presidenza, fornisce l’assistenza tecnico giuridica al Presidente del Consiglio regionale, all’Ufficio di Presidenza ed all’Assemblea legislativa, nonché assicura il collegamento con le strutture amministrative di vertice della Giunta regionale; la Direzione generale sovrintende all’attività amministrativa e gestionale dell’ente perseguendo livelli ottimali di efficacia, efficienza ed economicità;
3. All’art. 6 è aggiunto il seguente comma 3.: Il Segretario generale è nominato dal Presidente del Consiglio, su designazione dell’Ufficio di Presidenza. E’ organo di diretta collaborazione ed assistenza tecnico-giuridica del Presidente del Consiglio regionale, dell’Ufficio di Presidenza e dell’Assemblea legislativa e assicura il collegamento con le strutture amministrative di vertice della Giunta regionale. Al medesimo si applicano le disposizioni previste per il Segretario generale della Giunta regionale.
4. L’art. 7 è sostituito dal seguente:
1. Il Dirigente preposto alla direzione generale è nominato dal Presidente del Consiglio, sentito l’Ufficio di Presidenza, coordina le strutture organizzative del Consiglio ed opere alle dirette dipendenze del Presidente del Consiglio regionale. Inoltre, il direttore generale svolge i seguenti compiti:
a) cura l’attuazione dei programmi definiti dall’Ufficio di Presidenza, e a tal fine adotta progetti la cui gestione è attribuita ai dirigenti, con l’indicazione e l’attribuzione delle risorse occorrenti alla loro realizzazione;
b) esercita i poteri di spesa, nei limiti degli stanziamenti di bilancio, definendo i limiti della spesa che i dirigenti possono impegnare;
c) determina, informandone le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, secondo i principi e le direttive dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, i criteri generali di organizzazione degli uffici definendo in particolare l’orario di servizio, l’orario di apertura al pubblico e l’articolazione dell’orario contrattuale di lavoro, in relazione alle esigenze funzionali della struttura organizzativa cui è preposto;
d) adotta gli atti di gestione del personale e provvede alla attribuzione dei trattamenti economici accessori spettanti al personale nel rispetto di quanto stabilito dai contratti collettivi;
e) promuove la resistenza alle liti, la negoziazione e la stipula di contratti, la conciliazione e la transazione;
f) coordina le attività dei responsabili dei procedimenti individuati in base alla legge 7 agosto 1990, n. 241;
g) verifica e controlla le attività dei dirigenti anche con poteri sostitutivo in caso di inerzia degli stessi;
h) chiede pareri agli organi consultivi della amministrazione;
i) propone nei confronti dei dirigenti, le misure sanzionatorie e ripristinatorie in caso di responsabilità penale, civile, amministrativa e disciplinare;
j) esprime parere all’Ufficio di Presidenza per l’attribuzione delle funzioni ai dirigenti.
2. Il Presidente del Consiglio sentito l’Ufficio di Presidenza, può conferire al medesimo dirigente la carica sia di Segretario generale che di direttore generale.
3. I Dirigenti preposti alla direzione delle aree funzionali:
a) Assicurano l’integrazione di ambiti di competenze o di funzioni intersettoriali in coerenza con gli obiettivi e nell’ambito degli indirizzi definiti dal Segretario generale;
b) Supportano il Segretario generale nell’assistenza agli organi di direzione politica;
c) Coordinano le proposte dei responsabili dei settori per l’elaborazione dei programmi;
d) Curano l’attuazione dei programmi e delle direttive generali, assicurando l’unitarietà di azione dell’area;
e) Indirizzano, coordinano e verificano l’attività dei settori costituiti all’interno dell’area o il complesso di attività inerenti alle funzioni trasversali di cui assicurano l’integrazione;
f) Assumono nei confronti dei dirigenti dell’Area poteri sostitutivi in caso di inerzia previa comunicazione;
g) Assumono procedimenti disciplinari nei confronti del personale non appartenente alla qualifica dirigenziale assegnato all’area;
h) Convocano e presiedono periodiche riunioni dei dirigenti preposti alle strutture dell’area.
4. Il trattamento economico dei dirigenti di area funzionale è definito dall’Ufficio di Presidenza.
5. L’art. 7bis è sostituito dal seguente:
“Le strutture speciali del Segretario generale e della direzione generale sono composte ciascuna da tre unità di personale di cui due possono essere esterni alla pubblica amministrazione”;
6. All’articolo 13, comma 2, dopo “Segretario generale” sono aggiunte le parole “ed al Direttore generale”;
7. All’articolo 14, comma 1, lettera a) dopo “diploma di laurea” sono aggiunte le parole “specialistica/magistrale”;
8. Al titolo dell’art. 15 dopo “Segretario generale” sono aggiunte “direttore generale”;
9. All’art. 15, comma 1, dopo “Diploma di laurea” sono aggiunte le parole “specialistica/magistrale”
10. Al titolo dell’art. 17, dopo “Segretario generale” sono aggiunte “e del”
11. All’art. 22, comma 1, dopo “Segretario generale” sono aggiunte “ed alla direzione generale>”.
Questo è un emendamento, che mira a dare attuazione al principio di separazione delle competenze in capo al Segretario generale e al Direttore generale del Consiglio regionale, alla luce anche delle modifiche intervenute con l’articolo 43 della legge regionale 29 dicembre 2010, numero 34, laddove si dava facoltà al Presidente del Consiglio, sentito l’Ufficio di Presidenza, di operare la scelta tra soggetti diversi, quindi la separazione delle competenze tra i due ruoli.
La parola all’onorevole Battaglia.
Guardi, Presidente, credo che questo emendamento non possa trovare accoglimento da parte dell’Aula, perché già l’anno scorso si era delineata una separazione e ci è stato detto, in quella fase: “è una questione di principio, non significa che l’introduzione del direttore generale e del Segretario generale poi troverà attuazione”. In realtà, quello era l’inizio ed oggi arriviamo a fine corsa!
Ritengo che un Consiglio regionale non abbia
necessità di un direttore generale, perché è vero che nelle amministrazioni
attive è prevista questa figura dalla legge nazionale, ma per la specificità della sua attività il
Consiglio regionale, invece, non ha necessità di questa figura, perché il Consiglio
regionale non è un ente o un organismo come
Allora, per i compiti che questa Assemblea ha, la figura del Segretario generale è già sufficiente. Voglio ricordare, tra l’altro, che l’Ufficio di Presidenza ha provveduto, nel corso del tempo, anche a configurare aree, a determinare un assetto.
Allora l’introduzione di questa figura significa
solo un aggravio di spese e una duplicazione di competenze dopo un processo di
razionalizzazione che c’è stato in questi anni. Questo è il punto e questo è il
risultato finale che questa proposta ha. In un momento nel quale la pubblica
amministrazione dovrebbe tentare di diventare sempre più snella, di sfoltire
figure, professionalità e personale, perché siamo il Paese che dedica il 57 per
cento del Pil alla spesa pubblica per pagare gli apparati, andiamo in
controtendenza avanzando questa
proposta. Tra l’altro, essendo una proposta di riordino da parte del Consiglio
regionale, non riesco a capire perché non se ne faccia carico
Rispetto a queste considerazioni, poi c’è un subemendamento presentato, nell’ipotesi in cui l’Aula volesse accogliere questa proposta. Non so se lo devo illustrare dopo, se mi darà dopo la parola, Presidente, per illustrare il subemendamento. Lo illustro.
Tra l’altro la proposta provoca un ulteriore aggravio di costi, perché andiamo ad introdurre la struttura speciale per il direttore generale con tre unità, di cui due possono essere esterni alla pubblica amministrazione.
Nell’ipotesi in cui l’Aula volesse fare proprio l’emendamento in generale, quantomeno chiedo l’accoglimento del subemendamento che prevede che la struttura speciale sia composta da personale interno, perché abbiamo un organico che, secondo me, è nelle condizioni di affrontare le questioni. Infatti, non riesco a capire perché l’apparato burocratico, in questo caso il direttore generale, ma lo stesso Segretario generale, deve attingere all’esterno per la propria struttura, considerato che veniamo dall’espletamento di concorsi di alta professionalità e considerato che abbiamo un organico che, via via, è aumentato.
Per cui chiedo un voto contrario a tutto l’emendamento. Ove questo non dovesse avvenire, chiedo che venga votato questo subemendamento che tenta di contenere al minimo le spese.
Volevo rassicurarla che non c’è aumento di spesa, assolutamente, perché abbiamo approvato, prima di questo punto, un bilancio del Consiglio regionale. A lei non sarà sfuggito, avrà visto le cifre, siamo passati da 79 milioni a 73 milioni. Quindi qualsiasi cosa che lei definisce aggiuntivo di strutture e di cose sarà sempre e comunque compreso nell’ambito dei 73 milioni di euro. E’ un bilancio che abbiamo approvato, abbiamo avuto un confronto in Conferenza dei capigruppo e quindi la posso rassicurare sotto questo aspetto, non c’è un euro di aumento di spesa.
Dopodiché un Segretario generale del Consiglio regionale penso che debba avere la libertà, vista l’importanza e la delicatezza del ruolo che svolge un Segretario generale del Consiglio regionale, che è un ruolo legislativo…
Mentre prima fa delle riflessioni molto attente, prospetta anche un ruolo del Segretario generale che dovrebbe essere la garanzia dell’intera Aula, che sia separato dal direttore generale che, invece, ha un ruolo di gestione, operativo, di spesa, di verifica di tutti gli atti di gestione che vengono posti in essere dal Consiglio regionale. Quindi due figure che, negli anni passati, erano anche figure separate nell’organizzazione generale.
Già l’anno scorso il Consiglio regionale, con l’approvazione di una norma, ha provveduto ad individuare due figure, quella del Segretario generale e del Direttore generale. Con questa norma, invece, si vuole adesso procedere ad organizzare bene quali sono le funzioni dell’uno e le funzioni dell’altro, perché è volontà dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale nominare ed indicare un Segretario generale accanto al direttore generale. E’ una volontà dell’Ufficio di Presidenza per procedere ad effettuare, accanto alla figura del Direttore generale, anche un ruolo di Segretario generale che aiuta, serve per sostenere questo processo legislativo importante del Consiglio regionale.
Con questo emendamento si procede a fare questo. Lei lo potrà condividere o meno, però questo è l’emendamento che viene proposto e, quindi, procediamo, però dire aumento di spesa, avanzare delle idee lanciate così per buttare panico nell’opinione pubblica oppure nell’informazione calabrese, non è corretto, c’è solo la figura di un Segretario generale che si deve circondare di figure da scegliere per la delicatezza del ruolo che deve svolgere.
Volevo solo replicarle su questo.
(Interruzione)
No, alla fine, intanto votiamo il subemendamento. Parere del relatore?
Parere contrario.
Parere della Giunta? Contrario. Pongo in votazione il subemendamento con protocollo 59892 all’emendamento 59475, a firma dell’onorevole Battaglia che così recita: “Il comma 5 è così sostituito <Le strutture speciali del Segretario generale e della direzione generale sono composte ciascuna da tre unità di personale interno>”.
(E’ respinto)
Vorrei fare la dichiarazione di voto: me la fa fare?
Prego, per dichiarazione di voto.
Presidente, ho grande rispetto del suo ruolo dal punto di vista politico e istituzionale, oltre che per i rapporti umani eccezionali, però lei non può dire, a me, che faccio demagogia su questioni di spesa, perché sa che non è una cosa che mi appartiene. Ho posto un problema tecnico, lei ha voluto replicare. A me pare che la sua replica contenga un elemento che certamente non favorisce la sua conclusione.
La scelta di un abbattimento della spesa in generale non significa che sulla voce specifica non c’è un aumento di spesa, perché se c’è la possibilità di introdurre due figure esterne all’amministrazione, è chiaro che ci sarà l’aumento di spesa.
L’ultima annotazione, proprio perché non appartiene certamente a me un populismo che a volte, invece, viene praticato e sbandierato, magari non pubblicamente: lei parlava prima dei problemi legati alla legislazione. Abbiamo una struttura legislativa che si è arricchita di tante professionalità in virtù dei concorsi, quindi non posso accettare l’idea che questa struttura serva per fare un’attività di aiuto alla legislazione corrente, che incorre sempre nel giudizio della Corte costituzionale. Se lo volete fare, diciamo che serve per un problema di impostazione, però questo problema di impostazione ha dei costi, ma a prescindere dai costi, perché non mi scandalizzano i costi, il punto è che non c’è il beneficio, perché se ci fosse un rapporto positivo tra costi-benefici tutto andrebbe bene. Quindi, nel caso specifico, non c’è il beneficio, a prescindere dai costi, perché il beneficio legislativo lei lo può ottenere utilizzando tutti i funzionari interni dell’amministrazione, non c’è bisogno di ricorrere a professionalità esterne per svolgere determinate funzioni.
Lei vuole introdurre la figura del direttore generale? Non si capisce perché c’è la necessità di creare attorno alla figura del direttore generale un’ulteriore struttura speciale che non sia interna, perché già c’è la struttura speciale del Segretario, Presidente. Oggi aggiungiamo una struttura speciale per il direttore generale. Ritengo che questo sia superfluo.
Onorevole Battaglia, nella legge c’è scritto “di cui due possono essere”, quindi se ci saranno figure di riferimento e di fiducia per il delicato ruolo che devono svolgere nel Consiglio regionale, si provvederà, lasciamo all’autonomia del Segretario generale decidere che cosa deve fare rispetto alla scelta. Quindi non ci fasciamo la testa prima di rompercela, aspettiamo la nomina del Segretario generale, poi deciderà. Siccome c’è scritto “possono” e non “devono”, deciderà lui che cosa fare.
Presidente, per dichiarazione di voto.
Finiamo e poi le do la parola. Possiamo votare su questo emendamento.
Chiedo di intervenire per dichiarazione di voto su questo emendamento.
Prego, onorevole Giordano.
Non voglio appesantire la già lunghissima seduta, esplicitando il perché su questo emendamento diamo parere contrario, anche perché il collega Battaglia ha spiegato in lungo e in largo le ragioni per le quali riteniamo che non ci sia questa necessità di prevedere in un Consiglio regionale due ruoli, due funzioni e creare due strutture speciali. Ricordava che sicuramente c’è un contenimento del bilancio di previsione del Consiglio regionale, però questo non significa che queste due strutture, ovvero una struttura aggiuntiva non sia un costo; è un costo e c’è anche la previsione. Lei chiariva bene che non devono, ma possono essere figure esterne.
Qualora si votasse il subemendamento, siamo pienamente consapevoli che – questa è una nostra linea di principio – va valorizzato il personale interno, ed in questo Consiglio regionale di personale interno competente e capace ce n’è – ritengo – tanto.
Per questo motivo, ma soprattutto perché riteniamo non necessaria la creazione di due strutture speciali, di due funzioni in capo a due soggetti diversi, il nostro voto a questo emendamento è contrario.
Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 59475.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo numero 59320, a firma dell’onorevole Giordano, che così recita: “Dopo l’articolo 33 è inserito il seguente <Art. 33bis (Istituzione del fondo regionale per la non autosufficienza)
1. E’ istituito ai sensi della legge regionale del 2 dicembre 2011, n. ... (Norme per il sostegno delle persone non autosufficienti. Fondo per la non autosufficienza) che prevede la costituzione di un fondo regionale per la non autosufficienza, un nuovo capitolo di bilancio nell’ambito dell’Upb 6.2.01.05 con una dotazione per l’esercizio finanziario 2012 di euro 3.600.000,00.
2. La Giunta regionale è autorizzata ad apportare le conseguenti variazioni al documento tecnico di cui all’art. 10 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8. La somma potrà essere prelevata dalla dotazione di euro 3.000.000,00 sull’Upb 2.2.01.04 capitolo 6133103 (norme per l’incentivazione dello sviluppo turistico) che è soppressa e dalla dotazione di euro 600.000,00 sull’Upb 2.2.01.04 capitolo 22010415 (riordino della organizzazione turistica regionale) che è soppressa>”.
Questo emendamento riguarda la legge che abbiamo approvato il 2 dicembre, ossia le norme per il sostegno alle persone non autosufficienti e quindi la creazione del fondo per la non autosufficienza. Ricordo a me stesso e all’intero Consiglio che si è già tenuto anche un dibattito in Aula con qualche emendamento che mi sono pregiato di porgere, che è stato anche accolto. Soprattutto ricordo le parole dell’assessore Stillitani, che fece un appello al Consiglio regionale affinché, nel bilancio, quindi in questa sede e in questa occasione, si dotasse il fondo di riferimento di una congrua dotazione finanziaria, per rendere la legge operativa e dare finalmente quella risposta che una fascia di cittadini calabresi, di sfortunati calabresi aspettava.
Con questo emendamento, stante che nel bilancio di previsione non c’è nessun euro a copertura di questo fondo, proponiamo la dotazione di un capitolo specifico di 3 milioni e 600 mila euro che riteniamo, tuttavia, certamente non sufficiente, ma è un modo per iniziare a far creare questo fondo e a dare delle risposte. Riteniamo che queste risorse possano essere prelevate da altri capitoli: 3 milioni dal capitolo sulle norme per l’incentivazione dello sviluppo turistico e 600 mila euro dal capitolo sul riordino dell’organizzazione turistica regionale, che vengono così decurtati.
Riteniamo che questi due capitoli, per i quali non è nemmeno specificato quali sono le azioni che porrebbe in essere il dipartimento, possono e debbono, invece, prioritariamente essere destinati a dare una risposta ad una spesa sociale, ad un fondo importante, come importante l’ha ritenuto questo Consiglio regionale nella sua interezza e come l’assessore Stillitani – ricordo – fece appello a tutti noi, affinché non lasciassimo che questa legge fosse l’ennesima legge di principio, ma fosse una legge operativa capace di rispondere ai bisogni dei calabresi.
Parere del relatore?
Stiamo discutendo adesso, anche se questo emendamento veniva più avanti, perché in effetti era nell’altro blocco della finanziaria, però visto l’intervento, lo possiamo votare direttamente adesso.
Il parere non è favorevole, ma non perché il tema non sia importante o condivisibile, ma perché purtroppo non ci sono i fondi nel bilancio per poter fare un intervento del genere. Speriamo in un assestamento di poter recuperare dei fondi che possano andare in questo settore. In questo momento, purtroppo, il parere deve essere negativo solo per questo motivo.
Parere della Giunta?
Conforme a quello del relatore.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 59320.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo numero 59823, a firma degli onorevoli Talarico F., Tallini, P. Aiello, Caputo, Magno, Gallo, Pacenza ed altri, che così recita: “Integrazioni e modifiche legge regionale 14 febbraio 1996, n. 3 <1. Art. 17 – il periodo finale dell’art. 17, secondo comma, della L.R. 14 Febbraio 1996, è così sostituito “L’ammontare del versamento è determinato con riferimento alla indennità di carica percepita alla data di approvazione della presente legge>
1. Art. 19 <il comma 2 dell’art. 19 della Lr. 14 febbraio 1996, è così sostituito “la misura dell’assegno è calcolata sulla base delle modifiche dell’importo dell’indennità di carica di cui all’art. 1 comma 1, lettera a) percepita alla data di approvazione della presente legge”;
Al comma 3 dell’art. 19 della L.R. 14 febbraio 1996, n. 3 sono apportate le seguenti modifiche:
- La parola “ultima” è soppressa;
- Dopo la parola consigliere sono aggiunte le seguenti parole “alla data di approvazione della presente legge>”.
Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 59823.
(E’ approvato)
Passiamo all’altro blocco degli emendamenti che riguardano la legge finanziaria, però prima di procedere con la legge finanziaria, dobbiamo approvare l’articolo 37.
Pongo in votazione l’articolo 37 del Collegato.
(E’ approvato)
Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso per come emendato.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Esaurito il primo punto all’ordine del giorno, passiamo al secondo che riguarda la legge finanziaria.
(Interruzione)
Ha chiesto di parlare l’onorevole Adamo. Ne ha facoltà.
Presidente, le chiedo conferma perché rimanga quale
atto ufficiale, rispetto a quanto si è deciso durante la sospensione, per
precisare, per quanto riguarda l’emendamento sulla costituzione dell’azienda
regionale ospedaliera – mi
sembra di capire – che non abbiamo
votato quell’emendamento, che sarebbe il protocollo numero 59563, perché
sarebbe trasformato in atto di indirizzo.
(Interruzione)
Mi è
sembrato di capire, da quanto lei stesso mi diceva – e le chiedo conferma
ufficiale – che l’emendamento protocollo numero 59563 non è stato votato con
l’intesa dei presentatori e su richiesta del relatore, perché il contenuto di
questo emendamento va da sé che è come se fosse stato votato assumendo quella
decisione come atto di indirizzo da parte del Consiglio verso
Sì. Abbiamo
votato questo, onorevole Adamo; abbiamo approvato un atto di indirizzo da
formalizzare in coordinamento formale, sulla base dell’emendamento che lei
aveva prodotto, da inviare poi al Presidente della Giunta. Sotto questo
aspetto, gli uffici integreranno l’ordine del giorno per renderlo più completo.
Per
renderlo atto di indirizzo. Era una legge, è chiaro.
Atto di
indirizzo da trasferire al Presidente della Giunta. Abbiamo già fatto.
Possiamo
procedere all’esame della legge finanziaria, incominciamo con gli emendamenti.
Il primo è il protocollo numero 59404, a firma degli onorevoli Censore e
Principe. Poiché i proponenti non sono in Aula, decade.
Lo assumo io.
Si passa all’emendamento protocollo numero 59482, a firma dell’onorevole Fedele, che così recita: “Alle autorizzazioni di spesa disposte con l’art. 2 del disegno di legge in argomento disposte con l’allegata tabella C) sono apportate le seguenti modifiche:
Legge regionale |
Oggetto del provvedimento |
|
|||||
Giorno |
Mese |
Anno |
numero |
2012 |
Capitolo |
upb |
|
3 |
6 |
1975 |
28 |
Interventi regionali in favore degli Enti per la protezione e l’assistenza dei sordomuti |
60.000,00 |
4251104 |
6.2.01.07 |
13 |
11 |
2002 |
44 |
Iniziative regionali per la rappresentanza e la tutela dei ciechi calabresi |
75.000,00 |
62010705 |
6.2.01.07 |
|
|
|
|
Totale anno |
135.000,00 |
|
|
Alla relativa copertura finanziaria si provvede con la contestuale riduzione per euro 135.000,00 dello stanziamento di cui al capitolo 7001201 di cui alla tabella B allegata al disegno di legge “legge finanziaria”. Sono autorizzate le conseguenti modifiche al disegno di legge “Bilancio di previsione della Regione Calabria per l’anno finanziario 2012 e bilancio pluriennale per il triennio 2012-2014”.
Con questo emendamento abbiamo cercato di riparare ad una svista – si fa per dire – che c’era stata, in quanto sia per quanto riguarda l’assistenza ai sordomuti sia per quanto riguarda la tutela dei ciechi non poteva non essere destinato lo stesso importo dell’anno precedente. Queste categorie, così svantaggiate, non potevano subire decurtazioni rispetto alle previsioni del bilancio dell’anno scorso. Abbiamo, quindi, ripristinato la somma e proporrei l’approvazione di questo emendamento, che credo sia importante per queste due categorie.
Parere della Giunta?
Favorevole, anche perché non c’è un aggravio di spesa.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 59482.
(E’ approvato)
Gli emendamenti protocollo numero 59234 e
Emendamento protocollo numero 59369, a firma dell’onorevole Giordano, che così recita: “Alla tabella C richiamata dall’art. 2 della presente legge è apportata la seguente variazione <la dotazione di euro 269.500,00 sull’Upb 4.03.02.04 (interventi per lo sviluppo della cooperazione sociale) è ridotta ad euro 91.500,00 e contestualmente è aumentata di euro 178.000,00 (per un totale di euro 500.000,00) la dotazione di cui all’Upb 2.2.02.05 capitolo 6129101 (adozione di provvedimenti diretti alla promozione ed allo sviluppo della cooperazione legge regionale n. 13/1979)”.
Prego, onorevole Giordano.
Questo è un emendamento relativo ai fondi per la cooperazione regionale; c’è, a seguire, l’emendamento dei consiglieri Censore e Principe che è più preciso nella formulazione – non so se c’è l’onorevole Censore; in ogni caso, non è un emendamento di spesa aggiuntiva, ma è un emendamento che dalla fusione di due unità previsionali di base crea un’unica unità previsionale di base, che è quella dello sviluppo della cooperazione dei rapporti con i sistemi produttivi, che quindi avrebbe l’intera dotazione finanziaria.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 59369.
(E’ respinto)
L’emendamento protocollo numero 59387, a firma degli onorevoli Censore e Principe, così recita: “La dotazione della legge regionale quadro sulla cooperazione – del 6.12.1979, n. 13 – viene incrementata ad euro 416.500,00 a valere sulla dote finanziaria della L.R. 17.08.2009, n. 28, come indicato nella tabella a seguire:
Legge regionale |
Oggetto del provvedimento |
|
|||||
Giorno |
Mese |
Anno |
numero |
2012 |
Capitolo |
upb |
|
6 |
12 |
1979 |
13 |
Sviluppo della cooperazione e dei rapporti con i sistemi produttivi |
416.500,00 |
6129101 |
2.2.02.05 |
17 |
08 |
2009 |
28 |
Interventi per lo sviluppo della cooperazione sociale |
0,0 |
43020403 |
4.3.02.04 |
Questo intervento ci è stato chiesto dal mondo cooperativo; praticamente, prevede l’utilizzo di uno stanziamento di un fondo da loro non utilizzato, sempre inerente alla cooperazione, quindi se fosse possibile si dovrebbero trasferire queste risorse in un capitolo unico. Lo abbiamo già fatto anche nel bilancio l’anno scorso.
(Interruzione)
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 59387.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo numero 59400, a firma degli onorevoli Censore e Principe, sullo “sviluppo della cooperazione”.
(Interruzione)
E’ uguale? Quindi è ritirato.
L’emendamento protocollo numero 59470, a firma dell’onorevole Bilardi, così recita: “1. Alle autorizzazioni di spesa disposte con l’art. 2 del disegno di legge in argomento sono apportate le seguenti modifiche:
Legge regionale |
Oggetto del provvedimento |
|
|||||
Giorno |
Mese |
Anno |
numero |
2012 |
Capitolo |
upb |
|
6 |
12 |
1979 |
13 |
Adozione di provvedimenti diretti alla promozione e allo sviluppo della cooperazione |
-100.000,00 |
6129101 |
2.2.02.05 |
2 |
06 |
1980 |
25 |
Contributi alle associazioni regionali degli artigiani |
100.000,00 |
6122102 |
2.2.02.03 |
15 |
03 |
2002 |
15 |
Tutela, recupero e promozione artigianato artistico e tipico della Calabria (art. 20) |
200.000,00 |
22020306 |
2.2.02.03 |
|
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|
|
Totale anno |
200.000,00 |
|
|
2. Alla relativa copertura finanziaria si provvede per euro 200.000,00 con la riduzione della spesa prevista dall’art. 29 del collegato alla manovra di finanza regionale per l’esercizio 2012 relativo al fondo unico regionale per le attività produttive. Sono autorizzate le conseguenti modifiche al Ddl “provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale-finanziario. Collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2012” e al Ddl “Bilancio di previsione della Regione Calabria per l’anno finanziario 2012 e bilancio pluriennale per il triennio 2012-2014”.
3. All’articolo 29 del collegato alla manovra di finanza regionale per l’esercizio 2012 relativo al fondo unico regionale per le attività produttive dopo le parole “dell’internazionalizzazione” aggiungere le parole “e della promozione territoriale”.
(Interruzione dell’onorevole Bilardi)
Si illustra da sé.
L’emendamento riguarda interventi a favore degli artigiani e promozione dell’artigianato artistico, quindi il parere è favorevole.
La parola all’onorevole Battaglia.
Presidente, segnalo all’Aula questo emendamento non perché sia contro, tra l’altro sarei in conflitto di interessi a votare contro, ma è l’esempio di una conduzione non organica del bilancio e della discussione, perché con questo emendamento sostanzialmente si finanziano per 100 mila euro le associazioni di categoria, non gli artigiani – per chiarire il punto – e si finanziano in virtù di una legge che ha sempre finanziato le associazioni dell’artigianato. Voglio ricordare che per l’agricoltura sono inseriti più di 400 mila euro. Dopodiché, sempre sul fondo unico che si va a ridurre ancora di più, vengono recuperati altri 200 mila euro per l’artigianato artistico tradizionale.
Anche questo non è un fatto negativo, però voi avete un Collegato dove viene demolito il Comitato dell’artigianato artistico tradizionale e viene tutto accorpato al dipartimento. Contestualmente, senza entrare nel merito, si danno 200 mila euro al soggetto gestore, onorevole Fedele, della promozione dell’artigianato artistico tradizionale, tra l’altro riducendolo contestualmente, sempre in questo Collegato, dal trasferimento obbligatorio verso le Province a cui è stata data delega.
Cosa voglio dire? Che ci troviamo di fronte,
complessivamente, ad una incapacità di affrontare in maniera armonica la
problematica che riguarda le piccole e medie imprese e si va avanti per
strappi, per tamponare situazioni che si erano create e, quindi, in questa
disorganicità si finanzia un piede e non la testa, si finanzia un braccio e non
due braccia che servono a portare avanti
Non sono contro questo emendamento, cioè faccio parte di un’associazione di categoria, anzi dico che sono pochissime rispetto a quelle che negli anni precedenti sono state le somme stanziate per un’azione di supporto, sono pochissime rispetto alle somme stanziate per l’agricoltura, ma c’è la testimonianza di una non volontà di affrontare armonicamente tutta la questione.
Col fondo unico che continua a diminuire, non so cosa resterà alle imprese poi complessivamente, poiché non si capisce perché devono essere prese dal fondo unico per finanziare, giustamente, queste cose, ma che potevano e dovevano trovare accoglimento in altri capitoli. E poi non si capisce – non voglio ritornare sulle polemica – come si fa a recuperare i contratti per “Terina” più l’emendamento aggiuntivo di questa sera e non si riescono a trovare 100 mila euro o 200 mila euro senza prenderli dal fondo unico, che vanno a ridurre l’intervento per le imprese. Infatti, caro assessore alle attività produttive, Antonio Caridi, lei – ne parlavamo due minuti fa – sta chiudendo il 2011 senza un intervento per le piccole e medie imprese, perché i famosi 3 milioni di euro ancora non sono operativi. Speriamo che lo diventino, ma io ho dubbi – perché, con la delibera che avete approvato, Fincalabra vi porterà in un vicolo cieco. Dopodiché gli incentivi servono, però bisogna accedere alle banche per poterli utilizzare e voi non mettete i fondi di garanzia; non c’è uno sviluppo organico dell’azione a favore delle imprese.
Sono contento che finanziate le associazioni di categoria, sarei stato più contento se questa sera, avendo fra l’altro le disponibilità, avessimo dato come Consiglio regionale tutti insieme un’idea nuova rispetto all’emergenza che ci sarà il 1° gennaio con le banche che non concedono prestiti, che stanno chiudendo i fidi, che stanno strangolando quel poco di tessuto produttivo che c’è in Calabria.
Vota a favore, onorevole Battaglia? Non ho capito.
Sono stato chiaro, su questo emendamento mi astengo e ho spiegato anche i motivi; se si vuole utilizzare e strumentalizzare il bilancio della Regione, tentando di far passare l’idea che si danno 100 mila euro alle associazioni di categoria per risolvere il problema, rispetto a una legge che c’è da vent’anni e che ha sempre trovato in sede di proposta della Giunta una risposta, oggi mi pare molto riduttivo che si recuperino 100 mila euro con un emendamento.
Quindi si astiene. Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta?
Essendo a saldo zero, il parere è favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 59470.
(E’ approvato)
L’emendamento protocollo numero 59401, a firma degli onorevoli Censore e Principe, così recita: “La dotazione finanziaria della legge regionale 10 dicembre 2001, n. 34 (Norme per l’attuazione dello studio universitario in Calabria viene incrementata di euro 1.000.000 a valere sul fondo speciale di parte corrente Upb 8.1.1.01.01”.
(Interruzione)
Si illustra da sé. Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 59401.
(E’ respinto)
L’emendamento successivo, a firma dell’onorevole Giordano, protocollo numero 59371, così recita: “1. Alla tabella C richiamata dall’art. 2 della presente legge sono apportate le seguenti variazioni:
la dotazione finanziaria del capitolo inerente le norme per l’attuazione al diritto allo studio di euro 1.300.000,00 sull’Upb 4.2.02.01 è incrementata di euro 265.000,00 per un importo complessivo di euro 1.565.000,00 così determinata:
- La dotazione di euro 700.000,00 sull’Upb 4.3.02.03 capitolo 43020303 (Azienda Calabria lavoro) è ridotta ad euro 600.000,00 soppressa e contestualmente è aumentata la dotazione finanziaria di euro 100.000,00 di cui all’Upb 4.2.02.01 capitolo 3313101 (norme per l’attuazione del diritto allo studio
- la dotazione di euro 400.000,00 sull’Upb 2.2.04.03 capitolo 22040306 (norme per la salvaguardia della coltura e della qualità della produzione del bergamotto) è ridotta ad euro 300.000,00 e contestualmente è aumentata la dota di euro 100.000,00 di cui all’Upb 4.2.02.01 capitolo 3313101 (norme per l’attuazione del diritto allo studio).
- la dotazione di euro 165.000,00 sull’Upb 2.2.04.03 capitolo 22040310 (norme per la salvaguardia del cedro in Calabria) è ridotta ad euro 100.000,00 e contestualmente è aumentata la dotazione di euro 65.000,00 di cui all’Upb 4.2.02.01 capitolo 3313101 (norme per l’attuazione del diritto allo studio)”.
Si illustra da sé. Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
L’emendamento successivo, protocollo numero 59358, a firma dell’onorevole Giordano, così recita: “Alla Tabella C richiamata dall’art. 2 della presente legge sono apportate le seguenti variazioni: la dotazione finanziaria del fondo regionale per la non autosufficienza di euro 0,00 sull’UPB 6.2.01.05 è incrementata di euro 3.600.000,00 per un importo complessivo di euro 3.600.000,00, così determinata:
a) La dotazione di euro 600.000,00 sull’UPB 2.2.01.04 capitolo 22010415 (riordino dell’organizzazione turistica regionale) è soppressa e contestualmente viene assegnata al fondo regionale per la non autosufficienza all’UPB 6.2.01.05 (vedasi emendamento al Collegato alla manovra di finanza regionale);
b) La dotazione di euro 3.000.000,00 sull’UPB 2.2.01.04 capitolo 6133103 (norme per l’incentivazione dello sviluppo turistico) è soppressa e contestualmente viene assegnata al fondo regionale per la non autosufficienza all’UPB 6.2.01.05 (vedasi emendamento al Collegato alla manovra di finanza regionale)”
Ricordo che nell’esame del Collegato l’emendamento cui fa riferimento l’emendamento testé letto è già stato votato e respinto.
Non mi ripeto, ma voglio ribadire ancora una volta – e non mi stancherò mai di farlo – che è un grave errore, stasera, non trovare le risorse da quei capitoli che ho prima evidenziato, che sono i capitoli del turismo, a fronte di un Piano turistico che ha già destinato e trovato risorse congrue. Ripeto, è un grave errore, stasera, non finanziare il fondo per la non autosufficienza.
Parere del relatore?
Contrario, con le stesse motivazioni del precedente.
Parere della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 59358.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo numero
3.384.000,00 di euro prelevando dall’Upb 2.2.01.04;
5.000.000,00 di euro dal bilancio del Consiglio regionale (Upb 1.01.01.01);
3.000.000,00 di euro prelevando dai fondi di riserva diversi (Upb 8.02.01.04);
1.000.000,00 di euro dal fondo unico per le attività produttive (Upb 2.2.02.02);
900.000,00 euro dalla fondazione film commission (capitolo 52010253);
500.000,00 euro dalla comunicazione istituzionale Upb 1.02.04.02
da destinare ai capitoli di cui alla tabella allegata al fine di non provocare interruzioni nelle attività assistenziali e sociali del dipartimento n. 10”.
Questo è un problema serio e delicato che ci trasciniamo come Regione da un po’ di anni e, ovviamente, anche l’assessore Stillitani si trova ad affrontarlo quotidianamente con i titolari delle strutture. Avevamo tentato, l’anno scorso, di presentare un emendamento come Commissione, ma purtroppo non è stato possibile approvarlo per un problema di carattere tecnico-procedurale.
Questo emendamento è firmato dai componenti di maggioranza della terza Commissione, perché abbiamo voluto mettere all’attenzione di questa Assemblea un problema molto serio: mancano i fondi per le strutture. Stiamo parlando delle strutture socio-sanitarie, di quelle strutture che oggi in Calabria garantiscono un servizio molto importante. E’ un problema per i pazienti, ma per chi opera in questo settore come imprenditore ed anche per i dipendenti, è un mondo che interessa circa 7 mila dipendenti.
Avevamo preparato questo emendamento, cercando anche di fare uno studio per recuperare le risorse. Ci rendiamo conto che quest’oggi è impossibile approvare questo emendamento, però vogliamo proporre al Consiglio regionale un ordine del giorno, affinché si interessi di questo problema e, soprattutto, affinché l’esecutivo, l’assessore Mancini, titolare del bilancio in particolare, si impegni a trovare una soluzione per questo problema.
Abbiamo pensato di presentare quest’ordine del
giorno che vi leggo, sottoscritto dagli stessi firmatari, che “impegna
1) a reperire, in sede di assestamento di bilancio 2012, la copertura finanziaria della quota sociale relativa alle prestazioni socio-sanitarie erogate dalle strutture regolarmente accreditate, da destinare al capitolo 62010213;
2) ad emanare apposito atto di indirizzo ai dipartimenti ed enti competenti, al fine di comprovare ed attestare l’esistenza delle partite creditorie che le strutture regolarmente accreditate vantano nei confronti dell’amministrazione regionale, accertandone la relativa cessione agli istituti finanziari abilitati per legge allo smobilizzo dei crediti, uniformando i comportamenti tra gli enti territoriali (Asp) operanti in Calabria;
3) nelle more dell’approvazione della manovra di assestamento anno 2012, con la quale verrà garantita la copertura finanziaria annuale del fondo sociale, ad emanare apposito atto autorizzativo indirizzato al dipartimento numero 10 “politiche sociali” per la sottoscrizione dei contratti anno 2012, commisurando gli stessi anche a periodi infra-annuali in corrispondenza della copertura finanziaria”.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Guccione. Ne ha facoltà.
Credo che sia un atto di responsabilità la soluzione
di questo problema. Ho molto apprezzato l’emendamento proposto dai colleghi
Salerno, Chiappetta, Serra, Gallo, Parente e Vilasi, perché nelle audizioni che ci sono state nella
Commissione dei rappresentanti di queste strutture, che svolgono un lavoro
importante, è emerso un grido d’allarme e anche di dolore rispetto alla
prospettiva che riguarda i servizi importanti che le stesse erogano, servizi
sanitari e sociali, e per la quale
Avevamo già anticipato la trasformazione di un
precedente emendamento in ordine del giorno, però vorrei qualcosa in più:
l’impegno formale in quest’Aula, a cominciare dall’assessore Mancini e dal
Presidente della Giunta regionale, all’individuazione, in sede di assestamento,
delle risorse necessarie, perché non possiamo andarcene a casa con la coscienza
a posto per aver presentato un ordine del giorno. E’ già qualcosa, però ci deve
essere l’impegno formale in quest’Aula affinché, in sede di assestamento,
Pongo in votazione la trasformazione dell’emendamento, protocollo numero 59450, in ordine del giorno ed il suo contestuale inserimento all’ordine dei lavori.
(Il Consiglio approva)
Do lettura dell’ordine del giorno: “Il Consiglio regionale
impegna la Giunta regionale
1) A reperire, in sede di assestamento di bilancio 2012, la copertura finanziaria della quota sociale relativa alle prestazioni socio-sanitarie erogate dalle strutture regolarmente accreditate da destinare al capitolo 62010213;
2) Ad emanare apposito atto di indirizzo ai dipartimenti ed enti competenti al fine di comprovare ed attestare l’esistenza delle partite creditorie che le strutture regolarmente accreditate vantano nei confronti dell’amministrazione regionale, accertandone la relativa cessione agli istituti finanziari abilitati per legge allo smobilizzo dei crediti, uniformando i comportamenti tra gli enti territoriali (Asp) operanti in Calabria;
3) Nelle more dell’approvazione della manovra di assestamento anno 2012, con la quale verrà garantita la copertura finanziaria annuale del fondo sociale, ad emanare apposito atto autorizzativo indirizzato al dipartimenti n. 10 Politiche sociali per la sottoscrizione dei contratti anno 2012, commisurando gli stessi anche a periodi infra-annuali in corrispondenza della copertura finanziaria”.
Indi, lo pongo in votazione, unificato all’emendamento al Collegato, protocollo numero 59456, già trasformato in ordine del giorno, con autorizzazione al coordinamento formale.
(E’ approvato)
-Seguito
-
Presidente, c’era un emendamento di iniziativa del gruppo del Partito democratico che era in tale direzione, è stato illustrato brillantemente dal collega Guccione, quindi lo ritiriamo perché condividiamo l’ordine del giorno.
Emendamento protocollo numero 59355, a firma dell’onorevole Giordano, che così recita: “1. Alla tabella C richiamata dall’art. 2 della presente legge sono apportate le seguenti variazioni:
a) la dotazione finanziaria del fondo regionale delle politiche sociali di euro 15.120.000,00 sull’Upb 6.2.01.02 capitolo 4331103 è incrementata di euro 2.435.000,00 per un importo complessivo di euro 17.555.000,00 così determinata:
b) La dotazione di euro 1600.000,00 all’Upb 2.2.01.04 capitolo 6133104 (artt. 65 e 67 promozione turistica) è soppressa e contestualmente la dotazione di euro 15.120.000 Upb 6.2.01.02 capitolo 4331103 è ulteriormente aumentata di euro 600.000,00 (fondo regionale per le politiche sociali);
c) La dotazione di euro 135.000,00 sull’Upb 2.2.01.04 capitolo 22010413 (convenzioni con Fs per lo sportello informazioni e accoglienza turistica) è soppressa e contestualmente la dotazione di euro 15.120.000,00 Upb 6.2.01.02 capitolo 4331103 è ulteriormente aumentata di euro 135.000,00 ) (fondo regionale per le politiche sociali).”
Vorrei brevemente illustrarlo, fra l’altro si tratta del fondo regionale per le politiche sociali che è stato trattato con l’emendamento dei colleghi di maggioranza della terza Commissione e che rischia di fare implodere il sistema sociale di questa regione.
Con questo emendamento, già proposto in Commissione, riteniamo che la dotazione prevista, che subisce una contrazione di 5 milioni, sia totalmente insufficiente e possa essere incrementata e rideterminata attraverso il reperimento di risorse che vanno ad incidere su capitoli certamente non prioritari rispetto alla spesa sociale; mi riferisco al capitolo sulla promozione turistica, al capitolo della Film Commission che viene ridotto da 1 milione a 400 mila euro, quindi 600 mila euro a valere sulle politiche sociali, poi per 135 mila euro sul capitolo che riguarda le convenzioni con Fs per lo sportello d’informazioni e accoglienza turistica, in maniera tale da avere una dotazione finale pari a 17 milioni e 555 mila euro, che forse non è sufficiente, ma che, in qualche modo, potrebbe sopperire a una situazione che rischia di divenire drammatica.
Prendo atto dell’emendamento trasformato in ordine del giorno, però ritengo che non sia sufficiente, perché non possiamo sperare in un assestamento di bilancio. I problemi vanno risolti nel momento in cui si affrontano. Prendo atto dello sforzo dei colleghi, però ritengo che in questa sede bisognasse già individuare le risorse necessarie per questi capitoli.
Parere del relatore?
Contrario, perché, tra l’altro, quest’anno
Parere della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 59355.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo numero 59388, a firma degli onorevoli Censore e Principe.
(Interruzione)
E’ ritirato. L’emendamento protocollo numero 59236, a firma dell’onorevole Nucera, è decaduto. Anche gli emendamenti con protocollo numero 59665 e 59666, a firma dell’onorevole Ferdinando Aiello, sono decaduti, per assenza del proponente.
L’emendamento protocollo numero
L’emendamento riguarda un sostegno per i servizi dei trasporti, quindi viene riformulato con un subemendamento, e si allocano 7 milioni e 30 mila euro e la relativa copertura a valere sul capitolo 11010101 Upb 1.1.01.01, per 5 milioni; sul capitolo 28010301, Upb 280103, per 840 mila euro,e sul capitolo 36010102, per 1 milione e 190 mila euro.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Guccione. Ne ha facoltà.
Dichiaro il mio voto favorevole all’emendamento proposto dal consigliere Orsomarso.
Possiamo approvare all’unanimità questo emendamento?
(Interruzione)
Sì, va bene.
…sociale era all’unanimità, no? L’avevamo annunciato.
Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione il subemendamento per come illustrato.
(E’ approvato)
L’emendamento protocollo numero 59393, a firma degli onorevoli Censore e Principe, così recita: “La dotazione finanziaria della legge regionale 7 agosto 1999, n. 23 (Norme per il trasporto pubblico locale) viene incrementata di euro 2.400.000,00 a valere:
per euro 500.000,00 sull’art. 3 della legge regionale 11 gennaio 2006, n. 1 – capitolo 520102253;
per euro 400.000,00 sulla legge regionale 5 aprile 2008, n. 8 – capitolo 22010415;
per euro 200.000,00 sull’art. 2 della legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 – capitolo 32020306;
per euro 300.000,00sugli artt. 17 e 25 della legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 – capitolo 32020305;
per euro 500.000,00 sull’art. 1, comma 7, della legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 – capitolo 22040816; per euro 500.000,00 sul Fondo della spesa corrente UPB 8.1.01.01”.
Dato che noi abbiamo votato favorevolmente all’emendamento del consigliere Orsomarso, questo è un emendamento che incrementava quei fondi, quindi è assorbito.
Va bene. L’emendamento protocollo numero 59663, a firma dell’onorevole Ferdinando Aiello, è decaduto per assenza del proponente.
Emendamento protocollo numero 59394, a firma degli onorevoli Censore e Principe, che così recita: “La dotazione finanziaria della legge regionale 26 febbraio 2010, n. 8 (Collegato alla manovra di finanza per l’anno 2010, art. 1 comma 1 stipendi del personale delle Comunità montane) viene incrementata di euro 2.500.000 a valere:
per euro 700.000 sull’art. 3 della legge regionale 11 gennaio 2006, n. 1 – capitolo 52010253;
per euro 300.000 sulla legge regionale 5 aprile 2008, n. 8 – capitolo 22010415;
per euro 200.000 sull’art. 2 della legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 – capitolo 32020306;
per euro 300.000 sugli artt. 17 e 25 della legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 – capitolo 32020305;
per euro 500.000 sull’art. 1, comma 7, della legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 – capitolo 22040816;
per euro 500.000 sul fondo della spesa corrente Upb 8.1.01.01”.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Censore. Ne ha facoltà.
Su questa questione delle Comunità montane, Presidente, ci terrei che ci fosse uno sforzo in più per garantire gli stipendi ai lavoratori, perché ci sono Comunità montane più virtuose che hanno pagato fino a settembre, altre sono ancora indietro con gli stipendi. Anzi mi si chiedeva se era possibile fare un aggiustamento tecnico – cosa che so non essere possibile – per risolvere i debiti pregressi relativi ai pagamenti degli stipendi.
Chiederei, quindi, un incremento di questo stanziamento.
Prego, onorevole Fedele.
Onorevole Censore, quando abbiamo fatto le audizioni con le Comunità montane, abbiamo preso un impegno davanti ai loro Presidenti ed ai componenti che ci sarebbe stato un interessamento da parte del Consiglio regionale verso queste categorie, in modo particolare per reperire i fondi per poter pagare gli stipendi almeno per tutto il periodo che questi avanzano. Tra l’altro, c’è disparità – come lei sa – tra alcune Comunità montane ed altre. Non solo, ma quest’ordine del giorno che possiamo formulare oralmente, Presidente, poi lo possiamo stendere anche in coordinamento formale in maniera più dettagliata, per far sì che il Governo sblocchi i fondi per la montagna che possono servire anche per questo settore.
L’emendamento, protocollo numero 59394, è trasformato in raccomandazione perché si individuino in sede di assestamento di bilancio i fondi che mancano al completamento del capitolo.
Pongo ai voti l’inserimento all’ordine dei lavori dell’ordine del giorno per sbloccare i fondi sulla montagna.
(Il Consiglio
approva)
Pongo ai voti l’ordine del giorno per il quale si erano impegnati i capigruppo nell’incontro con le Comunità montane, affinché il Governo sblocchi i fondi sulla montagna, di cui do lettura: “Il Consiglio regionale
premesso che
i dipendenti delle venti Comunità montane della Calabria sono tutti stati assunti con la legge 285/77 "Provvedimenti per l'occupazione giovanile";
con la legge 29 febbraio 1980 n. 33 di (conversione del d.l. 30 dicembre 1979, n. 663), all'articolo 261septies ha stabilito che, le disposizioni di cui agli articoli 26-ter e seguenti del presente decreto-legge hanno valore di norme di principio e di indirizzo per le Regioni che provvederanno a disciplinare, con propria legge, l'istituzione di graduatorie uniche regionali e l'ammissione dei giovani anche in enti diversi da quelli presso i quali hanno prestato attività anche nelle forme previste dall'articolo 27 della legge 1 ° giugno 1977, n. 285;
con la legge regionale 13/1980 “Applicazione della legge n. 33 del 29 febbraio 1980 relativa all'occupazione giovanile" la Regione ha predisposto le norme per far sostenere l'esame di idoneità indetto, in attuazione dell'articolo 261septies della legge 29 febbraio 1980, n. 33, ai fini dell'iscrizione in speciali graduatorie uniche regionali per l'ammissione nei ruoli di enti pubblici operanti nella Regione anche diversi da quelli presso i quali hanno prestato attività;
con la legge 138/84 "Mobilità e sistemazione definitiva del personale risultato idoneo agli esami di cui all'articolo 26 del decreto-legge 30 dicembre 1979 n. 663, convertito in legge, con modificazioni, dalla legge 29 febbraio 1980, n. 33" una parte degli idonei sono stati immessi nei ruoli delle varie amministrazioni, e il restante personale è stato collocato in soprannumero nei ruoli organici del personale di pari qualifica degli enti presso i quali prestavano servizio;
inoltre, all'articolo 7 della legge 138/84 sono state previste le somme occorrenti per provvedere, dall’1 gennaio 1984, al trattamento economico dei giovani occupati e specificatamente alla lettera b) prevedeva che alle Comunità montane sarebbero state annualmente rimborsate dal Ministero dell'Interno, direttamente sulla base di apposite certificazioni e all'articolo 10 quantificava l'onere per l'applicazione per gli anni ‘84-‘85-‘86. Varie leggi di finanza locale hanno rifinanziato la legge 138/184, fino al "Riordino della finanza degli enti territoriali a norma dell'articolo 4 della legge 23 ottobre 1992, n. 421" Decreto Legislativo del 30/12/1992 n. 504, con il quale è stata storicizzata la spesa;
con il comma 52, articolo 1 della legge 23 dicembre 1996 n. 662 "Misure di razionalizzazione della finanza pubblica" le dotazioni organiche delle Comunità montane sono rideterminate in funzione dei posti coperti al 31 agosto 1996 quindi tutti gli idonei che erano stati collocati in soprannumero sono stati immessi nei ruoli organici dell'ente;
per le Comunità montane lo Stato concorre al finanziamento dei bilanci in sostanza con: Fondo ordinario (leggi finanziarie annuali) - Fondo consolidato (L. 285/77- L.730/86 in primis) - Fondo per lo sviluppo degli investimenti (d.l. 28/11/1988 n. 511, conv. in legge 29/89 e succ.);
nel Fondo consolidato dalli gennaio 1994 confluiscono le risorse relative, in primis, ai contributi per il finanziamento degli oneri derivanti dal personale assunto ai sensi della legge 1 giugno 1977, n. 285, previsti dall'articolo 9 del medesimo decreto-legge n. 415 del 1989, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 38 del 1990;
visto il comma 187 dell'articolo 2 della legge n. 191 del 2009 che ha stabilito la cessazione dei finanziamenti dello Stato alle Comunità montane previsto dall'articolo 34 del decreto legislativo 30 dicembre 1992 n. 504 e dalle altre disposizioni di legge relative alle Comunità montane;
vista la sentenza n. 326/2010 con la quale la Corte Costituzionale:
1) dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 2, comma 187, della legge 23 dicembre 2009, n. 191 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - legge finanziaria 2010), nella parte in cui:
nel primo periodo, nel richiamare l'articolo 34 dei decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504 (Riordino della finanza degli enti territoriali, a norma dell'articolo 4 della legge 23 ottobre 1992, n. 421), sopprime il concorso dello Stato al finanziamento delle Comunità montane con il fondo nazionale ordinario per gli investimenti;
nel medesimo primo periodo, contiene l’inciso «e dalle altre disposizioni di legge relative alle Comunità montane»;
nel secondo periodo prevede la devoluzione ai Comuni, già facenti parte delle Comunità montane, del trenta per cento delle risorse provenienti dal fondo ordinario nazionale per gli investimenti;
vista la Circolare della Finanza locale 9/11 con oggetto: istruzioni per la richiesta, da parte dei Comuni, delle Province, delle Comunità montane e delle ex IPAB del contributo erariale per il finanziamento della spesa sostenuta nell'anno 2010 per il personale cui è stata concessa l'aspettativa per motivi sindacali che si riporta in parte;
per quanto attiene invece le Comunità montane, si ricorda che tali enti erano stati esclusi dall'assegnazione del contributo per l'anno 2010 a seguito delle disposizioni di cui all'articolo 2, comma 187, della legge 23 dicembre 2009, n. 191 (legge finanziaria 2010), che aveva previsto quanto segue: "a decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge, io Stato cessa di concorrere al finanziamento delle Comunità montane previsto dall'articolo 34 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504, e dalle altre disposizioni di legge relative alle Comunità montane".
sulla materia è intervenuta la Corte Costituzionale che con sentenza n. 326 del 3 novembre 2010, depositata il 17 novembre 2010, ha riformato in parte il citato articolo 2, comma 187, dichiarando, tra le altre, l'illegittimità costituzionale dello stesso nella parte in cui si fa riferimento alla cessazione dei finanziamenti statali di cui alle "altre disposizioni di legge relative alle Comunità montane". Tra le altre disposizioni di legge rientrano le norme che disciplinano l'attribuzione del contributo erariale in esame.
Conseguentemente, per effetto di tale sentenza le Comunità montane sono da includere tra gli enti beneficiari del contributo erariale, come peraltro previsto dalla legge 5/1997, e potranno presentare la certificazione con l'indicazione della spesa sostenuta nell'anno 2010, unitamente alla certificazione relativa all'anno 2009, che non è stato possibile produrre in quanto vigevano le disposizioni dell'articolo 2, comma 187, della legge 191/2009.
visto che, dopo la sentenza della Corte Costituzionale il Ministero dell'Interno ha emesso la circolare sopra menzionata ed ha ristabilito di includere le Comunità montane tra i beneficiari del contributo erariale considerando tra le "altre disposizioni di legge relative alle Comunità montane" la legge 5/1997 dove all'articolo 1-bis stabilisce un contributo corrispondente alla spesa sostenuta, dal 1993 e per gli anni seguenti, dagli enti stessi per il personale cui è stata concessa l'aspettativa per motivi sindacali;
l'erogazione degli stipendi del personale delle Comunità montane e invece corrispondere un contributo per le spese per lo stesso personale ai quali viene concessa l'aspettativa per motivi sindacali;
Sottolineato che
le Comunità montane vennero istituite negli anni settanta dalla legge dello Stato come enti sovra comunali obbligatori, che in quanto tali iniziarono ad operare dotandosi del personale necessario allo svolgimento delle funzioni assegnate, e che essendo enti che vivono quasi esclusivamente di finanza derivata, con l'azzeramento dei fondi statali esse non potranno assicurare il pagamento degli stipendi al personale dipendente;
sicuramente il Fondo Consolidato per come evidenziato nella premessa deriva "da altre disposizioni di legge relative alle Comunità montane" che hanno prodotto impegni giuridici contrattuali tra soggetti istituzionali diversi, ineludibili e non modificabili; esso trovava fondamento in modo prevalente nella legge 285/77. Detto fondo si è consolidato alla data del 31.12.1987, ed è rimasto immutato nel tempo in base al d.l. 31/12/1988 n. 549; tale norma ha riguardato tutto il personale ex 285/77, assunto sia alle Comunità montane che ai Comuni, ai Ministeri, alle aziende sanitarie etc;
premesso che il fondo consolidato riguarda tutto il personale assunto con legge 285/77, assunto in tutti gli enti ed aver sostenuto il medesimo concorso per la immissione nel ruolo unico regionale (l.r. 13/1980), non si comprende perché solo ai dipendenti delle Comunità montane è stato soppresso e agii altri viene regolarmente erogato;
ritenuto per come emerge dalla legge 138/1984 e dalle successive circolari (5400/1984 e 24/1988) gli oneri del trattamento economico dei giovani assunti con la legge 285/77 idonei al concorso ed iscritti nelle graduatorie uniche regionali ai sensi dell'articolo 26 ter e 26 quater sono rimborsi ad personam, detti oneri successivamente sono transitati nel fondo consolidato per come previsto dall'articolo 39 del dlgs 504/92;
ritenuto che la cessazione delle risorse finanziarie per l'erogazione degli stipendi al personale delle Comunità montane fa venire meno la tutela dei livelli occupazionali;
tagli che il Governo ha imposto con le varie leggi di stabilità, ma che comunque da due anni prova a farsi carico degli stipendi del personale dipendente delle Comunità montane, riuscendo fino ad oggi a garantire l'erogazione solo una parte dell'anno 2011 per erogare tutti gli stipendi che mancano servono ancora 11 milioni di euro;
visto che il fondo consolidato per la Regione Calabria ammonta complessivamente per ogni anno a 8.186.692.43 euro;
Impegna
il Presidente del Consiglio e l'Assessore al Bilancio a trasmettere il presente ordine del giorno e a presentare istanza per le motivazioni sopra esposte al Ministero degli Interni Direzione Centrale Finanza Locale inerente il recupero del fondo consolidato per l'anno 2010/2011 che per la Regione Calabria ammonta a 16.379.384,86 euro previsti nel Capitolo P.G. 1318 del Ministero degli interni, e il ripristino di detto fondo a partire dall'anno 2012 da trasferire alla Regione Calabria considerato che si sta facendo carico degli stipendi del personale delle Comunità montane”.
(Il Consiglio approva)
-Seguito
-
Emendamento protocollo numero 59390, a firma dell’onorevole Censore, che riguarda i presìdi idraulici e così recita: “La dotazione finanziaria della legge regionale 19 ottobre 2009, n. 31 (Norme per il reclutamento del personale – Presidi idraulici) viene incrementata di euro 1.300.000 a valere:
per euro 300.000 sull’art. 3 della legge regionale 11 gennaio 2006, n. 1 – capitolo 52010253;
per euro 200.000 sulla legge regionale 5 aprile 2008, n. 8 – capitolo 22010415;
per euro 200.000 sull’art. 2 della legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 – capitolo 32020306;
per euro 200.000 sugli artt. 17 e 25 della legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 – capitolo 32020305;
per euro 200.000 sull’art. 1, comma 7, della legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 – capitolo 22040816;
per euro 200.000 sul fondo della spesa corrente Upb 8.1.01.01”.
Si tratta di prevedere un incremento del capitolo per quanto riguarda i lavoratori della sorveglianza idraulica.
Si illustra da sé. Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 59390.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo numero 59402, a firma dei consiglieri Censore e Principe, che così recita: “Onde favorire le attività di cooperazione interbibliotecaria tra i sistemi bibliotecari della Regione la dotazione finanziaria dell’art. 4 (Fono unico per la cultura) della L.R. 12 giugno 2009, n. 19, viene incrementato di euro 50.000,00 a valere sulla dotazione della legge regionale 8 giugno 1996, n. 13 (Forme collaborative per l’esercizio delle funzioni degli organi di direzione politica)”
Penso che si illustri da sé.
Parere del relatore?
Contrario per mancanza di fondi.
Parere della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 59402.
(E’ respinto)
L’emendamento protocollo numero 59292, a firma dell’onorevole De Masi, decade per assenza del proponente.
Lo faccio mio.
Do lettura dell’emendamento protocollo numero 59292: “Alla tabella C della proposta di legge numero 279/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2012 e pluriennale 2012-2014 (legge finanziaria) il finanziamento del capitolo 52010253 Upb 5.2.01.06 di euro 1.000.000,00 “Film commission” è ridotto ad euro 700.000,00;
i risparmi di cui sopra quantificati in euro 300.000,00 sono destinati all’Upb 5.2.01.02 per il finanziamento del Teatro stabile di Calabria della città di Crotone”.
Si illustra da sé. Parere del relatore?
Contrario per mancanza di fondi.
Parere della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 59292.
(E’ respinto)
L’emendamento protocollo numero 59395, a firma degli onorevoli Censore e Principe, così recita: “La dotazione finanziaria della legge regionale 2 marzo 2005, n. 8 (Collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2005, art. 1 commi 4 e 5 ex Fondo sollievo) viene incrementata di euro 3.000.000 a valere:
per euro 700.000 sull’art. 3 della legge regionale 11 gennaio 2006, n. 1 – capitolo 52010253;
per euro 400.000 sulla legge regionale 5 aprile 2008, n. 8 – capitolo 22010415;
per euro 200.000 sull’art. 2 della legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 – capitolo 32020306;
per euro 300.000 sugli artt. 17 e 25 della legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 – capitolo 32020305;
per euro 700.000 sull’art. 1, comma 7, della legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 – capitolo 22040816;
per euro 700.000 sul fondo della spesa corrente Upb 8.1.01.01”.
Si tratta di un incremento di fondi per il capitolo destinato ai lavoratori dell’ex Fondo sollievo.
Parere del relatore?
Contrario, sempre per le stesse motivazioni.
Parere della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 59395.
(E’ respinto)
L’emendamento protocollo numero 59299, a firma dell’onorevole De Masi, decade per assenza del proponente.
Presidente, anche questo lo faccio mio. Poniamolo ai voti, si commenta da sé.
Do lettura dell’emendamento protocollo numero 59299: “Alla tabella C della proposta di legge n. 279/9^ di iniziativa della Giunta regionale recante “Disposizioni per la formazione al bilancio annuale 2012 e pluriennale 2012-2014 (legge finanziaria)” al finanziamento dell’art. 32 comma 6 “Convenzioni con le agenzie di stampa il capitolo 52010239 Upb 5.2.01.02 di euro 550.000,00 è ridotto ad euro 450.000,00.
I risparmi di cui sopra quantificati in euro 100.000,00 sono destinati all’incremento del capitolo 62010522 Upb 6.2.0102 del “Banco alimentare Onlus della Calabria”.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 59299.
(E’ respinto)
L’emendamento, protocollo numero 59529, a firma dell’onorevole Battaglia, così recita: “La dotazione finanziaria della legge regionale n. 14/2000 art. 12, commi 3 e 4 “Contributi ai comuni per la gestione dei castelli storici” è incrementata di euro 150.000,00. Alla copertura finanziaria si provvede con la contestuale riduzione degli stanziamenti previsti sulla legge regionale n. 13 del 1985, artt. 65 e 67 Promozione turistica”.
Punto 4.4 Caterina
La ringrazio per avermi dato la parola.
Il Consiglio regionale, nel
Un bilancio regionale che, come diceva l’assessore Mancini, ha il pregio di guardare al turismo, pare strano che non contenga nel 2012 il Fondo per la gestione operativa di questi castelli, cioè per dare la possibilità ai Comuni di farli visitare dai turisti. E’ un fondo sempre esistito, quest’anno è a zero, quindi chiedo un incremento a 150 mila euro, così come è sempre stato, prendendo queste somme dallo stanziamento sulla legge regionale del turismo.
Dopodiché, Presidente, poiché lei prima aveva la curiosità di sapere come votavo rispetto all’emendamento dell’onorevole Bilardi e dal suo ruolo istituzionale, informalmente, ha chiesto la mia intenzione di voto, non avendo io questo ruolo istituzionale, per soddisfare la curiosità di come voterà lei su questo emendamento, chiedo fin da ora l’appello nominale.
Parere del relatore?
Presidente, il parere è contrario, pur condividendo
l’importanza dell’iniziativa, tra l’altro sono castelli che rappresentano un
po’ tutta
Parere della Giunta? Contrario.
Ho chiesto l’appello nominale, Presidente. Giacché l’ho motivato, lei prima aveva la curiosità di sapere come votavo sull’emendamento Bilardi, in maniera informale me l’ha chiesto ed io, cortesemente, le ho risposto. Ora voglio sapere come vota lei su questo emendamento e la mia curiosità viene soddisfatta con l’appello nominale.
Onorevole Sulla, la invito a fare la chiama.
Fa la chiama.
Se il titolo del fondo cambia, invece di “fondo per i castelli”, la maggioranza abbia l’onestà intellettuale di chiamarlo “fondo per i castelli in aria”! Cioè loro ci aggiungono “in aria”, allora onestamente, se sono castelli in aria, onorevole Battaglia, che vuole finanziare! Se cambiate “castelli in aria”, cambio il mio voto e voto come voi, perché onestamente non chiedo finanziamenti per i castelli in aria!
Fa la chiama.
Comunico l’esito della votazione: presenti e votanti 33, hanno risposto sì 8, hanno risposto no 25.
(E’ respinto)
(Hanno
risposto sì i consiglieri: Adamo, Battaglia, Bova, Censore, Giordano, Guccione, Maiolo, Sulla;
hanno risposto
no i consiglieri: Aiello P., Bilardi, Bruni, Caputo, Caridi, Chiappetta, Dattolo, Fedele, Gallo, Gentile, Grillo, Imbalzano, Magarò, Magno,
Orsomarso, Pacenza, Parente, Pugliano, Salerno,
Scopelliti, Serra, Stillitani, Talarico F., Tallini, Trematerra)
Emendamento protocollo numero
per euro 700.000 sull’art. 3 della legge regionale 11 gennaio 2006, n. 1 – capitolo 52010253;
per euro 300.000 sulla legge regionale 5 aprile 2008, n. 8 – capitolo 22010415;
per euro 200.000 sull’art. 2 della legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 – capitolo 32020306;
per euro 300.000 sugli artt. 17 e 25 della legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 – capitolo 32020305;
per euro 500.000 sull’art. 1, comma 7, della legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 – capitolo 22040816;
per euro 500.000 sul fondo della spesa corrente Upb 8.1.01.01”.
Si illustra da sé. Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 59389.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo numero
Si illustra da sé.
No, Presidente.
Onorevole Giordano, l’emendamento è chiaro.
E’ chiaro, però lo voglio ricordare all’Aula. Questo emendamento riguarda il fondo per le provvidenze a favore dei soggetti affetti da particolari patologie, che praticamente è azzerato.
Quindi l’appello che faccio alla sensibilità dell’intero Consiglio è perché il fondo, che è di 500 mila euro, per l’esercizio delle funzioni degli organi di direzione politica, possa essere invece in parte indirizzato per questa particolare categoria di soggetti.
Parere del relatore?
Il parere è contrario, perché abbiamo già inserito 4
milioni di euro per ripianare i debiti che ci sono, quindi un grande sforzo che
Onorevole Fedele, però da questo momento il fondo è a zero. Prendiamo atto del pregresso, però per i calabresi sfortunati che avranno queste patologie nel corso del 2012 che facciamo? Ci dimentichiamo?!
(Interruzione)
E no, tutto in assestamento, facciamo un altro bilancio con l’assestamento.
Parere della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 59368.
(E’ respinto)
Gli emendamenti, protocollo numero 59661 e
Emendamento protocollo numero
per euro 800.000 sull’art. 3 della legge regionale 11 gennaio 2006, n. 1 – capitolo 52010253;
per euro 400.000 sulla legge regionale 5 aprile 2008, n. 8 – capitolo 22010415;
per euro 200.000 sull’art. 2 della legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 – capitolo 32020306;
per euro 300.000 sugli artt. 17 e 25 della legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 – capitolo 32020305;
per euro 1.000.000 sull’art. 1, comma 7, della legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 – capitolo 22040816;
per euro 1.000.000 sul fondo della spesa corrente Upb 8.1.01.01”.
Si illustra da sé. Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 59396.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo numero
Con questo emendamento prevediamo di incrementare il fondo per gli
interventi a sostegno delle vittime della criminalità e in materia di usura,
con 200 mila euro che vengono prelevati dalla dotazione per le manifestazioni
fieristiche, che passerebbe da
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 59370.
(E’ respinto)
L’emendamento protocollo numero
Emendamento protocollo numero
1. Alla tabella C richiamata dall’art. 2 della presente legge sono apportate le seguenti variazioni:
a) La dotazione di euro 40.000,00 all’Upb 4.3.03.02 capitolo 3132108 (istituzione Progetto donna) è soppressa e contestualmente è aumentata di euro 40.000,00 la dotazione di cui all’Upb6.2.01.02 capitolo 62010210 (fondo di solidarietà incidenti sul lavoro);
b) La dotazione di euro 100.000,00 sull’Upb 2.2.04.03 capitolo 22040315 (contributo alla Fondazione Mediterranea Terina onlus) è ridotta a euro 50.000,00 e contestualmente è aumentata di euro 50.000,00 la dotazione di cui all’Upb 6.2.01.02 capitolo 62010210 (fondo di solidarietà incidenti sul lavoro);
c) La dotazione di euro 140.000,00 sull’Upb 2.4.02.02 capitolo 24020201 (cooperazione e relazioni internazionali della Regione Calabria) è ridotta ad euro 100.000,00 e contestualmente è aumentata di euro 40.000,00 la dotazione di cui all’Upb 6.2.01.02 capitolo 62010210 (fondo di solidarietà incidenti sul lavoro);
d) La dotazione di euro 550.000,00 sull’Upb 1.2.04.02 capitolo 120040213 (convenzione con agenzie di stampa) è ridotta ad euro 500.000,00 e contestualmente è aumentata di euro 50.000,00 la dotazione di cui all’Upb 6.2.01.02 capitolo 62010210 (fondo di solidarietà incidenti sul lavoro)”.
L’emendamento riguarda un’altra categoria sfortunata di questa regione, costituita dalle vittime degli incidenti sui luoghi del lavoro. Tra l’altro, voglio ricordare che, il 2 dicembre abbiamo sanato una incongruenza che impediva alla legge di diventare operativa, quindi per due annualità si sono perse le risorse e questi sfortunati soggetti non hanno potuto beneficiare del contributo regionale.
L’attuale capitolo è veramente esiguo, per cui
proponiamo, con questo emendamento, la rivisitazione di alcuni capitoli che non
sono prioritari e che, comunque, avrebbero una dotazione sufficiente per essere
operativi, in questo modo si porterebbe da
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 59363.
(E’ respinto)
L’emendamento successivo, protocollo numero
Emendamento protocollo numero
Ritirato per carenza di fondi.
L’emendamento protocollo numero
(Interruzione)
Emendamento protocollo numero 59440, a firma
dell’onorevole Magno, che così recita: “
Agli oneri derivanti dalla presente disposizione si provvede con le risorse allocate all’Upb 2.02.03.02 “Manifestazioni fieristiche” cap. 6132102 “Spese per la partecipazione diretta della Regione e contributi a favore di enti ed operatori per la promozione e partecipazione a mostre, fiere, esposizioni interprovinciali, regionali, nazionali ed internazionali nonché spese per la commercializzazione della produzione regionale (Art. 11 della legge regionale 24.7.91, n.11)”.
Il ragionamento è più o meno simile a quello che ha fatto l’onorevole Adamo. Ho presentato questo emendamento perché nel precedente bilancio, nelle leggi finanziarie precedenti, era stato predisposto un finanziamento triennale per l’ente Fiera di Lamezia, revocato nell’ultimo bilancio. Sono due anni che non diamo nessun contributo a questo ente, che quest’anno ha festeggiato la cinquantesima edizione.
Chiederei, se è possibile, di fare uno sforzo per avere un contributo straordinario, perché si trova in una grave situazione finanziaria.
Colgo anche l’occasione per dire che, proprio in considerazione delle cose dette per le fiere, è giacente presso la seconda Commissione una mia proposta di legge di riordino del sistema fieristico regionale, che metterebbe fine a tutta una serie di questioni legate alle varie fiere calabresi che si svolgono sul territorio.
Chiedo, quindi, all’assessore Caridi se c’è la possibilità di avere questo finanziamento attraverso l’emendamento, altrimenti un suo impegno per erogare un contributo straordinario per la fiera che si svolgerà alla fine di gennaio del 2012.
(Interruzione dell’assessore Caridi)
Assessore, quindi si impegna? Va bene.
Lo ritira, con impegno solenne dell’assessore a ché
si trovi il finanziamento per
Quindi l’onorevole Magno ritira l’emendamento protocollo numero 59440.
Emendamento protocollo numero
Il problema non è se ritirare o meno l’emendamento, la questione è un’altra. Ci sono dei parchi marini, due anni fa c’erano 30 mila euro, l’anno scorso sono stati portati a 60 mila euro, quest’anno li abbiamo portati a 45. Proporrei di eliminare i parchi marini, se no…!
(Interruzione)
No, magari San Marco avesse un parco, avesse il mare!
(Interruzione)
Se lo possiamo vedere, assessore Mancini. Magari un ordine del giorno … Niente? Va beh! Lo ritiro.
L’onorevole Serra ritira l’emendamento.
L’emendamento successivo, protocollo numero
Si passa all’emendamento protocollo numero
Chiedo uno stanziamento di euro 20.000 – i miei
collaboratori hanno sbagliato, avevo scritto “
Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta?
La copertura finanziaria c’è per euro 15.000.
Ma non diceva che c’era un errore di battitura, onorevole Censore?
(Interruzione)
Per euro 20.000, il parere è contrario, per euro 15.000 c’è la copertura finanziaria quindi il parere è favorevole.
Assessore, mi affido alla sua magnanimità, vista la rilevanza sociale, se si riescono a trovare nelle pieghe del bilancio.
Il problema è che non sono miei i soldi!
Vediamo col coordinamento formale.
Se erano miei, ci mancherebbe! Ma non sono miei, sono dei contribuenti, quindi…!
Va bene, grazie.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 59540.
(E’ approvato)
L’ultimo emendamento, protocollo numero
Sono finiti gli emendamenti, quindi possiamo…
Presidente, chiedo scusa, all’emendamento dell’Associazione donatori di midollo osseo era collegato un subemendamento, che avevamo fatto protocollare nei termini di Regolamento, relativo alla Lega autonomie e all’Anci. L’abbiamo consegnato all’Ufficio di Presidenza, era stato protocollato ed è stato distribuito a tutti i colleghi.
C’è l’emendamento protocollo numero
(Interruzione)
Presidente, abbiamo sospeso la seduta?
La seduta continua. Onorevole Maiolo, quindi lo ritira? Finiti gli emendamenti, possiamo passare alla votazione dell’articolato.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la tabella A.
(E’ approvata)
(E’ riportata in allegato)
Pongo in votazione la tabella B.
(E’ approvata)
(E’ riportata in allegato)
Pongo in votazione la tabella C.
(E’ approvata)
(E’ riportata in allegato)
Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Passiamo all’esame dell’altro punto all’ordine del
giorno, la proposta di legge n. 281/9^ di iniziativa della Giunta regionale,
recante: “Bilancio di previsione della Regione Calabria per l’anno finanziario
2012 e bilancio pluriennale per il triennio 2012-
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 5.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 6.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 7.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 8.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 9.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 10.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 11.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 12.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 13.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 14.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 15.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 16.
(E’ approvato)
Autorizziamo
il dipartimento bilancio all’aggiornamento dei residui dal 15 novembre al 20
dicembre.
(Il Consiglio approva)
Con questa
autorizzazione pongo in votazione la legge nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Ha chiesto di parlare l’onorevole Gallo. Ne ha facoltà.
Presidente, intervengo per chiedere l’inserimento, all’ordine del giorno, di un punto relativo ad un ordine del giorno sui finanziamenti per la realizzazione dell’aeroporto di Sibari.
L’onorevole Gallo chiede l’inserimento, all’ordine dei lavori, di un ordine del giorno, a firma di più consiglieri regionali; pongo in votazione l’inserimento.
(Il Consiglio approva)
Do lettura dell’ordine del giorno di iniziativa del consigliere Gallo “In ordine ai finanziamenti necessari per la realizzazione dell’aeroporto di Sibari”, di cui do lettura: “Il Consiglio regionale, premesso che:
da più d’un ventennio ormai si discute della possibile realizzazione di uno scalo aereo calabrese con sede a Sibari che, come conferma la progettazione già predisposta, dovrebbe affiancarsi agli scali già esistenti per fornire un servizio esclusivamente turistico e commerciale;
detta previsione è racchiusa in numerosi atti ufficiali e di indirizzo della Regione Calabria, tra i quali il piano regionale dei trasporti;
nelle linee programmatiche e di governo della Giunta di centrodestra guidata dal Presidente Giuseppe Scopelliti, insediatasi nella primavera del 2010, l’aeroporto della Sibaritide è stato qualificato come opera infrastrutturale di primaria importanza;
da ultimo, nei giorni scorsi, una società di imprenditori della Sibaritide ha manifestato interesse a contribuire alla realizzazione dell’opera con capitali privati;
impegna
il Governo regionale ed il Presidente della Giunta regionale ad attivarsi per individuare le risorse finanziarie necessarie alla realizzazione dell’aeroporto di Sibari e costituire un tavolo di concertazione tra le istituzioni interessate per verificare l’esatto stato della procedura; definire i passaggi amministrativi e burocratici per il reperimento dei finanziamenti in questione; delineare le modalità gestionali del nascituro scalo; portare a compimento l’iter per il rilascio di ogni necessaria autorizzazione”.
Pongo in votazione l’ordine del giorno.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Presidente, ma è approvato all’unanimità?
Il gruppo di Italia dei valori si è astenuto.
C’è un ordine del giorno a firma dell’onorevole Fedele ed altri.
Presidente, chiedo l’inserimento dell’ordine del giorno e la votazione, perché riguarda i sorveglianti idraulici e la possibilità di reperire i fondi con l’assestamento di bilancio, perché purtroppo, in questa occasione, non è stato possibile reperire i fondi che possano bastare per il pagamento di tutte le spettanze per tutto l’anno. Quindi cercheremo di reperirli con l’assestamento di bilancio.
Pongo in votazione la richiesta di inserimento all’ordine del giorno.
(Il Consiglio approva)
Do lettura dell’ordine del giorno dei consiglieri Fedele e altri: “Il Consiglio regionale, premesso che:
L’Afor, in esecuzione alla legge regionale n. 31 del 2009 e ss.mm.ii, ha provveduto ad assumere personale part-time al fine di garantire il servizio pubblico essenziale di monitoraggio della rete idrografica regionale;
il costo del suddetto servizio, per l’anno 2011, è risultato pari ad euro 5.400.000,00;
lo stesso è a a totale carico della regione Calabria;
è necessario reperire sul bilancio regionale 2012 le relative risorse finanziarie pari a euro 5.400.000,00.
Impegna
Pongo in votazione l’ordine del giorno.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Ha chiesto la parola l’onorevole Orsomarso. Ne ha facoltà.
C’è un ordine del giorno sui trasporti, a firma mia e dei consiglieri Caputo, Guccione, Adamo e Censore, concordato anche con le forze sindacali in un incontro di ieri, che si commenta da sé.
Pongo ai voti la richiesta di inserimento dell’ordine del giorno all’ordine dei lavori.
(Il Consiglio approva)
Do lettura dell’ordine del giorno dei consiglieri
Orsomarso, Guccione e altri “In ordine al sistema del
trasporto regionale”, di cui do lettura: “Il Consiglio regionale, impegna
Lo pongo in votazione.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Possiamo proseguire con l’ordine del giorno dei lavori
del Consiglio, il punto successivo: proposta di legge numero 283/9^ di
iniziativa dei consiglieri Fedele, Serra, recante – “Norme di integrazione alla
legge regionale 28 settembre 2011, n.
E’ relatore l’onorevole Salerno, che ha facoltà di svolgere la relazione.
La proposta di legge riguarda la fondazione “Campanella”, in particolare i rilievi di legittimità costituzionale che sono stati sollevati. Il primo rilievo riguardava la trasformazione della fondazione “Campanella” da ente di diritto privato ad azienda pubblica del sistema sanitario. Questo rilievo è stato già superato in sede di Commissione consiliare con l’acquisizione della natura giuridica della fondazione di diritto pubblico, nel momento in cui il Presidente della Regione, nonché commissario ad acta, procederà alla cancellazione della fondazione dal Registro delle persone giuridiche.
Il secondo rilievo, invece, riguarda il profilo del personale, poiché in pratica la fondazione “Campanella” non poteva procedere a contratti a tempo determinato, senza selezionare il personale. Questo rilievo è superato con l’autorizzazione data alla fondazione “Campanella” di avviare le procedure concorsuali, così come previsto per il personale dei ruoli del Servizio sanitario nazionale, però successivamente al riconoscimento di ente pubblico.
Infine, il comma 4, aggiunto all’articolo 10, ha l’effetto di posticipare l’abrogazione delle norme che consentono il mantenimento in vita della fondazione come ente di diritto privato, nel momento in cui la stessa acquisirà la personalità di diritto pubblico.
Possiamo votare l’articolato.
Presidente, per dichiarazione di voto.
Alla fine, quando votiamo la legge nel suo complesso. Intanto, cominciamo a votare l’articolato.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’ approvato)
La parola all’onorevole Giordano per dichiarazione di voto.
Solo dieci secondi, perché le argomentazioni le abbiamo esposte in varie e ripetute occasioni, non ultima nella Commissione di qualche giorno fa. Per cui ribadiamo il nostro no a questa legge, a questa fondazione così come è stata posta, quindi da parte di Italia dei valori il voto è contrario.
Presidente, per dichiarazione di voto.
Prego, onorevole Battaglia.
A nome dei colleghi del gruppo del Partito democratico presenti in Aula, annuncio il voto contrario, perché non ci convincono pienamente gli approfondimenti che sono stati fatti e quindi la proposta che viene presentata.
Pongo in votazione la legge nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Punto successivo dell’ordine del giorno “la proposta di legge numero 256/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Modifiche all'articolo 7 della legge regionale 22/2010”.
Presidente, la proposta è stata già discussa nella precedente seduta e riguarda quelle norme che consentirebbero di pagare le spese ai collaboratori delle strutture speciali della Giunta, per i quali è già stabilito un budget; con questa norma, quindi, si modificano i budget e si prevede una diminuzione rispetto all’anno precedente. La proposta va approvata adesso, perché altrimenti, passato quest’anno, non si potranno pagare le spese sostenute nel 2011.
Quindi, va approvata per consentire a questi soggetti di ricevere gli emolumenti che, giustamente, devono riceverei.
Possiamo procedere all’esame della legge, sono due articoli.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la legge nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Presidente, se ci sono ulteriori punti all’ordine del giorno, fatecelo sapere.
No, stiamo seguendo l’ordine del giorno.
Però, Presidente, nell’ultima seduta di Consiglio si era stabilito che questo punto andasse all’esame della Commissione competente e non è avvenuto.
No, non era questo, era quello inerente la fondazione “Campanella”.
No, anche questo è stato rinviato in Commissione perché si approfondisse.
No, è stato rinviato per un approfondimento.
(Interruzioni)
Non sono tra i capigruppo, però questo provvedimento doveva andare all’esame della Commissione competente.
(Interruzioni)
Questo doveva andare in Commissione, Presidente.
(Interruzioni)
Se i capigruppo si avvicinano al banco della Presidenza.
(I capigruppo
si avvicinano al banco della Presidenza)
Dopo il confronto con
La seduta termina alle 00,17
Hanno chiesto congedo i consiglieri Aiello F. e Vilasi.
(Sono
concessi)
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa della Giunta regionale:
“Abrogazione articolo 3, commi 1 e 2, della legge regionale 12 dicembre 2008, n. 40 (Delibera G.R. n. 499 del 2.11.2011)” (P.L. n. 287/9^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
“Istituzione dell’Azienda regionale per lo sviluppo dell’agricoltura (Delibera G.R. n. 564 del 16.12.2011)” (P.L. n. 288/9^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
“Disposizioni in materia di sviluppo dell’agricoltura (Delibera G.R. n. 565 del 16.12.2011)” (P.L. n. 289/9^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
Sono state assegnate, inoltre, alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:
Imbalzano – “Nuova disciplina dell’orario, dei turni e delle ferie per le farmacie ubicate nel territorio della Regione Calabria” (P.L. n. 284/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività
sociali, sanitarie, culturali e formative.
(Così resta stabilito)
Nucera – “Attuazione del comma 4 dell’articolo 118
della Costituzione sulla sussidiarietà orizzontale” (P.L. n. 285/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività
sociali, sanitarie, culturali e formative.
(Così resta stabilito)
Nucera – “Interventi regionali
a tutela della maternità ed a favore della natalità” (P.L. n. 286/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività
sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio
programmazione economica e attività produttive
– per il parere.
(Così resta stabilito)
E’ stata presentata alla Presidenza
la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza:
“Bilancio di previsione
del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario anno 2012” (P.P.A. n. 157/9^)
La sesta Commissione, con
nota n. 57114 del 5 dicembre 2011, ha comunicato che nella seduta del 5
dicembre 2011 ha espresso parere favorevole alla deliberazione della Giunta
regionale n. 493 del 2.11.2011, recante “Presa d’atto della variazione del
tasso di cofinanziamento comunitario per Asse del Piano finanziario del Por Calabria
(Fesr) 2007-2013” (Parere n. 26/9^)
La sesta Commissione, con
nota numero 57116 del 5 dicembre 2011, ha comunicato che nella seduta del 5
dicembre 2011 ha espresso parere favorevole alla deliberazione della Giunta
regionale n. 509 dell’11.11.2011, recante “Approvazione delle direttive di
attuazione per il sostegno delle micro-iniziative imprenditoriali promosse da
giovani calabresi ai sensi dell’art. 1 della L.R. n.
40/2008” (Parere n. 27/9^)
In data 12 dicembre 2011, il Presidente della Giunta regionale
ha promulgato la sotto indicata legge
regionale. La stessa è stata pubblicata sul supplemento
straordinario n. 1 del 16 dicembre 2011 al Bur n. 23
del 16 dicembre 2011:
1) legge regionale 12 dicembre 2011, n. 43 recante: “Unione tra i comuni”
La terza Commissione
consiliare, nella seduta del 12 dicembre 2011, ha deliberato alla unanimità dei
presenti la Risoluzione numero 2 in cui invita “I direttori
generali delle Asp e delle A.O. calabresi a
valutare con estrema attenzione le questioni relative alla scadenza dei
contratti dei lavoratori a tempo determinato privilegiando la garanzia dei livelli
di assistenza nei confronti dei cittadini calabresi”.
In sede di inserimento dell’emendamento prot. n. 58431, approvato dalla seconda Commissione nella seduta del 14 dicembre scorso, per mero errore materiale nelle proposte di legge n. 279/9^ e 281/9^ i capitoli 22040316 e 7001201 sono stati iscritti rispettivamente per euro 412.964,84 ed euro 687.035,16 anziché rispettivamente euro 512.964,84 ed euro 587.035,16.
Pertanto nella proposta di legge n. 279/9^:
a) alla tabella B – Fondo speciale di parte in conto capitale (Upb 8.1.01.02) l’importo inserito nella riga “Interventi da definire” deve intendersi pari a euro 587.035,16;
b) alla tabella C – Autorizzazioni di spesa relative a disposizioni di legge la cui quantificazione è demandata alla legge finanziaria – l’importo inserito a valere sulla legge regionale 13.05.2008, n. 15, art. 3, comma 1 – Servizi offerti alla Regione dalla Fondazione Terina, deve leggersi in euro 512.964,84.
La Giunta regionale, con nota nn. 208222, 208155, 208192 e 208249 del 14 dicembre 2011, ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione al bilancio per l’esercizio finanziario 2011:
Deliberazione Giunta regionale n. 560 del 6 dicembre 2011;
Deliberazione Giunta regionale n. 559 del 6 dicembre 2011;
Deliberazione Giunta regionale n. 549 del 6 dicembre 2011;
Deliberazione Giunta regionale n. 558 del 6 dicembre 2011;
Deliberazione Giunta regionale n. 561 del 6 dicembre 2011.
Talarico D., De Masi, Giordano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
in data 29.11.2011 il Dipartimento Agricoltura e Foreste della Regione Calabria ha disposto la C.I.G. oltre che per gli operai idraulico - forestali anche per gli impiegati Afor; Questi ultimi per la prima volta nella storia dell’Afor e della Regione Calabria vengono collocati in cassa integrazione; la C.I.G. comporta la perdita di tutte le opportunità accessorie e turba oltremodo la serenità dei lavoratori e delle loro famiglie;
l’Afor nel recente passato ha provveduto ad inquadrare nei ruoli impiegatizi, tramite concorso dichiarato successivamente illegittimo dalla Corte Costituzionale con sentenza n. 108 del 23.09.2011, personale co.co.pro. con relativo inquadramento nel ruolo degli enti locali -:
le ragioni per cui vengono collocati in C.I.G. centinaia di impiegati, quando solo pochi mesi fa sono stati assunti decine di co.co.pro., presumibilmente a seguito di un evidente errore di valutazione rispetto all’effettivo bisogno ed alle risorse finanziarie dell’Afor;
quali iniziative intende prendere, al fine di revocare il provvedimento di collocamento in C.I.G.
(193; 2.12.2012)
De Masi. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
è ubicata nel territorio del Comune di Strongoli una Centrale Termoelettrica della ditta Biomasse Italia S.p.A.;
con istanza del 26 maggio 2011, indirizzata all’Arpacal, il Comitato Civico Strongolese "Ambiente e Vita" ha fatto richiesta di far collocare un’apposita stazione di controllo di qualità dell’aria nei pressi del summenzionato impianto, capace di rilevare la presenza di ogni tipo di polveri ovvero di ogni altra sostanza patogena;
con nota prot. n. 669/1.A. dell’8 agosto 2011, l’A.S.L. di Crotone, Dipartimento di prevenzione Servizio di Igiene Ambientale, a seguito di sopralluogo richiesto da cittadini abitanti in loc. Donna Rosa - Marina di Strongoli, ha evidenziato che "l’intera zona era ammorbata da esalazioni maleodoranti provenienti dalla vicina Centrale Termoelettrica della ditta Biomasse Italia S.p.A.", specificando, altresì, che "gli odori percepiti erano acri e intensi e si diffondevano fin dentro le abitazioni causando disagio alla popolazione residente";
nella summenzionata nota il Dirigente dell’A.S.L. ha fatto rilevare, inoltre, che in occasione della Conferenza dei Servizi convocata per il rilascio dell’A.I.A., "aveva prescritto che nella gestione delle attività dell’insediamento di Biomasse Italia si impone una particolare attenzione per evitare inconvenienti igienico-sanitari (odori molesti ed infestazioni da impaludamento di acque di infiltrazioni delle biomasse";
con nota prot. n. 15263 del 24 agosto 2011, la Regione Calabria, Dipartimento Politiche dell’Ambiente, ha diffidato la ditta Biomasse Italia S.p.A. "a mettere in atto tutte le misure per il corretto rispetto di quanto previsto dall’A.I.A. per evitare inconvenienti igienici sanitari", chiedendo nel contempo all’ Arpacal di programmare un sopralluogo per la verifica della corretta gestione delle aree di stoccaggio segnalando eventuali necessità di prescrizioni integrative";
l’impianto de quo è stato interessato da nuovi procedimenti di autorizzazione per l’ampliamento della produzione di energia elettrica;
così come rappresentato dalla succitata nota dell’A.S.L. la costante presenza di cattivi odori e polveri nell’aria altera la qualità della vita degli abitanti della zona impedendo lo svolgimento delle normali attività quotidiane;
il territorio di Strongoli può vantare, altresì, di elementi caratteristici di particolare pregio dal punto di vista agricolo, zootecnico ed alimentare meritevole di tutela;
appare quantomeno opportuno adottare degli strumenti idonei per rassicurare gli abitanti del territorio dal punto di vista della salubrità e dell’inquinamento, considerato anche che nella zona insistono scuole elementari ed un asilo nido -:
se l’Arpacal ha programmato il sopralluogo, così come richiesto dal Dipartimento Politiche dell’Ambiente della Regione Calabria, e quali provvedimenti ha ritenuto adottare;
se la Regione Calabria ritiene opportuno dare mandato a tutti i soggetti interessati, ognuno per le proprie competenze, di predisporre misure idonee a verificare, con accuratezza, lo stato della qualità dell’aria, anche mediante l’installazione, in prossimità dell’impianto in argomento, di apposite centraline di rilevamento delle concentrazioni di sostanze inquinanti.
(194; 5.12.2011)
Il Consiglio regionale,
premesso che
l’articolo 19 della manovra estiva (Legge 111/2011) ha imposto il dimensionamento degli Istituti comprensivi che dovranno avere un numero minimo di 1.000 studenti, come riportato all’art. 19 del Decreto Legge n. 98 del 6 luglio (convertito, in Legge n. 111 del 15 luglio 2011), al comma 4: "Per garantire un processo di continuità didattica nell’ambito dello stesso ciclo di istruzione, a decorrere dall’anno scolastico 2011-;
gli istituti comprensivi per acquisire l’autonomia devono essere costituiti con almeno 1.000 alunni, ridotti a 500 per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche" e al comma 5: "Alle istituzioni scolastiche autonome costituite con un numero di alunni inferiore a 500 unità, ridotto fino a 300 per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzale da specificità linguistiche, non possono essere assegnati dirigenti scolastici con incarico a tempo indeterminato. Le stesse sono conferite in reggenza a dirigenti scolastici con incarico su altro istituzioni scolastiche autonome";
molte regioni hanno impugnato l’art. 19 del citato D.L. n. 28 del 6 luglio 2011 convertito in L. n. 111 del 15 luglio 2011 in quanto invasivo delle competenze regionali in materia di programmazione della rete scolastica;
l’attuale difficile momento in cui il complicato intreccio di competenze e di funzioni delle diverse istituzioni rende sempre più complessa la programmazione, soprattutto per il 2012-2013, e l’assoluta incertezza sulle risorse finanziarie di cui potranno usufruire enti locali e autonomie scolastiche non consentono di assumere decisioni così urgenti e così vincolanti come quelle contenute nella Legge 111 e ci pare quindi che impongano una significativa gradualità nella applicazione della legge;
la manovra è stata emanata senza tenere conto dei tempi e delle modalità di azione dei Comuni e delle scuole, imponendo gli accorpamenti già nell’anno scolastico 2011/2012. Inoltre, non è stata valutata la necessità di interventi mirati soprattutto nelle realtà dove i vigenti piani di dimensionamento non rispettano i parametri previsti dal DPR n. 233/98 e anzi sono stati imposti tagli generalizzati a tutte le Regioni e quindi anche in Calabria, regione in cui la media della popolazione scolastica per istituto è già oggi di 880 alunni (i parametri previsti dal DPR n. 233/98 sono min. 500 e max 500 alunni);
tale manovra, quindi, comporterà la soppressione circa 100 Istituzioni scolastiche sul territorio della Regione Calabria a cui vanno aggiunte quelle soppresse negli ultimi due anni, per un totale di 200 Scuole soppresse che di fatto modificheranno o hanno modificato l’offerta didattica sul tutto il territorio regionale senza una programmazione precisa e creando non pochi problemi ai giovani studenti ed alle loro famiglie;
le politiche attuate dai MIIJR e soprattutto la tempistica imposta non hanno consentito ai Comuni di attuare una consultazione sui territori i tutti i soggetti istituzionali e non solo, coinvolti nelle procedure di dimensionamento e che tale imposizione lascia i Comuni, le scuole e di conseguenza, i genitori in una situazione di incertezza, scaricando sugli Enti Locali probabili costi aggiuntivi quali, ad esempio, quelli inerenti ai trasporti e alla riorganizzazione degli spazi;
il piano di dimensionamento, in coerenza con la scelte governative nazionali di destrutturazione del sistema pubblico di istruzione e di taglio degli organici, è finalizzato essenzialmente e principalmente alla riduzione della spesa per l’istruzione e produrrà pesanti conseguenze per la qualità del servizio scolastico e della offerta didattico-educativa della nostra Regione;
il piano di dimensionamento comporterà l’impoverimento dell’offerta formativa e una consistente riduzione dei posti in organico, in specie tra il personale ATA e tra i Dirigenti Scolastici, con tutti i disagi conseguenti alla scomparsa di posti di lavoro e anche di disponibilità per le future assunzioni in ruolo. Dal Ministero dell’Istruzione si hanno comunicazioni che si contraddicono, perché da una parte si riconosce che la materia è competenza esclusiva degli Enti Locali, mentre dall’altra si invitano gli uffici periferici a sollecitare le Regioni ad applicare la manovra nei tempi e nei modi previsti;
impegna la Giunta regionale:
ad applicare la legge in maniera graduale e tenendo conto della consistenza media regionale degli alunni per la determinazione delle Istituzioni scolastiche in modo da lasciare agli enti locali preposti l’autonomia necessaria per la rideterminazione della distribuzione delle rete scolastica secondo le esigenze del territorio e della composizione orografica dello stesso;
a superare il limite temporale imposto, che come riportato in una nota del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, è fissato per 31 dicembre 2011. La suddetta richiesta di impegno per la Giunta Regionale e supportata altro che da quanto sopra esposto anche dal documento della conferenza Stato/Regioni che a tal proposito è stato inviato al MIUR in data 28 ottobre 2011 che si allega in copia;
a prevedere una comunicazione da parte dell’Assessore regionale alla Cultura all’interno del Consiglio Regionale sui criteri adottati e sulle deroghe concesse nonché sull’intero piano che la Giunta delibererà.
(56; 7.12.2011) Aiello F., Guccione
Salerno. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore all’urbanistica. Per sapere - premesso che:
in data 04.05.2010, il Consiglio comunale di Serra San Bruno ha adottato la delibera n. 05/2010 avente ad oggetto: “PSC (Piano Strutturale Comunale) adozione documento preliminare piano e Regolamento ai sensi dell’art. 27 della legge regionale 19/2002 e s.m.i.”;
in riferimento alla delibera n. 05/2010, vi è un interesse diretto di componenti il Consiglio comunale di Serra San Bruno e di loro parenti in linea retta entro il quarto grado ed affini;
nonostante l’interesse diretto sia evidente, il Sindaco e diversi Consiglieri comunali di maggioranza hanno provveduto ad approvare lo strumento urbanistico, ignorando le violazioni di legge denunciate dai consiglieri comunali di minoranza;
la nuova formulazione del PSC ridimensiona vistosamente la fascia di rispetto prevista a tutela della Certosa di Serra San Bruno, la cui valenza religiosa, storica, architettonica e turista è nota al di fuori dei confini regionali;
la vicenda ha creato grande allarme sociale nell’intera comunità serrese;
i consiglieri comunali di minoranza hanno presentato un esposto al Prefetto e al Procuratore della Repubblica di Vibo Valentia, nonché al Procuratore regionale della Corte dei Conti, indicando le irregolarità riscontrate e chiedendo che vengano esperiti tutti gli accertamenti del caso, con conseguente adozione di ogni opportuno provvedimento diretto a garantire e tutelare il rispetto delle leggi vigenti;
l’esposto è stato inviato anche all’assessore regionale all’urbanistica, al quale è stato chiesto di valutare l’opportunità di un autorevole intervento -:
quali misure si intendano adottare per verificare l’esistenza delle violazioni dì legge;
quali provvedimenti si intendano adottare per impedire che la delibera n. 05/2010, viziata da palesi irregolarità, produca effetti ed ingiusti arricchimenti;
se nella vicenda siano riscontrabili eventuali responsabilità di tipo penale, contabile, amministrativo e/o civile a carico del Sindaco e dei consiglieri comunali che, pur avendo interessi diretti, hanno proceduto con l’adozione della delibera n. 05/2010.
(17; 23.06.2010)
Risposta – “Per
l’interrogazione di cui sopra, il dipartimento
urbanistica ha trasmesso al Comune di Serra San Bruno le proprie osservazioni
al Psc in sede di Conferenza di pianificazione, così
come previsto dalla legge regionale 19/2002 artt. 13 e 27.
Nella
procedura di redazione del Piano, si sono rilevate carenze già sottolineate con
le note n. 1129/RC del 6.09.2010 e n. 1214/RC DEL 24.9.2010.
In
particolare:
a)
assenza
della delibera di Giunta comunale n. 42 del 19.3.2010 di approvazione della
proposta del documento preliminare e del Reu;
b)
assenza
degli avvisi e delle procedure in riferimento alla partecipazione messa in atto
per la redazione del documento preliminare (avvisi della convocazione delle
assemblee pubbliche, eventuali intese preliminari con altre amministrazioni e/o
enti; istituzione dello sportello informativo per il cittadino); in particolare
con riferimento a quanto indicato sulla delibera di C.C. N. 5/2010 si fa
riferimento agli avvisi pubblici inerenti le assemblee pubbliche del 17 e 18
luglio 2009 e alle relative osservazioni pervenute e ai relativi verbali, ai
verbali inerenti la concertazione con le amministrazioni, le forze sociali ed
economiche interessate e all’atto amministrativo inerente l’istituzione dello
sportello informativo per il cittadino nel periodo febbraio-maggio 2008.
Le
osservazioni fatte al Psc di Serra San Bruno hanno
interessato anche la zona limitrofa all’area di rispetto della “Certosa” stante
l’alto valore paesaggistico e ambientale della stessa che rappresenta l’assunto
fondamentale del piano strutturale.
Sperando di essere stati esaurienti si coglie l’occasione per inviare distinti saluti”.
Arch. Saverio Putortì
(Direttore generale dipartimento urbanistica)
Ciconte. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore all’ambiente. Per sapere - premesso che:
perviene allo scrivente, consigliere regionale, un esposto-diffida a firma di A. Lucia, che si allega, avente ad oggetto, un lotto per attività produttiva localizzata nel P.I.P. - Comuni Condomini - sito nel comune di Maida, in cui tra l’altro si ipotizza la possibilità di inquinamento della falda freatica e possibili ripercussioni sulle acque del limitrofo fiume "Amato";
il sito è frequentato giornalmente da migliaia di persone per la presenza del centro commerciale ed altre attività artigianali;
il lotto è vicino al fiume "Amato", che sfocia nel golfo di Lamezia Terme e quindi al mare;
è imminente la stagione balneare e le possibili negative ripercussioni per la balneazione;
i Pip (Piani insediamenti produttivi) rientrano in uno speciale regime urbanistico sancito da Normativa nazionale e regionale (L.R. 19/02) e nello specifico all’art. 37 (interventi di bonifica urbanistica - edilizia) si demanda ai comuni (co. 1) “il piano di rottamazione e recupero delle opere, manufatti, edifici già oggetto di condono o, comunque realizzati con modalità, materiali, carenze di impianti, assenza assoluta e/o carenza di opere di urbanizzazione o di smaltimento e/o trattamento delle acque di risulta e dei rifiuti, tali da determinare, in un quadro di interesse pubblico generale, la necessità di ripristino e bonifica dei siti territoriali interessati”, sempre che la Giunta regionale su parere della Commissione consiliare competente, abbia predisposto e/o predisponga le linee guida ed il regolamento attuativo degli stessi piani (co. 2);
la normativa nazionale (art. 27, L. 865/71) prevede speciali piani delle aree da destinare a insediamenti produttivi, per consentire ai comuni di acquisire aree per insediamenti di carattere industriale, artigianale, commerciale e turistico, nelle zone destinate dai P.R.G. o dai Programmi di fabbricazione, “previa acquisizione del parere del competente Ufficio tecnico regionale sugli strumenti urbanistici generali e particolareggiati, sulla compatibilità delle rispettive previsioni con le condizioni geomorfologiche del territorio” prima della delibera di adozione (art. 89) T.U. (ex art. 13 L. 64/1974);
lo stesso Pip ha valore di dichiarazione di pubblica utilità di tutte le trasformazioni urbanistiche in esso previste, proprio per accelerare insediamenti produttivi, inibiti, sembra, per la situazione determinatasi;
ancora vige il D.Lgvo 152 del 03/04/2006 e s.m. e i. (norme in materia ambientale) -:
ai sensi dell’art. 2 dello Statuto regionale (comma r), dell’art. 16 (attribuzioni del Consiglio regionale funzioni di indirizzo e controllo), dell’art. 24 (i Consiglieri regionali), di conoscere gli esatti termini della situazione rappresentata e quali provvedimenti sono stati assunti e/o si stanno predisponendo per dare certezza alle implicazioni ambientali che potrebbero derivare da eventuali inquinamenti.
(29; 4.8.2010)
Risposta – “Per
tale interrogazione, codesto dipartimento
si è attivato, celermente, richiedendo al Comune di Maida,
con nota prot. N. 7970 del 10.11.2010 a firma del
dirigente del Settore n. 1, le seguenti informazioni:
copia del
provvedimento Pip approvato;
le tipologie
di attività localizzate nell’ambito del piano;
licenze e/o
concessioni edilizie, pareri espressi ed eventuali prescrizioni da parte degli
enti preposti alla tutela dell’ambiente e della sanità pubblica (Asl, Arpacal) relativamente alle attività produttive ivi
espletate.
Ad oggi la
richiesta avanzata è rimasta inevasa, pertanto si è proceduto ad un sollecito”.
Arch. Saverio Putortì
(Direttore generale dipartimento urbanistica)
Pietro Aiello (assessore all’urbanistica e governo del territorio)
Guccione, Censore, Sulla, F. Aiello. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
la sospensione da parte della Regione Calabria del finanziamento di 100 milioni di euro destinati alla realizzazione dei Contratti di Quartiere dei Comuni di Lamezia Terme, Catanzaro, Cosenza, Corigliano, Reggio Calabria, Vibo Valentia e Crotone rischia di ritardare un intervento necessario ed urgente per aree e quartieri altamente degradati e la riqualificazione di almeno mille alloggi;
c’è stata la revoca da parte dell’Assessorato regionale ai Lavori Pubblici ai Comuni, alle Aterp, alle imprese e alle cooperative dei finanziamenti per la realizzazione di tremila alloggi di edilizia sociale, di cui alla legge regionale n. 36 del 2008, a cui erano destinati 150 milioni di euro di risorse pubbliche, che sviluppa un investimento da parte dei privati di oltre un miliardo di euro -:
quali iniziative urgenti intende assumere, considerato che tali provvedimenti impediscono la costruzione ed il recupero di 4 mila alloggi di edilizia sociale in Calabria. Tale blocco, inoltre, provoca un notevole danno all’economia calabrese, alle imprese, ai Comuni, alle Aterp e alle cooperative che hanno già contratto obbligazioni e sono già molto avanti con le procedure di cantierizzazione dei lavori e lede il sacrosanto diritto ad ottenere un alloggio sociale a migliaia di famiglie calabresi svantaggiate economicamente.
(46; 8.10.2010)
Risposta – “Si
sottolinea come l’interrogazione presentata dai consiglieri
regionali F. Aiello, Censore, Sulla, Guccione, tratta un argomento afferente esclusivamente il dipartimento
lavori pubblici, come peraltro si evince nella stessa premessa dell’interrogazione
in questione”.
Arch. Saverio Putortì (Direttore
generale dipartimento urbanistica)
Pietro Aiello (assessore all’urbanistica e governo del territorio)
Nucera. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore alle politiche sociali. Per sapere - premesso che:
la legge regionale 21 agosto 2007, n. 20 "Disposizioni per la promozione ed il sostegno dei centri di antiviolenza e delle case di accoglienza per donne in difficoltà" all’art. 3 prevede che la Regione finanzia "Progetti antiviolenza" e all’art. 13 disciplina le modalità di erogazione di contributi ai centri antiviolenza e alle case di accoglienza, tramite la partecipazione ad un Bando che deve essere emanato dalla Direzione regionale competente entro il 30 settembre di ciascun anno;
a tutt’oggi, la Direzione regionale competente non ha emanato per l’anno in corso il bando previsto dal suddetto art. 13, ponendo in tal modo in gravi difficoltà i centri antiviolenza e le case di accoglienza e mettendo a rischio l’erogazione di un servizio vitale per molte donne;
ogni tipo e ogni grado di violenza sessuale, psicologica, fisica ed economica contro le donne costituisce un attacco all’inviolabilità della persona e alla sua libertà, secondo i principi sanciti dalla Costituzione e dalle vigenti leggi;
alle donne che incontrano l’ostacolo della violenza, nelle sue diverse forme, deve essere assicurato il diritto, eventualmente con i propri figli, ad un sostegno temporaneo al fine di ripristinare la propria inviolabilità e di riconquistare la propria libertà;
è compito della Regione promuovere, coordinare e stimolare iniziative per contrastare la violenza sessuale, fisica, psicologica e/o economica, i maltrattamenti, le molestie e i ricatti a sfondo sessuale nei confronti delle donne in tutti gli ambiti sociali -:
quali provvedimenti urgenti si intendano adottare in ordine alla mancata emanazione del bando annuale di cui all’art. 13 della legge regionale 21 agosto 2007, n. 20 che, di fatto, impedisce il sostegno ai centri antiviolenza e alle case di accoglienza per donne in difficoltà, che la suddetta legge garantisce.
(54; 20.10.2010)
Risposta – “In
ordine alla legge regionale
n. 20 del 21.08.2007 (Bandi centri antiviolenza) il settore scrivente ha già
predisposto tutti gli atti amministrativi.
In particolare
si precisa che il settore ha proceduto, ai sensi della L.R.
n. 20 del 21.08.2011 ai seguenti adempimenti:
affidamento a
Fondazione Calabria Etica dell’analisi del fabbisogno del territorio;
monitoraggio
dei Centri di ascolto già esistenti sul territorio;
elaborazione
avviso pubblico;
valutazione
proposte progettuali pervenute;
pubblicazione
graduatoria (Burc n. 43 del 28.10.2011, decreto n.
17.10.2011);
a valere sulle risorse del Por Fesr 2007-2013 asse IV – Linea di intervento 4.2.2.1. è stato predisposto e pubblicato un apposito bando sul Burc n. 39 del 30.09.2011, parte III – Decreto n. 12083 del 23.09.2011”.
Dott. Giuseppe Nardi (Dirigente di settore)
Francescantonio Stillitani (assessore al lavoro, formazione professionale, famiglia e politiche sociali)
Nucera. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore alle politiche sociali. Per sapere – premesso che:
la grave crisi economica che attanaglia i Paesi occidentali, e anche l’Italia, ha drammatiche ricadute anche nella Regione Calabria, determinando nuove povertà e l’inesorabile crisi del sistema familiare;
tutti gli indicatori economici e sociali pongono in misura sempre crescente il disfacimento della famiglia come condizione negativa per la formazione dei giovani, specie sul piano educativo e su quello dell’acquisizione dei valori tradizionali;
considerando l’istituto familiare un istituto di rilevanza pubblica, la Regione Calabria, il 2 febbraio 2004, ha varato la legge regionale di sostegno alla famiglia, come strumento di promozione e integrazione di un sistema sociale che, attraverso il suo indebolimento, indebolisce il quadro generale del tessuto sociale calabrese;
la famiglia è, per il nostro sistema costituzionale e statutario, oltre che sociale, un’istituzione primaria essenziale per la nascita, la cura e l’educazione dei figli e per l’assistenza ai suoi componenti;
essendo la famiglia l’ambito più importante in cui si forma e si sviluppa la personalità dell’individuo, è compito della Regione promuovere il servizio pubblico alla famiglia ed attuare iniziative volte alla tutela dei suoi componenti, al fine di sostenere il diritto di questa fondamentale istituzione sociale al libero svolgimento delle sue funzioni;
nel momento storico in cui viviamo è fondamentale, anche per la tenuta del nostro sistema socio-economico, favorire la formazione e sostenere lo sviluppo delle famiglie, mediante la rimozione di tutti gli ostacoli che creano difficoltà nel corso della vita familiare, quali quelli di carattere abitativo, economico e della salute;
se ritengono opportuno e necessario finanziare, per tutti gli istituti ivi previsti, la legge regionale 2 febbraio 2004, n.1 (Politiche regionale per la famiglia);
con quali cifre e in quali modi intendono investire in un’istituzione, quale quella familiare, che, per le caratteristiche della nostra Regione, è stata sempre un fondamentale punto di riferimento sociale, culturale ed economico.
(56; 28.10.2010)
Risposta - “Con
la deliberazione regionale 476/2010 sono in corso
trasferimenti alle amministrazioni locali e altri enti del territorio per le
seguenti finalità:
erogare i
contributi alle famiglie “numerose” con basso o bassissimo reddito e con numero
di figli pari o superiore a quattro (compresi bambini in affido) per la
fruizione di servizi essenziali quali: energia elettrica, gas, acqua potabile,
utenze telefoniche (telefonia fissa), trasporti locali, frequenza scolastica
2.600.000 euro;
riorganizzazione
dei Consultori familiari, per ampliare e potenziare gli interventi sociali a
favore delle famiglie per un importo di 950.000,00 euro;
qualificare il
lavoro delle assistenti familiari (badanti)
per un importo di 939.943,00 euro.
L’assessorato
sta inoltre avviando una serie di iniziative in attuazione della legge regionale 2 febbraio
2004, n. 1 (Politiche regionali per la famiglia),
mediante l’utilizzazione delle risorse previste nella legge di bilancio n.
34/2010 Azioni prioritarie in fase di avvio:
1.
Intervento educativo domiciliare (Ied).
Tale supporto alla famiglia si prefigge di contrastare e prevenire l’istituzionalizzazione
dei minori nelle strutture residenziali (ex “Istituti”) intervenendo nel
recupero di situazioni critiche temporanee o strutturate che inclinano il
nucleo familiare compromettendo il benessere psico-fisico dei minori.
2.
Adozione del “Fattore familiare” per il costo dei servizi
delle famiglie;
3.
Finanziamento di mini progetti di auto mutuo aiuto in
favore delle associazioni iscritte nell’Albo delle Associazioni familiari,
istituito con Dgr n. 109/2009, ai sensi della L.R. n. 1/2004, art. 6 (associazionismo familiare). Nell’Albo
sono iscritte le organizzazioni di volontariato che operano sul territorio
regionale mediante iniziative di mutuo aiuto per attività di cura, custodia e
assistenza di soggetti o famiglie in condizioni di bisogno.
4.
Aiuto materiale a famiglie che vivono in condizioni di
grave bisogno e in particolari situazioni di emergenza sociale.
Altre azioni:
a)
Implementazione e potenziamento dei servizi sociali
regionali per le famiglie attraverso i “Centri provinciali per la famiglia”;
b)
Interventi economici urgenti in favore di nuclei familiari
che vivono in particolari condizioni di grave disagio socio-economico e nel cui
ambito vivono persone disabili, anziani, non autosufficienti, malati gravi.
c)
Interventi
di sostegno e aiuto nei confronti delle famiglie dei detenuti che, con la
detenzione del capo famiglia - o altro familiare - sono spesso esposte a
rischio di povertà, emarginazione sociale, sgretolamento dell’unità familiare;
Per tali finalità sono stati sostenuti progetti redatti da comuni dove sono
particolarmente presenti fenomeni e presenze malavitose (Africo. San Luca,). E’
stata inoltre stipulata una convenzione con una importante organizzazione che
opera in Calabria, la Conferenza Regionale Volontariato Giustizia - rete di
volontariato operante da anni nel settore dell’assistenza ai detenuti, ex
detenuti e rispettive famiglie, anche mediante appositi accordi con
Amministrazione Penitenziaria della Calabria;
d)
Contributi
per l’acquisto della prima casa a giovani coppie (scorrimento graduatoria con
conseguente erogazione del fondo ministeriale residuo)
e)
Servizi
di assistenza domiciliare in favore di famiglie con disabili e anziani non
autosufficienti. Delibera n. 7490/2010 13,5 milioni di euro: D.G.R. 544,2010: 13,5 milioni di euro. Con Deliberazione n.
766 del 30.11.2010 la Regione Calabria ha approvato un Progetto Sperimentale
sottoposto al Ministero che ha emanato, per le Regioni. un apposto bando,
ottenendone l’approvazione e il finanziamento pari a circa 1,5, milioni di
euro. Tale progetto regionale prevede la creazione di servizi territoriali
rivolti alle persone in condizione di disabilità, estrema o in stato
vegetativo, anche per eziopatogenesi di tipo neuro-degenerativo con
deterioramento cognitivo e sindromi demenziali (Alzehimer,
ecc.), allo scopo di alleggerire il carico assistenziale delle famiglie.
f)
Progetto
di legge, di iniziativa della Giunta regionale recante: "Norme per il
sostegno di persone non autosufficienti - fondo perla non autosufficienza".
g)
Creazione
e potenziamento centri di ascolto e case di accoglienza per donne vittime di
violenza.
h)
Supporto
alle famiglie attraverso servizi per l’infanzia:
Predisposizione
delle Linee guida regionali per la rilevazione e la presa in carico dei minori
vittime di abuso e maltrattamento.
Predisposizione
di un avviso pubblico finalizzato alla concessione dì voucher alla persona per
la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Potranno beneficiare del
"Voucher di Conciliazione", le donne, anche immigrate, che si trovino
nella condizione di dover accudire bambini in età infantile;
Garante per l’infanzia:
E in corso la stipula di una convenzione tra la Regione Calabria e il Garante
dell’Infanzia e l’Adolescenza cui seguiranno imponenti azioni collaborative
nell’adozione di strategie comuni in favore dell’infanzia e l’adolescenza
In attesa di
una nuova legislazione regionale. che sostituisca la vecchia Legge Regionale n.
12/1973, "Disciplina degli asili nido", la Regione Calabria ha
approvato con la Deliberazione della Giunta regionale n. 748 del 19.l1.2010, le
Linee di Indirizzo Regionali per la Prima Infanzia (0-36 mesi) nell’ottica
educativa -e della conciliazione tra tempi di vita e di lavoro.
ASILI NIDO: La
Regione ha già finanziato circa 16 milioni di
euro di cui sei a valere sul POR. FESR e 10 sui Fondi del Ministero
della Famiglia per la creazione di asili nido comunali individuando circa 54
beneficiari;
E’ in corso di
emanazione l’avviso pubblico rivolto ai privati per la realizzazione e adeguamento
di nidi d’infanzia e servizi educativi integrativi, per un importo di circa 11 milioni di euro con la finalità di
aumentare i posti nido e la diffusione dei servizi per l’infanzia sul
territorio regionale, aumentando i servizi di cura alla persona e alleggerendo
i carichi familiari per innalzare la partecipazione delle donne al mercato dei
lavoro.
La Giunta regionale ha approvato in data 18.3,2011 il
progetto di legge sui servizi per l’infanzia (nidi e servizi integrativi)
attualmente all’esame del Consiglio Regionale.
La Giunta
Regionale, con Deliberazione n. 109 del 9 marzo 2009, ha istituito l’Albo delle
associazioni familiari, ai sensi della legge Regionale n. 1 del 2.2.2004 art. 6
(associazionismo familiare). All’Albo sono state iscritte le organizzazioni di
volontariato che operano sul territorio regionale iniziative di mutuo aiuto per
attività di cura, custodia e assistenza di soggetti o famiglie in condizioni di
bisogno. La Regione Calabria sta provvedendo, per come previsto nella
Deliberazione n. 109/2009, ad un censimento di tutte queste associazioni al
fine di costituire una Banca dati del mutuo aiuto.
Punto
informativo mobile sociale e fiscale:
Protocollo d’intesa
con l’Agenzia delle Entrate per l’attivazione del Mutuo Informativo mobile fiscale
e sociale a favore delle famiglie con i soggetti svantaggiati che prevede la
realizzazione sul territorio calabrese di un servizio diretto a favorire la
conoscenza da parte delle famiglie, soprattutto quelle più emarginate, delle
problematiche fiscali e sociali, attraverso lo svolgimento di attività di
consulenza, informazione e assistenza.
Note: Restano
inoltre confermati gli impegni ordinari relativi al pagamento delle rette per l’accoglienza,
presso strutture residenziali e semiresidenziali, di minori: diversamente
abili, adulti in difficoltà (comprese donne con bambini anziani non
autosufficienti, nonché del contributo-retta affido alle famiglie che accolgono
minori in affidamento. Impegno complessivo; circa 20 Meuro”.
Dott. Giuseppe Nardi (Dirigente di settore)
Francescantonio Stillitani (assessore al lavoro, formazione professionale, famiglia e politiche sociali)
Mirabelli. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
con il riassetto dei servizi sociali previsto dalla legge regionale 23/2003 facente riferimento alla legge quadro 328/2000 alla Regione Calabria spetta la funzione di programmazione, indirizzo e coordinamento degli enti locali quali Province e Comuni con la necessità di integrare le attività di questi ultimi con quelle dei gestori delle strutture sociali e delle famiglie con situazioni di disagio e che specificamente tra le varie tipologie di accoglienza delle realtà di disagio sociale, ci sono i centri diurni per disabili mentali, servizi in perfetta sintonia con quanto statuito dalla legge Basaglia e che garantiscono al disabile il mantenimento del rapporto con la famiglia e, al contempo, offrono un insostituibile supporto alla famiglia durante le ore diurne, consentendo alla stessa lo svolgimento delle attività quotidiane;
nel corso degli anni alle dette strutture sono stati richiesti sempre nuovi e maggiori adeguamenti strutturali, funzionali e di personale specialistico, regolarmente assunto con contratto nazionale di categoria che incidono significativamente sulla tenuta economica delle suddette strutture, del resto a fronte di una erogazione di una retta regionale giornaliera pari a €. 26,00 ad utente iniqua ed inefficiente, costringendo e condizionando i centri diurni per disabili mentali a non poter operare nel migliore dei modi;
nelle varie Regioni d’Italia, strutture simili percepiscono rette decisamente più elevate, si va dall’Emilia Romagna che addirittura differenzia il livello di disabilità tra moderato €. 64,00, medio €. 85,00 e grave €. 112,00, alla regione Abruzzo con €. 42,00, Lombardia con una retta giornaliera di €. 86,00 e via discorrendo, fino ad arrivare alla Calabria con il più basso contributo;
solo nel 2009 la Giunta regionale con delibera 458 del 24 luglio ha, in attuazione alla legge regionale 23/2003, rideterminato le rette spettanti ad alcuni servizi tra cui anche i centri diurni per disabili mentali aumentandole, relativamente al loro ambito, da €. 26 a €. 30 a far data dal 1.1.2009 ed ha altresì stabilito che per l’anno 2009 gli oneri aggiuntivi derivanti dalla delibera pari a 6.000.000,00 di €. erano da reperire sulla disponibilità residua del Fondo Por Calabria, mentre per gli anni successivi detta cifra di 6.000.000,00 avrebbe dovuto essere garantita con fondi di bilancio... in modo tale da implementare stabilmente la dotazione finanziaria del Fondo sociale regionale;
se tale sistema ove dovesse permanere invariato, paradossalmente, amplificherà la spesa a carico della Regione Calabria in quanto le situazioni di disagio sociale oggi accolte in ambito sociale dovranno trovare forme di accoglienza sanitaria decisamente più costose e con amplificazione, peraltro, del tasso di incongruità dei ricoveri, oggi in Calabria abbastanza presenti;
tutto ciò, vale la pena di sottolineare, in totale controtendenza all’orientamento nazionale che punta sul potenziamento del sociale per contenere i costi della sanità, promuovendo e incentivando la nascita dei servizi in ambito sociale per il contenimento delle situazioni di disagio, confinando al settore sanitario solo quelle situazioni che in ipotesi residuali e minimali non possono trovare accoglienza nel sociale e, soprattutto, limitando l’accoglienza sanitaria al tempo strettamente necessario a far rientrare in range di compensazione patologie momentaneamente scompensate -:
come mai ad oggi solo i centri diurni per disabili mentali non hanno percepito l’adeguamento rette 2009 mentre per le altre strutture ricadenti, pure nella previsione di aumento della richiamata delibera regionale 428/24.07.2009, i relativi oneri sono stati già da mesi pagati?;
ancora, relativamente all’anno 2010 era stato annunciato dal dipartimento 10, obiettivi strategici un tavolo tecnico per la concertazione dei servizi al quale avrebbero dovuto partecipare tutte le tipologie di strutture sociali. Non solo il previsto tavolo tecnico ad oggi non c’è stato ma per l’anno 2010 non c’è certezza circa la retta regionale spettante alle dette strutture. I centri diurni per disabili hanno chiesto da mesi al dipartimento obiettivi strategici, al direttore generale e all’Assessore al ramo un incontro finalizzato alla discussione di problematiche concernenti il loro settore. Come mai il detto tavolo tecnico non è stato ancora organizzato atteso che il 2010 è quasi terminato?;
relativamente all’anno 2010, quale è la retta regionale spettante ai centri diurni per disabili mentali atteso che l’assessorato alle politiche sociali dichiara sofferenze economiche dovute al gravare ancora sui propri fondi di bilancio delle Rsa strutture prettamente sanitarie la cui collocazione non può che essere in ambito sanitario?;
se da una indagine Istat, le cui tavole sono visionabili sul sito www.istat.it/sanità/assistenza le politiche del Welfare presentano numerosi elementi di variabilità sul territorio nazionale e all’interno di questo quadro la Calabria si pone all’ultimo posto tanto per i livelli più bassi di spesa per abitante quanto in termini di attuazione della legge regionale 23/2003 di cui alla legge quadro 328/2000, chiediamo al presente assessore ai servizi sociali se intende mantenere ancora la Calabria come fanalino di coda anche in questo settore e, soprattutto, per quanto tempo ancora.
(66; 22.11.2010)
Risposta – “In
merito alla richiesta di informativa di cui all’oggetto, appare doveroso
precisare che, nelle more della completa attuazione della L.R.
n. 23/2003, la Regione Calabria
con Dgr n. 458 del 24 luglio 2009, aveva provveduto
alla rideterminazione delle rette giornaliere pro-capite da corrispondere ai
soggetti accreditati in relazione alla tipologia del servizio offerto,
prendendo in considerazione tra queste tipologie di strutture, i centri diurni
per disabili mentali.
Nella stessa
delibera si precisava che la copertura per l’adeguamento della retta per tutte
le strutture interessate sarebbe stata assicurata solo per l’anno 2009 e che
per l’annualità 2010 era stato previsto un tavolo tecnico, finalizzato alla
revisione dei piani di gestione delle strutture interessate per conseguire
obiettivi di economicità ed efficienza.
In attuazione
della LR n. 8/2010, art. 6, comma 4, con nota del 20 ottobre 2010, prot. N. 33363, il Settore politiche sociali ha avviato le
procedure per l’istituzione del tavolo tecnico invitando i rappresentanti
legali delle strutture interessate, l’Anci e l’Upi a delegare con atto formale all’assunzione di ogni
decisione i rispettivi rappresentati.
In data 24
maggio 2011, presso il dipartimento
n. 10 – Settore Politiche sociali, il tavolo tecnico, presieduto dal Dott.
Nardi, dirigente del Settore Politiche sociali, ha convenuto che l’implementazione
del Fondo sociale regionale, da destinare all’adeguamento delle rette per l’anno
2010 e per le successive annualità fosse subordinato alla rideterminazione del
bilancio corrente di spesa (anno 2011).
In assenza
di opportuna copertura finanziaria per gli anni successivi al 2009, questo
settore è stato pertanto impossibilitato ad erogare le risorse quale contributo
rette, secondo gli adeguamenti di cui alla Dgr sopra
menzionata.
Il verbale
del tavolo tecnico è stato inoltrato per gli adempimenti conseguenti al
dipartimento bilancio e patrimonio.
A tutt’oggi
non si è avuto riscontro.
Pertanto per
la sola annualità 2009 si è provveduto, comunque, ad erogare a tutte le
strutture compresi i centri diurni per disabili mentali, le somme dovute
secondo quando stabilito dalla Dgr n. 458/2010.
Per le
annualità successive al 2009 si resta in attesa dei provvedimenti su menzionati
a cura del dipartimento bilancio”.
Dott. Giuseppe Nardi (Dirigente di settore)
Francescantonio Stillitani (assessore al lavoro, formazione professionale, famiglia e politiche sociali)
Nucera. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
il fenomeno degli incidenti sui luoghi di lavoro costituisce un problema sociale, che incide sulla vita, oltre che del lavoratore, anche su quella della sua famiglia, che si trova improvvisamente, oltre che in presenza di una carenza affettiva, anche nell’assenza di una fonte di reddito;
rilevando la necessità di un sostegno ai familiari di soggetti vittime di infortuni sul lavoro, la Regione Calabria, il 26 febbraio 2010, su mia proposta, ha varato la legge regionale (n. 11/2010) di solidarietà a favore dei familiari di lavoratrici e lavoratori deceduti o gravemente invalidi a causa di incidenti sui luoghi di lavoro, come strumento di promozione di un sistema sociale di solidarietà ai lavoratori vittime di incidenti sul lavoro e le loro famiglie non possono essere abbandonati al loro tragico destino, ma devono essere concretamente supportati attraverso adeguati interventi di sostegno e solidarietà;
a tutt’oggi, non è stato predisposto dalla Giunta regionale il Regolamento di attuazione, previsto dall’art. 6 della legge regionale 26 febbraio 2010, n. 11, e in tal modo è stato vanificato l’operato legislativo -:
se ritiene opportuno e necessario finanziare, per tutti gli istituti ivi previsti, la legge regionale 26 febbraio 2010, n.11 (Interventi regionali di solidarietà a favore dei familiari di lavoratrici e lavoratori deceduti o gravemente invalidi a causa di incidenti sui luoghi di lavoro);
se ritiene opportuno predispone il Regolamento di attuazione, previsto dall’art. 6 della suddetta legge regionale 26 febbraio 2010, n. 11.
(67; 23.11.2010)
Risposta – “Su
tale problematica, l’assessore Stillitani
ha risposto in Aula all’onorevole interrogante, Nucera”.
Dott.ssa Concettina Di Gesù (Dirigente Settore lavoro)
Francescantonio Stillitani (assessore al lavoro, formazione professionale, famiglia e politiche sociali)
Ciconte. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
con fondi Por Calabria Fse 2007/2013 è stato pubblicato “Avviso per aiuti alle Imprese nonché a Professionisti, Fondazioni e Associazioni varie”, attraverso la concessione di borse lavoro, di incentivi occupazionali sotto forma di integrazione salariale e formazione continua con gli obiettivi di consolidare e ampliare le opportunità di riqualificazione dei lavoratori occupati, favorire l’innovazione e la produttività attraverso una migliore organizzazione e qualità del lavoro e rafforzare l’inserimento/reinserimento lavorativo dei lavoratori adulti, dei disoccupati di lunga durata e dei bacini di precariato occupazionale attraverso percorsi integrati e incentivi;
la dotazione finanziaria prevista per detto intervento ammonta a 105 milioni di euro;
il bando tramite procedura cosiddetta "A sportello", prevedeva la trasmissione della domanda di partecipazione a partire dal 30 ottobre c.a.;
nel bando era prevista anche la nomina di una Commissione istruttoria valutativa interna all’Amministrazione regionale preposta all’esame e valutazione delle domande presentate -:
se le risorse messe a disposizione sono state esaurite con le domande ad oggi presentate;
se la Commissione sopradetta è stata nominata;
se tutte le domande presentate sono state oggetto di valutazione e quali sono i tempi di pubblicazione della relativa graduatoria, nonché i tempi di stipula degli atti concessori con i relativi beneficiari.
(77; 4.11.2011)
Risposta – “In
ordine agli aiuti per imprese con fondi POR Calabria FSE 2007/2013 Politiche
per l’Occupabilità avviate con fondi POR Calabria FSE
2007/2013 - Asse. II Obiettivo Specifici E ed F. di seguito si riporta l’elenco
dei progetti e finanziamenti concessi ad imprese:
l. sono stati erogati
finanziamenti, per la creazione di lavoro autonomo nei Nuovi bacini di impiego,
pari ad E. 8.411,687,24, corrispondenti a 260 progetti approvati.
2. E’ stata
attivata una convenzione tra la Regione Calabria e la Carime per la
costituzione e la gestione di un Fondo di garanzia e conto interessi finalizzato
a garantire l’efficace attuazione degli interventi finalizzati all’inserimento
occupazionale attraverso le forme di Auto impiego.
3. Gestione
delle misure anticrisi. Si è provveduto al trasferimento delle risorse
finanziarie pari ad € 10.060.000,00 all’INPS, per consentire 1’erogazione del
sostegno al reddito ai lavoratori sospesi in mobilità, ricompresi negli accordi
congiunti sottoscritti in sede regionale. E’
in atto una procedura di certificazione della spesa, successivamente si prevede
di trasferire ulteriori circa e 5.000.000,00 all’INPS. Nel 2009 l’Unità di
crisi della Regione Calabria ha monitorato circa 9.000 posizioni in ingresso di
soggetti fruitori di ammortizzatori sociali in deroga.
4. E’ stato
attivato il bando relativo al Progetto Micro credito per favorire l’avvio di
forme di lavoro autonomo, sulla base di un servizio di Garanzia bancaria.
La Regione
Calabria ha inizialmente costituito un Fondo di Garanzia, di cui il soggetto
gestore è FinCalabra S.p.A.
Il Fondo di
Garanzia è quantificato in €. 20.0000.000,00 (ventimilioni), successivamente il
Progetto è stato integrato con uri Fondo conto interessi la cui gestione è anch’essa
affidata a FinCalabra SpA. Per 1’erogazione del
contributo in conto interesse, è assegnato l’importo complessivo di €.
2.500.000,00, a valere sulle disponibilità del POR Calabria FSE 2007/2013; è
previsto un servizio di accompagnamento/tutoraggio per un importo di €
2.500.000,00.
Attraverso
questa integrazione l’iniziativa diventa maggiormente attrattiva soprattutto
verso i destinatari particolarmente esposti sul piano della capacità di accedere
a forme di credito. Complessivamente il Fondo (fondo di garanzia, conto
interessi e tutoraggio) ammonta a €. 25.000.000,00. Al 29.08.2011 sono
pervenute n. 638 richieste, i progetti esaminati sono stati n. 500 di cui
approvati n. 164
Con delibera
di Giunta Regionale n. 385 del 11/08/2011 è stato costituito il Fondo di
garanzia per l’Occupazione in Calabria mediante strumenti di facilitazione all’accesso
al credito, con una dotazione. complessiva di € 25.000.000,00. La gestione è
affidata a FinCalabra spa.
Con DDG n.
8138 del 06.07.2011 è stato approvato il progetto "Lavori Regolari - Rete
Regionale per l’emersione, la qualità e lo sviluppo locale - Istituzione Fondo
di Garanzia per l’inserimento lavorativo", promosso dalla Commissione
Regionale per l’Emersione del Lavoro non Regolare con soggetto attuatore la
Fondazione FIELD. Il progetto prevede un impegno di € 14.280.00,00 per la
realizzazione del progetto ed € 5.000.000,00 per la costituzione del Fondo di
Garanzia, strettamente connesse alla realizzazione, del progetto.
Con DDG n.
8445 del 12 luglio 2011 è stata approvata la graduatoria definitiva. «Avviso pubblico
per aiuti alle imprese attraverso la concessione di borse lavoro, di incentivi
occupazionali sotto forma di integrazione salariale e formazione continua come
adattamento alle competenze» (BUR Calabria n. 41 del 15.10.2010, Parte III). La
graduatoria prevede un impegno complessivo di €. 85.922.960,09, di cui €
23.052.600,00 per l’attivazione delle "borse lavoro" ed €
51.532.980,09 per aiuti all’assunzione.
Con delibera
di Giunta Regionale n. 396 del 01.09.2011 è stata approvata la graduatoria
relativa alla Iniziativa progettuale "Ar.Co. (in
cofinanziamento Min. Lavoro) - per un impegno finanziario a carico della
Regione Calabria pari a circa €. 2.404.490,00 (cofinanziamento al 50%). Sono
571 le unità lavorative assunte a tempo indeterminato dalle aziende ammesse a
contributo.
Sono in fase
di completamento le procedure di cui all’Avviso Pubblico per la concessione di
aiuti alle imprese per 1’assunzione di lavoratori svantaggiati e all’occupazione
di lavoratori disabili, sotto forma di integrazione salariale che prevede un
impiego di € 30.000.000,00.
Con Decreto n.
n. 12881 del 12/10/2011 è stato approvato l’ Avviso Pubblico A) per la
concessione di incentivi ai datori di lavoro per l’incremento occupazionale e
la concessione di una dote formativa come contributo all’adattamento delle
competenze. B) per le concessione di. sostegni al reddito ed incentivi all’autoimpiego di lavoratori autonomi che abbiano perso il
lavoro a causa della crisi economica mondiale inseriti nell’azione di sistema
di “Welfare to Work” per le politiche attive di reimpiego"
POR Calabria FSE 2007/2013. Asse II Occupabilità
Obiettivo operativo E1. La dotazione finanziaria disponibile per l’attuazione
dell’Avviso pubblico ammonta complessivamente a €. 6.000.000,00 (sei milioni di euro), di, cui: €.
3.000.000,00 (treMln/€.) assegnati. dal MLPS con D.D. n. 130 del 29 dicembre 2009, ed €. 3.000.000,00 (tre Mln./€) Asse II Occupabilità -
Obiettivo specifico e Por Calabria FSE 2007/2013.
A. seguito
dell’approvazione degli esiti dell’Avviso Pubblico per la concessione di
prestiti d’onore per l’avvio di iniziative di Auto impiego in forma di lavoro
autonomo promosse da donne, sono state avviate le procedure ed erogati i
finanziamenti per la creazione di lavoro autonomo promosse: da donne. Le
risorse impegnate ammontano ad €. 14.430.702,68, per un numero di progetti
ammessi e finanziati pari a 442
Sono stati
approvati n. 1915 progetti relativi alla concessione di incentivi alle persone
finalizzali a migliorare la qualità della vita di donne con problematiche di
conciliazione dei tempi di vita familiare e vita lavorativa, per consentire una
maggiore partecipazione delle stesse al mercato del lavoro. Sono state
impegnate risorse pari ad €. 16.907.460,21.
Con decreto n. 11557 del 12.10.2011 è stato approvato il progetto “Ricerca azione finalizzata a verificare e ad aumentare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro la cui realizzazione è affidata alla Fondazione Field”.
Dott.ssa Concettina Di Gesù (Dirigente Settore lavoro)
Francescantonio Stillitani (assessore al lavoro, formazione professionale, famiglia e politiche sociali)
Guccione, Aiello F. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore al lavoro ed alla formazione professionale, alla famiglia ed alle politiche sociali. Per sapere - premesso che:
la L.R. n. 8 del 2 marzo 2005, all’articolo 1, comma 4, dispone che la Giunta regionale, sulla base dei principi e degli obiettivi della L.R. del 19 ottobre 1992, n. 20 predispone specifici programmi triennali concernenti azione di valorizzazione, salvaguardia, manutenzione, ripristino e recupero dei territori montani delle aree ricadenti nei comuni di Acri, Casabona, Fabrizia, Longobucco, Nardodipace, San Demetrio Corone, San Giovanni in Fiore e della Comunità Montana di Verbicaro;
con l’art. 2 della L.R. del 13.06.2008, n. 15 (Provvedimento generale di tipo ordinamentale e finanziario - Collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2008) la Regione Calabria ha inteso intraprendere una serie di azioni “di carattere formativo finalizzate al reimpiego, in favore di lavoratori ultracinquantenni espulsi da settori ed aziende in crisi” e che, all’articolo 45 della stessa legge (Norme a tutela dell’occupazione), la Giunta regionale definisce progetti finanziabili con risorse comunitarie, nazionali e regionali, particolarmente in materia di riassetto, prevenzione e salvaguardia del territorio regionale, incluso l’ausilio nello spegnimento degli incendi, attraverso la cui realizzazione si rende possibile assicurare opportunità di occupazione durevole, nel rispetto dei principi di economicità, efficienza e produttività, dei lavoratori di cui all’articolo 1, comma 5, della L.R. 2 marzo 2005, n. 8;
l’art. 2 prima richiamato prevede la realizzazione di un Piano di "reinserimento occupazionale" quale strumento di un sistema di politiche attive da sostenere anche con il POR Calabria FSE 2007-2013 nel quadro della strategia integrata di flessicurezza, obiettivo politico cardine dell’Unione europea in materia di impiego e sviluppo economico;
con la D.G.R n. 353 del 10.05.2010 "Misure di contrasto alla crisi economica. Articolo 2 legge regionale 13.06.2008, n. 15 - Piano di reinserimento occupazionale 2010" è stato approvato, ai sensi della legge di cui al precedente punto, il Piano di reinserimento occupazionale 2010 allegato alla Delibera in oggetto come fatto integrante e sostanziale;
la necessità di riutilizzare i lavoratori di cui al D.G.R. 353/10 è stata dettata non solo da scontati motivi di sostegno al reddito, quanto piuttosto dal non disperdere professionalità sperimentate, soprattutto nei settori agricolo e ambientale;
i lavoratori ex Sial non percepiscono le spettanze relative al periodo gennaio-settembre 2010 e gennaio-marzo 2011;
tali inadempienze, di fatto, fanno disattendere lo spirito principale della legge regionale 13.06.2008, n. 15 e della D.G.R 353/10 di sostenere soluzioni mirate alla eliminazione dei fenomeni di marginalizzazione di carattere sociale ed economico -:
quali concrete ed urgenti iniziative il Presidente della Giunta regionale e gli Assessorati competenti intendano adottare per il pagamento delle spettanze arretrate e la elaborazione di progetti finalizzati alla integrazione oraria dei lavoratori in questione.
(106; 14.03.2011)
Risposta – “Con
delibera di Giunta regionale n. 78 del
18.03.2011 è stato approvato il piano di reinserimento occupazionale 2011 con copertura finanziaria di € 4.120.671,39 che
garantiva attuazione al piano medesimo sino ad agosto 2011.
Tra le
variazioni del piano è prevista anche quella di cui alla lettera d) “lavoratori
parchi nazionali della Calabria” meglio noti come “ex Sial”.
Per consentire
il pagamento dei sussidi a questi ultimi, il dipartimento 10 ha assunto i
seguenti decreti: n. 3060 del 8.04.2011 per le mensilità di gennaio, febbraio e
marzo 2011; n. 7205 del 21.06.2011 per le mensilità di aprile, maggio e giugno
2011; n. 12001 del 22.09.2011 per la mensilità di agosto.
Con questi
tre decreti gli importi necessari sono stati trasferiti alla direzione
regionale dell’Inps che, ai sensi della convenzione stipulata il 2.11.2010
eroga i sussidi solo in costanza di certificazione degli enti utilizzatori dei
lavoratori sulla base delle effettive presenze degli stessi.
Per la
conclusione dell’annualità 2011, il dipartimento 10 sta effettuando una
ricognizione per reperire nuove disponibilità, anche attraverso eventuali
economie di spesa da destinare al piano di reinserimento”.
Dott.ssa Concettina Di Gesù (Dirigente Settore lavoro)
Francescantonio Stillitani (assessore al lavoro, formazione professionale, famiglia e politiche sociali)
Nucera. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
la grave crisi economica che ha colpito l’Italia, inevitabilmente ha toccato anche le aziende più floride della nostra regione, che già versa in un cronico stato di debolezza economica e industriale;
la società G.D.M. (Grandi Distribuzioni Meridionali) s.p.a. di Reggio Calabria, con sede amministrativa in Campo Calabro, proprietaria di circa venti punti vendita e titolare di diverse imprese dislocate sul territorio delle province di Reggio Calabria, Vibo Valentia e Crotone, si trova, ormai, in una crisi che appare irreversibile ed il mancato rifornimento e ricarico di merci nei vari punti vendita, l’avvio di procedure giudiziarie da parte dei fornitori e il ricorso alla cassa integrazione da parte di alcune ditte collegate alla G.D.M. s.p.a. manifesta palesemente il totale abbandono delle attività operative;
le rappresentanze sindacali e di categoria, dopo una serie di incontri avuti con i vertici della G.D.M. s.p.a., ormai parlano di "crisi irreversibile" della società e evidenziano l’urgenza di ricorrere al concordato preventivo per giungere ad un accordo con i creditori;
la Prefettura di Reggio Calabria ha manifestato la volontà di avviare un tavolo formale di trattativa con il coinvolgimento delle istituzioni locali e delle aziende del settore;
la crisi della G.D.M. s.p.a., con la paventata ipotesi di messa sul mercato, per segmenti, dei singoli punti vendita, interessa in primo luogo i lavoratori ivi impiegati, che ammontano a circa 700 unità (di cui l’80% residenti sul territorio reggino), nonché quelli di numerose ditte dell’indotto che ruotano attorno alla G.D.M., che ammontano circa a 2.000 unità, per i quali si prospetta l’accesso agli ammortizzatori sociali;
la G.D.M. s.p.a. è una delle più grandi aziende della provincia di Reggio Calabria, con mole di personale paragonabile a quella di un importante fabbrica;
il territorio reggino, già duramente segnato dal fallimento e dalla delocalizzazione di numerose attività produttive, non può sopportare, dal punto di vista economico e sociale, l’ulteriore riduzione dei livelli occupazionali;
se è a conoscenza delle problematiche sopra esposte e della gravità dei risvolti economici, ma ancor più sociali che esse comportano, coinvolgendo migliaia di lavoratori e il loro legittimo diritto ad avere un’occupazione e garantire serenità alla propria famiglia;
se ritiene opportuno sensibilizzare il competente Assessorato alle attività produttive, nonché l’Assessorato al lavoro, formazione professionale e politiche sociali, affinché pongano in essere comportamenti operativi tesi a vigilare sull’evoluzione della vertenza riguardante il gruppo G.D.M. s.p.a. ed interventi a sostegno delle famiglie interessate;
quali azioni intende porre in essere al fine di monitorare l’evoluzione della problematica e se intende presenziare nei futuri tavoli di trattativa per tutelare i lavoratori dipendenti nella lotta per il mantenimento del posto di lavoro.
(110; 25.03.2011)
Risposta – “In
data 26.10.2011 è stato sottoscritto l’accordo sindacale con l’impresa Gdm di Crotone presso l’unità di crisi della Regione Calabria finalizzato all’ottenimento
della cassa integrazione in deroga.
Successivamente sono stati trasmessi
all’Inps i documenti relativi agli elenchi dei lavoratori per i quali sono
stati chiesti gli ammortizzatori sociali in deroga.
In data 20.10.2011 l’Inps comunicava alla Regione Calabria che per un lavoratore sussistono i requisiti e per un altro lavoratore non sussistono. Per i lavoratori per cui sussistono i requisiti si sta procedendo alla autorizzazione all’erogazione del trattamento degli ammortizzatori sociali in deroga”.
Dott.ssa Concettina Di Gesù (Dirigente Settore lavoro)
Francescantonio Stillitani (assessore al lavoro, formazione professionale, famiglia e politiche sociali)
“Il Consiglio regionale
visto il progetto di bilancio di previsione del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2012, di cui alla delibera dell’Ufficio di Presidenza n. 111 del 19 dicembre 2011, che si conclude con le seguenti risultanze:
ENTRATE:
TITOLO 1 Fondi assegnati sul bilancio regionale per il
funzionamento del Consiglio regionale € 73.000.000.00
TITOLO 2 Entrate
compensative e variegato €
2.048.027,94
TITOLO 3 Partite di giro € 20.705.200,00
TOTALE ENTRATE € 95.753.227,94
Avanzo di amministrazione bilancio 2010 € 9.047.366,96
USCITE:
TITOLO 1 Spese correnti € 73.000.000,00
TITOLO 2 Spese
compensative e variegato €
2.048.027,94
TITOLO 3 Partite
di giro €
20.705.200,00
TOTALE
USCITE € 95.753.227,94
DELIBERA
di approvare il bilancio di previsione del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2012 con te seguenti risultanze finali:
ENTRATE:
TITOLO 1 Fondi assegnati sul bilancio regionale per il
funzionamento del Consiglio regionale € 73.000.000.00
TITOLO 2 Entrate
compensative e variegato €
2.048.027,94
TITOLO 3 Partite di giro € 20.705.200,00
TOTALE
ENTRATE € 95.753.227,94
Avanzo di amministrazione bilancio 2010 € 9.047.366,96
USCITE:
TITOLO 1 Spese correnti € 73.000.000,00
TITOLO 2 Spese
compensative e variegato €
2.048.027,94
TITOLO 3 Partite
di giro €
20.705.200,00
TOTALE
USCITE € 95.753.227,94”.
TITOLO I
RAZIONALIZZAZIONE DELLE SPESE REGIONALI
Art. 1
(Patto di stabilità e finanziamenti dell’Unione Europea)
1. Al fine di garantire il rispetto dei vincoli di spesa imposti dal patto di stabilità interno e assicurare, nel contempo, il pieno utilizzo dei fondi strutturali comunitari, i dipartimenti della Giunta regionale adottano adeguate misure di monitoraggio della spesa afferente ad interventi realizzati con la quota di finanziamento nazionale e correlati ai finanziamenti dell’Unione europea, secondo le modalità previste nei successivi commi.
2. Entro il termine perentorio di novanta giorni dall’entrata in vigore della presente legge, i dipartimenti della Giunta regionale responsabili dell’attuazione degli interventi relativi ai programmi operativi della Regione cofinanziati dai fondi strutturali europei predispongono, di concerto con le rispettive Autorità di Gestione, per i capitoli della spesa interessati, i crono-programmi procedurali e finanziari degli impegni da assumere e delle spese da realizzare per l’esercizio finanziario 2012 e per ciascun esercizio finanziario contemplato dal bilancio pluriennale 2012-2014.
3. Entro il medesimo termine perentorio di cui al precedente comma, i crono-programmi sono inviati al dipartimento competente in materia di Bilancio per le valutazioni sull’andamento della spesa.
4. Le previsioni finanziarie, di cui al comma 1, sono esposte con evidenza trimestrale e annuale e sono elaborate dai Dipartimenti in conformità, in sede di impegno contabile, ai seguenti principi:
a) la registrazione dell’impegno avviene nel momento in cui l’impegno è giuridicamente perfezionato, avendo determinato la somma da pagare e il soggetto creditore e avendo indicata la ragione del debito e costituito il vincolo sulle previsioni di bilancio;
b) non possono essere riferite ad un determinato esercizio finanziario le spese per le quali non sia venuta a scadere e, pertanto, non sia esigibile nello stesso esercizio finanziario, la relativa obbligazione giuridica.
5. Entro il termine perentorio di quindici giorni dalla scadenza di ogni trimestre, i Dipartimenti provvedono alla conferma o aggiornamento delle previsioni procedurali e finanziarie.
6. La mancata ottemperanza alle disposizioni di cui ai precedenti commi o lo scostamento superiore al 10 per cento delle previsioni di cui al comma 2 con l’effettiva esecuzione degli impegni e dei pagamenti comporta, per il Dirigente generale del dipartimento interessato, una riduzione pari al 20 per cento dei benefici economici spettanti a seguito del raggiungimento degli obiettivi individuali, di cui all’articolo 9 del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150 e successivi provvedimenti regionali di attuazione.
Art. 2
(Modifiche e integrazioni alla legge regionale 11 agosto 2010, n. 22)
1. All’articolo 1 della legge regionale 11 agosto 2010, n. 22 sono apportate le seguenti modifiche e integrazioni:
a) al comma 5, le parole “annualmente adottato con delibera della Giunta regionale su proposta del Dipartimento Bilancio" vengono sostituite dalle parole “da adottarsi, con delibera della Giunta regionale su proposta del dipartimento competente in materia di bilancio, entro il 28 febbraio di ciascun anno e rimodulabile nel corso dell’esercizio finanziario”;
b) è aggiunto il seguente comma:
“5-bis In conformità agli atti di indirizzo della Giunta regionale contenuti nel “Piano dei pagamenti”, la competente struttura del dipartimento bilancio può inibire l’utilizzo della disponibilità finanziaria presente sui capitoli del bilancio annuale e pluriennale, disponendo altresì il blocco, anche informatico, dell’emissione di impegni e/o dei pagamenti.”
2. L’articolo 9, comma 2, della legge regionale 11 agosto 2010, n. 22 va interpretato nel senso che esso si applica anche agli Enti di cui alla legge regionale 24 dicembre 2001, n. 38.Gli eventuali oneri derivanti dalla mancata applicazione della medesima disposizione sono a carico degli stessi Enti.
Art. 3
(Adempimenti per l’attuazione dei progetti finanziati con risorse liberate)
1. Ai fini della salvaguardia degli equilibri del bilancio, entro il termine perentorio di sessanta giorni dall’entrata in vigore della presente legge, i dipartimenti della Giunta regionale responsabili dell’attuazione di progetti finanziati con risorse liberate dalla certificazione di progetti coerenti al POR Calabria 2000-2006, ai sensi del paragrafo 6.3.6 del QCS 2000-2006 per le Regioni dell’Obiettivo 1, concludono le verifiche tese ad individuare le operazioni escluse dal finanziamento a valere su dette risorse, in quanto interessate da irregolarità o comunque definanziate, e avviano i procedimenti amministrativi di revoca o decadenza del contributo e conseguente recupero delle somme già erogate, secondo il disposto della vigente normativa, provvedendo a determinare le economie di spesa e a riaccertare i residui passivi e in perenzione amministrativa.
2. In ordine alle operazioni di cui al precedente comma, il dipartimento competente in materia di bilancio e i dipartimenti interessati provvedono, per le rispettive competenze, al recupero delle somme percepite dai beneficiari, ai sensi degli articoli 40 bis e 40 ter della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8, e anche mediante compensazione delle somme da recuperare con i crediti vantati dai beneficiari nei confronti della Regione, per le quali la stessa Regione non abbia ancora effettuato l’erogazione.
3. La mancata ottemperanza alle disposizioni di cui ai precedenti commi, comporta, per il Dirigente generale del dipartimento interessato, una riduzione pari al 20per cento dei benefici economici spettanti a seguito del raggiungimento degli obiettivi individuali, di cui all’articolo 9 del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150 e successivi provvedimenti regionali di attuazione.
4. Le eventuali disponibilità finanziarie derivanti dalle azioni di recupero di cui ai commi precedenti saranno oggetto di apposito Piano di riutilizzo che sarà adottato con delibera della Giunta regionale e trasmesso alla competente Commissione consiliare che esprime il parere non vincolante entro trenta giorni dalla data di assegnazione del provvedimento, decorsi i quali il parere si intende reso in senso favorevole.
Art. 4
(Copertura finanziaria dei provvedimenti della Giunta regionale)
1. I provvedimenti della Giunta regionale che comportano assunzione di oneri a carico del bilancio annuale e/o pluriennale della Regione devono contenere esplicita dichiarazione, resa dal Dirigente generale e dal dirigente del settore competenti per materia, in ordine alla copertura finanziaria e ai capitoli della spesa interessati, i cui stanziamenti costituiscono limite all’assunzione dei relativi impegni.
2. Le strutture dirigenziali della segreteria della Giunta regionale verificano la sussistenza formale degli adempimenti di cui al precedente comma.
3. I Dirigenti generali e di settore rispondono dei danni erariali subiti dalla Regione, conseguenti ai provvedimenti adottati in violazione delle disposizioni di cui al precedente comma.
4. Gli amministratori e i dipendenti della Regione che vengano a conoscenza, per ragioni del loro ufficio, dei fatti o dei comportamenti di cui al comma 3 sono tenuti a presentare denuncia al Procuratore regionale della Corte dei conti nei termini e secondo le modalità previste dalle disposizioni di legge vigenti in materia.
TITOLO II
DISPOSIZIONI IN MATERIA DI ARMONIZZAZIONE DEI SISTEMI CONTABILI
Art. 5
(Adeguamento del sistema contabile regionale e degli schemi di bilancio ai principi del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118)
1. A partire dall’esercizio finanziario 2012, il dipartimento competente in materia di bilancio della Giunta regionale provvede al graduale adeguamento del sistema contabile regionale e degli schemi di bilancio ai principi contenuti nel decreto legislativo 23 giugno 2011 n. 118, e successivi provvedimenti di attuazione, e alle disposizioni del presente articolo.
2. Il dipartimento competente in materia di bilancio, su indicazione dei dipartimenti competenti, provvede:
a) al riaccertamento dei residui attivi e passivi, al fine di eliminare quelli cui non corrispondono obbligazioni perfezionate e scadute alla data del 31 dicembre 2012. Per ciascun residuo eliminato in quanto non scaduto sono indicati gli esercizi nei quali l’obbligazione diviene esigibile, secondo i criteri individuati nel principio applicato della contabilità finanziaria, di cui al decreto legislativo n. 118/2011 e successivi provvedimenti di attuazione;
b) all’eventuale costituzione in entrata, nell’esercizio 2013, del fondo per la copertura degli impegni pluriennali derivanti da obbligazioni sorte negli esercizi precedenti (fondo pluriennale vincolato), di importo pari alla differenza tra i residui passivi ed i residui attivi eliminati ai sensi della lettera a) – se positiva. Il fondo costituisce copertura alle spese re-impegnate con imputazione all’esercizio 2013 e agli esercizi successivi;
c) alla conseguente determinazione del risultato di amministrazione al 31 dicembre 2012, a seguito dell’applicazione del principio della competenza finanziaria, di cui al decreto legislativo n. 118/2011 e successivi provvedimenti di attuazione;
d) ad accantonare una quota dell’avanzo di amministrazione, al fondo svalutazione crediti. L’importo del fondo è determinato secondo i criteri indicati nel principio applicato della contabilità finanziaria. Tale vincolo di destinazione opera anche se il risultato di amministrazione non è capiente o è negativo (disavanzo di amministrazione);
e) al riaccertamento e al reimpegno delle entrate e delle spese eliminate ai sensi della lettera a) in quanto non corrispondenti ad obbligazioni giuridicamente perfezionate scadute alla data del 31 dicembre, con imputazione all’esercizio del bilancio annuale o uno degli esercizi successivi in cui l’obbligazione diviene esigibile secondo i criteri individuati nel succitato principio applicato della contabilità finanziaria. La copertura finanziaria delle spese re-impegnate cui non corrispondono entrate riaccertate nel medesimo esercizio è effettuata attraverso il fondo pluriennale vincolato.
3. La copertura dell’eventuale disavanzo di amministrazione risultante dalla rideterminazione del risultato di amministrazione a seguito dell’applicazione del nuovo principio della competenza finanziaria, di cui al decreto legislativo n. 118/2011 e successivi provvedimenti di attuazione, può essere effettuata anche negli esercizi considerati nel bilancio pluriennale per un importo pari alla differenza tra le entrate accertate e le spese impegnate in ciascun esercizio ai sensi del comma 2, lettera d).
4. La copertura dell’eventuale accantonamento al fondo svalutazione crediti effettuato ai sensi del comma 2, lettera d), nel caso in cui il risultato di amministrazione non presenti un importo sufficiente a comprenderlo, può essere effettuata anche negli esercizi considerati nel bilancio pluriennale.
5. Per le finalità di cui al comma 1, è autorizzata, a decorrere dall’esercizio finanziario 2012, la costituzione in entrata e l’iscrizione nella spesa dei fondi pluriennali vincolati nei quali confluiscono le somme non impegnate nell’esercizio precedente a valere sui capitoli della spesa finanziati dallo Stato o da altri soggetti, con vincolo di destinazione, ad esclusione dei fondi inerenti alla programmazione operativa 2007-2013e dei fondi per il finanziamento della spesa sanitaria.
6. La riallocazione nei capitoli di provenienza della spesa delle somme confluite nei fondi pluriennali è disposta, per la quota parte effettivamente impegnabile nel corso dello stesso esercizio finanziario, con provvedimento del Dirigente generale del dipartimento Bilancio e Patrimonio, su richiesta motivata del dipartimento competente. Con lo stesso provvedimento del dirigente generale del dipartimento bilancio sono apportate le conseguenti variazioni al bilancio pluriennale.
7. A decorrere dall’esercizio finanziario 2012, è iscritto sia nella parte entrata che nella parte spesa uno specifico fondo nel quale confluisce il saldo finanziario derivante dalle somme accertate e/o riscosse nel precedente esercizio finanziario e per le quali viene determinata la natura e la tipologia dell’entrata entro i termini previsti dal comma 2 dell’articolo 54 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8.
8. A seguito della esatta determinazione della natura e tipologia dell’entrata di cui al precedente comma, il Dirigente generale del dipartimento competente in materia di bilancio, con proprio provvedimento, dispone le conseguenti variazioni compensative, sul versante della spesa, mediante prelievo dal fondo di cui al precedente comma, e iscrizione della corrispondente somma in aumento allo stanziamento di spesa del pertinente fondo pluriennale vincolato esistente o per la istituzione e dotazione di un nuovo fondo pluriennale vincolato.
9. Il comma 5 dell’articolo 52 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 è sostituito dal seguente: “5. Le somme relative ai residui passivi eliminati per decorrenza dei termini di mantenimento di cui al precedente comma 2, sono iscritte, per la quota che si prevede possa essere reclamata dai creditori, in appositi fondi speciali di parte corrente e di parte in conto capitale. I prelievi dai suddetti fondi di riserva e l’iscrizione delle somme ai relativi stanziamenti di spesa del bilancio, sono disposti con decreto del Dirigente generale del dipartimento bilancio, su esplicita richiesta del dipartimento competente.”
Art. 6
(Somme pignorate)
1. Al fine di rispettare il principio della competenza finanziaria novellato dal decreto legislativo 23 giugno 2011, n.118 e successivi provvedimenti di attuazione, i Dirigenti generali dell’Avvocatura regionale e del dipartimento competente in materia di bilancio adottano, di concerto, entro 30 giorni dall’entrata in vigore della presente legge, tutti i provvedimenti necessari, anche di carattere organizzativo, per definire e formalizzare l’iter per la completa individuazione di tutti i beneficiari e della natura delle spese, derivanti da atti giudiziali di pignoramento, contabilizzate tra i residui attivi nei capitoli e allocati nel titolo VI del bilancio regionale. L’attività di individuazione di tutti i beneficiari e della natura delle spese deve essere conclusa entro la fine dell’esercizio finanziario 2013.
2. I Dirigenti generali delle strutture regionali, a seguito di trasmissione da parte dell’Avvocatura dell’ordinanza di assegnazione e/o di richiesta di informazioni da parte della Ragioneria generale, sono tenuti a trasmettere ogni utile informazione in ordine alle somme pignorate di cui al precedente comma entro il termine di 20 giorni dalla trasmissione e/o richiesta.
Art. 7
(Introduzione della contabilità economico-patrimoniale)
1. A decorrere dell’esercizio finanziario 2012, il competente dipartimento bilancio provvede ad affiancare, a fini conoscitivi, la contabilità economico-patrimoniale alla contabilità finanziaria, garantendo la rilevazione unitaria dei fatti gestionali sia sotto il profilo finanziario che sotto il profilo economico.
2. Al fine di consentire la tracciabilità di tutte le operazioni gestionali e la movimentazione del piano dei conti, a partire dall’esercizio finanziario 2012, la Regione si adegua alle prescrizioni concernenti le transazioni elementari, contenute negli articoli 5, 6 e 7 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 e successivi provvedimenti di attuazione.
Art. 8
(Adeguamento dei bilanci degli enti ed organismi strumentali e delle aziende della Regione, delle società controllate e degli altri organismi controllati dalla Regione)
1. A partire dall’esercizio finanziario 2012, gli enti ed organismi strumentali e le aziende della Regione, le società controllate e gli altri organismi controllati dalla Regione, provvedono al graduale adeguamento dei rispettivi sistemi contabili e schemi di bilancio ai principi contenuti nel decreto legislativo 23 giugno 2011 n. 118, e successivi provvedimenti di attuazione, e alle disposizioni del presente articolo.
2. I rappresentanti regionali presenti nelle società controllate dalla Regione sono tenuti a promuovere ogni azione tesa alla realizzazione delle disposizioni dettate nel presente articolo in quanto applicabili alle società. A tale fine, con cadenza trimestrale, i predetti rappresentanti regionali devono inviare una relazione, al dipartimento competente in materia di bilancio e al dipartimento competente in materia di controlli, sullo stato di attuazione delle disposizioni di cui al presente articolo.
3. Gli enti, organismi, aziende e società del Servizio sanitario regionale sono esclusi dall’applicazione delle disposizioni del presente articolo e sono tenuti al rispetto delle norme contenute nel Titolo II del decreto legislativo n. 118/2011.
4. Per le finalità di cui al comma 1, dal 1° gennaio 2012 è avviata la sperimentazione, della durata di due esercizi finanziari, avente ad oggetto i sistemi contabili e gli schemi di bilancio degli enti ed organismi strumentali e aziende della Regione, delle società controllate e altri organismi controllati dalla Regione.
5. Gli enti ed organismi strumentali e le aziende della Regione che adottano la contabilità finanziaria, nel primo esercizio di sperimentazione, provvedono:
a) al riaccertamento dei propri residui attivi e passivi, al fine di eliminare quelli cui non corrispondono obbligazioni perfezionate e scadute alla data del 31 dicembre del primo esercizio di sperimentazione. Per ciascun residuo eliminato in quanto non scaduto sono indicati gli esercizi nei quali l’obbligazione diviene esigibile, secondo i criteri individuati nel principio applicato della contabilità finanziaria, di cui al decreto legislativo n. 118/2011 e successivi provvedimenti di attuazione;
b) all’eventuale costituzione in entrata, nel secondo esercizio di sperimentazione, del fondo per la copertura degli impegni pluriennali derivanti da obbligazioni sorte negli esercizi precedenti (fondo pluriennale vincolato), di importo pari alla differenza tra i residui passivi ed i residui attivi eliminati ai sensi della lettera a) – se positiva. Il fondo costituisce copertura alle spese re-impegnate con imputazione all’esercizio 2013 e agli esercizi successivi;
c) alla conseguente determinazione del risultato di amministrazione al 31 dicembre del primo anno di sperimentazione, a seguito dell’applicazione del principio della competenza finanziaria, di cui al decreto legislativo n. 118/2011 e successivi provvedimenti di attuazione;
d) ad accantonare una quota dell’avanzo di amministrazione, al fondo svalutazione crediti. L’importo del fondo è determinato secondo i criteri indicati nel principio applicato della contabilità finanziaria. Tale vincolo di destinazione opera anche se il risultato di amministrazione non è capiente o è negativo (disavanzo di amministrazione);
e) al riaccertamento e al reimpegno delle entrate e delle spese eliminate ai sensi della lettera a) in quanto non corrispondenti ad obbligazioni giuridicamente perfezionate scadute alla data del 31 dicembre, con imputazione all’esercizio del bilancio annuale o uno degli esercizi successivi in cui l’obbligazione diviene esigibile secondo i criteri individuati nel succitato principio applicato della contabilità finanziaria. La copertura finanziaria delle spese re-impegnate cui non corrispondono entrate riaccertate nel medesimo esercizio è effettuata attraverso il fondo pluriennale vincolato.
6. La copertura dell’eventuale disavanzo di amministrazione risultante dalla rideterminazione del risultato di amministrazione a seguito dell’applicazione del nuovo principio della competenza finanziaria, di cui al decreto legislativo n. 118/2011 e successivi provvedimenti di attuazione, può essere effettuata anche negli esercizi considerati nel bilancio pluriennale per un importo pari alla differenza tra le entrate accertate e le spese impegnate in ciascun esercizio ai sensi del comma 4, lettera d).
7. La copertura dell’eventuale accantonamento al fondo svalutazione crediti effettuato ai sensi del comma 4, lettera d), nel caso in cui il risultato di amministrazione non presenti un importo sufficiente a comprenderlo, può essere effettuata anche negli esercizi considerati nel bilancio pluriennale.
8. A decorrere dell’esercizio finanziario 2012, gli enti ed organismi strumentali e le aziende della Regione che adottano la contabilità finanziaria affiancano, a fini conoscitivi, la contabilità economico-patrimoniale alla contabilità finanziaria, garantendo la rilevazione unitaria dei fatti gestionali sia sotto il profilo finanziario che sotto il profilo economico. Gli stessi enti, nella fase di previsione, gestione e rendicontazione, fanno riferimento ad un comune piano dei conti integrato. Il piano dei conti integrato, costituito dall’elenco delle unità elementari del bilancio finanziario gestionale e dei conti economico-patrimoniali, rappresenta la struttura di riferimento per la predisposizione dei loro documenti contabili e di finanza pubblica e dovrà essere conforme a quello adottato dall’Amministrazione regionale.
9. A partire dall’esercizio finanziario 2012 tutti gli enti ed organismi strumentali e le aziende della Regione, le società controllate e gli altri organismi controllati dalla Regione adottano la codifica SIOPE vigente per gli enti del proprio comparto.
10. A decorrere dall’esercizio 2012 gli enti ed organismi strumentali e le aziende della Regione, le società controllate e gli altri organismi controllati dalla Regione in contabilità economico patrimoniale, non tenuti all’adozione della contabilità finanziaria, adeguano la propria gestione ai principi contabili generali e applicati, di cui al decreto legislativo n. 118/2011 e successivi provvedimenti di attuazione, e ai principi del codice civile.
11. Gli enti ed organismi strumentali e le aziende della Regione, le società controllate e gli altri organismi controllati dalla Regione in contabilità economico patrimoniale partecipano alla rilevazione SIOPE, individuando tra le codifiche gestionali vigenti quella corrispondente alle caratteristiche della propria gestione, e allegano al bilancio di esercizio 2012 e 2013 e al budget 2013 un prospetto concernente la ripartizione della propria spesa per missioni, programmi e macroaggregati, raccordati secondo la classificazione COFOG in conformità alla medesima ripartizione della spesa dell’amministrazione regionale. Il prospetto allegato al bilancio di esercizio è elaborato in coerenza con i risultati della tassonomia effettuata attraverso la rilevazione SIOPE.
12. Al fine di illustrare gli obiettivi della gestione, misurarne i risultati e monitorarne l’effettivo andamento in termini di servizi forniti e di interventi realizzati, gli enti ed organismi strumentali e le aziende della Regione, le società controllate e gli altri organismi controllati dalla Regione, contestualmente al bilancio di previsione o al budget di esercizio e al bilancio consuntivo o al bilancio di esercizio, presentano un documento denominato “Piano degli indicatori e dei risultati attesi di bilancio”, il quale:
a) in riferimento al contenuto di ciascun programma e agli obiettivi individuati nei documenti di programmazione dell’ente espone informazioni sintetiche relative ai principali obiettivi da realizzare con riferimento agli stessi programmi del bilancio per il triennio della programmazione finanziaria e riporta gli indicatori individuati per quantificare tali obiettivi, nonché la misurazione annuale degli stessi indicatori per monitorare i risultati conseguiti;
b) è parte integrante dei documenti di programmazione e di bilancio. Esso viene divulgato anche attraverso pubblicazione sul sito internet istituzionale dell’amministrazione stessa nella sezione “Trasparenza, valutazione e merito”, accessibile dalla pagina principale (home page);
c) è coerente e si raccorda al sistema di obiettivi e indicatori adottati da ciascuna amministrazione ai sensi del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150.
13. Gli indicatori autonomamente individuati dagli enti sub regionali, conformemente a quanto disposto dal decreto legislativo n. 118/2011, devono essere coerenti a quelli dell’Amministrazione regionale e devono costituire un sistema comune di indicatori di risultato.
14. Gli enti ed organismi strumentali e le aziende della Regione, le società controllate e gli altri organismi controllati dalla Regione provvedono ad adeguare i rispettivi sistemi informativi di contabilità, assicurandone la compatibilità con il sistema informativo dell’amministrazione regionale.
15. Con uno o più provvedimenti della Giunta regionale, da adottarsi entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della presente legge, sono definite le ulteriori direttive alle quali i soggetti giuridici di cui al comma 1 devono conformarsi al fine di garantire:
a) l’adozione di regole contabili uniformi;
b) l’utilizzazione di un comune piano dei conti integrato e comuni schemi di bilancio articolati in missioni e programmi coerenti con la contabilità nazionale e regionale;
c) l’adozione di un bilancio consolidato;
d) l’affiancamento al sistema di contabilità finanziaria di quello economico-patrimoniale, ispirati a comuni criteri di contabilizzazione;
e) la raccordabilità dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio con quelli adottati in ambito europeo ai fini della procedura per i disavanzi eccessivi;
f) la riclassificazione dei dati contabili e di bilancio per i soggetti tenuti al regime di contabilità civilistica, ai fini del raccordo con le regole contabili uniformi;
g) la definizione di un sistema di indicatori di risultato.
Art. 9
(Ricognizione degli enti strumentali e delle società partecipate regionali)
1. La competente struttura della Giunta regionale deputata ai controlli, entro sessanta giorni dalla pubblicazione della presente legge, deve effettuare una completa ricognizione di tutti gli enti strumentali regionali, in qualunque forma costituiti, che, ai sensi dell’articolo 11, comma 1, del decreto legislativo 23 giugno 2011, n.118 e successivi provvedimenti di attuazione, costituiscono il “Gruppo di amministrazione pubblica” le cui risultanze dovranno confluire nel bilancio consolidato regionale.
2. La competente struttura della Giunta regionale deputata ai controlli, entro sessanta giorni dalla pubblicazione della presente legge, deve effettuare una completa ricognizione di tutte le partecipazioni societarie regionali che, ai sensi dell’articolo 11, comma 1, del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 e successivi provvedimenti di attuazione, costituiscono il “Gruppo di amministrazione pubblica” le cui risultanze dovranno confluire nel bilancio consolidato regionale.
TITOLO III
DISPOSIZIONI IN MATERIA DI ENTRATE E
TRIBUTI REGIONALI
Art. 10
(Rideterminazione importi delle tasse automobilistiche regionali)
1. La tassa di circolazione dovuta per i veicoli storici dall’anno 2013 è rideterminata nell’importo di trenta euro per gli autoveicoli e tredici euro per i motoveicoli. La tassa di circolazione dovuta per i ciclomotori dall’anno 2013 è rideterminata nell’importo di ventidue euro.
2. Il diritto fisso di sospensione dovuto dall’anno 2013 dai rivenditori di autoveicoli è rideterminato nell’importo di un euro e settanta centesimi.
Art. 11
(Collaborazione tra gli organi regionali in materia tributaria)
1. In esecuzione a quanto disposto dall’articolo 19, comma1, della legge n. 34 del 29 dicembre 2010, i dipartimenti regionali competenti al rilascio delle autorizzazioni delle concessioni regionali, per le derivazioni d’acqua "Grandi Derivazioni" di cui all’articolo 35 R.D. 11 dicembre 1933, n. 1775, all’articolo 18 della legge 5 gennaio 1994, n. 36 e successive modifiche e integrazioni e alle addizionali di cui all’articolo 37, comma 7, della legge regionale 13 aprile 1995, n. 16, sono obbligati a trasmettere alla struttura tributaria regionale, entro e non oltre il 31 gennaio di ogni anno, i catasti idrici con connessi aggiornamenti e l’anagrafe aggiornata delle persone fisiche e/o giuridiche che hanno ottenuto le autorizzazioni concessive per gli usi, così come stabilito dalle leggi vigenti, dei canoni di derivazioni d’acqua delle "Grandi Derivazioni" della Regione Calabria.
2. Per le finalità di cui al comma 1, è istituito il catasto delle utenze idriche concernente le concessioni regionali di derivazioni d’acqua. I dipartimenti regionali di cui al comma 1 provvedono agli adempimenti previsti dal presente comma, entro il termine perentorio del 31 marzo 2012. Per l’anno 2012, il termine di cui al primo comma è fissato al 30 aprile 2012.
3. Con regolamento della Giunta regionale, da adottarsi entro centoventi giorni dall’entrata in vigore della presente legge, sono stabilite le disposizioni concernenti il procedimento concessorio, l’entità dei canoni tariffari, la decorrenza degli stessi, nonché l’ulteriore disciplina di dettaglio in materia.
4. Il regolamento di cui al comma precedente deve essere trasmesso alla competente Commissione consiliare che esprime il parere non vincolante entro trenta giorni dalla data di assegnazione del provvedimento decorsi i quali il parere si intende reso in senso favorevole.
5. I dipartimenti regionali di cui al comma 1, sono tenuti, altresì, a fornire le dovute informazioni alla struttura tributaria entro il termine indicato dalla legge regionale 4 settembre 2001, n. 19 (Norme sul procedimento amministrativo, la pubblicità degli atti ed il diritto di accesso. Disciplina della pubblicazione del Bollettino Ufficiale della Regione Calabria) che disciplina il procedimento amministrativo. Il responsabile del procedimento che omette, senza giustificato motivo, la produzione di quanto necessario e richiesto ai sensi del comma precedente, è soggetto a responsabilità disciplinare per grave violazione dei doveri di ufficio, e, ove il caso, è deferito all’Autorità competente in caso di conclamato danno erariale ai sensi del comma 2, articolo19, legge regionale 29 dicembre 2010, n. 34.
Art. 12
(Collaborazione tra enti pubblici territoriali)
1. Le Province delegate in materia di demanio idrico che esercitano le funzioni trasferite dal decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112 e dalla legge regionale 12 agosto 2002, n. 34 (Riordino delle funzioni amministrative regionali e locali)relativamente alle concessioni idrauliche, concessioni di aree demaniali fluviali e concessioni di derivazioni d’acqua "piccole derivazioni", in relazione agli usi previsti dalla legge vigente, sono obbligate a versare alla Regione Calabria, entro e non oltre il 31 gennaio di ogni anno, gli importi delle addizionali regionali previste dall’articolo 37, comma 7, legge regionale 13 aprile 1995, n. 16.
2. Le Province sono obbligate a trasmettere, entro e non oltre il 31 gennaio di ogni anno, l’anagrafe dei concessionari operanti nel territorio di competenza di ciascuna.
Art. 13
(Modifiche al comma 1 dell’articolo 9 della legge regionale 31 dicembre 1971, n. 1)
1. Il comma 1 dell’articolo 9 della legge regionale 31 dicembre 1971, n. 1 è sostituito dal seguente:
“1. L’ammontare dell’imposta sulle concessioni demaniali marittime ad uso turistico ricreativo è rideterminato nella misura del 15 per cento del canone di concessione statale.”
Art. 14
(Modifiche alla legge regionale 10 aprile 1995, n. 11)
1. All’articolo 1 della legge regionale 10 aprile 1995, n. 11 è aggiunto il seguente comma:
“2. Dall’anno 2012 gli importi della tassa sulle concessioni regionali, come indicati nella Tariffa allegata al decreto legislativo 22 giugno 1991, n. 230, sono aumentati del 20 per cento."
Art. 15
(Modifiche alla legge regionale 28 agosto 2000, n. 16)
1. Al comma 1 dell’articolo 1 della legge regionale 28 agosto 2000, n. 16, prima delle parole "compresi i fanghi palabili", sono aggiunte le parole: "e successive modifiche e integrazioni".
2. Dopo l’articolo 3 della legge regionale n. 16/2000 è aggiunto il seguente articolo:
“Art. 3 bis
“1. A decorrere dal primo gennaio dell’anno 2013 l’ammontare dell’imposta dovuta è determinata moltiplicando il quantitativo dei rifiuti conferiti, espressi in chilogrammi, per le aliquote di seguito indicate:
a) per i rifiuti del sistema minerario, estrattivo, edilizio, lapideo e metallurgico:
1) 0,01033 euro ogni chilogrammo, se vengono conferiti in discarica per inerti;
2) 0,02066 euro ogni chilogrammi, se vengono conferiti in discariche di altro tipo;
b) per rifiuti speciali diversi da quelli sopraindicati:
1) 0,01033 euro ogni chilogrammo, per i rifiuti ammissibili al conferimento in discarica per inerti;
2) 0,02066 euro ogni chilogrammo, se vengono conferiti in discarica per rifiuti non pericolosi o in impianti di incenerimento senza recupero di energia termica dalla combustione ad esclusione di quelli derivanti dalla selezione meccanica dei rifiuti urbani o di selezione e valorizzazione della raccolta differenziata;
c) per i rifiuti pericolosi o per i codici “a specchio” per i quali siano superati i limiti di sostanze pericolose.
1) 0,01033 euro ogni chilogrammo, se vengono conferiti in discarica previo trattamento di inertizzazione o di innocuizzazione autorizzato dall’autorità competente oppure se vengono conferiti in impianti di incenerimento senza recupero di energia termica dalla combustione;
2) 0,02582 euro ogni chilogrammo, se vengono conferiti tal quali in discarica;
d) per i rifiuti solidi urbani:
1) 0,015495 euro ogni chilogrammo, se conferiti tal quali in discarica;
2) 0,005335 euro ogni chilogrammo, se conferiti in discarica a seguito di separazione meccanica dei rifiuti solidi urbani o di selezione e/o valorizzazione della raccolta differenziata, secca o umida; il contenuto di sostanza organica non deve essere superiore al 10%, oltre il quale si considerano tal quali;
3) 0,02582 euro ogni chilogrammo, se prodotti in ambiti territoriali corrispondenti a quelli ottimali, soppressi con legge 26 marzo 2010, n. 42, e diversi da quelli ove ha sede la discarica, fatti salvi eventuali accordi di pianificazione e le previsioni del Piano Gestione Rifiuti Regionale, e fino all’attribuzione delle funzioni già esercitate dalle Autorità di ambito territoriale ai sensi della legge 23 dicembre 2009, n. 191.”
3. All’articolo 5 della legge regionale n. 16/2000 è aggiunto il seguente comma:
“6. Nei riguardi dei soggetti di cui all’articolo 2, comma 1, che omettono di presentare la dichiarazione annuale o la presentano in modo infedele, ovvero che pur avendo presentato la dichiarazione omettono, in tutto o in parte, di effettuare i versamenti alle scadenze stabilite per due volte consecutive, ovvero per tre volte non consecutive nell’arco di vigenza del contratto di servizio e dell’autorizzazione, è disposta la revoca dell’affidamento dello stesso e dell’atto autorizzativo con provvedimento motivato adottato dalla competente struttura, anche su espressa segnalazione del settore Tributi della Regione, entro e non oltre sessanta giorni.
4. L’articolo 7 ter della legge regionale n. 16/2000 è abrogato.
Art. 16
(Modifiche all’articolo 27 della legge regionale 29 dicembre 2010, n. 34 - IRBA)
1. Dopo il comma 3 dell’articolo 27 della legge regionale 29 dicembre 2010, n. 34 è aggiunto il seguente comma:
“3bis. I soggetti passivi devono presentare, entro il 31 gennaio dell’anno successivo a quello nel corso del quale si sono avverati i presupposti di imposta, all’ufficio tributario della Regione Calabria competente territorialmente, la stessa dichiarazione presentata, per ciascuna provincia, all’ufficio dell’Agenzia delle Dogane territorialmente competente e redatta in conformità ai criteri stabiliti dal decreto del Ministro delle finanze 30 luglio 1996. Devono, inoltre, risultare nella comunicazione l’individuazione del soggetto passivo e dei singoli impianti di distribuzione, i consumi di carburante per ciascun mese solare, le liquidazioni mensili, il riepilogo e il saldo dell’imposta, la firma del legale rappresentante del soggetto passivo. Con determinazione del Dirigente generale del Dipartimento Bilancio, da pubblicarsi sul BURC, possono essere disciplinate modalità di trasmissione telematica, ai sensi del comma 1 dell’articolo 1 del decreto-legge 3 ottobre 2006, n. 262 (Disposizioni urgenti in materia tributaria e finanziaria), convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2006, n. 286. In caso di cessazione del soggetto passivo, la dichiarazione annuale e il versamento a saldo sono effettuati entro un mese dalla data di cessazione."
2. Il comma 4 dell’articolo 27 della legge regionale n. 34/2010 è sostituito dal seguente:
“4. L’imposta è versata con pagamento di rate di acconto mensili e con pagamento di conguaglio all’atto della presentazione della dichiarazione annuale di cui al comma successivo. Le rate di acconto sono computate sulla base di un dodicesimo dell’imposta gravante sul prodotto erogato nell’anno precedente, desunto dalla relativa dichiarazione annuale. Per i nuovi impianti le rate di acconto sono calcolate sugli importi presunti da erogare. L’imposta è versata entro l’ultimo giorno utile del mese successivo a quello di riferimento su apposito conto corrente bancario, ovvero mediante bonifico bancario a favore della Tesoreria della Regione Calabria, così come disposto dal comma 9 dell’articolo 27 della legge regionale n. 34/2010; gli uffici dell’Agenzia delle dogane hanno facoltà di rideterminare le rate di acconto sulla base dei dati tecnici e contabili disponibili, anche su richiesta del soggetto passivo."
3. Dopo il comma 7 dell’articolo 27 della legge regionale n. 34/2010 è aggiunto il seguente comma:
"7 bis. Gli avvisi di accertamento o di liquidazione e gli atti di contestazione delle violazioni devono essere notificati, a pena di decadenza, entro il 31 dicembre del quarto anno successivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione. Il credito dell’Amministrazione regionale per l’imposta, a seguito di accertamento o di liquidazione, si prescrive in anni cinque dalla data in cui l’accertamento è divenuto definitivo. La prescrizione di detto credito è interrotta in caso di esercizio di azione penale. L’imposta è rimborsata quando risulti indebitamente pagata. Il rimborso deve essere richiesto, a pena di decadenza, entro due anni dalla data di pagamento. Sulle somme da rimborsare sono dovuti gli interessi legali a decorrere dalla data di presentazione della richiesta alla Regione. L’eventuale credito risultante da dichiarazione può essere portato in compensazione nella dichiarazione successiva e fatto valere sul primo pagamento utile."
Art. 17
(Istituzione dell’Imposta Regionale sulle Emissioni Sonore degli Aeromobili - IRESA)
1. E’ istituita a decorrere dal sessantesimo giorno successivo all’entrata in vigore della presente legge l’imposta regionale sulle emissioni sonore degli aeromobili (IRESA), che rappresenta un tributo avente come obiettivo la riduzione dell’inquinamento acustico nelle aree adiacenti agli aeroporti.
2. L’imposta è dovuta alla Regione per ogni decollo e atterraggio degli aeromobili civili negli aeroporti civili.
3. Il soggetto passivo dell’imposta è l’esercente dell’aeromobile o degli aeromobili come individuato nell’articolo 874 del codice della navigazione.
4. L’IRESA deve essere pagata su base trimestrale, e i termini di versamento sono i seguenti:
a) entro il 5 luglio per l’imposta dovuta nel primo trimestre;
b) entro il 5 ottobre per l’imposta dovuta nel secondo trimestre;
c) entro il 5 gennaio per l’imposta dovuta nel terzo trimestre;
d) entro il 5 aprile per l’imposta dovuta nel quarto trimestre.
5. L’IRESA è determinata, sulla base dell’emissione sonora dell’aeromobile civile come indicata nelle norme sulla certificazione acustica internazionale, nelle seguenti misure:
a) classe 1 euro 0,25 per ogni tonnellata o frazione di tonnellata per le prime 25 tonnellate e euro 0,33 per ogni successiva tonnellata o frazione di peso massimo al decollo per i velivoli subsonici a reazione e ad elica senza certificazione acustica;
b) classe 2 euro 0,19 per ogni tonnellata o frazione di tonnellata per le prime 25 tonnellate e euro 0,24 per ogni successiva tonnellata o frazione di peso massimo al decollo per i velivoli subsonici a reazione aventi le caratteristiche indicate nel capitolo 2 dell’allegato XVI alla Convenzione internazionale per l’aviazione civile, stipulata a Chicago il 7 dicembre 1944, di cui al decreto legislativo 6 marzo 1948, n. 616;
c) classe 3 euro 0,06 per ogni tonnellata o frazione di tonnellata per le prime 25 tonnellate e euro 0,08 per ogni successiva tonnellata o frazione di peso massimo al decollo per i velivoli subsonici a reazione aventi le caratteristiche indicate nel capitolo 3 dell’allegato XVI alla Convenzione citata alla lettera b) e ad elica muniti di certificazione acustica.
6. La Giunta regionale potrà elevare l’imposta fino al 15% nel caso in cui il decollo o l’atterraggio dell’aeromobile avvenga nel periodo e fasce orarie di maggiore utilizzazione, individuate dal Ministro dei trasporti e della navigazione con proprio decreto.
7. La Giunta regionale dispone in merito:
a) alle modalità di accertamento, di liquidazione, di riscossione, di recupero e di rimborso dell’imposta, nonché all’applicazione delle sanzioni;
b) alla eventuale stipulazione di apposite convenzioni con le società di gestione degli aeroporti, ovvero con i fiduciari di cui all’art. 7 del decreto del Presidente della Repubblica 15 novembre 1982, n. 1085, per l’espletamento delle attività di cui alla lettera a).
Art. 18
(Addizionale Regionale dell’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche)
1. Al fine di ottemperare alle disposizioni di cui all’articolo 28, comma 1, del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, l’addizionale regionale all’imposta sul reddito delle persone fisiche è determinata, a decorrere dall’anno d’imposta 2011, nella misura del 2,03 per cento.
Art. 19
(Integrazioni alla legge regionale 29 dicembre 2010, n.34)
1. Al comma 2 dell’art. 28 della legge regionale 29 dicembre 2010, n. 34, dopo la parola “apparecchi” vengono aggiunte le seguenti parole “radiologici, detenuti dagli odontoiatri”.
TITOLO IV
MODIFICHE ED INTEGRAZIONI A
LEGGI REGIONALI VIGENTI
Art. 20
(Modifiche in materia di Attività produttive)
1. Alla legge regionale 15 marzo 2002, n. 15, recante “Norme sulla tutela, il recupero e la promozione dell’Artigianato Artistico e tipico della Calabria” sono apportate le seguenti modifiche:
a) agli articoli 3, 4, 5, 6, 7, 8 la parola “Comitato” è sostituita dalle parole “Dipartimento Attività Produttive”;
b) al comma 2 dell’articolo 4 le parole “su indicazione delle Commissioni provinciali per l’artigianato” sono soppresse;
c) al comma 1 dell’articolo 5 le parole “su indicazione delle Commissioni provinciali per l’artigianato” sono soppresse;
d) il comma 3 del medesimo articolo 5 è soppresso;
e) al comma 1 dell’articolo 7 le parole “che ha sede presso la Commissione Regionale per l’Artigianato” sono soppresse;
f) al comma 4 del medesimo articolo 7 le parole “alle Commissioni provinciali dell’ artigianato, che propongono al Comitato regionale, di cui all’ articolo 9” sono sostituite con le parole “al Dipartimento Attività Produttive”;
g) il comma 5 del medesimo articolo 7 è soppresso;
h) l’articolo 9 è così sostituito:
“Art. 9
(Attività del dipartimento competente in materia di attività produttive)
1. Le attività per la tutela, il recupero e la promozione dell’artigianato artistico e tipico della Calabria, sono demandate al Dipartimento Attività Produttive della Giunta regionale.
2. Il Dipartimento Attività Produttive, previa concertazione con gli Enti e le Associazioni di Categoria presenti sul territorio regionale maggiormente rappresentative, per quanto previsto al comma 1, svolge le seguenti funzioni:
a) propone alla Giunta regionale, nell’ambito dei settori individuati nella presente legge all’articolo 3, le lavorazioni artistiche e le aziende meritevoli di ottenere il contrassegno di origine, corredando la proposta stessa delle motivazioni derivanti dall’analisi dei requisiti di ammissibilità di cui al precedente articolo 7;
b) iscrive, aggiorna e tiene l’Albo regionale speciale delle imprese artigiane operanti nel settore dell’artigianato artistico;
c) propone ai competenti organi regionali l’adozione di iniziative volte ad una migliore produzione ed a una più estesa divulgazione delle lavorazioni artistiche;
d) svolge ogni altra funzione che gli sia affidata dalla Giunta regionale per una più efficace attuazione della presente legge;
e) propone al Consiglio regionale le integrazioni o le modifiche dei settori di cui al 3° comma del precedente articolo 3;
f) vigila sull’uso appropriato del contrassegno e propone alla Giunta regionale l’entità della sanzione pecuniaria per l’uso illegittimo del contrassegno di origine e qualità che va da un minimo di Euro 1.032,91 a un massimo di Euro 10.329,14, fatte salve in materia le norme del codice penale;
g) elabora i disciplinari di produzione, dei marchi collettivi di origine e qualità e dei connessi regolamenti d’uso; la predisposizione del disciplinare di produzione per ciascuno dei settori dell’artigianato artistico e tradizionale nonché per ognuna delle specificità settoriali e geografiche riconosciute o riconoscibili ai sensi della presente legge che devono contenere:
I. la descrizione delle caratteristiche fondamentali dei prodotti, con particolare riferimento a modelli, forme, stili e decori;
II. l’illustrazione delle tecniche di lavorazione adottate;
III. l’elencazione dei materiali impegnati;
IV. la documentata illustrazione, anche di natura storico geografica, dell’origine e delle caratteristiche della produzione e degli eventuali elementi di novità introdotti, nel rispetto della tradizione artistica, delle tecniche di lavorazione e/o dell’uso dei materiali;
V. il marchio collettivo di origine e qualità indica il tipo di lavorazione, se «artistica» o «tradizionale», l’origine geografica e il materiale utilizzato per lo specifico prodotto;
VI. il regolamento d’uso del marchio, definisce le condizioni per la concessione in uso alle singole imprese artigiane e/o ai loro consorzi, secondo le norme contenute nel R.D. 21 giugno 1942, n. 929 e successive modifiche ed integrazioni, nonché le sanzioni applicabili nei casi di violazione.
3. Per l’attuazione del punto a) del presente articolo il Dipartimento Attività Produttive può sentire direttamente i rappresentanti dell’azienda interessata, far eseguire perizie, sopralluoghi ed indagini ed esperire ogni prova che ritenga opportuna.”
i) al comma 2 dell’art. 12 le parole “dalle Commissioni provinciali e regionali per l’ artigianato” sono sostituite con le parole “dal Dipartimento Attività Produttive”;
j) al comma 3 dell’art. 20 le parole “ un contributo di euro 154.940,00 annui” sono sostituite con le parole “un contributo da determinarsi annualmente in base alle disponibilità di bilancio”.
2. Alla legge regionale 24 dicembre 2001, n. 38, recante “Nuovo regime giuridico dei Consorzi per le aree, i nuclei e le zone di sviluppo industriale” sono apportate le seguenti modifiche:
a) all’art. 2, comma 4, le parole "con una quota non inferiore al 25 per cento" sono soppresse;
b) all’art. 8, comma 2, è aggiunta la seguente lettera: “g) determina annualmente il compenso lordo massimo di ciascun Dirigente, compatibilmente con la situazione economico-finanziaria dell’Ente, fissando contestualmente gli obiettivi.”;
c) all’art. 15 è aggiunto il seguente comma: "3. I documenti contabili riferiti al Bilancio d’esercizio ed al PEF annuale, così come approvati dal Comitato Direttivo, devono essere trasmessi ai Soci, almeno 20 giorni prima della Convocazione dell’Assemblea per la loro approvazione.";
d) all’art. 16, comma 2,è soppressa la lettera a);
e) all’art. 17, comma 4, il primo termine dei “40 giorni” è modificato con il nuovo termine di “30 giorni”;
f) all’articolo 18, comma 2, le parole “dalla Giunta regionale” sono sostituite dalle seguenti parole “dal Presidente della Regione”;
g) all’art. 18, il comma 3è sostituito dal seguente: "3. Nell’esercizio del potere di vigilanza, il Presidente della Regione può disporre ispezioni atte alla verifica del regolare funzionamento dei Consorzi. All’esito delle verifiche, laddove siano accertate perdite d’esercizio pari a due volte l’ammontare del fondo consortile desunte dall’ultimo bilancio approvato, ovvero gravi irregolarità amministrative, il Presidente della Regione dispone con proprio decreto lo scioglimento degli organi elettivi del consorzio provvedendo alla nomina di un commissario straordinario.";
h) l’art. 21 è sostituito dal seguente:
"Art. 21
1. Al fine di incrementare la competitività delle imprese, la Regione, su istanza dei Consorzi, provvede, attraverso l’impiego prioritario dei fondi comunitari, al finanziamento delle opere atte alla costituzione delle Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate (APEA) di cui al Decreto Legislativo 31 marzo 1998, n. 112 e successive modifiche e integrazioni.
2. Il Presidente della Regione provvede con proprio atto al riconoscimento della qualificazione APEA dei territori consortili, o di parti di essi, dotati delle strutture e degli impianti idonei ad assicurare la tutela dell’ambiente, della salute e della sicurezza. La Giunta Regionale approva il Regolamento sulla costituzione delle APEA sulla base di una proposta unitaria predisposta dai Consorzi industriali coordinati dall’Assessore regionale alle Attività Produttive."
i) all’art. 24, comma 3, dopo le parole “le somme relative”, è aggiunto il seguente periodo "preventivamente inserite ed autorizzare nel PEF annuale";
j) all’art. 28 il comma 1 è sostituito dal seguente comma "1. Sono fatte salve le norme contenute nell’art. 43 della Legge Regionale 4 febbraio 2002, n. 8, così come integrate dall’art. 16, comma 2, della legge regionale 13 giugno 2008,n. 15."
3. All’articolo 13 della legge regionale 12 dicembre 2008, n. 40, sono apportate le seguenti modifiche e integrazioni:
a) dopo il comma 4, è aggiunto il seguente comma:
“4-bis. In caso di predisposizione del piano di massima della liquidazione in difformità alle prescrizioni di cui al precedente comma, alla scadenza dei termini previsti dal comma 2, la Giunta regionale nomina un nuovo Commissario liquidatore che, entro sei mesi dalla nomina, provvede ad adeguare il piano di liquidazione ai contenuti richiesti dal precedente comma. Il piano di liquidazione è sottoposto all’approvazione della Giunta regionale.”
b) il comma 5, è sostituito dal seguente comma:
“5. Entro sei mesi dall’approvazione del piano di liquidazione da parte della Giunta regionale, il Commissario liquidatore provvede all’adozione del bilancio finale di liquidazione, da approvarsi da parte della Giunta regionale, che determina lo scioglimento dell’Ente.”
dopo il comma 5, è aggiunto il seguente comma:
“ 6. Nelle more della definizione delle procedure conclusive di liquidazione, la Giunta regionale è autorizzata a predisporre tutti gli atti necessari alla definizione della ripartizione del personale dipendente tra i soci fondatori e sostenitori dell’Ente.”
Art. 21
(Modifica del comma 5 dell’articolo 3 della legge regionale 11 maggio 2007, n. 9)
1. Il comma 5 dell’articolo 3 della legge regionale 11 maggio 2007, n. 9 è così modificato:
“5. Fincalabra S.p.A., società di intermediazione finanziaria, per lo svolgimento della propria attività, può assumere partecipazioni finanziarie e strumentali di carattere strategico nel rispetto dei limiti riportati nei punti successivi:
a) le partecipazioni finanziarie devono essere unicamente finalizzate a fornire supporto finanziario alle società partecipate anche nelle forme di “venture capital” o di “seed capital” e non possono prevedere alcuna forma di gestione diretta delle società partecipate;
b) al fine di garantire il rispetto dei principi normativi che regolano il funzionamento di Fincalabra S.p.A., le partecipazioni strumentali in veicoli operativi di carattere strategico devono essere finalizzate all’acquisizione di quote del capitale di imprese e società i cui prodotti e/o servizi integrino i processi produttivi e/o operativi di Fincalabra S.p.A. e devono consentire l’esercizio del controllo societario o garantire il mantenimento di un rapporto organico con l’impresa partecipata.
2. Dopo il comma 5 dell’articolo 3 della legge regionale 11 maggio 2007, n. 9 sono aggiunti i seguenti commi:
“5 bis. L’acquisizione delle partecipazioni strategiche, di cui al comma precedente, lettera b), deve essere debitamente autorizzata con apposita delibera di Giunta”;
“ 5 ter. La Giunta regionale, entro 60 giorni dalla pubblicazione dalla presente legge, provvede a dettare le linee di indirizzo che consentano l’individuazione delle caratteristiche che le società partecipate da Fincalabra S.p.A. devono possedere al fine dell’attribuzione della rilevanza strategica”;
“5 quater. Fincalabra S.p.A. dovrà dismettere tutte le partecipazioni che non rientrano in quelle indicate nei commi precedenti.
“5 quinquies. Nelle sedi e nelle forme attraverso cui si esplica l’esercizio dei diritti dell’azionista, i rappresentanti regionali devono garantire il conseguimento delle disposizioni dettate con il presente articolo. A tale fine, con cadenza semestrale, i predetti rappresentanti regionali devono inviare una relazione, al Dipartimento “Attività Produttive” e al Dipartimento “Controlli”, sullo stato di attuazione delle disposizioni di cui al presente articolo”.
Art. 22
(Modifiche in materia di Cultura)
1. All’articolo15, comma 1, della legge regionale 19 aprile 1985, n. 17, recante “Norme in materia di biblioteche di Enti locali o d’interesse locale”, le parole “sentita la Consulta per i beni e le attività culturali” sono soppresse.
2. All’articolo 4, comma 2, della legge regionale 12 giugno 2009, n. 19 le parole “che dovrà prevedere l’attuazione di uno o più avvisi pubblici,” sono sostituite dalle seguenti: “che dovrà prevedere per la sua attuazione, ad eccezione delle iniziative dirette regionali e salvo quanto previsto nel successivo comma 3, l’adozione di uno o più avvisi pubblici. Il programma annuale viene”.
Art. 23
(Modifiche in materia di Lavori pubblici)
1. Il comma 8 dell’articolo 17 della legge regionale 25 novembre 1996, n. 32, successivamente sostituito dall’articolo 28 della legge regionale 26 febbraio 2010, n. 8 è sostituito dal seguente comma: “8. I compensi spettanti al Presidente, ai componenti la Commissione e al segretario verbalizzante sono determinati nella misura prevista dalla legge regionale 5 maggio 1990, n. 40 e successive modifiche. Le spese per il funzionamento delle Commissioni sono a carico dei comuni; la Giunta regionale cura la successiva ripartizione degli oneri sostenuti tra i comuni direttamente interessati alle graduatorie approvate dalla Commissione. Gli stessi comuni, entro trenta giorni dalla notifica della ripartizione, devono provvedere alla liquidazione delle spese direttamente ai componenti della commissione stessa. Nel caso i Comuni non provvedano al rimborso delle spese entro quaranta giorni dalla richiesta, la Giunta regionale nomina, con oneri a carico del Comune inadempiente, commissario ad acta un funzionario regionale che provvede al rimborso.”
2. L’anticipazione di cui alla legge regionale 10 luglio 2007, n. 15: “Investimenti SO.RI.CAL. S.p.A. 2005/2009”è concessa subordinatamente all’estinzione delle precedenti anticipazioni concesse ai sensi della predetta legge.
Art. 24
(Modifiche in materia di Ambiente)
1. Alla legge regionale 14 luglio 2003, n. 10 sono apportate le seguenti modifiche:
- all’articolo 5, il comma 4 è sostituito dal seguente:
“4. Il Comitato Tecnico-Scientifico è composto:
1. dall’Assessore regionale con delega ai Parchi o suo delegato;
2. dal Dirigente del Servizio parchi ed aree protette della Regione Calabria o suo delegato;
3. dal Dirigente Generale del Dipartimento Agricoltura, Foreste e Forestazione o suo delegato;
4. dal Dirigente Generale del Dipartimento Urbanistica e Governo del Territorio o suo delegato;
5. dal Dirigente Generale del Dipartimento Turismo o suo delegato;
6. dal segretario generale dell’autorità di bacino della Calabria o suo delegato;
7. dal Dirigente del Corpo Forestale dello Stato;
8. da un rappresentante della Soprintendenza ai beni ambientali ed archeologici della Calabria;
9. da un rappresentante dell’Unione Provincie Italiane;
10. da un rappresentante dell’ANCI della Calabria;
11. da cinque esperti, di nomina del Consiglio regionale, scelti fra una terna di nominativi, per ciascuna figura professionale, indicati dalle Università della Calabria:
a. esperto in scienze botaniche;
b. esperto in scienze agrarie e forestali;
c. esperto in scienze naturali nella materia della fauna terrestre;
d. esperto in scienze naturali nella materia della fauna acquatica;
e. esperto in scienze biologiche;
12. due rappresentanti tra quelli indicati dalle associazioni ambientaliste riconosciute.”
- all’art. 5, dopo il comma 4 è inserito il seguente comma:“4bis. I componenti di cui al comma 4, punti 10 e 11 vengono individuati dall’Assessorato con delega ai Parchi”;
- all’art. 5, comma 6, le parole “lettera i)” sono sostitute con le parole “punto 10”;
- all’art. 5, comma 6, dopo la parola “giorni “ sono inseritele parole “dalla richiesta”;
- all’art. 5, il comma 11 è sostituito dal seguente: “11. Alla nomina del Comitato Tecnico-Scientifico provvede la Giunta Regionale”;
- all’art. 8, comma 2, le parole “di cui al comma 1” sono sostituite con le parole “legali degli enti parco”;
- all’art. 12, comma 1,lett. d), le parole “Collegio dei Revisori dei Conti” sono sostituite con le parole “Revisore unico”;
- all’art. 14, il comma 1 è sostituito dal seguente:
“1. Il Consiglio direttivo è formato dal Presidente e da un massimo di otto componenti, nominati dal Presidente della Giunta regionale secondo le seguenti modalità:
a) da un massimo di quattro designati tra i rappresentanti della Comunità del Parco;
b) da un membro su designazione delle Associazioni ambientaliste riconosciute dal Ministero dell’Ambiente operanti in Calabria;
c) da un membro su designazione delle istituzioni scientifiche ed universitarie della Calabria;
d) da un membro qualificato del Dipartimento Agricoltura, Foreste e Forestazione;
e) da un membro qualificato del Dipartimento Politiche dell’Ambiente.”
- all’art. 14,dopo il comma 1, viene inserito il seguente comma:“1 bis. I membri di cui al punto a) sono due nel caso di Comunità del Parco con un numero di membri uguale o minore di quattro.”
- all’art. 15, il titolo “(Il Collegio dei Revisori)” è sostituito dal seguente titolo “(Il Revisore Unico)”;
-all’art. 15, il comma 1 è sostituito dal seguente: “1. Il Revisore unico, nominato dal Consiglio regionale, è l’organo di revisione economico-finanziaria dell’ente di gestione.”;
- all’art. 15, ai commi 2, 3, 4, le parole “Collegio dei Revisori dei Conti” sono sostituite con le parole “Revisore unico”;
- all’art. 15, il comma 5 è sostituito dal seguente:“5. Al Revisore unico spetta lo stesso trattamento economico del Presidente del Collegio dei revisori dei conti previsto nel comma 2 dell’art. 10 della legge Regionale n. 22/2010”;
- all’art. 15, dopo il comma 5, è aggiunto il seguente comma:“5 bis. Le disposizioni secondo le quali il Collegio dei Revisori è sostituito dal Revisore Unico si applicano a partire dal 1 gennaio 2013”;
- all’art. 16, comma 5,sono soppresse le seguenti parole “, e stabilisce la misura del gettone di presenza loro spettante per ogni seduta nella misura non superiore ad euro 150,00 oltre il rimborso di 1/5 del costo di un litro di benzina super moltiplicato per la distanza chilometrica A/R intercorrente tra la sede di residenza e la sede del Parco, se superiore a 10 chilometri”;
- all’art. 17, comma 2, dopo la parola “adottato” vengono inserite le parole “dal Consiglio Direttivo, previo parere obbligatorio e vincolante espresso”;
- all’art. 17, comma 3, le parole “della Comunità del Parco” sono sostituite dalle parole “dell’Ente di Gestione”;
- sono abrogati i commi 4, 4bis e 5 dell’art. 20;
- sono abrogati gli artt. 42, 43 e 44.
2. Al fine di rendere di concreta applicazione quanto previsto dall’art. 31, comma 4, della legge regionale 14 luglio 2003, n. 10, un contingente di 50 operai idraulico forestali è assegnato, a far data dall’1 gennaio 2012 al Parco Naturale Regionale delle Serre che lo utilizzerà per la gestione dell’area protetta eseguendo gli interventi in economia col metodo dell’amministrazione diretta secondo quanto previsto per gli altri Enti utilizzatoti di manodopera idraulico forestale.
3. In applicazione dell’art. 45, comma 3, della legge regionale n.10/2003 la Regione Calabria, con Decreto del Presidente della Giunta, concede in uso gratuito le aree demaniali della foresta "Prasto" e dell’area umida dell’Angitola al Parco Naturale Regionale delle Serre, il quale le amministra nel rispetto delle finalità di tutela delle aree stesse e attiva in esse azioni sperimentali di educazione ambientale e utilizzo sostenibile delle risorse.
Art. 25
(Modifiche alla legge regionale 13 maggio 1996, n. 7)
1. All’articolo 10 della legge regionale 13 maggio 1996, n. 7, dopo il comma 6, è inserito il seguente comma:
“7. Per questioni aventi rilevanza economica superiore a 100.000,00 euro e riguardanti sentenze definitive di condanna di terzi al pagamento di somme alla Regione Calabria, si individua l’Avvocatura regionale quale struttura competente al recupero di dette somme.”
Art. 26
(Modifiche alla legge regionale 13 maggio 1996, n. 8)
1. Alla legge regionale 13 maggio 1996, n. 8 sono apportate le seguenti modifiche:
- all’art. 6, comma 1, della dopo la parola "il Segretariato Generale" è inserita ",";
- all’art. 6, comma 1, la lettera a) è sostituita dalla seguente: "a) Il Segretariato Generale assicura l’attuazione degli indirizzi e degli obiettivi stabiliti dall’Ufficio di Presidenza, fornisce l’assistenza tecnico giuridica al Presidente del Consiglio regionale, all’Ufficio di Presidenza ed all’Assemblea legislativa, nonché assicura il collegamento con le strutture amministrative di vertice della Giunta regionale; la Direzione Generale sovrintende all’attività amministrativa e gestionale dell’ente perseguendo livelli ottimali di efficacia, efficienza ed economicità;”
- all’art. 6 è aggiunto il seguente comma “3. Il Segretario Generale è nominato dal Presidente del Consiglio, su designazione dell’Ufficio di Presidenza. E’ Organo di diretta collaborazione ed assistenza tecnico-giuridica del Presidente del Consiglio regionale,dell’Ufficio di Presidenza e dell’Assemblea legislativa e assicura il collegamento con le strutture amministrative di vertice della Giunta regionale.”.
- l’art. 7 è sostituito dal seguente:
“Art. 7
1. Il Dirigente preposto alla Direzione Generale è nominato dal Presidente del Consiglio, sentito l’Ufficio di Presidenza, coordina le strutture organizzative del Consiglio ed opera alle dirette dipendenze del Presidente del Consiglio regionale. Inoltre, il Direttore Generale svolge i seguenti compiti:
a) cura, l’attuazione dei programmi definiti dall’Ufficio di Presidenza, ed a tale fine adotta progetti, la cui gestione è attribuita ai dirigenti, con l’indicazione e l’attribuzione delle risorse occorrenti alla loro realizzazione;
b) esercita i poteri di spesa, nei limiti degli stanziamenti dì bilancio, definendo i limiti della spesa che i dirigenti possono impegnare;
c) determina, informandone le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, secondo i principi e le direttive dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, i criteri generali di organizzazione degli uffici definendo, in particolare, l’orario di servizio, l’orario di apertura al pubblico e l’articolazione dell’orario di contrattuale di lavoro, in relazione alle esigenze funzionali della struttura organizzativa cui è preposto;
d) adotta gli atti di gestione del personale e provvede all’attribuzione dei trattamenti economici accessori spettanti al personale nel rispetto di quanto stabilito dai contratti collettivi;
e) promuove la resistenza alle liti, la negoziazione e la stipula di contratti, la conciliazione e la transazione;
f) coordina le attività dei responsabili dei procedimenti individuati in base alla legge 7 agosto 1990, n. 241;
g) verifica e controlla le attività dei dirigenti anche con potere sostitutivo in caso di inerzia degli stessi;
h) chiede pareri agli organi consultivi dell’amministrazione;
i) propone nei confronti dei dirigenti, le misure sanzionatorie e ripristinatorie in caso di responsabilità penale, civile, amministrativa e disciplinare;
j) esprime parere all’Ufficio di Presidenza per l’attribuzione delle funzioni ai dirigenti.
2. Il Presidente del Consiglio, sentito l’Ufficio di Presidenza, può conferire al medesimo dirigente la carica sia di Segretario Generale che di Direttore Generale.
3. I Dirigenti preposti alla Direzione delle Aree Funzionali:
a) assicurano l’integrazione di ambiti di competenze o di funzioni intersettoriali in coerenza con gli obiettivi e nell’ambito degli indirizzi definiti dal Segretario Generale;
b) supportano il Segretario Generale nell’assistenza agli organi di direzione politica;
c) coordinano le proposte dei responsabili dei Settori per l’elaborazione dei programmi;
d) curano l’attuazione dei programmi e delle direttive generali, assicurando l’unitarietà di azione dell’Area;
e) indirizzano, coordinano e verificano l’attività dei settori costituiti all’interno dell’Area o il complesso dì attività inerenti alle funzioni trasversali di cui assicurano l’integrazione;
f) assumono nei confronti dei dirigenti dell’Area poteri sostitutivi in caso di inerzia previa comunicazione;
g) assumono i procedimenti disciplinari nei confronti del personale non appartenente alla qualifica dirigenziale assegnato all’Area;
h) convocano e presiedono periodiche riunioni dei dirigenti preposti alle strutture dell’Area.
4. Il trattamento economico dei dirigenti di Area Funzionale è definito dall’Ufficio di Presidenza.”
- l’art. 7 bis è sostituito dal seguente:
“Art. 7 bis
1. Le strutture speciali del Segretariato Generale e della Direzione Generale sono composte ciascuna da tre unità di personale, di cui due possono essere esterni alla pubblica amministrazione".
- all’art. 13, comma 2, dopo "Segretario Generale" sono aggiunte le parole "ed al Direttore Generale";
- all’art. 14, comma 1, lettera a) dopo "diploma di laurea" sono aggiunte le parole "specialistica/magistrale";
- al titolo dell’art. 15 dopo Segretario Generale sono aggiunte ", Direttore Generale";
- all’art. 15, comma 1, dopo "diploma di laurea" sono aggiunte le parole "specialistica/magistrale";
- al titolo dell’art. 17, dopo Segretario Generale sono aggiunte "e del";
- all’art. 22, comma 1, dopo Segretariato Generale sono aggiunte "ed alla Direzione Generale".
Art. 27
(Modifiche alla legge regionale 14 febbraio 1996, n. 3)
1. Alla legge regionale 14 febbraio 1996, n. 3 sono apportate le seguenti modifiche:
- all’art. 17, comma 2, il periodo finale è così sostituito: “L’ammontare del versamento è determinato con riferimento all’indennità di carica percepita alla data di approvazione della presente legge.”
- all’art. 19, il comma 2 è così sostituito: “La misura dell’assegno è calcolata sulla base delle modifiche dell’importo dell’indennità di carica di cui all’art. 1, comma 1, lettera e), percepita alla data di approvazione della presente legge.”;
- all’art. 19, comma 3, sono apportate le seguenti modifiche:
- la parola “ultima” è soppressa;
- dopo la parola “consigliere” sono aggiunte le parole “alla data di approvazione della presente legge”.
Art. 28
(Modifiche alla legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8)
1. Alla legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 sono apportate le seguenti modifiche:
a) all’art. 26, comma 4, il valore “25 per cento” è sostituito dal seguente: “20 per cento”;
b) all’art. 26, dopo il comma 4, è aggiunto il seguente comma “4.bis. La Regione concorre alla realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica, garantendo il rispetto del limite di indebitamento prescritto al precedente comma. A tal fine, il Dipartimento Bilancio e Patrimonio, prima di procedere agli adempimenti previsti al comma 2 del successivo art. 27, provvede alla ricognizione delle operazioni di indebitamento perfezionate e di quelle autorizzate, ma non ancora perfezionate, e definisce un piano pluriennale di indebitamento, in vista del contenimento e della graduale riduzione del debito.”
Art. 29
(Modifiche all’art. 11 della legge regionale 11 agosto 2010, n. 22)
1. All’articolo 11 della legge regionale 11 agosto 2010, n. 22 “ Misure di razionalizzazione e riordino della spesa pubblica regionale ”, dopo il comma 4 si aggiungono i seguenti commi.
“5. Le attività della Fondazione Field, ai sensi dell’articolo 16 dello Statuto della stessa Fondazione, sono poste in essere annualmente sulla base di un apposito atto di indirizzo definito con provvedimento della Giunta regionale che, a tal fine, esercita poteri di indirizzo, coordinamento e supervisione dell’attività della medesima.
6. Tutte le determinazioni concernenti atti di amministrazione straordinaria della Fondazione Field e le decisioni di determinante rilievo per l’attività sociale sono assunte previa approvazione da parte della Giunta regionale. Sono attività di determinante rilievo: l’approvazione dei bilanci, la relazione programmatica annuale, i piani ed i programmi, le modifiche statutarie, i regolamenti interni e la struttura organizzativa societaria, la redazione degli schemi di convenzione di servizio concernenti i rapporti tra Regione e Fondazione e nel cui ambito sono determinati il livello di remunerazione per i servizi resi e le modalità ed i tempi di informazione sullo stato di attuazione delle attività in corso.
7. La Regione Calabria, quale organo di controllo delle attività della Fondazione, statuisce ed integra i casi di decadenza di diritto ed esclusione degli organi istituzionali della Fondazione dalla rispettiva carica in quanto non previsti dallo Statuto societario:
a) costituisce causa di decadenza di diritto dalla carica per organo individuale e membri degli organi collegiali la sussistenza, in capo a ciascuno di essi, delle condizioni previste dall’art. 2832 c.c. ;
b) costituisce causa di esclusione il rinvio a giudizio per reati perseguibili d’ufficio e, comunque, per reati contro la persona, la famiglia, la moralità pubblica, il buon costume, contro la pubblica amministrazione e contro il patrimonio con particolare riguardo a quelli di mafia e di usura.
8. La decadenza di diritto e l’esclusione dalla carica sono deliberate dalla Giunta regionale.”
Art. 30
(Modifiche all’art. 25 della legge regionale 13 giugno 2008, n. 15)
1. All’articolo 25 della legge regionale 13 giugno 2008, n. 15, per come modificato dalle leggi regionali n. 44/2008, n. 29/2009, n. 58/2009, n. 18/2010, n. 34/2010 e n. 18/2011, le parole “entro il 31 dicembre 2011” sono sostituite dalle seguenti “entro il 30 giugno 2012”.
Art. 31
(Modifiche alla legge regionale 26 novembre 2001, n. 30)
1. Alla lettera a) del comma 1 dell’articolo 5 ter della Legge Regionale 26 novembre 2001, n. 30 per come modificata dalla Legge Regionale 31 marzo 2009, n.9, le parole “con validità di anno solare, la tessera consente la raccolta nell’ambito dell’intero territorio regionale, entro il limite massimo di 3 (tre) kg giornalieri” sono sostituite con le parole “la validità della tessera amatoriale è di cinque anni solari con obbligo di vidimazione annuale, a seguito dell’accertamento di avvenuto pagamento dell’importo annuale, a cura dell’ente che l’ha emessa. La tessera consente la raccolta nell’ambito dell’intero territorio regionale, entro il limite massimo di 3 (tre) kg giornalieri”.
2. La lettera e) del comma 3 dell’articolo 10 della Legge Regionale 26 novembre 2001, n. 30 è abrogata.
Art. 32
(Modifiche all’articolo1 della legge regionale 7 dicembre 2007, n. 26)
1. Al comma 4 dell’articolo 1 della legge regionale 7 dicembre 2007, n. 26 sono apportate, senza oneri aggiuntivi a carico del bilancio regionale, le seguenti modifiche:
a) le parole “tre Sezioni” sono sostituite da “cinque Sezioni” e la parola “ una tecnica” è sostituita da “ tre tecniche”;
b) dopo il comma 4 sono inseriti i seguenti commi:
“ 4 bis. Le sezioni tecniche sono dedicate:
- una all’acquisizione di beni e forniture di servizi per il servizio sanitario regionale;
- una all’acquisizione di beni e forniture di servizi per le pubbliche amministrazioni;
- una alla realizzazione di lavori ed opere pubbliche.
Tali sezioni provvedono, per conto dei soggetti di cui all’articolo 1, allo svolgimento delle attività necessarie a garantire la verifica dei bandi di gara e della relativa documentazione tecnica predisposta dalle stazioni appaltanti nonché all’espletamento delle procedure di affidamento dei contratti pubblici. Per ogni sezione tecnica è inoltre previsto un dirigente equiparato a quello di servizio della Giunta regionale.
4 ter. Il Direttore generale della Stazione Unica Appaltante è autorizzato ad apportare le relative modifiche al regolamento di organizzazione, in deroga a quanto previsto al comma 1 dell’articolo 2”.
Art. 33
(Modifiche alla legge regionale 21 agosto 2007, n. 18)
1. Il termine di cui al comma 1 dell’art. 27 della Legge regionale 21 agosto 2007, n. 18 e successive modifiche e integrazioni è prorogato al 31 dicembre 2012.
Art. 34
(Modifiche alla legge regionale 19 ottobre 1992, n. 20)
1. Il comma 1 dell’articolo 26 della legge regionale 19 ottobre 1992, n. 20 è così sostituito:
“1. Il personale della forestazione, impiegato e di cantiere, di cui al decreto legge 15 giugno 1984, n. 23, convertito dalla legge 4 agosto 1984, n. 442, riveste le qualifiche e ricopre i livelli previsti dai contratti di lavoro vigenti (C.C.N.L. - Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro e C.I.R - Contratto Integrativo Regionale). La relativa spesa grava sui capitoli di bilancio relativi agli interventi di forestazione, approvati dalla Regione, e non sulle spese generali riconosciute dalle leggi regionali vigenti agli Enti attuatori, di cui all’articolo 7 della legge regionale 19 ottobre 1992, n. 20. La norma si applica al personale in servizio presso gli Enti attuatori le attività di forestazione, alla data del 31 dicembre 2011, che abbia svolto la funzione impiegatizia presso lo stesso Ente nell’ultimo anno in maniera ininterrotta.”
Art. 35
(Modifiche alla legge regionale 21 aprile 2008, n. 9)
1. All’art. 2, comma 2, della legge regionale 21 aprile 2008, n. 9 sono apportate le seguenti modifiche:
- dopo le parole “scoglio della Regina (Acquappesa)” sono aggiunte le parole “nonché i fondali marini dell’isola di Dino – Capo Scalea, i fondali marini dell’Isola di Cirella – Diamante”;
- la parola “tre” è sostituita dalla parola “cinque”.
Art. 36
(Modifiche alla legge regionale 29 dicembre 2010, n. 34)
1. Il comma 10 dell’articolo 13 della legge regionale 29 dicembre 2010, n. 34 è abrogato.
Art. 37
(Modifiche alla legge 25 novembre 1996, n. 32)
1. All’articolo 59 ter della legge regionale 25 novembre 1996, n. 32 sono apportate le seguenti modifiche:
- il comma 4 è sostituito dal seguente: “4. Le ATERP ed i Comuni redigono ulteriori piani di vendita del patrimonio immobiliare di proprietà nella misura massima prevista dalla legge 24 dicembre 1993, n. 560 e successive modifiche ed integrazioni e li trasmettono alla Regione entro il 31 dicembre 2012. La Regione modifica, integra o approva i piani di vendita entro i successivi trenta giorni. Decorso tale termine, gli Enti proprietari procedono, comunque, all’alienazione degli immobili in favore dei soggetti possessori degli stessi con le modalità previste dalla legge n. 560/1993.”;
- al comma 5 sono soppresse le parole “Ai fini della riformulazione dei piani di dismissione, sono esclusi dalla vendita i fabbricati di costruzione inferiore a dieci anni”.
TITOLO V
ULTERIORI DISPOSIZIONI DI
CARATTERE ORDINAMENTALE
Art. 38
(Razionalizzazione programmi di opere pubbliche)
1. Sono revocati d’ufficio i finanziamenti afferenti a programmazioni di opere pubbliche a valere su fondi regionali, qualora per gli stessi non sia stato comunicato al competente Dipartimento Regionale l’avvenuto inizio dei lavori ed inviata la copia del contratto di mutuo corredata dal piano di ammortamento nel caso di contributo costante poliennale, entro le seguenti date:
a) 31 marzo 2012, per i finanziamenti concessi ed i cui atti autorizzativi sono stati pubblicati sul BURC prima del 31 marzo 2010;
b) 2 anni dalla data di pubblicazione sul BUR Calabria del relativo atto di finanziamento, per i finanziamenti concessi dopo il 31 marzo 2010;
2. Sono esclusi dall’applicazione delle disposizioni di cui al precedente comma i mutui autorizzati dall’art. 6 della legge regionale 11 gennaio 2006, n. 1.
3. Restano comunque validi eventuali termini più restrittivi indicati nei singoli provvedimenti di finanziamento.
4. Le economie generate dalle revoche di cui al comma 1, saranno riprogrammate dal dipartimento regionale competente, per le stesse finalità, dando priorità agli interventi inclusi nella programmazione di cui alla legge regionale14 aprile 2004, n. 13.
5. Per gli interventi di cui al comma 1, cofinanziati con contributi costanti poliennali, il rimborso delle rate di mutuo ai soggetti attuatori sarà garantito in ogni anno finanziario esclusivamente per i piani di ammortamento pervenuti al dipartimento regionale competente entro il 15 settembre. Per le richieste pervenute dopo il 15 settembre, il rimborso sarà garantito solo a decorrere dall’anno finanziario successivo.
Art. 39
(Programmi regionali di edilizia residenziale comunque denominati)
1. Il Dipartimento regionale Lavori Pubblici è autorizzato ad avviare, tramite il competente Settore, una attività di ricognizione dello stato di attuazione dei programmi di edilizia comunque denominati e finanziati.
2. Al fine di rendere immediatamente utilizzabili le risorse disponibili, il Dipartimento Lavori Pubblici, su autorizzazione della Giunta regionale, procede alla revoca dei finanziamenti concessi e non avviati nei termini di legge.
3. Il Dipartimento Lavori Pubblici trasmette, entro centoventi giorni dall’entrata in vigore della presente legge, una relazione dettagliata sull’attuazione delle disposizioni di cui ai precedenti commi alla Commissione consiliare competente.
4. La relazione di cui al precedente punto sarà accompagnata da una proposta di rimodulazione dei fondi disponibili.
Art. 40
(Modifiche all’art. 7 della legge regionale 11 maggio 2007, n. 9)
1. All’art. 7, comma 6, della legge regionale 11 maggio 2007, n. 9 è aggiunto, alla fine, il seguente periodo: “Se l’accordo con il Ministero dell’Interno non è più necessario, l’accorpamento delle Aziende sanitarie n. 11 di Reggio Calabria e n. 9 di Locri avviene entro il 31 gennaio 2012, attraverso la nomina dell’organo di vertice della nuova Azienda sanitaria, il cui territorio di riferimento corrisponde alla circoscrizione provinciale di Reggio Calabria e, ove necessario, attraverso la nomina dei commissari liquidatori delle Aziende preesistenti.”
Art. 41
(Atto di indirizzo in materia di accorpamento delle Aziende Ospedaliere)
1. La Giunta regionale è autorizzata ad adottare tutti i provvedimenti propedeutici all’accorpamento in una unica Azienda Ospedaliera Regionale delle Aziende Ospedaliere e di tutti i Presidi Ospedalieri operanti sul territorio regionale che erogano attività di degenza sia in regime ordinario che diurno.
TITOLO VI
DISPOSIZIONI DI CARATTERE FINANZIARIO
Art. 42
(Realizzazione di opere pubbliche da parte degli Enti Locali)
1. Al fine di favorire l’accesso degli Enti locali alla concessione di mutui della durata massima quindicennale per la realizzazione di opere pubbliche anche di interesse regionale, nonché per le finalità di cui all’articolo 1 della legge regionale 29 dicembre 2010, n. 34, è autorizzato nell’esercizio finanziario 2012 il limite di impegno di euro 4.500.000,00 con allocazione all’UPB 3.2.03.01 dello stato di previsione della spesa dello stesso bilancio.
2. Per le opere pubbliche, di cui al precedente comma, di competenza degli Enti locali, il Dipartimento Infrastrutture e Lavori Pubblici della Giunta regionale predispone entro il 31 marzo 2012 un apposito programma, previo parere non vincolante della Commissione consiliare competente, da esprimere entro trenta giorni dalla data di assegnazione del provvedimento, decorsi i quali il parere si ritiene reso in senso favorevole.
3. Sono soppressi il comma 4 dell’articolo 1 e gli articoli 7 e 8 della legge regionale 29 dicembre 2010, n. 34.
Art. 43
(Misure in materia di trasporto aereo)
1. Al fine di concorrere al ripianamento delle perdite relative all’anno 2010 della Società di Gestione per l’Aeroporto dello Stretto (SO.G.A.S) S.p.A., accertate in sede di approvazione del relativo bilancio nell’Assemblea dei soci nella seduta del 2 luglio 2011, è autorizzata per l’esercizio finanziario 2012 la spesa, in misura proporzionale alla partecipazione al capitale sociale, di euro 38.000,00 con allocazione all’UPB 2.3.01.06 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2012.
2. Per la sottoscrizione da parte della Regione Calabria della quota di aumento di capitale sociale della Società di Gestione per l’Aeroporto dello Stretto (SO.G.A.S) S.p.A. deliberato dall’Assemblea dei soci nella seduta del 2 luglio 2011, in misura proporzionale alla partecipazione al capitale sociale, è autorizzata per l’esercizio finanziario 2012 la spesa di euro 400.000,00 con allocazione all’UPB 2.3.01.06 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2012.
Art. 44
(Ente Fiera di Cosenza)
1. Al fine di consentire la copertura di una parte delle mensilità arretrate per il personale dell’Ente Fiera di Cosenza è autorizzato per l’esercizio finanziario 2012, con specifica destinazione, il contributo straordinario di euro 150.000,00, allocato all’UPB 2.2.03.02 dello stato di previsione della spesa del bilancio medesimo.
2. L’erogazione del contributo di cui al precedente comma è subordinata alla contestuale compartecipazione alle spese, per la quota loro spettante, da parte dei soci fondatori ed in particolare dell’Amministrazione Provinciale di Cosenza, del Comune di Cosenza e del Comune di Rende.
Art. 45
(Istituzione del Fondo Unico per le Attività Produttive ed Economiche)
1. E’ istituito il Fondo unico per le attività produttive ed economiche in materia di industria, commercio e artigianato per l’incentivazione e il sostegno degli investimenti delle PMI e delle microimprese, nonché per il supporto allo sviluppo della commercializzazione e dell’internazionalizzazione e della promozione territoriale.
2. La Giunta regionale approva entro il 30 aprile di ogni anno, su proposta dell’Assessore alle attività produttive, il Piano di utilizzo delle risorse del Fondo unico.
2 bis. Il Piano di cui al comma precedente è approvato previo parere non vincolante della competente Commissione consiliare da esprimersi entro trenta giorni dalla data di assegnazione del provvedimento, decorsi i quali il parere si intende reso in senso favorevole.
3. La copertura finanziaria per le attività di cui al presente articolo sarà determinata annualmente sul bilancio regionale.
4. Per l’anno 2012 il fondo ha una dotazione di euro 5.412.000,00 allocata all’UPB 2.2.02.02 dello stato di previsione della spesa del bilancio medesimo.
Art. 46
(Modifiche all’art. 26 della legge regionale 21 dicembre 2005, n. 17)
1. All’articolo 26 della legge regionale 21 dicembre 2005, n. 17 sono aggiunti i seguenti commi:
“4. Ai fini dell’attribuzione ai Comuni dei proventi di cui al comma 3, lettera a), nell’UPB 3.2.02.03 dello stato di previsione della spesa del bilancio della Regione per l’esercizio finanziario 2012, è istituito un apposito capitolo con uno stanziamento commisurato alle somme effettivamente accertate nell’anno precedente.
5. L’erogazione di cui al precedente comma è subordinata all’effettuazione da parte degli stessi comuni di tutti gli adempimenti previsti dalla normativa vigente in materia demaniale.”
Art. 47
(Sistema di incentivazione per lo sviluppo dell’Area di Gioia Tauro)
1. Al fine di sostenere lo sviluppo del sistema produttivo del porto di Gioia Tauro, la Regione Calabria istituisce regimi di aiuto e strumenti di incentivazione a favore delle imprese, compatibili con il mercato comune, ai sensi dell’articolo 87, paragrafo 3, del Trattato CE, ed esentati dall’obbligo di notifica di cui all’articolo 88, paragrafo 3, del Trattato CE, ai sensi del regolamento (CE) n. 800/2008 della Commissione del 6 agosto 2008, pubblicato nella GUCE n. 214 del 9 agosto 2008.
2. Per le finalità, di cui al precedente comma, può essere prevista la concessione di aiuti di importanza minore, ovvero “de minimis”, ai sensi del regolamento (CE) n. 1998/2006 della Commissione del 15 dicembre 2006, pubblicato nella GUCE serie L n. 379 del 28 dicembre 2006.
3. Gli aiuti, di cui ai precedenti commi, sono erogati alle imprese localizzate nell’area di Gioia Tauro e sono finanziati con risorse comunitarie, nazionali e regionali.
4. La Giunta regionale, in conformità alle disposizioni di cui al primo comma, definisce i regimi di aiuto e gli strumenti di incentivazione determinando:
a) oggetto e finalità;
b) delimitazione geografica dell’area interessata;
c) beneficiari e condizioni di ammissibilità;
d) settori di attività ammissibili;
e) tipologie, spese, forma e intensità;
f) criteri di valutazione e procedure di selezione e di erogazione delle agevolazioni.
5. Ai fini dell’attribuzione degli incentivi previsti dal presente articolo, nell’UPB 2.2.02.02 dello stato di previsione della spesa del bilancio regionale per l’esercizio finanziario 2012, è istituito un apposito capitolo con uno stanziamento di euro 8.000.000,00.
6. Per le finalità di cui al presente articolo, la Giunta regionale predispone un apposito Piano da trasmettere alla Commissione consiliare competente che esprime il parere non vincolante entro trenta giorni dalla data di assegnazione del provvedimento decorsi i quali il parere si intende reso in senso favorevole.
Art. 48
(Finanziamento del Museo Nazionale di Reggio Calabria)
1. Per il potenziamento del sistema museale regionale, le competenti strutture della Giunta regionale adottano i provvedimenti necessari per la realizzazione degli interventi diretti a garantire la completa fruizione del Museo Nazionale di Reggio Calabria, mediante utilizzazione del risorse del POR Calabria FESR 2007-2013 e del Fondo per le Aree Sottoutilizzate (FAS).
2. Gli oneri per la realizzazione degli interventi di cui al precedente comma, determinati per il biennio 2012-2013 in euro 11.000.000,00, sono assicurati, quanto a euro 5.000.000,00 con le risorse allocate all’UPB 5.6.01.01 del bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2012, anche mediante rimodulazione finanziaria del corrispondente Asse V del POR Calabria FESR 2007-2013, quanto a euro 6.000.000,00 con le risorse allocate all’UPB 5.2.01.01 del bilancio di previsione pluriennale 2012-2014, iscritte in anticipazione nell’annualità 2013 rispetto al trasferimento del FAS.
Art. 49
(Istituzione del fondo regionale per le prestazioni socio-sanitarie)
1. È istituito il fondo regionale per le prestazioni socio-sanitarie erogate sul territorio regionale dalle strutture accreditate di competenza del settore politiche sociali, con una dotazione per l’esercizio finanziario 2012 di euro 15.000.000,00 allocate all’UPB 6.2.01.02 dello stato di previsione della spesa del bilancio medesimo.
Art. 50
(Copertura dei debiti pregressi e razionalizzazione della spesa, di cui alla legge 29 marzo 1999, n.8)
1. Al fine di garantire la copertura finanziaria dei debiti pregressi contratti dalla Regione nei confronti dei beneficiari della legge regionale 29 marzo 1999, n. 8 (Provvidenze in favore di soggetti affetti da particolari patologie), quantificati a tutto il 31.12.2010 a seguito dell’avvenuta ricezione da parte delle ASP dei rendiconti definitivi, è autorizzata per il biennio 2012-2013 la spesa di euro 3.015.935,06 allocata all’UPB 6.1.02.01 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2012.
2. Per l’annualità 2012 la spesa autorizzata a valere sul capitolo 61020111 per un importo di euro 2.018.323,93 è riferita al debito contratto a tutto il 31.12.2009.
3. Il dipartimento competente è tenuto ad effettuare, prima dell’erogazione delle relative somme, tutti i controlli necessari sul possesso dei requisiti e sulla conformità delle richieste degli aventi diritto al dettato della legge regionale 29 marzo 1999, n. 8 e successive modifiche ed integrazioni.
4. Alla legge regionale 29 marzo 1999, n. 8 sono apportate le seguenti modifiche:
a) all’articolo 1, comma 2alla lettera a, dopo le parole “all’estero” sono aggiunte le seguenti parole “che non siano fruibili presso il Servizio Sanitario Regionale” e sono eliminate le lettere e) e f);
b) all’articolo 3, comma 1, seconda alinea, le parole “euro 50,00” sono sostituite dalle parole “euro 40,00”;
c) all’articolo 3, comma 1, terza alinea, le parole “lire 3.200.000” sono sostituite dalle parole “euro 1.500,00” e le parole “lire 4.800.000” sono sostituite dalle parole “euro 2.500,00”;
d) all’articolo 3, comma 2, le parole “ per l’assistito” sono sostituite con le parole “al comma 1”;
e) l’articolo 4 è abrogato;
f) all’articolo 5, comma 4, le parole “equipollenti” e “ticket relativi a pedaggi autostradali” sono soppresse;
g) all’articolo 6, comma 3, sono aggiunte le parole: “. Lo stanziamento di competenza allocato in ciascun esercizio finanziario sul pertinente capitolo di spesa costituisce in ogni caso limite massimo ed inderogabile all’assunzione di obbligazioni giuridicamente vincolanti nei confronti dei beneficiari.”;
h) all’articolo 7 è aggiunto il seguente comma: “2. Nel caso di insufficienza delle risorse finanziarie allocate nel pertinente capitolo di spesa rispetto alle richieste pervenute, il competente dipartimento, anche attraverso apposito regolamento da emanare entro 60 giorni dall’approvazione della presente legge, adotta criteri di selezione che privilegino i soggetti economicamente più deboli.”
Art. 51
(Ricorso all’indebitamento per la realizzazione di opere pubbliche)
1. L’articolo 22 della legge regionale 26 febbraio 2010, n. 8 è sostituito dal seguente:
“Art.22
1. La Giunta regionale, in luogo dell’indebitamento di cui all’articolo 33, commi 9 e 10, della legge regionale 11 maggio 2007, n. 9 è autorizzata a contrarre mutuo ventennale fino alla concorrenza di una rata annua di euro 1.350.000,00 con istituto bancario a ciò abilitato, previo procedimento di evidenza pubblica.”
2. All’articolo 2 della legge regionale 16 ottobre 2008, n. 36 sono apportate le seguenti modifiche:
a) il comma 1 è sostituito dal seguente: “1. La Giunta regionale è autorizzata a contrarre un mutuo ventennale per il finanziamento dei Programmi denominati “Contratti di quartiere II” ammessi nel decreto ministeriale n. 176/A del 12 febbraio 2007 e non finanziati, relativi ai comuni con popolazione superiore ai 30.000 abitanti ed a quelli con popolazione inferiore già utilmente collocati nella graduatoria di cui al medesimo decreto ministeriale e non integralmente finanziati, entro il limite massimo di euro 40.000.000,00, derivanti dalla rimodulazione dei Programmi stessi.”
b) i commi 2 e 3 sono soppressi.
3. La Giunta regionale approva la rimodulazione dei Programmi di cui al comma 2 dell’articolo 4 della legge regionale n. 36/2008, sentito il parere non vincolante della competente Commissione consiliare, entro trenta giorni dall’entrata in vigore della presente legge.
Art. 52
(Disposizioni finanziarie diverse)
1. Le disponibilità delle risorse finanziarie allocate all’UPB 3.2.01.01 (capitolo 2139201) della spesa, derivanti da economie dei precedenti esercizi finanziari, sono utilizzate, con le modalità indicate al precedente articolo 5, dal competente Dipartimento regionale Politiche dell’Ambiente per l’esercizio dei compiti amministrativi in materia ambientale conferiti alla Regione ai sensi dell’articolo 70 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112.
2. Al fine di garantire la copertura finanziaria dei debiti pregressi contratti nel triennio 2008-2010 nel settore del trasporto pubblico locale, quantificati dal competente dipartimento in complessivi euro 25.200.000,00, è autorizzato nell’arco temporale 2012-2016 l’accantonamento in bilancio delle suddette somme su apposito capitolo allocato all’UPB 2.3.01.02 (capitolo 23010246) della spesa, con uno stanziamento nel bilancio pluriennale di euro 3.200.000,00 nel 2012, euro 4.000.000,00 nel 2013, euro 5.000.000,00 nel 2014, euro 6.000.000,00 nel 2015 ed euro 7.000.000,00 nel 2016.
3. Gli importi di cui al comma precedente sono detratti annualmente in sede di predisposizione del bilancio annuale dal capitolo 2222107 allocato nella medesima UPB di spesa, senza alcun onere aggiuntivo per il bilancio regionale. A decorrere dall’esercizio 2012 lo stanziamento di competenza allocato in ciascun esercizio finanziario sullo stesso capitolo di spesa 2222107 costituisce in ogni caso limite massimo ed inderogabile all’assunzione di obbligazioni giuridicamente vincolanti nei confronti dei beneficiari.
4. La Giunta regionale è autorizzata a rinnovare fino al 31.12.2012, a domanda dell’interessato, i contratti di collaborazione al personale già assegnato all’Osservatorio del Turismo e attualmente in servizio presso il Dipartimento Turismo, Sport, Spettacolo e Politiche Giovanili per la gestione del sistema informativo turistico di cui all’art. 10 della Legge Regionale 5 maggio 2008, n. 8. Alla relativa copertura finanziaria si provvede con le risorse allocate all’UPB 2.2.01.04 (capitolo 22010415) dello stato di previsione della spesa di bilancio per l’anno 2012.
5. Al comma 1, ultimo capoverso, dell’articolo 5 (modifica dell’articolo 9) della legge regionale 7 ottobre 2011, n. 36, le parole da “Gli incarichi” a “legislatura” sono sostituite dalle seguenti: “I giornalisti in servizio all’Ufficio Stampa della Giunta regionale sono disciplinati secondo i termini e le modalità stabiliti dall’art. 11 della Legge Regionale 8 maggio 1996, n. 8 come modificato dall’art. 10, comma 1, della Legge Regionale 2 marzo 2005, n. 8 per uniformarne il trattamento a quello dei giornalisti addetti all’Ufficio Stampa del Consiglio regionale”.
6. La Giunta regionale è autorizzata a concedere alla Fondazione Mediterranea Terina, destinataria di un finanziamento del MIUR a valere sui fondi PON “Ricerca e competitività” 2007-2013, un contributo straordinario di euro 3.900.000,00 per la regolarizzazione dei debiti previdenziali, fiscali e contributivi. Il predetto importo sarà erogato in tre annualità di euro 1.300.00,00 per ciascuno degli anni 2012, 2013 e 2014.All’onere derivante dal presente comma si provvede per l’anno 2012 con le risorse allocate all’UPB 2.2.04.03 dello stato di previsione della spesa del bilancio medesimo.
7. La Giunta regionale è autorizzata a concedere per l’esercizio finanziario 2012 all’Istituto di Servizio e Assistenza sociale (ISAS) di Cosenza un contributo di euro 100.000,00 a valere sulle risorse allocate all’UPB 5.2.01.02 (capitolo 52010261) dello stato di previsione della spesa del bilancio 2012.
8. Al fine di provvedere al cofinanziamento regionale del Programma dei controlli funzionali per le annualità 2011 e 2012, svolte dall’Associazione Regionale Allevatori (ARA), di cui al Decreto del Dirigente Generale del Ministero delle Politiche Agricole n. 21190 del 6 ottobre 2011, è autorizzata la spesa di euro 252.000,00 con allocazione all’UPB 2.2.04.02 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2012.
Art.53
(Modifiche all’art. 18 della Legge Regionale 12 giugno 2009, n. 19)
1. L’articolo 18 della legge regionale 12 giugno 2009, n. 19 recante “Istituzione della Fondazione dei Calabresi nel Mondo”, è sostituito dal seguente:
“Art. 18
1. La Regione Calabria, in attuazione dei propri principi statutari e nel rispetto delle proprie competenze, anche con riferimento agli aspetti richiamati nella legge regionale 29 dicembre 2004 n. 33, in quanto coerenti, promuove la costituzione della Fondazione dei Calabresi nel Mondo, organismo in house per la programmazione, l’attuazione e la gestione, anche a valere sulle risorse finanziarie della programmazione operativa cofinanziata dai fondi strutturali comunitari, di interventi finalizzati allo sviluppo ed al consolidamento delle relazioni sociali, economiche, produttive, istituzionali e culturali con le comunità di Calabresi residenti all’estero.
2. La Fondazione non ha scopo di lucro, opera orientando ogni sua attività alla crescita ed allo sviluppo del territorio calabrese agendo nell’esclusivo recepimento degli indirizzi strategici ed operativi emanati dalla Regione Calabria nello svolgimento delle attività previste dal proprio statuto approvato dalla Giunta Regionale.
3. E’ autorizzata la concessione alla Fondazione dei Calabresi nel mondo di un contributo annuo per le spese di funzionamento della Fondazione stessa. Per l’anno 2012 il contributo è pari ad euro 100.000,00 allocato all’UPB 6.2.01.06 dello stato di previsione della spesa del bilancio medesimo.
4. La Fondazione dei Calabresi nel Mondo presenta alla Giunta Regionale che lo approva, un piano delle attività articolato in azioni ed interventi.
5. La Giunta regionale è autorizzata a compiere tutti gli atti necessari a promuovere la costituzione della Fondazione dei Calabresi nel Mondo, e sue eventuali future modifiche ed aggiornamenti.”
Art. 54
(Smaltimento dei rifiuti inerti contenenti Amianto)
1. La Giunta regionale entro 120 giorni dall’entrata in vigore della presente legge determina i criteri per individuare i luoghi e gli impianti idonei per la realizzazione e l’esercizio di impianti di smaltimento di rifiuti inerti contenenti amianto.
2. Le Province, nei sei mesi successivi all’approvazione dei suddetti criteri, provvedono ad individuare le zone idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento dei rifiuti inerti contenenti amianto d’intesa con i Comuni interessati.
3. Nelle more dell’approvazione del Piano di localizzazione dei siti idonei, così come disciplinato dal comma 2, sono sospesi i procedimenti di rilascio delle autorizzazioni e gli effetti delle autorizzazioni già rilasciate per la realizzazione e l’esercizio di impianti di smaltimento di rifiuti contenenti amianto non ancora in funzione.
Art. 55
(Differimento termini del Piano di stabilizzazione legge regionale giugno 2001, n. 4)
1. Il termine finale per l’attuazione del piano di stabilizzazione previsto dall’articolo 8 della legge regionale 30 gennaio 2001, n. 4, come modificato da ultimo dalla legge regionale 28 aprile 2008, n. 14, è fissato al 31 dicembre 2014.
2. Alla copertura degli oneri di cui al comma 1 si provvede con le risorse del fondo per l’occupazione di cui all’articolo 1 del Decreto legislativo 28 febbraio 2000, n. 81, e con risorse regionali determinate con legge finanziaria regionale, allocate all’UPB 4.3.02.02 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2012.
3. La Giunta Regionale è autorizzata a detrarre in compensazione dalle somme da erogare per l’anno 2012 agli Enti sottoscrittori di apposite convenzioni per l’attuazione delle finalità di cui alle leggi regionali 30 gennaio 2001, n. 4, e 19 novembre 2003, n. 20, le risorse attribuite in applicazione di leggi regionali e non utilizzate dagli enti medesimi.
Art. 56
(Disposizioni urgenti in materia di servizio idrico integrato)
1. Entro il 31 marzo 2012 la Giunta regionale, sulla base delle risultanze del piano di ricognizione di cui al comma 3 dell’articolo 47 della legge regionale 29 dicembre 2010, n. 34, presenta al Consiglio regionale una proposta di legge avente ad oggetto il riordino della disciplina del servizio idrico integrato, in conformità alla competenza attribuita alla Regione stessa dall’articolo 2, comma 186 bis, della legge 23 dicembre 2009, n. 191 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato "Legge finanziaria 2010"), come modificato dall’art. 1, comma 1, del decreto legge 29 dicembre 2010, n. 225, convertito con modifiche dalla legge 26 febbraio 2011, n. 10.
2. Sino all’effettivo insediamento dei nuovi organi previsti dalle legge di riforma, la continuità amministrativa dei servizi svolti dai cessati organismi è garantita dai Commissari liquidatori, in raccordo con il Dipartimento Lavori Pubblici. A tal fine e per assicurare anche la continuità gestionale, i Commissari potranno anche promuovere la sottoscrizione di appositi Protocolli d’intesa con i Comuni (titolari del servizio di singoli segmenti del ciclo dell’acqua fin quando non sarà affidato il servizio al gestore unitario individuato con le procedure indicate nella legge di riforma), finalizzati alla regolamentazione dei rapporti tra i medesimi comuni con gli eventuali gestori provvisori esistenti per un periodo transitorio che comunque non potrà superare il 30 settembre 2012.
Art. 57
(Norma finanziaria)
1. Alla copertura degli oneri derivanti dalla presente legge si fa fronte, ai sensi dell’articolo 4 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8, con le risorse evidenziate nella parte entrata del bilancio annuale 2012.
Art. 58
(Pubblicazione)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
Articolo 1
(Fondi Speciali)
1. Gli importi da iscrivere nei fondi speciali di cui agli articoli 17 e 21 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8, per il finanziamento dei provvedimenti legislativi che si prevede possano essere approvati nell’anno 2012 sono determinati rispettivamente in euro 1.000.000,00 per il Fondo speciale destinato alle spese correnti (UPB 8.1.01.01) ed in euro 452.035,16 per il Fondo speciale destinato alle spese in conto capitale (UPB 8.1.01.02), così come indicato nelle tabelle A e B allegate alla presente legge.
Articolo 2
(Rifinanziamento leggi regionali)
1. Ai sensi dell’articolo 3, comma 2, lettera c), della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8, il rifinanziamento degli stanziamenti previsti dalle leggi regionali di spesa è rideterminato per l’esercizio finanziario 2012 in euro 325.804.150,73 così come indicato nella tabella C allegata alla presente legge.
Articolo 3
(Norma finanziaria)
Alla copertura degli oneri derivanti dalla presente legge si fa fronte, ai sensi dell’articolo 4 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8, con le risorse evidenziate nella parte entrata del bilancio annuale 2012.
Le tabelle A, B e et allegate alla presente legge, danno la dimostrazione analitica della nuova spesa autorizzata con riferimento alle leggi organiche, alle UPB e ai capitoli della spesa.
Articolo 4
(Pubblicazione)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
Articolo 1
(Bilancio di competenza - Stato di previsione dell’entrata e della spesa)
1. E’ approvato in euro 9.836.031.742,88 lo stato di previsione di competenza delle unità previsionali di base dell’entrata della Regione per l’anno finanziario 2012, al netto delle contabilità speciali, annesso alla presente legge (tabella A - 2^ colonna).
2. E’ approvato in euro 1.830.789.205,79 lo stato di previsione di competenza del totale delle contabilità speciali dell’entrata della Regione per l’anno finanziario 2012, annesso alla presente legge (tabella A – 2° colonna – riga contabilità speciali).
3. E’ autorizzato l’accertamento dei tributi e delle altre entrate per l’anno 2012.
4. E’ approvato in euro 9.836.031.742,88 lo stato di previsione di competenza delle unità previsionali di base della spesa della Regione per l’anno finanziario 2012, al netto delle contabilità speciali, annesso alla presente legge (tabella B - 2^ colonna).
5. E’ approvato in euro 1.830.789.205,79 lo stato di previsione di competenza del totale delle contabilità speciali della spesa della Regione per l’anno finanziario 2012, annesso alla presente legge (tabella B – 2° colonna – riga contabilità speciali).
6. E’ autorizzata l’assunzione di impegni entro i limiti degli stanziamenti dello stato di previsione di cui ai precedenti commi 4 e 5.
7. Al fine di garantire la corretta gestione del bilancio 2012, è autorizzato nell’ambito del documento tecnico di cui all’articolo 10 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8, l’aggiornamento automatico dei valori dei residui attivi, passivi e di stanziamento presunti che risultano modificati dalla effettiva gestione del bilancio a tutto il 31 dicembre 2011.
Articolo 2
(Bilancio di cassa - Stato di previsione dell’entrata e della spesa)
1. E’ approvato in euro 12.148.001.190,85 lo stato di previsione di cassa delle unità previsionali di base dell’entrata della Regione per l’anno finanziario 2012, al netto delle contabilità speciali, annesso alla presente legge (tabella A - 3^ colonna).
2. E’ approvato in euro 1.965.525.272,91 lo stato di previsione di cassa del totale delle contabilità speciali dell’entrata della Regione per l’anno finanziario 2012, annesso alla presente legge (tabella A – 3° colonna – riga contabilità speciali).
3. Sono autorizzate le riscossioni ed il versamento dei tributi e delle entrate per l’anno 2012.
4. E’ approvato in euro 10.185.396.220,58 lo stato di previsione di cassa delle unità previsionali di base della spesa della Regione per l’anno finanziario 2012, al netto delle contabilità speciali, annesso alla presente legge (tabella B - 3^ colonna).
5. E’ approvato in euro 1.930.522.119,76 lo stato di previsione di cassa del totale delle contabilità speciali della spesa della Regione per l’anno finanziario 2012, annesso alla presente legge (tabella B – 3° colonna – riga contabilità speciali).
6. E’ autorizzato il pagamento delle spese entro i limiti degli stanziamenti dello stato di previsione di cui ai precedenti commi 4 e 5.
Articolo 3
(Residui attivi e passivi presunti)
1. E’ approvato in euro 6.436.388.791,10 il totale dei residui attivi presunti delle unità previsionali di base al 1° gennaio 2012, al netto delle contabilità speciali, di cui al conto annesso alla presente legge (tabella A -1° colonna ).
2. E’ approvato in euro 134.736.067,12 il totale dei residui attivi presunti delle contabilità speciali al 1° gennaio 2012, di cui al conto annesso alla presente legge (tabella A - 1° colonna – riga contabilità speciali).
3. E’ approvato in euro 2.346.972.601,12 il totale dei residui passivi presunti delle unità previsionali di base al 1° gennaio 2012, al netto delle contabilità speciali, di cui al conto annesso alla presente legge ( tabella B – 1° colonna).
4. E’ approvato in euro 99.732.913,97 il totale dei residui passivi presunti delle contabilità speciali al 1° gennaio 2012, di cui al conto annesso alla presente legge (tabella B - 1° colonna – riga contabilità speciali).
Articolo 4
(Residui perenti)
1. L’importo complessivo presunto degli impegni di spesa regolarmente assunti negli esercizi precedenti, in perenzione amministrativa alla chiusura dell’esercizio 2012 a norma dell’articolo 52, commi 3 e 4, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8, è pari ad euro 500.000.000,00 di cui euro 200.000.000,00 di parte corrente ed euro 300.000.000,00 di parte in conto capitale.
2. L’ importo complessivo da iscrivere nelle apposite UPB dello stato di previsione della spesa 8.3.01.01 (parte corrente) e 8.3.01.02 (parte in conto capitale), relativo ai residui in perenzione amministrativa che si prevede possano essere reclamati dai creditori nel corso dell’esercizio finanziario 2012, è determinato in euro 300.000.000,00 di cui euro 150.000.000,00 (capitolo 7003101) di parte corrente ed euro 150.000.000,00 di parte in conto capitale (capitolo 7003201).
3. La copertura finanziaria della spesa di cui al precedente comma è garantita da quota parte del saldo finanziario positivo (avanzo d’amministrazione).
Articolo 5
(Utilizzo del saldo finanziario presunto alla chiusura dell’esercizio 2011)
1. La quota del saldo finanziario presunto alla chiusura dell’esercizio finanziario 2011 applicata al bilancio di previsione 2012, determinata in euro 4.485.437.048,95 è utilizzata per come di seguito specificato:
-euro 3.018.983.865,63 per la reiscrizione in bilancio delle economie di spesa dell’esercizio 2011 finanziate con fondi assegnati con vincolo di destinazione così come indicato nella parte A dell’allegato 1 al bilancio;
- euro 300.000.000,00 per la copertura dei residui perenti così come indicato nella parte B dell’allegato 1 al bilancio;
- euro 25.258.067,03 per la copertura di spese finanziate con la quota di disponibilità residua, così come indicato nella parte C dell’allegato 1 al bilancio;
- euro 1.041.195.116,29 per la copertura del fondo pluriennale vincolato di cui ai capitoli 83010301, 83010302, 83010304, 83010305 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2012;
- euro 100.000.000,00 per la copertura del fondo pluriennale indistinto di cui al capitolo 83010303 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2012.
Articolo 6
(Autorizzazione al ricorso all’indebitamento)
1. Ai sensi dell’articolo 26 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8, la Giunta regionale è autorizzata a ricorrere all’indebitamento, con oneri a carico del bilancio regionale, per la copertura del disavanzo finanziario derivante dalla copertura della quota regionale di cofinanziamento del POR 2007-2013 già autorizzato dall’art. 6 della legge regionale 13 giugno 2008, n. 15, e da successive modifiche ed integrazioni, per un importo massimo di euro 264.978.477,47, così come indicato nell’apposito allegato n. 3 “Elenco delle spese iscritte nel bilancio di previsione 2012 da finanziarsi con mutuo o altre forme di indebitamento”. Nella predetta somma sono compresi gli importi per euro 199.378.855,28 relativi alle operazioni di indebitamento autorizzate negli esercizi precedenti con l’articolo 6, comma 1, delle leggi di bilancio dal 2008 al 2011, ma non perfezionate ed accertate ai sensi dell’articolo 27, commi 4 e 5, della legge regionale di contabilità.
2. I mutui di cui al precedente comma per spese di investimento a carico del bilancio regionale saranno contratti, per una durata massima di anni venti subordinatamente al verificarsi delle condizioni di volta in volta ritenute necessarie, ai sensi di quanto disposto dall’articolo 27, commi 3, 4 e 5, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 e compatibilmente con il limite imposto dall’art. 26, comma 4, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 e successive modifiche ed integrazioni e con la normativa vigente in materia di rispetto del patto di stabilità.
3. Gli oneri di ammortamento dei mutui trovano copertura nello stanziamento di cui all’UPB 1.2.04.09 dello stato di previsione della spesa del bilancio pluriennale 2012-2014. Per gli anni successivi al 2014 le rate di ammortamento trovano copertura nei bilanci relativi.
4. I mutui autorizzati con legge regionale negli anni precedenti e non perfezionati nel corso dei medesimi anni possono essere stipulati, compatibilmente con la normativa vigente in materia, nel corso dell’esercizio finanziario 2012.
Articolo 7
(Fondo di riserva per spese obbligatorie e d’ordine)
1. Il fondo di riserva per spese obbligatorie e d’ordine, ai sensi dell’articolo 18 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8, è iscritto nello stato di previsione della spesa all’UPB 8.2.01.01, ed è determinato per l’esercizio finanziario 2012 in euro 9.229.732,51.
2. Sono considerate obbligatorie e d’ordine le spese specificate nell’elenco allegato al documento tecnico che accompagna il bilancio di previsione annuale.
Articolo 8
(Fondo di riserva per spese impreviste)
1. Il fondo di riserva per spese impreviste, ai sensi dell’articolo 19 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8, è iscritto nello stato di previsione della spesa all’UPB 8.2.01.02, ed è determinato per l’esercizio finanziario 2012 in euro 50.000,00.
Articolo 9
(Fondo di riserva di cassa)
1. Il fondo di riserva di cassa, ai sensi dell’articolo 20 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8, è iscritto nello stato di previsione della spesa all’UPB 8.2.01.03, ed è determinato per l’esercizio finanziario 2012 in euro 700.000.000,00.
Articolo 10
(Quadro generale riassuntivo)
1. E’ approvato il quadro generale riassuntivo dell’entrata e della spesa del bilancio di competenza e di cassa della Regione per l’anno finanziario 2012, annesso alla presente legge, ai sensi all’articolo 14, comma 1, lettera a), della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8.
Articolo 11
(Classificazione dell’entrata e della spesa)
1. Le entrate della Regione sono classificate secondo quanto previsto dall’articolo 11 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8. Le categorie e le unità previsionali di base delle entrate sono approvate nell’ordine e con la denominazione indicate nel relativo stato di previsione (tabella A).
2. Le spese della Regione sono classificate secondo quanto previsto dall’articolo 12 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8. Le aree di intervento, i livelli programmatici di intervento, le funzioni obiettivo e le unità previsionali di base sono approvati nell’ordine e con la denominazione indicati nel relativo stato di previsione (tabella B).
Articolo 12
(Bilancio pluriennale)
1. E’ approvato il bilancio pluriennale della Regione per l’arco di tempo relativo agli anni 2012/2014 allegato al bilancio annuale, ai sensi dell’articolo 4 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8.
Articolo 13
(Autorizzazione alle variazioni al bilancio)
1. La Giunta regionale, nel corso dell’esercizio finanziario 2012, è autorizzata ad effettuare variazioni al bilancio di previsione in conformità alle disposizioni di cui all’articolo 23, comma 2, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8.
2. Le variazioni al bilancio 2012 sono altresì autorizzate con le modalità previste dalle disposizioni adottate dalla Regione in attuazione dei principi contenuti nel decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118.
3. Gli Enti, le Aziende e le Agenzie regionali sono autorizzati, ai sensi dell’articolo 57, comma 6, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 ad effettuare variazioni ai rispettivi bilanci nel corso dell’esercizio, nei casi previsti dal secondo comma dell’articolo 23 della stessa legge, in quanto compatibili, e previa comunicazione alle strutture regionali competenti.
Articolo 14
(Erogazione al Consiglio Regionale)
1. I fondi iscritti all’UPB 1.1.01.01 dello stato di previsione della spesa, pari ad euro 70.000.000,00, sono messi a disposizione del bilancio del Consiglio Regionale.
Articolo 15
(Allegati del bilancio)
1. Sono approvati i seguenti allegati:
- Allegato n. 1, concernente l’elenco delle spese finanziate in tutto o in parte con la disponibilità costituita dal saldo finanziario positivo (articolo 13, comma 2, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8);
- Allegato n. 2, concernente il prospetto che mette a rapporto, per unità previsionale di base, gli stanziamenti di competenza relativi alle entrate derivanti da assegnazioni statali e comunitarie, con i correlati stanziamenti di competenza relativi alla spesa (articolo 14, comma 1, lettera a), della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8);
- Allegato n. 3, concernente l’elenco delle spese per investimento a carico del bilancio regionale da finanziare con mutuo o con altre forme di indebitamento ai sensi degli articoli 26 e 27 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8;
- Allegato n. 4, contenente la nota dimostrativa degli oneri ed impegni finanziari derivanti dalla sottoscrizione di strumenti finanziari ai sensi dell’articolo 14, comma 2, lettera d), della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8.
Articolo 16
(Pubblicazione)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
“Il Consiglio regionale
premesso che
da più di un ventennio ormai si discute della possibile realizzazione di uno scalo aereo calabrese con sede a Sibari che, come conferma la progettazione già predisposta, dovrebbe affiancarsi agli scali già esistenti per fornire un servizio esclusivamente turistico e commerciale; che detta previsione è racchiusa in numerosi atti ufficiali e di indirizzo della Regione Calabria, tra i quali il piano regionale dei trasporti; che nelle linee programmatiche e di governo della Giunta di centrodestra guidata dal Presidente Giuseppe Scopelliti, insediatasi nella primavera del 2010, l’aeroporto della Sibaritide è stato qualificato come opera infrastrutturale di primaria importanza; che da ultimo, nei giorni scorsi, una società di imprenditori della Sibaritide ha manifestato interesse a contribuire alla realizzazione dell’opera con capitali privati;
Impegna
il governo regionale ed il Presidente della Giunta regionale ad attivarsi per individuare le risorse finanziarie necessarie alla realizzazione dell’aeroporto di Sibari e costituire un tavolo di concertazione tra le istituzioni interessate per verificare l’esatto stato della procedura;
a definire i passaggi amministrativi e burocratici per il reperimento dei finanziamenti in questione;
a delineare le modalità gestionali del nascituro scalo; portare a compimento l’iter per il rilascio di ogni necessaria autorizzazione”.
“Il Consiglio regionale
Impegna
la Giunta regionale ad effettuare la rimodulazione finanziaria del POR Calabria - Asse V - FESR 2007-2013, allo scopo di consentire il completamento del teatro di Crotone e l’avvio dei lavori pubblici per la realizzazione del teatro di Vibo Valentia. Le somme rispettivamente necessarie ammontano a 2.500.000 per Crotone e 2.500.000 per Vibo Valentia.
Il Consiglio inoltre fissa entro la data di fine giugno 2012 il termine entro il quale la Giunta deve completare il predetto iter per l’impegno in tutte le sue implicazioni istituzionali ed amministrative”.
“Il Consiglio regionale
premesso che
i dipendenti delle venti Comunità Montane della Calabria sono tutti stati assunti con la legge 285/77 "Provvedimenti per l’occupazione giovanile";
con la legge 29 febbraio 1980 n. 33 di (conversione del d.l. 30 dicembre 1979, n. 663), all’articolo 261septies ha stabilito che, le disposizioni di cui agli articoli 26-ter e seguenti del presente decreto-legge hanno valore di norme di principio e di indirizzo per le Regioni che provvederanno a disciplinare, con propria legge, l’istituzione di graduatorie uniche regionali e l’ammissione dei giovani anche in enti diversi da quelli presso i quali hanno prestato attività anche nelle forme previste dall’articolo 27 della legge 1 ° giugno 1977, n. 285;
con la legge regionale 13/1980 “Applicazione della legge n. 33 del 29 febbraio 1980 relativa all’occupazione giovanile" la Regione ha predisposto le norme per far sostenere l’esame di idoneità indetto, in attuazione dell’articolo 261septies della legge 29 febbraio 1980, n. 33, ai fini dell’iscrizione in speciali graduatorie uniche regionali per l’ammissione nei ruoli di enti pubblici operanti nella Regione anche diversi da quelli presso i quali hanno prestato attività;
con la legge 138/84 "Mobilità e sistemazione definitiva del personale risultato idoneo agli esami di cui all’articolo 26 del decreto-legge 30 dicembre 1979 n. 663, convertito in legge, con modificazioni, dalla legge 29 febbraio 1980, n. 33" una parte degli idonei sono stati immessi nei ruoli delle varie amministrazioni, e il restante personale è stato collocato in soprannumero nei ruoli organici del personale di pari qualifica degli enti presso i quali prestavano servizio;
inoltre, all’articolo 7 della legge 138/84 sono state previste le somme occorrenti per provvedere, dall’1 gennaio 1984, al trattamento economico dei giovani occupati e specificatamente alla lettera b) prevedeva che alle Comunità Montane sarebbero state annualmente rimborsate dal Ministero dell’Interno, direttamente sulla base di apposite certificazioni e all’articolo 10 quantificava l’onere per l’applicazione per gli anni ‘84-’85-’86. Varie leggi di finanza locale hanno rifinanziato la legge 138/184, fino al "Riordino della finanza degli enti territoriali a norma dell’articolo 4 della legge 23 ottobre 1992, n. 421" Decreto Legislativo del 30/12/1992 n. 504, con il quale è stata storicizzata la spesa;
con il comma 52, articolo 1 della legge 23 dicembre 1996 n. 662 "Misure di razionalizzazione della finanza pubblica" le dotazioni organiche delle Comunità Montane sono rideterminate in funzione dei posti coperti al 31 agosto 1996 quindi tutti gli idonei che erano stati collocati in soprannumero sono stati immessi nei ruoli organici dell’ente;
per le Comunità Montane lo Stato concorre al finanziamento dei bilanci in sostanza con: Fondo ordinario (leggi finanziarie annuali) - Fondo consolidato (L. 285/77- L.730/86 in primis) - Fondo per lo sviluppo degli investimenti (d.l. 28/11/1988 n. 511, conv. in legge 29/89 e succ.);
nel Fondo consolidato dalli gennaio 1994 confluiscono le risorse relative, in primis, ai contributi per il finanziamento degli oneri derivanti dal personale assunto ai sensi della legge 1 giugno 1977, n. 285, previsti dall’articolo 9 del medesimo decreto-legge n. 415 del 1989, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 38 del 1990;
visto il comma 187 dell’articolo 2 della legge n. 191 del 2009 che ha stabilito la cessazione dei finanziamenti dello Stato alle Comunità Montane previsto dall’articolo 34 del decreto legislativo 30 dicembre 1992 n. 504 e dalle altre disposizioni di legge relative alle Comunità Montane;
vista la sentenza n. 326/2010 con la quale la Corte Costituzionale:
1) dichiara l’illegittimità costituzionale dell’articolo 2, comma 187, della legge 23 dicembre 2009, n. 191 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - legge finanziaria 2010), nella parte in cui:
nel primo periodo, nel richiamare l’articolo 34 dei decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504 (Riordino della finanza degli enti territoriali, a norma dell’articolo 4 della legge 23 ottobre 1992, n. 421), sopprime il concorso dello Stato al finanziamento delle Comunità Montane con il fondo nazionale ordinario per gli investimenti;
nel medesimo primo periodo, contiene l’inciso «e dalle altre disposizioni di legge relative alle Comunità Montane»;
nel secondo periodo prevede la devoluzione ai Comuni, già facenti parte delle Comunità Montane, del trenta per cento delle risorse provenienti dal fondo ordinario nazionale per gli investimenti;
vista la Circolare della Finanza locale 9/11 con oggetto: istruzioni per la richiesta, da parte dei Comuni, delle Province, delle Comunità Montane e delle ex IPAB del contributo erariale per il finanziamento della spesa sostenuta nell’anno 2010 per il personale cui è stata concessa l’aspettativa per motivi sindacali che si riporta in parte;
per quanto attiene invece le Comunità Montane, si ricorda che tali enti erano stati esclusi dall’assegnazione del contributo per l’anno 2010 a seguito delle disposizioni di cui all’articolo 2, comma 187, della legge 23 dicembre 2009, n. 191 (legge finanziaria 2010), che aveva previsto quanto segue: "a decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge, io Stato cessa di concorrere al finanziamento delle Comunità Montane previsto dall’articolo 34 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504, e dalle altre disposizioni di legge relative alle Comunità Montane".
sulla materia è intervenuta la Corte Costituzionale che con sentenza n. 326 del 3 novembre 2010, depositata il 17 novembre 2010, ha riformato in parte il citato articolo 2, comma 187, dichiarando, tra le altre, l’illegittimità costituzionale dello stesso nella parte in cui si fa riferimento alla cessazione dei finanziamenti statali di cui alle "altre disposizioni di legge relative alle Comunità Montane". Tra le altre disposizioni di legge rientrano le norme che disciplinano l’attribuzione del contributo erariale in esame.
Conseguentemente, per effetto di tale sentenza le Comunità Montane sono da includere tra gli enti beneficiari del contributo erariale, come peraltro previsto dalla legge 5/1997, e potranno presentare la certificazione con l’indicazione della spesa sostenuta nell’anno 2010, unitamente alla certificazione relativa all’anno 2009, che non è stato possibile produrre in quanto vigevano le disposizioni dell’articolo 2, comma 187, della legge 191/2009.
visto che, dopo la sentenza della Corte Costituzionale il Ministero dell’Interno ha emesso la circolare sopra menzionata ed ha ristabilito di includere le Comunità Montane tra i beneficiari del contributo erariale considerando tra le "altre disposizioni di legge relative alle Comunità Montane" la legge 5/1997 dove all’articolo 1-bis stabilisce un contributo corrispondente alla spesa sostenuta, dal 1993 e per gli anni seguenti, dagli enti stessi per il personale cui è stata concessa l’aspettativa per motivi sindacali;
l’erogazione degli stipendi del personale delle Comunità Montane e invece corrispondere un contributo per le spese per lo stesso personale ai quali viene concessa l’aspettativa per motivi sindacali;
Sottolineato che
le Comunità Montane vennero istituite negli anni settanta dalla legge dello Stato come enti sovra comunali obbligatori, che in quanto tali iniziarono ad operare dotandosi del personale necessario allo svolgimento delle funzioni assegnate, e che essendo enti che vivono quasi esclusivamente di finanza derivata, con l’azzeramento dei fondi statali esse non potranno assicurare il pagamento degli stipendi al personale dipendente;
sicuramente il Fondo Consolidato per come evidenziato nella premessa deriva "da altre disposizioni di legge relative alle Comunità Montane" che hanno prodotto impegni giuridici contrattuali tra soggetti istituzionali diversi, ineludibili e non modificabili; esso trovava fondamento in modo prevalente nella legge 285/77. Detto fondo si è consolidato alla data del 31.12.1987, ed è rimasto immutato nel tempo in base al d.l. 31/12/1988 n. 549; tale norma ha riguardato tutto il personale ex 285/77, assunto sia alle Comunità Montane che ai Comuni, ai Ministeri, alle aziende sanitarie etc;
premesso che il fondo consolidato riguarda tutto il personale assunto con legge 285/77, assunto in tutti gli enti ed aver sostenuto il medesimo concorso per la immissione nel ruolo unico regionale (l.r. 13/1980), non si comprende perché solo ai dipendenti delle Comunità Montane è stato soppresso e agii altri viene regolarmente erogato;
ritenuto per come emerge dalla legge 138/1984 e dalle successive circolari (5400/1984 e 24/1988) gli oneri del trattamento economico dei giovani assunti con la legge 285/77 idonei al concorso ed iscritti nelle graduatorie uniche regionali ai sensi dell’articolo 26 ter e 26 quater sono rimborsi ad personam, detti oneri successivamente sono transitati nel fondo consolidato per come previsto dall’articolo 39 del dlgs 504/92;
ritenuto che la cessazione delle risorse finanziarie per l’erogazione degli stipendi al personale delle Comunità Montane fa venire meno la tutela dei livelli occupazionali;
tagli che il Governo ha imposto con le varie leggi di stabilità, ma che comunque da due anni prova a farsi carico degli stipendi del personale dipendente delle Comunità Montane, riuscendo fino ad oggi a garantire l’erogazione solo una parte dell’anno 2011 per erogare tutti gli stipendi che mancano servono ancora 11 milioni di euro;
visto che il fondo consolidato per la Regione Calabria ammonta complessivamente per ogni anno a 8.186.692.43 euro;
Impegna
il Presidente del Consiglio e l’Assessore al Bilancio a trasmettere il presente ordine del giorno e a presentare istanza per le motivazioni sopra esposte al Ministero degli Interni Direzione Centrale Finanza Locale inerente il recupero del fondo consolidato per l’anno 2010/2011 che per la Regione Calabria ammonta a 16.379.384,86 euro previsti nel Capitolo P.G. 1318 del Ministero degli interni, e il ripristino di detto fondo a partire dall’anno 2012 da trasferire alla Regione Calabria considerato che si sta facendo carico degli stipendi del personale delle Comunità Montane”.
“Il Consiglio regionale
premesso che
l’A.fo.r. in esecuzione alla legge regionale n. 31/2009 (1) e ss.mm.ii. ha provveduto ad assumere personale part-time al fine di garantire il servizio pubblico essenziale di monitoraggio della rete idrografica regionale; che il costo del suddetto servizio, per l’anno 2011 è risultato pari ad € 5.400.000,00; che lo stesso è a totale carico della Regione Calabria; che è necessario reperire sul bilancio regionale 2012 le relative risorse finanziarie pari a 5.400.00,00;
Impegna
la Giunta regionale a reperire per l’anno 2012 la somma rimanente al fine di consentire all’A.fO.r. di continuare a garantire l’espletamento del Servizio essenziale di monitoraggio della rete idrografica regionale.”
“Il Consiglio regionale
Impegna
la Giunta regionale, in ragione di un tema sensibile come quello del trasporto regionale, a garantire la copertura finanziaria dei servizi previsti nella proroga ovvero nel nuovo contratto di servizio”.
Art. 1
(Modifica all’articolo 1 della legge regionale 28 settembre 2011, n. 35)
1. Dopo il comma 1 dell’articolo 1 della legge regionale 28 settembre 2011, n. 35 "Riconoscimento ex articolo 54, comma 3, della legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25, della "Fondazione per la ricerca e la cura dei tumori ‘Tommaso Campanella’ Centro Oncologico d’Eccellenza" come ente di diritto pubblico" è inserito il seguente: "1 bis. Il riconoscimento della Fondazione "T. Campanella" come ente di diritto pubblico ha effetto dalla data in cui, a cura del Presidente della Regione, è eseguita la cancellazione della Fondazione dal registro delle persone giuridiche private prevista dall’articolo 3, comma 3, della stessa L.r. n. 35/2011".
Art. 2
(Modifica all’articolo 3 della legge regionale 28 settembre 2011, n. 35)
1. Dopo il comma 3 dell’articolo 3 della legge regionale 28 settembre 2011, n. 35 è inserito il seguente: "3 bis. Il Presidente della Regione provvederà alla cancellazione della Fondazione in atto esistente dal registro delle persone giuridiche private nel rispetto di quanto previsto dal punto 4 delle ‘Proposte tecniche per l’integrazione/modifica del piano di razionalizzazione e riqualificazione del servizio sanitario regionale della Regione Calabria"‘.
Art. 3
(Modifica all’articolo 9 della legge regionale 28 settembre 2011, n, 35)
1. Il comma 1 dell’articolo 9 della legge regionale 28 settembre 2011, n.35 è sostituito dal seguente: "1. Al fine di garantire la continuità assistenziale e non creare alcuna interruzione dell’offerta sanitaria, la Fondazione in atto esistente è autorizzata a bandire ed espletare procedure di selezione del personale conformi a quelle pubbliche previste per l’accesso ai ruoli degli enti del SSN. La Fondazione, una volta riconosciuta ente di diritto pubblico, può assumere, per il raggiungimento degli obiettivi di cui all’articolo 1 il personale risultato idoneo nelle suddette procedure nei limiti della dotazione organica definita ai sensi dell’articolo 4, e compatibilmente con le risorse finanziarie ad essa assegnate".
Art. 4
(Modifica all’articolo 10 della legge regionale 28 settembre 2011, n. 35)
1. Dopo il comma 3 dell’articolo 10 della L.r. 28 settembre 2011, n.35 è aggiunto il seguente: "4. L’effetto abrogativo dell’articolo 21 della legge regionale 7 agosto 2002, n. 29 e delle delibere di Giunta regionale ad esso conseguenti e collegate si verifica alla data dell’avvenuta trasformazione della Fondazione in atto esistente in ente di diritto pubblico".
Art. 5
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno
successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della
Regione.
Art 1
(Modifiche all’articolo 7, della L.r. n. 22/2010)
1. All’articolo 7, comma 1, della legge regionale 11 agosto 2010, n. 22 sono aggiunti i seguenti commi: "1 bis. A decorrere dall’1 gennaio 2011 al personale che presta servizio presso le strutture di cui agli articoli 5 e 8 della L.r. n. 7 del 13 maggio 1996. e s.m.i., spetta un rimborso spese, qualora sostenute, nel rispetto del limite di cui al comma 1." "1 ter. Con appositi provvedimenti della Giunta regionale sono stabiliti i parametri, gli importi e le condizioni del rimborso dovuto ai sensi del comma 1 bis."
Art. 2
(Disposizioni finanziarie)
1. Alla copertura finanziaria della disposizione di cui all’articolo 1, si provvede con le risorse allocate nella UPB 1.2.01.01 "Spese per il personale regionale", senza oneri aggiuntivi rispetto agli stanziamenti di competenza del bilancio di previsione 2011 e successivi.
“Il Consiglio regionale
Impegna
la Giunta regionale a reperire, in sede di assestamento di bilancio 2012, la copertura finanziaria della quota sociale relativa alle prestazioni socio-sanitarie erogate dalle strutture regolarmente accreditate da destinare al capitolo 62010213, ad emanare apposito atto di indirizzo ai Dipartimenti ed enti competenti al fine di comprovare ed attestare l’esistenza delle partite creditorie che le strutture regolarmente accreditate vantano nei confronti dell’amministrazione regionale, accertandone la relativa cessione agli istituti finanziari abilitati per legge allo smobilizzo dei crediti, uniformando i comportamenti tra gli enti territoriali (ASP) operanti in Calabria;
nelle more dell’approvazione della manovra di assestamento anno 2012, con la quale verrà garantita la copertura finanziaria annuale del fondo sociale, ad emanare apposito atto autorizzativo indirizzato al Dipartimento n. 10 Politiche sociali per la sottoscrizione dei contratti anno 2012, commisurando gli stessi anche a periodi infra-annuali in corrispondenza della copertura finanziaria”.