IX^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
___________
26.
SEDUTA
DI VENERDI’ 18 NOVEMBRE 2011
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FRANCESCO TALARICO E DEL
VICEPRESIDENTE ALESSANDRO NICOLO’
La seduta è aperta, si dia lettura del verbale della seduta precedente.
Legge il verbale della seduta precedente.
(E’ approvato)
Legge le comunicazioni.
(Sono riportate in allegato)
Legge le interrogazioni presentate alla Presidenza.
(Sono riportate in allegato)
E’ pervenuta risposta scritta alla seguente interrogazione
numero 135 del 3 giugno
(E’ riportata in allegato)
Prego, onorevole Morelli.
Presidente, poiché si è verificata una discrasia emersa nella formulazione dell’articolo 7 della legge regionale numero 22 del 2010 chiedo l’inserimento all’ordine del giorno della proposta di legge numero 256/9^ di iniziativa della Giunta regionale che ne modifica l’articolo 7.
Ovviamente, Presidente, l’argomento è stato trattato in Commissione bilancio nella seduta del 4 ultimo scorso e trasmesso agli uffici competenti. Grazie.
Il provvedimento di cui chiede l’inserimento l’onorevole Morelli è una proposta di legge che è già
passata in Commissione bilancio nella seduta del 4 novembre, pertanto ne chiede l’inserimento all’ordine
del giorno.
Se non ci sono eccezioni
poiché è stata deliberata alla unanimità da parte della Commissione la possiamo
inserire in coda all’ordine del giorno.
Pongo in votazione la
richiesta dell’onorevole Morelli.
(Il Consiglio approva)
Il provvedimento è, pertanto, inserito all’ordine del giorno del Consiglio.
Prima di procedere con il dibattito sulla sanità e di dare la parola al Presidente Scopelliti per la relazione introduttiva, comunico che è stata presentata una mozione a firma mia e di tutti i capigruppo di maggioranza e di minoranza sul sistema ferroviario calabrese e sull’abbandono del territorio da parte del gruppo delle Ferrovie della Calabria.
Nei giorni scorsi ci sono state una serie di iniziative
da parte dei consiglieri regionali, ho letto
tante note sulla stampa. Abbiamo raccolto un po’ tutte le riflessioni emerse su
questo argomento e le abbiamo inserite in questa mozione che vorrei leggere per
poi inviarla a tutti gli ordini competenti. Certamente, il taglio dei treni che Ferrovie della Calabria ha effettuato negli ultimi mesi non è sopportabile
da parte della Calabria.
Do lettura della mozione.
“Il Consiglio regionale
premesso che:
la criticità dello stato dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria, che sottopone a enormi ritardi, difficoltà e rischi chi deve percorrerla, accresce l'isolamento della Calabria;
la situazione generale del sistema delle infrastrutture e dei collegamenti ferroviari e stradali, già fortemente critici, anche per carenza di investimenti delle aziende Anas e Gruppo Ferrovie dello Stato, è destinata ad aggravarsi ulteriormente, con i tagli annunciati dei treni notturni e a lunga percorrenza;
di fatto, le strategie di Trenitalia e delle altre società del gruppo Ferrovie dello Stato interrompono la continuità territoriale e limitano la libertà di circolazione delle persone e delle merci, non garantendo, ai cittadini della Calabria, pari opportunità con i cittadini di altre regioni del Paese;
la flotta dei treni, impiegati in Calabria, è vetusta e che i servizi ai passeggeri si qualificano, palesemente, come inefficienti, se non inesistenti, e che per i collegamenti Calabria-Roma e viceversa, con i treni cosiddetti Eurostar, Trenitalia utilizza, in modo chiaramente discriminatorio, rispetto allo standard dei servizi offerti in altre regioni, materiale tecnologicamente non adeguato a percorrere la linea alta velocità Napoli-Roma, con conseguente prolungamento della durata di percorrenza della tratta ferroviaria di circa un'ora;
l'insufficiente e graduale defezione di Trenitalia si aggiunge all'assenza di significativi programmi d'investimento ed a scelte aziendali che negano, al territorio calabrese, servizi efficienti e moderni;
impegna
ad intervenire presso il Governo nazionale, e in
particolare presso il Ministro per le Infrastrutture, per rappresentare le
condizioni di assoluta disuguaglianza in cui si trova
a coinvolgere, nella definizione di una strategia utile a correggere la situazione attuale del sistema dei trasporti ferroviari nel meridione, le Regioni Sicilia, Basilicata, Puglia, tutti i parlamentari eletti in Calabria e le parti sociali da tempo mobilitate sulla questione;
impegna il Presidente del Consiglio regionale della Calabria:
ad inviare le determinazioni del Consiglio regionale della Calabria ai Presidenti dei Consigli regionali di Sicilia, Basilicata, Puglia, per concordare eventuali iniziative comuni, ai Presidenti di Camera e Senato, perché valutino l'esigenza di avviare un'inchiesta sulla politica dei trasporti operata da Trenitalia nelle regioni del Sud ed a interessare il Presidente della Repubblica, garante della Costituzione e quindi di quel principio secondo cui tutti i cittadini hanno pari dignità sociale nel nostro Paese”.
Questa è una mozione redatta alla unanimità da parte del Consiglio.
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Tripodi. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, intanto
dichiaro di essere d’accordo sulla mozione, ma
le vorrei far presente una cosa. Lo dico pure al Presidente della Giunta
regionale.
Prendiamo atto oggi, Presidente, con una mozione che condividiamo tutti in quest’Aula, che abbiamo un problema che si chiama Ferrovie della Calabria; problema, però, che stiamo affrontando in modo difforme da quanto stiamo dicendo oggi.
Non possiamo permettere che il Governo nazionale carichi sulla Calabria dei problemi che
atavicamente lo riguardano, adducendo le stesse motivazioni ripetute da anni,
anche con altre amministrazioni regionali, accollandoci di fatto delle
responsabilità e degli oneri che non ci competono.
Riteniamo che la salvaguardia
dei lavoratori vada fatta in ogni caso o è una cosa o è l’altra.
Su questo mi auguro che da oggi in poi, anche in base alle
criticità che stanno emergendo in Calabria, noi riflettiamo su queste
problematiche.
Così come è giusto che presentiamo delle mozioni e
coadiuviamo anche le azioni del Governo regionale, per alcuni versi, rispetto
ad una rivendicazione forte che abbiamo con il Governo nazionale, così è anche
sacrosanto garantire a questa Calabria, a questa politica dei risultati …
Oggi, poi, una discussione su queste problematiche va
fatta, perché ci accolliamo dei problemi rispetto ai quali abbiamo il dovere
della rinuncia, considerato come stanno le cose.
La prenda come uno sfogo, Presidente, ma su queste cose
le chiedo di stabilire, anche nella prossima seduta di Consiglio regionale, un
momento di confronto serio, altrimenti passeremo per coloro i quali lasciano
che sui problemi le cose passino senza lasciar traccia. E non è così.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Adamo. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, se
capisco bene lei ha sottoposto alla nostra attenzione una mozione firmata dai colleghi Aiello, Ciconte, De Masi e altri.
A firma di tutti i
capigruppo di maggioranza e di minoranza.
Di tutti i capigruppo, non capisco l’altra firma.
A fronte di un dibattito che si è aperto in questi giorni in Calabria ed a fronte di una sua presa di posizione, mi pare di aver capito che lei ha proposto pubblicamente, a mezzo stampa, l’intento di convocare un’apposita seduta di Consiglio regionale su questa materia.
Debbo dire che lo stesso Presidente della Giunta regionale, onorevole Scopelliti, non mi è sembrato tenero per quanto riguarda il suo disappunto rispetto alle problematiche poste dalle scelte di Trenitalia in riferimento alla Calabria.
Se questo è – è un mio parere – penso che le sue
dichiarazioni alla stampa ed anche la presa di posizione del Presidente della Giunta,
non possano essere declinate attraverso una mozione, per quanto sia lodevole nel senso dell’attenzione
che riserva a queste problematiche che burocraticamente
licenziamo in Aula.
Penso che su questa materia dobbiamo andare ad un
approfondimento in sede di Consiglio regionale, magari anche attraverso un
passaggio nella Commissione consiliare preposta, che dia indirizzi precisi
anche al Governo regionale della Calabria rispetto ad una problematica che oggi
non richiede né rinvii, né dilazioni e, soprattutto, lamentele.
L’impostazione che, a dir la verità, emerge in qualche
modo da questa mozione è quella di un lamento e di una protesta che non si
accompagna ad una assunzione di responsabilità per quanto riguarda la scelta di
questa Istituzione rispetto al governo-gestione o regolamentazione dei servizi
di trasporto ferroviario in Calabria sia per quanto riguarda la lunga
percorrenza, rispetto all’interesse che può avere
Invece, ritengo che possiamo essere in condizione di far
proposte anche perché – mi corregga
La mia opinione qual è? Se c’è una volontà dell’Aula in
questa direzione mi riservo di entrare nel merito della questione. La proposta
che faccio è quella di ritirare la mozione o soprassedere, anzi ringrazio i
colleghi capigruppo che ci hanno evidenziato la problematica stasera, e
decidere di tornare sull’argomento dopo un approfondimento ed una istruzione
della pratica in sede di Commissione con l’assessorato, il dipartimento e il
Governo regionale che potrà sempre avanzare una propria proposta. Il Governo regionale potrebbe
riservarsi di valutare la proposta che scaturirà in Commissione consiliare e
pervenire ad una decisione nei prossimi giorni.
Se così non dovesse essere, dichiaro che non voterò la
mozione perché, rispetto alle problematiche che abbiamo davanti, la ritengo
assolutamente insufficiente.
Ci limitiamo, sostanzialmente, ad inviare il nostro
lamento agli altri Consigli regionali del Mezzogiorno e a denunciare il mancato
rispetto del diritto costituzionale sulla pari dignità nella mobilità.
Francamente è troppo poco.
Penso che da Regioni o da territori più deboli della
Calabria si levino, ritengo, forse voci anche più autorevoli e più credibili
per quanto riguarda l’attendibilità di proposte e di indicazioni risolutive.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Orsomarso. Ne ha
facoltà.
Presidente, ritengo
che questa mozione sia utile alla maggioranza
e alla minoranza per dare forza, come Consiglio
regionale, all’azione del Presidente
della Giunta che nelle prossime ore, come ha
già fatto, andrà a manifestare presso le sedi competenti del Governo ma – dico di più – non del Governo, di un uomo solo
al comando che si chiama Moretti che pensa di agire sulle spalle dei calabresi.
Abbiamo dato mandato ai nostri uffici e al direttore
generale Laganà che coordina il dipartimento, soprattutto al dirigente del
settore trasporti Pavone, di verificare i tagli che la nostra Regione ha subito
negli ultimi 5 anni sui treni a lunga percorrenza, per non fare la solita
lamentela mossa magari dalla singola problematica di spostamento di un
lavoratore, ma per andare a dire al signor Moretti che noi siamo pronti, in
accordo anche con i sindacati calabresi e penso anche con la minoranza, a fare
una manifestazione di piazza sotto la sede di Trenitalia.
Perché laddove non arriva il ragionamento, il dialogo,
la competenza…
Quando, come è capitato, si sopprime qualche treno a
lunga percorrenza che sta sul libero mercato, per intenderci la “doppia Freccia
d’Argento” che non rappresenta uno di quei servizi universali, ci convince
l’idea, da calabresi, che se non c’è un’utenza è giusto non avere la “doppia
Freccia d’Argento”.
Quindi, tre dimensioni. La prima è quella di una
Calabria che parla un linguaggio diverso anche nei confronti del Ministero. Per
rispondere al collega Tripodi in merito alle Ferrovie della Calabria – ed è di
qualche giorno fa anche la nostra visita con il Presidente – senza guardare al
passato in modo retorico, alle responsabilità, abbiamo fatto il massimo che si
poteva fare in 9 mesi.
Abbiamo fatto 33 riunioni presso il Ministero, che è
socio unico, che hanno portato ad una contribuzione di circa 10 milioni di euro
per le Ferrovie della Calabria, poi è stato contratto dalla Regione un mutuo
per 20 milioni di euro ed in più c’è quell’accordo importante che non riguarda
solo il piano finanziario ma soprattutto quello economico che fa scuola e
sembrerebbe anche che altre aziende di trasporto pubblico vogliano richiamarsi
ad esso.
Ferrovie della Calabria in questi anni incassava 44
milioni di euro ma ne costava 58. Questo è un altro problema di responsabilità.
Collega Adamo, rispetto al trasferimento di fondi
statali in questi anni a Trenitalia, distinguendo
il trasporto di lunga percorrenza da quello regionale, in riferimento a quest’ultimo mi tocca anticipare una
notizia che il Presidente Scopelliti avrebbe dovuto dare a giorni ai calabresi;
purtroppo noi, per la prima
volta, prima di firmare il contratto del trasporto regionale con Trenitalia, oltre a stanziare 9
milioni di euro di risorse calabresi per l’acquisto di nuovi treni ( perché
siamo deficitari negli indici di premialità sia per l’adeguamento delle tariffe
che abbiamo fatto che per l’acquisto di nuovi treni), abbiamo detto che questa
non è una Regione di cittadini con l’anello al naso, ma che avrebbero dovuto
provvedere loro da subito all’invio di nuovi treni.
Questo è già avvenuto nel senso che da qualche giorno
c’è un nuovo Pendolino, non so bene come si chiami, nella tratta Reggio
Calabria-Cosenza, che presto andremo ad inaugurare. Quindi, una prima novità.
Rimane l’atto di questa mozione al di là di ogni sforzo
che vorremmo fare insieme per migliorare il trasporto in una regione che è
periferica ed è importante per una regione che si candida a diventare meta
turistica con un lavoro che cercheremo di fare.
La differenza rimane con il signor Moretti, non tanto
con i Governi nazionali che è quello che accade anche oggi. Un uomo solo al
comando di un’azienda che per l’ennesima volta pensa di far quadrare i bilanci
con i tagli alla nostra Regione.
Va bene, allora, una mozione della minoranza e della
maggioranza, ma noi siamo pronti a far di più perché preferiamo la politica che
va nelle sedi di Governo, che sta nelle sedi dei nostri dipartimenti a
lavorare, ma quando è troppo è troppo.
Siamo, quindi, pronti ad una manifestazione politica
seria che mobiliti i calabresi con i sindacati dalla nostra parte e, poiché è
importante ed urgente considerato che l’orario invernale diventerà realtà a
breve, invito anche la minoranza, laddove neanche questa mozione, approvata in
modo unitario del Consiglio regionale, dovesse sortire effetti, ad andare a
Roma non tanto nella sede del Governo ma, ripeto, dall’uomo solo al comando, il
“signor” Moretti, che mortifica da molto e da troppo tempo – su questo lo
sconto non lo faremo a nessuno – i territori meridionali e soprattutto la
Calabria.
Ci sono due partite. Quella di un dialogo sulle risorse
finanziarie da gestire che va migliorato e su questo stiamo andando, penso e
spero, in una direzione con un segnale incoraggiante e positivo. E, poi, le
scelte, che non si ha nemmeno il buon gusto di comunicare prima di impostarle,
motivando il fatto che, purtroppo, i treni di notte hanno pochi passeggeri.
Ma quei treni non sono il libero mercato di chi si deve
permettere una “Freccia d’argento” in più per cui se non ha mercato è giusto anche toglierlo.
Quelli rappresentano i collegamenti di una popolazione
che è già in ritardo e su questo siamo pronti a non fare nessuno sconto con le
mozioni e, se serve, anche andando a Roma sotto la sede di Trenitalia o, se serve ancora, anche
sotto casa del signor Moretti. Vi ringrazio.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Gallo. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, onorevoli
colleghi, nei giorni passati è esplosa la notizia della soppressione di 21
treni da parte di Trenitalia,
forse per la decisione assunta da questo uomo solo al comando, come diceva il
collega Orsomarso.
Ognuno di noi, il gruppo
Udc, anche io insieme al capogruppo Dattolo in ordine sparso abbiamo protestato
attraverso articoli pubblicati sui quotidiani.
Anche oggi mi sono
permesso di predisporre un ordine del giorno ma vedendo, signor Presidente, la
sua mozione, tra l’altro sottoscritta dai colleghi capigruppo, ho ritenuto
opportuno ritenerlo assorbito perché su argomenti come questo il Consiglio
regionale non si può assolutamente dividere.
Ritengo che le
argomentazioni del collega Adamo siano anche giuste ma la protesta contenuta in
questa mozione è una protesta immediata e forte, che dà al Presidente della
Giunta regionale, onorevole Scopelliti, ed anche al Presidente del Consiglio
regionale la forza di poter coinvolgere, attraverso una sinergia istituzionale
e di territori, anche le altre Regioni meridionali che come la nostra sono
assolutamente colpite e prevaricate da questa decisione di Trenitalia in termini di difficoltà
di collegamento.
Reputo, pertanto, che
questa mozione non possa vedere il Consiglio
regionale diviso. L’invito è al collega Adamo affinché condivida con noi questa
mozione, fermo restando che quanto sosteneva – vale a dire che il
Consiglio regionale debba occuparsi ulteriormente nei prossimi giorni della vicenda – è giusto.
Possiamo far sì che
l’argomento sia discusso immediatamente in Commissione e ritornare in Consiglio regionale nelle prossime
settimane per rafforzare ulteriormente
la posizione e delineare una programmazione che sia di reale contrapposizione al di là delle mozioni.
In questo momento, però, la mozione, condivisa alla
unanimità dal Consiglio regionale, così come è stata sottoscritta dai
capigruppo, serve per dar forza al Presidente Scopelliti e al Presidente
Talarico.
Il Consiglio regionale su questi argomenti e
nell’interesse dei calabresi non può assolutamente dividersi.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Bova. Ne ha facoltà.
Lo spunto, Presidente
e consiglieri, per quello
che voglio dire, me lo dà anche
l’ultimo intervento del consigliere Gallo. Il problema
non è di dividersi, perché se si debbono scrivere cinque righe per dire che non
siamo d’accordo su nulla, si scrivono cinque righe e lo si fa. Il punto è se il
Consiglio regionale della Calabria pensa di limitarsi a fare una testimonianza
e delegare qualcuno, per quanto con un ruolo formale e autorevole, per fare
questo oppure se pensa che siamo andati oltre la misura.
All’inizio della legislatura, colleghi, noi abbiamo
avuto in Aula un confronto non sull’aria fritta. L’onorevole Presidente della
Giunta ricorderà – credo – che noi avevamo posto il problema di chiamare qui
non solo il signor Moretti, ma anche il signor
Ciucci, in maniera che sulle questioni strategiche non della Calabria, ma
dell’Italia, nel prossimo futuro si desse conto anche ai cittadini italiani che
vivono in Calabria. Di tutto questo non se n’è fatto nulla.
Attenzione, mentre noi discutiamo,
In prospettiva, non Paesi arretrati, rispetto ad una
crisi drammatica, qual è stata quella del sistema finanziario inglese, ma il
Governo liberale inglese, Governatore, è stato costretto a ricorrere a misure
di nazionalizzazione e qui ci limitiamo a fare un’interrogazione o una
testimonianza, quando l’avvenire prossimo venturo è che ci tolgono tutto!
Sono d’accordo a scrivere cinque righe, non polemizzo su
questo, ma voglio capire in quanto tempo noi, – questi siamo! – riusciremo a convocare una seduta
straordinaria del Consiglio regionale per porvi questioni radicali, perché qui
non si tratta né di un approccio clientelare né
assistenziale, ma l’Italia che vuole uscire dalla crisi e deve avere un sistema ferroviario e
viario più efficiente, lo prevede per l’intero Paese oppure solo per le aree
cosiddette forti?
Quali sono le basi fondamentali su cui si regge il
Paese? Secondo me, le politiche del sistema ferroviario di questi anni non hanno creato efficienza, non hanno prodotto pareggio di bilancio e,
alla fine, tutto si conclude non tagliando sempre più i rami secchi, ma di
fatto espropriando interi territori del Paese dalla possibilità di usufruire di
un minimo di relazione e di sistema.
Allora, rispetto a questo, la mozione è del tutto
insufficiente. Non voterò mai contro, ma non mi aggrego in una fase di questo
tipo, dico semplicemente che diventa un documento per salvarsi l’anima. Per
esprimere una protesta, bastano cinque righe, ma poi voglio sapere – in questo
senso sono d’accordo con il collega Adamo – quali sono le iniziative
strutturali e straordinarie che noi intendiamo percorrere, perché altrimenti su
questa strada non c’è dubbio che, alla fine, i conti non torneranno mai; non
torneranno per
Ma questo è un altro paio di maniche: se noi ci vogliamo
misurare con questo problema, senza fare il professore rispetto a nessuno,
questa mozione non è uno strumento. Se dobbiamo protestare, protestiamo sul
serio e carichiamoci anche l’onere di una proposta. Non ho paura della
radicalità della proposta, ho paura del silenzio o delle parole che si limitano
ad essere una testimonianza e poi non si pongono il problema di approdare a
nulla. Questo è il rilievo.
Poiché non ci si era mai arrivati fino a questo punto,
se vogliamo fare qualcosa – e penso che vogliamo farla – facciamola sul serio.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Principe. Ne ha facoltà.
Presidente, noi
siamo costretti – lo dico con soddisfazione –
a tenere
conto di una novità che si registra a livello
nazionale e che dà ragione a determinate visioni dello sviluppo, anche ad una certa visione riformista, che – debbo dire – non tutta la
sinistra sempre ha ritenuto valida, cioè che soprattutto per regioni arretrate
come le nostre, non arretrate culturalmente, con una grande storia, ma che
registrano tanti problemi, è necessario avere delle infrastrutture moderne ed
efficienti per avviare qualunque politica di sviluppo.
C’è un’altra novità: c’è un ministro per la coesione
territoriale. Se mettiamo insieme questi due concetti, penso che come Regioni
del Sud, come Regione Calabria, se riuscissimo a mettere in piedi una politica
di macroarea, noi potremmo avviare una discussione di ampio respiro, nel senso
che viene riconosciuto che il Paese, per crescere, ha bisogno di coesione
territoriale, ergo il Paese cresce se
cresce il Sud, e che per avviare o rafforzare lo sviluppo, ci vogliono le
infrastrutture, soprattutto nelle aree che debbono contribuire più di altre
allo sviluppo.
Allora, se questo è – e in questo vedo delle positività
– a queste aggiungo una preoccupazione e cioè il Governatore, alla fine di un
dibattito sul turismo, intrattenendoci sui fondi europei, in quella occasione
addirittura ha ventilato – cosa che contestiamo fortemente – una visione non
aggiuntiva, ma sostitutiva dei fondi europei e, tra i quattro settori da
privilegiare, ha parlato delle infrastrutture. Ora sia le positività che
riscontriamo come indirizzo politico generale del Paese sia la preoccupazione,
obiettivamente impongono che la proposta del collega Adamo venga presa in
considerazione.
Qui non si tratta, colleghi, di dividerci – vorrei dirlo
al consigliere Gallo, che sa quanto lo stimi per avere apprezzato la sua azione
di sindaco di Cassano allo Ionio –; no, è che, così come diceva egregiamente l’onorevole
Bova, noi non possiamo offrire una semplice testimonianza, perché apprezzo lo
sforzo istituzionale considerato che, obiettivamente, un ordine del giorno –
ancora non l’ho firmato, come vedete, ma ribadisco una volontà unitaria del
Partito Democratico, dell’intero Consiglio regionale – firmato dal Presidente
del Consiglio e da tutti i capigruppo, ha un grande valore politico, ma proprio per questo, non può essere
sminuito a semplice testimonianza. Non è una semplice testimonianza, però potrebbe
apparire una semplice testimonianza e noi questo non ce lo possiamo permettere.
Voglio dire che la proposta del consigliere Adamo è
molto utile, perché proprio in questo momento in cui viene riconosciuto un
punto fermo e forte della cultura meridionalista cioè che per far crescere il Mezzogiorno ci
vogliono, prima di qualunque contributo, le infrastrutture, oltre alla
sicurezza, allora, se c’è questa nuova cultura, dobbiamo dire al Governo
nazionale come intendiamo il sistema delle infrastrutture.
Il collega Tripodi ha parlato delle Ferrovie della
Calabria. Ha ragione, perché parlare di infrastrutture significa parlare di
autostrade, dei collegamenti trasversali, delle ferrovie della Ionica,
significa parlare anche delle Ferrovie della Calabria, ma non solo per la
tratta taurense, che è pure di grande importanza ed io condivido che sia
potenziata, ma anche perché –
come sa il giovane amico Orsomarso – attraverso le Ferrovie della Calabria noi,
addirittura, potremmo creare un collegamento tra gli atenei.
Se il sindaco di Cosenza ci consentirà di fare la
metropolitana Cosenza-Rende-Unical – io mi auguro che il Presidente Scopelliti
e l’assessore Mancini siano molto duri in questa direzione, perché non possiamo
perdere investimenti di questa portata – ricordo che questa è stata volutamente progettata a scartamento ridotto.
Perché? Per legarsi alla ferrovia Cosenza-Catanzaro, che, a sua volta,
si lega alla metropolitana Catanzaro-Germaneto,
anch’essa progettata a scartamento ridotto.
Allora, se questo è, se in questo quadro piomba come un
macigno la questione di Gioia Tauro che, presa a sé, forse è la più grande
infrastruttura di questa regione, penso che stasera facciamo bene a dimostrare
una nostra unità e fermezza nei confronti degli abusi di Trenitalia, però nello stesso tempo
mandiamo il messaggio che il Consiglio regionale prende atto di una nuova
cultura che sta emergendo per quanto riguarda la questione delle
infrastrutture, attraverso un approfondito passaggio nella competente
Commissione e ci sarà un dibattito in Consiglio regionale con un documento
finale che dice qual è la nostra visione del sistema delle infrastrutture.
Se noi facciamo questo ed usciamo all’esterno stasera
con questo impegno di lavoro, di studio, di impegno politico in Consiglio regionale
come atto finale di un iter che riguarda le infrastrutture e, nel contempo,
mettiamo in piedi un ordine del giorno con il quale il Presidente Scopelliti e
il Presidente Talarico chiedono, innanzitutto, all’amministratore delegato di
Trenitalia Moretti di revocare i provvedimenti assunti che sta portando avanti,
allora l’urgenza può essere determinata dal dimostrare la nostra contrarietà ed
una richiesta forte di tornare indietro. Ma, soddisfatta questa urgenza, ci
vuole l’impegno di studio e, poi, di volontà politica sul sistema delle
infrastrutture.
Con un modo di procedere siffatto, il gruppo del Partito democratico apporrà la propria firma all’ordine
del giorno.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Imbalzano. Ne ha facoltà.
Onorevoli colleghi,
purtroppo dobbiamo ammettere che, probabilmente, arriviamo con un po’ di
ritardo, forse con troppo ritardo, ad approvare una mozione sul sistema di mobilità che riguarda l’intera regione. Mi auguro che questo voto non arrivi quando i
buoi sono scappati definitivamente! Perché sul problema della mobilità è da
mesi che i sindacati, ma anche alcuni di
noi, avevano sollevato il problema di isolamento di mezza parte della Calabria,
quando, per esempio, circa sei mesi fa erano stati eliminati d’acchitto dodici
treni a lunga percorrenza. Eppure, chi parla aveva presentato, fin dal 13
settembre 2010, una mozione, la numero 8 che, neanche a farlo apposta, è la
prima che doveva essere discussa da questo Consiglio regionale proprio sul tema
della mobilità che riguardava, in quella fase, tutta l’area ionica da Reggio a
Taranto ed, inoltre, il problema della mobilità stradale, oltre a quella
ferroviaria.
Ovviamente, se questo Consiglio regionale si fosse
occupato di questo gravissimo problema nel momento più opportuno e più
appropriato, oggi, probabilmente, non saremmo qui ad inseguire l’uomo di
sempre, l’uomo buono per tutte le stagioni, il signor Moretti.
Nell’anticipare il mio voto favorevole su questa
mozione, colgo l’occasione, ma credo se ne sia informalmente parlato nella
precedente seduta, per dire che ritengo che questo Consiglio regionale debba
prendere atto della necessità di modificare anche il sistema dei lavori così
come è stato organizzato fino ad oggi, alternando le interrogazioni, i fiumi di
interrogazioni che possono essere fatte con risposta scritta, senza investire
ed impegnare il Consiglio in sedute interminabili con secondo me, le mozioni
che, spesso, sono dedicate a questioni più generali e di carattere ed
importanza – credo – anche maggiori, quasi sempre maggiori.
Per cui ben venga questa mozione, non dico niente nel merito,
probabilmente poteva essere molto più robusta, molto più articolata; è un
segnale forte che possiamo e dobbiamo dare, però è anche una presa d’atto che
qualche volta questo Consiglio regionale su grandi
questioni arriva con un po’ di ritardo e non le affronta con la necessaria
tempestività.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Caputo. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, intervengo in maniera brevissima per dare solo
una testimonianza oltre che rispetto alle disfunzioni che riguardano l’intera
Calabria principalmente riguarda una parte di
questo territorio che è l’alto e basso Ionio che è colpito – in maniera ancora
più cruda – dalle penalizzazioni che interessano.
La soppressione di 21 treni, signor
Presidente, credo debba rappresentare, da parte del Consiglio regionale e da
parte della Giunta regionale, non un atto di mera testimonianza ma, certamente,
una protesta vibrata in modo che ci possa essere una rettifica per quanto
riguarda un atteggiamento da parte del Governo nazionale.
Il neo Presidente Monti, speriamo si
ricordi, ma pare che alla fine del proprio intervento si era dimenticato del
Mezzogiorno, per cui ci auguriamo che ritorni nell’agenda del Presidente del
Consiglio dei ministri.
Voglio, altresì, ricordare, signor
Presidente, anche per quanto riguarda l’Anas che non credo possiamo solo
limitarci ad un tipo di protesta. Non è più tollerabile, signor Presidente
Scopelliti, che ci siano, sulla Salerno-Reggio Calabria che non finirà né
domani né dopodomani, quelle interruzioni di cui l’Anas non si occupa
minimamente.
Credo ci sia bisogno di una
assunzione di responsabilità, di un pungolo e di proposte anche da parte della
Giunta regionale per suggerire che bisogna fare eventualmente una scelta
perché, per quanto riguarda la mobilità, non si può andare avanti in queste
condizioni.
L’autostrada non sarà finita né
completata domani, ci sono decine e decine di chilometri e non si può
continuare ad assistere ad una marcia di doppio senso su una sola carreggiata.
L’Anas faccia una scelta.
Eventualmente dirotti i mezzi pesanti su un’altra arteria così da poter
consentire un flusso ed una mobilità diversa.
Credo che queste siano le cose più
importanti perché quando parliamo di turismo e di tante altre cose bisogna
avere, anche in un momento estremamente difficile e delicato, la responsabilità
di trovare soluzioni alternative perché, certamente, la soluzione risolutiva
non la troveremo domani. Grazie.
Non ci sono altri interventi da
parte dei consiglieri. La parola al Presidente della Giunta, onorevole
Scopelliti.
Brevissimamente
intervengo su questa mozione condividendone il taglio, ma - l’ha
detto prima anche il collega Imbalzano - forse arriva un po’ in ritardo, non di
qualche settimana, ma di anni.
Nel
2006 quando si insediò il Governo Prodi - non
so chi fosse l’assessore regionale ai
trasporti, cioè se fosse il collega Tripodi o chi altro -, uno dei ministri più geniali di quel Governo, l’ex
Rettore dell’Università di Reggio Calabria, il professore Bianchi, disse tre
cose: una su Bush e poi dovette chiedere
scusa; disse che il Ponte non si sarebbe fatto mai e poi ancora: “l’alta
velocità in Calabria, nel sud, non arriverà mai”.
L’altro giorno ad un autorevolissimo
convegno organizzato dalla Uil, con importanti figure di quel sindacato e non
solo, io ho detto “immaginate di passeggiare sul corso Garibaldi di Reggio
Calabria e vedere vecchi negozi che non si rinnovano e non si riqualificano da
50 anni, chi entra in un negozio che non è attraente, che non è appetibile, che
non è interessante?”.
Qui stiamo parlando della stessa
identica cosa, cioè nel 2006 c’erano le risorse per poter investire e pensare
di offrire l’alta velocità ed io da sindaco dicevo: “è vergognoso che sul “Corriere della Sera” ci sia la
pubblicità di Moretti e delle Ferrovie dello Stato che a Natale pubblicizzano
Ecco dal 2006, quando un ministro
della Repubblica disse queste cose, purtroppo le reazioni non sono state
eclatanti.
Oggi le reazioni sono piuttosto
accese perché dobbiamo…
(Interruzione)
Probabilmente sbaglio, per carità…
(Interruzione dell’onorevole Tripodi)
Quale Apq?
…quello su Gioia Tauro,
quello sulle infrastrutture…
(Interruzione)
Che c’entra con l’alta velocità?
…c’entra perché lei sa meglio di me, Presidente, che il settore dell’alta velocità deve avere delle infrastrutture…
Sì, certo, quindi nel 2006 era sicuramente lei l’assessore al ramo.
Il problema è che quando firmiamo i 450 milioni di
euro dell’Apq con il Governo si inseriscono i
soldi di Rfi che non c’erano - o sbaglio, assessore Mancini? - quindi non so di
cosa stiamo parlando.
Rfi inserisce nell’Apq
risorse pari a circa 170 milioni di euro proprio per favorire l’alta capacità, quella che va da
Gioia Tauro a Paola, perché l’altra parte di risorse è dirottata tra Paola e
Sibari.
Quindi, adesso per carità,
non è mia intenzione far polemica, ma è un modo per dire che, purtroppo, a
volte si sbaglia per troppa sudditanza nei confronti dei Governi centrali.
Questo è un classico
esempio. Nel momento in cui si sarebbero potute determinare strategie di
sviluppo per questa parte di territorio, è chiaro che l’alta velocità avrebbe
dato al nostro territorio maggiore competitività, avrebbe offerto maggiore
qualità, servizi e chance.
Una volta c’erano le Ferrovie dello Stato, un ente che doveva essere al
servizio del territorio e che poteva anche subire delle perdite, un po’ come
l’Alitalia, tanto per l’una e per l’altra pagava lo Stato.
Oggi hanno cambiato la loro mission, sono tutte società che devono
produrre utili e quando non riescono devono intervenire coloro che hanno le
qualità e le capacità per tagliare le spese inutili.
Probabilmente - questo non è un modo
per giustificare nessuno perché noi rivendichiamo comunque la marginalità di
questo territorio – però queste tratte non sono convenienti perché altrimenti
le avrebbero lasciate. Quindi la battaglia diventa più difficile, ma poteva
essere più facile da affrontare se nel 2006 ci fosse stato un ministro che
proprio perché conoscitore e attaccato a questo territorio - era stato anche
forse candidato, ma fregato dai cittadini in quella stagione, non era stato
eletto in quella circostanza, non era riuscito a farsi eleggere – avesse
disegnato una strategia, non ci saremmo trovati nella situazione in cui quando
c’era la possibilità di disegnare una strategia è venuta meno, anzi si è detto
che non sarebbe mai stata costruita l’alta velocità.
Quindi oggi paghiamo quel tipo di
responsabilità.
Io non ho messo in discussione il
ruolo della Regione, non sono entrato nel merito, ma ho detto che quello era il
momento, perché adesso quando andiamo a discutere, invece, con il Governo
nazionale in ogni situazione in questa stagione, ci troviamo di fronte al fatto
che dobbiamo tagliare i finanziamenti: “sì, ma non ci sono risorse; sì, ma non
si possono fare investimenti; sì, ma i fondi non ci sono”.
È diverso il contesto storico che
viviamo, altrimenti Berlusconi non sarebbe andato certamente a casa.
Di conseguenza, mi sembra chiaro che
una riflessione si debba fare. Perché non dobbiamo dirci la verità? Qual è
stata l’azione che nel 2006 è stata posta in essere per cercare di dire al
ministro Bianchi e a Moretti: “è una scelta fallimentare”?
Adesso paghiamo quel tipo di scelta
fatta dal Governo che ha delle ripercussioni sul territorio. Era una cosa
diversa perché - a distanza di 5 anni - già da due anni si stava lavorando per
aumentare e migliorare la capacità del trasporto ferrato e quindi dare una
risposta ai diversi cittadini. Ciò significava aumentare, anche qui, la
capacità nel comparto del ferrato attraverso l’alta velocità.
Quindi, certamente non avrebbero
tagliato le tratte, perché sarebbe diventata, secondo me, conveniente ed
interessante.
Questo è il problema. Quindi, la
nostra battaglia pur essendo nobile, giusta, dovuta, doverosa e conveniente per
rappresentare la nostra Regione, non è facile da portare avanti perché si
scontra con la realtà dei numeri.
Se ognuno pensa strumentalmente di
dover dire al Presidente del Consiglio o della Giunta regionale “adesso diamo
la palla a te o a te per risolvere il problema e se non lo risolvi è un
problema tuo” non va bene, noi dobbiamo andare alla radice per individuare da
dove nasce il male e da dove, purtroppo, è partita l’idea di una stagione di
penalizzazioni.
Altra cosa, quando il Presidente
deciderà di farlo, con il consigliere Orsomarso potremmo venire a relazionare
in quest’Aula su ciò che oggi sta diventando, piuttosto che “una palla al
piede” come sono state per lungo tempo le Ferrovie della Calabria, magari,
invece, in prospettiva una risorsa per come abbiamo immaginato e lavorato con i
sindacati e con il gruppo dirigente. Queste sono, purtroppo, le situazioni che
abbiamo di fronte e quindi giochiamo sempre delle partite che - a mio giudizio
- sono di retroguardia e siamo costretti a farle perché, comunque, dobbiamo
difendere il nostro territorio.
Però dobbiamo esser consapevoli
delle difficoltà che incontreremo lungo il percorso e la fase di confronto che
avremo con “un uomo solo al comando” che sia Moretti o meno. Effettivamente
un’altra bugia è stata detta dal vertice delle Ferrovie quando hanno affermato
che è stato il Ministero a tagliare le tratte del Mezzogiorno. Non è vero, il
Ministero ha detto: “queste sono le risorse” e Ferrovie ha deciso di effettuare
il taglio.
Probabilmente loro viaggiano con i
jet privati quindi non gliene importa molto.
Voglio dire che, alla fine, il
problema che abbiamo di fronte è proprio questo: capire come si possa
trasformare una realtà improduttiva e che ha mille carenze nella fase di
programmazione e di attività, in una fase produttiva.
E’ quello che stiamo facendo. Se ci
troveremo a discutere in Aula delle Ferrovie della Calabria, del loro futuro e
di quello che ovviamente avverrà grazie alla nostra volontà ed alla
determinazione di costruire un nuovo Piano regionale dei trasporti dopo quello
approvato nel
Nicola Adamo l’altro giorno ha
ipotizzato: “non possiamo disdire il contratto con Ferrovie”, qualcun altro ha
detto: “a questo punto incominciamo a pensare che Ferrovie della Calabria possa
attivare le procedure…” Noi l’abbiamo fatto l’altro giorno a Cosenza, abbiamo
pensato: perché le Ferrovie della Calabria non possono farsi carico di
governare i collegamenti nella zona della fascia ionica in cui non c’è
elettrificazione?
Quindi, c’è tutta una serie di scenari di cui
dobbiamo discutere e noi, come Giunta,
abbiamo il compito di stimolare questi processi e di cercare, poi, in fase
esecutiva - diciamo così - di raccogliere un utile contributo del Consiglio
regionale, attraverso l’apporto e gli interventi dei vari gruppi di
consiglieri, per cercare di individuare le strategie da mettere in campo. Un domani, poi, quando saranno a pieno titolo
calabresi Ferrovie della Calabria e strettamente collegate alla Regione, bisognerà fare un piano industriale, una
scelta di interventi che possano essere sostenuti altrimenti si aprirà un’altra
voragine.
Quindi tutto ciò che viene detto, a
volte in maniera provocatoria, può rappresentare un elemento di novità ed un
contributo al dibattito per ridisegnare le funzioni ed i ruoli degli enti,
delle società che fanno riferimento alla Regione nel campo del trasporto e che
possono dare un contributo nuovo e diverso per i collegamenti interni alla
nostra Regione.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Fedele. Ne ha facoltà.
Presidente, credo che su questo tema
il Consiglio regionale debba esprimersi e votare alla unanimità la mozione.
Tra l’altro ho parlato anche con i
consiglieri del centro-sinistra e sono perfettamente d’accordo sul fatto che
sia giusto procedere in questo modo. Chiaramente, daremo più forza al
Presidente della Giunta, a tutto il Consiglio e la Calabria.
Credo sia anche opportuno – come
suggeriva il collega Principe – inserire in questa mozione la possibilità di
chiedere al ministro alle infrastrutture di instaurare un tavolo tecnico,
affinché con Rete ferroviaria italiana e con
Credo sia un qualcosa in più che
sicuramente va nella giusta direzione e che ci sentiamo di condividere.
Lo stesso collega Adamo aveva
proposto di riportare i termini della questione nella Commissione competente
per meglio approfondirla e per fare un documento più forte da mandare allo
stesso Ministero.
Credo che con questi due elementi
aggiuntivi – sicuramente i colleghi delle opposizioni saranno anche d’accordo –
possiamo votare alla unanimità per dare un segnale forte in questa direzione.
Prego, onorevole Principe, a lei la
parola.
Il
collega Fedele che dirige il gruppo di maggioranza,
ha una grande abilità nell’addolcire gli animi.
Non voglio dire che ha quasi tentato di banalizzare le cose che abbiamo
detto, ma è il suo lavoro e per questo
riscuote anche il nostro apprezzamento.
Penso
di interpretare anche il sentimento dei colleghi dicendo che, quanto meno - se
non vogliamo sospendere - possiamo vedere alla fine questo ordine del giorno.
Per noi la questione di sistema è basilare, anche se ci rendiamo conto che un
intervento del Consiglio regionale sul sistema
delle infrastrutture non deve significare una giusta protesta per qualcosa che
ha carattere emergenziale.
Quindi
l’ordine del giorno può e dovrebbe diventare dell’intero Consiglio nella misura in cui si chiede un tavolo
permanente presso il Ministero delle infrastrutture sulla questione Calabria. Ed a questo tavolo permanente noi
porteremo, nei tempi più rapidi possibili, una nostra
idea del sistema delle infrastrutture che venga fuori da quei passaggi:
Il tavolo, però, sin da subito può affrontare la questione Trenitalia alla presenza – convocato,
naturalmente dal ministro – dell’amministratore delegato Moretti.
Vorrei dire al Presidente Scopelliti che continuare ad accanirsi
guardando al passato, cercando di trovare altrui responsabilità, non è una cosa
che aiuta la coesione di cui
Anche perché nel merito sono state dette cose inaccettabili,
voglio dire. Ritenere che le problematiche odierne che pone in essere, negativamente, Trenitalia
derivino dal fatto che non c’è l’alta velocità in Calabria è una enormità,
debbo dire.
Perché quando “Berta filava” ed in questo Paese si riusciva ancora
a discutere serenamente e con competenza dei
problemi, la questione era un’altra piuttosto: se da Battipaglia a scendere si poteva fare l’alta velocità o una enorme
velocizzazione della rete. Non so se mi seguite.
Il nostro problema è stato soprattutto quello di non essere
riusciti ad avere la velocizzazione della rete. Neanche sui treni francesi
della Costa Azzurra ci si è riusciti, il TGV - Train
à Grande Vitesse – è in Francia c’è da decenni, ricordo che quando presi il
Nizza-Parigi da Nizza a Marsiglia il TGV camminava ad una media di 90 all’ora,
perché quel tipo di orografia non
aiuta l’alta velocità.
Quindi quando in Italia c’erano tecnici di qualità che discutevano
di trasporti, l’argomentazione del momento la discussione era “tecnicamente si
può fare l’alta velocità”? Se tecnicamente l’alta velocità pone dei problemi,
velocizziamo la rete. La conclusione è che non è stata velocizzata la rete se
non in piccola parte, perché è anche vero che l’Eurostar - se ci fossero le
corse ed il materiale ferroviario adatto da Reggio Calabria a Roma - ha ridotto
i tempi di percorrenza.
Non diciamo allora che quello che succede oggi è figlio della
mancanza dell’alta velocità, perché non c’entra assolutamente nulla. Condivido
le cose che ha detto il collega Tripodi.
Chiarito questo siamo d’accordo per dare una immagine di unità ma
non di semplice testimonianza.
Si chieda che il Ministero istituisca questo Tavolo-Calabria,
chiami Moretti e gli dica cosa deve cambiare.
Nelle more noi facciamo il lavoro che suggerivano i colleghi Adamo
e Bova e al tavolo porteremo anche la nostra idea sistemica del problema delle
infrastrutture.
In queste condizioni, smontando l’ordine del giorno e rimontandolo
voteremo a favore. Se si tratta di una aggiunta, tanto per dire che siamo
d’accordo, al massimo potremmo dare una benevola astensione, ma penso che non
sia questo il problema.
Quindi, a mio avviso, se non vogliamo perder tempo si metta in
piedi un gruppo di lavoro per riscrivere l’ordine del giorno così come abbiamo
concordato in modo precipuo e alla fine della seduta, per testimoniare questa
volontà unitaria di protesta e di proposta, lo voteremo. Non so se sono stato
chiaro.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Adamo. Ne ha facoltà.
Nessuno
prova gusto ad ostacolare una presa di posizione di quest’Aula peraltro alla unanimità su una problematica così sentita.
Non ho
un pregiudizio a votare a sostegno di questa mozione. Mi consento di dire, però, che
avremmo bisogno di una proposta con la quale ci si rapporta sia
all’interlocuzione col Governo sia con Ferrovie italiane.
E non solo con la protesta. Ecco, se
la proposta del collega Fedele – mi par di capire che sia così – oltre che
l’introduzione della richiesta del tavolo tecnico, Ministero/Regione/Ferrovie
italiane, è anche quella di dare un seguito alla discussione di stasera,
convocando entro 15 giorni la Commissione consiliare permanente competente sul
settore dei trasporti ed utilizzando anche l’impostazione che suggeriva il
collega Principe, noi possiamo in quella sede – magari per riportarlo in Aula –
attrezzare una proposta che valuti, verifichi e tenga conto di quelle che sono
state le novità che ha introdotto nel dibattito lo stesso Presidente
Scopelliti.
Non disdegno il fatto che Ferrovie
italiane possa compartecipare al finanziamento di un accordo di programma
quadro. Non conosco la cifra, anzi la ignoro rispetto alla massa complessiva
degli investimenti.
So che è un fatto importante ma so
di certo che, per quanto riguarda il trasporto regionale ovviamente, la Regione
Calabria finanzia Ferrovie italiane con 91 milioni di euro di cui 83 sono
risorse pubbliche ed 8 milioni sono risorse provenienti dalle tasse dei
calabresi attraverso la bigliettazione.
Non è una cifra irrilevante, è un
investimento assai significativo. Ci può essere poi il treno nuovo ma penso che
dovremmo esercitare un’azione che vada oltre il controllo tecnico e si affronti
sul terreno della programmazione da parte anche del Consiglio regionale e non
solo del governo regionale che è tenuto a farlo.
Il mio voto a favore di questa
mozione è, quindi, subordinato, oltre che alla correzione che ha proposto il
collega Principe, a questo impegno:
trovarci e riunirci a discutere di queste questioni entro 15 giorni almeno
nella Commissione consiliare competente che, poi, valuterà se trasmettere la
problematica in Aula.
Del resto – diciamoci la verità –
noi non vogliamo indebolire la voce della protesta che rappresenta il
governatore Scopelliti nei confronti di Trenitalia.
Così facendo, però, non ci indeboliamo, teniamo un canale aperto che dà
più forza, anche se questo incontro e questo momento di verifica e di
trattativa con Ferrovie italiane dovesse svolgersi entro i 15 giorni.
Noi ci riserviamo la sovranità e
l’autonomia di decidere e pronunciarci non soltanto sull’intesa ma per mettere
in campo una proposta.
Penso che la protesta sia più forte
se c’è una proposta. Se ci fosse solo un lamento non verremo ascoltati a Roma
di questi tempi.
Possiamo concludere la discussione,
se ho capito bene, raccogliendo sia la proposta dell’onorevole Adamo che
dell’onorevole Principe, ossia quella di convocare la Commissione consiliare
competente nel termine di 15 giorni, mi pare sia la quarta, per andare ad
approfondire tutta la materia e passare non solo da una protesta nei confronti
di Trenitalia ma anche da una
proposta di sistema che parta dalla Calabria.
Mi sembra di raccogliere questo dal
suo intervento, consigliere Adamo, per addivenire a quanto diceva l’onorevole
Principe, ossia una proposta che parta dalla Calabria, di riorganizzazione del
sistema dei trasporti in Calabria. Dopo la votazione di questa mozione, con
l’integrazione proposta nei vostri
interventi, successivamente procederemo nella Commissione competente, da qui a
15 giorni, a fare le proposte di cui parlava, anche alla presenza
dell’onorevole Orsomarso che è delegato da parte della Giunta a seguire tutte
le questioni che riguardano i trasporti.
Faremo decidere alla Commissione se
riportare in Aula il provvedimento per fare una discussione più ampia oppure se
si può concludere direttamente in Commissione.
Se siamo d’accordo possiamo votare.
(Interruzione)
Sì, di un “tavolo-Calabria” che
riguardi un po’ tutte le problematiche della mobilità della regione ne parleremo
in Commissione.
(Interruzione)
A quello che diceva lei nel suo
intervento, onorevole Principe, non c’è bisogno di aggiungere altro. Sto
accogliendo quanto proposto dall’onorevole Adamo, in modo tale che venga
richiesta al Governo l’ istituzione di un Tavolo Calabria rispetto alle
problematiche emerse.
Pongo quindi in votazione la mozione
con l’integrazione proposta dai colleghi della minoranza.
(Il Consiglio approva alla
unanimità)
Possiamo procedere adesso al dibattito sulla sanità che è il primo punto all’ordine del giorno.
La parola al Presidente
Scopelliti, che è anche commissario per il piano di rientro sulla sanità calabrese.
(Interruzione)
Chiedo al Presidente di
darci una informazione sommaria sullo stato dell’arte per capire esattamente il
Tavolo
Massicci e quali sono le fasi che il
Presidente della Giunta regionale, Scopelliti, sta seguendo. Quindi, una
informazione massiva all’Aula per poi procedere con gli interventi dei
consiglieri e con le conclusioni del dibattito da parte del Presidente
Scopelliti.
Sarebbe opportuno, in questa fase, fare una informativa sugli incontri al Tavolo Massicci, a che punto siamo, quali sono le riflessioni che si stanno facendo sulla Calabria, se la sanità sta migliorando, quali sono le iniziative che si stanno portando avanti. Poi, darò la parola ai consiglieri e in seguito concluderà il Presidente.
Presidente, la mia relazione non è sommaria nel senso che è piuttosto corposa.
La può dividere in due parti?
La daremo tutta di un fiato così da digerirla meglio, non possiamo scindere la relazione.
Prego i colleghi di prendere posto e di prestare massima attenzione all’intervento del Presidente. Così chi ha da prendere appunti potrà farlo per procedere successivamente con il proprio intervento.
Prego, Presidente.
Individuare il percorso giusto per migliorare il
grado di soddisfacimento dei bisogni sanitari del
cittadino calabrese non sarebbe stato possibile se
non fossimo partiti dalla reale conoscenza delle grandi criticità strutturali
che caratterizzano la qualità dell’offerta sanitaria regionale in termini di
efficacia, efficienza, economicità e management inadeguato.
Nel
documento di programmazione economica e finanziaria
abbiamo elencato con scrupolo ed onestà intellettuale tutti i gravi problemi
che si sono accumulati in questi anni e che devono essere assolutamente
aggrediti con tenacia, costanza, responsabilità e senso dell’etica. Si vuole
operare in una discontinuità rispetto al passato ed una risposta strutturale ai
bisogni sempre più pressanti dei cittadini della nostra Regione.
Allo stesso tempo non potevamo non evidenziare e sottolineare i buoni risultati ottenuti in ordine agli obiettivi prefissati dal Piano di rientro che ci confortano circa la correttezza del percorso intrapreso nel combattere sprechi ed inefficienze e per assicurare la massima trasparenza nei processi decisionali e gestionali nell’ottica di un miglioramento della qualità dei servizi erogati.
Tutti i decreti del Presidente della Giunta regionale, nella qualità di commissario ad acta, sono stati finalizzati a fertilizzare il contesto generale in assenza del quale qualunque tipo di iniziativa o intervento sarebbe stato vano rispetto agli obiettivi prefissati.
La strategia è stata quella non di considerare solo
le criticità nel settore sanitario in senso
stretto ma di analizzare le complementarietà e le interdipendenze con tutti gli
altri comparti che hanno una responsabilità e
una incidenza sia nella fase ascendente sia in quella discendente nel contesto
della offerta sanitaria.
Siamo così partiti dall’idea che il Piano di rientro
non può essere considerato un mero strumento coercitivo di riduzione dei costi
della sanità ma piuttosto uno strumento pedagogico
che possa abituare tutti gli attori della sanità ad avere una maggiore
sensibilità sul valore del denaro pubblico, che è poi il denaro del
contribuente, ed una maggiore consapevolezza per combattere gli sprechi ed
alimentare le economie di scala su segnali di civiltà e di crescita sociale.
Come può un cittadino
sentirsi vicino alle istituzioni se la risposta alla soddisfazione dei suoi
bisogni di salute si rivela inadeguata? Come è possibile immaginare una
riduzione del gap di credibilità se
il principio di prossimità, cioè prendere le decisioni più possibile vicino ai
cittadini, viene continuamente calpestato proprio da parte di quegli attori
chiamati a migliorare la qualità della vita delle persone malate?
Equità, solidarietà e
reciprocità sono valori comuni ai quali noi non intendiamo rinunciare.
La strategia che abbiamo
seguito, quindi, è stata quella di impostare un modello basato su un doppio
binario che da un lato garantisse l’avvio di un processo organizzativo
strutturale, anche se di lungo periodo, per superare le sfide imposte dal
veloce ritmo dei mutamenti e dall’altro potesse dare risposte immediate alla
straordinarietà dettata dalla particolare situazione in cui versa la situazione
sanitaria calabrese.
In questo contesto se si
analizza la prima parte del capitolo sulla sanità all’interno del Dpef si può
constatare il tipo di impegno che ci siamo assunti nella prospettiva di
medio-lungo periodo, cioè quello di garantire alle future generazioni quelle
opportunità che oggi a noi non sono state date, di sentirsi dignitosamente
rispettati nel soddisfacimento dei loro bisogni di salute nelle diverse
fasce di età e di vivere in un ambiente nel quale il sistema salute sia
allineato a quello delle migliori pratiche sia a livello nazionale che europeo.
Allo stesso tempo abbiamo avviato con immediatezza tutta
una serie di interventi ed azioni operative, mai realizzate fino ad ora, che
hanno permesso di abbattere una parte dei costi inutili, di migliorare il
processo gestionale delle aziende sanitarie e di dare ai cittadini prestazioni
sanitarie di qualità.
Quindi, tolleranza zero sugli sprechi e rigore nella
realizzazione del Piano di rientro ma allo stesso tempo identificazione di un
percorso virtuoso attraverso il quale costruire un nuovo modo di dare e
ricevere salute affinché il miglioramento della qualità della offerta sanitaria
in Calabria diventi definitivo e costante negli anni a venire.
Naturalmente se oggi dicessimo che in un anno e mezzo
abbiamo risolto tutti i problemi della sanità non saremmo certamente credibili
perché non è vero né sarebbe stato oggettivamente possibile.
Il problema non è solo quello di risanare il sistema di
tutela della salute ma di migliorare la capacità del sistema, di dare risposte
di salute più adeguate alle necessità di chi vive in Calabria.
Ma quali sono stati, in concreto, i risultati che
abbiamo conseguito in questi mesi? Se ci riferiamo alle azioni di contesto esse
riguardano la riorganizzazione ed il rafforzamento della struttura
dipartimentale per rafforzare il ruolo di coordinamento e di monitoraggio della
Regione sugli atti delle aziende sanitarie ed ospedaliere.
Migliori e più incisive relazioni con le aziende
sanitarie ed ospedaliere attraverso appositi atti organizzativi che hanno
consentito di migliorare la prossimità erogativa, di ridurre i ricoveri
ospedalieri, di riconvertire strutture che non offrono sicurezza e continuità
assistenziale, di migliorare la gestione aziendale e di avviare l’attività di
omogeneizzazione della contabilità generale propedeutica alla contabilità
analitica ed al controllo di gestione.
Lo snellimento delle procedure di miglioramento della performance
del personale sanitario attraverso l’attivazione di appositi progetti formativi
finalizzati alla diffusione della cultura della valutazione nelle aziende in
armonia con i principi espressi dalla riforma Brunetta e dalla emanazione di
nuove linee guida regionali sulla valutazione che verranno proposte entro
questo mese di novembre.
L’attivazione di tutte le procedure per accelerare il
processo di costruzione del sistema informativo sanitario regionale il cui
bando è in fase di aggiudicazione, ovviamente è stato pubblicato.
Nel frattempo si è proceduto ad individuare tutti i
flussi informativi ed informatici attraverso il decreto numero 101 del 2011 che
ha messo la parola fine ai comportamenti autoreferenziali da parte di alcuni
operatori del mondo sanitario senza la possibilità di riscontri oggettivi.
L’avvio delle fasi per la realizzazione dei quattro
ospedali: della Sibaritide, della Piana di Gioia Tauro, di Vibo Valentia e di
Catanzaro il cui crono programma prevede la consegna delle nuove strutture
entro il 31 dicembre 2015.
Per quanto riguarda lo stato di attuazione del Piano di
rientro, la struttura commissariale ha avviato una serie di interventi che
hanno consentito di incidere in maniera adeguata e coerente sul processo di
discontinuità necessario per raggiungere appieno gli obiettivi del Piano
stesso.
Questi interventi hanno riguardato le diverse aree di
competenza del commissario ed hanno prodotto risultati tangibili quali una
riduzione della perdita di esercizio di circa il 16 per cento dell’anno 2010
rispetto all’anno 2009.
Nel 2011 è prevista una ulteriore riduzione della
perdita di esercizio del 30 per cento rispetto all’anno 2010, con un risparmio
di circa 131 milioni di euro nell’acquisto di beni e servizi grazie alla messa
in regime degli acquisti centralizzati in capo alla SUA (Stazione Unica
Appaltante) e ad una maggiore adesione delle Asp, delle aziende ospedaliere,
alle convenzioni Consip. Ci attendiamo un risparmio di circa 67 milioni di euro
per il triennio 2010-2012.
Per quanto riguarda la spesa per la farmaceutica
convenzionata nel secondo trimestre 2011 essa è stata pari a 199 milioni di
euro, con una riduzione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente di
circa 38 milioni di euro.
Questa riduzione è dovuta all’entrata a regime della
distribuzione diretta e, soprattutto, alla applicazione in tutte le aziende
sanitarie della distribuzione in nome e per conto in tutte le Asp e, quindi,
alla completa attuazione delle delibere 398/2010 e 81/2010.
Riorganizzazione del piano per la rete di emergenza con
il potenziamento delle dotazioni di ambulanze, secondo un criterio di
distribuzione presso le centrali operative.
Per quanto riguarda la prevenzione collettiva in
ambienti di vita e di lavoro sono stati adottati una serie di decreti che
garantiscono lo stato di salute dei cittadini, attraverso azione di vigilanza
ed ispezione negli ambiti della sanità veterinaria, della igiene, della
sicurezza alimentare, della prevenzione degli infortuni sul lavoro e degli screening.
Attuazione del monitoraggio della spesa sul personale
con l’obbligo per le aziende sanitarie ed ospedaliere di inviare mensilmente i
dati relativi alla consistenza del personale, alle cessazioni, alle consulenze,
collaborazioni ed altre prestazioni di lavoro.
In questo contesto è già operativo il flusso informativo
sul personale del Servizio sanitario regionale che permette di acquisire i dati
sul personale traendoli direttamente dai sistemi informativi delle singole aziende
provinciali o ospedaliere.
Attivazione presso il dipartimento tutela della salute
del centro regionale per la gestione del rischio clinico e la sicurezza del
paziente che serve a determinare servizi e rischi management attivi in
tutte le aziende sanitarie ed ospedaliere della Regione.
Questa rete ci consentirà oltre che abbassare il rischio
clinico anche di predisporre linee guida e percorsi diagnostico-terapeutici di
salvaguardia e qualità per il paziente.
Altra fondamentale attività avviata è quella del
pagamento dei debiti pregressi attraverso la costituzione della Bad Debt Entity che si configura come una entità indipendente
dalle aziende, la quale prende in carico la gestione
del debito maturato e cura gli aspetti e gli adempimenti di natura amministrativa,
contabile, finanziaria e legale necessaria per la quantificazione ed estinzione
in via definitiva dello stesso.
Queste sono alcune delle cose fatte e con questo non
voglio dire che siano stati risolti i problemi della sanità.
In ogni caso abbiamo avviato, dati alla mano, tutta una
serie di interventi strutturali ed emergenziali che ci permetteranno nell’anno
2012 di accelerare il processo di risanamento per uscire dal commissariamento e
dare alla Calabria, finalmente, l’opportunità di garantire ai propri cittadini
una sanità sana e soprattutto di qualità rispetto agli standard nazionali ed
europei.
La situazione economica nel periodo del Piano di
rientro.
Ovviamente
Non so quanti di voi ricordino le dichiarazioni
dell’allora Presidente Loiero quando disse “sarà un piano di lacrime e sangue”.
Lei, consigliere Loiero, se lo ricorderà sicuramente.
La Regione Calabria, quindi, dal luglio 2010 è
sottoposta a regime di commissariamento. Nel periodo di Piano e soprattutto dal
commissariamento si evidenzia un netto miglioramento della situazione dei conti
regionali con una riduzione sostanziale delle perdite consolidate di esercizio
e, di conseguenza, anche della necessità di copertura da parte regionale.
Le coperture sono derivate dal gettito fiscale per la
parte non coperta dall’incremento delle aliquote Irpef e Irap oltre che da
dirette coperture regionali.
Ovviamente, su questo ricordo anche le vibrate proteste
dei consiglieri del centro-sinistra in qualche circostanza.
Andrebbe ricordato che noi abbiamo dovuto innalzare
Irpef e Irap per colmare il buco del 2009. Anche questa è una cosa che va
ricordata, perché forse non era stata ben illustrata in quella circostanza.
Il Piano di rientro prevedeva un immediato
raggiungimento dell’obiettivo di perdita pari alla capacità di copertura
regionale e sulla base della ipotesi di gettito fiscale. Per gli anni 2010,
2011 e 2012 l’obiettivo era quello di contenere la perdita intorno ai 123
milioni di euro di media.
A fronte di tale previsione, partendo da una perdita per
l’anno 2009 di circa 259 milioni di euro,
Per far fronte alla perdita consolidata del 2010 abbiamo
dovuto, come dicevo prima, innalzare oltre il massimo le aliquote dell’Irpef e
dell’Irap, così come richiesto dal tavolo per la verifica degli adempimenti
regionali con il comitato permanente per la verifica dei livelli essenziali di
assistenza, il cosiddetto Tavolo Massicci.
Nell’ultimo tavolo di verifica e sui dati del secondo
trimestre la previsione di perdita per l’anno 2011 è pari a circa 133 milioni
di euro al netto degli ammortamenti e costi capitalizzati.
Il tavolo ha richiesto, già nell’ultimo incontro del 19
luglio, come anche ribadito nell’ultimo verbale del 24 ottobre, l’attuazione di
ulteriori manovre per riportare la perdita agli obiettivi di Piano.
Tali azioni aggiuntive, definite ad agosto, sono state
accettate dal tavolo e dovrebbero consentire alla Regione di ottenere un
obiettivo di perdita stimata di circa 120 milioni di euro.
Per l’anno 2012 l’obiettivo che ci siamo posti è quello
di raggiungere una perdita di circa 57 milioni di euro a fronte di una stima di
gettito fiscale di circa 122 milioni di euro e di un obiettivo di Piano di
circa 126 milioni di euro.
Se si analizzano nel dettaglio i risultati del periodo
di commissariamento si evidenzia come sul lato costi si siano in parte
raggiunti gli obiettivi di Piano e si stia procedendo verso una modifica
strutturale dei costi.
In questo periodo si sta lavorando molto a livello sia
di singole aziende sia centrale per portare
Anche il tavolo di verifica, nel suo ultimo verbale, ha
valutato positivamente le azioni di potenziamento dei fatti contabili regionali
che stanno comportando progressivamente un miglioramento nella tempestività,
nella regolarità e nell’attendibilità della loro rappresentazione.
Ciò nonostante, bisogna sempre considerare che sono
necessarie delle efficaci azioni di controllo e di monitoraggio che consentano
d’essere puntuali nella determinazione dei costi e della loro rappresentazione.
Ciò premesso, la situazione dei conti evidenzia quanto
segue:
i ricavi programmati hanno subito una contrazione per
effetto della riduzione del Fondo sanitario regionale. Tale riduzione dipende
sia dalla congiuntura economica, che prevede una riduzione del livello di
crescita del fondo a livello nazionale, sia dai nuovi criteri di riparto
definiti per l’anno 2010 successivamente alla sottoscrizione del piano;
il fondo è stato inferiore al programmatico di circa 18
milioni nell’anno 2010 e di circa 60 milioni di euro nell’anno 2011;
le stime per l’anno 2012 fanno ipotizzare una riduzione
del fondo di circa 100 milioni di euro. Indipendentemente dalla consistenza del
fondo le perdite di esercizio devono essere quanto meno equivalenti alla
capacità del gettito fiscale;
i costi complessivi sono in linea con quanto stabilito
nel piano di rientro. Anzi, se nel 2010 il totale costi era maggiore di 60
milioni di euro,
in considerazione del risultato a finire, pari a 133
milioni di euro, per l’anno 2011
oltre all’adeguamento dei ricavi, a seguito della
manovra finanziaria di luglio che ha previsto l’introduzione del nuovo ticket
stimato in un impatto di circa 4,8 milioni di euro, le manovre aggiuntive pari
a 12 milioni di euro elaborate riguardano la riduzione dei costi per l’acquisto
di beni e servizi e il contenimento dei costi di acquisto dei prodotti
farmaceutici;
mentre la prima manovra ha determinato la definizione di
nuovi obiettivi di spesa per le singole aziende, la seconda si avvale di uno
specifico gruppo di lavoro costituito con la DPGR numero 92 del 2011 che ha il
compito di verificare il funzionamento dei processi e delle modalità di
gestione dei farmaci e di proporre azioni a breve che ne consentano un più
effettivo controllo e monitoraggio. L’operazione che si articola in più fasi
vede la conclusione delle verifiche su un primo campione di aziende. Già dalle
prime evidenze dei dati al terzo trimestre emergono i primi effetti positivi.
Il gruppo di lavoro sta cercando di omogeneizzare i processi aziendali e
definire degli standard comuni di operatività condivisi ed adottati dalle
diverse strutture. Da queste verifiche emerge, infatti, una situazione
diversificata sul territorio: aziende che rappresentano punti di eccellenza ed
altre, invece, che hanno bisogno di un miglioramento e potenziamento delle loro
procedure e modus operandi.
Le manovre dovrebbero permettere il contenimento dei
costi a fine anno e di raggiungere l’obiettivo dei 120 milioni di euro di
perdita.
In generale si deve comunque mantenere alta l’azione di
controllo nelle aziende al fine di essere sicuri della chiusura di fine anno e
di individuare le azioni correttive, qualora ve ne fosse la necessità.
Il Piano di rientro prevedeva un blocco del turn-over
variabile nel triennio ma mai totale. Per il personale sanitario il blocco del turn-over
era dell’80 per cento. Cioè su 10 persone uscite non ne venivano reintegrate 8
per l’intero triennio, mentre per gli altri profili amministrativo, tecnico e
professionale si passava da un blocco del turn-over del 100 per cento
nel 2010 al 50 per cento nel 2012.
Il blocco del turn-over avrebbe portato ad una
riduzione delle teste nel triennio di circa 1.655 unità con una fuoriuscita
media senza reintegro di circa 550 unità all’anno.
Dalla data del commissariamento il blocco del turn-over
è stato invece determinato dalla quota del 100 per cento comportando il blocco
delle assunzioni.
A gennaio 2010 le prime rilevazioni obbligatorie
trimestrali, previste dal piano di rientro per la verifica e la consistenza del
personale, hanno censito 23.798 unità di cui circa 1.330 di personale a tempo
determinato.
Tra le rilevazioni inviate al tavolo per la verifica
degli adempimenti risulta che al terzo trimestre 2011 la consistenza del
personale è pari a 22.378 di cui 1.135 di personale a tempo determinato.
La posizione debitoria al 31 dicembre 2007 oggetto del
piano di rientro, alla luce delle attività di ricognizione e di conciliazione
peraltro ancora in corso presso le aziende sanitarie, presenta ad oggi un
debito ancora aperto di 806 milioni di euro.
Nello specifico il debito ancora aperto è composto da
626 milioni, dal debito commerciale, 180 milioni dal debito non commerciale.
Il processo di ricognizione del debito pregresso ha già
permesso l’individuazione di insussistenze e regolarizzazioni contabili che
hanno ridotto il debito non commerciale di 117 milioni.
Le attività di ricognizione e riconciliazione dei debiti
stanno ancora proseguendo presso le aziende sanitarie ed a breve si attendono
le ulteriori cancellazioni di debiti iscritti nei bilanci ma in realtà
insussistenti che determineranno una ulteriore riduzione del debito aperto.
Con riferimento alle risorse da utilizzare per il
pagamento del debito pregresso ancora aperto, sono state già individuate
coperture per un ammontare pari a 753 milioni di euro.
Nello specifico le coperture individuate sono composte
da 428 milioni di accesso al mutuo e 325 milioni che sono le spettanze della
residualità del fondo sanitario 2007 e ante.
In particolare, relativamente alle coperture sulla base
delle evidenze acquisite nel processo di ricognizione del debito,
Al mutuo si aggiungono ulteriori spettanze disponibili
per 325 milioni. Trasferimenti dello Stato non ancora effettuati per
residualità relativa al fondo sanitario 2007 e degli anni precedenti.
Ad oggi sono in fase di chiusura le riconciliazioni dei
debiti con i singoli fornitori e grazie al rilascio della prima tranche di mutuo concordato con lo
Stato, pari a 179 milioni, a breve inizieranno a livello centrale e regionale
le attività di transazione del debito e di pagamento dei fornitori.
Il risanamento, lo sviluppo, il riequilibrio e la
modernizzazione della sanità in Calabria è affidata oggi al commissario
delegato per l’emergenza socio-economica-sanitaria, dichiarata con decreto del
Presidente del Consiglio dei Ministri dell’11 dicembre 2007, e dal commissario ad acta per l’attuazione del piano di
rientro del disavanzo del settore sanitario con decreto del Consiglio dei
ministri del 30 luglio 2010.
Entrambi gli incarichi sono stati affidati al Presidente
della Regione Calabria che, attraverso l’esercizio dei poteri straordinari
connessi ai provvedimenti di nomina, ha potuto utilizzare procedure più snelle
ed appropriate per garantire l’avvio del processo di trasformazione,
razionalizzazione e miglioramento del Servizio sanitario regionale.
L’attività commissariale, dopo un lungo periodo di
stallo, ha registrato un avvio concreto delle attività programmate solo dopo
l’insediamento dell’attuale commissario delegato avvenuto nel mese di aprile
2010.
A tal riguardo l’indirizzo cui si è fornito particolare
impulso è orientato verso la creazione di un sistema coerente, improntato ai
caratteri di equità della organizzazione e nella articolazione nei diversi
territori di riferimento: un sistema capace di garantire un adeguato diritto di
accesso a tutti i cittadini.
L’obiettivo primario del percorso delineato registra,
infatti, una centrale e primaria collocazione del cittadino utente e mira,
pertanto, alla individuazione di percorsi assistenziali modulati sulle diverse
esigenze, garantendo continuità assistenziale, armonizzazione della offerta e
della accoglienza e la partecipazione dei cittadini e delle loro associazioni.
Un sistema coerente prevede, altresì, una rimodulazione
della offerta sanitaria secondo criteri di appropriatezza organizzativa,
funzionale e prescrittiva, con un forte orientamento di servizi e prestazioni
alla qualità. Un sistema così strutturato consentirà di eliminare sprechi e di
garantire il conseguente recupero di risorse da destinare al miglioramento dei
livelli di assistenza.
Il riordino del sistema ha inevitabilmente registrato
quale punto di partenza la razionalizzazione della rete ospedaliera finalizzata
al recupero, all’efficienza e all’efficacia delle cure e al contestuale
recupero di risorse da investire sul territorio.
Avvalendosi dei poteri conferiti dall’OPCM del 2007, il
commissario delegato persegue le seguenti finalità necessarie al superamento
dello stato emergenziale: la realizzazione delle strutture ospedaliere previste
dall’accordo di programma; la riorganizzazione, l’adeguamento e il
potenziamento delle dotazioni tecnologiche della rete ospedaliera esistente;
l’accelerazione delle iniziative necessarie per l’adeguamento degli impianti e
delle strutture sanitarie alla normativa vigente in materia di sicurezza; la
costruzione della rete dell’emergenza sanitaria; l’applicazione di un modello
di gestione del rischio clinico e di miglioramento della qualità delle
prestazioni; l’espletamento in via generale di tutte le altre iniziative
comunque necessarie al superamento del contesto emergenziale.
Sin dall’insediamento del commissario delegato sono
state attivate una serie di iniziative volte ad accelerare tutti i programmi
commissariali ed a superare la situazione di stallo ereditata dai precedenti
anni di gestione commissariale cercando, preliminarmente, di salvaguardare i
finanziamenti a carico dello Stato che sono pari a circa 530 milioni di euro
così suddivisi: 251 per la realizzazione dei 4 nuovi ospedali; 107 per il
potenziamento funzionale della innovazione tecnologica delle tre aziende
ospedaliere della Regione Calabria con sede Hub; 171 milioni di euro per la
messa in sicurezza delle strutture ospedaliere ed aziende sanitarie.
Per tutti i progetti afferenti la realizzazione di nuove
strutture previste dall’accordo di programma sono stati definiti gli specifici
programmi finanziari necessari per poter assicurare i costi di costruzione
degli standard individuati dal Ministero della salute.
Le risorse statali occorrenti per la realizzazione delle
strutture, sono risultate insufficienti a coprire il fabbisogno – come dicevo
prima – quindi abbiamo inserito già come compartecipazione una posta di 110
milioni di euro rispetto ai 190 previsti.
Inoltre, attraverso legge regionale
Con tale finanziamento è stata, così, assicurata la
copertura finanziaria per parte pubblica dei piani economici e finanziari di 4
nuovi ospedali in ossequio alle disposizioni ministeriali.
Il programma della realizzazione dei 4 nuovi ospedali
costituisce un presupposto indispensabile alla realizzazione della rete
ospedaliera regionale e rientra a pieno titolo nelle attività poste in essere
per l’attuazione dell’accordo sul Piano di rientro del disavanzo del settore
sanitario della Regione Calabria sottoscritto il 17 dicembre 2009.
Per l’Ospedale di Vibo si prevede la realizzazione di
una nuova struttura ospedaliera nella città di Vibo. Il nuovo ospedale
risponderà alle esigenze urbane di Vibo Valentia sia sotto il profilo di
standard dimensionali-impiantistici sia sotto quello delle dotazioni
tecnologiche di diagnosi e cura.
La realizzazione di un nuovo ospedale nell’area della
Sibaritide rappresenta un momento di razionalizzazione delle risorse
strutturali-tecnologiche e soprattutto umane presenti sul territorio con la
contestuale previsione di reparti e servizi ad oggi non presenti.
La realizzazione di un nuovo ospedale funzionale e
tecnologicamente avanzato avrà un impatto evidentemente superiore a qualsiasi altro
equivalente intervento basato su ristrutturazione.
Lo stesso dicasi per l’ospedale della Piana dove questa
struttura consentirà di arginare il diffuso fenomeno di emigrazione sanitaria,
molto presente in quella parte di territorio.
Il territorio della città di Catanzaro dispone, oggi,
dei seguenti presidi ospedalieri: il Pugliese - sito in città nel raggio di
L’integrazione funzionale di tali aziende, operanti nel
campo sanitario, rappresenta un requisito fondamentale per l’approvazione del
progetto del nuovo ospedale di Catanzaro e per il conferimento dei requisiti di
razionalità ed economicità di sistema della iniziativa pienamente in linea con
le finalità del piano di rientro del debito sanitario.
L’intervento previsto consentirà di ridurre l’estrema
frammentarietà della offerta, offrendo la definitiva opportunità di garantire
integrazione e sinergia tra risorse ospedaliere ed universitarie capaci, altresì, di assicurare una importante riduzione
dei costi di gestione.
Contestualmente, il parziale
riutilizzo del vecchio ospedale Pugliese e della struttura del presidio Ciaccio
garantirà l’unitarietà dell’offerta dei servizi territoriali di base, oggi
assai carente.
Ovviamente, questo programma
nasce dalla condivisione, o meglio ancora dall’input che viene dal
territorio, attraverso l’indirizzo assunto dalle amministrazioni locali, in
particolar modo dal comune ieri e oggi.
Il programma di azione per la
realizzazione dei nuovi 4 ospedali in Calabria prevede la copertura finanziaria
a valere su molteplici fonti di finanziamento statale e regionale e
parzialmente su fonti private mediante ricorso a forme di partenariato
pubblico.
Per l’ospedale della Piana di
Gioia Tauro 66 milioni di euro, risorse Stato-Regione per l’accordo di
programma; 16 milioni di euro della Regione Calabria all’articolo 1, comma 5
della legge 9/2001 e 18 milioni di euro all’articolo 1, comma 1 della legge
9/2001.
Le risorse pubbliche incluse
sono circa di 100 milioni e le risorse private sono circa 49 milioni.
Vibo Valentia ha 143 milioni
totali di fondi di cui 99 di risorse pubbliche e 43 private. La Sibaritide può
contare di 102 milioni di euro di risorse
pubbliche e 41 milioni di euro di risorse private, per un totale di 143
milioni.
Lo stato di avanzamento delle
procedure, ovviamente, è in una condizione estremamente positiva perché ci sono
tutte una serie di argomentazioni che stimolano e che danno ancora più forza
all’azione che noi abbiamo intrapreso senza trovare, ovviamente, nessun motivo
ostativo all’andamento di questa procedura, nonostante si sia tentato e si
continui a tentare di fermare l’iter procedurale che abbiamo messo in campo.
Abbiamo già indetto il 5
agosto il bando per quanto riguarda Gioia Tauro, il 13 e 14 maggio del 2011
sono stati indetti i bandi per la Sibaritide e Vibo Valentia e stiamo cercando
di trovare la soluzione e quindi di andare a bando anche per l’ospedale di
Catanzaro.
Peraltro, occorre registrare
che il percorso di realizzazione dei nuovi presidi ospedalieri ha subito un
rallentamento in seguito all’entrata in vigore della legge numero 10 del 2011
di conversione del decreto “mille proroghe” che ha introdotto il preventivo
controllo di legittimità dei provvedimenti commissariali da parte della Corte
dei Conti, nonché del decreto legislativo numero 123 del 2011 che ha stabilito
il controllo preventivo di regolarità amministrativa-contabile da parte della
ragioneria territoriale dello Stato.
Il percorso orientato alla
riorganizzazione, adeguamento e potenziamento delle dotazioni tecnologiche
della rete ospedaliera esistente assume particolare importanza ai fini del
miglioramento qualitativo delle prestazioni.
In tal senso, l’azione del
commissario delegato è stata incentrata, preliminarmente, ad una ricognizione
sulle aziende sanitarie ed ospedaliere al fine di accertare il quadro
esistenziale relativo all’ammodernamento del parco tecnologico e
successivamente alla stesura di uno specifico programma unitario.
Il concreto avvio di questo
specifico programma di azione, avvenuto con l’emissione del decreto di
ammissione a finanziamento a valere sulle risorse statali da parte del
Ministero della salute in data 14 aprile 2011, sancisce il raggiungimento di un
primo strategico obiettivo.
L’attivazione di questo
programma contribuirà in maniera importante al potenziamento della condizione
funzionale e tecnologica delle tre aziende ospedaliere calabresi sede Hub,
quindi Reggio Calabria, Catanzaro e Cosenza, e rappresenta pertanto una
importante tappa verso il traguardo di una concreta applicazione del Piano di
rientro.
Allo stato le tre aziende
ospedaliere stanno completando le procedure per l’acquisizione, le tecnologie e
per l’affidamento dei lavori che, secondo le direttive impartite dal commissario
delegato, dovrebbero concludersi entro il 31 dicembre 2011.
Concludo dicendo che si è
provveduto alla elaborazione di un primo programma riferito alla messa in
sicurezza delle strutture sanitarie ospedaliere e con nota numero 498 del 29
ottobre 2010 è stato richiesto al Ministero della salute e dell’economia il
ripristino delle disponibilità delle risorse assegnate alla Regione, pari a
circa 370 milioni sospese nelle more di definizione del Piano di rientro.
Il fabbisogno necessario ad
avviare il programma concordato con Age.Na.S. è pari a 180 milioni di euro di
cui
Questo, Presidente, è lo
stato dell’arte della situazione che noi oggi presentiamo al Consiglio
regionale per una valutazione, in attesa, ovviamente, di ulteriori passaggi e
risultati che speriamo si possano concretizzare nei prossimi mesi.
Come avete avuto modo di
ascoltare è stato messo in campo un lavoro attento, capillare, scrupoloso, che
ha comportato un grande sforzo da parte della nostra amministrazione e che,
ovviamente, ha messo a volte anche a rischio e repentaglio non solo il lavoro
ma anche le persone.
Su questo, francamente, caro
Presidente, sono molto critico perché credo che sfugga a molti, ad alcuni dei
colleghi, che ci troviamo in Calabria, terra difficile e complessa. Sfido
chiunque a poter dire che altri hanno raggiunto, nella storia della Regione, i
nostri obiettivi: al 31 dicembre 2011, dopo un anno e mezzo di gestione,
abbiamo recuperato o recupereremo circa 131 milioni rispetto a spese che non
verranno più sostenute.
Il mio è un invito,
l’ennesimo invito, perché poi molti si ricredono dopo tragici eventi, magari si
piangono addosso, ma qui c’è gente come il Generale Pezzi, che ringrazio nella
sua qualità di sub-commissario, o come il sub-commissario D’Elia, come la
struttura commissariale, che ha lavorato assiduamente per concretizzare questo
progetto non immaginato da noi, non pensato da noi ma che abbiamo condiviso,
sposato e, oggi, stiamo attuando per il bene della Calabria.
Nei giorni scorsi ho notato
che un giornale paventava la chiusura di un reparto a Tropea, un giornale ha
dedicato 4 pagine per l’eventuale e paventata chiusura di un reparto a Tropea.
Ieri ho chiamato il Vescovo
di Mileto, che aveva presenziato alla manifestazione, dicendo: “Eccellenza,
forse a volte quando le Istituzioni si parlano tutto questo va a vantaggio del
territorio”.
A Tropea dove secondo alcuni
consiglieri ed alcuni sindaci c’è una attività dinamica di quel comparto,
quando ho avuto i dati nei giorni scorsi sono rimasto allibito perché a Tropea
noi facciamo 181 ricoveri in un anno, in day hospital. Significa che
mezza persona al giorno va a farsi una terapia che dura qualche ora.
Non so, assessore Aiello,
quanto duri una terapia oncologica, tu che sei medico lo saprai.
(Interruzione)
In day hospital. Sono
state dedicate quattro pagine di un giornale per dire che sarebbe stata presa
una decisione nefasta, quando, qualche giorno prima, avevamo annunciato che
avremmo mantenuto quel servizio all’interno di Medicina lasciando due posti e
dando ai pazienti la possibilità di potersi curare.
Il problema, purtroppo, è che
in Calabria poi ci sono i primari, gli infermieri ed i medici, c’è il personale
amministrativo ed ognuno di loro, sfiorato o lontanamente toccato, immagina e
crea insieme a chi vuol fare strumentalizzazione, fermenti.
Credo francamente che le
azioni che abbiamo messo in campo siano state azioni che hanno cercato di
tutelare al massimo il soggetto più debole: il malato. Al malato abbiamo
guardato e continueremo a guardare.
Trovo veramente fuori luogo –
e finisco qui Presidente – che ci siano colleghi che vanno in giro per
Per ospedali che secondo gli
studi di Age.Na.S., studi che ho e che rendo pubblici in qualsiasi momento, ed
i percorsi messi in campo dall’agenzia nazionale della sanità, al nostro
arrivo, sarebbero dovuti essere chiusi.
Mi domando come un collega
che ieri, insieme a chi di competenza, autorizzava o comunque accettava la
chiusura di un presidio ospedaliero possa oggi trovarsi a manifestare per dire
che questi ospedali non vanno declassati o, comunque, riconvertiti.
Mi appello al buon senso ma
mi rendo conto ormai che la sanità è diventata una battaglia politica, un
terreno di scontro feroce della politica calabrese.
Noi abbiamo due strade. Una è
quella di fermarci ed ascoltare le geniali posizioni di chi, ovviamente, non
vuole consegnare alla Calabria una sanità che guarda al futuro o dall’altra
andare avanti su questa strada.
Credo che sia nostra ferma
convinzione proseguire e perseguire questo obiettivo che diventa primario.
Penso che potremmo offrire una sanità di qualità, domani, se tutti quanti
mirassimo a costruire una sanità migliore.
Capisco anche le tentazioni,
i problemi dei presidi di frontiera.
Oggi facciamo delle scelte
che sono imposte e dovute, che anche nei futuri atti aziendali possono essere
più morbide e comprensive ma non è escluso che, nel momento in cui noi andremo
a regime sul Piano di rientro, si possa poi immaginare, ad esempio, una
capacità per rendere migliori e più efficienti quelle strutture, cercando di
ridurre, eventualmente, la famosa emigrazione sanitaria.
Credo che anche su questo
siano state dette tante falsità perché il numero dei malati che vanno fuori
Regione si è ridotto.
Abbiamo conseguito un
risultato nell’annualità 2010 che è estremamente positivo. Certo una cosa è
dire che spendiamo 10 milioni e un’altra è che spendiamo ancora 220 milioni per
l’emigrazione sanitaria. Non è certamente la stessa ed identica cosa, ma il
cammino che abbiamo intrapreso ci può portare a fornire risposte che rappresentano
elementi di novità.
Continuo a ribadire che lo
sforzo che noi facciamo è uno sforzo che non tutti hanno condiviso o intendono
sposare. Altri intendono strumentalizzarlo.
Ringrazio, invece, coloro che
contribuiscono a migliorare una proposta, che tendono a renderla ancora più
innovativa, vincente e finalizzata a raggiungere risultati che siano ancora più
vicini ai cittadini.
A Crotone è stata diffusa una
comunicazione falsata ed annuncio su questo che se ci saranno gli estremi mi
recherò anche in Procura - per la prima volta nella mia vita – per denunciare
coloro che se ne sono resi responsabili. Perché la falsa comunicazione porta i
dializzati a scrivere ai giornali e a fare l’appello al commissario di non
chiudere i posti per i dializzati, quando a Crotone per i dializzati le
postazioni da 16 sono state portate a 19. A Crotone abbiamo fatto una offerta
sanitaria vincente: non abbiamo lasciato l’oculista o l’otorinolaingoiatra
perchè sono specialità che, benché realizzate dentro gli ospedali, non hanno
bisogno di posti letto perché si risolvono in regime di day hospital.
Abbiamo recuperato specialità
come la neurologia che a Crotone non c’era; abbiamo recuperato specialità come
l’emodinamica, altro strumento nuovo che metteremo a disposizione, e anche
urologia.
Ecco cosa abbiamo fatto.
Abbiamo chiuso i reparti, eliminato i primariati di questa natura, abbiamo
tolto oculistica e otorinolaringoiatria, abbiamo spostato la natalità ed il
reparto neonatale all’interno della pediatria, con l’idea di salvaguardare
questo aspetto. Abbiamo messo in campo una idea nuova e vincente di sanità che
è vicina ai bisogni del cittadino.
Lì, in quella città per circa 10 giorni si è diffusa una
comunicazione falsata, completamente diversa dalla realtà.
Poiché – ribadisco il concetto – siamo in Calabria, in
una terra difficile dove la disperazione a volte prende gli uomini e le donne e
si è a rischio sotto tanti punti di vista, non esiterò a fare scelte
impopolari, per tutelare soprattutto i cittadini, giuste e coerenti.
C’è stata la diffusione vergognosa di una notizia
falsa, da chi ha il compito, invece,
all’interno di questa Assise di contribuire fattivamente e costruttivamente
all’idea di trasmettere un messaggio positivo.
Non credo che la sanità sia il terreno dello scontro di
chi vincerà domani le elezioni. La sanità deve essere il terreno dello scontro
su cui ognuno di noi si cimenta per cercare di mettere in campo il miglior
modello di sanità da attuare, grazie anche al contributo di chi non ha il
compito di governare.
Ognuno di noi deve riconoscersi nella idea di una
strategia vincente perché oggi – e concludo – tanti dei provvedimenti che
abbiamo portato in esame e studi e progettazioni messe in campo da parte della
struttura commissariale hanno ricevuto il riconoscimento anche da parte di
apprezzati professionisti che riconoscono il valore delle nostre scelte, così
come alcuni colleghi che, contrariamente a me, trattano questa materia.
Su questo dobbiamo cercare di contribuire in senso
estremamente positivo per la crescita del nostro territorio.
Queste cose ce le siamo già dette, ma è da un anno e
mezzo che registriamo un continuo tam tam,
una continua pressione e strumentalizzazione.
Credo che, anche sulla scorta di queste comunicazioni e
di questi dati, forse si farebbe molto meglio a prendere qualcosa di utile da
questo tipo di indicazioni e fornire un contributo su queste cose, su questi
dati, su questi elementi, su queste scelte, su questi programmi.
Ho portato l’esempio di Tropea. Mi ha veramente
sconcertato apprendere una cosa del genere e vedere che ci sono state centinaia
di persone che hanno sfilato per difendere una cosa che francamente non si può
difendere.
Nel caso noi decidessimo di difenderla, anzi lo abbiamo
già fatto con la scelta di due postazioni all’interno del reparto di medicina.
Abbiamo, quindi, tutelato il malato ma non possiamo garantire – purtroppo,
sempre – la postazione di primario che verrà certamente riconvertito o
assegnato ad altro tipo di impegno.
Credo che non possiamo più guardare al singolo, ma
dobbiamo pensare in grande ed alla collettività.
Questa è la linea che abbiamo seguito, che intendiamo
continuare a perseguire. Io continuo anche a riconfermare l’invito a farlo
tutti insieme; se saremo in grado tutti insieme di condurre questa battaglia
daremo ancora più forza alla credibilità alla Regione Calabria in questo
settore e non solo, e daremo soprattutto una risposta ai bisogni del
territorio.
Su questo, ovviamente, ci vogliamo cimentare sempre di
più e su questo tema del rapporto col cittadino, col nostro utente e col malato
noi vogliamo sempre più dimostrare di essere stati attenti ai bisogni della
gente e quindi ai bisogni dei calabresi.
Grazie al Presidente Scopelliti per la dettagliata
relazione che può essere un’ottima base di partenza per il dibattito che adesso
si svilupperà in Aula.
Volevo raccomandare ai colleghi che intendono
intervenire, considerato che già si sono prenotati a parlare dieci consiglieri, se riescono a
contenere i loro interventi nel limite dei 10 minuti, in modo tale che il
Presidente Scopelliti abbia la possibilità di replicare sugli stessi interventi
e poi concludere il dibattito sulla sanità.
Prego i colleghi consiglieri di accomodarsi e di stare
composti in modo da procedere in maniera rapida alla conclusione del dibattito.
Ha chiesto di intervenire l’onorevole Loiero. Ne ha
facoltà.
Grazie, Presidente, mi scuso
della interferenza ma, come le ho detto in privato, pensavo che la seduta fosse
convocata per le ore 11.00, se posso dirlo in maniera garbatissima, gli orari
delle sedute di Consiglio dovremmo
rispettarli, perché tutti quanti ci organizziamo e poi diventa un problema
mantenere i programmi.
Detto questo ridurrò il mio
intervento in 7-8 minuti perché, ripeto, devo assentarmi, devo prendere
l’aereo.
Ho ascoltato con grande
attenzione il Presidente della Giunta, anche nel doppio canale che ha usato
oggi, in una parte scritta ed in una parte condotta a braccio.
Voglio dire preliminarmente,
intanto, questo: sono convinto che su un tema come la sanità il Consiglio e
andando anche oltre il Consiglio, la classe politica, la classe dirigente e le
forze sociali, devono essere coinvolte fortemente.
Ma lo devono essere non solo
perché è giusto ma perché siamo in regime commissariale. Il fatto che ci sia un
commissario postula un allargamento del confronto su una materia che per noi –
come ha detto il Presidente – è decisiva.
Ricordo che, anche dopo le
elezioni, il Presidente della Giunta mi ha inchiodato ad una frase che ho
detto, cioè che “in fondo la sanità era interpretata dai calabresi come una
Fiat” ma non perché dovessimo trovare l’occasione per assumere la gente, ma
perché così è stato per 40-50 anni.
Ci sono quindi state delle
incrostazioni che adesso è difficile rimuovere.
Inviterei, quindi, il
Commissario - il Presidente della Giunta più che il Commissario – a venire in
Consiglio perché questa è una materia, come ha detto, delicata ed è uno degli
ultimi strumenti di uguaglianza di questo Paese perché tutto deriva da quell’articolo
32 della Costituzione che definisce fondamentale il diritto alla salute dei
cittadini.
Qui i conflitti non
dovrebbero aver valore e lo dico perché nella passata esperienza si ricorderà
che in Consiglio si è discusso per ben 4-5 volte, che sono stati invitati
addirittura in Giunta i capigruppo della opposizione, ed oltretutto è
conveniente pure per l’Esecutivo poter condividere e coinvolgere anche
l’opposizione.
Dico quindi che questa cosa
si potrebbe realizzare, anche periodicamente, perché, diciamo la verità, oggi
il Governo è diverso rispetto a quello che c’era fino a ieri. Quindi è ancora
più conveniente.
Mi si potrebbe dire “ma tu
fai il discorso che dovrebbe fare il Presidente della Giunta?” No. Diciamo la
verità. Credo che politicamente questo potrebbe essere un percorso abbastanza
importante e di maggiore trasparenza.
Vedete, se si infittisce di
gesti e decreti commissariali tutto il percorso sanitario, di fatto che
succede? Che molti cittadini molte cose non riescono a vederle. E visto che si
vuole camminare in questa forma trasparente, secondo me, sarebbe importante se
ci si potesse confrontare di più.
Voglio, brevemente, dire che
so che la sanità è stato un problema grande. Abbiamo ereditato un disastro, ma
non lo abbiamo ereditato dalla Giunta precedente, ma da decenni e decenni in
cui la sanità è diventata il campo non solo dello scontro ma spesso del
malaffare, delle infiltrazioni mafiose, della disorganizzazione, perché magari
non c’era una grande capacità di organizzazione aziendale di cui le aziende
hanno bisogno come del pane.
E’ stato fatto un grandissimo
sforzo, importante naturalmente, ma voglio dire che tutto questo non ha
eliminato il buono che c’è nella sanità. Perché nella sanità ci sono bravi manager
e bravi medici, ché vivono insieme il
buono e il cattivo.
Consapevoli di queste realtà,
anche impressionati dalle inchieste che ci furono sul finire dell’altra
legislatura e vi ricordo quanto avvenne a Catanzaro e a Vibo Valentia, abbiamo
voluto dare un certo tipo di ordine.
Non so se ci siamo riusciti
ma tenete conto che in alcune Asp in cui c’è stato, per esempio, un prefetto
della Repubblica come commissario, i risultati che abbiamo visto sono stati
scoraggianti perché è difficile superare certi inghippi in certe Asl di certe
province.
Abbiamo cercato quindi di
dare ordine e di guardare soprattutto alla trasparenza.
E quando abbiamo deciso -
perché noi l’abbiamo deciso – di vederci meglio nei conti, preoccupati del
fatto che c’era un federalismo fiscale che arrivava e che sarebbe stato poi
dirimente per i conti della Calabria, abbiamo tentato, nel momento in cui c’era
ancora un piccolo fondo di cui il Presidente non può sapere…, ma fino al
2007/2008 c’era e faceva fronte a tutti i disavanzi, di tante Regioni, ma che
adesso di fatto non c’è più, abbiamo chiesto al Presidente Prodi che fosse
mandato un advisor. Poi il Governo Prodi è caduto e l’advisor
l’ha inviato il Governo Berlusconi. Ora con quell’advisor abbiamo fatto
i conti.
Certo, abbiamo preparato, per
esempio, nel programma, le “Case della salute” che non possono esistere più
perché il Fas è stato cancellato. Però in verità – lo dico soprattutto alla
opposizione – se avessimo portato avanti
i bandi che sono stati lasciati, noi avremmo, oggi, le “Case della salute”.
Sono d’accordo quando si dice
che molti ospedali vanno chiusi. Certo che vanno chiusi ma non si può andare a
chiudere con l’accetta. Non c’è dubbio che ci siano disfunzioni enormi.
Anche ai fini di frenare e di
bloccare l’emigrazione sanitaria, avevamo previsto, per esempio, che ospedali
come quello di Cariati e di Praia a Mare - che sono ospedali di confine dove la
gente ti scappa e va negli ospedali della Basilicata -, e che in una certa qual
maniera avevamo ristrutturato e programmato in maniera rigorosa; ricordo, a
Cariati i 10 posti di dialisi, i 20 di geriatria, i 24 di medicina o i 20 di
riabilitazione così come a Praia a Mare dove c’era un ottimo chirurgo, avevamo
previsto 32 posti di chirurgia generale, 40 di medicina, 8 di dialisi.
Lo dico perché l’ospedale di
confine ha un ruolo plurimo nel territorio, non solo blocca l’emigrazione, ma
se puoi costruire aziendalmente un’Asp di un certo tipo è un vantaggio per
Ripeto, purtroppo, che non
c’è il tempo di fare un lungo discorso, tuttavia voglio dire alcune cose.
Vorrei chiedere al
Presidente: tutte le cifre del debito vanno rigorosamente certificate perché
non si possono dire cifre così, anche se sono registrate vanno certificate.
Noi dobbiamo avere la
certezza assoluta della cifra di cui si parla.
(Interruzione)
No, le sue no, proprio no. Le
certifichi, le pubblichi su un giornale oltre che sul Bollettino. Perché
altrimenti si arriva qui a fare i soliti slogan ma poi non rispondono alla
realtà neanche le cifre.
(Interruzione)
Presidente, questo glielo voglio
dire altrimenti non avrebbe utilità il dibattito.
C’è anche spesso il tentativo
di violare delle regole democratiche.
(Interruzione)
Vede, ci sono regole che
postulano un principio di legalità a cui sono tenuti gli organi della
Repubblica.
Si pretende con atti
commissariali, di natura amministrativa, di superare leggi che sono state
approvate in questa Aula.
Questo non è possibile e
glielo voglio dire ancora una volta, così come non è possibile espropriare con
decreti Asp ed aziende ospedaliere perché hanno una autonomia imprenditoriale
perché così ci rimettiamo nelle mani di strutture regionali create ad hoc
e prive di competenze istituzionali, prive di efficacia esterna.
Questo comporta una
violazione di principi civilistici, amministrativi e tributari. Un modo,
questo, per rendere artificiali i saldi debitori delle aziende e questo non è
possibile.
Chiudo, Presidente, e glielo
dico ancora una volta, senza però un dato polemico da offrire, non voglio fare
polemica specialmente quella gratuita.
Noi dovremmo cercare, col
Presidente del Consiglio, di trovare la maniera ogni uno-due mesi di
incontrarci, non per fare un grande dibattito dove tutti parlano perché ognuno
vuole essere presente su un tema così scottante, ma per portare numeri certificati qui dentro e su
questi numeri fare un dibattito sereno.
Sappiamo e siamo convinti che
la sanità è davvero il nodo più importante che ha tutta
Lo dico, quindi, senza alcun
valore polemico, lo dico perché è giusto che tutti in trasparenza possano
approfondire questa materia. Grazie e mi scusi, Presidente.
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Mirabelli. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, egregi
colleghi, signor Presidente Scopelliti, commissario
ad acta della sanità, voglio evitare
di fare una panoramica sulla problematica riguardante la sanità calabrese in generale perché questo è un argomento abbastanza
complesso che però si diversifica in maniera sostanziale da provincia a
provincia.
Capisco anche – l’ho detto
in un colloquio personale – che l’aspetto della sanità così come è stato
affrontato nel documento di programmazione economica e finanziaria
2011-2013, è impostato nella sua generalità in maniera molto apprezzabile, nel
senso che per la prima volta si evidenzia in quel documento, anche se soltanto
per le vie generali, un modo di voler fare politiche sanitarie e dare servizi
sanitari regolamentati e moralizzati resi senza dubbio produttivi in termini di
risposta sanitaria.
E’ ovvio che ci troviamo
in un momento di difficoltà, una difficoltà che è figlia di 20-30 anni di
cattiva gestione o comunque di gestione superficiale in questo delicatissimo
settore che oggi, però, esplode nella sua più forte virulenza alla luce del
fatto che si mettono in discussione anche nel prossimo futuro le possibilità di
poter dare risposte, da un punto di vista economico, in termini di garanzie sulla copertura finanziaria totale.
E’ finito, cioè, il
periodo delle vacche grasse e ci si accinge purtroppo a periodi di magra.
E’ ovvio che sulla
provincia di Cosenza, caro Presidente Scopelliti, mi dispiace che vada via, ma
prendo buono quell’impegno preso nella parte finale del suo intervento.
(Interruzione)
Presidente, mi dispiace ma
dovevo citarla la parte finale del suo intervento dove ha messo in evidenza di
voler rivedere la situazione degli ospedali cosiddetti di frontiera – più di
confine che di frontiera – in quanto ospedali essenziali per poter dare giuste
e doverose risposte a grosse porzioni di territorio.
(Interruzione)
Caro Enzo, hai ragione,
scusa, ma abbiamo il dovere di parlare e spero che il Presidente ci ascolti, da
qualche sua stanza, perché è ovvio che una provincia come quella di Cosenza non
può rimanere così sguarnita anche alla luce di quella che è una impostazione di
tagli e di contenimento della spesa, soprattutto del disavanzo e del
ripianamento del debito storico tentando, in tutti i modi, di adoperarsi con un
meccanismo di tagli sui posti letto per acuti della rete ospedaliera territoriale
che non comporta alcun effetto e nessun beneficio se inteso in termini
generali.
Vedete: il costo del posto
letto non è un costo standard, altrimenti non si capirebbe come mai alle
cliniche vengano affidate meno risorse rispetto al pubblico e le cliniche
riescono – con meno risorse – a dare quelle doverose risposte sui vari settori
e sulle varie branche della medicina e della chirurgia che, invece, lievitano in
termini di costi nel pubblico.
E’ ovvio che
qualcosa che non torna visto che
il posto letto ha un costo molto più alto nel pubblico. Perché i costi
di produzione non sono altro che la sommatoria di vari parametri, partendo
soprattutto non tanto dal letto in sé,
che è una bazzecola, ma esclusivamente dal costo del personale.
Se è vero quello che è vero e che è stato dichiarato
anche dal Presidente della Giunta nelle sue prime esposizioni riguardanti la
questione del piano di rientro sanitario e cioè che in alcuni presidi il
personale incide quasi dal 70 all’87 per cento della spesa e in ospedali di
frontiera una chiusura degli stessi non comporta nessuna efficacia in termini
di riduzione dei costi del personale.
La chiusura di Praia a Mare o comunque la riconversione
in Capt di Praia a Mare e di Trebisacce è un errore di tipo tecnico, non c’è nessuna
strumentalizzazione politica, cari consiglieri e caro Geppino, mio grande e
vecchio amico.
Non vorrei aver dato una cattiva impressione ma il fatto
di aver presentato, non un atto aziendale, ma una rimodulazione soltanto ed
esclusivamente riguardante i posti letto per acuti assegnati alla rete
territoriale della provincia di Cosenza portandoli a 805 sta a significare una
volontà che è quella di voler dialogare, confrontarsi e cercare di collaborare
in maniera costruttiva per cercare di dare una migliore risposta terapeutica a
quelle che sono le esigenze e le domande di sanità che provengono dai
territori.
E’ ovvio che di fronte ad ospedali di frontiera e di
confine abbiamo il dovere morale, proprio perché abbiamo la necessità di
rientrare dal dato negativo della emigrazione sanitaria che incide ad oggi al
2010 per 220 milioni di euro – qualcuno dice anche per 240 – dobbiamo rientrare
da questo dato e far di tutto per fare delle politiche di investimento sia da
un punto di vista strutturale che dal punto di vista della formazione al fine
di vedere garantiti certi livelli essenziali di assistenza, per poter dare
fiducia, credibilità ed essere visti come punti di riferimento per il malato
calabrese, per il malato cosentino.
E’ ovvio che se si andasse ad analizzare il dato
dell’emigrazione…
(Interruzione)
Se state zitti parlo, altrimenti non vale neanche la
pena, vi chiedo scusa, colleghi…
(Applausi)
…non ne vale proprio la
pena, è un argomento così delicato e complesso che già tenerlo in mente ci
vuole la mano del Padreterno.
E’ ovvio che se andassimo
ad evidenziare in che cosa consiste l’emigrazione sanitaria, ci renderemmo
conto che il 93 per cento della spesa
per emigrazione sanitaria è composta esclusivamente da costi di ospedalizzazione.
Se questo dato è vero –
sono i dati che voi citate nel documento di programmazione economica e finanziaria
–, è ovvio che gli ospedali di frontiera invece di ridurli, di chiuderli, di
riconvertirli in Capt o a un semplice distretto, vanno, per alcune branche, rafforzati in
rapporto a quelli che sono i dati epidemiologici attuali ed in base a quelli
che sono i dati epidemiologici storici.
Voglio solo citarvi
Praia a Mare visto, che c’è stata questa rivoluzione francese, al di là
della Basilicata che ha attrezzato su Lagonegro e su Policoro ospedali di
altissimo livello che attraggono quotidianamente anche per le semplici
prestazioni ambulatoriali calabresi e cosentini, che poi vi porteranno il conto di questa
mobilità passiva perché non riescono a trovare in loco giuste referenze o
comunque strutture e presidi ospedalieri attrezzati.
Posso anche fare l’esempio della cardiologia di
Trebisacce con dati reali e certi che manderei al generale Pezzi per farli
visionare.
Sono questi. Basta pensare che una semplice unità
operativa di gastroenterologia con fini endoscopici con due medici – due medici
– e due infermieri in day hospital ha
prodotto nell’anno 2010, e sono dati reali e certificati, quasi 5.342
prestazioni. E se volete posso pure specificare fra gastroscopie, colonscopie
da
Per cui vi dico: prima di presentare il conto cerchiamo
di… ecco dove era lo spirito, quello di andare a confrontarci e da qui è nata
la mia idea di presentare un documento non alternativo ma una parziale
rivisitazione sull’atto aziendale presentato dal commissario straordinario
della provincia di Cosenza.
Bisogna farla perché se, caro Geppino, non presento una
proposta alternativa di che cosa sto parlando? Una proposta che metta a
disposizione…
Dopo parlerai e mi farai capire perché non capisco sono
un po’ deficitario in materia…
(Interruzione)
Aspetta, se mi fai finire di parlare arrivo a questo…
non solo al 106, perché quello è l’avamposto ma c’è anche il retroposto del
decreto 18/2010 in cui era già prevista la soppressione.
Quello che è stato chiesto nella rimodulazione, non è la
fine del mondo, era di andare a mettere, rispettando i tetti di spesa e il
numero dei posti letto, rispettando le unità operative semplici e complesse e
anzi, caro Geppino, evidenziando al Presidente e al commissario le discrasie
terrificanti riguardanti l’aumento di unità operative complesse nel settore
tecnico-amministrativo e di medicina territoriale: specifico meglio, la scelta
delle strutture complesse di igiene
pubblica e medicina generale cozzava con la norma di legge andando ad
evidenziare un’altra stortura quella dei posti multidisciplinari... 87 posti multidisciplinari
che vorrei capire come possono organizzarsi.
A meno che non si trovi caro amico Pietro Aiello – che
sei collega come me – un grande primario tuttologo e arrivati a quel punto si
può attuare … Non è previsto da nessuna parte.
Nella ridistribuzione, mantenendo sempre i parametri che
venivano evidenziati dai decreti legge e dallo stesso atto aziendale, abbiamo
tentato di riparare, secondo me, a delle deficienze, a delle carenze.
Ma è normale che sulla ionica negli ospedali non ci sono
10 posti di urologia o 5 posti di gastroenterologia? Sparisce la lungo-degenza
e la psichiatria? è una cosa assurda.
Vi dico che c’è la necessità – da qui lo spirito di
collaborazione non politico, assolutamente – di riportare al centro
dell’attenzione un ridimensionamento dei due presidi di Praia a Mare e anche Trebisacce – portandoli
da 60/70 posti a 35 posti per acuti e mantenendo 20 posti di medicina generale
altrimenti la gente, soprattutto con una popolazione composta di anziani che
sappiamo benissimo, noi medici, devono rapportarsi a delle patologie quasi
fisiologiche per l’età: cardiopatie, insufficienze e quant’altro, sono
costretti dopo che il medico di base non è più capace di poter ricompensare il
malato a doverlo trasferire in un presidio ospedaliero…
E visto che lì c’è – purtroppo da un lato ma meglio
dall’altro – una età che è avanzata e tanti anziani, questo rappresenta
epidemiologicamente un dato che non può passare inosservato…
Onorevole Mirabelli, il tempo a sua disposizione è scaduto. La prego di avviarsi alla conclusione.
Prendo per buono, quindi, il fatto che il Presidente su queste cose specifiche abbia aperto
una porta. Non è che ci vuole molto ad andare ad integrare – caro Geppino – o a
modificare il decreto legge 18 perché mi
sembra che qualche piccola perplessità
al Tavolo
Massicci sia stata tirata in ballo su alcuni decreti legge, soprattutto
sul “106”, perché se da un lato non si
riusciva ad ottemperare all’esigenza di dare una risposta sanitaria quanto meno sufficiente in maniera omogenea sul
territorio e dall’altro lato non si aveva la riduzione della emigrazione
sanitaria perché quella inefficienza di tipo sanitario avrebbe riportato
sicuramente ad un aumento della stessa.
Queste non sono parole
mie, ma è una lettera scritta dal senatore Di Gianna che fa parte della
Commissione e che è anche membro autorevole, perché Presidente, delle Aiop
nazionali.
Per cui il problema dove
sta? Bisognava in tutti i modi cercare veramente di affrontare il costo reale e
il disavanzo senza spendere una parola sulla politica da attuare per la
riduzione dei fitti passivi.
Voi sapete quanto incidono
in provincia di Cosenza i fitti passivi delle strutture su cui siamo allocati?
Mentre, invece, strutture come quella di Cariati che è di proprietà – 8 mila
metri quadrati di struttura – veniva relegata ad un semplice luogo dove
ricoverare 40 tossicodipendenze per le quali prevedere competenze completamente
differenti e strutture diversificate.
Allora cercare di rimodulare
senza implementare la spesa è un dovere morale da mettere in debita e giusta
considerazione per poter far sì che questa nostra Regione, soprattutto questa
nostra Provincia di Cosenza possa essere all’altezza del ruolo.
Mi domando pure, e concludo,
caro Presidente, alla luce di un taglio di posti letto… perché posso capire
l’area chirurgica che ha un costo e già nel momento in cui tu apri una sala
operatoria partono le 300-400 euro e questi sono studi di Drg che sono stati
fatti all’estero e da 10-15 anni sono arrivati in Italia.
Ma alla luce di questo è
giusto e anche doveroso… che gli ospedali che non hanno nessuna funzione e
nessuna capacità di risposta vengano riconverti e riattrezzati per poter dare
un minimo di primo intervento. Ma alla luce di un taglio in Calabria di quasi
mille posti, 993 posti per acuti, è anche giusto cercare di rafforzare
determinati presidi.
Prima avevamo il rapporto
di un posto letto ogni 400 abitanti. Oggi, dopo questo piano, siamo scesi ad un
posto letto ogni 500 abitanti creando una terribile mancanza di uniformità nei
territori nell’ambito della risposta sanitaria che dovrebbe essere equa e
rispondere ad una caratteristica di tipo scientifico in termini di presenza.
Onorevole Mirabelli…
Concludo dicendo che auspico… voglio prendere per buone le parole che sono state dette dal Presidente Scopelliti che su mia insistenza ed anche su insistenza di dati che non possono far chiudere a riccio nessuno, dovrebbero far sì che questa problematica… visto che la chiusura di questi presidi ospedalieri non è prevista subito nel 2012, si ha il tempo… mi rivolgo ai consiglieri regionali del centro-destra, all’unisono e a tutti quanti di qualsiasi provincia, di poter porre in essere un maggior approfondimento, caro Presidente Salerno.
Perché vede, posso capire tutto e capisco i due ospedali generali che sono su Reggio Calabria; capisco l’ospedale di Reggio Calabria Hub e lo Spoke sulla Piana e l’ospedale generale di Soriano e di Tropea. Se è vero come dite nel decreto 18 del 2010 che sono stati previsti due ospedali generali nella zona sud e due al centro non capisco perché all’estremo nord - che rappresenta una via di fuga – non debbano esser previsti.
Se non sarà possibile, caro Geppino, si potrebbe fare anche un’altra cosa. Si fa una razionalizzazione dei posti, come quella che avevo proposto, cercando di far diminuire il personale dei distretti di Trebisacce e di Praia a Mare.
Che cosa voglio dire? Si fa una estensione del presidio ospedaliero Spoke Paola-Cetraro su Praia a Mare e la stessa cosa per quello di Corigliano-Rossano su Trebisacce.
In questo modo assicuriamo un servizio decente in attesa che si facciano i 4 ospedali. Ci vorranno 5-6 anni, e non possiamo mantenere sguarnite queste porzioni di territorio.
Volendo si trova la giusta risposta perché se nulla modifica i parametri di riferimento che sono vincolanti, ed è anche giusto farli rispettare perché bisogna comunque rientrare da questo debito, spero che soprattutto con l’ interessamento del centro-destra, dei consiglieri regionali non solo della zona ma…
Onorevole Mirabelli…
...dobbiamo risolvere questo problema. Chiedo scusa, caro Presidente, ho finito ma è un argomento che…
Sì, merita, ma abbiamo dei tempi e dobbiamo rispettarli nel rispetto dell’Aula e dei colleghi. Il suo tempo è scaduto.
Senza dubbio, senza dubbio.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.
Tutti riconosciamo, a parole, che la sanità è un settore importantissimo per i cittadini e per l’Ente Regione. Obiettivamente un dibattito sulla sanità non si può fare in questo modo nel senso che continuiamo a parlarci addosso.
Mi chiedo qual è il significato pratico di questo
confronto. Peraltro manca il Presidente della Giunta che non segue il dibattito, manca il Presidente del Consiglio
e quindi, a nome di tutti gli amici consiglieri di minoranza, presentiamo il nostro documento con le nostre
proposte e abbandoniamo l’Aula in modo che tutti evitiamo di parlarci addosso.
Grazie.
(Interruzione e applausi)
(I consiglieri
di minoranza abbandonano l’Aula)
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Caputo. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, credo
di dover stigmatizzare l’atteggiamento della opposizione che risulta
incomprensibile per cui le chiedo formalmente di sospendere il dibattito, di
sospendere la seduta perché nessuno ci ha comunicato che il Presidente della
Giunta è andato via.
Questa presa di posizione
della opposizione non possiamo assolutamente condividerla.
E’ un modo estremamente critico, certamente non di confronto reale, anche perché i
consiglieri di maggioranza si sono iscritti a parlare.
Posso assicurarla, consigliere
Principe, che il Presidente Scopelliti da qualche parte ha sentito ed ha
seguito gli interventi che ci sono stati fino ad ora.
Chiedo che si sospenda o eventualmente si
aggiorni il dibattito ad altra data.
Non soffro di
“interventite acuta”. Intervengo, molto raramente, su problemi di una
importanza specifica e credo che il dibattito sulla sanità oggi meritasse un
atteggiamento di responsabilità molto, ma molto diverso da quello che ha
presentato la minoranza in questo momento.
Chiedo quindi al
Presidente di sospendere la seduta e di volerci aggiornare. Grazie.
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Nucera. Ne ha facoltà.
Presidente, appare imbarazzante dover parlare di dibattito quando poi – dopo aver sentito la brillante relazione del nostro Presidente – non abbiamo l’interlocuzione del dibattito.
Non che la maggioranza non sia in grado di parlarsi sulle problematiche della sanità, ma è anche un punto di vista contrastante per certi aspetti. Non tutto va bene, non tutto procede come il Presidente ha detto e come forse vorremmo, ma tutto può essere ricondotto a quel dialogo che è un po’ il sale della democrazia.
In fondo ciò che in questo momento si sta
interpretando in quest’Aula è una violazione di quel diritto di partecipazione
democratica che deve stare alla base di qualunque consesso, di qualunque Aula parlamentare, di un confronto su una
tematica – come è stato rilevato anche dagli stessi consiglieri
della maggioranza –
che afferisce il cuore dei problemi della Calabria.
L’atteggiamento tenuto, signor Presidente e chiudo, da
parte della opposizione è un atteggiamento che viola i più elementari diritti
della nostra partecipazione democratica, quel senso di bene comune che
probabilmente non necessariamente si deve consumare nel rapporto diretto con
l’ascolto del nostro Presidente.
Sappiamo che quest’Aula è collegata a circuito chiuso
con le altre stanze affinché ognuno di noi possa seguire il dibattito stando
nella propria . Fra l’altro si segue anche meglio perché la registrazione
televisiva ha un audio di gran lunga migliore rispetto a quello che offre
l’Aula.
Invito quindi gli amici della minoranza a rientrare in
Aula e li inviterei a confrontarsi, così come stavamo per fare e come abbiamo
rilevato in alcuni interventi, sopra quel progetto dialettico che è la base –
come dicevo prima – e il sale stesso della democrazia. Perché
Certo avremmo voluto, cogliamo, nel documento che loro
hanno voluto presentare, degli spunti di riflessione importanti ed autorevoli
ma non è ciò che quest’Aula vuole, ciò che questo quadro che abbiamo di fronte
ci richiama a dover ascoltare.
Cioè quel principio del confronto che, come sosteneva De
Gasperi, “è dal dialogo che crescerà la democrazia ed è col dialogo che
possiamo far crescere la nuova democrazia nel nostro Paese”.
Una nuova democrazia fatta di confronto duro quanto
volete, fatta di dibattito e di incontro-scontro nell’Aula parlamentare ma
fatta soprattutto di buon senso. Ciò che forse oggi ad una parte politica è
venuta meno.
Onorevole Nucera, nel prendere atto della posizione
assunta dalla opposizione, tengo a precisare che il Presidente Scopelliti non
ha abbandonato l’Aula.
Ha fatto la sua relazione e si è proposto di intervenire
a conclusione del dibattito. Il Presidente Scopelliti è nel Palazzo, come testé
pronunciava il consigliere questore onorevole Nucera.
Sapete che il Palazzo è a circuito chiuso ed è possibile
ascoltare il dibattito.
A me spiace e richiamo alla sensibilità le componenti
delle varie opposizioni, affinchè rientrino in Aula.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Salerno. Ne ha
facoltà.
Presidente, mi sono
prenotato per intervenire. Non v’è dubbio che non si può strumentalizzare nella
maniera più assoluta una assenza temporanea del Presidente che magari si è
allontanato anche per motivi istituzionali per recarsi nel suo ufficio
all’interno del Palazzo.
Su un dibattito così importante come quello sulla
sanità, che è stato più volte anche sollecitato dalla minoranza, ci deve essere
la presenza da parte di tutto il Consiglio.
Non ha motivo di continuare un dibattito sulla sanità
con la minoranza che si assenta.
Rinuncio momentaneamente al mio intervento e penso sia
opportuno in questo momento sospendere per 15 minuti la seduta per cercare di
riprendere i lavori affrontando con serietà questo argomento che risulta essere
un problema molto serio per i cittadini calabresi.
Grazie, onorevole Salerno, la seduta è sospesa.
Che gli uffici verifichino la presenza del numero
legale.
(Interruzione)
Possiamo riprendere i lavori, perché con 29 presenti su 50 il numero legale è assicurato. Procediamo,
pertanto, con il dibattito sulla sanità.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Caputo. Ne ha facoltà.
Signor Presidente
del Consiglio, signor Presidente della Giunta, credo che avremmo preferito
tutti che l’opposizione, questa sera, avesse manifestato senso di
responsabilità; la decisione di allontanarsi dall’Aula
solo perché non era presente il Presidente Scopelliti, impegnato in un
confronto istituzionale, ci lascia sgomenti, perché non capiamo, in un atmosfera come quella che si sta vivendo in Calabria, benché sia certamente
diversa da quella che stiamo vivendo a
livello nazionale. In Calabria c’è un governo con delle forze
politiche ben precise, ben
delimitate, però credo che il confronto su un tema così importante qual è
quello della sanità non avrebbe dovuto esimere i
rappresentanti della minoranza dal restare in Aula.
Dai primi interventi che
abbiamo avuto la possibilità di ascoltare è venuto fuori uno spaccato, fin dal
primo intervento del consigliere Loiero, che certamente
avrebbe richiesto un’assunzione di responsabilità diversa. Certo – voglio
precisare – non siamo in clima elettorale,
Certo, per primo il
Presidente Scopelliti, nei tanti incontri che ha tenuto, ha sempre detto che la
sanità, i mali della sanità non sono addebitabili solo agli ultimi cinque anni
di governo, però non va sottaciuto che negli ultimi cinque anni i mali della
sanità si sono acuiti, sono diventati maggiori: un disavanzo che nel 2009 avrebbe dovuto essere
tamponato e fermato dalla Giunta Loiero non ha, purtroppo, registrato questo stato
di cose. Perché? Perché c’erano le elezioni che maturavano nel 2010, per cui non si potevano prendere determinate decisioni.
Il Presidente Scopelliti ha avuto la determinazione –
perché di determinazione si tratta, dal punto di vista politico – di non
continuare a galleggiare, ma di assumersi determinate responsabilità con
chiarezza, dicendo che la sanità doveva rientrare da quell’enorme debito e non
si poteva più continuare come negli anni
passati.
Ha fatto bene il consigliere Loiero - mi dispiace che
non ci sia a ricordare quella famosa frase che ormai è passata agli annali
della cronaca, non certamente della storia – a paragonare la sanità in Calabria
alla Fiat. Beh, certo, perché nei cinque anni di Loiero la sanità ha registrato
– ed ancora oggi ne stiamo discutendo, per esempio, per quanto riguarda l’Asp
di Cosenza in particolare – assunzioni a iosa che non hanno determinato un salto di qualità: assunzioni di
portantini, di infermieri, di applicati di segreteria. Se facessimo un
monitoraggio e un censimento più specifico, ci renderemmo conto che la sanità è
stata utilizzata per cercare di risolvere un problema occupazionale, non
certamente per dare risposte adeguate attraverso una qualità diversa in un
determinato settore.
Partendo da queste premesse e da queste sottolineature,
oggi registriamo una inversione di tendenza.
E’ un momento di impopolarità, caro Presidente, perché
il modello culturale che lei sta cercando di far maturare nella mente della
gente attraverso una riflessione diversa, rappresenta un modello culturale che
non guarda all’ospedale come unico ricettore di determinate patologie che,
invece, potrebbero essere affrontate e risolte da altre parti.
Per quel modello culturale ci sarà bisogno di
un’appropriatezza dei ricoveri, di un potenziamento della medicina del
territorio, di una visione diversa del medico di famiglia che non può
impersonare il suo ruolo cessando la sua attività venerdì sera e
ricominciandola lunedì mattina, come se si trattasse di un negozio.
Questo modello, questo modo di fare, lo abbiamo sotto
gli occhi al pari di quello che è successo nei cinque anni.
Cari colleghi, il problema
della sanità non è stato solamente il posto letto.
Caro Presidente, il problema
della sanità è anche e soprattutto la corsa, l’avere infoltito la sanità
calabrese, certo, con alcune eccezioni che hanno salvaguardato determinate
situazioni, ma hanno infarcito in alcuni casi la sanità di primari che
rispondevano solamente a determinati requisiti; il requisito principale era
l’appartenenza politica e partitica al centro-sinistra nei cinque anni passati; non si è guardato alla bravura
del primario capace di dare risposte diverse in termini qualitativi e che
potesse interrompere quel flusso migratorio verso le altre regioni. A che cosa
abbiamo assistito? Ho sotto
gli occhi per esempio la creazione – perché i propri raccomandati politici e
partitici bisognava sistemarli – delle unità operative semplici,
delle unità
operative complesse,
in cui, addirittura, veniva nominato il responsabile di una determinata unità operativa che, però, caro Presidente,
non c’era.
Questa
è la realtà su cui avrei voluto confrontarmi con il consigliere Loiero e con le
opposizioni. Queste situazioni, caro Presidente Scopelliti, sono ancora
presenti nei presìdi ospedalieri, perché non è stata fatta piazza pulita.
Speriamo che si faccia piazza pulita di queste posizioni organizzative, di
tutti questi incentivi, nel momento in cui si presenta e si approva l’atto
aziendale.
C’è
stato un modo di fare balordo.
(Interruzione)
Presidente,
non riesco a parlare, almeno un minimo di attenzione, facciamo una brutta
figura, oltretutto!
Credo
che la maggiore responsabilità sia stata quella di procedere all’accorpamento
delle aziende sanitarie. Parlo principalmente della provincia di Cosenza che,
caro Presidente Scopelliti, è grande quanto la regione Liguria, ha un
territorio vastissimo; ti porterò nei prossimi giorni gli studi per quanto
riguarda le spese relative.
Ti
porterò nei prossimi giorni, Presidente, uno studio sul costo quotidiano –
parlo della provincia di Cosenza – dei vari ospedali, dei vari presìdi, dei
vari distretti che si recano quotidianamente a Cosenza per le cose più
insignificanti: se si rompe un computer a Rossano, mandiamo ad aggiustare il
computer a Cosenza; se si rompe una macchina a Rossano, dobbiamo far fare la
missione e mandare l’auto dell’Asl, che serve il territorio di Rossano e
Corigliano, a Cosenza! Le farò avere dei dati.
C’è
bisogno di verificare queste cose? Certo, non oggi, non domani, non dopodomani,
ma abbiamo un obbligo morale, perché le Asp in questo, quantomeno per quanto
riguarda Cosenza, non sono assolutamente gestibili in questa maniera, non sono
assolutamente governabili in queste condizioni. C’è bisogno di una inversione
di tendenza.
Poi,
voglio dirle, Presidente: la nomina dei primari. Stavo dicendo, poc’anzi, che
oggi viviamo una fase difficile. E’ bene riconoscerlo nel momento in cui si
parla di riconversione e a questo non è seguito - perché non poteva seguire ed
abbiamo registrato il rientro nel 2010, registreremo il rientro dal debito nel
2011 - però poi, caro Presidente, immediatamente il ricorso al potenziamento
della medicina del territorio; dobbiamo fare ricorso al potenziamento
dell’elisoccorso, realizzare le piattaforme necessarie per l’atterraggio degli
elicotteri, dobbiamo fare in modo di avere l’elisoccorso anche di notte. Allora
la gente metterà da parte quel sacrificio che ha fatto, perché il fatto di
avere l’ospedale – tu lo hai spiegato mille volte in mille modi – sotto casa,
certamente, non risolve una patologia, anzi in tantissimi casi la aggrava.
Anche
la riforma – come mille volte hai detto – del “118”, perché bisogna fotografare
il malato con la sua patologia al momento dell’intervento e riuscire a
indirizzarlo nel presidio ospedaliero giusto, in modo che si possa
immediatamente intervenire.
Ci
sono dei problemi. Vedete, voglio citare un caso che va al di là della
scellerata scelta dell’accorpamento delle Asl: aver programmato un nuovo
ospedale sul mio territorio – non mi permetto di parlare degli altri. Negli
anni passati, infatti, nella passata legislatura - ripeto in Consiglio
regionale quanto detto mille volte in tanti incontri –– a Rossano c’era un
ospedale spoke, Presidente, non era l’ospedale di Rossano-Corigliano,
era l’ospedale spoke di Rossano che aveva avuto la destinazione di un
Dea, un dipartimento di emergenza e accettazione.
E’
stato fatto l’esproprio del terreno, è stata aggiudicata la gara e la ditta,
fra qualche tempo – c’è una causa in corso – chiederà qualcosa come 700-800
milioni di euro per il mancato guadagno; ci stavamo apprestando anche a fare la
radioterapia. Che cosa voglio dire? Non avevamo assolutamente bisogno di
edilizia ospedaliera nella Sibaritide, anche per i miliardi spesi nel passato,
bisognava solo potenziare l’esistente, in qualche maniera, ed una delle
primissime volte che ci siamo incontrati – eravamo già andati avanti – glielo
dissi: “Presidente, noi da quelle parti possiamo fare a meno di un nuovo
ospedale”.
Certo,
poi ho riconvertito il mio modo di vedere le cose, perché non era più attuale,
non era più moderno continuare a criticare. Ed oggi stiamo arrivando ad una
conclusione per il problema della realizzazione dell’ospedale, perché mentre
c’è stato un fermo durante i cinque anni, in questo anno e mezzo siamo quasi
arrivati ad avere le risposte da parte delle imprese interessate, che dovranno
realizzare anche l’ospedale nuovo tra Rossano e Corigliano.
Questo
è stato il modo balordo di comportarsi di questi signori che si sono
allontanati, di questi latitanti che sono andati sull’Aventino; noi abbiamo
tentato di confrontarci e di far capire loro le grandi scelte sbagliate che
hanno realizzato nel passato che avrebbero, certamente, potuto vedere un
diverso momento attuativo. E’ così, caro Presidente, cioè c’è bisogno di
qualità in Calabria, molti primari dovrebbero andare in pensione, per molti
primari dovremmo fare l’esodo incentivante, metterli in condizioni di
andarsene, abbonando due o tre anni, perché non solo danneggiano l’immagine
della sanità in Calabria, ma concretizzano determinate situazioni che non
possono rispondere a come oggi si intende la sanità. Questa è la realtà–
consentitemi – della nostra situazione.
Dico
questo e chiudo: ho avuto una sorta di polemica con il collega Mirabelli, che
avrei voluto mi ascoltasse – io l’ho ascoltato – perché nei giorni passati,
Presidente, ha tenuto una conferenza stampa in cui ha fatto dichiarazioni su
chi aveva presentato un Piano aziendale alternativo – alternativo a che cosa?
se quello non è ancora concretizzato! – e riferendo della felicità, dimostrata
in proposito, dal Presidente della Regione, confondendo, innanzitutto, fra atto
aziendale - che ancora non esiste, perché è una proposta di atto aziendale – ed
il decreto 106.
Conoscendo
il Presidente Scopelliti, conoscendo i collaboratori di cui si circonda, non ho
tollerato quel tipo di conferenza stampa che ho avuto modo di vedere
parzialmente in una emittente privata, perché noi siamo consiglieri di
maggioranza e, per quanto mi riguarda – ma credo per quanto riguarda la
maggioranza dei colleghi – non siamo abituati a criticare a mezzo stampa un
provvedimento presentato dalla maggioranza e dal nostro Presidente.
Noi
parliamo al nostro interno e al nostro interno siamo abilitati a trovare
insieme delle soluzioni. Non ho mai colto che qualcuno, che faccia parte del
Pdl o della Lista Scopelliti o di altro gruppo, si sia permesso il lusso di
criticare un provvedimento che noi stessi abbiamo approvato.
Da
questo punto di vista, noi possiamo discutere, le soluzioni le abbiamo anche
noi, Presidente, gliele abbiamo dette a voce tante volte, possiamo trovare
delle soluzioni per alcune situazioni, possibilmente a costo zero, che vadano
nella direzione momentanea, provvisoria di cercare di lenire i problemi di un
territorio vasto che potrà trovare soluzioni, nel momento in cui sarà
realizzato il nuovo ospedale; bisogna
sottolineare anche questo: i signori del governo precedente hanno deliberato un
nuovo ospedale che conta 330 posti. Se si fossero resi conto che quel
territorio è fatto di 200 mila abitanti, avrebbero deliberato e legiferato su
un ospedale unico, il quale avrebbe contato 500 e più posti.
Questa
è la realtà con la quale avremmo voluto confrontarci questa sera. Purtroppo chi
scappa, chi si nasconde non ha mai ragione. Noi siamo abituati da sempre, da
tanto tempo ad assumerci le nostre responsabilità.
Voglio
rispondere al consigliere Mirabelli, che ha criticato i posti letto
multidisciplinari, per i quali, addirittura, diceva testualmente: “Che significa
posti letto multidisciplinari. Allora ci vorranno tanti primari! Mi dispiace
che sia un medico, perché è veramente un errore macroscopico che possa andare
in Tv e dichiarare delle cose che non stanno né in cielo né in terra! I posti
letto multidisciplinari possono essere utilizzati dall’oculistica, nel momento
in cui c’è un intervento più complesso che non può svolgersi in maniera
ambulatoriale, nel momento in cui può essere utilizzato dall’oncologia, può
essere utilizzato dall’otorinolaringoiatria, può essere utilizzato da quei
reparti che ritengono di averne bisogno.
Non
si può continuare in modo saccente. Credo che la nostra umiltà, che viene da
lontano, ci impedisca questo tipo di esternazioni, però non ci siamo mai
iscritti al collegio dei missionari e non siamo abituati a ricevere schiaffi in
modo saccente! Ho ritenuto, quindi, sia sulla stampa sia qui nella sacralità
del Consiglio regionale, rimandare al mittente determinate affermazioni, perché
ritengo sia opportuno, doveroso, per chi parla su determinate cose, quantomeno
approfondire determinati problemi e, prima di parlare del nostro Presidente,
eventualmente stare attenti a quello che si dice.
Ha
chiesto di parlare l’onorevole Magno. Ne ha facoltà.
Anch’io, come l’onorevole
Caputo, devo stigmatizzare l’abbandono dell’Aula da parte del
centro-sinistra, un abbandono, Presidente, che ritengo sia nato da una considerazione che mi è
passata per la mente nel momento in cui sentivo la sua
relazione. Di fronte alle cifre che oggi ha
evidenziato all’interno di quest’Aula, penso che il centro-sinistra
si sia trovato in grossa difficoltà e con un rossore
sulla faccia.
Questo è
stato anche confermato dall’intervento che ha fatto l’ex Presidente
della Giunta regionale, Agazio Loiero, nel momento
in cui ha cercato di chiedere alla maggioranza di essere coinvolto
in quella che è l’azione di risanamento del sistema
sanitario calabrese,
snaturando la sua posizione iniziale
all’interno di questo
Consiglio regionale, quando affermava
che il debito non l’aveva creato lui negli anni 2005-2010, ma veniva dal
passato, cercando di discolparsi dai danni che
si erano creati all’interno del sistema sanitario, quando hanno aizzato le piazze contro il Presidente Scopelliti
e contro la politica che questo governo regionale sta attuando nel campo
della sanità.
Penso che questa
difficoltà loro l’avranno riscontrata oggi, ma la riscontreranno nei
prossimi mesi, da qui a un anno, quando quelle
cifre continueranno a scendere e riavremo un sistema
sanitario completamente
diverso rispetto a quello che ci
hanno lasciato
in eredità da questi anni scellerati di buco e
debito pubblico.
Che vuole dire il Presidente Loiero - che mi dispiace sia assente - quando dice che il Presidente Scopelliti non ha portato
oggi in Aula cifre certificate? Perché lui
ha riportato mai cifre certificate?! Si è dimenticato dei bilanci orali! Si è dimenticato che, ancora oggi, la spesa
sanitaria del debito accumulato negli anni passati non è ancora tutta
certificata; o può andare a vedere nelle aziende
sanitarie locali se ci sono le stesse fatture pagate tre-quattro-cinque
volte! Perché non lo va a vedere?!
Noi dobbiamo dire che,
oggi, stiamo facendo – e il
Presidente Scopelliti, come commissario della
sanità, di questo gli dobbiamo fortemente dare atto tutti quanti – un grande lavoro di trasparenza, di riordino della spesa sanitaria, ma principalmente stiamo mettendo in atto un sistema certo che rilevi quella che è la spesa
sanitaria, la certifichi e faccia capire, una volta per tutte, a questa Regione
che non si può imbrogliare con i soldi dei cittadini. Se oggi noi siamo stati costretti a rimettere il ticket – perché Agazio Loiero aveva creato
un grande buco nella sanità, togliendolo già dal primo suo insediamento – e abbiamo dovuto aumentare l’Irpef e l’Ilor sulle spalle dei nostri cittadini, lo abbiamo
fatto perché ne siamo stati costretti,
perché hanno lasciato un grande buco
all’interno della sanità.
Oggi le opposizioni avrebbero fatto meglio a confrontarsi
in quest’Aula con tutti quanti noi, per
verificare insieme quali sono i problemi che loro ci avrebbero posto all’interno di questa Aula. Io li conosco già i problemi che
avrebbero
posto qui, perché li abbiamo visti in questi mesi nelle
piazze: le questioni localistiche, l’ospedale di Tropea, l’ospedale di Rossano, l’ospedale di Corigliano, l’ospedale di San Marco Argentano, di Soveria
Mannelli, di Serra San
Bruno, di Soriano, di Mileto, cioè tutte realtà che in questi
anni non hanno fatto altro che
produrre malasanità, ad eccezione di qualche piccola
esperienza di eccellenza, che anche all’interno di
queste strutture ospedaliere c’è stata e che certamente questa politica di rivisitazione
della programmazione sanitaria
sul territorio ha voluto valorizzare, mantenendo le eccellenza
dove ci sono, mantenendo dove ci sono
quelle capacità professionali che fanno sì che un ospedale
possa funzionare.
Ritengo che il lavoro fatto
in questi mesi dal Presidente Scopelliti insieme ai due subcommissari,
il dottore De Lia e il generale Pezzi, insieme al direttore generale del
dipartimento Orlando, al dottore Scarfidi, che fa un lavoro enorme nel contesto
dell’attività sul Piano di rientro, stia raggiungendo, finalmente, gli
obiettivi che il Piano di rientro si era e si è posto.
E la certificazione di tutto questo ci è fornita dal
tavolo Massici, grazie ai risultati prodotti in questa Regione; non dobbiamo
dimenticare, Presidente Scopelliti, che al tavolo Massicci non ci potevamo
nemmeno avvicinare all’inizio del 2010, perché da dicembre 2009 fino a luglio
2010 non si era posta in atto nessuna delle misure previste dal Piano di
rientro e, solo da luglio
Penso che oggi il modello proposto e l’azione nel campo
della sanità messa in atto, che vede il rafforzamento e la riorganizzazione dei
dipartimenti della sanità e della salute, la riorganizzazione della rete
ospedaliera attraverso i modelli detti prima dal Presidente, dagli Hub agli spoke, agli ospedali generali, la
medicina di famiglia attraverso un nuovo rapporto con i medici di famiglia, la
medicina territoriale attraverso un modo diverso di poter intendere quelle che
sono le prestazioni sul territorio per far risparmiare gli accessi all’interno
degli ospedali e per consentire agli ospedali di lavorare meglio, su queste
cose c’è un impegno, c’è un lavoro quotidiano che certamente non ha raggiunto
il massimo di quello che tutti quanti si potrebbero aspettare, perché in un
anno non si può fare tutto dopo che abbiamo trovato il disastro, ma si sta
lavorando per riorganizzare.
Da qui al 2012, quando finirà tutta quella che sarà
l’azione del Piano di rientro, in quel contesto noi dovremo andare a verificare
quali sono stati i risultati positivi di questa azione e quali potranno essere
le prospettive future del dopo
2012, quando potremo mettere un punto fermo rispetto a quella che è la
questione del debito e della riorganizzazione del sistema ospedaliero e
sanitario in generale. Le cifre della riduzione del 16 per cento dal 2010 e
delle previsioni del 30 per cento del 2011 sono cifre che ci fanno ben sperare,
rispetto a quelli che possono essere gli investimenti futuri nel contesto di
quella che sarà la sanità; quando si risparmia c’è, poi, anche la possibilità
di pensare a programmare cose nuove, che certamente bisognerà realizzare in
questa Regione oltre ai quattro ospedali nuovi che saranno realizzati entro il
2015.
Tutto questo avviene in un contesto di difficoltà
finanziarie enormi, in cui il trasferimento
del Fondo sanitario alle Regioni viene ridotto, la capacità contributiva
dei cittadini si riduce fortemente, per cui si riduce anche l’entrata per la
Regione, e non c’è la possibilità di chiedere ulteriori sacrifici ai cittadini,
alla luce del contesto di difficoltà economica e sociale.
Intanto la ringrazio, Presidente, fortemente per quanto
ha fatto insieme al Presidente Francesco Talarico per l’apertura del centro
protesi Inail di Lamezia Terme. Questo è un centro importante che consentirà
alla Calabria di avere un’eccellenza nel contesto della politica del
Mediterraneo. Qui si parla sempre di politiche del Mediterraneo, poi, di fatto
non si riescono a mettere in atto una serie di azioni che consentano a questa
regione di essere punti di riferimento.
Il centro protesi Inail è un esempio di punto di
riferimento nel contesto di quella che è l’azione di sviluppo del Mediterraneo,
perché oltre a raccogliere intorno a sé una qualità di interventi nel campo
delle protesi e degli interventi ortopedici, fa sì che questo centro possa
diventare un importante centro di riferimento per tutti i Paesi dell’Africa e
dell’Asia Sud Orientale. Questo consentirà alla Calabria non solo di ridurre il
fattore dell’emigrazione sanitaria, ma porterà immigrazione sanitaria all’interno
della nostra regione, quindi entrate per la nostra Regione e per la struttura
che si va a realizzare.
Rifiuto la polemica che c’è stata anche in questi giorni
all’interno della mia città, Presidente, per quanto riguarda due aspetti: uno è
quello dell’accorpamento dell’Asl, fatto in una notte qui all’interno del
Consiglio regionale, che ha avuto del paradossale ed ha prodotto anche una
sensazione di abbandono di territori; certamente, quell’accorpamento non è
stato realizzato da questo Consiglio regionale, ma all’interno di quel
Consiglio regionale che quella notte votò a favore di questo accorpamento c’era
qualcuno della mia città.
Anche rispetto a questo, rispetto ad una possibile
rivisitazione in futuro delle aziende sanitarie locali, penso che si debba
ridisegnare un sistema territoriale diverso rispetto a quello che c’è
attualmente in Calabria, perché non è possibile avere un’azienda sanitaria
provinciale come quella di Cosenza, di oltre 600 mila abitanti, e un’azienda
sanitaria come quella di Crotone e di Vibo Valentia, di meno di 200 mila
abitanti. Ci sono delle disparità territoriali che vanno riviste ed anche la
riorganizzazione del sistema sanitario va ridefinita rispetto a questo
problema.
Oggi, però, non è il momento di parlare di questo, ci
saranno le occasioni in cui parleremo anche di queste cose, come parleremo
anche, Presidente – lo voglio dire all’interno di questo Consiglio regionale –
del centro traumatologico di Lamezia Terme, perché, sì, è vero, che è stato
reinserito all’interno del decreto 106 del 2011, però ci troviamo nella
condizione per cui, per realizzare il centro traumatologico, ci vorranno una
serie di investimenti che oggi non sono a disposizione della Regione, diciamolo
chiaramente. Noi speriamo che questa disponibilità ci possa essere in futuro,
perché nessuno vuole venire meno ad un impegno che è stato assunto da quindici
anni e che nessuno ha realizzato, né l’allora assessore Luzzo, che è stato
Presidente e assessore in pectore della sanità nel Consiglio regionale,
né Doris Lo Moro, che è stata assessore alla sanità nel Consiglio regionale.
Questo è un aspetto che noi dovremo tenere presente e
sul quale, senz’altro ritengo, il Presidente Scopelliti in futuro potrà dare
una risposta positiva.
Oggi per me è stata scritta una pagina importante, per i
risultati che ci ha dato e per le informazioni che ci ha riferito il Presidente
Scopelliti. Dispiace che su questa pagina importante il centro-sinistra non si
sia trovato all’interno di quest’Aula; i cittadini sapranno capire qual è la
loro politica: una politica fatta di disfattismo e non costruttiva, perché a
parole dicono una cosa e, poi, nei
fatti dimostrano il contrario.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Salerno. Ne ha
facoltà.
Signor Presidente,
signor Presidente della Giunta, cari colleghi,
da quello
che è successo oggi viene fuori un dato che fa preoccupare, perché una minoranza, che da tempo chiede un confronto e un dibattito
sulla sanità e lo fa in Commissione, lo fa in Consiglio
e sulla stampa, nel momento in cui quest’Aula
si occupa di sanità, con un pretesto esce dall’Aula e abbandonano i
lavori; pretesto perché il Presidente Scopelliti
si era allontanato per dieci minuti per impegni istituzionali, rimanendo all’interno della sede del Consiglio.
Nonostante il capogruppo Fedele
abbia chiesto di rientrare in Aula, noi come maggioranza li abbiamo invitati
a rientrare
in Aula, proprio per approfondire il dibattito
sulla sanità, la minoranza ha preferito non rientrare. Perché? Perché, a mio avviso, questa è la dimostrazione di
un teorema di una classe politica che ha creato gravi disagi alla
Calabria, di una classe politica che ha lasciato la sanità in Calabria in una
situazione di grave degrado.
Il Presidente Scopelliti da dove è partito? Non è partito
da zero, ma da sottozero! Abbiamo trovato ospedali fatiscenti, una situazione
economica e finanziaria drammatica, il debito – lo conosciamo tutti – di oltre il miliardo e 50 milioni di euro,
l’emigrazione sanitaria pari a 300 milioni di euro l’anno, liste d’attesa di
sei e otto mesi, una rete territoriale che non esiste in nessuna zona della
Calabria, insomma una sanità completamente assente, a pezzi.
Ebbene, un Piano di rientro che non ha sottoscritto
Scopelliti, ma che è stato sottoscritto dall’allora Presidente Loiero che,
guarda caso, la minoranza non ha stigmatizzato per il suo comportamento, che ha
chiesto a Mirabelli di intervenire per primo perché doveva andare via ed ha
fatto un intervento, sì e no, di cinque-sei minuti, licenziando così il tutto e
andando via, come se lui non fosse stato
Il Piano di rientro loro lo conoscono bene, lo
conoscevano già bene prima ancora di noi che siamo stati eletti a marzo del
2010 – questo Piano di rientro è stato sottoscritto a dicembre 2009 – sapevano
già quali fossero le strutture ospedaliere
che andavano chiuse e quelle che andavano riconvertite. Oggi, però, li
ritroviamo in piazza a guidare la protesta, a riportare notizie false, spesso
tendenziose alle varie comunità che sono preoccupate, ovviamente, da una sanità
che in questi anni ha dato poco o niente. La gente dice: “Ma cosa accadrà, se
veramente anche questo piccolo presidio di sanità verrà chiuso o
riconvertito!”.
Diventa, quindi, una preoccupazione legittima, ma non è
giusto ciò che la minoranza sta facendo; non ultima la manifestazione di
Tropea, dove già c’era stato un intervento da parte del Presidente Scopelliti,
in cui ha assicurato che il reparto di oncologia non sarebbe stato chiuso, ma
sarebbe continuato a Tropea in cui è stato previsto un ospedale generale. Così
è successo anche in altri territori.
Bene, se vogliamo costruire una nuova sanità in
Calabria, dobbiamo innanzitutto prendere atto dei dati che il Presidente
Scopelliti ha evidenziato nella sua ampia e approfondita relazione: i risultati
sono stati raggiunti dal punto di vista economico e finanziario e sono stati
messi dei punti fermi, dei paletti – per la prima volta in Calabria, dobbiamo
dire ; accanto al Presidente Scopelliti c’è una squadra che sostiene
quest’azione di governo e che non ha mai messo in discussione l’operato del
Presidente Scopelliti e non ha mai messo in discussione quel Piano di rientro
che altri ci hanno lasciato in eredità.
Noi, oggi, abbiamo un governo regionale che va avanti
con grande responsabilità, con grande senso del dovere nei confronti dei
calabresi e non possiamo accettare
lezioni
dalla minoranza, da parte di chi ha provocato questi guasti.
Penso che dobbiamo ragionare in termini diversi, adesso
ci stiamo occupando di rientrare dal debito e i dati ci fanno guardare con
ottimismo. In parallelo, Presidente, adesso possiamo pensare veramente a
costruire la sanità del futuro, cosa che noi, fino ad oggi, non abbiamo potuto
fare, perché questo Piano di rientro non solo ha bloccato le assunzioni, ma non
ci ha dato la possibilità neanche di investire per ridurre quell’emigrazione
sanitaria che c’era in regione.
Con le previsioni che lei ha fatto e cioè che entro il
2012 potremmo uscire dalla fase di commissariamento, quindi uscire
dall’emergenza, noi possiamo veramente pensare alla sanità del futuro e
possiamo veramente pensare nei vari territori di offrire quella sanità che
serve, non gli sprechi che sono stati fatti nel passato e non quei primari – come
diceva il consigliere Caputo – che era più facile trovare nelle sezioni di
partito che nei loro reparti!
Anche su questo è necessario un occhio attento alla
gestione delle aziende ospedaliere e delle aziende sanitarie. Questo è
importante, questo è quello che deve fare la politica, non strumentalizzare la
piazza, strumentalizzare momenti importanti come l’assenza di 10 minuti del
Presidente Scopelliti.
E’ un atto di grande irresponsabilità da parte di tutta
la minoranza.
Domani i giornali riporteranno che la minoranza è uscita
perché il Presidente Scopelliti era assente al dibattito sulla sanità. Domani i
giornali dovrebbero riportare che, ancora una volta, questa minoranza è
irresponsabile agli occhi dei calabresi su un problema così importante qual è la
sanità; che da anni i calabresi, purtroppo, sono stati privati del diritto di
curarsi nella propria regione, costretti ad andare a curarsi fuori. Forse
qualcuno se lo può permettere, ma in tanti, purtroppo, neanche lo possono fare.
Questa è la situazione oggi.
Oggi dobbiamo dire ai calabresi che si è voltato pagina,
che si è aperta una nuova speranza per i calabresi, c’è un nuovo modo di fare
politica, c’è un’azione del governo regionale che è molto responsabile e che
non va avanti ad horas e non naviga a vista, ma naviga con dati di
fatto, con cognizione di causa per portare a casa i risultati.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Serra. Ne ha facoltà.
Prendo la parola anche perché vi voglio confessare che, durante la
relazione del Presidente Scopelliti, l’ho seguito davvero attentamente, io
che sono uno che non riesce a stare
seduto, ma l’ho fatto , però, vista l’importanza che
riveste questa tematica della
sanità. Fra l’altro
ho avuto il piacere e l’onore di far parte di questo
Consiglio regionale, mi sono insediato il 21 settembre del 2006, nelle riunioni di maggioranza io facevo parte dell’altra maggioranza, facevo parte di quel governo presieduto dal Presidente
Loiero,
che ho avuto anche il piacere di ascoltare stasera
dopo l’intervento del Presidente
Scopelliti; ebbene, si parlava sempre del problema della sanità,
dei debiti, come fare, come organizzarci,
spesso qualcuno di noi, compreso me, lamentava che mancava il confronto
all’interno di quella maggioranza.
Io
non voglio entrare nel merito di quello che è stato il motivo per cui i consiglieri dell’opposizione
hanno abbandonato
l’Aula, credo che ci siano altre motivazioni, non possono essere legate a
un’assenza di 10 minuti del Presidente Scopelliti, perché se andiamo a vedere
quelle che sono state tutte le sedute del
Consiglio regionale dal 2005 al 2010, andiamo a registrare molte assenze
del governatore Loiero.
Andate a spulciare quelle che erano le presenze. Io debbo constatare che il Presidente Scopelliti è sempre
presente, tranne qualche piccola assenza che è giustificata, spostandosi magari
a parlare di problemi o a ricevere delegazioni,
ad incontrarsi
con le organizzazioni sindacali, come fa ognuno di noi da questa parte e
dall’altra.
Ebbene, io ho registrato
una relazione dettagliata del governatore Scopelliti, una relazione che
è frutto di un lavoro portato avanti con forte coerenza, che spesso ha portato anche il sottoscritto a dire al
Presidente – e me ne è testimone il consigliere Orsomarso – a Scalea(
contraddicendo alcuni dirigenti dello stesso partito): “guardate, noi abbiamo
un programma che dobbiamo portare a termine, dobbiamo essere in grado di essere
una maggioranza coesa, dobbiamo essere in grado di dire ai calabresi che
vogliamo voltare pagina, vogliamo realizzare una sanità diversa.
L ’ex governatore, oggi consigliere Loiero, quando
parlava degli ospedali di frontiera, Loiero da Presidente, quando io ero in
maggioranza, ci ricevette un giorno a palazzo Alemanno e fece una promessa,
cioè che San Marco non sarebbe stato chiuso, non sarebbe stato riconvertito e
c’era già una delibera del 19 dicembre del 2009 che parlava della chiusura di
cinque strutture ospedaliere e,
successivamente dopo l’anno, le altre riconversioni.
Com’è possibile che oggi ci dimentichiamo di quello che
abbiamo fatto! Non è possibile! E per
ultimo cosa è successo ? Che, dopo aver approvato il bilancio del 2010,
quella maggioranza che si apprestava ad affrontare la campagna elettorale, il
12 febbraio del 2010 veniva fatta una delibera che ribadiva quella che era
stata la delibera del 19 dicembre 2009.
Allora ci furono tutti quegli incontri che ci furono con
i sindaci e con
Ebbene, io sono quello che sta sostenendo dove sta
andando il governatore Scopelliti a dire di andare avanti su questa linea che
ha intrapreso questa maggioranza, perché è molto facile parlare e andare a dire
che Praia a Mare è un ospedale di frontiera. Qualcuno dimentica che anche
all’interno della Valle dell’Esaro – e lo sa bene chi è di quella zona come il
consigliere Orsomarso, ma anche tanti amici che frequentano e vivono la realtà
–, in quel territorio ci sono 70 mila abitanti, per cui siamo al di sopra di
quello che può essere un ospedale di frontiera, quale Cariati.
E debbo dare atto
anche alla Commissione sanità col Presidente Salerno, che
ringrazio.Spesso dico – è vero, onorevole Chiappetta? – ma quante riunioni
stiamo facendo, quanti incontri stiamo facendo, ma le stiamo facendo
sicuramente per dare man forte a quello che è il programma, quello che è stato
detto durante la campagna elettorale, che abbiamo ereditato da un
centro-sinistra che ci aveva detto: “Questi sono i numeri, questi sono i
debiti, questo bisogna fare”. Noi lo stiamo portando a termine. Qualcuno
vorrebbe farcelo cambiare. Ma com’è possibile, se avete adottato gli atti
deliberativi negli anni 2009 e 2010! Lo avete detto.
A me dispiace che non sia presente l’intero gruppo della
minoranza, degli amici, perché fra l’altro ci può dividere quello che è un
discorso anche di gestione oggi, ci può dividere il modo di vedere, ma non ci
deve dividere l’andare a fare populismo nelle varie zone dove sono le strutture
ospedaliere. Com’è possibile,
cari amici, andare a promettere la riapertura degli ospedali dove sono previste
le riconversioni o, addirittura, le chiusure! Non è possibile, non possiamo
tornare indietro. Questo oggi ce l’ha detto il Governo nazionale, ma ce lo ha
ribadito anche il nuovo Esecutivo guidato dal professor Mario Monti, che ha
detto che bisogna finire con i privilegi, bisogna tagliare. Non è possibile,
caro Presidente Salerno – e lei lo sa – e noi non diciamo dove abbiamo trovato
220 dipendenti e 14-15 posti letto!
Ma com’è possibile, cari amici, che si abbandoni l’Aula
del Consiglio regionale perché comunque si vuole fare del populismo, si vuole
fare la conferenza stampa! La conferenza stampa la dobbiamo fare tutti i giorni
sui territori, dove abbiamo una richiesta forte di servizi che devono essere
erogati, però ci confrontiamo con una realtà e con un disavanzo di natura
economica che fa spavento.
Allora un buon padre di famiglia che deve fare? Quello
che sta facendo il governatore Scopelliti, che nonostante spesso qualcuno
Anch’io l’ho fatto all’inizio, lo tiravo per la giacca e
gli dicevo “caro Presidente, vediamo
cosa si può fare per San Marco, vediamo cosa possiamo dire a questa Valle
dell’Esaro che è di circa 70 mila abitanti”. Il Presidente rispondeva che il
programma bisognava portarlo avanti, che non poteva tornare indietro, perché
aveva una scommessa che
lui ha portato avanti durante la
campagna elettorale, che ha permesso di avere un grosso risultato, una grande
soddisfazione per la coalizione del centro-destra. Ha detto, però, durante la campagna elettorale che avrebbe rivisto alcune strutture che non
reggevano più con i passi, con i tempi di oggi, per evitare l’emigrazione, per
evitare i disservizi, per evitare primariati dove c’erano le figure, c’era il
primario, ma non c’era la divisione, e ce n’erano a iosa nelle strutture ospedaliere della Regione Calabria.
E bene ha fatto il Presidente Scopelliti, io lo invito
tutti i giorni “Presidente, cerchi di portare avanti questo programma”. Capisco
che le piazze spesso vengono fomentate, basta uno che la mattina si alza in un
paese e dà una notizia e poi il giornale la pubblica o la televisione la
trasmette, si crea e si fomenta la piazza. Noi dobbiamo avere il grande coraggio,
se siamo amministratori seri, di avere la colonna vertebrale, perché in
politica è importante camminare
dritto,
perché se siamo uniti, se siamo forti, se riusciamo anche a superare questa
fase delicata che vivono
Non lo abbiamo fatto – c’ero pure io – in cinque anni,
ci abbiamo girato, abbiamo aspettato le elezioni, cari amici, per poter fare
una delibera il 12 febbraio. Oggi – ribadisco – stiamo portando avanti quel
programma e si abbandona l’Aula! Ma chi non ricorda, cari amici, quando in una
nottata il Presidente Loiero riunì la maggioranza e ci disse “dobbiamo tagliare
le Asl, fare un’unica azienda provinciale” e così fu, contro anche il parere di
qualche consigliere, perché allora si doveva operare in quel senso.
Oggi su quella linea bisogna andare, sulla linea che il
governatore Scopelliti sta portando avanti, ed io sono uno che lo seguirà,
forse anche rinunciando a visitare il mio paese e frequentando la piazza,
perché di questi tempi – e lo dico in modo particolare per quanto riguarda il
mio paese, ma in altre realtà tipo Trebisacce, Cariati, caro Gallo, e altre
– dobbiamo essere uomini di istituzione,
dobbiamo essere uomini coraggiosi e dobbiamo essere vicini al nostro
governatore. Questa maggioranza non si deve dividere, noi dobbiamo avere il
grande coraggio di dire fra quattro anni, fra tre anni e mezzo, che avevamo
intrapreso una strada, che è quella di tagliare.
Questo era il mio intervento, ci tenevo a farlo, perché
in tutto questo tempo – sono passati quasi cinque anni da quando io siedo nei banchi di questo consesso regionale –, mi dovete
credere, che soffro tutti i giorni, perché non riesco a dare una risposta sulla
sanità, però oggi riusciamo a darla se siamo forti e determinati.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Gallo. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, credo che, quando
il Presidente Scopelliti si candidò a diventare
Presidente di questa Regione
e quando ognuno di noi si candidò a diventare consigliere regionale, avrebbe fatto volentieri a meno di occuparsi
del problema della sanità
in Calabria e avrebbe preferito trovare una Regione con una sanità avanzata, di qualità, senza un debito come
quello trovato; quindi, avrebbe
sicuramente voluto occuparsi di altro. Così non è stato.
Quella
che oggi è minoranza e che ha abbandonato l’Aula, facendo sì che questo importante dibattito sulla sanità della nostra regione, peraltro rivendicato e invocato dalla minoranza
stessa, si svolgesse in un’Aula semivuota e quindi
in un clima desolato, beh, quella che oggi è minoranza, ieri e per cinque anni
– lo ricordavano i colleghi che mi hanno preceduto
– è stata maggioranza e in un contesto nel quale, probabilmente, si poteva fare anche
di più, perché c’erano maggiori possibilità a livello
di Governo nazionale e si
sarebbero potute operare delle scelte che non sono state fatte e nel quale, invece, sono state operate scelte che hanno determinato lo sconquasso vero nel quale la sanità calabrese si è ritrovata.
Si
ricordava la scelta sulle aziende
sanitarie provinciali in una provincia come quella di Cosenza, che è enorme e
si ricordavano altre scelte riguardo alla riorganizzazione ospedaliera; in
molti casi si è deciso di mandare negli ospedali i Nas per chiudere le sale
operatorie, sono iniziati i lavori di ripristino delle sale operatorie, che
sono state demolite e si è scoperto che non c’erano poi i fondi per proseguire i
lavori. Sicuramente scelte non di programmazione sanitaria e non negli
interessi dei cittadini.
E va anche ricordato e in
quest’Aula, assessore Aiello, che con la sanità si sono costruite le liste
elettorali in questa Regione, alle provinciali del 2009, alle regionali del
2010; ripeto, con le aziende sanitarie si sono costruite le liste elettorali.
Credo che questo non accada nemmeno in Africa centrale! Invece è accaduto in
Calabria e questo ha determinato il moltiplicarsi del debito – così come
ricordava il Presidente Scopelliti – 253 milioni di euro, oltre i 3 miliardi e
400 mila euro che il Governo spende e manda alla Calabria per la sanità, di
disavanzo.
In questo anno e mezzo – sono fra
quelli critici e autocritici – con altri componenti di maggioranza e con il
Presidente, in alcune circostanze, abbiamo avuto, anche all’interno di riunioni
di maggioranza, una dialettica spinta, un confronto, però va anche detto che in
questo anno e mezzo alcune scelte ineluttabili e ineludibili dovevano essere
fatte e sono state fatte, in un contesto difficile nel quale la sanità è stata
commissariata, ma non attraverso il commissario Presidente, ma attraverso la
presenza dell’Agenzia nazionale dei servizi regionali in sanità, che ha
compiuto effettivamente delle scelte dopo un lavoro che era iniziato già nel
2009 e che si è completato nel 2010, allorquando è stato ineluttabile e
ineludibile fare le scelte del Piano di rientro.
Come gruppo Udc, rispetto alle
scelte operate ed ai numeri anche dichiarati dal Presidente Scopelliti, non
possiamo non essere solidali sul percorso
effettuato. Il gruppo Udc dichiara il sostegno rispetto ad un percorso che riteniamo essere
difficile, tortuoso, sì, ma comunque virtuoso nel tentativo di affrontare una
problematica in un contesto che ormai non fa nessun tipo di sconto, perché non
abbiamo nessuna possibilità di agire diversamente rispetto a quanto fatto
finora.
Va anche sottolineato, però, come le
scelte di Age.Na.S., che sono state poi contenute nel Piano di rientro, in
alcuni casi hanno penalizzato delle province e dei territori all’interno delle
province, lo abbiamo detto, lo abbiamo dichiarato in altre circostanze. Oggi,
chi era maggioranza ieri e avrebbe potuto fare delle scelte e, nel momento in
cui si delineavano alcuni scenari, avrebbe potuto dire la sua e non lo ha
fatto, diventa agitatore delle piazze, dei sindaci, delle associazioni e sembra
essere colui il quale difende i territori! Credo che questo non corrisponda a
verità.
Noi, ieri, abbiamo difeso i
territori, oggi in Consiglio regionale, con quella dialettica interna alla
quale facevo riferimento, continuiamo a farlo e ricordo che nel mio primo
intervento in Consiglio regionale sulle dichiarazioni programmatiche del
Presidente feci riferimento ad esempio – oggi lo hanno fatto tanti colleghi –
al concetto degli ospedali di frontiera, che dovrebbero drenare un po’ di
emigrazione sanitaria al di fuori del contesto di questa provincia, così come
ci sono tante altre realtà sanitarie della provincia di Cosenza che hanno
necessità di ulteriore e migliore attenzione.
Certo, il confronto in una sanità
ancorché commissaria dovrebbe avvenire all’interno del Consiglio regionale.
Oggi questo confronto non è stato possibile attuarlo fino in fondo. Credo che il Presidente, stasera,
abbia fatto, rispetto anche al passato, delle importanti aperture. Oggi non
sarà possibile, ma appena sarà possibile, probabilmente le rivisitazioni del
decreto 18 e anche del decreto 106 potranno essere operate e saranno
sicuramente operate nell’interesse dei territori e dei cittadini di quei
territori.
Noi, come gruppo Udc, siamo solidali
sul percorso intrapreso, che è
virtuoso, di tutela dei conti pubblici, ma anche di miglioramento della qualità
della risposta sanitaria, ma saremo anche attenti e vigili in futuro riguardo
le scelte di Age.Na.S., non proprio condivise e non proprio condivisibili,
anche in termini di livelli essenziali di assistenza e di rapporto fra numero
di abitanti e posti letto che ci sono state sui territori e che, eventualmente,
saranno da rivedere. Saremo sicuramente impegnati nel confronto anche con il
commissario per avere quelle risposte che in questa fase forse non siamo
riusciti ad ottenere, ma che in futuro cercheremo di ottenere, nel momento in
cui questo sarà possibile.
Ha
chiesto di parlare l’onorevole Scopelliti. Ne ha facoltà.
Presidente, a
me dispiace, francamente, questa scelta dei colleghi del centro-sinistra
e non vorrei che fosse una reazione fuori
luogo.
Stavo
leggendo che, se si dice cialtrone ad uno che per anni ti massacra sulla
stampa, scoppia il grande caso, ma si è detto cialtrone a chi tenta di
diffamare ogni giorno un Presidente di
Regione, un politico, uno, guarda caso, del centro-destra!
E,
poi, mi ha fatto molto piacere leggere che colui a cui ho detto cialtrone, ad esempio, e non sapevo, venne nella mia città, a Gioia Tauro, dopo i moti del 1970 con
Dicevo, Presidente – per questo ero
un po’ assorto nella lettura e forse non mi ha visto che ero attento a fare
altro – dispiace il fatto di non trovare in Aula i colleghi del
centro-sinistra, perché francamente mi sono assentato per non più di 30 minuti
per un impegno istituzionale, a seguito della richiesta di una visita di
cortesia da parte del candidato a Presidente della Regione Basilicata alle
ultime elezioni, il collega Nicola Pagliuca, che ho ricevuto, insieme al
consigliere Fedele che è venuto all’incontro e, poi, sono tornato in Aula.
Penso che non ci fosse neanche lontanamente un solo motivo per abbandonare
l’Aula per l’assenza mia o del Presidente Talarico, nel senso che se i colleghi
del centro-sinistra si fossero magari prodigati a dire alla Presidenza “noi non
vogliamo continuare la seduta del Consiglio se non c’è il Presidente”, avremmo
fatto una sospensione, com’è stata, di 15 minuti e poi avremmo ripreso i
lavori.
Quindi, non c’era nessuna volontà e
nessuna determinazione di offendere i colleghi che stavano in Aula.
Penso, invece, un’altra cosa,
Presidente, vale a dire che ai colleghi del centro-sinistra, dopo aver fatto
ieri un comunicato stampa fiume di circa
Il rispetto dell’Aula, ma anche dei
calabresi, in questo caso, mi ha portato, avendo elementi importanti da
sottoporre alla vostra valutazione, a fare un discorso con dati e cifre. Il
consigliere Loiero, che, probabilmente, non si rende conto neanche di cosa
sostiene dice: “Questi sono i numeri suoi”. Qualcuno spieghi al consigliere
Loiero, magari attraverso la stampa, che questi sono i dati certificati dal
tavolo Massicci, facciamogli un bigliettino autografato da tutti noi per dire
che questi sono i dati del tavolo Massicci; mandiamogli la relazione del tavolo
Massici, in cui Massicci e chi di competenza certificano che il debito è
diminuito.
Inoltre, non so se ricordate, la
macchina che passava in autostrada senza la targa famosa che ci ricordava,
facendoci vergognare come dei ladri, il ministro Sacconi e poi il ministro
Tremonti, quando parlava del bilancio orale di naccariana memoria, ecco, quei
tempi sono finiti.
Guardate, secondo me, sulla sanità
bisognerebbe scrivere un libro, per rappresentare un po’ tutte le nefandezze e
tutte le dicerie che ci sono state in questi anni. Cioè
Allora, ognuno rivendica il suo
credito e, senza fare nessun riscontro, dicono che il debito della Calabria è
di 2 miliardi e 166 milioni di euro. Questo è successo. Dopodiché, quando noi
siamo intervenuti, abbiamo cominciato a fare 2 più 2 e non 2 più 2 fa 10!
Quindi, abbiamo cominciato a lavorare.
Oggi abbiamo ricevuto i complimenti
al Tavolo Massicci, perché non soltanto abbiamo molto chiara la situazione
rispetto all’andamento di ciò che è la spesa e la capacità di spesa delle Asp, ma ci hanno riconosciuto il merito
– guardate che è una cosa importante – della capacità di rendere un
monitoraggio costante sui flussi, ovvero ci hanno detto: “Siete bravi perché
state facendo anche questo, cioè avete contezza di ciò che si muove”.
In un mondo in cui non si è mai
saputo nulla, in cui Mario Magno, con grande serenità e fermezza, ha affermato
una cosa giusta, che forse mai nessuno ha avuto il coraggio di evidenziare,
perché tanti si sono nascosti, secondo me – dico secondo me come secondo te –
vale a dire delle doppie fatture pagate e, se si facesse un’indagine reale,
troveremmo tante di queste cose, purtroppo non possiamo andare nel passato a
scoprire quello che accadeva dieci o quindici anni fa.
Non è competenza nostra. Ci sono i manager,
hanno i loro funzionari, però uno dei rischi che si ipotizzava e si paventava
in questi nostri territori era anche questo. Adesso ci sono dei controlli
capillari, che seguono tutte le proiezioni e questo ci dà la dimensione del
lavoro fatto.
Adesso dispiace dover fare un
dibattito senza i colleghi consiglieri del centro-sinistra, anche perché penso
che, alla fine, Mirabelli è intervenuto …
Il consigliere Guccione ha
rilasciato dichiarazioni ad un’agenzia di stampa; adesso non so perché ormai ci
parliamo tramite agenzie, diventa brutto che anche il Consiglio regionale venga
superato dalle notizie di agenzia.
Allora ci sarà un motivo per cui lui
al tempo disse queste cose, perché vuol dire che bisognava fare delle scelte.
Adesso l’ho richiamata proprio per ricordargli quello che aveva detto.
Quindi, il consigliere Guccione, che
era il segretario regionale del partito più importante in seno al Consiglio
regionale e che governava, ha autorizzato il Piano di rientro e adesso se ne va
ad Acri, magari stamattina a manifestare.
Non so se poi ci è andato con
Queste cose, poi, le rivedremo, però
questa è la dimostrazione di una situazione preoccupante, perché mentre noi
facciamo scelte sane, questi signori ancora continuano ad imperversare
attraverso le agenzie e, anziché dire in Aula quello che pensano, fanno scelte
che sono veramente preoccupanti, perché come si fa, ancora una volta, a
sostenere queste cose? Ci troviamo di fronte ad affermazioni che sono
gravissime.
“Scopelliti deve ascoltarci”, hanno
abbandonato l’Aula, cioè ma veramente …!
Penso che la verità, è che oggi –
poi, per carità, ognuno di noi fa il suo lavoro, tanto siamo abituati – questi
signori sono arrivati in Aula senza un minimo di competenza e, quindi, senza un
minimo di elementi validi da sottoporre alla valutazione del Consiglio, non
avendo come confutare i dati che ho portato.
Perché, guardate, ho parlato di più
temi, del tema della sanità come Piano di rientro, dei nuovi ospedali, del
commissariamento in atto rispetto ai finanziamenti legati alla questione della
riqualificazione, ristrutturazione e nuove tecnologie degli ospedali, cioè ho
parlato di questioni che sono ferme dal 2007 e che noi abbiamo portato avanti
con i 107 milioni di euro che abbiamo portato in Calabria, con l’ospedale di
Catanzaro capofila dei tre Hub.
Ho parlato di altri 130 milioni di
euro di risorse – ho lasciato su le carte –, anzi molto di più, di centinaia di
milioni di euro, sono circa 300 milioni o più, di tutti gli ospedali che
verranno ristrutturati, riqualificati e una parte di questi per nuove
tecnologie, cioè ho parlato di cose che, secondo me, loro non avevano neanche
idea di che cosa stessi dicendo. Infatti, l’improvvisazione in queste cose è
all’ordine del giorno e il tema più preoccupante della Calabria e dei
calabresi, della politica calabrese, è la carenza di conoscenza della materia
che trattiamo, perché parliamo soltanto in politichese.
Quindi, quando uno si presenta,
spiazzando tutti, con atti, con documenti, con carte alla mano, con
certificazioni, con riscontri, è chiaro che, poi, diventa difficile affrontare
il dibattito politico. Dice: “Ma noi abbiamo gli elementi”. Certo, però ce li
troviamo perché è una materia su cui lavoriamo o, comunque, ce li costruiamo.
Sulla scorta di quella relazione,
non poteva essere fatto un dibattito generico sul perché chiudiamo il reparto
di oncologia, perché se ci fosse stato anche qui un contributo serio sarebbe
stato diverso.
Ad esempio, ieri ho chiamato il
Vescovo per dire “scusi, però volevo comunicarle una cosa, so che c’è stata
questa manifestazione, lei ha portato giustamente il suo contributo, ma lei sa
di che cosa stiamo parlando? Di 181 ricoveri annui in day hospital, mezzo paziente al giorno e noi dobbiamo mantenere un
primario e tantissime altre persone a fare che cosa!”. Di questo parliamo, la
sanità in Calabria è questa e questa è una rappresentazione plastica di quello
che è stato fatto.
Dieci sindaci, il corteo, io mi sono
preoccupato quando ho letto i giornali sulla manifestazione dell’altro giorno a
Vibo, perché ho detto: “Porca miseria che errore che abbiamo fatto!”. Ho
convocato tutti per parlare di Vibo, della Valle dell’Esaro, per parlare un po’
di ospedali; ho convocato l’Ufficio del commissario, mi hanno portato i dati di
Vibo e adesso convocherò, ovviamente, anche il primario di Vibo, di Tropea per
chiedere: “Ma lei mi dà riscontro di questi dati che mi ha fornito
l’amministrazione dell’Asp?”.
Di che cosa state parlando?! Se
manteniamo ancora il reparto all’interno, così come mi sono impegnato a fare,
dovreste baciare per terra perché è un risultato eclatante in positivo,
dovreste ringraziarci. Lo facciamo per i malati, non per i singoli! Cioè
parliamo di queste cose che la Calabria non sa. Quando due anziani mi scrivono
una lettera su un quotidiano e mi dicono “non
chiuda a Crotone il reparto di dialisi”, io impazzisco, perché dico “ma
chi è che chiude la dialisi?!” e quell’altro professore dell’Università degli
Studi Magna Graecia che va là perché gli hanno detto che verrà chiuso il
reparto di oncologia, quando non è vero, e tutto il resto. Perché vengono meno
i primariati, ma in tanti casi rimangono i reparti, quindi, rimane comunque la
funzione, perché c’è un presidio che rimane.
Di fronte a tutte queste cose, noi
ci troviamo una carenza di comunicazione a cui concorre anche la stampa.
Vorrei incontrare quei giornalisti a
cui hanno assegnato quattro pagine per dire “ma tu li hai mai visti questi
dati?”, perché, purtroppo, anche la stampa, una parte – entriamo su questo –
che è minima, è faziosa, perché è politicizzata e perché è contro di noi a
prescindere, ma lo fa perché la cultura del ricatto, che molti hanno attuato in
questa storia della Calabria, non funziona più, quindi vivono con il terrore,
cioè con l’idea di dire “questi qua non li abbattiamo”, quindi tentano
attraverso altre strategie di riuscire a metterci in difficoltà. Per carità,
ognuno fa la sua strada. Dall’altra parte c’è una stampa che è libera e svincolata,
grazie a Dio e che non risponde.
Perché prima dicevo “leggevo”?
Perché accade una cosa, che quando c’è un giornale in Calabria o un giornalista
che fa un pezzo su Salvatore Pacenza, automaticamente rispondono Fierro e
Ruotolo in sintonia, sono sincronizzati! Guarda tu, la sera prima tutti quanti
decidono di fare lo stesso pezzo! Allora è una cricca, c’è una sintonia! Se uno
dice che è un cialtrone, se dicono a noi che frequenti i mafiosi, che vai a
spasso, che hai dato la mano a quello, che se vai a un matrimonio e poi il boss
dice di non conoscerti, probabilmente, o come io dico, di non sapere con chi
pranzi, dicono che eri a pranzo con il
boss in una sala con 300 persone, tu eri a tavola con il boss a pranzo!
Ma questi signori squallidi queste nefandezze
le pagheranno tutte, attraverso la giustizia. Loro ci possono insultare ogni
giorno, ma se noi diciamo che uno è un cialtrone, che magari continua a
scrivere nefandezze, ecco che scatta la logica della setta, della casta, “la
solidarietà, si sono riuniti, hanno fatto …” e ci insultano, dicono “fascista”
perché ha usato il manganello.
Allora una volta ogni tanto uno si
arrabbia e dice una cosa che va detta, “eccolo là, hanno riscoperto il
manganello di Scopelliti, il giovane fascista”!
Questo è, perché loro possono fare i
colpi di Stato, possono ammazzare le persone mediaticamente, possono aggredire
tutti, però se uno gli dice che è un cialtrone, che è il minimo di quello che
pensiamo di alcuni giornalisti, allora scatta il meccanismo della solidarietà
dei compagni da una parte e compagni di
merenda, magari, per alcune figure in alcune circostanze, in alcuni luoghi e in
alcuni contesti per altri. Non voglio dire che Fierro o altri sono compagni di
merenda, dico che sono compagni, poi altri invece in altri luoghi, in altri
contesti, in altre realtà sono compagni di altra natura, di merenda, di altro
tipo di logica.
Oggi accade perché, purtroppo, c’è
da parte nostra una carenza di comunicazione, perché la stampa, nella
stragrande maggioranza – come la politica nella stragrande maggioranza, per me,
è fatta da persone perbene – non ha gli elementi di conoscenza, quindi magari
dedicano quattro pagine alla notizia della chiusura di un reparto, però non
hanno i dati. Quindi la cosa è eclatante per la portata, per il numero, però se
per tempo si comunica bene – considerato che il nostro grande limite è riuscire
a comunicare bene per tempo le situazioni in cui ci troviamo – perché andiamo a
chiudere un reparto, perché comunque riconvertiamo un ospedale, la gente poi si
convince della bontà del progetto.
I cittadini ci hanno applaudito in
tante circostanze, a Oppido Mamertina, alla fine a Scilla, dove erano in fase
di contestazione, come lo può dire il consigliere Pacenza e Franco Pugliano: i
crotonesi che sono stati la settimana scorsa in riunione, presumo, consigliere
Dattolo, Vicepresidente Stasi, che sono andati via dall’incontro entusiasti del
Piano che abbiamo presentato, perché non era una penalizzazione dell’ospedale
di Crotone, era invece una crescita, un’attenzione ulteriore verso una nuova
sanità. Però, purtroppo, a volte ci troviamo di fronte a questo tipo di
situazioni per cui per dieci giorni a Crotone si era diffusa la notizia che noi
chiudevamo l’ospedale, che chiudevamo tutti i reparti, però quando poi abbiamo
comunicato in maniera giusta, c’è stata la corretta amplificazione da parte dei
mezzi di comunicazione e di informazione, cioè hanno dato il dovuto risalto ad
una comunicazione che noi facevamo.
Quindi, la responsabilità di questo,
purtroppo, è in capo a noi, cioè laddove ci sono pure fermenti che vengono
messi sul campo, è la dimostrazione che c’è un limite anche nostro in termini
di comunicazione. Però, la partita è rischiosa – lo dico veramente e in maniera
convinta – perché, quando a fine anno tracceremo il bilancio di 131 milioni di
euro di risparmi in un anno e mezzo, consigliere Fedele, su 131 milioni, 70
milioni sappiamo a chi li abbiamo sottratti, probabilmente alle spese inutili,
agli sperperi, ma gli altri 50, gli altri 60 non abbiamo idea a quale lobby, a quali signori, a quale
‘ndrangheta, a quali soggetti diretti o indiretti li abbiamo sottratti, non
abbiamo idea e rispondiamo di questo un giorno. E si risponde, quando poi
accadono le cose, le situazioni di difficoltà e di emergenza drammatiche,
qualcuno dice: “Sì, ma forse abbiamo spinto troppo, forse abbiamo pressato,
abbiamo strumentalizzato troppo”.
Queste situazioni bisogna
prevenirle, occorre fare attenzione, perché una persona dializzata che mi
scrive che è costretta ad andare da Crotone a Catanzaro, quando non è vero, se
un giorno vede il consigliere Pacenza per strada e gli tira un ceffone o fa
altro, perché gli dice “mi vuoi rovinare la vita”. Questo gesto, poi, lo paga
la disinformazione voluta e strumentalizzata da quei consiglieri che si sono
preoccupati di andare dall’assessore Pugliano a dire “ma il Presidente con chi
ce l’aveva quando diceva che, forse, domani comincia a prendere le carte,
comincia a fare determinate altre questioni”, perché si preoccupano della malafede,
di aver disinformato il cittadino per cercare di arrecarsi un vantaggio
politico.
Tutto questo dobbiamo metterlo in
campo attraverso una capillare azione di comunicazione, che deve essere
un’azione di responsabilità.
L’altro giorno, consigliere Orsomarso,
sono andato a Paola con i consiglieri Gianpaolo Chiappetta e Giulio Serra, – il consigliere Morelli era
impegnato altrove, non lo volevo dire, ma era dal vescovo -e si è verificato
che tutti gli intervenuti, dall’assessore ai consiglieri del centro-sinistra,
comunisti di Rifondazione, hanno detto “l’ospedale spoke lo abbiamo grazie ad
Agazio Loiero, perché è stato lui a dare l’imbeccata, quindi dobbiamo
ringraziare Agazio Loiero ed il Presidente Scopelliti che oggi l’ha
realizzato”. Poiché io ero stato premiato dal sindaco appena siamo arrivati, ci
hanno dato il quadretto di San Francesco da Paola, del nostro Santo protettore,
non volevo essere maleducato, però c’erano 300-400 persone in questo grande
salone e ho detto “Scusate, ma vi domando: quanti posti letto ha l’ospedale di
Paola?”. Mi rispondono: “
Poi, la gente si è messa ad
applaudire – perché i cittadini non sono cretini e il problema vero della politica
è che pensa che i cittadini siano decisamente meno intelligenti di noi, invece
non è così e, nella stragrande maggioranza dei casi, sono molto più
intelligenti e molto più avanti– perché una giornalista intelligente, arguta e
corretta, nell’intervista, appena sono arrivato, mi ha detto “ma lei si ricorda
che nel 2007 l’assessore Lo Moro venne cacciata, fischiata e mandata via perché
dichiarò che avrebbe chiuso l’ospedale?”, ho detto “no, guardi, non lo ricordo
perché facevo altro, non ricordo queste cose”, ma me lo ricordò lei davanti a
tutti gli altri giornalisti, quindi, automaticamente, la gente, quando diciamo
che abbiamo costruito l’ospedale spoke tra Cetraro e Paola, è felice.
Così come, dalle carte, l’ospedale
di Corigliano andava chiuso. Non è che Corigliano veniva declassato, veniva
fatto un ospedale generale, no, diventava punto di primo intervento. Ed io al
tavolo Massicci ho spiegato ad Age.Na.S.: “Scusate, ma se tra cinque anni
questo ospedale sarà spoke, mi spiegate perché oggi devo andare a chiudere
questa realtà, quando su questa fascia vengono meno gli ospedali di Trebisacce
e Cariati?”. Ho fatto valere le mie ragioni e ho costruito anche lì l’ospedale
spoke, perché abbiamo fatto una considerazione non di utilità politica ma - è un fatto chiaro - di capienza di posti
letto, che è una delle rivendicazioni dei sindaci, che dicono: “In questa
fascia abbiamo pochi posti letto”.
Oggi diventa più difficile dire “non
ci sono i posti letto”, perché 130 più 150 sono 260 posti. Immaginate cosa
poteva essere quel Piano con soli 150 posti letto, cioè soltanto con l’ospedale
di Rossano, invece abbiamo creato
l’ospedale spoke Rossano-Corigliano, attraverso un’attenta disamina delle
situazioni.
Quindi, tutte le cose, i cambiamenti
che potevano essere fatti li abbiamo realizzati, nel senso che li abbiamo
costruiti per renderli credibili e sono stati approvati, questo a dimostrazione
della bontà delle azioni che abbiamo messo in campo.
Pertanto, Presidente, oggi siamo qui
in un numero sufficiente, probabilmente, per approvare il documento presentato
dal capogruppo del Pd e dagli altri capigruppo – presumo – siamo 27, però penso
che non sia importante per noi oggi approvare questo documento, perché proprio perché si parla di sanità c’è
bisogno di avere la capacità di interloquire con quella parte che oggi ha
deciso di uscire dall’Aula. Magari attraverso i dati che la stampa farà
emergere dalla relazione, avranno qualche nozione e qualche elemento in più per
dibattere e per discutere, però va bene lo stesso, cioè a questo punto,
Presidente, sono dell’idea rinviare al 2 dicembre, data fissata, se non
sbaglio, per la convocazione della prossima seduta del Consiglio,
l’approvazione della mozione o dell’ordine del giorno, presentato dal
consigliere Fedele ed altri, per discutere e dare la possibilità in Aula di
avere qualche elemento in più.
Sarei
dell’idea di fare questo tipo di proposta ai colleghi, che ringrazio per la
cortesia che hanno avuto di fermarsi in Aula per assolvere al nostro compito,
per poterla sottoporre, magari, anche ai colleghi del centro-sinistra e vedere
se riusciamo a portare a compimento
questo dibattito attraverso il loro coinvolgimento, che non deve
avvenire per forza attraverso le agenzie o le conferenze stampa, ma che si può
concretizzare anche in Aula, perché – ribadisco – sono mancato mezz’ora e
chiedo scusa, così come il Presidente Talarico; io tra l’altro ero tutto
accaldato, sudato e sono anche andato a rinfrescarmi un attimo dopo aver
parlato 50 minuti, e non sono mancato quanto ha detto il consigliere Guccione.
(Interruzione)
Quanto?
Due ore? Non lo so, però ho letto una relazione che non era politica, era
tecnica, era precisa e poi, negli ultimi 10 minuti, ho fatto qualche
considerazione, sono andato anche – dicevo – a rinfrescarmi un attimo. Non era
un palcoscenico, poiché titolava “l’Aula come palcoscenico” – mi pare che
questo fosse il messaggio. Ho soltanto fatto una relazione che potesse servire
all’Aula per aprire un dibattito e per parlare di cose serie, anziché parlare
in maniera strumentale o forse, a volte, inconcludente.
Quindi,
Presidente, voglio proporre all’Aula, se i colleghi sono d’accordo, di rinviare
alla seduta del 2 dicembre le determinazioni definitive sull’argomento, per poi
trattare il punto e cercare di coinvolgere nel dibattito in maniera più diretta
e più utile anche i colleghi del centro-sinistra.
Penso che
possiamo accogliere la proposta finale del Presidente Scopelliti, che aggiorna
il dibattito di oggi senza procedere all’approvazione di un documento finale.
Peraltro, c’erano anche altri provvedimenti della maggioranza, anche interventi
della maggioranza, quindi questo testimonia che non c’è una visione di parte
della sanità, ma c’è la voglia dell’intero Consiglio regionale di accogliere le
proposte che vengono dai banchi della minoranza, così come quelle che vengono
dai banchi della maggioranza.
Quindi,
possiamo raccogliere la proposta del Presidente Scopelliti di aggiornamento del
Consiglio regionale alla prossima seduta, con il medesimo ordine del giorno.
Ha chiesto di parlare l’assessore
Stillitani. Ne ha facoltà.
In
merito al quarto punto all’ordine del giorno
relativo alla discussione della proposta di legge unificata “Disciplina dei servizi socio-educativi per la
prima infanzia”, pur apprezzando il testo e considerandola sufficientemente valida, poiché non ha tenuto conto di
una proposta di legge approvata nel mese di marzo dalla Giunta regionale, le chiedo, invece di esaminarla
nella prossima seduta del Consiglio, di rinviarla in
terza Commissione, per valutare la possibilità
di tenere in
considerazione qualche spunto innovativo contenuto nella proposta della Giunta
regionale.
L’assessore Stillitani propone, se siete d’accordo,
di stralciare il punto all’ordine del giorno, per rimandarlo in Commissione in modo
tale che ci sia un approfondimento,
affinché sia pronto per l’approvazione in Aula
nella seduta del 2
dicembre.
La parola all’onorevole Imbalzano.
Mi
dispiace che si sia arrivati al 17 novembre – oggi abbiamo
avuto un colloquio cordiale con il garbato assessore Stillitani – perché
avremmo potuto fare questo lavoro certamente qualche mese fa, però il nostro
interesse è quello di realizzare una buona legge, che sia la migliore possibile, non di fare comunque una legge e, se ci sono
elementi che possono arricchire e migliorare quella che è
stata approvata dalle Commissioni terza e seconda, ovviamente, da parte nostra non vi sono ostacoli.
Presidente, pongo come condizione che alla prossima seduta di Consiglio, dopo un coordinamento
formale e un passaggio anche sostanziale, se si vuole, in terza Commissione si approvi finalmente una legge che – come abbiamo detto
più volte – le famiglie calabresi e
Spero che il Presidente Salerno ci
ascolti e sono disponibile, dopo il lavoro importante che abbiamo fatto,
affinché entro qualche settimana, in una delle prime
sedute, anzi nella prima seduta della Commissione eccezionalmente si crei un
tavolo tecnico-politico che recepisca quello che è necessario e si torni in
Aula per l’approvazione della legge.
Da parte nostra, quindi, nulla osta,
con l’impegno – ripeto – che nella seduta del 2 dicembre si chiuda, finalmente,
questa partita.
Presidente Salerno?
Va
bene, convocheremo una seduta della Commissione
ad hoc per questa proposta di legge e speriamo di poterla approvare nella prossima seduta del Consiglio.
Se siamo d’accordo con l’assessore,
con il Presidente, con l’onorevole Imbalzano, che è stato da sempre sensibile
su questo argomento, e l’onorevole Nucera, che è uno di coloro che hanno
proposto la legge, aggiorniamo
il Consiglio, tranne questo
punto all’ordine del giorno, che viene
rinviato in Commissione. Naturalmente, il Presidente si è impegnato a convocarla in tempi rapidi, in modo tale che il testo
che sarà approvato dalla Commissione arrivi in Consiglio regionale il prima
possibile, che potrà essere giorno 2 dicembre, se
(Interruzione)
L’importante è la presenza
dell’assessore in Commissione.
Concordate subito la data della
Commissione.
L’onorevole Nucera ha chiesto di
intervenire. Ne ha facoltà.
Non
voglio più parlare, Presidente.
L’onorevole Nucera
rinuncia all’intervento.
La seduta viene tolta, sarà
convocata per giorno 2 dicembre.
Hanno chiesto congedo i consiglieri Dattolo, Gentile, Trematerra, Talarico D.
(Sono
concessi)
Sono state presentate alla Presidenza
le seguenti proposte di legge di iniziativa della Giunta regionale:
“Ripianamento perdite esercizio 2010 Aeroporto Sant’Anna S.p.A (Delibera Giunta regionale 525 dell’11.11.2011)” (P.L. n. 274/9^)
E’ assegnata alla seconda Commissione
consiliare - Bilancio programmazione
economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
“Modifiche ed integrazioni
alla legge regionale 11 agosto 2010,
n. 21 nonché disposizioni regionali in attuazione del decreto legge 13 maggio
2011, n. 70, convertito con modificazioni dalla legge 12 luglio 2011, n. 106
(Delibera Giunta regionale n. 497 del 2.11.2011)” (P.L. n. 275/9^)
E’ stata assegnata alla
quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio –
protezione dell’ambiente.
(Così resta stabilito)
“Norme per la promozione e
la disciplina del volontariato (Delibera Giunta
regionale n. 498 del 2.11.2011)” (P.L. n. 276/9^)
E’ assegnata alla terza Commissione
consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla
seconda - Bilancio programmazione
economica e attività produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
“Modifica della legge regionale n. 11 del 26 febbraio
2010, recante: <Interventi regionali di solidarietà a favore dei familiari
di lavoratori e lavoratrici deceduti o gravemente invalidi a causa di incidenti
sui luoghi di lavoro> (Delibera Giunta regionale n. 500 del 2.11.2011)”
(P.L. n. 277/9^)
E’ assegnata alla terza Commissione
consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla
seconda - Bilancio programmazione
economica e attività produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
“Disposizioni per la
formazione del bilancio annuale 2012 e pluriennale 2012-2014 (legge
finanziaria) (Delibera Giunta regionale n. 515 dell’11.11.2011)” (P.L. n.
279/9^)
E’ assegnata alla seconda Commissione
consiliare - Bilancio programmazione
economica e attività produttive – alla prima - Affari, istituzionali e affari
generali – alla terza - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative –
alla quarta - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente
– alla quinta - Riforme e decentramento – ed alla sesta - Affari della Unione
europea e relazioni con l’estero.
(Così resta stabilito)
“Provvedimento generale
recante Norme di tipo ordinamentale e procedurale (Collegato alla manovra di
finanza regionale per l’anno 2012), art. 3, comma 4 della legge regionale n. 8/2002 (Delibera Giunta
regionale n. 516 dell’11.11.2011)” (P.L. n. 2080/9^)
E’ assegnata alla seconda Commissione
consiliare - Bilancio programmazione economica
e attività produttive – alla prima - Affari, istituzionali e affari generali –
alla terza - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – alla quarta -
Assetto e utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente – alla quinta
- Riforme e decentramento – ed alla sesta - Affari della Unione europea e
relazioni con l’estero.
(Così resta stabilito)
“Bilancio di previsione
della Regione Calabria per l’anno finanziario 2012 e bilancio pluriennale per il triennio 2012-2014 (Delibera Giunta regionale n.
517 dell’11.11.2011)” (P.L. n. 281/9^)
E’ assegnata alla seconda Commissione
consiliare - Bilancio programmazione
economica e attività produttive – alla prima - Affari, istituzionali e affari
generali – alla terza - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative –
alla quarta - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente
– alla quinta - Riforme e decentramento – ed alla sesta - Affari della Unione
europea e relazioni con l’estero.
(Così resta stabilito)
E’ stata presentata,
inoltre, la seguente proposta di legge di
iniziativa popolare:
“Istituzione del reddito
di esistenza (misure contro la precarietà)” (P.L. 269/9^)
E’ stata assegnata alla
terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e
formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
Sono state, altresì,
presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei
consiglieri:
Magno – “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale
24 novembre 2006, n.
E’ assegnata alla quinta Commissione consiliare - Riforme e decentramento.
(Così resta stabilito)
Maiolo – “Modifica dell’articolo
5 della legge regionale 11 maggio
2007, n.
E’ assegnata alla seconda Commissione
consiliare - Bilancio programmazione
economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
De Masi, Giordano,
Talarico D. – “Promozione della città dei bambini e delle bambine” (P.L. n.
271/9^)
E’ assegnata alla terza Commissione
consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla
seconda - Bilancio programmazione
economica e attività produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
Morelli – “Istituzione del sistema statistico regionale –
Sistar Calabria” (P.L. n. 272/9^)
E’ assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali – ed alla seconda -
Bilancio programmazione economica e attività
produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
Pacenza – “Misure per il controllo delle emissioni di
benzo(a)pirene “ (P.L. n. 273/9^)
E’ assegnata alla quarta Commissione
consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente.
(Così resta stabilito)
Parente, Aiello F., Salerno – “Sicurezza e salute sui
luoghi di lavoro. Norme per l’attuazione del D.Lgs 81/2008 in materia di
sanzioni” (P.L. n. 278/9^)
E’ assegnata alla terza Commissione
consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla
seconda - Bilancio programmazione economica
e attività produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
E’ stata presentata alla Presidenza
la seguente proposta di legge
statutaria di iniziativa della Giunta regionale:
“Modifica allo Statuto della Regione
Calabria in materia di qualità della
normazione” (Delibera Giunta regionale n. 494 del 2.11.2011)” (P.L.S. n. 8/9^)
E’ assegnata alla quinta Commissione
consiliare - Riforme e decentramento.
(Così resta stabilito)
Sono state presentate alla Presidenza
le seguenti proposte di
provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:
“Azienda
Calabria Lavoro – Approvazione rendiconto generale relativo all’esercizio
finanziario 2010 (Delibera G.R. n. 488 del 2.11.2011)” (P.P.A. n. 153/9^)
E’ assegnata alla seconda Commissione
consiliare - Bilancio programmazione
economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
“Arpacal – Catanzaro – Rendiconto generale esercizio finanziario 2006 (Delibera Giunta regionale n. 489 del 2.11.2011)” (P.P.A. n. 154/9^)
E’ assegnata alla seconda Commissione
consiliare - Bilancio programmazione
economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
“Arpacal – Catanzaro – Rendiconto generale esercizio
finanziario 2007 (Delibera Giunta regionale n. 490 del 2.11.2011)” (P.P.A. n.
155/9^)
E’ assegnata alla seconda Commissione
consiliare - Bilancio programmazione
economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
“Arpacal – Catanzaro – Rendiconto generale esercizio
finanziario 2008 (Delibera Giunta regionale n. 491 del 2.11.2011)” (P.P.A. n.
156/9^)
E’ assegnata alla seconda Commissione
consiliare - Bilancio programmazione
economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
In data 4 novembre 2011, il Presidente
della Giunta regionale ha promulgato le sotto
indicate leggi regionali. Le stesse sono state
pubblicate sul supplemento straordinario n. 3 dell’11 novembre 2011 al Bur 20
del 2 novembre 2011:
legge
regionale 4 novembre 2011, n. 39, recante:
“Tracciabilità informatica del procedimento amministrativo e misure per la
trasparenza, il controllo e la legalità dell’azione amministrativa”;
legge regionale 4 novembre 2011, n. 40, recante:
“Partecipazione alla costituzione della Fondazione Francesco Fortugno”;
legge regionale 4 novembre 2011, n. 41, recante: “Norme
per l’abitare sostenibile”;
legge regionale 4 novembre 2011, n. 42, recante:
“Modifica alla legge regionale 10 agosto 2011, n. 29 “Delega alla Giunta
regionale per la redazione dei Testi unici in materia di attività produttive, lavoro
e istruzione – cultura e beni culturali”.
E’ stata assegnata alla sesta Commissione consiliare - Affari
della Unione europea e relazioni con l’estero.
(Così resta stabilito)
Guccione, Censore, Aiello F., De Gaetano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
nel luglio 2011 il Direttore dell’ASP di Cosenza responsabile settore (acquisizione beni e servizi) Avv. Carlo Baldini aveva avviato le procedure necessarie per la concessione novennale del servizio di gestione dell’RSA di Marano Marchesato (CS) per un numero di posti letto pari a 60, per una spesa complessiva di 50 milioni di euro in contrasto con il piano di rientro dal debito sanitario che prevede il blocco di tutti gli accreditamenti sanitari;
in questi giorni l’ASP di Cosenza, a conclusione delle procedure amministrative avviate, avrebbe assegnato la gestione della RSA di Marano Marchesato -:
quali iniziative intende assumere a tutela della Regione Calabria il Presidente della Giunta regionale onorevole Giuseppe Scopelliti in ordine alle procedure avviate, in sfregio al piano di rientro, per la concessione del servizio di gestione dell’RSA di Marano Marchesato e soprattutto cosa intende fare nel caso in cui l’ASP avesse concluso le procedure per la gestione.
(185; 7.11.2011)
Talarico D. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
con legge 17 giugno 1996 n. 14 (BUR n. 62 del 20
giugno 1996),
la società era tra le partecipate di Fincalabra SpA;
attualmente la società è sottoposta a curatela fallimentare e 25 suoi ex dipendenti sono soggetti a regime di mobilità, con trattamento di sostegno al reddito previsto dagli Ammortizzatori Sociali;
tali lavoratori hanno più volte sottoposto all’attenzione
della Giunta regionale la questione di una soluzione definitiva al problema che
li riguarda, richiamando i casi similari in cui
la regione potrebbe trarre vantaggi dalla valorizzazione dei predetti lavoratori, nell’ambito di un’iniziativa di rilancio delle politiche pubbliche nel campo delle tecnologie dell’informazione -:
1) quali iniziative si intendono assumere a favore dei 25 ex lavoratori della società TESI SpA;
2) se non si valuti discriminatorio ai danni degli ex lavoratori della società TESI SpA il fatto che altri posti di lavoro relativi a società partecipate della regione siano stati salvati attraverso specifiche iniziative e scelte politiche della Giunta regionale.
(186; 8.11.2011)
Talarico D. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore all’agricoltura, foreste e forestazione. Per sapere - premesso che:
gran parte del territorio (
tale comprensorio di bonifica è stato istituito a seguito del riordino della rete regionale dei Consorzi di Bonifica ed alla conseguente soppressione del Consorzio di Bonifica Sibari-Crati, a sua volta posto in regime di liquidazione con un passivo accertato di 36.000.000 di Euro;
una quota rilevante delle passività accumulate dal Consorzio Sibari-Crati ora gravano sul Consorzio di Bonifica Integrale dei Bacini Meridionali del Cosentino recentemente istituito;
i cittadini del Comune di Bisignano (CS), i cui terreni ricadono nel nuovo comprensorio consortile, sono stati destinatari di avvisi di pagamento del contributo ex art. 23, c.1 lettera a), L.R. 11/2003, per l’anno 2010;
il suddetto contributo è stato preteso anche per terreni classificati "asciutti", peraltro privi di impianti e di servizi di irrigazione consortili, né mai interessati da opere ed interventi di bonifica. Detti terreni classificati "asciutti", ubicati nella "zona a monte" del Comune di Bisignano, sono per di più inutilizzabili per attività agricole e/o extragricole a causa della loro conformazione impervia e in parte resi inutilizzabili da calamità naturali accadute negli anni scorsi;
agli stessi cittadini è stato chiesto, altresì, il versamento del contributo per usufruire dell’erogazione dell’acqua per uso irriguo relativamente all’anno 2011;
il contributo richiesto per usufruire di acqua per irrigazione è risultato esageratamente aumentato, andando a gravare essenzialmente su piccoli appezzamenti di terreno, utilizzati prevalentemente per un’agricoltura non .imprenditoriale ma finalizzata al soddisfacimento di meri bisogni familiari;
con una petizione rivolta a codesto assessorato, nonché al Consiglio Regionale, il cui contenuto è stato in larga parte recepito in una deliberazione del Consiglio comunale di Bisignano (D.C.C. n. 18 del 28/09/2011), i cittadini destinatari dei predetti avvisi di pagamento hanno, tra l’altro, espressamente chiesto che:
1)
2) sia abrogato e/o modificato l’art. 23, c.1 lettera a), L.R. 11/2003, laddove si stabilisce che i contributi consortili debbano essere esatti anche in assenza di opere di bonifica e di benefici per i fondi;
3) siano revocati tutti gli avvisi di pagamento del contributo ex art. 23, c.1 lettera a), L.R. 11/2003;
4) sia rimodulata la tariffa relativa all’uso di acqua per irrigazione (riduzione del 50%), in particolare per i proprietari e/o possessori di piccoli appezzamenti di terreno (fino a 3.333 mq) -:
1) quali iniziative si intendono intraprendere in favore dei cittadini di Bisignano (C5), destinatari da parte del Consorzio di Bonifica Integrale dei Bacini Meridionali del Cosentino di avvisi di pagamento palesemente ingiusti ed esosi, ancorché emessi in assenza di qualsivoglia opera di miglioramento fondiario relativamente ad i propri appezzamenti dì terreno;
2) se non sia il caso di incontrare, nell’immediato, una delegazione dei cittadini che hanno promosso la petizione di cui in premessa, unitamente ad una delegazione dei comuni del comprensorio, per stabilire un percorso condiviso nella direzione di una rapida ed efficace risoluzione del problema.
(187; 9.11.2011)
Guccione, Censore. All’assessore all’agricoltura. Per sapere – premesso che:
detto Calendario Venatorio era stato sottoposto all’ISPRA per il previsto parere;
l’Assessorato all’agricoltura della Regione Calabria, con deliberazione approvata dalla Giunta regionale n. 407 del 12.9.2011, ha apportato sostanziale variazioni al suddetto Calendario sia nei tempi che nelle modalità dell’esercizio venatorio;
tali variazioni risultano, per come previsto nell’arto deliberativo, essere state sottoposte all’indispensabile parere del suddetto Istituto "ISPRA" -:
se è in possesso del parere vincolante dell’Ispra rispetta alla deliberazione della Giunta regionale n. 407 del 12.09.2011 e se risulta a vero che l’approvazione del tesserino venatorio sia avvenuta dopo l’apertura della stagione venatoria;
se così dovesse essere, si chiede di sapere quali iniziative si intendono adottare per ovviare a tali incongruenze e contraddizioni amministrative al fine di assicurare una corretta e trasparente gestione del settore venatorio in Calabria.
(188; 10.11.2011)
De Gaetano. Al
Presidente del Consiglio
regionale e all’assessore alla cultura. Per sapere – premesso che:
si è in
presenza dell’inquietante scenario relativo al drammatico status quo vissuto dal mondo dell’istruzione e dell’integrazione scolastica della disabilità a causa dei tagli
indiscriminati operati dal Miur che, oltre a generare una condizione di
disagio locale e di emergenza degli utenti e del personale della scuola, si
riverberano, in termini di disservizio ed
inefficienza, anche in materia di sicurezza per l’abbattimento dei limiti
imposti ex lege sulla densità di affollamento
delle classi, nell’ambito delle diverse istituzioni scolastiche della Regione
Calabria e, in particolare, della provincia di Reggio Calabria;
in proposito
l’Asis (Associazione degli Insegnanti di Sostegno) di Reggio Calabria, unitamente alla Uil Scuola della Provincia di Reggio
Calabria, ha avanzato una formale richiesta al Direttore generale del U.S.R.
Calabria al fine di ottenere chiarimenti sulla documentazione relativa al
contingente di sostegno attribuito alla provincia di Reggio Calabria per l’A.S.
2011-2012;
detta
richiesta è rimasta inevasa;
successivamente, è stata inoltrata all’U.S.R. Calabria, in data 17.09.2011,
una lettera di diffida con la quale l’Asis e l’Uil Scuola della Provincia di
Reggio Calabria hanno evidenziato l’assoluta carenza di legittimità, di
trasparenza e di pubblicità degli atti e delle procedure adottate in materia di
attivazione delle unità di
sostegno e di assegnazione della dotazione organica
alle Province calabresi in rapporto al numero degli alunni
disabili in possesso di regolare certificazione medico-clinica;
le
contrazioni organiche del sostegno registrate dalle istituzioni scolastiche della Provincia di Reggio Calabria denotano inaccettabili
discrepanze nella ripartizione del relativo contingente tra le Province calabresi
a danno del territorio reggino in quanto dal riscontro delle ore legittimamente richieste dalle scuole (in forza
delle certificazioni di disabilità rilasciate
dalle ex Asl, oggi ASP n. 5) e quelle assegnate dalla competente
amministrazione scolastica risulta che, nella provincia di Reggio Calabria, il
rapporto medio alunni/docenti di sostegno si attesta sull’assurdo coefficiente
di
le
sopracitate organizzazioni hanno diffidato l’Usr a pubblicare la documentazione
relativa all’organico di diritto e all’organico di fatto del contingente di
sostegno invitando lo stesso Usr ad autorizzare, attribuire e attivare
ulteriori 300 unità di sostegno in deroga per
il D.P.E.F.
per il quinquennio 2009/2013 ha delineato uno schema di risparmio finanziario di
7832 milioni di euro nel settore dell’istruzione tradottosi, poi, nella
riduzione di 100.000 posti per i docenti e di 50.000 posti per il personale
A.T.A;
relativamente
all’attività di sostegno
diversamente
da quanto previsto dalla citata legge 244/07,
conseguentemente,
il Ministero ha disposto un taglio complessivo dei posti pari al 30% rispetto a
quelli riconosciuti al 1° Settembre 2006;
in
definitiva, l’organico dei docenti di sostegno, per l’A.S 2010/2011 è stato
determinato in 90.469 unità (organico di diritto portato a 83.348 posti e organico di fatto quantificato in 27.121 posti)
e, altresì, congelato in virtù dei D.L.
n. 78 del 31 Maggio 2010;
la citata
C.M. 21/2011 ha, però, raccomandato la
massima attenzione, cautela e precauzione in materia di costituzione delle
classi delle scuole di ogni ordine e grado che accolgano alunni con disabilità,
nel senso di limitare - per quanto possibile e in presenza di grave disabilità
- la formazione delle stesse con più di 20 alunni rammentando, altresì, l’osservanza
dell’art. 5 del D.P.R. n. 81/2009 recante “Norme
per la riorganizzazione delle rete scolastica ed il razionale ed efficace
utilizzo delle risorse umane della scuola” il quale, a proposito della predetta
questione, precisa che tale parametro sussiste qualora sia esplicitata e motivata
la necessità di tale consistenza numerica “in rapporto alle esigenze formative
degli alunni disabili e purché il progetto articolato di integrazione definisca
espressamente le strategie e metodologie adottate dai docenti della classe,
dall’insegnante di sostegno, o da altro personale operante nella scuola”;
in materia di adeguamento degli organici di diritto alle situazioni di
fatto è stata emanata
ogni istituzione scolastica è obbligata a seguire pedissequamente le disposizioni normative
predisponendo, quindi, una pianificazione dell’offerta formativa rispondente ai
criteri fissati dalle norme vigenti e realizzando un modus operandi preciso, proficuo, e confacente alle necessità dell’utenza
dal punto di vista sanitario e anche della sicurezza scolastica in conformità
alle Linee Guida per l’integrazione dagli alunni con disabilità, diramata dal M.I.U.R.
con nota prot. 4274 del 4 Agosto 2009, che configurano il quadro complessivo in
cui collocare l’integrazione scolastica che coinvolge tutti i docenti curricolari
e di sostegno e l’intero gruppo-classe a cui appartiene l’alunno in condizione
di disabilità;
l’art. 19 comma 11 del D.L. 6 Luglio 2011 n. 98, convertito nella legge
111 del 16 luglio
il Consiglio di Stato con sentenza
n. 4286 del 14.07.2011 ha accolto il ricorso presentato in prima istanza avanti
il Tar Lazio da docenti appartenenti alle province di Catania e di Enna ed ha
censurato il comportamento del Miur in relazione alla “assenza di un’adeguata
motivazione e, a monte, di una congrua istruttoria a sostegno della disposta
ripartizione e del contingente fissato fra le province di Enna e Catania e tra le
Province meridionali e quelle del Centro-nord”;
conseguentemente, la ratio sottesa all’ingiustificabile ed
iniquo operato del predetto Ministero in materia di ripartizione del
contingente nazionale dei docenti, è priva di qualsiasi fondamento logico-giuridico
e, pertanto, è auspicabile che l’Usr della Calabria di astenga dall’applicazione
di una analoga ed illegittima procedura in relazione all’ambito regionale;
in proposito il Consiglio di Stato
ha rilevato che “non sono emerse le modalità aritmetiche o logiche con cui si è
provveduto alla concreta applicazione del criterio della proporzionalità al
numero dei posti disponibili” come si evince del resto ed in via analogica
nella ripartizione dell’organico di sostegno tra le province calabresi
effettuato dall’U.S.R Calabria stante la maggiore popolazione studentesca, la maggiore
presenza di alunni disabili ed il contestuale elevatissimo tasso di precariato
della Provincia di Reggio Calabria -:
quali misure intendano adottare, ed in quali tempi, al fine di:
a) vigilare sull’operato del competente U.S.R, per
b) valutare, per l’ipotesi di eventuali dinieghi dell’Usr Calabria che violerebbero
il diritto all’istruzione e all’integrazione scolastica e si tradurrebbero in
un decadimento della qualità dell’azione didattica e formativa, l’emissione di
provvedimenti che consentano la tempestiva applicazione di ogni procedura
necessaria all’attivazione dei posti di sostegno in deroga per come richiesto
dall’Associazione degli Insegnanti di Sostegno di Reggio Calabria e dalla Uil Scuola
della Provincia di Reggio Calabria;
c) controllare la pedissequa attuazione delle normative sulla sicurezza che impongono determinati
standard e vietano la formazione di classi di elevata consistenza numerica anche in presenza di
alunni con disabilità e all’interno di aule inidonee dal punto di vista logico e strutturale,
con particolare riferimento all’art. 12 comma 4 della legge n. 820/71 che sancisce "il numero
massimo di alunni che possono
essere affidati ad un solo insegnante non può essere superiore a 25 anche ai fini
delle attività integrative e degli insegnamenti speciali", nonché all’art.
5 del D.M. 26.08.1992 n. 292 recante "norme
di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica” che afferma "il massimo
affollamento ipotizzabile è fissato in 26 persone per aula (considerati 25
studenti e un solo insegnante)”.
(189; 15.11.2011)
Il Consiglio regionale
premesso che
la criticità
dello stato dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria, che sottopone a enormi
ritardi, difficoltà e rischi chi deve percorrerla, accresce l’isolamento della
Calabria;
la
situazione generale del sistema delle infrastrutture e dei collegamenti
ferroviari e stradali, già fortemente critici, anche per carenza di
investimenti delle aziende Anas e Gruppo Ferrovie dello Stato, è destinata ad
aggravarsi ulteriormente, con i tagli annunciati dei treni notturni e a lunga
percorrenza;
di fatto, le
strategie di Trenitalia e delle altre società del gruppo Ferrovie dello Stato,
interrompono la continuità territoriale e limitano la libertà di circolazione
delle persone e delle merci, non garantendo, ai cittadini della Calabria, pari
opportunità con i cittadini di altre regioni dei Paese;
la flotta
dei treni, impiegati in Calabria, è vetusta e che i servizi ai passeggeri si
qualificano, palesemente, come inefficienti, se non inesistenti, e che per i
collegamenti Calabria-Roma e viceversa, con i treni cosiddetti Eurostar,
Trenitalia utilizza, in modo chiaramente discriminatorio, rispetto allo
standard dei servizi offerti in altre regioni, materiale tecnologicamente non
adeguato a percorrere la linea alta velocità Napoli-Roma, con conseguente
prolungamento della durata di percorrenza della tratta ferroviaria di circa un’ora;
l’insufficiente
e graduale defezione di Trenitalia si aggiunge all’assenza di significativi
programmi d’investimento ed a scelte aziendali che negano, al territorio
calabrese, servizi efficienti e moderni;
Impegna
a
intervenire presso il Governo nazionale, e in particolare presso il ministro
per le Infrastrutture, per rappresentare le condizioni di assoluta
disuguaglianza in cui si trova
a
coinvolgere, nella definizione di una strategia utile a correggere la
situazione attuale del sistema dei trasporti ferroviari nel meridione, le
Regioni Sicilia, Basilicata, Puglia, tutti i parlamentari eletti in Calabria e
le parti sociali da tempo mobilitate sulla questione;
impegna il
Presidente del Consiglio regionale della Calabria a inviare le determinazioni
del Consiglio regionale
della Calabria ai Presidenti dei Consigli regionali di Sicilia, Basilicata,
Puglia, per concordare eventuali iniziative comuni, ai Presidenti di Carnera e
Senato, perché valutino l’esigenza di avviare una inchiesta sulla politica dei
trasporti operata da Trenitalia nelle regioni del Sud ed a interessare il
Presidente della Repubblica, garante della Costituzione e quindi di quel
principio secondo cui tutti i cittadini hanno pari dignità sociale nel nostro
Paese.
(55;
18.11.2011) Talarico F., Aiello V., Ciconte, De Masi
Morelli. Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere – premesso che:
con delibera del direttore generale dell’allora Azienda Sanitaria n. 1 di
Paola, n. 134 del 7 febbraio 2002 veniva istituito il Centro Diurno per
diversamente abili, Polifunzionale nel Comune di San Pietro in Amantea in
provincia di Cosenza;
il suddetto Centro Diurno Polifunzionale, semiresidenziale, secondo la declaratoria
della sopracitata delibera è destinato alla socializzazione ed integrazione
sociale di quei soggetti che possono trovarsi in qualunque forma di disagio e
si avvale di personale dipendente dall’Azienda Sanitaria di Paola per le figure
presenti in organico ed integrato da personale esterno con incarichi a tempo
determinato per le figure non presenti nella dotazione organica aziendale;
i Centri Diurni nascono dopo la Legge Basaglia, numero 180/78, che
prevede l’abolizione degli ospedali psichiatrici, inizialmente essi erano finalizzati
esclusivamente ad interventi
psichiatrici, ma successivamente il loro obiettivo si è rivolto a tutte le
forme di disagio;
il Centro Diurno in oggetto, infatti ospita soggetti diversamente abili di
varie patologie e fornisce agli stessi, interventi integrati assistenziali di
tipo educativo e rieducativo e riabilitativo così come recita la normativa
vigente che individua il Centro Diurno come erogatore di una pluralità dell’offerta
dei servizi, sociale/sanitario con lo scopo del
recupero delle capacità residue di autonomie e di relazione delle persone;
in data 22 marzo c.a, il Comando dei Carabinieri per la salute, Nas di Cosenza, ha effettuato un accesso ispettivo nella Sede
del Centro Diurno di San Pietro in Amantea rilevando delle inadempienze: “una
diversa destinazione d’uso del Centro”, “Erogazione di prestazioni di natura
sociale i cui costi (diretti o indiretti) sono in carico del SSR”, -
“Erogazione di prestazioni sanitarie afferenti
con delibera n. 1128 del 24 marzo 2011, il Commissario Straordinario dell’Asp
di Cosenza, demandava al Direttore del
distretto di Amantea, competente per territorio, di disattivare immediatamente
le attività erogate dal Centro di San Pietro in Amantea;
il Direttore del distretto di Amantea in seguito alla delibera n. 1128/11
sopra citata, scriveva in data 14.04.2011, protocollo n. 62243 del 15.04.2011
le proprie controdeduzioni al Commissari Straordinario dell’Asp di Cosenza, a S. E. Prefetto di Cosenza, alla Regione Calabria - Dirigente del dipartimento tutela della salute, al Procuratore della
Repubblica di Paola ritenendosi sì pronto ad eseguire gli ordini superiori e,
quindi, a sospendere le attività del Centro Diurno di San Pietro in Amantea ma
evidenziava l’infondatezza dell’assunto secondo cui il Centro sarebbe destinato
a servizi di tipo esclusivamente sociale ed altro, entrando nel merito su ogni
punto del verbale stilato dai NAS, con un lungo documento molto dettagliato, ed
invitava l’Asp, a rivedere la decisione
di chiusura definendola “incresciosa”;
in seguito a quanto sopra, i sindaci del territorio, afferente al
Distretto sanitario di Amantea (9 comuni) si
sono riuniti una prima volta in data 4 Aprile 2011 presso il Centro Diurno di San
Pietro, successivamente in
data 15 Aprile
in data 4 maggio c.a., le famiglie degli ospiti del Centro Diurno di San
Pietro in Amatea, si sono riunite in assemblea, sottolineando in un verbale da
loro redatto, firmato e regolarmente inviato a mezzo raccomandata A/R a tutte
le autorità interessate, il disagio che stanno vivendo allorquando i loro congiunti
sono costretti a rimanere a casa e quindi l’emarginazione sociale-terapeutica
che per loro si profila sia in termini di salute in quanto le famiglie non sono
attrezzate nella gestione di questi soggetti portatori di handicap, che in
termini di sostegno psicologico e terapeutico, in quanto lasciate sole -:
le ragioni che a tutt’oggi inducono le istituzioni competenti a non
ricercare una soluzione rapida per il superamento di un ostacolo
burocratico-amministrativo vista la motivazione che ha causato la sospensione
delle attività del Centro Diurno di San Pietro in Amantea (CS), considerando
che la struttura de quo, unica nel territorio del Tirreno cosentino, offre un
servizio di supporto importantissimo sotto l’aspetto psico-socio-sanitario non solo ai soggetti ospiti delle
strutture ma anche alle famiglie ed al territorio;
le ragioni di una sottovalutazione del problema che comporta un disagio
notevole alle famiglie dei portatori di handicap ospiti dei Centri, considerato
che, non essendoci altri Centri specializzati a cui rivolgersi e non essendo le
stesse attrezzate per la gestione sia psicologica che terapeutica dei loro
figli, sono rimasti abbandonati a loro stessi. Atteso che, non si può certo parlare
di spesa e di danno dal momento che, da un rendiconto ufficiale rilasciato dal
Servizio economato Asp CS – ex Asl n. 1 di Paola, si evidenzia che la spesa
complessiva …in 10 anni di attività ammonta a euro 122.616,03 (12.000/anno
circa – 1.200,00/mese circa e che gli ospiti del centro quasi si autofinanziavano
con offerte e donazioni per le diverse attività svolte (quali ceramica,
pittura, giardinaggio) in quanto al Centro diurno venivano continuamente
commissionati da parte di Enti pubblici, Associazioni, Enti privati ecc, gadgets
e lavori artigianali per manifestazioni, congressi e
convegni di varia natura. Tutto ciò faceva parte di un progetto finalizzato a
consentire l’ingresso di questi ragazzi nel mondo del lavoro.
(135; 3.6.2011)
Risposta – “In relazione all’interrogazione in oggetto trasmessa dalla S.V., con nota n. 101282/Siar del 7.9.2011, si evidenzia che lo scrivente Settore non è a conoscenza di alcun elemento utile in relazione agli argomenti dei quesiti posti dall’interrogante.
Distinti saluti”.
Dott. Rubens Curia (Dirigente del Settore)
“Il Consiglio regionale della Calabria
premesso che
la Calabria si trova di fronte ad un’inaccettabile violazione del diritto alla mobilità di migliaia di cittadini, in conseguenza al progressivo abbandono di consistenti aree del territorio nazionale da parte delle aziende del gruppo Ferrovie dello Stato, in particolare della società Trenitalia;
la criticità dello stato dell’autostrada Salerno - Reggio Calabria, che sottopone a enormi ritardi, difficoltà e rischi chi deve percorrerla, accresce l’isolamento della Calabria;
la situazione generale del sistema delle infrastrutture e dei collegamenti ferroviari e stradali, già fortemente critici, anche per carenza di investimenti delle aziende Anas e Gruppo Ferrovie dello Stato, è destinata ad aggravarsi ulteriormente, con i tagli annunciati dei treni notturni e a lunga percorrenza;
di fatto, le strategie di Trenitalia e delle altre società del gruppo Ferrovie dello Stato, interrompono la continuità territoriale e limitano la libertà di circolazione delle persone e delle merci, non garantendo, ai cittadini della Calabria, pari opportunità con i cittadini di altre Regioni del Paese;
la flotta dei treni, impiegati in Calabria, è vetusta e che i servizi ai passeggeri si qualificano, palesemente, come inefficienti, se non inesistenti, e che per i collegamenti Calabria - Roma e viceversa, con i treni cosiddetti Eurostar, Trenitalia utilizza, in modo chiaramente discriminatorio, rispetto allo standard dei servizi offerti in altre Regioni, materiale tecnologicamente non adeguato a percorrere la linea alta velocità Napoli — Roma, con conseguente prolungamento della durata di percorrenza della tratta ferroviaria di circa un’ora;
l’insufficiente e graduale defezione di Trenitalia si aggiunge all’assenza di significativi programmi d’investimento ed a scelte aziendali che negano, al territorio calabrese, servizi efficienti e moderni;
impegna la Giunta regionale:
a intervenire presso il Governo nazionale, e in particolare presso il Ministro per le Infrastrutture, per rappresentare le condizioni di assoluta disuguaglianza in cui si trova la Calabria, nell’ambito del sistema dei servizi ferroviari italiani e dei collegamenti stradali, che impediscono il formarsi di tutte quelle condizioni necessarie per una crescita sociale ed economica equa della Calabria;
a coinvolgere, nella definizione di una strategia utile a correggere la situazione attuale del sistema dei trasporti ferroviari nel meridione, le Regioni Sicilia, Basilicata, Puglia, tutti i parlamentari eletti in Calabria e le parti sociali da tempo mobilitate sulla questione;
Impegna il Presidente del Consiglio regionale della Calabria:
a inviare le determinazioni del Consiglio regionale della Calabria ai Presidenti dei Consigli regionali di Sicilia, Basilicata, Puglia, per concordare eventuali iniziative comuni, ai Presidenti di Camera e Senato, perché valutino l’esigenza di avviare un’inchiesta sulla politica dei trasporti operata da Trenitalia nelle regioni del Sud ed a interessare il Presidente della Repubblica, garante della Costituzione e quindi di quel principio secondo cui tutti i cittadini hanno pari dignità sociale nel nostro Paese”.