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IX^ LEGISLATURA

 

RESOCONTO INTEGRALE

 

25.

 

SEDUTA DI LUNEDI’ 7 NOVEMBRE 2011

 

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FRANCESCO TALARICO E DEL VICEPRESIDENTE ALESSANDRO NICOLO’

 

 

Presidenza del Presidente Francesco Talarico

La seduta inizia alle 16,53

PRESIDENTE

La seduta è aperta, la parola all’onorevole Nucera, segretario questore, per la lettura del verbale della seduta precedente.

Giovanni NUCERA, Segretario Questore

Legge il verbale della seduta precedente.

(E’ approvato)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Legge le comunicazioni.

(Sono riportate in allegato)

Annunzio di interrogazioni, interpellanze e mozioni

Giovanni NUCERA, Segretario Questore

Legge le interrogazioni, le interpellanze e le mozioni presentate alla Presidenza.

(Sono riportate in allegato)

Annunzio risposta scritta ad interrogazione

PRESIDENTE

E’ pervenuta risposta scritta alla interrogazione numero 160 del 29.07.2011 a firma dei consiglieri Censore, Guccione, F. Aiello.

(E’ riportata in allegato)

Interrogazioni a risposta immediata

PRESIDENTE

Finite le comunicazioni possiamo dare il via all’ordine del giorno dell’odierno Consiglio regionale.

Interrogazione a risposta immediata numero 136 dell’8.06.2011 a firma dei consiglieri Guccione, Aiello F., De Gaetano “In ordine alla nomina di tre nuovi dirigenti dell’Arssa nonostante che la legge regionale numero 9/2007 ne prevede la soppressione”

PRESIDENTE

Diamo inizio ai lavori con l’interrogazione a risposta immediata numero 136 dell’8.06.2011 a firma dei consiglieri Guccione, Aiello F., De Gaetano “In ordine alla nomina di tre nuovi dirigenti dell’Arssa nonostante che la legge regionale numero 9/2007 ne prevede la soppressione” di cui do lettura:

Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

il Commissario liquidatore dell’Agenzia regionale per lo sviluppo e per i servizi in agricoltura (ARSSA) ha nominato tre nuovi dirigenti con deliberazioni n. 88, 89 e 90 del 2 maggio 2011 senza attivare le procedure pubbliche di selezione previste dalla legge e nonostante l’Arssa sia stata posta in gestione liquidatoria per effetto dell’ex articolo 5 della legge regionale n. 9 dell’11 maggio 2007 che ne prevede la soppressione e, quindi, la conseguente chiusura di ogni sua attività;

nel frattempo, la Giunta regionale della Calabria ha presentato una Proposta di legge denominata “Disposizioni in materia di forestazione, politiche della montagna e sviluppo dell’agricoltura” che nelle prossime settimane sarà sottoposta all’esame della competente Commissione e, successivamente, del Consiglio regionale della Calabria;

all’art. 11 tale Proposta prevede la nascita di una nuova azienda denominata “Azienda regionale per lo sviluppo dell’agricoltura calabrese (ARSAC)” -:

quali iniziative urgenti si intendono assumere, considerato che le nomine dirigenziali di cui trattasi sono state decise da un Commissario liquidatore di un ente (Arssa) di cui, per effetto della succitata Legge regionale, è stata decisa la soppressione e la conseguente liquidazione e che, pertanto, tale atto si configura come illegittimo, discrezionale e discriminatorio nei confronti di altri dipendenti dell’azienda in questione.”

Prego, onorevole Guccione, ha facoltà di parlare.

Carlo GUCCIONE

Presidente, l’interrogazione è del giugno 2011 e mi offre l’occasione di affrontare in questo senso anche la questione che riguarda la situazione di Arssa e Afor dopo quattro anni di proroghe rispetto alla legge numero 9 del 2007 che ha avviato la soppressione di questi enti e la nomina dei commissari liquidatori.

Qualche giorno fa in Commissione bilancio è stata presentata la proposta di riforma dell’Afor e in via preliminare – la richiesta la faccio anche in Consiglio – ho chiesto di far conoscere all’intero Consiglio quello che, in base all’articolo 4 della legge 9/2007, i commissari liquidatori dovevano mettere in atto per la liquidazione dei due enti.

Mi riferisco alla situazione del patrimonio, ai creditori ed ai debiti, alla verifica sul personale e anche a tutti gli atti propedeutici che sono insiti alla liquidazione dei due enti. Perché in questi anni, così come ha rilevato anche la Corte dei Conti, Arssa e Afor insieme alle Ardis – altri enti sub-regionali – hanno speso circa 1 miliardo 568 milioni di euro per le loro attività istituzionali. Una cifra considerevole che non si giustifica solamente con i pagamenti e gli stipendi, sulla quale dovremmo chiedere conto ai commissari liquidatori di Arssa e Afor che si sono succeduti, così come dovremmo chiedere che fine hanno fatto le risorse, a cosa sono servite, per avviare, da questo punto di vista, una politica che va nella direzione di una riforma che tagli gli sprechi e finalmente restituisca la forestazione e la montagna ad un processo produttivo che può essere utile alla occupazione e allo sviluppo della nostra Regione.

PRESIDENTE

Grazie, risponde l’assessore Trematerra.

Michele TREMATERRA, assessore all’Agricoltura e Forestazione

Grazie, Presidente, l’interrogazione esposta dal collega Guccione va ben oltre i contenuti originari della stessa ed inserisce alcune considerazioni di cui abbiamo già avuto modo di discutere nella prima audizione, tenuta in Commissione bilancio. Ho, quindi, la possibilità – visto e considerato che ci sono alcuni elementi che oggi vengono posti in attenzione all’Aula – di poter chiarire alcuni numeri e alcuni dati che conosciamo tutti e che sono gli stessi a cui fa riferimento e su cui la Corte dei Conti ci ha bacchettato, perché non siamo riusciti a portare a termine il processo di riforma che è iniziato nel 2007 attraverso il processo di liquidazione.

Soprattutto per quanto riguarda l’Afor, poiché è citato anche quest’ente, voglio precisare che il 96 per cento di queste risorse serve a pagare gli operai idraulico-forestali.

Una cifra così importante in un quinquennio, 1250 milioni di euro, serve per il 96 per cento – ci tengo a ribadirlo all’Aula – per pagare gli stipendi di questi operai idraulico-forestali che anche l’Aula in più occasioni ha menzionato quando si è parlato di dissesto e di altre tematiche che riguardano la salvaguardia del territorio.

Sempre in Commissione, l’onorevole Guccione, ha chiesto giustamente di essere messo in possesso degli atti sulla liquidazione per cui, a breve, la seconda Commissione verrà messa a conoscenza, in dettaglio, di tutta la fase di liquidazione dal 2007 al 2011.

Entrando nel merito della interrogazione di cui all’oggetto è vero che in questi anni, dal 2007 fino ad oggi, questa fase di liquidazione si è in realtà bloccata. Di fatti abbiamo avuto il paradosso di avere due enti che, benché posti in liquidazione, avevano una gestione di tipo ordinario.

“Come mai sono stati nominati tre dirigenti se gli enti erano posti in liquidazione?”.Questo chiede l’interrogazione. Nella fattispecie sto parlando dell’Arssa che è in liquidazione. Diciamo che queste delibere, le numero 88-89-90, riguardano rinnovi di nomine già conferite nel maggio del 2006 che sono state prorogate in scadenza.

E’ pur vero che si trattava di enti in liquidazione, ma era necessario garantire l’ordinaria amministrazione.

Questi stessi incarichi, poi, rientrano nella piena legittimità da parte della pubblica amministrazione, ai sensi delle norme contenute nel decreto legislativo numero 165 del 2001 che consente, per una certa percentuale, di poter affidare incarichi dirigenziali anche esterni senza procedere ad una selezione pubblica.

Aggiungo che due di questi dirigenti qualche mese fa hanno rassegnato volontariamente le dimissioni.

Gli stessi incarichi, quando sono stati conferiti, sono stati vincolati alla durata della fase liquidatoria. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie all’assessore Trematerra. Prego, onorevole Guccione.

Carlo GUCCIONE

Presidente, voglio citare – ed in questo caso anche le nomine dei dirigenti vanno in questa direzione – quello che ha scritto la sezione della Corte dei Conti della Calabria affermando che “gli enti strumentali Arssa e Afor fino ad oggi hanno completamente lasciato insoddisfatte le esigenze che vanno nella direzione di una accresciuta confusione ed incertezza generate dall’assenza totale di strategie finalizzate a garantire indispensabili momenti di coordinamento e di indirizzo”.

Questo la dice lunga, assessore, sullo stato dell’Arssa e dell’Afor e su quello che hanno realizzato in questi anni.

La sezione della Corte dei Conti della Regione Calabria arriva a dire che c’è stata confusione ed incertezza ed anche una mancanza di coordinamento finalizzata alla missione di Arssa e Afor. Lo dice la Corte dei Conti, non Carlo Guccione.

Ho detto “in questi anni” non ho parlato né di gestione Scopelliti né di gestione Loiero.

La situazione di Arssa e Afor è veramente grave e mi auguro - per questo mi ritengo non completamente soddisfatto della risposta – che questo Consiglio sia in grado, entro il 31 dicembre, di mettere mano alla riforma di Arssa e Afor approvando i provvedimenti legislativi necessari ad avviare una riforma veramente produttiva di questi due enti.

Interrogazione a risposta immediata numero 138 del 10.06.2011 a firma del consigliere Giordano “Sullo stato dei pagamenti a favore delle farmacie ricadenti nell’ambito della ASP n. 5”

PRESIDENTE

Passiamo all’interrogazione a risposta immediata numero 138 del 10.06.2011 a firma del consigliere Giordano “Sullo stato dei pagamenti a favore delle farmacie ricadenti nell’ambito della ASP n. 5” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale nella qualità di commissario ad acta alla sanità. Per sapere – premesso che:

in seguito all’approvazione della legge n. 136 del 13 agosto 2010 “Piano straordinario contro le mafie” tutti i movimenti finanziari relativi ai lavori, ai servizi e forniture devono essere registrati sui conti correnti dedicati, idonei a consentire la piena tracciabilità delle operazioni;

conseguentemente l’Asp n. 5, attraverso l’Ufficio acquisizione beni e servizi, ha comunicato alle farmacie l’esigenza di comunicare il conto corrente dedicato al fine di poter procedere al pagamento delle somme derivanti dalle prestazioni farmaceutiche;

tutti i titolari delle farmacie interessate hanno provveduto a quanto di competenza comunicando gli estremi del conto corrente dedicato;

a tutt’oggi, però, non sono state erogate le somme spettanti alle farmacie per i servizi prestati e, anzi, sembrerebbe, in base alle informazioni assunte dai diretti interessati, che i mandati di pagamento sarebbero bloccati per mancanza del codice identificativo di gara (GIG);

ove confermata tale circostanza, la stessa sarebbe da considerarsi destituita da ogni fondamento giuridico, atteso che nel caso di specie non è previsto l’obbligo del CIG, richiedendosi quest’ultimo solo per pagamenti imputabili a procedure di gara e non certamente a pagamenti nascenti da prestazioni farmaceutiche in regime di concessione -:

se risponde al vero che i pagamenti a favore dei titolari di farmacia ricadenti nell’ambito dell’ASP 5 siano riconducibili alla mancata comunicazione del codice identificativo di gara (CIG);

se, in caso affermativo, non sia il caso, alla luce di quanto specificato in premessa, ovvero sulla non necessità del CIG ai fini della erogazione delle somme, di intervenire prontamente presso gli uffici competenti al fine di sbloccare una situazione finanziaria che sta rendendo sempre più difficile la condizione economica delle strutture farmaceutiche operanti nell’ambito dell’ASP 5”.

Prego, onorevole Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Grazie, Presidente, questa interrogazione è datata, è stata presentata il 10 giugno e, tuttavia, ci sono delle questioni che sembrerebbero essere rimaste insolute, rispetto ai ritardi registrati nei pagamenti.

In questa interrogazione si faceva riferimento ad una questione specifica. Come è ben noto con la legge 136 del 13 agosto 2010 è stato introdotto un Piano straordinario per la lotta alle mafie col quale tutti i movimenti finanziari relativi a lavori, servizi e forniture devono essere registrati su conti correnti dedicati e devono possedere il cosiddetto codice identificativo di gara.

Sembrerebbe che i ritardi accumulati nei pagamenti derivassero dall’incertezza se anche le erogazioni farmaceutiche fossero assoggettate al cosiddetto codice identificativo di gara.

Da quello che abbiamo riscontrato non vi è l’obbligo per questo tipo di procedure che non sono procedure di gara ma sono pagamenti che nascono da prestazioni in regime di concessione.

Nella interrogazione vogliamo sapere se è vero che i ritardi si sono accumulati e sono riconducibili a questa mancata comunicazione e, qualora fosse confermato, quali iniziative sono state o saranno messe in atto per evitare che questi pagamenti mettano ulteriormente in ginocchio il sistema farmaceutico calabrese.

Aggiungo che nelle ultime settimane, al di là di questa specifica questione, si è ripetuto – almeno per quanto riguarda l’Asp 5 di Reggio Calabria – un ulteriore blocco dei pagamenti che sta mettendo in profonda crisi il settore. Questo è il tema su cui vogliamo una risposta dall’Esecutivo regionale.

Antonella STASI, Vicepresidente della Giunta regionale

Come diceva l’onorevole Giordano, in effetti, il problema dei Cig è stato superato perché è stato già acquisito e sono state già effettuate le delibere e le determine di pagamento per il corrente.

Ci sono dei ritardi, ma non più di tanto, almeno da quello che ci dice il direttore generale, nel senso che siamo quasi ai pagamenti correnti. I pagamenti da definire sono quelli relativi all’ultimo trimestre e da qui a qualche giorno verranno saldati.

Restano, ovviamente, delle somme pregresse relative agli anni 2006 e 2007 – lo sappiamo bene – che rientrano nel debito. Anche il 2008 verrà saldato e transatto, insieme al debito precedente, con i fondi che sappiamo bene provenire dal mutuo stipulato dalla Regione Calabria.

Dunque, l’Asp 5 si è messa in regola ed il problema esistente a giugno è stato superato. Al momento vi sono già le determine e, da qui a poco, saranno pronti i pagamenti per l’attuale e che in questo momento registrano ritardo.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.

Giuseppe GIORDANO

Grazie, prendo atto della risposta. Siamo parzialmente soddisfatti e prendiamo atto che si è mosso qualcosa. Tuttavia crediamo che sia necessario attivare delle azioni più incisive perché quel pregresso, che ricordava la dottoressa Stasi, rappresenta un macigno su un sistema che è in profonda crisi.

L’auspicio, soprattutto, è che si vada nella direzione di risolvere il pregresso ma che non ci siano più, da parte dei dipartimenti, impedimenti burocratici che causano ritardi intollerabili.

Siamo, quindi, parzialmente soddisfatti e auspichiamo che ci sia un’azione ancora più incisiva. Grazie.

Interrogazione a risposta immediata numero 143 del 17.06.2011 a firma del consigliere Giordano “Sullo stato dei pagamenti a favore delle cooperative sociali che operano nel settore della salute mentale e del servizio di assistenza domiciliare integrata (ADI) ricadenti nell’ambito dell’ASP n. 5”

PRESIDENTE

Si passa all’interrogazione a risposta immediata numero 143 del 17.06.2011 a firma del consigliere Giordano “Sullo stato dei pagamenti a favore delle cooperative sociali che operano nel settore della salute mentale e del servizio di assistenza domiciliare integrata (ADI) ricadenti nell’ambito dell’ASP n. 5” di cui do lettura:

Al Presidente della Giunta regionale, nella qualità di commissario ad acta alla sanità. Per sapere – premesso che:

in seguito all’approvazione della legge n. 136 del 13 agosto 2010 “Piano straordinario contro le mafie” tutti i movimenti finanziari relativi ai lavori, ai servizi e forniture devono essere registrati sui conti correnti dedicati idonei a consentire la piena tracciabilità delle operazioni;

conseguentemente, l’ASP n. 5, attraverso l’Ufficio acquisizione beni e servizi, ha comunicato alle cooperative sociali che operano nel settore salute mentale e nel servizio Adi (assistenza domiciliare integrata) l’esigenza di comunicare il conto corrente dedicato al fine di poter procedere al pagamento delle somme derivanti dalle prestazioni suddette;

le cooperative interessate hanno provveduto a quanto di competenza comunicando gli estremi del conto corrente dedicato;

a tutt’oggi, però, non sono state erogate le somme spettanti alle cooperative sociali per i servizi prestati e, anzi, sembrerebbe, in base alle informazioni assunte dai diretti interessati, che gli atti di liquidazione sarebbero bloccati per mancanza del codice identificativo di gara (GIG);

ove confermata tale circostanza, la stessa sarebbe da considerarsi destituita da ogni fondamento giuridico, atteso che nei casi di specie non è previsto l’obbligo del CIG, richiedendosi quest’ultimo solo per pagamenti imputabile a procedure di gara e non certamente a pagamenti nascenti da prestazione residenziali rese delle cooperative in seno alle strutture pubbliche dell’Asp 5 stessa in regime di convenzione unitamente al personale dell’Asp e sotto la diretta vigilanza del personale della stessa;

la medesima interpretazione vale anche per le prestazioni di assistenza domiciliare che operano in regime di accreditamento, il quale viene rilasciato dalla stessa azienda sanitaria previa verifica dei rigidi requisiti di legge e non in conseguenza di procedure di gara -:

se risponde al vero che i pagamenti a favore delle cooperative sociali per i servizi di cui in premessa ricadenti nell’ambito dell’ASP 5 siano riconducibili alla mancata comunicazione del codice identificativo di gara (CIG);

se, in caso affermativo, non sia il caso, alla luce di quanto specificato in premessa, ovvero sulla non necessità del CIG ai fini della erogazione delle somme, di intervenire prontamente presso gli uffici competenti al fine di sbloccare una situazione finanziaria, attraverso l’adozione dei necessari atti amministrativi, che sta rendendo sempre più difficile la condizione economica degli operatori della salute mentale oltre che di discriminazione rispetto agli operatori pubblici in organico nei medesimi servizi e la cui copertura finanziaria deriva dal medesimo fondo indistinto, mentre per il servizio ADI vi è il concreto rischio di una sua interruzione con grave nocumento per la cittadinanza e per gli operatori dei servizi.”

Ha chiesto di parlare l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.

Giuseppe GIORDANO

Presidente, l’interrogazione è sulla falsariga della precedente. Questa riguardava i centri di assistenza domiciliare integrata che hanno subito gli stessi ritardi e gli stessi disagi che hanno messo in crisi profonda le strutture pubbliche dell’Asp 5 e quelle in regime di convenzione.

Vogliamo sapere se, dando per scontato che sarà sicuramente superato il problema del codice identificativo di gara, è stato messo in regime ordinario il sistema dei pagamenti e se vi siano ancora pregressi da saldare. Grazie.

Antonella STASI, Vicepresidente della Giunta regionale

Anche qui, in effetti, il problema Cig non è assolutamente l’elemento che ha bloccato i pagamenti perché è stato regolarmente acquisito con atto deliberativo autorizzativo di spesa del primo trimestre 2011.

Al momento, quindi, è stato già predisposto l’atto deliberativo che autorizza la spesa del trimestre 2011. Vi posso dire le somme.

Fatturato liquidato nel 2010-2011 è pari a 13 milioni 849 e di questi già 12 milioni 947 sono stati effettuati. Resta da liquidare un residuo di 902 mila euro che dovrebbe andare a pagamento da qui a non molto. Anche qui il problema è assolutamente superato e presto ci saranno le liquidazione dei rispettivi pagamenti ancora rimasti in sospeso.

Giuseppe GIORDANO

Noi ci dichiariamo parzialmente soddisfatti ed auspichiamo che anche questo residuo – anche se più del 90 per cento sarebbe stato saldato – venga regolarizzato e che, soprattutto, una simile situazione, a partire da adesso, non si verifichi più.

Interrogazione a risposta immediata numero 144 del 17.06.2011 a firma dei consiglieri Guccione, Franchino “Sulla realizzazione dell’Aeroporto di Sibari”

Interrogazione a risposta immediata numero 151 del 12.07.2011 a firma del consigliere Sulla “In ordine alla istituzione nella provincia di Crotone del Servizio Vigilanza e Controllo OO.PP. – Sismico – Supporto Tecnico Protezione Civile”

PRESIDENTE

Non vedo l’assessore Gentile in Aula.

Le interrogazioni sono la numero 144 del 17.06.2011 a firma dei consiglieri Guccione, Franchino “Sulla realizzazione dell’Aeroporto di Sibari” e la numero 151 del 12.07.2011 a firma del consigliere Sulla “In ordine alla istituzione nella provincia di Crotone del Servizio Vigilanza e Controllo OO.PP. – Sismico – Supporto Tecnico Protezione Civile”.

Chiedo, quindi, sia all’onorevole Franchino sia all’onorevole Sulla se sono disponibili ad un loro rinvio alla prossima seduta di Consiglio, quando sarà presente l’assessore Gentile.

Francesco SULLA

Osservo soltanto che è la terza volta che si rinvia, signor Presidente, per mancanza di interlocutori.

(Interruzione)

La prima volta e la seconda va bene, ma la terza diventa antipatico.

PRESIDENTE

Oggi l’assessore Gentile è impegnato, perché c’è l’inaugurazione di un nuovo tratto di strada sulla statale 106 alla presenza del ministro Matteoli.

Francesco SULLA

Ritengo che sulla prima interrogazione potrebbe rispondere l’assessore al personale, delegato.

PRESIDENTE

E’ l’ultima giustificazione. Rinviamole alla prossima seduta di Consiglio regionale.

Proseguiamo con le interrogazioni a risposta immediata. Le interrogazioni numero 144/9^ e 151/9^ sono accantonate.

(Così resta stabilito)

Interrogazione a risposta immediata numero 152 del 12.07.2011 a firma del consigliere Sulla “In ordine agli esiti dei bandi Pia turismo ricettività e Pia turismo ampliamento ricettività”

PRESIDENTE

Si passa, adesso, all’interrogazione a risposta immediata numero 152 del 12.07.2011 a firma del consigliere Sulla “In ordine agli esiti dei bandi Pia turismo ricettività e Pia turismo ampliamento ricettività” di cui do lettura:

Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

il Dipartimento turismo della Giunta regionale ha pubblicato, in data 05/02/2010, il bando relativo ai “Pia Turismo Nuova Ricettività” e, in pari data, quello relativo ai “Pia Turismo Ampliamento Ricettività”;

per i due bandi sopracitati la scadenza di presentazione dei progetti da parte delle imprese veniva fissato al 30/06/2010;

le disposizioni di entrambi i bandi prevedevano un tempo per lo svolgimento dell’attività istruttoria dei progetti pari a 90 giorni dalla scadenza dei termini (30/09/2010);

contrariamente a tali disposizioni le imprese hanno potuto conoscere gli esiti istruttori relativi alle domande di agevolazione “Pia Turismo Nuova Ricettività” in data 08/04/2011, ossia solo dopo 282 giorni, mentre, per quanto concerne il bando “Pia Turismo Ampliamento Ricettività”, ad oggi non vi è alcuna notizia di esiti istruttori;

la pubblicazione delle graduatorie, pur contenendo la ragione sociale dei soggetti beneficiari e gli importi di agevolazione concedibile, non costituisce titolo per la richiesta delle anticipazioni;

la lentezza della macchina amministrativa procura, dunque, seri danni all’attività delle imprese, incidendo negativamente sui tempi di realizzazione degli investimenti dichiarati agevolati per la mancata erogazione delle anticipazioni -:

le ragioni dei sopra citati ritardi.”

Prego, onorevole Sulla.

Francesco SULLA

Anche questa interrogazione è stata presentata a luglio e non c’è dubbio che la situazione abbia avuto delle evoluzioni rispetto a quella data.

Penso che in premessa, Presidente, dovremmo fare in modo che le risposte – siccome sono interrogazioni a risposta immediata – siano date, non pretendo immediatamente, ma in tempi più ristretti.

La richiesta di informazioni al Presidente, agli assessori interessati ha come obiettivo notizie circa l’andamento dei due Pia, banditi sul turismo a febbraio 2010 e che fino a settembre di quest’anno non hanno avuto, di fatto, alcun esito.

Ho appreso che negli ultimi mesi si è riusciti ad avere una risposta e quindi di fatto l’interrogazione è tesa ormai a sottolineare che i rallentamenti causati dalla burocrazia a questi strumenti di intervento, in periodi di crisi come quelli che si stanno registrando da qualche anno in Italia e anche in Calabria, meriterebbero una maggiore attenzione.

Credo che non ci sia, a questo punto, neppure la necessità di una risposta sulle informativa ma più un impegno a curar meglio l’andamento, l’iter di queste norme, di questi bandi in futuro. Grazie

Antonella STASI, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, onorevole Sulla, sicuramente le procedure devono essere celeri perché quando parliamo di investimenti per le imprese sappiamo bene che gli investimenti dopo un anno potrebbero non essere validi, nel senso che l’imprenditore potrebbe aver cambiato idea.

Ci sono però procedure, iniziate da precedenti amministrazioni, che devono essere poi completate da altri oppure ci sono degli elementi procedurali che si inceppano e che è necessario valutare nei tempi giusti.

Intanto, come diceva l’onorevole Sulla, il problema è superato perché già il 16 settembre 2011 è stata approvata la graduatoria di merito provvisoria. A seguito della pubblicazione della graduatoria sono stati presentati 34 ricorsi. Bisogna aspettare pertanto i tempi dovuti, i tempi legali. Comunque, è prevista la valutazione definitiva di tutto l’iter entro il 30 novembre, data in cui avremo la possibilità di emanare i decreti definitivi e procedere con la sottoscrizione delle relative convenzioni con i beneficiari.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Sulla.

Francesco SULLA

Solo per sottolineare un aspetto che la Vicepresidente ha sollevato, così come già successo in altre occasioni: attribuire il ritardo al cambio di amministrazione.

Su questo mi ritengo assolutamente insoddisfatto dalla risposta. Sul resto prendo atto di quello che ha detto la Vicepresidente, ma credo che il termine da tenere sempre presente riguardi la continuità amministrativa che non può essere legata a questa o a quell’altra amministrazione.

D’altronde, dopo un anno e mezzo ci è detto che i ritardi sono causati dal cambio della Giunta ma non è stata apportata nessuna modifica ai due bandi.

I bandi evidentemente erano fatti bene e spero che adesso possano recuperare i ritardi che hanno accumulato. Vi ringrazio.

Interrogazione a risposta immediata numero 161 dell’1.08.2011 a firma dei consiglieri Adamo, Bova, Tripodi “In ordine alla proposta di legge <Disposizioni in materia di forestazione, politiche della montagna e sviluppo dell’agricoltura> e sul futuro dei dipendenti della funzione pubblica dell’ARSSA”

PRESIDENTE

Passiamo, adesso, all’interrogazione a risposta immediata numero 161 dell’1.08.2011 a firma dei consiglieri Adamo, Bova, Tripodi “In ordine alla proposta di legge <Disposizioni in materia di forestazione, politiche della montagna e sviluppo dell’agricoltura> e sul futuro dei dipendenti della funzione pubblica dell’ARSSA>” di cui do lettura: Al Presidente della Giunta regionale e all’Assessore all’Agricoltura ed alla Forestazione. Per sapere – premesso che:

la Giunta regionale della Calabria ha presentato una proposta di legge denominata “Disposizioni in materia di forestazione, politiche della montagna e sviluppo dell’agricoltura" la quale, all’art. 11, prevede la nascita di un’azienda denominata "Azienda regionale per lo sviluppo dell’agricoltura calabrese (ARSAC)” al posto dell’ARSSA (Agenzia regionale per lo sviluppo e per i servizi in agricoltura);

i dipendenti della funzione pubblica dell’ARSSA, tramite un documento approvato dall’assemblea auto convocata dei suddetti lavoratori, esprimono la loro preoccupazione in ordine a quanto stabilito nella proposta di legge sulle sorti dei servizi di sviluppo all’agricoltura (pubblici) e del personale della funzione pubblica che vi presta servizio;

nel documento i dipendenti pubblici, con contratto del comparto Regioni ed Autonomie locali, rappresentano che “Seppure convinti che la ristrutturazione dell’ARSSA debba avere corso non si può in nessun caso accettare che i Servizi di Sviluppo Agricolo (SSA) siano ricollocati nell’ambito di una struttura che veda il rapporto di lavoro dei dipendenti del pubblico impiego “disciplinato dai CCNL dell’impiego privato, secondo le rispettive aree di competenza”, così come recitato dall’art. 17 della proposta di legge in quanto si tratta di un’aberrazione amministrativa che presupporrebbe il funzionamento di un contratto CCNL Regioni e Autonomie locali in un ambito privato”;

allo stato attuale l’ARSSA conta circa 270 dipendenti, afferenti alla funzione pubblica e selezionati tramite corso-concorso pubblico nazionale (indetto in base al Reg. CEE 270/79 e ss.mm.ii. ed un corso di formazione di 1440 ore) su un totale di 850 unità che afferiscono a diversi contratti del privato. Il personale impegnato nel pubblico impiego rappresenta quindi il 30% della forza impegnata nell’ARSSA (di cui quello operante nei SSA occupa il 24%) ed utilizza non più del 15% del Bilancio annuale dell’Agenzia;

la soluzione naturale, al pari di quanto avvenuto in altre regioni, - come scrivono i dipendenti - è quella dell’assorbimento del personale del pubblico impiego nei ruoli della Regione Calabria, non solo per l’attuazione dei Servizi di Sviluppo Agricolo ma anche per la prosecuzione e l’implementazione dell’attività di sostegno al PSR (Programma di Sviluppo Rurale) regionale attualmente già svolto con l’ausilio di personale dell’Agenzia con risultati più che soddisfacenti;

il personale ARSSA afferente al pubblico impiego è già iscritto, storicamente, nel bilancio regionale e non si tratta in nessun caso di nuove assunzioni che modificherebbero il patto di stabilità della Regione Calabria;

la soluzione possibile è l’articolazione dei Servizi nell’ambito della Regione Calabria in modo da valorizzare l’enorme patrimonio professionale, selezionato in vent’anni dalla Regione Calabria tramite l’indizione di pubblici concorsi, formato con risorse comunitarie e regionali e maturato in oltre vent’anni di attività nel campo dei SSA" -:

quali iniziative si intendano assumere, riguardo al futuro dei 270 dipendenti, afferenti alla funzione pubblica e selezionati tramite pubblico concorso.”

Prego, onorevole Bova, ha facoltà di parlare.

Giuseppe BOVA

E’ presto detto, Presidente. Questa interrogazione ricava le sue ragioni da una delibera del giugno scorso della Giunta regionale attraverso cui la stessa propone un progetto di legge per l’istituzione di un’azienda per lo sviluppo dell’agricoltura - considerata questa azienda come un ente pubblico economico – a cui trasferire tutto il personale Arssa, senza più alcuna distinzione tra il personale della funzione pubblica, poco più di 260 unità, e personale con contratti di diritto privato.

Ora l’interrogazione, assessore, chiede di sapere che fine fanno nel progetto e nella sua idea i 268 dipendenti circa selezionati nel corso degli anni con bandi pubblici, con corso-concorso e quindi assunti nei ruoli dell’Arssa e che la Regione Calabria metteva a disposizione di questo ente.

Nella fattispecie il mio intervento non ha finalità corporative. E’ vero che i sindacati e le associazioni professionali sono chiaramente per mantenere questo servizio e queste funzioni come funzioni pubbliche perché – secondo me a ragione – sostengono che il sistema degli operatori agricoli e dei coltivatori diretti calabresi non può mantenere dei consulenti.

D’altronde, il sistema della scelta di fornire un servizio pubblico a queste attività non è una stravaganza calabrese, ma la stragrande maggioranza delle Regioni italiane, non solo in tempi antichi ma in tempi assai recenti come la Regione Abruzzo, mantengono questo tipo di attività alle funzioni pubbliche, se vuole alle funzioni strategiche dell’ente Regione, alla pari di come si pensa per il Servizio sanitario regionale.

E d’altronde non si tratta di funzione antiche. Come lei sa, meglio di me, questo tipo di attività dei cosiddetti divulgatori agricoli non nasce dall’origine dell’ente di sviluppo agricolo, ma risponde ad una direttiva europea – tempi Ue – che mi pare sia la 270 del 1979.

Mi colpisce perché, mentre in generale rispetto alle problematiche del sud si interveniva con le integrazioni per sostenere le produzioni che andavano via via fuori mercato, questo è uno dei pochi interventi che va al cuore del problema, intervenendo per innovare, per dare più informazione e idee agli operatori agricoli.

Proprio nella fase in cui siamo – se non sono delle chiacchiere –, la selezione di questa forza lavoro, quasi tutta laureata, è avvenuta col meccanismo che il ministro Brunetta definisce “il futuro”, quello del corso-concorso.

Nelle altre Regioni viene mantenuto questo servizio alle funzioni pubbliche.

Terzo punto: quando si parla di crescita e di aumento della occupazione non si parla esclusivamente, me lo auguro, dei settori innovativi in cui competiamo con l’universo mondo, ma anche per garantire alle comunità in cui si opera delle produzioni che consentano, in qualche maniera, di allargare la base produttiva e la base occupazionale.

In tutto questo sono d’accordo per un progetto ardito e vero di riforma. Ma alcune funzioni - questo è il punto, secondo me e chiedo a lei – vanno mantenute al sistema pubblico, non occupazione general-generica.

Parlo di forza lavoro selezionata ed altamente specializzata.

Se vuole una analogia, visto che lei è medico oculista specializzato, pensi al corpo umano che non è tutto uguale. C’è un’unica parte in cui la protezione avviene all’esterno, cioè il cranio perché il cervello va protetto: mutatis mutandis. Siamo arditi per quanto riguarda le funzioni private e quindi azienda ecc., ma per quanto riguarda il cervello del sistema, quello va garantito alle funzioni pubbliche.

Non dico cose dell’altro mondo, nè per l’Italia di avantieri nè per l’Italia di oggi e neanche per la Calabria di oggi e soprattutto quella di domani. Altrimenti, assessore, con stima - non recito mai e lei sa che la stimo - ma se si fa di tutta l’erba un fascio, rimarrei mio malgrado del tutto insoddisfatto e, rispetto al progetto di legge, lavorerei per quanto sono in grado per modificarlo e non esclusivamente per dire una cosa diversa dalla sua.

Sono fortemente convinto che non si debba aumentare il carico pubblico, sia chiaro. Non sono perché la Regione assuma personale general-generico, parlo di specialisti selezionati nella giusta maniera e questi specialisti vanno mantenuti nel servizio pubblico.

D’altronde, lei meglio di me lo sa, perché una parte di questi sostengono assieme ad altri l’assessorato che lei in questo momento si trova a curare.

PRESIDENTE

Prego, assessore Trematerra, a lei la parola per la risposta.

Michele TREMATERRA, assessore all’Agricoltura e Forestazione

Grazie all’onorevole Bova perché mi dà anche la possibilità di fare delle puntualizzazioni.

PRESIDENTE

Prego i colleghi di fare silenzio, altrimenti non si sente nulla. Chi deve parlare si accomodi fuori perché c’è un vocio che non consente di concentrarsi.

Prego, assessore.

Michele TREMATERRA, assessore all’Agricoltura e Forestazione

Grazie all’interrogazione degli onorevoli Bova, Adamo e Tripodi ho la possibilità di chiarire una questione che da troppi giorni è sui giornali, secondo me in maniera errata.

Intanto, voglio specificare che non so a quale delibera di Giunta si riferisca l’onorevole Bova, perché noi stiamo per presentare un progetto di riforma di un importante strumento che deve coadiuvare quello che è uno dei settori più nevralgici ed importanti dell’economia calabrese: l’agricoltura.

Una riforma che forse il sistema agricolo aspetta da tanto tempo perché questa azienda, l’Arssa, nel tempo è riuscita a sostenere e coadiuvare la crescita delle nostre aziende.

Devo dire questo perché vorrei anche rappresentare all’Aula che l’agricoltura in Calabria ha dato la possibilità al Pil regionale di avere un trend positivo. Quello zero più 7 per cento del Pil regionale trae spunto ed origine per gran parte da un aumento del Pil all’interno dell’agricoltura di 4.7 punti percentuali.

Capite quindi come l’agricoltura sia per la Calabria, insieme ad altri settori come il turismo, il vero motore economico dell’economia calabrese.

Rimanendo sulla questione e sul punto, dato che sono nel Consiglio regionale e che ci sono anche moltissimi giornalisti, voglio precisare che l’intento della proposta che presenteremo, da qui a dieci giorni, in Giunta - e quindi farà lo stesso percorso che sta facendo l’istituenda nuova azienda per quanto riguarda le “politiche della montagna” che è giunta in seconda Commissione da qualche giorno – è quello che questa struttura rimanga una struttura pubblica.

Avremo, quindi, una nuova azienda, diversa rispetto agli anni passati, perché un’azienda che si deve occupare di agricoltura non si può occupare anche di altre cose che non vi hanno assolutamente a che fare.

Per cui se la domanda che mi viene posta dall’interrogazione dell’onorevole Bova è quella di sapere che fine fanno i divulgatori, persone molto qualificate e che già oggi nel nostro dipartimento danno una validissima mano e un validissimo aiuto a quella che è la fase di istruttoria delle pratiche del Psr, ebbene posso rispondere che l’intendimento della Giunta regionale è che questa rimanga un’azienda pubblica sgravata di alcuni pesi che nel tempo l’hanno appesantita. Perché, come diceva lei, pubblica deve essere questa funzione e privata poi è l’attività agricola che si svolge sul territorio.

Un’altra risposta che vorrei dare, anche se non so se è stata posta dall’onorevole Bova di cui non ho sentito tutto l’ intervento, riguarda la possibilità che si va paventando di trasferire questo personale all’interno dei ruoli regionali.

Ritengo, intanto, che l’assessorato all’agricoltura debba tracciare le linee guida; che un’azienda pubblica del genere debba essere di supporto all’agricoltura e poi ci devono essere i privati.

Quindi, il nostro intendimento non è quello di trasferire queste persone all’interno dei quadri regionali, ma di continuare ad avere, ribadisco, un’azienda pubblica che ha la finalità di sostenere le aziende private in un settore – secondo noi – molto importante dell’economia calabrese, ma anche di prospettiva perché oggi si sta invertendo la tendenza e c’è un atteggiamento rispetto all’agricoltura di maggiore attenzione rispetto agli anni passati. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Bova. Ne ha facoltà.

Giuseppe BOVA

Un passaggio, però, del mio intervento era questo: a questa azienda di cui parla verrebbe trasferito tutto il personale ex Esac.

(Interruzione)

Nel senso che allo stato attuale all’Esac ci sono 268 unità selezionate con il corso-concorso ecc., che hanno un tipo di contratto, il contratto collettivo nazionale degli enti locali e vi sono altri che hanno un altro contratto.

Il punto qual è? Non le ho fatto una domanda sull’azienda o sui ruoli, ma ho fatto una domanda su questo personale e se rispetto alla situazione attuale, al tipo di contratto e le funzioni che oggi hanno cambierà qualcosa.

(Interruzione)

Certo.

PRESIDENTE

Per completare la risposta alla interrogazione, prego, assessore.

Michele TREMATERRA, assessore all’Agricoltura e Forestazione

E’ una integrazione, perché non avevo percepito bene la domanda.

Per quanto riguarda la natura giuridica dei 270 divulgatori questa non verrà assolutamente stravolta, non verrà modificata.

(Interruzione)

Esatto.

Interrogazione a risposta immediata numero 164 del 24.08.2011 a firma dei consiglieri Guccione, Aiello F. “Sulle iniziative da adottare per superare i problemi riscontrati nella gestione del Piano di Rientro Sanitario”

PRESIDENTE

Si passa all’interrogazione a risposta immediata numero 164 del 24.08.2011 a firma dei consiglieri Guccione, Aiello F. “Sulle iniziative da adottare per superare i problemi riscontrati nella gestione del Piano di Rientro Sanitario” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

nel mese di ottobre 2010 il Commissario per l’attuazione del Piano di Rientro sanitario in Calabria, onorevole Giuseppe Scopelliti, ha emanato il Decreto n. 18 con cui ha stabilito il fabbisogno dei posti letto per "acuti" nella misura di 2,5 ogni mille abitanti;

l’Asp di Cosenza ha una popolazione di 733.508 abitanti che, in base al Decreto 18 del 10.10.2010, dovrà avere 1836 posti destinati a malati "acuti" pubblici e privati e che, ad oggi, i posti letto normalizzati (Decreto 18.10.2010), risultano essere al di sotto dell’1,9 ogni mille abitanti e, quindi, lo 0,6 in meno dei posti letto previsti dal Decreto Scopelliti (circa 500 in meno per la provincia di Cosenza);

in data 5 luglio 2011 il Commissario Scopelliti ha emanato il Decreto n. 54 (Linee Guida degli Atti Aziendali che dovranno essere adottate entro il 30 settembre da Asp e Aziende Ospedaliere in Calabria), che ha confermato per la provincia di Cosenza l’impostazione di riduzione e penalizzazione nella distribuzione dei posti letto per "acuti";

le Linee Guida per la realizzazione degli Atti Aziendali prevedono per l’ex provincia di Catanzaro (Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia), che ha un numero di abitanti pari a 708.334, 212 strutture complesse pari al 42,34% del totale complessivo per tutta la Calabria che ammonta a 500 e 381 strutture semplici su 900 previste in tutta la Regione pari al 42,34%;

la provincia di Reggio Calabria, che ha una popolazione di 566.507 abitanti, ha un numero di strutture complesse pari a 127, che corrisponde al 25,4% del totale regionale e 229 strutture semplici pari al 25,4%;la provincia di Cosenza ha una popolazione di 733.508 abitanti, ha 161 strutture complesse pari al 32,2% del totale regionale e 290 strutture semplici pari al 32,2% del totale regionale;

la spesa sanitaria regionale pro-capite suddivisa per province assegna a Cosenza 33,38 euro per ogni abitante; a Crotone 59,42 euro, a Catanzaro 13;97 euro, a Vibo Valentia 28,88 euro, a Reggio Calabria 67,19 euro e che tutto ciò appare palesemente sperequato ed iniquo, crea uno squilibrio evidente tra i diversi territori, mette a rischio i livelli essenziali di assistenza ed evidenzia, di fatto, una forte criticità nella gestione del Piano Sanitario di Rientro da parte del Commissario, per come lo stesso Tavolo Massicci, insieme al Comitato per la Verifica dei Livelli Essenziali, ha dovuto constatare nella seduta del 19 luglio scorso in cui è stato costretto a rinviare, per l’ennesima volta, l’approvazione del Piano di Rientro impedendo, di fatto, alla nostra regione di accedere ai FAS e alla erogazione delle risorse spettanti residue che, per essere sbloccate, sono subordinate alla corretta attuazione del Piano di Rientro. Tali risorse ammontano per la Calabria a circa 900 milioni di euro e, una volta erogate, potrebbero rappresentare la quasi estinzione del debito certificato dal Commissario Scopelliti, che è pari a un miliardo e 50 milioni di euro;

il Piano di Rientro prevede per il 2011 il pareggio di bilancio e che il Tavolo Massicci ha chiesto di mettere in atto tutte le idonee e opportune iniziative per ricondurre la gestione 2011 nell’ambito degli equilibri economici programmati e che sul fronte dell’emigrazione sanitaria è stato registrato negli anni passati un saldo negativo di 320 milioni di euro, sarebbe opportuno far conoscere pubblicamente a quanto ammonta ad oggi il debito sull’emigrazione sanitaria, utilizzando i dati dei "report" trimestrali regionali del Ministero della Sanità;

il risanamento sanitario non consiste solo nell’applicazione di una serie di tagli e balzelli, ma nella riorganizzazione e nella riqualificazione dei servizi, offrendo contestualmente al posto di quelli giudicati inappropriati, servizi alternativi che non possono essere assolutamente soppressi ed eliminati, con una riconversione mirata ai bisogni di assistenza del territorio;

non è possibile disporre la chiusura di un presidio sanitario senza prima aver garantito l’attivazione di servizi alternativi per offrire un’adeguata assistenza in luogo di quella offerta dal precedente presidio ospedaliero;

allo stato, in provincia di Cosenza, sia il Centro HUB (Azienda Ospedaliera dell’Annunziata) che i tre Spoke (Castrovillari, Rossano-Corigliano, Paola-Cetraro), non solo non sono stati dotati di gran parte delle funzioni sanitarie previste dal Piano di Rientro, ma vengono quotidianamente depotenziati attraverso l’accorpamento di reparti, la riduzione di posti-letto e la soppressione di servizi sanitari per mancanza di personale medico e paramedico -:

quali iniziative immediate ed urgenti intende adottare, anche nella sua veste di Commissario della Sanità calabrese, per affrontare e superare tutte le criticità finora riscontrate nella gestione del Piano di Rientro, a cominciare dalla mancata e non corretta applicazione del Decreto n. 18 che, ad oggi, per quanto riguarda la provincia di Cosenza, ci consegna una situazione fortemente penalizzante con chiari pericoli per la salvaguardia dei livelli essenziali di assistenza che, sommati al sottodimensionamento dell’ospedale HUB e dei Centri SPOKE e al mancato potenziamento dei servizi sanitari territoriali, potrebbero provocare una vera e propria implosione del sistema sanitario provinciale. Tutto ciò anche per garantire pienamente il diritto alla salute ed il valore e la centralità del diritto alla cura di tutti i cittadini nelle politiche di risanamento e riorganizzazione del sistema sanitario regionale, che passa attraverso un equilibrio territoriale, una corretta applicazione delle norme e dei decreti commissariali ed un’impostazione oggettiva, totalmente scevra da qualsiasi tentazione clientelare e campanilistica.”

Prego, onorevole Guccione. Ha facoltà di parlare.

Carlo GUCCIONE

Presidente, per quanto riguarda la provincia di Cosenza, registriamo una grave difficoltà da parte del commissario per il Piano di rientro nell’attuazione di quanto previsto, per esempio, dal decreto che attiene ai posti letto per acuti per mille abitanti, l’ultimo decreto il numero 106.

C’è una vera e propria difficoltà a garantire i livelli essenziali di assistenza nella provincia di Cosenza, talché i 2,5 posti letto per acuti, ogni mille abitanti, previsto dal decreto 10 del 2010 non va in questa direzione. Anzi i posti letto sono sottodimensionati.

In alcune realtà della provincia di Cosenza, come quella dello Ionio cosentino, il rapporto posti letto per acuti-abitanti è di 1,4 quindi lì esiste una vera e propria emergenza, al fine di garantire i livelli essenziali di assistenza e anche nell’atto aziendale dell’Asp non è previsto un potenziamento dei servizi territoriali sanitari di competenza dell’Asp.

C’è una vera e propria desertificazione sanitaria, così come nell’ultimo decreto emanato dal commissario dopo la redazione degli atti aziendali che prevede la creazione di posti letto multidisciplinari diurni che vengono considerati posti letto per acuti.

Nella filosofia sanitaria i posti letto per acuti sono considerati coloro i quali sono H-24 col presidio sanitario anche notturno da parte del medico e degli infermieri.

Da questo punto di vista non si tratta di un attacco al Piano sanitario ma la nostra critica è rivolta alla mortificazione dell’attuazione del Piano di rientro da parte del commissario della provincia di Cosenza. I dati sono drammatici e non garantiscono, nella più grande provincia della regione che rappresenta il 42 per cento della Calabria, il diritto costituzionale alla cura ed alla sanità.

PRESIDENTE

Prego i colleghi di accomodarsi altrimenti sospendiamo la seduta e non andiamo più avanti. Non è possibile, onorevoli Bilardi e Grillo, se tutti fanno capannelli in quest’Aula non si capisce assolutamente nulla. Chi deve parlare si accomodi fuori, non è possibile, un po’ di decenza siamo in Consiglio regionale. Vi prego.

Prego, Vicepresidente Stasi.

Antonella STASI, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente, anche per aver richiamato il silenzio perché, in effetti, è veramente difficile dialogare.

Onorevole Guccione, sicuramente sappiamo che il Piano di rientro è un atto dovuto e necessario che comunque deve essere portato avanti. I parametri relativi all’Asp di Cosenza che lei citava e che prevedono per l’Asp di Cosenza e per tutte le Asp della Calabria i 3,2 posti letto per mille abitanti suddivisi in 2,5 per gli acuti e 0,7 per i post acuti, anche per la provincia di Cosenza risultano essere rispettati, perché sia il decreto numero 18 sia il decreto numero 106 al momento prevedono 1.818 posti letto per acuzie pari al 2,5 e 498 per il post acuzie quindi circa lo 0,7 per cento.

Ovviamente, ci possono essere delle disparità per territorio, ma poi ci saranno sicuramente dialoghi all’interno dell’atto aziendale che sappiamo bene ancora non essere stato approvato e che potranno sicuramente riequilibrare in funzione dei territori delle inesattezze o degli squilibri che potrebbero apparire al momento realizzati.

Bisogna preferire le grandi strutture già esistenti e la caratteristica propria dell’Hub presente a Cosenza, dove ci sarà una influenza superiore degli indici e dei parametri di questi posti letto.

Comunque, vi voglio ricordare che la scelta del numero dei posti letto e della tipologia e delle specificità individuate dovranno assolutamente corrispondere all’appropriatezza delle prestazioni e soprattutto alla erogazione dei Lea, dei livelli essenziali di assistenza, che sarà necessario erogare anche dopo il Piano di rientro. Grazie.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Guccione.

Carlo GUCCIONE

Volevo far rilevare che i numeri che ha offerto la Vicepresidente della Giunta regionale per la provincia di Cosenza non sono veri, cioè sono sbagliati.

Rispetto al decreto numero 106 in provincia di Cosenza abbiamo 137 posti letto per acuti in meno per mille abitanti.

Cioè, in base al decreto numero 18 sono 137 in meno e in base al decreto numero 106, con cui è stato introdotto il criterio dei posti letto multidisciplinari diurni che non sono assimilabili ai posti letto acuti, nella provincia di Cosenza sono 87 che sommati ai 137 totalizzano 210 posti letto in meno per acuti.

In più le vorrei far rilevare che a questo non è corrisposto un potenziamento - come si può vedere dall’atto aziendale della provincia di Cosenza – dei servizi territoriali.

La sentenza del Tar Abruzzo ha previsto che, anche lì dove si interviene e si sopprime o si taglia un presidio ospedaliero, in modo contestuale va previsto un servizio alternativo sanitario territoriale. Cosa che non sta accadendo nella provincia di Cosenza ed in Calabria.

Le faccio, anche, rilevare che l’Hub di Cosenza, in base alle declaratorie del decreto numero 18, non è una Hub, perché nell’azienda ospedaliera dell’Annunziata mancano alcune strutture e alcuni servizi sanitari che sono propedeutici ad una sua tale individuazione. Mi riferisco a cardiochirurgia, alla Pet e a tante altre cose che non sono previste, che non ci sono all’Annunziata di Cosenza, ma che sono contenute, invece, nella declaratoria in cui è prescritto “che il centro Hub è il presidio ospedaliero che ha queste specialità”.

Questo non accade a Cosenza. Quindi, rilancio l’allarme sul fatto che nella provincia di Cosenza non vengono garantiti i livelli essenziali di assistenza e che la gestione del Piano di rientro nella provincia di Cosenza è deficitaria e non tiene conto di quanto previsto dal decreto numero 18 e dal decreto numero 106.

Si registra una forte penalizzazione. Da questo punto di vista chiedo che l’Aula ne prenda atto e che si possa fare, al più presto, un dibattito sulla sanità in Consiglio regionale e sul rischio che entro il 31 dicembre il riequilibrio dei conti, sempre per quanto attiene la sanità, così come ha detto il Tavolo Massicci il 19 luglio non possa realizzarsi.

Il mancato raggiungimento dell’obiettivo del riequilibrio di bilancio può essere causa, anche, della revoca dell’attuale commissario per l’emergenza sanitaria in Calabria, con il rischio che si vada alla sostituzione di chi oggi gestisce l’attuazione del Piano di rientro.

PRESIDENTE

Dichiaro conclusa l’interrogazione 164.

Interrogazione a risposta immediata numero 167 del 2.09.2011 a firma dei consiglieri Aiello F., Censore, Guccione “Sulla gestione del sistema idrico calabrese e sulla società Sorical S.p.A.”

Interrogazione a risposta immediata numero 168 del 7.09.2011 a firma dei consiglieri Guccione, Censore, Aiello F., De Gaetano “Sulle iniziative che si intendono adottare per consentire il pieno svolgimento delle attività del servizio di Vigilanza e Sorveglianza idraulica”

PRESIDENTE

Dovremmo discutere, adesso, due interrogazioni a risposta immediata a cui dovrebbe rispondere l’assessore Gentile che però è assente.

Le interrogazioni a risposta immediata sono la numero 167 del 2.09.2011 a firma dei consiglieri Aiello F., Censore, Guccione “Sulla gestione del sistema idrico calabrese e sulla società Sorical S.p.A.” e la numero 168 del 7.09.2011 a firma dei consiglieri Guccione, Censore, Aiello F., De Gaetano “Sulle iniziative che si intendono adottare per consentire il pieno svolgimento delle attività del servizio di Vigilanza e Sorveglianza idraulica”.

Entrambe le interrogazioni saranno trattate alla prossima seduta di Consiglio regionale.

(Così resta stabilito)

Interrogazione a risposta immediata numero 171 del 30.09.2011 a firma del consigliere De Masi “In ordine alla pianificazione delle politiche sanitarie nella provincia di Crotone”

Interrogazione a risposta immediata numero 176 del 12.10.2011 a firma del consigliere De Masi “In ordine alla mancata erogazione dei fondi per il completamento del Teatro Comunale di Crotone”

PRESIDENTE

Le due interrogazioni a risposta immediata che dovremmo discutere sono a firma del consigliere De Masi che però è assente.

Le due interrogazioni a risposta immediata sono la numero 171 del 30.09.2011 a firma del consigliere De Masi “In ordine alla pianificazione delle politiche sanitarie nella provincia di Crotone” e la numero 176 del 12.10.2011 a firma del consigliere De Masi “In ordine alla mancata erogazione dei fondi per il completamento del Teatro Comunale di Crotone”.

Entrambe sono rinviate alla seduta successiva.

(Così resta stabilito)

Interrogazione a risposta immediata numero 177 del 17.10.2011 a firma dei consiglieri Aiello F., Censore, De Gaetano, Guccione “Sulle iniziative da intraprendere per evitare che i servizi sanitari territoriali che l’ASP di Cosenza eroga giornalmente ai cittadini subiscano un collasso per la mancanza di oltre 900 operatori sanitari”

PRESIDENTE

Si passa adesso all’interrogazione a risposta immediata numero 177 del 17.10.2011 a firma dei consiglieri Aiello F., Censore, De Gaetano, Guccione “Sulle iniziative da intraprendere per evitare che i servizi sanitari territoriali che l’ASP di Cosenza eroga giornalmente ai cittadini subiscano un collasso per la mancanza di oltre 900 operatori sanitari” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

in data 23 dicembre 2008 l’Asp di Cosenza ha provveduto, in base alla normativa nazionale, alla stabilizzazione di 439 lavoratori precari con mansioni di autisti 118, infermieri 118 e poliambulatori, fisioterapisti, OSA e OSS, specialisti operatori di centrale operativa 118, specialisti per soccorso sanitario in montagna;

l’Asp di Cosenza nel 2008, attraverso un bando pubblico, ha provveduto ad assumere per n. 36 mesi 490 lavoratori precari con mansioni di fisioterapisti, istruttori per rianimazione cardio-polmonare con defibrillatore, infermieri 118, Sert, Dialisi, Poliambulatorio;

l’Asp di Cosenza e la Regione Calabria hanno programmato, attraverso investimenti di risorse pubbliche, corsi di formazione professionale che hanno fatto accumulare al personale una enorme professionalità tecnica e sanitaria e che ora, per carenza di organico, invece di garantire la copertura di 26 turni come da contratto, detto personale è costretto dall’Asp, per evitare disservizi gravi, a coprire oltre 36 turni e il doppio delle reperibilità;

il Commissario dell’Asp, dott. Gianfranco Scarpelli, in data 10.10.2011, con lettera indirizzata al Presidente della Giunta Regionale, on. Giuseppe Scopelliti, al Direttore Generale del Dipartimento "Tutela della Salute", dott. Orlando, ha annunciato che darà seguito alla Deliberazione n. 777 del 2010 con cui si rendono nulli i contratti a far data dal 31.10.2011 dei 412 lavoratori stabilizzati in data 23 dicembre 2008;

in data 31.12.2011 saranno in scadenza i contratti di 490 lavoratori precari incaricati attraverso Bando Pubblico dell’Asp di Cosenza nel 2008 -:

quali iniziative intende intraprendere con immediatezza per evitare che i servizi sanitari territoriali che l’Asp di Cosenza eroga giornalmente ai cittadini, già oggi in misura ridotta rispetto alla salvaguardia dei LEA, subiscano un vero e proprio collasso per la mancanza di oltre 900 operatori sanitari che attualmente assicurano un servizio sanitario indispensabile e su cui la Regione Calabria ha investito in questi anni risorse importanti per la loro formazione professionale.”

Prego, onorevole Guccione.

Questa è l’ultima interrogazione a risposta immediata che discuteremo.

Carlo GUCCIONE

Presidente, anche questa interrogazione riguarda l’Asp di Cosenza che ha circa 5 mila dipendenti dei quali 987 sono precari. Parliamo di precari che svolgono, qualcuno addirittura dal 1998, attività essenziali allo svolgimento ed alla salvaguardia della garanzia dei Lea, così come ha detto il commissario Scarpelli dell’Asp di Cosenza, nell’ultima Commissione sanità, paventando, addirittura, che senza di loro si correrebbe il rischio di non poter più erogare servizi essenziali territoriali sanitari.

Di questi, 439 sono stati stabilizzati nel 2008 e nel 2009. Parliamo di precari che sono stati assunti addirittura all’Asp di Cosenza fin dal 1998 secondo la documentazione che ci ha fornito il dottor Scarpelli, commissario dell’Asp di Cosenza.

Qualcuno vuol mettere in discussione queste stabilizzazioni adducendo una presunta mancanza di titoli. Addirittura c’è stato un incontro presso l’assessorato alla sanità col dottor Orlando ed è stato richiesto in merito un parere dell’avvocatura regionale per sapere se i titoli posseduti corrispondono ai criteri di legge. Mi chiedo quale procedura sui generis si sia deciso di seguire, perché se c’è qualcosa da contestare ai 439 precari, il direttore dell’Asp o chiunque altro può personalmente, con una lettera di contestazione rispetto ai titoli esibiti, mettere in discussione il rapporto di lavoro che si è sancito attraverso le stabilizzazioni.

Questa è una prima parte. Poi, ci sono circa 400 dipendenti precari, infermieri, Oss, centro emergenza 118 che ancora non hanno potuto veder stabilizzato il proprio rapporto di lavoro e sono precari da oltre 12 anni.

Anche i loro contratti sono in scadenza, in gran parte al 31 dicembre 2011 e una parte al 31 dicembre 2012.

Si chiede di prorogare i contratti in essere fino all’apertura di una finestra per la loro stabilizzazione atteso che – torno a ripetere – così come ha confermato il dottore Scarpelli si tratta di 943 figure professionali indispensabili al funzionamento dell’intera macchina dell’Asp in relazione alla erogazione dei servizi essenziali dal punto di vista sanitario.

PRESIDENTE

Prego, dottoressa Stasi.

Antonella STASI, Vicepresidente della Giunta regionale

Onorevole Guccione, ci risultano 5.196 unità complessive all’interno dell’Asp di Cosenza e i numeri che lei accennava sono 930, cioè il 15 per cento di queste figure ha, non c’è dubbio, problemi di natura contrattuale.

Questa è una situazione ereditata dal passato. Il commissario Scopelliti lo ha più volte specificato: a questa situazione sicuramente va trovata una soluzione, così come in altre Asp e in tutta la Regione nonostante i numeri elevati di precariato.

Voglio ricordare che in una situazione assolutamente simile ci sono anche i 131 precari dell’Asp di Crotone. Il commissario Scopelliti ha ben chiara la situazione e che, comunque, bisogna individuare un percorso idoneo affinché queste figure possano erogare i propri servizi all’interno delle Asp di appartenenza.

Ovviamente, il tutto si deve conciliare con il Piano di rientro e con tutti i vincoli normativi che il Piano medesimo impone, e si deve assolutamente conciliare con quelli che sono i vincoli che pongono i ministeri ai relativi tavoli.

Il commissario Scopelliti vuole, quindi, trovare una soluzione, ha messo in atto già alcune misure da portare avanti ai tavoli romani. Ci auguriamo che questa soluzione possa essere trovata per Cosenza, per Crotone e per i circa 1.500 precari della sanità calabrese. Grazie.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Guccione.

Carlo GUCCIONE

Mi ritengo soddisfatto della risposta che la dottoressa Stasi, Vicepresidente della Giunta, ha dato alla mia interrogazione, nel senso che ho intravisto la volontà concreta di trovare una soluzione per quanto riguarda l’assorbimento dei lavoratori precari nella sanità calabrese.

Mi fa piacere perché ritengo – e credo sia la stessa cosa per Crotone e per le altre realtà – che siano figure altamente specializzate e che nel corso di questi anni abbiano fatto corsi di formazione pagati dalla Regione. Non sono dipendenti nel settore amministrativo, ma sono precari che svolgono lavori che servono alla erogazione dei servizi sanitari regionali per quanto riguarda la sanità.

Ritengo che, se questo è l’impegno che prende la Giunta regionale per come ci ha detto la Vicepresidente, in questa direzione in Aula questo impegno formale e solenne sia da accogliere e valorizzare. Grazie.

PRESIDENTE

Dichiaro conclusa l’ora dedicata al question time.

In memoria delle vittime dell’alluvione in Liguria

PRESIDENTE (Si leva in piedi)

Volevo pregare i colleghi, prima di continuare con l’ordine del giorno di osservare – come Consiglio regionale – un minuto di raccoglimento per le vittime delle alluvioni in Liguria.

Sapete benissimo che il dissesto idrogeologico è anche un male della nostra terra che ha fatto registrare vittime anche nella nostra Regione. Ci sembra, pertanto, doveroso che come Consiglio regionale esprimiamo la nostra solidarietà rispetto alle vittime della Liguria.

(I consiglieri e tutti i presenti si levano in piedi ed osservano un minuto di silenzio)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 148/9^ d’Ufficio, recante: “Nomina di tre membri e tra questi il Presidente del Comitato Regionale per le Comunicazioni – Corecom – Riapertura termini – (delibera U.P. n. 83 del 19.9.2011)”

PRESIDENTE

Dopo l’ora dedicata alle interrogazioni a risposta immediata, il successivo punto all’ordine del giorno riguarda la proposta di provvedimento amministrativo numero 148/9^ d’Ufficio, recante: “Nomina di tre membri e tra questi il Presidente del Comitato Regionale per le Comunicazioni – Corecom – Riapertura termini – (delibera U.P. n. 83 del 19.9.2011)”.

Prima di procedere alla votazione chiamo i capigruppo al banco della Presidenza per concordare le modalità di prosecuzione.

(I capigruppo si portano al banco della Presidenza)

Riprendiamo i lavori dopo questo confronto tra i capigruppo. La parola all’onorevole Principe.

Sandro PRINCIPE

Presidente, a nome dei colleghi capigruppo di minoranza, chiedo un rinvio di questo punto all’ordine del giorno che è molto importante sia per la maggioranza sia per la minoranza, affinché si giunga ad una sintesi altamente qualitativa. Voglio precisare che, sentendo le nostre ragioni, anche il collega Fedele e gli altri colleghi di maggioranza si non associati alla nostra richiesta.

Per quanto ci riguarda abbiamo avviato un confronto proficuo. Come vede alcuni colleghi di minoranza non sono neanche in Aula, pertanto le chiedo il rinvio del punto alla prossima seduta.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Fedele.

Luigi FEDELE

Grazie, Presidente, prendiamo atto che i colleghi della opposizione non hanno ancora raggiunto una sintesi su questo punto, trattandosi delle nomine di un organismo di grande rilevanza. Siamo tra l’altro in questa situazione proprio perché, come da loro sostenuto, non c’è ancora, nell’ambito delle nomine dei componenti del Corecom, la parte di quota che spetta alla opposizione a loro garanzia.

Quindi, non avendo le opposizioni ancora trovato una sintesi unitaria – come anche noi auspichiamo –, non abbiamo niente in contrario che si rinvii di una settimana, Presidente.

Voglio, però, anche ricordare ai colleghi, che lo sanno meglio di me, che trattandosi di un organismo importante c’è anche necessità che a breve il Comitato del Corecom sia messo nelle condizioni di esercitare i suoi pieni poteri.

Da questo punto di vista per oggi non ci sono assolutamente problemi, ma credo, onorevole Principe, che nella prossima seduta si debba procedere.

(Così resta stabilito)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 143/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Approvazione Piano regionale di Sviluppo Turistico Sostenibile per il triennio 2011 – 2013 - art. 3 LR. 8/2008”

PRESIDENTE

Si passa adesso al terzo punto all’ordine del giorno che riguarda la proposta di provvedimento amministrativo numero 143/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Approvazione Piano regionale di Sviluppo Turistico Sostenibile per il triennio 2011 – 2013 - art. 3 legge regionale 8/2008”.

L’onorevole Fedele, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.

Luigi FEDELE, relatore

Il Piano regionale di sviluppo turistico sostenibile, previsto dalla legge regionale numero 8 del 5 aprile 2008 sul riordino della organizzazione turistica in Calabria, è stato realizzato dal dipartimento del turismo della Regione Calabria con l’assistenza tecnica di Invitalia. E’ un ottimo lavoro, devo dire, che il dipartimento ha realizzato e che abbiamo avuto modo di esaminare in Commissione.

Il turismo è considerato uno dei fattori strategici per lo sviluppo economico della Regione, in grado di creare occupazione stabile se è destagionalizzato, diversificare il sistema produttivo locale, salvaguardare specificità culturali tipiche a tutela e valorizzazione dell’ambiente.

L’assenza, finora, di una strategia complessiva sul turismo in Calabria si è tradotta, infatti, nella presenza di un sistema imprenditoriale disomogeneo e poco strutturato; nella scarsa rappresentatività istituzionale del settore - la maggior parte dei comuni calabresi infatti non dispone, ad esempio, anche di un assessorato al turismo, tanto per dire -; nella forte specializzazione del mercato turistico del prodotto balneare favorita anche dalla limitata capacità di accoglienza delle città capoluogo e dei comuni più grandi della Regione e dall’alta concentrazione alberghiera sulle cose.

In coerenza con le indicazioni legislative, il presente documento illustra la strategia di azioni sostenibili per le aree e di prodotti regionali a maggiore attrattività turistica. Esso costituisce la base documentale per definire la strategia di mercato e le azioni di marketing per il posizionamento e la promozione dell’offerta turistica regionale nello stesso periodo. Elaborare il Piano esecutivo delle azioni per l’annualità 2011-2013 e costruire la base informativa sul turismo sostenibile di riferimento per il sistema informativo turismo della Regione Calabria.

La strategia di azione oggetto del Piano è stata elaborata sulla base dei principi di sostenibilità enunciati dalla Unione europea e in raccordo con gli strumenti di pianificazione strategica del comparto turistico in Calabria ed in coerenza con gli obiettivi del Por Calabria 2007-2013, in particolare dell’asse V, risorse culturali, naturali e turismo sostenibile.

Il documento si articola in quattro sezioni. La prima riguarda il contesto documentale di riferimento del presente elaborato. La seconda fornisce una lettura del contesto competitivo in cui si inserisce la Regione Calabria, con particolare attenzione ai trend internazionali, nazionali e all’area del bacino del Mediterraneo, individuando le performance del sistema turistico calabrese.

In seguito enuncia i principi che guidano le politiche comunitarie per la sostenibilità e procede all’analisi del contesto calabrese, rispetto ai più comuni e rilevati indicatori.

La terza sezione individua, poi, gli obiettivi generali, le linee strategiche e le tipologie di azioni volte a risolvere ed incidere significativamente sulle criticità di sviluppo turistico rilevabile dall’analisi Swot. L’ambito di applicazione del Piano, delimitando le aree e definendo i prodotti a maggiore attrattività turistica regionale, oggetto delle strategie di valorizzazione e promozione turistica, i principi e gli orientamenti metodologici rilevanti ai fini dell’attuazione del Piano e delle situazioni strategiche. Le soluzioni prospettate sono definite anche rispetto alla governance ed alla loro dimensione finanziaria.

La quarta sezione, infine, contiene in appendice il glossario dei termini utilizzati nel documento e nell’allegato 1 i risultati delle analisi di sostenibilità applicata al contesto calabrese, in allegato 2 la metodologia utilizzata per individuare le aree ed i prodotti regionale a maggiore attrattività turistica nonché le schede tecniche informative elaborate sulle aree turistiche. Nell’allegato 3, infine, il dettaglio delle azioni del Piano enunciate nella sezione terza.

Finalità principale è quella di definire una strategia complessiva dello sviluppo turistico calabrese al fine di porre rimedio alle criticità rilevate e sviluppare in maniera adeguata la potenzialità economica del settore, con l’obiettivo di aumentare la competitività delle destinazioni turistiche regionali e di promuovere lo sviluppo integrato e sostenibile delle risorse presenti sul territorio.

La forte specializzazione del mercato turistico regionale nel prodotto balneare causa, infatti, un’alta e crescente concentrazione stagionale dei flussi che si accompagna allo sfruttamento intensivo della costa, alla scarsa propensione delle imprese a diversificare ed innovare il prodotto turistico, alla bassa qualità e all’attrattività dell’ambiente.

La strategia di diversificazione dell’offerta turistica regionale, in un’ottica più sostenibile ed attrattiva, conduce ai seguenti obiettivi generali. Primo: accrescere la competitività del mercato. Secondo: riequilibrare la distribuzione spaziale delle attività turistiche della costa anche verso l’interno, sviluppando forme di autorganizzazione della vacanza di scoperta per diffondere i benefici sociali su un territorio più vasto e limitare i danni legati all’abbandono dei luoghi e delle attività tradizionali. Terzo: migliorare la qualità dei servizi del turismo, promuovendo la cultura della sostenibilità. Quarto: rafforzare e qualificare l’offerta ricettiva, nel rispetto dell’ambiente, attraverso l’adozione di soluzioni tecnologiche ed organizzative orientate alla sostenibilità, promuovendo forme di utilizzazione ottimale delle strutture ricettive esistenti e stimolando il consumo turistico dei territori anche in periodi extra estivi. Quinto: sostenere la gestione imprenditoriale e la cultura dell’ospitalità ed accoglienza.

Ancora, rafforzare la percezione esterna dei territori e della loro identità per passare dal marketing del singolo prodotto alla strategia di vendita dell’intera e diversificata offerta di una destinazione turistica.

Infine, appunto, costruire una nuova alleanza tra pubblico e privato, tra Regione e livello locale, tra offerta turistica e servizi, valorizzando la condivisione come strumento di innovazione a supporto di una politica di sviluppo turistico sostenibile.

Questo strumento, una volta approvato, consentirà all’intero comparto di investire significative risorse comunitarie, pari a più di 140 milioni di euro, per promuovere al meglio il pacchetto Calabria, per accrescere la competitività del mercato, costruendo nuovi prodotti turistici per riequilibrare la distribuzione spaziale delle attività turistiche della costa verso l’interno e migliorare la qualità dei servizi al turismo.

In altri termini, non più interventi mirati esclusivamente alla promozione, ma anche e soprattutto azioni incisive per il sostegno del tessuto imprenditoriale, nell’ottica di un miglioramento complessivo del sistema di accoglienza e di ospitalità.

Di conseguenza, quindi, di una competitiva offerta turistica regionale per rafforzare la percezione esterna dei territori e delle loro identità, per passare dal marketing del singolo prodotto alla strategia di vendita dell’intera e diversificata offerta di una destinazione turistica per costruire infine una nuova alleanza tra pubblico e privato.

Devo dire che su questo tema si è discusso molto in seconda Commissione e voglio ringraziare tutti i componenti a cominciare dal Presidente Morelli che si sono prodigati in questa attività, al pari, devo dire, dei colleghi dell’opposizione. Infatti, molti emendamenti presentati in Commissione da parte dei colleghi della opposizione sono stati recepiti perché noi vorremmo che questo fosse un Piano della Calabria, non sicuramente un Piano solo di questa maggioranza.

Molti miglioramenti ci sono stati e anche il dipartimento presente in Commissione ha molto contribuito da questo punto di vista, accogliendo la quasi totalità degli emendamenti.

Anzi, nell’ultima seduta di Commissione è stato autorizzato il coordinamento formale che ha consentito l’approvazione del documento. Annuncio che, alla fine anche noi, dopo l’approvazione, chiederemo che venga autorizzato il coordinamento formale.

Credo che sia un testo ampiamente condiviso, che abbia recepito – come dicevo prima – le istanze anche dei colleghi della opposizione. Per questo prego i colleghi di approvarlo, perché credo che faremmo una cosa buona non per questa maggioranza, ma per la nostra Regione.

Diciamo sempre tutti nei nostri interventi, maggioranza e opposizione, che il turismo è strategico per lo sviluppo di questa Regione. Adesso abbiamo un Piano che, dopo 40 anni, finalmente speriamo che stasera il Consiglio possa approvare.

Credo che il merito sarà di tutti, del dipartimento che sicuramente l’ha preparato, del Presidente Scopelliti che guida con grande determinazione questo settore in cui ha la delega, ma - credo - sia un risultato ascrivibile – se riusciamo a farlo alla unanimità – a tutto il Consiglio regionale e non solo a questa maggioranza. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Censore. Ne ha facoltà.

Bruno CENSORE

Signor Presidente, onorevoli colleghi, dopo alcune settimane di discussione in Commissione bilancio e dopo la presentazione di una mole di emendamenti correttivi ed integrativi, oggi il Consiglio regionale è chiamato ad esprimere una parola decisiva sul Piano regionale di sviluppo turistico sostenibile.

Si tratta di un documento che impone una attenta lettura ed una ampia riflessione a motivo del fatto che noi riteniamo in maniera trasversale che il comparto turistico è da sempre considerato un settore trainante per l’economia di questa Regione benché i dati da parte della banca d’Italia ci dicono che il turismo copre appena l’1 per cento del Pil privato.

La discussione che è stata avviata in Commissione, signor Presidente, non ci ha per nulla soddisfatto, nonostante gli sforzi di equilibrio che ci sono stati da parte del Presidente Morelli e da parte dell’onorevole Fedele.

Non ci è piaciuta in particolare la scarsa apertura da parte della Giunta nei confronti delle nostre richieste che miravano a rivedere gli obiettivi del Piano. Noi pensiamo che il Piano debba dar spazio a scelte strategiche di diversa natura.

A molti è sembrato che la discussione in Commissione fosse solo orientata a modificare l’allegato contenente le schede relative alle aree o ai comuni a maggiore vocazione turistica.

Ritengo che questo sia stato uno degli aspetti marginali. Il collega Fedele ricorda che sono stati accolti degli emendamenti proposti da consiglieri di minoranza. E’ vero! Ma è avvenuto perché ci sono state della macroscopiche dimenticanze e, quindi, il lavoro portato avanti in Commissione ha permesso di sopperire a queste inefficienze.

Perché questo? Perché da questa bozza di Piano venivano escluse aree con grandi potenzialità turistiche dal punto di vista gastronomico, culturale e religioso. La Commissione ha corretto queste storture.

Chiaramente, però, in quella sede avremmo voluto che si entrasse nel merito del Piano e che si discutesse del corpo del Piano che, secondo, contiene elementi di forte criticità.

Pensiamo che se non venissero recepite le nostre osservazioni chiaramente verrà persa una occasione molto attesa da parte delle amministrazioni locali, degli operatori e da tutto l’indotto che ruota intorno al settore turistico.

Insomma, la lettura del Piano così come è stato formulato - per chi lo legge è un documento corposo su cui è stato realizzato un lavoro ragguardevole - illustra una analisi fatta di peculiarità, di potenzialità presenti nella nostra Regione, ma non ci trasmette nessuno spunto importante rispetto agli obiettivi strategici che il Piano si prefigge nel medio e nel lungo periodo.

Manca, insomma, quella che in gergo si chiama mission, mancano gli obiettivi che dovrebbero portare questa a diventare una vera Regione turistica, attraverso l’utilizzo di un enorme patrimonio e di risorse finanziarie che, secondo me, andrebbero anche rimodulate, ma su questo dirò qualcosa più avanti.

Le maggiori criticità, per noi, sono rappresentate dall’assenza nel Piano di strategie che puntino sulla innovazione e sulla competitività, due aspetti che riteniamo fondamentali per incidere e per essere competitivi anche rispetto ad altri Paesi che vendono prodotti turistici.

Manca un elemento di rottura con il vecchio modo di pensare il turismo. Una volta si diceva che tutta la Calabria era turistica. Con questo Piano ci si è sforzati di rompere questa concezione, ma non si è riusciti fino in fondo.

Una volta si individuavano tutti i comuni della Calabria come comuni turistici, adesso se ne individuano 209 e si dà un grande spazio al turismo balneare.

Ebbene, questo Piano non è in linea con quanto dice la legge 2/88 che ci parla di un turismo integrato, quindi un turismo che tiene conto non solo del turismo balneare ma anche dei territori interni, del patrimonio che c’è nei territori interni e della loro cultura.

Non sono state accolte le nostre osservazioni rispetto a questa situazione e non sono state accolte nemmeno le osservazioni fatte in Commissione da Confindustria che ha parlato del turismo termale. Il rappresentante di Confindustria ha detto che il turismo termale può rappresentare uno spaccato importante per destagionalizzare la domanda, per fare turismo 365 giorni all’anno.

Ebbene, noi non abbiamo trovato uno spazio dedicato al turismo termale e quindi alla innovazione di un prodotto che deve essere più dinamico, attraente e coinvolgente.

A noi è sembrato che in Commissione si sia voluto incentrare la discussione solo sui comuni, non considerando che il turismo, invece, è un comparto strategico, obbligato a seguire l’assioma dettato dalla legislazione nazionale, prevedendo adeguati spazi per i piani, per i progetti proposti dai sistemi turistici locali.

Per realizzare questo Piano si dovevano ascoltare i territori e costruire prima i sistemi turistici locali invece così non è stato fatto. Noi siamo di fronte ad un Piano che è nato in maniera unilaterale e calato dall’alto senza coinvolgere gli attori principali del settore.

Noi volevamo una programmazione concertata e condivisa con tutti, con i rappresentanti delle categorie. Una condivisione che poteva veramente diventare progetto. Non siamo d’accordo con questo approccio e con questa mancata programmazione perché pensiamo che la condivisione poteva essere un valore.

D’altronde cosa ci si poteva aspettare in una Regione dove manca ancora l’assessore al turismo? In una Giunta dove manca la massima figura istituzionale che dovrebbe essere il referente della Regione in materia, portavoce di una linea politica nel settore, colui che indica un percorso strategico rispetto ad un settore che riteniamo importante?

Mi dispiace che non ci sia il Presidente della Giunta, ma più volte glielo ho detto a mezzo stampa. Sarebbe ora che dicesse ai calabresi perché non affida questa delega ad una persona che abbia più tempo e continui ad ostinarsi a mantenerla per sé.

Chiedo al Presidente Scopelliti di compiere questo gesto, che giudichiamo molto importante, nell’interesse dei calabresi e della Calabria e che potrebbe consentire alle potenzialità del turismo calabrese di raccordarsi con altri strumenti di programmazione territoriale, perseguendo l’abbattimento delle criticità che ostacolano la possibilità di una pianificazione vera e organica, capace di spingere avanti i settori ed i territori a maggiore vocazione turistica.

Penso alle difficoltà che ci sono oggi in Calabria. Le difficoltà che incontra sul turismo sono quelle causate dall’assenza di adeguate politiche dell’ambiente, alla mobilità interna ed esterna, alle attività produttive, ad un Piano vero della portualità che non sia solo una enunciazione senza risorse finanziarie. Il Piano che è stato presentato è un master plan, non è un Piano che indica risorse e che porta ad un percorso virtuoso per la costruzione di nuovi porti.

Pensavamo che questo Piano contenesse le linee strategiche di un grande progetto, invece ci siamo trovati di fronte ad un documento di spesa.

In questa Regione sol perché si devono spendere i fondi europei si realizzano programmi di spesa fini a sé stessi.

Anche rispetto alla spesa ritengo che le risorse impiegate in questo Piano di sviluppo integrato siano poche, si aggirano quasi intorno a 100 milioni di euro. Ritenevo giusto che il governo rimodulasse il Por e che destinasse a questo strumento maggiori risorse, essendo un settore meritevole di maggiore considerazione e non uno strumento fine a sé stesso.

Noi, signor Presidente del Consiglio, in giugno come Pd, come Partito democratico, avevamo presentato al Presidente della Giunta una mozione nella quale si chiedevano precise risposte in ordine ad alcune preoccupanti criticità.

Ad inizio stagione avevamo chiesto queste cose, avevamo chiesto qualche iniziativa sulla depurazione ed abbiamo assistito, poi, al suo giro in elicottero quando ormai il danno era consumato e quanto tutti i turisti gridavano e gli operatori si lamentavano perché il mare era inquinato. Sono state stanziate delle risorse per i punti di maggiore criticità.

E’ questo il metodo col quale si può far turismo in questa Regione? A noi appaiono evidenti le strozzature che rendono la Calabria ancora poco competitiva e poco appetibile anche per colpe che ricadono sul governo territoriale che relega questa terra ad un ruolo assai marginale e periferico. Chiaramente non siamo appetibili ai circuiti nazionali ed internazionali.

In questa bozza di Piano, onorevoli colleghi, non c’è una valida visione sulle scelte di messa a valore di un grande patrimonio, né tanto meno si intravedono soluzioni per destagionalizzare la domanda.

In questo Piano non sono state neanche recepite le osservazioni che i turisti e i tour operator hanno evidenziato tramite l’osservatorio regionale. Osservazioni che sono pervenute sulle criticità del Piano e sono state ben illustrate, sono state fatte dai turisti e dai tour operator.

Ad esempio, una cosa importante è la riqualificazione degli alberghi, richiesta da tutti i turisti. Non esistono buoni alberghi a 5 stelle in questa Regione e si investono soldi per costruire nuove strutture quando quelle esistenti non si riqualificano.

Una cosa richiesta dai tour operator e dai turisti è la professionalità del personale. Manca in Calabria una vera professionalità degli addetti al turismo, sebbene la Calabria sia una delle Regioni dove c’è il maggior numero di scuole professionali alberghiere.

Quindi a fronte di una mole imponente di personale si lamenta la poca qualità e la poca qualificazione dello stesso. Rispetto a questo si doveva osare di più, ci dovevano essere delle risorse per formare il personale in maniera migliore e per una sua vera riqualificazione.

Noi avremmo voluto che il Piano destinasse maggiori risorse verso queste linee, anziché appostare in questo Piano quasi 30 milioni di euro per la promozione, per le fiere. Noi riteniamo che questo sia un vecchio modo di pensare allo sviluppo turistico.

Non diciamo che il prodotto Calabria non vada promosso, perché è giusto che sia promosso, ma ci troviamo di fronte al fatto che alcuni operatori, tour operator importanti, fuggono dalla Calabria.

E’ il caso di Ft che è il maggior tour operator che porta in Calabria tutti i turisti tedeschi tramite Air Berlin. Ebbene,a questo tour operator è stata chiusa la porta anche se sono state dirottate somme verso Ryanair. Chiaramente questo tour operator che tramite Ft, tramite Air Berlin, porta i turisti in Calabria per la prossima stagione deciderà di indirizzarli verso altre località e non in Calabria.

Noi a tal proposito avevamo proposto degli emendamenti in Commissione per sostenere la domanda di questi tour operator, così come abbiamo richiesto a gran voce di sostenere la legge del 1995 che potenzia i voli charter, benché si tratti di una parte a sé stante rispetto al Piano. Non promozione solo attraverso le fiere. Noi promuoviamo le fiere, poi vengono i turisti e che trovano qua? Alberghi non riqualificati, personale non qualificato, un turismo non integrato col territorio e non integrato con l’entroterra. Per questo motivo noi pensiamo che il Piano presenti molte discrasie che ce lo fanno considerare poco soddisfacente e non in linea con quanto richiesto dal turismo internazionale e con le nuove tendenze.

Puntando su tutti gli 800 chilometri di costa invece che su aree e distretti avrebbe consentito di mettere in sinergia altre peculiarità e altre potenzialità che questa Regione ha.

Per noi la Calabria può svolgere il ruolo di grande attrattore turistico nel Mediterraneo, assurgendo a Nord di una nuova zona, a patto che si dimostri di essere innovativi e competitivi e soprattutto al passo con i cambiamenti delle tendenze della domanda turistica.

Si tratta, quindi, di saper cogliere queste opportunità, programmando quelle azioni di crescita e sviluppo che rendono il marchio Calabria unico e distintivo in questo frangente.

Noi in questo Piano oggi in discussione non abbiamo intravisto tutti questi elementi di discontinuità e chiaramente il nostro apporto, rispetto al Piano, non è di condivisione. Il Piano avrebbe dovuto assurgere ad un’altra governance. Invece, c’è stata una chiusura e non solo non sono state recepite le nostre osservazioni ma, di fatto, è stato concepito unilateralmente, senza il coinvolgimento delle Province e da parte di altri importanti attori, facendoci giudicare questo Piano monco, non concertato ed incapace di offrire alla Calabria quella prospettiva di Regione turistica che meriterebbe. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Mirabelli. Ne ha facoltà.

Rosario Francesco Antonio MIRABELLI

Signor Presidente, signori consiglieri, penso - a differenza dell’onorevole Censore che mi ha preceduto e che è stato in Commissione insieme a me – che in quella sede sia stato fatto un lavoro approfondito e abbastanza puntuale.

E’ vero che molti emendamenti non sono stati in parte accettati e altri invece lo sono stati e per questo ringrazio la sensibilità del direttore generale che ha recuperato in questo nel Piano porzioni di territorio in un primo momento escluse, soprattutto della provincia di Cosenza ma non solo. Questo Piano è uno strumento operativo importante, è uno strumento di programmazione e di pianificazione molto serio.

Ha recuperato determinati comuni nell’area del golfo di Corigliano sia dell’Alto sia del Basso Ionio anche se, senza dubbio, non tutti. Quelli che avevano l’ambivalenza di mare-monti hanno trovato una giusta collocazione.

La stessa cosa è avvenuta per il Basso Tirreno e mi riferisco ai comuni di Fiumefreddo, Longobardi, Belmonte e Amantea che hanno avuto la possibilità di poter essere inseriti in questo importante Piano.

E’ un Piano – come tutti i piani – sempre perfettibile, senza dubbio. E’ difficile poter realizzare su un settore così complicato e complesso, multifattoriale, quale quello del turismo un Piano che possa essere dichiarato perfetto al 100 per cento.

Posso garantire, almeno dal mio punto di vista, che è un Piano redatto nel modo migliore possibile. Ho avuto la forza di leggermelo completamente, nonostante la sua corposità, ed è esaustivo e anche abbastanza pesante per le analisi che fa.

Viene approvato in ritardo, ma sul turismo dobbiamo fare anche una certa riflessione.

Il turismo in Calabria per anni, per decenni molto probabilmente è sempre stato uno di quei settori lasciati a sé stessi, nonostante da tutti fosse considerato come importante e trainante, insieme all’agricoltura, dello sviluppo economico e del Pil calabrese.

Andava, cioè, avanti quotidianamente, giorno per giorno e per forza di inerzia, senza una reale pianificazione, una reale programmazione di base di tipo settoriale e specifica che individuasse dei percorsi e degli obiettivi da raggiungere, soprattutto, in tempi brevi/medi.

Con questo Piano, finalmente, questo andazzo e questa metodologia un po’ anomala, di cui la Calabria è sempre stata portatrice, sono state messe da parte. Ci siamo dati un buon Piano, una pianificazione ed una programmazione che non nasce, attenzione, dall’intuito del direttore generale. Perché, sì, è vero manca l’assessore ma c’è il direttore generale. E’ un settore questo abbastanza tecnico dal mio punto di vista e il Piano evidenzia questo forte tecnicismo, cercando in tutti i modi di far quadrare i conti e di poter ottimizzare al meglio le scarse risorse di cui il Por è stato dotato, caro capogruppo Fedele, perché questa è la verità.

Infatti, 145 milioni di euro sono la somma complessiva messa all’interno del Por nell’asse V. E’ una somma bassa rispetto alla portata che questo Piano vuol darsi. E’ un Piano che affronta in maniera analitica e specifica e fa un’attenta diagnosi di quella che è la reale situazione del turismo calabrese, evidenziando i punti di debolezza e di forza, caratterizzandosi per una analisi asettica proprio perché per poter fare una buona terapia è necessario avere una diagnosi certa.

E’ vero che questo non è un settore semplice, è molto complesso e complicato perché investe in maniera trasversale anche altri assessorati e dipartimenti.

Tant’è che mi preoccuperei di dire al Presidente e al direttore generale dell’assessorato di costituire immediatamente un comitato interno - senza aggiunzione di spesa – multidisciplinare e interdipartimentale in modo tale da poter metter mano a tutte quelle situazioni che consentiranno una migliore qualificazione del turismo affinché possa diventare un turismo reale ed attrattore nel vero senso del termine.

Mi riferisco al settore ambientale, al settore alla depurazione, dei trasporti e a quello culturale, al settore dei lavori pubblici. E’ un argomento questo talmente difficile che non è semplice poter esaustivamente chiuderlo e delimitarlo nell’ambito di quelle che sono le funzioni e le peculiarità dell’assessorato stesso al turismo.

E’ ovvio che, ripeto, i fondi forse sono pochi. Il Piano è stato fatto bene, è puntuale, esaustivo ed ha a monte un’ottima valutazione ed attenta analisi specifica, settore per settore, in cui individua le carenze, anche di tipo strutturale, e le richieste che provengono dai turisti; richieste verso le quali una Regione, un assessorato e un dipartimento devono essere attrezzati nella pianificazione di una programmazione.

E’ ovvio che le difficoltà non stanno tanto nel realizzare il cartaceo e il Piano, caro Presidente, ma la cosa più importante è quella di concretizzare e rendere operativi gli strumenti finanziari, in modo tale da avere a breve termine una ricaduta efficace in termini di spesa che sia di tipo produttivo e non fine a se stessa, come è stato fatto nel passato.

E’ vero che mancano delle strutture alberghiere di alto livello, ma non è vero che non ci sono alberghi a 5 stelle perché in Calabria ne abbiamo 16, caro collega Censore. Ce ne vorrebbero di più, perché molto probabilmente una fetta della domanda vuole un turismo di alta qualità e non soltanto un turismo balneare e questo è inserito chiaramente nel documento.

L’obiettivo principale di questo Piano è quello di tentare di estendere la vacanza balneare ad altri mesi, cioè la famosa destagionalizzazione del turismo.

E’ una sfida! Abbiamo risorse naturali di grande livello, abbiamo parchi e 13 terme di cui più di una anche ottima da un punto di vista chimico-fisico delle acque.

Abbiamo strutture e piccoli borghi che vanno rivalutati nel giusto senso. Prendo lo spunto da qui per ricordare al capogruppo Fedele che è necessario, molto probabilmente, intervenire sulla questione dei centri storici per quanto riguarda i finanziamenti relativi al loro consolidamento che, poi, col Fas non sono più arrivati.

Ci sono troppe pratiche ferme che, invece, servirebbero a mantenere in sicurezza e ad abbellire anche esteticamente i centri storici che rientrano nell’ambito di questo Piano.

Ripeto: un Piano serio. La difficoltà più seria non è fare il Piano ma concretizzare la mole di elementi, informazioni, indicazioni e analisi che ne vengono fuori. Anche l’utilizzo dei fondi che sono rientrati all’interno del Pisl, frutto di concertazione, del coinvolgimento delle amministrazioni e delle aree d’ambito, possono essere, da un lato, dichiarati importanti ed è una cosa positiva. Dall’altro lato, però, frenano la capacità di spesa e decisione che deve essere mediata e concertata, in quanto vincolante in termini di decisionismo per la stessa struttura regionale, lo stesso governo regionale, la stessa amministrazione regionale.

Ecco perché penso che questo sia un settore su cui la Calabria per anni ha puntato ma male, diversamente da oggi con questo documento, con questo Piano che è realisticamente di rilancio - lo dico in maniera asettica, sgomberando il campo da cattivi pensieri di tipo politico - e che merita una giusta considerazione, se letto doverosamente nei minimi particolari ed approfonditamente.

Per la prima volta la Regione Calabria si è dotata di uno strumento sul quale poggiare tutte le misure consequenziali in termini finanziari e di realizzazione.

E’ vero che, purtroppo, è un Piano che guarda al turismo ed evidenzia le criticità che sono ormai strutturali e storiche della regione. Abbiamo un dissesto avanzato, abbiamo la questione della depurazione, cose che purtroppo messe insieme finiscono per depotenziare l’offerta turistica in termini di qualità.

Il lavoro, dunque, va fatto ed è per questi motivi che ho evidenziato la necessità, perché importante, di creare, all’interno dei dipartimenti, una struttura, una cabina di regia – caro consigliere Orsomarso – fra tutti i dipartimenti che hanno, comunque, di striscio o completamente a che fare con l’assessorato al turismo, per non vanificare anche i pochi fondi finanziari. Il Piano è talmente esaustivo dal punto di vista del settore turismo e di tutto l’indotto che meriterebbe ben altra dotazione finanziaria.

E’ vero che, purtroppo, forse arriviamo un po’ in ritardo ma abbiamo, rispetto alle altre Regioni, facendo le dovute verifiche, risorse naturali ed interne. Di questo Piano, probabilmente, avrebbero potuto beneficiare molti altri comuni, ma si è tentato in tutti i modi di creare un collegamento fra il mare e la montagna, avendo riguardo della vocazione che ancora oggi resta la maggiore fonte di garanzia economica per gran parte del turismo calabrese: quello di tipo balneare.

Ebbene, con questo Piano si tenta di far rivivere anche l’entroterra, soprattutto quelle porzioni di territorio, quei comuni che hanno sbocco sul mare e, contestualmente, anche l’entroterra con centri storici di un certo pregio architettonico e monumentale.

E’ un meccanismo intelligente per puntare ad una diversificazione dell’offerta turistica che possa essere esaustiva delle nuove esigenze del turista, esigenze che devono tenere conto da un lato delle difficoltà economiche di chi oggi si muove.

Infatti, è venuta meno rispetto al passato la lunga vacanza. Oggi i periodi sono ristretti e spesso si va trovando qualcosa di diverso rispetto al passato; l’escursionismo da una parte, il turismo religioso, il turismo termale.

E’ una questione multifattoriale che per essere affrontata ha la necessità di poter fare affidamento su quella famosa cabina di regia, che esorto il Presidente e il direttore generale – visto che non c’è l’assessore – a porre in essere con estrema celerità.

Ecco perché penso che, comunque, un primo passo importate su questo settore importantissimo per il prodotto interno lordo calabrese sia stato omesso.

Un discorso a parte, giustamente, merita la scarsa qualità delle professionalità che ognuno di noi spesso critica – e fa bene anche Censore a criticare.

E’ ovvio che la professionalità non può essere di alto livello, nonostante la grande pletora di scuole alberghiere e di scuole di formazione turistica specifica, nonostante i tanti e tanti finanziamenti che sono stati dati alla formazione professionale, soprattutto in questo settore.

Però, il dato è normale, la professionalità si acquista anche col lavoro diretto. Le basi servono per poterti inserire nel mercato del lavoro. E’ poi il lavoro che in sé e per sé diventa quasi una forma di apprendistato, ti consente di migliorare.

Essendo il turismo in Calabria troppo stagionalizzato, troppo circoscritto al mese di luglio-agosto in modo particolare, è ovvio che questa professionalità non possa avere una caratteristica equivalente a quella di altri Paesi.

Ultimo punto importante.

Credo che sia giusto, da parte del dipartimento turismo, prendere in giusta considerazione – se ne parla all’interno di questo Piano ma molto probabilmente potrebbe essere corroborato – un turismo specifico, un capitolo specifico di un turismo della montagna.

Pensate a Camigliatello.Così come abbiamo punti di eccellenza a livello balneare in Calabria – saranno 3 o 5 – noi dobbiamo creare punti di eccellenza anche in montagna. Dobbiamo avere una montagna che possa riconoscersi in 3-4 punti di eccellenza.

Abbiamo belle montagne, belle risorse naturali, male o poco utilizzate. Basti solamente pensare che non è mai stata realizzata un’opera di investimento seria per quanto riguarda le cabine di sciovia, le piste di sciovia di Camigliatello e di altre zone della Calabria.

Quello sarebbe anche un altro modo per investire e cercare in tutti i modi, specificatamente settore per settore, puntando soprattutto su una migliore qualificazione e una maggiore spesa per la montagna, di potenziare anche noi questo altro aspetto importante del turismo che, insieme al termalismo, insieme al turismo culturale, insieme al turismo religioso, potrebbe estendere il periodo di vacanza e di turismo nella nostra Calabria. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Orsomarso. Ne ha facoltà.

Prego i colleghi che devono intervenire di prenotarsi al banco della Presidenza per chiudere l’elenco degli iscritti a parlare.

Fausto ORSOMARSO

Velocemente, voglio esprimere un plauso al lavoro dell’assessorato. Ricordo alla minoranza che il turismo ha un’assessore che è il Presidente Scopelliti che ha deciso di trattenere, insieme alla sanità, questa delega importante e vitale per la regione.

Se, poi, avevamo fatto l’abitudine agli assessori che negli anni passati si limitavano a dare o ricevere coppe e targhe, è un altro concetto di delega, di rappresentanza politica che si produce.

Intanto, dico al collega Censore che, parafrasando il suo nome, ha censurato troppo un documento che rappresenta una novità e che non arriva con grande ritardo.

In 18 mesi è stato prodotto un documento che fa sintesi del lavoro di anni, tant’è che nella premessa di questo documento si recepiscono le indicazioni - forse il collega si riferiva alle premesse - per superare tutte quelle criticità.

Si è avuto, con una delibera del 2009, il riconoscimento dei sistemi turistici locali che stanno nell’ambito di un Piano che attua e mette in campo una strategia.

Ritengo che il collega Censore abbia, come me, le competenze necessarie – se non vado errato è un commercialista – per affrontare la tematica in maniera critica.

(Interruzione)

Presidente, non che sia importante ma non si riesce proprio a parlare.

PRESIDENTE

Prego i colleghi consiglieri di accomodarsi. Non si sente assolutamente nulla nemmeno dai banchi della Presidenza.

Possiamo cambiare il microfono all’onorevole Orsomarso? Perfetto.

Fausto ORSOMARSO

Era solo per dialogare sulle prospettive. Giustamente il collega Censore ha fatto alcune precisazioni in modo puntuale, però molti non sanno cosa sia una analisi swot e, quindi, cosa significhi intervenire su una prospettiva di medio, breve e lungo periodo attraverso un Piano che, come ricordava bene il collega Mirabelli, mette in campo delle strategie e può essere incisivo, rispetto alle passate stagioni di questa Regione, grazie alla collaborazione di un nuovo e dinamico direttore generale.ovvio che con riferimento alle censure del collega Censore non ritengo giusta la di

Leggo in modo appassionato che la minoranza cerca di ritrovarsi attraverso riunioni per la ricerca di un’opposizione.

Noi da voi non dobbiamo avere nessuno sconto, semmai deve esserci quell’incontro reciproco e legittimo che fa salva l’esperienza di chi ci ha preceduto.

Su questo tema sarebbe facile dire cosa si è prodotto in questi anni.

Ricordo a me stesso che, già dal 2008, si potevano mettere in campo strumenti di programmazione come i Pisl che hanno tardato e di cui avremmo potuto beneficiare.

Anche su questi strumenti, che stanno in campo e che mettono insieme risorse in modo trasversale nei diversi assessorati, c’è una strategia sostanziale nuova. Si interviene sui trasporti, sull’ambiente, sulla formazione ed anche sui comuni interni.

E’ necessario condividere, al di là delle critiche che si possono superare. La critica del consigliere Censore può essere più illuminata perché è tecnica, però non si può distruggere un documento che rappresenta l’unica vera novità della storia della tradizione del turismo calabrese. E’ un documento di programmazione che fissa dei paletti, che lega quelle risorse, poche o molte che siano.

Si investono da 150 a 200 milioni di euro e già questo fa la differenza e c’è nel documento per chi vorrà leggerlo, altrimenti sembra sia frutto di una interpretazione fra consiglieri regionali più o meno attrezzati sulla discussione.

C’è ad esempio una testimonianza che viene in queste ore ed in questi giorni da chi – anche dalla minoranza – sta sui territori e pensa di ridisegnare una Calabria con gli strumenti di programmazione che oggi ci sono. Come abbiamo fatto, per esempio, con il Presidente Scopelliti. Siamo andati in Sila, precisamente a Lorica, dove, in 40 anni di storia del regionalismo, mai nessun Presidente di Regione si era recato in visita, pur rappresentando quel territorio, insieme a Gambarie, una prospettiva per il turismo.

La Sila e Gambarie, la montagna che nessuna Regione del meridione può vantare. Non ce l’ha la Campania, non ce l’ha la Basilicata o la Puglia o la Sicilia.

Nella prospettiva di un incontro sulla balneazione siamo stati anche nei comuni di Cetraro sul Tirreno cosentino ed in altri delle altre province calabresi e per la prima volta abbiamo le risorse che sono disponibili entro il 12 dicembre; quindi, consiglierei a quelle amministrazioni che stanno più vicine al Partito democratico di realizzare i migliori progetti con contributi anche critici su uno strumento di indirizzo che c’è e verrà approvato, seppur – ripeto – tutto è perfettibile e migliorabile.

Dal mio punto di vista politico e tecnico, dico che è uno dei migliori documenti prodotti dalle Regioni italiane, avendo fatto un benchmarking con quello che avviene nelle altre Regioni e interrogandosi in termini di domanda e di offerta.

Oggi abbiamo l’opportunità ed è qui che subentra lo strumento del controllo serrato, forte ed importante delle opposizioni che si ritrovano, come ho letto in questi giorni, se noi dovessimo sbagliare nell’investire su queste risorse.

Bisogna concentrare gli investimenti e quando penso alla Sila, perché la conosco meglio, quindi Camigliatello e Lorica, ritengo che entreremo tutti nella storia se realizzeremo il nuovo impianto di risalita, creando un comprensorio sciistico che consenta alla nostra regione di diventare appetibile 365 giorni l’anno.

Quanto al mare, agli hotel che ci sono da poco, se non vado errato, è in pubblicazione la legge – anche quella attendeva dalla scorsa legislatura ma non dobbiamo, ripeto, fare le gare – che interviene sulla realizzazione di nuovi alberghi, sulla ristrutturazione e finanche sui lidi e sulla balneabilità.

Abbiamo anche in quel caso il problema delle competenze che si intersecano. Ad esempio, per tanti comuni mancano i piani spiaggia.

Incentiviamo e rincorriamo quegli amministratori che fanno parte delle diverse parti politiche per dire di fare i migliori piani spiaggia, di dare in gestione i lidi a chi vuole farlo come prima e non come terza professione, per non trovarci d’estate a vedere i lidi gestiti non come momento di grande redditualità per il proprio lavoro o la propria famiglia, ma, diciamo, come un hobby.

Queste sono le prospettive che dà un Piano e che detta delle regole con risorse certe e serie, tenuto conto che i Pisl scadono il 12 dicembre.

Quello che mi aspetterei da questa minoranza è un confronto serrato su come devono essere spese le risorse e se vengono deviate rispetto ad una impostazione standard prevista nel Piano, augurandoci tutti di scrivere una nuova pagina del turismo.

Lo sento da quando avevo una coscienza civica e l’ho ripetuto più volte in questo Consiglio regionale. La mia coscienza civica, per quanto ragazzino maturo, mi appartiene da quando avevo 15-17 anni: si parla da una vita – oggi ne ho 40 – di sviluppo del turismo, l’unica leva economica di una Regione che è alla ricerca di una identità.

Penso che su questo dobbiamo crederci molto ed abbiamo uno strumento che, collega Censore, per quanto da emendare e da criticare, non va demolito come ha fatto lei, perché nel Piano c’è tutto il contrario di quello che ha detto lei: c’è la programmazione e la diversificazione delle risorse naturali.

Sfido chiunque ad andare a vedere se questo non è un Piano strategico di buon livello: abbiamo anche degli elementi relativi al turismo religioso.

Non vorrei essere blasfemo, ma noi abbiamo in Calabria un “Maradona” che si chiama San Francesco da Paola. Anche in questo in molti anni ci si è distinti con amministrazioni di centro-destra e di centro-sinistra, non è esplosa una vocazione sul turismo naturale e religioso, tutto quello che tanta gente ci invidia.

Lo vediamo nei paesi della sponda sud mediterranea, anche a Rimini: laddove non ci sono le bellezze la gente se le inventa.

Qui bisogna cominciare ad occuparsi – come abbiamo fatto in queste ore – di strumenti importanti che riguardano il turismo, come ad esempio i trasporti. Anche lì la Calabria con 100 milioni di debiti scrive pagine nuove con una inversione di tendenza.

Non so se ne saremo capaci, ma con grande umiltà siamo qui a lavorare e lo valuteremo dopo 5 anni come dice anche il Presidente Scopelliti. Il nostro non sarà uno spot elettorale che dura 5 anni.

Noi abbiamo una sfida che è quella di dire ai calabresi fra 5 anni non più l’1 o il 2 o il 3 per cento ma noi vorremmo concentrando i vettori …

Anche quella storia che lei raccontava su Air Berlin: a lei risulta che stava andando via invece Air Berlin rimane in Calabria, aveva altre motivazioni.

(Interruzione)

A me risulta così poi lo dirà il Presidente.

Anche su questo, collega Censore, occorre dare delle informazioni e mi auguro che si ottengano risultati con questo Piano e con le risorse che abbiamo a disposizione parlando di turismo montano e delle terme.

Ancora oggi tanta gente va a Fiuggi anziché andare alle terme calabresi, ma di certo non abbiamo contribuito noi a determinare questa situazione.

Mi auguro che alla fine dei 5 anni noi potremmo avere il 20-30 per cento in più delle presenze destagionalizzate.

Dopo di che mi auguro, come sta avvenendo in diversi settori, che si cominci a confrontarsi su dati veri. Non si può raccontare per sentito dire che Air Berlin va via. Non si possono dare messaggi sbagliati, perché uno poi si mette a far politica.

Se volete noi facciamo politica. Rispetto a quanto avvenuto questa estate e rispetto al fatto che, forse, in qualche amministrazione non guidata dal centro-destra avveniva che i depuratori scaricavano in mare, allora noi siamo bravi più di voi a fare populismo.

Nell’immaginario siete quelli che ci avete consegnato la “nave dei veleni”. Non ci basteranno 100 milioni di euro di investimento per recuperare quel dramma che quell’assessore all’ambiente che è diventato poi un assessore al turismo per la Calabria ha provocato.

Non ci interessa guardare più tanto al passato, guardiamo in prospettiva al futuro.

Abbiamo una minoranza e una opposizione – come volete definirvi – che sta sul pezzo delle cose, su quello che si sbaglia e che ci si incentiva, ma non ci raccontiamo più barzellette, non ci dimensioniamo più su quegli aspetti populistici della politica rispetto ai quali, se volete, siamo pronti a discutere, ma non vorremmo utilizzarli.

Va bene il contributo critico. Da domani utilizziamo nell’approvazione di questo documento per vedere che quelle risorse già ci sono e sono spendibili. Lì su quel territorio che lei conosce meglio di me, ognuno per i propri territori, badiamo che non vadano disperse, che vengano utilizzate per la prima volta con una proiezione che guarda al futuro e non sia estemporanea creando l’ennesimo … “lavoro” di qualche compare, di qualche amministrazione amica. C’è una prospettiva di Calabria, sono orgogliosamente calabrese e so che lei lo è quanto o più di me …

(Interruzione)

Dimensioniamoci nel dibattito e anche nel controllo di questi strumenti con maggiore criticità e con una dimensione istituzionale differente, vi ringrazio.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Franchino. Ne ha facoltà.

Mario FRANCHINO

Signor Presidente, a nome del gruppo del Pd dichiaro voto contrario perché il Piano, a nostro avviso, è disorganico, poco attento al territorio, totalmente carente delle caratteristiche di un vero Piano turistico e con stridenti contraddizioni.

Siamo in una condizione pesante e questo Piano ci mantiene esattamente nelle stesse condizioni in cui eravamo fino ad ieri.

Siamo la quindicesima regione in Italia per numero di presenze, la Calabria continua ad essere caratterizzata da una forte stagionalità di arrivi e presenze, con un’altissima concentrazione nei mesi estivi. Continua a presentare un basso grado di internazionalità e risulta caratterizzata da una forte disomogeneità tra le aree del litorale e le zone dell’entroterra.

La montagna, infatti, registra solo il 3 per cento delle presenze a testimoniare che a farla da padrone rimane il prodotto mare, quindi il turismo balneare.

Condividiamo le osservazioni del collega Censore che spero di non ripetere. Comunque tre o quattro riflessioni vanno fatte.

Innanzitutto, il potenziamento del settore turistico - e questo Piano non lo prevede – non può prescindere da una analisi attenta del mercato, bisogna avere la capacità di ascoltarlo e di comprenderlo, di individuare i bisogni ancora insoddisfatti e di rispondere con una offerta che sia di valore, adeguata e competitiva.

I margini per migliorare sono ampissimi, ma occorrono piani ed azioni diretti alla trasformazione del settore da attività prettamente stagionale a sistema produttivo permanente. Il Pd qui propone piani di area singoli.

E’ necessario, quindi, porre la massima attenzione sulla qualità da quella urbana ed ambientale, facendo leva soprattutto su alcuni elementi che ci paiono essenziali e fondamentali.

La costruzione dell’offerta su principi di sostenibilità e su un’adeguata accessibilità delle destinazioni turistiche, pertanto su strumenti urbanistici ed infrastrutturali che promuovono la realizzazione di investimenti utili all’economia turistica.

Qualificate risorse umane. La riqualificazione dell’offerta non può prescindere da un forte investimento sulla formazione degli addetti e sullo sviluppo della cultura dell’accoglienza.

Saper cogliere le nuove sfide e le nuove tendenze per restare al passo con le trasformazioni in atto del mercato.

Per esempio, il turismo oggi non è più quello legato alla vacanza lunga, concentrata per lo più nel periodo estivo, ma quello che si basa su vacanze brevi e disseminate in tutti i periodi dell’anno e non solo in località marine.

Una maggiore complementarietà tra soggetti balneari e le altre opzioni turistiche presenti sul territorio, favorendo una maggiore integrazione fra la fascia costiera, dove si concentrano le presenze, ed il territorio retrostante, ricchissimo di attrattive ma spesso penalizzato dalla inadeguatezza delle infrastrutture e dalle carenze qualitative della offerta turistica nel suo complesso.

Inoltre, il rafforzamento della identità turistica e lo sviluppo di nuovi prodotti da commercializzare al fine di diversificare i mercati di provenienza.

Voglio, a conclusione, citare solo un esempio. Da qui a qualche momento andremo a votare la proposta di legge numero 77/9^, relatore l’onorevole Morelli che nella sua relazione dice – è soltanto un esempio – parlando dell’Alto Jonio cosentino “è un territorio ricco di biodiversità, risorse paesaggistiche e storico-culturali”.

Nel Piano turistico questo territorio viene totalmente dimenticato. In circa 20 chilometri di costa sono state riconosciute due bandiere blu: il Comune di Roseto Capo Spulico per 11 anni e quello di Amendolara nell’ultimo anno.

C’è la presenza di tre aree di particolare interesse naturalistico: il banco di Amendolara, la pineta costiera di Roseto-Montegiordano e le zone di protezione speciale dei torrenti Ferro e Ferro-Canna. La natura ed il turismo di questo territorio rendono tutto questo ancora più interessante.

E’ stata solo la volontà di parte della Commissione e dello stesso onorevole Morelli quella di introdurre, nonostante vi siano state alcune dimenticanze, parte di questo territorio.

Non è un caso che alcuni dei comuni importanti del territorio montano come Canna, Nocara, Alessandria, Albidona, Castroregio, San Lorenzo Bellizzi, che sono le porte del Parco del Pollino, siano totalmente assenti dal Piano turistico.

Per questi motivi noi riteniamo - ma questo, ripeto, è uno dei tanti motivi oltre a quelli già citati dall’onorevole Censore e alle modeste osservazioni fatte dal Pd e dal sottoscritto - che la Calabria abbia sicuramente le risorse giuste per diventare una destinazione turistica competitiva.

La strategia deve, però, necessariamente basarsi su uno sviluppo equilibrato tra le esigenze ambientali e quelle che devono mirare a potenziare e qualificare l’offerta turistica intesa nella sua accezione più ampia.

Ecco perché il Pd ritiene il Piano inadeguato ed il nostro voto è contrario. Grazie.

Presidenza del Vicepresidente Alessandro Nicolò

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Magno. Ne ha facoltà.

Mario MAGNO

Penso, Presidente, che il Piano presentato oggi dal Presidente Scopelliti e che ha visto un grande impegno del dipartimento turismo, con a capo il dottore Raffaele Rio, debba essere considerato per quel che è e non per quello che si vuol far apparire e che non è.

Ritengo che quanto detto in Aula dagli amici e colleghi Censore e Franchino non rappresenti un problema rispetto a quello che vuole essere un intervento di qualità e di programmazione all’interno di questo settore.

Bene ha fatto l’onorevole Mirabelli a mettere l’accento sul fatto che questo Piano ha seguito due strade importanti: quella dello sforzo di analisi delle problematiche territoriali della nostra regione e quella di aver messo in campo una strategia di sviluppo all’interno di questo settore che ha puntato fortemente sui problemi che il Piano stesso individua, mettendo mano agli aspetti più difficili all’interno del nostro territorio per far sì che ci sia una maggiore offerta turistica che possa trainare maggiormente anche la domanda.

Ritengo che, intanto, questo Piano parta da un presupposto importante e voglio dirlo, innanzitutto, ai colleghi della minoranza.

Finalmente, ci si è chiesto come far sì che all’interno del territorio calabrese si possano sviluppare le qualità ambientali della nostra regione, non soltanto quelle marine ma anche quelle interne.

E’ la prima volta, onorevole Censore, che un Piano turistico viene elaborato in questa Regione e di questo va dato merito a questa Giunta e al Presidente Scopelliti.

Il Piano turistico parte dalla considerazione che la nostra regione non è fatta solo di mare, ma anche di ampie zone interne che sono i tre Parchi importanti della nostra Regione: il Parco della Sila, del Pollino e dell’Aspromonte che rappresentano le qualità ambientali più rilevanti nel territorio regionale.

Il Piano affronta la questione dello sviluppo turistico marino in maniera problematica, non solo, come negli anni passati, come offerta di mare pulito, dimenticandosi di tutti i problemi che stanno intorno alla questione delle coste calabresi.

Che cosa è stato fatto? Intanto è stata focalizzata l’attenzione su due aspetti importanti della questione del mare. Una è quella della ricettività alberghiera.

In Calabria ci sono alberghi che non rispondono alla domanda turistica e su questo Piano si individuano una serie di strategie che tendono a far sì che vengano finanziate quelle strutture turistiche che oggi hanno bisogno di avere una maggiore qualità rispetto al tipo di albergo che dobbiamo offrire.

Non è più possibile offrire alberghi scadenti, ma dobbiamo riqualificare tutto il sistema alberghiero calabrese sia sulla costa sia nelle aree interne.

D’altra parte è la prima volta, ripeto, che all’interno di un Piano turistico regionale si sia individuata una strategia per quanto riguarda le seconde case.

Sapete tutti che ormai sulle nostre coste si è costruito tanto in questi anni e si sono investiti tanti soldi, ma oggi le seconde abitazioni sono quasi tutte sfitte perché il turismo è cambiato, la domanda turistica è cambiata e i nostri emigrati non vengono più a far turismo in Calabria.

Oggi c’è bisogno di una offerta di qualità. O siamo capaci di riconvertire queste seconde case e recuperare il loro patrimonio edilizio-finanziario oppure abbiamo ancora una volta non tenuto presente che c’è una grande risorsa di patrimonio edilizio sulle nostre coste che va recuperato dal punto di vista dell’abitabilità, infrastrutturale e dei servizi.

Il Piano si pone questo problema ed indirizza e finalizzata a questo tipo di azione una enorme somma per un primo intervento che è di oltre 10 milioni di euro. Non è una cosa di poco.

Abbiamo già visto che, all’interno di questo Piano, c’è una strategia su un grande problema che affligge la nostra Regione.

Sui Parchi calabresi: quello dell’Aspromonte, la Sila, il Parco delle Serre e del Pollino rappresentano le grandi risorse ambientali della Calabria e lì c’è il turismo sostenibile che viene proposto nel Piano.

Non si può pensare che un Piano possa andare ad individuare minuziosamente il singolo intervento, ma deve guardare ad una analisi e ad una strategia generale sulla quale impiantare una serie di interventi che servono a far sì che si aumenti l’offerta turistica e al contempo anche la redditività all’interno di questo settore.

E le sirene a morte del turismo calabrese, suonate questa estate e prima dell’inizio dell’estate, che annunciavano che in Calabria non ci sarebbe stata una crescita del turismo, sono state smentite dai fatti.

Sabato mattina presso l’aeroporto di Lamezia Terme festeggeremo i 2 milioni di passeggeri. Ma il grande contributo per questi 2 milioni di passeggeri è venuto dal turismo calabrese, dalla possibilità che abbiamo avuto, attraverso l’azione del Presidente Scopelliti, dell’assessorato alle attività produttive, di aumentare i voli low cost all’interno della regione, consentendo una grande massa di turismo.

Noi vogliamo continuare su questa azione. Il Piano individua delle risorse e delle possibilità per sviluppare le infrastrutture turistiche calabresi: potenziare i tre aeroporti calabresi e dare finalmente la possibilità agli operatori turistici di avere un trasporto celere, veloce e a basso costo che possa attrarre turisti nella nostra Regione.

L’altra questione è legata al termalismo, come detto dall’onorevole Censore. Sapete a che cosa in Calabria è ridotto il termalismo.

E’ ridotto a stabilimenti balneari che non riescono a diversificare la domanda.

(Interruzione)

Perché questo? Perché in Calabria non c’è stata mai una legge che ha consentito a questo settore importante di potersi riorganizzare ed investire con una serie di finanziamenti all’interno di questo comparto importante.

In Commissione abbiamo discusso già la proposta di legge sul termalismo che vareremo fra poco. Consentiremo a questo settore di avere un quadro di riferimento per far sì che questo settore possa svilupparsi.

Faremo sì che questo settore possa riorganizzarsi, contribuendo a far si che gli stabilimenti termali possano anche accogliere i turisti. E’ necessario offrire un albergo nello stabilimento balneare, non si può pensare che si vada esclusivamente a fare le cure termali e successivamente si torni la sera a casa o ci si rechi in un albergo vicino.

Bisogna creare l’offerta turistica di qualità e far sì che il termalismo possa diventare uno strumento di sviluppo importante di questa nostra Regione.

Il Piano turistico individua alcune strategie all’interno di questo settore. La legge regionale le amplifica e le rende più omogenee e più coordinate. Dobbiamo lavorare affinché ci sia l’integrazione di questo sistema in maniera tale che anche il termalismo possa rappresentare un punto di riferimento importante per il turismo calabrese.

In riferimento, poi, all’assenza di qualità urbana nella nostra regione, voglio precisare che non si può risolvere con il Piano turistico, ma con l’utilizzo di altri strumenti inseriti nel Por Calabria che faranno sì che alcuni interventi nei centri storici e nei centri urbani possano essere meglio organizzati e qualificati.

Non dobbiamo dimenticare che proprio qualche mese fa la Giunta regionale ha varato un Piano delle infrastrutture, per quanto riguarda le metropolitane e la creazione di nuove vie di comunicazione di rafforzamento delle vie di comunicazione in Calabria.

Ci sono una serie di interventi che si stanno completando attraverso l’intervento dell’Anas. Oggi, il Presidente Scopelliti insieme al ministro Matteoli è andato ad inaugurare un nuovo importante tratto della statale 106 da Simeri Crichi a Catanzaro Lido. Fra poco si inaugurerà l’altro tratto da Catanzaro Lido fino a Soverato.

Sono degli aspetti importanti che si stanno concretizzando nella nostra e che servono a sviluppare il turismo, al pari delle trasversali necessarie per avvicinare di più i paesi dello Ionio a quelle che sono le infrastrutture più importanti della nostra Regione.

Non è pensabile che i turisti possano scendere all’aeroporto di Lamezia Terme e poi dover arrivare a Bova Marina senza avere una via di comunicazione veloce che in tempi brevi li possa trasportare all’interno di questo paese.

Dobbiamo lavorare e stiamo lavorando per far sì che nella Regione si crei una serie di reti infrastrutturali che aiutino il turismo. Solo allora il Piano del turismo potrà avere una sua concretezza ed un suo valore, nel momento in cui incontra nel suo percorso di investimento e di intervento la capacità del nostro territorio di fare ricettività.

Non dobbiamo dimenticare tutto quello che sta facendo l’assessore Caligiuri per quanto riguarda i beni culturali calabresi, per quanto riguarda i musei e le biblioteche, la valorizzazione delle nostre tradizioni.

O ancora l’assessore all’agricoltura, che sta puntando fortemente sui prodotti tipici calabresi. Oggi l’onorevole Morelli presenta una proposta di legge per due prodotti di qualità della Calabria. Ne abbiamo presentato ed approvato altri.

Sono queste azioni che in maniera sinergica fanno sì che una Regione possa concretamente creare quella offerta che poi può incontrare la domanda.

Se noi consentissimo ai tour operator stranieri di poter avere più qualità della vita, più qualità ambientale, più qualità del mare all’interno della nostra regione, più qualità nella ricettività, nei trasporti, nelle infrastrutture solo in quel modo i tour operator non scapperanno dalla Calabria. Altrimenti cosa offriremo loro per farli rimanere in Calabria e per far venire in Calabria i turisti?

Solo in questo modo riusciremo concretamente, anche attraverso questo primo Piano del turismo in Calabria, ad invertire il trend in maniera sempre più positiva, considerato che il turismo in Calabria in questi anni è cresciuto e sta continuando a crescere. Se noi interveniamo in maniera decisa continuerà a crescere e raccoglierà la domanda di turismo sostenibile, consentendo alla Regione ed agli operatori che vi operano di contribuire allo sviluppo di questo importante settore in Calabria.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Domenico Talarico. Ne ha facoltà.

Domenico TALARICO

Signor Presidente, come gruppo di Italia dei valori riteniamo che questo sia un apprezzabile Piano descrittivo, con una discreta analisi che potrebbe, però, valere per tutto il territorio nazionale e per tutte le regioni italiane. Naturalmente, siamo consapevoli che la crisi del settore del turismo non è una peculiarità calabrese; come giustamente avete scritto nel vostro documento di settore c’è una crisi che investe tutte le regioni italiane e si riflette in maniera più accentuata nella nostra regione a causa di deficit strutturali del settore.

Registriamo e leggiamo con attenzione e con compiacimento le diverse azioni individuate a favore di aree geografiche, di investitori turistici, di associazioni, tour operator, eccetera, però in queste diverse azioni che vengono egregiamente elencate – probabilmente per merito di un dirigente attivo, al quale va il nostro apprezzamento, almeno per quanto riguarda l’impegno e la serietà – dobbiamo dire che in questo Piano di azioni ne mancano due: una è relativa all’abbattimento delle barriere di accesso nella nostra regione, la seconda riguarda una cosa importante che viene prima di tutte le azioni elencate, cioè la tutela della bellezza.

Ecco, la bellezza non è presente in questo Piano; è, per certi aspetti, il “Convitato di Pietra”, perché si continua a scrivere e a parlare di turismo come se fosse un sistema astratto, un qualcosa che va trattato separatamente dal resto. Credo, invece, che questo Piano doveva essere redatto non solo dal dipartimento del turismo, anzi forse meno dal dipartimento turismo e molto di più, ad esempio, dal dipartimento ambiente, dal dipartimento dei lavori pubblici, dal dipartimento bilancio e fondi europei e anche da quello della cultura. Se consideriamo il turismo un sistema, questo Piano doveva essere congegnato avvalendosi di investimenti, di interventi e dell’esperienza accumulata in questi mesi.

Partiamo da alcune considerazioni. Questa regione – e lo avete scritto anche nel Piano – viene saltata dai flussi turistici internazionali, ma anche nazionali: si arriva a Napoli, si salta la Calabria e si va direttamente in Sicilia o anche in Puglia e ovviamente, la colpa non è del Presidente Scopelliti. Questo è un dato che, purtroppo, ormai è storico, che ha investito e avrebbe dovuto interessare legislazioni diverse; è un dato strutturale che non viene affrontato e ci riporta alla considerazione fatta in precedenza sulle barriere d’accesso.

Avrei voluto leggere in questo Piano, intanto, una fortissima preoccupazione per il sistema della viabilità nella nostra regione, per il sistema dei trasporti, che in questi ultimi tempi, complice il Governo nazionale, ha subìto una fortissima regressione. Una delle motivazioni per cui non si arriva in Calabria è il forte disincentivo al turismo, che è dato dalla stato in cui versa l’autostrada e dalla viabilità anche secondaria presente nella nostra regione; uno degli elementi che disincentiva l’afflusso e la permanenza turistica nella nostra regione è, poi, riconducibile alla scarsità della mobilità ferroviaria. Negli ultimi mesi, negli ultimi anni il sistema ferroviario si è fortemente indebolito a danno della nostra regione, ecco perché forse bisogna rinegoziare una presenza più qualificata ed efficiente delle ferrovie, del sistema aeroportuale, della viabilità in Calabria, altrimenti a nulla valgono gli spot.

Possiamo spendere milioni di euro per animare i Bronzi di Riace, lo spot può piacere o meno, ma diventa un fatto secondario e marginale, così come marginale è stata la costosissima campagna promozionale che la precedente Giunta regionale aveva fatto durante i Mondiali di calcio con la nostra nazionale. Quali sono stati gli effetti di quella promozione in termini di presenza e di qualificazione dell’immagine turistica della nostra regione?

Bisogna, quindi, fare un passo indietro, queste cose vengono dopo, bisogna prima abbattere o ridurre le barriere di accesso per la Calabria, che, purtroppo, ci sono e che, però, non vengono affrontate nel Piano.

L’altra questione è la tutela, la promozione e la valorizzazione della bellezza. Ad esempio, io sono convinto che uno degli emendamenti finalizzati a recuperare il patrimonio edilizio delle seconde, delle terze e delle quarte case sia un provvedimento utile che, però, occorre valorizzare.

Allora chiedo al Presidente della Giunta regionale, sempre in virtù dell’idea che il turismo deve essere un sistema, a cosa serve la promozione, a cosa serve il Piano, se un turista viene in Calabria e trova il mare sporco, se un turista viene in Calabria e trova una lunga sequela, senza soluzione di continuità, di seconde, terze, quarte case, spesso abusive!

Qual è la coerenza tra un Piano turistico che promuove il turismo e, ad esempio, una cosiddetta legge sulla casa? Qual è la coerenza tra un Piano turistico e la situazione dei nostri depuratori? Qual è la coerenza tra un Piano turistico serio, apprezzabile e, invece, quello che troviamo nelle nostre montagne o la mancata attuazione per il secondo anno consecutivo del Piano spiaggia? Dovreste sapere, ad esempio, che per il secondo anno consecutivo la Regione Calabria non si è dotata di un Piano spiaggia, consentendo quella che è una vera e propria progressiva privatizzazione delle spiagge. Sì, ben vengano i lidi, onorevole Orsomarso, ma questo non può essere un elemento di attrazione turistica. La privatizzazione e l’anarchia delle nostre spiagge, non possono rappresentare un elemento di attrazione.

Allora, concordo che si arrivi ad un vero e proprio Piano di rottamazione delle seconde, delle terze e delle quarte case e che la Regione metta in campo politiche serie contro l’abusivismo, ponendo limiti ai comuni costieri e di montagna per quanto riguarda l’edificazione.

Perché tutto quello di cui noi stiamo discutendo questa sera viene dopo, prima bisogna stimolare il turista o il potenziale turista a venire nella nostra regione, perché agli stessi costi uno può e scegliere mete diverse; dobbiamo fare in modo che la nostra offerta sia competitiva non solo sul Piano dei servizi, degli incentivi o degli sconti sui viaggi aerei, ma anche in termini di offerta base, che è appunto la bellezza dei nostri mari, delle nostre coste, che, purtroppo, stiamo deturpando, senza porre in atto politiche di protezione, di tutela e di prevenzione.

In questo senso, credo che la posizione che noi assumiamo non sia pregiudizialmente contraria al Piano in sé, ma siamo critici perché questo Piano non si fa carico di problemi strutturali, che sono alla base e che rappresentano i limiti della mancata espansione turistica della nostra regione, cioè il turismo non ha, probabilmente, valore strategico nelle politiche di questa Giunta regionale. Siamo d’accordo perché si faccia un passo indietro, affinché questo settore venga considerato come sistema e le politiche conseguenti interessino altri settori in maniera più forte e radicale.

Anche il riferimento che faceva il consigliere Magno sull’emigrazione di ritorno, questo è un fattore che nel corso degli anni si va indebolendo. Evidentemente questo potentissimo fattore anche di natura sentimentale non viene valorizzato a dovere e i figli di seconda e di terza generazione degli emigrati preferiscono alla Calabria altre mete anche europee.

Ora, per tutte queste considerazioni noi riteniamo che il Piano presenti limiti evidenti, che la discreta analisi descrittiva che viene fatta non trova coerenza nelle soluzioni e che, soprattutto, non viene affrontato il problema e le politiche in esso contenute con la dovuta sinergia con altri settori di governo della nostra regione. Per tutte queste considerazioni, noi anticipiamo il nostro voto contrario.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Dattolo.

Alfonso DATTOLO

Presidente, colleghi, sarò molto breve e telegrafico, anche perché penso che sia stato detto abbastanza e che lo strumento che viene proposto oggi, in qualche modo, risponda ad un’assenza di strategie di sviluppo turistico.

Come Regione Calabria, abbiamo impiegato sette anni ad adeguarci alla legge nazionale del 2001 e, oggi, viene presentato uno strumento valido sia pur con le osservazioni che potrebbero essere sollevate, quali, in particolare, quelle del collega Talarico di una mancanza della bellezza, degli accessi e delle difficoltà del sistema di viabilità.

Ritengo – con questo anche per dare un piccolo contributo alla discussione – che si debba partire da un minimo di programmazione. I punti di forza di un settore trainante come quello turistico e le azioni che vengono sviluppate in questo Piano dovrebbero sicuramente migliorare quella che è una programmazione che, in questo frangente e in questa Regione, ha sempre latitato di interventi che non avessero una finalità soprattutto strategica, ad esempio il fallimento dei Pit, così come è stato, che ha determinato che tutti i soldi destinati alle misure del turismo sono state radicalmente abbattute, specialmente quelle che prevedevano la compartecipazione con l’iniziativa privata.

Nella programmazione risulta che ci siano anche le azioni trasversali con i vari dipartimenti interessati, c’è una sinergia nelle azioni che vedono impegnate le strutture e l’assessorato alla cultura, all’urbanistica, perché – vedete – insisto molto su questo concetto, soprattutto di dotare la Regione, oltre che della legge che abbiamo fatto sull’edilizia sostenibile, che è un pilastro per le nuove costruzioni, quasi una garanzia di certezza per quello che sarà lo sviluppo di un comparto che deve fare i conti con il rispetto delle normative ambientali, di una legge sul termalismo – e ringrazio il collega Magno per averlo citato –, che abbiamo necessità di approvare in questa Regione, per mettere ordine in un settore privo di legislazione dal 1984.

C’è un provvedimento che porta la mia firma e che in Commissione ha avuto un consenso bipartisan, per il quale dobbiamo trovare le risorse e riguarda un aspetto strategico, una delle risorse che è più sottovalutata, quale quella del termalismo, un termalismo magari non soltanto legato al benessere delle acque termali, ma soprattutto di benessere culturale e sportivo, cosa che in questa regione effettivamente manca.

Collega Talarico, lei diceva, che dovevano essere interessate soprattutto le politiche ambientali e quelle urbanistiche. C’è, infatti, in esame una legge sul decoro urbano.

Noi possiamo fare tutte le iniziative legislative possibili e immaginabili, ma è fondamentale la collaborazione con gli enti locali, le Province, attraverso i Pisl e le altre misure, perché tutte le azioni di governance non possono essere solo espressioni di un progetto di legge, ma devono essere poi attuate nei Comuni, dove, purtroppo, nel passato sono stati consumati moltissimi scempi, specialmente sulle nostre coste.

Ritengo che queste azioni soprattutto collegate e sinergiche con gli altri dipartimenti possano essere un viatico importante per questa regione. Ci possono essere anche delle imperfezioni nel Piano, ma sicuramente c’è una volontà di mettere ordine e soprattutto di creare un minimo di strategia, di investimento, per ciò che attiene una delle risorse principali, che è sempre stata bistrattata, quale è il turismo.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Principe.

Sandro PRINCIPE

Signor Presidente, con riferimento specifico al provvedimento in esame, non avrei nessuna ragione di intervenire, perché prima il collega Censore – che ha seguito l’esame del provvedimento in Commissione – ha espresso egregiamente le critiche costruttive del nostro gruppo e poi il collega Franchino ha concluso questa fase. Mantengo intatte le riserve dei colleghi che mi hanno preceduto, perché è fuor di dubbio che il provvedimento sembra calato dall’alto; a nostro avviso, non c’è stata la concertazione necessaria, pur prevista dalle leggi e, in definitiva, esso mette in campo risorse limitate nell’ambito delle quali le risorse promozionali appaiono esagerate, perché su 180 milioni disponibili, può sembrare esagerato mettere in campo 30 milioni solo per la promozione.

Comunque, non è questo il motivo del mio intervento, ma è un motivo che oserei dire istituzionale, perché ho assistito a risposte quasi risentite e piccate da parte degli amici della maggioranza rispetto alle considerazioni fatte dal collega Talarico, che sono abbastanza evidenti, cioè questo provvedimento difetta di una visione generale delle problematiche della nostra regione.

C’è un’assoluta assenza di confronto all’interno dei dipartimenti, perché mi sarei aspettato un ruolo decisivo da parte dell’assessore Mancini, perché sappiamo quanto il nostro bilancio sia ingessato e come questa filiera debba basarsi sui fondi comunitari; mi sarei aspettato qualche parola dal collega Caligiuri, dal momento che la cultura è essenziale per attirare flussi turistici, proprio per offrire al turista, oltre che il mare e la montagna, anche altre possibilità. Manca un’idea di regione in un contesto di carattere generale, che non può essere affrontata e risolta in quest’Aula, cioè quello che noi proponiamo – e mi pare che il consigliere Talarico lo abbia detto molto bene – è di avere finalmente una visione della Calabria che consenta alla classe dirigente calabrese di proporsi unitariamente su questioni di carattere generale rispetto al livello centrale di governo.

Mi auguro che, se non stasera, domani o nelle prossime settimane, si apra un altro scenario in questo Paese, perché questa è un’Assemblea elettiva, e mentre parliamo di turismo, dobbiamo dirlo che c’è un fallimento su tutta la linea da parte del Governo Berlusconi. Guardate, stamattina la Borsa ha aperto in forte ribasso: è bastata la notizia – poi smentita – che all’orizzonte ci fossero le dimissioni di Berlusconi per avere un rimbalzo della Borsa! Berlusconi, che è un uomo di economia, un grande imprenditore – lo è effettivamente, lui si vanta sempre di questo – solo per questo segnale che, tutto sommato, gli dà il suo mondo, dovrebbe dimettersi.

Allora, mi auguro, caro collega Fedele, che si apra un altro scenario in Italia, perché se vogliamo uscire da questa enorme difficoltà in cui viviamo, c’è l’esigenza di avere un governo di grandi intese. Io personalmente e molti del partito che rappresento pensiamo che non è tanto un problema di contarsi alle prossime elezioni. Qui in Calabria c’è una posizione strana, con il Terzo Polo che a Roma spinge per questa posizione di grande responsabilità, mentre in questo emiciclo ci bacchetta nel momento in cui esprimiamo qualche idea che potrebbe essere condivisa.

Noi ci auguriamo di avere un altro interlocutore, almeno fino al 2013, perché questo Paese ha bisogno dell’apporto di tutti per uscire dalla crisi ed io tremo al pensiero di una campagna elettorale senza prospettive certe che, dal punto di vista finanziario, darebbe il colpo finale all’Italia.

Allora, se questo è, cari colleghi della maggioranza, qui non si tratta che noi ci accapigliamo sul Piano per il turismo. Voi avete detto che è una grande cosa, dite sempre così, che tutte le cose che fate sono perfette! Partendo anche da questo dato, che tutte le cose che fate sono perfette, rendiamoci conto che c’è un problema di scenario e c’è un problema di una classe dirigente calabrese che a Roma si deve proporre unitariamente.

Il consigliere Talarico ha toccato il punto debole: il turismo non è una cosa che si possa estrapolare, a sé, fai un bel Piano, più bello, meno bello, più efficiente, meno efficiente e risolvi i problemi. La verità è che in Calabria, per una serie di ragioni, indubbiamente, c’è un problema di assetto del territorio.

Noi diamo un contributo a queste ragioni, perché quando parliamo dell’intervento sulle aree turistiche ed, in particolare, sulle coste, intanto, storicamente dobbiamo fare mea culpa come classe dirigente, perché ognuno di noi ha una storia e anche quelli che possono essere più giovani di età, ma hanno fatto parte di culture politiche che hanno avuto grandi responsabilità, non ci possono venire a dire che i disastri urbanistici sono stati fatti dagli altri.

Si parlava del termalismo: noi abbiamo un luogo che forse è unico al mondo, Guardia Piemontese, dove ci sono delle acque che sono tra le più efficaci che esistono in Italia e in Europa, con il mare a 3 chilometri di distanza. A Guardia Piemontese non va nessuno per unire termalismo e mare, perché se guardiamo come è stata combinata Guardia Piemontese sotto il profilo dell’assetto del territorio, è un suicidio. E, caro collega Dattolo, a questo suicidio noi vogliamo aggiungere del veleno, non siamo sazi del morto che è davanti ai nostri occhi, lo vorremmo resuscitare per ucciderlo di nuovo, perché, voi potrete dire quello che volete, ma con la legge sulla casa che abbiamo approvato aggiungere sulle coste calabresi, sulle montagne calabresi, nelle nostre città il 20 per cento in più dell’esistente è un assoluto suicidio!

Per concludere, mi soffermo un attimo sull’ambiente, perché, poiché il turismo marino è quello che attira di più in questa regione, noi dobbiamo risolvere il problema dell’ambiente. Stasera si dica finalmente, una buona volta per tutte, che, se non si fa un Piano per proteggere i corsi d’acqua con le reti fognarie, noi non avremo mai in alcune parti del territorio il mare pulito, perché non è un problema solo dei depuratori – c’è anche il problema dei depuratori –, ma tutti noi sappiamo che ai depuratori non arriva tutto, perché la gran parte dei corsi d’acqua della Calabria non sono protetti dalle reti fognarie, da grandi collettori, e poi c’è il Piano dei depuratori strategicamente collocati e resi efficienti sotto il profilo della manutenzione. Con i fondi che avevamo a disposizione a livello di Por Calabria, questa battaglia si poteva vincere.

Allora la domanda qual è? E torno all’argomento di una classe dirigente che si unisce su determinate questioni. Ma il Por Calabria che fine farà, caro Presidente Scopelliti e caro assessore Mancini? Perché non solo i fondi Fas hanno fatto la fine che hanno fatto, non solo Berlusconi – io mi auguro, appunto, che se ne vada il prima possibile – con questa sua proposta dell’eco-Sud vuole ulteriormente penalizzare le regioni meridionali, ma siamo al 2011, cerchiamo di stare con i piedi per terra, dobbiamo svegliarci tutti, perché abbiamo pochissimo tempo per fare gli impegni di spesa e per spendere. Uno dei settori che dovremmo privilegiare è quello dell’ambiente.

Chiudo con il problema delle infrastrutture. Guardate, se la Calabria sottovaluta il confronto con il Governo di Roma, di qualunque colore possa essere, e sottovaluta la visione geopolitica della situazione della Regione, noi potremo fare i piani settoriali più efficaci di questo mondo, ma avremmo fatto comunque un buco nell’acqua. E vorrei dire ai cultori del giovanilismo che, sotto il profilo delle infrastrutture, la prima Repubblica può dare lezioni al momento che noi stiamo vivendo, perché l’isolamento di questa Regione si è cominciato a rompere con il primo centro-sinistra. Non è vero, caro consigliere Talarico, che le strade secondarie poi hanno problemi, ma il nostro problema non sono tanto le strade secondarie, quanto gli accessi, come tu dici, e c’è stata una stagione in cui siamo partiti con l’Autostrada del Sole, si sono fatte alcune trasversali, le grandi superstrade.

Qual è il nostro potere di confronto con il Governo centrale? Voi ci scherzate su queste cose, ma questo è il problema di fondo, perché la Calabria – come diceva il consigliere Talarico – viene completamente saltata. Ma ditemi voi perché un turista deve venire in Calabria, quando, spendendo molto di meno, prende un volo e va in Grecia?! Oppure tra qualche decennio – perché noi dobbiamo guardare ai nostri nipoti sotto questo profilo – se ne andrà in Nord Africa, perché anche i dittatori del Nord Africa, con tutti i difetti che questi dittatori hanno avuto – ecco perché poi le popolazioni, alla fine, si sono ribellate – sotto il profilo delle infrastrutture, hanno seguito il grande esempio dell’Italia degli anni sessanta e degli anni settanta.

Se uno va in Tunisia e va a vedere il nuovo porto di Tunisi, dal punto di vista commerciale potrà fare una grande concorrenza a Gioia Tauro e a pochi chilometri da questo porto commerciale si sta costruendo un grande aeroporto. Quando la situazione politica di quei Paesi comincerà a stabilizzarsi, ci sarà un ulteriore motivo per saltare la Calabria.

Allora qual è, sotto il profilo delle infrastrutture, la strategia di questa Regione?

La Grecia, sotto il profilo viario, è rimasta la Grecia feudale di duecento anni fa, però ha fatto due cose importanti: un grande impegno strategico per le comunicazioni di tipo marinaro e un aeroporto in ogni piccola isola. Se voi guardate alla nostra regione, non solo siamo carenti sotto il profilo delle grandi infrastrutture fisse (autostrada, ferrovia), ma ogni tanto prendete un treno nel nord dell’Italia: ci vogliamo rendere conto che Trenitalia applica politiche diverse, una nel Centro, una nel Nord ancora più efficiente del Paese e un’altra nel Sud?!

Oggi è venuto il Ministro Matteoli: rischiavamo di far saltare il Consiglio regionale perché viene ad inaugurare una tratta di una grande opera. Ma il Ministro dei lavori pubblici, in questi decenni, cosa ha fatto per il Mezzogiorno e per la Calabria?! Vergogna! Per realizzare una misera terza corsia sono vent’anni che è impegnato il Paese!

Concludo, dicendo che le nostre non vogliono essere delle critiche e, comunque, delle argomentazioni fini a se stesse. Noi abbiamo notato in questo anno e mezzo – scusate se ve lo diciamo – l’assoluto isolamento della Regione Calabria sotto il profilo politico ed istituzionale ed abbiamo l’esempio di Gioia Tauro, che potenzialmente è il più importante porto di container dell’Europa, potenzialmente è la Porta d’Oriente dell’Europa: Gioia Tauro arretra perché non ci sono le infrastrutture per arrivarci, dal punto di vista dei collegamenti ferroviari siamo all’anno zero. Quello che è successo per Gioia Tauro succederà anche per il turismo in Calabria.

Allora, auspico che da questo Consiglio regionale venga fuori una ventata di orgoglio collettivo della maggioranza e della minoranza e, qualunque sarà il prossimo governo di questo Paese, noi dobbiamo porre con forza la problematica delle infrastrutture, perché se non risolviamo questo problema, questa regione non avrà avvenire in nessun settore. E poi dobbiamo fare la nostra parte, quello che ho detto per l’ambiente non lo possiamo chiedere a Roma, lo dobbiamo fare noi.

Un’ultima notazione sotto il profilo della cultura: non per fare una critica, ma anche lì riprendere la vecchia metodologia dell’intervento a pioggia non ha significato.

Guardate, prima ho parlato della Grecia, della sua organizzazione marinara e, a proposito del mare, noi abbiamo collegamenti pessimi; onorevole Dattolo, tu che sei del Terzo Polo, un moderato, se mi fai parlare, mi fai cosa gradita: non c’è una nave da crociera che attracchi in Calabria!

Un anno e mezzo fa – gli amici ionici lo sanno – una nave della “Costa Crociere” è arrivata al porto di Schiavonea, sono scesi 800 turisti e, – sentite e tremate – di questi 800, 760 sono andati da “Amarelli” a vedere il museo della liquirizia, 40 sono andati a Sibari.

Guardate che la nostra Sibari, potenzialmente, non ha nulla da invidiare a Pompei e se, sotto il profilo dei beni culturali, si vuole fare una politica giusta, è inutile andare a recuperare la statua di Cavour o dell’imperatore Traiano, che si trova in un piccolo comune; in Calabria c’è anche un esempio da seguire, che è l’esempio di Roccelletta di Borgia, dove c’è stata una concentrazione di investimenti e quella località, che vede le vestige che coprono quasi duemila anni di storia, comincia ad avere una pregnanza. E’ vero, assessore Aiello?

Allora noi questo dobbiamo fare, è inutile che diamo una pacca sulle spalle a tutti, una carezza, un bacio, il bacio calabrese che non è il bacio sovietico! Non serve a nulla! Dobbiamo concentrare le risorse su tre-quattro punti che, dal punto di vista dei beni culturali, sono una grande risorsa, alcuni centri storici, tre o quattro, alcuni siti archeologici, e tra questi ci sono certamente Locri, Roccelletta di Borgia, ma certamente anche Sibari: sotto la sabbia, a Sibari, ci sono tre città.

Assessore Caligiuri, qualche cosa avevamo tentato di fare nel recente passato. Pensando al turismo, vogliamo rivedere quel discorso e porre questa questione anche al Governo nazionale? Allora non dobbiamo fare polemiche fra di noi, ma renderci conto che, come calabresi, dobbiamo fare fino in fondo la nostra parte; voi avete fatto un Piano che ritenete utilissimo, noi facciamo qualche critica e aggiungiamo che ci sono settori che andavano ad intrecciarsi con il Piano, ma poi tutti insieme una battaglia con il Governo di Roma, perché se non rompiamo l’isolamento in cui la Calabria è ripiombata dopo gli anni settanta, non credo che il turismo calabrese avrà un avvenire.

PRESIDENTE

Prima dell’intervento conclusivo del governatore, ha chiesto la parola per una breve dichiarazione l’onorevole Fedele.

Luigi FEDELE, relatore

I colleghi di maggioranza prima di me hanno già risposto in parte, ma qualche precisazione vorrei farla.

Intanto, vorrei rassicurare l’onorevole Principe sui suoi investimenti in Borsa, perché la Borsa oggi non ha avuto cadute negative, anzi ha chiuso in senso positivo, per cui si tranquillizzi che i suoi investimenti stanno andando a buon fine, che in effetti dopo che il Presidente Berlusconi ha annunciato che non si ritirerà – perché non crediamo ci sia nessuno motivo per dimettersi – la Borsa è andata in rialzo. Quindi, – ripeto – si tranquillizzi che i suoi investimenti andranno bene e andranno ancora meglio, fino a quando alla guida dell’Italia ci sarà il centro-destra, in particolare il Pdl con il Presidente Berlusconi, perché tutto si può fare, ma non far cambiare o far cadere un Presidente di Consiglio nazionale, quando si vogliono fare soltanto dei giochi e giochetti di palazzo! Questo non è consentito a nessuno, altrimenti si va al voto, allora saranno gli italiani a dire chi dovrà governare. Poiché, purtroppo, non siete riusciti a vincere le elezioni e a governare, a parte che per qualche breve periodo negli ultimi vent’anni, dovete rassegnarvi un po’ a questa situazione.

Quindi, chiudiamo questa breve parentesi, ma volevo tranquillizzarla sull’esito della Borsa di oggi, che ha chiuso con più l’1 per cento, circa 1 e mezzo per cento, per cui anche come italiani siamo più tranquilli.

Poi, voglio anche rispondere brevemente al collega Censore, che in Commissione – devo dire la verità – ha dato un contributo, come anche il collega Mirabelli, che inizialmente si era posto un po’ in maniera critica verso questo Piano, ma poi abbiamo discusso diverse volte e abbiamo ascoltato in audizione – e per questo voglio ringraziare il Presidente Morelli e tutti i colleghi della Commissione – i principali interlocutori in Calabria riguardo al turismo, quindi con nessuna chiusura, anzi con un’apertura totale verso i sindaci delle aree interessate che, laddove si erano riscontrate delle criticità, sono stati ascoltati e molte delle loro proposte sono state recepite.

Si tratta in gran parte di sindaci del centro-sinistra, quindi non c’è stata sicuramente nessuna presa di posizione ideologica.

Dicevo, a proposito del collega Mirabelli, che alcuni suoi emendamenti sono stati recepiti con la convinzione che nelle aree citate alcune cose andavano riviste, quindi inizialmente lui si era posto in maniera critica, ma adesso, come ha dichiarato anche in Aula, ha espresso parere positivo.

Anche il collega Censore, in Commissione, si era posto in maniera costruttiva e molti emendamenti da lui presentati, e anche qualcuno di Italia dei valori, sono stati recepiti, perché non c’era nessuna chiusura e, come ho detto all’inizio, si voleva veramente fare un Piano che fosse ampiamente condiviso. Ma quando, poi, il collega Censore parla di ritardi, devo dire, onorevole Censore, che questo Piano dovevate farlo voi la scorsa legislatura! Se anche noi siamo riusciti a farlo dopo un anno, un anno e mezzo di questa legislatura, credo che non sia proprio .Quindi, non parliamo di ritardi, perché altrimenti credo che ci sarebbe da dire che, forse, qualche ritardo è riconducibile più alla precedente Giunta regionale in cui lei era in maggioranza.

Poi, lei diceva che in questo Piano sono state dimenticate le zone montane, ma proprio lei sa che il suo territorio, il Parco delle Serre, che non è stato mai citato in nessun Piano, in nessun intervento, è inserito in questo Piano insieme al Parco dell’Aspromonte, alla Sila e al Pollino, perché in Calabria si vuole sicuramente coniugare il turismo del mare con quello della montagna, per attrarre in questo modo un maggior numero di turisti e coniugare le bellezze della Calabria che, forse, è una delle poche regioni d’Italia in cui in brevissimo tempo si può raggiungere il mare dalla montagna e la montagna dal mare.

Quindi, quello che lei diceva, almeno per quanto ci riguarda, è sicuramente inesatto, oltre ai ritardi.

Poi i fondi: i fondi ci sono, certamente si possono reperire maggiori risorse. Certo, se è possibile, lo faremo, ma già si parte con una buona dotazione finanziaria che sarà messa a disposizione e dispiegata su tutto il territorio regionale.

Concludendo, finiamola con questa telenovela dell’assessore al turismo! Ho detto più volte che il Presidente della Giunta regionale ha voluto tenere per sé le deleghe della sanità e del turismo perché le ha ritenute – non solo lui, ma tutta la maggioranza – strategiche per lo sviluppo del nostro territorio. Sta seguendo con grande attenzione questo settore insieme al dipartimento, quindi queste sono quelle polemiche sterili a cui non crede più nessuno.

Noi stiamo portando avanti, come maggioranza, il progetto sul turismo predisposto dal Presidente Scopelliti e dalla sua Giunta; anche quello di oggi è un esempio, quindi andiamo avanti in questa direzione e vorremmo che anche su questo Piano ci fosse da parte vostra una maggiore condivisione. Certo, comprendiamo che qui in Aula dovete fare la vostra parte, che dovete dire no perché, in effetti, l’opposizione deve dire no, prendiamo atto, però che in Commissione l’atteggiamento era leggermente diverso. In ogni caso, abbiamo apprezzato ed apprezziamo anche i contributi che voi avete dato e in gran parte li abbiamo recepiti, sicuramente per migliorare questo Piano, che non era chiuso, non è chiuso e che anche il dipartimento ha visto di buon occhio.

Purtroppo, stasera riscontro che molti interventi sono di contenuto negativo, un po’ in polemica, comprendo che c’è la stampa, i giornalisti, i resoconti, ci rendiamo conto di tutto, però l’importante è che stasera approviamo questo Piano, che non interessa soltanto la maggioranza, ma la Calabria, lo sviluppo di questo territorio, i calabresi e tutti gli operatori che operano sul nostro territorio.

(Interruzione)

PRESIDENTE

Può intervenire per dichiarazione di voto. Prego, ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

Presidente, sono veramente dispiaciuto per l’intervento del collega Fedele, che ha fatto segnare una paurosa caduta di stile in termini di dibattito, perché per quanto mi riguarda ho fatto un ragionamento molto ampio e articolato, non credo che volessi riferirmi a quattro soldi che io o altri abbiamo potuto investire in Borsa. Davo una notizia che conoscono tutti, che non appena si è diffusa la voce delle dimissioni del Presidente Berlusconi, i mercati finanziari hanno reagito positivamente.

(Interruzione)

Onorevole Fedele, lei ha voluto stravolgere il mio ragionamento ed è una cosa che non le consento, perché – ripeto – ho fatto un ragionamento molto ampio ed articolato. Lei può anche non condividerlo, però c’è uno “stile” in quest’Aula, per i quale chi si permette di dire un’opinione …

Peraltro, chiedo scusa se parlo cinese, come qualche sindaco della vostra parte politica anche di città importanti, ma ho parlato un italiano comprensibile, nel senso che ho fatto riferimento ad uno scenario di carattere generale, dando una disponibilità ed un contributo di battaglia, perché è tutta la Calabria che viene trascurata sotto il profilo delle infrastrutture che hanno una importanza centrale.

Quindi, il mio intervento è stato basato soprattutto su questa constatazione e mi dispiace veramente che il capogruppo del maggiore partito della maggioranza ometta di prendere al balzo una impostazione di questo tipo, per dire che insieme dobbiamo fare una battaglia, perché si rompa finalmente l’isolamento della Calabria con la solidarietà del Governo centrale e dell’Europa. Invece ci balocchiamo su argomentazioni che, obiettivamente, non sono all’altezza di un’Assemblea legislativa, come dovrebbe essere il Consiglio regionale della Calabria.

Le chiedo scusa, Presidente, ma era necessaria questa precisazione, sempre proprio in termini costruttivi, perché dobbiamo avere comportamenti rigorosi sulle posizioni che abbiamo. Nessuno chiede alla maggioranza di ammettere quelle che possono essere le posizioni assunte dalla minoranza, ma non si può banalizzare la posizione della minoranza, dicendo che dobbiamo dire comunque no perché ci sono i giornalisti, perché abbiamo portato argomenti ser e su questi argomenti ci aspettiamo rigore e anche toni alti e non rispetto ad altre argomentazioni che – ripeto – si commentano da sole.

PRESIDENTE

L’onorevole Principe chiude il dibattito. L’intervento conclusivo è del Governatore. Prego, onorevole Scopelliti.

Presidenza del Presidente Francesco Talarico

Giuseppe SCOPELLITI, Presidente della Giunta regionale

Credo che anche questo provvedimento, che stiamo per approvare stasera, rappresenti un altro passaggio importante in un settore e in un comparto strategico per la nostra regione. Anche in questa circostanza, ribadisco un concetto a me caro: la politica è pianificazione, è capacità di progettare in prospettiva, quindi di guardare al futuro e questo provvedimento ci consente di mettere un altro punto fermo su un tema strategico per lo sviluppo del nostro territorio.

E’ un Piano studiato attentamente che nasce da una serie di valutazioni coerenti con gli indirizzi, quindi, con l’aspetto legato alla vocazione del nostro territorio, che racchiude quindici aree di sviluppo turistico suddivise tra montane e costiere, che ci consente di non considerare soltanto il disegno strategico della Regione, ma di metterci anche dentro le risorse che fanno capo alle varie linee di intervento, passando dai 119 milioni dei Pisl, ai 22 sulla promozione, cioè è un Piano che, secondo me, può diventare incisivo, che ha tutta una serie di elementi e di fondi di finanziamento, che comunque rappresenta, anche su questo versante, un ulteriore tassello importante della costruzione di una Regione diversa.

Credo che il male di questa Calabria sia stato sempre l’idea di una politica sempre e solo capace di rincorrere le emergenze senza riuscire a fermarsi un attimo a discutere e a disegnare, anche nell’emergenza e nella confusione nei vari settori, una strategia.

Questo contesto, questo progetto, questo testo, oggi, ci consente di mettere un ulteriore punto fermo. Certo, questa non è nel campo del turismo la soluzione a tutti i mali, né da qui arriveranno domani mattina 10 milioni l’anno di turisti, 50 milioni di turisti l’anno che ci consentiranno di stare tranquilli. No, però è un punto fermo da cui parte un’azione, in cui tutte le azioni comprese all’interno di queste linee di intervento dei fondi comunitari e, comunque, tutte le risorse che saremo in grado di recuperare saranno inserite all’interno di questo progetto e avranno obbligatoriamente, come riferimento, queste linee che noi abbiamo tracciato.

Tutti gli sforzi messi in campo sono finalizzati a creare su questo versante un’offerta diversa.

Ricordo quando, nel momento della campagna elettorale e dell’insediamento, dicevo “bisogna costruire la Calabria a colori”. Non so quanti di voi se lo ricordino, forse molti se lo sono dimenticato, perché comunque spesso accade che ciò che si dice in campagna elettorale lo si dice nuovamente dopo cinque anni, dimenticando nei cinque anni di governo le cose che andavano fatte. Però, la Calabria a colori significava l’idea di avere una Calabria dove vi era una grande propensione all’agricoltura e i fondi dell’agricoltura devono finire in quella direzione, in quei contesti, in quei territori, i fondi legati ad aspetti del turismo e quindi le risorse vanno indirizzate su quei territori, perché ricordo tante circostanze, anche nelle legislature scorse, quando dicevo che era impossibile che un assessore finanziasse – facevo una battuta negli ultimi anni – un albergo a Fiumara, dove il sindaco è un amico nostro. Poi è morto Mino Reitano, quindi può darsi che Fiumara diventi meta turistica, però è impossibile finanziare strutture ricettive, iniziative sul versante turistico in località che non hanno nulla a che spartire con il turismo, ma siccome lì l’assessore aveva ricevuto 100 voti – e questa è una cultura diffusa sul territorio calabrese e del Mezzogiorno in genere-, allora è chiaro che un’iniziativa imprenditoriale che nasceva in questa località, che non aveva nulla a che fare col turismo, doveva vedere il finanziamento nei Por, un finanziamento per nuove costruzioni ricettive, attività ricettive in quella località, perché i 100 voti dovevano essere valorizzati, dovevano trovare riscontro. Con quale obiettivo? Con quello di aver visto strutture ricettive nate e contestualmente morte nella stragrande maggioranza dei casi, senza futuro e senza prospettiva, perché mancano le infrastrutture, mancano i collegamenti.

Questa non è una considerazione che viene fatta riguardo alla minoranza, è in generale, un male della politica che, secondo me, purtroppo ha attraversato una parte della stagione di questa politica calabrese.

Quindi oggi dire che mettiamo un campo una strategia che ci consenta di avere 60 Comuni, cioè il 60 per cento dei Comuni calabresi che rientrano come priorità in queste aree di sviluppo turistico montano e costiero, ci dà la dimensione di un’idea e di fornire delle priorità.

Da che cosa nasce questa idea del 60 per cento dei Comuni calabresi che rientrano in queste quindici aree? Nasce dal concetto che abbiamo, in questo 60 per cento dei Comuni calabresi a vocazione turistica, il 97 per cento delle presenze turistiche; significa che abbiamo messo dentro questo bacino, dentro questo calderone – chiamiamolo come volete – tutte quelle risorse, perché quelli sono i territori che hanno dato una risposta e danno riscontro in termini turistici.

Quindi, rispetto a questo, credo sia molto importante riaffermare il concetto di dover investire laddove ci sono già iniziative e attività, perché ormai anche la logica dei mercati porta, ad esempio, che su un centro città, se c’è un negozio importante di moda – faccio un esempio – è una cosa, diversamente se ci sono 15 negozi di moda, non è vero che i nuovi 14 negozi di moda creano problemi al negozio che c’era prima, anzi, tutt’altro, attraggono più persone perché c’è maggiore offerta.

Quindi, attraverso questo tipo di filosofia, dobbiamo cercare di creare sempre di più attorno a queste nostre realtà a quell’idea di una capacità di attrarre turismo in modo vincente, mettendo anche dentro tutta una serie di iniziative, dal “patto del sorriso”, a quello che abbiamo chiamato l’opportunità e lanciato come certificazione della qualità delle strutture ricettive, perché uno dei mali veri di questa nostra regione è quello legato alla incapacità delle strutture ricettive di essere strutture che hanno un certo standard di qualità.

In altre circostanze e forse anche in Aula, rivendicavo che, secondo me, tutto diventa molto più facile, anche se forse molti non lo condividono, ma credo che sia una strategia vincente, oggi, nell’era della globalizzazione, pensare che ci siano le grandi catene alberghiere insieme ai nostri alberghi, perché questo significa creare un mercato nuovo ed avere flussi turistici che arrivano, senza neanche sapere da dove. Questo è ciò che oggi muove il mondo del turismo.

Poi, possiamo fare discorsi che sono avulsi da ogni realtà e parlare di fantascienza, però oggi tutto ciò che accade nel mondo del turismo passa attraverso questo tipo di strategia e anche riguardo il discorso della charteristica– e sono tra quelli che spingono il nostro assessorato a lavorare in questa direzione –abbiamo la necessità di investire risorse, per cui nel prossimo bilancio speriamo di avere più spazio. Se noi, in questa prima fase in cui abbiamo i grandi limiti e le grandi carenze della portualità, del ferrato, del gommato, non investiamo sulle compagnie aree e sulla charteristica, non andiamo da nessuna parte.

È chiaro, su questo dovremo concentrare le risorse, stiamo cercando di lavorare, di incentivare, di entrare, a volte di subentrare in un mercato che prima ci veniva garantito e che oggi, nella logica delle ristrettezze per tutte le compagnie aree, diventa una sorta di stimolo a dare un contributo per ricevere in cambio una presenza.

Anche questo va inquadrato in una situazione che va gestita e governata per cercare di migliorare le nostre strutture legate alle attività aeroportuali e quindi ai nostri presìdi che sono un momento importante in termini di interesse.

Dobbiamo, in questa prima fase, cercare di recuperare le risorse per favorire la charteristica e cercare di stimolare una destagionalizzazione del turismo, che può rappresentare uno strumento importante per dimostrare che qui si fa turismo, altrimenti corriamo il rischio di dire che si fa soltanto a luglio e agosto, e questo non basta e non serve a nessuno.

I compiti della Regione sono questi e insieme e all’interno di questo progetto, di questa legge che oggi proponiamo e mettiamo in approvazione, c’è anche l’atto deliberativo che la Giunta ha fatto qualche settimana fa che inserisce il tema della portualità come occasione importante, volta a favorire e stimolare tutte le realtà portuali. Una regione che ha oltre 800 chilometri di costa e che ha una portualità mediocre, che ha una media decisamente al di sotto di quella nazionale, deve eliminare questa sua carenza e diventare competitiva, perché anche il comparto legato al turismo delle navi da diporto rappresenta un altro strumento di eccellenza e di ricchezza, essendo il turismo più ricco.

Un altro tema che stiamo trattando è la crocieristica.

Credo che proprio l’azione capillare, attenta, mirata che stiamo cercando di portare avanti possa rappresentare quel quid pluris che ci offre e ci consente di dare una risposta nuova ai nostri territori. Dobbiamo, quindi, rafforzare questo cammino, credo – come diceva il nostro capogruppo, il collega Fedele – che in Commissione sia stato offerto un contributo anche da parte dei consiglieri della minoranza, quindi un ringraziamento a chi ha favorito e stimolato l’approvazione di questa legge. Effettivamente, ogni volta – lo ribadisco – le leggi vengono approvate e poi si tende sempre a migliorarle, sono un punto di partenza, però intanto l’importante è avere un qualcosa su cui discutere, perché spesso in Calabria si è preferito non avere leggi, quindi non avere dei riferimenti, per non discutere e per fare ciò che, forse, ognuno riteneva opportuno e consono fare.

Come dicevo prima, l’assessore della Provincia Tal dei Tali, che investiva gran parte delle risorse nella sua provincia perché doveva dare risposte a chi gli aveva dato il consenso elettorale, metteva in atto una strategia opposta a quella che oggi stiamo cercando di produrre . Lo sforzo è grande, perché comunque bisogna, anche da questo punto di vista, invertire, a tutti i livelli della nostra Regione, il meccanismo perverso del sistema burocratico, in cui c’è una situazione incancrenita di una cultura che non ci aiuta a dare un’accelerazione. Non parlo del settore turistico, ma dei settori della nostra regione in generale, in cui effettivamente abbiamo bisogno di una grande accelerazione.

Su questo credo che potremo trovare motivo di confronto e di analisi in una fase successiva, è un ulteriore punto di partenza. Non è vero che questo provvedimento guarda soltanto al turismo, perché all’interno è prevista anche l’istituzione di un tavolo tecnico in grado di coinvolgere altri settori e di continuare quel rapporto e quel lavoro interdipartimentale che si realizza all’interno della Regione, coinvolgendo il settore della formazione, dell’ambiente, della portualità, i beni culturali e quindi gli assessorati competenti, riuscendo a trovare un filo comune che ci consenta di collegare questo strumento a tutti i segmenti importanti di un percorso in grado di offrire un’opportunità al nostro territorio.

Abbiamo, oggi, la soddisfazione di dare seguito all’esperienza, perché, proprio su questo tema e in questa direzione, questo tipo di percorso ci consente, ad esempio, di sbloccare procedure di bandi che sono collegati alla legge e quindi di dare ancora un’accelerazione.

Dopodiché mi permetto di fare – Presidente, se mi è consentito – in’Aula una veloce illustrazione di ciò che è stato l’incontro di questa mattina con il commissario Hahn, così facciamo una comunicazione utile.

Il commissario Hahn ha ribadito il concetto – e lo ha fatto il ministro Fitto – che l’Italia e quindi le Regioni a convergenza riusciranno a rispettare, entro il 31 dicembre, la spesa che andava certificata. Quindi, possiamo tranquillizzare tutti coloro che sono i demolitori della politica sui fondi comunitari. Penso che domani il Commissario Hahn tranquillizzerà molte persone, coloro che ogni volta dicono: “Non si spendono i fondi comunitari, sono spesi poco. Non è vero, li avete spesi male, eccetera” e tutta una serie di cose.

Noi abbiamo sottoscritto e firmato con il ministro Fitto e il Commissario europeo Hahn un protocollo.

Devo dire la verità, quando ho partecipato alla riunione col ministro Fitto insieme al direttore generale competente, ho avuto un momento di perplessità. Perché ho notato che mentre le cose negative, come oggi anche su qualche giornale, sono inserite nelle prime pagine di tutti i giornali calabresi, quelle che dicono, invece, il contrario, come questa mattina, non fanno notizia.

Comunque, credo di poter dire, non come parte interessata soltanto, ma come fatto avvertito, che in sede di confronto ho visto dei colleghi Presidenti di Regione, effettivamente, molto interessati all’idea di cercare un nuovo contenitore, un calderone in cui mettere le risorse, per poi rispenderle su quattro temi delicati; viene stabilito che tutte le risorse non giuridicamente vincolate, quindi, in buona sostanza che non hanno il destinatario finale e tutti quei bandi pubblicati, anche senza destinazione, una volta che sono in essere, sono risorse che vengono quantificate e lasciate in capo alle Regioni.

Abbiamo fatto un discorso molto serio al tavolo, abbiamo detto che abbiamo 1 miliardo e 100 milioni di risorse che hanno una destinazione vincolata, altri 900 milioni di euro di bandi che stiamo producendo e sono in itinere che non hanno il beneficiario finale; poi ci sono altre risorse che vanno un po’ più a rilento, ad esempio, i 67 milioni della giustizia o, meglio, della legalità e della sicurezza - per i quali stiamo cercando di convergere con le Procure, con i Tribunali, con le Corti d’Appello per fare un discorso unitario - e delle case della salute che sono in fase di approvazione.

Diciamo che, tra Fesr e Fondo sociale europeo, non sono tantissime le risorse, degli 8 miliardi di euro non daremo una parte importante a questo tipo di richiesta, però ho notato – dicevo – che per qualcuno è stata una soluzione caduta dal cielo, cioè qualche collega aspettava questa cosa come una soluzione ai problemi. Per noi è sicuramente importante, ma non è la manna dal cielo, è una risposta, perché arriviamo al 31 dicembre a certificare la spesa e non sappiamo cosa accadrà nei prossimi anni e, proprio attraverso questo strumento, ci viene offerta l’opportunità di certificare sicuramente anche la spesa per il prossimo anno, se saremo in grado di canalizzare le risorse che andremo a recuperare, che saranno ridistribuite sui territori su quattro livelli importanti, su quattro settori delicati: la pubblica istruzione, la banda larga, le infrastrutture e la nuova occupazione.

Capirete bene che stamattina ho detto al commissario Hahn che aderisco a questa idea e che siamo contenti di farlo come Regione Calabria, perché non avrete dimenticato quando, non più tardi di un anno fa, in qualche circostanza, trovando il dissenso a volte anche dei consiglieri del centro-sinistra, abbiamo detto: “Non escludiamo di voler riscrivere una parte del Por o, meglio, di rideterminare il Por”. Diciamo che questa è una opportunità, perché è una cosa – ho detto ad Hahn – che non abbiamo scritto noi, che condividiamo in gran parte, perché comunque le linee di intervento sono quelle, i bisogni dei territori sono quelli, le direttive comunitarie sono quelle, non possiamo inventarci cose diverse, però una cosa è mettere 100 milioni di euro su una misura, una cosa è metterne 10, quindi qui la nostra posizione può essere difforme da quella di Maiolo, che ha messo 100 milioni di euro dove noi ne avremmo messi 10.

Per cui, oggi, questa idea ci consente, proprio perché non avevamo scritto noi il Por, di immaginare che, laddove non sono state attivate le procedure di gara e i bandi, di poter rastrellare queste risorse e farle convergere su quei quattro settori che vengono definiti dal Governo italiano e dalla Commissione europea prioritari.

Oggi, abbiamo l’opportunità di recuperare risorse che, ovviamente, hanno una tempistica diversa, non voglio dire che vanno a rilento, altrimenti dovremo incominciare a dire “sì, abbiamo dimostrato che abbiamo mobilitato una capacità di spesa, oggi viene detto che siamo all’89 per cento…”, e finiremmo per dover confliggere con i consiglieri del centro-sinistra su dati, su cifre e numeri. Invece, diciamo che queste risorse vengono recuperate e vengono canalizzate per migliorare la qualità e la capacità di spesa su questi settori.

Questo significa che andremo al tavolo nelle prossime settimane con il Governo italiano a fare un’azione in cui ci sono bandi le cui risorse hanno una destinazione vincolata, bandi che sono già partiti e che sono in itinere, che riteniamo non si possano e non si debbano toccare e risorse che, invece, non sono state ancora mobilitate e che non rappresentano ancora impegni di spesa e vengono recuperate per cercare di fare un discorso finalizzato all’idea di dare una risposta in tempi ristretti in termini di qualità per i nostri territori.

Abbiamo evidenziato, anche oggi, al commissario Hahn che forse è opportuno inserire nel tema sulle infrastrutture anche l’ambiente, perché l’assetto idrogeologico è un altro dei temi scottanti da trattare - perché proprio per quello che è accaduto in Liguria, su ciò che rischiava di accadere in Piemonte, che è accaduto in Toscana e così via,e che deve essere da insegnamento -, abbiamo detto che uno dei punti critici dell’esperienza di noi amministratori è la difficoltà di avere risorse da investire sul Piano idrogeologico.

Ad esempio, mi sembra di capire che strumentalmente – spero di no – la Provincia di Cosenza torna a dire “il Presidente Scopelliti che cosa fa?” e - sappiamo tutti, come sanno tutti - che c’è un commissario, nominato dal Governo in tutte le Regioni, che ha il compito di gestire i 110 milioni di euro, quindi, l’assessore Gentile ha il compito, insieme al sottosegretario Torchia, soltanto di monitorare l’aspetto e la vicenda delle procedure di gara e dell’utilizzo delle risorse, però rispetto a quei 110 milioni di euro non abbiamo una competenza diretta. Su questo, ovviamente, abbiamo fatto il Piano, individuato i beneficiari finali, ma non sappiamo a che punto sono. E’ chiaro che c’è un collegamento tra la nostra struttura e quella commissariale, però comunque non siamo in condizione di imprimere un’accelerazione, perché non abbiamo competenza diretta.

Credo sia un elemento aggiuntivo e spero che possa rientrare nel tema delle infrastrutture, proprio perché comunque potrebbe, in qualche modo, essere recuperato per questa causa. Quindi abbiamo fatto una conferenza stampa che si è tenuta questa mattina dopo la riunione, nella quale abbiamo manifestato la certezza di dare su questo versante un impatto nuovo e positivo riguardo all’avanzamento della spesa per il futuro e alla capacità di recuperare risorse che potranno essere canalizzate.

Ribadisco che l’impegno del Governo, del commissario Hahn - che è austriaco, quindi lontano dalle dinamiche del Sud -, l’impegno ribadito dal ministro Fitto, dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dottor Gianni Letta, è stato di dire che le risorse recuperate della Regione Calabria saranno reinvestite nella stessa, quindi non saranno distolte, non saranno sottratte, ma sarà un modo per cercare di dare un nuovo impulso attraverso il conforto del Governo. Devo dire che, avendo fatto anche due anni l’assessore ed avendo comunque un minimo di esperienza, non c’è mai stato un Governo che abbia chiamato al tavolo le Regioni per cercare di concertare, di guidare, di indirizzare l’utilizzo delle risorse.

In questa circostanza tutti i Presidenti, a cominciare dal Presidente Vendola, hanno elogiato il ministro Fitto, perché hanno riconosciuto in lui un interlocutore credibile, serio, coerente che ad oggi ci ha dato delle risposte importanti, anche riguardo al Piano per il Sud.

Chi di voi si ricorda il Piano per il Sud? Tante volte i consiglieri del centro-sinistra, giustamente e legittimamente, sono usciti sulla stampa, dicendo che i fondi Fas non c’erano più, che il Piano per il Sud non c’era, non si conoscevano altre cose. Poi abbiamo visto che, attraverso l’impegno diretto del ministro Fitto, siamo arrivati ad avere delle risposte importanti: sul tema delle infrastrutture, sul tema del mondo universitario, accademico con finanziamenti alle nostre università, speriamo di averle presto anche sul tema dell’ambiente.

Siamo proiettati su una strada importante che riguarda la capacità di costruire relazioni rilevanti, cioè oggi, in questo Paese, mentre tutti quanti si concentrano su come mandare a casa Berlusconi con piroette e tutta una serie di situazioni, c’è una classe dirigente che è quella dei Presidenti delle Regioni che si siedono con il Governo, perché hanno a cuore le sorti delle proprie comunità e dei propri territori e discutono dei destini, mentre molti altri pensano soltanto se devono stare su una o su un’altra poltrona.

Credo che la risposta che stiamo dando come governatori, come classe dirigente di governo o comunque classe dirigente in generale dei nostri territori a livello regionale, sia una dimostrazione chiara ed evidente che vogliamo lavorare per il bene comune e per l’interesse del territorio, rispetto a chi pensa, qualora gli venga garantito domani un posto al governo, se rimanere nella maggioranza, oppure passare alla minoranza.

Penso che questa, oggi, sia la visione più becera della politica che ci possa essere e credo che questo tipo di politica vada sconfessata, perché comunque continuo a ribadire che in questo contesto c’è la necessità di guardare al bene comune, agli interessi dei cittadini e a quelli che sono i bisogni della gente, perché forse la politica nazionale per un po’ di tempo si è distratta rispetto a questo tipo di indirizzo.

Continuiamo a lavorare per cercare di trovare soluzioni e soprattutto per dimostrare – e questo, secondo me, può essere positivo per tutti – che voi avete costruito un Por, l’avete messo in campo e l’avete offerto come motivo di valutazione e di azione nei vostri anni di governo, avete speso le risorse che avete speso, noi siamo arrivati, abbiamo dato seguito a queste esperienze e adesso stiamo cercando di accelerare ulteriormente la spesa. Alla fine, quale sarà il risultato? Non credo che ci siano difficoltà su questo, tutti i governi regionali, in linea di massima, hanno speso i soldi, credo che non ci sia stato governo regionale che alla fine non sia stato in grado di spendere le risorse. Il problema vero è capire queste risorse, una volta spese, che cosa hanno prodotto sul territorio.

Abbiamo già, ancora prima di confrontarci anche con i colleghi della minoranza, un’idea che stiamo approntando su come utilizzare queste risorse per avere una ricaduta positiva sul territorio e capire come, una volta spese, potranno produrre qualcosa di utile e produttivo.

PRESIDENTE

Grazie al Presidente Scopelliti. Con il suo intervento si completa il dibattito sul punto all’ordine del giorno e possiamo passare al voto. Votiamo prima gli emendamenti presentati. Essendo un provvedimento amministrativo, non c’è un articolato di riferimento, quindi possiamo procedere a votarli, per poi inserire quelli approvati, nel provvedimento stesso.

Il relatore aveva chiesto di intervenire. Prego, onorevole Fedele.

Luigi FEDELE, relatore

Sugli emendamenti, Presidente: per quanto riguarda quelli della maggioranza, sono stati discussi in Commissione e recepiti con il coordinamento formale, anche quelli dell’onorevole Nucera che in quei giorni, purtroppo, era assente per impegni istituzionali, quindi tutti gli emendamenti presentati dalla maggioranza sono ritirati e non devono essere discussi.

PRESIDENTE

Va bene. Quindi, il primo emendamento dell’onorevole Nucera, essendo stato già accolto in Commissione – se ho capito bene – possiamo considerarlo approvato in coordinamento formale.

Poi c’è un emendamento a firma dell’onorevole Giordano, il protocollo numero 51969: “Con riferimento all’albergo diffuso indicato alle pagine 75-77 del Piano e i relativi criteri per l’individuazione delle strutture che beneficeranno delle agevolazioni:

ambito di applicazione: dopo le parole “…che definisce le Z.T.O. (Zone territoriali omogenee), aggiungere le seguenti: “o comunque porzioni di edificato la cui valenza storica sia dimostrata da adeguati studi e suffragata da parere della Sovrintendenza ai beni paesaggistici…”.

Elementi di eleggibilità per la localizzazione: dopo le parole “classificato dal vigente strumento urbanistico generale quale zona A”, aggiungere le seguenti: “o comunque la cui valenza storica sia dimostrata da adeguati studi e suffragata da parere della Sovrintendenza ai beni paesaggistici”… e dopo le parole “requisiti previsti dall’articolo 48 della legge regionale 19/2002 (legge urbanistica)”, aggiungere le seguenti: “gli interventi di recupero e rifunzionalizzazione degli edifici per la realizzazione dell’albergo diffuso dovranno essere coerenti con apposite linee-guida ispirate ai princìpi della conservazione, dotate di parere della Sovrintendenza ai beni paesaggistici”.

Prego, onorevole Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Pur permanendo e confermando il giudizio negativo che è stato eminentemente espresso dal consigliere Talarico, tuttavia non ci siamo esentati dal volere, in alcune parti del provvedimento, offrire – come abbiamo fatto in Commissione – degli emendamenti che potessero, in qualche modo, tentare di risolvere dei problemi che certamente si porranno nel momento in cui il provvedimento sarà operativo.

Nella fattispecie, questo emendamento riguarda la categoria dell’albergo diffuso, che dovrebbe essere uno dei punti di forza su cui basare l’azione non solo del Piano di turismo sostenibile, di questo Piano triennale che oggi è all’esame del Consiglio regionale, ma del sistema turistico di questa regione e del sistema su cui si basa il punto di forza che vede la Calabria avere, a fronte di 409 Comuni, oltre 750 centri storici che sono certamente un punto di eccellenza.

Con questo emendamento chiediamo che non vengano escluse le zone territoriali omogenee diverse dalle zone A per quanto riguarda la categoria dell’albergo diffuso. Intendiamo che venga aggiunto, alla pagina 75, il capoverso “o comunque porzioni di edificato, la cui valenza storica sia dimostrata da adeguati studi e suffragata da parere della sovrintendenza ai beni paesaggistici”. Così come successivamente, negli elementi di eleggibilità per la localizzazione, dopo le parole “classificato dal vigente strumento urbanistico generale quale zona A”, si dovrebbe aggiungere “o comunque la cui valenza storica sia dimostrata da adeguati studi e suffragata da parere della sovrintendenza ai beni paesaggistici”, inoltre le seguenti: “Gli interventi di recupero e rifunzionalizzazione degli edifici per la realizzazione dell’albergo diffuso dovranno essere coerenti con apposite linee-guida ispirate ai princìpi della conservazione e dotate di parere della sovrintendenza ai beni paesaggistici”.

Questo assunto trova coerenza applicativa con la stessa normativa urbanistica regionale - che tra l’altro, è in fase di rivisitazione in quarta Commissione -, laddove è superato anche lo stesso concetto di zona omogenea, si passa ad una classificazione che veda nelle zone urbanizzate, comprendere all’interno i centri storici e comunque i nuclei urbani centrali che hanno valenza storica e paesaggistica.

Lo stesso Regolamento, a cui mi si potrà obiettare la non possibilità e l’eventuale conflitto che potrebbe sorgere dalla previsione di zone oltre la zona omogenea A, è modificabile e comunque non fa espresso vincolo dell’essere inserite esclusivamente nelle zone A, perché nelle definizioni tipologiche c’è la possibilità che alcune funzioni possano andare oltre questa zona omogenea.

Per cui ritengo importante ed opportuno non escludere dalla nomenclatura, dalla possibilità degli interventi, zone omogenee diverse dalla zona A che comunque hanno quelle caratteristiche in quanto verrebbero esclusi dal provvedimento parecchi Comuni, parecchi borghi storici di questa regione.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

Luigi FEDELE, relatore

Negativo, perché c’è un Regolamento di Giunta che prevede parametri diversi.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 51969.

(E’ respinto)

Emendamento protocollo numero 51144 a firma degli onorevoli Principe e Franchino: “Area Golfo di Corigliano 3.7, pagina 88 di 171, aggiungere “Comune di Oriolo”.

Si illustra da sé. Parere del relatore?

Luigi FEDELE, relatore

Alcuni Comuni presenti in questo emendamento sono stati già inseriti, come ad esempio Oriolo, per cui in parte è accettato, per gli altri, però, non è possibile.

PRESIDENTE

Quindi, il parere del relatore è contrario.

(Interruzione)

Mi sembra che sia stato già inserito Oriolo, per cui si può ritirare.

Luigi FEDELE, relatore

E’ accolto per quanto riguarda Oriolo, in quanto già stato, quindi abbiamo recepito quello che l’onorevole Principe e gli altri consiglieri dicevano.

PRESIDENTE

Onorevole Fedele, era già inserito o dobbiamo votarlo?

Luigi FEDELE, relatore

Oriolo è già inserito.

PRESIDENTE

…lo ritira

Sandro PRINCIPE

Per dichiarazione di voto, dovrò dire alcune cose. Vorrei capire se nell’attuale testo c’è o non c’è Oriolo, perché se – e sono cose che restano agli atti – c’è, naturalmente l’emendamento è superfluo, ma se viene accolto in questa sede, viene accolto un emendamento, che non è meschino, perché si tratta di uno dei borghi medievali più importanti del nord Calabria, a due passi dal mare.

In questo dicevo che si commenta da sé.

PRESIDENTE

Volevo capire se Oriolo….

Luigi FEDELE, relatore

Chiarisco meglio. Oriolo è stato inserito insieme a qualche altro Comune nel coordinamento formale fatto nell’ultima Commissione. Se, per Oriolo, l’onorevole Principe vuole che si approvi in Aula, il parere è positivo, per gli altri no.

PRESIDENTE

Però, se è già inserito nel provvedimento, l’emendamento non esiste. Se c’è già, punto! Quindi questo emendamento non viene accolto perché è stato già inserito.

(Interruzione)

Quindi, l’emendamento Principe è ritirato, andiamo avanti.

Emendamento a firma dell’onorevole Dattolo.

(Interruzione)

E’ ritirato. Emendamento protocollo numero 51749 a firma dell’onorevole Nucera. E’ stato già assorbito nel provvedimento.

Emendamento protocollo numero 51931 a firma dell’onorevole Nucera…

(Interruzione)

Stessa cosa, va bene. Emendamento a firma dell’onorevole Scalzo. E’ assente.

Emendamento protocollo numero 49122 a firma dell’onorevole Pacenza, che riguarda Crucoli: ritirato.

(Interruzione)

Va bene, assorbito.

Emendamento protocollo numero 49116 a firma dell’onorevole Censore.

Giuseppe GIORDANO

C’era un emendamento a mia firma prima, comunque si può discutere.

PRESIDENTE

Qual è?

Giuseppe GIORDANO

L’emendamento protocollo numero 51965.

PRESIDENTE

Sì, emendamento protocollo numero 51965 a firma dell’onorevole Giordano: “Inserire, nell’ambito delle aree e prodotti a maggiore attrattività turistica, l’area denominata “grecanica”, che comprende i territori dei seguenti Comuni:

“Comune di Bagaladi; Comune di Bova; Comune di Bova Marina; Comune di Melito Porto Salvo; Comune di Palizzi; Comune di Roccaforte del Greco; Comune di San Lorenzo; Comune di Staiti; Comune di Montebello Ionico; Roghudi; Condofuri”.

Prego, onorevole Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Questo emendamento era stato proposto anche in Commissione - per la verità non solo dal sottoscritto, ma da tanti consiglieri, e devo dire che il consigliere Nucera lo ha riproposto in Aula e argomentato molto bene, mi complimento con lui - riguarda il riconoscimento del sistema turistico dell’area grecanica.

Ho ascoltato anche l’intervento del Presidente Scopelliti quando parlava di azioni sistemiche, di azioni strategiche e di prospettiva. Certamente, questo è uno dei vulnus che ha questo Piano, non avere riconosciuto all’interno di questo strumento un’area che credo che sia uno dei punti di eccellenza della provincia di Reggio Calabria. Questo – lo ha scritto bene l’onorevole Nucera –l’hanno raccontato i viaggiatori inglesi del secolo scorso, così come tutti gli altri che hanno apprezzato le bellezze, ma non solo: la valenza naturale demo-etno-antropologica di una realtà che è un unicum di questa regione.

Se questo emendamento non dovesse essere accolto e quindi non dovesse essere riconosciuto il sistema turistico dell’area grecanica, si farebbe un danno anche a tutti quei sistemi di programmazione che hanno dato luogo a risultati importanti: mi riferisco ai PIT, ai PIAR, ai vari progetti leader che hanno anche riqualificato delle eccellenze, tra le quali voglio ricordare Pentedattilo.

Questo sarebbe un danno anche nei confronti degli attuali strumenti di programmazione. Lo stesso PISL indebolirebbe un tessuto, perché la disgregazione, il fatto che con i subemendamenti siano stati spostati i Comuni di Melito con la Costa dei Gelsomini e di Motta e Montebello con l’area della città, certamente non nega delle prospettive, ma mortifica l’appartenenza ad una particolare area e limita il conseguente sviluppo dell’area stessa. .

Tra l’altro, la cosa che ebbi modo di evidenziare in Commissione e che lancio anche in questa sede, è che è preoccupante un Piano che esclude tre Comuni importanti come Melito, Montebello e Motta San Giovanni, quindi si nega a questi Comuni la vocazione turistica, che, invece, è la loro unica vocazione, lasciando intendere che esiste altra prospettiva da parte di questa maggioranza e di questo governo regionale, e mi riferisco al tentativo della società “Sei” di insediare la centrale a carbone.

Questo è preoccupante, quindi, a maggior ragione, ripropongo l’emendamento, affinché venga riconosciuta l’area grecanica come sistema turistico, come sistema di eccellenza e venga inequivocabilmente statuito che la vocazione di quell’area è quella turistica che vede emergere i caratteri naturali, paesaggistici, le dimensioni culturali e i giacimenti con cui quest’area si presenta nel rapporto con la Provincia e con la Regione.

Per questo motivo chiedo all’Aula che si ponga rimedio e venga accolto questo emendamento, diversamente sarebbe preoccupante, perché si potrebbe prefigurare che ci sia un’intenzione diversa: di istituire la centrale a carbone, come ho prima esposto.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

Luigi FEDELE, relatore

Il parere è negativo, spiego anche la motivazione: tutti i Comuni dell’area grecanica - tra l’altro sostenuti anche dai consiglieri Nicolò, Nucera, da tutti i consiglieri della provincia di Reggio Calabria - non sono stati inseriti in un’area dedicata, perché la stessa ha già una sua specificità rappresentata dalle minoranze linguistiche ed è, quindi, ricollegata ad un settore specifico.

Abbiamo ascoltato tutti i sindaci dell’area grecanica ed i rispettivi Comuni sono stati inseriti una parte nell’area di Reggio Calabria, un’altra nell’area della Costa dei Gelsomini e altri sono localizzati in zone montane nell’area del Parco dell’Aspromonte. Nessuno è, quindi, escluso ed è cosa diversa creare un’altra area specifica dato che già esiste l’area grecanica, riconosciuta e che gode di finanziamenti propri. Poi, tutti questi Comuni sono stati ugualmente inseriti in ambiti ed aree diverse.

I sindaci, ascoltati come detto prima, hanno accettato questa ipotesi di inserimento nelle aree e ne sono rimasti contenti, hanno anche fatto delle dichiarazioni a mezzo stampa. Credo, dunque, che quello che dice il consigliere Giordano, stasera, sia un po’ strumentale, per non usare altri termini. Ribadisco, però, che tutti i Comuni di cui si parla in questo emendamento sono già inseriti nei vari ambiti del Piano.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l’onorevole Giordano, ne ha facoltà.

Giuseppe GIORDANO

Dico al collega Fedele che vedremo, tra qualche mese, i sindaci se saranno d’accordo sulla soluzione che avete prospettato. Non credo, perché il territorio è di tutt’altro parere e di tutt’altro avviso.

Tra le altre cose, voglio ricordare che viene disconosciuto anche un provvedimento che è stato approvato da questo Consiglio: i sistemi turistici delle province, il sistema turistico d’Aspromonte viene sconfessato con questo tipo di proposta. E’ grave perché viene disgregata un’area. Il fatto che siano ricompresi a macchia di leopardo, ora di qua e ora di là, non significa nulla, significa disgregare un sistema che ha delle peculiarità, negare le peculiarità di un sistema turistico che forse ha una lunga prospettiva.

Prendo atto che questo è, siete maggioranza, vi assumete delle responsabilità, ma sono convinto che su questa cosa torneremo a parlare molto presto e con altri risultati.

PRESIDENTE

Quindi le parole del relatore la convincono, lo ritira o lo vuole porre in votazione? Va bene.

La parola all’onorevole Nucera per dichiarazione di voto.

Giovanni NUCERA

Presidente, ritengo che l’emendamento proposto dal collega Giordano abbia un suo fondamento - si rifà all’emendamento da me presentato e che ho voluto mediare sul Piano del confronto politico, dello spirito della legge sul Piano turistico che oggi stiamo approvando -, ma nel quadro della valutazione complessiva non reputo sia il concetto del restringimento dell’area grecanica, quanto lo spirito della legge nella dimensione regionale.

Le minoranze linguistiche sono state fortemente sostenute da questo Piano e la stessa rivendicazione, oggi, la potremmo fare - e chi sta parlando è stato il primo a sollevare l’incongruenza o, meglio, la non coerenza del Piano rispetto a quest’area - rispetto all’area, per esempio, italo-albanese, all’area cosentina, all’altra minoranza linguistica importante della nostra regione o alla stessa area del crotonese, che è l’area della lingua celtica, perché hanno le stesse prerogative e dovremmo porci per loro lo stesso obiettivo.

Sul Piano del quadro generale della legge non dobbiamo porre un problema inerente l’identificazione rispetto a un idioma specifico, ma si tratta, in maniera molto più complessa, di far si che questi paesini possano sia espletare la loro vocazione ad essere peculiari sotto l’aspetto generale sia riuscire ad integrarsi in un sistema molto più ampio, che è quello di un Piano turistico regionale da cui poter trarre maggiori vantaggi per la loro autonomia e la loro indipendenza.

Non si tratta di smembrare un territorio, ma di rafforzarne uno molto più vasto: l’area dei Gelsomini da una parte, l’area vocata alla pastorizia e all’agricoltura dall’altra parte della sponda dell’area aspromontana, l’area che per vocazione è proiettata a Reggio Calabria. Anche la città di Reggio, il centro urbano di Reggio all’interno ha una colonia grecanica molto forte e molto attiva. Questo non significa dover chiudere o dover ridimensionare l’area solo perché Reggio ha questa caratterizzazione linguistica molto forte.

In questo quadro, in quest’ambito, l’aver voluto potenziare anche attraverso lo strumento di altre leggi – la legge sulle minoranze linguistiche, la legge sulla identificazione dei ruoli rurali, noi abbiamo il Piano ambientale, la legge sull’ambiente della Regione Calabria che abbraccia paesini dell’area grecanica, anzi frazioni all’interno di paesini dell’area grecanica in questa valorizzazione complessiva sul Piano del turismo, che quindi esalta ancora di più la funzione e il compito dell’area stessa –, in quest’ottica di una visione più generale, che ha portato anche la stessa Provincia di Cosenza… Bene hanno fatto i nostri colleghi che hanno voluto porre attenzione allo spirito di alcuni paesini, anch’io dalla provincia di Reggio ho chiesto che il piccolo Comune di Paludi entrasse in quel contesto molto più ampio, proprio perché lo spirito che noi dobbiamo esaminare è quello complessivo dell’area.

Poi, certo, se vogliamo fare una “battaglia di pennacchio”, siamo tutti pronti a mobilitare le truppe, scendere in guerra e dire che il sacro non si tocca. Certo che non si tocca il sacro, ma purché venga garantito sotto forme e in aree ben diverse.

Pur essendo stato assente in Commissione perché impegnato per motivi istituzionali -non ho potuto seguire direttamente la cosa - accolgo in ogni caso la valutazione generale che i sindaci del territorio hanno fatto, perché questa cosa non nasce dal capriccio del dirigente o del capogruppo del Pdl che ha voluto inquadrare in un’ottica più complessiva il dato, ma da un ragionamento congiunto fatto con tutti i sindaci dell’area grecanica e dico tutti, nessuno escluso.

Poi dobbiamo fare una distinzione in questo quadro, caro collega Giordano, non è di poco conto, fra quella che genericamente è l’area grecanica – e non sta a me dirlo che ci spingiamo già da Melito Porto Salvo a Caulonia, anche se geograficamente è limitata fino a Ferruzzano – e quella che è l’area ellenofona, che è cosa diversa dall’area grecanica. Per cui dovremmo andare a trovare il nucleo di tutte le sostanze e di tutti i ragionamenti.

In questo quadro complessivo, proprio perché non vogliamo sottilizzare sull’argomento e non vogliamo chiudere in uno stretto confine elementi che non hanno senso, diciamo che la formula usata, condivisa con i sindaci dell’intera area e condivisa anche con la Commissione, mi sembra all’unanimità nel suo contesto, è una soluzione che può trovare l’anello di mediazione, il punto di congiunzione, proprio per evitare che altre realtà territoriali, come abbiamo avuto modo di ascoltare in Commissione… Io ricordo quando vennero a protestare su questo principio tanti sindaci e lo stesso assessore della Provincia di Cosenza. Ma capito lo spirito del Piano, così come è stato redatto, capito il significato anche del modo in cui bisogna intervenire, diventa inevitabile che si può accettare benissimo la soluzione adottata.

Ecco perché ho accolto con piacere anche l’idea di dover dare questo contributo di dibattito ed offrire anche l’integrazione dell’emendamento rispetto a quel coordinamento di cui abbiamo parlato.

(Interruzione)

Calispera!

Giuseppe GIORDANO

L’onorevole Nucera, pur avendo dichiarato – ne prendo atto – la fondatezza del mio emendamento, che poi ricalcava il suo successivo, ha fatto una distinzione che, francamente, con tutta la volontà di voler comprendere, è limitativa. Ha fatto bene, poi, a distinguere l’area grecanica e l’elemento linguistico, l’area ellenofona, che è un’altra cosa.

La forza di coesione di questo sistema non è la minoranza linguistica oppure i Comuni dove ancora oggi si mantiene viva la lingua grecanica, è un sistema più complesso, che ha delle valenze naturali delle eccellenze paesaggistiche. La storia è un patrimonio, tra l’altro quello che avete dimenticato è che c’è la candidatura come patrimonio dell’Unesco. Questa è una grave dimenticanza che, anzi, vi doveva portare a mettere la sottolineatura sul sistema turistico con una candidatura come patrimonio dell'Unesco, che sarebbe la prima di questa provincia.

Detto questo, vi invito…

Giovanni NUCERA

Consigliere Giordano, chiedo scusa, all’Unesco è candidata l’area ellenofona - stia attento – non l’area grecanica!

Giuseppe GIORDANO

No. Voglio capire, voglio vedere la reazione dei sindaci, quando con i Pisl si troveranno gravi e pesanti limitazioni sui progetti che saranno presentati.

Su questo un ulteriore invito alla riflessione, anche se ormai il dado è tratto e, nei prossimi mesi, purtroppo non potremo che sancire che si è negata una prospettiva che doveva essere, invece, la vera prospettiva di rilancio di quest’area.

(Interruzione)

PRESIDENTE

Prego, onorevole Scalzo. Lei non era in Aula.

Antonio SCALZO

Ero in Ufficio di Presidenza.

PRESIDENTE

L’ho chiamata.

Antonio SCALZO

Il tempo di arrivare, ha detto qualcun altro “non c’è”. Io non mi sono mosso.

PRESIDENTE

Scusi, lei non è che abbia presentato tanti emendamenti, poteva stare attento.

Antonio SCALZO

Chiedo che mi sia data la possibilità di illustrare il mio emendamento.

PRESIDENTE

Lei non c’era, non posso darle la parola.

Antonio SCALZO

Ci sono anche le telecamere, ero in Aula.

PRESIDENTE

Quali telecamere! Io ho detto: “Emendamento dell’onorevole Scalzo. C’è l’onorevole Scalzo? Non c’è, è decaduto”.

Antonio SCALZO

Il problema è che si è passati subito all’emendamento successivo, senza che mi sia stata data la possibilità di illustrare il mio. Va bene così!

PRESIDENTE

L’ho chiamata.

Antonio SCALZO

Va bene, vuol dire che in quest’Aula si fa così!

PRESIDENTE

Su questo emendamento ci sono altri interventi? La parola all’onorevole Imbalzano.

Candeloro IMBALZANO

Solo qualche battuta perché in Commissione, dopo un lungo dibattito, sono stato l’estensore materiale dell’emendamento che ha trovato la sintesi rispetto ai diversi emendamenti. Anche io avevo presentato un emendamento che riguardava l’intera area grecanica, però poi mi è stato spiegato che, anche noi consiglieri regionali non è che abbiamo il dono della scienza infusa, quindi mi è stato spiegato qual era, rispetto anche alle aree come l’area grecanica, la logica che soprassedeva al Piano turistico che andavamo ad esaminare.

Personalmente, prima di scrivere quell’emendamento, ho contattato alcuni sindaci, ricordo in particolare il sindaco di Montebello e il sindaco di Motta San Giovanni, che pure da me nell’emendamento comune, simile a quello presentato dai colleghi Giordano, Nucera, ma credo anche il collega Nicolò, ho chiesto espressamente, prima che venisse scritto l’emendamento, qual era l’orientamento di questi Comuni.

L’atteggiamento che è stato definito in Commissione nella stragrande maggioranza, come ricordava il collega Fedele, esprimeva ed esprime la volontà di quei territori. Quindi anche per questi motivi aderisco – e non può, a questo punto, essere diversamente – all’atteggiamento che di comune accordo, in Commissione, abbiamo assunto.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 51965.

(E’ respinto)

Emendamento protocollo numero 49116 a firma dell’onorevole Censore: “Al documento (Allegato 2 – Aree e prodotti a maggiore attrattività turistica: processo di individuazione e schede analitiche) del Piano regionale di sviluppo sostenibile – all’area Costa degli Dei vengono aggiunti i Comuni di Rombiolo, Zungri, Limbadi e San Calogero, in considerazione della loro importanza”.

Bruno CENSORE

Sono due emendamenti.

(Interruzioni)

Demetrio BATTAGLIA

Presidente, pensavo si procedesse per appello nominale, come avevo chiesto.

UNA VOCE

Ha chiesto l’appello nominale.

Demetrio BATTAGLIA

Avevo chiesto la votazione per appello nominale.

Bruno CENSORE

Ci sono due emendamenti. Se mi è consentito illustrarli.

PRESIDENTE

Deve illustrarne uno.

Bruno CENSORE

Dato che riguardano la stessa problematica…

PRESIDENTE

Uno alla volta.

Bruno CENSORE

Va bene. Il primo emendamento riguarda l’inserimento all’Allegato 2 di alcuni Comuni che hanno delle specificità enogastronomiche: si tratta dei Comuni del Monte Poro, Rombiolo, Zungri, Limbadi e San Calogero.

(Interruzione dell’onorevole Battaglia)

Glielo avevo detto che li illustravo insieme, perché c’era un altro riferito a un altro Comune.

L’altro emendamento, il successivo, si riferisce sempre all’integrazione all’Allegato 2 all’interno di un’area che è l’area della Costa degli Dei e che, quindi, il comune è contiguo con l’area in questione, e l’inserimento del comune di Spilinga, paese noto per la ‘nduja, che chiaramente è un grande attrattore non solo enogastronomico, ma anche culturale.

Mi sono prodigato anche di fare una fotocopia della “Gazzetta del Sud”, dove è raffigurata una troupe inglese che gira un film proprio sulla ‘ndujia a Spilinga. Ogni anno c’è una manifestazione, una sagra nel mese di agosto che raccoglie migliaia e migliaia di turisti.

Quindi, poiché – ripeto – è un paese contiguo all’area turistica, quindi all’area turistica della Costa degli Dei, poiché è un paese che ha questa specificità, questa peculiarità, ritengo che meritava di essere inserito nell’Allegato 2.

PRESIDENTE

Do lettura dell’emendamento protocollo numero 49114, testé illustrato dall’onorevole Censore: “Al documento (Allegato 2 – Aree e prodotti a maggiore attrattività turistica: processo di individuazione e schede analitiche) del Piano regionale di sviluppo sostenibile – all’area Costa degli Dei viene aggiunto il Comune di Spilinga, in considerazione della sua importanza”.

Parere del relatore?

Luigi FEDELE, relatore

Il parere è negativo, ma non per partito preso, perché questi Comuni - al di là di quello che dice l’onorevole Censore, che per molti aspetti, in particolare per quello enogastronomico, riguardo a Spilinga ha ragione, qui c’è l’assessore all’agricoltura che è molto attento a queste problematiche, quindi lo sa meglio di noi – che lui ha citato non hanno in sé tutte quelle caratteristiche di grandi attrattori da poter essere inseriti nel Piano. Cosa diversa, invece, sempre su segnalazione dell’onorevole Censore, per quanto riguarda Mileto che in Commissione abbiamo inserito e accettato, perché, come turismo religioso, c’è già Paravati che è frazione di Mileto.

Bruno CENSORE

Mileto e Soriano Calabro.

Luigi FEDELE, relatore

Li abbiamo inseriti perché abbiamo riconosciuto la valenza di quei Comuni.

Per questi due emendamenti il parere è negativo.

PRESIDENTE

Pongo in votazione il primo emendamento con protocollo numero 49116.

(E’ respinto)

Pongo in votazione il secondo emendamento con protocollo numero 49114.

(E’ respinto)

Poi c’è un altro emendamento con protocollo numero 49107 dell’onorevole Censore.

Bruno CENSORE

E’ ritirato.

PRESIDENTE

Emendamento protocollo numero 49110, sempre a firma dell’onorevole Censore: “La dotazione finanziaria della scheda Azione I – Sostegno alla domanda turistica – viene incrementata ad euro 10 milioni, a valere sull’Obiettivo operativo 5.3.3 – Linea 5.3.3.1 del Por Calabria Fesr 2007-2013”.

Bruno CENSORE

Questo è un emendamento che merita di essere illustrato, perché nella replica il capogruppo del Pdl, onorevole Fedele, ha detto che la minoranza fa la sua parte e che, quindi, chiaramente deve votare contro per fare la sua parte rispetto a un Piano.

Qui c’è una questione di merito che riteniamo importante e che avevo citato nel mio intervento. Allora, poiché nel Piano di marketing c’è una dotazione di 20.182.400 per la promozione turistica e poiché a sostegno della domanda turistica sono appostati solo 800 mila euro, noi chiediamo con questo emendamento lo spostamento di risorse significative pari a 10 milioni di euro per sostenere la domanda degli operatori turistici. Solo così noi potremo dare risposta a quei tour operator che, purtroppo, delocalizzano la loro attività in altri Paesi extraitaliani.

Non mi sono inventato la questione, qua c’è lo sciopero dei lavoratori del “Rocca Nettuno”, che per il prossimo anno non hanno ancora le prenotazioni di Fti. Quindi non è che mi sono inventato la questione, è una questione di merito che attiene al Piano. Per cui, se noi votiamo contro, è perché non condividiamo l’impostazione generale, perché per noi spendere 30 milioni per la promozione è una spesa eccessiva.

Prendo atto che il governatore Scopelliti ha accolto la nostra richiesta, che avevamo presentato nella mozione, di finanziare con fondi ordinari la legge del 1995 sulla charteristica. Quindi ritengo che questa nostra proposta abbia avuto la giusta considerazione. Speriamo che, in sede di bilancio, poi si trovino le risorse necessarie per far fronte a questo impegno.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

Luigi FEDELE, relatore

Parere negativo, però, come lo stesso onorevole Censore ha riconosciuto già le parole del Presidente della Giunta che ha detto chiaramente che la legge charter, che è di grande importanza, come sostenuto molte volte anche dai colleghi dell’opposizione, sarà incrementata col prossimo bilancio, quindi questo è in negativo, però certamente tutti insieme andremo, quando faremo il prossimo bilancio, a sostenere quella legge che riteniamo strategica per lo sviluppo della nostra regione.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 49110.

(E’ respinto)

Ultimo emendamento, protocollo numero 49120, a firma dell’onorevole Censore: “Con riferimento al capitolo 1 dei Piani di sviluppo turistico sostenibile, l’area ad alta attrattività turistica del Parco dell’Aspromonte è estesa al Comune di Galatro.

Con riferimento al paragrafo 4.2 del Piano rubricato itinerari tematici si chiede l’inserimento del seguente periodo:

“In sede di definizione degli itinerari tematici è prevista una linea dedicata al turismo termale, comprensiva degli stabilimenti termali di pregio della regione Calabria (Locri, Galatro, Cassano, Spezzano, Cerchiara, Guardia Piemontese ed Acquappesa) e delle aree limitrofe, con potenzialità di sviluppo nel settore turistico termale, anche grazie alla presenza di falde acquifere suscettibili di una valorizzazione ai fini termalistici”.

Con riferimento alla sezione del Piano di marketing strategica, è inserito il seguente periodo:

La Regione istituisce il marchio di qualità termale calabrese, ai sensi di quanto previsto dall’articolo 13 della legge 24 ottobre 2000, n. 323 (di “Riordino del settore termale”)”.

Bruno CENSORE

Si commenta da sé.

PRESIDENTE

Parere del relatore? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 49120.

(E’ respinto)

Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Completato il terzo punto all’ordine del giorno. Ha chiesto di intervenire l’onorevole Dattolo. Ne ha facoltà.

Alfonso DATTOLO

Presidente, so che si è fatto tardi e qualche consigliere ha fretta di andare via, però c’è un provvedimento sull’ultima Finanziaria fatta dal Governo, tra l’altro è un provvedimento che è stato votato all’unanimità.

(Interruzione dell’onorevole Fedele)

C’è un provvedimento che è stato firmato da dieci consiglieri, in maniera bipartisan.

(Interruzione)

PRESIDENTE

Abbiamo votato.

(Interruzione)

Perché no?!

(Interruzione)

Come no!

(Interruzione)

Perché, che deve fare? Abbiamo votato, con il vostro voto contrario.

(Interruzioni)

Abbiamo finito. Ha chiesto di intervenire l’onorevole Dattolo, ne ha facoltà.

Alfonso DATTOLO

So che c’era la volontà di chiudere i lavori anticipatamente, ma c’è il provvedimento sull’Unione dei Comuni finalizzato ad abbassare le soglie e favorire questo processo d’integrazione che dobbiamo approvare entro oggi – tra l’altro, è stato approvato in Commissione con la firma anche dei consiglieri dell’opposizione. Ribadisco che se la Calabria non legifera entro il 17 novembre, non avrà la possibilità di abbassare queste soglie per favorire l’Unione dei Comuni.

Se è possibile, chiedo di discuterlo.

PRESIDENTE

Praticamente, l’onorevole Dattolo propone il rinvio di tutti i punti che sono all’ordine del giorno, tranne il punto che riguarda l’Unione dei Comuni, proprio perché c’è la scadenza del 17 novembre entro cui si deve approvare la legislazione regionale. Questa era la proposta.

Giuseppe GIORDANO

Noi, invece, riteniamo che sia importante esaurire tutto l’ordine del giorno. C’è, in particolare, un provvedimento che attende da anni, che è quello della legge sulla prima infanzia. E’ un provvedimento che è stato differito già dal precedente Consiglio regionale, è stato licenziato dalla terza Commissione sei mesi fa, non è un mio provvedimento, ma viene fuori da due consiglieri di maggioranza, Imbalzano e Nucera, è stato licenziato anche col contributo della minoranza.

Così come credo che, oggi, l’Aula si debba esprimere sulle mozioni, ci sono mozioni importanti, come quella che riguarda la depurazione dell’acqua. Credo che questo Consiglio debba andare avanti anche con quel provvedimento che, forse, meriterebbe un approfondimento, quello dell’Unione tra Comuni, che certamente è un provvedimento che quest’Aula si deve porre per la situazione in cui ci troviamo. Credo, però, che questo Consiglio debba esaurire tutto l’ordine del giorno e credo di poter esprimere questo mio pensiero a nome di tutta la minoranza presente in quest’Aula.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Maiolo. Ne ha facoltà.

Mario MAIOLO

Mi pare che sull’ordine dei lavori c’era un intendimento diverso, ma noi siamo qui per continuare il Consiglio, per svolgere tutti i punti all’ordine del giorno, non abbiamo nessuna difficoltà a continuare.

Sulla questione, proprio sull’ordine dei lavori nostri di stasera, chiedo che sul punto su cui il consigliere Dattolo giustamente sollecita l’approvazione ci sia l’inserimento all’ordine del giorno di un ordine del giorno da me presentato circa la costituzionalità della legge, rispetto alla quale la norma a cui fa riferimento il consigliere Dattolo si esprime e interviene. Penso che sia importante fare una riflessione di merito su questa legislazione, che è stata fatta nel mese di agosto sul presunto intervento dei cosiddetti costi della politica, ma che queste cose non c’entrano, c’entra l’ordinamento costituzionale, le prerogative, e questo Consiglio, la Regione, le Regioni hanno prerogative che sono state superate da questo Governo in maniera impropria per produrre un risparmio in Calabria di 1.715.000 euro, cancellando il 20 per cento dei Comuni di questa Regione.

Penso che ci sia la necessità di fare una discussione di merito sul provvedimento, oltre che, poi, intervenire sulle questioni che riguardano i limiti, sui quali c’è il consenso, ma penso che ci sia necessità di una discussione ben più ampia, che noi siamo pronti a fare anche stasera, ma prima che si arrivi all’approvazione della norma a cui si riferisce il consigliere Dattolo.

PRESIDENTE

Prima della discussione e di darle la parola, ho sentito i capigruppo ed abbiamo individuato tre sedute di Consiglio, che sono quella del 18, che voi sapete benissimo che riguarda la sanità, più il punto rinviato del Corecom, quindi potrebbe essere un’occasione per aggiungere degli argomenti che sono all’ordine del giorno di oggi; abbiamo un’altra seduta di Consiglio per il 2 dicembre, quindi è un’altra opportunità; e poi abbiamo altre due sedute di Consiglio, per il 19 e il 20 dicembre.

Diciamo, quindi, che in questo scorcio di fine anno, raccogliendo anche quella che era la riflessione dell’onorevole Dattolo, possiamo suddividere i punti all’ordine del giorno rimanenti nelle prossime sedute di Consiglio regionale, come quello della non autosufficienza e degli asili-nido per i quali manca l’assessore di riferimento.

Quindi, se troviamo una sintesi, vediamo quali sono i provvedimenti urgenti, però abbiamo altre tre sedute di Consiglio regionale entro fine dell’anno per esaurire tutti i punti all’ordine del giorno.

Pongo ai voti la richiesta dell’onorevole Dattolo.

(Interruzione)

Prego, onorevole Principe.

Sandro PRINCIPE

Seguiamo un ordine dei lavori un po’ strano ed io stavo intervenendo per un altro motivo e cioè il vezzo del signor governatore che, in effetti, quando conclude va sempre al di là di quello che è il tema della discussione. Obiettivamente, dal punto di vista democratico, non è una cosa simpatica, non vorrei usare un’altra terminologia, è una cosa che si ripete ricorrentemente.

La pregherei, caro Presidente, intanto di esercitare il suo ruolo, tentando di far rispettare l’oggetto della discussione, ma siccome stasera abbiamo avuto un annuncio di grande rilievo, cioè che non solo il Por sarà rimodulato, ma addirittura le risorse del Por diventeranno quasi interamente sostitutive, perché i settori che sono stati citati, dalla banda larga alle infrastrutture, al sostegno dell’occupazione, che quasi certamente significherà sostenere la cassa integrazione degli operai del Nord, perché da noi è molto limitata la cassa integrazione, lei capisce che è una cosa di grande importanza, cioè viene sconvolto, lasciamo stare se in bene o in male, se è più utile – io prima ho sostenuto l’importanza delle infrastrutture – ma noi abbiamo appreso che il Por diventerà quasi interamente non più aggiuntivo, ma sostitutivo, non solo rimodulato, ma per diventare sostitutivo.

In questo ragionamento sul come lavorare e quali punti mettere all’ordine del giorno, la pregherei di trovare uno spazio per una discussione sul Por. Lei mi dirà “ma l’abbiamo già fatta”, ma quello che abbiamo fatto, abbiamo appreso che non servirà a nulla, ripartiamo da capo, quindi è assolutamente democratico che, previo un dibattito nella competente Commissione, il Consiglio si interessi di questo.

Per quanto riguarda stasera, pregherei il collega Dattolo di ritirare la sua richiesta, perché noi abbiamo preso un impegno, collega Giordano, come capigruppo di finire il Consiglio dopo il Piano per il turismo: o manteniamo questo impegno – e vale anche per Dattolo – oppure riprendiamo una discussione da capo, proprio per avere tra di noi una linearità di comportamento, perché qui non ci sono le cose più importanti e meno importanti, non credo che il collega Dattolo debba avere il privilegio

(Interruzione dell’onorevole Dattolo)

PRESIDENTE

Onorevole Dattolo, prego.

Alfonso DATTOLO

Non sono abituato a polemizzare, non vedo assolutamente il motivo, gli altri provvedimenti saranno anche più importanti di questo che stiamo discutendo adesso, ci mancherebbe altro, non metto in dubbio la bontà delle proposte, collega Giordano, forse sono di gran lunga più importanti di questo. Sto ponendo un problema legato alla scadenza temporale di un provvedimento che è stato approvato – lei che segue perfettamente i lavori… – con la firma anche del capogruppo Principe. Quindi è un provvedimento fatto da dieci consiglieri (Scalzo ed altri, eccetera) ed altri otto di maggioranza, che approvavamo un testo che facilita un percorso legislativo che è stato offerto alle Regioni.

Ora, questo termine scade il 17 novembre, la prossima seduta è il 18. Io mi domando – poi parliamo di favorire le autonomie locali, eccetera, ci riempiamo la bocca di questo – se non è opportuno, fermo restando – ripeto – l’importanza degli altri provvedimenti, approvare questo che scade il 17.

Questa era la richiesta, non voleva essere assolutamente sminuire il lavoro che si fa, perché qua dentro ci sono provvedimenti che le Commissioni hanno licenziato. Questo è un provvedimento che favorisce l’Unione dei Comuni, a prescindere dalla legittimità costituzionale che poneva il collega Maiolo,: non sono un costituzionalista, so soltanto che c’è una legge nazionale che è stata modificata dall’ultimo decreto che ci dà l’opportunità di intervenire per favorire e abbassare le soglie, quindi dare la possibilità ai Comuni più piccoli di unirsi senza fatica, volevo sapere dov’era lo scandalo approvare questa legge in un minuto, visto che è un provvedimento passato all’unanimità in Commissione.

Se questo è un problema della politica, vuol dire che ci dobbiamo assumere anche delle responsabilità, non soltanto gridare sempre ogni volta alla ragione, che poi non esiste.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Gallo.

Gianluca GALLO

Sono d’accordo con alcune valutazioni fatte dall’onorevole Maiolo, però l’onorevole Dattolo poneva una problematica di natura temporale: se noi non legiferiamo entro il 17, probabilmente non abbiamo più la possibilità di farlo.

Allora, poiché ogni norma è fatta anche per essere modificata e quindi anche per approfondire la discussione in sede successiva – volevo dire all’onorevole Maiolo – si potrebbe approvarla stasera con un impegno comune, di maggioranza e opposizione, per approfondirla ed, eventualmente, variarla nel più breve tempo possibile in uno dei tre Consigli entro fine anno.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Imbalzano.

Candeloro IMBALZANO

Non più di mezzora fa il governatore Scopelliti diceva, a proposito del suo intervento sulla legge sul turismo, che questa è una Regione che per decenni ha evitato su alcune materie di legiferare, proprio perché si è preferito gestire senza programmare e spesso senza regole, perché così ha sempre fatto comodo.

Rispetto alle questioni sollevate in ordine all’ordine del giorno, sono qua insieme ai colleghi per continuare a lavorare, pur avendo grande rispetto anche dell’accordo tra i capigruppo, ma ritengo, con tutto il rispetto anche per il problema sollevato dal collega Dattolo, che vi è all’ordine del giorno una legge che ha unificato due proposte consiliari, Presidente, e credo che il Consiglio regionale abbia tutto il diritto-dovere di esaminare, approvare e, soprattutto, in questo caso di approvare una norma che viene fuori dopo 36-38 anni, su cui si sono espresse all’unanimità in tutte le sedi le due Commissioni competenti, che quindi non impegna, se non per qualche minuto, questo Consiglio.

Quindi io, rispetto a tutto quello che si è detto, chiedo che stasera venga esaminata anche la proposta di legge che porta il mio nome e quella del collega Nucera sulla disciplina dei servizi socio-educativi per la prima infanzia.

PRESIDENTE

Se i capigruppo si avvicinano un attimo al banco della Presidenza, così decidiamo come procedere.

(I capigruppo si avvicinano al banco della Presidenza)

Onorevole Dattolo, esaminiamo il provvedimento che riguarda la legge sull’Unione tra i Comuni. La Conferenza dei capigruppo ha accolto l’approvazione di questa legge e, contestualmente, un ordine del giorno che proponeva l’onorevole Maiolo sull’eventuale incostituzionalità della legge approvata.

Quindi, contestualmente, si votano il provvedimento e l’ordine del giorno.

Alfonso DATTOLO

Volevo chiedere una cosa: c’era anche un emendamento che avevamo presentato per ridurre a 2 mila, quello sulle minoranze linguistiche…

PRESIDENTE

Mi faccia finire, altrimenti non capiamo più nulla. Inseriamo, intanto, questo articolato con l’ordine del giorno che aveva previsto l’onorevole Maiolo, per chiedere alla Giunta regionale l’eventuale incostituzionalità da parte della norma.

Proposta di legge n. 260/9^ di iniziativa dei consiglieri Dattolo, Magno, Caputo, Orsomarso, Grillo, recante: “Unione tra i Comuni”

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

All’articolo 2 c’è un emendamento a firma dell’onorevole Dattolo, che recita: “Il comma 2 dell’articolo 2 è sostituito dal seguente: “2. Il limite demografico minimo previsto dall’articolo 16, comma 6, del decreto legislativo 138/2011, convertito dalla legge 148/2011, è ridotto a:

a) 2.000 abitanti, se i Comuni appartengono alla medesima isola linguistica;

b) 2.500 abitanti, se i Comuni appartengono o sono appartenuti a comunità montane”.

Si commenta da sé.

(Interruzione)

Prego, onorevole Principe.

Sandro PRINCIPE

Mi pare che questo emendamento era anche presente in Commissione; vorrei che intervenisse il Presidente Magno. Poi è stato estrapolato, perché i tecnici avevano manifestato dubbi sui profili di costituzionalità. Forse ricordo male, per cui se il Presidente Magno ci illumina, dopodiché…

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Magno.

Mario MAGNO

Sì, ha ragione l’onorevole Principe. So che l’onorevole Dattolo ha avuto un incontro con l’Ufficio legislativo ed ha chiarito questo aspetto. La parte di riserva che l’ufficio ha espresso sembra che non ci sia più. Se l’onorevole Dattolo vuole confermare al microfono.

Alfonso DATTOLO

E’ stato presentato dopo aver parlato con l’Ufficio legislativo, che evidentemente aveva confuso precedentemente. So che non c’è nessun profilo di incostituzionalità. Poi, visto che stiamo apportando modifiche al testo, non trovo assolutamente scandaloso se abbassiamo a 2.500 per le comunità montane e 2.000 per le minoranze linguistiche, che sono tra l’altro le comunità meno rappresentative in termini demografici del territorio calabrese.

Quindi non vedo assolutamente quale profilo di incostituzionalità possa leggersi.

PRESIDENTE

Se ci avvinciamo un attimo…

Riprendiamo i lavori dopo il confronto con i capigruppo, quindi possiamo procedere a mettere in votazione l’emendamento dell’onorevole Dattolo, dopo il chiarimento che c’è stato.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2 così come emendato.

(E’ approvato)

Pongo in votazione la legge nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Ordine del giorno di iniziativa del consigliere Maiolo: “Sul ricorso di legittimità innanzi la Corte Costituzionale, sull’articolo 16 del Decreto Legge n. 138 del 2011, convertito nella Legge numero 148 del 2011”

PRESIDENTE

Ora c’è un ordine del giorno presentato dall’onorevole Maiolo, su cui c’è la volontà unanime di votarlo. Ne do lettura:

Premesso che:

l’art. 16 del Decreto Legge n. 138/2011, convertito nella legge n. 148/2011 (Manovra bis 2011), ha stravolto la normativa che detta le regole sulle Unioni dei Comuni;

tale normativa è stata immediatamente criticata dalle associazioni delle autonomie sia per la dubbia costituzionalità, che per il contenuto fortemente limitativo del provvedimento che incide sull’autonomia dei Comuni;

perplessità riguardano la cosiddetta razionalizzazione dell'esercizio delle funzioni comunali, trattandosi, in realtà, di una sequenza di norme contraddittorie, scandite da un calendario frettoloso, che complicano l'esistente e invadono il campo delle competenze regionali e che prevedono ben quattro opzioni possibili di unioni, non solo con una tempistica diversa, ma anche con organi differenti;

di fatto è una normativa che scoraggia l’unione tra comuni sotto i mille abitanti e comuni oltre questa soglia, visto che – la presenza nelle unioni di comuni con meno di mille abitanti – prevede la decadenza delle giunte e la riduzione delle prerogative dei consigli comunali;

notevoli dubbi riguardano anche la legittimità formale dell'articolato, visto che l’art. 16 fa riferimento all'Unione di Comuni di cui all'art. 32 del Tuel, ma tale riferimento risulta assolutamente impreciso, nel momento in cui l'art. 16 definisce una diversa composizione degli organi delle Unioni, in particolare per quelle Unioni di cui fanno parte Comuni con meno di mille abitanti;

il comma 4 dell’art. 1 del Tuel precisa che “Ai sensi dell'art. 128 della Costituzione, le leggi della Repubblica non possono introdurre deroghe al presente testo unico, se non mediante espressa modificazione delle sue disposizioni”, e nello specifico non solo non vi è alcuna espressa modificazione, ma si interviene con un frammento di legge che non riguarda solo gli enti locali, perdendo così di vista l'organicità del provvedimento;

il limite più evidente di tale articolo sta nella invadenza delle prerogative regionali in quanto, alla luce di diverse sentenze della Corte costituzionale (26 giugno 2005, n. 244; 9 marzo 2011, n. 91), possiamo sicuramente affermare che l’ordinamento delle Unioni di Comuni, delle Comunità montane, isolane e d’arcipelago e la materia dei servizi comunali svolti in maniera associata sono ormai di competenza delle Regioni;

la sentenza Corte Cost. n. 244/05, nel disporre una diversa composizione degli organi delle Unioni, ha statuito che essa è una invadenza delle prerogative regionali, poiché “l’art. 117, secondo comma, lettera p), della Costituzione, nella parte in cui prevede, tra l’altro, che rientra nella competenza esclusiva dello Stato la materia relativa alla “legislazione elettorale” e agli “organi di governo...” la citata disposizione fa espresso riferimento ai Comuni, alle Province e alle Città metropolitane e l'indicazione deve ritenersi tassativa”;

dalla citata sentenza ne discende che la disciplina delle Unioni dei comuni, pur in presenza della loro qualificazione come enti locali contenuta nel d.lgs. n. 267/00, rientra nella competenza legislativa residuale delle Regioni, ai sensi dell'art. 117, quarto comma, della Costituzione;

la Regione Calabria ha infatti già legiferato in materia con propria autonoma legge (n. 15/06), che detta le norme sulla promozione dell'esercizio associato di funzioni e servizi ai Comuni;

l’art. 16, intervenendo su una prerogativa regionale, rende di fatto superato l'intero impianto della legge n. 15/06;

impegna il Presidente della Giunta e la Giunta regionale

ad avanzare ricorso di legittimità davanti alla Corte costituzionale sull’art. 16 del Decreto Legge n. 138/2011, convertito nella legge n. 148/2011 (Manovra bis 2011), al fine di tutelare le prerogative istituzionali in materia di disciplina delle forme associate dei Comuni”.

Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Convocazione della prossima seduta

PRESIDENTE

Come d’accordo con i capigruppo, la seduta si conclude qui. Gli altri punti all’ordine del giorno saranno rinviati alle prossime sedute, di cui ho già comunicato le date. La seduta è tolta, sarà convocato a domicilio.

La seduta termina alle 21,51

Allegati

Congedi

Hanno chiesto congedo i consiglieri Aiello F., De Masi, Stillitani.

(Sono concessi)

Annunzio di proposte di legge e loro assegnazione a Commissioni

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:

Tripodi – “Modifica comma 1, articolo 29 della legge regionale 5 aprile 2008, n. 8 (Riordino dell’organizzazione turistica regionale)” (P.L. n. 264/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

Chiappetta – “Interventi in materia di sostegno e innovazione delle attività professionali” (P.L. n. 265/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Mirabelli – “Costituzione Azienda regionale per la forestazione e le politiche della montagna” (P.L. n. 266/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

Nucera – “Norme per l’esercizio, la tutela e la valorizzazione dell’apicoltura calabrese” (P.L. n. 267/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

Annunzio di proposta di provvedimento amministrativo e sua assegnazione a Commissione

E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:

“Documento di programmazione economica e finanziaria della Regione Calabria (Dpefr) per gli anni 2011-2013 (art. 2, comma 3, della legge regionale 4.2.2002, n. 8) – (Delibera G.R. n. 431 del 26.9.2011)” (P.P.A. n. 152/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

Riclassificazione di Proposta di provvedimento amministrativo in parere

La delibera della Giunta regionale n. 435 del 7.10.2011, recante: “Rimodulazione Piano Finanziario Por Calabria Fesr 2007-2013, Asse VII – Sistemi produttivi – Settore 7.1 – Migliorare le condizioni di contesto e sostenere la competitività dei sistemi produttivi e delle imprese – Adempimenti”, in precedenza classificata come proposta di provvedimento amministrativo n. 151/9^, deve intendersi classificata come Parere a cui viene attribuito il numero 25.

Parere favorevole su deliberazione

La sesta Commissione consiliare, con nota n. 51060 del 28 ottobre 2011, ha comunicato che nella seduta del 27 ottobre 2011 ha espresso parere favorevole con raccomandazioni alla deliberazione della Giunta regionale n. 435 del 7.10.2011, recante: “Rimodulazione Piano Finanziario Por Calabria Fesr 2007-2013, Asse VII – Sistemi produttivi – Settore 7.1 – Migliorare le condizioni di contesto e sostenere la competitività dei sistemi produttivi e delle imprese – Adempimenti”. (Parere n. 25/9^)

Designazione di componente di Commissioni consiliari

Il Presidente del gruppo consiliare “Udc - Unione di centro” con nota del 13 ottobre 2011, acquisita al protocollo generale n. 48862 del 20 ottobre 2011, ha comunicato che l’onorevole Ottavio Gaetano Bruni, è designato quale componente delle seguenti Commissioni:

Quinta Commissione “Riforme e decentramento”, in sostituzione dell’onorevole Alfonso Dattolo;

Commissione speciale di vigilanza, in sostituzione dell’onorevole Gianluca Gallo;

Comitato per qualità e fattibilità delle leggi, in sostituzione dell’onorevole Pasquale Tripodi.

Interrogazioni a risposta immediata

Giordano. Al Presidente della Giunta regionale nella qualità di commissario alla sanità calabrese. Per sapere – premesso che:

risulta il mancato pagamento a favore di diverse farmacie in particolar modo quelle rurali, ricadenti nell’ambito della Asp n. 5 delle spettanze riguardanti le annualità 2006 e 2007;

nonostante gli impegni atti a sanare in tempi rapidi la situazione debitoria da parte del diga sanare in tempi rapidi la situazione debitoria da parte del direttore generale a tutt’oggi non risulta adottato alcun provvedimento finalizzato al pagamento di quanto dovuto;

tali ritardi stanno mettendo in difficoltà le strutture farmaceutiche in particolar modo quelle di piccole dimensioni, stante le problematiche afferenti l’accesso al credito bancario -:

se risponde al vero che non sono state ancora saldate le spettanze economiche nei confronti di numerose farmacie ricadenti nell’ambito dell’Asp 5 e concernenti le annualità 2006-2007;

se in caso affermativo non sia il caso alla luce di quanto specificato in premessa, di intervenire prontamente presso gli uffici competenti al fine di sbloccare una situazione finanziaria che sta rendendo sempre più difficile la condizione economica delle strutture farmaceutiche.

(179; 18.10.2011)

Talarico D., De Masi, Giordano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

con Delibera di Giunta regionale n. 235 del 19/03/2008 è stata istituita L’Autorità di Audit, per l’espletamento dei controlli interni di primo e secondo livello, nell’ambito della gestione dei fondi comunitari di cui al Por 2007-2013;

con decreto n. 4358/2008 ( pubblicato sul BURC n.17 del 24/04/08), ai fini della costituzione dell’Autorità di cui sopra, è stata indetta una procedura concorsuale pubblica per il reclutamento di 34 unità, da assumere a tempo pieno e determinato per 3 anni, con possibilità di rinnovazione del contratto;

l’ipotesi della rinnovazione contrattuale è formalmente prevista dal bando di concorso all’art. 1, oltre ad essere richiamata dal decreto di approvazione della graduatoria dei vincitori;

la data di scadenza del contratto dei 34 funzionari della suddetta Autorità è fissata al 09/11/2011;

fra le criticità nella gestione dei fondi, che hanno portato alla procedura di sospensione dei pagamenti da parte della Commissione europea, c’è anche quella che afferisce alla garanzia di continuità e di efficienza del lavoro di Audit interno (a dicembre è prevista l’emissione dei "parere annuale" e la redazione del Rapporto Annuale di Controllo);

il rinnovo del contratto dei 34 funzionari dell’Autorità di Audit, prima della scadenza del 9 novembre 2011, è per questa ragione non solo ex lege praticabile, ma anche auspicabile ed opportuna, perché consentirebbe di dirimere una delle principali criticità rilevate recentemente dalla Commissione europea, evitando l’incombente e conseguente taglio di molta parte dei fondi strutturali, previsto in caso di inadempienza;

la Giunta regionale ha bandito invece, in assenza di motivazioni plausibili e coerenti con le prescrizioni della Ue, un nuovo concorso, finalizzato al reclutamento di nuovi auditor;

tale decisione non solo non garantisce il mantenimento delle professionalità già formate, come più volte raccomandato dalla stessa Commissione anche in occasioni ufficiali come il Comitato di Sorveglianza, ma non riuscirà mai a garantire l’operatività del nuovo personale entro il 10 novembre 2011;

non può ritenersi valida altresì la soluzione individuata dalla Giunta di trasferire per alcuni mesi all’Autorità di Audit, nelle more dell’espletamento della nuova procedura di selezione, alcuni funzionari in servizio presso altri dipartimenti, che anni addietro avrebbero seguito dei corsi sulle procedure di controllo interno, avendo questi acquisito competenze specifiche in tema di controllo afferente alla vecchia programmazione 2000-2006 che aveva altre regole ed inoltre essendo in servizio presso dipartimenti che gestiscono fondi o certificano la spesa e quindi incompatibili con la funzione di controllo di secondo livello;

errori ovvero scelte inopportune ed ingiustificabili in questo campo potrebbero arrecare danni rilevantissimi alla Calabria, dal lato delle disponibilità finanziarie per il mantenimento degli investimenti e delle politiche di sviluppo -:

quali sono le ragioni che hanno indotto finora la Giunta regionale ad escludere un rinnovo del contratto pur possibile sotto il profilo formale, ai 34 funzionari della Autorità di Audit per controlli interni sulla spesa comunitaria;

se non sia il caso di valutare oltre che la legittimità, anche l’opportunità di procedere ad un rinnovo del contratto per i funzionari di che trattasi atteso che tale soluzione consentirebbe più efficacemente di ottemperare alle prescrizioni formulate dalla Commissione europea.

(180; 19.10.2011)

Giordano, Aiello F. Al Presidente della Giunta regionale, all’assessore alle infrastrutture ed ai lavori pubblici e all’assessore al lavoro, alla formazione professionale,alla famiglia ed alle politiche sociali. Per sapere – premesso che:

con la legge 9 dicembre 1998 n. 431 è stato istituito il Fondo nazionale per il sostegno all’accesso delle abitazioni date in locazione;

alle risorse statali, che vengono ripartire tra le regioni per la concessione di contributi integrativi ai conduttori, si aggiungono risorse regionali e comunali che confluiscono in un unico fondo regionale;

tali risorse vengono successivamente assegnate dall’ente Regione ai comuni che, attraverso bandi pubblici, erogano agli aventi diritto i contributi integrativi sulla base di apposite graduatorie;

in modo sistematico si è assistito negli anni ad una progressiva riduzione delle somme stanziate sul fondo e ciò in ragione delle riduzioni operate nei trasferimenti statali e, come avvenuto per l’anno 2011, al mancato conferimento di risorse da parte dell’ente regionale;

la situazione per molte famiglie nella nostra Regione si presenta drammatica con livelli ormai di conclamata indigenza e si appalesa necessario mettere in campo una azione sinergica nel campo delle politiche sociali, intervenendo, fra l’altro, anche sul fronte dei canoni locativi;

grazie ai suindicati interventi integrativi negli anni molte famiglie hanno potuto garantire il pagamento dei canoni di locazione confidando nel recupero quasi integrale delle somme anticipate;

la riduzione al minimo delle integrazioni economiche rischia di innescare un meccanismo drammatico per i nuclei familiari più a rischio, non essendo quest’ultimi nelle condizioni di affrontare il pagamento dei canoni -:

se le somme stanziate sul fondo regionale per l’annualità 2010 sono state trasferite agli enti locali e l’incidenza delle stesse in termini percentuali sul fabbisogno complessivo emerso dalle graduatorie definitive approvate dagli enti locali;

se e quante risorse riferibili alla reintroduzione della quota regionale relativa al fondo di cui in premessa siano previste nel bilancio previsionale dell’anno 2012;

se e quali provvedimenti si intendono adottare nell’anno in corso per reperire risorse regionali da destinare all’UPB 3.2.02.06 capitolo 3.2.02.06.02 (contributi a carico del bilancio regionale per favorire l’accesso alle abitazioni in locazione).

(182; 21.10.2011)

Nucera. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

con legge regionale n. 23 del 7 agosto 1999 (Norme per il trasporto pubblico locale), all’art. 22 (Agevolazioni tariffarie) sono state previste una serie di agevolazioni tariffarie per alcune categorie di soggetti che usufruiscono del trasporto pubblico locale e, in particolar modo, al comma 5 è stato riconosciuto il diritto di libera circolazione a favore di tutti gli appartenenti alla Polizia di Stato, all’Arma dei Carabinieri, al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, al Corpo Forestale dello Stato, al Corpo della Guardia di Finanza, agli Agenti di Polizia Penitenziaria, purché in possesso della tessera di riconoscimento rilasciata dalla rispettiva amministrazione di appartenenza, nonché a favore dei titolari di tessere di servizio rilasciate dalla direzione generale della M.C.T. del Ministero dei Trasporti e della Navigazione;

nonostante le dette previsioni legislative, molti appartenenti alle forze dell’ordine si sono visti multare su mezzi delle Ferrovie dello Stato e degli altri vettori del trasporto pubblico locale che collegano le varie province calabresi, in quanto sprovvisti di idoneo titolo di viaggio;

nonostante il disposto dell’art. 22, comma 5 della predetta legge regionale, il diritto alla libera circolazione sui mezzi del trasporto pubblico locale a favore degli appartenenti alle forze dell’ordine non trova, ad oggi, applicazione, stante la mancanza di accordi tra la Regione Calabria, le Ferrovie dello Stato e le altre imprese che gestiscono il trasporto pubblico locale;

il diritto di libera circolazione a favore di tutti gli appartenenti alle forze dell’ordine costituisce un mezzo per migliorare qualitativamente il servizio di trasporto pubblico in quanto capace di rafforzare la tutela della sicurezza del personale e dei viaggiatori e rappresenta un efficace deterrente alla commissione di reati sia in danno a persone che in danno a cose -:

se e quando intende predisporre un apposito protocollo di intesa tra la Regione Calabria, le Ferrovie dello Stato e le altre imprese che gestiscono il trasporto pubblico locale, al fine di rendere effettivo il diritto alla libera circolazione sui mezzi del trasporto pubblico locale a favore degli appartenenti alle forze dell’ordine, riconosciuto dall’art. 22, comma 5, della legge regionale n. 23 del 7 agosto 1999 (Norme per il trasporto pubblico locale).

(183; 3.11.2011)

Giordano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

in data 4.07.2008 la società SEI Spa ha presentato al Ministero per lo sviluppo economico la richiesta di autorizzazione unica relativa ad un progetto per la realizzazione di una centrale a carbone della potenza di 1.320 MWe, da realizzarsi a Saline Joniche, nella zona costiera del comune di Montebello Jonico (RC);

da fonti giornalistiche si apprende che il 21 ottobre 2010 la Commissione VIA (Valutazione d’impatto ambientale) presso il Ministero competente ha dato parere positivo per l’attuazione della centrale a carbone;

sulla questione la Regione Calabria ha espresso la propria posizione contraria in diverse occasioni attraverso ben due mozioni (l’ultima delle quali la n. 17 del 15/11/2010) approvate dal Consiglio regionale e con delibera della Giunta regionale n. 686/2008, nonché in sede di conferenza preliminare presso il MISE;

la legge n. 99 del 2009 con il comma 30 ha aggiunto all’art. 1, comma 2 della legge n. 55/2002, quanto segue: "L’eventuale rifiuto regionale dell’intesa deve essere espresso con provvedimento motivato, che deve specificatamente tenere conto delle risultanze dell’istruttoria ed esporre in modo chiaro e dettagliato le ragioni del dissenso della proposta ministeriale di intesa";

conseguentemente il provvedimento regionale di rifiuto deve specificatamente tenere conto delle risultanze istruttorie, tra le quali vi è il parere VIA -:

se il Ministero dello sviluppo economico ha trasmesso alla Regione Calabria il parere VIA approvato dalla competente commissione per quanto di competenza;

in caso affermativo, se il parere regionale sia stato espresso secondo quanto previsto dall’art. 1, comma 2 della legge n. 55 del 2002, così come modificato dall’art. 27 comma 30 della legge n. 99/2009 e le determinazioni assunte;

ove il parere Via non sia stato trasmesso o la Giunta non abbia ancora espresso alcuna decisione in merito, se il governo regionale non intenda alla luce delle posizioni già assunte dagli organismi di governo regionale attivarsi per definire tutte le procedure atte a confermare il proprio diniego ad ogni intesa istituzionale afferente la proposta progettuale di costruzione della centrale a carbone in Saline Ioniche.

(184; 4.11.2011)

Interrogazioni a risposta scritta

Chiappetta, Fedele, Salerno, Gallo, Parente, Serra. Al Presidente della Giunta regionale nella qualità di commissario alla sanità calabrese. Per sapere – premesso che:

nell’ambito della pianta organica del Poliambulatorio di Scalea (struttura appartenente al distretto sanitario di Praia a Mare) sarebbe prevista la sussistenza di n. 5 specialisti in logopedia ed, in particolare, n. 3 specializzati nella prevenzione e nel trattamento dei disturbi del linguaggio e della comunicazione nei bambini e n. 2 per il trattamento delle analoghe patologie insorte in età adulta;

attualmente, risulterebbe in servizio un unico logopedista specialista in materia relativa ai disturbi di che trattasi manifestati nella età evolutiva;

la suddetta carenza avrebbe creato concreti e non pochi disagi non essendo evidentemente sufficiente la sussistenza di una unica figura professionale onde garantire la prevista assistenza in un comprensorio così vasto quale quello del territorio Altotirrenico;

il piano di rientro della Regione Calabria, vigente il blocco del turn over, non consente l’espletamento di procedure concorsuali onde provvedere a nuove assunzioni -:

1) se intende appurare la veridicità delle circostanze su esposte;

2) se verificata la oggettiva carenza del personale in oggetto per come numericamente previsto in pianta organica, l’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza ha eventualmente espletato procedure alternative a quelle concorsuali (quali mobilità o altro) non contrastanti col divieto di nuove assunzioni e, pur tuttavia, idonee a garantire la piena efficienza del servizio in questione a fronte della domanda della popolazione locale;

3) più specificatamente, quali iniziative, tenendo conto del riassetto che, a breve, verrà realizzato nell’ambito del settore sanitario regionale, si intendono adottare per la risoluzione della questione in esame nella considerazione del disagio creatosi, in virtù della dedotta carenza di personale, a discapito dei molteplici assistiti interessati alle patologie in questione appartenenti al comprensorio dell’Alto Tirreno cosentino e nella considerazione della necessità di garantire l’erogazione del servizio sanitario territoriale in via adeguata e quantomeno proporzionale al fabbisogno pubblico.

(178; 18.10.2011)

Battaglia. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore al lavoro e alla formazione professionale. Per sapere – premesso che:

con Decreto dirigenziale n. 12881 del 12 ottobre 2011, è stato approvato l’Avviso Pubblico “Azione di Sistema Welfare to Work per le politiche di re-impiego” cofinanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali;

la preinformazione relativa a detto Bando è stata pubblicata sul sito Della regione Calabria a cavallo del 18 ottobre 2011;

il 21 ottobre 2011, sul sito istituzionale della Regione compariva l’avviso di avvenuta pubblicazione del Bando sul Bollettino Ufficiale n. 42 Parte Terza dello stesso giorno 21 ottobre;

le domande devono essere trasmesse a partire dalle ore 8 del 24 ottobre 2011;

l’Avviso pubblico contiene norme che attivano regimi di aiuto e destinatari diversi, presentando per questa via una indubbia complessità;

i tempi trascorsi tra l’adozione del. Decreto da parte del Dirigente responsabile, la pubblicizzazione dell’atto nella apposita sezione “preinformazione” presente sul sito ufficiale, la conseguente pubblicazione sul Burc con la contestuale decorrenza dei termini per la presentazione delle domande sono assai ristretti ad appena in undici giorni;

la denominazione dell’Avviso pubblico “welfare to work” non appare riflettere in modo immediato i contenuti dell’avviso, di modo che la pluralità dei soggetti comunque interessati dal bando (imprese private, professionisti iscritti nei rispettivi albi professionali, lavoratori in cassa integrazione e svantaggiati, etc.);

l’istruttoria e la valutazione delle domande saranno effettuate, ancorché con modalità valutativa “a sportello” ai sensi dell’art. 5 del D.Lgs. 123/98, secondo l’ordine cronologico di arrivo della documentazione, a partire dal giorno successivo alla pubblicazione dell’Avviso sul Burc;

non sono state, quindi, assicurate le misure necessarie per assicurare adeguata pubblicizzazione degli interventi previsti nel presente avviso, con evidente nocumento dell’efficacia complessiva di questa procedura di erogazione dei fondi -:

le motivazioni che hanno portato a comprimere le necessarie fasi di pubblicazione delle opportunità agevolative e le misure correttive che si intendono intraprendere per dare risoluzione alla problematiche sopra evidenziate, anche valutando la possibilità dell’annullamento del bando e la conseguente ripubblicazione, con la fissazione di un termine congruo per la presentazione delle domande a decorrere dalla data dell’avviso pubblico.

(181; 25.10.2011)

Interpellanze

Chiappetta. Al Presidente della Giunta regionale nella qualità di commissario ad acta. Per sapere –premesso che:

in data 29.09.2011, l’Autorità Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza della Regione Calabria ha sollecitato, a mezzo della segnalazione in oggetto, un intervento del Presidente della Giunta, in qualità di Commissario ad acta del Servizio Sanitario Regionale, in ordine alla rimozione delle cause che impedirebbero la tutela dei minori nel territorio dell’Ente;

in particolare, la problematica riguarderebbe il pagamento del ticket sanitario, imposto da talune Aziende Sanitarie Provinciali, tra le quali l’ASP di Cosenza per le visite specialistiche (tra cui quelle neuropsichiatriche) prestate ai minori residenti ricoverati presso istituti e strutture residenziali appartenenti al distretto territoriale dell’Azienda;

nella specie, il costo del ticket pagato dalle suddette strutture, verrebbe poi detratto dalla esigua retta giornaliera pro capite che la Regione, ai sensi della DGR n. 284/2004, eroga per i minori ivi accolti, nulla prevedendo, in ordine a tale voce di spesa, la delibera testé richiamata;

tale situazione, per come giustamente ed opportunamente rilevata dal Garante, compromette gravemente il diritto alla salute dei minori accolti nei predetti istituti, non solo in spregio al diritto sancito dall’art. 32 della Costituzione, ma anche in assoluta violazione di ogni principio posto a tutela dell’infanzia e dei minori a livello nazionale, internazionale ed anche regionale -:

appurata la validità della segnalazione dell’Autorità Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza della Regione Calabria, se e come il governo regionale intenda intervenire per l’affermazione dell’esenzione del pagamento del ticket relativo alle prestazioni specialistiche ambulatoriali rese nelle strutture sanitarie, pubbliche e private accreditate, ubicate nel territorio regionale ed imposto, sostanzialmente, a carico dei minori bisognosi di cure mediche specifiche e necessarie;

se e in quali tempi si intenda intervenire per garantire l’effettività della tutela del diritto alla salute dei bambini e minori di età in genere residenti nel territorio regionale, regolarizzandone e specificandone l’esclusione dalla compartecipazione alla spesa sanitaria nei casi di erogazione di prestazioni specialistiche necessarie al raggiungimento e mantenimento del benessere psico-fisico dei medesimi.

(15; 19.10.2011)

Chiappetta. Al Presidente della Giunta regionale nella qualità di Commissario per l’emergenza sanitaria in Calabria. Per sapere – premesso che:

al fine di accelerare il processo di riorganizzazione degli uffici regionali, la L.R. 29 dicembre 2010 n. 34 ha previsto, tra l’altro, all’art. 13 norme di incentivazione alla risoluzione anticipata del rapporto di lavoro del personale regionale in possesso di determinati requisiti di anzianità di servizio;

con espressa previsione, l’art. 13 comma 15 della L.R. 29 dicembre 2010 n. 34 esclude dall’applicazione di tale incentivazione all’esodo volontario, il personale del servizio sanitario regionale;

la non applicabilità anche al personale in servizio presso il settore sanitario regionale non ha permesso di conseguire un maggiore beneficio di contrazione della spesa del bilancio regionale;

gli interventi posti in essere per dare attuazione al Piano di rientro hanno già consentito di avviare a soluzione parte delle complesse criticità del Servizio sanitario regionale, dimostrando la fondatezza dell’analisi e l’efficacia delle metodologie individuate dal Commissario per l’emergenza sanitaria in Calabria, nella persona del Presidente della Giunta regionale;

consequenzialmente, si sono evidenziati gli effetti positivi degli interventi sistemici adottati in termini di efficienza ed economicità del sistema sanitario regionale;

ne potrebbe conseguire un possibile sostanziale superamento delle condizioni che avevano precedentemente indotto il legislatore regionale ad escludere il personale del servizio sanitario regionale dai benefici normati dalla L.R. 29 dicembre 2010 n. 34, art. 13 comma 15 -:

se non ritenga opportuno disporre che venga condotta un’approfondita analisi sull’entità della minore spesa che verrebbe ad essere conseguita per il bilancio della Regione Calabria in riferimento al numero complessivo di dipendenti del servizio sanitario regionale eventualmente interessati ad avvalersi dei benefici per l’esodo anticipato così per come normato per i dipendenti regionali, anche in considerazione del fatto che il Dipartimento competente per materia sta già elaborando i contenuti di fatto e di diritto da trasferire nel processo di redazione del testo normativo del progetto di legge finanziaria per l’esercizio 2012;

se non ritenga opportuno sulla base degli adeguati approfondimenti che vorrà disporre, prevedere l’estensione del beneficio di cui trattasi anche ai dipendenti del servizio sanitario regionale, con apposita normazione da inserire nell’articolato del progetto di legge finanziaria per l’esercizio 2012 che a breve dovrà essere approvato dal Consiglio regionale.

(16; 7.11.2011)

Giordano. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore alla cultura. Per sapere - premesso che:

da oltre quaranta anni si svolge nella città di Reggio Calabria il prestigioso premio Rhegium Julii;

come evidenziato dal Presidente dell’associazione, Giuseppe Casile, il premio, formato da diverse sezioni, intitolate a scrittori e personaggi di spicco della storia calabrese, ha portato sulle rive dello stretto personalità culturali di fama mondiale, italiane e straniere, fra cui ben cinque premi Nobel, facendo conoscere e circolare il passato di una regione spesso dimenticata;

per la grave situazione economica che l’associazione sta vivendo per la mancanza di contributi e finanziamenti, il premio, con tutta probabilità, non conoscerà la 45^ edizione, essendo necessario reperire fondi per almeno 60.000,00 euro -:

se il governo regionale sia a conoscenza del rischio che il prestigioso premio Rhegium Julii venga cancellato a causa delle difficoltà economiche/finanziarie;

se e come lo stesso governo regionale, nell’ambito degli interventi culturali predisposti dall’Ente regionale per l’annualità 2011, intenda adoperarsi per individuare, nell’ambito del bilancio in corso, un adeguato contributo da erogare all’Associazione Rhegium Julii, al fine di evitare che la 45^ edizione del premio venga meno.

(17; 7.11.2011)

Risposta scritta ad interrogazione

Censore, Guccione, F. Aiello. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

nell’ambito dell’iniziativa “Patto per il Sorriso”, la Regione Calabria ha inteso avviare una collaborazione tra il Dipartimento ai Trasporti e le Associazioni di categoria ANAV ed ASSTRA volta all’erogazione di un servizio di mobilità per i turisti in transito dagli aeroporti calabresi verso le maggiori località turistiche della regione;

dalle dichiarazioni fatte a mezzo stampa dal consigliere regionale con delega ai trasporti, onorevole Fausto Orsomarso, si evince che il servizio di trasporto viene offerto gratuitamente ai turisti senza alcun onere a carico della Regione nonostante che, la Regione Calabria ha comunque ridotto del 3% le risorse destinate al trasporto regionale su gomma -:

se esiste un atto ufficiale tra le imprese di trasporto e la Regione Calabria dal quale si evince la natura ed il tipo di liberalità a costi zero per la Regione che ha consentito l’erogazione del servizio offerto ai turisti gratuitamente.

(160; 29.07.2011)

Risposta – “Con riferimento all’interrogazione in oggetto dei Consiglieri Censore, Guccione e Aiello F., sull’esistenza di un atto ufficiale dal quale si evinca la natura e il tipo di liberalità a costi zero per la Regione che ha consentito l’erogazione del servizio di trasporto a mezzo bus offerto nell’ambito dell’iniziativa "Patto per il Sorriso", si precisa che i servizi messi a disposizione da alcune Società ad oggi esercenti servizi di linea su gomma si inquadrano in netta prevalenza nella tipologia del noleggio con conducente.

I servizi di noleggio con conducente appartengono alla categoria dei servizi pubblici non di linea, che vengono effettuati a richiesta degli utenti in modo non continuativo o periodico. Tali servizi non necessitano di alcuna autorizzazione regionale che, conseguentemente, ovviamente non vi è stata. Né tantomeno essi sono stati contribuiti in alcun modo. Si precisa che l’autorizzazione per l’esercizio del servizio di noleggio con conducente è rilasciata dai Comuni, e che gli introiti derivano ordinariamente dalla libera contrattazione del prezzo del servizio fra l’imprenditore e gli utenti.

Deve precisarsi che inizialmente tali servizi erano stati autorizzati come intensificazioni sperimentali delle linee del trasporto pubblico locale, nei giorni di sabato e domenica dal 16 luglio al 4 settembre. Tali autorizzazioni erano state concesse senza alcun onere per questa Amministrazione. Successivamente, su proposta di alcune Società che proponevano la più flessibile modalità del noleggio con conducente, tale autorizzazione è stata revocata. La revoca è stata disposta prima dell’avvio del servizio, secondo le modalità meglio precisate nella nota datata 15 luglio 2011. Solo la Società Consortile S.C.A.R. ha effettuato per alcuni giorni nel mese di luglio alcuni servizi nella forma di servizi di linea, alcuni dei quali già previsti nei programmi di esercizio ordinari (non aggiuntivi) per i quali era già previsto un corrispettivo (e semplicemente pubblicizzati dall’iniziativa, per quanto noto allo scrivente Dipartimento) e altri sotto forma di intensificazione gratuita dei servizi di linea.”

Ing. Giovanni Laganà (Dirigente generale)

Giuseppe Gentile (assessore alle infrastrutture ed ai lavori pubblici)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 143/9^, recante: “Approvazione Piano regionale di Sviluppo Turistico Sostenibile per il triennio 2011 - 2013- art.3 l.r. 8/2008” (Del. n. 140)

"Il Consiglio regionale

premesso che:

la legge regionale 5 aprile 2008, n. 8 prevede all’articolo 3 l’elaborazione del Piano Regionale di Sviluppo Turistico Sostenibile con l’obiettivo di aumentare in maniera sostenibile la competitività nazionale e internazionale delle destinazioni turistiche regionali, migliorando la qualità dell’offerta e l’orientamento al mercato dei pacchetti turistici territoriali e valorizzando gli specifici vantaggi competitivi locali, in primo luogo le risorse naturali e culturali;

il Piano Regionale di Sviluppo Turistico Sostenibile deve contenere tra l’altro il Piano di Marketing Strategico per la definizione della strategia di mercato al fine di intraprendere azioni per il posizionamento e la promozione dell’offerta turistica regionale nei mercati turistici nazionali e internazionali;

Viste:

la Comunicazione (2006) 134 della Commissione Europea: "Rinnovare la politica comunitaria per il turismo: una partnership più forte per il turismo europeo";

la Comunicazione (2007) 621 della Commissione Europea: "Agenda per un turismo europeo sostenibile e competitivo";

la Comunicazione (2010) 352 della Commissione Europea: "L’Europa prima destinazione turistica mondiale: un nuovo quadro politico per un turismo europeo";

Visti:

la legge regionale del 5 aprile 2008, n. 8;

la legge regionale del 12 agosto 2002, n. 34 e s.m.i;

la legge regionale del 3 settembre 1984, n. 26; -la legge regionale 7 marzo 1995, n. 6;

il POR Calabria FESR 2007 I 2013, Asse V -Risorse naturali, culturali e Turismo sostenibile Linee di Intervento 5.3.1.1, 5.3.2.1, 5.3.2.2, 5.3.2.3, 5.3.3.1; -il Documento di Programmazione Economico-Finanziaria 2010-2012, pagina 27;

Considerato che la Commissione ha ritenuto:

a) di dover modificare il documento in relazione:

all’estensione delle aree regionali a maggiore attrattività turistica e/o all’istituzione di nuove aree;

alla ridefinizione di alcune linee di prodotto a maggiore attrattività turistica;

all’eliminazione di refusi, anche con riferimento al piano finanziario;

all’indicazione di tempi certi per la redazione di un cronoprogramma relativo alle fasi del processo di Tourism Carrying Capacity Assestment e per l’individuazione degli itinerari tematici;

b) di sensibilizzare la Giunta regionale ad istituire un tavolo tecnico-politico per individuare i progetti e le risorse per il rilancio turistico e socio-economico dell’Area Grecanica, d’intesa con i Comuni interessati;

tenuto conto del parere favorevole del Nucleo Regionale di Valutazione e Verifica degli Investimenti Pubblici (NRWIP);

Viste:

la Delibera di Giunta regionale n. 328 del 22 luglio 2011;

la Delibera di Giunta regionale n. 787 del 14 dicembre 2010;

la Delibera di Giunta regionale n. 125 del 12 aprile 2011;

che costituiscono parte integrante e sostanziale della presente decisione

Delibera

di approvare il Piano Regionale di Sviluppo Turistico Sostenibile per il triennio 2011/2013 che si allega al presente atto per farne parte integrante e sostanziale"

(Allegato)

Proposta di legge numero 260/9^, recante: “Unione tra i Comuni” (Del. n. 141)

Art. 1

(Finalità)

1. Al fine di realizzare il migliore svolgimento delle funzioni amministrative e dei servizi pubblici e in considerazione della specifica conformazione del territorio calabrese, la Regione Calabria, in attuazione delle facoltà accordate rispettivamente dall’articolo 16, comma 6, del decreto legge 13 agosto 2011, n. 138 (Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo) convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148, nonché dall’articolo 14, comma 31, del decreto legge 31 maggio 2010,  n. 78 (Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica) convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, fissa propri limiti demografici minimi per le unioni di comuni.

Art. 2

(Limiti demografici)

1. Le unioni dei comuni di cui all’articolo 16, comma 1, del decreto-legge n. 138 del 2011, convertito dalla legge n. 148 del 2011, sono istituite in modo che la popolazione residente nei rispettivi territori, per come determinata dall’articolo 156, comma 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 (Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali), sia di norma superiore a 4.000 abitanti.

2. Il limite demografico minimo previsto dall’articolo 16, comma 6, del decreto-legge 138/2011, convertito dalla legge n. 148/2011, è ridotto a: a) 2.000 abitanti, se i comuni appartengono alla medesima isola linguistica;

b) 2.500 abitanti, se i comuni appartengono o sono appartenuti a comunità montane.

3. Per i comuni di cui all’articolo 14, comma 28, del decreto-legge n. 78 del 2010, convertito dalla legge n. 122 del 2010, il limite demografico minimo è fissato in 7.000 abitanti.

Art. 3

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Ordine del giorno numero 29 a firma del consigliere Maiolo, “Sul ricorso di legittimità innanzi la Corte Costituzionale, sull’articolo 16 del Decreto Legge n. 138 del 2011, convertito nella Legge numero 148 del 2011”

“Il Consiglio regionale

premesso che

l’articolo 16 del Decreto Legge n. 138/2011, convertito nella legge n, 148/2011 (Manovra bis 2011), ha stravolto la normativa che detta le regole sulle Unioni dei Comuni;

tale normativa è stata immediatamente criticata dalle associazioni delle autonomie sia per la dubbia costituzionalità che per il contenuto fortemente limitativo del provvedimento che incide sull’autonomia dei Comuni;

perplessità riguardano la C.d. Razionalizzazione dell’esercizio delle funzioni comunali trattandosi, in realtà, di una sequenza di norme contraddittorie, scandite da un calendario frettoloso, che complicano l’esistente e invadono il campo delle competenze regionali e che prevedono ben quattro opzioni possibili di unioni, non solo con una tempistica diversa ma anche con organi differenti;

di fatto è una normativa che scoraggia l’unione tra comuni sotto i mille abitanti e comuni oltre questa soglia visto che -la presenza nelle unioni di comuni con meno di mille abitanti -prevede la decadenza delle giunte e la riduzione delle prerogative dei consigli comunali;

notevoli dubbi riguardano anche la legittimità formale dell’articolato visto che l’articolo 16 fa riferimento all’Unione di Comuni di cui all’articolo 32 del Tuel, ma tale riferimento risulta assolutamente impreciso nel momento in cui l’articolo 16 definisce una diversa composizione degli organi delle Unioni, in particolare per quelle Unioni di cui fanno parte Comuni con meno di mille abitanti;

il comma 4 dell’articol01 del Tuel precisa che "ai sensi dell’articolo 128 della Costituzione le leggi della Repubblica non possono introdurre deroghe al presente testo unico se non mediante espressa modificazione delle sue disposizioni", e nello specifico non solo non vi è alcuna espressa modificazione ma si interviene con un frammento di legge che non riguarda solo gli enti locali, perdendo così di vista l’organicità del provvedimento;

il limite più evidente di tale articolo sta nella invadenza delle prerogative regionali in quanto, alla luce di diverse sentenze della Corte Costituzionale {26 giugno 2005, n. 244; 9 marzo 2011, n. 91} possiamo sicuramente affermare che l’ordinamento delle Unioni di Comuni, Comunità montane, isolane e d’arcipelago e la materia dei servizi comunali svolti in maniera associata, sono ormai di competenza delle Regioni;

vista la sentenza della Corte Costituzionale n. 244/05 che nel disporre una diversa composizione degli organi delle Unioni ha statuito che essa è una invadenza delle prerogative regionali, poiché «l’articolo 117, secondo comma, lettera p), della Costituzione, nella parte in cui prevede, tra l’altro, che rientra nella competenza esclusiva dello Stato la materia relativa alla "legislazione elettorale" e agli "organi" di governo ... " la citata disposizione fa espresso riferimento ai Comuni, alle Province e alle città metropolitane e l’indicazione deve ritenersi tassativa»;

dalla citata sentenza ne discende che la disciplina delle Unioni dei Comuni, pur in presenza della loro qualificazione come enti locali contenuti nel d.lgs. n. 267/00, rientra nella competenza legislativa residuale delle Regioni ai sensi dell’articolo 117, quarto comma, della Costituzione;

la Regione Calabria ha infatti già legiferato in materia con propria autonoma legge (n. 15/06) che detta le norme sulla promozione dell’esercizio associato di funzioni e servizi ai Comuni;

l’articolo 16, intervenendo su una prerogativa regionale, rende di fatto superato l’intero impianto della legge n. 15/06.

Impegna

il Presidente della Giunta regionale e la Giunta regionale ad avanzare ricorso di legittimità davanti alla Corte Costituzionale sull’articolo 16 del Decreto Legge n. 138/2011, convertito nella legge n. 148/2011 (Manovra bis 2011), al fine di tutelare le prerogative istituzionali in materia di disciplina delle forme associate dei Comuni.