IX^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
25.
SEDUTA DI LUNEDI’ 7 NOVEMBRE 2011
PRESIDENZA
DEL PRESIDENTE FRANCESCO TALARICO E DEL
VICEPRESIDENTE ALESSANDRO NICOLO’
La seduta è aperta, la parola all’onorevole Nucera, segretario questore, per la lettura del verbale della seduta precedente.
Legge il verbale della seduta precedente.
(E’ approvato)
Legge le comunicazioni.
(Sono riportate in allegato)
Legge le interrogazioni, le interpellanze e le mozioni presentate alla Presidenza.
(Sono riportate in allegato)
E’ pervenuta risposta scritta alla interrogazione
numero 160 del 29.07.2011 a firma dei consiglieri Censore, Guccione, F. Aiello.
(E’
riportata in allegato)
Finite le comunicazioni possiamo dare il via all’ordine del giorno dell’odierno Consiglio regionale.
Diamo inizio ai lavori con l’interrogazione a risposta immediata numero 136 dell’8.06.2011 a firma dei consiglieri Guccione, Aiello F., De Gaetano “In ordine alla nomina di tre nuovi dirigenti dell’Arssa nonostante che la legge regionale numero 9/2007 ne prevede la soppressione” di cui do lettura:
“Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso
che:
il Commissario liquidatore dell’Agenzia regionale per lo sviluppo e per i
servizi in agricoltura (ARSSA) ha nominato tre nuovi dirigenti con
deliberazioni n. 88, 89 e 90 del 2 maggio 2011 senza attivare le procedure
pubbliche di selezione previste dalla legge e nonostante l’Arssa sia stata
posta in gestione liquidatoria per effetto dell’ex articolo 5 della legge
regionale n. 9 dell’11 maggio 2007 che ne prevede la soppressione e, quindi, la
conseguente chiusura di ogni sua attività;
nel frattempo,
all’art. 11 tale Proposta prevede la nascita di una nuova azienda
denominata “Azienda regionale per lo sviluppo dell’agricoltura calabrese
(ARSAC)” -:
quali iniziative urgenti si intendono assumere, considerato che le nomine
dirigenziali di cui trattasi sono state decise da un Commissario liquidatore di
un ente (Arssa) di cui, per effetto della succitata Legge regionale, è stata
decisa la soppressione e la conseguente liquidazione e che, pertanto, tale atto
si configura come illegittimo, discrezionale e discriminatorio nei confronti di
altri dipendenti dell’azienda in questione.”
Prego, onorevole Guccione, ha facoltà di
parlare.
Presidente, l’interrogazione è del giugno 2011 e mi offre l’occasione
di affrontare in questo senso anche la questione che riguarda la situazione di
Arssa e Afor dopo quattro anni di proroghe rispetto alla legge numero 9 del
2007 che ha avviato la soppressione di questi enti e la nomina dei commissari liquidatori.
Qualche giorno fa in Commissione
bilancio è stata presentata la proposta di
riforma dell’Afor e in via preliminare – la richiesta la faccio anche in Consiglio – ho chiesto di far conoscere all’intero Consiglio quello che, in base all’articolo 4 della legge 9/2007, i commissari liquidatori dovevano mettere in atto
per la liquidazione dei due enti.
Mi riferisco alla situazione del
patrimonio, ai creditori ed ai debiti, alla verifica sul personale e anche a
tutti gli atti propedeutici che sono insiti alla liquidazione dei due enti.
Perché in questi anni, così come ha rilevato anche
Grazie, risponde l’assessore
Trematerra.
Grazie, Presidente, l’interrogazione
esposta dal collega Guccione va ben oltre i contenuti originari della stessa ed
inserisce alcune considerazioni di cui abbiamo già avuto modo di discutere
nella prima audizione, tenuta in Commissione bilancio. Ho, quindi, la possibilità
– visto e considerato che ci sono alcuni elementi che oggi vengono posti in
attenzione all’Aula – di poter chiarire alcuni numeri e alcuni dati che
conosciamo tutti e che sono gli stessi a cui fa riferimento e su cui
Soprattutto per quanto riguarda
l’Afor, poiché è citato anche quest’ente, voglio precisare che il 96 per cento
di queste risorse serve a pagare gli operai idraulico-forestali.
Una cifra così importante in un
quinquennio, 1250 milioni di euro, serve per il 96 per cento – ci tengo a
ribadirlo all’Aula – per pagare gli stipendi di questi operai
idraulico-forestali che anche l’Aula in più occasioni ha menzionato quando si è
parlato di dissesto e di altre tematiche che riguardano la salvaguardia del
territorio.
Sempre in Commissione, l’onorevole
Guccione, ha chiesto giustamente di essere messo in possesso degli atti sulla
liquidazione per cui, a breve, la seconda Commissione verrà messa a conoscenza,
in dettaglio, di tutta la fase di liquidazione dal 2007 al 2011.
Entrando nel merito della
interrogazione di cui all’oggetto è vero che in questi anni, dal 2007 fino ad
oggi, questa fase di liquidazione si è in realtà bloccata. Di fatti abbiamo
avuto il paradosso di avere due enti che, benché posti in liquidazione, avevano
una gestione di tipo ordinario.
“Come mai sono stati nominati tre
dirigenti se gli enti erano posti in liquidazione?”.Questo chiede
l’interrogazione. Nella fattispecie sto parlando dell’Arssa che è in
liquidazione. Diciamo che queste delibere, le numero 88-89-90, riguardano
rinnovi di nomine già conferite nel maggio del 2006 che sono state prorogate in
scadenza.
E’ pur vero che si trattava di enti
in liquidazione, ma era necessario garantire l’ordinaria amministrazione.
Questi stessi incarichi, poi,
rientrano nella piena legittimità da parte della pubblica amministrazione, ai
sensi delle norme contenute nel decreto legislativo numero 165 del 2001 che
consente, per una certa percentuale, di poter affidare incarichi dirigenziali
anche esterni senza procedere ad una selezione pubblica.
Aggiungo che due di questi dirigenti
qualche mese fa hanno rassegnato volontariamente le dimissioni.
Gli stessi incarichi, quando sono
stati conferiti, sono stati vincolati alla durata della fase liquidatoria.
Grazie.
Grazie all’assessore Trematerra.
Prego, onorevole Guccione.
Presidente, voglio citare – ed in questo caso anche le nomine dei
dirigenti vanno in questa direzione – quello che ha scritto la sezione della Corte dei Conti della Calabria affermando che “gli enti
strumentali Arssa e Afor fino ad oggi hanno completamente lasciato
insoddisfatte le esigenze che vanno nella direzione di una accresciuta
confusione ed incertezza generate dall’assenza totale di strategie finalizzate
a garantire indispensabili momenti di
coordinamento e di indirizzo”.
Questo la dice lunga, assessore,
sullo stato dell’Arssa e dell’Afor e su quello che hanno realizzato in questi
anni.
La sezione della Corte dei Conti della
Regione Calabria arriva a dire che c’è stata confusione ed incertezza ed anche
una mancanza di coordinamento finalizzata alla missione di Arssa e Afor. Lo
dice
Ho detto “in questi anni” non ho
parlato né di gestione Scopelliti né di gestione Loiero.
La situazione di Arssa e Afor è
veramente grave e mi auguro - per questo mi ritengo non completamente
soddisfatto della risposta – che questo Consiglio sia in grado, entro il 31
dicembre, di mettere mano alla riforma di Arssa e Afor approvando i
provvedimenti legislativi necessari ad avviare una riforma veramente produttiva
di questi due enti.
Passiamo all’interrogazione
a risposta immediata numero 138 del 10.06.2011 a firma del consigliere Giordano
“Sullo stato dei pagamenti a favore delle farmacie ricadenti nell’ambito della ASP
n.
in seguito
all’approvazione della legge n. 136 del 13 agosto 2010 “Piano straordinario
contro le mafie” tutti i movimenti finanziari relativi ai lavori, ai servizi e
forniture devono essere registrati sui conti correnti dedicati, idonei a
consentire la piena tracciabilità delle operazioni;
conseguentemente
l’Asp n. 5, attraverso l’Ufficio acquisizione beni e servizi, ha comunicato
alle farmacie l’esigenza di comunicare il conto corrente dedicato al fine di
poter procedere al pagamento delle somme derivanti dalle prestazioni
farmaceutiche;
tutti i
titolari delle farmacie interessate hanno provveduto a quanto di competenza
comunicando gli estremi del conto corrente dedicato;
a tutt’oggi,
però, non sono state erogate le somme spettanti alle farmacie per i servizi
prestati e, anzi, sembrerebbe, in base alle informazioni assunte dai diretti
interessati, che i mandati di pagamento sarebbero bloccati per mancanza del
codice identificativo di gara (GIG);
ove
confermata tale circostanza, la stessa sarebbe da considerarsi destituita da
ogni fondamento giuridico, atteso che nel caso di specie non è previsto
l’obbligo del CIG, richiedendosi quest’ultimo solo per pagamenti imputabili a
procedure di gara e non certamente a pagamenti nascenti da prestazioni
farmaceutiche in regime di concessione -:
se risponde
al vero che i pagamenti a favore dei titolari di farmacia ricadenti nell’ambito
dell’ASP 5 siano riconducibili alla mancata comunicazione del codice
identificativo di gara (CIG);
se, in caso
affermativo, non sia il caso, alla luce di quanto specificato in premessa,
ovvero sulla non necessità del CIG ai fini della erogazione delle somme, di
intervenire prontamente presso gli uffici competenti al fine di sbloccare una
situazione finanziaria che sta rendendo sempre più difficile la condizione
economica delle strutture farmaceutiche operanti nell’ambito dell’ASP
Prego, onorevole Giordano.
Grazie, Presidente, questa interrogazione è datata, è stata presentata il 10 giugno e, tuttavia, ci sono delle questioni che sembrerebbero essere rimaste insolute, rispetto ai ritardi registrati nei pagamenti.
In questa interrogazione si faceva riferimento ad
una questione specifica. Come è ben noto con la legge 136 del 13 agosto 2010 è
stato introdotto un Piano straordinario per la
lotta alle mafie col quale tutti i movimenti finanziari relativi a lavori, servizi e forniture devono essere registrati su
conti correnti dedicati e devono possedere il cosiddetto codice identificativo di
gara.
Sembrerebbe che i ritardi accumulati nei pagamenti
derivassero dall’incertezza se anche le erogazioni farmaceutiche fossero
assoggettate al cosiddetto codice identificativo di gara.
Da quello che abbiamo riscontrato non vi è l’obbligo per
questo tipo di procedure che non sono procedure di gara ma sono pagamenti che
nascono da prestazioni in regime di concessione.
Nella interrogazione vogliamo sapere se è vero che i
ritardi si sono accumulati e sono riconducibili a questa mancata comunicazione
e, qualora fosse confermato, quali iniziative sono state o saranno messe in
atto per evitare che questi pagamenti mettano ulteriormente in ginocchio il
sistema farmaceutico calabrese.
Aggiungo che nelle ultime settimane, al di là di questa
specifica questione, si è ripetuto – almeno per quanto riguarda l’Asp 5 di
Reggio Calabria – un ulteriore blocco dei pagamenti che sta mettendo in
profonda crisi il settore. Questo è il tema su cui vogliamo una risposta
dall’Esecutivo regionale.
Come diceva l’onorevole Giordano, in effetti, il problema dei Cig è stato superato perché è stato già acquisito e sono state già effettuate le delibere e le determine di pagamento per il corrente.
Ci sono dei ritardi, ma non più di tanto, almeno da quello che ci dice il direttore generale, nel senso che siamo quasi ai pagamenti correnti. I pagamenti da definire sono quelli relativi all’ultimo trimestre e da qui a qualche giorno verranno saldati.
Restano, ovviamente, delle somme pregresse relative agli anni 2006 e 2007 – lo sappiamo bene – che rientrano nel debito. Anche il 2008 verrà saldato e transatto, insieme al debito precedente, con i fondi che sappiamo bene provenire dal mutuo stipulato dalla Regione Calabria.
Dunque, l’Asp 5 si è messa in regola ed il problema esistente a giugno è stato superato. Al momento vi sono già le determine e, da qui a poco, saranno pronti i pagamenti per l’attuale e che in questo momento registrano ritardo.
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.
Grazie, prendo atto della risposta. Siamo parzialmente soddisfatti e prendiamo atto che si è mosso qualcosa. Tuttavia crediamo che sia necessario attivare delle azioni più incisive perché quel pregresso, che ricordava la dottoressa Stasi, rappresenta un macigno su un sistema che è in profonda crisi.
L’auspicio, soprattutto, è che si vada nella
direzione di risolvere il pregresso ma che non ci siano più, da parte dei dipartimenti,
impedimenti burocratici che causano ritardi intollerabili.
Siamo, quindi, parzialmente soddisfatti e auspichiamo
che ci sia un’azione ancora più incisiva. Grazie.
Si passa
all’interrogazione a risposta immediata
numero 143 del 17.06.2011 a firma del consigliere Giordano “Sullo stato dei
pagamenti a favore delle cooperative sociali che operano nel settore della
salute mentale e del servizio di assistenza domiciliare integrata (ADI)
ricadenti nell’ambito dell’ASP n.
“Al Presidente della Giunta regionale, nella
qualità di commissario ad acta alla sanità. Per sapere – premesso che:
in seguito
all’approvazione della legge n. 136 del 13 agosto 2010 “Piano straordinario
contro le mafie” tutti i movimenti finanziari relativi ai lavori, ai servizi e
forniture devono essere registrati sui conti correnti dedicati idonei a
consentire la piena tracciabilità delle operazioni;
conseguentemente,
l’ASP n. 5, attraverso l’Ufficio acquisizione beni e servizi, ha comunicato
alle cooperative sociali che operano nel settore salute mentale e nel servizio
Adi (assistenza domiciliare integrata) l’esigenza di comunicare il conto
corrente dedicato al fine di poter procedere al pagamento delle somme derivanti
dalle prestazioni suddette;
le
cooperative interessate hanno provveduto a quanto di competenza comunicando gli
estremi del conto corrente dedicato;
a tutt’oggi,
però, non sono state erogate le somme spettanti alle cooperative sociali per i
servizi prestati e, anzi, sembrerebbe, in base alle informazioni assunte dai
diretti interessati, che gli atti di liquidazione sarebbero bloccati per
mancanza del codice identificativo di gara (GIG);
ove
confermata tale circostanza, la stessa sarebbe da considerarsi destituita da
ogni fondamento giuridico, atteso che nei casi di specie non è previsto
l’obbligo del CIG, richiedendosi quest’ultimo solo per pagamenti imputabile a
procedure di gara e non certamente a pagamenti nascenti da prestazione
residenziali rese delle cooperative in seno alle strutture pubbliche dell’Asp 5
stessa in regime di convenzione unitamente al personale dell’Asp e sotto la
diretta vigilanza del personale della stessa;
la medesima
interpretazione vale anche per le prestazioni di assistenza domiciliare che
operano in regime di accreditamento, il quale viene rilasciato dalla stessa
azienda sanitaria previa verifica dei rigidi requisiti di legge e non in
conseguenza di procedure di gara -:
se risponde
al vero che i pagamenti a favore delle cooperative sociali per i servizi di cui
in premessa ricadenti nell’ambito dell’ASP 5 siano riconducibili alla mancata
comunicazione del codice identificativo di gara (CIG);
se, in caso
affermativo, non sia il caso, alla luce di quanto specificato in premessa,
ovvero sulla non necessità del CIG ai fini della erogazione delle somme, di
intervenire prontamente presso gli uffici competenti al fine di sbloccare una
situazione finanziaria, attraverso l’adozione dei necessari atti
amministrativi, che sta rendendo sempre più difficile la condizione economica
degli operatori della salute mentale oltre che di discriminazione rispetto agli
operatori pubblici in organico nei medesimi servizi e la cui copertura
finanziaria deriva dal medesimo fondo indistinto, mentre per il servizio ADI vi
è il concreto rischio di una sua interruzione con grave nocumento per la
cittadinanza e per gli operatori dei servizi.”
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Giordano. Ne ha facoltà.
Presidente, l’interrogazione è sulla falsariga della precedente. Questa riguardava i centri di assistenza domiciliare integrata che hanno subito gli stessi ritardi e gli stessi disagi che hanno messo in crisi profonda le strutture pubbliche dell’Asp 5 e quelle in regime di convenzione.
Vogliamo sapere se, dando per scontato che sarà sicuramente superato il problema del codice identificativo di gara, è stato messo in regime ordinario il sistema dei pagamenti e se vi siano ancora pregressi da saldare. Grazie.
Anche qui, in effetti, il problema Cig non è assolutamente l’elemento che ha bloccato i pagamenti perché è stato regolarmente acquisito con atto deliberativo autorizzativo di spesa del primo trimestre 2011.
Al momento, quindi, è stato già predisposto l’atto deliberativo che autorizza la spesa del trimestre 2011. Vi posso dire le somme.
Fatturato liquidato nel 2010-2011 è pari a 13 milioni 849 e di questi già 12 milioni 947 sono stati effettuati. Resta da liquidare un residuo di 902 mila euro che dovrebbe andare a pagamento da qui a non molto. Anche qui il problema è assolutamente superato e presto ci saranno le liquidazione dei rispettivi pagamenti ancora rimasti in sospeso.
Noi ci dichiariamo parzialmente soddisfatti ed auspichiamo che anche questo residuo – anche se più del 90 per cento sarebbe stato saldato – venga regolarizzato e che, soprattutto, una simile situazione, a partire da adesso, non si verifichi più.
Non vedo l’assessore Gentile in Aula.
Le interrogazioni sono la numero 144 del 17.06.2011
a firma dei consiglieri Guccione, Franchino “Sulla realizzazione dell’Aeroporto
di Sibari” e la numero 151 del 12.07.2011 a firma del consigliere Sulla “In
ordine alla istituzione nella provincia di Crotone del Servizio Vigilanza e
Controllo OO.PP. – Sismico – Supporto Tecnico Protezione Civile”.
Chiedo, quindi, sia all’onorevole Franchino sia all’onorevole Sulla se sono disponibili ad un loro rinvio alla prossima seduta di Consiglio, quando sarà presente l’assessore Gentile.
Osservo soltanto che è la terza volta che si rinvia, signor Presidente, per mancanza di interlocutori.
(Interruzione)
La prima volta e la seconda va bene, ma la terza diventa antipatico.
Oggi l’assessore Gentile è impegnato, perché c’è l’inaugurazione di un nuovo tratto di strada sulla statale 106 alla presenza del ministro Matteoli.
Ritengo che sulla prima interrogazione potrebbe rispondere l’assessore al personale, delegato.
E’ l’ultima giustificazione. Rinviamole alla prossima seduta di Consiglio regionale.
Proseguiamo con le interrogazioni a risposta immediata. Le interrogazioni numero 144/9^ e 151/9^ sono accantonate.
(Così resta stabilito)
Si passa, adesso, all’interrogazione a risposta immediata numero 152 del 12.07.2011 a firma del consigliere Sulla “In ordine agli esiti dei bandi Pia turismo ricettività e Pia turismo ampliamento ricettività” di cui do lettura:
“Al Presidente della
Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
il
Dipartimento turismo della Giunta regionale ha pubblicato, in data 05/02/2010,
il bando relativo ai “Pia Turismo Nuova Ricettività” e, in pari data, quello
relativo ai “Pia Turismo Ampliamento Ricettività”;
per i due
bandi sopracitati la scadenza di presentazione dei progetti da parte delle
imprese veniva fissato al 30/06/2010;
le
disposizioni di entrambi i bandi prevedevano un tempo per lo svolgimento
dell’attività istruttoria dei progetti pari a 90 giorni dalla scadenza dei
termini (30/09/2010);
contrariamente
a tali disposizioni le imprese hanno potuto conoscere gli esiti istruttori
relativi alle domande di agevolazione “Pia Turismo Nuova Ricettività” in data
08/04/2011, ossia solo dopo 282 giorni, mentre, per quanto concerne il bando
“Pia Turismo Ampliamento Ricettività”, ad oggi non vi è alcuna notizia di esiti
istruttori;
la
pubblicazione delle graduatorie, pur contenendo la ragione sociale dei soggetti
beneficiari e gli importi di agevolazione concedibile, non costituisce titolo
per la richiesta delle anticipazioni;
la lentezza
della macchina amministrativa procura, dunque, seri danni all’attività delle
imprese, incidendo negativamente sui tempi di realizzazione degli investimenti
dichiarati agevolati per la mancata erogazione delle anticipazioni -:
le ragioni dei sopra citati ritardi.”
Prego, onorevole Sulla.
Anche questa interrogazione è stata presentata a luglio e non c’è dubbio che la situazione abbia avuto delle evoluzioni rispetto a quella data.
Penso che in premessa, Presidente, dovremmo fare in modo che le risposte – siccome sono interrogazioni a risposta immediata – siano date, non pretendo immediatamente, ma in tempi più ristretti.
La richiesta di informazioni al Presidente, agli assessori interessati ha come obiettivo notizie circa l’andamento dei due Pia, banditi sul turismo a febbraio 2010 e che fino a settembre di quest’anno non hanno avuto, di fatto, alcun esito.
Ho appreso che negli ultimi mesi si è riusciti ad avere una risposta e quindi di fatto l’interrogazione è tesa ormai a sottolineare che i rallentamenti causati dalla burocrazia a questi strumenti di intervento, in periodi di crisi come quelli che si stanno registrando da qualche anno in Italia e anche in Calabria, meriterebbero una maggiore attenzione.
Credo che non ci sia, a questo punto, neppure la necessità di una risposta sulle informativa ma più un impegno a curar meglio l’andamento, l’iter di queste norme, di questi bandi in futuro. Grazie
Grazie, onorevole Sulla, sicuramente le procedure devono essere celeri perché quando parliamo di investimenti per le imprese sappiamo bene che gli investimenti dopo un anno potrebbero non essere validi, nel senso che l’imprenditore potrebbe aver cambiato idea.
Ci sono però procedure, iniziate da precedenti amministrazioni, che devono essere poi completate da altri oppure ci sono degli elementi procedurali che si inceppano e che è necessario valutare nei tempi giusti.
Intanto, come diceva l’onorevole Sulla, il problema è superato perché già il 16 settembre 2011 è stata approvata la graduatoria di merito provvisoria. A seguito della pubblicazione della graduatoria sono stati presentati 34 ricorsi. Bisogna aspettare pertanto i tempi dovuti, i tempi legali. Comunque, è prevista la valutazione definitiva di tutto l’iter entro il 30 novembre, data in cui avremo la possibilità di emanare i decreti definitivi e procedere con la sottoscrizione delle relative convenzioni con i beneficiari.
Prego, onorevole Sulla.
Solo per sottolineare un aspetto che
Su questo mi ritengo assolutamente insoddisfatto dalla risposta. Sul resto prendo atto di quello che ha detto la Vicepresidente, ma credo che il termine da tenere sempre presente riguardi la continuità amministrativa che non può essere legata a questa o a quell’altra amministrazione.
D’altronde, dopo un anno e mezzo ci è detto che i ritardi sono causati dal cambio della Giunta ma non è stata apportata nessuna modifica ai due bandi.
I bandi evidentemente erano fatti bene e spero che adesso possano recuperare i ritardi che hanno accumulato. Vi ringrazio.
Passiamo, adesso, all’interrogazione a risposta immediata numero 161 dell’1.08.2011 a firma dei consiglieri Adamo, Bova, Tripodi “In ordine alla proposta di legge <Disposizioni in materia di forestazione, politiche della montagna e sviluppo dell’agricoltura> e sul futuro dei dipendenti della funzione pubblica dell’ARSSA>” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale e all’Assessore all’Agricoltura ed alla Forestazione. Per sapere – premesso che:
i dipendenti della funzione pubblica dell’ARSSA, tramite un documento approvato dall’assemblea auto convocata dei suddetti lavoratori, esprimono la loro preoccupazione in ordine a quanto stabilito nella proposta di legge sulle sorti dei servizi di sviluppo all’agricoltura (pubblici) e del personale della funzione pubblica che vi presta servizio;
nel documento i dipendenti pubblici, con contratto del comparto Regioni ed Autonomie locali, rappresentano che “Seppure convinti che la ristrutturazione dell’ARSSA debba avere corso non si può in nessun caso accettare che i Servizi di Sviluppo Agricolo (SSA) siano ricollocati nell’ambito di una struttura che veda il rapporto di lavoro dei dipendenti del pubblico impiego “disciplinato dai CCNL dell’impiego privato, secondo le rispettive aree di competenza”, così come recitato dall’art. 17 della proposta di legge in quanto si tratta di un’aberrazione amministrativa che presupporrebbe il funzionamento di un contratto CCNL Regioni e Autonomie locali in un ambito privato”;
allo stato attuale l’ARSSA conta circa 270 dipendenti, afferenti alla funzione pubblica e selezionati tramite corso-concorso pubblico nazionale (indetto in base al Reg. CEE 270/79 e ss.mm.ii. ed un corso di formazione di 1440 ore) su un totale di 850 unità che afferiscono a diversi contratti del privato. Il personale impegnato nel pubblico impiego rappresenta quindi il 30% della forza impegnata nell’ARSSA (di cui quello operante nei SSA occupa il 24%) ed utilizza non più del 15% del Bilancio annuale dell’Agenzia;
la soluzione naturale, al pari di quanto avvenuto in altre regioni, - come scrivono i dipendenti - è quella dell’assorbimento del personale del pubblico impiego nei ruoli della Regione Calabria, non solo per l’attuazione dei Servizi di Sviluppo Agricolo ma anche per la prosecuzione e l’implementazione dell’attività di sostegno al PSR (Programma di Sviluppo Rurale) regionale attualmente già svolto con l’ausilio di personale dell’Agenzia con risultati più che soddisfacenti;
il personale ARSSA afferente al pubblico impiego è già iscritto, storicamente, nel bilancio regionale e non si tratta in nessun caso di nuove assunzioni che modificherebbero il patto di stabilità della Regione Calabria;
la soluzione possibile è l’articolazione dei Servizi nell’ambito della Regione Calabria in modo da valorizzare l’enorme patrimonio professionale, selezionato in vent’anni dalla Regione Calabria tramite l’indizione di pubblici concorsi, formato con risorse comunitarie e regionali e maturato in oltre vent’anni di attività nel campo dei SSA" -:
quali iniziative si intendano assumere, riguardo al futuro dei 270 dipendenti, afferenti alla funzione pubblica e selezionati tramite pubblico concorso.”
Prego, onorevole Bova, ha facoltà di parlare.
E’ presto detto, Presidente.
Questa interrogazione ricava le sue ragioni da
una delibera del giugno scorso della Giunta regionale
attraverso cui la stessa propone un progetto di legge per l’istituzione di
un’azienda per lo sviluppo dell’agricoltura - considerata questa azienda come un ente pubblico economico – a cui trasferire tutto
il personale Arssa, senza più alcuna distinzione tra il personale della
funzione pubblica, poco più di 260 unità, e personale con contratti di diritto
privato.
Ora l’interrogazione,
assessore, chiede di sapere che fine fanno nel progetto e nella sua idea i 268
dipendenti circa selezionati nel corso degli anni con bandi pubblici, con
corso-concorso e quindi assunti nei ruoli dell’Arssa e che la Regione Calabria
metteva a disposizione di questo ente.
Nella fattispecie il mio
intervento non ha finalità corporative. E’ vero che i sindacati e le
associazioni professionali sono chiaramente per mantenere questo servizio e
queste funzioni come funzioni pubbliche perché – secondo me a ragione –
sostengono che il sistema degli operatori agricoli e dei coltivatori diretti calabresi
non può mantenere dei consulenti.
D’altronde, il sistema della scelta di fornire un servizio pubblico a queste attività non è una stravaganza calabrese, ma la stragrande maggioranza delle Regioni italiane, non solo in tempi antichi ma in tempi assai recenti come la Regione Abruzzo, mantengono questo tipo di attività alle funzioni pubbliche, se vuole alle funzioni strategiche dell’ente Regione, alla pari di come si pensa per il Servizio sanitario regionale.
E d’altronde non si tratta di funzione antiche. Come lei sa, meglio di me, questo tipo di attività dei cosiddetti divulgatori agricoli non nasce dall’origine dell’ente di sviluppo agricolo, ma risponde ad una direttiva europea – tempi Ue – che mi pare sia la 270 del 1979.
Mi colpisce perché, mentre in generale rispetto alle problematiche del sud si interveniva con le integrazioni per sostenere le produzioni che andavano via via fuori mercato, questo è uno dei pochi interventi che va al cuore del problema, intervenendo per innovare, per dare più informazione e idee agli operatori agricoli.
Proprio nella fase in cui siamo – se non sono delle chiacchiere –, la selezione di questa forza lavoro, quasi tutta laureata, è avvenuta col meccanismo che il ministro Brunetta definisce “il futuro”, quello del corso-concorso.
Nelle altre Regioni viene mantenuto questo servizio alle funzioni pubbliche.
Terzo punto: quando si parla di crescita e di aumento della occupazione non si parla esclusivamente, me lo auguro, dei settori innovativi in cui competiamo con l’universo mondo, ma anche per garantire alle comunità in cui si opera delle produzioni che consentano, in qualche maniera, di allargare la base produttiva e la base occupazionale.
In tutto questo sono d’accordo per un progetto ardito e vero di riforma. Ma alcune funzioni - questo è il punto, secondo me e chiedo a lei – vanno mantenute al sistema pubblico, non occupazione general-generica.
Parlo di forza lavoro selezionata ed altamente specializzata.
Se vuole una analogia, visto che lei è medico oculista specializzato, pensi al corpo umano che non è tutto uguale. C’è un’unica parte in cui la protezione avviene all’esterno, cioè il cranio perché il cervello va protetto: mutatis mutandis. Siamo arditi per quanto riguarda le funzioni private e quindi azienda ecc., ma per quanto riguarda il cervello del sistema, quello va garantito alle funzioni pubbliche.
Non dico cose dell’altro mondo, nè per l’Italia di
avantieri nè per l’Italia di oggi e neanche per
Sono fortemente convinto che non si debba aumentare
il carico pubblico, sia chiaro. Non sono perché
D’altronde, lei meglio di me lo sa, perché una parte di questi sostengono assieme ad altri l’assessorato che lei in questo momento si trova a curare.
Prego, assessore Trematerra, a lei la parola per la risposta.
Grazie all’onorevole Bova perché mi dà anche la possibilità di fare delle puntualizzazioni.
Prego i colleghi di fare silenzio, altrimenti non si sente nulla. Chi deve parlare si accomodi fuori perché c’è un vocio che non consente di concentrarsi.
Prego, assessore.
Grazie all’interrogazione degli
onorevoli Bova, Adamo e Tripodi ho la possibilità di chiarire una questione che
da troppi giorni è sui giornali, secondo me in maniera errata.
Intanto, voglio
specificare che non so a quale delibera di Giunta si riferisca l’onorevole
Bova, perché noi stiamo per presentare un progetto di riforma di un importante
strumento che deve coadiuvare quello che è uno dei settori più nevralgici ed
importanti dell’economia calabrese:
l’agricoltura.
Una riforma che forse il
sistema agricolo aspetta da tanto tempo perché questa azienda, l’Arssa, nel tempo è riuscita a sostenere e coadiuvare la
crescita delle nostre aziende.
Devo dire questo perché vorrei anche rappresentare
all’Aula che l’agricoltura in Calabria ha dato la possibilità al Pil regionale
di avere un trend positivo. Quello
zero più 7 per cento del Pil regionale trae spunto ed origine per gran parte da
un aumento del Pil all’interno dell’agricoltura di 4.7 punti percentuali.
Capite quindi come l’agricoltura sia per la Calabria,
insieme ad altri settori come il turismo, il vero motore economico dell’economia
calabrese.
Rimanendo sulla questione e sul punto, dato che sono nel
Consiglio regionale e che ci sono anche moltissimi giornalisti, voglio
precisare che l’intento della proposta che presenteremo, da qui a dieci giorni,
in Giunta - e quindi farà lo stesso percorso che sta facendo l’istituenda nuova
azienda per quanto riguarda le “politiche della montagna” che è giunta in
seconda Commissione da qualche giorno – è quello che questa struttura rimanga
una struttura pubblica.
Avremo, quindi, una nuova azienda, diversa rispetto agli
anni passati, perché un’azienda che si deve occupare di agricoltura non si può
occupare anche di altre cose che non vi hanno assolutamente a che fare.
Per cui se la domanda che mi viene posta
dall’interrogazione dell’onorevole Bova è quella di sapere che fine fanno i
divulgatori, persone molto qualificate e che già oggi nel nostro dipartimento
danno una validissima mano e un validissimo aiuto a quella che è la fase di
istruttoria delle pratiche del Psr, ebbene posso rispondere che l’intendimento
della Giunta regionale è che questa rimanga un’azienda pubblica sgravata di
alcuni pesi che nel tempo l’hanno appesantita. Perché, come diceva lei,
pubblica deve essere questa funzione e privata poi è l’attività agricola che si
svolge sul territorio.
Un’altra risposta che vorrei dare, anche se non so se è
stata posta dall’onorevole Bova di cui non ho sentito tutto l’ intervento,
riguarda la possibilità che si va paventando di trasferire questo personale
all’interno dei ruoli regionali.
Ritengo, intanto, che l’assessorato all’agricoltura
debba tracciare le linee guida; che un’azienda pubblica del genere debba essere
di supporto all’agricoltura e poi ci devono essere i privati.
Quindi, il nostro intendimento non è quello di
trasferire queste persone all’interno dei quadri regionali, ma di continuare ad
avere, ribadisco, un’azienda pubblica che ha la finalità di sostenere le
aziende private in un settore – secondo noi – molto importante dell’economia
calabrese, ma anche di prospettiva perché oggi si sta invertendo la tendenza e
c’è un atteggiamento rispetto all’agricoltura di maggiore attenzione rispetto
agli anni passati. Grazie.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Bova. Ne ha facoltà.
Un passaggio, però, del mio intervento era questo: a questa azienda di cui parla verrebbe trasferito tutto il personale ex Esac.
(Interruzione)
Nel senso che allo stato attuale all’Esac ci sono 268 unità selezionate con il corso-concorso ecc., che hanno un tipo di contratto, il contratto collettivo nazionale degli enti locali e vi sono altri che hanno un altro contratto.
Il punto qual è? Non le ho fatto una domanda sull’azienda o sui ruoli, ma ho fatto una domanda su questo personale e se rispetto alla situazione attuale, al tipo di contratto e le funzioni che oggi hanno cambierà qualcosa.
(Interruzione)
Certo.
Per completare la risposta alla interrogazione, prego, assessore.
E’ una integrazione, perché non avevo percepito bene la domanda.
Per quanto riguarda la natura giuridica dei 270 divulgatori questa non verrà assolutamente stravolta, non verrà modificata.
(Interruzione)
Esatto.
Si passa
all’interrogazione
a risposta immediata numero 164 del 24.08.2011 a
firma dei consiglieri Guccione, Aiello F. “Sulle iniziative da adottare per
superare i problemi riscontrati nella gestione del Piano di Rientro Sanitario”
di cui do lettura: “Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
nel mese di
ottobre 2010 il Commissario per l’attuazione del Piano di Rientro sanitario in
Calabria, onorevole Giuseppe Scopelliti, ha
emanato il Decreto n. 18 con cui ha stabilito il fabbisogno dei posti letto per
"acuti" nella misura di 2,5 ogni mille abitanti;
l’Asp di
Cosenza ha una popolazione di 733.508 abitanti che, in base al Decreto 18 del
10.10.2010, dovrà avere 1836 posti destinati a malati "acuti"
pubblici e privati e che, ad oggi, i posti letto normalizzati (Decreto
18.10.2010), risultano essere al di sotto dell’1,9 ogni mille abitanti e,
quindi, lo
in data 5
luglio 2011 il Commissario Scopelliti ha emanato il Decreto n. 54 (Linee Guida
degli Atti Aziendali che dovranno essere adottate entro il 30 settembre da Asp
e Aziende Ospedaliere in Calabria), che ha confermato per la provincia di
Cosenza l’impostazione di riduzione e penalizzazione nella distribuzione dei
posti letto per "acuti";
le Linee
Guida per la realizzazione degli Atti Aziendali prevedono per l’ex provincia di
Catanzaro (Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia), che ha un numero di abitanti
pari a 708.334, 212 strutture complesse pari al 42,34% del totale complessivo
per tutta
la provincia
di Reggio Calabria, che ha una popolazione di 566.507 abitanti, ha un numero di
strutture complesse pari a 127, che corrisponde al 25,4% del totale regionale e
229 strutture semplici pari al 25,4%;la provincia di Cosenza ha una popolazione
di 733.508 abitanti, ha 161 strutture complesse pari al 32,2% del totale
regionale e 290 strutture semplici pari al 32,2% del totale regionale;
la spesa
sanitaria regionale pro-capite suddivisa per province assegna a Cosenza 33,38
euro per ogni abitante; a Crotone 59,42 euro, a Catanzaro 13;97 euro, a Vibo
Valentia 28,88 euro, a Reggio Calabria 67,19 euro e che tutto ciò appare
palesemente sperequato ed iniquo, crea uno squilibrio evidente tra i diversi
territori, mette a rischio i livelli essenziali di assistenza ed evidenzia, di
fatto, una forte criticità nella gestione del Piano Sanitario di Rientro da
parte del Commissario, per come lo stesso Tavolo Massicci, insieme al Comitato
per
il Piano di
Rientro prevede per il 2011 il pareggio di bilancio e che il Tavolo Massicci ha
chiesto di mettere in atto tutte le idonee e opportune iniziative per
ricondurre la gestione 2011 nell’ambito degli equilibri economici programmati e
che sul fronte dell’emigrazione sanitaria è stato registrato negli anni passati
un saldo negativo di 320 milioni di euro, sarebbe opportuno far conoscere
pubblicamente a quanto ammonta ad oggi il debito sull’emigrazione sanitaria,
utilizzando i dati dei "report" trimestrali regionali del Ministero
della Sanità;
il
risanamento sanitario non consiste solo nell’applicazione di una serie di tagli
e balzelli, ma nella riorganizzazione e nella riqualificazione dei servizi,
offrendo contestualmente al posto di quelli giudicati inappropriati, servizi
alternativi che non possono essere assolutamente soppressi ed eliminati, con
una riconversione mirata ai bisogni di assistenza del territorio;
non è
possibile disporre la chiusura di un presidio sanitario senza prima aver
garantito l’attivazione di servizi alternativi per offrire un’adeguata
assistenza in luogo di quella offerta dal precedente presidio ospedaliero;
allo stato,
in provincia di Cosenza, sia il Centro HUB (Azienda Ospedaliera
dell’Annunziata) che i tre Spoke (Castrovillari, Rossano-Corigliano,
Paola-Cetraro), non solo non sono stati dotati di gran parte delle funzioni
sanitarie previste dal Piano di Rientro, ma vengono quotidianamente
depotenziati attraverso l’accorpamento di reparti, la riduzione di posti-letto
e la soppressione di servizi sanitari per mancanza di personale medico e
paramedico -:
quali
iniziative immediate ed urgenti intende adottare, anche nella sua veste di
Commissario della Sanità calabrese, per affrontare e superare tutte le
criticità finora riscontrate nella gestione del Piano di Rientro, a cominciare
dalla mancata e non corretta applicazione del Decreto n. 18 che, ad oggi, per
quanto riguarda la provincia di Cosenza, ci consegna una situazione fortemente
penalizzante con chiari pericoli per la salvaguardia dei livelli essenziali di
assistenza che, sommati al sottodimensionamento dell’ospedale HUB e dei Centri
SPOKE e al mancato potenziamento dei servizi sanitari territoriali, potrebbero
provocare una vera e propria implosione del sistema sanitario provinciale.
Tutto ciò anche per garantire pienamente il diritto alla salute ed il valore e
la centralità del diritto alla cura di tutti i cittadini nelle politiche di
risanamento e riorganizzazione del sistema sanitario regionale, che passa
attraverso un equilibrio territoriale, una corretta applicazione delle norme e
dei decreti commissariali ed un’impostazione oggettiva, totalmente scevra da
qualsiasi tentazione clientelare e campanilistica.”
Prego, onorevole Guccione. Ha facoltà di parlare.
Presidente, per quanto riguarda la provincia di Cosenza, registriamo una grave difficoltà da parte del commissario per il Piano di rientro nell’attuazione di quanto previsto, per esempio, dal decreto che attiene ai posti letto per acuti per mille abitanti, l’ultimo decreto il numero 106.
C’è una vera e propria difficoltà a garantire i livelli essenziali di assistenza nella provincia di Cosenza,
talché i 2,5 posti letto per acuti, ogni mille abitanti, previsto dal decreto
10 del 2010 non va in questa direzione. Anzi i posti letto sono
sottodimensionati.
In alcune realtà della
provincia di Cosenza, come quella dello Ionio cosentino, il rapporto posti
letto per acuti-abitanti è di 1,4 quindi lì esiste una vera e propria
emergenza, al fine di garantire i livelli essenziali di assistenza e anche
nell’atto aziendale dell’Asp non è previsto un
potenziamento dei servizi territoriali sanitari di competenza dell’Asp.
C’è una vera e propria desertificazione sanitaria, così
come nell’ultimo decreto emanato dal commissario dopo la redazione degli atti
aziendali che prevede la creazione di posti letto multidisciplinari diurni che
vengono considerati posti letto per acuti.
Nella filosofia sanitaria i posti letto per acuti sono
considerati coloro i quali sono H-24 col presidio sanitario anche notturno da
parte del medico e degli infermieri.
Da questo punto di vista non si tratta di un attacco al Piano
sanitario ma la nostra critica è rivolta alla mortificazione dell’attuazione
del Piano di rientro da parte del commissario della provincia di Cosenza. I
dati sono drammatici e non garantiscono, nella più grande provincia della
regione che rappresenta il 42 per cento della Calabria, il diritto
costituzionale alla cura ed alla sanità.
Prego i colleghi di accomodarsi altrimenti sospendiamo
la seduta e non andiamo più avanti. Non è possibile, onorevoli Bilardi e
Grillo, se tutti fanno capannelli in quest’Aula non si capisce assolutamente
nulla. Chi deve parlare si accomodi fuori, non è possibile, un po’ di decenza
siamo in Consiglio regionale. Vi prego.
Prego, Vicepresidente Stasi.
Grazie, Presidente,
anche per aver richiamato il silenzio perché, in
effetti, è veramente difficile dialogare.
Onorevole Guccione,
sicuramente sappiamo che il Piano di rientro è un atto dovuto e necessario che
comunque deve essere portato avanti. I parametri relativi all’Asp di Cosenza
che lei citava e che prevedono per l’Asp di Cosenza e per tutte le Asp della
Calabria i 3,2 posti letto per mille abitanti suddivisi in 2,5 per gli acuti e
0,7 per i post acuti, anche per la provincia
di Cosenza risultano essere rispettati, perché sia il decreto numero 18 sia il
decreto numero 106 al momento prevedono 1.818 posti letto per acuzie pari al
2,5 e 498 per il post acuzie quindi circa lo 0,7 per cento.
Ovviamente,
ci possono essere delle disparità per territorio, ma poi ci saranno sicuramente
dialoghi all’interno dell’atto aziendale che sappiamo bene ancora non
essere stato approvato e che potranno sicuramente riequilibrare in funzione dei
territori delle inesattezze o degli squilibri che potrebbero apparire al
momento realizzati.
Bisogna preferire le grandi strutture già esistenti e la
caratteristica propria dell’Hub presente a Cosenza, dove ci sarà una influenza
superiore degli indici e dei parametri di questi posti letto.
Comunque, vi voglio ricordare che la scelta del numero
dei posti letto e della tipologia e delle specificità individuate dovranno
assolutamente corrispondere all’appropriatezza delle prestazioni e soprattutto
alla erogazione dei Lea, dei livelli essenziali di assistenza, che sarà
necessario erogare anche dopo il Piano di rientro. Grazie.
Prego, onorevole Guccione.
Volevo far rilevare che i
numeri che ha offerto
Rispetto al decreto numero
Cioè,
in base al decreto numero 18 sono
In
più le vorrei far rilevare che a questo non è corrisposto un potenziamento -
come si può vedere dall’atto aziendale della provincia di Cosenza – dei
servizi territoriali.
La sentenza del Tar Abruzzo ha previsto che, anche lì
dove si interviene e si sopprime o si taglia un presidio ospedaliero, in modo
contestuale va previsto un servizio alternativo sanitario territoriale. Cosa
che non sta accadendo nella provincia di Cosenza ed in Calabria.
Le faccio, anche, rilevare che l’Hub di Cosenza, in base
alle declaratorie del decreto numero 18, non è una Hub, perché nell’azienda
ospedaliera dell’Annunziata mancano alcune strutture e alcuni servizi sanitari
che sono propedeutici ad una sua tale individuazione. Mi riferisco a
cardiochirurgia, alla Pet e a tante altre cose che non sono previste, che non
ci sono all’Annunziata di Cosenza, ma che sono contenute, invece, nella
declaratoria in cui è prescritto “che il centro Hub è il presidio ospedaliero
che ha queste specialità”.
Questo non accade a Cosenza. Quindi, rilancio l’allarme
sul fatto che nella provincia di Cosenza non vengono garantiti i livelli
essenziali di assistenza e che la gestione del Piano di rientro nella provincia
di Cosenza è deficitaria e non tiene conto di quanto previsto dal decreto
numero 18 e dal decreto numero 106.
Si registra una forte penalizzazione. Da questo punto di
vista chiedo che l’Aula ne prenda atto e che si possa fare, al più presto, un
dibattito sulla sanità in Consiglio regionale e sul rischio che entro il 31
dicembre il riequilibrio dei conti, sempre per quanto attiene la sanità, così
come ha detto il Tavolo Massicci il 19 luglio non possa realizzarsi.
Il mancato raggiungimento dell’obiettivo del
riequilibrio di bilancio può essere causa, anche, della revoca dell’attuale
commissario per l’emergenza sanitaria in Calabria, con il rischio che si vada
alla sostituzione di chi oggi gestisce l’attuazione del Piano di rientro.
Dichiaro conclusa l’interrogazione 164.
Dovremmo discutere, adesso, due interrogazioni a risposta immediata a cui dovrebbe rispondere l’assessore Gentile che però è assente.
Le interrogazioni a
risposta immediata sono la numero 167 del 2.09.2011 a firma dei consiglieri
Aiello F., Censore, Guccione “Sulla gestione del sistema idrico calabrese e
sulla società Sorical S.p.A.” e la numero 168 del 7.09.2011 a firma dei
consiglieri Guccione, Censore, Aiello F., De Gaetano “Sulle iniziative che si
intendono adottare per consentire il pieno svolgimento delle attività del
servizio di Vigilanza e Sorveglianza idraulica”.
Entrambe le interrogazioni
saranno trattate alla prossima seduta di Consiglio
regionale.
(Così resta stabilito)
Le due interrogazioni a risposta immediata che dovremmo discutere sono a firma del consigliere De Masi che però è assente.
Le due interrogazioni a risposta immediata sono la numero 171 del 30.09.2011 a firma del consigliere De Masi “In ordine alla pianificazione delle politiche sanitarie nella provincia di Crotone” e la numero 176 del 12.10.2011 a firma del consigliere De Masi “In ordine alla mancata erogazione dei fondi per il completamento del Teatro Comunale di Crotone”.
Entrambe sono rinviate alla seduta successiva.
(Così resta stabilito)
Si passa adesso all’interrogazione a risposta immediata numero 177 del 17.10.2011 a firma dei consiglieri Aiello F., Censore, De Gaetano, Guccione “Sulle iniziative da intraprendere per evitare che i servizi sanitari territoriali che l’ASP di Cosenza eroga giornalmente ai cittadini subiscano un collasso per la mancanza di oltre 900 operatori sanitari” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
in data 23 dicembre 2008 l’Asp di Cosenza ha provveduto, in base alla normativa nazionale, alla stabilizzazione di 439 lavoratori precari con mansioni di autisti 118, infermieri 118 e poliambulatori, fisioterapisti, OSA e OSS, specialisti operatori di centrale operativa 118, specialisti per soccorso sanitario in montagna;
l’Asp di Cosenza nel 2008, attraverso un bando pubblico, ha provveduto ad assumere per n. 36 mesi 490 lavoratori precari con mansioni di fisioterapisti, istruttori per rianimazione cardio-polmonare con defibrillatore, infermieri 118, Sert, Dialisi, Poliambulatorio;
l’Asp di Cosenza e
il Commissario dell’Asp, dott. Gianfranco Scarpelli, in data 10.10.2011, con lettera indirizzata al Presidente della Giunta Regionale, on. Giuseppe Scopelliti, al Direttore Generale del Dipartimento "Tutela della Salute", dott. Orlando, ha annunciato che darà seguito alla Deliberazione n. 777 del 2010 con cui si rendono nulli i contratti a far data dal 31.10.2011 dei 412 lavoratori stabilizzati in data 23 dicembre 2008;
in data 31.12.2011 saranno in scadenza i contratti di 490 lavoratori precari incaricati attraverso Bando Pubblico dell’Asp di Cosenza nel 2008 -:
quali iniziative intende intraprendere con
immediatezza per evitare che i servizi sanitari territoriali che l’Asp di
Cosenza eroga giornalmente ai cittadini, già oggi in misura ridotta rispetto
alla salvaguardia dei LEA, subiscano un vero e proprio collasso per la mancanza
di oltre 900 operatori sanitari che attualmente assicurano un servizio
sanitario indispensabile e su cui
Prego, onorevole Guccione.
Questa è l’ultima interrogazione a risposta immediata che discuteremo.
Presidente, anche
questa interrogazione riguarda l’Asp di Cosenza che
ha circa 5 mila dipendenti dei quali 987 sono precari. Parliamo di precari che svolgono,
qualcuno addirittura dal 1998, attività essenziali allo svolgimento ed alla
salvaguardia della garanzia dei Lea, così come ha detto il commissario Scarpelli dell’Asp di Cosenza, nell’ultima Commissione
sanità, paventando, addirittura, che senza di loro si
correrebbe il rischio di non poter più erogare servizi essenziali territoriali
sanitari.
Di questi, 439 sono stati
stabilizzati nel 2008 e nel 2009. Parliamo di precari che sono stati assunti addirittura
all’Asp di Cosenza fin dal 1998 secondo la documentazione che ci ha fornito il
dottor Scarpelli, commissario
dell’Asp di Cosenza.
Qualcuno vuol mettere in
discussione queste stabilizzazioni adducendo una presunta mancanza di
titoli. Addirittura c’è stato un incontro presso l’assessorato alla sanità col
dottor Orlando ed è stato richiesto in merito un parere dell’avvocatura
regionale per sapere se i titoli posseduti corrispondono ai criteri di legge.
Mi chiedo quale procedura sui generis si
sia deciso di seguire, perché se c’è qualcosa da contestare ai 439 precari, il
direttore dell’Asp o chiunque altro può personalmente, con una lettera di
contestazione rispetto ai titoli esibiti, mettere in discussione il rapporto di
lavoro che si è sancito attraverso le stabilizzazioni.
Questa è una prima parte. Poi, ci sono circa 400 dipendenti precari, infermieri, Oss, centro emergenza 118 che ancora non hanno potuto veder stabilizzato il proprio rapporto di lavoro e sono precari da oltre 12 anni.
Anche i loro contratti sono in scadenza, in gran parte al 31 dicembre 2011 e una parte al 31 dicembre 2012.
Si chiede di prorogare i contratti in essere fino
all’apertura di una finestra per la loro stabilizzazione atteso che – torno a
ripetere – così come ha confermato il dottore Scarpelli si tratta di 943 figure
professionali
indispensabili al funzionamento dell’intera macchina dell’Asp in relazione alla
erogazione dei servizi essenziali dal punto di vista sanitario.
Prego, dottoressa Stasi.
Onorevole Guccione, ci risultano 5.196 unità complessive all’interno dell’Asp di Cosenza e i numeri che lei accennava sono 930, cioè il 15 per cento di queste figure ha, non c’è dubbio, problemi di natura contrattuale.
Questa è una situazione ereditata dal passato. Il commissario Scopelliti
lo ha più volte specificato: a questa situazione sicuramente va trovata una
soluzione, così come in altre Asp e in tutta
Voglio ricordare che in una situazione assolutamente simile ci sono anche i 131 precari dell’Asp di Crotone. Il commissario Scopelliti ha ben chiara la situazione e che, comunque, bisogna individuare un percorso idoneo affinché queste figure possano erogare i propri servizi all’interno delle Asp di appartenenza.
Ovviamente, il tutto si deve conciliare con il Piano di rientro e con tutti i vincoli normativi che il Piano medesimo impone, e si deve assolutamente conciliare con quelli che sono i vincoli che pongono i ministeri ai relativi tavoli.
Il commissario Scopelliti vuole, quindi, trovare una soluzione, ha messo in atto già alcune misure da portare avanti ai tavoli romani. Ci auguriamo che questa soluzione possa essere trovata per Cosenza, per Crotone e per i circa 1.500 precari della sanità calabrese. Grazie.
Prego, onorevole Guccione.
Mi ritengo soddisfatto della risposta che la
dottoressa Stasi, Vicepresidente della Giunta,
ha dato alla mia interrogazione, nel senso che ho intravisto la volontà
concreta di trovare una soluzione per quanto riguarda
l’assorbimento dei lavoratori precari
nella sanità calabrese.
Mi fa piacere perché
ritengo – e credo sia la stessa cosa per Crotone e per le altre realtà – che
siano figure altamente specializzate e che nel corso di questi anni abbiano
fatto corsi di formazione pagati dalla Regione. Non sono dipendenti nel settore
amministrativo, ma sono precari che svolgono lavori che servono alla erogazione
dei servizi sanitari regionali per quanto riguarda la sanità.
Ritengo che, se questo è
l’impegno che prende
Dichiaro conclusa l’ora
dedicata al question time.
Volevo pregare i colleghi, prima di continuare con
l’ordine del giorno di osservare – come Consiglio regionale – un minuto di
raccoglimento per le vittime delle alluvioni in Liguria.
Sapete benissimo che il dissesto idrogeologico è anche
un male della nostra terra che ha fatto registrare vittime anche nella nostra
Regione. Ci sembra, pertanto, doveroso che come Consiglio regionale esprimiamo
la nostra solidarietà rispetto alle vittime della Liguria.
(I consiglieri
e tutti i presenti si levano in piedi ed osservano un minuto di silenzio)
Dopo l’ora dedicata alle interrogazioni a risposta
immediata, il successivo punto all’ordine del giorno riguarda la proposta di provvedimento amministrativo
numero 148/9^ d’Ufficio, recante: “Nomina di tre membri e tra questi il
Presidente del Comitato Regionale per le Comunicazioni – Corecom – Riapertura
termini – (delibera U.P. n. 83 del 19.9.2011)”.
Prima di
procedere alla votazione chiamo i capigruppo al banco della Presidenza per concordare le modalità di
prosecuzione.
(I capigruppo si portano al banco della Presidenza)
Riprendiamo
i lavori dopo questo confronto tra i capigruppo. La
parola all’onorevole Principe.
Presidente, a nome dei colleghi capigruppo di
minoranza, chiedo un rinvio di questo punto
all’ordine del giorno che è molto importante sia per la maggioranza sia per la minoranza, affinché si giunga ad una sintesi altamente
qualitativa. Voglio precisare che, sentendo le nostre ragioni, anche il collega Fedele e gli altri
colleghi di maggioranza si non associati alla nostra richiesta.
Per quanto ci riguarda
abbiamo avviato un confronto proficuo. Come vede alcuni colleghi di minoranza
non sono neanche in Aula, pertanto le chiedo il rinvio del punto alla prossima
seduta.
Prego, onorevole Fedele.
Grazie, Presidente, prendiamo atto che i colleghi della opposizione non hanno ancora raggiunto una sintesi
su questo punto, trattandosi delle nomine di un organismo di grande rilevanza.
Siamo tra l’altro in questa situazione proprio perché,
come da loro sostenuto, non c’è ancora, nell’ambito delle nomine dei
componenti del Corecom, la parte di quota che spetta alla opposizione a loro garanzia.
Quindi, non
avendo le opposizioni ancora trovato una sintesi unitaria – come anche noi
auspichiamo –, non abbiamo niente in contrario che si rinvii di una settimana, Presidente.
Voglio,
però, anche ricordare ai colleghi, che lo sanno meglio di me, che trattandosi
di un organismo importante c’è anche necessità che a breve il Comitato del
Corecom sia messo nelle condizioni di esercitare i suoi pieni poteri.
Da questo punto di vista per oggi non ci sono assolutamente problemi, ma credo, onorevole Principe, che nella prossima seduta si
debba procedere.
(Così
resta stabilito)
Si passa adesso al terzo punto all’ordine del giorno che riguarda la proposta di provvedimento
amministrativo numero 143/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante:
“Approvazione Piano regionale di Sviluppo Turistico Sostenibile per il triennio
2011 – 2013 - art. 3 legge
regionale 8/2008”.
L’onorevole
Fedele, relatore, ha facoltà di
svolgere la relazione.
Il Piano regionale
di sviluppo turistico sostenibile, previsto dalla legge regionale numero 8 del 5 aprile 2008 sul
riordino della organizzazione
turistica in Calabria, è stato realizzato dal dipartimento del turismo della Regione
Calabria con l’assistenza tecnica di Invitalia. E’ un ottimo lavoro, devo dire,
che il dipartimento ha realizzato e che abbiamo avuto modo di esaminare in
Commissione.
Il turismo è considerato uno dei fattori strategici per
lo sviluppo economico della Regione, in grado di creare occupazione stabile se
è destagionalizzato, diversificare il sistema produttivo locale, salvaguardare
specificità culturali tipiche a tutela e valorizzazione dell’ambiente.
L’assenza, finora, di una strategia complessiva sul
turismo in Calabria si è tradotta, infatti, nella presenza di un sistema
imprenditoriale disomogeneo e poco strutturato; nella scarsa rappresentatività
istituzionale del settore - la maggior parte dei comuni calabresi infatti non
dispone, ad esempio, anche di un assessorato al turismo, tanto per dire -;
nella forte specializzazione del mercato turistico del prodotto balneare
favorita anche dalla limitata capacità di accoglienza delle città capoluogo e
dei comuni più grandi della Regione e dall’alta concentrazione alberghiera
sulle cose.
In coerenza con le indicazioni legislative, il presente
documento illustra la strategia di azioni sostenibili per le aree e di prodotti
regionali a maggiore attrattività turistica. Esso costituisce la base documentale
per definire la strategia di mercato e le azioni di marketing per il
posizionamento e la promozione dell’offerta turistica regionale nello stesso
periodo. Elaborare il Piano esecutivo delle azioni per l’annualità 2011-2013 e
costruire la base informativa sul turismo sostenibile di riferimento per il
sistema informativo turismo della Regione Calabria.
La strategia di azione oggetto del Piano è stata
elaborata sulla base dei principi di sostenibilità enunciati dalla Unione europea
e in raccordo con gli strumenti di pianificazione strategica del comparto
turistico in Calabria ed in coerenza con gli obiettivi del Por Calabria
2007-2013, in particolare dell’asse V, risorse culturali, naturali e turismo
sostenibile.
Il documento si articola in quattro sezioni. La prima
riguarda il contesto documentale di riferimento del presente elaborato. La
seconda fornisce una lettura del contesto competitivo in cui si inserisce la
Regione Calabria, con particolare attenzione ai trend internazionali, nazionali e all’area del bacino del
Mediterraneo, individuando le performance del sistema turistico
calabrese.
In seguito enuncia i principi che guidano le politiche
comunitarie per la sostenibilità e procede all’analisi del contesto calabrese,
rispetto ai più comuni e rilevati indicatori.
La terza sezione individua, poi, gli obiettivi generali,
le linee strategiche e le tipologie di azioni volte a risolvere ed incidere
significativamente sulle criticità di sviluppo turistico rilevabile
dall’analisi Swot. L’ambito di applicazione del Piano, delimitando le aree e
definendo i prodotti a maggiore attrattività turistica regionale, oggetto delle
strategie di valorizzazione e promozione turistica, i principi e gli
orientamenti metodologici rilevanti ai
fini dell’attuazione del Piano e delle situazioni strategiche. Le soluzioni
prospettate sono definite anche rispetto alla governance ed alla loro
dimensione finanziaria.
La quarta sezione, infine,
contiene in appendice il glossario dei termini utilizzati nel documento e
nell’allegato 1 i risultati delle analisi di sostenibilità applicata al
contesto calabrese, in allegato 2 la metodologia utilizzata per individuare le
aree ed i prodotti regionale a maggiore attrattività turistica nonché le schede
tecniche informative elaborate sulle aree turistiche. Nell’allegato 3, infine,
il dettaglio delle azioni del Piano enunciate nella sezione terza.
Finalità principale è quella
di definire una strategia complessiva dello sviluppo turistico calabrese al
fine di porre rimedio alle criticità rilevate e sviluppare in maniera adeguata
la potenzialità economica del settore, con l’obiettivo di aumentare la
competitività delle destinazioni turistiche regionali e di promuovere lo
sviluppo integrato e sostenibile delle risorse presenti sul territorio.
La forte specializzazione del
mercato turistico regionale nel prodotto balneare causa, infatti, un’alta e
crescente concentrazione stagionale dei flussi che si accompagna allo
sfruttamento intensivo della costa, alla scarsa propensione delle imprese a
diversificare ed innovare il prodotto turistico, alla bassa qualità e
all’attrattività dell’ambiente.
La strategia di
diversificazione dell’offerta turistica regionale, in un’ottica più sostenibile
ed attrattiva, conduce ai seguenti obiettivi generali. Primo: accrescere la
competitività del mercato. Secondo: riequilibrare la distribuzione spaziale
delle attività turistiche della costa anche verso l’interno, sviluppando forme
di autorganizzazione della vacanza di scoperta per diffondere i benefici
sociali su un territorio più vasto e limitare i danni legati all’abbandono dei
luoghi e delle attività tradizionali. Terzo: migliorare la qualità dei servizi
del turismo, promuovendo la cultura della sostenibilità. Quarto: rafforzare e
qualificare l’offerta ricettiva, nel rispetto dell’ambiente, attraverso
l’adozione di soluzioni tecnologiche ed organizzative orientate alla
sostenibilità, promuovendo forme di utilizzazione ottimale delle strutture
ricettive esistenti e stimolando il consumo turistico dei territori anche in
periodi extra estivi. Quinto: sostenere la gestione imprenditoriale e la
cultura dell’ospitalità ed accoglienza.
Ancora, rafforzare la
percezione esterna dei territori e della loro identità per passare dal marketing
del singolo prodotto alla strategia di vendita dell’intera e diversificata
offerta di una destinazione turistica.
Infine, appunto, costruire
una nuova alleanza tra pubblico e privato, tra Regione e livello locale, tra
offerta turistica e servizi, valorizzando la condivisione come strumento di
innovazione a supporto di una politica di sviluppo turistico sostenibile.
Questo strumento, una volta
approvato, consentirà all’intero comparto di investire significative risorse
comunitarie, pari a più di 140 milioni di euro, per promuovere al meglio il
pacchetto Calabria, per accrescere la competitività del mercato, costruendo
nuovi prodotti turistici per riequilibrare la distribuzione spaziale delle
attività turistiche della costa verso l’interno e migliorare la qualità dei
servizi al turismo.
In altri termini, non più
interventi mirati esclusivamente alla promozione, ma anche e soprattutto azioni
incisive per il sostegno del tessuto imprenditoriale, nell’ottica di un
miglioramento complessivo del sistema di accoglienza e di ospitalità.
Di conseguenza, quindi, di
una competitiva offerta turistica regionale per rafforzare la percezione
esterna dei territori e delle loro identità, per passare dal marketing
del singolo prodotto alla strategia di vendita dell’intera e diversificata
offerta di una destinazione turistica per costruire infine una nuova alleanza
tra pubblico e privato.
Devo dire che su questo tema
si è discusso molto in seconda Commissione e voglio ringraziare tutti i
componenti a cominciare dal Presidente Morelli che si sono prodigati in questa
attività, al pari, devo dire, dei colleghi dell’opposizione. Infatti, molti
emendamenti presentati in Commissione da parte dei colleghi della opposizione
sono stati recepiti perché noi vorremmo che questo fosse un Piano della Calabria,
non sicuramente un Piano solo di questa maggioranza.
Molti miglioramenti ci sono
stati e anche il dipartimento presente in Commissione ha molto contribuito da
questo punto di vista, accogliendo la quasi totalità degli emendamenti.
Anzi, nell’ultima seduta di
Commissione è stato autorizzato il coordinamento formale che ha consentito
l’approvazione del documento. Annuncio che, alla fine anche noi, dopo
l’approvazione, chiederemo che venga autorizzato il coordinamento formale.
Credo che sia un testo
ampiamente condiviso, che abbia recepito – come dicevo prima – le istanze anche
dei colleghi della opposizione. Per questo prego i colleghi di approvarlo,
perché credo che faremmo una cosa buona non per questa maggioranza, ma per la
nostra Regione.
Diciamo sempre tutti nei
nostri interventi, maggioranza e opposizione, che il turismo è strategico per
lo sviluppo di questa Regione. Adesso abbiamo un Piano che, dopo 40 anni,
finalmente speriamo che stasera il Consiglio possa approvare.
Credo che il merito sarà di
tutti, del dipartimento che sicuramente l’ha preparato, del Presidente
Scopelliti che guida con grande determinazione questo settore in cui ha la
delega, ma - credo - sia un risultato ascrivibile – se riusciamo a farlo alla
unanimità – a tutto il Consiglio regionale e non solo a questa maggioranza.
Grazie.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Censore. Ne ha
facoltà.
Signor Presidente,
onorevoli colleghi, dopo alcune settimane di discussione in Commissione
bilancio e dopo la presentazione di una mole di emendamenti correttivi ed
integrativi, oggi il Consiglio regionale è chiamato ad esprimere una parola
decisiva sul Piano regionale di sviluppo turistico sostenibile.
Si tratta di un documento
che impone una attenta lettura ed una ampia riflessione a motivo del fatto che
noi riteniamo in maniera trasversale che il comparto turistico è da sempre
considerato un settore trainante per l’economia di questa Regione benché i dati
da parte della banca d’Italia ci dicono che il turismo copre appena l’1 per cento del Pil privato.
La discussione che è stata
avviata in Commissione, signor Presidente, non ci ha per nulla soddisfatto,
nonostante gli sforzi di equilibrio che ci sono stati da parte del Presidente
Morelli e da parte dell’onorevole Fedele.
Non ci è piaciuta in
particolare la scarsa apertura da parte della Giunta nei confronti delle nostre
richieste che miravano a rivedere gli obiettivi del Piano. Noi pensiamo che il
Piano debba dar spazio a scelte strategiche di diversa natura.
A molti è sembrato che la
discussione in Commissione fosse solo orientata a modificare l’allegato
contenente le schede relative alle aree o ai comuni a maggiore vocazione
turistica.
Ritengo che questo sia stato
uno degli aspetti marginali. Il collega Fedele ricorda che sono stati accolti
degli emendamenti proposti da consiglieri di minoranza. E’ vero! Ma è avvenuto
perché ci sono state della macroscopiche dimenticanze e, quindi, il lavoro
portato avanti in Commissione ha permesso di sopperire a queste inefficienze.
Perché questo? Perché da
questa bozza di Piano venivano escluse aree con grandi potenzialità turistiche
dal punto di vista gastronomico, culturale e
religioso. La Commissione ha corretto queste storture.
Chiaramente, però, in
quella sede avremmo voluto che si entrasse nel merito del Piano e che si
discutesse del corpo del Piano che, secondo, contiene elementi di forte
criticità.
Pensiamo che se non
venissero recepite le nostre osservazioni chiaramente verrà persa una occasione
molto attesa da parte delle amministrazioni locali, degli operatori e da tutto
l’indotto che ruota intorno al settore turistico.
Insomma, la lettura del
Piano così come è stato formulato - per chi lo legge è un documento corposo su
cui è stato realizzato un lavoro ragguardevole - illustra una analisi fatta di
peculiarità, di potenzialità presenti nella nostra Regione, ma non ci trasmette
nessuno spunto importante rispetto agli obiettivi strategici che il Piano si
prefigge nel medio e nel lungo periodo.
Manca, insomma, quella che
in gergo si chiama mission, mancano
gli obiettivi che dovrebbero portare questa a diventare una vera Regione
turistica, attraverso l’utilizzo di un enorme patrimonio e di risorse
finanziarie che, secondo me, andrebbero anche rimodulate, ma su questo dirò
qualcosa più avanti.
Le maggiori criticità, per
noi, sono rappresentate dall’assenza nel Piano di strategie che puntino sulla
innovazione e sulla competitività, due aspetti che riteniamo fondamentali per incidere
e per essere competitivi anche rispetto ad altri Paesi che vendono prodotti
turistici.
Manca un elemento di
rottura con il vecchio modo di pensare il turismo. Una volta si diceva che
tutta
Una volta si individuavano
tutti i comuni della Calabria come comuni turistici, adesso se ne individuano
209 e si dà un grande spazio al turismo balneare.
Ebbene, questo Piano non è
in linea con quanto dice la legge 2/88 che ci parla di un turismo integrato,
quindi un turismo che tiene conto non solo del turismo balneare ma anche dei territori
interni, del patrimonio che c’è nei territori interni e della loro cultura.
Non sono state accolte le
nostre osservazioni rispetto a questa situazione e non sono state accolte
nemmeno le osservazioni fatte in Commissione da Confindustria che ha parlato del turismo termale. Il rappresentante di Confindustria ha detto che il turismo termale può rappresentare uno
spaccato importante per destagionalizzare la domanda, per fare turismo 365
giorni all’anno.
Ebbene, noi non abbiamo
trovato uno spazio dedicato al turismo termale e quindi alla innovazione di un
prodotto che deve essere più dinamico, attraente e coinvolgente.
A noi è sembrato che in
Commissione si sia voluto incentrare la discussione solo sui comuni, non
considerando che il turismo, invece, è un comparto strategico, obbligato a
seguire l’assioma dettato dalla legislazione nazionale, prevedendo adeguati
spazi per i piani, per i progetti proposti dai sistemi turistici locali.
Per realizzare questo Piano si dovevano ascoltare i
territori e costruire prima i sistemi turistici locali invece così non è stato
fatto. Noi siamo di fronte ad un Piano che è nato in maniera unilaterale e
calato dall’alto senza coinvolgere gli attori principali del settore.
Noi volevamo una programmazione concertata e condivisa
con tutti, con i rappresentanti delle categorie. Una condivisione che poteva
veramente diventare progetto. Non siamo d’accordo con questo approccio e con
questa mancata programmazione perché pensiamo che la condivisione poteva essere
un valore.
D’altronde cosa ci si poteva aspettare in una Regione
dove manca ancora l’assessore al turismo? In una Giunta dove manca la massima
figura istituzionale che dovrebbe essere il referente della Regione in materia,
portavoce di una linea politica nel settore, colui che indica un percorso
strategico rispetto ad un settore che riteniamo importante?
Mi dispiace che non ci sia il Presidente della Giunta,
ma più volte glielo ho detto a mezzo stampa. Sarebbe ora che dicesse ai
calabresi perché non affida questa delega ad una persona che abbia più tempo e
continui ad ostinarsi a mantenerla per sé.
Chiedo al Presidente Scopelliti di compiere questo
gesto, che giudichiamo molto importante, nell’interesse dei calabresi e della
Calabria e che potrebbe consentire alle potenzialità del turismo calabrese di
raccordarsi con altri strumenti di programmazione territoriale, perseguendo l’abbattimento
delle criticità che ostacolano la possibilità di una pianificazione vera e
organica, capace di spingere avanti i settori ed i territori a maggiore
vocazione turistica.
Penso alle difficoltà che ci sono oggi in Calabria. Le
difficoltà che incontra sul turismo sono quelle causate dall’assenza di
adeguate politiche dell’ambiente, alla mobilità interna ed esterna, alle
attività produttive, ad un Piano vero della portualità che non sia solo una
enunciazione senza risorse finanziarie. Il Piano che è stato presentato è un master plan, non è un Piano che indica
risorse e che porta ad un percorso virtuoso per la costruzione di nuovi porti.
Pensavamo che questo Piano contenesse le linee
strategiche di un grande progetto, invece ci siamo trovati di fronte ad un
documento di spesa.
In questa Regione sol perché si devono spendere i fondi
europei si realizzano programmi di spesa fini a sé stessi.
Anche rispetto alla spesa ritengo che le risorse
impiegate in questo Piano di sviluppo integrato siano poche, si aggirano quasi
intorno a 100 milioni di euro. Ritenevo giusto che il governo rimodulasse il
Por e che destinasse a questo strumento maggiori risorse, essendo un settore
meritevole di maggiore considerazione e non uno strumento fine a sé stesso.
Noi, signor Presidente del Consiglio, in giugno come Pd,
come Partito democratico, avevamo presentato al Presidente della Giunta una
mozione nella quale si chiedevano precise risposte in ordine ad alcune
preoccupanti criticità.
Ad inizio stagione avevamo chiesto queste cose, avevamo
chiesto qualche iniziativa sulla depurazione ed abbiamo assistito, poi, al suo
giro in elicottero quando ormai il danno era consumato e quanto tutti i turisti
gridavano e gli operatori si lamentavano perché il mare era inquinato. Sono state
stanziate delle risorse per i punti di maggiore criticità.
E’ questo il metodo col quale si può far turismo in
questa Regione? A noi appaiono evidenti le strozzature che rendono
In questa bozza di Piano, onorevoli colleghi, non c’è
una valida visione sulle scelte di messa a valore di un grande patrimonio, né
tanto meno si intravedono soluzioni per destagionalizzare la domanda.
In questo Piano non sono state neanche recepite le
osservazioni che i turisti e i tour
operator hanno evidenziato tramite l’osservatorio regionale. Osservazioni
che sono pervenute sulle criticità del Piano e sono state ben illustrate, sono
state fatte dai turisti e dai tour operator.
Ad esempio, una cosa
importante è la riqualificazione degli alberghi, richiesta da tutti i turisti.
Non esistono buoni alberghi a 5 stelle in questa Regione e si investono soldi
per costruire nuove strutture quando quelle esistenti non si riqualificano.
Una cosa richiesta dai tour operator e dai turisti è la professionalità del personale. Manca
in Calabria una vera professionalità degli addetti al turismo, sebbene
Quindi a fronte di una mole imponente di personale si
lamenta la poca qualità e la poca qualificazione dello stesso. Rispetto a
questo si doveva osare di più, ci dovevano essere delle risorse per formare il
personale in maniera migliore e per una sua vera riqualificazione.
Noi avremmo voluto che il Piano destinasse maggiori
risorse verso queste linee, anziché appostare in questo Piano quasi 30 milioni
di euro per la promozione, per le fiere. Noi riteniamo che questo sia un
vecchio modo di pensare allo sviluppo turistico.
Non diciamo che il prodotto Calabria non vada promosso,
perché è giusto che sia promosso, ma ci troviamo di fronte al fatto che alcuni
operatori, tour operator importanti,
fuggono dalla Calabria.
E’ il caso di Ft che è il maggior tour operator che porta in Calabria tutti i turisti tedeschi
tramite Air Berlin. Ebbene,a questo tour
operator è stata chiusa la porta anche se sono state dirottate somme verso
Ryanair. Chiaramente questo tour operator
che tramite Ft, tramite Air Berlin, porta i turisti in Calabria per la prossima
stagione deciderà di indirizzarli verso altre località e non in Calabria.
Noi a tal proposito avevamo proposto degli emendamenti
in Commissione per sostenere la domanda di questi tour operator, così come abbiamo richiesto a gran voce di sostenere
la legge del 1995 che potenzia i voli charter,
benché si tratti di una parte a sé stante rispetto al Piano. Non promozione
solo attraverso le fiere. Noi promuoviamo le fiere, poi vengono i turisti e che
trovano qua? Alberghi non riqualificati, personale non qualificato, un turismo
non integrato col territorio e non integrato con l’entroterra. Per questo
motivo noi pensiamo che il Piano presenti molte discrasie che ce lo fanno
considerare poco soddisfacente e non in linea con quanto richiesto dal turismo
internazionale e con le nuove tendenze.
Puntando su tutti gli
Per noi
Si tratta, quindi, di saper cogliere queste opportunità,
programmando quelle azioni di crescita e sviluppo che rendono il marchio
Calabria unico e distintivo in questo frangente.
Noi in questo Piano oggi in discussione non abbiamo
intravisto tutti questi elementi di discontinuità e chiaramente il nostro
apporto, rispetto al Piano, non è di condivisione. Il Piano avrebbe dovuto
assurgere ad un’altra governance.
Invece, c’è stata una chiusura e non solo non sono state recepite le nostre
osservazioni ma, di fatto, è stato concepito unilateralmente, senza il
coinvolgimento delle Province e da parte di altri importanti attori, facendoci
giudicare questo Piano monco, non concertato ed incapace di offrire alla
Calabria quella prospettiva di Regione turistica che meriterebbe. Grazie.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Mirabelli. Ne ha
facoltà.
Signor Presidente, signori
consiglieri, penso - a differenza dell’onorevole Censore che mi ha preceduto e
che è stato in Commissione insieme a me – che in quella sede sia stato fatto un
lavoro approfondito e abbastanza puntuale.
E’ vero che molti emendamenti non sono stati in parte
accettati e altri invece lo sono stati e per questo ringrazio la sensibilità
del direttore generale che ha recuperato in questo nel Piano porzioni di
territorio in un primo momento escluse, soprattutto della provincia di Cosenza
ma non solo. Questo Piano è uno strumento operativo importante, è uno strumento
di programmazione e di pianificazione molto serio.
Ha recuperato determinati comuni nell’area del golfo di
Corigliano sia dell’Alto sia del Basso Ionio anche se, senza dubbio, non tutti.
Quelli che avevano l’ambivalenza di mare-monti hanno trovato una giusta
collocazione.
La stessa cosa è avvenuta per il Basso Tirreno e mi
riferisco ai comuni di Fiumefreddo, Longobardi, Belmonte e Amantea che hanno
avuto la possibilità di poter essere inseriti in questo importante Piano.
E’ un Piano – come tutti i piani – sempre perfettibile,
senza dubbio. E’ difficile poter realizzare su un settore così complicato e
complesso, multifattoriale, quale quello del turismo un Piano che possa essere
dichiarato perfetto al 100 per cento.
Posso garantire, almeno dal mio punto di vista, che è un
Piano redatto nel modo migliore possibile. Ho avuto la forza di leggermelo
completamente, nonostante la sua corposità, ed è esaustivo e anche abbastanza
pesante per le analisi che fa.
Viene approvato in ritardo, ma sul turismo dobbiamo fare
anche una certa riflessione.
Il turismo in Calabria per anni, per decenni molto
probabilmente è sempre stato uno di quei settori lasciati a sé stessi,
nonostante da tutti fosse considerato come importante e trainante, insieme
all’agricoltura, dello sviluppo economico e del Pil calabrese.
Andava, cioè, avanti quotidianamente, giorno per giorno
e per forza di inerzia, senza una reale pianificazione, una reale
programmazione di base di tipo settoriale e specifica che individuasse dei
percorsi e degli obiettivi da raggiungere, soprattutto, in tempi brevi/medi.
Con questo Piano, finalmente, questo andazzo e questa metodologia un po’ anomala, di cui
Infatti, 145 milioni di euro
sono la somma complessiva messa all’interno del Por nell’asse V. E’ una somma
bassa rispetto alla portata che questo Piano vuol darsi. E’ un Piano che
affronta in maniera analitica e specifica e fa un’attenta diagnosi di quella
che è la reale situazione del turismo calabrese, evidenziando i punti di
debolezza e di forza, caratterizzandosi per una analisi asettica proprio perché
per poter fare una buona terapia è necessario avere una diagnosi certa.
E’ vero che questo non è un
settore semplice, è molto complesso e complicato perché investe in maniera
trasversale anche altri assessorati e dipartimenti.
Tant’è che mi preoccuperei di
dire al Presidente e al direttore generale dell’assessorato di costituire
immediatamente un comitato interno - senza aggiunzione di spesa –
multidisciplinare e interdipartimentale in modo tale da poter metter mano a
tutte quelle situazioni che consentiranno una migliore qualificazione del turismo
affinché possa diventare un turismo reale ed attrattore nel vero senso del
termine.
Mi riferisco al settore
ambientale, al settore alla depurazione, dei trasporti e a quello culturale, al
settore dei lavori pubblici. E’ un argomento questo talmente difficile che non
è semplice poter esaustivamente chiuderlo e delimitarlo nell’ambito di quelle
che sono le funzioni e le peculiarità dell’assessorato stesso al turismo.
E’ ovvio che, ripeto, i fondi
forse sono pochi. Il Piano è stato fatto bene, è puntuale, esaustivo ed ha a
monte un’ottima valutazione ed attenta analisi specifica, settore per settore,
in cui individua le carenze, anche di tipo strutturale, e le richieste che
provengono dai turisti; richieste verso le quali una Regione, un assessorato e
un dipartimento devono essere attrezzati nella pianificazione di una
programmazione.
E’ ovvio che le difficoltà
non stanno tanto nel realizzare il cartaceo e il Piano, caro Presidente, ma la
cosa più importante è quella di concretizzare e rendere operativi gli strumenti
finanziari, in modo tale da avere a breve termine una ricaduta efficace in
termini di spesa che sia di tipo produttivo e non fine a se stessa, come è
stato fatto nel passato.
E’ vero che mancano delle
strutture alberghiere di alto livello, ma non è vero che non ci sono alberghi a
5 stelle perché in Calabria ne abbiamo 16, caro collega Censore. Ce ne
vorrebbero di più, perché molto probabilmente una fetta della domanda vuole un
turismo di alta qualità e non soltanto un turismo balneare e questo è inserito
chiaramente nel documento.
L’obiettivo principale di
questo Piano è quello di tentare di estendere la vacanza balneare ad altri
mesi, cioè la famosa destagionalizzazione del turismo.
E’ una sfida! Abbiamo risorse
naturali di grande livello, abbiamo parchi e 13 terme di cui più di una anche
ottima da un punto di vista chimico-fisico delle acque.
Abbiamo strutture e piccoli
borghi che vanno rivalutati nel giusto senso. Prendo lo spunto da qui per
ricordare al capogruppo Fedele che è necessario, molto probabilmente,
intervenire sulla questione dei centri storici per quanto riguarda i
finanziamenti relativi al loro consolidamento che, poi, col Fas non sono più
arrivati.
Ci sono troppe pratiche ferme
che, invece, servirebbero a mantenere in sicurezza e ad abbellire anche
esteticamente i centri storici che rientrano nell’ambito di questo Piano.
Ripeto: un Piano serio. La
difficoltà più seria non è fare il Piano ma concretizzare la mole di elementi, informazioni,
indicazioni e analisi che ne vengono fuori. Anche l’utilizzo dei fondi che sono
rientrati all’interno del Pisl, frutto di concertazione, del coinvolgimento
delle amministrazioni e delle aree d’ambito, possono essere, da un lato,
dichiarati importanti ed è una cosa positiva. Dall’altro lato, però, frenano la
capacità di spesa e decisione che deve essere mediata e concertata, in quanto
vincolante in termini di decisionismo per la stessa struttura regionale, lo
stesso governo regionale, la stessa amministrazione regionale.
Ecco perché penso che questo
sia un settore su cui
Per la prima volta la Regione
Calabria si è dotata di uno strumento sul quale poggiare tutte le misure
consequenziali in termini finanziari e di realizzazione.
E’ vero che, purtroppo, è un
Piano che guarda al turismo ed evidenzia le criticità che sono ormai
strutturali e storiche della regione. Abbiamo un dissesto avanzato, abbiamo la
questione della depurazione, cose che purtroppo messe insieme finiscono per
depotenziare l’offerta turistica in termini di qualità.
Il lavoro, dunque, va fatto
ed è per questi motivi che ho evidenziato la necessità, perché importante, di
creare, all’interno dei dipartimenti, una struttura, una cabina di regia – caro
consigliere Orsomarso – fra tutti i dipartimenti che hanno, comunque, di
striscio o completamente a che fare con l’assessorato al turismo, per non
vanificare anche i pochi fondi finanziari. Il Piano è talmente esaustivo dal
punto di vista del settore turismo e di tutto l’indotto che meriterebbe ben
altra dotazione finanziaria.
E’ vero che, purtroppo, forse
arriviamo un po’ in ritardo ma abbiamo, rispetto alle altre Regioni, facendo le
dovute verifiche, risorse naturali ed interne. Di questo Piano, probabilmente,
avrebbero potuto beneficiare molti altri comuni, ma si è tentato in tutti i
modi di creare un collegamento fra il mare e la montagna, avendo riguardo della
vocazione che ancora oggi resta la maggiore fonte di garanzia economica per
gran parte del turismo calabrese: quello di tipo balneare.
Ebbene, con questo Piano si
tenta di far rivivere anche l’entroterra, soprattutto quelle porzioni di
territorio, quei comuni che hanno sbocco sul mare e, contestualmente, anche
l’entroterra con centri storici di un certo pregio architettonico e
monumentale.
E’ un meccanismo intelligente
per puntare ad una diversificazione dell’offerta turistica che possa essere
esaustiva delle nuove esigenze del turista, esigenze che devono tenere conto da
un lato delle difficoltà economiche di chi oggi si muove.
Infatti, è venuta meno
rispetto al passato la lunga vacanza. Oggi i periodi sono ristretti e spesso si
va trovando qualcosa di diverso rispetto al passato; l’escursionismo da una parte,
il turismo religioso, il turismo termale.
E’ una questione
multifattoriale che per essere affrontata ha la necessità di poter fare
affidamento su quella famosa cabina di regia, che esorto il Presidente e il
direttore generale – visto che non c’è l’assessore – a porre in essere con
estrema celerità.
Ecco perché penso che,
comunque, un primo passo importate su questo settore importantissimo per il
prodotto interno lordo calabrese sia stato omesso.
Un discorso a parte,
giustamente, merita la scarsa qualità delle professionalità che ognuno di noi
spesso critica – e fa bene anche Censore a criticare.
E’ ovvio che la
professionalità non può essere di alto livello, nonostante la grande pletora di
scuole alberghiere e di scuole di formazione turistica specifica, nonostante i
tanti e tanti finanziamenti che sono stati dati alla formazione professionale,
soprattutto in questo settore.
Però, il dato è normale, la
professionalità si acquista anche col lavoro diretto. Le basi servono per
poterti inserire nel mercato del lavoro. E’ poi il lavoro che in sé e per sé
diventa quasi una forma di apprendistato, ti consente di migliorare.
Essendo il turismo in
Calabria troppo stagionalizzato, troppo circoscritto al mese di luglio-agosto
in modo particolare, è ovvio che questa professionalità non possa avere una
caratteristica equivalente a quella di altri Paesi.
Ultimo punto importante.
Credo che sia giusto, da
parte del dipartimento turismo, prendere in giusta considerazione – se ne parla
all’interno di questo Piano ma molto probabilmente potrebbe essere corroborato
– un turismo specifico, un capitolo specifico di un turismo della montagna.
Pensate a Camigliatello.Così
come abbiamo punti di eccellenza a livello balneare in Calabria – saranno 3 o 5
– noi dobbiamo creare punti di eccellenza anche in montagna. Dobbiamo avere una
montagna che possa riconoscersi in 3-4 punti di eccellenza.
Abbiamo belle montagne, belle
risorse naturali, male o poco utilizzate. Basti solamente pensare che non è mai
stata realizzata un’opera di investimento seria per quanto riguarda le cabine
di sciovia, le piste di sciovia di Camigliatello e di altre zone della
Calabria.
Quello sarebbe anche un altro
modo per investire e cercare in tutti i modi, specificatamente settore per
settore, puntando soprattutto su una migliore qualificazione e una maggiore
spesa per la montagna, di potenziare anche noi questo altro aspetto importante
del turismo che, insieme al termalismo, insieme al turismo culturale, insieme
al turismo religioso, potrebbe estendere il periodo di vacanza e di turismo
nella nostra Calabria. Grazie.
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Orsomarso. Ne ha facoltà.
Prego i colleghi che devono
intervenire di prenotarsi al banco della Presidenza per chiudere l’elenco degli
iscritti a parlare.
Velocemente, voglio esprimere un plauso al lavoro
dell’assessorato. Ricordo alla minoranza che il turismo ha un’assessore che è
il Presidente Scopelliti che ha deciso di trattenere, insieme alla sanità,
questa delega importante e vitale per la regione.
Se, poi, avevamo fatto l’abitudine agli assessori che
negli anni passati si limitavano a dare o ricevere coppe e targhe, è un altro
concetto di delega, di rappresentanza politica che si produce.
Intanto, dico al collega Censore che, parafrasando il
suo nome, ha censurato troppo un documento che rappresenta una novità e che non
arriva con grande ritardo.
In 18 mesi è stato prodotto un documento che fa sintesi
del lavoro di anni, tant’è che nella premessa di questo documento si
recepiscono le indicazioni - forse il collega si riferiva alle premesse - per
superare tutte quelle criticità.
Si è avuto, con una delibera del 2009, il riconoscimento
dei sistemi turistici locali che stanno nell’ambito di un Piano che attua e
mette in campo una strategia.
Ritengo che il collega Censore abbia, come me, le
competenze necessarie – se non vado errato è un commercialista – per affrontare
la tematica in maniera critica.
(Interruzione)
Presidente, non che sia importante ma non si riesce
proprio a parlare.
Prego i colleghi consiglieri di accomodarsi. Non si
sente assolutamente nulla nemmeno dai banchi della Presidenza.
Possiamo cambiare il microfono all’onorevole Orsomarso?
Perfetto.
Era solo per dialogare sulle prospettive. Giustamente il
collega Censore ha fatto alcune precisazioni in modo puntuale, però molti non
sanno cosa sia una analisi swot e,
quindi, cosa significhi intervenire su una prospettiva di medio, breve e lungo
periodo attraverso un Piano che, come ricordava bene il collega Mirabelli,
mette in campo delle strategie e può essere incisivo, rispetto alle passate
stagioni di questa Regione, grazie alla collaborazione di un nuovo e dinamico
direttore generale.ovvio che con riferimento alle censure del collega
Censore non ritengo giusta la di
Leggo in modo appassionato che la minoranza cerca di
ritrovarsi attraverso riunioni per la ricerca di un’opposizione.
Noi da voi non dobbiamo avere nessuno sconto, semmai
deve esserci quell’incontro reciproco e legittimo che fa salva l’esperienza di
chi ci ha preceduto.
Su questo tema sarebbe facile dire cosa si è prodotto in
questi anni.
Ricordo a me stesso che, già dal 2008, si potevano
mettere in campo strumenti di programmazione come i Pisl che hanno tardato e di
cui avremmo potuto beneficiare.
Anche su questi strumenti, che stanno in campo e che
mettono insieme risorse in modo trasversale nei diversi assessorati, c’è una
strategia sostanziale nuova. Si interviene sui trasporti, sull’ambiente, sulla
formazione ed anche sui comuni interni.
E’ necessario condividere, al di là delle critiche che
si possono superare. La critica del consigliere Censore può essere più
illuminata perché è tecnica, però non si può distruggere un documento che
rappresenta l’unica vera novità della storia della tradizione del turismo
calabrese. E’ un documento di programmazione che fissa dei paletti, che lega
quelle risorse, poche o molte che siano.
Si investono da
C’è ad esempio una testimonianza che viene in queste ore
ed in questi giorni da chi – anche dalla minoranza – sta sui territori e pensa
di ridisegnare una Calabria con gli strumenti di programmazione che oggi ci
sono. Come abbiamo fatto, per esempio, con il Presidente Scopelliti. Siamo
andati in Sila, precisamente a Lorica, dove, in 40 anni di storia del
regionalismo, mai nessun Presidente di Regione si era recato in visita, pur
rappresentando quel territorio, insieme a Gambarie, una prospettiva per il
turismo.
Nella prospettiva di un incontro sulla balneazione siamo
stati anche nei comuni di Cetraro sul Tirreno cosentino ed in altri delle altre
province calabresi e per la prima volta abbiamo le risorse che sono disponibili
entro il 12 dicembre; quindi, consiglierei a quelle amministrazioni che stanno
più vicine al Partito democratico di realizzare i migliori progetti con
contributi anche critici su uno strumento di indirizzo che c’è e verrà
approvato, seppur – ripeto – tutto è perfettibile e migliorabile.
Dal mio punto di vista politico e tecnico, dico che è
uno dei migliori documenti prodotti dalle Regioni italiane, avendo fatto un benchmarking con quello che avviene nelle altre Regioni
e interrogandosi in termini di domanda e di offerta.
Oggi abbiamo l’opportunità ed è qui che subentra lo
strumento del controllo serrato, forte ed importante delle opposizioni che si
ritrovano, come ho letto in questi giorni, se noi dovessimo sbagliare
nell’investire su queste risorse.
Bisogna concentrare gli investimenti e quando penso alla
Sila, perché la conosco meglio, quindi Camigliatello e Lorica, ritengo che
entreremo tutti nella storia se realizzeremo il nuovo impianto di risalita,
creando un comprensorio sciistico che consenta alla nostra regione di diventare
appetibile 365 giorni l’anno.
Quanto al mare, agli hotel che ci sono da poco, se non
vado errato, è in pubblicazione la legge – anche quella attendeva dalla scorsa
legislatura ma non dobbiamo, ripeto, fare le gare – che interviene sulla
realizzazione di nuovi alberghi, sulla ristrutturazione e finanche sui lidi e
sulla balneabilità.
Abbiamo anche in quel caso il problema delle competenze
che si intersecano. Ad esempio, per tanti comuni mancano i piani spiaggia.
Incentiviamo e rincorriamo quegli amministratori che
fanno parte delle diverse parti politiche per dire di fare i migliori piani
spiaggia, di dare in gestione i lidi a chi vuole farlo come prima e non come
terza professione, per non trovarci d’estate a vedere i lidi gestiti non come
momento di grande redditualità per il proprio lavoro o la propria famiglia, ma,
diciamo, come un hobby.
Queste sono le prospettive che dà un Piano e che detta
delle regole con risorse certe e serie, tenuto conto che i Pisl scadono il 12
dicembre.
Quello che mi aspetterei da questa minoranza è un
confronto serrato su come devono essere spese le risorse e se vengono deviate
rispetto ad una impostazione standard prevista nel Piano, augurandoci tutti di
scrivere una nuova pagina del turismo.
Lo sento da quando avevo una coscienza civica e l’ho
ripetuto più volte in questo Consiglio regionale. La mia coscienza civica, per
quanto ragazzino maturo, mi appartiene da quando avevo 15-17 anni: si parla da
una vita – oggi ne ho 40 – di sviluppo del turismo, l’unica leva economica di
una Regione che è alla ricerca di una identità.
Penso che su questo dobbiamo crederci molto ed abbiamo
uno strumento che, collega Censore, per quanto da emendare e da criticare, non
va demolito come ha fatto lei, perché nel Piano c’è tutto il contrario di
quello che ha detto lei: c’è la programmazione e la diversificazione delle
risorse naturali.
Sfido chiunque ad andare a vedere se questo non è un
Piano strategico di buon livello: abbiamo anche degli elementi relativi al
turismo religioso.
Non vorrei essere blasfemo, ma noi abbiamo in Calabria
un “Maradona” che si chiama San Francesco da Paola. Anche in questo in molti
anni ci si è distinti con amministrazioni di centro-destra e di
centro-sinistra, non è esplosa una vocazione sul turismo naturale e religioso,
tutto quello che tanta gente ci invidia.
Lo vediamo nei paesi della sponda sud mediterranea,
anche a Rimini: laddove non ci sono le bellezze la gente se le inventa.
Qui bisogna cominciare ad occuparsi – come abbiamo fatto
in queste ore – di strumenti importanti che riguardano il turismo, come ad
esempio i trasporti. Anche lì
Non so se ne saremo capaci, ma con grande umiltà siamo
qui a lavorare e lo valuteremo dopo 5 anni come dice anche il Presidente
Scopelliti. Il nostro non sarà uno spot elettorale che dura 5 anni.
Noi abbiamo una sfida che è quella di dire ai calabresi
fra 5 anni non più l’1 o il 2 o il 3 per cento ma noi vorremmo concentrando i
vettori …
Anche quella storia che lei raccontava su Air Berlin: a
lei risulta che stava andando via invece Air Berlin rimane in Calabria, aveva
altre motivazioni.
(Interruzione)
A me risulta così poi lo dirà il Presidente.
Anche su questo, collega Censore, occorre dare delle
informazioni e mi auguro che si ottengano risultati con questo Piano e con le
risorse che abbiamo a disposizione parlando di turismo montano e delle terme.
Ancora oggi tanta gente va a Fiuggi anziché andare alle
terme calabresi, ma di certo non abbiamo contribuito noi a determinare questa
situazione.
Mi auguro che alla fine dei 5 anni noi potremmo avere il
20-30 per cento in più delle presenze destagionalizzate.
Dopo di che mi auguro, come sta avvenendo in diversi
settori, che si cominci a confrontarsi su dati veri. Non si può raccontare per
sentito dire che Air Berlin va via. Non si possono dare messaggi sbagliati,
perché uno poi si mette a far politica.
Se volete noi facciamo politica. Rispetto a quanto
avvenuto questa estate e rispetto al fatto che, forse, in qualche
amministrazione non guidata dal centro-destra avveniva che i depuratori
scaricavano in mare, allora noi siamo bravi più di voi a fare populismo.
Nell’immaginario siete quelli che ci avete consegnato la
“nave dei veleni”. Non ci basteranno 100 milioni di euro di investimento per
recuperare quel dramma che quell’assessore all’ambiente che è diventato poi un
assessore al turismo per
Non ci interessa guardare più tanto al passato,
guardiamo in prospettiva al futuro.
Abbiamo una minoranza e una opposizione – come volete
definirvi – che sta sul pezzo delle cose, su quello che si sbaglia e che ci si
incentiva, ma non ci raccontiamo più barzellette, non ci dimensioniamo più su
quegli aspetti populistici della politica rispetto ai quali, se volete, siamo
pronti a discutere, ma non vorremmo utilizzarli.
Va bene il contributo critico. Da domani utilizziamo
nell’approvazione di questo documento per vedere che quelle risorse già ci sono
e sono spendibili. Lì su quel territorio che lei conosce meglio di me, ognuno
per i propri territori, badiamo che non vadano disperse, che vengano utilizzate
per la prima volta con una proiezione che guarda al futuro e non sia
estemporanea creando l’ennesimo … “lavoro” di qualche compare, di qualche
amministrazione amica. C’è una prospettiva di Calabria, sono orgogliosamente
calabrese e so che lei lo è quanto o più di me …
(Interruzione)
Dimensioniamoci nel
dibattito e anche nel controllo di questi strumenti con maggiore criticità e
con una dimensione istituzionale differente, vi ringrazio.
Ha chiesto di
parlare l’onorevole Franchino. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, a nome del gruppo del Pd dichiaro
voto contrario perché il Piano, a nostro avviso, è disorganico, poco attento al
territorio, totalmente carente delle caratteristiche di un vero Piano turistico
e con stridenti contraddizioni.
Siamo in una condizione pesante e questo Piano ci
mantiene esattamente nelle stesse condizioni in cui eravamo fino ad ieri.
Siamo la quindicesima regione in Italia per numero di
presenze,
La montagna, infatti, registra solo il 3 per cento delle
presenze a testimoniare che a farla da padrone rimane il prodotto mare, quindi
il turismo balneare.
Condividiamo le osservazioni del collega Censore che
spero di non ripetere. Comunque tre o quattro riflessioni vanno fatte.
Innanzitutto, il potenziamento del settore turistico - e
questo Piano non lo prevede – non può prescindere da una analisi attenta del
mercato, bisogna avere la capacità di ascoltarlo e di comprenderlo, di
individuare i bisogni ancora insoddisfatti e di rispondere con una offerta che
sia di valore, adeguata e competitiva.
I margini per migliorare sono ampissimi, ma occorrono
piani ed azioni diretti alla trasformazione del settore da attività prettamente
stagionale a sistema produttivo permanente. Il Pd qui propone piani di area
singoli.
E’ necessario, quindi, porre la massima attenzione sulla
qualità da quella urbana ed ambientale, facendo leva soprattutto su alcuni
elementi che ci paiono essenziali e fondamentali.
La costruzione dell’offerta su principi di sostenibilità
e su un’adeguata accessibilità delle destinazioni turistiche, pertanto su
strumenti urbanistici ed infrastrutturali che promuovono la realizzazione di
investimenti utili all’economia turistica.
Qualificate risorse umane. La riqualificazione
dell’offerta non può prescindere da un forte investimento sulla formazione
degli addetti e sullo sviluppo della cultura dell’accoglienza.
Saper cogliere le nuove sfide e le nuove tendenze per
restare al passo con le trasformazioni in atto del mercato.
Per esempio, il turismo oggi non è più quello legato
alla vacanza lunga, concentrata per lo più nel periodo estivo, ma quello che si
basa su vacanze brevi e disseminate in tutti i periodi dell’anno e non solo in
località marine.
Una maggiore complementarietà tra soggetti balneari e le
altre opzioni turistiche presenti sul territorio, favorendo una maggiore
integrazione fra la fascia costiera, dove si concentrano le presenze, ed il
territorio retrostante, ricchissimo di attrattive ma spesso penalizzato dalla
inadeguatezza delle infrastrutture e dalle carenze qualitative della offerta
turistica nel suo complesso.
Inoltre, il rafforzamento della identità turistica e lo
sviluppo di nuovi prodotti da commercializzare al fine di diversificare i
mercati di provenienza.
Voglio, a conclusione, citare solo un esempio. Da qui a
qualche momento andremo a votare la proposta di legge numero 77/9^, relatore
l’onorevole Morelli che nella sua relazione dice – è soltanto un esempio –
parlando dell’Alto Jonio cosentino “è un territorio ricco di biodiversità,
risorse paesaggistiche e storico-culturali”.
Nel Piano turistico questo territorio viene totalmente
dimenticato. In circa
C’è la presenza di tre aree di particolare interesse
naturalistico: il banco di Amendolara, la pineta costiera di
Roseto-Montegiordano e le zone di protezione speciale dei torrenti Ferro e
Ferro-Canna. La natura ed il turismo di questo territorio rendono tutto questo
ancora più interessante.
E’ stata solo la volontà di parte della Commissione e
dello stesso onorevole Morelli quella di introdurre, nonostante vi siano state
alcune dimenticanze, parte di questo territorio.
Non è un caso che alcuni dei comuni importanti del
territorio montano come Canna, Nocara, Alessandria, Albidona, Castroregio, San
Lorenzo Bellizzi, che sono le porte del Parco del Pollino, siano totalmente
assenti dal Piano turistico.
Per questi motivi noi riteniamo - ma questo, ripeto, è
uno dei tanti motivi oltre a quelli già citati dall’onorevole Censore e alle
modeste osservazioni fatte dal Pd e dal sottoscritto - che
La strategia deve, però, necessariamente basarsi su uno
sviluppo equilibrato tra le esigenze ambientali e quelle che devono mirare a
potenziare e qualificare l’offerta turistica intesa nella sua accezione più
ampia.
Ecco perché il Pd ritiene il Piano inadeguato ed il nostro
voto è contrario. Grazie.
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Magno. Ne ha facoltà.
Penso, Presidente,
che il Piano presentato oggi dal Presidente Scopelliti e che ha visto un grande impegno del dipartimento
turismo, con a capo il dottore Raffaele Rio, debba essere considerato per quel
che è e non per quello che si vuol far apparire e che non è.
Ritengo che quanto detto in Aula dagli amici e colleghi
Censore e Franchino non rappresenti un problema rispetto a quello che vuole
essere un intervento di qualità e di programmazione all’interno di questo
settore.
Bene ha fatto l’onorevole Mirabelli a mettere l’accento
sul fatto che questo Piano ha seguito due strade importanti: quella dello
sforzo di analisi delle problematiche territoriali della nostra regione e
quella di aver messo in campo una strategia di sviluppo all’interno di questo
settore che ha puntato fortemente sui problemi che il Piano stesso individua, mettendo
mano agli aspetti più difficili all’interno del nostro territorio per far sì
che ci sia una maggiore offerta turistica che possa trainare maggiormente anche
la domanda.
Ritengo che, intanto, questo Piano parta da un
presupposto importante e voglio dirlo, innanzitutto, ai colleghi della
minoranza.
Finalmente, ci si è chiesto come far sì che all’interno
del territorio calabrese si possano sviluppare le qualità ambientali della
nostra regione, non soltanto quelle marine ma anche quelle interne.
E’ la prima volta, onorevole Censore, che un Piano
turistico viene elaborato in questa Regione e di questo va dato merito a questa
Giunta e al Presidente Scopelliti.
Il Piano turistico parte dalla considerazione che la
nostra regione non è fatta solo di mare, ma anche di ampie zone interne che
sono i tre Parchi importanti della nostra Regione: il Parco della Sila, del
Pollino e dell’Aspromonte che rappresentano le qualità ambientali più rilevanti
nel territorio regionale.
Il Piano affronta la questione dello sviluppo turistico
marino in maniera problematica, non solo, come negli anni passati, come offerta
di mare pulito, dimenticandosi di tutti i problemi che stanno intorno alla
questione delle coste calabresi.
Che cosa è stato fatto? Intanto è stata focalizzata l’attenzione
su due aspetti importanti della questione del mare. Una è quella della
ricettività alberghiera.
In Calabria ci sono alberghi che non rispondono alla
domanda turistica e su questo Piano si individuano una serie di strategie che
tendono a far sì che vengano finanziate quelle strutture turistiche che oggi
hanno bisogno di avere una maggiore qualità rispetto al tipo di albergo che
dobbiamo offrire.
Non è più possibile offrire alberghi scadenti, ma
dobbiamo riqualificare tutto il sistema alberghiero calabrese sia sulla costa
sia nelle aree interne.
D’altra parte è la prima volta, ripeto, che all’interno
di un Piano turistico regionale si sia individuata una strategia per quanto
riguarda le seconde case.
Sapete tutti che ormai sulle nostre coste si è costruito
tanto in questi anni e si sono investiti tanti soldi, ma oggi le seconde
abitazioni sono quasi tutte sfitte perché il turismo è cambiato, la domanda
turistica è cambiata e i nostri emigrati non vengono più a far turismo in
Calabria.
Oggi c’è bisogno di una offerta di qualità. O siamo
capaci di riconvertire queste seconde case e recuperare il loro patrimonio
edilizio-finanziario oppure abbiamo ancora una volta non tenuto presente che
c’è una grande risorsa di patrimonio edilizio sulle nostre coste che va
recuperato dal punto di vista dell’abitabilità, infrastrutturale e dei servizi.
Il Piano si pone questo problema ed indirizza e
finalizzata a questo tipo di azione una enorme somma per un primo intervento
che è di oltre 10 milioni di euro. Non è una cosa di poco.
Abbiamo già visto che, all’interno di questo Piano, c’è
una strategia su un grande problema che affligge la nostra Regione.
Sui Parchi calabresi: quello dell’Aspromonte,
Non si può pensare che un Piano possa andare ad
individuare minuziosamente il singolo intervento, ma deve guardare ad una
analisi e ad una strategia generale sulla quale impiantare una serie di
interventi che servono a far sì che si aumenti l’offerta turistica e al
contempo anche la redditività all’interno di questo settore.
E le sirene a morte del turismo calabrese, suonate
questa estate e prima dell’inizio dell’estate, che annunciavano che in Calabria
non ci sarebbe stata una crescita del turismo, sono state smentite dai fatti.
Sabato mattina presso l’aeroporto di Lamezia Terme
festeggeremo i 2 milioni di passeggeri. Ma il grande contributo per questi 2
milioni di passeggeri è venuto dal turismo calabrese, dalla possibilità che
abbiamo avuto, attraverso l’azione del Presidente Scopelliti, dell’assessorato
alle attività produttive, di aumentare i voli low cost all’interno della regione, consentendo una grande massa di
turismo.
Noi vogliamo continuare su questa azione. Il Piano
individua delle risorse e delle possibilità per sviluppare le infrastrutture
turistiche calabresi: potenziare i tre aeroporti calabresi e dare finalmente la
possibilità agli operatori turistici di avere un trasporto celere, veloce e a
basso costo che possa attrarre turisti nella nostra Regione.
L’altra questione è legata al termalismo, come detto
dall’onorevole Censore. Sapete a che cosa in Calabria è ridotto il termalismo.
E’ ridotto a stabilimenti balneari che non riescono a
diversificare la domanda.
(Interruzione)
Perché questo? Perché in Calabria non c’è stata mai una
legge che ha consentito a questo settore importante di potersi riorganizzare ed
investire con una serie di finanziamenti all’interno di questo comparto
importante.
In Commissione abbiamo discusso già la proposta di legge
sul termalismo che vareremo fra poco. Consentiremo a questo settore di avere un
quadro di riferimento per far sì che questo settore possa svilupparsi.
Faremo sì che questo settore possa riorganizzarsi,
contribuendo a far si che gli stabilimenti termali possano anche accogliere i
turisti. E’ necessario offrire un albergo nello stabilimento balneare, non si
può pensare che si vada esclusivamente a fare le cure termali e successivamente
si torni la sera a casa o ci si rechi in un albergo vicino.
Bisogna creare l’offerta turistica di qualità e far sì
che il termalismo possa diventare uno strumento di sviluppo importante di questa
nostra Regione.
Il Piano turistico individua alcune strategie
all’interno di questo settore. La legge regionale le amplifica e le rende più
omogenee e più coordinate. Dobbiamo lavorare affinché ci sia l’integrazione di
questo sistema in maniera tale che anche il termalismo possa rappresentare un
punto di riferimento importante per il turismo calabrese.
In riferimento, poi, all’assenza di qualità urbana nella
nostra regione, voglio precisare che non si può risolvere con il Piano
turistico, ma con l’utilizzo di altri strumenti inseriti nel Por Calabria che
faranno sì che alcuni interventi nei centri storici e nei centri urbani possano
essere meglio organizzati e qualificati.
Non dobbiamo dimenticare che proprio qualche mese fa
Ci sono una serie di interventi che si stanno
completando attraverso l’intervento dell’Anas. Oggi, il Presidente Scopelliti
insieme al ministro Matteoli è andato ad inaugurare un nuovo importante tratto
della statale 106 da Simeri Crichi a Catanzaro Lido. Fra poco si inaugurerà
l’altro tratto da Catanzaro Lido fino a Soverato.
Sono degli aspetti importanti che si stanno
concretizzando nella nostra e che servono a sviluppare il turismo, al pari
delle trasversali necessarie per avvicinare di più i paesi dello Ionio a quelle
che sono le infrastrutture più importanti della nostra Regione.
Non è pensabile che i turisti possano scendere
all’aeroporto di Lamezia Terme e poi dover arrivare a Bova Marina senza avere
una via di comunicazione veloce che in tempi brevi li possa trasportare
all’interno di questo paese.
Dobbiamo lavorare e stiamo lavorando per far sì che
nella Regione si crei una serie di reti infrastrutturali che aiutino il
turismo. Solo allora il Piano del turismo potrà avere una sua concretezza ed un
suo valore, nel momento in cui incontra nel suo percorso di investimento e di
intervento la capacità del nostro territorio di fare ricettività.
Non dobbiamo dimenticare tutto quello che sta facendo
l’assessore Caligiuri per quanto riguarda i beni culturali calabresi, per
quanto riguarda i musei e le biblioteche, la valorizzazione delle nostre
tradizioni.
O ancora l’assessore all’agricoltura, che sta puntando
fortemente sui prodotti tipici calabresi. Oggi l’onorevole Morelli presenta una
proposta di legge per due prodotti di qualità della Calabria. Ne abbiamo
presentato ed approvato altri.
Sono queste azioni che in maniera sinergica fanno sì che
una Regione possa concretamente creare quella offerta che poi può incontrare la
domanda.
Se noi consentissimo ai tour operator stranieri di poter avere più qualità della vita, più
qualità ambientale, più qualità del mare all’interno della nostra regione, più
qualità nella ricettività, nei trasporti, nelle infrastrutture solo in quel
modo i tour operator non scapperanno
dalla Calabria. Altrimenti cosa offriremo loro per farli rimanere in Calabria e
per far venire in Calabria i turisti?
Solo in questo modo riusciremo concretamente, anche
attraverso questo primo Piano del turismo in Calabria, ad invertire il trend in maniera sempre più positiva,
considerato che il turismo in Calabria in questi anni è cresciuto e sta
continuando a crescere. Se noi interveniamo in maniera decisa continuerà a
crescere e raccoglierà la domanda di turismo sostenibile, consentendo alla
Regione ed agli operatori che vi operano di contribuire allo sviluppo di questo
importante settore in Calabria.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Domenico Talarico. Ne
ha facoltà.
Signor
Presidente, come gruppo di Italia dei valori riteniamo che questo sia un apprezzabile Piano descrittivo, con una discreta analisi che potrebbe, però, valere per tutto il territorio nazionale e per tutte le regioni italiane.
Naturalmente, siamo consapevoli che la crisi del settore del turismo non è una
peculiarità calabrese; come giustamente avete scritto nel vostro documento di
settore c’è una crisi che investe tutte le regioni italiane e si riflette in
maniera più accentuata nella nostra regione a causa di deficit strutturali del
settore.
Registriamo e leggiamo con attenzione e con
compiacimento le diverse azioni individuate a favore di aree geografiche, di
investitori turistici, di associazioni, tour
operator, eccetera, però in queste diverse azioni che vengono egregiamente elencate – probabilmente
per merito di un dirigente attivo, al quale va il nostro apprezzamento, almeno
per quanto riguarda l’impegno e la serietà – dobbiamo dire che in questo Piano
di azioni ne mancano due: una è relativa all’abbattimento delle barriere di
accesso nella nostra regione, la seconda riguarda una cosa importante che viene
prima di tutte le azioni elencate, cioè la tutela della bellezza.
Ecco, la bellezza non è presente in questo Piano; è, per
certi aspetti, il “Convitato di Pietra”, perché si continua a scrivere e a
parlare di turismo come se fosse un sistema astratto, un qualcosa che va
trattato separatamente dal resto. Credo, invece, che questo Piano doveva essere
redatto non solo dal dipartimento del turismo, anzi forse meno dal dipartimento
turismo e molto di più, ad esempio, dal dipartimento ambiente, dal dipartimento
dei lavori pubblici, dal dipartimento bilancio e fondi europei e anche da
quello della cultura. Se consideriamo il turismo un sistema, questo Piano
doveva essere congegnato avvalendosi di investimenti, di interventi e
dell’esperienza accumulata in questi mesi.
Partiamo da alcune considerazioni. Questa regione – e lo
avete scritto anche nel Piano – viene saltata dai flussi turistici
internazionali, ma anche nazionali:
si arriva a Napoli, si salta
Avrei voluto leggere in
questo Piano, intanto, una fortissima preoccupazione per il sistema della
viabilità nella nostra regione, per il sistema dei trasporti, che in questi
ultimi tempi, complice il Governo nazionale, ha subìto una fortissima regressione. Una delle motivazioni per cui non si arriva in Calabria è il forte
disincentivo al turismo, che è dato dalla stato in cui versa l’autostrada e
dalla viabilità anche secondaria presente nella nostra regione; uno degli
elementi che disincentiva l’afflusso e la permanenza turistica nella nostra
regione è, poi, riconducibile alla scarsità della mobilità ferroviaria. Negli
ultimi mesi, negli ultimi anni il sistema ferroviario si è fortemente
indebolito a danno della nostra regione, ecco perché forse bisogna rinegoziare
una presenza più qualificata ed efficiente delle ferrovie, del sistema
aeroportuale, della viabilità in Calabria, altrimenti a nulla valgono gli spot.
Possiamo spendere milioni di euro per animare i Bronzi
di Riace, lo spot può piacere o meno, ma diventa un fatto secondario e
marginale, così come marginale è stata la costosissima campagna promozionale
che la precedente Giunta regionale aveva fatto durante i Mondiali di calcio con
la nostra nazionale. Quali sono stati gli effetti di quella promozione in
termini di presenza e di qualificazione dell’immagine turistica della nostra
regione?
Bisogna, quindi, fare un passo indietro, queste cose
vengono dopo, bisogna prima abbattere o
ridurre le barriere di accesso per
L’altra questione è la tutela, la promozione e la
valorizzazione della bellezza. Ad esempio, io sono convinto che uno degli emendamenti
finalizzati a recuperare il patrimonio edilizio delle seconde, delle terze e
delle quarte case sia un provvedimento utile che, però, occorre valorizzare.
Allora chiedo al Presidente della Giunta regionale,
sempre in virtù dell’idea
che il turismo deve essere un sistema, a cosa serve la promozione, a cosa serve
il Piano, se un turista viene in Calabria e trova il mare sporco, se un turista
viene in Calabria e trova una lunga sequela, senza soluzione di continuità, di
seconde, terze, quarte case, spesso abusive!
Qual è la coerenza tra un Piano turistico che promuove
il turismo e, ad esempio, una cosiddetta legge sulla casa? Qual è la coerenza
tra un Piano turistico e la situazione dei nostri depuratori? Qual è la
coerenza tra un Piano turistico serio, apprezzabile e, invece, quello che troviamo nelle nostre montagne o la mancata
attuazione per il secondo anno consecutivo del Piano spiaggia? Dovreste sapere,
ad esempio, che per il secondo anno consecutivo
Allora, concordo che si arrivi ad un vero e proprio
Piano di rottamazione delle seconde, delle terze e delle quarte case e che la
Regione metta in campo politiche serie contro l’abusivismo, ponendo limiti ai
comuni costieri e di montagna per quanto riguarda l’edificazione.
Perché tutto quello di cui noi stiamo discutendo questa
sera viene dopo, prima bisogna stimolare il turista o il potenziale turista a
venire nella nostra regione, perché agli stessi costi uno può e scegliere mete
diverse; dobbiamo fare in modo che la nostra offerta sia competitiva non solo
sul Piano dei servizi, degli incentivi o degli sconti sui viaggi aerei, ma
anche in termini di offerta base, che è appunto la bellezza dei nostri mari,
delle nostre coste, che, purtroppo, stiamo deturpando, senza porre in atto
politiche di protezione, di tutela e di prevenzione.
In questo senso, credo che la posizione che noi assumiamo non
sia pregiudizialmente contraria al Piano in sé, ma siamo critici perché questo
Piano non si fa carico di problemi strutturali, che sono alla base e che
rappresentano i limiti della mancata espansione turistica della nostra regione,
cioè il turismo non ha, probabilmente, valore strategico nelle politiche di
questa Giunta regionale. Siamo d’accordo perché si faccia un passo indietro,
affinché questo settore venga considerato come sistema e le politiche
conseguenti interessino altri settori in maniera più forte e radicale.
Anche il riferimento che faceva il consigliere Magno
sull’emigrazione di ritorno, questo è un fattore che nel corso degli anni si va
indebolendo. Evidentemente questo potentissimo fattore anche di natura
sentimentale non viene valorizzato a dovere e i figli di seconda e di terza
generazione degli emigrati preferiscono alla Calabria altre mete anche europee.
Ora, per tutte queste considerazioni noi riteniamo che
il Piano presenti limiti evidenti, che la discreta analisi descrittiva che
viene fatta non trova coerenza nelle soluzioni e che, soprattutto, non viene
affrontato il problema e le politiche in esso contenute con la dovuta sinergia
con altri settori di governo della nostra regione. Per tutte queste
considerazioni, noi anticipiamo il nostro voto contrario.
La parola all’onorevole Dattolo.
Presidente, colleghi, sarò molto breve e telegrafico, anche perché penso che sia stato detto abbastanza e che lo
strumento che viene proposto oggi, in qualche
modo, risponda ad un’assenza di strategie di sviluppo turistico.
Come Regione
Calabria, abbiamo impiegato sette anni ad
adeguarci alla legge nazionale del 2001 e, oggi, viene presentato uno strumento
valido sia pur con le osservazioni che potrebbero essere sollevate, quali, in particolare, quelle del collega
Talarico di una mancanza della bellezza, degli accessi e delle difficoltà del sistema di
viabilità.
Ritengo – con questo anche
per dare un piccolo contributo alla discussione – che si debba partire da un
minimo di programmazione. I punti di forza di un settore trainante
come quello turistico e le azioni che vengono sviluppate in questo Piano
dovrebbero sicuramente migliorare quella che è una programmazione che, in questo frangente e in questa Regione, ha sempre
latitato di interventi che non avessero una finalità soprattutto strategica, ad
esempio il fallimento dei Pit, così come è stato, che ha determinato che tutti
i soldi destinati alle misure del turismo sono state radicalmente
abbattute, specialmente quelle che prevedevano
la compartecipazione con l’iniziativa
privata.
Nella programmazione risulta che ci siano
anche le azioni trasversali con i vari dipartimenti interessati, c’è una sinergia nelle
azioni che vedono impegnate le strutture e l’assessorato alla cultura,
all’urbanistica, perché – vedete – insisto molto su questo concetto,
soprattutto di dotare
C’è un provvedimento che porta la mia firma e che in
Commissione ha avuto un consenso bipartisan, per il quale dobbiamo trovare le
risorse e riguarda un aspetto strategico, una delle
risorse che è più sottovalutata, quale quella del termalismo, un termalismo
magari non soltanto legato al benessere delle acque termali, ma soprattutto di
benessere culturale e sportivo, cosa che in questa regione effettivamente
manca.
Collega Talarico, lei diceva, che
dovevano essere interessate soprattutto le politiche ambientali e quelle urbanistiche.
C’è, infatti, in esame una legge sul decoro urbano.
Noi possiamo fare tutte le
iniziative legislative possibili e immaginabili, ma è fondamentale la
collaborazione con gli enti locali, le Province, attraverso i Pisl e le altre
misure, perché tutte le azioni di governance
non possono essere solo espressioni di un progetto di legge, ma devono essere
poi attuate nei Comuni, dove, purtroppo, nel passato sono stati consumati
moltissimi scempi, specialmente sulle nostre coste.
Ritengo che queste azioni
soprattutto collegate e sinergiche con gli altri dipartimenti possano essere un
viatico importante per questa regione. Ci possono essere anche delle
imperfezioni nel Piano, ma sicuramente c’è una volontà di mettere ordine e
soprattutto di creare un minimo di strategia, di investimento, per ciò che
attiene una delle risorse principali, che è sempre stata bistrattata, quale è
il turismo.
La parola all’onorevole Principe.
Signor
Presidente, con riferimento
specifico al provvedimento in esame, non avrei nessuna ragione di intervenire, perché prima
il collega Censore – che ha seguito l’esame del provvedimento in Commissione –
ha espresso egregiamente
le critiche costruttive del nostro gruppo e poi il collega Franchino ha
concluso questa fase. Mantengo intatte le riserve dei colleghi che mi hanno
preceduto, perché è fuor di dubbio che il provvedimento sembra calato
dall’alto; a nostro avviso, non c’è stata la concertazione necessaria, pur
prevista dalle leggi e, in definitiva, esso mette in campo risorse limitate
nell’ambito delle quali le risorse promozionali appaiono esagerate, perché su
180 milioni disponibili, può sembrare esagerato mettere in campo 30 milioni
solo per la promozione.
Comunque,
non è questo il motivo del mio intervento, ma è un motivo che oserei dire
istituzionale, perché ho assistito a risposte quasi risentite e piccate da
parte degli amici della maggioranza rispetto alle considerazioni fatte dal
collega Talarico, che sono abbastanza evidenti, cioè questo provvedimento
difetta di una visione generale delle problematiche della nostra regione.
C’è
un’assoluta assenza di confronto all’interno dei dipartimenti, perché mi sarei
aspettato un ruolo decisivo da parte dell’assessore Mancini, perché sappiamo
quanto il nostro bilancio sia ingessato e come questa filiera debba basarsi sui
fondi comunitari; mi sarei aspettato qualche parola dal collega Caligiuri, dal
momento che la cultura è essenziale per attirare flussi turistici, proprio per
offrire al turista, oltre che il mare e la montagna, anche altre possibilità.
Manca un’idea di regione in un contesto di carattere generale, che non può
essere affrontata e risolta in quest’Aula, cioè quello che noi proponiamo – e
mi pare che il consigliere Talarico lo abbia detto molto bene – è di avere
finalmente una visione della Calabria che consenta alla classe dirigente
calabrese di proporsi unitariamente su questioni di carattere generale rispetto
al livello centrale di governo.
Mi auguro
che, se non stasera, domani o nelle prossime settimane, si apra un altro
scenario in questo Paese, perché questa è un’Assemblea elettiva, e mentre
parliamo di turismo, dobbiamo dirlo che c’è un fallimento su tutta la linea da
parte del Governo Berlusconi. Guardate, stamattina
Allora,
mi auguro, caro collega Fedele, che si apra un altro scenario in Italia, perché
se vogliamo uscire da questa enorme difficoltà in cui viviamo, c’è l’esigenza di
avere un governo di grandi intese. Io personalmente e molti del partito che
rappresento pensiamo che non è tanto un problema di contarsi alle prossime
elezioni. Qui in Calabria c’è una posizione strana, con il Terzo Polo che a
Roma spinge per questa posizione di grande responsabilità, mentre in questo
emiciclo ci bacchetta nel momento in cui esprimiamo qualche idea che potrebbe
essere condivisa.
Noi ci
auguriamo di avere un altro interlocutore, almeno fino al 2013, perché questo Paese
ha bisogno dell’apporto di tutti per uscire dalla crisi ed io tremo al pensiero
di una campagna elettorale senza prospettive certe che, dal punto di vista
finanziario, darebbe il colpo finale all’Italia.
Allora,
se questo è, cari colleghi della maggioranza, qui non si tratta che noi ci
accapigliamo sul Piano per il turismo. Voi avete detto che è una grande cosa,
dite sempre così, che tutte le cose che fate sono perfette! Partendo anche da
questo dato, che tutte le cose che fate sono perfette, rendiamoci conto che c’è
un problema di scenario e c’è un problema di una classe dirigente calabrese che
a Roma si deve proporre unitariamente.
Il
consigliere Talarico ha toccato il punto debole: il turismo non è una cosa che
si possa estrapolare, a sé, fai un bel Piano, più bello, meno bello, più
efficiente, meno efficiente e risolvi i problemi. La verità è che in Calabria,
per una serie di ragioni, indubbiamente, c’è un problema di assetto del
territorio.
Noi diamo
un contributo a queste ragioni, perché quando parliamo dell’intervento sulle
aree turistiche ed, in particolare, sulle coste, intanto, storicamente dobbiamo
fare mea culpa come classe dirigente, perché ognuno di noi ha una storia
e anche quelli che possono essere più giovani di età, ma hanno fatto parte di
culture politiche che hanno avuto grandi responsabilità, non ci possono venire
a dire che i disastri urbanistici sono stati fatti dagli altri.
Si
parlava del termalismo: noi abbiamo un luogo che forse è unico al mondo, Guardia
Piemontese, dove ci sono delle acque che sono tra le più efficaci
che esistono in Italia e in Europa, con il mare a
Per
concludere, mi soffermo un attimo sull’ambiente, perché, poiché il turismo
marino è quello che attira di più in questa regione, noi dobbiamo risolvere il
problema dell’ambiente. Stasera si dica finalmente, una buona volta per tutte,
che, se non si fa un Piano per proteggere i corsi d’acqua con le reti fognarie,
noi non avremo mai in alcune parti del territorio il mare pulito, perché non è
un problema solo dei depuratori – c’è anche il problema dei depuratori –, ma
tutti noi sappiamo che ai depuratori non arriva tutto, perché la gran parte dei
corsi d’acqua della Calabria non sono protetti dalle reti fognarie, da grandi
collettori, e poi c’è il Piano dei depuratori strategicamente collocati e resi
efficienti sotto il profilo della manutenzione. Con i fondi che avevamo a
disposizione a livello di Por Calabria, questa battaglia si poteva vincere.
Allora la
domanda qual è? E torno all’argomento di una classe dirigente che si unisce su
determinate questioni. Ma il Por Calabria che fine farà, caro Presidente
Scopelliti e caro assessore Mancini? Perché non solo i fondi Fas hanno fatto la
fine che hanno fatto, non solo Berlusconi – io mi auguro, appunto, che se ne
vada il prima possibile – con questa sua proposta dell’eco-Sud vuole ulteriormente
penalizzare le regioni meridionali, ma siamo al 2011, cerchiamo di stare con i
piedi per terra, dobbiamo svegliarci tutti, perché abbiamo pochissimo tempo per
fare gli impegni di spesa e per spendere. Uno dei settori che dovremmo
privilegiare è quello dell’ambiente.
Chiudo
con il problema delle infrastrutture. Guardate, se
Qual è il
nostro potere di confronto con il Governo centrale? Voi ci scherzate su queste
cose, ma questo è il problema di fondo, perché
Se uno va
in Tunisia e va a vedere il nuovo porto di Tunisi, dal punto di vista
commerciale potrà fare una grande concorrenza a Gioia Tauro e a pochi
chilometri da questo porto commerciale si sta costruendo un grande aeroporto.
Quando la situazione politica di quei Paesi comincerà a stabilizzarsi, ci sarà
un ulteriore motivo per saltare la Calabria.
Allora
qual è, sotto il profilo delle infrastrutture, la strategia di questa Regione?
Oggi è
venuto il Ministro Matteoli: rischiavamo di far saltare il Consiglio regionale
perché viene ad inaugurare una tratta di una grande opera. Ma il Ministro dei
lavori pubblici, in questi decenni, cosa ha fatto per il Mezzogiorno e per
Concludo,
dicendo che le nostre non vogliono essere delle critiche e, comunque, delle
argomentazioni fini a se stesse. Noi abbiamo notato in questo anno e mezzo –
scusate se ve lo diciamo – l’assoluto isolamento della Regione Calabria sotto
il profilo politico ed istituzionale ed abbiamo l’esempio di Gioia Tauro, che
potenzialmente è il più importante porto di container dell’Europa,
potenzialmente è
Allora,
auspico che da questo Consiglio regionale venga fuori una ventata di orgoglio
collettivo della maggioranza e della minoranza e, qualunque sarà il prossimo
governo di questo Paese, noi dobbiamo porre con forza la problematica delle
infrastrutture, perché se non risolviamo questo problema, questa regione non
avrà avvenire in nessun settore. E poi dobbiamo fare la nostra parte, quello
che ho detto per l’ambiente non lo possiamo chiedere a Roma, lo dobbiamo fare
noi.
Un’ultima
notazione sotto il profilo della cultura: non per fare una critica, ma anche lì
riprendere la vecchia metodologia dell’intervento a pioggia non ha significato.
Guardate,
prima ho parlato della Grecia, della sua organizzazione marinara e, a proposito
del mare, noi abbiamo collegamenti pessimi; onorevole Dattolo, tu che sei del
Terzo Polo, un moderato, se mi fai parlare, mi fai cosa gradita: non c’è una
nave da crociera che attracchi in Calabria!
Un anno e
mezzo fa – gli amici ionici lo sanno – una nave della “Costa Crociere” è
arrivata al porto di Schiavonea, sono scesi 800 turisti e, – sentite e tremate
– di questi 800, 760 sono andati da “Amarelli” a vedere il museo della
liquirizia, 40 sono andati a Sibari.
Guardate
che la nostra Sibari, potenzialmente, non ha nulla da invidiare a Pompei e se,
sotto il profilo dei beni culturali, si vuole fare una politica giusta, è
inutile andare a recuperare la statua di Cavour o dell’imperatore Traiano, che
si trova in un piccolo comune; in Calabria c’è anche un esempio da seguire, che
è l’esempio di Roccelletta di Borgia, dove c’è stata una concentrazione di
investimenti e quella località, che vede le vestige che coprono quasi duemila
anni di storia, comincia ad avere una pregnanza. E’ vero, assessore Aiello?
Allora
noi questo dobbiamo fare, è inutile che diamo una pacca sulle spalle a tutti,
una carezza, un bacio, il bacio calabrese che non è il bacio sovietico! Non
serve a nulla! Dobbiamo concentrare le risorse su tre-quattro punti che, dal
punto di vista dei beni culturali, sono una grande risorsa, alcuni centri
storici, tre o quattro, alcuni siti archeologici, e tra questi ci sono
certamente Locri, Roccelletta di Borgia, ma certamente anche Sibari: sotto la
sabbia, a Sibari, ci sono tre città.
Assessore
Caligiuri, qualche cosa avevamo tentato di fare nel recente passato. Pensando
al turismo, vogliamo rivedere quel discorso e porre questa questione anche al
Governo nazionale? Allora non dobbiamo fare polemiche fra di noi, ma renderci
conto che, come calabresi, dobbiamo fare fino in fondo la nostra parte; voi
avete fatto un Piano che ritenete utilissimo, noi facciamo qualche critica e
aggiungiamo che ci sono settori che andavano ad intrecciarsi con il Piano, ma
poi tutti insieme una battaglia con il Governo di Roma, perché se non rompiamo
l’isolamento in cui
Prima
dell’intervento conclusivo del governatore, ha chiesto la parola per una breve
dichiarazione l’onorevole Fedele.
I colleghi di maggioranza prima di
me hanno già risposto in parte, ma qualche precisazione vorrei farla.
Intanto, vorrei rassicurare
l’onorevole Principe sui suoi investimenti in Borsa, perché
Quindi, chiudiamo questa breve
parentesi, ma volevo tranquillizzarla sull’esito della Borsa di oggi, che ha
chiuso con più l’1 per cento, circa 1 e mezzo per cento, per cui anche come
italiani siamo più tranquilli.
Poi, voglio anche rispondere
brevemente al collega Censore, che in Commissione – devo dire la verità – ha
dato un contributo, come anche il collega Mirabelli, che inizialmente si era
posto un po’ in maniera critica verso questo Piano, ma poi abbiamo discusso
diverse volte e abbiamo ascoltato in audizione – e per questo voglio
ringraziare il Presidente Morelli e tutti i colleghi della Commissione – i
principali interlocutori in Calabria riguardo al turismo, quindi con nessuna
chiusura, anzi con un’apertura totale verso i sindaci delle aree interessate
che, laddove si erano riscontrate delle criticità, sono stati ascoltati e molte
delle loro proposte sono state recepite.
Si tratta in gran parte di sindaci
del centro-sinistra, quindi non c’è stata sicuramente nessuna presa di posizione ideologica.
Dicevo, a proposito del collega
Mirabelli, che alcuni suoi emendamenti sono stati recepiti con la convinzione
che nelle aree citate alcune cose andavano riviste, quindi inizialmente lui si
era posto in maniera critica, ma adesso, come ha dichiarato anche in Aula, ha
espresso parere positivo.
Anche il collega Censore, in
Commissione, si era posto in maniera costruttiva e molti emendamenti da lui
presentati, e anche qualcuno di Italia dei valori, sono stati recepiti, perché
non c’era nessuna chiusura e, come ho detto all’inizio, si voleva veramente
fare un Piano che fosse ampiamente condiviso. Ma quando, poi, il collega
Censore parla di ritardi, devo dire, onorevole Censore, che questo Piano
dovevate farlo voi la scorsa legislatura!
Se anche noi siamo riusciti a farlo dopo un anno, un anno e mezzo di questa
legislatura, credo che non sia proprio .Quindi, non parliamo di ritardi, perché
altrimenti credo che ci sarebbe da dire che, forse, qualche ritardo è
riconducibile più alla precedente Giunta regionale in cui lei era in
maggioranza.
Poi, lei diceva che in questo Piano
sono state dimenticate le zone montane, ma proprio lei sa che il suo
territorio, il Parco delle Serre, che non è stato mai citato in nessun Piano,
in nessun intervento, è inserito in questo Piano insieme al Parco
dell’Aspromonte, alla Sila e al Pollino, perché in Calabria si vuole
sicuramente coniugare il turismo del mare con quello della montagna, per
attrarre in questo modo un maggior numero di turisti e coniugare le bellezze
della Calabria che, forse, è una delle poche regioni d’Italia in cui in
brevissimo tempo si può raggiungere il mare dalla montagna e la montagna dal
mare.
Quindi, quello che lei diceva,
almeno per quanto ci riguarda, è sicuramente inesatto, oltre ai ritardi.
Poi i fondi: i fondi ci sono,
certamente si possono reperire maggiori risorse. Certo, se è possibile, lo
faremo, ma già si parte con una buona dotazione finanziaria che sarà messa a
disposizione e dispiegata su tutto il territorio regionale.
Concludendo, finiamola con questa
telenovela dell’assessore al turismo! Ho detto più volte che il Presidente
della Giunta regionale ha voluto tenere per sé le deleghe della sanità e del
turismo perché le ha ritenute – non solo lui, ma tutta la maggioranza –
strategiche per lo sviluppo del nostro territorio. Sta seguendo con grande
attenzione questo settore insieme al dipartimento, quindi queste sono quelle
polemiche sterili a cui non crede più nessuno.
Noi stiamo portando avanti, come
maggioranza, il progetto sul turismo predisposto dal Presidente Scopelliti e
dalla sua Giunta; anche quello di oggi è un esempio, quindi andiamo avanti in
questa direzione e vorremmo che anche su questo Piano ci fosse da parte vostra una maggiore
condivisione. Certo, comprendiamo che qui in Aula dovete fare la vostra parte,
che dovete dire no perché, in effetti, l’opposizione deve dire no, prendiamo
atto, però che in Commissione l’atteggiamento era leggermente diverso. In ogni
caso, abbiamo apprezzato ed apprezziamo anche i contributi che voi avete dato e
in gran parte li abbiamo recepiti, sicuramente per migliorare questo Piano, che
non era chiuso, non è chiuso e che anche il dipartimento ha visto di buon
occhio.
Purtroppo, stasera riscontro che
molti interventi sono di contenuto negativo, un po’ in polemica, comprendo che
c’è la stampa, i giornalisti, i resoconti, ci rendiamo conto di tutto, però
l’importante è che stasera approviamo questo Piano, che non interessa soltanto
la maggioranza, ma la Calabria, lo sviluppo di questo territorio, i calabresi e
tutti gli operatori che operano sul nostro territorio.
(Interruzione)
Può intervenire per dichiarazione di
voto. Prego, ne ha facoltà.
Presidente,
sono veramente dispiaciuto per l’intervento del collega
Fedele, che ha fatto segnare una paurosa caduta di stile in termini di dibattito, perché per
quanto mi riguarda ho fatto un ragionamento molto ampio e articolato, non credo che volessi riferirmi a
quattro soldi che io o altri abbiamo potuto investire
in Borsa. Davo una notizia che conoscono tutti, che non appena si è
diffusa la voce delle dimissioni del
Presidente Berlusconi, i mercati finanziari
hanno reagito positivamente.
(Interruzione)
Onorevole Fedele, lei ha voluto
stravolgere il mio ragionamento ed è una cosa che non le consento, perché –
ripeto – ho fatto un ragionamento molto ampio ed articolato. Lei può anche non
condividerlo, però c’è uno “stile” in quest’Aula, per i quale chi si permette
di dire un’opinione …
Peraltro, chiedo scusa se parlo
cinese, come qualche sindaco della vostra parte politica anche di città
importanti, ma ho parlato un italiano comprensibile, nel senso che ho fatto
riferimento ad uno scenario di carattere generale, dando una disponibilità ed
un contributo di battaglia, perché è tutta
Quindi, il mio intervento è stato
basato soprattutto su questa constatazione e mi dispiace veramente che il
capogruppo del maggiore partito della maggioranza ometta di prendere al balzo
una impostazione di questo tipo, per dire che insieme dobbiamo fare una
battaglia, perché si rompa finalmente l’isolamento della Calabria con la
solidarietà del Governo centrale e dell’Europa. Invece ci balocchiamo su
argomentazioni che, obiettivamente, non sono all’altezza di un’Assemblea
legislativa, come dovrebbe essere il Consiglio regionale della Calabria.
Le chiedo scusa, Presidente, ma era
necessaria questa precisazione, sempre proprio in termini costruttivi, perché
dobbiamo avere comportamenti rigorosi sulle posizioni che abbiamo. Nessuno
chiede alla maggioranza di ammettere quelle che possono essere le posizioni
assunte dalla minoranza, ma non si può banalizzare la posizione della minoranza,
dicendo che dobbiamo dire comunque no perché ci sono i giornalisti, perché
abbiamo portato argomenti ser e su questi argomenti ci aspettiamo rigore e
anche toni alti e non rispetto ad altre argomentazioni che – ripeto – si
commentano da sole.
L’onorevole Principe chiude il
dibattito. L’intervento conclusivo è del Governatore. Prego, onorevole
Scopelliti.
Credo
che anche questo provvedimento, che stiamo per approvare stasera, rappresenti
un altro passaggio importante in un settore e in un comparto strategico per la nostra regione. Anche in questa
circostanza, ribadisco un concetto a me caro: la politica è pianificazione, è
capacità di progettare in prospettiva, quindi di guardare al futuro e questo
provvedimento ci consente di mettere un altro punto fermo su un tema strategico
per lo sviluppo del nostro territorio.
E’ un Piano studiato attentamente
che nasce da una serie di valutazioni coerenti con gli indirizzi, quindi, con
l’aspetto legato alla vocazione del nostro territorio, che racchiude quindici
aree di sviluppo turistico suddivise tra montane e costiere, che ci consente di
non considerare soltanto il disegno strategico della Regione, ma di metterci
anche dentro le risorse che fanno capo alle varie linee di intervento, passando
dai 119 milioni dei Pisl, ai 22 sulla promozione, cioè è un Piano che, secondo
me, può diventare incisivo, che ha tutta una serie di elementi e di fondi di
finanziamento, che comunque rappresenta, anche su questo versante, un ulteriore
tassello importante della costruzione di una Regione diversa.
Credo che il male di questa Calabria
sia stato sempre l’idea di una politica sempre e solo capace di rincorrere le emergenze
senza riuscire a fermarsi un attimo a discutere e a disegnare, anche
nell’emergenza e nella confusione nei vari settori, una strategia.
Questo contesto, questo progetto,
questo testo, oggi, ci consente di mettere un ulteriore punto fermo. Certo, questa
non è nel campo del turismo la soluzione a tutti i mali, né da qui arriveranno
domani mattina 10 milioni l’anno di turisti, 50 milioni di turisti l’anno che
ci consentiranno di stare tranquilli. No, però è un punto fermo da cui parte
un’azione, in cui tutte le azioni comprese all’interno di queste linee di
intervento dei fondi comunitari e, comunque, tutte le risorse che saremo in
grado di recuperare saranno inserite all’interno di questo progetto e avranno
obbligatoriamente, come riferimento, queste linee che noi abbiamo tracciato.
Tutti gli sforzi messi in campo sono
finalizzati a creare su questo versante un’offerta diversa.
Ricordo quando, nel momento della
campagna elettorale e dell’insediamento, dicevo “bisogna costruire la Calabria
a colori”. Non so quanti di voi se lo ricordino, forse molti se lo sono
dimenticato, perché comunque spesso accade che ciò che si dice in campagna
elettorale lo si dice nuovamente dopo cinque anni, dimenticando nei cinque anni
di governo le cose che andavano fatte. Però, la Calabria a colori significava
l’idea di avere una Calabria dove vi era una grande propensione all’agricoltura
e i fondi dell’agricoltura devono finire in quella direzione, in quei contesti,
in quei territori, i fondi legati ad aspetti del turismo e quindi le risorse
vanno indirizzate su quei territori, perché ricordo tante circostanze, anche
nelle legislature scorse, quando dicevo che era impossibile che un assessore
finanziasse – facevo una battuta negli ultimi anni – un albergo a Fiumara, dove
il sindaco è un amico nostro. Poi è morto Mino Reitano, quindi può darsi che
Fiumara diventi meta turistica, però è impossibile finanziare strutture
ricettive, iniziative sul versante turistico in località che non hanno nulla a
che spartire con il turismo, ma siccome lì l’assessore aveva ricevuto 100 voti
– e questa è una cultura diffusa sul territorio calabrese e del Mezzogiorno in genere-,
allora è chiaro che un’iniziativa imprenditoriale che nasceva in questa
località, che non aveva nulla a che fare col turismo, doveva vedere il
finanziamento nei Por, un finanziamento per nuove costruzioni ricettive,
attività ricettive in quella località, perché i 100 voti dovevano essere
valorizzati, dovevano trovare riscontro. Con quale obiettivo? Con quello di
aver visto strutture ricettive nate e contestualmente morte nella stragrande
maggioranza dei casi, senza futuro e senza prospettiva, perché mancano le
infrastrutture, mancano i collegamenti.
Questa non è una considerazione che
viene fatta riguardo alla minoranza, è in generale, un male della politica che,
secondo me, purtroppo ha attraversato una parte della stagione di questa
politica calabrese.
Quindi oggi dire che mettiamo un
campo una strategia che ci consenta di avere 60 Comuni, cioè il 60 per cento
dei Comuni calabresi che rientrano come priorità in queste aree di sviluppo
turistico montano e costiero, ci dà la dimensione di un’idea e di fornire delle
priorità.
Da che cosa nasce questa idea del 60
per cento dei Comuni calabresi che rientrano in queste quindici aree? Nasce dal
concetto che abbiamo, in questo 60 per cento dei Comuni calabresi a vocazione
turistica, il 97 per cento delle presenze turistiche; significa che abbiamo
messo dentro questo bacino, dentro questo calderone – chiamiamolo come volete –
tutte quelle risorse, perché quelli sono i territori che hanno dato una
risposta e danno riscontro in termini turistici.
Quindi, rispetto a questo, credo sia
molto importante riaffermare il concetto di dover investire laddove ci sono già
iniziative e attività, perché ormai anche la logica dei mercati porta, ad
esempio, che su un centro città, se c’è un negozio importante di moda – faccio
un esempio – è una cosa, diversamente se ci sono 15 negozi di moda, non è vero
che i nuovi 14 negozi di moda creano problemi al negozio che c’era prima, anzi,
tutt’altro, attraggono più persone perché c’è maggiore offerta.
Quindi, attraverso questo tipo di
filosofia, dobbiamo cercare di creare sempre di più attorno a queste nostre
realtà a quell’idea di una capacità di attrarre turismo in modo vincente,
mettendo anche dentro tutta una serie di iniziative, dal “patto del sorriso”, a
quello che abbiamo chiamato l’opportunità e lanciato come certificazione della
qualità delle strutture ricettive, perché uno dei mali veri di questa nostra
regione è quello legato alla incapacità delle strutture ricettive di essere
strutture che hanno un certo standard
di qualità.
In altre circostanze e forse anche
in Aula, rivendicavo che, secondo me, tutto diventa molto più facile, anche se
forse molti non lo condividono, ma
credo che sia una strategia vincente, oggi, nell’era della
globalizzazione, pensare che ci siano le grandi catene alberghiere insieme ai
nostri alberghi, perché questo significa creare un mercato nuovo ed avere
flussi turistici che arrivano, senza neanche sapere da dove. Questo è ciò che
oggi muove il mondo del turismo.
Poi, possiamo fare discorsi che sono
avulsi da ogni realtà e parlare di fantascienza, però oggi tutto ciò che accade
nel mondo del turismo passa attraverso questo tipo di strategia e anche
riguardo il discorso della charteristica– e sono tra quelli che spingono il
nostro assessorato a lavorare in questa direzione –abbiamo la necessità di
investire risorse, per cui nel prossimo bilancio speriamo di avere più spazio.
Se noi, in questa prima fase in cui abbiamo i grandi limiti e le grandi carenze
della portualità, del ferrato, del gommato, non investiamo sulle compagnie aree
e sulla charteristica, non andiamo da nessuna parte.
È chiaro, su questo dovremo concentrare le risorse, stiamo
cercando di lavorare, di incentivare, di entrare, a volte di subentrare in un
mercato che prima ci veniva garantito e che oggi, nella logica delle
ristrettezze per tutte le compagnie aree, diventa una sorta di stimolo a dare
un contributo per ricevere in cambio una presenza.
Anche questo va inquadrato in una
situazione che va gestita e governata per cercare di migliorare le nostre
strutture legate alle attività aeroportuali e quindi ai nostri presìdi che sono
un momento importante in termini di interesse.
Dobbiamo, in questa prima fase,
cercare di recuperare le risorse per favorire la charteristica e cercare di
stimolare una destagionalizzazione del
turismo, che può rappresentare uno strumento importante per dimostrare che qui si
fa turismo, altrimenti corriamo il rischio di dire che si fa soltanto a luglio
e agosto, e questo non basta e non serve a nessuno.
I compiti della Regione sono questi
e insieme e all’interno di questo progetto, di questa legge che oggi proponiamo
e mettiamo in approvazione, c’è anche l’atto deliberativo che
Un altro tema che stiamo trattando è
la crocieristica.
Credo che proprio l’azione
capillare, attenta, mirata che stiamo cercando di portare avanti possa
rappresentare quel quid pluris che ci offre e ci consente di
dare una risposta nuova ai nostri territori. Dobbiamo, quindi, rafforzare
questo cammino, credo – come diceva il nostro capogruppo, il collega Fedele –
che in Commissione sia stato offerto un contributo anche da parte dei consiglieri
della minoranza, quindi un ringraziamento a chi ha favorito e stimolato
l’approvazione di questa legge. Effettivamente, ogni volta – lo ribadisco – le
leggi vengono approvate e poi si tende sempre a migliorarle, sono un punto di
partenza, però intanto l’importante è avere un qualcosa su cui discutere,
perché spesso in Calabria si è preferito non avere leggi, quindi non avere dei
riferimenti, per non discutere e per fare ciò che, forse, ognuno riteneva
opportuno e consono fare.
Come dicevo prima, l’assessore della
Provincia Tal dei Tali, che investiva gran parte delle risorse nella sua
provincia perché doveva dare risposte a chi gli aveva dato il consenso
elettorale, metteva in atto una strategia opposta a quella che oggi stiamo
cercando di produrre . Lo sforzo è grande, perché comunque bisogna, anche da
questo punto di vista, invertire, a tutti i livelli della nostra Regione, il
meccanismo perverso del sistema burocratico, in cui c’è una situazione
incancrenita di una cultura che non ci aiuta a dare un’accelerazione. Non parlo
del settore turistico, ma dei settori della nostra regione in generale, in cui
effettivamente abbiamo bisogno di una grande accelerazione.
Su questo credo che potremo trovare
motivo di confronto e di analisi in una fase successiva, è un ulteriore punto
di partenza. Non è vero che questo provvedimento guarda soltanto al turismo,
perché all’interno è prevista anche l’istituzione di un tavolo tecnico in grado
di coinvolgere altri settori e di continuare quel rapporto e quel lavoro interdipartimentale che si realizza
all’interno della Regione, coinvolgendo il settore della formazione,
dell’ambiente, della portualità, i beni culturali e quindi gli assessorati
competenti, riuscendo a trovare un filo comune che ci consenta di collegare
questo strumento a tutti i segmenti importanti di un percorso in grado di offrire un’opportunità al nostro
territorio.
Abbiamo, oggi, la soddisfazione di
dare seguito all’esperienza, perché, proprio su questo tema e in questa
direzione, questo tipo di percorso ci
consente, ad esempio, di sbloccare procedure di bandi che sono collegati alla
legge e quindi di dare ancora un’accelerazione.
Dopodiché mi permetto di fare –
Presidente, se mi è consentito – in’Aula una veloce illustrazione di ciò che è
stato l’incontro di questa mattina con il commissario Hahn, così facciamo una
comunicazione utile.
Il commissario Hahn ha ribadito il
concetto – e lo ha fatto il ministro Fitto – che l’Italia e quindi le Regioni a
convergenza riusciranno a rispettare, entro il 31 dicembre, la spesa che andava
certificata. Quindi, possiamo tranquillizzare tutti coloro che sono i
demolitori della politica sui fondi comunitari. Penso che domani il Commissario
Hahn tranquillizzerà molte persone, coloro che ogni volta dicono: “Non si
spendono i fondi comunitari, sono spesi poco. Non è vero, li avete spesi male,
eccetera” e tutta una serie di cose.
Noi abbiamo sottoscritto e firmato
con il ministro Fitto e il Commissario europeo Hahn un protocollo.
Devo dire la verità, quando ho partecipato alla riunione col ministro
Fitto insieme al direttore generale competente, ho avuto un momento di
perplessità. Perché ho notato che mentre le cose negative, come oggi anche su
qualche giornale, sono inserite nelle prime pagine di tutti i giornali
calabresi, quelle che dicono, invece, il contrario, come questa mattina, non
fanno notizia.
Comunque, credo di poter dire, non
come parte interessata soltanto, ma come fatto avvertito, che in sede di
confronto ho visto dei colleghi Presidenti di Regione, effettivamente, molto
interessati all’idea di cercare un nuovo contenitore, un calderone in cui
mettere le risorse, per poi rispenderle su quattro temi delicati; viene
stabilito che tutte le risorse non giuridicamente vincolate, quindi, in buona
sostanza che non hanno il destinatario finale e tutti quei bandi pubblicati,
anche senza destinazione, una volta che sono in essere, sono risorse che
vengono quantificate e lasciate in capo alle Regioni.
Abbiamo fatto un discorso molto
serio al tavolo, abbiamo detto che abbiamo 1 miliardo e 100 milioni di risorse
che hanno una destinazione vincolata, altri 900 milioni di euro di bandi che
stiamo producendo e sono in itinere che non hanno il beneficiario
finale; poi ci sono altre risorse che vanno un po’ più a rilento, ad esempio, i
67 milioni della giustizia o, meglio, della legalità e della sicurezza - per i
quali stiamo cercando di convergere con le Procure, con i Tribunali, con le
Corti d’Appello per fare un discorso unitario - e delle case della salute che
sono in fase di approvazione.
Diciamo che, tra Fesr e Fondo
sociale europeo, non sono tantissime le risorse, degli 8 miliardi di euro non
daremo una parte importante a questo tipo di richiesta, però ho notato – dicevo
– che per qualcuno è stata una soluzione caduta dal cielo, cioè qualche collega
aspettava questa cosa come una soluzione ai problemi. Per noi è sicuramente
importante, ma non è la manna dal cielo, è una risposta, perché arriviamo al 31
dicembre a certificare la spesa e non sappiamo cosa accadrà nei prossimi anni
e, proprio attraverso questo strumento, ci viene offerta l’opportunità di
certificare sicuramente anche la spesa per il prossimo anno, se saremo in grado
di canalizzare le risorse che andremo a recuperare, che saranno ridistribuite
sui territori su quattro livelli importanti, su quattro settori delicati: la
pubblica istruzione, la banda larga, le infrastrutture e la nuova occupazione.
Capirete bene che stamattina ho
detto al commissario Hahn che aderisco a questa idea e che siamo contenti di
farlo come Regione Calabria, perché non avrete dimenticato quando, non più
tardi di un anno fa, in qualche circostanza, trovando il dissenso a volte anche
dei consiglieri del centro-sinistra, abbiamo detto: “Non escludiamo di voler
riscrivere una parte del Por o, meglio, di rideterminare il Por”. Diciamo che
questa è una opportunità, perché è una cosa – ho detto ad Hahn – che non
abbiamo scritto noi, che condividiamo in gran parte, perché comunque le linee
di intervento sono quelle, i bisogni dei territori sono quelli, le direttive
comunitarie sono quelle, non possiamo inventarci cose diverse, però una cosa è
mettere 100 milioni di euro su una misura, una cosa è metterne 10, quindi qui
la nostra posizione può essere difforme da quella di Maiolo, che ha messo 100
milioni di euro dove noi ne avremmo messi 10.
Per cui, oggi, questa idea ci
consente, proprio perché non
avevamo scritto noi il Por, di immaginare che, laddove non sono state attivate
le procedure di gara e i bandi, di poter rastrellare
queste risorse e farle convergere su quei quattro settori che vengono definiti
dal Governo italiano e dalla Commissione europea prioritari.
Oggi, abbiamo l’opportunità di
recuperare risorse che, ovviamente, hanno una tempistica diversa, non voglio
dire che vanno a rilento, altrimenti dovremo incominciare a dire “sì, abbiamo
dimostrato che abbiamo mobilitato una capacità di spesa, oggi viene detto che
siamo all’89 per cento…”, e finiremmo per dover confliggere con i consiglieri
del centro-sinistra su dati, su cifre e numeri. Invece, diciamo che queste
risorse vengono recuperate e vengono canalizzate per migliorare la qualità e la
capacità di spesa su questi settori.
Questo significa che andremo al
tavolo nelle prossime settimane con il Governo italiano a fare un’azione in cui
ci sono bandi le cui risorse hanno una destinazione vincolata, bandi che sono
già partiti e che sono in itinere,
che riteniamo non si possano e non si debbano toccare e risorse che, invece,
non sono state ancora mobilitate e che non rappresentano ancora impegni di
spesa e vengono recuperate per cercare di fare un discorso finalizzato all’idea
di dare una risposta in tempi ristretti in termini di qualità per i nostri
territori.
Abbiamo evidenziato, anche oggi, al
commissario Hahn che forse è opportuno inserire nel tema sulle infrastrutture
anche l’ambiente, perché l’assetto idrogeologico è un altro dei temi scottanti
da trattare - perché proprio per quello che è accaduto in Liguria, su ciò che
rischiava di accadere in Piemonte, che è accaduto in Toscana e così via,e che
deve essere da insegnamento -, abbiamo detto che uno dei punti critici
dell’esperienza di noi amministratori è la difficoltà di avere risorse da
investire sul Piano idrogeologico.
Ad esempio, mi sembra di capire che
strumentalmente – spero di no –
Credo sia un elemento aggiuntivo e spero che possa rientrare
nel tema delle infrastrutture, proprio
perché comunque potrebbe, in qualche modo, essere recuperato per questa
causa. Quindi abbiamo fatto una conferenza stampa che si è tenuta questa
mattina dopo la riunione, nella quale abbiamo manifestato la certezza di dare
su questo versante un impatto nuovo e positivo riguardo all’avanzamento della spesa per il futuro
e alla capacità di recuperare risorse che potranno essere canalizzate.
Ribadisco che l’impegno del Governo,
del commissario Hahn - che è austriaco, quindi lontano dalle dinamiche del Sud
-, l’impegno ribadito dal ministro Fitto, dal sottosegretario alla Presidenza
del Consiglio dottor Gianni Letta, è stato di dire che le risorse recuperate
della Regione Calabria saranno reinvestite nella stessa, quindi non saranno
distolte, non saranno sottratte, ma sarà un modo per cercare di dare un nuovo
impulso attraverso il conforto del Governo. Devo dire che, avendo fatto anche
due anni l’assessore ed avendo comunque un minimo di esperienza, non c’è mai
stato un Governo che abbia chiamato al tavolo le Regioni per cercare di
concertare, di guidare, di indirizzare l’utilizzo delle risorse.
In questa circostanza tutti i
Presidenti, a cominciare dal Presidente Vendola, hanno elogiato il ministro
Fitto, perché hanno riconosciuto in lui un interlocutore credibile, serio,
coerente che ad oggi ci ha dato delle risposte importanti, anche riguardo al
Piano per il Sud.
Chi di voi si ricorda il Piano per
il Sud? Tante volte i consiglieri del centro-sinistra, giustamente e
legittimamente, sono usciti sulla stampa, dicendo che i fondi Fas non c’erano
più, che il Piano per il Sud non c’era, non si conoscevano altre cose. Poi abbiamo
visto che, attraverso l’impegno diretto del ministro Fitto, siamo arrivati ad
avere delle risposte importanti: sul tema delle infrastrutture, sul tema del
mondo universitario, accademico con finanziamenti alle nostre università,
speriamo di averle presto anche sul tema dell’ambiente.
Siamo proiettati su una strada
importante che riguarda la capacità di costruire relazioni rilevanti, cioè
oggi, in questo Paese, mentre tutti quanti si concentrano su come mandare a
casa Berlusconi con piroette e tutta una serie di situazioni, c’è una classe
dirigente che è quella dei Presidenti delle Regioni che si siedono con il
Governo, perché hanno a cuore le sorti delle proprie comunità e dei propri
territori e discutono dei destini, mentre molti altri pensano soltanto se
devono stare su una o su un’altra poltrona.
Credo che la risposta che stiamo
dando come governatori, come classe dirigente di governo o comunque classe
dirigente in generale dei nostri territori a livello regionale, sia una
dimostrazione chiara ed evidente che vogliamo lavorare per il bene comune e per
l’interesse del territorio, rispetto a chi pensa, qualora gli venga garantito
domani un posto al governo, se rimanere nella maggioranza, oppure passare alla
minoranza.
Penso che questa, oggi, sia la visione
più becera della politica che ci possa essere e credo che questo tipo di
politica vada sconfessata, perché comunque continuo a ribadire che in questo
contesto c’è la necessità di guardare al bene comune, agli interessi dei
cittadini e a quelli che sono i bisogni della gente, perché forse la politica
nazionale per un po’ di tempo si è distratta rispetto a questo tipo di
indirizzo.
Continuiamo a lavorare per cercare
di trovare soluzioni e soprattutto per dimostrare – e questo, secondo me, può
essere positivo per tutti – che voi avete costruito un Por, l’avete messo in
campo e l’avete offerto come motivo di valutazione e di azione nei vostri anni
di governo, avete speso le risorse che avete speso, noi siamo arrivati, abbiamo
dato seguito a queste esperienze e adesso stiamo cercando di accelerare
ulteriormente la spesa. Alla fine, quale sarà il risultato? Non credo che ci
siano difficoltà su questo, tutti i governi regionali, in linea di massima,
hanno speso i soldi, credo che non ci sia stato governo regionale che alla fine
non sia stato in grado di spendere le risorse. Il problema vero è capire queste
risorse, una volta spese, che cosa hanno prodotto sul territorio.
Abbiamo già, ancora prima di
confrontarci anche con i colleghi della minoranza, un’idea che stiamo
approntando su come utilizzare queste risorse per avere una ricaduta positiva
sul territorio e capire come, una volta spese, potranno produrre qualcosa di
utile e produttivo.
Grazie al Presidente Scopelliti. Con
il suo intervento si completa il dibattito sul punto all’ordine del giorno e
possiamo passare al voto. Votiamo prima gli emendamenti presentati. Essendo un
provvedimento amministrativo, non c’è un articolato di riferimento, quindi
possiamo procedere a votarli, per poi inserire quelli approvati, nel
provvedimento stesso.
Il relatore aveva chiesto di
intervenire. Prego, onorevole Fedele.
Sugli
emendamenti, Presidente: per quanto riguarda quelli della maggioranza, sono stati
discussi in Commissione e recepiti con il coordinamento formale, anche quelli
dell’onorevole Nucera che in quei giorni, purtroppo, era assente per impegni
istituzionali, quindi tutti gli emendamenti presentati dalla maggioranza sono
ritirati e non devono essere discussi.
Va bene. Quindi, il primo emendamento dell’onorevole Nucera,
essendo stato già accolto in Commissione – se ho capito
bene –
possiamo considerarlo approvato in coordinamento formale.
Poi c’è un emendamento a
firma dell’onorevole Giordano, il protocollo numero 51969: “Con riferimento all’albergo
diffuso indicato alle pagine 75-77 del Piano e i relativi criteri per l’individuazione delle strutture che beneficeranno delle agevolazioni:
ambito di applicazione: dopo le parole “…che definisce le Z.T.O.
(Zone territoriali omogenee), aggiungere le seguenti: “o comunque
porzioni di edificato la cui valenza storica sia dimostrata da adeguati studi e
suffragata da parere della Sovrintendenza ai beni paesaggistici…”.
Elementi di eleggibilità per la
localizzazione: dopo le parole “classificato dal vigente strumento urbanistico
generale quale zona A”, aggiungere le
seguenti: “o comunque la cui valenza storica sia dimostrata da adeguati studi e
suffragata da parere della Sovrintendenza ai beni paesaggistici”… e dopo le
parole “requisiti previsti dall’articolo 48 della legge regionale 19/2002
(legge urbanistica)”, aggiungere le
seguenti: “gli interventi di recupero e rifunzionalizzazione degli edifici per
la realizzazione dell’albergo diffuso dovranno essere coerenti con apposite
linee-guida ispirate ai princìpi della conservazione, dotate di parere della
Sovrintendenza ai beni paesaggistici”.
Prego, onorevole Giordano.
Pur permanendo e confermando il
giudizio negativo che è stato eminentemente espresso dal consigliere Talarico,
tuttavia non ci siamo esentati dal volere, in alcune parti del provvedimento,
offrire – come abbiamo fatto in Commissione – degli emendamenti che potessero,
in qualche modo, tentare di risolvere dei problemi che certamente si porranno
nel momento in cui il provvedimento sarà operativo.
Nella fattispecie, questo
emendamento riguarda la categoria dell’albergo diffuso, che dovrebbe essere uno
dei punti di forza su cui
basare l’azione non solo del Piano di turismo
sostenibile, di questo Piano triennale che oggi è all’esame del
Consiglio regionale, ma del sistema turistico di questa regione e del sistema
su cui si basa il punto di forza che vede
Con questo emendamento chiediamo che
non vengano escluse le zone territoriali omogenee diverse dalle zone A per
quanto riguarda la categoria dell’albergo diffuso. Intendiamo che venga
aggiunto, alla pagina 75, il capoverso “o comunque porzioni di edificato, la
cui valenza storica sia dimostrata da adeguati studi e suffragata da parere
della sovrintendenza ai beni paesaggistici”. Così come successivamente, negli
elementi di eleggibilità per la localizzazione, dopo le parole “classificato
dal vigente strumento urbanistico generale quale zona A”, si dovrebbe
aggiungere “o comunque la cui valenza storica sia dimostrata da adeguati studi
e suffragata da parere della sovrintendenza ai beni paesaggistici”, inoltre le
seguenti: “Gli interventi di recupero e rifunzionalizzazione degli edifici per
la realizzazione dell’albergo diffuso dovranno essere coerenti con apposite
linee-guida ispirate ai princìpi della conservazione e dotate di parere della
sovrintendenza ai beni paesaggistici”.
Questo assunto trova coerenza
applicativa con la stessa normativa urbanistica regionale - che tra l’altro, è
in fase di rivisitazione in quarta Commissione -, laddove è superato anche lo
stesso concetto di zona omogenea, si passa ad una classificazione che veda
nelle zone urbanizzate, comprendere all’interno i centri storici e comunque i
nuclei urbani centrali che hanno valenza storica e paesaggistica.
Lo stesso Regolamento, a cui mi si
potrà obiettare la non possibilità e l’eventuale conflitto che potrebbe sorgere
dalla previsione di zone oltre la zona omogenea A, è modificabile e comunque
non fa espresso vincolo dell’essere inserite esclusivamente nelle zone A,
perché nelle definizioni tipologiche c’è la possibilità che alcune funzioni
possano andare oltre questa zona omogenea.
Per cui ritengo importante ed
opportuno non escludere dalla nomenclatura, dalla possibilità degli interventi,
zone omogenee diverse dalla zona A che comunque hanno quelle caratteristiche in
quanto verrebbero esclusi dal provvedimento parecchi Comuni, parecchi borghi
storici di questa regione.
Parere del relatore?
Negativo, perché c’è un Regolamento di Giunta che prevede parametri diversi.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo numero 51969.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo numero
Si illustra da sé. Parere del
relatore?
Alcuni Comuni presenti in questo
emendamento sono stati già inseriti, come ad esempio Oriolo, per cui in parte è
accettato, per gli altri, però, non è possibile.
Quindi, il parere del relatore è
contrario.
(Interruzione)
Mi sembra che sia stato già inserito
Oriolo, per cui si può ritirare.
E’
accolto per quanto riguarda Oriolo, in quanto già stato, quindi abbiamo
recepito quello che l’onorevole Principe e gli
altri consiglieri dicevano.
Onorevole Fedele, era già inserito o dobbiamo votarlo?
Oriolo
è già inserito.
…lo ritira…
Per
dichiarazione di voto, dovrò dire alcune cose. Vorrei capire se nell’attuale testo c’è o non c’è Oriolo, perché se – e sono cose che restano agli atti – c’è,
naturalmente l’emendamento è superfluo, ma se viene accolto in questa sede, viene accolto un emendamento, che non è meschino, perché si tratta di uno dei borghi medievali più importanti del nord Calabria,
a due passi dal mare.
In questo dicevo che si commenta da sé.
Volevo
capire se Oriolo….
Chiarisco
meglio. Oriolo è stato inserito
insieme a qualche altro Comune nel
coordinamento formale fatto nell’ultima Commissione. Se, per Oriolo, l’onorevole Principe vuole che si
approvi in Aula, il parere è positivo, per gli altri no.
Però, se è già inserito nel
provvedimento, l’emendamento non esiste. Se c’è già, punto! Quindi questo
emendamento non viene accolto perché è stato già inserito.
(Interruzione)
Quindi, l’emendamento Principe è ritirato, andiamo avanti.
Emendamento
a firma dell’onorevole Dattolo.
(Interruzione)
E’
ritirato. Emendamento protocollo numero
Emendamento protocollo numero
(Interruzione)
Stessa cosa, va bene. Emendamento a
firma dell’onorevole Scalzo. E’ assente.
Emendamento protocollo numero
(Interruzione)
Va bene, assorbito.
Emendamento protocollo numero
C’era un emendamento a mia firma prima, comunque si può discutere.
Qual è?
L’emendamento protocollo numero 51965.
Sì, emendamento protocollo numero
“Comune di Bagaladi; Comune di Bova; Comune di Bova Marina; Comune di Melito Porto Salvo; Comune di Palizzi; Comune
di Roccaforte del Greco; Comune di
San Lorenzo; Comune di Staiti; Comune di Montebello Ionico; Roghudi;
Condofuri”.
Prego, onorevole Giordano.
Questo emendamento
era stato proposto anche in Commissione - per la verità non solo dal sottoscritto, ma da tanti consiglieri, e
devo dire che il consigliere Nucera lo ha riproposto in Aula e argomentato
molto bene, mi complimento con lui - riguarda
il
riconoscimento del sistema turistico dell’area grecanica.
Ho ascoltato anche l’intervento del Presidente Scopelliti
quando parlava di azioni sistemiche, di azioni strategiche e di prospettiva. Certamente, questo è uno dei vulnus che ha questo Piano, non avere
riconosciuto all’interno di questo strumento un’area che credo che sia uno dei
punti di eccellenza della provincia di Reggio
Calabria. Questo – lo ha scritto bene l’onorevole Nucera –l’hanno raccontato i
viaggiatori inglesi del secolo scorso, così come tutti gli altri che hanno apprezzato le bellezze, ma
non solo: la valenza naturale demo-etno-antropologica di una realtà che è un unicum di questa regione.
Se questo emendamento non dovesse
essere accolto e quindi non dovesse essere riconosciuto il sistema turistico
dell’area grecanica, si farebbe un danno anche a tutti quei sistemi di
programmazione che hanno dato luogo a risultati importanti: mi riferisco ai
PIT, ai PIAR, ai vari progetti leader che hanno anche riqualificato
delle eccellenze, tra le quali voglio ricordare Pentedattilo.
Questo sarebbe un danno anche nei
confronti degli attuali strumenti di programmazione. Lo stesso PISL indebolirebbe
un tessuto, perché la disgregazione, il fatto che con i subemendamenti siano
stati spostati i Comuni di Melito con
Tra l’altro, la cosa che ebbi modo
di evidenziare in Commissione e che lancio anche in questa sede, è che è
preoccupante un Piano che esclude tre Comuni importanti come Melito, Montebello
e Motta San Giovanni, quindi si nega a questi Comuni la vocazione turistica,
che, invece, è la loro unica vocazione, lasciando intendere che esiste altra
prospettiva da parte di questa maggioranza e di questo governo regionale, e mi
riferisco al tentativo della società “Sei” di insediare la centrale a carbone.
Questo è preoccupante, quindi, a
maggior ragione, ripropongo l’emendamento, affinché venga riconosciuta l’area
grecanica come sistema turistico, come sistema di eccellenza e venga inequivocabilmente
statuito che la vocazione di quell’area è quella turistica che vede emergere i
caratteri naturali, paesaggistici, le dimensioni culturali e i giacimenti con
cui quest’area si presenta nel rapporto con la Provincia e con la Regione.
Per questo motivo chiedo all’Aula
che si ponga rimedio e venga accolto questo emendamento, diversamente sarebbe
preoccupante, perché si potrebbe prefigurare che ci sia un’intenzione diversa:
di istituire la centrale a carbone, come ho prima esposto.
Parere del relatore?
Il parere è negativo, spiego anche
la motivazione: tutti i Comuni dell’area grecanica - tra l’altro sostenuti
anche dai consiglieri Nicolò, Nucera, da tutti i consiglieri della provincia di
Reggio Calabria - non sono stati inseriti in un’area dedicata, perché la stessa
ha già una sua specificità rappresentata dalle minoranze linguistiche ed è,
quindi, ricollegata ad un settore specifico.
Abbiamo ascoltato tutti i sindaci
dell’area grecanica ed i rispettivi Comuni sono stati inseriti una parte
nell’area di Reggio Calabria, un’altra nell’area della Costa dei Gelsomini e
altri sono localizzati in zone montane nell’area del Parco dell’Aspromonte.
Nessuno è, quindi, escluso ed è cosa diversa creare un’altra area specifica
dato che già esiste l’area grecanica, riconosciuta e che gode di finanziamenti
propri. Poi, tutti questi Comuni sono stati ugualmente inseriti in ambiti ed
aree diverse.
I sindaci, ascoltati come detto
prima, hanno accettato questa ipotesi di inserimento nelle aree e ne sono
rimasti contenti, hanno anche fatto delle dichiarazioni a mezzo stampa. Credo,
dunque, che quello che dice il consigliere Giordano, stasera, sia un po’
strumentale, per non usare altri termini. Ribadisco, però, che tutti i Comuni di
cui si parla in questo emendamento sono già inseriti nei vari ambiti del Piano.
Ha chiesto di intervenire
l’onorevole Giordano, ne ha facoltà.
Dico al collega Fedele che vedremo,
tra qualche mese, i sindaci se saranno d’accordo
sulla soluzione che avete prospettato. Non
credo, perché il territorio è di tutt’altro
parere e di tutt’altro avviso.
Tra le altre cose, voglio ricordare che viene disconosciuto anche un provvedimento che è
stato approvato da questo Consiglio: i sistemi
turistici delle province, il sistema turistico
d’Aspromonte viene sconfessato
con questo tipo di proposta. E’ grave perché viene disgregata un’area. Il fatto
che siano ricompresi a macchia di leopardo, ora di qua e ora di là, non
significa nulla, significa disgregare un sistema che ha delle peculiarità,
negare le peculiarità di un sistema turistico che forse ha una lunga
prospettiva.
Prendo atto che questo è, siete
maggioranza, vi assumete delle responsabilità, ma sono convinto che su questa
cosa torneremo a parlare molto presto e con altri risultati.
Quindi le parole del relatore la
convincono, lo ritira o lo vuole porre in votazione? Va bene.
La parola all’onorevole Nucera per
dichiarazione di voto.
Presidente, ritengo che l’emendamento proposto dal collega Giordano abbia un suo fondamento - si
rifà all’emendamento da me
presentato e che ho voluto mediare sul Piano del confronto politico, dello spirito della legge sul
Piano turistico che oggi stiamo approvando -, ma nel quadro della valutazione complessiva non reputo sia il
concetto del restringimento
dell’area grecanica, quanto lo
spirito della legge nella dimensione regionale.
Le minoranze
linguistiche sono state fortemente sostenute
da questo Piano e la stessa rivendicazione, oggi, la potremmo fare - e chi sta
parlando è stato il primo a sollevare
l’incongruenza o, meglio, la non coerenza del Piano rispetto a quest’area -
rispetto all’area, per esempio, italo-albanese, all’area cosentina, all’altra
minoranza linguistica importante della nostra regione o alla stessa area del
crotonese, che è l’area della lingua celtica, perché hanno le stesse
prerogative e dovremmo porci per loro lo stesso obiettivo.
Sul Piano del quadro generale della
legge non dobbiamo porre un problema inerente l’identificazione rispetto a un
idioma specifico, ma si tratta, in maniera molto più complessa, di far si che
questi paesini possano sia espletare la loro vocazione ad essere peculiari
sotto l’aspetto generale sia riuscire ad integrarsi in un sistema molto più
ampio, che è quello di un Piano turistico regionale da cui poter trarre
maggiori vantaggi per la loro autonomia e la loro indipendenza.
Non si tratta di smembrare un
territorio, ma di rafforzarne uno molto più vasto: l’area dei Gelsomini da una
parte, l’area vocata alla pastorizia e all’agricoltura dall’altra parte della
sponda dell’area aspromontana, l’area che per vocazione è proiettata a Reggio
Calabria. Anche la città di Reggio, il centro
urbano di Reggio all’interno ha una colonia grecanica molto forte e
molto attiva. Questo non significa dover chiudere o dover ridimensionare l’area
solo perché Reggio ha questa caratterizzazione linguistica molto forte.
In questo quadro, in quest’ambito,
l’aver voluto potenziare anche attraverso lo strumento di altre leggi – la
legge sulle minoranze linguistiche, la legge sulla identificazione dei ruoli
rurali, noi abbiamo il Piano ambientale, la legge sull’ambiente della Regione
Calabria che abbraccia paesini dell’area grecanica, anzi frazioni all’interno
di paesini dell’area grecanica in questa valorizzazione complessiva sul Piano
del turismo, che quindi esalta ancora di più la funzione e il compito dell’area
stessa –, in quest’ottica di una visione più generale, che ha portato anche la
stessa Provincia di Cosenza… Bene hanno fatto i nostri colleghi che hanno
voluto porre attenzione allo spirito di alcuni paesini, anch’io dalla provincia
di Reggio ho chiesto che il piccolo Comune di Paludi entrasse in quel contesto
molto più ampio, proprio perché lo
spirito che noi dobbiamo esaminare è quello complessivo dell’area.
Poi, certo, se vogliamo fare una
“battaglia di pennacchio”, siamo tutti pronti a mobilitare le truppe, scendere
in guerra e dire che il sacro non si tocca. Certo che non si tocca il sacro, ma
purché venga garantito sotto forme e in aree ben diverse.
Pur essendo stato assente in
Commissione perché impegnato per motivi istituzionali -non ho potuto seguire
direttamente la cosa - accolgo in ogni caso la valutazione generale che i
sindaci del territorio hanno fatto, perché questa cosa non nasce dal capriccio
del dirigente o del capogruppo del Pdl che ha voluto inquadrare in un’ottica
più complessiva il dato, ma da un ragionamento congiunto fatto con tutti i
sindaci dell’area grecanica e dico tutti, nessuno escluso.
Poi dobbiamo fare una distinzione in
questo quadro, caro collega Giordano, non è di poco conto, fra quella che
genericamente è l’area grecanica – e non sta a me dirlo che ci spingiamo già da
Melito Porto Salvo a Caulonia, anche se geograficamente è limitata fino a
Ferruzzano – e quella che è l’area ellenofona, che è cosa diversa dall’area
grecanica. Per cui dovremmo andare a trovare il nucleo di tutte le sostanze e
di tutti i ragionamenti.
In questo quadro complessivo, proprio perché non vogliamo
sottilizzare sull’argomento e non vogliamo chiudere in uno stretto confine
elementi che non hanno senso, diciamo che la formula usata, condivisa con i
sindaci dell’intera area e condivisa anche con
Ecco perché ho accolto con piacere
anche l’idea di dover dare questo contributo di dibattito ed offrire anche
l’integrazione dell’emendamento rispetto a quel coordinamento di cui abbiamo
parlato.
(Interruzione)
Calispera!
L’onorevole Nucera, pur avendo
dichiarato – ne prendo atto – la fondatezza del mio emendamento, che poi
ricalcava il suo successivo, ha fatto una distinzione che, francamente, con
tutta la volontà di voler comprendere, è limitativa. Ha fatto bene, poi, a
distinguere l’area grecanica e l’elemento linguistico, l’area ellenofona, che è
un’altra cosa.
La forza di coesione di questo
sistema non è la minoranza linguistica oppure i Comuni dove ancora oggi si
mantiene viva la lingua grecanica, è un sistema più complesso, che ha delle
valenze naturali delle eccellenze paesaggistiche. La storia è un patrimonio,
tra l’altro quello che avete dimenticato è che c’è la candidatura come
patrimonio dell’Unesco. Questa è una grave dimenticanza che, anzi, vi doveva
portare a mettere la sottolineatura sul sistema turistico con una candidatura
come patrimonio dell'Unesco, che sarebbe la prima di questa provincia.
Detto questo, vi invito…
Consigliere Giordano, chiedo scusa,
all’Unesco è candidata l’area ellenofona - stia attento – non l’area grecanica!
No. Voglio capire, voglio vedere la
reazione dei sindaci, quando con i Pisl si troveranno gravi e pesanti
limitazioni sui progetti che saranno presentati.
Su questo un ulteriore invito alla
riflessione, anche se ormai il dado è tratto e, nei prossimi mesi, purtroppo
non potremo che sancire che si è negata una prospettiva che doveva essere,
invece, la vera prospettiva di rilancio di quest’area.
(Interruzione)
Prego, onorevole Scalzo. Lei non era
in Aula.
Ero in Ufficio di Presidenza.
L’ho chiamata.
Il tempo di arrivare, ha detto
qualcun altro “non c’è”. Io non mi sono mosso.
Scusi, lei non è che abbia presentato
tanti emendamenti, poteva stare attento.
Chiedo che mi sia data la
possibilità di illustrare il mio emendamento.
Lei non c’era, non posso darle la
parola.
Ci sono anche le telecamere, ero in
Aula.
Quali telecamere! Io ho detto:
“Emendamento dell’onorevole Scalzo. C’è l’onorevole Scalzo? Non c’è, è
decaduto”.
Il problema è che si è passati
subito all’emendamento successivo, senza che mi sia stata data la possibilità
di illustrare il mio. Va bene così!
L’ho chiamata.
Va bene, vuol dire che in quest’Aula
si fa così!
Su questo emendamento ci sono altri
interventi? La parola all’onorevole Imbalzano.
Solo qualche battuta perché in Commissione, dopo un lungo dibattito,
sono stato l’estensore materiale dell’emendamento
che ha trovato la sintesi rispetto ai diversi emendamenti. Anche io
avevo presentato un emendamento che riguardava
l’intera area grecanica, però poi mi è stato spiegato che, anche noi
consiglieri regionali non è che abbiamo il dono della scienza infusa, quindi mi
è stato spiegato qual era, rispetto anche alle aree come l’area grecanica, la
logica che soprassedeva al Piano turistico che andavamo ad esaminare.
Personalmente, prima di scrivere
quell’emendamento, ho contattato alcuni sindaci, ricordo in particolare il
sindaco di Montebello e il sindaco di Motta San Giovanni, che pure da me
nell’emendamento comune, simile a quello presentato dai colleghi Giordano,
Nucera, ma credo anche il collega Nicolò, ho chiesto espressamente, prima che
venisse scritto l’emendamento, qual era l’orientamento di questi Comuni.
L’atteggiamento che è stato definito
in Commissione nella stragrande maggioranza, come ricordava il collega Fedele,
esprimeva ed esprime la volontà di quei territori. Quindi anche per questi
motivi aderisco – e non può, a questo punto, essere diversamente –
all’atteggiamento che di comune accordo, in Commissione, abbiamo assunto.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo
numero 51965.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo numero
Sono due
emendamenti.
(Interruzioni)
Presidente,
pensavo si procedesse per appello nominale, come avevo chiesto.
Ha
chiesto l’appello nominale.
Avevo
chiesto la votazione per appello nominale.
Ci sono due
emendamenti. Se mi è consentito illustrarli.
Deve
illustrarne uno.
Dato che
riguardano la stessa problematica…
Uno alla
volta.
Va bene.
Il primo emendamento riguarda l’inserimento all’Allegato 2 di alcuni Comuni che
hanno delle specificità enogastronomiche: si tratta dei Comuni del Monte Poro,
Rombiolo, Zungri, Limbadi e San Calogero.
(Interruzione
dell’onorevole Battaglia)
Glielo avevo
detto che li illustravo insieme, perché c’era
un altro riferito a un altro Comune.
L’altro emendamento, il successivo, si riferisce sempre
all’integrazione all’Allegato 2 all’interno di un’area che è l’area della Costa
degli Dei e che, quindi, il comune è contiguo con l’area in questione, e
l’inserimento del comune di Spilinga, paese noto per la ‘nduja, che chiaramente
è un grande attrattore non solo enogastronomico,
ma anche culturale.
Mi sono prodigato anche di fare una
fotocopia della “Gazzetta del Sud”, dove è raffigurata una troupe inglese che gira un film proprio sulla ‘ndujia a Spilinga.
Ogni anno c’è una manifestazione, una sagra nel mese di agosto che raccoglie
migliaia e migliaia di turisti.
Quindi, poiché – ripeto – è un paese
contiguo all’area turistica, quindi all’area turistica della Costa degli Dei, poiché
è un paese che ha questa specificità, questa peculiarità, ritengo che meritava
di essere inserito nell’Allegato 2.
Do lettura dell’emendamento
protocollo numero 49114, testé illustrato dall’onorevole Censore: “Al documento (Allegato 2 – Aree e prodotti a
maggiore attrattività turistica: processo di individuazione e schede analitiche) del Piano regionale di sviluppo
sostenibile – all’area
Costa degli Dei viene aggiunto il Comune di Spilinga, in considerazione della sua importanza”.
Parere del relatore?
Il parere è negativo, ma non per partito preso, perché
questi Comuni - al di là di quello che dice
l’onorevole Censore, che per molti aspetti, in particolare per quello enogastronomico, riguardo a Spilinga ha ragione, qui
c’è l’assessore all’agricoltura che è molto attento a queste problematiche, quindi lo sa meglio di noi – che
lui ha citato non hanno in sé tutte quelle caratteristiche di grandi
attrattori da poter essere inseriti nel Piano. Cosa diversa, invece, sempre su
segnalazione dell’onorevole Censore, per quanto riguarda Mileto che in
Commissione abbiamo inserito e accettato, perché, come turismo religioso, c’è
già Paravati che è frazione di Mileto.
Mileto e Soriano Calabro.
Li abbiamo inseriti perché abbiamo riconosciuto la
valenza di quei Comuni.
Per questi due emendamenti il parere è negativo.
Pongo in votazione il primo emendamento con protocollo
numero 49116.
(E’ respinto)
Pongo in votazione il secondo emendamento con protocollo
numero 49114.
(E’ respinto)
Poi c’è un altro emendamento con protocollo numero 49107
dell’onorevole Censore.
E’ ritirato.
Emendamento protocollo numero 49110, sempre a firma dell’onorevole Censore: “La dotazione finanziaria
della scheda Azione I – Sostegno alla domanda turistica – viene incrementata ad
euro 10 milioni, a valere sull’Obiettivo operativo 5.3.3 – Linea 5.3.3.1 del
Por Calabria Fesr 2007-
Questo
è un emendamento che merita di essere illustrato, perché nella
replica il capogruppo del
Pdl, onorevole Fedele, ha detto che la
minoranza fa la sua parte e che, quindi, chiaramente deve votare contro per fare la sua parte
rispetto a un Piano.
Qui c’è una questione di merito che riteniamo importante
e che avevo citato nel mio intervento. Allora, poiché
nel Piano di marketing
c’è una dotazione di 20.182.400 per la promozione turistica e poiché
a sostegno della domanda turistica sono
appostati solo 800 mila euro, noi chiediamo
con questo emendamento lo spostamento di
risorse significative pari a 10
milioni di euro per sostenere la domanda degli operatori turistici. Solo così
noi potremo dare risposta a quei tour
operator che, purtroppo, delocalizzano la loro attività in altri Paesi
extraitaliani.
Non mi sono inventato la questione, qua c’è lo sciopero
dei lavoratori del “Rocca Nettuno”, che per il prossimo anno non hanno ancora
le prenotazioni di Fti. Quindi non è che mi sono inventato la questione, è una
questione di merito che attiene al Piano. Per cui, se noi votiamo contro, è
perché non condividiamo l’impostazione generale, perché per noi spendere 30
milioni per la promozione è una spesa eccessiva.
Prendo atto che il governatore Scopelliti ha accolto la
nostra richiesta, che avevamo presentato nella mozione, di finanziare con fondi
ordinari la legge del 1995 sulla charteristica. Quindi ritengo che questa
nostra proposta abbia avuto la giusta considerazione. Speriamo che, in sede di
bilancio, poi si trovino le risorse necessarie per far fronte a questo impegno.
Parere del relatore?
Parere negativo, però, come lo stesso onorevole Censore
ha riconosciuto già le parole del Presidente della Giunta che ha detto chiaramente
che la legge charter, che è di grande importanza, come sostenuto molte volte
anche dai colleghi dell’opposizione, sarà incrementata col prossimo bilancio,
quindi questo è in negativo, però certamente tutti insieme andremo, quando
faremo il prossimo bilancio, a sostenere quella legge che riteniamo strategica
per lo sviluppo della nostra regione.
Pongo in
votazione l’emendamento
protocollo numero 49110.
(E’ respinto)
Ultimo
emendamento, protocollo numero
Con riferimento al paragrafo 4.2 del Piano rubricato
itinerari tematici si chiede l’inserimento del seguente periodo:
“In sede di definizione degli itinerari tematici è prevista una linea dedicata al turismo
termale, comprensiva degli stabilimenti termali di pregio della regione
Calabria (Locri, Galatro, Cassano, Spezzano, Cerchiara, Guardia Piemontese ed
Acquappesa) e delle aree limitrofe, con potenzialità di sviluppo nel settore
turistico termale, anche grazie alla presenza di falde acquifere suscettibili
di una valorizzazione ai fini termalistici”.
Con riferimento alla sezione del Piano di marketing strategica,
è inserito il seguente periodo:
“
Si commenta
da sé.
Parere del relatore? Contrario. Pongo in votazione
l’emendamento protocollo numero 49120.
(E’ respinto)
Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Completato
il terzo punto all’ordine del giorno. Ha
chiesto di intervenire l’onorevole Dattolo. Ne
ha facoltà.
Presidente, so che si è fatto tardi e qualche consigliere ha fretta di andare via, però c’è un provvedimento sull’ultima
Finanziaria fatta dal Governo, tra l’altro è un provvedimento che è stato
votato all’unanimità.
(Interruzione dell’onorevole Fedele)
C’è un
provvedimento che è stato firmato da dieci consiglieri,
in maniera bipartisan.
(Interruzione)
Abbiamo
votato.
(Interruzione)
Perché
no?!
(Interruzione)
Come no!
(Interruzione)
Perché,
che deve fare? Abbiamo votato, con il vostro voto contrario.
(Interruzioni)
Abbiamo
finito. Ha chiesto di intervenire l’onorevole Dattolo, ne ha facoltà.
So che c’era
la volontà di chiudere i lavori anticipatamente, ma c’è il provvedimento sull’Unione dei Comuni
finalizzato ad abbassare le soglie e
favorire questo processo d’integrazione che dobbiamo approvare
entro oggi – tra l’altro,
è stato approvato in Commissione con la firma anche
dei consiglieri dell’opposizione. Ribadisco che se
Se
è possibile, chiedo di discuterlo.
Praticamente,
l’onorevole Dattolo propone il rinvio di tutti i punti che sono all’ordine del
giorno, tranne il punto che riguarda
l’Unione dei Comuni, proprio perché
c’è la scadenza del 17 novembre entro cui si deve approvare la legislazione
regionale. Questa era la proposta.
Noi, invece, riteniamo
che sia importante esaurire tutto l’ordine del
giorno. C’è, in particolare, un provvedimento che attende da anni, che è quello
della legge sulla prima infanzia. E’ un provvedimento che è stato differito già
dal precedente Consiglio regionale, è stato
licenziato dalla terza Commissione sei mesi
fa, non è un mio provvedimento, ma viene fuori da due consiglieri
di maggioranza, Imbalzano e Nucera, è
stato licenziato anche col contributo della
minoranza.
Così come credo che, oggi, l’Aula si debba esprimere
sulle mozioni, ci sono mozioni importanti,
come quella che riguarda
la depurazione dell’acqua. Credo che questo Consiglio debba andare avanti anche con quel provvedimento che,
forse, meriterebbe un approfondimento,
quello dell’Unione tra Comuni,
che certamente è un provvedimento che quest’Aula
si deve porre per la situazione in cui ci troviamo.
Credo, però, che questo Consiglio debba
esaurire tutto l’ordine
del giorno e credo di poter esprimere questo mio
pensiero a nome di tutta la minoranza presente in quest’Aula.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Maiolo. Ne ha facoltà.
Mi pare che sull’ordine dei lavori c’era un intendimento
diverso, ma noi siamo qui per continuare il Consiglio, per svolgere tutti i
punti all’ordine del giorno, non abbiamo nessuna
difficoltà a continuare.
Sulla questione, proprio sull’ordine dei lavori nostri
di stasera, chiedo che sul punto su cui il consigliere Dattolo giustamente
sollecita l’approvazione ci sia l’inserimento all’ordine del giorno di un
ordine del giorno da me presentato circa la costituzionalità della legge,
rispetto alla quale la norma a
cui fa riferimento il consigliere Dattolo si esprime e interviene. Penso che
sia importante fare una riflessione di merito su questa legislazione, che è
stata fatta nel mese di agosto sul presunto intervento dei cosiddetti costi
della politica, ma che queste cose non c’entrano, c’entra l’ordinamento
costituzionale, le prerogative, e questo Consiglio,
Penso che ci sia la necessità di fare una discussione di
merito sul provvedimento, oltre che, poi, intervenire sulle questioni che
riguardano i limiti, sui quali c’è il consenso, ma penso che ci sia necessità di
una discussione ben più ampia, che noi siamo pronti a fare anche stasera, ma
prima che si arrivi all’approvazione della norma a cui si riferisce il
consigliere Dattolo.
Prima della discussione e di darle la parola, ho sentito
i capigruppo ed abbiamo individuato tre sedute di Consiglio, che sono quella
del 18, che voi sapete benissimo che riguarda la sanità, più il punto rinviato
del Corecom, quindi potrebbe essere un’occasione per aggiungere degli argomenti
che sono all’ordine del giorno di oggi; abbiamo un’altra seduta di Consiglio
per il 2 dicembre, quindi è un’altra opportunità; e poi abbiamo altre due
sedute di Consiglio, per il 19 e il 20 dicembre.
Diciamo, quindi, che in questo scorcio di fine anno, raccogliendo
anche quella che era la riflessione dell’onorevole Dattolo, possiamo
suddividere i punti all’ordine del giorno rimanenti nelle prossime sedute di
Consiglio regionale, come quello della non autosufficienza e degli asili-nido
per i quali manca l’assessore di riferimento.
Quindi, se troviamo una sintesi, vediamo quali sono i
provvedimenti urgenti, però abbiamo altre tre sedute di Consiglio regionale
entro fine dell’anno per esaurire tutti i punti all’ordine del giorno.
Pongo ai voti la richiesta dell’onorevole Dattolo.
(Interruzione)
Prego, onorevole Principe.
Seguiamo un ordine dei lavori un po’
strano ed io stavo intervenendo per un altro motivo e cioè il vezzo del signor governatore che, in
effetti, quando conclude va sempre al di là di
quello che è il tema della discussione. Obiettivamente, dal punto di vista democratico, non è una cosa
simpatica, non vorrei usare un’altra terminologia, è una cosa che si ripete
ricorrentemente.
La
pregherei, caro Presidente, intanto di esercitare
il suo ruolo, tentando di far rispettare
l’oggetto della discussione, ma siccome stasera abbiamo avuto un annuncio di
grande rilievo, cioè che non solo il Por sarà rimodulato, ma addirittura le
risorse del Por diventeranno quasi interamente sostitutive, perché i settori
che sono stati citati, dalla banda larga alle infrastrutture, al sostegno
dell’occupazione, che quasi certamente significherà sostenere la cassa
integrazione degli operai del Nord, perché da noi è molto limitata la cassa integrazione, lei capisce che è una
cosa di grande importanza, cioè viene sconvolto, lasciamo stare se in bene o in
male, se è più utile – io prima ho sostenuto l’importanza delle infrastrutture
– ma noi abbiamo appreso che il Por diventerà quasi interamente non più aggiuntivo, ma sostitutivo, non solo
rimodulato, ma per diventare sostitutivo.
In
questo ragionamento sul come
lavorare e quali punti mettere all’ordine del giorno, la pregherei di trovare
uno spazio per una discussione sul Por. Lei mi dirà “ma l’abbiamo già fatta”,
ma quello che abbiamo fatto, abbiamo appreso che non servirà a nulla,
ripartiamo da capo, quindi è assolutamente democratico che, previo un dibattito
nella competente Commissione, il Consiglio si interessi di questo.
Per
quanto riguarda stasera, pregherei il collega Dattolo di ritirare la sua
richiesta, perché noi abbiamo preso un impegno, collega Giordano, come capigruppo di finire il Consiglio dopo il
Piano per il turismo: o manteniamo questo impegno – e vale anche per Dattolo –
oppure riprendiamo una discussione da capo, proprio per avere tra di noi una
linearità di comportamento, perché qui non ci sono le cose più importanti e
meno importanti, non credo che il collega Dattolo debba avere il privilegio…
(Interruzione dell’onorevole Dattolo)
Onorevole
Dattolo, prego.
Non sono
abituato a polemizzare, non vedo assolutamente il motivo, gli altri
provvedimenti saranno anche più importanti di questo che stiamo discutendo adesso, ci mancherebbe altro, non metto in dubbio la bontà
delle proposte, collega
Giordano, forse sono di gran lunga più importanti di
questo. Sto ponendo un problema legato alla scadenza
temporale di un provvedimento che è stato approvato – lei che segue perfettamente i lavori… – con la firma
anche del capogruppo Principe.
Quindi è un provvedimento fatto da dieci consiglieri (Scalzo ed altri, eccetera) ed altri otto di maggioranza,
che approvavamo un testo che facilita un percorso legislativo che è stato offerto
alle Regioni.
Ora,
questo termine scade il 17 novembre, la prossima
seduta è il 18. Io mi domando – poi parliamo
di favorire le autonomie locali, eccetera, ci riempiamo la bocca di questo – se
non è opportuno, fermo restando – ripeto – l’importanza degli altri
provvedimenti, approvare questo che scade il 17.
Questa era la richiesta, non voleva essere assolutamente
sminuire il lavoro che si fa, perché qua dentro ci sono provvedimenti che le
Commissioni hanno licenziato. Questo è un provvedimento che favorisce l’Unione
dei Comuni, a prescindere dalla legittimità costituzionale che poneva il
collega Maiolo,: non sono un costituzionalista, so soltanto che c’è una legge
nazionale che è stata modificata dall’ultimo decreto che ci dà l’opportunità di
intervenire per favorire e abbassare le soglie, quindi dare la possibilità ai
Comuni più piccoli di unirsi senza fatica, volevo sapere dov’era lo scandalo
approvare questa legge in un minuto, visto che è un provvedimento passato
all’unanimità in Commissione.
Se questo è un problema della politica, vuol dire che ci
dobbiamo assumere anche delle responsabilità, non soltanto gridare sempre ogni
volta alla ragione, che poi non esiste.
La parola all’onorevole Gallo.
Sono d’accordo con alcune valutazioni fatte dall’onorevole Maiolo, però l’onorevole Dattolo poneva una problematica di natura temporale: se noi non legiferiamo
entro il 17, probabilmente non abbiamo più la possibilità
di farlo.
Allora, poiché ogni norma è fatta anche per essere modificata e quindi
anche per approfondire la discussione in sede successiva – volevo dire all’onorevole Maiolo – si potrebbe approvarla stasera con un impegno
comune, di maggioranza e opposizione, per approfondirla ed, eventualmente,
variarla nel più breve tempo possibile
in uno dei tre Consigli entro fine anno.
La
parola all’onorevole Imbalzano.
Non più di
mezzora fa il governatore Scopelliti diceva, a
proposito del suo intervento sulla legge sul turismo, che questa è una Regione
che per decenni ha evitato su alcune materie di legiferare, proprio perché
si è preferito gestire senza programmare e
spesso senza regole, perché così ha sempre fatto comodo.
Rispetto
alle questioni sollevate in ordine all’ordine del giorno, sono qua insieme ai
colleghi per continuare a lavorare, pur
avendo grande rispetto anche dell’accordo tra i capigruppo, ma ritengo, con tutto il rispetto anche per il
problema sollevato dal collega Dattolo, che vi è all’ordine del giorno una
legge che ha unificato due proposte consiliari,
Presidente, e credo che il Consiglio regionale abbia tutto il diritto-dovere di esaminare, approvare e, soprattutto, in questo caso di approvare
una norma che viene fuori dopo 36-38 anni, su cui si sono espresse all’unanimità in tutte le
sedi le due Commissioni competenti, che quindi non impegna, se non per qualche
minuto, questo Consiglio.
Quindi
io, rispetto a tutto quello che si è detto, chiedo che stasera
venga esaminata anche la proposta di
legge che porta il
mio nome e quella del collega Nucera sulla disciplina
dei servizi socio-educativi per la prima infanzia.
Se
i capigruppo si avvicinano un attimo
al banco della Presidenza, così decidiamo come procedere.
(I capigruppo si avvicinano al banco della Presidenza)
Onorevole Dattolo, esaminiamo
il provvedimento che riguarda la legge sull’Unione tra i Comuni.
Quindi, contestualmente, si
votano il provvedimento e l’ordine del giorno.
Volevo chiedere una cosa:
c’era anche un emendamento che avevamo presentato per ridurre a 2 mila, quello
sulle minoranze linguistiche…
Mi faccia finire, altrimenti
non capiamo più nulla. Inseriamo, intanto, questo articolato con l’ordine del
giorno che aveva previsto l’onorevole Maiolo, per chiedere alla Giunta
regionale l’eventuale incostituzionalità da parte della norma.
Pongo in votazione l’articolo
1.
(E’ approvato)
All’articolo 2 c’è un
emendamento a firma
dell’onorevole Dattolo, che recita: “Il comma
2 dell’articolo 2 è sostituito dal seguente: “2. Il limite demografico minimo
previsto dall’articolo 16, comma 6, del decreto legislativo 138/2011,
convertito dalla legge 148/2011, è ridotto a:
a) 2.000 abitanti, se i
Comuni appartengono alla medesima isola linguistica;
b) 2.500 abitanti, se i
Comuni appartengono o sono appartenuti a comunità montane”.
Si commenta da sé.
(Interruzione)
Prego, onorevole Principe.
Mi pare che questo emendamento era anche presente in Commissione; vorrei che intervenisse il Presidente Magno. Poi è stato estrapolato, perché i tecnici avevano manifestato dubbi sui
profili di costituzionalità.
Forse ricordo male, per cui se il
Presidente Magno ci illumina, dopodiché…
La parola all’onorevole Magno.
Sì, ha
ragione l’onorevole Principe. So che l’onorevole Dattolo ha avuto un incontro con l’Ufficio legislativo ed ha chiarito questo aspetto. La parte di riserva che l’ufficio ha
espresso sembra che non
ci sia più. Se l’onorevole Dattolo vuole confermare al microfono.
E’ stato
presentato dopo aver parlato con l’Ufficio legislativo, che evidentemente aveva
confuso precedentemente. So che non c’è nessun profilo di incostituzionalità.
Poi, visto che stiamo apportando modifiche al testo, non trovo assolutamente
scandaloso se abbassiamo a 2.500 per le comunità montane e 2.000 per le
minoranze linguistiche, che sono tra l’altro le comunità meno rappresentative
in termini demografici del territorio calabrese.
Quindi non vedo assolutamente quale profilo di incostituzionalità possa leggersi.
Se ci avvinciamo un attimo…
Riprendiamo i lavori dopo il confronto con i capigruppo,
quindi possiamo procedere a mettere in votazione l’emendamento dell’onorevole
Dattolo, dopo il chiarimento che c’è stato.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2 così come emendato.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la legge nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Ora c’è un ordine del giorno
presentato dall’onorevole Maiolo, su cui c’è la volontà unanime di votarlo. Ne
do lettura:
“Premesso che:
l’art. 16
del Decreto Legge n. 138/2011, convertito nella legge n. 148/2011 (Manovra bis
2011), ha stravolto la normativa che detta le regole sulle Unioni dei Comuni;
tale
normativa è stata immediatamente criticata dalle associazioni delle autonomie
sia per la dubbia costituzionalità, che per il contenuto fortemente limitativo
del provvedimento che incide sull’autonomia dei Comuni;
perplessità
riguardano la cosiddetta razionalizzazione
dell'esercizio delle funzioni comunali, trattandosi, in realtà, di una sequenza
di norme contraddittorie, scandite da un calendario frettoloso, che complicano
l'esistente e invadono il campo delle competenze regionali e che prevedono ben
quattro opzioni possibili di unioni, non solo con una tempistica diversa, ma
anche con organi differenti;
di fatto è
una normativa che scoraggia l’unione tra comuni sotto i mille abitanti e comuni
oltre questa soglia, visto che – la presenza nelle unioni di comuni con meno di
mille abitanti – prevede la decadenza delle giunte e la riduzione delle
prerogative dei consigli comunali;
notevoli
dubbi riguardano anche la legittimità formale dell'articolato, visto che l’art.
16 fa riferimento all'Unione di Comuni di cui all'art. 32 del Tuel, ma tale
riferimento risulta assolutamente impreciso, nel momento in cui l'art. 16
definisce una diversa composizione degli organi delle Unioni, in particolare
per quelle Unioni di cui fanno parte Comuni con meno di mille abitanti;
il comma 4
dell’art. 1 del Tuel precisa che “Ai sensi dell'art. 128 della Costituzione, le
leggi della Repubblica non possono introdurre deroghe al presente testo unico,
se non mediante espressa modificazione delle sue disposizioni”, e nello
specifico non solo non vi è alcuna espressa modificazione, ma si interviene con
un frammento di legge che non riguarda solo gli enti locali, perdendo così di
vista l'organicità del provvedimento;
il limite
più evidente di tale articolo sta nella invadenza delle prerogative regionali
in quanto, alla luce di diverse sentenze della Corte costituzionale (26 giugno
2005, n. 244; 9 marzo 2011, n. 91), possiamo sicuramente affermare che
l’ordinamento delle Unioni di Comuni, delle Comunità montane, isolane e
d’arcipelago e la materia dei servizi comunali svolti in maniera associata sono
ormai di competenza delle Regioni;
la sentenza
Corte Cost. n. 244/05, nel disporre una diversa composizione degli organi delle
Unioni, ha statuito che essa è una invadenza delle prerogative regionali,
poiché “l’art. 117, secondo comma, lettera p), della Costituzione, nella parte
in cui prevede, tra l’altro, che rientra nella competenza esclusiva dello Stato
la materia relativa alla “legislazione elettorale” e agli “organi di
governo...” la citata disposizione fa espresso riferimento ai Comuni, alle
Province e alle Città metropolitane e l'indicazione deve ritenersi tassativa”;
dalla citata
sentenza ne discende che la disciplina delle Unioni dei comuni, pur in presenza
della loro qualificazione come enti locali contenuta nel d.lgs. n. 267/00, rientra
nella competenza legislativa residuale delle Regioni, ai sensi dell'art. 117,
quarto comma, della Costituzione;
l’art. 16,
intervenendo su una prerogativa regionale, rende di fatto superato l'intero
impianto della legge n. 15/06;
impegna il
Presidente della Giunta e
ad avanzare
ricorso di legittimità davanti alla Corte costituzionale sull’art. 16 del
Decreto Legge n. 138/2011, convertito nella legge n. 148/2011 (Manovra bis
2011), al fine di tutelare le prerogative istituzionali in materia di
disciplina delle forme associate dei Comuni”.
Lo pongo in votazione.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Come d’accordo con i
capigruppo, la seduta si conclude qui. Gli altri punti all’ordine del giorno
saranno rinviati alle prossime sedute, di cui ho già comunicato le date. La
seduta è tolta, sarà convocato a domicilio.
Hanno chiesto congedo i consiglieri Aiello F., De Masi, Stillitani.
(Sono
concessi)
Sono state presentate alla Presidenza
le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:
Tripodi – “Modifica comma 1, articolo 29 della legge
regionale 5 aprile 2008, n. 8 (Riordino dell’organizzazione turistica
regionale)” (P.L. n. 264/9^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare -
Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
Chiappetta – “Interventi
in materia di sostegno e innovazione delle attività professionali” (P.L. n.
265/9^)
E’ stata assegnata alla
terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e
formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
Mirabelli – “Costituzione Azienda regionale per la forestazione e le politiche della montagna” (P.L. n. 266/9^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare -
Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
Nucera – “Norme per l’esercizio, la tutela e la valorizzazione dell’apicoltura calabrese” (P.L. n. 267/9^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare -
Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:
“Documento di programmazione economica e finanziaria
della Regione Calabria (Dpefr) per gli anni 2011-2013 (art. 2, comma 3, della
legge regionale 4.2.2002, n. 8) – (Delibera G.R. n. 431 del 26.9.2011)” (P.P.A.
n. 152/9^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare -
Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
Riclassificazione di Proposta di
provvedimento amministrativo in parere
La delibera della Giunta regionale n. 435 del 7.10.2011, recante: “Rimodulazione Piano Finanziario Por Calabria Fesr 2007-2013, Asse VII – Sistemi produttivi – Settore 7.1 – Migliorare le condizioni di contesto e sostenere la competitività dei sistemi produttivi e delle imprese – Adempimenti”, in precedenza classificata come proposta di provvedimento amministrativo n. 151/9^, deve intendersi classificata come Parere a cui viene attribuito il numero 25.
La sesta Commissione
consiliare, con nota n. 51060 del 28 ottobre
Il Presidente del gruppo consiliare “Udc - Unione di
centro” con nota del 13 ottobre 2011, acquisita al protocollo generale n. 48862
del 20 ottobre
Quinta Commissione
“Riforme e decentramento”, in sostituzione dell’onorevole Alfonso Dattolo;
Commissione speciale di
vigilanza, in sostituzione dell’onorevole Gianluca Gallo;
Comitato per qualità e
fattibilità delle leggi, in sostituzione dell’onorevole Pasquale Tripodi.
Giordano. Al Presidente
della Giunta regionale nella qualità di commissario alla sanità
calabrese. Per sapere – premesso che:
risulta il mancato pagamento a favore di diverse farmacie in particolar modo quelle rurali, ricadenti nell’ambito della Asp n. 5 delle spettanze riguardanti le annualità 2006 e 2007;
nonostante gli impegni atti a sanare in tempi rapidi la situazione debitoria da parte del diga sanare in tempi rapidi la situazione debitoria da parte del direttore generale a tutt’oggi non risulta adottato alcun provvedimento finalizzato al pagamento di quanto dovuto;
tali ritardi stanno mettendo in difficoltà le
strutture farmaceutiche in particolar modo quelle di piccole dimensioni, stante le
problematiche afferenti l’accesso al credito bancario -:
se risponde al vero che non sono state ancora saldate le
spettanze economiche nei confronti di numerose farmacie ricadenti nell’ambito
dell’Asp 5 e concernenti le annualità 2006-2007;
se in caso affermativo non sia il caso alla luce di
quanto specificato in premessa, di intervenire prontamente presso gli uffici
competenti al fine di sbloccare una situazione finanziaria che sta rendendo
sempre più difficile la condizione economica delle strutture farmaceutiche.
(179; 18.10.2011)
Talarico D., De Masi, Giordano. Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere
– premesso che:
con Delibera
di Giunta regionale n. 235 del 19/03/2008 è stata istituita L’Autorità di
Audit, per l’espletamento dei controlli interni di primo e secondo livello,
nell’ambito della gestione dei fondi comunitari di cui al Por 2007-2013;
con decreto
n. 4358/2008 ( pubblicato sul BURC n.17 del 24/04/08), ai fini della
costituzione dell’Autorità di cui sopra, è stata indetta una procedura
concorsuale pubblica per il reclutamento di 34 unità, da assumere a tempo pieno
e determinato per 3 anni, con possibilità di rinnovazione del contratto;
l’ipotesi
della rinnovazione contrattuale è formalmente prevista dal bando di concorso
all’art. 1, oltre ad essere richiamata dal decreto di approvazione della
graduatoria dei vincitori;
la data di
scadenza del contratto dei 34 funzionari della suddetta Autorità è fissata al
09/11/2011;
fra le
criticità nella gestione dei fondi, che hanno portato alla procedura di
sospensione dei pagamenti da parte della Commissione europea, c’è anche quella
che afferisce alla garanzia di continuità e di efficienza del lavoro di Audit
interno (a dicembre è prevista l’emissione dei "parere annuale" e la
redazione del Rapporto Annuale di Controllo);
il rinnovo
del contratto dei 34 funzionari dell’Autorità di Audit, prima della scadenza del
9 novembre 2011, è per questa ragione non solo ex lege praticabile, ma anche auspicabile ed opportuna, perché
consentirebbe di dirimere una delle principali criticità rilevate recentemente
dalla Commissione europea, evitando l’incombente e conseguente taglio di molta
parte dei fondi strutturali, previsto in caso di inadempienza;
tale
decisione non solo non garantisce il mantenimento delle professionalità già
formate, come più volte raccomandato dalla stessa Commissione anche in
occasioni ufficiali come il Comitato di Sorveglianza, ma non riuscirà mai a
garantire l’operatività del nuovo personale entro il 10 novembre 2011;
non può
ritenersi valida altresì la soluzione individuata dalla Giunta di trasferire
per alcuni mesi all’Autorità di Audit, nelle more dell’espletamento della nuova
procedura di selezione, alcuni funzionari in servizio presso altri
dipartimenti, che anni addietro avrebbero seguito dei corsi sulle procedure di
controllo interno, avendo questi acquisito competenze specifiche in tema di
controllo afferente alla vecchia programmazione 2000-2006 che aveva altre regole
ed inoltre essendo in servizio presso dipartimenti che gestiscono fondi o
certificano la spesa e quindi incompatibili con la funzione di controllo di
secondo livello;
errori
ovvero scelte inopportune ed ingiustificabili in questo campo potrebbero arrecare
danni rilevantissimi alla Calabria, dal lato
delle disponibilità finanziarie per il mantenimento degli investimenti e delle
politiche di sviluppo -:
quali sono
le ragioni che hanno indotto finora
se non sia
il caso di valutare oltre che la legittimità, anche l’opportunità
di procedere ad un rinnovo del contratto per i funzionari di che trattasi
atteso che tale soluzione consentirebbe più efficacemente di ottemperare alle
prescrizioni formulate dalla Commissione europea.
(180; 19.10.2011)
Giordano, Aiello F. Al Presidente della Giunta
regionale, all’assessore alle infrastrutture ed ai lavori pubblici e
all’assessore al lavoro, alla formazione professionale,alla famiglia ed alle
politiche sociali. Per sapere – premesso
che:
con la legge 9 dicembre 1998 n. 431 è stato istituito il Fondo nazionale
per il sostegno all’accesso delle abitazioni date in locazione;
alle risorse statali, che vengono ripartire tra le regioni per la
concessione di contributi integrativi ai conduttori, si aggiungono risorse
regionali e comunali che confluiscono in un unico fondo regionale;
tali risorse vengono successivamente assegnate dall’ente Regione ai
comuni che, attraverso bandi pubblici, erogano agli aventi diritto i contributi
integrativi sulla base di apposite graduatorie;
in modo sistematico si è assistito negli anni ad una progressiva riduzione
delle somme stanziate sul fondo e ciò in ragione delle riduzioni operate nei
trasferimenti statali e, come avvenuto per l’anno 2011, al mancato conferimento
di risorse da parte dell’ente regionale;
la situazione per molte famiglie nella nostra Regione si presenta
drammatica con livelli ormai di conclamata indigenza e si appalesa necessario
mettere in campo una azione sinergica nel campo delle politiche sociali,
intervenendo, fra l’altro, anche sul fronte dei canoni locativi;
grazie ai suindicati interventi integrativi negli anni molte famiglie
hanno potuto garantire il pagamento dei canoni di locazione confidando nel
recupero quasi integrale delle somme anticipate;
la riduzione al minimo delle integrazioni economiche rischia di innescare
un meccanismo drammatico per i nuclei familiari più a rischio, non essendo
quest’ultimi nelle condizioni di affrontare il pagamento dei canoni -:
se le somme stanziate sul fondo regionale per l’annualità 2010 sono state
trasferite agli enti locali e l’incidenza delle stesse in termini percentuali
sul fabbisogno complessivo emerso dalle graduatorie definitive approvate dagli
enti locali;
se e quante risorse riferibili alla reintroduzione della quota regionale
relativa al fondo di cui in premessa siano previste nel bilancio previsionale
dell’anno 2012;
se e quali provvedimenti si intendono adottare nell’anno in corso per
reperire risorse regionali da destinare all’UPB 3.2.02.06 capitolo 3.2.02.06.02
(contributi a carico del bilancio regionale per favorire l’accesso alle abitazioni
in locazione).
(182; 21.10.2011)
Nucera. Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere –
premesso che:
con legge
regionale n. 23 del 7 agosto 1999 (Norme per il trasporto pubblico locale),
all’art. 22 (Agevolazioni tariffarie) sono state previste una serie di
agevolazioni tariffarie per alcune categorie di soggetti che usufruiscono del
trasporto pubblico locale e, in particolar modo, al comma 5 è stato
riconosciuto il diritto di libera circolazione a favore di tutti gli
appartenenti alla Polizia di Stato, all’Arma dei Carabinieri, al Corpo
Nazionale dei Vigili del Fuoco, al Corpo Forestale dello Stato, al Corpo della
Guardia di Finanza, agli Agenti di Polizia Penitenziaria, purché in possesso
della tessera di riconoscimento rilasciata dalla rispettiva amministrazione di
appartenenza, nonché a favore dei titolari di tessere di servizio rilasciate
dalla direzione generale della M.C.T. del Ministero dei Trasporti e della
Navigazione;
nonostante
le dette previsioni legislative, molti appartenenti alle forze dell’ordine si
sono visti multare su mezzi delle Ferrovie dello Stato e degli altri vettori
del trasporto pubblico locale che collegano le varie province calabresi, in
quanto sprovvisti di idoneo titolo di viaggio;
nonostante
il disposto dell’art. 22, comma 5 della predetta legge regionale, il diritto
alla libera circolazione sui mezzi del trasporto pubblico locale a favore degli
appartenenti alle forze dell’ordine non trova, ad oggi, applicazione, stante la
mancanza di accordi tra
il diritto
di libera circolazione a favore di tutti gli appartenenti alle forze
dell’ordine costituisce un mezzo per migliorare qualitativamente il servizio di
trasporto pubblico in quanto capace di rafforzare la tutela della sicurezza del
personale e dei viaggiatori e rappresenta un efficace deterrente alla
commissione di reati sia in danno a persone che in danno a cose -:
se e quando
intende predisporre un apposito protocollo di intesa tra
(183;
3.11.2011)
Giordano. Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere –
premesso che:
in data 4.07.2008
la società SEI Spa ha presentato al
Ministero per lo sviluppo economico la richiesta di autorizzazione unica
relativa ad un progetto per la realizzazione di una centrale a carbone della
potenza di 1.320 MWe, da realizzarsi a Saline Joniche, nella zona
costiera del comune di Montebello Jonico (RC);
da fonti giornalistiche si apprende che il 21 ottobre 2010
sulla questione
la legge n. 99 del 2009 con il comma
conseguentemente il provvedimento regionale di rifiuto deve
specificatamente tenere conto delle risultanze istruttorie, tra le quali vi è
il parere VIA -:
se il Ministero dello sviluppo economico ha trasmesso alla Regione
Calabria il parere VIA approvato dalla competente commissione per quanto di
competenza;
in caso affermativo, se il parere regionale sia stato espresso secondo
quanto previsto dall’art. 1, comma 2 della legge n. 55 del 2002, così come
modificato dall’art. 27 comma 30 della legge n. 99/2009 e le determinazioni
assunte;
ove il parere Via non sia stato trasmesso o
(184; 4.11.2011)
Chiappetta,
Fedele, Salerno, Gallo, Parente, Serra. Al
Presidente della Giunta
regionale nella qualità di commissario
alla sanità calabrese. Per sapere
– premesso che:
nell’ambito
della pianta organica del Poliambulatorio di Scalea (struttura appartenente al
distretto sanitario di Praia a Mare) sarebbe prevista la sussistenza di n. 5
specialisti in logopedia ed, in particolare, n. 3 specializzati nella
prevenzione e nel trattamento dei disturbi del linguaggio e della comunicazione
nei bambini e n. 2 per il trattamento delle analoghe patologie insorte in età
adulta;
attualmente,
risulterebbe in servizio un unico logopedista specialista in materia relativa
ai disturbi di che trattasi manifestati nella età evolutiva;
la suddetta
carenza avrebbe creato concreti e non pochi disagi non essendo evidentemente
sufficiente la sussistenza di una unica figura professionale onde garantire la
prevista assistenza in un comprensorio così vasto quale quello del territorio
Altotirrenico;
il piano di
rientro della Regione Calabria, vigente il blocco del turn over, non consente l’espletamento di procedure concorsuali
onde provvedere a nuove assunzioni -:
1) se
intende appurare la veridicità delle circostanze su esposte;
2) se
verificata la oggettiva carenza del personale in oggetto per come numericamente
previsto in pianta organica, l’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza ha
eventualmente espletato procedure alternative a quelle concorsuali (quali
mobilità o altro) non contrastanti col divieto di nuove assunzioni e, pur
tuttavia, idonee a garantire la piena efficienza del servizio in questione a
fronte della domanda della popolazione locale;
3) più
specificatamente, quali iniziative, tenendo conto del riassetto che, a breve,
verrà realizzato nell’ambito del settore sanitario regionale, si intendono
adottare per la risoluzione della questione in esame nella considerazione del
disagio creatosi, in virtù della dedotta carenza di personale, a discapito dei
molteplici assistiti interessati alle patologie in questione appartenenti al
comprensorio dell’Alto Tirreno cosentino e nella considerazione della necessità
di garantire l’erogazione del servizio sanitario territoriale in via adeguata e
quantomeno proporzionale al fabbisogno pubblico.
(178;
18.10.2011)
Battaglia. Al Presidente della Giunta regionale e
all’assessore al lavoro e alla formazione professionale. Per sapere –
premesso che:
con Decreto
dirigenziale n. 12881 del 12 ottobre 2011, è stato approvato l’Avviso Pubblico
“Azione di Sistema Welfare to Work per le politiche di re-impiego” cofinanziato
dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali;
la
preinformazione relativa a detto Bando è stata pubblicata sul sito Della
regione Calabria a cavallo del 18 ottobre 2011;
il 21
ottobre 2011, sul sito istituzionale della Regione compariva l’avviso di
avvenuta pubblicazione del Bando sul Bollettino Ufficiale n. 42 Parte Terza
dello stesso giorno 21 ottobre;
le domande
devono essere trasmesse a partire dalle ore 8 del 24 ottobre 2011;
l’Avviso
pubblico contiene norme che attivano regimi di aiuto e destinatari diversi,
presentando per questa via una indubbia complessità;
i tempi
trascorsi tra l’adozione del. Decreto da parte del Dirigente responsabile, la
pubblicizzazione dell’atto nella apposita sezione “preinformazione” presente
sul sito ufficiale, la conseguente pubblicazione sul Burc con la contestuale
decorrenza dei termini per la presentazione delle domande sono assai ristretti
ad appena in undici giorni;
la
denominazione dell’Avviso pubblico “welfare to work” non appare riflettere in
modo immediato i contenuti dell’avviso, di modo che la pluralità dei soggetti
comunque interessati dal bando (imprese private, professionisti iscritti nei
rispettivi albi professionali, lavoratori in cassa integrazione e svantaggiati,
etc.);
l’istruttoria
e la valutazione delle domande saranno effettuate, ancorché con modalità
valutativa “a sportello” ai sensi dell’art. 5 del D.Lgs. 123/98, secondo
l’ordine cronologico di arrivo della documentazione, a partire dal giorno
successivo alla pubblicazione dell’Avviso sul Burc;
non sono
state, quindi, assicurate le misure necessarie per assicurare adeguata
pubblicizzazione degli interventi previsti nel presente avviso, con evidente
nocumento dell’efficacia complessiva di questa procedura di erogazione dei
fondi -:
le
motivazioni che hanno portato a comprimere le necessarie fasi di pubblicazione
delle opportunità agevolative e le misure correttive che si intendono
intraprendere per dare risoluzione alla problematiche sopra evidenziate, anche
valutando la possibilità dell’annullamento del bando e la conseguente
ripubblicazione, con la fissazione di un termine congruo per la presentazione
delle domande a decorrere dalla data dell’avviso pubblico.
(181;
25.10.2011)
Chiappetta. Al Presidente
della Giunta regionale nella qualità di commissario ad acta. Per sapere
–premesso che:
in data
29.09.2011, l’Autorità Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza della Regione
Calabria ha sollecitato, a mezzo della segnalazione in oggetto, un intervento
del Presidente della Giunta, in qualità di Commissario ad acta del Servizio Sanitario Regionale, in ordine alla rimozione
delle cause che impedirebbero la tutela dei minori nel territorio dell’Ente;
in
particolare, la problematica riguarderebbe il pagamento del ticket sanitario,
imposto da talune Aziende Sanitarie Provinciali, tra le quali l’ASP di Cosenza
per le visite specialistiche (tra cui quelle neuropsichiatriche) prestate ai
minori residenti ricoverati presso istituti e strutture residenziali appartenenti
al distretto territoriale dell’Azienda;
nella
specie, il costo del ticket pagato dalle suddette strutture, verrebbe poi
detratto dalla esigua retta giornaliera pro capite
che
tale
situazione, per come giustamente ed opportunamente rilevata dal Garante,
compromette gravemente il diritto alla salute dei minori accolti nei predetti
istituti, non solo in spregio al diritto sancito dall’art. 32 della
Costituzione, ma anche in assoluta violazione di ogni principio posto a tutela
dell’infanzia e dei minori a livello nazionale, internazionale ed anche
regionale -:
appurata la
validità della segnalazione dell’Autorità Garante dell’Infanzia e
dell’Adolescenza della Regione Calabria, se e come il governo regionale intenda
intervenire per l’affermazione dell’esenzione del pagamento del ticket relativo
alle prestazioni specialistiche ambulatoriali rese nelle strutture sanitarie,
pubbliche e private accreditate, ubicate nel territorio regionale ed imposto,
sostanzialmente, a carico dei minori bisognosi di cure mediche specifiche e
necessarie;
se e in quali tempi si intenda intervenire per garantire l’effettività della tutela del diritto alla salute dei bambini e minori di età in genere residenti nel territorio regionale, regolarizzandone e specificandone l’esclusione dalla compartecipazione alla spesa sanitaria nei casi di erogazione di prestazioni specialistiche necessarie al raggiungimento e mantenimento del benessere psico-fisico dei medesimi.
(15; 19.10.2011)
Chiappetta. Al
Presidente
della Giunta regionale nella qualità di Commissario per l’emergenza sanitaria
in Calabria. Per sapere –
premesso che:
al fine di accelerare
il processo di riorganizzazione degli uffici regionali,
con espressa
previsione, l’art. 13 comma 15 della L.R. 29 dicembre 2010 n. 34 esclude
dall’applicazione di tale incentivazione all’esodo volontario, il personale del
servizio sanitario regionale;
la non
applicabilità anche al personale in servizio presso il settore sanitario
regionale non ha permesso di conseguire un maggiore beneficio di contrazione
della spesa del bilancio regionale;
gli
interventi posti in essere per dare attuazione al Piano di rientro hanno già consentito
di avviare a soluzione parte delle complesse criticità del Servizio sanitario
regionale, dimostrando la fondatezza dell’analisi e l’efficacia delle
metodologie individuate dal Commissario per l’emergenza sanitaria in Calabria,
nella persona del Presidente della Giunta regionale;
consequenzialmente,
si sono evidenziati gli effetti positivi degli interventi sistemici adottati in
termini di efficienza ed economicità del sistema sanitario regionale;
ne potrebbe conseguire
un possibile sostanziale superamento delle condizioni che avevano
precedentemente indotto il legislatore regionale ad escludere il personale del
servizio sanitario regionale dai benefici normati dalla L.R. 29 dicembre 2010
n. 34, art. 13 comma 15 -:
se non
ritenga opportuno disporre che venga condotta un’approfondita analisi
sull’entità della minore spesa che verrebbe ad essere conseguita per il
bilancio della Regione Calabria in riferimento al numero complessivo di
dipendenti del servizio sanitario regionale eventualmente interessati ad
avvalersi dei benefici per l’esodo anticipato così per come normato per i
dipendenti regionali, anche in considerazione del fatto che il Dipartimento
competente per materia sta già elaborando i contenuti di fatto e di diritto da
trasferire nel processo di redazione del testo normativo del progetto di legge
finanziaria per l’esercizio 2012;
se non
ritenga opportuno sulla base degli adeguati approfondimenti che vorrà disporre,
prevedere l’estensione del beneficio di cui trattasi anche ai dipendenti del
servizio sanitario regionale, con apposita normazione da inserire
nell’articolato del progetto di legge finanziaria per l’esercizio 2012 che a
breve dovrà essere approvato dal Consiglio regionale.
(16;
7.11.2011)
Giordano. Al Presidente della Giunta regionale e
all’assessore alla cultura. Per sapere - premesso che:
da oltre
quaranta anni si svolge nella città di Reggio Calabria il prestigioso premio
Rhegium Julii;
come
evidenziato dal Presidente dell’associazione, Giuseppe Casile, il premio,
formato da diverse sezioni, intitolate a scrittori e personaggi di spicco della
storia calabrese, ha portato sulle rive dello stretto personalità culturali di
fama mondiale, italiane e straniere, fra cui ben cinque premi Nobel, facendo
conoscere e circolare il passato di una regione spesso dimenticata;
per la grave
situazione economica che l’associazione sta vivendo per la mancanza di
contributi e finanziamenti, il premio, con tutta probabilità, non conoscerà la
45^ edizione, essendo necessario reperire fondi per almeno 60.000,00 euro -:
se il
governo regionale sia a conoscenza del rischio che il prestigioso premio
Rhegium Julii venga cancellato a causa delle difficoltà economiche/finanziarie;
se e come lo
stesso governo regionale, nell’ambito degli interventi culturali predisposti
dall’Ente regionale per l’annualità 2011, intenda adoperarsi per individuare,
nell’ambito del bilancio in corso, un adeguato contributo da erogare
all’Associazione Rhegium Julii, al fine di evitare che la 45^ edizione del
premio venga meno.
(17;
7.11.2011)
Censore,
Guccione, F. Aiello. Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere - premesso che:
nell’ambito
dell’iniziativa “Patto per il Sorriso”,
dalle
dichiarazioni fatte a mezzo stampa dal consigliere regionale con delega ai
trasporti, onorevole Fausto Orsomarso, si
evince che il servizio di trasporto viene offerto gratuitamente ai turisti
senza alcun onere a carico della Regione nonostante che,
se esiste un
atto ufficiale tra le imprese di trasporto e
(160;
29.07.2011)
Risposta – “Con
riferimento all’interrogazione in oggetto dei Consiglieri Censore, Guccione e
Aiello F., sull’esistenza di un atto ufficiale dal quale si evinca la natura e
il tipo di liberalità a costi zero per
I servizi di
noleggio con conducente appartengono alla categoria dei servizi pubblici non di
linea, che vengono effettuati a richiesta degli utenti in modo non continuativo
o periodico. Tali servizi non necessitano di alcuna autorizzazione regionale
che, conseguentemente, ovviamente non vi è stata. Né tantomeno essi sono stati
contribuiti in alcun modo. Si precisa che l’autorizzazione per l’esercizio del
servizio di noleggio con conducente è rilasciata dai Comuni, e che gli introiti
derivano ordinariamente dalla libera contrattazione del prezzo del servizio fra
l’imprenditore e gli utenti.
Deve
precisarsi che inizialmente tali servizi erano stati autorizzati come
intensificazioni sperimentali delle linee del trasporto pubblico locale, nei
giorni di sabato e domenica dal 16 luglio al 4 settembre. Tali autorizzazioni
erano state concesse senza alcun onere per questa Amministrazione.
Successivamente, su proposta di alcune Società che proponevano la più
flessibile modalità del noleggio con conducente, tale autorizzazione è stata
revocata. La revoca è stata disposta prima dell’avvio del servizio, secondo le
modalità meglio precisate nella nota datata 15 luglio 2011. Solo
Ing.
Giovanni Laganà (Dirigente generale)
Giuseppe
Gentile (assessore alle infrastrutture ed
ai lavori pubblici)
"Il
Consiglio regionale
premesso
che:
la legge
regionale 5 aprile 2008, n. 8 prevede all’articolo 3 l’elaborazione del Piano
Regionale di Sviluppo Turistico Sostenibile con l’obiettivo di aumentare in
maniera sostenibile la competitività nazionale e internazionale delle
destinazioni turistiche regionali, migliorando la qualità dell’offerta e
l’orientamento al mercato dei pacchetti turistici territoriali e valorizzando
gli specifici vantaggi competitivi locali, in primo luogo le risorse naturali e
culturali;
il Piano
Regionale di Sviluppo Turistico Sostenibile deve contenere tra l’altro il Piano
di Marketing Strategico per la definizione della strategia di mercato al fine
di intraprendere azioni per il posizionamento e la promozione dell’offerta
turistica regionale nei mercati turistici nazionali e internazionali;
Viste:
la
Comunicazione (2006) 134 della Commissione Europea: "Rinnovare la politica
comunitaria per il turismo: una partnership più forte per il turismo
europeo";
la
Comunicazione (2007) 621 della Commissione Europea: "Agenda per un turismo
europeo sostenibile e competitivo";
la
Comunicazione (2010) 352 della Commissione Europea: "L’Europa prima
destinazione turistica mondiale: un nuovo quadro politico per un turismo
europeo";
Visti:
la legge regionale
del 5 aprile 2008, n. 8;
la legge
regionale del 12 agosto 2002, n. 34 e s.m.i;
la legge
regionale del 3 settembre 1984, n. 26; -la legge regionale 7 marzo 1995, n. 6;
il POR
Calabria FESR 2007 I 2013, Asse V -Risorse naturali, culturali e Turismo sostenibile
Linee di Intervento 5.3.1.1, 5.3.2.1, 5.3.2.2, 5.3.2.3, 5.3.3.1; -il Documento
di Programmazione Economico-Finanziaria 2010-2012, pagina 27;
Considerato
che la Commissione ha ritenuto:
a) di dover
modificare il documento in relazione:
all’estensione
delle aree regionali a maggiore attrattività turistica e/o all’istituzione di
nuove aree;
alla
ridefinizione di alcune linee di prodotto a maggiore attrattività turistica;
all’eliminazione
di refusi, anche con riferimento al piano finanziario;
all’indicazione
di tempi certi per la redazione di un cronoprogramma relativo alle fasi del
processo di Tourism Carrying Capacity Assestment e per l’individuazione degli
itinerari tematici;
b) di
sensibilizzare la Giunta regionale ad istituire un tavolo tecnico-politico per
individuare i progetti e le risorse per il rilancio turistico e socio-economico
dell’Area Grecanica, d’intesa con i Comuni interessati;
tenuto conto
del parere favorevole del Nucleo Regionale di Valutazione e Verifica degli
Investimenti Pubblici (NRWIP);
Viste:
la Delibera
di Giunta regionale n. 328 del 22 luglio 2011;
la Delibera
di Giunta regionale n. 787 del 14 dicembre 2010;
la Delibera
di Giunta regionale n. 125 del 12 aprile 2011;
che
costituiscono parte integrante e sostanziale della presente decisione
Delibera
di approvare
il Piano Regionale di Sviluppo Turistico Sostenibile per il triennio 2011/2013
che si allega al presente atto per farne parte integrante e sostanziale"
(Allegato)
Art. 1
(Finalità)
1. Al fine
di realizzare il migliore svolgimento delle funzioni amministrative e dei
servizi pubblici e in considerazione della specifica conformazione del territorio
calabrese, la Regione Calabria, in attuazione delle facoltà accordate
rispettivamente dall’articolo 16, comma 6, del decreto legge 13 agosto 2011, n.
138 (Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo
sviluppo) convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148,
nonché dall’articolo 14, comma 31, del decreto legge 31 maggio 2010, n. 78 (Misure urgenti in materia di
stabilizzazione finanziaria e di competitività economica) convertito, con
modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, fissa propri limiti
demografici minimi per le unioni di comuni.
Art. 2
(Limiti demografici)
1. Le unioni
dei comuni di cui all’articolo 16, comma 1, del decreto-legge n. 138 del 2011,
convertito dalla legge n. 148 del 2011, sono istituite in modo che la
popolazione residente nei rispettivi territori, per come determinata
dall’articolo 156, comma 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267
(Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali), sia di norma superiore
a 4.000 abitanti.
2. Il limite
demografico minimo previsto dall’articolo 16, comma 6, del decreto-legge
138/2011, convertito dalla legge n. 148/2011, è ridotto a: a) 2.000 abitanti,
se i comuni appartengono alla medesima isola linguistica;
b) 2.500 abitanti,
se i comuni appartengono o sono appartenuti a comunità montane.
3. Per i
comuni di cui all’articolo 14, comma 28, del decreto-legge n. 78 del 2010,
convertito dalla legge n. 122 del 2010, il limite demografico minimo è fissato
in 7.000 abitanti.
Art. 3
(Entrata in vigore)
1. La
presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
“Il
Consiglio regionale
premesso che
l’articolo
16 del Decreto Legge n. 138/2011, convertito nella legge n, 148/2011 (Manovra
bis 2011), ha stravolto la normativa che detta le regole sulle Unioni dei
Comuni;
tale
normativa è stata immediatamente criticata dalle associazioni delle autonomie
sia per la dubbia costituzionalità che per il contenuto fortemente limitativo
del provvedimento che incide sull’autonomia dei Comuni;
perplessità
riguardano la C.d. Razionalizzazione dell’esercizio delle funzioni comunali
trattandosi, in realtà, di una sequenza di norme contraddittorie, scandite da
un calendario frettoloso, che complicano l’esistente e invadono il campo delle
competenze regionali e che prevedono ben quattro opzioni possibili di unioni,
non solo con una tempistica diversa ma anche con organi differenti;
di fatto è
una normativa che scoraggia l’unione tra comuni sotto i mille abitanti e comuni
oltre questa soglia visto che -la presenza nelle unioni di comuni con meno di
mille abitanti -prevede la decadenza delle giunte e la riduzione delle
prerogative dei consigli comunali;
notevoli
dubbi riguardano anche la legittimità formale dell’articolato visto che
l’articolo 16 fa riferimento all’Unione di Comuni di cui all’articolo 32 del
Tuel, ma tale riferimento risulta assolutamente impreciso nel momento in cui
l’articolo 16 definisce una diversa composizione degli organi delle Unioni, in
particolare per quelle Unioni di cui fanno parte Comuni con meno di mille
abitanti;
il comma 4
dell’articol01 del Tuel precisa che "ai sensi dell’articolo 128 della
Costituzione le leggi della Repubblica non possono introdurre deroghe al
presente testo unico se non mediante espressa modificazione delle sue
disposizioni", e nello specifico non solo non vi è alcuna espressa
modificazione ma si interviene con un frammento di legge che non riguarda solo
gli enti locali, perdendo così di vista l’organicità del provvedimento;
il limite
più evidente di tale articolo sta nella invadenza delle prerogative regionali
in quanto, alla luce di diverse sentenze della Corte Costituzionale {26 giugno
2005, n. 244; 9 marzo 2011, n. 91} possiamo sicuramente affermare che
l’ordinamento delle Unioni di Comuni, Comunità montane, isolane e d’arcipelago
e la materia dei servizi comunali svolti in maniera associata, sono ormai di
competenza delle Regioni;
vista la
sentenza della Corte Costituzionale n. 244/05 che nel disporre una diversa
composizione degli organi delle Unioni ha statuito che essa è una invadenza
delle prerogative regionali, poiché «l’articolo 117, secondo comma, lettera p),
della Costituzione, nella parte in cui prevede, tra l’altro, che rientra nella
competenza esclusiva dello Stato la materia relativa alla "legislazione
elettorale" e agli "organi" di governo ... " la citata
disposizione fa espresso riferimento ai Comuni, alle Province e alle città
metropolitane e l’indicazione deve ritenersi tassativa»;
dalla citata
sentenza ne discende che la disciplina delle Unioni dei Comuni, pur in presenza
della loro qualificazione come enti locali contenuti nel d.lgs. n. 267/00,
rientra nella competenza legislativa residuale delle Regioni ai sensi
dell’articolo 117, quarto comma, della Costituzione;
la Regione
Calabria ha infatti già legiferato in materia con propria autonoma legge (n.
15/06) che detta le norme sulla promozione dell’esercizio associato di funzioni
e servizi ai Comuni;
l’articolo 16,
intervenendo su una prerogativa regionale, rende di fatto superato l’intero
impianto della legge n. 15/06.
Impegna
il
Presidente della Giunta regionale e la Giunta regionale ad avanzare ricorso di
legittimità davanti alla Corte Costituzionale sull’articolo 16 del Decreto
Legge n. 138/2011, convertito nella legge n. 148/2011 (Manovra bis 2011), al
fine di tutelare le prerogative istituzionali in materia di disciplina delle
forme associate dei Comuni.