IX^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
24.
SEDUTA DI LUNEDI’ 17 OTTOBRE 2011
PRESIDENZA
DEL PRESIDENTE FRANCESCO TALARICO E DEL
VICEPRESIDENTE ALESSANDRO NICOLO’
Diamo inizio
ai lavori. La parola all’onorevole Pacenza, per la
lettura del verbale della seduta precedente.
Legge il
verbale della seduta precedente.
(E’
approvato)
Legge le
comunicazioni.
(Sono
riportate in allegato)
Legge le
interrogazioni presentate alla Presidenza.
(Sono
riportate in allegato)
Abbiamo
concluso le comunicazioni, se i consiglieri si accomodano iniziamo la seduta
odierna.
In Conferenza dei capigruppo abbiamo
concordato di discutere dei fondi
comunitari e, subito dopo, di una proposta di legge che lei, onorevole Dattolo, aveva indicato la volta scorsa e
che il Consiglio – attraverso la mia persona –
aveva preso l’impegno di trattare oggi inerente l’abitare sostenibile.
Finita la
discussione sui fondi
comunitari tratteremo questa legge per volontà unanime di tutta
Se i
consiglieri si accomodano, iniziamo con il primo punto all’ordine
del giorno: il dibattito sui fondi comunitari.
La
parola, per la relazione introduttiva, all’assessore al bilancio e alla programmazione comunitaria, Mancini.
Prego
i colleghi consiglieri di fare attenzione.
Grazie, signor Presidente, consiglieri, sullo stato di
attuazione del Por Calabria, Fesr 2007-2013,
l’Aula è stata informata dettagliatamente e minuziosamente qualche tempo fa.
Di conseguenza, oggi mi limiterò a fornire
alcuni dati, alcune cifre ed alcuni utili chiarimenti rispetto alla materia di
mia competenza e a me delegata dal Governatore
Scopelliti. Come poi, naturalmente, i consiglieri sanno, rispetto ai fondi europei, mi è stata delegata la competenza sul
fondo Fesr. Il fondo Fse e quello che
riguarda l’agricoltura sono delegati ad altri colleghi che, se l’Aula vorrà,
potranno informare sul loro egregio ed importante lavoro.
Io, come è ovvio, mi atterrò a quanto di mia competenza.
Quindi, qualche numero. La dotazione finanziaria
complessiva del Por Calabria Fesr 2007-2013 è pari a 2 miliardi 998 milioni
circa. Questa dotazione è ripartita in 9 assi prioritari.
Alla data del 5 settembre 2011 i dati validati dal
sistema informativo Igrue B.D.U. a valere sul Por Calabria Fesr registrano il
seguente avanzamento finanziario: gli impegni giuridicamente vincolanti sono 1
miliardo 99 milioni circa pari al 36,67 per cento del costo programmato con un avanzamento rispetto ai dati
presentati al Comitato di sorveglianza che – come probabilmente i colleghi
ricorderanno, si è svolto nella città di Reggio Calabria il 14 giugno scorso –
è pari a 180 milioni 744 mila.
I pagamenti, invece, ammontano a 309 milioni 134 mila
439,57 euro pari al 10,31 per cento del costo programmato con un avanzamento rispetto ai dati
presentati nello stesso Comitato di sorveglianza pari a 22 milioni 536 mila
905,31 euro.
Da questi dati si evince che la capacità di impegno,
cioè il rapporto tra impegni sulla dotazione finanziaria del programma, è pari
al 36,67 per cento mentre la capacità di realizzazione tra i rapporti…
Prego i consiglieri che intendono parlare di accomodarsi
fuori.
Prego, assessore.
Stavo dicendo
che la capacità di realizzazione e il rapporto dei pagamenti sugli impegni del programma si attesta al 28,12 per cento.
La prossima
validazione dei dati di avanzamento finanziario del programma relativi al quinto bimestre, il 31
ottobre dell’anno in corso, è prevista entro la fine del mese di novembre.
Però, al fine
di fornire maggiori informazioni sui progressi registrati dal Por Calabria Fesr 2007-
L’avanzamento
finanziario, quindi, è: di pagamenti 354 milioni 382 mila 565,93 euro e di
spesa certificata è 324 milioni 253 mila 403,85 euro.
Questi sono i
dati, i numeri e le cifre che testimoniano il percorso avviato
dall’amministrazione guidata dal Governatore
Scopelliti in termini di programmazione
e spesa delle risorse europee.
Come ho avuto già modo di riferire all’Aula nella mia
precedente relazione, ho evidenziato come in questi 15 mesi di attività,
l’amministrazione attraverso l’azione della mia modesta persona, del
dipartimento che ho l’onore di guidare politicamente e più in generale del
lavoro di tutti i dipartimenti dell’amministrazione regionale, ha predisposto
tutta una azione volta a dare attuazione al Programma operativo che, sebbene
definito prima del 2007, al momento del nostro insediamento era completamente
privo di tutte le procedure volte a dare concreta attuazione e, quindi poter
pervenire alla spesa di queste risorse.
Come i consiglieri sanno, infatti, per spendere le
risorse europee il Programma operativo deve essere dotato di bandi, procedure
ed avvisi utili ad arrivare alla spesa, a far sì che
Ma al momento del nostro insediamento – come ho già
avuto modo di ribadire in questa sede - ci siamo dovuti confrontare con
l’assenza degli atti di pianificazione del settore, delle direttive di
attuazione per la concessione degli aiuti alle imprese, con lo stato di stallo
in cui versava la progettazione integrata e con l’insufficiente numero di
procedure e di selezioni avviate.
Questo stato di cose, di fatto, ha impedito una rapida
azione volta alla spesa delle risorse europee. Quindi, quando qualcuno osserva
che i dati della spesa, rispetto alle risorse comunitarie, sono in ritardo -
naturalmente poi tutto è soggettivo - dice il vero, perché le risorse europee
si possono spendere unicamente se si dispone delle strutture e delle procedure
utili a far spesa.
Nel momento in cui ci siamo insediati abbiamo lavorato
pancia a terra con grande determinazione per dotare il programma operativo di
quegli strumenti, di quelle procedure, di quei meccanismi complessi e
complicati - che hanno necessità di
tempi importanti e lunghi, che mancavano completamente o che per la piccola parte in cui esistevano, erano
lacunosi - che sono indispensabili per arrivare alla spesa.
Quindi, al 12 ottobre 2011, posso con orgoglio
comunicare all’Aula, al Consiglio regionale della Calabria che nel secondo
semestre del 2010 e nei primi 7 mesi del 2011 questa amministrazione è riuscita
a definire procedure indispensabili per far spesa per il valore di 936 milioni
482 mila 507 euro.
Abbiamo, in questi 15 mesi di attività, posto in essere,
avviato e concluso 50 nuove procedure per il valore di 936 milioni e dispari,
che consentiranno da qui ai mesi a venire di spendere queste risorse europee.
Naturalmente non tedierò l’Aula elencando ognuna delle
50 procedure definite da questa amministrazione.
Lascio la relazione agli atti e gli onorevoli
consiglieri che vorranno, potranno attingere qui tutte le informazioni di
dettaglio.
Mi limito soltanto a dire che questa amministrazione ha,
in 14 mesi di attività, pubblicato procedure per il valore di 936 milioni,
quando la precedente amministrazione in 40 mesi di attività, dopo aver definito
e scritto il programma, ha pubblicato procedure per il valore di 150/180
milioni di euro.
Queste sono le cifre che rappresentano quello che è
stato fatto dalla gestione passata e quello che ha fatto l’amministrazione
guidata dal Governatore Scopelliti: 936 milioni di procedure.
Tra queste – sono 50 – mi piace sottolineare
l’importanza, non soltanto numerica, che ha la pubblicazione dell’avviso per i
progetti integrati di sviluppo locale, pubblicato grazie all’intenso lavoro del
dipartimento programmazione nazionale e comunitaria, che da solo vale 406
milioni di euro.
Questo è quanto abbiamo fatto dal nostro insediamento
fino ad oggi in termini di definizione delle procedure propedeutiche per
arrivare alla spesa. Nel frattempo, naturalmente, abbiamo rispettato i target di spesa impostici dalla Unione
europea sempre sul Fesr 2007-2013 al 31 dicembre del 2010.
Abbiamo rispettato il target sempre previsto dalla Commissione europea per gli impegni
giuridicamente vincolanti al 31 maggio del 2011 e contiamo di rispettare il target di spesa impostoci al 31 dicembre
2011.
Entro il 31 dicembre 2011 contiamo di pubblicare altre
20 procedure – l’elenco lo deposito agli atti del Consiglio regionale – che
hanno il valore di 204 milioni 706 mila 737 euro che si aggiungeranno ai 936 e
rotti che citavo prima e che saranno pubblicati entro la fine dell’anno e che
rappresentano la cifra dell’impegno di questa amministrazione.
Quindi, a fine anno arriveremo a superare
abbondantemente il miliardo di euro di nuove procedure bandite, definite e
ultimate che nel prosieguo della nostra attività consentiranno di far spesa e
di spendere le risorse comunitarie del Por-Fesr.
Questo è lo stato di attuazione della spesa e
dell’attività di programmazione.
Un altro punto rispetto al quale mi permetto di
intervenire, visto che è stato oggetto di dibattito e discussione sulle testate
giornalistiche e più in generale nei media, è quello dei grandi progetti.
Grandi progetti rispetto alle norme comunitarie, quindi,
che superano i 50 milioni di euro, in quanto stella polare dell’azione guidata
dall’amministrazione del Governatore Scopelliti.
Qualche mese dopo il nostro insediamento il ministro
Raffaele Fitto venne in Calabria – Catanzaro fu, tra l’altro, la prima sede del
suo viaggio ricognitorio sullo stato di attuazione della programmazione e della
spesa – e dialogando con il Presidente Scopelliti e con tutti noi evidenziò
come nel passato le risorse europee fossero state disseminate in mille rivoli
dando vita a tanti, troppi – parlò di migliaia – micro interventi che però -
come, purtroppo, i calabresi sanno - non hanno lasciato alcun segno tangibile
di miglioramento nella vita della comunità.
Noi, consapevoli dell’esigenza di invertire la rotta,
abbiamo deciso in maniera determinata di puntare sulle grandi opere, sulle
grandi realizzazioni, su quelle grandi progettualità capaci, in prospettiva, di
lasciare un segno profondo nella nostra comunità.
Di conseguenza, abbiamo modificato sia l’asse VI –
riguardante i trasporti – che l’asse III
-riguardante l’ambiente - per incentrare tutta la dotazione finanziaria
alla realizzazione di grandi opere e di grandi progetti, di grandi cambiamenti
rispetto al quadro calabrese.
Nello specifico, rispetto ai grandi progetti intesi
nell’accezione comunitaria, in coerenza con la delibera Cipe 1/2011 e con il
documento tecnico approvato dal Comitato nazionale del coordinamento e la
programmazione unitaria, lo scorso 30 maggio
Il risultato di tale attività è consistito nella
predisposizione delle schede dei seguenti grandi progetti: sistemi di mobilità
su ferro dell’area di Cosenza, quindi la metropolitana Cosenza-Rende-Unical; il
sistema di collegamento su ferro tra Catanzaro città e Germaneto, la cosiddetta
metropolitana di Catanzaro; la nuova aerostazione Lamezia Terme; i lavori di
adeguamento Gallico/Gambarie per il terzo lotto.
Le prime due schede sono state già condivise con gli
uffici del Mise e con i servizi della Commissione europea. Entro il termine
previsto nel corso dell’ultimo Comitato di sorveglianza -come dicevo, del 14
giugno scorso - tutte le schede saranno inserite sul sistema di monitoraggio
dei fondi comunitari – Sfc – convalidate ed inviate formalmente.
Questo per informare l’Assemblea rispetto allo stato dei
grandi progetti di cui in qualche modo si è discusso.
Infine, mi sia consentito dare qualche delucidazione
rispetto alla paventata interruzione dei pagamenti del Por Calabria Fesr
2007-2013: con nota 7759 del 1° settembre 2010,
L’Audit si è svolta in due missioni. La prima nei giorni
dell’11 e 15 ottobre 2010, la seconda dal 22 al 25 novembre del 2010.
In particolare l’attività di Audit dei servizi della
Commissione si è concentrata su due distinte procedure.
La prima di verifica sui criteri di selezione delle
operazioni inserite nella domanda di pagamento al 31 dicembre 2009. Su queste
procedure si è attenzionata
A quella data il Governatore della Calabria non era
l’onorevole Scopelliti, né la mia modesta persona era assessore delegato alla
materia, stiamo parlando di procedure del 31 dicembre 2009.
Riguardo le procedure, inoltre, l’attenzione della
Commissione europea rispetto all’Audit si è concentrata sulle verifiche e sul
sistema di gestione e controllo.
Questo per dire che le procedure attenzionate
riguardavano la passata amministrazione e che gli uffici - che abbiamo l’onore di guidare dal punto di
vista politico - oltre a mettere in campo le procedure ed a definire tutti i
passaggi propedeutici per arrivare a spendere le risorse comunitarie che in
passato non erano state spese, sono stati impegnati – sono tutt’ora impegnati –
in lunghe e faticose attività per presentare alla Commissione europea, al
commissario Hahn quei chiarimenti precisi, puntuali e meticolosi sulle
procedure datate 31 dicembre 2009.
Le procedure dei chiarimenti forniti dalla nostra
amministrazione sono lunghe e puntuali quanto le richieste della Commissione.
Potrei citare tutta una serie di missive, di attività,
di azioni condotte dall’amministrazione. Mi rendo conto, però, che così facendo
tedierei l’auditorio e quindi mi permetto – se il Presidente del Consiglio mi dà
questa facoltà – di lasciare agli atti la memoria con cifre, dati e passaggi.
E’ del tutto evidente, però, che noi, sia rispetto al
tema delle verifiche sui criteri di selezione che delle verifiche sul sistema
di gestione e di controllo, siamo convinti che - grazie anche al lavoro degli
uffici - sarà possibile fornire tutte i chiarimenti richiestici dalla
Commissione europea.
Di conseguenza, riteniamo di poter superare il paventato
rischio di blocco dei pagamenti per 36 milioni di euro per operazioni svolte,
per procedure certificate il 31 dicembre 2009.
E’ del tutto evidente che questo rischio comporta alla
nostra amministrazione un lavoro aggiuntivo che si somma al già copioso lavoro
che – ho cercato in qualche modo di testimoniarlo attraverso l’elencazione di
numeri e cifre in maniera puntuale e tale che rimanga impressa nella memoria
dei colleghi consiglieri – sta facendo.
Siamo alla fine del 2011 ed è del tutto evidente che - a
fronte del lavoro importante di questi 15 mesi per superare i limiti che abbiamo
trovato, per indirizzare le risorse
comunitarie nella direzione giusta rispetto alla programmazione 2007-2013 - la
nostra ambizione, l’ambizione dell’amministrazione guidata dal Governatore
Scopelliti è di essere protagonisti del nuovo ciclo di programmazione,
2014-2020, i cui negoziati sono stati già avviati in sede di trattative con il
Governo nazionale e la Commissione europea.
Di entrambe le interlocuzioni siamo protagonisti, lo è
il Governatore Scopelliti in prima persona e lo siamo noi insieme a lui.
L’ambizione è far sì che
Informiamo ogni giorno l’opinione pubblica su questa
azione e personalmente ho avuto il piacere ed il privilegio di informare, già
più volte, il Consiglio, l’Aula e
Mi auguro che i dati anche questa volta forniti diano
consapevolezza dell’importante lavoro che l’amministrazione guidata dal
Governatore Scopelliti sta compiendo in questa materia e dei risultati
importanti che con il buon utilizzo delle risorse comunitarie stiamo ponendo in
essere. Grazie.
Grazie all’assessore Mancini. Direi adesso di far
intervenire, prima di iniziare il dibattito, per avere qualche informazione sul
piano di sviluppo rurale, l’assessore Trematerra, e poi - se i colleghi si
incominciano a prenotare – iniziamo la discussione.
La parola all’assessore Trematerra perché riferisca sul
piano di sviluppo rurale.
Grazie, Presidente, prima di entrare nel merito
dell’azione della Giunta regionale guidata dal Governatore Scopelliti e,
quindi, per essa dall’assessore all’agricoltura nei primi 18 mesi di attività,
appare opportuno fare una brevissima, ma doverosa introduzione per chiarire il
contesto nel quale ci si è trovati, fin da subito, ad operare.
Preliminarmente, va detto che è fuor di dubbio che
l’attuale congiuntura economica e sociale presenti numerosi tratti di estrema
gravità che, strano ma vero, manifestano una straordinaria analogia con quelli
del 1929.
Tale premessa è fondamentale, poiché la teoria dimostra
che durante la recessione economica i prezzi agricoli tendono a diminuire in
misura maggiore di quelli industriali.
Nel settore agricolo, contrariamente a quello
industriale, una caduta della domanda anche lieve genera una lieve contrazione
dell’offerta e una forte diminuzione dei prezzi alla produzione.
La rigidità dell’offerta in agricoltura è, infatti, una
condizione nota, derivante dai caratteri strutturali della produzione agricola,
lunghezza dei cicli produttivi, carattere biologico della produzione e relativa
rigidità dell’offerta di molti fattori.
Nei periodi di recessione, peggiora il rapporto tra
prezzi al consumo e prezzi agricoli alla produzione. Infatti, quando i prezzi
al dettaglio diminuiscono, i margini tendono a rimanere costanti.
Proprio per queste considerazioni il dipartimento ha
inteso lavorare su 4 indirizzi. Primo indirizzo: trasparenza amministrativa e
comunicazione agli utenti.
Abbiamo dato certezza nell’azione amministrativa con
costante pubblicazione di comunicati, circolari, note esplicative, informazioni
sulla scadenza di tutte le disposizioni procedurali.
Abbiamo razionalizzato le strutture e il contenimento
della spesa. Abbiamo rafforzato anche il rapporto con gli operatori pubblici e
tutto questo per arrivare a raggiungere alcuni obiettivi; tant’è che l’aumento
della capacità amministrativa ha fatto registrare delle performance assolutamente positive nel dipartimento anche in
termini di utilizzo dei fondi comunitari.
La spesa dell’insediamento ad oggi, meno di 18 mesi, è
pari a 210 milioni di euro a valere sul Psr 2007-2013 cui va aggiunta tutta la
spesa a valere dalla programmazione 2000-2006.
Con tale volume di spesa si è coperto l’obiettivo
dell’N+2 ascritto all’anno 2010 e si è in dirittura d’arrivo per la copertura
dell’obiettivo 2011 al cui raggiungimento mancano solamente 49 milioni di euro
già però in istruttoria e in liquidazione entro il mese di novembre.
Il dipartimento, con un enorme sforzo in termini di
impegni e di volontà di programmazione, è riuscito a centrare un obiettivo che
sembrava irraggiungibile se solo si pensa che alla data del 13 ottobre 2010, in
una riunione tenuta a Bruxelles indetta dalla Commissione europea, l’obiettivo
di spesa per evitare il disimpegno, sempre nel 2010, era di 120 milioni di euro
e di 72 milioni di euro per quanto riguarda la quota Feas, per il 2010.
Nel corso del primo trimestre di quest’anno sono state
erogate per le diverse misure del Psr risorse per oltre 50 milioni di euro e
sono state, altresì, predisposte le procedure informatiche che garantiranno la
successiva liquidazione delle risorse afferenti le misure a superficie.
E’ stato attivato il fondo di garanzia per agevolare
l’accesso al credito e si sono creati i presupposti e le condizioni per la
completa utilizzazione delle somme previste per il 2011 onde evitare, anche
quest’anno, il rischio di disimpegno.
Si evidenzia che per due misure molto importanti del
Psr, la 121 e la 123 – l’ammodernamento delle aziende agricole e
l’accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli e forestali -, è
stato necessario procedere alla revoca delle graduatorie pubblicate nel 2010 e
si è dovuto procedere alla emanazione di nuovi bandi e successiva valutazione
delle domande di aiuto.
In meno di 9 mesi dalla pubblicazione dei bandi si è
pervenuti alla pubblicazione delle graduatorie provvisorie; risultato notevole,
se si pensa che erano pervenute 3500 domande per le due misure, rappresentanti
oltre 150 milioni di euro.
Si consideri che si è resa necessaria la
reingegnerizzazione delle due misure. La particolare complessità
dell’operazione è consistita nella complicata fase di diligence giuridico amministrativa connessa all’operazione, oltre
alla difficile attività di redimere le diverse posizioni emergenti da pare dei
portatori di interesse.
L’intero procedimento è stato concordato con il tavolo
tecnico della DG Agri a Bruxelles.
In parallelo alle attività del punto precedente, sono
state elaborate le nuove Disposizioni attuative e procedurali dei bandi. In
esse sono contenute importantissime innovazione di carattere procedurale.
Si è, infatti, riqualificato l'intero percorso
amministrativo, prevedendo forti semplificazioni per le imprese coinvolte nelle
attività.
A titolo di esempio, possiamo citare l’esenzione della
progettazione esecutiva in fase di domanda, l’automatismo per la concessione di
varianti, le autocertificazioni in ogni aspetto possibile e, soprattutto, un software autoprodotto per
l’autovalutazione delle domande.
Oltre alle misure 121 e 123, sono state pubblicate le
graduatorie delle misure dell’Asse III – annualità 2009 - ed, a breve, saranno
pubblicate le graduatorie delle misure della stessa annualità, per le quali si
stanno ultimando le istruttorie.
Mediante queste attività si sta già guardando
all’esercizio 2012 ed alla predisposizione di tutte le decretazioni atte a
tramutarsi in spesa durante l’anno.
Come già accennato, al fine di fronteggiare la cronica
illiquidità delle aziende agricole e, anche, al fine di fare fronte al taglio
sulla concessione del credito da parte del sistema bancario, il Dipartimento ha
creato un “fondo di garanzia” per le imprese beneficiarie dei fondi comunitari
del PSR, al fine di agevolare i processi di cofinanziamento.
Si è ritenuto, in altri termini, indispensabile
agevolare l’accesso delle imprese agricole al mercato del credito, al fine di
eliminare uno dei principali limiti alla nascita ed allo sviluppo delle imprese
stesse favorendo nel contempo la crescita dell’occupazione.
L’intervento deliberativo ha consentito, nell'ambito
della costituzione del fondo di garanzia del PSR 2007-2013 per le operazioni di
finanziamento delle opere relative ad investimenti produttivi da parte delle
piccole e medie imprese, di modificare l’Aiuto di Stato numero 723/2007
elevando l’importo massimo dei prestiti che possono beneficiare della garanzia
pubblica ad un milione di euro.
Ulteriore intervento ha riguardato il sostanziale aiuto
che si è inteso dare alle Amministrazioni Pubbliche beneficiarie di aiuti del
PSR, che molte volte non riuscivano a finanziare gli interventi finanziati a
causa della incapacità di fare fronte della quota in conto IVA a loro carico
(compresa tra il 10 ed il 20 per cento del contributo concesso).
Al superamento di tale problema si è provveduto a
ricostruire la struttura finanziaria del PSR generando economie per circa 42
milioni di euro, destinati alla Costituzione del fondo speciale IVA presso
l’Organismo Pagatore Regionale (ARCEA).
Ancora, si è superata la criticità connessa
all’avviamento dei giovani agricoltori approvando con decreto del direttore
generale del 5 agosto 2010 la modifica al bando della “Misura
Grazie a tale decreto è stata eliminata la previsione
concernente la stipula di polizza fideiussoria, per i giovani imprenditori
agricoli mediante un’autocertificazione.
Con queste sostanziali innovazioni procedurali, insieme
alla completa revisione delle procedure di autorizzazione delle varianti e
della concessione delle proroghe ai progetti, si è riuscito a creare un sistema
più efficiente e moderno nella gestione delle risorse comunitarie che, nel
prossimo futuro, vedrà una sempre maggiore azione amministrativa nel senso
dell’automatizzazione delle procedure che, oltre a creare un significativo
clima di fiducia verso il Dipartimento da parte degli utenti, consentirà la
determinazione di tempi certi nell’attuazione della spesa.
Questo è quanto io dovevo all’Aula, dato che si parlava
di fondi comunitari. Vi ringrazio.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Maiolo. Ne ha facoltà.
Grazie, signor Presidente, sono veramente sorpreso,
allibito ed indignato come consigliere regionale di questa Regione.
Se la comunicazione della Giunta regionale al Consiglio
rispetto allo stato di attuazione dei programmi comunitari è da considerarsi –
come nelle due relazioni degli assessori che abbiamo ascoltato – nettamente
differente nei toni e nei contenuti, penso che si debba esser chiari in questa
sede e in questi appuntamenti in cui facciamo il punto direttamente in
Consiglio su questioni importanti e dove le discussioni dovrebbero partire da
una base di conoscenza e di informazioni che siano chiare e trasparenti a
tutti.
Penso che questo possa avvenire solo ed esclusivamente
nelle Commissioni consiliari per cui non sono assolutamente d’accordo rispetto
alla prospettiva di sopprimere
Guardate, penso che sia una questione di metodo. Noi
dobbiamo lavorare affinché questa non sia l’Aula della mistificazione della
realtà, della propaganda ingannevole, ma
del confronto serio e costruttivo, specie su questa che è una materia
alla quale si dà un’aura di grande importanza e prospettiva.
Per essere seri significa che dobbiamo dare a tutti i
consiglieri regionali la possibilità di essere puntualmente informati sullo
stato di attuazione dei programmi. Soprattutto occorre che
Qui oggi ancora una volta è stata violata la legge
numero 3 del 2007, che è la legge comunitaria regionale, tenendo il Consiglio,
e ancora prima del Consiglio, le Commissioni, all’oscuro di provvedimenti
finanziari ed amministrativi rilevanti rispetto allo stato della
programmazione.
In quest’Aula dobbiamo fare chiarezza definitivamente,
senza toni ancora da campagna elettorale, di chi vuol dimostrare anche in
questo campo che c’è un prima e un dopo, perché noi, nella precedente
legislatura, abbiamo approvato alla unanimità di quest’Aula tutti gli atti di
programmazione avendo rispetto delle minoranze
ancor prima dei consiglieri di maggioranza e voi non avete rispetto
nemmeno dei consiglieri di maggioranza.
Non abbiamo mai esaltato quello che è avvenuto nella
precedente legislatura. Noi, ed io come assessore alla programmazione, abbiamo
ereditato una eredità pesantissima nella gestione 2000-2005, talmente onerosa
che quando lei, onorevole Mancini, nel
suo intervento prende le distanze dalla spesa del 2009, commette un doppio
affronto alla Calabria e al suo caro amico e Presidente della Giunta regionale.
Questa è
E quando lei parla della spesa del 2009, quasi a dire
“non siamo responsabili, come finisce finisce”,
deve sapere che in quella spesa ci sono i soldi che non ha speso
Scopelliti nel 2000. Ci sono i soldi che non ha speso
Dati alla mano, si dimostra – e questo, assessore
Mancini, è dimostrato anche nella sua relazione, che se lei fa il confronto con
il passato con chi ha gestito la chiusura del programma 2000-2006 e l’avvio
2007-2013 – che il paragone fra il prima
e il dopo, onorevole assessore, fra noi e Scopelliti che ha gestito il
2000-2005 si è chiuso, storicamente, con gli atti e con la spesa
Rispetto all’avanzamento della spesa del fondo sociale –
mi riferisco al fondo rispetto al quale oggi voi avete probabilmente la
migliore performance –, il periodo
2000-2005 ha avuto una spesa media annua di 13 milioni di euro. Nella fase di
gestione di quel programma da parte della Giunta di centro-sinistra abbiamo
speso mediamente 93 milioni di euro all’anno.
Se consideriamo la spesa che oggi lei ha ricordato in
Consiglio( e devo dire che nella sua relazione
c’è anche probabilmente un errore), voi non avete assolutamente avanzato
di nulla ma state facendo arretrare
Anche i dati non validati che ha dato oggi l’assessore
Mancini in Aula, confermano che noi, chiudendo il programma 2000-2006, dopo
cinque anni di interruzione dei pagamenti da parte della Commissione europea
per lo sfascio che è stato fatto dal centro-destra, non solo abbiamo chiuso
quel programma al 30 giugno 2009 spendendo totalmente le risorse comunitarie –
poi vedremo le correzioni finanziarie su quel programma, ne parleremo più
avanti –, ma abbiamo fatto il nuovo programma che è uno dei migliori che sono
stati fatti nell’Obiettivo convergenza;
peraltro, erano
stati ampiamente adottati dalla Giunta di centro-sinistra – l’assessore Mancini
dice un’altra falsità – tutti gli atti necessari per far partire il programma.
Il programma era già partito e c’era la spesa, come nel
suo intervento lui dice e si contraddice.
C’erano tutti gli atti che consentivano non solo di fare
la spesa del 2007-2013, ma noi in 153 giorni di gestione, che sono ascrivibili
alla nostra amministrazione sul programma 2007-2013, abbiamo portato, al 28
febbraio, gli impegni al 30 per cento e voi, oggi, che siete a 563 giorni,
siete al 36 per cento, quindi c’è un incremento del 6 per cento sulla spesa e
sono i dati che date voi.
L’assessore ha ragione, dobbiamo tener conto di quando
sono stati adottati tutti gli atti che consentivano la rendicontazione secondo
i criteri di selezione e controllo prescritti dalla Commissione europea.
Ebbene, da quella data noi dovremmo rispondere di 153 giorni di gestione per
come dice l’assessore alla programmazione.
Quindi, rispetto al dato temporale siete in grande
ritardo e lo siete in Calabria e nel confronto con tutte le altre Regioni
dell’Obiettivo convergenza perché noi eravamo la prima Regione del Mezzogiorno
invertendo quella che era la tendenza storica di questa Regione, con i giudizi
della Commissione europea che, quando hanno finito la valutazione di quello che
avevano fatto Chiaravalloti e Scopelliti, non volevano parlare di Calabria.
Loiero veniva maltrattato a Bruxelles quando andava a dire “io sono
Noi, poi, abbiamo invertito questa tendenza e di
Calabria si è parlato come inversione di tendenza e l’ha detto
Ce lo dice
Sulla base di questo avanzamento e su questo programma,
se andiamo a fare il confronto con le altre Regioni, da primi che eravamo, in
posizione assoluta di impegni e spese, voi non solo siete arretrati rispetto
alla graduatoria assoluta nelle Regioni convergenza, ma se andate a leggere
qual è il tasso di incremento della spesa dal 28 febbraio 2010 ad oggi, vi
accorgerete che
E sono tutti dati certificati, che sarebbe bene che
In un anno e mezzo abbiamo ascoltato solo tre volte
parzialmente lo stato di avanzamento dei programmi. Il Presidente della
Commissione non è informato di nulla di quello che avviene sulla gestione dei
fondi se non in queste estemporanee richieste di audizioni.
Da Regione che aveva invertito la tendenza e stava ai
primi posti delle graduatorie e della evoluzione della spesa e degli impegni,
siamo diventati gli ultimi.
Non solo: c’è un problema serio.
Lo abbiamo detto fin dal primo momento. Il rapporto con
Lo abbiamo detto in Aula al suo insediamento e l’abbiamo
sempre confermato in ogni occasione di lavoro di Consiglio e di Commissione.
Vi abbiamo detto da quasi un anno: attenzione, le
autorità di governo del programma non funzionano come dovrebbero.
Non do giudizi sulle persone, non sono giudizi sui
singoli che hanno la responsabilità. Il dato è che sono preoccupato se viene in Commissione
l’Autorità di un certo fondo e dice – ed è agli atti - “io al 30 gennaio 2010
avrei potuto rendicontare 40 milioni di euro in più se l’Autorità di pagamento
non mi avesse fatto le ostruzioni che mi ha fatto”.
Se, poi, non riusciamo mai ad avere un incontro con
l’Autorità di gestione del Fesr e, quindi, non siamo mai stati in grado di aver
riscontro di una interlocuzione, non sul riferimento di un dato che sta su internet, ma su come stanno le cose
nella gestione del programma e se, poi, in Commissione – mi voglio riferire
solo ai contenuti che sono di interesse di quest’Aula – viene l’Autorità di
controllo a dirmi “qui le cose vanno male perché non si capisce che si sta
facendo” e se, poi, ancora, arriva a dire che non si capiscono le carte, tant’è
che sembra di essere in quelle fiere di paese di mezz’agosto, ed è scritto nei
resoconti, in cui si cambiano le carte in tavola – “carta vince, carta perde”
–, è chiaro che se questo lo dice l’Autorità di controllo, che voi avete
nominato e che è l’interfaccia di Bruxelles, cosa vi aspettate? Che il
commissario europeo vi mandi una cartolina dal giro del mondo?
Il commissario europeo vi dice che
Ed è un giudizio buono rispetto a quello che dà la
vostra Autorità di controllo.
Dovete, allora, rispondere nel merito e nei contenuti
alla lettera del commissario europeo, onorevole Presidente Scopelliti, anche
alla luce di quello che hanno riferito i suoi collaboratori e noi siamo qui per
collaborare con lei, per capire come invertire alcune cose che non vanno, così
come non andavano nella nostra gestione, per dare una immagine diversa che in
questo momento non stiamo dando alla Calabria.
Ma per far questo bisogna, innanzitutto, capire che
questa gestione e questa organizzazione va modificata e va modificata
sostanzialmente, Presidente, perché - dovete finirla - negli atti e nei numeri
non esiste un prima e un dopo. Noi, Presidente Scopelliti, non l’abbiamo mai
saltato il prima e il dopo.
Non accetto che mi si dica che la spesa del 2009 è una
cosa che non ci interessa. Io l’ho detto e non so se lei l’ha sentito, ma in
quella spesa ci sono i fondi- lei lo sa, Presidente e l’ho anche motivato in
passato-, i soldi che non ha speso
Nella impostazione, nella parte iniziale ne ha
responsabilità politica? Noi l’abbiamo assunta e abbiamo chiuso quel programma.
Bisogna allora invertire totalmente la tendenza, ci
vuole una discontinuità netta nel rapporto fra Consiglio e Giunta regionale.
Guardate, l’assessore alla programmazione ha dato una
informativa che, per le informazioni che ho e per come seguo questa vicenda per
cercare di dare il mio contributo, non aiuta il Consiglio regionale a fare un
dibattito ed una discussione, perché mi sarei aspettato qualcosa di diverso
rispetto alla nostra preoccupazione, considerato che il ritardo sostanziale
sicuramente c’è, lo dice l’assessore Mancini, e non c’è dubbio che
Ho sentito il Presidente della Regione che qualche volta
ha detto che qui ci sono ritardi trentennali e quarantennali.
E’ chiaro che noi cerchiamo di fare un passo avanti
rispetto a ritardi storici. So benissimo che c’è un deficit di programmazione, che è stato anche nostro e di tutti coloro
che ci hanno preceduto in questa Regione. Detto questo voglio capire qual è
l’avanzamento.
Noi eravamo preoccupati sul target di spesa 2012-2013, come abbiamo sempre detto, perché è un
periodo, sostanzialmente, di stallo, lungo quasi un anno e mezzo che, se da una
parte era giustificabile per il cambio di amministrazione, adesso non è più
ammissibile.
Presidente Parente, vorrei che lei ci leggesse in
Commissione questi bandi, quei pochi che sono usciti con tutte queste procedure
chiuse; è possibile che lei non abbia una di queste carte della Giunta che
avrebbe raggiunto target
fantasmagorici? La verità è un’altra, è che in quest’Aula si dice, da una
parte, una verità che c’è una eredità pesante rispetto alla precedente
legislatura; non c’è dubbio, è una eredità che voi non siete in grado di
sopportare, perché non vi siete organizzati per raccogliere quello che di
positivo era stato fatto precedentemente.
Non solo, ma la preoccupazione che avevamo sul target di spesa 2012-2013 non è relativa
al 2012. Perché l’assessore Mancini ha mancato di informare il Consiglio,
ennesima violazione della legge regionale comunitaria 3/2007 di una procedura
scritta, che ha modificato il tasso di finanziamento del programma comunitario
senza informare né
Questo non lo accetto da consigliere regionale di questa
Regione. Quest’Aula non può essere tenuta all’oscuro del fatto che lei ha firmato in data 11 con 5
giorni di preavviso, quindi è già scaduta la procedura scritta, con la
quale lei modifica il tasso di
cofinanziamento dei programmi e lo fa e fa bene, glielo abbiamo consigliato noi
e l’abbiamo fatto per non perdere i soldi già dal 2011 perché se a lei va bene
certifica 585 milioni di euro e non 740, cioè quanto dovrebbe fare.
E lo fa mettendo dentro i grandi progetti – e l’abbiamo
avviati noi –, lo fa modificando i tassi di cofinanziamento del Por e fa bene,
ma lo deve dire. Noi siamo all’ultima spiaggia, ben oltre la vecchia politica
dei progetti coerenti.
Siamo alla correzione finanziaria del programma per
tentare di evitare di non perdere al 31 dicembre ben 77 milioni di euro, perché
questo è il trend. Se noi non
facessimo quello che hanno fatto e che non dicono che hanno fatto, noi avremmo
perso certamente al 2011, 77 milioni di euro.
Fortunatamente hanno messo in atto questa iniziativa,
non ne danno informativa al Consiglio ma è l’ultima spiaggia al 2011, noi
pensavamo che doveva essere il 2012, per non perdere i soldi.
Questo è un aspetto.
Ma anche rispetto a come va avanti la macchina circa le
cose avviate, non ce la faccio a sentire
che la grande attività di questa Giunta regionale è aver sbloccato e mandato
avanti la grande progettazione integrata territoriale di questa Regione, non ci
sto.
Non ci sto, perché è evidente quello che è avvenuto. Noi
abbiamo fatto tutto quello che serviva per avviare la progettazione integrata
territoriale, sicuramente potevamo avere dei ritardi, non l’abbiamo potuto fare
per tempo entro la scadenza della legislatura.
Ma voi dopo 18 mesi avete preso quelle carte e le avete
bandite. Non avete fatto null’altro, assessore, perché voi nel quadro unitario
di programmazione integrata fate riferimento ai dati del 2004 che sono i dati
che noi abbiamo utilizzato per fare il programma 2005.
Se voi andate in giro, lei e il Presidente, in tutte le
contrade della Calabria a parlare dei fondi per lo spopolamento e utilizzate i
dati del 2004 e dite che la soglia di decremento demografico per accedere ai
fondi dei comuni è di almeno il 5 per cento sulla base dei dati del 2004,
sapete che state facendo? Fate beneficiare 66 comuni della Calabria che non
hanno diritto a questi fondi mentre 7
che ne hanno diritto sono fuori.
Ma dico questo non perché voglio perorare la causa dei 7 comuni che sono fuori, ma
per dire che voi avete utilizzato le nostre carte senza nemmeno leggerle, senza
nemmeno aggiornarle.
Quindi, questa storia del
prima e del dopo non la vogliamo più sentire in quest’Aula, perché parlano i
resoconti delle Commissioni delle vostre Autorità di gestione oltre che le
lettere della Commissione europea.
Mi fermo qui perché penso che
il quadro ai colleghi in Aula sia sufficientemente chiaro.
Chiedo scusa per la foga.
Avevo immaginato di poter fare un intervento molto più tranquillo, ma in
quest’Aula occorre fare chiarezza, evitare di dire falsità storiche e che
ciascuno si assuma la propria responsabilità – e, quindi, anche noi come minoranza assumeremo la nostra responsabilità
in quest’Aula ed in prospettiva –
questo doveva però essere fatto con rispetto, senza falsità e soprattutto nel
rispetto delle leggi di questa Regione.
Non ci sto più a non essere
informato su quello che avviene. La legge assegna alla Giunta regionale
l’obbligo di informare
Qui si è modificato il quadro
finanziario del Por ed il Consiglio non è informato. Il target di spesa
si difende con questi meccanismi, ma di questi meccanismi penso che,
legittimamente, i consiglieri,
Dopo l’intervento
dell’onorevole Maiolo, Vicepresidente della Commissione politiche comunitarie,
è previsto l’intervento del Presidente, onorevole Parente. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, avevo
preparato un discorso, un intervento di tipo istituzionale sull’attività svolta
dalla Commissione e su quali cose si dovrebbe concentrare in questi ultimi mesi
di vita - se non verrà modificata la legge regionale approvata di recente -,
chiaramente, dopo l’intervento dell’onorevole Maiolo e soprattutto dopo le
polemiche nate dall’audizione del dirigente dell’Audit, dottore Tucci, non
posso non fare qualche passaggio su questo.
Cosa posso dire della
Commissione? In questi pochi mesi di Presidenza non ho certo maturato
l’esperienza dell’onorevole Maiolo che per cinque anni ha vissuto direttamente
o indirettamente queste problematiche in prima persona, ma ho avuto modo di
apprezzare il significato e la valenza che assume questa Commissione che dovrebbe
essere un organo di garanzia e rendere pienamente consapevole, come diceva
l’onorevole Maiolo, il Consiglio regionale sulle scelte compiute in materia di
fondi strutturali e nell’assicurare un confronto tra maggioranza e minoranza in
un settore che non è scevro da polemiche, considerate le perplessità che
suscita la materia.
Un lavoro abbastanza
significativo in pochi mesi.
Abbiamo licenziato su
proposta della Giunta regionale la rimodulazione del piano finanziario “Asse VI
– Reti e collegamenti per
Mi riferisco in questo caso
alla costruzione della Aerostazione di Lamezia Terme, alle metropolitane
leggere di Catanzaro e Cosenza, al completamento della Gallico-Gambarie. Tutti
grandi progetti che in virtù della loro dimensione finanziaria e del loro
avanzamento procedurale possono contribuire in modo determinante al
raggiungimento dei target di spesa che ci si è più o meno prefissi.
Abbiamo poi licenziato
tempestivamente sette direttive di attuazione che attuano altrettanti regimi di
aiuto in materia di attività produttive. Quindi: sostegno alla riqualificazione
dei Confidi regionali, agevolazioni per azioni di innovazione digitale nelle
imprese e reti di imprese, finanziamento dei contratti di investimento e
contributi per l’imprenditoria giovanile ed in più ci siamo concentrati anche
sulle politiche sociali e sanitarie con il finanziamento di nidi di infanzia e
il sostegno alla creazione di infrastrutture socio-sanitarie.
Un complesso di
provvedimenti, quindi, che consentiranno di accelerare in modo significativo la
spesa dei programmi e su cui la sesta Commissione ha effettuato le proprie
osservazioni e suggerimenti costruttivi.
Non abbiamo svolto una
funzione di passacarte. Posso dire, ad esempio, che abbiamo prestato attenzione
a che i processi di confronto con il partenariato istituzionale, economico
sociale non fossero compressi e, conseguentemente, i provvedimenti
rispondessero ai reali bisogni del territorio.
Il quadro regolamentare
definito dalle direttive è risultato il più possibile chiaro e completo, in modo
da rendere ancor più agevole e tempestiva la fase di redazione dei bandi.
Tutte attività di
approfondimento possibili anche grazie alla scelta statutaria di individuare,
all’interno del Consiglio regionale, un organo ad hoc a cui demandare la
trattazione degli affari comunitari.
L’attività di questa
Commissione si è concretizzata nell’esame dei provvedimenti ed anche
sull’acquisizione degli elementi conosciuti sullo stato di attuazione dei
programmi. L’abbiamo fatto attraverso le audizioni di assessori e direttori
generali oltre che delle autorità preposte alla gestione degli stessi
programmi.
Non voglio fare torto a
nessuno con una considerazione del tutto evidente: l’attività dei fondi
strutturali consta di due momenti, il primo, della programmazione, che,
chiaramente, è fortemente politico; il secondo, dell’attuazione, che è
prettamente gestionale.
Oggi stiamo attuando dei
programmi con una significativa complessità gestionale determinata - pensiamo
al solo Por Fesr - da un numero elevato di linee di intervento (oltre 120) ed
anche dall’elevato numero di strutture regionali coinvolte nella sua
realizzazione: Servizi/Uffici, Direzioni Generali e Assessorati, oltre
Tale complessità
organizzativa ha evidentemente comportato un avvio difficoltoso del Programma
per la necessità di applicare un modello di governance che garantisse ai
vari livelli decisionali ed attuativi la compartecipazione alle scelte ed il
corretto e fluido trasferimento delle informazioni.
A queste obiettive
difficoltà, non si può non aggiungere il perpetrarsi di comportamenti
gestionali e di “errori” che si ripetono ormai da più cicli di programmazione
dei fondi strutturali e che hanno portato i servizi della Commissione europea
ed il Governo nazionale a richiedere, nel gennaio di questo anno, l’adozione di
interventi correttivi.
Vengo quindi ad alcune
considerazioni di merito, su cui mi auguro possa svilupparsi un confronto
sereno.
Il fatto emerso nel dibattito
svolto nella sesta Commissione è che
I rilievi mossi da Bruxelles
hanno riguardato, ad esempio, l’inaffidabilità del sistema di gestione e di
controllo della spesa sul Fondo europeo per lo sviluppo regionale. Vale adire
che i servizi della Commissione europea
avrebbero voluto maggiori verifiche sull’avvenuto rispetto dei criteri di
selezione dei progetti inseriti a finanziamento nella prima fase di realizzazione
del programma - cosiddetti progetti di prima fase - ed una maggiore attenzione
verso la qualità dei progetti selezionati.
I servizi della Commissione
hanno, poi, messo in evidenza i ritardi nella svolgimento delle attività di
Audit, cioè di quelle attività tese a verificare l’ammissibilità delle spese
dei progetti prima ancora di inoltrare le domande di pagamento all’Unione
europea.
Hanno ancora rilevato tassi
di irregolarità nella rendicontazione dei progetti (3,46%) superiori alla
soglia normale prevista dai Regolamenti comunitari.
L’Assessore Mancini nei suoi
interventi, sia in Consiglio sia in Commissione, ha messo in evidenza i
chiarimenti resi e le azioni intraprese per il completamento degli organici
deputati allo svolgimento delle attività di gestione e di controllo. Progressi
che sono stati ripresi nei rapporti dell’Autorità di Audit che, nei successivi
aggiornamenti, ha dato evidenza della risoluzione di molte di queste
problematiche.
Ho richiamato questi rilievi
per sottolineare come l’elemento comune di queste criticità risieda nella
debolezza di un tessuto burocratico che bisogna qualificare sempre di più nelle
proprie competenze organizzative e gestionali, potendo contare su adeguati
apporti professionali esterni.
Non troverebbero giustificazione
altrimenti le risorse che ciascun programma dedica alla valorizzazione delle
professionalità interne ed all’acquisizione dall’esterno dei servizi di
assistenza tecnica.
Realizzare queste condizioni
organizzative e procedurali che permetteranno alla Regione di raggiungere gli
obiettivi finanziari e le premialità previste dai regolamenti comunitari, credo
sia di fondamentale importanza sia nell’attività di monitoraggio dei programmi
operativi che per seguire l’andamento della spesa.
Monitorare, d’intesa con
l’Esecutivo regionale, con l’obiettivo di verificare per ciascun obiettivo
operativo e linea di intervento che i tempi di attuazione siano compatibili sia
con la tempistica prevista dai Regolamenti comunitari per l’attuazione del POR, sia per il conseguimento del target di
spesa, la cosiddetta regola N+2.
Su questa attività si
concentrerà l’attività della Commissione nei prossimi mesi. Una Commissione
che, ad unanime avviso dei suoi consiglieri componenti, costituisce ambiente
istituzionale di garanzia per un confronto consapevole tra maggioranza e
minoranza su un tema che rimane oggi decisivo per lo sviluppo di questa
regione.
Accogliendo la sollecitazione
dei componenti della sesta Commissione non posso non sottolineare l’eccessiva
frettolosità con cui si è proceduto a sopprimere
Su questo chiedo venga fatta
una riflessione non solo formale, ma soprattutto sostanziale per comprendere se
questa scelta istituzionale non finisca con il comprimere una materia che
avrebbe dovuto, piuttosto, essere ulteriormente rafforzata.
Il confronto tra maggioranza
e minoranza sulla questione legata alla gestione dei fondi europei spesso
diventa, anche in Commissione, momento di scontro politico - mi riferisco
all’ultima seduta in seguito alla audizione del dirigente dell’Audit, dottore
Tucci.
Capisco e comprendo benissimo
lo sfogo e l’irruenza dell’onorevole Maiolo che è stato uno dei principali
protagonisti del Por 2006-2010.
Quindi, qualsiasi situazione
vada a rappresentare un confronto più o meno parametrico suscita reazioni di
cui non si capisce dove finisca il confine tecnico e dove inizi la polemica
politica.
Perché questo? Perché noi non
abbiamo fatto altro che registrare quello che ha detto il dirigente dell’Audit.
Ma mentre l’onorevole Maiolo
riferisce solo alcuni passaggi dello stesso dirigente, non dice altre cose. Il
dirigente dell’Audit – cito testualmente la registrazione integrale – ha detto
che:“…appena insediatosi il 16 luglio
È chiaro che l’onorevole
Maiolo si attribuisce il merito - che noi gli riconosciamo - di avere attivato
il sistema dei controlli con la creazione dell’Autorità di Audit, selezionando
34 persone formate e specializzate, ma contestualmente denuncia, sempre in
Commissione, una possibile superficialità dell’attuale Giunta regionale a
rispondere con puntualità a quello che è avvenuto nel 2008 e 2009 perché non
era di propria competenza politica, nonostante il dirigente dell’Audit avesse
affermato che appena insediato ha fatto un ordine di servizio per dire “tutti a
lavorare sul Fondo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sullo Swap
e altro” cioè su quelli che erano i vecchi fondi tralasciando la nuova
programmazione.
Così come, sempre affermato
dal dirigente dell’Audit, conclusa l’attività per il POR 2000/2006 con altro
ordine di servizio il personale è stato diviso in 2 gruppi per concludere e
trasmettere il primo rapporto annuale di controllo, anche se incompleto, entro
il 31.12.2010, quindi in meno di 50 giornate lavorative.
La relazione finale, diceva
sempre il dottore Tucci, è stata redatta il 4 aprile 2011 ed accettata da
Bruxelles. Ha dichiarato, altresì, che: “sul vecchio POR c’erano ritardi
talmente forti e rilevanti per cui appariva difficile, se non impossibile, che
si pervenisse alla conclusione da parte nostra dei due documenti fondamentali
che sono quelli sui quali Bruxelles decide o meno pagamenti, tagli,
decurtazioni e quant’altro”.
E’ chiaro che l’onorevole
Maiolo di tutti questi pensieri del dottore Tucci ha dato una interpretazione
drammatica. Ma questa situazione è da ricondurre - come più volte è stato detto
- ad una scarsa sinergia tra sistemi di controllo e sistemi di gestione. Può
darsi, ad esempio, che sia riconducibile a quello che il precedente Esecutivo
ha fatto con la delibera di Giunta regionale numero 57 del 28 gennaio 2010
recante “Disposizioni per l’accelerazione delle attività di controllo di primo
e secondo livello per la chiusura del POR 2000/2006”? Che ha comportato di
fatto la pressoché totale sospensione delle attività di controllo sulla nuova
programmazione.
Tali ritardi, secondo me,
possono essere causati dalle decisioni - come quelle appena citata - di avere
gli stessi organismi di controllo e di gestione per le due differenti
programmazioni, ognuna delle quali necessita di grandi impegni e grandi sforzi
per riuscire a dare tempestivamente le risposte che Bruxelles si aspetta nei
tempi e nelle modalità previste.
È chiaro che questo argomento
si presta continuamente e costantemente a polemiche, al di là degli
aggiornamenti più o meno estemporanei che possono esserci.
Noi abbiamo concluso i lavori
della sesta Commissione auspicando una forte sinergia tra le Autorità di
gestione e le Autorità di controllo in modo da cercare di ridurre gli alti
tassi di errore e dare le risposte che
Speriamo di poter continuare
ad avere quell’accordo istituzionale che ha caratterizzato i lavori della
Commissione sino all’ultima seduta, sperando in un futuro migliore per questa
programmazione e per questa regione. Grazie.
Ha chiesto di parlare
l’onorevole De Masi. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, devo riconoscere, in premessa, che
vorrei avere l’animo per sviluppare l’intervento con la foga che ha
caratterizzato quello dell’onorevole Maiolo,
ma sono sostenuto semplicemente dalla foga di chi -
consigliere regionale e componente della Commissione consiliare che dovrebbe
presiedere alla conoscenza ed alle stimolazioni sulle dinamiche che governano
questo settore - ignora quasi tutto.
Questo
perché – e l’onorevole Maiolo lo ha detto con l’efficace e meticolosa
puntualizzazione di fatti - il metodo su cui è fondata la politica dei fondi
comunitari di questa Giunta è evidentemente lacunoso, pur riconoscendo, come ho
fatto anche in altre circostanze, una sorta di impeccabile diligenza
istituzionale dell’assessore Mancini.
Tra
questo ed il resto delle sequenze procedurali e istituzionali, attraverso le
quali si deve perseguire l’obiettivo, ci sono davvero ritardi, inadempienze e
persino responsabilità che sono state evocate con durezza e con un senso di
realismo che non si può davvero eccepire.
Vorrei
dire – come il cittadino che poco sa rispetto a queste questioni – che oltre
l’aridità di cifre fornite, anche non senza una qualche calcolata
strumentalità, ci sono i fatti; oltre i prodigi che sono rappresentati c’è la
realtà.
Credo
che le politiche comunitarie, i fondi strutturali o, se si vuole, più
semplicemente il Por, al di là della complessità di acronimi che evocano e che
scandiscono la diversa catalogazione che lo compone, rappresentino una speranza
per lo sviluppo della Calabria, una opportunità che molti definiscono quasi
ultima.
Devo
sollevare, quindi, l’obiezione che così per nulla sembra nella percezione dei
cittadini calabresi ed anche in quella
stessa degli addetti ai lavori quali noi siamo.
Mi permetto di sollevare un interrogativo che inquieta
davvero. Non so se corrisponde alla verità quanto ha affermato l’onorevole
Maiolo, ovvero che sono state prodotte modifiche nella previsione di spesa del
Por, cioè se il Por è stato rimodulato in maniera affrettata e, comunque, prescindendo
dagli obblighi istituzionali e legislativi.
(Interruzione)
Non c’è l’obbligo? Verificherò anche questo. Ma è stato
fatto? Se anche non fosse obbligatorio ci sarebbe un motivo di opportunità.
(Interruzione)
Facciamo un contraddittorio io e lei, onorevole? Prendo
atto che non è un obbligo.
Assessore, la pregherei di non interrompere.
Se non fosse
tale, avevo immaginato che il metodo fosse uno degli aspetti su cui sono
fondati gli atteggiamenti politici e c’è in questo caso una esigenza di opportunità - che io richiamo, come ho fatto più
volte in Commissione – che è stata trasgredita
e assolutamente violata. Checché l’assessore Mancini
ne possa dire.
Vorrei
quasi avvertirlo, se mi potessi permettere, che - laddove questo metodo si
dovesse protrarre e, poi, i risultati non dovessero essere come lui li immagina
e come tutti li auspichiamo - è evidente che avrebbe commesso un ulteriore
errore di carattere politico.
Non
c’è dubbio, l’ha detto Maiolo e io non posso differenziarmi da questo giudizio,
che ha una sua fondata severità. Non c’è dubbio che ci sia una distanza tra
l’amministrazione e le strutture istituzionali consiliari. Non c’è dubbio che
ci sia una sorta di insofferenza, sebbene lui sia venuto in Commissione. Ha
fatto uno sforzo e glielo riconosco e, tuttavia, ha rilasciato dichiarazioni
che lasciavano presagire la possibilità di nutrire un qualche ottimismo circa
questo complesso capitolo, salvo, poi, sentire in audizione – che tra l’altro
non è stata ottenuta con facilità sebbene ritenga che rientri nelle prerogative
scontate di un Presidente di Commissione e dei suoi componenti – il dottore
Tucci, dirigente dell’Autorità di Audit, affermare dati e fatti, se non
addirittura responsabilità, che ci hanno sorpreso.
Credo
che abbiano sorpreso persino Maiolo che, avendo avuto in questa materia
responsabilità prolungata, qualcosa più di me sicuramente comprendeva.
C’è
una denuncia da parte di questo dirigente in base alla quale, se si dovesse dar
seguito a provvedimenti che riguardano la struttura che egli guida secondo il
vostro orientamento, sarebbe molto probabile e quasi certo che le
presospensioni comminate dall’Unione
europea diventerebbero definitive e sancirebbero, quindi, la perdita di
possibilità di pagamento. Questo sostanzialmente significa la perdita di
parecchi quattrini per
Non
credo che questo si possa negare. Il Presidente Parente, ovviamente, era con
noi. Eppure questa Commissione – le assicuro assessore Mancini – fin dal suo
insediamento, per volontà di tutti e per richiesta molto pressante da parte del
sottoscritto e di altri, era stata sollecitata, e questo richiamo era stato
unanimemente condiviso a conferire a queste questioni un approccio il più
unitario possibile.
(Interruzione)
Prego?
Ho già ammesso che sei venuto, assessore, non ho negato che tu sia venuto in
Commissione. C’erano altre esigenze…
(Interruzione)
Assessore,
avrà la possibilità di rispondere se lo riterrà. Prego, onorevole De Masi,
continui.
Probabilmente
sarebbe stato utile anche a lei, assessore.
Non
perché io abbia una particolare capacità di perlustrazione psicologica, ma è
una sorta di scusa non richiesta che sta fornendo. Voglio dire che è
l’affermazione di un approccio culturale che non mi pare coerente con la stessa
esperienza.
Se
mi chiamate, bene! Altrimenti, io faccio una cosa e voi ne fate un’altra.
E’
qui il richiamo di carattere metodologico o culturale.
(Interruzione)
Se
me lo vuol far passare, dico la mia. La vedo in questo modo: se lei è fiero di
questo costume che sta ribadendo, ovvero di andare dritto per la sua strada, ne
prendo atto e buona notte. E’ inutile che ne parliamo. Appunto, va bene,
allora.
Non
sto parlando solo con lei, che personalmente
non è il mio contraddittore, certo è un interlocutore
importante.
Comunque,
tanto per calarci in qualche quesito di natura più concreta, circa la
composizione della struttura dell’Autorità di Audit – lo richiedo con
franchezza – dalle indiscrezioni di cui siamo a disposizione sembrerebbe che sia
stato emanato un bando che, francamente, rischia di vanificare l’attività che è
stata svolta, perché è evidente che un bando di concorso, di qualunque tipo,
necessiti di un arco temporale attraverso il quale essere completato.
Questo
rischierebbe di far perdere le prossime scadenze che, naturalmente, coincidono
da qui a qualche settimana. E lei lo ha ricordato.
Le
chiedo, dato che vuole fornirmi questa cortese disponibilità a dialogare con
me, di sapere a che punto stanno le questioni circa la struttura di questi 30 –
ormai diventati 20 – collaboratori del dottore Tucci e circa il rinnovo del
contratto che sarebbe possibile secondo l’articolo 1 del contratto stesso che
hanno stipulato.
(Interruzione)
Prego?
Perché non mi risponde? A questo modo di interrompere non so cosa dire.
Poiché
questa è una delle tante cose che ignoro, questa è una confessione - avendo,
tra l’altro, ormai smarrito ogni tipo di pudore - perché svolgevo e credo di
svolgere un ruolo rispetto al quale mi propongo di avere un approccio il più
onesto possibile.
Finora,
francamente, non mi pare che sia stato soddisfatto in questa mia ambizione, se
così posso definirla.
Poi,
e finisco con questo richiamo se vuole di carattere politico, inviterei tutti,
lei ed il Presidente Scopelliti a rimuovere dalla propria istintuale
propensione dialettica, riproposta ogni minuto, il confronto tra oggi e ieri,
tra quello che siete capaci voi – ed è da dimostrare – di fare e quello che
hanno fatto ovvero non hanno fatto gli altri.
Vorrei
che, finalmente, si inaugurasse un nuovo tipo di confronto nel quale si venisse
a sancire una disponibilità - se si vuole - reciproca affinché ci adoperiamo,
perché probabilmente siamo ancora in tempo, per risolvere alcune questioni e
per servire i calabresi. Grazie.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Gallo. Ne ha facoltà.
Signor
Presidente, onorevoli colleghi, in questi giorni - lo confermava anche
l’intervento del collega De Masi - anche la nostra attenzione è stata quasi
interamente rivolta al dibattito accesosi sullo stato di attuazione dei fondi
Por.
Questo
confronto, necessario ed opportuno, è stato però risucchiato in una spirale
polemica purtroppo strumentale, di cui forse nemmeno il dibattito odierno in
Aula è esente, che ha finito col distogliere la nostra attenzione, ed anche
quella generale, che sul punto abbiamo il dovere e la responsabilità di
ricercare soluzioni convincenti in ordine alla effettiva efficacia delle
risorse investite e delle risorse da investire.
Fra
i tecnici come anche nella opinione
pubblica è diffusa la convinzione che i fondi Por siano stati per
Eppure credo che in Aula ci debba essere una onestà
intellettuale che debba guidare il nostro impegno per rispetto dei cittadini.
Credo che questo dovrebbe contraddistinguere l’operato di ciascuno di noi, al
di là delle appartenenze politiche.
Ritengo doveroso, però, riconoscere che in questo ultimo
anno e mezzo – questo lo dobbiamo dire con orgoglio oggettivo in base ai numeri
che sono stati enunciati dall’assessore Mancini poc’anzi – e negli ultimi mesi
la concretizzazione della programmazione abbia registrato una importante,
effettiva accelerazione sia dal punto di vista finanziario della spesa sia dal
punto di vista procedurale, in virtù di un lavoro di squadra portato avanti
dalla Giunta regionale guidata dal Presidente Scopelliti ed in particolare dal
dipartimento coordinato dal collega Mancini.
Nello specifico, si può ricordare che, in breve tempo,
nel rispetto degli impegni assunti nella seduta dello scorso 15 giugno al
Comitato si sorveglianza del Por Calabria, siano state avviate nuove procedure
di selezione per un importo complessivo di 850 milioni di euro - sono i numeri
contenuti nella relazione oggi depositata agli atti dall’assessore – mentre, in
questi ultimi giorni, sono in fase di ultimazione, e saranno ultimati entro
fine anno, altri bandi e progetti per una spesa che entro fine anno dovrebbe
toccare impegni giuridicamente vincolanti per altri 250 milioni di euro.
Quindi, in un semestre o poco più si supererà il
miliardo di euro. Insomma, un motore che secondo molti si sarebbe bloccato
comincia invece a girare meglio, a girare forse più a pieno regime.
Naturalmente, si potrebbe fare di più e meglio ed è
quello che auspichiamo avvenga, anche a seguito di questo dibattito che mi
auguro non inutile, insieme al contributo costruttivo delle opposizioni e la
certezza che il Presidente Scopelliti, l’intera maggioranza, col sostegno
determinante del gruppo dell’Udc che rappresento, sapranno risolvere
nell’esercizio delle loro prerogative e competenze politiche ed istituzionali
anche i problemi ancora esistenti.
Questa è una battaglia, tuttavia, che non può avere
colore politico. E’ una battaglia che si vince sì col sostegno determinante della
maggioranza, ma anche senza contrapposizioni preconcette da parte della
minoranza che era maggioranza di governo nella passata legislatura e che, come
è stato evidenziato più volte nel corso di questo dibattito, non è esente da
pecche nella gestione dell’argomento di questa materia.
Perché, se difficoltà ci possono essere, anche
nell’avviamento di questa fase sui fondi comunitari, va anche detto che, per
quanto riguarda il 2007-2013, può essere anche frutto di una programmazione
cervellotica ed autoreferenziale che forse aveva l’obiettivo di non consentire
il controllo ad altri che fossero
sopraggiunti e si fossero alternati al governo di questa Regione.
Bisogna porre sicuramente rimedio allo stato di paralisi
in cui rischia di rimanere vittima l’Autorità di controllo, l’Audit, che in
questi mesi ha lavorato anche con atteggiamenti ultronei in alcune circostanze
e non esenti da pecche, nella convinzione e nella consapevolezza dell’
importanza che ha l’Autorità di Audit e sicuri che il Presidente Scopelliti
condivida questa sincera preoccupazione, accresciuta dai notevoli contrasti tra
l’Audit e l’Autorità di gestione; contrasti emersi in maniera evidente e
violenta nel corso della riunione della sesta Commissione di giovedì scorso e
che è stata evidenziata in quest’Aula dal Presidente Parente.
Contrasti evidenti e rilevanti che rischiano di mettere
in pericolo gli sforzi che pure si stanno compiendo in questi mesi, facendo
trovare la nostra Regione di fronte ad ulteriori difficoltà.
Di fronte a questa evenienza, non possono prevalere
interessi di parte fra chi guida come dirigente questa Regione perché sono in
gioco le sorti della Calabria.
Al Presidente che ha la responsabilità delle scelte – al
quale rinnoviamo, naturalmente, la nostra fiducia come gruppo Udc – chiediamo
di intervenire per dirimere questi problemi e far ripartire l’intera macchina
in armonia.
Non sono in gioco sentimenti particolari fra uomini ma è
in gioco il destino di una intera terra e di 2 milioni di cittadini che
vogliono che siano utilizzati al meglio questi strumenti messi a disposizione
dalla Comunità europea.
Allo stesso tempo, signor Presidente, l’Udc invita
l’intero Consiglio e
In questo senso potrebbe essere condivisibile la
proposta che l’Udc avanza in quest’Aula della istituzione di uno stabile
coordinamento fra le Regioni del Mezzogiorno, in costante rapporto con
A questo deve aggiungersi inderogabilmente una nuova governance. E’ lampante - e lo attestano
gli studi compiuti al riguardo dal Ministero dello sviluppo economico –
l’incapacità degli enti locali, soprattutto dei più piccoli, di governare in
tempi celeri i procedimenti attuativi regolati da un apparato normativo
particolarmente complesso.
E’ dunque indispensabile una semplificazione normativa -
e questo potrebbe essere l’impegno del Consiglio – che si accompagni
all’istituzione di percorsi attuativi ad obiettivo con procedure accelerate.
Altrettanto indispensabile, e lo dico con l’esperienza
di sindaco di uno dei più grandi comuni calabresi, è la revisione del patto di
stabilità interna. La possibilità di spendere le risorse europee in taluni casi
è, infatti, rimessa in discussione da regole i cui effetti sugli investimenti
dei comuni sono già evidenti. Ed il forte irrigidimento, previsto dalle manovre
finanziarie ultime, sui bilanci degli enti locali che hanno ulteriormente
ridotto la capacità di investimento e di indebitamento dei comuni del sud per
circa 1,1 miliardi di euro nel 2011 e la limiteranno nel 2012 per ancora 1,5
miliardi di euro.
Questo può lasciare presagire un sostanziale blocco
della spesa.
A questo irrigidimento per la spesa ordinaria si
assommano i tagli ai trasferimenti alle Regioni che hanno già ridotto e
ridurranno di più la capacità di investimento in infrastrutture. In questo
contesto è sempre più difficile raggiungere i livelli di spesa definiti dalla
Unione europea.
L’esclusione delle sole risorse provenienti dall’Unione
europea dai criteri del patto di stabilità interna, non risolve il problema del
blocco degli investimenti e dei pagamenti.
Infatti, per gli enti locali c’è il rischio di
restituzione di ingenti somme attraverso il disimpegno da parte della Unione
europea per il mancato raggiungimento degli obiettivi di spesa fissati dalla
stessa Ue.
Per queste ragioni fra il 2011 e il 2015 circa 8
miliardi di euro di finanziamenti europei, del Fondo europeo per lo sviluppo
regionale, destinati alle Regioni del Mezzogiorno sono a rischio.
Al fine di evitare la restituzione di queste risorse
all’Unione europea occorrerà consentire l’esclusione dal calcolo del patto di
stabilità interno della quota di cofinanziamento nazionale destinata allo
sviluppo regionale, la cosiddetta “rettizzazione”.
Aggiungo e concludo: in questi anni le Regioni hanno
trovato nei comuni l’interfaccia per una spesa produttiva e coerente dei fondi
europei a disposizione.
Quando la Regione, soprattutto durante la passata
legislatura, non era in grado di spendere ha chiamato i comuni e questi sono
stati in grado di spendere secondo un modello concertativo che, se
istituzionalizzato, consentirebbe di accrescere velocità e qualità dei processi
di investimento, peraltro essenziali dal momento che attraverso questi fondi il
Meridione ha iniziato, ma non completato il processo, a dotarsi di
infrastrutture attese da tempo: scuole, fognature, strade, acquedotti.
Se tutto questo si farà, facendo tesoro degli errori del
passato, eviteremo, forse, di far sì che ancora una volta questa opportunità
passi alla storia come una occasione perduta.
La sfida è difficile, alta e complessa ma certo richiede
una grande solidarietà anche fra le istituzioni. Le elezioni, colleghi, sono
lontane, si sono svolte un anno e mezzo fa e non si svolgeranno prima del 2015.
Credo che in questo momento più che strumentalizzare
determinate situazioni(dando atto a questa maggioranza e a questo governo di
aver determinato una accelerazione della spesa almeno in questa fase) e
dividersi sia necessario trovare eventualmente strumenti per accelerare la
spesa e chiedere al Governo che fine abbiano fatto i fondi Fas destinati al
Mezzogiorno ed in particolare a questa Regione, quando e come potranno essere
spesi, quale dotazione di cofinanziamento per i fondi europei che ora abbiamo a
disposizione. Grazie.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Loiero. Ne ha facoltà.
Presidente, ho ascoltato con grande attenzione la
relazione che ci ha fatto l’assessore Mancini. Intervengo nel tentativo di
contribuire – lo faranno altri dopo di me – a far capire alla gente e ai media qual è, secondo noi, la situazione
reale dei fondi europei per i
quali abbiamo chiesto una seduta di Consiglio ad hoc.
Faccio una premessa: non me ne voglia Mancini, ma se
avesse tenuto il discorso di oggi a Bruxelles, pensate che avrebbe potuto
proseguire fino alla fine? Alcuni discorsi, in determinati contesti
istituzionali, devono fare riferimento alle leggi europee, nazionali e
regionali.
Invece, cosa ha detto l’assessore Mancini oltre ai
riferimenti al Presidente Scopelliti? E’ un po’ rituale ed alla fine, quindi,
scade; li ha ripetuti 4-5 volte perché nella parte iniziale il Presidente della
Giunta non c’era e, poi, è tornato.
Fatta eccezione per i riferimenti al Presidente, al
rinvio alla sua relazione prodotta qualche mese fa, al deposito degli atti ed a
qualche bugia, come dimostrerò, non ha detto niente.
Noi aspettavamo questo incontro istituzionale come la
manna, signor Presidente del Consiglio, e non per far polemica, come invece
subiamo ogni giorno,ma per cercare di offrire il nostro contributo per non
perdere risorse che sono della Calabria e che rischiamo di perdere, non foss’altro
perché abbiamo governato prima noi.
Mi sono trovato, davvero, in una situazione di
difficoltà. Devo dire, per quel poco che serve, che parlando con figure
istituzionali del centro-destra mi capita di raccogliere preoccupazioni e
malessere per il problema dei fondi europei che c’è e serpeggia tra di noi.
Anche stamane l’ho avvertito.
Ci battiamo, quindi, affinché le cose cambino.
Guardate, l’ho detto altre volte in questo Consiglio, ma
io la prima volta che mi sono presentato anche con una corsi preferenziale
“forzata” che mi aveva procurato il
Presidente Prodi , ho sentito da Danuta Hubner sulla condizione della Calabria
cose mortificanti.
Mi ha ascoltato e, poi, detto: “l’ho ascoltata con
attenzione, ma qui a Bruxelles quando pensiamo alla Calabria pensiamo a
territori abbandonati che non hanno la possibilità di invertire la tendenza”.
Oggi leggo la “Gazzetta del Sud”, sulla quale
l’assessore Mancini dichiara che è stata invertita la tendenza. Noi lo sappiamo
che è stata invertita, ma in peggio. Il problema è questo: è stata invertita la
tendenza ed questo è il vero problema.
Diciamo la verità: il rapporto maggioranza-minoranza in
questa legislatura è completamente diverso da quello avuto nell’altra.
C’è stata una polemica permanente e non credo che, almeno
su temi così specifici, avendo vinto le elezioni, ci fosse bisogno di
continuare questa polemica ad oltranza. E’ come se Hahn avesse scritto la
lettera a me, Principe, Maiolo, Adamo, Bova e non a voi.
Insomma, mettiamo almeno le cose a posto sul piano metodologico. La polemica non ci
serve e non dobbiamo farla. Sbaglia il consigliere Maiolo quando dice che non
ci deve essere una differenza fra passato e presente. Ci deve essere, ma
sottaciuta e implicita, perché tutti sappiamo come sono andate allora le cose e
come vanno adesso.
Non ci serve il conflitto, perché voi avete il compito
di governare, possibilmente senza slogan, senza annunci, senza marce e noi, se
è possibile, il compito di rappresentare la minoranza nel solco però –
attenzione - di una leale collaborazione; quella leale collaborazione prevista
dalla Costituzione vigente di questo Paese, tra le diverse istituzioni e anche
al loro interno.
Adesso, ci troviamo in una condizione paradossale: la
stampa, addirittura, ci rimprovera di non fare opposizione e, in seguito, qui,
la maggioranza ci rimprovera. Una cosa di questo genere è una follia!
Sono convinto che il Governo debba difendersi e mai
attaccare. Qui la logica è completamente capovolta e sono convinto, altresì,
che l’atto del governare in sé implichi l’attacco delle minoranze.
Il solo fatto di governare, anche bene, implica una
minoranza che contesti.
Non voglio parlare e dare l’impressione di indirizzare
il mio intervento esclusivamente sull’assessore Mancini, ma la polemica sulla
manina che avrebbe trasmesso ai giornali la lettera, è autolesionista
quant’altre mai. Perché? E’ come se la Commissione Europea avesse mandato la
lettera a me o al dottore Orlando e noi l’avessimo consegnata a “Il
Quotidiano”. Questa è una follia!
Lo voglio dire perché, intanto, tutto si riduce alla
palude che conosciamo, ma sappiate che a Bruxelles tengono una rassegna stampa
meticolosa su tutte le Regioni obiettivo convergenza.
Loro leggono i giornali più di noi. Quindi, queste cose
sono folli e si finisce per ispessire il pregiudizio bei confronti della
Calabria.
Attribuirci quella responsabilità mi ha veramente
frastornato. E, poi, la verità qual è? Voglio ripetere questo concetto. Se si
va in Europa con un bagaglio tecnico politico debole e fragile, senza alcun
dubbio finisci per essere considerato come capace di invertire gli esiti delle
cose, rispetto ad una procedura che sembrava buona.
Abbiamo avuto degli attestati pubblici. Non voglio
entrare nel merito delle scelte del Presidente Scopelliti, non personalizzo mai
e non ho mai fatto una polemica neanche in questo anno e mezzo, mi sono sempre
difeso, paradossalmente, per quella logica capovolta, però, se tutti i
dipartimenti, state attenti, vengono rivoluzionati e, diciamo pure, rinnovati
come dite voi, in particolare il dipartimento dei fondi comunitari, se anche il
livello politico e tecnico si abbassa, ciò avviene per un’assenza di
conoscenza.
Stiamo attenti, non voglio dare giudizi su nessuno.
Insomma, se il cambiamento radicale prodotto coincide con l’abbassamento della
qualità, noi non usciremo più da questo ingorgo. Questo sta avvenendo.
Lo voglio dire con tutta la capacità di persuasione di
cui sono capace: se vanno in fumo tesori di conoscenza, esperienza e cultura
istituzionale è una tragedia per noi, è una tragedia per
Esistono alcuni saperi in Calabria che andrebbero
custoditi e preservati come in uno scrigno, per valorizzarli a favore della
Regione.
Altro che anno zero! Anche sull’Autorità di Audit vorrei
dire una cosa semplice: non è che ci tenga in maniera particolare, conosco solo
una ragazza dei 34 funzionari, ma, diciamo la verità, si tratta di una
esperienza ormai acquisita dalla Regione.
E non c’è dubbio che, rivolgendovi all’esterno, darete
l’impressione che in assoluto non sia possibile creare una professionalità
utile alla Regione. Noi quel concorso lo abbiamo fatto in 3 mesi e 22 giorni,
lavorandoci ogni giorno. Davvero non si poteva fare una deroga a quella legge?
E’ interesse della Regione trovare una soluzione.
Il dirigente di quel dipartimento, all’epoca della mia
Presidenza, era la dottoressa Marinella Marino, persona di qualità assoluta e
rispettata in Europa, tanto è vero che appena l’avete mandata via è stata
richiesta da un Gabinetto di un Ministro del Governo di centro-destra, a
dimostrazione di quanto fosse ampia la sua professionalità.
Anche quando ho voluto un capo dipartimento per i fondi
strutturali, ho avuto problemi all’interno della Giunta. Ho avuto grandi problemi,
ma nessuno poi si è pentito di averlo ingaggiato perché aveva una esperienza di
un certo spessore e sarebbe stato, anche, disponibile a risolvere certe
situazioni.
E non parlate più di pesante eredità ricevuta.
Ricordo perfettamente che in una delle prime sedute di
Giunta da me presiedute, il Vicepresidente del tempo, l’onorevole Adamo, mi
disse “davvero ereditiamo macerie sia sui fondi strutturali sia sulla sanità,
dobbiamo stabilire lo stato dell’arte ad oggi e comunicarlo ai calabresi con
una conferenza stampa”.
Confesso che mi sono rifiutato per mille ragioni.
Pensavo che dovessimo recuperare e impegnarci, benché il problema fosse
rappresentato, soprattutto, dai fondi strutturali.
Però, non posso dimenticare che l’attuale Presidente è
stato assessore nella Giunta Chiaravalloti, l’ha ricordato anche il consigliere
Maiolo. E uno dei settori che deteneva lui è stato quanto mai fallimentare,
perché sull’Fse per recuperare abbiamo dovuto fare miracoli. Nonostante ciò,
mai mi sono permesso di demonizzare oltre misura quelli che ci sono stati prima
di me.
Forse avrò sbagliato, ma credo che certe cose non si
debbano fare.
Vi offro alcuni dati: il tasso di irregolarità che
abbiamo ereditato era a due cifre. Noi ve l’abbiamo consegnato al 3 per cento.
Questi sono i fatti! Perché è sui fatti che dobbiamo discutere non sulle cose
che immaginiamo.
Di nuovo sul rapporto con Bruxelles, mi permetto di dire
come la penso - magari sarò anche criticato: il rapporto con Bruxelles, la sua
frequentazione, sono importanti, perché è faticoso stabilire una fiducia,
renderla sempre solida, giorno per giorno.
C’è tutto un lavoro sotteso, una credibilità che si
costruisce attraverso reticoli istituzionali, legami, relazioni.
Noi dobbiamo dare l’impressione di essere un territorio
stabile, perché davvero avevamo invertito la tendenza.
Voglio dire velocemente un’altra cosa: nel 2009, il
Commissario Hahn, quando è venuto in Calabria – ripeto e lo rimetto a verbale –
ha detto che l’inversione di tendenza è stata un miracolo.
I dati oggi in nostro possesso non ci possono
entusiasmare. E state attenti! Noi abbiamo lasciato a voi, l’ha detto Maiolo e
lo ripeto io, una Calabria che era prima per l’impegno e seconda per i
pagamenti.
I dati che abbiamo oggi, non quelli immaginari, quelli
che tutti voi potete andare a consultare, quelli che ci ha offerto
Ripeto sono dati in mio possesso, quando avrò finito li
potrete controllare.
Anche sui pagamenti, attenzione: la Basilicata è al 6,1
per cento;
Solo la Regione Sicilia è dietro di noi, solo che la
Sicilia, avendo impegni pari al 27,5 per cento, diversamente dal nostro misero
6, recupererà immediatamente e subito ci supererà.
Questa è la verità, amici! Non possiamo contrabbandare
altre verità.
Un’altra cosa e non la voglio far lunga. Anche sui
grandi progetti, noi abbiamo lasciato una situazione di questo genere, altro
che i mille rivoli di cui parla l’assessore.
Noi abbiamo lasciato i progetti relativi alle due
metropolitane di Catanzaro e Cosenza, ma anche quella di Reggio Calabria che,
però, non faceva parte dei grandi progetti perché era finanziata sia col Fesr
sia con il Fas.
Ho sentito il consigliere Gallo dire cose giuste sul
Fas.
Il suo partito a livello nazionale ha fatto ferro e
fuoco sul Fas che hanno tolto alle Regioni meridionali. Ma qui non abbiamo
visto nessuno alzarsi. Non dobbiamo abituarci ad avere dei guerrieri in casa
per le grandi marce e delle persone debolissime a Roma.
Dovrebbe essere invertito, invece, questo equilibrio.
Noi abbiamo lasciato le due metropolitane di Cosenza e
Catanzaro, quella di Reggio Calabria con l’azione cardine dei fondi Fas, il
nuovo terminal di Lamezia Terme, poi il collegamento terminal-ferrovie,
l’interporto di Gioia Tauro e la logistica, le dighe Alto Esaro e Abate Marco,
il sistema idrico del Menta. Che fine hanno fatto tutti questi progetti?
L’assessore Mancini ci ha detto che ci sono i progetti
per le due metropolitane e poi si procederà con l’aerostazione e con il terzo
lotto Gallico-Gambarie.
Sono convinto che anche sulle due metropolitane ci
saranno problemi con l’Europa.
Probabilmente riuscirete, invece di stabilire un
rapporto di suddivisione tra 50, 35 e 15, a prendere una cifra più alta, ma
state attenti che con una operazione del genere quelle risorse, poi,
penalizzeranno gli altri progetti dei prossimi anni.
Non è che strappate una quota in più all’Europa e tutto
finisce qui. No, perché lo pagheranno gli altri progetti. Tutti quei progetti
che, magari legittimamente, molti di voi hanno in testa non saranno più
finanziabili.
Non mi voglio dilungare e chiudo qua, ma anche la
delibera sul Pisl, di cui parlate in continuazione, di cui l’assessore ha
parlato a lungo, è stata approvata da noi a febbraio del 2010.
E naturalmente
Non la voglio far lunga e scusate se mi ci sono
appassionato troppo.
Ripeto solo un concetto che ho detto all’inizio: il tema
è drammatico. Vedo l’assessore, che non ho mai guardato, ridere.
Lei dovrebbe piangere, assessore!
(Interruzione)
Comunque chiuso questo…
(Interruzione)
Non è questo che mi hai detto per anni. Forse è cambiata
adesso, in questo momento, perché per anni mi hai detto altre cose.
(Interruzione)
Non abbassiamo il livello.
(Interruzione)
In ogni caso, poiché in campo non ci siete voi, ma c’è
la Calabria, sono convinto di interpretare la volontà di tutta la minoranza
nell’offrirvi il nostro aiuto, se voi lo volete. Grazie.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Magarò. Ne ha facoltà.
Prendo la parola per un intervento molto asciutto, che
parte da un apprezzamento e da un incoraggiamento al Governo Scopelliti e
all’assessore Mancini, ai quali non ho nulla da addebitare né sul piano della
programmazione, né sul piano delle procedure, né sul piano della spesa, anzi
vanno invitati, sostenuti ed incoraggiati a continuare sulla strada che hanno
intrapreso. A mio avviso hanno fatto molto e bene,– e cercherò di spiegare
perché hanno fatto molto e bene – ma soprattutto ritengo che abbiano introdotto
alcune importanti novità per quanto riguarda la programmazione e i risultati.
Non mi appassiono molto agli adempimenti, pur sapendo
che sono necessari, stringenti e vincolanti, però penso che il rispetto degli
adempimenti sia sotto gli occhi di tutti e sia dimostrato dalla relazione
dell’assessore Mancini e dai documenti che abbiamo avuto modo di guardare
all’interno della Commissione. Ritengo che lo stato di attuazione sia
soddisfacente e guardi in avanti e modifichi, sostanzialmente, lo stato di
attuazione del passato.
Non sono molto appassionato alle percentuali e ai
numeri, sono di più appassionato ai risultati che questi fondi hanno prodotto
nel passato e a quello che produrranno
nel futuro. Ritengo che le procedure, gli impegni di spesa e la spesa sostenuta
nel passato non abbiano prodotto nulla al momento, e questo i cittadini
calabresi lo sanno, perché dai fondi europei non abbiamo avuto né
infrastrutture realizzate, né servizi, né migliorato la qualità della vita dei
calabresi, né creato opportunità di lavoro. Questo lo dicono i cittadini e i
Sindaci, ai quali dobbiamo guardare e sapere ascoltare con molta attenzione e
con molta disponibilità, perché i risultati, non quelli della spesa, non quelli
delle procedure, ma i risultati effettivi di quello
che hanno prodotto questi fondi riguardano sempre più la cifra che
caratterizzerà le Regioni moderne e che avvicinerà
Per questo penso che, nel mentre rispettiamo le
procedure, nel mentre rispettiamo la programmazione, nel mentre rispettiamo la
spesa, dobbiamo saper guardare avanti e dobbiamo porci la domanda: queste
risorse a che cosa devono servire, cosa devono produrre e soprattutto se sono
in grado di fare avvicinare la nostra Regione al resto del Paese.
In questa direzione, mi pare che le novità siano tante,
innanzitutto – anch’io lo voglio ribadire con forza – apprezzando il lavoro che
il dipartimento, l’assessore e
Vorrei evidenziare questo aspetto, perché ho preso parte
sul territorio, dal basso, a qualche significativa iniziativa di partecipazione
e di coinvolgimento degli enti locali alla programmazione e non ho più visto
Sindaci preoccupati dalla logica del “campanile”, che pensavano di programmare
il miglioramento del marciapiede, dell’illuminazione
pubblica, dei servizi locali; ho visto una sensibilità maggiore da parte
degli amministratori locali, che cominciano a pensare in grande, a pensare
insieme, che hanno superato la logica del campanile, che vedono che il
comprensorio, l’area più vasta, deve essere il punto
di riferimento di queste risorse e cominciano a programmare. Sono
convinto che, quando andremo a valutare gli uffici e le varie programmazioni,
ci troveremo di fronte anche ad una qualità di programmazione da parte degli
enti locali, un passo avanti dal punto di vista culturale e politico.
L’altra novità che ritengo non vada sottaciuta in questo
confronto e in questa iniziativa è che noi dobbiamo puntare alla qualità della
spesa nella nostra regione, perché i soldi – ne abbiamo avuti tanti nel passato
– non hanno prodotto nulla. Dobbiamo avere la capacità di concentrare le risorse, di
finalizzarle in quelle infrastrutture, anche strutturali, che andranno a
modificare le condizioni economiche e sociali della nostra regione.
Se ci rendiamo conto che i Sindaci cominciano a guardare
con molta attenzione, anche quelli che non appartengono al nostro schieramento,
che sono entusiasti di questo lavoro, del loro coinvolgimento, del fatto che
devono concentrare la
programmazione sulla qualità e sugli interventi strutturali, è – penso - un
elemento positivo e nuovo che registro rispetto al passato.
Non si tratta, dal mio punto di vista, di spendere
comunque le risorse, ma di saperle spendere e di indirizzarle nella qualità e
in quel cambiamento di cui
C’è un elemento che mi permetto di affidare, conoscendo
la sensibilità, la capacità di governo, l’esperienza amministrativa del
Presidente Scopelliti: dopo aver fatto e bene, dobbiamo fare anche presto; si
tratta di rispettare la tempistica che la programmazione prevede. Addirittura,
dal mio punto di vista, sarebbe ancora meglio anticiparla rispetto ai programmi
che ci siamo dati.
Abbiamo fatto e bene, se adesso faremo anche celermente,
penso che sia un altro elemento di novità rispetto al passato.
Per queste ragioni ritengo che l’azione riformatrice, di
novità che è stata introdotta, di cambiamento vada sostenuta, così come è
sostenuta dai Sindaci e dai cittadini, che da non addetti ai lavori da queste
risorse non hanno trattato alcun vantaggio. Come dicevo prima, non si è creato
lavoro, non si è creato sviluppo, non si sono create quelle reti di
infrastrutture necessarie per far cambiare la nostra regione. Su questo
dobbiamo concentrarci. E’ inutile dire
sulle percentuali del passato, del presente e del futuro, ormai quelle
percentuali non possono essere più recuperate, anche perché nella passata
legislatura è venuto anche in campo un altro elemento negativo, che erano i
cosiddetti progetti-sponda, quelli di chiamare i Comuni per dire: “Presentateci
i mandati di pagamento, così noi li rendicontiamo, non perdiamo e non avremo
delle penalità rispetto alle risorse europee”.
Il messaggio che vorrei
lanciare è, sì di incoraggiamento, sì di apprezzamento, ma è sì di non perdere
tempo, di stare sulle questioni, di rispettare i tempi, di sollecitare le
burocrazie, di sollecitare gli imprenditori, i Sindaci a mettere in campo
progetti di qualità, perché ritengo che queste siano risorse che devono essere
spese bene.
La programmazione che è stata
avviata, che poi è l’elemento decisivo, penso che sia fortemente innovativa
rispetto al passato, una programmazione che lancia, che ha un’idea di sviluppo
di questa nostra regione. Ritengo che questa programmazione sia molto
apprezzata dai protagonisti, che sono i Sindaci e gli imprenditori, ovvero quei
soggetti che devono poi saper spendere ed utilizzare queste risorse.
Per queste ragioni ritengo
che dobbiamo andare avanti, non dobbiamo perdere tempo, molte volte anche con
inutili discussioni al nostro interno, ma bisogna sempre di più accelerare,
accelerare e accelerare, perché queste risorse devono essere spese presto e
soprattutto dobbiamo premiare coloro i quali le spendono bene,
mettendo in campo anche un sistema di controllo rigido che non premi i furbi,
che utilizzi bene le risorse e che, soprattutto, faccia andare avanti la nostra
regione.
Ha
chiesto di parlare l’onorevole Guccione. Ne ha facoltà.
Non mi trovo nella condizione
dell’onorevole Magarò, che era presente nell’altra legislatura come consigliere
di maggioranza e anche oggi, in questa nuova legislatura, sta nei banchi della
maggioranza, e che ha vissuto tutte e due le fasi del Por 2007-2013, svolgendo
due ruoli in tutti e due gli schieramenti, il primo con il Presidente Loiero,
il secondo con il Presidente Scopelliti.
Voglio dire con molta
chiarezza che non mi iscrivo alla “gara per dimostrare chi è il primo della
classe”, perché ho visto, in alcuni momenti di questo dibattito che è
importante, per
Non c’è solo un problema di
quantità della spesa dei fondi comunitari, c’è un problema della qualità della
spesa e dei progetti che sostanziano la spesa, quindi qualità: noi ci troviamo
di fronte a dati economici che dimostrano che in Calabria, fino ad oggi, la spesa comunitaria non ha prodotto né occupazione né aumento del
Pil, anzi nonostante queste risorse aggiuntive - diversi miliardi di euro in
Calabria - la disoccupazione è aumentata e il Pil è enormemente diminuito.
Si discute, in Italia e in
Europa, sull’efficacia della spesa comunitaria nel Mezzogiorno, quindi ci
troviamo di fronte a questa grande questione.
Non voglio dare i numeri –
anch’io ho i numeri – rispetto alla spesa, voglio dire come si risponde alle
obiezioni che il Commissario europeo per le politiche regionale ha fatto alla
Calabria e alle altre Regioni del Mezzogiorno, il quale ha detto: “Attenzione,
al 31 dicembre 2011, risorse importanti delle Regioni del Mezzogiorno e della
Calabria rischiano il disimpegno”, cioè la riappropriazione da parte
dell’Europa di queste risorse destinate alla Calabria e dirottate verso altre
Regioni europee. L’ha scritto diverse volte il Commissario Hahn che non è né la minoranza né una parte
politica, ma è il Commissario per le politiche regionali della Comunità
europea.
Poi, l’altro giorno ho
sentito un’intervista televisiva del sottosegretario all’economia Antonio
Gentile. In questa intervista il sottosegretario, pure ammettendo un lieve
aumento delle performance della spesa comunitaria da parte della Regione
Calabria, si è detto preoccupato che al 31 dicembre ci possa essere un rischio
di disimpegno di risorse importanti per
Nel dibattito di oggi il
Consiglio regionale deve rispondere a una domanda e deve avere una risposta da
chi oggi governa la Regione, deve prendere impegno, deve dire solennemente in quest’Aula,
e quindi ai calabresi, se il 31 dicembre 2011
Quindi, mi aspetto che il
Presidente Scopelliti, che concluderà questo dibattito, dica con chiarezza che,
oggi, a quasi oltre due mesi di distanza dal 31 dicembre 2011,
Ha
chiesto di parlare l’onorevole Orsomarso. Ne ha facoltà.
Ho ascoltato l’onorevole
Loiero e mi sono sempre detto, già prima di svolgere questo ruolo istituzionale, da cittadino calabrese e da parte della minoranza dei cittadini
calabresi, che lei non fosse arrivato alla Regione per farvi il male assoluto.
Non l’avevo ieri questa convinzione e non ce l’ho neanche oggi. Penso che sia
stato, insieme a quella squadra di governo, incapace di fare quello che si era augurato e ribadisco che penso che, essendo, lei, un calabrese
con una sua levatura politica, non fosse andato alla Presidenza della Regione
per fare il male assoluto.
Dico questo per intenderci su
qual è la cultura e la dimensione di questo problema. E’ vero che oggi ci sono
strumenti importanti come i social network e quant’altro e che
l’abitudine di chi si confronta con la gente è guardata, anche, con imbarazzo.
Noi abbiamo fatto – si è parlato di marce, di contromarce – una manifestazione
a Cosenza, forse inusuale per chi non si chiude nel palazzo, ma si confronta
con la gente, fornendo dei numeri, utili o non utili; lo verificheremo più
avanti, è la politica.
Su questo mi interrogo sempre
da calabrese, oggi con qualche responsabilità in più rispetto a quel passato,
quando osservavo l’operato di Maiolo, Principe, Loiero e degli altri; interrogo
soprattutto i responsabili dell’informazione, perché vorrei da parte loro, – e
lo ribadisco – che, a differenza di come molte volte accade anche qui in
Calabria, in modo un po’ anomalo, stiano sul pezzo anziché analizzare le cose,
andando sul personale, come se ci fossero squadre avverse. Principe mi epiteta
spesso “centurione”, non ricordo come mi chiama: l’accetto volentieri, perché
saremmo proprio alla frutta se non riuscissimo ad essere autoironici.
Poi, è anche vero che alla
gente non interessa entrare nei dettagli riguardanti il disimpegno ed a tutta
una serie di informazioni tecniche che, anch’io, che non sono componente della
Commissione politiche comunitarie, non potrò mai comprendere appieno,
nell’ambito delle procedure che, pur per responsabilità, vado a verificare a
supporto di quell’azione importante – e lo ringrazio – che l’assessore Mancini
sta svolgendo, in questa breve fase di governo.
Non capisco perché il
consigliere Loiero dica “siamo pronti a dare una mano” solo nel momento in cui
emerge un dibattito all’esterno, e il consigliere Maiolo che è componente della
Commissione ha ascoltato l’assessore Giacomo Mancini, quindi il governo
Scopelliti, dire “voglio darvi una mano”.
Ritengo che alla fine dei
cinque anni di legislatura potremmo essere giudicati tutti noi consiglieri –
vedo l’assessore Capua, Pugliano – sul risultato complessivo; se saremo stati
più o meno capaci, giustamente, la gente di Calabria ci valuterà, ridandoci
consenso o negandoci quel consenso importante che ha dato al Presidente
Scopelliti
Il punto vero che deve
caratterizzare una minoranza, od opposizione che si voglia, e che vuole dare
una mano, è stare sul pezzo del problema. Qual è il problema che lei pone,
consigliere Maiolo, a parte l’ultimo, posto dal collega Guccione, che diceva che al 31 dicembre non c’è disimpegno, non c’è, non sta
nelle carte, non sta nei fatti? Ripeto: serve uno sforzo in più, qualcosa di
più illuminato, a partire dall’informazione, perché non possiamo dare, per
essere seri, un balletto di cifre, al di là delle raccomandazioni del
Commissario europeo Hahn, che si riferisce – se non vado errato – a 36-39
milioni di euro che riguardano il 2009, con tutte le difficoltà dell’Autorità
di Audit, il bando che andava fatto obbligatoriamente. Tutte cose che
riguardano la struttura, i cervelli che non devono partire. Penso che pezzi di
nomenclatura messi in campo da Loiero non siano stati rimossi, quelli che sono
stati ritenuti utili, questa squadra, questa Giunta, soprattutto il Presidente
li ha comunque valorizzati; ne abbiamo a Roma, ne abbiamo in Calabria. Non si
tratta di valutare quanto si perde in termini economici, perché interessa a me,
ma di capire dove si sta andando.
Se una minoranza più attenta
della maggioranza – mettiamo che avvenga questo – ci fa notare che siamo troppo
distratti, pieni di noi in questa attività di governo, che c’è qualcosa che non
va, noi siamo ben pronti ad affrontarlo;
l’ha detto nella sua relazione l’assessore Giacomo Mancini, l’ha fatto in
Commissione. Poi, se ogni esperienza nuova deve essere vista, soprattutto
questa esperienza, con il fumo negli occhi, la gente non capisce i dettagli,
non li capiamo noi. Ma vorrei che almeno l’informazione li capisse, perché,
domani, quando ci sarà un resoconto sulla stampa di questo intervento,
l’informazione dovrebbe avere il quadro chiaro per capire che una denuncia
forte della minoranza è messa in campo. A me pare che non ci siano elementi di
preoccupazione rispetto a quello che ha detto l’assessore Giacomo
Mancini, il nostro assessore alla programmazione, e qualora ci fossero, ci sono
strumenti, tempi, rappresentati dalle Commissioni competenti in cui la
minoranza, che vuole essere illuminata, può dare un contributo alla Calabria.
Un giornale, un po’ vicino,
ultimamente ha definito l’assessore Mancini “Pinocchio”, anche questo è
simpatico ed autoironico, anche se definire Pinocchio un assessore che ha la
delega da un anno e
mezzo è veramente…! Meglio essere Pinocchio che
ricevere i consigli del gatto e della volpe, se volessimo parafrasare Collodi!
Mi sento rappresentante ultimo, plebeo, come volete definirmi, portatore non
della colonia dei calabresi e vorrei, da maggioranza, con lo sforzo che mi è
possibile, capire cosa succede a questi benedetti-maledetti fondi Por
Fornisco dei dati e li guardo
per essere chiaro. Ma, poi, al di là dell’allarme che può destarsi, a cosa
servono i fondi Por? Non certo a finanziare la spesa corrente! Eppure in
passato è successo che spesa corrente fosse finanziata con i fondi Por; i Fondi
Por servono a realizzare quegli investimenti che, per rispondere a Guccione che legge interviste che destano preoccupazioni, sono utili a produrre
occupazione e Pil. Non è un fatto di chiacchiere, di confronto o di comizi, è
un fatto che concerne l’economia, fatti economici e ricordo adesso, guardando
Capua, che, sull’internazionalizzazione, siamo passati da uno a un 2.8. E’
ovvio che ci auguriamo di passare a 10.
Questo non si produce in un anno e mezzo, per cui come fate a dire “che cosa state facendo?” In risposta sempre
a quella programmazione che funziona o meno, fatte salve le difficoltà di
interpretazione e di comprensione delle procedure, per le quali arrivano le lettere, voglio precisare che noi non siamo campioni di
frequentazione di Bruxelles o di Roma. Non penso, poi, che gli uffici siano
validi solo perché frequentano Bruxelles piuttosto che Roma. Penso che noi si
debba stare qui a lavorare e andare a Bruxelles e a Roma quando è giusto
andarci, senza bisogno di inseguire buone relazioni che ci battono pacche sulle spalle.
La spesa deve riguardare gli
investimenti e quindi la creazione di Pil – fatto economico – la creazione di occupazione – fatto ancor più
economico – e di una nuova cultura, in una regione che è arretrata e che dipende
ancora dalle prassi per cui si sta dietro la porta del consigliere regionale,
dell’assessore per chiedere “che faccio fare a mio figlio?”. Questa è
Ricordo a me stesso – e lo si
poteva fare dal 2007 – che i Pisl potevano essere banditi dal 2007 e dal 2008.
Perché non sono stati banditi? Eppure sono bandi che riguardano programmazione
e poi, in futuro, spesa; quando diventeranno spesa, in un crono programma, ad
aprile, riguarderanno 406 milioni di euro, non noccioline.
Stessa cosa dicasi per le
borse lavoro, in termini di occupazione. Noi, con un ritardo dovuto alla solita
procedura di ricorsi rispetto a queste procedure che sono anche abbastanza
contorte, per fine ottobre partiremo con nuove assunzioni con le borse lavoro.
C’è una dinamica di fatti che mi dice – ma non per essere ultras di
Scopelliti – che noi stiamo producendo programmazione differente. C’è un
assessore che riferisce puntualmente in Commissione e nella sede più alta, non
nel dibattito sui giornali che molto spesso si perde in chiacchiere.
Inviterei i giornalisti ad
essere classe dirigente quanto noi e più di noi in questa Regione, perché
l’informazione non si può edulcorare. E’ vero che in Calabria i giornali li
leggono in pochi e, vivaddio, si renderanno conto di quello che sta avvenendo
quando qualche figlio non dovrà partire, quando qualche cantiere in più aprirà.
Ricordiamo – lo ricordava Giacomo Mancini – che la metropolitana leggera – con
un dibattito di dieci anni – si poteva bandire, si potevano utilizzare quelle
risorse quali i fondi Fas, che per alcune parti sono stati impiegati, altri si
impiegheranno.
C’è un maledetto bisogno di
normalità nel dibattito.
Quello che non registro negli
interventi che ci sono stati – lo dico serenamente ai consiglieri Maiolo e
Loiero – è la normalità.
Se la minoranza, che su
questa entrata è capace, ha voglia di dare una mano – fermo restando che non
vorrei, da Pinocchio, che la mano mi fosse data dal gatto e la volpe, sempre
parafrasando Collodi – noi siamo qui in Consiglio regionale, siamo nelle
Commissioni, parlando il linguaggio della verità, dei fatti. La programmazione
non è una cosa astratta – lo diceva bene Magarò che si dovrebbe e si vorrebbe
spendere meglio – serve a fare delle cose in questa Calabria. Penso che in 15
mesi di cose se ne siano state fatte ed in numero maggiore rispetto
all’amministrazione guidata dal Presidente Loiero. Auspico che si possa fare
meglio, anche con il contributo di questa minoranza, senza aggredire gli
uomini, che è una partita…
(Interruzione)
No, no, Presidente, non mi
riferisco a lei che nei suoi toni è molto più garbato, quando dice, insomma,
che c’è una maggioranza che attacca.
Forse perché c’è la voglia di
fare, c’è questa arroganza di fondo della gioventù – definiamola così – e poi
ci troviamo ad avere pacche ed essere definiti “ragazzo”. Ragazzo un corno!
Abbiamo la media di 40 anni e c’è gente in Europa, in Lituania, in Estonia che
a 40 anni ricopre incarichi dirigenziali ai massimi livelli, fa il Presidente
della Repubblica a quelle latitudini. Allora, il dibattito lo riporterei sulla
normalità.
Per quanto mi riguarda, non
faccio mie le preoccupazioni emerse. Io mi confronto tutti i giorni con questa
maggioranza e penso che la programmazione guidata da Giacomo Mancini stia producendo
fatti, al saldo dell’essere simpatici e antipatici, con la cravatta blu
piuttosto che a pois. Anche noi abbiamo preoccupazioni e ci chiediamo - vi
assicuro - nel confronto quotidiano: “facciamo bene, non facciamo bene,
sbagliamo” .
Mi auguro che al più presto
si producano fatti concreti per far sì che
ui si tratta di intenderci, di non soffermarci sulle preoccupazioni che
per noi non sono reali o, qualora pensiate, vogliate dimostrare siano reali,
ribadisco che carte alla mano, oggi – lo dico all’informazione – i dati dicono
il contrario, non c’è nessuna preoccupazione di perdita di risorse, ci sono
investimenti che vanno avanti. Lo dico umilmente a me stesso, lo dico alla
minoranza e soprattutto alla Giunta e all’assessore Giacomo Mancini, che invito
ad andare avanti in questo lavoro importante che sta facendo in qualità di
assessore al bilancio e alla programmazione della nostra Regione.
Ha
chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, onorevoli
colleghi, per la verità dire che questo dibattito è entusiasmante
significherebbe avere molta fantasia e molto coraggio e debbo dire che,
sinceramente, mi aspettavo qualcosa di più, perché noi dovremmo avere due
consapevolezze, almeno, assessore Mancini: la prima – mi rivolgo a Mancini in
quanto assessore al bilancio di questa Regione – è la consapevolezza che con il
bilancio regionale non siamo in grado né saremo in grado di fare politiche di
sviluppo, perché – lasciamo stare di chi è la responsabilità, altrimenti
ripetiamo sempre le solite storielle– il bilancio regionale è assolutamente
ingessato, tant’è vero che, quando arriviamo al momento della sua approvazione,
a parte i record di velocità – vedremo quest’anno se il record mondiale del
centro-destra, che mi pare sia consistito nella pubblicazione sul Burc di
qualche giorno prima, perché anche Adamo si era fatto approvare un bilancio
entro il 31 dicembre, solo che quello di Adamo è stato pubblicato a gennaio,
quello di Mancini a dicembre, un grande record mondiale – vedremo come farete a
battere questo record! Ma, a parte i record mondiali, tutti sappiamo che,
quando si arriva al dunque, i milioncini disponibili per fare politiche sono
sempre pochi. Non ne parliamo quando si arriva all’assestamento, perché là c’è
solo da graffiarsi le guance e mettersi a piangere!.
Che voglio dire? Che questa
Regione potrà fare e farà – mi auguro – politiche di sviluppo, solo se riesce a
ben programmare e a ben gestire i fondi europei, mi sembra quasi una banalità
dire queste cose, ergo, se questo è vero, una classe dirigente che sia
tale, e noi non lo siamo – lo dico in termini autocritici –
E’ vero che questa Regione è
diventata una torre di Babele, caro collega Orsomarso, perché ti ho sentito
lamentarti della stampa. Ma se la stampa ormai è un coro a favore del
centro-destra! Se togliamo qualche settimanale che poi, preso dalla voglia di
essere alternativo, sfarfaglia su tutti, la stampa è un coro a favore del
centro-destra! Non parliamo, poi, del Tg3 Calabria, che è diventato l’organo
ufficiale della Giunta Scopelliti, al punto di non vergognarsi nel far dire ad
un sottosegretario di Stato che
Ma veramente ci vogliamo
prendere in giro, la gente che ci ascolta che dice? Quando sento queste
affermazioni, mi vedo catapultato nella casta, perché la cosa più vera che
indica il termine casta è di essere al di fuori del contesto in cui si vive,
cioè di vivere in un altro mondo, perché veramente significa vivere in un altro
mondo affermare che
Vedete, qual è il paradosso?
Che qui dentro è
Da assessore alla cultura non mi sono mai
permesso di fare una critica al mio successore e tutto ciò che di buono ho
trovato in quel dipartimento avviato dal mio predecessore l’ho portato avanti
senza indugio.
Vedete qual è
Allora, per non farla lunga,
perché tanti spunti ci sarebbero, mi è piaciuto molto l’intervento del collega
Gallo, che forse come contrasto psicologico, sapendo di essere in Calabria
maggioranza con il centro-destra, ma a Roma opposizione di Berlusconi, ha fatto
un intervento da deputato, perché non ci ha parlato dei fondi comunitari, ci ha
parlato del patto di stabilità e dei danni che questo produce ai Comuni, perché
prima, essendo diretto proprio verso la spesa comunale, ai Comuni, ha fatto un
danno immediato, nel senso che i Comuni che hanno dovuto superare quel grado di
spesa non hanno adempiuto al patto di stabilità. Oggi il danno è indiretto,
perché bloccando
Tanti spunti, ma venendo al
dunque, i dati non si possono occultare, perché –cito un solo dato, perché
questa guerra dei numeri crea solo una grandissima confusione – quando
l’assessore Mancini ci dice che, per quanto riguarda gli impegni, per esempio,
sul Fers si è passati dal 30 per cento al 36 per cento – questo è stato detto –
mi pare chiara la conclusione, c’è stato un incremento di un modesto 6 per
cento.
Con una differenza! Quando si
è partiti verso la fine del 2008 e inizi del 2009 nella fase attuativa del Por
– perché non ci dimentichiamo un punto, che il Por 2007-2013, c’ero ancora in
Giunta, è stato approvato dalla Giunta regionale come primo atto di una
lunghissima procedura a luglio del 2007, quindi è chiaro che l’attuazione
poteva e doveva avvenire con un certo lasso di tempo – nonostante questo dato,
a febbraio siamo al 30 per cento degli impegni. Se oggi siamo al 36, vuol dire
che c’è un calo terribile nella capacità di impegnare le somme, perché, caro
Orsomarso, quando si parla delle centinaia di milioni che sono impegnati, si fa
riferimento ai bandi, perché il 100 per cento degli impegni per quanto riguarda
gli aspetti comunitari avviene attraverso i bandi. Conseguentemente, se a
febbraio era impegnato il 30 per cento del 2010 e ad ottobre 2011 siamo al 36
per cento, l’incremento è stato di un modesto 6 per cento.
C’è un grande rallentamento e
questo non solo è puntualmente rilevato dalle autorità comunitarie, con tutte
le conseguenze possibili che sono state dette, non ultima quella che riguarda la sospensione dei
pagamenti, ma le statistiche ci dicono che
Allora, ritornando al
ragionamento di prima, dovremmo cercare di fare un discorso di classe dirigente
e vedere come utilizzare al meglio queste risorse, che sono l’ultima speranza
per questa Regione di poter invertire una tendenza, senza guardare quello che è successo negli anni precedenti, perché se guardassimo a quello che è successo negli anni precedenti, dovremmo dire che il Por, la politica
comunitaria sono una gemma del centro-sinistra calabrese, e questo lo possiamo
dire in tutte le lingue e in tutte le sedi, perché è la sacrosanta verità,
perché il centro sinistra ha trovato una situazione terribile sotto il profilo
della spesa comunitaria e della programmazione comunitaria.
I primi anni della Giunta
Loiero sono stati impegnati quasi interamente per spendere quello che
(Interruzione)
No, non sorridere, caro
Orsomarso, perché questa è la verità, e pur non avendo nell’immediatezza
esigenze di programmazione – che vuol dire consultazione, partenariato, sentire
i Comuni –,potevate concentrare la vostra capacità governativa nella fase
attuativa ma state fallendo proprio in quella fase.
Quindi non c’era nessun
motivo di insolentire una minoranza, che certamente ha lasciato situazioni
difficili, in modo particolare nel settore della sanità, il centro-sinistra è
stato rovinato dalla sanità. Se il centro-sinistra avesse avuto la capacità di
fare nella sanità quello
che Loiero si è deciso a fare nel 2009, saremmo in
un altro scenario, ma sui fondi comunitari no, perché abbiamo speso bene e
abbiamo programmato benissimo.
Allora, che senso ha per una
maggioranza che eredita questa situazione perdere del tempo per insolentire la minoranza
e poi venire qui dentro a chiedere collaborazione! Vedete qual è la differenza
fra la nostra cultura e la vostra : nonostante ci insolentiate, nonostante la
stampa vi faccia coro e cerchi di indebolire sempre di più questa minoranza che
cerca di compattarsi con difficoltà, dopo una grande sconfitta , noi
continueremo, assessore Mancini, ad essere propositivi.
Allora, non solo alla domanda
che ha fatto Guccione,
si deve rispondere con chiarezza, ma pongo
un’altra domanda: come intendete riprogrammare il Por 2007-2013? Rispettando le
procedure, perché Maiolo ha detto una cosa gravissima: l’Aula del Consiglio e
Poiché il vostro sodale
onorevole Tremonti ha scippato il Mezzogiorno, come sappiamo, dei fondi Fas,
seguendo la linea del Governo più nordista che la storia d’Italia abbia mai
avuto –anche questo è un problema – e prendo per buono quello che ha detto Orsomarso.
A proposito, non l’ho
chiamato centurione, bonariamente l’ho chiamato prefetto del pretorio, che è
qualcosa di più del semplice centurione, anche se l’aver indossato gli abiti
del centurione mi fa pensare ad un ritorno alla normalità, perché personalmente,
ché sono un cultore della storia romana e un ammiratore delle legioni romane, al
pretoriano ho sempre preferito il centurione, che significa, come
modo di intendere l’istituzione, qualcosa di estremamente diverso.
Caro assessore Mancini, nella
replica lei o il Presidente Scopelliti ci dovete dire che cosa intendete fare
per riprogrammare il Por, perché siccome tutte le opere infrastrutturali erano
previste con impegni sul Fers ed impegni sul Fas, nel momento in cui Tremonti
si è preso il Fas – ritorno al Governo a trazione nordista, il più nordista
della storia d’Italia – , vi ha preso in giro, restituendo come Fas interventi
su opere che sono di competenza dello Stato, utilizzando la vecchia logica che l’intervento
straordinario diventa sostitutivo e non aggiuntivo.
Ritorno ad Orsomarso, che ha
ragione, non solo bisogna bazzicare a Bruxelles per mantenere quell’aureola di
fiducia che si era faticosamente riconquistata durante i cinque anni del
centro-sinistra, ma bisognerebbe – hai ragione, Orsomarso – frequentare Roma,
perché voi a Roma non contate nulla! Questa è la verità!
(Interruzione)
Ma ti sto dicendo che ha
ragione Loiero, do ragione a lui e pure a te. Che voglio dire? Che ha ragione
Loiero quando ci dice che bisogna stare molto a Bruxelles e do ragione a te
quando dici che bisogna stare a Roma, perché a Roma contate poco.
(Interruzione)
Certo stare in Calabria, ci
mancherebbe altro, hai scoperto l’acqua calda dicendo che dobbiamo stare in
Calabria!
Quindi, Presidente e
assessore, ci dovete deliziare su come intendete riprogrammare il Por – questa
è la domanda principale – dopo lo scippo dei fondi Fas, seguendo le procedure,
andando in Commissione, confrontandosi in Commissione. Maiolo vi ha detto una
cosa chiara: ma qui dentro diamo i numeri! I numeri si danno in Commissione e
venendo in Aula per le modifiche del Por. Questa è la cosa più importante.
Seconda cosa: come assicurate
la governance? Guardate che la governance non significa mettere
il Fers, indossare la camicia di qualche colore ed imporre le cose, perché oggi
questo è un Paese in cui non si impone nulla e siccome attuare il Por significa
ripristinare la filiera istituzionale, non solo il partenariato, il confronto
con il sindacato, con le categorie, con gli enti locali, ma vogliamo seguire
nel Por la politica che state seguendo nella sanità, dove si fanno inutili
decreti e il Piano di rientro è lì appeso perché non si riesce ad avere un
confronto proficuo con le istituzioni locali, con le comunità?!
A questo proposito, un paio
di esempi e chiudo, e ne faccio uno che dovrebbe essere chiaro all’assessore
Mancini a proposito delle filiere, perché si è parlato tanto di grandi
progetti. Ha ragione Loiero – e, insieme a lui, ha ragione Maiolo – che i
grandi progetti sono tutti figli dell’attività e del lavoro del
centro-sinistra, che vi ha lasciato il pacco con il fiocco pronto, ma un pacco
regalo importante, non c’era il mattone napoletano nel pacco, c’erano
metropolitane, c’erano Apq tipo quello di Gioia Tauro. Le cose che hanno detto
Loiero e Maiolo non le voglio ripetere, mi fermo al pacco della
metropolitana, hai fatto bene a
sorridere perché rischia di diventare il classico mattone napoletano, perché il
centro-sinistra fa tutto, arriva al progetto, si è pronti per l’appalto.
Nelle more – sentite e ridete
per non piangere, questo vale per Cosenza Unical, per Catanzaro-Germaneto, per
Reggio Calabria, vale per tante altre opere – il caro Tremonti Giulio – perché
qualche politico calabrese dice “con Giulio sto facendo la fine del mondo!” – ,
intanto si prende i Fas. Stiamo un anno in vigile attesa, preoccupati,
finalmente Scopelliti e Mancini sostituiscono il Fas che Tremonti si è fregato
– scusatemi il termine, perché è un uomo vicino alle sorti del Mezzogiorno –,
Scopelliti e Mancini ci mettono un attimo per sostituire il Fas che è andato
via con un maggiore Fers. Poi sono venuti a Cosenza e ci hanno detto: “Abbiamo
fatto tutto noi”!
(Interruzione)
No, quello che dovevamo fare noi l’abbiamo fatto, caro assessore Mancini, perché
quando tu ti sei insediato insieme a Scopelliti, la metropolitana era pronta
per l’appalto. Non avete potuto fare l’appalto perché Tremonti si era preso i
fondi Fas.
(Interruzione)
Li avete sostituiti con il
Fesr. Allora, che succede? Ecco la governance, caro collega Fedele, e la
filiera istituzionale: andiamo a Cosenza e scopriamo che un sindaco di
centro-destra, di famiglia importante
che a Cosenza e in Calabria sono con il centro-destra, a Roma stanno in
competizione, in alternativa, in opposizione feroce a Berlusconi, dice a
Berlusconi “tutto sbagliato, tutto da rifare, bisogna rifare il progetto”. Ma
come, arriviamo al momento dell’appalto e bisogna rifare il progetto?! Ma
veramente la domanda di Guccione è sensata, se vi comportate
in questo modo, certamente non riuscirete a certificare quello che l’Europa vi richiede!
E a Catanzaro le cose stanno
nello stesso modo. E cosa succede a Reggio Calabria? Caro assessore Mancini,
lei ci deve dare una risposta chiara stasera su queste cose, perché vogliamo
sapere – avete un grande merito ad aver trovato i fondi Fesr aggiuntivi per
sostituire i fondi Fas – se la metropolitana si farà oppure, siccome è venuto
un grande architetto, che uno di questi giornalisti grandi laudatores
addirittura ha paragonato a Renzo Piano, perché si è chiesto questo giornalista
che porta il nome della mia città “ma cosa sarebbe successo in Italia se Renzo
Piano fosse diventato sindaco di Roma o di Milano!”, anche qui ma dobbiamo
piangere o ridere! Arriva Renzo Piano e dice “tutto sbagliato, tutto da rifare”
e mentre tutto si sbaglia e tutto si tenta di rifare, la metropolitana se ne va
da un’altra parte, esce fuori dai binari perché non si farà più!
Siccome
La stessa cosa vale per il
Pisu. Non vado dietro alle malignità che sento,
(Interruzione)
Scusami, caro Fedele, ma se
Gallo ci ha detto…
(Interruzione)
Fai essere andreottiano pure
me per un attimo! Se Gallo, che proviene dalla Democrazia cristiana, ci ha
detto che il Por fatto da Loiero e da noi è così complicato, perché è stato
fatto complicato per bloccare quelli che venivano dopo, fammi fare questa
piccola malignità! Sta di fatto, però, che questa malignità sta avvenendo sul
Pisu, perché con tutte queste sigle ci confondiamo la testa e ci ubriachiamo:
Psu, Pisu, Pisl e quant’altro. Sul Pisu sta avvenendo che, per aspettare Reggio
Calabria in ritardo e al ritardo di Reggio Calabria si sta aggiungendo quello
di Cosenza, perché anche qui Renzo Piano ci ha detto che l’auditorium non si
deve fare più, ma si deve fare Piazza Bulotta e intanto entro dicembre dovete
certificare 3 milioni di euro, queste domande meritano o non meritano una
risposta?
Per concludere, anche con
questi toni appassionati, se la passione la si toglie come un abito e lascia la
nudità dell’intervento, la nudità del mio intervento è anch’essa collaborativa,
perché la sfida è di rimodulare il Por e, per rimodulare il Por, vi ribadiamo
stasera, scrivessero quello
che vogliono i vostri giornali, in questo aizzati
da Scopelliti, che insolentisce l’opposizione e la minoranza ma siamo pronti a
dare il nostro contributo. Guardate che il nostro contributo può essere molto
importante, perché siccome rimodulazione, caro Mancini, come tu ben sai,
significa anche governance e ristabilire una solidarietà della filiera
istituzionale, nel momento in cui il Partito democratico e Italia dei valori o le altre forze politiche, Sel, gli amici ex
compagni o compagni – non
so – del gruppo autonomo dicono “vogliamo dare un contributo”, significa dare
anche un contributo perché ci sia una governance positiva, nel momento
in cui si va alla rimodulazione.
Togliendo questo vestito di
passione, rimane la nudità di dare un contributo, aspettiamo risposte e un
comportamento, un modo di fare, un modo di intendere i rapporti istituzionali
che veramente possa riportare, come tutti auspichiamo, questa Regione ad una
vera normalità.
Prima
delle conclusioni dell’onorevole Scopelliti e dell’eventuale replica
dell’assessore, chiuderà il dibattito degli interventi l’onorevole Bova. Prego.
Sto
intervenendo per ultimo perché volevo ascoltare questa discussione in maniera sommessa e,
se volete, con la mia modestia, ho assistito ad una discussione
che ha, con rispetto, caratteristiche paradossali; ovviamente, ci sono
opinioni e posizioni differenti, ma non so se sia possibile definire questo confronto con altri
aggettivi, non so farlo meglio, se sia surreale o stravagante.
A me sembra, per esempio, che la discussione sui tempi e
sul quantum del disimpegno automatico
abbia già avuto una risposta: da quando siamo partiti – ricordo male, onorevole
Mancini? – se nella prima relazione del suo dipartimento o sua di
accompagnamento al bilancio di previsione, ovviamente collegata ad un’altra
fattispecie, al patto di stabilità interno, si sosteneva delle due l’una, tutte
e due le cose non erano possibili; cioè se il cofinanziamento regionale
rispetto al monte di risorse disponibili dall’Europa doveva accompagnare tutte
queste risorse,
È un problema di regole. Ovviamente, in tutti questi
mesi non è stata risolta una questione né per
Per cui è un falso problema domandarsi ora se, da qui a
qualche mese o tra più di un mese, una parte delle risorse disponibili andranno
in disimpegno automatico: andranno, caro onorevole Orsomarso, non c’è
propaganda che regga, ma non perché lo sostengo io, l’avete sostenuto voi – è
vero – a partire da qualche mese dopo il vostro insediamento.
La questione è un’altra e lei non se ne può uscire – non
voglio fare polemiche – dicendo che c’è una disponibilità formale a discutere.
Questa discussione nasce da un incidente – e questo, al di là delle opinioni, è
oggettivo – cioè c’è una lettera, c’è una modifica della programmazione, sulla
quale non c’è stata informazione né a livello di Commissione né di Consiglio,
come è stato sollevato in Commissione.
Attenzione, nessuno vuole mettere le mani sullo sterzo.
Il ragionamento qual è? Se, addirittura, un vostro assessore, l’assessore
Trematerra ha iniziato la sua relazione partendo dalla crisi del 1929, fino
all’altro ieri, perché ora viviamo una crisi equivalente a quella, e
l’onorevole Gallo, a nome dell’Udc, ha sostenuto che in questi anni, al di là
se erano fatti bene, erano meglio i Por, la programmazione europea, alla fine
tutto questo, rispetto al Pil della Calabria e ad una crescita sostenibile, non
ha provocato nulla. Se le cose non sono dette tanto per dire, questo rivendica
non il fatto che una minoranza gridi al diritto di essere informata, ma la
maggioranza dovrebbe lanciare la sfida, perché i 60 mesi della legislatura
passeranno rapidamente, manca poco, siamo già ad un terzo di legislatura.
Quindi, mi interrogo: com’è possibile che noi – non voi
– di volta in volta, siamo così stupidi che ogni volta facciamo lo stesso
errore! Attenzione, non c’è nessun inciucio, ma com’è possibile che ognuno ad
ogni giro pensa di farcela da solo! Com’è possibile che si ripeta sempre lo
stesso errore, quasi come un peccato, come un macigno che abbiamo addosso!
Perché il punto è questo.
Non la voglio girare, ho parlato e parlerò, farò due
soli riferimenti: com’è possibile che il Paese che è il più forte in Europa,
cui noi ci rivolgiamo sperando che ci salvi, questo Paese che già qualche anno
fa era più forte – parlo della Germania – pur essendo più avanti degli altri,
per affrontare un nodo cruciale, a livello nazionale, ha deciso che non bastava
una sola parte e che occorreva che il crinale più delicato per fronteggiare una
crisi venisse affrontato da tutti?
Noi siamo la maglia nera dell’Italia, i più deboli e,
paradossalmente, ognuno pensa “lasciate fare a me che ce la faccio da solo!”.
Attenzione, nessuno vuole mettere le mani sullo sterzo, ma quando, addirittura,
rispetto ad una decisione che è così
importante, non c’è nemmeno il dovere dell’informazione, c’è qualcosa che non
funziona, ma non perché qualcuno vuole fare il processo, perché nessuno se la
sente e se guardiamo indietro è difficile.
Per uscire da questa situazione pongo due questioni
concrete.
Vedete, leggo con inquietudine il fatto che una
multinazionale – e voglio risposta da parte del Presidente Scopelliti e da
tutti voi – si aggira non solo nelle stanze della politica, in dialetto diciamo
“la politica leva a furia”, ma tutti si sono convinti che in Calabria si può
fare tutto. Per cui, mentre
E’ possibile che non ci sia un’idea, un progetto per
quella realtà non fatto di assistenza?! Se serve energia, le forme per produrla
sono tante. Perché non si può investire nelle energie alternative? Badate, ho
parlato dei tedeschi, di energie alternative e gas. Che fine ha fatto la
vicenda del rigassificatore di Gioia Tauro? Non siamo maghi, ma così come serve
ai tedeschi, il gas serve anche a noi.
Sono questioni che pongo in maniera semplice, non di
nascosto, perché chi lo dice che con quel poco di produzione che c’è in Calabria
non possa diventare più favorevole produrre? Perché non mettiamo a disposizione
di chi produce energia a più basso costo. Una delle diseconomie nel nostro
Paese e nel Sud è il maggior costo dell’energia, l’altro sono le
infrastrutture. Perché dobbiamo parlare dei massimi sistemi? E su questo punto,
se la crisi è così grave, perché dobbiamo litigare?
Poi, c’è chi fa il Presidente della Regione e coloro che
fanno gli assessori, ma su un punto, quello
che si decide per tutto e per tutti, su questo – vi piaccia o non vi piaccia
– abbiamo pari diritto di chiedere conto perché qualcuno non pensi nel
2011-2012 di poter venire in Calabria e prenderci quel poco di territorio e di
ambiente che è rimasto pulito, con tante complicità che ci sono in giro e che ci
sono qui dentro e non solo in questi banchi.
Questo è insopportabile, caro Maiolo, questo mi indigna,
non l’indignazione di maniera o l’antimafia di comodo, dietro cui si nascondono
tutte le cose che si vogliono fare.
Allora su questo parlo, parlo per ultimo, dico come mi è
sembrato il dibattito e chiedo conto, nel mio piccolo, sapendo che non parlo
perché qualcuno mi ha messo una maglietta e debbo rendere conto a quelli che
hanno la maglietta come me. La maglietta ha il cognome e il nome che porto, il fatto
che ho un mandato e che, se qualcuno mi risponde su questo terreno, io dico
“sì, sì” e se qualcuno non mi risponde, io dico “no, no”, senza chiedere il
permesso a nessuno.
Poi, alla fine, faremo il bilancio e se sposterete le
cose in avanti di una virgola – è difficile, perché nel passato non è mai
avvenuto –, voglio che ci sia anche quello
che ho fatto io, per poter dire una
buona volta che anche qui qualcosa può
cambiare e non con le mode e le propagande dei 60 mesi di legislatura,
perché la situazione è davvero grave.
Noi non ce la faremo a farli questi miracoli, ma le due
cose di cui ho parlato, su queste possiamo misurarci e voi avete il dovere di
dare risposte, perché rimodulare significa questo.
Caro onorevole Principe, non parlo di Reggio, perché se
mi dite di Cosenza, io vi dico “viva Cosenza” e, contemporaneamente, dico pure
“viva Reggio”. Allora dobbiamo metterci in testa che nello Statuto della
Regione Calabria ci sono i differenziali, c’è il concetto di differenziale. Il
nostro Paese non lo fa più, perché purtroppo questa idea è andata in crisi da
tanti anni e la coalizione di Governo nazionale ha come perno un partito
dell’egoismo. Ma se qui in Calabria, in maniera giusta, sulla base dei problemi
e per farla sviluppare più celermente, si interviene a partire da chi è rimasto
più indietro, purché ci sia una logica, un programma, non sono per dividere i
campanili e per tornare a quelle Calabrie che sono concausa di questa
situazione di ritardo e di arretratezza.
Per cui sui riferimenti locali, eccetera, non credo,
purtroppo, che ci sia una situazione Reggio-centrica, stiamo attenti, perché a
sollevare certi problemi si rischia non di affrontarli, ma di aggiungerne, laddove non ci sono, perché a
quel punto ognuno, al di là della volontà, sarebbe costretto in recinti che,
quando ci sono stati, hanno provocato non tanto danni, quanto disastri per la
nostra terra. Quindi, pregherei ognuno di non evocare certe cose, al di là di
chi governa in quel momento.
La parola al Presidente della Giunta, onorevole
Scopelliti, per le conclusioni.
Ho ascoltato
parte degli interventi che si sono succeduti in Aula, perché c’era anche la
visita del ministro dell’agricoltura Romano, e
– devo dire
la verità – anche i pochi interventi che ho sentito, soprattutto quelli dei colleghi
della minoranza, non c’è
dubbio che non hanno rappresentato
nulla di nuovo rispetto a ciò che conoscevamo,
nulla di diverso, al di là delle semplici dichiarazioni che sono riportate ormai costantemente sulla stampa e sui mezzi di
informazione.
Qualche
mese fa avevo letto una dichiarazione del collega Maiolo che faceva i
complimenti all’assessore Mancini in Commissione, oggi ne ascoltiamo altre e,
come spesso accade, assistiamo ad un susseguirsi di dichiarazioni che sono
sempre in conflitto tra di loro: noi
diciamo una cosa, la minoranza ne dice un’altra. Penso che la gente sia anche
stanca di questo modo di fare politica, perché ognuno racconta la propria verità, ognuno dice quanto è bravo e quanto è
bello; addirittura, abbiamo registrato ancora una volta che non si capisce mai
perché i calabresi hanno votato per
noi, perché ogni volta che entriamo
in Aula, chi interviene ci dice le grandi cose che sono state fatte, però, dati
alla mano, forse non sono state comunicate bene o i calabresi non le hanno capite oppure, forse – come pensa
ancora una parte della politica – i calabresi sono molto indietro e non si
capisce, invece, che sono molto più avanti di alcuni politici.
Vorrei
soffermarmi per pochi minuti, per fare soltanto una riflessione, anche sui dati
forniti nell’ultima relazione fatta in Commissione. Non ho ascoltato se è
intervenuto il Presidente Parente, se ha fatto la sua relazione, però ho
parlato con lui più volte in questi giorni, in questa ultima settimana, e – devo dire la verità – noi
guardiamo ad un obiettivo serio, che è quello di come dare risposte importanti,
non ci attardiamo sui problemi spiccioli; i problemi personali per noi non hanno valore, quindi, chiunque, alla fine, riduce
la propria testimonianza a problemi di carattere personale non rientra nella
logica che ci appartiene. Noi guardiamo a quelli che sono anche i dati e le
cifre.
Vedete, una cosa non condivido, perché fare politica per
me è un modo per rappresentare una posizione,
delle idee e dei valori. Invece tante volte la politica – lo stiamo apprendendo ormai in questo nuovo Paese, in questo tipo di
politica in cui facciamo fatica a riconoscerci – rappresenta sempre la capacità
di individuare l’avversario, cercare di denigrarlo, di abbatterlo anche in alcune circostanze e di portare nel caos più
totale; il caos è l’obiettivo principale di alcuni rappresentanti di una parte
politica.
Credo che quest’oggi, da
questa mattina, abbiamo dato alcune cifre e alcuni numeri importanti.
Dicevo, siamo arrivati al
paradosso, siamo arrivati con ex direttori generali che fanno i comunicati di
lenzuoli sui giornali per dimostrare la loro posizione, ma è chiaro ed evidente
a tutti, non so se l’assessore Mancini l’ha detto, però nell’ultima riunione
che abbiamo fatto a Roma – e questo è importante saperlo – il delegato della
Commissione europea è cambiato – non so se lo sapete – e questo ha un valore.
Perché è cambiato? Evidentemente, questo ha anche un significato e il
commissario europeo che è venuto nell’incontro romano, che mi pare sia
un’olandese, ha fatto anche i complimenti alla Regione. Però, questo ce lo
diciamo noi per farci i complimenti, per dirci che siamo bravi, che siamo belli
e tutto il resto!
Tiriamo fuori i numeri,
perché se non parliamo con i dati alla mano, rischiamo di fare sempre bagarre,
di fare sempre litigi inutili e, francamente, noi vorremmo sottrarci a questo
scempio, a questa ennesima diatriba, perché altrimenti chi ci ascolta non
recepisce un messaggio chiaro.
L’assessore Mancini ha fatto
un’illustrazione e vado per gradi, meglio ancora, parto dall’agricoltura,
dall’intervento dell’assessore Trematerra, il quale ha detto che, dal 1°
gennaio 2007 al 31 marzo 2010,
Dal 1° aprile 2010 al 31
dicembre 2010 noi abbiamo speso 124 milioni di euro – questi sono numeri giusti
– e nel 2011 abbiamo già speso, ad ottobre, altri 60 milioni di euro. Questi
sono i dati ufficiali. Poi, per carità, si dice: “Quali sono i dati ufficiali?”
I dati ufficiali sono quelli che dice Maiolo, che dice Mancini... Io penso che
i dati siano quelli certificati sul sito, certificati dall’Unione europea e,
quindi, alcuni dati sono parziali perché sono quelli di ottobre 2011, alcuni
sono dati a conclusione del 2010, che ci dicono che in otto mesi sono state
spese queste risorse.
(Interruzione)
Sui bandi, vi diamo lezione,
su come si fanno e su come si applicano! Collega, non parlare di bandi, perché
altrimenti ci mettete nella condizione di dirvi che ci avevate lasciato quattro
cosette da fare e non c’era una programmazione. Non voglio entrare in polemica,
anche perché dobbiamo andare a Lamezia in quanto abbiamo una conferenza stampa
importante per comunicare altre cose importanti. Vi chiedo scusa, non voglio
entrare nel merito dei bandi, delle procedure, della programmazione, perché
altrimenti voi dite una cosa, noi diciamo l’opposto. Voglio dare soltanto
numeri seri, questa volta, perché così …
(Interruzione dell’onorevole Sulla)
No, questa volta perché,
altrimenti …
Fai uno sforzo stasera!
No, noi facciamo uno sforzo
ogni giorno. Peccato che voi, quando dovevate farlo, non l’avete fatto! Quindi,
vi siete sottratti allo sforzo.
(Interruzione dell’onorevole Sulla)
Perché avevate anche una
certa età, eravate appesantiti negli anni e, quindi, avevate una certa
difficoltà a farlo!
Nino De Gaetano, sei stato
per pochi anni, poi ti sei dimesso, sei andato via dalla Giunta.
Quindi – dicevo – sul Fondo
sociale europeo tutti i giornali italiani hanno scritto che siamo
(Interruzione dell’onorevole Sulla)
No, 2007, 2008 e 2009.
I piani sono partiti nel
2009.
Ma noi abbiamo anche
individuato la capacità di spesa …
Fino al 2014 dovete farli
voi. Poi, se non partono nel 2014, qualcuno viene qua e vi chiede …
Ma perché mi interrompi,
collega? C’è qualche problema?! Avevate la possibilità…
Facciamo completare. Vi
ricordo che siamo in Consiglio regionale!
(Interruzione dell’onorevole Maiolo)
No, ho ascoltato da sopra.
Lei sa meglio di me che c’è la possibilità…
A giugno del 2010 il
rendiconto era di 54 milioni di euro. Noi abbiamo uno stato di attuazione al 14
ottobre che ci porta ad aver ultimato pagamenti per 185 milioni di euro nel
Fondo sociale europeo.
Per quanto riguarda, invece,
il Fers, ci siamo trovati al nostro arrivo con una spesa pari a 160 milioni di euro, su un totale complessivo di
2 miliardi e 998, e al 31 dicembre 2010 abbiamo certificato 264 milioni di
euro; mentre ad oggi abbiamo una capacità che arriva, secondo i dati in nostro
possesso, a 354 milioni di euro, oltre quelli certificati al 2010.
Per fare spesa sono necessari
i bandi. Anche sui bandi abbiamo ricevuto i complimenti, perché – l’assessore
Mancini ha tenuto una conferenza stampa – abbiamo prodotto tutta una serie di
situazioni e di condizioni che ci hanno portato a far comprendere la capacità e
la movimentazione.
Quindi, noi siamo arrivati,
rispetto al passato, a produrre, in 15 mesi, bandi pari ad una capacità di
spesa di 936 milioni di euro e arriveremo al 31 dicembre 2011 con una capacità
di produzione e, quindi, di attività che arriva ad 1 miliardo e 222 milioni di
euro.
Queste sono le cose . Mi
ricordo il primo dibattito in campagna elettorale: c’era qualche difetto nella
mia controparte che non riusciva a distinguere l’impegno di spesa dalla spesa.
Ecco, questo è l’impegno di spesa, che è un’altra cosa rispetto alla spesa. Noi
l’abbiamo imparato un po’ prima, non sono serviti cinque anni per poi farcelo
spiegare, abbiamo capito molto prima! E’ la capacità che abbiamo messo in campo
in così poco tempo di risorse comunitarie.
Ora, rispetto a questo, tutti
gli scienziati, che ci possono essere e che si è in grado di mettere in campo,
mettessero becco su questi numeri, su queste cifre! Queste sono cifre
certificate, sono le cifre che poi, al di là di quelle certificate, noi
mettiamo in campo come nostra capacità.
Credo che, in quest’Aula, la
capacità maggiore che una classe dirigente debba esprimere non sia quella
legata alla capacità della spesa o agli impegni di spesa, ma debba essere
quella di discutere sempre di più nelle Commissioni e nelle sedi appropriate
sulla qualità della spesa. E qui mi pare che Maiolo sia stato uno di quelli che
ha messo l’accento su questi temi.
E’ inutile parlare di
Scopelliti con Chiaravalloti, perché sono quello che, poi, dati miei alla mano,
al tempo, in un anno e otto mesi, dieci mesi, in cui ho fatto l’assessore, ha
movimentato l’81 per cento di spesa.
… nel 2009, cioè la spesa del
2002, 2003 non … cinque anni.
Non è che un settore che era
in grande movimentazione, come quello della formazione e del lavoro, quindi del
Fondo sociale europeo, lo possiamo, poi, inglobare all’interno di un problema
più generale, che è quello dei cinque anni di gestione del governo del
centro-destra, ognuno poi scarica le responsabilità.
Credo che non valga l’idea di
doverci giustificare, perché ancora noi stiamo chiudendo il 2000-2006, cioè
concentriamoci su un rapporto di lealtà e di correttezza, che deve
contraddistinguere una classe dirigente e, purtroppo, mi sia consentito di dire
che noi ci sforziamo di ricercarlo, ma non ci viene offerto da tutti, solo da
pochi, perché notiamo che anche in alcune circostanze c’è la ricerca dell’idea
di dire – lo dico sempre –: “Abbiamo fallito noi, quindi dovete fallire pure
voi”!.
Il commissario Hahn è un
commissario austriaco che viene dall’estrema destra ed ha una visione del
Mezzogiorno, secondo me, molto diversa dalla nostra, quindi, automaticamente,
l’avete visto in quella circostanza in cui noi eravamo arrivati il giorno prima
da Roma, dove l’assessore Mancini mi disse “abbiamo avuto un successo” e non
abbiamo comunicato niente alla stampa, ce lo siamo tenuti per noi. Era una
riunione al ministero con
Il giorno dopo il
commissario, per via dell'ufficio stampa, di agenzie, fece una dichiarazione in
merito ad una interrogazione presentata a luglio. Poi, avete visto che il
giorno dopo, quando noi abbiamo fatto una dichiarazione, quella sera il
ministro Fitto, quando lo cercai, al di là degli uffici che ci chiamavano
costantemente, mi disse: “Questo è un errore gravissimo. Voi siete
Vi invito a guardare se negli
ultimi anni mai un ministro della Repubblica ha fatto dichiarazioni per
difendere una Regione e se sia accaduto in qualche circostanza, perché c’è
anche il rispetto dei ruoli istituzionali, c’è il rispetto della Commissione
europea e anche l’aspetto di evitare
incidenti diplomatici con l’Europa.
Il ministro Fitto fu garbato
e questa cosa, forse per chi non capisce e non comprende bene i ruoli
istituzionali, passò come un messaggio quasi come se il ministro fosse un amico
nostro, quindi fosse intervenuto a nostra difesa, ma piuttosto era un segnale
molto chiaro per rimediare ad una sorta di abbaglio.
Il giorno dopo si è ricordato
lo stesso ufficio stampa di Hahn e fece una dichiarazione con alcune
puntualizzazioni, quindi mise da parte tutta una serie di cose, perché in quel
comunicato stampa si scriveva: “A settembre ci sarà un nuovo incontro”. L’incontro
c’era stato due giorni prima! Quindi si era poco documentati e si faceva
riferimento a quello
che si era verificato al 31 dicembre 2010, al punto che anche un parlamentare
europeo del Partito democratico, che esula dagli scenari di aggressione e di
denigrazione, come l’onorevole Pino Arlacchi, è andato a parlare con il
commissario Hahn, alla direzione generale, per farsi chiarire questo aspetto.
Poi, ho
avuto un incontro anche con l’onorevole Arlacchi a Roma e mi ha spiegato che
c’erano mille vie d’uscita rispetto al tema del non riconoscimento della spesa
che veniva da una gestione precedente – ma non è che questo ci appassioni
particolarmente – e che
Non so se siamo credibili
quando andiamo a Bruxelles, forse altri erano più credibili, a noi interessa
raggiungere i target della spesa ed è questo ciò che diciamo costantemente; a noi interessa
raggiungere gli obiettivi, che sono la capacità che sugli investimenti e le
risorse comunitarie in questa Calabria, dopo tanti anni in cui sono arrivati le
risorse, si possa creare qualcosa di nuovo, cioè si possa creare valore
aggiunto – dico sempre – ricchezza, sviluppo, occupazione, perché questo
significa dare la svolta.
Non entro nel merito dei
grandi progetti, delle grandi opere, delle opere mai fatte, lo abbiamo già
detto mille volte quando diciamo che la metropolitana di superficie di Cosenza
si può fare, onorevole Principe …
(Interruzione)
No, è che di fronte alla tua
saggezza e alla tua storia, noi non possiamo che essere dei comuni mortali,
degli umili, però nella nostra umiltà cerchiamo di portare il nostro
contributo.
Dicevo, la metropolitana di
superficie di Cosenza e Rende la si farà, perché noi abbiamo avuto il coraggio
di mettere questa spesa dentro un unico grande contenitore, perché altrimenti
ancora eravamo qui ad aspettare che i fondi Fas, che gli Apq, che le risorse
liberate, che i fondi Por fossero tutte risorse disponibili per andare a
quantificare la somma da mettere sulla spesa necessaria a realizzare la
metropolitana di superficie di Cosenza e quella di Catanzaro, non quella di
Reggio, caro Bova, perché quella te l’avevano fatta fuori, nel senso che – tu
lo sai, questa è storia – quando si resero conto al tavolo, giustamente, che
per due anni, dal 2007 al 2009, avevano lavorato per fare due metropolitane di
superficie, qualcuno più arguto e più intelligente politicamente forse di altri
gli spiegò: “Ma scusate, come vi presentate alle elezioni, ad agosto 2009,
quando fra otto mesi si vota e avete lasciato fuori Reggio Calabria!”. Allora
fummo chiamati in qualità di amministratori locali in fretta e furia ed io fui
il primo a dire al Presidente Loiero: “Ti ringrazio di avere avvertito questa
capacità, questa sensibilità per darci questa opportunità”.
Alla fine, oggi, questa spesa
è possibile e deve essere compito nostro, delle amministrazioni competenti
accelerare la spesa, perché noi anziché frastagliare e dividere le fonti di
finanziamento, quindi realizzare un’opera attraverso più finanziamenti, abbiamo
deciso di investire e l’abbiamo fatto con coraggio, riunendo un’intera
maggioranza, comunicandolo all’esterno e abbiamo detto: “Puntiamo su questa
cosa”. Giusto, sbagliato? Certo, è chiaro che le tremila opere di cui parlava
il ministro Fitto, quando venne a Catanzaro, nei fondi Fas non le trovate più.
Se oggi guardate i fondi Fas, ci sono le 15-20 opere che abbiamo inserito, ci
sono le opere sulle università che saranno altre 10 o altre 15, ci saranno
quelle che speriamo di poter inserire anche nel Piano per il Sud per l’ambiente,
saranno altre 30, ma arriveremo a 100, non arriveremo a 3 mila, perché non ci
troveremo sulla filosofia di un tempo, di una scelta di natura diversa, giusta
o sbagliata, non lo so, però parto dal concetto che
Noi, però, abbiamo pensato
alle grandi opere e credo che anche riguardo a questo ci sia stato un
cambiamento, una modifica, di cui ci assumiamo la responsabilità; abbiamo
previsto sicuramente le due metropolitane, tutta una serie di interventi
qualificati,
Non voglio dilungarmi, però,
Presidente Talarico, per evitare differenze tra noi e i colleghi del
centro-sinistra, per evitare che qualcuno si arrabbi, faccia anche riparare
l’orologio che sta sul lato sinistro, perché loro sono due minuti dietro di noi
e due minuti sono tantissimi nella vita, a dimostrazione che noi siamo più
avanti! Lo faccia riparare, perché è necessario, altrimenti qualcuno pensa che
lei lo abbia fatto apposta, per evitare che almeno su questo ci ritroviamo …
(Interruzione)
E’ una battuta, consigliere
Franchino, certo, per sdrammatizzare, anche perché noi – figurati – di fronte a
così tanta saggezza politica, siamo veramente dei pivelli, dei ragazzini!
Credo che la seduta di oggi
possa servire a dare un ulteriore contributo all’andamento, secondo me, molto
positivo, dell’utilizzo dei fondi comunitari …
(Interruzione)
Sì, lo so, ma noi ce
l’abbiamo alle spalle, ci garantisce, è il nostro tempo, quello è il nostro
tempo!
Quindi, noi ci troviamo di
fronte ad una situazione in cui chiediamo all’Aula un contributo che è quello
di ricercare insieme e di condividere i percorsi legati alla capacità ed alla
qualità della spesa; anzi, non alla capacità, ma alla qualità di spesa, perché
è quello che può
rappresentare la differenza, indipendentemente che lo faccia il centro-destra,
che non l’abbia fatto il centro-sinistra, non lo so; su questo non entro nel merito, dico che c’è
un verdetto, una sentenza emessa dai cittadini, che è quella della tornata
elettorale, non altro tipo di sentenza, che ha dato a noi la possibilità di
governare.
Allora,
se qualcuno vuole dare il proprio contributo sul versante della qualità della
spesa, ben venga, noi siamo disponibilissimi, anche perché poi, tra l’altro,
questo Por – come il Piano di rientro – l’avete scritto voi e, avendolo scritto
voi, probabilmente avete anche qualche spunto utile da poterci fornire. Noi non
disdegniamo, né tantomeno non saremo disponibili a riconoscere il merito di chi
ha contribuito; per carità, questa è una cosa che, francamente, ci appartiene
anche in termini di cultura politica.
Quindi,
noi siamo pronti ad accogliere qualsiasi contributo utile, però siamo restii a
creare, ancora una volta, situazioni di conflittualità su questi temi, sulla
guerra dei numeri, delle cifre, perché non porta da nessuna parte.
Credo che
lo sforzo che tutti dobbiamo fare – ma lo diciamo sempre e poi, magari, non si
realizza – è quello di riuscire a guardare in maniera diversa al contributo che
possiamo dare alla Calabria. Ognuno deve dare il proprio contributo, chi
governa, chi è in minoranza, e noi siamo pronti ad accogliere la partecipazione
e la capacità di quei colleghi che decidono di essere parte attiva di questo
processo.
Quindi,
credo, Presidente Talarico, che si debba partire da questi numeri che sono
incoraggianti, importanti, che ci offrono uno spunto di riflessione seria; sono
numeri che oggi ci rendono forti nello scenario che viviamo, però è chiaro che
non ci possiamo mai accontentare, perché dobbiamo spendere, spendere meglio e
di più, raggiungere il livello necessario di spesa, perché più risorse arrivano
sul territorio, più risorse vengono investite e più risorse, ovviamente, creano
ricchezza nelle nostra comunità.
Credo che
questo debba essere il contributo serio che ognuno di noi deve dare su questo
tema, anche perché si sa molto bene che le risorse comunitarie ormai stanno
diventando, in alcuni comparti, sostitutive delle risorse ordinarie, quindi
vanno sicuramente canalizzate e finalizzate in maniera adeguata.
(Interruzione dell’onorevole Bova)
Su Saline
…
(Interruzione dell’onorevole Bova)
Non so come il collega Bova
abbia introdotto il tema di Saline, perché lui ogni tanto lo fa uscire a
piacere, ma si figuri se mi sottraggo a questa …
(Interruzione dell’onorevole Bova)
Sì, non
sono riuscito a collegarlo a …
(Interruzione dell’onorevole Bova)
Va beh,
ma rispondo, perché – lo abbiamo detto più volte, l’abbiamo anche dichiarato in
Aula – siamo contrari, salvo che non ci sia chi è in grado di dimostrarci che
tutto questo non sia nocivo, non crei disagi e problemi sul territorio.
(Interruzione dell’onorevole Bova)
E’ conclusa la discussione
sui fondi comunitari, penso che ci sia stato un confronto ampio, molto
partecipato, si è entrati anche nel merito, poi ognuno fa le riflessioni che
ritiene più opportune.
Possiamo passare al secondo
punto all’ordine del giorno, che riguarda
il progetto di legge “Norme
per l'abitare sostenibile”.
Onorevole
Dattolo, ha facoltà di intervenire.
Intanto,
ringrazio i capigruppo per aver
inserito questo importante provvedimento all’ordine del giorno, si tratta di un testo che è
stato licenziato all’unanimità dalla Commissione a
luglio.
Devo
dire che in questi giorni intercorsi dalla discussione in Aula sono pervenuti
alcuni emendamenti dei colleghi del gruppo Pd, soprattutto anche di altri componenti, che il sottoscritto e la
Commissione, nella sua interezza ha cercato di fare suoi. Quindi, accanto al
testo licenziato, ci sono degli emendamenti che sono stati accolti che
arricchiscono il testo e ne fanno uno strumento di grande impatto, soprattutto
per ciò che attiene il rilancio dell’edilizia,
di quella sostenibile, la cosiddetta edilizia verde, che prevede il
recupero di materiali, con un risparmio in
termini energetici secondo le caratteristiche delle nuove normative comunitarie.
Volevo solamente aggiungere
che questo provvedimento, insieme al Piano casa che dovrebbe essere
integrato con i regolamenti, insieme alla rivisitazione della legge urbanistica
presentata dalla Giunta, dall’assessore Aiello, e a un progetto di legge sul
decoro urbano che sarà oggetto di discussione in Commissione, rappresentano
elementi tali per uno sviluppo ordinato di una urbanistica che, in Calabria,
sicuramente non ha primati.
La parola all’onorevole Franchino.
Abbiamo
evidenziato in questa proposta di
legge limiti e carenze, però
siamo consapevoli del lavoro che abbiamo svolto in
Commissione e, dopo la presentazione di
emendamenti che sono stati recepiti ed armonicamente inseriti nel corpo della
legge, dichiariamo il voto favorevole del Pd.
Abbiamo
presentato emendamenti, ma anche “rammendato” una legge che, ad oggi, manca di regolamenti edilizi rinnovati e di legge
urbanistica, su cui si sta lavorando, anche se a noi pare in maniera
peggiorativa; queste norme servono solo a rendere esecutive alcune normative nazionali, ove rispettate. Occorrono,
peraltro, strumenti operativi, disciplinari, aggiornamenti prezziari e quindi
risorse e competenze per realizzare.
Sicuramente riprenderemo l’argomento, però,
nell’immediato futuro, per renderlo più adeguato alle esigenze della nostra
regione e dei territori, ma anche per
migliorare l’impianto complessivo. Ecco perché, intanto,
sono da fare delle osservazioni di ordine generale.
Dalla lettura della proposta
di legge, delle finalità e degli obiettivi argomentati nella relazione che
accompagna la legge, si rileva che le norme vengono dettate con nessun
riferimento al contesto locale del territorio regionale, a cui si riferiscono.
Ciò si sarebbe reso necessario quale valore imprescindibile per la formulazione
e l’applicabilità di una normativa tecnica a carattere locale, che deve
qualificare gli interventi sui temi della sostenibilità in ambito regionale.
Il fatto di non produrre alcun riferimento al contesto
operativo di riferimento produce, nei contenuti e nella stesura della forma e
struttura del dettato, alcuni limiti che sono in contraddizione con i caratteri
della normativa di settore nazionale ed internazionale sui temi della
sostenibilità e della salvaguardia ambientale del territorio, oltre che delle
buone pratiche da diffondere.
La non identità degli scenari di riferimento,
caratterizzanti la tipicità del territorio calabrese, invece, produce, a nostro
modesto avviso, un approccio un po’ troppo generalista, consentendo di
formulare l’articolato della norma in maniera troppo simile a quanto prodotto
in leggi di altre Regioni italiane, che presentano quadri contestuali molto
differenti da quello calabrese e che già oggi hanno strumenti di attuazione che
ne hanno, sostanzialmente, modificato il regime di applicazione.
Si mette in evidenza come, in generale, si sarebbe
dovuta formulare una norma capace di interpretare il carattere locale del
nostro territorio. In tale direzione, si sarebbe dovuto disporre, in via
generale, una finalità ed un oggetto della norma più riferibile al contesto di
applicazione.
Correttamente, il riferimento alla tipicità
climatico-geografica del territorio rende più coerente il dettato anche in
relazione alle norme sul risparmio energetico, altra condizione riferita nella
finalità della norma, ma non evidente nelle disposizioni successive, in
riferimento ai temi del recupero e della riqualificazione del comparto
edilizio, scenario di riferimento imprescindibile per la sostenibilità, con il
dichiarato, ma non sufficientemente espresso contenimento del consumo del
suolo.
Ecco perché è importante il nostro
emendamento, l’ultimo nell’articolato, sulle clausole valutative-. Visto che i
regolamenti non esistono, non ci sono, non vorremmo andare incontro ad un’altra
legge propaganda, ad un’altra legge manifesto, come quella sull’amianto e come
il Piano per la casa, riteniamo che, almeno in attesa dei regolamenti
triennali,
A tal proposito – ripeto quello che
ho detto inizialmente – nonostante limiti, difficoltà e per il contributo che
abbiamo portato nella Commissione, il Pd dichiara il voto favorevole alla
legge.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Mirabelli. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, secondo
me
questa è una proposta di legge non esaustiva, vista la
complessità che, già di per sé, ha il settore
in cui dovrebbe andare ad operare. Per cui,
anche se sono stato il proponente ed avendola articolato in un certo modo, credo che il lavoro da parte della Giunta regionale e
anche della Commissione con i relativi
emendamenti dei vari componenti
consiglieri della Commissione abbia contribuito a renderla più
funzionale e più importante.
Penso, comunque, che quanto
detto dall’onorevole
Franchino in parte sia anche giusto, perché effettivamente è una legge talmente
ampia nel contenuto, che nella prima fase di stesura della proposta di legge
erano previsti, nell’ambito dell’articolato della legge da me proposta, una
serie di passaggi intermedi di regolamenti esplicativi che servono e servivano
a poterla poi meglio delimitare e specificatamente indirizzare.
Comunque è una legge importante, in
un momento e in un contesto così difficile per la nostra economia, sappiamo
benissimo che la gran parte dell’economia calabrese per anni si è mossa e fino
a poco tempo fa, prima di questa grande crisi, nell’ambito di quello che era il
settore più trainante, che era l’industria delle costruzioni. Questo è un modo
per poter anche rivitalizzare, migliorando un certo tipo di edilizia
residenziale – e ha ragione Franchino –,
perché questa è una legge che, più che andare ad inserirsi nelle logiche
e nelle problematiche di tipo urbanistico, cioè nelle riqualificazioni larghe,
mirava esclusivamente a che cosa? A poter rendere l’abitabilità più
ecosostenibile, al risparmio energetico, ad un tipo di abitare che potesse dare
meno problemi ambientali.
Per cui io credo che, inserendolo in
questo contesto, potrà anche essere utile, per riqualificare l’esistente,
cercando di renderlo più ecosostenibile, più ecocompatibile e penso che, in
questo momento importante, potrebbe andare a rivitalizzare un settore in
profonda crisi.
Ecco perché questa proposta di
legge, avanzata da me già nei primi di ottobre del 2010 e che finalmente, dopo
un anno, giunge all’Assemblea credo si possa dire che è riuscita a venire alla
luce, emendata, rettificata, ampliata, come era giusto che fosse, e debba
trovare accoglimento da questo civico consesso, in quanto è una legge molto
importante che cade in un momento particolare del settore edilizio che per la
Calabria è particolare, viste le maestranze e viste le varie professionalità
che oggi sono ferme, cioè sono senza lavoro, in riferimento a questo settore, e
ritengo che in questo momento sia importante.
La parola all’onorevole Dattolo.
Mi corre l’obbligo di ringraziare
Nulla da eccepire riguardo al lavoro
che aveva fatto il collega Mirabelli, ci mancherebbe altro, ne prendiamo atto;
i testi sono coordinati, è chiaro, sono tutti perfettibili, il lavoro della
Commissione è quello di mettere assieme.
Concordo su una cosa che è
necessaria: di leggi manifesto
Sui Regolamenti sicuramente
Ritengo che questo sia un compito
prioritario, perché ci sono tutte le condizioni, le premesse per dare,
quantomeno, occasioni di sviluppo. Spetta anche alla capacità dei nostri
amministratori locali e degli imprenditori cercare di mettere a frutto queste
iniziative di carattere legislativo.
Quindi ringrazio, Presidente, e
direi di approvare la legge in tempi rapidi, se è possibile.
La parola all’assessore Aiello.
Intervengo brevemente
solo per fare alcune precisazioni,
che sicuramente non vogliono sembrare come una mancanza di rispetto nei
confronti del grande lavoro che
Volevo solo ricordare che
Ci sono, in itinere, altre
norme che stiamo inviando all’esame della Commissione, mi riferisco a quella
sulla rigenerazione urbana e sul recupero delle aree degradate. Sapete che già
alcune Regioni hanno legiferato in merito, noi abbiamo tempo fino a fine
novembre per portare in Commissione quest’altra norma importante e anche
un’altra su cui stiamo lavorando come Giunta, che riguarda il recupero e la
valorizzazione dei centri storici.
Perché questa premessa? Ripeto,
rispettando assolutamente il lavoro che avete portato avanti in Commissione,
sarebbe opportuno, per quanto ci riguarda che questa norma venisse conglobata
nelle altre norme che abbiamo già, altrimenti si rischia di creare un accumulo…
(Interruzione)
No, lo dico col massimo rispetto,
assolutamente, poi il Consiglio è sovrano, deciderà…
(Interruzione)
Sto parlando al Consiglio in
generale, parliamo di una materia che interessa non la maggioranza o non
l’opposizione, ma interessa
E’ chiaro che quella in discussione
oggi è una legge importante, perché parliamo di eco sostenibilità, di rispetto
dell’ambiente.
Non so se l’assessore all’ambiente è
d’accordo con questa mia considerazione, comunque volevo dire che, se si
potesse comunque approvarla, occorre valutarla poi nel contesto delle altre norme
che sono in itinere e in discussione, altrimenti rischieremmo di
ripetere nel corso delle altre normative tutte le funzioni già descritte in
questo articolato.
La parola all’onorevole Principe.
Presidente, l’intervento dell’assessore Aiello
mi ha convinto che questa breve dichiarazione potrebbe non essere inutile, nel senso che noi voteremo a favore, come ha preannunciato l’onorevole Franchino che ha seguito insieme ad
altri colleghi questa norma.
Volevo fare un appello ad una visione generale dei problemi e
il suo intervento mi ha incoraggiato sotto un
altro profilo, anche se condivido le cose dette dal rappresentante
del Governo, perché l’idea
di favorire una
legiferazione per testi unici è sempre qualcosa di positivo. Ma io mi pongo il problema di una programmazione dell’intervento sul territorio, nel senso che quando si parla di edilizia ecosostenibile, non v’è dubbio che il settore
chiama in causa la capacità di domanda, di
ricerca e di offerta di ricerca.
Il Presidente Scopelliti deriderà il modesto onorevole Principe, perché quasi
quasi mi vuole far passare come un visionario che pensa di essere un
professore, ma quando parliamo di edilizia ecosostenibile, l’edilizia
richiama la ricerca sui materiali da utilizzare.
Allora la domanda che modestamente
mi pongo è: ma noi intendiamo, in questo modo, continuare a favorire il
Mezzogiorno come mercato delle aziende che producono al Nord? Tale è stata la
storia di questo Paese in questi 150 anni. La questione meridionale nasce proprio
da volontà politiche convergenti di tutti i settori (anche di esponenti del mio
partito, che sul federalismo hanno assunto una posizione che non condividiamo
tantissimo): 150 anni di creazione di un mercato che prevede la produzione al
Nord ed il Sud come mercato di quei prodotti, il Sud che manda braccia, oggi
manda cervelli. Se qualcuno facesse il calcolo che cosa significa in termini
economici formare un giovane in Calabria e mandarlo in Lombardia, ci renderemmo
conto della misura con la quale finanziariamente il Mezzogiorno contribuisce
allo sviluppo. Altro che Cassa per il Mezzogiorno! Noi abbiamo contribuito allo
sviluppo del Nord.
Nel momento in cui la maggioranza
favorisce una legge sull’edilizia ecosostenibile, a parte le considerazioni
dell’onorevole Aiello, che cosa avviene a livello di ricerca? Prima, nella
discussione sui fondi comunitari, ho omesso di parlare della ricerca o della
cultura, perché qualcuno mi avrebbe anche potuto accusare di nostalgia di
potere, e ho sbagliato a non utilizzare questa nostalgia, perché certamente se
l’avessi utilizzata, avrei potuto dire che l’intervento di cui vado più fiero
come ex assessore alla cultura è la ristrutturazione del museo di Reggio
Calabria. Avrei evitato, in questo modo, all’onorevole Bova di rischiare di
fraintendere la mia preoccupazione sulla Reggio-centricità del Presidente,
perché ritengo che i Presidenti debbano essere i Presidenti di tutta
Ma cosa fa questa Giunta sulla
ricerca? E’ una domanda che ci dobbiamo porre, perché la legge sulla ricerca,
caro assessore Aiello – mi dispiace che non ci sia Caligiuri – non viene
attuata per niente, è disapplicata, perché la legge sulla ricerca prevede i
piani triennali. A cosa servivano i piani triennali? A fare incontrare domanda
ed offerta. Se la mano sinistra fa una legge sull’edilizia ecosostenibile, la
mano destra deve inserire nei piani triennali i sostegni a quella parte della
ricerca che si interessa di nuovi materiali per incentivare
l’industrializzazione che poi va a finire nell’edilizia ecosostenibile. Quindi
la mano sinistra fa una cosa, la mano destra fa un’altra.
La mano destra, della ricerca, fa
una cosa ancora più grave: dà
una pacca a tutti, un buffetto, per non fare niente. Ripeto sempre che 36
milioni di euro per avviare nove poli di innovazione significa accontentare
tutti, ma non fare né ricerca né poli di innovazione.
Allora auspico che questa, insieme all’intelligenza
dell’assessore Aiello che tenta di avere una legislazione unitaria in materia,
sia l’occasione per dire a Scopelliti e a Caligiuri di farlo questo benedetto
Piano triennale della ricerca e di inserire grossi finanziamenti per i
materiali nuovi, in modo da favorire l’edilizia ecosostenibile.
La parola all’assessore Aiello.
Volevo ringraziare l’onorevole Principe
per questo suggerimento
e, a tal proposito, volevo rispondere, non per difendere l’assessore Caligiuri
che non ha bisogno di essere difeso, ma perché
lei ha introdotto un concetto importante – le
devo dare atto –; nel caso specifico
della ricerca su determinati tipi di materiali
posso rispondere io. Perché? Ricorderà che, prima di
questa estate, con la riserva del 15 per
cento, insieme col Presidente Scopelliti, a Vibo nella sala del
Consiglio comunale abbiamo tenuto una conferenza
stampa insieme con i responsabili della Procura e del tribunale di Vibo Valentia, perché è lì che,
tramite un protocollo che l’assessorato all’urbanistica ha firmato con il Cnr e
con il Presidente del tribunale di Vibo, si sta procedendo alla
ristrutturazione di quella struttura, per provare alcuni materiali
ecocompatibili che potrebbero essere poi utilizzati nell’edilizia residenziale
pubblica in Calabria.
E’ stata, quella, un’esperienza
importantissima, grazie all’intuito di qualcuno, che dovrà avviare un quadro
inerente proprio la ricerca su determinati tipi di materiali più utilizzabili e
quindi ecosostenibili, ecocompatibili, proprio in virtù di questa nuova
rimodulazione delle norme che stiamo portando avanti.
E’ stato un avvio di questo tipo di
ricerca che noi abbiamo pensato di fare in sostituzione di qualcun altro, però
abbiamo già avviato un procedimento nel caso specifico che attiene alla materia
urbanistica ed ambientale.
Volevo risponderle perché noi
abbiamo già avviato questo tipo di procedura.
Concluso il dibattito, possiamo
procedere con l’esame dell’articolato. Ci sono degli emendamenti.
All’articolo 1 c’è un emendamento,
protocollo 49049.
Sì, Presidente, preannuncio che vi
sono alcuni emendamenti che vanno in coordinamento formale in quanto simili.
Emendamento
protocollo
“2. Per
le finalità di cui al comma 1, la presente legge definisce gli strumenti, le
tecniche e le modalità costruttive sostenibili negli strumenti di governo del
territorio, negli interventi di nuova edificazione, di recupero edilizio e
urbanistico e di riqualificazione urbana secondo riferimenti a norma e decreti
regionali correlati, quali la legge urbanistica della Regione Calabria n.
19/2002 ed in conformità alla normativa vigente in materia di antisismica DM
14/01/2008 e LR 7/98 nonché della deliberazione regionale n. 73 del 18 gennaio
Va in coordinamento formale con
l’emendamento protocollo numero 47942.
Parere del relatore? Favorevole.
Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo 49049.
(E’ approvato)
Emendamento
protocollo 47942/1 a firma degli onorevoli Franchino, Battaglia, Guccione,
Scalzo: “Capo I, articolo 1 (Finalità). Comma 2 (aggiunta) (…) e di
riqualificazione urbana (…) secondo riferimenti a norma e decreti regionali
correlati: “Legge urbanistica della Regione Calabria n. 19/2002 – Norma per la
tutela, governo ed uso del territorio (vigenza del Qtr); legge antisismica –
Vigilanza sulle costruzioni in zone sismiche (Dpr 30/01 – LR 7/98 –
Deliberazione regionale n. 73 del 18 gennaio 2008…)”.
Parere del relatore? Favorevole.
Parere della Giunta? Favorevole.
Lo pongo in votazione.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo
1 come emendato.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo
2.
(E’ approvato)
All’articolo
3 c’è un emendamento a firma degli onorevoli Franchino, Battaglia, Guccione,
Scalzo, protocollo 47942/2: “Capo II, articolo 3 (Funzioni della Regione, delle
Province e dei Comuni). Comma 1, lettera k) (eliminare e sostituire)
h)
Formazione professionale di operatori pubblici e privati di cui all’articolo
14, nonché… ()
sostituire
con:
h)
Revisione di abilità dei soggetti accreditati a svolgere le attività di
certificazione (albo regionale)”.
Parere del relatore? Contrario.
Parere della Giunta? Contrario.
Lo pongo in votazione.
(E’ respinto)
Emendamento
a firma dell’onorevole De Gaetano, protocollo 38184: “All’articolo 3, punto 3,
lettera a), dopo la parola “legge” si aggiunge “entro sei mesi dalla
pubblicazione del Burc. Decorso inutilmente tale termine, le definizioni
contenute nella legge regionale sostituiscono le difformi definizioni dei
regolamenti edilizi comunali”.
Prego, onorevole De Gaetano.
Ho chiesto al relatore di dare parere favorevole per un semplice motivo: in Calabria abbiamo un problema, approviamo le leggi che
poi, puntualmente, non vengono applicate - abbiamo il caso emblematico del
Piano casa.
Questo emendamento, che ho guardato
e ripreso dalla Regione Toscana - che ha già approvato una legge insieme alla
Regione Lombardia - dice una cosa chiarissima: dà tempo sei mesi ai Comuni,
dopo l’approvazione della legge, per recepirla negli strumenti urbanistici,
altrimenti, trascorsi i sei mesi, se il Comune non si uniforma alla legge
regionale, entra in vigore automaticamente negli strumenti urbanistici dei
Comuni della Regione.
È una legge che ha fatto
Quindi, se vogliamo fare una legge
manifesto, facciamola pure, se invece vogliamo realmente incidere e programmare
per la nostra regione, troviamo una soluzione diversa. Non è un emendamento di
spesa, è un emendamento che cerca di far applicare realmente la legge.
La parola all’onorevole Dattolo.
Sono convinto della bontà dell’emendamento dell’onorevole De
Gaetano. Intanto, lo invito a vedere che abbiamo approvato
un comma ex novo all’articolo 19, in cui vi è lo
stato di attuazione da cui si desume l’impegno della
Giunta regionale a monitorare questo
tipo di interventi.
Ecco perché, pur apprezzando la sua puntualizzazione che trovo coerente, devo
sottolineare che vi’è un emendamento – ripeto – congiunto che fissa tempi
precisi.
Onorevole De Gaetano, il relatore dice che c’è un
emendamento all’interno della legge che prevede dei tempi precisi. Cosa è
previsto?
“Trascorsi tre anni dall’entrata in vigore della presente legge, con cadenza almeno triennale
Questo è lo spirito della legge,
nell’interesse – ripeto – anche di coloro
che fanno nuove costruzioni adeguate, tra l’altro, a un Regolamento comunitario
del 2001.
Credo che questo emendamento aiuti, ma non
sostituisca il mio, perché dice che
Su questa correzione, il relatore non ha difficoltà
a dare parere positivo.
Quindi possiamo votare l’emendamento così come riformulato a voce, poi ci sarà il
coordinamento formale.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo
3 come emendato.
(E’ approvato)
All’articolo
4 c’è un emendamento a firma dell’onorevole Dattolo, protocollo 49050: “Dopo il
comma 4 dell’articolo 4, inserire i seguenti commi:
1. Gli enti
locali, nell'ambito della redazione degli strumenti urbanistici generali ed
esecutivi, devono declinare i temi della presente L.R. in cartografie di
settore, riferite agli ambiti di applicazione individuati e forniti di dati
georeferenziati e di contenuto alle differenti scale e già in uso con la
redazione della cartografia del Q.T.R. della legge urbanistica della Calabria
19/2002. In particolare:
a)
- La
carta dei contesti localizzati, riferita alle zone climatiche, con indicazione
delle diverse condizioni di localizzazione S.l.m. con riferimento alle fasce
d'influenza dei caratteri locali di soleggia mento, ventosità e permeabilità
dei suoli, del territorio semiurbano costiero, del territorio urbanizzato di
fondovalle/pedemontano, del territorio insediato montano.
- La
carta delle potenzialità energetiche, ivi comprese le biomasse.
b)
- La
carta dei rischi ambientali artificiali, con in evidenza: cave, impianti di
smaltimento rifiuti, dighe, siti industriali commerciali ad alto rischio
ambientale, centrali e linee elettriche a media ed alta tensione, sorgenti
puntuali e diffuse d'inquinamento ambientale ed acustico.
- La
carta dei rischi ambientali naturali, nella quale sono rappresentate in
particolare la vulnerabilità dei suoli e degli acquiferi, compresi il regime
delle acque e la presenza di Radon.
- La
carta dei fattori climatici, con in evidenza i dati igrotermometrici delle
diverse aree.
c) Il
Comune deve predisporre ed aggiornare i propri strumenti esistenti di
regolamento ed attuazione:
- La
carta del soleggiamento e dell'azione dei flussi ventosi, con in evidenza la
mappatura dei singoli comparti e quartieri, riferiti all'orientamento,
all'orografia, l'altezza degli edifici esistenti, con indicazione alla
radiazione solare diretta e totale nelle differenti performance stagionali e
condizioni orarie ed all'azione dei flussi ventosi.
- La
carta delle potenzialità energetiche con riferimento alla mappatura favorevole
di incidenza ed approvvigionamento delle fonti rinnovabili.
- Le
revisioni del regolamento edilizio urbano e comunale, ai fini di adeguarlo a
quanto previsto dalla presente L.R.
6. Le
carte di cui al precedente comma dovranno essere basate su dati sperimentali
raccolti all’interno del territorio di definizione o, qualora non sia
possibile, dovranno prendere a riferimento i dati definiti da enti di ricerca
accreditati nazionali od europei”.
Pongo in votazione l’emendamento
testé letto.
(E’ approvato)
Sempre
all’articolo 4, emendamento protocollo 47942/3 a firma dei consiglieri
Franchino, Battaglia, Guccione, Scalzo: “Capo II, articolo 4 (Sostenibilità
ambientale negli strumenti di governo del territorio)
(aggiunta)
del comma 5 e del comma 6 ex novo all’articolo 4 (migliori specifiche)
5) Gli
enti locali (principio di sussidiarietà applicato…), nell'ambito della
redazione degli strumenti urbanistici generali ed esecutivi, devono declinare i
temi della presente L.R. in cartografie di settore riferite agli ambiti di
applicazione individuati e forniti di dati georeferenziati e di contenuto alle
differenti scale e già in uso con la redazione della cartografia del QTR della
Legge Urbanistica della Calabria 19/2002. In particolare:
a)
- la
carta dei contesti localizzati, riferiti alle zone climatiche di carattere
Mediterraneo, con indicazione delle diverse condizioni di localizzazione slm,
con riferimento alle fasce di influenza dei caratteri locali di soleggiamento,
ventosità e permeabilità del suoli, dei territorio semiurbano costiero, del
territorio urbanizzato di fondo valle/pedemontano, del territorio insediato
montano;
- la
carta delle biomasse
b)
- la
carta dei rischi ambientali artificiali, con in evidenza: cave, impianti di
smaltimento rifiuti, dighe, fabbriche ad alto rischio, centrali e linee
elettriche a media ed alta tensione, sorgenti puntuali e diffuse di
inquinamento elettromagnetico ed acustico;
- la
carta dei rischi ambientali naturali, nella quale sono rappresentate in
particolare la vulnerabilità dei suoli e degli acquiferi, compreso il regime
delle acque, e la presenza di radon;
- la
carta dei fattori climatici, con i dati di temperatura media mensile,
pluviometri, umidità e prevalenza venti.
c) Il
Comune deve predisporre ed aggiornare i propri strumenti esistenti di
regolamento ed attuazione:
- la
carta del soleggiamento e dell'azione del flussi ventosi, con in evidenza la
mappatura sui singoli comparti e quartieri, riferiti all'orientamento,
all'orografia, all'altezza degli edifici esistenti, con indicazione alla
radiazione solare diretta e totale nelle differenti performances stagionali e
condizioni orarie, l'effetto albedo e le condizioni di permeabilità dei suoli
nel contesto di appartenenza, i flussi ventosi, le condizioni di ostruzione e
l'azione diretta e/o indiretta.
- la
carta delle potenzialità energetiche, con riferimento alla mappatura favorevole
di incidenza ed approvvigionamento da fonti rinnovabili quale il sole, con
indicazione delle superfici solarizzate orizzontali e/o verticali; la
valutazione per livelli di produzione ed efficienza (dati di diagnosi energetiche
ed ambientali);
- la
revisione del Regolamento edilizio urbano e comunale ai fini di adeguarlo a
quanto previsto dalla presente L.R.
6. La
norma finanziaria, di cui all'articolo 17 della presente L.R. disposta con
l'entrata in vigore della presente L.R., deve predisporre finanziamenti su voci
di bilancio, al fine di produrre le carte a livello regionale ed incentivare le
Province ed i Comuni che predispongono le carte di loro competenza.
Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta?
Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento
testé letto.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4 come
emendato.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 5.
(E’ approvato)
C’è un
emendamento all’articolo 6 e all’articolo
Capo III,
articolo 7 (Approvvigionamento energetiche)
Comma 2
(aggiunta)
“e con
gli indirizzi del Piano energetico ambientale regionale (…) e con riferimento
ai piani energetici provinciali ed i piani di zona energetici comunali, ove
predisposti e vigenti”.
Parere del relatore?
Relativamente all’articolo
7, comma 2, favorevole. Viene
specificato nell’articolo 7.
Quindi possiamo porre in votazione l’articolo 7, capo terzo.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo
6, sempre contenuto nello stesso emendamento.
(E’ respinto)
Pongo in votazione l’articolo
6 nel suo complesso.
(E’ approvato)
Emendamento
all’articolo
“2. I
criteri di cui al comma 1 sono definiti, con apposito Regolamento, in coerenza
con i contenuti del decreto legislativo 192/2005 e successivi aggiornamenti ed
integrazioni e con gli indirizzi del Piano energetico ambientale regionale e
con riferimento ai piani energetici provinciali ed ai piani
energetici comunali, ove predisposti e vigenti”.
Pongo in votazione l’emendamento
testé letto.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 7 come
emendato.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 8.
(E’ approvato)
Emendamento
protocollo numero
“Articolo 8 bis
(Gestione del ciclo dei rifiuti derivanti dai processi edili)
1)
a. La
definizione di parametri tecnici che permettano di classificare la
sostenibilità ambientale dell'opera anche in relazione ai cicli di dismissione
della medesima alla fine del ciclo di vita.
b. La
definizione di regole tecniche per la progettazione delle opere e dei cantieri
e per l'organizzazione di questi ultimi che migliorino la gestione del ciclo
dei rifiuti e favoriscano la pratiche del riciclaggio sia durante la
costruzione sia durante la dismissione delle opere edili.
c. La
definizione e l’individuazione delle modalità e dei criteri per il ciclo di recupero
dei rifiuti nel più ampio processo edilizio pubblico e privato;
d.
L'attivazione di accordi di programma ai
sensi del decreto legislativo del 3/4/2006 n. 152 smei quale strumento per
promuovere e favorire le azioni coordinate in materia ambientale della P.A. e
dei soggetti privati e delle associazioni di categoria;
e. Le
modalità ed i criteri di gestione dei rifiuti da demolizione, costruzione e
sbancamento, in modo efficace, efficiente, economico e trasparente, basandosi
sulla cooperazione di tutti i soggetti pubblici e privati coinvolti nel ciclo dei
rifiuti;
f. Le
modalità ed i criteri per la promozione e l’incentivazione di sistemi e
processi finalizzati alla gestione sostenibile del ciclo dei rifiuti da
demolizione, costruzione e sbancamento;
g. I
criteri tecnici di selezione e trattamento dei materiali derivanti dal processo
di riciclo per la reimmissione come materie prime all'interno dei processi di
fabbricazione e la loro definizione come materiali ecosostenibili.
h. La
promozione di utilizzo di tecniche e tecnologie che meglio favoriscano i
processi di riciclaggio al termine della vita utile delle opere edili.
i. La
promozione di attività di ricerca e sensibilizzazione nell'ambito dei processi
di riciclo e smaltimento dei rifiuti derivanti dalle attività edili.
j. Le
modalità ed i criteri per la promozione e l'incentivazione dell'utilizzo dei
materiali di riciclo nelle opere edili, al fine di perseguire gli obiettivi di
cui all'art. 181 del decreto legislativo del 3/4/2006 n. 152 smei.
2) I
criteri di cui al comma 1 sono definiti con apposito regolamento”.
Pongo in votazione l’emendamento
testé letto.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo
9.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo
10.
(E’ approvato)
All’articolo
11 c’è un emendamento a firma dell’onorevole De Gaetano, protocollo 38183:
“All’articolo 11, comma 1, al punto c), la parola “quindici” viene sostituita
con la parola “trenta”.
Prego, onorevole De Gaetano.
E’ semplice e si commenta da sé.
Parere del relatore? Contrario.
Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo 38183.
(E’ respinto)
Emendamento
sempre a firma dell’onorevole De Gaetano, protocollo 38182: “All’articolo 11,
comma 1, al punto c), dopo le parole “abitative realizzate” si aggiunge “oppure
il 20 per cento del volume riscaldato dell’unità abitativa riscaldata e/o
corrispondente;”.
Parere del relatore? Contrario.
Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento
testé letto.
(E’ respinto)
Poi c’è
una proposta di modifica della lettera d), comma
“d) tutti
i maggiori volumi e superfici necessari al miglioramento dei livelli di
isolamento termico e acustico o di inerzia termica, o finalizzati alla
captazione diretta dell'energia solare, o alla realizzazione di sistemi di
ombreggiamento alle facciate nei mesi estivi o alla realizzazione di sistemi
per la ventilazione e il raffrescamento naturali. Al fine di consentire la
migliore insolazione degli edifici e favorire l'utilizzo di energia solare,
sono consentite modificazioni delle altezze massime di colmo e di gronda nonché
delle linee di pendenza della falde in cui l'altezza massima sia comunque
inferiore a metri 2,15, ridotta a metri 1,95 per i comuni posti a quota
superiore a metri 800 slm, calcolata come media delle altezze della porzione di
sottotetto di altezza maggiore a metri
Pongo in votazione l’emendamento
testé letto.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo
11 come emendato.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo
12.
(E’ approvato)
All’articolo
13 c’è un emendamento a firma degli onorevoli Franchino, Battaglia, Guccione,
Scalzo, protocollo 47942/6: “Capo V, articolo 13 (Contributi regionali)
Comma l e
comma 3 (eliminare dall'articolo)
Comma 2
(specificazione ed aggiunta con):
(…), con
decreto di specifica si bandisce l'entità dell'erogazione in percentuale sulla
norma finanziaria disponibile in relazione a:
-
incentivi sulla formazione degli operatori
-
incentivi sulla informazione e sue strutture necessarie
-
regolazione dell'erogazione degli incentivi nazionali”.
Parere del relatore?
Parere favorevole al comma 1, il
comma 2, che viene successivamente specificato come 2 bis, è accoglibile nella
sostanza, ma viene modificata la forma.
Quindi sul comma 1 e sul comma 2
parere favorevole in coordinamento formale. Sul comma 3, invece no, è da
respingere. Possiamo votare il comma 1 e il comma 2.
Presidente, ci sono due emendamenti che attengono alla
stessa materia.
(Interruzione)
Chiedo il coordinamento formale per il comma 2 bis dell’articolo 13 e il comma 3 dell’articolo 13, perché, in sostanza, dicono la stessa cosa.
Possiamo votare questo emendamento.
(E’ approvato)
Il comma 3, invece, no, è stato stralciato.
Emendamento
a firma dell’onorevole Dattolo, protocollo 49053: “Il comma 1 dell'articolo 13
è sostituito dal seguente comma:
1. Nella
concessione dei contributi per la formazione di strumenti urbanistici o di
pianificazione,
Pongo in votazione l’emendamento
testé letto.
(E’ approvato)
Emendamento
protocollo
“3.
Pongo in votazione l’emendamento testé letto.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo
14.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo
15.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo
16.
(E’ approvato)
All’articolo
17 c’è un emendamento a firma degli onorevoli Franchino, Battaglia, Guccione e
Scalzo, protocollo 47942/8: “Capo VII, articolo 17 (Norma finanziaria)
Aggiunta
del comma 2 o specifica con lettera a) all'articolo 1 ex novo:
(…) Per
rendere operativo il presente provvedimento sugli strumenti da attuarsi ,
secondo anche quanto espresso nel Capo V, articolo 143, comma 2, la presente
norma finanziaria dispone in ragione di:
-
incentivi sulla formazione degli operatori
-
incentivi sulla informazione e sue strutture necessarie
-
regolazione dell'erogazione degli incentivi nazionali ed europei,
cofinanziamenti”.
Parere del relatore?
Favorevole, va in
coordinamento con quello successivo.
Pongo in votazione
l’emendamento protocollo 47942/8.
(E’ approvato)
Va in coordinamento formale.
Pongo in
votazione l’articolo 17 come emendato.
(E’ approvato)
Emendamento
all’articolo
Prego, onorevole De Gaetano.
È un emendamento che mira ad
accelerare i tempi, si chiede di ridurre da un anno a sei mesi la tempistica
per l’istituzione del prezziario, considerato che entro sei mesi
Con questo emendamento chiedo
di portare anche questo termine a sei mesi.
Parere del relatore?
Tenuto conto del ragionamento
fatto, si può accogliere.
Pongo in votazione
l’emendamento protocollo 38185.
(E’ approvato)
Emendamento
all’articolo
1.
Trascorsi tre anni dall'entrata in vigore della presente legge e con cadenza
almeno triennale,
a.
tipologia ed entità dei contributi concessi ai sensi dell'art. …. comma … e
l'indicazione della natura dei soggetti beneficiari e della tipologia degli
interventi
b.
tipologia e numero degli strumenti cartografici adottati dagli enti locali e
finanziati al sensi dell'arti. …
c.
percentuale di incidenza degli incentivi sullo sviluppo degli interventi a
carattere provinciale e regionale
d. in
quali provvedimenti legati a finanziamenti e programmi operativi europei,
nazionali e regionali, è stata data priorità in termini di sostenibilità ed
efficienza energetica per gli interventi sul territorio
e.
rapporto tra dati relativi alla formazione delle qualifiche professionali
specifiche e domanda di mercato
f.
valutazione dell'impatto del dettato normativo sul settore della produzione dei
materiali e delle costruzioni
g.
criticità e livelli di resistenza all'applicazione della norma: adeguamenti ed
aggiornamenti”.
Parere del relatore?
Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.
Favorevole. Anche quello
successivo va in coordinamento.
Il successivo riguarda lo
stesso argomento.
Pongo in votazione
l’emendamento 47942/9.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione l’emendamento successivo a firma dell’onorevole Dattolo, il
protocollo 49055:
Dopo
l'articolo 18, inserire il seguente articolo 19: (Clausole valutative)
1.
Trascorsi tre anni dall'entrata in vigore della presente legge con cadenza
almeno triennale,
a.
tipologia ed entità dei contributi concessi ai sensi dell'art. 13 e
l'indicazione della natura dei soggetti beneficiari e della tipologia degli
interventi
b.
tipologia e numero degli strumenti cartografici adottati dagli enti locali e
finanziati ai sensi dell'art. 4
c.
percentuale di incidenza degli incentivi sullo sviluppo degli interventi a
carattere provinciale e regionale
d. in
quali provvedimenti legati a finanziamenti e programmi operativi europei,
nazionali e regionali, è stata data priorità in termini di sostenibilità ed
efficienza energetica per gli interventi sul territorio
e.
rapporto tra dati relativi alla formazione delle qualifiche professionali
specifiche e domanda di mercato
f.
valutazione dell'impatto del dettato normativo sul settore della produzione dei
materiali e delle costruzioni
g.
criticità e livelli di resistenza all'applicazione della norma: adeguamenti ed
aggiornamenti”.
(E’ approvato)
Pongo in votazione il
provvedimento nel suo
complesso che riguarda le norme per l’abitare
sostenibile.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Naturalmente è approvato con
il coordinamento
formale che gli uffici faranno nei prossimi giorni
per la pubblicazione.
L’onorevole Bilardi aveva
chiesto l’inserimento di una norma, concordata anche in Conferenza dei
capigruppo. Prego, onorevole Bilardi.
E’ una proposta di legge a firma mia e degli onorevoli Principe
e Serra, per la modifica della legge
regionale numero 29 del 10 agosto 2011. Tale proposta
sancisce la soppressione delle norme in favore
dei calabresi nel mondo e sul coordinamento delle relazioni
esterne, inserito al punto 48 dell’allegato C della legge 29/2011, perché contrasta con la proposta di legge 151/9, recante il “Testo unico in materia
di relazioni tra
Pongo in
votazione la richiesta di inserimento all’ordine del
giorno testé formulata.
(Il
Consiglio approva)
È pertanto,
inserita all’ordine del giorno la proposta di legge numero 263/9^ di iniziativa dei consiglieri Bilardi, Principe e Serra,
recante: “Modifica alla legge regionale 10 agosto 2011 n. 29 “Delega alla
Giunta regionale per la redazione di Testi unici in materia di Attività
produttive, lavoro e istruzione. Cultura e beni culturali”, che pongo
direttamente in votazione.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportata in allegato)
Non ci sono più argomenti, il
Consiglio termina e sarà convocato il prossimo 7 novembre.
Hanno chiesto congedo i consiglieri Nucera e Stillitani.
(Sono
concessi)
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa della Giunta regionale:
“Disposizioni in materia di forestazione e di politiche della montagna (Delibera G.R. n. 441 del 14.10.2011)” (P.L. n. 261/9^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare- Bilancio
programmazione economica e attività
produttive.
(Così
resta stabilito)
“Istituzione
dell’Azienda regionale per la forestazione e per le politiche della montagna
(Delibera G.R. n. 422 del 14.10.2011)” (P.L. n. 262/9^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio
programmazione economica e attività
produttive.
(Così
resta stabilito)
Sono state presentate, inoltre, alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei
consiglieri:
Tripodi – “Modifica alla legge regionale 10
agosto 2011, n. 30 (Disposizioni transitorie in materia di assegnazione di sedi
farmaceutiche)” (P.L. n. 257/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione
consiliare - Attività sociali, sanitarie,
culturali e formative.
(Così
resta stabilito)
Bilardi –
“Modifiche ed integrazioni alla legge
regionale n. 28 del 22 novembre
E’ stata assegnata alla terza Commissione
consiliare - Attività sociali, sanitarie,
culturali e formative.
(Così
resta stabilito)
Morelli – “Modifica all’articolo 40
della legge regionale 5
aprile 1983, n.
E’ stata assegnata alla quinta Commissione consiliare - Riforme
e decentramento.
(Così
resta stabilito)
Dattolo,
Magno, Caputo, Orsomarso, Grillo – “Unione tra i comuni” (P.L. n. 260/9^)
E’ stata assegnata alla quinta Commissione consiliare - Riforme
e decentramento.
(Così
resta stabilito)
Bilardi,
Principe, Serra – “Modifica alla legge
regionale 10 agosto 2011, n. 29 <Delega alla Giunta regionale per la
redazione di testi unici in materia di attività produttive, lavoro e
istruzione, cultura e beni culturali>” (P.L. n. 263/9^)
E’ stata
assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari
generali.
(Così
resta stabilito)
E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:
“Rimodulazione piano finanziario Por Calabria FESR 2007-2013, asse VII – Sistemi produttivi – Settore 7.1 – Migliorare le condizioni di contesto e sostenere la competitività dei sistemi produttivi e delle imprese. Adempimenti (Delibera G.R. n. 435 del 7.10.2011)” (P.P.A. n. 151/9^)
E’ stata assegnata alla sesta Commissione consiliare - Affari
della Unione europea e relazioni con l’estero – ed alla seconda - Bilancio
programmazione economica e attività produttive
– per il parere.
(Così
resta stabilito)
In data 7 ottobre 2011, il Presidente della Giunta
regionale ha promulgato le sotto indicate leggi regionali.
Le stesse sono state pubblicate sul supplemento straordinario n. 5 del 14
ottobre 2011 al BURC 18 dell’1 ottobre 2011:
legge regionale 7 ottobre 2011, n. 36,
recante: “Riduzione dei costi della politica”;
legge regionale 7 ottobre 2011, n. 37,
recante: “Modifica alle leggi regionali 13 maggio 1996, n. 7 e 13 maggio 1996,
n. 8 <Pubblicità della situazione patrimoniale dei dirigenti della Regione
Calabria>”;
legge regionale 7 ottobre 2011, n. 38,
recante: “Modifica della legge regionale
14 febbraio 1996, n.
La sesta Commissione
consiliare, con nota n. 48993 del 14 ottobre
De Masi. Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere – premesso che:
dopo
otto anni dalla pubblicazione del bando il Comune di Crotone non è riuscito,
allo stato, a completare il nuovo Teatro Comunale;
il
completamento di detta opera è da considerarsi una delle più rilevanti per la
città;
i
lavori sarebbero dovuti terminare nel 2011;
da
un’intervista rilasciata agli organi di stampa dall’assessore ai lavori pubblici del Comune di Crotone si apprende
che, per consegnare l’opera, mancherebbero 4-5 milioni di euro, di cui 2,5
milioni di euro già reperiti dal Comune;
l’art.
5, comma 11, della Legge regionale n. 40 del 12 dicembre 2008 (Ulteriori
disposizioni di carattere ordinamentale e finanziario collegate alla manovra di
assestamento del bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2008,
pubblicata sul BURC n. 24 del 16 dicembre 2008, supplemento straordinario n. 1
del 18 dicembre 2008), così recita: "Ai
fini del completamento dei teatri di Crotone e Vibo Valentia,
il
progetto recupera alla città l’antico ospedale, costruito versa la metà del XIX
secolo e situato nel centro storico;
il
nuovo teatro comunale, con una sala da 600 posti ed una buca per l’orchestra da
50 elementi, è destinato ad ospitare spettacoli di prosa, concerti, opere
liriche, eventi musicali ed attività congressistiche;
la
struttura è inoltre caratterizzata dall’uso bivalente del proprio palcoscenico
che può essere rivolto sia alla platea interna che alla piazza pubblica sul
fronte retrostante, offrendo in questo modo la possibilità di svolgere lo
spettacolo all’aperto per ulteriori 600 utenti;
l’opera
si è resa indispensabile in ragione della concomitanza di due contingenze:
il
consolidamento del rapporto culturale tra la città di Crotone, sede del
"Teatro Stabile" ed i teatri delle altre realtà regionali;
la
rivitalizzazione dell’area urbana antistante;
la
realizzazione di spazi dove poter fare cultura, inoltre, favorisce la
fuoriuscita dall’isolamento in cui spesso viene relegato il meridione ed, in
particolare,
il
mancato completamento dell’opera e la consequenziale inutilizzabilità della
stessa comporterebbe uno spreco delle risorse pubbliche già erogate -:
a)
se corrisponde al vero quanto riportato dagli organi d’informazione in merito
alla circostanza secondo la quale
b)
quali sono le ragioni giuridiche e sociali per cui
c)
se
(176;
12.10.2011)
Guccione,
Censore, Aiello F., De Gaetano. Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere – premesso che:
in data 23 dicembre 2008 l’Asp di Cosenza ha provveduto,
in base alla normativa nazionale, alla stabilizzazione di 439 lavoratori
precari con mansioni di autisti 118, infermieri 118 e poliambulatori,
fisioterapisti, OSA e OSS, specialisti operatori di centrale operativa 118,
specialisti per soccorso sanitario in montagna;
l’Asp di Cosenza nel 2008, attraverso un bando pubblico,
ha provveduto ad assumere per n. 36 mesi 490 lavoratori precari con mansioni di
fisioterapisti, istruttori per rianimazione cardio-polmonare con
defibrillatore, infermieri 118, Sert, Dialisi, Poliambulatorio;
l’Asp
di Cosenza e
il
Commissario dell’Asp, dott. Gianfranco Scarpelli, in data 10.10.2011, con
lettera indirizzata al Presidente della Giunta Regionale, on. Giuseppe
Scopelliti, al Direttore Generale del Dipartimento "Tutela della
Salute", dott. Orlando, ha annunciato che darà seguito alla Deliberazione
n. 777 del 2010 con cui si rendono nulli i contratti a far data dal 31.10.2011
dei 412 lavoratori stabilizzati in data 23 dicembre 2008;
in
data 31.12.2011 saranno in scadenza i contratti di 490 lavoratori precari
incaricati attraverso Bando Pubblico dell’Asp di Cosenza nel 2008 -:
quali
iniziative intende intraprendere con immediatezza per evitare che i servizi
sanitari territoriali che l’Asp di Cosenza eroga giornalmente ai cittadini, già
oggi in misura ridotta rispetto alla salvaguardia dei LEA, subiscano un vero e
proprio collasso per la mancanza di oltre 900 operatori sanitari che
attualmente assicurano un servizio sanitario indispensabile e su cui
(177;
17.10.2011)
Aiello
F. Al Presidente
della Giunta regionale e all’assessore alla
cultura, università e ricerca scientifica. Per sapere - premesso che:
lo scrivente ha già denunciato e da tempo a mezzo stampa la circostanza
in danno di migliaia di studenti e giovani ricercatori calabresi e non solo,
sostanziarsi nel negare a tutti i vincitori la liquidazione della seconda rata
- concorso borse di studio – A.A. 2010/2011;
nessun ritardo o inadempienza è addebitabile al Centro Residenziale
dell’Università della Calabria - Settore borse di studio - che come ogni anno
ha diligentemente e per tempo prodotto quanto di sua competenza;
mai prima d’ora a memoria si è accumulato nella storia recente dell’Università
della Calabria tale ritardo - in violento contrasto - con quanto disciplinato
nel manifesto del regolamento - borse di studio A.A. 2010/2011 che prevede come
termine ultimo per il pagamento della seconda rata la scadenza del 30 giugno
ultimo scorso;
sono trascorsi inutilmente ulteriori tre mesi dalla data prima
richiamata;
le cause di tale ritardo sono da addebitare solo ed esclusivamente a
inadempienze e ritardi ingiustificabili delle strutture e degli uffici della
Regione Calabria competenti in materia di trasferimenti di fondi -:
quale
azioni urgenti intendono intraprendere per porre fine a tale ingiustificabile
ritardo circa il trasferimento dei fondi all’Università della Calabria
spettanti e necessari per ottemperare agli obblighi derivanti dal manifesto -
concorso - borse di studio A.A. 2010/2011 per fronteggiare al meglio il disagio
che tale inadempienza ha finora arrecato a studenti e ricercatori dell’Università
della Calabria.
(175;
10.10.2011)
Il Consiglio regionale
premesso
che
purtroppo
tale arteria con cadenza mensile finisce sulle pagine di cronache a causa dei
gravi incidenti spesso con esiti fatali che vi avvengono. Orbene le condizioni
della Strada in questione oltre naturalmente all’imprudenza degli automobilisti
contribuiscono ad assegnare alla SS 682 il poco invidiabile primato di una
delle strade più pericolose dell’intero territorio regionale. Manto stradale in
alcuni tratti fortemente sconnesso, svincoli stradali poco o per nulla
illuminati, sterpaglie che in alcuni punti invadono parzialmente la carreggiata
stradale, guard-rail danneggiati che non vengono sostituiti oppure non in linea
con quanto previsto dagli standard europei, stato indecoroso e di grave
pericolo delle Gallerie esistenti con
impegna
ad
istituire nel più breve arco di tempo possibile un tavolo di concertazione con
i Vertici Anas regionali al fine di adottare tutte le misure necessarie per
garantire lo svolgimento di tutti i lavori funzionali alla percorrenza dell’arteria
stradale in sicurezza.
(54;
11.10.2011) Rappoccio
CAPO I
(Principi generali)
Art. 1
(Finalità)
1.
2. Per le finalità di cui al comma 1, la presente legge definisce
gli strumenti, le tecniche e le modalità costruttive sostenibili negli
strumenti di governo del territorio, negli interventi di nuova edificazione, di
recupero edilizio e urbanistico e di riqualificazione urbana secondo
riferimenti a norma e decreti regionali correlati quali
Art. 2
(Definizioni)
1. Ai fini della presente legge sono interventi di edilizia
sostenibile gli interventi in edilizia pubblica o privata, denominati anche
edilizia naturale, ecologica, bio-eco-compatibile, bioecologica, bioedilizia e
simili, che hanno i seguenti requisiti:
a) sono progettati, realizzati e gestiti secondo un’elevata
qualità e specifici criteri di compatibilità ambientale e sviluppo sostenibile,
e quindi finalizzati a soddisfare le necessità del presente senza compromettere
quelle delle future generazioni;
b) minimizzano i consumi dell’energia e delle risorse ambientali
in generale e contengono gli impatti complessivi sull’ambiente e sul
territorio;
c) sono concepiti e realizzati in maniera tale da garantire il
benessere e la salute degli occupanti;
d) tutelano l’identità storico-culturale degli agglomerati urbani
e favoriscono il mantenimento dei caratteri storici e tipologici legati alla
tradizione degli edifici, in ragione dei relativi caratteri di durevolezza,
efficienza energetica e salubrità;
e) utilizzano materiali naturali, con particolare riferimento a
quelli di provenienza locale, per salvaguardare i caratteri storici e
tipologici della tradizione costruttiva locale;
f) promuovono e sperimentano sistemi edilizi a costi contenuti in
riferimento al ciclo di vita dell’edificio, attraverso l’utilizzo di
metodologie innovative e/o sperimentali;
g) adottano soluzioni planimetriche degli organismi edilizi e
degli spazi aperti tenendo conto del percorso apparente del sole e dei venti
dominanti e usano piante autoctone a foglia caduca, idonee a garantire l’ombreggiamento
durante la stagione estiva e il soleggiamento durante quella invernale;
h) incentivare le iniziative di formazione ed informazione
finalizzate alla sensibilizzazione dei cittadini relativamente all’importanza
dell’utilizzo delle tecniche di bioedilizia e bioarchitettura, nell’ambito
delle ristrutturazioni edilizie e delle nuove costruzioni;
i) favorire gli interventi di edilizia ecologica sempre nel
rispetto dei criteri di progettazione integrata, che si basi sugli elementi
locali, ambientali, climatici e storici dell’area oggetto di trasformazione.
2. Ai fini della presente legge, sono definiti altresì:
a) fattori climatici: le precipitazioni atmosferiche, la
temperatura dell’aria, l’umidità, l’irradiazione solare, la ventosità, che
agiscono sull’edificio e di cui occorre tener conto nella progettazione;
b) fattori ambientali naturali: la topografia, il suolo, il
sottosuolo, le risorse idriche, il verde, l’aria, che interagiscono con il
progetto modificandosi;
c) fattori di rischio ambientale artificiali: l’inquinamento dell’aria,
del suolo e dell’acqua, nonché le alterazioni dell’ambiente prodotte da
sorgenti sonore, campi elettromagnetici, radon e dispersione notturna della
luce verso la volta celeste;
d) valutazione del ciclo di vita di un edificio o di un prodotto:
"impatto prodotto sull’ambiente nel corso della sua storia, dalle fasi di
estrazione e lavorazione delle materie prime alla fabbricazione, trasporto,
distribuzione, uso ed eventuale riuso, nonché raccolta, stoccaggio, recupero e
smalti mento finale che ne deriva.
CAPO II
(Funzioni e azioni)
Art. 3
(Funzioni della Regione, delle
Province e dei Comuni)
1. Per perseguire gli obiettivi di cui all’articolo 1
a) incentivazione degli interventi di edilizia sostenibile nell’ambito
dei propri piani e programmi e nella verifica degli strumenti di governo del
territorio di cui all’articolo 4, anche attraverso il controllo di
compatibilità ambientale previsto dalla legge regionale 16 aprile 2002, n. 19
(Norme per la tutela, governo ed uso del territorio -Legge Urbanistica della
Calabria BURC n. 7 del 16 aprile 2002, supplemento straordinario n. 3) e
successive modifiche e integrazioni;
b) promozione di interventi di salvaguardia delle risorse idriche
e approvazione delle linee guida per il risparmio idrico di cui all’articolo 5;
c) promozione di interventi finalizzati al risparmio energetico e
individuazione di criteri e modalità di approvvigionamento delle risorse energetiche
a uso delle strutture edilizie di cui agli articoli 6 e 7;
d) redazione di un capitolato di tipo prestazionale e di un
prezzario per la realizzazione degli interventi oggetto della presente legge,
secondo i criteri di cui all’articolo 8;
e) approvazione e aggiornamento del sistema di certificazione
energetico-ambientale di cui all’articolo 9, compreso l’accreditamento dei
soggetti che svolgono le attività per la certificazione;
f) approvazione e aggiornamento del disciplinare tecnico e delle
linee guida per la valutazione energetico-ambientale degli edifici di cui all’articolo
10;
g) definizione di criteri e modalità per accedere agli incentivi
di cui all’articolo 12;
h) formazione professionale di operatori pubblici e privati di cui
all’articolo 14, nonché dei soggetti accreditati a svolgere le attività di
certificazione di cui all’articolo 9;
i) irrogazione delle sanzioni ai sensi dell’articolo 15.
2. Le Province concorrono al perseguimento delle finalità di cui
all’articolo 1 attraverso:
a) l’incentivazione degli interventi di edilizia sostenibile nell’ambito
dei propri piani e programmi;
b) la formazione professionale di operatori pubblici e privati di
cui all’articolo 14.
3. I Comuni esercitano in particolare le funzioni concernenti:
a) la realizzazione di strumenti di governo del territorio e l’integrazione
di quelli esistenti secondo i contenuti della presente legge entro sei mesi
dall’approvazione del Regolamento di attuazione. Decorso inutilmente tale
termine, le definizioni contenute nella legge regionale sostituiscono le
difformi definizioni dei regolamenti edilizi comunali;
b) la concessione di incentivi ai sensi dell’articolo 12;
c) il monitoraggio, la verifica e il controllo, di concerto con
d) la revoca dei titoli abilitativi ai sensi dell’articolo 15,
comma 2.
4.
5.
Art. 4
(Sostenibilità ambientale negli
strumenti di governo del territorio)
1. Gli strumenti di governo del territorio, dal livello regionale
fino alla pianificazione esecutiva a scala comunale, comunque denominati,
compresi i programmi comunitari e i programmi di riqualificazione urbana,
devono contenere le indicazioni necessarie a perseguire e promuovere gli
obiettivi di sostenibilità delle trasformazioni territoriali e urbane di cui
all’articolo 1, anche in coerenza con le disposizioni della legge urbanistica
regionale e delle linee guida in materia di pianificazione territoriale.
2. Il processo di pianificazione deve individuare criteri di
sostenibilità atti a garantire:
a) lo sviluppo armonico del territorio, dei tessuti urbani e delle
attività produttive;
b) la compatibilità dei processi di trasformazione e uso del suolo
con la sicurezza, l’integrità fisica e con la identità storico-culturale del
territorio;
c) la valorizzazione delle risorse identitarie e delle produzioni
autoctone per un sano e durevole sviluppo locale;
d) il miglioramento della qualità ambientale, architettonica e
della salubrità degli insediamenti;
e) la riduzione della pressione degli insediamenti sui sistemi
naturalistico-ambientali, attraverso opportuni interventi di mitigazione degli
impatti;
f) la riduzione del consumo di nuovo territorio, evitando l’occupazione
di suoli ad alto valore agricolo e/o naturalistico, privilegiando il
risanamento e recupero di aree degradate e la sostituzione dei tessuti
esistenti ovvero la loro riorganizzazione e riqualificazione per migliorarne la
qualità e la sostenibilità ambientale.
3. Il perseguimento dei criteri di sostenibilità ambientale
avviene attraverso la previsione di accurate ricognizioni delle risorse
territoriali e ambientali, nei piani e nei programmi di ogni livello, allo
scopo di valutare le implicazioni ambientali dei processi di trasformazione del
territorio. Dette ricognizioni comprendono:
a) analisi dei fattori ambientali naturali e dei fattori climatici
del territorio (dati igrotermici, pluviometrici, di soleggiamento corredate
delle relative rappresentazioni cartografiche);
b) analisi delle risorse ambientali, idriche ed energetiche, con
particolare riferimento alle fonti rinnovabili;
c) analisi dei fattori di rischio ambientale e naturale di natura
antropica, corredate delle relative rappresentazioni cartografiche;
d) analisi delle risorse e delle produzioni locali.
4. Per garantire migliori condizioni microclimatiche degli
ambienti insediativi, i piani e i programmi di cui al comma 1 devono contenere
norme, parametri, indicazioni progettuali e tipologiche che garantiscano il
migliore utilizzo delle risorse naturali e dei fattori climatici, nonché la
prevenzione dei rischi ambientali, in particolare attraverso:
a) le sistemazioni esterne agli interventi con copertura naturale
in grado di mitigare l’effetto noto come "isola di calore", nonché di
conservare quanto possibile la naturalità e la permeabilità del sito;
b) le sistemazioni esterne delle aree a destinazione
monofunzionale o mista industriale, artigianale, commerciale, direzionale e
residenziale, con piantumazione di masse boschive lineari (barriere) lungo le
sorgenti inquinanti lineari (specie strade), per assorbire le emissioni
inquinanti in atmosfera e il rumore;
c) gli indici di permeabilità dei suoli, limitando la presenza di
manufatti interrati e favorendo la previsione di pavimentazioni realizzate con
materiali drenanti e autobloccanti cavi;
d) il "minimo deflusso vitale" per il bilancio idrico
del territorio oggetto di intervento;
e) gli indici di densità arborea e arbustiva, indicando specie
autoctone e coerenti con le caratteristiche dei contesti;
f) indicazioni progettuali e tipologiche che:
1. tengano conto dei coefficienti di albedo medio del paesaggio,
ossia che considerino la riflessione della radiazione solare verso l’edificio;
2. usino materiali da costruzione con coefficienti di riflessione
finalizzati al miglioramento del microclima in esterno;
3. considerino la geometria degli ostacoli fisici (altri edifici,
elementi del paesaggio) che influiscono sui guadagni solari per effetto di
ombreggiamento o riflessione della radiazione;
4. privilegino forme compatte e condizioni di esposizione e
orientamento degli edifici tali da migliorarne l’efficienza energetica.
5. Gli Enti locali nell’ambito della redazione degli strumenti
urbanistici generali ed esecutivi devono declinare i temi della presente legge
regionale in cartografie di settore, riferite agli ambiti di applicazione
individuati e forniti di dati georeferenziati e di contenuto alle differenti
scale e già in uso con la redazione della cartografica del A.T.R. della legge
urbanistica della Calabria 16 aprile 2002, n.
a)
la carta dei contesti localizzati, riferita alle zone climatiche
di carattere Mediterraneo, con indicazione delle diverse condizioni di
localizzazione s.l.m. con riferimento alle fasce d’influenza dei caratteri
locali di soleggiamento, ventosità e permeabilità dei suoli, del territorio
semiurbano costiero, del territorio urbanizzato di fondovalle/pedemontano, del
territorio insediato montano;
la carta delle potenzialità energetiche, ivi comprese le biomasse;
b)
la carta dei rischi ambientali artificiali, con in evidenza: cave,
impianti di smaltimento rifiuti, dighe, siti industriali commerciali ad alto
rischio ambientale, centrali e linee elettriche a media ed alta tensione,
sorgenti puntuali e diffuse d’inquinamento elettromagnetico, ambientale ed
acustico;
la carta dei rischi ambientali naturali, nella quale sono rappresentate
in particolare la vulnerabilità dei suoli e degli acquiferi, compresi il regime
delle acque e la presenza di Radon;
la carta dei fattori climatici, con in evidenza i dati
igrotermometrici delle diverse aree;
c) il Comune deve predisporre ed aggiornare i propri strumenti
esistenti di regolamento ed attuazione:
la carta del soleggiamento e dell’azione dei flussi ventosi, con
in evidenza la mappatura dei singoli comparti e quartieri, riferiti all’orientamento,
all’orografia, l’altezza degli edifici esistenti, con indicazione alla
radiazione solare diretta e totale nelle differenti performance stagionali e
condizioni orarie, ed all’azione dei flussi ventosi;
la carta delle potenzialità energetiche con riferimento alla
mappatura favorevole di incidenza ed approvvigionamento delle fonti
rinnovabili;
le revisioni del regolamento edilizio urbano e comunale ai fini di
adeguarlo a quanto previsto dalla presente legge regionale.
6. Le carte di cui al precedente comma dovranno essere basate su
dati sperimentali raccolti all’interno del territorio di definizione o, qualora
ciò non sia possibile, dovranno prendere a riferimento i dati definiti da enti
di ricerca accreditati nazionali od europei.
CAPO III
(Strumenti attuativi)
Art. 5
(Risparmio idrico)
1.
a) la predisposizione di misure atte a verificare la qualità e l’efficienza
delle reti di distribuzione anche attraverso il monitoraggio dei consumi;
b) l’individuazione di standard ottimali di riferimento per i
consumi di acqua potabile e per gli scarichi immessi nella rete fognaria e i
relativi sistemi di controllo;
c) la promozione dell’utilizzo di tecniche di depurazione
naturale;
d) l’utilizzo di tecniche per il recupero delle acque piovane e
grigie.
2. Negli interventi di nuova costruzione e di ristrutturazione
degli edifici esistenti di cui alle lettere e) ed f) del comma 1 dell’articolo
3 del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380 (Testo
unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia), è
previsto, salvo motivata e circostanziata richiesta di esclusione
specificamente assentita dal Comune, "utilizzo delle acque piovane per gli
usi compatibili tramite la realizzazione di appositi sistemi di raccolta,
filtraggio ed erogazione integrativi.
3. I criteri di cui al comma 1 sono definiti con apposito
regolamento.
Art. 6
(Risparmio energetico)
1.
a) l’individuazione di standard ottimali di riferimento per i
consumi energetici destinati al condizionamento invernale ed estivo degli
ambienti, alla produzione di acqua calda sanitaria e all’illuminazione;
b) la valorizzazione delle risorse territoriali e ambientali;
c) la valorizzazione dell’integrazione sito-involucro;
d) gli interventi sull’albedo e uso del verde per diminuire l’effetto
"isola di calore";
e) gli interventi sugli involucri;
f) gli interventi sugli impianti;
g) gli interventi sui sistemi di illuminazione.
2. I criteri di cui al comma 1 sono definiti, con apposito regolamento,
in coerenza con i contenuti del D.lgs. 192/2005 modificato ed integrato dal
decreto legislativo 29 dicembre 2006, n. 311, e con gli indirizzi del Piano
energetico ambientale regionale.
Art. 7
(Approvvigionamento energetico)
1.
a) l’applicazione estesa delle fonti energetiche rinnovabili, sia
per la produzione di energia termica che di energia elettrica, anche attraverso
sistemi centralizzati;
b) l’applicazione di sistemi di riscaldamento centralizzati per
singoli edifici o per gruppi di edifici;
c) l’applicazione di sistemi funzionanti in cogenerazione/trigenerazione
dimensionati coerentemente con le esigenze di fabbisogno energetico del sistema
territoriale interessato;
d) la previsione di integrazione degli impianti di cui alle
lettere precedenti con le strutture degli edifici o del quartiere.
2. I criteri di cui al comma 1 sono definiti, con apposito
regolamento, in coerenza con i contenuti del D.lgs. 192/2005 e successivi
aggiornamenti e integrazioni e con gli indirizzi del Piano energetico
ambientale regionale e con riferimento ai piani energetici provinciali ed i
piani energetici comunali, ove predisposti e vigenti.
Art. 8
(Criteri di selezione dei
materiali da costruzione)
1. Nella realizzazione degli interventi di cui alla presente legge
è previsto l’uso di materiali, di componenti edilizi e di tecnologie
costruttive che:
a) siano ecologicamente compatibili, sulla base di requisiti di
valutazione definiti dal disciplinare tecnico e dalle linee guida di cui all’articolo
10, considerando in particolare la loro natura di materie prime rinnovabili, il
contenuto consumo energetico richiesto ai fini della loro estrazione,
produzione, distribuzione e smaltimento;
b) consentano di recuperare tradizioni produttive e costruttive
locali legate ai caratteri ambientali dei luoghi;
c) siano riciclabili, riciclati, di recupero, di provenienza
locale e contengano materie prime rinnovabili e durevoli nel tempo o materie
prime riciclabili;
d) siano caratterizzati da ridotti valori di energia e di
emissioni di gas serra inglobati;
e) rispettino il benessere e la salute degli abitanti.
2. I requisiti di qualità di cui al comma 1 costituiscono i
criteri per la redazione del capitolato e del prezzario di cui alla lettera d)
del comma 1 dell’articolo 3.
Art. 8 bis
(Gestione del ciclo dei rifiuti
derivanti dai processi edili)
1.
a) la definizione di parametri tecnici che permettano di
classificare la sostenibilità ambientale dell’opera anche in relazione ai cicli
di dismissione della medesima alla fine del ciclo di vita;
b) la definizione di regole tecniche per la progettazione delle
opere e dei cantieri e per l’organizzazione di quest’ultimi che migliorino la
gestione del ciclo dei rifiuti e favoriscano le pratiche del riciclaggio sia
durante la costruzione sia durante la dismissione delle opere edili;
c) la definizione e l’individuazione delle modalità e dei criteri
per il ciclo di recupero dei rifiuti nel più ampio processo edilizio pubblico e
privato;
d) l’attivazione di Accordi di Programma ai sensi del D.lgs. n.
152 e s.m.i. quale strumento per promuovere e favorire le azioni coordinate in
materia ambientale della Pubblica Amministrazione e dei soggetti privati e
delle associazioni di categoria;
e) le modalità ed i criteri di gestione dei rifiuti da
demolizione, costruzione e sbancamento, in modo efficace, efficiente, economico
e trasparente, basandosi sulla cooperazione di tutti i soggetti pubblici e
privati coinvolti nel ciclo dei rifiuti;
f) le modalità ed i criteri per la promozione e l’incentivazione
di sistemi e processi finalizzati alla gestione sostenibile del ciclo dei rifiuti
da demolizione, costruzione e sbancamento;
g) i criteri tecnici di selezione e trattamento dei materiali
derivanti dal processo di riciclo per la re immissione come materie prime all’interno
dei processi di fabbricazione e la loro definizione come materiali
ecosostenibili;
h) la promozione di utilizzo di tecniche e tecnologie che meglio
favoriscano i processi di riciclaggio al termine della vita utile delle opere
edili;
i) la promozione di attività di ricerca e sensibilizzazione nell’ambito
dei processi di riciclo e smaltimento dei rifiuti derivanti dalle attività
edili;
j) le modalità ed i criteri per la promozione e l’incentivazione
dell’utilizzo dei materiali di riciclo nelle opere edili al fine di perseguire
gli obiettivi di cui all’articolo 181 del D.lgs. n. 152/2006 e s.m.i.
2. I criteri di cui al comma 1 sono definiti con apposito
regolamento.
CAPO
IV
(Certificazione,
disciplinare e linee guida)
Art. 9
(Certificazione
di sostenibilità degli edifici)
1. La
certificazione della sostenibilità degli edifici è un sistema di procedure
univoche e normalizzate che utilizza le modalità e gli strumenti di valutazione
di cui all’articolo 10, valutando sia il progetto sia l’edificio realizzato
nelle fasi di costruzione e di esercizio.
2. La
certificazione di cui al comma
3. Il
certificato di sostenibilità degli edifici è rilasciato da un professionista
abilitato o da una organizzazione accreditata ai sensi del comma 4, lettera b),
estranei alla progettazione e alla direzione lavori, su richiesta del
proprietario dell’immobile o del soggetto attuatore dell’intervento. Il
risultato della certificazione, sotto forma di apposita targa, è affisso nell’
edificio in luogo visibile.
4.
a) il
sistema di procedure per la certificazione di sostenibilità degli edifici, per
l’effettuazione dei controlli e l’irrogazione delle eventuali sanzioni,
compresa la relativa modulistica;
b) il
sistema di accreditamento dei soggetti abilitati al rilascio della
certificazione.
5.
6. Nel
caso in cui dagli accertamenti effettuati risultino difformità, il Comune:
a) ingiunge
al proprietario o al soggetto attuatore dell’intervento di effettuare i lavori
necessari per rendere uniforme l’edificio a quanto dichiarato;
b) qualora
non si raggiungesse la conformità, revoca la certificazione rilasciata.
Art.
10
(Disciplinare
tecnico e linee guida)
1.
2. Il
disciplinare tecnico contiene i requisiti di riferimento identificati in
apposite aree di valutazione, il metodo di verifica delle prestazioni riferite
ai requisiti e il sistema di valutazione degli stessi, nonché la loro
ponderazione in relazione alle particolari esigenze ambientali del territorio
regionale. Il disciplinare è finalizzato a valutare e certificare il livello di
sostenibilità degli interventi edilizi, anche ai sensi dell’articolo 4 del D.lgs.
192/2005 e successive modifiche e integrazioni, nonché dei regolamenti
regionali in materia, a definire le priorità e a graduare gli incentivi economici,
nonché a stabilire delle soglie minime al di sotto delle quali non è previsto
il rilascio di certificazioni e l’accesso agli incentivi previsti. Il
disciplinare tecnico costituisce riferimento per l’elaborazione e l’integrazione
degli strumenti edilizi e urbanistici comunali.
3. I
requisiti previsti nel disciplinare tecnico, identificati in aree di
valutazione, si riferiscono in particolare:
a) alla
qualità ambientale degli spazi esterni;
b) al
risparmio delle risorse naturali;
c) alla
riduzione dei carichi ambientali;
d) alla
qualità ambientale degli spazi interni;
e) alla
qualità della gestione e del servizio;
f) all’integrazione
con il sistema della mobilità collettiva.
4. Il
sistema di valutazione definito nel disciplinare tecnico deve:
a) consentire
la valutazione del livello di sostenibilità ambientale degli edifici definendo
la prestazione minima di riferimento di ciascuna area di valutazione e di
ciascun criterio di cui al comma
b) comprendere
un sistema di ponderazione dei requisiti di cui sopra che consenta di definire
le priorità delle diverse problematiche ambientali considerate;
c) consentire
l’attribuzione di un punteggio di prestazione dell’edificio che permetta la
valutazione analitica del livello di sostenibilità ambientale;
d) comprendere,
per quanto riguarda i requisiti energetici, un sistema di classificazione degli
edifici nel sistema di certificazione energetica.
5. Le
linee guida di spiegazione e accompagnamento del disciplinare tecnico
contengono in particolare:
a) le
indicazioni per effettuare l’analisi del sito, che comprende l’analisi dei
fattori climatici e ambientali, nonché dei relativi rischi;
b) le
spiegazioni dettagliate sulle modalità di applicazione del disciplinare
tecnico, compresi i metodi di calcolo e gli strumenti di verifica riferiti a
ogni requisito, le strategie di riferimento e alcuni esempi di possibili
soluzioni tecniche;
c) la
modulistica e i sistemi di calcolo informatizzati per la semplificazione delle
procedure di verifica.
CAPO V
(Parametri
edilizi e incentivi)
Art.
11
(Calcolo
degli indici e dei parametri edilizi)
1. Anche
in deroga a quanto disposto dai regolamenti edilizi comunali, salvo quanto
previsto dalla normativa sismica e dalle norme inerenti la difesa del suolo e
la tutela del paesaggio, per le nuove costruzioni e per il recupero degli
edifici esistenti ai sensi della presente legge non sono considerati nel
computo per la determinazione dei volumi, delle superfici, delle distanze e nei
rapporti di copertura, fermo restando il rispetto delle distanze minime
previste dalla normativa statale:
a) il
maggiore spessore delle murature esterne, siano esse tamponature o muri
portanti, oltre i trenta centimetri;
b) il
maggior spessore dei solai intermedi e di copertura oltre i venti centimetri;
c) le
serre solari, per le quali sussista atto di vincolo circa tale destinazione e
che abbiano dimensione comunque non superiore al quindici per cento della
superficie utile delle unità abitative realizzate;
d) tutti
i maggiori volumi e superfici necessari al miglioramento dei livelli di
isolamento termico e acustico o di inerzia termica, o finalizzati alla
captazione diretta dell’energia solare, o alla realizzazione di sistemi di ombreggiamento
alle facciate nei mesi estivi o alla realizzazione di sistemi per la
ventilazione e il raffrescamento naturali. Al fine di consentire la migliore
insolazione degli edifici e favorire l’utilizzo di energia solare, sono
consentite modificazioni delle altezze massime di colmo e di gronda nonché
delle linee di pendenza delle falde in cui l’altezza massima sia comunque
inferiore a metri 2,15 ridotta a metri 1,95 per i comuni posti a quota
superiore a metri 800 slm, calcolata come media delle altezze della porzione di
sottotetto di altezza maggiore a metri 1,5.
2. Le
disposizioni di cui al comma 1 si applicano anche:
a) alle
variazioni delle altezze massime, nonché alle distanze dai confini e dalle
strade e tra gli edifici, qualora non comportino ombreggiamento delle facciate
di terzi;
b) al
computo della superficie utile e non residenziale in riferimento alla
determinazione dei limiti massimi di costo per l’edilizia residenziale
sovvenzionata e agevolata.
3. Per
il recupero degli edifici esistenti resta ferma la salvaguardia di elementi
costruttivi e decorativi di pregio storico e artistico, nonché di allineamenti
o conformazioni diverse, orizzontali, verticali e delle falde dei tetti che
caratterizzano le cortine di edifici urbani e rurali di antica formazione.
4. La
deroga di cui al comma 1 si applica anche ai fini del calcolo della volumetria
e delle superfici urbanistiche per la determinazione del contributo di
costruzione e degli standard urbanistici.
5. Ai
fini del rilascio dei provvedimenti autorizzativi, comunque denominati,
coerenti con i requisiti di sostenibilità ambientale previsti dalla presente
legge, è allegata apposita documentazione tecnica che definisca il
soddisfacimento dei requisiti secondo quanto stabilito nel disciplinare tecnico
ai sensi dell’articolo 10, commi 2, 3 e 4.
6. Per
interventi sugli edifici costruiti o modificati ai sensi della presente legge,
non è consentita la riduzione degli spessori e la trasformazione dei volumi
realizzati ai sensi del comma 1.
7. I
regolamenti edilizi comunali dovranno essere adeguati in modo da definire
modalità di installazione di impianti tecnologici per il risparmio energetico
come attività libere non soggette a permesso di costruire, D.I.A. o S.C.I.A.. E’
fatta salva la possibilità di individuare, con idoneo provvedimento,
particolari zone del territorio comunale per le quali i suddetti interventi
possono essere assoggettati a S.C.I.A. o D.I.A.
Art.
12
(Incentivi)
1. I
comuni devono prevedere, in favore di coloro che effettuano interventi di
edilizia sostenibile secondo i requisiti fissati dal regolamento e dal disciplinare
tecnico di cui all’articolo 10, le seguenti opzioni:
a) riduzione
degli oneri di urbanizzazione secondaria o del costo di costruzione di cui agli
articoli 16 e 17 del D.P.R. 380/2001 in misura crescente, partendo da un minimo
del trenta per cento, a seconda dei livelli di risparmio energetico, di qualità
ecocompatibile dei materiali e delle tecnologie costruttive utilizzate, di
risparmio idrico e di altri requisiti di sostenibilità energetico-ambientale di
cui alla presente legge, secondo quanto previsto nel regolamento di esecuzione
ed attuazione;
b) eventuale
riduzione dell’ICI e di altre imposte comunali sugli immobili, compatibilmente
con le vigenti norme in materia;
c) incrementi
da un minimo del dieci per cento ad un massimo del venti per cento del volume
consentito dagli strumenti urbanistici vigenti, al netto delle murature, per
gli interventi di nuova edificazione e di ampliamento, di sostituzione e di
ristrutturazione degli edifici esistenti, compatibilmente con i caratteri
culturali e ambientali degli edifici e dei luoghi e nel rispetto dei limiti di
densità edilizia e distanza fra i fabbricati fissati dal decreto ministeriale 2
aprile 1968, n. 1444 (Limiti inderogabili di densità edilizia, di altezza, di
distanza fra i fabbricati e rapporti massimi tra spazi destinati agli
insediamenti residenziali e produttivi e spazi pubblici o riservati alle
attività collettive, al verde pubblico o a parcheggi da osservare ai fini della
formazione dei nuovi strumenti urbanistici o della revisione di quelli
esistenti, ai sensi dell’articolo 17 della legge 6 agosto 1967, n. 765), e
delle quantità complessive minime fissate dall’articolo 41 sexies della legge
17 agosto 1942, n. 1150 (legge urbanistica) e successive modifiche e
integrazioni. Tali incrementi non costituiscono variante agli strumenti
urbanistici generali.
2. Gli
incentivi previsti dal comma 1 devono essere graduati dai comuni in modo tale
da favorire la sostituzione di edifici e la riqualificazione di quartieri
caratterizzati da elevati livelli di inefficienza energetica e incompatibilità
ambientale opportunamente diagnosticati, escludendo edifici e contesti urbani
storici di valenza ambientale, culturale e architettonica.
3.
4. Gli
incentivi previsti dal presente articolo sono cumulabili con altri contributi
compatibilmente con i criteri di cumulabilità previsti dagli incentivi
nazionali.
Art.
13
(Contributi
regionali)
1. Nella
concessione dei contributi per la formazione di strumenti urbanistici o di
pianificazione,
2. I
finanziamenti regionali, statali e comunitari riguardanti la realizzazione o il
recupero degli immobili sono assegnati prioritariamente agli interventi
certificati ai sensi della presente legge o che rispondano ai criteri e ai
requisiti contenuti nella presente legge.
3.
4.
CAPO
VI
(Attività
di formazione, informazione e sanzioni)
Art.
14
(Formazione
e informazione)
1. Ai
fini della diffusione della conoscenza dei principi di sostenibilità delle
costruzioni edilizie, nonché ai fini del rilascio delle certificazioni di cui
all’articolo 9,
a) corsi
di formazione professionale rivolti agli Enti locali, alle imprese e ai liberi
professionisti;
b) concorsi
di idee o di progettazione, anche in collaborazione con le amministrazioni
locali, per la realizzazione di interventi edilizi sostenibili sia pubblici sia
privati;
c) progetti
pilota in aree sensibili finalizzati a divulgare le problematiche del risparmio
energetico e della sostenibilità ambientale in edilizia e nel governo del
territorio.
2. Per
le finalità di cui al comma 1, lettera a), gli enti possono utilizzare le
risorse assegnate alla formazione professionale nel rispetto della relativa
normativa.
Art.
15
(Sanzioni)
1. I
soggetti abilitati al rilascio della certificazione di cui all’articolo 9 decadono
dall’accreditamento nel caso vengano meno i requisiti stabiliti per l’accreditamento
medesimo, ovvero nel caso di rilascio di certificazioni illegittime ai sensi
del comma 2 del presente articolo e
2. Qualora
dall’effettuazione dei controlli sugli edifici di cui all’articolo 3, comma 3,
lettera c), e articolo 9, comma 3, risultino irregolarità documentali ovvero la
non conformità delle opere realizzate alle risultanze progettuali, non sanabili
o non sanate ai sensi dell’articolo 9, comma 6, lettera a),
3. Nei
casi di cui al comma 2 sono altresì revocati gli eventuali incentivi concessi a
norma dell’articolo 12.
Art.
16
(Osservatorio
politiche abitative)
1. Presso
l’“Osservatorio sulle politiche abitative”, già attivato nell’ambito del
settore che opera in materia di politiche per la casa presso il dipartimento
competente, è istituito il Centro Regionale per l’applicazione dei protocolli
di valutazione della sostenibilità degli edifici, delle linee guida e dei
regolamenti di attuazione della presente legge.
2. L’Osservatorio
svolge compiti di sostegno ed incentivazione delle politiche sulla
sostenibilità degli edifici, ed in particolare:
a) predispone
il disciplinare tecnico e le linee guida per la valutazione degli edifici
residenziali e per gli interventi di recupero di cui all’articolo 10;
b) definisce
e propone le procedure e le modalità per l’irrogazione delle sanzioni di cui
all’articolo 15;
c) predispone
criteri, tempi e modalità per gli eventuali incentivi di cui all’articolo 12;
d) predispone
gli atti per l’adozione del prezzario di cui all’articolo 8, comma 2;
e) istituisce
uno sportello informativo sull’edilizia sostenibile, mediante la creazione di
uno specifico portale internet, anche attraverso convenzioni con gli enti
interessati che agiscono sul territorio;
f) provvede
all’aggiornamento delle banche dati relative all’Osservatorio delle
trasformazioni territoriali, previsto nell’ambito del S.I.T.O., di cui all’articolo
8 della legge regionale 19/2002, effettuando il monitoraggio e le relative
comunicazioni agli altri dipartimenti interessati ed in particolare competenti
in materia di urbanistica e governo del territorio.
3. Presso
l’Osservatorio viene tenuto un elenco dei certificatori abilitati al rilascio
della certificazione energetica obbligatoria e sulla sostenibilità ambientale,
ai sensi dell’articolo 6 del decreto legislativo 19 agosto 2005, n.192 e successive
modifiche e integrazioni. Sono riconosciuti soggetti certificatori i
professionisti che possiedono i requisiti per l’iscrizione all’elenco dei
soggetti abilitati alla certificazione previsti dall’articolo 4 del decreto
legislativo 19 agosto 2005, n.192 e dall’allegato III del decreto legislativo
115/2008.
CAPO
VII
(Disposizioni
finanziarie e finali)
Art.
17
(Norma
finanziaria)
1. Agli
oneri derivanti dall’attuazione della presente legge, quantificati per l’esercizio
finanziario
2. La
disponibilità finanziaria di cui al comma precedente è utilizzata nell’esercizio
in corso ponendo la competenza della spesa in apposita UPB, della spesa del
bilancio 2011.
3. Per
gli anni successivi, alla copertura finanziaria degli oneri previsti dall’attuazione
della presente legge, si provvede nei limiti consentiti dalla disponibilità di
risorse autonome con la legge di approvazione del bilancio della Regione e con
la collegata legge finanziaria che l’accompagna.
4.
Art.
18
(Disposizioni
transitorie e finali)
1. Entro
sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente Legge
a) individua
i criteri e le modalità per il risparmio idrico di cui all’articolo 5;
b) adotta
il disciplinare tecnico e linee guida per la valutazione degli edifici
residenziali di cui all’articolo 10;
c) stabilisce
i criteri, i tempi e le modalità per gli incentivi di cui all’articolo 12.
2. Entro
sei mesi dalla data di entrata in vigore del Regolamento di attuazione,
a) predispone
il prezzario di cui all’articolo 8, comma 2;
b) definisce
il sistema di certificazione di cui all’articolo 9 e determina i criteri e le
modalità per l’accreditamento dei soggetti ai fini della certificazione medesima,
nonché le modalità per l’effettuazione dei controlli;
c) adotta
il disciplinare tecnico e le linee guida per gli interventi di recupero degli
edifici residenziali di cui all’articolo 10;
d) definisce
le procedure e le modalità di dettaglio per la irrogazione delle sanzioni di
cui all’articolo 15.
3. Fino
all’approvazione del sistema di certificazione regionale resta fermo quanto
stabilito dall’articolo 6, comma 1, del D.lgs. 192/2005 e successive modifiche
e integrazioni e dal r.r. 24/2007.
Art.
19
(Clausole
valutative)
1. Trascorsi
tre anni dall’entrata in vigore della presente legge e con cadenza almeno
triennale,
a) tipologia
ed entità dei contributi concessi ai sensi dell’articolo 13 e l’indicazione
della natura dei soggetti beneficiari e della tipologia degli interventi;
b) tipologia
e numero degli strumenti cartografici adottati dagli Enti locali e finanziati
ai sensi dell’articolo 4;
c) percentuale
di incidenza degli incentivi sullo sviluppo degli interventi a carattere
provinciale e regionale;
d) in
quali provvedimenti legati a finanziamenti e programmi operativi europei,
nazionali e regionali, è stata data priorità in termini di sostenibilità ed
efficienza energetica per gli interventi sul territorio;
e) rapporto
tra dati relativi alla formazione delle qualifiche professionali specifiche e
domanda di mercato;
f) valutazione
dell’impatto del dettato normativo sul settore della produzione dei materiali e
delle costruzioni;
g) criticità
e livelli di resistenza all’applicazione della norma: adeguamenti ed
aggiornamenti.
Art. 20
(Entrata
in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della
sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
Art. 1
(Modifica all’allegato C
"Elenco fonti normative in materia di «Istruzione, Cultura e Beni
culturali")
1. Nell’allegato C "Elenco fonti normative in materia di
«Istruzione, Cultura e Beni culturali" della legge regionale 10 agosto
2011, n. 29, il riferimento alla legge regionale 29 dicembre 2004, n. 33
"Norme in favore dei calabresi nel mondo e sul coordinamento delle
relazioni esterne", inserito al punto 48) dell’allegato, è soppresso.
Art. 2
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello
della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.