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IX^ LEGISLATURA

 

RESOCONTO INTEGRALE

 

24.

 

SEDUTA DI LUNEDI’ 17 OTTOBRE 2011

 

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FRANCESCO TALARICO E DEL VICEPRESIDENTE ALESSANDRO NICOLO’

 

 

Presidenza del Presidente Francesco Talarico

La seduta inizia alle 13,31

PRESIDENTE

Diamo inizio ai lavori. La parola all’onorevole Pacenza, per la lettura del verbale della seduta precedente.

Salvatore PACENZA, Segretario Questore f.f.

Legge il verbale della seduta precedente.

(E’ approvato)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Legge le comunicazioni.

(Sono riportate in allegato)

Annunzio di interrogazioni

Salvatore PACENZA, Segretario Questore f.f.

Legge le interrogazioni presentate alla Presidenza.

(Sono riportate in allegato)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Abbiamo concluso le comunicazioni, se i consiglieri si accomodano iniziamo la seduta odierna.

In Conferenza dei capigruppo abbiamo concordato di discutere dei  fondi comunitari e, subito dopo, di una proposta di legge che lei, onorevole Dattolo, aveva indicato la volta scorsa e che il Consiglio – attraverso la mia persona – aveva preso l’impegno di trattare oggi inerente l’abitare sostenibile.

Finita la discussione sui fondi comunitari tratteremo questa legge per volontà unanime di tutta la Conferenza dei capigruppo.

Fondi comunitari europei – Dibattito

PRESIDENTE

Se i consiglieri si accomodano, iniziamo con il primo punto all’ordine del giorno: il dibattito sui fondi comunitari.

La parola, per la relazione introduttiva, all’assessore al bilancio e alla programmazione comunitaria, Mancini.

Prego i colleghi consiglieri di fare attenzione.

Giacomo MANCINI, assessore al bilancio e alla programmazione comunitaria

Grazie, signor Presidente, consiglieri, sullo stato di attuazione del Por Calabria, Fesr 2007-2013, l’Aula è stata informata dettagliatamente e minuziosamente qualche tempo fa.

Di conseguenza, oggi mi limiterò a fornire alcuni dati, alcune cifre ed alcuni utili chiarimenti rispetto alla materia di mia competenza e a me delegata dal Governatore Scopelliti. Come poi, naturalmente, i consiglieri sanno, rispetto ai fondi europei, mi è stata delegata la competenza sul fondo Fesr.  Il fondo Fse e quello che riguarda l’agricoltura sono delegati ad altri colleghi che, se l’Aula vorrà, potranno informare sul loro egregio ed importante lavoro.

Io, come è ovvio, mi atterrò a quanto di mia competenza.

Quindi, qualche numero. La dotazione finanziaria complessiva del Por Calabria Fesr 2007-2013 è pari a 2 miliardi 998 milioni circa. Questa dotazione è ripartita in 9 assi prioritari.

Alla data del 5 settembre 2011 i dati validati dal sistema informativo Igrue B.D.U. a valere sul Por Calabria Fesr registrano il seguente avanzamento finanziario: gli impegni giuridicamente vincolanti sono 1 miliardo 99 milioni circa pari al 36,67 per cento del costo programmato con un avanzamento rispetto ai dati presentati al Comitato di sorveglianza che – come probabilmente i colleghi ricorderanno, si è svolto nella città di Reggio Calabria il 14 giugno scorso – è pari a 180 milioni 744 mila.

I pagamenti, invece, ammontano a 309 milioni 134 mila 439,57 euro pari al 10,31 per cento del costo programmato con un avanzamento rispetto ai dati presentati nello stesso Comitato di sorveglianza pari a 22 milioni 536 mila 905,31 euro.

Da questi dati si evince che la capacità di impegno, cioè il rapporto tra impegni sulla dotazione finanziaria del programma, è pari al 36,67 per cento mentre la capacità di realizzazione tra i rapporti…

PRESIDENTE

Prego i consiglieri che intendono parlare di accomodarsi fuori.

Prego, assessore.

Giacomo MANCINI, assessore al bilancio e alla programmazione comunitaria

Stavo dicendo che la capacità di realizzazione e il rapporto dei pagamenti sugli impegni del programma si attesta al 28,12 per cento.

La prossima validazione dei dati di avanzamento finanziario del programma relativi al quinto bimestre, il 31 ottobre dell’anno in corso, è prevista entro la fine del mese di novembre.

Però, al fine di fornire maggiori informazioni sui progressi registrati dal Por Calabria Fesr 2007-2013 in termini di avanzamento dei pagamenti e della spesa certificata, voglio portare all’attenzione del Consiglio i dati ufficiosi presenti sul sistema informativo regionale, rendiconta, alla data del 12 ottobre 2011 cioè 5 giorni fa.

L’avanzamento finanziario, quindi, è: di pagamenti 354 milioni 382 mila 565,93 euro e di spesa certificata è 324 milioni 253 mila 403,85 euro.

Questi sono i dati, i numeri e le cifre che testimoniano il percorso avviato dall’amministrazione guidata dal Governatore Scopelliti in termini di programmazione e spesa delle risorse europee.

Come ho avuto già modo di riferire all’Aula nella mia precedente relazione, ho evidenziato come in questi 15 mesi di attività, l’amministrazione attraverso l’azione della mia modesta persona, del dipartimento che ho l’onore di guidare politicamente e più in generale del lavoro di tutti i dipartimenti dell’amministrazione regionale, ha predisposto tutta una azione volta a dare attuazione al Programma operativo che, sebbene definito prima del 2007, al momento del nostro insediamento era completamente privo di tutte le procedure volte a dare concreta attuazione e, quindi poter pervenire alla spesa di queste risorse.

Come i consiglieri sanno, infatti, per spendere le risorse europee il Programma operativo deve essere dotato di bandi, procedure ed avvisi utili ad arrivare alla spesa, a far sì che la Regione ed insieme le amministrazioni locali possano pervenire alla utilizzazione effettiva delle risorse.

Ma al momento del nostro insediamento – come ho già avuto modo di ribadire in questa sede - ci siamo dovuti confrontare con l’assenza degli atti di pianificazione del settore, delle direttive di attuazione per la concessione degli aiuti alle imprese, con lo stato di stallo in cui versava la progettazione integrata e con l’insufficiente numero di procedure e di selezioni avviate.

Questo stato di cose, di fatto, ha impedito una rapida azione volta alla spesa delle risorse europee. Quindi, quando qualcuno osserva che i dati della spesa, rispetto alle risorse comunitarie, sono in ritardo - naturalmente poi tutto è soggettivo - dice il vero, perché le risorse europee si possono spendere unicamente se si dispone delle strutture e delle procedure utili a far spesa.

Nel momento in cui ci siamo insediati abbiamo lavorato pancia a terra con grande determinazione per dotare il programma operativo di quegli strumenti, di quelle procedure, di quei meccanismi complessi e complicati  - che hanno necessità di tempi importanti e lunghi, che mancavano completamente o che per la  piccola parte in cui esistevano, erano lacunosi - che sono indispensabili per arrivare alla spesa.

Quindi, al 12 ottobre 2011, posso con orgoglio comunicare all’Aula, al Consiglio regionale della Calabria che nel secondo semestre del 2010 e nei primi 7 mesi del 2011 questa amministrazione è riuscita a definire procedure indispensabili per far spesa per il valore di 936 milioni 482 mila 507 euro.

Abbiamo, in questi 15 mesi di attività, posto in essere, avviato e concluso 50 nuove procedure per il valore di 936 milioni e dispari, che consentiranno da qui ai mesi a venire di spendere queste risorse europee.

Naturalmente non tedierò l’Aula elencando ognuna delle 50 procedure definite da questa amministrazione.

Lascio la relazione agli atti e gli onorevoli consiglieri che vorranno, potranno attingere qui tutte le informazioni di dettaglio.

Mi limito soltanto a dire che questa amministrazione ha, in 14 mesi di attività, pubblicato procedure per il valore di 936 milioni, quando la precedente amministrazione in 40 mesi di attività, dopo aver definito e scritto il programma, ha pubblicato procedure per il valore di 150/180 milioni di euro.

Queste sono le cifre che rappresentano quello che è stato fatto dalla gestione passata e quello che ha fatto l’amministrazione guidata dal Governatore Scopelliti: 936 milioni di procedure.

Tra queste – sono 50 – mi piace sottolineare l’importanza, non soltanto numerica, che ha la pubblicazione dell’avviso per i progetti integrati di sviluppo locale, pubblicato grazie all’intenso lavoro del dipartimento programmazione nazionale e comunitaria, che da solo vale 406 milioni di euro.

Questo è quanto abbiamo fatto dal nostro insediamento fino ad oggi in termini di definizione delle procedure propedeutiche per arrivare alla spesa. Nel frattempo, naturalmente, abbiamo rispettato i target di spesa impostici dalla Unione europea sempre sul Fesr 2007-2013 al 31 dicembre del 2010.

Abbiamo rispettato il target sempre previsto dalla Commissione europea per gli impegni giuridicamente vincolanti al 31 maggio del 2011 e contiamo di rispettare il target di spesa impostoci al 31 dicembre 2011.

Entro il 31 dicembre 2011 contiamo di pubblicare altre 20 procedure – l’elenco lo deposito agli atti del Consiglio regionale – che hanno il valore di 204 milioni 706 mila 737 euro che si aggiungeranno ai 936 e rotti che citavo prima e che saranno pubblicati entro la fine dell’anno e che rappresentano la cifra dell’impegno di questa amministrazione.

Quindi, a fine anno arriveremo a superare abbondantemente il miliardo di euro di nuove procedure bandite, definite e ultimate che nel prosieguo della nostra attività consentiranno di far spesa e di spendere le risorse comunitarie del Por-Fesr.

Questo è lo stato di attuazione della spesa e dell’attività di programmazione.

Un altro punto rispetto al quale mi permetto di intervenire, visto che è stato oggetto di dibattito e discussione sulle testate giornalistiche e più in generale nei media, è quello dei grandi progetti.

Grandi progetti rispetto alle norme comunitarie, quindi, che superano i 50 milioni di euro, in quanto stella polare dell’azione guidata dall’amministrazione del Governatore Scopelliti.

Qualche mese dopo il nostro insediamento il ministro Raffaele Fitto venne in Calabria – Catanzaro fu, tra l’altro, la prima sede del suo viaggio ricognitorio sullo stato di attuazione della programmazione e della spesa – e dialogando con il Presidente Scopelliti e con tutti noi evidenziò come nel passato le risorse europee fossero state disseminate in mille rivoli dando vita a tanti, troppi – parlò di migliaia – micro interventi che però - come, purtroppo, i calabresi sanno - non hanno lasciato alcun segno tangibile di miglioramento nella vita della comunità.

Noi, consapevoli dell’esigenza di invertire la rotta, abbiamo deciso in maniera determinata di puntare sulle grandi opere, sulle grandi realizzazioni, su quelle grandi progettualità capaci, in prospettiva, di lasciare un segno profondo nella nostra comunità.

Di conseguenza, abbiamo modificato sia l’asse VI – riguardante i trasporti – che l’asse III  -riguardante l’ambiente - per incentrare tutta la dotazione finanziaria alla realizzazione di grandi opere e di grandi progetti, di grandi cambiamenti rispetto al quadro calabrese.

Nello specifico, rispetto ai grandi progetti intesi nell’accezione comunitaria, in coerenza con la delibera Cipe 1/2011 e con il documento tecnico approvato dal Comitato nazionale del coordinamento e la programmazione unitaria, lo scorso 30 maggio la Giunta regionale ha ridefinito l’elenco dei grandi progetti del Por Fesr che interessano gli assi III “ambiente” e VI “trasporti” investendo i settori della mobilità urbana sostenibile e della infrastrutturazione idrica, stradale e aeroportuale.

Il risultato di tale attività è consistito nella predisposizione delle schede dei seguenti grandi progetti: sistemi di mobilità su ferro dell’area di Cosenza, quindi la metropolitana Cosenza-Rende-Unical; il sistema di collegamento su ferro tra Catanzaro città e Germaneto, la cosiddetta metropolitana di Catanzaro; la nuova aerostazione Lamezia Terme; i lavori di adeguamento Gallico/Gambarie per il terzo lotto.

Le prime due schede sono state già condivise con gli uffici del Mise e con i servizi della Commissione europea. Entro il termine previsto nel corso dell’ultimo Comitato di sorveglianza -come dicevo, del 14 giugno scorso - tutte le schede saranno inserite sul sistema di monitoraggio dei fondi comunitari – Sfc – convalidate ed inviate formalmente.

Questo per informare l’Assemblea rispetto allo stato dei grandi progetti di cui in qualche modo si è discusso.

Infine, mi sia consentito dare qualche delucidazione rispetto alla paventata interruzione dei pagamenti del Por Calabria Fesr 2007-2013: con nota 7759 del 1° settembre 2010, la Direzione generale politica regionale della Commissione europea ha comunicato lo svolgimento di un’Audit sul Por Calabria ai sensi dell’articolo 72 del Regolamento della Commissione europea.

L’Audit si è svolta in due missioni. La prima nei giorni dell’11 e 15 ottobre 2010, la seconda dal 22 al 25 novembre del 2010.

In particolare l’attività di Audit dei servizi della Commissione si è concentrata su due distinte procedure.

La prima di verifica sui criteri di selezione delle operazioni inserite nella domanda di pagamento al 31 dicembre 2009. Su queste procedure si è attenzionata la Commissione europea.

A quella data il Governatore della Calabria non era l’onorevole Scopelliti, né la mia modesta persona era assessore delegato alla materia, stiamo parlando di procedure del 31 dicembre 2009.

Riguardo le procedure, inoltre, l’attenzione della Commissione europea rispetto all’Audit si è concentrata sulle verifiche e sul sistema di gestione e controllo.

Questo per dire che le procedure attenzionate riguardavano la passata amministrazione e che gli uffici  - che abbiamo l’onore di guidare dal punto di vista politico - oltre a mettere in campo le procedure ed a definire tutti i passaggi propedeutici per arrivare a spendere le risorse comunitarie che in passato non erano state spese, sono stati impegnati – sono tutt’ora impegnati – in lunghe e faticose attività per presentare alla Commissione europea, al commissario Hahn quei chiarimenti precisi, puntuali e meticolosi sulle procedure datate 31 dicembre 2009.

Le procedure dei chiarimenti forniti dalla nostra amministrazione sono lunghe e puntuali quanto le richieste della Commissione.

Potrei citare tutta una serie di missive, di attività, di azioni condotte dall’amministrazione. Mi rendo conto, però, che così facendo tedierei l’auditorio e quindi mi permetto – se il Presidente del Consiglio mi dà questa facoltà – di lasciare agli atti la memoria con cifre, dati e passaggi.

E’ del tutto evidente, però, che noi, sia rispetto al tema delle verifiche sui criteri di selezione che delle verifiche sul sistema di gestione e di controllo, siamo convinti che - grazie anche al lavoro degli uffici - sarà possibile fornire tutte i chiarimenti richiestici dalla Commissione europea.

Di conseguenza, riteniamo di poter superare il paventato rischio di blocco dei pagamenti per 36 milioni di euro per operazioni svolte, per procedure certificate il 31 dicembre 2009.

E’ del tutto evidente che questo rischio comporta alla nostra amministrazione un lavoro aggiuntivo che si somma al già copioso lavoro che – ho cercato in qualche modo di testimoniarlo attraverso l’elencazione di numeri e cifre in maniera puntuale e tale che rimanga impressa nella memoria dei colleghi consiglieri – sta facendo.

Siamo alla fine del 2011 ed è del tutto evidente che - a fronte del lavoro importante di questi 15 mesi per superare i limiti che abbiamo trovato,  per indirizzare le risorse comunitarie nella direzione giusta rispetto alla programmazione 2007-2013 - la nostra ambizione, l’ambizione dell’amministrazione guidata dal Governatore Scopelliti è di essere protagonisti del nuovo ciclo di programmazione, 2014-2020, i cui negoziati sono stati già avviati in sede di trattative con il Governo nazionale e la Commissione europea.

Di entrambe le interlocuzioni siamo protagonisti, lo è il Governatore Scopelliti in prima persona e lo siamo noi insieme a lui.

L’ambizione è far sì che la Calabria diventi finalmente protagonista di una nuova fase nella quale le risorse europee non vengano dirottate o indirizzate verso micro interventi improduttivi di conseguenze positive, ma, al contrario, di grandi interventi che abbiano una sostenibilità economica, finanziaria e gestionale capace di lasciare un segno importante nella nostra comunità regionale.

Informiamo ogni giorno l’opinione pubblica su questa azione e personalmente ho avuto il piacere ed il privilegio di informare, già più volte, il Consiglio, l’Aula e la Commissione competente.

Mi auguro che i dati anche questa volta forniti diano consapevolezza dell’importante lavoro che l’amministrazione guidata dal Governatore Scopelliti sta compiendo in questa materia e dei risultati importanti che con il buon utilizzo delle risorse comunitarie stiamo ponendo in essere. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie all’assessore Mancini. Direi adesso di far intervenire, prima di iniziare il dibattito, per avere qualche informazione sul piano di sviluppo rurale, l’assessore Trematerra, e poi - se i colleghi si incominciano a prenotare – iniziamo la discussione.

La parola all’assessore Trematerra perché riferisca sul piano di sviluppo rurale.

Michele TREMATERRA, assessore all’agricoltura ed alla forestazione

Grazie, Presidente, prima di entrare nel merito dell’azione della Giunta regionale guidata dal Governatore Scopelliti e, quindi, per essa dall’assessore all’agricoltura nei primi 18 mesi di attività, appare opportuno fare una brevissima, ma doverosa introduzione per chiarire il contesto nel quale ci si è trovati, fin da subito, ad operare.

Preliminarmente, va detto che è fuor di dubbio che l’attuale congiuntura economica e sociale presenti numerosi tratti di estrema gravità che, strano ma vero, manifestano una straordinaria analogia con quelli del 1929.

Tale premessa è fondamentale, poiché la teoria dimostra che durante la recessione economica i prezzi agricoli tendono a diminuire in misura maggiore di quelli industriali.

Nel settore agricolo, contrariamente a quello industriale, una caduta della domanda anche lieve genera una lieve contrazione dell’offerta e una forte diminuzione dei prezzi alla produzione.

La rigidità dell’offerta in agricoltura è, infatti, una condizione nota, derivante dai caratteri strutturali della produzione agricola, lunghezza dei cicli produttivi, carattere biologico della produzione e relativa rigidità dell’offerta di molti fattori.

Nei periodi di recessione, peggiora il rapporto tra prezzi al consumo e prezzi agricoli alla produzione. Infatti, quando i prezzi al dettaglio diminuiscono, i margini tendono a rimanere costanti.

Proprio per queste considerazioni il dipartimento ha inteso lavorare su 4 indirizzi. Primo indirizzo: trasparenza amministrativa e comunicazione agli utenti.

Abbiamo dato certezza nell’azione amministrativa con costante pubblicazione di comunicati, circolari, note esplicative, informazioni sulla scadenza di tutte le disposizioni procedurali.

Abbiamo razionalizzato le strutture e il contenimento della spesa. Abbiamo rafforzato anche il rapporto con gli operatori pubblici e tutto questo per arrivare a raggiungere alcuni obiettivi; tant’è che l’aumento della capacità amministrativa ha fatto registrare delle performance assolutamente positive nel dipartimento anche in termini di utilizzo dei fondi comunitari.

La spesa dell’insediamento ad oggi, meno di 18 mesi, è pari a 210 milioni di euro a valere sul Psr 2007-2013 cui va aggiunta tutta la spesa a valere dalla programmazione 2000-2006.

Con tale volume di spesa si è coperto l’obiettivo dell’N+2 ascritto all’anno 2010 e si è in dirittura d’arrivo per la copertura dell’obiettivo 2011 al cui raggiungimento mancano solamente 49 milioni di euro già però in istruttoria e in liquidazione entro il mese di novembre.

Il dipartimento, con un enorme sforzo in termini di impegni e di volontà di programmazione, è riuscito a centrare un obiettivo che sembrava irraggiungibile se solo si pensa che alla data del 13 ottobre 2010, in una riunione tenuta a Bruxelles indetta dalla Commissione europea, l’obiettivo di spesa per evitare il disimpegno, sempre nel 2010, era di 120 milioni di euro e di 72 milioni di euro per quanto riguarda la quota Feas, per il 2010.

Nel corso del primo trimestre di quest’anno sono state erogate per le diverse misure del Psr risorse per oltre 50 milioni di euro e sono state, altresì, predisposte le procedure informatiche che garantiranno la successiva liquidazione delle risorse afferenti le misure a superficie.

E’ stato attivato il fondo di garanzia per agevolare l’accesso al credito e si sono creati i presupposti e le condizioni per la completa utilizzazione delle somme previste per il 2011 onde evitare, anche quest’anno, il rischio di disimpegno.

Si evidenzia che per due misure molto importanti del Psr, la 121 e la 123 – l’ammodernamento delle aziende agricole e l’accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli e forestali -, è stato necessario procedere alla revoca delle graduatorie pubblicate nel 2010 e si è dovuto procedere alla emanazione di nuovi bandi e successiva valutazione delle domande di aiuto.

In meno di 9 mesi dalla pubblicazione dei bandi si è pervenuti alla pubblicazione delle graduatorie provvisorie; risultato notevole, se si pensa che erano pervenute 3500 domande per le due misure, rappresentanti oltre 150 milioni di euro.

Si consideri che si è resa necessaria la reingegnerizzazione delle due misure. La particolare complessità dell’operazione è consistita nella complicata fase di diligence giuridico amministrativa connessa all’operazione, oltre alla difficile attività di redimere le diverse posizioni emergenti da pare dei portatori di interesse.

L’intero procedimento è stato concordato con il tavolo tecnico della DG Agri a Bruxelles.

In parallelo alle attività del punto precedente, sono state elaborate le nuove Disposizioni attuative e procedurali dei bandi. In esse sono contenute importantissime innovazione di carattere procedurale.

Si è, infatti, riqualificato l'intero percorso amministrativo, prevedendo forti semplificazioni per le imprese coinvolte nelle attività.

A titolo di esempio, possiamo citare l’esenzione della progettazione esecutiva in fase di domanda, l’automatismo per la concessione di varianti, le autocertificazioni in ogni aspetto possibile e, soprattutto, un software autoprodotto per l’autovalutazione delle domande.

Oltre alle misure 121 e 123, sono state pubblicate le graduatorie delle misure dell’Asse III – annualità 2009 - ed, a breve, saranno pubblicate le graduatorie delle misure della stessa annualità, per le quali si stanno ultimando le istruttorie.

Mediante queste attività si sta già guardando all’esercizio 2012 ed alla predisposizione di tutte le decretazioni atte a tramutarsi in spesa durante l’anno.

Come già accennato, al fine di fronteggiare la cronica illiquidità delle aziende agricole e, anche, al fine di fare fronte al taglio sulla concessione del credito da parte del sistema bancario, il Dipartimento ha creato un “fondo di garanzia” per le imprese beneficiarie dei fondi comunitari del PSR, al fine di agevolare i processi di cofinanziamento.

Si è ritenuto, in altri termini, indispensabile agevolare l’accesso delle imprese agricole al mercato del credito, al fine di eliminare uno dei principali limiti alla nascita ed allo sviluppo delle imprese stesse favorendo nel contempo la crescita dell’occupazione.

L’intervento deliberativo ha consentito, nell'ambito della costituzione del fondo di garanzia del PSR 2007-2013 per le operazioni di finanziamento delle opere relative ad investimenti produttivi da parte delle piccole e medie imprese, di modificare l’Aiuto di Stato numero 723/2007 elevando l’importo massimo dei prestiti che possono beneficiare della garanzia pubblica ad un milione di euro.

Ulteriore intervento ha riguardato il sostanziale aiuto che si è inteso dare alle Amministrazioni Pubbliche beneficiarie di aiuti del PSR, che molte volte non riuscivano a finanziare gli interventi finanziati a causa della incapacità di fare fronte della quota in conto IVA a loro carico (compresa tra il 10 ed il 20 per cento del contributo concesso).

Al superamento di tale problema si è provveduto a ricostruire la struttura finanziaria del PSR generando economie per circa 42 milioni di euro, destinati alla Costituzione del fondo speciale IVA presso l’Organismo Pagatore Regionale (ARCEA).

Ancora, si è superata la criticità connessa all’avviamento dei giovani agricoltori approvando con decreto del direttore generale del 5 agosto 2010 la modifica al bando della “Misura 112” <Insediamento giovani agricoltori>, con riferimento alla previsione di stipula e polizza fideiussoria.

Grazie a tale decreto è stata eliminata la previsione concernente la stipula di polizza fideiussoria, per i giovani imprenditori agricoli mediante un’autocertificazione.

Con queste sostanziali innovazioni procedurali, insieme alla completa revisione delle procedure di autorizzazione delle varianti e della concessione delle proroghe ai progetti, si è riuscito a creare un sistema più efficiente e moderno nella gestione delle risorse comunitarie che, nel prossimo futuro, vedrà una sempre maggiore azione amministrativa nel senso dell’automatizzazione delle procedure che, oltre a creare un significativo clima di fiducia verso il Dipartimento da parte degli utenti, consentirà la determinazione di tempi certi nell’attuazione della spesa.

Questo è quanto io dovevo all’Aula, dato che si parlava di fondi comunitari. Vi ringrazio.

Presidenza del Vicepresidente Alessandro Nicolò

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Maiolo. Ne ha facoltà.

Mario MAIOLO

Grazie, signor Presidente, sono veramente sorpreso, allibito ed indignato come consigliere regionale di questa Regione.

Se la comunicazione della Giunta regionale al Consiglio rispetto allo stato di attuazione dei programmi comunitari è da considerarsi – come nelle due relazioni degli assessori che abbiamo ascoltato – nettamente differente nei toni e nei contenuti, penso che si debba esser chiari in questa sede e in questi appuntamenti in cui facciamo il punto direttamente in Consiglio su questioni importanti e dove le discussioni dovrebbero partire da una base di conoscenza e di informazioni che siano chiare e trasparenti a tutti.

Penso che questo possa avvenire solo ed esclusivamente nelle Commissioni consiliari per cui non sono assolutamente d’accordo rispetto alla prospettiva di sopprimere la Commissione per le politiche comunitarie, perché, se è vero che questa maggioranza insegue altri modelli, noi vorremmo inseguire quello  europeo che è di chiarezza e di trasparenza.

Guardate, penso che sia una questione di metodo. Noi dobbiamo lavorare affinché questa non sia l’Aula della mistificazione della realtà, della propaganda ingannevole, ma  del confronto serio e costruttivo, specie su questa che è una materia alla quale si dà un’aura di grande importanza e prospettiva.

Per essere seri significa che dobbiamo dare a tutti i consiglieri regionali la possibilità di essere puntualmente informati sullo stato di attuazione dei programmi. Soprattutto occorre che la Giunta regionale dia al Consiglio ed alla Commissione le informazioni che la legge nazionale e comunitaria regionale impongono.

Qui oggi ancora una volta è stata violata la legge numero 3 del 2007, che è la legge comunitaria regionale, tenendo il Consiglio, e ancora prima del Consiglio, le Commissioni, all’oscuro di provvedimenti finanziari ed amministrativi rilevanti rispetto allo stato della programmazione.

In quest’Aula dobbiamo fare chiarezza definitivamente, senza toni ancora da campagna elettorale, di chi vuol dimostrare anche in questo campo che c’è un prima e un dopo, perché noi, nella precedente legislatura, abbiamo approvato alla unanimità di quest’Aula tutti gli atti di programmazione avendo rispetto delle minoranze  ancor prima dei consiglieri di maggioranza e voi non avete rispetto nemmeno dei consiglieri di maggioranza.

Non abbiamo mai esaltato quello che è avvenuto nella precedente legislatura. Noi, ed io come assessore alla programmazione, abbiamo ereditato una eredità pesantissima nella gestione 2000-2005, talmente onerosa che quando lei, onorevole Mancini,  nel suo intervento prende le distanze dalla spesa del 2009, commette un doppio affronto alla Calabria e al suo caro amico e Presidente della Giunta regionale.

Questa è la Calabria che risponde degli atti amministrativi compiuti da questa Regione e lo fa in continuità amministrativa e voi avete il dovere e l’obbligo di rispondere puntualmente alla Commissione europea. A loro, prima che a noi e ai calabresi, dovete cominciare a dare le risposte e far chiarezza nei confronti delle sollecitazioni e delle puntuali osservazioni che vi fanno.

E quando lei parla della spesa del 2009, quasi a dire “non siamo responsabili, come finisce finisce”,  deve sapere che in quella spesa ci sono i soldi che non ha speso Scopelliti nel 2000. Ci sono i soldi che non ha speso la Giunta regionale di centro-destra dal 2000 al 2005 e che noi abbiamo speso in due anni.

Dati alla mano, si dimostra – e questo, assessore Mancini, è dimostrato anche nella sua relazione, che se lei fa il confronto con il passato con chi ha gestito la chiusura del programma 2000-2006 e l’avvio 2007-2013 – che il paragone  fra il prima e il dopo, onorevole assessore, fra noi e Scopelliti che ha gestito il 2000-2005 si è chiuso, storicamente, con gli atti e con la spesa 7 a 1. Leggerete, poi, onorevoli assessori e Presidente, i resoconti d’Aula e delle Commissioni che dicono su di voi cose gravissime che sarebbero di attenzione di altre autorità, non di quelle di  gestione del Por.

Rispetto all’avanzamento della spesa del fondo sociale – mi riferisco al fondo rispetto al quale oggi voi avete probabilmente la migliore performance –, il periodo 2000-2005 ha avuto una spesa media annua di 13 milioni di euro. Nella fase di gestione di quel programma da parte della Giunta di centro-sinistra abbiamo speso mediamente 93 milioni di euro all’anno.

Se consideriamo la spesa che oggi lei ha ricordato in Consiglio( e devo dire che nella sua relazione  c’è anche probabilmente un errore), voi non avete assolutamente avanzato di nulla ma state facendo arretrare la Calabria rispetto ai dati oggettivi che invito qualsiasi cittadino calabrese e, quindi, anche i consiglieri regionali soprattutto di maggioranza, a consultare sul sito dell’Igrue e del Ministero del tesoro.

Anche i dati non validati che ha dato oggi l’assessore Mancini in Aula, confermano che noi, chiudendo il programma 2000-2006, dopo cinque anni di interruzione dei pagamenti da parte della Commissione europea per lo sfascio che è stato fatto dal centro-destra, non solo abbiamo chiuso quel programma al 30 giugno 2009 spendendo totalmente le risorse comunitarie – poi vedremo le correzioni finanziarie su quel programma, ne parleremo più avanti –, ma abbiamo fatto il nuovo programma che è uno dei migliori che sono stati fatti nell’Obiettivo convergenza;

peraltro,  erano stati ampiamente adottati dalla Giunta di centro-sinistra – l’assessore Mancini dice un’altra falsità – tutti gli atti necessari per far partire il programma.

Il programma era già partito e c’era la spesa, come nel suo intervento lui dice e si contraddice.

C’erano tutti gli atti che consentivano non solo di fare la spesa del 2007-2013, ma noi in 153 giorni di gestione, che sono ascrivibili alla nostra amministrazione sul programma 2007-2013, abbiamo portato, al 28 febbraio, gli impegni al 30 per cento e voi, oggi, che siete a 563 giorni, siete al 36 per cento, quindi c’è un incremento del 6 per cento sulla spesa e sono i dati che date voi. 

L’assessore ha ragione, dobbiamo tener conto di quando sono stati adottati tutti gli atti che consentivano la rendicontazione secondo i criteri di selezione e controllo prescritti dalla Commissione europea. Ebbene, da quella data noi dovremmo rispondere di 153 giorni di gestione per come dice l’assessore alla programmazione.

Quindi, rispetto al dato temporale siete in grande ritardo e lo siete in Calabria e nel confronto con tutte le altre Regioni dell’Obiettivo convergenza perché noi eravamo la prima Regione del Mezzogiorno invertendo quella che era la tendenza storica di questa Regione, con i giudizi della Commissione europea che, quando hanno finito la valutazione di quello che avevano fatto Chiaravalloti e Scopelliti, non volevano parlare di Calabria. Loiero veniva maltrattato a Bruxelles quando andava a dire “io sono la Calabria”. 

Noi, poi, abbiamo invertito questa tendenza e di Calabria si è parlato come inversione di tendenza e l’ha detto la Commissione per il controllo budget che è venuta in Sicilia ed in Calabria convinta di fare macelli in Calabria e se ne è andata dicendo “c’è stata l’inversione di tendenza e siamo contenti di aver registrato una impostazione molto seria di tutte le Autorità di gestione, controllo, pagamento e quant’altro era necessario mettere in piedi per il controllo dei programmi”.

Ce lo dice la Corte dei conti e ve lo dice anche oggi e sulla base del lavoro che noi abbiamo fatto.

Sulla base di questo avanzamento e su questo programma, se andiamo a fare il confronto con le altre Regioni, da primi che eravamo, in posizione assoluta di impegni e spese, voi non solo siete arretrati rispetto alla graduatoria assoluta nelle Regioni convergenza, ma se andate a leggere qual è il tasso di incremento della spesa dal 28 febbraio 2010 ad oggi, vi accorgerete che la Calabria è in termini di avanzamento ultima sul Fesr e penultima sul Fondo sociale.

E sono tutti dati certificati, che sarebbe bene che la Giunta regionale mandasse in Commissione, perché, dall’inizio della legislatura, la Commissione consiliare non ha ricevuto se non tre audizioni.

In un anno e mezzo abbiamo ascoltato solo tre volte parzialmente lo stato di avanzamento dei programmi. Il Presidente della Commissione non è informato di nulla di quello che avviene sulla gestione dei fondi se non in queste estemporanee richieste di audizioni.

Da Regione che aveva invertito la tendenza e stava ai primi posti delle graduatorie e della evoluzione della spesa e degli impegni, siamo diventati gli ultimi.

Non solo: c’è un problema serio.

Lo abbiamo detto fin dal primo momento. Il rapporto con la Commissione europea, signor Presidente, è delicato e noi fin dal primo momento abbiamo offerto la disponibilità totale a collaborare affinché la Calabria potesse mantenere una immagine compatta e coesa sull’andamento del programma.

Lo abbiamo detto in Aula al suo insediamento e l’abbiamo sempre confermato in ogni occasione di lavoro di Consiglio e di Commissione.

Vi abbiamo detto da quasi un anno: attenzione, le autorità di governo del programma non funzionano come dovrebbero.

Non do giudizi sulle persone, non sono giudizi sui singoli che hanno la responsabilità. Il dato è che  sono preoccupato se viene in Commissione l’Autorità di un certo fondo e dice – ed è agli atti - “io al 30 gennaio 2010 avrei potuto rendicontare 40 milioni di euro in più se l’Autorità di pagamento non mi avesse fatto le ostruzioni che mi ha fatto”.

Se, poi, non riusciamo mai ad avere un incontro con l’Autorità di gestione del Fesr e, quindi, non siamo mai stati in grado di aver riscontro di una interlocuzione, non sul riferimento di un dato che sta su internet, ma su come stanno le cose nella gestione del programma e se, poi, in Commissione – mi voglio riferire solo ai contenuti che sono di interesse di quest’Aula – viene l’Autorità di controllo a dirmi “qui le cose vanno male perché non si capisce che si sta facendo” e se, poi, ancora, arriva a dire che non si capiscono le carte, tant’è che sembra di essere in quelle fiere di paese di mezz’agosto, ed è scritto nei resoconti, in cui si cambiano le carte in tavola – “carta vince, carta perde” –, è chiaro che se questo lo dice l’Autorità di controllo, che voi avete nominato e che è l’interfaccia di Bruxelles, cosa vi aspettate? Che il commissario europeo vi mandi una cartolina dal giro del mondo?

Il commissario europeo vi dice che la Regione è passata da virtuosa, che ha invertito la tendenza e che ha fatto il miracolo della gestione dei fondi del 2000-2006, ad una Regione che non è sufficientemente affidabile.

Ed è un giudizio buono rispetto a quello che dà la vostra Autorità di controllo.

Dovete, allora, rispondere nel merito e nei contenuti alla lettera del commissario europeo, onorevole Presidente Scopelliti, anche alla luce di quello che hanno riferito i suoi collaboratori e noi siamo qui per collaborare con lei, per capire come invertire alcune cose che non vanno, così come non andavano nella nostra gestione, per dare una immagine diversa che in questo momento non stiamo dando alla Calabria.

Ma per far questo bisogna, innanzitutto, capire che questa gestione e questa organizzazione va modificata e va modificata sostanzialmente, Presidente, perché - dovete finirla - negli atti e nei numeri non esiste un prima e un dopo. Noi, Presidente Scopelliti, non l’abbiamo mai saltato il prima e il dopo.

Non accetto che mi si dica che la spesa del 2009 è una cosa che non ci interessa. Io l’ho detto e non so se lei l’ha sentito, ma in quella spesa ci sono i fondi- lei lo sa, Presidente e l’ho anche motivato in passato-, i soldi che non ha speso la Giunta di cui lei faceva parte nella gestione del fondo sociale.

Nella impostazione, nella parte iniziale ne ha responsabilità politica? Noi l’abbiamo assunta e abbiamo chiuso quel programma.

Bisogna allora invertire totalmente la tendenza, ci vuole una discontinuità netta nel rapporto fra Consiglio e Giunta regionale.

Guardate, l’assessore alla programmazione ha dato una informativa che, per le informazioni che ho e per come seguo questa vicenda per cercare di dare il mio contributo, non aiuta il Consiglio regionale a fare un dibattito ed una discussione, perché mi sarei aspettato qualcosa di diverso rispetto alla nostra preoccupazione, considerato che il ritardo sostanziale sicuramente c’è, lo dice l’assessore Mancini, e non c’è dubbio che la Calabria sia carente di programmi di settore ecc.

Ho sentito il Presidente della Regione che qualche volta ha detto che qui ci sono ritardi trentennali e quarantennali.

E’ chiaro che noi cerchiamo di fare un passo avanti rispetto a ritardi storici. So benissimo che c’è un deficit di programmazione, che è stato anche nostro e di tutti coloro che ci hanno preceduto in questa Regione. Detto questo voglio capire qual è l’avanzamento.

Noi eravamo preoccupati sul target di spesa 2012-2013, come abbiamo sempre detto, perché è un periodo, sostanzialmente, di stallo, lungo quasi un anno e mezzo che, se da una parte era giustificabile per il cambio di amministrazione, adesso non è più ammissibile.

Presidente Parente, vorrei che lei ci leggesse in Commissione questi bandi, quei pochi che sono usciti con tutte queste procedure chiuse; è possibile che lei non abbia una di queste carte della Giunta che avrebbe raggiunto target fantasmagorici? La verità è un’altra, è che in quest’Aula si dice, da una parte, una verità che c’è una eredità pesante rispetto alla precedente legislatura; non c’è dubbio, è una eredità che voi non siete in grado di sopportare, perché non vi siete organizzati per raccogliere quello che di positivo era stato fatto precedentemente.

Non solo, ma la preoccupazione che avevamo sul target di spesa 2012-2013 non è relativa al 2012. Perché l’assessore Mancini ha mancato di informare il Consiglio, ennesima violazione della legge regionale comunitaria 3/2007 di una procedura scritta, che ha modificato il tasso di finanziamento del programma comunitario senza informare né la Commissione né il Consiglio e non l’ha fatto nemmeno oggi in relazione. 

Questo non lo accetto da consigliere regionale di questa Regione. Quest’Aula non può essere tenuta all’oscuro del  fatto che lei ha firmato in data 11 con 5 giorni di preavviso, quindi è già scaduta la procedura scritta, con la quale  lei modifica il tasso di cofinanziamento dei programmi e lo fa e fa bene, glielo abbiamo consigliato noi e l’abbiamo fatto per non perdere i soldi già dal 2011 perché se a lei va bene certifica 585 milioni di euro e non 740, cioè quanto dovrebbe fare.

E lo fa mettendo dentro i grandi progetti – e l’abbiamo avviati noi –, lo fa modificando i tassi di cofinanziamento del Por e fa bene, ma lo deve dire. Noi siamo all’ultima spiaggia, ben oltre la vecchia politica dei progetti coerenti.

Siamo alla correzione finanziaria del programma per tentare di evitare di non perdere al 31 dicembre ben 77 milioni di euro, perché questo è il trend. Se noi non facessimo quello che hanno fatto e che non dicono che hanno fatto, noi avremmo perso certamente al 2011, 77 milioni di euro.

Fortunatamente hanno messo in atto questa iniziativa, non ne danno informativa al Consiglio ma è l’ultima spiaggia al 2011, noi pensavamo che doveva essere il 2012, per non perdere i soldi.

Questo è un aspetto.

Ma anche rispetto a come va avanti la macchina circa le cose avviate,  non ce la faccio a sentire che la grande attività di questa Giunta regionale è aver sbloccato e mandato avanti la grande progettazione integrata territoriale di questa Regione, non ci sto.

Non ci sto, perché è evidente quello che è avvenuto. Noi abbiamo fatto tutto quello che serviva per avviare la progettazione integrata territoriale, sicuramente potevamo avere dei ritardi, non l’abbiamo potuto fare per tempo entro la scadenza della legislatura.

Ma voi dopo 18 mesi avete preso quelle carte e le avete bandite. Non avete fatto null’altro, assessore, perché voi nel quadro unitario di programmazione integrata fate riferimento ai dati del 2004 che sono i dati che noi abbiamo utilizzato per fare il programma 2005.

Se voi andate in giro, lei e il Presidente, in tutte le contrade della Calabria a parlare dei fondi per lo spopolamento e utilizzate i dati del 2004 e dite che la soglia di decremento demografico per accedere ai fondi dei comuni è di almeno il 5 per cento sulla base dei dati del 2004, sapete che state facendo? Fate beneficiare 66 comuni della Calabria che non hanno diritto a  questi fondi mentre 7 che ne hanno diritto sono fuori.

Ma dico questo non perché voglio perorare la causa dei 7 comuni che sono fuori, ma per dire che voi avete utilizzato le nostre carte senza nemmeno leggerle, senza nemmeno aggiornarle.

Quindi, questa storia del prima e del dopo non la vogliamo più sentire in quest’Aula, perché parlano i resoconti delle Commissioni delle vostre Autorità di gestione oltre che le lettere della Commissione europea.

Mi fermo qui perché penso che il quadro ai colleghi in Aula sia sufficientemente chiaro.

Chiedo scusa per la foga. Avevo immaginato di poter fare un intervento molto più tranquillo, ma in quest’Aula occorre fare chiarezza, evitare di dire falsità storiche e che ciascuno si assuma la propria responsabilità e, quindi, anche noi come minoranza assumeremo la nostra responsabilità in quest’Aula ed in prospettiva questo doveva però essere fatto con rispetto, senza falsità e soprattutto nel rispetto delle leggi di questa Regione.

Non ci sto più a non essere informato su quello che avviene. La legge assegna alla Giunta regionale l’obbligo di informare la Commissione ed il Consiglio di quello che sta avvenendo.

Qui si è modificato il quadro finanziario del Por ed il Consiglio non è informato. Il target di spesa si difende con questi meccanismi, ma di questi meccanismi penso che, legittimamente, i consiglieri, la Commissione ed il Consiglio hanno il diritto di parlare.

PRESIDENTE

Dopo l’intervento dell’onorevole Maiolo, Vicepresidente della Commissione politiche comunitarie, è previsto l’intervento del Presidente, onorevole Parente. Ne ha facoltà.

Claudio PARENTE

Grazie, Presidente, avevo preparato un discorso, un intervento di tipo istituzionale sull’attività svolta dalla Commissione e su quali cose si dovrebbe concentrare in questi ultimi mesi di vita - se non verrà modificata la legge regionale approvata di recente -, chiaramente, dopo l’intervento dell’onorevole Maiolo e soprattutto dopo le polemiche nate dall’audizione del dirigente dell’Audit, dottore Tucci, non posso non fare qualche passaggio su questo.

Cosa posso dire della Commissione? In questi pochi mesi di Presidenza non ho certo maturato l’esperienza dell’onorevole Maiolo che per cinque anni ha vissuto direttamente o indirettamente queste problematiche in prima persona, ma ho avuto modo di apprezzare il significato e la valenza che assume questa Commissione che dovrebbe essere un organo di garanzia e rendere pienamente consapevole, come diceva l’onorevole Maiolo, il Consiglio regionale sulle scelte compiute in materia di fondi strutturali e nell’assicurare un confronto tra maggioranza e minoranza in un settore che non è scevro da polemiche, considerate le perplessità che suscita la materia.

La Commissione in questi mesi ha esaminato con tempestività e con spirito costruttivo tutti i provvedimenti con cui sono stati rimodulati i piani finanziari di alcuni assi d’intervento e sono state approvate ben sette direttive di attuazione che regolano l’offerta di incentivi ai molti beneficiari: pubblici,  imprese, associazioni enti operanti nel privato sociale, enti locali e così via.

Un lavoro abbastanza significativo in pochi mesi.

Abbiamo licenziato su proposta della Giunta regionale la rimodulazione del piano finanziario “Asse VI – Reti e collegamenti per la Mobilità, concentrando le risorse su quei progetti immediatamente cantierabili così come richiesto dal CIPE.

Mi riferisco in questo caso alla costruzione della Aerostazione di Lamezia Terme, alle metropolitane leggere di Catanzaro e Cosenza, al completamento della Gallico-Gambarie. Tutti grandi progetti che in virtù della loro dimensione finanziaria e del loro avanzamento procedurale possono contribuire in modo determinante al raggiungimento dei target di spesa che ci si è più o meno prefissi.

Abbiamo poi licenziato tempestivamente sette direttive di attuazione che attuano altrettanti regimi di aiuto in materia di attività produttive. Quindi: sostegno alla riqualificazione dei Confidi regionali, agevolazioni per azioni di innovazione digitale nelle imprese e reti di imprese, finanziamento dei contratti di investimento e contributi per l’imprenditoria giovanile ed in più ci siamo concentrati anche sulle politiche sociali e sanitarie con il finanziamento di nidi di infanzia e il sostegno alla creazione di infrastrutture socio-sanitarie.

Un complesso di provvedimenti, quindi, che consentiranno di accelerare in modo significativo la spesa dei programmi e su cui la sesta Commissione ha effettuato le proprie osservazioni e suggerimenti costruttivi.

Non abbiamo svolto una funzione di passacarte. Posso dire, ad esempio, che abbiamo prestato attenzione a che i processi di confronto con il partenariato istituzionale, economico sociale non fossero compressi e, conseguentemente, i provvedimenti rispondessero ai reali bisogni del territorio.

Il quadro regolamentare definito dalle direttive è risultato il più possibile chiaro e completo, in modo da rendere ancor più agevole e tempestiva la fase di redazione dei bandi.

Tutte attività di approfondimento possibili anche grazie alla scelta statutaria di individuare, all’interno del Consiglio regionale, un organo ad hoc a cui demandare la trattazione degli affari comunitari.

L’attività di questa Commissione si è concretizzata nell’esame dei provvedimenti ed anche sull’acquisizione degli elementi conosciuti sullo stato di attuazione dei programmi. L’abbiamo fatto attraverso le audizioni di assessori e direttori generali oltre che delle autorità preposte alla gestione degli stessi programmi.

Non voglio fare torto a nessuno con una considerazione del tutto evidente: l’attività dei fondi strutturali consta di due momenti, il primo, della programmazione, che, chiaramente, è fortemente politico; il secondo, dell’attuazione, che è prettamente gestionale.

Oggi stiamo attuando dei programmi con una significativa complessità gestionale determinata - pensiamo al solo Por Fesr - da un numero elevato di linee di intervento (oltre 120) ed anche dall’elevato numero di strutture regionali coinvolte nella sua realizzazione: Servizi/Uffici, Direzioni Generali e  Assessorati, oltre la Presidenza.

Tale complessità organizzativa ha evidentemente comportato un avvio difficoltoso del Programma per la necessità di applicare un modello di governance che garantisse ai vari livelli decisionali ed attuativi la compartecipazione alle scelte ed il corretto e fluido trasferimento delle informazioni.

A queste obiettive difficoltà, non si può non aggiungere il perpetrarsi di comportamenti gestionali e di “errori” che si ripetono ormai da più cicli di programmazione dei fondi strutturali e che hanno portato i servizi della Commissione europea ed il Governo nazionale a richiedere, nel gennaio di questo anno, l’adozione di interventi correttivi.

Vengo quindi ad alcune considerazioni di merito, su cui mi auguro possa svilupparsi un confronto sereno.

Il fatto emerso nel dibattito svolto nella sesta Commissione è che la Regione si è presentata all’avvio del programma 2007-2013, sprovvista di tutte le necessarie capacità amministrative per gestire programmi di siffatta complessità.

I rilievi mossi da Bruxelles hanno riguardato, ad esempio, l’inaffidabilità del sistema di gestione e di controllo della spesa sul Fondo europeo per lo sviluppo regionale. Vale adire che  i servizi della Commissione europea avrebbero voluto maggiori verifiche sull’avvenuto rispetto dei criteri di selezione dei progetti inseriti a finanziamento nella prima fase di realizzazione del programma - cosiddetti progetti di prima fase - ed una maggiore attenzione verso la qualità dei progetti selezionati.

I servizi della Commissione hanno, poi, messo in evidenza i ritardi nella svolgimento delle attività di Audit, cioè di quelle attività tese a verificare l’ammissibilità delle spese dei progetti prima ancora di inoltrare le domande di pagamento all’Unione europea.

Hanno ancora rilevato tassi di irregolarità nella rendicontazione dei progetti (3,46%) superiori alla soglia normale prevista dai Regolamenti comunitari.

L’Assessore Mancini nei suoi interventi, sia in Consiglio sia in Commissione, ha messo in evidenza i chiarimenti resi e le azioni intraprese per il completamento degli organici deputati allo svolgimento delle attività di gestione e di controllo. Progressi che sono stati ripresi nei rapporti dell’Autorità di Audit che, nei successivi aggiornamenti, ha dato evidenza della risoluzione di molte di queste problematiche.

Ho richiamato questi rilievi per sottolineare come l’elemento comune di queste criticità risieda nella debolezza di un tessuto burocratico che bisogna qualificare sempre di più nelle proprie competenze organizzative e gestionali, potendo contare su adeguati apporti professionali esterni.

Non troverebbero giustificazione altrimenti le risorse che ciascun programma dedica alla valorizzazione delle professionalità interne ed all’acquisizione dall’esterno dei servizi di assistenza tecnica.

Realizzare queste condizioni organizzative e procedurali che permetteranno alla Regione di raggiungere gli obiettivi finanziari e le premialità previste dai regolamenti comunitari, credo sia di fondamentale importanza sia nell’attività di monitoraggio dei programmi operativi che per seguire l’andamento della spesa.

Monitorare, d’intesa con l’Esecutivo regionale, con l’obiettivo di verificare per ciascun obiettivo operativo e linea di intervento che i tempi di attuazione siano compatibili sia con la tempistica prevista dai Regolamenti comunitari per l’attuazione del POR,  sia per il conseguimento del target di spesa, la cosiddetta regola N+2.

Su questa attività si concentrerà l’attività della Commissione nei prossimi mesi. Una Commissione che, ad unanime avviso dei suoi consiglieri componenti, costituisce ambiente istituzionale di garanzia per un confronto consapevole tra maggioranza e minoranza su un tema che rimane oggi decisivo per lo sviluppo di questa regione.

Accogliendo la sollecitazione dei componenti della sesta Commissione non posso non sottolineare l’eccessiva frettolosità con cui si è proceduto a sopprimere la Commissione, accorpandone le funzioni a quelle del Bilancio della Programmazione e delle attività produttive.

Su questo chiedo venga fatta una riflessione non solo formale, ma soprattutto sostanziale per comprendere se questa scelta istituzionale non finisca con il comprimere una materia che avrebbe dovuto, piuttosto, essere ulteriormente rafforzata.

Il confronto tra maggioranza e minoranza sulla questione legata alla gestione dei fondi europei spesso diventa, anche in Commissione, momento di scontro politico - mi riferisco all’ultima seduta in seguito alla audizione del dirigente dell’Audit, dottore Tucci.

Capisco e comprendo benissimo lo sfogo e l’irruenza dell’onorevole Maiolo che è stato uno dei principali protagonisti del Por 2006-2010.

Quindi, qualsiasi situazione vada a rappresentare un confronto più o meno parametrico suscita reazioni di cui non si capisce dove finisca il confine tecnico e dove inizi la polemica politica.

Perché questo? Perché noi non abbiamo fatto altro che registrare quello che ha detto il dirigente dell’Audit.

Ma mentre l’onorevole Maiolo riferisce solo alcuni passaggi dello stesso dirigente, non dice altre cose. Il dirigente dell’Audit – cito testualmente la registrazione integrale – ha detto che:“…appena insediatosi il 16 luglio 2010 ha trovato 3 annualità di ritardo che bisognava realizzare in appena tre mesi, con le ferie di agosto in mezzo, altrimenti si rischiava non già la sospensione di tutto quello che non veniva verificato, ma addirittura l’invalidazione dell’intero POR 2000/2006.”- siamo a pagina 16 della trascrizione integrale per chi ce l’ha.

È chiaro che l’onorevole Maiolo si attribuisce il merito - che noi gli riconosciamo - di avere attivato il sistema dei controlli con la creazione dell’Autorità di Audit, selezionando 34 persone formate e specializzate, ma contestualmente denuncia, sempre in Commissione, una possibile superficialità dell’attuale Giunta regionale a rispondere con puntualità a quello che è avvenuto nel 2008 e 2009 perché non era di propria competenza politica, nonostante il dirigente dell’Audit avesse affermato che appena insediato ha fatto un ordine di servizio per dire “tutti a lavorare sul Fondo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sullo Swap e altro” cioè su quelli che erano i vecchi fondi tralasciando la nuova programmazione.

Così come, sempre affermato dal dirigente dell’Audit, conclusa l’attività per il POR 2000/2006 con altro ordine di servizio il personale è stato diviso in 2 gruppi per concludere e trasmettere il primo rapporto annuale di controllo, anche se incompleto, entro il 31.12.2010, quindi in meno di 50 giornate lavorative.

La relazione finale, diceva sempre il dottore Tucci, è stata redatta il 4 aprile 2011 ed accettata da Bruxelles. Ha dichiarato, altresì, che: “sul vecchio POR c’erano ritardi talmente forti e rilevanti per cui appariva difficile, se non impossibile, che si pervenisse alla conclusione da parte nostra dei due documenti fondamentali che sono quelli sui quali Bruxelles decide o meno pagamenti, tagli, decurtazioni e quant’altro”.

E’ chiaro che l’onorevole Maiolo di tutti questi pensieri del dottore Tucci ha dato una interpretazione drammatica. Ma questa situazione è da ricondurre - come più volte è stato detto - ad una scarsa sinergia tra sistemi di controllo e sistemi di gestione. Può darsi, ad esempio, che sia riconducibile a quello che il precedente Esecutivo ha fatto con la delibera di Giunta regionale numero 57 del 28 gennaio 2010 recante “Disposizioni per l’accelerazione delle attività di controllo di primo e secondo livello per la chiusura del POR 2000/2006”? Che ha comportato di fatto la pressoché totale sospensione delle attività di controllo sulla nuova programmazione.

Tali ritardi, secondo me, possono essere causati dalle decisioni - come quelle appena citata - di avere gli stessi organismi di controllo e di gestione per le due differenti programmazioni, ognuna delle quali necessita di grandi impegni e grandi sforzi per riuscire a dare tempestivamente le risposte che Bruxelles si aspetta nei tempi e nelle modalità previste.

È chiaro che questo argomento si presta continuamente e costantemente a polemiche, al di là degli aggiornamenti più o meno estemporanei che possono esserci.

Noi abbiamo concluso i lavori della sesta Commissione auspicando una forte sinergia tra le Autorità di gestione e le Autorità di controllo in modo da cercare di ridurre gli alti tassi di errore e dare le risposte che la Commissione europea si aspetta.

Speriamo di poter continuare ad avere quell’accordo istituzionale che ha caratterizzato i lavori della Commissione sino all’ultima seduta, sperando in un futuro migliore per questa programmazione e per questa regione. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole De Masi. Ne ha facoltà.

Emilio DE MASI

Grazie, Presidente, devo riconoscere, in premessa, che vorrei avere l’animo per sviluppare l’intervento con la foga che ha caratterizzato quello dell’onorevole Maiolo, ma sono sostenuto semplicemente dalla foga di chi - consigliere regionale e componente della Commissione consiliare che dovrebbe presiedere alla conoscenza ed alle stimolazioni sulle dinamiche che governano questo settore - ignora quasi tutto.

Questo perché – e l’onorevole Maiolo lo ha detto con l’efficace e meticolosa puntualizzazione di fatti - il metodo su cui è fondata la politica dei fondi comunitari di questa Giunta è evidentemente lacunoso, pur riconoscendo, come ho fatto anche in altre circostanze, una sorta di impeccabile diligenza istituzionale dell’assessore Mancini.

Tra questo ed il resto delle sequenze procedurali e istituzionali, attraverso le quali si deve perseguire l’obiettivo, ci sono davvero ritardi, inadempienze e persino responsabilità che sono state evocate con durezza e con un senso di realismo che non si può davvero eccepire.

Vorrei dire – come il cittadino che poco sa rispetto a queste questioni – che oltre l’aridità di cifre fornite, anche non senza una qualche calcolata strumentalità, ci sono i fatti; oltre i prodigi che sono rappresentati c’è la realtà.

Credo che le politiche comunitarie, i fondi strutturali o, se si vuole, più semplicemente il Por, al di là della complessità di acronimi che evocano e che scandiscono la diversa catalogazione che lo compone, rappresentino una speranza per lo sviluppo della Calabria, una opportunità che molti definiscono quasi ultima.

Devo sollevare, quindi, l’obiezione che così per nulla sembra nella percezione dei cittadini calabresi ed anche in quella stessa degli addetti ai lavori quali noi siamo.

Mi permetto di sollevare un interrogativo che inquieta davvero. Non so se corrisponde alla verità quanto ha affermato l’onorevole Maiolo, ovvero che sono state prodotte modifiche nella previsione di spesa del Por, cioè se il Por è stato rimodulato in maniera affrettata e, comunque, prescindendo dagli obblighi istituzionali e legislativi.

(Interruzione)

Non c’è l’obbligo? Verificherò anche questo. Ma è stato fatto? Se anche non fosse obbligatorio ci sarebbe un motivo di opportunità.

(Interruzione)

Facciamo un contraddittorio io e lei, onorevole? Prendo atto che non è un obbligo.

PRESIDENTE

Assessore, la pregherei di non interrompere.

Emilio DE MASI

Se non fosse tale, avevo immaginato che il metodo fosse uno degli aspetti su cui sono fondati gli atteggiamenti politici e c’è in questo caso una esigenza di opportunità - che io richiamo, come ho fatto più volte in Commissione – che è stata trasgredita e assolutamente violata. Checché l’assessore Mancini ne possa dire.

Vorrei quasi avvertirlo, se mi potessi permettere, che - laddove questo metodo si dovesse protrarre e, poi, i risultati non dovessero essere come lui li immagina e come tutti li auspichiamo - è evidente che avrebbe commesso un ulteriore errore di carattere politico.

Non c’è dubbio, l’ha detto Maiolo e io non posso differenziarmi da questo giudizio, che ha una sua fondata severità. Non c’è dubbio che ci sia una distanza tra l’amministrazione e le strutture istituzionali consiliari. Non c’è dubbio che ci sia una sorta di insofferenza, sebbene lui sia venuto in Commissione. Ha fatto uno sforzo e glielo riconosco e, tuttavia, ha rilasciato dichiarazioni che lasciavano presagire la possibilità di nutrire un qualche ottimismo circa questo complesso capitolo, salvo, poi, sentire in audizione – che tra l’altro non è stata ottenuta con facilità sebbene ritenga che rientri nelle prerogative scontate di un Presidente di Commissione e dei suoi componenti – il dottore Tucci, dirigente dell’Autorità di Audit, affermare dati e fatti, se non addirittura responsabilità, che ci hanno sorpreso.

Credo che abbiano sorpreso persino Maiolo che, avendo avuto in questa materia responsabilità prolungata, qualcosa più di me sicuramente comprendeva.

C’è una denuncia da parte di questo dirigente in base alla quale, se si dovesse dar seguito a provvedimenti che riguardano la struttura che egli guida secondo il vostro orientamento, sarebbe molto probabile e quasi certo che le presospensioni comminate dall’Unione europea diventerebbero definitive e sancirebbero, quindi, la perdita di possibilità di pagamento. Questo sostanzialmente significa la perdita di parecchi quattrini per la Calabria.

Non credo che questo si possa negare. Il Presidente Parente, ovviamente, era con noi. Eppure questa Commissione – le assicuro assessore Mancini – fin dal suo insediamento, per volontà di tutti e per richiesta molto pressante da parte del sottoscritto e di altri, era stata sollecitata, e questo richiamo era stato unanimemente condiviso a conferire a queste questioni un approccio il più unitario possibile.

(Interruzione)

Prego? Ho già ammesso che sei venuto, assessore, non ho negato che tu sia venuto in Commissione. C’erano altre esigenze…

(Interruzione)

PRESIDENTE

Assessore, avrà la possibilità di rispondere se lo riterrà. Prego, onorevole De Masi, continui.

Emilio DE MASI

Probabilmente sarebbe stato utile anche a lei, assessore.

Non perché io abbia una particolare capacità di perlustrazione psicologica, ma è una sorta di scusa non richiesta che sta fornendo. Voglio dire che è l’affermazione di un approccio culturale che non mi pare coerente con la stessa esperienza.

Se mi chiamate, bene! Altrimenti, io faccio una cosa e voi ne fate un’altra.

E’ qui il richiamo di carattere metodologico o culturale.

(Interruzione)

Se me lo vuol far passare, dico la mia. La vedo in questo modo: se lei è fiero di questo costume che sta ribadendo, ovvero di andare dritto per la sua strada, ne prendo atto e buona notte. E’ inutile che ne parliamo. Appunto, va bene, allora.

Non sto parlando solo con lei, che personalmente non è il mio contraddittore, certo è un interlocutore importante.

Comunque, tanto per calarci in qualche quesito di natura più concreta, circa la composizione della struttura dell’Autorità di Audit – lo richiedo con franchezza – dalle indiscrezioni di cui siamo a disposizione sembrerebbe che sia stato emanato un bando che, francamente, rischia di vanificare l’attività che è stata svolta, perché è evidente che un bando di concorso, di qualunque tipo, necessiti di un arco temporale attraverso il quale essere completato.

Questo rischierebbe di far perdere le prossime scadenze che, naturalmente, coincidono da qui a qualche settimana. E lei lo ha ricordato.

Le chiedo, dato che vuole fornirmi questa cortese disponibilità a dialogare con me, di sapere a che punto stanno le questioni circa la struttura di questi 30 – ormai diventati 20 – collaboratori del dottore Tucci e circa il rinnovo del contratto che sarebbe possibile secondo l’articolo 1 del contratto stesso che hanno stipulato.

(Interruzione)

Prego? Perché non mi risponde? A questo modo di interrompere non so cosa dire.

Poiché questa è una delle tante cose che ignoro, questa è una confessione - avendo, tra l’altro, ormai smarrito ogni tipo di pudore - perché svolgevo e credo di svolgere un ruolo rispetto al quale mi propongo di avere un approccio il più onesto possibile.

Finora, francamente, non mi pare che sia stato soddisfatto in questa mia ambizione, se così posso definirla.

Poi, e finisco con questo richiamo se vuole di carattere politico, inviterei tutti, lei ed il Presidente Scopelliti a rimuovere dalla propria istintuale propensione dialettica, riproposta ogni minuto, il confronto tra oggi e ieri, tra quello che siete capaci voi – ed è da dimostrare – di fare e quello che hanno fatto ovvero non hanno fatto gli altri.

Vorrei che, finalmente, si inaugurasse un nuovo tipo di confronto nel quale si venisse a sancire una disponibilità - se si vuole - reciproca affinché ci adoperiamo, perché probabilmente siamo ancora in tempo, per risolvere alcune questioni e per servire i calabresi. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Gallo. Ne ha facoltà.

Gianluca GALLO

Signor Presidente, onorevoli colleghi, in questi giorni - lo confermava anche l’intervento del collega De Masi - anche la nostra attenzione è stata quasi interamente rivolta al dibattito accesosi sullo stato di attuazione dei fondi Por.

Questo confronto, necessario ed opportuno, è stato però risucchiato in una spirale polemica purtroppo strumentale, di cui forse nemmeno il dibattito odierno in Aula è esente, che ha finito col distogliere la nostra attenzione, ed anche quella generale, che sul punto abbiamo il dovere e la responsabilità di ricercare soluzioni convincenti in ordine alla effettiva efficacia delle risorse investite e delle risorse da investire.

Fra i tecnici come anche nella opinione pubblica è diffusa la convinzione che i fondi Por siano stati per la Calabria una occasione perduta, sia che abbia governato il centro-destra sia che abbia governato il centro-sinistra,  soprattutto in rapporto alla loro utilizzazione da parte dei comuni, degli enti locali, dei destinatari finali, in molti casi soggetti attuatori delle misure programmate.

Eppure credo che in Aula ci debba essere una onestà intellettuale che debba guidare il nostro impegno per rispetto dei cittadini. Credo che questo dovrebbe contraddistinguere l’operato di ciascuno di noi, al di là delle appartenenze politiche.

Ritengo doveroso, però, riconoscere che in questo ultimo anno e mezzo – questo lo dobbiamo dire con orgoglio oggettivo in base ai numeri che sono stati enunciati dall’assessore Mancini poc’anzi – e negli ultimi mesi la concretizzazione della programmazione abbia registrato una importante, effettiva accelerazione sia dal punto di vista finanziario della spesa sia dal punto di vista procedurale, in virtù di un lavoro di squadra portato avanti dalla Giunta regionale guidata dal Presidente Scopelliti ed in particolare dal dipartimento coordinato dal collega Mancini.

Nello specifico, si può ricordare che, in breve tempo, nel rispetto degli impegni assunti nella seduta dello scorso 15 giugno al Comitato si sorveglianza del Por Calabria, siano state avviate nuove procedure di selezione per un importo complessivo di 850 milioni di euro - sono i numeri contenuti nella relazione oggi depositata agli atti dall’assessore – mentre, in questi ultimi giorni, sono in fase di ultimazione, e saranno ultimati entro fine anno, altri bandi e progetti per una spesa che entro fine anno dovrebbe toccare impegni giuridicamente vincolanti per altri 250 milioni di euro.

Quindi, in un semestre o poco più si supererà il miliardo di euro. Insomma, un motore che secondo molti si sarebbe bloccato comincia invece a girare meglio, a girare forse più a pieno regime.

Naturalmente, si potrebbe fare di più e meglio ed è quello che auspichiamo avvenga, anche a seguito di questo dibattito che mi auguro non inutile, insieme al contributo costruttivo delle opposizioni e la certezza che il Presidente Scopelliti, l’intera maggioranza, col sostegno determinante del gruppo dell’Udc che rappresento, sapranno risolvere nell’esercizio delle loro prerogative e competenze politiche ed istituzionali anche i problemi ancora esistenti.

Questa è una battaglia, tuttavia, che non può avere colore politico. E’ una battaglia che si vince sì col sostegno determinante della maggioranza, ma anche senza contrapposizioni preconcette da parte della minoranza che era maggioranza di governo nella passata legislatura e che, come è stato evidenziato più volte nel corso di questo dibattito, non è esente da pecche nella gestione dell’argomento di questa materia.

Perché, se difficoltà ci possono essere, anche nell’avviamento di questa fase sui fondi comunitari, va anche detto che, per quanto riguarda il 2007-2013, può essere anche frutto di una programmazione cervellotica ed autoreferenziale che forse aveva l’obiettivo di non consentire il controllo ad altri che  fossero sopraggiunti e si fossero alternati al governo di questa Regione.

Bisogna porre sicuramente rimedio allo stato di paralisi in cui rischia di rimanere vittima l’Autorità di controllo, l’Audit, che in questi mesi ha lavorato anche con atteggiamenti ultronei in alcune circostanze e non esenti da pecche, nella convinzione e nella consapevolezza dell’ importanza che ha l’Autorità di Audit e sicuri che il Presidente Scopelliti condivida questa sincera preoccupazione, accresciuta dai notevoli contrasti tra l’Audit e l’Autorità di gestione; contrasti emersi in maniera evidente e violenta nel corso della riunione della sesta Commissione di giovedì scorso e che è stata evidenziata in quest’Aula dal Presidente Parente.

Contrasti evidenti e rilevanti che rischiano di mettere in pericolo gli sforzi che pure si stanno compiendo in questi mesi, facendo trovare la nostra Regione di fronte ad ulteriori difficoltà.

Di fronte a questa evenienza, non possono prevalere interessi di parte fra chi guida come dirigente questa Regione perché sono in gioco le sorti della Calabria.

Al Presidente che ha la responsabilità delle scelte – al quale rinnoviamo, naturalmente, la nostra fiducia come gruppo Udc – chiediamo di intervenire per dirimere questi problemi e far ripartire l’intera macchina in armonia.

Non sono in gioco sentimenti particolari fra uomini ma è in gioco il destino di una intera terra e di 2 milioni di cittadini che vogliono che siano utilizzati al meglio questi strumenti messi a disposizione dalla Comunità europea.

Allo stesso tempo, signor Presidente, l’Udc invita l’intero Consiglio e la Giunta a proseguire nel cammino intrapreso, prestando sempre maggiore attenzione ad un nodo rilevante: è necessario assicurare sempre maggiore coerenza all’intervento pubblico e rispondenza alle esigenze dei territori interessati dall’arrivo dei fondi Por, mediante una programmazione integrata dei fondi ordinari coordinata con quella dei fondi comunitari già impegnati.

In questo senso potrebbe essere condivisibile la proposta che l’Udc avanza in quest’Aula della istituzione di uno stabile coordinamento fra le Regioni del Mezzogiorno, in costante rapporto con la Presidenza del Consiglio, per creare – col Ministero degli affari regionali naturalmente – una cabina di regia aperta anche alle parti sociali nella quale vengano assunti impegni vincolanti nella programmazione della risorse comunitarie. Anche per far chiarezza, una volta per tutte, sul destino dei fondi Fas e della loro effettiva destinazione.

A questo deve aggiungersi inderogabilmente una nuova governance. E’ lampante - e lo attestano gli studi compiuti al riguardo dal Ministero dello sviluppo economico – l’incapacità degli enti locali, soprattutto dei più piccoli, di governare in tempi celeri i procedimenti attuativi regolati da un apparato normativo particolarmente complesso.

E’ dunque indispensabile una semplificazione normativa - e questo potrebbe essere l’impegno del Consiglio – che si accompagni all’istituzione di percorsi attuativi ad obiettivo con procedure accelerate.

Altrettanto indispensabile, e lo dico con l’esperienza di sindaco di uno dei più grandi comuni calabresi, è la revisione del patto di stabilità interna. La possibilità di spendere le risorse europee in taluni casi è, infatti, rimessa in discussione da regole i cui effetti sugli investimenti dei comuni sono già evidenti. Ed il forte irrigidimento, previsto dalle manovre finanziarie ultime, sui bilanci degli enti locali che hanno ulteriormente ridotto la capacità di investimento e di indebitamento dei comuni del sud per circa 1,1 miliardi di euro nel 2011 e la limiteranno nel 2012 per ancora 1,5 miliardi di euro.

Questo può lasciare presagire un sostanziale blocco della spesa.

A questo irrigidimento per la spesa ordinaria si assommano i tagli ai trasferimenti alle Regioni che hanno già ridotto e ridurranno di più la capacità di investimento in infrastrutture. In questo contesto è sempre più difficile raggiungere i livelli di spesa definiti dalla Unione europea.

L’esclusione delle sole risorse provenienti dall’Unione europea dai criteri del patto di stabilità interna, non risolve il problema del blocco degli investimenti e dei pagamenti.

Infatti, per gli enti locali c’è il rischio di restituzione di ingenti somme attraverso il disimpegno da parte della Unione europea per il mancato raggiungimento degli obiettivi di spesa fissati dalla stessa Ue.

Per queste ragioni fra il 2011 e il 2015 circa 8 miliardi di euro di finanziamenti europei, del Fondo europeo per lo sviluppo regionale, destinati alle Regioni del Mezzogiorno sono a rischio.

Al fine di evitare la restituzione di queste risorse all’Unione europea occorrerà consentire l’esclusione dal calcolo del patto di stabilità interno della quota di cofinanziamento nazionale destinata allo sviluppo regionale, la cosiddetta “rettizzazione”.

Aggiungo e concludo: in questi anni le Regioni hanno trovato nei comuni l’interfaccia per una spesa produttiva e coerente dei fondi europei a disposizione.

Quando la Regione, soprattutto durante la passata legislatura, non era in grado di spendere ha chiamato i comuni e questi sono stati in grado di spendere secondo un modello concertativo che, se istituzionalizzato, consentirebbe di accrescere velocità e qualità dei processi di investimento, peraltro essenziali dal momento che attraverso questi fondi il Meridione ha iniziato, ma non completato il processo, a dotarsi di infrastrutture attese da tempo: scuole, fognature, strade, acquedotti.

Se tutto questo si farà, facendo tesoro degli errori del passato, eviteremo, forse, di far sì che ancora una volta questa opportunità passi alla storia come una occasione perduta.

La sfida è difficile, alta e complessa ma certo richiede una grande solidarietà anche fra le istituzioni. Le elezioni, colleghi, sono lontane, si sono svolte un anno e mezzo fa e non si svolgeranno prima del 2015.

Credo che in questo momento più che strumentalizzare determinate situazioni(dando atto a questa maggioranza e a questo governo di aver determinato una accelerazione della spesa almeno in questa fase) e dividersi sia necessario trovare eventualmente strumenti per accelerare la spesa e chiedere al Governo che fine abbiano fatto i fondi Fas destinati al Mezzogiorno ed in particolare a questa Regione, quando e come potranno essere spesi, quale dotazione di cofinanziamento per i fondi europei che ora abbiamo a disposizione. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Loiero. Ne ha facoltà.

Agazio LOIERO

Presidente, ho ascoltato con grande attenzione la relazione che ci ha fatto l’assessore Mancini. Intervengo nel tentativo di contribuire – lo faranno altri dopo di me – a far capire alla gente e ai media qual è, secondo noi, la situazione reale dei fondi europei per i quali abbiamo chiesto una seduta di Consiglio ad hoc.

Faccio una premessa: non me ne voglia Mancini, ma se avesse tenuto il discorso di oggi a Bruxelles, pensate che avrebbe potuto proseguire fino alla fine? Alcuni discorsi, in determinati contesti istituzionali, devono fare riferimento alle leggi europee, nazionali e regionali.

Invece, cosa ha detto l’assessore Mancini oltre ai riferimenti al Presidente Scopelliti? E’ un po’ rituale ed alla fine, quindi, scade; li ha ripetuti 4-5 volte perché nella parte iniziale il Presidente della Giunta non c’era e, poi, è tornato.

Fatta eccezione per i riferimenti al Presidente, al rinvio alla sua relazione prodotta qualche mese fa, al deposito degli atti ed a qualche bugia, come dimostrerò, non ha detto niente.

Noi aspettavamo questo incontro istituzionale come la manna, signor Presidente del Consiglio, e non per far polemica, come invece subiamo ogni giorno,ma per cercare di offrire il nostro contributo per non perdere risorse che sono della Calabria e che rischiamo di perdere, non foss’altro perché abbiamo governato prima noi.

Mi sono trovato, davvero, in una situazione di difficoltà. Devo dire, per quel poco che serve, che parlando con figure istituzionali del centro-destra mi capita di raccogliere preoccupazioni e malessere per il problema dei fondi europei che c’è e serpeggia tra di noi. Anche stamane l’ho avvertito.

Ci battiamo, quindi, affinché le cose cambino.

Guardate, l’ho detto altre volte in questo Consiglio, ma io la prima volta che mi sono presentato anche con una corsi preferenziale “forzata” che mi aveva procurato  il Presidente Prodi , ho sentito da Danuta Hubner sulla condizione della Calabria cose mortificanti.

Mi ha ascoltato e, poi, detto: “l’ho ascoltata con attenzione, ma qui a Bruxelles quando pensiamo alla Calabria pensiamo a territori abbandonati che non hanno la possibilità di invertire la tendenza”.

Oggi leggo la “Gazzetta del Sud”, sulla quale l’assessore Mancini dichiara che è stata invertita la tendenza. Noi lo sappiamo che è stata invertita, ma in peggio. Il problema è questo: è stata invertita la tendenza ed questo è il vero problema.

Diciamo la verità: il rapporto maggioranza-minoranza in questa legislatura è completamente diverso da quello avuto nell’altra.

C’è stata una polemica permanente e non credo che, almeno su temi così specifici, avendo vinto le elezioni, ci fosse bisogno di continuare questa polemica ad oltranza. E’ come se Hahn avesse scritto la lettera a me, Principe, Maiolo, Adamo, Bova e non a voi.

Insomma, mettiamo almeno le cose a posto sul piano metodologico. La polemica non ci serve e non dobbiamo farla. Sbaglia il consigliere Maiolo quando dice che non ci deve essere una differenza fra passato e presente. Ci deve essere, ma sottaciuta e implicita, perché tutti sappiamo come sono andate allora le cose e come vanno adesso.

Non ci serve il conflitto, perché voi avete il compito di governare, possibilmente senza slogan, senza annunci, senza marce e noi, se è possibile, il compito di rappresentare la minoranza nel solco però – attenzione - di una leale collaborazione; quella leale collaborazione prevista dalla Costituzione vigente di questo Paese, tra le diverse istituzioni e anche al loro interno.

Adesso, ci troviamo in una condizione paradossale: la stampa, addirittura, ci rimprovera di non fare opposizione e, in seguito, qui, la maggioranza ci rimprovera. Una cosa di questo genere è una follia!

Sono convinto che il Governo debba difendersi e mai attaccare. Qui la logica è completamente capovolta e sono convinto, altresì, che l’atto del governare in sé implichi l’attacco delle minoranze.

Il solo fatto di governare, anche bene, implica una minoranza che contesti.

Non voglio parlare e dare l’impressione di indirizzare il mio intervento esclusivamente sull’assessore Mancini, ma la polemica sulla manina che avrebbe trasmesso ai giornali la lettera, è autolesionista quant’altre mai. Perché? E’ come se la Commissione Europea avesse mandato la lettera a me o al dottore Orlando e noi l’avessimo consegnata a “Il Quotidiano”. Questa è una follia!

Lo voglio dire perché, intanto, tutto si riduce alla palude che conosciamo, ma sappiate che a Bruxelles tengono una rassegna stampa meticolosa su tutte le Regioni obiettivo convergenza.

Loro leggono i giornali più di noi. Quindi, queste cose sono folli e si finisce per ispessire il pregiudizio bei confronti della Calabria.

Attribuirci quella responsabilità mi ha veramente frastornato. E, poi, la verità qual è? Voglio ripetere questo concetto. Se si va in Europa con un bagaglio tecnico politico debole e fragile, senza alcun dubbio finisci per essere considerato come capace di invertire gli esiti delle cose, rispetto ad una procedura che sembrava buona.

Abbiamo avuto degli attestati pubblici. Non voglio entrare nel merito delle scelte del Presidente Scopelliti, non personalizzo mai e non ho mai fatto una polemica neanche in questo anno e mezzo, mi sono sempre difeso, paradossalmente, per quella logica capovolta, però, se tutti i dipartimenti, state attenti, vengono rivoluzionati e, diciamo pure, rinnovati come dite voi, in particolare il dipartimento dei fondi comunitari, se anche il livello politico e tecnico si abbassa, ciò avviene per un’assenza di conoscenza.

Stiamo attenti, non voglio dare giudizi su nessuno. Insomma, se il cambiamento radicale prodotto coincide con l’abbassamento della qualità, noi non usciremo più da questo ingorgo. Questo sta avvenendo.

Lo voglio dire con tutta la capacità di persuasione di cui sono capace: se vanno in fumo tesori di conoscenza, esperienza e cultura istituzionale è una tragedia per noi, è una tragedia per la Regione e non c’entra chi è al governo e chi alla opposizione.

Esistono alcuni saperi in Calabria che andrebbero custoditi e preservati come in uno scrigno, per valorizzarli a favore della Regione.

Altro che anno zero! Anche sull’Autorità di Audit vorrei dire una cosa semplice: non è che ci tenga in maniera particolare, conosco solo una ragazza dei 34 funzionari, ma, diciamo la verità, si tratta di una esperienza ormai acquisita dalla Regione.

E non c’è dubbio che, rivolgendovi all’esterno, darete l’impressione che in assoluto non sia possibile creare una professionalità utile alla Regione. Noi quel concorso lo abbiamo fatto in 3 mesi e 22 giorni, lavorandoci ogni giorno. Davvero non si poteva fare una deroga a quella legge? E’ interesse della Regione trovare una soluzione.

Il dirigente di quel dipartimento, all’epoca della mia Presidenza, era la dottoressa Marinella Marino, persona di qualità assoluta e rispettata in Europa, tanto è vero che appena l’avete mandata via è stata richiesta da un Gabinetto di un Ministro del Governo di centro-destra, a dimostrazione di quanto fosse ampia la sua professionalità.

Anche quando ho voluto un capo dipartimento per i fondi strutturali, ho avuto problemi all’interno della Giunta. Ho avuto grandi problemi, ma nessuno poi si è pentito di averlo ingaggiato perché aveva una esperienza di un certo spessore e sarebbe stato, anche, disponibile a risolvere certe situazioni.

E non parlate più di pesante eredità ricevuta.

Ricordo perfettamente che in una delle prime sedute di Giunta da me presiedute, il Vicepresidente del tempo, l’onorevole Adamo, mi disse “davvero ereditiamo macerie sia sui fondi strutturali sia sulla sanità, dobbiamo stabilire lo stato dell’arte ad oggi e comunicarlo ai calabresi con una conferenza stampa”.

Confesso che mi sono rifiutato per mille ragioni. Pensavo che dovessimo recuperare e impegnarci, benché il problema fosse rappresentato, soprattutto, dai fondi strutturali.

Però, non posso dimenticare che l’attuale Presidente è stato assessore nella Giunta Chiaravalloti, l’ha ricordato anche il consigliere Maiolo. E uno dei settori che deteneva lui è stato quanto mai fallimentare, perché sull’Fse per recuperare abbiamo dovuto fare miracoli. Nonostante ciò, mai mi sono permesso di demonizzare oltre misura quelli che ci sono stati prima di me.

Forse avrò sbagliato, ma credo che certe cose non si debbano fare.

Vi offro alcuni dati: il tasso di irregolarità che abbiamo ereditato era a due cifre. Noi ve l’abbiamo consegnato al 3 per cento. Questi sono i fatti! Perché è sui fatti che dobbiamo discutere non sulle cose che immaginiamo.

Di nuovo sul rapporto con Bruxelles, mi permetto di dire come la penso - magari sarò anche criticato: il rapporto con Bruxelles, la sua frequentazione, sono importanti, perché è faticoso stabilire una fiducia, renderla sempre solida, giorno per giorno.

C’è tutto un lavoro sotteso, una credibilità che si costruisce attraverso reticoli istituzionali, legami, relazioni.

Noi dobbiamo dare l’impressione di essere un territorio stabile, perché davvero avevamo invertito la tendenza.

Voglio dire velocemente un’altra cosa: nel 2009, il Commissario Hahn, quando è venuto in Calabria – ripeto e lo rimetto a verbale – ha detto che l’inversione di tendenza è stata un miracolo.

I dati oggi in nostro possesso non ci possono entusiasmare. E state attenti! Noi abbiamo lasciato a voi, l’ha detto Maiolo e lo ripeto io, una Calabria che era prima per l’impegno e seconda per i pagamenti.

I dati che abbiamo oggi, non quelli immaginari, quelli che tutti voi potete andare a consultare, quelli che ci ha offerto la Ragioneria generale dello Stato - che ci offre ogni tre mesi -  sono drammatici. Sono dati drammatici e li voglio ripetere con franchezza: la Basilicata  +15,24 per cento; la Campania +18.4 per cento; la Puglia +34,5 per cento; la Sicilia +27,5 per cento e la Calabria  +6,03 per cento.

Ripeto sono dati in mio possesso, quando avrò finito li potrete controllare.

Anche sui pagamenti, attenzione: la Basilicata è al 6,1 per cento; la Campania al 4,1 per cento; la Puglia al 5,9 per cento; la Calabria al 3,7 per cento e la Sicilia al 2,7 per cento.

Solo la Regione Sicilia è dietro di noi, solo che la Sicilia, avendo impegni pari al 27,5 per cento, diversamente dal nostro misero 6, recupererà immediatamente e subito ci supererà.

Questa è la verità, amici! Non possiamo contrabbandare altre verità.

Un’altra cosa e non la voglio far lunga. Anche sui grandi progetti, noi abbiamo lasciato una situazione di questo genere, altro che i mille rivoli di cui parla l’assessore.

Noi abbiamo lasciato i progetti relativi alle due metropolitane di Catanzaro e Cosenza, ma anche quella di Reggio Calabria che, però, non faceva parte dei grandi progetti perché era finanziata sia col Fesr sia con il Fas.

Ho sentito il consigliere Gallo dire cose giuste sul Fas.

Il suo partito a livello nazionale ha fatto ferro e fuoco sul Fas che hanno tolto alle Regioni meridionali. Ma qui non abbiamo visto nessuno alzarsi. Non dobbiamo abituarci ad avere dei guerrieri in casa per le grandi marce e delle persone debolissime a Roma.

Dovrebbe essere invertito, invece, questo equilibrio.

Noi abbiamo lasciato le due metropolitane di Cosenza e Catanzaro, quella di Reggio Calabria con l’azione cardine dei fondi Fas, il nuovo terminal di Lamezia Terme, poi il collegamento terminal-ferrovie, l’interporto di Gioia Tauro e la logistica, le dighe Alto Esaro e Abate Marco, il sistema idrico del Menta. Che fine hanno fatto tutti questi progetti?

L’assessore Mancini ci ha detto che ci sono i progetti per le due metropolitane e poi si procederà con l’aerostazione e con il terzo lotto Gallico-Gambarie.

Sono convinto che anche sulle due metropolitane ci saranno problemi con l’Europa.

Probabilmente riuscirete, invece di stabilire un rapporto di suddivisione tra 50, 35 e 15, a prendere una cifra più alta, ma state attenti che con una operazione del genere quelle risorse, poi, penalizzeranno gli altri progetti dei prossimi anni.

Non è che strappate una quota in più all’Europa e tutto finisce qui. No, perché lo pagheranno gli altri progetti. Tutti quei progetti che, magari legittimamente, molti di voi hanno in testa non saranno più finanziabili.

Non mi voglio dilungare e chiudo qua, ma anche la delibera sul Pisl, di cui parlate in continuazione, di cui l’assessore ha parlato a lungo, è stata approvata da noi a febbraio del 2010.

E naturalmente la Giunta Scopelliti, poi, ha fatto un documento di programma, che neanche approvo perché si basa su due elementi che non condivido. Però, state attenti che il bando scade il 12 dicembre e saranno selezionati i progetti, si dovranno produrre impegni giuridicamente vincolanti. Cioè passerà un altro anno e voi non farete altro che parlarne alla stampa.

Non la voglio far lunga e scusate se mi ci sono appassionato troppo.

Ripeto solo un concetto che ho detto all’inizio: il tema è drammatico. Vedo l’assessore, che non ho mai guardato, ridere.

Lei dovrebbe piangere, assessore!

(Interruzione)

Comunque chiuso questo…

(Interruzione)

Non è questo che mi hai detto per anni. Forse è cambiata adesso, in questo momento, perché per anni mi hai detto altre cose.

(Interruzione)

Non abbassiamo il livello.

(Interruzione)

In ogni caso, poiché in campo non ci siete voi, ma c’è la Calabria, sono convinto di interpretare la volontà di tutta la minoranza nell’offrirvi il nostro aiuto, se voi lo volete. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Magarò. Ne ha facoltà.

Salvatore MAGARO’

Prendo la parola per un intervento molto asciutto, che parte da un apprezzamento e da un incoraggiamento al Governo Scopelliti e all’assessore Mancini, ai quali non ho nulla da addebitare né sul piano della programmazione, né sul piano delle procedure, né sul piano della spesa, anzi vanno invitati, sostenuti ed incoraggiati a continuare sulla strada che hanno intrapreso. A mio avviso hanno fatto molto e bene,– e cercherò di spiegare perché hanno fatto molto e bene – ma soprattutto ritengo che abbiano introdotto alcune importanti novità per quanto riguarda la programmazione e i risultati.

Non mi appassiono molto agli adempimenti, pur sapendo che sono necessari, stringenti e vincolanti, però penso che il rispetto degli adempimenti sia sotto gli occhi di tutti e sia dimostrato dalla relazione dell’assessore Mancini e dai documenti che abbiamo avuto modo di guardare all’interno della Commissione. Ritengo che lo stato di attuazione sia soddisfacente e guardi in avanti e modifichi, sostanzialmente, lo stato di attuazione del passato.

Non sono molto appassionato alle percentuali e ai numeri, sono di più appassionato ai risultati che questi fondi hanno prodotto nel passato e a quello che produrranno nel futuro. Ritengo che le procedure, gli impegni di spesa e la spesa sostenuta nel passato non abbiano prodotto nulla al momento, e questo i cittadini calabresi lo sanno, perché dai fondi europei non abbiamo avuto né infrastrutture realizzate, né servizi, né migliorato la qualità della vita dei calabresi, né creato opportunità di lavoro. Questo lo dicono i cittadini e i Sindaci, ai quali dobbiamo guardare e sapere ascoltare con molta attenzione e con molta disponibilità, perché i risultati, non quelli della spesa, non quelli delle procedure, ma i risultati effettivi di quello che hanno prodotto questi fondi riguardano sempre più la cifra che caratterizzerà le Regioni moderne e che avvicinerà la Calabria e il Mezzogiorno al resto del Paese.

Per questo penso che, nel mentre rispettiamo le procedure, nel mentre rispettiamo la programmazione, nel mentre rispettiamo la spesa, dobbiamo saper guardare avanti e dobbiamo porci la domanda: queste risorse a che cosa devono servire, cosa devono produrre e soprattutto se sono in grado di fare avvicinare la nostra Regione al resto del Paese.

In questa direzione, mi pare che le novità siano tante, innanzitutto – anch’io lo voglio ribadire con forza – apprezzando il lavoro che il dipartimento, l’assessore e la Giunta hanno messo in campo: non siamo più di fronte a microinterventi, non più la spesa a coriandoli, sparsa sul territorio, che non ha prodotto nulla, se non, forse, ad ingrassare l’illegalità nella nostra regione. Ritengo che questa cultura dei non interventi a coriandoli, non microinterventi, sia molto apprezzata dagli amministratori e dai Sindaci.

Vorrei evidenziare questo aspetto, perché ho preso parte sul territorio, dal basso, a qualche significativa iniziativa di partecipazione e di coinvolgimento degli enti locali alla programmazione e non ho più visto Sindaci preoccupati dalla logica del “campanile”, che pensavano di programmare il miglioramento del marciapiede, dell’illuminazione pubblica, dei servizi locali; ho visto una sensibilità maggiore da parte degli amministratori locali, che cominciano a pensare in grande, a pensare insieme, che hanno superato la logica del campanile, che vedono che il comprensorio, l’area più vasta, deve essere il punto di riferimento di queste risorse e cominciano a programmare. Sono convinto che, quando andremo a valutare gli uffici e le varie programmazioni, ci troveremo di fronte anche ad una qualità di programmazione da parte degli enti locali, un passo avanti dal punto di vista culturale e politico.

L’altra novità che ritengo non vada sottaciuta in questo confronto e in questa iniziativa è che noi dobbiamo puntare alla qualità della spesa nella nostra regione, perché i soldi – ne abbiamo avuti tanti nel passato – non hanno prodotto nulla. Dobbiamo avere la capacità di concentrare le risorse, di finalizzarle in quelle infrastrutture, anche strutturali, che andranno a modificare le condizioni economiche e sociali della nostra regione.

Se ci rendiamo conto che i Sindaci cominciano a guardare con molta attenzione, anche quelli che non appartengono al nostro schieramento, che sono entusiasti di questo lavoro, del loro coinvolgimento, del fatto che devono concentrare la programmazione sulla qualità e sugli interventi strutturali, è – penso - un elemento positivo e nuovo che registro rispetto al passato.

Non si tratta, dal mio punto di vista, di spendere comunque le risorse, ma di saperle spendere e di indirizzarle nella qualità e in quel cambiamento di cui la Calabria ha bisogno. Per queste questioni,  ritengo che dobbiamo invitare l’assessore Mancini, il suo dipartimento a fare sempre di più in questa direzione, a camminare su questa strada.

C’è un elemento che mi permetto di affidare, conoscendo la sensibilità, la capacità di governo, l’esperienza amministrativa del Presidente Scopelliti: dopo aver fatto e bene, dobbiamo fare anche presto; si tratta di rispettare la tempistica che la programmazione prevede. Addirittura, dal mio punto di vista, sarebbe ancora meglio anticiparla rispetto ai programmi che ci siamo dati.

Abbiamo fatto e bene, se adesso faremo anche celermente, penso che sia un altro elemento di novità rispetto al passato.

Per queste ragioni ritengo che l’azione riformatrice, di novità che è stata introdotta, di cambiamento vada sostenuta, così come è sostenuta dai Sindaci e dai cittadini, che da non addetti ai lavori da queste risorse non hanno trattato alcun vantaggio. Come dicevo prima, non si è creato lavoro, non si è creato sviluppo, non si sono create quelle reti di infrastrutture necessarie per far cambiare la nostra regione. Su questo dobbiamo concentrarci. E’ inutile dire sulle percentuali del passato, del presente e del futuro, ormai quelle percentuali non possono essere più recuperate, anche perché nella passata legislatura è venuto anche in campo un altro elemento negativo, che erano i cosiddetti progetti-sponda, quelli di chiamare i Comuni per dire: “Presentateci i mandati di pagamento, così noi li rendicontiamo, non perdiamo e non avremo delle penalità rispetto alle risorse europee”.

Il messaggio che vorrei lanciare è, sì di incoraggiamento, sì di apprezzamento, ma è sì di non perdere tempo, di stare sulle questioni, di rispettare i tempi, di sollecitare le burocrazie, di sollecitare gli imprenditori, i Sindaci a mettere in campo progetti di qualità, perché ritengo che queste siano risorse che devono essere spese bene.

La programmazione che è stata avviata, che poi è l’elemento decisivo, penso che sia fortemente innovativa rispetto al passato, una programmazione che lancia, che ha un’idea di sviluppo di questa nostra regione. Ritengo che questa programmazione sia molto apprezzata dai protagonisti, che sono i Sindaci e gli imprenditori, ovvero quei soggetti che devono poi saper spendere ed utilizzare queste risorse.

Per queste ragioni ritengo che dobbiamo andare avanti, non dobbiamo perdere tempo, molte volte anche con inutili discussioni al nostro interno, ma bisogna sempre di più accelerare, accelerare e accelerare, perché queste risorse devono essere spese presto e soprattutto dobbiamo premiare coloro i quali le spendono bene, mettendo in campo anche un sistema di controllo rigido che non premi i furbi, che utilizzi bene le risorse e che, soprattutto, faccia andare avanti la nostra regione.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Guccione. Ne ha facoltà.

Carlo GUCCIONE

Non mi trovo nella condizione dell’onorevole Magarò, che era presente nell’altra legislatura come consigliere di maggioranza e anche oggi, in questa nuova legislatura, sta nei banchi della maggioranza, e che ha vissuto tutte e due le fasi del Por 2007-2013, svolgendo due ruoli in tutti e due gli schieramenti, il primo con il Presidente Loiero, il secondo con il Presidente Scopelliti.

Voglio dire con molta chiarezza che non mi iscrivo alla “gara per dimostrare chi è il primo della classe”, perché ho visto, in alcuni momenti di questo dibattito che è importante, per la Calabria e per i calabresi, portare argomentazioni finalizzate solo a dimostrare chi è stato e chi è il primo della classe. Mi sembra un dibattito che rischia di produrre gli effetti del “tressette a perdere” e stiamo discutendo di centinaia di milioni, anzi di miliardi di euro che arrivano nelle casse dei calabresi e del Mezzogiorno, anzi c’è una discussione in atto: questi fondi aggiuntivi dell’Europa, alla luce dei dati, non hanno prodotto un dimezzamento del divario tra Nord e Sud; nonostante queste risorse importanti che l’Europa ha dato alle Regioni del Mezzogiorno e alla Calabria, la distanza economica, culturale e sociale tra Nord e Sud è aumentata.

Non c’è solo un problema di quantità della spesa dei fondi comunitari, c’è un problema della qualità della spesa e dei progetti che sostanziano la spesa, quindi qualità: noi ci troviamo di fronte a dati economici che dimostrano che in Calabria, fino ad oggi, la spesa comunitaria non ha prodotto né occupazione né aumento del Pil, anzi nonostante queste risorse aggiuntive - diversi miliardi di euro in Calabria - la disoccupazione è aumentata e il Pil è enormemente diminuito.

Si discute, in Italia e in Europa, sull’efficacia della spesa comunitaria nel Mezzogiorno, quindi ci troviamo di fronte a questa grande questione.

Non voglio dare i numeri – anch’io ho i numeri – rispetto alla spesa, voglio dire come si risponde alle obiezioni che il Commissario europeo per le politiche regionale ha fatto alla Calabria e alle altre Regioni del Mezzogiorno, il quale ha detto: “Attenzione, al 31 dicembre 2011, risorse importanti delle Regioni del Mezzogiorno e della Calabria rischiano il disimpegno”, cioè la riappropriazione da parte dell’Europa di queste risorse destinate alla Calabria e dirottate verso altre Regioni europee. L’ha scritto diverse volte il Commissario Hahn  che non è né la minoranza né una parte politica, ma è il Commissario per le politiche regionali della Comunità europea.

Poi, l’altro giorno ho sentito un’intervista televisiva del sottosegretario all’economia Antonio Gentile. In questa intervista il sottosegretario, pure ammettendo un lieve aumento delle performance della spesa comunitaria da parte della Regione Calabria, si è detto preoccupato che al 31 dicembre ci possa essere un rischio di disimpegno di risorse importanti per la Calabria. Se il sottosegretario Antonio Gentile è preoccupato dalla sua postazione di sottosegretario all’economia, credo che lui abbia fondati motivi.

Nel dibattito di oggi il Consiglio regionale deve rispondere a una domanda e deve avere una risposta da chi oggi governa la Regione, deve prendere impegno, deve dire solennemente in quest’Aula, e quindi ai calabresi, se il 31 dicembre 2011 la Calabria rischia o meno disimpegno di importanti risorse della Comunità europea. A questa domanda c’è bisogno di una risposta e la deve dare chi governa oggi la Calabria, la deve dare ai calabresi, deve prendere impegno, altrimenti il rischio è di fare confusione; il rischio è di non risolvere il problema, perché se dovesse esserci qualche difficoltà, se ci dovesse essere la fondata possibilità che questo Consiglio regionale, tutti insieme, debba mettere in atto delle iniziative tese ad implementare la spesa, velocizzare gli impegni, correggere alcune cose, credo che debba esserne capace, in tutte le sue espressioni, nell’interesse della Calabria.

Quindi, mi aspetto che il Presidente Scopelliti, che concluderà questo dibattito, dica con chiarezza che, oggi, a quasi oltre due mesi di distanza dal 31 dicembre 2011, la Calabria non rischia nessun tipo di disimpegno della spesa comunitaria.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Orsomarso. Ne ha facoltà.

Fausto ORSOMARSO

Ho ascoltato l’onorevole Loiero e mi sono sempre detto, già prima di svolgere questo ruolo istituzionale, da cittadino calabrese e da parte della minoranza dei cittadini calabresi, che lei non fosse arrivato alla Regione per farvi il male assoluto. Non l’avevo ieri questa convinzione e non ce l’ho neanche oggi. Penso che sia stato, insieme a quella squadra di governo, incapace di fare quello che si era augurato e ribadisco che penso che, essendo, lei, un calabrese con una sua levatura politica, non fosse andato alla Presidenza della Regione per fare il male assoluto.

Dico questo per intenderci su qual è la cultura e la dimensione di questo problema. E’ vero che oggi ci sono strumenti importanti come i social network e quant’altro e che l’abitudine di chi si confronta con la gente è guardata, anche, con imbarazzo. Noi abbiamo fatto – si è parlato di marce, di contromarce – una manifestazione a Cosenza, forse inusuale per chi non si chiude nel palazzo, ma si confronta con la gente, fornendo dei numeri, utili o non utili; lo verificheremo più avanti, è la politica.

Su questo mi interrogo sempre da calabrese, oggi con qualche responsabilità in più rispetto a quel passato, quando osservavo l’operato di Maiolo, Principe, Loiero e degli altri; interrogo soprattutto i responsabili dell’informazione, perché vorrei da parte loro, – e lo ribadisco – che, a differenza di come molte volte accade anche qui in Calabria, in modo un po’ anomalo, stiano sul pezzo anziché analizzare le cose, andando sul personale, come se ci fossero squadre avverse. Principe mi epiteta spesso “centurione”, non ricordo come mi chiama: l’accetto volentieri, perché saremmo proprio alla frutta se non riuscissimo ad essere autoironici.

Poi, è anche vero che alla gente non interessa entrare nei dettagli riguardanti il disimpegno ed a tutta una serie di informazioni tecniche che, anch’io, che non sono componente della Commissione politiche comunitarie, non potrò mai comprendere appieno, nell’ambito delle procedure che, pur per responsabilità, vado a verificare a supporto di quell’azione importante – e lo ringrazio – che l’assessore Mancini sta svolgendo, in questa breve fase di governo.

Non capisco perché il consigliere Loiero dica “siamo pronti a dare una mano” solo nel momento in cui emerge un dibattito all’esterno, e il consigliere Maiolo che è componente della Commissione ha ascoltato l’assessore Giacomo Mancini, quindi il governo Scopelliti, dire “voglio darvi una mano”.

Ritengo che alla fine dei cinque anni di legislatura potremmo essere giudicati tutti noi consiglieri – vedo l’assessore Capua, Pugliano – sul risultato complessivo; se saremo stati più o meno capaci, giustamente, la gente di Calabria ci valuterà, ridandoci consenso o negandoci quel consenso importante che ha dato al Presidente Scopelliti

Il punto vero che deve caratterizzare una minoranza, od opposizione che si voglia, e che vuole dare una mano, è stare sul pezzo del problema. Qual è il problema che lei pone, consigliere Maiolo, a parte l’ultimo, posto dal collega Guccione, che diceva che al 31 dicembre non c’è disimpegno, non c’è, non sta nelle carte, non sta nei fatti? Ripeto: serve uno sforzo in più, qualcosa di più illuminato, a partire dall’informazione, perché non possiamo dare, per essere seri, un balletto di cifre, al di là delle raccomandazioni del Commissario europeo Hahn, che si riferisce – se non vado errato – a 36-39 milioni di euro che riguardano il 2009, con tutte le difficoltà dell’Autorità di Audit, il bando che andava fatto obbligatoriamente. Tutte cose che riguardano la struttura, i cervelli che non devono partire. Penso che pezzi di nomenclatura messi in campo da Loiero non siano stati rimossi, quelli che sono stati ritenuti utili, questa squadra, questa Giunta, soprattutto il Presidente li ha comunque valorizzati; ne abbiamo a Roma, ne abbiamo in Calabria. Non si tratta di valutare quanto si perde in termini economici, perché interessa a me, ma di capire dove si sta andando.

Se una minoranza più attenta della maggioranza – mettiamo che avvenga questo – ci fa notare che siamo troppo distratti, pieni di noi in questa attività di governo, che c’è qualcosa che non va, noi siamo  ben pronti ad affrontarlo; l’ha detto nella sua relazione l’assessore Giacomo Mancini, l’ha fatto in Commissione. Poi, se ogni esperienza nuova deve essere vista, soprattutto questa esperienza, con il fumo negli occhi, la gente non capisce i dettagli, non li capiamo noi. Ma vorrei che almeno l’informazione li capisse, perché, domani, quando ci sarà un resoconto sulla stampa di questo intervento, l’informazione dovrebbe avere il quadro chiaro per capire che una denuncia forte della minoranza è messa in campo. A me pare che non ci siano elementi di preoccupazione rispetto a quello che ha detto l’assessore Giacomo Mancini, il nostro assessore alla programmazione, e qualora ci fossero, ci sono strumenti, tempi, rappresentati dalle Commissioni competenti in cui la minoranza, che vuole essere illuminata, può dare un contributo alla Calabria.

Un giornale, un po’ vicino, ultimamente ha definito l’assessore Mancini “Pinocchio”, anche questo è simpatico ed autoironico, anche se definire Pinocchio un assessore che ha la delega da un anno e mezzo è veramente…! Meglio essere Pinocchio che ricevere i consigli del gatto e della volpe, se volessimo parafrasare Collodi! Mi sento rappresentante ultimo, plebeo, come volete definirmi, portatore non della colonia dei calabresi e vorrei, da maggioranza, con lo sforzo che mi è possibile, capire cosa succede a questi benedetti-maledetti fondi Por

Fornisco dei dati e li guardo per essere chiaro. Ma, poi, al di là dell’allarme che può destarsi, a cosa servono i fondi Por? Non certo a finanziare la spesa corrente! Eppure in passato è successo che spesa corrente fosse finanziata con i fondi Por; i Fondi Por servono a realizzare quegli investimenti che, per rispondere a Guccione che legge interviste che destano preoccupazioni, sono utili a produrre occupazione e Pil. Non è un fatto di chiacchiere, di confronto o di comizi, è un fatto che concerne l’economia, fatti economici e ricordo adesso, guardando Capua, che, sull’internazionalizzazione, siamo passati da uno a un 2.8. E’ ovvio che ci auguriamo di passare a 10.

Questo non si produce in un anno e mezzo, per cui come fate a dire “che cosa state facendo?” In risposta sempre a quella programmazione che funziona o meno, fatte salve le difficoltà di interpretazione e di comprensione delle procedure, per le quali arrivano le lettere, voglio precisare che noi non siamo campioni di frequentazione di Bruxelles o di Roma. Non penso, poi, che gli uffici siano validi solo perché frequentano Bruxelles piuttosto che Roma. Penso che noi si debba stare qui a lavorare e andare a Bruxelles e a Roma quando è giusto andarci, senza bisogno di inseguire buone relazioni che ci battono pacche sulle spalle.

La spesa deve riguardare gli investimenti e quindi la creazione di Pil – fatto economico –  la creazione di occupazione – fatto ancor più economico – e di una nuova cultura, in una regione che è arretrata e che dipende ancora dalle prassi per cui si sta dietro la porta del consigliere regionale, dell’assessore per chiedere “che faccio fare a mio figlio?”. Questa è la Calabria che io conosco da quarant’anni e che ancora, purtroppo, vive. Ma c’è un dato che a me piace sottolineare, non per adesione fideistica alla maggioranza, al Presidente Scopelliti, all’assessore Giacomo Mancini, e che analizzo: la Giunta Loiero, rispetto al discorso di programmazione, bandi, fondi Por, ha prodotto in 40 mesi bandi per 160 milioni di euro contro i 936 milioni di euro, prodotti in 15 mesi, da questa Giunta, dall’assessore Giacomo Mancini. Mi sembra un fatto su cui discutere e confrontarsi, ancora di più se, poi, questi bandi per produrre Pil e occupazione produrranno anche fatti positivi. Guardo questi dati asetticamente, Presidente Loiero, con l’auspicio che lei fosse andato lì non per fare il male assoluto, ma di fatto, in quella legislatura, è stato incapace di produrre risultati.

Ricordo a me stesso – e lo si poteva fare dal 2007 – che i Pisl potevano essere banditi dal 2007 e dal 2008. Perché non sono stati banditi? Eppure sono bandi che riguardano programmazione e poi, in futuro, spesa; quando diventeranno spesa, in un crono programma, ad aprile, riguarderanno 406 milioni di euro, non noccioline.

Stessa cosa dicasi per le borse lavoro, in termini di occupazione. Noi, con un ritardo dovuto alla solita procedura di ricorsi rispetto a queste procedure che sono anche abbastanza contorte, per fine ottobre partiremo con nuove assunzioni con le borse lavoro. C’è una dinamica di fatti che mi dice – ma non per essere ultras di Scopelliti – che noi stiamo producendo programmazione differente. C’è un assessore che riferisce puntualmente in Commissione e nella sede più alta, non nel dibattito sui giornali che molto spesso si perde in chiacchiere.

Inviterei i giornalisti ad essere classe dirigente quanto noi e più di noi in questa Regione, perché l’informazione non si può edulcorare. E’ vero che in Calabria i giornali li leggono in pochi e, vivaddio, si renderanno conto di quello che sta avvenendo quando qualche figlio non dovrà partire, quando qualche cantiere in più aprirà. Ricordiamo – lo ricordava Giacomo Mancini – che la metropolitana leggera – con un dibattito di dieci anni – si poteva bandire, si potevano utilizzare quelle risorse quali i fondi Fas, che per alcune parti sono stati impiegati, altri si impiegheranno.

C’è un maledetto bisogno di normalità nel dibattito.

Quello che non registro negli interventi che ci sono stati – lo dico serenamente ai consiglieri Maiolo e Loiero – è la normalità.

Se la minoranza, che su questa entrata è capace, ha voglia di dare una mano – fermo restando che non vorrei, da Pinocchio, che la mano mi fosse data dal gatto e la volpe, sempre parafrasando Collodi – noi siamo qui in Consiglio regionale, siamo nelle Commissioni, parlando il linguaggio della verità, dei fatti. La programmazione non è una cosa astratta – lo diceva bene Magarò che si dovrebbe e si vorrebbe spendere meglio – serve a fare delle cose in questa Calabria. Penso che in 15 mesi di cose se ne siano state fatte ed in numero maggiore rispetto all’amministrazione guidata dal Presidente Loiero. Auspico che si possa fare meglio, anche con il contributo di questa minoranza, senza aggredire gli uomini, che è una partita…

(Interruzione)

No, no, Presidente, non mi riferisco a lei che nei suoi toni è molto più garbato, quando dice, insomma, che c’è una maggioranza che attacca.

Forse perché c’è la voglia di fare, c’è questa arroganza di fondo della gioventù – definiamola così – e poi ci troviamo ad avere pacche ed essere definiti “ragazzo”. Ragazzo un corno! Abbiamo la media di 40 anni e c’è gente in Europa, in Lituania, in Estonia che a 40 anni ricopre incarichi dirigenziali ai massimi livelli, fa il Presidente della Repubblica a quelle latitudini. Allora, il dibattito lo riporterei sulla normalità.

Per quanto mi riguarda, non faccio mie le preoccupazioni emerse. Io mi confronto tutti i giorni con questa maggioranza e penso che la programmazione guidata da Giacomo Mancini stia producendo fatti, al saldo dell’essere simpatici e antipatici, con la cravatta blu piuttosto che a pois. Anche noi abbiamo preoccupazioni e ci chiediamo - vi assicuro - nel confronto quotidiano: “facciamo bene, non facciamo bene, sbagliamo” .

Mi auguro che al più presto si producano fatti concreti per far sì che la Calabria, che secondo me ha una grande opportunità nella confusione mondiale che regna, non sia più ultima ma capace di guidare un intero percorso meridionale di sviluppo. Il dibattito che abbiamo fatto a fine agosto sui costi della politica serve anche ad interpretare questo senso diffuso di intolleranza che regna tra la gente, rispetto a una istituzione che non produce fatti.

Qui si tratta di intenderci, di non soffermarci sulle preoccupazioni che per noi non sono reali o, qualora pensiate, vogliate dimostrare siano reali, ribadisco che carte alla mano, oggi – lo dico all’informazione – i dati dicono il contrario, non c’è nessuna preoccupazione di perdita di risorse, ci sono investimenti che vanno avanti. Lo dico umilmente a me stesso, lo dico alla minoranza e soprattutto alla Giunta e all’assessore Giacomo Mancini, che invito ad andare avanti in questo lavoro importante che sta facendo in qualità di assessore al bilancio e alla programmazione della nostra Regione.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

Signor Presidente, onorevoli colleghi, per la verità dire che questo dibattito è entusiasmante significherebbe avere molta fantasia e molto coraggio e debbo dire che, sinceramente, mi aspettavo qualcosa di più, perché noi dovremmo avere due consapevolezze, almeno, assessore Mancini: la prima – mi rivolgo a Mancini in quanto assessore al bilancio di questa Regione – è la consapevolezza che con il bilancio regionale non siamo in grado né saremo in grado di fare politiche di sviluppo, perché – lasciamo stare di chi è la responsabilità, altrimenti ripetiamo sempre le solite storielle– il bilancio regionale è assolutamente ingessato, tant’è vero che, quando arriviamo al momento della sua approvazione, a parte i record di velocità – vedremo quest’anno se il record mondiale del centro-destra, che mi pare sia consistito nella pubblicazione sul Burc di qualche giorno prima, perché anche Adamo si era fatto approvare un bilancio entro il 31 dicembre, solo che quello di Adamo è stato pubblicato a gennaio, quello di Mancini a dicembre, un grande record mondiale – vedremo come farete a battere questo record! Ma, a parte i record mondiali, tutti sappiamo che, quando si arriva al dunque, i milioncini disponibili per fare politiche sono sempre pochi. Non ne parliamo quando si arriva all’assestamento, perché là c’è solo da graffiarsi le guance e mettersi a piangere!.

Che voglio dire? Che questa Regione potrà fare e farà – mi auguro – politiche di sviluppo, solo se riesce a ben programmare e a ben gestire i fondi europei, mi sembra quasi una banalità dire queste cose, ergo, se questo è vero, una classe dirigente che sia tale, e noi non lo siamo – lo dico in termini autocritici – la Calabria ha un grande deficit di classe dirigente, anche nello stile di come ci si comporta  in Aula, di come ci rispettiamo mentre parliamo, di come si è attenti ai discorsi degli altri, se il rispetto viene dimostrato da un sorriso oppure da una risata ovvero da un’attenzione. Non siamo una classe dirigente perché, se lo fossimo, dovremmo trarre una conseguenza da questa valutazione, e cioè che solo attraverso l’attuazione del Por si può dare una speranza alle nostre povere popolazioni. Noi non siamo conseguenti.

E’ vero che questa Regione è diventata una torre di Babele, caro collega Orsomarso, perché ti ho sentito lamentarti della stampa. Ma se la stampa ormai è un coro a favore del centro-destra! Se togliamo qualche settimanale che poi, preso dalla voglia di essere alternativo, sfarfaglia su tutti, la stampa è un coro a favore del centro-destra! Non parliamo, poi, del Tg3 Calabria, che è diventato l’organo ufficiale della Giunta Scopelliti, al punto di non vergognarsi nel far dire ad un sottosegretario di Stato che la Calabria attraversa un momento magico!

Ma veramente ci vogliamo prendere in giro, la gente che ci ascolta che dice? Quando sento queste affermazioni, mi vedo catapultato nella casta, perché la cosa più vera che indica il termine casta è di essere al di fuori del contesto in cui si vive, cioè di vivere in un altro mondo, perché veramente significa vivere in un altro mondo affermare che la Calabria attraversa un momento magico! E la televisione di Stato, che una volta faceva cultura – mi ricordo i corsi di alfabetismo, i grandi dossier su fatti storici, di costume, di letteratura, di poesia – e che dovrebbe fare cultura fa capire al povero popolo calabrese che sta vivendo un momento magico!

Vedete, qual è il paradosso? Che qui dentro è la Babele perché, se vogliamo, la Babele è figlia di un praticare lingue diverse, ma è anche figlia del paradosso. Qual è il paradosso di questa istituzione? Che il partito democratico qui dentro, ritenendo di essere un partito che ha una cultura di governo, ci siamo sempre sforzati di essere propositivi – e poi farò qualche esempio – e come risposta a questo essere propositivi – ha ragione Loiero – quando ci siamo insediati –ci sono stato per due anni e che sia citato per quei due anni, mi fa onore, debbo dire – mi ricordo che non abbiamo mai parlato del passato, ha ragione Loiero.

 Da assessore alla cultura non mi sono mai permesso di fare una critica al mio successore e tutto ciò che di buono ho trovato in quel dipartimento avviato dal mio predecessore l’ho portato avanti senza indugio.

Vedete qual è la Babele e quindi il paradosso! Che ci sforziamo qui ad essere propositivi, che la maggioranza di questo non solo non si rende conto – lo abbiamo sentito da qualche intervento – ma addirittura in persona del suo Presidente ci insolentisce, perché poi sentirete fra poco la replica del Presidente, parlerà di tutto e di più ma soprattutto insolentirà la minoranza e, come condimento di queste amare pietanze, cosa c’è? Che i signori della stampa ci dicono che non facciamo opposizione! Ma questo è un teatro ma il problema è che non è una commedia che si sta rappresentando, ma una grande tragedia!

Allora, per non farla lunga, perché tanti spunti ci sarebbero, mi è piaciuto molto l’intervento del collega Gallo, che forse come contrasto psicologico, sapendo di essere in Calabria maggioranza con il centro-destra, ma a Roma opposizione di Berlusconi, ha fatto un intervento da deputato, perché non ci ha parlato dei fondi comunitari, ci ha parlato del patto di stabilità e dei danni che questo produce ai Comuni, perché prima, essendo diretto proprio verso la spesa comunale, ai Comuni, ha fatto un danno immediato, nel senso che i Comuni che hanno dovuto superare quel grado di spesa non hanno adempiuto al patto di stabilità. Oggi il danno è indiretto, perché bloccando la Regione per quanto riguarda i fondi comunitari del 50 per cento, la Regione si ferma, quindi non trasferisce le risorse ai Comuni e molti lavori restano al palo. Ma l’onorevole Gallo, evidentemente, si riferiva al ministro Tremonti e c’è stato questo sdoppiamento della personalità, perché non potendosi rivolgere a Scopelliti, che lui sostiene in quest’Aula, si è rivolto a Tremonti e a Berlusconi, ai quali il suo leader, Casini, e i rappresentanti di questa Regione si oppongono in sede parlamentare.

Tanti spunti, ma venendo al dunque, i dati non si possono occultare, perché –cito un solo dato, perché questa guerra dei numeri crea solo una grandissima confusione – quando l’assessore Mancini ci dice che, per quanto riguarda gli impegni, per esempio, sul Fers si è passati dal 30 per cento al 36 per cento – questo è stato detto – mi pare chiara la conclusione, c’è stato un incremento di un modesto 6 per cento.

Con una differenza! Quando si è partiti verso la fine del 2008 e inizi del 2009 nella fase attuativa del Por – perché non ci dimentichiamo un punto, che il Por 2007-2013, c’ero ancora in Giunta, è stato approvato dalla Giunta regionale come primo atto di una lunghissima procedura a luglio del 2007, quindi è chiaro che l’attuazione poteva e doveva avvenire con un certo lasso di tempo – nonostante questo dato, a febbraio siamo al 30 per cento degli impegni. Se oggi siamo al 36, vuol dire che c’è un calo terribile nella capacità di impegnare le somme, perché, caro Orsomarso, quando si parla delle centinaia di milioni che sono impegnati, si fa riferimento ai bandi, perché il 100 per cento degli impegni per quanto riguarda gli aspetti comunitari avviene attraverso i bandi. Conseguentemente, se a febbraio era impegnato il 30 per cento del 2010 e ad ottobre 2011 siamo al 36 per cento, l’incremento è stato di un modesto 6 per cento.

C’è un grande rallentamento e questo non solo è puntualmente rilevato dalle autorità comunitarie, con tutte le conseguenze possibili che sono state dette, non ultima  quella che riguarda la sospensione dei pagamenti, ma le statistiche ci dicono che la Calabria, delle Regioni meridionali, prima era al primo posto quanto a capacità di impegno oggi è precipitata sul Fers all’ultimo posto e sull’Fse al penultimo posto.

Allora, ritornando al ragionamento di prima, dovremmo cercare di fare un discorso di classe dirigente e vedere come utilizzare al meglio queste risorse, che sono l’ultima speranza per questa Regione di poter invertire una tendenza, senza guardare quello che è successo negli anni precedenti, perché se guardassimo a quello che è successo negli anni precedenti, dovremmo dire che il Por, la politica comunitaria sono una gemma del centro-sinistra calabrese, e questo lo possiamo dire in tutte le lingue e in tutte le sedi, perché è la sacrosanta verità, perché il centro sinistra ha trovato una situazione terribile sotto il profilo della spesa comunitaria e della programmazione comunitaria.

I primi anni della Giunta Loiero sono stati impegnati quasi interamente per spendere quello che la Giunta di cui anche Scopelliti aveva fatto parte non aveva speso; non solo, ma mentre spendevamo e abbiamo avuto la capacità di spendere tutto, abbiamo anche programmato il Por 2007-2013, che è figlio della nostra capacità di programmazione. Voi siete arrivati in un momento – questo sì – felice, perché non dovevate programmare nulla, ma dovevate solo attuare quanto programmato.

(Interruzione)

No, non sorridere, caro Orsomarso, perché questa è la verità, e pur non avendo nell’immediatezza esigenze di programmazione – che vuol dire consultazione, partenariato, sentire i Comuni –,potevate concentrare la vostra capacità governativa nella fase attuativa ma state fallendo proprio in quella fase.

Quindi non c’era nessun motivo di insolentire una minoranza, che certamente ha lasciato situazioni difficili, in modo particolare nel settore della sanità, il centro-sinistra è stato rovinato dalla sanità. Se il centro-sinistra avesse avuto la capacità di fare nella sanità quello che Loiero si è deciso a fare nel 2009, saremmo in un altro scenario, ma sui fondi comunitari no, perché abbiamo speso bene e abbiamo programmato benissimo.

Allora, che senso ha per una maggioranza che eredita questa situazione perdere del tempo per insolentire la minoranza e poi venire qui dentro a chiedere collaborazione! Vedete qual è la differenza fra la nostra cultura e la vostra : nonostante ci insolentiate, nonostante la stampa vi faccia coro e cerchi di indebolire sempre di più questa minoranza che cerca di compattarsi con difficoltà, dopo una grande sconfitta , noi continueremo, assessore Mancini, ad essere propositivi.

Allora, non solo alla domanda che ha fatto Guccione, si deve rispondere con chiarezza, ma pongo un’altra domanda: come intendete riprogrammare il Por 2007-2013? Rispettando le procedure, perché Maiolo ha detto una cosa gravissima: l’Aula del Consiglio e la Commissione non sono venute a conoscenza delle modifiche che state apportando e c’è una lesione chiara della legge regionale comunitaria.

Poiché il vostro sodale onorevole Tremonti ha scippato il Mezzogiorno, come sappiamo, dei fondi Fas, seguendo la linea del Governo più nordista che la storia d’Italia abbia mai avuto –anche questo è un problema – e prendo per buono quello che ha detto Orsomarso.

A proposito, non l’ho chiamato centurione, bonariamente l’ho chiamato prefetto del pretorio, che è qualcosa di più del semplice centurione, anche se l’aver indossato gli abiti del centurione mi fa pensare ad un ritorno alla normalità, perché personalmente, ché sono un cultore della storia romana e un ammiratore delle legioni romane, al pretoriano ho sempre preferito il centurione, che significa, come modo di intendere l’istituzione, qualcosa di estremamente diverso.

Caro assessore Mancini, nella replica lei o il Presidente Scopelliti ci dovete dire che cosa intendete fare per riprogrammare il Por, perché siccome tutte le opere infrastrutturali erano previste con impegni sul Fers ed impegni sul Fas, nel momento in cui Tremonti si è preso il Fas – ritorno al Governo a trazione nordista, il più nordista della storia d’Italia – , vi ha preso in giro, restituendo come Fas interventi su opere che sono di competenza dello Stato, utilizzando  la vecchia logica che l’intervento straordinario diventa sostitutivo e non aggiuntivo.

Ritorno ad Orsomarso, che ha ragione, non solo bisogna bazzicare a Bruxelles per mantenere quell’aureola di fiducia che si era faticosamente riconquistata durante i cinque anni del centro-sinistra, ma bisognerebbe – hai ragione, Orsomarso – frequentare Roma, perché voi a Roma non contate nulla! Questa è la verità!

(Interruzione)

Ma ti sto dicendo che ha ragione Loiero, do ragione a lui e pure a te. Che voglio dire? Che ha ragione Loiero quando ci dice che bisogna stare molto a Bruxelles e do ragione a te quando dici che bisogna stare a Roma, perché a Roma contate poco.

(Interruzione)

Certo stare in Calabria, ci mancherebbe altro, hai scoperto l’acqua calda dicendo che dobbiamo stare in Calabria!

Quindi, Presidente e assessore, ci dovete deliziare su come intendete riprogrammare il Por – questa è la domanda principale – dopo lo scippo dei fondi Fas, seguendo le procedure, andando in Commissione, confrontandosi in Commissione. Maiolo vi ha detto una cosa chiara: ma qui dentro diamo i numeri! I numeri si danno in Commissione e venendo in Aula per le modifiche del Por. Questa è la cosa più importante.

Seconda cosa: come assicurate la governance? Guardate che la governance non significa mettere il Fers, indossare la camicia di qualche colore ed imporre le cose, perché oggi questo è un Paese in cui non si impone nulla e siccome attuare il Por significa ripristinare la filiera istituzionale, non solo il partenariato, il confronto con il sindacato, con le categorie, con gli enti locali, ma vogliamo seguire nel Por la politica che state seguendo nella sanità, dove si fanno inutili decreti e il Piano di rientro è lì appeso perché non si riesce ad avere un confronto proficuo con le istituzioni locali, con le comunità?!

A questo proposito, un paio di esempi e chiudo, e ne faccio uno che dovrebbe essere chiaro all’assessore Mancini a proposito delle filiere, perché si è parlato tanto di grandi progetti. Ha ragione Loiero – e, insieme a lui, ha ragione Maiolo – che i grandi progetti sono tutti figli dell’attività e del lavoro del centro-sinistra, che vi ha lasciato il pacco con il fiocco pronto, ma un pacco regalo importante, non c’era il mattone napoletano nel pacco, c’erano metropolitane, c’erano Apq tipo quello di Gioia Tauro. Le cose che hanno detto Loiero e Maiolo non le voglio ripetere, mi fermo al pacco della metropolitana,  hai fatto bene a sorridere perché rischia di diventare il classico mattone napoletano, perché il centro-sinistra fa tutto, arriva al progetto, si è pronti per l’appalto.

Nelle more – sentite e ridete per non piangere, questo vale per Cosenza Unical, per Catanzaro-Germaneto, per Reggio Calabria, vale per tante altre opere – il caro Tremonti Giulio – perché qualche politico calabrese dice “con Giulio sto facendo la fine del mondo!” – , intanto si prende i Fas. Stiamo un anno in vigile attesa, preoccupati, finalmente Scopelliti e Mancini sostituiscono il Fas che Tremonti si è fregato – scusatemi il termine, perché è un uomo vicino alle sorti del Mezzogiorno –, Scopelliti e Mancini ci mettono un attimo per sostituire il Fas che è andato via con un maggiore Fers. Poi sono venuti a Cosenza e ci hanno detto: “Abbiamo fatto tutto noi”!

(Interruzione)

No, quello che dovevamo fare noi l’abbiamo fatto, caro assessore Mancini, perché quando tu ti sei insediato insieme a Scopelliti, la metropolitana era pronta per l’appalto. Non avete potuto fare l’appalto perché Tremonti si era preso i fondi Fas.

(Interruzione)

Li avete sostituiti con il Fesr. Allora, che succede? Ecco la governance, caro collega Fedele, e la filiera istituzionale: andiamo a Cosenza e scopriamo che un sindaco di centro-destra, di famiglia  importante che a Cosenza e in Calabria sono con il centro-destra, a Roma stanno in competizione, in alternativa, in opposizione feroce a Berlusconi, dice a Berlusconi “tutto sbagliato, tutto da rifare, bisogna rifare il progetto”. Ma come, arriviamo al momento dell’appalto e bisogna rifare il progetto?! Ma veramente la domanda di Guccione è sensata, se vi comportate in questo modo, certamente non riuscirete a certificare quello che l’Europa vi richiede!

E a Catanzaro le cose stanno nello stesso modo. E cosa succede a Reggio Calabria? Caro assessore Mancini, lei ci deve dare una risposta chiara stasera su queste cose, perché vogliamo sapere – avete un grande merito ad aver trovato i fondi Fesr aggiuntivi per sostituire i fondi Fas – se la metropolitana si farà oppure, siccome è venuto un grande architetto, che uno di questi giornalisti grandi laudatores addirittura ha paragonato a Renzo Piano, perché si è chiesto questo giornalista che porta il nome della mia città “ma cosa sarebbe successo in Italia se Renzo Piano fosse diventato sindaco di Roma o di Milano!”, anche qui ma dobbiamo piangere o ridere! Arriva Renzo Piano e dice “tutto sbagliato, tutto da rifare” e mentre tutto si sbaglia e tutto si tenta di rifare, la metropolitana se ne va da un’altra parte, esce fuori dai binari perché non si farà più!

Siccome la Regione istituzionalmente ha trattenuto il potere di fare la gara, ci deve dire stasera, tanto per fare un esempio, ma ne potremmo fare tanti, se questa gara si farà.

La stessa cosa vale per il Pisu. Non vado dietro alle malignità che sento, la Regione Calabria guidata da un Governo Reggio-centrico, anche se potrei forse dirlo, e non vorrei accentuare la malignità che un Governo Reggio-centrico aiuta amministratori locali che intendono sbagliare a sbagliare per creare un danno a Cosenza oppure a Catanzaro. Non voglio arrivare a queste malignità…

(Interruzione)

Scusami, caro Fedele, ma se Gallo ci ha detto…

(Interruzione)

Fai essere andreottiano pure me per un attimo! Se Gallo, che proviene dalla Democrazia cristiana, ci ha detto che il Por fatto da Loiero e da noi è così complicato, perché è stato fatto complicato per bloccare quelli che venivano dopo, fammi fare questa piccola malignità! Sta di fatto, però, che questa malignità sta avvenendo sul Pisu, perché con tutte queste sigle ci confondiamo la testa e ci ubriachiamo: Psu, Pisu, Pisl e quant’altro. Sul Pisu sta avvenendo che, per aspettare Reggio Calabria in ritardo e al ritardo di Reggio Calabria si sta aggiungendo quello di Cosenza, perché anche qui Renzo Piano ci ha detto che l’auditorium non si deve fare più, ma si deve fare Piazza Bulotta e intanto entro dicembre dovete certificare 3 milioni di euro, queste domande meritano o non meritano una risposta?

Per concludere, anche con questi toni appassionati, se la passione la si toglie come un abito e lascia la nudità dell’intervento, la nudità del mio intervento è anch’essa collaborativa, perché la sfida è di rimodulare il Por e, per rimodulare il Por, vi ribadiamo stasera, scrivessero quello che vogliono i vostri giornali, in questo aizzati da Scopelliti, che insolentisce l’opposizione e la minoranza ma siamo pronti a dare il nostro contributo. Guardate che il nostro contributo può essere molto importante, perché siccome rimodulazione, caro Mancini, come tu ben sai, significa anche governance e ristabilire una solidarietà della filiera istituzionale, nel momento in cui il Partito democratico e Italia dei valori o le altre forze politiche, Sel, gli amici ex compagni o compagni – non so – del gruppo autonomo dicono “vogliamo dare un contributo”, significa dare anche un contributo perché ci sia una governance positiva, nel momento in cui si va alla rimodulazione.

Togliendo questo vestito di passione, rimane la nudità di dare un contributo, aspettiamo risposte e un comportamento, un modo di fare, un modo di intendere i rapporti istituzionali che veramente possa riportare, come tutti auspichiamo, questa Regione ad una vera normalità.

PRESIDENTE

Prima delle conclusioni dell’onorevole Scopelliti e dell’eventuale replica dell’assessore, chiuderà il dibattito degli interventi l’onorevole Bova. Prego.

Giuseppe BOVA

Sto intervenendo per ultimo perché volevo ascoltare questa discussione in maniera sommessa e, se volete, con la mia modestia, ho assistito ad una discussione che ha, con rispetto, caratteristiche paradossali; ovviamente, ci sono opinioni e posizioni differenti, ma non so se sia possibile definire questo confronto con altri aggettivi, non so farlo meglio, se sia surreale o stravagante.

A me sembra, per esempio, che la discussione sui tempi e sul quantum del disimpegno automatico abbia già avuto una risposta: da quando siamo partiti – ricordo male, onorevole Mancini? – se nella prima relazione del suo dipartimento o sua di accompagnamento al bilancio di previsione, ovviamente collegata ad un’altra fattispecie, al patto di stabilità interno, si sosteneva delle due l’una, tutte e due le cose non erano possibili; cioè se il cofinanziamento regionale rispetto al monte di risorse disponibili dall’Europa doveva accompagnare tutte queste risorse, la Calabria sarebbe andata al di là del patto di stabilità oppure, se bisognava stare dentro il patto di stabilità, allora una parte delle risorse non era possibile impegnarla.

È un problema di regole. Ovviamente, in tutti questi mesi non è stata risolta una questione né per la Calabria né per le aree senza sviluppo, perché l’Ue e il ministro che rappresenta l’Italia a livello economico, cioè il ministro Tremonti, non hanno ritenuto di salvaguardare i fondi per investimenti e questi continuano a far parte del patto di stabilità interno.

Per cui è un falso problema domandarsi ora se, da qui a qualche mese o tra più di un mese, una parte delle risorse disponibili andranno in disimpegno automatico: andranno, caro onorevole Orsomarso, non c’è propaganda che regga, ma non perché lo sostengo io, l’avete sostenuto voi – è vero – a partire da qualche mese dopo il vostro insediamento.

La questione è un’altra e lei non se ne può uscire – non voglio fare polemiche – dicendo che c’è una disponibilità formale a discutere. Questa discussione nasce da un incidente – e questo, al di là delle opinioni, è oggettivo – cioè c’è una lettera, c’è una modifica della programmazione, sulla quale non c’è stata informazione né a livello di Commissione né di Consiglio, come è stato sollevato in Commissione. 

Attenzione, nessuno vuole mettere le mani sullo sterzo. Il ragionamento qual è? Se, addirittura, un vostro assessore, l’assessore Trematerra ha iniziato la sua relazione partendo dalla crisi del 1929, fino all’altro ieri, perché ora viviamo una crisi equivalente a quella, e l’onorevole Gallo, a nome dell’Udc, ha sostenuto che in questi anni, al di là se erano fatti bene, erano meglio i Por, la programmazione europea, alla fine tutto questo, rispetto al Pil della Calabria e ad una crescita sostenibile, non ha provocato nulla. Se le cose non sono dette tanto per dire, questo rivendica non il fatto che una minoranza gridi al diritto di essere informata, ma la maggioranza dovrebbe lanciare la sfida, perché i 60 mesi della legislatura passeranno rapidamente, manca poco, siamo già ad un terzo di legislatura.

Quindi, mi interrogo: com’è possibile che noi – non voi – di volta in volta, siamo così stupidi che ogni volta facciamo lo stesso errore! Attenzione, non c’è nessun inciucio, ma com’è possibile che ognuno ad ogni giro pensa di farcela da solo! Com’è possibile che si ripeta sempre lo stesso errore, quasi come un peccato, come un macigno che abbiamo addosso! Perché il punto è questo.

Non la voglio girare, ho parlato e parlerò, farò due soli riferimenti: com’è possibile che il Paese che è il più forte in Europa, cui noi ci rivolgiamo sperando che ci salvi, questo Paese che già qualche anno fa era più forte – parlo della Germania – pur essendo più avanti degli altri, per affrontare un nodo cruciale, a livello nazionale, ha deciso che non bastava una sola parte e che occorreva che il crinale più delicato per fronteggiare una crisi venisse affrontato da tutti?

Noi siamo la maglia nera dell’Italia, i più deboli e, paradossalmente, ognuno pensa “lasciate fare a me che ce la faccio da solo!”. Attenzione, nessuno vuole mettere le mani sullo sterzo, ma quando, addirittura, rispetto ad una decisione che è così importante, non c’è nemmeno il dovere dell’informazione, c’è qualcosa che non funziona, ma non perché qualcuno vuole fare il processo, perché nessuno se la sente e se guardiamo indietro è difficile.

Per uscire da questa situazione pongo due questioni concrete.

Vedete, leggo con inquietudine il fatto che una multinazionale – e voglio risposta da parte del Presidente Scopelliti e da tutti voi – si aggira non solo nelle stanze della politica, in dialetto diciamo “la politica leva a furia”, ma tutti si sono convinti che in Calabria si può fare tutto. Per cui, mentre la Germania, la Merkel, che non è l’ultima arrivata, dice “io chiudo le centrali nucleari e investo su due elementi, sulle energie alternative non solo come produzione, ma anche come ricerca” e poi rafforza un patto con i russi per il gas russo, noi su due questioni, non so che cosa facciamo: siamo indifferenti se a Saline piazzano una centrale a carbone che non vuole nessuno?! E li vedo di giorno in giorno, si aggira qui qualcuno – la prossima volta farò anche nome e cognome – non solo della politica, perché qui la politica è responsabile di tutto e tutti, si stanno aggiustando ed utilizzano che cosa? La disperazione delle nostre realtà.

E’ possibile che non ci sia un’idea, un progetto per quella realtà non fatto di assistenza?! Se serve energia, le forme per produrla sono tante. Perché non si può investire nelle energie alternative? Badate, ho parlato dei tedeschi, di energie alternative e gas. Che fine ha fatto la vicenda del rigassificatore di Gioia Tauro? Non siamo maghi, ma così come serve ai tedeschi, il gas serve anche a noi.

Sono questioni che pongo in maniera semplice, non di nascosto, perché chi lo dice che con quel poco di produzione che c’è in Calabria non possa diventare più favorevole produrre? Perché non mettiamo a disposizione di chi produce energia a più basso costo. Una delle diseconomie nel nostro Paese e nel Sud è il maggior costo dell’energia, l’altro sono le infrastrutture. Perché dobbiamo parlare dei massimi sistemi? E su questo punto, se la crisi è così grave, perché dobbiamo litigare?

Poi, c’è chi fa il Presidente della Regione e coloro che fanno gli assessori, ma su un punto, quello che si decide per tutto e per tutti, su questo – vi piaccia o non vi piaccia – abbiamo pari diritto di chiedere conto perché qualcuno non pensi nel 2011-2012 di poter venire in Calabria e prenderci quel poco di territorio e di ambiente che è rimasto pulito, con tante complicità che ci sono in giro e che ci sono qui dentro e non solo in questi banchi.

Questo è insopportabile, caro Maiolo, questo mi indigna, non l’indignazione di maniera o l’antimafia di comodo, dietro cui si nascondono tutte le cose che si vogliono fare.

Allora su questo parlo, parlo per ultimo, dico come mi è sembrato il dibattito e chiedo conto, nel mio piccolo, sapendo che non parlo perché qualcuno mi ha messo una maglietta e debbo rendere conto a quelli che hanno la maglietta come me. La maglietta ha il cognome e il nome che porto, il fatto che ho un mandato e che, se qualcuno mi risponde su questo terreno, io dico “sì, sì” e se qualcuno non mi risponde, io dico “no, no”, senza chiedere il permesso a nessuno.

Poi, alla fine, faremo il bilancio e se sposterete le cose in avanti di una virgola – è difficile, perché nel passato non è mai avvenuto –, voglio che ci sia anche quello che ho fatto io, per poter dire una buona volta che anche qui qualcosa può  cambiare e non con le mode e le propagande dei 60 mesi di legislatura, perché la situazione è davvero grave.

Noi non ce la faremo a farli questi miracoli, ma le due cose di cui ho parlato, su queste possiamo misurarci e voi avete il dovere di dare risposte, perché rimodulare significa questo.

Caro onorevole Principe, non parlo di Reggio, perché se mi dite di Cosenza, io vi dico “viva Cosenza” e, contemporaneamente, dico pure “viva Reggio”. Allora dobbiamo metterci in testa che nello Statuto della Regione Calabria ci sono i differenziali, c’è il concetto di differenziale. Il nostro Paese non lo fa più, perché purtroppo questa idea è andata in crisi da tanti anni e la coalizione di Governo nazionale ha come perno un partito dell’egoismo. Ma se qui in Calabria, in maniera giusta, sulla base dei problemi e per farla sviluppare più celermente, si interviene a partire da chi è rimasto più indietro, purché ci sia una logica, un programma, non sono per dividere i campanili e per tornare a quelle Calabrie che sono concausa di questa situazione di ritardo e di arretratezza.

Per cui sui riferimenti locali, eccetera, non credo, purtroppo, che ci sia una situazione Reggio-centrica, stiamo attenti, perché a sollevare certi problemi si rischia non di affrontarli, ma di aggiungerne, laddove non ci sono, perché a quel punto ognuno, al di là della volontà, sarebbe costretto in recinti che, quando ci sono stati, hanno provocato non tanto danni, quanto disastri per la nostra terra. Quindi, pregherei ognuno di non evocare certe cose, al di là di chi governa in quel momento.

PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, onorevole Scopelliti, per le conclusioni.

Giuseppe SCOPELLITI, Presidente della Giunta regionale

Ho ascoltato parte degli interventi che si sono succeduti in Aula, perché c’era anche la visita del ministro dell’agricoltura Romano, e – devo dire la verità – anche i pochi interventi che ho sentito, soprattutto quelli dei colleghi della minoranza, non c’è dubbio che non hanno rappresentato nulla di nuovo rispetto a ciò che conoscevamo, nulla di diverso, al di là delle semplici dichiarazioni che sono riportate ormai costantemente sulla stampa e sui mezzi di informazione.

Qualche mese fa avevo letto una dichiarazione del collega Maiolo che faceva i complimenti all’assessore Mancini in Commissione, oggi ne ascoltiamo altre e, come spesso accade, assistiamo ad un susseguirsi di dichiarazioni che sono sempre in conflitto tra di loro: noi diciamo una cosa, la minoranza ne dice un’altra. Penso che la gente sia anche stanca di questo modo di fare politica, perché ognuno racconta la propria  verità, ognuno dice quanto è bravo e quanto è bello; addirittura, abbiamo registrato ancora una volta che non si capisce mai perché i calabresi hanno votato per noi, perché ogni volta che entriamo in Aula, chi interviene ci dice le grandi cose che sono state fatte, però, dati alla mano, forse non sono state comunicate bene o i calabresi non le hanno capite oppure, forse – come pensa ancora una parte della politica – i calabresi sono molto indietro e non si capisce, invece, che sono molto più avanti di alcuni politici. 

Vorrei soffermarmi per pochi minuti, per fare soltanto una riflessione, anche sui dati forniti nell’ultima relazione fatta in Commissione. Non ho ascoltato se è intervenuto il Presidente Parente, se ha fatto la sua relazione, però ho parlato con lui più volte in questi giorni, in questa ultima settimana, e – devo dire la verità – noi guardiamo ad un obiettivo serio, che è quello di come dare risposte importanti, non ci attardiamo sui problemi spiccioli; i problemi personali per noi non hanno valore, quindi, chiunque, alla fine, riduce la propria testimonianza a problemi di carattere personale non rientra nella logica che ci appartiene. Noi guardiamo a quelli che sono anche i dati e le cifre.

Vedete, una cosa non condivido, perché fare politica per me è un modo per rappresentare una posizione,  delle idee e dei valori. Invece tante volte la politica lo stiamo apprendendo ormai in questo nuovo Paese, in questo tipo di politica in cui facciamo fatica a riconoscerci    rappresenta sempre la capacità di individuare l’avversario, cercare di denigrarlo, di abbatterlo anche in alcune circostanze e di portare nel caos più totale; il caos è l’obiettivo principale di alcuni rappresentanti di una parte politica.

Credo che quest’oggi, da questa mattina, abbiamo dato alcune cifre e alcuni numeri importanti.

Dicevo, siamo arrivati al paradosso, siamo arrivati con ex direttori generali che fanno i comunicati di lenzuoli sui giornali per dimostrare la loro posizione, ma è chiaro ed evidente a tutti, non so se l’assessore Mancini l’ha detto, però nell’ultima riunione che abbiamo fatto a Roma – e questo è importante saperlo – il delegato della Commissione europea è cambiato – non so se lo sapete – e questo ha un valore. Perché è cambiato? Evidentemente, questo ha anche un significato e il commissario europeo che è venuto nell’incontro romano, che mi pare sia un’olandese, ha fatto anche i complimenti alla Regione. Però, questo ce lo diciamo noi per farci i complimenti, per dirci che siamo bravi, che siamo belli e tutto il resto!

Tiriamo fuori i numeri, perché se non parliamo con i dati alla mano, rischiamo di fare sempre bagarre, di fare sempre litigi inutili e, francamente, noi vorremmo sottrarci a questo scempio, a questa ennesima diatriba, perché altrimenti chi ci ascolta non recepisce un messaggio chiaro.

L’assessore Mancini ha fatto un’illustrazione e vado per gradi, meglio ancora, parto dall’agricoltura, dall’intervento dell’assessore Trematerra, il quale ha detto che, dal 1° gennaio 2007 al 31 marzo 2010, la Regione ha speso 94 milioni di euro e, teoricamente, quando si parte, c’è una capacità e una movimentazione che dovrebbe essere forte.

Dal 1° aprile 2010 al 31 dicembre 2010 noi abbiamo speso 124 milioni di euro – questi sono numeri giusti – e nel 2011 abbiamo già speso, ad ottobre, altri 60 milioni di euro. Questi sono i dati ufficiali. Poi, per carità, si dice: “Quali sono i dati ufficiali?” I dati ufficiali sono quelli che dice Maiolo, che dice Mancini... Io penso che i dati siano quelli certificati sul sito, certificati dall’Unione europea e, quindi, alcuni dati sono parziali perché sono quelli di ottobre 2011, alcuni sono dati a conclusione del 2010, che ci dicono che in otto mesi sono state spese queste risorse.

(Interruzione)

Sui bandi, vi diamo lezione, su come si fanno e su come si applicano! Collega, non parlare di bandi, perché altrimenti ci mettete nella condizione di dirvi che ci avevate lasciato quattro cosette da fare e non c’era una programmazione. Non voglio entrare in polemica, anche perché dobbiamo andare a Lamezia in quanto abbiamo una conferenza stampa importante per comunicare altre cose importanti. Vi chiedo scusa, non voglio entrare nel merito dei bandi, delle procedure, della programmazione, perché altrimenti voi dite una cosa, noi diciamo l’opposto. Voglio dare soltanto numeri seri, questa volta, perché così …

(Interruzione dell’onorevole Sulla)

No, questa volta perché, altrimenti …

Francesco SULLA

Fai uno sforzo stasera!

Giuseppe SCOPELLITI, Presidente della Giunta regionale

No, noi facciamo uno sforzo ogni giorno. Peccato che voi, quando dovevate farlo, non l’avete fatto! Quindi, vi siete sottratti allo sforzo.

(Interruzione dell’onorevole Sulla)

Perché avevate anche una certa età, eravate appesantiti negli anni e, quindi, avevate una certa difficoltà a farlo!

Nino De Gaetano, sei stato per pochi anni, poi ti sei dimesso, sei andato via dalla Giunta.

Quindi – dicevo – sul Fondo sociale europeo tutti i giornali italiani hanno scritto che siamo la Regione del Mezzogiorno più avanti nella spesa. Questo è stato certificato e l’ho letto anche nei giornali. Adesso non so se siamo rimasti avanti o se siamo tornati indietro, come dice il collega Maiolo, “sì, però questo …”. Voi avete speso 54 milioni di euro fino a giugno 2010, parliamo sempre di tre anni, dal 1° gennaio 2007 al marzo del 2010.

(Interruzione dell’onorevole Sulla)

No, 2007, 2008 e 2009.

Francesco SULLA

I piani sono partiti nel 2009.

Giuseppe SCOPELLITI, Presidente della Giunta regionale

Ma noi abbiamo anche individuato la capacità di spesa …

Francesco SULLA

Fino al 2014 dovete farli voi. Poi, se non partono nel 2014, qualcuno viene qua e vi chiede …

Giuseppe SCOPELLITI, Presidente della Giunta regionale

Ma perché mi interrompi, collega? C’è qualche problema?! Avevate la possibilità…

Presidenza del Presidente Francesco Talarico

PRESIDENTE

Facciamo completare. Vi ricordo che siamo in Consiglio regionale!

(Interruzione dell’onorevole Maiolo)

No, ho ascoltato da sopra. Lei sa meglio di me che c’è la possibilità…

Giuseppe SCOPELLITI, Presidente della Giunta regionale

A giugno del 2010 il rendiconto era di 54 milioni di euro. Noi abbiamo uno stato di attuazione al 14 ottobre che ci porta ad aver ultimato pagamenti per 185 milioni di euro nel Fondo sociale europeo.

Per quanto riguarda, invece, il Fers, ci siamo trovati al nostro arrivo con una spesa pari a 160  milioni di euro, su un totale complessivo di 2 miliardi e 998, e al 31 dicembre 2010 abbiamo certificato 264 milioni di euro; mentre ad oggi abbiamo una capacità che arriva, secondo i dati in nostro possesso, a 354 milioni di euro, oltre quelli certificati al 2010.

Per fare spesa sono necessari i bandi. Anche sui bandi abbiamo ricevuto i complimenti, perché – l’assessore Mancini ha tenuto una conferenza stampa – abbiamo prodotto tutta una serie di situazioni e di condizioni che ci hanno portato a far comprendere la capacità e la movimentazione.

Quindi, noi siamo arrivati, rispetto al passato, a produrre, in 15 mesi, bandi pari ad una capacità di spesa di 936 milioni di euro e arriveremo al 31 dicembre 2011 con una capacità di produzione e, quindi, di attività che arriva ad 1 miliardo e 222 milioni di euro. 

Queste sono le cose . Mi ricordo il primo dibattito in campagna elettorale: c’era qualche difetto nella mia controparte che non riusciva a distinguere l’impegno di spesa dalla spesa. Ecco, questo è l’impegno di spesa, che è un’altra cosa rispetto alla spesa. Noi l’abbiamo imparato un po’ prima, non sono serviti cinque anni per poi farcelo spiegare, abbiamo capito molto prima! E’ la capacità che abbiamo messo in campo in così poco tempo di risorse comunitarie.

Ora, rispetto a questo, tutti gli scienziati, che ci possono essere e che si è in grado di mettere in campo, mettessero becco su questi numeri, su queste cifre! Queste sono cifre certificate, sono le cifre che poi, al di là di quelle certificate, noi mettiamo in campo come nostra capacità.

Credo che, in quest’Aula, la capacità maggiore che una classe dirigente debba esprimere non sia quella legata alla capacità della spesa o agli impegni di spesa, ma debba essere quella di discutere sempre di più nelle Commissioni e nelle sedi appropriate sulla qualità della spesa. E qui mi pare che Maiolo sia stato uno di quelli che ha messo l’accento su questi temi.

E’ inutile parlare di Scopelliti con Chiaravalloti, perché sono quello che, poi, dati miei alla mano, al tempo, in un anno e otto mesi, dieci mesi, in cui ho fatto l’assessore, ha movimentato l’81 per cento di spesa.

Mario MAIOLO

… nel 2009, cioè la spesa del 2002, 2003 non … cinque anni.

Giuseppe SCOPELLITI, Presidente della Giunta regionale

Non è che un settore che era in grande movimentazione, come quello della formazione e del lavoro, quindi del Fondo sociale europeo, lo possiamo, poi, inglobare all’interno di un problema più generale, che è quello dei cinque anni di gestione del governo del centro-destra, ognuno poi scarica le responsabilità.

Credo che non valga l’idea di doverci giustificare, perché ancora noi stiamo chiudendo il 2000-2006, cioè concentriamoci su un rapporto di lealtà e di correttezza, che deve contraddistinguere una classe dirigente e, purtroppo, mi sia consentito di dire che noi ci sforziamo di ricercarlo, ma non ci viene offerto da tutti, solo da pochi, perché notiamo che anche in alcune circostanze c’è la ricerca dell’idea di dire – lo dico sempre –: “Abbiamo fallito noi, quindi dovete fallire pure voi”!.

Il commissario Hahn è un commissario austriaco che viene dall’estrema destra ed ha una visione del Mezzogiorno, secondo me, molto diversa dalla nostra, quindi, automaticamente, l’avete visto in quella circostanza in cui noi eravamo arrivati il giorno prima da Roma, dove l’assessore Mancini mi disse “abbiamo avuto un successo” e non abbiamo comunicato niente alla stampa, ce lo siamo tenuti per noi. Era una riunione al ministero con la Commissione europea e non serviva per quei due giorni di riunione dare grande enfasi al risultato ottenuto.

Il giorno dopo il commissario, per via dell'ufficio stampa, di agenzie, fece una dichiarazione in merito ad una interrogazione presentata a luglio. Poi, avete visto che il giorno dopo, quando noi abbiamo fatto una dichiarazione, quella sera il ministro Fitto, quando lo cercai, al di là degli uffici che ci chiamavano costantemente, mi disse: “Questo è un errore gravissimo. Voi siete la Regione che sta dando i maggiori risultati oggi nel Mezzogiorno”. Mi ha detto: “Io voglio fare una dichiarazione per fare alcune puntualizzazioni”.

Vi invito a guardare se negli ultimi anni mai un ministro della Repubblica ha fatto dichiarazioni per difendere una Regione e se sia accaduto in qualche circostanza, perché c’è anche il rispetto dei ruoli istituzionali, c’è il rispetto della Commissione europea e  anche l’aspetto di evitare incidenti diplomatici con l’Europa.

Il ministro Fitto fu garbato e questa cosa, forse per chi non capisce e non comprende bene i ruoli istituzionali, passò come un messaggio quasi come se il ministro fosse un amico nostro, quindi fosse intervenuto a nostra difesa, ma piuttosto era un segnale molto chiaro per rimediare ad una sorta di abbaglio.

Il giorno dopo si è ricordato lo stesso ufficio stampa di Hahn e fece una dichiarazione con alcune puntualizzazioni, quindi mise da parte tutta una serie di cose, perché in quel comunicato stampa si scriveva: “A settembre ci sarà un nuovo incontro”. L’incontro c’era stato due giorni prima! Quindi si era poco documentati e si faceva riferimento a quello che si era verificato al 31 dicembre 2010, al punto che anche un parlamentare europeo del Partito democratico, che esula dagli scenari di aggressione e di denigrazione, come l’onorevole Pino Arlacchi, è andato a parlare con il commissario Hahn, alla direzione generale, per farsi chiarire questo aspetto.

Poi, ho avuto un incontro anche con l’onorevole Arlacchi a Roma e mi ha spiegato che c’erano mille vie d’uscita rispetto al tema del non riconoscimento della spesa che veniva da una gestione precedente – ma non è che questo ci appassioni particolarmente – e che la Regione, comunque, aveva prodotto una serie di atti e lui stesso si riteneva soddisfatto – mi disse – dell’illustrazione che era stata fatta dai rappresentanti, perché aveva notato che c’era una considerazione e una capacità della Regione tale da darci serenità nell’azione.

Non so se siamo credibili quando andiamo a Bruxelles, forse altri erano più credibili, a noi interessa raggiungere i target della spesa ed è questo ciò che diciamo costantemente; a noi interessa raggiungere gli obiettivi, che sono la capacità che sugli investimenti e le risorse comunitarie in questa Calabria, dopo tanti anni in cui sono arrivati le risorse, si possa creare qualcosa di nuovo, cioè si possa creare valore aggiunto – dico sempre – ricchezza, sviluppo, occupazione, perché questo significa dare la svolta.

Non entro nel merito dei grandi progetti, delle grandi opere, delle opere mai fatte, lo abbiamo già detto mille volte quando diciamo che la metropolitana di superficie di Cosenza si può fare, onorevole Principe …

(Interruzione)

No, è che di fronte alla tua saggezza e alla tua storia, noi non possiamo che essere dei comuni mortali, degli umili, però nella nostra umiltà cerchiamo di portare il nostro contributo.

Dicevo, la metropolitana di superficie di Cosenza e Rende la si farà, perché noi abbiamo avuto il coraggio di mettere questa spesa dentro un unico grande contenitore, perché altrimenti ancora eravamo qui ad aspettare che i fondi Fas, che gli Apq, che le risorse liberate, che i fondi Por fossero tutte risorse disponibili per andare a quantificare la somma da mettere sulla spesa necessaria a realizzare la metropolitana di superficie di Cosenza e quella di Catanzaro, non quella di Reggio, caro Bova, perché quella te l’avevano fatta fuori, nel senso che – tu lo sai, questa è storia – quando si resero conto al tavolo, giustamente, che per due anni, dal 2007 al 2009, avevano lavorato per fare due metropolitane di superficie, qualcuno più arguto e più intelligente politicamente forse di altri gli spiegò: “Ma scusate, come vi presentate alle elezioni, ad agosto 2009, quando fra otto mesi si vota e avete lasciato fuori Reggio Calabria!”. Allora fummo chiamati in qualità di amministratori locali in fretta e furia ed io fui il primo a dire al Presidente Loiero: “Ti ringrazio di avere avvertito questa capacità, questa sensibilità per darci questa opportunità”.

Alla fine, oggi, questa spesa è possibile e deve essere compito nostro, delle amministrazioni competenti accelerare la spesa, perché noi anziché frastagliare e dividere le fonti di finanziamento, quindi realizzare un’opera attraverso più finanziamenti, abbiamo deciso di investire e l’abbiamo fatto con coraggio, riunendo un’intera maggioranza, comunicandolo all’esterno e abbiamo detto: “Puntiamo su questa cosa”. Giusto, sbagliato? Certo, è chiaro che le tremila opere di cui parlava il ministro Fitto, quando venne a Catanzaro, nei fondi Fas non le trovate più. Se oggi guardate i fondi Fas, ci sono le 15-20 opere che abbiamo inserito, ci sono le opere sulle università che saranno altre 10 o altre 15, ci saranno quelle che speriamo di poter inserire anche nel Piano per il Sud per l’ambiente, saranno altre 30, ma arriveremo a 100, non arriveremo a 3 mila, perché non ci troveremo sulla filosofia di un tempo, di una scelta di natura diversa, giusta o sbagliata, non lo so, però parto dal concetto che la Regione deve necessariamente concordare con il Governo le grandi opere e le grandi infrastrutture, poi a cascata gli enti locali si fanno le fontanelle, i marciapiedi, le piazzette. Poi c’è la legge 24, adesso non so quali leggi siano che devono dare risposta su questo versante, e noi su questo mettiamo a disposizione le risorse e l’assessorato competente deve fare la sua parte attraverso il lavoro del Consiglio.

Noi, però, abbiamo pensato alle grandi opere e credo che anche riguardo a questo ci sia stato un cambiamento, una modifica, di cui ci assumiamo la responsabilità; abbiamo previsto sicuramente le due metropolitane, tutta una serie di interventi qualificati, la Gallico-Gambarie, cioè abbiamo fatto un grande progetto per ogni provincia e, giustamente, uno dice: “Sì, ma io mi trovavo cose diverse”. Sì, le abbiamo cambiate, e ce ne assumiamo la responsabilità, perché era possibile, concordandola con l’Europa, fare una scelta di natura diversa e poter, nel tempo, avere l’ok su procedure nuove che abbiamo deciso di attivare.

Non voglio dilungarmi, però, Presidente Talarico, per evitare differenze tra noi e i colleghi del centro-sinistra, per evitare che qualcuno si arrabbi, faccia anche riparare l’orologio che sta sul lato sinistro, perché loro sono due minuti dietro di noi e due minuti sono tantissimi nella vita, a dimostrazione che noi siamo più avanti! Lo faccia riparare, perché è necessario, altrimenti qualcuno pensa che lei lo abbia fatto apposta, per evitare che almeno su questo ci ritroviamo …

(Interruzione)

E’ una battuta, consigliere Franchino, certo, per sdrammatizzare, anche perché noi – figurati – di fronte a così tanta saggezza politica, siamo veramente dei pivelli, dei ragazzini!

Credo che la seduta di oggi possa servire a dare un ulteriore contributo all’andamento, secondo me, molto positivo, dell’utilizzo dei fondi comunitari …

(Interruzione)

Sì, lo so, ma noi ce l’abbiamo alle spalle, ci garantisce, è il nostro tempo, quello è il nostro tempo!

Quindi, noi ci troviamo di fronte ad una situazione in cui chiediamo all’Aula un contributo che è quello di ricercare insieme e di condividere i percorsi legati alla capacità ed alla qualità della spesa; anzi, non alla capacità, ma alla qualità di spesa, perché è quello che può rappresentare la differenza, indipendentemente che lo faccia il centro-destra, che non l’abbia fatto il centro-sinistra, non lo so;  su questo non entro nel merito, dico che c’è un verdetto, una sentenza emessa dai cittadini, che è quella della tornata elettorale, non altro tipo di sentenza, che ha dato a noi la possibilità di governare.

Allora, se qualcuno vuole dare il proprio contributo sul versante della qualità della spesa, ben venga, noi siamo disponibilissimi, anche perché poi, tra l’altro, questo Por – come il Piano di rientro – l’avete scritto voi e, avendolo scritto voi, probabilmente avete anche qualche spunto utile da poterci fornire. Noi non disdegniamo, né tantomeno non saremo disponibili a riconoscere il merito di chi ha contribuito; per carità, questa è una cosa che, francamente, ci appartiene anche in termini di cultura politica.

Quindi, noi siamo pronti ad accogliere qualsiasi contributo utile, però siamo restii a creare, ancora una volta, situazioni di conflittualità su questi temi, sulla guerra dei numeri, delle cifre, perché non porta da nessuna parte.

Credo che lo sforzo che tutti dobbiamo fare – ma lo diciamo sempre e poi, magari, non si realizza – è quello di riuscire a guardare in maniera diversa al contributo che possiamo dare alla Calabria. Ognuno deve dare il proprio contributo, chi governa, chi è in minoranza, e noi siamo pronti ad accogliere la partecipazione e la capacità di quei colleghi che decidono di essere parte attiva di questo processo.

Quindi, credo, Presidente Talarico, che si debba partire da questi numeri che sono incoraggianti, importanti, che ci offrono uno spunto di riflessione seria; sono numeri che oggi ci rendono forti nello scenario che viviamo, però è chiaro che non ci possiamo mai accontentare, perché dobbiamo spendere, spendere meglio e di più, raggiungere il livello necessario di spesa, perché più risorse arrivano sul territorio, più risorse vengono investite e più risorse, ovviamente, creano ricchezza nelle nostra comunità.

Credo che questo debba essere il contributo serio che ognuno di noi deve dare su questo tema, anche perché si sa molto bene che le risorse comunitarie ormai stanno diventando, in alcuni comparti, sostitutive delle risorse ordinarie, quindi vanno sicuramente canalizzate e finalizzate in maniera adeguata.

(Interruzione dell’onorevole Bova)

Su Saline …

(Interruzione dell’onorevole Bova)

Non so come il collega Bova abbia introdotto il tema di Saline, perché lui ogni tanto lo fa uscire a piacere, ma si figuri se mi sottraggo a questa …

(Interruzione dell’onorevole Bova)

Sì, non sono riuscito a collegarlo a …

(Interruzione dell’onorevole Bova)

Va beh, ma rispondo, perché – lo abbiamo detto più volte, l’abbiamo anche dichiarato in Aula – siamo contrari, salvo che non ci sia chi è in grado di dimostrarci che tutto questo non sia nocivo, non crei disagi e problemi sul territorio.

(Interruzione dell’onorevole Bova)

La Regione è una Regione che lavora, che cerca di produrre, che porta avanti i propri progetti e speriamo che, quando noi anche su questo tema avremo qualche idea, qualche spunto, si possa mettere da parte l’idea delle appartenenze e si possa, magari, sposare e condividere l’opportunità di sviluppo per i nostri territori.

PRESIDENTE

E’ conclusa la discussione sui fondi comunitari, penso che ci sia stato un confronto ampio, molto partecipato, si è entrati anche nel merito, poi ognuno fa le riflessioni che ritiene più opportune.

Esame abbinato: progetto di legge numero 88/9 di iniziativa del Consigliere R. Mirabelli, recante: “Norme quadro per lo sviluppo della sostenibilità urbana nell'edilizia residenziale pubblica e privata”; progetto di legge numero 197/9 di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Norme per l'abitare sostenibile”

E' in discussione una nuova versione “Norme per l'abitare sostenibile”

PRESIDENTE

Possiamo passare al secondo punto all’ordine del giorno, che riguarda  il progetto di legge “Norme per l'abitare sostenibile”.

Onorevole Dattolo, ha facoltà di intervenire.

Alfonso DATTOLO, relatore

Intanto, ringrazio i capigruppo per aver inserito questo importante provvedimento all’ordine del giorno, si tratta di un testo che è stato licenziato all’unanimità dalla Commissione a luglio.

Devo dire che in questi giorni intercorsi dalla discussione in Aula sono pervenuti alcuni emendamenti dei colleghi del gruppo Pd, soprattutto anche di altri componenti, che il sottoscritto e la Commissione, nella sua interezza ha cercato di fare suoi. Quindi, accanto al testo licenziato, ci sono degli emendamenti che sono stati accolti che arricchiscono il testo e ne fanno uno strumento di grande impatto, soprattutto per ciò che attiene il rilancio dell’edilizia, di quella sostenibile, la cosiddetta edilizia verde, che prevede il recupero di materiali, con un risparmio in termini energetici secondo le caratteristiche delle nuove normative comunitarie.

Volevo solamente aggiungere che questo provvedimento, insieme al Piano casa che dovrebbe essere integrato con i regolamenti, insieme alla rivisitazione della legge urbanistica presentata dalla Giunta, dall’assessore Aiello, e a un progetto di legge sul decoro urbano che sarà oggetto di discussione in Commissione, rappresentano elementi tali per uno sviluppo ordinato di una urbanistica che, in Calabria, sicuramente non ha primati.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Franchino.

Mario FRANCHINO

Abbiamo evidenziato in questa proposta di legge limiti e carenze, però siamo consapevoli del lavoro che abbiamo svolto in Commissione e, dopo la presentazione di emendamenti che sono stati recepiti ed armonicamente inseriti nel corpo della legge, dichiariamo il voto favorevole del Pd.

Abbiamo presentato emendamenti, ma anche “rammendato” una legge che, ad oggi, manca di  regolamenti edilizi rinnovati e di legge urbanistica, su cui si sta lavorando, anche se a noi pare in maniera peggiorativa; queste norme servono solo a rendere esecutive alcune normative nazionali, ove rispettate. Occorrono, peraltro, strumenti operativi, disciplinari, aggiornamenti prezziari e quindi risorse e competenze per realizzare.

Sicuramente riprenderemo l’argomento, però, nell’immediato futuro, per renderlo più adeguato alle esigenze della nostra regione e dei territori, ma anche per migliorare l’impianto complessivo. Ecco perché, intanto, sono da fare delle osservazioni di ordine generale.

Dalla lettura della proposta di legge, delle finalità e degli obiettivi argomentati nella relazione che accompagna la legge, si rileva che le norme vengono dettate con nessun riferimento al contesto locale del territorio regionale, a cui si riferiscono. Ciò si sarebbe reso necessario quale valore imprescindibile per la formulazione e l’applicabilità di una normativa tecnica a carattere locale, che deve qualificare gli interventi sui temi della sostenibilità in ambito regionale.

Il fatto di non produrre alcun riferimento al contesto operativo di riferimento produce, nei contenuti e nella stesura della forma e struttura del dettato, alcuni limiti che sono in contraddizione con i caratteri della normativa di settore nazionale ed internazionale sui temi della sostenibilità e della salvaguardia ambientale del territorio, oltre che delle buone pratiche da diffondere.

La non identità degli scenari di riferimento, caratterizzanti la tipicità del territorio calabrese, invece, produce, a nostro modesto avviso, un approccio un po’ troppo generalista, consentendo di formulare l’articolato della norma in maniera troppo simile a quanto prodotto in leggi di altre Regioni italiane, che presentano quadri contestuali molto differenti da quello calabrese e che già oggi hanno strumenti di attuazione che ne hanno, sostanzialmente, modificato il regime di applicazione.

Si mette in evidenza come, in generale, si sarebbe dovuta formulare una norma capace di interpretare il carattere locale del nostro territorio. In tale direzione, si sarebbe dovuto disporre, in via generale, una finalità ed un oggetto della norma più riferibile al contesto di applicazione.

Correttamente, il riferimento alla tipicità climatico-geografica del territorio rende più coerente il dettato anche in relazione alle norme sul risparmio energetico, altra condizione riferita nella finalità della norma, ma non evidente nelle disposizioni successive, in riferimento ai temi del recupero e della riqualificazione del comparto edilizio, scenario di riferimento imprescindibile per la sostenibilità, con il dichiarato, ma non sufficientemente espresso contenimento del consumo del suolo.

Ecco perché è importante il nostro emendamento, l’ultimo nell’articolato, sulle clausole valutative-. Visto che i regolamenti non esistono, non ci sono, non vorremmo andare incontro ad un’altra legge propaganda, ad un’altra legge manifesto, come quella sull’amianto e come il Piano per la casa, riteniamo che, almeno in attesa dei regolamenti triennali, la Giunta regionale possa presentare all’Assemblea legislativa regionale una relazione sullo stato di applicazione della legge, con riferimento ai profili così come nell’ultimo articolo di legge.

A tal proposito – ripeto quello che ho detto inizialmente – nonostante limiti, difficoltà e per il contributo che abbiamo portato nella Commissione, il Pd dichiara il voto favorevole alla legge.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Mirabelli. Ne ha facoltà.

Rosario Francesco Antonio MIRABELLI

Signor Presidente, onorevoli colleghi, secondo me questa è una proposta di legge non esaustiva, vista la complessità che, già di per sé, ha il settore in cui dovrebbe andare ad operare. Per cui, anche se sono stato il proponente ed avendola articolato in un certo modo, credo che il lavoro da parte della Giunta regionale e anche della Commissione con i relativi emendamenti dei vari componenti consiglieri della Commissione abbia contribuito a renderla più funzionale e più importante.

Penso, comunque, che quanto detto dall’onorevole Franchino in parte sia anche giusto, perché effettivamente è una legge talmente ampia nel contenuto, che nella prima fase di stesura della proposta di legge erano previsti, nell’ambito dell’articolato della legge da me proposta, una serie di passaggi intermedi di regolamenti esplicativi che servono e servivano a poterla poi meglio delimitare e specificatamente indirizzare.

Comunque è una legge importante, in un momento e in un contesto così difficile per la nostra economia, sappiamo benissimo che la gran parte dell’economia calabrese per anni si è mossa e fino a poco tempo fa, prima di questa grande crisi, nell’ambito di quello che era il settore più trainante, che era l’industria delle costruzioni. Questo è un modo per poter anche rivitalizzare, migliorando un certo tipo di edilizia residenziale – e ha ragione Franchino –,  perché questa è una legge che, più che andare ad inserirsi nelle logiche e nelle problematiche di tipo urbanistico, cioè nelle riqualificazioni larghe, mirava esclusivamente a che cosa? A poter rendere l’abitabilità più ecosostenibile, al risparmio energetico, ad un tipo di abitare che potesse dare meno problemi ambientali.

Per cui io credo che, inserendolo in questo contesto, potrà anche essere utile, per riqualificare l’esistente, cercando di renderlo più ecosostenibile, più ecocompatibile e penso che, in questo momento importante, potrebbe andare a rivitalizzare un settore in profonda crisi.

Ecco perché questa proposta di legge, avanzata da me già nei primi di ottobre del 2010 e che finalmente, dopo un anno, giunge all’Assemblea credo si possa dire che è riuscita a venire alla luce, emendata, rettificata, ampliata, come era giusto che fosse, e debba trovare accoglimento da questo civico consesso, in quanto è una legge molto importante che cade in un momento particolare del settore edilizio che per la Calabria è particolare, viste le maestranze e viste le varie professionalità che oggi sono ferme, cioè sono senza lavoro, in riferimento a questo settore, e ritengo che in questo momento sia importante.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Dattolo.

Alfonso DATTOLO, relatore

Mi corre l’obbligo di ringraziare la Commissione. Questa legge nasce da un gruppo di lavoro, il cosiddetto tavolo Itaca, quindi abbiamo cercato non tanto di vedere testi, perché dovevamo attenerci sicuramente a un protocollo già stabilito. Ritengo che la Commissione – e devo ringraziarne i componenti – abbia fatto un buon lavoro, cercando di mettere qualcosa di nostro, oltre ai protocolli tradizionali.

Nulla da eccepire riguardo al lavoro che aveva fatto il collega Mirabelli, ci mancherebbe altro, ne prendiamo atto; i testi sono coordinati, è chiaro, sono tutti perfettibili, il lavoro della Commissione è quello di mettere assieme.

Concordo su una cosa che è necessaria: di leggi manifesto la Calabria non ne ha bisogno. Sicuramente c’è qualcosa da regolamentare, caro collega Franchino, perché non siamo – ripeto – in Calabria in grado di dare lezioni per ciò che attiene l’aspetto urbanistico, però non possiamo non tenere conto che questo lavoro che sta facendo la Commissione è finalizzato non solo a dare decoro ai centri urbani e a dare anche delle indicazioni di carattere di risparmio energetico, ma di rilancio del settore, rilanciando anche l’economia e il turismo, che ha bisogno in Calabria di vedere dei centri che abbiano una finalità diversa rispetto a quello che è stato fino adesso. Poi, è chiaro, possiamo sempre migliorare.

Sui Regolamenti sicuramente la Giunta deve cambiare passo, anche sfruttando quello che è stato l’ultimo decreto, e rivedere anche il Piano casa per ciò che attiene il decreto sviluppo, l’ultimo approvato a settembre.

Ritengo che questo sia un compito prioritario, perché ci sono tutte le condizioni, le premesse per dare, quantomeno, occasioni di sviluppo. Spetta anche alla capacità dei nostri amministratori locali e degli imprenditori cercare di mettere a frutto queste iniziative di carattere legislativo.

Quindi ringrazio, Presidente, e direi di approvare la legge in tempi rapidi, se è possibile.

PRESIDENTE

La parola all’assessore Aiello.

Pietro AIELLO, assessore all’urbanistica e governo del territorio

Intervengo brevemente solo per fare alcune precisazioni, che sicuramente non vogliono sembrare come una mancanza di rispetto nei confronti del grande lavoro che la Commissione urbanistica e ambiente ha portato avanti nella discussione e nel ragionamento, e quindi nell’eventuale approvazione di questa norma.

Volevo solo ricordare che la Giunta regionale, onorevole Dattolo, giorni fa ha mandato in Commissione per la discussione la rimodulazione della legge urbanistica regionale e volevo rispondere all’onorevole Franchino, che non c’è necessità di criticare in via prodromica la norma sulla legge urbanistica. La Giunta regionale la invia alla Commissione perché lì, liberamente, ognuno può emendarla, può ragionarci. Può darsi che ci siano dei difetti, qualche articolo da modificare, siamo disponibili, ne abbiamo sempre parlato e nutriamo grande rispetto per il lavoro di ogni consigliere; pertanto non era assolutamente intento della Giunta regionale mandare in Commissione il pacchetto ritenendolo approvato, ma, proprio per rispettare – ripeto – il lavoro delle Commissioni, la Giunta aveva il dovere di rimodulare questa norma perché l’ha ritenuta vetusta, in quanto, pur ricevendo larga approvazione da parte delle altre Regioni, sono passati dieci anni ed era corretto rimodularla e renderla più idonea e al passo con i tempi, anche per rispettare alcune priorità in materia urbanistica di questo Governo regionale: rispetto dell’ambiente e gestione del territorio.

Ci sono, in itinere, altre norme che stiamo inviando all’esame della Commissione, mi riferisco a quella sulla rigenerazione urbana e sul recupero delle aree degradate. Sapete che già alcune Regioni hanno legiferato in merito, noi abbiamo tempo fino a fine novembre per portare in Commissione quest’altra norma importante e anche un’altra su cui stiamo lavorando come Giunta, che riguarda il recupero e la valorizzazione dei centri storici.

Perché questa premessa? Ripeto, rispettando assolutamente il lavoro che avete portato avanti in Commissione, sarebbe opportuno, per quanto ci riguarda che questa norma venisse conglobata nelle altre norme che abbiamo già, altrimenti si rischia di creare un accumulo…

(Interruzione)

No, lo dico col massimo rispetto, assolutamente, poi il Consiglio è sovrano, deciderà…

(Interruzione)

Sto parlando al Consiglio in generale, parliamo di una materia che interessa non la maggioranza o non l’opposizione, ma interessa la Regione, soprattutto i nostri cittadini e la difesa del nostro territorio.

E’ chiaro che quella in discussione oggi è una legge importante, perché parliamo di eco sostenibilità, di rispetto dell’ambiente.

Non so se l’assessore all’ambiente è d’accordo con questa mia considerazione, comunque volevo dire che, se si potesse comunque approvarla, occorre valutarla poi nel contesto delle altre norme che sono in itinere e in discussione, altrimenti rischieremmo di ripetere nel corso delle altre normative tutte le funzioni già descritte in questo articolato.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Principe.

Sandro PRINCIPE

Presidente, l’intervento dell’assessore Aiello mi ha convinto che questa breve dichiarazione potrebbe non essere inutile, nel senso che noi voteremo a favore, come ha preannunciato l’onorevole Franchino che ha seguito insieme ad altri colleghi questa norma.

Volevo fare un appello ad una visione generale dei problemi e il suo intervento mi ha incoraggiato sotto un altro profilo, anche se condivido le cose dette dal rappresentante del Governo, perché l’idea di favorire una legiferazione per testi unici è sempre qualcosa di positivo. Ma io mi pongo il problema di una programmazione dell’intervento sul territorio, nel senso che quando si parla di edilizia ecosostenibile, non v’è dubbio che il settore chiama in causa la capacità di domanda, di ricerca e di offerta di ricerca. Il Presidente Scopelliti deriderà il modesto onorevole Principe, perché quasi quasi mi vuole far passare come un visionario che pensa di essere un professore, ma quando parliamo di edilizia ecosostenibile, l’edilizia richiama la ricerca sui materiali da utilizzare.

Allora la domanda che modestamente mi pongo è: ma noi intendiamo, in questo modo, continuare a favorire il Mezzogiorno come mercato delle aziende che producono al Nord? Tale è stata la storia di questo Paese in questi 150 anni. La questione meridionale nasce proprio da volontà politiche convergenti di tutti i settori (anche di esponenti del mio partito, che sul federalismo hanno assunto una posizione che non condividiamo tantissimo): 150 anni di creazione di un mercato che prevede la produzione al Nord ed il Sud come mercato di quei prodotti, il Sud che manda braccia, oggi manda cervelli. Se qualcuno facesse il calcolo che cosa significa in termini economici formare un giovane in Calabria e mandarlo in Lombardia, ci renderemmo conto della misura con la quale finanziariamente il Mezzogiorno contribuisce allo sviluppo. Altro che Cassa per il Mezzogiorno! Noi abbiamo contribuito allo sviluppo del Nord.

Nel momento in cui la maggioranza favorisce una legge sull’edilizia ecosostenibile, a parte le considerazioni dell’onorevole Aiello, che cosa avviene a livello di ricerca? Prima, nella discussione sui fondi comunitari, ho omesso di parlare della ricerca o della cultura, perché qualcuno mi avrebbe anche potuto accusare di nostalgia di potere, e ho sbagliato a non utilizzare questa nostalgia, perché certamente se l’avessi utilizzata, avrei potuto dire che l’intervento di cui vado più fiero come ex assessore alla cultura è la ristrutturazione del museo di Reggio Calabria. Avrei evitato, in questo modo, all’onorevole Bova di rischiare di fraintendere la mia preoccupazione sulla Reggio-centricità del Presidente, perché ritengo che i Presidenti debbano essere i Presidenti di tutta la Regione.

Ma cosa fa questa Giunta sulla ricerca? E’ una domanda che ci dobbiamo porre, perché la legge sulla ricerca, caro assessore Aiello – mi dispiace che non ci sia Caligiuri – non viene attuata per niente, è disapplicata, perché la legge sulla ricerca prevede i piani triennali. A cosa servivano i piani triennali? A fare incontrare domanda ed offerta. Se la mano sinistra fa una legge sull’edilizia ecosostenibile, la mano destra deve inserire nei piani triennali i sostegni a quella parte della ricerca che si interessa di nuovi materiali per incentivare l’industrializzazione che poi va a finire nell’edilizia ecosostenibile. Quindi la mano sinistra fa una cosa, la mano destra fa un’altra.

La mano destra, della ricerca, fa una cosa ancora più grave: dà una pacca a tutti, un buffetto, per non fare niente. Ripeto sempre che 36 milioni di euro per avviare nove poli di innovazione significa accontentare tutti, ma non fare né ricerca né poli di innovazione.

Allora auspico  che questa, insieme all’intelligenza dell’assessore Aiello che tenta di avere una legislazione unitaria in materia, sia l’occasione per dire a Scopelliti e a Caligiuri di farlo questo benedetto Piano triennale della ricerca e di inserire grossi finanziamenti per i materiali nuovi, in modo da favorire l’edilizia ecosostenibile.

PRESIDENTE

La parola all’assessore Aiello.

Pietro AIELLO, assessore all’urbanistica e governo del territorio

Volevo ringraziare l’onorevole Principe per questo suggerimento e, a tal proposito, volevo rispondere, non per difendere l’assessore Caligiuri che non ha bisogno di essere difeso, ma perché lei ha introdotto un concetto importante – le devo dare atto –;  nel caso specifico della ricerca su determinati tipi di materiali posso rispondere io. Perché? Ricorderà che, prima di questa estate, con la riserva del 15 per cento, insieme col Presidente Scopelliti, a Vibo nella sala del Consiglio comunale abbiamo tenuto una conferenza stampa insieme con i responsabili della Procura e del tribunale di Vibo Valentia, perché è lì che, tramite un protocollo che l’assessorato all’urbanistica ha firmato con il Cnr e con il Presidente del tribunale di Vibo, si sta procedendo alla ristrutturazione di quella struttura, per provare alcuni materiali ecocompatibili che potrebbero essere poi utilizzati nell’edilizia residenziale pubblica in Calabria.

E’ stata, quella, un’esperienza importantissima, grazie all’intuito di qualcuno, che dovrà avviare un quadro inerente proprio la ricerca su determinati tipi di materiali più utilizzabili e quindi ecosostenibili, ecocompatibili, proprio in virtù di questa nuova rimodulazione delle norme che stiamo portando avanti.

E’ stato un avvio di questo tipo di ricerca che noi abbiamo pensato di fare in sostituzione di qualcun altro, però abbiamo già avviato un procedimento nel caso specifico che attiene alla materia urbanistica ed ambientale.

Volevo risponderle perché noi abbiamo già avviato questo tipo di procedura.

PRESIDENTE

Concluso il dibattito, possiamo procedere con l’esame dell’articolato. Ci sono degli emendamenti.

All’articolo 1 c’è un emendamento, protocollo 49049.

Alfonso DATTOLO, relatore

Sì, Presidente, preannuncio che vi sono alcuni emendamenti che vanno in coordinamento formale in quanto simili.

PRESIDENTE

Emendamento protocollo 49049 a firma dell’onorevole Dattolo: “Il comma 2 dell'articolo 1 viene sostituito con il seguente:

“2. Per le finalità di cui al comma 1, la presente legge definisce gli strumenti, le tecniche e le modalità costruttive sostenibili negli strumenti di governo del territorio, negli interventi di nuova edificazione, di recupero edilizio e urbanistico e di riqualificazione urbana secondo riferimenti a norma e decreti regionali correlati, quali la legge urbanistica della Regione Calabria n. 19/2002 ed in conformità alla normativa vigente in materia di antisismica DM 14/01/2008 e LR 7/98 nonché della deliberazione regionale n. 73 del 18 gennaio 2008”.

Alfonso DATTOLO, relatore

Va in coordinamento formale con l’emendamento protocollo numero 47942.

PRESIDENTE

Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo 49049.

(E’ approvato)

Emendamento protocollo 47942/1 a firma degli onorevoli Franchino, Battaglia, Guccione, Scalzo: “Capo I, articolo 1 (Finalità). Comma 2 (aggiunta) (…) e di riqualificazione urbana (…) secondo riferimenti a norma e decreti regionali correlati: “Legge urbanistica della Regione Calabria n. 19/2002 – Norma per la tutela, governo ed uso del territorio (vigenza del Qtr); legge antisismica – Vigilanza sulle costruzioni in zone sismiche (Dpr 30/01 – LR 7/98 – Deliberazione regionale n. 73 del 18 gennaio 2008…)”.

Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.

Lo pongo in votazione.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 1 come emendato.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

All’articolo 3 c’è un emendamento a firma degli onorevoli Franchino, Battaglia, Guccione, Scalzo, protocollo 47942/2: “Capo II, articolo 3 (Funzioni della Regione, delle Province e dei Comuni). Comma 1, lettera k) (eliminare e sostituire)

h) Formazione professionale di operatori pubblici e privati di cui all’articolo 14, nonché… ()

sostituire con:

h) Revisione di abilità dei soggetti accreditati a svolgere le attività di certificazione (albo regionale)”.

Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.

Lo pongo in votazione.

(E’ respinto)

Emendamento a firma dell’onorevole De Gaetano, protocollo 38184: “All’articolo 3, punto 3, lettera a), dopo la parola “legge” si aggiunge “entro sei mesi dalla pubblicazione del Burc. Decorso inutilmente tale termine, le definizioni contenute nella legge regionale sostituiscono le difformi definizioni dei regolamenti edilizi comunali”.

Prego, onorevole De Gaetano.

Antonino DE GAETANO

Ho chiesto al relatore di dare parere favorevole per un semplice motivo: in Calabria abbiamo un problema, approviamo le leggi che poi, puntualmente, non vengono applicate - abbiamo il caso emblematico del Piano casa.

Questo emendamento, che ho guardato e ripreso dalla Regione Toscana - che ha già approvato una legge insieme alla Regione Lombardia - dice una cosa chiarissima: dà tempo sei mesi ai Comuni, dopo l’approvazione della legge, per recepirla negli strumenti urbanistici, altrimenti, trascorsi i sei mesi, se il Comune non si uniforma alla legge regionale, entra in vigore automaticamente negli strumenti urbanistici dei Comuni della Regione.

È una legge che ha fatto la Toscana, già applicata, mi sembra chiara, altrimenti rischiamo - come sempre - di approvare oggi questa legge e che poi il Comune, ad esempio di Reggio Calabria, non approvi mai questo strumento, per i problemi che ha l’urbanistica a Reggio, per la mancanza del dirigente, troveranno varie scuse e, alla fine, non l’approveranno mai.

Quindi, se vogliamo fare una legge manifesto, facciamola pure, se invece vogliamo realmente incidere e programmare per la nostra regione, troviamo una soluzione diversa. Non è un emendamento di spesa, è un emendamento che cerca di far applicare realmente la legge.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Dattolo.

Alfonso DATTOLO, relatore

Sono convinto della bontà dell’emendamento dell’onorevole De Gaetano. Intanto, lo invito a vedere che abbiamo approvato un comma ex novo all’articolo 19, in cui vi è lo stato di attuazione da cui si desume l’impegno della Giunta regionale a monitorare questo tipo di interventi.

Ecco perché, pur apprezzando la sua puntualizzazione che trovo coerente, devo sottolineare che vi’è un emendamento – ripeto – congiunto che fissa tempi precisi.

PRESIDENTE

Onorevole De Gaetano, il relatore dice che c’è un emendamento all’interno della legge che prevede dei tempi precisi. Cosa è previsto?

Alfonso DATTOLO, relatore

“Trascorsi tre anni dall’entrata in vigore della presente legge, con cadenza almeno triennale la Giunta regionale presenta all’Assemblea legislativa regionale una relazione sullo stato di attuazione dell’applicazione della legge regionale, con riferimento ai seguenti profili: tipologia e identità dei contributi concessi ai sensi dell’articolo 13; tipologia e numero degli strumenti cartografici adottati dagli enti locali e finanziati ai sensi dell’articolo 4; percentuale di incidenza degli incentivi sullo sviluppo degli interventi a carattere provinciale”, cioè dice che i Comuni sono motivati a dare attuazione alla legge, non fosse altro che per la possibilità di accedere a delle forme di finanziamento.

Questo è lo spirito della legge, nell’interesse – ripeto – anche di coloro che fanno nuove costruzioni adeguate, tra l’altro, a un Regolamento comunitario del 2001.

Antonino DE GAETANO

Credo che questo emendamento aiuti, ma non sostituisca il mio, perché dice che la Giunta regionale, fra tre anni, dirà quali sono i risultati della legge. Io sto dicendo una cosa differente – poi in coordinamento formale, se volete, possiamo trovare anche una forma migliore –: se vogliono il relatore e il Presidente, poiché ho visto che oltre la legge c’è un Regolamento attuativo potremmo dire che entro sei mesi dall’approvazione del Regolamento attuativo, va in vigore quello che ho proposto io. Però inseriamolo, altrimenti rischiamo di vederci qui nuovamente tra cinque anni e quasi nessun Comune della Calabria avrà applicato la legge.

Alfonso DATTOLO, relatore

Su questa correzione, il relatore non ha difficoltà a dare parere positivo.

PRESIDENTE

Quindi possiamo votare l’emendamento così come riformulato a voce, poi ci sarà il coordinamento formale.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 3 come emendato.

(E’ approvato)

All’articolo 4 c’è un emendamento a firma dell’onorevole Dattolo, protocollo 49050: “Dopo il comma 4 dell’articolo 4, inserire i seguenti commi:

1. Gli enti locali, nell'ambito della redazione degli strumenti urbanistici generali ed esecutivi, devono declinare i temi della presente L.R. in cartografie di settore, riferite agli ambiti di applicazione individuati e forniti di dati georeferenziati e di contenuto alle differenti scale e già in uso con la redazione della cartografia del Q.T.R. della legge urbanistica della Calabria 19/2002. In particolare:

a) la Regione deve predisporre e trasferire agli enti subordinati:

- La carta dei contesti localizzati, riferita alle zone climatiche, con indicazione delle diverse condizioni di localizzazione S.l.m. con riferimento alle fasce d'influenza dei caratteri locali di soleggia mento, ventosità e permeabilità dei suoli, del territorio semiurbano costiero, del territorio urbanizzato di fondovalle/pedemontano, del territorio insediato montano.

- La carta delle potenzialità energetiche, ivi comprese le biomasse.

b) La Provincia deve predisporre e trasferire agli enti subordinati:

- La carta dei rischi ambientali artificiali, con in evidenza: cave, impianti di smaltimento rifiuti, dighe, siti industriali commerciali ad alto rischio ambientale, centrali e linee elettriche a media ed alta tensione, sorgenti puntuali e diffuse d'inquinamento ambientale ed acustico.

- La carta dei rischi ambientali naturali, nella quale sono rappresentate in particolare la vulnerabilità dei suoli e degli acquiferi, compresi il regime delle acque e la presenza di Radon.

- La carta dei fattori climatici, con in evidenza i dati igrotermometrici delle diverse aree.

c) Il Comune deve predisporre ed aggiornare i propri strumenti esistenti di regolamento ed attuazione:

- La carta del soleggiamento e dell'azione dei flussi ventosi, con in evidenza la mappatura dei singoli comparti e quartieri, riferiti all'orientamento, all'orografia, l'altezza degli edifici esistenti, con indicazione alla radiazione solare diretta e totale nelle differenti performance stagionali e condizioni orarie ed all'azione dei flussi ventosi.

- La carta delle potenzialità energetiche con riferimento alla mappatura favorevole di incidenza ed approvvigionamento delle fonti rinnovabili.

- Le revisioni del regolamento edilizio urbano e comunale, ai fini di adeguarlo a quanto previsto dalla presente L.R.

6. Le carte di cui al precedente comma dovranno essere basate su dati sperimentali raccolti all’interno del territorio di definizione o, qualora non sia possibile, dovranno prendere a riferimento i dati definiti da enti di ricerca accreditati nazionali od europei”.

Pongo in votazione l’emendamento testé letto.

(E’ approvato)

Sempre all’articolo 4, emendamento protocollo 47942/3 a firma dei consiglieri Franchino, Battaglia, Guccione, Scalzo: “Capo II, articolo 4 (Sostenibilità ambientale negli strumenti di governo del territorio)

(aggiunta) del comma 5 e del comma 6 ex novo all’articolo 4 (migliori specifiche)

5) Gli enti locali (principio di sussidiarietà applicato…), nell'ambito della redazione degli strumenti urbanistici generali ed esecutivi, devono declinare i temi della presente L.R. in cartografie di settore riferite agli ambiti di applicazione individuati e forniti di dati georeferenziati e di contenuto alle differenti scale e già in uso con la redazione della cartografia del QTR della Legge Urbanistica della Calabria 19/2002. In particolare:

a) La Regione deve predisporre e trasferirle agli enti subordinati:

- la carta dei contesti localizzati, riferiti alle zone climatiche di carattere Mediterraneo, con indicazione delle diverse condizioni di localizzazione slm, con riferimento alle fasce di influenza dei caratteri locali di soleggiamento, ventosità e permeabilità del suoli, dei territorio semiurbano costiero, del territorio urbanizzato di fondo valle/pedemontano, del territorio insediato montano;

- la carta delle biomasse

b) La Provincia deve predisporre e trasferirle agli enti subordinati:

- la carta dei rischi ambientali artificiali, con in evidenza: cave, impianti di smaltimento rifiuti, dighe, fabbriche ad alto rischio, centrali e linee elettriche a media ed alta tensione, sorgenti puntuali e diffuse di inquinamento elettromagnetico ed acustico;

- la carta dei rischi ambientali naturali, nella quale sono rappresentate in particolare la vulnerabilità dei suoli e degli acquiferi, compreso il regime delle acque, e la presenza di radon;

- la carta dei fattori climatici, con i dati di temperatura media mensile, pluviometri, umidità e prevalenza venti.

c) Il Comune deve predisporre ed aggiornare i propri strumenti esistenti di regolamento ed attuazione:

- la carta del soleggiamento e dell'azione del flussi ventosi, con in evidenza la mappatura sui singoli comparti e quartieri, riferiti all'orientamento, all'orografia, all'altezza degli edifici esistenti, con indicazione alla radiazione solare diretta e totale nelle differenti performances stagionali e condizioni orarie, l'effetto albedo e le condizioni di permeabilità dei suoli nel contesto di appartenenza, i flussi ventosi, le condizioni di ostruzione e l'azione diretta e/o indiretta.

- la carta delle potenzialità energetiche, con riferimento alla mappatura favorevole di incidenza ed approvvigionamento da fonti rinnovabili quale il sole, con indicazione delle superfici solarizzate orizzontali e/o verticali; la valutazione per livelli di produzione ed efficienza (dati di diagnosi energetiche ed ambientali);

- la revisione del Regolamento edilizio urbano e comunale ai fini di adeguarlo a quanto previsto dalla presente L.R.

6. La norma finanziaria, di cui all'articolo 17 della presente L.R. disposta con l'entrata in vigore della presente L.R., deve predisporre finanziamenti su voci di bilancio, al fine di produrre le carte a livello regionale ed incentivare le Province ed i Comuni che predispongono le carte di loro competenza.

Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.

Pongo in votazione l’emendamento testé letto.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 4 come emendato.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 5.

(E’ approvato)

C’è un emendamento all’articolo 6 e all’articolo 7 a firma degli onorevoli Franchino, Battaglia, Guccione, Scalzo, protocollo 47942/4: “Capo III, articolo 6 (Risparmio energetico)

Capo III, articolo 7 (Approvvigionamento energetiche)

Comma 2 (aggiunta)

“e con gli indirizzi del Piano energetico ambientale regionale (…) e con riferimento ai piani energetici provinciali ed i piani di zona energetici comunali, ove predisposti e vigenti”.

Parere del relatore?

Alfonso DATTOLO, relatore

Relativamente all’articolo 7, comma 2, favorevole. Viene specificato nell’articolo 7.

PRESIDENTE

Quindi possiamo porre in votazione l’articolo 7, capo terzo.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 6, sempre contenuto nello stesso emendamento.

(E’ respinto)

Pongo in votazione l’articolo 6 nel suo complesso.

(E’ approvato)

Emendamento all’articolo 7 a firma dell’onorevole Dattolo, protocollo 49052: “Il comma 2 dell’articolo 7 viene sostituito con il seguente:

“2. I criteri di cui al comma 1 sono definiti, con apposito Regolamento, in coerenza con i contenuti del decreto legislativo 192/2005 e successivi aggiornamenti ed integrazioni e con gli indirizzi del Piano energetico ambientale regionale e con riferimento ai piani energetici provinciali ed ai piani energetici comunali, ove predisposti e vigenti”.

Pongo in votazione l’emendamento testé letto.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 7 come emendato.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 8.

(E’ approvato)

Emendamento protocollo numero 46847 a firma dell’onorevole Dattolo, che propone l’8 bis: “Si propone l'aggiunta di un ulteriore articolo dopo l'articolo 8 della PLR 197/9^.

“Articolo 8 bis (Gestione del ciclo dei rifiuti derivanti dai processi edili)

1) La Giunta regionale, ai fini della presente legge, individua i criteri e le modalità di gestione sostenibile del ciclo dei rifiuti da demolizione, costruzione e sbancamento in un'ottica di funzionalità, efficienza ed efficacia, in particolare attraverso:

a. La definizione di parametri tecnici che permettano di classificare la sostenibilità ambientale dell'opera anche in relazione ai cicli di dismissione della medesima alla fine del ciclo di vita.

b. La definizione di regole tecniche per la progettazione delle opere e dei cantieri e per l'organizzazione di questi ultimi che migliorino la gestione del ciclo dei rifiuti e favoriscano la pratiche del riciclaggio sia durante la costruzione sia durante la dismissione delle opere edili.

c. La definizione e l’individuazione delle modalità e dei criteri per il ciclo di recupero dei rifiuti nel più ampio processo edilizio pubblico e privato;

d. L'attivazione di accordi di programma  ai sensi del decreto legislativo del 3/4/2006 n. 152 smei quale strumento per promuovere e favorire le azioni coordinate in materia ambientale della P.A. e dei soggetti privati e delle associazioni di categoria;

e. Le modalità ed i criteri di gestione dei rifiuti da demolizione, costruzione e sbancamento, in modo efficace, efficiente, economico e trasparente, basandosi sulla cooperazione di tutti i soggetti pubblici e privati coinvolti nel ciclo dei rifiuti;

f. Le modalità ed i criteri per la promozione e l’incentivazione di sistemi e processi finalizzati alla gestione sostenibile del ciclo dei rifiuti da demolizione, costruzione e sbancamento;

g. I criteri tecnici di selezione e trattamento dei materiali derivanti dal processo di riciclo per la reimmissione come materie prime all'interno dei processi di fabbricazione e la loro definizione come materiali ecosostenibili.

h. La promozione di utilizzo di tecniche e tecnologie che meglio favoriscano i processi di riciclaggio al termine della vita utile delle opere edili.

i. La promozione di attività di ricerca e sensibilizzazione nell'ambito dei processi di riciclo e smaltimento dei rifiuti derivanti dalle attività edili.

j. Le modalità ed i criteri per la promozione e l'incentivazione dell'utilizzo dei materiali di riciclo nelle opere edili, al fine di perseguire gli obiettivi di cui all'art. 181 del decreto legislativo del 3/4/2006 n. 152 smei.

2) I criteri di cui al comma 1 sono definiti con apposito regolamento”.

Pongo in votazione l’emendamento testé letto.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 9.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 10.

(E’ approvato)

All’articolo 11 c’è un emendamento a firma dell’onorevole De Gaetano, protocollo 38183: “All’articolo 11, comma 1, al punto c), la parola “quindici” viene sostituita con la parola “trenta”.

Prego, onorevole De Gaetano.

Antonino DE GAETANO

E’ semplice e si commenta da sé.

PRESIDENTE

Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo 38183.

(E’ respinto)

Emendamento sempre a firma dell’onorevole De Gaetano, protocollo 38182: “All’articolo 11, comma 1, al punto c), dopo le parole “abitative realizzate” si aggiunge “oppure il 20 per cento del volume riscaldato dell’unità abitativa riscaldata e/o corrispondente;”.

Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.

Pongo in votazione l’emendamento testé letto.

(E’ respinto)

Poi c’è una proposta di modifica della lettera d), comma 1, a firma dell’onorevole Dattolo, emendamento protocollo 38164: “La lettera d) del comma 1 dell'articolo 11 della proposta di legge regionale 197/9^ risulta cosi modificato:

“d) tutti i maggiori volumi e superfici necessari al miglioramento dei livelli di isolamento termico e acustico o di inerzia termica, o finalizzati alla captazione diretta dell'energia solare, o alla realizzazione di sistemi di ombreggiamento alle facciate nei mesi estivi o alla realizzazione di sistemi per la ventilazione e il raffrescamento naturali. Al fine di consentire la migliore insolazione degli edifici e favorire l'utilizzo di energia solare, sono consentite modificazioni delle altezze massime di colmo e di gronda nonché delle linee di pendenza della falde in cui l'altezza massima sia comunque inferiore a metri 2,15, ridotta a metri 1,95 per i comuni posti a quota superiore a metri 800 slm, calcolata come media delle altezze della porzione di sottotetto di altezza maggiore a metri 1,5”.

Pongo in votazione l’emendamento testé letto.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 11 come emendato.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 12.

(E’ approvato)

All’articolo 13 c’è un emendamento a firma degli onorevoli Franchino, Battaglia, Guccione, Scalzo, protocollo 47942/6: “Capo V, articolo 13 (Contributi regionali)

Comma l e comma 3 (eliminare dall'articolo)

Comma 2 (specificazione ed aggiunta con):

(…), con decreto di specifica si bandisce l'entità dell'erogazione in percentuale sulla norma finanziaria disponibile in relazione a:

- incentivi sulla formazione degli operatori

- incentivi sulla informazione e sue strutture necessarie

- regolazione dell'erogazione degli incentivi nazionali”.

Parere del relatore?

Alfonso DATTOLO, relatore

Parere favorevole al comma 1, il comma 2, che viene successivamente specificato come 2 bis, è accoglibile nella sostanza, ma viene modificata la forma.

PRESIDENTE

Quindi sul comma 1 e sul comma 2 parere favorevole in coordinamento formale. Sul comma 3, invece no, è da respingere. Possiamo votare il comma 1 e il comma 2.

Alfonso DATTOLO, relatore

Presidente, ci sono due emendamenti che attengono alla stessa materia.

(Interruzione)

Chiedo il coordinamento formale per il comma 2 bis dell’articolo 13 e il comma 3 dell’articolo 13, perché, in sostanza, dicono la stessa cosa.

PRESIDENTE

Possiamo votare questo emendamento.

(E’ approvato)

Il comma 3, invece, no, è stato stralciato.

Emendamento a firma dell’onorevole Dattolo, protocollo 49053: “Il comma 1 dell'articolo 13 è sostituito dal seguente comma:

1. Nella concessione dei contributi per la formazione di strumenti urbanistici o di pianificazione, la Giunta regionale prevede specifiche premialità per gli enti locali che, nell'ambito della redazione di strumenti urbanistici generali ed esecutivi, prevedano la redazione, in tutto o in parte in relazione alle caratteristiche dei contesti, degli elaborati di cui al comma 5 dell'articolo 4 della presente legge”.

Pongo in votazione l’emendamento testé letto.

(E’ approvato)

Emendamento protocollo 49054 a firma dell’onorevole Dattolo: “Dopo il comma 2 dell'articolo 13 è inserito il seguente comma:

“3. La Giunta regionale con apposito provvedimento predispone strumenti di incentivazione economica, al fine promuovere la formazione degli operatori, l'informazione e la realizzazione delle strutture atte al perseguimento degli obiettivi della presente legge”.

Pongo in votazione l’emendamento testé letto.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 14.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 15.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 16.

(E’ approvato)

All’articolo 17 c’è un emendamento a firma degli onorevoli Franchino, Battaglia, Guccione e Scalzo, protocollo 47942/8: “Capo VII, articolo 17 (Norma finanziaria)

Aggiunta del comma 2 o specifica con lettera a) all'articolo 1 ex novo:

(…) Per rendere operativo il presente provvedimento sugli strumenti da attuarsi , secondo anche quanto espresso nel Capo V, articolo 143, comma 2, la presente norma finanziaria dispone in ragione di:

- incentivi sulla formazione degli operatori

- incentivi sulla informazione e sue strutture necessarie

- regolazione dell'erogazione degli incentivi nazionali ed europei, cofinanziamenti”.

Parere del relatore?

Alfonso DATTOLO, relatore

Favorevole, va in coordinamento con quello successivo.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento protocollo 47942/8.

(E’ approvato)

Va in coordinamento formale.

Pongo in votazione l’articolo 17 come emendato.

(E’ approvato)

Emendamento all’articolo 18 a firma dell’onorevole De Gaetano, protocollo 38185: “All’articolo 18, al punto 2, si sostituisce la dicitura “un anno” con “sei mesi”.

Prego, onorevole De Gaetano.

Antonino DE GAETANO

È un emendamento che mira ad accelerare i tempi, si chiede di ridurre da un anno a sei mesi la tempistica per l’istituzione del prezziario, considerato che entro sei mesi la Giunta regionale deve fare il Regolamento attuativo che è molto più complesso, non capisco perché per questo si impieghi un anno.

Con questo emendamento chiedo di portare anche questo termine a sei mesi.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

Alfonso DATTOLO, relatore

Tenuto conto del ragionamento fatto, si può accogliere.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento protocollo 38185.

(E’ approvato)

Emendamento all’articolo 18 a firma degli onorevoli Franchino, Battaglia, Guccione, Scalzo, protocollo 47942/9: “Si propone la predisposizione del Capo VII articolo 19 ex novo oppure aggiunta comma 4 articolo 18 Clausole valutative)

1. Trascorsi tre anni dall'entrata in vigore della presente legge e con cadenza almeno triennale, la Giunta regionale presenta all'Assemblea legislativa regionale una relazione sullo stato di attuazione dell'applicazione della L.R. con riferimento ai seguenti profili e quesiti:

a. tipologia ed entità dei contributi concessi ai sensi dell'art. …. comma … e l'indicazione della natura dei soggetti beneficiari e della tipologia degli interventi

b. tipologia e numero degli strumenti cartografici adottati dagli enti locali e finanziati al sensi dell'arti. …

c. percentuale di incidenza degli incentivi sullo sviluppo degli interventi a carattere provinciale e regionale

d. in quali provvedimenti legati a finanziamenti e programmi operativi europei, nazionali e regionali, è stata data priorità in termini di sostenibilità ed efficienza energetica per gli interventi sul territorio

e. rapporto tra dati relativi alla formazione delle qualifiche professionali specifiche e domanda di mercato

f. valutazione dell'impatto del dettato normativo sul settore della produzione dei materiali e delle costruzioni

g. criticità e livelli di resistenza all'applicazione della norma: adeguamenti ed aggiornamenti”.

Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.

Alfonso DATTOLO, relatore

Favorevole. Anche quello successivo va in coordinamento.

PRESIDENTE

Il successivo riguarda lo stesso argomento.

Pongo in votazione l’emendamento 47942/9.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’emendamento successivo a firma dell’onorevole Dattolo, il protocollo 49055:

Dopo l'articolo 18, inserire il seguente articolo 19: (Clausole valutative)

1. Trascorsi tre anni dall'entrata in vigore della presente legge con cadenza almeno triennale, la Giunta regionale presenta all'Assemblea legislativa regionale una relazione sullo stato di attuazione dell'applicazione della L.R. con riferimento ai seguenti profili e quesiti:

a. tipologia ed entità dei contributi concessi ai sensi dell'art. 13 e l'indicazione della natura dei soggetti beneficiari e della tipologia degli interventi

b. tipologia e numero degli strumenti cartografici adottati dagli enti locali e finanziati ai sensi dell'art. 4

c. percentuale di incidenza degli incentivi sullo sviluppo degli interventi a carattere provinciale e regionale

d. in quali provvedimenti legati a finanziamenti e programmi operativi europei, nazionali e regionali, è stata data priorità in termini di sostenibilità ed efficienza energetica per gli interventi sul territorio

e. rapporto tra dati relativi alla formazione delle qualifiche professionali specifiche e domanda di mercato

f. valutazione dell'impatto del dettato normativo sul settore della produzione dei materiali e delle costruzioni

g. criticità e livelli di resistenza all'applicazione della norma: adeguamenti ed aggiornamenti”.

(E’ approvato)

Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso che riguarda le norme per l’abitare sostenibile.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Naturalmente è approvato con il coordinamento formale che gli uffici faranno nei prossimi giorni per la pubblicazione.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

L’onorevole Bilardi aveva chiesto l’inserimento di una norma, concordata anche in Conferenza dei capigruppo. Prego, onorevole Bilardi.

Giovanni Emanuele BILARDI

E’ una proposta di legge a firma mia e degli onorevoli Principe e Serra, per la modifica della legge regionale numero 29 del 10 agosto 2011. Tale proposta sancisce la soppressione delle norme in favore dei calabresi nel mondo e sul coordinamento delle relazioni esterne, inserito al punto 48 dell’allegato C della legge 29/2011, perché contrasta con la proposta di legge 151/9, recante il “Testo unico in materia di relazioni tra la Regione Calabria e le comunità calabresi nel mondo”.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la richiesta di inserimento all’ordine del giorno testé formulata.

(Il Consiglio approva)

Proposta di legge n. 263/9^ di iniziativa dei consiglieri Bilardi, Principe e Serra, recante: “Modifica alla legge regionale 10 agosto 2011 n. 29 “Delega alla Giunta regionale per la redazione di Testi unici in materia di Attività produttive, lavoro e istruzione. Cultura e beni culturali

PRESIDENTE

È pertanto, inserita all’ordine del giorno la proposta di legge numero 263/9^ di iniziativa dei consiglieri Bilardi, Principe e Serra, recante: “Modifica alla legge regionale 10 agosto 2011 n. 29 “Delega alla Giunta regionale per la redazione di Testi unici in materia di Attività produttive, lavoro e istruzione. Cultura e beni culturali”, che pongo direttamente in votazione.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Sulla convocazione della prossima seduta

PRESIDENTE

Non ci sono più argomenti, il Consiglio termina e sarà convocato il prossimo 7 novembre.

La seduta termina alle 18,20

 

Allegati

Congedi

Hanno chiesto congedo i consiglieri Nucera e Stillitani.

(Sono concessi)

Annunzio di proposte di legge e loro assegnazione a Commissioni

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa della Giunta regionale:

“Disposizioni in materia di forestazione e di politiche della montagna (Delibera G.R. n. 441 del 14.10.2011)” (P.L. n. 261/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare- Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

“Istituzione dell’Azienda regionale per la forestazione e per le politiche della montagna (Delibera G.R. n. 422 del 14.10.2011)” (P.L. n. 262/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

Sono state presentate, inoltre, alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:

Tripodi – “Modifica alla legge regionale 10 agosto 2011, n. 30 (Disposizioni transitorie in materia di assegnazione di sedi farmaceutiche)” (P.L. n. 257/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

Bilardi – “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale n. 28 del 22 novembre 2010” (P.L. n. 258/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

Morelli – “Modifica all’articolo 40 della legge regionale 5 aprile 1983, n. 13” (P.L. n. 259/9^)

E’ stata assegnata alla quinta Commissione consiliare - Riforme e decentramento.

(Così resta stabilito)

Dattolo, Magno, Caputo, Orsomarso, Grillo – “Unione tra i comuni” (P.L. n. 260/9^)

E’ stata assegnata alla quinta Commissione consiliare - Riforme e decentramento.

(Così resta stabilito)

Bilardi, Principe, Serra – “Modifica alla legge regionale 10 agosto 2011, n. 29 <Delega alla Giunta regionale per la redazione di testi unici in materia di attività produttive, lavoro e istruzione, cultura e beni culturali>” (P.L. n. 263/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali.

(Così resta stabilito)

Annunzio di proposta di provvedimento amministrativo e sua assegnazione a Commissioni

E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:

“Rimodulazione piano finanziario Por Calabria FESR 2007-2013, asse VII – Sistemi produttivi – Settore 7.1 – Migliorare le condizioni di contesto e sostenere la competitività dei sistemi produttivi e delle imprese. Adempimenti (Delibera G.R. n. 435 del 7.10.2011)” (P.P.A. n. 151/9^)

E’ stata assegnata alla sesta Commissione consiliare - Affari della Unione europea e relazioni con l’estero – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Promulgazione di leggi regionali

In data 7 ottobre 2011, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sotto indicate leggi regionali. Le stesse sono state pubblicate sul supplemento straordinario n. 5 del 14 ottobre 2011 al BURC 18 dell’1 ottobre 2011:

legge regionale 7 ottobre 2011, n. 36, recante: “Riduzione dei costi della politica”;

legge regionale 7 ottobre 2011, n. 37, recante: “Modifica alle leggi regionali 13 maggio 1996, n. 7 e 13 maggio 1996, n. 8 <Pubblicità della situazione patrimoniale dei dirigenti della Regione Calabria>”;

legge regionale 7 ottobre 2011, n. 38, recante: “Modifica della legge regionale 14 febbraio 1996, n. 3”.

Parere favorevole su deliberazione

La sesta Commissione consiliare, con nota n. 48993 del 14 ottobre 2011, ha comunicato che nella seduta del 13 ottobre 2011 ha espresso parere favorevole con osservazioni alla deliberazione della Giunta regionale n. 405 del 12.9.2011, recante: “Direttive di attuazione ai sensi dell’art. 1 della legge regionale n. 40/2008, per la concessione di contributi in regime de minimis finalizzati alla realizzazione, potenziamento e riqualificazione di infrastrutture sociali nel territorio regionale”. (Parere n. 24/9^)

Interrogazioni a risposta immediata

De Masi. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

dopo otto anni dalla pubblicazione del bando il Comune di Crotone non è riuscito, allo stato, a completare il nuovo Teatro Comunale;

il completamento di detta opera è da considerarsi una delle più rilevanti per la città;

i lavori sarebbero dovuti terminare nel 2011;

da un’intervista rilasciata agli organi di stampa dall’assessore ai lavori pubblici del Comune di Crotone si apprende che, per consegnare l’opera, mancherebbero 4-5 milioni di euro, di cui 2,5 milioni di euro già reperiti dal Comune;

la Regione Calabria, pertanto, dovrebbe provvedere ad un finanziamento di circa 2/2,5 milioni di euro, per il completamento del nuovo Teatro Comunale;

l’art. 5, comma 11, della Legge regionale n. 40 del 12 dicembre 2008 (Ulteriori disposizioni di carattere ordinamentale e finanziario collegate alla manovra di assestamento del bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2008, pubblicata sul BURC n. 24 del 16 dicembre 2008, supplemento straordinario n. 1 del 18 dicembre 2008), così recita: "Ai fini del completamento dei teatri di Crotone e Vibo Valentia, la Giunta regionale è impegnata ad utilizzare le risorse rinvenienti dal Programma Operativo Regionale (POR) FESR 2007-2013 allocate all’UPB 5.6. 01.01 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2008 e pluriennale 2008-2011.”;

il progetto recupera alla città l’antico ospedale, costruito versa la metà del XIX secolo e situato nel centro storico;

il nuovo teatro comunale, con una sala da 600 posti ed una buca per l’orchestra da 50 elementi, è destinato ad ospitare spettacoli di prosa, concerti, opere liriche, eventi musicali ed attività congressistiche;

la struttura è inoltre caratterizzata dall’uso bivalente del proprio palcoscenico che può essere rivolto sia alla platea interna che alla piazza pubblica sul fronte retrostante, offrendo in questo modo la possibilità di svolgere lo spettacolo all’aperto per ulteriori 600 utenti;

l’opera si è resa indispensabile in ragione della concomitanza di due contingenze:

il consolidamento del rapporto culturale tra la città di Crotone, sede del "Teatro Stabile" ed i teatri delle altre realtà regionali;

la rivitalizzazione dell’area urbana antistante;

la realizzazione di spazi dove poter fare cultura, inoltre, favorisce la fuoriuscita dall’isolamento in cui spesso viene relegato il meridione ed, in particolare, la Calabria;

il mancato completamento dell’opera e la consequenziale inutilizzabilità della stessa comporterebbe uno spreco delle risorse pubbliche già erogate -:

a) se corrisponde al vero quanto riportato dagli organi d’informazione in merito alla circostanza secondo la quale la Regione non avrebbe ancora erogato le competenze spettanti al Comune di Crotone per il completamento del nuovo Teatro Comunale;

b) quali sono le ragioni giuridiche e sociali per cui la Regione non ha ancora provveduto ad oggi ad erogare le competenze di cui al punto a);

c) se la Regione intende provvedere all’erogazione delle somme spettanti al Comune di Crotone per il completamento del nuovo Teatro Comunale.

(176; 12.10.2011)

Guccione, Censore, Aiello F., De Gaetano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

in data 23 dicembre 2008 l’Asp di Cosenza ha provveduto, in base alla normativa nazionale, alla stabilizzazione di 439 lavoratori precari con mansioni di autisti 118, infermieri 118 e poliambulatori, fisioterapisti, OSA e OSS, specialisti operatori di centrale operativa 118, specialisti per soccorso sanitario in montagna;

l’Asp di Cosenza nel 2008, attraverso un bando pubblico, ha provveduto ad assumere per n. 36 mesi 490 lavoratori precari con mansioni di fisioterapisti, istruttori per rianimazione cardio-polmonare con defibrillatore, infermieri 118, Sert, Dialisi, Poliambulatorio;

l’Asp di Cosenza e la Regione Calabria hanno programmato, attraverso investimenti di risorse pubbliche, corsi di formazione professionale che hanno fatto accumulare al personale una enorme professionalità tecnica e sanitaria e che ora, per carenza di organico, invece di garantire la copertura di 26 turni come da contratto, detto personale è costretto dall’Asp, per evitare disservizi gravi, a coprire oltre 36 turni e il doppio delle reperibilità;

il Commissario dell’Asp, dott. Gianfranco Scarpelli, in data 10.10.2011, con lettera indirizzata al Presidente della Giunta Regionale, on. Giuseppe Scopelliti, al Direttore Generale del Dipartimento "Tutela della Salute", dott. Orlando, ha annunciato che darà seguito alla Deliberazione n. 777 del 2010 con cui si rendono nulli i contratti a far data dal 31.10.2011 dei 412 lavoratori stabilizzati in data 23 dicembre 2008;

in data 31.12.2011 saranno in scadenza i contratti di 490 lavoratori precari incaricati attraverso Bando Pubblico dell’Asp di Cosenza nel 2008 -:

quali iniziative intende intraprendere con immediatezza per evitare che i servizi sanitari territoriali che l’Asp di Cosenza eroga giornalmente ai cittadini, già oggi in misura ridotta rispetto alla salvaguardia dei LEA, subiscano un vero e proprio collasso per la mancanza di oltre 900 operatori sanitari che attualmente assicurano un servizio sanitario indispensabile e su cui la Regione Calabria ha investito in questi anni risorse importanti per la loro formazione professionale.

(177; 17.10.2011)

Interrogazione a risposta scritta

Aiello F. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore alla cultura, università e ricerca scientifica. Per sapere - premesso che:

lo scrivente ha già denunciato e da tempo a mezzo stampa la circostanza in danno di migliaia di studenti e giovani ricercatori calabresi e non solo, sostanziarsi nel negare a tutti i vincitori la liquidazione della seconda rata - concorso borse di studio – A.A. 2010/2011;

nessun ritardo o inadempienza è addebitabile al Centro Residenziale dell’Università della Calabria - Settore borse di studio - che come ogni anno ha diligentemente e per tempo prodotto quanto di sua competenza;

mai prima d’ora a memoria si è accumulato nella storia recente dell’Università della Calabria tale ritardo - in violento contrasto - con quanto disciplinato nel manifesto del regolamento - borse di studio A.A. 2010/2011 che prevede come termine ultimo per il pagamento della seconda rata la scadenza del 30 giugno ultimo scorso;

sono trascorsi inutilmente ulteriori tre mesi dalla data prima richiamata;

le cause di tale ritardo sono da addebitare solo ed esclusivamente a inadempienze e ritardi ingiustificabili delle strutture e degli uffici della Regione Calabria competenti in materia di trasferimenti di fondi -:

quale azioni urgenti intendono intraprendere per porre fine a tale ingiustificabile ritardo circa il trasferimento dei fondi all’Università della Calabria spettanti e necessari per ottemperare agli obblighi derivanti dal manifesto - concorso - borse di studio A.A. 2010/2011 per fronteggiare al meglio il disagio che tale inadempienza ha finora arrecato a studenti e ricercatori dell’Università della Calabria.

(175; 10.10.2011)

Mozione

Il Consiglio regionale

premesso che

la Strada Statale 682 Jonio-Tirreno costituisce fondamentale punto di snodo e collegamento stradale della Provincia di Reggio Calabria in quanto è l’unica arteria in grado di collegare velocemente i Comuni della media-alta fascia Jonica reggina a quella Tirrenica;

purtroppo tale arteria con cadenza mensile finisce sulle pagine di cronache a causa dei gravi incidenti spesso con esiti fatali che vi avvengono. Orbene le condizioni della Strada in questione oltre naturalmente all’imprudenza degli automobilisti contribuiscono ad assegnare alla SS 682 il poco invidiabile primato di una delle strade più pericolose dell’intero territorio regionale. Manto stradale in alcuni tratti fortemente sconnesso, svincoli stradali poco o per nulla illuminati, sterpaglie che in alcuni punti invadono parzialmente la carreggiata stradale, guard-rail danneggiati che non vengono sostituiti oppure non in linea con quanto previsto dagli standard europei, stato indecoroso e di grave pericolo delle Gallerie esistenti con la Galleria della Limina (3200 metri) che oltre a presentare vistose perdite d’acqua è scarsamente illuminata e dotata di insufficiente segnaletica di sicurezza;

impegna la Giunta regionale

ad istituire nel più breve arco di tempo possibile un tavolo di concertazione con i Vertici Anas regionali al fine di adottare tutte le misure necessarie per garantire lo svolgimento di tutti i lavori funzionali alla percorrenza dell’arteria stradale in sicurezza.

(54; 11.10.2011) Rappoccio

Testo unificato

- dell’esame abbinato delle proposte di legge numero 88/9^, “Norme quadro per lo sviluppo della sostenibilità urbana nell’edilizia residenziale pubblica e privata” e numero 197/9^, “Norme per l’abitare sostenibile”-

recante: “Norme per l’abitare sostenibile” (Del. n. 138)

CAPO I

(Principi generali)

Art. 1

(Finalità)

1. La Regione Calabria promuove e incentiva la sostenibilità ambientale e il risparmio energetico sia nelle trasformazioni territoriali e urbane sia nella realizzazione delle opere edilizie, pubbliche e private, nel rispetto dei vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario e dei principi fondamentali desumibili dalla normativa vigente in attuazione della direttiva 2002/91/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 2002, relativa al rendimento energetico nell’edilizia e in linea con la direttiva 2006/32/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 aprile 2006, concernente l’efficienza degli usi finali dell’energia e i servizi energetici e recante abrogazione della direttiva 93/76 CEE del Consiglio, privilegiando la tutela e valorizzazione delle proprie peculiarità storiche, ambientali, culturali e sociali.

2. Per le finalità di cui al comma 1, la presente legge definisce gli strumenti, le tecniche e le modalità costruttive sostenibili negli strumenti di governo del territorio, negli interventi di nuova edificazione, di recupero edilizio e urbanistico e di riqualificazione urbana secondo riferimenti a norma e decreti regionali correlati quali la Legge Urbanistica della Regione Calabria n. 19 del 16 aprile 2002 ed in conformità alla normativa vigente in materia antisismica, D.M. 14 gennaio 2008 e D.P.R. 30/2001 e legge regionale 27 aprile 1998, n. 7, nonché della deliberazione regionale n. 73 del 18 gennaio 2008.

Art. 2

(Definizioni)

1. Ai fini della presente legge sono interventi di edilizia sostenibile gli interventi in edilizia pubblica o privata, denominati anche edilizia naturale, ecologica, bio-eco-compatibile, bioecologica, bioedilizia e simili, che hanno i seguenti requisiti:

a) sono progettati, realizzati e gestiti secondo un’elevata qualità e specifici criteri di compatibilità ambientale e sviluppo sostenibile, e quindi finalizzati a soddisfare le necessità del presente senza compromettere quelle delle future generazioni;

b) minimizzano i consumi dell’energia e delle risorse ambientali in generale e contengono gli impatti complessivi sull’ambiente e sul territorio;

c) sono concepiti e realizzati in maniera tale da garantire il benessere e la salute degli occupanti;

d) tutelano l’identità storico-culturale degli agglomerati urbani e favoriscono il mantenimento dei caratteri storici e tipologici legati alla tradizione degli edifici, in ragione dei relativi caratteri di durevolezza, efficienza energetica e salubrità;

e) utilizzano materiali naturali, con particolare riferimento a quelli di provenienza locale, per salvaguardare i caratteri storici e tipologici della tradizione costruttiva locale;

f) promuovono e sperimentano sistemi edilizi a costi contenuti in riferimento al ciclo di vita dell’edificio, attraverso l’utilizzo di metodologie innovative e/o sperimentali;

g) adottano soluzioni planimetriche degli organismi edilizi e degli spazi aperti tenendo conto del percorso apparente del sole e dei venti dominanti e usano piante autoctone a foglia caduca, idonee a garantire l’ombreggiamento durante la stagione estiva e il soleggiamento durante quella invernale;

h) incentivare le iniziative di formazione ed informazione finalizzate alla sensibilizzazione dei cittadini relativamente all’importanza dell’utilizzo delle tecniche di bioedilizia e bioarchitettura, nell’ambito delle ristrutturazioni edilizie e delle nuove costruzioni;

i) favorire gli interventi di edilizia ecologica sempre nel rispetto dei criteri di progettazione integrata, che si basi sugli elementi locali, ambientali, climatici e storici dell’area oggetto di trasformazione.

2. Ai fini della presente legge, sono definiti altresì:

a) fattori climatici: le precipitazioni atmosferiche, la temperatura dell’aria, l’umidità, l’irradiazione solare, la ventosità, che agiscono sull’edificio e di cui occorre tener conto nella progettazione;

b) fattori ambientali naturali: la topografia, il suolo, il sottosuolo, le risorse idriche, il verde, l’aria, che interagiscono con il progetto modificandosi;

c) fattori di rischio ambientale artificiali: l’inquinamento dell’aria, del suolo e dell’acqua, nonché le alterazioni dell’ambiente prodotte da sorgenti sonore, campi elettromagnetici, radon e dispersione notturna della luce verso la volta celeste;

d) valutazione del ciclo di vita di un edificio o di un prodotto: "impatto prodotto sull’ambiente nel corso della sua storia, dalle fasi di estrazione e lavorazione delle materie prime alla fabbricazione, trasporto, distribuzione, uso ed eventuale riuso, nonché raccolta, stoccaggio, recupero e smalti mento finale che ne deriva.

CAPO II

(Funzioni e azioni)

Art. 3

(Funzioni della Regione, delle Province e dei Comuni)

1. Per perseguire gli obiettivi di cui all’articolo 1 la Regione provvede alle seguenti attività:

a) incentivazione degli interventi di edilizia sostenibile nell’ambito dei propri piani e programmi e nella verifica degli strumenti di governo del territorio di cui all’articolo 4, anche attraverso il controllo di compatibilità ambientale previsto dalla legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 (Norme per la tutela, governo ed uso del territorio -Legge Urbanistica della Calabria BURC n. 7 del 16 aprile 2002, supplemento straordinario n. 3) e successive modifiche e integrazioni;

b) promozione di interventi di salvaguardia delle risorse idriche e approvazione delle linee guida per il risparmio idrico di cui all’articolo 5;

c) promozione di interventi finalizzati al risparmio energetico e individuazione di criteri e modalità di approvvigionamento delle risorse energetiche a uso delle strutture edilizie di cui agli articoli 6 e 7;

d) redazione di un capitolato di tipo prestazionale e di un prezzario per la realizzazione degli interventi oggetto della presente legge, secondo i criteri di cui all’articolo 8;

e) approvazione e aggiornamento del sistema di certificazione energetico-ambientale di cui all’articolo 9, compreso l’accreditamento dei soggetti che svolgono le attività per la certificazione;

f) approvazione e aggiornamento del disciplinare tecnico e delle linee guida per la valutazione energetico-ambientale degli edifici di cui all’articolo 10;

g) definizione di criteri e modalità per accedere agli incentivi di cui all’articolo 12;

h) formazione professionale di operatori pubblici e privati di cui all’articolo 14, nonché dei soggetti accreditati a svolgere le attività di certificazione di cui all’articolo 9;

i) irrogazione delle sanzioni ai sensi dell’articolo 15.

2. Le Province concorrono al perseguimento delle finalità di cui all’articolo 1 attraverso:

a) l’incentivazione degli interventi di edilizia sostenibile nell’ambito dei propri piani e programmi;

b) la formazione professionale di operatori pubblici e privati di cui all’articolo 14.

3. I Comuni esercitano in particolare le funzioni concernenti:

a) la realizzazione di strumenti di governo del territorio e l’integrazione di quelli esistenti secondo i contenuti della presente legge entro sei mesi dall’approvazione del Regolamento di attuazione. Decorso inutilmente tale termine, le definizioni contenute nella legge regionale sostituiscono le difformi definizioni dei regolamenti edilizi comunali;

b) la concessione di incentivi ai sensi dell’articolo 12;

c) il monitoraggio, la verifica e il controllo, di concerto con la Regione, sulla realizzazione degli interventi di cui alla presente legge, al fine di verificare la regolarità della documentazione, nonché la conformità delle opere realizzate alle risultanze progettuali;

d) la revoca dei titoli abilitativi ai sensi dell’articolo 15, comma 2.

4. La Regione e gli Enti locali applicano i principi di edilizia sostenibile di cui alla presente legge nella realizzazione o ristrutturazione di edifici di rispettiva proprietà e provvedono all’adeguamento di quelli esistenti. A tal fine promuovono la sperimentazione di sistemi edilizi a basso costo di costruzione per gli edifici di proprietà pubblica.

5. La Regione e gli Enti locali provvedono in ogni caso alle attività di cui agli articoli 9 e 10 del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192 (Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell’edilizia) e successive modifiche e integrazioni, nonché ai regolamenti regionali in materia.

Art. 4

(Sostenibilità ambientale negli strumenti di governo del territorio)

1. Gli strumenti di governo del territorio, dal livello regionale fino alla pianificazione esecutiva a scala comunale, comunque denominati, compresi i programmi comunitari e i programmi di riqualificazione urbana, devono contenere le indicazioni necessarie a perseguire e promuovere gli obiettivi di sostenibilità delle trasformazioni territoriali e urbane di cui all’articolo 1, anche in coerenza con le disposizioni della legge urbanistica regionale e delle linee guida in materia di pianificazione territoriale.

2. Il processo di pianificazione deve individuare criteri di sostenibilità atti a garantire:

a) lo sviluppo armonico del territorio, dei tessuti urbani e delle attività produttive;

b) la compatibilità dei processi di trasformazione e uso del suolo con la sicurezza, l’integrità fisica e con la identità storico-culturale del territorio;

c) la valorizzazione delle risorse identitarie e delle produzioni autoctone per un sano e durevole sviluppo locale;

d) il miglioramento della qualità ambientale, architettonica e della salubrità degli insediamenti;

e) la riduzione della pressione degli insediamenti sui sistemi naturalistico-ambientali, attraverso opportuni interventi di mitigazione degli impatti;

f) la riduzione del consumo di nuovo territorio, evitando l’occupazione di suoli ad alto valore agricolo e/o naturalistico, privilegiando il risanamento e recupero di aree degradate e la sostituzione dei tessuti esistenti ovvero la loro riorganizzazione e riqualificazione per migliorarne la qualità e la sostenibilità ambientale.

3. Il perseguimento dei criteri di sostenibilità ambientale avviene attraverso la previsione di accurate ricognizioni delle risorse territoriali e ambientali, nei piani e nei programmi di ogni livello, allo scopo di valutare le implicazioni ambientali dei processi di trasformazione del territorio. Dette ricognizioni comprendono:

a) analisi dei fattori ambientali naturali e dei fattori climatici del territorio (dati igrotermici, pluviometrici, di soleggiamento corredate delle relative rappresentazioni cartografiche);

b) analisi delle risorse ambientali, idriche ed energetiche, con particolare riferimento alle fonti rinnovabili;

c) analisi dei fattori di rischio ambientale e naturale di natura antropica, corredate delle relative rappresentazioni cartografiche;

d) analisi delle risorse e delle produzioni locali.

4. Per garantire migliori condizioni microclimatiche degli ambienti insediativi, i piani e i programmi di cui al comma 1 devono contenere norme, parametri, indicazioni progettuali e tipologiche che garantiscano il migliore utilizzo delle risorse naturali e dei fattori climatici, nonché la prevenzione dei rischi ambientali, in particolare attraverso:

a) le sistemazioni esterne agli interventi con copertura naturale in grado di mitigare l’effetto noto come "isola di calore", nonché di conservare quanto possibile la naturalità e la permeabilità del sito;

b) le sistemazioni esterne delle aree a destinazione monofunzionale o mista industriale, artigianale, commerciale, direzionale e residenziale, con piantumazione di masse boschive lineari (barriere) lungo le sorgenti inquinanti lineari (specie strade), per assorbire le emissioni inquinanti in atmosfera e il rumore;

c) gli indici di permeabilità dei suoli, limitando la presenza di manufatti interrati e favorendo la previsione di pavimentazioni realizzate con materiali drenanti e autobloccanti cavi;

d) il "minimo deflusso vitale" per il bilancio idrico del territorio oggetto di intervento;

e) gli indici di densità arborea e arbustiva, indicando specie autoctone e coerenti con le caratteristiche dei contesti;

f) indicazioni progettuali e tipologiche che:

1. tengano conto dei coefficienti di albedo medio del paesaggio, ossia che considerino la riflessione della radiazione solare verso l’edificio;

2. usino materiali da costruzione con coefficienti di riflessione finalizzati al miglioramento del microclima in esterno;

3. considerino la geometria degli ostacoli fisici (altri edifici, elementi del paesaggio) che influiscono sui guadagni solari per effetto di ombreggiamento o riflessione della radiazione;

4. privilegino forme compatte e condizioni di esposizione e orientamento degli edifici tali da migliorarne l’efficienza energetica.

5. Gli Enti locali nell’ambito della redazione degli strumenti urbanistici generali ed esecutivi devono declinare i temi della presente legge regionale in cartografie di settore, riferite agli ambiti di applicazione individuati e forniti di dati georeferenziati e di contenuto alle differenti scale e già in uso con la redazione della cartografica del A.T.R. della legge urbanistica della Calabria 16 aprile 2002, n. 19. In particolare:

a) la Regione deve predisporre e trasferire agli enti subordinati:

la carta dei contesti localizzati, riferita alle zone climatiche di carattere Mediterraneo, con indicazione delle diverse condizioni di localizzazione s.l.m. con riferimento alle fasce d’influenza dei caratteri locali di soleggiamento, ventosità e permeabilità dei suoli, del territorio semiurbano costiero, del territorio urbanizzato di fondovalle/pedemontano, del territorio insediato montano;

la carta delle potenzialità energetiche, ivi comprese le biomasse;

b) la Provincia deve predisporre e trasferire agli enti subordinati:

la carta dei rischi ambientali artificiali, con in evidenza: cave, impianti di smaltimento rifiuti, dighe, siti industriali commerciali ad alto rischio ambientale, centrali e linee elettriche a media ed alta tensione, sorgenti puntuali e diffuse d’inquinamento elettromagnetico, ambientale ed acustico;

la carta dei rischi ambientali naturali, nella quale sono rappresentate in particolare la vulnerabilità dei suoli e degli acquiferi, compresi il regime delle acque e la presenza di Radon;

la carta dei fattori climatici, con in evidenza i dati igrotermometrici delle diverse aree;

c) il Comune deve predisporre ed aggiornare i propri strumenti esistenti di regolamento ed attuazione:

la carta del soleggiamento e dell’azione dei flussi ventosi, con in evidenza la mappatura dei singoli comparti e quartieri, riferiti all’orientamento, all’orografia, l’altezza degli edifici esistenti, con indicazione alla radiazione solare diretta e totale nelle differenti performance stagionali e condizioni orarie, ed all’azione dei flussi ventosi;

la carta delle potenzialità energetiche con riferimento alla mappatura favorevole di incidenza ed approvvigionamento delle fonti rinnovabili;

le revisioni del regolamento edilizio urbano e comunale ai fini di adeguarlo a quanto previsto dalla presente legge regionale.

6. Le carte di cui al precedente comma dovranno essere basate su dati sperimentali raccolti all’interno del territorio di definizione o, qualora ciò non sia possibile, dovranno prendere a riferimento i dati definiti da enti di ricerca accreditati nazionali od europei.

CAPO III

(Strumenti attuativi)

Art. 5

(Risparmio idrico)

1. La Giunta regionale, ai fini della presente legge, individua i criteri e le modalità di salvaguardia delle risorse idriche e del loro uso razionale, in particolare attraverso:

a) la predisposizione di misure atte a verificare la qualità e l’efficienza delle reti di distribuzione anche attraverso il monitoraggio dei consumi;

b) l’individuazione di standard ottimali di riferimento per i consumi di acqua potabile e per gli scarichi immessi nella rete fognaria e i relativi sistemi di controllo;

c) la promozione dell’utilizzo di tecniche di depurazione naturale;

d) l’utilizzo di tecniche per il recupero delle acque piovane e grigie.

2. Negli interventi di nuova costruzione e di ristrutturazione degli edifici esistenti di cui alle lettere e) ed f) del comma 1 dell’articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380 (Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia), è previsto, salvo motivata e circostanziata richiesta di esclusione specificamente assentita dal Comune, "utilizzo delle acque piovane per gli usi compatibili tramite la realizzazione di appositi sistemi di raccolta, filtraggio ed erogazione integrativi.

3. I criteri di cui al comma 1 sono definiti con apposito regolamento.

Art. 6

(Risparmio energetico)

1. La Giunta regionale, ai fini della presente legge, individua i criteri e le modalità di risparmio delle risorse energetiche e del loro uso razionale, in particolare attraverso:

a) l’individuazione di standard ottimali di riferimento per i consumi energetici destinati al condizionamento invernale ed estivo degli ambienti, alla produzione di acqua calda sanitaria e all’illuminazione;

b) la valorizzazione delle risorse territoriali e ambientali;

c) la valorizzazione dell’integrazione sito-involucro;

d) gli interventi sull’albedo e uso del verde per diminuire l’effetto "isola di calore";

e) gli interventi sugli involucri;

f) gli interventi sugli impianti;

g) gli interventi sui sistemi di illuminazione.

2. I criteri di cui al comma 1 sono definiti, con apposito regolamento, in coerenza con i contenuti del D.lgs. 192/2005 modificato ed integrato dal decreto legislativo 29 dicembre 2006, n. 311, e con gli indirizzi del Piano energetico ambientale regionale.

Art. 7

(Approvvigionamento energetico)

1. La Giunta regionale, ai fini della presente legge, individua i criteri e le modalità di approvvigionamento delle risorse energetiche ad uso delle strutture edilizie, in particolare attraverso:

a) l’applicazione estesa delle fonti energetiche rinnovabili, sia per la produzione di energia termica che di energia elettrica, anche attraverso sistemi centralizzati;

b) l’applicazione di sistemi di riscaldamento centralizzati per singoli edifici o per gruppi di edifici;

c) l’applicazione di sistemi funzionanti in cogenerazione/trigenerazione dimensionati coerentemente con le esigenze di fabbisogno energetico del sistema territoriale interessato;

d) la previsione di integrazione degli impianti di cui alle lettere precedenti con le strutture degli edifici o del quartiere.

2. I criteri di cui al comma 1 sono definiti, con apposito regolamento, in coerenza con i contenuti del D.lgs. 192/2005 e successivi aggiornamenti e integrazioni e con gli indirizzi del Piano energetico ambientale regionale e con riferimento ai piani energetici provinciali ed i piani energetici comunali, ove predisposti e vigenti.

Art. 8

(Criteri di selezione dei materiali da costruzione)

1. Nella realizzazione degli interventi di cui alla presente legge è previsto l’uso di materiali, di componenti edilizi e di tecnologie costruttive che:

a) siano ecologicamente compatibili, sulla base di requisiti di valutazione definiti dal disciplinare tecnico e dalle linee guida di cui all’articolo 10, considerando in particolare la loro natura di materie prime rinnovabili, il contenuto consumo energetico richiesto ai fini della loro estrazione, produzione, distribuzione e smaltimento;

b) consentano di recuperare tradizioni produttive e costruttive locali legate ai caratteri ambientali dei luoghi;

c) siano riciclabili, riciclati, di recupero, di provenienza locale e contengano materie prime rinnovabili e durevoli nel tempo o materie prime riciclabili;

d) siano caratterizzati da ridotti valori di energia e di emissioni di gas serra inglobati;

e) rispettino il benessere e la salute degli abitanti.

2. I requisiti di qualità di cui al comma 1 costituiscono i criteri per la redazione del capitolato e del prezzario di cui alla lettera d) del comma 1 dell’articolo 3.

Art. 8 bis

(Gestione del ciclo dei rifiuti derivanti dai processi edili)

1. La Giunta regionale, ai fini della presente legge, individua i criteri e le modalità di gestione sostenibile del ciclo dei rifiuti da demolizione, costruzione e sbancamento in un’ottica di funzionalità, efficienza ed efficacia, in particolare attraverso:

a) la definizione di parametri tecnici che permettano di classificare la sostenibilità ambientale dell’opera anche in relazione ai cicli di dismissione della medesima alla fine del ciclo di vita;

b) la definizione di regole tecniche per la progettazione delle opere e dei cantieri e per l’organizzazione di quest’ultimi che migliorino la gestione del ciclo dei rifiuti e favoriscano le pratiche del riciclaggio sia durante la costruzione sia durante la dismissione delle opere edili;

c) la definizione e l’individuazione delle modalità e dei criteri per il ciclo di recupero dei rifiuti nel più ampio processo edilizio pubblico e privato;

d) l’attivazione di Accordi di Programma ai sensi del D.lgs. n. 152 e s.m.i. quale strumento per promuovere e favorire le azioni coordinate in materia ambientale della Pubblica Amministrazione e dei soggetti privati e delle associazioni di categoria;

e) le modalità ed i criteri di gestione dei rifiuti da demolizione, costruzione e sbancamento, in modo efficace, efficiente, economico e trasparente, basandosi sulla cooperazione di tutti i soggetti pubblici e privati coinvolti nel ciclo dei rifiuti;

f) le modalità ed i criteri per la promozione e l’incentivazione di sistemi e processi finalizzati alla gestione sostenibile del ciclo dei rifiuti da demolizione, costruzione e sbancamento;

g) i criteri tecnici di selezione e trattamento dei materiali derivanti dal processo di riciclo per la re immissione come materie prime all’interno dei processi di fabbricazione e la loro definizione come materiali ecosostenibili;

h) la promozione di utilizzo di tecniche e tecnologie che meglio favoriscano i processi di riciclaggio al termine della vita utile delle opere edili;

i) la promozione di attività di ricerca e sensibilizzazione nell’ambito dei processi di riciclo e smaltimento dei rifiuti derivanti dalle attività edili;

j) le modalità ed i criteri per la promozione e l’incentivazione dell’utilizzo dei materiali di riciclo nelle opere edili al fine di perseguire gli obiettivi di cui all’articolo 181 del D.lgs. n. 152/2006 e s.m.i.

2. I criteri di cui al comma 1 sono definiti con apposito regolamento.

CAPO IV

(Certificazione, disciplinare e linee guida)

Art. 9

(Certificazione di sostenibilità degli edifici)

1. La certificazione della sostenibilità degli edifici è un sistema di procedure univoche e normalizzate che utilizza le modalità e gli strumenti di valutazione di cui all’articolo 10, valutando sia il progetto sia l’edificio realizzato nelle fasi di costruzione e di esercizio.

2. La certificazione di cui al comma 1 ha carattere obbligatorio per gli interventi realizzati da Enti Pubblici o con finanziamento pubblico superiore al cinquanta per cento. Negli altri casi ha carattere volontario e ricomprende la certificazione energetica obbligatoria di cui al D.lgs. 192/2005 e successive modifiche e integrazioni, per la quale sono parimenti utilizzati le modalità e gli strumenti di valutazione di cui all’articolo 10 della presente legge, con riferimento ai requisiti e ai parametri indicati nel D.lgs. 192/2005; la certificazione energetica è comunque obbligatoria anche nel caso in cui non venga richiesta la certificazione di sostenibilità.

3. Il certificato di sostenibilità degli edifici è rilasciato da un professionista abilitato o da una organizzazione accreditata ai sensi del comma 4, lettera b), estranei alla progettazione e alla direzione lavori, su richiesta del proprietario dell’immobile o del soggetto attuatore dell’intervento. Il risultato della certificazione, sotto forma di apposita targa, è affisso nell’ edificio in luogo visibile.

4. La Giunta regionale definisce e aggiorna:

a) il sistema di procedure per la certificazione di sostenibilità degli edifici, per l’effettuazione dei controlli e l’irrogazione delle eventuali sanzioni, compresa la relativa modulistica;

b) il sistema di accreditamento dei soggetti abilitati al rilascio della certificazione.

5. La Regione, per il tramite del Comune competente per territorio, dispone controlli a campione sulla sussistenza dei requisiti dei soggetti di cui al comma 4, lettera b), nonché accertamenti e ispezioni a campione sugli interventi oggetto di certificazione, in corso d’opera, ovvero entro cinque anni dalla data di fine lavori dichiarata dal proprietario o soggetto attuatore dell’intervento, al fine di verificare la regolarità della documentazione e dell’attestato di certificazione, nonché la conformità delle opere realizzate alla documentazione progettuale.

6. Nel caso in cui dagli accertamenti effettuati risultino difformità, il Comune:

a) ingiunge al proprietario o al soggetto attuatore dell’intervento di effettuare i lavori necessari per rendere uniforme l’edificio a quanto dichiarato;

b) qualora non si raggiungesse la conformità, revoca la certificazione rilasciata.

Art. 10

(Disciplinare tecnico e linee guida)

1. La Giunta regionale approva, anche con riferimento alla direttiva 2002/91/CE e in coerenza con i contenuti del D.lgs. 192/2005 e successive modifiche e integrazioni, il disciplinare tecnico per la valutazione della sostenibilità degli edifici e le relative linee guida per il suo utilizzo, alla cui redazione partecipano i rappresentanti delle professioni e dei settori produttivi interessati.

2. Il disciplinare tecnico contiene i requisiti di riferimento identificati in apposite aree di valutazione, il metodo di verifica delle prestazioni riferite ai requisiti e il sistema di valutazione degli stessi, nonché la loro ponderazione in relazione alle particolari esigenze ambientali del territorio regionale. Il disciplinare è finalizzato a valutare e certificare il livello di sostenibilità degli interventi edilizi, anche ai sensi dell’articolo 4 del D.lgs. 192/2005 e successive modifiche e integrazioni, nonché dei regolamenti regionali in materia, a definire le priorità e a graduare gli incentivi economici, nonché a stabilire delle soglie minime al di sotto delle quali non è previsto il rilascio di certificazioni e l’accesso agli incentivi previsti. Il disciplinare tecnico costituisce riferimento per l’elaborazione e l’integrazione degli strumenti edilizi e urbanistici comunali.

3. I requisiti previsti nel disciplinare tecnico, identificati in aree di valutazione, si riferiscono in particolare:

a) alla qualità ambientale degli spazi esterni;

b) al risparmio delle risorse naturali;

c) alla riduzione dei carichi ambientali;

d) alla qualità ambientale degli spazi interni;

e) alla qualità della gestione e del servizio;

f) all’integrazione con il sistema della mobilità collettiva.

4. Il sistema di valutazione definito nel disciplinare tecnico deve:

a) consentire la valutazione del livello di sostenibilità ambientale degli edifici definendo la prestazione minima di riferimento di ciascuna area di valutazione e di ciascun criterio di cui al comma 3, in base alle norme legislative e tecniche vigenti e alle peculiarità costruttive locali;

b) comprendere un sistema di ponderazione dei requisiti di cui sopra che consenta di definire le priorità delle diverse problematiche ambientali considerate;

c) consentire l’attribuzione di un punteggio di prestazione dell’edificio che permetta la valutazione analitica del livello di sostenibilità ambientale;

d) comprendere, per quanto riguarda i requisiti energetici, un sistema di classificazione degli edifici nel sistema di certificazione energetica.

5. Le linee guida di spiegazione e accompagnamento del disciplinare tecnico contengono in particolare:

a) le indicazioni per effettuare l’analisi del sito, che comprende l’analisi dei fattori climatici e ambientali, nonché dei relativi rischi;

b) le spiegazioni dettagliate sulle modalità di applicazione del disciplinare tecnico, compresi i metodi di calcolo e gli strumenti di verifica riferiti a ogni requisito, le strategie di riferimento e alcuni esempi di possibili soluzioni tecniche;

c) la modulistica e i sistemi di calcolo informatizzati per la semplificazione delle procedure di verifica.

CAPO V

(Parametri edilizi e incentivi)

Art. 11

(Calcolo degli indici e dei parametri edilizi)

1. Anche in deroga a quanto disposto dai regolamenti edilizi comunali, salvo quanto previsto dalla normativa sismica e dalle norme inerenti la difesa del suolo e la tutela del paesaggio, per le nuove costruzioni e per il recupero degli edifici esistenti ai sensi della presente legge non sono considerati nel computo per la determinazione dei volumi, delle superfici, delle distanze e nei rapporti di copertura, fermo restando il rispetto delle distanze minime previste dalla normativa statale:

a) il maggiore spessore delle murature esterne, siano esse tamponature o muri portanti, oltre i trenta centimetri;

b) il maggior spessore dei solai intermedi e di copertura oltre i venti centimetri;

c) le serre solari, per le quali sussista atto di vincolo circa tale destinazione e che abbiano dimensione comunque non superiore al quindici per cento della superficie utile delle unità abitative realizzate;

d) tutti i maggiori volumi e superfici necessari al miglioramento dei livelli di isolamento termico e acustico o di inerzia termica, o finalizzati alla captazione diretta dell’energia solare, o alla realizzazione di sistemi di ombreggiamento alle facciate nei mesi estivi o alla realizzazione di sistemi per la ventilazione e il raffrescamento naturali. Al fine di consentire la migliore insolazione degli edifici e favorire l’utilizzo di energia solare, sono consentite modificazioni delle altezze massime di colmo e di gronda nonché delle linee di pendenza delle falde in cui l’altezza massima sia comunque inferiore a metri 2,15 ridotta a metri 1,95 per i comuni posti a quota superiore a metri 800 slm, calcolata come media delle altezze della porzione di sottotetto di altezza maggiore a metri 1,5.

2. Le disposizioni di cui al comma 1 si applicano anche:

a) alle variazioni delle altezze massime, nonché alle distanze dai confini e dalle strade e tra gli edifici, qualora non comportino ombreggiamento delle facciate di terzi;

b) al computo della superficie utile e non residenziale in riferimento alla determinazione dei limiti massimi di costo per l’edilizia residenziale sovvenzionata e agevolata.

3. Per il recupero degli edifici esistenti resta ferma la salvaguardia di elementi costruttivi e decorativi di pregio storico e artistico, nonché di allineamenti o conformazioni diverse, orizzontali, verticali e delle falde dei tetti che caratterizzano le cortine di edifici urbani e rurali di antica formazione.

4. La deroga di cui al comma 1 si applica anche ai fini del calcolo della volumetria e delle superfici urbanistiche per la determinazione del contributo di costruzione e degli standard urbanistici.

5. Ai fini del rilascio dei provvedimenti autorizzativi, comunque denominati, coerenti con i requisiti di sostenibilità ambientale previsti dalla presente legge, è allegata apposita documentazione tecnica che definisca il soddisfacimento dei requisiti secondo quanto stabilito nel disciplinare tecnico ai sensi dell’articolo 10, commi 2, 3 e 4.

6. Per interventi sugli edifici costruiti o modificati ai sensi della presente legge, non è consentita la riduzione degli spessori e la trasformazione dei volumi realizzati ai sensi del comma 1.

7. I regolamenti edilizi comunali dovranno essere adeguati in modo da definire modalità di installazione di impianti tecnologici per il risparmio energetico come attività libere non soggette a permesso di costruire, D.I.A. o S.C.I.A.. E’ fatta salva la possibilità di individuare, con idoneo provvedimento, particolari zone del territorio comunale per le quali i suddetti interventi possono essere assoggettati a S.C.I.A. o D.I.A.

Art. 12

(Incentivi)

1. I comuni devono prevedere, in favore di coloro che effettuano interventi di edilizia sostenibile secondo i requisiti fissati dal regolamento e dal disciplinare tecnico di cui all’articolo 10, le seguenti opzioni:

a) riduzione degli oneri di urbanizzazione secondaria o del costo di costruzione di cui agli articoli 16 e 17 del D.P.R. 380/2001 in misura crescente, partendo da un minimo del trenta per cento, a seconda dei livelli di risparmio energetico, di qualità ecocompatibile dei materiali e delle tecnologie costruttive utilizzate, di risparmio idrico e di altri requisiti di sostenibilità energetico-ambientale di cui alla presente legge, secondo quanto previsto nel regolamento di esecuzione ed attuazione;

b) eventuale riduzione dell’ICI e di altre imposte comunali sugli immobili, compatibilmente con le vigenti norme in materia;

c) incrementi da un minimo del dieci per cento ad un massimo del venti per cento del volume consentito dagli strumenti urbanistici vigenti, al netto delle murature, per gli interventi di nuova edificazione e di ampliamento, di sostituzione e di ristrutturazione degli edifici esistenti, compatibilmente con i caratteri culturali e ambientali degli edifici e dei luoghi e nel rispetto dei limiti di densità edilizia e distanza fra i fabbricati fissati dal decreto ministeriale 2 aprile 1968, n. 1444 (Limiti inderogabili di densità edilizia, di altezza, di distanza fra i fabbricati e rapporti massimi tra spazi destinati agli insediamenti residenziali e produttivi e spazi pubblici o riservati alle attività collettive, al verde pubblico o a parcheggi da osservare ai fini della formazione dei nuovi strumenti urbanistici o della revisione di quelli esistenti, ai sensi dell’articolo 17 della legge 6 agosto 1967, n. 765), e delle quantità complessive minime fissate dall’articolo 41 sexies della legge 17 agosto 1942, n. 1150 (legge urbanistica) e successive modifiche e integrazioni. Tali incrementi non costituiscono variante agli strumenti urbanistici generali.

2. Gli incentivi previsti dal comma 1 devono essere graduati dai comuni in modo tale da favorire la sostituzione di edifici e la riqualificazione di quartieri caratterizzati da elevati livelli di inefficienza energetica e incompatibilità ambientale opportunamente diagnosticati, escludendo edifici e contesti urbani storici di valenza ambientale, culturale e architettonica.

3. La Regione e gli enti locali interessati si attivano per creare le idonee condizioni affinché gli interventi di cui alla presente legge usufruiscano degli incentivi previsti dalle norme nazionali riguardanti l’uso efficiente dell’energia e la produzione di energia da fonti rinnovabili.

4. Gli incentivi previsti dal presente articolo sono cumulabili con altri contributi compatibilmente con i criteri di cumulabilità previsti dagli incentivi nazionali.

Art. 13

(Contributi regionali)

1. Nella concessione dei contributi per la formazione di strumenti urbanistici o di pianificazione, la Giunta regionale prevede specifiche premialità per gli Enti locali che, nell’ambito della redazione di strumenti urbanistici generali ed esecutivi, prevedano la redazione, in tutto o in parte in relazione alle caratteristiche dei contesti, degli elaborati di cui al comma 5 dell’articolo 4 della presente legge.

2. I finanziamenti regionali, statali e comunitari riguardanti la realizzazione o il recupero degli immobili sono assegnati prioritariamente agli interventi certificati ai sensi della presente legge o che rispondano ai criteri e ai requisiti contenuti nella presente legge.

3. La Giunta regionale con apposito provvedimento predispone strumenti di incentivazione economica al fine di promuovere la formazione degli operatori, l’informazione e la realizzazione delle strutture atte al perseguimento degli obiettivi della presente legge.

4. La Giunta regionale con apposito provvedimento individua per ciascun strumento di pianificazione generale ed esecutivo l’elenco degli elaborati cartografici tematici di cui al comma 1 del presente articolo, nonché la tipologia delle premialità concesse agli Enti locali.

CAPO VI

(Attività di formazione, informazione e sanzioni)

Art. 14

(Formazione e informazione)

1. Ai fini della diffusione della conoscenza dei principi di sostenibilità delle costruzioni edilizie, nonché ai fini del rilascio delle certificazioni di cui all’articolo 9, la Regione, le Province, i Comuni, gli Enti bilaterali costituiti da imprenditori edili e sindacati, gli enti nazionali per la formazione di imprenditori e maestranze, ed ogni altra forma di collaborazione fra soggetti pubblici o privati riconosciuti, con il coinvolgimento dei rappresentanti delle professioni e dei settori produttivi interessati, promuovono:

a) corsi di formazione professionale rivolti agli Enti locali, alle imprese e ai liberi professionisti;

b) concorsi di idee o di progettazione, anche in collaborazione con le amministrazioni locali, per la realizzazione di interventi edilizi sostenibili sia pubblici sia privati;

c) progetti pilota in aree sensibili finalizzati a divulgare le problematiche del risparmio energetico e della sostenibilità ambientale in edilizia e nel governo del territorio.

2. Per le finalità di cui al comma 1, lettera a), gli enti possono utilizzare le risorse assegnate alla formazione professionale nel rispetto della relativa normativa.

Art. 15

(Sanzioni)

1. I soggetti abilitati al rilascio della certificazione di cui all’articolo 9 decadono dall’accreditamento nel caso vengano meno i requisiti stabiliti per l’accreditamento medesimo, ovvero nel caso di rilascio di certificazioni illegittime ai sensi del comma 2 del presente articolo e la Regione ne segnala la decadenza al rispettivo ordine professionale.

2. Qualora dall’effettuazione dei controlli sugli edifici di cui all’articolo 3, comma 3, lettera c), e articolo 9, comma 3, risultino irregolarità documentali ovvero la non conformità delle opere realizzate alle risultanze progettuali, non sanabili o non sanate ai sensi dell’articolo 9, comma 6, lettera a), la Regione provvede alla revoca della certificazione di sostenibilità rilasciata e il Comune, anche su segnalazione della Regione e previa diffida, provvede alla revoca del titolo abilitativo rilasciato laddove nella realizzazione delle opere si sia beneficiato degli incrementi volumetrici di cui agli articoli 11 e 12.

3. Nei casi di cui al comma 2 sono altresì revocati gli eventuali incentivi concessi a norma dell’articolo 12.

Art. 16

(Osservatorio politiche abitative)

1. Presso l’“Osservatorio sulle politiche abitative”, già attivato nell’ambito del settore che opera in materia di politiche per la casa presso il dipartimento competente, è istituito il Centro Regionale per l’applicazione dei protocolli di valutazione della sostenibilità degli edifici, delle linee guida e dei regolamenti di attuazione della presente legge.

2. L’Osservatorio svolge compiti di sostegno ed incentivazione delle politiche sulla sostenibilità degli edifici, ed in particolare:

a) predispone il disciplinare tecnico e le linee guida per la valutazione degli edifici residenziali e per gli interventi di recupero di cui all’articolo 10;

b) definisce e propone le procedure e le modalità per l’irrogazione delle sanzioni di cui all’articolo 15;

c) predispone criteri, tempi e modalità per gli eventuali incentivi di cui all’articolo 12;

d) predispone gli atti per l’adozione del prezzario di cui all’articolo 8, comma 2;

e) istituisce uno sportello informativo sull’edilizia sostenibile, mediante la creazione di uno specifico portale internet, anche attraverso convenzioni con gli enti interessati che agiscono sul territorio;

f) provvede all’aggiornamento delle banche dati relative all’Osservatorio delle trasformazioni territoriali, previsto nell’ambito del S.I.T.O., di cui all’articolo 8 della legge regionale 19/2002, effettuando il monitoraggio e le relative comunicazioni agli altri dipartimenti interessati ed in particolare competenti in materia di urbanistica e governo del territorio.

3. Presso l’Osservatorio viene tenuto un elenco dei certificatori abilitati al rilascio della certificazione energetica obbligatoria e sulla sostenibilità ambientale, ai sensi dell’articolo 6 del decreto legislativo 19 agosto 2005, n.192 e successive modifiche e integrazioni. Sono riconosciuti soggetti certificatori i professionisti che possiedono i requisiti per l’iscrizione all’elenco dei soggetti abilitati alla certificazione previsti dall’articolo 4 del decreto legislativo 19 agosto 2005, n.192 e dall’allegato III del decreto legislativo 115/2008.

CAPO VII

(Disposizioni finanziarie e finali)

Art. 17

(Norma finanziaria)

1. Agli oneri derivanti dall’attuazione della presente legge, quantificati per l’esercizio finanziario 2011 in euro 100.000,00, si provvede per l’anno in corso con la disponibilità esistente all’ UPB 8.1.01.01 – capitolo 7001101 – inerente a “Fondo occorrente per far fronte agli oneri derivanti da provvedimenti legislativi che si perfezioneranno dopo l’approvazione del bilancio, recanti spese di parte corrente” dello stato di previsione della spesa del bilancio per l’anno 2011, che viene ridotta del medesimo importo.

2. La disponibilità finanziaria di cui al comma precedente è utilizzata nell’esercizio in corso ponendo la competenza della spesa in apposita UPB, della spesa del bilancio 2011.

3. Per gli anni successivi, alla copertura finanziaria degli oneri previsti dall’attuazione della presente legge, si provvede nei limiti consentiti dalla disponibilità di risorse autonome con la legge di approvazione del bilancio della Regione e con la collegata legge finanziaria che l’accompagna.

4. La Giunta regionale è autorizzata ad apportare le conseguenti variazioni al documento tecnico di cui all’articolo 10 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8.

Art. 18

(Disposizioni transitorie e finali)

1. Entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente Legge la Giunta regionale:

a) individua i criteri e le modalità per il risparmio idrico di cui all’articolo 5;

b) adotta il disciplinare tecnico e linee guida per la valutazione degli edifici residenziali di cui all’articolo 10;

c) stabilisce i criteri, i tempi e le modalità per gli incentivi di cui all’articolo 12.

2. Entro sei mesi dalla data di entrata in vigore del Regolamento di attuazione, la Giunta regionale:

a) predispone il prezzario di cui all’articolo 8, comma 2;

b) definisce il sistema di certificazione di cui all’articolo 9 e determina i criteri e le modalità per l’accreditamento dei soggetti ai fini della certificazione medesima, nonché le modalità per l’effettuazione dei controlli;

c) adotta il disciplinare tecnico e le linee guida per gli interventi di recupero degli edifici residenziali di cui all’articolo 10;

d) definisce le procedure e le modalità di dettaglio per la irrogazione delle sanzioni di cui all’articolo 15.

3. Fino all’approvazione del sistema di certificazione regionale resta fermo quanto stabilito dall’articolo 6, comma 1, del D.lgs. 192/2005 e successive modifiche e integrazioni e dal r.r. 24/2007.

Art. 19

(Clausole valutative)

1. Trascorsi tre anni dall’entrata in vigore della presente legge e con cadenza almeno triennale, la Giunta regionale presenta all’Assemblea legislativa regionale una relazione sullo stato di attuazione dell’applicazione della legge regionale con riferimento ai seguenti profili e quesiti:

a) tipologia ed entità dei contributi concessi ai sensi dell’articolo 13 e l’indicazione della natura dei soggetti beneficiari e della tipologia degli interventi;

b) tipologia e numero degli strumenti cartografici adottati dagli Enti locali e finanziati ai sensi dell’articolo 4;

c) percentuale di incidenza degli incentivi sullo sviluppo degli interventi a carattere provinciale e regionale;

d) in quali provvedimenti legati a finanziamenti e programmi operativi europei, nazionali e regionali, è stata data priorità in termini di sostenibilità ed efficienza energetica per gli interventi sul territorio;

e) rapporto tra dati relativi alla formazione delle qualifiche professionali specifiche e domanda di mercato;

f) valutazione dell’impatto del dettato normativo sul settore della produzione dei materiali e delle costruzioni;

g) criticità e livelli di resistenza all’applicazione della norma: adeguamenti ed aggiornamenti.

Art. 20

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Proposta di legge n. 263/9^, recante: “Modifica alla legge regionale 10 agosto 2011 n. 29 “Delega alla Giunta regionale per la redazione di Testi unici in materia di Attività produttive, lavoro e istruzione. Cultura e beni culturali” (Del. n. 139)

Art. 1

(Modifica all’allegato C "Elenco fonti normative in materia di «Istruzione, Cultura e Beni culturali")

1. Nell’allegato C "Elenco fonti normative in materia di «Istruzione, Cultura e Beni culturali" della legge regionale 10 agosto 2011, n. 29, il riferimento alla legge regionale 29 dicembre 2004, n. 33 "Norme in favore dei calabresi nel mondo e sul coordinamento delle relazioni esterne", inserito al punto 48) dell’allegato, è soppresso.

Art. 2

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.