Logo Alta Risoluzione

 

IX^ LEGISLATURA

 

RESOCONTO INTEGRALE

 

23.

 

SEDUTA DI VENERDI’ 7 OTTOBRE 2011

 

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FRANCESCO TALARICO

 

Presidenza del Presidente Francesco Talarico

La seduta inizia alle 12,42

PRESIDENTE

La seduta è aperta. Si dia lettura del verbale della seduta precedente.

Francesco SULLA, Segretario Questore

Legge il verbale della seduta precedente.

(E’ approvato)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Legge le comunicazioni.

(Sono riportate in allegato)

Annunzio di interrogazioni e mozione

Francesco SULLA, Segretario Questore

Legge le interrogazioni e le mozioni presentate alla Presidenza.

(Sono riportate in allegato)

PRESIDENTE

Possiamo procedere con l’ordine del giorno. Chiedo ai colleghi di fare un po’ di silenzio per dare inizio ai lavori.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Bova. Ne ha facoltà.

Sull’ordine dei lavori

Giuseppe BOVA

Presidente, per la parte riguardante le interrogazioni a risposta immediata chiedo l’inserimento all’ordine del giorno della seduta odierna della interrogazione numero 161/9^, presentata il 1° agosto scorso a mia firma e degli onorevoli Adamo e Tripodi, riguardante i divulgatori agricoli.

L’interrogazione è rivolta al Presidente della Giunta nonché all’assessore alle politiche agricole.

PRESIDENTE

Si tratta di una interrogazione presentata il 1° agosto, con protocollo numero 38444. Non era chiesta la risposta immediata, adesso lei chiede che sia inserita come risposta immediata.

Possiamo inserirla all’ordine del giorno in modo tale che venga data risposta nell’ora dedicata alle interrogazioni a risposta immediata.

Pongo ai voti la richiesta di inserimento all’ordine del giorno.

(Il Consiglio approva)

Ha chiesto di parlare l’onorevole Gallo. Ne ha facoltà.

Gianluca GALLO

Signor Presidente, signori consiglieri, intervengo per chiedere l’inserimento all’ordine dei lavori di un ordine del giorno relativo alla soppressione dei tribunali minori.

Sapete che c’è un provvedimento nella finanziaria nazionale che sopprime i tribunali minori. In una regione difficile come la Calabria ciò potrebbe rappresentare simbolicamente un grave arretramento nei confronti della criminalità organizzata che è imperante nella nostra regione.

Credo sia giusto che il Consiglio regionale non si proponga soltanto di contrapporsi a questa decisione del Governo, ma che impegni in merito la Giunta regionale ad avviare un tavolo di confronto e di concertazione col Governo nazionale.

La nostra è una terra difficile. Attraverso questa decisione, i risparmi dello Stato non sarebbero proporzionali rispetto al grave danno, al grave nocumento che ne avrebbe la nostra regione nel momento in cui ci fosse un simbolico arretramento da parte delle Istituzioni nei confronti del territorio e della criminalità locale. Grazie.

PRESIDENTE

La mozione è già stata distribuita ai consiglieri? Va bene. Ha chiesto di parlare l’onorevole Morelli. Ne ha facoltà.

Francesco MORELLI

Grazie, Presidente, naturalmente quanto esposto dal collega onorevole Gallo trova anche in noi una sensibilità ed una accortezza immediata.

Abbiamo già presentato agli uffici e al tavolo della Presidenza - quindi alla sua attenzione, Presidente - l’inserimento all’ordine dei lavori dell’ordine del giorno relativo alla soppressione e all’accorpamento dei tribunali di Castrovillari, Lamezia Terme, Paola e Rossano che sono presidi indispensabili per l’emanazione della giustizia.

E’ già alla sua attenzione.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Franchino. Ne ha facoltà.

Mario FRANCHINO

Presidente, vorrei solo aggiungere che un ordine del giorno analogo è stato già presentato questa mattina, a mia firma, ed è già protocollato. Ringrazio i colleghi Gallo e Morelli. Mi auguro ci sia una condivisione su questo ordine del giorno e che lo si possa discutere in tempi brevissimi, se non stamattina anche nella prossima seduta di Consiglio regionale, per addivenire ad una condivisione dello stesso.

L’ordine del giorno è già protocollato e, quindi, vorrei che venisse portato all’attenzione dei due colleghi. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.

Giuseppe GIORDANO

Presidente, anche io intervengo per chiedere l’inserimento all’ordine del giorno di una mozione, annunciata nelle comunicazioni, che riguarda l’evento climatico che si è verificato il 19 settembre a Reggio Calabria.

Con questa mozione si chiede una sollecitazione per l’accertamento delle condizioni per la dichiarazione dello stato di calamità e, soprattutto, delle misure che prevedono che la Regione, attraverso i dipartimenti ambiente e protezione civile, stabilisca – vista la ciclicità e l’area che è sempre la stessa ad essere colpita – che si pongano in essere uno studio e delle misure strutturali per risolvere il problema.

Analogamente, anche io avevo predisposto un ordine del giorno inerente la soppressione dei tribunali di Palmi e Locri che, a questo punto, potrebbe essere assorbito in un unico ordine del giorno, visto che i colleghi Gallo, Morelli e Franchino hanno proposto lo stesso tema scottante. Ovviamente, questa Assemblea deve con forza ribadire la necessità di non perdere importanti pezzi di presidio di legalità e di indagine sul territorio, in un momento in cui deve essere ancora più forte il livello di guardia e ancora più forte l’azione di contrasto contro le associazioni ‘ndranghetistiche.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Fedele. Ne ha facoltà.

Luigi FEDELE

Brevemente, Presidente, per comunicare che ho presentato, insieme ai colleghi capogruppo della maggioranza, e mi auguro che possa essere accolto anche dai colleghi della opposizione una volta valutato, un ordine del giorno a sostegno delle iniziative della Giunta e del Governo nell’interesse della realizzazione del Corridoio 1 Berlino-Palermo, affinché non venga preferito l’altro Corridoio, Helsinky-La Valletta.

Ho già depositato questo ordine del giorno e vorrei che fosse inserito all’ordine dei lavori della seduta odierna e, possibilmente, che venga approvato al momento opportuno, quando lei lo riterrà.

PRESIDENTE

Riassumiamo: c’è la proposta di inserimento di un ordine del giorno sui tribunali dei minori da parte degli onorevoli Gallo, Morelli e Franchino. Sarebbe opportuno predisporre un ordine del giorno unificato delle tre versioni presentate per procedere, poi, a votarlo nella seduta di oggi.

Se, invece, non riuscissimo a votarlo nella seduta odierna, potremmo farlo nella seduta del 17 ottobre.

Pertanto, lo inseriamo all’ordine del giorno così come è stato proposto. Lavorate per predisporre un ordine del giorno unico, dopo di ché se possibile procederemo alla sua approvazione in questa seduta, altrimenti lo rinvieremo alla prossima seduta.

Pongo in votazione l’inserimento all’ordine del giorno dell’ordine del giorno proposto dall’onorevole Gallo.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione anche la richiesta di inserimento all’ordine del giorno della mozione, avanzata dall’onorevole Giordano.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione la proposta di inserimento all’ordine dei lavori dell’ordine del giorno sul Corridoio 1 Berlino-Palermo, avanzata dal consigliere Fedele.

(Il Consiglio approva)

Ha chiesto di intervenire l’onorevole De Gaetano, ne ha facoltà.

Antonino DE GAETANO

Grazie, Presidente, anche io volevo chiedere di inserire all’ordine del giorno una mozione per istituire un tavolo regionale per risolvere la situazione di 66 lavoratori a tempo determinato dei Centri per l’impiego della Provincia di Reggio Calabria.

PRESIDENTE

Su questo argomento non ci sono interventi, pertanto pongo in votazione la richiesta di inserimento all’ordine del giorno.

(Il Consiglio approva)

Le mozioni sono tutte inserite. Iniziamo con l’ordine del giorno che vede la prima ora dedicata alle interrogazioni a risposta immediata.

Ci sono una serie di argomenti trattati dalle interrogazioni.

Interrogazione a risposta immediata numero 136 dell’8.06.2011 a firma dei consiglieri Guccione, Aiello F., De Gaetano “In ordine alla nomina di tre nuovi dirigenti dell’Arssa nonostante che la legge regionale numero 9/2007 ne prevede la soppressione”

PRESIDENTE

Sulla prima interrogazione a risposta immediata numero 136 dell’8.06.2011 a firma dei consiglieri Guccione, Aiello F., De Gaetano, non vedo presente l’assessore all’agricoltura.

Se siete d’accordo, onorevoli colleghi, è rinviata alla prossima seduta di Consiglio regionale.

E’ deciso che, in mancanza dell’assessore competente a rispondere, l’interrogazione è rinviata alla prossima seduta di Consiglio regionale. Questo ragionamento vale per la prima interrogazione, numero 136/9^.

Andiamo avanti con la seconda.

Interrogazione a risposta immediata numero 137 del 9.06.2011 a firma del consigliere Aiello F. “Sulla chiusura del reparto di neurologia dell’Ospedale G. Compagna di Corigliano Calabro”

PRESIDENTE

Do lettura della seconda interrogazione a risposta immediata numero 137 del 9.06.2011 a firma del consigliere Aiello F. “Sulla chiusura del reparto di neurologia dell’Ospedale G. Compagna di Corigliano Calabro”: Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

nei giorni scorsi è stato chiuso il reparto di Neurologia dell'Ospedale “G. Compagna” di Corigliano Calabro;

il reparto di Neurologia dell'Ospedale di Corigliano rappresenta l'unico in provincia ad eccezione di quello ubicato presso l'Azienda ospedaliera di Cosenza;

il numero già risicato di medici si è drasticamente ridotto a una sola unità a seguito di frequenti e ripetuti infortuni sul lavoro;

fino al giorno della chiusura il Reparto di Neurologia avrebbe dovuto contare, sulla carta, su 16 posti-letto, ma le croniche carenze strutturali e, soprattutto, di personale, ne hanno reso operativi solo otto;

il Reparto di Neurologia dell'Ospedale di Corigliano serve un’utenza molto vasta con 450 ricoveri e 3500 prestazioni l'anno -:

se quanto esposto nelle premesse corrisponda al vero;

se, qualora fosse accertata la veridicità di quanto sopra, non si ritenga inammissibile che un Reparto di Neurologia, che esegue oltre 350 ricoveri e 3500 prestazioni l'anno, venga chiuso con tanta leggerezza;

se non si ritenga indispensabile mantenere il Reparto di Neurologia dell'Ospedale di Corigliano;

quali iniziative immediate ed urgenti intende adottare, anche nella sua veste di Commissario della sanità calabrese, onde assicurare che, anche nella Sibaritide, sia pienamente garantito il diritto alla salute e salvaguardato il valore e la centralità del diritto alla cura nelle politiche di risanamento e riorganizzazione del sistema sanitario regionale.”

La parola all’onorevole Aiello. Ne ha facoltà.

Ferdinando AIELLO

Grazie, Presidente, con questa interrogazione si chiede di sapere come il Presidente Scopelliti, in qualità di Commissario alla sanità, intenda dare delle risposte a quel territorio su un reparto così delicato per il quale è stata prevista la chiusura e l’interruzione del servizio, tenendo presente che quello è un ospedale, praticamente tagliato dalla SS 106, che non ha la possibilità di offrire una buona risposta sanitaria a quel territorio e che quel reparto, in particolare, doveva contare 16 posti letto.

Poiché in quell’ospedale c’è, di fondo, una carenza strutturale e, soprattutto, di personale hanno reso operativi solamente 8 posti letto. Quel reparto, però, serve una utenza che va dai 450 ricoverati alle 3.500 prestazioni in un anno.

Quindi, come si fa a supplire alla carenza strutturale di un servizio che è fondamentale per il funzionamento di un ospedale? La chiusura di quel reparto costa moltissimo alla popolazione e alla provincia di Cosenza, soprattutto al territorio della Sibaritide che non riuscirà ad avere risposte ed ubicazioni in altri ospedali che sono saturi riguardo questa specialistica.

PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale.

Giuseppe SCOPELLITI, Presidente della Giunta regionale

Presidente e colleghi, in merito a quanto indicato in oggetto si precisa che l’U.O. di Neurologia del Presidio ospedaliero di Corigliano Calabro non è mai stata chiusa, ma a seguito della proposta del direttore della stessa U.O. datata 18 maggio 2011 sono stati sospesi i ricoveri a causa dell’assenza di ben tre medici su un totale di quattro assegnati.

In particolare, si precisa che due medici erano assenti per infortunio sul lavoro e l’altro per malattia.

Il direttore del presidio ospedaliero ha comunque disposto, nelle more della piena ripresa funzionale della U.O., che i pazienti affetti da patologie neurologiche fossero assistiti presso l’unità operativa di medicina dello stesso presidio ospedaliero afferente la stessa Afo (Aree funzionali omogenee).

Inoltre, si comunica che la direzione generale, così come dice il direttore, nella persona del commissario straordinario Scarpelli, è in attesa delle conclusioni della Commissione interna all’uopo costituita per evidenziare eventuali criticità presenti all’interno della Unità operativa derivanti da un clima di conflittualità che ha generato ricorsi presso l’Autorità giudiziaria.

Qualora fossero evidenziati comportamenti non consoni propri della dirigenza medica si provvederà senza indugio ad assumere provvedimenti conseguenti a tutela dell’utenza, dell’Asp e della Regione stessa.

PRESIDENTE

Grazie al Presidente Scopelliti. Prego, onorevole Aiello ha un minuto di tempo per esprimere la sua soddisfazione o meno.

Ferdinando AIELLO

Grazie, Presidente, spero che quanto detto dal Presidente Scopelliti possa essere attuato al più presto affinché si possa tornare a quei 16 posti letto e garantire quelle prestazioni che sono di numero abbastanza elevato e, per la provincia di Cosenza, di fondamentale importanza.

Interrogazione a risposta immediata numero 138 del 10.06.2011 a firma  del consigliere Giordano “Sullo stato dei pagamenti a favore delle farmacie ricadenti nell’ambito della ASP n. 5”

PRESIDENTE

Si passa alla interrogazione a risposta immediata numero 138 del 10.06.2011 a firma del consigliere Giordano “Sullo stato dei pagamenti a favore delle farmacie ricadenti nell’ambito della ASP n. 5”.

(Interruzione)

Il Presidente della Giunta chiede che l’interrogazione venga discussa nella prossima affinché possa fornire dati precisi. Quindi fra 10 giorni, onorevole Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Si può trattare anche nella prossima seduta, tenendo conto che questa è una questione antica che ho sollecitato e vorrei che venisse una volta per tutte chiarita in particolare per quanto attiene il codice identificativo di gara (CIG) che per le farmacie non è dovuto.

Sono disponibile a trattarla nella prossima seduta. Grazie.

Interrogazione a risposta immediata numero 139 del 14.06.2011 a firma del consigliere De Gaetano “In ordine alla situazione del personale ex LSU ed LPU della Regione Calabria”

PRESIDENTE

La prossima interrogazione a risposta immediata di cui do lettura è la numero 139 del 14.06.2011 a firma del consigliere De Gaetano “In ordine alla situazione del personale ex LSU ed LPU della Regione Calabria” che così recita: Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore al personale.  Per sapere – premesso che:

per garantire il più corretto utilizzo del personale ex Lsu/Lpu, assunto a tempo indeterminato con contratto part-time alle dipendenze della Regione ai sensi e per gli effetti del D.D.G. n. 20267 del 4 dicembre 2008, il Consiglio regionale della Calabria ha approvato la legge regionale 26 febbraio 2010, n. 8;

la legge regionale n. 8/2010 ha previsto per il personale ex Lsu/Lpu l'incremento delle ore lavorative, con il passaggio dell'impiego da 24 a 36 ore, e la possibilità di progressioni di carriera fino ad allora negate, ponendo così fine alla decennale situazione di disagio vissuta dai suddetti lavoratori;

in seguito al ricorso proposto dal Governo nazionale, la Corte costituzionale ha dichiarato il 23 marzo 2011, con sentenza 108/2011, l'illegittimità costituzionale di alcuni articoli della suddetta norma, annullando le novità introdotte dal Consiglio regionale della Calabria in merito all'orario di lavoro e alle progressioni di carriera del personale ex Lsu/Lpu;

il personale ex Lsu/Lpu ricopre mansioni significative all'interno dell'apparato burocratico dell'ente ed ha maturato nel corso degli anni professionalità e competenze divenute indispensabili al funzionamento dei dipartimenti regionali;

attraverso la legge regionale n. 8/2010 il Consiglio regionale della Calabria aveva anche inteso sanare una situazione di diritti negati da anni presente negli uffici dell'ente, raccogliendo le legittime rivendicazioni dei lavoratori;

la sentenza della Corte costituzionale ha generato una comprensibile situazione di malessere nel personale ex Lsu/Lpu, improvvisamente restituito, a più di un anno di distanza dall'entrata in vigore della legge regionale, alla situazione di disagio precedente la norma -:

se non ritengano opportuno adoperarsi affinché sia individuata attraverso apposita delibera di Giunta una soluzione che miri a risanare ciò che veniva previsto dalle legge n. 8/2010, rispondendo così alle legittime aspettative di questi lavoratori”.

Prego, onorevole De Gaetano.

Antonino DE GAETANO

Questa interrogazione, Presidente, riguarda il personale ex Lsu-Lpu che è stato stabilizzato dalla Regione Calabria nella scorsa legislatura, attraverso la legge regionale numero 8 del 26 febbraio 2010.

Come sapete e come sa l’assessore, ovviamente, questa legge è stata impugnata dal Governo nazionale e, poi, la Corte costituzionale l’ha cassata.

Chiediamo alla Giunta regionale di risolvere questo problema. Ai lavoratori, stabilizzati con quella legge regionale, è stato aumentato il monte ore settimanale da 24 a 36 ore.

Conosciamo lo sforzo che sta portando avanti l’assessore Tallini per trovare una soluzione giuridica, ma al momento non si sa se a questi lavoratori è riconosciuto il monte ore di 36 ore o dovranno ridursi le ore a 24.

So che la Giunta regionale al momento ha trovato una soluzione tampone per riconoscere temporaneamente a questi lavoratori le 36 ore.

La Corte costituzionale ha sancito l’illegittimità di questa legge perché ha ritenuto che attraverso una legge non si possano aumentare le ore dei lavoratori.

Chiediamo, assessore, che la Giunta regionale con delibera risolva giuridicamente questa questione consentendo continuità lavorativa e, soprattutto, di dare una certezza a questi lavoratori che, si può capire facilmente, sono in una situazione di difficoltà perché non sanno se dall’oggi al domani torneranno a 24 ore.

Questo significa che lo stipendio sarà quasi dimezzato con grave danno non solo ai lavoratori ma anche alla Regione Calabria. L’assessore sa benissimo - l’ha sempre dimostrato e detto - che questi lavoratori hanno salvato nella sostanza il dipartimento. Da quando non ci sono più i “Why not”, questi nuovi assunti, in sostanza, stanno portando avanti i dipartimenti regionali.

Chiediamo alla Giunta regionale, all’assessore e al Presidente di attivarsi, attraverso la predisposizione delle dovute analisi giuridiche, per una delibera che riporti tranquillità a questi lavoratori e consentire che formalmente passino dalle 24 alle 36 ore, riconoscendo stabilità lavorativa a questi oltre 300 lavoratori che rappresentano un numero importante per la Calabria.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’assessore Tallini. Ne ha facoltà.

Domenico TALLINI

Soltanto per puntualizzare delle cose che dovrebbero essere note a tutti i colleghi ed al collega De Gaetano che ringrazio per l’interrogazione posta che, ritengo, sia mirata a trasmettere tranquillità ai tanti lavoratori preoccupati.

Come l’onorevole De Gaetano ben sa ed ha ricordato, il provvedimento di stabilizzazione era contenuto nel collegato alla finanziaria, approvato con la legge regionale numero 8 del 2010, successivamente cassata dalla Corte costituzionale.

Il concetto era questo: a nostro avviso, una norma corretta e giusta della precedente amministrazione regionale è stata inserita nell’ambito di un provvedimento omnicomprensivo, nel quale, però, sono state anche inserite delle norme che, dal punto di vista della legittimità, avevano più di qualche lacuna.

Credo che la Corte Costituzionale, esaminando il provvedimento, abbia confuso la stabilizzazione degli Lsu o ex Lsu-Lpu con altri provvedimenti che erano poco inerenti.

Ritenendo legittimo l’atto di stabilizzazione, operato dalla precedente amministrazione, nel momento in cui è stata cassata la legge di stabilizzazione degli ex Lsu-Lpu, ci siamo assolutamente preoccupati di risolvere la problematica, nonostante la cautela degli uffici che avevano sospeso il pagamento delle ore nel frattempo estese a 36. Con mia lettera, in qualità di assessore al personale, ho dato disposizione agli uffici che, comunque, venisse erogata per intero la retribuzione, corrispondente, fra l’altro, al lavoro espletato. Gli Lsu e Lpu oggi fanno 36 ore settimanali ed era giusto che venissero pagati anche per questo.

Sulla scorta della convenzione e del convincimento della legittimità della stabilizzazione - sappiamo benissimo che non era una stabilizzazione ma era una estensione di orario, perché erano stati già stabilizzati con precedenti atti - abbiamo promosso un tavolo tecnico in cui si è deciso di difendere l’attuale posizione dei lavoratori ex Lsu e Lpu.

Voglio rassicurare che, da questo punto di vista, non abbiamo voluto strumentalizzare un atto che per noi, anche se assunto dalla precedente amministrazione, era ed è tutt’ora considerato legittimo, soprattutto perché riguarda centinaia di lavoratori che in questo momento si aspettano un po’ di tranquillità.

E’ interesse anche dell’ufficio e dell’assessorato, del dipartimento che rappresento, valorizzare al massimo queste professionalità.

Sappiamo che, delle volte, vengono utilizzati in mansioni e livelli che non sono compatibili con i loro titoli di studio e le loro professionalità.

Questo è l’impegno che assumiamo, soprattutto perché sappiamo che si tratta di una parte di lavoratori che vive da tanti anni in condizioni di precariato e a cui va data la massima attenzione.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole De Gaetano. Ne ha facoltà.

Antonino DE GAETANO

Ovviamente, sono soddisfatto per le parole del l’assessore Tallini. Ci auguriamo che alla buona volontà che ha dimostrato sul campo - perché quella lettera l’abbiamo apprezzata –  segua un atto deliberativo della Giunta regionale che possa risolvere il problema.

Ci dichiariamo soddisfatti, in attesa, però, del riscontro definitivo.

Interrogazione a risposta immediata numero 140 del 14.06.2011 a firma del consigliere Tripodi “In ordine alle procedure che sono state attuate per selezionare le compagnie aeree sostenute con incentivi pubblici della Regione Calabria e/o di altre istituzioni”

PRESIDENTE

Si passa all’Interrogazione a risposta immediata numero 140 del 14.06.2011 a firma del consigliere Tripodi “In ordine alle procedure che sono state attuate per selezionare le compagnie aeree sostenute con incentivi pubblici della Regione Calabria e/o di altre istituzioni” di cui do lettura: Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

la prospettiva di ampliamento della compagine sociale della SOGAS attraverso un'attività di implementazione dei voli aeroportuali che, di conseguenza, favorirebbe un sicuro allargamento del bacino di utenza all'area siciliana, rappresentano certamente obiettivi strategici essenziali per un progetto di sviluppo dello scalo aeroportuale dello Stretto;

tali finalità impongono, però, di operare delle selezioni con particolare metodo ed oculatezza. Difatti, le compagnie aeree devono innanzitutto possedere requisiti di affidabilità sia dal punto di vista della qualità dei servizi (puntualità, sicurezza, accoglienza) sia dal punto di vista della solidità economica;

in diverse, recenti occasioni la compagnia Eagles airlines (adesso “Prima Aerotrasporti Italiani”), sostenuta proprio dalla Regione Calabria, ha destato davvero molte perplessità soprattutto in termini di affidabilità dacché la improvvisa cancellazione dei voli o i notevoli ritardi in arrivo e in partenza hanno comportato gravi disagi all'utenza, con conseguente inevitabile caduta di credibilità della Compagnia medesima;

vicende come questa non possono passare inosservate, soprattutto in previsione dei preannunciati nuovi affidamenti, quali quello della compagnia aerea Blue disdicevoli dell'altro sopra citato vettore -:

con quali procedure, gare o manifestazioni di interesse, sono state selezionate le compagnie aeree (Eagles Airlines e Blue Panorama) sostenute con incentivi pubblici delle Regione Calabria e/o di altre istituzioni;

sulla base di quali criteri di affidabilità, anche economiche, sono stati individuati i nuovi vettori affidatari del servizio di trasporto aereo”.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Tripodi. Ne ha facoltà.

Pasquale Maria TRIPODI

Onorevole Sarra, avrei voglia di dirle “Si illustra da sé”, ma è bene quando si presenta una interrogazione illustrarla per far capire quali sono le condizioni di cui ci troviamo a dibattere.

La considerazione di dover fare una interrogazione sui disservizi, ritardi e quant’altro è nata perché - dato che lei oltre ad essere un componente della Giunta è anche un avvocato lo comprenderà - la modifica della “112/2010” dice espressamente che “l’erogazione di contributi effettuata direttamente a favore di vettori aerei da parti degli enti locali attraverso contratti di sponsorizzazione deve ritenersi vietata”.

Se questa è la motivazione della legge del 2010 e la delibera è stata successiva, in prima battuta le chiedo come mai è stata fatta questa assegnazione. Peraltro, da quel che mi risulta, senza una indizione di gara.

PRESIDENTE

La parola al sottosegretario alle riforme, Alberto Sarra.

Alberto SARRA, Sottosegretario alle Riforme e Semplificazione amministrativa

L’interrogazione è puntuale e pregnante. Non sfugge al rigore dell’onorevole Tripodi la circostanza che le procedure per la selezione di affidamento alle compagnie aeree vengano svolte come lui sa dalla compagnia di gestione.

Quindi, è la società di gestione dell’Aeroporto dello Stretto che seleziona sulla base dei criteri previsti, peraltro, dalla normativa nazionale e dall’Enac, dall’Enav e da tutti gli enti che comunque incidono ed hanno una competenza sulla questione. La selezione è squisitamente opera della compagnia di gestione, quindi della Sogas.

La Regione è intervenuta in una fase successiva. Cioè, una volta selezionata la compagnia aerea ha disposto un incentivo – come è previsto per tutte le compagnie aeree – a carico del bilancio regionale.

Per far sintesi è immediata.

La procedura per la selezione delle compagnie aeree – rispondo alla puntualità della interrogazione  - è opera e competenza esclusiva delle società di gestione, quindi nella fattispecie della Sogas.

La Regione è intervenuta successivamente con un finanziamento che è previsto per tutte le compagnie che operano nello scalo.

Se, poi, posso permettermi, vista la sollecitazione che viene dall’interrogazione, mi permetto di aggiungere qualcosa in prospettiva: Il dipartimento delle attività produttive della Regione Calabria sta predisponendo ai sensi della “163” un bando che verrà effettuato in sinergia con la Camera di Commercio della provincia di Reggio Calabria per l’ampliamento del discorso relativo alle società aeroportuali la cui selezione – lo ricordo a me stesso – rimane sempre un fatto di competenza della società di gestione.

Interverrà successivamente ai sensi della “163” per la corresponsione di eventuali ulteriori bandi.

Questo consentirà l’ampliamento dello spettro delle società e delle compagnie aeree che opereranno nello scalo dell’aeroporto dello Stretto e dovrebbe consentire, di conseguenza, una riduzione dei limiti tariffari di tutte le compagnie che operano nello scalo stesso.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Tripodi per dire se è soddisfatto o meno della risposta. Ne ha facoltà.

Pasquale Maria TRIPODI

Onorevole Sarra, mi dichiaro in parte soddisfatto. Per la seconda parte non mi posso dichiarare totalmente soddisfatto perché ero sicuro che mi avrebbe risposto in questo modo.

Ci sono due sentenze, una della Corte dei conti della Lombardia e una determinazione della Comunità europea, in cui si attesta testualmente che l’ente locale, benché dia fondi alla società di gestione o ad altre società per fare sponsorizzazioni, ha il dovere di verificare procedure di assegnazione e il ritorno di immagine ed economico che ha verso la Regione Calabria.

Cosa che questo a mio avviso non è stata fatta.

Interrogazione a risposta immediata numero 143 del 17.06.2011 a firma del consigliere Giordano “Sullo stato dei pagamenti a favore delle cooperative sociali che operano nel settore della salute mentale e del servizio di assistenza domiciliare integrata (ADI) ricadenti nell’ambito dell’ASP n. 5”

PRESIDENTE

Si passa alla interrogazione a risposta immediata numero 143 del 17.06.2011 a firma del consigliere Giordano “Sullo stato dei pagamenti a favore delle cooperative sociali che operano nel settore della salute mentale e del servizio di assistenza domiciliare integrata (ADI) ricadenti nell’ambito dell’ASP n. 5”.

Penso che sia molto simile alla precedente per cui la svolgeremo giorno 17.

(Così resta stabilito)

Interrogazione a risposta immediata numero 144 del 17.06.2011 a firma dei consiglieri Guccione, Franchino “Sulla realizzazione dell’Aeroporto di Sibari

PRESIDENTE

Si passa alla interrogazione a risposta immediata numero 144 del 17.06.2011 a firma dei consiglieri Guccione, Franchino “Sulla realizzazione dell’Aeroporto di Sibari”.

C’è qualcuno che risponde su questa interrogazione? Allora la rinviamo al prossimo Consiglio.

(Così resta stabilito)

Interrogazione a risposta immediata numero 145 del 17.06.2011 a firma del consigliere Talarico D. “In ordine al bando POR FSE finalizzato alla concessione di borse di studio ai ricercatori calabresi”

PRESIDENTE

Anche l’interrogazione a risposta immediata numero 145 del 17.06.2011 a firma del consigliere Talarico D. “In ordine al bando POR FSE finalizzato alla concessione di borse di studio ai ricercatori calabresi”, viene come le precedenti rinviata perché è assente l’onorevole Talarico Domenico e quindi andrà alla seduta del 17 Ottobre.

(Così resta stabilito)

Interrogazione a risposta immediata numero 147 del 26.06.2011 a firma dei consiglieri De Masi, Giordano, Talarico D. “In ordine all’adozione da parte dei comuni costieri dei PCS (Piani Comunali di Spiaggia)”

PRESIDENTE

Si passa all’interrogazione a risposta immediata numero 147 del 26.06.2011 a firma dei consiglieri De Masi, Giordano, Talarico D. “In ordine all’adozione da parte dei comuni costieri dei PCS (Piani Comunali di Spiaggia)” di cui do lettura: “All’assessore all’urbanistica e governo del territorio. Per sapere – premesso che:

l’inizio della stagione estiva rischia di riproporre, anche quest'anno, problemi di accessibilità e di qualità dei servizi sulle spiagge della Calabria;

da una prima ricognizione, sembrerebbe che l’applicazione delle norme contenute nella legge regionale 17/2005 (Norme per l'esercizio della delega di funzioni amministrative sulle aree del demanio marittimo), per larga parte sarebbero state ad oggi disattese;

circa la metà dei comuni costieri calabresi ancora non avrebbe adottato i Piani Comunali di Spiaggia (PCS) previsti dalle norme di cui sopra, ovvero l’iter amministrativo non si sarebbe ancora concluso per poter parlare di effettiva vigenza degli stessi;

la legge 17/2005 fissava il primo termine di scadenza per la redazione dei PCS da parte di tutti i Comuni calabresi al 12 ottobre 2007, dopodiché la Regione, previa diffida a provvedere nei successivi 30 giorni, avrebbe dovuto sostituirsi ai Comuni attraverso la nomina di un commissario ad acta;

in questi anni una serie di proroghe concesse dalla Regione, ultima quella stabilita in sede di approvazione del bilancio di previsione 2011, che estende gli effetti della moratoria a tutto l'anno in corso, hanno di fatto vanificato il buon proposito della legge e del PIR (Piano di Indirizzo Regionale) di dotare, uniformemente e complessivamente, il territorio calabrese di strumenti di regolamentazione delle attività collegate alla balneazione nelle aree del demanio marittimo e di tutela ambientale del medesimo, oltretutto indispensabili per una razionale e corretta gestione del territorio a fini turistici;

ad oggi, il quadro che emerge è quello di una copertura a macchia di leopardo del territorio regionale, per quanto attiene all'adozione e/o alla vigenza dei PCS, mentre l'inizio della stagione turistica, già segnata da un calo significativo delle prenotazioni, avrebbe richiesto una disciplina omogenea degli usi afferenti il demanio marittimo;

anche laddove i Piani sono stati adottati, se non altro per la mancanza di controlli da parte delle autorità preposte, persistono elementi di criticità in ordine alle distanze tra i lidi, alle garanzie di accesso, in particolare per i disabili, ai prezzi che vengono praticati per l'erogazione dei servizi, alla salvaguardia di spazi di libera balneazione, solo per citarne alcuni, tali da configurare una vera e propria forma di privatizzazione surrettizia delle aree del demanio affidate alla gestione degli operatori di settore -:

se corrisponde al vero che circa la metà dei comuni costieri calabresi è ancora sprovvisto dei Piani Comunali di Spiaggia previsti dalla legge regionale 17/2005;

se ed in che misura la Regione ha provveduto a nominare i commissari ad acta per i Comuni inadempienti;

se non sia il caso di adottare una politica più rigorosa nei confronti dei comuni costieri ancora sprovvisti degli strumenti di pianificazione territoriale di che trattasi, anche ai fini di un rilancio del settore turistico, che, per quanto vitale, presenta inequivocabilmente i segni di una preoccupante crisi;

quali iniziative si intendono assumere presso le autorità competenti, a cominciare della Capitanerie di porto, per sollecitare i dovuti controlli sull'osservanza della legislazione vigente in materia e delle stesse norme contenute nei Piani di spiaggia adottati, da parte dei beneficiari di concessioni sul demanio marittimo svolgenti attività di gestione turistica delle spiagge.”

Prego, onorevole Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Grazie, Presidente, questa è una interrogazione che avevamo presentato il 26 giugno all’avvio della stagione balneare e turistica, che anche quest’anno ha presentato tutta una serie di pesanti criticità che hanno messo in crisi un settore trainante che ha bisogno di certezze; così come è necessario arrivare e pervenire ad una strategia di pianificazione certa rispetto alla legge regionale numero 17 del 2005, che prevede l’adozione da parte dei comuni costieri dei piani spiaggia.

Quello che noi abbiamo sottolineato con questa interrogazione è che si è andati avanti con un sistema di proroghe rispetto a tanti comuni calabresi e per contro non è stata mai adottata una politica rigorosa che costringesse i comuni inadempienti ad adottare, anche attraverso l’istituto del commissario ad acta, i piani spiaggia e, comunque, un sistema di verifiche, cominciando dall’auspicata sinergia tra la Regione e le Capitanerie di porto, sui tanti importanti tratti di costa.

Tanto premesso, chiediamo all’assessore Aiello una riposta in merito, anche se la stagione balneare 2011 è conclusa perché non vorremmo che le stesse situazioni di criticità si potessero ripercuotere sulla prossima stagione turistica.

PRESIDENTE

La parola all’assessore Aiello.

Pietro AIELLO, assessore all’urbanistica e governo del territorio

Questa amministrazione, già all’atto dell’insediamento, è intervenuta su un argomento così scabroso che nel corso degli anni non ha mai trovato o riscosso grande interesse da parte delle amministrazioni che ci hanno preceduto, tant’è che il dipartimento, già dal giugno 2010, ha iniziato ad ascoltare tutti i comuni costieri interessati ed ha provveduto, nel corso del tempo, a stilare una prima relazione di conoscenza dell’attuale situazione al 2010.

Leggo testualmente: per quanto riguarda le varie province, su 25 comuni costieri, di Catanzaro solo 3 avevano approvato i Piani comunali di spiaggia; a Cosenza, su 37 comuni, solo 14 li avevano approvati; a Crotone su 8 solo 2; a Reggio Calabria su 37 solo 7; a Vibo Valentia invece su 9 comuni non ne è stato approvato nessuno.

In totale, ad agosto 2010, la Regione Calabria su 116 comuni costieri aveva approvato 26 piani.

Che cosa è successo? Che da questo monitoraggio è venuto fuori un aspetto importante: in parecchi comuni il commissariamento, nel senso stretto del termine, non ha dato i risultati sperati.

Il dipartimento, giustamente, ha pensato di continuare nella gestione dell’ascolto e dell’accompagnamento delle varie realtà anche per tutto il 2010, tant’è che a luglio 2011 si è riscontrato un relativo miglioramento rispetto al 2010.

Nella provincia di Catanzaro sui soliti 25 comuni sono stati approvati 6 piani spiaggia invece dei 3 dell’anno precedente. Nella provincia di Cosenza su 37 comuni sono stati approvati 18 piani spiaggia, contro i 14 dell’anno precedente; nella provincia di Crotone 5, rispetto ai 2 dell’anno precedente; nella provincia di Reggio Calabria 10, contro i 7 dell’anno precedente, e ancora una volta nella provincia di Vibo Valentia nessun comune.

Quindi, praticamente, in percentuale si è arrivati quasi al 49 per cento dei Piani spiaggia approvati nella provincia di Cosenza, al 24 per cento in quella di Catanzaro, al 63 per cento in quella di Crotone, al 27 per cento in quella di Reggio Calabria e ancora zero, invece, i Piani spiaggia nella provincia di Vibo Valentia.

Il dato che è emerso, veramente scabroso, è che in quest’ultima provincia, nonostante le riunioni tenutasi al dipartimento, la maggior parte dei piani redatti dai comuni costieri non risultavano conformi alla legge regionale numero 17 del 2005 e, quindi, si è dovuto, nel corso di questi mesi, dare particolare attenzione alla provincia di Vibo Valentia perché i comuni e gli uffici tecnici siano supportati amministrativamente a redigere i piani spiaggia.

Ripeto: in generale, ci sono state altre cause di ritardo per quanto riguarda i Piani spiaggia, dovute principalmente alla interpretazione della norma, alla mancata acquisizione di pareri richiesti agli enti, province e sovrintendenza per i beni ambientali, oltre a fatti legati a processi politici inerenti le elezioni amministrative o la mancata condivisione di scelte e strategie.

Abbiamo notato, oltretutto, che nella provincia di Catanzaro era richiesta la Valutazione ambientale strategica (Vas), anche per la redazione di piani spiaggia.

Con la collaborazione del dipartimento regionale all’ambiente siamo riusciti a chiarire che non c’è la necessità di richiedere la Vas per le pianificazioni di che trattasi e, quindi, sono state accelerate le procedure.

Da settembre 2010, anche tramite una nota stampa, il dipartimento ha provveduto a chiarire che ulteriori riunioni di ascolto si sarebbero tenute presso i locali del dipartimento, per dar seguito alle esigenze di altri comuni.

Alla luce dei risultati positivi che si sono ottenuti con l’attività di ascolto e di accompagnamento è partito questo secondo ciclo di verifiche che si concluderà, speriamo, verso la fine dell’anno. Nel quadro di tutte le attività, il dipartimento è convinto, noi siamo convinti e la gestione è convinta, che l’unico modo per addivenire alla redazione di questi Piani spiaggia sia quello di stare vicino alle amministrazioni.

Siamo certi che con i commissariamenti non otterremo – così come le precedenti gestioni – i risultati sperati. Grazie.

Giuseppe GIORDANO

Grazie, prendo atto e mi dichiaro parzialmente soddisfatto della risposta esaustiva e chiara che ha dato l’assessore Aiello. Emerge il quadro di criticità che impone – credo che questo sia chiaro – di non concedere moratorie.

Ho compreso che c’è la volontà di fare un percorso di accompagnamento per superare una sorta di commissariamento che è stato inefficace per la maggior parte dei casi. Credo all’assessore, intanto, e cioè che, a conclusione del report definitivo del quadro di indagine, gli atti verranno trasmessi alla quarta Commissione, la Commissione ambiente, affinché ci sia un percorso ancora più stringente ed evitare di trovarci all’avvio della prossima stagione balneare con le stesse condizioni. Il 49 per cento rappresenta un dato ancora troppo basso e per certi versi preoccupante.

Do atto all’assessore che c’è un impulso notevole a cambiare tendenza, ma vorrei che ci fosse anche una partecipazione della Commissione affinché possa svolgere anche un ruolo di conoscenza del territorio; quello che lei ha detto in riferimento alla provincia di Vibo Valentia è molto preoccupante, per le inadempienze che si registrano sotto tutti i profili di legge, benché ciò stia avvenendo anche nella provincia di Reggio Calabria e nelle altre. Grazie.

Interrogazione a risposta immediata numero 149 del 12.07.2011 a firma del consigliere Tripodi “In ordine alla destinazione di fondi ordinari di bilancio anticipati sulle eventuali quote di premialità del Ministero della Salute”

PRESIDENTE

Si passa all’interrogazione a risposta immediata numero 149 del 12.07.2011 a firma del consigliere Tripodi “In ordine alla destinazione di fondi ordinari di bilancio anticipati sulle eventuali quote di premialità del Ministero della Salute”. Non vedo in Aula l’onorevole Tripodi, pertanto dichiaro l’interrogazione decaduta.

Interrogazione a risposta immediata numero 151 del 12.07.2011 a firma del consigliere Sulla “In ordine alla istituzione nella provincia di Crotone del Servizio Vigilanza e Controllo OO.PP. – Sismico – Supporto Tecnico Protezione Civile”

PRESIDENTE

La prossima interrogazione a risposta immediata è la numero 151 del 12.07.2011 a firma del consigliere Sulla “In ordine alla istituzione nella provincia di Crotone del Servizio Vigilanza e Controllo OO.PP. – Sismico – Supporto Tecnico Protezione Civile”.

Il Sottosegretario Torchia ne chiede il rinvio alla prossima seduta di Consiglio.

Francesco SULLA

Non ho difficoltà. Se c’è bisogno di un ulteriore approfondimento, non c’è problema, ma chiedo l’impegno che si tratti nella prossima seduta. E’ la terza volta che si rinvia.

PRESIDENTE

L’interrogazione viene rinviata alla prossima seduta di Consiglio.

(Così resta stabilito)

Interrogazione a risposta immediata numero 152 del 12.07.2011 a firma del consigliere Sulla “In ordine agli esiti dei bandi Pia turismo ricettività e Pia turismo ampliamento ricettività”

PRESIDENTE

Si passa, adesso, all’interrogazione a risposta immediata numero 152 del 12.07.2011 a firma del consigliere Sulla “In ordine agli esiti dei bandi Pia turismo ricettività e Pia turismo ampliamento ricettività”.

Penso che a questa interrogazione debba rispondere il Presidente della Giunta regionale, titolare della delega sul turismo.

Possiamo rinviarla alla prossima seduta di Consiglio.

(Così resta stabilito)

Interrogazione a risposta immediata numero 153 del 20.07.2011 a firma del consigliere Nucera: “In ordine alla predisposizione di iniziative di sostegno ai coltivatori di agrumi, colpiti dal virus della Tristeza degli agrumi”

PRESIDENTE

Si passa all’interrogazione a risposta immediata numero 153 del 20.07.2011 a firma del consigliere Nucera: “In ordine alla predisposizione di iniziative di sostegno ai coltivatori di agrumi, colpiti dal virus della Tristeza degli agrumi”.

Anche questa interrogazione è rinviata alla prossima seduta.

(Così resta stabilito)

Interrogazione a risposta immediata numero 154 del 20.07.2011 a firma del consigliere Nucera: “In ordine alla predisposizione di iniziative di sostegno ai coltivatori di kiwi, colpiti dal cancro batterico”

PRESIDENTE

Interrogazione a risposta immediata numero 154 del 20.07.2011 a firma del consigliere Nucera: “In ordine alla predisposizione di iniziative di sostegno ai coltivatori di kiwi, colpiti dal cancro batterico”.

Onorevole Nucera, rinviamo alla prossima seduta anche questa interrogazione.

(Così resta stabilito)

Interrogazione a risposta immediata numero 156 del 28.07.2011 a firma dei consiglieri Giordano, Talarico D., De Masi: “Sulla opportunità di revocare eventuali provvedimenti finalizzati alla proroga dei contratti riguardanti i dirigenti esterni”

PRESIDENTE

Si passa all’interrogazione a risposta immediata numero 156 del 28.07.2011 a firma dei consiglieri Giordano, Talarico D., De Masi: “Sulla opportunità di revocare eventuali provvedimenti finalizzati alla proroga dei contratti riguardanti i dirigenti esterni”.

Non vedo in Aula l’assessore Tallini, pertanto anche questa interrogazione è rinviata alla prossima seduta.

(Così resta stabilito)

Interrogazione a risposta immediata numero 157 del 28.07.2011 a firma dei consiglieri Giordano, Talarico D., De Masi “In ordine alla situazione del personale LSU/LPU stabilizzato dalla Regione”

PRESIDENTE

Si passa all’interrogazione a risposta immediata numero 157 del 28.07.2011 a firma dei consiglieri Giordano, Talarico D., De Masi “In ordine alla situazione del personale LSU/LPU stabilizzato dalla Regione”.

Anche questa interrogazione, non essendo presente in Aula l’assessore Tallini, verrà discussa nella prossima seduta.

(Così resta stabilito)

Direi di fermarci qui per oggi, perché non vedo presenti in Aula gli assessori che dovranno rispondere alle varie interrogazioni.

Possiamo sospendere per oggi le interrogazioni a risposta immediata.

(Interruzione)

E’ presente l’assessore Caridi che può rispondere alla interrogazione numero 170/9^.

Interrogazione a risposta immediata numero 170 del 30.09.2011 a firma del consigliere De Masi “In ordine alla mancata erogazione di un contributi finanziario all’Associazione Tipicamente Crotonese”

PRESIDENTE

Si passa all’interrogazione a risposta immediata numero 170 del 30.09.2011 a firma del consigliere De Masi “In ordine alla mancata erogazione di un contributi finanziario all’Associazione Tipicamente Crotonese” di cui do lettura “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

l’Associazione Tipicamente Crotonese è l'ente promotore del farmer market del Comune di Crotone, costituita da 57 imprenditori agricoli, tutti residenti nella Provincia di Crotone;

la Regione Calabria, con Decreto Dirigenziale n. 23773 del 28.12.2009, ha concesso un contributo di €. 60.000,00, previa rendicontazione, finalizzati ad una serie di interventi tesi ad assicurare il regolare svolgimento all’Associazione de qua;

da comunicato stampa si apprende che, dopo aver espletato i lavori richiesti e pagato le Ditte, l’Associazione ha presentato regolare rendicontazione alla Regione Calabria;

da medesimo comunicato stampa si apprende che l’attuale Assessore alle Attività produttive si era impegnato a liquidare il contributo dovuto;

allo stato non risulta ancora sbloccata la situazione, malgrado un Decreto con cui si dava mandato alla “Ragioneria Generale di impegnare la somma sul capitolo di bilancio 6125201 con totale copertura finanziaria, dando atto, nello stesso provvedimento che, il beneficiario ha rispettato tutti gli indirizzi e prescrizioni contenute nella Delibera di Giunta regionale n. 751 del 4.11.2009”;

la valorizzazione e la commercializzazione di prodotti tipici locali rappresenta modalità irrinunciabile per lo sviluppo di un territorio, specialmente quando, come in questo caso, lo stesso vanta tradizioni produttive in campo agro-alimentare di tutto pregio;

l’area crotonese versa da ormai un ventennio in una condizione economico-sociale al limite della drammaticità;

il brusco declino del sua apparato produttivo manufatturiero, che ne aveva assicurato per oltre mezzo secolo una prosperità senza eguali nel mezzogiorno, ha di fatto smorzato la sua stessa storia ed annientato l’identità;

i pochi tentativi di recupero di una vitalità economica propria, fondata su autoctone e pregevoli risorse, vanno tempestivamente agevolati da parte di tutte le Istituzioni Pubbliche che ne abbiano pertinenza -:

a) se corrisponde al vero quanto riportato dal comunicato stampa in merito alla circostanza, secondo la quale la Regione Calabria non ha ancora pagato il contributo dovuto all'Associazione Tipicamente Crotonese;

b) quali sono le ragioni giuridiche e sociali per cui la Regione Calabria non ha ancora provveduto ad oggi ad erogare le competenze di cui al punto a);

c) se la Regione Calabria intenda provvedere all’erogazione della somma impegnata sul capitolo di bilancio 6125201, con totale copertura finanziaria allo scopo di valorizzare e commercializzare i prodotti tipici locali.”

Ha chiesto di parlare l’onorevole De Masi. Ne ha facoltà.

Emilio DE MASI

Grazie, Presidente, l’interrogazione si propone di conoscere le ragioni in base alle quali, secondo alcune notizie rilevate dalla stampa, l’Associazione tipicamente crotonese che è l’ente promotore del Farmer Market del comune, costituita da 57 imprenditori agricoli tutti residenti nella provincia di Crotone, non abbia, al momento, ricevuto l’assicurazione della erogazione di un contributo regionale pari a circa 60 mila euro che risulta regolarmente rendicontato e per il quale esisterebbe una somma nel capitolo specifico di bilancio 6125201 con totale copertura finanziaria.

Sembra superfluo rammentare che questi esperimenti volti alla valorizzazione dei prodotti tipici in una provincia depressa come è quella di Crotone, rappresentano tentativi coraggiosi ed insieme proficui per rivitalizzare l’economia di quel territorio. Pertanto sarebbe davvero strano o comunque difficilmente sopportabile se venisse a mancare l’erogazione di una cifra non elevatissima che metterebbe a rischio la prosecuzione di una attività che, anche in via sperimentale, si rivela particolarmente utile per il territorio e per il resto della Calabria. Grazie.

Antonio Stefano CARIDI, assessore attività produttive

Voglio chiarire che il contributo non è stato concesso dal dipartimento all’Associazione tipicamente crotonese, ma è stato dato al comune di Crotone ed è in corso la procedura per erogare il finanziamento, la rendicontazione, poi il comune di Crotone pagherà l’associazione, ma è un rapporto fra Regione Calabria e comune di Crotone.

Emilio DE MASI

Prendo atto di questa precisazione. Io avevo notizie diverse. Attendo, allora, che si sblocchi questa situazione e farò i miei passaggi con il comune. Grazie.

Interrogazione a risposta immediata numero 156 del 28.07.2011 a firma dei consiglieri Giordano, Talarico D., De Masi: “Sulla opportunità di revocare eventuali provvedimenti finalizzati alla proroga dei contratti riguardanti i dirigenti esterni”

PRESIDENTE

Dato che ho visto in Aula l’assessore Tallini possiamo trattare l’interrogazione a risposta immediata numero 156 del 28.07.2011 a firma dei consiglieri Giordano, Talarico D., De Masi: “Sulla opportunità di revocare eventuali provvedimenti finalizzati alla proroga dei contratti riguardanti i dirigenti esterni”, di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore al personale. Per sapere - premesso che:

l'attuale governo regionale, nell'ambito delle attribuzioni degli incarichi dirigenziali a tempo determinato deve riferirsi ai limiti imposti dalle disposizioni contenute nell'articolo 76, comma 6, del D.L. 112/2008, convertito in legge 133/2008;

l'articolo 19, comma 6, del D.Lgs. 165/2001 indica specifiche modalità di reclutamento della dirigenza a tempo determinato;

le assunzioni di dirigenti a contratto a tempo determinato rientrano pienamente nelle spese di bilancio previste per il personale, come confermato dall'art. 76, comma 1, del D.L. 112/2008, convertito in L. 133/2008, che ha ripreso l'art. 1, comma 557, della L. 296/2006;

gli enti prima di procedere a nuovi reclutamenti od a "proroghe" sono tenuti a verificare il soddisfacimento dei criteri giuridico-finanziari, derivanti dal fatto che non è consentito procedere ad assunzioni se nell'anno precedente non sia stato rispettato il patto di stabilità o se il rapporto tra spese di personale e spese correnti è uguale o superiore al 50%;

il comma 6, dell'art. 19 del D.Lgs. 165/2001 consente di coprire con contratti a tempo determinato il 10% della dotazione organica dei dirigenti di prima fascia e che detta percentuale scende all'8% per i dirigenti di seconda fascia;

ai sensi del comma 1-bis, dello stesso articolo l'amministrazione oltre a rendere conoscibile, anche mediante pubblicazione di apposito avviso sul sito istituzionale, il numero e la tipologia dei posti di funzione che si rendono disponibili nella dotazione organica ed i criteri di scelta; acquisisce le disponibilità dei dirigenti interessati e le valuta;

con Delibera di Giunta n. 239 del 31.05.2011 è stato, ai sensi dell'art. 19 comma 1 del D.Lgs. 165/2001 e s.m.i., approvato un primo avviso ai sensi del comma 1 dell'art. 19-bis del D.Lgs. 165/2001 e s.m.i., riservato ai Dirigenti della Giunta regionale per la copertura di n. 5 posti di Dirigenti di Settore;

con successiva Delibera di Giunta n. 276 del 21 giugno 2011 è stato, ai sensi dell'art. 19 comma 1 del D.Lgs. 165/2001 e s.m.i., approvato un secondo avviso ai sensi del comma 1 dell'art. 19-bis del D.Lgs. 165/2001 e s.m.i., riservato ai Dirigenti della Giunta regionale per la copertura di n. 43 posti di Dirigenti di Servizio e n. 16 posti di Dirigenti di Settore;

da quest'ultimo atto deliberativo risulta concluso il procedimento relativo alla copertura dei cinque posti di Dirigente precedentemente avviato con delibera di Giunta n. 239 del 31 maggio 2011;

alla dirigenza delle Regioni e degli Enti Locali si applica la percentuale dell'8% prevista dal primo periodo dell'art. 19, comma 6, del D.Lgs. 165/2001 relativo alla dirigenza di seconda fascia, così come espresso dalla Corte dei Conti, e recentemente dalla sentenza della Corte Costituzionale 324/2010;

occorre motivare in modo esplicito le ragioni per le quali si intende attingere a professionalità esterne stante la presenza in organico di personale dirigente qualificato e di ruolo a tempo indeterminato;

pare la Giunta abbia l'intendimento di "prorogare" i contratti dei dirigenti esterni con scadenza rispettivamente 23.07.2011, 26.07.2011, 29.07.2011 e 30.07.2011;

l'eccessivo ricorso a personale esterno limita e mortifica le legittime aspirazioni del personale regionale dirigenziale di ruolo più impegnato e qualificato che vede, in tal modo, preclusa ogni possibilità di carriere e di crescita professionale -:

quale sia il rapporto tra spese di personale e spese correnti, per l'anno 2010 e quello prevedibile per l'anno in corso;

se il vigente Piano Triennale delle assunzioni contempla, per l'anno 2010, la contrattualizzazione di dirigenti;

se alla luce delle sentenze della Corte dei Conti e della Corte Costituzionale, la Giunta regionale intenda proporre razionali e coerenti modifiche alle vigenti leggi regionali in materia di personale con particolare e specifico riguardo al contenuto delle norme sul personale;

quale sia lo stato dei procedimento instaurata con la Delibera Giunta n. 239 del 31.05.2011 relativamente alla copertura di n. 5 posti di Dirigenti di Settore e quale sia è il riferimento normativo relativamente agli irrituali pareri che sono chiamati a esprimere i Direttori Generali dei Dipartimenti di origine e di destinazione della dirigenza candidata;

quale sia la motivazione e con quale procedura si intenderebbe prorogare i contratti dei dirigenti esterni a tempo determinata in scadenza entro questo mese di luglio stante i contenuti della sentenza n. 324/2010 con cui la Corte Costituzionale ritiene applicabili alle Regioni i limiti dell’8% sull'organico complessivo regionale;

se, confermato quanto sopra, non appare opportuno, in via di autotutela, sospendere e/o revocare eventuali provvedimenti finalizzati alla proroga dei contratti riguardanti i dirigenti esterni con scadenza rispettivamente al 23.07.2011, 26.07.2011, 29.07.2011, 30.07.2011 e contestualmente individuare criteri oggettivi che, superando gli irrituali pareri dei Direttori Generali dei Dipartimenti non giustificati da alcun dato normativo e ampiamente discrezionali, portino contestualmente ad una valorizzazione del personale interno e ad una razionalizzazione delle spese a carico del bilancio regionale”.

Prego, onorevole Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Grazie, Presidente, questa interrogazione deriva dal fatto che il Governo regionale nell’attribuzione dgli incarichi dirigenziali a tempo determinato doveva necessariamente riferirsi al contenuto e al disposto del decreto legge 112/2008 convertito in legge 133/2008.

L’articolo 19 del decreto legislativo 165/2001 indica specifiche modalità di reclutamento della dirigenza a tempo determinato.

Le assunzioni di dirigenti con contratto a tempo determinato rientrano pienamente nelle spese di bilancio previste per il personale così come conferma tutta la normativa specifica.

Gli enti prima di procedere a nuovi reclutamenti o a proroghe sono tenute a verificare il soddisfacimento dei criteri giuridico-finanziari derivanti dal fatto che non è consentito procedere ad assunzioni se nell’anno precedente non sia stato rispettato il patto di stabilità o se il rapporto tra spese di personale e spese correnti è uguale o superiore al 50 per cento.

Altro disposto invalicabile è il comma 6 dell’articolo 19 del decreto legislativo 165/2001 che consente di coprire con contratto a tempo determinato il 10 per cento della dotazione organica dei dirigenti di prima fascia e detta percentuale scende, addirittura, all’8 per cento per i dirigenti di seconda fascia.

Ciò detto, la Giunta regionale con tutta una serie di atti e di delibere: la numero 239 del 31 maggio e la numero 276 del 21 giugno ha bandito la copertura di 5 posti per dirigenti di settore, di 43 posti per dirigenti di servizio e 16 posti successivi per dirigenti di settore.

Tutto ciò andrebbe a superare i parametri di legge che ho precedentemente richiamato. Su questo la Corte dei conti e la Corte costituzionale hanno sancito, con pronunce inequivocabili, l’impossibilità di superare o di derogare detti parametri.

Peraltro, tutto questo deve essere adeguatamente motivato, perché si attinge a professionalità esterne e non si fa ricorso alle professionalità interne di cui l’ente stesso, in questo caso la Regione, dispone.

La Giunta sembra che abbia anche l’intendimento di prorogare i contratti stipulati ai dirigenti che scadevano il 23, il 26, il 29 ed il 30 luglio 2011.

Con questa interrogazione vogliamo chiarito se il rapporto per il 2010 tra spese per il personale e spese correnti sia stato osservato, se è al 50 per cento, se il piano triennale per le assunzioni contempla per il 2010 la contrattualizzazione per i dirigenti a tempo determinato e se, alla luce delle pronunce della Corte costituzionale e della Corte dei conti, i provvedimenti che la Giunta ha adottato rispettivamente il 31 maggio ed il 21 giugno siano in regola.

Se dovesse essere confermato che i limiti sono stati valicati, quali provvedimenti questa Giunta e questo assessorato vuole intraprendere per ritornare nell’alveo della legittimità soprattutto avvalendosi delle professionalità interne che troppo spesso sono state mortificate.

Negli ultimi giorni sembra ci sia anche un provvedimento del Comitato giuridico consultivo che avrebbe dato un parere favorevole che, a nostro avviso, non può essere conforme a quello che ho richiamato durante la declinazione delle ragioni che ci hanno portato a fare questa interrogazione.

PRESIDENTE

La parola all’assessore, onorevole Tallini.

Domenico TALLINI, assessore al personale

Credo di essere in grado di dare una risposta esaustiva anche se non potrò citare con esattezza numeri e date di decreti legge adottati di recente, ma che sono ormai a conoscenza di tutti.

Quando ho iniziato a lavorare, come assessore al personale interfacciandomi con tutti gli assessori ed i dirigenti generali dei dipartimenti ho cercato di dare ordine all’apparato burocratico, senza distinguere tra dirigenti esterni o interni o se erano stati nominati dall’allora Presidente Loiero oppure erano classificati come “amici della nuova maggioranza”.

Ci siamo mossi soltanto con l’obiettivo di dare organicità, funzionalità e competenza ai vari dipartimenti.

Abbiamo subito prorogato – in quel momento poteva sembrare una proroga – di un anno molti dirigenti esterni nominati dalla precedente esperienza politica per dare una opportunità ed anche una continuità a tanti procedimenti che in quel momento erano di competenza dei vari dirigenti.

Ovviamente, abbiamo configurato la pianta organica dei dirigenti sulla scorta della legge regionale che prevedeva si potesse nominare il 10 per cento di esterni escludendo i dirigenti della prima fascia.

Quando una sentenza della Corte costituzionale ha modificato questo indirizzo, la Regione Calabria, come gran parte delle Regioni d’Italia, si è trovata di fronte ad un problema da affrontare, a causa del quale sono stati convocati più incontri specifici con i dirigenti delle varie regioni, della Toscana, del Veneto, della Lombardia, della Emilia Romagna e anche tantissimi comuni che si sono trovati davanti ad una situazione assurda che, comunque, doveva essere affrontata.

Si è pensato, infatti, su richiesta della conferenza Stato-Regioni di modificare la percentuale per sanare la cosa. Sulla base di questa richiesta la percentuale era stata portata al 18 per cento con un decreto legge ad agosto. Decreto legge che nel momento in cui doveva essere tramutato e pubblicato, è stato trasformato ed è sparita questa previsione del 18 per cento delle Regioni.

Sostanzialmente, però, nella finanziaria, poi, è stato fatto salvo tutto perché nel provvedimento generale di risanamento, quello che è stato pubblicato per far fronte alla crisi finanziaria, è stata inserita una norma che fa salve le nomine fatte precedentemente.

Questo, probabilmente, è stato un accordo tra le Regioni ed il ministro della funzione pubblica con quello della economia tenendo conto anche dell’aspetto della spesa.

C’è un altro aspetto che rientra nella nostra competenza. I contratti in essere hanno nel frattempo prodotto dei diritti acquisiti e, acquisito il parere del Comitato tecnico giuridico, abbiamo seguito esattamente i consigli datici da questo dipartimento.

Noi avremmo potuto licenziare quei dirigenti, ma questi avrebbero potuto chiamarci ai danni ed avremmo potuto arrecare un danno alla pubblica amministrazione.

Chiarito l’aspetto dei dirigenti cui era scaduto il contratto, noi abbiamo ritenuto, su richiesta, di prorogarlo ad alcuni per un breve periodo, ma oggi su diffida abbiamo dovuto chiedere un ulteriore parere al Comitato tecnico giuridico che ha detto e ribadisce che tutti i contratti stipulati al di fuori di quanto prevede il contratto nazionale  - che prevede il contratto minimo per i dirigenti di tre anni - sono considerati nulli e  andavano visti e rimodulati d’ufficio.

Anzi, addirittura, sono due i pareri: il primo ed il secondo dicono che se non provvediamo a farlo in una forma di autotutela, su richiesta dell’interessato, un qualsiasi tribunale dà diritto al lavoratore di essere reintegrato con i danni consequenziali che ci sono.

Sulla scorta di questo parere noi dobbiamo essere consequenziali con tutti quelli che si trovano nelle stesse condizioni, soprattutto per tutelare l’ente e per recuperare, se è possibile, quelle professionalità che comunque abbiamo ritenuto valide ancorché espresse da una amministrazione che allora era di centro-sinistra.

Credo che questo sia un comportamento lineare ed obiettivo, poi, gli interni non possono lamentarsi perché riteniamo di aver utilizzato al massimo le loro professionalità.

Siamo così oggettivi che abbiamo ritenuto di dar seguito allo scorrimento di graduatorie avviate, gestite e pubblicate - e che scadono il 5 dicembre - dalla precedente amministrazione.

Stiamo nominando 12 dirigenti di una graduatoria e di un concorso per 45 dirigenti di area amministrativa e tecnica espletati dalla precedente amministrazione ed i cui vincitori o idonei sono in una graduatoria che scadrebbe il 5 dicembre, a riprova del fatto che noi sul personale non guardiamo ad una gestione politica, ma ad una gestione che mira a dar funzionalità ai vari dipartimenti a prescindere dal colore politico.

Potevamo farla scadere ed avviare una nuova procedura per un nuovo concorso, ma dato che l’obiettivo è dare risposte immediate - c’è una emergenza generale a cui dobbiamo dare risposte - abbiamo ritenuto di utilizzare queste professionalità e da qui a qualche giorno questi dirigenti prenderanno servizio e daranno il loro contributo per aiutare il grande sforzo che in questo momento la macchina organizzativa regionale nei vari dipartimenti sta facendo per dare risposte alle problematiche.

(Interruzione)

Abbiamo finito perché abbiamo utilizzato il massimo delle risorse e della copertura dei posti in organico.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Prendo atto, Presidente, dei chiarimenti forniti dall’assessore ricostruendo in parte questo percorso molto delicato che ribadisco, anche alla luce di un parere che non può sostituirsi alla legge così come anche una intesa raggiunta in sede di conferenza Stato-Regioni non poteva far approdare un provvedimento di legge che poi non si è sostanziato.

Non ci pare, ma questo lo accerteremo, che nella legge finanziaria sia stato previsto un provvedimento che abbia elevato al 18 per cento la quota di cui parlava l’assessore.

Ribadisco che il punto è quello della necessità che venga valorizzato il personale, la dirigenza interna.

Questa Regione, come ricordava l’assessore, ha espletato i concorsi proprio nel 2009-2010 e in quelle graduatorie ci sono tanti dirigenti di prima e di seconda fascia.

L’assessore non mi ha dato una risposta sul fatto se era stato fatto l’accertamento, l’avviso per verificare se quei posti, che sono stati prorogati e sui quali, ripeto, manteniamo tutte le nostre riserve, non potevano essere coperti dai dirigenti che sono già di ruolo.

Fermo restando che anche su questo sarà opportuno un ulteriore confronto per verificare gli effetti che questo Comitato giuridico ha prefigurato ossia di un contenzioso che potevano opporre coloro i quali accampavano questo diritto di proroga.

Su queste cose, credo, ci sia la necessità di fare ulteriori chiarimenti.

Ribadiamo, comunque, tutto quello che abbiamo espresso, le nostre perplessità ed i nostri dubbi, la nostra necessità di chiarire e rimuovere le condizioni che hanno visto la Regione avvalersi di professionalità esterne e di lasciare da parte tutte le grandi professionalità interne di cui si è dotato.

PRESIDENTE

Dichiaro concluso il tempo dedicato alle interrogazioni a risposta immediata. Rispetto alle interrogazioni che sono pervenute volevo dire che l’interrogazione numero 145, a firma dell’onorevole Talarico Domenico, non essendo presente in Aula il proponente, viene considerata decaduta.

La stessa cosa vale per l’interrogazione numero 153 e numero 154, a firma dell’onorevole Nucera, non essendo presente il proponente.

Tutte le altre interrogazioni vengono rinviate alla prossima seduta del Consiglio regionale fissata per giorno 17.

Si è conclusa, quindi, l’ora dedicata alle interrogazioni a risposta immediata.

Esame Abbinato: Proposta di legge numero 191/9^ di iniziativa del consigliere Magarò, recante: “Tracciabilità informatica del procedimento amministrativo”;
proposta di legge numero 204/9^ di iniziativa del consigliere Nicolò, recante: “Norme sulla trasparenza per favorire il controllo e la legalità dell'attività amministrativa”;
proposta di legge numero 224/9^ di iniziativa del consigliere Magarò, recante: “Misure per la trasparenza e la tracciabilità dell'utilizzazione delle provvidenze economiche erogate dalla Regione Calabria”

E' in discussione un testo unificato: “Tracciabilità informatica del procedimento amministrativo e misure per la trasparenza, il controllo e la legalità dell'attività amministrativa”

PRESIDENTE

Passiamo al secondo punto all’ordine del giorno che recita: “Esame Abbinato:

Proposta di legge numero 191/9^ di iniziativa del consigliere Magarò, recante: “Tracciabilità informatica del procedimento amministrativo”;

Proposta di legge numero 204/9^ di iniziativa del consigliere Nicolò, recante: “Norme sulla trasparenza per favorire il controllo e la legalità dell'attività amministrativa”;

Proposta di legge numero 224/9^ di iniziativa del consigliere Magarò, recante: “Misure per la trasparenza e la tracciabilità dell'utilizzazione delle provvidenze economiche erogate dalla Regione Calabria”

E' in discussione un testo unificato: “Tracciabilità informatica del procedimento amministrativo e misure per la trasparenza, il controllo e la legalità dell'attività amministrativa”

L’onorevole Grillo, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.

Alfonsino GRILLO, relatore

Signor Presidente, colleghi consiglieri, preliminarmente vorrei ringraziare il Presidente della prima Commissione, onorevole Caputo, per avermi dato l’opportunità di lavorare e relazionare in merito al presente testo.

Il testo che approda oggi in Aula si sostanzia nell’accorpamento di tre proposte di legge, due delle quali ad iniziativa dell’onorevole Magarò, recante “Tracciabilità informatica del procedimento amministrativo” e “Misure per la trasparenza e la tracciabilità dell'utilizzazione delle provvidenze economiche erogate dalla Regione Calabria” e l’altra a firma del consigliere Nicolò che recita: “Norme sulla trasparenza per favorire il controllo e la legalità dell'attività amministrativa”.

Le norme contenute nei progetti di legge originari sono state inserite e coordinate organicamente nel testo intitolato “Tracciabilità informatica del procedimento amministrativo e misure per la trasparenza, il controllo e la legalità dell'attività amministrativa” che andremo ad approvare oggi in Aula.

Prima, però, di entrare nel merito dell’articolato vorrei fare una brevissima disamina. Mi sembra opportuno evidenziare che si tratta di una proposta di legge veramente avanzata la cui attenzione permetterà, non solo alla Regione Calabria, ma anche alle amministrazioni giuridicamente controllate della Regione, di rendere conto in modo completo del loro sistema di governance.

Il termine “avanzata” per questa proposta di legge è appropriatissimo perché, se si facesse un confronto con le leggi di trasparenza amministrativa delle altre Regioni, approveremmo di gran lunga la nostra perché essa è più completa delle altre ed in alcuni aspetti, che esamineremo a breve, è alquanto innovativa.

Credo, perciò, che oggi stiamo per compiere un notevole passo avanti verso quel progetto delineato ad inizio legislatura dal Governatore Scopelliti di trasformare la Regione in una casa di vetro in cui la parola “legalità” non risuoni a vuoto, ma si applichi e si declini in norme rigorose e consequenziali comportamenti.

Inoltre, questa proposta di legge rappresenta una marcata novità in fatto di accouontability cioè di responsabilità della nostra pubblica amministrazione perché si spinge fino alla previsione di sanzioni nei confronti dei dipendenti della Regione e degli enti che non la osserveranno.

Si consideri, poi, l’aspetto, tutt’altro che secondario, di questo testo il quale, attraverso la trasparenza e la messa in chiaro dei rapporti con i soggetti economici, non soltanto garantisce una tracciabilità costante della spesa pubblica, ma contribuisce ad arginare le distorsioni di vario genere nella economia di mercato.

Per raggiungere gli scopi prefissi da queste norme si chiederà agli uffici pubblici uno sforzo di adeguamento alle moderne tecnologie, le cui potenzialità se, sfruttate appieno – come ad esempio,  avviene a Palazzo Campanella – permetteranno di governare le informazioni tramutandole in beni giuridici ossia in utilità apprensibili dalle quali ricavare il massimo dell’utilità sociale e del bene comune.

Al tempo stesso, come sappiamo, e come ricorda la relazione introduttiva della presente proposta, l’informatica è il più impietoso strumento rilevatore di disfunzioni, ritardi ed incongruenza dell’azione amministrativa. La verifica di tali disfunzioni e ritardi non viene affidata soltanto in modo autoreferenziale alla medesima pubblica amministrazione, ma ai controinteressati, cioè ai cittadini che manifestano interessi legittimi al corretto e tempestivo agire della cosa pubblica.

Poiché noi tutti dobbiamo dar conto ai cittadini utenti, amministrati ed elettori, è stato previsto che la pubblica amministrazione regionale, posta dinnanzi a colpevole inadempienza, debba sanzionarle consentendo, in tal modo, di avviare un sistema penalizzante per quanti non si rendano correttamente interpreti del principio di legalità e di tempestività.

La proposta che, ricordo, è stata licenziata alla unanimità dalla prima Commissione affari istituzionali, consta in tutto di 9 articoli. Le disposizioni contenute sono divise in tre capi.

Il primo capo parla di tracciabilità informatica del procedimento amministrativo e consta di 4 articoli. Per ogni procedimento amministrativo della Regione occorre fare in modo che il cittadino abbia la facoltà di conoscere gli atti attraverso estrazione cartacea ed informatica.

Come si legge nell’articolato, la Regione Calabria per rendere effettivo il suddetto diritto dei cittadini assicura la disponibilità, la gestione, l’accesso e la trasmissione e conservazione e fruibilità della informazione in modalità digitale attraverso le misure informatiche, tecnologiche e procedurali di sicurezza più appropriate in conformità alle regole tecniche ed ai principi stabiliti dal codice dell’amministrazione digitale del decreto legislativo 7 marzo 2005.

Al fine di garantire una piena accessibilità degli atti ai cittadini rispondono anche gli articoli 2 e 3. Nello specifico l’articolo 2 prevede la creazione della banca dati unica dei procedimenti amministrativi che sarà realizzata utilizzando le risorse e gli strumenti già in dotazione dell’amministrazione.

L’articolo 3 riguarda l’adozione del regolamento su gestione informatica e tracciabilità del procedimento. Il quadro dovrà essere approvato attraverso un regolamento che dovrà essere realizzato entro 6 mesi dalla Giunta regionale.

L’articolo 4 “Responsabilità” prevede che i dipendenti pubblici, incaricati delle funzioni pubbliche regionali, a cui è imputabile l’omissione o il ritardo del procedimento, siano passibili di sanzioni pecuniarie irrogate con le procedure nella misura prevista dai contratti collettivi nazionali e di lavoro e dai contratti decentrati.

Il capo secondo “Norme sulla trasparenza per favorire il controllo e la legalità dell’attività amministrativa” consta a sua volta di due articoli. L’articolo 5 “Misure per favorire la trasparenza amministrativa” introduce misure che saranno specificate in un regolamento demandato anch’esso alla Giunta regionale per favorire la trasparenza dell’attività amministrativa mediante l’obbligo di rendere note ed accessibili informazioni relative a provvedimenti che importano rapporti economici o di lavoro con le pubbliche amministrazioni.

Il provvedimento non riguarda solo la Regione Calabria ma anche gli enti, gli istituti e le aziende della Regione dipendenti o strumentali ad essa.

Da questa previsione nella proposta originaria erano stati esclusi gli enti pubblici economici in quanto non rientravano tra le amministrazioni incluse dall’articolo 1, comma 2, del Decreto legislativo 165/2001, ovvero “Testo unico del pubblico impiego” ed in quanto non rientranti nell’articolo 2, comma 1, della legge regionale 4 settembre 2011, numero 19 “Norme sul procedimento amministrativo”.

Come relatore e come membro della prima Commissione, ho ritenuto, con l’assenso dei consiglieri che hanno approvato alla unanimità, di includere anche gli enti pubblici economici tra gli organismi tenuti a rendere trasparenti i provvedimenti adottati alla luce di recenti e condivisibili sentenze della giurisprudenza amministrativa secondo le quali, enti di questo tipo, avendo responsabilità di gestione di denaro pubblico, sono tenuti, comunque, ad attivare procedure di evidenza pubblica.

Va ricordato anche che l’articolo istituisce l’indirizzo di posta elettronica certificato, strumento indispensabile per i rapporti con i cittadini e soprattutto rapido ed economico.

L’articolo 6 “Trasferimento cautelativo” introduce l’istituto del trasferimento cautelare per quei dipendenti regionali che siano stati rinviati a giudizio per gravi reati contro la pubblica amministrazione ovvero per reati di associazione mafiosa.

All’ultimo comma dell’articolo 6 c’è una leggera imperfezione che chiedo ai tecnici di rettificare.

La frase corretta è “trasmessa al Procuratore regionale della Corte dei conti”, quindi, va inserita, la parola “trasmessa”.

Infine, il capo terzo “Misure per la trasparenza e la tracciabilità dell’utilizzazione delle provvidenze economiche erogate dalla Regione Calabria” è composto da tre articoli.

Nell’articolo 7 “Tracciabilità delle sovvenzioni regionali” è introdotto l’obbligo della tracciabilità di tutte le provvidenze economiche erogate dalla Regione Calabria.

A tal fine l’articolo 8 prevede che il beneficiario delle provvidenze sia obbligato ad esibire idonea documentazione bancaria o postale e a sottoporsi alla verifica della corrispondenza della casuale della provvidenza concessa rispetto alla spesa realmente sostenuta.

Chiude il capo terzo, l’articolo 9 che prevede – come dicevo prima – “sanzioni previste per i beneficiari in caso di inosservanza degli obblighi contenuti al precedente articolo 8”. Sanzioni che sono particolarmente severe perché tra l’altro prevedono la restituzione della provvidenza economica regionale indebitamente utilizzata, la cancellazione dall’albo dei beneficiari di provvidenze di natura economica di cui al Decreto del Presidente della Repubblica 7 aprile 2000, “Regolamento recante <Norme per la semplificazione del procedimento per la disciplina degli albi dei beneficiari e di provvidenze di natura economica a norma dell’articolo 20, comma 8 della legge 15 marzo numero 59, istituito con delibera di Giunta regionale 6 dicembre 2010>”.

L’esclusione da qualsiasi provvidenza economica regionale per i successivi 5 anni decorrenti dall’accertamento della inosservanza degli obblighi previsti dalla presente legge.

Concludo mettendo in evidenza un altro pregio di questo testo che non ha spese economiche aggiuntive per cui, fra l’altro, non si rende necessaria la relazione economica-finanziaria. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie all’onorevole Grillo per la relazione. Sembra che sia un provvedimento condiviso da tutti, è passato alla unanimità in Commissione.

C’è solo un emendamento all’articolo 6 a firma dell’onorevole Nicolò che così recita: “In ragione della necessaria distinzione del bene giuridico protetto dai diversi tipi di norma penale, da un lato quelle relative ai reati contro la pubblica amministrazione (per esempio per abuso d’ufficio) di rango meno pregnante rispetto a quello sotteso nell’alveo dei reati associativi previsti in esemplificativa all’articolo 416 bis (associazione di tipo mafioso).

Tutto ciò premesso.

Si chiede:

a) La riformulazione dell’articolo 6 comma 1 nel modo seguente:

1. Fatto salvo quanto previsto dalle norme statali vigenti, la Regione procede immediatamente alla sospensione dell’incarico del dipendente regionale rinviato a giudizio per i reati di tipo associativo secondo le previsioni dell’articolo 416 bis codice penale nonché al suo trasferimento di sede o alla attribuzione ad altro incarico se condannato con sentenza di primo grado per reati contro la pubblica amministrazione previsti dall’articolo 3 della legge 27 marzo 2001 numero 97 (Norme sul rapporto tra procedimento penale e procedimento disciplinare ed effetti del giudicato penale nei confronti dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche);

b) L’inserimento al comma 4 dell’articolo 6 subito dopo la parola “è”:

del termine “comunicata”.

Prego, onorevole Nicolò.

Alessandro NICOLO’

Grazie, Presidente, si tratta solo di un distinguo rispetto alla tipologia di un reato ovvero, nella questione in specie, per i reati contro la pubblica amministrazione si prevede il trasferimento dopo l’intervento della sentenza di primo grado.

Per quanto riguarda i reati per associazione di stampo mafioso la sospensione è solo per il rinvio a giudizio.

PRESIDENTE

Bene, passiamo alla votazione dell’articolato.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 3.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 4.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 5.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’emendamento già illustrato all’articolo 6 dall’onorevole Nicolò.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 6 come emendato.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 7.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 8.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 9.

(E’ approvato)

Pongo in votazione la legge nel suo complesso con autorizzazione al coordinamento formale.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

Le chiedo perdono, Presidente, è andato così veloce che non sono riuscito a chiedere la parola. Non oso interrompere un dialogo fra due Presidenti.

Le chiedo perdono. Poiché è andato velocissimo, e questo è un merito suo e dell’Aula, vorrei intervenire sul punto precedente, all’articolo 6, in cui si prevede, in caso di incriminazione per vari reati, compresa l’associazione mafiosa, il trasferimento del dipendente, - non so se è già stato sollevato il problema – e chiedo che in sede di coordinamento formale sia esteso per i reati per i quali è prevista la sospensione, ove fosse prevista. Ovviamente, è un problema più di vestito della legge…

Perché, poi, potrebbe essere rilevato questo aspetto.

Non sono un penalista e, quindi, può darsi che dica una sciocchezza. Però, se, in sede di coordinamento formale, risultassero tipologie di reato che richiedono la sospensione vanno inserite nel testo, per il fatto di come si presenta un vestito. Le chiedo scusa per il ritardo.

PRESIDENTE

Dato che è stato autorizzato il coordinamento formale, atteso l’emendamento dell’onorevole Nicolò che parlava della sospensione, aggiungiamo anche queste sue riflessioni e, in sede di coordinamento formale, ne terremo conto.

L’argomento precedente è concluso.

Proposta di legge numero 71/9^ di iniziativa dei consiglieri F. Talarico, Fedele, Bilardi, Bova, Tripodi, Ciconte, Principe, Serra, De Gaetano, Giordano, recante: “Partecipazione alla costituzione della Fondazione Francesco Fortugno

PRESIDENTE

Si passa al terzo punto all’ordine del giorno che recita proposta di legge numero 71/9^ di iniziativa dei consiglieri F. Talarico, Fedele, Bilardi, Bova, Tripodi, Ciconte, Principe, Serra, De Gaetano, Giordano, recante: “Partecipazione alla costituzione della Fondazione Francesco Fortugno”.

Domenica prossima, 16 ottobre, ricorre il sesto anniversario della morte del compianto collega, onorevole Fortugno.

L’onorevole Caputo, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.

Giuseppe CAPUTO, relatore

Presidente, si tratta di una proposta di legge bipartisan firmata da più colleghi: F. Talarico, Fedele, Bilardi, Bova, Tripodi, Ciconte, Principe, Serra, De Gaetano, Giordano che riguarda una doverosa iniziativa del Consiglio regionale per la costituzione della “Fondazione Francesco Fortugno” della quale il Consiglio regionale farà parte insieme alla famiglia Fortugno.

In Commissione abbiamo più volte interpellato la moglie dell’onorevole Fortugno, l’onorevole Laganà, ed abbiamo concertato la proposta che approveremo quest’oggi.

Credo sia un riconoscimento dell’efferatezza di quel delitto - ed ha fatto bene il Presidente del Consiglio a ricordare che giorno 16 ottobre cade il sesto anniversario – che ancora oggi ci lascia sgomenti di fronte alla violenza con cui è stato perpetrato.

La costituzione della Fondazione va nella direzione di rappresentare, promuovere iniziative e coordinare attività culturali, di studio, di ricerca, di istruzione, di formazione, di assistenza e di solidarietà sociale, di tutela dei diritti civili e di diffusione della cultura della legalità che favoriscono il progresso scientifico culturale, sociale e civile seguendo il pensiero e l’agire di Francesco Fortugno.

L’articolo 4 prevede che il Presidente del Consiglio regionale o un suo delegato sottoscriva lo Statuto, l’atto costitutivo e compia, altresì, gli atti necessari al perfezionamento della partecipazione dell’Ente alla Fondazione.

Ci sono delle disposizioni di carattere finanziario, anche per quanto riguarda le spese di funzionamento e per particolari iniziative che verranno promosse dalla Fondazione in conformità dei suoi scopi, per cui verranno erogati contributi determinanti con deliberazioni dell’Ufficio di Presidenza.

Agli oneri si provvederà con un provvedimento separato, per cui ritengo si possa procedere alla votazione articolo per articolo e della proposta di legge nel suo complesso. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Loiero. Ne ha facoltà.

Agazio LOIERO

Presidente, solo per dire che a suo tempo avevamo aderito, io avevo aderito come gruppo alla Fondazione. Ritengo che la sua costituzione sia importante, anzi siamo un poco in ritardo - lo dico a me stesso.

Sono convinto dell’utilità della Fondazione, di questa struttura, anche perché non possiamo dimenticare che questo delitto ha marchiato noi e tutta la Calabria, perché non si era mai arrivati fino a tanto, ad uccidere un Vicepresidente del Consiglio. Credo che, essendo stati marchiati in maniera profonda, questa sia una iniziativa importante ed encomiabile.

Sulla stampa è uscito un trafiletto in cui apparivo assente, è solo un equivoco perché avevamo aderito a suo tempo come gruppo. Voglio ribadire che anche “Autonomia e Diritti” è su questa posizione e vi aderisce.

PRESIDENTE

E’ una proposta di legge condivisa e firmata da tutti i capigruppo compresa la mia persona, è stata decisa alla unanimità dall’intero Consiglio regionale proprio per ricordare il compianto Francesco Fortugno al quale siamo legati tutti, sia dal punto di vista istituzionale sia dal punto di vista personale per le sue peculiarità, per il suo modo di porsi. In una sola parola: una persona perbene che ha lavorato e che abbiamo avuto l’onore di conoscere per tanti anni sia come maggioranza sia come minoranza, ma sempre con lo spirito costruttivo di persona veramente perbene.

Pongo in votazione l’emendamento interamente sostitutivo, a mia firma, del testo che è passato in Commissione e che è stato presentato e che così recita: “Art. 1 (Costituzione della Fondazione Francesco Fortugno)

1. Il Consiglio regionale della Calabria partecipa, quale socio fondatore, alla costituenda Fondazione Francesco Fortugno.

2. La Fondazione Francesco Fortugno sarà costituita con atto pubblico, secondo la vigente normativa.

Art. 2 (Soci fondatori)

1. Sono soci fondatori della Fondazione Francesco Fortugno:

a) Il Consiglio regionale della Calabria;

b) La famiglia eredi Francesco Fortugno, complessivamente intesa quale unico soggetto giuridico.

Art. 3 (Scopo)

1. E’ scopo della Fondazione l’attuazione di iniziative intese a promuovere, coordinare e sviluppare attività culturali, di studio, di ricerca, di istruzione, di formazione, di assistenza, di solidarietà sociale, di tutela dei diritti civili, di diffusione della cultura della legalità che favoriscano il progresso scientifico, sociale, culturale e civile seguendo il pensiero e l’agire di Francesco Fortugno.

Art. 4 (Atto costitutivo)

1. Il Presidente del Consiglio regionale o suo delegato, sentito l’Ufficio di Presidenza, sottoscrive lo Statuto, l’atto costitutivo e compie, altresì, gli atti necessari al perfezionamento della partecipazione dell’Ente alla Fondazione.

Art. 5 (Disposizione finanziaria)

1. Il Consiglio regionale concorre alla costituzione del patrimonio della fondazione a seguito della conclusione del procedimento di costituzione con le risorse che saranno previste nel bilancio 2012 ed allocate all’Upb 8.1.01.02 inerente “Fondi per provvedimenti legislativi in corso di approvazione recanti spese in conto capitale”.

2. Il Consiglio regionale, per le spese di funzionamento e per particolari iniziative promosse dalla Fondazione in conformità degli scopi di cui all’articolo 3, eroga alla Fondazione contributi determinati con deliberazione dell’Ufficio di Presidenza.

3. Agli oneri derivanti dal comma 2 si provvede nei limiti delle disponibilità finanziarie con le risorse allocate nei capitoli 2 e 5 che saranno previste nel bilancio di previsione del Consiglio regionale inerente all’esercizio finanziario 2012 e successivi.

La presente legge è pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione. E’ fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla e farla osservare come legge della Regione Calabria.”

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 3.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 4.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 5.

(E’ approvato)

Pongo in votazione la legge nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Esame abbinato: proposta di legge numero 88/9^ di iniziativa del consigliere Mirabelli, recante: “Norme quadro per lo sviluppo della sostenibilità urbana nell'edilizia residenziale pubblica e privata”; proposta di legge numero 197/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Norme per l'abitare sostenibile”

PRESIDENTE

Su questo punto all’ordine del giorno che recita “Esame Abbinato: proposta di legge numero 88/9^ di iniziativa del consigliere Mirabelli, recante: “Norme quadro per lo sviluppo della sostenibilità urbana nell'edilizia residenziale pubblica e privata” e proposta di legge numero 197/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Norme per l'abitare sostenibile” l’onorevole Dattolo voleva fare una proposta. Ne ha facoltà.

Alfonso DATTOLO, relatore

Presidente, volevo chiedere di rinviare l’esame di questi provvedimenti alla prossima seduta, prevista per giorno 17 ottobre.

(Interruzione)

Dicevo, Presidente, che è questa proposta di legge sull’edilizia sostenibile è molto importante.

Noi l’abbiamo già licenziata all’unanimità in Commissione, ma sono pervenuti emendamenti che, di comune accordo con il dipartimento e l’assessore, visto che è una proposta di legge della Giunta abbinata ad un testo del consigliere Mirabelli, riteniamo possibile inserire, alcuni dei quali consentono di migliorare la legge.

Sono emendamenti che sia il relatore sia la Giunta considerano importanti per migliorare ulteriormente questo testo condiviso.

Chiedo, quindi, che l’esame dei provvedimenti sia rinviato al primo punto all’ordine del giorno della prossima seduta di Consiglio.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Franchino. Ne ha facoltà.

Mario FRANCHINO

Intervengo per dire che condividiamo il rinvio di questa proposta di legge. Abbiamo avuto un percorso abbastanza condiviso in Commissione.

Avendo presentato degli emendamenti molto positivi che arricchiscono il corpo della legge, siamo d’accordo con il rinvio. Grazie. Dico questo anche a nome dei colleghi consiglieri Guccione e Scalzo che fanno parte della Commissione e dell’intero gruppo del Pd. Grazie.

PRESIDENTE

Lo inseriamo all’ordine del giorno della prossima seduta di Consiglio, non al primo punto perché al primo punto è previsto il dibattito sui fondi comunitari. Subito dopo tratteremo questo punto come chiesto dall’onorevole Dattolo.

(Così resta stabilito)

Passiamo, adesso, all’esame degli ordini del giorno inseriti in precedenza. Innanzitutto, quello sui tribunali minori.

(Interruzione)

Direi di approvare un unico testo con autorizzazione al coordinamento formale.

Ordine del giorno unificato “in ordine alla soppressione dei tribunali minori della Calabria”

PRESIDENTE

Pongo in votazione i tre ordini del giorno presentati dai consiglieri Morelli, Franchino e Gallo.

Giuseppe GIORDANO

Presidente, c’è anche il quarto ordine del giorno depositato agli atti della Segreteria Assemblea.

(Interruzione)

Sì, sui tribunali, riguarda Palmi e Locri, ma è stato armonizzato in un unico ordine del giorno.

PRESIDENTE

Pertanto, pongo in votazione, con autorizzazione al coordinamento formale, l’ordine del giorno unificato - che tenga conto anche di quello presentato dall’onorevole Giordano – che è approvato.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Ordine del giorno in ordine al “Corridoio 1 – Berlino-Palermo

PRESIDENTE

C’è, inoltre, un altro ordine del giorno, a firma dell’onorevole Fedele, sul “Corridoio uno, Berlino-Palermo” e c’è anche una mozione, onorevole Battaglia, sempre sul “Corridoio uno”.

Approviamo anche questi due documenti con autorizzazione al coordinamento formale.

(Interruzione)

Dicono due cose diverse, onorevole Battaglia?

Sandro PRINCIPE

Ha detto bene il collega consigliere Battaglia, per quanto riguarda le parti coincidenti dell’intero ordine del giorno di cui parla l’onorevole Fedele, che io ho firmato, chiediamo il voto alla unanimità.

Nella unificazione dei due ordini del giorno c’è però una parte - che succintamente illustrerà il collega consigliere Battaglia- che, ritengo, la maggioranza abbia qualche problema a votare. Questa parte sarà da noi votata come gruppo del Pd e dai colleghi della opposizione che ritengono opportuno  votarla.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Battaglia. Ne ha facoltà.

Demetrio BATTAGLIA

A me sembra che la proposta del capogruppo del Pd sia ragionevole, nel senso che la mozione presentata più di un mese fa da me prevedeva la questione del “Corridoio 1”, e quindi un impegno che il Consiglio affidava alla Giunta per difendere e promuovere tutto il programma precedente  anche in virtù della messa in discussione del “Corridoio 1”, ma soprattutto per la carenza oggettiva che ad oggi c’è di finanziamenti (checché se ne dica), sia dal punto di vista della finanza privata sia dal punto di vista della finanza pubblica. Non lo dico io, ma i mercati finanziari nazionali ed internazionali. Noi abbiamo previsto anche un impegno a valutare la sospensione delle procedure di esproprio senza entrare nel merito della valenza dell’opera del Ponte dello Stretto, con un approccio, quindi, non ideologico ma con un approccio che andava a fotografare l’attuale situazione.

Da questo punto di vista, mi pare che ci sia una condivisione generale sulla problematica del “Corridoio 1”. Vorrei solo aggiungere una cosa che non riguarda l’attuale maggioranza, ma la Calabria in genere: purtroppo da anni, invece di continuare a programmare lo sviluppo di questa terra, dobbiamo inseguire, difendere i programmi che erano già stati approvati Ciò non riguarda, chiaramente, questa maggioranza regionale ma riguarda in genere la Calabria.

Per cui, da questo punto di vista, se l’onorevole Fedele è d’accordo possiamo insieme votare la parte riguardante il “Corridoio 1” ed essendoci all’ordine del giorno la mozione già presentata da molto tempo noi votiamo come gruppo la seconda parte e se c’è qualcuno che la vuol votare lo faccia. Differenziamo questo aspetto.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Fedele. Ne ha facoltà.

Luigi FEDELE

Sono d’accordo con la proposta del capogruppo Principe, anche nella illustrazione  dell’onorevole Battaglia.

Chiaramente quelle parti dell’ordine del giorno che sono coincidenti ( il 90 per cento) possono essere approvate insieme. Ringrazio il collega Principe e gli altri colleghi del Pd che hanno firmato anche la mozione da me presentata insieme agli altri capigruppo della maggioranza.

Dall’altra parte come ha ben detto l’onorevole Battaglia, è una parte che non condividiamo e che pertanto non possiamo votare.

Credo che oggi sia importante che dal Consiglio regionale esca con una spinta ancora più forte. Devo dire che già il Presidente della Giunta, Giuseppe Scopelliti, si sta molto interessando e sta seguendo con grande attenzione questa problematica col Governo centrale, ma credo che anche il Consiglio regionale debba esprimersi sulla proposta della Commissione europea e che noi non possiamo condividere, non per campanilismo ma perché questa modifica del “Corridoio Berlino-Palermo”andrebbe a bloccare tutta l’economia del Sud, della Sicilia e della Calabria in modo particolare, non solo del ponte sullo Stretto ma anche di quello che già c’è (il porto di Gioia Tauro), perché verremmo tagliati fuori dall’alta velocità e dai quei fondi dell’Apq messi in campo da questa Giunta regionale e dal Governo per sollecitare e spingere ancora di più il porto di Gioia Tauro che è in difficoltà.

Quindi un danno all’economia del Sud e della Calabria che non possiamo accettare.

Con questa mozione, con questo ordine del giorno vogliamo sostenere con maggiore forza il nostro Governatore che recandosi a Roma può parlare anche col Presidente Berlusconi, affinché questo problema venga risolto, lasciando la situazione così come è.

E questo devo dire, come diceva esaustivamente l’onorevole Battaglia, non dobbiamo andare a fare delle battaglie – mi scuso per il termine che si ripete – quando qualcosa era stata già assegnata e decisa da tempo. Adesso dobbiamo rincorrere queste situazioni.

Credo sia giusto che però questo Consiglio regionale una prenda posizione che sia condivisa dal Presidente della Giunta per essere più forte a Roma e andare a parlare con i ministri e col nostro Governo.

PRESIDENTE

Possiamo approvare alla unanimità la parte comune, ponendola in votazione autorizzando il coordinamento formale.

(Il Consiglio approva)

Invece, la parte di differenziazione tra la mozione del capogruppo del Pdl e quella dell’onorevole Battaglia…

Pongo in votazione la sua…

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Pertanto è respinta la proposta successiva.

Mozione numero 53 di iniziativa del consigliere De Gaetano “In ordine alla situazione dei 66 dipendenti a tempo determinato del Centro per l’impiego della provincia di Reggio Calabria vincitori di concorso pubblico per titoli ed esami (Anno 2008)”

PRESIDENTE

Si passa adesso alla mozione dell’onorevole De Gaetano “Sulla situazione dei lavoratori dei centri per l’impiego della Provincia di Reggio Calabria”.

Prego, onorevole De Gaetano.

Antonino DE GAETANO

E’ una mozione che riguarda i 66 lavoratori dei Centri per l’impiego della provincia di Reggio Calabria che, come sapete, sono non hanno visto rinnovato il contratto da parte dell’amministrazione provinciale.

Chiediamo con questa mozione di creare un tavolo istituzionale tra Regione e Provincia per far sì che questi 66 lavoratori possano essere richiamati a lavorare, anche perché c’è una legge dello Stato che prevede chiaramente che, quando ci sono dei contratti a tempo determinato e  graduatorie aperte (perché questi lavoratori hanno fatto un concorso nel 2007-2008) è’ utile e necessario da parte dello Stato– è scritto a chiare lettere – che si continui ad attingere a quella graduatoria senza fare nuove procedure concorsuali.

Con questa mozione chiediamo di istituire un tavolo tecnico per risolvere la questione e per dare soddisfazione a questi 66 lavoratori che da tre anni hanno lavorato in questi Centri per l’impiego della Provincia di Reggio Calabria e che, acquisito un bagaglio di conoscenza molto importante, possono dare grandi soddisfazioni all’ente provinciale.

Inoltre è assurdo, secondo me, ed intollerabile che si mandino a casa 66 persone che già ad un passo della precarietà diventano disoccupate creando altra precarietà, illudendo altri giovani della provincia di Reggio Calabria.

Credo che invece occorra lavorare per un percorso di stabilizzazione quei 66 lavoratori che hanno già iniziato questo percorso di lavoro che è durato ben tre anni e che hanno famiglia e situazioni economiche che affrontano grazie a questo lavoro, senza cui si distrugge qualsiasi possibilità di futuro per questi ragazzi.

Chiediamo che questa mozione venga approvata e chiediamo a questa Regione, all’assessorato competente di trovare le soluzioni più opportune. Credo che questa mozione possa essere votata bipartisan perché è una questione che riguarda i lavoratori in generale che non sono catalogabili né a sinistra né a destra.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Fedele. Ne ha facoltà.

Luigi FEDELE

Presidente, ho ascoltato con grande attenzione quanto diceva il collega De Gaetano ma conoscevo già il problema perché anche io sono stato interessato da questi lavoratori che, condivido, sono delle professionalità già acquisite all’interno della Provincia di Reggio Calabria.

Ad onor del vero devo dire che noi non potremmo (e non credo sia nemmeno giusto) entrare in merito alle decisioni, insomma, a quello che fa la Provincia di Reggio Calabria.

Non vorrei che fosse una “intromissione” in un altro ente.

Per cui pur essendo d’accordo sulle professionalità che ci sono, non vorrei che fosse vista come intromissione da parte nostra.

Per quanto mi riguarda, potremmo accettare e quindi eventualmente votare, onorevole De Gaetano, soltanto la possibilità della costituzione di un tavolo tecnico affinché discutano tra di loro gli enti competenti, .a non andare oltre, altrimenti rischieremmo di intrometterci e credo che non sia opportuno.

E’ vero che la Regione è parte in causa, perché dà i finanziamenti, ma è chiaro che la Provincia è un ente autonomo e quindi se ha deciso di seguire un’altra strada noi non potremmo intrometterci fino a questo punto.

Considerando, tuttavia la valenza di quanto esposto e la professionalità di questi lavoratori, se la Regione insieme alla Provincia decide di stabilire un tavolo tecnico anche con i sindacati e di discuterne, per noi va bene.

Ma oltre questo, per quanto mi riguarda, non credo che si possa andare, perché non vorrei essere tacciato da parte dell’amministrazione provinciale di travalica mento di competenze.ù

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.

Giuseppe GIORDANO

Credo che sia, Presidente, quanto mai opportuna la creazione di un tavolo tecnico.

Certamente la Regione non può incidere sui provvedimenti di altri enti, anche se sotto ordinati e attuati sulla scorta di risorse del quadro nazionale e comunitario.

Certamente questo è un problema antico che ha visto in alcune realtà ed in alcune province di questa Regione attuare un vero e proprio piano di orientamento, di inserimento e di qualificazione al lavoro.

La Provincia di Reggio Calabria ha conosciuto, purtroppo, più volte su questo versante delle battute d’arresto.

Credo che sia opportuna, quindi, la creazione di un tavolo tecnico, anche perché non riguarda esclusivamente la questione attuale. Ed ha fatto bene l’onorevole De Gaetano a sollevarla, concordo con lui, ma è una questione che già sollevai nel 2008 da amministratore della Provincia.

Credo sia giunto il momento di intervenire, una volta per tutte, per evitare che venga disperso il patrimonio rappresentato da questi 66 ragazzi, al pari di coloro che hanno compiuto il precedente ciclo di progetti.

E’ bene che la Regione e tutte le istituzioni abbiano la volontà di affrontarla in maniera strutturale e definitiva. Per questo credo che il tavolo tecnico debba chiarire e individuare dei percorsi che possono mettere a valore le esperienze maturate, che sono state certamente positive.

Antonino DE GAETANO

Volevo dire all’onorevole Fedele che sono d’accordo con lui, ovviamente non abbiamo il potere di obbligare ad agire in un determinato modo la Provincia di Reggio Calabria, che ha la titolarità a decidere le forme ed i modi con cui selezionare il personale.

Ovviamente, la mozione - poi in sede di coordinamento formale possiamo trovare la soluzione adeguata - non dice che noi obblighiamo la provincia, non lo potremmo dire, ma soltanto espone i fatti come sono andati. C’è anche un appello che questi ragazzi hanno presentato al Presidente della Repubblica, onorevole Napolitano. Alla fine si chiede un tavolo tecnico tra Provincia, Regione e sindacati al fine di trovare una soluzione.

Questo è tutto. Poiché l’interesse è quello di trovare una soluzione e di creare un tavolo istituzionale, che ad oggi non è istituito, sono favorevole anche a modificare la mozione ed ha trovare le forme più opportune attraverso un coordinamento formale che tenga conto delle osservazioni dei colleghi Giordano e Fedele.

PRESIDENTE

Onorevole Fedele è così.

Luigi FEDELE

Siamo sicuramente d’accordo, ma poiché è una questione molto delicata vorrei che la chiarissimo qui in Aula, per evitare che arrivino all’esterno messaggi contraddittori.

Per la parte in cui è scritto “si invita la Provincia”, per evitare di intromettersi, facendo promesse di questo tipo, nelle decisioni della provincia, propongo che venga scritto “si invita la Provincia se lo ritiene opportuno a predisporre un tavolo tecnico ecc., ecc.”.

Non andiamo oltre, altrimenti rischieremmo di inserirci in questioni che riguardano un altro ente e non credo che sia opportuno.

E’ un invito quello che facciamo. Se la Provincia lo ritiene, insieme alla Regione, potrà istituire un tavolo tecnico con i sindacati ecc., per discutere di questo problema senza altri tipi di valutazione,  altrimenti, per quanto riguarda il mio gruppo, non saremmo d’accordo.

Credo che già in questo modo possa andare bene.

Francesco SULLA

Credo che le preoccupazioni poste dall’onorevole Fedele siano più che legittime e colte dal presentatore della mozione.

Penso che bisognerebbe formalizzare un ordine del giorno o una mozione in cui il Consiglio regionale esprime una preoccupazione per quello che si sta verificando e sollecita le parti nella loro autonomia ad istituire un tavolo tecnico per affrontare eventualmente la questione.

(Interruzione)

E’ un’attenzione del Consiglio regionale che manifesta preoccupazione per 66 professionalità.

Luigi FEDELE

Un’attenzione, non una preoccupazione, verso questa problematica.

Francesco SULLA

Una preoccupazione perché comunque incide sulle famiglie.

Luigi FEDELE

Dato che è un argomento molto delicato che riguarda delle persone, delle famiglie che appartengono ad un altro Ente ci tengo – almeno per quanto mi riguarda – a non mandare all’esterno un messaggio che non sia corretto.

Francesco SULLA

In sostanza, si sollecita l’istituzione di un tavolo tecnico affinché le parti poi si determinino nella loro autonomia. Non possiamo creare noi in un tavolo tecnico. E’ chiaro questo.

Antonino DE GAETANO

Perfetto anche quanto dicevano i colleghi Sulla e Fedele. Siamo d’accordo, anche perché l’intenzione è che venga votato alla unanimità. L’interesse è questo.

Vanno bene quindi sia le sollecitazioni del collega Sulla sia quelle del collega Fedele.

PRESIDENTE

Con l’integrazione proposta anche dall’onorevole Sulla pongo in votazione l’ordine del giorno.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Mozione numero 50 di iniziativa del consigliere Giordano “Sul riconoscimento dello stato di calamità a favore delle imprese agricole danneggiate da una forte grandinata ed una tromba d’aria nella mattinata del 19 settembre 2011 che ha interessato l’Area dello stretto compresa tra Gallico, Catona e Arghillà

PRESIDENTE

L’ultimo punto all’ordine del giorno recita “Mozione a firma dell’onorevole Giordano “Sul riconoscimento dello stato di calamità a favore delle imprese agricole danneggiate da una forte grandinata ed una tromba d’aria nella mattinata del 19 settembre 2011 che ha interessato l’Area dello stretto compresa tra Gallico, Catona e Arghillà”. Prego, onorevole Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Presidente, la mozione, che il Consiglio regionale ha inteso inserire all’ordine del giorno votandola alla unanimità, riguarda l’evento climatico del 19 settembre che ha colpito una parte dell’area dello Stretto, circoscrivibile tra le vallate di Gallico e Catona, ed ha provocato danni notevoli alle strutture ed alla produzione agricola, cancellando alcune produzioni agricole di queste zone.

In particolare, quella che riguarda l’aspetto viti-vinicolo della “Igt Arghillà”, ma anche aree di coltivazione di uliveti pregiati, agrumeti, anoneti e tutta una serie di colture specializzate.

Con questa mozione si chiede di porre in essere una serie di iniziative capaci di offrire un quadro coerente della situazione, anche attraverso uno studio interdipartimentale della Regione con la protezione civile, il settore ambiente, l’Arpacal e l’autorità di bacino regionale, perché, stranamente, in un anno questa zona è stata colpita in tre occasioni: il 3 settembre 2010, il 1° marzo 2011 ed infine il 19 settembre.

Quindi, si chiede la predisposizione di tutta una serie di interventi per coordinare meglio un’azione di messa in sicurezza, di prevenzione e di protezione civile.

Sull’altro versante, si chiede l’accelerazione delle procedure per l’accertamento dello stato di calamità, secondo quanto previsto dalla legge, da parte del dipartimento agricoltura e dell’amministrazione provinciale di Reggio Calabria. Questo tipo di accertamento al fine di pervenire e reperire dei fondi per il ristoro secondo quanto previsto dalla legge.

Con questa mozione si impegna la Giunta regionale ed il Presidente della Giunta regionale a porre in essere questo tipo di iniziativa per cercare di concludere una serie di atti che possano mettere ristoro, per quanto riguarda il sistema agricolo, e dall’altro versante che possano produrre una serie di iniziative per la messa in sicurezza e per l’eliminazione delle condizioni di rischio su questa zona. Grazie.

PRESIDENTE

Prego, sottosegretario Torchia.

Franco TORCHIA, sottosegretario alla protezione civile e meteo regionale 

Volevo solo esprimere il parere favorevole da parte della protezione civile per quanto riguarda il sistema di monitoraggio che attiveremo in quella zona che, effettivamente, è stata soggetta più volte ad eventi metereologici di elevata portata.

Quindi, per quanto mi riguarda ci attiveremo in questo senso. Grazie.

PRESIDENTE

Siamo tutti d’accordo, pongo in votazione la mozione dell’onorevole Giordano.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Convocazione della prossima seduta

PRESIDENTE

La seduta è tolta, il Consiglio sarà convocato a domicilio per giorno 17 ottobre.

La seduta termina alle 14,50

Allegati

Congedi

Hanno chiesto congedo i consiglieri: Amato, Nucera, Parente, Talarico D., Trematerra.

(Sono concessi)

Annunzio di proposte di legge e loro assegnazione a Commissioni

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa della Giunta regionale:

“Servizi di trasporto pubblico locale su gomma. Provvedimenti per la proroga dell’affidamento dei servizi in relazione al variato quadro normativo (Sentenza della Corte costituzionale n. 123/2011; D.P.R. n. 113/2011; D.L. n. 138/2011) - (Delibera Giunta regionale n. 413 del 16.9.2011)” (P.L. n. 250/9^)

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

“Modifiche all’articolo 7 della legge regionale 22/2010 (Delibera Giunta regionale n. 408 del 16.9.2011)” (P.L. n. 256/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

Sono state presentate, inoltre, le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:

Nucera – “Disposizioni in materia di ineleggibilità ed incompatibilità alla carica di consigliere regionale” (P.L. n. 248/9^)

E’ stata assegnata alla quinta Commissione consiliare - Riforme e decentramento.

(Così resta stabilito)

Nucera – “Modifica alla legge regionale 10 agosto 2011, n. 30 (Disposizioni transitorie in materia di assegnazioni di sedi farmaceutiche)” (P.L. n. 249/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

Nicolò – “Sistemi premiali in favore delle imprese. Modifica della legge regionale 5 aprile 2008, n. 8” (P.L. n. 251/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

Nucera – “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 21 dicembre 2005, n. 17, recante: <Norme per l’esercizio della delega di funzioni amministrative sulle aree del demanio marittimo>” (P.L. n. 252/9^)

E’ stata assegnata alla quinta Commissione consiliare - Riforme e decentramento.

(Così resta stabilito)

Tripodi – “Interpretazione autentica degli articoli 17 e 18 della legge regionale n. 22 del 5 ottobre 2007” (P.L. n. 253/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

De Masi, Giordano, Talarico D. – “Istituzione dell’Osservatorio epidemiologico ambientale regionale della Calabria” (P.L. n. 254/9^)

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Talarico F. – “Misure in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro nonché di efficienza e trasparenza dell’amministrazione del Consiglio regionale” (P.L. n. 255/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali.

(Così resta stabilito)

Annunzio di proposte di provvedimento amministrativo e loro assegnazione a Commissioni

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di provvedimento amministrativo d’Ufficio:

“Nomina di tre membri e tra questi il Presidente del Comitato regionale per le comunicazioni (Corecom) – Riapertura termini (Delibera U.P. n. 83 del 19.9.2011)” (P.P.A. n. 148/9^)

“Piano, Regolamento e Piano pluriennale economico e sociale del Parco naturale regionale delle Serre” (P.P.A. n. 149/9^)

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente.

(Così resta stabilito)

“Programma di attività per l’anno 2012 ai sensi dell’articolo 10, comma 1, della legge regionale 22 gennaio 2001, n. 2 (Corecom)” (P.P.A. n. 150/9^)

E’ stata presentata la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa del consigliere Battaglia:

“Modifica al Regolamento interno del Consiglio regionale” (P.P.A. n. 147/9^)

E’ stata assegnata alla quinta Commissione consiliare - Riforme e decentramento.

(Così resta stabilito)

Promulgazione di legge regionale

In data 28 settembre 2011, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato la sotto indicata legge regionale. La stessa è stata pubblicata sul supplemento straordinario n. 1 del 5 ottobre 2011 al Bur 19 dell’1 ottobre 2011:

Legge regionale 28 settembre 2011, n. 35 recante: “Riconoscimento ex articolo 54, comma 3, della legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25 della <Fondazione per la ricerca e la cura dei tumori “Tommaso Campanella” centro oncologico d’eccellenza> come ente di diritto pubblico”.

Interrogazioni a risposta immediata

De Masi. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

l’Associazione Tipicamente Crotonese è l’ente promotore del farmer market del Comune di Crotone, costituita da 57 imprenditori agricoli, tutti residenti nella Provincia di Crotone;

la Regione Calabria, con Decreto Dirigenziale n. 23773 del 28.12.2009, ha concesso un contributo di €. 60.000,00, previa rendicontazione, finalizzati ad una serie di interventi tesi ad assicurare il regolare svolgimento all’Associazione de qua;

da comunicato stampa si apprende che, dopo aver espletato i lavori richiesti e pagato le Ditte, l’Associazione ha presentato regolare rendicontazione alla Regione Calabria;

da medesimo comunicato stampa si apprende che l’attuale Assessore alle Attività produttive si era impegnato a liquidare il contributo dovuto;

allo stato non risulta ancora sbloccata la situazione, malgrado un Decreto con cui si dava mandato alla "Ragioneria Generale di impegnare la somma sul capitolo di bilancio 6125201 con totale copertura finanziaria, dando atto, nello stesso provvedimento che, il beneficiario ha rispettato tutti gli indirizzi e prescrizioni contenute nella Delibera di Giunta regionale n. 751 del 4.11.2009";

la valorizzazione e la commercializzazione di prodotti tipici locali rappresenta modalità irrinunciabile per lo sviluppo di un territorio, specialmente quando, come in questo caso, lo stesso vanta tradizioni produttive in campo agro-alimentare di tutto pregio;

l’area crotonese versa da ormai un ventennio in una condizione economico-sociale al limite della drammaticità;

il brusco declino del sua apparato produttivo manufatturiero, che ne aveva assicurato per oltre mezzo secolo una prosperità senza eguali nel mezzogiorno, ha di fatto smorzato la sua stessa storia ed annientato l’identità;

i pochi tentativi di recupero di una vitalità economica propria, fondata su autoctone e pregevoli risorse, vanno tempestivamente agevolati da parte di tutte le Istituzioni Pubbliche che ne abbiano pertinenza -:

a) se corrisponde al vero quanto riportato dal comunicato stampa in merito alla circostanza, secondo la quale la Regione Calabria non ha ancora pagato il contributo dovuto all’Associazione Tipicamente Crotonese;

b) quali sono le ragioni giuridiche e sociali per cui la Regione Calabria non ha ancora provveduto ad oggi ad erogare le competenze di cui al punto a);

c) se la Regione Calabria intenda provvedere all’erogazione della somma impegnata sul capitolo di bilancio 6125201 con totale copertura finanziaria allo scopo di valorizzare e commercializzare i prodotti tipici locali.

(170; 30.09.2011)

De Masi. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

è stato varato l’atto aziendale, strumento periodico di aggiornamento e pianificazione delle politiche sanitarie locali;

da un’analisi del succitato atto appare confermato la puntuale osservanza dell’orientamento contemplato nel piano di rientro dal debito sanitario regionale;

è previsto un ridimensionamento di strutture e servizi essenziali che dequalificherà il nosocomio crotonese ed accentuerà un’insopportabile distanza nella dotazione strutturale con il resto dell’intera Calabria e, soprattutto, provocherà un arretramento di consolidate e prestigiose entità mediche;

a fronte di un punto nascita che registra ben 1.500 parti all’anno, è prevista, tra le altre cose, l’eliminazione della TIN (terapia intensiva neonatale) ovvero l’istituzione di 2 posti di terapia intensiva neonatale nell’ambito "dell’urgenza-emergenza" che dunque affida improvvidamente la gestione della criticità neonatale ad ambiente né competente né attrezzato;

tutto ciò avviene, come confermato dalla stessa Regione Calabria, in violazione dell’accordo Stato-Regione;

manca in Calabria S.T.E.N. Regionale che consente il trasporto con la necessaria celerità i bambini clinicamente critici;

allo stesso modo è previsto un declassamento della Patologia Neonatale a Struttura Semplice, aggregata alla pediatria e dotata soltanto di 4 o 6 posti letto e di un nido (peraltro più contemplata nelle linee guida che orientano ì criteri assistenziali in questa delicatissima branca);

è prevista la dequalificazione di centri insostituibili nella loro funzionalità e universalmente riconosciuti come eccellenti, quali Oncologia, Geriatria, Dermatologia NPI;

il ridimensionamento programmato produrrà notevoli disagi al territorio crotonese senza peraltro procurare significativi risparmi;

i disagi procurati dal ridimensionamento del locale nosocomio sono ancor più gravi se si considera che tale Presidio Ospedaliero è l’unico della Provincia di Crotone e di gran parte della fascia ionica;

il contesto geografico e le carenze infrastrutturali presenti nel territorio crotonese non agevolerà la locale popolazione negli spostamenti necessari per poter usufruire dei servizi in argomento presso strutture di altre Province, provocando in essa una ulteriore limitazione del proprio diritto ad essere curati;

in determinate condizioni di avversità climatiche il servizio di elisoccorso non verrebbe assicurato;

la popolazione interessata si è resa partecipe alla problematica in oggetto sottoscrivendo una petizione da presentare al Presidente della Regione;

in pochi giorni sono state raccolte circa 3.500 firme -:

a) se il Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario della Regione Calabria, intenda apporre dei correttivi ad un provvedimento che appare esageratamente lesivo nei confronti degli utenti e/o del personale medico;

b) se i risparmi causati dal ridimensionamento della struttura ospedaliera crotonese sono così rilevanti da poter compromettere il diritto alla salute della popolazione interessata;

c) se non ritiene opportuno che strutture dalla consolidata esperienza trentennale in questo delicatissimo settore non si debbano direttamente occupare di casi critici.

(171; 30.09.2011)

Interrogazioni a risposta scritta

Giordano. Al Presidente della Giunta regionale con delega alla Tutela della Salute e Politiche Sanitarie. Per sapere - premesso che:

la signora Grande Giuseppina residente nel Comune di Maida in data 25 luglio 2011 veniva trasportata dai familiari presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Civile di Lamezia Terme per un improvviso malore con un forte dolore addominale e dopo essere stata visitata, con verbale n. PS11129256/Acc/25/07/11,veniva ricoverata presso l’Unità operativa di Chirurgia Generale e rimaneva ricoverata per accertamenti e cura dal 26 al 30 luglio;

la sera del 30 luglio veniva dimessa dal ricovero e il responsabile del la U.O. gli consegnava il certificato di ricovero con la diagnosi di pancreatite acuta e la terapia da seguire;

la signora Grande al momento delle dimissioni ha manifestato verbalmente, con richiesta agli addetti della Segreteria della Unità Operativa e al personale medico presente in servizio, di ricevere la propria cartella clinica, e tutto il personale ha risposto che sarebbe stata pronta non prima di dieci giorni presso l’ufficio delle cartelle cliniche;

in data 10 agosto 2011 ha presentato domanda di ritiro della propria cartella clinica presso l’ufficio cartelle cliniche, con regolare delega al proprio figlio, sig. Giuseppe Giordano;

il figlio, sig. Giuseppe Giordano, si è recato presso l’ufficio cartelle cliniche, ha consegnato la richiesta con regolare delega al personale sanitario dell’Archivio Clinico ed è stato informato che la cartella clinica non era ancora arrivata dalla Unità Operativa della Chirurgia Generale, successivamente il sig. Giordano ha contattato telefonicamente la suddetta Unità Operativa ricevendo la notizia che la cartella clinica non era pronta e doveva essere preparata;

in data 13 agosto 2011 la sig. Grande invia con raccomandata RV+AR n. 05211024504-7 - intestata A.S.P. Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro - Presidio Ospedaliero di Lamezia Terme e indirizzata al responsabile pro tempore della Unità Operativa della Chirurgia Generale, la richiesta ufficiale ai sensi dell’art.22 e seguenti della legge 241/90 per l’accesso agli atti della propria cartella clinica e in data 16 agosto 2011 la suddetta raccomandata è stata restituita con la seguente motivazione:"la segreteria non è autorizzata al ritiro delle raccomandate presso l’Unità Operativa"; in data 20 agosto la signora Grande ha inviato una raccomandata RV+AR n. 05314049397-5 al Direttore Generale della Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro, notificata in data 22 agosto 2011 e per conoscenza alla Direzione Aziendale di Lamezia Terme con raccomandata RV+AR n. 05314049396-4, notificata il giorno 24 agosto 2011, per l’accesso agli atti della propria cartella clinica ai sensi dell’art. 22 e seguenti della legge 241/90;

essendo trascorsi inutilmente 30 giorni dalle notifiche e due mesi dalle dimissione del ricovero ospedaliero senza ricevere notizie ufficiali, la signora Grande ha dato mandato al proprio legale per procedere con ricorso presso il Tribunale Amministrativo Regionale della Calabria - Sez. di Catanzaro, per l’ottemperanza della richiesta di ricevere in copia conforme autenticata tutta la documentazione della propria cartella clinica, completa dei dati relativi all’esame clinico, alle ricerche diagnostiche espletate, alla diagnosi formulata, alle cure istituite ed all’evoluzione della malattia durante il periodo di degenza;

l’interrogante ricorda al Presidente della Giunta regionale con delega alla Sanità che della cartella clinica risponde il responsabile dell’Unità operativa che ha in carico il paziente e deve essere redatta ai sensi del D.M. Sanità del 5 agosto 1977 e del DPCM del 27 giugno 1986, su fogli messi a disposizione e riconosciuti validi dalla Zona - Territoriale e le relative annotazioni debbono essere redatte, rispettando la sequenza cronologica, contestualmente agli eventi segnalati e deve essere conclusa con la diagnosi di dimissioni e firmata dal responsabile dell’Unità Operativa che ha in carico il paziente o da un suo collaboratore a ciò appositamente delegato e la copia conforme della cartella clinica può essere rilasciata non prima del giorno di dimissioni, entro il più breve tempo possibile e il termine massimo di trenta giorni, dal ricevimento della richiesta, è giustificata solo quando la cartella clinica si trova già a disposizione dell’Archivio Clinico -:

quale iniziativa repentina intende prendere il responsabile della Tutela della Salute della Regione Calabria per sanare definitivamente questo modo di operare/lavorare nei presidi ospedalieri della Calabria e cosa osta al Presidente della Regione Calabria prendere l’iniziativa di dare immediate disposizioni per verificare (anche personalmente) il servizio sanitario calabrese controllando presso tutti gli Ospedali Civili e privati convenzionati che la compilazione delle cartelle cliniche dei pazienti venga effettuata scrupolosamente ogni giorno e in ogni momento che al paziente viene somministrato un medicinale, tenuto conto che in altre strutture sanitarie della nostra nazione è già in funzione da anni la cartella clinica online dove il paziente e il proprio medico di famiglia possono accedere in tempo reale per controllare l’aggiornamento dello stato clinico del degente, intervenendo, se necessario, con suggerimenti medici anche di altri specialisti, anche per prevenire, curare e sanare il paziente contribuendo a ridurre le spese sanitarie della Regione Calabria.

(172; 30.09.2011)

De Gaetano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

la S.P. n. 23 Joppolo-Coccorino in provincia di Vibo Valentia, nel tratto Coccorino-Joppolo, è chiusa al traffico fin dall’8 febbraio 2011 (ordinanza n. 5/2011 del Dirigente Ufficio Tecnico dell’Amministrazione Provinciale di Vibo Valentia);

tale percorso stradale, oltre a collegare la provincia di Reggio Calabria alla fascia costiera del Vibonese, costituisce, per gli stupendi panorami che la caratterizzano, una meta privilegiata da numerosi turisti;

la chiusura di questa arteria causa inevitabilmente moltissimi disagi ai lavoratori pendolari, agli studenti e ai commercianti del basso vibonese;

tali disagi sono stati rappresentati anche da una petizione popolare sottoscritta ed inviata nel mese di marzo u.s. al Presidente della Giunta regionale, onorevole Scopelliti, e al Presidente della Provincia, De Nisi, purtroppo rimasta inascoltata;

già in data 8 marzo 2010 un’A.T.I. (Associazione Temporanea Imprese) - capofila l’impresa Restuccia - ha iniziato, per conto dell’Amministrazione Provinciale, i lavori per la costruzione di una galleria di metri 800 circa, allo scopo di mettere in sicurezza la S.P. n. 23, nel tratto Joppolo-Coccorino, già molte volte negli anni chiuso al traffico per i frequenti fenomeni franosi provenienti dal costone sovrastante;

i suddetti lavori sono stati interrotti dal mese di febbraio 2011 per via della mancata autorizzazione comunale ad utilizzare il materiale esplosivo di 2° categoria che sarebbe stato necessario per realizzare la galleria medesima;

la progettata galleria dovrà essere realizzata sotto un costone classificato R3 e R4 dal P.A.I. regionale e sotto il quale passa già la galleria delle Ferrovie dello Stato;

nel passato, il tratto di strada in parola è stato più di una volta chiuso al traffico per eseguire lavori di consolidamento sia da parte dell’Amministrazione Provinciale di Catanzaro che da quella di Vibo Valentia, costati ingenti somme di danaro pubblico;

il territorio di cui sopra presenta scorci panoramici tra i più suggestivi delle coste calabresi -:

quali sono i motivi che, fino ad oggi, hanno impedito efficaci e risolutivi interventi per la messa in sicurezza della S.P. n. 23 in provincia di Vibo Valentia;

quali valutazioni sull’impatto ambientale sono state effettuate dalla Regione in merito alla costruzione della galleria di cui in premessa;

se non ritengono, inoltre, di promuovere un’indagine conoscitiva al fine di accertare eventuali responsabilità da parte degli Organi che, nel tempo, avrebbero dovuto risolvere in tempi rapidi il problema della messa in sicurezza dell’importante tratto stradale, evitando così lo sperpero di ingenti somme di danaro pubblico.

(173; 5.10.2011)

Aiello F. Al Presidente della Giunta regionale nella qualità di Commissario per l’emergenza sanitaria. Per sapere – premesso che:

il CCNL della Dirigenza Sanitaria prevede all’art. 18 comma 4 CCNL dirigenza medica e veterinaria del 8/06/2000, disponendo che:

in caso di assenza per ferie o malattia o altro impedimento del Direttore di dipartimento, la sua sostituzione è affidata dall’azienda ad altro Dirigente con incarico di direzione di struttura complessa da lui stesso preventivamente individuato con decadenza annuale. Analogamente si procede nei casi altre articolazioni aziendali che, pur non configurandosi con tale denominazione, ricomprendano, secondo l’atto aziendale, più strutture complesse;

nei casi di assenza previsti dal comma 1, da parte del Dirigente con incarico di direzione di struttura complessa, la sostituzione è affidata dall’azienda al altro Dirigente della struttura medesima con rapporto di lavoro esclusivo, indicato all’inizio di ciascun anno dal responsabile di struttura complessa, che a tal fine si avvale dei seguenti criteri: Omissis.;

le disposizioni del comma 2 si applicano anche nel caso di strutture semplici che non siano articolazione interne di strutture complesse ed in cui il massimo livello dirigenziale sia rappresentato dall’incarico di struttura semplice;

nel caso che l’assenza sia determinata dalla cessazione del rapporto di lavoro del Dirigente interessato, la sostituzione è consentita per il tempo strettamente necessario ad espletare le procedure di cui ai DPR. 483 E 484/1997 ovvero dell’art. 17 bis del dgl 502/1992. In tal caso può durare sei mesi, prorogabili fino a dodici. Omissis.;

le sostituzioni previste dal presente articolo si configurano come mansioni superiori in quanto avvengono nell’ambito del ruolo e livello unico della dirigenza sanitaria. Al Dirigente incaricato della sostituzione ai sensi del presente articolo non è corrisposto alcun emolumento per i primi due mesi. Qualora la sostituzione dei commi 1 e 2 si protragga continuativamente oltre tale periodo al Dirigente compete una indennità mensile di L. 1.036.000 e per la sostituzione di cui al comma 3 di L. 518.000. Alla corresponsione della indennità si provvede o con le risorse del fondo dell’art. 50 o di quello dell’art. 52 per tutta la durata della sostituzione. La presente clausola si applica ad ogni eventuale periodo di sostituzione anche se ripetuto nel corso dello stesso anno. L’indennità può quindi, essere corrisposta anche per periodi frazionati. Omissis.;

in prima applicazione la disciplina del presente articolo decorre dal sessantesimo giorno dall’entrata in vigore del presente CCNL e, da tale data è disapplicato l’art. 121 del DPR 384/1990. Nel medesimo termine le aziende possono integrare le procedure di cui ai commi 1, 2 e 3 secondo i propri ordinamenti, previa consultazione dei soggetti dell’art. 10 comma 2;

l’applicazione del Piano di rientro ha causato il blocco delle assunzioni ed anche dei Direttori di UOC a far data dal febbraio 2010;

in molte aziende sanitarie della Calabria risultano vacanti posti di direttori di UOC e che tali posti sono occupati, anche da molti anni, da dirigenti medici di primo livello in qualità di primari facenti funzioni (ad esempio nell’AO di Reggio Calabria sono vacanti ed affidati a medici di primo livello nonostante le proteste dei sindacati i posti di direttore sanitario di presidio, direttore di fisiatra, di neurologia, di pediatria, di dermatologia, centro trapianti midollo osseo, centro trapianti regionale, laboratorio analisi, pneumatologia, neonatologia), mentre correttamente in altri casi vengono affidati ad interim a primari di branche affini;

tale situazione potrebbe costituire un vantaggio per i facenti funzione consentendo di acquisire titoli di carriera e precostituendo situazioni di possibile rivalsa sul SSR (per l’indebito arricchimento derivante dal minore compenso economico per l’occupazione del posto di direttore);

il permanere di tali incarichi oltre il periodo massimo previsto dal CCNL, oltretutto configura un caso di violazione di legge con conseguente indebito vantaggio patrimoniale per il beneficiario e quindi integra una specifica previsione di reato -:

quali siano i conseguenti urgenti provvedimenti per il piano di rientro (anche ai sensi della legge finanziaria), per rimuovere nelle aziende sanitarie tali situazioni illegittime e non più sostenibili.

(174; 5.10.2011)

Mozioni

Il Consiglio regionale

premesso che

nella mattinata di lunedì 19 settembre 2011 una parte consistente dell’Area dello Stretto compresa fra la Vallata del Gallico e del Catona e la zona di Arghillà sono state interessate da una forte grandinata e una tromba d’aria che hanno provocato notevoli danni alle strutture e produzioni agricole, nonché ai centri abitati e alle infrastrutture viarie;

in particolare i danni hanno interessato principalmente i vigneti dell’area IGT Arghillà, gli agrumeti, gli uliveti, gli anoneti, le piante da frutto e le orticole;

le organizzazioni agricole del settore, dopo attento sopralluogo, hanno segnalato agli organi competenti le conseguenze dell’evento chiedendo nel contempo di attivare tutte le procedure previste per il riconoscimento dello stato di calamità a favore delle imprese agricole danneggiate;

l’area interessata alla perturbazione, alla luce anche degli accadimenti che ciclicamente si succedono (nello specifico nel corso dell’ultimo anno si sono verificati tre eventi, 3 settembre 2010, 1 marzo 2010, 19 settembre 2011 con allagamenti e frane), presenta una condizione morfologica e metereologica particolare che determina la necessità di ano studio tecnico/scientifico al fine di pervenire all’individuazione di cause e fattori di rischio per porre in essere una azione sistemica finalizzata all’adozione di una serie di interventi e messa in sicurezza dal rischio frane e dal rischio idraulico, realizzando così misure di protezione civile per la salvaguardia della popolazione delle frazioni e dei centri maggiormente esposti;

impegna

la Giunta regionale ad accelerare le procedure propedeutiche per la dichiarazione dello stato di calamità naturale, sollecitando in tal senso l’acquisizione di quanto di competenza da parte del Dipartimento regionale all’agricoltura e dell’Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria;

la Giunta regionale ad avanzare richiesta di calamità naturale e in ogni caso a reperire e destinare fondi a titolo di ristoro in favore delle aziende che hanno subito danni e la perdita del raccolto;

il Presidente della Giunta regionale a interessare prontamente i dipartimenti regionali della Protezione Civile e dell’Ambiente, con l’ausilio dell’Arpacal e dell’Autorità di bacino regionale attraverso le proprie strutture tecniche/scientifiche, perché pongano in essere studi meteorologici e morfologici delle aree interessate e individuino conseguentemente interventi strutturali che possano eliminare e/o limitare le condizioni di rischio della zona interessata periodicamente agli eventi calamitosi.

(50; 07.10.2011) Giordano

Il Consiglio regionale

premesso che

l’istituto di Scienze Neurologiche del Consiglio Nazionale delle Ricerche (ISN-CNR) è Istituto di ricerca nazionale con sede principale in Mangone (CS), e Unità Organizzative di Supporto in Roccelletta di Borgia (CZ) e Catania;

l’ISN del Consiglio Nazionale delle Ricerche è Ente pubblico nazionale di ricerca vigilato dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca (MIUR), da cui riceve i trasferimenti necessari per il suo funzionamento;

la sede dell’ISN-CNR di Mangone (CS) è struttura di ricerca di eccellenza a livello internazionale, in cui operano ricercatori e tecnici con ventennale esperienza ed attività nello studio delle malattie del sistema nervoso;

l’ISN-CNR svolge attività di diagnosi avanzata e di ricerca nel campo delle malattie ereditarie del sistema nervoso su base genetica, nell’ambito delle quali vanta numerose pubblicazioni scientifiche internazionali, collaborando, inoltre, con prestigiosi istituti nazionali ed internazionali e costituendo un punto di riferimento per tutto il meridione d’Italia;

le malattie ereditarie del sistema nervoso, come la Corea di Huntinton, il CADASIL, le demenze, le atassie cerebellari dominanti e recessive, le neuropatie periferiche ereditarie, le distrofie muscolari, la Sclerosi Laterale Amiotrofica, la Sclerosi Multipla, le malattie mitocondriali, ecc., rappresentano un gruppo di gravi e disabilitanti patologie croniche e che i più importanti studi scientifici su tali malattie sono stati realizzati da studiosi italiani ed internazionali, sulla popolazione dell’Italia meridionale ed in particolare su quella calabrese;

l’Istituto di Scienze Neurologiche CNR di Mangone (CS) ha contrastato efficacemente in questi anni la mobilità sanitaria extraregionale afferente a dette;

nell’ambito della valutazione degli istituti del CNR effettuata da 26 Panel di Area composti da un totale di 150 scienziati, di cui 90 provenienti da Istituzioni italiane e 60 da Istituzioni europee, il CNR - Istituto di Scienze Neurologiche di Mangone (CS) si è distinto tra le eccellenze in Italia, per la qualità della sua attività di ricerca;

l’ISN-CNR di Mangone (CS) ogni anno eroga anche oltre 8.000 prestazioni altamente specialistiche di indagine nella genetica molecolare, biochimica e diagnostica per immagini (Risonanza Magnetica Nucleare), uniche in regione nella loro tipologia, per gravi malattie neurodegenerative;

tale attività sanitaria è svolta in regime di convenzione con la Regione Calabria, che consente di sopperire alle carenze del Sistema Sanitario Regionale nell’ambito dei servizi a favore di pazienti affetti da malattie del sistema nervoso su base genetica;

l’attività sanitaria svolta in regime di convenzione con la Regione Calabria consente all’ISN-CNR tanto l’acquisizione di preziosi dati relativi a soggetti affetti da patologie del sistema nervoso su cui condurre le attività di ricerca, quanto il reinvestimento in attività di ricerca ed in innovazione tecnologica dei corrispettivi dei servizi sanitari prestati, attivando un circolo virtuoso sanità-ricerca-innovazione-formazione d’esempio all’intera Nazione;

l’ISN-CNR di Mangone (CS) rappresenta un importante incubatore di sviluppo culturale ed occupazionale per i giovani laureati dell’Università della Calabria;

per l’importanza delle attività svolte, la sede dell’ISN-CNR di Mangone (CS) assume rilevanza strategica per l’intera Regione Calabria, per il centro-sud d’Italia, ma in particolar modo per la provincia di Cosenza, sul cui territorio insiste e nell’ambito del quale è maggiormente evidente la ricaduta dei benefici economico-sociali delle attività di ricerca e servizio svolte;

con Delibera n. 11 del 13/01/10 la Giunta regionale ha approvato il "Progetto Integrato di Sviluppo Regionale di valenza strategica "Sistema delle Aree Urbane Regionali", ed i criteri di riparto dell’Asse VIII -settore "Città e Aree Urbane" del POR Calabria FESR 2007-13";

alla "linea d’intervento 8.1.1.2. servizi per la ricerca scientifica, l’innovazione tecnologica e i servizi innovativi per le imprese nelle città e nelle aree urbane di Cosenza-Rende e di Catanzaro-Germaneto" sono stati destinati 30.582.048,51 euro.

nel gennaio 2010 sono state emanate, relativamente al POR FESR Calabria 2007/2013, le linee d’indirizzo con le quali si è stabilito di creare una rete regionale di poli di innovazione e di rafforzare i rapporti tra mondo accademico e sistema produttivo attraverso la creazione di una Rete Regionale per l’innovazione e l’attivazione dei servizi Tecnologici dei Poli in linea con la disciplina europea C (2006) 323/01;

con Delibera n. 450 del 22/06/10 la Giunta regionale ha approvato il "Protocollo d’Intesa tra Regione Calabria e CNR", poi stipulato in Roma il 02/07/2010;

con Delibera n. 451 del 22/06/10 la Giunta regionale ha previsto che il progetto per la realizzazione di investimenti infrastrutturali negli istituti di ricerca calabresi CNR, nell’ambito dei realizzandi Poli territoriali di innovazione e dei progetti integrati di sviluppo urbano, potrà essere gestito direttamente dalla Regione o dai Comuni interessati, mediante l’utilizzo della riserva del 15% delle risorse disponibili per il finanziamento di progetti pilota/sperimentali a diretta titolarità regionale;

il "Protocollo d’Intesa tra Regione Calabria e CNR", poi stipulato in Roma il 02/07/2010, ha istituito all’art. 5 un "Comitato tecnico di indirizzo - Gruppo di Lavoro di progetto" con il compito di definire gli obiettivi, le modalità ed i "layout" tecnici del progetto, ivi compreso il costo complessivo dell’intervento proposto;

il detto "Comitato tecnico di indirizzo - Gruppo di Lavoro di progetto", nella riunione del 17/01/2011, ha determinato che "la progettazione articolata per i singoli Poli di innovazioni per l’assegnazione della cubatura finanziata, nell’ambito della disponibilità economica individuata dalla Regione Calabria, tenga conto dei seguenti criteri per la ripartizione relativa: spazi attuali occupati dagli Istituti CNR, personale in servizio, tipologia specifica delle funzioni di ricerca, ipotesi di sviluppo e potenziamento delle attività di ricerca" (verbale n.1 del 17/01/2011), e pertanto in base all’attuale presenza della comunità CNR nelle province Calabresi, si sarebbe dovuta adottare la seguente ripartizione percentuale delle somme messe   disposizione della Regione: 82,04% per la provincia di Cosenza, 8,38% provincia di Catanzaro, 9,58% provincia di Reggio Calabria;

in seguito ad alcune iniziative della Regione Calabria conseguenti l’adozione di tali atti, si è tuttavia concretamente profilato il rischio che l’istituto di Scienze Neurologiche del CNR di Mangone (CS) fosse chiuso e le relative attività, personale ed attrezzature trasferite presso l’Università "Magna Graecia" in località Germaneto di Catanzaro;

in relazione a tale ipotesi di trasferimento, il personale della sede di Mangone (CS) ha più volte manifestato la propria contrarietà, in quanto tale ipotesi non è supportata da alcuna ragione di carattere organizzativo ed ancor meno da esigenze relative alle attività di ricerca e sanitarie svolte;

in base all’art. 16 del regolamento (CE) n. 1083/2006 occorre "prevenire ogni discriminazione nell’accesso ai fondi, un principio che non appare rispettato nel caso di chiusura dell’Istituto di Scienze Neurologiche del CNR di Mangone (Cosenza) visto che, senza alcun motivo logico, si sottrae ad un territorio una struttura di ricerca strategica anche per molti disabili. Anzi, appare esservi una discriminazione tra il territorio della provincia di Cosenza, in cui viene chiusa la predetta struttura in contemporanea ad altri servizi sanitari, a favore di quello della provincia di Catanzaro";

analogamente, risulta non applicato un altro principio cardine della gestione dei fondi europei, quello dello sviluppo sostenibile e della tutela e del miglioramento dell’ambiente conformemente all’articolo 6 del trattato, sancito dall’art. 17 del suddetto regolamento, visto che I’attuale sede dell’ISN-CNR in località Piano Lago comune di Mangone (CS) è dotata di ogni requisito organizzativo, strutturale ed impiantistico, che, tra l’altro, ne ha consentito l’autorizzazione e l’accreditamento all’erogazione di servizi sanitari in via definitiva;

il paventato trasferimento della sede dell’Istituto di Scienze Neurologiche CNR da Mangone (CS) a Catanzaro determinerebbe l’ulteriore impoverimento socio-culturale di un territorio già fortemente provato dai continui tagli operati dalla Regione nel campo della spesa sanitaria, oltre alla creazione di un’inutile "cattedrale nel deserto", atteso che il personale della struttura, vero motore delle attività dell’ISN-CNR, resterebbe in provincia di Cosenza adibito ad altre attività, in quanto dipendente di Ente statale con altre sedi in tale territorio;

da ultimo con delibera n. 390 del 01/09/2011 la Giunta regionale ha disposto la revoca della convenzione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche per l’erogazione di servizi sanitari;

tale convenzione ha garantito servizi sanitari d’eccellenza alla popolazione calabrese, servizi diagnostici specialistici, di indagine genetica per gravi malattie neurodegenative, in supplenza alle carenze del Sistema Sanitario Regionale, sin dal 16.12.1996, giusta delibera n. 8530 della Giunta Regionale, evitando di conseguenza la migrazione sanitaria fuori regione;

sarebbe utile per la Provincia di Cosenza potenziare i rapporti e le collaborazioni con il Consiglio Nazionale delle Ricerche per lo sviluppo culturale e scientifico nella provincia più vasta d’Italia;

impegna il Presidente e la Giunta regionale

a far sì che, nell’ambito delle linee di intervento previste per la ricerca nel POR FESR Calabria - Progetto Integrato di Sviluppo Regionale di valenza strategica "Sistema delle Aree Urbane Regionali", nonché nei criteri di riparto dell’Asse VIII - settore "Città e Aree Urbane" del POR Calabria FESR 2007-13" - "linea d’intervento 8.1.1.2. servizi per la ricerca scientifica, l’innovazione tecnologica e i servizi innovativi per le imprese nelle città e nelle aree urbane di Cosenza-Rende e di Catanzaro-Germaneto", sia valorizzata l’esperienza dell’Istituto di Scienze Neurologiche del CNR di Mangone (Cosenza), struttura di eccellenza nella ricerca a livello europeo, affinché, nondimeno, lo stesso possa continuare ad insistere ed operare nel territorio di Cosenza, garantendo l’erogazione di prestazioni specialistiche di diagnostica nella genetica molecolare, biochimica e diagnostica per immagini (Risonanza Magnetica Nucleare) utili alla collettività e necessarie allo sviluppo scientifico nazionale;

a tenere conto, nella creazione dei Poli di Innovazione, delle strutture e dei laboratori di ricerca esistenti, favorendone l’ampliamento e lo sviluppo, potenziando e finanziando l’istituto di Scienze Neurologiche di Mangone (CS), nonché tutte le eccellenze consolidate in Provincia di Cosenza;

a promuovere lo sviluppo e l’occupazione - partendo proprio dal settore strategico della ricerca in tutta la Regione Calabria, valorizzando le eccellenze esistenti, anche al fine di evitare la dispersione di un patrimonio di professionalità consolidate quali quello della comunità scientifica dell’ISN-CNR di Mangone (CS), mettendo in rete tutte le università della Regione con gli istituti di ricerca pubblici e privati e con le imprese, così come previsto dalle linee prioritarie della normativa europea per le regioni a più basso tasso di sviluppo e reddito fra le quali è ricompresa, purtroppo, la Calabria;

ad intervenire affinché sia ripristinata la convenzione con il Consiglio Nazionale delle Ricerca - Istituto di Scienze Neurologiche località Piano Lago in Mangone (COSENZA) per l’erogazione di prestazioni di laboratorio e diagnostica per immagini alla popolazione calabrese;

a stilare un nuovo piano strategico di sviluppo della regione anche alla luce dei tagli intervenuti sugli enti locali in seguito all’approvazione del decreto legge 98/2011.

(51; 07.10.2011) Talarico D., De Masi, Giordano, Principe, Franchino

Il Consiglio regionale

premesso che:

l’acqua è fonte di vita. Senza acqua non c’è vita. L’acqua costituisce pertanto un bene comune dell’umanità, un bene irrinunciabile che appartiene a tutti. Il diritto all’acqua è un diritto umano fondamentale, così come sancito anche dalle Nazioni Unite nell’Assemblea generale del 28 luglio 2010;

con il risultato dello scorso 12 e 13 giugno ai referendum promossi dal Forum italiano dei Movimenti per l’acqua, di cui il Coordinamento Calabrese Acqua Pubblica "Bruno Arcuri" è parte integrante, è stato deciso un punto di non ritorno nel governo e nella gestione del Bene Comune acqua;

come nel resto d’Italia, anche nella nostra regione la maggioranza assoluta dei cittadini si è recata alle urne esprimendosi, con una percentuale del 98%, al di là di puri e formali tecnicismi, a favore di una gestione del servizio idrico pubblica e partecipata direttamente dai calabresi, affinché nessuno possa realizzare profitti sulle nostre acque;

da più tempo, sindaci, amministratori, comitati, associazioni e movimenti di tutta la regione, hanno ribadito la volontà di portare avanti con determinazione tutte le azioni necessarie per giungere nel più breve tempo possibile alla completa ripubblicizzazione del servizio idrico calabrese;

l’affermazione referendaria rafforza le istanze sollevate da molte associazioni, comitati ed enti locali in relazione a diverse problematiche sorte con la gestione della società mista Sorical:

- illegittimità delle tariffe applicate ai comuni che hanno visto, a tutto il 31 dicembre 2008, un aumento del 21%, mentre la Normativa vigente in materia, riaffermata da ben tre sentenze della Corte Costituzionale, non prevedeva alcun aumento tariffario; sono numerosi i Comuni che si sono rivolti alla magistratura ordinaria;

- mancata attuazione degli obblighi contrattuali che prevedevano, nel rispetto legislativo, l’applicazione degli adeguamenti previsti dalla normativa vigente in materia, la cui competenza è in capo al legislatore nazionale e non a quello regionale;

- mancata attuazione degli impegni sottoscritti in sede di ottenimento della concessione regionale, che obbligavano il socio privato ad investire quasi 100 milioni di euro nei primi 5 anni; di questi investimenti non sono stati forniti dati specifici e nelle stesse delibere regionali ne vengono dichiarati poco più della metà;

- gestione poco trasparente, come ad esempio in riferimento all’assunzione di un mutuo di 240 milioni di euro presso la Depfa Bank, del quale non è stato mai specificato chiaramente chi sia il garante;

- numerosi casi di disservizi e/o di erogazione di acqua non potabile per periodi prolungati e di diminuzione se non di sospensione dell’erogazione dell’acqua;

le innovazioni introdotte dalla delibera 71 del 28.02.2011, approvata dalla Giunta regionale, che obbligano i comuni ad accendere mutui per pagare presunti debiti connessi al servizio idrico e demandano la gestione di tutti i servizi idrici ad una nuova società - che quasi certamente sarà la stessa Sorical - vanno in direzione esattamente opposta rispetto a quanto richiesto dalla maggioranza assoluta dei cittadini calabresi con il voto popolare dei 12 e 13 giugno;

l’abolizione degli Ato provinciali, avvenuta esclusivamente in Calabria - pur in presenza di una moratoria approvata dal parlamento nazionale sulla ridefinizione degli stessi, in attesa dello svolgimento della consultazione referendaria - a seguito dell’approvazione dell’art. 10 bis del collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2011 e dell’art. 47 comma 5 della legge regionale n. 34 del 2010, con cui è stato istituito un Ato unico regionale, rappresenta la premessa per affidare la gestione complessiva del servizio idrico integrato in capo ad un unico soggetto gestore;

rilevato che:

l’assemblea nazionale del Forum dei Movimenti per l’Acqua ha riproposto, alla luce della riaffermata volontà della maggioranza dei cittadini italiani, la proposta di legge d’iniziativa popolare depositata in Parlamento già nel 2007, relativa ai "Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico", la cui finalità, esplicitata bene nell’articolo 1, comma 2, è quella di favorire la definizione di un governo pubblico e partecipativo del ciclo integrato dell’acqua, in grado di garantirne un uso sostenibile e solidale;

è necessaria ed urgente una chiara presa di posizione del consiglio regionale, per legiferare mantenendo fede al libero e risoluto pronunciamento della maggioranza dei cittadini calabresi;

Impegna la Giunta regionale

ed il Presidente della Regione Calabria, ad intervenire presso la Presidenza del Consiglio dei ministri affinché sia sollecitata la definizione dell’iter legislativo della proposta di legge d’iniziativa popolare, giacente in Parlamento, relativa ai "Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico";

a rappresentare, sul piano politico ed istituzionale, l’inequivocabile e netta espressione di contrarietà della popolazione calabrese alla privatizzazione dei servizi idrici così come la netta volontà popolare volta a riaffermare il valore fondamentale per la vita di tutti gli esseri viventi del Bene Comune acqua;

ad abrogare la citata delibera 71 per la sua manifesta incompatibilità con il quadro giuridico nazionale in cui, dopo i referendum, dovrà essere inquadrata la gestione dei servizio idrico integrato;

ad abrogare i citati art. 10 bis del collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2011 e art. 47 comma 5 della legge regionale n. 34 del 2010, con cui è stato istituito, esclusivamente in Calabria, un Ato unico regionale, per adottare, invece, il principio fondamentale dell’organizzazione territoriale del servizio idrico integrato basato sugli ambiti territoriali ottimali, delimitati secondo i seguenti criteri:

rispetto dell’unità del bacino ideografico; - superamento della frammentazione delle gestioni;

conseguimento di adeguate dimensioni gestionali definite sulla base di parametri fisici, demografici e tecnici;

a mettere in campo tutte le azioni necessarie per procedere alla rescissione in danno del contratto con la Sorical, al fine di gestire il servizio idrico integrato tramite un soggetto di diritto pubblico e in forma partecipativa, allargato al Coordinamento calabrese Bruno Arcuri ed ai soggetti sociali rappresentativi della società calabrese che ne facciano richiesta, in grado di garantirne un uso sostenibile e solidale;

ad assumere, di concerto con le amministrazioni locali interessate e con le Province, una proposta di legge regionale in cui sia garantito il concetto fondamentale dell’Acqua come Bene Comune da tutelare e da tenere fuori dal mercato, affinché nessuno vi realizzi profitti.

(52; 07.10.2011) Talarico D., De Masi, Giordano, Aiello F., Franchino

Il Consiglio regionale

si è appreso da un missiva indirizzata al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ed alle altre alte istituzioni nazionali e regionali che in un momento di grave crisi economica senza precedenti 66 dipendenti a tempo determinato presso i CPI della Provincia di R.C. che prestano la loro opera qualificata, alcuni da otto anni, altri da cinque ed altri ancora da tre, per dare i servizi che i centri dell’Impiego devono fornire ai sensi del D.lgs 23 dicembre 1997 nr. 469 e D.Lgs nr. 181/2000 e successive modifiche, dal 31 dicembre 2011 rischiano seriamente di perdere il proprio posto di lavoro e rimanere insieme alle proprie famiglie senza fonte di sostentamento;

dall’istanza rivolta alla più alta carica dello Stato si sostiene che nonostante una "legge nazionale (più precisamente il DPCM 28/03/2011, provvedimento governativo che, sulla scorta del D.L. n. 225/2010) abbia sancito la proroga di validità delle graduatorie dei concorsi pubblici al 31.12.2011, proprio al fine di evitare l’attivazione e gli oneri di nuove procedure concorsuali", la Provincia di R.C. in attuazione di una delibera di G.P. del 12 aprile 2011 n. 138 (in contraddizione con quelle pregresse adottate e ratificate all’unanimità in Consiglio Provinciale) ha bandito un nuovo concorso il 12 agosto 2011, per le stesse figure professionali e le stesse mansioni svolte dai lavoratori già in servizio. Si precisa in detta istanza, che tale ultima delibera della Giunta Morabito è stata impugnata con ricorso straordinario al Capo dello Stato il 3 agosto 2011, in quanto si assume che la delibera di G.P. del 12 aprile 2011, n. 138 sarebbe contraddittoria ed assunta in violazione di legge ex art 36 D.lgs 165/2001 oltreché del rispetto delle obbligazioni cristallizzate, tra l’altro, con le delibere di G.P. n. 54 del 25 febbraio 2011 e G.P. n. 105 del 31 marzo 2011 in tema di stabilizzazione dei vincitori del concorso per titoli ed esami espletato nel 2008, attualmente in servizio e di previsione delle stesse figure nella nuova pianta organica dell’ente;

le richieste formulate nella missiva consistono nella proroga contrattuale fino al 31.12.2013 finalizzata al "consolidamento graduale" delle posizioni lavorative come avvenuto nelle altre province calabresi;

considerato che

da più parti è stato richiesto un confronto ed un’analisi della problematica, tenuto conto di un dato fattuale indiscutibilmente disomogeneo in Calabria. Gli stessi lavoratori dei CPI, per gli stessi profili e mansioni nelle Province di Cosenza, di Catanzaro e Crotone hanno potuto godere di percorsi virtuosi, concertati e graduali di stabilizzazione (i cosiddetti "vecchi" precari dei centri per l’impiego) e, questi stessi enti, ove lo ritengano opportuno, per utilizzare i fondi Por del triennio 2011-2013 potranno fare un nuovo concorso per tutti i disoccupati a differenza di quanto è accaduto a Reggio Calabria dove però, solo apparentemente nel rispetto formale delle norme in tema di discrezionalità amministrativa e dell’autonomia locale, il personale in servizio lamenta che di fatto si "crea precariato su precariato";

ritenuto che

in materia dei servizi erogati dai centri per l’impiego calabresi, in occasione tra l’altro, di una risposta ad un’interpellanza formulata dal Vice Presidente del Consiglio regionale, onorevole Alessandro Nicolò datata 12 novembre 2010 da parte dell’Assessore regionale, onorevole Francescantonio Stillitani. Nella nota del 26 novembre 2010, infatti, emerge chiaramente, ancora una volta, la volontà della Regione Calabria di combattere il precariato utilizzando: "specifiche figure professionali a condizione che si attuino procedure di selezione pubblica…" e prevedendo "contestualmente ...piani di stabilizzazione occupazionale da attuarsi sulla base di Piani Triennali come, peraltro, già realizzato da alcune Province ".

le linee guida del Piano regionale triennale del Lavoro, esplicitano l’impegno della Regione Calabria "all’eliminazione del precariato ed alla possibilità di prevedere dei percorsi di stabilizzazione per gli esperti esterni’’;

in esito alla procedura di selezione ad evidenza pubblica per titoli ed esami bandita il 10.10.2007 conclusasi con la graduatoria pubblicata il 13 giugno 2008 gli odierni dipendenti a t.d. stipulavano con l’Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria (unica tra le province all’epoca ad aver effettuato un concorso pubblico) un rapporto di impiego a termine e venivano destinati a prestare la loro attività lavorativa nell’ambito degli interventi di politiche attive del lavoro a supporto ed integrazione dei servizi svolti dai Centri per l’impiego della Provincia di Reggio Calabria a partire dal 20 giugno 2008. Successivamente la Provincia ha bandito un nuovo concorso, sempre a tempo determinato, a ferragosto nonostante fosse perfettamente valida ed efficace la graduatoria stilata a seguito di precedente selezione ed approvata con Determinazione Dirigenziale n. 1648 del 13.06.2008 al momento (del 30 marzo 2011) dell’approvazione del Piano provinciale del lavoro per il triennio 2011-2013;

la più recente legislazione della Regione Calabria è improntata in tema di favor verso la valorizzazione e lo sviluppo delle professionalità interne (cfr. artt. 16 e 17 L. R. Calabria n. 8/2010) che in tal caso sarebbero già vincitrici di un concorso pubblico per titoli ed esami espletato nel 2008;

in data 8 settembre 2011 il Consiglio dei ministri n. 153 ha approvato un disegno di legge costituzionale sulla soppressione della Provincia quale ente locale statale (con la conseguenza che le funzioni passerebbero alle Regioni);

potrebbe essere utile e produttivo alla luce degli atti richiamati per affrontare e chiarire la problematica in oggetto aprire un confronto istituzionale "allargato" coinvolgendo anche la Regione Calabria, la Provincia di Reggio Calabria e le rappresentanze dei lavoratori;

tutto ciò premesso e visti gli atti che si richiamano

impegna la Giunta regionale

ad intervenire per sensibilizzare gli organi preposti su una piattaforma programmatica per la concertazione di ogni iniziativi utili (tra le altre anche la temporanea sospensione del concorso in autotutela) come la convocazione di un tavolo istituzionale tra Regione Calabria (rappresentanti esecutivo e del Consiglio regionale) - Provincia di Reggio Calabria - Rappresentanze sindacali e qualsivoglia ulteriore atto efficace ed opportuno al fine di verificare le modalità attraverso le quali pervenire alla valorizzazione delle esperienze e della professionalità maturata dai lavoratori precari in servizio presso i CPI, anche sulla base di azioni in tal senso mirate e già attuate da altre Province calabresi, nel rispetto delle prerogative, delle competenze e delle rispettive responsabilità tra gli enti, nonché dell’ordinamento vigente.

(53; 07.10.2011) De Gaetano

Testo unificato

 - dell’esame abbinato delle proposte di legge numero 191/9, “Tracciabilità informatica del procedimento amministrativo”, numero 204/9, “Norme sulla trasparenza per favorire il controllo e la legalità dell’attività amministrativa”, numero 224/9^, “Misure per la trasparenza e la tracciabilità dell’utilizzazione delle provvidenze economiche erogate dalla Regione Calabria” –

recante: “Tracciabilità informatica del procedimento amministrativo e misure per la trasparenza, il controllo e la legalità dell’attività amministrativa” (Del. n. 136)

CAPO I

Tracciabilità informatica del procedimento amministrativo

Art. 1

(Principi)

1. Per la realizzazione degli obiettivi di efficienza, efficacia, economicità, imparzialità, trasparenza, semplificazione e partecipazione, ogni procedimento amministrativo di competenza della Regione Calabria deve essere dotato di adeguati supporti informatici allo scopo di rendere conoscibile agli interessati ogni atto.

2. La conoscenza e l’estrazione degli atti può avvenire, a scelta dell’interessato, in forma cartacea o magnetica nel rispetto dei principi in materia di accesso e di trattamento dei dati personali di cui rispettivamente alla legge 7 agosto 1990 n. 241 (Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi) ed al decreto legislativo 30 giugno 2003 n. 196 (Codice in materia di protezione dei dati personali).

3. Nel rispetto della propria autonomia organizzativa, la Regione Calabria assicura la disponibilità, la gestione, l’accesso, la trasmissione, la conservazione e la fruibilità dell’informazione in modalità digitale, attraverso le misure informatiche, tecnologiche e procedurali di sicurezza più appropriate, in conformità alle regole tecniche ed ai principi stabiliti dal Codice dell’amministrazione digitale dal decreto legislativo 7 marzo 2005 n. 82 (Codice dell’amministrazione digitale).

Art. 2

(Banca Dati Unica dei Procedimenti Amministrativi)

1. I procedimenti amministrativi di cui all’articolo 1 sono conoscibili attraverso l’accesso alla Banca Dati Unica dei Procedimenti Amministrativi Informatizzati (BDU-PAI) ove sono riversati, a cura dell’ufficio regionale competente presso la Presidenza della Giunta regionale, entro dieci giorni dall’emissione dei testi integrali dei singoli atti.

2. Entro il 31 gennaio di ogni anno, l’Ufficio di Presidenza della Giunta regionale elabora i dati statistici sullo stato dei procedimenti amministrativi e li trasmette al Consiglio regionale.

3. Ogni Ente pubblico e soggetto privato che a qualsiasi titolo partecipa al procedimento amministrativo di competenza regionale ha l’obbligo di collaborare all’informatizzazione degli atti.

Art. 3

(Regolamento sulla gestione informatica e sulla tracciabilità del procedimento amministrativo)

1. La Giunta regionale approva il regolamento sulla gestione informatica e sulla tracciabilità del procedimento amministrativo di competenza regionale entro sei mesi dall’entrata in vigore della presente legge.

Art. 4

(Responsabilità)

1. I dipendenti pubblici incaricati delle funzioni pubbliche regionali a cui è imputabile l’omissione o il ritardo del procedimento sono passibili di sanzioni pecuniarie irrogate con le procedure e nella misura di cui ai CCNL e decentrati.

2. Resta impregiudicata ogni responsabilità civile, penale, amministrativa e disciplinare connessa ai fatti di cui al presente articolo.

3. Le somme acquisite in applicazione del precedente comma 1 sono conferite al fondo di produttività del personale.

CAPO II

Norme sulla trasparenza per favorire il controllo e la legalità dell’attività amministrativa

Art. 5

(Misure per favorire la trasparenza amministrativa)

1. La Regione, nonché gli Enti, Istituti o Aziende da essa dipendenti o, strumentali, sono tenuti a pubblicare sui rispettivi siti istituzionali, secondo criteri di facile accessibilità, completezza e semplicità di consultazione, le informazioni relative ai procedimenti amministrativi di competenza e, in particolare, dei procedimenti di:

a) autorizzazione o concessione;

b) scelta del contraente per l’affidamento di lavori, forniture e servizi, anche con riferimento alle modalità di selezione prescelta, secondo quanto previsto dal decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 (Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture);

c) concessione ed erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari, nonché di attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere a persone ed Enti pubblici e privati;

d) concorsi e prove selettive per l’assunzione di personale e progressioni di carriera.

2. Le amministrazioni di cui al comma 1 provvedono, inoltre, al monitoraggio periodico del rispetto dei tempi procedimentali, anche per evidenziare eventuali anomalie.

3. Le amministrazioni di cui al comma 1 rendono noto, tramite il sito istituzionale, almeno un indirizzo di posta elettronica certificata, cui il cittadino possa accedere per trasmettere le istanze di cui all’articolo 38 del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n 445 (Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa), e ricevere informazioni sui provvedimenti ed i procedimenti amministrativi che lo riguardano.

4. Le amministrazioni di cui al comma 1, tramite gli strumenti di identificazione informatica di cui all’articolo 65, comma 1 del decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82 (Codice dell’amministrazione digitale), possono rendere accessibili ai soggetti interessati, le informazioni relative ai provvedimenti ed ai procedimenti amministrativi, ivi comprese quelle relative allo stato della procedura, ai relativi tempi ed allo specifico ufficio competente in ogni singola fase.

5. La Giunta regionale, con regolamento da emanarsi entro sei mesi dalla entrata in vigore della presente legge, individua le informazioni rilevanti ai fini della applicazione del comma 1 e le relative modalità di pubblicazione, nonché le indicazioni generali per l’applicazione dei commi 3 e 4 del presente articolo.

Art. 6

(Trasferimento cautelativo)

1. Fatto salvo quanto previsto dalle norme statali vigenti, la Regione procede immediatamente alla sospensione dall’incarico, del dipendente regionale rinviato a giudizio per i reati associativi di tipo mafioso secondo le previsioni dell’articolo 416 bis c.p., nonché al suo trasferimento di sede o alla attribuzione ad altro incarico se condannato con sentenza di primo grado per reati contro la pubblica amministrazione.

2. Il dipendente, per i casi di cui al comma 1, è trasferito ad ufficio diverso da quello in cui presta servizio, con attribuzione di funzioni analoghe, per inquadramento e mansione, a quelle svolte in precedenza.

3. Le disposizioni di cui ai commi 1 e 2 si applicano anche al personale dipendente da altra amministrazione in servizio presso l’amministrazione regionale di cui al comma 1.

4. La sentenza definitiva di condanna pronunziata nei confronti dei dipendenti di cui ai commi 1 e 3, è comunicata al Procuratore regionale della Corte dei Conti.

CAPO III

Misure per la trasparenza e la tracciabilità dell’utilizzazione delle provvidenze economiche erogate dalla Regione Calabria

Art. 7

(Tracciabilità delle sovvenzioni regionali)

1. La Regione Calabria, nel rispetto del principio di trasparenza dell’azione amministrativa, garantisce la tracciabilità dell’utilizzazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari e vantaggi economici di qualunque genere e a qualunque titolo concessi dalla stessa in favore di persone fisiche ed Enti pubblici e privati.

2. La Regione Calabria persegue l’obiettivo della trasparenza anche attraverso la previsione delle modalità di concessione delle provvidenze di cui al comma 1, nonché tramite la verifica della corrispondenza della causale della provvidenza concessa rispetto alla spesa realmente sostenuta dal beneficiario.

Art. 8

(Obblighi del beneficiario)

1. La provvidenza economica concessa dalla Regione deve essere destinata alla specifica causale per la quale è stata attribuita.

2. Al fine della tracciabilità di cui al comma 1 dell’articolo 7, il beneficiario della provvidenza economica regionale è tenuto a esibire idonea documentazione bancaria o postale, comprovante l’effettiva destinazione delle somme ricevute, in relazione alla originaria istanza di ammissione, con indicazione dei dati dei percettori finali.

Art. 9

(Sanzioni)

1. In caso di inosservanza degli obblighi di cui all’articolo 8, la provvidenza economica regionale è revocata e il beneficiario incorre, in via cumulativa, nelle seguenti sanzioni:

a) restituzione della provvidenza economica regionale indebitamente utilizzata;

b) cancellazione dall’Albo dei beneficiari di provvidenze di natura economica di cui al decreto del Presidente della Repubblica 7 aprile 2000, n. 118 (Regolamento recante norme per la semplificazione del procedimento per la disciplina degli albi dei beneficiari di provvidenze di natura economica, a norma dell’articolo 20, comma 8, della legge 15 marzo 1997, n. 59) istituito con deliberazione di Giunta regionale 6 dicembre 2010, n. 770;

c) esclusione da qualsiasi provvidenza economica regionale per i successivi cinque anni, decorrenti dall’accertamento dell’inosservanza degli obblighi previsti dalla presente legge.

Art. 10

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Proposta di legge numero 71/9^, recante: “Partecipazione alla costituzione della Fondazione Francesco Fortugno (Del. n. 137)

Art. 1

(Costituzione della fondazione Francesco Fortugno)

1. Il Consiglio regionale della Calabria partecipa, quale socio fondatore, alla costituenda Fondazione Francesco Fortugno.

2. La Fondazione Francesco Fortugno è costituita con atto pubblico, secondo la vigente normativa.

Art. 2

(Soci fondatori)

1. Sono soci fondatori della Fondazione Francesco Fortugno:

a) il Consiglio regionale della Calabria;

b) la famiglia eredi Francesco Fortugno, complessivamente intesa quale unico soggetto giuridico.

Art. 3

(Scopo)

1. E’ scopo della Fondazione l’attuazione di iniziative intese a promuovere, coordinare e sviluppare attività culturali, di studio, di ricerca, di istruzione, di formazione, di assistenza, di solidarietà sociale, di tutela dei diritti civili, di diffusione della cultura della legalità che favoriscano il progresso scientifico, sociale, culturale e civile seguendo il pensiero e l’agire di Francesco Fortugno.

Art. 4

(Atto costitutivo)

1. Il Presidente del Consiglio regionale o suo delegato, sentito l’Ufficio di Presidenza, sottoscrive lo Statuto, l’atto costitutivo e compie, altresì, gli atti necessari al perfezionamento della partecipazione dell’Ente alla Fondazione.

Art. 5

(Disposizione finanziaria)

1. Il Consiglio regionale concorre alla costituzione dei patrimonio della Fondazione, a seguito della conclusione del procedimento di costituzione, con le risorse che saranno previste nel bilancio 2012 ed allocate all’UPB 8.1.01.02 inerente "Fondi per provvedimenti legislativi in corso di approvazione recanti spese in conto capitale”.

2. Il Consiglio regionale, per le spese di funzionamento e per particolari iniziative promosse dalla Fondazione in conformità degli scopi di cui all’articolo 3, eroga alla Fondazione contributi determinati con deliberazione dell’Ufficio di Presidenza.

3. Agli oneri derivanti dal comma 2 si provvede nei limiti delle disponibilità finanziarie con le risorse allocate nei capitoli 2 e 5 che saranno previste nel bilancio di previsione del Consiglio regionale inerente all’esercizio finanziario 2012 e successivi.

Art. 6

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Ordine del giorno unificato numero 27 del 7 ottobre 2011 degli ordini del giorno di iniziativa dei consiglieri Franchino, Gallo, Morelli “In ordine alla soppressione dei Tribunali minori della Calabria”

“Il Consiglio regionale

premesso che

è stato approvato e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto legge n. 138 del 13 agosto 2011 con il quale, all’art. 1, il Governo è stato delegato ad emanare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge, uno o più decreti legislativi per riorganizzare la distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari al fine di realizzare risparmi di spesa e incremento di efficienza, mediante la riduzione degli uffici giudiziari di primo grado;

l’amministrazione della Giustizia in Calabria è contraddistinta da sue precise peculiarità di natura anche ambientale che impongono specifiche riflessioni che certamente rifuggono da un deterministico ricorso ad astratti criteri e schemi statistici e numerici in considerazione dell’evidenza: che l’attività giudiziaria penale non può prescindere nella regione dal diffuso fenomeno della criminalità organizzata di stampo mafioso che comporta lunghi e complessi processi che spesso interessano un numero molto considerevole di imputati (sovente in stato di arresto con conseguente necessità di costosi trasferimenti) e che finirebbero con il rendere sensibilmente più difficile l’attività dei tribunali metropolitani;

l’attività giudiziaria civile risente di una diffusa litigiosità la quale, in mancanza di locale intervento giurisdizionale, finirebbe con l’essere assorbita da altre "forme di giustizia" che indebolirebbero sempre più la presenza dello Stato sul territorio e mortificherebbero l’esigenza di legittimità pur vivamente avvertita e sollecitata da larghi strati della popolazione;

l’accertamento dell’attività giudiziaria in pochi luoghi, considerate la situazione geografica della regione e le deficienze strutturali della sua rete stradale, comporterebbe non lievi sacrifici ed intoppi a magistrati, personale di cancelleria ed avvocati con ulteriore penalizzazione per il sollecito disbrigo delle pratiche;

soprattutto ostacolerebbe, se non addirittura sopprimerebbe di fatto, l’accesso alla giustizia del comune cittadino esponendolo a disagi notevoli ed allontanandolo altresì per gran parte della giornata dalle sue abituali occupazioni, non solo per l’espletamento di attività specificata mente giurisdizionali (si pensi ai testimoni, alle parti che debbono rendere interrogatorio, ecc.), ma anche per il compimento della semplice richiesta di servizi (certificazioni, registrazioni, vidimazioni, ecc.), il tutto con incidenza diretta sull’economia;

come affermato dall’Organismo Unitario dell’Avvocatura, "un efficiente attuale ed economicamente utile riorganizzazione giudiziaria non si attua attraverso la immotivata soppressione di alcuni tribunali solo perché non aventi sede in capoluogo di provincia, ma piuttosto attraverso la creazione di strutture il più omogenee possibile in termini di territorio, popolazione e organici";

più specificatamente, nei circondari dei tribunali a rischio di soppressione la criminalità organizzata è particolarmente diffusa, come risulta sia dalla ingente attività della Direzione Distrettuale Antimafia che dai numerosi maxi-processi che si sono celebrati e continuamente si celebrano presso tali tribunali; che i carichi di lavoro e le sopravvenienze degli affari (civili e penali) presso detti tribunali è notevole, come emerge dalle statistiche che vengono annualmente rimesse dai vari uffici con il rischio, soprattutto, di allungare ulteriormente i tempi del contenzioso civile;

particolarmente in detti circondari, la viabilità è ridottissima ed in pessime condizioni, onde è già difficile raggiungere l’attuale sede di tribunale, e sarebbe quasi impossibile per i cittadini raggiungere eventuali altre sedi di tribunale accorpanti;

e considerato altresì che la redistribuzione degli uffici giudiziari non razionalizzerebbe certo l’amministrazione della Giustizia che, attese le farraginosità procedurali, ne risulterebbe anzi ulteriormente penalizzata;

inoltre, che nelle more dell’emanazione della legge, sarebbe opportuno consultare, previa idonea concertazione, i Presidenti dei Tribunali, i Presidenti degli ordini forensi, i sindaci dei comuni sedi di Tribunali e quelli degli uffici del Giudice di Pace per una più attenta analisi e valutazione delle conseguenza del provvedimento legislativo emanando e in difesa di territori dalla minacciata soppressione degli Uffici Giudiziari attuata in modo illogico e ingiustificato rispetto all’attuale geografia giudiziaria;

impegna

il governo regionale, nella persona del Presidente della Giunta regionale, a rendersi promotore di un confronto con il Governo nazionale e con il Ministero di Grazia e Giustizia previo coordinamento con gli amministratori e con i Presidenti dei Tribunali interessati prendendo in considerazione la possibilità, prima di avviare la modifica delle circoscrizioni territoriali degli uffici inquirenti e giudicanti, di disporre attraverso i propri uffici, senza maggiori oneri per la finanza pubblica e sentiti il CNF, i Presidenti dei Tribunali interessati, gli ordini professionali territoriali, l’ANCI e le amministrazioni locali interessate, uno studio basato:

a) sulla ricognizione dei costi e dei risparmi effettivi, anche in termini di bilancio sociale e di costi indiretti a carico dei cittadini utenti, derivanti dalle ipotesi di diversa articolazione territoriale rispetto a quella in essere;

b) sulla verifica dell’attuale tempestività nell’erogazione del servizio giustizia ai cittadini e sulle ipotesi previsionali di efficienza ed efficacia del servizi giustizia nelle ipotesi di riassetto territoriale programmato;

c) sul principio della sussidiarietà e prossimità del servizio giustizia;

d) sull’eventuale possibile partecipazione degli enti territoriali interessati ai costi del servizio giustizia.”

Ordine del giorno numero 28 del 7 ottobre 2011 a firma dei consiglieri Fedele, Bilardi, Dattolo, Serra. “Sulla sostituzione del “Corridoio 1 Berlino-Palermo” con il “Corridoio 5 Helsinky- La Valletta

“Il Consiglio regionale

premesso che

da notizie apprese dagli organi di stampa, in occasione dell’analisi del progetto di bilancio comunitario per il 2020 presentato lo scorso 29 giugno a Bruxelles, la Commissione europea avrebbe proposto di cancellare il vecchio "Corridoio 1" Berlino-Palermo, per sostituirlo con un nuovo "Corridoio 5" Helsinky-La Valletta, presentando un documento che modifica l’asse di scorrimento del traffico di merci e passeggeri;

in base alla suddetta modifica, "l’asse" non si muoverebbe più secondo la direttrice nord-sud ma interromperebbe il suo percorso naturale a Napoli, per deviare verso Bari da dove, attraverso una nuova autostrada del mare, si collegherebbe al porto di La Valletta a Malta;

in tale delicata fase, i soggetti a vario titolo coinvolti nella politica di coesione comunitaria, vale a dire il rappresentante italiano Antonio Tajani, il commissario dei trasporti Siim Kallas, il commissario alle relazioni esterne Catherine Ashton, il responsabile delle politiche di vicinato Stefan Fule, nonché il commissario per le politiche regionali Johannes Hahn, hanno ancora margini di manovra per indurre la Commissione ad abbandonare la summenzionata proposta di modifica e ribadire le linee di collegamento dei "Corridoi europei" nella loro versione originale;

la proposta della Commissione, oltre che illogica in quanto non aggiuntiva rispetto all’attuale impostazione del sistema dei trasporti nell’Italia meridionale, sarebbe in violazione dei principi di coesione territoriale, sociale ed economica su cui si fonda il Trattato dell’Unione europea dal momento che, in assenza di un collegamento di primo livello, qualunque infrastruttura realizzata, appaltata o soltanto progettata a sud di Napoli non avrebbe più alcun fondamento economico e diverrebbe antieconomica per definizione;

la realizzazione del "Corridoio 1" Berlino-Palermo è fondamentale per portare a compimento le opere concepite per supportare il traffico previsto su tale snodo intermodale, dall’asse autostradale a quello dell’alta velocità, dal ponte sullo stretto al porto di Gioia Tauro, con particolare riferimento alle infrastrutture ferroviarie e agli altri interventi inseriti nell’accordo di programma quadro (APQ) quali gateway, polo di innovazione della logistica, incentivazioni per le imprese, banda larga, servizi di accoglienza, nuovo terminai intermodale e quant’altro previsto per la realizzazione del nuovo "Distretto logistico";

pertanto, sono necessari ulteriori e determinati interventi del governo nazionale, per il tramite del governo regionale, al fine di scongiurare una pericolosa inversione di tendenza che vanificherebbe investimenti già fatti per miliardi di euro;

impegna

il Presidente della Giunta regionale, onorevole Giuseppe Scopelliti, a ribadire ulteriormente presso il governo nazionale e, segnatamente, il Presidente del Consiglio dei Ministri, il ministro degli Affari Esteri, il ministro dell’Infrastrutture e dei trasporti, un’azione volta alla sensibilizzazione di tutti i rappresentanti istituzionali citati in premessa che, in questa delicata fase, hanno la possibilità di confermare con forza e determinazione il mantenimento delle originarie linee di collegamento dei "Corridoi europei" e, soprattutto, del "Corridoio 1" Berlino-Palermo.”

Mozione numero 53 del 7 ottobre 2011 a firma del consigliere De Gaetano “Sulla situazione dei lavoratori dei centri per l’impiego della Provincia di Reggio Calabria

“Il Consiglio regionale,

premesso che:

si è appreso da un missiva indirizzata al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ed alle altre alte istituzioni nazionali e regionali che in un momento di grave crisi economica senza precedenti 66 dipendenti a tempo determinato presso i CPI della Provincia di R.C. che prestano la loro opera qualificata, alcuni da otto anni, altri da cinque ed altri ancora da tre, per dare i servizi che i centri dell’Impiego devono fornire ai sensi del D.Lgs 23 dicembre 1997 nr. 469 e D.Lgs nr. 181/2000 e successive modifiche, dal 31 dicembre 2011 rischiano seriamente di perdere il proprio posto di lavoro e rimanere insieme alle proprie famiglie senza fonte di sostentamento;

dall’istanza rivolta alla più alta carica dello Stato si sostiene che nonostante una "legge nazionale (più precisamente il DPCM 28/03/2011, provvedimento governativo che, sulla scorta del D.L. n. 225/2010) abbia sancito la proroga di validità delle graduatorie dei concorsi pubblici al 31.12.2011, proprio al fine di evitare l’attivazione e gli oneri di nuove procedure concorsuali", la Provincia di R.C. in attuazione di una delibera di G.P. del 12 aprile 2011 n. 138 (in contraddizione con quelle pregresse adottate e ratificate all’unanimità in Consiglio Provinciale) ha bandito un nuovo concorso il 12 agosto 2011, per le stesse figure professionali e le stesse mansioni svolte dai lavoratori già in servizio. Si precisa in detta istanza, che tale ultima delibera della Giunta Morabito è stata impugnata con ricorso straordinario al Capo dello Stato il 3 agosto 2011, in quanto si assume che la delibera di G.P. del 12 aprile 2011, n. 138 sarebbe contraddittoria ed assunta in violazione di legge ex art 36 D.Lgs 165/2001 oltreché del rispetto delle obbligazioni cristallizzate, tra l’altro, con le delibere di G.P. n. 54 del 25 febbraio 2011 e G.P. n. 105 del 31 marzo 2011 in tema di stabilizzazione dei vincitori del concorso per titoli ed esami espletato nel 2008, attualmente in servizio e di previsione delle stesse figure nella nuova pianta organica dell’ente;

le richieste formulate nella missiva consistono nella proroga contrattuale fino al 31.12.2013 finalizzata al "consolidamento graduale" delle posizioni lavorative come avvenuto nelle altre province calabresi;

da più parti è stato richiesto un confronto ed un’analisi della problematica, tenuto conto di un dato fattuale indiscutibilmente disomogeneo in Calabria. Gli stessi lavoratori dei CPI, per gli stessi profili e mansioni nelle Province di Cosenza, di Catanzaro e Crotone hanno potuto godere di percorsi virtuosi, concertati e graduali di stabilizzazione (i cosiddetti "vecchi" precari dei centri per l’impiego) e, questi stessi enti, ove lo ritengano opportuno, per utilizzare i fondi Por del triennio 2011-2013 potranno fare un nuovo concorso per tutti i disoccupati a differenza di quanto è accaduto a Reggio Calabria dove però, solo apparentemente nel rispetto formale delle norme in tema di discrezionalità amministrativa e dell’autonomia locale, il personale in servizio lamenta che di fatto si "crea precariato su precariato";

in materia dei servizi erogati dai centri per l’impiego calabresi, in occasione tra l’altro, di una risposta ad un’interpellanza formulata dal Vice Presidente del Consiglio regionale, onorevole Alessandro Nicolò datata 12 novembre 2010 da parte dell’Assessore regionale, onorevole Francescantonio Stillitani. Nella nota del 26 novembre 2010, infatti, emerge chiaramente, ancora una volta, la volontà della Regione Calabria di combattere il precariato utilizzando: "specifiche figure professionali a condizione che si attuino procedure di selezione pubblica" [...........] e prevedendo "contestualmente .....piani di stabilizzazione occupazionale da attuarsi sulla base di Piani Triennali come, peraltro, già realizzato da alcune Province". le linee guida del Piano regionale triennale del Lavoro, esplicitano l’impegno della Regione Calabria "all’eliminazione del precariato ed alla possibilità di prevedere dei percorsi di stabilizzazione per gli esperti esterni’’;

in esito alla procedura di selezione ad evidenza pubblica per titoli ed esami bandita il 10.10.2007 conclusasi con la graduatoria pubblicata il 13 giugno 2008 gli odierni dipendenti a t.d. stipulavano con l’Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria (unica tra le province all’epoca ad aver effettuato un concorso pubblico) un rapporto di impiego a termine e venivano destinati a prestare la loro attività lavorativa nell’ambito degli interventi di politiche attive del lavoro a supporto ed integrazione dei servizi svolti dai Centri per l’impiego della Provincia di Reggio Calabria a partire dal 20 giugno 2008. Successivamente la Provincia ha bandito un nuovo concorso, sempre a tempo determinato, a ferragosto nonostante fosse perfettamente valida ed efficace la graduatoria stilata a seguito di precedente selezione ed approvata con Determinazione Dirigenziale n. 1648 del 13.06.2008 al momento (del 30 marzo 2011) dell’approvazione del Piano provinciale del lavoro per il triennio 2011-2013;

la più recente legislazione della Regione Calabria è improntata in tema di favor verso la valorizzazione e lo sviluppo delle professionalità interne (cfr. artt. 16 e 17 L. R. Calabria n. 8/2010) che in tal caso sarebbero già vincitrici di un concorso pubblico per titoli ed esami espletato nel 2008;

in data 8 settembre 2011 il Consiglio dei Ministri n. 153 ha approvato un disegno di legge costituzionale sulla soppressione della Provincia quale ente locale statale (con la conseguenza che le funzioni passerebbero alle Regioni);

potrebbe essere utile e produttivo alla luce degli atti richiamati per affrontare e chiarire la problematica in oggetto aprire un confronto istituzionale "allargato" coinvolgendo anche la Regione Calabria, la Provincia di Reggio Calabria e le rappresentanze dei lavoratori;

tutto ciò premesso e visti gli atti che si richiamano

impegna la Giunta regionale:

ad intervenire per sensibilizzare gli organi preposti su una piattaforma programmatica per la concertazione di ogni iniziativi utili (tra le altre anche la temporanea sospensione del concorso in autotutela) come la convocazione di un tavolo istituzionale tra Regione Calabria (rappresentanti esecutivo e del Consiglio regionale) - Provincia di Reggio Calabria - Rappresentanze sindacali e qualsivoglia ulteriore atto efficace ed opportuno al fine di verificare le modalità attraverso le quali pervenire alla valorizzazione delle esperienze e della professionalità maturata dai lavoratori precari in servizio presso i CPI, anche sulla base di azioni in tal senso mirate e già attuate da altre Province calabresi, nel rispetto delle prerogative, delle competenze e delle rispettive responsabilità tra gli enti, nonché dell’ordinamento vigente.”

Mozione numero 50 del 7 ottobre 2011 a firma del consigliere Giordano “Sul riconoscimento dello stato di calamità a favore delle imprese agricole danneggiate da una forte grandinata ed una tromba d’aria nella mattinata del 19 settembre 2011 che ha interessato l’Area dello stretto compresa tra Gallico, Catona e Arghillà

“Il Consiglio regionale

premesso che

nella mattinata di lunedì 19 settembre 2011 una parte consistente dell’Area dello Stretto compresa fra la Vallata del Gallico e del Catona e la zona di Arghillà sono state interessate da una forte grandinata e una tromba d’aria che hanno provocato notevoli danni alle strutture e produzioni agricole, nonché ai centri abitati e alle infrastrutture viarie;

in particolare i danni hanno interessato principalmente i vigneti dell’area IGT Arghillà, gli agrumeti, gli uliveti, gli anoneti, le piante da frutto e le orticole;

le organizzazioni agricole del settore, dopo attento sopralluogo, hanno segnalato agli organi competenti le conseguenze dell’evento chiedendo nel contempo di attivare tutte le procedure previste per il riconoscimento dello stato di calamità a favore delle imprese agricole danneggiate;

l’area interessata alla perturbazione, alla luce anche degli accadimenti che ciclicamente si succedono (nello specifico nel corso dell’ultimo anno si sono verificati tre eventi, 3 settembre 2010, 1 marzo 2010, 19 settembre 2011 con allagamenti e frane), presenta una condizione morfologica e meteorologica particolare che determina la necessità di ano studio tecnico/scientifico al fine di pervenire all’individuazione di cause e fattori di rischio per porre in essere una azione sistemica finalizzata all’adozione di una serie di interventi e messa in sicurezza dal rischio frane e dal rischio idraulico, realizzando così misure di protezione civile per la salvaguardia della popolazione delle frazioni e dei centri maggiormente esposti;

impegna la Giunta regionale:

ad accelerare le procedure propedeutiche per la dichiarazione dello stato di calamità naturale, sollecitando in tal senso l’acquisizione di quanto di competenza da parte del Dipartimento regionale all’agricoltura e dell’Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria;

ad avanzare richiesta di calamità naturale e in ogni caso a reperire e destinare fondi a titolo di ristoro in favore delle aziende che hanno subito danni e la perdita del raccolto;

ed il Presidente della Giunta a interessare prontamente i dipartimenti regionali della Protezione Civile e dell’Ambiente, con l’ausilio dell’Arpacal e dell’Autorità di bacino regionale attraverso le proprie strutture tecniche/scientifiche, perché pongano in essere studi meteorologici e morfologici delle aree interessate e individuino conseguentemente interventi strutturali che possano eliminare e/o limitare le condizioni di rischio della zona interessata periodicamente agli eventi calamitosi.”