IX^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
23.
SEDUTA DI VENERDI’ 7 OTTOBRE 2011
PRESIDENZA
DEL PRESIDENTE FRANCESCO
TALARICO
La seduta è aperta. Si dia lettura del verbale della seduta precedente.
Legge il verbale della seduta precedente.
(E’ approvato)
Legge le
comunicazioni.
(Sono
riportate in allegato)
Legge le interrogazioni e le mozioni
presentate alla Presidenza.
(Sono riportate in allegato)
Possiamo procedere con l’ordine del
giorno. Chiedo ai colleghi di fare un po’ di silenzio per dare inizio ai lavori.
Ha chiesto
di parlare l’onorevole Bova. Ne ha facoltà.
Presidente,
per la parte riguardante le interrogazioni a risposta immediata chiedo
l’inserimento all’ordine del giorno della seduta odierna della interrogazione
numero 161/9^, presentata il 1° agosto scorso a mia firma e degli onorevoli
Adamo e Tripodi, riguardante i divulgatori agricoli.
L’interrogazione è rivolta al Presidente
della Giunta nonché all’assessore alle politiche agricole.
Si tratta di una interrogazione presentata
il 1° agosto, con protocollo numero 38444. Non era chiesta la risposta
immediata, adesso lei chiede che sia inserita come risposta immediata.
Possiamo inserirla all’ordine del giorno in
modo tale che venga data risposta nell’ora dedicata alle interrogazioni a
risposta immediata.
Pongo ai voti la richiesta di inserimento
all’ordine del giorno.
(Il
Consiglio approva)
Ha chiesto di parlare l’onorevole Gallo. Ne
ha facoltà.
Signor Presidente, signori consiglieri, intervengo per chiedere l’inserimento all’ordine dei lavori di un ordine del giorno relativo alla soppressione dei tribunali minori.
Sapete che c’è un provvedimento nella
finanziaria nazionale che sopprime i tribunali
minori. In una regione difficile come la Calabria ciò
potrebbe rappresentare simbolicamente un grave arretramento nei confronti della
criminalità
organizzata che è imperante nella nostra regione.
Credo sia giusto che il Consiglio regionale
non si proponga soltanto di contrapporsi a questa decisione del Governo, ma che
impegni in merito
La nostra è una terra difficile. Attraverso
questa decisione, i risparmi dello Stato non sarebbero proporzionali rispetto
al grave danno, al grave nocumento che ne avrebbe la nostra regione nel momento
in cui ci fosse un simbolico arretramento da parte delle Istituzioni nei
confronti del territorio e della criminalità locale. Grazie.
La mozione è già stata distribuita ai
consiglieri? Va bene. Ha chiesto di parlare l’onorevole Morelli. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, naturalmente quanto esposto dal collega onorevole Gallo trova anche in noi una sensibilità ed una accortezza immediata.
Abbiamo già presentato agli uffici e al tavolo della Presidenza - quindi alla sua attenzione, Presidente - l’inserimento all’ordine dei lavori dell’ordine del giorno relativo alla soppressione e all’accorpamento dei tribunali di Castrovillari, Lamezia Terme, Paola e Rossano che sono presidi indispensabili per l’emanazione della giustizia.
E’ già alla sua attenzione.
Ha chiesto
di parlare l’onorevole Franchino. Ne ha facoltà.
Presidente, vorrei solo aggiungere che un ordine del giorno analogo è stato già presentato questa mattina, a mia firma, ed è già protocollato. Ringrazio i colleghi Gallo e Morelli. Mi auguro ci sia una condivisione su questo ordine del giorno e che lo si possa discutere in tempi brevissimi, se non stamattina anche nella prossima seduta di Consiglio regionale, per addivenire ad una condivisione dello stesso.
L’ordine del giorno è già protocollato e, quindi, vorrei che venisse portato all’attenzione dei due colleghi. Grazie.
Ha chiesto
di parlare l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.
Presidente, anche io intervengo per chiedere l’inserimento all’ordine del giorno di una mozione, annunciata nelle comunicazioni, che riguarda l’evento climatico che si è verificato il 19 settembre a Reggio Calabria.
Con questa mozione si chiede una
sollecitazione per l’accertamento
delle condizioni per la dichiarazione dello stato di calamità e, soprattutto,
delle misure che prevedono che la Regione, attraverso i dipartimenti ambiente e protezione
civile, stabilisca – vista la ciclicità e l’area che è sempre la stessa ad
essere colpita – che si pongano in essere uno studio e delle misure strutturali
per risolvere il problema.
Analogamente, anche io avevo predisposto un
ordine del giorno inerente la soppressione dei tribunali di Palmi e Locri che,
a questo punto, potrebbe essere assorbito in un unico ordine del giorno, visto
che i colleghi Gallo, Morelli e Franchino hanno proposto lo stesso tema
scottante. Ovviamente, questa Assemblea deve con forza ribadire la necessità di
non perdere importanti pezzi di presidio di legalità e di indagine sul
territorio, in un momento in cui deve essere ancora più forte il livello di
guardia e ancora più forte l’azione di contrasto contro le associazioni ‘ndranghetistiche.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Fedele. Ne
ha facoltà.
Brevemente, Presidente,
per comunicare che ho presentato, insieme ai colleghi capogruppo della maggioranza, e mi auguro che possa essere accolto
anche dai colleghi della opposizione una volta
valutato, un ordine del giorno a sostegno delle
iniziative della Giunta e del Governo nell’interesse della realizzazione del
Corridoio 1 Berlino-Palermo, affinché non venga
preferito l’altro Corridoio, Helsinky-La Valletta.
Ho già
depositato questo ordine del giorno e vorrei che fosse inserito all’ordine dei
lavori della seduta odierna e, possibilmente, che venga approvato al momento
opportuno, quando lei lo riterrà.
Riassumiamo:
c’è la proposta di inserimento di un ordine del giorno sui tribunali dei minori
da parte degli onorevoli Gallo, Morelli e Franchino. Sarebbe opportuno
predisporre un ordine del giorno unificato delle tre versioni presentate per
procedere, poi, a votarlo nella seduta di oggi.
Se, invece,
non riuscissimo a votarlo nella seduta odierna, potremmo farlo nella seduta del
17 ottobre.
Pertanto,
lo inseriamo all’ordine del giorno così come è stato proposto. Lavorate per
predisporre un ordine del giorno unico, dopo di ché se possibile procederemo
alla sua approvazione in questa seduta, altrimenti lo rinvieremo alla prossima
seduta.
Pongo in
votazione l’inserimento all’ordine del giorno dell’ordine del giorno proposto dall’onorevole Gallo.
(Il
Consiglio approva)
Pongo in
votazione anche la richiesta di inserimento all’ordine del giorno della
mozione, avanzata dall’onorevole Giordano.
(Il
Consiglio approva)
Pongo in
votazione la proposta di inserimento all’ordine dei lavori dell’ordine del
giorno sul Corridoio 1 Berlino-Palermo, avanzata dal
consigliere Fedele.
(Il
Consiglio approva)
Ha chiesto
di intervenire l’onorevole De Gaetano, ne ha facoltà.
Grazie, Presidente,
anche io volevo chiedere di inserire all’ordine del
giorno una mozione per istituire un tavolo regionale
per risolvere la situazione di 66 lavoratori a tempo
determinato dei Centri per l’impiego della Provincia di Reggio Calabria.
Su questo
argomento non ci sono interventi, pertanto pongo in votazione la richiesta di
inserimento all’ordine del giorno.
(Il
Consiglio approva)
Le mozioni
sono tutte inserite. Iniziamo con l’ordine del giorno che vede la prima ora
dedicata alle interrogazioni a risposta immediata.
Ci sono una
serie di argomenti trattati dalle interrogazioni.
Sulla prima interrogazione a risposta immediata numero 136 dell’8.06.2011 a firma dei consiglieri Guccione, Aiello F., De Gaetano, non vedo presente l’assessore all’agricoltura.
Se siete d’accordo, onorevoli colleghi, è rinviata alla prossima seduta di Consiglio regionale.
E’ deciso che, in mancanza dell’assessore competente a rispondere, l’interrogazione è rinviata alla prossima seduta di Consiglio regionale. Questo ragionamento vale per la prima interrogazione, numero 136/9^.
Andiamo avanti con la seconda.
Do lettura della seconda
interrogazione a risposta immediata numero 137 del 9.06.2011 a firma del
consigliere Aiello F. “Sulla chiusura del reparto di neurologia dell’Ospedale
G. Compagna di Corigliano Calabro”: “Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere – premesso che:
nei giorni scorsi è stato chiuso il reparto di Neurologia
dell'Ospedale “G. Compagna” di Corigliano Calabro;
il
reparto di Neurologia dell'Ospedale di Corigliano rappresenta l'unico in
provincia ad eccezione di quello ubicato presso l'Azienda ospedaliera di
Cosenza;
il
numero già risicato di medici si è drasticamente ridotto a una sola unità a
seguito di frequenti e ripetuti infortuni sul lavoro;
fino
al giorno della chiusura il Reparto di Neurologia avrebbe dovuto contare, sulla
carta, su 16 posti-letto, ma le croniche carenze strutturali e, soprattutto, di
personale, ne hanno reso operativi solo otto;
il
Reparto di Neurologia dell'Ospedale di Corigliano serve un’utenza molto vasta
con 450 ricoveri e 3500 prestazioni l'anno -:
se
quanto esposto nelle premesse corrisponda al vero;
se,
qualora fosse accertata la veridicità di quanto sopra, non si ritenga
inammissibile che un Reparto di Neurologia, che esegue oltre 350 ricoveri e
3500 prestazioni l'anno, venga chiuso con tanta leggerezza;
se
non si ritenga indispensabile mantenere il Reparto di Neurologia dell'Ospedale
di Corigliano;
quali
iniziative immediate ed urgenti intende adottare, anche nella sua veste di
Commissario della sanità calabrese, onde assicurare che, anche nella Sibaritide, sia pienamente garantito il diritto alla salute
e salvaguardato il valore e la centralità del diritto alla cura nelle politiche
di risanamento e riorganizzazione del sistema sanitario regionale.”
La parola all’onorevole Aiello. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente, con questa interrogazione si
chiede di sapere come il Presidente Scopelliti, in qualità di Commissario alla
sanità, intenda dare delle risposte a quel territorio su un reparto così
delicato per il quale è stata prevista la chiusura e l’interruzione del
servizio, tenendo presente che quello è un ospedale, praticamente tagliato
dalla SS 106, che non ha la possibilità di
offrire una buona risposta sanitaria a quel
territorio e che quel reparto, in particolare, doveva contare 16 posti letto.
Poiché in quell’ospedale c’è, di fondo, una carenza strutturale e,
soprattutto, di personale hanno reso operativi solamente 8 posti letto. Quel
reparto, però, serve una utenza che va dai 450 ricoverati alle 3.500
prestazioni in un anno.
Quindi, come si fa a supplire alla carenza strutturale di un servizio che
è fondamentale per il funzionamento di un ospedale? La chiusura di quel reparto
costa moltissimo alla popolazione e alla provincia di Cosenza, soprattutto al
territorio della Sibaritide che non riuscirà ad avere
risposte ed ubicazioni in altri ospedali che sono saturi riguardo questa
specialistica.
La
parola al Presidente della Giunta regionale.
Presidente e colleghi, in merito
a quanto indicato in oggetto si precisa che l’U.O. di Neurologia del Presidio
ospedaliero di Corigliano Calabro non è mai stata chiusa, ma a seguito della
proposta del direttore della stessa U.O. datata 18 maggio 2011 sono stati
sospesi i ricoveri a causa dell’assenza di ben tre medici su un totale di
quattro assegnati.
In
particolare, si precisa che due medici erano assenti per infortunio sul lavoro e l’altro per malattia.
Il
direttore del presidio ospedaliero ha comunque disposto, nelle more della piena
ripresa funzionale della U.O., che i pazienti affetti da patologie neurologiche
fossero assistiti presso l’unità operativa di medicina dello stesso presidio
ospedaliero afferente la stessa Afo (Aree funzionali
omogenee).
Inoltre,
si comunica che la direzione generale, così come dice il direttore, nella
persona del commissario straordinario Scarpelli, è in attesa delle
conclusioni della Commissione interna all’uopo
costituita per evidenziare eventuali criticità presenti all’interno della Unità
operativa derivanti da un clima di conflittualità che ha generato ricorsi
presso l’Autorità giudiziaria.
Qualora
fossero evidenziati comportamenti non consoni propri della dirigenza medica si
provvederà senza indugio ad assumere provvedimenti conseguenti a tutela
dell’utenza, dell’Asp e della Regione stessa.
Grazie al Presidente
Scopelliti. Prego, onorevole Aiello ha un minuto di tempo per esprimere la sua
soddisfazione o meno.
Grazie,
Presidente, spero che quanto detto dal Presidente Scopelliti
possa essere attuato al più presto affinché si possa tornare a quei 16 posti
letto e garantire quelle prestazioni che sono di numero abbastanza elevato e, per la provincia
di Cosenza, di fondamentale importanza.
Si
passa alla interrogazione a risposta immediata numero 138 del 10.06.2011
a firma del consigliere Giordano “Sullo stato dei pagamenti a favore delle
farmacie ricadenti nell’ambito della ASP n.
(Interruzione)
Il Presidente della Giunta chiede che l’interrogazione venga discussa nella prossima affinché possa fornire dati precisi. Quindi fra 10 giorni, onorevole Giordano.
Si può trattare anche nella prossima seduta, tenendo conto che questa è una questione antica che ho sollecitato e vorrei che venisse una volta per tutte chiarita in particolare per quanto attiene il codice identificativo di gara (CIG) che per le farmacie non è dovuto.
Sono disponibile a trattarla nella prossima seduta. Grazie.
La prossima interrogazione a risposta
immediata di cui do lettura è la numero 139 del 14.06.2011 a firma del
consigliere De Gaetano “In ordine alla situazione del personale ex LSU ed LPU
della Regione Calabria” che così recita: “Al Presidente della Giunta
regionale e all’assessore al personale. Per sapere – premesso che:
per
garantire il più corretto utilizzo del personale ex Lsu/Lpu, assunto a tempo
indeterminato con contratto part-time alle dipendenze della Regione ai sensi e
per gli effetti del D.D.G. n. 20267 del 4 dicembre
2008, il Consiglio regionale della Calabria ha approvato la legge regionale 26
febbraio 2010, n. 8;
la
legge regionale n. 8/2010 ha previsto per il personale ex Lsu/Lpu l'incremento
delle ore lavorative, con il passaggio dell'impiego da
in
seguito al ricorso proposto dal Governo nazionale,
il
personale ex Lsu/Lpu ricopre mansioni significative all'interno dell'apparato
burocratico dell'ente ed ha maturato nel corso degli anni professionalità e
competenze divenute indispensabili al funzionamento dei dipartimenti regionali;
attraverso
la legge regionale n. 8/2010 il Consiglio regionale della Calabria aveva anche
inteso sanare una situazione di diritti negati da anni presente negli uffici
dell'ente, raccogliendo le legittime rivendicazioni dei lavoratori;
la
sentenza della Corte costituzionale ha generato una comprensibile situazione di
malessere nel personale ex Lsu/Lpu, improvvisamente restituito, a più di un
anno di distanza dall'entrata in vigore della legge regionale, alla situazione
di disagio precedente la norma -:
se non ritengano opportuno adoperarsi affinché sia
individuata attraverso apposita delibera di Giunta una soluzione che miri a
risanare ciò che veniva previsto dalle legge n. 8/2010, rispondendo così alle
legittime aspettative di questi lavoratori”.
Prego, onorevole De
Gaetano.
Questa interrogazione, Presidente, riguarda il personale ex Lsu-Lpu che è stato stabilizzato dalla Regione Calabria nella scorsa legislatura, attraverso la legge regionale numero 8 del 26 febbraio 2010.
Come sapete e come sa l’assessore, ovviamente, questa legge è stata impugnata dal Governo
nazionale e, poi,
Chiediamo alla Giunta regionale di risolvere questo problema. Ai lavoratori, stabilizzati con quella legge regionale, è
stato aumentato il monte ore settimanale da
Conosciamo
lo sforzo che sta portando avanti l’assessore Tallini per trovare una soluzione
giuridica, ma al momento non si sa se a questi lavoratori è riconosciuto il
monte ore di 36 ore o dovranno ridursi le ore a 24.
So che
La Corte
costituzionale ha sancito l’illegittimità di
questa legge perché ha ritenuto che attraverso una legge non si possano
aumentare le ore dei lavoratori.
Chiediamo,
assessore, che la Giunta regionale con delibera risolva giuridicamente questa
questione consentendo continuità lavorativa e, soprattutto, di dare una
certezza a questi lavoratori che, si può capire facilmente, sono in una
situazione di difficoltà perché non sanno se dall’oggi al domani torneranno a
24 ore.
Questo
significa che lo stipendio sarà quasi dimezzato con grave danno non solo ai
lavoratori ma anche alla Regione Calabria. L’assessore sa benissimo - l’ha sempre dimostrato e detto
- che questi lavoratori hanno salvato nella sostanza il dipartimento.
Da quando non ci sono più i “Why not”,
questi nuovi assunti, in sostanza, stanno portando avanti i dipartimenti
regionali.
Chiediamo alla Giunta regionale,
all’assessore e al Presidente di attivarsi, attraverso la predisposizione delle
dovute analisi giuridiche, per una delibera che riporti tranquillità a questi
lavoratori e consentire che formalmente passino dalle 24 alle 36 ore,
riconoscendo stabilità lavorativa a questi oltre 300 lavoratori che
rappresentano un numero importante per
Ha chiesto di parlare l’assessore Tallini.
Ne ha facoltà.
Soltanto per puntualizzare delle cose
che dovrebbero essere note a tutti i colleghi ed al collega De Gaetano che
ringrazio per l’interrogazione posta che, ritengo, sia mirata a trasmettere tranquillità ai tanti lavoratori
preoccupati.
Come l’onorevole De Gaetano ben sa ed ha ricordato, il provvedimento di stabilizzazione era contenuto nel collegato alla
finanziaria, approvato con la legge regionale numero 8 del 2010,
successivamente cassata dalla Corte costituzionale.
Il concetto era questo: a nostro avviso, una
norma corretta e giusta della precedente amministrazione regionale è stata
inserita nell’ambito di un provvedimento omnicomprensivo, nel quale, però, sono
state anche inserite delle norme che, dal punto di vista della legittimità,
avevano più di qualche lacuna.
Credo che la Corte Costituzionale,
esaminando il provvedimento, abbia confuso la stabilizzazione degli Lsu o ex Lsu-Lpu con altri
provvedimenti che erano poco inerenti.
Ritenendo legittimo l’atto di stabilizzazione,
operato dalla precedente amministrazione, nel momento in cui è stata cassata la
legge di stabilizzazione degli ex Lsu-Lpu, ci siamo
assolutamente preoccupati di risolvere la problematica, nonostante la cautela
degli uffici che avevano sospeso il pagamento delle ore nel frattempo estese a
36. Con mia lettera, in qualità di assessore al personale, ho dato disposizione
agli uffici che, comunque, venisse erogata per intero la retribuzione, corrispondente,
fra l’altro, al lavoro espletato. Gli Lsu e Lpu oggi fanno 36 ore settimanali
ed era giusto che venissero pagati anche per questo.
Sulla scorta della convenzione e del
convincimento della legittimità della stabilizzazione - sappiamo benissimo che
non era una stabilizzazione ma era una estensione di orario, perché erano stati
già stabilizzati con precedenti atti - abbiamo promosso un tavolo tecnico in
cui si è deciso di difendere l’attuale posizione dei lavoratori ex Lsu e Lpu.
Voglio rassicurare che, da questo punto di
vista, non abbiamo voluto strumentalizzare un atto che per noi, anche se
assunto dalla precedente amministrazione, era ed è tutt’ora considerato
legittimo, soprattutto perché riguarda centinaia di lavoratori che in questo
momento si aspettano un po’ di tranquillità.
E’ interesse anche dell’ufficio e
dell’assessorato, del dipartimento che rappresento, valorizzare al massimo
queste professionalità.
Sappiamo che, delle volte, vengono
utilizzati in mansioni e livelli che non sono compatibili con i loro titoli di
studio e le loro professionalità.
Questo è l’impegno che assumiamo,
soprattutto perché sappiamo che si tratta di una parte di lavoratori che vive
da tanti anni in condizioni di precariato e a cui va data la massima attenzione.
Ha chiesto di parlare l’onorevole De Gaetano. Ne ha facoltà.
Ovviamente, sono soddisfatto per le parole del l’assessore Tallini. Ci auguriamo che alla buona volontà che ha dimostrato sul campo - perché quella lettera l’abbiamo apprezzata – segua un atto deliberativo della Giunta regionale che possa risolvere il problema.
Ci dichiariamo soddisfatti, in attesa, però, del riscontro definitivo.
Si passa all’Interrogazione a
risposta immediata numero 140 del 14.06.2011 a firma del consigliere Tripodi
“In ordine alle procedure che sono state attuate per selezionare le compagnie
aeree sostenute con incentivi pubblici della Regione Calabria e/o di altre
istituzioni” di cui do lettura: “Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere -
premesso che:
la
prospettiva di ampliamento della compagine sociale della SOGAS attraverso
un'attività di implementazione dei voli aeroportuali che, di conseguenza,
favorirebbe un sicuro allargamento del bacino di utenza all'area siciliana,
rappresentano certamente obiettivi strategici essenziali per un progetto di
sviluppo dello scalo aeroportuale dello Stretto;
tali
finalità impongono, però, di operare delle selezioni con particolare metodo ed
oculatezza. Difatti, le compagnie aeree devono innanzitutto possedere requisiti
di affidabilità sia dal punto di vista della qualità dei servizi (puntualità,
sicurezza, accoglienza) sia dal punto di vista della solidità economica;
in
diverse, recenti occasioni la compagnia Eagles airlines
(adesso “Prima Aerotrasporti
Italiani”), sostenuta proprio dalla Regione Calabria, ha destato davvero
molte perplessità soprattutto in termini di affidabilità dacché la improvvisa
cancellazione dei voli o i notevoli ritardi in arrivo e in partenza hanno
comportato gravi disagi all'utenza, con conseguente inevitabile caduta di
credibilità della Compagnia medesima;
vicende
come questa non possono passare inosservate, soprattutto in previsione dei
preannunciati nuovi affidamenti, quali quello della compagnia aerea Blue disdicevoli dell'altro sopra citato vettore
-:
con
quali procedure, gare o manifestazioni di interesse, sono state selezionate le
compagnie aeree (Eagles
Airlines e Blue Panorama) sostenute
con incentivi pubblici delle Regione Calabria e/o di altre istituzioni;
sulla
base di quali criteri di affidabilità, anche economiche, sono stati individuati
i nuovi vettori affidatari del servizio di trasporto aereo”.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Tripodi. Ne ha facoltà.
Onorevole Sarra, avrei voglia di dirle
“Si illustra da sé”, ma è bene quando si presenta una interrogazione
illustrarla per far capire quali sono le condizioni di cui ci troviamo
a dibattere.
La considerazione di dover fare una
interrogazione sui disservizi, ritardi e quant’altro è nata perché - dato che
lei oltre ad essere un componente della Giunta è anche un avvocato lo
comprenderà - la modifica della “112/2010” dice espressamente che “l’erogazione
di contributi effettuata direttamente a favore di vettori aerei da parti degli
enti locali attraverso contratti di sponsorizzazione deve ritenersi vietata”.
Se questa è la motivazione della legge del
2010 e la delibera è stata successiva, in prima battuta le chiedo come mai è
stata fatta questa assegnazione. Peraltro, da quel che mi risulta, senza una
indizione di gara.
La parola al sottosegretario alle riforme, Alberto Sarra.
L’interrogazione è puntuale e pregnante. Non sfugge al rigore
dell’onorevole Tripodi la circostanza che le procedure per la selezione di
affidamento alle compagnie aeree vengano svolte come lui sa dalla compagnia di
gestione.
Quindi, è la società di gestione dell’Aeroporto dello Stretto che
seleziona sulla base dei criteri previsti, peraltro, dalla normativa nazionale
e dall’Enac, dall’Enav e da tutti gli enti che
comunque incidono ed hanno una competenza sulla questione. La selezione è squisitamente opera della compagnia di
gestione, quindi della Sogas.
Per far sintesi è immediata.
La procedura per la selezione delle compagnie aeree – rispondo
alla puntualità della interrogazione - è
opera e competenza esclusiva delle società di gestione, quindi nella
fattispecie della Sogas.
Se, poi, posso permettermi, vista la sollecitazione che viene
dall’interrogazione, mi permetto di aggiungere qualcosa in prospettiva: Il dipartimento
delle attività produttive della Regione Calabria sta predisponendo ai sensi
della “
Interverrà successivamente ai sensi della “
Questo consentirà l’ampliamento dello
spettro delle società e delle compagnie aeree che opereranno nello scalo
dell’aeroporto dello Stretto e dovrebbe consentire, di conseguenza, una
riduzione dei limiti tariffari di tutte le compagnie che operano nello scalo
stesso.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Tripodi
per dire se è soddisfatto o meno della risposta. Ne ha facoltà.
Onorevole Sarra, mi dichiaro in parte
soddisfatto. Per la seconda parte non mi posso dichiarare totalmente
soddisfatto perché ero sicuro che mi avrebbe risposto in questo modo.
Ci sono due sentenze, una della Corte dei conti della Lombardia e una determinazione della Comunità
europea, in cui si
attesta testualmente che l’ente locale, benché dia fondi alla società di
gestione o ad altre società per fare sponsorizzazioni, ha il dovere di
verificare procedure di assegnazione e il ritorno di immagine ed economico che
ha verso
Cosa che questo a mio avviso non è stata fatta.
Si
passa alla interrogazione a risposta
immediata numero 143 del 17.06.2011 a firma del consigliere Giordano “Sullo
stato dei pagamenti a favore delle cooperative sociali che operano nel settore
della salute mentale e del servizio di assistenza domiciliare integrata (ADI)
ricadenti nell’ambito dell’ASP n.
Penso che sia molto simile alla precedente per cui la svolgeremo giorno 17.
(Così resta stabilito)
Si passa alla interrogazione a risposta immediata numero 144 del 17.06.2011 a firma dei consiglieri Guccione, Franchino “Sulla realizzazione dell’Aeroporto di Sibari”.
C’è qualcuno che risponde su questa interrogazione? Allora la rinviamo al prossimo Consiglio.
(Così resta stabilito)
Anche l’interrogazione a risposta immediata numero 145 del 17.06.2011 a firma del consigliere Talarico D. “In ordine al bando POR FSE finalizzato alla concessione di borse di studio ai ricercatori calabresi”, viene come le precedenti rinviata perché è assente l’onorevole Talarico Domenico e quindi andrà alla seduta del 17 Ottobre.
(Così resta stabilito)
Si passa all’interrogazione a risposta immediata numero 147 del 26.06.2011 a firma dei consiglieri De Masi, Giordano, Talarico D. “In ordine all’adozione da parte dei comuni costieri dei PCS (Piani Comunali di Spiaggia)” di cui do lettura: “All’assessore all’urbanistica e governo del territorio. Per sapere – premesso che:
l’inizio della stagione estiva rischia di riproporre, anche quest'anno, problemi di accessibilità e di qualità dei servizi sulle spiagge della Calabria;
da una prima ricognizione, sembrerebbe che l’applicazione delle norme contenute nella legge regionale 17/2005 (Norme per l'esercizio della delega di funzioni amministrative sulle aree del demanio marittimo), per larga parte sarebbero state ad oggi disattese;
circa la metà dei comuni costieri calabresi ancora non avrebbe adottato i Piani Comunali di Spiaggia (PCS) previsti dalle norme di cui sopra, ovvero l’iter amministrativo non si sarebbe ancora concluso per poter parlare di effettiva vigenza degli stessi;
la legge 17/2005 fissava il primo
termine di scadenza per la redazione dei PCS da parte di tutti i Comuni
calabresi al 12 ottobre 2007, dopodiché
in questi anni una serie di proroghe concesse dalla Regione, ultima quella stabilita in sede di approvazione del bilancio di previsione 2011, che estende gli effetti della moratoria a tutto l'anno in corso, hanno di fatto vanificato il buon proposito della legge e del PIR (Piano di Indirizzo Regionale) di dotare, uniformemente e complessivamente, il territorio calabrese di strumenti di regolamentazione delle attività collegate alla balneazione nelle aree del demanio marittimo e di tutela ambientale del medesimo, oltretutto indispensabili per una razionale e corretta gestione del territorio a fini turistici;
ad oggi, il quadro che emerge è quello di una copertura a macchia di leopardo del territorio regionale, per quanto attiene all'adozione e/o alla vigenza dei PCS, mentre l'inizio della stagione turistica, già segnata da un calo significativo delle prenotazioni, avrebbe richiesto una disciplina omogenea degli usi afferenti il demanio marittimo;
anche laddove i Piani sono stati adottati, se non altro per la mancanza di controlli da parte delle autorità preposte, persistono elementi di criticità in ordine alle distanze tra i lidi, alle garanzie di accesso, in particolare per i disabili, ai prezzi che vengono praticati per l'erogazione dei servizi, alla salvaguardia di spazi di libera balneazione, solo per citarne alcuni, tali da configurare una vera e propria forma di privatizzazione surrettizia delle aree del demanio affidate alla gestione degli operatori di settore -:
se corrisponde al vero che circa la metà dei comuni costieri calabresi è ancora sprovvisto dei Piani Comunali di Spiaggia previsti dalla legge regionale 17/2005;
se ed in che misura
se non sia il caso di adottare una politica più rigorosa nei confronti dei comuni costieri ancora sprovvisti degli strumenti di pianificazione territoriale di che trattasi, anche ai fini di un rilancio del settore turistico, che, per quanto vitale, presenta inequivocabilmente i segni di una preoccupante crisi;
quali iniziative si intendono assumere presso le autorità competenti, a cominciare della Capitanerie di porto, per sollecitare i dovuti controlli sull'osservanza della legislazione vigente in materia e delle stesse norme contenute nei Piani di spiaggia adottati, da parte dei beneficiari di concessioni sul demanio marittimo svolgenti attività di gestione turistica delle spiagge.”
Prego, onorevole Giordano.
Grazie, Presidente, questa è una interrogazione che avevamo presentato il 26 giugno all’avvio della stagione balneare e turistica, che anche quest’anno ha presentato tutta una serie di pesanti criticità che hanno messo in crisi un settore trainante che ha bisogno di certezze; così come è necessario arrivare e pervenire ad una strategia di pianificazione certa rispetto alla legge regionale numero 17 del 2005, che prevede l’adozione da parte dei comuni costieri dei piani spiaggia.
Quello che noi abbiamo sottolineato
con questa interrogazione è che si è andati avanti con un sistema di proroghe
rispetto a tanti comuni calabresi e per contro non è stata mai adottata una
politica rigorosa che costringesse i comuni inadempienti ad adottare, anche
attraverso l’istituto del commissario ad acta, i piani spiaggia e, comunque, un sistema di
verifiche, cominciando dall’auspicata sinergia tra
Tanto premesso, chiediamo all’assessore
Aiello una riposta in merito, anche se la stagione balneare 2011 è conclusa
perché non vorremmo che le stesse situazioni di criticità si potessero
ripercuotere sulla prossima stagione turistica.
La parola all’assessore Aiello.
Questa amministrazione, già all’atto
dell’insediamento, è intervenuta su un argomento così scabroso che nel corso
degli anni non ha mai trovato o riscosso grande interesse da parte delle
amministrazioni che ci hanno preceduto, tant’è che il dipartimento, già dal giugno 2010, ha iniziato ad ascoltare
tutti i comuni costieri interessati ed ha provveduto, nel corso del tempo, a
stilare una prima relazione di conoscenza dell’attuale situazione al 2010.
Leggo testualmente: per quanto riguarda le varie province, su 25 comuni
costieri, di Catanzaro
solo 3 avevano approvato i Piani comunali di spiaggia; a Cosenza, su 37 comuni, solo 14 li avevano approvati;
a Crotone su 8 solo 2; a Reggio Calabria su 37 solo
7; a Vibo Valentia invece su 9
comuni non ne è stato approvato nessuno.
In totale,
ad agosto 2010,
Che cosa è
successo? Che da questo monitoraggio è venuto fuori un aspetto importante: in
parecchi comuni il commissariamento, nel
senso stretto del termine, non ha dato i risultati sperati.
Il dipartimento, giustamente, ha pensato di continuare nella gestione
dell’ascolto e dell’accompagnamento delle varie realtà anche per tutto il 2010,
tant’è che a luglio 2011 si è riscontrato un relativo miglioramento rispetto al
2010.
Nella provincia di Catanzaro sui soliti 25
comuni sono stati approvati 6 piani spiaggia invece dei 3 dell’anno precedente.
Nella provincia di Cosenza su 37 comuni sono stati approvati 18 piani spiaggia,
contro i 14 dell’anno precedente; nella provincia di Crotone 5, rispetto ai 2
dell’anno precedente; nella provincia di Reggio Calabria 10, contro i 7
dell’anno precedente, e ancora una volta nella provincia di Vibo Valentia
nessun comune.
Quindi, praticamente, in percentuale si è
arrivati quasi al 49 per cento dei Piani spiaggia approvati nella provincia di
Cosenza, al 24 per cento in quella di Catanzaro, al 63 per cento in quella di
Crotone, al 27 per cento in quella di Reggio Calabria e ancora zero, invece, i
Piani spiaggia nella provincia di Vibo Valentia.
Il dato che è emerso, veramente scabroso, è
che in quest’ultima provincia, nonostante le riunioni tenutasi al dipartimento,
la maggior parte dei piani redatti dai comuni costieri non risultavano conformi
alla legge regionale numero 17 del 2005 e, quindi, si è dovuto, nel corso di
questi mesi, dare particolare attenzione alla provincia di Vibo Valentia perché
i comuni e gli uffici tecnici siano supportati amministrativamente a redigere i
piani spiaggia.
Ripeto: in generale, ci sono state altre
cause di ritardo per quanto riguarda i Piani spiaggia, dovute principalmente
alla interpretazione della norma, alla mancata acquisizione di pareri richiesti
agli enti, province e sovrintendenza per i beni ambientali, oltre a fatti
legati a processi politici inerenti le elezioni amministrative o la mancata
condivisione di scelte e strategie.
Abbiamo notato, oltretutto, che nella
provincia di Catanzaro era richiesta la Valutazione ambientale strategica (Vas), anche per la redazione di piani spiaggia.
Con la collaborazione del dipartimento
regionale all’ambiente siamo riusciti a chiarire che non c’è la necessità di
richiedere la Vas per le pianificazioni di che
trattasi e, quindi, sono state accelerate le procedure.
Da settembre 2010, anche tramite una nota
stampa, il dipartimento ha provveduto a chiarire che ulteriori riunioni di
ascolto si sarebbero tenute presso i locali del dipartimento, per dar seguito
alle esigenze di altri comuni.
Alla luce dei risultati positivi che si sono
ottenuti con l’attività di ascolto e di accompagnamento è partito questo
secondo ciclo di verifiche che si concluderà, speriamo, verso la fine
dell’anno. Nel quadro di tutte le attività, il dipartimento è convinto, noi
siamo convinti e la gestione è convinta, che l’unico modo per addivenire alla
redazione di questi Piani spiaggia sia quello di stare vicino alle
amministrazioni.
Siamo certi che con i commissariamenti non
otterremo – così come le precedenti gestioni – i risultati sperati. Grazie.
Grazie, prendo atto e mi dichiaro
parzialmente soddisfatto della risposta esaustiva e chiara che ha dato
l’assessore Aiello. Emerge il quadro di criticità che impone – credo che questo
sia chiaro – di non concedere moratorie.
Ho compreso che c’è la volontà di fare un
percorso di accompagnamento per superare una sorta di commissariamento che è
stato inefficace per la maggior parte dei casi. Credo all’assessore, intanto, e
cioè che, a conclusione del report definitivo del quadro di indagine, gli atti
verranno trasmessi alla quarta Commissione,
Do atto all’assessore che c’è un impulso
notevole a cambiare tendenza, ma vorrei che ci fosse anche una partecipazione
della Commissione affinché possa svolgere anche un ruolo di conoscenza del
territorio; quello che lei ha detto in riferimento alla provincia di Vibo
Valentia è molto preoccupante, per le inadempienze che si registrano sotto
tutti i profili di legge, benché ciò stia avvenendo anche nella provincia di
Reggio Calabria e nelle altre. Grazie.
Si passa all’interrogazione a risposta immediata numero 149 del 12.07.2011 a firma del consigliere Tripodi “In ordine alla destinazione di fondi ordinari di bilancio anticipati sulle eventuali quote di premialità del Ministero della Salute”. Non vedo in Aula l’onorevole Tripodi, pertanto dichiaro l’interrogazione decaduta.
La prossima interrogazione a risposta immediata è la numero 151 del 12.07.2011 a firma del consigliere Sulla “In ordine alla istituzione nella provincia di Crotone del Servizio Vigilanza e Controllo OO.PP. – Sismico – Supporto Tecnico Protezione Civile”.
Il Sottosegretario Torchia ne chiede il rinvio alla prossima seduta di Consiglio.
Non ho difficoltà. Se c’è bisogno di un ulteriore approfondimento, non c’è problema, ma chiedo l’impegno che si tratti nella prossima seduta. E’ la terza volta che si rinvia.
L’interrogazione viene rinviata alla prossima seduta di Consiglio.
(Così resta stabilito)
Si passa, adesso, all’interrogazione a risposta immediata numero 152 del 12.07.2011 a firma del consigliere Sulla “In ordine agli esiti dei bandi Pia turismo ricettività e Pia turismo ampliamento ricettività”.
Penso che a questa interrogazione debba rispondere il Presidente della Giunta regionale, titolare della delega sul turismo.
Possiamo rinviarla alla prossima seduta di Consiglio.
(Così resta stabilito)
Si passa all’interrogazione a risposta immediata numero 153 del 20.07.2011 a firma del consigliere Nucera: “In ordine alla predisposizione di iniziative di sostegno ai coltivatori di agrumi, colpiti dal virus della Tristeza degli agrumi”.
Anche questa interrogazione è rinviata alla prossima seduta.
(Così resta stabilito)
Interrogazione a risposta immediata numero 154 del 20.07.2011 a firma del consigliere Nucera: “In ordine alla predisposizione di iniziative di sostegno ai coltivatori di kiwi, colpiti dal cancro batterico”.
Onorevole Nucera, rinviamo alla prossima seduta anche questa interrogazione.
(Così resta stabilito)
Si passa all’interrogazione a risposta immediata numero 156 del 28.07.2011 a firma dei consiglieri Giordano, Talarico D., De Masi: “Sulla opportunità di revocare eventuali provvedimenti finalizzati alla proroga dei contratti riguardanti i dirigenti esterni”.
Non vedo in Aula l’assessore Tallini, pertanto anche questa interrogazione è rinviata alla prossima seduta.
(Così resta stabilito)
Si passa all’interrogazione a risposta immediata numero 157 del 28.07.2011 a firma dei consiglieri Giordano, Talarico D., De Masi “In ordine alla situazione del personale LSU/LPU stabilizzato dalla Regione”.
Anche questa interrogazione, non essendo presente in Aula l’assessore Tallini, verrà discussa nella prossima seduta.
(Così resta stabilito)
Direi di fermarci qui per oggi, perché non
vedo presenti in Aula gli assessori che dovranno rispondere alle varie
interrogazioni.
Possiamo sospendere per oggi le interrogazioni a risposta immediata.
(Interruzione)
E’ presente l’assessore Caridi che può
rispondere alla interrogazione numero 170/9^.
Si passa all’interrogazione a risposta immediata numero 170 del 30.09.2011 a firma del consigliere De Masi “In ordine alla mancata erogazione di un contributi finanziario all’Associazione Tipicamente Crotonese” di cui do lettura “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
l’Associazione Tipicamente Crotonese è l'ente promotore del farmer market del Comune di Crotone,
costituita da 57 imprenditori agricoli, tutti residenti nella Provincia di
Crotone;
da comunicato stampa si apprende che, dopo aver espletato i lavori
richiesti e pagato le Ditte, l’Associazione ha presentato regolare
rendicontazione alla Regione Calabria;
da medesimo comunicato stampa si apprende che l’attuale Assessore alle
Attività produttive si era impegnato a liquidare il contributo dovuto;
allo stato non risulta ancora sbloccata la situazione, malgrado un
Decreto con cui si dava mandato alla “Ragioneria Generale di impegnare la somma
sul capitolo di bilancio 6125201 con totale copertura finanziaria, dando atto,
nello stesso provvedimento che, il beneficiario ha rispettato tutti gli
indirizzi e prescrizioni contenute nella Delibera di Giunta regionale n. 751
del 4.11.2009”;
la valorizzazione e la commercializzazione di prodotti tipici locali
rappresenta modalità irrinunciabile per lo sviluppo di un territorio,
specialmente quando, come in questo caso, lo stesso vanta tradizioni produttive
in campo agro-alimentare di tutto pregio;
l’area crotonese versa da ormai un ventennio in una
condizione economico-sociale al limite della drammaticità;
il brusco declino del sua apparato produttivo manufatturiero, che ne aveva assicurato per oltre mezzo
secolo una prosperità senza eguali nel mezzogiorno, ha di fatto smorzato la sua
stessa storia ed annientato l’identità;
i pochi tentativi di recupero di una vitalità
economica propria, fondata su autoctone e pregevoli risorse, vanno
tempestivamente agevolati da parte di tutte le Istituzioni Pubbliche che ne
abbiano pertinenza -:
a) se corrisponde al vero quanto riportato dal
comunicato stampa in merito alla circostanza, secondo la quale
b) quali sono le ragioni giuridiche e sociali per
cui
c) se
Ha chiesto di parlare l’onorevole De
Masi. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, l’interrogazione
si propone di conoscere le ragioni in base alle quali, secondo alcune notizie
rilevate dalla stampa, l’Associazione tipicamente crotonese che è l’ente
promotore del Farmer Market del comune,
costituita da 57 imprenditori agricoli tutti residenti nella provincia di
Crotone, non abbia, al momento, ricevuto l’assicurazione della erogazione di un
contributo regionale pari a circa 60 mila euro
che risulta regolarmente rendicontato e per il quale esisterebbe una somma nel
capitolo specifico di bilancio 6125201 con
totale copertura finanziaria.
Sembra superfluo rammentare che questi esperimenti volti alla valorizzazione dei
prodotti tipici in una provincia depressa come è quella di Crotone,
rappresentano tentativi coraggiosi ed insieme proficui per rivitalizzare l’economia di quel territorio. Pertanto sarebbe davvero
strano o comunque difficilmente sopportabile se venisse a mancare l’erogazione
di una cifra non elevatissima che metterebbe a rischio la prosecuzione di una
attività che, anche in via sperimentale, si rivela particolarmente utile per il
territorio e per il resto della Calabria. Grazie.
Voglio chiarire che il contributo non è stato concesso dal dipartimento
all’Associazione tipicamente crotonese, ma è
stato dato al comune di Crotone ed è in corso la procedura per erogare il
finanziamento, la rendicontazione, poi il comune di Crotone pagherà
l’associazione, ma è un rapporto fra Regione Calabria e comune di Crotone.
Prendo atto di questa precisazione. Io avevo notizie diverse. Attendo,
allora, che si sblocchi questa situazione e farò i miei passaggi con il comune.
Grazie.
Dato che ho visto in Aula l’assessore
Tallini possiamo trattare l’interrogazione a risposta immediata numero 156 del
28.07.2011 a firma dei consiglieri Giordano, Talarico D., De Masi: “Sulla
opportunità di revocare eventuali provvedimenti finalizzati alla proroga dei
contratti riguardanti i dirigenti esterni”, di cui do lettura: “Al Presidente
della Giunta regionale e all’assessore al
personale. Per sapere - premesso
che:
l'attuale
governo regionale, nell'ambito delle attribuzioni degli incarichi dirigenziali
a tempo determinato deve riferirsi ai limiti imposti dalle disposizioni
contenute nell'articolo 76, comma 6, del D.L.
112/2008, convertito in legge 133/2008;
l'articolo
19, comma 6, del D.Lgs. 165/2001
indica specifiche modalità di reclutamento della dirigenza a tempo determinato;
le
assunzioni di dirigenti a contratto a tempo determinato rientrano pienamente
nelle spese di bilancio previste per il personale, come confermato dall'art.
76, comma 1, del D.L. 112/2008, convertito in L. 133/2008, che ha ripreso
l'art. 1, comma 557, della L. 296/2006;
gli
enti prima di procedere a nuovi reclutamenti od a "proroghe" sono
tenuti a verificare il soddisfacimento dei criteri giuridico-finanziari,
derivanti dal fatto che non è consentito procedere ad assunzioni se nell'anno
precedente non sia stato rispettato il patto di stabilità o se il rapporto tra
spese di personale e spese correnti è uguale o superiore al 50%;
il
comma 6, dell'art. 19 del D.Lgs. 165/2001
consente di coprire con contratti a tempo determinato il 10% della dotazione
organica dei dirigenti di prima fascia e che detta percentuale scende all'8%
per i dirigenti di seconda fascia;
ai
sensi del comma 1-bis, dello stesso articolo l'amministrazione oltre a rendere
conoscibile, anche mediante pubblicazione di apposito avviso sul sito
istituzionale, il numero e la tipologia dei posti di funzione che si rendono
disponibili nella dotazione organica ed i criteri di scelta; acquisisce le
disponibilità dei dirigenti interessati e le valuta;
con
Delibera di Giunta n. 239 del 31.05.2011 è stato, ai sensi dell'art. 19 comma 1
del D.Lgs. 165/2001
e s.m.i., approvato un primo avviso ai sensi del
comma 1 dell'art. 19-bis del D.Lgs. 165/2001 e s.m.i., riservato ai Dirigenti della Giunta regionale per
la copertura di n. 5 posti di Dirigenti di Settore;
con
successiva Delibera di Giunta n. 276 del 21 giugno 2011 è stato, ai sensi
dell'art. 19 comma 1 del D.Lgs. 165/2001
e s.m.i., approvato un secondo avviso ai sensi del
comma 1 dell'art. 19-bis del D.Lgs. 165/2001 e s.m.i., riservato ai Dirigenti della Giunta regionale per
la copertura di n. 43 posti di Dirigenti di Servizio e n. 16 posti di Dirigenti
di Settore;
da
quest'ultimo atto deliberativo risulta concluso il procedimento relativo alla
copertura dei cinque posti di Dirigente precedentemente avviato con delibera di
Giunta n. 239 del 31 maggio 2011;
alla
dirigenza delle Regioni e degli Enti Locali si applica la percentuale dell'8%
prevista dal primo periodo dell'art. 19, comma 6, del D.Lgs. 165/2001
relativo alla dirigenza di seconda fascia, così come espresso dalla Corte dei
Conti, e recentemente dalla sentenza della Corte Costituzionale 324/2010;
occorre
motivare in modo esplicito le ragioni per le quali si intende attingere a
professionalità esterne stante la presenza in organico di personale dirigente
qualificato e di ruolo a tempo indeterminato;
pare
l'eccessivo
ricorso a personale esterno limita e mortifica le legittime aspirazioni del
personale regionale dirigenziale di ruolo più impegnato e qualificato che vede,
in tal modo, preclusa ogni possibilità di carriere e di crescita professionale
-:
quale
sia il rapporto tra spese di personale e spese correnti, per l'anno 2010 e
quello prevedibile per l'anno in corso;
se
il vigente Piano Triennale delle assunzioni contempla, per l'anno 2010, la
contrattualizzazione di dirigenti;
se
alla luce delle sentenze della Corte dei Conti e della Corte Costituzionale,
quale
sia lo stato dei procedimento instaurata con
quale
sia la motivazione e con quale procedura si intenderebbe prorogare i contratti
dei dirigenti esterni a tempo determinata in scadenza entro questo mese di
luglio stante i contenuti della sentenza n. 324/2010 con cui
se,
confermato quanto sopra, non appare opportuno, in via di autotutela, sospendere
e/o revocare eventuali provvedimenti finalizzati alla proroga dei contratti
riguardanti i dirigenti esterni con scadenza rispettivamente al 23.07.2011,
26.07.2011, 29.07.2011, 30.07.2011 e contestualmente individuare criteri oggettivi
che, superando gli irrituali pareri dei Direttori Generali dei Dipartimenti non
giustificati da alcun dato normativo e ampiamente discrezionali, portino
contestualmente ad una valorizzazione del personale interno e ad una
razionalizzazione delle spese a carico del bilancio regionale”.
Prego, onorevole Giordano.
Grazie, Presidente, questa
interrogazione deriva dal fatto che il Governo regionale
nell’attribuzione dgli incarichi dirigenziali a tempo
determinato doveva necessariamente riferirsi
al contenuto e al disposto del decreto legge 112/2008 convertito in legge
133/2008.
L’articolo 19 del decreto legislativo 165/2001 indica specifiche
modalità di reclutamento della dirigenza a tempo determinato.
Le assunzioni di dirigenti con contratto a tempo determinato rientrano
pienamente nelle spese di bilancio previste
per il personale così come conferma tutta la normativa specifica.
Gli enti prima di procedere a nuovi reclutamenti o a proroghe sono
tenute a verificare il soddisfacimento dei criteri giuridico-finanziari
derivanti dal fatto che non è consentito procedere ad assunzioni se nell’anno
precedente non sia stato rispettato il patto di stabilità o se il rapporto tra
spese di personale e spese correnti è uguale o superiore al 50 per cento.
Altro disposto invalicabile è il comma 6 dell’articolo 19 del decreto
legislativo 165/2001 che consente di coprire con contratto a tempo determinato
il 10 per cento della dotazione organica dei dirigenti di prima fascia e detta
percentuale scende, addirittura, all’8 per cento per i dirigenti di seconda fascia.
Ciò detto,
Tutto ciò andrebbe a superare i parametri di legge che ho precedentemente
richiamato. Su questo
Peraltro, tutto
questo deve essere adeguatamente motivato, perché si attinge a professionalità
esterne e non si fa ricorso alle professionalità interne di cui l’ente stesso,
in questo caso
Con questa
interrogazione vogliamo chiarito se il rapporto per il 2010 tra spese per il
personale e spese correnti sia stato osservato, se è al 50 per cento, se il
piano triennale per le assunzioni contempla per il 2010 la contrattualizzazione
per i dirigenti a tempo determinato e se, alla luce delle pronunce della Corte
costituzionale e della Corte dei conti, i provvedimenti che
Se dovesse essere
confermato che i limiti sono stati valicati, quali provvedimenti questa Giunta
e questo assessorato vuole intraprendere per ritornare nell’alveo della
legittimità soprattutto avvalendosi delle professionalità interne che troppo
spesso sono state mortificate.
Negli ultimi
giorni sembra ci sia anche un provvedimento del Comitato giuridico consultivo
che avrebbe dato un parere favorevole che, a nostro avviso, non può essere
conforme a quello che ho richiamato durante la declinazione delle ragioni che
ci hanno portato a fare questa interrogazione.
La parola
all’assessore, onorevole Tallini.
Credo di essere in grado di dare una risposta esaustiva anche se non
potrò citare con esattezza numeri e date di decreti legge adottati di recente,
ma che sono ormai a conoscenza di tutti.
Quando ho iniziato a lavorare, come assessore al personale
interfacciandomi con tutti gli assessori ed i dirigenti
generali dei dipartimenti ho cercato di
dare ordine all’apparato burocratico, senza distinguere tra dirigenti esterni o
interni o se erano stati nominati dall’allora Presidente Loiero oppure erano
classificati come “amici della nuova maggioranza”.
Ci siamo mossi
soltanto con l’obiettivo di dare organicità, funzionalità e competenza ai vari
dipartimenti.
Abbiamo subito
prorogato – in quel momento poteva sembrare una proroga – di un anno molti
dirigenti esterni nominati dalla precedente esperienza politica per dare una
opportunità ed anche una continuità a tanti procedimenti che in quel momento
erano di competenza dei vari dirigenti.
Ovviamente,
abbiamo configurato la pianta organica dei dirigenti sulla scorta della legge
regionale che prevedeva si potesse nominare il 10 per cento di esterni
escludendo i dirigenti della prima fascia.
Quando una
sentenza della Corte costituzionale ha modificato questo indirizzo, la Regione
Calabria, come gran parte delle Regioni d’Italia, si è trovata di fronte ad un
problema da affrontare, a causa del quale sono stati convocati più incontri
specifici con i dirigenti delle varie regioni, della Toscana, del Veneto, della
Lombardia, della Emilia Romagna e anche tantissimi comuni che si sono trovati
davanti ad una situazione assurda che, comunque, doveva essere affrontata.
Si è pensato,
infatti, su richiesta della conferenza Stato-Regioni di modificare la
percentuale per sanare la cosa. Sulla base di questa richiesta la percentuale
era stata portata al 18 per cento con un decreto legge ad agosto. Decreto legge
che nel momento in cui doveva essere tramutato e pubblicato, è stato
trasformato ed è sparita questa previsione del 18 per cento delle Regioni.
Sostanzialmente,
però, nella finanziaria, poi, è stato fatto salvo tutto perché nel
provvedimento generale di risanamento, quello che è stato pubblicato per far
fronte alla crisi finanziaria, è stata inserita una norma che fa salve le
nomine fatte precedentemente.
Questo,
probabilmente, è stato un accordo tra le Regioni ed il ministro della funzione
pubblica con quello della economia tenendo conto anche dell’aspetto della
spesa.
C’è un altro
aspetto che rientra nella nostra competenza. I contratti in essere hanno nel
frattempo prodotto dei diritti acquisiti e, acquisito il parere del Comitato
tecnico giuridico, abbiamo seguito esattamente i consigli datici da questo
dipartimento.
Noi avremmo
potuto licenziare quei dirigenti, ma questi avrebbero potuto chiamarci ai danni
ed avremmo potuto arrecare un danno alla pubblica amministrazione.
Chiarito
l’aspetto dei dirigenti cui era scaduto il contratto, noi abbiamo ritenuto, su
richiesta, di prorogarlo ad alcuni per un breve periodo, ma oggi su diffida
abbiamo dovuto chiedere un ulteriore parere al Comitato tecnico giuridico che
ha detto e ribadisce che tutti i contratti stipulati al di fuori di quanto
prevede il contratto nazionale - che
prevede il contratto minimo per i dirigenti di tre anni - sono considerati
nulli e andavano visti e rimodulati
d’ufficio.
Anzi,
addirittura, sono due i pareri: il primo ed il secondo dicono che se non
provvediamo a farlo in una forma di autotutela, su richiesta dell’interessato,
un qualsiasi tribunale dà diritto al lavoratore di essere reintegrato con i
danni consequenziali che ci sono.
Sulla scorta di
questo parere noi dobbiamo essere consequenziali con tutti quelli che si
trovano nelle stesse condizioni, soprattutto per tutelare l’ente e per
recuperare, se è possibile, quelle professionalità che comunque abbiamo
ritenuto valide ancorché espresse da una amministrazione che allora era di
centro-sinistra.
Credo che questo
sia un comportamento lineare ed obiettivo, poi, gli interni non possono
lamentarsi perché riteniamo di aver utilizzato al massimo le loro
professionalità.
Siamo così
oggettivi che abbiamo ritenuto di dar seguito allo scorrimento di graduatorie
avviate, gestite e pubblicate - e che scadono il 5 dicembre - dalla precedente
amministrazione.
Stiamo nominando
12 dirigenti di una graduatoria e di un concorso per 45 dirigenti di area
amministrativa e tecnica espletati dalla precedente amministrazione ed i cui
vincitori o idonei sono in una graduatoria che scadrebbe il 5 dicembre, a
riprova del fatto che noi sul personale non guardiamo ad una gestione politica,
ma ad una gestione che mira a dar funzionalità ai vari dipartimenti a
prescindere dal colore politico.
Potevamo farla
scadere ed avviare una nuova procedura per un nuovo concorso, ma dato che
l’obiettivo è dare risposte immediate - c’è una emergenza generale a cui
dobbiamo dare risposte - abbiamo ritenuto di utilizzare queste professionalità
e da qui a qualche giorno questi dirigenti prenderanno servizio e daranno il
loro contributo per aiutare il grande sforzo che in questo momento la macchina
organizzativa regionale nei vari dipartimenti sta facendo per dare risposte
alle problematiche.
(Interruzione)
Abbiamo finito
perché abbiamo utilizzato il massimo delle risorse e della copertura dei posti
in organico.
Prego, onorevole
Giordano.
Prendo atto,
Presidente, dei chiarimenti forniti dall’assessore ricostruendo in parte questo
percorso molto delicato che ribadisco, anche alla luce di un parere che non può
sostituirsi alla legge così come anche una intesa raggiunta in sede di
conferenza Stato-Regioni non poteva far approdare un provvedimento di legge che
poi non si è sostanziato.
Non ci pare, ma
questo lo accerteremo, che nella legge finanziaria sia stato previsto un
provvedimento che abbia elevato al 18 per cento la quota di cui parlava
l’assessore.
Ribadisco che il
punto è quello della necessità che venga valorizzato il personale, la dirigenza
interna.
Questa Regione,
come ricordava l’assessore, ha espletato i concorsi proprio nel 2009-2010 e in
quelle graduatorie ci sono tanti dirigenti di prima e di seconda fascia.
L’assessore non
mi ha dato una risposta sul fatto se era stato fatto l’accertamento, l’avviso
per verificare se quei posti, che sono stati prorogati e sui quali, ripeto,
manteniamo tutte le nostre riserve, non potevano essere coperti dai dirigenti
che sono già di ruolo.
Fermo restando
che anche su questo sarà opportuno un ulteriore confronto per verificare gli
effetti che questo Comitato giuridico ha prefigurato ossia di un contenzioso
che potevano opporre coloro i quali accampavano questo diritto di proroga.
Su queste cose,
credo, ci sia la necessità di fare ulteriori chiarimenti.
Ribadiamo,
comunque, tutto quello che abbiamo espresso, le nostre perplessità ed i nostri
dubbi, la nostra necessità di chiarire e rimuovere le condizioni che hanno
visto
Dichiaro concluso
il tempo dedicato alle interrogazioni a risposta immediata. Rispetto alle
interrogazioni che sono pervenute volevo dire che l’interrogazione numero 145,
a firma dell’onorevole Talarico Domenico, non essendo presente in Aula il
proponente, viene considerata decaduta.
La stessa cosa
vale per l’interrogazione numero 153 e numero 154, a firma dell’onorevole
Nucera, non essendo presente il proponente.
Tutte le altre
interrogazioni vengono rinviate alla prossima seduta del Consiglio regionale
fissata per giorno 17.
Si è conclusa,
quindi, l’ora dedicata alle interrogazioni a risposta immediata.
Passiamo al secondo punto all’ordine del giorno che recita: “Esame Abbinato:
Proposta di legge numero 191/9^ di iniziativa del consigliere Magarò, recante: “Tracciabilità informatica del procedimento amministrativo”;
Proposta di legge numero 204/9^ di iniziativa del consigliere Nicolò, recante: “Norme sulla trasparenza per favorire il controllo e la legalità dell'attività amministrativa”;
Proposta di legge numero 224/9^ di iniziativa del consigliere Magarò, recante: “Misure per la trasparenza e la tracciabilità dell'utilizzazione delle provvidenze economiche erogate dalla Regione Calabria”
E' in discussione un testo unificato: “Tracciabilità informatica del procedimento amministrativo e misure per la trasparenza, il controllo e la legalità dell'attività amministrativa”
L’onorevole
Grillo, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.
Signor
Presidente, colleghi consiglieri, preliminarmente vorrei ringraziare il Presidente della prima Commissione,
onorevole Caputo, per avermi dato l’opportunità di lavorare e relazionare in
merito al presente testo.
Il testo che approda oggi in Aula si sostanzia nell’accorpamento di tre proposte di legge, due delle quali ad iniziativa dell’onorevole Magarò, recante “Tracciabilità informatica del procedimento amministrativo” e “Misure per la trasparenza e la tracciabilità dell'utilizzazione delle provvidenze economiche erogate dalla Regione Calabria” e l’altra a firma del consigliere Nicolò che recita: “Norme sulla trasparenza per favorire il controllo e la legalità dell'attività amministrativa”.
Le norme contenute nei progetti di legge originari sono state inserite e coordinate organicamente nel testo intitolato “Tracciabilità informatica del procedimento amministrativo e misure per la trasparenza, il controllo e la legalità dell'attività amministrativa” che andremo ad approvare oggi in Aula.
Prima, però, di entrare nel merito
dell’articolato vorrei fare una brevissima disamina. Mi sembra opportuno
evidenziare che si tratta di una proposta di legge veramente avanzata
la cui attenzione permetterà, non solo alla Regione Calabria, ma anche alle
amministrazioni giuridicamente controllate della Regione, di rendere conto in modo
completo del loro sistema di governance.
Il termine
“avanzata” per questa proposta di legge è
appropriatissimo perché, se si facesse un confronto con le leggi di trasparenza
amministrativa delle altre Regioni, approveremmo di gran lunga la nostra perché
essa è più completa delle altre ed in alcuni aspetti, che esamineremo a breve,
è alquanto innovativa.
Credo,
perciò, che oggi stiamo per compiere un notevole passo avanti verso quel
progetto delineato ad inizio legislatura dal Governatore
Scopelliti di trasformare
Inoltre, questa proposta di legge rappresenta una marcata novità in fatto di accouontability
cioè di responsabilità della nostra pubblica amministrazione perché si spinge fino alla previsione di
sanzioni nei confronti dei dipendenti della Regione e degli enti che non la
osserveranno.
Si consideri, poi, l’aspetto, tutt’altro che secondario, di questo testo
il quale, attraverso la trasparenza e la messa in chiaro dei rapporti con i
soggetti economici, non soltanto garantisce una tracciabilità costante della
spesa pubblica, ma contribuisce ad arginare le distorsioni di vario genere
nella economia di mercato.
Per raggiungere gli scopi prefissi da queste norme si chiederà agli
uffici pubblici uno sforzo di adeguamento alle moderne tecnologie, le cui
potenzialità se, sfruttate appieno – come ad esempio, avviene a Palazzo Campanella – permetteranno
di governare le informazioni tramutandole in beni giuridici ossia in utilità
apprensibili dalle quali ricavare il massimo dell’utilità sociale e del bene
comune.
Al tempo stesso, come sappiamo, e come ricorda la relazione introduttiva
della presente proposta, l’informatica è il più impietoso strumento rilevatore
di disfunzioni, ritardi ed incongruenza dell’azione amministrativa. La verifica
di tali disfunzioni e ritardi non viene affidata soltanto in modo
autoreferenziale alla medesima pubblica amministrazione, ma ai controinteressati, cioè ai cittadini che manifestano
interessi legittimi al corretto e tempestivo agire della cosa pubblica.
Poiché noi tutti dobbiamo dar conto ai cittadini utenti, amministrati ed
elettori, è stato previsto che la pubblica amministrazione regionale, posta
dinnanzi a colpevole inadempienza, debba sanzionarle consentendo, in tal modo,
di avviare un sistema penalizzante per quanti non si rendano correttamente
interpreti del principio di legalità e di tempestività.
La proposta che, ricordo, è stata licenziata alla unanimità dalla prima
Commissione affari istituzionali, consta in tutto di 9 articoli. Le
disposizioni contenute sono divise in tre capi.
Il primo capo parla di tracciabilità informatica del procedimento
amministrativo e consta di 4 articoli. Per ogni procedimento amministrativo
della Regione occorre fare in modo che il cittadino abbia la facoltà di
conoscere gli atti attraverso estrazione cartacea ed informatica.
Come si legge nell’articolato,
Al fine di garantire una piena accessibilità
degli atti ai cittadini rispondono anche gli articoli 2 e 3. Nello specifico
l’articolo 2 prevede la creazione della banca dati unica dei procedimenti
amministrativi che sarà realizzata utilizzando le risorse e gli strumenti già
in dotazione dell’amministrazione.
L’articolo 3 riguarda l’adozione del
regolamento su gestione informatica e tracciabilità del procedimento. Il quadro
dovrà essere approvato attraverso un regolamento che dovrà essere realizzato
entro 6 mesi dalla Giunta regionale.
L’articolo 4 “Responsabilità” prevede che i
dipendenti pubblici, incaricati delle funzioni pubbliche regionali, a cui è
imputabile l’omissione o il ritardo del procedimento, siano passibili di
sanzioni pecuniarie irrogate con le procedure nella misura prevista dai
contratti collettivi nazionali e di lavoro e dai contratti decentrati.
Il capo secondo “Norme sulla trasparenza per
favorire il controllo e la legalità dell’attività amministrativa” consta a sua
volta di due articoli. L’articolo 5 “Misure per favorire la trasparenza
amministrativa” introduce misure che saranno specificate in un regolamento
demandato anch’esso alla Giunta regionale per favorire la trasparenza
dell’attività amministrativa mediante l’obbligo di rendere note ed accessibili
informazioni relative a provvedimenti che importano rapporti economici o di
lavoro con le pubbliche amministrazioni.
Il provvedimento non riguarda solo
Da questa previsione nella proposta
originaria erano stati esclusi gli enti pubblici economici in quanto non
rientravano tra le amministrazioni incluse dall’articolo 1, comma 2, del
Decreto legislativo 165/2001, ovvero “Testo unico del pubblico impiego” ed in
quanto non rientranti nell’articolo 2, comma 1, della legge regionale 4
settembre 2011, numero 19 “Norme sul procedimento amministrativo”.
Come relatore e come membro della prima
Commissione, ho ritenuto, con l’assenso dei consiglieri che hanno approvato
alla unanimità, di includere anche gli enti pubblici economici tra gli
organismi tenuti a rendere trasparenti i provvedimenti adottati alla luce di recenti
e condivisibili sentenze della giurisprudenza
amministrativa secondo le quali, enti di questo tipo, avendo responsabilità di
gestione di denaro pubblico, sono tenuti, comunque, ad attivare procedure di
evidenza pubblica.
Va ricordato anche che l’articolo istituisce
l’indirizzo di posta elettronica certificato, strumento indispensabile per i
rapporti con i cittadini e soprattutto rapido ed economico.
L’articolo 6 “Trasferimento cautelativo”
introduce l’istituto del trasferimento cautelare per quei dipendenti regionali
che siano stati rinviati a giudizio per gravi reati contro la pubblica
amministrazione ovvero per reati di associazione mafiosa.
All’ultimo comma dell’articolo 6 c’è una
leggera imperfezione che chiedo ai tecnici di rettificare.
La frase corretta è “trasmessa al
Procuratore regionale della Corte dei conti”, quindi, va inserita, la parola
“trasmessa”.
Infine, il capo terzo “Misure per la
trasparenza e la tracciabilità dell’utilizzazione delle provvidenze economiche
erogate dalla Regione Calabria” è composto da tre articoli.
Nell’articolo 7 “Tracciabilità delle
sovvenzioni regionali” è introdotto l’obbligo della tracciabilità di tutte le
provvidenze economiche erogate dalla Regione Calabria.
A tal fine l’articolo 8 prevede che il
beneficiario delle provvidenze sia obbligato ad esibire idonea documentazione
bancaria o postale e a sottoporsi alla verifica della corrispondenza della
casuale della provvidenza concessa rispetto alla spesa realmente sostenuta.
Chiude il capo terzo, l’articolo 9 che prevede
– come dicevo prima – “sanzioni previste per i beneficiari in caso di
inosservanza degli obblighi contenuti al precedente articolo
L’esclusione da qualsiasi provvidenza
economica regionale per i successivi 5 anni decorrenti dall’accertamento della
inosservanza degli obblighi previsti dalla presente legge.
Concludo mettendo in evidenza un altro
pregio di questo testo che non ha spese economiche aggiuntive per cui, fra
l’altro, non si rende necessaria la relazione economica-finanziaria. Grazie.
Grazie all’onorevole Grillo per la
relazione. Sembra che sia un provvedimento condiviso da tutti, è passato alla
unanimità in Commissione.
C’è solo un emendamento all’articolo
Tutto ciò premesso.
Si chiede:
a)
La riformulazione dell’articolo 6 comma 1
nel modo seguente:
1.
Fatto salvo quanto previsto dalle norme
statali vigenti, la Regione procede immediatamente alla sospensione
dell’incarico del dipendente regionale rinviato a giudizio per i reati di tipo
associativo secondo le previsioni dell’articolo 416 bis codice penale nonché al
suo trasferimento di sede o alla attribuzione ad altro incarico se condannato
con sentenza di primo grado per reati contro la pubblica amministrazione
previsti dall’articolo 3 della legge 27 marzo 2001 numero 97 (Norme sul
rapporto tra procedimento penale e procedimento disciplinare ed effetti del
giudicato penale nei confronti dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche);
b)
L’inserimento al comma 4 dell’articolo 6
subito dopo la parola “è”:
del termine “comunicata”.
Prego, onorevole Nicolò.
Grazie, Presidente, si tratta solo di un distinguo rispetto alla tipologia di un reato ovvero, nella questione in specie, per i reati contro la pubblica amministrazione si prevede il trasferimento dopo l’intervento della sentenza di primo grado.
Per quanto
riguarda i reati per associazione di stampo mafioso la sospensione è solo per
il rinvio a giudizio.
Bene, passiamo alla votazione
dell’articolato.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 5.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’emendamento già
illustrato all’articolo 6 dall’onorevole Nicolò.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 6 come
emendato.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 7.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 8.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 9.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la legge nel suo
complesso con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Ha chiesto di intervenire l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.
Le chiedo perdono, Presidente, è andato così veloce che non sono
riuscito a chiedere la parola. Non oso interrompere un dialogo fra due Presidenti.
Le chiedo
perdono. Poiché è andato velocissimo, e questo è un merito suo e dell’Aula,
vorrei intervenire sul punto precedente, all’articolo 6, in cui si prevede, in
caso di incriminazione per vari reati, compresa l’associazione mafiosa, il trasferimento del dipendente, - non so
se è già stato sollevato il problema – e chiedo che in sede di coordinamento
formale sia esteso per i reati per i quali è prevista la sospensione, ove fosse
prevista. Ovviamente, è un problema più di vestito della legge…
Perché,
poi, potrebbe essere rilevato questo aspetto.
Non sono un
penalista e, quindi, può darsi che dica una sciocchezza. Però, se, in sede di
coordinamento formale, risultassero tipologie di reato che richiedono la
sospensione vanno inserite nel testo, per il fatto di come si presenta un
vestito. Le chiedo scusa per il ritardo.
Dato che è
stato autorizzato il coordinamento formale, atteso l’emendamento dell’onorevole
Nicolò che parlava della sospensione, aggiungiamo anche queste sue riflessioni
e, in sede di coordinamento formale, ne terremo conto.
L’argomento
precedente è concluso.
Si passa al terzo punto all’ordine del giorno che recita proposta di legge numero 71/9^ di iniziativa dei consiglieri F. Talarico, Fedele, Bilardi, Bova, Tripodi, Ciconte, Principe, Serra, De Gaetano, Giordano, recante: “Partecipazione alla costituzione della Fondazione Francesco Fortugno”.
Domenica prossima, 16 ottobre, ricorre il sesto anniversario della morte del compianto collega, onorevole Fortugno.
L’onorevole Caputo, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.
Presidente, si tratta di una proposta di legge bipartisan firmata da più colleghi: F. Talarico, Fedele, Bilardi, Bova, Tripodi, Ciconte, Principe, Serra, De Gaetano, Giordano che riguarda una doverosa iniziativa del Consiglio regionale per la costituzione della “Fondazione Francesco Fortugno” della quale il Consiglio regionale farà parte insieme alla famiglia Fortugno.
In Commissione abbiamo più volte interpellato la moglie dell’onorevole Fortugno, l’onorevole Laganà, ed abbiamo concertato la proposta che approveremo quest’oggi.
Credo sia un riconoscimento dell’efferatezza di quel delitto - ed ha fatto bene il Presidente del Consiglio a ricordare che giorno 16 ottobre cade il sesto anniversario – che ancora oggi ci lascia sgomenti di fronte alla violenza con cui è stato perpetrato.
La costituzione della Fondazione va nella direzione di rappresentare, promuovere iniziative e coordinare attività culturali, di studio, di ricerca, di istruzione, di formazione, di assistenza e di solidarietà sociale, di tutela dei diritti civili e di diffusione della cultura della legalità che favoriscono il progresso scientifico culturale, sociale e civile seguendo il pensiero e l’agire di Francesco Fortugno.
L’articolo 4 prevede che il Presidente del Consiglio
regionale o un suo delegato sottoscriva lo Statuto, l’atto costitutivo e compia, altresì,
gli atti necessari al perfezionamento della partecipazione dell’Ente alla
Fondazione.
Ci sono delle disposizioni di carattere
finanziario, anche per quanto riguarda le spese di funzionamento e per
particolari iniziative che verranno promosse dalla Fondazione in conformità dei
suoi scopi, per cui verranno erogati contributi determinanti con deliberazioni
dell’Ufficio di Presidenza.
Agli oneri si provvederà con un
provvedimento separato, per cui ritengo si possa procedere alla votazione
articolo per articolo e della proposta di legge nel suo complesso. Grazie.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Loiero. Ne
ha facoltà.
Presidente, solo per dire che a suo tempo
avevamo aderito, io avevo aderito come gruppo alla Fondazione. Ritengo che la
sua costituzione sia importante, anzi siamo un poco in ritardo - lo dico a me
stesso.
Sono convinto dell’utilità della Fondazione,
di questa struttura, anche perché non possiamo dimenticare che questo delitto
ha marchiato noi e tutta la Calabria, perché non si era mai arrivati fino a
tanto, ad uccidere un Vicepresidente del Consiglio. Credo che, essendo stati
marchiati in maniera profonda, questa sia una iniziativa importante ed
encomiabile.
Sulla stampa è uscito un trafiletto in cui
apparivo assente, è solo un equivoco perché avevamo aderito a suo tempo come
gruppo. Voglio ribadire che anche “Autonomia e Diritti” è su questa posizione e
vi aderisce.
E’ una proposta di legge condivisa e firmata
da tutti i capigruppo compresa la mia persona, è stata decisa alla unanimità
dall’intero Consiglio regionale proprio per ricordare il compianto Francesco Fortugno al quale siamo legati tutti, sia dal punto di
vista istituzionale sia dal punto di vista personale per le sue peculiarità,
per il suo modo di porsi. In una sola parola: una persona perbene che ha
lavorato e che abbiamo avuto l’onore di conoscere per tanti anni sia come
maggioranza sia come minoranza, ma sempre con lo spirito costruttivo di persona
veramente perbene.
Pongo in votazione l’emendamento interamente
sostitutivo, a mia firma, del testo che è passato in Commissione e che è stato
presentato e che così recita: “Art. 1 (Costituzione
della Fondazione Francesco Fortugno)
1. Il Consiglio regionale della Calabria
partecipa, quale socio fondatore, alla costituenda Fondazione Francesco Fortugno.
2.
Art. 2 (Soci
fondatori)
1. Sono soci fondatori della Fondazione
Francesco Fortugno:
a) Il Consiglio regionale della Calabria;
b) La famiglia eredi Francesco Fortugno, complessivamente intesa quale unico soggetto
giuridico.
Art. 3 (Scopo)
1. E’ scopo della Fondazione l’attuazione di
iniziative intese a promuovere, coordinare e sviluppare attività culturali, di
studio, di ricerca, di istruzione, di formazione, di assistenza, di solidarietà
sociale, di tutela dei diritti civili, di diffusione della cultura della
legalità che favoriscano il progresso scientifico, sociale, culturale e civile
seguendo il pensiero e l’agire di Francesco Fortugno.
Art. 4 (Atto
costitutivo)
1. Il Presidente del Consiglio regionale o
suo delegato, sentito l’Ufficio di Presidenza, sottoscrive lo Statuto, l’atto
costitutivo e compie, altresì, gli atti necessari al perfezionamento della
partecipazione dell’Ente alla Fondazione.
Art. 5 (Disposizione
finanziaria)
1. Il Consiglio regionale concorre alla
costituzione del patrimonio della fondazione a seguito della conclusione del
procedimento di costituzione con le risorse che saranno previste nel bilancio
2012 ed allocate all’Upb 8.1.01.02 inerente “Fondi
per provvedimenti legislativi in corso di approvazione recanti spese in conto
capitale”.
2. Il Consiglio regionale, per le spese di
funzionamento e per particolari iniziative promosse dalla Fondazione in
conformità degli scopi di cui all’articolo 3, eroga alla Fondazione contributi
determinati con deliberazione dell’Ufficio di Presidenza.
3. Agli oneri derivanti dal comma 2 si
provvede nei limiti delle disponibilità finanziarie con le risorse allocate nei
capitoli 2 e 5 che saranno previste nel bilancio di previsione del Consiglio
regionale inerente all’esercizio finanziario 2012 e successivi.
La presente legge è pubblicata sul
Bollettino ufficiale della Regione. E’ fatto obbligo, a chiunque spetti, di
osservarla e farla osservare come legge della Regione Calabria.”
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 5.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la legge nel suo
complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Su questo punto all’ordine del giorno che recita “Esame Abbinato: proposta di legge numero 88/9^ di iniziativa del consigliere Mirabelli, recante: “Norme quadro per lo sviluppo della sostenibilità urbana nell'edilizia residenziale pubblica e privata” e proposta di legge numero 197/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Norme per l'abitare sostenibile” l’onorevole Dattolo voleva fare una proposta. Ne ha facoltà.
Presidente, volevo chiedere di rinviare l’esame di questi provvedimenti alla prossima seduta, prevista per giorno 17 ottobre.
(Interruzione)
Dicevo, Presidente, che è questa proposta di legge sull’edilizia sostenibile è molto importante.
Noi l’abbiamo già licenziata all’unanimità in Commissione,
ma sono pervenuti emendamenti che, di comune accordo con il dipartimento
e l’assessore, visto che è una proposta di legge della Giunta abbinata ad un
testo del consigliere Mirabelli, riteniamo possibile
inserire, alcuni dei quali consentono di migliorare la legge.
Sono emendamenti che sia il relatore sia
Chiedo, quindi, che l’esame dei
provvedimenti sia rinviato al primo punto all’ordine del giorno della prossima
seduta di Consiglio.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Franchino. Ne ha facoltà.
Intervengo per dire che condividiamo il rinvio di questa proposta di legge. Abbiamo avuto un percorso abbastanza condiviso in Commissione.
Avendo presentato degli emendamenti molto positivi che arricchiscono il corpo della legge, siamo d’accordo con il rinvio. Grazie. Dico questo anche a nome dei colleghi consiglieri Guccione e Scalzo che fanno parte della Commissione e dell’intero gruppo del Pd. Grazie.
Lo inseriamo all’ordine del giorno della prossima seduta di Consiglio, non al primo punto perché al primo punto è previsto il dibattito sui fondi comunitari. Subito dopo tratteremo questo punto come chiesto dall’onorevole Dattolo.
(Così
resta stabilito)
Passiamo, adesso, all’esame degli ordini del giorno inseriti in precedenza. Innanzitutto, quello sui tribunali minori.
(Interruzione)
Direi di approvare un unico testo con autorizzazione al coordinamento formale.
Pongo in votazione i tre ordini del giorno presentati dai consiglieri Morelli, Franchino e Gallo.
Presidente, c’è anche il quarto ordine del giorno depositato agli atti della Segreteria Assemblea.
(Interruzione)
Sì, sui tribunali, riguarda Palmi e Locri, ma è stato armonizzato in un unico ordine del giorno.
Pertanto, pongo in votazione, con autorizzazione al coordinamento formale, l’ordine del giorno unificato - che tenga conto anche di quello presentato dall’onorevole Giordano – che è approvato.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
C’è, inoltre, un altro ordine del giorno, a firma dell’onorevole Fedele, sul “Corridoio uno, Berlino-Palermo” e c’è anche una mozione, onorevole Battaglia, sempre sul “Corridoio uno”.
Approviamo anche questi due documenti con autorizzazione al coordinamento formale.
(Interruzione)
Dicono due cose diverse, onorevole Battaglia?
Ha detto bene il collega consigliere Battaglia, per quanto riguarda le parti coincidenti dell’intero ordine del giorno di cui parla l’onorevole Fedele, che io ho firmato, chiediamo il voto alla unanimità.
Nella unificazione dei due ordini del giorno c’è però una parte - che succintamente illustrerà il collega consigliere Battaglia- che, ritengo, la maggioranza abbia qualche problema a votare. Questa parte sarà da noi votata come gruppo del Pd e dai colleghi della opposizione che ritengono opportuno votarla.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Battaglia. Ne ha facoltà.
A me sembra che la proposta del capogruppo del Pd sia ragionevole, nel senso che la mozione presentata più di un mese fa da me prevedeva la questione del “Corridoio 1”, e quindi un impegno che il Consiglio affidava alla Giunta per difendere e promuovere tutto il programma precedente anche in virtù della messa in discussione del “Corridoio 1”, ma soprattutto per la carenza oggettiva che ad oggi c’è di finanziamenti (checché se ne dica), sia dal punto di vista della finanza privata sia dal punto di vista della finanza pubblica. Non lo dico io, ma i mercati finanziari nazionali ed internazionali. Noi abbiamo previsto anche un impegno a valutare la sospensione delle procedure di esproprio senza entrare nel merito della valenza dell’opera del Ponte dello Stretto, con un approccio, quindi, non ideologico ma con un approccio che andava a fotografare l’attuale situazione.
Da questo punto di vista, mi pare che ci sia una condivisione generale sulla problematica del “Corridoio 1”. Vorrei solo aggiungere una cosa che non riguarda l’attuale maggioranza, ma la Calabria in genere: purtroppo da anni, invece di continuare a programmare lo sviluppo di questa terra, dobbiamo inseguire, difendere i programmi che erano già stati approvati Ciò non riguarda, chiaramente, questa maggioranza regionale ma riguarda in genere la Calabria.
Per cui, da questo punto di vista, se l’onorevole Fedele è d’accordo possiamo insieme votare la parte riguardante il “Corridoio 1” ed essendoci all’ordine del giorno la mozione già presentata da molto tempo noi votiamo come gruppo la seconda parte e se c’è qualcuno che la vuol votare lo faccia. Differenziamo questo aspetto.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Fedele. Ne ha facoltà.
Sono d’accordo con la proposta del capogruppo Principe, anche nella illustrazione dell’onorevole Battaglia.
Chiaramente quelle parti dell’ordine del giorno che sono coincidenti ( il 90 per cento) possono essere approvate insieme. Ringrazio il collega Principe e gli altri colleghi del Pd che hanno firmato anche la mozione da me presentata insieme agli altri capigruppo della maggioranza.
Dall’altra parte come ha ben detto l’onorevole Battaglia, è una parte che non condividiamo e che pertanto non possiamo votare.
Credo che oggi sia importante che dal Consiglio regionale esca con una spinta ancora più forte. Devo dire che già il Presidente della Giunta, Giuseppe Scopelliti, si sta molto interessando e sta seguendo con grande attenzione questa problematica col Governo centrale, ma credo che anche il Consiglio regionale debba esprimersi sulla proposta della Commissione europea e che noi non possiamo condividere, non per campanilismo ma perché questa modifica del “Corridoio Berlino-Palermo”andrebbe a bloccare tutta l’economia del Sud, della Sicilia e della Calabria in modo particolare, non solo del ponte sullo Stretto ma anche di quello che già c’è (il porto di Gioia Tauro), perché verremmo tagliati fuori dall’alta velocità e dai quei fondi dell’Apq messi in campo da questa Giunta regionale e dal Governo per sollecitare e spingere ancora di più il porto di Gioia Tauro che è in difficoltà.
Quindi un danno all’economia del Sud e della Calabria che non possiamo accettare.
Con questa mozione, con questo ordine del giorno vogliamo sostenere con maggiore forza il nostro Governatore che recandosi a Roma può parlare anche col Presidente Berlusconi, affinché questo problema venga risolto, lasciando la situazione così come è.
E questo devo dire, come diceva esaustivamente l’onorevole Battaglia, non dobbiamo andare a fare delle battaglie – mi scuso per il termine che si ripete – quando qualcosa era stata già assegnata e decisa da tempo. Adesso dobbiamo rincorrere queste situazioni.
Credo sia giusto che però questo Consiglio regionale una prenda posizione che sia condivisa dal Presidente della Giunta per essere più forte a Roma e andare a parlare con i ministri e col nostro Governo.
Possiamo approvare alla unanimità la parte comune, ponendola in votazione autorizzando il coordinamento formale.
(Il
Consiglio approva)
Invece, la parte di differenziazione tra la mozione del capogruppo del Pdl e quella dell’onorevole Battaglia…
Pongo in votazione la sua…
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Pertanto è respinta la proposta successiva.
Si passa adesso alla mozione dell’onorevole De Gaetano “Sulla situazione dei lavoratori dei centri per l’impiego della Provincia di Reggio Calabria”.
Prego, onorevole De Gaetano.
E’ una mozione che riguarda i 66 lavoratori dei Centri per l’impiego della provincia di Reggio Calabria che, come sapete, sono non hanno visto rinnovato il contratto da parte dell’amministrazione provinciale.
Chiediamo con questa mozione di creare un tavolo istituzionale tra Regione e Provincia per far sì che questi 66 lavoratori possano essere richiamati a lavorare, anche perché c’è una legge dello Stato che prevede chiaramente che, quando ci sono dei contratti a tempo determinato e graduatorie aperte (perché questi lavoratori hanno fatto un concorso nel 2007-2008) è’ utile e necessario da parte dello Stato– è scritto a chiare lettere – che si continui ad attingere a quella graduatoria senza fare nuove procedure concorsuali.
Con questa mozione chiediamo di istituire un tavolo tecnico per risolvere la questione e per dare soddisfazione a questi 66 lavoratori che da tre anni hanno lavorato in questi Centri per l’impiego della Provincia di Reggio Calabria e che, acquisito un bagaglio di conoscenza molto importante, possono dare grandi soddisfazioni all’ente provinciale.
Inoltre è assurdo, secondo me, ed intollerabile che si mandino a casa 66 persone che già ad un passo della precarietà diventano disoccupate creando altra precarietà, illudendo altri giovani della provincia di Reggio Calabria.
Credo che invece occorra lavorare per un percorso di stabilizzazione quei 66 lavoratori che hanno già iniziato questo percorso di lavoro che è durato ben tre anni e che hanno famiglia e situazioni economiche che affrontano grazie a questo lavoro, senza cui si distrugge qualsiasi possibilità di futuro per questi ragazzi.
Chiediamo che questa mozione venga approvata e chiediamo a questa Regione, all’assessorato competente di trovare le soluzioni più opportune. Credo che questa mozione possa essere votata bipartisan perché è una questione che riguarda i lavoratori in generale che non sono catalogabili né a sinistra né a destra.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Fedele. Ne ha facoltà.
Presidente, ho ascoltato con grande attenzione quanto diceva il collega De Gaetano ma conoscevo già il problema perché anche io sono stato interessato da questi lavoratori che, condivido, sono delle professionalità già acquisite all’interno della Provincia di Reggio Calabria.
Ad onor del vero devo dire che noi non potremmo (e non credo sia nemmeno giusto) entrare in merito alle decisioni, insomma, a quello che fa la Provincia di Reggio Calabria.
Non vorrei che fosse una “intromissione” in un altro ente.
Per cui pur essendo d’accordo sulle professionalità che ci sono, non vorrei che fosse vista come intromissione da parte nostra.
Per quanto mi riguarda, potremmo accettare e quindi eventualmente votare, onorevole De Gaetano, soltanto la possibilità della costituzione di un tavolo tecnico affinché discutano tra di loro gli enti competenti, .a non andare oltre, altrimenti rischieremmo di intrometterci e credo che non sia opportuno.
E’ vero che la Regione è parte in causa, perché dà i finanziamenti, ma è chiaro che la Provincia è un ente autonomo e quindi se ha deciso di seguire un’altra strada noi non potremmo intrometterci fino a questo punto.
Considerando, tuttavia la valenza di quanto esposto e la professionalità di questi lavoratori, se la Regione insieme alla Provincia decide di stabilire un tavolo tecnico anche con i sindacati e di discuterne, per noi va bene.
Ma oltre questo, per quanto mi riguarda, non credo che si possa andare, perché non vorrei essere tacciato da parte dell’amministrazione provinciale di travalica mento di competenze.ù
Ha chiesto di parlare l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.
Credo che
sia, Presidente, quanto mai opportuna la creazione di un tavolo tecnico.
Certamente
Certamente
questo è un problema antico che ha visto in alcune realtà ed in alcune province
di questa Regione attuare un vero e proprio piano di orientamento, di inserimento e di qualificazione al lavoro.
Credo che
sia opportuna, quindi, la creazione di un tavolo tecnico, anche perché non
riguarda esclusivamente la questione attuale. Ed ha fatto bene l’onorevole De
Gaetano a sollevarla, concordo con lui, ma è una questione che già sollevai nel
2008 da amministratore della Provincia.
Credo sia
giunto il momento di intervenire, una volta per tutte, per evitare che venga
disperso il patrimonio rappresentato da questi 66 ragazzi, al pari di coloro
che hanno compiuto il precedente ciclo di progetti.
E’ bene che
Volevo dire all’onorevole
Fedele che sono d’accordo con lui, ovviamente
non abbiamo il potere di obbligare ad agire in un determinato modo
Ovviamente, la mozione - poi in sede di
coordinamento formale possiamo trovare la soluzione adeguata - non dice che noi
obblighiamo la provincia, non lo potremmo dire, ma soltanto espone i fatti come
sono andati. C’è anche un appello che questi ragazzi hanno presentato al
Presidente della Repubblica, onorevole Napolitano. Alla fine si chiede un
tavolo tecnico tra Provincia, Regione e sindacati al fine di trovare una
soluzione.
Questo è tutto. Poiché l’interesse è quello
di trovare una soluzione e di creare un tavolo istituzionale, che ad oggi non è
istituito, sono favorevole anche a modificare la mozione ed ha trovare le forme
più opportune attraverso un coordinamento formale che tenga conto delle
osservazioni dei colleghi Giordano e Fedele.
Onorevole Fedele è così.
Siamo sicuramente d’accordo, ma poiché è una
questione molto delicata vorrei che la chiarissimo qui in Aula, per evitare che
arrivino all’esterno messaggi contraddittori.
Per la parte in cui è scritto “si invita
Non andiamo oltre, altrimenti rischieremmo
di inserirci in questioni che riguardano un altro ente e non credo che sia
opportuno.
E’ un invito quello che facciamo. Se
Credo che già in questo modo possa andare
bene.
Credo che le preoccupazioni poste dall’onorevole
Fedele siano più che legittime e colte dal presentatore della mozione.
Penso che bisognerebbe formalizzare un
ordine del giorno o una mozione in cui il Consiglio regionale esprime una
preoccupazione per quello che si sta verificando e sollecita le parti nella
loro autonomia ad istituire un tavolo tecnico per affrontare eventualmente la
questione.
(Interruzione)
E’ un’attenzione del Consiglio regionale che
manifesta preoccupazione per 66 professionalità.
Un’attenzione, non una preoccupazione, verso
questa problematica.
Una preoccupazione perché comunque incide
sulle famiglie.
Dato che è un argomento molto delicato che
riguarda delle persone, delle famiglie che appartengono ad un altro Ente ci
tengo – almeno per quanto mi riguarda – a non mandare all’esterno un messaggio
che non sia corretto.
In sostanza, si sollecita l’istituzione di
un tavolo tecnico affinché le parti poi si determinino nella loro autonomia.
Non possiamo creare noi in un tavolo tecnico. E’ chiaro questo.
Perfetto anche quanto dicevano i colleghi Sulla e Fedele. Siamo d’accordo, anche perché l’intenzione è che venga votato alla unanimità. L’interesse è questo.
Vanno bene quindi sia le sollecitazioni del collega Sulla sia quelle del collega
Fedele.
Con
l’integrazione proposta anche
dall’onorevole Sulla pongo in votazione l’ordine del giorno.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
L’ultimo punto all’ordine del giorno recita “Mozione a firma dell’onorevole Giordano “Sul riconoscimento dello stato di calamità a favore delle imprese agricole danneggiate da una forte grandinata ed una tromba d’aria nella mattinata del 19 settembre 2011 che ha interessato l’Area dello stretto compresa tra Gallico, Catona e Arghillà”. Prego, onorevole Giordano.
Presidente, la mozione, che il Consiglio regionale ha inteso inserire all’ordine del giorno votandola alla unanimità, riguarda l’evento climatico del 19 settembre che ha colpito una parte dell’area dello Stretto, circoscrivibile tra le vallate di Gallico e Catona, ed ha provocato danni notevoli alle strutture ed alla produzione agricola, cancellando alcune produzioni agricole di queste zone.
In particolare, quella che riguarda l’aspetto viti-vinicolo della “Igt Arghillà”, ma anche aree di coltivazione di uliveti pregiati, agrumeti, anoneti e tutta una serie di colture specializzate.
Con questa mozione si chiede di porre in essere una serie di iniziative capaci di offrire un quadro coerente della situazione, anche attraverso uno studio interdipartimentale della Regione con la protezione civile, il settore ambiente, l’Arpacal e l’autorità di bacino regionale, perché, stranamente, in un anno questa zona è stata colpita in tre occasioni: il 3 settembre 2010, il 1° marzo 2011 ed infine il 19 settembre.
Quindi, si chiede la predisposizione di tutta una serie di interventi per coordinare meglio un’azione di messa in sicurezza, di prevenzione e di protezione civile.
Sull’altro versante, si chiede
l’accelerazione delle procedure per l’accertamento dello stato di calamità,
secondo quanto previsto dalla legge, da parte del dipartimento agricoltura e
dell’amministrazione provinciale di Reggio Calabria. Questo tipo di
accertamento al fine di pervenire e reperire dei fondi per il ristoro secondo
quanto previsto dalla legge.
Con questa mozione si impegna
Prego, sottosegretario Torchia.
Volevo solo esprimere il parere favorevole da parte della protezione civile per quanto riguarda il sistema di monitoraggio che attiveremo in quella zona che, effettivamente, è stata soggetta più volte ad eventi metereologici di elevata portata.
Quindi, per quanto mi riguarda ci attiveremo in questo senso. Grazie.
Siamo tutti d’accordo, pongo in votazione la mozione dell’onorevole Giordano.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
La seduta è tolta, il Consiglio sarà convocato a domicilio per giorno 17 ottobre.
Hanno chiesto congedo i consiglieri: Amato, Nucera, Parente, Talarico D., Trematerra.
(Sono concessi)
Sono state presentate alla Presidenza
le seguenti proposte di legge di iniziativa della Giunta regionale:
“Servizi di trasporto pubblico locale su gomma.
Provvedimenti per la proroga dell’affidamento dei servizi in relazione al
variato quadro normativo (Sentenza della Corte costituzionale n. 123/2011;
D.P.R. n. 113/2011; D.L. n. 138/2011) - (Delibera Giunta regionale n. 413 del
16.9.2011)” (P.L. n. 250/9^)
E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione
dell’ambiente – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
“Modifiche all’articolo 7
della legge regionale 22/2010
(Delibera Giunta regionale n. 408 del 16.9.2011)” (P.L. n. 256/9^)
E’ stata assegnata alla seconda
Commissione - Bilancio programmazione
economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
Sono state presentate,
inoltre, le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:
Nucera –
“Disposizioni in materia di ineleggibilità ed incompatibilità alla carica di
consigliere regionale” (P.L. n. 248/9^)
E’ stata assegnata alla quinta Commissione consiliare - Riforme e decentramento.
(Così resta stabilito)
Nucera – “Modifica alla legge
regionale 10 agosto 2011, n. 30 (Disposizioni transitorie in materia di
assegnazioni di sedi farmaceutiche)” (P.L. n. 249/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.
(Così resta stabilito)
Nicolò – “Sistemi premiali
in favore delle imprese. Modifica della legge
regionale 5 aprile 2008, n.
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione - Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
Nucera – “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 21 dicembre 2005, n. 17, recante: <Norme per
l’esercizio della delega di funzioni amministrative sulle aree del demanio
marittimo>” (P.L. n. 252/9^)
E’ stata assegnata alla quinta Commissione consiliare - Riforme e decentramento.
(Così resta stabilito)
Tripodi – “Interpretazione
autentica degli articoli 17 e 18 della legge regionale n. 22 del 5 ottobre
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.
(Così resta stabilito)
De Masi, Giordano, Talarico D. – “Istituzione dell’Osservatorio epidemiologico
ambientale regionale della Calabria” (P.L. n. 254/9^)
E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione
dell’ambiente – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
Talarico F. – “Misure in materia di ottimizzazione della
produttività del lavoro nonché di efficienza e trasparenza dell’amministrazione
del Consiglio regionale” (P.L. n. 255/9^)
E’ stata assegnata alla
prima Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali.
(Così resta stabilito)
Sono state presentate alla Presidenza
le seguenti proposte di
provvedimento amministrativo d’Ufficio:
“Nomina
di tre membri e tra questi il Presidente del Comitato regionale per le
comunicazioni (Corecom) – Riapertura termini
(Delibera U.P. n. 83 del 19.9.2011)” (P.P.A. n. 148/9^)
“Piano,
Regolamento e Piano pluriennale economico e sociale del Parco naturale
regionale delle Serre” (P.P.A. n. 149/9^)
E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione
dell’ambiente.
(Così resta stabilito)
“Programma di attività per
l’anno 2012 ai sensi dell’articolo 10, comma 1, della legge regionale 22 gennaio 2001, n. 2 (Corecom)”
(P.P.A. n. 150/9^)
E’ stata presentata la
seguente proposta di
provvedimento amministrativo di iniziativa del
consigliere Battaglia:
“Modifica al Regolamento
interno del Consiglio regionale” (P.P.A. n. 147/9^)
E’ stata assegnata alla quinta Commissione consiliare - Riforme e decentramento.
(Così resta stabilito)
In data 28 settembre 2011, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato la sotto indicata legge regionale. La stessa è stata pubblicata sul supplemento straordinario n. 1 del 5 ottobre 2011 al Bur 19 dell’1 ottobre 2011:
Legge
regionale 28 settembre 2011, n. 35 recante:
“Riconoscimento ex articolo 54, comma 3, della legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25 della <Fondazione per la
ricerca e la cura dei tumori “Tommaso Campanella” centro oncologico
d’eccellenza> come ente di diritto pubblico”.
De Masi. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
l’Associazione Tipicamente Crotonese è l’ente promotore del farmer market del Comune di Crotone, costituita da 57
imprenditori agricoli, tutti residenti nella Provincia di Crotone;
da comunicato stampa si apprende che, dopo aver espletato i lavori
richiesti e pagato le Ditte, l’Associazione ha presentato regolare
rendicontazione alla Regione Calabria;
da medesimo comunicato stampa si apprende che l’attuale Assessore alle
Attività produttive si era impegnato a liquidare il contributo dovuto;
allo stato non risulta ancora sbloccata la situazione, malgrado un
Decreto con cui si dava mandato alla "Ragioneria Generale di impegnare la
somma sul capitolo di bilancio 6125201 con totale copertura finanziaria, dando
atto, nello stesso provvedimento che, il beneficiario ha rispettato tutti gli
indirizzi e prescrizioni contenute nella Delibera di Giunta regionale n. 751
del 4.11.2009";
la valorizzazione e la commercializzazione di prodotti tipici locali
rappresenta modalità irrinunciabile per lo sviluppo di un territorio,
specialmente quando, come in questo caso, lo stesso vanta tradizioni produttive
in campo agro-alimentare di tutto pregio;
l’area crotonese versa da ormai un ventennio in una
condizione economico-sociale al limite della drammaticità;
il brusco declino del sua apparato produttivo manufatturiero, che ne aveva assicurato per oltre mezzo
secolo una prosperità senza eguali nel mezzogiorno, ha di fatto smorzato la sua
stessa storia ed annientato l’identità;
i pochi tentativi di recupero di una vitalità
economica propria, fondata su autoctone e pregevoli risorse, vanno
tempestivamente agevolati da parte di tutte le Istituzioni Pubbliche che ne
abbiano pertinenza -:
a) se corrisponde al vero quanto riportato dal
comunicato stampa in merito alla circostanza, secondo la quale
b) quali sono le ragioni giuridiche e sociali per
cui
c) se
(170; 30.09.2011)
De Masi. Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere -
premesso che:
è stato varato l’atto aziendale, strumento
periodico di aggiornamento e pianificazione delle politiche sanitarie locali;
da un’analisi del succitato atto appare confermato
la puntuale osservanza dell’orientamento contemplato nel piano di rientro dal
debito sanitario regionale;
è previsto un ridimensionamento di strutture e
servizi essenziali che dequalificherà il nosocomio crotonese ed accentuerà
un’insopportabile distanza nella dotazione strutturale con il resto dell’intera
Calabria e, soprattutto, provocherà un arretramento di consolidate e prestigiose
entità mediche;
a fronte di un punto nascita che registra ben 1.500
parti all’anno, è prevista, tra le altre cose, l’eliminazione della TIN
(terapia intensiva neonatale) ovvero l’istituzione di 2 posti di terapia
intensiva neonatale nell’ambito "dell’urgenza-emergenza" che dunque
affida improvvidamente la gestione della criticità neonatale ad ambiente né
competente né attrezzato;
tutto ciò avviene, come confermato dalla stessa
Regione Calabria, in violazione dell’accordo Stato-Regione;
manca in Calabria S.T.E.N. Regionale che consente il trasporto con la
necessaria celerità i bambini clinicamente critici;
allo stesso modo è previsto un declassamento della
Patologia Neonatale a Struttura Semplice, aggregata alla pediatria e dotata
soltanto di 4 o 6 posti letto e di un nido (peraltro più contemplata nelle
linee guida che orientano ì criteri assistenziali in questa delicatissima
branca);
è prevista la dequalificazione di centri
insostituibili nella loro funzionalità e universalmente riconosciuti come
eccellenti, quali Oncologia, Geriatria, Dermatologia NPI;
il ridimensionamento programmato produrrà notevoli
disagi al territorio crotonese senza peraltro procurare significativi risparmi;
i disagi procurati dal ridimensionamento del locale
nosocomio sono ancor più gravi se si considera che tale Presidio Ospedaliero è
l’unico della Provincia di Crotone e di gran parte della fascia ionica;
il contesto geografico e le carenze
infrastrutturali presenti nel territorio crotonese non agevolerà la locale
popolazione negli spostamenti necessari per poter usufruire dei servizi in
argomento presso strutture di altre Province, provocando in essa una ulteriore
limitazione del proprio diritto ad essere curati;
in determinate condizioni di avversità climatiche
il servizio di elisoccorso non verrebbe assicurato;
la popolazione interessata si è resa partecipe alla
problematica in oggetto sottoscrivendo una petizione da presentare al
Presidente della Regione;
in pochi giorni sono state raccolte circa 3.500
firme -:
a) se il Commissario ad acta
per l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario della
Regione Calabria, intenda apporre dei correttivi ad un provvedimento che appare
esageratamente lesivo nei confronti degli utenti e/o del personale medico;
b) se i risparmi causati dal ridimensionamento
della struttura ospedaliera crotonese sono così rilevanti da poter
compromettere il diritto alla salute della popolazione interessata;
c) se non ritiene opportuno che strutture dalla
consolidata esperienza trentennale in questo delicatissimo settore non si
debbano direttamente occupare di casi critici.
(171; 30.09.2011)
Giordano. Al
Presidente della Giunta regionale con delega alla Tutela della Salute e
Politiche Sanitarie. Per sapere - premesso che:
la signora Grande Giuseppina residente nel Comune
di Maida in data 25 luglio 2011 veniva trasportata
dai familiari presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Civile di Lamezia Terme
per un improvviso malore con un forte dolore addominale e dopo essere stata
visitata, con verbale n. PS11129256/Acc/25/07/11,veniva
ricoverata presso l’Unità operativa di Chirurgia Generale e rimaneva ricoverata
per accertamenti e cura dal 26 al 30 luglio;
la sera del 30 luglio veniva dimessa dal ricovero e
il responsabile del
la signora Grande al momento delle dimissioni ha
manifestato verbalmente, con richiesta agli addetti della Segreteria della
Unità Operativa e al personale medico presente in servizio, di ricevere la
propria cartella clinica, e tutto il personale ha risposto che sarebbe stata
pronta non prima di dieci giorni presso l’ufficio delle cartelle cliniche;
in data 10 agosto
il figlio, sig. Giuseppe Giordano, si è recato presso
l’ufficio cartelle cliniche, ha consegnato la richiesta con regolare delega al
personale sanitario dell’Archivio Clinico ed è stato informato che la cartella
clinica non era ancora arrivata dalla Unità Operativa della Chirurgia Generale,
successivamente il sig. Giordano ha contattato telefonicamente la suddetta
Unità Operativa ricevendo la notizia che la cartella clinica non era pronta e
doveva essere preparata;
in data 13 agosto 2011 la sig. Grande invia con
raccomandata RV+AR n. 05211024504-7 - intestata A.S.P. Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro -
Presidio Ospedaliero di Lamezia Terme e indirizzata al responsabile pro tempore
della Unità Operativa della Chirurgia Generale, la richiesta ufficiale ai sensi
dell’art.22 e seguenti della legge 241/90 per l’accesso agli atti della propria
cartella clinica e in data 16 agosto 2011 la suddetta raccomandata è stata
restituita con la seguente motivazione:"la segreteria non è autorizzata al
ritiro delle raccomandate presso l’Unità Operativa"; in data 20 agosto la
signora Grande ha inviato una raccomandata RV+AR n.
05314049397-5 al Direttore Generale della Azienda Sanitaria Provinciale di
Catanzaro, notificata in data 22 agosto 2011 e per conoscenza alla Direzione
Aziendale di Lamezia Terme con raccomandata RV+AR n.
05314049396-4, notificata il giorno 24 agosto 2011, per l’accesso agli atti
della propria cartella clinica ai sensi dell’art. 22 e seguenti della legge
241/90;
essendo trascorsi inutilmente 30 giorni dalle
notifiche e due mesi dalle dimissione del ricovero ospedaliero senza ricevere
notizie ufficiali, la signora Grande ha dato mandato al proprio legale per
procedere con ricorso presso il Tribunale Amministrativo Regionale della
Calabria - Sez. di Catanzaro, per l’ottemperanza della richiesta di ricevere in
copia conforme autenticata tutta la documentazione della propria cartella
clinica, completa dei dati relativi all’esame clinico, alle ricerche
diagnostiche espletate, alla diagnosi formulata, alle cure istituite ed
all’evoluzione della malattia durante il periodo di degenza;
l’interrogante ricorda al Presidente della Giunta
regionale con delega alla Sanità che della cartella clinica risponde il
responsabile dell’Unità operativa che ha in carico il paziente e deve essere
redatta ai sensi del D.M. Sanità del 5 agosto 1977 e del DPCM del 27 giugno
1986, su fogli messi a disposizione e riconosciuti validi dalla Zona -
Territoriale e le relative annotazioni debbono essere redatte, rispettando la
sequenza cronologica, contestualmente agli eventi segnalati e deve essere
conclusa con la diagnosi di dimissioni e firmata dal responsabile dell’Unità
Operativa che ha in carico il paziente o da un suo collaboratore a ciò
appositamente delegato e la copia conforme della cartella clinica può essere
rilasciata non prima del giorno di dimissioni, entro il più breve
tempo possibile e il termine massimo di trenta giorni, dal ricevimento della
richiesta, è giustificata solo quando la cartella clinica si trova già a
disposizione dell’Archivio Clinico -:
quale iniziativa repentina intende prendere il
responsabile della Tutela della Salute della Regione Calabria per sanare
definitivamente questo modo di operare/lavorare nei presidi ospedalieri della
Calabria e cosa osta al Presidente della Regione Calabria prendere l’iniziativa
di dare immediate disposizioni per verificare (anche personalmente) il servizio
sanitario calabrese controllando presso tutti gli Ospedali Civili e privati
convenzionati che la compilazione delle cartelle cliniche dei pazienti venga
effettuata scrupolosamente ogni giorno e in ogni momento che al paziente viene
somministrato un medicinale, tenuto conto che in altre strutture sanitarie
della nostra nazione è già in funzione da anni la cartella clinica online dove
il paziente e il proprio medico di famiglia possono accedere in tempo reale per
controllare l’aggiornamento dello stato clinico del degente, intervenendo, se
necessario, con suggerimenti medici anche di altri specialisti, anche per
prevenire, curare e sanare il paziente contribuendo a ridurre le spese
sanitarie della Regione Calabria.
(172; 30.09.2011)
De Gaetano. Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere -
premesso che:
tale percorso
stradale, oltre a collegare la provincia di Reggio Calabria alla fascia
costiera del Vibonese, costituisce, per gli stupendi panorami che la
caratterizzano, una meta privilegiata da numerosi turisti;
la chiusura di
questa arteria causa inevitabilmente moltissimi disagi ai lavoratori pendolari,
agli studenti e ai commercianti del basso vibonese;
tali disagi
sono stati rappresentati anche da una petizione popolare sottoscritta ed
inviata nel mese di marzo u.s. al Presidente della Giunta regionale, onorevole
Scopelliti, e al Presidente della Provincia, De Nisi,
purtroppo rimasta inascoltata;
già in data 8
marzo 2010 un’A.T.I. (Associazione Temporanea Imprese) - capofila l’impresa Restuccia - ha iniziato, per conto dell’Amministrazione
Provinciale, i lavori per la costruzione di una galleria di metri 800 circa,
allo scopo di mettere in sicurezza
i suddetti
lavori sono stati interrotti dal mese di febbraio 2011 per via della mancata
autorizzazione comunale ad utilizzare il materiale esplosivo di 2° categoria
che sarebbe stato necessario per realizzare la galleria medesima;
la progettata
galleria dovrà essere realizzata sotto un costone classificato R3 e R4 dal P.A.I. regionale e sotto il quale passa già la galleria
delle Ferrovie dello Stato;
nel passato,
il tratto di strada in parola è stato più di una volta chiuso al traffico per
eseguire lavori di consolidamento sia da parte dell’Amministrazione Provinciale
di Catanzaro che da quella di Vibo Valentia, costati ingenti somme di danaro
pubblico;
il territorio
di cui sopra presenta scorci panoramici tra i più suggestivi delle coste
calabresi -:
quali sono i
motivi che, fino ad oggi, hanno impedito efficaci e risolutivi interventi per
la messa in sicurezza della S.P. n.
quali
valutazioni sull’impatto ambientale sono state effettuate dalla Regione in
merito alla costruzione della galleria di cui in premessa;
se non
ritengono, inoltre, di promuovere un’indagine conoscitiva al fine di accertare
eventuali responsabilità da parte degli Organi che, nel tempo, avrebbero dovuto
risolvere in tempi rapidi il problema della messa in sicurezza dell’importante
tratto stradale, evitando così lo sperpero di ingenti somme di danaro pubblico.
(173;
5.10.2011)
Aiello F. Al Presidente
della Giunta regionale nella qualità di Commissario per l’emergenza sanitaria.
Per sapere – premesso che:
il CCNL della
Dirigenza Sanitaria prevede all’art. 18 comma 4 CCNL dirigenza medica e
veterinaria del 8/06/2000, disponendo che:
in caso di
assenza per ferie o malattia o altro impedimento del Direttore di dipartimento,
la sua sostituzione è affidata dall’azienda ad altro Dirigente con incarico di
direzione di struttura complessa da lui stesso preventivamente individuato con
decadenza annuale. Analogamente si procede nei casi altre articolazioni
aziendali che, pur non configurandosi con tale denominazione, ricomprendano,
secondo l’atto aziendale, più strutture complesse;
nei casi di
assenza previsti dal comma 1, da parte del Dirigente con incarico di direzione
di struttura complessa, la sostituzione è affidata dall’azienda al altro
Dirigente della struttura medesima con rapporto di lavoro esclusivo, indicato
all’inizio di ciascun anno dal responsabile di struttura complessa, che a tal fine
si avvale dei seguenti criteri: Omissis.;
le
disposizioni del comma 2 si applicano anche nel caso di strutture semplici che
non siano articolazione interne di strutture complesse ed in cui il massimo
livello dirigenziale sia rappresentato dall’incarico di struttura semplice;
nel caso che
l’assenza sia determinata dalla cessazione del rapporto di lavoro del Dirigente
interessato, la sostituzione è consentita per il tempo strettamente necessario ad
espletare le procedure di cui ai DPR. 483 E 484/1997 ovvero dell’art. 17 bis
del dgl 502/1992. In tal caso può durare sei mesi,
prorogabili fino a dodici. Omissis.;
le
sostituzioni previste dal presente articolo si configurano come mansioni
superiori in quanto avvengono nell’ambito del ruolo e livello unico della
dirigenza sanitaria. Al Dirigente incaricato della sostituzione ai sensi del
presente articolo non è corrisposto alcun emolumento per i primi due mesi.
Qualora la sostituzione dei commi 1 e 2 si protragga continuativamente oltre
tale periodo al Dirigente compete una indennità mensile di L. 1.036.000 e per
la sostituzione di cui al comma 3 di L. 518.000. Alla corresponsione della
indennità si provvede o con le risorse del fondo dell’art. 50 o di quello
dell’art. 52 per tutta la durata della sostituzione. La presente clausola si
applica ad ogni eventuale periodo di sostituzione anche se ripetuto nel corso
dello stesso anno. L’indennità può quindi, essere corrisposta anche per periodi
frazionati. Omissis.;
in prima
applicazione la disciplina del presente articolo decorre dal sessantesimo
giorno dall’entrata in vigore del presente CCNL e, da tale data è disapplicato
l’art. 121 del DPR 384/1990. Nel medesimo termine le aziende possono integrare
le procedure di cui ai commi 1, 2 e 3 secondo i propri ordinamenti, previa
consultazione dei soggetti dell’art. 10 comma 2;
l’applicazione
del Piano di rientro ha causato il blocco delle assunzioni ed anche dei
Direttori di UOC a far data dal febbraio 2010;
in molte
aziende sanitarie della Calabria risultano vacanti posti di direttori di UOC e
che tali posti sono occupati, anche da molti anni, da dirigenti medici di primo
livello in qualità di primari facenti funzioni (ad esempio nell’AO di Reggio
Calabria sono vacanti ed affidati a medici di primo livello nonostante le
proteste dei sindacati i posti di direttore sanitario di presidio, direttore di
fisiatra, di neurologia, di pediatria, di dermatologia, centro trapianti
midollo osseo, centro trapianti regionale, laboratorio analisi, pneumatologia,
neonatologia), mentre correttamente in altri casi vengono affidati ad interim a
primari di branche affini;
tale
situazione potrebbe costituire un vantaggio per i facenti funzione consentendo
di acquisire titoli di carriera e precostituendo situazioni di possibile
rivalsa sul SSR (per l’indebito arricchimento derivante dal minore compenso
economico per l’occupazione del posto di direttore);
il permanere
di tali incarichi oltre il periodo massimo previsto dal CCNL, oltretutto configura
un caso di violazione di legge con conseguente indebito vantaggio patrimoniale
per il beneficiario e quindi integra una specifica previsione di reato -:
quali siano i
conseguenti urgenti provvedimenti per il piano di rientro (anche ai sensi della
legge finanziaria), per rimuovere nelle aziende sanitarie tali situazioni
illegittime e non più sostenibili.
(174;
5.10.2011)
Il Consiglio regionale
premesso che
nella mattinata di lunedì 19 settembre 2011 una parte consistente dell’Area
dello Stretto compresa fra
in particolare i danni hanno interessato principalmente i vigneti
dell’area IGT Arghillà, gli agrumeti, gli uliveti,
gli anoneti, le piante da frutto e le orticole;
le organizzazioni agricole del settore, dopo attento sopralluogo, hanno
segnalato agli organi competenti le conseguenze dell’evento chiedendo nel
contempo di attivare tutte le procedure previste per il riconoscimento dello
stato di calamità a favore delle imprese agricole danneggiate;
l’area interessata alla perturbazione, alla luce anche degli accadimenti
che ciclicamente si succedono (nello specifico nel corso dell’ultimo anno si
sono verificati tre eventi, 3 settembre 2010, 1 marzo 2010, 19 settembre 2011 con allagamenti e frane), presenta
una condizione morfologica e metereologica
particolare che determina la necessità di ano studio tecnico/scientifico al
fine di pervenire all’individuazione di cause e fattori di rischio per porre in
essere una azione sistemica finalizzata all’adozione di una serie di interventi
e messa in sicurezza dal rischio frane e dal rischio idraulico, realizzando
così misure di protezione civile per la salvaguardia della popolazione delle
frazioni e dei centri maggiormente esposti;
impegna
il Presidente della Giunta regionale a interessare prontamente i
dipartimenti regionali della Protezione Civile e dell’Ambiente, con l’ausilio
dell’Arpacal e dell’Autorità di bacino regionale
attraverso le proprie strutture tecniche/scientifiche, perché pongano in essere
studi meteorologici e morfologici delle aree interessate e individuino conseguentemente
interventi strutturali che possano eliminare e/o limitare le condizioni di
rischio della zona interessata periodicamente agli eventi calamitosi.
(50;
07.10.2011) Giordano
Il Consiglio regionale
premesso che
l’istituto di
Scienze Neurologiche del Consiglio Nazionale delle Ricerche (ISN-CNR) è
Istituto di ricerca nazionale con sede principale in Mangone
(CS), e Unità Organizzative di Supporto in Roccelletta
di Borgia (CZ) e Catania;
l’ISN del
Consiglio Nazionale delle Ricerche è Ente pubblico nazionale di ricerca
vigilato dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca (MIUR), da cui
riceve i trasferimenti necessari per il suo funzionamento;
la sede
dell’ISN-CNR di Mangone (CS) è struttura di ricerca
di eccellenza a livello internazionale, in cui operano ricercatori e tecnici
con ventennale esperienza ed attività nello studio delle malattie del sistema
nervoso;
l’ISN-CNR
svolge attività di diagnosi avanzata e di ricerca nel campo delle malattie
ereditarie del sistema nervoso su base genetica, nell’ambito delle quali vanta
numerose pubblicazioni scientifiche internazionali, collaborando, inoltre, con
prestigiosi istituti nazionali ed internazionali e costituendo un punto di
riferimento per tutto il meridione d’Italia;
le malattie
ereditarie del sistema nervoso, come
l’Istituto di
Scienze Neurologiche CNR di Mangone (CS) ha
contrastato efficacemente in questi anni la mobilità sanitaria extraregionale
afferente a dette;
nell’ambito
della valutazione degli istituti del CNR effettuata da 26 Panel
di Area composti da un totale di 150 scienziati, di cui 90 provenienti da
Istituzioni italiane e 60 da Istituzioni europee, il CNR - Istituto di Scienze
Neurologiche di Mangone (CS) si è distinto tra le
eccellenze in Italia, per la qualità della sua attività di ricerca;
l’ISN-CNR di Mangone (CS) ogni anno eroga anche oltre 8.000 prestazioni
altamente specialistiche di indagine nella genetica molecolare, biochimica e
diagnostica per immagini (Risonanza Magnetica Nucleare), uniche in regione
nella loro tipologia, per gravi malattie neurodegenerative;
tale attività
sanitaria è svolta in regime di convenzione con
l’attività
sanitaria svolta in regime di convenzione con
l’ISN-CNR di Mangone (CS) rappresenta un importante incubatore di
sviluppo culturale ed occupazionale per i giovani laureati dell’Università
della Calabria;
per
l’importanza delle attività svolte, la sede dell’ISN-CNR di Mangone
(CS) assume rilevanza strategica per l’intera Regione Calabria, per il
centro-sud d’Italia, ma in particolar modo per la provincia di Cosenza, sul cui
territorio insiste e nell’ambito del quale è maggiormente evidente la ricaduta
dei benefici economico-sociali delle attività di ricerca e servizio svolte;
con Delibera
n. 11 del 13/01/10
alla
"linea d’intervento 8.1.1.2. servizi
per la ricerca scientifica, l’innovazione tecnologica e i servizi innovativi
per le imprese nelle città e nelle aree urbane di Cosenza-Rende
e di Catanzaro-Germaneto" sono stati destinati
30.582.048,51 euro.
nel gennaio
2010 sono state emanate, relativamente al POR FESR Calabria 2007/2013, le linee
d’indirizzo con le quali si è stabilito di creare una rete regionale di poli di
innovazione e di rafforzare i rapporti tra mondo accademico e sistema
produttivo attraverso la creazione di una Rete Regionale per l’innovazione e
l’attivazione dei servizi Tecnologici dei Poli in linea con la disciplina
europea C (2006) 323/01;
con Delibera
n. 450 del 22/06/10
con Delibera n.
451 del 22/06/10
il
"Protocollo d’Intesa tra Regione Calabria e CNR", poi stipulato in
Roma il 02/07/2010, ha istituito all’art. 5 un "Comitato tecnico di
indirizzo - Gruppo di Lavoro di progetto" con il compito di definire gli
obiettivi, le modalità ed i "layout" tecnici del progetto, ivi
compreso il costo complessivo dell’intervento proposto;
il detto
"Comitato tecnico di indirizzo - Gruppo di Lavoro di progetto", nella
riunione del 17/01/2011, ha determinato che "la progettazione articolata
per i singoli Poli di innovazioni per l’assegnazione della cubatura finanziata,
nell’ambito della disponibilità economica individuata dalla Regione Calabria,
tenga conto dei seguenti criteri per la ripartizione relativa: spazi attuali
occupati dagli Istituti CNR, personale in servizio, tipologia specifica delle
funzioni di ricerca, ipotesi di sviluppo e potenziamento delle attività di
ricerca" (verbale n.1 del 17/01/2011), e pertanto in base all’attuale
presenza della comunità CNR nelle province Calabresi, si sarebbe dovuta
adottare la seguente ripartizione percentuale delle somme messe disposizione della Regione: 82,04% per la
provincia di Cosenza, 8,38% provincia di Catanzaro, 9,58% provincia di Reggio
Calabria;
in seguito ad
alcune iniziative della Regione Calabria conseguenti l’adozione di tali atti,
si è tuttavia concretamente profilato il rischio che l’istituto di Scienze
Neurologiche del CNR di Mangone (CS) fosse chiuso e
le relative attività, personale ed attrezzature trasferite presso l’Università
"Magna Graecia" in località Germaneto di Catanzaro;
in relazione a
tale ipotesi di trasferimento, il personale della sede di Mangone
(CS) ha più volte manifestato la propria contrarietà, in quanto tale ipotesi
non è supportata da alcuna ragione di carattere organizzativo ed ancor meno da
esigenze relative alle attività di ricerca e sanitarie svolte;
in base
all’art. 16 del regolamento (CE) n. 1083/2006 occorre "prevenire ogni
discriminazione nell’accesso ai fondi, un principio che non appare rispettato
nel caso di chiusura dell’Istituto di Scienze Neurologiche del CNR di Mangone (Cosenza) visto che, senza alcun motivo logico, si
sottrae ad un territorio una struttura di ricerca strategica anche per molti
disabili. Anzi, appare esservi una discriminazione tra il territorio della
provincia di Cosenza, in cui viene chiusa la predetta struttura in
contemporanea ad altri servizi sanitari, a favore di quello della provincia di
Catanzaro";
analogamente,
risulta non applicato un altro principio cardine della gestione dei fondi
europei, quello dello sviluppo sostenibile e della tutela e del miglioramento
dell’ambiente conformemente all’articolo 6 del trattato, sancito dall’art. 17
del suddetto regolamento, visto che I’attuale sede dell’ISN-CNR in località
Piano Lago comune di Mangone (CS) è dotata di ogni
requisito organizzativo, strutturale ed impiantistico, che, tra l’altro, ne ha
consentito l’autorizzazione e l’accreditamento all’erogazione di servizi
sanitari in via definitiva;
il paventato
trasferimento della sede dell’Istituto di Scienze Neurologiche CNR da Mangone (CS) a Catanzaro determinerebbe l’ulteriore
impoverimento socio-culturale di un territorio già fortemente provato dai
continui tagli operati dalla Regione nel campo della spesa sanitaria, oltre
alla creazione di un’inutile "cattedrale nel deserto", atteso che il
personale della struttura, vero motore delle attività dell’ISN-CNR, resterebbe
in provincia di Cosenza adibito ad altre attività, in quanto dipendente di Ente
statale con altre sedi in tale territorio;
da ultimo con
delibera n. 390 del 01/09/2011
tale
convenzione ha garantito servizi sanitari d’eccellenza alla popolazione
calabrese, servizi diagnostici specialistici, di indagine genetica per gravi
malattie neurodegenative, in supplenza alle carenze
del Sistema Sanitario Regionale, sin dal 16.12.1996, giusta delibera n. 8530
della Giunta Regionale, evitando di conseguenza la migrazione sanitaria fuori
regione;
sarebbe utile
per
impegna il
Presidente e
a far sì che,
nell’ambito delle linee di intervento previste per la ricerca nel POR FESR
Calabria - Progetto Integrato di Sviluppo Regionale di valenza strategica
"Sistema delle Aree Urbane Regionali", nonché nei criteri di riparto
dell’Asse VIII - settore "Città e Aree Urbane" del POR Calabria FESR
2007-13" - "linea d’intervento 8.1.1.2.
servizi per la ricerca scientifica, l’innovazione tecnologica e i servizi
innovativi per le imprese nelle città e nelle aree urbane di Cosenza-Rende e di Catanzaro-Germaneto",
sia valorizzata l’esperienza dell’Istituto di Scienze Neurologiche del CNR di Mangone (Cosenza), struttura di eccellenza nella ricerca a
livello europeo, affinché, nondimeno, lo stesso possa continuare ad insistere
ed operare nel territorio di Cosenza, garantendo l’erogazione di prestazioni
specialistiche di diagnostica nella genetica molecolare, biochimica e
diagnostica per immagini (Risonanza Magnetica Nucleare) utili alla collettività
e necessarie allo sviluppo scientifico nazionale;
a tenere
conto, nella creazione dei Poli di Innovazione, delle strutture e dei
laboratori di ricerca esistenti, favorendone l’ampliamento e lo sviluppo,
potenziando e finanziando l’istituto di Scienze Neurologiche di Mangone (CS), nonché tutte le eccellenze consolidate in
Provincia di Cosenza;
a promuovere
lo sviluppo e l’occupazione - partendo proprio dal settore strategico della
ricerca in tutta
ad intervenire
affinché sia ripristinata la convenzione con il Consiglio Nazionale delle
Ricerca - Istituto di Scienze Neurologiche località Piano Lago in Mangone (COSENZA) per l’erogazione di prestazioni di
laboratorio e diagnostica per immagini alla popolazione calabrese;
a stilare un
nuovo piano strategico di sviluppo della regione anche alla luce dei tagli
intervenuti sugli enti locali in seguito all’approvazione del decreto legge
98/2011.
(51;
07.10.2011) Talarico D., De Masi, Giordano, Principe,
Franchino
Il Consiglio regionale
premesso che:
l’acqua è fonte di vita. Senza acqua non c’è vita. L’acqua costituisce
pertanto un bene comune dell’umanità, un bene irrinunciabile che appartiene a
tutti. Il diritto all’acqua è un diritto umano fondamentale, così come sancito
anche dalle Nazioni Unite nell’Assemblea generale del 28 luglio 2010;
con il risultato dello scorso 12 e 13 giugno ai referendum promossi dal
Forum italiano dei Movimenti per l’acqua, di cui il Coordinamento Calabrese
Acqua Pubblica "Bruno Arcuri" è parte integrante, è stato deciso un
punto di non ritorno nel governo e nella gestione del Bene Comune acqua;
come nel resto d’Italia, anche nella nostra regione la maggioranza
assoluta dei cittadini si è recata alle urne esprimendosi, con una percentuale
del 98%, al di là di puri e formali tecnicismi, a favore di una gestione del
servizio idrico pubblica e partecipata direttamente dai calabresi, affinché
nessuno possa realizzare profitti sulle nostre acque;
da più tempo, sindaci, amministratori, comitati, associazioni e movimenti
di tutta la regione, hanno ribadito la volontà di portare avanti con
determinazione tutte le azioni necessarie per giungere nel più breve tempo
possibile alla completa ripubblicizzazione del
servizio idrico calabrese;
l’affermazione referendaria rafforza le istanze sollevate da molte
associazioni, comitati ed enti locali in relazione a diverse problematiche
sorte con la gestione della società mista Sorical:
- illegittimità delle tariffe applicate ai comuni che hanno visto, a
tutto il 31 dicembre 2008, un aumento del 21%, mentre
- mancata attuazione degli obblighi contrattuali che prevedevano, nel
rispetto legislativo, l’applicazione degli adeguamenti previsti dalla normativa
vigente in materia, la cui competenza è in capo al legislatore nazionale e non
a quello regionale;
- mancata attuazione degli impegni sottoscritti in sede di ottenimento
della concessione regionale, che obbligavano il socio privato ad investire
quasi 100 milioni di euro nei primi 5 anni; di questi investimenti non sono
stati forniti dati specifici e nelle stesse delibere regionali ne vengono
dichiarati poco più della metà;
- gestione
poco trasparente, come ad esempio in riferimento all’assunzione di un mutuo di
240 milioni di euro presso
- numerosi
casi di disservizi e/o di erogazione di acqua non potabile per periodi
prolungati e di diminuzione se non di sospensione dell’erogazione dell’acqua;
le innovazioni
introdotte dalla delibera 71 del 28.02.2011, approvata dalla Giunta regionale,
che obbligano i comuni ad accendere mutui per pagare presunti debiti connessi
al servizio idrico e demandano la gestione di tutti i servizi idrici ad una
nuova società - che quasi certamente sarà la stessa Sorical
- vanno in direzione esattamente opposta rispetto a quanto richiesto dalla
maggioranza assoluta dei cittadini calabresi con il voto popolare dei 12 e 13
giugno;
l’abolizione
degli Ato provinciali, avvenuta esclusivamente in
Calabria - pur in presenza di una moratoria approvata dal parlamento nazionale
sulla ridefinizione degli stessi, in attesa dello svolgimento della
consultazione referendaria - a seguito dell’approvazione dell’art. 10 bis del
collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2011 e dell’art. 47
comma 5 della legge regionale n. 34 del 2010, con cui è stato istituito un Ato unico regionale, rappresenta la premessa per affidare
la gestione complessiva del servizio idrico integrato in capo ad un unico
soggetto gestore;
rilevato che:
l’assemblea
nazionale del Forum dei Movimenti per l’Acqua ha riproposto, alla luce della
riaffermata volontà della maggioranza dei cittadini italiani, la proposta di
legge d’iniziativa popolare depositata in Parlamento già nel 2007, relativa ai
"Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e
disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio
idrico", la cui finalità, esplicitata bene nell’articolo 1, comma 2, è
quella di favorire la definizione di un governo pubblico e partecipativo del
ciclo integrato dell’acqua, in grado di garantirne un uso sostenibile e solidale;
è necessaria
ed urgente una chiara presa di posizione del consiglio regionale, per
legiferare mantenendo fede al libero e risoluto pronunciamento della
maggioranza dei cittadini calabresi;
Impegna
ed il
Presidente della Regione Calabria, ad intervenire presso
a
rappresentare, sul piano politico ed istituzionale, l’inequivocabile e netta
espressione di contrarietà della popolazione calabrese alla privatizzazione dei
servizi idrici così come la netta volontà popolare volta a riaffermare il
valore fondamentale per la vita di tutti gli esseri viventi del Bene Comune
acqua;
ad abrogare la
citata delibera 71 per la sua manifesta incompatibilità con il quadro giuridico
nazionale in cui, dopo i referendum, dovrà essere inquadrata la gestione dei
servizio idrico integrato;
ad abrogare i
citati art. 10 bis del collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno
2011 e art. 47 comma 5 della legge regionale n. 34 del 2010, con cui è stato
istituito, esclusivamente in Calabria, un Ato unico
regionale, per adottare, invece, il principio fondamentale dell’organizzazione
territoriale del servizio idrico integrato basato sugli ambiti territoriali
ottimali, delimitati secondo i seguenti criteri:
rispetto
dell’unità del bacino ideografico; - superamento della frammentazione delle
gestioni;
conseguimento
di adeguate dimensioni gestionali definite sulla base di parametri fisici,
demografici e tecnici;
a mettere in
campo tutte le azioni necessarie per procedere alla rescissione in danno del
contratto con
ad assumere,
di concerto con le amministrazioni locali interessate e con le Province, una
proposta di legge regionale in cui sia garantito il concetto fondamentale
dell’Acqua come Bene Comune da tutelare e da tenere fuori dal mercato, affinché
nessuno vi realizzi profitti.
(52;
07.10.2011) Talarico D., De Masi, Giordano, Aiello F., Franchino
Il Consiglio regionale
si è appreso da un missiva indirizzata al Presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano, ed alle altre alte istituzioni nazionali e regionali che in
un momento di grave crisi economica senza precedenti 66 dipendenti a tempo
determinato presso i CPI della Provincia di R.C. che prestano la loro opera
qualificata, alcuni da otto anni, altri da cinque ed altri ancora da tre, per
dare i servizi che i centri dell’Impiego devono fornire ai sensi del D.lgs 23 dicembre 1997 nr. 469 e D.Lgs nr. 181/2000 e successive
modifiche, dal 31 dicembre 2011 rischiano seriamente di perdere il proprio
posto di lavoro e rimanere insieme alle proprie famiglie senza fonte di
sostentamento;
dall’istanza rivolta alla più alta carica dello Stato si sostiene che
nonostante una "legge nazionale (più precisamente il DPCM 28/03/2011,
provvedimento governativo che, sulla scorta del D.L.
n. 225/2010) abbia sancito la proroga di validità delle graduatorie dei
concorsi pubblici al 31.12.2011, proprio al fine di evitare l’attivazione e gli
oneri di nuove procedure concorsuali",
le richieste formulate nella missiva consistono nella proroga
contrattuale fino al 31.12.2013 finalizzata al "consolidamento
graduale" delle posizioni lavorative come avvenuto nelle altre province
calabresi;
considerato che
da più parti è stato richiesto un confronto ed un’analisi della
problematica, tenuto conto di un dato fattuale indiscutibilmente disomogeneo in
Calabria. Gli stessi lavoratori dei CPI, per
gli stessi profili e mansioni nelle Province di Cosenza, di Catanzaro e Crotone
hanno potuto godere di percorsi virtuosi, concertati e graduali di
stabilizzazione (i cosiddetti "vecchi" precari dei centri per
l’impiego) e, questi stessi enti, ove lo ritengano opportuno, per utilizzare i
fondi Por del triennio 2011-2013 potranno fare un nuovo concorso per tutti i
disoccupati a differenza di quanto è accaduto a Reggio Calabria dove però, solo
apparentemente nel rispetto formale delle norme in tema di discrezionalità
amministrativa e dell’autonomia locale, il personale in servizio lamenta che di
fatto si "crea precariato su precariato";
ritenuto che
in materia dei servizi erogati dai centri per l’impiego calabresi, in
occasione tra l’altro, di una risposta ad un’interpellanza formulata dal Vice
Presidente del Consiglio regionale, onorevole Alessandro
Nicolò datata 12 novembre 2010 da parte dell’Assessore regionale, onorevole Francescantonio Stillitani. Nella nota del 26 novembre 2010, infatti,
emerge chiaramente, ancora una volta, la volontà della Regione Calabria di
combattere il precariato utilizzando: "specifiche figure professionali a
condizione che si attuino procedure di selezione pubblica…"
e prevedendo "contestualmente ...piani di stabilizzazione occupazionale da
attuarsi sulla base di Piani Triennali come, peraltro, già realizzato da alcune
Province ".
le linee guida del Piano regionale triennale del Lavoro, esplicitano
l’impegno della Regione Calabria "all’eliminazione del precariato ed alla
possibilità di prevedere dei percorsi di stabilizzazione per gli esperti
esterni’’;
in esito alla procedura di selezione ad evidenza pubblica per titoli ed
esami bandita il 10.10.2007 conclusasi con la graduatoria pubblicata il 13
giugno 2008 gli odierni dipendenti a t.d. stipulavano
con l’Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria (unica tra le province
all’epoca ad aver effettuato un concorso pubblico) un rapporto di impiego a
termine e venivano destinati a prestare la loro attività lavorativa nell’ambito
degli interventi di politiche attive del lavoro a supporto ed integrazione dei
servizi svolti dai Centri per l’impiego della Provincia di Reggio Calabria a
partire dal 20 giugno 2008. Successivamente
la più recente legislazione della Regione Calabria è improntata in tema
di favor verso la valorizzazione e lo
sviluppo delle professionalità interne (cfr. artt. 16 e
in data 8 settembre 2011 il Consiglio dei ministri n.
potrebbe essere utile e produttivo alla luce degli atti richiamati per
affrontare e chiarire la problematica in oggetto aprire un confronto
istituzionale "allargato" coinvolgendo anche
tutto ciò premesso e visti gli atti che si richiamano
impegna
ad intervenire per sensibilizzare gli organi preposti su una piattaforma
programmatica per la concertazione di ogni iniziativi utili (tra le altre anche
la temporanea sospensione del concorso in autotutela) come la convocazione di
un tavolo istituzionale tra Regione Calabria (rappresentanti esecutivo e del Consiglio regionale) - Provincia di Reggio Calabria - Rappresentanze sindacali e
qualsivoglia ulteriore atto efficace ed opportuno al fine di verificare le
modalità attraverso le quali pervenire alla valorizzazione delle esperienze e
della professionalità maturata dai lavoratori precari in servizio presso i CPI,
anche sulla base di azioni in tal senso mirate e già attuate da altre Province
calabresi, nel rispetto delle prerogative, delle competenze e delle rispettive
responsabilità tra gli enti, nonché dell’ordinamento vigente.
(53; 07.10.2011) De Gaetano
CAPO I
Tracciabilità informatica
del procedimento amministrativo
Art. 1
(Principi)
1. Per la realizzazione degli obiettivi di efficienza, efficacia,
economicità, imparzialità, trasparenza, semplificazione e partecipazione, ogni
procedimento amministrativo di competenza della Regione Calabria deve essere
dotato di adeguati supporti informatici allo scopo di rendere conoscibile agli
interessati ogni atto.
2. La conoscenza e l’estrazione degli atti può avvenire, a scelta
dell’interessato, in forma cartacea o magnetica nel rispetto dei principi in
materia di accesso e di trattamento dei dati personali di cui rispettivamente
alla legge 7 agosto 1990 n. 241 (Nuove norme in materia di procedimento
amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi) ed al decreto
legislativo 30 giugno 2003 n. 196 (Codice in materia di protezione dei dati
personali).
3. Nel rispetto della propria autonomia organizzativa,
Art. 2
(Banca Dati Unica dei
Procedimenti Amministrativi)
1. I procedimenti amministrativi di cui all’articolo 1 sono conoscibili
attraverso l’accesso alla Banca Dati Unica dei Procedimenti Amministrativi
Informatizzati (BDU-PAI) ove sono riversati, a cura dell’ufficio regionale
competente presso
2. Entro il 31 gennaio di ogni anno, l’Ufficio di Presidenza della Giunta
regionale elabora i dati statistici sullo stato dei procedimenti amministrativi
e li trasmette al Consiglio regionale.
3. Ogni Ente pubblico e soggetto privato che a qualsiasi titolo partecipa
al procedimento amministrativo di competenza regionale ha l’obbligo di
collaborare all’informatizzazione degli atti.
Art. 3
(Regolamento sulla
gestione informatica e sulla tracciabilità del procedimento amministrativo)
1.
Art. 4
(Responsabilità)
1. I dipendenti pubblici incaricati delle funzioni pubbliche regionali a
cui è imputabile l’omissione o il ritardo del procedimento sono passibili di
sanzioni pecuniarie irrogate con le procedure e nella misura di cui ai CCNL e
decentrati.
2. Resta impregiudicata ogni responsabilità civile, penale, amministrativa
e disciplinare connessa ai fatti di cui al presente articolo.
3. Le somme acquisite in applicazione del precedente comma 1 sono
conferite al fondo di produttività del personale.
CAPO II
Norme sulla trasparenza
per favorire il controllo e la legalità dell’attività amministrativa
Art. 5
(Misure per favorire la
trasparenza amministrativa)
1.
a) autorizzazione o concessione;
b) scelta del contraente per l’affidamento di lavori, forniture e
servizi, anche con riferimento alle modalità di selezione prescelta, secondo
quanto previsto dal decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 (Codice dei
contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture);
c) concessione ed erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili
finanziari, nonché di attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere a
persone ed Enti pubblici e privati;
d) concorsi e prove selettive per l’assunzione di personale e
progressioni di carriera.
2. Le amministrazioni di cui al comma 1 provvedono, inoltre, al
monitoraggio periodico del rispetto dei tempi procedimentali, anche per
evidenziare eventuali anomalie.
3. Le amministrazioni di cui al comma 1 rendono noto, tramite il sito
istituzionale, almeno un indirizzo di posta elettronica certificata, cui il
cittadino possa accedere per trasmettere le istanze di cui all’articolo 38 del
decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n 445 (Testo unico
delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione
amministrativa), e ricevere informazioni sui provvedimenti ed i procedimenti
amministrativi che lo riguardano.
4. Le amministrazioni di cui al comma 1, tramite gli strumenti di
identificazione informatica di cui all’articolo 65, comma 1 del decreto
legislativo 7 marzo 2005, n. 82 (Codice dell’amministrazione digitale), possono
rendere accessibili ai soggetti interessati, le informazioni relative ai
provvedimenti ed ai procedimenti amministrativi, ivi comprese quelle relative
allo stato della procedura, ai relativi tempi ed allo specifico ufficio
competente in ogni singola fase.
5.
Art. 6
(Trasferimento
cautelativo)
1. Fatto salvo quanto previsto dalle norme statali vigenti,
2. Il dipendente, per i casi di cui al comma 1, è trasferito ad ufficio
diverso da quello in cui presta servizio, con attribuzione di funzioni analoghe,
per inquadramento e mansione, a quelle svolte in precedenza.
3. Le disposizioni di cui ai commi 1 e 2 si applicano anche al personale
dipendente da altra amministrazione in servizio presso l’amministrazione
regionale di cui al comma 1.
4. La sentenza definitiva di condanna pronunziata nei confronti dei
dipendenti di cui ai commi 1 e 3, è comunicata al Procuratore regionale della
Corte dei Conti.
CAPO III
Misure per la trasparenza
e la tracciabilità dell’utilizzazione delle provvidenze economiche erogate
dalla Regione Calabria
Art. 7
(Tracciabilità delle
sovvenzioni regionali)
1.
2.
Art. 8
(Obblighi del
beneficiario)
1. La provvidenza economica concessa dalla Regione deve essere destinata
alla specifica causale per la quale è stata attribuita.
2. Al fine della tracciabilità di cui al comma 1 dell’articolo 7, il
beneficiario della provvidenza economica regionale è tenuto a esibire idonea
documentazione bancaria o postale, comprovante l’effettiva destinazione delle
somme ricevute, in relazione alla originaria istanza di ammissione, con
indicazione dei dati dei percettori finali.
Art. 9
(Sanzioni)
a) restituzione della provvidenza economica regionale indebitamente
utilizzata;
b) cancellazione dall’Albo dei beneficiari di provvidenze di natura
economica di cui al decreto del Presidente della Repubblica 7 aprile 2000, n.
118 (Regolamento recante norme per la semplificazione del procedimento per la
disciplina degli albi dei beneficiari di provvidenze di natura economica, a
norma dell’articolo 20, comma 8, della legge 15 marzo 1997, n. 59) istituito
con deliberazione di Giunta regionale 6 dicembre 2010, n. 770;
c) esclusione da qualsiasi provvidenza economica regionale per i
successivi cinque anni, decorrenti dall’accertamento dell’inosservanza degli
obblighi previsti dalla presente legge.
Art. 10
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della
sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
Art. 1
(Costituzione della
fondazione Francesco Fortugno)
1. Il Consiglio regionale della Calabria partecipa, quale socio
fondatore, alla costituenda Fondazione Francesco Fortugno.
2.
Art. 2
(Soci fondatori)
1. Sono soci fondatori della Fondazione Francesco Fortugno:
a) il Consiglio regionale della Calabria;
b) la famiglia eredi Francesco Fortugno,
complessivamente intesa quale unico soggetto giuridico.
Art. 3
(Scopo)
1. E’ scopo della Fondazione l’attuazione di iniziative intese a
promuovere, coordinare e sviluppare attività culturali, di studio, di ricerca,
di istruzione, di formazione, di assistenza, di solidarietà sociale, di tutela
dei diritti civili, di diffusione della cultura della legalità che favoriscano
il progresso scientifico, sociale, culturale e civile seguendo il pensiero e
l’agire di Francesco Fortugno.
Art. 4
(Atto costitutivo)
1. Il Presidente del Consiglio regionale o suo delegato, sentito
l’Ufficio di Presidenza, sottoscrive lo Statuto, l’atto costitutivo e compie,
altresì, gli atti necessari al perfezionamento della partecipazione dell’Ente
alla Fondazione.
Art. 5
(Disposizione
finanziaria)
1. Il Consiglio regionale concorre alla costituzione dei patrimonio della
Fondazione, a seguito della conclusione del procedimento di costituzione, con
le risorse che saranno previste nel bilancio 2012 ed allocate all’UPB 8.1.01.02
inerente "Fondi per provvedimenti legislativi in corso di approvazione
recanti spese in conto capitale”.
2. Il Consiglio regionale, per le spese di funzionamento e per
particolari iniziative promosse dalla Fondazione in conformità degli scopi di
cui all’articolo 3, eroga alla Fondazione contributi determinati con
deliberazione dell’Ufficio di Presidenza.
3. Agli oneri derivanti dal comma 2 si provvede nei limiti delle
disponibilità finanziarie con le risorse allocate nei capitoli 2 e 5 che
saranno previste nel bilancio di previsione del Consiglio regionale inerente
all’esercizio finanziario 2012 e successivi.
Art. 6
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della
sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
“Il Consiglio regionale
premesso che
è stato approvato e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto legge
n. 138 del 13 agosto 2011 con il quale, all’art. 1, il Governo è stato delegato
ad emanare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge, uno
o più decreti legislativi per riorganizzare la distribuzione sul territorio
degli uffici giudiziari al fine di realizzare risparmi di spesa e incremento di
efficienza, mediante la riduzione degli uffici giudiziari di primo grado;
l’amministrazione della Giustizia in Calabria è contraddistinta da sue
precise peculiarità di natura anche ambientale che impongono specifiche
riflessioni che certamente rifuggono da un deterministico ricorso ad astratti
criteri e schemi statistici e numerici in considerazione dell’evidenza: che
l’attività giudiziaria penale non può prescindere nella regione dal diffuso
fenomeno della criminalità organizzata di stampo mafioso che comporta lunghi e
complessi processi che spesso interessano un numero molto considerevole di
imputati (sovente in stato di arresto con conseguente necessità di costosi
trasferimenti) e che finirebbero con il rendere sensibilmente più difficile
l’attività dei tribunali metropolitani;
l’attività giudiziaria civile risente di una diffusa litigiosità la
quale, in mancanza di locale intervento giurisdizionale, finirebbe con l’essere
assorbita da altre "forme di giustizia" che indebolirebbero sempre
più la presenza dello Stato sul territorio e mortificherebbero l’esigenza di
legittimità pur vivamente avvertita e sollecitata da larghi strati della
popolazione;
l’accertamento dell’attività giudiziaria in pochi luoghi, considerate la
situazione geografica della regione e le deficienze strutturali della sua rete
stradale, comporterebbe non lievi sacrifici ed intoppi a magistrati, personale
di cancelleria ed avvocati con ulteriore penalizzazione per il sollecito
disbrigo delle pratiche;
soprattutto ostacolerebbe, se non addirittura sopprimerebbe di fatto,
l’accesso alla giustizia del comune cittadino esponendolo a disagi notevoli ed
allontanandolo altresì per gran parte della giornata dalle sue abituali
occupazioni, non solo per l’espletamento di attività specificata mente
giurisdizionali (si pensi ai testimoni, alle parti che debbono rendere
interrogatorio, ecc.), ma anche per il compimento della semplice richiesta di
servizi (certificazioni, registrazioni, vidimazioni, ecc.), il tutto con
incidenza diretta sull’economia;
come affermato dall’Organismo Unitario dell’Avvocatura, "un efficiente
attuale ed economicamente utile riorganizzazione giudiziaria non si attua
attraverso la immotivata soppressione di alcuni tribunali solo perché non
aventi sede in capoluogo di provincia, ma piuttosto attraverso la creazione di
strutture il più omogenee possibile in termini di territorio, popolazione e
organici";
più specificatamente, nei circondari dei tribunali a rischio di
soppressione la criminalità organizzata è particolarmente diffusa, come risulta
sia dalla ingente attività della Direzione Distrettuale Antimafia che dai
numerosi maxi-processi che si sono celebrati e continuamente si celebrano
presso tali tribunali; che i carichi di lavoro e le sopravvenienze degli affari
(civili e penali) presso detti tribunali è notevole, come emerge dalle statistiche
che vengono annualmente rimesse dai vari uffici con il rischio, soprattutto, di
allungare ulteriormente i tempi del contenzioso civile;
particolarmente in detti circondari, la viabilità è ridottissima ed in
pessime condizioni, onde è già difficile raggiungere l’attuale sede di
tribunale, e sarebbe quasi impossibile per i cittadini raggiungere eventuali
altre sedi di tribunale accorpanti;
e considerato altresì che la redistribuzione degli uffici giudiziari non razionalizzerebbe
certo l’amministrazione della Giustizia che, attese le farraginosità
procedurali, ne risulterebbe anzi ulteriormente penalizzata;
inoltre, che nelle more dell’emanazione della legge, sarebbe opportuno
consultare, previa idonea concertazione, i Presidenti dei Tribunali, i
Presidenti degli ordini forensi, i sindaci dei comuni sedi di Tribunali e
quelli degli uffici del Giudice di Pace per una più attenta analisi e
valutazione delle conseguenza del provvedimento legislativo emanando e in difesa
di territori dalla minacciata soppressione degli Uffici Giudiziari attuata in
modo illogico e ingiustificato rispetto all’attuale geografia giudiziaria;
impegna
il governo regionale, nella persona del Presidente della Giunta
regionale, a rendersi promotore di un confronto con il Governo nazionale e con
il Ministero di Grazia e Giustizia previo coordinamento con gli amministratori
e con i Presidenti dei Tribunali interessati prendendo in considerazione la
possibilità, prima di avviare la modifica delle circoscrizioni territoriali
degli uffici inquirenti e giudicanti, di disporre attraverso i propri uffici,
senza maggiori oneri per la finanza pubblica e sentiti il CNF, i Presidenti dei
Tribunali interessati, gli ordini professionali territoriali, l’ANCI e le
amministrazioni locali interessate, uno studio basato:
a) sulla ricognizione dei costi e dei risparmi effettivi, anche in
termini di bilancio sociale e di costi indiretti a carico dei cittadini utenti,
derivanti dalle ipotesi di diversa articolazione territoriale rispetto a quella
in essere;
b) sulla verifica dell’attuale tempestività nell’erogazione del servizio
giustizia ai cittadini e sulle ipotesi previsionali di efficienza ed efficacia
del servizi giustizia nelle ipotesi di riassetto territoriale programmato;
c) sul principio della sussidiarietà e prossimità del servizio giustizia;
d) sull’eventuale possibile partecipazione degli enti territoriali
interessati ai costi del servizio giustizia.”
“Il Consiglio regionale
premesso che
da notizie apprese dagli organi di stampa, in occasione dell’analisi del
progetto di bilancio comunitario per il 2020 presentato lo scorso 29 giugno a
Bruxelles,
in base alla suddetta modifica, "l’asse" non si muoverebbe più
secondo la direttrice nord-sud ma interromperebbe il suo percorso naturale a
Napoli, per deviare verso Bari da dove, attraverso una nuova autostrada del
mare, si collegherebbe al porto di
in tale delicata fase, i soggetti a vario titolo coinvolti nella politica
di coesione comunitaria, vale a dire il rappresentante italiano Antonio Tajani, il commissario dei trasporti Siim
Kallas, il commissario alle relazioni esterne
Catherine Ashton, il responsabile delle politiche di
vicinato Stefan Fule,
nonché il commissario per le politiche regionali Johannes Hahn,
hanno ancora margini di manovra per indurre
la proposta della Commissione, oltre che illogica in quanto non
aggiuntiva rispetto all’attuale impostazione del sistema dei trasporti
nell’Italia meridionale, sarebbe in violazione dei principi di coesione
territoriale, sociale ed economica su cui si fonda il Trattato dell’Unione
europea dal momento che, in assenza di un collegamento di primo livello,
qualunque infrastruttura realizzata, appaltata o soltanto progettata a sud di
Napoli non avrebbe più alcun fondamento economico e diverrebbe antieconomica
per definizione;
la realizzazione del "Corridoio 1" Berlino-Palermo
è fondamentale per portare a compimento le opere concepite per supportare il
traffico previsto su tale snodo intermodale, dall’asse autostradale a quello
dell’alta velocità, dal ponte sullo stretto al porto di Gioia Tauro, con particolare riferimento alle infrastrutture
ferroviarie e agli altri interventi inseriti nell’accordo di programma quadro
(APQ) quali gateway, polo di innovazione della logistica, incentivazioni per le
imprese, banda larga, servizi di accoglienza, nuovo terminai intermodale e
quant’altro previsto per la realizzazione del nuovo "Distretto
logistico";
pertanto, sono necessari ulteriori e determinati interventi del governo
nazionale, per il tramite del governo regionale, al fine di scongiurare una
pericolosa inversione di tendenza che vanificherebbe investimenti già fatti per
miliardi di euro;
impegna
il Presidente della Giunta regionale, onorevole Giuseppe Scopelliti, a
ribadire ulteriormente presso il governo nazionale e, segnatamente, il
Presidente del Consiglio dei Ministri, il ministro degli Affari Esteri, il
ministro dell’Infrastrutture e dei trasporti, un’azione volta alla
sensibilizzazione di tutti i rappresentanti istituzionali citati in premessa
che, in questa delicata fase, hanno la possibilità di confermare con forza e
determinazione il mantenimento delle originarie linee di collegamento dei
"Corridoi europei" e, soprattutto, del "Corridoio 1" Berlino-Palermo.”
“Il Consiglio regionale,
premesso che:
si è appreso da un missiva indirizzata al Presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano, ed alle altre alte istituzioni nazionali e regionali che in
un momento di grave crisi economica senza precedenti 66 dipendenti a tempo
determinato presso i CPI della Provincia di R.C. che prestano la loro opera
qualificata, alcuni da otto anni, altri da cinque ed altri ancora da tre, per
dare i servizi che i centri dell’Impiego devono fornire ai sensi del D.Lgs 23 dicembre 1997 nr. 469 e D.Lgs nr. 181/2000 e successive
modifiche, dal 31 dicembre 2011 rischiano seriamente di perdere il proprio
posto di lavoro e rimanere insieme alle proprie famiglie senza fonte di
sostentamento;
dall’istanza rivolta alla più alta carica dello Stato si sostiene che
nonostante una "legge nazionale (più precisamente il DPCM 28/03/2011,
provvedimento governativo che, sulla scorta del D.L. n. 225/2010) abbia sancito
la proroga di validità delle graduatorie dei concorsi pubblici al 31.12.2011,
proprio al fine di evitare l’attivazione e gli oneri di nuove procedure
concorsuali",
le richieste formulate nella missiva consistono nella proroga
contrattuale fino al 31.12.2013 finalizzata al "consolidamento
graduale" delle posizioni lavorative come avvenuto nelle altre province
calabresi;
da più parti è stato richiesto un confronto ed un’analisi della
problematica, tenuto conto di un dato fattuale indiscutibilmente disomogeneo in
Calabria. Gli stessi lavoratori dei CPI, per gli stessi profili e mansioni
nelle Province di Cosenza, di Catanzaro e Crotone hanno potuto godere di
percorsi virtuosi, concertati e graduali di stabilizzazione (i cosiddetti
"vecchi" precari dei centri per l’impiego) e, questi stessi enti, ove
lo ritengano opportuno, per utilizzare i fondi Por del triennio 2011-2013
potranno fare un nuovo concorso per tutti i disoccupati a differenza di quanto
è accaduto a Reggio Calabria dove però, solo apparentemente nel rispetto
formale delle norme in tema di discrezionalità amministrativa e dell’autonomia
locale, il personale in servizio lamenta che di fatto si "crea precariato
su precariato";
in materia dei servizi erogati dai centri per l’impiego calabresi, in
occasione tra l’altro, di una risposta ad un’interpellanza formulata dal Vice
Presidente del Consiglio regionale, onorevole Alessandro Nicolò datata 12
novembre 2010 da parte dell’Assessore regionale, onorevole Francescantonio
Stillitani. Nella nota del 26 novembre 2010, infatti,
emerge chiaramente, ancora una volta, la volontà della Regione Calabria di
combattere il precariato utilizzando: "specifiche figure professionali a
condizione che si attuino procedure di selezione pubblica" [...........] e
prevedendo "contestualmente .....piani di stabilizzazione occupazionale da
attuarsi sulla base di Piani Triennali come, peraltro, già realizzato da alcune
Province". le linee guida del Piano regionale triennale del Lavoro,
esplicitano l’impegno della Regione Calabria "all’eliminazione del
precariato ed alla possibilità di prevedere dei percorsi di stabilizzazione per
gli esperti esterni’’;
in esito alla procedura di selezione ad evidenza pubblica per titoli ed
esami bandita il 10.10.2007 conclusasi con la graduatoria pubblicata il 13
giugno 2008 gli odierni dipendenti a t.d. stipulavano
con l’Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria (unica tra le province
all’epoca ad aver effettuato un concorso pubblico) un rapporto di impiego a
termine e venivano destinati a prestare la loro attività lavorativa nell’ambito
degli interventi di politiche attive del lavoro a supporto ed integrazione dei
servizi svolti dai Centri per l’impiego della Provincia di Reggio Calabria a
partire dal 20 giugno 2008. Successivamente
la più recente legislazione della Regione Calabria è improntata in tema
di favor verso la valorizzazione e lo sviluppo delle professionalità interne
(cfr. artt. 16 e
in data 8 settembre 2011 il Consiglio dei Ministri n.
potrebbe essere utile e produttivo alla luce degli atti richiamati per
affrontare e chiarire la problematica in oggetto aprire un confronto
istituzionale "allargato" coinvolgendo anche
tutto ciò premesso e visti gli atti che si richiamano
impegna
ad intervenire per sensibilizzare gli organi preposti su una piattaforma
programmatica per la concertazione di ogni iniziativi utili (tra le altre anche
la temporanea sospensione del concorso in autotutela) come la convocazione di
un tavolo istituzionale tra Regione Calabria (rappresentanti esecutivo e del
Consiglio regionale) - Provincia di Reggio Calabria - Rappresentanze sindacali
e qualsivoglia ulteriore atto efficace ed opportuno al fine di verificare le
modalità attraverso le quali pervenire alla valorizzazione delle esperienze e
della professionalità maturata dai lavoratori precari in servizio presso i CPI,
anche sulla base di azioni in tal senso mirate e già attuate da altre Province
calabresi, nel rispetto delle prerogative, delle competenze e delle rispettive
responsabilità tra gli enti, nonché dell’ordinamento vigente.”
“Il Consiglio regionale
premesso che
nella mattinata di lunedì 19 settembre 2011 una parte consistente
dell’Area dello Stretto compresa fra
in particolare i danni hanno interessato principalmente i vigneti
dell’area IGT Arghillà, gli agrumeti, gli uliveti,
gli anoneti, le piante da frutto e le orticole;
le organizzazioni agricole del settore, dopo attento sopralluogo, hanno
segnalato agli organi competenti le conseguenze dell’evento chiedendo nel
contempo di attivare tutte le procedure previste per il riconoscimento dello
stato di calamità a favore delle imprese agricole danneggiate;
l’area interessata alla perturbazione, alla luce anche degli accadimenti
che ciclicamente si succedono (nello specifico nel corso dell’ultimo anno si
sono verificati tre eventi, 3 settembre 2010, 1 marzo 2010, 19 settembre 2011
con allagamenti e frane), presenta una condizione morfologica e meteorologica
particolare che determina la necessità di ano studio tecnico/scientifico al
fine di pervenire all’individuazione di cause e fattori di rischio per porre in
essere una azione sistemica finalizzata all’adozione di una serie di interventi
e messa in sicurezza dal rischio frane e dal rischio idraulico, realizzando
così misure di protezione civile per la salvaguardia della popolazione delle
frazioni e dei centri maggiormente esposti;
impegna
ad accelerare le procedure propedeutiche per la dichiarazione dello stato
di calamità naturale, sollecitando in tal senso l’acquisizione di quanto di
competenza da parte del Dipartimento regionale all’agricoltura e
dell’Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria;
ad avanzare richiesta di calamità naturale e in ogni caso a reperire e
destinare fondi a titolo di ristoro in favore delle aziende che hanno subito
danni e la perdita del raccolto;
ed il Presidente della Giunta a interessare prontamente i dipartimenti
regionali della Protezione Civile e dell’Ambiente, con l’ausilio dell’Arpacal e dell’Autorità di bacino regionale attraverso le
proprie strutture tecniche/scientifiche, perché pongano in essere studi
meteorologici e morfologici delle aree interessate e individuino
conseguentemente interventi strutturali che possano eliminare e/o limitare le
condizioni di rischio della zona interessata periodicamente agli eventi
calamitosi.”