IX^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
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SEDUTA DI LUNEDI’ 19 SETTEMBRE 2011
PRESIDENZA
DEL PRESIDENTE FRANCESCO TALARICO E DEL VICEPRESIDENTE ALESSANDRO NICOLO’
La seduta è aperta, si dia lettura del verbale della seduta precedente.
Legge il verbale della seduta precedente.
(E’ approvato)
Legge le comunicazioni.
(Sono riportate in allegato)
Legge le interrogazioni, interpellanze e le mozioni pervenute alla Presidenza.
(Sono riportate in allegato)
È pervenuta risposta scritta alle interrogazioni numero 96 del 22.2.2011 a firma dei consiglieri Principe e Maiolo e numero 127 del 21.4.2011 a firma del consigliere De Gaetano.
(Sono riportate in allegato)
Presidente, quando ritiene di darmi la parola, desidero intervenire sull’ordine dei lavori, gentilmente.
Prima della sua richiesta aveva chiesto di intervenire l’onorevole De Gaetano che voleva proporre l’inserimento di una mozione all’ordine del giorno.
L’onorevole De Gaetano ha facoltà di parlare.
Grazie Presidente, volevo inserire all’ordine del giorno una mozione per la liberazione di Francesco Azzarà il reggino, operatore di Emergency, che è stato catturato e che da un mese è stato sequestrato.
Credo che sia utile che il Consiglio
regionale discuta ed approvi questa mozione per dare un contributo
fattivo, in cui si dica che questo Consiglio
regionale è solidale e si impegna a far passi concreti presso
Chiedo, quindi, che venga
inserito all’ordine del giorno.
Se siamo favorevoli possiamo
votare per l’inserimento all’ordine del giorno della mozione.
(Il Consiglio approva)
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Tripodi. Ne ha facoltà.
Presidente, intervengo per
chiedere l’inserimento di una proposta di legge all’ordine del giorno relativa
alle modifiche al calendario venatorio regionale, visto che sul tema, in questi
giorni, sono stati registrati una serie di interventi a favore e contro. Così,
non solo abbiamo la possibilità di chiarire gli aspetti legislativi sul
calendario venatorio, ma anche la nostra volontà politica sulla pratica della caccia in Calabria.
Su questo, Presidente,
chiedo la votazione per appello nominale.
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Fedele. Ne ha facoltà.
Presidente, intervengo per
chiedere l’inserimento di una proposta di legge, di iniziativa della Giunta regionale, che è di una certa urgenza e riguarda la
“Fondazione Campanella”.
Chiedo che venga inserita al
primo punto all’ordine del giorno, perché è un argomento di grande importanza.
C’è una scadenza a fine mese.
L’onorevole Fedele ha
chiesto l’inserimento all’ordine del giorno della proposta di legge sulla
“Fondazione Campanella”.
L’onorevole Tripodi, invece,
di cosa chiede l’inserimento all’ordine del giorno?
Presidente, è stato
disattento.
Ho chiesto l’inserimento all’ordine
del giorno della proposta di legge che ho
presentato con l’onorevole Nucera inerente modifiche al calendario venatorio regionale.
Lo ripeto, Presidente, nel
caso in cui non avesse sentito. Ho chiesto la votazione per appello nominale.
Per inserire la proposta all’ordine del giorno c’è bisogno del voto favorevole dei due terzi del Consiglio. Non so se ci sono altri interventi sull’argomento.
L’onorevole Tripodi ha posto
l’inserimento di una proposta di legge all’ordine del giorno. Si può
intervenire a favore o contro.
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Dattolo. Ne ha facoltà.
La proposta dell’onorevole Tripodi fa parte di un provvedimento più ampio che è stato presentato in discussione all’indirizzo della quarta Commissione.
Ritengo che in questo momento sia necessario soprassedervi per, poi, avere la possibilità di predisporre un disegno di legge complessivo.
Visto l’intervento dell’onorevole Dattolo, ritengo che possiamo rinviare la trattazione di questo progetto alla Commissione competente.
Presidente, le chiedo perdono. A questo punto, mi appello al Regolamento che prevede che l’inserimento all’ordine del giorno dei provvedimenti sia autorizzato a maggioranza dei due terzi dei presenti. Sempre, ai sensi del Regolamento, le chiedo di procedere con la votazione per appello nominale.
Facciamo la votazione per appello nominale come da richiesta. Se interviene qualche altro capogruppo si potrebbe evitare l’appello nominale.
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.
Presidente, siamo d’accordo con la proposta di inserimento richiesta dall’onorevole Tripodi, purché venga inserita dopo le decisioni che assumeremo riguardo al primo punto all’ordine del giorno sulla questione dei costi di funzionamento delle istituzioni.
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.
Presidente, anche io intervengo per dichiarare a nome del gruppo il voto favorevole affinchè venga discusso il progetto di legge richiesto dall’onorevole Tripodi.
Per motivi metodologici
ritengo che, benché possa essere immediatamente discussa, sia opportuno
inserirla successivamente al dibattito sui costi della politica che certamente ci
impegnerà a lungo.
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Nucera. Ne ha facoltà.
Molto brevemente, Presidente, per dire che sono d’accordo con la proposta avanzata dal collega Tripodi. Non è un problema di priorità, ma di Regolamento.
C’è una proposta avanzata dal collega Tripodi, c’è un iter regolamentare che dobbiamo seguire per cui mi sembra che l’alternativa sia: o si mette in discussione la richiesta avanzata dall’onorevole Tripodi attraverso un voto che esprimerà l’Aula o non c’è altra strada da seguire se non quella di respingere in maniera arbitraria la richiesta stessa.
Per cui, se il collega a norma di Regolamento chiede che venga votato l’inserimento, considerato che ci sono stati interventi dall’una e dall’altra parte a favore e contro, a questo punto solo l’Aula sovrana può determinare se deve essere messa in discussione, ovviamente, al termine dei punti già previsti all’ordine del giorno oppure no.
E’ un fatto di Regolamento, le procedure devono essere rispettate ed in nome di queste ritengo che dobbiamo concludere quest’iter che non può essere né interrotto né rinviato se non per volontà degli stessi consiglieri. Non possiamo fare diversamente.
Ha chiesto di intervenire l’assessore Trematerra. Ne ha facoltà.
Grazie Presidente,
non per entrare nel merito dell’inserimento all’ordine
del giorno della proposta di legge - questa
è una Assemblea
legislativa e quindi le proposte di legge devono passare al vaglio di
quest’Aula - ma vorrei solo ricordare all’Aula che un anno fa è stato già
approvato un progetto di che – ricordo ai
colleghi Tripodi e Nucera che sono firmatari di questo progetto
di legge – è stato impugnato dal Governo ed il
20 di ottobre verrà resa la sentenza da parte della Corte
costituzionale nel merito della questione.
Per cui, a me appare una
valutazione affrettata quella di discutere oggi di un provvedimento che già nel
passato anno è stato impugnato dal Governo e che è soggetto in questo periodo a
valutazione della Corte costituzionale. Grazie.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Scalzo. Ne ha facoltà.
Presidente, intervengo
a favore della richiesta di inserimento, avanzata dall’onorevole
Fedele, della proposta di legge sulla Fondazione Campanella che potrebbe essere
posta al primo punto all’ordine del giorno.
Se il taglio dei costi della
politica è di grande attualità, il diritto alla salute, alla ricerca e
l’assistenza ai malati oncologici credo abbiano la precedenza, soprattutto perché
non ci possiamo più permettere il lusso di essere una Regione senza un istituto
di ricerca a carattere scientifico in campo oncologico.
Per questo dico che siamo assolutamente
favorevoli all’inserimento ed approvazione di questa proposta di legge. Grazie.
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.
A nome del gruppo Italia dei valori, Presidente, ritengo che il provvedimento non possa essere affrontato oggi, per la delicatezza, l’importanza e per i riflessi che ha la “Fondazione Campanella” e che abbiamo affrontato in maniera poco ampia, pur meritando un dibattito più articolato ed approfondito, anche alla luce dei tanti coni d’ombra emersi anche dalla relazione della Corte dei conti.
Può anche avere dei riflessi positivi la costituzione di un centro di ricerca scientifica, ma la “Fondazione Campanella” ha rappresentato un buco nero per la sanità calabrese e per il bilancio della Regione.
Ritengo che, Presidente,
forse ci sia l’opportunità e la necessità che
Il diritto alla sanità e la chiarezza sulla sanità sono cose che non ci possono portare ad approvare in cinque minuti questo disegno di legge alla stregua di un semplice provvedimento amministrativo.
Ritengo che, se l’Aula dovesse esprimersi ed inserire e votare questa delibera, il gruppo di Italia dei valori esprimerà il suo voto contrario.
Un attimo colleghi. Stavamo parlando della proposta dell’onorevole Tripodi relativa all’inserimento all’ordine del giorno della proposta di legge sul calendario venatorio.
Esprimiamoci su questo argomento e, poi, passiamo al secondo punto.
Ci sono altri interventi su questo argomento?
Presidente, intervengo non per polemizzare ma perché mi meraviglia quanto dice il collega Giordano. Magari lui pone più attenzione al problema di tanti cacciatori che ci sono in giro e non ai tanti padri di famiglia che, probabilmente, il 30 settembre perderebbero il posto di lavoro.
Se non passiamo in Commissione per la caccia e dichiariamo d’urgenza una discussione su come cacciare qualche specie in più o in meno, poi ci preoccupiamo di non tenere in vita una struttura che è stata determinante per molte persone in Calabria?
Invito al senso di responsabilità che è dovuto a chi agisce sulla salute dei cittadini e non a chi deve sparare qualche volatile in più o in meno. Lo dico senza polemica.
Presidente, chiedo
scusa, ma come capigruppo abbiamo discusso di questa proposta di legge di cui il consigliere Fedele ha chiesto l’inserimento.
Onorevole Ciconte, stiamo
parlando dell’inserimento all’ordine del giorno della proposta di
legge sulla caccia.
Allora, per cortesia, quando
si parlerà del polo oncologico vorrei la parola.
Va bene.
Pongo in votazione la
proposta dell’onorevole Tripodi per appello nominale.
Prego onorevole Nucera,
proceda per l’appello nominale.
Fa la chiama.
Comunico l’esito della votazione.
Presenti e votanti 46. Hanno risposto si 20; hanno risposto no 26. Astenuti: nessuno.
(Il Consiglio non approva)
(Hanno risposti si: Adamo, Aiello Ferdinando, Amato, Battaglia, Bova;
Censore, Ciconte, De Gaetano, De Masi, Franchino, Giordano, Guccione, Loiero,
Maiolo, Mirabelli, Nucera, Principe, Scalzo, Talarico Domenico, Tripodi)
(Hanno risposto no: Aiello Pietro, Bilardi, Bruni, Chiappetta, Dattolo,
Fedele, Gallo, Gentile, Grilllo, Imbalzano, Magarò, Magno, Morelli, Nicolò,
Orsomarso, Pacenza, Parente, Rappoccio, Salerno, Scopelliti, Serra, Stillitani,
Talarico Francesco, Tallini, Trematerra, Vilasi)
Proseguiamo con l’ordine del giorno.
Sulla richiesta dell’onorevole Fedele, voglio aggiungere che in sede di
Conferenza dei capigruppo si è
registrata una valutazione positiva.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Ciconte. Ne ha facoltà.
credo che in Conferenza dei
capigruppo avevamo tutti accettato la proposta del collega Fedele di
inserire all’ordine del giorno il provvedimento inerente alla trasformazione
del polo oncologico di eccellenza di Germaneto in Ircss.
Credo sia un fatto importante, una situazione che dobbiamo risolvere perché si è discusso per tanti e troppi anni per un
Ircss. Sappiamo tutti che è una struttura privata in cui si sono verificate
tante situazioni particolari e ritengo che trasformarla in un Ircss pubblico
sia un atto dovuto da parte del Consiglio.
Non ci sono altri interventi. La proposta è di inserire il provvedimento
al primo punto all’ordine del giorno. Pongo in votazione la proposta dell’onorevole
Fedele.
(Il Consiglio approva)
Ha chiesto di parlare l’onorevole Imbalzano. Ne ha facoltà.
Brevemente, signor Presidente. Nei giorni
scorsi, come saprà, avevo presentato una mozione sulla “questione Locride”,
considerato che quel comprensorio è uno dei territori più marginalizzati della Regione
e quindi necessita in Consiglio regionale di un dibattito il più ampio e
approfondito possibile, per verificarne le condizioni ed esprimere un orientamento politico.
Avevo chiesto, anche, con una lettera inviata qualche giorno fa, di
sottoporre alla Conferenza dei capigruppo
l’inserimento della mozione all’ordine del giorno di questa seduta.
Ho appreso poco fa – me lo ha confermato il Governatore – che il Presidente della Giunta regionale si
recherà a Siderno stasera, per cui ritengo che la mia richiesta non rivesta più
i caratteri dell’urgenza per come le avevo prospettato.
Quindi, quella richiesta che le avevo formulato in qualche modo può
essere aggiornata.
Non essendoci altre richieste di parola, pongo in votazione la
richiesta di inserimento all’ordine del giorno della mozione inerente la
locride.
(Il Consiglio approva)
Presidente, posso?
Prego, onorevole Morelli.
Presidente, chiedo
l’inserimento ai lavori odierni di un ordine del giorno da inviare alla
struttura del commissario ad acta per la sanità,
inerente “Interpretazione autentica dell’articolo 17 della legge 22 del
L’onorevole Morelli chiede l’inserimento di una proposta di legge.
No, di un ordine del giorno da inviare alla struttura
del commissario ad acta per verificare la compatibilità o meno di una interpretazione
autentica dell’articolo 17 della legge 22 del 2007 che è inerente la
ripartizione del fondo riguardante il sociale.
Non ci sono altri interventi, pongo in votazione la
richiesta di inserimento dell’ordine del giorno proposto dall’onorevole Morelli.
(Il Consiglio approva)
Si passa adesso alla proposta di legge numero 237/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Riconoscimento ex art. 54, comma 3, della legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25, della <Fondazione per la Ricerca e la Cura dei Tumori ‘Tommaso Campanella' Centro Oncologico d'Eccellenza> come ente di diritto pubblico”.
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Fedele. Ne ha facoltà.
Presidente, come ho
detto prima,
C’è una problematica di cui tutti i consiglieri sono a conoscenza. C’è quindi l’urgenza di approvarla al più presto, ci sono delle scadenze a fine mese, per evitare di mettere in difficoltà la stessa Fondazione.
Chiedo che venga approvato oggi stesso per andare avanti con le esigenze della Fondazione.
Nessuna chiede di intervenire, pongo in votazione l’articolato della proposta di legge. Tutti votano a favore tranne il gruppo di Italia dei valori.
Presidente, alla fine sulla proposta nel suo complesso farò una dichiarazione di voto.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 5.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 6.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 7.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 8.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 9.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 10.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 11.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 12.
(E’ approvato)
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Battaglia, per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
Presidente, ho votato contro
questo provvedimento. In realtà questo voto è un richiamo a lei come Presidente
e alla responsabilità dell’Aula.
Capisco il ruolo della Conferenza dei capigruppo, ma ritengo che
non rappresenti l’inizio e la fine delle attività del Consiglio; ricordo, a tal
proposito, che l’Italia ha sorriso sulla proposta del Presidente Berlusconi
che, qualche anno fa, propose il voto dei capigruppo in Aula per evitare discussioni
e problemi numerici.
Questo è un problema di
procedure, di metodologia che riguarderebbe
anche il Presidente Scopelliti.
Stasera stiamo votando un
provvedimento di cui non conosciamo il testo, non ne conosciamo il merito ed i
contenuti. Non abbiamo idea di tutto quello che è avvenuto in questi anni nella
Fondazione Campanella.
L’Aula cosa sta votando? Presidente,
lei non ci ha distribuito il testo. Noi non lo conosciamo, i consiglieri che
hanno votato a favore del provvedimento non sanno cosa hanno votato. Questi
sono problemi di metodo e di procedure rispetto ai quali è inutile discutere
del costo di funzionamento o dei costi della politica che sono relativi a
quello che noi produciamo.
Stasera siamo partiti con
questo punto all’ordine del giorno. Voglio evidenziare tutto questo con un voto
contrario.
Ha chiesto di parlare
l’onorevole De Masi. Ne ha facoltà.
Presidente, mi pare di dover rilevare un equivoco, anche in riscontro all’intervento che ha fatto l’onorevole Battaglia.
Faccio parte della Conferenza dei capigruppo ed in questo ruolo, appena entrato nella sua stanza, mi è stata consegnata questa delibera, ma non mi è stato comunicato nulla a riguardo.
Condivido le ragioni che hanno indotto l’onorevole Battaglia a votar contro. E per quanto ci riguarda come gruppo – l’ha fatto l’onorevole Giordano – abbiamo rafforzato la contrarietà, sulla base di valutazioni che attengono a problemi e questioni finanziarie ma, ribadisco, che persino sul piano procedurale è una cosa francamente inammissibile ed incomprensibile. Grazie.
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Bova. Ne ha facoltà.
Ero presente in Conferenza dei gruppi e ovviamente è vero quel che lei dice. Anch’ io non ho
inteso ostacolare la proposta del capogruppo del Pdl per l’inserimento all’ordine del giorno. Quello è un punto, c’è una volontà
più ampia. Nel merito non sono in grado - e come me né il consigliere Adamo, né
il consigliere Tripodi del gruppo Misto - di esprimere una valutazione.
Perciò, coerentemente, il nostro
è un voto di astensione, per non ostacolare ma al contempo non dare un consenso
attivo ad un provvedimento di cui disconosciamo la portata. Tutto qui.
Il voto di astensione,
pertanto, riguarda me ed i colleghi Adamo e Tripodi.
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Mirabelli. Ne ha facoltà.
Presidente, voterò a favore. E’ vero che, dal punto di vista delle procedure, molto probabilmente si doveva e si poteva fare anche meglio, ma, vista l’importanza e la delicatezza dell’argomento ed i termini di scadenza del 30 settembre, credo che, comunque, sia un argomento da affrontare velocemente e seriamente, trattandosi di un istituto oncologico che si trasforma da Fondazione a Ente di diritto pubblico, consentendo, poi, di offrire assistenza e terapia a dei pazienti affetti da particolari patologie. Tutto ciò, al di là di quello che porrebbero delle indagini; non siamo in un commissariato di polizia o in una stazione dei carabinieri.
E’ per questo motivo che voto a favore. Avere un supporto in più nell’oncologia, all’interno del sistema calabrese, è importante sia per i malati sia per le loro famiglie, ma, soprattutto, è importante in virtù delle discussioni sulla necessità di abbattere i costi della sanità e dell’emigrazione sanitaria.
Sappiamo benissimo che l’emigrazione
sanitaria in questo settore o quello oncologico è
quella che incide più di tutti sulla spesa, quindi è ovvio che dobbiamo agire velocemente e cercare, quanto meno in questa fase, di poter
concretizzare questa trasformazione che è di tipo sostanziale e non formale, onorevole
Ciconte, in modo da poter dare maggior respiro ed opportunità ad un settore che,
purtroppo, è sempre più importante e, nell’ambito del settore sanitario,
diventa prioritario.
Per questo motivo, credo sia
giusto votare questa delibera della Giunta regionale e, qualora ci fossero
altri fraintendimenti o altri dubbi, si potrà, ritornare in futuro a fare una
disamina sulle attività precedenti della Fondazione Campanella; in questo
momento credo sia superfluo.
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.
Presidente, per
evitare che anche i nostri comportamenti vengano
catalogati nell’ambito di una Babele, vorrei precisare che
Per cui, a fronte di
iniziative di questo tipo e della richiesta dell’onorevole Fedele, il gruppo si
è affidato – penso bene – alla consulenza del collega Scalzo che in materia ha
una specifica competenza e ritiene in via di urgenza, volevo dire al collega
Battaglia, accettabile questa iniziativa per le cose che ci sono state
riferite. Questa iniziativa consente, intanto, la continuità dell’assistenza -
che non è un fatto di poco conto - che consente di evitare, in un momento così
delicato, un conflitto col personale dipendente e la trasformazione
istituzionale dell’ente.
Naturalmente, dovremmo
evitare, in futuro, questo modo di procedere affinché provvedimenti di una
certa delicatezza vadano prima al vaglio e all’istruttoria delle Commissioni,
così com’è giusto che sia. Nel caso in specie, attesi questi obiettivi, noi li
abbiamo condivisi anche con l’impegno di ritornare sulla questione in modo più
approfondito, in riferimento agli aspetti più generali del problema.
Questa è la posizione che
abbiamo assunto e, devo dire con onestà, che esula dalla Conferenza dei capigruppo. Non mi
permetterei mai di ritenere
Ha chiesto di parlare l’onorevole Dattolo. Ne ha facoltà.
Grazie Presidente,
volevo intervenire su quanto detto dall’onorevole
Battaglia che non aveva il testo e non ha avuto la possibilità di esaminare a
fondo la proposta arrivata in Aula.
Può essere, sicuramente, una
condizione propedeutica a fare successivamente un ragionamento su questa situazione;
ritengo che questo tema possa essere tranquillamente affrontato quando si
parlerà di sanità e in Conferenza dei capigruppo si è deciso di dedicare una
seduta di Consiglio regionale alla trattazione di questa problematica.
So che il gruppo consiliare di Italia dei valori ha
avuto fin dall’inizio una posizione critica - e questo è risaputo – rispetto a
quelle che sono state le gestioni del passato o alcune situazioni che hanno
impedito che la Fondazione Campanella risolvesse gran parte dei suoi problemi.
Ritengo che, oggi, questa maggioranza si assuma la sua
responsabilità e dimostri di stare dalla parte dei calabresi, dalla parte di
una istituzione che ha uno dei centri più importanti, che ospita
quotidianamente centinaia o, direi, a fine anno migliaia di pazienti calabresi.
Per molti di questi si tratta di persone che aveva fatto
prima emigrazione sanitaria e questo è uno dei mali peggiori per i nostri conti
nel settore della salute.
Quindi, a parte la procedura, che ritengo bisognerebbe
sicuramente approfondire, ho apprezzato che gran parte della opposizione abbia
colto lo spirito di questo provvedimento che ha una finalità anche temporale,
perché era fissato il termine del 30 settembre e poi c’era il rischio che molte
figure che operano all’interno di questo centro non avessero più la possibilità
di fare il proprio lavoro.
Concordo con l’esigenza di affrontare più
dettagliatamente alcuni aspetti che sono legati alla vicenda.
Lo faremo, collega Giordano, ed abbiamo anche discusso
con il suo capogruppo in Conferenza: parleremo in una seduta di Consiglio
regionale di fondi comunitari e in un’altra seduta di sanità.
Avremo, quindi, tranquillamente la possibilità in Aula
di sciorinare i numeri e di fare interventi che diano più cognizione di quello
che è stato un percorso passato. Ma ritengo che dobbiamo guardare al futuro e
questo provvedimento va in questa direzione e sicuramente sarà un provvedimento
che i calabresi apprezzeranno.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Censore. Ne ha
facoltà.
Presidente, comunico la mia astensione perché, come ha detto il collega Battaglia, non conosco il testo. Non so per quanti anni sia stata concessa la proroga e poi voglio ricordare che siamo in fase commissariale ed in pieno piano di rientro.
E’ giusto che un centro di eccellenza di tale portata sia
salvaguardato e siano salvaguardati i livelli
occupazionali, ma mi chiedo: perché gli ospedali di montagna devono essere
riconvertiti e a quei cittadini che vivono nei territori interni deve essere
negata l’assistenza sanitaria? Allora, se siamo in pieno piano di rientro, se
il Tavolo Massicci impone lacrime e sangue
e sacrifici, vorrei conoscere il testo perché vorrei conoscere i costi e la
spesa e, quindi, averne contezza.
Poiché oggi non mi è stata
offerta questa possibilità mi astengo. Grazie.
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Orsomarso. Ne ha facoltà.
Presidente, c’è poco da intervenire. Ha detto tutto il collega Dattolo dell’Udc perché io dico, onorevole Censore, visto il politichese al quale più volte ci avete abituati: mettetevi d’accordo, mettetevi d’accordo se c’è il voto contrario o a favore, mettetevi d’accordo se c’è il voto di astensione.
Voi siete maggioranza e vi assumete la responsabilità delle scelte che fate.
Chiedo scusa, Presidente. Dico che il tema è talmente importante che, così come c’è una maggioranza compatta, noi vorremmo capire con quale minoranza stiamo dialogando.
Per cui sento l’appiglio populista su una questione delicata ed importante, su quel piano di rientro che molto bene o molto malamente ha contribuito a fare la precedente consiliatura, guidata dall’onorevole Loiero; di quella maggioranza l’attuale Consiglio regionale ha dei pezzi importanti e oggi c’è chi vota contro, chi si astiene e c’è chi vota a favore.
Questo è il quadro su un tema come
Non guardiamo al passato, noi siamo quelli che guardano al futuro e al futuro guarda questa minoranza in cui nell’ambito di uno stesso gruppo c’è che vota contro, che si astiene e chi vota a favore. Grazie Presidente.
Non ci sono altri interventi quindi possiamo procedere con la votazione.
(Interruzione)
Come? Ho già verbalizzato che lei vota contro. E’ già intervenuto. Anche nell’intervento di prima si sposta alla discussione di adesso …
(Interruzione)
No, non si può intervenire nel merito perché siamo arrivati alle dichiarazioni di voto, abbiamo votato tutto l’articolato ed adesso ho dato la possibilità di esprimersi. Se vuole fare la dichiarazione di voto, le do la parola.
Presidente, la dichiarazione di voto l’ho fatta nei tempi e nei modi dovuti, non a posteriori dopo il voto, ma prima del voto ed è stata chiarissima.
Il gruppo di Italia dei valori ha motivato - e mi dispiace per quello che ha detto prima il collega Dattolo - su una questione di tale importanza e rilevanza atteso che, caro onorevole Dattolo, c’è stata anche una pronuncia della Corte costituzionale del 7 luglio 2010 che dava precise direttive, per cui quello che ha compiuto l’Aula oggi non è un atto di responsabilità, ma un atto gravissimo.
Bisognava passare dall’esame in Commissione e mettere luce alle tante ombre che per tanti anni hanno attraversato questa Fondazione che è stata un buco nero. Tra l’altro non si capisce neanche cosa sia stata: era senza accreditamento ed ha erogato servizi senza essere una struttura né pubblica né accreditata selezionando personale in spregio a tutte le regole dell’evidenza pubblica.
Questa è stata
Per questo motivo Italia dei valori ha votato contro e su questa questione andremo certamente avanti perché vogliamo che si faccia chiarezza e vogliamo delle regole precise in tutto in questa Regione.
La parola al Presidente Scopelliti per dichiarazione di voto.
Presidente, mi permetto di sottolineare, una cosa: ho domandato ai colleghi il motivo per cui ci fosse così tanta confusione in Aula, perché, francamente, non riuscivo a comprendere gli interventi dei colleghi della minoranza.
Mi pare di capire che si sia messo in discussione il
ruolo della Conferenza dei capigruppo.
Ma
Trovo un po’ di difficoltà,
francamente, ad entrare nel merito di vicende di altri gruppi. E’ un problema
questo al quale ovviamente noi possiamo solo cercare di andare incontro per
spiegare meglio in prospettiva ciò che è il provvedimento.
Si è parlato, però, tante
volte di sanità. Ho sentito anche tanti illustri colleghi che hanno parlato di
sanità, che hanno fatto sanità, che hanno avuto ruoli nella sanità e che oggi,
anche su questo tema, vogliono avere maggiore chiarezza.
Ebbene, credo che stiamo
parlando di buona sanità nel senso che stiamo andando a rivedere la posizione
di una Fondazione che, purtroppo, è stata messa a rischio ed a repentaglio
dalla mala politica.
Abbiamo dovuto e stiamo
ricercando tutte le forme che ci consentono di mettere in campo una Fondazione
che per noi deve diventare un centro regionale di eccellenza e, quindi,
recuperare quella funzione e quella forma che era stata individuata all’atto
della sua costituzione e diventare, ovviamente, un riferimento a livello calabrese.
Capisco che è difficile
comprendere, però, di quest’atto se ne è parlato già mesi addietro. Siamo
tornati, oggi, in Aula per ridisegnare una legge che doveva essere più organica
rispetto a quello che era il disegno inserito nel piano di rientro.
Credo, quindi, che
ovviamente e sicuramente noi voteremo questa legge, ma attenzione a quando si
dice che tutti quanti vogliamo costruire buona sanità e che tutti quanti
vogliamo il bene e la salute del cittadino perché qui corriamo il rischio di
assumerci noi soli, come maggioranza, la responsabilità di un provvedimento,
perché abbiamo cercato di salvare un patrimonio di risorse ed idee valide nella
Fondazione, al di là dei suoi – non ricordo adesso – 200 assunti senza concorso
e tra questi assunti ci sono anche nomi illustri, ma noi non abbiamo chiesto di
conoscere bene e attentamente l’aspetto anagrafico.
Quindi, oggi, attraverso l’iter che si sta provvedendo a
realizzare, attraverso delle procedure di legge che consentono di recuperare
queste figure, stiamo salvaguardando e tutelando l’idea di un Istituto
importante che dovrà e potrà rappresentare nel futuro, proprio per la funzione
che abbiamo individuato, non soltanto per la città di Catanzaro, ma per
Vorrei evidenziare anche a
quelli che hanno un minimo di competenza nella sanità e a quelli che, magari,
hanno coltivato e praticato sanità in questi anni - non credo, francamente, con
risultati brillanti dopo quello che abbiamo trovato – che il problema legato
alla Fondazione Campanella è un problema che abbiamo deciso di affrontare in
maniera seria cercando di disegnare uno spazio adeguato anche all’interno del
piano di rientro. Al punto che, comunque, lo stesso Tavolo
Massicci ha condivido la filosofia, ha apprezzato l’idea e la
funzione di questa struttura e ovviamente non ha apprezzato tutto ciò che la
politica ha cercato di mettere in campo dentro quella struttura non
realizzando, ovviamente, percorsi che sono di evidenza pubblica e che fanno
parte di strutture che hanno una competenza di natura diversa.
Credo che da questo punto
di vista, Presidente, abbiamo messo in campo una
strategia che, a mio giudizio, porterà questa realtà a diventare una struttura
di eccellenza e, così come è stato anche evidenziato in uno degli ultimi
incontri proprio per la realizzazione del nuovo ospedale della città di Catanzaro, – attraverso l’utilizzo di
quelle risorse che rischiavano di essere disperse – abbiamo ottenuto la
possibilità attraverso un dialogo tra le varie istituzioni ed i vari enti di
recuperare una funzione sotto l’aspetto oncologico per dare a questa struttura
una funzionalità che diventa, sicuramente, di livello regionale.
Questo tipo di risultato e
questa legge mette un ulteriore punto fermo rispetto ad un percorso e ad una
idea che noi abbiamo della Fondazione che deve rappresentare in futuro un altro
presidio di buona sanità e quindi una garanzia per la salute del cittadino.
Dicevo prima, evidenziando
un aspetto quando si parla di sanità, che, francamente, devo dire, nonostante
non condivida una parte corposa delle scelte fatte sulla Fondazione – ed è
chiaro ed evidente, ovviamente, a cosa faccio riferimento – che salvarla è un
obbligo, perché la Fondazione nasce con un obiettivo nobilissimo e preferisco,
ovviamente, continuare sulla strada della chiusura e della riconversione di
tutte quelle strutture, per le quali ognuno si agita cercando di…
Vi invito soltanto a fare
una passeggiata per vedere la struttura della Fondazione Campanella e di fare
una passeggiata all’ospedale di Scilla o di Cariati, di Praia a Mare o di Siderno – che abbiamo chiuso – o di altri ospedali.
C’è una differenza abissale: la luce con il buio, completamente l’opposto.
Ecco perché dobbiamo dare
una accelerazione per portare anche al Tavolo
Massicci questo
ulteriore ed ennesimo risultato che ci consentirà di dimostrare che
Grazie,
Presidente Scopelliti, pongo in votazione l’intero provvedimento.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportata in allegato)
Possiamo procedere adesso con l’ordine del giorno. Dibattito sui costi della politica.
Farò qualche considerazione introduttiva in modo tale che i componenti dei gruppi possano, poi, prendere la parola.
Penso che oggi sia un giorno importante di questo Consiglio regionale per quello che andremo a fare da qui a poco.
Devo esprimere soddisfazione per il lavoro che gli uffici, innanzitutto, i dirigenti della
Giunta e del Consiglio
ed i Presidenti dei gruppi consiliari hanno prodotto.
Se siamo qui è perché
abbiamo lavorato intensamente anche nel mese di agosto per addivenire ad una
serie di provvedimenti che riguardano i costi della politica.
Siamo intervenuti su diversi
settori, - e volevo chiedere solo un po’ di silenzio ai colleghi – su una serie
di questioni che hanno riguardato provvedimenti che hanno modificato lo Statuto, provvedimenti legislativi,
ordinari e ordini del giorno.
Siamo convinti che bisognava
intervenire non in maniera episodica, ma strutturale.
Devo dire che questo
Consiglio regionale in questo anno, dal suo insediamento, con la piena
condivisione di tutti, ha operato una serie di tagli e li voglio ricordare: il
10 per cento del finanziamento
dei gruppi, il 25 per cento degli accessi, la sede unica di Giunta e Consiglio regionale
a Roma, infatti non ci sono più due sedi, con un risparmio per i costi della
politica che è stato certamente importante.
Volevamo continuare su questa strada con riforme
strutturali ed allora abbiamo lavorato intensamente con gli uffici tenendo
conto e facendo i conti anche con una manovra nazionale e finanziaria che
cambiava di ora in ora.
Abbiamo assistito tutti a questa continua modifica che
avveniva anche nell’approvazione da parte del Parlamento della manovra
finanziaria.
Allora, soprattutto la Calabria che è una Regione debole
e dalle tante problematiche, che ha una serie di crisi molto forti che partono
dalla crisi nazionale ed internazionale e si ripercuotono anche sulla nostra
Regione, aveva bisogno di azionare dei tagli ai costi della politica. Abbiamo
proceduto all’individuazione di questi tagli e alla destinazione delle risorse
derivate anche al finanziamento di politiche sociali e di sostegno a coloro che
hanno più bisogno, sapendo che le statistiche ci dicono che un calabrese su 3 è
sotto la soglia di povertà.
Di fronte a queste incertezze e difficoltà in una
Regione come la nostra con le sue lentezze e con le sue differenze da colmare, c’è
la necessità che tutti facciano fino in fondo la propria parte.
Ci vuole coesione sociale di fronte ai problemi che
siamo chiamati ad affrontare e risolvere. Questa è una legislatura importante
per la nostra Regione. Fin dall’insediamento abbiamo parlato di svolta, di
cambiamento, di rinnovamento ed è questa la strada che ci siamo dati all’inizio
e vogliamo continuare facendo delle riforme serie e concrete, non fatte a
parole ma che lascino realmente il segno del nostro agire quotidiano.
Siamo, quindi, andati avanti su questa strada a tutti i
livelli istituzionali, politici e sociali. Penso che dobbiamo cercare di
collaborare, di costruire sinergia e cercare di far emergere la parte sana
della nostra Regione per far squadra. Per far questo c’è bisogno della
collaborazione di tutti.
Contro la crisi in atto c’è bisogno di provvedimenti
concreti per sostenere il potenziale di crescita della nostra Regione anche con
un cambio di mentalità culturale che è essenziale se vogliamo cambiare questa
nostra terra e che aiuti ad allontanare il risentimento dei cittadini stessi
verso la politica e le istituzioni.
Attenzione, però, dobbiamo avere una idea chiara e
distinguere i costi della politica dai costi della democrazia che sono
irrinunciabili, necessari e rappresentano il presupposto per ogni forma di
crescita e sviluppo civile, sociale ed economico.
La parola democrazia è stata sicuramente svilita nel
linguaggio del dibattito politico ma è una parola che va recuperata e non va
confusa, restituendole il suo significato fondamentale di strumento che
consente di dare legittimità all’esercizio del potere politico e alle decisioni
che le Assemblee elettive sono chiamate a prendere.
La manovra strutturale che voteremo oggi nasce
dell’esigenza di ridurre i costi, di ripensare agli assetti istituzionali,
semplificando ed accorpando alcuni di essi, strutture e funzioni alla luce di
nuove esigenza ma salvaguardando tutto ciò che occorre per dare risposte ed
assicurare il funzionamento dell’Istituzione regionale.
Quest’azione è importante per riacquistare fiducia nei
confronti dei cittadini e recuperare la credibilità della politica ma prima
ancora da parte delle istituzioni.
Dopo di me interverrà il Presidente della Giunta
regionale Scopelliti che, quindi, ancora meglio potrà dire le cose che
riguardano la Giunta regionale. In questi mesi abbiamo lavorato e voglio illustrare
brevemente: intanto abbiamo deciso di abolire, a decorrere dalla prossima
legislatura, il vitalizio per i consiglieri regionali. Non potevamo intervenire
sui diritti acquisiti e abbiamo deciso che, a decorrere dalla prossima
legislatura, la decima, gli eletti al Consiglio regionale non percepiranno il
vitalizio.
Questa è una novità assoluta: non c’è Regione del
meridione che abbia deciso un provvedimento così. Solo l’Emilia Romagna l’ha
fatto nei mesi scorsi, adesso arriviamo noi e siamo la prima Regione ad
adottare con grande soddisfazione questo provvedimento che è stato condiviso da
tutti i gruppi regionali, di maggioranza e di minoranza, e su cui abbiamo
trovato la sintonia totale.
Vi dico solo alcuni dati. Noi paghiamo di vitalizi ad
oltre 150 consiglieri regionali la cifra di 7 milioni di euro. Ne incassiamo -
perché i consiglieri regionali hanno una trattenuta – 1 milione 200 mila euro,
quindi è un sistema che non si regge e necessitava urgentemente di un intervento.
L’abbiamo fatto, significa un risparmio di spesa e
significa non indebitare per tutte le generazioni future il Consiglio regionale
e l’Istituzione.
Quindi, sono veramente contento dell’approvazione di
questa norma che fa arrivare la nostra Regione non sempre ultima ma prima.
Oltre all’abrogazione del vitalizio, oggi voteremo anche
la riduzione del numero degli assessori esterni. Oggi è possibile nominare 4
assessori esterni che saranno ridotti a 2. Contestualmente voteremo anche l’abrogazione
dei sottosegretari che significa 4 persone e 4 indennità, quattro costi per la
nostra Regione che saranno ridotti e verranno meno. Anche questa disposizione entrerà
in vigore a decorrere dalla prossima legislatura.
Provvederemo a ridurre le Commissioni dalla scadenza del
prossimo mese di dicembre. Oggi ci sono 10 Commissioni permanenti e passeremo
da
Ancora, poi, la riduzione dei consulenti di Giunta e
Consiglio regionale, una riduzione che è del 50 per cento sia dei consulenti
della Giunta che del Consiglio. Anche il finanziamento dei gruppi sarà ridotto
del 10 per cento.
Una riduzione dei componenti delle strutture ed accanto
a questo anche l’aumento da 200 euro a 400 euro della trattenuta nel caso in
cui un consigliere regionale non sia presente ai lavori di Commissione, di
Consiglio, di Ufficio di Presidenza e Conferenza dei capigruppo. Tutto questo
risparmio che abbiamo prodotto sarà destinato ad azioni di politiche sociali, a
sostegno alle famiglie, a coloro che hanno più bisogno e quindi si continuerà
su quel percorso di riduzione dei costi da parte di quest’Aula.
Questo Consiglio regionale fin dal suo insediamento –
non voglio assolutamente difendere me, voglio difendere l’Istituzione – è
finito sulle pagine dei quotidiani nazionali perché è il Consiglio regionale
che si riunisce di meno.
Avete visto questa estate la Calabria. Siamo andati a
vedere i provvedimenti che abbiamo approvato. Abbiamo approvato oltre 120
provvedimenti, aumentando il numero dell’approvazione sia rispetto al 2008 che
al 2009.
Questo vuol dire che, pur tenendo meno sedute di Consiglio
regionale, siamo più produttivi. Questi sono i numeri, li potete andare a
vedere. Si possono fare 4 Consigli regionali con due punti all’ordine del
giorno o se ne può fare uno con 10 punti all’ordine del giorno.
Noi abbiamo preferito questo che significa efficienza,
risparmio di costi e rigettare al mittente l’opera di screditamento che
continuamente i mass-media e l’informazione nazionale cercano comunque sempre
di fare nei confronti della Calabria.
La Calabria ha eletto una classe dirigente nuova,
giovane, determinata, che ha coraggio, che predilige la politica dei fatti e
vogliamo continuare questa strada con decisione e determinazione.
Penso che questo si sia capito non solo per le parole
che pronunciamo ma anche per il gioco di squadra che tra Giunta e Consiglio si
è realizzato, per la collaborazione, per la volontà di entrare nel merito delle
problematiche perché penso che questo sia essenziale.
Accanto a questo approveremo anche due ordini del
giorno. Uno che riguarda gli enti strumentali che hanno bisogno in Calabria di
una riorganizzazione. Ci sono enti inutili che vanno aboliti e c’è bisogno di
ridurre sprechi e sperperi. Abbiamo individuato situazioni, che certamente
fanno rabbrividire, di persone che percepiscono indennità superiori anche a
quelle dei consiglieri regionali e vogliamo lavorare in maniera organica tant’è
che approveremo oggi un ordine del giorno con cui delegheremo la Giunta
regionale a provvedere, entro tre mesi, ad
elaborare una proposta di riordino degli
enti sub-regionali, da presentare in Consiglio regionale per arrivare
all’approvazione di una legge organica.
Accanto a questo approveremo anche un altro ordine del
giorno che riguarda la riduzione del numero dei consiglieri regionali. C’è
stata una discussione in Conferenza dei capigruppo e abbiamo cercato di trovare
una sintonia. Si è cercato di predisporre un ordine del giorno che tenesse
conto della riduzione del numero dei consiglieri collegandola anche a quello
che sta avvenendo a livello nazionale.
Noi a livello nazionale avremo la riduzione del numero
dei parlamentari e l’abolizione delle province. Nel momento in cui si
aboliranno anche le province ci sarà bisogno di una legge elettorale regionale
che decida o di fare un collegio unico regionale o di fare le circoscrizioni
provinciali così come erano organizzate, quindi sarà una riflessione che avrà
certamente bisogno di tempo. Noi esprimiamo la volontà del Consiglio regionale
verso la riduzione del numero dei consiglieri regionali, ma provvederemo poi
successivamente quando tutto questo si realizzerà a fare la scelta giusta.
In sintesi questi sono i provvedimenti che abbiamo
voluto discutere oggi. Abbiamo lavorato intensamente. Ci sono posizioni
diversificate e ci sono state idee diverse ma alla fine si è cercato di trovare
anche una sintonia.
Su questi argomenti che ho voluto riassumere brevemente
ci saranno una serie di provvedimenti che successivamente provvederemo a
votare.
Voglio ringraziare, quindi, tutti i capigruppo di
maggioranza e di minoranza per questo confronto continuo e costante e anche il
Presidente Scopelliti per aver partecipato in maniera assidua ai lavori della
Conferenza dei capigruppo, sperando di aver fatto qualcosa di utile e di
importante per la Calabria e di poter, attraverso questi provvedimenti,
rilanciare la nostra Regione e aumentare la crescita sociale, economica e
cultura. Grazie.
La parola al Presidente Scopelliti.
Presidente, credo che dopo qualche settimana, e
nonostante anche la pausa estiva, si sia portato avanti un lavoro in maniera attenta,
ovviamente per cercare di dimostrare che c’è da parte della politica calabrese
un’attenzione rispetto ai temi dei costi della politica e all’importante tema del
compito di governare, cercando di offrire un modo nuovo di affrontare le
tematiche scottanti del nostro territorio.
Francamente, in questa analisi che abbiamo portato
avanti, si è tentato un discorso unitario coinvolgendo l’intero Consiglio
regionale ed i gruppi.
Partiamo da un documento di fine agosto, in cui tutti i
capigruppo si sono impegnati in una idea
di riforma: riuscire a cogliere l’aspetto importante di una fase nuova da
gestire e da governare cercando di disegnare la Regione del futuro.
In questo i costi della politica hanno sicuramente una
loro incidenza, anche se noi abbiamo ribadito e ribadiamo un concetto
importante: sicuramente non è soltanto la politica – intesa come la sede della Giunta
o del Consiglio – che può fornire grandi risposte, ma occorre una rivisitazione
complessiva del sistema che ruota attorno alla politica, cercando di
coinvolgere anche tutti quegli enti regionali e sub-regionali che hanno la
competenza e che non sempre assolvono alla loro mission.
Abbiamo avuto un esempio eclatante. Abbiamo ricordato
qualche settimana addietro cosa fosse l’Asi a Reggio Calabria, una struttura
con 47 dipendenti, con costi della gestione e le spese inutili - l’Asi di
Cosenza ne ha appena 20, per un’area molto più estesa, in cui le industrie sono
più importanti e più prestigiose, una
realtà florida-.
Ed in merito il Consiglio regionale si determinerà
attraverso un ordine del giorno, conferendo il compito alla Giunta di
presentare una proposta entro fine dicembre, proprio per valutare attentamente
l’ipotesi di una rivisitazione di tutte le strutture e degli enti.
Alcune modifiche che proponiamo oggi sono correzioni
legislative che entreranno subito in vigore, altre avranno bisogno di una rilettura
e di un passaggio successivo in Consiglio regionale perché sono modifiche
statutarie.
Secondo quanto concordato, l’indirizzo che abbiamo
assunto comporterà delle scelte che danno un segno tangibile dell’impegno
immediato.
Devo dire, Presidente, che a volte quest’Aula sia
veramente impraticabile perché diventa difficile parlare. Ci sono persone che
non c’entrano nulla col Consiglio regionale e che vengono solo perché c’è
l’aria condizionata o perché c’è qualche favore da chiedere a qualcuno.
Ritengo che dobbiamo abituarci, come abbiamo già detto.
Io non ricevo più delegazioni, come abbiamo fatto oggi: l’assessore Trematerra
ha riferito alla delegazione dei divulgatori dell’Arssa che su richiesta, saranno
tempestivamente convocati alla sede della Giunta.
Ma non è possibile che noi veniamo qui e siamo
costantemente aggrediti da quanti presentano un conto o un problema personale.
Veniamo qui per lavorare! Successivamente, se ci sono ritagli di tempo…, è
necessario almeno che dentro l’Aula ognuno di noi riesca a parlare, in caso
contrario diventa veramente impossibile riuscire a elaborare un discorso, e poi magari chi ci ascolta – come la stampa
che è interessata a questi discorsi – non recepisce bene quali sono i messaggi
ed ognuno dà poi una sua libera interpretazione.
Se riuscissimo a lavorare in un contesto migliore, forse
non sarebbe male.
Come dicevo, ci sono alcuni provvedimenti che
presentiamo oggi e che sono modifiche legislative che entreranno da subito in
vigore e ce ne sono altri che hanno bisogno di un percorso più lungo in quanto
si tratta di modifiche statutarie.
Abbiamo individuato, ad esempio, una serie di
provvedimenti e, in verità, mentre il Presidente Talarico incontrava e
presiedeva la Presidenza dei capigruppo, ho incontrato, insieme all’avvocato
Zoccali, una delegazione del mondo sindacale.
Non so cosa diranno i sindacati, ma al tavolo delle
parti sociali, quando abbiamo illustrato le riforme che oggi andremo ad
approvare, ho trovato una ampissima condivisione della illustrazione dei punti
che ho chiarito.
Certo, qualche distinguo c’è stato – lo ribadirò anche
più avanti nel mio intervento – ma devo dire che per la stragrande maggioranza,
tutti hanno aderito e hanno condiviso questa nostra impostazione.
Credo che questo sia un messaggio che tende a rendere
ancora più forte l’azione che abbiamo messo in campo oltre che ad essere
un’azione condivisa.
Abbiamo immaginato la riduzione di una unità nelle
strutture e quindi incidiamo sulle strutture speciali, posto l’utilizzo e le
considerazioni che ognuno ritiene più o meno appropriate che sicuramente svolgono
un ruolo molto delicato.
Sono tra coloro che sostengono che c’è un gruppo di
persone che, francamente, arriva la mattina a Catanzaro alle 9 ed esce la sera
alle 9 se non rischia addirittura di dormire a Catanzaro. Ci sono dipartimenti
dove i nostri direttori generali lavorano fino all’1 di notte e la riprova sono
le circostanze in cui io mi fermo spesso a fare riunioni con due-tre-quattro
direttori generali ed insieme agli assessori.
C’è un lavoro, quindi. E in queste strutture noi ci
accingiamo non a fare un taglio, come si era pensato, in percentuale, ma una
riduzione. E’ meglio avere una persona in meno, che fare un taglio sulle
spettanze per ognuno, vista la grande partecipazione e la grande adesione.
E’ chiaro che parlo, in considerazione delle persone che
mi affiancano: ognuno sa molto bene cosa significa avere in squadra, in team un gruppo di persone di qualità.
Ridurremo del 50 per cento le consulenze della Giunta e
del Consiglio. Il finanziamento dei gruppi consiliari sarà ridotto del 10 per
cento: una ulteriore sforbiciata rispetto ai tagli che avevamo già fatto lo
scorso anno.
C’è poi questa nuova introduzione – almeno questo era
l’indirizzo - del raddoppio della trattenuta, da
E’ prevista la soppressione dell’Autorità regionale per
le valutazioni delle attività di consulenza. Questa proposta di legge risale a qualche anno addietro e noi abbiamo oggi
deciso di sopprimere tale Autorità, perché riteniamo sia una scelta da portare
avanti e da conseguire come risultato.
Inoltre, voteremo la delega alla Giunta regionale per
predisporre la legge di riforma degli enti regionali in house, delle società partecipate dove c’è la maggioranza della
Regione attraverso l’accorpamento, la soppressione o andando ad omogeneizzare
le funzioni e le attività, nonché la delega alla Giunta regionale per la
predisposizione di un testo unico per la riorganizzazione della struttura
burocratica con le riduzioni delle posizioni dirigenziali di almeno il 10 per
cento. E ovviamente la riduzione del trattamento economico del 10 per cento per
tutti i dirigenti regionali.
Questa è una proposta che viene avanzata ed pur
approvata, dovrà essere riportata in trattazione col tavolo dei sindacati e
trovare l’iter più corretto.
La riduzione, inoltre, della indennità di carica
spettante ai componenti dei Cda e dei Presidenti degli enti sub-regionali e
delle società partecipate, ulteriore rispetto a quella che c’era stata del 20
per cento, passaggio aggiuntivo rispetto al tema delle società partecipate
nella fase di attesa della riorganizzazione.
In questo va evidenziato che, come ha detto il
Presidente Talarico, andiamo incontro anche ad una serie di altre scelte.
In primis, i
consiglieri regionali dal 1° gennaio andranno ad attuare quanto previsto nella
manovra, tra cui la riduzione degli emolumenti dei consiglieri regionali,
importante da evidenziare, Presidente, per ricordare che anche i consiglieri
regionali – così come prevede la manovra – andranno a operare una riduzione ai propri emolumenti.
In più, ovviamente, andiamo proporre le modifiche
statutarie da approvare in prima lettura e che entreranno in vigore dalla
prossima legislatura: la soppressione delle figure dei sottosegretari, la
riduzione degli assessori esterni da
Questo comporta una riduzione del numero delle strutture
speciali, un minore appesantimento della macchina amministrativa e tutta una
serie di situazioni che, certamente, daranno più respiro all’azione
amministrativa.
Andiamo a mettere in campo quell’ordine del giorno che
ci spinge – così come previsto dalla stessa manovra finanziaria – a rendere
effettiva entro sei mesi la scelta della riduzione del numero dei consiglieri a
40 e la riduzione ad 8 dei componenti della Giunta regionale.
Questo nella speranza di poter immaginare una riduzione
con la capacità di ridisegnare anche la legge elettorale, in modo da individuare un
percorso e dare una risposta che sia collegata anche a questo nuovo fermento e
a questo nuovo lavoro che si sta portando avanti, previsto dalla manovra della
Unione dei comuni e da tutta una serie di altri elementi importanti che
dovranno, ovviamente, essere portati a compimento per cercare di ridurre i
costi e dare più forza all’azione degli enti locali.
Un’ultima considerazione, che ancora non è stata
inserita nel provvedimento ed in merito a cui invito sia
Noi abbiamo previsto l’anagrafe patrimoniale dei consiglieri
regionali - adesso ci hanno distribuito un atto per cercare di avere contezza
del nostro patrimonio e di tutto il resto. Il mio non è modificato, non so
quello di Sarra – non se ha fatto qualche operazione, prima facevo qualche
battuta con Alberto : sicuramente sarà migliorato.
Non conosco quello degli altri ma il mio è rimasto
identico da sempre.
Credo che sia corretto e giusto, che insieme ai politici
anche il gruppo dirigente della Regione Calabria metta in chiaro tutto ciò che
riguarda anche l’anagrafe patrimoniale dei dirigenti.
Sarebbe un ulteriore atto di trasparenza nei confronti
dei calabresi. Spero che i colleghi possano condividere questa scelta e questa
indicazione andando poi ad approvare questo provvedimento,. Devo dire che
l’anagrafe patrimoniale dei dirigenti non è una scelta, ma nasce anche dal
colloquio e dal dialogo avuto con i sindacati, dalle loro poche proposte
rispetto a quello che abbiamo discusso ed,
effettivamente, secondo me è una proposta molto valida.
Credo sia importante arrivare all’approvazione di
quest’atto, cercando di trovare il massimo della convergenza e di stimolare al
massimo il dibattito, partendo però da alcuni punti fermi che abbiamo già
individuato e credo che questo significhi dare un forte segnale alla Calabria con
un risparmio nel breve periodo, in ogni caso importante, e sostengo che a
regime questo tipo di impostazione e di proposta vada in una sola grande
direzione: quella di dimostrare che anche qui, in un contesto calabrese, si
riesca dare una risposta importante dando un taglio netto ai costi della
politica.
Non voglio quantificare, ma suppongo che qui ci siano
numeri importanti. A regime parliamo di numeri di grande portata che sono la
dimostrazione di una scelta molto chiara e netta di questa classe dirigente.
Credo che in questa fase di discussione sia stato molto
importante ricevere il contributo del mondo sindacale. Devo ribadire questo
concetto: il mondo sindacale – ma poi saranno certamente loro ad esprimerlo –
ha dato un parere estremamente positivo a questo tipo di impostazione che
abbiamo assunto.
Ciò significa che questo provvedimento viene recepito da
questa realtà, come un segnale forte ed importante che diamo ai calabresi.
Vediamo, ovviamente, cosa poi emergerà; tuttavia penso
che questo passaggio, Presidente, sia importante e soprattutto dimostra che
questa classe dirigente sa essere coesa, compatta, unita, che sa condividere le
scelte nei momenti opportuni e riesce a dare una risposta significativa a
quelle che sono le richieste che giungono dal territorio.
Da qui, certamente, avremo modo di riavviare le fase
successive della rilettura e c’è anche l’impegno in questo periodo, in questi
sei mesi così come previsti dalla manovra, di insediare un tavolo ad esempio in
grado di immaginare una idea di nuova legge elettorale.
Speriamo che possa rappresentare un ulteriore stimolo.
La manovra introduce anche una ipotesi di premialità per quelle Regioni che
saranno in grado di sviluppare questo tipo di indirizzi nei tempi previsti dei
sei mesi.
Ci accingiamo oggi a fare una scelta molto chiara e a
dimostrare la nostra ferma e convinta adesione.
Credo che sia questo un ulteriore segnale che questa
classe dirigente dimostra di dare al nostro territorio.
Nel frattempo, Presidente, chiedo scusa perché lascerò
l’Aula a causa di questo impegno nella locride che avevamo già programmato in
quanto inizialmente si pensava che il Consiglio fosse convocato per la mattina.
Abbiamo mantenuto fede all’impegno visto che i sindaci avevano l’esigenza di un
incontro per dialogare con l’Istituzione regionale. Quindi mi sembra chiaro ed
evidente che i consiglieri siano in numero sufficiente per approvare questo
provvedimento così come, credo, ci sia lo stesso identico indirizzo da parte dei
consiglieri della minoranza, dato che anche loro hanno dimostrato in sede di
Conferenza dei capigruppo di condividere un percorso e di dare una risposta
unitaria ad un tema così delicato ed attuale.
Ha chiesto di parlare l’onorevole De Masi. Ne ha
facoltà.
Grazie, Presidente…
Presidente, chiedo scusa al collega De Masi, è possibile parlare sull’ordine dei lavori?
Se prima di iniziare la discussione ed entrare nel
dibattito, alla luce anche di quanto hanno detto il Presidente
Scopelliti ed il Presidente
Talarico, proporrei tre minuti di sospensione al banco della nostra Presidenza per i
capigruppo per definire meglio il pacchetto, e se si arriva ad una approvazione
di queste misure di cui abbiamo parlato prima.
Pongo in votazione la proposta dell’onorevole Fedele.
(Il Consiglio approva)
Riprendiamo
i lavori. E’ iscritto a parlare l’onorevole De
Masi. Ne ha facoltà.
Io credo
che i capitoli – se così posso definirli – di questa manovra, che sono
stati declinati in successione dal Presidente
Talarico e poi dal Presidente Scopelliti, siano frutto – ed è stato
abbondantemente ed opportunamente precisato – di un lavoro comune che si è sviluppato
anche nel corso dell’estate, a testimonianza del fatto che, rispetto a questo
impegno che attiene alla responsabilità e al dovere dell’intera classe politica, nessuno si è tirato indietro e, al contempo, questa classe dirigente ha dato testimonianza severa e precisa di una coesione che sicuramente le fa onore.
In questo senso credo che, se dovessero persistere
differenziazioni rispetto a qualcuno di questi capitoli, se non ho capito male
sono unicamente riconducibili alle dinamiche procedurali che devono
presiedere agli stessi, quindi la sostanza non cambia. La volontà di ridurre i costi della politica, per quello che è possibile, è appartenuta
e continua ad appartenere, attraverso tutti i capigruppo,
a tutto il Consiglio. E’ bene precisarlo, perché è quanto si aspetta l’opinione
pubblica. Vi è
un’istanza forte che, però, noi dobbiamo assecondare
e riscontrare
non come opportunità definitiva che ci permette di ristabilire un rapporto di maggiore vicinanza con l’opinione
pubblica, perché
persistono nella stessa - a mio avviso condizionati anche da quelli che sono
gli agenti che promuovono il consenso - punte di qualunquistiche
istanze che dobbiamo rintuzzare esattamente in questa sede.
Penso che questa occasione sia per molti
versi irripetibile, sostanzialmente, ci mette in condizione – perché se no
faremmo un inganno alla povera gente, in particolare, a tutti i calabresi – di
esprimerci in maniera simbolica.
Il risparmio che ne deriverà, sebbene il
Presidente Scopelliti lo abbia preannunciato, giustamente, come una cifra
consistente, è evidente che non rappresenterà la risorsa necessaria per risolvere i problemi più datati, più profondi e più urgenti dei
calabresi e si rivelerà – cosa giusta – una panacea
per determinati bisogno superficiali, ma non è attraverso questi risparmi che
si possono aggredire i problemi reali, i bisogni effettivi e destrutturarli,
occorre tutt’altro.
Io vorrei approfittare di questa
occasione, che ha dato prova – come dicevo – di una coesione forte, convinta ed
efficace sul piano dell’attività istituzionale, per dire che deve proseguire
questo costume, quando si affrontano i problemi della vita dei calabresi,
quelli che hanno davvero necessità di risposte politiche alte, di alto profilo
ed ispirate ad una sensibilità, che mi sembra ogni tanto difettare un po’ di
qua e un po’ di là, se volete, ma non c’è una sensibilità giusta che permetta, ad
esempio, di distinguersi in maniera strumentale su determinate proposte che
riguardano la quotidianità dei nostri concittadini e che si ritrovi soprattutto
quando è il caso di assumere misure che, nel loro coraggio, si trasformano in
misure impopolari in un’attività congiunta di tutti quanti.
Vorrei dire, non per evocare uno slogan
facile o semplice, che è questa politica che ancora risente di suggestioni
di autentica mediocrità che costa molto ai cittadini, perché non ci sforziamo
ancora adeguatamente per elevarne il tenore, per trasformarla in una politica
vera, sana, efficace? Perché se riuscissimo a farlo – ed è questo l’auspicio –
i cittadini disattenderebbero questo giudizio, a volte frettoloso, sui costi
che la riguardano.
E’ davvero il caso di ricordare ai cittadini calabresi – e non sembri improprio o fuori, come suol dirsi, dal
seminato dialettico – che c’è incertezza, c’è una sorta di tensione dialettica ispirata ancora all’appartenenza, più che al sentimento? L’abbiamo sperimentato
anche nel dibattito preliminare di questa sessione, quando
ci si è scatenati in impetuose lezioni di comportamento istituzionale, che
questa minoranza non merita perché ha dato prova, anche in altre circostanze, come in questa, di avere a cuore il destino della
Calabria.
Non ci possono fare lezione di comportamento istituzionale,
eludendo il merito delle attività che noi svolgiamo. Se Italia dei valori si è
distinta rispetto al Partito democratico, o ad una parte di esso,
rispetto ad una specifica misura, questo è dovuto ad un lavoro di ricerca anche
abbastanza appassionato e continuo che il gruppo ha
fatto e che penso abbiano fatto ugualmente i nostri amici del Partito democratico. Questo non è che segnala una distanza, una solco tra noi; siamo gruppi, il nostro ed il loro –
immagino –, che stanno cercando di capire di più la realtà, di approfondirne la
conoscenza e su questo, poi, basare un giudizio e, di conseguenza, un comportamento
istituzionale.
Dobbiamo liberare ed affrancare la politica e le sue espressioni istituzionali da una sorta di condizione di sospensione nella quale vive. E’ un periodo, è un tempo in cui la politica
galleggia sulla superficie dei bisogni della gente, c’è, quasi in maniera
proustiana, il voler ricordare che vi è una nostalgia per il tempo passato. Invece bisogna guardare al futuro, un’istituzione come questa, la massima espressione del consenso democratico dei
calabresi, deve disegnare il futuro, deve saperlo
fare e chiunque provi a realizzarlo attraverso la manifestazione di
un’autoreferenzialità fuori luogo e fuori tempo commetterebbe un errore e
trasgredirebbe anche lo spirito che questa sera insieme abbiamo costruito per
dare il messaggio – perché di questo si tratta – ai cittadini calabresi di una sensibilità ritrovata di tutta la classe dirigente.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Principe. Ne ha facoltà.
Presidente, due brevissime premesse. La prima: in un momento così
tragico per il Paese, che veramente rischia moltissimo sotto il profilo economico
e finanziario, naturalmente
quelli che rischiano di più sono i ceti più deboli, in un momento in cui la credibilità dell’Italia all’estero scema ogni giorno di più, con
riferimento soprattutto al modo di proporsi del Governo di Roma, che
non è in grado di assumere decisioni
utili per dare un’immagine positiva dell’Italia e per avviare la ripresa in
termini di crescita, noi non
cresceremo se i provvedimenti saranno l’inserimento di nuove tasse, l’aumento
dell’imposizione fiscale, dell’Iva
che deprimerà i consumi, mantenendo uno Stato elefantiaco che costa moltissimo. Naturalmente, in un quadro di questo
tipo, è doveroso da parte delle Province, dei Comuni, ma soprattutto delle
Regioni, in questo caso della Regione Calabria, dare un contributo tentando ed
attuando una sensibile riduzione dei costi di funzionamento delle istituzioni.
Dire costo di funzionamento della politica è relativo, perché a volte nel
coacervo istituzionale, soprattutto delle Regioni, costano più una serie di
aspetti legati al momento burocratico, che non al momento decisionale e di
indirizzo.
Io trovo giusto tutto questo e sono
d’accordo con i colleghi che pensano – mi sembra anche il collega De Masi – che
le istituzioni riprenderanno a godere della fiducia del cittadino, quando risponderanno
alle tante questioni che la società pone. Io penso che, in questo momento di
crisi, la casta venga posta al ludibrio della pubblica opinione non tanto e non
solo per i cosiddetti costi, ma soprattutto perché non riesce ad affrontare i
problemi del Paese.
Quindi, per non farla lunga,
dobbiamo portare avanti questa operazione di contenimento, ma nello stesso
tempo ognuno per la parte che gli compete, maggioranza con maggiore
responsabilità – scusate la cacofonia –, l’opposizione per la parte che ad essa
compete, dobbiamo cercare di affrontare e risolvere in questo mare in tempesta
i tanti problemi dei calabresi.
Vedete, noi non abbiamo la cultura
di un’opposizione barricadiera che deve dire sempre di no, anche nei nostri
partiti ci sono vecchi arsenali di culture estinte, che comunque storicamente
hanno fatto registrare un fallimento, che pensano che l’opposizione debba
significare sempre e comunque dire no, farsi notare dalla pubblica opinione,
prendere un pezzo di spazio sui giornali. Io non condivido questo tipo di
opposizione. Certo, non sono né ecumenico né compromissorio, perché poi la
stranezza della storia ti porta a vedere che proprio i residuati delle culture
barricadiere sono state protagoniste dei grandi compromessi annunciati,
soprattutto in questo Paese.
Quindi, abbiamo la responsabilità,
ognuno per la parte che compete, maggioranza e opposizione, per il ruolo che è
stato assegnato dai cittadini, a dare un contributo fattivo.
Noi non apparteniamo a quella
opposizione che comunque deve dire di no, che deve far vedere di essere più
avanzata, che gioca a scavalcare a sinistra, a destra e al centro. Noi siamo di
un’altra pasta, siamo impregnati di cultura riformista ed ergo, in questo
frangente, abbiamo dato un nostro contributo per varare i provvedimenti
riassunti dal Presidente Talarico e dal Presidente Scopelliti – debbo dire –
con uno stile diverso, perché se il Presidente Talarico ha fatto emergere –
come ritengo fosse suo dovere – una partecipazione attiva da parte dei gruppi
di minoranza ad elaborare questi provvedimenti, debbo dire che il Presidente
della Giunta ha tentato - soprattutto a determinati mass media che
vivono del contributo finanziario dei cittadini non solo perché pagano il
canone, ma perché si tratta di televisione pubblica -, forse, di far suonare il
solito pezzo dall’orchestra dei mass media, ha cercato di dare
l’impressione che da parte nostra ci fosse stato un comportamento adesivo. Non
è così, a noi gli adesivi non sono mai piaciuti! Giacché facciamo parte di quel
tipo di opposizione costruttiva, abbiamo dato il nostro contributo.
Debbo dire, pur non entrando nei
particolari, che rispetto ai provvedimenti indicati, riassunti prima da
Talarico e dopo da Scopelliti, noi daremo il nostro voto, pur avendo fatto
proposte su singole questioni che qui non riassumo, proprio per non dare
un’impressione sbagliata dal punto di vista culturale, perché se io riassumessi
le singole questioni come noi le abbiamo poste e dove volevamo che si
arrivasse, darei questa impressione di chi è abituato a fare un’opposizione per
dire “noi volevamo di più. Io ribadisco che, rispetto ai risultati raggiunti,
spesso abbiamo avuto qualche opinione divergente, ma poiché in questa fase era
doveroso dare l’impressione di una istituzione coesa per raggiungere
l’obiettivo di ridurre i costi di funzionamento della stessa, alla fine sulle
cose indicate daremo il nostro voto convinto, dopo aver dato un grande
contributo di elaborazione.
Ci dispiace, però, di non poter
condividere un aspetto del quadro che è stato illustrato, non per apparire più
avanzati né per contraddirci rispetto alle cose che io culturalmente ho cercato
con orgoglio di rivendicare, noi non condividiamo che nel momento in cui questa
sera si mette mano alla modifica dello Statuto, alla fine consisterà nella
eliminazione della figura dei due sottosegretari e nella riduzione degli
assessori esterni a due. Noi questo modo di procedere abbiamo detto, ma con
grande umiltà, di non condividerlo, nel senso che nel momento in cui si mette
mano allo Statuto, avremmo voluto che insieme alla eliminazione della figura
del sottosegretario - che viene fuori non per essere punitiva verso colleghi
che ce la stanno mettendo tutta per dare un loro contributo, ma che rientra nel
concetto generale di rivalutare ed impegnare le professionalità interne che ci
sono negli organici del Consiglio e della Giunta - si arrivasse stasera a
ridurre il numero dei consiglieri a 40 e, conseguentemente, a ridurre il numero
della Giunta ad 8, compreso il signor Vicepresidente, e in questo quadro
ridurre gli assessori esterni. Nel momento in cui noi riduciamo gli assessori
esterni da
E’ ben vero che la maggioranza
propone di inserire in un apposito ordine del giorno l’impegno a ridurre il
Consiglio a 40 e
Naturalmente, per testimoniare
politicamente questa nostra volontà, noi presenteremo due emendamenti alla
proposta di legge presentata dalla maggioranza di modifica dello Statuto della
Regione Calabria, che tenteranno di ridurre già da stasera il numero dei
consiglieri a 40 e il numero della Giunta ad 8.
Questa è la posizione molto chiara
del Partito democratico che in un quadro che ha visto l’istituzione in modo
coeso tendere a raggiungere un risultato di grande credibilità, mette in piedi
una sua osservazione che è di carattere esclusivamente politico che mette a
disposizione della riflessione dell’Aula nella sua interezza.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Fedele. Ne ha facoltà.
Ho ascoltato con attenzione
le parole del consigliere Principe, ma anche quelle del capogruppo di Italia dei
valori. Noi abbiamo iniziato da qualche
mese il dibattito su questi temi e devo dire, ad
essere sincero, che, da questo punto
di vista, sui
tagli dei costi della politica non c’è stata alcuna divisione, c’è stata ampia convergenza della minoranza.
Credo che i consiglieri regionali si siano resi conto dell’attuale
momento di difficoltà che attraversa l’Italia e, per quanto ci riguarda,
sicuramente
Diciamo la verità, colleghi, forse ancora
di più del Parlamento nazionale, perché su
alcuni temi non è stato incisivo come,
in effetti, aveva detto che avrebbe fatto. Ci rendiamo conto che siamo in una
regione difficile, con mille problemi e siamo convinti – all’unanimità dico
questo, intendo anche l’opposizione – che ci sia la possibilità, come stiamo
per dimostrare e dimostreremo, di poter fare ancora dei tagli a questi costi.
Siamo arrivati ad una serie di provvedimenti che non elenco di nuovo perché
l’hanno fatto già i due Presidenti, ed anche i colleghi in precedenza, che,
quando andranno a regime, certamente daranno un taglio notevole ai costi di
tutta la politica regionale.
Sicuramente
– lo ricordavano alcuni consiglieri, ma voglio ricordarlo anch’io – alcuni
provvedimenti per motivi tecnici non possono trovare attuazione oggi o domani,
ma da gennaio in avanti, a scadenze già stabilite, toccheranno diversi settori
e diversi ambiti, senza lasciare niente di intentato. E – lo ribadisco anch’io,
come ha fatto il Presidente Talarico prima – non dimentichiamoci che già
all’inizio di questa legislatura si era intervenuti sui costi tagliando in
maniera energica e drastica, però il momento attuale è quello che è – lo ripeto
– e nessuno si vuole sottrarre al proprio
dovere come stiamo dimostrando stasera qui in Aula.
Certamente
sono momenti difficili, per questo i provvedimenti che andremo fra poco a
votare e ad approvare sono importanti nella geografia della vita della nostra
regione. Devo dire – lo ricordava anche l’onorevole Principe – che con i consiglieri
delle opposizioni, in tutte le riunioni dei capigruppo che ci sono state, ad
onor del vero, non c’è stata mai divisione su questi temi, anzi da ognuno di
loro, ma anche di noi, sono stati suggeriti dei miglioramenti alle proposte
iniziali proprio per migliorare questo “pacchetto”. Abbiamo forse perso – si fa
per dire – circa dieci-quindici giorni, perché avevamo deciso all’unanimità di
aspettare che il Governo nazionale votasse la manovra finanziaria di correzione
dei conti, perché c’erano e ci sono – come tutti voi sapete – delle iniziative
che riguardano sicuramente anche le regioni. Fatto questo, noi siamo qui
stasera, come da impegno preso, in Consiglio regionale per varare questi
provvedimenti.
Insieme
agli altri consiglieri abbiamo tentato fino all’ultimo, parlando con le
opposizioni - non con tutti, ma con una parte, in modo particolare l’onorevole
Principe e l’onorevole Loiero - di arrivare ad una soluzione condivisa, come
per tutti gli altri provvedimenti, anche su quello che riguardava il numero dei
consiglieri regionali. Guardate, se dobbiamo essere onesti, non per dovere di
primogenitura, è stato il Presidente Scopelliti che ha detto “per prima cosa
tagliamo il numero dei consiglieri regionali”, quando ancora nemmeno
Oggi,
probabilmente, c’è questa lieve differenziazione – la chiamo così perché non
c’è discordanza – in quanto andremo ad approvare un ordine del giorno che
prevede che entro sei mesi – tra l’altro lo prevede anche
Il
provvedimento della Finanziaria è un po’ particolare, perché sapete meglio di
me che sul tema della legge elettorale e dei consiglieri regionali la Regione ha
piena autonomia, ma probabilmente il Governo, la maggioranza, ed anche il
Parlamento hanno votato questo provvedimento, coscienti di poterlo fare. Se
In ogni
caso, noi, considerando l’attuale momento, abbiamo pensato di andare verso la
riduzione. Qualche mese in più che abbiamo chiesto ai consiglieri delle
opposizioni, che non sono d’accordo, sono soltanto perché, tra l’altro, c’è una
discussione nazionale che riguarda anche il taglio delle Province, progetti che
sono stati già presi in considerazione dal Parlamento, che mi auguro
prenderanno in considerazione a breve, che certamente potranno chiarire questo
tema. La volontà da parte nostra è ferma e – ripeto – lo dimostreremo
approvando un ordine del giorno che stabilisce entro sei mesi andremo al taglio
dei consiglieri regionali. Voglio ricordare, tra l’altro, che approvarlo adesso
o fra sei mesi, non cambia, perché è un provvedimento che avrà valore dalla
prossima legislatura, non è possibile incidere su questa.
Quindi
per i tagli previsti, tre, quattro, sei mesi, e - mi voglio anche allargare - anche
un anno non cambia niente, perché andranno in vigore la prossima legislatura.
Per cui credo che non faremo torto a nessuno dicendo - lo faremo da qui a sei
mesi - che inizieremo questo percorso.
Tra
l’altro – devo dire la verità – c’è la condivisione di questo percorso anche di
una parte consistente dei consiglieri di centro-sinistra, quindi non siamo
stati noi come maggioranza a prevaricare con la forza dei numeri e ad andare
avanti in questa direzione, c’è stata una condivisione quasi generale.
Stamattina
c’è stata questa piccola discordanza – che, però, rispettiamo, ognuno nella
propria autonomia è libero di fare quello che crede –, ma sicuramente i temi
principali sono stati condivisi, li approveremo all’unanimità, quindi questo
credo darà, forse prima di altri Consigli regionali d’Italia, un segnale forte
e chiaro in questa direzione, che fa capire come il Consiglio regionale in
Calabria nella sua interezza sia cosciente della situazione attuale, dei
problemi che ci sono e, proprio per questo, interviene con delle misure che
riteniamo idonee anche a dare un segnale forte ai calabresi che ci guardano con attenzione.
Ha
chiesto di parlare l’onorevole Bova. Ne ha facoltà.
Inizio il mio intervento dicendo alcune cose abbastanza chiare. L’opinione che voglio esprimere, onorevole Fedele, non
è quella di alimentare una falsa polemica come se fossimo i polli di Renzo. Non abbiamo bisogno di spendere molte parole, anche per quelli che hanno la mia età, viviamo una crisi che non ha precedenti e solo i venditori di lamette che non tagliano possono
negare l’evidenza o dire che dopodomani la soluzione sarà trovata!
Nella riunione dei gruppi ho fatto una battuta: tanti anni fa
leggevo dei libri di qualcuno – riguardavano il Medio Evo più antico – che
voleva scoprire la pietra filosofale con cui gli alchimisti – così si
chiamavano – pensavano di poter cambiare qualsiasi minerale, qualsiasi metallo
in oro. Secondo me, a volte, la cattiva politica ha creato false aspettative, facendo immaginare ai cittadini di questa o di
quell’altra realtà, all’intero Paese che, arrivata una, due o dieci persone, i
salvatori della patria, avrebbero fatto miracoli.
Le decisioni che assumiamo sono quelle di chi pensa che la
risalita sarà difficile. Fermo
restando che
abbiamo lavorato assieme e che, per quanto mi riguarda, la stragrande parte dei provvedimenti io e il Gruppo Misto – abbiamo
tante opinioni – li condividiamo, allora la
sottolineatura delle diversità da che cosa deriva? Tento di fare un ragionamento molto chiaro ed esplicito.
Veda, onorevole Fedele, io e lei, anzi, io più di lei, non abbiamo cominciato
oggi questo percorso. Ricordo che ero
consigliere regionale quando abbiamo modificato il numero dei consiglieri e di quella Commissione io ero
Vicepresidente, come ero Vicepresidente del Consiglio, lei, invece, nella prima
fase era capogruppo di Forza
Italia e poi
Presidente del Consiglio regionale.
Come lei sa, onorevole Fedele, quando si è votato quel benedetto numero, in Commissione abbiamo discusso. Chi
spingeva per aumentare il
numero? Prevalentemente
alcuni territori, i piccoli territori provinciali
e i piccoli partiti. In quella occasione – è agli atti e non lo dico per ricordarlo – io sistematicamente ho espresso un’altra
opinione – è registrato – e quando abbiamo votato il numero sullo Statuto, mi
sono astenuto. Perché? Non perché le aspirazioni dei rappresentanti di alcuni
territori o di partiti più piccoli non fossero rispettabili, ma perché pensavo
che avremmo creato un malinteso, avremmo alimentato una discussione – che poi c’è
stata – da parte di chi, con la pretesa di correggere tutto, poi, di fatto,
faceva un attacco generalizzato alla politica.
Per spiegare il mio ragionamento di
ora e del perché sono netto, voglio rispondere ad alcune cose che in queste
settimane e in questi mesi sono state riportate sui giornali calabresi e
ciascuno si è dilettato in più modi.
Voglio difendere le basi della
democrazia nella nostra regione: uno dei punti di attacco sono i costi di
questo palazzo. Allora, senza tema di smentita – perché voglio rispondere
positivamente – all’incirca i costi annui di 50 consiglieri sono 10 milioni di
euro, poco più. Di questi 10 milioni di euro, 4 milioni ritornano alla
collettività come Irpef, come imposte aggiuntive comunali, provinciali,
regionali e i costi per il Piano di rientro della sanità. Poi, dal momento in cui è diventato legge
l’ultimo provvedimento nazionale, verrà tolto ogni anno ai costi dei
consiglieri un altro milione di euro. Quindi 10 meno 4 fa 6, meno un altro fa 5
milioni di euro.
Poi, appena il Parlamento della
Repubblica tradurrà in legge la decisione che i parlamentari italiani debbono
costare in media quanto quelli dei Parlamenti di altri Paesi, quindi ci sarà
una riduzione, in automatico ci sarà una diminuzione anche qui.
Stasera, perché sto insistendo?
Perché vorrei che, liberamente e non come obbligo, in Calabria da parte di
tutti, pure dei media, si discutesse
un po’ più attentamente di come spendiamo 3 miliardi e mezzo di euro annui
sulla sanità, di come utilizziamo le risorse ordinarie nei trasporti e
quant’altro, perché non vorrei che rimanesse l’alibi – perché è un alibi – di
discutere se con la prossima legislatura, onorevole Fedele, spenderemo 1
milione di euro in meno come costo dei consiglieri. Io sono perché questa
discussione si tolga dal costo e l’unico modo per toglierla, onorevole Fedele,
è prendere il toro per le corna.
Questo e non altro mi porta a dire
che la questione del numero dei consiglieri non è questione di sei mesi. Se si
approva subito un provvedimento esecutivo, nessuno in buonafede può dire il
giorno dopo: “Chissà che cosa vorranno fare”. Ed io ho detto nella riunione dei
gruppi, onorevole Fedele, che per quanto mi riguarda tutto questo bisogna farlo
con una legge che poi rispetti i territori, al di là della discussione della
decisione nazionale sull’abolizione delle Province o meno. In pratica, se noi
abbiamo un fatto per cui la Calabria è divisa in cinque territori, nessuno
impedirà al Consiglio regionale della Calabria di votare una legge che tenga
fortemente presente questo, anche perché nessuno oggi lo dice, ma c’è una
differenza di sostanza tra il Parlamento della Repubblica e il Consiglio
regionale della Calabria.
Magari qualcuno pensa che questo non
abbia valore, ma noi siamo uno dei pochi Consigli regionali d’Italia in cui
chiunque è seduto qui dentro è seduto perché lo hanno preferito, lo hanno
votato i cittadini. Abbiamo fatto una legge, alla fine della passata
legislatura, che ha abolito anche il listino, quindi quella parte di nominati
che l’impostazione nazionale ci aveva dato.
Rispetto alla malattia della
politica penso che sia un punto da non mettere tra parentesi. Anche per questo,
quando si era esercitato il Presidente della Regione su una legge che, non so
per quale malattia, doveva abrogare le preferenze, siccome penso che vadano
curati solo i malati e se c’è il rischio di collusioni con forze del tutto
negative – tipo la ‘ndrangheta, eccetera – la preoccupazione si combatte
facendo delle liste che riducano all’osso questi rischi e, comunque, colpendo,
poi, quegli eletti del popolo che hanno commesso questo tipo di reato, per
evitare che si continui con quella confusione. Ecco perché non è un ghiribizzo
né la volontà di dire “più uno”, la posizione di chi come me dice: “Fate un
errore, sottovalutate il rischio che corre l’istituzione”.
Quindi, siccome sono convinto di
questo, voterò perché lo Statuto si modifichi con questo tipo di correzioni. Ovviamente, se i
consiglieri diventano 40, allora si capisce perché una Giunta deve essere
composta da 8 assessori e perché gli esterni devono ridursi a 2, quindi in
prospettiva un Consiglio regionale fatto di 40 consiglieri più 2 assessori
esterni.
Tutto questo non risolve la
questione - perché di quelle risorse parliamo! - ma ci consente di confrontarci
a viso aperto con chiunque e facendo finta di voler moralizzare la politica,
tagliandone i costi, poi di fatto l’attacca tout court, senza alcuna
motivazione di fondo.
Proprio per questa ragione,
introduco un altro elemento. Vedete, a me personalmente e a tanti non tocca la
questione del vitalizio. Allora, anche rispetto a questo, potrei farmi i fatti
miei, si potrebbe dire: “Ma chi ti chiama a parlare!”. Ragiono su un punto:
tutti, non solo i grandi professionisti, debbono essere eletti dal popolo.
Capisco che nell’Italia del 2011, chissà per quanti anni, l’idea del vitalizio
com’è ora non vada bene, cioè non è possibile che uno, come avviene in questo
Consiglio regionale, paghi al mese 1.500 euro, salvo avere dopo cinque anni e a
60 anni magari 2.800. Il Parlamento della Repubblica ha deciso per legge che,
come avviene per tutti i settori, il meccanismo com’è ora va abrogato, e su
questo sono d’accordo. Ma chi impedisce che da quel meccanismo attuale, che va
radicalmente mutato, non se ne possa introdurre un altro di tipo contributivo?
E, quindi, che il consigliere regionale, se paga con risorse proprie, quindi
non con quelle della Regione, non 1.500 euro com’è ora, ma 3 mila e 3.500 euro,
arrivato a 60 anni, con gli interessi, non possa vedersi diviso quanto versato
per un certo numero di anni, corrispondente alle attese di vita? E se poi campa
85 anni? Bisogna spostare il limite di età da
In questa maniera non si danno
alibi, tagliando da subito i consiglieri e così via, a una discussione
malintesa, altrimenti sulla Calabria è facile discutere male e, a volte, si
cercano rimedi, come quello che su questa questione indicava il Presidente
Scopelliti, che sono peggiori del male che si vuole combattere. Se in una
Regione, che perlomeno esprime i consiglieri regionali sulla base di un
consenso popolare diretto, passiamo, con gli stessi difetti nazionali, ad
essere dei nominati, allora ognuno può eleggere chi vuole. Quello, secondo me,
è un rimedio peggiore del male. Quindi io sono per una soluzione drastica,
chiara e radicale su quello che intendiamo per costi.
Poi, ho sentito i numeri e così via.
Ognuno deve sapere che qui parliamo di questo, non del personale: il personale
dipendente della Regione, se è qui, se è a Lamezia, se è a Catanzaro, costa lo
stesso; per fare la vigilanza in tutti i palazzi pubblici, se qui, se a
Catanzaro, a Lamezia o quant’altro, costa uguale. Quando parliamo di costi
della politica, dobbiamo parlare dei consiglieri, di quanto costano, di quanti
sono, di quanto guadagnano e del prelievo, com’è normale, che è pubblico. Ho
detto, all’inizio, che il costo su base annua è di 10 milioni, di cui 4
rientrano alla collettività, diventeranno 5, e col meccanismo dei 40
diventeranno 8 milioni lordi. Il resto non c’entra con i costi della politica
e, dovunque sia la sede di questa istituzione, quei costi ci saranno
ugualmente.
Se non utilizziamo questi momenti a
fini strumentali - all’osso questo è! - e poiché sono perché “sì sia sì e no
sia no”, sono queste le cose che si debbono fare, onorevole Fedele!, e le
faremo subito, senza che continui questo stillicidio di discussione sui costi o
sui non costi, che ci evita di cominciare una risalita che sarà difficile. Tra
l’altro in Italia si discute del pareggio tra spese ed entrate, addirittura
prevedendone l’inserimento nella Costituzione. In Calabria ne siamo lontani,
perché molti provvedimenti, anche nel bilancio di questi anni, si finanziano
sulla base di fondi che diminuiscono di anno in anno e che prima o poi ci
porranno il problema, che non sarà di sviluppo, ma, non essendoci più risorse,
anche alcune cose che noi tentiamo di fare non si potranno fare più e in quel
momento la Calabria, pur se avrà tagliato tutti i costi possibili, capirà che
di prospettive, così
procedendo, non se ne hanno.
Per procedere in una realtà come la
nostra, però, poiché non si vive di solo pane, se il pane è lo sviluppo, il companatico
e l’aria sono la democrazia ed è riconosciuta la possibilità anche all’ultimo
degli ultimi, che ha diritti elettorali, di votare chi vuole e di poterti
mandare anche qualcuno che non sta qui perché è un professionista da 500 mila
euro o 1 milione l’anno, ma perché sa difendere alcuni interessi che altri non
sanno o non vogliono difendere, e, soprattutto, perché siamo in democrazia. La
democrazia non è soltanto il diritto di votare, ma anche la possibilità di
venire eletto da ceti e da categorie che, procedendo per un altro verso,
potrebbero trovare una maggiore difficoltà ad essere rappresentati.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Loiero. Ne ha facoltà.
Sarò
molto breve rispetto ai colleghi che hanno detto cose interessanti, ma
il mio discorso sarà più
conciso.
Vogliamo dire le cose non come opposizione
o come minoranza, perché ci siamo
atteggiati fin dall’inizio in maniera costruttiva. Il problema dei
costi va affrontato in questo momento, in cui in
tutto il pianeta c’è una crisi drammatica
che in Italia e in Calabria si acuisce e ci sono state e ci sono in questi mesi alcune manifestazioni che potranno avere un influsso drammatico su tutta la civiltà occidentale. In Italia si registra, anche, una
situazione molto difficile del Governo nazionale, che non vi accenno. Certo, un
Governo nazionale che replica per cinque volte la manovra finanziaria - è chiaro -
si è messo alla berlina in tutta Europa e anche fuori d’Europa.
Pertanto, questa manovra può avere un particolare effetto in Calabria, dove
monta una povertà fortissima, che finisce per invadere aree che in passato non
aveva neanche lambito e non c’è dubbio che i ceti medi, oggi, sono diventati
ceti poveri.
Ho sempre immaginato che questo
Consiglio regionale, che in passato ed oggi è stato anche demonizzato
spessissimo per dati inesistenti, sarebbe stato capace di dare risposte
fortissime, e noi abbiamo sempre collaborato in questa direzione.
Oggi, a me è sembrato che la
maggioranza abbia fatto marcia indietro rispetto ai propositi dell’agosto
scorso. I consiglieri regionali – parliamoci chiaro – non possono mai restare
in numero di 50, saranno 40, ma saranno 40 se saremo fortunati, perché basterà
che il censimento stabilisca che gli abitanti della Calabria non sono 2 milioni,
ma sono 1 milione e 999 mila e dovremo abbassare il numero dei consiglieri a
30, anzi credo che, se oggi si
stabilisce che il numero è di 40, sarà anche più complicato. Questo lo credo
davvero, perché anche l’elemento Istat è flessibile rispetto alle residenze
certificate che, spesso, rispetto ai ricorsi che si fanno vengono capovolte.
Quindi, lasciare il numero dei consiglieri a 40 è un vantaggio per tutti, lo
dico perché così è.
Allora, perché rinviarla? E’ stato
detto “ma noi facciamo un ordine del giorno in cui si stabilisce che saranno
Così non trasmettiamo un messaggio
giusto fuori da quest’Aula; lo abbiamo detto con le minoranze, creando sempre,
fin dall’inizio, un clima favorevole, perché per fare queste operazioni non
potete disconoscere quello che si dice all’esterno. La stampa spesso rimprovera
che non c’è una grande opposizione in questo Consiglio, invece abbiamo visto
posizioni terribili da parte della maggioranza. Guardate che chi è al governo
non potrebbe attaccare l’opposizione, questa è una moda portata avanti
dall’attuale premier in Italia, ma
chi è maggioranza e chi governa deve ascoltare anche la demagogia delle
opposizioni. Qui è avvenuto l’inverso!
Pertanto, oggi, davanti a una
proposta nella quale la minoranza ha detto “noi vogliamo che questo avvenga da
oggi per dare più chiarezza all’esterno”, ci siamo irrigiditi.
Ora, anche qui, non vogliamo fare
polemica, lo voglio dire – ho detto che avrei parlato pochissimo e chiudo
subito – noi vogliamo che questo dato sia ben comprensibile all’esterno, proprio perché sappiamo che la
situazione della Calabria è quella che è, e che quella povertà cui facevo
riferimento è diventata invasiva in tante famiglie. Molte cose non vengono
perdonate alla classe politica, talvolta anche ingiustamente, perché chi fa
politica deve esercitare la democrazia, se ci crede, e per farlo necessita di
mezzi e di strumenti.
Per cui,
chiudendo davvero, credo che a questo punto abbiamo voluto tenere questa
posizione non per differenziarci, ma per dire che quell’urgenza che anche
i cittadini avvertono, in questo Consiglio è rappresentata. Magari, è
rappresentata dalla minoranza, ma noi troveremo la maniera per convergere, non
siamo qui per fare – l’ha detto bene Principe poc’anzi – una opposizione
preconcetta. Ripeto, la stampa ci continua a dire che non c’è opposizione qua
dentro, eppure ce ne sarebbe un grandissimo bisogno rispetto a tante cose che
abbiamo visto, a tanta sloganistica che abbiamo visto circolare.
Su questo noi vorremmo trovare –
spero la troveremo – quell’intesa che sarebbe utilissima per questo Consiglio e
anche per questa Regione.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Dattolo. Ne ha facoltà.
Anch’io
cercherò di essere abbastanza breve, fermo restando la condivisione di alcuni provvedimenti,
perché in questo
momento particolare è necessario
concorrere al risanamento
dei conti pubblici, quindi è
diventato anche un dovere fondamentale intervenire
dopo il provvedimento del Governo, soprattutto perché
questa Regione aveva già dimostrato all’inizio della legislatura uno sforzo tecnico e politico, intanto, di contabilizzare il debito della sanità, di
intervenire in altri comparti ed oggi ci viene richiesto un senso di responsabilità ancora maggiore, anche alla
luce della grande difficoltà sociale ed economica che attanaglia le nostre
comunità e l’intero Paese.
Dobbiamo dire che, per quanto ci
riguarda, la manovra del Governo sicuramente non è stata condivisa né sulle
misure né sull’entità dei tagli perché, in un certo qual senso, è venuto a
mancare un percorso di
condivisione con le autonomie territoriali. Dico questo perché può sembrare un
ragionamento avulso, ma come Regione abbiamo degli obblighi ben precisi che ci
consegna la manovra e, anche se fondamentalmente dalle discussioni venute fuori
sulla riduzione del numero dei consiglieri regionali, ritengo che non possiamo
sicuramente agire per una imposizione che viene dal Governo nazionale. C’è
l’articolo 123 della Costituzione, mi sembra, che dà alle Regioni autonomia
governativa di sistema elettorale, non a caso penso che sia necessario, in
questo contesto, che la riduzione del numero dei consiglieri regionali debba
essere sicuramente inquadrata in un contesto più ampio, che è quello della
rivisitazione della legge elettorale.
Sappiamo che sono in corso
provvedimenti che afferiscono l’abolizione delle Province, sappiamo che ci sono
da parte delle Regioni alcuni obblighi di organizzare i Comuni sotto i mille
abitanti, per pervenire a delle unioni che possano arrivare a un congruo numero
di abitanti - anche 5 mila abitanti - con i quali le Regioni dovranno
contribuire a formare l’indirizzo per stabilire quale tipo di unioni si devono
fare, e non sappiamo con certezza se ci saranno i circondari o le aree vaste o
che cos’altro. Ritengo, però, che il Governo con questo articolo, che è ai
limiti della costituzionalità, tant’è vero che già la Puglia l’ha impugnato,
non può obbligare il Consiglio regionale alla riduzione.
Invece, dobbiamo essere noi gli
artefici di un percorso che
possa comunque andare in questa direzione, ed era questo che noi chiedevamo
anche in sede di Conferenza dei capigruppo, non per fare dei passi avanti o
indietro o per delle primogeniture, perché ognuno di noi ha delle posizioni che
sono state espresse in Conferenza dei capigruppo e debbo dare atto che, per ciò
che attiene l’intera manovra, la collaborazione è stata amplissima, di grande
coesione, soprattutto di condivisione di un momento particolare di difficoltà,
ma devo dire che su altri aspetti la minoranza non è stata completamente avulsa
da un’impostazione che era questa che sto definendo e che debbo apprezzare
nelle parole dei capigruppo De Masi, Ciconte, De Gaetano, e di quelli che hanno
partecipato alla Conferenza dei capigruppo.
Abbiamo la necessità di ridisegnare,
anche noi, una legge elettorale che tenga conto dei territori, delle esigenze
delle popolazioni, perché nella Finanziaria c’è un comma che viene ad
introdurre di nuovo la possibilità che le uniche Province ad essere soppresse
siano quelle inferiori ai 300 mila abitanti o ai 3 mila chilometri quadrati. In
questo caso, la Calabria perderebbe due province, forse è una delle più
penalizzate da questa riforma che il Governo ha voluto, e noi non possiamo non
tenere conto di questo particolare.
Con la nuova legge elettorale, fare
un provvedimento che non abbia completamente, che non sia coincidente con
quelle che sono le domande di rappresentatività territoriale che ci devono
essere, faremmo sicuramente un lavoro non buono per la Calabria, soprattutto
per i territori che perderebbero le loro istituzioni. Ripeto, due di queste
Province – perché, alla fine, sappiamo benissimo chi è l’azionista di
maggioranza di questo Governo – potrebbero solo ed esclusivamente pagare il
prezzo, le province più deboli della Calabria.
Accanto a questo, visto che c’è
anche questo impegno di fare, insieme alla riduzione dei consiglieri, la
modifica della legge elettorale, che noi riteniamo indispensabile per garantire
il diritto di rappresentanza, perché questo – grazie a Dio – ancora è un Consiglio
regionale di eletti e non di nominati, non vorremmo arrivare ad un Consiglio
regionale che possa replicare il Parlamento – Dio ce ne scansi e liberi! –
ritengo, però, che l’altro aspetto sul quale ben condivido quest’ordine del
giorno sia la necessità di mettere mano alla riforma degli enti, perché alcune
riforme non sono più rinviabili.
Se non c’è stato nel passato il
tempo, il coraggio di fare alcune scelte, ritengo che oggi la Calabria sia ad
un bivio: la Calabria ha necessità di riformare gli enti, di eliminare gli
inutili doppioni - ne sono stati costruiti artificialmente parecchi, anche per
fare clientelismo e campagna elettorale -, ha necessità di dire le cose come
stanno ai calabresi, senza avere paura, perché non è più il tempo di rinviare
decisioni che oggi anche la Comunità europea ci chiede. Fermo restando, poi,
l’impossibilità di assumere gli impegni, anche di pagare gli stipendi.
Quindi, l’altro bivio necessario che
la Calabria deve prendere – questo della riforma va bene –, necessario ed improrogabile,
per il quale il governo regionale ha preso impegni in 90 giorni di fare una
proposta di riforma da portare all’esame del Consiglio, non è più rinviabile.
Forse questa è la riforma più importante che ci chiedono i calabresi e su
queste riforme, così come sul prosieguo di quella che deve essere la normale
attività amministrativa per ciò che riguarda i fondi e la sanità, ritengo che
non ci sia più possibilità di derogare, di prorogare, non è più possibile
rinviare alle calende greche i problemi che oggi incalzano.
Su questi temi, su queste riforme
degli enti strutturali penso che l’attuale governo calabrese abbia il
diritto-dovere morale di intervenire in maniera netta e decisa, per cercare di
riavviare una stagione nuova di riforme che abbia tra le sue aspirazioni anche
quella di poter garantire la governabilità per chi verrà dopo, perché questo è
un sistema politico al collasso, quindi necessità di interventi anche con
lacrime e sangue, sapendo che si può perdere del consenso, ma sapendo soprattutto
che queste riforme sono propedeutiche ad una ipotesi di sviluppo della
Calabria.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Ciconte. Ne ha facoltà.
Sarò
brevissimo, dato che mi hanno preceduto
i colleghi ed hanno detto delle cose che volevo dire, quindi cercherò solo di puntualizzare alcuni
aspetti.
Credo
che sia un momento importante
per noi, come Regione Calabria, condividere questa riduzione dei costi
della politica. L’abbiamo
fatto con serenità e serietà col Presidente
del Consiglio come Conferenza dei
capigruppo e credo di condividere la manovra a pieno titolo, perché su
molti aspetti, anche sulla riduzione dei consiglieri regionali da
Credo che lo faremo, probabilmente
ce lo imporrà la legge, non so se è costituzionale – così come dicevano gli
onorevoli Dattolo e De Masi – ma credo che alla fine farlo fra tre o sei mesi,
quando andrà in vigore questa legge della riduzione da
Credo che il buonsenso debba dominare, al di là dei proclami o
degli annunci che, secondo me, non servono in questo momento per la Calabria.
Credo veramente che abbiamo dimostrato tutti insieme, al di là di piccole
sfumature, che si possono fare le riforme tutti insieme, maggioranza e
opposizione, e credo che su questo dei costi della politica abbiamo dimostrato
che la classe dirigente calabrese non è seconda a nessuno.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Serra. Ne ha facoltà.
Prendo
la parola per rafforzare quello che è stato un
lavoro fatto con certosina pazienza – e lo diceva bene chi mi ha preceduto – già
il 22 agosto eravamo qui per discutere, per affrontare la questione dei tagli
dei costi della politica, di quelli che sono anche gli enti subregionali.
Debbo dire che, con grande
confronto, vengono fatte riunioni, non ultima quella di stamattina, che ha
portato sicuramente alla presentazione in Aula di un testo, che ha visto anche
nei vari interventi posizioni tendenzialmente diverse, però credo che sia stato
un lavoro dell’intero Consiglio regionale, dei capigruppo, che hanno lavorato
per cercare di portare a termine un discorso che vedeva all’interno dello
stesso Consiglio l’unanimità.
Ho seguito con attenzione sia
l’intervento del Presidente Talarico che del Presidente Scopelliti, e di tutti
i colleghi. C’è, quindi, la volontà, all’interno, di tutti di dare una risposta
forte che prevede una serie di provvedimenti che vanno dalla riduzione dei
gruppi, a quello che è il discorso delle consulenze, al discorso anche per
quanto riguarda il vitalizio. Ebbene, noi ci muoviamo anche confrontandoci con
quella che è una manovra che di recente il Governo, quindi la Camera, ha
licenziato, e non può che vederci soddisfatti per quello che è un provvedimento
a cui sicuramente ne seguiranno altri.
Sono d’accordo nell’approvare un
documento che possa, nel giro di sei mesi, portare a quei provvedimenti
previsti nella manovra e quello della riduzione degli stessi consiglieri
regionali, che sono tra di loro legati. Lo diceva, ho seguito attentamente
anche l’intervento del collega Dattolo, quando dice che dobbiamo guardare attentamente
a quello che è il discorso della riduzione delle Province, lo stesso discorso
di prevedere e di fare una legge elettorale che possa rispettare e quindi
portare anche a un discorso della rappresentatività dei territori.
E’ giusto che ci sia una discussione
e di un confronto più allargati, si è parlato di una Commissione speciale,
rispetto ad una serie di proposte alternative. Oggi andiamo a licenziare un
testo che prevede anche la riduzione di componenti nelle stesse strutture
speciali, diciamo, quindi, che abbiamo fatto un buon lavoro.
Sicuramente, il lavoro va visto
anche nel lungo periodo, quando con la prossima legislatura diventeranno
attuativi. Inoltre, col prossimo bilancio al 1° gennaio, una serie di
provvedimenti diventeranno esecutivi, come quelli della riduzione di alcune
situazioni.
Ho apprezzato, in modo particolare,
quando il Presidente, su suggerimento anche dei sindacati, ha proposto di
prevedere la pubblicità dello stato patrimoniale dei direttori generali e dei
dirigenti, perché è giusto che nella pubblica amministrazione ci sia questa
previsione, valida anche per i consiglieri regionali, per i deputati e per
tutti coloro i quali ricoprono cariche istituzionali.
In linea di massima, a nome mio e
del gruppo che rappresento, “Insieme per la Calabria”, esprimo un voto
favorevole sui prossimi provvedimenti che saranno votati.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Battaglia. Ne ha facoltà.
Faccio un brevissimo intervento per
quanto concerne il rinvio della votazione o, per meglio dire, la votazione di
un ordine del giorno relativo alla riduzione dei consiglieri regionali. Questo
problema è stato posto da tempo e non era legato ai costi della politica, era
legato all’efficienza e alla funzionalità di un’Assemblea elettiva che, per
quarant’anni, ha visto legislature in Calabria con un numero di consiglieri
pari a 40. La riduzione dei costi, poi, era una conseguenza.
Oggi, a mio giudizio, abbiamo
un’Assemblea che, dal punto di vista funzionale e dell’efficienza, potrebbe
tranquillamente lavorare con 40 consiglieri regionali. Questa era, almeno, la
impostazione data nel tempo e non possiamo accettare una impostazione che ci vede obbligati a legiferare su
questo aspetto, dovremmo essere convinti che 40 consiglieri rappresentano bene
la sintesi della Regione Calabria.
Ho ascoltato alcune espressioni che
tentano di rinviare ad un obbligo legislativo. Secondo me, è un’impostazione
sbagliata perché, anzi, dovremmo dare un messaggio forte anche al Parlamento
italiano e sfidarlo a diminuire di metà il numero dei Parlamentari, al di là
delle proposte che non vanno avanti. Quindi assumere un atteggiamento difensivo
è completamente sbagliato.
Ritengo che già questa sera si possa
votare la modifica statutaria ma che legarla ad una legge elettorale di
rappresentanza dei territori è sbagliato, perché la legge elettorale può essere
considerata una conseguenza di un assetto istituzionale, non deve essere,
invece, la premessa dell’assetto istituzionale in una democrazia funzionante.
Quindi, a mio giudizio, oggi il
Consiglio regionale, se non decide di modificare sin da subito lo Statuto,
assume un atteggiamento difensivo, tenta di dilazionare nel tempo il problema,
immaginando di risolverlo solo se c’è un’imposizione della legge nazionale,
invece di non risolverlo se questa legge c’è. E’ un arroccamento, a mio
giudizio, sbagliato che non risponde alle esigenze funzionali. D’altra parte,
se abbiamo ridotto le Commissioni, sia pure da dicembre 2012, mentre si
potevano ridurre da subito e siccome l’aumento delle Commissioni nella passata
legislatura è stato legato alla presenza di un numero maggiore di consiglieri
regionali che altrimenti restavano “a
spasso”, non si capisce perché non adottiamo contemporaneamente questo
provvedimento.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Nucera. Ne ha facoltà.
Contrariamente alla volontà
del mio capogruppo, che mi diceva di non intervenire, l’intervento
ultimo del collega Battaglia mi
spinge a dover fare qualche riflessione, proprio per la delicatezza
dell’argomento in discussione, ma anche per l’importanza strategica nel
complesso generale di quello che potrà essere l’assetto istituzionale che si
andrà a determinare nella prossima legislatura, alla luce di ciò che il Governo
nazionale sta facendo e di ciò che – devo dire con grande disponibilità, con
grande umiltà di atteggiamenti – la maggioranza da una parte e la minoranza
dall’altra, hanno costruito nella Conferenza dei capigruppo, un lavoro buono,
eccellente che sul piano dei princìpi ha trovato una Conferenza dei capigruppo
prima e anche qui in Aula nel dibattito complessivo, pur nelle diversità delle
posizioni culturali, ideali, partitiche, strategiche, come volete voi, una
consonanza di indirizzo che, senza dubbio, è diventato e diventerà patrimonio
del Consiglio regionale almeno nella sua massima parte. Mi riferisco a quelle
cose, onorevole Principe, che lei ha avuto modo di citare, che sono state
condivise e proposte senza distinzione di sorta dalla maggioranza e dalla
minoranza, un lavoro d’insieme, un lavoro – mi permetto di sottolineare – di
grande responsabilità istituzionale.
Perché – ecco la domanda che mi
pongo e poi voglio darmi una risposta rispetto anche all’invito del collega
Battaglia – tutto ciò non si conclude in un quadro, in un pacchetto, in una visione complessiva
dell’intero insieme di proposte
sulla riduzione dei costi della politica? Come se tutti i danni della politica
si chiudessero in quella che è la spesa corrente, che le istituzioni sono
costrette a subire per garantire il funzionamento della democrazia. Infatti non
dobbiamo dimenticare delle cose importanti, al di là delle tante e buone
intenzioni che possiamo mettere all’interno dei cassetti, che la democrazia,
per funzionare, ha i suoi costi. Molte volte, forse, ci sono molti sperperi in
questi costi – lo abbiamo detto, lo abbiamo ascoltato stasera dai tavoli della
maggioranza e dell’opposizione – molte volte, probabilmente, pigrizia e
indolenze ci spingono a non tagliare quelli che possono essere considerati i
carrozzoni del sistema politico; la riforma degli enti, un processo di
riformismo – sì, caro amico Principe – in Calabria è importante ed attuale ed
devo dare atto a questo governo regionale che ha avviato un percorso che cammini proprio in
questa direzione con molto coraggio, pur nelle difficoltà attuali che abbiamo,
con una spesa ordinaria del Consiglio regionale molto striminzita, facendo
riferimento e appellandoci a quello che è il sistema complessivo del
finanziamento europeo, con azioni decise e determinate che possano recuperare
tanti sistemi che dobbiamo fare, e tanto altro c’è da fare.
Abbiamo sistemi che ancora sono
appesantiti da una vecchia e ormai arrugginita burocrazia, che non riesce più a
tenere i tempi di un’amministrazione, di un rispetto istituzionale molto più
veloce e attento al sistema.
In tutto questo, per farla breve,
voglio rispondere all’amico Battaglia, dicendo che anche le leggi elettorali
hanno bisogno di questo smaltimento, anche un sistema che prevede la selezione
della classe dirigente può servire ad aiutare – guardate – non a moralizzare la
politica, perché mi viene un po’ da ridere quando sento parlare di
moralizzazione della politica. Ciò che bisogna, invece, creare è la
responsabilità delle funzioni istituzionali che ognuno di noi compie e svolge
nel pieno della sua attività, non solo dal punto di vista soggettivo, quindi un
problema squisitamente individuale, ma anche dal punto di vista generale,
quello di appartenere ad un gruppo politico, ad una rappresentanza politica in
questo sistema in perfetto bipolarismo, all’una o all’altra condizione.
In questa direzione, amico
Battaglia, ho presentato dei progetti di legge – anche tu, mi risulta – dove
abbiamo previsto la possibilità di ridurre i consiglieri regionali da
Allora c’è un momento di attesa, la
necessità di vedere meglio, al di là delle nebbie, quello che può essere il
quadro complessivo di riferimento entro cui muoverci.
Se il quadro è questo, ecco la
domanda che mi pongo, ecco perché non riesco a capire per cui oggi non vi
troviamo a votare tutti, compatti, insieme, con una sola volontà, come è stata
la volontà di costruire un ragionamento complessivo assieme su cui ognuno di
noi ha portato il proprio contributo ed ha saputo dare una ricchezza di
opinioni che saranno qui discusse fra pochi minuti.
Perché non andare già da subito ad
una volontà unica di raccordo sul sistema e ci dobbiamo dividere sul nulla? Ci
stiamo dividendo su una differenziazione – questo voglio che si sappia e che
emerga in maniera chiara – di poche settimane, di qualche mese, probabilmente.
Se lo Stato dice 180 giorni, stiamo dicendo quattro o cinque mesi, il tempo di
capire ciò che c’è al di là dell’orizzonte e poter cogliere alla luce del sole
tutti quei sentimenti che ognuno, maggioranza e minoranza assieme, abbiamo
posto nella Conferenza dei capigruppo dei giorni scorsi e anche in queste cinque-sei ore di incontro che
abbiamo avuto tra Conferenza dei capigruppo e dibattito in Aula.
Allora l’appello finale che voglio
lanciare, amici della minoranza, amico Principe, amico Loiero, amico Bova, è proprio quello di recuperare questa
necessità dell’unità in un momento così importante e così delicato. Come dicevo
prima, ho presentato il progetto di legge di riduzione dei consiglieri
regionali, ho presentato un progetto di legge molto più vasto che prevede la
possibilità di non avere più di 5 raggruppamenti a sostegno di un candidato
Presidente, per dare maggiore forza all’idea della coalizione. Ho presentato un
progetto di legge dove prevedo che la formazione dei gruppi, dopo il momento
elettorale, deve essere elevato a 5 e non a 3, per evitare la polverizzazione di
un sistema che già in questa legislatura si è insediato, ma che in passato ha
fatto scempio anche sotto questo punto di vista della rappresentanza dei gruppi
all’interno delle istituzioni, quindi della polverizzazione di tanti elementi
che, invece, dovevano essere tenuti uniti.
Quindi – come vedete – se questo è, il
comune sentire, Principe, non riesco a capire perché oggi dobbiamo dividerci su
un arco temporale che diventa
insignificante, non riesco a capire e a cogliere il senso di una presa di posizione che non ha motivo
di esistere nel contesto di un quadro difficile, come è difficile il quadro
nazionale e ancora più quello
calabrese, perché se è debole l’Italia, più debole ancora sarà
Siamo qui per dire che abbiamo la
volontà di risalire la china, in qualche modo, ma per farlo l’appello è proprio
questo, cercare di ricondurre ad una unità di intenti e di volontà. Nessuno qui
vuole dimostrare la forza, lo abbiamo detto e lo ha detto anche il mio
capogruppo Fedele in maniera brillante, non vogliamo mostrare i muscoli a
nessuno perché non abbiamo muscoli da mostrare, onorevole Bova, siamo qui
perché assieme si possano ricongiungere e ricomporre quei bisogni della
dimostrazione forte di insieme che possiamo dare, e lo possiamo fare con una
maggiore disponibilità ed apertura a quello che può essere già da ora
l’inquadramento di un sistema, di una riforma complessiva del sistema
elettorale, cosa possiamo migliorare ragionandoci sopra per qualche mese,
ragionandoci anche alla luce del quadro nazionale, ragionandoci anche alla luce
di quello che potrà essere un nuovo sistema elettorale proiettato al futuro,
che tenga costantemente presente quelli che sono i bisogni e le esigenze di
tutti i territori della nostra regione.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Magarò. Ne ha facoltà.
Presidente, colleghi consiglieri,
vorrei portare il mio contributo alla discussione, alle analisi e alle proposte
che abbiamo davanti e che, da qui a non molto, andremo a sottoporre alla valutazione
dell’Aula.
Sono abituato ad essere coerente,
sincero con le battaglie e le proposte che ho cercato di fare nel corso della
mia vita politica ed amministrativa e lo sarò ancora di più questa sera, perché la coerenza è un elemento
importante, se vogliamo anche recuperare fiducia verso le istituzioni.
La prima cosa che vorrei dire è che
quello che si sente in giro, quello che circola nell’opinione pubblica,
purtroppo, non sono giudizi positivi sulle istituzioni, sulla vita politica e
sui nostri comportamenti, nel senso che crescono sempre di più la disaffezione,
la sfiducia, lo smarrimento dei cittadini verso la classe politica, cioè i
cittadini si allontanano sempre di più dalla vita politica, dalla partecipazione
e si interessano sempre di meno dei nostri lavori, delle attività che noi
mettiamo in campo.
La domanda che penso stasera
dobbiamo porci attraverso questi provvedimenti che andremo a votare è come
recuperare questa fiducia, come dare speranza, come cercare di far ritornare la
gente a partecipare. Penso che questo obiettivo possa essere raggiunto anche
attraverso i provvedimenti che andremo a votare stasera, ma non solo con questi
provvedimenti, nel senso che in Europa, ma penso che le altre Regioni più
avanzate di noi, sono caratterizzate da esempi, comportamenti, dalla qualità
dell’attività legislativa che ognuno produce, ma soprattutto i risultati. I
risultati, dal mio punto di vista, devono essere gli elementi che devono
caratterizzare e distinguere ognuno, nel senso che in Europa si applica un
principio, che è quello di punire e di premiare.
Non mi scandalizzo se un consigliere
regionale prende uno stipendio buono, se porta risultati e produce attività
legislative di qualità. Ma tornando al discorso che volevo fare stasera, sono
stato nella scorsa legislatura Presidente
della Commissione riforme e decentramento e non scordiamoci che, alla fine
della scorsa legislatura,
abbiamo deciso di elevare il numero dei consiglieri a 50 e il numero degli assessori
esterni da
Per essere coerente su queste
battaglie che ho compiuto in passato, mi sono opposto nel centro-sinistra acché
diventassero 50 qualche anno fa, mi sono opposto ai 4 sottosegretari e mi
ricordo che il Presidente Loiero
ci teneva impegnati con lettere e con missive, perché a tutti i costi voleva
portare a 4 gli assessori esterni e ricordo che tante pressioni in quell’epoca
furono fatte per portare a 50 i consiglieri regionali.
Mi sono opposto a quelle decisioni
ed oggi, per essere coerente, devo essere anche qui a testimoniare la mia
coerenza, anche perché subito dopo l’approvazione di quella modifica statutaria
voluta dal centro-sinistra, ho presentato la prima proposta di legge di
riduzione a 40 consiglieri regionali e ho proposto anche un’altra cosa che non
sarebbe sbagliato introdurre in questa nostra Assemblea, quella di limitare a 2
i mandati dei consiglieri regionali, così come avviene per i sindaci della
nostra regione.
Per queste ragioni di coerenza, mi
sarei augurato che su questa scelta saremmo stati più coraggiosi, non
nascondendo che elementi importanti, fondamentali nella proposta che viene
dalla maggioranza oggi vengono posti alla nostra attenzione. Però attraverso
questi tagli non recupereremo la fiducia, la speranza della gente verso la
politica; la speranza e la fiducia le recupereremo se saremo in grado di
produrre risultati positivi, se saremo in grado di fare bene, di fare presto,
di incidere sulle questioni sociali ed economiche che, purtroppo, affliggono la
nostra regione.
Avvertivo l’esigenza di questa
coerenza, per queste ragioni ho preso la parola ed ho esplicitato il mio
pensiero.
Prima di procedere alla votazione,
abbiamo un seguito di comunicazioni.
Legge un
seguito di comunicazioni.
(Sono
riportate in allegato)
Il primo provvedimento che andiamo a
votare è la modifica dello Statuto, che è composto da quattro articoli.
Il primo emendamento, protocollo
numero 44610, è a firma degli onorevoli Principe, Amato, Battaglia, Censore,
Franchino, recita: “Il primo capoverso dell’articolo 15 della legge regionale
numero 25 del 2004 è così modificato: <<Il Consiglio è composto da 40
membri,…>>”.
Su questo argomento c’è anche un
ordine del giorno che riguarda la riduzione del numero dei consiglieri.
Possiamo considerarlo assorbito in quell’ordine del giorno o dobbiamo procedere
alla votazione? Procediamo alla votazione.
Pongo in votazione l’emendamento
testé letto.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo numero
Anche questo è compreso nell’ordine
del giorno successivo che andremo a votare.
Pongo in votazione l’emendamento
testé letto.
(E’ respinto)
Possiamo procedere a votare il
provvedimento che riguarda la modifica statutaria.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’ approvato)
Anche qui ci sarà il coordinamento
formale, nel caso in cui ci sia
qualche refuso legislativo, e come per questo, anche sugli altri provvedimenti
che noi provvederemo a votare questa sera.
Passiamo a un altro punto all’ordine del giorno, che riguarda la proposta di legge numero 245/9^ di iniziativa del consigliere Fedele, recante: “Riduzione dei costi della politica”.
C’è un emendamento a firma degli
onorevoli Giordano, De Masi, Talarico D., protocollo numero 44614, che recita:
“1. In considerazione della grave crisi economica con i risparmi realizzati
dalle minori spese e dal contenimento dei costi di organizzazione, è istituito
un fondo regionale di sostegno ai lavoratori fuoriusciti dai processi
produttivi che non usufruiscono degli ammortizzatori sociali. 2. La Giunta
regionale entro 60 giorni dall’entrata in vigore detta disposizione per
l’utilizzazione del fondo.”
Prego, onorevole Giordano.
Senza ritornare nel merito delle
questioni che il dibattito ha assorbito, il gruppo di Italia dei valori, che
nel maggio 2010 aveva presentato il progetto di legge 23 che conteneva gran
parte delle misure accolte e adottate dall’Assemblea in questo preciso momento,
si è posto il problema dell’utilizzo delle risorse, del contenimento della
spesa, soprattutto in virtù del
grave momento di crisi che
Con il comma 2
Onorevole Giordano, lo trasformiamo
in una raccomandazione alla Giunta, senza procedere a votare?
(Interruzione)
Presidente, credo che possa essere accolto come emendamento.
Onorevole Giordano, la proposta era
di trasformarla in una raccomandazione alla Giunta. Se lei è d’accordo, lo
trasformiamo in raccomandazione.
Come raccomandazione, lo inseriamo
nel complesso dell’ordine del giorno che viene licenziato.
Come segnalazione alla Giunta.
Nel complesso dell’ordine del giorno
che approveremo.
E’ diverso. Penso che possiamo farlo
come una raccomandazione alla Giunta, lo separiamo dall’ordine del giorno. Va
bene?
Presidente, credo che possa essere contenuto
nell’ordine del giorno.
No, perché sono argomenti diversi,
onorevole Giordano.
E’ un argomento correlato alle
risorse che dovrebbero essere recuperate con i provvedimenti che stiamo
approvando. Quindi questo emendamento lo inseriamo nell’ordine del giorno.
Onorevole Giordano, nell’ordine del
giorno non è prevista la destinazione dei fondi dei risparmi.
Presidente, lo inseriamo.
Se lo inseriamo qui, sembra che già
diciamo… Molti hanno opinioni diverse, molti sono per il sociale, qualcuno è
per la famiglia, ci sono opinioni diverse. Direi di lasciarla come
raccomandazione alla Giunta, così poi
Ritengo che, oltre alla semplice
raccomandazione, debba esserci un voto dell’Aula, perché può andare bene la
raccomandazione, ma da questo deve scaturire poi il rispetto al momento
tecnico-giuridico che può essere sicuramente articolato successivamente anche
con un Regolamento o con un atto della Giunta o del dipartimento, però credo
che l’Aula su questo debba esprimersi.
Ecco perché insistevo per
l’inserimento nell’ordine del giorno .
Possiamo procedere a votarlo. Pongo
in votazione l’emendamento protocollo numero 44614.
(E’ respinto)
Il prossimo emendamento, protocollo
44612, riguarda la riduzione di un’unità per quanto riguarda le strutture
speciali. E’ un emendamento firmato da più capigruppo, sostanzialmente un’unità
in meno rispetto delle strutture speciali di ognuno.
Pongo in votazione l’emendamento in
discussione.
(E’ approvato)
Anche questo è approvato con
coordinamento formale.
Adesso passiamo alla votazione del
provvedimento sulla riduzione dei costi della politica.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’ approvato)
Articolo 5…
(Interruzione)
Prego, onorevole Principe.
Presidente,
non entro nel merito dell’articolo 5, però le debbo dire che questa disposizione che
riguarda l’Ufficio Stampa del Presidente
della Giunta regionale non è stata assolutamente oggetto di discussione nelle varie Conferenze dei capigruppo.
Quindi non mi sento di dare una valutazione di merito e, segnalando che nelle
varie Conferenze dei capigruppo su questo argomento non si è spesa neanche
mezza parola, chiedo che questo articolo sia
eliminato dal testo del provvedimento.
Aveva chiesto di intervenire il
sottosegretario Sarra per spiegare la portata di questo articolo.
(Interruzione)
No, perché questo articolo riduce la
spesa.
No, proprio mezzo secondo. Non è un problema
di merito, che esamineremo dopo, ma annuncio sin da adesso che voteremo comunque
contro per una – non oso dire – questione principio, perché mi dà fastidio come
concetto; sta di fatto che nella Conferenza dei capigruppo del 23 agosto, come
in quella odierna, questo testo non è mai comparso.
Molto sommessamente, quindi, la
pregherei di farsi promotore della eliminazione di questa norma dal corpo del provvedimento.
La parola al sottosegretario Sarra.
Presidente, a
prescindere dalla valutazione di forma e di principio preliminare che fa l’onorevole Principe, l’articolo
inserito elimina la struttura ausiliaria del responsabile dell’Ufficio Stampa, per
cui è un emendamento che va nel senso della riduzione sostanziale dei costi
della politica anche da questo punto di vista. Le valutazioni di carattere formale,
poi, rimangono prerogativa dell’Aula.
Ci sono altri interventi?
A questo punto entro nel merito, perché ci
spingete a farlo.
Leggendo
bene la norma, mi sembra curioso che non preveda un aggravio, prevede i comandi di giornalisti iscritti e
professionisti dipendenti delle pubbliche amministrazioni - vorrei capire se c’è pure
Oltre i
giornalisti dipendenti da pubbliche amministrazioni, qui si possono comandare – in questo caso non è, naturalmente, un comando – anche giornalisti che sono al di fuori delle pubbliche amministrazioni,
quindi mi viene molto difficile capire come questo non costituisca una spesa,
un costo da parte della pubblica amministrazione.
In ogni caso, richiamo la Presidenza,
e il richiamo è sommessissimo – non si può dire in italiano, ma lo dico per
dare senso al rispetto che nutro per la figura del Presidente – affinché questa norma sia eliminata perché non
è stata oggetto, nei nostri incontri, della minima discussione.
Riguarda la struttura ausiliaria. La
struttura, che è di carattere tecnico e serve ad adiuvandum dal punto di
vista dell’azione dell’Ufficio Stampa, già esiste e viene eliminata. E’ un
fatto tecnico. E’ una struttura che viene eliminata, che non esisterà più se
approviamo questo articolo. Poi, le altre valutazioni sono tutte pregnanti, per
carità, però la struttura ausiliaria viene eliminata, con la conseguente riduzione
dei costi. Questo è nel merito.
Poi, tutte le valutazioni, per carità, sono pregnanti, ma in concreto
eliminiamo la struttura ausiliaria.
E’ una delle cose che si aggiungono
a quelle che sin qui sono state fatte.
La parola all’onorevole Bova.
Questo argomento non è stato affrontato, mai, in nessuna riunione. Non so bene. Però, nel momento in cui l’onorevole Sarra dice “il comma 1 dell’articolo
9 della legge regionale 7/96 è
sostituito dal seguente”, è giusto precisare, in maniera che ci capiscano tutti,
che la legge 7 del 1996 riguarda tutti i dipendenti
regionali di ogni ordine e grado. Ci sarà un comma 1, ma poi c’è scritto“sostituiamo”,
non togliamo, non abroghiamo, “è istituito l’Ufficio Stampa della Giunta regionale” – in questi
termini, è una cosa che non c'è stata mai – “composto da personale iscritto all’Albo nazionale dei giornalisti. Tale dotazione di personale è costituita da
dipendenti dell’amministrazione pubblica anche in posizione di comando o fuori
ruolo, ovvero da personale estraneo alla pubblica amministrazione in possesso
dei titoli…”. Ma quanti sono? Che debbono fare? Quanto spendiamo? Per fare che?
Qui non c’è scritto niente di tutto questo.
E’ tutto regolare ed è una legge. Che
si inserisca così, senza averne discusso neanche un secondo in nessuna delle
riunioni della Conferenza dei capigruppo, lo giudico un modo di procedere
abbastanza disinvolto, un po’ stravagante, senza voler dire niente, perché non
voglio cambiare il clima. Che ci azzecca questo con i tagli, poi me lo spiegate!
Non so, tutto il resto è pertinente, ne abbiamo discusso, ma questo è messo lì.
Lo dico in maniera garbata, educata,
poi non sono abituato a fare il processo alle intenzioni: non c’è dubbio che il
comma 1 è abrogato, sostituito, quindi formalmente quello che dice l’onorevole Sarra
è perfetto, ma poi nessuno di noi capisce bene cosa significhi l’integrazione;
quale sia la dotazione, a cosa serva, eccetera.
Riveste tutta questa urgenza questa norma
in un provvedimento sui tagli dei costi della politica? Io dico no. Se poi è
una cosa che è ultranecessaria, la mandiamo sui binari ordinari, viene
assegnata alla Commissione competente che la esaminerà e tutti noi capiremo
bene quello che si fa. Stasera non c’entra proprio! Lo dico in maniera sommessa.
Detto questo, è tutto formalmente regolare,
quindi se qualcuno si oppone non lo fa per semplice volontà di dire no, ma
perché chi non capisce deve dire “non capisco e non mi adeguo”.
Prima di procedere, volevo leggere
la vecchia stesura dell’articolo 9: “E’ istituita una struttura speciale
denominata Ufficio Stampa della Giunta regionale.” Quindi, nel testo originario
era prevista una struttura speciale dell’Ufficio Stampa, adesso invece non c’è
più questa previsione di struttura speciale, con tutto quello che ne consegue.
“Per detta struttura
Poi aggiunge: “Con deliberazione
della Giunta regionale è definito il contingente di personale”, quindi
Questa versione nuova, se ho capito
bene, abolisce la struttura speciale e, in ossequio anche alla normativa nazionale,
individua le persone che collaboreranno con l’Ufficio Stampa.
(Interruzione dell’onorevole Bova)
Il
Presidente Loiero, all’inizio della sua legislatura
passata, aveva aumentato la dotazione organica e sull’argomento il quotidiano
nazionale più diffuso, il “Corriere
della Sera”, ha basato un numero, perché aveva spostato in avanti… Poi Loiero si è giustificato, dicendo:
“No, io prevedevo questo numero, ma ne ho fatti solo tanti”.
Adesso licenzieremmo o licenziereste
un provvedimento in cui non c’è scritto niente, circa i costi della politica?
Quindi, in teoria un cittadino dice: “Ma quanti ne prevedete e perché ?
Quattro, cinque, sette? Quanti ce ne sono, quanti ce ne saranno?”. Lì non c’è
scritto niente di tutto questo.
(Interruzione)
Se è davvero taglio dei costi e si
interviene con un provvedimento dei tagli, immagino che qualcuno mi dica: “No,
consigliere Bova, noi non mandiamo a casa nessuno; tuttavia, dato che avevamo
occupato, prima se ne potevano prendere nove, ora noi pensiamo
Intervengo
per una precisazione di carattere tecnico, perché non mi addentro su una valutazione di carattere politico che appartiene all’Aula, a me
interessa evidenziare soltanto quello
che prevedeva la norma precedente e quello che prevedrebbe la norma che noi
proponiamo all’attenzione e alla valutazione del
Consiglio.
(Interruzione)
Entro nel merito tecnico, non in quello politico che resta di vostra competenza; se
la norma non è stata oggetto di valutazione, la
farete voi adesso. Prima c’era una struttura speciale che adesso non c’è, e voi
sapete che cosa comporta l’esistenza di
una struttura speciale; c’è, poi, una facoltà che la norma precedente riconosce
all’esecutivo, cioè
Quindi, questo è. Questa è la valutazione di carattere tecnico-giuridico. Le valutazioni di opportunità,
le valutazioni sull’inserimento e su quello che ha deciso
Solo su questo mi permetto di dire e questo è
per tabulas.
Prego, onorevole Bova.
Siccome è
questo, siccome nello stesso provvedimento si fa riferimento
al comma 2 dell’articolo 9 della stessa legge, io
sostengo – e se lei ce l’ha davanti, lo vede – che il comma 2 non c’entra nulla
col comma 1, quindi la riduzione di cui parliamo non riguarda il comma 1 e la struttura speciale – per essere chiari. Il
comma 2 non c’entra niente col comma
1, quindi è un’altra cosa.
Chiarito questo, a me basta.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Fedele.
Ne ha facoltà.
Onorevole Principe,
confesso che, appena l’ho visto, pure io sono rimasto un po’ sorpreso da questa norma, ho chiesto chiarimenti ai tecnici perché
non avevo capito bene la situazione.
Questa
norma non fa altro che prevedere testualmente, parola per parola, quello che dice la legge nazionale 150 che
regola gli uffici stampa. Noi abbiamo fatto questo in ottemperanza
della legislazione nazionale. Potete prendere
la legge nazionale 150 che prevede le stesse identiche cose,
né qualcosa in più né qualcosa in meno, non parla – come dice l’onorevole Bova – del numero dei componenti, perché il
numero massimo dei componenti è fissato per legge in numero di
8. Possiamo precisarlo, ma la legge prevede già questo
numero di 8.
Per cui, non si tratta di altro che di una ottemperanza di legge e
diceva bene l’onorevole Sarra che, in questo modo, viene eliminata la struttura
speciale dell’Ufficio Stampa della Giunta, che la norma in discussione non
prevede più.
La Legge 150 dice proprio questo e
Lascia
stare la “
(Interruzioni)
Non c’entra proprio nulla.
Presidente, possiamo integrare con un emendamento formale, dicendo
“nel numero di
La parola all’onorevole Principe.
Mi
preoccupo anche dell’aspetto esterno e di come ci presentiamo alla pubblica opinione
e, siccome siamo in tema giornalistico,
ad una certa stampa che fa molta presa in Italia in questo momento. A me sembra
un’operazione gattopardesca, cioè siccome come maggioranza vi state dando questo
alone di grandi rinnovatori, questo è il classico caso di chi vuole cambiare
tutto per non cambiare niente!
Detto questo – ma è un mio giudizio
- per quanto mi riguarda rimane fermo che questa norma non ha trovato spazio
nella discussione della Conferenza dei capigruppo, quindi, invito il Presidente
Talarico a tenere conto di questa nostra modesta osservazione. Però, non ne faccio
un problema di numeri, 7, 8, perché quando diamo i numeri, rischiamo sempre di
dire delle sciocchezze. Voglio sottolineare che alla fine del primo comma
dell’articolo 5, si dice “nei limiti delle risorse disponibili nel bilancio
della Regione per le medesime finalità”, il che vuol dire che noi lasciamo alla
discrezionalità della Giunta e del Presidente, soprattutto del Presidente, di
spendere sino ad un limite che è uguale alla spesa che si teneva prima.
Non è un problema se si chiami
struttura speciale o Ufficio Stampa, non ci vado dietro, anche qui siamo al
Gattopardo, invece di struttura speciale - forse siamo più onesti, linguisticamente
parlando - e lo chiamiamo Ufficio Stampa, però il Presidente può spendere la
stessa cifra che si spendeva prima, basta confermare tale entità nelle
postazioni di bilancio.
Francamente, in una legge che porta questo
titolo roboante - che non condivido perché i titoli sono importanti - bisognerebbe
sempre parlare di riduzione dei costi di funzionamento delle istituzioni, perché
molte di queste norme non vedo cosa c’entrino con la politica, a meno che non
ci sia una concezione molto in auge
in molti partiti del nostro schieramento politico, che politica e istituzione
sono la stessa cosa. Per me la stessa cosa non sono.
In una legge che titola “riduzione
dei costi della politica”, poi inseriamo una norma che non c’entra assolutamente
niente e, per giunta, prevedendo una spesa uguale a quella precedente! Mi
sembra un po’ eccessivo, quindi insisto con il signor Presidente affinché
questa norma sia cassata da questa legge, scompaia, così come non è mai apparsa
nelle riunioni della Conferenza dei capigruppo.
Si può decidere tutto quello
che l’Aula ha titolo e legittimazione per decidere, però una precisazione sento il dovere di farla: non si può far passare questa norma come una norma che tende a mantenere o a perpetuare delle situazioni esistenti, perché mi sembra fuor di
dubbio che sia il contrario.
E’
presente l’assessore Mancini, che può certificare da par suo che in nessun settore, ahimè, si può contare sulle stesse disponibilità di bilancio,
a maggior ragione in quello di cui si tratta. Pertanto,
dipingere questa norma come un escamotage per perpetuare l’esistente, mi
sembra fuor di dubbio, è di tutta evidenza che è errato, perché il risultato è
opposto. Poi, per carità, “così è, se vi pare”, diceva Pirandello, però c’è un
limite oltre il quale non si può andare:si discute comunque, senza dare i
numeri, di situazioni oggettivamente apprezzabili.
Onorevole Principe, conosco la sua correttezza.
Si tratta, a mio avviso, proprio nella parte da lei richiamata, di una norma
che non esito a definire una norma dovuta, un atto dovuto, perché si tratta di
adeguare la normativa regionale che riguarda quel tipo di ufficio alla normativa
nazionale. Se così non è, allora la legge n.150, che l’onorevole Fedele ha giustamente
richiamato, sarebbe stata richiamata a torto e fuor di luogo. Vi prego, dato
che è stata richiamata in maniera puntuale dall’onorevole Fedele, verificate il
disposto, perché se non prevede quello che è stato dichiarato, allora avrete
ragione.
Si è andati a tagliare in tutti i
settori qualcosa e qualcosa di rilevante. Se poi vogliamo sottovalutare o
sminuire questa attività, se ne ha facoltà, in quanto nessuno ha la pretesa di essere
grande riformatore: si tratta di adeguare il funzionamento di Consiglio
regionale e Giunta a quelle che sono le rinnovate esigenze della Calabria.
Credo che una prova di grande volontà
oggettivamente valutabile e apprezzabile sia stata data. Non penso che questa norma
non sia nel solco di quello che
È rimesso all’Aula decidere se
inserire o meno la disposizione nell’articolato, tuttavia nel merito – vi prego – non si può
non riconoscerne il tenore: una norma che prevede una riduzione (peraltro
sostanziale), che prevede una facoltà, per la Giunta, che viene ridotta entro i
limiti che noi possiamo stabilire. Sulla questione preliminare non mi permetto
di discutere e non mi avventuro neanche un secondo.
La parola all’onorevole Bova.
Ho solo obiezioni di metodo. Si propone, capo quarto, modifiche, e disposizioni abrogative finali: all’articolo 10 di abrogare la legge 45 del 2002,
che è la legge che istituiva
Abbiamo discusso anche di questo, però– e mi
rivolgo anche al Segretario d’Aula e a lei – c’è una procedura che non possiamo
ignorare, perché questa norma ha rilevanza statutaria, e il meccanismo per abrogarla
è cambiare prima lo Statuto, e successivamente abrogare la legge.
Guardi, l’articolo
28 dello Statuto, comma 1, recita testualmente: “Il
Consiglio regionale istituisce al suo interno Commissioni permanenti, distinte
per settori organici di materia”. Il Regolamento interno ne disciplina il numero, la composizione e le modalità di funzionamento – attenzione
– prevedendo che un’apposita Commissione sia preposta alla trattazione delle questioni
relative ai rapporti con l’Unione
europea e di quelle con le Regioni e i Paesi extraeuropei del Mediterraneo.
Noi potremmo abrogare quasi tutte le Commissioni,
perché hanno rilevanza solo regolamentare,
lasciandone ad esempio solo una, ma quella che non possiamo abrogare, prima di
cambiare lo Statuto, è proprio questa.
Non “meno il can per l’aia”: chiedo che le
cose che facciamo, siano fatte come Dio comanda: lo Statuto è sovra ordinario!
Non dico che non l’avevo sentito, perché di questo
ne abbiamo discusso, però un minimo di attenzione non guasta, a meno che non si
facciano osservazioni di diverso tipo.
Diciamo che il coordinamento formale che abbiamo
richiesto all’inizio serviva a questo, perché c’erano altri riferimenti, allo Statuto,
alle leggi, ed è un lavoro complicato, difficile, che ha impegnato gli uffici
tutto il mese di agosto. Si può anche verificare
che ci sia qualche incongruenza. Occorre chiarire la volontà
del Consiglio, ecco perché il coordinamento formale…
(Interruzione dell’onorevole Bova)
Ha fatto
bene ad evidenziarlo, ma la volontà del Consiglio
è di abrogare questa Commissione e poi procedere a spostare le stesse competenze
a un’altra Commissione, che potrebbe essere la seconda. Così ci eravamo detti
in Consiglio regionale, ma il suo intervento è pertinente, documentato e
apprezzato molto da parte di questa Presidenza, perché ha dato un grande contributo.
Possiamo
procedere con la votazione.
Pongo in
votazione l’articolo 5.
(E’
approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 6.
(E’
approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 7.
(E’
approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 8.
(E’
approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 9.
(E’
approvato)
Questo articolo
Pongo in
votazione l’articolo 10.
(E’
approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 11.
(E’
approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 12.
(E’
approvato)
Pongo in
votazione il provvedimento nel suo
complesso, sempre con coordinamento
formale.
(Il
Consiglio approva)
(E’ riportato
in allegato)
Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe.
Ne ha facoltà.
L’onorevole Bova,
che è anche un grande velocista, mi ha preceduto, ma quando
si parla di coordinamento formale che vuol dire? Che questa norma viene presa da questo provvedimento e
trasferita nel provvedimento che abbiamo già votato? Perché, naturalmente, questa norma necessita di
due passaggi.
Riguarda l’aspetto tecnico, onorevole Principe. Ha bisogno di due passaggi, quindi l’abrogazione
della Commissione per gli
affari comunitari sarà inserita anche nelle modifiche
dello Statuto.
Adesso la proposta di legge numero 246/9^ di
iniziativa del consigliere Fedele, recante: “Modifica alle leggi regionali n.
7/1996 e 8/1996, pubblicità della situazione patrimoniale dei dirigenti della
Regione Calabria”, che aveva proposto il Presidente Scopelliti,
l’aveva fatto proprio l’onorevole Fedele.
E’ composta di due articoli,
penso che si illustri da sé:i accanto a quella dei consiglieri regionali, degli
assessori esterni, dei sottosegretari, è prevista anche l’anagrafe dei
dirigenti della Regione.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione il provvedimento nel
suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Si passa
alla proposta di legge numero
247/9^ di iniziativa dei consiglieri Dattolo e Fedele, recante:
“Modifica alla legge regionale 14 febbraio 1996 n.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
(Interruzione)
Prego, onorevole Principe.
Sull’articolo 2 rilevo una disparità di trattamento, da
valutare nel coordinamento formale che in questo
Consiglio regionale riveste un ruolo di grande importanza, come abbiamo avuto
modo di vedere in questi mesi e anche prima.
C’è una disparità di trattamento perché, per quanto riguarda le
trattenute relative all’assegno di fine mandato, trovo ingiusto che valga la
regola che chi fa prima vince. Si istituisce un’ulteriore tassazione, penso che
i consiglieri che hanno maturato questo diritto debbano essere trattati fiscalmente
in modo eguale, indipendentemente se hanno già fatto la domanda oppure no.
Obiettivamente, si tratta di un’evidente disparità di trattamento.
Sarà una sciocchezza, ma forse in sede di coordinamento
formale questa questione va ricondotta ad equità, rispetto a situazioni che hanno
gli stessi requisiti e quindi gli stessi diritti.
Quindi c’è sempre il coordinamento
formale anche rispetto alla riflessione dell’onorevole Principe.
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 5.
(E’ approvato)
Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
E’ approvato col coordinamento formale.
Col coordinamento
formale e con molta attenzione, perché ci sono alcuni piccoli dettagli che
vanno salvaguardati. Tra l’altro, la norma si riferisce a tutti quelli che attualmente
già effettuano il versamento, quindi va vista bene questa, fatti salvi i
diritti di chi attualmente ha già le trattenute.
(Interruzione dell’onorevole Nucera)
Il provvedimento
è approvato con autorizzazione al coordinamento formale.
Si passa alla proposta di provvedimento amministrativo numero 146/9^ di iniziativa dei consiglieri Fedele, Bilardi, Serra, Dattolo, Principe, Ciconte, Loiero, De Masi, Bova, recante: “Modifiche al Regolamento interno del Consiglio regionale”, che riguarda il riordino delle Commissioni.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 5.
(E’ approvato)
Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Abbiamo
votato la proposta numero 146? E quella dopo? E’ di due pagine, dice “articolo 1…”,
“modifiche all’articolo
Adesso ci sono gli ordini del giorno presentati.
Il primo
ordine del giorno, il numero 23, riguarda la riforma degli enti strumentali, che leggo
testualmente:
"Il Consiglio regionale
considerato che
una importante e concreta riduzione dei costi e degli sprechi della
politica non può non passare anche attraverso una riorganizzazione degli enti
strumentali e partecipati della Regione;
preso atto che
per tagliare e riformare gli enti strumentali regionali si rende
necessario partire da un'analisi dei servizi che essi erogano e valutare
concretamente e su dati fattuali le funzioni che si intendono sostenere e
rafforzare con l'obiettivo di mettere a sistema le risorse finanziarie e di
riorganizzare
si impegna
ad attuare una riforma e una riduzione degli enti strumentali e delle
società partecipate della Regione al fine di contenerne gli eccessivi ed
ingiustificati costi ed abolirne gli sprechi;
quindi a proseguire e dare concreto impulso all'opera di
razionalizzazione e contenimento dei costi degli organi istituzionali e burocratici
attraverso una riorganizzazione regionale che preveda anche la soppressione di
enti strumentali e partecipati
della Regione. A tal fine demanda alla Giunta regionale il compito di
predisporre, entro novanta giorni, una proposta di legge per la riorganizzazione
degli enti strumentali, in house e delle società partecipate a maggioranza
della Regione presenti sul territorio calabrese attraverso la fusione e/o
soppressione per funzioni ed obiettivi degli enti di che trattasi nella misura
più efficace ed efficiente”.
E’ un ordine
del giorno con cui il Consiglio
regionale impegna
Nessuno
chiede di intervenire, per cui lo pongo in votazione.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Ordine
del giorno numero
“Il Consiglio regionale
considerato che
la crisi
economica e finanziaria aggravatasi sempre di più negli ultimi tempi ha reso
non più procrastinabile un serio intervento in materia di riduzione dei costi
della politica e di funzionamento delle istituzioni anche a livello regionale;
si è affermata
quindi l'esigenza per il Consiglio regionale di riacquistare la centralità
originaria e di riaffermare il proprio ruolo qualificando più nettamente i propri
strumenti e compiti ma soprattutto privilegiando aspetti quale una migliore
organizzazione interna e una maggiore capacità di rapportarsi in modo incisivo
con gli altri soggetti istituzionali in un'epoca in cui è diventata
fondamentale la rapidità delle decisioni, l'efficacia e l'efficienza degli
strumenti, l'economicità e l'adeguatezza delle risorse impiegate;
ritenuto
opportuno intervenire, pertanto, sulla ottimizzazione dei costi relativi alle
indennità dei dirigenti di livello apicale della Regione nonché degli enti
strumentali, in house e società partecipate a maggioranza della Regione;
impegna
le
Amministrazioni della Giunta e del Consiglio a presentare una proposta organica
di riforma delle normative di riferimento avuto riguardo le indennità dei dirigenti
generali e dei dirigenti degli enti strumentali, in house e delle società
partecipate a maggioranza della Regione, nonché a proporre, nelle opportuna
sede di contrattazione sindacale, l'eventuale riduzione delle indennità di
posizione o di risultato dei dirigenti della Giunta e del Consiglio;
altresì, a
predisporre un progetto di legge finalizzato al conferimento alla Giunta
regionale della redazione di un testo unico in materia di riorganizzazione del
personale della Giunta regionale”.
Nessuno chiede
di intervenire, per
cui lo pongo in votazione.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Ordine
del giorno numero
“Il Consiglio regionale
considerato che
la crisi
economica e finanziaria aggravatasi sempre di più negli ultimi tempi ha reso
non più procrastinabile un serio intervento in materia di riduzione dei costi
della politica e di funzionamento delle istituzioni anche a livello regionale;
si è affermata
quindi l'esigenza per il Consiglio regionale di riacquistare la centralità
originaria e di riaffermare il proprio ruolo qualificando più nettamente i
propri strumenti e compiti ma soprattutto privilegiando aspetti quale una
migliore organizzazione interna e una maggiore capacità di rapportarsi in modo
incisivo con gli altri soggetti istituzionali in un'epoca in cui è diventata
fondamentale la rapidità delle decisioni, l'efficacia e l'efficienza degli
strumenti, l'economicità e l'adeguatezza delle risorse impiegate;
ritenuto che
la massima Assemblea
legislativa regionale ed i singoli consiglieri devono per primi intervenire,
nell'ambito delle proprie dirette competenze, con una serie di misure che siano
prova di senso di responsabilità e di coerenza;
preso atto che
per quanto
concerne le materie oggetto di disciplina legislativa
si impegna
alla modifica
dello statuto per la riduzione del numero dei consiglieri regionali dagli
attuali 50 (cinquanta) a 40 (quaranta), unitamente all'approvazione di una
nuova legge elettorale.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe.
Ne ha facoltà.
Presidente,
le ho chiesto la parola per trenta secondi per dichiarare
che noi votiamo a favore dell’ordine del giorno, perché
avendo presentato emendamenti che tendevano ad inserire da subito nel procedimento di modifica dell’ordinamento
statutario questa riduzione, non possiamo che essere favorevoli, constatando che, dopo che la maggioranza ha bocciato i nostri emendamenti all’ordine del giorno, ha presentato un ordine del giorno con
la medesima finalità.
Forse il collega consigliere Sulla
dice una cosa esatta– ma l’avevo notata anche io –: nell’ordine del giorno sarebbe
opportuno, onorevole Fedele, arrivare alla identica conclusione anche per
quanto riguarda
(Interruzione)
Quelli sono stati già eliminati.
La
parola all’onorevole Fedele.
L’osservazione dell’onorevole Principe credo che sia pertinente, perché se andiamo a ridurre il numero dei consiglieri regionali, anche il numero dei componenti della Giunta va ridotto, quindi
da
Si tratta della discussione che avevamo fatto nella Conferenza dei capigruppo. Quindi, con l’aggiunta
proposta dall’onorevole Principe, pongo in votazione quest’ordine del giorno.
(Il Consiglio approva all’unanimità)
(E’ riportato in allegato)
Si passa
all’ordine del giorno numero
Prego, onorevole Morelli.
Si illustra da sé.
Lo illustri brevemente, onorevole Morelli.
Si tratta di interpretazione autentica dell’articolo 17
della legge 22 del 2007, che è inerente la ripartizione del Fondo sociale, questo
per quanto riguarda le annualità relative alle strutture sociali non socio-sanitarie,
anche perché in audizione in seconda Commissione abbiamo avuto diverse strutture
del genere che lamentavano, a parte la grave carenza economico-finanziaria che
ben conosce anche l’assessore Stillitani, purtroppo, così come anche l’assessore
Mancini, anche l’interpretazione autentica di questo articolo 17, che
consentirebbe di differenziare il 70 per cento sul Fondo sanitario e il 30 per
cento sul Fondo sociale con partecipazione ospite.
(Interruzione dell’onorevole Sulla)
A parte che il testo non l’abbiamo proprio visto,
neanche l’ombra, sono contrario ad acquisire
una prassi che può rappresentare un precedente, in base alla quale
con un ordine del giorno si procede all’interpretazione
autentica di una legge. Sinceramente, a noi sembra eccessivo, perché l’interpretazione
autentica di una legge, normalmente, si fa con un’altra legge.
Quindi, inviterei il Presidente Morelli a preparare un
testo legislativo che andremo a leggere e, se necessario, approveremo; però
iniziare questo precedente (approvare un ordine del giorno, peraltro alla fine
di una giornata pesante per tutti noi, e dare a questo la valenza di interpretazione autentica), a
me sembra estremamente eccessivo e pongo all’attenzione dell’Aula questa
questione, che reputo pregiudiziale, sul modo di comportarsi di un’Assemblea legislativa
come la nostra.
Prego, onorevole Sulla.
Vorrei aggiungere,
a quanto detto dal capogruppo
del Partito democratico, il fatto che con quest’ordine
del giorno noi impegniamo
Poiché parliamo di una questione
che potrebbe
essere confusa con il Piano di rientro e quindi potremmo entrare nell’ambito
sanitario, noi inviamo l’ordine del giorno alle strutture del commissario ad
acta, per verificare preventivamente
la compatibilità o meno di questa interpretazione autentica dell’articolo 17
della legge 22 del 2007.
Per cui io ringrazio molto l’onorevole
Principe del suggerimento, saggio e quanto mai opportuno. Me ne rendo partecipe
e me ne farò obbligo sin dal prossimo Consiglio regionale, ma nelle more è
opportuno inviare la questione e sentire anche il commissario ad acta sulla
compatibilità o meno di una interpretazione autentica in merito a questo
articolo, anche perché, onorevole Sulla, abbiamo avuto dei precedenti in cui quest’Aula
ha deliberato su leggi, che poi sono state regolarmente – ahimè –
impugnate anche dagli organi legislativi.
Quindi
si impegna
Pertanto c’è necessità di
un’urgenza che era stata, per la verità, garantita ed assicurata dalla Giunta
regionale, che in un incontro a luglio aveva già dato assicurazioni ampie che,
entro il mese di settembre, si sarebbe risolto il problema o, comunque, sarebbe
stato affrontato in modo più efficace il problema da parte del Consiglio. Non
rispetteremo tali termini, perché il prossimo Consiglio già è a ottobre, quindi
temo che possano crearsi delle situazioni di grave difficoltà in un settore
molto delicato.
Ecco perché credo che questa procedura
sia uno strumento debole per affrontare la situazione che abbiamo di fronte, bisognava
fare qualcosa di più incisivo.
Ovviamente, onorevole Sulla, concordo con lei sulla gravità e la
drammaticità della situazione, pur consapevole,
però, della grave crisi congiunturale dal punto di vista finanziario ed economico,
perché – come sa l’assessore Stillitani, col quale ci siamo trovati a parlare
prima dell'inizio del Consiglio in merito a questa problematica – chiaramente non può sfuggire la drammaticità
e certamente non sfuggirà alla sensibilità della Giunta regionale di esaminare
con la dovuta attenzione anche questa problematica.
Non è né dilatoria né, tantomeno, debole – mi scuso, onorevole
Sulla – ma è quantomeno il principio di una chiarezza fondamentale nell’ambito del
sociale.
Onorevole Morelli, siamo di fronte a una scelta: o
l’approviamo oggi oppure, se lei vuole, siccome è previsto il Consiglio il 7
ottobre e ci sarà anche il Presidente della Giunta, magari è un argomento che
possiamo inserire all’ordine del giorno di quel Consiglio. Come vuole lei,
onorevole.
Presidente, l’ordine del giorno proporrei di approvarlo
oggi, fermo restando che faccio…
Possiamo procedere con la votazione.
Ho detto che è debole, ma non vuol dire che votiamo
contro, almeno io non voto contro.
La parola all’onorevole Maiolo.
Intervengo solo perché il collega
Principe ha lasciato l’Aula e il suo intervento è stato antecedente alla distribuzione
del testo. Noto nel testo che le cose che il collega Principe sollecitava sono
contenute. Penso che l’iniziativa nel presente ordine del giorno sia opportuna,
perché questa è una questione che si trascina da tempo ed è un chiarimento necessario.
Penso che il collega Principe
abbia fatto quell’intervento non avendo visto l’ordine del giorno, considerando
che si facesse l’interpretazione autentica di una legge con un ordine del
giorno ed ovviamente si è opposto. Però, vedo che è un ordine del giorno che
impegna
Penso, quindi, che l’ordine
del giorno sia opportuno, perciò do il nostro voto favorevole.
Pongo in votazione l’ordine
del giorno numero 26.
(Il Consiglio approva all’unanimità)
(E’ riportato in allegato)
L’ordine del giorno reca la mozione numero
Ne do lettura:
“Il Consiglio Regionale,
premesso che:
l’operatore di Emergency, Francesco Azzarà, nato a Motta San Giovanni, è stato rapito il 14 agosto 2011 in Sudan dove si trovava alla sua seconda missione umanitaria;
Francesco Azzarà presta il suo servizio presso il Centro Pediatrico che l'associazione di Gino Strada ha aperto nel 2010 a Nyala, capitale del sud Darfur, per soccorrere la popolazione locale vittima della guerra civile in corso nella regione;
dal sequestro del giovane calabrese è trascorso oltre un mese senza significative novità sul rapimento di Azzarà, del quale si ignorano ancora i veri responsabili e le motivazioni;
tutta la comunità calabrese fa appello alle istituzioni locali, regionali, nazionali e agli organismi internazionali sollecitando iniziative efficaci e risolutive in favore del volontario;
nel rinnovare la solidarietà del Consiglio regionale della Calabria alla famiglia di Francesco Azzarà;
impegna
la Giunta regionale a promuovere ogni iniziativa istituzionale utile a sollecitare l'intervento degli organismi nazionali ed internazionali in favore della liberazione di Francesco Azzarà ed a sensibilizzare l'opinione pubblica sulla vicenda dell'operatore di Emergency, nell'auspicio di una sua immediata liberazione”.
Prego, onorevole De Gaetano.
E’ una mozione per la liberazione di Azzarà, si commenta da sé. Credo che sia importante lavorare tutti insieme per tentare di fare pressioni su chi ha rapito nel Darfour questo nostro corregionale, affinché venga al più presto liberato.
Con questa mozione
il Consiglio regionale si impegna e impegna il
Presidente della Giunta a fare tutti gli atti necessari presso
Pongo in votazione la mozione numero 49.
(Il Consiglio approva all’unanimità)
(E’ riportata in allegato)
Il Consiglio viene
convocato a domicilio, il 7 ottobre ci sarà la prossima seduta.
Sono state presentate alla Presidenza
le seguenti proposte di legge di iniziativa della Giunta regionale:
“Riconoscimento ex art. 54, comma 3, della legge regionale
19 ottobre 2004, n. 25 della “Fondazione per la ricerca e la cura dei tumori
<Tommaso Campanella> Centro oncologico di eccellenza” come ente di
diritto pubblico (Delibera G.R. n. 356 del 29.7.2011)” (P.L. n. 237/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.
(Così resta stabilito)
“Interventi a favore delle
vittime del terrorismo e della criminalità organizzata – integrazione alla legge regionale 16 ottobre 2008, n. 31
(Delibera G.R. n. 363 dell’11.8.2011)” (P.L. n. 238/9^)
E’ stata assegnata alla Commissione contro la
‘ndrangheta”.
(Così resta stabilito)
“Abrogazioni e modifiche di leggi regionali nel campo della promozione culturale (Delibera
G.R. n. 374 dell’11.8.2011)” (P.L. n. 239/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.
(Così resta stabilito)
“Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 “Norme per la tutela, governo e uso del territorio – Legge urbanistica della Calabria” (Delibera G.R. n. 398 del 12.9.2011)” (P.L. n. 244/9^)
E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e
utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente.
(Così resta stabilito)
Sono state presentate,
inoltre, le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:
Morelli – “Modifiche alla legge regionale n. 14 del 28
agosto
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare -
Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
Morelli – “Modifiche alla legge regionale n. 34 del 29 dicembre
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare -
Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
De Masi, Serra, Salerno,
Gallo, Dattolo, Chiappetta, Fedele, Tripodi, Principe, Bova, Bilardi, Aiello
P., Morelli, Ciconte, Talarico D. – “Disposizioni normative per promuovere
l’utilizzo del sale iodato sul territorio regionale” (P.L. n. 234/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed
alla seconda - Bilancio programmazione
economica e attività produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
Talarico D., Dattolo,
Fedele, Principe, De Masi, Giordano – “Istituzione nei comuni di Colosimi (CS),
Petilia Policastro (KR) e Motta San Giovanni (RC) del museo del minatore” (P.L. n. 235/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed
alla seconda - Bilancio programmazione
economica e attività produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
Nucera – “Modifiche alla legge regionale 15 marzo 2002, n. 13
(Testo unico sulla struttura e sul finanziamento dei gruppi consiliari)” (P.L.
n. 236/9^)
E’ stata assegnata alla
prima Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali.
(Così resta stabilito)
Nucera – “Interventi urgenti
e speciali per il territorio della locride” (P.L. n. 240/9^)
E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e
utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente – ed alla seconda -
Bilancio programmazione economica e attività
produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
Nucera, Tripodi – “Calendario venatorio regionale e modifiche alla legge regionale 8/1996” (P.L. n. 241/9^)
E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e
utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente.
(Così resta stabilito)
Gallo – “Modifiche ed
integrazioni alla legge regionale n.
16 del 2 maggio
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed
alla seconda - Bilancio programmazione
economica e attività produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
De Gaetano – “Istituzione
Comune di Sibari nella provincia di Cosenza” (P.L. n. 243/9^)
E’ stata assegnata alla
prima Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali.
(Così resta stabilito)
Fedele,
Bilardi, Serra, Dattolo, Principe, Ciconte, Loiero, De Masi, Bova – “Riduzione
dei costi della politica” (P.L. n. 245/9^)
E’
stata assegnata alla prima Commissione consiliare
- Affari, istituzionali e affari generali.
(Così resta stabilito)
Fedele – “Modifica alle
leggi regionali 7/96 e 8/96, recante <Pubblicità della situazione
patrimoniale dei dirigenti della Regione Calabria>” (P.L. n. 246/9^)
E’
stata assegnata alla prima Commissione consiliare
- Affari, istituzionali e affari generali.
(Così resta stabilito)
Fedele, Dattolo – “Modifica
alla legge regionale 14 febbraio
1996, n.
E’
stata assegnata alla prima Commissione consiliare
- Affari, istituzionali e affari generali – ed alla seconda - Bilancio
programmazione economica e attività produttive
– per il parere.
(Così resta stabilito)
E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:
“Aterp Crotone – Rendiconto consuntivo esercizio finanziario 2009 (Delibera G.R. n. 392 dell’1.9.2011)” (P.P.A. n. 145/9^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare -
Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
E’
stata presentata, inoltre, alla Presidenza la seguente proposta
di provvedimento amministrativo di iniziativa dei consiglieri:
Fedele,
Bilardi, Serra, Dattolo, Principe, Ciconte, Loiero, De Masi, Bova – “Modifiche
al Regolamento interno del Consiglio regionale” (P.P.A. n. 146/9^)
E’ stata assegnata alla quinta Commissione consiliare - Riforme e
decentramento.
(Così resta stabilito)
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge statutaria di iniziativa dei consiglieri:
Nucera – “Modifica all’articolo 27 dello Statuto regionale” (P.L.S. n. 5/9^)
E’ stata assegnata alla quinta Commissione consiliare - Riforme e
decentramento.
(Così resta stabilito)
Principe, Amato, Battaglia,
Censore, Franchino, Guccione, Maiolo, Scalzo, Sulla – “ Modifiche alla legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25
<Statuto della Regione Calabria>”
(P.L.S. n. 6/9^)
E’ stata assegnata alla quinta Commissione consiliare - Riforme e
decentramento.
(Così resta stabilito)
Fedele,
Bilardi, Serra, Dattolo, Principe, Ciconte, Loiero, De Masi, Bova – “Modifiche
allo Statuto della Regione Calabria” (P.L.S. n. 7/9^)
E’ stata assegnata alla quinta Commissione consiliare - Riforme e
decentramento.
(Così resta stabilito)
E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e
utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente.
(Così resta stabilito)
Modifiche ed integrazioni
seguito parere n. 19/9^. Commissione consiliare seduta del 29.6.2011” (Parere
n. 23)
E’ stata assegnata alla
sesta Commissione consiliare - Affari della Unione europea e relazioni con
l’estero.
(Così resta stabilito)
E’ stata assegnata alla
sesta Commissione consiliare - Affari della Unione europea e relazioni con
l’estero.
(Così resta stabilito)
La sesta Commissione
consiliare, con nota n. 43565 del 12 settembre
La sesta Commissione,
con nota n. 43566 del 12 settembre
La sesta
Commissione, con nota n. 43568 del 12 settembre
Pertanto,
ritenendo di non dover esprimere ulteriore parere in merito, considerato che si
è concluso l'iter del provvedimento, si chiede l'archiviazione della pratica. (Parere
n. 23/9^)
In
data 10 agosto 2011, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le
sotto indicate leggi regionali. Le stesse sono state pubblicate sul supplemento
straordinario n. 4 del 10 agosto 2011 al B.U.R. 14 dell'1 agosto 2011:
1.
Legge regionale 10 agosto 2011, n. 28, recante: "Abrogazione di leggi
regionali e adeguamento del sistema normativo";
2.
Legge regionale 10 agosto 2011, n. 29, recante: "Delega alla Giunta
regionale per la redazione di Testi Unici in materia di Attività produttive,
Lavoro e Istruzione, Cultura e Beni culturali";
3.
Legge regionale 10 agosto 2011, n. 30, recante: "Disposizioni transitorie
in materia di assegnazioni di sedi farmaceutiche";
4. Legge
regionale 10 agosto 2011, n. 31, recante: "Modifica dell'articolo 11,
comma 1, della legge regionale n. 34/2010 (Partecipazione della Regione
Calabria alla Società "Progetto Magna Graecia");
5. Legge
regionale 10 agosto 2011, n. 32, recante: "Delega alla Giunta regionale
per la redazione di Testi Unici in materia di Agricoltura e Lavori
Pubblici";
6. Legge
regionale 10 agosto 2011, n. 33, recante: "Modifiche ed integrazioni alla
legge regionale 16 aprile 2002, n. 19, recante: "Norme per la tutela,
governo e uso del territorio. Legge urbanistica della Calabria";
7.
Legge regionale 10 agosto 2011, n. 34, recante: "Ripianamento disavanzi
esercizi 2005/2010 del Centro Tìpologico Nazionale S.c.p.A.".
L’onorevole
Nazzareno Salerno ha rassegnato le dimissioni da Presidente della terza Commissione
consiliare permanente, giusta comunicazione acquisita al protocollo generale n.
40408 del 12 agosto 2011.
Con
nota prot. 40750 del 23 agosto 2011, l’onorevole Nazzareno Salerno ha
comunicato di ritirare le dimissioni da Presidente della terza Commissione.
L’onorevole
Ottavio Bruni, in data 22 agosto
L’onorevole
Agazio Loiero assume
L’onorevole
Francesco Morelli, con nota dell'1 settembre 2011, acquisita in pari data al
protocollo generale n.
Deliberazione
Giunta regionale n. 318 del 22 luglio 2011;
Deliberazione
Giunta regionale n. 319 del 22 luglio 2011;
Deliberazione
Giunta regionale n. 320 del 22 luglio 2011;
Deliberazione
Giunta regionale n. 321 del 22 luglio 2011;
Deliberazione
Giunta regionale n. 322 del 22 luglio 2011;
Deliberazione
Giunta regionale n. 323 del 22 luglio 2011.
Tripodi. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
è in atto una
profonda discussione per il contenimento dei costi della politica proponendo
tagli, ridimensionamenti e l'individuazione delle spese necessarie e quelle
inutili, poiché
alla luce di
ciò ci sembrano quanto mai inopportune, superflue e perciò ingiustificabili le
spese effettuate da Azienda Calabria Lavoro tra la fine del 2010 e i primi mesi
del 2011. Infatti, il Commissario dell'Ente ha disposto la liquidazione di una
somma totale di Euro 90.000,00 di cui Euro 41.200,00 riguardano l'acquisto di
opere tipografiche e litografiche, Euro 19.900;
vista in una tale contingenza l'inopportunità delle suddette spese
effettuate da Azienda Calabria Lavoro e in virtù di una precisa volontà
espressa dal Presidente della Giunta regionale di limitare i costi della
politica calabrese, quali misure e provvedimenti il Presidente Scopelliti
intende adottare per contenere tali spese superflue nonché i costi di gestione
di tutti gli enti pubblici economici strumentali della Regione Calabria
compresa Azienda Calabria Lavoro.
(162; 4.08.2011)
Nucera. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore all’agricoltura. Per sapere – premesso che:
sul B.U.R.C.
del 04 febbraio 2011 è stato pubblicato il bando relativo al Reg.CE 1698/2005 PSR
Calabria 2007-2013, Mis.121-123;
il termine di
scadenza della presentazione delle richieste da parte dei destinatari degli
interventi era fissato al 28 febbraio 2011;
le risorse
finanziarie previste nel bando per
nel suddetto
bando era previsto l'Allegato "Val_121"
per la determinazione dei punteggi previsti da specifici "Indicatori";
con nota del
29 giugno
le imprese
agricole soffrono dell'attuale negativa congiuntura economica e che eventuali
ritardi potrebbero arrecare notevoli danni alle stesse, con probabili
soppressioni di posti di lavoro, finanche all'interruzione delle attività
imprenditoriali -:
se intendono relazionare
sull'esposto problema e indicare:
1) quali
provvedimenti intendano adottare in merito alla recente decisione dell'Autorità
di Gestione;
2) quali
azioni saranno intraprese a sostegno delle aziende agricole.
(163;
24.08.2011)
Guccione,
Aiello F. Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere –
premesso che:
nel mese di
ottobre 2010 il Commissario per l'attuazione del Piano di Rientro sanitario in
Calabria, onorevole Giuseppe Scopelliti, ha
emanato il Decreto n. 18 con cui ha stabilito il fabbisogno dei posti letto per
"acuti" nella misura di 2,5 ogni mille abitanti;
l'Asp di
Cosenza ha una popolazione di 733.508 abitanti che, in base al Decreto 18 del
10.10.2010, dovrà avere 1836 posti destinati a malati "acuti"
pubblici e privati e che, ad oggi, i posti letto normalizzati (Decreto
18.10.2010), risultano essere al di sotto dell'1,9 ogni mille abitanti e,
quindi, lo
in data 5
luglio 2011 il Commissario Scopelliti ha emanato il Decreto n. 54 (Linee Guida
degli Atti Aziendali che dovranno essere adottate entro il 30 settembre da Asp
e Aziende Ospedaliere in Calabria), che ha confermato per la provincia di
Cosenza l'impostazione di riduzione e penalizzazione nella distribuzione dei
posti letto per "acuti";
le Linee Guida
per la realizzazione degli Atti Aziendali prevedono per l'ex provincia di
Catanzaro (Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia), che ha un numero di abitanti
pari a 708.334, 212 strutture complesse pari al 42,34% del totale complessivo
per tutta
la provincia
di Reggio Calabria, che ha una popolazione di 566.507 abitanti, ha un numero di
strutture complesse pari a 127, che corrisponde al 25,4% del totale regionale e
229 strutture semplici pari al 25,4%;
la provincia
di Cosenza ha una popolazione di 733.508 abitanti, ha 161 strutture complesse
pari al 32,2% del totale regionale e 290 strutture semplici pari al 32,2% del
totale regionale;
la spesa
sanitaria regionale pro-capite suddivisa per province assegna a Cosenza 33,38 euro
per ogni abitante; a Crotone 59,42 euro, a Catanzaro 13;97 euro, a Vibo
Valentia 28,88 euro, a Reggio Calabria 67,19 euro e che tutto ciò appare
palesemente sperequato ed iniquo, crea uno squilibrio evidente tra i diversi
territori, mette a rischio i livelli essenziali di assistenza ed evidenzia, di
fatto, una forte criticità nella gestione del Piano Sanitario di Rientro da
parte del Commissario, per come lo stesso Tavolo Massicci, insieme al Comitato
per
il Piano di
Rientro prevede per il 2011 il pareggio di bilancio e che il Tavolo Massicci ha
chiesto di mettere in atto tutte le idonee e opportune iniziative per
ricondurre la gestione 2011 nell'ambito degli equilibri economici programmati e
che sul fronte dell'emigrazione sanitaria è stato registrato negli anni passati
un saldo negativo di 320 milioni di euro, sarebbe opportuno far conoscere
pubblicamente a quanto ammonta ad oggi il debito sull'emigrazione sanitaria,
utilizzando i dati dei "report" trimestrali regionali del Ministero
della Sanità;
il risanamento
sanitario non consiste solo nell'applicazione di una serie di tagli e balzelli,
ma nella riorganizzazione e nella riqualificazione dei servizi, offrendo
contestualmente al posto di quelli giudicati inappropriati, servizi alternativi
che non possono essere assolutamente soppressi ed eliminati, con una
riconversione mirata ai bisogni di assistenza del territorio;
non è
possibile disporre la chiusura di un presidio sanitario senza prima aver
garantito l'attivazione di servizi alternativi per offrire un'adeguata
assistenza in luogo di quella offerta dal precedente presidio ospedaliero;
allo stato, in
provincia di Cosenza, sia il Centro Hub
(Azienda Ospedaliera dell'Annunziata) che i tre Spoke (Castrovillari, Rossano-Corigliano, Paola-Cetraro), non solo
non sono stati dotati di gran parte delle funzioni sanitarie previste dal Piano
di Rientro, ma vengono quotidianamente depotenziati attraverso l'accorpamento
di reparti, la riduzione di posti-letto e la soppressione di servizi sanitari
per mancanza di personale medico e paramedico -:
quali
iniziative immediate ed urgenti intende adottare, anche nella sua veste di
Commissario della Sanità calabrese, per affrontare e superare tutte le
criticità finora riscontrate nella gestione del Piano di Rientro, a cominciare
dalla mancata e non corretta applicazione del Decreto n. 18 che, ad oggi, per
quanto riguarda la provincia di Cosenza, ci consegna una situazione fortemente
penalizzante con chiari pericoli per la salvaguardia dei livelli essenziali di
assistenza che, sommati al sottodimensionamento dell'ospedale Hub e dei Centri Spoke e al mancato potenziamento dei servizi sanitari territoriali,
potrebbero provocare una vera e propria implosione del sistema sanitario
provinciale. Tutto ciò anche per garantire pienamente il diritto alla salute ed
il valore e la centralità del diritto alla cura di tutti i cittadini nelle
politiche di risanamento e riorganizzazione del sistema sanitario regionale,
che passa attraverso un equilibrio territoriale, una corretta applicazione
delle norme e dei decreti commissariali ed un'impostazione oggettiva,
totalmente scevra da qualsiasi tentazione clientelare e campanilistica.
(164;
24.08.2011)
Guccione, Censore, Aiello F. Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
1. che venga attuato il comma n. 3 che prevede: "che
2. che venga attuato il comma n. 5 che prevede: "entro il 28 febbraio 2011,
per quanto riguarda il punto 1) le linee guida non sono state ancora emanate,
tant'è che il Dipartimento responsabile va a "concordarle" con i commissari liquidatori testé nominati
sulla scorta di un piano di ricognizione che doveva essere elaborato dai
singoli ATO e che il commissario avrebbe dovuto recepire e condividere;
tutto ciò non risulta e, comunque, tale attività sarebbe da considerare
un duplicato di ciò che già
tutto questo non si configuri come uno sperpero di denaro pubblico,
atteso che alcune Province avevano già raggiunto e superato la fase ricognitiva
anche delle situazioni patrimoniali di cui al comma n. 1 della Legge Regionale
n. 34/2010. C'è da tenere presente, al riguardo, che
al punto 2 il
Piano operativo allegato alla Delibera di G.R. n. 71 del 28 febbraio 2011 - che
è stata emanata in attuazione del comma n. 5 dell'art 47 della Legge regionale
n. 34 del 29 dicembre 2010 - come parte integrante, appare come una proposta
slegata totalmente dalla realtà, poiché il piano stesso è finalizzato soltanto
a consentire il rientro finanziario ad un solo operatore di un solo segmento
del servizio idrico integrato (Sorical) ignorando totalmente gli altri
operatori che sì occupano dei restanti segmenti dello stesso Servizio. A tal
proposito si tenga presente che:
1) il primo
segmento rappresenta soltanto il 25% del sistema;
2) molti
Comuni svolgono in proprio e in economia i servizi di almeno altri due segmenti
(quasi sempre idrico secondario e fognature);
tutte le leggi
nazionali che si sono susseguite nel merito (ultimo il decreto legislativo n.
152/2006) configurano il servizio idrico integrato come una realtà unitaria e
solidale, cosicché appare che il citato "Piano Operativo" si
configura in un ambito di totale incostituzionalità;
l'avere
bloccato tutte le procedure di affidamento senza aver fornito adeguate linee di
indirizzo va a configurare, nell'immediato, una situazione di stallo nella
gestione tecnica di molti impianti di depurazione;
sulla Delibera
n. 71/2010
come detto,
l'aver privilegiato il solo aspetto dell'approvvigionamento primario va a
ledere il diritto dei Comuni, anche in considerazione del fatto che la stessa
Corte dei Conti esclude che i Comuni possano sottoscrivere "Protocolli
d'Intesa" o addirittura atti di cessione di proprietà o di competenze ad
un soggetta privato come è Sorical, che pur essendo Società mista mantiene le
caratteristiche di una S.p.A. privata;
deve infine
tenersi presente che
se non si
debba affrontare la questione in via più organica, mettendo mano immediatamente
ad una riforma complessiva del settore che tenga conto, in primis, delle
situazione di totale indebitamento dei Comuni che non possono sostenere in
alcun modo mutui o debiti fuori bilancio per i prossimi venti-trent'anni, così
come
se verrà portata
all'attenzione del Consiglio la risposta che
(167; 2.09.2011)
Guccione, Censore, Aiello F., De Gaetano. Al Presidente della Giunta
regionale e all'assessore alle infrastrutture ed ai lavori pubblici. Per sapere - premesso
che:
l'Afor è stata autorizzata ad assumere personale part-time con qualifica
di sorvegliante, addetto ai centri di digitalizzazione dei dati georeferenziati
e ufficiale idraulico, necessario allo svolgimento del predetto servizio, a
mezzo di procedure selettive ai sensi dell'articolo 16, legge 29 febbraio 1987,
n. 56, eseguite secondo le procedure di cui alla delibera della Giunta
regionale n. 266 del 14 maggio 2006 ed integrata dalle delibere di Giunta regionale
n. 668 del 08 ottobre 2007 e n. 961 del 9 dicembre 2008, presso le competenti
sedi decentrate per l'impiego di ogni singola provincia in funzione del
fabbisogno dei singoli presidi idraulici;
il Commissario Liquidatore dall'Ente Afor, Azienda Forestale della
Regione Calabria con Delibera n. 51 del 11.02.2009 ha approvato, in attuazione
alle suddette leggi, l'avviso pubblico per l'avviamento a selezione di
personale con le mansioni di:
- sorveglianti ed ufficiali idraulici, con compito di monitorare la
rete idrografica al fine di effettuare il censimento costante delle opere
idrauliche presenti, delle situazioni di dissesto, pericolo ed abuso lungo le
aste fluviali;
- addetti ai centri di digitalizzazione dei dati georeferenziati, con
l'immissione dei dati raccolti su software applicativo;
con Deliberazione Commissariale n. 330 del 24 novembre 2010, l’Afor ha
provveduto all'assunzione a tempo indeterminato del personale part-time da
adibire al monitoraggio delle rete idrografica regionale, individuato a seguito
delle suindicate procedure e il rapporto tra le parti è stato regolato con la
Determina del Responsabile del Procedimento n. 1129 dell’11 novembre 2010;
i servizi di controllo e monitoraggio che il Presidio svolge sono i
seguenti:
- servizio di Vigilanza e Sorveglianza idraulica (Capo I del R.D. 9
dicembre 1937, n. 2669) - consiste nella osservazione sistematica e programmata
sia qualitativa che quantitativa di parametri fisici dei processi in atto nel
bacino che rappresentano indicatori dello stato del bacino e del suo equilibrio
(ci si può riferire a reti pluviometriche, a piezometri, idrografi, od altre
reti strumentali); comprende le attività di rilevazione connesse alla gestione
del Sistema Informativo del Rischio Idrogeologico e le attività anche di
emergenza connesse alla Protezione Civile (Direttiva del Presidente del
Consiglio dei Ministri 27 febbraio 2004: "Indirizzi operativi per la gestione organizzativa
e funzionale del sistema di allertamento nazionale
e regionale per il rischio idrogeologico ed idraulico ai fini di protezione civile”);
- servizio di Polizia idraulica (Capo VII del R.D. 25 luglio 1904, n.
523) - si esplica attraverso personale con la qualifica di Ufficiale Idraulico
e/o Sorvegliante idraulico, con poteri anche sanzionatori (Capo II del R.D. 9
dicembre 1937, n. 2669), che vigila nei campi delle attività estrattive, delle
cave, delle derivazioni idriche superficiali e sotterranee, degli effluenti
liquidi, delle discariche di rifiuti, della protezione della flora e della
fauna (in sintonia con le attività svolte dalle Province);
- servizio di Piena (Capo VI del R.D. 9 dicembre 1937, n. 2669) – si
esplica attraverso personale con la qualifica di Ufficiale idraulico e/o
Sorvegliante idraulico, che nella fase di allerta (durante un evento di piena),
osserva, in maniera diretta e continua, i livelli idrici in corrispondenza di
sezioni particolarmente significative, e, nella fase di allarme (dopo
l'evento), assolve a Servizi di Protezione Civile atti a scongiurare danni a
persone e cose o a ridurre il progredire dei dissesti (Delibera della Giunta
della Regione Calabria n. 877 del 2 ottobre 2002);
ad oggi, nonostante che il servizio di monitoraggio della rete
idrografica regionale è esecutivo dal 20 dicembre 2010, l’Afor non ha ancora
dotato il personale dell'Attrezzatura minima e indispensabile per garantire il
servizio pubblico essenziale, nella norma più adeguata sia per il rilevamento e
sia per il trattamento dei dati riscontrati sul territorio;
per l'espletamento del servizio e cioè, il censimento costante delle
opere idrauliche presenti e per la rilevazione delle situazioni di dissesto,
pericolo ed abuso lungo le aste fluviali, mancano le seguenti strumentazioni:
- ricevitore GPS, per la localizzazione satellitare che consente di
ubicare gli ambiti rilevati (dato fondamentale per il personale addetto ai
centri di digitalizzazione dei dati);
- macchina fotografica, per fornire una visione esatta della stato
dell'ambito rilevato;
- strumenti di misura, che permettano di effettuare con esattezza il
censimento delle opere idrauliche;
- cartografia di dettaglio, adeguata al servizio ed aggiornata;
- DPI - Dispositivi di Protezione Individuali - conformi e rispondenti
alle caratteristiche dell'attività di sorveglianza;
- mezzi di trasporto, idonei al servizio;
- postazioni PC con software applicativi per garantire l'immissione dei
dati raccolti e la digitalizzazione dei dati georeferenziati;
- Sistema Informativo Territoriale e GIS, per assicurare
l'Archiviazione dei dati georeferenziati, in modo che gli stessi siano fruibili;
la mancanza delle suddette Attrezzature (minime), rende vane tutte le
attività d'ispezione effettuate dai sorveglianti ed ufficiali idraulici, e
fattuale organizzazione dell'Afor non assicura nessuna gestione dei dati
rilevati da connettere ad un "Sistema Informativo" che è essenziale
per qualsiasi attività di prevenzione al rischio idrogeologico, ma
principalmente di salvaguardia per incolumità della popolazione calabrese -:
quali iniziative urgenti si intendono adottare per
rimuovere tutti gli ostacoli che impediscono il pieno svolgimento delle
attività del servizio di Vigilanza e Sorveglianza idraulica, poiché tale
situazione rischia di procurare gravi danni a persone e a cose visto che il
Servizio non può essere espletato in conformità alle leggi vigenti in materia,
per una non adeguata capacità tecnica-organizzativa dell’Afor;
se non ritiene più idoneo che tali servizi,
trovino ad essere collocati nella "Autorità di bacino Regionale", l'unico e solo Ente preposto e a
gestire tali attività (art. 2 della L. n. 35 "L'autorità di Bacino opera <...al
fine di perseguire l'unitario governo dei bacini idrografici, indirizza,
coordina e controlla le attività conoscitive di pianificazione, di programmazione
e di attuazione inerenti ai bacini idrografici di propria competenza...>"),
per come è attuato nelle altre Regioni italiane.
(168; 7.09.2011)
Censore. Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere – premesso che:
l'attuazione del Piano di rientro dal debito sanitario sta creando un
crescente allarme sociale derivato dalla soppressione di un considerevole
numero di servizi sanitari prima esistenti
nelle strutture ospedaliere della provincia. di Vibo Valentia;
le decisioni assunte attraverso il decreto n. 18 del 22 ottobre 2014
hanno suscitato una energica presa di posizione anche da parte di alcuni
esponenti regionali e nazionali del centro-destra
che hanno indirizzato i loro attacchi contro i Commissari straordinari dell'ASP di Vibo Valentia, e nei fatti
contro le scelte operate dal Commissario ad
acta e dal Governo nazionale;
i consiglieri d'opposizione, attraverso una serie di mobilitazioni e sit-in hanno più volte ribadito
la necessità di rivedere l'assetto della rete ospedaliera ed assistenziale in
quanto vengono meno i livelli essenziali di
assistenza previsti dalla programmazione nazionale sanitaria quale vincolo per
tutta la sanità nazionale, specie per quei presidi ubicati in aree montane ad elevata
complessità orografica;
la provincia di Vibo Valentia viene fortemente penalizzata dal nuovo pseudo-assetto
(verrebbe da dire totale smantellamento) della rete ospedaliera in quanto vede
annullata la prerogativa di ospedale generale per il P.O. di Serra San Bruno
mentre quello di Tropea, pur conservando tale denominazione, vede snaturati i
servizi pensati per gli ospedali generali contenuti nel già citato decreto n. 18/2010;
per entrambi gli ospedali sopra menzionati è stato previsto un day surgery h12, poi ulteriormente ridotto
rispetto a quanto stabilito nel decreto 18/2010;
a fronte delle decisioni assunte con il decreto n. 18 del 22 ottobre
2410, il territorio della provincia di Vibo Valentia vede drasticamente ridursi
i Livelli Essenziali di Assistenza la cui carenza complessiva in tutta la
regione ha già suscitato la reazione della Commissione tecnica al Tavolo
Massicci nella riunione del 19 luglio 2011 dove da una parte si è sollecitato
il Commissario a ridurre la spesa e dall'altra si sono evidenziate criticità in
ordine al mantenimento dei Livelli Essenziali di Assistenza;
l'ospedale "Jazzolino" di Vibo Valentia, individuato nel
decreto n. 18/2010 come centro SPOKE, ad oggi non è nelle condizioni organizzative,
strutturali e strumentali per poter sopportare il carico di una utenza provinciale di oltre 167 mila
abitanti;
il decreto 18/2010 assegna all'Ospedale "Jazzolino" di Vibo
Valentia un numero di posti letto inferiori rispetto ai parametri nazionali -:
se non sia giusto mantenere la denominazione e le funzioni di Ospedale
generale per il P.O. di Serra San Bruno che è collocato a copertura di un'area
geografica estremamente complessa e disagiata;
se non sia giusto mantenere nella sostanza le funzioni di Ospedale
generale per il P.O., di Tropea a copertura di un'area geografica a forte
valenza turistica;
se esiste una contraddizione di fondo tra l'assegnazione dei posti letto
complessivi determinati nel decreto 18/2010 per la provincia di Vibo Valentia ed il
bando per la costruzione del nuovo ospedale che prevede la realizzazione di 300
posti letto;
se non sia opportuno che il Commissario ad acta individui formule di risparmio e livelli di monitoraggio in
ordine:
al controllo della spesa Farmaceutica;
al numero di prestazioni acquistate da strutture private;
al controllo dell'appropriatezza prescrittiva dei medici;
quali iniziative intende porre in essere il Commissario ad acta in ordine:
alla riorganizzazione della Medicina di base sull'intero territorio regionale
e su quello della provinciale di Vibo Valentia;
al potenziamento della rete di assistenza domiciliare nello stesso territorio;
quali iniziative intende porre in essere il commissario ad acta per
monitorare con adeguati indicatori di garanzia l'efficacia e l'equità dei
Livelli Essenziali di Assistenza sul territorio provinciale Vibonese e su
quello regionale.
(165; 30.08.2011)
Morelli. Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere – premesso che:
le Terme Luigiane vantano le acque con il più elevato grado
solfidometrico d'Europa, ed erogano prestazioni classificate al livello
qualitativo più alto (I Super) dal Ministero della Salute, oltre ad avere la
certificazione di qualità UNI ENI ISO 9001-2008;
le predette Terme, erogano circa 500.000 prestazioni all'anno e che
impiegano più di 250 persone durante la stagione termale, rappresentando per
tutta l'area un'importantissima risorsa economica dando, quindi, forte impulso
all'intera economia locale;
a causa di una riduzione di budget stabilito dalla Regione alla SA.TE.CA SpA, non sufficiente a coprire i
volumi di prestazioni in passato erogati dalla stazione termale,
la riduzione di budget disposta sembra interessare solo
circa il 35% delle prestazioni fornite dalla Società sono erogate a
favore di curandi provenienti da altre regioni, i cui costi sono a carico delle
Asp di provenienza;
per l'anno corrente il tetto di spesa stabilito è pari a Euro
2.300.000,00; circa Euro
nonostante in data 21.07.2011
dalla corrispondenza intercorsa tra
se corrisponde al vero che l'abbattimento della produzione
se siano state effettuate le giuste valutazioni giuridiche che portano a
modificare unilateralmente le condizioni contrattuali senza incorrere in un
contenzioso dagli esiti incerti;
se, nella riduzione del budget attribuito alla Azienda SA.TE.CA, si sia
tenuto conto del notevole numero di prestazioni erogate in favore di pazienti
provenienti da altre regioni, per i quali sussiste il rimborso e che pertanto
non generano alcuna economia di spesa per questa regione, ma che finiranno per
converso a penalizzare l'unica azienda termale che presenta un saldo turistico
extraregionale in attivo.
(166; 01.09.2011)
Aiello F. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
da più parti arrivano notizie - non smentite - circa il probabile mancato rinnovo contrattuale in danno del personale componente l'Autorità di Audit della Regione Calabria, nonostante tale circostanza - eventuale rinnovo legato ai risultati - fosse parte integrante del bando di selezione pubblico a suo tempo approvato;
tale ultima evenienza - raggiungimento dei risultati - sia stata più volte raggiunta dall'autorità di Audit per come riconosciuto dagli stessi organismi della CE;
sempre più, sono le voci che confermano la volontà di esperire da parte del settore interessato e su indirizzo della Giunta regionale - una nuova selezione per sostituire il personale già nelle disponibilità della stessa Regione Calabria;
il regolamento CE 1083/2006 impone di individuare una Autorità di Audit quale Autorità pubblica o organismo pubblico, designato alla vigilanza, controllo e verifica anche per più di un programma operativo;
è stata indetta, con DDG n. 4358 del 21.04.2008, una "Procedura selettiva per l'individuazione di un numero fino a 34 candidati da assegnare alla struttura dell'Autorità di Audit dei programmi operativi FESR e FSE 2007";
con decreto n. 16089 del 31 ottobre 2008 si è proceduto all'assunzione dei candidati risultati vincitori, con contratto individuale di lavoro subordinato a tempo determinato triennale, categoria D3 (funzionari professionisti), in scadenza il 09/11/2011;
visto, l'interesse e l'opportunità per
se corrisponda a verità, o meno, che
(169; 14.09.2011)
Franchino. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
nei giorni 24-27 Settembre 2009 e 11-17 Febbraio 2010 si sono verificati eventi alluvionali e i relativi dissesti idrogeologici a danno dei Comuni della Calabria, certificati con Ordinanza Commissariale n. 1/3862/2010 del 9 Luglio 2010;
si è proceduto all'approvazione degli elenchi dei Comuni e delle Province della Regione Calabria che a seguito della notifica della citata Ordinanza Commissariale hanno inviato la documentazione dei danni prodotti dalle calamità naturali nei termini previsti dalla stessa ordinanza;
in merito agli interventi eseguiti dagli Enti
attuatori secondo le procedure di somma urgenza,
l’ordinanza Commissariale n. 19 del 30/11/2011 stabiliva che, in relazione alle risorse finanziarie al momento disponibili era possibile erogare un contributo pari al 30% degli importi ritenuti ammissibili;
ai sensi dell'OPCM 3862/2010, il Presidente della Regione Calabria è stato nominato Commissario Delegato per il superamento dell'emergenza connessa ai dissesti idrogeologici che hanno interessato il territorio della Regione Calabria dall'11 al 17 febbraio 2010, potendo applicare i benefici della medesima OPCM anche ai Comuni colpiti dagli eventi alluvionali nei giorni dal 24 al 27 settembre 2009;
gli Enti (Comuni e Province), per come verificato dalla struttura di supporto al Commissario Regionale Delegato, seguendo le procedure di somma urgenza, hanno effettuato spese per affrontare le emergenze alluvionali e contestualmente creato posizioni debitorie a favore di microaziende presenti sul territorio;
dal mese di Settembre 2009 ad oggi e, nella migliore
delle ipotesi, dal mese di Febbraio
se gli Enti attuatori, considerate anche le difficoltà economiche e finanziarie nelle quali versano a seguito dei continui tagli ai trasferimenti dello Stato Centrale, avranno la possibilità e con quale tempistica, di ottenere il restante 70% delle somme utilizzate per gli interventi di somma urgenza, ciò al fine di ripianare situazioni debitorie che finiscono per pesare sul tessuto economico locale ed evitare che gli interventi eseguiti per fronteggiare emergenze e dissesti idrogeologici non finiscano per creare situazioni di dissesto finanziario per gli stessi Enti e per le già fragili economie territoriali.
(12; 1.08.2011)
Gallo. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore all’ambiente. Per sapere – premesso che:
con Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 17.12.2010,
veniva prorogato fino al 31.12.2011 lo stato di emergenza nel settore dei
rifiuti, dichiarato per
con ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3925 del
23.02.2011, il Generale della Guardia di Finanza, Graziano Melandri, veniva
nominato, in sostituzione del Presidente della Regione Calabria, commissario
delegato per il superamento della situazione di emergenza nel settore dei
rifiuti urbani nel territorio della Regione Calabria;
la data di scadenza del mandato ricevuto è fissata alla fine dell'anno
in corso, e che dal giorno della nomina sono ormai trascorsi circa sei mesi;
ad onta del tempo trascorso, nessuna criticità nel settore dello
smaltimento dei rifiuti sembra essere stata portata a risoluzione, come
evidenziano le sempre più ricorrenti e numerose proteste di Comuni ed
amministratori locali;
nessuna programmazione per la risoluzione complessiva della problematica
risulta essere stata elaborata o posta in esecuzione;
stando a quanto riportato dalle cronache di stampa, il lavoro del
Commissario delegato parrebbe anzi essersi ridotto a quello di mero
arbitro nel campo dell'individuazione delle discariche nelle quali autorizzare
lo sversamento dei rifiuti solidi urbani,
a detrimento dei Comuni virtuosi e della loro autonomia e sovranità di gestione
degli impianti realizzati nel loro territorio, in molti casi in dispregio delle
convenzioni pure sul punto esistenti;
in quest'ottica, di recente l'Ufficio del
Commissario ha di recente autorizzato il conferimento nella discarica di
contrada Silva, a Cassano Ionio, dei rifiuti provenienti da alcuni Comuni
dell'area alto tirrenica, in aggiunta a quelli smaltiti nella stessa discarica
da altri Comuni delle aree della sibaritide e del Pollino, oltre a quelli della
stessa Cassano Ionio;
tali scelte sono state spesso effettuate in esecuzione di decisioni
unilaterali, che rischiano di incrinare il corretto e leale rapporto di
collaborazione e concertazione tra istituzioni;
negativo sarebbe il protrarsi della gestione commissariale per come sin
qui impostata ed intesa dal Commissario delegato;
il governo regionale attualmente in carica, all'atto del suo
insediamento, ha assunto l'impegno di adoperarsi per la risoluzione delle
questioni legate alla definizione della questione rifiuti -:
se risponde al
vero che negli ultimi mesi le criticità del settore rifiuti si siano
notevolmente acuite;
se e come il governo
regionale intende intervenire per garantire il pieno rispetto, da parte
dell'Ufficio del Commissario per l'emergenza ambientale, delle intese concordate col Comune di Cassano
Ionio in ordine alle modalità di utilizzo della discarica cassanese di contrada
Silva;
se e come esso, pur non avendo competenza diretta nel merito della
questione, in coerenza con gli indirizzi programmatici, intenda adoperarsi per
far sì che la gestione commissariale in atto abbia termine o che, in subordine,
venga svolta lungo direttrici e secondo principi diversi da quelli fin qui seguiti
dall'odierno Commissario delegato.
(13; 16.08.2011)
Gallo. Al Presidente
della Giunta regionale e all’assessore ai
trasporti. Per sapere – premesso che:
la strada statale 106, denominata jonica, è unico anello di congiunzione tra il corridoio adriatico e quello tirrenico e per questa sua importanza risulta inserita tra le infrastrutture prioritarie nazionali;
la stessa nel tratto calabrese, attraversa ancora diversi centri
abitati, con grave pericolo per la salute e la sicurezza dei cittadini, oltre
che degli stessi automobilisti;
per evitare l'attraversamento del centro abitato di Montegiordano, nel
1996 si formulò ed approvò la progettazione per la realizzazione, tra i
chilometri 402.400 e 405.950, di una variante consistente nella creazione di un
percorso alternativo a quello esistente, mediante la perforazione di due
gallerie;
i lavori per la realizzazione di detta variante furono regolarmente
appaltati nel 1998;
nel 2001, alla presenza delle autorità civili e religiose, si provvide
all'abbattimento dell'ultimo diaframma delle richiamate gallerie;
da allora, tuttavia, nonostante una spesa complessiva di circa 150
milioni di euro, le suddette gallerie ed il tracciato alternativo non sono mai
state aperte alla viabilità;
tale ritardo, spiegava in Parlamento nel
in ossequio a ciò, si incaricò l'Anas di procedere alla progettazione ed
all'affidamento dell'appalto dei lavori legati al necessario adeguamento delle
due gallerie;
i medesimi lavori furono consegnati alla ditta appaltatrice nel marzo
del 2009;
in risposta ad una precisa richiesta informativa del Dipartimento per le
infrastrutture - Direzione generale per le infrastrutture stradali - del
Ministero delle infrastrutture, in data 18 dicembre
spirato detto termine, nel settembre 2010 lo scrivente presentava un'interpellanza
in Consiglio regionale, per chiedere alla Giunta regionale di intervenire
presso l'Anas per chiarire i motivi del nuovo ritardo e far sì che le gallerie
montegiordanesi e la realizzanda variante tra i chilometri 404.400 e 405.950
della strada statale ionica fossero quanto prima aperte al traffico veicolare;
a seguito di ciò, l’Anas rendeva noto essere imminente la ripresa dei
lavori di completamento;
nel novembre del
intanto, in risposta all'interpellanza del settembre
effettivamente, in data 28 febbraio 2011, alla presenza del presidente
dell'Anas, Pietro Ciucci, del ministro alle infrastrutture, Altero Matteoli, e
del Presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, si procedeva
all'inaugurazione delle gallerie montegiordanesi;
ad oggi, però, nonostante gli impegni assunti, il transito è consentito
ancora solo ed esclusivamente a corsia unica per ciascun senso di marcia;
ciò è fonte di gravi pericoli e disagi per gli automobilisti, con pesanti
e negative ripercussioni, anche in termini di sicurezza, sul traffico veicolare
lungo una delle principali arterie d'Italia, anello di congiunzione tra il
corridoio adriatico e quello tirrenico;
il governo regionale attualmente in carica, all'atto del suo
insediamento, ha assunto l'impegno di adoperarsi per la risoluzione delle
questioni legate alle deficienze infrastrutturali di cui l'intera Regione
soffre -:
se il governo regionale sia a conoscenza della situazione;
se e come lo stesso, pur non avendo competenza alcuna nel merito della
questione, in coerenza con gli indirizzi programmatici, intenda adoperarsi per
far sì che le gallerie montegiordanesi e la variante tra i chilometri 404.400 e
405.950 della strada statale ionica possano essere quanto prima completamente aperte
al traffico veicolare.
(14; 31.08.2011)
Il Consiglio regionale
premesso che il territorio ionico della provincia di Reggio presenta da decenni gravissime criticità e
risulta, in assoluto, una delle aree più marginalizzate non solo del nostro Paese;
la condizione di assoluto abbandono di questo comprensorio, a dispetto
delle forti e positive potenzialità tutt’ora inespresse è stata sostanzialmente
originata e progressivamente aggravata dallo, scarso
impegno di tutti i governi che si sono succeduti nel tempo e dalla incapacità e/o
insipienza della classe politica calabrese;
nonostante gli sporadici ma improduttivi interventi di parlamentari e Istituzioni
locali (Regione e Provincia in primis), i risultati sono stati fino ad oggi assolutamente
deficitari, mentre grandi investimenti non solo infrastrutturali sono stati
destinati ai problemi, non altrettanto drammatici, delle aree forti del Paese;
è venuto il momento di dedicare il massimo dell'attenzione sia da parte
del Governo nazionale,
anche attraverso Enti da esso partecipati, strategici per lo sviluppo del
territorio (ANAS; RFI ecc.) che da parte della Regione Calabria, per evitare
che il territorio regionale continui a
svilupparsi a "macchia di leopardo";
altresì, il territorio della locride non ha potuto fin qui esprimere le grandi
e naturali potenzialità di sviluppo turistico, da coniugare con la presenza di
piccole e medie imprese, proprio per l'assenza di forti investimenti infrastrutturali,
che hanno fin qui escluso fortemente la stessa area dai grandi circuiti
nazionali e internazionali;
è venuto il momento di inquadrare la “questione locride” nel più vasto
contesto sia della Regione Calabria che del “Sistema Paese”;
dato atto del lodevole ed apprezzato lavoro fin qui svolto da Comitato e
dal Consiglio dei sindaci dell’area jonica
mirato a porsi come interlocutore costruttivo, diretto e privilegiato della
Regione Calabria e dell’Ente Provincia di Reggio;
considerata assai favorevolmente la rinnovata disponibilità del Presidente Scopelliti
a riattivare il “Tavolo di Concertazione” già messo in campo col Comitato dei
sindaci del comprensorio;
tutto quanto premesso
il sottoscritto consigliere regionale
con la presente mozione intende sottoporre all’autorevole
attenzione, valutazione e discussione del Consiglio regionale, massima
Assemblea elettiva calabrese una questione non più
eludibile;
atteso altresì che lo stesso Consiglio
regionale nell'ambito dei propri poteri, è chiamato ad esprimersi sui
problemi della locride per fornire precisi indirizzi alla Giunta regionale ed
al Governo centrale in ordine all’utilizzo sul territorio calabrese di tutte le
risorse comunque mobilitabili;
in particolare il sottoscritto consigliere
regionale ritiene imprescindibile:
1) la riproposizione di un Tavolo Interistituzionale che periodicamente
si confronti sia sulle emergenze dell'intero territorio della locride che sugli
interventi strutturali possibili per avviare una fase nuova su un territorio
rimasto da decenni marginalizzato, con l’obiettivo dichiarato di innestare un
progetto di sviluppo condiviso, che ponga al centro della propria strategia il turismo
balneare, culturale, enogastronomico dei centri storici, quale risorsa
prioritaria da valorizzare;
2) una particolare attenzione sul fronte ambientale, segnatamente sulle
delicate questioni “Rifiuti” e “Depurazione” che hanno già messo a durissima
prova le capacità di resistenza del territorio locrideo al quale nell’ambito
della recente presa di posizione dell’assessore Pugliano, dovranno essere
confermate all’interno del Piano per il sud, la seconda tranche delle risorse
del 26 milioni di euro già destinate al sistema depurativo dell’area da Palizzi
a Monasterace. Analogamente si prospetta al Commissario per l’emergenza
ambientale un’attenzione più specifica rispetto alla generale e delicata
vicenda dei “Rifiuti” in Calabria. In
particolare, si richiede che si faccia carico del costo di trasporto dei
rifiuti da conferire nelle discariche fuori Provincia ed autorizzi l’allargamento
della fascia oraria nella discarica di Siderno, in attesa del ripristino di
quella di Casignana;
3) così come già sottolineato con la nostra
“Mozione” n. 8, presentata il 13.09.2010 al Presidente
del Consiglio regionale
sullo “Stato di attuazione della S.S. 106 ionica e sugli interventi da
effettuare da parte della Regione Calabria su Anas, Trenitalia e Governo centrale”, urge avviare un costruttivo ma stringente
confronto con i vertici dell'Anas per focalizzare lo stato attuale degli
interventi in corso, e con il Governo per accelerare il reperimento delle
imponenti risorse, ordinarie e/o straordinarie
necessarie per il completamento dell'opera. Vero è che per
4) analoghe iniziative dovranno essere assunte nei confronti del Gruppo
Ferrovie dello Stato, per l'azione penalizzante svolta negli ultimi anni nei confronti
della locride e dell’intera Provincia di Reggio,
isolandola di fatto dal resto del Paese, sopprimendo ben 12 treni a
lunga percorrenza in partenza da Reggio sia sulla linea
jonica che su quella tirrenica, come da noi più volte denunciato sulla stampa
locale ed in numerose iniziative pubbliche e istituzionali;
5) in ordine alla problematica originata dai Decreti emanati dalla
precedente Giunta di centro-sinistra
per i Centri storici di tutta
6) nel momento in cui si prospetta l'elaborazione e la presentazione di
un Piano strategico di sviluppo per tutto il comprensori, frutto degli apporti e
dei contributi delle Istituzioni locali, delle Parti sociali e della Società
civile, si richiede fin d’ora adeguata compensazione finanziaria a favore della
locride nel momento in cui, presumibilmente nel prossimo mese di
settembre, il Cipe andrà a deliberare l’assegnazione di ulteriori 900 milioni
di risorse rinvenienti da fondi Fas;
7) infine, per ciò che concerne il “Pianeta sanità”
dello stesso comprensorio il Dipartimento salute della Giunta regionale e soprattutto
la direzione strategica dell’Asp 56, dovranno avviare un confronto preliminare sull'atto
aziendale in corso di elaborazione sia per consolidare il ruolo dell’ospedale Spoke di Locri, afflitto da numerose
criticità che, più in generale, per offrire un positivo contributo, nell’ottica
costante dell’imprescindibile “Piano di rientro” per la realizzazione
dell’offerta sanitaria di tutta l'area, mirata
a migliorare la qualità del servizio “Salute”, esclusivo dei cittadini
direttamente interessati.
(47; 23.08.2011) Imbalzano
Il Consiglio regionale della Calabria
premesso che
nel 1994 ad Essen il Consiglio
europeo,
composto allora da 15 Stati ha varato il primo insieme di progetti atti a
sviluppare la rete trans europea dell’Europa;
il rapido procedere dell’integrazione dei nuovi Paesi
nella Unione e l’avanzamento dei lavori nei progetti di Essen hanno richiesto
una attualizzazione della pianificazione e a tal fine, nel 2002, è stato
insediato un gruppo di lavoro ad alto livello, coordinato da Karel Van Miert;
il gruppo di lavoro ha proceduto ad una rivisitazione
dell’insieme dei progetti sostenuti dal nucleo storico dei Paesi Ue e dai nuovi
membri, verificando le potenziali integrazioni ed accertando gli stati di
avanzamento delle opere in corso di realizzazione;
tra i 30 progetti (Trans-European Transport Network –
Ten-T) considerati prioritari e dichiarati di interesse europeo nel 2004 c’era
un gruppo di 5 interventi di interesse nazionale e, tra questi, il “Railway
axis Berlin-Verona/Milan-Bologna-Naples-Messina-Palermo”;
l’Ue, nell’ambito della rivisitazione del programma e
delle decisioni di investimento per la nuova rete europea, denominata “core network” ha un interesse
fondamentale al richiamato progetto comunemente denominato “corridoio1”;
i lavori, coordinati dal Commissario Siim Kallas,
dovrebbero avere una prima conclusione entro la data del 21 settembre p.v.;
su tali argomenti, si è appreso da notizie di stampa, di
una divergenza di opinioni e proposte oltre che un rimpallo di responsabilità
su un eventuale ridimensionamento del progetto tra il Governo italiano e
il disimpegno europeo provocherebbe poi un effetto
domino all’interno dei confini nazionali sul versante delle infrastrutture,
dell’economia e del tessuto sociale poiché in mancanza del finanziamento Ue
fino al 2020 si affosserebbe la prospettiva di realizzare in tempi ragionevoli
del prolungamento dell’alta velocità/alta capacità, da Salerno a Reggio
Calabria e sulla tratta Messina-Palermo-Catania. Inoltre si vanificherebbe il
potenziale apporto strategico di piattaforme logistiche che sono in grado di
operare a pieno regime solo a condizione di essere raggiunte da una linea di
alta capacità che le colleghi al resto d’Europa;
in questo contesto inoltre continuano le attività
tecniche propedeutiche alla realizzazione del Ponte sullo Stretto e, per
ultime, l’avvio delle procedure di esproprio per una parte delle opere a terra
nel versante calabro, il tutto in un quadro finanziario, nazionale ed
internazionale, difficilissimo che mette a rischio gli investimenti pubblici e
privati e, quindi la stessa realizzazione del manufatto;
l’indeterminatezza reale delle risorse economiche
necessarie alla realizzazione della struttura avrebbe dovuto cogliere una
sospensione delle procedure espropriative che, invece, sono state accelerate
con il rischio concreto di creare danni sociali, economici e ambientali ai
quali, peraltro
impegna il Presidente della Regione e
a difendere con forza il progetto del “corridio1”;
a sostenere una sospensione delle attività di esproprio
nel versante calabro dello Stretto insieme ad una moratoria nelle stesse
procedure tecniche per la realizzazione del Ponte.
(48; 16;09.2011) Battaglia
Il Consiglio regionale
della Calabria
premesso che
l'operatore di
Emergency Francesco Azzarà, nato a Motta San Giovanni, è stato rapito il 14
agosto
Francesco
Azzarà presta il suo servizio presso il Centro Pediatrico che l'associazione di
Gino Strada ha aperto nel
dal sequestro
del giovane calabrese è trascorso oltre un mese senza significative novità sul
rapimento di Azzarà, del quale si ignorano ancora i veri responsabili e le
motivazioni;
tutta la
comunità calabrese fa appello alle istituzioni locali, regionali, nazionali e
agli organismi internazionali sollecitando iniziative efficaci e risolutive in
favore del volontario;
nel rinnovare
la solidarietà del Consiglio regionale della Calabria alla famiglia di
Francesco Azzarà;
si chiede
al Presidente della Regione di promuovere ogni iniziativa istituzionale
utile a sollecitare l'intervento degli organismi nazionali ed internazionali in
favore della liberazione di Francesco Azzarà;
di sensibilizzare l'opinione pubblica sulla vicenda dell'operatore di
Emergency, nell'auspicio di una sua immediata liberazione.
(49; 19.09.2011) De Gaetano
Art. 1
Oggetto
1. La "Fondazione per
2.
3.
4.
5.
6.
Art. 2
Finalità
1.
a) svolgere, nella disciplina di oncologia, nel rispetto delle vigenti
disposizioni di legge e in conformità alla programmazione nazionale e
regionale, attività di prevalente ricerca biomedica e sanitaria e di assistenza
sanitaria, di tipo clinico e traslazionale;
b) trasferire i risultati validati della ricerca nei processi
assistenziali del sistema sanitario regionale;
c) elaborare ed attuare, direttamente o in rapporto con altri enti,
programmi di formazione professionale e di educazione sanitaria con riferimento
agli ambiti istituzionali di attività e per il miglioramento e lo sviluppo
delle stesse;
d) sperimentare e verificare forme innovative di gestione e di
organizzazione in campo sanitario, nei rispettivi ambiti disciplinari;
e) supportare tramite idonee modalità, le istituzioni di istruzione e
formazione pre e post laurea;
f) svolgere attività di studio e ricerca con attivazione di misure
preventive, nelle aree con alta incidenza di tumori;
g) promuovere e realizzare i programmi di screening oncologico per le
principali neoplasie.
2.
Art. 3
Statuto e Regolamento di
organizzazione e funzionamento
1. Entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, il
Consiglio di Amministrazione della Fondazione, sentita
2. Lo Statuto ha per oggetto il funzionamento degli organi della
Fondazione e del Consiglio di Amministrazione, e quanto altro inerente ai
poteri dello stesso Consiglio ed ai rapporti tra questo e gli altri organi
della Fondazione.
3. Successivamente all'approvazione dello Statuto ai sensi del precedente
comma, il Presidente della Regione svolge tutti gli adempimenti conseguenti al
riconoscimento della Fondazione come ente di diritto pubblico, ivi compresa la
cancellazione della Fondazione dal registro delle persone giuridiche di diritto
privato.
4. Eventuali modifiche allo Statuto devono essere deliberate dal
Consiglio di Amministrazione della Fondazione ed approvate dalla Giunta
regionale con le modalità di cui al precedente comma 1.
5. Entro trenta giorni dal ricevimento delle direttive di cui al
successivo articolo 4 comma 3, è adottato un regolamento di organizzazione e
funzionamento della Fondazione, in conformità al medesimo Statuto e nel
rispetto dei principi della normativa regionale e nazionale in materia.
Art. 4
Personale
1. Al personale dipendente della Fondazione si applica il trattamento
giuridico ed economico previsto per i dipendenti del servizio sanitario
regionale.
2.
3.
Art. 5
Finanziamenti e ricavi
1. Le fonti di finanziamento della Fondazione sono costituite da:
a) stanziamenti di cui all’articolo 12, comma 2, del decreto legislativo
30 dicembre 1992, n. 502 "Riordino della disciplina in materia sanitaria,
a norma dell'articolo 1 della legge 23 ottobre 1992, n. 421" e successive
modificazioni;
b) finanziamenti straordinari regionali per attività specifiche, per
interventi di edilizia sanitaria e per spese di primo impianto;
c) finanziamenti pubblici e privati.
2. Costituiscono ricavi della Fondazione:
a) i proventi derivanti dall'esercizio delle attività istituzionali ed
eventuali specifici finanziamenti pubblici e privati;
b) i frutti e le rendite generati da beni non direttamente utilizzati per
l'assolvimento delle finalità istituzionali;
c) i proventi derivanti dall'esercizio delle attività di cui all'articolo
13;
d) i lasciti, le donazioni, le eredità e le erogazioni di qualsiasi
genere che siano accettati dagli organi competenti e non imputati al
patrimonio.
3. E’ fatto divieto di utilizzare finanziamenti destinati all'attività di
ricerca per fini diversi.
Art. 6
Vigilanza
1.
a) il programma annuale di attività;
b) il bilancio preventivo economico annuale e pluriennale e il bilancio
d'esercizio;
c) gli atti vincolanti il patrimonio o il bilancio per più di cinque
anni.
Art. 7
Riconoscimento del
carattere scientifico della Fondazione
1. Al fine di individuare l'assetto istituzionale definitivo della
Fondazione,
2. Allo Statuto deve essere allegato un cronoprogamma che individui gli
obiettivi da raggiungere e le scadenze temporali atte a comprovare la validità
del percorso teso al conseguimento dei requisiti di cui all'articolo 13 del
D.Lgs. 16 ottobre 2003, n. 288.
4. Entro trenta giorni dalla comunicazione del decreto ministeriale di
riconoscimento, adottato dal Ministero della salute d'intesa con il Presidente
della Regione,
5. Entro i sessanta giorni successivi all'entrata in vigore della legge
di modifica gli organi della Fondazione riconosciuta quale IRCCS sono rinnovati
in coerenza con il disposto del D.Lgs. 16 ottobre 2003, n. 288 e tutti gli
organi preesistenti cessano dalle loro funzioni e decadono dalla carica dal
momento dell'insediamento dei nuovi organi.
Art. 8
Scioglimento
1. Qualora per due verifiche semestrali consecutive
3. Con la medesima delibera di soppressione,
4. Dall'insediamento del commissario liquidatore decadono dalla carica,
senza diritto ad alcun compenso o indennizzo di sorta, il Presidente ed i
componenti il Consiglio di amministrazione, il Direttore Generale, il Direttore
Amministrativo, il Direttore Sanitario, il Direttore Scientifico, i componenti
il Comitato Tecnico-Scientifico e i membri del Collegio Sindacale.
5. Ferma restando la continuità assistenziale, il commissario liquidatore
predispone un piano esecutivo particolareggiato, nei tempi e nei modi, per la
riconduzione delle attività e delle funzioni della Fondazione nell'ambito delle
attività e delle funzioni dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Mater Domini.
Il piano è approvato dal Presidente della Regione e dal Rettore e deve essere
compiutamente realizzato entro sessanta giorni dalla data di approvazione, pena
la riduzione del 70% di ogni eventuale emolumento connesso alla funzione di
commissario liquidatore fino alla conclusione dell'incarico.
6. Il Piano di cui al comma precedente prevede la riconduzione
nell'ambito della struttura organizzativa dell'Azienda Ospedaliero-universitaria
"Mater Domini", delle Unità Operative allo stato esistenti presso
7. I rapporti di lavoro del personale in servizio presso tali unità
continuano nell'Azienda ospedaliero-universitaria "Mater Domini"
senza soluzione di continuità, purché sia in possesso dei titoli richiesti per
l'accesso per le corrispondenti qualifiche degli enti del S.S.N. e sia stato
assunto a seguito di apposita procedura selettiva pubblica in conformità alle
norme in materia di assunzioni previste dalla legislazione nazionale e dai
contratti collettivi nazionali di lavoro di comparto vigenti.
9. Dal momento della chiusura della fase di liquidazione, la presente
legge cessa di avere efficacia.
Art. 9
Disposizioni transitorie
e norma di rinvio
1. Nelle more dell'espletamento dei pubblici concorsi,da bandirsi da
parte della Fondazione e dell'Azienda Mater Domini immediatamente dopo
l'entrata in vigore della presente legge,e da espletarsi entro il 31.12.2012,
al fine di garantire la continuità assistenziale e non creare alcuna
interruzione dell'offerta sanitaria finora erogata, il personale dipendente
della Fondazione continuerà a prestare la propria attività lavorativa previa
stipula di contratti di lavoro a tempo determinato con
2. Fino alla scadenza della gestione commissariale della sanità della
Regione Calabria, ogni attività che la presente legge rimette alla competenza
della Giunta regionale e del Presidente della Regione è svolta dal Presidente
della Regione nella qualità di Commissario ad
acta per l'attuazione del piano di rientro dal disavanzo sanitario.
3. Per quanto non contemplato nella presente legge si applicano le norme
del codice civile e le altre disposizioni di legge in materia.
Art. 10
Abrogazioni
1. Sono abrogati l'articolo 21 della legge regionale 7 agosto 2002, n.
2. Sono altresì abrogate tutte le norme legislative e regolamentari della
Regione Calabria, precedentemente approvate, che siano in contrasto con la
presente legge.
3. Per effetto delle suddette abrogazioni, con l'entrata in vigore della
presente legge cessa l'efficacia delle disposizioni contenute nelle delibere
della Giunta regionale n. 482/2004 e n. 798/2004, per incompatibilità
sopravvenuta nonché di tutti gli atti e provvedimenti in contrasto con la
stessa, ma sono fatti salvi gli effetti già prodotti.
Art. 11
Entrata in vigore
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della
sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
Art. 1
(Modifica dell'art. 26)
1. Il comma 2
dell'articolo 26 della legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25 è sostituito dal
seguente:
"2. Nel Regolamento
interno del Consiglio regionale sono istituite e disciplinate
Art. 2
(Commissioni permanenti)
1. Il comma 1
dell'articolo 28 della legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25 è sostituito dal
seguente:
"1. Il Consiglio
regionale istituisce al suo interno Commissioni permanenti, distinte per
settori organici di materia. Il Regolamento interno ne disciplina il numero, la
composizione e le modalità di funzionamento.".
Art. 3
(Modifiche dell'art. 35)
1. Al comma 4
dell'articolo 35 della legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25, le parole
"a quattro unità" sono sostituite dalle parole "a due
unità.".
2. Il comma 10 dell'articolo
35 della legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25 è abrogato.
Art. 4
(Differimento dell’efficacia della legge)
1. Gli articoli 1 e 2
producono i loro effetti a decorrere dal rinnovo del Presidente e dell'Ufficio
di Presidenza della nona legislatura del Consiglio regionale.
Capo I
Modifica della legge
regionale 15 marzo 2002, n. 13
Art. 1
(Modifica dell'art. 4)
1. Al comma 4 dell'articolo 4 della legge regionale 15 marzo 2002. n. 13
(Testo Unico della struttura e finanziamento dei Gruppi consiliari), dopo le
parole "appartenenti a ciascun gruppo" sono inserite le parole
"ridotto del 10 per cento.".
Capo II
Modifica della legge
regionale 13 maggio 1996, n. 7
Art. 2
(Sostituzione dell'art.
5)
2.
Art. 3
(Modifica dell'art. 7)
1. La denominazione della rubrica dell'articolo 7 della legge regionale
13 maggio 1996, n. 7 "Gabinetto" è sostituita dalla denominazione
"Ufficio di Gabinetto" .
2. Al comma 3 dell'articolo 7 della legge regionale 13 maggio 1996, n. 7
la parola "sei" è sostituita dalla parola "cinque".
Art. 4
(Modifica dell'art. 8)
1. Al comma 4 dell'articolo 8 della legge regionale 13 maggio 1996, n. 7,
la parola "sei" è sostituita con la parola "cinque", la
parola "cinque" è sostituita con la parola "quattro", la
parola "quattro" è sostituita con la parola "tre".
2. La riduzione di cui al comma 1 non opera nel caso in cui, per il
minore contributo lavorativo richiesto a tutti i componenti, si determini una
decurtazione proporzionale dell'indennità complessiva di struttura pari
all'indennità percepita da una unità.
Art. 5
(Modifica dell'art. 9)
1. Il comma 1 dell'articolo 9 legge regionale 13 maggio 1996, n. 7 è
sostituito dal seguente:
"1. E' istituito l'Ufficio Stampa della Giunta regionale, composto
da personale iscritto all'albo nazionale dei giornalisti. Tale dotazione di
personale è costituita da dipendenti delle amministrazioni pubbliche, anche in
posizione di comando o fuori ruolo, ovvero da personale estraneo alla pubblica
amministrazione in possesso dei titoli individuati dal decreto del Presidente
della repubblica 21 settembre 2001, n. 422 (Regolamento recante norme per
l'individuazione dei titoli professionali del personale da utilizzare presso le
pubbliche amministrazioni per le attività di informazione e di comunicazione e
disciplina degli interventi formativi), utilizzato secondo le modalità di cui
all'articolo 7, comma 6, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 (Norme
generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni
pubbliche), nei limiti delle risorse disponibili nel bilancio della Regione per
le medesime finalità. Con deliberazione della Giunta regionale è definito il
contingente di personale. Gli incarichi sono conferiti per un periodo di un
anno e possono essere confermati di anno in anno per la durata della
legislatura".
2. I commi 2 e 3 sono abrogati.
Capo III
Modifica della legge
regionale 13 maggio 1996, n. 8
Art. 6
(Modifica dell'art. 7
bis)
Art. 7
(Modifica dell'art. 9)
1. Al comma 3 dell'articolo 9 della legge regionale 13 maggio 1996, n. 8,
la parola "cinque" è sostituita con la parola "quattro".
Art. 8
(Modifica dell'art. 10)
1. Al comma 3 dell'art. 10 della legge regionale 13 maggio 1996, n. 8 le
parole "di ruolo" sono soppresse.
2. Al comma 4 dell'articolo 10 della legge regionale 13 maggio 1996, n.
8, la parola "tre" è sostituita con la parola "due".
3. La riduzione di cui all’articolo 3, comma 2, all’articolo 7, comma 1 e
all’articolo 8, comma 2, non opera nel caso in cui, per il minore contributo
lavorativo richiesto a tutti i componenti, si determini una decurtazione
proporzionale dell'indennità complessiva di struttura pari all'indennità
percepita da una unità.
Capo IV
Modifica della legge
regionale 8 giugno 1996, n. 13
Art. 9
(Modifica dell’articolo
unico)
1. Alla data di entrata in vigore della presente legge, i contratti di
consulenza dei comitati speciali di cui all'articolo unico prima alinea della
legge regionale 8 giugno 1996, n.13, dopo la loro naturale scadenza, per gli
esercizi finanziari 2012/2013, possono essere rinnovati solo nella misura
massima del 50% della somma iscritta nel bilancio 2011.
2. Al comma 3 dell'articolo unico della legge regionale 8 giugno 1996, n.
13, la parola "due" è sostituita dalla parola "uno".
3. La riduzione di cui al comma 2 decorre dalla scadenza naturale dei
contratti in essere alla data di entrata in vigore della presente legge.
Capo V
Disposizioni abrogative e
finali
Art. 10
(Abrogazione della legge
regionale 13 novembre 2002, n. 45)
1. La legge regionale 13 novembre 2002, n. 45 (Costituzione Commissione
Consiliare: 'Politiche comunitarie e relazioni esterne') è abrogata.
2. Il suddetto comma produce i suoi effetti a decorrere dal rinnovo delle
Commissioni consiliari di cui all'articolo 29, comma 7, del Regolamento interno
del Consiglio regionale.
Art. 11
(Modifica della legge
regionale 11 maggio 2007, n. 9)
Art. 12
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della
sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
Art. 1
(Modifica della legge
regionale 13 maggio 1996, n. 7)
1. Dopo l'articolo 23 della legge regionale 13 maggio 1996, n. 7 sono
inseriti i seguenti:
"Art. 23 bis (Pubblicità dello stato patrimoniale della dirigenza)
1. Se non diversamente tenuti in forza di disposizioni nazionali, i
dirigenti della Giunta regionale sono sottoposti agli stessi obblighi di
pubblicità della situazione patrimoniale e tributaria previsti dalla legge
regionale 24 settembre 2010, n. 24.
Art. 23 ter (Inadempienze)
1. Nelle ipotesi di mancato adempimento degli obblighi di pubblicità di
cui all'articolo 23 bis, il Presidente della Giunta regionale adotta nei
confronti dell'interessato le misure di cui all'articolo 6 della legge regionale
24 settembre 2010, n. 24.".
Art. 2
(Modifica della legge
regionale 13 maggio 1996, n. 8)
1. Dopo l'articolo 3 della legge regionale 13 maggio 1996, n. 8 sono
inseriti i seguenti:
"Art. 3 bis. (Pubblicità dello stato patrimoniale della dirigenza)
1. Se non diversamente tenuti in forza di disposizioni nazionali, i
dirigenti del Consiglio regionale sono sottoposti agli stessi obblighi di
pubblicità della situazione patrimoniale e tributaria previsti dalla legge
regionale 24 settembre 2010, n. 24.
Art. 3 ter (Inadempienze)
1. Nelle ipotesi di mancato adempimento degli obblighi di pubblicità di
cui all'articolo 3 bis, il Presidente del Consiglio regionale adotta nei
confronti dell'interessato le misure di cui all'articolo 6 della legge
regionale 24 settembre 2010, n. 24.".
Art. 3
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della
sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
Art. 1
(Modifica dell'art. 3)
1. Al comma 2 dell'articolo 3 della legge regionale 14 febbraio 1996, n.
3 (Disposizioni in materia di trattamento indennitario agli eletti alla carica
di consigliere regionale) le parole "ad euro 200,00" sono sostituite
dalle parole "a 400,00 euro".
Art. 2
(Modifica dell'art. 8)
"Art. 8 (Trattenute per indennità di fine mandato)
1. Sull'indennità di carica di cui all'articolo 1, punto f), è disposta,
al netto delle ritenute fiscali, una trattenuta obbligatoria del 4 per cento,
quale contributo per la corresponsione dell'indennità di fine mandato.".
Art. 3
(Modifica della rubrica
del capo IV)
1. La rubrica del capo IV della legge regionale 14 febbraio 1996, n. 3 è
così sostituita: "Indennità di fine mandato".
Art. 4
(Disposizioni
transitorie)
1. Le disposizioni di cui all'articolo 8 della legge regionale 14
febbraio 1996, n. 3, nonché quelle previste dagli articoli dal 14 al 23 della
predetta legge, continuano a trovare applicazione in favore di tutti coloro che
hanno versato e versano i relativi contributi e che comunque, alla fine della
nona legislatura, sono in possesso dei requisiti minimi per l'erogazione
dell'assegno vitalizio ovvero in favore dell'eventuale familiare superstite.
2. Il Consigliere che alla fine della nona legislatura non ha maturato,
ai sensi della legge regionale 14 febbraio 1996, n. 3, i requisiti per il
conseguimento dell'assegno vitalizio, ha diritto alla restituzione integrale
dei contributi versati, senza rivalutazione monetaria né corresponsione di
interessi.
Art. 5
(Disposizioni abrogative)
1. Gli articoli dal 14 al 23 della legge regionale 14 febbraio 1996, n. 3
sono abrogati.
Art. 6
(Efficacia della legge)
1. La presente legge, ad eccezione dell'articolo 1, produce i suoi
effetti a decorrere dalla decima legislatura del Consiglio regionale della
Calabria.
Art. 7
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della
sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
"Il Consiglio regionale
vista la proposta di modifica al Regolamento interno del Consiglio
regionale, presentata dai Consiglieri regionali Fedele, Bilardi, Serra,
Dattolo, Principe, Ciconte, Loiero, De Masi e Bova
delibera
di modificare il Regolamento interno del Consiglio regionale come
appresso specificato:
Art. 1
(Modifica dell'art. 16)
1. Il comma 4 dell'articolo 16 del Regolamento interno del Consiglio
regionale è sostituito dal seguente:
"4. La competenza per l'esame delle proposte di modifica ed integrazione
del Regolamento interno è attribuita alla prima Commissione permanente.".
Art. 2
(Modifica dell'art. 28)
"Art. 28
(Competenza delle Commissioni permanenti)
1. Sono istituite
le seguenti Commissioni permanenti:
a) Prima
Commissione - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento;
b) Seconda
Commissione - Bilancio, programmazione economica e attività produttive, affari
dell'Unione europea e relazioni con l'estero;
c) Terza
Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative;
d) Quarta
Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione
dell'ambiente.".
Art. 3
(Modifica
dell'art. 32)
1. Il comma 1
dell'articolo 32 del Regolamento interno del Consiglio regionale è sostituito
dal seguente:
"1. Il
Consiglio regionale, con deliberazione assunta con il voto dei due terzi dei
componenti, può istituire Commissioni speciali per l'esame di particolari
problemi o progetti di legge. Il Presidente del Consiglio regionale nomina i
componenti, previa designazione dei Gruppi consiliari, nel rispetto del
criterio di proporzionalità di cui al comma 1 dell'articolo 29.".
Art. 4
(Disposizioni
abrogative)
1. Sono abrogate
le seguenti disposizioni del Regolamento interno del Consiglio regionale:
a) articolo 36
(Comitato per la qualità e la fattibilità delle leggi);
b) articolo 77
(Effetti della richiesta di parere del Comitato per la qualità e la fattibilità
delle leggi);
c) articolo 124
(Comitato regionale di controllo contabile).
Art. 5
(Differimento
dell’efficacia del provvedimento)
1. Il presente provvedimento produce i suoi effetti a decorrere dal
rinnovo delle Commissioni consiliari di cui all’articolo 29, comma 7, del
Regolamento interno del Consiglio regionale, della nona legislatura del
Consiglio regionale”.
“Il Consiglio
regionale
considerato che
un'importante e concreta riduzione dei costi e degli sprechi della politica non
può non passare anche attraverso una riorganizzazione degli enti strumentali e
partecipati della Regione;
preso atto che
per tagliare e
riformare gli enti strumentali regionali si rende necessario partire da
un'analisi dei servizi che essi erogano e valutare concretamente e su dati
fattuali, le funzioni che si intendono sostenere e rafforzare con l'obiettivo di
mettere a sistema le risorse finanziarie e di riorganizzare
si impegna
ad attuare una
riforma ed una riduzione degli enti strumentali e delle società partecipate
della Regione al fine di contenere gli eccessivi ed ingiustificati costi ed
abolirne gli sprechi;
quindi a
proseguire e dare concreto impulso all'opera di razionalizzazione e
contenimento dei costi degli organi istituzionali e burocratici attraverso una
riorganizzazione regionale che preveda anche la soppressione di enti
strumentali e partecipati della Regione. A tal fine demanda alla Giunta
regionale il compito di predisporre, entro novanta giorni, una proposta di
legge per la riorganizzazione degli enti strumentali, in house e delle società
partecipate a maggioranza della Regione, presenti sul territorio calabrese
attraverso la fusione e/o soppressione per funzioni ed obiettivi degli enti di
che trattasi nella misura più efficace ed efficiente”.
“Il Consiglio
regionale
considerato che
la crisi
economica e finanziaria aggravatasi sempre di più negli ultimi tempi ha reso
non più procrastinabile un serio intervento in materia di riduzione dei costi
della politica e di funzionamento delle istituzioni anche a livello regionale;
si è affermata
quindi l'esigenza per il Consiglio regionale di riacquistare la centralità
originaria e di riaffermare il proprio ruolo, qualificando più nettamente i
propri strumenti e compiti ma soprattutto privilegiando aspetti quali una
migliore organizzazione interna e una maggiore capacità di rapportarsi in modo
incisivo con gli altri soggetti istituzionali in un'epoca in cui è diventata
fondamentale la rapidità delle decisioni, l'efficacia e l'efficienza degli
strumenti, l'economicità e l'adeguatezza delle risorse impiegate;
ritenuto
opportuno intervenire, pertanto, sulla ottimizzazione dei costi relativi alle
indennità dei dirigenti di livello apicale della Regione nonché degli enti
strumentali, in house e società partecipate a maggioranza della Regione;
impegna
le Amministrazioni
della Giunta e del Consiglio a presentare una proposta organica di riforma
delle normative di riferimento delle indennità dei dirigenti generali e dei
dirigenti degli enti strumentali, in house e delle società partecipate a
maggioranza della Regione, nonché a proporre, nelle opportune sedi di
contrattazione sindacale, l'eventuale riduzione delle indennità di posizione o
di risultato dei dirigenti della Giunta e del Consiglio; altresì, a predisporre
un progetto di legge finalizzato al conferimento alla Giunta regionale della
redazione di un testo unico in materia di riorganizzazione del personale della
Giunta regionale”.
“Il Consiglio regionale
considerato
che
la crisi
economica e finanziaria aggravatasi sempre di più negli ultimi tempi ha reso
non più procrastinabile un serio intervento in materia di riduzione dei costi
della politica e di funzionamento delle istituzioni anche a livello regionale;
si è affermata
quindi l'esigenza per il Consiglio regionale di riacquistare la centralità
originaria e di riaffermare il proprio ruolo qualificando più nettamente i
propri strumenti e compiti ma soprattutto privilegiando aspetti quale una
migliore organizzazione interna e una maggiore capacità di rapportarsi in modo
incisivo con gli altri soggetti istituzionali, in un'epoca in cui è diventata
fondamentale la rapidità delle decisioni, l'efficacia e l'efficienza degli
strumenti, l'economicità e l'adeguatezza delle risorse impiegate;
ritenuto che
l'assemblea legislativa regionale ed i singoli Consiglieri devono per primi
intervenire, nell'ambito delle proprie dirette competenze, con una serie di
misure che siano prova di senso di responsabilità e di coerenza;
preso atto che
per quanto concerne le materie oggetto di disciplina legislativa
si impegna
alla modifica
dello Statuto per la riduzione entro sei mesi del numero dei consiglieri regionali
dagli attuali 50 (cinquanta) a 40 (quaranta), unitamente all'approvazione di
una nuova legge elettorale”.
“Il Consiglio regionale
premesso che
l'articolo 17
della legge regionale n. 22/2007, nell'operare una ripartizione tra costi
totalmente sanitari, costi totalmente non sanitari e costi non riconducibili integralmente
ad una delle due categorie precedenti, contiene un evidente refuso allorquando
definisce le prestazioni riabilitative nel senso di "riabilitazioni a
ciclo diurno compresi", fissando, altresì, la seguente ripartizione:
a) 70% fondo
sanitario;
b) 30% fondo
sociale con partecipazione ospite;
il predetto
refuso ha portato ad una modifica delle condizioni contrattuali intercorse tra
i soggetti che erogano le prestazioni di cui sopra e le Aziende Sanitarie
Locali, provocando così una non corretta ripartizione dei costi tra fondo
sanitario e fondo sociale;
con l'articolo
32 della legge regionale n. 8/2010 fu approvata da questo Consiglio regionale
la modifica all'articolo 18 comma 1 della legge regionale n. 22/2007 "nel
senso di eliminare la parola compresi e sostituire le parole 70% fondo
sanitario regionale e 30% fondo sociale (con partecipazione ospite)" con
le parole "100% fondo sanitario regionale";
questa
disposizione fu dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale (123/2011)
che ha determinato il ripristino della vecchia formulazione dell'articolo 18
della legge regionale n. 22/2007, comprensiva di quel refuso:
impegna
1) ad
espletare, ed a riferirne al Consiglio, tutte le verifiche tecniche che
consentano di interpretare in modo autentico la disposizione di cui
all'articolo 18 della legge regionale n. 22/2010 in ordine ai requisiti
soggettivi ed alla corretta riconducibilità della tipologia di costo se
afferente interamente al fondo sanitario nazionale, tenuto conto di quanto
previsto dalla legge n. 833/1978 e dai DPCM del 14.02.2001 e del 29.11.2001
oltre alle linee guida Ministeriali n. 1/2001;
2) a proporre
con apposito disegno di legge l'interpretazione autentica de qua”.
Il Consiglio regionale,
premesso che
l'operatore di
Emergency Francesco Azzarà, nato a Motta San Giovanni, è stato rapito il 14
agosto
Francesco
Azzarà presta il suo servizio presso il Centro Pediatrico che l'associazione di
Gino Strada ha aperto nel
dal sequestro
del giovane calabrese è trascorso oltre un mese senza significative novità sul
rapimento di Azzarà, del quale si ignorano ancora i veri responsabili e le
motivazioni;
tutta la
comunità calabrese fa appello alle istituzioni locali, regionali, nazionali e
agli organismi internazionali sollecitando iniziative efficaci e risolutive in
favore del volontario;
nel rinnovare
la solidarietà del Consiglio regionale della Calabria alla famiglia di
Francesco Azzarà;
impegna
a promuovere
ogni iniziativa istituzionale utile a sollecitare l'intervento degli organismi
nazionali ed internazionali in favore della liberazione di Francesco Azzarà;
a
sensibilizzare l'opinione pubblica sulla vicenda dell'operatore di Emergency,
nell'auspicio di una sua immediata liberazione.