IX^ LEGISLATURA

 

RESOCONTO INTEGRALE

__________

 

22.

 

SEDUTA DI LUNEDI’ 19 SETTEMBRE 2011

 

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FRANCESCO TALARICO E DEL VICEPRESIDENTE ALESSANDRO NICOLO’

 

Presidenza del Presidente Francesco Talarico

La seduta inizia alle 17,07

PRESIDENTE

La seduta è aperta, si dia lettura del verbale della seduta precedente.

Giovanni NUCERA, Segretario Questore

Legge il verbale della seduta precedente.

(E’ approvato)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Legge le comunicazioni.

(Sono riportate in allegato)

Annunzio di interrogazioni, interpellanze e mozioni

Giovanni NUCERA, Segretario Questore

Legge le interrogazioni, interpellanze e le mozioni pervenute alla Presidenza.

(Sono riportate in allegato)

Annunzio di risposta scritta ad interrogazioni

PRESIDENTE

È pervenuta risposta scritta alle interrogazioni numero 96 del 22.2.2011 a firma dei consiglieri Principe e Maiolo e numero 127 del 21.4.2011 a firma del consigliere De Gaetano.

(Sono riportate in allegato)

Sull’ordine dei lavori

Pasquale Maria TRIPODI

Presidente, quando ritiene di darmi la parola, desidero intervenire sull’ordine dei lavori, gentilmente.

PRESIDENTE

Prima della sua richiesta aveva chiesto di intervenire l’onorevole De Gaetano che voleva proporre l’inserimento di una mozione all’ordine del giorno.

L’onorevole De Gaetano ha facoltà di parlare.

Antonino DE GAETANO

Grazie Presidente, volevo inserire all’ordine del giorno una mozione per la liberazione di Francesco Azzarà il reggino, operatore di Emergency, che è stato catturato e che da un mese è stato sequestrato.

Credo che sia utile che il Consiglio regionale discuta ed approvi questa mozione per dare un contributo fattivo, in cui si dica che questo Consiglio regionale è solidale e si impegna a far passi concreti presso la Farnesina e la Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Chiedo, quindi, che venga inserito all’ordine del giorno.

PRESIDENTE

Se siamo favorevoli possiamo votare per l’inserimento all’ordine del giorno della mozione.

(Il Consiglio approva)

Ha chiesto di parlare l’onorevole Tripodi. Ne ha facoltà.

Pasquale Maria TRIPODI

Presidente, intervengo per chiedere l’inserimento di una proposta di legge all’ordine del giorno relativa alle modifiche al calendario venatorio regionale, visto che sul tema, in questi giorni, sono stati registrati una serie di interventi a favore e contro. Così, non solo abbiamo la possibilità di chiarire gli aspetti legislativi sul calendario venatorio, ma anche la nostra volontà politica sulla pratica della caccia in Calabria.

Su questo, Presidente, chiedo la votazione per appello nominale.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Fedele. Ne ha facoltà.

Luigi FEDELE

Presidente, intervengo per chiedere l’inserimento di una proposta di legge, di iniziativa della Giunta regionale, che è di una certa urgenza e riguarda la “Fondazione Campanella”.

Chiedo che venga inserita al primo punto all’ordine del giorno, perché è un argomento di grande importanza. C’è una scadenza a fine mese. La Giunta ci ha sollecitato questo provvedimento, su cui sono personalmente d’accordo; ne abbiamo parlato anche in Conferenza dei capigruppo nella quale si è registrata unanimità di vedute.

PRESIDENTE

L’onorevole Fedele ha chiesto l’inserimento all’ordine del giorno della proposta di legge sulla “Fondazione Campanella”.

L’onorevole Tripodi, invece, di cosa chiede l’inserimento all’ordine del giorno?

Pasquale Maria TRIPODI

Presidente, è stato disattento.

Ho chiesto l’inserimento all’ordine del giorno della proposta di legge che ho presentato con l’onorevole Nucera inerente modifiche al calendario venatorio regionale.

Lo ripeto, Presidente, nel caso in cui non avesse sentito. Ho chiesto la votazione per appello nominale.

PRESIDENTE

Per inserire la proposta all’ordine del giorno c’è bisogno del voto favorevole dei due terzi del Consiglio. Non so se ci sono altri interventi sull’argomento.

L’onorevole Tripodi ha posto l’inserimento di una proposta di legge all’ordine del giorno. Si può intervenire a favore o contro.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Dattolo. Ne ha facoltà.

Alfonso DATTOLO

La proposta dell’onorevole Tripodi fa parte di un provvedimento più ampio che è stato presentato in discussione all’indirizzo della quarta Commissione.

Ritengo che in questo momento sia necessario soprassedervi per, poi, avere la possibilità di predisporre un disegno di legge complessivo.

PRESIDENTE

Visto l’intervento dell’onorevole Dattolo, ritengo che possiamo rinviare la trattazione di questo progetto alla Commissione competente.

Pasquale Maria TRIPODI

Presidente, le chiedo perdono. A questo punto, mi appello al Regolamento che prevede che l’inserimento all’ordine del giorno dei provvedimenti sia autorizzato a maggioranza dei due terzi dei presenti. Sempre, ai sensi del Regolamento, le chiedo di procedere con la votazione per appello nominale.

PRESIDENTE

Facciamo la votazione per appello nominale come da richiesta. Se interviene qualche altro capogruppo si potrebbe evitare l’appello nominale.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

Presidente, siamo d’accordo con la proposta di inserimento richiesta dall’onorevole Tripodi, purché venga inserita dopo le decisioni che assumeremo riguardo al primo punto all’ordine del giorno sulla questione dei costi di funzionamento delle istituzioni.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.

Giuseppe GIORDANO

Presidente, anche io intervengo per dichiarare a nome del gruppo il voto favorevole affinchè venga discusso il progetto di legge richiesto dall’onorevole Tripodi.

Per motivi metodologici ritengo che, benché possa essere immediatamente discussa, sia opportuno inserirla successivamente al dibattito sui costi della politica che certamente ci impegnerà a lungo.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Nucera. Ne ha facoltà.

Giovanni NUCERA

Molto brevemente, Presidente, per dire che sono d’accordo con la proposta avanzata dal collega Tripodi. Non è un problema di priorità, ma di Regolamento.

C’è una proposta avanzata dal collega Tripodi, c’è un iter regolamentare che dobbiamo seguire per cui mi sembra che l’alternativa sia: o si mette in discussione la richiesta avanzata dall’onorevole Tripodi attraverso un voto che esprimerà l’Aula o non c’è altra strada da seguire se non quella di respingere in maniera arbitraria la richiesta stessa.

Per cui, se il collega a norma di Regolamento chiede che venga votato l’inserimento, considerato che ci sono stati interventi dall’una e dall’altra parte a favore e contro, a questo punto solo l’Aula sovrana può determinare se deve essere messa in discussione, ovviamente, al termine dei punti già previsti all’ordine del giorno oppure no.

E’ un fatto di Regolamento, le procedure devono essere rispettate ed in nome di queste ritengo che dobbiamo concludere quest’iter che non può essere né interrotto né rinviato se non per volontà degli stessi consiglieri. Non possiamo fare diversamente.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l’assessore Trematerra. Ne ha facoltà.

Michele TREMATERRA, assessore all’agricoltura

Grazie Presidente, non per entrare nel merito dell’inserimento all’ordine del giorno della proposta di legge - questa è una Assemblea legislativa e quindi le proposte di legge devono passare al vaglio di quest’Aula - ma vorrei solo ricordare all’Aula che un anno fa è stato già approvato un progetto di che – ricordo ai colleghi Tripodi e Nucera che sono firmatari di questo progetto di legge – è stato impugnato dal Governo ed il 20 di ottobre verrà resa la sentenza da parte della Corte costituzionale nel merito della questione.

Per cui, a me appare una valutazione affrettata quella di discutere oggi di un provvedimento che già nel passato anno è stato impugnato dal Governo e che è soggetto in questo periodo a valutazione della Corte costituzionale. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Scalzo. Ne ha facoltà.

Antonio SCALZO

Presidente, intervengo a favore della richiesta di inserimento, avanzata dall’onorevole Fedele, della proposta di legge sulla Fondazione Campanella che potrebbe essere posta al primo punto all’ordine del giorno.

Se il taglio dei costi della politica è di grande attualità, il diritto alla salute, alla ricerca e l’assistenza ai malati oncologici credo abbiano la precedenza, soprattutto perché non ci possiamo più permettere il lusso di essere una Regione senza un istituto di ricerca a carattere scientifico in campo oncologico.

Per questo dico che siamo assolutamente favorevoli all’inserimento ed approvazione di questa proposta di legge. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.

Giuseppe GIORDANO

A nome del gruppo Italia dei valori, Presidente, ritengo che il provvedimento non possa essere affrontato oggi, per la delicatezza, l’importanza e per i riflessi che ha la “Fondazione Campanella” e che abbiamo affrontato in maniera poco ampia, pur meritando un dibattito più articolato ed approfondito, anche alla luce dei tanti coni d’ombra emersi anche dalla relazione della Corte dei conti.

Può anche avere dei riflessi positivi la costituzione di un centro di ricerca scientifica, ma la “Fondazione Campanella” ha rappresentato un buco nero per la sanità calabrese e per il bilancio della Regione.

Ritengo che, Presidente, forse ci sia l’opportunità e la necessità che la Commissione abbia tutti gli atti e che questo provvedimento sia discusso in Commissione, che si faccia una istruttoria che chiarifichi i tanti punti oscuri di questa vicenda e che, se è necessario - perché ho avuto la delibera qualche minuto fa ed ho letto che c’è l’esigenza di una scadenza al 30 settembre –si faccia una seduta ad hoc su questa materia.

Il diritto alla sanità e la chiarezza sulla sanità sono cose che non ci possono portare ad approvare in cinque minuti questo disegno di legge alla stregua di un semplice provvedimento amministrativo.

Ritengo che, se l’Aula dovesse esprimersi ed inserire e votare questa delibera, il gruppo di Italia dei valori esprimerà il suo voto contrario.

PRESIDENTE

Un attimo colleghi. Stavamo parlando della proposta dell’onorevole Tripodi relativa all’inserimento all’ordine del giorno della proposta di legge sul calendario venatorio.

Esprimiamoci su questo argomento e, poi,  passiamo al secondo punto.

Ci sono altri interventi su questo argomento?

Alfonso DATTOLO

Presidente, intervengo non per polemizzare ma perché mi meraviglia quanto dice il collega Giordano. Magari lui pone più attenzione al problema di tanti cacciatori che ci sono in giro e non ai tanti padri di famiglia che, probabilmente, il 30 settembre perderebbero il posto di lavoro.

Se non passiamo in Commissione per la caccia e dichiariamo d’urgenza una discussione su come cacciare qualche specie in più o in meno, poi ci preoccupiamo di non tenere in vita una struttura che è stata determinante per molte persone in Calabria?

Invito al senso di responsabilità che è dovuto a chi agisce sulla salute dei cittadini e non a chi deve sparare qualche volatile in più o in meno. Lo dico senza polemica.

Vincenzo Antonio CICONTE

Presidente, chiedo scusa, ma come capigruppo abbiamo discusso di questa proposta di legge di cui il consigliere Fedele ha chiesto l’inserimento.

PRESIDENTE

Onorevole Ciconte, stiamo parlando dell’inserimento all’ordine del giorno della proposta di legge sulla caccia.

Vincenzo Antonio CICONTE

Allora, per cortesia, quando si parlerà del polo oncologico vorrei la parola.

PRESIDENTE

Va bene.

Pongo in votazione la proposta dell’onorevole Tripodi per appello nominale.

Prego onorevole Nucera, proceda per l’appello nominale.

Giovanni NUCERA, Segretario Questore

Fa la chiama.

PRESIDENTE

Comunico l’esito della votazione. Presenti e votanti 46. Hanno risposto si 20; hanno risposto no 26. Astenuti: nessuno.

(Il Consiglio non approva)

(Hanno risposti si: Adamo, Aiello Ferdinando, Amato, Battaglia, Bova; Censore, Ciconte, De Gaetano, De Masi, Franchino, Giordano, Guccione, Loiero, Maiolo, Mirabelli, Nucera, Principe, Scalzo, Talarico Domenico, Tripodi)

(Hanno risposto no: Aiello Pietro, Bilardi, Bruni, Chiappetta, Dattolo, Fedele, Gallo, Gentile, Grilllo, Imbalzano, Magarò, Magno, Morelli, Nicolò, Orsomarso, Pacenza, Parente, Rappoccio, Salerno, Scopelliti, Serra, Stillitani, Talarico Francesco, Tallini, Trematerra, Vilasi)

Proseguiamo con l’ordine del giorno.

Sulla richiesta dell’onorevole Fedele, voglio aggiungere che in sede di Conferenza dei capigruppo si è registrata una valutazione positiva.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Ciconte. Ne ha facoltà.

Vincenzo Antonio CICONTE

credo che in Conferenza dei capigruppo avevamo tutti accettato la proposta del collega Fedele di inserire all’ordine del giorno il provvedimento inerente alla trasformazione del polo oncologico di eccellenza di Germaneto in Ircss.

Credo sia un fatto importante, una situazione che dobbiamo risolvere perché si è discusso per tanti e troppi anni per un Ircss. Sappiamo tutti che è una struttura privata in cui si sono verificate tante situazioni particolari e ritengo che trasformarla in un Ircss pubblico sia un atto dovuto da parte del Consiglio.

PRESIDENTE

Non ci sono altri interventi. La proposta è di inserire il provvedimento al primo punto all’ordine del giorno. Pongo in votazione la proposta dell’onorevole Fedele.

(Il Consiglio approva)

Ha chiesto di parlare l’onorevole Imbalzano. Ne ha facoltà.

Candeloro IMBALZANO

Brevemente, signor Presidente. Nei giorni scorsi, come saprà, avevo presentato una mozione sulla “questione Locride”, considerato che quel comprensorio è uno dei territori più marginalizzati della Regione e quindi necessita in Consiglio regionale di un dibattito il più ampio e approfondito possibile, per verificarne le condizioni ed esprimere un orientamento politico.

Avevo chiesto, anche, con una lettera inviata qualche giorno fa, di sottoporre alla Conferenza dei capigruppo l’inserimento della mozione all’ordine del giorno di questa seduta.

Ho appreso poco fa – me lo ha confermato il Governatore –  che il Presidente della Giunta regionale si recherà a Siderno stasera, per cui ritengo che la mia richiesta non rivesta più i caratteri dell’urgenza per come le avevo prospettato.

Quindi, quella richiesta che le avevo formulato in qualche modo può essere aggiornata.

PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di parola, pongo in votazione la richiesta di inserimento all’ordine del giorno della mozione inerente la locride.

(Il Consiglio approva)

Francesco MORELLI

Presidente, posso?

PRESIDENTE

Prego, onorevole Morelli.

Francesco MORELLI

Presidente, chiedo l’inserimento ai lavori odierni di un ordine del giorno da inviare alla struttura del commissario ad acta per la sanità, inerente “Interpretazione autentica dell’articolo 17 della legge 22 del 2007” che riguarda il riparto del fondo del sociale.

PRESIDENTE

L’onorevole Morelli chiede l’inserimento di una proposta di legge.

Francesco MORELLI

No, di un ordine del giorno da inviare alla struttura del commissario ad acta per verificare la compatibilità o meno di una interpretazione autentica dell’articolo 17 della legge 22 del 2007 che è inerente la ripartizione del fondo riguardante il sociale.

PRESIDENTE

Non ci sono altri interventi, pongo in votazione la richiesta di inserimento dell’ordine del giorno proposto dall’onorevole Morelli.

(Il Consiglio approva)

Proposta di legge numero 237/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Riconoscimento ex art. 54, comma 3, della legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25, della <Fondazione per la Ricerca e la Cura dei Tumori ‘Tommaso Campanella' Centro Oncologico d'Eccellenza> come ente di diritto pubblico”

PRESIDENTE

Si passa adesso alla proposta di legge numero 237/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Riconoscimento ex art. 54, comma 3, della legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25, della <Fondazione per la Ricerca e la Cura dei Tumori ‘Tommaso Campanella' Centro Oncologico d'Eccellenza> come ente di diritto pubblico”.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Fedele. Ne ha facoltà.

Luigi FEDELE

Presidente, come ho detto prima, la Giunta ha presentato questo provvedimento che riveste un particolare carattere di urgenza. Si tratta del polo oncologico di Germaneto che è uno dei fiori all’occhiello della nostra sanità.

C’è una problematica di cui tutti i consiglieri sono a conoscenza. C’è quindi l’urgenza di approvarla al più presto, ci sono delle scadenze a fine mese, per evitare di mettere in difficoltà la stessa Fondazione.

Chiedo che venga approvato oggi stesso per andare avanti con le esigenze della Fondazione.

PRESIDENTE

Nessuna chiede di intervenire, pongo in votazione l’articolato della proposta di legge. Tutti votano a favore tranne il gruppo di Italia dei valori.

Demetrio BATTAGLIA

Presidente, alla fine sulla proposta nel suo complesso farò una dichiarazione di voto.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 3.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 4.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 5.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 6.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 7.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 8.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 9.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 10.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 11.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 12.

(E’ approvato)

Ha chiesto di parlare l’onorevole Battaglia, per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

Demetrio BATTAGLIA

Presidente, ho votato contro questo provvedimento. In realtà questo voto è un richiamo a lei come Presidente e alla responsabilità dell’Aula.

Capisco il ruolo della Conferenza dei capigruppo, ma ritengo che non rappresenti l’inizio e la fine delle attività del Consiglio; ricordo, a tal proposito, che l’Italia ha sorriso sulla proposta del Presidente Berlusconi che, qualche anno fa, propose il voto dei capigruppo in Aula per evitare discussioni e problemi numerici.

Questo è un problema di procedure, di metodologia che riguarderebbe anche il Presidente Scopelliti.

Stasera stiamo votando un provvedimento di cui non conosciamo il testo, non ne conosciamo il merito ed i contenuti. Non abbiamo idea di tutto quello che è avvenuto in questi anni nella Fondazione Campanella.

L’Aula cosa sta votando? Presidente, lei non ci ha distribuito il testo. Noi non lo conosciamo, i consiglieri che hanno votato a favore del provvedimento non sanno cosa hanno votato. Questi sono problemi di metodo e di procedure rispetto ai quali è inutile discutere del costo di funzionamento o dei costi della politica che sono relativi a quello che noi produciamo.

Stasera siamo partiti con questo punto all’ordine del giorno. Voglio evidenziare tutto questo con un voto contrario.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole De Masi. Ne ha facoltà.

Emilio DE MASI

Presidente, mi pare di dover rilevare un equivoco, anche in riscontro all’intervento che ha fatto l’onorevole Battaglia.

Faccio parte della Conferenza dei capigruppo ed in questo ruolo, appena entrato nella sua stanza, mi è stata consegnata questa delibera, ma non mi è stato comunicato nulla a riguardo.

Condivido le ragioni che hanno indotto l’onorevole Battaglia a votar contro. E per quanto ci riguarda come gruppo – l’ha fatto l’onorevole Giordano – abbiamo rafforzato la contrarietà, sulla base di valutazioni che attengono a problemi e questioni finanziarie ma, ribadisco, che persino sul piano procedurale è una cosa francamente inammissibile ed incomprensibile. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Bova. Ne ha facoltà.

Giuseppe BOVA

Ero presente in Conferenza dei gruppi e ovviamente è vero quel che lei dice. Anch’ io non ho inteso ostacolare la proposta del capogruppo del Pdl per l’inserimento all’ordine del giorno. Quello è un punto, c’è una volontà più ampia. Nel merito non sono in grado - e come me né il consigliere Adamo, né il consigliere Tripodi del gruppo Misto - di esprimere una valutazione.

Perciò, coerentemente, il nostro è un voto di astensione, per non ostacolare ma al contempo non dare un consenso attivo ad un provvedimento di cui disconosciamo la portata. Tutto qui.

Il voto di astensione, pertanto, riguarda me ed i colleghi Adamo e Tripodi.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Mirabelli. Ne ha facoltà.

Rosario Francesco Antonio MIRABELLI

Presidente, voterò a favore. E’ vero che, dal punto di vista delle procedure, molto probabilmente si doveva e si poteva fare anche meglio, ma, vista l’importanza e la delicatezza dell’argomento ed i termini di scadenza del 30 settembre, credo che, comunque, sia un argomento da affrontare velocemente e seriamente, trattandosi di un istituto oncologico che si trasforma da Fondazione a Ente di diritto pubblico, consentendo, poi, di offrire assistenza e terapia a dei pazienti affetti da particolari patologie. Tutto ciò, al di là di quello che porrebbero delle indagini; non siamo in un commissariato di polizia o in una stazione dei carabinieri.

E’ per questo motivo che voto a favore. Avere un supporto in più nell’oncologia, all’interno del sistema calabrese, è importante sia per i malati sia per le loro famiglie, ma, soprattutto, è importante in virtù delle discussioni sulla necessità di abbattere i costi della sanità e dell’emigrazione sanitaria.

Sappiamo benissimo che l’emigrazione sanitaria in questo settore o quello oncologico è quella che incide più di tutti sulla spesa, quindi è ovvio che dobbiamo agire velocemente e cercare, quanto meno in questa fase, di poter concretizzare questa trasformazione che è di tipo sostanziale e non formale, onorevole Ciconte, in modo da poter dare maggior respiro ed opportunità ad un settore che, purtroppo, è sempre più importante e, nell’ambito del settore sanitario, diventa prioritario.

Per questo motivo, credo sia giusto votare questa delibera della Giunta regionale e, qualora ci fossero altri fraintendimenti o altri dubbi, si potrà, ritornare in futuro a fare una disamina sulle attività precedenti della Fondazione Campanella; in questo momento credo sia superfluo.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

Presidente, per evitare che anche i nostri comportamenti vengano catalogati nell’ambito di una Babele, vorrei precisare che la Conferenza dei capigruppo con il provvedimento in esame in realtà c’entra poco. Nel senso che questo testo ci è stato consegnato mentre eravamo impegnati in modo abbastanza serio e determinato a discutere dei costi di funzionamento delle istituzioni.

Per cui, a fronte di iniziative di questo tipo e della richiesta dell’onorevole Fedele, il gruppo si è affidato – penso bene – alla consulenza del collega Scalzo che in materia ha una specifica competenza e ritiene in via di urgenza, volevo dire al collega Battaglia, accettabile questa iniziativa per le cose che ci sono state riferite. Questa iniziativa consente, intanto, la continuità dell’assistenza - che non è un fatto di poco conto - che consente di evitare, in un momento così delicato, un conflitto col personale dipendente e la trasformazione istituzionale dell’ente.

Naturalmente, dovremmo evitare, in futuro, questo modo di procedere affinché provvedimenti di una certa delicatezza vadano prima al vaglio e all’istruttoria delle Commissioni, così com’è giusto che sia. Nel caso in specie, attesi questi obiettivi, noi li abbiamo condivisi anche con l’impegno di ritornare sulla questione in modo più approfondito, in riferimento agli aspetti più generali del problema.

Questa è la posizione che abbiamo assunto e, devo dire con onestà, che esula dalla Conferenza dei capigruppo. Non mi permetterei mai di ritenere la Conferenza dei capigruppo esaustiva di tutto l’universo mondo e, soprattutto, espropriatrice di quelle che sono le competenze del Consiglio.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Dattolo. Ne ha facoltà.

Alfonso DATTOLO

Grazie Presidente, volevo intervenire su quanto detto dall’onorevole Battaglia che non aveva il testo e non ha avuto la possibilità di esaminare a fondo la proposta arrivata in Aula.

Può essere, sicuramente, una condizione propedeutica a fare successivamente un ragionamento su questa situazione; ritengo che questo tema possa essere tranquillamente affrontato quando si parlerà di sanità e in Conferenza dei capigruppo si è deciso di dedicare una seduta di Consiglio regionale alla trattazione di questa problematica.

So che il gruppo consiliare di Italia dei valori ha avuto fin dall’inizio una posizione critica - e questo è risaputo – rispetto a quelle che sono state le gestioni del passato o alcune situazioni che hanno impedito che la Fondazione Campanella risolvesse gran parte dei suoi problemi.

Ritengo che, oggi, questa maggioranza si assuma la sua responsabilità e dimostri di stare dalla parte dei calabresi, dalla parte di una istituzione che ha uno dei centri più importanti, che ospita quotidianamente centinaia o, direi, a fine anno migliaia di pazienti calabresi.

Per molti di questi si tratta di persone che aveva fatto prima emigrazione sanitaria e questo è uno dei mali peggiori per i nostri conti nel settore della salute.

Quindi, a parte la procedura, che ritengo bisognerebbe sicuramente approfondire, ho apprezzato che gran parte della opposizione abbia colto lo spirito di questo provvedimento che ha una finalità anche temporale, perché era fissato il termine del 30 settembre e poi c’era il rischio che molte figure che operano all’interno di questo centro non avessero più la possibilità di fare il proprio lavoro.

Concordo con l’esigenza di affrontare più dettagliatamente alcuni aspetti che sono legati alla vicenda.

Lo faremo, collega Giordano, ed abbiamo anche discusso con il suo capogruppo in Conferenza: parleremo in una seduta di Consiglio regionale di fondi comunitari e in un’altra seduta di sanità.

Avremo, quindi, tranquillamente la possibilità in Aula di sciorinare i numeri e di fare interventi che diano più cognizione di quello che è stato un percorso passato. Ma ritengo che dobbiamo guardare al futuro e questo provvedimento va in questa direzione e sicuramente sarà un provvedimento che i calabresi apprezzeranno.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Censore. Ne ha facoltà.

Bruno CENSORE

Presidente, comunico la mia astensione perché, come ha detto il collega Battaglia, non conosco il testo. Non so per quanti anni sia stata concessa la proroga e poi voglio ricordare che siamo in fase commissariale ed in pieno piano di rientro.

E’ giusto che un centro di eccellenza di tale portata sia salvaguardato e siano salvaguardati i livelli occupazionali, ma mi chiedo: perché gli ospedali di montagna devono essere riconvertiti e a quei cittadini che vivono nei territori interni deve essere negata l’assistenza sanitaria? Allora, se siamo in pieno piano di rientro, se il Tavolo Massicci impone lacrime e sangue e sacrifici, vorrei conoscere il testo perché vorrei conoscere i costi e la spesa e, quindi, averne contezza.

Poiché oggi non mi è stata offerta questa possibilità mi astengo. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Orsomarso. Ne ha facoltà.

Fausto ORSOMARSO

Presidente, c’è poco da intervenire. Ha detto tutto il collega Dattolo dell’Udc perché io dico, onorevole Censore, visto il politichese al quale più volte ci avete abituati: mettetevi d’accordo, mettetevi d’accordo se c’è il voto contrario o a favore, mettetevi d’accordo se c’è il voto di astensione.

Bruno CENSORE

Voi siete maggioranza e vi assumete la responsabilità delle scelte che fate.

Fausto ORSOMARSO

Chiedo scusa, Presidente. Dico che il tema è talmente importante che, così come c’è una maggioranza compatta, noi vorremmo capire con quale minoranza stiamo dialogando.

Per cui sento l’appiglio populista su una questione delicata ed importante, su quel piano di rientro che molto bene o molto malamente ha contribuito a fare la precedente consiliatura, guidata dall’onorevole Loiero; di quella maggioranza l’attuale Consiglio regionale ha dei pezzi importanti e oggi c’è chi vota contro, chi si astiene e c’è chi vota a favore.

Questo è il quadro su un tema come la Fondazione Campanella di cui ricordo, anche se non ero componente del Consiglio regionale, la puntata del programma Report.

Non guardiamo al passato, noi siamo quelli che guardano al futuro e al futuro guarda questa minoranza in cui nell’ambito di uno stesso gruppo c’è che vota contro, che si astiene e chi vota a favore. Grazie Presidente.

PRESIDENTE

Non ci sono altri interventi quindi possiamo procedere con la votazione.

(Interruzione)

Come? Ho già verbalizzato che lei vota contro. E’ già intervenuto. Anche nell’intervento di prima si sposta alla discussione di adesso …

(Interruzione)

No, non si può intervenire nel merito perché siamo arrivati alle dichiarazioni di voto, abbiamo votato tutto l’articolato ed adesso ho dato la possibilità di esprimersi. Se vuole fare la dichiarazione di voto, le do la parola.

Giuseppe GIORDANO

Presidente, la dichiarazione di voto l’ho fatta nei tempi e nei modi dovuti, non a posteriori dopo il voto, ma prima del voto ed è stata chiarissima.

Il gruppo di Italia dei valori ha motivato - e mi dispiace per quello che ha detto prima il collega Dattolo - su una questione di tale importanza e rilevanza atteso che, caro onorevole Dattolo, c’è stata anche una pronuncia della Corte costituzionale del 7 luglio 2010 che dava precise direttive, per cui quello che ha compiuto l’Aula oggi non è un atto di responsabilità, ma un atto gravissimo.

Bisognava passare dall’esame in Commissione e mettere luce alle tante ombre che per tanti anni hanno attraversato questa Fondazione che è stata un buco nero. Tra l’altro non si capisce neanche cosa sia stata: era senza accreditamento ed ha erogato servizi senza essere una struttura né pubblica né accreditata selezionando personale in spregio a tutte le regole dell’evidenza pubblica.

Questa è stata la Fondazione Campanella. Noi, invece, per quello che di positivo ha fatto la Fondazione Campanella volevamo che si aprisse un dibattito in quest’Aula, che si prendesse coscienza e responsabilità, che si facesse anche una seduta ad hoc per licenziare un provvedimento che non può essere trattato alla stregua di una delibera, di un atto amministrativo. Qui parliamo di sanità e con serietà del futuro della Calabria, caro onorevole Dattolo e cara maggioranza.

Per questo motivo Italia dei valori ha votato contro e su questa questione andremo certamente avanti perché vogliamo che si faccia chiarezza e vogliamo delle regole precise in tutto in questa Regione.

PRESIDENTE

La parola al Presidente Scopelliti per dichiarazione di voto.

Giuseppe SCOPELLITI, Presidente della Giunta regionale

Presidente, mi permetto di sottolineare, una cosa: ho domandato ai colleghi il motivo per cui ci fosse così tanta confusione in Aula, perché, francamente, non riuscivo a comprendere gli interventi dei colleghi della minoranza.

Mi pare di capire che si sia messo in discussione il ruolo della Conferenza dei capigruppo.

Ma la Conferenza dei capigruppo qualche volta – e forse questa è una delle pochissime, rare volte – invia in Aula, dà un via libera ad un provvedimento che ha carattere di urgenza e presumo, così come accade dalle nostre parti, che il buon Presidente del gruppo Fedele - così come sono soliti fare gli altri capigruppo Bilardi, Dattolo, Serra – riunisce il gruppo ed illustra la proposta di legge. Si va, poi, in Aula e tutti quanti noi siamo a conoscenza del provvedimento che viene adottato.

Trovo un po’ di difficoltà, francamente, ad entrare nel merito di vicende di altri gruppi. E’ un problema questo al quale ovviamente noi possiamo solo cercare di andare incontro per spiegare meglio in prospettiva ciò che è il provvedimento.

Si è parlato, però, tante volte di sanità. Ho sentito anche tanti illustri colleghi che hanno parlato di sanità, che hanno fatto sanità, che hanno avuto ruoli nella sanità e che oggi, anche su questo tema, vogliono avere maggiore chiarezza.

Ebbene, credo che stiamo parlando di buona sanità nel senso che stiamo andando a rivedere la posizione di una Fondazione che, purtroppo, è stata messa a rischio ed a repentaglio dalla mala politica.

Abbiamo dovuto e stiamo ricercando tutte le forme che ci consentono di mettere in campo una Fondazione che per noi deve diventare un centro regionale di eccellenza e, quindi, recuperare quella funzione e quella forma che era stata individuata all’atto della sua costituzione e diventare, ovviamente, un riferimento a livello calabrese.

Capisco che è difficile comprendere, però, di quest’atto se ne è parlato già mesi addietro. Siamo tornati, oggi, in Aula per ridisegnare una legge che doveva essere più organica rispetto a quello che era il disegno inserito nel piano di rientro.

Credo, quindi, che ovviamente e sicuramente noi voteremo questa legge, ma attenzione a quando si dice che tutti quanti vogliamo costruire buona sanità e che tutti quanti vogliamo il bene e la salute del cittadino perché qui corriamo il rischio di assumerci noi soli, come maggioranza, la responsabilità di un provvedimento, perché abbiamo cercato di salvare un patrimonio di risorse ed idee valide nella Fondazione, al di là dei suoi – non ricordo adesso – 200 assunti senza concorso e tra questi assunti ci sono anche nomi illustri, ma noi non abbiamo chiesto di conoscere bene e attentamente l’aspetto anagrafico. 

Quindi, oggi, attraverso l’iter che si sta provvedendo a realizzare, attraverso delle procedure di legge che consentono di recuperare queste figure, stiamo salvaguardando e tutelando l’idea di un Istituto importante che dovrà e potrà rappresentare nel futuro, proprio per la funzione che abbiamo individuato, non soltanto per la città di Catanzaro, ma per la Calabria intera, un ruolo importante nel campo oncologico.

Vorrei evidenziare anche a quelli che hanno un minimo di competenza nella sanità e a quelli che, magari, hanno coltivato e praticato sanità in questi anni - non credo, francamente, con risultati brillanti dopo quello che abbiamo trovato – che il problema legato alla Fondazione Campanella è un problema che abbiamo deciso di affrontare in maniera seria cercando di disegnare uno spazio adeguato anche all’interno del piano di rientro. Al punto che, comunque, lo stesso Tavolo Massicci ha condivido la filosofia, ha apprezzato l’idea e la funzione di questa struttura e ovviamente non ha apprezzato tutto ciò che la politica ha cercato di mettere in campo dentro quella struttura non realizzando, ovviamente, percorsi che sono di evidenza pubblica e che fanno parte di strutture che hanno una competenza di natura diversa.

Credo che da questo punto di vista, Presidente, abbiamo messo in campo una strategia che, a mio giudizio, porterà questa realtà a diventare una struttura di eccellenza e, così come è stato anche evidenziato in uno degli ultimi incontri proprio per la realizzazione del nuovo ospedale della città di Catanzaro, – attraverso l’utilizzo di quelle risorse che rischiavano di essere disperse – abbiamo ottenuto la possibilità attraverso un dialogo tra le varie istituzioni ed i vari enti di recuperare una funzione sotto l’aspetto oncologico per dare a questa struttura una funzionalità che diventa, sicuramente, di livello regionale.

Questo tipo di risultato e questa legge mette un ulteriore punto fermo rispetto ad un percorso e ad una idea che noi abbiamo della Fondazione che deve rappresentare in futuro un altro presidio di buona sanità e quindi una garanzia per la salute del cittadino.

Dicevo prima, evidenziando un aspetto quando si parla di sanità, che, francamente, devo dire, nonostante non condivida una parte corposa delle scelte fatte sulla Fondazione – ed è chiaro ed evidente, ovviamente, a cosa faccio riferimento – che salvarla è un obbligo, perché la Fondazione nasce con un obiettivo nobilissimo e preferisco, ovviamente, continuare sulla strada della chiusura e della riconversione di tutte quelle strutture, per le quali ognuno si agita cercando di…

Vi invito soltanto a fare una passeggiata per vedere la struttura della Fondazione Campanella e di fare una passeggiata all’ospedale di Scilla o di Cariati, di Praia a Mare o di Siderno – che abbiamo chiuso – o di altri ospedali. C’è una differenza abissale: la luce con il buio, completamente l’opposto.

La Fondazione Campanella proprio per questo merita di essere attenzionata e di essere sostenuta perché il campo oncologico – vorrei ricordare a tutti – che noi siamo la Regione del costo più alto in percentuale della emigrazione sanitaria, è quello che crea maggiore dispersione di risorse pubbliche e maggiori costi per la Regione.

Ecco perché dobbiamo dare una accelerazione per portare anche al Tavolo Massicci questo ulteriore ed ennesimo risultato che ci consentirà di dimostrare che la Fondazione Campanella ha un motivo di esistere e che per noi è un investimento per il futuro.

PRESIDENTE

Grazie, Presidente Scopelliti, pongo in votazione l’intero provvedimento.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Costi della politica - Dibattito

PRESIDENTE

Possiamo procedere adesso con l’ordine del giorno. Dibattito sui costi della politica.

Farò qualche considerazione introduttiva in modo tale che i componenti dei gruppi possano, poi, prendere la parola.

Penso che oggi sia un giorno importante di questo Consiglio regionale per quello che andremo a fare da qui a poco.

Devo esprimere soddisfazione per il lavoro che gli uffici, innanzitutto, i dirigenti della Giunta e del Consiglio ed i Presidenti dei gruppi consiliari hanno prodotto.

Se siamo qui è perché abbiamo lavorato intensamente anche nel mese di agosto per addivenire ad una serie di provvedimenti che riguardano i costi della politica.

Siamo intervenuti su diversi settori, - e volevo chiedere solo un po’ di silenzio ai colleghi – su una serie di questioni che hanno riguardato provvedimenti che hanno modificato lo Statuto, provvedimenti legislativi, ordinari e ordini del giorno.

Siamo convinti che bisognava intervenire non in maniera episodica, ma strutturale.

Devo dire che questo Consiglio regionale in questo anno, dal suo insediamento, con la piena condivisione di tutti, ha operato una serie di tagli e li voglio ricordare: il 10 per cento del finanziamento dei gruppi, il 25 per cento degli accessi, la sede unica di Giunta e Consiglio regionale a Roma, infatti non ci sono più due sedi, con un risparmio per i costi della politica che è stato certamente importante.

Volevamo continuare su questa strada con riforme strutturali ed allora abbiamo lavorato intensamente con gli uffici tenendo conto e facendo i conti anche con una manovra nazionale e finanziaria che cambiava di ora in ora.

Abbiamo assistito tutti a questa continua modifica che avveniva anche nell’approvazione da parte del Parlamento della manovra finanziaria.

Allora, soprattutto la Calabria che è una Regione debole e dalle tante problematiche, che ha una serie di crisi molto forti che partono dalla crisi nazionale ed internazionale e si ripercuotono anche sulla nostra Regione, aveva bisogno di azionare dei tagli ai costi della politica. Abbiamo proceduto all’individuazione di questi tagli e alla destinazione delle risorse derivate anche al finanziamento di politiche sociali e di sostegno a coloro che hanno più bisogno, sapendo che le statistiche ci dicono che un calabrese su 3 è sotto la soglia di povertà.

Di fronte a queste incertezze e difficoltà in una Regione come la nostra con le sue lentezze e con le sue differenze da colmare, c’è la necessità che tutti facciano fino in fondo la propria parte.

Ci vuole coesione sociale di fronte ai problemi che siamo chiamati ad affrontare e risolvere. Questa è una legislatura importante per la nostra Regione. Fin dall’insediamento abbiamo parlato di svolta, di cambiamento, di rinnovamento ed è questa la strada che ci siamo dati all’inizio e vogliamo continuare facendo delle riforme serie e concrete, non fatte a parole ma che lascino realmente il segno del nostro agire quotidiano.

Siamo, quindi, andati avanti su questa strada a tutti i livelli istituzionali, politici e sociali. Penso che dobbiamo cercare di collaborare, di costruire sinergia e cercare di far emergere la parte sana della nostra Regione per far squadra. Per far questo c’è bisogno della collaborazione di tutti.

Contro la crisi in atto c’è bisogno di provvedimenti concreti per sostenere il potenziale di crescita della nostra Regione anche con un cambio di mentalità culturale che è essenziale se vogliamo cambiare questa nostra terra e che aiuti ad allontanare il risentimento dei cittadini stessi verso la politica e le istituzioni.

Attenzione, però, dobbiamo avere una idea chiara e distinguere i costi della politica dai costi della democrazia che sono irrinunciabili, necessari e rappresentano il presupposto per ogni forma di crescita e sviluppo civile, sociale ed economico.

La parola democrazia è stata sicuramente svilita nel linguaggio del dibattito politico ma è una parola che va recuperata e non va confusa, restituendole il suo significato fondamentale di strumento che consente di dare legittimità all’esercizio del potere politico e alle decisioni che le Assemblee elettive sono chiamate a prendere.

La manovra strutturale che voteremo oggi nasce dell’esigenza di ridurre i costi, di ripensare agli assetti istituzionali, semplificando ed accorpando alcuni di essi, strutture e funzioni alla luce di nuove esigenza ma salvaguardando tutto ciò che occorre per dare risposte ed assicurare il funzionamento dell’Istituzione regionale.

Quest’azione è importante per riacquistare fiducia nei confronti dei cittadini e recuperare la credibilità della politica ma prima ancora da parte delle istituzioni.

Dopo di me interverrà il Presidente della Giunta regionale Scopelliti che, quindi, ancora meglio potrà dire le cose che riguardano la Giunta regionale. In questi mesi abbiamo lavorato e voglio illustrare brevemente: intanto abbiamo deciso di abolire, a decorrere dalla prossima legislatura, il vitalizio per i consiglieri regionali. Non potevamo intervenire sui diritti acquisiti e abbiamo deciso che, a decorrere dalla prossima legislatura, la decima, gli eletti al Consiglio regionale non percepiranno il vitalizio.

Questa è una novità assoluta: non c’è Regione del meridione che abbia deciso un provvedimento così. Solo l’Emilia Romagna l’ha fatto nei mesi scorsi, adesso arriviamo noi e siamo la prima Regione ad adottare con grande soddisfazione questo provvedimento che è stato condiviso da tutti i gruppi regionali, di maggioranza e di minoranza, e su cui abbiamo trovato la sintonia totale.

Vi dico solo alcuni dati. Noi paghiamo di vitalizi ad oltre 150 consiglieri regionali la cifra di 7 milioni di euro. Ne incassiamo - perché i consiglieri regionali hanno una trattenuta – 1 milione 200 mila euro, quindi è un sistema che non si regge e necessitava urgentemente di un intervento.

L’abbiamo fatto, significa un risparmio di spesa e significa non indebitare per tutte le generazioni future il Consiglio regionale e l’Istituzione.

Quindi, sono veramente contento dell’approvazione di questa norma che fa arrivare la nostra Regione non sempre ultima ma prima.

Oltre all’abrogazione del vitalizio, oggi voteremo anche la riduzione del numero degli assessori esterni. Oggi è possibile nominare 4 assessori esterni che saranno ridotti a 2. Contestualmente voteremo anche l’abrogazione dei sottosegretari che significa 4 persone e 4 indennità, quattro costi per la nostra Regione che saranno ridotti e verranno meno. Anche questa disposizione entrerà in vigore a decorrere dalla prossima legislatura.

Provvederemo a ridurre le Commissioni dalla scadenza del prossimo mese di dicembre. Oggi ci sono 10 Commissioni permanenti e passeremo da 10 a 6 Commissioni: 4 permanenti e 2 speciali.

Ancora, poi, la riduzione dei consulenti di Giunta e Consiglio regionale, una riduzione che è del 50 per cento sia dei consulenti della Giunta che del Consiglio. Anche il finanziamento dei gruppi sarà ridotto del 10 per cento.

Una riduzione dei componenti delle strutture ed accanto a questo anche l’aumento da 200 euro a 400 euro della trattenuta nel caso in cui un consigliere regionale non sia presente ai lavori di Commissione, di Consiglio, di Ufficio di Presidenza e Conferenza dei capigruppo. Tutto questo risparmio che abbiamo prodotto sarà destinato ad azioni di politiche sociali, a sostegno alle famiglie, a coloro che hanno più bisogno e quindi si continuerà su quel percorso di riduzione dei costi da parte di quest’Aula.

Questo Consiglio regionale fin dal suo insediamento – non voglio assolutamente difendere me, voglio difendere l’Istituzione – è finito sulle pagine dei quotidiani nazionali perché è il Consiglio regionale che si riunisce di meno.

Avete visto questa estate la Calabria. Siamo andati a vedere i provvedimenti che abbiamo approvato. Abbiamo approvato oltre 120 provvedimenti, aumentando il numero dell’approvazione sia rispetto al 2008 che al 2009.

Questo vuol dire che, pur tenendo meno sedute di Consiglio regionale, siamo più produttivi. Questi sono i numeri, li potete andare a vedere. Si possono fare 4 Consigli regionali con due punti all’ordine del giorno o se ne può fare uno con 10 punti all’ordine del giorno.

Noi abbiamo preferito questo che significa efficienza, risparmio di costi e rigettare al mittente l’opera di screditamento che continuamente i mass-media e l’informazione nazionale cercano comunque sempre di fare nei confronti della Calabria.

La Calabria ha eletto una classe dirigente nuova, giovane, determinata, che ha coraggio, che predilige la politica dei fatti e vogliamo continuare questa strada con decisione e determinazione.

Penso che questo si sia capito non solo per le parole che pronunciamo ma anche per il gioco di squadra che tra Giunta e Consiglio si è realizzato, per la collaborazione, per la volontà di entrare nel merito delle problematiche perché penso che questo sia essenziale.

Accanto a questo approveremo anche due ordini del giorno. Uno che riguarda gli enti strumentali che hanno bisogno in Calabria di una riorganizzazione. Ci sono enti inutili che vanno aboliti e c’è bisogno di ridurre sprechi e sperperi. Abbiamo individuato situazioni, che certamente fanno rabbrividire, di persone che percepiscono indennità superiori anche a quelle dei consiglieri regionali e vogliamo lavorare in maniera organica tant’è che approveremo oggi un ordine del giorno con cui delegheremo la Giunta regionale a provvedere, entro tre mesi,  ad elaborare una proposta di  riordino degli enti sub-regionali, da presentare in Consiglio regionale per arrivare all’approvazione di una legge organica.

Accanto a questo approveremo anche un altro ordine del giorno che riguarda la riduzione del numero dei consiglieri regionali. C’è stata una discussione in Conferenza dei capigruppo e abbiamo cercato di trovare una sintonia. Si è cercato di predisporre un ordine del giorno che tenesse conto della riduzione del numero dei consiglieri collegandola anche a quello che sta avvenendo a livello nazionale.

Noi a livello nazionale avremo la riduzione del numero dei parlamentari e l’abolizione delle province. Nel momento in cui si aboliranno anche le province ci sarà bisogno di una legge elettorale regionale che decida o di fare un collegio unico regionale o di fare le circoscrizioni provinciali così come erano organizzate, quindi sarà una riflessione che avrà certamente bisogno di tempo. Noi esprimiamo la volontà del Consiglio regionale verso la riduzione del numero dei consiglieri regionali, ma provvederemo poi successivamente quando tutto questo si realizzerà a fare la scelta giusta.

In sintesi questi sono i provvedimenti che abbiamo voluto discutere oggi. Abbiamo lavorato intensamente. Ci sono posizioni diversificate e ci sono state idee diverse ma alla fine si è cercato di trovare anche una sintonia.

Su questi argomenti che ho voluto riassumere brevemente ci saranno una serie di provvedimenti che successivamente provvederemo a votare.

Voglio ringraziare, quindi, tutti i capigruppo di maggioranza e di minoranza per questo confronto continuo e costante e anche il Presidente Scopelliti per aver partecipato in maniera assidua ai lavori della Conferenza dei capigruppo, sperando di aver fatto qualcosa di utile e di importante per la Calabria e di poter, attraverso questi provvedimenti, rilanciare la nostra Regione e aumentare la crescita sociale, economica e cultura. Grazie.

La parola al Presidente Scopelliti.

Giuseppe SCOPELLITI, Presidente della Giunta regionale

Presidente, credo che dopo qualche settimana, e nonostante anche la pausa estiva, si sia portato avanti un lavoro in maniera attenta, ovviamente per cercare di dimostrare che c’è da parte della politica calabrese un’attenzione rispetto ai temi dei costi della politica e all’importante tema del compito di governare, cercando di offrire un modo nuovo di affrontare le tematiche scottanti del nostro territorio.

Francamente, in questa analisi che abbiamo portato avanti, si è tentato un discorso unitario coinvolgendo l’intero Consiglio regionale ed i gruppi.

Partiamo da un documento di fine agosto, in cui tutti i capigruppo si sono impegnati in  una idea di riforma: riuscire a cogliere l’aspetto importante di una fase nuova da gestire e da governare cercando di disegnare la Regione del futuro.

In questo i costi della politica hanno sicuramente una loro incidenza, anche se noi abbiamo ribadito e ribadiamo un concetto importante: sicuramente non è soltanto la politica – intesa come la sede della Giunta o del Consiglio – che può fornire grandi risposte, ma occorre una rivisitazione complessiva del sistema che ruota attorno alla politica, cercando di coinvolgere anche tutti quegli enti regionali e sub-regionali che hanno la competenza e che non sempre assolvono alla loro mission.

Abbiamo avuto un esempio eclatante. Abbiamo ricordato qualche settimana addietro cosa fosse l’Asi a Reggio Calabria, una struttura con 47 dipendenti, con costi della gestione e le spese inutili - l’Asi di Cosenza ne ha appena 20, per un’area molto più estesa, in cui le industrie sono più importanti e più prestigiose,  una realtà florida-.

Ed in merito il Consiglio regionale si determinerà attraverso un ordine del giorno, conferendo il compito alla Giunta di presentare una proposta entro fine dicembre, proprio per valutare attentamente l’ipotesi di una rivisitazione di tutte le strutture e degli enti.

Alcune modifiche che proponiamo oggi sono correzioni legislative che entreranno subito in vigore, altre avranno bisogno di una rilettura e di un passaggio successivo in Consiglio regionale perché sono modifiche statutarie.

Secondo quanto concordato, l’indirizzo che abbiamo assunto comporterà delle scelte che danno un segno tangibile dell’impegno immediato.

Devo dire, Presidente, che a volte quest’Aula sia veramente impraticabile perché diventa difficile parlare. Ci sono persone che non c’entrano nulla col Consiglio regionale e che vengono solo perché c’è l’aria condizionata o perché c’è qualche favore da chiedere a qualcuno.

Ritengo che dobbiamo abituarci, come abbiamo già detto. Io non ricevo più delegazioni, come abbiamo fatto oggi: l’assessore Trematerra ha riferito alla delegazione dei divulgatori dell’Arssa che su richiesta, saranno tempestivamente convocati alla sede della Giunta.

Ma non è possibile che noi veniamo qui e siamo costantemente aggrediti da quanti presentano un conto o un problema personale. Veniamo qui per lavorare! Successivamente, se ci sono ritagli di tempo…, è necessario almeno che dentro l’Aula ognuno di noi riesca a parlare, in caso contrario diventa veramente impossibile riuscire a elaborare un discorso,  e poi magari chi ci ascolta – come la stampa che è interessata a questi discorsi – non recepisce bene quali sono i messaggi ed ognuno dà poi una sua libera interpretazione.

Se riuscissimo a lavorare in un contesto migliore, forse non sarebbe male.

Come dicevo, ci sono alcuni provvedimenti che presentiamo oggi e che sono modifiche legislative che entreranno da subito in vigore e ce ne sono altri che hanno bisogno di un percorso più lungo in quanto si tratta di modifiche statutarie.

Abbiamo individuato, ad esempio, una serie di provvedimenti e, in verità, mentre il Presidente Talarico incontrava e presiedeva la Presidenza dei capigruppo, ho incontrato, insieme all’avvocato Zoccali, una delegazione del mondo sindacale.

Non so cosa diranno i sindacati, ma al tavolo delle parti sociali, quando abbiamo illustrato le riforme che oggi andremo ad approvare, ho trovato una ampissima condivisione della illustrazione dei punti che ho chiarito.

Certo, qualche distinguo c’è stato – lo ribadirò anche più avanti nel mio intervento – ma devo dire che per la stragrande maggioranza, tutti hanno aderito e hanno condiviso questa nostra impostazione.

Credo che questo sia un messaggio che tende a rendere ancora più forte l’azione che abbiamo messo in campo oltre che ad essere un’azione condivisa.

Abbiamo immaginato la riduzione di una unità nelle strutture e quindi incidiamo sulle strutture speciali, posto l’utilizzo e le considerazioni che ognuno ritiene più o meno appropriate che sicuramente svolgono un ruolo molto delicato.

Sono tra coloro che sostengono che c’è un gruppo di persone che, francamente, arriva la mattina a Catanzaro alle 9 ed esce la sera alle 9 se non rischia addirittura di dormire a Catanzaro. Ci sono dipartimenti dove i nostri direttori generali lavorano fino all’1 di notte e la riprova sono le circostanze in cui io mi fermo spesso a fare riunioni con due-tre-quattro direttori generali ed insieme agli assessori.

C’è un lavoro, quindi. E in queste strutture noi ci accingiamo non a fare un taglio, come si era pensato, in percentuale, ma una riduzione. E’ meglio avere una persona in meno, che fare un taglio sulle spettanze per ognuno, vista la grande partecipazione e la grande adesione.

E’ chiaro che parlo, in considerazione delle persone che mi affiancano: ognuno sa molto bene cosa significa avere in squadra, in team un gruppo di persone di qualità.

Ridurremo del 50 per cento le consulenze della Giunta e del Consiglio. Il finanziamento dei gruppi consiliari sarà ridotto del 10 per cento: una ulteriore sforbiciata rispetto ai tagli che avevamo già fatto lo scorso anno.

C’è poi questa nuova introduzione – almeno questo era l’indirizzo - del raddoppio della trattenuta, da 200 a 400 euro, per i consiglieri che saranno assenti ai lavori del Consiglio, delle Commissioni e della Conferenza dei capigruppo: una trattenuta ulteriore per coloro che saranno assenti.

E’ prevista la soppressione dell’Autorità regionale per le valutazioni delle attività di consulenza. Questa proposta di legge risale a  qualche anno addietro e noi abbiamo oggi deciso di sopprimere tale Autorità,  perché riteniamo sia una scelta da portare avanti e da conseguire come risultato.

Inoltre, voteremo la delega alla Giunta regionale per predisporre la legge di riforma degli enti regionali in house, delle società partecipate dove c’è la maggioranza della Regione attraverso l’accorpamento, la soppressione o andando ad omogeneizzare le funzioni e le attività, nonché la delega alla Giunta regionale per la predisposizione di un testo unico per la riorganizzazione della struttura burocratica con le riduzioni delle posizioni dirigenziali di almeno il 10 per cento. E ovviamente la riduzione del trattamento economico del 10 per cento per tutti i dirigenti regionali.

Questa è una proposta che viene avanzata ed pur approvata, dovrà essere riportata in trattazione col tavolo dei sindacati e trovare l’iter più corretto.

La riduzione, inoltre, della indennità di carica spettante ai componenti dei Cda e dei Presidenti degli enti sub-regionali e delle società partecipate, ulteriore rispetto a quella che c’era stata del 20 per cento, passaggio aggiuntivo rispetto al tema delle società partecipate nella fase di attesa della riorganizzazione.

In questo va evidenziato che, come ha detto il Presidente Talarico, andiamo incontro anche ad una serie di altre scelte.

In primis, i consiglieri regionali dal 1° gennaio andranno ad attuare quanto previsto nella manovra, tra cui la riduzione degli emolumenti dei consiglieri regionali, importante da evidenziare, Presidente, per ricordare che anche i consiglieri regionali – così come prevede la manovra – andranno a operare  una riduzione ai propri emolumenti.

In più, ovviamente, andiamo proporre le modifiche statutarie da approvare in prima lettura e che entreranno in vigore dalla prossima legislatura: la soppressione delle figure dei sottosegretari, la riduzione degli assessori esterni da 4 a 2 e la riduzione delle Commissioni consiliari da 10 a 6.

Questo comporta una riduzione del numero delle strutture speciali, un minore appesantimento della macchina amministrativa e tutta una serie di situazioni che, certamente, daranno più respiro all’azione amministrativa.

Andiamo a mettere in campo quell’ordine del giorno che ci spinge – così come previsto dalla stessa manovra finanziaria – a rendere effettiva entro sei mesi la scelta della riduzione del numero dei consiglieri a 40 e la riduzione ad 8 dei componenti della Giunta regionale.

Questo nella speranza di poter immaginare una riduzione con la capacità di ridisegnare anche la  legge elettorale, in modo da individuare un percorso e dare una risposta che sia collegata anche a questo nuovo fermento e a questo nuovo lavoro che si sta portando avanti, previsto dalla manovra della Unione dei comuni e da tutta una serie di altri elementi importanti che dovranno, ovviamente, essere portati a compimento per cercare di ridurre i costi e dare più forza all’azione degli enti locali.

Un’ultima considerazione, che ancora non è stata inserita nel provvedimento ed in merito a cui invito sia la Presidenza che il capogruppo del Pdl a presentare un emendamento, deve essere quella della anagrafe patrimoniale dei dirigenti.

Noi abbiamo previsto l’anagrafe patrimoniale dei consiglieri regionali - adesso ci hanno distribuito un atto per cercare di avere contezza del nostro patrimonio e di tutto il resto. Il mio non è modificato, non so quello di Sarra – non se ha fatto qualche operazione, prima facevo qualche battuta con Alberto : sicuramente sarà migliorato.

Non conosco quello degli altri ma il mio è rimasto identico da sempre.

Credo che sia corretto e giusto, che insieme ai politici anche il gruppo dirigente della Regione Calabria metta in chiaro tutto ciò che riguarda anche l’anagrafe patrimoniale dei dirigenti.

Sarebbe un ulteriore atto di trasparenza nei confronti dei calabresi. Spero che i colleghi possano condividere questa scelta e questa indicazione andando poi ad approvare questo provvedimento,. Devo dire che l’anagrafe patrimoniale dei dirigenti non è una scelta, ma nasce anche dal colloquio e dal dialogo avuto con i sindacati, dalle loro poche proposte rispetto a quello che abbiamo discusso  ed, effettivamente, secondo me è una proposta molto valida.

Credo sia importante arrivare all’approvazione di quest’atto, cercando di trovare il massimo della convergenza e di stimolare al massimo il dibattito, partendo però da alcuni punti fermi che abbiamo già individuato e credo che questo significhi dare un forte segnale alla Calabria con un risparmio nel breve periodo, in ogni caso importante, e sostengo che a regime questo tipo di impostazione e di proposta vada in una sola grande direzione: quella di dimostrare che anche qui, in un contesto calabrese, si riesca dare una risposta importante dando un taglio netto ai costi della politica.

Non voglio quantificare, ma suppongo che qui ci siano numeri importanti. A regime parliamo di numeri di grande portata che sono la dimostrazione di una scelta molto chiara e netta di questa classe dirigente.

Credo che in questa fase di discussione sia stato molto importante ricevere il contributo del mondo sindacale. Devo ribadire questo concetto: il mondo sindacale – ma poi saranno certamente loro ad esprimerlo – ha dato un parere estremamente positivo a questo tipo di impostazione che abbiamo assunto.

Ciò significa che questo provvedimento viene recepito da questa realtà, come un segnale forte ed importante che diamo ai calabresi.

Vediamo, ovviamente, cosa poi emergerà; tuttavia penso che questo passaggio, Presidente, sia importante e soprattutto dimostra che questa classe dirigente sa essere coesa, compatta, unita, che sa condividere le scelte nei momenti opportuni e riesce a dare una risposta significativa a quelle che sono le richieste che giungono dal territorio.

Da qui, certamente, avremo modo di riavviare le fase successive della rilettura e c’è anche l’impegno in questo periodo, in questi sei mesi così come previsti dalla manovra, di insediare un tavolo ad esempio in grado di immaginare una idea di nuova legge elettorale.

Speriamo che possa rappresentare un ulteriore stimolo. La manovra introduce anche una ipotesi di premialità per quelle Regioni che saranno in grado di sviluppare questo tipo di indirizzi nei tempi previsti dei sei mesi.

Ci accingiamo oggi a fare una scelta molto chiara e a dimostrare la nostra ferma e convinta adesione.

Credo che sia questo un ulteriore segnale che questa classe dirigente dimostra di dare al nostro territorio.

Nel frattempo, Presidente, chiedo scusa perché lascerò l’Aula a causa di questo impegno nella locride che avevamo già programmato in quanto inizialmente si pensava che il Consiglio fosse convocato per la mattina. Abbiamo mantenuto fede all’impegno visto che i sindaci avevano l’esigenza di un incontro per dialogare con l’Istituzione regionale. Quindi mi sembra chiaro ed evidente che i consiglieri siano in numero sufficiente per approvare questo provvedimento così come, credo, ci sia lo stesso identico indirizzo da parte dei consiglieri della minoranza, dato che anche loro hanno dimostrato in sede di Conferenza dei capigruppo di condividere un percorso e di dare una risposta unitaria ad un tema così delicato ed attuale.

Presidenza del Presidente Alessandro Nicolò

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole De Masi. Ne ha facoltà.

Emilio DE MASI

Grazie, Presidente

Luigi FEDELE

Presidente, chiedo scusa al collega De Masi, è possibile parlare sull’ordine dei lavori?

Se prima di iniziare la discussione ed entrare nel dibattito, alla luce anche di quanto hanno detto il Presidente Scopelliti ed il Presidente Talarico, proporrei tre minuti di sospensione al banco della nostra Presidenza per i capigruppo per definire meglio il pacchetto, e se si arriva ad una approvazione di queste misure di cui abbiamo parlato prima.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la proposta dell’onorevole Fedele.

(Il Consiglio approva)

La seduta sospesa alle 18,59 è ripresa alle 19,20

Presidenza del Presidente Francesco Talarico

Costi della politica – Dibattito (seguito)

PRESIDENTE

Riprendiamo i lavori. E’ iscritto a parlare l’onorevole De Masi. Ne ha facoltà.

Emilio DE MASI

Io credo che i capitoli – se così posso definirli – di questa manovra, che sono stati declinati in successione dal Presidente Talarico e poi dal Presidente Scopelliti, siano frutto – ed è stato abbondantemente ed opportunamente precisato – di un lavoro comune che si è sviluppato anche nel corso dell’estate, a testimonianza del fatto che, rispetto a questo impegno che attiene alla responsabilità e al dovere dell’intera classe politica, nessuno si è tirato indietro e, al contempo, questa classe dirigente ha dato testimonianza severa e precisa di una coesione che sicuramente le fa onore.

In questo senso credo che, se dovessero persistere differenziazioni rispetto a qualcuno di questi capitoli, se non ho capito male sono unicamente riconducibili alle dinamiche procedurali che devono presiedere agli stessi, quindi la sostanza non cambia. La volontà di ridurre i costi della politica, per quello che è possibile, è appartenuta e continua ad appartenere, attraverso tutti i capigruppo, a tutto il Consiglio. E’ bene precisarlo, perché è quanto si aspetta l’opinione pubblica. Vi è un’istanza forte che, però, noi dobbiamo assecondare e riscontrare non come opportunità definitiva che ci permette di ristabilire un rapporto di maggiore vicinanza con l’opinione pubblica, perché persistono nella stessa - a mio avviso condizionati anche da quelli che sono gli agenti che promuovono il consenso - punte di qualunquistiche istanze che dobbiamo rintuzzare esattamente in questa sede.

Penso che questa occasione sia per molti versi irripetibile, sostanzialmente, ci mette in condizione – perché se no faremmo un inganno alla povera gente, in particolare, a tutti i calabresi – di esprimerci in maniera simbolica.

Il risparmio che ne deriverà, sebbene il Presidente Scopelliti lo abbia preannunciato, giustamente, come una cifra consistente, è evidente che non rappresenterà la risorsa necessaria per risolvere i problemi più datati, più profondi e più urgenti dei calabresi e si rivelerà – cosa giusta – una panacea per determinati bisogno superficiali, ma non è attraverso questi risparmi che si possono aggredire i problemi reali, i bisogni effettivi e destrutturarli, occorre tutt’altro.

Io vorrei approfittare di questa occasione, che ha dato prova – come dicevo – di una coesione forte, convinta ed efficace sul piano dell’attività istituzionale, per dire che deve proseguire questo costume, quando si affrontano i problemi della vita dei calabresi, quelli che hanno davvero necessità di risposte politiche alte, di alto profilo ed ispirate ad una sensibilità, che mi sembra ogni tanto difettare un po’ di qua e un po’ di là, se volete, ma non c’è una sensibilità giusta che permetta, ad esempio, di distinguersi in maniera strumentale su determinate proposte che riguardano la quotidianità dei nostri concittadini e che si ritrovi soprattutto quando è il caso di assumere misure che, nel loro coraggio, si trasformano in misure impopolari in un’attività congiunta di tutti quanti.

Vorrei dire, non per evocare uno slogan facile o semplice, che è questa politica che ancora risente di suggestioni di autentica mediocrità che costa molto ai cittadini, perché non ci sforziamo ancora adeguatamente per elevarne il tenore, per trasformarla in una politica vera, sana, efficace? Perché se riuscissimo a farlo – ed è questo l’auspicio – i cittadini disattenderebbero questo giudizio, a volte frettoloso, sui costi che la riguardano.

E’ davvero il caso di ricordare ai cittadini calabresi – e non sembri improprio o fuori, come suol dirsi, dal seminato dialettico – che c’è incertezza, c’è una sorta di tensione dialettica ispirata ancora all’appartenenza, più che al sentimento? L’abbiamo sperimentato anche nel dibattito preliminare di questa sessione, quando ci si è scatenati in impetuose lezioni di comportamento istituzionale, che questa minoranza non merita perché ha dato prova, anche in altre circostanze, come in questa, di avere a cuore il destino della Calabria.

Non ci possono fare lezione di comportamento istituzionale, eludendo il merito delle attività che noi svolgiamo. Se Italia dei valori si è distinta rispetto al Partito democratico, o ad una parte di esso, rispetto ad una specifica misura, questo è dovuto ad un lavoro di ricerca anche abbastanza appassionato e continuo che il gruppo ha fatto e che penso abbiano fatto ugualmente i nostri amici del Partito democratico. Questo non è che segnala una distanza, una solco tra noi; siamo gruppi, il nostro ed il loro – immagino –, che stanno cercando di capire di più la realtà, di approfondirne la conoscenza e su questo, poi, basare un giudizio e, di conseguenza, un comportamento istituzionale.

Dobbiamo liberare ed affrancare la politica e le sue espressioni istituzionali da una sorta di condizione di sospensione nella quale vive. E’ un periodo, è un tempo in cui la politica galleggia sulla superficie dei bisogni della gente, c’è, quasi in maniera proustiana, il voler ricordare che vi è una nostalgia per il tempo passato. Invece bisogna guardare al futuro, un’istituzione come questa, la massima espressione del consenso democratico dei calabresi, deve disegnare il futuro, deve saperlo fare e chiunque provi a realizzarlo attraverso la manifestazione di un’autoreferenzialità fuori luogo e fuori tempo commetterebbe un errore e trasgredirebbe anche lo spirito che questa sera insieme abbiamo costruito per dare il messaggio – perché di questo si tratta – ai cittadini calabresi di una sensibilità ritrovata di tutta la classe dirigente.

Presidenza del Vicepresidente Alessandro Nicolò

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

Presidente, due brevissime premesse. La prima: in un momento così tragico per il Paese, che veramente rischia moltissimo sotto il profilo economico e finanziario, naturalmente quelli che rischiano di più sono i ceti più deboli, in un momento in cui la credibilità dell’Italia all’estero scema ogni giorno di più, con riferimento soprattutto al modo di proporsi del Governo di Roma, che non è in grado di assumere decisioni utili per dare un’immagine positiva dell’Italia e per avviare la ripresa in termini di crescita, noi non cresceremo se i provvedimenti saranno l’inserimento di nuove tasse, l’aumento dell’imposizione fiscale, dell’Iva che deprimerà i consumi, mantenendo uno Stato elefantiaco che costa moltissimo. Naturalmente, in un quadro di questo tipo, è doveroso da parte delle Province, dei Comuni, ma soprattutto delle Regioni, in questo caso della Regione Calabria, dare un contributo tentando ed attuando una sensibile riduzione dei costi di funzionamento delle istituzioni. Dire costo di funzionamento della politica è relativo, perché a volte nel coacervo istituzionale, soprattutto delle Regioni, costano più una serie di aspetti legati al momento burocratico, che non al momento decisionale e di indirizzo.

Io trovo giusto tutto questo e sono d’accordo con i colleghi che pensano – mi sembra anche il collega De Masi – che le istituzioni riprenderanno a godere della fiducia del cittadino, quando risponderanno alle tante questioni che la società pone. Io penso che, in questo momento di crisi, la casta venga posta al ludibrio della pubblica opinione non tanto e non solo per i cosiddetti costi, ma soprattutto perché non riesce ad affrontare i problemi del Paese.

Quindi, per non farla lunga, dobbiamo portare avanti questa operazione di contenimento, ma nello stesso tempo ognuno per la parte che gli compete, maggioranza con maggiore responsabilità – scusate la cacofonia –, l’opposizione per la parte che ad essa compete, dobbiamo cercare di affrontare e risolvere in questo mare in tempesta i tanti problemi dei calabresi.

Vedete, noi non abbiamo la cultura di un’opposizione barricadiera che deve dire sempre di no, anche nei nostri partiti ci sono vecchi arsenali di culture estinte, che comunque storicamente hanno fatto registrare un fallimento, che pensano che l’opposizione debba significare sempre e comunque dire no, farsi notare dalla pubblica opinione, prendere un pezzo di spazio sui giornali. Io non condivido questo tipo di opposizione. Certo, non sono né ecumenico né compromissorio, perché poi la stranezza della storia ti porta a vedere che proprio i residuati delle culture barricadiere sono state protagoniste dei grandi compromessi annunciati, soprattutto in questo Paese.

Quindi, abbiamo la responsabilità, ognuno per la parte che compete, maggioranza e opposizione, per il ruolo che è stato assegnato dai cittadini, a dare un contributo fattivo.

Noi non apparteniamo a quella opposizione che comunque deve dire di no, che deve far vedere di essere più avanzata, che gioca a scavalcare a sinistra, a destra e al centro. Noi siamo di un’altra pasta, siamo impregnati di cultura riformista ed ergo, in questo frangente, abbiamo dato un nostro contributo per varare i provvedimenti riassunti dal Presidente Talarico e dal Presidente Scopelliti – debbo dire – con uno stile diverso, perché se il Presidente Talarico ha fatto emergere – come ritengo fosse suo dovere – una partecipazione attiva da parte dei gruppi di minoranza ad elaborare questi provvedimenti, debbo dire che il Presidente della Giunta ha tentato - soprattutto a determinati mass media che vivono del contributo finanziario dei cittadini non solo perché pagano il canone, ma perché si tratta di televisione pubblica -, forse, di far suonare il solito pezzo dall’orchestra dei mass media, ha cercato di dare l’impressione che da parte nostra ci fosse stato un comportamento adesivo. Non è così, a noi gli adesivi non sono mai piaciuti! Giacché facciamo parte di quel tipo di opposizione costruttiva, abbiamo dato il nostro contributo.

Debbo dire, pur non entrando nei particolari, che rispetto ai provvedimenti indicati, riassunti prima da Talarico e dopo da Scopelliti, noi daremo il nostro voto, pur avendo fatto proposte su singole questioni che qui non riassumo, proprio per non dare un’impressione sbagliata dal punto di vista culturale, perché se io riassumessi le singole questioni come noi le abbiamo poste e dove volevamo che si arrivasse, darei questa impressione di chi è abituato a fare un’opposizione per dire “noi volevamo di più. Io ribadisco che, rispetto ai risultati raggiunti, spesso abbiamo avuto qualche opinione divergente, ma poiché in questa fase era doveroso dare l’impressione di una istituzione coesa per raggiungere l’obiettivo di ridurre i costi di funzionamento della stessa, alla fine sulle cose indicate daremo il nostro voto convinto, dopo aver dato un grande contributo di elaborazione.

Ci dispiace, però, di non poter condividere un aspetto del quadro che è stato illustrato, non per apparire più avanzati né per contraddirci rispetto alle cose che io culturalmente ho cercato con orgoglio di rivendicare, noi non condividiamo che nel momento in cui questa sera si mette mano alla modifica dello Statuto, alla fine consisterà nella eliminazione della figura dei due sottosegretari e nella riduzione degli assessori esterni a due. Noi questo modo di procedere abbiamo detto, ma con grande umiltà, di non condividerlo, nel senso che nel momento in cui si mette mano allo Statuto, avremmo voluto che insieme alla eliminazione della figura del sottosegretario - che viene fuori non per essere punitiva verso colleghi che ce la stanno mettendo tutta per dare un loro contributo, ma che rientra nel concetto generale di rivalutare ed impegnare le professionalità interne che ci sono negli organici del Consiglio e della Giunta - si arrivasse stasera a ridurre il numero dei consiglieri a 40 e, conseguentemente, a ridurre il numero della Giunta ad 8, compreso il signor Vicepresidente, e in questo quadro ridurre gli assessori esterni. Nel momento in cui noi riduciamo gli assessori esterni da 4 a 2, non tocchiamo il numero dei consiglieri e non tocchiamo il numero della Giunta, potremmo dare all’esterno l’idea della casta che, in definitiva, taglia ruoli esterni ai componenti di quest’Aula, ma non se la sente di operare la stessa riduzione con riferimento alle cariche ricoperte da noi consiglieri regionali.

E’ ben vero che la maggioranza propone di inserire in un apposito ordine del giorno l’impegno a ridurre il Consiglio a 40 e la Giunta ad 8, mantenendo sempre la riduzione degli assessori esterni a 2, ma di grazia perché votare un ordine del giorno e non espandere al massimo possibile quelle che sono le competenze istituzionali di questo Consiglio per una semplice, intanto, prima lettura, andando a mettere in piedi un provvedimento che prima o poi dovremo fare? E’ vero che c’è un’autonomia da parte delle regioni, ma nel momento in cui si stabiliscono anche dei parametri di corrispondenza fra il numero degli abitanti e il numero dei consiglieri regionali, nel momento in cui questa forchetta ci dice che per le Regioni che hanno da 2 milioni a 4 milioni di abitanti al massimo si può arrivare a 40 membri, noi siamo 2 milioni più qualche decina di migliaia di cittadini e quindi, a mio avviso, avremmo il dovere politico, non certo istituzionale, di aggredire subito questa questione e di votare già stasera la riduzione.

Naturalmente, per testimoniare politicamente questa nostra volontà, noi presenteremo due emendamenti alla proposta di legge presentata dalla maggioranza di modifica dello Statuto della Regione Calabria, che tenteranno di ridurre già da stasera il numero dei consiglieri a 40 e il numero della Giunta ad 8.

Questa è la posizione molto chiara del Partito democratico che in un quadro che ha visto l’istituzione in modo coeso tendere a raggiungere un risultato di grande credibilità, mette in piedi una sua osservazione che è di carattere esclusivamente politico che mette a disposizione della riflessione dell’Aula nella sua interezza.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Fedele. Ne ha facoltà.

Luigi FEDELE

Ho ascoltato con attenzione le parole del consigliere Principe, ma anche quelle del capogruppo di Italia dei valori. Noi abbiamo iniziato da qualche mese il dibattito su questi temi e devo dire, ad essere sincero, che, da questo punto di vista, sui tagli dei costi della politica non c’è stata alcuna divisione, c’è stata ampia convergenza della minoranza.

Credo che i consiglieri regionali si siano resi conto dell’attuale momento di difficoltà che attraversa l’Italia e, per quanto ci riguarda, sicuramente la Calabria, quindi senza tentennamenti, già lavorando durante l’estate insieme ai tecnici, si è arrivati a proporre una serie di iniziative, di proposte che stasera – sono convinto – andranno ad essere approvate e che certamente danno segnali molto forti, che, forse, fino a qualche mese fa nemmeno noi avremmo pensato di dare, ma il momento è tale che da parte nostra c’è una grande assunzione di responsabilità, come bene hanno sottolineato il Presidente Talarico e il Presidente Scopelliti.

Diciamo la verità, colleghi, forse ancora di più del Parlamento nazionale, perché su alcuni temi non è stato incisivo come, in effetti, aveva detto che avrebbe fatto. Ci rendiamo conto che siamo in una regione difficile, con mille problemi e siamo convinti – all’unanimità dico questo, intendo anche l’opposizione – che ci sia la possibilità, come stiamo per dimostrare e dimostreremo, di poter fare ancora dei tagli a questi costi. Siamo arrivati ad una serie di provvedimenti che non elenco di nuovo perché l’hanno fatto già i due Presidenti, ed anche i colleghi in precedenza, che, quando andranno a regime, certamente daranno un taglio notevole ai costi di tutta la politica regionale.

Sicuramente – lo ricordavano alcuni consiglieri, ma voglio ricordarlo anch’io – alcuni provvedimenti per motivi tecnici non possono trovare attuazione oggi o domani, ma da gennaio in avanti, a scadenze già stabilite, toccheranno diversi settori e diversi ambiti, senza lasciare niente di intentato. E – lo ribadisco anch’io, come ha fatto il Presidente Talarico prima – non dimentichiamoci che già all’inizio di questa legislatura si era intervenuti sui costi tagliando in maniera energica e drastica, però il momento attuale è quello che è – lo ripeto –  e nessuno si vuole sottrarre al proprio dovere come stiamo dimostrando stasera qui in Aula.

Certamente sono momenti difficili, per questo i provvedimenti che andremo fra poco a votare e ad approvare sono importanti nella geografia della vita della nostra regione. Devo dire – lo ricordava anche l’onorevole Principe – che con i consiglieri delle opposizioni, in tutte le riunioni dei capigruppo che ci sono state, ad onor del vero, non c’è stata mai divisione su questi temi, anzi da ognuno di loro, ma anche di noi, sono stati suggeriti dei miglioramenti alle proposte iniziali proprio per migliorare questo “pacchetto”. Abbiamo forse perso – si fa per dire – circa dieci-quindici giorni, perché avevamo deciso all’unanimità di aspettare che il Governo nazionale votasse la manovra finanziaria di correzione dei conti, perché c’erano e ci sono – come tutti voi sapete – delle iniziative che riguardano sicuramente anche le regioni. Fatto questo, noi siamo qui stasera, come da impegno preso, in Consiglio regionale per varare questi provvedimenti.

Insieme agli altri consiglieri abbiamo tentato fino all’ultimo, parlando con le opposizioni - non con tutti, ma con una parte, in modo particolare l’onorevole Principe e l’onorevole Loiero - di arrivare ad una soluzione condivisa, come per tutti gli altri provvedimenti, anche su quello che riguardava il numero dei consiglieri regionali. Guardate, se dobbiamo essere onesti, non per dovere di primogenitura, è stato il Presidente Scopelliti che ha detto “per prima cosa tagliamo il numero dei consiglieri regionali”, quando ancora nemmeno la Finanziaria nazionale ne parlava. Da questo punto di vista, né da parte nostra né da parte vostra, c’è stata alcuna presa di posizione contraria, del resto lo abbiamo dimostrato in tutte le riunioni di Conferenza dei capigruppo, votando all’unanimità fino a stamattina.

Oggi, probabilmente, c’è questa lieve differenziazione – la chiamo così perché non c’è discordanza – in quanto andremo ad approvare un ordine del giorno che prevede che entro sei mesi – tra l’altro lo prevede anche la Finanziaria nazionale – si andrà alla riduzione, al taglio dei consiglieri regionali da 50 a 40.

Il provvedimento della Finanziaria è un po’ particolare, perché sapete meglio di me che sul tema della legge elettorale e dei consiglieri regionali la Regione ha piena autonomia, ma probabilmente il Governo, la maggioranza, ed anche il Parlamento hanno votato questo provvedimento, coscienti di poterlo fare. Se la Corte costituzionale non lo impugnerà, si andrà avanti in questa direzione.

In ogni caso, noi, considerando l’attuale momento, abbiamo pensato di andare verso la riduzione. Qualche mese in più che abbiamo chiesto ai consiglieri delle opposizioni, che non sono d’accordo, sono soltanto perché, tra l’altro, c’è una discussione nazionale che riguarda anche il taglio delle Province, progetti che sono stati già presi in considerazione dal Parlamento, che mi auguro prenderanno in considerazione a breve, che certamente potranno chiarire questo tema. La volontà da parte nostra è ferma e – ripeto – lo dimostreremo approvando un ordine del giorno che stabilisce entro sei mesi andremo al taglio dei consiglieri regionali. Voglio ricordare, tra l’altro, che approvarlo adesso o fra sei mesi, non cambia, perché è un provvedimento che avrà valore dalla prossima legislatura, non è possibile incidere su questa.

Quindi per i tagli previsti, tre, quattro, sei mesi, e - mi voglio anche allargare - anche un anno non cambia niente, perché andranno in vigore la prossima legislatura. Per cui credo che non faremo torto a nessuno dicendo - lo faremo da qui a sei mesi - che inizieremo questo percorso.

Tra l’altro – devo dire la verità – c’è la condivisione di questo percorso anche di una parte consistente dei consiglieri di centro-sinistra, quindi non siamo stati noi come maggioranza a prevaricare con la forza dei numeri e ad andare avanti in questa direzione, c’è stata una condivisione quasi generale.

Stamattina c’è stata questa piccola discordanza – che, però, rispettiamo, ognuno nella propria autonomia è libero di fare quello che crede –, ma sicuramente i temi principali sono stati condivisi, li approveremo all’unanimità, quindi questo credo darà, forse prima di altri Consigli regionali d’Italia, un segnale forte e chiaro in questa direzione, che fa capire come il Consiglio regionale in Calabria nella sua interezza sia cosciente della situazione attuale, dei problemi che ci sono e, proprio per questo, interviene con delle misure che riteniamo idonee anche a dare un segnale forte ai calabresi che ci  guardano con attenzione.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Bova. Ne ha facoltà.

Giuseppe BOVA

Inizio il mio intervento dicendo alcune cose abbastanza chiare. L’opinione che voglio esprimere, onorevole Fedele, non è quella di alimentare una falsa polemica come se fossimo i polli di Renzo. Non abbiamo bisogno di spendere molte parole, anche per quelli che hanno la mia età, viviamo una crisi che non ha precedenti e solo i venditori di lamette che non tagliano possono negare l’evidenza o dire che dopodomani la soluzione sarà trovata!

Nella riunione dei gruppi ho fatto una battuta: tanti anni fa leggevo dei libri di qualcuno – riguardavano il Medio Evo più antico – che voleva scoprire la pietra filosofale con cui gli alchimisti – così si chiamavano – pensavano di poter cambiare qualsiasi minerale, qualsiasi metallo in oro. Secondo me, a volte, la cattiva politica ha creato false aspettative, facendo immaginare ai cittadini di questa o di quell’altra realtà, all’intero Paese che, arrivata una, due o dieci persone, i salvatori della patria, avrebbero fatto miracoli.

Le decisioni che assumiamo sono quelle di chi pensa che la risalita sarà difficile. Fermo restando che abbiamo lavorato assieme e che, per quanto mi riguarda, la stragrande parte dei provvedimenti io e il Gruppo Misto – abbiamo tante opinioni – li condividiamo, allora la sottolineatura delle diversità da che cosa deriva? Tento di fare un ragionamento molto chiaro ed esplicito. Veda, onorevole Fedele, io e lei, anzi, io più di lei, non abbiamo cominciato oggi questo percorso. Ricordo che ero consigliere regionale quando abbiamo modificato il numero dei consiglieri e di quella Commissione io ero Vicepresidente, come ero Vicepresidente del Consiglio, lei, invece, nella prima fase era capogruppo di Forza Italia e poi Presidente del Consiglio regionale.

Come lei sa, onorevole Fedele, quando si è votato quel benedetto numero, in Commissione abbiamo discusso. Chi spingeva per aumentare il numero? Prevalentemente alcuni territori, i piccoli territori provinciali e i piccoli partiti. In quella occasione – è agli atti e non lo dico per ricordarlo – io sistematicamente ho espresso un’altra opinione – è registrato – e quando abbiamo votato il numero sullo Statuto, mi sono astenuto. Perché? Non perché le aspirazioni dei rappresentanti di alcuni territori o di partiti più piccoli non fossero rispettabili, ma perché pensavo che avremmo creato un malinteso, avremmo alimentato una discussione – che poi c’è stata – da parte di chi, con la pretesa di correggere tutto, poi, di fatto, faceva un attacco generalizzato alla politica.

Per spiegare il mio ragionamento di ora e del perché sono netto, voglio rispondere ad alcune cose che in queste settimane e in questi mesi sono state riportate sui giornali calabresi e ciascuno si è dilettato in più modi.

Voglio difendere le basi della democrazia nella nostra regione: uno dei punti di attacco sono i costi di questo palazzo. Allora, senza tema di smentita – perché voglio rispondere positivamente – all’incirca i costi annui di 50 consiglieri sono 10 milioni di euro, poco più. Di questi 10 milioni di euro, 4 milioni ritornano alla collettività come Irpef, come imposte aggiuntive comunali, provinciali, regionali e i costi per il Piano di rientro della sanità. Poi, dal momento in cui è diventato legge l’ultimo provvedimento nazionale, verrà tolto ogni anno ai costi dei consiglieri un altro milione di euro. Quindi 10 meno 4 fa 6, meno un altro fa 5 milioni di euro.

Poi, appena il Parlamento della Repubblica tradurrà in legge la decisione che i parlamentari italiani debbono costare in media quanto quelli dei Parlamenti di altri Paesi, quindi ci sarà una riduzione, in automatico ci sarà una diminuzione anche qui.

Stasera, perché sto insistendo? Perché vorrei che, liberamente e non come obbligo, in Calabria da parte di tutti, pure dei media, si discutesse un po’ più attentamente di come spendiamo 3 miliardi e mezzo di euro annui sulla sanità, di come utilizziamo le risorse ordinarie nei trasporti e quant’altro, perché non vorrei che rimanesse l’alibi – perché è un alibi – di discutere se con la prossima legislatura, onorevole Fedele, spenderemo 1 milione di euro in meno come costo dei consiglieri. Io sono perché questa discussione si tolga dal costo e l’unico modo per toglierla, onorevole Fedele, è prendere il toro per le corna.

Questo e non altro mi porta a dire che la questione del numero dei consiglieri non è questione di sei mesi. Se si approva subito un provvedimento esecutivo, nessuno in buonafede può dire il giorno dopo: “Chissà che cosa vorranno fare”. Ed io ho detto nella riunione dei gruppi, onorevole Fedele, che per quanto mi riguarda tutto questo bisogna farlo con una legge che poi rispetti i territori, al di là della discussione della decisione nazionale sull’abolizione delle Province o meno. In pratica, se noi abbiamo un fatto per cui la Calabria è divisa in cinque territori, nessuno impedirà al Consiglio regionale della Calabria di votare una legge che tenga fortemente presente questo, anche perché nessuno oggi lo dice, ma c’è una differenza di sostanza tra il Parlamento della Repubblica e il Consiglio regionale della Calabria.

Magari qualcuno pensa che questo non abbia valore, ma noi siamo uno dei pochi Consigli regionali d’Italia in cui chiunque è seduto qui dentro è seduto perché lo hanno preferito, lo hanno votato i cittadini. Abbiamo fatto una legge, alla fine della passata legislatura, che ha abolito anche il listino, quindi quella parte di nominati che l’impostazione nazionale ci aveva dato.

Rispetto alla malattia della politica penso che sia un punto da non mettere tra parentesi. Anche per questo, quando si era esercitato il Presidente della Regione su una legge che, non so per quale malattia, doveva abrogare le preferenze, siccome penso che vadano curati solo i malati e se c’è il rischio di collusioni con forze del tutto negative – tipo la ‘ndrangheta, eccetera – la preoccupazione si combatte facendo delle liste che riducano all’osso questi rischi e, comunque, colpendo, poi, quegli eletti del popolo che hanno commesso questo tipo di reato, per evitare che si continui con quella confusione. Ecco perché non è un ghiribizzo né la volontà di dire “più uno”, la posizione di chi come me dice: “Fate un errore, sottovalutate il rischio che corre l’istituzione”.

Quindi, siccome sono convinto di questo, voterò perché lo Statuto si modifichi con questo tipo di correzioni. Ovviamente, se i consiglieri diventano 40, allora si capisce perché una Giunta deve essere composta da 8 assessori e perché gli esterni devono ridursi a 2, quindi in prospettiva un Consiglio regionale fatto di 40 consiglieri più 2 assessori esterni.

Tutto questo non risolve la questione - perché di quelle risorse parliamo! - ma ci consente di confrontarci a viso aperto con chiunque e facendo finta di voler moralizzare la politica, tagliandone i costi, poi di fatto l’attacca tout court, senza alcuna motivazione di fondo.

Proprio per questa ragione, introduco un altro elemento. Vedete, a me personalmente e a tanti non tocca la questione del vitalizio. Allora, anche rispetto a questo, potrei farmi i fatti miei, si potrebbe dire: “Ma chi ti chiama a parlare!”. Ragiono su un punto: tutti, non solo i grandi professionisti, debbono essere eletti dal popolo. Capisco che nell’Italia del 2011, chissà per quanti anni, l’idea del vitalizio com’è ora non vada bene, cioè non è possibile che uno, come avviene in questo Consiglio regionale, paghi al mese 1.500 euro, salvo avere dopo cinque anni e a 60 anni magari 2.800. Il Parlamento della Repubblica ha deciso per legge che, come avviene per tutti i settori, il meccanismo com’è ora va abrogato, e su questo sono d’accordo. Ma chi impedisce che da quel meccanismo attuale, che va radicalmente mutato, non se ne possa introdurre un altro di tipo contributivo? E, quindi, che il consigliere regionale, se paga con risorse proprie, quindi non con quelle della Regione, non 1.500 euro com’è ora, ma 3 mila e 3.500 euro, arrivato a 60 anni, con gli interessi, non possa vedersi diviso quanto versato per un certo numero di anni, corrispondente alle attese di vita? E se poi campa 85 anni? Bisogna spostare il limite di età da 60 a 65 anni, come avviene per altri. Questo è un altro ragionamento, ma per farlo bisogna essere rigorosi fino alla virgola e dire cose non contestabili.

In questa maniera non si danno alibi, tagliando da subito i consiglieri e così via, a una discussione malintesa, altrimenti sulla Calabria è facile discutere male e, a volte, si cercano rimedi, come quello che su questa questione indicava il Presidente Scopelliti, che sono peggiori del male che si vuole combattere. Se in una Regione, che perlomeno esprime i consiglieri regionali sulla base di un consenso popolare diretto, passiamo, con gli stessi difetti nazionali, ad essere dei nominati, allora ognuno può eleggere chi vuole. Quello, secondo me, è un rimedio peggiore del male. Quindi io sono per una soluzione drastica, chiara e radicale su quello che intendiamo per costi.

Poi, ho sentito i numeri e così via. Ognuno deve sapere che qui parliamo di questo, non del personale: il personale dipendente della Regione, se è qui, se è a Lamezia, se è a Catanzaro, costa lo stesso; per fare la vigilanza in tutti i palazzi pubblici, se qui, se a Catanzaro, a Lamezia o quant’altro, costa uguale. Quando parliamo di costi della politica, dobbiamo parlare dei consiglieri, di quanto costano, di quanti sono, di quanto guadagnano e del prelievo, com’è normale, che è pubblico. Ho detto, all’inizio, che il costo su base annua è di 10 milioni, di cui 4 rientrano alla collettività, diventeranno 5, e col meccanismo dei 40 diventeranno 8 milioni lordi. Il resto non c’entra con i costi della politica e, dovunque sia la sede di questa istituzione, quei costi ci saranno ugualmente.

Se non utilizziamo questi momenti a fini strumentali - all’osso questo è! - e poiché sono perché “sì sia sì e no sia no”, sono queste le cose che si debbono fare, onorevole Fedele!, e le faremo subito, senza che continui questo stillicidio di discussione sui costi o sui non costi, che ci evita di cominciare una risalita che sarà difficile. Tra l’altro in Italia si discute del pareggio tra spese ed entrate, addirittura prevedendone l’inserimento nella Costituzione. In Calabria ne siamo lontani, perché molti provvedimenti, anche nel bilancio di questi anni, si finanziano sulla base di fondi che diminuiscono di anno in anno e che prima o poi ci porranno il problema, che non sarà di sviluppo, ma, non essendoci più risorse, anche alcune cose che noi tentiamo di fare non si potranno fare più e in quel momento la Calabria, pur se avrà tagliato tutti i costi possibili, capirà che di prospettive, così procedendo, non se ne hanno.

Per procedere in una realtà come la nostra, però, poiché non si vive di solo pane, se il pane è lo sviluppo, il companatico e l’aria sono la democrazia ed è riconosciuta la possibilità anche all’ultimo degli ultimi, che ha diritti elettorali, di votare chi vuole e di poterti mandare anche qualcuno che non sta qui perché è un professionista da 500 mila euro o 1 milione l’anno, ma perché sa difendere alcuni interessi che altri non sanno o non vogliono difendere, e, soprattutto, perché siamo in democrazia. La democrazia non è soltanto il diritto di votare, ma anche la possibilità di venire eletto da ceti e da categorie che, procedendo per un altro verso, potrebbero trovare una maggiore difficoltà ad essere rappresentati.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Loiero. Ne ha facoltà.

Agazio LOIERO

Sarò molto breve rispetto ai colleghi che hanno detto cose interessanti, ma il mio discorso sarà più conciso.

Vogliamo dire le cose non come opposizione o come minoranza, perché ci siamo atteggiati fin dall’inizio in maniera costruttiva. Il problema dei costi va affrontato in questo momento, in cui in tutto il pianeta c’è una crisi drammatica che in Italia e in Calabria si acuisce e ci sono state e ci sono in questi mesi alcune manifestazioni che potranno avere un influsso drammatico su tutta la civiltà occidentale. In Italia si registra, anche, una situazione molto difficile del Governo nazionale, che non vi accenno. Certo, un Governo nazionale che replica per cinque volte la manovra finanziaria  - è chiaro -  si è messo alla berlina in tutta Europa e anche fuori d’Europa. Pertanto, questa manovra può avere un particolare effetto in Calabria, dove monta una povertà fortissima, che finisce per invadere aree che in passato non aveva neanche lambito e non c’è dubbio che i ceti medi, oggi, sono diventati ceti poveri.

Ho sempre immaginato che questo Consiglio regionale, che in passato ed oggi è stato anche demonizzato spessissimo per dati inesistenti, sarebbe stato capace di dare risposte fortissime, e noi abbiamo sempre collaborato in questa direzione.

Oggi, a me è sembrato che la maggioranza abbia fatto marcia indietro rispetto ai propositi dell’agosto scorso. I consiglieri regionali – parliamoci chiaro – non possono mai restare in numero di 50, saranno 40, ma saranno 40 se saremo fortunati, perché basterà che il censimento stabilisca che gli abitanti della Calabria non sono 2 milioni, ma sono 1 milione e 999 mila e dovremo abbassare il numero dei consiglieri a 30, anzi credo che, se oggi si stabilisce che il numero è di 40, sarà anche più complicato. Questo lo credo davvero, perché anche l’elemento Istat è flessibile rispetto alle residenze certificate che, spesso, rispetto ai ricorsi che si fanno vengono capovolte. Quindi, lasciare il numero dei consiglieri a 40 è un vantaggio per tutti, lo dico perché così è.

Allora, perché rinviarla? E’ stato detto “ma noi facciamo un ordine del giorno in cui si stabilisce che saranno 40”, ma è attraverso un ordine del giorno, che non è la stessa cosa della votazione che si può fare in Aula. L’ordine del giorno nella procedura parlamentare è qualcosa di molto flebile sul piano politico.

Così non trasmettiamo un messaggio giusto fuori da quest’Aula; lo abbiamo detto con le minoranze, creando sempre, fin dall’inizio, un clima favorevole, perché per fare queste operazioni non potete disconoscere quello che si dice all’esterno. La stampa spesso rimprovera che non c’è una grande opposizione in questo Consiglio, invece abbiamo visto posizioni terribili da parte della maggioranza. Guardate che chi è al governo non potrebbe attaccare l’opposizione, questa è una moda portata avanti dall’attuale premier in Italia, ma chi è maggioranza e chi governa deve ascoltare anche la demagogia delle opposizioni. Qui è avvenuto l’inverso!

Pertanto, oggi, davanti a una proposta nella quale la minoranza ha detto “noi vogliamo che questo avvenga da oggi per dare più chiarezza all’esterno”, ci siamo irrigiditi.

Ora, anche qui, non vogliamo fare polemica, lo voglio dire – ho detto che avrei parlato pochissimo e chiudo subito – noi vogliamo che questo dato sia ben comprensibile all’esterno, proprio perché sappiamo che la situazione della Calabria è quella che è, e che quella povertà cui facevo riferimento è diventata invasiva in tante famiglie. Molte cose non vengono perdonate alla classe politica, talvolta anche ingiustamente, perché chi fa politica deve esercitare la democrazia, se ci crede, e per farlo necessita di mezzi e di strumenti.

Per cui, chiudendo davvero, credo che a questo punto abbiamo voluto tenere questa posizione non per differenziarci, ma per dire che quell’urgenza che anche i cittadini avvertono, in questo Consiglio è rappresentata. Magari, è rappresentata dalla minoranza, ma noi troveremo la maniera per convergere, non siamo qui per fare – l’ha detto bene Principe poc’anzi – una opposizione preconcetta. Ripeto, la stampa ci continua a dire che non c’è opposizione qua dentro, eppure ce ne sarebbe un grandissimo bisogno rispetto a tante cose che abbiamo visto, a tanta sloganistica che abbiamo visto circolare.

Su questo noi vorremmo trovare – spero la troveremo – quell’intesa che sarebbe utilissima per questo Consiglio e anche per questa Regione.

Presidenza del Presidente Francesco Talarico

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Dattolo. Ne ha facoltà.

Alfonso DATTOLO

Anch’io cercherò di essere abbastanza breve, fermo restando la condivisione di alcuni provvedimenti, perché in questo momento particolare è necessario concorrere al risanamento dei conti pubblici, quindi è diventato anche un dovere fondamentale intervenire dopo il provvedimento del Governo, soprattutto perché questa Regione aveva già dimostrato all’inizio della legislatura uno sforzo tecnico e politico, intanto, di contabilizzare il debito della sanità, di intervenire in altri comparti ed oggi ci viene richiesto un senso di responsabilità ancora maggiore, anche alla luce della grande difficoltà sociale ed economica che attanaglia le nostre comunità e l’intero Paese.

Dobbiamo dire che, per quanto ci riguarda, la manovra del Governo sicuramente non è stata condivisa né sulle misure né sull’entità dei tagli perché, in un certo qual senso, è venuto a mancare un percorso di condivisione con le autonomie territoriali. Dico questo perché può sembrare un ragionamento avulso, ma come Regione abbiamo degli obblighi ben precisi che ci consegna la manovra e, anche se fondamentalmente dalle discussioni venute fuori sulla riduzione del numero dei consiglieri regionali, ritengo che non possiamo sicuramente agire per una imposizione che viene dal Governo nazionale. C’è l’articolo 123 della Costituzione, mi sembra, che dà alle Regioni autonomia governativa di sistema elettorale, non a caso penso che sia necessario, in questo contesto, che la riduzione del numero dei consiglieri regionali debba essere sicuramente inquadrata in un contesto più ampio, che è quello della rivisitazione della legge elettorale.

Sappiamo che sono in corso provvedimenti che afferiscono l’abolizione delle Province, sappiamo che ci sono da parte delle Regioni alcuni obblighi di organizzare i Comuni sotto i mille abitanti, per pervenire a delle unioni che possano arrivare a un congruo numero di abitanti - anche 5 mila abitanti - con i quali le Regioni dovranno contribuire a formare l’indirizzo per stabilire quale tipo di unioni si devono fare, e non sappiamo con certezza se ci saranno i circondari o le aree vaste o che cos’altro. Ritengo, però, che il Governo con questo articolo, che è ai limiti della costituzionalità, tant’è vero che già la Puglia l’ha impugnato, non può obbligare il Consiglio regionale alla riduzione.

Invece, dobbiamo essere noi gli artefici di un percorso che possa comunque andare in questa direzione, ed era questo che noi chiedevamo anche in sede di Conferenza dei capigruppo, non per fare dei passi avanti o indietro o per delle primogeniture, perché ognuno di noi ha delle posizioni che sono state espresse in Conferenza dei capigruppo e debbo dare atto che, per ciò che attiene l’intera manovra, la collaborazione è stata amplissima, di grande coesione, soprattutto di condivisione di un momento particolare di difficoltà, ma devo dire che su altri aspetti la minoranza non è stata completamente avulsa da un’impostazione che era questa che sto definendo e che debbo apprezzare nelle parole dei capigruppo De Masi, Ciconte, De Gaetano, e di quelli che hanno partecipato alla Conferenza dei capigruppo.

Abbiamo la necessità di ridisegnare, anche noi, una legge elettorale che tenga conto dei territori, delle esigenze delle popolazioni, perché nella Finanziaria c’è un comma che viene ad introdurre di nuovo la possibilità che le uniche Province ad essere soppresse siano quelle inferiori ai 300 mila abitanti o ai 3 mila chilometri quadrati. In questo caso, la Calabria perderebbe due province, forse è una delle più penalizzate da questa riforma che il Governo ha voluto, e noi non possiamo non tenere conto di questo particolare.

Con la nuova legge elettorale, fare un provvedimento che non abbia completamente, che non sia coincidente con quelle che sono le domande di rappresentatività territoriale che ci devono essere, faremmo sicuramente un lavoro non buono per la Calabria, soprattutto per i territori che perderebbero le loro istituzioni. Ripeto, due di queste Province – perché, alla fine, sappiamo benissimo chi è l’azionista di maggioranza di questo Governo – potrebbero solo ed esclusivamente pagare il prezzo, le province più deboli della Calabria.

Accanto a questo, visto che c’è anche questo impegno di fare, insieme alla riduzione dei consiglieri, la modifica della legge elettorale, che noi riteniamo indispensabile per garantire il diritto di rappresentanza, perché questo – grazie a Dio – ancora è un Consiglio regionale di eletti e non di nominati, non vorremmo arrivare ad un Consiglio regionale che possa replicare il Parlamento – Dio ce ne scansi e liberi! – ritengo, però, che l’altro aspetto sul quale ben condivido quest’ordine del giorno sia la necessità di mettere mano alla riforma degli enti, perché alcune riforme non sono più rinviabili.

Se non c’è stato nel passato il tempo, il coraggio di fare alcune scelte, ritengo che oggi la Calabria sia ad un bivio: la Calabria ha necessità di riformare gli enti, di eliminare gli inutili doppioni - ne sono stati costruiti artificialmente parecchi, anche per fare clientelismo e campagna elettorale -, ha necessità di dire le cose come stanno ai calabresi, senza avere paura, perché non è più il tempo di rinviare decisioni che oggi anche la Comunità europea ci chiede. Fermo restando, poi, l’impossibilità di assumere gli impegni, anche di pagare gli stipendi.

Quindi, l’altro bivio necessario che la Calabria deve prendere – questo della riforma va bene –, necessario ed improrogabile, per il quale il governo regionale ha preso impegni in 90 giorni di fare una proposta di riforma da portare all’esame del Consiglio, non è più rinviabile. Forse questa è la riforma più importante che ci chiedono i calabresi e su queste riforme, così come sul prosieguo di quella che deve essere la normale attività amministrativa per ciò che riguarda i fondi e la sanità, ritengo che non ci sia più possibilità di derogare, di prorogare, non è più possibile rinviare alle calende greche i problemi che oggi incalzano.

Su questi temi, su queste riforme degli enti strutturali penso che l’attuale governo calabrese abbia il diritto-dovere morale di intervenire in maniera netta e decisa, per cercare di riavviare una stagione nuova di riforme che abbia tra le sue aspirazioni anche quella di poter garantire la governabilità per chi verrà dopo, perché questo è un sistema politico al collasso, quindi necessità di interventi anche con lacrime e sangue, sapendo che si può perdere del consenso, ma sapendo soprattutto che queste riforme sono propedeutiche ad una ipotesi di sviluppo della Calabria.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Ciconte. Ne ha facoltà.

Vincenzo Antonio CICONTE

Sarò brevissimo, dato che mi hanno preceduto i colleghi ed hanno detto delle cose che volevo dire, quindi cercherò solo di puntualizzare alcuni aspetti.

Credo che sia un momento importante per noi, come Regione Calabria, condividere questa riduzione dei costi della politica. L’abbiamo fatto con serenità e serietà col Presidente del Consiglio come Conferenza dei capigruppo e credo di condividere la manovra a pieno titolo, perché su molti aspetti, anche sulla riduzione dei consiglieri regionali da 50 a 40, credo che ci sia la legge Finanziaria che entro sei mesi ci impone di farlo e non vedo perché noi avremmo dovuto farlo oggi, quando, per quanto riguarda i deputati nazionali nominati al Parlamento italiano, ancora non c’è stata nessuna riduzione.

Credo che lo faremo, probabilmente ce lo imporrà la legge, non so se è costituzionale – così come dicevano gli onorevoli Dattolo e De Masi – ma credo che alla fine farlo fra tre o sei mesi, quando andrà in vigore questa legge della riduzione da 50 a 40, andrà in vigore dalla prossima legislatura, credo comunque che sia giusto farla, aspettando di capire cosa succederà alle Province, come sarà la riforma della legge elettorale e se ci sarà un’unica circoscrizione regionale.

Credo che il buonsenso debba dominare, al di là dei proclami o degli annunci che, secondo me, non servono in questo momento per la Calabria. Credo veramente che abbiamo dimostrato tutti insieme, al di là di piccole sfumature, che si possono fare le riforme tutti insieme, maggioranza e opposizione, e credo che su questo dei costi della politica abbiamo dimostrato che la classe dirigente calabrese non è seconda a nessuno.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Serra. Ne ha facoltà.

Giulio SERRA

Prendo la parola per rafforzare quello che è stato un lavoro fatto con certosina pazienza – e lo diceva bene chi mi ha preceduto – già il 22 agosto eravamo qui per discutere, per affrontare la questione dei tagli dei costi della politica, di quelli che sono anche gli enti subregionali.

Debbo dire che, con grande confronto, vengono fatte riunioni, non ultima quella di stamattina, che ha portato sicuramente alla presentazione in Aula di un testo, che ha visto anche nei vari interventi posizioni tendenzialmente diverse, però credo che sia stato un lavoro dell’intero Consiglio regionale, dei capigruppo, che hanno lavorato per cercare di portare a termine un discorso che vedeva all’interno dello stesso Consiglio l’unanimità.

Ho seguito con attenzione sia l’intervento del Presidente Talarico che del Presidente Scopelliti, e di tutti i colleghi. C’è, quindi, la volontà, all’interno, di tutti di dare una risposta forte che prevede una serie di provvedimenti che vanno dalla riduzione dei gruppi, a quello che è il discorso delle consulenze, al discorso anche per quanto riguarda il vitalizio. Ebbene, noi ci muoviamo anche confrontandoci con quella che è una manovra che di recente il Governo, quindi la Camera, ha licenziato, e non può che vederci soddisfatti per quello che è un provvedimento a cui sicuramente ne seguiranno altri.

Sono d’accordo nell’approvare un documento che possa, nel giro di sei mesi, portare a quei provvedimenti previsti nella manovra e quello della riduzione degli stessi consiglieri regionali, che sono tra di loro legati. Lo diceva, ho seguito attentamente anche l’intervento del collega Dattolo, quando dice che dobbiamo guardare attentamente a quello che è il discorso della riduzione delle Province, lo stesso discorso di prevedere e di fare una legge elettorale che possa rispettare e quindi portare anche a un discorso della rappresentatività dei territori.

E’ giusto che ci sia una discussione e di un confronto più allargati, si è parlato di una Commissione speciale, rispetto ad una serie di proposte alternative. Oggi andiamo a licenziare un testo che prevede anche la riduzione di componenti nelle stesse strutture speciali, diciamo, quindi, che abbiamo fatto un buon lavoro.

Sicuramente, il lavoro va visto anche nel lungo periodo, quando con la prossima legislatura diventeranno attuativi. Inoltre, col prossimo bilancio al 1° gennaio, una serie di provvedimenti diventeranno esecutivi, come quelli della riduzione di alcune situazioni.

Ho apprezzato, in modo particolare, quando il Presidente, su suggerimento anche dei sindacati, ha proposto di prevedere la pubblicità dello stato patrimoniale dei direttori generali e dei dirigenti, perché è giusto che nella pubblica amministrazione ci sia questa previsione, valida anche per i consiglieri regionali, per i deputati e per tutti coloro i quali ricoprono cariche istituzionali.

In linea di massima, a nome mio e del gruppo che rappresento, “Insieme per la Calabria”, esprimo un voto favorevole sui prossimi provvedimenti che saranno votati.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Battaglia. Ne ha facoltà.

Demetrio BATTAGLIA

Faccio un brevissimo intervento per quanto concerne il rinvio della votazione o, per meglio dire, la votazione di un ordine del giorno relativo alla riduzione dei consiglieri regionali. Questo problema è stato posto da tempo e non era legato ai costi della politica, era legato all’efficienza e alla funzionalità di un’Assemblea elettiva che, per quarant’anni, ha visto legislature in Calabria con un numero di consiglieri pari a 40. La riduzione dei costi, poi, era una conseguenza.

Oggi, a mio giudizio, abbiamo un’Assemblea che, dal punto di vista funzionale e dell’efficienza, potrebbe tranquillamente lavorare con 40 consiglieri regionali. Questa era, almeno, la impostazione data nel tempo e non possiamo accettare una impostazione che ci vede obbligati a legiferare su questo aspetto, dovremmo essere convinti che 40 consiglieri rappresentano bene la sintesi della Regione Calabria.

Ho ascoltato alcune espressioni che tentano di rinviare ad un obbligo legislativo. Secondo me, è un’impostazione sbagliata perché, anzi, dovremmo dare un messaggio forte anche al Parlamento italiano e sfidarlo a diminuire di metà il numero dei Parlamentari, al di là delle proposte che non vanno avanti. Quindi assumere un atteggiamento difensivo è completamente sbagliato.

Ritengo che già questa sera si possa votare la modifica statutaria ma che legarla ad una legge elettorale di rappresentanza dei territori è sbagliato, perché la legge elettorale può essere considerata una conseguenza di un assetto istituzionale, non deve essere, invece, la premessa dell’assetto istituzionale in una democrazia funzionante.

Quindi, a mio giudizio, oggi il Consiglio regionale, se non decide di modificare sin da subito lo Statuto, assume un atteggiamento difensivo, tenta di dilazionare nel tempo il problema, immaginando di risolverlo solo se c’è un’imposizione della legge nazionale, invece di non risolverlo se questa legge c’è. E’ un arroccamento, a mio giudizio, sbagliato che non risponde alle esigenze funzionali. D’altra parte, se abbiamo ridotto le Commissioni, sia pure da dicembre 2012, mentre si potevano ridurre da subito e siccome l’aumento delle Commissioni nella passata legislatura è stato legato alla presenza di un numero maggiore di consiglieri regionali  che altrimenti restavano “a spasso”, non si capisce perché non adottiamo contemporaneamente questo provvedimento.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Nucera. Ne ha facoltà.

Giovanni NUCERA

Contrariamente alla volontà del mio capogruppo, che mi diceva di non intervenire, l’intervento ultimo del collega Battaglia mi spinge a dover fare qualche riflessione, proprio per la delicatezza dell’argomento in discussione, ma anche per l’importanza strategica nel complesso generale di quello che potrà essere l’assetto istituzionale che si andrà a determinare nella prossima legislatura, alla luce di ciò che il Governo nazionale sta facendo e di ciò che – devo dire con grande disponibilità, con grande umiltà di atteggiamenti – la maggioranza da una parte e la minoranza dall’altra, hanno costruito nella Conferenza dei capigruppo, un lavoro buono, eccellente che sul piano dei princìpi ha trovato una Conferenza dei capigruppo prima e anche qui in Aula nel dibattito complessivo, pur nelle diversità delle posizioni culturali, ideali, partitiche, strategiche, come volete voi, una consonanza di indirizzo che, senza dubbio, è diventato e diventerà patrimonio del Consiglio regionale almeno nella sua massima parte. Mi riferisco a quelle cose, onorevole Principe, che lei ha avuto modo di citare, che sono state condivise e proposte senza distinzione di sorta dalla maggioranza e dalla minoranza, un lavoro d’insieme, un lavoro – mi permetto di sottolineare – di grande responsabilità istituzionale.

Perché – ecco la domanda che mi pongo e poi voglio darmi una risposta rispetto anche all’invito del collega Battaglia – tutto ciò non si conclude in un quadro, in un pacchetto, in una visione complessiva dell’intero insieme di proposte sulla riduzione dei costi della politica? Come se tutti i danni della politica si chiudessero in quella che è la spesa corrente, che le istituzioni sono costrette a subire per garantire il funzionamento della democrazia. Infatti non dobbiamo dimenticare delle cose importanti, al di là delle tante e buone intenzioni che possiamo mettere all’interno dei cassetti, che la democrazia, per funzionare, ha i suoi costi. Molte volte, forse, ci sono molti sperperi in questi costi – lo abbiamo detto, lo abbiamo ascoltato stasera dai tavoli della maggioranza e dell’opposizione – molte volte, probabilmente, pigrizia e indolenze ci spingono a non tagliare quelli che possono essere considerati i carrozzoni del sistema politico; la riforma degli enti, un processo di riformismo – sì, caro amico Principe – in Calabria è importante ed attuale ed devo dare atto a questo governo regionale che ha avviato un percorso che cammini proprio in questa direzione con molto coraggio, pur nelle difficoltà attuali che abbiamo, con una spesa ordinaria del Consiglio regionale molto striminzita, facendo riferimento e appellandoci a quello che è il sistema complessivo del finanziamento europeo, con azioni decise e determinate che possano recuperare tanti sistemi che dobbiamo fare, e tanto altro c’è da fare.

Abbiamo sistemi che ancora sono appesantiti da una vecchia e ormai arrugginita burocrazia, che non riesce più a tenere i tempi di un’amministrazione, di un rispetto istituzionale molto più veloce e attento al sistema.

In tutto questo, per farla breve, voglio rispondere all’amico Battaglia, dicendo che anche le leggi elettorali hanno bisogno di questo smaltimento, anche un sistema che prevede la selezione della classe dirigente può servire ad aiutare – guardate – non a moralizzare la politica, perché mi viene un po’ da ridere quando sento parlare di moralizzazione della politica. Ciò che bisogna, invece, creare è la responsabilità delle funzioni istituzionali che ognuno di noi compie e svolge nel pieno della sua attività, non solo dal punto di vista soggettivo, quindi un problema squisitamente individuale, ma anche dal punto di vista generale, quello di appartenere ad un gruppo politico, ad una rappresentanza politica in questo sistema in perfetto bipolarismo, all’una o all’altra condizione.

In questa direzione, amico Battaglia, ho presentato dei progetti di legge – anche tu, mi risulta – dove abbiamo previsto la possibilità di ridurre i consiglieri regionali da 50 a 40. Mi trovate d’accordo su tutto questo, nessuno è in disaccordo su questa linea. C’è stata una riflessione attenta, pacata, fatta nelle due-tre riunioni della Conferenza dei capigruppo, dove si è posta l’attenzione e la necessità di ridurre anche l’elemento soggettivo-istituzionale per eccellenza, che è il numero dei consiglieri regionali, ma il tutto rapportato a un’idea in cui il nostro Parlamento, in questa fase, nella fase in itinere, sta legiferando. D’altronde, questa stessa manovra finanziaria, la cosiddetta manovra di ferragosto, che è stata votata in un tempo successivo, lo dice chiaramente, “dando alle Regioni l’opportunità entro 180 giorni” – e siamo nel pieno del termine – “di rivedere le posizioni delle composizioni dei Consigli”, quindi delle Assemblee, “in rapporto al numero degli abitanti”. E alla Calabria – mai volesse il Signore! – potrebbe spettare un numero anche ridotto rispetto a quello di cui stiamo parlando, perché la Calabria ha 2 milioni di abitanti ed è in una condizione di regione borderline, dove ancora oggi non è definito neanche il ruolo – lo hanno detto i miei colleghi della maggioranza prima – che le Province dovranno esercitare, quante Province ci saranno in Calabria e come questa trasformazione dell’assetto istituzionale delle Province potrà incidere.

Allora c’è un momento di attesa, la necessità di vedere meglio, al di là delle nebbie, quello che può essere il quadro complessivo di riferimento entro cui muoverci.

Se il quadro è questo, ecco la domanda che mi pongo, ecco perché non riesco a capire per cui oggi non vi troviamo a votare tutti, compatti, insieme, con una sola volontà, come è stata la volontà di costruire un ragionamento complessivo assieme su cui ognuno di noi ha portato il proprio contributo ed ha saputo dare una ricchezza di opinioni che saranno qui discusse fra pochi minuti.

Perché non andare già da subito ad una volontà unica di raccordo sul sistema e ci dobbiamo dividere sul nulla? Ci stiamo dividendo su una differenziazione – questo voglio che si sappia e che emerga in maniera chiara – di poche settimane, di qualche mese, probabilmente. Se lo Stato dice 180 giorni, stiamo dicendo quattro o cinque mesi, il tempo di capire ciò che c’è al di là dell’orizzonte e poter cogliere alla luce del sole tutti quei sentimenti che ognuno, maggioranza e minoranza assieme, abbiamo posto nella Conferenza dei capigruppo dei giorni scorsi e anche in queste cinque-sei ore di incontro che abbiamo avuto tra Conferenza dei capigruppo e dibattito in Aula.

Allora l’appello finale che voglio lanciare, amici della minoranza, amico Principe, amico Loiero, amico Bova, è proprio quello di recuperare questa necessità dell’unità in un momento così importante e così delicato. Come dicevo prima, ho presentato il progetto di legge di riduzione dei consiglieri regionali, ho presentato un progetto di legge molto più vasto che prevede la possibilità di non avere più di 5 raggruppamenti a sostegno di un candidato Presidente, per dare maggiore forza all’idea della coalizione. Ho presentato un progetto di legge dove prevedo che la formazione dei gruppi, dopo il momento elettorale, deve essere elevato a 5 e non a 3, per evitare la polverizzazione di un sistema che già in questa legislatura si è insediato, ma che in passato ha fatto scempio anche sotto questo punto di vista della rappresentanza dei gruppi all’interno delle istituzioni, quindi della polverizzazione di tanti elementi che, invece, dovevano essere tenuti uniti.

Quindi – come vedete – se questo è, il comune sentire, Principe, non riesco a capire perché oggi dobbiamo dividerci su un arco temporale che diventa insignificante, non riesco a capire e a cogliere il senso di una presa di posizione che non ha motivo di esistere nel contesto di un quadro difficile, come è difficile il quadro nazionale e ancora più quello calabrese, perché se è debole l’Italia, più debole ancora sarà la Calabria nel quadro complessivo delle Regioni. La Calabria non è la Lombardia, non è il Veneto, dove esiste un sistema interno talmente forte da poter prescindere da Roma.

Siamo qui per dire che abbiamo la volontà di risalire la china, in qualche modo, ma per farlo l’appello è proprio questo, cercare di ricondurre ad una unità di intenti e di volontà. Nessuno qui vuole dimostrare la forza, lo abbiamo detto e lo ha detto anche il mio capogruppo Fedele in maniera brillante, non vogliamo mostrare i muscoli a nessuno perché non abbiamo muscoli da mostrare, onorevole Bova, siamo qui perché assieme si possano ricongiungere e ricomporre quei bisogni della dimostrazione forte di insieme che possiamo dare, e lo possiamo fare con una maggiore disponibilità ed apertura a quello che può essere già da ora l’inquadramento di un sistema, di una riforma complessiva del sistema elettorale, cosa possiamo migliorare ragionandoci sopra per qualche mese, ragionandoci anche alla luce del quadro nazionale, ragionandoci anche alla luce di quello che potrà essere un nuovo sistema elettorale proiettato al futuro, che tenga costantemente presente quelli che sono i bisogni e le esigenze di tutti i territori della nostra regione.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Magarò. Ne ha facoltà.

Salvatore MAGARO’

Presidente, colleghi consiglieri, vorrei portare il mio contributo alla discussione, alle analisi e alle proposte che abbiamo davanti e che, da qui a non molto, andremo a sottoporre alla valutazione dell’Aula.

Sono abituato ad essere coerente, sincero con le battaglie e le proposte che ho cercato di fare nel corso della mia vita politica ed amministrativa e lo sarò ancora di più questa sera, perché la coerenza è un elemento importante, se vogliamo anche recuperare fiducia verso le istituzioni.

La prima cosa che vorrei dire è che quello che si sente in giro, quello che circola nell’opinione pubblica, purtroppo, non sono giudizi positivi sulle istituzioni, sulla vita politica e sui nostri comportamenti, nel senso che crescono sempre di più la disaffezione, la sfiducia, lo smarrimento dei cittadini verso la classe politica, cioè i cittadini si allontanano sempre di più dalla vita politica, dalla partecipazione e si interessano sempre di meno dei nostri lavori, delle attività che noi mettiamo in campo.

La domanda che penso stasera dobbiamo porci attraverso questi provvedimenti che andremo a votare è come recuperare questa fiducia, come dare speranza, come cercare di far ritornare la gente a partecipare. Penso che questo obiettivo possa essere raggiunto anche attraverso i provvedimenti che andremo a votare stasera, ma non solo con questi provvedimenti, nel senso che in Europa, ma penso che le altre Regioni più avanzate di noi, sono caratterizzate da esempi, comportamenti, dalla qualità dell’attività legislativa che ognuno produce, ma soprattutto i risultati. I risultati, dal mio punto di vista, devono essere gli elementi che devono caratterizzare e distinguere ognuno, nel senso che in Europa si applica un principio, che è quello di punire e di premiare.

Non mi scandalizzo se un consigliere regionale prende uno stipendio buono, se porta risultati e produce attività legislative di qualità. Ma tornando al discorso che volevo fare stasera, sono stato nella scorsa legislatura Presidente della Commissione riforme e decentramento e non scordiamoci che, alla fine della scorsa legislatura, abbiamo deciso di elevare il numero dei consiglieri a 50 e il numero degli assessori esterni da 2 a 4, non dieci o venti anni fa, ma qualche anno fa. A quella proposta che qualche anno fa è stata pensata, ideata e sottoscritta, mi sono opposto. Probabilmente mi sono opposto perché ritenevo allora, e ritengo ancora oggi, che 50 consiglieri siano troppi per la nostra Regione, siano troppi per una Regione come la nostra.

Per essere coerente su queste battaglie che ho compiuto in passato, mi sono opposto nel centro-sinistra acché diventassero 50 qualche anno fa, mi sono opposto ai 4 sottosegretari e mi ricordo che il Presidente Loiero ci teneva impegnati con lettere e con missive, perché a tutti i costi voleva portare a 4 gli assessori esterni e ricordo che tante pressioni in quell’epoca furono fatte per portare a 50 i consiglieri regionali.

Mi sono opposto a quelle decisioni ed oggi, per essere coerente, devo essere anche qui a testimoniare la mia coerenza, anche perché subito dopo l’approvazione di quella modifica statutaria voluta dal centro-sinistra, ho presentato la prima proposta di legge di riduzione a 40 consiglieri regionali e ho proposto anche un’altra cosa che non sarebbe sbagliato introdurre in questa nostra Assemblea, quella di limitare a 2 i mandati dei consiglieri regionali, così come avviene per i sindaci della nostra regione.

Per queste ragioni di coerenza, mi sarei augurato che su questa scelta saremmo stati più coraggiosi, non nascondendo che elementi importanti, fondamentali nella proposta che viene dalla maggioranza oggi vengono posti alla nostra attenzione. Però attraverso questi tagli non recupereremo la fiducia, la speranza della gente verso la politica; la speranza e la fiducia le recupereremo se saremo in grado di produrre risultati positivi, se saremo in grado di fare bene, di fare presto, di incidere sulle questioni sociali ed economiche che, purtroppo, affliggono la nostra regione.

Avvertivo l’esigenza di questa coerenza, per queste ragioni ho preso la parola ed ho esplicitato il mio pensiero.

PRESIDENTE

Prima di procedere alla votazione, abbiamo un seguito di comunicazioni.

Comunicazioni

PRESIDENTE

Legge un seguito di comunicazioni.

(Sono riportate in allegato)

Proposta di legge statutaria numero 7 di iniziativa del consigliere Fedele

PRESIDENTE

Il primo provvedimento che andiamo a votare è la modifica dello Statuto, che è composto da quattro articoli.

Il primo emendamento, protocollo numero 44610, è a firma degli onorevoli Principe, Amato, Battaglia, Censore, Franchino, recita: “Il primo capoverso dell’articolo 15 della legge regionale numero 25 del 2004 è così modificato: <<Il Consiglio è composto da 40 membri,…>>”.

Su questo argomento c’è anche un ordine del giorno che riguarda la riduzione del numero dei consiglieri. Possiamo considerarlo assorbito in quell’ordine del giorno o dobbiamo procedere alla votazione? Procediamo alla votazione.

Pongo in votazione l’emendamento testé letto.

(E’ respinto)

Emendamento protocollo numero 44611 a firma degli onorevoli Principe, Amato, Battaglia, Censore, Franchino, che recita: “ Il comma 3 dell’articolo 35 della legge regionale numero 25 del 2004 è csì modificato: << La Giunta regionale è composta dal presidente, dal Vicepresidente e da un numero di assessori non superiore a sette>>”.

Anche questo è compreso nell’ordine del giorno successivo che andremo a votare.

Pongo in votazione l’emendamento testé letto.

(E’ respinto)

Possiamo procedere a votare il provvedimento che riguarda la modifica statutaria.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 3.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 4.

(E’ approvato)

Anche qui ci sarà il coordinamento formale, nel caso in cui ci sia qualche refuso legislativo, e come per questo, anche sugli altri provvedimenti che noi provvederemo a votare questa sera.

Proposta di legge numero 245/9^ di iniziativa del consigliere Fedele, recante: “Riduzione dei costi della politica”

PRESIDENTE

Passiamo a un altro punto all’ordine del giorno, che riguarda la proposta di legge numero 245/9^ di iniziativa del consigliere Fedele, recante: “Riduzione dei costi della politica”.

C’è un emendamento a firma degli onorevoli Giordano, De Masi, Talarico D., protocollo numero 44614, che recita: “1. In considerazione della grave crisi economica con i risparmi realizzati dalle minori spese e dal contenimento dei costi di organizzazione, è istituito un fondo regionale di sostegno ai lavoratori fuoriusciti dai processi produttivi che non usufruiscono degli ammortizzatori sociali. 2. La Giunta regionale entro 60 giorni dall’entrata in vigore detta disposizione per l’utilizzazione del fondo.”

Prego, onorevole Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Senza ritornare nel merito delle questioni che il dibattito ha assorbito, il gruppo di Italia dei valori, che nel maggio 2010 aveva presentato il progetto di legge 23 che conteneva gran parte delle misure accolte e adottate dall’Assemblea in questo preciso momento, si è posto il problema dell’utilizzo delle risorse, del contenimento della spesa, soprattutto in virtù del grave momento di crisi che la Calabria sta attraversando. Le risorse che vengono recuperate, che vengono liberate dai procedimenti e dal contenimento della spesa,  con questo emendamento devono costituire un fondo regionale a sostegno dei lavoratori che fuoriescono dai processi produttivi e che non godono di ammortizzatori sociali. Questo è il comma 1.

Con il comma 2 la Giunta, entro 60 giorni dall’entrata in vigore di questo provvedimento, deve regolamentare l’istituzione, la costituzione di questo fondo.

PRESIDENTE

Onorevole Giordano, lo trasformiamo in una raccomandazione alla Giunta, senza procedere a votare?

(Interruzione)

Giuseppe GIORDANO

Presidente, credo che possa essere accolto come emendamento.

PRESIDENTE

Onorevole Giordano, la proposta era di trasformarla in una raccomandazione alla Giunta. Se lei è d’accordo, lo trasformiamo in raccomandazione.

Giuseppe GIORDANO

Come raccomandazione, lo inseriamo nel complesso dell’ordine del giorno che viene licenziato.

PRESIDENTE

Come segnalazione alla Giunta.

Giuseppe GIORDANO

Nel complesso dell’ordine del giorno che approveremo.

PRESIDENTE

E’ diverso. Penso che possiamo farlo come una raccomandazione alla Giunta, lo separiamo dall’ordine del giorno. Va bene?

Giuseppe GIORDANO

Presidente, credo che possa essere contenuto nell’ordine del giorno.

PRESIDENTE

No, perché sono argomenti diversi, onorevole Giordano.

Giuseppe GIORDANO

E’ un argomento correlato alle risorse che dovrebbero essere recuperate con i provvedimenti che stiamo approvando. Quindi questo emendamento lo inseriamo nell’ordine del giorno.

PRESIDENTE

Onorevole Giordano, nell’ordine del giorno non è prevista la destinazione dei fondi dei risparmi.

Giuseppe GIORDANO

Presidente, lo inseriamo.

PRESIDENTE

Se lo inseriamo qui, sembra che già diciamo… Molti hanno opinioni diverse, molti sono per il sociale, qualcuno è per la famiglia, ci sono opinioni diverse. Direi di lasciarla come raccomandazione alla Giunta, così poi la Giunta deciderà se va bene quello che lei ha proposto o altri settori rispetto a questi tagli.

Giuseppe GIORDANO

Ritengo che, oltre alla semplice raccomandazione, debba esserci un voto dell’Aula, perché può andare bene la raccomandazione, ma da questo deve scaturire poi il rispetto al momento tecnico-giuridico che può essere sicuramente articolato successivamente anche con un Regolamento o con un atto della Giunta o del dipartimento, però credo che l’Aula su questo debba esprimersi.

Ecco perché insistevo per l’inserimento nell’ordine del giorno .

PRESIDENTE

Possiamo procedere a votarlo. Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 44614.

(E’ respinto)

Il prossimo emendamento, protocollo 44612, riguarda la riduzione di un’unità per quanto riguarda le strutture speciali. E’ un emendamento firmato da più capigruppo, sostanzialmente un’unità in meno rispetto delle strutture speciali di ognuno.

Pongo in votazione l’emendamento in discussione.

(E’ approvato)

Anche questo è approvato con coordinamento formale.

Adesso passiamo alla votazione del provvedimento sulla riduzione dei costi della politica.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 3.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 4.

(E’ approvato)

Articolo 5…

(Interruzione)

Prego, onorevole Principe.

Sandro PRINCIPE

Presidente, non entro nel merito dell’articolo 5, però le debbo dire che questa disposizione che riguarda l’Ufficio Stampa del Presidente della Giunta regionale non è stata assolutamente oggetto di discussione nelle varie Conferenze dei capigruppo.

Quindi non mi sento di dare una valutazione di merito e, segnalando che nelle varie Conferenze dei capigruppo su questo argomento non si è spesa neanche mezza parola, chiedo che questo articolo sia eliminato dal testo del provvedimento.

PRESIDENTE

Aveva chiesto di intervenire il sottosegretario Sarra per spiegare la portata di questo articolo.

(Interruzione)

No, perché questo articolo riduce la spesa.

Sandro PRINCIPE

No, proprio mezzo secondo. Non è un problema di merito, che esamineremo dopo, ma annuncio sin da adesso che voteremo comunque contro per una – non oso dire – questione principio, perché mi dà fastidio come concetto; sta di fatto che nella Conferenza dei capigruppo del 23 agosto, come in quella odierna, questo testo non è mai comparso.

Molto sommessamente, quindi, la pregherei di farsi promotore della eliminazione di questa norma dal corpo del provvedimento.

PRESIDENTE

La parola al sottosegretario Sarra.

Alberto SARRA, sottosegretario alle riforme e semplificazione amministrativa

Presidente, a prescindere dalla valutazione di forma e di principio preliminare che fa l’onorevole Principe, l’articolo inserito elimina la struttura ausiliaria del responsabile dell’Ufficio Stampa, per cui è un emendamento che va nel senso della riduzione sostanziale dei costi della politica anche da questo punto di vista. Le valutazioni di carattere formale, poi, rimangono prerogativa dell’Aula.

PRESIDENTE

Ci sono altri interventi?

Sandro PRINCIPE

A questo punto entro nel merito, perché ci spingete a farlo.

Leggendo bene la norma, mi sembra curioso che non preveda un aggravio, prevede i comandi di giornalisti iscritti e professionisti dipendenti delle pubbliche amministrazioni - vorrei capire se c’è pure la Rai inserita in questo contesto, perché in Italia tutto è possibile! E’ fuor di dubbio che la Rai sia pubblica. Poi, uscirà qualche grande solone che ci dirà che, quando si parla di pubblica amministrazione, si parla anche di Rai. Ma non è questo il punto.

Oltre i giornalisti dipendenti da pubbliche amministrazioni, qui si possono comandare – in questo caso non è, naturalmente, un comando – anche giornalisti che sono al di fuori delle pubbliche amministrazioni, quindi mi viene molto difficile capire come questo non costituisca una spesa, un costo da parte della pubblica amministrazione.

In ogni caso, richiamo la Presidenza, e il richiamo è sommessissimo – non si può dire in italiano, ma lo dico per dare senso al rispetto che nutro per la figura del Presidente –  affinché questa norma sia eliminata perché non è stata oggetto, nei nostri incontri, della minima discussione.

Alberto SARRA, sottosegretario alle riforme e semplificazione amministrativa

Riguarda la struttura ausiliaria. La struttura, che è di carattere tecnico e serve ad adiuvandum dal punto di vista dell’azione dell’Ufficio Stampa, già esiste e viene eliminata. E’ un fatto tecnico. E’ una struttura che viene eliminata, che non esisterà più se approviamo questo articolo. Poi, le altre valutazioni sono tutte pregnanti, per carità, però la struttura ausiliaria viene eliminata, con la conseguente riduzione dei costi. Questo è nel merito. Poi, tutte le valutazioni, per carità, sono pregnanti, ma in concreto eliminiamo la struttura ausiliaria.

E’ una delle cose che si aggiungono a quelle che sin qui sono state fatte.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Bova.

Giuseppe BOVA

Questo argomento non è stato affrontato, mai, in nessuna riunione. Non so bene. Però, nel momento in cui l’onorevole Sarra dice “il comma 1 dell’articolo 9 della legge regionale 7/96 è sostituito dal seguente”, è giusto precisare, in maniera che ci capiscano tutti, che la legge 7 del 1996 riguarda tutti i dipendenti regionali di ogni ordine e grado. Ci sarà un comma 1, ma poi c’è scritto“sostituiamo”, non togliamo, non abroghiamo, “è istituito l’Ufficio Stampa della Giunta regionale” – in questi termini, è una cosa che non c'è stata mai – “composto da personale iscritto all’Albo nazionale dei giornalisti. Tale dotazione di personale è costituita da dipendenti dell’amministrazione pubblica anche in posizione di comando o fuori ruolo, ovvero da personale estraneo alla pubblica amministrazione in possesso dei titoli…”. Ma quanti sono? Che debbono fare? Quanto spendiamo? Per fare che? Qui non c’è scritto niente di tutto questo.

E’ tutto regolare ed è una legge. Che si inserisca così, senza averne discusso neanche un secondo in nessuna delle riunioni della Conferenza dei capigruppo, lo giudico un modo di procedere abbastanza disinvolto, un po’ stravagante, senza voler dire niente, perché non voglio cambiare il clima. Che ci azzecca questo con i tagli, poi me lo spiegate! Non so, tutto il resto è pertinente, ne abbiamo discusso, ma questo è messo lì.

Lo dico in maniera garbata, educata, poi non sono abituato a fare il processo alle intenzioni: non c’è dubbio che il comma 1 è abrogato, sostituito, quindi formalmente quello che dice l’onorevole Sarra è perfetto, ma poi nessuno di noi capisce bene cosa significhi l’integrazione; quale sia la dotazione, a cosa serva, eccetera.

Riveste tutta questa urgenza questa norma in un provvedimento sui tagli dei costi della politica? Io dico no. Se poi è una cosa che è ultranecessaria, la mandiamo sui binari ordinari, viene assegnata alla Commissione competente che la esaminerà e tutti noi capiremo bene quello che si fa. Stasera non c’entra proprio! Lo dico in maniera sommessa.

Detto questo, è tutto formalmente regolare, quindi se qualcuno si oppone non lo fa per semplice volontà di dire no, ma perché chi non capisce deve dire “non capisco e non mi adeguo”.

PRESIDENTE

Prima di procedere, volevo leggere la vecchia stesura dell’articolo 9: “E’ istituita una struttura speciale denominata Ufficio Stampa della Giunta regionale.” Quindi, nel testo originario era prevista una struttura speciale dell’Ufficio Stampa, adesso invece non c’è più questa previsione di struttura speciale, con tutto quello che ne consegue. “Per detta struttura la Giunta regionale si avvale, a contratto, di giornalisti professionisti e pubblicisti iscritti negli albi professionali”.

Poi aggiunge: “Con deliberazione della Giunta regionale è definito il contingente di personale”, quindi la Giunta regionale decide quanti giornalisti possono farne parte. “Gli incarichi sono conferiti per un periodo di un anno e possono essere confermati di anno in anno per la durata della legislatura”.

Questa versione nuova, se ho capito bene, abolisce la struttura speciale e, in ossequio anche alla normativa nazionale, individua le persone che collaboreranno con l’Ufficio Stampa.

(Interruzione dell’onorevole Bova)

Giuseppe BOVA

Il Presidente Loiero, all’inizio della sua legislatura passata, aveva aumentato la dotazione organica e sull’argomento il quotidiano nazionale più diffuso, il “Corriere della Sera”, ha basato un numero, perché aveva spostato in avanti… Poi Loiero si è giustificato, dicendo: “No, io prevedevo questo numero, ma ne ho fatti solo tanti”.

Adesso licenzieremmo o licenziereste un provvedimento in cui non c’è scritto niente, circa i costi della politica? Quindi, in teoria un cittadino dice: “Ma quanti ne prevedete e perché ? Quattro, cinque, sette? Quanti ce ne sono, quanti ce ne saranno?”. Lì non c’è scritto niente di tutto questo.

(Interruzione)

Se è davvero taglio dei costi e si interviene con un provvedimento dei tagli, immagino che qualcuno mi dica: “No, consigliere Bova, noi non mandiamo a casa nessuno; tuttavia, dato che avevamo occupato, prima se ne potevano prendere nove, ora noi pensiamo 7”. Perché non lo scrivete chiaramente? E che cosa cambia tutto questo? Sono cose normali, non la fine del mondo! Qui non c’è scritto, c’è scritto soltanto che quelli che vengono chiamati devono avere i requisiti. Sfido io, che debbano averli! Non è su quello che noi discutiamo. Nessuno ha detto che state chiamando persone che non hanno i requisiti, non è su questo il punto. Considerato che il titolo generale è “Taglio dei costi della politica”, ovviamente devo immaginare che lo inserite perché costavano ics, ora con questo provvedimento costano ics meno, ma da dove si ricava? Non si evince, non c’è una relazione di accompagnamento, non c’è stata una discussione.

Alberto SARRA, sottosegretario alle riforme e semplificazione amministrativa

Intervengo per una precisazione di carattere tecnico, perché non mi addentro su una valutazione di carattere politico che appartiene all’Aula, a me interessa evidenziare soltanto quello che prevedeva la norma precedente e quello che prevedrebbe la norma che noi proponiamo all’attenzione e alla valutazione del Consiglio.

 (Interruzione)

Entro nel merito tecnico, non in quello politico che resta di vostra competenza; se la norma non è stata oggetto di valutazione, la farete voi adesso. Prima c’era una struttura speciale che adesso non c’è, e voi sapete che cosa comporta l’esistenza di una struttura speciale; c’è, poi, una facoltà che la norma precedente riconosce all’esecutivo, cioè la Giunta può nominare un certo numero di persone come componenti dell’Ufficio Stampa. Questa è la norma precedente. Come ha evidenziato giustamente il Presidente dell’Assemblea, la norma che approveremmo stasera limita i poteri della Giunta; non solo li limita, ma non li lascia ad una valutazione discrezionale, li limita anche nel numero, cioè la Giunta può nominare fino al 50 per cento. Poi l’onorevole Fedele preciserà in riferimento alla normativa nazionale.

Quindi, questo è. Questa è la valutazione di carattere tecnico-giuridico. Le valutazioni di opportunità, le valutazioni sull’inserimento e su quello che ha deciso la Conferenza dei capigruppo le lascio alla competenza dell’Assemblea. Fatto è, però, che sicuramente è una norma che riduce i costi delle strutture, eliminando innanzitutto una struttura speciale – e voi sapete cosa significa e cosa comporta l’esistenza di una struttura speciale – eliminando o comunque riconoscendo delle facoltà alla Giunta regionale, limitate, sostanzialmente, entro dei limiti precisi che vengono, peraltro, esplicitati. Questo è. Dopodiché, per carità, tutte le valutazioni rimangono all’Assemblea. Certo è che è una norma che agisce sulla riduzione.

Solo su questo mi permetto di dire e questo è per tabulas.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Bova.

Giuseppe BOVA

Siccome è questo, siccome nello stesso provvedimento si fa riferimento al comma 2 dell’articolo 9 della stessa legge, io sostengo – e se lei ce l’ha davanti, lo vede – che il comma 2 non c’entra nulla col comma 1, quindi la riduzione di cui parliamo non riguarda il comma 1 e la struttura speciale – per essere chiari. Il comma 2 non c’entra niente col comma 1, quindi è un’altra cosa.

Chiarito questo, a me basta.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Fedele. Ne ha facoltà.

Luigi FEDELE

Onorevole Principe, confesso che, appena l’ho visto, pure io sono rimasto un po’ sorpreso da questa norma, ho chiesto chiarimenti ai tecnici perché non avevo capito bene la situazione.

Questa norma non fa altro che prevedere testualmente, parola per parola, quello che dice la legge nazionale 150 che regola gli uffici stampa. Noi abbiamo fatto questo in ottemperanza della legislazione nazionale. Potete prendere la legge nazionale 150 che prevede le stesse identiche cose, né qualcosa in più né qualcosa in meno, non parla – come dice l’onorevole Bova – del numero dei componenti, perché il numero massimo dei componenti è fissato per legge in numero di 8. Possiamo precisarlo, ma la legge prevede già questo numero di 8.

Per cui, non si tratta di altro che di una ottemperanza di legge e diceva bene l’onorevole Sarra che, in questo modo, viene eliminata la struttura speciale dell’Ufficio Stampa della Giunta, che la norma in discussione non prevede più.

La Legge 150 dice proprio questo e la Regione si sta adeguando, senza aggiungere qualcosa in più e senza togliere ad altro. Quindi, il numero massimo era 8 e sempre 8 può restare, meno sì ma non di più, perché la legge nazionale prevede proprio questo, per cui non c’è niente di particolare. C’è una riduzione che consiste nell’eliminazione della struttura speciale.

Francesco SULLA

Lascia stare la “150”, tu hai detto che rimarrebbero sempre 8. Non è così, perché la legge precedente, anzi quella in vigore attualmente dice che il numero è fissato con delibera della Giunta regionale, e non è 8, può essere 7 o 10. Non c’entra nulla il riferimento alla Legge 150, per la quale peraltro non è previsto alcun riferimento specifico.

(Interruzioni)

Non c’entra proprio nulla.

Luigi FEDELE

Presidente, possiamo integrare con un emendamento formale, dicendo “nel numero di 8”. Non si vuole creare nessun caso, anzi si tratta di un risparmio.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Principe.

Sandro PRINCIPE

Mi preoccupo anche dell’aspetto esterno e di come ci presentiamo alla pubblica opinione e, siccome siamo in tema giornalistico, ad una certa stampa che fa molta presa in Italia in questo momento. A me sembra un’operazione gattopardesca, cioè siccome come maggioranza vi state dando questo alone di grandi rinnovatori, questo è il classico caso di chi vuole cambiare tutto per non cambiare niente!

Detto questo – ma è un mio giudizio - per quanto mi riguarda rimane fermo che questa norma non ha trovato spazio nella discussione della Conferenza dei capigruppo, quindi, invito il Presidente Talarico a tenere conto di questa nostra modesta osservazione. Però, non ne faccio un problema di numeri, 7, 8, perché quando diamo i numeri, rischiamo sempre di dire delle sciocchezze. Voglio sottolineare che alla fine del primo comma dell’articolo 5, si dice “nei limiti delle risorse disponibili nel bilancio della Regione per le medesime finalità”, il che vuol dire che noi lasciamo alla discrezionalità della Giunta e del Presidente, soprattutto del Presidente, di spendere sino ad un limite che è uguale alla spesa che si teneva prima.

Non è un problema se si chiami struttura speciale o Ufficio Stampa, non ci vado dietro, anche qui siamo al Gattopardo, invece di struttura speciale - forse siamo più onesti, linguisticamente parlando - e lo chiamiamo Ufficio Stampa, però il Presidente può spendere la stessa cifra che si spendeva prima, basta confermare tale entità nelle postazioni di bilancio.

Francamente, in una legge che porta questo titolo roboante - che non condivido perché i titoli sono importanti - bisognerebbe sempre parlare di riduzione dei costi di funzionamento delle istituzioni, perché molte di queste norme non vedo cosa c’entrino con la politica, a meno che non ci sia una concezione molto in auge in molti partiti del nostro schieramento politico, che politica e istituzione sono la stessa cosa. Per me la stessa cosa non sono.

In una legge che titola “riduzione dei costi della politica”, poi inseriamo una norma che non c’entra assolutamente niente e, per giunta, prevedendo una spesa uguale a quella precedente! Mi sembra un po’ eccessivo, quindi insisto con il signor Presidente affinché questa norma sia cassata da questa legge, scompaia, così come non è mai apparsa nelle riunioni della Conferenza dei capigruppo.

Alberto SARRA, sottosegretario alle riforme e semplificazione amministrativa

Si può decidere tutto quello che l’Aula ha titolo e legittimazione per decidere, però una precisazione sento il dovere di farla: non si può far passare questa norma come una norma che tende a mantenere o a perpetuare delle situazioni esistenti, perché mi sembra fuor di dubbio che sia il contrario.

E’ presente l’assessore Mancini, che può certificare da par suo che in nessun settore, ahimè, si può contare sulle stesse disponibilità di bilancio, a maggior ragione in quello di cui si tratta. Pertanto, dipingere questa norma come un escamotage per perpetuare l’esistente, mi sembra fuor di dubbio, è di tutta evidenza che è errato, perché il risultato è opposto. Poi, per carità, “così è, se vi pare”, diceva Pirandello, però c’è un limite oltre il quale non si può andare:si discute comunque, senza dare i numeri, di situazioni oggettivamente apprezzabili.

Onorevole Principe, conosco la sua correttezza. Si tratta, a mio avviso, proprio nella parte da lei richiamata, di una norma che non esito a definire una norma dovuta, un atto dovuto, perché si tratta di adeguare la normativa regionale che riguarda quel tipo di ufficio alla normativa nazionale. Se così non è, allora la legge n.150, che l’onorevole Fedele ha giustamente richiamato, sarebbe stata richiamata a torto e fuor di luogo. Vi prego, dato che è stata richiamata in maniera puntuale dall’onorevole Fedele, verificate il disposto, perché se non prevede quello che è stato dichiarato, allora avrete ragione.

Si è andati a tagliare in tutti i settori qualcosa e qualcosa di rilevante. Se poi vogliamo sottovalutare o sminuire questa attività, se ne ha facoltà, in quanto nessuno ha la pretesa di essere grande riformatore: si tratta di adeguare il funzionamento di Consiglio regionale e Giunta a quelle che sono le rinnovate esigenze della Calabria.

Credo che una prova di grande volontà oggettivamente valutabile e apprezzabile sia stata data. Non penso che questa norma non sia nel solco di quello che la Conferenza dei capigruppo, con la presenza autorevole delle persone intervenute, ha statuito. Io ho partecipato e ne ho apprezzato lo spirito riformatore, perché si tratta di fare tutti delle rinunce. Non ritengo, obiettivamente che questa norma non si ponga in questo solco – ma sapete che io evito di intervenire –; è comunque vero  che non è stata oggetto di trattazione nella questione dei capigruppo, perché trattasi di valutazione preliminare, non di merito. E qui mi fermo.

È rimesso all’Aula decidere se inserire o meno la disposizione nell’articolato, tuttavia nel merito – vi prego – non si può non riconoscerne il tenore: una norma che prevede una riduzione (peraltro sostanziale), che prevede una facoltà, per la Giunta, che viene ridotta entro i limiti che noi possiamo stabilire. Sulla questione preliminare non mi permetto di discutere e non mi avventuro neanche un secondo.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Bova.

Giuseppe BOVA

Ho solo obiezioni di metodo. Si propone, capo quarto, modifiche, e disposizioni abrogative finali: all’articolo 10 di abrogare la legge 45 del 2002, che è la legge che istituiva la Commissione per le politiche comunitarie e relazioni esterne.

Abbiamo discusso anche di questo, però– e mi rivolgo anche al Segretario d’Aula e a lei – c’è una procedura che non possiamo ignorare, perché questa norma ha rilevanza statutaria, e il meccanismo per abrogarla è cambiare prima lo Statuto, e successivamente abrogare la legge.

Guardi, l’articolo 28 dello Statuto, comma 1, recita testualmente: “Il Consiglio regionale istituisce al suo interno Commissioni permanenti, distinte per settori organici di materia”. Il Regolamento interno ne disciplina il numero, la composizione e le modalità di funzionamento – attenzione – prevedendo che un’apposita Commissione sia preposta alla trattazione delle questioni relative ai rapporti con l’Unione europea e di quelle con le Regioni e i Paesi extraeuropei del Mediterraneo.

Noi potremmo abrogare quasi tutte le Commissioni, perché hanno rilevanza solo regolamentare, lasciandone ad esempio solo una, ma quella che non possiamo abrogare, prima di cambiare lo Statuto, è proprio questa.

Non “meno il can per l’aia”: chiedo che le cose che facciamo, siano fatte come Dio comanda: lo Statuto è sovra ordinario! Non dico che non l’avevo sentito, perché di questo ne abbiamo discusso, però un minimo di attenzione non guasta, a meno che non si facciano osservazioni di diverso tipo.

PRESIDENTE

Diciamo che il coordinamento formale che abbiamo richiesto all’inizio serviva a questo, perché c’erano altri riferimenti, allo Statuto, alle leggi, ed è un lavoro complicato, difficile, che ha impegnato gli uffici tutto il mese di agosto.  Si può anche verificare che ci sia qualche incongruenza. Occorre chiarire la volontà del Consiglio, ecco perché il coordinamento formale…

(Interruzione dell’onorevole Bova)

Ha fatto bene ad evidenziarlo, ma la volontà del Consiglio è di abrogare questa Commissione e poi procedere a spostare le stesse competenze a un’altra Commissione, che potrebbe essere la seconda. Così ci eravamo detti in Consiglio regionale, ma il suo intervento è pertinente, documentato e apprezzato molto da parte di questa Presidenza, perché ha dato un grande contributo.

Possiamo procedere con la votazione.

Pongo in votazione l’articolo 5.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 6.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 7.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 8.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 9.

(E’ approvato)

Questo articolo 9 in coordinamento formale con gli esercizi finanziari, bisogna studiarli.

Pongo in votazione l’articolo 10.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 11.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 12.

(E’ approvato)

Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso, sempre con coordinamento formale.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

L’onorevole Bova, che è anche un grande velocista, mi ha preceduto, ma quando si parla di coordinamento formale che vuol dire? Che questa norma viene presa da questo provvedimento e trasferita nel provvedimento che abbiamo già votato? Perché, naturalmente, questa norma necessita di due passaggi.

PRESIDENTE

Riguarda l’aspetto tecnico, onorevole Principe. Ha bisogno di due passaggi, quindi l’abrogazione della Commissione per gli affari comunitari sarà inserita anche nelle modifiche dello Statuto.

Proposta di legge numero 246/9^ di iniziativa del consigliere Fedele, recante: “Modifica alle leggi regionali n. 7/1996 e 8/1996, pubblicità della situazione patrimoniale dei dirigenti della Regione Calabria”

PRESIDENTE

Adesso la proposta di legge numero 246/9^ di iniziativa del consigliere Fedele, recante: “Modifica alle leggi regionali n. 7/1996 e 8/1996, pubblicità della situazione patrimoniale dei dirigenti della Regione Calabria”, che aveva proposto il Presidente Scopelliti, l’aveva fatto proprio l’onorevole Fedele.

E’ composta di due articoli, penso che si illustri da sé:i accanto a quella dei consiglieri regionali, degli assessori esterni, dei sottosegretari, è prevista anche l’anagrafe dei dirigenti della Regione.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Proposta di legge numero 247/9^ di iniziativa dei consiglieri Dattolo e Fedele, recante: “Modifica alla legge regionale 14 febbraio 1996 n. 3”

PRESIDENTE

Si passa alla proposta di legge numero 247/9^ di iniziativa dei consiglieri Dattolo e Fedele, recante: “Modifica alla legge regionale 14 febbraio 1996 n. 3”, che riguarda il vitalizio.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

(Interruzione)

Prego, onorevole Principe.

Sandro PRINCIPE

Sull’articolo 2 rilevo una disparità di trattamento, da valutare nel coordinamento formale che in questo Consiglio regionale riveste un ruolo di grande importanza, come abbiamo avuto modo di vedere in questi mesi e anche prima.  C’è una disparità di trattamento perché, per quanto riguarda le trattenute relative all’assegno di fine mandato, trovo ingiusto che valga la regola che chi fa prima vince. Si istituisce un’ulteriore tassazione, penso che i consiglieri che hanno maturato questo diritto debbano essere trattati fiscalmente in modo eguale, indipendentemente se hanno già fatto la domanda oppure no.

Obiettivamente, si tratta di un’evidente disparità di trattamento. Sarà una sciocchezza, ma forse in sede di coordinamento formale questa questione va ricondotta ad equità, rispetto a situazioni che hanno gli stessi requisiti e quindi gli stessi diritti.

PRESIDENTE

Quindi c’è sempre il coordinamento formale anche rispetto alla riflessione dell’onorevole Principe.

Pongo in votazione l’articolo 3.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 4.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 5.

(E’ approvato)

Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

E’ approvato col coordinamento formale.

Luigi FEDELE

Col coordinamento formale e con molta attenzione, perché ci sono alcuni piccoli dettagli che vanno salvaguardati. Tra l’altro, la norma si riferisce a tutti quelli che attualmente già effettuano il versamento, quindi va vista bene questa, fatti salvi i diritti di chi attualmente ha già le trattenute.

(Interruzione dell’onorevole Nucera)

PRESIDENTE

Il provvedimento è approvato con autorizzazione al coordinamento formale.

Proposta di provvedimento amministrativo numero 146/9^ di iniziativa dei consiglieri Fedele, Bilardi, Serra, Dattolo, Principe, Ciconte, Loiero, De Masi, Bova, recante: “Modifiche al Regolamento interno del Consiglio regionale”

PRESIDENTE

Si passa alla proposta di provvedimento amministrativo numero 146/9^ di iniziativa dei consiglieri Fedele, Bilardi, Serra, Dattolo, Principe, Ciconte, Loiero, De Masi, Bova, recante: “Modifiche al Regolamento interno del Consiglio regionale”, che riguarda il riordino delle Commissioni.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 3.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 4.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 5.

(E’ approvato)

Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Antonino DE GAETANO

Abbiamo votato la proposta numero 146? E quella dopo? E’ di due pagine, dice “articolo 1…”, “modifiche all’articolo 13” non l’abbiamo votata? No, perfetto.

PRESIDENTE

Adesso ci sono gli ordini del giorno presentati.

Ordine del giorno numero 23 a firma dei consiglieri Fedele, Bilardi, Serra, Dattolo, Principe, Ciconte, Loiero, De Masi, Bova “Sulla riduzione dei costi attraverso la riforma degli enti strumentali regionali”

PRESIDENTE

Il primo ordine del giorno, il numero 23, riguarda la riforma degli enti strumentali, che leggo testualmente:

"Il Consiglio regionale

considerato che

una importante e concreta riduzione dei costi e degli sprechi della politica non può non passare anche attraverso una riorganizzazione degli enti strumentali e partecipati della Regione;

preso atto che

per tagliare e riformare gli enti strumentali regionali si rende necessario partire da un'analisi dei servizi che essi erogano e valutare concretamente e su dati fattuali le funzioni che si intendono sostenere e rafforzare con l'obiettivo di mettere a sistema le risorse finanziarie e di riorganizzare la Calabria quale Regione pronta a programmare lo sviluppo e capace di innovazione in tutti i settori;

si impegna

ad attuare una riforma e una riduzione degli enti strumentali e delle società partecipate della Regione al fine di contenerne gli eccessivi ed ingiustificati costi ed abolirne gli sprechi;

quindi a proseguire e dare concreto impulso all'opera di razionalizzazione e contenimento dei costi degli organi istituzionali e burocratici attraverso una riorganizzazione regionale che preveda anche la soppressione di enti strumentali e partecipati della Regione. A tal fine demanda alla Giunta regionale il compito di predisporre, entro novanta giorni, una proposta di legge per la riorganizzazione degli enti strumentali, in house e delle società partecipate a maggioranza della Regione presenti sul territorio calabrese attraverso la fusione e/o soppressione per funzioni ed obiettivi degli enti di che trattasi nella misura più efficace ed efficiente”.

E’ un ordine del giorno con cui il Consiglio regionale impegna la Giunta entro 90 giorni a preparare

Nessuno chiede di intervenire, per cui lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Ordine del giorno numero 24 a firma dei consiglieri Fedele, Bilardi, Serra, Dattolo, Principe, Ciconte, Loiero, De Masi, Bova “Sulle indennità dei dirigenti generali e dei dirigenti degli enti strumentali”

PRESIDENTE

Ordine del giorno numero 24 a firma del consigliere Fedele, “In merito alla riorganizzazione del personale”, di cui do lettura:

“Il Consiglio regionale

considerato che

la crisi economica e finanziaria aggravatasi sempre di più negli ultimi tempi ha reso non più procrastinabile un serio intervento in materia di riduzione dei costi della politica e di funzionamento delle istituzioni anche a livello regionale;

si è affermata quindi l'esigenza per il Consiglio regionale di riacquistare la centralità originaria e di riaffermare il proprio ruolo qualificando più nettamente i propri strumenti e compiti ma soprattutto privilegiando aspetti quale una migliore organizzazione interna e una maggiore capacità di rapportarsi in modo incisivo con gli altri soggetti istituzionali in un'epoca in cui è diventata fondamentale la rapidità delle decisioni, l'efficacia e l'efficienza degli strumenti, l'economicità e l'adeguatezza delle risorse impiegate;

ritenuto opportuno intervenire, pertanto, sulla ottimizzazione dei costi relativi alle indennità dei dirigenti di livello apicale della Regione nonché degli enti strumentali, in house e società partecipate a maggioranza della Regione;

impegna

le Amministrazioni della Giunta e del Consiglio a presentare una proposta organica di riforma delle normative di riferimento avuto riguardo le indennità dei dirigenti generali e dei dirigenti degli enti strumentali, in house e delle società partecipate a maggioranza della Regione, nonché a proporre, nelle opportuna sede di contrattazione sindacale, l'eventuale riduzione delle indennità di posizione o di risultato dei dirigenti della Giunta e del Consiglio;

altresì, a predisporre un progetto di legge finalizzato al conferimento alla Giunta regionale della redazione di un testo unico in materia di riorganizzazione del personale della Giunta regionale”.

Nessuno chiede di intervenire, per cui lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Ordine del giorno numero 25 a firma dei consiglieri Fedele, Bilardi, Serra, Dattolo, Ciconte, De Masi “In merito alla modifica statutaria per la riduzione del numero dei consiglieri regionali da 50 a 40”

PRESIDENTE

Ordine del giorno numero 25 a firma del consigliere Fedele: “In merito alla modifica statutaria per la riduzione del numero dei consiglieri regionali”, di cui do lettura:

“Il Consiglio regionale

considerato che

la crisi economica e finanziaria aggravatasi sempre di più negli ultimi tempi ha reso non più procrastinabile un serio intervento in materia di riduzione dei costi della politica e di funzionamento delle istituzioni anche a livello regionale;

si è affermata quindi l'esigenza per il Consiglio regionale di riacquistare la centralità originaria e di riaffermare il proprio ruolo qualificando più nettamente i propri strumenti e compiti ma soprattutto privilegiando aspetti quale una migliore organizzazione interna e una maggiore capacità di rapportarsi in modo incisivo con gli altri soggetti istituzionali in un'epoca in cui è diventata fondamentale la rapidità delle decisioni, l'efficacia e l'efficienza degli strumenti, l'economicità e l'adeguatezza delle risorse impiegate;

ritenuto che

la massima Assemblea legislativa regionale ed i singoli consiglieri devono per primi intervenire, nell'ambito delle proprie dirette competenze, con una serie di misure che siano prova di senso di responsabilità e di coerenza;

preso atto che

per quanto concerne le materie oggetto di disciplina legislativa la Conferenza dei Capigruppo ha individuato, tra l'altro: la riduzione del numero dei consiglieri regionali e degli assessori da determinarsi sulla base dei risultati del censimento della popolazione calabrese ancora in corso

si impegna

alla modifica dello statuto per la riduzione del numero dei consiglieri regionali dagli attuali 50 (cinquanta) a 40 (quaranta), unitamente all'approvazione di una nuova legge elettorale.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

Presidente, le ho chiesto la parola per trenta secondi per dichiarare che noi votiamo a favore dell’ordine del giorno, perché avendo presentato emendamenti che tendevano ad inserire da subito nel procedimento di modifica dell’ordinamento statutario questa riduzione, non possiamo che essere favorevoli, constatando che, dopo che la maggioranza ha bocciato i nostri emendamenti all’ordine del giorno, ha presentato un ordine del giorno con la medesima finalità.

Forse il collega consigliere Sulla dice una cosa esatta– ma l’avevo notata anche io –: nell’ordine del giorno sarebbe opportuno, onorevole Fedele, arrivare alla identica conclusione anche per quanto riguarda la Giunta, cioè voi avete già votato (insieme a noi) la riduzione degli assessori esterni da 4 a 2. Nel momento in cui tutti si impegnano -noi ci siamo già impegnati con l’emendamento-, tutto il Consiglio si impegna a ridurre il numero dei consiglieri, va da sé che va ridotto anche il numero dei membri della Giunta.

(Interruzione)

Quelli sono stati già eliminati.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Fedele.

Luigi FEDELE

L’osservazione dell’onorevole Principe credo che sia pertinente, perché se andiamo a ridurre il numero dei consiglieri regionali, anche il numero dei componenti della Giunta va ridotto, quindi da 50 a 40 i consiglieri regionali, la Giunta va ad 8. Nell’ordine del giorno aggiungiamo…

PRESIDENTE

Si tratta della discussione che avevamo fatto nella Conferenza dei capigruppo. Quindi, con l’aggiunta proposta dall’onorevole Principe, pongo in votazione quest’ordine del giorno.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

(E’ riportato in allegato)

Ordine del giorno numero 26 a firma dei consiglieri Morelli, Censore, Fedele, P. Aiello, Imbalzano, Mirabelli, Tripodi, Chiappetta, F. Aiello “Sulla struttura del commissario ad acta della sanità”

PRESIDENTE

Si passa all’ordine del giorno numero 26 a firma del consigliere Morelli: “Sull’interpretazione autentica dell’articolo 17 della legge n. 22 del 2007”.

Prego, onorevole Morelli.

Francesco MORELLI

Si illustra da sé.

PRESIDENTE

Lo illustri brevemente, onorevole Morelli.

Francesco MORELLI

Si tratta di interpretazione autentica dell’articolo 17 della legge 22 del 2007, che è inerente la ripartizione del Fondo sociale, questo per quanto riguarda le annualità relative alle strutture sociali non socio-sanitarie, anche perché in audizione in seconda Commissione abbiamo avuto diverse strutture del genere che lamentavano, a parte la grave carenza economico-finanziaria che ben conosce anche l’assessore Stillitani, purtroppo, così come anche l’assessore Mancini, anche l’interpretazione autentica di questo articolo 17, che consentirebbe di differenziare il 70 per cento sul Fondo sanitario e il 30 per cento sul Fondo sociale con partecipazione ospite.

(Interruzione dell’onorevole Sulla)

Sandro PRINCIPE

A parte che il testo non l’abbiamo proprio visto, neanche l’ombra, sono contrario ad  acquisire una prassi che può rappresentare un precedente, in base alla quale con un ordine del giorno si procede  all’interpretazione autentica di una legge. Sinceramente, a noi sembra eccessivo, perché l’interpretazione autentica di una legge, normalmente, si fa con un’altra legge.

Quindi, inviterei il Presidente Morelli a preparare un testo legislativo che andremo a leggere e, se necessario, approveremo; però iniziare questo precedente (approvare un ordine del giorno, peraltro alla fine di una giornata pesante per tutti noi, e dare a questo  la valenza di interpretazione autentica), a me sembra estremamente eccessivo e pongo all’attenzione dell’Aula questa questione, che reputo pregiudiziale, sul modo di comportarsi di un’Assemblea legislativa come la nostra.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Sulla.

Francesco SULLA

Vorrei aggiungere, a quanto detto dal capogruppo del Partito democratico, il fatto che con quest’ordine del giorno noi impegniamo la Giunta a fare una cosa che non può fare, poiché qui dice: “Tanto premesso, impegna la Giunta regionale ad espletare e a riferirne al Consiglio tutte le verifiche tecniche che consentono di interpretare…”. La Giunta non ha nessuna competenza. L’interpretazione la deve fare il Consiglio regionale.

Francesco MORELLI

Poiché parliamo di una questione che potrebbe essere confusa con il Piano di rientro e quindi potremmo entrare nell’ambito sanitario, noi inviamo l’ordine del giorno alle strutture del commissario ad acta, per verificare preventivamente la compatibilità o meno di questa interpretazione autentica dell’articolo 17 della legge 22 del 2007.

Per cui io ringrazio molto l’onorevole Principe del suggerimento, saggio e quanto mai opportuno. Me ne rendo partecipe e me ne farò obbligo sin dal prossimo Consiglio regionale, ma nelle more è opportuno inviare la questione e sentire anche il commissario ad acta sulla compatibilità o meno di una interpretazione autentica in merito a questo articolo, anche perché, onorevole Sulla, abbiamo avuto dei precedenti in cui quest’Aula ha deliberato su leggi, che poi sono state regolarmente – ahimè – impugnate anche dagli organi legislativi.

Francesco SULLA

Quindi si impegna la Giunta, cioè è un invito al commissario ad espletare tutta la procedura, per verificare se poi possiamo in Consiglio approvare una reinterpretazione della legge o, comunque, una interpretazione autentica, però rispetto alla problematica che abbiamo di fronte, penso che questo sia un atto dilatorio che è molto debole rispetto alle questioni sul tappeto. Sono convinto, come l’onorevole Morelli ha avuto modo di verificare e in Commissione e oggi nel confronto, seppure molto veloce, con i rappresentanti dei soggetti che su questa norma pagano un prezzo enorme, che nei prossimi giorni potremmo avere delle tensioni in un settore delicatissimo.

Pertanto c’è necessità di un’urgenza che era stata, per la verità, garantita ed assicurata dalla Giunta regionale, che in un incontro a luglio aveva già dato assicurazioni ampie che, entro il mese di settembre, si sarebbe risolto il problema o, comunque, sarebbe stato affrontato in modo più efficace il problema da parte del Consiglio. Non rispetteremo tali termini, perché il prossimo Consiglio già è a ottobre, quindi temo che possano crearsi delle situazioni di grave difficoltà in un settore molto delicato.

Ecco perché credo che questa procedura sia uno strumento debole per affrontare la situazione che abbiamo di fronte, bisognava fare qualcosa di più incisivo.

Francesco MORELLI

Ovviamente, onorevole Sulla, concordo con lei sulla gravità e la drammaticità della situazione, pur consapevole, però, della grave crisi congiunturale dal punto di vista finanziario ed economico, perché – come sa l’assessore Stillitani, col quale ci siamo trovati a parlare prima dell'inizio del Consiglio in merito a questa problematica – chiaramente non può sfuggire la drammaticità e certamente non sfuggirà alla sensibilità della Giunta regionale di esaminare con la dovuta attenzione anche questa problematica.

Non è né dilatoria né, tantomeno, debole – mi scuso, onorevole Sulla – ma è quantomeno il principio di una chiarezza fondamentale nell’ambito del sociale.

PRESIDENTE

Onorevole Morelli, siamo di fronte a una scelta: o l’approviamo oggi oppure, se lei vuole, siccome è previsto il Consiglio il 7 ottobre e ci sarà anche il Presidente della Giunta, magari è un argomento che possiamo inserire all’ordine del giorno di quel Consiglio. Come vuole lei, onorevole.

Francesco MORELLI

Presidente, l’ordine del giorno proporrei di approvarlo oggi, fermo restando che faccio…

PRESIDENTE

Possiamo procedere con la votazione.

Francesco SULLA

Ho detto che è debole, ma non vuol dire che votiamo contro, almeno io non voto contro.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Maiolo.

Mario MAIOLO

Intervengo solo perché il collega Principe ha lasciato l’Aula e il suo intervento è stato antecedente alla distribuzione del testo. Noto nel testo che le cose che il collega Principe sollecitava sono contenute. Penso che l’iniziativa nel presente ordine del giorno sia opportuna, perché questa è una questione che si trascina da tempo ed è un chiarimento necessario.

Penso che il collega Principe abbia fatto quell’intervento non avendo visto l’ordine del giorno, considerando che si facesse l’interpretazione autentica di una legge con un ordine del giorno ed ovviamente si è opposto. Però, vedo che è un ordine del giorno che impegna la Giunta a dare tutti gli elementi necessari a fare chiarezza sulla possibilità che quelle strutture non debbano essere pagate in parte dal Fondo sanitario e in parte dal Fondo sociale, per fare chiarezza su una materia che, oggettivamente, anche io ebbi a gestire con non poche difficoltà.

Penso, quindi, che l’ordine del giorno sia opportuno, perciò do il nostro voto favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’ordine del giorno numero 26.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

(E’ riportato in allegato)

Mozione numero 49 a firma del consigliere De Gaetano “In favore della liberazione del volontario Francesco Azzarà”

PRESIDENTE

L’ordine del giorno reca la mozione numero 49 a firma del consigliere De Gaetano: “In favore della liberazione del volontario Francesco Azzarà”. Peraltro il Consiglio regionale ha esposto anche la targa davanti la propria sede: “Liberate Francesco”.

Ne do lettura:

Il Consiglio Regionale,

premesso che:

l’operatore di Emergency, Francesco Azzarà, nato a Motta San Giovanni, è stato rapito il 14 agosto 2011 in Sudan dove si trovava alla sua seconda missione umanitaria;

Francesco Azzarà presta il suo servizio presso il Centro Pediatrico che l'associazione di Gino Strada ha aperto nel 2010 a Nyala, capitale del sud Darfur, per soccorrere la popolazione locale vittima della guerra civile in corso nella regione;

dal sequestro del giovane calabrese è trascorso oltre un mese senza significative novità sul rapimento di Azzarà, del quale si ignorano ancora i veri responsabili e le motivazioni;

tutta la comunità calabrese fa appello alle istituzioni locali, regionali, nazionali e agli organismi internazionali sollecitando iniziative efficaci e risolutive in favore del volontario;

nel rinnovare la solidarietà del Consiglio regionale della Calabria alla famiglia di Francesco Azzarà;

impegna

la Giunta regionale a promuovere ogni iniziativa istituzionale utile a sollecitare l'intervento degli organismi nazionali ed internazionali in favore della liberazione di Francesco Azzarà ed a sensibilizzare l'opinione pubblica sulla vicenda dell'operatore di Emergency, nell'auspicio di una sua immediata liberazione”.

Prego, onorevole De Gaetano.

Antonino DE GAETANO

E’ una mozione per la liberazione di Azzarà, si commenta da sé. Credo che sia importante lavorare tutti insieme per tentare di fare pressioni su chi ha rapito nel Darfour questo nostro corregionale, affinché venga al più presto liberato.

Con questa mozione il Consiglio regionale si impegna e impegna il Presidente della Giunta a fare tutti gli atti necessari presso la Farnesina della Presidenza del Consiglio e a fare il massimo di solidarietà, a fare un movimento di opinione per la liberazione di Francesco Azzarà.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la mozione numero 49.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

(E’ riportata in allegato)

Convocazione della prossima seduta

PRESIDENTE

Il Consiglio viene convocato a domicilio, il 7 ottobre ci sarà la prossima seduta.

La seduta termina alle 22,01

 

Allegati

Annunzio di proposte di legge e loro assegnazione a Commissioni

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa della Giunta regionale:

“Riconoscimento ex art. 54, comma 3, della legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25 della “Fondazione per la ricerca e la cura dei tumori <Tommaso Campanella> Centro oncologico di eccellenza” come ente di diritto pubblico (Delibera G.R. n. 356 del 29.7.2011)” (P.L. n. 237/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

“Interventi a favore delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata – integrazione alla legge regionale 16 ottobre 2008, n. 31 (Delibera G.R. n. 363 dell’11.8.2011)” (P.L. n. 238/9^)

E’ stata assegnata alla Commissione contro la ‘ndrangheta”.

(Così resta stabilito)

“Abrogazioni e modifiche di leggi regionali nel campo della promozione culturale (Delibera G.R. n. 374 dell’11.8.2011)” (P.L. n. 239/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

“Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 “Norme per la tutela, governo e uso del territorio – Legge urbanistica della Calabria” (Delibera G.R. n. 398 del 12.9.2011)” (P.L. n. 244/9^)

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente.

(Così resta stabilito)

Sono state presentate, inoltre, le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:

Morelli – “Modifiche alla legge regionale n. 14 del 28 agosto 2000” (P.L. n. 232/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

Morelli – “Modifiche alla legge regionale n. 34 del 29 dicembre 2010” (P.L. n. 233/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

De Masi, Serra, Salerno, Gallo, Dattolo, Chiappetta, Fedele, Tripodi, Principe, Bova, Bilardi, Aiello P., Morelli, Ciconte, Talarico D. – “Disposizioni normative per promuovere l’utilizzo del sale iodato sul territorio regionale” (P.L. n. 234/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Talarico D., Dattolo, Fedele, Principe, De Masi, Giordano – “Istituzione nei comuni di Colosimi (CS), Petilia Policastro (KR) e Motta San Giovanni (RC) del museo del minatore” (P.L. n. 235/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Nucera – “Modifiche alla legge regionale 15 marzo 2002, n. 13 (Testo unico sulla struttura e sul finanziamento dei gruppi consiliari)” (P.L. n. 236/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali.

(Così resta stabilito)

Nucera – “Interventi urgenti e speciali per il territorio della locride” (P.L. n. 240/9^)

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Nucera, Tripodi – “Calendario venatorio regionale e modifiche alla legge regionale 8/1996” (P.L. n. 241/9^)

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente.

(Così resta stabilito)

Gallo – “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale n. 16 del 2 maggio 2011” (P.L. n. 242/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

De Gaetano – “Istituzione Comune di Sibari nella provincia di Cosenza” (P.L. n. 243/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali.

(Così resta stabilito)

Fedele, Bilardi, Serra, Dattolo, Principe, Ciconte, Loiero, De Masi, Bova – “Riduzione dei costi della politica” (P.L. n. 245/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali.

(Così resta stabilito)

Fedele – “Modifica alle leggi regionali 7/96 e 8/96, recante <Pubblicità della situazione patrimoniale dei dirigenti della Regione Calabria>” (P.L. n. 246/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali.

(Così resta stabilito)

Fedele, Dattolo – “Modifica alla legge regionale 14 febbraio 1996, n. 3” (P.L. n. 247/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Annunzio di proposte di provvedimento amministrativo e loro assegnazione a Commissioni

E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:

“Aterp Crotone – Rendiconto consuntivo esercizio finanziario 2009 (Delibera G.R. n. 392 dell’1.9.2011)” (P.P.A. n. 145/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

E’ stata presentata, inoltre, alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa dei consiglieri:

Fedele, Bilardi, Serra, Dattolo, Principe, Ciconte, Loiero, De Masi, Bova – “Modifiche al Regolamento interno del Consiglio regionale” (P.P.A. n. 146/9^)

E’ stata assegnata alla quinta Commissione consiliare - Riforme e decentramento.

(Così resta stabilito)

Annunzio di proposta di legge statutaria

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge statutaria di iniziativa dei consiglieri:

Nucera – “Modifica all’articolo 27 dello Statuto regionale” (P.L.S. n. 5/9^)

E’ stata assegnata alla quinta Commissione consiliare - Riforme e decentramento.

(Così resta stabilito)

Principe, Amato, Battaglia, Censore, Franchino, Guccione, Maiolo, Scalzo, Sulla – “ Modifiche alla legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25 <Statuto della Regione Calabria>” (P.L.S. n. 6/9^)

E’ stata assegnata alla quinta Commissione consiliare - Riforme e decentramento.

(Così resta stabilito)

Fedele, Bilardi, Serra, Dattolo, Principe, Ciconte, Loiero, De Masi, Bova – “Modifiche allo Statuto della Regione Calabria” (P.L.S. n. 7/9^)

E’ stata assegnata alla quinta Commissione consiliare - Riforme e decentramento.

(Così resta stabilito)

Richiesta parere

La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 349 del 29.7.2011, recante: “Legge regionale n. 15 del 13 giugno 2008. Art. 45 – Adempimenti relativi all’anno 2011” (Parere n. 22)

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente.

(Così resta stabilito)

La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 384 dell’11.8.2011, recante: “Direttive di attuazione ai sensi dell’art. 1 della legge regionale n. 40/2008 per la concessione dei contributi in regime de minimis finalizzati alla realizzazione di nidi d’infanzia-asili nido e servizi integrativi.

Modifiche ed integrazioni seguito parere n. 19/9^. Commissione consiliare seduta del 29.6.2011” (Parere n. 23)

E’ stata assegnata alla sesta Commissione consiliare - Affari della Unione europea e relazioni con l’estero.

(Così resta stabilito)

La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 405 del 12.9.2011, recante: “Direttive di attuazione ai sensi dell’art. 1 della legge regionale n. 40/2008 per la concessione di contributi in regime de minimis finalizzati alla realizzazione, potenziamento e riqualificazione di infrastrutture sociali nel territorio regionale” (Parere n. 24)

E’ stata assegnata alla sesta Commissione consiliare - Affari della Unione europea e relazioni con l’estero.

(Così resta stabilito)

Parere favorevole su deliberazione

La sesta Commissione consiliare, con nota n. 43565 del 12 settembre 2011 ha comunicato che nella seduta dell’8 settembre 2011 ha espresso parere favorevole con osservazioni e raccomandazioni alla deliberazione della Giunta regionale n. 316 del 22.7.2011, recante: “Approvazione delle direttive di attuazione per il sostegno dell’imprenditoria giovanile in Calabria ai sensi dell’articolo 1 della legge regionale n. 40/2008” (Parere n. 20/9^)

La sesta Commissione, con nota n. 43566 del 12 settembre 2011, ha comunicato che nella seduta dell’8 settembre 2011 ha espresso parere favorevole con osservazioni alla deliberazione della Giunta regionale n. 314 del 22.7.2011, recante: “Approvazione delle direttive di attuazione per sostenere la creazione e/o il potenziamento delle reti e dei cluster di imprese attraverso lo strumento del Contratto di investimento ai sensi dell’articolo 1 della legge regionale n. 40/2008” (Parere n. 21/9^)

La sesta Commissione, con nota n. 43568 del 12 settembre 2011, ha comunicato che nella seduta dell'8 settembre 2011 ha preso atto della delibera della Giunta regionale n. 384 dell'11.8.2011, recante: "Direttive di attuazione ai sensi dell'art. 1 della legge regionale n. 40/2008, per la concessione di contributi in regime de minimis finalizzati alla realizzazione di nidi d'infanzia/asili nido e servizi integrativi. Modifiche ed integrazioni seguito parere n. 19/9^ - Commissione consiliare seduta del 29.6.2011".

Pertanto, ritenendo di non dover esprimere ulteriore parere in merito, considerato che si è concluso l'iter del provvedimento, si chiede l'archiviazione della pratica. (Parere n. 23/9^)

Promulgazione di leggi regionali

In data 10 agosto 2011, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sotto indicate leggi regionali. Le stesse sono state pubblicate sul supplemento straordinario n. 4 del 10 agosto 2011 al B.U.R. 14 dell'1 agosto 2011:

1. Legge regionale 10 agosto 2011, n. 28, recante: "Abrogazione di leggi regionali e adeguamento del sistema normativo";

2. Legge regionale 10 agosto 2011, n. 29, recante: "Delega alla Giunta regionale per la redazione di Testi Unici in materia di Attività produttive, Lavoro e Istruzione, Cultura e Beni culturali";

3. Legge regionale 10 agosto 2011, n. 30, recante: "Disposizioni transitorie in materia di assegnazioni di sedi farmaceutiche";

4. Legge regionale 10 agosto 2011, n. 31, recante: "Modifica dell'articolo 11, comma 1, della legge regionale n. 34/2010 (Partecipazione della Regione Calabria alla Società "Progetto Magna Graecia");

5. Legge regionale 10 agosto 2011, n. 32, recante: "Delega alla Giunta regionale per la redazione di Testi Unici in materia di Agricoltura e Lavori Pubblici";

6. Legge regionale 10 agosto 2011, n. 33, recante: "Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 16 aprile 2002, n. 19, recante: "Norme per la tutela, governo e uso del territorio. Legge urbanistica della Calabria";

7. Legge regionale 10 agosto 2011, n. 34, recante: "Ripianamento disavanzi esercizi 2005/2010 del Centro Tìpologico Nazionale S.c.p.A.".

Comunicazioni su dimissioni dalla carica di Presidente di Commissione

L’onorevole Nazzareno Salerno ha rassegnato le dimissioni da Presidente della terza Commissione consiliare permanente, giusta comunicazione acquisita al protocollo generale n. 40408 del 12 agosto 2011.

Comunicazione di ritiro di dimissioni dalla carica di Presidente di Commissione

Con nota prot. 40750 del 23 agosto 2011, l’onorevole Nazzareno Salerno ha comunicato di ritirare le dimissioni da Presidente della terza Commissione.

Adesione di consigliere regionale a gruppo consiliare

L’onorevole Ottavio Bruni, in data 22 agosto 2011, ha aderito al Gruppo consiliare "UDC - UNIONE Di CENTRO", giusta comunicazione acquisita al protocollo generale n. 40644 del 22 agosto 2011.

Assunzione di Presidenza di gruppo consiliare

L’onorevole Agazio Loiero assume la Presidenza del Gruppo consiliare "AUTONOMIA E DIRITTI", con decorrenza immediata, essendo rimasto l’unico rappresentante del Gruppo medesimo.

Annunzio di ritiro di proposta di legge

L’onorevole Francesco Morelli, con nota dell'1 settembre 2011, acquisita in pari data al protocollo generale n. 41818, ha comunicato di ritirare la proposta di legge n. 4/9^, da lui presentata, recante: "Modifica alla legge regionale n. 18 del 28 dicembre 2006 "Norme urgenti in materia di proroga del regime transitorio del trasporto pubblico locale".

Trasmissione di deliberazioni

La Giunta regionale, con note nn. 74652, 74676 e 74768 del 27 luglio 2011, ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione al bilancio per l'esercizio finanziario 2011:

Deliberazione Giunta regionale n. 318 del 22 luglio 2011;

Deliberazione Giunta regionale n. 319 del 22 luglio 2011;

Deliberazione Giunta regionale n. 320 del 22 luglio 2011;

Deliberazione Giunta regionale n. 321 del 22 luglio 2011;

Deliberazione Giunta regionale n. 322 del 22 luglio 2011;

Deliberazione Giunta regionale n. 323 del 22 luglio 2011.

Interrogazioni a risposta immediata

Tripodi. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

è in atto una profonda discussione per il contenimento dei costi della politica proponendo tagli, ridimensionamenti e l'individuazione delle spese necessarie e quelle inutili, poiché la Regione Calabria sta attraversando un grave e complicato periodo di crisi economico-finanziaria per il quale si ritiene indispensabile da parte delle Istituzioni e dei suoi rappresentanti di porre in essere misure urgenti e concrete attraverso un’oculata e razionale utilizzazione delle risorse a disposizione al fine di far fronte ai tanti problemi già esistenti e di scongiurare un peggioramento dell'attuale situazione;

alla luce di ciò ci sembrano quanto mai inopportune, superflue e perciò ingiustificabili le spese effettuate da Azienda Calabria Lavoro tra la fine del 2010 e i primi mesi del 2011. Infatti, il Commissario dell'Ente ha disposto la liquidazione di una somma totale di Euro 90.000,00 di cui Euro 41.200,00 riguardano l'acquisto di opere tipografiche e litografiche, Euro 19.900;00 l'acquisto di vario materiale di cancelleria raffigurante il nuovo logo dell'Ente e altrettanti ne sono stati spesi per acquistare materiale d'arredo di vario genere. È manifesto quanto tali importi siano da ritenersi totalmente fuori luogo e privi di ogni logica di razionalizzazione dei costi né tantomeno sono da considerarsi funzionali alle attività e ai compiti svolti da Azienda Calabria Lavoro -:

vista in una tale contingenza l'inopportunità delle suddette spese effettuate da Azienda Calabria Lavoro e in virtù di una precisa volontà espressa dal Presidente della Giunta regionale di limitare i costi della politica calabrese, quali misure e provvedimenti il Presidente Scopelliti intende adottare per contenere tali spese superflue nonché i costi di gestione di tutti gli enti pubblici economici strumentali della Regione Calabria compresa Azienda Calabria Lavoro.

(162; 4.08.2011)

Nucera. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore all’agricoltura. Per sapere – premesso che:

sul B.U.R.C. del 04 febbraio 2011 è stato pubblicato il bando relativo al Reg.CE 1698/2005 PSR Calabria 2007-2013, Mis.121-123;

il termine di scadenza della presentazione delle richieste da parte dei destinatari degli interventi era fissato al 28 febbraio 2011;

le risorse finanziarie previste nel bando per la Misura 121 del Piano di Sviluppo Rurale ammontavano a 80.000.000 di euro ed erano finalizzate all'ammodernamento delle imprese agricole;

nel suddetto bando era previsto l'Allegato "Val_121" per la determinazione dei punteggi previsti da specifici "Indicatori";

con nota del 29 giugno 2011, l'Autorità di Gestione, non solo comunicava l'avvio della fase di valutazione delle domande, ma trasformava i punteggi relativi ai progetti proposti e precedentemente determinati nell'Allegato "VAL_121" in merito all'Indicatore n. 1, che comprendeva 35 punti sui 70 totali;

le imprese agricole soffrono dell'attuale negativa congiuntura economica e che eventuali ritardi potrebbero arrecare notevoli danni alle stesse, con probabili soppressioni di posti di lavoro, finanche all'interruzione delle attività imprenditoriali -:

se intendono relazionare sull'esposto problema e indicare:

1) quali provvedimenti intendano adottare in merito alla recente decisione dell'Autorità di Gestione;

2) quali azioni saranno intraprese a sostegno delle aziende agricole.

(163; 24.08.2011)

Guccione, Aiello F. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

nel mese di ottobre 2010 il Commissario per l'attuazione del Piano di Rientro sanitario in Calabria, onorevole Giuseppe Scopelliti, ha emanato il Decreto n. 18 con cui ha stabilito il fabbisogno dei posti letto per "acuti" nella misura di 2,5 ogni mille abitanti;

l'Asp di Cosenza ha una popolazione di 733.508 abitanti che, in base al Decreto 18 del 10.10.2010, dovrà avere 1836 posti destinati a malati "acuti" pubblici e privati e che, ad oggi, i posti letto normalizzati (Decreto 18.10.2010), risultano essere al di sotto dell'1,9 ogni mille abitanti e, quindi, lo 0,6 in meno dei posti letto previsti dal Decreto Scopelliti (circa 500 in meno per la provincia di Cosenza);

in data 5 luglio 2011 il Commissario Scopelliti ha emanato il Decreto n. 54 (Linee Guida degli Atti Aziendali che dovranno essere adottate entro il 30 settembre da Asp e Aziende Ospedaliere in Calabria), che ha confermato per la provincia di Cosenza l'impostazione di riduzione e penalizzazione nella distribuzione dei posti letto per "acuti";

le Linee Guida per la realizzazione degli Atti Aziendali prevedono per l'ex provincia di Catanzaro (Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia), che ha un numero di abitanti pari a 708.334, 212 strutture complesse pari al 42,34% del totale complessivo per tutta la Calabria che ammonta a 500 e 381 strutture semplici su 900 previste in tutta la Regione pari al 42,34%;

la provincia di Reggio Calabria, che ha una popolazione di 566.507 abitanti, ha un numero di strutture complesse pari a 127, che corrisponde al 25,4% del totale regionale e 229 strutture semplici pari al 25,4%;

la provincia di Cosenza ha una popolazione di 733.508 abitanti, ha 161 strutture complesse pari al 32,2% del totale regionale e 290 strutture semplici pari al 32,2% del totale regionale;

la spesa sanitaria regionale pro-capite suddivisa per province assegna a Cosenza 33,38 euro per ogni abitante; a Crotone 59,42 euro, a Catanzaro 13;97 euro, a Vibo Valentia 28,88 euro, a Reggio Calabria 67,19 euro e che tutto ciò appare palesemente sperequato ed iniquo, crea uno squilibrio evidente tra i diversi territori, mette a rischio i livelli essenziali di assistenza ed evidenzia, di fatto, una forte criticità nella gestione del Piano Sanitario di Rientro da parte del Commissario, per come lo stesso Tavolo Massicci, insieme al Comitato per la Verifica dei Livelli Essenziali, ha dovuto constatare nella seduta del 19 luglio scorso in cui è stato costretto a rinviare, per l'ennesima volta, l'approvazione del Piano di Rientro impedendo, di fatto, alla nostra regione di accedere ai FAS e alla erogazione delle risorse spettanti residue che, per essere sbloccate, sono subordinate alla corretta attuazione del Piano di Rientro. Tali risorse ammontano per la Calabria a circa 900 milioni di euro e, una volta erogate, potrebbero rappresentare la quasi estinzione del debito certificato dal Commissario Scopelliti, che è pari a un miliardo e 50 milioni di euro;

il Piano di Rientro prevede per il 2011 il pareggio di bilancio e che il Tavolo Massicci ha chiesto di mettere in atto tutte le idonee e opportune iniziative per ricondurre la gestione 2011 nell'ambito degli equilibri economici programmati e che sul fronte dell'emigrazione sanitaria è stato registrato negli anni passati un saldo negativo di 320 milioni di euro, sarebbe opportuno far conoscere pubblicamente a quanto ammonta ad oggi il debito sull'emigrazione sanitaria, utilizzando i dati dei "report" trimestrali regionali del Ministero della Sanità;

il risanamento sanitario non consiste solo nell'applicazione di una serie di tagli e balzelli, ma nella riorganizzazione e nella riqualificazione dei servizi, offrendo contestualmente al posto di quelli giudicati inappropriati, servizi alternativi che non possono essere assolutamente soppressi ed eliminati, con una riconversione mirata ai bisogni di assistenza del territorio;

non è possibile disporre la chiusura di un presidio sanitario senza prima aver garantito l'attivazione di servizi alternativi per offrire un'adeguata assistenza in luogo di quella offerta dal precedente presidio ospedaliero;

allo stato, in provincia di Cosenza, sia il Centro Hub (Azienda Ospedaliera dell'Annunziata) che i tre Spoke (Castrovillari, Rossano-Corigliano, Paola-Cetraro), non solo non sono stati dotati di gran parte delle funzioni sanitarie previste dal Piano di Rientro, ma vengono quotidianamente depotenziati attraverso l'accorpamento di reparti, la riduzione di posti-letto e la soppressione di servizi sanitari per mancanza di personale medico e paramedico -:

quali iniziative immediate ed urgenti intende adottare, anche nella sua veste di Commissario della Sanità calabrese, per affrontare e superare tutte le criticità finora riscontrate nella gestione del Piano di Rientro, a cominciare dalla mancata e non corretta applicazione del Decreto n. 18 che, ad oggi, per quanto riguarda la provincia di Cosenza, ci consegna una situazione fortemente penalizzante con chiari pericoli per la salvaguardia dei livelli essenziali di assistenza che, sommati al sottodimensionamento dell'ospedale Hub e dei Centri Spoke e al mancato potenziamento dei servizi sanitari territoriali, potrebbero provocare una vera e propria implosione del sistema sanitario provinciale. Tutto ciò anche per garantire pienamente il diritto alla salute ed il valore e la centralità del diritto alla cura di tutti i cittadini nelle politiche di risanamento e riorganizzazione del sistema sanitario regionale, che passa attraverso un equilibrio territoriale, una corretta applicazione delle norme e dei decreti commissariali ed un'impostazione oggettiva, totalmente scevra da qualsiasi tentazione clientelare e campanilistica.

(164; 24.08.2011)

Guccione, Censore, Aiello F. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

la Corte dei Conti, Sezione regionale di Controllo per la Calabria, nell'adunanza del 29 luglio 2011 ha approvato la relazione sulla "gestione delle risorse idriche e dei relativi impianti in Calabria anche con riferimento alla costituzione ed alle attività delle società miste", in cui emergono forti criticità nella gestione del sistema idrico calabrese e sulla società Sorical S.p.a.;

la Legge Regionale n. 34 del 29 dicembre 2010, in merito all'istituzione dell'ATO unico regionale, è stata emanata in sostituzione della Delibera n. 94 del 31 gennaio 2008 - recepita nella Legge Regionale n. 15/2008 - che assegnava alle Province le competenze dell'ATO e che la stessa è operativa nel momento in cui si verificano due condizioni:

1. che venga attuato il comma n. 3 che prevede: "che la Giunta Regionale, sulla base di un piano di ricognizione elaborato dagli ATO provinciali, con il supporto di un commissario liquidatore, fornisca appropriate linee guida d'indirizzo per l'organizzazione della gestione del servizio idrico integrato, allo scopo di dare attuazione alle disposizioni di cui al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, anche individuando specifici ambiti di gestione e disciplinando le forme e i modi di consultazione dei Comuni ricadenti nei medesimi ambiti ottimali";

2. che venga attuato il comma n. 5 che prevede: "entro il 28 febbraio 2011, la Giunta regionale su proposta del Dipartimento "Infrastrutture e Lavori Pubblici" approva un Piano Operativo per incidere sulle criticità strutturali e di sistema che oggi si registrano nei processi organizzativi del servizio idrico ... omissis ...a sostegno dell'esposizione debitoria dei Comuni per l'espletamento pregresso del servizio di approvvigionamento. All'uopo ci si potrà avvalere del supporto tecnico di Sorical s. p. a. ";

per quanto riguarda il punto 1) le linee guida non sono state ancora emanate, tant'è che il Dipartimento responsabile va a "concordarle" con i commissari liquidatori testé nominati sulla scorta di un piano di ricognizione che doveva essere elaborato dai singoli ATO e che il commissario avrebbe dovuto recepire e condividere;

tutto ciò non risulta e, comunque, tale attività sarebbe da considerare un duplicato di ciò che già la Legge Regionale n. 15/2008 aveva previsto in vista della predisposizione di una legge organica di trasferimento delle funzioni alle Province stesse;

tutto questo non si configuri come uno sperpero di denaro pubblico, atteso che alcune Province avevano già raggiunto e superato la fase ricognitiva anche delle situazioni patrimoniali di cui al comma n. 1 della Legge Regionale n. 34/2010. C'è da tenere presente, al riguardo, che la Corte dei Conti, come meglio precisato più avanti per il punto 2 ha già attenzionato tale situazione conflittuale;

al punto 2 il Piano operativo allegato alla Delibera di G.R. n. 71 del 28 febbraio 2011 - che è stata emanata in attuazione del comma n. 5 dell'art 47 della Legge regionale n. 34 del 29 dicembre 2010 - come parte integrante, appare come una proposta slegata totalmente dalla realtà, poiché il piano stesso è finalizzato soltanto a consentire il rientro finanziario ad un solo operatore di un solo segmento del servizio idrico integrato (Sorical) ignorando totalmente gli altri operatori che sì occupano dei restanti segmenti dello stesso Servizio. A tal proposito si tenga presente che:

1) il primo segmento rappresenta soltanto il 25% del sistema;

2) molti Comuni svolgono in proprio e in economia i servizi di almeno altri due segmenti (quasi sempre idrico secondario e fognature);

tutte le leggi nazionali che si sono susseguite nel merito (ultimo il decreto legislativo n. 152/2006) configurano il servizio idrico integrato come una realtà unitaria e solidale, cosicché appare che il citato "Piano Operativo" si configura in un ambito di totale incostituzionalità;

l'avere bloccato tutte le procedure di affidamento senza aver fornito adeguate linee di indirizzo va a configurare, nell'immediato, una situazione di stallo nella gestione tecnica di molti impianti di depurazione;

sulla Delibera n. 71/2010 la Corte dei Conti - nella sua relazione annessa alla Delibera n. 369 del 29 luglio 2011 - rileva che essa non tiene conto che il nuovo soggetto regionale non ha preso ancora corpo e, soprattutto, che gli enti locali (Comuni) non possono essere esautorati delle proprie specifiche competenze in materia di gestione del servizio idrico:

come detto, l'aver privilegiato il solo aspetto dell'approvvigionamento primario va a ledere il diritto dei Comuni, anche in considerazione del fatto che la stessa Corte dei Conti esclude che i Comuni possano sottoscrivere "Protocolli d'Intesa" o addirittura atti di cessione di proprietà o di competenze ad un soggetta privato come è Sorical, che pur essendo Società mista mantiene le caratteristiche di una S.p.A. privata;

la Corte, inoltre, dall'esame di tutte le Delibere e Leggi che hanno sin qui sostenuto Sorical, sembra intravedere pure che la Regione abbia più volte coperto con proprie risorse quella quota di investimenti che avrebbe dovuto coprire la Società con proprie risorse;

deve infine tenersi presente che la Corte esamina anche la situazione generale (ed anche particolare della Sorical) alla luce del referendum abrogativo che non consente sic et simpliciter il rientro in tariffa delle quote destinate ad investimenti;

la Legge Regionale n. 34/2010 non tiene affatto conto di tutto questo -:

se non si debba affrontare la questione in via più organica, mettendo mano immediatamente ad una riforma complessiva del settore che tenga conto, in primis, delle situazione di totale indebitamento dei Comuni che non possono sostenere in alcun modo mutui o debiti fuori bilancio per i prossimi venti-trent'anni, così come la Delibera n. 71/2011 sembra ipotizzare;

se verrà portata all'attenzione del Consiglio la risposta che la Giunta Regionale ha dato o intende dare alla Delibera n. 369/2011 della Corte dei Conti, che nelle conclusioni della Relazione di accompagnamento evidenzia tutte le perplessità sopra esaminate circa la disorganicità ed incostituzionalità della Legge regionale n. 34/2010 ed atti annessi e conseguenti.

(167; 2.09.2011)

Guccione, Censore, Aiello F., De Gaetano. Al Presidente della Giunta regionale e all'assessore alle infrastrutture ed ai lavori pubblici. Per sapere - premesso che:

la Regione Calabria con la Legge regionale n. 31 del 19 ottobre 2009, modificata ed integrata dalla Legge regionale n. 52 del 28 dicembre 2009, ha disposto le Norme per il reclutamento del personale - Presidi idraulici, al fine di garantire il servizio pubblico essenziale di monitoraggio della rete idrografica regionale;

l'Afor è stata autorizzata ad assumere personale part-time con qualifica di sorvegliante, addetto ai centri di digitalizzazione dei dati georeferenziati e ufficiale idraulico, necessario allo svolgimento del predetto servizio, a mezzo di procedure selettive ai sensi dell'articolo 16, legge 29 febbraio 1987, n. 56, eseguite secondo le procedure di cui alla delibera della Giunta regionale n. 266 del 14 maggio 2006 ed integrata dalle delibere di Giunta regionale n. 668 del 08 ottobre 2007 e n. 961 del 9 dicembre 2008, presso le competenti sedi decentrate per l'impiego di ogni singola provincia in funzione del fabbisogno dei singoli presidi idraulici;

il Commissario Liquidatore dall'Ente Afor, Azienda Forestale della Regione Calabria con Delibera n. 51 del 11.02.2009 ha approvato, in attuazione alle suddette leggi, l'avviso pubblico per l'avviamento a selezione di personale con le mansioni di:

- sorveglianti ed ufficiali idraulici, con compito di monitorare la rete idrografica al fine di effettuare il censimento costante delle opere idrauliche presenti, delle situazioni di dissesto, pericolo ed abuso lungo le aste fluviali;

- addetti ai centri di digitalizzazione dei dati georeferenziati, con l'immissione dei dati raccolti su software applicativo;

con Deliberazione Commissariale n. 330 del 24 novembre 2010, l’Afor ha provveduto all'assunzione a tempo indeterminato del personale part-time da adibire al monitoraggio delle rete idrografica regionale, individuato a seguito delle suindicate procedure e il rapporto tra le parti è stato regolato con la Determina del Responsabile del Procedimento n. 1129 dell’11 novembre 2010;

la Regione Calabria, su proposta dell'Assessore regionale ai lavori pubblici, con delibera di Giunta n. 602 del 14 Settembre 2010 in merito all'attivazione dei Presidi Territoriali Idrogeologici ed idraulici ha modificato ed integrato la Deliberazione n. 644 del 21 settembre 2009, variando la struttura organizzativa dei Presidi Territoriali Idrogeologici ed idraulici nelle aree programma già individuate dall'art. 2 della L.R. 35/96 affidando all'Afor una gestione tecnico-amministrativa degli Uffici territoriali del Presidio, ferme restando le competenze in materia di Difesa del Suolo attribuite alle Provincie dalla legge regionale n. 34/2002;

i servizi di controllo e monitoraggio che il Presidio svolge sono i seguenti:

- servizio di Vigilanza e Sorveglianza idraulica (Capo I del R.D. 9 dicembre 1937, n. 2669) - consiste nella osservazione sistematica e programmata sia qualitativa che quantitativa di parametri fisici dei processi in atto nel bacino che rappresentano indicatori dello stato del bacino e del suo equilibrio (ci si può riferire a reti pluviometriche, a piezometri, idrografi, od altre reti strumentali); comprende le attività di rilevazione connesse alla gestione del Sistema Informativo del Rischio Idrogeologico e le attività anche di emergenza connesse alla Protezione Civile (Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 27 febbraio 2004: "Indirizzi operativi per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allertamento nazionale e regionale per il rischio idrogeologico ed idraulico ai fini di protezione civile”);

- servizio di Polizia idraulica (Capo VII del R.D. 25 luglio 1904, n. 523) - si esplica attraverso personale con la qualifica di Ufficiale Idraulico e/o Sorvegliante idraulico, con poteri anche sanzionatori (Capo II del R.D. 9 dicembre 1937, n. 2669), che vigila nei campi delle attività estrattive, delle cave, delle derivazioni idriche superficiali e sotterranee, degli effluenti liquidi, delle discariche di rifiuti, della protezione della flora e della fauna (in sintonia con le attività svolte dalle Province);

- servizio di Piena (Capo VI del R.D. 9 dicembre 1937, n. 2669) – si esplica attraverso personale con la qualifica di Ufficiale idraulico e/o Sorvegliante idraulico, che nella fase di allerta (durante un evento di piena), osserva, in maniera diretta e continua, i livelli idrici in corrispondenza di sezioni particolarmente significative, e, nella fase di allarme (dopo l'evento), assolve a Servizi di Protezione Civile atti a scongiurare danni a persone e cose o a ridurre il progredire dei dissesti (Delibera della Giunta della Regione Calabria n. 877 del 2 ottobre 2002);

ad oggi, nonostante che il servizio di monitoraggio della rete idrografica regionale è esecutivo dal 20 dicembre 2010, l’Afor non ha ancora dotato il personale dell'Attrezzatura minima e indispensabile per garantire il servizio pubblico essenziale, nella norma più adeguata sia per il rilevamento e sia per il trattamento dei dati riscontrati sul territorio;

per l'espletamento del servizio e cioè, il censimento costante delle opere idrauliche presenti e per la rilevazione delle situazioni di dissesto, pericolo ed abuso lungo le aste fluviali, mancano le seguenti strumentazioni:

- ricevitore GPS, per la localizzazione satellitare che consente di ubicare gli ambiti rilevati (dato fondamentale per il personale addetto ai centri di digitalizzazione dei dati);

- macchina fotografica, per fornire una visione esatta della stato dell'ambito rilevato;

- strumenti di misura, che permettano di effettuare con esattezza il censimento delle opere idrauliche;

- cartografia di dettaglio, adeguata al servizio ed aggiornata;

- DPI - Dispositivi di Protezione Individuali - conformi e rispondenti alle caratteristiche dell'attività di sorveglianza;

- mezzi di trasporto, idonei al servizio;

- postazioni PC con software applicativi per garantire l'immissione dei dati raccolti e la digitalizzazione dei dati georeferenziati;

- Sistema Informativo Territoriale e GIS, per assicurare l'Archiviazione dei dati georeferenziati, in modo che gli stessi siano fruibili;

la mancanza delle suddette Attrezzature (minime), rende vane tutte le attività d'ispezione effettuate dai sorveglianti ed ufficiali idraulici, e fattuale organizzazione dell'Afor non assicura nessuna gestione dei dati rilevati da connettere ad un "Sistema Informativo" che è essenziale per qualsiasi attività di prevenzione al rischio idrogeologico, ma principalmente di salvaguardia per incolumità della popolazione calabrese -:

quali iniziative urgenti si intendono adottare per rimuovere tutti gli ostacoli che impediscono il pieno svolgimento delle attività del servizio di Vigilanza e Sorveglianza idraulica, poiché tale situazione rischia di procurare gravi danni a persone e a cose visto che il Servizio non può essere espletato in conformità alle leggi vigenti in materia, per una non adeguata capacità tecnica-organizzativa dell’Afor;

se non ritiene più idoneo che tali servizi, trovino ad essere collocati nella "Autorità di bacino Regionale", l'unico e solo Ente preposto e a gestire tali attività (art. 2 della L. n. 35 "L'autorità di Bacino opera <...al fine di perseguire l'unitario governo dei bacini idrografici, indirizza, coordina e controlla le attività conoscitive di pianificazione, di programmazione e di attuazione inerenti ai bacini idrografici di propria competenza...>"), per come è attuato nelle altre Regioni italiane.

(168; 7.09.2011)

Interrogazioni a risposta orale

Censore. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

l'attuazione del Piano di rientro dal debito sanitario sta creando un crescente allarme sociale derivato dalla soppressione di un considerevole numero di servizi sanitari prima esistenti nelle strutture ospedaliere della provincia. di Vibo Valentia;

le decisioni assunte attraverso il decreto n. 18 del 22 ottobre 2014 hanno suscitato una energica presa di posizione anche da parte di alcuni esponenti regionali e nazionali del centro-destra che hanno indirizzato i loro attacchi contro i Commissari straordinari dell'ASP di Vibo Valentia, e nei fatti contro le scelte operate dal Commissario ad acta e dal Governo nazionale;

i consiglieri d'opposizione, attraverso una serie di mobilitazioni e sit-in hanno più volte ribadito la necessità di rivedere l'assetto della rete ospedaliera ed assistenziale in quanto vengono meno i livelli essenziali di assistenza previsti dalla programmazione nazionale sanitaria quale vincolo per tutta la sanità nazionale, specie per quei presidi ubicati in aree montane ad elevata complessità orografica;

la provincia di Vibo Valentia viene fortemente penalizzata dal nuovo pseudo-assetto (verrebbe da dire totale smantellamento) della rete ospedaliera in quanto vede annullata la prerogativa di ospedale generale per il P.O. di Serra San Bruno mentre quello di Tropea, pur conservando tale denominazione, vede snaturati i servizi pensati per gli ospedali generali contenuti nel già citato decreto n. 18/2010;

per entrambi gli ospedali sopra menzionati è stato previsto un day surgery h12, poi ulteriormente ridotto rispetto a quanto stabilito nel decreto 18/2010;

a fronte delle decisioni assunte con il decreto n. 18 del 22 ottobre 2410, il territorio della provincia di Vibo Valentia vede drasticamente ridursi i Livelli Essenziali di Assistenza la cui carenza complessiva in tutta la regione ha già suscitato la reazione della Commissione tecnica al Tavolo Massicci nella riunione del 19 luglio 2011 dove da una parte si è sollecitato il Commissario a ridurre la spesa e dall'altra si sono evidenziate criticità in ordine al mantenimento dei Livelli Essenziali di Assistenza;

l'ospedale "Jazzolino" di Vibo Valentia, individuato nel decreto n. 18/2010 come centro SPOKE, ad oggi non è nelle condizioni organizzative, strutturali e strumentali per poter sopportare il carico di una utenza provinciale di oltre 167 mila abitanti;

il decreto 18/2010 assegna all'Ospedale "Jazzolino" di Vibo Valentia un numero di posti letto inferiori rispetto ai parametri nazionali -:

se non sia giusto mantenere la denominazione e le funzioni di Ospedale generale per il P.O. di Serra San Bruno che è collocato a copertura di un'area geografica estremamente complessa e disagiata;

se non sia giusto mantenere nella sostanza le funzioni di Ospedale generale per il P.O., di Tropea a copertura di un'area geografica a forte valenza turistica;

se esiste una contraddizione di fondo tra l'assegnazione dei posti letto complessivi determinati nel decreto 18/2010 per la provincia di Vibo Valentia ed il bando per la costruzione del nuovo ospedale che prevede la realizzazione di 300 posti letto;

se non sia opportuno che il Commissario ad acta individui formule di risparmio e livelli di monitoraggio in ordine:

al controllo della spesa Farmaceutica;

al numero di prestazioni acquistate da strutture private;

al controllo dell'appropriatezza prescrittiva dei medici;

quali iniziative intende porre in essere il Commissario ad acta in ordine:

alla riorganizzazione della Medicina di base sull'intero territorio regionale e su quello della provinciale di Vibo Valentia;

al potenziamento della rete di assistenza domiciliare nello stesso territorio;

quali iniziative intende porre in essere il commissario ad acta per monitorare con adeguati indicatori di garanzia l'efficacia e l'equità dei Livelli Essenziali di Assistenza sul territorio provinciale Vibonese e su quello regionale.

(165; 30.08.2011)

Morelli. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

la S.A.TE.CA. SpA, è la società che gestisce le Terme Luigiane della provincia di Cosenza;

le Terme Luigiane vantano le acque con il più elevato grado solfidometrico d'Europa, ed erogano prestazioni classificate al livello qualitativo più alto (I Super) dal Ministero della Salute, oltre ad avere la certificazione di qualità UNI ENI ISO 9001-2008;

le predette Terme, erogano circa 500.000 prestazioni all'anno e che impiegano più di 250 persone durante la stagione termale, rappresentando per tutta l'area un'importantissima risorsa economica dando, quindi, forte impulso all'intera economia locale;

a causa di una riduzione di budget stabilito dalla Regione alla SA.TE.CA SpA, non sufficiente a coprire i volumi di prestazioni in passato erogati dalla stazione termale, la Società si trova oggi in grave difficoltà;

la riduzione di budget disposta sembra interessare solo la SA.TE.CA SpA, atteso che per le altre terme inspiegabilmente i budget sono tanto capienti da soddisfare le esigenze della domanda e; in molti casi, da superarle;

circa il 35% delle prestazioni fornite dalla Società sono erogate a favore di curandi provenienti da altre regioni, i cui costi sono a carico delle Asp di provenienza;

per l'anno corrente il tetto di spesa stabilito è pari a Euro 2.300.000,00; circa Euro 250.000,00 in meno rispetto al valore delle prestazioni termali erogate dall'azienda nell'anno 2010;

nonostante in data 21.07.2011 la SA.TE.CA SpA avesse sottoscritto il contratto d'acquisto per le prestazioni relative all'anno 2011, con allegata la tabella del piano d'acquisto per le singole prestazioni, l'08.08.2011 la predetta Società ha ricevuto una nota con la quale l'ASP di Cosenza modificava unilateralmente, nelle quantità delle singole prestazioni, la tabella allegata;

dalla corrispondenza intercorsa tra la Società de qua e il responsabile legale della competente ASP non emergono le motivazioni che hanno portato ad una modifica unilaterale delle condizioni alla base della convenzione che regola i rapporti tra i due contraenti -:

se corrisponde al vero che l'abbattimento della produzione 2010 ha interessato unicamente l'Azienda Termale SA.TE CA.;

se siano state effettuate le giuste valutazioni giuridiche che portano a modificare unilateralmente le condizioni contrattuali senza incorrere in un contenzioso dagli esiti incerti;

se, nella riduzione del budget attribuito alla Azienda SA.TE.CA, si sia tenuto conto del notevole numero di prestazioni erogate in favore di pazienti provenienti da altre regioni, per i quali sussiste il rimborso e che pertanto non generano alcuna economia di spesa per questa regione, ma che finiranno per converso a penalizzare l'unica azienda termale che presenta un saldo turistico extraregionale in attivo.

(166; 01.09.2011)

Aiello F. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

da più parti arrivano notizie - non smentite - circa il probabile mancato rinnovo contrattuale in danno del personale componente l'Autorità di Audit della Regione Calabria, nonostante tale circostanza - eventuale rinnovo legato ai risultati - fosse parte integrante del bando di selezione pubblico a suo tempo approvato;

tale ultima evenienza - raggiungimento dei risultati - sia stata più volte raggiunta dall'autorità di Audit per come riconosciuto dagli stessi organismi della CE;

sempre più, sono le voci che confermano la volontà di esperire da parte del settore interessato e su indirizzo della Giunta regionale - una nuova selezione per sostituire il personale già nelle disponibilità della stessa Regione Calabria;

il regolamento CE 1083/2006 impone di individuare una Autorità di Audit quale Autorità pubblica o organismo pubblico, designato alla vigilanza, controllo e verifica anche per più di un programma operativo;

la Giunta regionale alla luce delle molteplici criticità nel funzionamento delle attività di controllo della vecchia programmazione (2000-2006), ha approvato in coerenza delle normative vigenti un sistema per internalizzare (in linea anche con quanto più volte sollecitato dalla Commissione europea sull'importanza che le verifiche siano affidate a strutture interne) le attività di controllo tale da garantire l'organizzazione di un'unità complessa a tale scopo appositamente selezionata e ritenuta congrua sia dall’Igrue che dalla Commissione europea;

la Giunta regionale con delibera n. 235 ha istituito l'Autorità di Audit del POR Calabria FESR 2007-2013 e del POR Calabria FSE 2007-2013, quale struttura di livello dirigenziale generale, messa alle dirette dipendenze del Presidente della Giunta regionale, situazione che le conferisce autonomia istituzionale e indipendenza funzionale nei confronti delle Autorità di Certificazione e Gestione dei POR Calabria FESR e FSE 2007-2013;

è stata indetta, con DDG n. 4358 del 21.04.2008, una "Procedura selettiva per l'individuazione di un numero fino a 34 candidati da assegnare alla struttura dell'Autorità di Audit dei programmi operativi FESR e FSE 2007";

con decreto n. 16089 del 31 ottobre 2008 si è proceduto all'assunzione dei candidati risultati vincitori, con contratto individuale di lavoro subordinato a tempo determinato triennale, categoria D3 (funzionari professionisti), in scadenza il 09/11/2011;

la Commissione Europea, ha evidenziato la necessità di porre in essere nell'immediato atti concreti volti a garantire la continuità del rapporto di lavoro dei funzionari dell'Audit, senza disperdere le competenze già fon-nate all'interno vedesi nota n. 937 del 28.01.11;

visto, l'interesse e l'opportunità per la P.A. di continuare ad avvalersi anche per l'avvenire, delle predette professionalità, atteso che la pregressa esperienza lavorativa in materia di controlli di II livello si coniuga con l'interesse dell'Amministrazione all'utilizzo stabile del personale già ritenuto idoneo a seguito di procedura concorsuale, allo svolgimento dei compiti assegnati dalla Regione Calabria con attribuzioni delle funzioni previste per la categoria di funzionario D3 -:

se corrisponda a verità, o meno, che la Regione Calabria abbia già posto in essere la volontà di definire con atti concreti talune nuove procedure di selezione per sostituire l'organico già in dotazione che ha raggiunto invece, gli obiettivi per il rinnovo contrattuale a suo tempo prefissati per come indicati nel bando, e per sapere inoltre quali azioni intende intraprendere in considerazione dell'assenza di ogni atto concreto (sollecitato dalla stessa Commissione Europea) inerente l'avvio delle opportune procedure necessarie al rinnovo e mantenimento del personale già in forza presso l'Autorità di Audit al fine di evitare non solo l'interruzione delle attività in corso di cui dirette conseguenze sono la sospensione dei pagamenti comunitari, ma anche la dispersione di professionalità più volte apprezzate dalla stessa Commissione europea.

(169; 14.09.2011)

Interpellanze

Franchino. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

nei giorni 24-27 Settembre 2009 e 11-17 Febbraio 2010 si sono verificati eventi alluvionali e i relativi dissesti idrogeologici a danno dei Comuni della Calabria, certificati con Ordinanza Commissariale n. 1/3862/2010 del 9 Luglio 2010;

si è proceduto all'approvazione degli elenchi dei Comuni e delle Province della Regione Calabria che a seguito della notifica della citata Ordinanza Commissariale hanno inviato la documentazione dei danni prodotti dalle calamità naturali nei termini previsti dalla stessa ordinanza;

in merito agli interventi eseguiti dagli Enti attuatori secondo le procedure di somma urgenza, la Struttura di supporto al Commissario Regionale Delegato, ha effettuato l'istruttoria tecnica ed amministrativa della documentazione inviata dai medesimi Enti e ha definito l'importo ammissibile a contributo analiticamente riportato nell'Allegato 1 dell'Ordinanza Commissariale n. 19/3862/2010 del 30 Novembre 2011;

l’ordinanza Commissariale n. 19 del 30/11/2011 stabiliva che, in relazione alle risorse finanziarie al momento disponibili era possibile erogare un contributo pari al 30% degli importi ritenuti ammissibili;

ai sensi dell'OPCM 3862/2010, il Presidente della Regione Calabria è stato nominato Commissario Delegato per il superamento dell'emergenza connessa ai dissesti idrogeologici che hanno interessato il territorio della Regione Calabria dall'11 al 17 febbraio 2010, potendo applicare i benefici della medesima OPCM anche ai Comuni colpiti dagli eventi alluvionali nei giorni dal 24 al 27 settembre 2009;

gli Enti (Comuni e Province), per come verificato dalla struttura di supporto al Commissario Regionale Delegato, seguendo le procedure di somma urgenza, hanno effettuato spese per affrontare le emergenze alluvionali e contestualmente creato posizioni debitorie a favore di microaziende presenti sul territorio;

dal mese di Settembre 2009 ad oggi e, nella migliore delle ipotesi, dal mese di Febbraio 2010 a data odierna, gli Enti attuatori che hanno affrontato spese certificate si sono viste liquidare appena il 30% delle stesse -:

se gli Enti attuatori, considerate anche le difficoltà economiche e finanziarie nelle quali versano a seguito dei continui tagli ai trasferimenti dello Stato Centrale, avranno la possibilità e con quale tempistica, di ottenere il restante 70% delle somme utilizzate per gli interventi di somma urgenza, ciò al fine di ripianare situazioni debitorie che finiscono per pesare sul tessuto economico locale ed evitare che gli interventi eseguiti per fronteggiare emergenze e dissesti idrogeologici non finiscano per creare situazioni di dissesto finanziario per gli stessi Enti e per le già fragili economie territoriali.

(12; 1.08.2011)

Gallo. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore all’ambiente. Per sapere – premesso che:

con Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 17.12.2010, veniva prorogato fino al 31.12.2011 lo stato di emergenza nel settore dei rifiuti, dichiarato per la Calabria sin dal 1997;

con ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3925 del 23.02.2011, il Generale della Guardia di Finanza, Graziano Melandri, veniva nominato, in sostituzione del Presidente della Regione Calabria, commissario delegato per il superamento della situazione di emergenza nel settore dei rifiuti urbani nel territorio della Regione Calabria;

la data di scadenza del mandato ricevuto è fissata alla fine dell'anno in corso, e che dal giorno della nomina sono ormai trascorsi circa sei mesi;

ad onta del tempo trascorso, nessuna criticità nel settore dello smaltimento dei rifiuti sembra essere stata portata a risoluzione, come evidenziano le sempre più ricorrenti e numerose proteste di Comuni ed amministratori locali;

nessuna programmazione per la risoluzione complessiva della problematica risulta essere stata elaborata o posta in esecuzione;

stando a quanto riportato dalle cronache di stampa, il lavoro del Commissario delegato parrebbe anzi essersi ridotto a quello di mero arbitro nel campo dell'individuazione delle discariche nelle quali autorizzare lo sversamento dei rifiuti solidi urbani, a detrimento dei Comuni virtuosi e della loro autonomia e sovranità di gestione degli impianti realizzati nel loro territorio, in molti casi in dispregio delle convenzioni pure sul punto esistenti;

in quest'ottica, di recente l'Ufficio del Commissario ha di recente autorizzato il conferimento nella discarica di contrada Silva, a Cassano Ionio, dei rifiuti provenienti da alcuni Comuni dell'area alto tirrenica, in aggiunta a quelli smaltiti nella stessa discarica da altri Comuni delle aree della sibaritide e del Pollino, oltre a quelli della stessa Cassano Ionio;

tali scelte sono state spesso effettuate in esecuzione di decisioni unilaterali, che rischiano di incrinare il corretto e leale rapporto di collaborazione e concertazione tra istituzioni;

negativo sarebbe il protrarsi della gestione commissariale per come sin qui impostata ed intesa dal Commissario delegato;

il governo regionale attualmente in carica, all'atto del suo insediamento, ha assunto l'impegno di adoperarsi per la risoluzione delle questioni legate alla definizione della questione rifiuti -:

se risponde al vero che negli ultimi mesi le criticità del settore rifiuti si siano notevolmente acuite;

se e come il governo regionale intende intervenire per garantire il pieno rispetto, da parte dell'Ufficio del Commissario per l'emergenza ambientale, delle intese concordate col Comune di Cassano Ionio in ordine alle modalità di utilizzo della discarica cassanese di contrada Silva;

se e come esso, pur non avendo competenza diretta nel merito della questione, in coerenza con gli indirizzi programmatici, intenda adoperarsi per far sì che la gestione commissariale in atto abbia termine o che, in subordine, venga svolta lungo direttrici e secondo principi diversi da quelli fin qui seguiti dall'odierno Commissario delegato.

(13; 16.08.2011)

Gallo. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore ai trasporti. Per sapere – premesso che:

la strada statale 106, denominata jonica, è unico anello di congiunzione tra il corridoio adriatico e quello tirrenico e per questa sua importanza risulta inserita tra le infrastrutture prioritarie nazionali;

la stessa nel tratto calabrese, attraversa ancora diversi centri abitati, con grave pericolo per la salute e la sicurezza dei cittadini, oltre che degli stessi automobilisti;

per evitare l'attraversamento del centro abitato di Montegiordano, nel 1996 si formulò ed approvò la progettazione per la realizzazione, tra i chilometri 402.400 e 405.950, di una variante consistente nella creazione di un percorso alternativo a quello esistente, mediante la perforazione di due gallerie;

i lavori per la realizzazione di detta variante furono regolarmente appaltati nel 1998;

nel 2001, alla presenza delle autorità civili e religiose, si provvide all'abbattimento dell'ultimo diaframma delle richiamate gallerie;

da allora, tuttavia, nonostante una spesa complessiva di circa 150 milioni di euro, le suddette gallerie ed il tracciato alternativo non sono mai state aperte alla viabilità;

tale ritardo, spiegava in Parlamento nel 2006 l'allora ministro alle infrastrutture Antonio Di Pietro, era da ricondursi a sopravvenute disposizioni normative comportanti la necessità di un adeguamento degli impianti tecnologici;

in ossequio a ciò, si incaricò l'Anas di procedere alla progettazione ed all'affidamento dell'appalto dei lavori legati al necessario adeguamento delle due gallerie;

i medesimi lavori furono consegnati alla ditta appaltatrice nel marzo del 2009;

in risposta ad una precisa richiesta informativa del Dipartimento per le infrastrutture - Direzione generale per le infrastrutture stradali - del Ministero delle infrastrutture, in data 18 dicembre 2009 l'Anas faceva presente che i lavori di adeguamento sarebbero stati ultimati entro il giugno 2010, ritenendo non doversi procedere ad alcuna modifica della geometria delle gallerie, risultando le stesse regolarmente collaudate e perfettamente idonee ad accogliere il traffico leggero e pesante;

spirato detto termine, nel settembre 2010 lo scrivente presentava un'interpellanza in Consiglio regionale, per chiedere alla Giunta regionale di intervenire presso l'Anas per chiarire i motivi del nuovo ritardo e far sì che le gallerie montegiordanesi e la realizzanda variante tra i chilometri 404.400 e 405.950 della strada statale ionica fossero quanto prima aperte al traffico veicolare;

a seguito di ciò, l’Anas rendeva noto essere imminente la ripresa dei lavori di completamento;

nel novembre del 2010, l'interpellante effettuava un sopralluogo nella zona interessata dai lavori, congiuntamente ai tecnici dell'Anas;

intanto, in risposta all'interpellanza del settembre 2010, l'Anas comunicava alla Regione Calabria che la chiusura dei cantieri avrebbe avuto luogo entro il 31 gennaio 2011, con apertura delle gallerie al transito, sia pure in esercizio provvisorio, con limitazione della velocità e parzializzazione della carreggiata, attraverso un’ opportuna segnaletica orizzontale e verticale, prima della definitiva apertura di ambedue le carreggiate non più tardi del 31 marzo 2011;

effettivamente, in data 28 febbraio 2011, alla presenza del presidente dell'Anas, Pietro Ciucci, del ministro alle infrastrutture, Altero Matteoli, e del Presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, si procedeva all'inaugurazione delle gallerie montegiordanesi;

ad oggi, però, nonostante gli impegni assunti, il transito è consentito ancora solo ed esclusivamente a corsia unica per ciascun senso di marcia;

ciò è fonte di gravi pericoli e disagi per gli automobilisti, con pesanti e negative ripercussioni, anche in termini di sicurezza, sul traffico veicolare lungo una delle principali arterie d'Italia, anello di congiunzione tra il corridoio adriatico e quello tirrenico;

il governo regionale attualmente in carica, all'atto del suo insediamento, ha assunto l'impegno di adoperarsi per la risoluzione delle questioni legate alle deficienze infrastrutturali di cui l'intera Regione soffre -:

se il governo regionale sia a conoscenza della situazione;

se e come lo stesso, pur non avendo competenza alcuna nel merito della questione, in coerenza con gli indirizzi programmatici, intenda adoperarsi per far sì che le gallerie montegiordanesi e la variante tra i chilometri 404.400 e 405.950 della strada statale ionica possano essere quanto prima completamente aperte al traffico veicolare.

(14; 31.08.2011)

Mozioni

Il Consiglio regionale

premesso che il territorio ionico della provincia di Reggio presenta da decenni gravissime criticità e risulta, in assoluto, una delle aree più marginalizzate non solo del nostro Paese;

la condizione di assoluto abbandono di questo comprensorio, a dispetto delle forti e positive potenzialità tutt’ora inespresse è stata sostanzialmente originata e progressivamente aggravata dallo, scarso impegno di tutti i governi che si sono succeduti nel tempo e dalla incapacità e/o insipienza della classe politica calabrese;

nonostante gli sporadici ma improduttivi interventi di parlamentari e Istituzioni locali (Regione e Provincia in primis), i risultati sono stati fino ad oggi assolutamente deficitari, mentre grandi investimenti non solo infrastrutturali sono stati destinati ai problemi, non altrettanto drammatici, delle aree forti del Paese;

è venuto il momento di dedicare il massimo dell'attenzione sia da parte del Governo nazionale, anche attraverso Enti da esso partecipati, strategici per lo sviluppo del territorio (ANAS; RFI ecc.) che da parte della Regione Calabria, per evitare che il territorio regionale continui a svilupparsi a "macchia di leopardo";

altresì, il territorio della locride non ha potuto fin qui esprimere le grandi e naturali potenzialità di sviluppo turistico, da coniugare con la presenza di piccole e medie imprese, proprio per l'assenza di forti investimenti infrastrutturali, che hanno fin qui escluso fortemente la stessa area dai grandi circuiti nazionali e internazionali;

è venuto il momento di inquadrare la “questione locride” nel più vasto contesto sia della Regione Calabria che del “Sistema Paese”;

dato atto del lodevole ed apprezzato lavoro fin qui svolto da Comitato e dal Consiglio dei sindaci dell’area jonica mirato a porsi come interlocutore costruttivo, diretto e privilegiato della Regione Calabria e dell’Ente Provincia di Reggio;

considerata assai favorevolmente la rinnovata disponibilità del Presidente Scopelliti a riattivare il “Tavolo di Concertazione” già messo in campo col Comitato dei sindaci del comprensorio;

tutto quanto premesso

il sottoscritto consigliere regionale con la presente mozione intende sottoporre all’autorevole attenzione, valutazione e discussione del Consiglio regionale, massima Assemblea elettiva calabrese una questione non più eludibile;

atteso altresì che lo stesso Consiglio regionale nell'ambito dei propri poteri, è chiamato ad esprimersi sui problemi della locride per fornire precisi indirizzi alla Giunta regionale ed al Governo centrale in ordine all’utilizzo sul territorio calabrese di tutte le risorse comunque mobilitabili;

in particolare il sottoscritto consigliere regionale ritiene imprescindibile:

1) la riproposizione di un Tavolo Interistituzionale che periodicamente si confronti sia sulle emergenze dell'intero territorio della locride che sugli interventi strutturali possibili per avviare una fase nuova su un territorio rimasto da decenni marginalizzato, con l’obiettivo dichiarato di innestare un progetto di sviluppo condiviso, che ponga al centro della propria strategia il turismo balneare, culturale, enogastronomico dei centri storici, quale risorsa prioritaria da valorizzare;

2) una particolare attenzione sul fronte ambientale, segnatamente sulle delicate questioni “Rifiuti” e “Depurazione” che hanno già messo a durissima prova le capacità di resistenza del territorio locrideo al quale nell’ambito della recente presa di posizione dell’assessore Pugliano, dovranno essere confermate all’interno del Piano per il sud, la seconda tranche delle risorse del 26 milioni di euro già destinate al sistema depurativo dell’area da Palizzi a Monasterace. Analogamente si prospetta al Commissario per l’emergenza ambientale un’attenzione più specifica rispetto alla generale e delicata vicenda dei “Rifiuti” in Calabria. In particolare, si richiede che si faccia carico del costo di trasporto dei rifiuti da conferire nelle discariche fuori Provincia ed autorizzi l’allargamento della fascia oraria nella discarica di Siderno, in attesa del ripristino di quella di Casignana;

3) così come già sottolineato con la nostra “Mozione” n. 8, presentata il 13.09.2010 al Presidente del Consiglio regionale sullo “Stato di attuazione della S.S. 106 ionica e sugli interventi da effettuare da parte della Regione Calabria su Anas, Trenitalia e Governo centrale”, urge avviare un costruttivo ma stringente confronto con i vertici dell'Anas per focalizzare lo stato attuale degli interventi in corso, e con il Governo per accelerare il reperimento delle imponenti risorse, ordinarie e/o straordinarie necessarie per il completamento dell'opera. Vero è che per la S.S. 106 era lecito attendersi ben altra attenzione dalla recente prima ripartizione delle risorse previste dal Piano per il Sud. Il problema della stessa arteria, e segnatamente del tratto jonico-locrideo devono secondo noi essere considerati in un nuovo contesto nazionale ed internazionale, in quanto da una parte vitale per lo sviluppo dell’intera a Calabria e per le oggettive implicazioni con il Sistema Infrastrutturale del resto del Paese, dall’altra perché il suo completamento influisce direttamente sul Sistema dei Corridoi Stradali Europei, in quanto cerniera importante tra il Meridione d'Italia e l'Europa dell'Est;

4) analoghe iniziative dovranno essere assunte nei confronti del Gruppo Ferrovie dello Stato, per l'azione penalizzante svolta negli ultimi anni nei confronti della locride e dell’intera Provincia di Reggio, isolandola di fatto dal resto del Paese, sopprimendo ben 12 treni a lunga percorrenza in partenza da Reggio sia sulla linea jonica che su quella tirrenica, come da noi più volte denunciato sulla stampa locale ed in numerose iniziative pubbliche e istituzionali;

5) in ordine alla problematica originata dai Decreti emanati dalla precedente Giunta di centro-sinistra per i Centri storici di tutta la Regione, a partire da numerosi Comuni della locride, e privi in buona parte della necessaria copertura finanziaria, si richiede all’Assessorato all'Urbanistica di ripristinare il “Tavolo di concertazione” per definire le complesse problematiche che ne sono derivate e per individuare soluzioni omogenee nei confronti dei comuni altrimenti a rischio dissesto per le numerose iniziative esecutive in itinere a fronte delle opere già avviate;

6) nel momento in cui si prospetta l'elaborazione e la presentazione di un Piano strategico di sviluppo per tutto il comprensori, frutto degli apporti e dei contributi delle Istituzioni locali, delle Parti sociali e della Società civile, si richiede fin d’ora adeguata compensazione finanziaria a favore della locride nel momento in cui, presumibilmente nel prossimo mese di settembre, il Cipe andrà a deliberare l’assegnazione di ulteriori 900 milioni di risorse rinvenienti da fondi Fas;

7) infine, per ciò che concerne il “Pianeta sanità” dello stesso comprensorio il Dipartimento salute della Giunta regionale e soprattutto la direzione strategica dell’Asp 56, dovranno avviare un confronto preliminare sull'atto aziendale in corso di elaborazione sia per consolidare il ruolo dell’ospedale Spoke di Locri, afflitto da numerose criticità che, più in generale, per offrire un positivo contributo, nell’ottica costante dell’imprescindibile “Piano di rientro” per la realizzazione dell’offerta sanitaria di tutta l'area, mirata a migliorare la qualità del servizio “Salute”, esclusivo dei cittadini direttamente interessati.

(47; 23.08.2011) Imbalzano

Il Consiglio regionale della Calabria

premesso che

nel 1994 ad Essen il Consiglio europeo, composto allora da 15 Stati ha varato il primo insieme di progetti atti a sviluppare la rete trans europea dell’Europa;

il rapido procedere dell’integrazione dei nuovi Paesi nella Unione e l’avanzamento dei lavori nei progetti di Essen hanno richiesto una attualizzazione della pianificazione e a tal fine, nel 2002, è stato insediato un gruppo di lavoro ad alto livello, coordinato da Karel Van Miert;

il gruppo di lavoro ha proceduto ad una rivisitazione dell’insieme dei progetti sostenuti dal nucleo storico dei Paesi Ue e dai nuovi membri, verificando le potenziali integrazioni ed accertando gli stati di avanzamento delle opere in corso di realizzazione;

tra i 30 progetti (Trans-European Transport Network – Ten-T) considerati prioritari e dichiarati di interesse europeo nel 2004 c’era un gruppo di 5 interventi di interesse nazionale e, tra questi, il “Railway axis Berlin-Verona/Milan-Bologna-Naples-Messina-Palermo”;

l’Ue, nell’ambito della rivisitazione del programma e delle decisioni di investimento per la nuova rete europea, denominata “core network” ha un interesse fondamentale al richiamato progetto comunemente denominato “corridoio1”;

i lavori, coordinati dal Commissario Siim Kallas, dovrebbero avere una prima conclusione entro la data del 21 settembre p.v.;

su tali argomenti, si è appreso da notizie di stampa, di una divergenza di opinioni e proposte oltre che un rimpallo di responsabilità su un eventuale ridimensionamento del progetto tra il Governo italiano e la Commissione europea;

il disimpegno europeo provocherebbe poi un effetto domino all’interno dei confini nazionali sul versante delle infrastrutture, dell’economia e del tessuto sociale poiché in mancanza del finanziamento Ue fino al 2020 si affosserebbe la prospettiva di realizzare in tempi ragionevoli del prolungamento dell’alta velocità/alta capacità, da Salerno a Reggio Calabria e sulla tratta Messina-Palermo-Catania. Inoltre si vanificherebbe il potenziale apporto strategico di piattaforme logistiche che sono in grado di operare a pieno regime solo a condizione di essere raggiunte da una linea di alta capacità che le colleghi al resto d’Europa;

in questo contesto inoltre continuano le attività tecniche propedeutiche alla realizzazione del Ponte sullo Stretto e, per ultime, l’avvio delle procedure di esproprio per una parte delle opere a terra nel versante calabro, il tutto in un quadro finanziario, nazionale ed internazionale, difficilissimo che mette a rischio gli investimenti pubblici e privati e, quindi la stessa realizzazione del manufatto;

l’indeterminatezza reale delle risorse economiche necessarie alla realizzazione della struttura avrebbe dovuto cogliere una sospensione delle procedure espropriative che, invece, sono state accelerate con il rischio concreto di creare danni sociali, economici e ambientali ai quali, peraltro la Calabria è abituata;

impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale:

a difendere con forza il progetto del “corridio1”;

a sostenere una sospensione delle attività di esproprio nel versante calabro dello Stretto insieme ad una moratoria nelle stesse procedure tecniche per la realizzazione del Ponte.

(48; 16;09.2011) Battaglia

Il Consiglio regionale della Calabria

premesso che

l'operatore di Emergency Francesco Azzarà, nato a Motta San Giovanni, è stato rapito il 14 agosto 2011 in Sudan dove si trovava alla sua seconda missione umanitaria;

Francesco Azzarà presta il suo servizio presso il Centro Pediatrico che l'associazione di Gino Strada ha aperto nel 2010 a Nyala, capitale del sud Darfur, per soccorrere la popolazione locale vittima della guerra civile in corso nella regione;

dal sequestro del giovane calabrese è trascorso oltre un mese senza significative novità sul rapimento di Azzarà, del quale si ignorano ancora i veri responsabili e le motivazioni;

tutta la comunità calabrese fa appello alle istituzioni locali, regionali, nazionali e agli organismi internazionali sollecitando iniziative efficaci e risolutive in favore del volontario;

nel rinnovare la solidarietà del Consiglio regionale della Calabria alla famiglia di Francesco Azzarà;

si chiede

al Presidente della Regione di promuovere ogni iniziativa istituzionale utile a sollecitare l'intervento degli organismi nazionali ed internazionali in favore della liberazione di Francesco Azzarà;

di sensibilizzare l'opinione pubblica sulla vicenda dell'operatore di Emergency, nell'auspicio di una sua immediata liberazione.

(49; 19.09.2011) De Gaetano

Proposta di legge numero 237/9^, recante: “Riconoscimento ex art. 54, comma 3, della legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25, della “Fondazione per la Ricerca e la Cura dei Tumori <Tommaso Campanella> Centro Oncologico d'Eccellenza” come ente di diritto pubblico (Del. n. 130)

Art. 1

Oggetto

1. La "Fondazione per la Ricerca e la Cura dei Tumori «Tommaso Campanella» Centro Oncologico d'Eccellenza", di seguito denominata “Fondazione”, già istituita ai sensi dell'articolo 21 della legge regionale 7 agosto 2002, n. 29 quale Fondazione di diritto privato, di cui alle delibere di Giunta regionale n. 482/2004 e n. 798/2004, i cui soci fondatori sono Regione Calabria e Università degli Studi "Magna Graecia" di Catanzaro, è riconosciuto quale ente pubblico dotato di personalità giuridica pubblica e di autonomia organizzativa, amministrativa, contabile.

2. La Fondazione fa parte del sistema sanitario regionale e opera in conformità agli obiettivi della programmazione regionale.

3. La Fondazione ha come scopo la realizzazione e l'organizzazione di un presidio sanitario, strutturato su base ospedaliera, idoneo ad assicurare, per l'intero territorio regionale, gli interventi sanitari in materia di prevenzione, di ricovero e cura degli infermi, di riabilitazione e di ricerca in campo oncologico. Inoltre essa assicura la realizzazione della integrazione fra Servizio Sanitario Regionale e Università degli Studi "Magna Graecia" di Catanzaro, ai sensi del decreto legislativo 21 dicembre 1999, n. 517 (Disciplina dei rapporti fra Servizio Sanitario Nazionale e Università, a norma dell'articolo 6 della legge 30 novembre 1998, n. 419).

4. La Fondazione è lo strumento individuato da Regione ed Università per garantire il diretto e costante coinvolgimento delle rispettive rappresentanze istituzionali nella gestione integrata delle funzioni di assistenza, di didattica e di ricerca necessarie allo sviluppo delle attività in campo oncologico ed al perseguimento degli obiettivi di politica sanitaria regionale.

5. La Fondazione è considerata provvisoriamente accreditata ai sensi dell'articolo 65, comma 3, della legge regionale 12 giugno 2009, n. 19 e s.m.i.

6. La Regione Calabria promuove il riconoscimento della Fondazione quale Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico ai sensi dell'articolo 13 del D.Lgs. 16 ottobre 2003, n. 288 e successive modificazioni ed integrazioni, con le modalità di cui al successivo articolo 16.

Art. 2

Finalità

1. La Fondazione, in conformità alle norme e disposizioni regionali di programmazione sanitaria, persegue principalmente le seguenti finalità:

a) svolgere, nella disciplina di oncologia, nel rispetto delle vigenti disposizioni di legge e in conformità alla programmazione nazionale e regionale, attività di prevalente ricerca biomedica e sanitaria e di assistenza sanitaria, di tipo clinico e traslazionale;

b) trasferire i risultati validati della ricerca nei processi assistenziali del sistema sanitario regionale;

c) elaborare ed attuare, direttamente o in rapporto con altri enti, programmi di formazione professionale e di educazione sanitaria con riferimento agli ambiti istituzionali di attività e per il miglioramento e lo sviluppo delle stesse;

d) sperimentare e verificare forme innovative di gestione e di organizzazione in campo sanitario, nei rispettivi ambiti disciplinari;

e) supportare tramite idonee modalità, le istituzioni di istruzione e formazione pre e post laurea;

f) svolgere attività di studio e ricerca con attivazione di misure preventive, nelle aree con alta incidenza di tumori;

g) promuovere e realizzare i programmi di screening oncologico per le principali neoplasie.

2. La Fondazione non può svolgere attività diverse da quelle sopra menzionate ad eccezione di quelle ad esse direttamente connesse o ad esse strumentali.

Art. 3

Statuto e Regolamento di organizzazione e funzionamento

1. Entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, il Consiglio di Amministrazione della Fondazione, sentita la Regione e l'Università, delibera una proposta di adeguamento dello Statuto vigente alle disposizioni della stessa, in conseguenza del riconoscimento come ente di diritto pubblico e la trasmette alla Giunta regionale, che la approva entro trenta giorni dal ricevimento, decorsi i quali, in mancanza di provvedimento espresso, lo Statuto si intende approvato.

2. Lo Statuto ha per oggetto il funzionamento degli organi della Fondazione e del Consiglio di Amministrazione, e quanto altro inerente ai poteri dello stesso Consiglio ed ai rapporti tra questo e gli altri organi della Fondazione.

3. Successivamente all'approvazione dello Statuto ai sensi del precedente comma, il Presidente della Regione svolge tutti gli adempimenti conseguenti al riconoscimento della Fondazione come ente di diritto pubblico, ivi compresa la cancellazione della Fondazione dal registro delle persone giuridiche di diritto privato.

4. Eventuali modifiche allo Statuto devono essere deliberate dal Consiglio di Amministrazione della Fondazione ed approvate dalla Giunta regionale con le modalità di cui al precedente comma 1.

5. Entro trenta giorni dal ricevimento delle direttive di cui al successivo articolo 4 comma 3, è adottato un regolamento di organizzazione e funzionamento della Fondazione, in conformità al medesimo Statuto e nel rispetto dei principi della normativa regionale e nazionale in materia.

Art. 4

Personale

1. Al personale dipendente della Fondazione si applica il trattamento giuridico ed economico previsto per i dipendenti del servizio sanitario regionale.

2. La Fondazione può avvalersi di personale proveniente dalle Aziende Sanitarie Provinciali ed Ospedaliere della regione, che presterà la propria attività in posizione di comando o di assegnazione temporanea, secondo le vigenti norme legislative e dei contratti collettivi nazionali di lavoro.

3. La Giunta regionale, entro sessanta giorni dall'approvazione dello Statuto ai sensi del precedente articolo 3, emana direttive per la definizione delle dotazioni organiche della Fondazione e per l'attribuzione del relativo personale, sulla base delle regole fissate dalla legge regionale 18 luglio 2008, n. 24 e del Regolamento regionale n. 13 del 10 settembre 2009.

Art. 5

Finanziamenti e ricavi

1. Le fonti di finanziamento della Fondazione sono costituite da:

a) stanziamenti di cui all’articolo 12, comma 2, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 "Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell'articolo 1 della legge 23 ottobre 1992, n. 421" e successive modificazioni;

b) finanziamenti straordinari regionali per attività specifiche, per interventi di edilizia sanitaria e per spese di primo impianto;

c) finanziamenti pubblici e privati.

2. Costituiscono ricavi della Fondazione:

a) i proventi derivanti dall'esercizio delle attività istituzionali ed eventuali specifici finanziamenti pubblici e privati;

b) i frutti e le rendite generati da beni non direttamente utilizzati per l'assolvimento delle finalità istituzionali;

c) i proventi derivanti dall'esercizio delle attività di cui all'articolo 13;

d) i lasciti, le donazioni, le eredità e le erogazioni di qualsiasi genere che siano accettati dagli organi competenti e non imputati al patrimonio.

3. E’ fatto divieto di utilizzare finanziamenti destinati all'attività di ricerca per fini diversi.

Art. 6

Vigilanza

1. La Giunta regionale, attraverso il Dipartimento della Salute e Politiche Sanitarie, esercita la vigilanza sull'attività della Fondazione sottoponendo a controllo, con le stesse modalità previste per gli atti delle Aziende Sanitarie Provinciali e delle Aziende Ospedaliere, i provvedimenti concernenti:

a) il programma annuale di attività;

b) il bilancio preventivo economico annuale e pluriennale e il bilancio d'esercizio;

c) gli atti vincolanti il patrimonio o il bilancio per più di cinque anni.

Art. 7

Riconoscimento del carattere scientifico della Fondazione

1. Al fine di individuare l'assetto istituzionale definitivo della Fondazione, la Regione, entro quattro anni dalla sua istituzione come ente di diritto pubblico, promuove il riconoscimento del carattere scientifico della stessa, ai sensi degli articoli 13 e 14 del D.Lgs. 16 ottobre 2003, n. 288. A tal fine sono confermati gli atti procedimentali posti in essere dalla pregressa Fondazione di diritto privato utili al conseguimento del riconoscimento ed alla conseguente istituzione dell'I RCCS secondo le citate norme.

2. Allo Statuto deve essere allegato un cronoprogamma che individui gli obiettivi da raggiungere e le scadenze temporali atte a comprovare la validità del percorso teso al conseguimento dei requisiti di cui all'articolo 13 del D.Lgs. 16 ottobre 2003, n. 288.

3. A far data dall'istituzione della Fondazione come ente di diritto pubblico, la Regione verifica con cadenza semestrale il raggiungimento degli obiettivi di ricerca ed assistenziali in coerenza con le risorse assegnate dalla Regione, al fine di monitorare il processo dì attuazione finalizzato al riconoscimento della Fondazione quale IRCCS, sulla base di una relazione che la Fondazione provvede a trasmettere, al Dipartimento Tutela della Salute, entro il 15° giorno del mese successivo alla scadenza del semestre.

4. Entro trenta giorni dalla comunicazione del decreto ministeriale di riconoscimento, adottato dal Ministero della salute d'intesa con il Presidente della Regione, la Giunta regionale presenta al Consiglio regionale una proposta di modifica della presente legge, al fine di adeguare l'ordinamento interno della Fondazione alle disposizioni di cui al D.Lgs. 16 ottobre 2003, n. 288.

5. Entro i sessanta giorni successivi all'entrata in vigore della legge di modifica gli organi della Fondazione riconosciuta quale IRCCS sono rinnovati in coerenza con il disposto del D.Lgs. 16 ottobre 2003, n. 288 e tutti gli organi preesistenti cessano dalle loro funzioni e decadono dalla carica dal momento dell'insediamento dei nuovi organi.

Art. 8

Scioglimento

1. Qualora per due verifiche semestrali consecutive la Giunta regionale, sulla base degli elementi forniti dal Dipartimento Tutela della Salute, accerti il mancato rispetto degli adempimenti previsti dal cronoprogramma di cui al precedente articolo 8, comma 2, ovvero nel caso in cui, al termine del quadriennio di cui all'articolo 16, comma 1, non sia intervenuto il riconoscimento in Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, la Fondazione viene soppressa con deliberazione della Giunta regionale.

2. In caso di scioglimento la Fondazione devolve il patrimonio con le modalità stabilite dal Consiglio di Amministrazione ai soci fondatori, tenendo conto dei conferimenti effettuati al momento della costituzione della Fondazione. Tutti i beni concessi in uso ceduti alla Fondazione all'Università ritornano nel patrimonio e nella disponibilità di quest'ultima.

3. Con la medesima delibera di soppressione, la Giunta regionale, d'intesa con il Rettore dell'Università di Catanzaro, nomina un commissario liquidatore.

4. Dall'insediamento del commissario liquidatore decadono dalla carica, senza diritto ad alcun compenso o indennizzo di sorta, il Presidente ed i componenti il Consiglio di amministrazione, il Direttore Generale, il Direttore Amministrativo, il Direttore Sanitario, il Direttore Scientifico, i componenti il Comitato Tecnico-Scientifico e i membri del Collegio Sindacale.

5. Ferma restando la continuità assistenziale, il commissario liquidatore predispone un piano esecutivo particolareggiato, nei tempi e nei modi, per la riconduzione delle attività e delle funzioni della Fondazione nell'ambito delle attività e delle funzioni dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Mater Domini. Il piano è approvato dal Presidente della Regione e dal Rettore e deve essere compiutamente realizzato entro sessanta giorni dalla data di approvazione, pena la riduzione del 70% di ogni eventuale emolumento connesso alla funzione di commissario liquidatore fino alla conclusione dell'incarico.

6. Il Piano di cui al comma precedente prevede la riconduzione nell'ambito della struttura organizzativa dell'Azienda Ospedaliero-universitaria "Mater Domini", delle Unità Operative allo stato esistenti presso la Fondazione che possano dimostrare notevoli volumi di attività e che siano di interesse ai fini della riduzione della migrazione sanitaria. In tal caso le predette unità entrano a fare parte della struttura sanitaria ed operativa dell'Azienda ospedaliero-universitaria "Mater Domini".

7. I rapporti di lavoro del personale in servizio presso tali unità continuano nell'Azienda ospedaliero-universitaria "Mater Domini" senza soluzione di continuità, purché sia in possesso dei titoli richiesti per l'accesso per le corrispondenti qualifiche degli enti del S.S.N. e sia stato assunto a seguito di apposita procedura selettiva pubblica in conformità alle norme in materia di assunzioni previste dalla legislazione nazionale e dai contratti collettivi nazionali di lavoro di comparto vigenti.

8. In caso di eccedenze di personale, non ricollocabile sulla base del comma precedente, si dà avvio alle procedure di mobilità di cui agli articoli 33 e seguenti del D.Lgs. n. 165/2001 e successive modifiche e integrazioni.

9. Dal momento della chiusura della fase di liquidazione, la presente legge cessa di avere efficacia.

Art. 9

Disposizioni transitorie e norma di rinvio

1. Nelle more dell'espletamento dei pubblici concorsi,da bandirsi da parte della Fondazione e dell'Azienda Mater Domini immediatamente dopo l'entrata in vigore della presente legge,e da espletarsi entro il 31.12.2012, al fine di garantire la continuità assistenziale e non creare alcuna interruzione dell'offerta sanitaria finora erogata, il personale dipendente della Fondazione continuerà a prestare la propria attività lavorativa previa stipula di contratti di lavoro a tempo determinato con la Fondazione o l'Azienda ospedaliero-universitaria Mater Domini, a seconda dell'U.O. di appartenenza secondo quanto previsto nel regolamento di organizzazione.

2. Fino alla scadenza della gestione commissariale della sanità della Regione Calabria, ogni attività che la presente legge rimette alla competenza della Giunta regionale e del Presidente della Regione è svolta dal Presidente della Regione nella qualità di Commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dal disavanzo sanitario.

3. Per quanto non contemplato nella presente legge si applicano le norme del codice civile e le altre disposizioni di legge in materia.

Art. 10

Abrogazioni

1. Sono abrogati l'articolo 21 della legge regionale 7 agosto 2002, n. 29, l'articolo 5, comma 1, della legge regionale 30 aprile 2009, n. 11, l'articolo 1, comma 1, della legge regionale 7 dicembre 2009, n. 48, la legge regionale 6 aprile 2011, n. 8.

2. Sono altresì abrogate tutte le norme legislative e regolamentari della Regione Calabria, precedentemente approvate, che siano in contrasto con la presente legge.

3. Per effetto delle suddette abrogazioni, con l'entrata in vigore della presente legge cessa l'efficacia delle disposizioni contenute nelle delibere della Giunta regionale n. 482/2004 e n. 798/2004, per incompatibilità sopravvenuta nonché di tutti gli atti e provvedimenti in contrasto con la stessa, ma sono fatti salvi gli effetti già prodotti.

Art. 11

Entrata in vigore

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Proposta di legge statutaria numero 7/9^, recante: “Modifiche allo Regolamento della Regione Calabria” (Del. n. 131)

Art. 1

(Modifica dell'art. 26)

1. Il comma 2 dell'articolo 26 della legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25 è sostituito dal seguente:

"2. Nel Regolamento interno del Consiglio regionale sono istituite e disciplinate la Giunta delle elezioni e la Giunta per il Regolamento.".

Art. 2

(Commissioni permanenti)

1. Il comma 1 dell'articolo 28 della legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25 è sostituito dal seguente:

"1. Il Consiglio regionale istituisce al suo interno Commissioni permanenti, distinte per settori organici di materia. Il Regolamento interno ne disciplina il numero, la composizione e le modalità di funzionamento.".

Art. 3

(Modifiche dell'art. 35)

1. Al comma 4 dell'articolo 35 della legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25, le parole "a quattro unità" sono sostituite dalle parole "a due unità.".

2. Il comma 10 dell'articolo 35 della legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25 è abrogato.

Art. 4

(Differimento dell’efficacia della legge)

1. Gli articoli 1 e 2 producono i loro effetti a decorrere dal rinnovo del Presidente e dell'Ufficio di Presidenza della nona legislatura del Consiglio regionale.

2. L'articolo 3 produce i suoi effetti a decorrere dalla decima legislatura del Consiglio regionale della Calabria.

Proposta di legge numero 245/9^, recante: “Riduzione dei costi della politica” (Del. n. 132)

Capo I

Modifica della legge regionale 15 marzo 2002, n. 13

Art. 1

(Modifica dell'art. 4)

1. Al comma 4 dell'articolo 4 della legge regionale 15 marzo 2002. n. 13 (Testo Unico della struttura e finanziamento dei Gruppi consiliari), dopo le parole "appartenenti a ciascun gruppo" sono inserite le parole "ridotto del 10 per cento.".

Capo II

Modifica della legge regionale 13 maggio 1996, n. 7

Art. 2

(Sostituzione dell'art. 5)

1. L'articolo 5 della legge regionale 13 maggio 1996, n. 7 (Norme sull'ordinamento della struttura organizzativa della Giunta regionale e sulla dirigenza regionale) è sostituito dal seguente: "Art. 5 (Struttura ausiliaria dei Dipartimenti)

1. In ciascun Dipartimento è istituita una struttura ausiliaria, di stretta collaborazione del responsabile del predetto, composta da tre unità, per lo svolgimento dei compiti di segreteria, coordinamento e programmazione, indirizzi e verifiche, relazioni con il pubblico.

2. La Giunta regionale definisce il livello di responsabilità della struttura ausiliaria di cui al comma 1, la specificazione dei compiti e delle attribuzioni, l'assegnazione del personale e dei mezzi necessari per il funzionamento.".

Art. 3

(Modifica dell'art. 7)

1. La denominazione della rubrica dell'articolo 7 della legge regionale 13 maggio 1996, n. 7 "Gabinetto" è sostituita dalla denominazione "Ufficio di Gabinetto" .

2. Al comma 3 dell'articolo 7 della legge regionale 13 maggio 1996, n. 7 la parola "sei" è sostituita dalla parola "cinque".

Art. 4

(Modifica dell'art. 8)

1. Al comma 4 dell'articolo 8 della legge regionale 13 maggio 1996, n. 7, la parola "sei" è sostituita con la parola "cinque", la parola "cinque" è sostituita con la parola "quattro", la parola "quattro" è sostituita con la parola "tre".

2. La riduzione di cui al comma 1 non opera nel caso in cui, per il minore contributo lavorativo richiesto a tutti i componenti, si determini una decurtazione proporzionale dell'indennità complessiva di struttura pari all'indennità percepita da una unità.

Art. 5

(Modifica dell'art. 9)

1. Il comma 1 dell'articolo 9 legge regionale 13 maggio 1996, n. 7 è sostituito dal seguente:

"1. E' istituito l'Ufficio Stampa della Giunta regionale, composto da personale iscritto all'albo nazionale dei giornalisti. Tale dotazione di personale è costituita da dipendenti delle amministrazioni pubbliche, anche in posizione di comando o fuori ruolo, ovvero da personale estraneo alla pubblica amministrazione in possesso dei titoli individuati dal decreto del Presidente della repubblica 21 settembre 2001, n. 422 (Regolamento recante norme per l'individuazione dei titoli professionali del personale da utilizzare presso le pubbliche amministrazioni per le attività di informazione e di comunicazione e disciplina degli interventi formativi), utilizzato secondo le modalità di cui all'articolo 7, comma 6, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 (Norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche), nei limiti delle risorse disponibili nel bilancio della Regione per le medesime finalità. Con deliberazione della Giunta regionale è definito il contingente di personale. Gli incarichi sono conferiti per un periodo di un anno e possono essere confermati di anno in anno per la durata della legislatura".

2. I commi 2 e 3 sono abrogati.

Capo III

Modifica della legge regionale 13 maggio 1996, n. 8

Art. 6

(Modifica dell'art. 7 bis)

1. L'articolo 7 bis della legge regionale 13 maggio 1996, n. 8 è così sostituito: "La struttura speciale del Segretariato generale è composta da tre unità di personale, di cui due possono essere esterni alla pubblica amministrazione.".

Art. 7

(Modifica dell'art. 9)

1. Al comma 3 dell'articolo 9 della legge regionale 13 maggio 1996, n. 8, la parola "cinque" è sostituita con la parola "quattro".

Art. 8

(Modifica dell'art. 10)

1. Al comma 3 dell'art. 10 della legge regionale 13 maggio 1996, n. 8 le parole "di ruolo" sono soppresse.

2. Al comma 4 dell'articolo 10 della legge regionale 13 maggio 1996, n. 8, la parola "tre" è sostituita con la parola "due".

3. La riduzione di cui all’articolo 3,  comma 2, all’articolo 7, comma 1 e all’articolo 8, comma 2, non opera nel caso in cui, per il minore contributo lavorativo richiesto a tutti i componenti, si determini una decurtazione proporzionale dell'indennità complessiva di struttura pari all'indennità percepita da una unità.

Capo IV

Modifica della legge regionale 8 giugno 1996, n. 13

Art. 9

(Modifica dell’articolo unico)

1. Alla data di entrata in vigore della presente legge, i contratti di consulenza dei comitati speciali di cui all'articolo unico prima alinea della legge regionale 8 giugno 1996, n.13, dopo la loro naturale scadenza, per gli esercizi finanziari 2012/2013, possono essere rinnovati solo nella misura massima del 50% della somma iscritta nel bilancio 2011.

2. Al comma 3 dell'articolo unico della legge regionale 8 giugno 1996, n. 13, la parola "due" è sostituita dalla parola "uno".

3. La riduzione di cui al comma 2 decorre dalla scadenza naturale dei contratti in essere alla data di entrata in vigore della presente legge.

Capo V

Disposizioni abrogative e finali

Art. 10

(Abrogazione della legge regionale 13 novembre 2002, n. 45)

1. La legge regionale 13 novembre 2002, n. 45 (Costituzione Commissione Consiliare: 'Politiche comunitarie e relazioni esterne') è abrogata.

2. Il suddetto comma produce i suoi effetti a decorrere dal rinnovo delle Commissioni consiliari di cui all'articolo 29, comma 7, del Regolamento interno del Consiglio regionale.

Art. 11

(Modifica della legge regionale 11 maggio 2007, n. 9)

1. L'articolo 10 della legge regionale 11 maggio 2007, n. 9 (Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e finanziario collegato alla manovra di finanza regionale per l'anno 2007, art. 3, comma 4 della legge regionale n. 8/2002) è abrogato.

Art. 12

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Proposta di legge numero 246/9^, recante: “Modifica alle leggi regionali n. 7/1996 e 8/1996 pubblicità della situazione patrimoniale dei dirigenti della Regione Calabria” (Del. n. 133)

Art. 1

(Modifica della legge regionale 13 maggio 1996, n. 7)

1. Dopo l'articolo 23 della legge regionale 13 maggio 1996, n. 7 sono inseriti i seguenti:

"Art. 23 bis (Pubblicità dello stato patrimoniale della dirigenza)

1. Se non diversamente tenuti in forza di disposizioni nazionali, i dirigenti della Giunta regionale sono sottoposti agli stessi obblighi di pubblicità della situazione patrimoniale e tributaria previsti dalla legge regionale 24 settembre 2010, n. 24.

Art. 23 ter (Inadempienze)

1. Nelle ipotesi di mancato adempimento degli obblighi di pubblicità di cui all'articolo 23 bis, il Presidente della Giunta regionale adotta nei confronti dell'interessato le misure di cui all'articolo 6 della legge regionale 24 settembre 2010, n. 24.".

Art. 2

(Modifica della legge regionale 13 maggio 1996, n. 8)

1. Dopo l'articolo 3 della legge regionale 13 maggio 1996, n. 8 sono inseriti i seguenti:

"Art. 3 bis. (Pubblicità dello stato patrimoniale della dirigenza)

1. Se non diversamente tenuti in forza di disposizioni nazionali, i dirigenti del Consiglio regionale sono sottoposti agli stessi obblighi di pubblicità della situazione patrimoniale e tributaria previsti dalla legge regionale 24 settembre 2010, n. 24.

Art. 3 ter (Inadempienze)

1. Nelle ipotesi di mancato adempimento degli obblighi di pubblicità di cui all'articolo 3 bis, il Presidente del Consiglio regionale adotta nei confronti dell'interessato le misure di cui all'articolo 6 della legge regionale 24 settembre 2010, n. 24.".

Art. 3

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Proposta di legge numero 247/9^, recante:“Modifica alla legge regionale 14 febbraio 1996 n. 3” (Del. n. 134)

Art. 1

(Modifica dell'art. 3)

1. Al comma 2 dell'articolo 3 della legge regionale 14 febbraio 1996, n. 3 (Disposizioni in materia di trattamento indennitario agli eletti alla carica di consigliere regionale) le parole "ad euro 200,00" sono sostituite dalle parole "a 400,00 euro".

Art. 2

(Modifica dell'art. 8)

1. L'articolo 8 (Trattenute per fine mandato e assegno vitalizio) della legge regionale 14 febbraio 1996, n. 3 è cosi sostituito:

"Art. 8 (Trattenute per indennità di fine mandato)

1. Sull'indennità di carica di cui all'articolo 1, punto f), è disposta, al netto delle ritenute fiscali, una trattenuta obbligatoria del 4 per cento, quale contributo per la corresponsione dell'indennità di fine mandato.".

Art. 3

(Modifica della rubrica del capo IV)

1. La rubrica del capo IV della legge regionale 14 febbraio 1996, n. 3 è così sostituita: "Indennità di fine mandato".

Art. 4

(Disposizioni transitorie)

1. Le disposizioni di cui all'articolo 8 della legge regionale 14 febbraio 1996, n. 3, nonché quelle previste dagli articoli dal 14 al 23 della predetta legge, continuano a trovare applicazione in favore di tutti coloro che hanno versato e versano i relativi contributi e che comunque, alla fine della nona legislatura, sono in possesso dei requisiti minimi per l'erogazione dell'assegno vitalizio ovvero in favore dell'eventuale familiare superstite.

2. Il Consigliere che alla fine della nona legislatura non ha maturato, ai sensi della legge regionale 14 febbraio 1996, n. 3, i requisiti per il conseguimento dell'assegno vitalizio, ha diritto alla restituzione integrale dei contributi versati, senza rivalutazione monetaria né corresponsione di interessi.

Art. 5

(Disposizioni abrogative)

1. Gli articoli dal 14 al 23 della legge regionale 14 febbraio 1996, n. 3 sono abrogati.

Art. 6

(Efficacia della legge)

1. La presente legge, ad eccezione dell'articolo 1, produce i suoi effetti a decorrere dalla decima legislatura del Consiglio regionale della Calabria.

Art. 7

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Proposta di provvedimento amministrativo numero 146/9^, recante: “Modifiche al regolamento interno del Consiglio regionale” (Del. n. 135)

"Il Consiglio regionale

vista la proposta di modifica al Regolamento interno del Consiglio regionale, presentata dai Consiglieri regionali Fedele, Bilardi, Serra, Dattolo, Principe, Ciconte, Loiero, De Masi e Bova

delibera

di modificare il Regolamento interno del Consiglio regionale come appresso specificato:

Art. 1

(Modifica dell'art. 16)

1. Il comma 4 dell'articolo 16 del Regolamento interno del Consiglio regionale è sostituito dal seguente:

"4. La competenza per l'esame delle proposte di modifica ed integrazione del Regolamento interno è attribuita alla prima Commissione permanente.".

Art. 2

(Modifica dell'art. 28)

1. L'articolo 28 del Regolamento interno del Consiglio regionale è sostituito dal seguente:

"Art. 28 (Competenza delle Commissioni permanenti)

1. Sono istituite le seguenti Commissioni permanenti:

a) Prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento;

b) Seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica e attività produttive, affari dell'Unione europea e relazioni con l'estero;

c) Terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative;

d) Quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell'ambiente.".

Art. 3

(Modifica dell'art. 32)

1. Il comma 1 dell'articolo 32 del Regolamento interno del Consiglio regionale è sostituito dal seguente:

"1. Il Consiglio regionale, con deliberazione assunta con il voto dei due terzi dei componenti, può istituire Commissioni speciali per l'esame di particolari problemi o progetti di legge. Il Presidente del Consiglio regionale nomina i componenti, previa designazione dei Gruppi consiliari, nel rispetto del criterio di proporzionalità di cui al comma 1 dell'articolo 29.".

Art. 4

(Disposizioni abrogative)

1. Sono abrogate le seguenti disposizioni del Regolamento interno del Consiglio regionale:

a) articolo 36 (Comitato per la qualità e la fattibilità delle leggi);

b) articolo 77 (Effetti della richiesta di parere del Comitato per la qualità e la fattibilità delle leggi);

c) articolo 124 (Comitato regionale di controllo contabile).

Art. 5

(Differimento dell’efficacia del provvedimento)

1. Il presente provvedimento produce i suoi effetti a decorrere dal rinnovo delle Commissioni consiliari di cui all’articolo 29, comma 7, del Regolamento interno del Consiglio regionale, della nona legislatura del Consiglio regionale”.

Ordine del giorno numero 23 a firma dei consiglieri Fedele, Bilardi, Serra, Dattolo, Principe, Ciconte, Loiero, De Masi, Bova “Sulla riduzione dei costi attraverso la riforma degli enti strumentali regionali

“Il Consiglio regionale

considerato che un'importante e concreta riduzione dei costi e degli sprechi della politica non può non passare anche attraverso una riorganizzazione degli enti strumentali e partecipati della Regione;

preso atto che

per tagliare e riformare gli enti strumentali regionali si rende necessario partire da un'analisi dei servizi che essi erogano e valutare concretamente e su dati fattuali, le funzioni che si intendono sostenere e rafforzare con l'obiettivo di mettere a sistema le risorse finanziarie e di riorganizzare la Calabria quale Regione pronta a programmare lo sviluppo e l'innovazione innovazione in tutti i settori;

si impegna

ad attuare una riforma ed una riduzione degli enti strumentali e delle società partecipate della Regione al fine di contenere gli eccessivi ed ingiustificati costi ed abolirne gli sprechi;

quindi a proseguire e dare concreto impulso all'opera di razionalizzazione e contenimento dei costi degli organi istituzionali e burocratici attraverso una riorganizzazione regionale che preveda anche la soppressione di enti strumentali e partecipati della Regione. A tal fine demanda alla Giunta regionale il compito di predisporre, entro novanta giorni, una proposta di legge per la riorganizzazione degli enti strumentali, in house e delle società partecipate a maggioranza della Regione, presenti sul territorio calabrese attraverso la fusione e/o soppressione per funzioni ed obiettivi degli enti di che trattasi nella misura più efficace ed efficiente”.

Ordine del giorno numero 24 a firma dei consiglieri Fedele, Bilardi, Serra, Dattolo, Principe, Ciconte, Loiero, De Masi, Bova “Sulle indennità dei dirigenti generali e dei dirigenti degli enti strumentali”

“Il Consiglio regionale

considerato che

la crisi economica e finanziaria aggravatasi sempre di più negli ultimi tempi ha reso non più procrastinabile un serio intervento in materia di riduzione dei costi della politica e di funzionamento delle istituzioni anche a livello regionale;

si è affermata quindi l'esigenza per il Consiglio regionale di riacquistare la centralità originaria e di riaffermare il proprio ruolo, qualificando più nettamente i propri strumenti e compiti ma soprattutto privilegiando aspetti quali una migliore organizzazione interna e una maggiore capacità di rapportarsi in modo incisivo con gli altri soggetti istituzionali in un'epoca in cui è diventata fondamentale la rapidità delle decisioni, l'efficacia e l'efficienza degli strumenti, l'economicità e l'adeguatezza delle risorse impiegate;

ritenuto opportuno intervenire, pertanto, sulla ottimizzazione dei costi relativi alle indennità dei dirigenti di livello apicale della Regione nonché degli enti strumentali, in house e società partecipate a maggioranza della Regione;

impegna

le Amministrazioni della Giunta e del Consiglio a presentare una proposta organica di riforma delle normative di riferimento delle indennità dei dirigenti generali e dei dirigenti degli enti strumentali, in house e delle società partecipate a maggioranza della Regione, nonché a proporre, nelle opportune sedi di contrattazione sindacale, l'eventuale riduzione delle indennità di posizione o di risultato dei dirigenti della Giunta e del Consiglio; altresì, a predisporre un progetto di legge finalizzato al conferimento alla Giunta regionale della redazione di un testo unico in materia di riorganizzazione del personale della Giunta regionale”.

Ordine del giorno numero 25 a firma dei consiglieri Fedele, Bilardi, Serra, Dattolo, Ciconte, De Masi “In merito alla modifica statutaria per la riduzione del numero dei consiglieri regionali da 50 a 40”

“Il Consiglio regionale

considerato che

la crisi economica e finanziaria aggravatasi sempre di più negli ultimi tempi ha reso non più procrastinabile un serio intervento in materia di riduzione dei costi della politica e di funzionamento delle istituzioni anche a livello regionale;

si è affermata quindi l'esigenza per il Consiglio regionale di riacquistare la centralità originaria e di riaffermare il proprio ruolo qualificando più nettamente i propri strumenti e compiti ma soprattutto privilegiando aspetti quale una migliore organizzazione interna e una maggiore capacità di rapportarsi in modo incisivo con gli altri soggetti istituzionali, in un'epoca in cui è diventata fondamentale la rapidità delle decisioni, l'efficacia e l'efficienza degli strumenti, l'economicità e l'adeguatezza delle risorse impiegate;

ritenuto che l'assemblea legislativa regionale ed i singoli Consiglieri devono per primi intervenire, nell'ambito delle proprie dirette competenze, con una serie di misure che siano prova di senso di responsabilità e di coerenza;

preso atto che per quanto concerne le materie oggetto di disciplina legislativa la Conferenza dei Capigruppo ha individuato, tra l'altro, la riduzione del numero dei Consiglieri regionali e degli Assessori, da determinarsi sulla base dei risultati del censimento della popolazione calabrese ancora in corso

si impegna

alla modifica dello Statuto per la riduzione entro sei mesi del numero dei consiglieri regionali dagli attuali 50 (cinquanta) a 40 (quaranta), unitamente all'approvazione di una nuova legge elettorale”.

Ordine del giorno numero 26 a firma dei consiglieri Morelli, Censore, Fedele, P. Aiello, Imbalzano, Mirabelli, Tripodi, Chiappetta, F. Aiello “Sulla struttura del commissario ad acta della sanità”

“Il Consiglio regionale

premesso che

l'articolo 17 della legge regionale n. 22/2007, nell'operare una ripartizione tra costi totalmente sanitari, costi totalmente non sanitari e costi non riconducibili integralmente ad una delle due categorie precedenti, contiene un evidente refuso allorquando definisce le prestazioni riabilitative nel senso di "riabilitazioni a ciclo diurno compresi", fissando, altresì, la seguente ripartizione:

a) 70% fondo sanitario;

b) 30% fondo sociale con partecipazione ospite;

il predetto refuso ha portato ad una modifica delle condizioni contrattuali intercorse tra i soggetti che erogano le prestazioni di cui sopra e le Aziende Sanitarie Locali, provocando così una non corretta ripartizione dei costi tra fondo sanitario e fondo sociale;

con l'articolo 32 della legge regionale n. 8/2010 fu approvata da questo Consiglio regionale la modifica all'articolo 18 comma 1 della legge regionale n. 22/2007 "nel senso di eliminare la parola compresi e sostituire le parole 70% fondo sanitario regionale e 30% fondo sociale (con partecipazione ospite)" con le parole "100% fondo sanitario regionale";

questa disposizione fu dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale (123/2011) che ha determinato il ripristino della vecchia formulazione dell'articolo 18 della legge regionale n. 22/2007, comprensiva di quel refuso:

impegna

la Giunta regionale:

1) ad espletare, ed a riferirne al Consiglio, tutte le verifiche tecniche che consentano di interpretare in modo autentico la disposizione di cui all'articolo 18 della legge regionale n. 22/2010 in ordine ai requisiti soggettivi ed alla corretta riconducibilità della tipologia di costo se afferente interamente al fondo sanitario nazionale, tenuto conto di quanto previsto dalla legge n. 833/1978 e dai DPCM del 14.02.2001 e del 29.11.2001 oltre alle linee guida Ministeriali n. 1/2001;

2) a proporre con apposito disegno di legge l'interpretazione autentica de qua”.

Mozione numero 49 a firma del consigliere De Gaetano “In favore della liberazione del volontario Francesco Azzarà

Il Consiglio regionale,

premesso che

l'operatore di Emergency Francesco Azzarà, nato a Motta San Giovanni, è stato rapito il 14 agosto 2011 in Sudan dove si trovava alla sua seconda missione umanitaria;

Francesco Azzarà presta il suo servizio presso il Centro Pediatrico che l'associazione di Gino Strada ha aperto nel 2010 a Nyala, capitale del sud Darfur, per soccorrere la popolazione locale vittima della guerra civile in corso nella regione;

dal sequestro del giovane calabrese è trascorso oltre un mese senza significative novità sul rapimento di Azzarà, del quale si ignorano ancora i veri responsabili e le motivazioni;

tutta la comunità calabrese fa appello alle istituzioni locali, regionali, nazionali e agli organismi internazionali sollecitando iniziative efficaci e risolutive in favore del volontario;

nel rinnovare la solidarietà del Consiglio regionale della Calabria alla famiglia di Francesco Azzarà;

impegna la Giunta regionale:

a promuovere ogni iniziativa istituzionale utile a sollecitare l'intervento degli organismi nazionali ed internazionali in favore della liberazione di Francesco Azzarà;

a sensibilizzare l'opinione pubblica sulla vicenda dell'operatore di Emergency, nell'auspicio di una sua immediata liberazione.