IX^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
__________
17.
SEDUTA DI MARTEDI’ 29 MARZO 2011
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FRANCESCO TALARICO
E DEL
VICEPRESIDENTE ALESSANDRO NICOLO’
Presidenza
del Presidente Francesco Talarico
La seduta
inizia alle 13,05
Legge il
verbale della seduta precedente.
(E’
approvato)
Legge le comunicazioni.
(Sono riportate in allegato)
Legge le
interrogazioni, le interpellanze e le mozioni pervenute alla Presidenza.
(Sono riportate in allegato)
Abbiamo completato le comunicazioni iniziali, pertanto
passiamo adesso all’ordine del giorno del Consiglio regionale.
Prima di procedere con l’ordine del giorno dedichiamo,
come stabilito dal Regolamento, un’ora alle interrogazioni a risposta
immediata.
Prego i colleghi consiglieri di prender posto così
iniziamo i lavori con le interrogazioni.
Ricordo sempre che c’è la ripresa televisiva e ai consiglieri interroganti ricordo che devono rispettare i due minuti previsti per i loro interventi, tre per la risposta e un minuto per dichiararsi soddisfatti o meno.
La prima interrogazione a risposta immediata numero
87 del 3.2.2011 è di iniziativa del consigliere Talarico Domenico “In ordine
all'avviso pubblico per la concessione alle imprese di 'borse lavoro e di altri
incentivi occupazionali” di cui do lettura: “Al
Presidente della Giunta
regionale. Per sapere Premesso
che:
in data
15/10/2010 è stato pubblicato sul BURC un avviso pubblico di emanazione della
Giunta regionale, con una dotazione finanziaria pari a 105 milioni di euro del
POR Calabria FSE 2007/2013, avente ad oggetto "Aiuti alle imprese
attraverso la concessione delle borse lavoro, di incentivi occupazionali sotto forma di integrazione salariale e
formazione continua come accrescimento delle competenze";
il bando
succitato prevedeva una procedura "a
sportello" per la presentazione delle domande e la formazione delle
graduatorie sulla base dell'ordine di spedizione (e non di ricezione) delle
medesime;
da varie
indiscrezioni si apprende che molte delle domande presentate, per lo più
attraverso agenzie di servizio postale private, recherebbero il sigillo del
medesimo giorno, della medesima ora, del medesimo minuto;
la procedura
individuata avrebbe viepiù lasciato alle agenzie private un certo "margine di discrezionalità" nel
definire l'ordine di presentazione delle domande;
tali circostanze
starebbero alla base dei problemi che si stanno registrando in sede di
istruzione delle domande -:
se corrispondono al vero le indiscrezioni di cui alla premessa;
quali
iniziative si intendono intraprendere a garanzia della massima trasparenza nell'espletamento
della procedura di assegnazione dei benefici ai soggetti che ne hanno fatto
richiesta”.
Poi risponderà l’onorevole Stillitani assessore al ramo.
Prego, onorevole Talarico.
Si tratta, com’è noto, di un’interrogazione relativa alle cosiddette borse lavoro. Ho chiesto al
Presidente del Consiglio e, per suo tramite, all’assessore competente di sapere
se corrispondono al vero alcune indiscrezioni secondo le quali la procedura
individuata per la selezione delle domande in qualche modo lascia ampi margini
di discrezionalità ed, a questo punto, ha lasciato ampi margini di
discrezionalità alle cosiddette poste private.
Tant’è che risulta, è certificato, che tantissime
domande sarebbero state presentate alla stessa ora, allo stesso giorno e al
medesimo minuto, al punto che gli addetti, gli impiegati negli stessi uffici
postali privati avrebbero dovuto timbrare nello stesso minuto centinaia di
domande.
Ancora, vi è da segnalare che delle borse lavoro che
sono state erogate dalla Regione Calabria molte di queste sarebbero state
destinate per effetto, probabilmente, di questo margine di discrezionalità
amplissimo, alla medesima azienda e in alcuni casi risulta addirittura che
alcune imprese private addette al ricevimento sarebbero le beneficiarie delle
stesse borse lavoro.
Fatta questa premessa, chiedo all’assessore Stillitani
di sapere se corrispondono al vero queste indiscrezioni e quali iniziative si
intendono prendere, anche se ormai il procedimento sembra essersi concluso. La
mia interrogazione è datata 2 gennaio 2011 per
cui, probabilmente, anche qui i margini per correggere eventuali errori e
limiti contenuti nel bando probabilmente non ci sono più. Però, chiedo quali
iniziative intende intraprendere l’assessorato per dare rassicurazioni ai
cittadini calabresi, alle imprese che hanno partecipato, a molte delle imprese
che non hanno potuto beneficiare di questo provvedimento, in merito ad una
procedura, non so, quanto legittima, legale, trasparente, ammesso che le
denunce, le indiscrezioni, i limiti, che, comunque, sono stati denunciati e che
provengono da più parti soprattutto dal mondo dell’impresa, corrispondano al vero.
Non so se ho superato i tre minuti, ma vorrei aggiungere un modestissimo e concreto
commento.
Ritengo che questo provvedimento non abbia prodotto i
risultati che la stessa Giunta si era prefissa, che lo stesso è stato
accompagnato da un battage
pubblicitario anche costoso. Invece, proprio per la sua platea molto ampia che
non ha individuato i settori specifici di intervento e i settori trainanti
della economia calabrese, rischia, a mio avviso, di essere un provvedimento che
non produrrà, sicuramente, gli effetti che invece erano auspicati nella
presentazione dello stesso bando.
Vorrei, però, per soffermarmi sulla domanda principale,
sapere se queste denunce, queste accuse, queste iniziative, anche di tipo
legale, che sono state intraprese da alcuni, abbiano un fondamento rispetto al
bando e alla graduatoria che è stata pubblicata e se, eventualmente, ci sono i
margini per poterle correggere. Grazie
La parola all’assessore Stillitani.
Il problema delle poste private è stato ampiamente
dibattuto anche su articoli di stampa e tra l’opinione pubblica.
Avevamo due possibilità, quella di raccogliere tutte le
domande, fare una commissione, stabilire discrezionalmente i criteri, mandare
alla commissione tutte le pratiche ed aspettare che la commissione, sulla base
di criteri discrezionali stabiliti, decidesse una graduatoria delle aziende a
cui concedere i finanziamenti; l’altra alternativa, che fra l’altro è
perfettamente legittima e prevista anche da decreti statali, era quella di
utilizzare il meccanismo della presentazione a sportello.
Abbiamo ritenuto, data la semplicità soprattutto della
documentazione che noi richiedevamo alle imprese e quindi alla non necessità di
dover fare particolari istruttorie, di optare per una presentazione delle
domande a sportello.
A questo punto, si poteva scegliere se la presentazione
a sportello dovesse tener conto della data di arrivo della domanda presso
l’assessorato, quindi della protocollazione presso l’assessorato, oppure della
data di spedizione.
Capite che è stato facile scegliere la data di
spedizione, altrimenti si correva il rischio di trovare delle file e dei
bivacchi interminabili davanti alla porta dell'assessorato.
Ormai il servizio postale è liberalizzato, ci sono tutta
una serie di società autorizzate a svolgere il servizio, per cui per evitare anche possibili ricorsi da parte
di questi soggetti, nel bando abbiamo dato la possibilità di presentare le
raccomandate non solo presso gli uffici postali classici – che poi sono anche
privatizzati, perché la posta ormai è diventata privata – ma anche a tutte le
altre società private autorizzate all’espletamento del servizio postale.
Faccio presente che le società che operano in Calabria
come poste private sono 17, quindi abbiamo 17 società che operano sul nostro
territorio per l’attività di spedizione postale, con diverse centinaia di sportelli distribuiti su tutto il
territorio regionale.
Abbiamo sponsorizzato e pubblicizzato volontariamente
questo bando, appunto perché ritenevamo che dovesse raggiungere quante più
persone e quante più imprese possibili e, nelle varie riunioni che ho avuto con
le varie associazioni per le diverse province, avevo già previsto che, sin dal
primo giorno, le risorse si sarebbero esaurite, cosa che è avvenuta, perché sin
dalle prime ore le domande spedite hanno ampiamente superato le possibili
disponibilità finanziarie del bando.
Quando è cominciata a sorgere la polemica sulla
legittimazione o meno delle società private a poter spedire le raccomandate e
soprattutto sull’apertura a mezzanotte degli sportelli, eravamo già certi che
la cosa fosse possibile, ma per avere un’ulteriore conferma abbiamo…
Un po’ di silenzio in Aula, non si capisce assolutamente
niente. Inoltre, dobbiamo rimanere nei tempi di due minuti e tre minuti
rispetto a chi ha chiesto la parola, e a colui che risponde. Ci sono gli
orologi da un lato e dall’altro, quindi uno si può anche regolare nei tempi.
Prego, assessore, si avvii alla conclusione.
Abbiamo fatto un quesito al responsabile del settore
autorizzazione, vigilanza e controllo del dipartimento per le comunicazioni
dell’Ispettorato territoriale della Calabria e abbiamo chiesto se le agenzie
che hanno accettato queste raccomandate fossero o meno autorizzate e se era
possibile che queste agenzie aprissero a mezzanotte. La risposta
dell’Ispettorato conferma quello che pensavamo,
cioè – la leggo – “Si fa seguito alla nota di codesto dipartimento per
comunicare quanto segue: “Le agenzie di cui all’allegato A, che sono tutte le
agenzie che hanno spedito le borse lavoro, risultano essere titolari di
autorizzazione e/o licenza nel settore postale. La normativa che regolamenta il
settore postale non obbliga i licenziatari e/o autorizzati al rispetto di
orario di apertura o di chiusura.
Si comunica, infine, che da accertamenti effettuati da
questo Ispettorato presso alcune licenziatari o autorizzati, l’invio delle
spedizioni sono avvenute direttamente allo sportello delle agenzie”.
Questo significa, sostanzialmente, che dal punto di
vista procedurale e documentale la situazione è perfettamente legittima.
Un’ultima cosa voglio precisare, che su 8 mila domande
presentate, oltre 5 mila sono state spedite attraverso gli uffici postali
privati, quindi la gran parte degli imprenditori o gli imprenditori più
avveduti hanno utilizzato questo meccanismo.
Ritengo che, per restare nei tempi concessi, mi devo
fermare qui. Poi per le altre risposte, eventualmente, provvediamo dopo.
Prego, onorevole Talarico.
La risposta dell’assessore non mi ha affatto persuaso,
non ha spiegato a quest’Aula come, ad esempio, un addetto alle poste private
possa certificare la ricezione di centinaia di domande allo stesso minuto, alla
stessa ora, allo stesso secondo, è umanamente impossibile che un impiegato, un
funzionario, possa apporre cento timbri in un secondo, e questo purtroppo è
avvenuto. Così come è avvenuto che moltissime di queste agenzie, a mezzanotte e
un minuto, sicuramente quelle dell’area
urbana Cosenza-Rende, erano chiuse.
Inviterei lei e il Presidente della Giunta ad avviare
tutte le iniziative del caso per tutelare, a questo punto, l’immagine della
Regione Calabria.
Ed è anche vero, a proposito di imprenditori che si sono
rivolti alle poste private, che addirittura 500 di queste domande sono andate
ad una sola azienda, la “Abramo Printing Logistic Customer Care”. Anche questo,
secondo me, è un effetto dell’amplissima discrezionalità che è stata
riconosciuta a queste agenzie private, senza alcun controllo e senza alcuna
verifica da parte della Regione.
Così come lei non ha risposto, ad esempio,
sull’efficacia dello strumento, ma su questo bisognerebbe aprire un dibattito,
ma non c’è né il tempo né la disponibilità da parte del Presidente del Consiglio,
essendo in question time, ad affrontare la problematica. Grazie.
Passiamo alla prossima interrogazione a risposta
immediata numero 89 del 14.2.2011 di iniziativa dei consiglieri Guccione,
Franchino, Censore, Aiello Ferdinando “Sul Programma Operativo Calabria del
periodo 2007/2013 - Fondi UE” che così recita: “Al Presidente della Giunta regionale. Per
sapere – premesso che:
secondo i dati al 31.12.2010 i pagamenti effettuati per
finanziare i progetti del Programma operativo dei Fondi Strutturali 2007-2013
ammontano per il Por Calabria FSE 2007-
il Commissario Europeo per le Politiche Regionali,
Yohannes Hahm, ha inviato al Ministro dell'Economia e delle Finanze del Governo
italiano una lettera in cui esprime profonda preoccupazione sullo stato di
attuazione dei Programmi Operativi italiani-Fondi Ue del periodo 2007-2013 e
mette l'accento sul rischio concreto che possano andare perse queste importanti
risorse. Tale rischio è particolarmente elevato soprattutto per i POR Calabria,
Sicilia, Campania e Puglia. I controlli effettuati dai Servizi della
Commissione Europea, infatti, riscontrano debolezze persistenti nel funzionamento
dei sistemi di gestione e di controllo;
la Regione Calabria rischia il disimpegno delle risorse
se entro il 31.12.2011 non certificherà una spesa pari a oltre 740 milioni di
euro, spendendo, perciò, in questi ultimi dieci mesi del 2011, circa 479
milioni di euro;
con riferimento all'anno 2011 e alle soglie stabilite in
applicazione della regola N+2, il contributo comunitario che dovrà essere
complessivamente certificato comporta una spesa di un importo pari a quanto è
stato speso nei primi quattro anni, cioè dal 1 gennaio 2007 ad oggi. Tali dati
confermano la gravità della situazione e mettono a rischio concreto la perdita
di risorse importanti per
quali iniziative urgenti si intendono intraprendere per
evitare il disimpegno delle risorse e per migliorare e accelerare i processi di
impegno e di spesa del POR CALABRIA 2007-2013 di cui, a soli tre anni dalla
conclusione, la nostra regione non ha ancora speso oltre il 90% delle risorse
messe a disposizione dall'Ue”.
Non so se la trattiamo adesso, oppure…
(Interruzione)
La trattiamo adesso? Onorevole Censore.
Chiedo di affrontarla in modo più ampio. Rinviando direttamente alla prossima seduta.
Vicepresidente, non si trattava di entrare nel
merito, ma era solo per evidenziare alcune criticità che, tra l’altro, erano
state esposte da un autorevole rappresentante del Governo nazionale, l’onorevole Fitto.
Poiché siamo un
po’ preoccupati rispetto al rallentamento della spesa comunitaria e prendiamo
atto che giorno 11 ci sarà una seduta ad
hoc, chiaramente accolgo la sua richiesta, ma voglio evidenziare che c’è il
pericolo di disimpegno di quasi 608 milioni.
Praticamente, se
non saranno spesi entro il 31 dicembre di quest’anno, 608 milioni cadranno in
disimpegno. Le percentuali di impegno e di spesa sono estremamente basse. Auspico e spero che alla prossima seduta
del Consiglio
regionale quanto meno ci siano forniti dei documenti e delle prove
tangibili che in un certo senso facciano diminuire la nostra
preoccupazione e la nostra ansia rispetto a queste risorse straordinarie che
servono a far vincere alla Calabria la sfida della occupazione, della
inclusione sociale e soprattutto della modernizzazione e dello sviluppo.
Accetto
la sua richiesta. Chiaramente ne discuteremo nella prossima seduta. Grazie.
Considerato che l’argomento è già all’ordine del giorno, dichiaro decaduta l’interrogazione.
Si passa alla interrogazione a
risposta immediata numero 91/9^ del 14.02.2011 di iniziativa dei consiglieri De
Masi, Giordano, Talarico Domenico, recante: “In ordine alla mancata erogazione
dei fondi alla struttura '
con Decreto n. 17433 del 14 novembre 2007 è stato concesso al centro
socio-riabilitativo diurno per Handicappati denominato «
con D.D.S. n. 2600 del 17/3/2008, il suddetto centro è stato ammesso ad
usufruire del contributo retta per l'ospitalità di n. 18 utenti;
la Struttura "
la mancanza di fondi, sta già costringendo la struttura, gestita
dall'Associazione di genitori "
il suddetto Centro rappresenta, anche e soprattutto grazie alla
dedizione e all'umanità degli operatori, una testimonianza di civiltà e modello
di integrazione e accoglienza sociale per i soggetti diversamente abili;
il Centro "
la chiusura del Centro de quo significherebbe una
sconfitta per le politiche sociali e le Istituzioni che le rappresentano, con
la conseguenza di non integrare nella realtà sociale soggetti portatori di
handicap, relegando gli stessi in casa;
oltre a tutto quanto sopra esposto, la chiusura del
centro comporterebbe la perdita di posti di lavoro e professionalità acquisite nel
campo specifico -:
a) se corrisponde al vero quanto riportato dagli
organi d'informazione (Gazzetta del Sud 9.02.2011 - edizione Crotone) in merito
alla circostanza secondo la quale
b) quali sono le ragioni giuridiche e sociali per
cui
c) se
d) se corrisponde al vero che il venir meno dei
contributi per il 2010, indispensabili per le spese della gestione della
Struttura, mette a serio rischio la sopravvivenza del Centro, determinando la
perdita di posti di lavoro e di professionalità acquisite nel campo specifico;
e) quali iniziative intende adottare
La parola all’onorevole De Masi.
Presidente, si tratta di un centro che è ubicato nel
comprensorio Cirotano in provincia di Crotone denominato suggestivamente “
Si è appreso, da
alcune notizie riportate sulla stampa, in particolare del 9 febbraio 2011 sulla
edizione crotonese di “Gazzetta del
Sud”, che non sarebbero state corrisposte alla suddetta struttura le spettanze
finanziarie relative al 2010, quindi l’interrogazione si propone di conoscere
le ragioni di questa eventuale disattenzione o disimpegno da parte della Giunta
regionale.
Comunque, nel caso corrispondesse al vero questa
notizia, quali iniziative si intendano adottare allo scopo di recuperare questo
gap, atteso soprattutto il fatto che
in quel circondario esiste una utenza molto ampia in questo settore ed essendo
la “Speranza” l’unico centro in grado di disimpegnare questo tipo di servizio,
oltre a mettere – se fosse tutto vero – a repentaglio diversi posti di lavoro,
soprattutto non sarebbero garantiti servizi che si configurano come quelli che
garantiscono la soddisfazione del diritto alla salute. Grazie.
La parola all’assessore Stillitani.
Diciamo che la realtà sulla erogazione dei fondi è questa.
Il 30 aprile 2010 con decreto 6549 è stato assegnato un acconto di 20 mila euro.
Con decreto 13.429 del 20 settembre 2010 è stato erogato un ulteriore acconto di 60 mila euro. Il saldo per il 2010 ammonta a 12.582 euro e per questo importo è stato già predisposto il decreto del dirigente che è in via di erogazione ed espletamento.
Prego, onorevole De Masi.
Se posso fare molto sbrigativamente la somma, dovrei capire che le somme spettanti per tutto l’anno ammontano sì e no a 80-90 mila euro.
Avevo notizie diverse. Prendo atto di questo
impegno, naturalmente la soddisfazione è relativa perché
non mi convincono questi dati. Mi aspetto, se questi dati fossero
attendibili, che
Si passa alla interrogazione a risposta immediata
numero 94 del 17.02.2011 di iniziativa del consigliere Imbalzano “Per conoscere
le iniziative assunte o che si intendono assumere, per incentivare la
distribuzione e la somministrazione dei prodotti tipici calabresi all'interno
delle aree di servizio autostradali della regione” di cui do lettura: “All’assessore alle
attività produttive e all’assessore all’agricoltura foreste e forestazione. Per sapere – premesso che:
l'articolo 15 della legge regionale 17 agosto 2005 n. 13, al fine di incentivare la distribuzione e la somministrazione dei prodotti tipici calabresi, prevede che le aree di sevizio delle tratte autostradali della Regione Calabria devono essere dotate, tra l'altro di autonome attività commerciali integrative;
il comma 3 del precitato articolo prevede che all'interno delle aree di servizio dovranno essere riservati almeno 150 mq di superficie coperta da destinarsi all'attività di vendita ed alla somministrazione prevalente di prodotti calabresi a denominazione di origine protetta e/o controllata, nonché di prodotti tipici calabresi di cui sia identificata l'origine geografica attraverso un sistema di rintracciabilità ai sensi della normativa vigente in materia, nonché souvenir e prodotti artigianali di manifattura rigorosamente calabrese;
tali attività dovranno essere esercitate dai medesimi gestori delle attività di distribuzione dei carburanti -:
se
se, così come previsto dal comma 5, i Dipartimenti "Economia" e "Agricoltura, Foreste e Forestazione", abbiano fin qui curato il monitoraggio ed il controllo periodico delle attività medesime, non solo ai fini della corretta applicazione della legge varata dalla Regione Calabria, ma per sostenere la gracile economia regionale che, da anni, vive una prolungata crisi che colpisce in particolare gli imprenditori agricoli e artigianali calabresi.”
A questa interrogazione risponderà l’assessore Trematerra.
Prego, onorevole Imbalzano.
L’interrogazione è mirata ad
incentivare la distribuzione e la somministrazione di prodotti tipici calabresi
nelle aree di servizio autostradali della Regione.
Come è noto, in particolare l’articolo 15 della legge
regionale 17 agosto 2005, numero 13, aveva il compito di incentivare la
distribuzione dei prodotti tipici calabresi all’interno di queste aree di
servizio autostradali, che dovevano essere dotate di autonome attività
commerciali integrative.
Lo stesso articolo 15, al comma 3, prevede che
all’interno delle aree di servizio debba essere riservata almeno un’area
coperta di
Ho chiesto, ovviamente - proprio perché da quel che mi
risulta la legge in passato non sempre è stata osservata – di sapere se sono
state adeguate, intanto, le strutture alla legge regionale ed in quale misura è
stato realizzato questo adeguamento.
Inoltre, ho chiesto di sapere se i dipartimenti economia
ed agricoltura hanno curato soprattutto il monitoraggio ed il controllo
periodico di queste attività, non solo per un fatto formale di applicazione
della legge che è, a mio giudizio, una legge assai importante di questa
Regione, ma soprattutto, come è intuibile, per sostenere una economia regionale
soprattutto nei settori dell’agricoltura e dell’artigianato che è assai gracile soprattutto riguardo i piccoli
imprenditori calabresi.
Prego, assessore Trematerra.
Grazie, Presidente. L’oggetto della interrogazione trae
origine, appunto, dall’articolo 15 della legge regionale 17 agosto 2005, numero
13 recante “Provvedimenti generali di tipo ordinamentale e finanziario”.
Il comma 1 dell’articolo 15 di codesta legge individua
lo scopo sociale, ovvero quello di “incentivare la distribuzione e la somministrazione dei prodotti tipici
calabresi nelle aree di servizio afferenti alle tratte autostradali della
Regione Calabria”.
Il comma 3, invece, individua il come e il dove,
indicando una riserva di
Inoltre, nello stesso comma, viene accennata anche la
vendita di souvenir e prodotti
artigianali di manifattura rigorosamente calabrese senza indugiare in altre
spiegazioni.
Infine il comma 4 indica il riferimento normativo della
sanzione applicabile in caso di inosservanza delle norme, mentre il comma 5
demanda ai dipartimenti economia, ora attività produttiva, ed agricoltura e
forestazione il monitoraggio ed il controllo periodico.
Giova ricordare, comunque, che spetta al dipartimento
attività produttive il rilascio delle concessioni inerenti gli impianti di
carburanti e tutte le autorizzazioni connesse allo sviluppo dell’attività.
Nel merito della risposta si evidenzia che a seguito di
un nuovo impulso politico i dipartimenti hanno avviato una nuova modalità
organizzativa con un rinnovato e costruttivo rapporto che ha comportato, in
particolare, una simbiosi tra i due dipartimenti.
Infatti, con nota congiunta degli assessori Trematerra e
Caridi, le compagnie petrolifere con impianti nella tratta autostradale e
similari della nostra regione venivano invitati a fornire notizie sui
provvedimenti posti in essere per l’adeguamento delle strutture di
somministrazione nel rispetto dei dettati dell’articolo 15.
Nel contempo, è stato costituito un gruppo di lavoro per
avviare la compiutezza dei dati che perverranno dai titolari di licenze, le
attività di monitoraggio e successivo controllo avendo i dipartimenti già
predisposto nella fase preparatoria schede di rivelazione riguardanti l’avvio
dei lavori.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Imbalzano. Ne ha
facoltà.
Mi ritengo soddisfatto dalla risposta fornita dall’assessore all’agricoltura Trematerra, perché credo che le iniziative che sono state assunte denotino una nuova sensibilità rispetto ad un problema che riguarda gran parte della economia calabrese che, ripeto, è formata da piccoli operatori artigianali e spesso da coltivatori diretti.
La ringrazio, quindi, per la risposta che ha fornito.
Si passa alla interrogazione a risposta immediata
numero 95 del 21.02.2011 di iniziativa dei consiglieri De Masi, Principe,
Ciconte, De Gaetano “In ordine alla mancata erogazione della quota sociale alle
strutture socio-sanitarie” di cui do lettura “Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere – premesso che:
le Strutture socio sanitarie convenzionate con
le suddette Strutture devono essere in possesso di rigidi requisiti di
tipo organizzativo, strutturale e tecnologico richiesti dalla Regione Calabria
per poter usufruire di una retta giornaliera per ospite, così come fissata in
apposite convenzioni;
questa retta viene coperta per il 50% dalle Asp di competenza e per il
restante 50% dall'ospite;
il 50% della retta spettante all'ospite viene integrata dai Servizi
sociali della Regione Calabria in misura proporzionale al reddito percepito;
fino a febbraio
ai sensi dell'articolo 32 della legge regionale n. 8 del 26 febbraio
2010,
dall'entrata in vigore della suddetta legge regionale n. 8/2010 nessuna
Asp calabrese ha ritenuto di dover pagare la quota sociale, adducendo come
motivazione la mancanza di fondi necessari per coprire l’aumento di spesa;
il Presidente della Giunta regionale, nella qualità di Commissario ad acta per
l'attuazione del piano di rientro, con Decreto n. 9 del 9 settembre
l'Assessorato alle Politiche sociali, nuovamente competente nella materia
de quo, in ossequio al summenzionato decreto n. 9 del 9 settembre
nell'approvare il bilancio preventivo per l'anno
la Regione Calabria ha, di fatto, usufruito di un servizio, acquistato e
non pagato, per tutto questo lasso di tempo;
non essendoci la dovuta copertura finanziaria non sarà possibile firmare
le relative convenzioni per il 2011, tra Assessorato alle Politiche sociali,
Asp e strutture accreditate;
alla luce di quanto sopra esposto, molte Strutture socio sanitarie sono
sull'orlo del fallimento e, di conseguenza, circa 2 mila addetti rischiano il
posto di lavoro;
molte Strutture socio sanitarie non sono più in grado di fare fronte agli
obblighi contrattuali (dipendenti, personale convenzionato, fornitori etc), con
l'ulteriore effetto che migliaia di utenti non assistibili a domicilio
potrebbero perdere il diritto ad essere curati -:
a) se corrisponde al vero quanto riportato dagli organi d'informazione in
merito alla circostanza, secondo la quale
b) quali sono le ragioni giuridiche e sociali per cui
c) se, al fine di evitare che molti lavoratori rischino
il posto di lavoro e migliaia di utenti vedano limitato il proprio diritto ad
essere curati,
e) quali iniziative intenda adottare
Prego, onorevole De Masi.
Grazie, Presidente, forse è noto che le
strutture cosiddette socio-sanitarie per poter essere
accreditate da parte della Regione debbano possedere rigidi e riconosciuti
requisiti sia di natura organizzativa che strutturale e tecnologica.
La retta che viene corrisposta a
queste strutture è per il 50 per cento riconducibile alla responsabilità delle
Asp territoriali e per il restante 50 per cento viene pagata dall’ospite della
struttura stessa.
Quel 50 per cento della retta
spettante all’ospite viene integrato dai servizi sociali della Regione Calabria
in misura proporzionale al reddito percepito.
Fino al febbraio 2010 l’erogazione
di questa quota sociale integrativa era di competenza dell’assessorato alle
politiche sociali così come previsto da un’apposita legge del 2007. Ai sensi
dell’articolo 32 della legge regionale 8 del 26 febbraio 2010,
Dalla entrata in vigore della
suddetta legge, nessuna Asp calabrese pare abbia ritenuto di dover versare la
quota sociale adducendo come motivazione, esattamente, la mancanza di fondi
necessari per coprire la corresponsione di detta spesa, per cui
l’interrogazione è funzionale alla conoscenza della verità, se cioè corrisponde
al vero quanto riportato da alcuni organi di stampa secondo la quale questa
cosiddetta quota sociale alle strutture convenzionate sanitarie e
socio-sanitarie non sarebbe stata versata.
Ci sono notizie successive alla data
di presentazione di questa interrogazione in base alle quali sarebbe stato
raggiunto un accordo di massima tra Giunta regionale e strutture accreditate
per cui si sarebbe dovuto provvedere a corrispondere tre mensilità risalenti al
2010 entro un tempo ragionevolmente breve, cosa che pare non essere avvenuta.
Chiedo se questo è vero e se è vero
perché non è avvenuto. E poi chiederei, nel caso non fossero ancora state
corrisposte le risorse dovute per quei tre mesi pattuiti, se è possibile
accelerare le procedure con le quali provvedere a destinare, appunto, le
risorse stabilite alle società di cui sopra. Grazie.
La parola all’assessore Stillitani.
Grazie, Presidente. Il problema
delle strutture socio-sanitarie è estremamente complesso, sostanzialmente,
consiste nel ribaltare un po’ l’onere del pagamento tra il fondo sanitario e il
fondo sociale.
E’ vero che la legge del
Sostanzialmente - ripeto - è in
vigore una legge del 2010, che è stata impugnata, ed il Presidente Scopelliti
ha, di fatto, sospeso tutti i provvedimenti di pagamento da parte delle Asp,
per cui, di fatto, oggi dovremmo effettuare i pagamenti con il fondo sociale
del bilancio regionale, che ammonta a circa 29 milioni di euro, di cui 23
milioni sono già impegnati per il pagamento delle strutture
socio-assistenziali.
Il costo delle strutture
socio-sanitarie a piena capienza ammonta a circa 42 milioni di euro, per cui
oggi noi dovremmo pagare con un fondo di 29 milioni un importo pari a circa 65
milioni.
Questa è la situazione attuale.
Questa difficoltà di gestire la materia è stata messa in evidenza, già in sede
di redazione del bilancio, dal consigliere Salerno, Presidente della terza
Commissione, considerato che tutti i provvedimenti di aumento che sono stati
fatti nelle strutture nel corso degli anni, con la stessa legge del 2007, ma
poi nel 2008 e via di seguito, non hanno mai avuto una copertura finanziaria.
E’ chiaro che il problema va risolto
perché le strutture devono essere pagate.
Si tratta di reperire le risorse e
vedere fino a che punto sono imputabili al settore sanitario, tenendo conto del
Tavolo Massicci e dei vincoli posti alla Regione da questo tavolo e dagli
impegni con il Governo e quanto invece devono essere ribaltate sul fondo
sociale, che, comunque, deve essere rimpinguato.
Attualmente c’è un tavolo aperto,
che si aggiorna abbastanza frequentemente, perché è chiaro che le
sollecitazioni per i pagamenti sono piuttosto consistenti. Si sta cercando di
trovare una soluzione di concerto tra l’assessorato al bilancio, l’assessorato
alle politiche sociali e l’assessorato alla sanità.
Alcune strade sono state già
individuate anche se magari non per la soluzione totale del problema, ma
possiamo dire che la risoluzione è in
fieri.
Siamo perfettamente coscienti delle
difficoltà che questa confusione, anche dal punto di vista normativo, sta
creando alle strutture e l’interesse comune di tutta l’amministrazione è quello
di cercare di onorare gli impegni perché, di fatto, nei confronti delle
strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali, sono veri e propri impegni
che, se non onorati, potrebbero portare anche a degli atti giudiziari con
aggravi di spesa.
Quello che posso assicurare è che
questo tavolo è costantemente aperto. Alcune situazioni tecniche sono state già
trovate e devono essere perfezionate e credo che nel breve periodo si otterrà
questo risultato.
Prego, onorevole De Masi.
Prendo atto della consapevolezza delle
difficoltà finanziarie e operative, manifestate dall’assessore Stillitani,
nelle quali versano queste strutture. Naturalmente ho la predisposizione a
fidarmi, per formazione ed inclinazione personale. Lo faccio volentieri.
Tuttavia, permangono aree di
vaghezza nel senso che le notizie in mio possesso conforterebbero su un accordo
di massima già raggiunto per la corresponsione di almeno tre mensilità.
Rispetto a questo impegno assunto,
l’assessore non l’ha confermato e l’ha per molti versi diluito nel tempo e
subordinato al reperimento delle risorse.
Comprendo che la normativa ha
conosciuto l’introduzione di elementi che l’hanno resa abbastanza confusa e,
quindi, procurano un disagio amministrativo da parte vostra, tuttavia credo che
il reperimento di risorse corrispondenti al pagamento di tre mensilità non
dovrebbe essere una operazione finanziaria di straordinario impegno.
Invito, ritenendomi parzialmente
soddisfatto per generosità istituzionale, a provvedere se è possibile e nel più
breve tempo possibile. Grazie.
Grazie, andiamo avanti con la
prossima interrogazione.
Interrogazione a risposta immediata numero 97 del
22.02.2011 di iniziativa dei consiglieri Censore, Guccione, Franchino “In
ordine al Piano per la costruzione dei nuovi ospedali calabresi” di cui do
lettura: “Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
con ordinanza di Protezione Civile è stata deliberata la costruzione dei
quattro nuovi ospedali calabresi;
al fine di dare maggiore impulso e trasparenza all'iter burocratico, il
Commissario ad acta per l'emergenza sanitaria della passata legislatura aveva
nominato, con propria delibera, il Direttore Generale della Stazione Unica
Appaltante ed il Presidente del Comitato di Sorveglianza della SUA , quali
estensori del capitolato e degli elaborati finalizzati alla costruzione dei
nuovi ospedali calabresi:
se
quali motivazioni siano alla base della modifica dell'orientamento
affermato prima dalla Giunta regionale di centro-sinistra e poi, in una prima
fase, da quella attuale, di affidare la gestione della gara della costruzione
degli ospedali calabrese alla SUA;
se
Forse, però, questa interrogazione è assorbita anch’essa dal prossimo punto all’ordine del giorno relativo all’autorizzazione per la contrazione di mutui oppure è dettagliata.
Presidente, si tratta di una cosa diversa.
In data 20 gennaio la Regione Calabria ha
sottoscritto con
Nell’interrogazione abbiamo chiesto anche il costo a
carico della Regione Calabria poiché non avevamo materialmente a disposizione
la convenzione. Abbiamo visto che c’è un 2,7 per cento sul totale degli
importi, ci sono altri costi relativi alla progettazione e altri costi ancora,
ma la questione che a noi sta a cuore e che abbiamo evidenziato più volte è
“come mai è stato mutato l’orientamento della precedente Giunta di
centro-sinistra, che inizialmente aveva avuto anche questo Governo regionale,
di affidare la progettazione alla SUA”.
Perché chiediamo questo? Perché chiaramente conosciamo
il procedimento, sappiamo che quando si parla di progettazione si parla anche
della gara di appalto e vorremmo sapere, quindi, il perché di questo
cambiamento, perché è stata scelta
Quindi, vogliamo su questa partita avere notizie utili
perché, intanto, chiediamo che siano rispettati i tempi del bando europeo e che
si pervenga subito alla gara di appalto per dotare
Poi, sul punto susseguente relativo al mutuo, porremo
alcune questioni relative ai singoli siti, se le aree sono state prese in
possesso, se su Vibo Valentia sono state individuate le risorse per mettere in
sicurezza il sito dove c’è un rischio idrogeologico. Vogliamo avere queste
notizie. Grazie.
La parola al Vicepresidente.
Tutti conoscono la storia dei tre ospedali che, ovviamente, risale ormai a qualche anno fa.
Con ordinanza commissariale numero 10 del 2010 si disponeva di incaricare il dottore Salvatore Boemi e l’ingegnere Cicconi, rispettivamente commissario e Presidente di sorveglianza della Stazione Unica appaltante della Regione Calabria, per la redazione dei successivi atti di gara ex articolo 177 comma 2 del decreto legislativo 163/2006.
Il 29 giugno 2010 il dottore Boemi, inviato ad una riunione del Comitato tecnico scientifico, dichiarava che la SUA non era in grado di sostenere le attività previste nell’ordinanza citata.
Di conseguenza, era trascorso un considerevole lasso
di tempo ormai, dal dicembre 2007, senza riuscire a concretizzare l’indizione
della gara per la costruzione di nuovi ospedali e insorgeva il rischio concreto
che il Ministero della economia, per il mancato utilizzo delle somme
disponibili, potesse definitivamente sottrarre queste risorse rispetto
ad altre emergenze nazionali.
In considerazione di ciò,
con ordinanza del luglio 2010 si dava incarico alla Stazione
Unica Appaltante della Regione
Calabria di procedere alla redazione di
successivi atti in ordine alla gara e ai progetti preliminari di questi
ospedali, quindi :Vibo Valentia,
piana di Gioia Tauro e Sibaritide.
Si diceva proprio in stretta
collaborazione con
Si è, inoltre, tenuto
conto dell’ampia e consolidata esperienza che, sappiamo bene, la Regione
Lombardia ha maturato per la realizzazione di strutture ospedaliere
all’avanguardia, funzionali e facilmente adattabili al mutare dei fabbisogni
clinici.
Comunque, tale esperienza
ha dimostrato alla Regione Lombardia di aver maturato esperienza anche in
altre forme di realizzazione, anche dal punto di
vista giuridico ed innovativo, che hanno
rafforzato, in qualche modo, la collaborazione tra pubblico e privato
permettendo il raggiungimento di obiettivi fondamentali, come la riduzione dei
tempi di costruzione ed anche, ovviamente, l’ottimizzazione dei costi e l’incremento di investimenti, grazie al concorso di nuove forme di
investimento come il progetto in Asi.
Procedura tra l’altro mai
attuata nella Regione Calabria, ma ora necessaria per garantire la totale
copertura dei costi previsti nei programmi di investimento. Questo in forma più
in generale.
Il commissario della Stazione
Unica Appaltante, dottor Boemi, provvedeva, del resto, a confermare, proprio in
una riunione del luglio 2010 e a ribadire ulteriormente in una riunione del
settembre 2010, l’impossibilità da parte della SUA di provvedere alle gravose
incombenze relative all’appalto dei tre ospedali.
Con successiva nota a
dicembre 2010, acquisita agli atti del commissariato della SUA, comunica che,
comunque, questa volta c’è la disponibilità ad espletare le gare d’appalto.
Con il protocollo di intesa e
con la convenzione stipulata con
Per tali prestazioni il costo
previsto è al di sotto di quanto si sarebbe pagato con l’affidamento della
progettazione a terzi in via ordinaria e garantisce, altresì, evidenti vantaggi
in termini di qualità e funzionalità della stessa, trattandosi di opere
speciali che richiedono una notevole esperienza e, soprattutto,
specializzazione. Il costo che ne scaturirà rientra, comunque, nel quadro
economico dell’opera da realizzare.
Si precisa, infine, che
proprio l’articolo 15 della legge 241 del 1990 prevede che le amministrazioni
pubbliche possano sempre concludere tra di loro accordi per disciplinare lo
svolgimento di attività di interesse comune.
Prego, onorevole Censore.
Presidente, non mi ritengo soddisfatto da quanto dichiarato dalla Vicepresidente Stasi perché non ha risposto alle mie domande.
Intanto, avevo chiesto come si è pervenuti alla scelta di questa società alla luce della disponibilità manifestata dal dottore Boemi in una sua missiva del dicembre dello scorso anno.
E’ vero che, inizialmente, il commissario Boemi aveva detto che non aveva il supporto tecnico e che mancava il personale, ma con uno sforzo e con una precipua volontà si poteva trovare.
Oltre a questo non ho avuto risposta sulle questioni relative all’affidamento a terzi di alcune opere o di alcuni servizi.
Inoltre, la Vicepresidente parlava di una spiccata professionalità della società “Infrastrutture lombarde” di un grande know-how e di una società che, a suo dire, dovrebbe avere una grande professionalità.
Ho letto qualcosa su questa società che era nata per fini diversi e non so se questo sia uno dei primi lavori che porta avanti in tema di supporto ed aiuto ad un’altra Regione per la costruzione di ospedali. Grazie.
Si passa alla interrogazione numero 99 del 2.3.2011
di iniziativa dei consiglieri Guccione, Censore, Aiello Ferdinando, “Sulla
situazione ambientale e lavorativa all'interno del Pronto Soccorso di Praia a
Mare”, di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere - premesso
che:
la
dottoressa Angela Riccetti ricopre l'incarico di dirigente medico responsabile
presso il Pronto Soccorso dell'ospedale di Praia a Mare dal 10 agosto del 2007
(delibera n. 413 del 24 luglio 2007), dopo le dimissioni del responsabile
anziano e dopo aver partecipato, unica concorrente, ad avviso per conferimento
incarico di responsabile della medesima unità operativa, indetto dalla ex
azienda sanitaria n. 1 di Paola, incarico rinnovato con delibera 5343 del 10
dicembre 2009, dopo valutazione favorevole di apposita commissione;
quando è
stata chiamata a svolgere questa mansione non esisteva un vero reparto: i
pazienti aspettavano in piedi nel corridoio non essendoci spazi destinati
all'attesa e ad essi non veniva garantita nessuna tutela della privacy, la
strumentazione e le attrezzature erano vecchie ed insufficienti, il personale
medico e infermieristico per la maggior parte precario;
in breve
tempo, il pronto soccorso è cambiato completamente sia dal punto di vista strutturale
che organizzativo e funzionale;
nel giugno
del
a seguito di
tale comunicazione, si provvedeva, vista anche la rilevanza penale del fatto,
ad informare
poiché
continuavano a verificarsi ancora gravi fatti nel servizio, sempre nei turni in
cui erano presenti gli stessi infermieri, e poiché non era stato assunto alcun
provvedimento dalla Direzione sanitaria di presidio, provvedeva di nuovo
(giugno 2009) ad informare la stessa Direzione sanitaria e nel contempo inviava
lettera, per conoscenza, alla direzione generale dell'Asp di Cosenza;
successivamente
la dottoressa Riccetti veniva fatta oggetto di atti intimidatori (le veniva
recapitata a casa una busta con tre proiettili a mezzo posta, tanti quanti sono
i componenti della sua famiglia);
nel
frattempo
la
dottoressa Riccetti inviava informativa anche all'ufficio valutazione rischio clinico
dell'Asp di Cosenza;
tale
deliberato della Commissione aziendale, sarebbe stato disatteso dal Direttore
sanitario del presidio ospedaliero di Praia a Mare per cui interveniva
dopo un
periodo di tranquillità, il Direttore sanitario del Presidio, con ordine di
servizio del 22 aprile 2010 e del 30 giugno 2010, disponeva il rientro nel
reparto di Pronto Soccorso degli operatori in questione, disattendendo le
deliberazioni scaturite dalla Commissione e determinando, di fatto, una
situazione di grave incompatibilità ambientale e lavorativa all'interno del
Pronto Soccorso che la dottoressa Riccetti tornava a segnalare al nuovo
Commissario dell'ASP di Cosenza;
ad aprile
2010, sono stati messi in atto dal Direttore sanitario del presidio ospedaliero
di Praia a Mare, tutta una serie di disposizioni che, ad avviso
dell'interrogante, hanno messo in condizione il servizio di operare in regime
di precarietà (trasferimento di personale formato, riduzione del personale
infermieristico senza motivazione alcuna);
la
dottoressa Riccetti, è stata fatta oggetto di ulteriori atti intimidatori
(taglio delle gomme della proprio autovettura, biglietti minatori nello
spogliatoio dell'Ospedale, nelle tasca del camice e un biglietto con tre cappi
fatti probabilmente con il sangue) la dottoressa ha denunciato che, nello
stesso tempo, è stata fatta oggetto di azioni persecutorie da parte della Direzione
ospedaliera e di abuso di provvedimenti disciplinari;
una
ulteriore Commissione interna, disposta dal commissario, con nota ASP n. 52898
del 10 maggio 2010, ribadiva le stesse conclusioni (depositate il 3 giugno
2010) a cui era pervenuta la prima Commissione e che davano ragione sulla
sussistenza di una incompatibilità ambientale e lavorativa e pertanto
concludeva: «nelle more che si completino i procedimenti penali e disciplinari
in corso, nel rispetto dei ruoli istituzionali, si ritiene opportuno che le
parti in causa non si trovino a condividere lo stesso ambiente di lavoro, al
fine di evitare il reiterarsi di situazioni di incompatibilità, trattandosi di
un servizio che opera spesso in condizioni di emergenza-urgenza, è senza dubbio
auspicabile che il clima lavorativo sia improntato alla collaborazione ed alla
fiducia di tutte le figure professionali presenti»;
a tutt'oggi
queste disposizioni sarebbero state disattese, benché richiamate
all'esecutività con ulteriore disposizione del 1° dicembre 2010, dal
commissario dell'Asp di Cosenza;
la
situazione ambientale e lavorativa odierna all'interno dell'Unità Operativa di
Pronto Soccorso è estremamente preoccupante e pericolosa soprattutto per le
conseguenze gravi e negative che potrebbe provocare sugli utenti -:
se è a
conoscenza di quanto denunciato dalla dott.ssa Riccetti;
se
nell'ambito delle proprie competenze, non intenda intervenire al fine di
garantire condizioni di sicurezza all'interno del Pronto soccorso di Praia a
Mare;
quali
iniziative intenda assumere per proteggere e difendere l'incolumità della
dott.ssa Riccetti fatta oggetto di intimidazioni e minacce che non possono
essere assolutamente accantonate o, ancor peggio, dimenticate o sottovalutate.”
La parola all’onorevole Guccione.
Signor Presidente, la ringrazio per avermi dato la parola.
Si tratta di una situazione grave all’interno dell’unità operativa di pronto soccorso
dell’ospedale di Praia a Mare, grave e preoccupante,
alla luce di quanto è accaduto il 26 giugno del 2008, nel momento in cui la
dottoressa Angela Riccetti, dirigente medico e responsabile presso il pronto
soccorso di Praia a Mare, veniva informata per iscritto che due infermieri in servizio in quel momento nel pronto
soccorso visitavano e dimettevano una piccola paziente, falsificando la firma
del sanitario. La dirigente medico comunicava immediatamente il fatto, vista la
rilevanza penale, alla direzione sanitaria del nosocomio perché si assumessero i provvedimenti del caso.
Alla luce di quanto è accaduto, visto che nulla veniva
preso in considerazione dalla direzione sanitaria di quel presidio, la
dottoressa Riccetti si rivolgeva all’Asp di Cosenza, inviando una documentata
lettera in cui si denunciava il grave fatto. L’Asp di Cosenza, immediatamente,
comunicava la costituzione di una commissione d’inchiesta, che arrivava alla
conclusione di prevedere l’allontanamento da quel reparto dei due infermieri. Tuttavia, la direzione sanitaria dell’ospedale di Praia a Mare non ha attuato quello che l’Asp di Cosenza aveva intimato di fare.
Nel frattempo, la dottoressa Angela Riccetti è stata
oggetto di una lunga e grave serie di attentati e atti intimidatori alla sua
persona e alla sua famiglia.
Ancora oggi, nonostante l’Asp di Cosenza il 10 maggio del
2010 abbia di nuovo messo in atto una
commissione d’inchiesta, il direttore sanitario di quel presidio non ha
ottemperato a quanto previsto da quella commissione, che leggo testualmente:
“La commissione è pervenuta alla sussistenza di una incompatibilità ambientale
e lavorativa. Nelle more che si completino i procedimenti penali e disciplinari
in corso nel rispetto dei ruoli istituzionali, si ritiene opportuno che le
parti in causa non si trovino a condividere lo stesso ambiente di lavoro, al
fine di evitare il reiterarsi di situazioni di incompatibilità, trattandosi di
un servizio che opera spesso in condizioni di emergenza-urgenza. E’ senza
dubbio auspicabile che il clima lavorativo sia improntato alla collaborazione e
alla fiducia di tutte le figure professionali”.
A tutt’oggi, all’interrogante non risulta che quella
direzione sanitaria abbia ottemperato a quanto previsto da questa seconda
commissione. Il fatto è grave, perché il pronto soccorso è un luogo in cui il
clima, la collaborazione tra chi opera deve essere di grande condivisione,
perché lì arrivano pazienti anche a rischio di morte.
Risponde
L’intera vicenda
sicuramente – come diceva l’onorevole Guccione –
ha un arco temporale un po’ lungo, perché parliamo di circa due anni, che tra l’altro
ha visto interessati, oltre l’unità di pronto soccorso con la direzione sanitaria del presidio ospedaliero, anche i Carabinieri di
Praia
a Mare e
Quindi ci auguriamo di
avere delle risposte a breve.
La parola all’onorevole
Guccione.
Apprezzo
Chiedo che ci sia una particolare attenzione rispetto a tutto questo,
perché il servizio che offre il pronto soccorso a Praia a Mare è
importante e ritengo essenziale mettere
al centro la tutela dei diritti dei
cittadini ed anche la tutela di un medico
come la dottoressa Angela Riccetti, che fa fino
in fondo il suo dovere.
Conclusa questa
interrogazione, siamo quasi nei tempi di un’ora dedicata alle interrogazioni.
C’è il tempo per fare l’ultima, a firma dell’onorevole De Masi del 2 marzo
2011, “In ordine al riparto del Fondo sanitario regionale riguardo la
specialistica ambulatoriale privata”, di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale -
Premesso che:
le assegnazioni
finanziarie per l'anno 2011 sono state perequate mediante il criterio del
numero dei residenti (25%) e quello di storicità delle prestazioni erogate
dalle strutture del territorio (75%);
alla Provincia
di Crotone vengono riconosciuti circa 161.000 abitanti, mentre il dato Istat
assegna alla stessa, alla data del 31 luglio 2010, 174.185 abitanti;
per tutte le
province calabresi, tranne per Crotone, sono previsti aumenti consistenti nella
distribuzione dei fondi;
dalla lettura
dei dati in possesso, il piano di rientro prevede un aumento del 3% sul totale
degli stanziamenti finanziari, che passano da circa 73 milioni di euro a 76
milioni euro;
senza aver
specificato alcun criterio, per la provincia di Catanzaro è previsto un
ulteriore incremento di 1 milione di euro e per quella di Reggio Calabria di
2,6 milioni di euro;
da
un'approfondita lettura dei dati emerge un aumento dei fondi ripartiti anche
per
alla Provincia
di Crotone viene assegnato 1 milione di euro in meno rispetto al 2010, per cui
passa dai 10,2 milioni di euro del 2010 ai 9,3 del 2011 milioni di euro, oltre
l'aumento del 3% riconosciuto su base triennale a livello regionale per un
totale di 9.6 milioni di euro;
i cittadini di
Crotone, per usufruire delle prestazioni assicurate dalla Struttura Villa
Giose, le cui convenzioni sono state revocate, si sono rivolti nel corso del
2010 agli altri operatori dei servizi di che trattasi (laboratori d'analisi,
radiologia, fisioterapia, medicina polispecialistica), i quali ex lege hanno
fornito quelle prestazioni "fuori budget",
senza, pertanto, poterne chiederne il rimborso al sistema sanitario regionale;
se gli operatori
sanitari di cui al capoverso precedente dovessero ritenere di non fornire più
prestazioni "fuori budget",
gli utenti della Provincia di Crotone si vedranno costretti "ad
emigrare" fuori provincia per vedersi assicurati i servizi in argomento;
per alcune
Province calabresi l'incremento dei fondi non appare giustificato atteso che,
per l'ottima organizzazione del Servizio sanitario pubblico, non riescono a
produrre tutte le prestazioni a disposizione delle strutture private;
i territori che
esprimono una presenza più qualificata ed organizzata del Servizio sanitario
pubblico, naturalmente hanno un complemento meno significativo del Privato
accreditato;
il territorio
della Provincia di Crotone viene depauperato, anche a causa del paventato
ridimensionamento del locale nosocomio, di una ulteriore importante risorsa
necessaria all’abbattimento dei coefficienti di ricovero ospedaliero e del
consumo dei farmaci;
lo scorso anno
gli operatori della Provincia di Crotone hanno firmato i contratti che regolano
la fornitura annuale di prestazioni, entro il termine tassativo del 28
febbraio, mostrando un forte senso di responsabilità, atteso che andare oltre
questo termine avrebbe provocato un collasso al S.S.R.;
la circostanza
di cui sopra non può rilevarsi come ulteriore penalizzazione per gli stessi
operatori della Provincia di Crotone;
Per sapere:
a) se
corrisponde al vero la circostanza secondo la quale alla Provincia di Crotone
viene assegnato 1 milione di euro in meno rispetto al 2010;
b) quali sono i
criteri attraverso cui
c) se, al fine
di evitare che molti utenti della Provincia di Crotone vedano limitato il
proprio diritto ad essere curati e si vedano, al contrario, costretti ad
“emigrare” fuori provincia per usufruire dei servizi in argomento,
La parola all’onorevole De Masi.
Rispetto a questa
questione, l’interrogazione si propone di evidenziare che le assegnazioni finanziarie verso le strutture che
erogano questa specialistica ambulatoriale
privata per l’anno 2011, sono state o sarebbero state perequate mediante il
criterio del numero dei residenti nella misura del 25 per cento e quello della
storicità delle prestazioni erogate dalle strutture del territorio nella misura
del rimanente 75 per cento.
Alla Provincia di Crotone sono stati riconosciuti, in
questo senso, soltanto 161 mila abitanti, mentre in base al dato Istat, ma anche ad altri rilievi anagrafici del Comune e dei
Comuni della Provincia, il dato è di circa 175 mila abitanti, per cui ci
sarebbe già una penalizzazione sulla scorta di questa valutazione che, se è
vera, è errata.
Poi, dalla lettura dei dati in nostro possesso, il Piano
di rientro prevede un aumento del 3 per cento sul totale degli stanziamenti
finanziari, che passano da 73 milioni circa a 76 milioni. Per l’esattezza, per
Ora, l’interrogazione si propone di conoscere se
corrisponde al vero la circostanza per la quale alla Provincia di Crotone viene
decurtato 1 milione rispetto alle risorse precedenti e, quindi, rispetto al
2010; quali sono i criteri attraverso cui
La parola alla Vicepresidente Stasi.
Quest’anno
(Interruzione)
Quali sono i criteri introdotti? Primo, il fabbisogno delle prestazioni inteso come popolazione pesata per classi d’età, che significa che le province che hanno una popolazione più anziana hanno un peso maggiore rispetto alle province che hanno un peso inferiore in termini di popolazione anziana; poi, la produzione, intesa con quanto hanno prodotto le singole Asp e quindi i singoli erogatori privati, rilevando i dati dalla Sogei; pertanto, il dato è assolutamente ufficiale perché è il dato del ministero delle finanze.
Tali criteri e, di conseguenza, il riparto, sono stati
condivisi con i commissari e con le associazioni di categoria, e le
associazioni di categoria della specialistica
ambulatoriale
hanno condiviso questo riparto.
Che cosa è scaturito da questo riparto? Sicuramente
delle novità in termini di quota: per esempio l’Asp di Catanzaro ha avuto
l’assegnazione di 8 milioni, a fronte di una capacità produttiva massima di
5,7; l’Asp di Reggio Calabria ha avuto un’assegnazione di 34 milioni, a fronte
di una capacità produttiva massima di 40 milioni. Ovviamente, era necessario
fare un riequilibrio, che ha penalizzato alcune province rispetto ad altre e
rispetto, comunque, ai criteri che sono stati applicati.
In particolare, invece, per l’Asp di Crotone che cosa è
successo? Che l’anno scorso c’era un fondo assegnato di circa 10 milioni e 500
mila e quest’anno, invece, il fondo ammonta a circa 9 milioni e 500 mila,
quindi 1 milione in meno, come diceva l’onorevole De Masi. Però proprio qui c’è
stata una cosa particolare, perché per la specialistica
ambulatoriale
l’anno scorso, nel 2010, non sono stati contrattualizzati 10 milioni e 500
mila, ma per la specialistica ambulatoriale
sono stati contrattualizzati 9 milioni e 300 mila.
Questo significa che il fondo assegnato quest’anno è
superiore rispetto ai contratti dell’anno scorso, quindi significa che i
contratti che saranno realizzati con le strutture di specialistica avranno un incremento che sarà di
circa il 3 per cento, proprio quanto previsto dal Piano di rientro. Di
conseguenza, nonostante la nuova forma, nonostante il nuovo piano di riparto
voluto, in qualche modo l’Asp di Cosenza non solo non è penalizzata, ma gli
ambulatori, gli specialisti dell’Asp di Crotone riusciranno a contrattualizzare
quest’anno una cifra superiore all’anno passato.
La parola all’onorevole De Masi.
In secondo luogo, però, al di là del rispetto dovuto a
questo tipo di criteriologia adottata, credo che l’Asp di Crotone sconti,
rispetto al pubblico di altre province, una incapacità evidente ad erogare da
parte del servizio pubblico determinati servizi.
Quindi, non so quanto ammissibile, rispetto ai criteri
adottati, questa condizione che configura una specificità della provincia di
Crotone e avrebbe dovuto essere presa in considerazione con una maggiore
sensibilità istituzionale che devo in qualche modo denunciare.
E’ conclusa l’ora dedicata alle interrogazioni, quindi
le altre interrogazioni andranno all’ordine del giorno della prossima seduta di giorno 11.
Legge un seguito di comunicazioni.
(Sono riportate in allegato)
L’onorevole Mirabelli aveva chiesto l’inserimento all’ordine del giorno di una proposta di legge che riguarda la proroga di una scadenza al 31 di marzo. Intanto, pongo ai voti l’inserimento di questa proposta di legge e, successivamente, la tratteremo in coda all’ordine del giorno.
(Il Consiglio approva)
Iniziamo con il primo punto all’ordine del giorno, che riguarda
la proposta di legge numero 168/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante:
“Proroga termini di cui all'articolo 5, comma 1, legge regionale n. 11/2009 e successive modificazioni”.
E’ relatore l’onorevole Salerno, che ha facoltà di
intervenire.
La delibera di Giunta
numero 57 del 28 febbraio 2011 riguarda la
proroga dei termini per la fondazione “Tommaso Campanella” che è una fondazione
di diritto privato composta da due soggetti,
Il Piano di rientro predisponeva quale obiettivo l’individuazione di un percorso per la ridefinizione del nuovo regime dell’assetto giuridico della fondazione.
Oggi, questa proroga è
necessaria proprio per consentire il completamento
dell’iter per quanto riguarda
l’istituto di ricerca a carattere e cura scientifici.
In Commissione questo provvedimento è stato votato
all’unanimità, pertanto invito anche l’Assemblea ad approvarlo.
La parola all’onorevole Dattolo.
Volevo in questo momento che attraversa la sanità – e sappiamo le difficoltà – portare con il mio intervento una testimonianza della bontà del centro in oggetto per vicende che mi riguardano personalmente e, soprattutto, legate a casi di malasanità che si sono verificati fuori regione, a cui la struttura calabrese sta cercando di sopperire. Questo lo dico perché noi siamo una delle Regioni che spendono per i cosiddetti viaggi della speranza fuori regione.
Volevo cogliere l’occasione per testimoniare
la bontà di questa struttura, la professionalità e l’amore di coloro
che vi operano e soprattutto l’adeguatezza. E’
un centro che sicuramente merita, perché anche
il rapporto regionale sanitario
della Regione
Calabria lo indica come uno dei più produttivi, che, dunque meriterebbe,
probabilmente, viste le numerosissime richieste,
uno sforzo e un’implementazione necessari, perché
La parola all’onorevole Giordano.
Intanto, forse il Presidente
Salerno avrà dimenticato che
Prendo anche atto dell’intervento dell’onorevole Dattolo su un fatto personale
che testimonierebbe il fatto - nessuno
lo mette in dubbio - che all’interno di questo organismo
ci sono anche delle eccellenze. E’ anche vero – per questo motivo come gruppo avevamo avanzato una interrogazione a risposta
immediata che non è stata trattata prima perché correlata
al punto all’ordine del giorno – che questo organismo, di cui oggi vorremmo conoscere
esattamente il confine e l’entità giuridica, è stato, negli anni, un buco nero
della sanità calabrese.
Quindi, prima di andare ad esaminare il provvedimento,
vorrei che si potesse fare chiarezza in quest’Aula rispetto a un quadro che non
ci risulta affatto definito. La stessa delibera di proroga non fa altro che
richiamare tutta una serie di provvedimenti amministrativi, ma nulla dice
rispetto all’entità e a quello che dovrebbe
essere questa fondazione, che ha drenato imponenti risorse della sanità e del
bilancio calabrese.
Vorremmo sapere quali sono e a quale titolo sono stati
erogati i finanziamenti ed, inoltre, se questo organismo è una struttura
pubblica accreditata o di diritto pubblico, ma di natura privata, cioè vorremmo
avere questi chiarimenti. Credo che, prima di votare in Aula un provvedimento
che, tra l’altro, non ha avuto in Commissione un percorso tale da poter chiarire e mettere a nudo i contorni esatti, dopo tanti
anni in cui si è dibattuto e si parlato in quest’Aula, sarebbe stato opportuno
un percorso più ragionato, in
modo tale da mettere ognuno di noi, me compreso, il nostro gruppo, nelle
condizioni di dare una valutazione e comprendere il perché di una proroga fatta
in questo momento così, tout court, e dove andrà, come si andrà, se si
andrà a liquidarlo, come sarà trasformato, quale sarà il futuro di questo
organismo, anche se all’interno di esso ci possono essere delle eccellenze,
delle cose positive.
Vorrei che in quest’Aula, oggi, ci fosse questa
risposta, Presidente Talarico e onorevole Salerno, non c’è il governatore, che
certamente ci avrebbe dovuto ragguagliare su questa situazione, quindi siamo
qui ad aspettare queste risposte e a valutare come deve avvenire il prosieguo.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Scalzo. Ne ha facoltà.
Vorrei dire semplicemente
due cose per chiarire alcuni aspetti che
riguardano la proroga della fondazione “Campanella” e vorrei che in quest’Aula facessimo una riflessione,
oltre che politica, anche da cittadini
calabresi, perché non ha senso parlare
di poter migliorare il servizio sanitario calabrese,
senza partire proprio dalla fondazione “Campanella”. Credo che ognuno di noi, consigliere
regionale, ma anche cittadino calabrese,
prima di tutto debba rendersi conto – e gli strumenti ci sono tutti – di cosa fa quella
struttura, i servizi che eroga, le difficoltà
in cui versa, le condizioni degli operatori
tecnici, sanitari e i sacrifici che si fanno.
Credo che per la fondazione “Campanella” non ci sia altro sbocco, che quello dell’istituto
di ricerca a carattere scientifico, ma – come
ben sapete – tutto ciò richiede un iter e
non possiamo interrompere quel percorso se nel frattempo,
nelle more del riconoscimento ad istituto di ricerca a carattere scientifico, non offriamo agli operatori di quella struttura le
condizioni per poter andare avanti; anzi, dico che questo Consiglio regionale deve impegnarsi,
affinché tutti gli operatori, il management, ma anche i medici e tutto
il personale paramedico, sia messo in condizioni di poter lavorare meglio.
Voglio richiamare la vostra attenzione su un dato:
immaginate che da domani mattina si sospendano le erogazioni alla fondazione
“Campanella”, una ulteriore emorragia di prestazioni andrebbe fuori dalla
Calabria e noi non possiamo permetterci questo lusso, perché altrimenti
predichiamo bene e razzoliamo male.
Pertanto, esprimo il mio parere, che è anche del gruppo,
sull’opportunità, nel frattempo, di andare verso la proroga alla fondazione
“Campanella”, ma contemporaneamente ritengo necessario porre in essere tutti
gli sforzi necessari e ognuno di noi
credo che abbia la possibilità non solo di leggersi le carte, ma di rendersi
conto di quali sono le criticità, gli aspetti
positivi e i punti di forza di
quella struttura.
Quella struttura non è né una università, di cui c’è bisogno perché fa la didattica, non è un ospedale del servizio sanitario calabrese, deve essere un punto di ricerca, di
diagnosi-cura di malattie oncologiche. Se vogliamo discutere ancora
sull’opportunità o meno di queste cose, credo che noi avremo
un momento di grande arretratezza.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Parente. Ne ha facoltà.
Sembrerebbe paradossale dover intervenire per assecondare quello che ha detto l’onorevole
Scalzo, che mi trova totalmente favorevole,
ma la cosa stridente è che è in netto contrasto con quanto ha asserito l’onorevole Giordano, che, probabilmente,
non solo non ha mai avuto
modo di vedere la fondazione “Campanella”, di registrare l’alta qualità
degli interventi che vengono prestati, ma, soprattutto,
ha dimenticato di sottolineare che
quello che è stato il
buco nero, il disavanzo economico è esclusivamente
da attribuire
alla gestione passata.
Proprio sotto questa nuova amministrazione non solo c’è
stato un budget ridotto e, comunque, dimensionato a quelle che erano le
prestazioni che la fondazione “Campanella” in questo momento assicurava, ma si
è data un’accelerazione all’iter per
la trasformazione in istituto di ricerca e cura a carattere scientifico. E’
stato perfezionato o stanno per essere perfezionati quelli che erano stati
alcuni intoppi nella procedura di autorizzazione ad accreditamento, che hanno fatto ritardare per ben
tre anni il riconoscimento; quindi, tutta una serie di concause che hanno
ritardato il processo, ma che, in ogni caso, hanno garantito alla popolazione
calabrese prestazioni di assoluta qualità dal punto di vista scientifico,
sanitario, in un ambito in cui la Calabria è sprovvista di poli oncologici.
Pertanto, mi è sembrato un attacco che forse non
meritava tanta virulenza, considerato che tutti quanti si sta cercando – come
ha appena detto l’esponente del Partito
democratico a nome del gruppo – di portare a compimento un iter complesso, farraginoso, particolarmente difficile, iniziato da
tanto tempo e che questa amministrazione sta soltanto cercando di portare a
buon fine.
Capisco che forse, l’altro giorno, in Commissione non
c’è stato tempo e modo di poter discutere in modo approfondito di quello che chiedeva l’onorevole Giordano, ma, nello
stesso tempo, l’Aula permetterà a chi dovrà, magari, ancora intervenire, di
chiarire ulteriori aspetti propri del processo burocratico, in cui questa
amministrazione ha la colpa minore perché c’è da un anno, mentre si spera di
completare il prima possibile la procedura per il riconoscimento, che è
iniziata ben quattro anni fa.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Magno. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, colleghi consiglieri, intervengo su questo argomento perché ritengo
che sia necessario, così
come hanno detto anche gli onorevoli Scalzo e
Parente, fare un po’ di chiarezza rispetto alla questione della fondazione “Campanella”, perché, oggi, noi stiamo proponendo soltanto
una proroga di quella che è la normativa che,
attualmente, sottende all’organizzazione della fondazione e questa proroga si
va ad inquadrare in un contesto un po’ difficile, rispetto alla vita che la
fondazione “Campanella” ha avuto in questi anni, ma anche rispetto alla necessità
che esiste, oggi, nel contesto di quella che è la programmazione e la spesa
sanitaria.
Non dobbiamo dimenticare che questa
fondazione è nata da un’idea di uno dei più grandi oncologi italiani, che è il
professore Veronesi, che ne propose alla Regione Calabria l’istituzione per
venire incontro ai problemi relativi ai malati oncologici calabresi, che per
potersi curare dovevano andare continuamente fuori dalla nostra regione. Il
problema sorse dopo, nel momento in cui, intorno alla fondazione “Campanella”,
si è creata una condizione di appropriazione di una serie di specialità che non
c’entravano nulla con quello che era l’atto costitutivo. La fondazione doveva
nascere come centro di ricerca regionale per la malattia dei tumori e, oltre
che per la diagnosi, anche per la cura tumorale e doveva diventare una
fondazione di ricerca cosiddetta Irccs, riconosciuta dal ministero della sanità
e dal ministero della ricerca scientifica.
Penso che tutte le problematiche
che, poi, sono sorte in questi anni, oggi, siano fortemente all’attenzione
dell’azione del Presidente Scopelliti e della Giunta regionale, che si sta
muovendo su due fronti precisi: uno è quello della normativa e, quindi, della
compatibilità giuridica della fondazione “Campanella”, così come è stato
richiesto anche dalla magistratura contabile della nostra Regione; l’altro è
quello della ridefinizione dell’assetto fondamentale,
della competenza della fondazione, scorporando quelle specialità che oggi sono
state trasferite dalla Giunta regionale agli ospedali di riferimento
all’interno della città di Catanzaro, per cui la fondazione viene riportata su
una posizione di studio e di ricerca per quanto riguarda la questione relativa
all’oncologia.
Ecco, penso che questa sia stata la
strategia più importante messa in campo dal Presidente Scopelliti, per andare,
poi, a ridefinire realmente, attraverso questo iter di riconoscimento di istituto di ricerca scientifica, la vera
funzione di questa fondazione.
La proroga serve soltanto per dare
il tempo alla Giunta regionale e ai ministeri competenti di completare l’iter per il riconoscimento, ma anche per
trovare la forma giuridica necessaria, affinché la fondazione possa essere
realmente un punto di riferimento all’interno della nostra regione.
Oggi, quindi, questa proposta che
viene portata all’attenzione del Consiglio regionale è da approvare, perché
senza la proroga la fondazione “Campanella” rischierebbe di sparire rispetto a
quelle che, invece, sono le necessità che questa regione ha all’interno di
questo settore.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Ciconte. Ne ha facoltà.
Per quanto riguarda la fondazione “Tommaso Campanella”, in Commissione mi ero astenuto perché non era arrivata in tempo la pratica relativa e, quindi, sulla problematica non si era discusso in maniera adeguata, così come ha detto l’onorevole Parente.
Non v’è dubbio che adesso voterò a favore, perché è evidente
che l’intento di tutti noi è quello di creare un grosso centro oncologico di
riferimento regionale
e anche nazionale, per far sì
che la cura dei pazienti oncologici venga fatta in Calabria e non
fuori.
E’ chiaro, però, che bisogna chiarire ed analizzare alcuni aspetti. Il primo è cosa farà
il dipartimento emato - oncologico del “Ciaccio”, in maniera che ci sia
un’integrazione forte tra le due strutture, perché sicuramente, staccando le
due strutture, non si creerebbe quel centro Irccs che tutti noi auspichiamo. E
poi, se questa proroga verrà fatta fino al 31 settembre
Pertanto, mi auguro che non ci siano più proroghe e che,
finalmente, riusciamo tutti a risolvere questo tipo di problema.
Se non ci sono altri interventi, possiamo porre in
votazione il provvedimento che riguarda la proroga al 30 settembre 2011 della
fondazione “Tommaso Campanella”, che è un articolo unico.
(Interruzione)
Ha chiesto di parlare, per dichiarazione
di voto, l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.
Intervengo per dichiarazione di voto perché, pur apprezzando lo sforzo di alcuni colleghi che hanno voluto, in qualche modo, offrire qualche valutazione per comprendere il
percorso che è
stato individuato, come gruppo, noi riteniamo che le risposte non sono esaustive e non è esaustivo il percorso, soprattutto quello che
riguarda le risorse in atto impegnate e quelle
che saranno impegnate. Questo percorso dovrebbe portare alla costituzione di Istituto di centro a carattere scientifico.
Per questo motivo, pur continuando a mantenere la massima vigilanza su questa trasformazione, il gruppo di Italia dei valori è contrario alla proposta di legge, alla proroga, pur riconoscendo – ripeto – tutte le peculiarità positive che in essa ricadono.
Pongo in votazione la proposta di legge n. 168/9^ relativa alla proroga della fondazione “Campanella”.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Passiamo al prossimo punto all’ordine del giorno, la proposta di legge numero 175/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Provvedimenti in materia sanitaria”. E’ un provvedimento che riguarda i nuovi ospedali.
La parola all’onorevole Salerno per la relazione.
La proposta di legge riguarda la deliberazione
numero 77 del 16 marzo 2011, relativamente al programma di investimenti per la
costruzione degli ospedali della Sibaritide, della Piana di Gioia Tauro, di
Vibo Valentia e di Catanzaro, così come previsto dall’accordo di programma del
13 dicembre 2007. E’ necessario un ulteriore impegno di spesa di 80 milioni di
euro per l’adeguamento delle progettazioni preliminari alle nuove normative
vigenti in materia, sia per quanto riguarda la prevenzione, la sicurezza e
l’igiene, sia per dotare i nuovi presìdi delle attrezzature e delle tecnologie
necessarie a renderli funzionali.
Tale esigenza è stata anche sollecitata dal ministero
della salute in fase di verifica dei progetti preliminari. Il nuovo mutuo
consentirà, così, di dare garanzie complete all’intero programma di
investimenti e sarà utilizzato, una volta ultimate le risorse già disponibili
ex articolo 20 della legge 67 del 1988 e dell’articolo 71 della legge 448 del
1998 e solo nel caso in cui non
potranno utilizzarsi le risorse Fas di cui al primo comma del disegno di legge
in discussione.
La realizzazione
dei quattro nuovi ospedali è uno degli obiettivi del Piano di rientro ed è
propedeutica alla riorganizzazione della rete ospedaliera regionale.
Considerate anche le condizioni strutturali e di sicurezza di altri presìdi,
dove è necessario continuare a fare delle manutenzioni molto costose, è
opportuno – così come già discusso con il Presidente Scopelliti – avviare
un’indagine conoscitiva per fare uno studio di fattibilità, individuare la
localizzazione e cominciare a prevedere la costruzione del nuovo ospedale di Crotone e dei centri Hub di Reggio Calabria e di Cosenza.
Questo è opportuno per completare, così, la
riorganizzazione del sistema sanitario e poter offrire ai calabresi una sanità
di qualità, continuando quel percorso intrapreso
dal Presidente Scopelliti, che dall’insediamento sta portando avanti con tanta
determinazione e sta producendo veramente dei frutti che tornano a beneficio di
tutti i calabresi.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Dattolo. Ne ha facoltà.
Naturalmente
c’è l’approvazione del gruppo per questo provvedimento, ma volevo anche far emergere
che la volontà della Giunta
regionale di fare uno studio comparato per l’eventuale ristrutturazione o costruzione di nuovi ospedali che riguardano il territorio di Crotone e
il centro Hub di Cosenza, pur nella difficoltà
che il Piano di rientro comporta, fa emergere
la volontà di questa
Giunta di dotare tutto il territorio regionale
di adeguate strutture sanitarie.
E’ chiaro che in questo
momento non ci sono tempi rapidissimi, ma sicuramente il fatto di aver espresso
questa volontà tiene conto di tutto il
territorio regionale ed è un motivo anche questo per poter guardare con soddisfazione e fiducia
ad un futuro in cui le attrezzature sanitarie e i nuovi ospedali possono
concorrere, con la professionalità di
coloro i quali già ci operano dentro, a fornire prestazioni adeguate e in linea con quelle del sistema sanitario.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Principe. Ne ha facoltà.
Non so se le citazioni prevedono anche dei gettoni
e confesso qui la stitichezza di Loiero, che non ci ha mai gettonato per le citazioni,
ma un dato è evidente: i quattro ospedali sono frutto dell’impegno della Giunta di centro-sinistra
e non solo, ma addirittura del Governo Prodi,
perché questa vicenda dei quattro ospedali è stata portata avanti anche con
l’aiuto e l’ausilio del ministro Turco.
Detto questo, noi
plaudiamo all’iniziativa dell’attuale Giunta di contrarre un mutuo di 80
milioni per completare queste procedure, quindi diamo a Cesare quel che è di
Cesare: la vecchia amministrazione ha avviato questa iniziativa di grande
rilievo in quattro aree strategiche della regione Calabria; in continuità, come
si addice alle amministrazioni serene, moderne ed efficaci,
Debbo dire, però, che questa è l’occasione per andare
oltre ed, a tal proposito, vorrei ricordare la seduta aperta del Consiglio
comunale di Cosenza, a cui ha partecipato il Presidente Scopelliti. In quella
occasione, a Palazzo dei Bruzi – collega Fedele, ti chiedo perdono, se consenti
a Scopelliti di ascoltarmi, perché è una cosa molto delicata – se il Presidente
Scopelliti ricorda – criticò un po’ le precedenti gestioni con riferimento alla
realizzazione dell’ospedale di Cosenza,
dicendo che nel passato si sono fatte parole, ma quanto a fatti non c’è nulla.
In realtà, qualche fatto c’era, perché con la legge numero 15 del 2008
Naturalmente, questo impegno legislativo lo intendo come
un indirizzo e anche
Caro Presidente Scopelliti, in questa materia – prendo
atto delle belle cose che lei dice in giro - noi dovremmo pensare, non dico ai
nostri figli che sono già un po’ grandicelli, ma ai nostri nipoti e mettere in
piedi una strategia per realizzare un grande ospedale, un vero Hub. La provincia di Cosenza conta 800
mila abitanti e deve avere reparti
di eccellenza in tutti i settori, altrimenti non è un vero Hub.
Se questa battaglia non inizia mai concretamente,
parleremo ancora per anni ed anni dell’Hub
di Cosenza, ma questo non avverrà mai. Chiaramente, nelle more, l’ospedale
dell’Annunziata va ammodernato, bisogna incrementarlo
quanto a tecnologia e competenze professionali, ma, guardando al futuro, si
deve partire da qui e a me hanno insegnato – lei è stato sindaco per molti anni
di una grande città e certamente sa più di me che ho amministrato un paesino
rispetto alla grandezza di Reggio Calabria – che se non c’è il progetto, non ci
può essere mai un’opera. Allora, partiamo dal progetto nel contrarre questo
mutuo e con i 5 milioni in più avviamo la progettazione dell’ospedale di Cosenza.
Aggiungo – ma su questo
avremo modo di confrontarci, perché abbiamo sempre detto di voler fare
un’opposizione rigorosa ma costruttiva – che, a nostro avviso, i fondi per
realizzare l’ospedale si possono trovare e si possono trovare nei fondi europei. Non voglio
discutere l’attuale dotazione dei fondi strutturali in materia sanitaria,
perché in materia di sanità il Por 2007-
Inoltre, caro Presidente – e
lei lo sa meglio di me – le Regioni più avvedute stanno già lavorando sul Por
2014-2020 – queste cose l’onorevole Mancini, che mi pare è l’assessore ai fondi
comunitari, le dovrebbe sapere – e
Per cui, se noi utilizziamo i
fondi per il progetto e reperiamo una parte dei fondi sull’attuale Por,
potremmo, a cavallo dei due Por, realizzare il nuovo ospedale civile di Cosenza.
Penso che questa sia una proposta concreta che può vedere questo Consiglio
regionale impegnato all’unanimità per portare avanti questa grande avventura,
ma si deve partire dal progetto.
Sono andato
oltre nel mio dire: se non c’è il progetto, non si fa nulla, anche perché –
come tutti sappiamo – l’Unione europea è restia a finanziare interventi in
materia sanitaria, perché sospetta che i fondi possano finire, in realtà, a
ripianare il debito, tant’è che nel Por 2007-2013 – che conosciamo perché lo
abbiamo approvato noi –, la Commissione
europea ci ha consentito di finanziare interventi territoriali e sociali, come
le case della salute, però, cara Vicepresidente – la prego di accertare questo
dato in sede di Conferenza Stato-Regioni – l’Unione europea accetta grandi
progetti in materia sanitaria e l’ospedale civile di Cosenza è proprio un
grande progetto.
Se
riusciamo a reperire questi ulteriori 5 milioni di euro per avviare la
progettazione, poi, si può mettere in moto un meccanismo che porti ad un
protocollo d’intesa fra Regione, Provincia di Cosenza, Comune di Cosenza e
azienda ospedaliera, verificare il tutto in sede di ministero dello sviluppo
economico, fare tutte le verifiche di natura finanziaria e, dopodiché,
preparare una scheda, “Grande progetto nuovo ospedale di Cosenza”, da
sottoporre alla Commissione europea.
Penso che
questa sia un’utopia e che, se partiamo dal primo tassello di questa utopia,
che è la progettazione, con l’impegno di tutti, potrebbe diventare realtà.
Per cui,
chiudendo il mio intervento nella discussione generale, pregherei il Presidente
Scopelliti e l’assessore al bilancio, onorevole Mancini – perché mi pare che
questo che viene contratto sia un mutuo ordinario – di accogliere, poi, il
nostro modesto emendamento per la contrazione di un mutuo fino a 85 milioni,
destinando 5 milioni al progetto per il nuovo ospedale di Cosenza.
Ha
chiesto di parlare l’onorevole Loiero. Ne ha facoltà.
Vorrei
portare il mio contributo a questo tema spinosissimo della sanità e porre due o tre domande, parlerò quattro - cinque
minuti, non di più.
Ho sentito la Vicepresidente Stasi parlare sempre di tre ospedali.
Gli ospedali sono quattro: siamo d’accordo che sono quattro? E’
importante, anche perché per quello di Catanzaro,
poiché abbiamo, ormai, stabilito che non c’è più l’accorpamento – mi pare sia stato stabilito ad ottobre – e che la
nuova ubicazione ha avuto un okay dal
ministero, allora posso pensare, siccome l’emergenza
non dura in eterno, che può essere che alla fine dell’anno l’emergenza cessi e se il quarto ospedale si trova fuori da quest’alveo, poi accade che tre vanno avanti e uno no. Dico, facciamoli camminare tutti insieme.
Inoltre, volevo dire alcune cose, perché per esempio ci sono dei
punti che erano rimasti incagliati anche nella gestione precedente e, molto spesso, avevamo l’impressione che
restavano incagliati anche perché allora c’era un Governo che noi ritenevamo
molto distratto rispetto ad alcune Regioni del Mezzogiorno. Per esempio, un problema
che abbiamo posto e che penso che la nuova amministrazione di centro-destra potrebbe porre con maggiore incisività è l’accantonamento, quel 5 per cento che ci uccide e che ci ha fatto arrivare
a 800 milioni
che sono incagliati. Credo che, oggi, ci
sarebbero le condizioni per imporre una certa forza.
Poi, voglio dire una seconda cosa: capisco che gli ospedali non
costano più come due anni fa, ma, per esempio, sempre procedendo sul piano
delle somme incagliate di cui
Un’altra cosa che vorrei ricordare
è che mi sono preso la briga di andare su internet
a guardare il riordino della rete ospedaliera e ho visto le riduzioni dei posti
letto che si sono dovute coattivamente e giustamente fare. Alla luce di questi
posti letto che si sono così fortemente ridimensionati, ho tentato di scorrere
la colonna dei normalizzati e ho visto che, per esempio, a Cosenza da una cifra
intorno ai 694 posti letto si passa, normalizzati, a 594.
Quindi, mi chiedevo e lo chiedevo al
Presidente: Presidente, ma i nuovi ospedali, cioè gli ulteriori posti letto dei
nuovi quattro ospedali, visto che la normalizzazione è già avvenuta, come li
inserisce? Perché lei dovrebbe decretare che poi vengono dentro anche i posti
letto e, quindi, questo ci si ridurrebbe a quanti posti letto in Calabria?
Poiché ho cercato di trovare qualche decreto, qualche atto ufficiale che lei
abbia potuto portare al ministero dell’economia e non l’ho trovato, mi è venuto
il sospetto – e lei lo può dire qua in Aula, perché questa è la sede sovrana
dove certe cose bisogna conoscerle – e non vorrei che lo avesse detto a voce,
perché a noi non quadrano i conti sul numero dei posti letto totali
normalizzati alla fine della costruzione dei quattro ospedali.
Poi, ho visto che il privato, sempre
scorrendo il riordino, non è stato toccato. Capisco, può essere una politica,
ma vorremmo sapere perché.
Ultima cosa: ho sentito l’onorevole
Principe che punta all’utilizzo delle risorse derivanti dalle case della
salute. Là, purtroppo, è stato fatto un errore – capisco, era stato appena
eletto – però le case della salute sono necessarie, nel momento in cui lei
decisamente andrà a chiudere gli ospedali.
Su questo la capisco pure, però
bisogna cominciare a dirlo qui dentro e al territorio: dai miei conti, proprio
per quei posti letto il cui conto totale non mi risulta, sono convinto che gli
ospedali saranno chiusi tutti: sarà chiuso Serra San Bruno, Soveria Mannelli,
anche Polistena, che, invece, è stato detto che resta aperto. Resteranno tutti
chiusi, perché non quadrano i conti.
Allora su questo, se ci potesse dire
qualcosa in più, sarei personalmente contento.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Mirabelli. Ne ha facoltà.
Presidenza del Vicepresidente Alessandro
Nicolò
Signor Presidente, onorevoli colleghi, come del resto ho fatto in Commissione bilancio,
do parere favorevole a questa impostazione. Realizzare quattro nuovi ospedali all’altezza delle richieste che vengono dal territorio è una cosa, secondo
me, doverosa in questa Calabria, sia perché si parla di patologie
e quindi di un’utenza che ha bisogno di essere curata in loco, per ovvie ragioni, sia perché quattro nuovi ospedali,
avanzati tecnologicamente, attrezzati bene, ubicati in una posizione facilmente
raggiungibile, senza dubbio potrebbero incidere positivamente su una politica
di razionalizzazione delle spese. Perché ospedali bene attrezzati sia per
malattie acute sia per determinate patologie croniche, riducono l’incidenza
della spesa sul Fondo sanitario regionale dovuta all’emigrazione sanitaria -
cioè i famosi viaggi della speranza - ma non solo, finiscono inequivocabilmente
per far sì che ci sia più manovrabilità economica all’interno del Fondo
sanitario regionale.
Quindi, è ovvio che ospedali
attrezzati di un certo livello, ubicati in alcuni posti, permettono, senza
dubbio, di portare beneficio economico alle casse della sanità e dare, nello
stesso tempo, risposta ai bisogni di
questa utenza.
Dico anche, però, che è necessario
porli in essere velocemente. Quando si parla di ospedali, vi è la necessità che
dalla fase della progettualità a quella di realizzazione si faccia passare poco
tempo, per un semplice motivo: perché spesso quando si allungano i tempi -
soprattutto nel campo della sanità, in questo caso nel campo ospedaliero che
necessita di attrezzature e livelli di formazione professionale altamente specialistici
- è ovvio che un progetto che parte oggi e vede la sua realizzazione fra
otto-nove-dieci anni finisce per essere già vecchio al suo compimento.
Pertanto, la preghiera è di accelerare
i tempi per la realizzazione, in modo tale da poter avere quattro presìdi
operativi nel più breve tempo possibile. È ovvio anche che la richiesta del
capogruppo del Pd, l’onorevole Sandro Principe, sull’ospedale di Cosenza deve
essere affrontata con motivazioni serie.
Non lo diciamo da cosentini, perché
sarebbe poca cosa, ma pensiamo che la provincia più grande della Calabria, che
annovera quasi 800 mila abitanti, ha la necessità, soprattutto nell’area di
Cosenza - che è uno dei punti centrali insieme a Rende e alla Media Valle
Crati, che sappiamo benissimo essere di per sé, al di là del resto della
provincia cosentina, l’area più popolosa della regione Calabria – di avere un
ospedale attrezzato, a un certo livello, perché quello dell’“Annunziata” è
ormai fuori tempo, fuori posto e forse anche fuori luogo. Un ospedale che
infrastrutturalmente è debole, antico, troppo vetusto ed ubicato in una
posizione - all’interno di una città che ormai è cresciuta - che trenta,
quaranta o cinquant’anni fa poteva essere buona, ma oggi con l’espansione a
nord - soprattutto nell’asse Rende-Montalto - diventa fuori luogo e
difficilmente raggiungibile in tempi brevi.
C’è la necessità - al di là dei
quattro ospedali che vanno fatti e velocemente - di tentare di capire se c’è
anche la possibilità di intraprendere una fase di studio di fattibilità e di
progettazione, per poter dare un inizio concreto a qualcosa che possa, nel più
breve tempo possibile, dare la possibilità anche alla città di Cosenza di avere
un ospedale Hub – perché si tratta di
un ospedale Hub – che abbia
infrastrutturalmente le qualità e i requisiti per poter essere tale. Ospedale
che da noi è una necessità. Sappiamo benissimo che, a fronte della necessità di
ottimizzare la spesa, di razionalizzarla, uno dei primi interventi posti in
essere da questa Giunta è stata una rivisitazione della rete ospedaliera, con
abbattimento dei posti letto per acuti che sono quelli che incidono - insieme a
tante altre cose - pesantemente sulla spesa sanitaria. Però è anche evidente,
caro Presidente, che, oggi come oggi, quando un medico ha la necessità di
ricoverare con estrema urgenza un paziente, in qualsiasi ospedale lo mandi non
riesce a trovare un posto letto, al di là dei ricoveri incongrui o sbagliati o
dei codici gialli o verdi o rossi.
Quindi, attivarsi per la
realizzazione di questi quattro ospedali - anzi direi anche per il quinto -
credo che sia la strada giusta perché, da un lato, sì, dobbiamo tagliare i
posti letto per acuti che non servono, negli ospedali che non sono attrezzati
per poter dare risposte ai casi di cui vengono investiti, però, dall’altro
lato, situare sul territorio più ospedali significa poter dare, parallelamente,
risposta alle richieste di ricovero urgente che vengono dalle più svariate parti
del nostro territorio.
Per cui, l’unica evidenza che va
veramente rafforzata è quella di dover far sì che questi procedimenti
amministrativi siano conclusi nel più breve tempo possibile. Si è partiti nel
2007, dall’accordo di programma quadro, e siamo al 2011. Il mutuo di 80 milioni
va sicuramente ad interporsi - perché non abbiamo la certezza di poter reperire
altre sorgenti finanziarie nell’ex articolo 20 e forse neanche negli altri
fondi Fas 2007-2013 - diventando una sorgente sostitutiva a quello che doveva
essere un impegno ben preciso che lo Stato “illo tempore” aveva preso con
Queste
sostituzioni forzate e ripetute indeboliscono, di fatto, la struttura calabrese
nella sua stessa sostanza ed essenza e, nello stesso tempo, denunciano una latitanza
da parte del Governo nazionale - al di là del colore politico - che, in alcuni
casi, come Ponzio Pilato riesce - facilmente per le Regioni del Sud, in modo
particolare per la Calabria - a lasciare solo anche il proprio Presidente, la
propria Giunta e quindi l’intera cittadinanza calabrese.
L’auspicio
è di far sì che si accelerino le procedure, perché oggi siamo qui, sì, a dare
un voto favorevole agli 80 milioni di euro che speriamo possano diventare –
come diceva l’onorevole Sandro Principe – 85.
Sarebbe
una cosa sensatissima e mi rivolgo a tutti i consiglieri regionali, non solo ai
cosentini – però nello stesso tempo fa sorgere dei dubbi il fatto che questo
mutuo - che oggi andiamo quasi a santificare - veda l’inizio del proprio
percorso attuativo soltanto nel 2014, facendo perdere sette anni dal 2007 al
2014. Questo non per colpa, molto probabilmente, della Giunta regionale di ieri
o di oggi, ma anche di una lontananza dello Stato centrale rispetto ai bisogni
di una Regione che, molto probabilmente, ha già raggiunto il massimo della
propria capacità di indebitamento rispetto alle spese da dover effettuare.
Questo è
il ragionamento: cercare su questi problemi di non dividerci per partito preso,
ma di collaborare istituzionalmente, con la preghiera che, se dai banchi della
minoranza dovessero arrivare delle indicazioni, ci possa essere dall’altra
parte chi le recepisca, chi si sensibilizzi per metabolizzarle al meglio.
Perché, caro Presidente, quando giungono – come in questo caso – delle
richieste, non hanno una primogenitura che può essere spesa sul territorio,
perché sappiamo benissimo che il merito va esclusivamente a chi nel governo la
concretizza anche se proviene dalla minoranza.
Auspico
che la richiesta di guardare con occhio benevolo l’ospedale di Cosenza, per
poter nel tempo proiettare una sua realizzazione concreta, possa essere fatta
proprio dal Governo di centro-destra.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Censore. Ne ha facoltà.
Ho
chiesto la parola per dare un mio contributo
e, più che un intervento, la mia è una
richiesta di delucidazioni di natura tecnica e
con un accenno anche di carattere politico.
Intanto, plaudo al fatto che questo
iter amministrativo stia andando avanti e che siano rispettati i tempi, che –
lo ricordo all’Aula – sono rigorosi perché c’è un bando europeo e la gara va
fatta entro 52 giorni con procedura d’urgenza: così come sancito dall’ordinanza
di procedura civile entro la fine di marzo il commissario per l’emergenza deve
entrare in possesso dei terreni ed entro maggio di quest’anno deve essere
esperita la gara.
Quindi auspico che la tempistica sia
rispettata e che a maggio sia fatta la gara.
Oltre a questo, avevo chiesto ieri
in Commissione – chiaramente ho espresso il voto favorevole a questo mutuo che
si va ad aggiungere al precedente, rispetto al quale già paghiamo le rate di
ammortamento, però c’era una nota di carattere tecnico che un po’ stonava negli
atti – poiché normalmente, quando si fa una gara, l’impegno deve essere a
monte, deve essere un impegno complessivo, come mai questo mutuo decorre dal
2014 e non è da subito, da maggio, quando sarà fatta la gara? Ed era una prima
questione, cui chiedo risposta .
Oltre a questo, più volte ho chiesto
– e non ho avuto risposte – notizie rispetto alla messa in sicurezza del sito
della città di Vibo Valentia. Lì c’era un problema relativo al sito perché
interessato dal dissesto idrogeologico, sapevo che servivano alcuni milioni di
euro, non so quantificarli, 4 e 5, io volevo sapere se questo è stato previsto,
sempre per non avere intoppi o intralci.
Detto questo, sono consapevole che è
necessario pervenire subito alla costruzione di queste strutture per dare
fiducia ai calabresi, per dire che questa Regione si avvia verso una fase nuova
di rinnovamento anche del comparto sanitario e, chiaramente, queste strutture
dobbiamo anche riempirle di contenuti e di un capitale umano professionalmente
capace e motivato, perché da sole le strutture non bastano.
Detto questo ed avendo i chiarimenti
opportuni, invece volevo entrare nel merito dell’articolo 2 di questa legge:
allora perché noi qua, nell’articolo 2, andiamo a modificare un articolo che
era stato approvato con la legge 34/2010? Praticamente, se ricordate tutto
l’iter, è stata istituita un addizionale sulla benzina e questa addizionale,
che grava sulle tasche dei contribuenti, darà alla Regione un introito di 30
milioni di euro all’anno, la benzina e le tasse automobilistiche. Con queste
risorse, che
Oltre a questa questione, che fine
ha fatto l’advisor? Quant’è il debito
nella sanità? Perché il Presidente Scopelliti, in più occasioni, una volta ha
detto che il debito era diminuito e che era intorno a 1 milione e 200 mila
euro, in una seduta che abbiamo tenuto
sulla sanità, addirittura, parlava di un debito pari a 600-700 mila
euro.
Perché dico questo? Perché noi
impieghiamo queste risorse per coprire il debito fino al 2005 e quindi per
l’altro debito che cosa si fa? E’ certificato, non è certificato? Quant’è?
Allora io dico che la modifica di
questo articolo non tutela
Quindi io penso che sulla materia
sanitaria ci debba essere più chiarezza nei passaggi, nella predisposizione
degli atti, perché è giusto che i cittadini intravedano dei percorsi lineari e
fatti con chiarezza, altrimenti può passare l’idea che si vuole avere le mani,
in un certo senso, libere.
La parola all’onorevole De Masi.
Soltanto
pochi minuti, con l’intento preciso di sostenere, di confortare le salienti ragioni
che, tra l’altro, abbiamo racchiuso nella composizione di un subemendamento
che con Sulla ed altri abbiamo testé
presentato.
Si
tratta della rappresentazione di una rivendicazione del tutto
fondata, ragionata e consapevole, sulla necessità di comprendere
anche Crotone nel novero
dei territori destinatari della costruzione di un nuovo ospedale. Naturalmente,
non mi azzardo a richiedere un automatico ed
immediato finanziamento anche per questo, perché mi rendo conto che sarebbe
appunto un azzardo e quindi incorrerebbe in una reazione decisamente e
giustificatamente negativa. E’ per questo che noi chiediamo che venga reperita
la quantità di risorse necessarie unicamente a procedere all’allestimento di
uno studio di fattibilità, che da profano immagino non ammonti a cifre
esorbitanti, che siano, in qualche modo, possibile rinvenire allo scopo di
destinare a Crotone un intervento nei tempi ragionevolmente prevedibili, che si
rende, a mio avviso, necessario per due-tre salienti ragioni che cerco
sinteticamente di rappresentare.
Intanto, quello è un ospedale la cui
costruzione risale ai primissimi anni 1970, quindi sono passati quarant’anni ed
oltre. Nel corso di questi decenni, oltretutto – lo dico con una qualche
cognizione di causa per averci lavorato – la struttura è stata sottoposta ad
una sorta di indiscriminato massacro strutturale, che rispondeva ad una logica
che oggi, naturalmente, non conosce riscontri in termini di istanze di
assistenza, che corrispondeva a quell’egoismo produttivo che sembrava, in una
certa fase storica, dover assegnare a quell’ospedale ulteriori e funzioni e
comunque riconoscere diversi spazi.
L’esito di questi interventi si è
tramutato in una alterazione strutturale ed anche funzionale di quel presidio,
perché invocare una riqualificazione di tipo alberghiero o semplicemente
logistica all’interno della logica funzionale di un servizio sanitario non
significa evocare aspetti marginali o semplicemente di natura estetica, perché
la funzionalità di un presidio si basa, oltre che su una serie di dotazioni
strumentali e di professionalità, indubbiamente – come universalmente ammesso –
anche sulla base della dotazione di adeguati spazi di strutture. Questa è la
prima ragione.
La seconda – che mi pare somigli,
per quello che ha detto Mirabelli, per alcuni versi all’“Annunziata” di Cosenza
– è l’ubicazione del presidio di Crotone, che – il Presidente lo saprà e molti
di voi sicuramente, lui in particolare, hanno avuto occasione di frequentarlo o
comunque di passarvi – è in una posizione di paradossale natura urbanistica,
perché è esattamente a ridosso al muro di recinzione dello stadio comunale Ezio
Scida. Già questo tipo di ubicazione, ovviamente, ne condiziona l’attività, ne
influenza l’arrivo da parte di potenziali utenti, l’allocazione di vetture, di
ambulanze. Davvero ormai quello è un luogo assolutamente innaturale per un
ospedale, tanto più che non sembra intravedersi la possibilità, quantomeno, di
spostare lo stadio altrove o di costruirne uno diverso, sebbene le fortune
relative della squadra di calcio potrebbero anche autorizzare a farlo.
Quindi io penso che, al di là di
queste ragioni che mi paiono quelle salienti e da rappresentare doverosamente,
tra l’altro anche alla luce di altre richieste appena pervenute in questo
dibattito, fornire a Crotone un’opportunità strutturale che riguardi il suo
ospedale in un senso di ammodernamento vero significherebbe equiparare,
omogeneizzare sul piano della condizione strutturale tutta la rete ospedaliera
calabrese, e anche questo non mi parrebbe un approdo di scarso significato.
Soprattutto vorrei dire, alla luce
di polemiche anche molto aspre che si sono verificate di recente circa alcune
misure della Giunta, che vedrebbero come esito il ridimensionamento di alcune
strutture operative di quell’ospedale, rappresenterebbe un intervento anche su Crotone una sorta di
felice presagio circa una predisposizione del governatore Scopelliti, che
riveste il ruolo di commissario ad acta per la sanità, circa
un’attenzione diversa, un recupero di alcune disattenzioni che verso Crotone si
sarebbero manifestate e che mi risultano essere già sul punto di essere
riviste, in modo da restituire a quel presidio una piena dignità organizzativa,
strumentale e funzionale, in assenza della quale, se non altro perché nella
provincia di Crotone quello è l’unico presidio, davvero un disimpegno di questo
tipo apparirebbe una colpevole ed imperdonabile discriminazione.
Prego, onorevole Orsomarso.
Presidente – mi riferisco al Presidente Scopelliti che, anche se è
impegnato, so che mi ascolta – io ritengo di doverle dare atto
che guida una coalizione e
una maggioranza – e glielo riconosciamo dalle diverse interlocuzioni, glielo riconosco da cosentino
– che per la prima volta pensa ad
una sanità regionale, perché ho ascoltato con interesse i diversi interventi ed
è ovvio che devo dirvi che quello che mi è
parso più convincente rispetto a un’azione che deve essere anche immediata e in
linea con un Piano di rientro, se non vado errato, è quello dell’onorevole
collega Mirabelli.
Il collega Mirabelli dice: “Approviamo un
piano che destina risorse, che va velocemente, con
l’auspicio di dire che anche a Cosenza” – che è la sua città, come la mia città
– “si intervenga per far
sì che un Hub abbia dimensioni di collocamento territoriale, di funzionalità moderne e più efficaci possibili”;
cosa immagino qui si possa sposare tutti, maggioranza e minoranza di questo
nuovo Consiglio regionale”.
Vi comprendo un po’ meno – lo dico al capogruppo del Pd, onorevole Principe, come
anche all’ex Presidente Loiero – perché su
questo tema, che è importante e delicato, i calabresi prima che la maggioranza
si sarebbero aspettati una posizione univoca,
unitaria della minoranza politica regionale. Mi sembra di aver avvertito
diversi interventi, tutti più o meno intelligenti, che
però non verificano una posizione di studio… Io non intervengo in quanto
esperto in materia sanitaria. Certo, nel
momento in cui si interviene, ho cercato, anche quando ero presente in
quel Consiglio comunale di Cosenza dove ho semplicemente ascoltato, di essere
informato, quindi di leggere nel dettaglio molto
bene i dati che ha letto il Presidente Oliverio ( come vengono distribuiti i
Lea e quant’altro),
però quello che registro – non lo dico con tono
polemico – è che ho sentito tre,
quattro, cinque interventi, non ultimo quello legittimo di De Masi che
appartiene a questa minoranza, mache parla guardando al suo territorio, che è quello
di Crotone.
Mi sembra
che in un tema importante, che è quello di applicare
un Piano di rientro che è lacrime e sangue, a noi costa molto anche applicarlo, c’è una schizofrenia di fondo che non aiuta
né il vostro lavoro a presentarsi come alternativa, neanche il nostro quando si
discute quest’ordine del giorno. Io lo dico al capogruppo del Pd, l’onorevole
Principe, perché poi non si può in quest’Aula, piuttosto che nei Consigli
comunali dirsi delle cose che testimoniano un impegno comune, anche il
suggerimento di aggiungere e poi dire sulla stampa tutt’altro.
Perché la sua posizione, onorevole,
mi sembra più o meno come quella del Presidente della Provincia di Cosenza,
Oliverio, che in queste ore si attarda sul tema di sanità, sul tema di avio
superficie, sul tema di trasporti, celebrando – ed è campione in questo –
documenti che si chiamano tecnicamente
protocolli d’intesa, con i quali riempie le sale della Provincia, poi
rimbalzando sempre il problema.
Quindi certifico che, fatto salvo lo
sforzo di Principe che suggerisce delle cose, però il sindaco di Cosenza poi
l’abbiamo incontrato a margine di quella riunione del Consiglio comunale che
interessava l’ospedale della mia città, una città della Calabria, e con il
sindaco di Cosenza – che mi rendo conto forse oggi non c’è un dialogo perché
non è più il candidato sindaco del Pd, magari il problema sarà quello, ma è un
altro problema – si è convenuto, vista l’emergenza, visti questi fondi, oggi
l’intervento – lo testimoniava il lavoro di Salerno in Commissione, perché sono
intervenuti dei cambiamenti, nuove normative, gas e quant’altro – per
realizzare quegli ospedali che erano quattro già nella pianificazione di Loiero, necessita di 80 milioni prudenziali – ci auguriamo non
serviranno tutti, questo penso sia il tema, per questo poi il mutuo al 2014,
auguriamoci di spenderne 10 e non 80, ma potenzialmente minimo 80 – questo è il
tema, non ci sono altri temi.
Allora l’auspicio che si possa
realizzare l’Hub nuovo a Cosenza, il
mio primo auspicio, visto che vivo in quella città e accompagnerò – speriamo
quasi mai – cari affetti a curarsi in quel nosocomio, diventa un parlarsi in politichese, perché a margine
di quel Consiglio comunale, che è politica, abbiamo incontrato il sindaco di
Cosenza, Salvatore Perugini, in Presidenza e a lui, che è un sindaco di
un’importante città della Calabria, che ha un territorio vasto – faceva bene a
ricordarlo Mirabelli – abbiamo detto che prioritario diventava attrezzare
quell’Hub, quelle risorse disponibili
rispetto all’emergenza, viste le riconversioni, viste le chiusure e quant’altro
e, in proiezione, si impegnava quel Consiglio a verificare anche un luogo
fisico – e vale non soltanto per Cosenza, ma anche per Crotone e Reggio – per
realizzare quei nuovi ospedali che tutti quanti auspichiamo.
Dico rispetto alla sana utopia che
richiamava Principe, che il politichese e le soluzioni isolate – ripeto – più o
meno intelligenti non ci aiutano, in un momento in cui il sostegno che si può
dare a Scopelliti, piaccia o non piaccia, sia simpatico o antipatico, è quello
di dare corso e corpo a questo Piano di rientro, che da Roma si attende
rispetto al funzionamento di tutto il sistema sanitario regionale.
Non mi pare positivo se in ogni
momento inseriamo nuovi elementi di dibattito che – ripeto – sono posizioni
isolate di singoli consiglieri, non è neanche la posizione di una minoranza
complessiva che è fatta anche di soggetti politici che poi sui territori
insistono, quindi sindaci e quant’altro. Questo è un richiamo alla
responsabilità, per cui – ribadiamo – è l’atteggiamento di Mirabelli, lo
salutiamo positivamente, un sostegno alla realizzazione di nuovi ospedali,
saranno ospedali per i calabresi, con l’auspicio che si possa a breve,
recuperando risorse, normalizzando un sistema, trovare anche un luogo fisico e
le risorse per fare nuovi ospedali in tutte le zone della Calabria e
soprattutto accelerando quel percorso di
funzionamento di una sanità. dove la prima grande utopia è far funzionare
qualcosa che oggi è un soggetto fortemente malato, che non funziona, che ha
grossi sprechi, che vengono comunque dal passato. Rispetto a questo tutti
quanti insieme possiamo lavorare sostenendo quindi il lavoro di Scopelliti che
applica un piano – ricordiamo sempre – coordinato negli anni dal precedente
Governo regionale, perché si possa realizzare nel minor tempo possibile.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Ciconte. Ne ha facoltà.
Presidente e colleghi, prendo subito la palla
al balzo su quello che diceva Orsomarso e cercherò di fare un ragionamento sulla sanità, perché la sanità è un problema
molto serio, sentito da tutti e, secondo me, è
una grossa scommessa
che ci giochiamo tutti,
non ci debbono essere sulla sanità strumentalizzazioni
e tantomeno demagogie, altrimenti non riusciremo a sanare e risolvere i
problemi dei nostri cittadini calabresi.
Io voterò a favore sul mutuo per i
quattro ospedali e dirò anche il motivo, perché secondo me, al di là delle
forme che si vanno a trovare, quali sono gli appalti o come si deve fare, a me
questo interessa poco, a me interessa che i quattro ospedali vengano
realizzati, perché la realizzazione di quattro ospedali non basta per
migliorare la sanità in Calabria.
E dico ancora
di più, ecco, cercherò di non essere
campanilista, perché secondo me ci vuole un ospedale nuovo a Cosenza in futuro,
come quello di Reggio, come quello di Crotone, noi dobbiamo tentare di fare
degli ospedali nuovi, innovativi da un punto di vista tecnologico e ci sono
tutte le premesse, così come abbiamo detto al Presidente Scopelliti nella prima
riunione che ha fatto nella sede della Giunta regionale insieme ai consiglieri
regionali di tutta l’area di Catanzaro e della provincia, perché secondo me col
pubblico-privato si possono realizzare questi ospedali, riducendo del 50 per
cento i costi. E questo è un processo innovativo, così come si fa in Lombardia,
così come si fa in Veneto.
Andrò a dire qualcosa di più, però
mi preoccupano alcuni problemi, che sono quelli in merito alla realizzazione
dell’ospedale di Catanzaro, e non voglio fare il campanilista, quindi ho detto
che ci vuole l’ospedale di Cosenza, di Reggio e di Crotone.
La prima cosa che vorrei sapere – e
mi auguro che il Presidente ce lo dirà oggi – è se effettivamente l’accorpamento,
l’integrazione con l’università,
con l’azienda “Mater Domini”, si deve fare obbligatoriamente per poter
costruire un nuovo ospedale oppure no.
E vorrei dire ancora
di più, vorrei capire se i
fondi ex articolo 20,
che sono stati già impegnati per far sì che ci sia innovazione tecnologica e per ristrutturare alcuni ospedali, ci sono
o non ci sono, come mai ancora il Governo nazionale non ci ha dato un euro, alle aziende e alle
Asl non è arrivato ancora un soldo di quei finanziamenti. Quindi vorrei capire come mai non arrivano
questi fondi e come mai ancora non sono stati dati a tutte le aziende della
nostra Calabria.
Credo che, effettivamente, la sanità
si possa cambiare se tutti condividiamo un percorso e un progetto. E’ chiaro che le cose che ha detto
Mirabelli, la realizzazione di questi ospedali deve avvenire prontamente e
velocemente, perché io credo che
la politica si debba impegnare al di là di come riesce, giustamente… Certo,
tutto deve essere programmato e progettato, ma alla fine la realizzazione è
fondamentale, se vogliamo veramente il miglioramento della sanità, che non
verrà in un anno o due anni, verrà nel tempo.
La parola all’onorevole Aiello. A
margine degli interventi, poi daremo la parola all’onorevole Principe.
A me
appassiona il dibattito sulla sanità, anche se constato dalla condizione dell’Aula che appassiona pochi e
penso – così come diceva il collega Orsomarso – sia uno dei problemi
fondamentali della nostra regione, ecco
perché, se è vero come diceva
Orsomarso, che la minoranza – e non è vero – non parla un linguaggio comune, la maggioranza
non parla nessun linguaggio, visto che è completamente assente dai banchi in
questo momento!
(Interruzione)
Una parte minima, la parte “dura”
della maggioranza.
Dico questo perché, quando Fausto ci accusa di schizofrenia, io
voglio dire a lui – che, tra l’altro, è un consigliere
regionale che stimo, essendo quasi coetanei – che la schizofrenia è una di
quelle malattie che – diceva Freud – appartiene a quelle persone intelligenti che cercano di articolare un ragionamento e, a volte, si sforzano per arrivare
alla
soluzione, ma poi non ci si arriva.
Se io parlo della provincia di Cosenza, non mi sento di offendere
nessuno, perché la provincia di Cosenza è uguale quasi
al 50 per cento della regione Calabria.
Allora, se questa è la condizione in
questo momento della sanità cosentina, i miei colleghi di centro-destra
dovrebbero votare la proposta Principe, perché il suo intervento è identico,
fra l’altro – se l’italiano ha un senso – all’intervento dell’onorevole
Mirabelli, non cambia nessunissima impostazione. Quindi io penso che, se questo
è in questo momento – basterebbe fare una passeggiata all’interno dell’ospedale
di Cosenza per verificare le condizioni –, poi altro non ha chiesto che i 5
milioni di euro l’onorevole Principe per la fattibilità di quell’ospedale.
Penso che sia un dovere da parte di
questo Consiglio dare una risposta in quel territorio che già paga delle scelte
politiche pesanti – non la voglio citare qui la cardiochirurgia –, noi abbiamo
una precarietà del personale medico che non riesce a garantire i Lea, ma non lo
dico io, è stata fatta una battaglia da quel personale precario; noi abbiamo
una non vivibilità del pronto soccorso, ma non l’ho detto io, collega
Orsomarso, l’ha detto il commissario Gangemi nella Commissione sanità – e può
smentirmi il Presidente Salerno, se sto dicendo una fesseria in questo momento
–, che passa da 70 mila a 120 mila utenze quel pronto soccorso; non è vivibile
più l’ospedale di Cosenza. E non faccio danno a nessuno se dico in questa sala
– e mi assumo la responsabilità – che le sale operatorie dove vengono operati i
cittadini sono in bilico, non sono completamente a norma.
Allora, se non è un’urgenza questo e
in un senso di responsabilità ci svestiamo dell’abito che siamo abituati a
portare, pure che ci mettono la mattina all’interno di questo Consiglio –
sicuramente non a me –, noi non
riusciamo a venir fuori da quella che è una situazione di precarietà in quel
territorio.
E non mi dite di innovazione, di metodologia, perché ci avete portato
anche qui un’innovazione sul bilancio: della
legge 34, il collegato, non ha
bocciato a me undici articoli il Governo amico, undici articoli!
Allora, se questa è innovazione, a
me non interessa, io voglio un’innovazione che garantisca il sistema sanitario
in questa regione e voglio un’innovazione dove all’interno di questo percorso ci sia anche una risposta –
Il Presidente Scopelliti sarà impegnato sicuramente in questo momento – , ma
anche a quello che l’onorevole Loiero
diceva all’inizio sui posti letto, perché non sono chiari. Allora, o si ha
chiarezza oggi o non dopo il 16 maggio bisogna fare chiarezza, perché
l’innovazione o ce l’hai e la porti con costanza e il coraggio di portarla
avanti in questa sede e devi dire quella che è la situazione dei posti letto.
Ma questo non c’entra niente con
l’emendamento Principe, perché l’emendamento sta ponendo una questione che è
centrale per quel territorio, per Cosenza, per le aree urbane, ma per tutta la
provincia, perché è l’unico ospedale Hub
che in queste condizioni non può essere definito tale ed è centrale.
E quando si richiama la
responsabilità – io non volevo intervenire – di
un Consiglio in maniera bipartisan, questa, sì, è l’innovazione e la
capacità di capire che non è una bandierina che si sta mettendo da questi
banchi, ma è solo la possibilità di dire a tutto il Consiglio che una risposta
a quel territorio va data e 5 milioni di euro per la fattibilità di quel
territorio, voglio ricordarvi, e non è
una grande manovra di questo Consiglio, perché solamente 4 milioni di euro li
abbiamo spostati durante una seduta (ed erano
dei contributi dati ad associazioni), però lo stiamo facendo in questo
momento per dare una risposta a un territorio che merita una dignità. E non
vuol dire che chi pone questo problema parla il politichese o strumentalizza e
chi è dall’altra parte ha ragione, perché questo è un modo ipocrita di pensare
che si ha sempre ragione e non ci si vuole misurare su quella che è la realtà.
Io penso che ci sia un problema di
costruzione di ospedali in questa città, città capoluogo, che necessita per
dare un contributo fondamentale – poi discutiamo nel merito, ché in questo momento non mi interessa – ; pertanto,
la risposta che va data è seria, io mi appello alla serietà dei consiglieri
regionali, non alla loro appartenenza, per dare una risposta in quel
territorio, in quella provincia che, ad oggi, si vede mortificata da questo atteggiamento. E,
purtroppo – io l’ho vissuto in un’esperienza personale – è paradossale che
nella provincia più grande di questa regione vada un utente al pronto soccorso
e si veda smistato in un ospedale di Vibo Valentia perché non c’è posto.
Poniamoci questo problema se questa
è la migliore sanità, poniamoci se aumenta l’emigrazione fuori regione, se
stiamo dando la qualità dei servizi, poniamoci tante altre cose, ma lo facciamo
dal momento in cui parte una struttura
nuova o almeno lo studio di fattibilità per realizzare una struttura, dopodiché
anche quello che diceva Orsomarso sulla questione che è posta da Perugini si
vedrà, sono dettagli, ma necessitano le fondamenta per portare avanti un
progetto di questo tipo.
La parola
all’onorevole Giordano, con preghiera di mantenere il suo intervento nei cinque
previsti dal Regolamento.
Io
sarò ancora più breve, anche perché in linea generale, sulla questione,
i colleghi intervenuti hanno offerto
– credo – un importante contributo, compreso l’onorevole Aiello nel ragionamento.
Quando
noi abbiamo fatto il dibattito
sulla questione della sanità
in Calabria, come gruppo regionale abbiamo focalizzato
l’attenzione sull’esigenza di andare oltre il Piano di rientro,
di non ancorare la questione sanitaria solo ai dettami, a quella che deve essere l’attuazione di un piano, l’attuazione di
provvedimenti anche importanti che, però, non riescono ad avere una strategia e a dare una risposta concreta e compiuta a tutta la
questione della sanità.
La questione della rete
ospedaliera, Presidente – e mi dispiace che sia assente il governatore, perché
sto per parlare di una questione che afferisce Reggio Calabria – : Reggio
Calabria col suo bacino è un ospedale che ormai è al collasso, è una struttura
obsoleta, dove c’è un pronto soccorso che sta scoppiando. Noi e il Presidente
Salerno abbiamo fatto le audizioni in Commissione sanità, proprio per avere a
viva voce da parte degli operatori, da parte dei manager la situazione,
la diagnosi, l’esigenza e realtà è una realtà esplosiva. Reggio Calabria, con
la riorganizzazione della rete ospedaliera, con la dismissione dell’ospedale di
Scilla e la riduzione delle attività dell’ospedale di Melito, si troverà ad
avere un bacino di utenza di circa 200 mila e più abitanti che dovranno gravare
su un ospedale che non regge più.
Allora ci saremmo aspettati che su
questo provvedimento fosse stata prevista la costruzione del nuovo ospedale di
Reggio Calabria, di un secondo ospedale, che serve, sul quale non può essere
più differita la realizzazione, l’idea e un progetto. Questa risposta non c’è,
Presidente. Io vorrò vedere la risposta che darà, se torna in Aula il
governatore, su questa questione. Si deve inserire in questo provvedimento,
attraverso le risorse che possono essere reperite, attraverso il mutuo, con
risorse aggiunte, attraverso i fondi che ricordava l’onorevole Principe, la
realizzazione di questo ospedale di Reggio Calabria.
Non è possibile fare dei
provvedimenti amministrativi, procedere a vista e perdere il senso di quella
che deve essere la risposta, perché c’è un bacino importante, ampio e ci sono
anche dei reparti, ci sono delle cose che portano oggi, seppur timidamente, ad
avere che ... addirittura su dei reparti, su delle specializzazioni arrivano
pazienti anche dalla Sicilia a Reggio
Calabria.
Allora su queste cose la risposta ci
deve essere e ci deve essere in questo provvedimento ed io chiedo che poi si
faccia carico il Governo regionale della modifica di questo provvedimento di accensione
del mutuo o comunque dell’inserimento della previsione di risorse, che vadano
ad individuare un percorso chiaro
per la realizzazione del secondo ospedale e per dare una risposta e non
lasciare nel limbo un’ampia fascia di popolazione che è dell’area urbana, ma
non solo, che va da Bagnara a Melito Porto Salvo ed oltre.
Ha chiesto di parlare per fatto
personale l’onorevole Principe. Ne ha facoltà. Ai sensi dell’articolo 56 del
Regolamento, comma 2, le do la parola, previa spiegazione dei contenuti
afferenti la questione personale.
Presidente,
non ho la pretesa della chiarezza quando parlo,
ma il mio precedente intervento evidentemente è stato equivocato dal consigliere Orsomarso, che non perde occasione per svolgere un ruolo di sentinella della Presidenza della Giunta
e della maggioranza. Siccome al mio indirizzo
sono state inviate parole
che ritengo pesanti, ho la necessità di intervenire per fatto personale.
Prego,
onorevole, ne ha facoltà.
Mi auguro che il termine schizofrenia non sia stato
diretto ad alcuno di noi, perché per il rispetto dell’Aula
e del ruolo istituzionale che abbiamo, neanche lo restituisco al mittente, ma
forse consiglio alla Presidenza di dotarsi di
un’équipe medica per fare delle verifiche su ognuno
di noi!
Per
quanto riguarda l’aspetto del politichese, le ricordo, signor
Presidente, che il mio intervento è
stato di un’oggettività spaventosa. Io non ho allargato il campo alle questioni sanitarie, come hanno fatto, mi sono attenuto scrupolosamente
all’oggetto di
questa legge, che prevede l’accensione di un mutuo di 80 milioni
per completare quattro ospedali. A questo riguardo, mi sono permesso di proporre l’aumento di questo mutuo
di 5 milioni per la progettazione del nuovo ospedale
di Cosenza,
che non è una mia invenzione questo obiettivo, ma ho richiamato una legge di
questa nostra Regione del 2008, tuttora vigente, che dava indirizzo alla Giunta di progettare e realizzare l’ospedale di Cosenza.
Quindi mi pare che il politichese non c’entri assolutamente nulla,
io sono stato molto chiaro e ho parlato di cose oggettive.
Mi dispiace che debba chiarire un punto al collega Loiero, perché nell’indicare
il percorso operativo, in questa fase abbiamo detto: “Mettiamo un punto di
partenza, il progetto”. Io non ho detto –
La terza
precisazione di carattere personale: io non accetto di essere tacciato di
campanilismo, non accetto per nulla di essere accusato di campanilismo, perché
in questa Regione ho avuto ruoli di discreta importanza, in particolare sono
stato assessore alla cultura, all’innovazione, all’università, alla pubblica
istruzione. Tralascio i provvedimenti che mi hanno visto proporre iniziative in
tutti i Comuni e in tutte le realtà culturali ed universitarie di questa
regione, voglio citarne uno, perché mi fa onore di poter dire che la cosa più
importante che ho promosso nei due anni e mezzo in cui ho gestito l’assessorato
è stata la ristrutturazione del museo archeologico “Piacentini” di Reggio
Calabria. L’ho scritto sul “Quotidiano”: “La ristrutturazione del museo
archeologico di Reggio Calabria e il suo inserimento fra le prime sette grandi
opere per onorare i 150 anni dell’Unità d’Italia sono frutto del lavoro
dell’assessore Principe, del Presidente Loiero e del vice ministro Rutelli”.
Questo lo
dico non per vantare la nostra attività, ma per dimostrare che nel nostro
cuore, nella nostra mente e nel nostro modo di fare amministrazione non c’è
stato mai il campanilismo, e questo che ho detto dimostra con i fatti che
l’opera più importante è stata fatta in provincia di Reggio Calabria, nella
città di Reggio Calabria. Il mio augurio è che anche altri si comportino nello
stesso modo.
Si
passa all’approvazione della proposta di legge. Articolo 1: ci sono emendamenti?
(Interruzione)
Prego, onorevole Salerno.
Solo
un intervento per chiarire.
Noi,
oggi, abbiamo esaminato e stiamo per approvare una proposta
di legge che riguarda la costruzione dei nuovi quattro ospedali.
Vorrei sottolineare che questa è una procedura che ci è stata, comunque,
richiesta da parte del Ministero per
ottemperare al Piano di rientro. Noi sappiamo benissimo che oggi la sanità in
Calabria è commissariata e che c’è un Piano
di rientro in vigore, che noi dobbiamo rispettare
punto per punto.
A conclusione della mia relazione,
per quanto riguarda il provvedimento in atto, ho detto anche che, d’intesa con
il Presidente Scopelliti, da oggi prenderà avvio una fase per fare uno studio
di fattibilità, un’indagine conoscitiva, per la localizzazione dei nuovi presìdi: centro Hub di Reggio Calabria, centro Hub di Cosenza e nuovo ospedale di Crotone. Mi pare che questo sia
un tassello fermo e concreto, ma non possiamo mischiare le due cose, perché
rischieremmo di non fare bene né l’una né l’altra e, magari, interrompere la
realizzazione dei nuovi
quattro ospedali, che è un impegno che da anni
E’ previsto l’intervento del governatore. Prego,
Presidente Scopelliti.
Vorrei
informare i colleghi consiglieri che
lamentavano la mia assenza che riesco, anche se sto nella stanza di là, ad ascoltare, visto
che c’è l’opportunità in filodiffusione di avere contezza delle cose che vengono dette. Quindi, ho seguito l’intervento
del collega Giordano e gli altri interventi ed ho conoscenza dei contributi portati.
Intanto, una precisazione: questo è
un provvedimento che per noi rappresenta un impegno importante. Non ci tengo a
fare polemiche, ma credo sia molto importante fare delle precisazioni, per
evitare di continuare a fare un’informazione distorta al territorio. I
giornalisti, poi, hanno la possibilità di ascoltare ciò che viene detto e
quindi, automaticamente, hanno il dovere, magari anche l’obbligo professionale
di riportare ciò che viene riferito.
Degli ospedali calabresi mi pare che
si parli dal 2007, gli atti deliberativi sono del 2007, quindi sono passati
quattro anni e in quattro anni non era stato fatto nulla, nel senso che erano
stati nominati soltanto i soggetti attuatori. Siamo decisamente all’anno zero,
perché pochissimi passi erano stati fatti in tre anni fino al 2010. Non era
stato fatto un grandissimo lavoro.
Noi abbiamo fatto questa scelta, nel
giro di pochissimi mesi siamo riusciti a trovare una convergenza con
“Infrastrutture Lombarde”, la stessa Stazione unica appaltante, in più
circostanze e in più momenti del Comitato tecnico che era legato alla
valutazione degli ospedali, manifestò le perplessità e le difficoltà di
procedere con la gara d’appalto, viste le carenze del personale e – io
aggiungerei anche – vista l’entità, la grandezza e l’importanza del prestigio
di queste realtà, di queste strutture.
Abbiamo avviato le procedure per tre
dei quattro ospedali, non perché noi siamo in ritardo rispetto a una
valutazione legata a un fattore politico, no, ma perché vi era il vincolo da
parte della protezione civile per le nomine e per la straordinarietà del
provvedimento, per quanto riguarda l’ospedale di Catanzaro, essendovi l’obbligo
di inserirlo in un contesto di sinergia, di totale integrazione con
l’Università e quindi con
Qui abbiamo il collega Ciconte, che
è stato direttore generale dell’Asp che è anche Presidente tutt’oggi
dell’Ordine dei medici della provincia di Catanzaro, che annuisce e condivide
quantomeno questi passaggi.
Significa, quindi, dover provvedere
ad una modifica di ciò che era stato fatto da parte della protezione civile.
Alla presenza di Gabrielli e, prima ancora, di Bertolaso, avevo detto “noi
siamo in difficoltà oggi a garantirvi, nel giro di pochissimo tempo, le
modifiche o, meglio ancora, questa sorta di integrazione, perché c’è il mondo
accademico che nutre una serie di perplessità e noi non siamo nelle condizioni
per accelerare l’iter di realizzazione dell’ospedale, di farlo in pochissimo
tempo” e abbiamo lavorato e stiamo lavorando, in questo supportato anche dal collega
Aiello, da altri assessori che hanno rapporti e relazioni, per cercare di
trovare convergenze e soluzioni al problema.
Mi pare che siamo abbondantemente
avanti e, forse, nelle prossime settimane faremo anche la conferenza stampa di
presentazione dell’accordo con l’Università, però da qui a parlare di
integrazione è molto presto. Questo ci ha spinto a fare una scelta: o a non
realizzare l’ospedale nuovo a Catanzaro oppure realizzare quanto programmato
nell’accordo.
Venendo meno quel tipo di impegno,
noi ci siamo trovati di fronte a una soluzione, quella che ho prospettato poi a
chi di competenza, e ho detto: “Bisogna modificare quel provvedimento, quel
decreto” e ho fatto ufficialmente la proposta, chiedendo alla protezione civile
di modificare il decreto, intravedendo lo spiraglio della realizzazione a Germaneto – così come diceva
anche qualcun altro intervenuto – che era già ufficializzata anche dagli
indirizzi dati direttamente dall’amministrazione comunale. Poi, però, permane
il problema dell’integrazione, perché il problema non è solo la localizzazione,
quindi l’individuazione dell’area su cui far sorgere l’ospedale, no, c’era
quest’altro vincolo, molto più pesante.
Da qui è partita la mia richiesta
alla protezione civile di orientare l’andamento della valutazione della
riproposizione dell’ospedale sulla scorta di elementi nuovi, avviando un
rapporto perché vogliamo realizzare l’ospedale vicino a Germaneto,
indipendentemente dall’integrazione con l’ospedale.
Mi pare che siamo sulla buona strada
sotto questo punto di vista, le risposte che abbiamo ricevuto e stiamo
ricevendo sembrano positive.
E’ chiaro che ci siamo trovati con
quattro mesi di lavoro già fatto, pure più, cinque mesi, con “Infrastrutture
Lombarde”, con tre progetti e non con quattro, però io credo che, francamente, nel giro di pochissimi mesi, quando
ci sarà l’avvio dei lavori e delle procedure, saremo nelle condizioni, in pochi
mesi, di far partire anche la gara d’appalto per quanto riguarda la città di
Catanzaro.
Poi altra cosa è l’aspetto legato
alle altre realizzazioni degli ospedali. Capisco che siamo in campagna
elettorale e la campagna elettorale è per tutti, c’è chi la vuole fare
strumentalizzando, c’è chi la vuole fare portando i dati e gli elementi che ha
a supporto, che abbiamo come conoscenza.
E’ vero che il collega Principe dice
che c’era su Cosenza dal 2008 un provvedimento di Giunta. Può darsi che sia
anche vero, però dal 2008 al 2010 perché non avete messo i soldi per fare la
progettazione? A volte queste cose ce le tirate proprio! Guardiamo al futuro,
perché lei ha detto: “Dobbiamo pensare ai nostri nipoti, perché i nostri figli
hanno già ormai perso ogni speranza”. Allora noi vogliamo fare, quantomeno,
recuperare la speranza ai nostri nipoti, visto che i nostri figli sono ormai
fuori gioco, però dal 2008 al 2010 perché non avete trovato un solo straccio di
finanziamento o di atto deliberativo per dire che ci sono le risorse per fare
l’ospedale o, quantomeno, la progettazione?
Quindi bando alla
strumentalizzazione, perché poi il consigliere De Masi legittimamente dice “e
Crotone che fa?!”, poi il consigliere Giordano a cui ho sentito dire “il pronto
soccorso è sacro, dobbiamo costruire nuovi ospedali”. Ho sentito il consigliere
Giordano, ero assente, ma ho anche questo dono che è per tanti uomini, cioè
quello di stare in un’altra stanza e, attraverso le tecnologie. sentire ciò che
uno dice qua dentro, quindi ho ascoltato molto bene. Però il problema di fondo
è vero ed è proprio questo: come facciamo ad allocare delle risorse dentro una
procedura che riguarda un momento completamente diverso rispetto alla
progettazione e ad altre cose, che è quella dell’avvio dell’accensione di un
mutuo per le nuove tecnologie, una cosa completamente diversa, e mettere dentro
delle risorse?
Poi dice Principe: “Può darsi che
tutto questo ci spinga a pensare che si può progettare il nuovo ospedale,
perché col 2014-2021 ci saranno altre risorse”. Intanto, l’Unione europea non
ha mai dato disponibilità per quanto riguarda realizzazione di strutture ospedaliere,
non sappiamo se lo farà, ma vi domando, al di là della demagogia e della
strumentalizzazione: voi nel 2011 potete accendere un mutuo per ipotizzare la
realizzazione dei nuovi ospedali, quindi la progettazione e, magari, attingere
alle risorse del 2014– cioè significa intorno al 2017 con i nostri tempi, con i
tempi del centro-sinistra il 2020! – e pensare di fare un progetto che otto
anni dopo deve essere mandato in appalto?! Perché questi sono i tempi in
Calabria rispetto ad alcune procedure, quando in termini di criteri, di
logiche, di nuovi meccanismi e di nuove procedure che vengono attuate rispetto
a vincoli e a parametri di applicazione collegati a costruzioni e a questioni
sismiche e a mille altre cose, c’è un procedere costante e continuo, facciamo
un progetto che poi deve essere, magari, aggiornato dopo tre anni e rimane là.
Credo che la procedura che abbiamo
attivato, cioè quella di aver dato la disponibilità a chi oggi ha in capo la
realizzazione di questi ospedali e la progettazione, si stia facendo in tempi ristrettissimi,
perché questa è una formula che consente, magari, di creare uno strumento, così
come si disse col sindaco di Cosenza, come l’individuazione di un advisor con il compito di andare a
studiare le dinamiche del territorio e capire come si possa procedere.
Significa farlo su Cosenza, su Crotone e su Reggio Calabria, in modo da coprire
tutte le altre province che non sono state beneficiate di attenzione, da scelte
prettamente politiche o dalla necessità.
Mi corre l’obbligo anche di
informare il collega Loiero –
che non c’è, che si è assentato, probabilmente mi sentirà pure in
filodiffusione – che ha detto “avete rifatto la rete pubblica, ma non quella
privata”, che, sotto questo punto di vista, la rete pubblica la stiamo
disegnando, l’abbiamo disegnata, e quella privata sarà immediatamente
successiva, perché costruita sul parametro e sulle valutazioni della rete
pubblica. Dopodiché, poiché il criterio di valutazione è identico a quello
pubblico, noi non abbiamo nessuna preferenza per il privato, anche perché noi
in questi anni non abbiamo mai rilasciato accreditamenti a iosa, soprattutto
nella provincia di Cosenza, per creare posti aggiuntivi, ma, ad oggi, ci siamo
limitati soltanto a registrare ciò che era stato fatto.
Questo, in poco meno di un anno,
dimostra il tipo di filosofia che abbiamo assunto, pur considerando che nella
nuova rete sono previsti almeno mille posti letto in più, 1.300 posti letto in
più che non sono posti letto per acuti.
Inoltre, Loiero dice: “Abbiamo un
Piano che, però, ci porta meno posti letto, come faremo ad ovviare a questa
problematica con i nuovi ospedali?”. Secondo me e secondo – credo – anche il
vostro orientamento, noi procederemo, una volta realizzato l’ospedale della
Sibaritide, alla chiusura dell’ospedale di Rossano e di Corigliano; questo
significherà chiudere due ospedali per recuperare l’efficienza e la
funzionalità di uno. La stessa cosa avverrà sulla Piana: nel momento in cui si
realizzerà l’ospedale della Piana, sicuramente verrà chiuso l’ospedale di Gioia
Tauro. Poi, ovviamente vi sarà una valutazione prettamente politica e non si
procederà automaticamente alla chiusura. Secondo noi, anche nell’ipotesi
dell’ospedale di Polistena: perché è chiaro che se c’è un ospedale che ha una
funzione di spoke, grande ospedale,
nuovo, si corre il rischio di tenere in vita una struttura che, magari, qualche
amministratore locale vorrebbe tenere in vita, ma che rischia di non avere
alcun motivo per restarvi.
Si tratterà sempre di una
valutazione politica: chiudi due ospedali là, chiudi due ospedali qua,
automaticamente ecco che, secondo me, il conto, se viene fatto sulla scorta di
questo tipo di valutazione, fa quadrare anche i numeri.
Quindi, credo che dobbiamo partire da questo tipo di orientamento e
farci trascinare il meno possibile da una valutazione propagandistica, cercando
di guardare, invece, all’obiettivo che è importante: il raggiungimento di
questo traguardo, il raggiungimento dell’idea di realizzare queste strutture
sui nostri territori.
Poi, per carità, siamo tutti
interessati, come lo siamo per Cosenza, lo siamo in egual maniera per Crotone e
lo siamo in egual maniera per Reggio Calabria, perché sono tre città capoluogo
che necessitano di nuove strutture ospedaliere.
Anch’io, da sindaco, avevo individuato l’area dove far sorgere l’ospedale, però
non ho mai avuto la fortuna di avere uno straccio di delibera, ma non soltanto
riguardo al mondo ospedaliero, ma in un contesto molto più vasto, ampliato su
altri terreni, e credo che questo tipo di indirizzo possa essere un impegno
serio e coerente che noi possiamo assumere.
Dopodiché, una volta che noi andremo
a fare delle scelte e a continuare sulla strada legata alla capacità di ridurre
i costi della sanità ed investire in maniera seria sul terreno di una sanità
diversa, sono convinto che apriremo un confronto serrato col Governo nazionale
perché abbiamo portato a casa dei risultati, quindi potremo ambire, magari, ad
ottenere maggiori risorse ed avere anche – perché no? – finanziamenti ulteriori
attraverso gli strumenti che ha il Governo.
Credo che la strada dei fondi
comunitari non sia una strada praticabile, almeno non lo è stata fino ad oggi.
Mi riferisco agli ultimi quindici anni: mi pare di capire che non ci sia mai
stata l’opportunità di immaginare un intervento dell’Unione europea sui temi
della sanità.
Quindi, ritengo che dobbiamo farci
carico di individuare un percorso,
di farlo attraverso gli strumenti legati all’esperienza e alla presenza di un
Governo nazionale che, di fronte ad una sanità che inverte la tendenza e ha un
ruolo nuovo e dinamico sul
territorio, decide in un momento di natura diversa di recuperare le risorse e
di poter investire.
C’è la massima disponibilità anche da
parte nostra di sederci e discutere sugli strumenti da utilizzare, anche in
prospettiva, se si tratta di fare accensione di mutuo per realizzazioni e
quant’altro.
(Interruzione)
“Adesso c’è la possibilità” per
quale motivo? Mi sembra una cosa nuova “adesso”, adesso perché ci siamo noi?
(Interruzione)
No, l’ho seguito il dibattito, l’ho
seguito molto bene, perché adesso mettere nel mutuo lo studio e la
progettazione di un ospedale, anche soltanto la progettazione, mi sembra una
cosa strumentale per dire ai cosentini: “Meno male che c’ero io in Consiglio
regionale e ho fatto realizzare la progettazione!”. Poiché noi qui non abbiamo
bisogno né di eroi né di salvatori, le rispondiamo: “Lei perché non l’ha fatto
dal 2008 al 2010, quando era assessore di questa autorevolissima Giunta che
governava in precedenza?! Poteva farlo prima e spendersi prima!”. Ma non
vogliamo fare demagogia, diciamo invece che noi diamo mandato e costruiamo un percorso di ipotesi di individuazione
di un advisor che avrà il compito di
andare a studiare, territorio per territorio, tutte le dinamiche possibili e
immaginabili per identificare nelle tre città capoluogo di provincia uno
strumento e uno studio legati all’ipotesi e all’opportunità di realizzare i
nuovi strumenti.
(Interruzione)
Questa è un’altra cosa, un’altra
anomalia che riscontriamo, e il collega Principe lo sa. Questa è una cosa che
io dico oggi e il consigliere Principe lo sa perché l’ho detto l’altra volta,
ce lo siamo detti in Consiglio comunale a Cosenza, corriamo il rischio di
sentirci dire da una parte “andiamo a riscrivere i fondi comunitari e quindi
incominciamo a individuare lì le possibilità e le opportunità per investire su
questo versante” dall’altra registriamo l’intervento di altri autorevolissimi
rappresentanti del centro-sinistra che dicono: “Guai a toccare i fondi Por, non
lo toccate perché è perfetto”.
Noi abbiamo le idee chiare su ciò
che vogliamo fare.
(Interruzione)
Lo dicono, lo dicono, lo abbiamo
letto “Il Por è perfetto”, lo ha scritto qualcuno di voi e quindi almeno le
cose che scrivete sono evidenti, però noi andiamo a individuare un percorso. Siccome ci siamo dati anche
dei tempi, quindi una tempistica rispetto all’orientamento da seguire e
l’ipotesi eventuale di poter riscrivere, se in tempi ristretti, alcune cose del
Por, è chiaro che se tutto questo si potrà sviluppare all’interno di questo
contesto e si potrà procedere in questa direzione, è una cosa che noi andremo
ad attuare e quindi andremo incontro anche a quella che è la richiesta in una
fase successiva, dopo gli studi, fatta sulla valutazione specifica legata ai
tre ospedali.
Infatti, credo che la formula migliore sia proprio quella: recuperare le
risorse, come abbiamo fatto oggi. Lo strumento che abbiamo adottato oggi
consente di dare a chi di competenza la possibilità di realizzare gli ospedali
e fare il progetto in sei mesi, in un anno essere in gara d’appalto e in tre anni e mezzo avere le chiavi in mano
degli ospedali.
Questo significa efficienza di
un’amministrazione. Credo che sia un modo anche per evitare di mandare dei
messaggi che noi non ci sentiamo di dare, perché non possiamo dire ai cittadini
di Cosenza o di Crotone o di Reggio Calabria – perché si vota in tutte e tre,
quindi non c’era il collega, ma è giusto anche Crotone così come Reggio
Calabria –: “Stiamo già progettando il nuovo ospedale, abbiamo trovato i soldi,
però peccato che poi ci mancheranno i soldi, cioè 300 milioni di euro, da
mettere in cascina per poi procedere alla realizzazione!”. Credo che non sia,
oggi, un atto di correttezza e di lealtà nei confronti dei cittadini calabresi.
Il dibattito sulla proposta di legge
numero 175/9^ si esaurisce con le conclusioni del Presidente della Giunta,
andiamo ad esaminare i due articoli previsti da tale legge.
All’articolo 1, comma 1, c’è un
emendamento con protocollo numero 15261 proposto dagli onorevoli Principe,
Maiolo, Franchino: “All’articolo 1, comma 1, dopo la parola
<<scopo>> aggiungere <<ed agli obiettivi di cui all’articolo
36, comma 1, della legge n. 8 del 2010>>”.
Prego, onorevole Principe.
A me
dispiace, signor Presidente, dover fare un intervento che – debbo dire – non è nel mio stile, perché pur non essendo stato educato a mitizzare
l’Impero romano, come altri hanno fatto nelle parodie dell’Impero romano
e della cultura romana, ho sempre apprezzato un aspetto: Roma quando faceva delle conquiste sapeva, con la sua politica di infrastrutture, culturale, prendere il meglio della cultura di quei popoli, inserire nel
contesto le nuove acquisizioni. Mi rendo conto che
altri che dell’Impero romano sono stati appassionati laudatores non hanno acquisito questa cultura che è molto
importante, perché per la parte che mi riguarda non intendo fare per niente
campagna elettorale.
Intanto, vorrei dire al Presidente
Scopelliti, illustrando l’emendamento, che, quando ho risposto per fatto
personale, ho ricordato che non faccio l’assessore dal 2007 e che, a mio merito
– e mi sento gratificato – l’opera più importante…
Le ho dato la parola per illustrare
l’emendamento.
Dovete
avere un attimo di pazienza, democraticamente, perché questo è un Paese democratico. Siccome il signor
Presidente della Giunta ha parlato di operazioni
di tipo elettoralistico, debbo dimostrare che così non è e ricordare al signor Presidente – che era assente – che come
assessore, cessato il
Se lei non conosce questa vicenda, la approfondisca, perché
spesso, quando interviene, non si documenta delle cose che dice.
(Interruzione del Presidente della Giunta)
Perché lei
non è mai documentato quando parla.
Onorevole, lei deve intervenire sull’emendamento, altrimenti le
tolgo la parola.
La questione della progettazione dell’ospedale di Cosenza è cosa diversa da Crotone e Reggio Calabria,
mi debbono consentire i colleghi, perché il
richiamo da me fatto non è ad un atto di Giunta, ma è un richiamo fatto ad una
legge di questa Regione, che all’articolo 36 mentre per l’ospedale di Cosenza autorizza
C’è una differenza nell’indirizzo dato da questo Consiglio, perché, caro Presidente di
questo Consiglio, l’articolo 36 della legge numero 15 è una norma di questa Regione.
Mi sono, quindi, agganciato a questa norma per dire, praticamente, che l’indirizzo non è stato seguito. Ma che modo di ragionare! Siccome
“L’indirizzo non è stato attuato”.
Noi siamo qui stamattina non per fare propaganda politica, ma per dire:
“Incominciamo ad attuare questo indirizzo”. C’è l’assessore Mancini che è
cosentino doc ed assessore al bilancio. Questo è un mutuo ordinario, per
chiudere i quattro ospedali iniziate dal centro-sinistra.
Convengo con il Presidente
Scopelliti che si è perduto nel tempo, perché siamo incappati nell’ex assessore
Spaziante, nominato commissario, che poi si è dedicato ad altre cose, tant’è
vero che Loiero lo ha anche
denunciato, e questo è il motivo del ritardo.
C’è stato un ritardo? Bene, adesso
cerchiamo di accelerare i tempi con gli 80 milioni. Non si è data attuazione
all’indirizzo su Cosenza? Incominciamo a dare attuazione adesso, mettendo in
piedi le risorse per avviare il progetto, perché se non c’è il progetto, caro
Presidente Scopelliti, mi meraviglio di lei, perché è stato sindaco di una
grande città e ritengo che sappia meglio di chiunque altro che per muovere una
foglia in termini di pietre ci vuole un progetto, e su questo non ci piove.
Per quanto riguarda le risorse, è
inutile fare questa ironia a buon mercato che non fa ridere nessuno, una certa
ironia a buon mercato non fa ridere neanche chi sta nei cortili: il 2014, il
2021! Ci sono 160 milioni in materia sanitaria nel Por. Certo che il Por si
deve rimodulare. Perché, voi cosa avete fatto per le infrastrutture? Siete
venuti a Cosenza a dire che avevate fatto tutto per la metropolitana ed ha pure
la faccia di dire questo, rinnegando il suo passato dicendo queste cose!
(Interruzione)
Devo dirle che, dal punto di vista
finanziario, è ignorante!
(Interruzione)
Ma cose da pazzi!
(Interruzioni)
Lascia perdere! In ogni caso, la
vicenda metropolitana dimostra la necessità della rimodulazione, ergo si può rimodulare.
Seconda fesseria che ho sentito:
“Non si finanzia la sanità”. I 160 milioni per il territorio sono sanità. Io vi
chiedo di verificare in sede – e lo dico ufficialmente – di Unione europea che
i grandi progetti sanitari sono finanziabili e il progetto ospedale di Cosenza,
un Hub che deve servire 800 mila
abitanti, un territorio più grande della Liguria, può essere un grande
progetto.
Quindi, vi invito a meditare su
questa questione e a cercare di instaurare con le minoranze un rapporto più
civile, degno di una nazione moderna come l’Italia e degno anche della Calabria
e, quando l’opposizione fa proposte che sono con i piedi per terra, non si deve
reagire sempre dicendo “signor, no!”, perché noi non vogliamo fare
assolutamente campagna elettorale, a noi interessa in questa fase mettere una prima
pietruzza per avviare una grande opera che necessita ai calabresi, ai cosentini
e ai cittadini di tutta la provincia di Cosenza.
Sull’emendamento ci sono interventi?
Prego, onorevole Orsomarso.
Non ho
niente contro questo emendamento. Ribadisco,
anche rispetto all’intervento dell’onorevole Principe che interveniva per fatto personale – io non lo vedo –, che noi siamo stati educati a casa, prima che nell’ambito dei partiti
politici, a non essere sentinelle di nessuno,
perché non c’è necessità
di avere sentinelle per prendere voti e spiegare le buone
ragioni ai calabresi di tutte le province, di Cosenza, di Reggio Calabria, di Catanzaro.
Il consenso non si motiva con l’uso di sentinelle, ma avendo fatto
crescere una classe dirigente che, piaccia o non
piaccia, al di là dei titoli di studio e
delle competenze, interviene in modo
attinente su una questione che a me giunge chiara. Ripeto, non sono esperto di
sanità, non lavoro nella Commissione sanità, ma mi sembra chiaro quanto ha
ribadito il consigliere Nazzareno Salerno sull’intervento
che – ripeto –
onorevole Principe, io avevo sottolineato da cosentino,
con
quell’auspicio, per apprezzarne lo sforzo.
Questa è una cosa che non c’entra
nulla con i mutui ma che finanzia l’infrastrutturazione tecnologica degli
ospedali e, prudenzialmente, si sono messi – se non ho capito male – 80
milioni. Non si tratta di ironia, sono anni che sentiamo facile ironia di cui
la gente è stanca, rispetto a questo arrivano poi auspicate primavere anche sui
territori. Speriamo e ci auguriamo di non dover utilizzare tutte le risorse da
qui al 2014. Questo è l’intervento.
Altra cosa – me ne guarderei bene
perché, ripeto, su questo mi hanno bene educato a casa, non nell’ambito dei
partiti politici – è parlare di schizofrenia. Lei, consigliere principe, è
capogruppo del Pd e noi riceviamo un sindaco del Pd che è Salvatore Perugini,
sindaco della mia città, sindaco di Cosenza, con cui si conviene rispetto ai
ritardi, rispetto a un dibattito fatto in Consiglio comunale, sull’opportunità
di costruire nuovi ospedali che riguarda – lo diceva De Masi – anche Crotone e
Reggio Calabria. Su questo siamo tutti d’accordo.
Però non è necessario essere in
campagna elettorale per fare certi annunci, l’avremmo fatto fra due giorni con
l’assessore Mancini, che ringrazio per il suo lavoro in continuità, nel
rispetto della tradizione del fare, per
far sì che finalmente con una rimodulazione ci siano 160 milioni di euro
per realizzare anche a Cosenza la metropolitana leggera. Un’opera che avete
richiamato, perché la lingua batte dove il dente duole. Ringrazio, quindi, sia
l’assessore mancini sia l’assessore gentile sia tutti i dirigenti.
Se non ci sono interventi, sottopongo l’emendamento
protocollo numero 15261 alla valutazione dell’Aula.
(E’ respinto)
Sempre all’articolo 1, comma 2, c’è un emendamento con
protocollo numero
Prego,
onorevole, vuole illustrarlo?
Si illustra da sé. Signor Presidente, chiedo la
votazione per appello nominale.
Prego, onorevole Sulla, proceda alla chiama.
Fa la chiama.
PRESIDENTE
Comunico l’esito della votazione: presenti e votanti, 35; hanno votato a favore
in 14, hanno votato contro in 21.
Hanno risposto si: Aiello F., Amato, Battaglia,
Censore, Ciconte, De Masi, Giordano, Guccione, Maiolo, Mirabelli, Principe, Scalzo, Sulla, Talarico D.;
hanno risposto no: Aiello
P., Bilardi, Chiappetta, Dattolo, Fedele, Gallo, Imbalzano, Magarò, Magno,
Nicolò, Orsomarso, Pacenza, Parente, Pugliano, Salerno, Scopelliti, Serra,
Stillitani, Talarico F., Trematerra, Vilasi.
(E’ respinto)
Ha chiesto di parlare sull’articolo
2 l’onorevole Salerno. Ne ha facoltà.
Il terzo emendamento, “All’articolo 2, dopo la parola
“attinte” aggiungere
“oltre che all’accertamento definitivo e
completo del debito sanitario con il supporto
dell’advisor contabile per il periodo
di cui al comma 1, per l’attuazione di quanto previsto
dal Piano di rientro” lascia il tempo che
trova, perché è più che altro una cosa
pretestuosa e non una cosa concreta che possa servire, perché
comunque stiamo parlando di un procedimento che si sta
concretizzando e che è stato già iniziato dal 2007 per il quale, in pratica,
oggi
Questi emendamenti, anche
gli altri due discussi prima che sono stati respinti, lasciano il tempo che
trovano perché, a mio avviso, sono soltanto di intralcio alla procedura, perché
c’è una situazione molto chiara: noi abbiamo una cifra di 196 milioni di
euro, 142 per l’esattezza, a carico dello Stato e di cui euro 178 milioni e
L’accordo è finalizzato
alla riqualificazione e razionalizzazione
della rete ospedaliera e dell’assistenza sanitaria
mediante la realizzazione di quattro nuovi ospedali e tale attività è propedeutica
per poter realizzare la riorganizzazione della rete regionale, secondo quanto
previsto dal Piano di rientro.
Vorrei ricordare che, in particolare, prevede la
riorganizzazione e l’adeguamento della rete ospedaliera con l’accreditamento e l’umanizzazione delle strutture per
il conseguimento di determinati standard alberghieri, il rinnovamento e il
potenziamento della dotazione tecnologica, l’adeguamento alla normativa vigente
in materia di requisiti minimi strutturali, tecnologici e organizzativi in
materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, razionalizzazione dei
percorsi dei processi di lavoro, favorendo l’accessibilità all’area ospedaliera ed elevando il livello di sicurezza e, in
più,
Quando questo termine stava per scadere, cioè il 31
dicembre 2010, previsto per la realizzazione degli investimenti di cui al
citato accordo di programma, il governo regionale, in considerazione del lungo
tempo trascorso, oltre alla richiesta della proroga di realizzazione degli
investimenti fino al 31 dicembre
Per quanto concerne gli investimenti nelle tecnologie
nelle tre aziende ospedaliere, bisogna evidenziare che solo di recente è stato
possibile, attraverso un’energica azione commissariale, riuscire ad avere
ripristinata da parte dei due ministeri la disponibilità di 107 milioni di
euro, da destinare al completamento tecnologico delle tre aziende ospedaliere
di Cosenza, di Catanzaro e Reggio Calabria, ragion per cui, per quanto mi riguarda, penso che l’emendamento
non sia proprio da prendere in considerazione, ma da bocciare.
All’articolo 2 c’è un emendamento con protocollo numero
In realtà l’emendamento è stato illustrato in sede di
discussione dal collega Censore, ma mi preme aggiungere che chiederò all’anagrafe del mio Comune di cambiare
nome, perché ho sentito che, come mettiamo per iscritto una proposta, le
proposte lasciano il tempo che trovano! Chiederò di cambiare il nome in “Lascia
il tempo che trova”!
In realtà, su questo emendamento l’onorevole Salerno ci
ha fatto una lunga illustrazione, ci ha imbottito la testa di cifre, ma non ha
detto l’unica cosa che avrebbe dovuto dire, cioè come mai rispetto al concetto
del mio emendamento, che significa l’utilizzazione delle risorse rinvenienti
dal mutuo dopo la certificazione dell’advisor
ed in attuazione del Piano di rientro, che voi avevate inserito nell’articolo
26 della legge finanziaria di bilancio, oggi volete togliere queste due
verifiche, cioè la certificazione, caro onorevole Salerno, dell’advisor e la compatibilità con il Piano
di rientro. Queste due prescrizioni sono contenute nella legge di bilancio, voi
le volete togliere.
Da questo, se fossimo andreottiani, quindi volessimo
dire che a pensar male non si fa peccato, si evince che volete utilizzare le
risorse, forse senza avere il peso di rispettare il Piano di rientro e senza la
certificazione dell’advisor, tutto
qui.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero
15256.
(E’ respinto)
Pongo in votazione l’articolo 2 del testo di legge oggetto
di discussione.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la proposta
di legge 175/9^ nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Passiamo al prossimo punto all’ordine del giorno, la proposta di legge numero 169/9^ di iniziativa della
Giunta regionale, recante: “Modificazioni all'articolo 10 della legge regionale
29 dicembre 2010, n.
E’ relatore l’onorevole Morelli, il quale non è presente. Viene sostituito dal consigliere Magno.
Il punto 4 all’ordine del
giorno prevede la proposta di legge numero 169/9^ di iniziativa della Giunta
regionale, recante: “Modifiche all'articolo 10 della legge regionale 29
dicembre 2010, n.
Con questa proposta di legge si interviene sulle leggi collegate al bilancio di previsione 2011, al fine di una più corretta formulazione della norma, modificando
il testo dell’articolo 10 della legge
regionale n. 34 del 2010, che autorizza
Come sapete, il socio “Italia Lavoro S.p.A.” ha
manifestato la volontà di recedere da questa società, d’altronde come è nel
contesto della linea nazionale di “Italia Lavoro S.p.A.
La proposta di
legge ravvisa, innanzitutto, la necessità di adeguare la copertura finanziaria
al maggiore fabbisogno, determinatosi a seguito della definizione delle
procedure di acquisizione, ovvero nel corso della seduta della seconda
Commissione del 22 marzo scorso il dipartimento bilancio, relazionando
sull’argomento, ha evidenziato la necessità di adeguare il fabbisogno,
precedentemente valutato in euro 65 mila, integrandolo di euro 25 mila, fermo
restando il capitolo da cui attingere le maggiori risorse richieste.
Quindi, la proposta in oggetto si preoccupa di allineare
il testo della norma con quanto previsto dal Codice Civile in materia di
acquisto di azioni.
Presidenza del
Presidente Francesco Talarico
E’ aperta la discussione generale. Ha
chiesto di parlare l’onorevole Censore. Ne ha facoltà.
Presidente, a nome
del Partito democratico, su questo provvedimento esprimiamo un voto contrario, perché – ci eravamo anche espressi in Commissione – noi siamo vicini ai 55 lavoratori
che lavorano alla certificazione dell’anagrafe zootecnica, però nella precedente
legislatura avevamo indicato un percorso,
tant’è vero che c’è stata una proroga per questo servizio fino al 31 dicembre
2010, e avevamo intravisto la possibilità di far transitare questi lavoratori
presso i servizi veterinari delle Asp. Oggi, invece, si è esperita una strada
diversa, quella della creazione di una società in house attraverso l’acquisizione delle quote di “Italia Lavoro”
da parte della Regione.
Mi pare che il processo riformatore di ridurre gli enti
strumentali da voi tanto osannato, di ridurre le società in house è cosa diversa rispetto a quello
che voi dite, quindi oggi andate a creare un’altra struttura. Per questo,
rispettando e salvaguardando i lavoratori, esprimiamo voto contrario.
Non ci sono emendamenti, quindi passiamo all’esame
dell’articolato.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la proposta
di legge 169/9^ nel suo complesso, col voto
contrario della minoranza.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Il punto 5 dell’ordine del giorno riguarda l’istituzione
del Bollettino Ufficiale Telematico della Regione Calabria e norme per la
pubblicazione degli atti.
E’ relatore l’onorevole Caputo, che non c’è, lo sostituisce il consigliere Pacenza.
Intervengo anche perché la proposta di legge in discussione prevede l’integrazione tra la proposta di legge presentata dall’onorevole Magarò e quella presentata dai componenti del Comitato per la qualità e fattibilità delle leggi.
In definitiva, questa proposta di legge tende a semplificare l’accesso al Bollettino Ufficiale della Regione, che dal 1° gennaio 2012 si potrà consultare in via telematica.
Con questa proposta di
legge prosegue la semplificazione
dell’accesso per i cittadini agli
atti che
Questa proposta di legge,
quindi, è utile per permettere ai
cittadini, sempre in maniera più semplicistica, di accedere agli atti che
E’ aperta la discussione generale. Poiché non ci sono interventi, passiamo all’esame dell’articolato.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 5.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 6.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 7.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 8.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 9.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 10.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 11.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 12.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 13.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 14.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 15.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 16.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 17.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 18.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 19.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 20.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 21.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 22.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 23.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 24.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 25.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la legge nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Il prossimo punto all’ordine
del giorno riguarda i bilanci delle Aterp.
La parola all’onorevole
Magno per la relazione.
Signor Presidente, dato che i punti 6, 7 e 8 sono stati ampiamente discussi in Commissione, che ha votato in maniera favorevole, se lei è d’accordo, mi rimetto agli atti della Presidenza.
E’ aperta la discussione generale. Poiché non ci sono richieste di parola, pongo in votazione il bilancio di previsione dell'Aterp della provincia di Reggio Calabria per l'anno finanziario 2011.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Pongo in votazione il bilancio di previsione dell'Aterp della provincia di Crotone per l'anno finanziario 2011.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Pongo in votazione il bilancio di previsione dell'Aterp della provincia di Catanzaro per l'anno finanziario 2011.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
La parola all’onorevole Fedele sull’ordine dei lavori.
Presidente, se i colleghi sono d’accordo, c’è una proposta firmata da me e dal collega Amato, che riguarda la modifica della legge regionale numero 4 del 1985, cioè per quanto riguarda il difensore civico e la riduzione delle indennità e, insieme a quella del difensore civico, anche quegli altri organismi ad esso collegati.
Se possiamo inserirlo e poi votarlo, se i colleghi sono d’accordo, votiamo intanto l’inserimento.
Pongo in votazione l’inserimento della proposta dell’onorevole Fedele.
(Il Consiglio approva)
Adesso possiamo incominciare a votare gli ultimi tre punti che mancano. Iniziamo dall’ultimo inserito. C’era da votare la modifica legislativa a firma dell’onorevole Mirabelli, che proroga il termine di scadenza al 30 giugno.
Pongo in votazione la proposta di legge n. 176/9^.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Poi c’è l’ultimo provvedimento inserito, a firma degli
onorevoli Fedele e Amato, che riguarda le indennità del difensore civico.
Pongo in votazione la proposta
di legge numero 177/9^.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
L’ultimo punto è un ordine del giorno presentato al Consiglio regionale, che riguarda l’attraversamento
dell’elettrodotto Laino-Feroleto-Rizziconi nel territorio e nei centri abitati del Comune di
Montalto Uffugo di Cosenza, firmato da consiglieri di maggioranza e di
minoranza, di cui pongo in votazione l’inserimento.
(Il Consiglio approva)
Ne do lettura: “Il Consiglio regionale
premesso che:
il territorio del Comune di Montalto Uffugo (CS), e segnatamente quello in cui ricadono le frazioni di Pianette e Lucchetta, è attraversato dal tracciato dell'elettrodotto Altomonte -Feroleto, segmento dell'elettrodotto a 380 Kv Laino – Feroleto – Rizziconi;
detto tracciato, opera della società Terna S.p.A., presenta notevoli incongruenze sotto il profilo della sicurezza e della salute pubblica, in quanto non in linea con la normativa vigente in materia;
tali incongruenze sono state fatte rilevare in più occasioni, attraverso lettere e delibere, dallo stesso Comune di Montalto Uffugo;
lo stesso Comune di Montalto Uffugo (CS), proprio in ordine alle sconvenienze di cui sopra, aveva affidato un incarico di consulenza tecnica all'ing. Giancarlo Spadanuda, la cui perizia finale rilevava come “l'ubicazione in altra zona dell'elettrodotto” si rendeva quanto mai necessaria, per ragioni “ingegneristiche, biologiche, sanitarie ed ambientali”;
agli atti della Regione Calabria non risulterebbe prodotta alcuna VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) né alcuna VAS (Valutazione Ambientale di Strategia);
una vistosa incongruenza è riscontrabile nella
distanza del predetto tracciato con le abitazioni di centri abitati già
richiamati (in alcuni tratti i cavi passano a meno di
le effettive e palesi criticità riscontrabili nelle frazioni Pianette e Lucchetta di Montalto Uffugo (CS), peraltro già rilevate nel Dec. VIA/3062 del 1998, avevano indotto il Ministero dell'Ambiente a sostenere la necessità che si individuasse un nuovo tracciato;
nel dicembre del 2007, sulla base dell'accordo
raggiunto al Ministero dell'Ambiente per la modifica del tracciato,
il Ministero dello Sviluppo Economico, con nota n. 0003148 del 15 febbraio 2008, dava avvio al procedimento autorizzatorio relativo al progetto in variante presentato da Terna S.p.A., con formale richiesta al Ministero dell'Ambiente di pronuncia sulla compatibilità ambientale dell'opera;
il progetto in variante presentato da Terna S.p.A. è
stato regolarmente depositato presso
dal 2005, anno in cui è partita l'energizzazione dell'elettrodotto, molti sono i disturbi fisici, in forma generalizzata, che si sono riscontrati tra i residenti di centri abitati già richiamati, segno di un'attività nociva ed inquinante delle onde elettromagnetiche generate dai cavi dell'alta tensione;
è oltremodo dimostrata, da rilievi epidemiologici, l'aumentata incidenza di leucemie infantili ed altre patologie conseguente all'esposizione a campi elettromagnetici;
nondimeno Terna S.p.A. non ha mai fornito documentazione sul “principio di precauzione” sull'elettromagnetismo formulato alla Conferenza Internazionale su Ambiente e Sviluppo di Rio de Janeiro (1992);
uno studio condotto dal prof. Luigi Maximilian Caligiuri, esperto di fisica ambientale presso l'inglese Wessex Institute of technology, proprio sui rischi connessi all'esposizione ai campi magnetici generati dai cavi dell'elettrodotto in questione, ha evidenziato seri elementi di criticità per la salute dei residenti;
in data 05.02.2011 si è svolto a Montalto un incontro fra l'amministrazione comunale ed una rappresentanza della predetta Commissione, nel quale si era unanimemente convenuto che in tempi ristrettissimi sarebbe stato interessato ufficialmente della vicenda il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti, che, a sua volta, avrebbe dovuto avviare un confronto con Terna ed il ministero competente;
invita
ad assumere, anche alla luce delle risultanze delle audizioni svolte sulla questione presso la competente Commissione del Consiglio regionale, ogni utile, tempestiva e concreta iniziativa, nei confronti della società Terna S.p.A. e del Ministero dell'Ambiente, atta a conseguire il risultato di una modifica dell'attuale tracciato dell'elettrodotto ovvero di un interramento dei cavi – com' è previsto, tra l'altro, dal Piano energetico della Regione Calabria del 31 marzo 2005, nel caso di attraversamento in aree abitate – nel tratto che interessa il territorio ed alcuni centri abitati del Comune di Montalto Uffugo (CS), stante l'assoluta pericolosità del medesimo per la salute dei residenti;
a chiedere, perciò, con urgenza un incontro al ministro dell’ambiente, coinvolgendo all’uopo la stessa società Terna S.p.A. per affrontare risolutamente ed efficacemente la questione e far valere le istanze dei cittadini di Montalto Uffugo (CS)”.
Lo pongo in votazione.
(Il Consiglio approva all’unanimità)
Non ci sono altri punti all’ordine
del giorno, il Consiglio sarà convocato a domicilio per giorno 11 Aprile.
La seduta termina alle
17,05
Hanno chiesto congedo i consiglieri: Nucera, Caputo, Adamo, Caridi.
(Sono
concessi)
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa della Giunta regionale:
“Proroga termini di cui all’articolo 5, comma 1, legge regionale numero 11/2009 e s.m.i. (Delibera G.R. n. 57 del 28.2.2011)” (P.L. n. 168/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività
sociali, sanitarie, culturali e formative.
(Così resta stabilito)
“Modificazioni
all’articolo 10 della legge regionale
29 dicembre 2010, numero 34 (Delibera G.R. n. 59 del 28.2.1011)” (P.L. n.
169/9^)
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
“Modifica dell’articolo 2
(Interventi urgenti di contrasto alla povertà) della legge regionale numero 34/2010 (Collegato alla legge finanziaria regionale
2011) – (Delibera G.R. n. 72 del 18.3.2011)” (P.L. n. 172/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività
sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio
programmazione economica e attività produttive
– per il parere.
(Così resta stabilito)
“Sviluppo del sistema regionale
dei servizi socio-educativi per la prima infanzia (Delibera G.R. n. 73 del
18.3.2011)” (P.L. n. 173/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività
sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio
programmazione economica e attività produttive
– per il parere.
(Così resta stabilito)
“Misure in materia di
ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e
trasparenza della pubblica amministrazione
regionale ed attuazione nell’ordinamento regionale delle disposizioni di
principio contenute nel decreto legislativo 27 ottobre 2009, numero 150
(Delibera G.R. n. 77 del 18.3.2011)” (P.L. n. 174/9^)
E’ stata assegnata alla
prima Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali.
(Così resta stabilito)
“Provvedimenti in materia
sanitaria (Delibera G.R. n. 77 del 18.3.2011)” (P.L. n. 175/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività
sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio
programmazione economica e attività produttive
– per il parere.
(Così resta stabilito)
Sono state presentate,
inoltre, alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei
consiglieri:
Ciconte, Mirabelli, Bruni
– “Estensione degli effetti di legge dell’articolo 13 della legge regionale del 29 dicembre 2010, n.
34 con l’abrogazione del comma 15 (Risoluzione anticipata del rapporto di lavoro
del personale regionale delle Aziende sanitarie
locali)” (P.L. n. 165/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività
sociali, sanitarie, culturali e formative.
(Così resta stabilito)
Nucera – “Interventi in
materia di alcolismo e problemi alcol correlati” (P.L. n. 166/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività
sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio
programmazione economica e attività produttive
– per il parere.
(Così resta stabilito)
Imbalzano – “Istituzione Centro sangue regionale” (P.L. n. 167/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività
sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio
programmazione economica e attività produttive
– per il parere.
(Così resta stabilito)
Talarico D., De Masi, Giordano – “Valorizzazione delle differenze di genere e promozione della parità di accesso tra uomini e donne alle cariche elettive” (P.L. n. 170/9^)
E’ stata assegnata alla quinta Commissione consiliare - Riforme
e decentramento.
(Così resta stabilito)
Giordano – “Interventi a
favore dei soggetti celiaci” (P.L. n. 171/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività
sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio
programmazione economica e attività produttive
– per il parere.
(Così resta stabilito)
Mirabelli – “Modifica ed integrazione alla legge regionale numero 34/2010” (P.L. n. 176/9^)
E’ stata assegnata alla
prima Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali.
(Così resta stabilito)
Fedele,
Amato – “Modifiche ed integrazioni alla legge
regionale 16 gennaio 1985, n.
E’ stata assegnata alla
prima Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali.
(Così resta stabilito)
Sono state presentate alla Presidenza
le seguenti proposte di
provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:
“Bilancio
di previsione dell’Aterp (Azienda
territoriale per l’edilizia residenziale pubblica) della provincia di Vibo
Valentia per l’anno finanziario 2011 (Delibera G.R. numero 34 del 10.02.2011)”
(P.P.A. n. 104/9^)
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
“Aterp – Cosenza – Rendiconto consuntivo esercizio
finanziario 2008 (Delibera G.R. numero 61 del 28.2.2011)” (P.P.A. n. 106/9^)
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
“Aterp – Catanzaro – Rendiconto consuntivo esercizio finanziario 2009 (Delibera G.R. numero 62 del 28.2.2011)” (P.P.A. n. 107/9^)
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
“Anagrafe nazionale
e monitoraggio dei finanziamenti in materia di edilizia scolastica –
Approvazione schema di convenzione con
E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione
dell’ambiente.
(Così resta stabilito)
“Approvazione schema di
Accordo di collaborazione tra Regione Calabria e Regione Autonoma della Sardegna in materia di Sportelli
unici attività produttive (Suap) – (Delibera G.R. numero 65 del 28.2.2011)”
(P.P.A. n. 109/9^)
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
“Bilancio di previsione dell’Ardis (Agenzia regionale per il diritto allo studio universitario)
di Catanzaro per l’anno
finanziario
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
“Bilancio di previsione di Azienda Calabria Lavoro per
l’esercizio finanziario 2011 (Delibera G.R. n. 75 del 18.3.2011)” (P.P.A. n.
122/9^)
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
“Autorizzazione all’esercizio provvisorio del bilancio di previsione dell’Ardis (Agenzia regionale per il diritto allo studio universitario) di Catanzaro per l’anno finanziario 2011 (Delibera G.R. n. 79 del 18.3.2011)” (P.P.A. n. 123/9^)
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
Sono state presentate, inoltre, le seguenti proposte di provvedimento amministrativo d’Ufficio:
“Elezione di un consigliere
regionale per
“Nomina di tre membri, tra cui il Presidente, nel consiglio
di amministrazione dell’Arpacal
(Agenzia regionale per la protezione
dell’ambiente della Calabria) – (legge regionale numero
20/1999, art. 9 - legge
regionale n. 22/2010, art. 12, commi 1 e 2)” (P.P.A. n. 110/9^)
“Nomina
del Presidente del Parco Marino regionale <Riviera dei Cedri> (legge
regionale n. 10/2003, art. 13)” (P.P.A. n. 111/9^)
“Nomina
di tre membri nel Collegio dei revisori dei conti del Parco Marino regionale
<Riviera dei cedri> di cui uno scelto ai sensi del decreto legislativo n. 88/92, con funzione di Presidente
(art. 15, comma 1, legge regionale n. 10/2003)” (P.P.A. n. 112/9^)
“Nomina
del Presidente del Parco marino regionale <Baia di Soverato> (legge
regionale n. 10/2003, art. 13)” (P.P.A. n. 113/9^)
“Nomina
di tre membri nel Collegio dei revisori dei conti del Parco Marino regionale
<Baia di Soverato> di cui uno scelto ai sensi del decreto legislativo n. 88/92, con funzione di Presidente
(art. 15, comma 1, legge regionale n. 10/2003)” (P.P.A. n. 114/9^)
“Nomina del Presidente del Parco Marino regionale <Costa dei Gelsomini> (legge regionale n. 10/2003, art. 13)” (P.P.A. n. 115/9^)
“Nomina
di tre membri nel Collegio dei revisori dei conti del Parco Marino regionale
<Costa dei Gelsomini> di cui uno scelto ai sensi del decreto legislativo n. 88/92, con funzione di Presidente
(art. 15, comma 1, legge regionale n. 10/2003)” (P.P.A. n. 116/9^)
“Nomina del Presidente del Parco Marino regionale <Scogli di Isca> (legge regionale n. 10/2003, art. 13)” (P.P.A. n. 117/9^)
“Nomina
di tre membri nel Collegio dei revisori dei conti del Parco Marino regionale
<Scogli di Isca> di cui uno scelto ai sensi del decreto legislativo n. 88/92, con funzione di Presidente
(art. 15, comma 1, legge regionale n. 10/2003)” (P.P.A. n. 118/9^)
“Nomina del Presidente
del Paro Marino regionale <Fondali di
Capocozzo – Santa Irene - Vibo
Marina – Pizzo – Capo Vaticano – Tropea> (legge regionale n. 10/2003, art.
13)” (P.P.A. n. 119/9^)
“Nomina
di tre membri nel Collegio dei revisori dei conti del Parco Marino regionale
< Fondali di Capocozzo – Santa Irene - Vibo Marina – Pizzo – Capo Vaticano – Tropea> di cui
uno scelto ai sensi del decreto legislativo n. 88/92, con funzione di Presidente (art. 15, comma 1,
legge regionale n. 10/2003)” (P.P.A. n. 120/9^)
Con nota del Presidente del gruppo consiliare “Scopelliti Presidente” del 22 febbraio 2011, acquisita in pari data al protocollo generale n. 9515, l’onorevole Claudio Parente è stato assegnato quale componente della sesta Commissione consiliare, in sostituzione dell’onorevole Santi Zappalà, dimissionario.
Con nota del Presidente del gruppo consiliare “Popolo della libertà” del 3 marzo 2011, acquisita in data 7 marzo 2011 al protocollo generale n. 11735, l’onorevole Gesuele Vilasi è stato assegnato quale componente della terza Commissione consiliare, in sostituzione dell’onorevole Santi Zappalà, dimissionario.
Con nota del Presidente del gruppo consiliare “Popolo della libertà” del 3 marzo 2011, acquisita in data 7 marzo 2011 al protocollo generale n. 11735, l’onorevole Gesuele Vilasi è stato assegnato quale componente della Commissione consiliare contro la ‘ndrangheta, in sostituzione dell’onorevole Giuseppe Caputo.
Con deliberazione dell’Ufficio di Presidenza n. 14 del 23 febbraio 2011, è stata riconosciuta all’interno del gruppo Misto, la componente politica “Alleanza per l’Italia” nella persona del consigliere Rosario Mirabelli.
La sesta Commissione
consiliare permanente, nella seduta del 21 marzo
E’ stata assegnata alla sesta Commissione consiliare - Affari
della Unione europea e relazioni con l’estero.
(Così resta stabilito)
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività
sociali, sanitarie, culturali e formative.
(Così resta stabilito)
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività
sociali, sanitarie, culturali e formative.
(Così resta stabilito)
La terza Commissione,
con nota n. 10804 dell’1 marzo 2011, ha comunicato che nella seduta del 25
febbraio
La terza Commissione, con
nota n. 14967 del 25 marzo 2011, ha comunicato che nella seduta del 23 marzo
In data 7 marzo 2011, il Presidente
della Giunta regionale ha promulgato le sotto
indicate leggi regionali. Le stesse sono state pubblicate
sul supplemento straordinario n. 2 del 15 marzo 2011:
legge
regionale 7 marzo 2011, n. 3 recante:
“Interventi regionali di sostegno alle imprese vittime di reati di ‘ndrangheta
e disposizioni in materia di contrasto alle infiltrazioni mafiose nel settore
della imprenditoria”;
legge
regionale 7 marzo 2011, n. 4 recante: “Misure per garantire la legalità e la
trasparenze dei finanziamenti erogati dalla Regione Calabria”;
legge
regionale 7 marzo 2011, n. 5 recante: “Agevolazioni a favore dei testimoni di
giustizia e loro famiglie”;
legge
regionale 7 marzo 2011, n. 6 recante: “Modifiche alla legge regionale 19
dicembre 2002, n. 50 <Istituzione di una Commissione consiliare contro il
fenomeno della mafia in Calabria>”;
legge
regionale 7 marzo 2011, n. 7 recante: “Istituzione dell’agenzia per i beni
confiscati alle organizzazioni criminali in Calabria”
In data 15 febbraio 2011, il Presidente della Giunta regionale ha emanato il sotto indicato regolamento regionale. Lo stesso è stato pubblicato sul supplemento straordinario n. 2 del 24 febbraio 2011 al Bur n. 3 del 16 febbraio 2011:
“Regolamento regionale n. 1 del 15 febbraio 2011 concernente <Regolamento per l’accreditamento degli organismi di formazione ed orientamento professionale della Regione Calabria>”.
In data 7 marzo 2011 il Presidente della Giunta regionale ha emanato il sotto indicato strumento regionale. Lo stesso è stato pubblicato sul supplemento straordinario n. 2 del 15 marzo 2011:
“Regolamento regionale n. 2
del 7 marzo 2011, concernente <Regolamento per l’esecuzione della legge regionale n. 14 del 30 aprile 2009
avente ad oggetto “Nuova disciplina per l’esercizio dell’attività
agrituristica, didattica e sociale nelle aziende agricole”>”.
Censore, Guccione, Franchino. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
con ordinanza di Protezione Civile è stata deliberata la costruzione dei
quattro nuovi ospedali calabresi;
al fine di dare maggiore impulso e trasparenza all'iter burocratico, il Commissario ad acta per l'emergenza sanitaria della passata legislatura aveva
nominato con propria delibera il Direttore Generale della Stazione Unica
Appaltante ed il Presidente del Comitato di Sorveglianza della SUA quali
estensori del capitolato e degli elaborati finalizzati alla costruzione dei
nuovi ospedali calabresi -:
se
quali motivazioni siano alla base della modifica dell'orientamento
affermato prima dalla Giunta regionale di centro-sinistra e poi, in una prima
fase, da quella attuale di affidare la gestione della gara della costruzione
degli ospedali calabrese alla SUA;
se
(97; 22.02.2011)
Guccione, Censore, F. Aiello. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
la dott.ssa
Angela Riccetti ricopre l'incarico di dirigente medico responsabile presso il
Pronto Soccorso dell'ospedale di Praia a Mare dal 10 agosto del 2007 (delibera
n. 413 del 24 luglio 2007), dopo le dimissioni del responsabile anziano e dopo
aver partecipato, unica concorrente, ad avviso per conferimento incarico di
responsabile della medesima unità operativa, indetto dalla ex azienda sanitaria
n. 1 di Paola, incarico rinnovato con delibera 5343 del 10 dicembre 2009, dopo
valutazione favorevole di apposita commissione;
quando è
stata chiamata a svolgere questa mansione non esisteva un vero reparto: i
pazienti aspettavano in piedi nel corridoio non essendoci spazi destinati
all'attesa e ad essi non veniva garantita nessuna tutela della privacy, la strumentazione e le
attrezzature erano vecchie ed insufficienti, il personale medico e
infermieristico per la maggior parte precario;
in breve
tempo, il pronto soccorso è cambiato completamente sia dal punto di vista
strutturale che organizzativo e funzionale;
nel giugno
del
a seguito di
tale comunicazione, si provvedeva, vista anche la rilevanza penale del fatto,
ad informare
poiché
continuavano a verificarsi ancora gravi fatti nel servizio, sempre nei turni in
cui erano presenti gli stessi infermieri, e poiché non era stato assunto alcun
provvedimento dalla Direzione sanitaria di presidio, provvedeva di nuovo
(giugno 2009) ad informare la stessa Direzione sanitaria e nel contempo inviava
lettera, per conoscenza, alla direzione generale dell'Asp di Cosenza;
successivamente
la dott.ssa Riccetti veniva fatta oggetto di atti intimidatori (le veniva
recapitata a casa una busta con tre proiettili a mezzo posta, tanti quanti sono
i componenti della sua famiglia);
nel
frattempo
la
dottoressa Riccetti inviava informativa anche all'ufficio valutazione rischio
clinico dell'Asp di Cosenza;
tale
deliberato della Commissione aziendale, sarebbe stato disatteso dal Direttore sanitario
del presidio ospedaliero di Praia a Mare per cui interveniva
dopo un
periodo di tranquillità, il Direttore sanitario del Presidio, con ordine di
servizio del 22 aprile 2010 e del 30 giugno 2010, disponeva il rientro nel
reparto di Pronto Soccorso degli operatori in questione, disattendendo le
deliberazioni scaturite dalla Commissione e determinando, di fatto, una
situazione di grave incompatibilità ambientale e lavorativa all'interno del
Pronto Soccorso che la dott.ssa Riccetti tornava a segnalare al nuovo
Commissario dell'ASP di Cosenza;
ad aprile
2010, sono stati messi in atto dal Direttore sanitario del presidio ospedaliero
di Praia a Mare, tutta una serie di disposizioni che, ad avviso
dell'interrogante, hanno messo in condizione il servizio di operare in regime
di precarietà (trasferimento di personale formato, riduzione del personale
infermieristico senza motivazione alcuna);
la dott.ssa
Riccetti, è stata fatta oggetto di ulteriori atti intimidatori (taglio delle
gomme della proprio autovettura, biglietti minatori nello spogliatoio
dell'Ospedale, nelle tasca del camice e un biglietto con tre cappi fatti
probabilmente con il sangue) la dottoressa ha denunciato che, nello stesso
tempo, è stata fatta oggetto di azioni persecutorie da parte della Direzione
ospedaliera e di abuso di provvedimenti disciplinari;
una
ulteriore Commissione interna, disposta dal commissario, con nota ASP n. 52898
del 10 maggio 2010, ribadiva le stesse conclusioni (depositate il 3 giugno
2010) a cui era pervenuta la prima Commissione e che davano ragione sulla
sussistenza di una incompatibilità ambientale e lavorativa e pertanto
concludeva: «nelle more che si completino i procedimenti penali e disciplinari
in corso, nel rispetto dei ruoli istituzionali, si ritiene opportuno che le
parti in causa non si trovino a condividere lo stesso ambiente di lavoro, al
fine di evitare il reiterarsi di situazioni di incompatibilità, trattandosi di
un servizio che opera spesso in condizioni di emergenza-urgenza, è senza dubbio
auspicabile che il clima lavorativo sia improntato alla collaborazione ed alla
fiducia di tutte le figure professionali presenti»;
a tutt'oggi
queste disposizioni sarebbero state disattese, benché richiamate
all'esecutività con ulteriore disposizione del 1° dicembre 2010, dal
commissario dell'Asp di Cosenza;
la
situazione ambientale e lavorativa odierna all'interno dell'Unità Operativa di
Pronto Soccorso è estremamente preoccupante e pericolosa soprattutto per le
conseguenze gravi e negative che potrebbe provocare sugli utenti -:
se è a
conoscenza di quanto denunciato dalla dott.ssa Riccetti;
se
nell'ambito delle proprie competenze, non intenda intervenire al fine di
garantire condizioni di sicurezza all'interno del Pronto soccorso di Praia a
Mare;
quali
iniziative intenda assumere per proteggere e difendere l'incolumità della
dott.ssa Riccetti fatta oggetto di intimidazioni e minacce che non possono
essere assolutamente accantonate o, ancor peggio, dimenticate o sottovalutate.
(99;
2.03.2011)
De Masi. Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere –
premesso che:
le assegnazioni
finanziarie per l'anno 2011 sono state perequate mediante il criterio del
numero dei residenti (25%) e quello di storicità delle prestazioni erogate dalle
strutture del territorio (75%);
alla
Provincia di Crotone vengono riconosciuti circa 161.000 abitanti, mentre il
dato Istat assegna alla stessa, alla data del 31 luglio 2010, 174.185 abitanti;
per tutte le
province calabresi, tranne per Crotone, sono previsti aumenti consistenti nella
distribuzione dei fondi;
dalla
lettura dei dati in possesso, il piano di rientro prevede un aumento del 3% sul
totale degli stanziamenti finanziari, che passano da circa 73 milioni di euro a
76 milioni euro;
senza aver
specificato alcun criterio, per la provincia di Catanzaro è previsto un
ulteriore incremento di 1 milione di euro e per quella di Reggio Calabria di
2,6 milioni di euro;
da
un'approfondita lettura dei dati emerge un aumento dei fondi ripartiti anche
per
alla
Provincia di Crotone viene assegnato 1 milione di euro in meno rispetto al
2010, per cui passa dai 10,2 milioni di euro del 2010 ai 9,3 del 2011 milioni
di euro, oltre l'aumento del 3% riconosciuto su base triennale a livello regionale
per un totale di 9.6 milioni di euro;
i cittadini
di Crotone, per usufruire delle prestazioni assicurate dalla Struttura Villa
Giose, le cui convenzioni sono state revocate, si sono rivolti nel corso del
2010 agli altri operatori dei servizi di che trattasi (laboratori d'analisi,
radiologia, fisioterapia, medicina polispecialistica), i quali ex lege hanno
fornito quelle prestazioni "fuori budget", senza,
pertanto, poterne chiederne il rimborso al sistema sanitario regionale;
se gli
operatori sanitari di cui al capoverso precedente dovessero ritenere di non
fornire più prestazioni "fuori budget", gli utenti
della Provincia di Crotone si vedranno costretti "ad emigrare" fuori
provincia per vedersi assicurati i servizi in argomento;
per alcune
Province calabresi l'incremento dei fondi non appare giustificato atteso che,
per l'ottima organizzazione del Servizio sanitario pubblico, non riescono a
produrre tutte le prestazioni a disposizione delle strutture private;
i territori
che esprimono una presenza più qualificata ed organizzata del Servizio sanitario
pubblico, naturalmente hanno un complemento meno significativo del Privato accreditato;
il
territorio della Provincia di Crotone viene depauperato, anche a causa del
paventato ridimensionamento del locale nosocomio, di una ulteriore importante
risorsa necessaria all’abbattimento dei coefficienti di ricovero ospedaliero e
del consumo dei farmaci;
lo scorso
anno gli operatori della Provincia di Crotone hanno firmato i contratti che
regolano la fornitura annuale di prestazioni, entro il termine tassativo del 28
febbraio, mostrando un forte senso di responsabilità, atteso che andare oltre
questo termine avrebbe provocato un collasso al S.S.R.;
la
circostanza di cui sopra non può rilevarsi come ulteriore penalizzazione per
gli stessi operatori della Provincia di Crotone -:
a) se
corrisponde al vero la circostanza secondo la quale alla Provincia di Crotone
viene assegnato 1 milione di euro in meno rispetto al 2010;
b) quali
sono i criteri attraverso cui
c) se, al fine di evitare che molti utenti della Provincia di Crotone
vedano limitato il proprio diritto ad essere curati e si vedano, al contrario,
costretti ad “emigrare” fuori provincia per usufruire dei servizi in argomento,
(100;
2.03.2011)
De Masi, Giordano, Talarico D. Al Presidente della Giunta regionale nella qualità di commissario ad acta per il piano di rientro sanitario. Per sapere – premesso che:
il Presidente della Regione Calabria, nella qualità di Commissario ad acta per l'attuazione dei Piano di
rientro dai disavanzi dei settore sanitario della Regione Calabria, deve
predisporre misure di riorganizzazione e riqualificazione dei Servizio
sanitario regionale;
appare necessario ed urgente tutelare l'erogazione delle prestazioni
sanitarie, assicurando, nel contempo, il risanamento ed riequilibrio
finanziario nel settore de quo;
allo scopo di risanare il deficit del
Servizio sanitario regionale è previsto, nell'ambito del summenzionato Piano,
il pagamento di un numero considerevole di servizi da parte degli utenti;
con Decreto 17 dicembre 2010, n. 38, il Presidente della Regione
Calabria, nella qualità di Commissario ad acta
per l'attuazione dei Piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario
della Regione Calabria, ha determinato le tariffe per le prestazioni di
ambulanza ed elisoccorso;
nel suddetto Decreto sono previste le tariffe da applicarsi alle attività
di trasporto sanitario in ambulanza non seguito da ricovero;
restano a carico dei trasportati una serie di spese per prestazioni sanitarie
dei pazienti trasportati e non ricoverati, così come più dettagliatamente
indicate nel Decreto 17 dicembre 2010, n. 38;
per le chiamate totalmente immotivate nonché per l'intervento
inappropriato a mezzo elicottero, rilevato dall'equipaggio intervenuto, è
prevista la corresponsione del costo dell'intervento da parte degli utenti,
così come fissato nel sullodato decreto;
per quanto concerne l'attività di eliambulanza, la spesa della
prestazione dei trasferimenti secondari da ospedale ad ospedale riconosciuta
inappropriata, previa verifica, sarà pagata dal medico ospedaliero che ha
richiesto il servizio;
è prevista la corresponsione da parte dei cittadini stranieri del costo
totale dell'intervento dell'eliambulanza, fino ad un massimo di €. 3.500,00;
tale provvedimento potrebbe eccessivamente inibire utenti e personale
medico, i quali, per non incorrere, rispettivamente, a spese e/o ad eventuali
ammende, potrebbero non chiamare e/o autorizzare il servizio di trasporto anche
in casi necessari ed urgenti;
appare del tutto immotivata la scelta del Commissario ad acta di dare efficacia retroattiva al
Decreto 17 dicembre 2010, n. 38;
appare decisamente paradossale l'assunto secondo il quale nessuna
compartecipazione ai costi del servizio erogato è dovuta nel caso di decesso
del paziente soccorso:
se il Commissario ad acta per
l'attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario della
Regione Calabria, intenda apporre dei correttivi ad un provvedimento che appare
esageratamente lesivo nei confronti degli utenti e/o del personale medico.
(102; 1.03.2011)
Giordano, De Masi, D. Talarico. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
in data 04.08.2010
veniva presentata dagli scriventi interrogazione urgente a risposta scritta portante
il numero 32 ed avente ad oggetto la “problematica inerente le tariffe
applicate dalla Sorical ai comuni calabresi per il servizio di erogazione di
acqua per usi idropotabili”;
l'interrogazione
depositata, tendeva a puntualizzare come l'articolo 154 del D.Lgs 152/2006,
così come prima l'articolo 13 della legge Galli (36/94), prevede che il
servizio idrico sia reso in regime di tariffa e non di prezzo. La stessa Corte
dei conti della Calabria, sezione controllo, con la delibera n. 388/2010 ha
ribadito che “sulla scorta degli interventi della Corte costituzionale è
precluso al legislatore regionale intervenire nel settore con una disciplina
difforme da quella statale";
nella
medesima interrogazione si ricordava che per
in questa
ottica, come meglio specificato nell’interrogazione, il Cipe emanava dei
provvedimenti che, però, sono stati violati sistematicamente dalla Sorical, la
quale non si è conformata negli anni alle stesse previsioni contrattuali che
regolamentano i rapporti tra detta società e
a tutt'oggi,
non è pervenuto alcun chiarimento sulle problematiche sollevate con
l'interrogazione presentata, né tantomeno
addirittura
la situazione finanziaria dei comuni si sta facendo sempre più drammatica con
il rischio
concreto, nonostante diversi comuni abbiano intrapreso la via giudiziaria per
resistere alle richieste ritenute illegittime da parte di Sorical, è quello di mettere
in ginocchio la tenuta finanziaria degli enti locali con gravi ripercussioni
sui servizi essenziali per la cittadinanza -:
quanti
comuni si trovino in una situazione debitoria con
ancora una
volta, se
se nella
errata e arbitraria determinazione delle tariffe non si concretizzi una grave
inadempienza degli obblighi imposti nella convenzione fra Sorical e Regione
Calabria, atteso che l'aumento della tariffa applicata dalla Sorical non è
conforme alle previsioni contrattuali ai sensi dell'art. 8, sesto comma, che
prevede che la tariffa non sarebbe stata aumentata per i primi 5 anni e quindi
nessun aumento poteva essere fatto prima dell'1.11.2009;
quali iniziative
(103;
4.03.2011)
Talarico D. All’assessore all’agricoltura, foreste e forestazione. Per sapere – premesso che:
la
situazione in cui versano le Comunità montane è a dir poco drammatica, stante
l'assenza di qualsivoglia certezza sul loro futuro in quanto enti territoriali;
dal lato
della copertura del fabbisogno finanziario per le spese di funzionamento, alla
data odierna risultano ancora non liquidate le spettanze relative al secondo
semestre del 2010 (6 milioni di euro);
allo stato,
per la stessa ragione, centinaia di dipendenti non ricevono da mesi lo
stipendio;
nessuna
proposta concreta è stata avanzata per un rilancio di detti enti, tenuto conto
anche delle numerose sollecitazioni da parte sia delle forze sociali che dei
rappresentanti dei medesimi enti montani;
da
indiscrezioni si apprende della volontà della Giunta regionale di smantellare
le Comunità montane calabresi in quanto enti territoriali, preferendo una
logica "privatistica" nella gestione dei problemi della montagna;
una scelta
di questo tipo finirebbe per avere ripercussioni sullo status giuridico dei
dipendenti dei predetti enti -:
quali
urgenti iniziative si intendono intraprendere per superare lo stallo in cui si
trova la questione delle Comunità montane in Calabria;
se non è il
caso di procedere con somma urgenza alla liquidazione dei fondi già stanziati
per la copertura delle spese di funzionamento e di personale relativi al
secondo semestre del 2010;
se
corrispondono al vero le indiscrezioni di cui alla premessa, relative alle
intenzioni che
(104;
10.03.2011)
Giordano. Al Presidente della Giunta regionale nella qualità di commissario ad acta per il piano di rientro sanitario. Per sapere – premesso che:
con legge
regionale n. 26 del 7 dicembre 2007 è stata istituita l'Autorità regionale
denominata "Stazione Unica Appaltante" (SUA) e che con DPGR n. 272
del 2 dicembre 2008 il Dott. Boemi salvatore è stato nominato Dirigente
generale della Stazione Unica Appaltante della Regione Calabria;
con DGR n.
142 del 30 marzo 2009 è stato approvato il Regolamento di organizzazione della
stazione unica appaltante e con DGR n. 411 del 9 luglio 2009 è stato costituito
il gruppo di lavoro interdipartimentale della Stazione Unica Appaltante;
ad oggi
si apprende
che l’azienda ospedaliera Bianchi-Melacrino-Morelli di Reggio Calabria ha
attivato tre procedure di gara con relativi bandi e più precisamente: a)
fornitura e posa in opera di un sistema integrato blocco operatorio per una
entità complessiva dell'appalto pari ad Euro 1.020.000,00; b) affidamento del
servizio di Contact Center per un valore dell'appalto pari ad Euro 531.000,00;
c) fornitura di apparecchi elettromedicali per un importo pari ad Euro
2.772.168,00;
le gare
prevedono quale criterio di aggiudicazione l'offerta economicamente più
vantaggiosa;
le suddette
procedure in base alla normativa regionale di riferimento dovrebbero essere
espletate dalla Stazione Unica Appaltante -:
se le
procedure di gara di cui in premessa rientrano nella competenza della Stazione
Unica Appaltante Regionale e, in caso affermativo, conoscere il motivo per il
quale non si è ottemperato a tale obbligo;
se la scelta
dei criteri di aggiudicazione sono conformi e funzionali agli interessi
dell'azienda ospedaliera;
se l'azienda
ospedaliera abbia previsto competenze tecniche adeguate (ingegnere clinico,
ingegnere informatico ecc) che possano valutare le offerte che saranno
presentate in sede di gara, quale, infine, la spesa complessiva affrontata
annualmente dalla Regione per i presidi medico-chirurgici, materiale di consumo
e apparecchiature.
(107;
14.03.2011)
D. Talarico. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
con deliberazione
n. 3698 del 17.09.2008 l'Asp di Cosenza ha rideterminato la dotazione organica
aziendale ed il fabbisogno del personale, dando avvio alle procedure per la
stabilizzazione del personale precario ed alla trasformazione dei rapporti di
lavoro in regime di Co.co.co., vigenti alla data del 30 settembre
con deliberazione
n. 4067 del 06.10.2008, la stessa azienda stabiliva il piano triennale delle
stabilizzazioni, indicendo anche le prove selettive e nominando la relativa
commissione esaminatrice;
tale processo ha
portato, tra il 2008 e il 2009, alla stabilizzazione di 439 lavoratori precari;
sul procedimento
amministrativo relativo alla stabilizzazione hanno lavorato 3 Commissioni: una
dell'Asp, una della Regione ed un'altra Commissione esterna;
tale processo di stabilizzazione, come rilevato dalle stesse sigle sindacali di categoria che hanno partecipato al procedimento di che trattasi, ha consentito di mettere fine ad una situazione di forte disagio per centinaia di lavoratori, oltre che a rapporti contrattuali "caratterizzati da gravi situazioni di illegalità" e ad "un utilizzo strumentale a fini clientelari del personale in servizio";
si erano
determinate, nondimeno, situazioni di evidente strutturazione di rapporto di
lavoro di tipo dipendente, per la partecipazione dei lavoratori in questione a
regolari turni di servizio ed a turni di reperibilità, ma anche per via
dell'attestazione della presenza in servizio dei medesimi attraverso il
cartellino marcatempo;
il nuovo
Commissario straordinario dell'Azienda con deliberazione n. 777 del 23 febbraio
2011, agendo, come si dice in questi casi, in "autotutela", ha
revocato il provvedimento di stabilizzazione posto in essere dalla precedente
gestione "poiché assunte in difformità con quanto previsto dalla L.R.
n. 9/07...” e "per le motivazioni di cui al parere della Commissione di
Esperti del 21 febbraio 2011" e delle
note regionali della Commissione di Verifica del dipartimento regionale Tutela
della Salute;
tale provvedimento, ancorché suffragato da alcuni circoscritti casi di criticità, ha esteso la revoca della stabilizzazione a tutti i lavoratori che ne hanno beneficiato;
a seguito delle proteste dei lavoratori
stabilizzati, l'Asp di Cosenza ha adottato
formale provvedimento di sospensione degli effetti della deliberazione n. 777
del 23 febbraio 2011;
in data
16.03.2011, nell'occasione di una Sua visita all'ospedale civile Annunziata di
Cosenza, ha dichiarato di voler prendere in seria considerazione la vicenda dei
439 lavoratori stabilizzati, avviando opportune procedure di verifica della
documentazione inerente il procedimento di stabilizzazione di che trattasi -:
se sia stata
avviata la verifica degli atti inerenti la stabilizzazione dei 439 lavoratori stabilizzati dall’Asp di Cosenza;
quali atti
concreti sono stati adottati per l’espletamento della verifica di cui sopra.
(109; 22.03.2011)
Mirabelli. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
l'interrogante consigliere è venuto a conoscenza che con il decreto numero 21 del 15 marzo 2011 è stato stabilito, tra l'altro, il tetto massimo di spesa per l'acquisto delle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale da privato accreditato per l'anno 2011, che ancora una volta è stato suddiviso tra le Asp regionali in modo iniquo, mediante l'applicazione di un criterio di riparto assolutamente arbitrario e poco trasparente, tale da determinare anche per il 2011 una evidente sperequazione fra le province, con una distribuzione delle risorse pro-capite in netto vantaggio per gli abitanti di Reggio e Crotone rispetto a quelli delle restanti province (Cosenza, Catanzaro e Vibo), così come verificatosi nel 2010;
solo il 25% delle risorse viene distribuito con il criterio pro-capite, cioè sulla base della popolazione residente;
mentre il 75% viene assegnato sulla base della produzione storica dell'anno 2010;
la tabella (in allegato) di ripartizione del fondo della specialistica ambulatoriale da privato accreditato adottata dalla Regione Calabria per il 2011 e consegnata alle Associazioni di Categoria, contiene i seguenti vizi:
1. il dato storico, sulla base del quale viene assegnato il 75% del finanziamento (su produzione) è lo storico 2010, anno in cui Cosenza e Vibo non hanno lavorato dal mese di settembre a quello di dicembre, in quanto il fondo specifico stanziato per le suddette province non copriva l'intero anno, poiché la quota pro-capite per cittadino risultava nettamente inferiore rispetto alle province di Crotone e Reggio Calabria (quota procapite RC: euro 63, KR: euro 53, quota procapite VV: euro 10, CS: euro 27, CZ: euro 13, per l'anno 2010); adottando tale dato per alcune province il riferimento è di 12 mesi di attività, mentre per le altre è di circa 9 mesi (è chiaro che il criterio di assegnazione del finanziamento in rapporto alla produzione del 2010 non può essere applicato);
2. nella colonna “25% su popolazione pesata”, le risorse assegnate con il criterio pro-capite non corrispondono al 25% ma solo al 20% (il totale delle quote date alle singole province infatti non è 20 milioni, ma circa 16 milioni), così venendo a mancare il 5% di tali risorse; che tale 5% lo ritroviamo in una interessante colonna della tabella, definita "riequilibrio" nella quale quasi 3 milioni di euro vengono immotivatamente assegnati alla provincia di Reggio Calabria, così determinando invece un "disquilibrio" vista la disparità di trattamento che pone in essere, e cioè che la provincia di Reggio Calabria ha più risorse di quelle di Cosenza, Catanzaro e Vibo Valentia -:
i motivi per i quali, nell'adottare il decreto n.
21/2011, è stato disatteso il decreto regionale n. 18/2010 che prevede la
ripartizione delle prestazioni sanitarie fra le province sulla base
dell'applicazione esclusiva del criterio pro-capite, mentre si è scelto di
privilegiare ancora una volta il criterio della "spesa storica",
premiando in tal modo chi ha avuto la possibilità di poter spendere di più
negli anni precedenti, nonostante il Governo ormai da anni ribadisca alle
Regioni che tale criterio è la causa degli sprechi e del disavanzo in cui versa
i motivi che giustificano la colonna (in tabella) del cosiddetto "riequilibrio" nella quale sono stati assegnati 3 milioni di euro in più alla ASP di Reggio Calabria;
il motivo per il quale sia stato utilizzato l'intero anno 2010 come riferimento per il calcolo del 75% del finanziamento in rapporto alla produttività, considerato che nel suddetto anno le strutture di Cosenza e Vibo non hanno potuto lavorare e pertanto produrre, nell'ultimo trimestre, per assenza della copertura finanziaria (esiguità del fondo assegnato);
come si intende assicurare la quantità delle
prestazioni ed i livelli essenziali di assistenza nell'ambito della
specialistica ambulatoriale convenzionata per l'intero anno
quali provvedimenti si intendono adottare per riequilibrare verso una giusta equità di spesa, dal momento in cui la provincia di Reggio Calabria a fronte di una popolazione di 545.363 abitanti ha una capacita di spesa di 36.640.415,39 milioni di euro per il 2011, mentre la provincia di Cosenza a fronte di una popolazione di 722.100 abitanti ha invece una capacità di spesa di 24.105.444,74 milioni di euro, incongrua ed insufficiente rispetto ad una richiesta di domanda di prestazioni sanitarie superiore a quella della stessa provincia di Reggio Calabria.
(112; 29.03.2011)
REGIONE
CALABRIA |
|
|
|
RIPARTO 2011 |
|
|
|
||
SPECIALISTICA AMBULATORIALE
DA PRIVATO |
|
|
|
|
|
||||
80.000.000 |
|
|
|
|
|
|
|
||
AZIENDE
SANITARIE |
INCIDENZA SUL TOTALE REGIONALE |
POPOLAZIONE
PESATA |
produzione |
25 % su
popolazione pesata |
|
|
|
||
col 1 |
col 2 |
col |
|
20.000.000,00 |
|
|
|
||
ASP 201 CS |
37,05% |
722.100 |
27,82 |
€ 7.410.686,14 |
|
|
|
||
ASP 202 CR |
8,28% |
161.293 |
13,21 |
€ 1.655.304,08 |
|
|
|
||
ASP 203 CZ |
18,41% |
358.766 |
6,69 |
|
|
|
|
||
ASP 204 VV |
8,28% |
161.285 |
5,00 |
€ 1.655.213,64 |
|
|
|
||
ASP 205 RC |
27,98% |
545.363 |
47,27 |
€ 5.596.894,25 |
|
|
|
||
TOTALI ASL |
100,00% |
1.948.807 |
100,00 |
€16.318.098,12 |
|
|
|
||
AZIENDE
SANITARIE |
75% su
produzione |
FINANZIAMENTO |
Riequilibrio |
% |
FINANZIAMENTO 2010 |
|
|
|
|
€ 60.000.000,00 |
|
|
|
|
|
|
|
ASP 201 CS |
€ 16.694.758,60 |
€24.105.444,74 |
€24.105.444,74 |
31,59% |
€ 19.832.000,00 |
|
|
|
ASP 202 CR |
€ 7.927.920,07 |
€ 9.583.224,15
|
€ 9.583.224,15 |
12,56% |
€ 10.200.000,00 |
|
|
|
ASP 203 CZ |
€ 4.013.152,62
|
€ 4.013.152,62
|
€ 5.013.152,62
|
5,26% |
€ 4.912.000,00 |
|
|
|
ASP 204 VV |
€ 3.002.549,45 |
€ 4.657.763,10
|
€ 4.657.763,10 |
6,10% |
€ 2.352.000,00
|
|
|
|
ASP 205 RC |
€ 28.361.619,26 |
€ 33.958.513,51 |
€36.640.415,39 |
44,50% |
€35.694.000,00 |
|
|
|
|
€ 60.000.000,00 |
€ 76.318.098,12 |
€80.000.000,00 |
100,00% |
€72.990.000,00 |
|
|
|
|
|
€ 3.681.901,88 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
||||
piano di rientro |
2010 |
2011 |
incremento del tetto della specialistica |
|
||||
116.000 |
119.480 |
€ 3,00 |
|
|||||
72.990 |
75.180 |
€ 3,00 |
|
|||||
Guccione, Franchino,
Censore, F. Aiello, Sulla. Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere - premesso
che:
da lungo
tempo la provincia di Cosenza viene costantemente penalizzata nel riparto delle
risorse economiche riguardanti il settore sanitario;
tutto ciò ha
creato, tra l'altro, carenza di personale medico e paramedico. Solo
all'ospedale regionale "Annunziata" di Cosenza mancano 150 medici su
570, 260 infermieri su 960, 50 tecnici-radiologi su 168, 125 Operatori
Socio-Sanitari su 240;
interi
reparti di grande importanza e unici nella provincia di Cosenza come Malattie
Infettive, Urologia e Pneumologia sono stati declassati;
è stato
nominato un nuovo Primario di Terapia del dolore con solo due posti-letto in
barba alla lotta agli sprechi, alla razionalizzazione dei servizi sanitari e
all'abolizione dei privilegi;
nei giorni
scorsi è stato adottato dal Commissario dell'Azienda Ospedaliera di Cosenza,
dott. Gangemi, un atto di riorganizzazione del Dipartimento di Emergenza che,
di fatto, riduce i posti-letto di Medicina d'Urgenza da
tredici
sanitari del reparto di Chirurgia d'Urgenza saranno impegnati
contemporaneamente sia in Pronto Soccorso che nel reparto di Chirurgia
d'Urgenza;
il Pronto
Soccorso dell'Annunziata vive una vera e propria situazione emergenziale per
carenza di medici, personale infermieristico e Operatori Socio-Sanitari anche a
causa dell'accresciuta domanda di assistenza proveniente dall'intera provincia
anche alla luce delle riconversioni di molti ospedali e al mancato
potenziamento di diversi servizi dei territorio che hanno portato le richieste
quotidiane di assistenza in Pronto Soccorso a circa 300 al giorno per un totale
complessivo di oltre centomila all'anno;
il Piano di
Rientro prevede il riordino della rete di Emergenza-Urgenza che, per la
provincia di Cosenza, disegna una rete ospedaliera attraverso un
"hub" e tre "spoke";
l'Azienda
Ospedaliera di Cosenza è stata classificata "hub", mentre i tre
"spoke" sono Castrovillari, Rossano-Corigliano, unico presidio con
due strutture, Cetraro-Paola, unico presidio con due strutture;
il Piano di
Rientro prevede anche le funzioni che devono essere attribuite ai centri
"hub" e ai centri "spoke";
l'ospedale
di Cosenza, unico ad essere considerato "hub", deve essere dotato,
oltre che delle funzioni e dei servizi previsti per i centri "spoke",
anche delle strutture che attengono alle discipline con maggiore complessità come
Cardiologia con Emodinamica Interventistica H24, Neurochirurgia,
Cardiochirurgia e Rianimazione Cardiochirurgica, Chirurgia vascolare, Chirurgia
toracica, Chirurgia maxillo-facciale, Chirurgia plastica, Endoscopia digestiva
ad elevata complessità, Broncoscospia interventistica, Radiologia
Interventistica, Rianimazione pediatrica e neonatale. Devono essere presenti e
disponibili H24, inoltre, servizi di Radiologia con TAC ed ecografia con
presenza medica, Medicina Nucleare e PET;
i tre
"spoke" (Castrovillari, Rossano-Corigliano e Paola-Cetraro) devono
essere dotati di strutture di Medicina Generale, Chirurgia Generale, Anestesia
e Rianimazione, Ortopedia e Traumatologia, Ostetricia e Ginecologia, Pediatria,
Cardiologia con UTIC, Neurologia, Dialisi per acuti, Endoscopia in urgenza,
Psichiatria, Oculistica, ORL, Urologia con servizio medico di G.A. o di
reperibilità. Devono essere, inoltre, presenti e disponibili H24 i servizi di
Radiologia con TAC ed Ecografia, Laboratorio, Servizi immuno-trasfusionali. Il
personale medico del Pronto Soccorso è costituito da medici d'urgenza
inquadrati in una struttura complessa di Medicina e Chirurgia d'accettazione e
d'urgenza operante sia in Guardia Attiva che in reperibilità;
allo stato,
sia il centro "hub" (Azienda Ospedaliera di Cosenza) che i tre
"spoke" (Castrovillari, Rossano-Corigliano, Paola-Cetraro) non solo
non sono dotati di gran parte delle funzioni previste dal Piano di Rientro, ma
vengono quotidianamente depotenziati attraverso l'accorpamento di reparti, la
riduzione di posti-letto e la soppressione di servizi sanitari per mancanza di
personale medico e paramedico;
la provincia
di Cosenza, che con i suoi oltre 800 mila abitanti è la più grande e popolosa
provincia della Calabria, corre il rischio concreto di subire una vera e
propria implosione del proprio sistema sanitario, al punto tale da non vedere
garantiti nemmeno i Livelli Essenziali di Assistenza -:
quali
iniziative immediate ed urgenti intende adottare, anche nella sua veste di
Commissario della sanità calabrese, onde assicurare che, anche nella provincia
di Cosenza, sia pienamente garantito il diritto alla salute e salvaguardato il
valore e la centralità del. diritto alla cura nelle politiche di
risanamento e riorganizzazione del sistema sanitario regionale.
(98;
24.02.2011)
Aiello F., Guccione. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
il commissario dell'ASP di Cosenza ha
ultimato le verifiche sulle procedure di stabilizzazione avvenute nel 2008 e
nel 2009;
con deliberazione
n. 777 del 23 febbraio 2011 il Commissario dell'Asp di Cosenza ha dato avvio al
procedimento in autotutela di tutte le delibere riguardanti la stabilizzazione
del personale precario poiché assunte, a suo dire, "in difformità con
quanto previsto dalla legge regionale 9/072 e perché in
tal senso andrebbe il parere della Commissione di verifica del Dipartimento regionale
alla salute";
tale
provvedimento riguarda il futuro di 439 lavoratori;
la legge 296
del 2006, per come considerata anche dalla delibera della Giunta regionale n.
196 del 3 marzo 2008, stabilisce che i precari siano mantenuti in servizio fino
alla conclusione delle procedure di stabilizzazione; quindi un eventuale
"punto di discontinuità amministrativa nella procedura" - per come
detto prudenzialmente nella deliberazione - non riguardava il mantenimento in
servizio ma la stabilizzazione, che doveva comunque avere luogo;
sulla procedura di stabilizzazione hanno lavorato 3 Commissioni, una dell'ASP, una della Regione ed
un'altra Commissione esterna;
un'eventuale ipotetica irregolarità poteva essere censurata e sanata
con un ricorso al Tar;
se il processo di stabilizzazione del personale precario si è concluso
nella provincia di Cosenza e non nelle altre, ciò non può rappresentare un motivo
per punire ulteriormente la provincia già deprivata di un
efficiente servizio sanitario;
la stabilizzazione è una esigenza universalmente riconosciuta, dà
dignità al lavoratore e maggiore efficienza al sistema;
la stabilizzazione non solamente sottrae chi presta la sua opera dalla
soggezione del potere clientelare, così diffuso nella nostra realtà regionale,
ma la sottrae alla condizione di chi
da un momento all’altro viene minacciato di ritorno alla disoccupazione,
stiamo parlando di lavoro in una Regione alla disperazione -:
le iniziative che intende intraprendere per fugare il sospetto che dietro tale provvedimento si stiano consumando vendette elettorali;
se ritiene opportuno accertare se nelle operazioni segnalate dall'atto
del commissario dell’Asp di Cosenza
si sia tenuto conto di importanti documenti del Dipartimento alla salute
sull'argomento oltre che di norme di carattere finanziaria di rango nazionale.
(101; 1.3.2011)
Morelli. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
la legge 25 febbraio 1992, n. 210, e successive modificazioni prevede un
riconoscimento economico alle seguenti categorie di persone:
soggetti danneggiati a seguito di vaccinazione obbligatoria per legge,
per ordinanza di Autorità sanitaria, per motivo di lavoro o di viaggio;
soggetti danneggiati da virus Hiv o da epatiti virale dopo
somministrazione di sangue ed emoderivati sia periodica (es. emofiliaci,
talassemici, ecc.) che occasionale (es. intervento chirurgico, emodialisi,
ecc.);
soggetti che hanno contratto il virus Hiv o epatiti virali in quanto
coniugi di persona già indennizzata ai sensi della legge 210/92 o figli dei
medesimi contagiati durante la gestazione;
personale sanitario di ogni ordine e grado che abbia contratto
esclusivamente il virus dell'Hiv durante il servizio per contagio diretto;
il decreto del Dirigente Generale del Dipartimento n. 11
"Sanità" del 30 luglio 2003 prot. 488, e n. 10811 del 31 luglio 2003
del registro dei decreti dei Dirigenti della Regione Calabria -:
quanti cittadini calabresi risultino essere danneggiati da complicanze di
tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e
somministrazioni di emoderivati;
a quanto ammonta la somma finanziaria totale da erogare a titolo
dell'indennizzo ex L. 210/92;
a quanti sino ad oggi di questi cittadini calabresi è stato riconosciuto
detto indennizzo finanziario.
(105; 11.03.2011)
Morelli. Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere – premesso che:
in data 8
marzo ultimo scorso si è verificato, nel tratto specificato in oggetto, un grosso
smottamento di terreno a valle, compromettendo la già precaria situazione
idrogeologica dell'intero territorio;
in
particolare, la frana ha interessato il transito sulla Strada Provinciale numero
164 che è una arteria importante per il collegamento tra la città di Cassano
allo Jonio e i Comuni di Castrovillari e Civita;
la grave pericolosità del dissesto idrogeologico interessa i terreni e le
costruzioni che si trovano nelle adiacenze dell'area interessata oltre che la
stessa incolumità dei cittadini residenti;
tale situazione incide oltre che sulla viabilità, anche sull'economia e
il turismo atteso che la presenza del Santuario della Madonna della Catena e
delle Grotte di Sant’Angelo, richiamano sia pellegrini che turisti per ammirare
le bellezze paesaggistiche, turistiche e archeologiche -:
quali iniziative intende intraprendere per:
arginare lo smottamento di cui in premessa al fine di mitigare il grave
dissesto idrogeologico;
supportare e alleviare i gravi disagi venutisi a creare per i residenti
nell'area interessata dalla frana;
sollecitare e sensibilizzare l'Ente Provincia di Cosenza;
intervenire con urgenza, attivando risorse nazionali e comunitarie
immediatamente spendibili per la messa in sicurezza dell'intero territorio al
fine di salvaguardare in primis l’incolumità dei residenti e, parimenti, le
infrastrutture e le civili abitazioni a monte e a valle.
(108;
21.03.2011)
Nucera. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere- premesso che:
la grave crisi economica che ha colpito l'Italia, inevitabilmente ha toccato anche le aziende più floride della nostra regione, che già versa in un cronico stato di debolezza economica e industriale;
la società G.D.M. (Grandi Distribuzioni Meridionali) s.p.a. di Reggio Calabria, con sede amministrativa in Campo Calabro, proprietaria di circa venti punti vendita e titolare di diverse imprese dislocate sul territorio delle province di Reggio Calabria, Vibo Valentia e Crotone, si trova, ormai, in una crisi che appare irreversibile ed il mancato rifornimento e ricarico di merci nei vari punti vendita, l'avvio di procedure giudiziarie da parte dei fornitori e il ricorso alla cassa integrazione da parte di alcune ditte collegate alla G.D.M. s.p.a. manifesta palesemente il totale abbandono delle attività operative;
le rappresentanze sindacali e di categoria, dopo una serie di incontri avuti con i vertici della G.D.M. s.p.a., ormai parlano di "crisi irreversibile" della società e evidenziano l'urgenza di ricorrere al concordato preventivo per giungere ad un accordo con i creditori;
la crisi della G.D.M. s.p.a., con la paventata ipotesi di messa sul mercato, per segmenti, dei singoli punti vendita, interessa in primo luogo i lavoratori ivi impiegati, che ammontano a circa 700 unità (di cui l'80% residenti sul territorio reggino), nonché quelli di numerose ditte dell'indotto che ruotano attorno alla G.D.M., che ammontano circa a 2.000 unità, per i quali si prospetta l'accesso agli ammortizzatori sociali;
il territorio reggino, già duramente segnato dal fallimento e dalla delocalizzazione di numerose attività produttive, non può sopportare, dal punto di vista economico e sociale, l'ulteriore riduzione dei livelli occupazionali -:
se è a conoscenza delle problematiche sopra esposte e della gravità dei risvolti economici, ma ancor più sociali che esse comportano, coinvolgendo migliaia di lavoratori e il loro legittimo diritto ad avere un'occupazione e garantire serenità alla propria famiglia;
se ritiene opportuno sensibilizzare il competente Assessorato alle attività produttive, nonché l'Assessorato al lavoro, formazione professionale e politiche sociali, affinché pongano in essere comportamenti operativi tesi a vigilare sull'evoluzione della vertenza riguardante il gruppo G.D.M. s.p.a. ed interventi a sostegno delle famiglie interessate;
quali azioni intende porre in essere al fine di monitorare l'evoluzione della problematica e se intende presenziare nei futuri tavoli di trattativa per tutelare i lavoratori dipendenti nella lotta per il mantenimento del posto di lavoro.
(110; 25.08.2011)
Morelli. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore al personale. Per sapere – premesso che:
giusta deliberazioni numero 651 del 24.7.2001 e numero del 6.8.2002 (pubblicate sul Bur Calabria
in data 26.6.2003)
in relazione alla suddetta categoria D1 sono stati messi a concorso 799 posti;
con Decreto del Dirigente Generale numero 13025 del 26.9.2005 è stata approvata la relativa graduatoria finale;
con Decreto del Dirigente Generale numero 17708 del 22.11.2005 è stata approvata la graduatoria definitiva del bando di concorso alle progressioni verticali per la categoria D3;
plurime disposizioni normative hanno sancito la proroga delle graduatorie concorsuali per assunzioni a tempo indeterminato, sino alla recente previsione di cui all'articolo 16, co. 1 L.R. n. 8/2010 che proroga il termine di validità delle graduatorie per le progressioni verticali "che non risultano esaurite (...) al 31 dicembre 2012";
giusta molteplici Decreti del Direttore Generale (nn. 806/2006; 6286/2006, 2767/2008, si è provveduto allo scorrimento, in specie delle graduatorie relative alle categorie D1 e D3;
non poche illegittimità sono state palesate ed acclarate, in sede giurisdizionale ordinaria e amministrativa, in ordine all'esercizio del predetto scorrimento delle graduatorie, sovente espletato non del tutto in linea con quanto disposto normativamente;
a tutt'oggi risultino nell'Amministrazione posti vacanti afferenti alle mansioni oggetto delle suddette procedure concorsuali;
l'Amministrazione si astiene dall'espletare il potere di scorrimento in spregio alle situazioni giuridiche soggettive vantate dai candidati non vincitori in relazione ai posti resisi vacanti;
siffatta omissione determina esiti contrari agli indefettibili vincoli dell'imparzialità e del buon andamento amministrativo;
quanto dianzi precisato confligge in particolare con gli interessi legittimi dei candidati ad un corretto espletamento dell'azione amministrativa nonché con i diritti soggettivi dai medesimi maturati all'inquadramento nella relativa categoria professionale;
da quanto evidenziato possano derivare ipotesi di danno all'erario dell'Amministrazione cagionate dalla violazione della sfera giuridica dei cittadini interessati -:
alla luce di quanto sinora evidenziato e richiamato:
le ragioni che a tutt'oggi inducono
le ragioni che inducono
le ragioni che inducono
(111; 28.03.2011)
Guccione,
Censore, Aiello F.. Al Presidente della
Giunta regionale e all'assessore ai lavori pubblici. Per sapere - premesso
che:
con Decreto
D.G. n. 8832 dello 09-06-2010 venivano sospesi i finanziamenti del Programma di
Attuazione approvato con Decreto D. G. n. 2979 del 15.03.2010 in base alla
legge regionale del 31.07.1987 n. 24;
il
22.07.2010 veniva inviata ai comuni lettera raccomandata a firma del Direttore
generale ai lavori pubblici, ing. Giovanni Laganà, e del Dirigente della UOA,
ing. Antonio Capristo, con cui si sospendeva l'efficacia del Decreto di
finanziamento ai comuni del D.G. n.
a distanza
di almeno nove mesi i sindaci interessati ai finanziamenti in questione non
hanno ancora ricevuto alcuna comunicazione;
rimangono
bloccati oltre 500 interventi finalizzati alla costruzione di nuove opere
pubbliche e all'oggi per categorie sociali svantaggiate;
centinaia di
milioni di euro di investimenti darebbero soluzione a tantissimi e annosi
problemi delle nostre comunità e una boccata di ossigeno al sistema delle
piccole e medie imprese calabresi costrette a subire gli effetti della crisi
profonda che attanaglia il Paese e la nostra regione -:
quali
iniziative urgenti e concrete si intendono assumere per sbloccare le ingenti
risorse economiche sospese con Decreto dal Dirigente Generale ai lavori
pubblici, ing. Laganà, che impedisce alla totalità dei sindaci calabresi che
hanno ricevuto da parte della Regione Calabria nel febbraio/marzo del 2010
regolare decreto di finanziamento e hanno provveduto a mettere in itinere la
procedura amministrativa, così come previsto dallo stesso Decreto di
finanziamento inviato dalla Regione Calabria.
(113;
29.03.2011)
Guccione, F. Aiello. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore
al lavoro ed alla formazione professionale, alla famiglia ed alle politiche sociali.
Per sapere – premesso che:
con l'art. 2
della L.R. del 13.06.2008, n. 15 (Provvedimento generale di tipo ordinamentale
e finanziario - Collegato alla manovra di finanza regionale per l'anno 2008)
l'art. 2 prima richiamato prevede la realizzazione di un Piano di
"reinserimento occupazionale" quale strumento di un sistema di
politiche attive da sostenere anche con il POR Calabria FSE 2007-2013 nel
quadro della strategia integrata di flessicurezza, obiettivo politico cardine
dell'Unione europea in materia di impiego e sviluppo economico;
con
la necessità di riutilizzare i lavoratori di cui al D.G.R. 353/10 è stata
dettata non solo da scontati motivi di sostegno al reddito, quanto piuttosto
dal non disperdere professionalità sperimentate, soprattutto nei settori
agricolo e ambientale;
i lavoratori ex Sial non percepiscono le spettanze relative al periodo
gennaio-settembre 2010 e gennaio-marzo 2011;
tali inadempienze, di fatto, fanno disattendere lo spirito principale
della legge regionale
13.06.2008, n. 15 e della D.G.R 353/10 di sostenere soluzioni mirate alla
eliminazione dei fenomeni di marginalizzazione di carattere sociale ed
economico -:
quali concrete ed urgenti iniziative il Presidente della Giunta regionale
e gli Assessorati competenti intendano adottare per il pagamento delle
spettanze arretrate e la elaborazione di progetti finalizzati alla integrazione
oraria dei lavoratori in questione.
(106; 14.03.2011)
Il Consiglio regionale
premesso che
con delibera
n. 4700 del 19.11.2010 e con delibera n.
4919 del 3.12.2010 il commissario
dell'Azienda sanitaria provinciale di Cosenza ha avviato due procedure di gara
per produrre nuovo lavoro precario, con una spesa complessiva di 6 milioni di
euro;
con delibera
n. 777 del 23 febbraio 2011 lo stesso commissario dell'Asp di Cosenza ha
revocato 439 stabilizzazioni, poste in essere dal suo predecessore, a seguito
di un accordo sindacale sottoscritto da tutte le sigle del comparto e
verificato dai competenti uffici, sotto il profilo della legittimità;
la delibera n. 777/2011 è
stata emessa sulla base di semplici pareri che, in quanto tali, non esprimono
un giudizio oggettivo da parte di un'autorità terza;
i pareri,
suddetti si basano su una normativa molto complessa, che parte dalla
finanziaria 2007 e che ha subito, successivamente, modifiche ed integrazioni;
le delibere n. 4700/2010, n. 4919/2010 e n. 777/2011, evidenziano un modo di procedere assolutamente
contraddittorio da parte del commissario dell'Azienda sanitaria provinciale di
Cosenza;
la mancata
stabilizzazione dei 439 operatori sanitari mette a rischio, in provincia di
Cosenza, i Livelli essenziali di assistenza;
si è venuta
a creare una situazione di forte tensione,
determinando azioni di protesta e di mobilitazione da parte delle organizzazioni sindacali;.
impegna
il Presidente
della Giunta regionale, nella sua qualità di commissario per l'attuazione del Piano di rientro dal deficit sanitario, ad attivarsi,
assumendo tutti i provvedimenti, eventualmente, di sua competenza affinché siano
revocate le delibere n. 777 del 23 febbraio 2011, n. 4704/2010 e n. 4919/2010.
(34;
4.03.2011) Principe, Franchino
Il Consiglio regionale
premesso che
il
Presidente della Regione Calabria, nella qualità di Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di
rientro dai disavanzi del settore sanitario della Regione Calabria, deve
predisporre misure di riorganizzazione e riqualificazione del Servizio
sanitario regionale;
appare
necessario ed urgente tutelare l'erogazione delle prestazioni sanitarie,
assicurando, nel contempo, il risanamento ed riequilibrio finanziario nel
settore de quo;
allo scopo
di risanare il deficit del Servizio
sanitario regionale sono in molti a temere, nell'ambito del summenzionato
Piano, un ridimensionamento di alcuni reparti essenziali, considerati veri
punti d'eccellenza, dell'Ospedale civile "San Giovanni di Dio" di
Crotone;
il paventato
ridimensionamento dell'Ospedale civile "San Giovanni di Dio" di
Crotone porti inevitabilmente una preoccupante incertezza sul futuro lavorativo
di quei dipendenti interinali che, pur garantendo un servizio essenziale per il
diritto alla salute della collettività, vivono una situazione indiscutibilmente
critica;
le
prestazioni lavorative dei 138 interinali ex "Obiettivo lavoro", a
seguito di rinnovi contrattuali e messa in mobilità, proseguono da oltre 10
anni;
il 28
febbraio scorso è scaduta la mobilità in deroga concessa nel luglio 2010;
malgrado
ciò, i 138 interinali ex "Obiettivo lavoro" prestano ugualmente il
loro servizio;
allo stato
attuale non vi è alcuna certezza sulla prosecuzione dell'istituto della
mobilità in deroga;
la notizia,
emersa nel corso della Conferenza Sato-Regioni, del rinvio della firma sul
piano degli ammortizzatori sociali prevista per il
impegna
ad assumere, di concerto con i soggetti interessati, le iniziative
necessarie atte a garantire la stabilizzazione contrattuale dei 138 interinali
ex "Obiettivo lavoro", il cui servizio appare necessario per
assicurare servizi essenziali per l'assistenza e la cura dei degenti;
ad assumere un chiaro orientamento politico del Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di
rientro dai disavanzi del settore sanitario della Regione Calabria, che pur nel
rispetto di un rigoroso quanto inevitabile risanamento e riequilibrio
finanziario nel settore de quo, eviti
un ridimensionamento indiscriminato dell'Ospedale civile “San Giovanni di Dio”.
(35; 07.03.2011) De Masi, Giordano, Talarico D., Sulla
Il Consiglio regionale
premesso che
il porto di
Cirò Marina, inaugurato nel 2002, è stato in gran parte distrutto dalle forti
mareggiate che si sono succedute con particolare veemenza negli anni appena trascorsi;
la struttura
è stata potenziata a seguito dei lavori realizzati sulla base di un progetto di
2.000.000,00 di euro approvato nel 2008 e finanziato con fondi POR
dall'Assessorato al Turismo, Sport, Spettacolo e Politiche giovanili della
Regione Calabria;
i fondi
stanziati non sono stati sufficienti per completare l'opera di difesa esterna
del porto attinente al muro frangiflutti;
di fatto
deve essere realizzata una "ricarica esterna", consistente nella posa
di massi nei fondali della parte esterna alla diga foranea;
in questi
giorni il Comune di Cirò Marina, mediante un progetto finanziato con fondi Fep,
ha ottenuto ed appaltato lavori per un totale di €.1.400.000,00, per
l'allestimento di servizi per le banchine riservate alla pesca;
tali fondi
non possono essere utilizzati per la realizzazione di opere, ma solo per
predisporre appositi servizi da destinare alla pesca;
al fine di
proteggere la struttura de qua e la tenuta dell'intero porto di
Cirò Marina, il succitato intervento prevede l'acquisto (o la realizzazione) di
un centinaio di massi in posa d'opera, il cui costo si aggirerebbe a circa
100/150 mila euro;
in
particolare, la struttura necessita di una rifioritura di massi che mira a
spezzare preventivamente le onde, indebolendone l'impatto con il muro
frangiflutti;
l'intera
struttura portuale, costata alla collettività 50 miliardi di vecchie lire,
rappresenta un volano di sviluppo per il territorio cirotano;
a seguito
dei gravi danneggiamenti subiti nelle recenti mareggiate la struttura di che
trattasi sta ulteriormente cedendo, con conseguente grande preoccupazione della
comunità cirotana e notevole apprensione degli stessi pescatori locali per
l'incombente rischio di vedere seriamente compromessi sia il sicuro ormeggio
delle proprie imbarcazioni sia la stabilità di tutte le infrastrutture interne
all'area portuale;
per lo
spazio ridotto a causa della banchina danneggiata, inoltre, la struttura
portuale, allo stato, non può essere utilizzata da imbarcazioni o da velisti in
transito, il che viene a provocare un danno notevole all'intera filiera ittica,
compromettendo la potenziale crescita di attività commerciale e turistica del
territorio interessato;
il
summenzionato intervento si rende necessario ed inderogabile per evitare
ulteriori danni all'area portuale e garantire, nel contempo, l'incolumità degli
addetti ai lavori;
l'intervento
in argomento, attesa la precaria situazione della struttura, può essere
finanziato dalla Regione con fondi di emergenza ovvero con fondi destinati al
turismo (poiché si tratta di un porto turistico peschereccio di IV livello)
oppure con fondi riservati ai Lavori pubblici;
impegna
ad assumere,
di concerto con i soggetti istituzionali interessati, le iniziative di sua
competenza, atte a garantire la realizzazione degli interventi in premessa,
necessari per la messa in sicurezza della struttura portuale di Cirò Marina,
onde evitare ulteriori danni all'intera area portuale nonché ad ovviare alla
situazione di pericolo venutasi a creare, garantendo, nel contempo,
l'incolumità degli addetti ai lavori e di tutti coloro che si possano trovare
all'interno della stessa area.
(36;
14.03.2011)
Gallo. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore alla pubblica istruzione. Per sapere – premesso che:
in Calabria sono circa
1.500 i lavoratori in precedenza inseriti nel bacino
dei lavoratori socialmente utili o assunti con contratti a termine dalle
pubbliche amministrazioni, stabilizzati ai
sensi della L. 388/2000;
con il D.M. n.
65 del 20 aprile
a seguito di
una convenzione sottoscritta con il Ministero della pubblica istruzione secondo
uno schema attuato nelle Regioni Calabria, Campania, Sicilia, Puglia,
Basilicata, Abruzzo ed altre, detti lavoratori
sono stati impiegati nelle
scuole calabresi di ogni ordine e grado, con contratto part-time di 35 ore settimanali, per garantire le attività di pulizia degli istituti
scolastici;
con propria
direttiva n. 103 del 30.22.2010 il Ministro della pubblica istruzione, anche se
il contratto d'appalto vigente contempla la possibilità di proroga oltre il 30
giugno 2011, con le stesse cooperative ed alle medesime condizioni
occupazionali e reddituali, dell'impiego di detti lavoratori stabilizzati con la sopracitata legge nelle attività di
pulizia degli istituti scolastici, ha stabilito, per ragioni di economicità,
per l'anno scolastico 2011/2012, doversi procedere all'affidamento delle stesse
attività mediante procedura di gara da esperirsi a cura di ogni istituzione
scolastica, nella propria autonomia;
in virtù di
ciò, a far data dal 1° luglio 2011, oltre un migliaio di lavoratori calabresi e
le loro famiglie, al pari di tanti altri loro colleghi e nuclei familiari
residenti nelle altre regioni meridionali, rimarranno senza lavoro né fonti di
sostentamento: in ragione della minacciata riattivazione della procedura di
licenziamento (ex art. 24 legge 223/91) da parte delle aziende datoriali;
la citata
direttiva ministeriale, per come di tutta evidenza, non garantisce il percorso
occupazionale degli ex lavoratori socialmente utili calabresi né, tantomeno, il
loro reinserimento lavorativo -:
se il
Governo regionale, sia a conoscenza della situazione;
se quanto segnalato risponda al vero;
se e quali azioni ed iniziative lo stesso governo regionale e l'assessorato alla
pubblica istruzione intendano intraprendere,
a tutela dei livelli occupazionali e salariali dei lavoratori in questione, coinvolgendo il Governo nazionale.
(9;
10.03.2011)
Guccione, Aiello F., Franchino, Censore, Sulla. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
ai sensi dell’articolo 8 della Legge regionale del 16.10.2008, numero 36
(Norme di indirizzo per programmi di edilizia sociale) "Il Dipartimento
lavori pubblici e Acque trasmette trimestralmente relazione e/o osservazione
dettagliata sull'attuazione della presente legge alla Commissione consiliare
competente";
tale adempimento non è stato mai attuato dall’insediamento dell'attuale
Giunta regionale;
tutto ciò si rende ancor più urgente dopo l'annullamento del bando di
edilizia sociale operato dalla Giunta regionale che, nel frattempo, ha emanato
un nuovo bando che ha prodotto numerosi ricorsi presso il Tar Calabria e il
Consiglio di Stato, che rischiano di creare un lungo contenzioso giudiziario
che, di fatto, blocca l'utilizzazione di 150 milioni di euro di risorse
pubbliche che svilupperebbero un investimento, da parte dei privati, di oltre
un miliardo di euro per la realizzazione di quattromila alloggi per nuclei
familiari disagiati o in precarie situazioni economiche;
per effetto di tale provvedimento, inoltre, è stato annullato il finanziamento
di 100 milioni di euro destinati alla realizzazione dei contratti di quartiere
dei comuni di Lamezia Terme, Catanzaro,Cosenza, Corigliano, Reggio
Calabria,Vibo Valentia e Crotone, che prevedeva la riqualificazione di almeno 1000
alloggi in aree e quartieri altamente degradati -:
se alla
luce di tutto ciò e in presenza di una gravissima crisi economica che
attanaglia la nostra regione, intenda assumere un'iniziativa urgente affinché
sia messo in atto quanto previsto dall'articolo 8 della succitata legge
regionale.
(10; 22.03.2011)
Art. 1
1. Il termine di cui all'articolo 5, comma 1, della legge regionale 30
aprile 2009, n. 11, come modificato dall'articolo 1, comma 1, della legge
regionale 7 dicembre 2009, n. 48, è prorogato al 30 settembre 2011.
Art. 2
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della
sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
Art. 1
(Interventi per
l'attuazione dell'Accordo di Programma del 13 dicembre 2007)
1. Al fine di garantire la necessaria ulteriore copertura finanziaria
derivante dai maggiori costi riferibili alla costruzione dei quattro presidi
ospedalieri previsti dall'Accordo di programma integrativo del 13 dicembre 2007
per il settore degli investimenti sanitari, secondo le indicazioni contenute
nel parere del 24 marzo 2010 (prot. n. DG-.PROG.7/1.6.a.h/19002), del Ministero
della salute,
2. Il mutuo o prestito obbligazionario per spese di investimento a carico
del bilancio regionale è contratto per un importo massimo di euro
80.000.000,00, per una durata massima di 20 anni, in più soluzioni a mezzo di
più atti di erogazione e quietanza, da assumere a partire dall'esercizio
finanziario 2014, data presumibile di utilizzo effettivo delle risorse in
argomento.
3. Gli atti di erogazione saranno eseguiti per le necessità di cassa in
seguito all'esaurimento della dotazione finanziaria, attualmente a disposizione
per le finalità dì cui al comma 1, esistente sulla contabilità speciale n. 5106
intrattenuta presso
4. Alla copertura degli oneri derivanti dagli atti di erogazione e
quietanza di volta in volta previsti per gli interessi e rate di ammortamento
si provvede mediante iscrizione delle somme necessarie in specifici capitoli di
spesa del bilancio annuale 2014 e successivi.
5. Per le medesime finalità di cui al comma 1, sono autorizzate le
procedure per la messa a disposizione, ai sensi dell'articolo 4, comma 1,
dell'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3635/2007, delle
seguenti linee di finanziamento, allo stato non ancora utilizzate o residue:
a) articolo 71 della legge 448/98 -finanziamento di €
b) articolo 20 della legge 67/88 -Accordo di programma stralcio 2004 per
il settore degli investimenti sanitari -finanziamento residuo complessivo al
netto di quanto in precedenza erogato all'ASP di Cosenza (ex Asi n. 3 di
Rossano) di € 6.710,928,33 di cui €
Art. 2
(Modifiche alla legge
regionale n. 34/2010)
1. Il comma 2 dell'articolo 26 della legge regionale 29 dicembre 2010, n.
34 è sostituito dal seguente: "
Art. 3
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della
sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
Art. 1
1.
2. Per garantire la copertura delle somme occorrenti al riconoscimento
nei confronti di Italia Lavoro Spa del valore di mercato delle azioni dismesse,
è autorizzata per l'esercizio finanziario 2011 la spesa stimata di euro
90.000,00, con allocazione all'UPB 2.2.04.04 dello stato di previsione della
spesa del bilancio medesimo.
3. Al fine di concorrere al ripianamento della perdita di esercizio
connessa alla sospensione delle attività della Sial Servizi Spa è autorizzata
per l'esercizio finanziario 2011 la spesa di euro 345.000,00 connessa ai costi
di gestione sostenuti dalla stessa, con allocazione all'UPB 2.2.04.04 dello
stato di previsione della spesa del bilancio medesimo.
Art. 2
1. Ai maggiori oneri derivanti dalla presente legge, pari ad euro 25.000,
si provvede con le risorse allocate alla medesima UPB 2.2.04.04 - Capitolo
22040414.
2.
Art. 3
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della
sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
Art. 1
(Istituzione - oggetto e
finalità)
1. Il Bollettino Ufficiale Telematico della Regione Calabria, di seguito
denominato BURC, è lo strumento esclusivo di comunicazione istituzionale e di
pubblicità legale delle leggi, dei regolamenti regionali e di tutti gli atti
della Regione. Resta ferma la possibilità, in via integrativa, di effettuare la
pubblicità anche sui quotidiani a scopo di maggiore diffusione.
2.
Art. 2
(Validità degli atti
pubblicati)
1. Il BURC è pubblicato esclusivamente in forma digitale, sull'apposita
sezione del sito web della Regione
Calabria e del Consiglio regionale, con le modalità che garantiscono
l'autenticità e l'integrità degli atti pubblicati.
2. La pubblicazione degli atti sul BURC ha valore legale.
3. Il testo delle leggi, dei regolamenti regionali e degli altri atti
pubblicati nel BURC si presume conforme all'originale.
4. La pubblicazione dei testi coordinati e aggiornati e delle note di cui
all'articolo
Art. 3
(Articolazione del BURC)
1. Il BURC si divide in tre parti, che possono essere articolate, con
provvedimento del Presidente della Giunta regionale, in sezioni.
2. Gli atti particolarmente complessi e in ogni caso, i bilanci e i conti
consuntivi, sono pubblicati in appositi supplementi.
Art. 4
(Parte prima)
1. Sono pubblicati nella parte prima del BURC:
a) lo Statuto regionale e le sue modificazioni;
b) le leggi e i regolamenti della Regione Calabria;
c) i regolamenti del Consiglio regionale;
d) i provvedimenti che determinano l'interpretazione di leggi o regolamenti
o dettano disposizioni per la loro applicazione;
e) atti contenenti indirizzi nei confronti dei soggetti privati singoli o
di categorie;
f) le richieste di referendum regionali e la proclamazione dei relativi
risultati;
g) i dispositivi di sentenze e di ordinanze della Corte costituzionale
relativi a leggi della Regione Calabria, a leggi statali impugnate dalla
Regione Calabria, a conflitti di attribuzione aventi come parte
h) tutti gli atti che comportano oneri a carico del bilancio regionale.
Art. 5
(Parte Seconda)
1. Sono pubblicati nella parte seconda del BURC:
a) le deliberazioni del Consiglio e della Giunta regionale;
b) i decreti, le ordinanze e gli altri atti del Presidente della Giunta regionale
aventi rilevanza esterna;
c) le deliberazioni e i comunicati del Presidente o dell'Ufficio di Presidenza
del Consiglio regionale aventi rilevanza esterna o che per il loro contenuto
devono essere portati a conoscenza della generalità dei cittadini. In tali
casi, la pubblicazione è motivatamente disposta negli atti stessi;
d) le determinazioni dirigenziali aventi rilevanza esterna;
e) le circolari esplicative delle leggi regionali nonché gli atti di
organi della Regione contenenti indirizzi nei confronti di amministrazioni
pubbliche, i provvedimenti di organi politici e di direzione amministrativa
della Regione aventi carattere organizzativo generale.
2. Sono, altresì, pubblicati gli atti di enti locali, di enti pubblici e
di altri enti ed organi e, su specifica determinazione del Presidente della
Giunta regionale ovvero su deliberazione del Consiglio regionale, atti di
organi statali che abbiano rilevanza per
3. Possono essere pubblicati, su determinazione del Presidente della
Giunta regionale, a richiesta di enti o amministrazioni interessate, altri atti
di particolare rilievo la cui pubblicazione non sia prescritta da legge o
regolamento regionale e, qualora contengano dati sensibili, il relativo
trattamento deve avvenire nel rispetto della normativa di riferimento, e, in
generale, di quelle per le quali non è consentito l'accesso ai sensi della
normativa vigente.
4. Sono, inoltre, pubblicati gli atti della Regione che per il loro contenuto
devono essere portati a conoscenza della generalità dei cittadini. La
pubblicazione, in tali casi, è motivatamente disposta negli atti stessi.
Art. 6
(Parte terza)
1. Sono pubblicati nella parte terza del BURC:
a) i bandi e gli avvisi di concorso e di gara, i bandi e gli avvisi per
l'attribuzione di borse di studio, di contributi, di sovvenzioni, di benefici
economici o finanziari ed i provvedimenti di approvazione degli stessi;
b) gli annunzi legali ed i provvedimenti di approvazione degli stessi;
c) i provvedimenti di approvazione delle graduatorie relative a concorsi,
borse di studio, attribuzione di contributi, sovvenzioni, benefici economici o
finanziari; i provvedimenti di approvazione dei risultati delle gare e di
aggiudicazione delle forniture, dei servizi e dei lavori pubblici.
Art. 7
(Supplemento speciale)
1. Le richieste di referendum,
di cui agli articoli 75 e 138 della Costituzione, le proposte di legge alle
Camere, di cui all'articolo 121 Costituzione, e le proposte di atti
amministrativi di rilevante importanza sono pubblicati in apposito supplemento
del BURC.
2. Sono atti amministrativi di rilevante importanza, ai fini di cui al
comma 1:
a) le proposte e i pareri previsti con cui
b) i pareri previsti dagli articoli 132 e 133 della Costituzione;
c) i pareri di interesse generale richiesti dagli organi costituzionali
della Repubblica, tranne che da questi non sia assegnato un termine inferiore a
sessanta giorni;
d) ogni altro atto espressamente qualificato di rilevante importanza
dalla legge regionale.
3. Per consentire la migliore conoscibilità dell'attività del Consiglio
regionale, l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, può disporre la
pubblicazione nel Supplemento speciale di atti diversi da quelli indicati nel
comma 2.
4. La pubblicazione del Supplemento speciale del BURC è curata
dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale.
5. Alla gestione contabile del Supplemento speciale provvedono i
competenti servizi preposti all'amministrazione e gestione del BURC.
6. Le caratteristiche del Supplemento speciale devono corrispondere al
modello approvato dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale.
Art. 8
(Atti non soggetti a
pubblicazione)
1. Non sono pubblicati nel BURC gli atti amministrativi regionali aventi
rilevanza esclusivamente interna per i quali le leggi vigenti non ne prevedono
la pubblicazione.
2. Non sono, altresì, pubblicati gli atti regionali meramente attuativi
di precedenti provvedimenti amministrativi.
Art. 9
(Modalità di
pubblicazione e tutela della riservatezza)
1. La pubblicazione degli atti nel BURC avviene in forma integrale, salvo
che non sia espressamente prevista la pubblicazione per estratto.
2. Sono pubblicati per estratto gli atti indicati ai commi 3 e 4
dell'articolo 5. La redazione dell'estratto deve essere effettuata dall'organo
regionale che ha emanato l'atto o dalla diversa amministrazione richiedente.
Per gli atti di iniziativa della Giunta, la redazione dell'estratto è
effettuata dal servizio del competente assessorato.
3. Al fine di salvaguardare la riservatezza dei destinatari dell'atto nel
rispetto dei principi di pertinenza e non eccedenza, si osservano le norme
vigenti in materia di protezione dei dati personali.
Art. 10
(Richiesta di
pubblicazione)
1. Il Presidente della Giunta, il Presidente del Consiglio regionale, gli
assessori competenti ovvero i dirigenti generali regionali richiedono alla
direzione del BURC la pubblicazione degli atti degli organi regionali.
2. Gli enti e le amministrazioni non regionali richiedono la
pubblicazione degli atti alla direzione del BURC, indicando la norma che ne
prescrive la pubblicazione ovvero precisando che si tratta di atti che, per il
loro contenuto, devono essere portati a conoscenza della generalità dei
cittadini.
3. La pubblicazione avviene secondo le modalità specificate nella
richiesta e nel testo fornito.
Art. 11
(Termini per la
pubblicazione)
1. Le leggi ed i regolamenti della Regione sono pubblicati entro 10
giorni decorrenti rispettivamente dalla data di promulgazione e di emanazione.
2. Gli altri atti sono pubblicati entro 15 giorni dalla data della loro
ricezione da parte dell'Ufficio del BURC.
Art. 12
(Correzione degli errori)
2. La correzione degli errori, di cui al comma 1, è richiesta:
a) dall'ufficio del Segretario generale del Consiglio regionale, per le
leggi o per gli atti dello stesso Consiglio;
b) dal Segretario della Giunta regionale, per i regolamenti o per gli
atti della stessa Giunta;
c) dal responsabile della struttura che ha emanato l'atto, per i decreti
dirigenziali;
d) dai responsabili delle relative strutture degli Enti ed
Amministrazioni, diversi dalla Regione, che hanno richiesto la pubblicazione
nel BURC, per gli atti e i provvedimenti di loro competenza.
Art. 13
(Pubblicazione delle note
e dei testi coordinati agli atti normativi aggiornati)
1. Sono sottoposti a pubblicazione nel BURC:
a) le norme richiamate in altro testo normativo, in calce al testo ove è
stato effettuato il rinvio;
b) l'intero articolo modificato, in calce al provvedimento di modifica,
nel testo risultante dalle modifiche che sono stampate in modo caratteristico,
quando un testo normativo dispone l'abrogazione, l'aggiunta o la modificazione
di una o più parole nel corpo di una preesistente disposizione normativa;
c) il testo coordinato, quando un testo normativo ha subito diverse e
complesse modifiche.
2. Il Presidente della Giunta regionale dispone la pubblicazione nel BURC
di un testo aggiornato dell'atto, nel quale le modifiche sono stampate in modo
caratteristico e ne è specificata la fonte.
3. La redazione dei testi e delle note dì cui al presente articolo è
curata dalla Segreteria della Giunta regionale.
Art. 14
(Periodicità e indici
della pubblicazione)
1. Il BURC è pubblicato di norma con cadenza settimanale e comunque ogni
qualvolta se ne ravvisi la necessità.
Art. 15
(Responsabilità della
pubblicazione - Direzione, redazione, amministrazione)
1. La pubblicazione del BURC è curata dalla struttura regionale
competente per l'amministrazione e la redazione del periodico.
2. Le direttive editoriali, i termini e le modalità per l'invio degli
atti destinati alla pubblicazione sono stabiliti con provvedimento della Giunta
regionale, su proposta congiunta del Presidente della Giunta e del Presidente
del Consiglio.
3. Il direttore responsabile del BURC è scelto prioritariamente tra i
giornalisti professionisti dell'Ufficio stampa della Giunta regionale in
possesso di laurea ed è nominato dalla Giunta regionale su proposta congiunta
del Presidente della Giunta e del Presidente del Consiglio.
Art. 16
(Regole tecniche)
1. Le regole tecniche relative alla pubblicazione del BURC sono fissate
in apposito atto del Segretario della Giunta regionale su proposta delle
relativa struttura competente in materia di sistema informativo, di concerto
con la relativa struttura del Consiglio regionale, acquisiti i pareri
dell'ufficio del BURC e della struttura della Giunta regionale competente in
materia di informazione multimediale.
2. Nell'atto di cui al comma 1 sono disciplinate:
a) le modalità per l'invio elettronico degli atti destinati alla
pubblicazione;
b) le garanzie da adottare a tutela della sicurezza dei testi pubblicati,
in modo da garantirne l'autenticità e l'integrità;
c) le modalità di archiviazione dei testi pubblicati;
d) le modalità di conservazione dei testi pubblicati;
e) le garanzie di manutenzione del sistema informativo e della sua
operatività continuativa;
f) le modalità di realizzazione della sezione del sito della Regione e
del Consiglio regionale dedicata al Bollettino, con motore di ricerca idoneo a
consentire la navigazione anche ai soggetti diversamente abili;
g) le modalità dell'invio per posta elettronica a determinati soggetti o
categorie dell'avviso dell'avvenuta pubblicazione del BURC, in modo da
realizzare un'informazione tempestiva.
Art. 17
(Consultazione del BURC)
1. La consultazione del BURC sul sito web
della Regione Calabria e del Consiglio regionale della Calabria è libera,
permanente e gratuita.
2. La consultazione gratuita del BURC sul sito web della Regione Calabria e del Consiglio regionale della Calabria
è garantita, con l'opportuna assistenza, presso gli uffici per le relazioni con
il pubblico della Regione e degli enti ed aziende da essa dipendenti, nonché le
biblioteche degli enti locali e presso tutti i comuni della Calabria provvisti
dei relativi servizi.
3. Gli utenti possono richiedere ai soggetti di cui al comma 2 la stampa
degli atti di proprio interesse pubblicati nel BURC.
4. Per la stampa degli atti gli interessati corrispondono ai soggetti di
cui al comma 2 un contributo in misura corrispondente a quella fissata per
l'estrazione di copie di atti amministrativi.
5. Gli utenti che risiedono in una zona del territorio regionale ove gli
operatori pubblici non rendono disponibili servizi di connessione alla rete in
banda larga, possono chiedere alla redazione del BURC l'invio per posta di una
stampa dell'atto di interesse, dietro pagamento in contrassegno di una quota
fissata dal responsabile del BURC e comprensiva dei diritti di estrazione di
copie.
6. Presso tutti i comuni della Calabria è lasciata in visione gratuita ai
cittadini almeno una copia dell'ultimo numero del BURC, stampata a spese del
comune medesimo. Per il rilascio di copie si applica il comma 4.
Art. 18
(Spese di pubblicazione)
1. Il costo della pubblicazione è a carico della Regione Calabria.
2. La pubblicazione degli Statuti degli enti locali è gratuita.
3.
4. Per le pubblicazioni degli atti di cui all'articolo 6, effettuate su
richiesta I di altre amministrazioni o enti, il relativo costo è a carico dei
soggetti richiedenti.
Art. 19
(Versamento proventi)
1. I proventi delle pubblicazioni sono versati in apposito conto corrente
postale intestato al BURC.
2. Le somme disponibili nel conto corrente sono versate trimestralmente
alla Tesoreria della Regione Calabria.
Art. 20
(Banche dati degli atti
amministrativi)
1. Sono istituite apposite banche dati degli atti amministrativi della
Giunta regionale e del Consiglio regionale.
2. Gli atti amministrativi regionali pubblicati sul BURC sono pure
pubblicati sul sito web della Regione
e del Consiglio regionale, per il tramite delle banche dati di cui al comma 1.
3. Non sono resi pubblici gli atti amministrativi aventi rilevanza
meramente interna, individuati con deliberazione della Giunta regionale o
dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, secondo la rispettiva
competenza.
4. Le banche dati sono fra loro opportunamente collegate in modo da
garantire all'utente agevole consultazione e ricerca.
Art. 21
(Disciplina delle banche
dati)
1.
2. Le caratteristiche tecniche della banca dati sono fissate con atto del
Segretario della Giunta regionale, sentite la struttura della Giunta regionale
competente in materia di sistema informativo e le strutture della Giunta
competenti in materia di controllo sugli atti dei dirigenti e in materia di
informazione multimediale.
3. Per il Consiglio regionale l'atto di cui al comma 2 è assunto dal
Segretario generale del Consiglio, sentite la struttura competente in materia
informatica e le strutture competenti in materia di controllo sugli atti dei
dirigenti ed in materia di informazione e comunicazione.
4. Gli atti di cui al presente articolo sono assunti assicurando il
coordinamento reciproco ai fini degli opportuni collegamenti, ai sensi del
comma 4 dell'articolo 20.
Art. 22
(Disposizione
finanziaria)
1. La presente legge non comporta oneri aggiuntivi sul bilancio
regionale.
Art. 23
(Decorrenza e norma
transitoria)
1. Il BURC è pubblicato esclusivamente in formato digitale a partire dal
1° gennaio 2012.
2. Dall'entrata in vigore della presente legge e fino al 31 dicembre 2011
restano ferme le procedure e le modalità di pubblicazione del BURC previste
dalla legge regionale 4 settembre 2001, n. 19 (Norme sul procedimento
amministrativo, la pubblicità degli atti ed il diritto di accesso. Disciplina
della pubblicazione del Bollettino ufficiale della Regione Calabria) innovate
nei contenuti di cui alla presente legge.
Art. 24
(Abrogazioni)
Art. 25
(Norma finale)
1. La pubblicazione nel Bollettino Ufficiale telematico della Regione
degli atti amministrativi già di competenza degli organi statali sostituisce, a
tutti gli effetti, la loro pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, nei
Bollettini Ufficiali dei Ministeri, nel Foglio annunzi legali della Provincia.
Art. 26
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il quarantacinquesimo giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione Calabria.
"Il Consiglio regionale
visti:
la legge regionale 30 agosto 1996, n. 27 istitutiva delle Aziende
Territoriali per l'Edilizia Residenziale Pubblica e successive modificazioni ed
integrazioni;
la legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 recante "Ordinamento del
bilancio e della contabilità della Regione Calabria" e, in particolare
l'articolo 57 e successive modificazioni ed integrazioni;
l'articolo 54, comma 5, lettera b), dello Statuto della Regione Calabria;
considerato che:
con deliberazione del Direttore Generale dell'ATERP (Azienda Territoriale
per l'Edilizia Residenziale Pubblica) della provincia di Reggio Calabria n. 305
del 31 agosto 2010 è stato approvato il progetto di bilancio di previsione
della medesima Azienda per l'anno 2011;
il Collegio dei Revisori dei conti dell'Azienda nella seduta del 30
agosto
invita il Dirigente ad un accurato monitoraggio sulla situazione
debitoria;
consiglia in merito ai residui attivi e passivi, un'accurata
rideterminazione e gestione al fine di evitare il verificarsi di eventuali
prescrizioni temporali principalmente riferite ai residui attivi, accelerando
il piano di riscossione in modo particolare per quelli derivanti dai canoni di
locazione;
suggerisce all'Azienda un'oculata gestione, al fine di mantenere in
equilibrio il predetto bilancio, cercando di raggiungere gli obiettivi primari,
di semplificazione, di razionalizzazione ed accertamento dell'evasione dei
canoni al fine di evitare situazioni di contenzioso;
invita il Direttore Generale all'utilizzo dell'avanzo di amministrazione
solo dopo l'effettiva certezza, rilevabile solo in sede di approvazione del
rendiconto 2010;
consiglia l'Organo esecutivo di impegnare gradualmente le spese in
bilancio al verificarsi dell'accertamento e della riscossione delle
preventivate entrate;
il Dipartimento competente "Lavori Pubblici, Edilizia residenziale,
Politica della casa" ha espresso previa istruttoria parere favorevole
all'approvazione del bilancio di previsione 2011, condividendo le osservazioni
e le raccomandazioni espresse dal Collegio dei Revisori, in particolare
l'esigua entità degli incassi dei canoni e la difficoltà alla riscossione; n
tal senso ha esortato l'Azienda ad un rapido recupero dei crediti a vario
titolo ed a proseguire nella chiusura dei cantieri al fine di utilizzare
economie;
il Dipartimento Bilancio e Patrimonio "Servizio Bilancio della
Regione e degli Enti Strumentali e Società Partecipate" ha espresso parere
favorevole per l'approvazione dello stesso formulando con nota n. 42788 del 13
dicembre 2010 le seguenti osservazioni e raccomandazioni agli organi
dell'Azienda, da adottare in sede di chiusura dei conti per l'esercizio
finanziario 2010 e, quindi, in sede di assestamento del bilancio 2011:
- l'avanzo di amministrazione presunto applicato all'esercizio 2011, pari
ad euro 3.916.638,14 deve essere rideterrninato in relazione alla chiusura
definitiva dei conti al 31 dicembre 2010 ed alle osservazioni di seguito
specificate, soprattutto in ordine al riaccertamento dei residui attivi e
passivi. Per tale motivo raccomanda la non utilizzazione della quota
disponibile dell'avanzo fino a quando non sarà approvato il conto consuntivo
2010 dagli organi dell'Azienda;
- il livello dei residui, sia attivi che passivi, esposti nel bilancio
2011 continua ad essere rilevante. Per avere un'idea precisa sulla consistenza
dei residui attivi, sulla esigibilità e sulla capacità di smaltimento annua,
sarebbe necessario appurare l'anno di formazione degli stessi;
- si ribadiscono le raccomandazioni già effettuate in precedenza sulla
assoluta necessità di una sollecita azione di recupero della morosità
esistente. Tale raccomandazione, del resto, è stata già espressa dal Collegio
dei Revisori e dal Dipartimento competente. A tal proposito, comunque, occorre
evidenziare che il Direttore Generale dell'Azienda, nella relazione annessa al
bilancio
- si invita l'Azienda ad effettuare un riesame approfondito dei residui
passivi e quindi degli impegni assunti tempo per tempo nei diversi capitoli
della spesa, soprattutto di quelli di più vecchia formazione; -verificare se
sussistono o meno debiti nei confronti di terzi, in quanto ciò potrebbe
condurre alla realizzazione di importanti economie di spesa, da cui il quadro
complessivo dell'Azienda non potrebbe che trarre beneficio;
preso atto della deliberazione della Giunta regionale n. 833 del 21
dicembre 2010;
visto il parere favorevole della 2^ Commissione espresso nella seduta del
18 febbraio 2011 con le osservazioni ivi riportate;
delibera
di approvare il progetto del Bilancio di previsione per l'anno
finanziario 2011 dell'ATERP (Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale
Pubblica) della provincia di Reggio Calabria, con allegati tutti i documenti
richiamati in premessa che costituiscono parte integrante e sostanziale della
presente deliberazione".
(Tabelle)
"Il Consiglio regionale
visti:
la legge regionale 30 agosto 1996, n. 27 istitutiva delle Aziende
Territoriali per l'Edilizia Residenziale Pubblica e successive modificazioni ed
integrazioni;
la legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 recante "Ordinamento del
bilancio e della contabilità della Regione Calabria" e, in particolare
l'articolo 57 e successive modificazioni ed integrazioni; l'articolo 54, comma
5, lettera b), dello Statuto della Regione Calabria;
considerato che:
con deliberazione del Direttore Generale dell'ATERP (Azienda Territoriale
per l'Edilizia Residenziale Pubblica) della provincia di Crotone n. 272 del 3
settembre 2010 è stato approvato il progetto di bilancio di previsione della
medesima Azienda per l'anno 2011;
il Collegio dei Revisori dei conti dell'Azienda nella seduta del 2
settembre
invita l'Azienda a proseguire nell'opera di messa a reddito degli alloggi
in attesa di regolarizzazione al fine di aumentare le entrate dell'Ente;
considera prioritario e necessario per l'esercizio 2011, il recupero
della morosità pregressa, già positivamente avviata dall'Azienda, al fine di
incrementare le risorse finanziarie necessarie per interventi migliorativi
degli alloggi stessi;
invita l'Ente per l'anno
rileva che dall'utilizzo di tutte quelle cospicue somme derivanti
dall'accertamento delle economie a seguito della chiusura dei cantieri,
l'Azienda avrebbe un sicuro giovamento in quanto le permetterebbe di
intervenire sull'intero patrimonio;
consiglia un'attenta ed efficace programmazione delle entrate e delle
spese;
il Dipartimento competente "Lavori Pubblici, Edilizia residenziale,
Politica della casa" ha espresso previa istruttoria parere favorevole
all'approvazione del bilancio di previsione 2011, rilevando che l'Azienda
risente della mancata definitiva attuazione della tripartizione. Condivide,
inoltre, le osservazioni già fatte dal Collegio dei Revisori ed in particolare
la sollecitazione fatta all'Ente a proseguire nelle procedure di sfratto nei
confronti dei morosi ed a monitorare gli incassi rateizzati;
il Dipartimento Bilancio e Patrimonio "Servizio Bilancio della
Regione e degli Enti Strumentali e Società Partecipate" ha espresso parere
favorevole per l'approvazione dello stesso formulando con nota n. 42791 del 13
dicembre 2010 le seguenti osservazioni e raccomandazioni agli organi
dell'Azienda, da rendere operative sia in sede di chiusura dei conti 2010 e, quindi,
di assestamento di bilancio 2011, che in sede di gestione del bilancio 2011:
- l'avanzo di amministrazione presunto applicato all'esercizio 2011, pari
ad euro 286.760,24 deve essere rideterminato in relazione alla chiusura
definitiva dei conti al 31 dicembre 2010 ed alle osservazioni di seguito
specificate, soprattutto in ordine al riaccertamento dei residui attivi e
passivi. Per tale motivo si raccomanda la non utilizzazione della quota
disponibile dell'avanzo fino a quando non sarà approvato il conto consuntivo
2010 dagli organi dell’Azienda;
- il livello dei residui, sia attivi che passivi, esposti nel bilancio
2011 continua ad essere rilevante. Per avere un'idea precisa sulla consistenza
dei residui attivi, sulla esigibilità e sulla capacità di smaltimento annua,
sarebbe necessario appurare l'anno di formazione degli stessi;
- si ribadiscono le raccomandazioni già effettuate in precedenza sulla
assoluta necessità di una sollecita azione di recupero della morosità
esistente;
- per quanto riguarda i residui passivi si invita l'Azienda, fin da
subito e, quindi, ancor prima della chiusura dei conti, ad effettuare un
riesame approfondito degli impegni assunti tempo per tempo nei diversi capitoli
della spesa, soprattutto di quelli di più vecchia formazione;
- verificare se sussistono o meno debiti nei confronti di terzi, in
quanto ciò potrebbe condurre alla realizzazione di importanti economie di
spesa, da cui il quadro finanziario complessivo dell'Azienda non potrebbe che
trarre beneficio;
preso atto della deliberazione della Giunta Regionale n. 834 del 21
dicembre 2010;
visto il parere favorevole della 2^ Commissione espresso nella seduta del
18 febbraio 2011 con le osservazioni ivi riportate;
delibera
di approvare il progetto del Bilancio di previsione per l'anno
finanziario 2011 dell'ATERP (Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale
Pubblica) della provincia di Crotone. con allegati tutti i documenti richiamati
in premessa che costituiscono parte integrante e sostanziale della presente
deliberazione".
(Tabelle)
"Il Consiglio regionale
visti:
la legge regionale 30 agosto 1996, n. 27 istitutiva delle Aziende
Territoriali per l'Edilizia Residenziale Pubblica e successive modificazioni ed
integrazioni;
la legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 recante "Ordinamento del
bilancio e della contabilità della Regione Calabria" e, in particolare l'articolo
57 e successive modificazioni ed integrazioni;
l'articolo 54, comma 5, lettera b), dello Statuto della Regione Calabria;
considerato che:
con deliberazione del Direttore Generale dell'ATERP (Azienda Territoriale
per l'Edilizia Residenziale Pubblica) della provincia di Catanzaro n. 496 del 6
settembre 2010 è stato approvato il progetto di bilancio di previsione della
medesima Azienda per l'anno 2011;
il Collegio dei revisori dei conti dell'Azienda ha espresso parere
favorevole all'approvazione del bilancio di previsione 2011, formulando le
seguenti osservazioni e raccomandazioni:
ribadisce le raccomandazioni del precedente Collegio in ordine
all'adozione di provvedimenti incisivi per proseguire l'azione di recupero
della morosità esistente in ordine ai canoni di locazione;
invita l'Azienda a proseguire nella chiusura dei cantieri al fine di
utilizzare le economie che ne derivano per gli investimenti ritenuti necessari
e per aderire agli obiettivi indicati dal P.O.A. 2010;
rileva che i punti di criticità emersi dall'esame del bilancio di
previsione per l'esercizio 2011 sono rappresentati principalmente:
a) dalla gestione dei canoni di locazione degli immobili le cui entrate
non possono essere considerate adeguatamente remunerative a causa della loro
esiguità;
b) dalle difficoltà che si incontrano in taluni casi per la puntuale
riscossione dei canoni stessi;
c) dall'abusivismo accertato in ordine al possesso senza titolo di
alloggi ERP;
d) dall'appostamento tra le entrate correnti per cassa di oltre 1.400.000,00
per crediti diversi; tuttavia, gli interventi attuati e la programmazione in
essere hanno già realizzato risultati positivi per quanto attiene il recupero e
la riscossione di morosità e la lotta all'abusivismo;
il Dipartimento competente "Lavori Pubblici, Edilizia residenziale,
Politica della casa" ha espresso, previa istruttoria, parere favorevole
all'approvazione del bilancio di previsione 2011, raccomandando l'ATERP ad
impegnare gradualmente le spese in bilancio al verificarsi dell'accertamento della
riscossione delle entrate preventivate; condivide, infine, le osservazioni e le
prescrizioni fatte dal Collegio dei Revisori;
il Dipartimento Bilancio e Patrimonio "Servizio Bilancio della
Regione e degli Enti Strumentali e Società Partecipate" ha espresso parere
favorevole per l'approvazione dello stesso formulando con nota n. 42786 del 13
dicembre 2010 le seguenti osservazioni e raccomandazioni agli organi
dell'Azienda, da rendere operative sia in sede di chiusura dei conti 2010 e,
quindi, di assestamento del bilancio 2011, che in sede di gestione del bilancio
2011:
il disavanzo di amministrazione applicato all'esercizio 2011, risulta
essere pari ad euro 1.194.601,85, leggermente inferiore a quello esposto negli
ultimi tre esercizi finanziari anche se lo stesso, essendo presunto, dovrà
essere rideterminato in sede di chiusura definitiva dei conti al 31 dicembre
2010, alla luce degli impegni, degli accertamenti, dei pagamenti e delle
riscossioni che saranno effettuati nell'ultimo scorcio del corrente esercizio.
Raccomanda, pertanto, fino a quando non sarà approvato il conto consuntivo
2010, di monitorare la spesa di carattere discrezionale, al fine di evitare un
aumento del disavanzo per l'anno successivo;
il livello dei residui, sia attivi che passivi, esposti nel bilancio 2011
continua ad essere rilevante. Destano preoccupazione i 9,23 milioni di euro di
residui attivi per i canoni di locazioni, inferiori a quelli esposti nell'anno
precedente, pari a 14,26 milioni di euro. Nel merito ribadisce le raccomandazioni
già effettuate in precedenza sulla assoluta necessità di una sollecita azione
di recupero della morosità esistente;
per quanto riguarda i residui passivi invita l'Azienda, fin da subito e,
quindi, ancor prima della chiusura dei conti, ad effettuare un riesame
approfondito degli impegni assunti tempo per tempo nei diversi capitoli della
spesa, soprattutto di quelli di più vecchia formazione;
verificare se sussistono o meno debiti nei confronti di terzi, in quanto
ciò potrebbe condurre alla realizzazione di importanti economie di spesa, da
cui il quadro complessivo dell'Azienda non potrebbe che trarre beneficio. Tali
eventuali economie potrebbero, da un lato, riequilibrare l'impatto della minore
entrata per morosità e, in ogni caso, ridurre di fatto il disavanzo esposto nel
bilancio di previsione 2011;
preso atto della deliberazione
della Giunta regionale n. 835 del 21 dicembre 2010;
visto il parere favorevole della 2^ Commissione espresso nella seduta del
18 febbraio 2011 con le osservazioni ivi riportate;
delibera
di approvare il progetto del Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2011 dell'ATERP (Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale Pubblica) della provincia di Catanzaro, con allegati tutti i documenti richiamati in premessa che costituiscono parte integrante e sostanziale della presente deliberazione".
(Tabelle)
Art. 1
Modifica ed integrazione
del 20 comma dell'articolo 13 della legge regionale
29 dicembre 2010, n. 34
1. Il comma 2, dell'articolo 13 della legge regionale legge regionale 29
dicembre 2010, n. 34 è sostituito dal seguente: "
Art. 2
Entrata in vigore
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della
sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
Art. 1
Modifica all'articolo 9
della legge regionale 16 gennaio 1985, n. 4
1. L'articolo 9 della legge regionale 16 gennaio 1985, n. 4 è sostituito
dal seguente:
"1. Al Difensore civico spetta il 25% dell'indennità fissa di
funzione stabilita per i Consiglieri regionali.
Art. 2
Entrata in vigore
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
“Il
Consiglio regionale
premesso che
il territorio del Comune di Montalto Uffugo (CS), e segnatamente quello in cui ricadono le frazioni di Pianette e Lucchetta, è attraversato dal tracciato dell'elettrodotto Altomonte - Feroleto, segmento dell'elettrodotto a 380 Kv Laino – Feroleto – Rizziconi;
detto tracciato, opera della società Terna S.p.A., presenta notevoli incongruenze sotto il profilo della sicurezza e della salute pubblica, in quanto non in linea con la normativa vigente in materia;
tali incongruenze sono state fatte rilevare in più occasioni, attraverso lettere e delibere, dallo stesso Comune di Montalto Uffugo;
lo stesso Comune di Montalto Uffugo (CS), proprio in ordine alle sconvenienze di cui sopra, aveva affidato un incarico di consulenza tecnica all'ing. Giancarlo Spadanuda, la cui perizia finale rilevava come “l'ubicazione in altra zona dell'elettrodotto” si rendeva quanto mai necessaria, per ragioni “ingegneristiche, biologiche, sanitarie ed ambientali”;
agli atti della Regione Calabria non risulterebbe prodotta alcuna VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) né alcuna VAS (Valutazione Ambientale di Strategia);
una vistosa incongruenza è riscontrabile nella
distanza del predetto tracciato con le abitazioni di centri abitati già
richiamati (in alcuni tratti i cavi passano a meno di
le effettive e palesi criticità riscontrabili nelle frazioni Pianette e Lucchetta di Montalto Uffugo (CS), peraltro già rilevate nel Dec. VIA/3062 del 1998, avevano indotto il Ministero dell'Ambiente a sostenere la necessità che si individuasse un nuovo tracciato;
nel dicembre del 2007, sulla base dell'accordo
raggiunto al Ministero dell'Ambiente per la modifica del tracciato,
il Ministero dello Sviluppo Economico, con nota n. 0003148 del 15 febbraio 2008, dava avvio al procedimento autorizzatorio relativo al progetto in variante presentato da Terna S.p.A., con formale richiesta al Ministero dell'Ambiente di pronuncia sulla compatibilità ambientale dell'opera;
il progetto in variante presentato da Terna S.p.A. è
stato regolarmente depositato presso
dal 2005, anno in cui è partita l'energizzazione dell'elettrodotto, molti sono i disturbi fisici, in forma generalizzata, che si sono riscontrati tra i residenti di centri abitati già richiamati, segno di un'attività nociva ed inquinante delle onde elettromagnetiche generate dai cavi dell'alta tensione;
è oltremodo dimostrata, da rilievi epidemiologici, l'aumentata incidenza di leucemie infantili ed altre patologie conseguenti all'esposizione a campi elettromagnetici;
nondimeno Terna S.p.A. non ha mai fornito documentazione sul “principio di precauzione” sull'elettromagnetismo formulato alla Conferenza Internazionale su Ambiente e Sviluppo di Rio de Janeiro (1992);
uno studio condotto dal prof. Luigi Maximilian Caligiuri, esperto di fisica ambientale presso l'inglese Wessex Institute of technology, proprio sui rischi connessi all'esposizione ai campi magnetici generati dai cavi dell'elettrodotto in questione, ha evidenziato seri elementi di criticità per la salute dei residenti;
preso atto che
in data 05.02.2011 si è svolto a Montalto un incontro fra l'amministrazione comunale ed una rappresentanza della predetta Commissione, nel quale si era unanimemente convenuto che in tempi ristrettissimi sarebbe stato interessato ufficialmente della vicenda il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti, che, a sua volta, avrebbe dovuto avviare un confronto con Terna ed il ministero competente;
invita
ad assumere, anche alla luce delle risultanze delle audizioni svolte sulla questione presso la competente Commissione del Consiglio regionale, ogni utile, tempestiva e concreta iniziativa, nei confronti della società Terna S.p.A. e del Ministero dell'Ambiente, atta a conseguire il risultato di una modifica dell'attuale tracciato dell'elettrodotto ovvero di un interramento dei cavi – com'è previsto, tra l'altro, dal Piano energetico della Regione Calabria del 31 marzo 2005, nel caso di attraversamento in aree abitate – nel tratto che interessa il territorio ed alcuni centri abitati del Comune di Montalto Uffugo (CS), stante l'assoluta pericolosità del medesimo per la salute dei residenti;
a chiedere, perciò, con urgenza un incontro al ministro dell’ambiente, coinvolgendo all’uopo la stessa società Terna S.p.A. per affrontare risolutamente ed efficacemente la questione e far valere le istanze dei cittadini di Montalto Uffugo (CS)”.