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IX^ LEGISLATURA

 

RESOCONTO INTEGRALE

__________

 

17.

 

SEDUTA DI MARTEDI’ 29 MARZO 2011

 

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FRANCESCO TALARICO

E DEL VICEPRESIDENTE ALESSANDRO NICOLO’

 

 

Presidenza del Presidente Francesco Talarico

La seduta inizia alle 13,05

Francesco SULLA, Segretario Questore

Legge il verbale della seduta precedente.

(E’ approvato)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Legge le comunicazioni.

(Sono riportate in allegato)

Annunzio di interrogazioni, interpellanze e mozioni

Francesco SULLA, Segretario Questore

Legge le interrogazioni, le interpellanze e le mozioni pervenute alla Presidenza.

(Sono riportate in allegato)

PRESIDENTE

Abbiamo completato le comunicazioni iniziali, pertanto passiamo adesso all’ordine del giorno del Consiglio regionale.

Prima di procedere con l’ordine del giorno dedichiamo, come stabilito dal Regolamento, un’ora alle interrogazioni a risposta immediata.

Prego i colleghi consiglieri di prender posto così iniziamo i lavori con le interrogazioni.

Interrogazione a risposta immediata numero 87/9^ di iniziativa del consigliere Talarico D. “In ordine all'avviso pubblico per la concessione alle imprese di 'borse lavoro e di altri incentivi occupazionali'”

PRESIDENTE

Ricordo sempre che c’è la ripresa televisiva e ai consiglieri interroganti ricordo che devono rispettare i due minuti previsti per i loro interventi,  tre per la risposta e un minuto per dichiararsi soddisfatti o meno.

La prima interrogazione a risposta immediata numero 87 del 3.2.2011 è di iniziativa del consigliere Talarico Domenico “In ordine all'avviso pubblico per la concessione alle imprese di 'borse lavoro e di altri incentivi occupazionali” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere Premesso che:

in data 15/10/2010 è stato pubblicato sul BURC un avviso pubblico di emanazione della Giunta regionale, con una dotazione finanziaria pari a 105 milioni di euro del POR Calabria FSE 2007/2013, avente ad oggetto "Aiuti alle imprese attraverso la concessione delle borse lavoro, di incentivi occupazionali sotto forma di integrazione salariale e formazione continua come accrescimento delle competenze";

il bando succitato prevedeva una procedura "a sportello" per la presentazione delle domande e la formazione delle graduatorie sulla base dell'ordine di spedizione (e non di ricezione) delle medesime;

da varie indiscrezioni si apprende che molte delle domande presentate, per lo più attraverso agenzie di servizio postale private, recherebbero il sigillo del medesimo giorno, della medesima ora, del medesimo minuto;

la procedura individuata avrebbe viepiù lasciato alle agenzie private un certo "margine di discrezionalità" nel definire l'ordine di presentazione delle domande;

tali circostanze starebbero alla base dei problemi che si stanno registrando in sede di istruzione delle domande -:

se corrispondono al vero le indiscrezioni di cui alla premessa;

quali iniziative si intendono intraprendere a garanzia della massima trasparenza nell'espletamento della procedura di assegnazione dei benefici ai soggetti che ne hanno fatto richiesta”.

Poi risponderà l’onorevole Stillitani assessore al ramo.

Prego, onorevole Talarico.

Domenico TALARICO

Si tratta, com’è noto, di un’interrogazione relativa alle cosiddette borse lavoro. Ho chiesto al Presidente del Consiglio e, per suo tramite, all’assessore competente di sapere se corrispondono al vero alcune indiscrezioni secondo le quali la procedura individuata per la selezione delle domande in qualche modo lascia ampi margini di discrezionalità ed, a questo punto, ha lasciato ampi margini di discrezionalità alle cosiddette poste private.

Tant’è che risulta, è certificato, che tantissime domande sarebbero state presentate alla stessa ora, allo stesso giorno e al medesimo minuto, al punto che gli addetti, gli impiegati negli stessi uffici postali privati avrebbero dovuto timbrare nello stesso minuto centinaia di domande.

Ancora, vi è da segnalare che delle borse lavoro che sono state erogate dalla Regione Calabria molte di queste sarebbero state destinate per effetto, probabilmente, di questo margine di discrezionalità amplissimo, alla medesima azienda e in alcuni casi risulta addirittura che alcune imprese private addette al ricevimento sarebbero le beneficiarie delle stesse borse lavoro.

Fatta questa premessa, chiedo all’assessore Stillitani di sapere se corrispondono al vero queste indiscrezioni e quali iniziative si intendono prendere, anche se ormai il procedimento sembra essersi concluso. La mia interrogazione è datata 2 gennaio 2011 per cui, probabilmente, anche qui i margini per correggere eventuali errori e limiti contenuti nel bando probabilmente non ci sono più. Però, chiedo quali iniziative intende intraprendere l’assessorato per dare rassicurazioni ai cittadini calabresi, alle imprese che hanno partecipato, a molte delle imprese che non hanno potuto beneficiare di questo provvedimento, in merito ad una procedura, non so, quanto legittima, legale, trasparente, ammesso che le denunce, le indiscrezioni, i limiti, che, comunque, sono stati denunciati e che provengono da più parti soprattutto dal mondo dell’impresa, corrispondano  al vero.

Non so se ho superato i tre minuti, ma vorrei aggiungere un modestissimo e concreto commento.

Ritengo che questo provvedimento non abbia prodotto i risultati che la stessa Giunta si era prefissa, che lo stesso è stato accompagnato da un battage pubblicitario anche costoso. Invece, proprio per la sua platea molto ampia che non ha individuato i settori specifici di intervento e i settori trainanti della economia calabrese, rischia, a mio avviso, di essere un provvedimento che non produrrà, sicuramente, gli effetti che invece erano auspicati nella presentazione dello stesso bando.

Vorrei, però, per soffermarmi sulla domanda principale, sapere se queste denunce, queste accuse, queste iniziative, anche di tipo legale, che sono state intraprese da alcuni, abbiano un fondamento rispetto al bando e alla graduatoria che è stata pubblicata e se, eventualmente, ci sono i margini per poterle correggere. Grazie

PRESIDENTE

La parola all’assessore Stillitani.

Francescantonio STILLITANI, assessore al lavoro e alle politiche sociali

Il problema delle poste private è stato ampiamente dibattuto anche su articoli di stampa e tra l’opinione pubblica.

Avevamo due possibilità, quella di raccogliere tutte le domande, fare una commissione, stabilire discrezionalmente i criteri, mandare alla commissione tutte le pratiche ed aspettare che la commissione, sulla base di criteri discrezionali stabiliti, decidesse una graduatoria delle aziende a cui concedere i finanziamenti; l’altra alternativa, che fra l’altro è perfettamente legittima e prevista anche da decreti statali, era quella di utilizzare il meccanismo della presentazione a sportello.

Abbiamo ritenuto, data la semplicità soprattutto della documentazione che noi richiedevamo alle imprese e quindi alla non necessità di dover fare particolari istruttorie, di optare per una presentazione delle domande a sportello.

A questo punto, si poteva scegliere se la presentazione a sportello dovesse tener conto della data di arrivo della domanda presso l’assessorato, quindi della protocollazione presso l’assessorato, oppure della data di spedizione.

Capite che è stato facile scegliere la data di spedizione, altrimenti si correva il rischio di trovare delle file e dei bivacchi interminabili davanti alla porta dell'assessorato.

Ormai il servizio postale è liberalizzato, ci sono tutta una serie di società autorizzate a svolgere il servizio, per cui per evitare anche possibili ricorsi da parte di questi soggetti, nel bando abbiamo dato la possibilità di presentare le raccomandate non solo presso gli uffici postali classici – che poi sono anche privatizzati, perché la posta ormai è diventata privata – ma anche a tutte le altre società private autorizzate all’espletamento del servizio postale.

Faccio presente che le società che operano in Calabria come poste private sono 17, quindi abbiamo 17 società che operano sul nostro territorio per l’attività di spedizione postale, con diverse centinaia di sportelli distribuiti su tutto il territorio regionale.

Abbiamo sponsorizzato e pubblicizzato volontariamente questo bando, appunto perché ritenevamo che dovesse raggiungere quante più persone e quante più imprese possibili e, nelle varie riunioni che ho avuto con le varie associazioni per le diverse province, avevo già previsto che, sin dal primo giorno, le risorse si sarebbero esaurite, cosa che è avvenuta, perché sin dalle prime ore le domande spedite hanno ampiamente superato le possibili disponibilità finanziarie del bando.

Quando è cominciata a sorgere la polemica sulla legittimazione o meno delle società private a poter spedire le raccomandate e soprattutto sull’apertura a mezzanotte degli sportelli, eravamo già certi che la cosa fosse possibile, ma per avere un’ulteriore conferma abbiamo…

PRESIDENTE

Un po’ di silenzio in Aula, non si capisce assolutamente niente. Inoltre, dobbiamo rimanere nei tempi di due minuti e tre minuti rispetto a chi ha chiesto la parola, e a colui che risponde. Ci sono gli orologi da un lato e dall’altro, quindi uno si può anche regolare nei tempi.

Prego, assessore, si avvii alla conclusione.

Francesco Antonio STILLITANI, assessore al lavoro e alle politiche sociali

Abbiamo fatto un quesito al responsabile del settore autorizzazione, vigilanza e controllo del dipartimento per le comunicazioni dell’Ispettorato territoriale della Calabria e abbiamo chiesto se le agenzie che hanno accettato queste raccomandate fossero o meno autorizzate e se era possibile che queste agenzie aprissero a mezzanotte. La risposta dell’Ispettorato conferma quello che pensavamo, cioè – la leggo – “Si fa seguito alla nota di codesto dipartimento per comunicare quanto segue: “Le agenzie di cui all’allegato A, che sono tutte le agenzie che hanno spedito le borse lavoro, risultano essere titolari di autorizzazione e/o licenza nel settore postale. La normativa che regolamenta il settore postale non obbliga i licenziatari e/o autorizzati al rispetto di orario di apertura o di chiusura.

Si comunica, infine, che da accertamenti effettuati da questo Ispettorato presso alcune licenziatari o autorizzati, l’invio delle spedizioni sono avvenute direttamente allo sportello delle agenzie”.

Questo significa, sostanzialmente, che dal punto di vista procedurale e documentale la situazione è perfettamente legittima.

Un’ultima cosa voglio precisare, che su 8 mila domande presentate, oltre 5 mila sono state spedite attraverso gli uffici postali privati, quindi la gran parte degli imprenditori o gli imprenditori più avveduti hanno utilizzato questo meccanismo.

Ritengo che, per restare nei tempi concessi, mi devo fermare qui. Poi per le altre risposte, eventualmente, provvediamo dopo.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Talarico.

Domenico TALARICO

La risposta dell’assessore non mi ha affatto persuaso, non ha spiegato a quest’Aula come, ad esempio, un addetto alle poste private possa certificare la ricezione di centinaia di domande allo stesso minuto, alla stessa ora, allo stesso secondo, è umanamente impossibile che un impiegato, un funzionario, possa apporre cento timbri in un secondo, e questo purtroppo è avvenuto. Così come è avvenuto che moltissime di queste agenzie, a mezzanotte e un minuto, sicuramente quelle  dell’area urbana Cosenza-Rende, erano chiuse.

Inviterei lei e il Presidente della Giunta ad avviare tutte le iniziative del caso per tutelare, a questo punto, l’immagine della Regione Calabria.

Ed è anche vero, a proposito di imprenditori che si sono rivolti alle poste private, che addirittura 500 di queste domande sono andate ad una sola azienda, la “Abramo Printing Logistic Customer Care”. Anche questo, secondo me, è un effetto dell’amplissima discrezionalità che è stata riconosciuta a queste agenzie private, senza alcun controllo e senza alcuna verifica da parte della Regione.

Così come lei non ha risposto, ad esempio, sull’efficacia dello strumento, ma su questo bisognerebbe aprire un dibattito, ma non c’è né il tempo né la disponibilità da parte del Presidente del Consiglio, essendo in question time, ad affrontare la problematica. Grazie.

Interrogazione a risposta immediata numero 89/9^ di iniziativa dei Consiglieri C. Guccione,M. Franchino, B. Censore, F. Aiello recante: “Sul Programma Operativo Calabria del periodo 2007/2013 - Fondi UE”

PRESIDENTE

Passiamo alla prossima interrogazione a risposta immediata numero 89 del 14.2.2011 di iniziativa dei consiglieri Guccione, Franchino, Censore, Aiello Ferdinando “Sul Programma Operativo Calabria del periodo 2007/2013 - Fondi UE” che così recita: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

secondo i dati al 31.12.2010 i pagamenti effettuati per finanziare i progetti del Programma operativo dei Fondi Strutturali 2007-2013 ammontano per il Por Calabria FSE 2007-2013 a solo il 9,27% dei pagamenti e per il Por Calabria FESR 2007-2013 i pagamenti ammontano solo al 9,05%;

il Commissario Europeo per le Politiche Regionali, Yohannes Hahm, ha inviato al Ministro dell'Economia e delle Finanze del Governo italiano una lettera in cui esprime profonda preoccupazione sullo stato di attuazione dei Programmi Operativi italiani-Fondi Ue del periodo 2007-2013 e mette l'accento sul rischio concreto che possano andare perse queste importanti risorse. Tale rischio è particolarmente elevato soprattutto per i POR Calabria, Sicilia, Campania e Puglia. I controlli effettuati dai Servizi della Commissione Europea, infatti, riscontrano debolezze persistenti nel funzionamento dei sistemi di gestione e di controllo;

la Regione Calabria rischia il disimpegno delle risorse se entro il 31.12.2011 non certificherà una spesa pari a oltre 740 milioni di euro, spendendo, perciò, in questi ultimi dieci mesi del 2011, circa 479 milioni di euro;

con riferimento all'anno 2011 e alle soglie stabilite in applicazione della regola N+2, il contributo comunitario che dovrà essere complessivamente certificato comporta una spesa di un importo pari a quanto è stato speso nei primi quattro anni, cioè dal 1 gennaio 2007 ad oggi. Tali dati confermano la gravità della situazione e mettono a rischio concreto la perdita di risorse importanti per la Calabria -

quali iniziative urgenti si intendono intraprendere per evitare il disimpegno delle risorse e per migliorare e accelerare i processi di impegno e di spesa del POR CALABRIA 2007-2013 di cui, a soli tre anni dalla conclusione, la nostra regione non ha ancora speso oltre il 90% delle risorse messe a disposizione dall'Ue”.

Non so se la trattiamo adesso, oppure…

(Interruzione)

La trattiamo adesso? Onorevole Censore.

Antonella STASI, Vicepresidente della Giunta regionale

Chiedo di affrontarla in modo più ampio. Rinviando direttamente alla prossima seduta.

Bruno CENSORE

Vicepresidente, non si trattava di entrare nel merito, ma era solo per evidenziare alcune criticità che, tra l’altro, erano state esposte da un autorevole rappresentante del Governo nazionale, l’onorevole Fitto.

Poiché siamo un po’ preoccupati rispetto al rallentamento della spesa comunitaria e prendiamo atto che giorno 11 ci sarà una seduta ad hoc, chiaramente accolgo la sua richiesta, ma voglio evidenziare che c’è il pericolo di disimpegno di quasi 608 milioni.

Praticamente, se non saranno spesi entro il 31 dicembre di quest’anno, 608 milioni cadranno in disimpegno. Le percentuali di impegno e di spesa sono estremamente basse. Auspico e spero che alla prossima seduta del  Consiglio regionale quanto meno ci siano forniti dei documenti e delle prove tangibili che in un certo senso facciano diminuire la nostra preoccupazione e la nostra ansia rispetto a queste risorse straordinarie che servono a far vincere alla Calabria la sfida della occupazione, della inclusione sociale e soprattutto della modernizzazione e dello sviluppo.

Accetto la sua richiesta. Chiaramente ne discuteremo nella  prossima seduta. Grazie.

Interrogazione a risposta immediata numero 90/9^ di iniziativa dei consiglieri Giordano, De Masi, Talarico Domenico “Sullo stato della Fondazione Campanella”

PRESIDENTE

Considerato che l’argomento è già all’ordine del giorno, dichiaro decaduta l’interrogazione.

Interrogazione a risposta immediata numero 91/9^ di iniziativa dei consiglieri De Masi, Giordano, Talarico Domenico, recante: “In ordine alla mancata erogazione dei fondi alla struttura 'La Speranza'”

PRESIDENTE

Si passa alla interrogazione a risposta immediata numero 91/9^ del 14.02.2011 di iniziativa dei consiglieri De Masi, Giordano, Talarico Domenico, recante: “In ordine alla mancata erogazione dei fondi alla struttura 'La Speranza’” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore alle politiche sociali. Per sapere – premesso che:

con Decreto n. 17433 del 14 novembre 2007 è stato concesso al centro socio-riabilitativo diurno per Handicappati denominato «La Speranza», con sede in Cirò Marina, l'autorizzazione al funzionamento per l'ospitalità e l'assistenza di n. 18 utenti con handicap;

con D.D.S. n. 2600 del 17/3/2008, il suddetto centro è stato ammesso ad usufruire del contributo retta per l'ospitalità di n. 18 utenti;

la Struttura "La Speranza" si ritrova a soffrire di una grave esposizione bancaria e previdenziale dovuta al venir meno dei contributi per il 2010, indispensabili per le spese della gestione della Struttura (mensa, pagamento degli stipendi, riscaldamento dei locali, trasporto a domiciliò degli ospiti ecc.) e che mette a serio rischio la sopravvivenza del centro;

la mancanza di fondi, sta già costringendo la struttura, gestita dall'Associazione di genitori "La Speranza", a ridimensionare le attività e, in particolare, alcuni progetti che rappresentano la prova tangibile dei progressi che si riescono ad ottenere da soggetti con handicap motori e mentali;

il suddetto Centro rappresenta, anche e soprattutto grazie alla dedizione e all'umanità degli operatori, una testimonianza di civiltà e modello di integrazione e accoglienza sociale per i soggetti diversamente abili;

il Centro "La Speranza" è l'unico nel territorio di Cirò Marina ad aver dimostrato di lavorare, con poche risorse, a favore dei disabili alleviando il peso delle loro famiglie;

la chiusura del Centro de quo significherebbe una sconfitta per le politiche sociali e le Istituzioni che le rappresentano, con la conseguenza di non integrare nella realtà sociale soggetti portatori di handicap, relegando gli stessi in casa;

oltre a tutto quanto sopra esposto, la chiusura del centro comporterebbe la perdita di posti di lavoro e professionalità acquisite nel campo specifico -:

a) se corrisponde al vero quanto riportato dagli organi d'informazione (Gazzetta del Sud 9.02.2011 - edizione Crotone) in merito alla circostanza secondo la quale la Regione non avrebbe ancora erogato le competenze spettanti per il 2010 all'Associazione "La Speranza";

b) quali sono le ragioni giuridiche e sociali per cui la Regione non ha ancora provveduto ad oggi ad erogare le competenze di cui al punto a);

c) se la Regione intende provvedere all'erogazione delle somme spettanti all'Associazione "La Speranza" per evitare il rischio chiusura;

d) se corrisponde al vero che il venir meno dei contributi per il 2010, indispensabili per le spese della gestione della Struttura, mette a serio rischio la sopravvivenza del Centro, determinando la perdita di posti di lavoro e di professionalità acquisite nel campo specifico;

e) quali iniziative intende adottare la Regione per sostenere il centro "La Speranza", che rappresenta l'unica Struttura nel cirotano ad aver dimostrato di operare, con poche risorse, a favore dei disabili, alleviando il peso delle loro famiglie.”

La parola all’onorevole De Masi.

Emilio DE MASI

Presidente, si tratta di un centro che è ubicato nel comprensorio Cirotano in provincia di Crotone denominato suggestivamente “La Speranza” che si occupa di assistenza riabilitativa diurna per soggetti diversamente abili.

Si è appreso, da alcune notizie riportate sulla stampa, in particolare del 9 febbraio 2011 sulla edizione crotonese di “Gazzetta del Sud”, che non sarebbero state corrisposte alla suddetta struttura le spettanze finanziarie relative al 2010, quindi l’interrogazione si propone di conoscere le ragioni di questa eventuale disattenzione o disimpegno da parte della Giunta regionale.

Comunque, nel caso corrispondesse al vero questa notizia, quali iniziative si intendano adottare allo scopo di recuperare questo gap, atteso soprattutto il fatto che in quel circondario esiste una utenza molto ampia in questo settore ed essendo la “Speranza” l’unico centro in grado di disimpegnare questo tipo di servizio, oltre a mettere – se fosse tutto vero – a repentaglio diversi posti di lavoro, soprattutto non sarebbero garantiti servizi che si configurano come quelli che garantiscono la soddisfazione del diritto alla salute. Grazie.

PRESIDENTE

La parola all’assessore Stillitani.

Francescantonio STILLITANI, assessore al lavoro, alla formazione professionale, alla famiglia ed alle politiche sociali

Diciamo che la realtà sulla erogazione dei fondi è questa.

Il 30 aprile 2010 con decreto 6549 è stato assegnato un acconto di 20 mila euro.

Con decreto 13.429 del 20 settembre 2010 è stato erogato un ulteriore acconto di 60 mila euro. Il saldo per il 2010 ammonta a 12.582 euro e per questo importo è stato già predisposto il decreto del dirigente che è in via di erogazione ed espletamento.

PRESIDENTE

Prego, onorevole De Masi.

Emilio DE MASI

Se posso fare molto sbrigativamente la somma, dovrei capire che le somme spettanti per tutto l’anno ammontano sì e no a 80-90 mila euro.

Avevo notizie diverse. Prendo atto di questo impegno, naturalmente la soddisfazione è relativa perché non mi convincono questi dati. Mi aspetto, se questi dati fossero attendibili, che la Giunta si attivi puntualmente per onorarli. Grazie.

Interrogazione a risposta immediata numero 94/9^ di iniziativa del consigliere Imbalzano recante: “Per conoscere le iniziative assunte o che si intendono assumere, per incentivare la distribuzione e la somministrazione dei prodotti tipici calabresi all'interno delle aree di servizio autostradali della regione”

PRESIDENTE

Si passa alla interrogazione a risposta immediata numero 94 del 17.02.2011 di iniziativa del consigliere Imbalzano “Per conoscere le iniziative assunte o che si intendono assumere, per incentivare la distribuzione e la somministrazione dei prodotti tipici calabresi all'interno delle aree di servizio autostradali della regione” di cui do lettura: “All’assessore alle attività produttive e all’assessore all’agricoltura foreste e forestazione. Per sapere – premesso che:

l'articolo 15 della legge regionale 17 agosto 2005 n. 13, al fine di incentivare la distribuzione e la somministrazione dei prodotti tipici calabresi, prevede che le aree di sevizio delle tratte autostradali della Regione Calabria devono essere dotate, tra l'altro di autonome attività commerciali integrative;

il comma 3 del precitato articolo prevede che all'interno delle aree di servizio dovranno essere riservati almeno 150 mq di superficie coperta da destinarsi all'attività di vendita ed alla somministrazione prevalente di prodotti calabresi a denominazione di origine protetta e/o controllata, nonché di prodotti tipici calabresi di cui sia identificata l'origine geografica attraverso un sistema di rintracciabilità ai sensi della normativa vigente in materia, nonché souvenir e prodotti artigianali di manifattura rigorosamente calabrese;

tali attività dovranno essere esercitate dai medesimi gestori delle attività di distribuzione dei carburanti -:

se la Regione ha fin qui richiesto ai titolari delle concessioni l'adeguamento delle rispettive strutture a quanto previsto dalla legge regionale in questione e in quale misura si è realizzato tale adeguamento necessario;

se, così come previsto dal comma 5, i Dipartimenti "Economia" e "Agricoltura, Foreste e Forestazione", abbiano fin qui curato il monitoraggio ed il controllo periodico delle attività medesime, non solo ai fini della corretta applicazione della legge varata dalla Regione Calabria, ma per sostenere la gracile economia regionale che, da anni, vive una prolungata crisi che colpisce in particolare gli imprenditori agricoli e artigianali calabresi.”

A questa interrogazione risponderà l’assessore Trematerra.

Prego, onorevole Imbalzano.

Candeloro IMBALZANO

L’interrogazione è mirata ad incentivare la distribuzione e la somministrazione di prodotti tipici calabresi nelle aree di servizio autostradali della Regione.

Come è noto, in particolare l’articolo 15 della legge regionale 17 agosto 2005, numero 13, aveva il compito di incentivare la distribuzione dei prodotti tipici calabresi all’interno di queste aree di servizio autostradali, che dovevano essere dotate di autonome attività commerciali integrative.

Lo stesso articolo 15, al comma 3, prevede che all’interno delle aree di servizio debba essere riservata almeno un’area coperta di 150 metri quadrati da destinarsi esclusivamente alla vendita ed alla somministrazione di prodotti calabresi a denominazione di origine protetta e/o controllata, o prodotti tipici calabresi di cui, comunque, sia identificata l’origine geografia attraverso un sistema di rintracciabilità ai sensi della normativa vigente, ed in più prodotti tipici artigianali come souvenir  e prodotti tipici artigianali in genere di manifattura rigorosamente calabrese.

Ho chiesto, ovviamente - proprio perché da quel che mi risulta la legge in passato non sempre è stata osservata – di sapere se sono state adeguate, intanto, le strutture alla legge regionale ed in quale misura è stato realizzato questo adeguamento.

Inoltre, ho chiesto di sapere se i dipartimenti economia ed agricoltura hanno curato soprattutto il monitoraggio ed il controllo periodico di queste attività, non solo per un fatto formale di applicazione della legge che è, a mio giudizio, una legge assai importante di questa Regione, ma soprattutto, come è intuibile, per sostenere una economia regionale soprattutto nei settori dell’agricoltura e dell’artigianato che è assai gracile soprattutto riguardo i piccoli imprenditori calabresi.

PRESIDENTE

Prego, assessore Trematerra.

Michele TREMATERRA, assessore all’agricoltura ed alla forestazione

Grazie, Presidente. L’oggetto della interrogazione trae origine, appunto, dall’articolo 15 della legge regionale 17 agosto 2005, numero 13 recante “Provvedimenti generali di tipo ordinamentale e finanziario”.

Il comma 1 dell’articolo 15 di codesta legge individua lo scopo sociale, ovvero quello di “incentivare la distribuzione e la somministrazione dei prodotti tipici calabresi nelle aree di servizio afferenti alle tratte autostradali della Regione Calabria”.

Il comma 3, invece, individua il come e il dove, indicando una riserva di 150 metri quadri di superficie coperta da destinarsi alle attività di vendita e di somministrazione prevalente di prodotti calabresi a denominazione di origine e controllata, nonché di prodotti tipici di cui sia indicata l’origine geografica attraverso un sistema di rintracciabilità ai sensi della norma vigente.

Inoltre, nello stesso comma, viene accennata anche la vendita di souvenir e prodotti artigianali di manifattura rigorosamente calabrese senza indugiare in altre spiegazioni.

Infine il comma 4 indica il riferimento normativo della sanzione applicabile in caso di inosservanza delle norme, mentre il comma 5 demanda ai dipartimenti economia, ora attività produttiva, ed agricoltura e forestazione il monitoraggio ed il controllo periodico.

Giova ricordare, comunque, che spetta al dipartimento attività produttive il rilascio delle concessioni inerenti gli impianti di carburanti e tutte le autorizzazioni connesse allo sviluppo dell’attività.

Nel merito della risposta si evidenzia che a seguito di un nuovo impulso politico i dipartimenti hanno avviato una nuova modalità organizzativa con un rinnovato e costruttivo rapporto che ha comportato, in particolare, una simbiosi tra i due dipartimenti.

Infatti, con nota congiunta degli assessori Trematerra e Caridi, le compagnie petrolifere con impianti nella tratta autostradale e similari della nostra regione venivano invitati a fornire notizie sui provvedimenti posti in essere per l’adeguamento delle strutture di somministrazione nel rispetto dei dettati dell’articolo 15.

Nel contempo, è stato costituito un gruppo di lavoro per avviare la compiutezza dei dati che perverranno dai titolari di licenze, le attività di monitoraggio e successivo controllo avendo i dipartimenti già predisposto nella fase preparatoria schede di rivelazione riguardanti l’avvio dei lavori.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Imbalzano. Ne ha facoltà.

Candeloro IMBALZANO

Mi ritengo soddisfatto dalla risposta fornita dall’assessore all’agricoltura Trematerra, perché credo che le iniziative che sono state assunte denotino una nuova sensibilità rispetto ad un problema che riguarda gran parte della economia calabrese che, ripeto, è formata da piccoli operatori artigianali e spesso da coltivatori diretti.

La ringrazio, quindi, per la risposta che ha fornito.

Interrogazione a risposta immediata numero 95/9^ di iniziativa dei consiglieri De Masi, Principe, Ciconte, De Gaetano “In ordine alla mancata erogazione della quota sociale alle strutture socio-sanitarie”

PRESIDENTE

Si passa alla interrogazione a risposta immediata numero 95 del 21.02.2011 di iniziativa dei consiglieri De Masi, Principe, Ciconte, De Gaetano “In ordine alla mancata erogazione della quota sociale alle strutture socio-sanitarie” di cui do lettura “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

le Strutture socio sanitarie convenzionate con la Regione Calabria erogano i propri servizi in nome e per conto dell'Ente Regionale;

le suddette Strutture devono essere in possesso di rigidi requisiti di tipo organizzativo, strutturale e tecnologico richiesti dalla Regione Calabria per poter usufruire di una retta giornaliera per ospite, così come fissata in apposite convenzioni;

questa retta viene coperta per il 50% dalle Asp di competenza e per il restante 50% dall'ospite;

il 50% della retta spettante all'ospite viene integrata dai Servizi sociali della Regione Calabria in misura proporzionale al reddito percepito;

fino a febbraio 2010 l'erogazione di questa quota sociale integrativa era di competenza dell'Assessorato alle Politiche sociali, così come previsto dalla legge regionale n. 22 del 5 ottobre 2007;

ai sensi dell'articolo 32 della legge regionale n. 8 del 26 febbraio 2010, la Regione Calabria ha disposto che "gli oneri per le strutture socio-sanitarie, a partire dall'anno 2010, sono interamente a carico del fondo sanitario regionale", senza però trasferire le risorse economiche necessarie per garantire il pagamento delle rette;

dall'entrata in vigore della suddetta legge regionale n. 8/2010 nessuna Asp calabrese ha ritenuto di dover pagare la quota sociale, adducendo come motivazione la mancanza di fondi necessari per coprire l’aumento di spesa;

il Presidente della Giunta regionale, nella qualità di Commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro, con Decreto n. 9 del 9 settembre 2010 ha sospeso l'art. 32 della legge regionale n. 8 del 26 febbraio 2010;

l'Assessorato alle Politiche sociali, nuovamente competente nella materia de quo, in ossequio al summenzionato decreto n. 9 del 9 settembre 2010, ha utilizzato, nel frattempo, per altri fini le risorse destinate alle cosiddette quote sociali;

nell'approvare il bilancio preventivo per l'anno 2011, l'Assessorato preposto non ha fornito all'Assessorato alle Politiche sociali la necessaria copertura finanziaria da destinare alle cosiddette quote sociali;

la Regione Calabria ha, di fatto, usufruito di un servizio, acquistato e non pagato, per tutto questo lasso di tempo;

non essendoci la dovuta copertura finanziaria non sarà possibile firmare le relative convenzioni per il 2011, tra Assessorato alle Politiche sociali, Asp e strutture accreditate;

alla luce di quanto sopra esposto, molte Strutture socio sanitarie sono sull'orlo del fallimento e, di conseguenza, circa 2 mila addetti rischiano il posto di lavoro;

molte Strutture socio sanitarie non sono più in grado di fare fronte agli obblighi contrattuali (dipendenti, personale convenzionato, fornitori etc), con l'ulteriore effetto che migliaia di utenti non assistibili a domicilio potrebbero perdere il diritto ad essere curati -:

a) se corrisponde al vero quanto riportato dagli organi d'informazione in merito alla circostanza, secondo la quale la Regione Calabria non ha ancora pagato la c.d. "quota sociale" alle Strutture socio sanitarie convenzionate con lo stesso Ente Regionale;

b) quali sono le ragioni giuridiche e sociali per cui la Regione Calabria non ha ancora provveduto ad oggi ad erogare le competenze di cui al punto a);

c) se, al fine di evitare che molti lavoratori rischino il posto di lavoro e migliaia di utenti vedano limitato il proprio diritto ad essere curati, la Regione Calabria intenda provvedere all'erogazione di una somma a titolo d'acconto, soprattutto in favore di quelle Strutture socio sanitarie ulteriormente danneggiate dalle inadempienze delle Asp competenti per territorio;

e) quali iniziative intenda adottare la Regione Calabria per ovviare definitivamente alla grave problematica in argomento.”

Prego, onorevole De Masi.

Emilio DE MASI

Grazie, Presidente, forse è noto che le strutture cosiddette socio-sanitarie per poter essere accreditate da parte della Regione debbano possedere rigidi e riconosciuti requisiti sia di natura organizzativa che strutturale e tecnologica.

La retta che viene corrisposta a queste strutture è per il 50 per cento riconducibile alla responsabilità delle Asp territoriali e per il restante 50 per cento viene pagata dall’ospite della struttura stessa.

Quel 50 per cento della retta spettante all’ospite viene integrato dai servizi sociali della Regione Calabria in misura proporzionale al reddito percepito.

Fino al febbraio 2010 l’erogazione di questa quota sociale integrativa era di competenza dell’assessorato alle politiche sociali così come previsto da un’apposita legge del 2007. Ai sensi dell’articolo 32 della legge regionale 8 del 26 febbraio 2010, la Regione ha disposto che gli oneri per le strutture socio-sanitarie a partire dall’anno corrente, quello per il 2010, sono interamente a carico del fondo sanitario regionale senza, però, provvedere a trasferire a quanto pare le risorse economiche necessarie per corrispondere quanto dovuto come retta.

Dalla entrata in vigore della suddetta legge, nessuna Asp calabrese pare abbia ritenuto di dover versare la quota sociale adducendo come motivazione, esattamente, la mancanza di fondi necessari per coprire la corresponsione di detta spesa, per cui l’interrogazione è funzionale alla conoscenza della verità, se cioè corrisponde al vero quanto riportato da alcuni organi di stampa secondo la quale questa cosiddetta quota sociale alle strutture convenzionate sanitarie e socio-sanitarie non sarebbe stata versata.

Ci sono notizie successive alla data di presentazione di questa interrogazione in base alle quali sarebbe stato raggiunto un accordo di massima tra Giunta regionale e strutture accreditate per cui si sarebbe dovuto provvedere a corrispondere tre mensilità risalenti al 2010 entro un tempo ragionevolmente breve, cosa che pare non essere avvenuta.

Chiedo se questo è vero e se è vero perché non è avvenuto. E poi chiederei, nel caso non fossero ancora state corrisposte le risorse dovute per quei tre mesi pattuiti, se è possibile accelerare le procedure con le quali provvedere a destinare, appunto, le risorse stabilite alle società di cui sopra. Grazie.

PRESIDENTE

La parola all’assessore Stillitani.

Francescantonio STILLITANI, assessore al lavoro, alla formazione professionale, alla famiglia ed alle politiche sociali

Grazie, Presidente. Il problema delle strutture socio-sanitarie è estremamente complesso, sostanzialmente, consiste nel ribaltare un po’ l’onere del pagamento tra il fondo sanitario e il fondo sociale.

E’ vero che la legge del 2010 ha imputato al fondo sanitario tutta la competenza ossia il 100 per cento delle competenze per il pagamento di queste rette, ma questa è una legge che è stata impugnata, per cui sostanzialmente siamo in attesa del provvedimento della Corte costituzionale e, poi, il Presidente Scopelliti, nella qualità di commissario, ha nel mese di settembre sospeso i procedimenti avviati con l’articolo 32 della legge 2010.

Sostanzialmente - ripeto - è in vigore una legge del 2010, che è stata impugnata, ed il Presidente Scopelliti ha, di fatto, sospeso tutti i provvedimenti di pagamento da parte delle Asp, per cui, di fatto, oggi dovremmo effettuare i pagamenti con il fondo sociale del bilancio regionale, che ammonta a circa 29 milioni di euro, di cui 23 milioni sono già impegnati per il pagamento delle strutture socio-assistenziali.

Il costo delle strutture socio-sanitarie a piena capienza ammonta a circa 42 milioni di euro, per cui oggi noi dovremmo pagare con un fondo di 29 milioni un importo pari a circa 65 milioni.

Questa è la situazione attuale. Questa difficoltà di gestire la materia è stata messa in evidenza, già in sede di redazione del bilancio, dal consigliere Salerno, Presidente della terza Commissione, considerato che tutti i provvedimenti di aumento che sono stati fatti nelle strutture nel corso degli anni, con la stessa legge del 2007, ma poi nel 2008 e via di seguito, non hanno mai avuto una copertura finanziaria.

E’ chiaro che il problema va risolto perché le strutture devono essere pagate.

Si tratta di reperire le risorse e vedere fino a che punto sono imputabili al settore sanitario, tenendo conto del Tavolo Massicci e dei vincoli posti alla Regione da questo tavolo e dagli impegni con il Governo e quanto invece devono essere ribaltate sul fondo sociale, che, comunque, deve essere rimpinguato.

Attualmente c’è un tavolo aperto, che si aggiorna abbastanza frequentemente, perché è chiaro che le sollecitazioni per i pagamenti sono piuttosto consistenti. Si sta cercando di trovare una soluzione di concerto tra l’assessorato al bilancio, l’assessorato alle politiche sociali e l’assessorato alla sanità.

Alcune strade sono state già individuate anche se magari non per la soluzione totale del problema, ma possiamo dire che la risoluzione è in fieri.

Siamo perfettamente coscienti delle difficoltà che questa confusione, anche dal punto di vista normativo, sta creando alle strutture e l’interesse comune di tutta l’amministrazione è quello di cercare di onorare gli impegni perché, di fatto, nei confronti delle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali, sono veri e propri impegni che, se non onorati, potrebbero portare anche a degli atti giudiziari con aggravi di spesa.

Quello che posso assicurare è che questo tavolo è costantemente aperto. Alcune situazioni tecniche sono state già trovate e devono essere perfezionate e credo che nel breve periodo si otterrà questo risultato. 

PRESIDENTE

Prego, onorevole De Masi.

Emilio DE MASI

Prendo atto della consapevolezza delle difficoltà finanziarie e operative, manifestate dall’assessore Stillitani, nelle quali versano queste strutture. Naturalmente ho la predisposizione a fidarmi, per formazione ed inclinazione personale. Lo faccio volentieri.

Tuttavia, permangono aree di vaghezza nel senso che le notizie in mio possesso conforterebbero su un accordo di massima già raggiunto per la corresponsione di almeno tre mensilità.

Rispetto a questo impegno assunto, l’assessore non l’ha confermato e l’ha per molti versi diluito nel tempo e subordinato al reperimento delle risorse.

Comprendo che la normativa ha conosciuto l’introduzione di elementi che l’hanno resa abbastanza confusa e, quindi, procurano un disagio amministrativo da parte vostra, tuttavia credo che il reperimento di risorse corrispondenti al pagamento di tre mensilità non dovrebbe essere una operazione finanziaria di straordinario impegno.

Invito, ritenendomi parzialmente soddisfatto per generosità istituzionale, a provvedere se è possibile e nel più breve tempo possibile. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, andiamo avanti con la prossima interrogazione.

Interrogazione a risposta immediata numero 97/9^ di iniziativa dei consiglieri Censore, Guccione, Franchino “In ordine al Piano per la costruzione dei nuovi ospedali calabresi”

PRESIDENTE

Interrogazione a risposta immediata numero 97 del 22.02.2011 di iniziativa dei consiglieri Censore, Guccione, Franchino “In ordine al Piano per la costruzione dei nuovi ospedali calabresi” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

con ordinanza di Protezione Civile è stata deliberata la costruzione dei quattro nuovi ospedali calabresi;

al fine di dare maggiore impulso e trasparenza all'iter burocratico, il Commissario ad acta per l'emergenza sanitaria della passata legislatura aveva nominato, con propria delibera, il Direttore Generale della Stazione Unica Appaltante ed il Presidente del Comitato di Sorveglianza della SUA , quali estensori del capitolato e degli elaborati finalizzati alla costruzione dei nuovi ospedali calabresi:

se la Società partecipata della Regione Lombardia "Infrastrutture Lombarde S.p.A" in forza di una convenzione, di cui si intende conoscere i costi della stessa, sta curando l'istruttoria, la gestione e la predisposizione della gara d'appalto per la costruzione dei nuovi ospedali calabresi;

quali motivazioni siano alla base della modifica dell'orientamento affermato prima dalla Giunta regionale di centro-sinistra e poi, in una prima fase, da quella attuale, di affidare la gestione della gara della costruzione degli ospedali calabrese alla SUA;

se la Società “Infrastrutture Lombarde S.p.A.” è abilitata all'utilizzazione di soggetti terzi.”

Forse, però, questa interrogazione è assorbita anch’essa dal prossimo punto all’ordine del giorno relativo all’autorizzazione per la contrazione di mutui oppure è dettagliata.

Bruno CENSORE

Presidente, si tratta di una cosa diversa.

In data 20 gennaio la Regione Calabria ha sottoscritto con la Regione Lombardia e con la società partecipata dalla Regione Lombardia “Infrastrutture Lombarde S.p.A.” una convenzione, firmata  dal commissario delegato per l’emergenza socio-sanitaria in Calabria, onorevole Scopelliti, che riguarda il supporto tecnico alla Stazione Unica Appaltante (SUA), nonché l’assistenza in fase di progettazione, di esecuzione e, chiaramente, il supporto nelle fasi di collaudo e di presa in consegna delle opere.

Nell’interrogazione abbiamo chiesto anche il costo a carico della Regione Calabria poiché non avevamo materialmente a disposizione la convenzione. Abbiamo visto che c’è un 2,7 per cento sul totale degli importi, ci sono altri costi relativi alla progettazione e altri costi ancora, ma la questione che a noi sta a cuore e che abbiamo evidenziato più volte è “come mai è stato mutato l’orientamento della precedente Giunta di centro-sinistra, che inizialmente aveva avuto anche questo Governo regionale, di affidare la progettazione alla SUA”.

Perché chiediamo questo? Perché chiaramente conosciamo il procedimento, sappiamo che quando si parla di progettazione si parla anche della gara di appalto e vorremmo sapere, quindi, il perché di questo cambiamento, perché è stata scelta la Regione Lombardia, con questa società partecipata, alla luce dei fatti che sono apparsi sulla stampa e se, poi, possono essere anche affidati servizi a terzi, alle Università, al Cnr.

Quindi, vogliamo su questa partita avere notizie utili perché, intanto, chiediamo che siano rispettati i tempi del bando europeo e che si pervenga subito alla gara di appalto per dotare la Calabria di queste importanti infrastrutture.

Poi, sul punto susseguente relativo al mutuo, porremo alcune questioni relative ai singoli siti, se le aree sono state prese in possesso, se su Vibo Valentia sono state individuate le risorse per mettere in sicurezza il sito dove c’è un rischio idrogeologico. Vogliamo avere queste notizie. Grazie.

PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente.

Antonella STASI, Vicepresidente della Giunta regionale

Tutti conoscono la storia dei tre ospedali che, ovviamente, risale ormai a qualche anno fa.

Con ordinanza commissariale numero 10 del 2010 si disponeva di incaricare il dottore Salvatore Boemi e l’ingegnere Cicconi, rispettivamente commissario e Presidente di sorveglianza della Stazione Unica appaltante della Regione Calabria, per la redazione dei successivi atti di gara ex articolo 177 comma 2 del decreto legislativo 163/2006.

Il 29 giugno 2010 il dottore Boemi, inviato ad una riunione del Comitato tecnico scientifico, dichiarava che la SUA non era in grado di sostenere le attività previste nell’ordinanza citata.

Di conseguenza, era trascorso un considerevole lasso di tempo ormai, dal dicembre 2007, senza riuscire a concretizzare l’indizione della gara per la costruzione di nuovi ospedali e insorgeva il rischio concreto che il Ministero della economia, per il mancato utilizzo delle somme disponibili, potesse definitivamente sottrarre queste risorse rispetto ad altre emergenze nazionali.

In considerazione di ciò, con ordinanza del luglio 2010 si dava incarico alla Stazione Unica Appaltante della Regione Calabria di procedere alla redazione di successivi atti in ordine alla gara e ai progetti preliminari di questi ospedali, quindi :Vibo Valentia, piana di Gioia Tauro e Sibaritide.

Si diceva proprio in stretta collaborazione con la Regione Lombardia, atteso che tra la Regione Lombardia e la Regione Calabria erano comunque maturati degli interessi importanti di intese soprattutto in vista dell’affidamento alla Regione Lombardia del compito di affiancare istituzionalmente la Regione Calabria, nell’ambito del piano di rientro dei disavanzi.

Si è, inoltre, tenuto conto dell’ampia e consolidata esperienza che, sappiamo bene, la Regione Lombardia ha maturato per la realizzazione di strutture ospedaliere all’avanguardia, funzionali e facilmente adattabili al mutare dei fabbisogni clinici.

Comunque, tale esperienza ha dimostrato alla Regione Lombardia di aver maturato esperienza anche in altre forme di realizzazione, anche dal punto di vista giuridico ed innovativo, che hanno rafforzato, in qualche modo, la collaborazione tra pubblico e privato permettendo il raggiungimento di obiettivi fondamentali, come la riduzione dei tempi di costruzione ed anche, ovviamente, l’ottimizzazione dei costi e l’incremento di investimenti, grazie al concorso di nuove forme di investimento come il progetto in Asi.

Procedura tra l’altro mai attuata nella Regione Calabria, ma ora necessaria per garantire la totale copertura dei costi previsti nei programmi di investimento. Questo in forma più in generale.

Il commissario della Stazione Unica Appaltante, dottor Boemi, provvedeva, del resto, a confermare, proprio in una riunione del luglio 2010 e a ribadire ulteriormente in una riunione del settembre 2010, l’impossibilità da parte della SUA di provvedere alle gravose incombenze relative all’appalto dei tre ospedali.

Con successiva nota a dicembre 2010, acquisita agli atti del commissariato della SUA, comunica che, comunque, questa volta c’è la disponibilità ad espletare le gare d’appalto.

Con il protocollo di intesa e con la convenzione stipulata con la Regione Lombardia, anche tramite una idonea struttura facente parte, proprio, del sistema regionale, sono state stabilite le tipologie di attività che saranno prestate in favore del commissario delegato per l’emergenza socio-economica sanitaria nel territorio della Regione Calabria, in aggiunta alle attività di assistenza tecnica e di project financing e di costruzione e supporto alla Stazione appaltante del responsabile unico del procedimento inerente gli interventi di realizzazione dei predetti presidi ospedalieri.

Per tali prestazioni il costo previsto è al di sotto di quanto si sarebbe pagato con l’affidamento della progettazione a terzi in via ordinaria e garantisce, altresì, evidenti vantaggi in termini di qualità e funzionalità della stessa, trattandosi di opere speciali che richiedono una notevole esperienza e, soprattutto, specializzazione. Il costo che ne scaturirà rientra, comunque, nel quadro economico dell’opera da realizzare.

Si precisa, infine, che proprio l’articolo 15 della legge 241 del 1990 prevede che le amministrazioni pubbliche possano sempre concludere tra di loro accordi per disciplinare lo svolgimento di attività di interesse comune.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Censore.

Bruno CENSORE

Presidente, non mi ritengo soddisfatto da quanto dichiarato dalla Vicepresidente Stasi perché non ha risposto alle mie domande.

Intanto, avevo chiesto come si è pervenuti alla scelta di questa società alla luce della disponibilità manifestata dal dottore Boemi in una sua missiva del dicembre dello scorso anno.

E’ vero che, inizialmente, il commissario Boemi aveva detto che non aveva il supporto tecnico e che mancava il personale, ma con uno sforzo e con una precipua volontà si poteva trovare.

Oltre a questo non ho avuto risposta sulle questioni relative all’affidamento a terzi di alcune opere o di alcuni servizi.

Inoltre, la Vicepresidente parlava di una spiccata professionalità della società “Infrastrutture lombarde” di un grande know-how e di una società che, a suo dire, dovrebbe avere una grande professionalità.

Ho letto qualcosa su questa società che era nata per fini diversi e non so se questo sia uno dei primi lavori che porta avanti in tema di supporto ed aiuto ad un’altra Regione per la costruzione di ospedali. Grazie.

Interrogazione a risposta immediata numero 99/9^ di iniziativa dei consiglieri Guccione, Censore, Aiello Ferdinando “Sulla situazione ambientale e lavorativa all'interno del Pronto Soccorso di Praia a Mare”

PRESIDENTE

Si passa alla interrogazione numero 99 del 2.3.2011 di iniziativa dei consiglieri Guccione, Censore, Aiello Ferdinando, “Sulla situazione ambientale e lavorativa all'interno del Pronto Soccorso di Praia a Mare”, di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

la dottoressa Angela Riccetti ricopre l'incarico di dirigente medico responsabile presso il Pronto Soccorso dell'ospedale di Praia a Mare dal 10 agosto del 2007 (delibera n. 413 del 24 luglio 2007), dopo le dimissioni del responsabile anziano e dopo aver partecipato, unica concorrente, ad avviso per conferimento incarico di responsabile della medesima unità operativa, indetto dalla ex azienda sanitaria n. 1 di Paola, incarico rinnovato con delibera 5343 del 10 dicembre 2009, dopo valutazione favorevole di apposita commissione;

quando è stata chiamata a svolgere questa mansione non esisteva un vero reparto: i pazienti aspettavano in piedi nel corridoio non essendoci spazi destinati all'attesa e ad essi non veniva garantita nessuna tutela della privacy, la strumentazione e le attrezzature erano vecchie ed insufficienti, il personale medico e infermieristico per la maggior parte precario;

in breve tempo, il pronto soccorso è cambiato completamente sia dal punto di vista strutturale che organizzativo e funzionale;

nel giugno del 2008, in qualità di responsabile, la dottoressa Riccetti veniva informata, per iscritto, che gli infermieri di turno nella mattina del 26/06/08, senza che il medico in servizio ne fosse a conoscenza, visitavano e, quindi, dimettevano la piccola paziente L. A., falsificando la firma del sanitario;

a seguito di tale comunicazione, si provvedeva, vista anche la rilevanza penale del fatto, ad informare la Direzione Sanitaria perché assumesse i provvedimenti che la stessa ritenesse di dover assumere, data la gravità del caso;

poiché continuavano a verificarsi ancora gravi fatti nel servizio, sempre nei turni in cui erano presenti gli stessi infermieri, e poiché non era stato assunto alcun provvedimento dalla Direzione sanitaria di presidio, provvedeva di nuovo (giugno 2009) ad informare la stessa Direzione sanitaria e nel contempo inviava lettera, per conoscenza, alla direzione generale dell'Asp di Cosenza;

successivamente la dottoressa Riccetti veniva fatta oggetto di atti intimidatori (le veniva recapitata a casa una busta con tre proiettili a mezzo posta, tanti quanti sono i componenti della sua famiglia);

nel frattempo la Direzione generale istituiva una Commissione d'indagine, che alla fine del proprio lavoro riteneva di assegnare ad altri reparti gli infermieri in questione, in attesa di un approfondimento dei fatti, per una palese incompatibilità ambientale e lavorativa;

la dottoressa Riccetti inviava informativa anche all'ufficio valutazione rischio clinico dell'Asp di Cosenza;

tale deliberato della Commissione aziendale, sarebbe stato disatteso dal Direttore sanitario del presidio ospedaliero di Praia a Mare per cui interveniva la Direzione generale dell'Asp per dare corso al deliberato medesimo, che prevedeva l'allontanamento dal reparto degli infermieri in causa;

dopo un periodo di tranquillità, il Direttore sanitario del Presidio, con ordine di servizio del 22 aprile 2010 e del 30 giugno 2010, disponeva il rientro nel reparto di Pronto Soccorso degli operatori in questione, disattendendo le deliberazioni scaturite dalla Commissione e determinando, di fatto, una situazione di grave incompatibilità ambientale e lavorativa all'interno del Pronto Soccorso che la dottoressa Riccetti tornava a segnalare al nuovo Commissario dell'ASP di Cosenza;

ad aprile 2010, sono stati messi in atto dal Direttore sanitario del presidio ospedaliero di Praia a Mare, tutta una serie di disposizioni che, ad avviso dell'interrogante, hanno messo in condizione il servizio di operare in regime di precarietà (trasferimento di personale formato, riduzione del personale infermieristico senza motivazione alcuna);

la dottoressa Riccetti, è stata fatta oggetto di ulteriori atti intimidatori (taglio delle gomme della proprio autovettura, biglietti minatori nello spogliatoio dell'Ospedale, nelle tasca del camice e un biglietto con tre cappi fatti probabilmente con il sangue) la dottoressa ha denunciato che, nello stesso tempo, è stata fatta oggetto di azioni persecutorie da parte della Direzione ospedaliera e di abuso di provvedimenti disciplinari;

una ulteriore Commissione interna, disposta dal commissario, con nota ASP n. 52898 del 10 maggio 2010, ribadiva le stesse conclusioni (depositate il 3 giugno 2010) a cui era pervenuta la prima Commissione e che davano ragione sulla sussistenza di una incompatibilità ambientale e lavorativa e pertanto concludeva: «nelle more che si completino i procedimenti penali e disciplinari in corso, nel rispetto dei ruoli istituzionali, si ritiene opportuno che le parti in causa non si trovino a condividere lo stesso ambiente di lavoro, al fine di evitare il reiterarsi di situazioni di incompatibilità, trattandosi di un servizio che opera spesso in condizioni di emergenza-urgenza, è senza dubbio auspicabile che il clima lavorativo sia improntato alla collaborazione ed alla fiducia di tutte le figure professionali presenti»;

a tutt'oggi queste disposizioni sarebbero state disattese, benché richiamate all'esecutività con ulteriore disposizione del 1° dicembre 2010, dal commissario dell'Asp di Cosenza;

la situazione ambientale e lavorativa odierna all'interno dell'Unità Operativa di Pronto Soccorso è estremamente preoccupante e pericolosa soprattutto per le conseguenze gravi e negative che potrebbe provocare sugli utenti -:

se è a conoscenza di quanto denunciato dalla dott.ssa Riccetti;

se nell'ambito delle proprie competenze, non intenda intervenire al fine di garantire condizioni di sicurezza all'interno del Pronto soccorso di Praia a Mare;

quali iniziative intenda assumere per proteggere e difendere l'incolumità della dott.ssa Riccetti fatta oggetto di intimidazioni e minacce che non possono essere assolutamente accantonate o, ancor peggio, dimenticate o sottovalutate.”

La parola all’onorevole Guccione.

Carlo GUCCIONE

Signor Presidente, la ringrazio per avermi dato la parola.

Si tratta di una situazione grave all’interno dell’unità operativa di pronto soccorso dell’ospedale di Praia a Mare, grave e preoccupante, alla luce di quanto è accaduto il 26 giugno del 2008, nel momento in cui la dottoressa Angela Riccetti, dirigente medico e responsabile presso il pronto soccorso di Praia a Mare, veniva informata per iscritto che due infermieri in servizio in quel momento nel pronto soccorso visitavano e dimettevano una piccola paziente, falsificando la firma del sanitario. La dirigente medico comunicava immediatamente il fatto, vista la rilevanza penale, alla direzione sanitaria del nosocomio perché si assumessero i provvedimenti del caso.

Alla luce di quanto è accaduto, visto che nulla veniva preso in considerazione dalla direzione sanitaria di quel presidio, la dottoressa Riccetti si rivolgeva all’Asp di Cosenza, inviando una documentata lettera in cui si denunciava il grave fatto. L’Asp di Cosenza, immediatamente, comunicava la costituzione di una commissione d’inchiesta, che arrivava alla conclusione di prevedere l’allontanamento da quel reparto dei due infermieri. Tuttavia, la direzione sanitaria dell’ospedale di Praia a Mare non ha attuato quello che l’Asp di Cosenza aveva intimato di fare.

Nel frattempo, la dottoressa Angela Riccetti è stata oggetto di una lunga e grave serie di attentati e atti intimidatori alla sua persona e alla sua famiglia.

Ancora oggi, nonostante l’Asp di Cosenza il 10 maggio del 2010 abbia di nuovo messo in atto una commissione d’inchiesta, il direttore sanitario di quel presidio non ha ottemperato a quanto previsto da quella commissione, che leggo testualmente: “La commissione è pervenuta alla sussistenza di una incompatibilità ambientale e lavorativa. Nelle more che si completino i procedimenti penali e disciplinari in corso nel rispetto dei ruoli istituzionali, si ritiene opportuno che le parti in causa non si trovino a condividere lo stesso ambiente di lavoro, al fine di evitare il reiterarsi di situazioni di incompatibilità, trattandosi di un servizio che opera spesso in condizioni di emergenza-urgenza. E’ senza dubbio auspicabile che il clima lavorativo sia improntato alla collaborazione e alla fiducia di tutte le figure professionali”.

A tutt’oggi, all’interrogante non risulta che quella direzione sanitaria abbia ottemperato a quanto previsto da questa seconda commissione. Il fatto è grave, perché il pronto soccorso è un luogo in cui il clima, la collaborazione tra chi opera deve essere di grande condivisione, perché lì arrivano pazienti anche a rischio di morte.

PRESIDENTE

Risponde la Vicepresidente Stasi.

Antonella STASI, Vicepresidente della Giunta regionale

L’intera vicenda sicuramente – come diceva l’onorevole Guccione – ha un arco temporale un po’ lungo, perché parliamo di circa due anni, che tra l’altro ha visto interessati, oltre l’unità di pronto soccorso con la direzione sanitaria del presidio ospedaliero, anche i Carabinieri di Praia a Mare e la Procura stessa. Si è in attesa, in effetti, di ulteriori sviluppi, però – come diceva l’onorevole Guccione – c’è stata una commissione che ha concluso con un risultato e proprio il commissario ad acta Scopelliti ha inviato in questi giorni, tramite il dipartimento, la richiesta esplicita per capire quali provvedimenti sono stati presi per far fronte al risultato e agli esiti di questa commissione.

Quindi ci auguriamo di avere delle risposte a breve.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Guccione.

Carlo GUCCIONE

Apprezzo la Giunta regionale, il commissario per la sanità calabrese, onorevole Scopelliti, ha messo in atto un’attività amministrativa per porre in essere il rispetto di quello che la commissione ha deciso.

Chiedo che ci sia una particolare attenzione rispetto a tutto questo, perché il servizio che offre il pronto soccorso a Praia a Mare è importante e ritengo essenziale mettere al centro la tutela dei diritti dei cittadini ed anche la tutela di un medico come la dottoressa Angela Riccetti, che fa fino in fondo il suo dovere.

Interrogazione a risposta immediata n. 100/9^ di iniziativa del Consigliere E. De Masi, recante: “In ordine al riparto del Fondo sanitario regionale riguardo la specialistica ambulatoriale privata”

PRESIDENTE

Conclusa questa interrogazione, siamo quasi nei tempi di un’ora dedicata alle interrogazioni. C’è il tempo per fare l’ultima, a firma dell’onorevole De Masi del 2 marzo 2011, “In ordine al riparto del Fondo sanitario regionale riguardo la specialistica ambulatoriale privata”, di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale -

Premesso che:

le assegnazioni finanziarie per l'anno 2011 sono state perequate mediante il criterio del numero dei residenti (25%) e quello di storicità delle prestazioni erogate dalle strutture del territorio (75%);

alla Provincia di Crotone vengono riconosciuti circa 161.000 abitanti, mentre il dato Istat assegna alla stessa, alla data del 31 luglio 2010, 174.185 abitanti;

per tutte le province calabresi, tranne per Crotone, sono previsti aumenti consistenti nella distribuzione dei fondi;

dalla lettura dei dati in possesso, il piano di rientro prevede un aumento del 3% sul totale degli stanziamenti finanziari, che passano da circa 73 milioni di euro a 76 milioni euro;

senza aver specificato alcun criterio, per la provincia di Catanzaro è previsto un ulteriore incremento di 1 milione di euro e per quella di Reggio Calabria di 2,6 milioni di euro;

da un'approfondita lettura dei dati emerge un aumento dei fondi ripartiti anche per la Provincia dì Cosenza, che passa da 19 milioni di euro del 2010 a 24 milioni di euro del 2011;

alla Provincia di Crotone viene assegnato 1 milione di euro in meno rispetto al 2010, per cui passa dai 10,2 milioni di euro del 2010 ai 9,3 del 2011 milioni di euro, oltre l'aumento del 3% riconosciuto su base triennale a livello regionale per un totale di 9.6 milioni di euro;

i cittadini di Crotone, per usufruire delle prestazioni assicurate dalla Struttura Villa Giose, le cui convenzioni sono state revocate, si sono rivolti nel corso del 2010 agli altri operatori dei servizi di che trattasi (laboratori d'analisi, radiologia, fisioterapia, medicina polispecialistica), i quali ex lege hanno fornito quelle prestazioni "fuori budget", senza, pertanto, poterne chiederne il rimborso al sistema sanitario regionale;

se gli operatori sanitari di cui al capoverso precedente dovessero ritenere di non fornire più prestazioni "fuori budget", gli utenti della Provincia di Crotone si vedranno costretti "ad emigrare" fuori provincia per vedersi assicurati i servizi in argomento;

per alcune Province calabresi l'incremento dei fondi non appare giustificato atteso che, per l'ottima organizzazione del Servizio sanitario pubblico, non riescono a produrre tutte le prestazioni a disposizione delle strutture private;

i territori che esprimono una presenza più qualificata ed organizzata del Servizio sanitario pubblico, naturalmente hanno un complemento meno significativo del Privato accreditato;

il territorio della Provincia di Crotone viene depauperato, anche a causa del paventato ridimensionamento del locale nosocomio, di una ulteriore importante risorsa necessaria all’abbattimento dei coefficienti di ricovero ospedaliero e del consumo dei farmaci;

lo scorso anno gli operatori della Provincia di Crotone hanno firmato i contratti che regolano la fornitura annuale di prestazioni, entro il termine tassativo del 28 febbraio, mostrando un forte senso di responsabilità, atteso che andare oltre questo termine avrebbe provocato un collasso al S.S.R.;

la circostanza di cui sopra non può rilevarsi come ulteriore penalizzazione per gli stessi operatori della Provincia di Crotone;

Per sapere:

a) se corrisponde al vero la circostanza secondo la quale alla Provincia di Crotone viene assegnato 1 milione di euro in meno rispetto al 2010;

b) quali sono i criteri attraverso cui la Regione Calabria ha provveduto a ripartire i fondi della specialistica ambulatoriale privata;

c) se, al fine di evitare che molti utenti della Provincia di Crotone vedano limitato il proprio diritto ad essere curati e si vedano, al contrario, costretti ad “emigrare” fuori provincia per usufruire dei servizi in argomento, la Regione Calabria intenda provvedere a dei correttivi per non penalizzare ulteriormente le comunità presenti nel territorio crotonese, a favore di quelle province calabresi il cui incremento dei fondi non appare giustificato atteso che, per l'ottima organizzazione pubblica, non riescono a produrre tutte le prestazioni a disposizione delle strutture private”.

La parola all’onorevole De Masi.

Emilio DE MASI

Rispetto a questa questione, l’interrogazione si propone di evidenziare che le assegnazioni finanziarie verso le strutture che erogano questa specialistica ambulatoriale privata per l’anno 2011, sono state o sarebbero state perequate mediante il criterio del numero dei residenti nella misura del 25 per cento e quello della storicità delle prestazioni erogate dalle strutture del territorio nella misura del rimanente 75 per cento.

Alla Provincia di Crotone sono stati riconosciuti, in questo senso, soltanto 161 mila abitanti, mentre in base al dato Istat, ma anche ad altri rilievi anagrafici del Comune e dei Comuni della Provincia, il dato è di circa 175 mila abitanti, per cui ci sarebbe già una penalizzazione sulla scorta di questa valutazione che, se è vera, è errata.

Poi, dalla lettura dei dati in nostro possesso, il Piano di rientro prevede un aumento del 3 per cento sul totale degli stanziamenti finanziari, che passano da 73 milioni circa a 76 milioni. Per l’esattezza, per la Provincia di Catanzaro è previsto un incremento di 1 milione, per quella di Reggio di oltre 2 milioni e mezzo e anche per Cosenza da 19 milioni del 2010 a 24 del 2011.

Ora, l’interrogazione si propone di conoscere se corrisponde al vero la circostanza per la quale alla Provincia di Crotone viene decurtato 1 milione rispetto alle risorse precedenti e, quindi, rispetto al 2010; quali sono i criteri attraverso cui la Regione ha provveduto a ripartire i fondi della specialistica ambulatoriale privata; se, al fine di evitare che molti utenti della Provincia di Crotone vedano limitato il proprio diritto ad essere puntualmente curati e si vedano, al contrario, costretti ad “emigrare” fuori provincia per usufruire dei servizi erogati da questa struttura, intenda provvedere all’emanazione di correttivi, allo scopo di non penalizzare ulteriormente le comunità presenti nel territorio crotonese.

PRESIDENTE

La parola alla Vicepresidente Stasi.

Antonella STASI, Vicepresidente della Giunta regionale

Quest’anno la Regione Calabria ha provveduto a definire limiti e tetto di spesa per la specialistica ambulatoriale che – essendo ovviamente previsti dal Piano di rientro -  sono diversi, abbandonando quella che è stata la spesa storica negli anni.

(Interruzione)

La Regione Calabria, in questo momento, ha deciso di adottare criteri diversi e innovativi, che sono in linea con quella che è la discussione a livello nazionale sul riparto sanitario, abbandonando il criterio della spesa storica, quindi introducendo nuovi criteri e soprattutto criteri più oggettivi.

Quali sono i criteri introdotti? Primo, il fabbisogno delle prestazioni inteso come popolazione pesata per classi d’età, che significa che le province che hanno una popolazione più anziana hanno un peso maggiore rispetto alle province che hanno un peso inferiore in termini di popolazione anziana; poi, la produzione, intesa con quanto hanno prodotto le singole Asp e quindi i singoli erogatori privati, rilevando i dati dalla Sogei; pertanto, il dato è assolutamente ufficiale perché è il dato del ministero delle finanze.

Tali criteri e, di conseguenza, il riparto, sono stati condivisi con i commissari e con le associazioni di categoria, e le associazioni di categoria della specialistica ambulatoriale hanno condiviso questo riparto.

Che cosa è scaturito da questo riparto? Sicuramente delle novità in termini di quota: per esempio l’Asp di Catanzaro ha avuto l’assegnazione di 8 milioni, a fronte di una capacità produttiva massima di 5,7; l’Asp di Reggio Calabria ha avuto un’assegnazione di 34 milioni, a fronte di una capacità produttiva massima di 40 milioni. Ovviamente, era necessario fare un riequilibrio, che ha penalizzato alcune province rispetto ad altre e rispetto, comunque, ai criteri che sono stati applicati.

In particolare, invece, per l’Asp di Crotone che cosa è successo? Che l’anno scorso c’era un fondo assegnato di circa 10 milioni e 500 mila e quest’anno, invece, il fondo ammonta a circa 9 milioni e 500 mila, quindi 1 milione in meno, come diceva l’onorevole De Masi. Però proprio qui c’è stata una cosa particolare, perché per la specialistica ambulatoriale l’anno scorso, nel 2010, non sono stati contrattualizzati 10 milioni e 500 mila, ma per la specialistica ambulatoriale sono stati contrattualizzati 9 milioni e 300 mila.

Questo significa che il fondo assegnato quest’anno è superiore rispetto ai contratti dell’anno scorso, quindi significa che i contratti che saranno realizzati con le strutture di specialistica avranno un incremento che sarà di circa il 3 per cento, proprio quanto previsto dal Piano di rientro. Di conseguenza, nonostante la nuova forma, nonostante il nuovo piano di riparto voluto, in qualche modo l’Asp di Cosenza non solo non è penalizzata, ma gli ambulatori, gli specialisti dell’Asp di Crotone riusciranno a contrattualizzare quest’anno una cifra superiore all’anno passato.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole De Masi.

Emilio DE MASI

La Vicepresidente ha chiarito in parte la questione, ricordando una sorta di rigidità di criteri ai quali hanno dovuto informare questo nuovo atteggiamento. Non mi pare, però, di aver sentito una risposta circa l’errore eventuale sul censimento degli abitanti, perché è all’interno della popolazione complessiva che, poi, si stabilisce la quota anagrafica che ha diritto o meno.

In secondo luogo, però, al di là del rispetto dovuto a questo tipo di criteriologia adottata, credo che l’Asp di Crotone sconti, rispetto al pubblico di altre province, una incapacità evidente ad erogare da parte del servizio pubblico determinati servizi.

Quindi, non so quanto ammissibile, rispetto ai criteri adottati, questa condizione che configura una specificità della provincia di Crotone e avrebbe dovuto essere presa in considerazione con una maggiore sensibilità istituzionale che devo in qualche modo denunciare.

PRESIDENTE

E’ conclusa l’ora dedicata alle interrogazioni, quindi le altre interrogazioni andranno all’ordine del giorno della  prossima seduta di giorno 11.

Comunicazioni – Seguito

PRESIDENTE

Legge un seguito di comunicazioni.

(Sono riportate in allegato)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

L’onorevole Mirabelli aveva chiesto l’inserimento all’ordine del giorno di una proposta di legge  che riguarda la proroga di una scadenza al 31 di marzo. Intanto, pongo ai voti l’inserimento di questa proposta di legge e, successivamente, la tratteremo in coda all’ordine del giorno.

(Il Consiglio approva)

Proposta di legge numero 168/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Proroga termini di cui all'articolo 5, comma 1, legge regionale n. 11/2009 e s.m.i.”

PRESIDENTE

Iniziamo con il primo punto all’ordine del giorno, che riguarda la proposta di legge numero 168/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Proroga termini di cui all'articolo 5, comma 1, legge regionale n. 11/2009 e successive modificazioni”.

E’ relatore l’onorevole Salerno, che ha facoltà di intervenire.

Nazzareno SALERNO, relatore

La delibera di Giunta numero 57 del 28 febbraio 2011 riguarda la proroga dei termini per la fondazione “Tommaso Campanella” che è una fondazione di diritto privato composta da due soggetti, la Regione e l’UniversitàMagna Grecia”.

Il Piano di rientro predisponeva quale obiettivo l’individuazione di un percorso per la ridefinizione del nuovo regime dell’assetto giuridico della fondazione.

La Giunta regionale, con delibera numero 862 del 29 dicembre 2010, ha ritenuto necessario completare il percorso per la trasformazione in Irccs, ai sensi dell’articolo 13 del decreto legislativo 288.

Oggi, questa proroga è necessaria proprio per consentire il completamento dell’iter per quanto riguarda l’istituto di ricerca a carattere e cura scientifici.

In Commissione questo provvedimento è stato votato all’unanimità, pertanto invito anche l’Assemblea ad approvarlo.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Dattolo.

Alfonso DATTOLO

Volevo in questo momento che attraversa la sanità – e sappiamo le difficoltà – portare con il mio intervento una testimonianza della bontà del centro in oggetto per vicende che mi riguardano personalmente e, soprattutto, legate a casi di malasanità che si sono verificati fuori regione, a cui la struttura calabrese sta cercando di sopperire. Questo lo dico perché noi siamo una delle Regioni che spendono per i cosiddetti viaggi della speranza fuori regione.

Volevo cogliere l’occasione per testimoniare la bontà di questa struttura, la professionalità e l’amore di coloro che vi operano e soprattutto l’adeguatezza. E’ un centro che sicuramente merita, perché anche il rapporto regionale sanitario della Regione Calabria lo indica come uno dei più produttivi, che, dunque meriterebbe, probabilmente, viste le numerosissime richieste, uno sforzo e un’implementazione necessari, perché la Calabria forse ha uno dei tassi più alti di patologie neoplasiche. Ripeto, questa proroga che è stata votata all’unanimità è anche il segnale che in Calabria possiamo noi importare prestazioni sanitarie dalle altre regioni, così come già avviene nella fondazione “Campanella”, e la speranza è soprattutto quella di poter dare risposte per una sanità migliore.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Intanto, forse il Presidente Salerno avrà dimenticato che la Commissione non ha licenziato questo provvedimento all’unanimità, perché c’è stato il mio voto contrario e, se non ricordo male, l’astensione dell’onorevole Ciconte.

Prendo anche atto dell’intervento dell’onorevole Dattolo su un fatto personale che testimonierebbe il fatto - nessuno lo mette in dubbio - che all’interno di questo organismo ci sono anche delle eccellenze. E’ anche vero – per questo motivo come gruppo avevamo avanzato una interrogazione a risposta immediata che non è stata trattata prima perché correlata al punto all’ordine del giorno – che questo organismo, di cui oggi vorremmo conoscere esattamente il confine e l’entità giuridica, è stato, negli anni, un buco nero della sanità calabrese.

Quindi, prima di andare ad esaminare il provvedimento, vorrei che si potesse fare chiarezza in quest’Aula rispetto a un quadro che non ci risulta affatto definito. La stessa delibera di proroga non fa altro che richiamare tutta una serie di provvedimenti amministrativi, ma nulla dice rispetto all’entità e a quello che dovrebbe essere questa fondazione, che ha drenato imponenti risorse della sanità e del bilancio calabrese.

Vorremmo sapere quali sono e a quale titolo sono stati erogati i finanziamenti ed, inoltre, se questo organismo è una struttura pubblica accreditata o di diritto pubblico, ma di natura privata, cioè vorremmo avere questi chiarimenti. Credo che, prima di votare in Aula un provvedimento che, tra l’altro, non ha avuto in Commissione un percorso tale da poter chiarire e  mettere a nudo i contorni esatti, dopo tanti anni in cui si è dibattuto e si parlato in quest’Aula, sarebbe stato opportuno un percorso più ragionato, in modo tale da mettere ognuno di noi, me compreso, il nostro gruppo, nelle condizioni di dare una valutazione e comprendere il perché di una proroga fatta in questo momento così, tout court, e dove andrà, come si andrà, se si andrà a liquidarlo, come sarà trasformato, quale sarà il futuro di questo organismo, anche se all’interno di esso ci possono essere delle eccellenze, delle cose positive.

Vorrei che in quest’Aula, oggi, ci fosse questa risposta, Presidente Talarico e onorevole Salerno, non c’è il governatore, che certamente ci avrebbe dovuto ragguagliare su questa situazione, quindi siamo qui ad aspettare queste risposte e a valutare come deve avvenire il prosieguo.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Scalzo. Ne ha facoltà.

Antonio SCALZO

Vorrei dire semplicemente due cose per chiarire alcuni aspetti che riguardano la proroga della fondazione “Campanella” e vorrei che in quest’Aula facessimo una riflessione, oltre che politica, anche da cittadini calabresi, perché non ha senso parlare di poter migliorare il servizio sanitario calabrese, senza partire proprio dalla fondazione “Campanella”. Credo che ognuno di noi, consigliere regionale, ma anche cittadino calabrese, prima di tutto debba rendersi conto – e gli strumenti ci sono tutti – di cosa fa quella struttura, i servizi che eroga, le difficoltà in cui versa, le condizioni degli operatori tecnici, sanitari e i sacrifici che si fanno.

Credo che per la fondazione “Campanella” non ci sia altro sbocco, che quello dell’istituto di ricerca a carattere scientifico, ma – come ben sapete – tutto ciò richiede un iter e non possiamo interrompere quel percorso se nel frattempo, nelle more del riconoscimento ad istituto di ricerca a carattere scientifico, non offriamo agli operatori di quella struttura le condizioni per poter andare avanti; anzi, dico che questo Consiglio regionale deve impegnarsi, affinché tutti gli operatori, il management, ma anche i medici e tutto il personale paramedico, sia messo in condizioni di poter lavorare meglio.

Voglio richiamare la vostra attenzione su un dato: immaginate che da domani mattina si sospendano le erogazioni alla fondazione “Campanella”, una ulteriore emorragia di prestazioni andrebbe fuori dalla Calabria e noi non possiamo permetterci questo lusso, perché altrimenti predichiamo bene e razzoliamo male.

Pertanto, esprimo il mio parere, che è anche del gruppo, sull’opportunità, nel frattempo, di andare verso la proroga alla fondazione “Campanella”, ma contemporaneamente ritengo necessario porre in essere tutti gli sforzi necessari  e ognuno di noi credo che abbia la possibilità non solo di leggersi le carte, ma di rendersi conto di quali sono le criticità, gli aspetti positivi e i punti di forza di quella struttura.

Quella struttura non è né una università, di cui c’è bisogno perché fa la didattica, non è un ospedale del servizio sanitario calabrese, deve essere un punto di ricerca, di diagnosi-cura di malattie oncologiche. Se vogliamo discutere ancora sull’opportunità o meno di queste cose, credo che noi avremo un momento di grande arretratezza. La Calabria ha bisogno di ben altro!

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Parente. Ne ha facoltà.

Claudio PARENTE

Sembrerebbe paradossale dover intervenire per assecondare quello che ha detto l’onorevole Scalzo, che mi trova totalmente favorevole, ma la cosa stridente è che è in netto contrasto con quanto ha asserito l’onorevole Giordano, che, probabilmente, non solo non ha mai avuto modo di vedere la fondazione “Campanella”, di registrare l’alta qualità degli interventi che vengono prestati, ma, soprattutto, ha dimenticato di sottolineare che quello che è stato il buco nero, il disavanzo economico è esclusivamente da attribuire alla gestione passata.

Proprio sotto questa nuova amministrazione non solo c’è stato un budget ridotto e, comunque, dimensionato a quelle che erano le prestazioni che la fondazione “Campanella” in questo momento assicurava, ma si è data un’accelerazione all’iter per la trasformazione in istituto di ricerca e cura a carattere scientifico. E’ stato perfezionato o stanno per essere perfezionati quelli che erano stati alcuni intoppi nella procedura di autorizzazione ad accreditamento, che hanno fatto ritardare per ben tre anni il riconoscimento; quindi, tutta una serie di concause che hanno ritardato il processo, ma che, in ogni caso, hanno garantito alla popolazione calabrese prestazioni di assoluta qualità dal punto di vista scientifico, sanitario, in un ambito in cui la Calabria è sprovvista di poli oncologici.

Pertanto, mi è sembrato un attacco che forse non meritava tanta virulenza, considerato che tutti quanti si sta cercando – come ha appena detto l’esponente del Partito democratico a nome del gruppo – di portare a compimento un iter complesso, farraginoso, particolarmente difficile, iniziato da tanto tempo e che questa amministrazione sta soltanto cercando di portare a buon fine.

Capisco che forse, l’altro giorno, in Commissione non c’è stato tempo e modo di poter discutere in modo approfondito di quello che chiedeva l’onorevole Giordano, ma, nello stesso tempo, l’Aula permetterà a chi dovrà, magari, ancora intervenire, di chiarire ulteriori aspetti propri del processo burocratico, in cui questa amministrazione ha la colpa minore perché c’è da un anno, mentre si spera di completare il prima possibile la procedura per il riconoscimento, che è iniziata ben quattro anni fa.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Magno. Ne ha facoltà.

Mario MAGNO

Signor Presidente, colleghi consiglieri, intervengo su questo argomento perché ritengo che sia necessario, così come hanno detto anche gli onorevoli Scalzo e Parente, fare un po’ di chiarezza rispetto alla questione della fondazione “Campanella”, perché, oggi, noi stiamo proponendo soltanto una proroga di quella che è la normativa che, attualmente, sottende all’organizzazione della fondazione e questa proroga si va ad inquadrare in un contesto un po’ difficile, rispetto alla vita che la fondazione “Campanella” ha avuto in questi anni, ma anche rispetto alla necessità che esiste, oggi, nel contesto di quella che è la programmazione e la spesa sanitaria.

Non dobbiamo dimenticare che questa fondazione è nata da un’idea di uno dei più grandi oncologi italiani, che è il professore Veronesi, che ne propose alla Regione Calabria l’istituzione per venire incontro ai problemi relativi ai malati oncologici calabresi, che per potersi curare dovevano andare continuamente fuori dalla nostra regione. Il problema sorse dopo, nel momento in cui, intorno alla fondazione “Campanella”, si è creata una condizione di appropriazione di una serie di specialità che non c’entravano nulla con quello che era l’atto costitutivo. La fondazione doveva nascere come centro di ricerca regionale per la malattia dei tumori e, oltre che per la diagnosi, anche per la cura tumorale e doveva diventare una fondazione di ricerca cosiddetta Irccs, riconosciuta dal ministero della sanità e dal ministero della ricerca scientifica.

Penso che tutte le problematiche che, poi, sono sorte in questi anni, oggi, siano fortemente all’attenzione dell’azione del Presidente Scopelliti e della Giunta regionale, che si sta muovendo su due fronti precisi: uno è quello della normativa e, quindi, della compatibilità giuridica della fondazione “Campanella”, così come è stato richiesto anche dalla magistratura contabile della nostra Regione; l’altro è quello della ridefinizione dell’assetto fondamentale, della competenza della fondazione, scorporando quelle specialità che oggi sono state trasferite dalla Giunta regionale agli ospedali di riferimento all’interno della città di Catanzaro, per cui la fondazione viene riportata su una posizione di studio e di ricerca per quanto riguarda la questione relativa all’oncologia.

Ecco, penso che questa sia stata la strategia più importante messa in campo dal Presidente Scopelliti, per andare, poi, a ridefinire realmente, attraverso questo iter di riconoscimento di istituto di ricerca scientifica, la vera funzione di questa fondazione.

La proroga serve soltanto per dare il tempo alla Giunta regionale e ai ministeri competenti di completare l’iter per il riconoscimento, ma anche per trovare la forma giuridica necessaria, affinché la fondazione possa essere realmente un punto di riferimento all’interno della nostra regione.

Oggi, quindi, questa proposta che viene portata all’attenzione del Consiglio regionale è da approvare, perché senza la proroga la fondazione “Campanella” rischierebbe di sparire rispetto a quelle che, invece, sono le necessità che questa regione ha all’interno di questo settore.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Ciconte. Ne ha facoltà.

Vincenzo Antonio CICONTE

Per quanto riguarda la fondazione “Tommaso Campanella”, in Commissione mi ero astenuto perché non era arrivata in tempo la pratica relativa e, quindi, sulla problematica non si era discusso in maniera adeguata, così come ha detto l’onorevole Parente.

Non v’è dubbio che adesso voterò a favore, perché è evidente che l’intento di tutti noi è quello di creare un grosso centro oncologico di riferimento regionale e anche nazionale, per far sì che la cura dei pazienti oncologici venga fatta in Calabria e non fuori.

E’ chiaro, però, che bisogna chiarire ed analizzare alcuni aspetti. Il primo è cosa farà il dipartimento emato - oncologico del “Ciaccio”, in maniera che ci sia un’integrazione forte tra le due strutture, perché sicuramente, staccando le due strutture, non si creerebbe quel centro Irccs che tutti noi auspichiamo. E poi, se questa proroga verrà fatta fino al 31 settembre 2011, mi auguro che ci siano i tempi necessari per fare in maniera tale che ci sia l’Irccs e che non ci siano più ritardi nell’aspetto giuridico che vogliamo dare alla fondazione.

Pertanto, mi auguro che non ci siano più proroghe e che, finalmente, riusciamo tutti a risolvere questo tipo di problema.

PRESIDENTE

Se non ci sono altri interventi, possiamo porre in votazione il provvedimento che riguarda la proroga al 30 settembre 2011 della fondazione “Tommaso Campanella”, che è un articolo unico.

(Interruzione)

Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.

Giuseppe GIORDANO

Intervengo per dichiarazione di voto perché, pur apprezzando lo sforzo di alcuni colleghi che hanno voluto, in qualche modo, offrire qualche valutazione per comprendere il percorso che è stato individuato, come gruppo, noi riteniamo che le risposte non sono esaustive e non è esaustivo il percorso, soprattutto quello che riguarda le risorse in atto impegnate e quelle che saranno impegnate. Questo percorso dovrebbe portare alla costituzione di Istituto di centro a carattere scientifico.

Per questo motivo, pur continuando a mantenere la massima vigilanza su questa trasformazione, il gruppo di Italia dei valori è contrario alla proposta di legge, alla proroga, pur riconoscendo – ripeto – tutte le peculiarità positive che in essa ricadono.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la proposta di legge n. 168/9^ relativa alla proroga della fondazione “Campanella”.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Proposta di legge numero 175/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Provvedimenti in materia sanitaria”

PRESIDENTE

Passiamo al prossimo punto all’ordine del giorno, la proposta di legge numero 175/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Provvedimenti in materia sanitaria”. E’ un provvedimento che riguarda i nuovi ospedali.

La parola all’onorevole Salerno per la relazione.

Nazzareno SALERNO, relatore

La proposta di legge riguarda la deliberazione numero 77 del 16 marzo 2011, relativamente al programma di investimenti per la costruzione degli ospedali della Sibaritide, della Piana di Gioia Tauro, di Vibo Valentia e di Catanzaro, così come previsto dall’accordo di programma del 13 dicembre 2007. E’ necessario un ulteriore impegno di spesa di 80 milioni di euro per l’adeguamento delle progettazioni preliminari alle nuove normative vigenti in materia, sia per quanto riguarda la prevenzione, la sicurezza e l’igiene, sia per dotare i nuovi presìdi delle attrezzature e delle tecnologie necessarie a renderli funzionali.

Tale esigenza è stata anche sollecitata dal ministero della salute in fase di verifica dei progetti preliminari. Il nuovo mutuo consentirà, così, di dare garanzie complete all’intero programma di investimenti e sarà utilizzato, una volta ultimate le risorse già disponibili ex articolo 20 della legge 67 del 1988 e dell’articolo 71 della legge 448 del 1998 e solo nel caso in cui non potranno utilizzarsi le risorse Fas di cui al primo comma del disegno di legge in discussione.

La realizzazione dei quattro nuovi ospedali è uno degli obiettivi del Piano di rientro ed è propedeutica alla riorganizzazione della rete ospedaliera regionale. Considerate anche le condizioni strutturali e di sicurezza di altri presìdi, dove è necessario continuare a fare delle manutenzioni molto costose, è opportuno – così come già discusso con il Presidente Scopelliti – avviare un’indagine conoscitiva per fare uno studio di fattibilità, individuare la localizzazione e cominciare a prevedere la costruzione del nuovo ospedale di Crotone e dei centri Hub di Reggio Calabria e di Cosenza.

Questo è opportuno per completare, così, la riorganizzazione del sistema sanitario e poter offrire ai calabresi una sanità di qualità, continuando quel percorso intrapreso dal Presidente Scopelliti, che dall’insediamento sta portando avanti con tanta determinazione e sta producendo veramente dei frutti che tornano a beneficio di tutti i calabresi.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Dattolo. Ne ha facoltà.

Alfonso DATTOLO

Naturalmente c’è l’approvazione del gruppo per questo provvedimento, ma volevo anche far emergere che la volontà della Giunta regionale di fare uno studio comparato per l’eventuale ristrutturazione o costruzione di nuovi ospedali che riguardano il territorio di Crotone e il centro Hub di Cosenza, pur nella difficoltà che il Piano di rientro comporta, fa emergere la volontà di questa Giunta di dotare tutto il territorio regionale di adeguate strutture sanitarie.

E’ chiaro che in questo momento non ci sono tempi rapidissimi, ma sicuramente il fatto di aver espresso questa volontà tiene conto di tutto il territorio regionale ed è un motivo anche questo per poter guardare con soddisfazione e fiducia ad un futuro in cui le attrezzature sanitarie e i nuovi ospedali possono concorrere, con la professionalità di coloro i quali già ci operano dentro, a fornire prestazioni adeguate e in linea con quelle del sistema sanitario.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

Non so se le citazioni prevedono anche dei gettoni e confesso qui la stitichezza di Loiero, che non ci ha mai gettonato per le citazioni, ma un dato è evidente: i quattro ospedali sono frutto dell’impegno della Giunta di centro-sinistra e non solo, ma addirittura del Governo Prodi, perché questa vicenda dei quattro ospedali è stata portata avanti anche con l’aiuto e l’ausilio del ministro Turco.

Detto questo, noi plaudiamo all’iniziativa dell’attuale Giunta di contrarre un mutuo di 80 milioni per completare queste procedure, quindi diamo a Cesare quel che è di Cesare: la vecchia amministrazione ha avviato questa iniziativa di grande rilievo in quattro aree strategiche della regione Calabria; in continuità, come si addice alle amministrazioni serene, moderne ed efficaci, la Giunta di centro-destra vuole contrarre un mutuo per completare quest’opera.

Debbo dire, però, che questa è l’occasione per andare oltre ed, a tal proposito, vorrei ricordare la seduta aperta del Consiglio comunale di Cosenza, a cui ha partecipato il Presidente Scopelliti. In quella occasione, a Palazzo dei Bruzi – collega Fedele, ti chiedo perdono, se consenti a Scopelliti di ascoltarmi, perché è una cosa molto delicata – se il Presidente Scopelliti ricorda – criticò un po’ le precedenti gestioni con riferimento alla realizzazione dell’ospedale di Cosenza, dicendo che nel passato si sono fatte parole, ma quanto a fatti non c’è nulla. In realtà, qualche fatto c’era, perché con la legge numero 15 del 2008 la Giunta regionale si era impegnata alla progettazione e alla realizzazione dell’ospedale di Cosenza.

Naturalmente, questo impegno legislativo lo intendo come un indirizzo e anche la Giunta attuale dovrebbe intenderlo così. A me sembra che questa sia l’occasione per dare corso a questo indirizzo, tant’è che il gruppo del Partito democratico ha presentato due emendamenti all’articolo 1 di questa legge: uno, per estenderla all’attuazione degli scopi previsti dal citato articolo 36 della legge 15 e un altro per contrarre un mutuo leggermente più impegnativo, di 85 milioni di euro, invece che 80 milioni di euro, in modo tale da avviare la progettazione dell’ospedale civile di Cosenza.

Caro Presidente Scopelliti, in questa materia – prendo atto delle belle cose che lei dice in giro - noi dovremmo pensare, non dico ai nostri figli che sono già un po’ grandicelli, ma ai nostri nipoti e mettere in piedi una strategia per realizzare un grande ospedale, un vero Hub. La provincia di Cosenza conta 800 mila abitanti e deve avere reparti di eccellenza in tutti i settori, altrimenti non è un vero Hub.

Se questa battaglia non inizia mai concretamente, parleremo ancora per anni ed anni dell’Hub di Cosenza, ma questo non avverrà mai. Chiaramente, nelle more, l’ospedale dell’Annunziata va ammodernato, bisogna incrementarlo quanto a tecnologia e competenze professionali, ma, guardando al futuro, si deve partire da qui e a me hanno insegnato – lei è stato sindaco per molti anni di una grande città e certamente sa più di me che ho amministrato un paesino rispetto alla grandezza di Reggio Calabria – che se non c’è il progetto, non ci può essere mai un’opera. Allora, partiamo dal progetto nel contrarre questo mutuo e con i 5 milioni in più avviamo la progettazione dell’ospedale di Cosenza.

Aggiungo – ma su questo avremo modo di confrontarci, perché abbiamo sempre detto di voler fare un’opposizione rigorosa ma costruttiva – che, a nostro avviso, i fondi per realizzare l’ospedale si possono trovare e si possono trovare nei fondi europei. Non voglio discutere l’attuale dotazione dei fondi strutturali in materia sanitaria, perché in materia di sanità il Por 2007-2013 ha una disponibilità di 167 milioni di euro. Certo, non saremo noi a dire a Scopelliti di non fare le case della salute, ci mancherebbe altro, però nella rimodulazione del Por, che comunque è necessaria per tante ragioni, in primis per i fondi Fas sottratti dal ministro Tremonti, potrebbe venir fuori che una parte di queste risorse si rendano disponibili, per cui già un primo lotto, una volta fatto il progetto, si potrebbe realizzare con l’attuale Por.

Inoltre, caro Presidente – e lei lo sa meglio di me – le Regioni più avvedute stanno già lavorando sul Por 2014-2020 – queste cose l’onorevole Mancini, che mi pare è l’assessore ai fondi comunitari, le dovrebbe sapere – e la Vicepresidente Stasi, che va alla Conferenza Stato-Regioni, può confermare questa mia tesi. 

Per cui, se noi utilizziamo i fondi per il progetto e reperiamo una parte dei fondi sull’attuale Por, potremmo, a cavallo dei due Por, realizzare il nuovo ospedale civile di Cosenza. Penso che questa sia una proposta concreta che può vedere questo Consiglio regionale impegnato all’unanimità per portare avanti questa grande avventura, ma si deve partire dal progetto.

Sono andato oltre nel mio dire: se non c’è il progetto, non si fa nulla, anche perché – come tutti sappiamo – l’Unione europea è restia a finanziare interventi in materia sanitaria, perché sospetta che i fondi possano finire, in realtà, a ripianare il debito, tant’è che nel Por 2007-2013 – che conosciamo perché lo abbiamo approvato noi –,  la Commissione europea ci ha consentito di finanziare interventi territoriali e sociali, come le case della salute, però, cara Vicepresidente – la prego di accertare questo dato in sede di Conferenza Stato-Regioni – l’Unione europea accetta grandi progetti in materia sanitaria e l’ospedale civile di Cosenza è proprio un grande progetto.

Se riusciamo a reperire questi ulteriori 5 milioni di euro per avviare la progettazione, poi, si può mettere in moto un meccanismo che porti ad un protocollo d’intesa fra Regione, Provincia di Cosenza, Comune di Cosenza e azienda ospedaliera, verificare il tutto in sede di ministero dello sviluppo economico, fare tutte le verifiche di natura finanziaria e, dopodiché, preparare una scheda, “Grande progetto nuovo ospedale di Cosenza”, da sottoporre alla Commissione europea.

Penso che questa sia un’utopia e che, se partiamo dal primo tassello di questa utopia, che è la progettazione, con l’impegno di tutti, potrebbe diventare realtà.

Per cui, chiudendo il mio intervento nella discussione generale, pregherei il Presidente Scopelliti e l’assessore al bilancio, onorevole Mancini – perché mi pare che questo che viene contratto sia un mutuo ordinario – di accogliere, poi, il nostro modesto emendamento per la contrazione di un mutuo fino a 85 milioni, destinando 5 milioni al progetto per il nuovo ospedale di Cosenza.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Loiero. Ne ha facoltà.

Agazio LOIERO

Vorrei portare il mio contributo a questo tema spinosissimo della sanità e porre due o tre domande, parlerò quattro - cinque minuti, non di più.

Ho sentito la Vicepresidente Stasi parlare sempre di tre ospedali. Gli ospedali sono quattro: siamo d’accordo che sono quattro? E’ importante, anche perché per quello di Catanzaro, poiché abbiamo, ormai, stabilito che non c’è più l’accorpamento – mi pare sia stato stabilito ad ottobre – e che la nuova ubicazione ha avuto un okay dal ministero, allora posso pensare, siccome l’emergenza non dura in eterno, che può essere che alla fine dell’anno l’emergenza cessi  e se il quarto ospedale si trova fuori da quest’alveo, poi accade che tre vanno avanti e uno no. Dico, facciamoli camminare tutti insieme.

Inoltre, volevo dire alcune cose, perché per esempio ci sono dei punti che erano rimasti incagliati anche nella gestione precedente e, molto spesso, avevamo l’impressione che restavano incagliati anche perché allora c’era un Governo che noi ritenevamo molto distratto rispetto ad alcune Regioni del Mezzogiorno. Per esempio, un problema che abbiamo posto e che penso che la nuova amministrazione di centro-destra potrebbe porre con maggiore incisività è l’accantonamento, quel 5 per cento che ci uccide e che ci ha fatto arrivare a 800 milioni che sono incagliati. Credo che, oggi,  ci sarebbero le condizioni per imporre una certa forza.

Poi, voglio dire una seconda cosa: capisco che gli ospedali non costano più come due anni fa, ma, per esempio, sempre procedendo sul piano delle somme incagliate di cui la Regione avrebbe la  necessità assoluta di disporre, e mi riferisco anche a questi 360 milioni dell’articolo 20 – lo dico ad adiuvandum –, perché il Governo non li dà? Noi pensavamo che non li desse a noi, avevamo avuto il sospetto che li avessero finalizzati al terremoto dell’Abruzzo. Grande rispetto, però oggi queste risorse sono decisive.

Un’altra cosa che vorrei ricordare è che mi sono preso la briga di andare su internet a guardare il riordino della rete ospedaliera e ho visto le riduzioni dei posti letto che si sono dovute coattivamente e giustamente fare. Alla luce di questi posti letto che si sono così fortemente ridimensionati, ho tentato di scorrere la colonna dei normalizzati e ho visto che, per esempio, a Cosenza da una cifra intorno ai 694 posti letto si passa, normalizzati, a 594.

Quindi, mi chiedevo e lo chiedevo al Presidente: Presidente, ma i nuovi ospedali, cioè gli ulteriori posti letto dei nuovi quattro ospedali, visto che la normalizzazione è già avvenuta, come li inserisce? Perché lei dovrebbe decretare che poi vengono dentro anche i posti letto e, quindi, questo ci si ridurrebbe a quanti posti letto in Calabria? Poiché ho cercato di trovare qualche decreto, qualche atto ufficiale che lei abbia potuto portare al ministero dell’economia e non l’ho trovato, mi è venuto il sospetto – e lei lo può dire qua in Aula, perché questa è la sede sovrana dove certe cose bisogna conoscerle – e non vorrei che lo avesse detto a voce, perché a noi non quadrano i conti sul numero dei posti letto totali normalizzati alla fine della costruzione dei quattro ospedali.

Poi, ho visto che il privato, sempre scorrendo il riordino, non è stato toccato. Capisco, può essere una politica, ma vorremmo sapere perché.

Ultima cosa: ho sentito l’onorevole Principe che punta all’utilizzo delle risorse derivanti dalle case della salute. Là, purtroppo, è stato fatto un errore – capisco, era stato appena eletto – però le case della salute sono necessarie, nel momento in cui lei decisamente andrà a chiudere gli ospedali.

Su questo la capisco pure, però bisogna cominciare a dirlo qui dentro e al territorio: dai miei conti, proprio per quei posti letto il cui conto totale non mi risulta, sono convinto che gli ospedali saranno chiusi tutti: sarà chiuso Serra San Bruno, Soveria Mannelli, anche Polistena, che, invece, è stato detto che resta aperto. Resteranno tutti chiusi, perché non quadrano i conti.

Allora su questo, se ci potesse dire qualcosa in più, sarei personalmente contento.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Mirabelli. Ne ha facoltà.

Presidenza del Vicepresidente Alessandro Nicolò

Rosario Francesco Antonio MIRABELLI

Signor Presidente, onorevoli colleghi, come del resto ho fatto in Commissione bilancio, do parere favorevole a questa impostazione. Realizzare quattro nuovi ospedali all’altezza delle richieste che vengono dal territorio è una cosa, secondo me, doverosa in questa Calabria, sia perché si parla di patologie e quindi di un’utenza che ha bisogno di essere curata in loco, per ovvie ragioni, sia perché quattro nuovi ospedali, avanzati tecnologicamente, attrezzati bene, ubicati in una posizione facilmente raggiungibile, senza dubbio potrebbero incidere positivamente su una politica di razionalizzazione delle spese. Perché ospedali bene attrezzati sia per malattie acute sia per determinate patologie croniche, riducono l’incidenza della spesa sul Fondo sanitario regionale dovuta all’emigrazione sanitaria - cioè i famosi viaggi della speranza - ma non solo, finiscono inequivocabilmente per far sì che ci sia più manovrabilità economica all’interno del Fondo sanitario regionale.

Quindi, è ovvio che ospedali attrezzati di un certo livello, ubicati in alcuni posti, permettono, senza dubbio, di portare beneficio economico alle casse della sanità e dare, nello stesso tempo,  risposta ai bisogni di questa utenza.

Dico anche, però, che è necessario porli in essere velocemente. Quando si parla di ospedali, vi è la necessità che dalla fase della progettualità a quella di realizzazione si faccia passare poco tempo, per un semplice motivo: perché spesso quando si allungano i tempi - soprattutto nel campo della sanità, in questo caso nel campo ospedaliero che necessita di attrezzature e livelli di formazione professionale altamente specialistici - è ovvio che un progetto che parte oggi e vede la sua realizzazione fra otto-nove-dieci anni finisce per essere già vecchio al suo compimento.

Pertanto, la preghiera è di accelerare i tempi per la realizzazione, in modo tale da poter avere quattro presìdi operativi nel più breve tempo possibile. È ovvio anche che la richiesta del capogruppo del Pd, l’onorevole Sandro Principe, sull’ospedale di Cosenza deve essere affrontata con motivazioni serie.

Non lo diciamo da cosentini, perché sarebbe poca cosa, ma pensiamo che la provincia più grande della Calabria, che annovera quasi 800 mila abitanti, ha la necessità, soprattutto nell’area di Cosenza - che è uno dei punti centrali insieme a Rende e alla Media Valle Crati, che sappiamo benissimo essere di per sé, al di là del resto della provincia cosentina, l’area più popolosa della regione Calabria – di avere un ospedale attrezzato, a un certo livello, perché quello dell’“Annunziata” è ormai fuori tempo, fuori posto e forse anche fuori luogo. Un ospedale che infrastrutturalmente è debole, antico, troppo vetusto ed ubicato in una posizione - all’interno di una città che ormai è cresciuta - che trenta, quaranta o cinquant’anni fa poteva essere buona, ma oggi con l’espansione a nord - soprattutto nell’asse Rende-Montalto - diventa fuori luogo e difficilmente raggiungibile in tempi brevi.

C’è la necessità - al di là dei quattro ospedali che vanno fatti e velocemente - di tentare di capire se c’è anche la possibilità di intraprendere una fase di studio di fattibilità e di progettazione, per poter dare un inizio concreto a qualcosa che possa, nel più breve tempo possibile, dare la possibilità anche alla città di Cosenza di avere un ospedale Hub – perché si tratta di un ospedale Hub – che abbia infrastrutturalmente le qualità e i requisiti per poter essere tale. Ospedale che da noi è una necessità. Sappiamo benissimo che, a fronte della necessità di ottimizzare la spesa, di razionalizzarla, uno dei primi interventi posti in essere da questa Giunta è stata una rivisitazione della rete ospedaliera, con abbattimento dei posti letto per acuti che sono quelli che incidono - insieme a tante altre cose - pesantemente sulla spesa sanitaria. Però è anche evidente, caro Presidente, che, oggi come oggi, quando un medico ha la necessità di ricoverare con estrema urgenza un paziente, in qualsiasi ospedale lo mandi non riesce a trovare un posto letto, al di là dei ricoveri incongrui o sbagliati o dei codici gialli o verdi o rossi.

Quindi, attivarsi per la realizzazione di questi quattro ospedali - anzi direi anche per il quinto - credo che sia la strada giusta perché, da un lato, sì, dobbiamo tagliare i posti letto per acuti che non servono, negli ospedali che non sono attrezzati per poter dare risposte ai casi di cui vengono investiti, però, dall’altro lato, situare sul territorio più ospedali significa poter dare, parallelamente, risposta alle richieste di ricovero urgente che vengono dalle più svariate parti del nostro territorio.

Per cui, l’unica evidenza che va veramente rafforzata è quella di dover far sì che questi procedimenti amministrativi siano conclusi nel più breve tempo possibile. Si è partiti nel 2007, dall’accordo di programma quadro, e siamo al 2011. Il mutuo di 80 milioni va sicuramente ad interporsi - perché non abbiamo la certezza di poter reperire altre sorgenti finanziarie nell’ex articolo 20 e forse neanche negli altri fondi Fas 2007-2013 - diventando una sorgente sostitutiva a quello che doveva essere un impegno ben preciso che lo Stato “illo tempore” aveva preso con la Calabria.

Queste sostituzioni forzate e ripetute indeboliscono, di fatto, la struttura calabrese nella sua stessa sostanza ed essenza e, nello stesso tempo, denunciano una latitanza da parte del Governo nazionale - al di là del colore politico - che, in alcuni casi, come Ponzio Pilato riesce - facilmente per le Regioni del Sud, in modo particolare per la Calabria - a lasciare solo anche il proprio Presidente, la propria Giunta e quindi l’intera cittadinanza calabrese.

L’auspicio è di far sì che si accelerino le procedure, perché oggi siamo qui, sì, a dare un voto favorevole agli 80 milioni di euro che speriamo possano diventare – come diceva l’onorevole Sandro Principe – 85.

Sarebbe una cosa sensatissima e mi rivolgo a tutti i consiglieri regionali, non solo ai cosentini – però nello stesso tempo fa sorgere dei dubbi il fatto che questo mutuo - che oggi andiamo quasi a santificare - veda l’inizio del proprio percorso attuativo soltanto nel 2014, facendo perdere sette anni dal 2007 al 2014. Questo non per colpa, molto probabilmente, della Giunta regionale di ieri o di oggi, ma anche di una lontananza dello Stato centrale rispetto ai bisogni di una Regione che, molto probabilmente, ha già raggiunto il massimo della propria capacità di indebitamento rispetto alle spese da dover effettuare.

Questo è il ragionamento: cercare su questi problemi di non dividerci per partito preso, ma di collaborare istituzionalmente, con la preghiera che, se dai banchi della minoranza dovessero arrivare delle indicazioni, ci possa essere dall’altra parte chi le recepisca, chi si sensibilizzi per metabolizzarle al meglio. Perché, caro Presidente, quando giungono – come in questo caso – delle richieste, non hanno una primogenitura che può essere spesa sul territorio, perché sappiamo benissimo che il merito va esclusivamente a chi nel governo la concretizza anche se proviene dalla minoranza.

Auspico che la richiesta di guardare con occhio benevolo l’ospedale di Cosenza, per poter nel tempo proiettare una sua realizzazione concreta, possa essere fatta proprio dal Governo di centro-destra.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Censore. Ne ha facoltà.

Bruno CENSORE

Ho chiesto la parola per dare un mio contributo e, più che un intervento, la mia è una richiesta di delucidazioni di natura tecnica e con un accenno anche di carattere politico.

Intanto, plaudo al fatto che questo iter amministrativo stia andando avanti e che siano rispettati i tempi, che – lo ricordo all’Aula – sono rigorosi perché c’è un bando europeo e la gara va fatta entro 52 giorni con procedura d’urgenza: così come sancito dall’ordinanza di procedura civile entro la fine di marzo il commissario per l’emergenza deve entrare in possesso dei terreni ed entro maggio di quest’anno deve essere esperita la gara.

Quindi auspico che la tempistica sia rispettata e che a maggio sia fatta la gara.

Oltre a questo, avevo chiesto ieri in Commissione – chiaramente ho espresso il voto favorevole a questo mutuo che si va ad aggiungere al precedente, rispetto al quale già paghiamo le rate di ammortamento, però c’era una nota di carattere tecnico che un po’ stonava negli atti – poiché normalmente, quando si fa una gara, l’impegno deve essere a monte, deve essere un impegno complessivo, come mai questo mutuo decorre dal 2014 e non è da subito, da maggio, quando sarà fatta la gara? Ed era una prima questione, cui chiedo risposta .

Oltre a questo, più volte ho chiesto – e non ho avuto risposte – notizie rispetto alla messa in sicurezza del sito della città di Vibo Valentia. Lì c’era un problema relativo al sito perché interessato dal dissesto idrogeologico, sapevo che servivano alcuni milioni di euro, non so quantificarli, 4 e 5, io volevo sapere se questo è stato previsto, sempre per non avere intoppi o intralci.

Detto questo, sono consapevole che è necessario pervenire subito alla costruzione di queste strutture per dare fiducia ai calabresi, per dire che questa Regione si avvia verso una fase nuova di rinnovamento anche del comparto sanitario e, chiaramente, queste strutture dobbiamo anche riempirle di contenuti e di un capitale umano professionalmente capace e motivato, perché da sole le strutture non bastano.

Detto questo ed avendo i chiarimenti opportuni, invece volevo entrare nel merito dell’articolo 2 di questa legge: allora perché noi qua, nell’articolo 2, andiamo a modificare un articolo che era stato approvato con la legge 34/2010? Praticamente, se ricordate tutto l’iter, è stata istituita un addizionale sulla benzina e questa addizionale, che grava sulle tasche dei contribuenti, darà alla Regione un introito di 30 milioni di euro all’anno, la benzina e le tasse automobilistiche. Con queste risorse, che la Regione dovrà introitare per trent’anni, si ricaveranno 900 milioni di euro, che andranno a coprire l’anticipazione che il Governo darà per effettuare il rientro dei debiti della sanità. Ma io mi chiedo: poiché nella precedente stesura di questo articolo, intanto, era prevista la certificazione dell’advisor – e questo è richiesto dal Piano di rientro –, come mai ora avete tolto la certificazione che è prevista dal Piano di rientro sul debito sanitario? E’ la prima questione che io pongo.

Oltre a questa questione, che fine ha fatto l’advisor? Quant’è il debito nella sanità? Perché il Presidente Scopelliti, in più occasioni, una volta ha detto che il debito era diminuito e che era intorno a 1 milione e 200 mila euro, in una seduta che abbiamo tenuto  sulla sanità, addirittura, parlava di un debito pari a 600-700 mila euro.

Perché dico questo? Perché noi impieghiamo queste risorse per coprire il debito fino al 2005 e quindi per l’altro debito che cosa si fa? E’ certificato, non è certificato? Quant’è?

Allora io dico che la modifica di questo articolo non tutela la Regione, perché l’advisor svolgeva una funzione di garanzia come soggetto terzo, come soggetto imparziale.

Quindi io penso che sulla materia sanitaria ci debba essere più chiarezza nei passaggi, nella predisposizione degli atti, perché è giusto che i cittadini intravedano dei percorsi lineari e fatti con chiarezza, altrimenti può passare l’idea che si vuole avere le mani, in un certo senso, libere.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole De Masi.

Emilio DE MASI

Soltanto pochi minuti, con l’intento preciso di sostenere, di confortare le salienti ragioni che, tra l’altro, abbiamo racchiuso nella composizione di un subemendamento che con Sulla ed altri abbiamo testé presentato.

Si tratta della rappresentazione di una rivendicazione del tutto fondata, ragionata e consapevole, sulla necessità di comprendere anche Crotone nel novero dei territori destinatari della costruzione di un nuovo ospedale. Naturalmente, non mi azzardo a richiedere un automatico ed immediato finanziamento anche per questo, perché mi rendo conto che sarebbe appunto un azzardo e quindi incorrerebbe in una reazione decisamente e giustificatamente negativa. E’ per questo che noi chiediamo che venga reperita la quantità di risorse necessarie unicamente a procedere all’allestimento di uno studio di fattibilità, che da profano immagino non ammonti a cifre esorbitanti, che siano, in qualche modo, possibile rinvenire allo scopo di destinare a Crotone un intervento nei tempi ragionevolmente prevedibili, che si rende, a mio avviso, necessario per due-tre salienti ragioni che cerco sinteticamente di rappresentare.

Intanto, quello è un ospedale la cui costruzione risale ai primissimi anni 1970, quindi sono passati quarant’anni ed oltre. Nel corso di questi decenni, oltretutto – lo dico con una qualche cognizione di causa per averci lavorato – la struttura è stata sottoposta ad una sorta di indiscriminato massacro strutturale, che rispondeva ad una logica che oggi, naturalmente, non conosce riscontri in termini di istanze di assistenza, che corrispondeva a quell’egoismo produttivo che sembrava, in una certa fase storica, dover assegnare a quell’ospedale ulteriori e funzioni e comunque riconoscere diversi spazi.

L’esito di questi interventi si è tramutato in una alterazione strutturale ed anche funzionale di quel presidio, perché invocare una riqualificazione di tipo alberghiero o semplicemente logistica all’interno della logica funzionale di un servizio sanitario non significa evocare aspetti marginali o semplicemente di natura estetica, perché la funzionalità di un presidio si basa, oltre che su una serie di dotazioni strumentali e di professionalità, indubbiamente – come universalmente ammesso – anche sulla base della dotazione di adeguati spazi di strutture. Questa è la prima ragione.

La seconda – che mi pare somigli, per quello che ha detto Mirabelli, per alcuni versi all’“Annunziata” di Cosenza – è l’ubicazione del presidio di Crotone, che – il Presidente lo saprà e molti di voi sicuramente, lui in particolare, hanno avuto occasione di frequentarlo o comunque di passarvi – è in una posizione di paradossale natura urbanistica, perché è esattamente a ridosso al muro di recinzione dello stadio comunale Ezio Scida. Già questo tipo di ubicazione, ovviamente, ne condiziona l’attività, ne influenza l’arrivo da parte di potenziali utenti, l’allocazione di vetture, di ambulanze. Davvero ormai quello è un luogo assolutamente innaturale per un ospedale, tanto più che non sembra intravedersi la possibilità, quantomeno, di spostare lo stadio altrove o di costruirne uno diverso, sebbene le fortune relative della squadra di calcio potrebbero anche autorizzare a farlo.

Quindi io penso che, al di là di queste ragioni che mi paiono quelle salienti e da rappresentare doverosamente, tra l’altro anche alla luce di altre richieste appena pervenute in questo dibattito, fornire a Crotone un’opportunità strutturale che riguardi il suo ospedale in un senso di ammodernamento vero significherebbe equiparare, omogeneizzare sul piano della condizione strutturale tutta la rete ospedaliera calabrese, e anche questo non mi parrebbe un approdo di scarso significato.

Soprattutto vorrei dire, alla luce di polemiche anche molto aspre che si sono verificate di recente circa alcune misure della Giunta, che vedrebbero come esito il ridimensionamento di alcune strutture operative di quell’ospedale, rappresenterebbe  un intervento anche su Crotone una sorta di felice presagio circa una predisposizione del governatore Scopelliti, che riveste il ruolo di commissario ad acta per la sanità, circa un’attenzione diversa, un recupero di alcune disattenzioni che verso Crotone si sarebbero manifestate e che mi risultano essere già sul punto di essere riviste, in modo da restituire a quel presidio una piena dignità organizzativa, strumentale e funzionale, in assenza della quale, se non altro perché nella provincia di Crotone quello è l’unico presidio, davvero un disimpegno di questo tipo apparirebbe una colpevole ed imperdonabile discriminazione.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Orsomarso.

Fausto ORSOMARSO

Presidente – mi riferisco al Presidente Scopelliti che, anche se è impegnato, so che mi ascolta – io ritengo di doverle  dare atto  che guida una coalizione e una maggioranza – e glielo riconosciamo dalle diverse interlocuzioni, glielo riconosco da cosentino – che per la prima volta  pensa ad una sanità regionale, perché ho ascoltato con interesse i diversi interventi ed è ovvio che devo dirvi che quello che mi è parso più convincente rispetto a un’azione che deve essere anche immediata e in linea con un Piano di rientro, se non vado errato, è quello dell’onorevole collega Mirabelli.

Il collega Mirabelli dice: “Approviamo un piano che destina risorse, che va velocemente, con l’auspicio di dire che anche a Cosenza” – che è la sua città, come la mia città – “si intervenga per far sì che un Hub abbia dimensioni di collocamento territoriale, di funzionalità moderne e più efficaci possibili”; cosa immagino qui si possa sposare tutti, maggioranza e minoranza di questo nuovo Consiglio regionale”.

Vi comprendo un po’ meno – lo dico al capogruppo del Pd, onorevole Principe, come anche all’ex Presidente Loiero – perché  su questo tema, che è importante e delicato, i calabresi prima che la maggioranza si sarebbero aspettati una posizione univoca, unitaria della minoranza politica regionale. Mi sembra di aver avvertito diversi interventi, tutti più o meno intelligenti, che però non verificano una posizione di studio… Io non intervengo in quanto esperto in materia sanitaria. Certo, nel momento in cui si interviene, ho cercato, anche quando ero presente in quel Consiglio comunale di Cosenza dove ho semplicemente ascoltato, di essere informato, quindi di leggere nel dettaglio molto bene i dati che ha letto il Presidente Oliverio ( come vengono distribuiti i Lea e quant’altro), però quello che registro – non lo dico con tono polemico –  è che ho sentito tre, quattro, cinque interventi, non ultimo quello legittimo di De Masi che appartiene a questa minoranza, mache parla guardando al suo territorio, che è quello di Crotone.

Mi sembra che in un tema importante, che è quello di applicare un Piano di rientro che è lacrime e sangue, a noi costa molto anche applicarlo, c’è una schizofrenia di fondo che non aiuta né il vostro lavoro a presentarsi come alternativa, neanche il nostro quando si discute quest’ordine del giorno. Io lo dico al capogruppo del Pd, l’onorevole Principe, perché poi non si può in quest’Aula, piuttosto che nei Consigli comunali dirsi delle cose che testimoniano un impegno comune, anche il suggerimento di aggiungere e poi dire sulla stampa tutt’altro.

Perché la sua posizione, onorevole, mi sembra più o meno come quella del Presidente della Provincia di Cosenza, Oliverio, che in queste ore si attarda sul tema di sanità, sul tema di avio superficie, sul tema di trasporti, celebrando – ed è campione in questo – documenti che si  chiamano tecnicamente protocolli d’intesa, con i quali riempie le sale della Provincia, poi rimbalzando sempre il problema.

Quindi certifico che, fatto salvo lo sforzo di Principe che suggerisce delle cose, però il sindaco di Cosenza poi l’abbiamo incontrato a margine di quella riunione del Consiglio comunale che interessava l’ospedale della mia città, una città della Calabria, e con il sindaco di Cosenza – che mi rendo conto forse oggi non c’è un dialogo perché non è più il candidato sindaco del Pd, magari il problema sarà quello, ma è un altro problema – si è convenuto, vista l’emergenza, visti questi fondi, oggi l’intervento – lo testimoniava il lavoro di Salerno in Commissione, perché sono intervenuti dei cambiamenti, nuove normative, gas e quant’altro – per realizzare quegli ospedali che erano quattro già nella pianificazione di Loiero, necessita di  80 milioni prudenziali – ci auguriamo non serviranno tutti, questo penso sia il tema, per questo poi il mutuo al 2014, auguriamoci di spenderne 10 e non 80, ma potenzialmente minimo 80 – questo è il tema, non ci sono altri temi.

Allora l’auspicio che si possa realizzare l’Hub nuovo a Cosenza, il mio primo auspicio, visto che vivo in quella città e accompagnerò – speriamo quasi mai – cari affetti a curarsi in quel nosocomio, diventa un parlarsi in politichese, perché a margine di quel Consiglio comunale, che è politica, abbiamo incontrato il sindaco di Cosenza, Salvatore Perugini, in Presidenza e a lui, che è un sindaco di un’importante città della Calabria, che ha un territorio vasto – faceva bene a ricordarlo Mirabelli – abbiamo detto che prioritario diventava attrezzare quell’Hub, quelle risorse disponibili rispetto all’emergenza, viste le riconversioni, viste le chiusure e quant’altro e, in proiezione, si impegnava quel Consiglio a verificare anche un luogo fisico – e vale non soltanto per Cosenza, ma anche per Crotone e Reggio – per realizzare quei nuovi ospedali che tutti quanti auspichiamo.

Dico rispetto alla sana utopia che richiamava Principe, che il politichese e le soluzioni isolate – ripeto – più o meno intelligenti non ci aiutano, in un momento in cui il sostegno che si può dare a Scopelliti, piaccia o non piaccia, sia simpatico o antipatico, è quello di dare corso e corpo a questo Piano di rientro, che da Roma si attende rispetto al funzionamento di tutto il sistema sanitario regionale.

Non mi pare positivo se in ogni momento inseriamo nuovi elementi di dibattito che – ripeto – sono posizioni isolate di singoli consiglieri, non è neanche la posizione di una minoranza complessiva che è fatta anche di soggetti politici che poi sui territori insistono, quindi sindaci e quant’altro. Questo è un richiamo alla responsabilità, per cui – ribadiamo – è l’atteggiamento di Mirabelli, lo salutiamo positivamente, un sostegno alla realizzazione di nuovi ospedali, saranno ospedali per i calabresi, con l’auspicio che si possa a breve, recuperando risorse, normalizzando un sistema, trovare anche un luogo fisico e le risorse per fare nuovi ospedali in tutte le zone della Calabria e soprattutto accelerando quel percorso di funzionamento di una sanità. dove la prima grande utopia è far funzionare qualcosa che oggi è un soggetto fortemente malato, che non funziona, che ha grossi sprechi, che vengono comunque dal passato. Rispetto a questo tutti quanti insieme possiamo lavorare sostenendo quindi il lavoro di Scopelliti che applica un piano – ricordiamo sempre – coordinato negli anni dal precedente Governo regionale, perché si possa realizzare nel minor tempo possibile.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Ciconte. Ne ha facoltà.

Vincenzo Antonio CICONTE

Presidente e colleghi, prendo subito la palla al balzo su quello che diceva Orsomarso e cercherò di fare un ragionamento sulla sanità, perché la sanità è un problema molto serio, sentito da tutti e, secondo me, è una grossa scommessa che ci giochiamo tutti, non ci debbono essere sulla sanità strumentalizzazioni e tantomeno demagogie, altrimenti non riusciremo a sanare e risolvere i problemi dei nostri cittadini calabresi.

Io voterò a favore sul mutuo per i quattro ospedali e dirò anche il motivo, perché secondo me, al di là delle forme che si vanno a trovare, quali sono gli appalti o come si deve fare, a me questo interessa poco, a me interessa che i quattro ospedali vengano realizzati, perché la realizzazione di quattro ospedali non basta per migliorare la sanità in Calabria.

E dico ancora di più, ecco, cercherò di non essere campanilista, perché secondo me ci vuole un ospedale nuovo a Cosenza in futuro, come quello di Reggio, come quello di Crotone, noi dobbiamo tentare di fare degli ospedali nuovi, innovativi da un punto di vista tecnologico e ci sono tutte le premesse, così come abbiamo detto al Presidente Scopelliti nella prima riunione che ha fatto nella sede della Giunta regionale insieme ai consiglieri regionali di tutta l’area di Catanzaro e della provincia, perché secondo me col pubblico-privato si possono realizzare questi ospedali, riducendo del 50 per cento i costi. E questo è un processo innovativo, così come si fa in Lombardia, così come si fa in Veneto.

Andrò a dire qualcosa di più, però mi preoccupano alcuni problemi, che sono quelli in merito alla realizzazione dell’ospedale di Catanzaro, e non voglio fare il campanilista, quindi ho detto che ci vuole l’ospedale di Cosenza, di Reggio e di Crotone.

La prima cosa che vorrei sapere – e mi auguro che il Presidente ce lo dirà oggi – è se effettivamente l’accorpamento, l’integrazione con l’università, con l’azienda “Mater Domini”, si deve fare obbligatoriamente per poter costruire un nuovo ospedale oppure no.

E vorrei dire ancora di più, vorrei capire se i fondi ex articolo 20, che sono stati già impegnati per far sì che ci sia innovazione tecnologica e per ristrutturare alcuni ospedali, ci sono o non ci sono, come mai ancora il Governo nazionale  non ci ha dato un euro, alle aziende e alle Asl non è arrivato ancora un soldo di quei finanziamenti. Quindi vorrei capire come mai non arrivano questi fondi e come mai ancora non sono stati dati a tutte le aziende della nostra Calabria.

Credo che, effettivamente, la sanità si possa cambiare se tutti condividiamo un percorso e un progetto. E’ chiaro che le cose che ha detto Mirabelli, la realizzazione di questi ospedali deve avvenire prontamente e velocemente, perché io credo che la politica si debba impegnare al di là di come riesce, giustamente… Certo, tutto deve essere programmato e progettato, ma alla fine la realizzazione è fondamentale, se vogliamo veramente il miglioramento della sanità, che non verrà in un anno o due anni, verrà nel tempo.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Aiello. A margine degli interventi, poi daremo la parola all’onorevole Principe.

Ferdinando AIELLO

A me appassiona il dibattito sulla sanità, anche se constato dalla condizione dell’Aula che appassiona pochi e penso – così come diceva il collega Orsomarso – sia uno dei problemi fondamentali della nostra regione, ecco perché, se è vero come diceva Orsomarso, che la minoranza – e non è vero – non parla un linguaggio comune, la maggioranza non parla nessun linguaggio, visto che è completamente assente dai banchi in questo momento!

(Interruzione)

Una parte minima, la parte “dura”  della maggioranza.

Dico questo perché, quando Fausto ci accusa di schizofrenia, io voglio dire a lui – che, tra l’altro, è un consigliere regionale che stimo, essendo quasi coetanei – che la schizofrenia è una di quelle malattie che – diceva Freud – appartiene a quelle persone intelligenti che cercano di articolare un ragionamento e, a volte, si sforzano per arrivare alla soluzione, ma poi non ci si arriva.

Se io parlo della provincia di Cosenza, non mi sento di offendere nessuno, perché la provincia di Cosenza è uguale quasi al 50 per cento della regione Calabria.

Allora, se questa è la condizione in questo momento della sanità cosentina, i miei colleghi di centro-destra dovrebbero votare la proposta Principe, perché il suo intervento è identico, fra l’altro – se l’italiano ha un senso – all’intervento dell’onorevole Mirabelli, non cambia nessunissima impostazione. Quindi io penso che, se questo è in questo momento – basterebbe fare una passeggiata all’interno dell’ospedale di Cosenza per verificare le condizioni –, poi altro non ha chiesto che i 5 milioni di euro l’onorevole Principe per la fattibilità di quell’ospedale.

Penso che sia un dovere da parte di questo Consiglio dare una risposta in quel territorio che già paga delle scelte politiche pesanti – non la voglio citare qui la cardiochirurgia –, noi abbiamo una precarietà del personale medico che non riesce a garantire i Lea, ma non lo dico io, è stata fatta una battaglia da quel personale precario; noi abbiamo una non vivibilità del pronto soccorso, ma non l’ho detto io, collega Orsomarso, l’ha detto il commissario Gangemi nella Commissione sanità – e può smentirmi il Presidente Salerno, se sto dicendo una fesseria in questo momento –, che passa da 70 mila a 120 mila utenze quel pronto soccorso; non è vivibile più l’ospedale di Cosenza. E non faccio danno a nessuno se dico in questa sala – e mi assumo la responsabilità – che le sale operatorie dove vengono operati i cittadini sono in bilico, non sono completamente a norma.

Allora, se non è un’urgenza questo e in un senso di responsabilità ci svestiamo dell’abito che siamo abituati a portare, pure che ci mettono la mattina all’interno di questo Consiglio – sicuramente non a me –,   noi non riusciamo a venir fuori da quella che è una situazione di precarietà in quel territorio.

E non mi dite di innovazione, di metodologia, perché ci avete portato anche qui un’innovazione sul bilancio: della  legge 34, il collegato,  non ha bocciato a me undici articoli il Governo amico, undici articoli!

Allora, se questa è innovazione, a me non interessa, io voglio un’innovazione che garantisca il sistema sanitario in questa regione e voglio un’innovazione dove all’interno di questo percorso ci sia anche una risposta – Il Presidente Scopelliti sarà impegnato sicuramente in questo momento – , ma anche a quello che l’onorevole Loiero diceva all’inizio sui posti letto, perché non sono chiari. Allora, o si ha chiarezza oggi o non dopo il 16 maggio bisogna fare chiarezza, perché l’innovazione o ce l’hai e la porti con costanza e il coraggio di portarla avanti in questa sede e devi dire quella che è la situazione dei posti letto.

Ma questo non c’entra niente con l’emendamento Principe, perché l’emendamento sta ponendo una questione che è centrale per quel territorio, per Cosenza, per le aree urbane, ma per tutta la provincia, perché è l’unico ospedale Hub che in queste condizioni non può essere definito tale ed è centrale.

E quando si richiama la responsabilità – io non volevo intervenire – di  un Consiglio in maniera bipartisan, questa, sì, è l’innovazione e la capacità di capire che non è una bandierina che si sta mettendo da questi banchi, ma è solo la possibilità di dire a tutto il Consiglio che una risposta a quel territorio va data e 5 milioni di euro per la fattibilità di quel territorio,  voglio ricordarvi, e non è una grande manovra di questo Consiglio, perché solamente 4 milioni di euro li abbiamo spostati durante una seduta (ed erano  dei contributi dati ad associazioni), però lo stiamo facendo in questo momento per dare una risposta a un territorio che merita una dignità. E non vuol dire che chi pone questo problema parla il politichese o strumentalizza e chi è dall’altra parte ha ragione, perché questo è un modo ipocrita di pensare che si ha sempre ragione e non ci si vuole misurare su quella che è la realtà.

Io penso che ci sia un problema di costruzione di ospedali in questa città, città capoluogo, che necessita per dare un contributo fondamentale – poi discutiamo nel merito, ché in questo momento non mi interessa – ; pertanto, la risposta che va data è seria, io mi appello alla serietà dei consiglieri regionali, non alla loro appartenenza, per dare una risposta in quel territorio, in quella provincia che, ad oggi, si vede  mortificata da questo atteggiamento. E, purtroppo – io l’ho vissuto in un’esperienza personale – è paradossale che nella provincia più grande di questa regione vada un utente al pronto soccorso e si veda smistato in un ospedale di Vibo Valentia perché non c’è posto.

Poniamoci questo problema se questa è la migliore sanità, poniamoci se aumenta l’emigrazione fuori regione, se stiamo dando la qualità dei servizi, poniamoci tante altre cose, ma lo facciamo dal momento in cui parte una struttura nuova o almeno lo studio di fattibilità per realizzare una struttura, dopodiché anche quello che diceva Orsomarso sulla questione che è posta da Perugini si vedrà, sono dettagli, ma necessitano le fondamenta per portare avanti un progetto di questo tipo.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Giordano, con preghiera di mantenere il suo intervento nei cinque previsti dal Regolamento.

Giuseppe GIORDANO

Io sarò ancora più breve, anche perché in linea generale, sulla questione, i colleghi intervenuti hanno offerto – credo – un importante contributo, compreso l’onorevole Aiello nel ragionamento.

Quando noi abbiamo fatto il dibattito sulla questione della sanità in Calabria, come gruppo regionale abbiamo focalizzato l’attenzione sull’esigenza di andare oltre il Piano di rientro, di non ancorare la questione sanitaria solo ai dettami, a quella che deve essere l’attuazione di un piano, l’attuazione di provvedimenti anche importanti che, però, non riescono ad avere una strategia e a dare una risposta concreta e compiuta a tutta la questione della sanità.

La questione della rete ospedaliera, Presidente – e mi dispiace che sia assente il governatore, perché sto per parlare di una questione che afferisce Reggio Calabria – : Reggio Calabria col suo bacino è un ospedale che ormai è al collasso, è una struttura obsoleta, dove c’è un pronto soccorso che sta scoppiando. Noi e il Presidente Salerno abbiamo fatto le audizioni in Commissione sanità, proprio per avere a viva voce da parte degli operatori, da parte dei manager la situazione, la diagnosi, l’esigenza e realtà è una realtà esplosiva. Reggio Calabria, con la riorganizzazione della rete ospedaliera, con la dismissione dell’ospedale di Scilla e la riduzione delle attività dell’ospedale di Melito, si troverà ad avere un bacino di utenza di circa 200 mila e più abitanti che dovranno gravare su un ospedale che non regge più.

Allora ci saremmo aspettati che su questo provvedimento fosse stata prevista la costruzione del nuovo ospedale di Reggio Calabria, di un secondo ospedale, che serve, sul quale non può essere più differita la realizzazione, l’idea e un progetto. Questa risposta non c’è, Presidente. Io vorrò vedere la risposta che darà, se torna in Aula il governatore, su questa questione. Si deve inserire in questo provvedimento, attraverso le risorse che possono essere reperite, attraverso il mutuo, con risorse aggiunte, attraverso i fondi che ricordava l’onorevole Principe, la realizzazione di questo ospedale di Reggio Calabria.

Non è possibile fare dei provvedimenti amministrativi, procedere a vista e perdere il senso di quella che deve essere la risposta, perché c’è un bacino importante, ampio e ci sono anche dei reparti, ci sono delle cose che portano oggi, seppur timidamente, ad avere che ... addirittura su dei reparti, su delle specializzazioni arrivano pazienti  anche dalla Sicilia a Reggio Calabria.

Allora su queste cose la risposta ci deve essere e ci deve essere in questo provvedimento ed io chiedo che poi si faccia carico il Governo regionale della modifica di questo provvedimento di accensione del mutuo o comunque dell’inserimento della previsione di risorse, che vadano ad individuare un percorso chiaro per la realizzazione del secondo ospedale e per dare una risposta e non lasciare nel limbo un’ampia fascia di popolazione che è dell’area urbana, ma non solo, che va da Bagnara a Melito Porto Salvo ed oltre.

Per fatto personale

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare per fatto personale l’onorevole Principe. Ne ha facoltà. Ai sensi dell’articolo 56 del Regolamento, comma 2, le do la parola, previa spiegazione dei contenuti afferenti la questione personale.

Sandro PRINCIPE

Presidente, non ho la pretesa della chiarezza quando parlo, ma il mio precedente intervento evidentemente è stato equivocato dal consigliere Orsomarso, che non perde occasione per svolgere un ruolo di sentinella della Presidenza della Giunta e della maggioranza. Siccome al mio indirizzo sono state inviate parole che ritengo pesanti, ho la necessità di intervenire  per fatto personale.

PRESIDENTE

Prego, onorevole, ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

Mi auguro che il termine schizofrenia non sia stato diretto ad alcuno di noi, perché per il rispetto dell’Aula e del ruolo istituzionale che abbiamo, neanche lo restituisco al mittente, ma forse consiglio alla Presidenza di dotarsi di un’équipe medica per fare delle verifiche su ognuno di noi!

Per quanto riguarda l’aspetto del politichese, le ricordo, signor Presidente, che il mio intervento è stato di un’oggettività spaventosa. Io non ho allargato il campo alle questioni sanitarie, come hanno fatto, mi sono attenuto scrupolosamente all’oggetto di questa legge, che prevede l’accensione di un mutuo di 80 milioni per completare quattro ospedali. A questo riguardo, mi sono permesso di proporre l’aumento di questo mutuo di 5 milioni per la progettazione del nuovo ospedale di Cosenza, che non è una mia invenzione questo obiettivo, ma ho richiamato una legge di questa nostra Regione del 2008, tuttora vigente, che dava indirizzo alla Giunta di progettare e realizzare l’ospedale di Cosenza.

Quindi mi pare che il politichese non c’entri assolutamente nulla, io sono stato molto chiaro e ho parlato di cose oggettive.

Mi dispiace che debba chiarire un punto al collega Loiero, perché nell’indicare il percorso operativo, in questa fase abbiamo detto: “Mettiamo un punto di partenza, il progetto”. Io non ho detto – la Vicepresidente mi ha ascoltato molto bene – che bisogna eliminare le case della salute, ho detto che c’è una dotazione di 127 milioni di euro, per l’esattezza, per le case della salute. Siccome siamo a due anni dalla scadenza del Por, potrebbe esserci una rinvenienza e, se questa rinvenienza ci fosse, sarà il primo lotto dell’ospedale di Cosenza, ma se non ci fosse, si fa tutto con il Por 2020 di cui si sta già parlando a Roma.

La terza precisazione di carattere personale: io non accetto di essere tacciato di campanilismo, non accetto per nulla di essere accusato di campanilismo, perché in questa Regione ho avuto ruoli di discreta importanza, in particolare sono stato assessore alla cultura, all’innovazione, all’università, alla pubblica istruzione. Tralascio i provvedimenti che mi hanno visto proporre iniziative in tutti i Comuni e in tutte le realtà culturali ed universitarie di questa regione, voglio citarne uno, perché mi fa onore di poter dire che la cosa più importante che ho promosso nei due anni e mezzo in cui ho gestito l’assessorato è stata la ristrutturazione del museo archeologico “Piacentini” di Reggio Calabria. L’ho scritto sul “Quotidiano”: “La ristrutturazione del museo archeologico di Reggio Calabria e il suo inserimento fra le prime sette grandi opere per onorare i 150 anni dell’Unità d’Italia sono frutto del lavoro dell’assessore Principe, del Presidente Loiero e del vice ministro Rutelli”.

Questo lo dico non per vantare la nostra attività, ma per dimostrare che nel nostro cuore, nella nostra mente e nel nostro modo di fare amministrazione non c’è stato mai il campanilismo, e questo che ho detto dimostra con i fatti che l’opera più importante è stata fatta in provincia di Reggio Calabria, nella città di Reggio Calabria. Il mio augurio è che anche altri si comportino nello stesso modo.

Seguito discussione

PRESIDENTE

Si passa all’approvazione della proposta di legge. Articolo 1: ci sono emendamenti?

(Interruzione)

Prego, onorevole Salerno.

Nazzareno SALERNO, relatore

Solo un intervento per chiarire.

Noi, oggi, abbiamo esaminato e stiamo per approvare una proposta di legge che riguarda la costruzione dei nuovi quattro ospedali. Vorrei sottolineare che questa è una procedura che ci è stata, comunque, richiesta da parte del Ministero per ottemperare al Piano di rientro. Noi sappiamo benissimo che oggi la sanità in Calabria è commissariata e che c’è un Piano di rientro in vigore, che noi dobbiamo rispettare punto per punto.

A conclusione della mia relazione, per quanto riguarda il provvedimento in atto, ho detto anche che, d’intesa con il Presidente Scopelliti, da oggi prenderà avvio una fase per fare uno studio di fattibilità, un’indagine conoscitiva, per la localizzazione dei nuovi presìdi: centro Hub di Reggio Calabria, centro Hub di Cosenza e nuovo ospedale di Crotone. Mi pare che questo sia un tassello fermo e concreto, ma non possiamo mischiare le due cose, perché rischieremmo di non fare bene né l’una né l’altra e, magari, interrompere la realizzazione dei nuovi quattro ospedali, che è un impegno che da anni la Regione ha assunto e che, finalmente, oggi porta a compimento come iter procedurale amministrativo.

PRESIDENTE

E’ previsto l’intervento del governatore. Prego, Presidente Scopelliti.

Giuseppe SCOPELLITI, Presidente della Giunta regionale

Vorrei informare i colleghi consiglieri che lamentavano la mia assenza che riesco, anche se sto nella stanza di là, ad ascoltare, visto che c’è l’opportunità in filodiffusione di avere contezza delle cose che vengono dette. Quindi, ho seguito l’intervento del collega Giordano e gli altri interventi ed ho conoscenza dei contributi portati.

Intanto, una precisazione: questo è un provvedimento che per noi rappresenta un impegno importante. Non ci tengo a fare polemiche, ma credo sia molto importante fare delle precisazioni, per evitare di continuare a fare un’informazione distorta al territorio. I giornalisti, poi, hanno la possibilità di ascoltare ciò che viene detto e quindi, automaticamente, hanno il dovere, magari anche l’obbligo professionale di riportare ciò che viene riferito.

Degli ospedali calabresi mi pare che si parli dal 2007, gli atti deliberativi sono del 2007, quindi sono passati quattro anni e in quattro anni non era stato fatto nulla, nel senso che erano stati nominati soltanto i soggetti attuatori. Siamo decisamente all’anno zero, perché pochissimi passi erano stati fatti in tre anni fino al 2010. Non era stato fatto un grandissimo lavoro.

Noi abbiamo fatto questa scelta, nel giro di pochissimi mesi siamo riusciti a trovare una convergenza con “Infrastrutture Lombarde”, la stessa Stazione unica appaltante, in più circostanze e in più momenti del Comitato tecnico che era legato alla valutazione degli ospedali, manifestò le perplessità e le difficoltà di procedere con la gara d’appalto, viste le carenze del personale e – io aggiungerei anche – vista l’entità, la grandezza e l’importanza del prestigio di queste realtà, di queste strutture.

Abbiamo avviato le procedure per tre dei quattro ospedali, non perché noi siamo in ritardo rispetto a una valutazione legata a un fattore politico, no, ma perché vi era il vincolo da parte della protezione civile per le nomine e per la straordinarietà del provvedimento, per quanto riguarda l’ospedale di Catanzaro, essendovi l’obbligo di inserirlo in un contesto di sinergia, di totale integrazione con l’Università e quindi con la Facoltà e con un’unica Asp, per creare un unico distretto e un unico polo.

Qui abbiamo il collega Ciconte, che è stato direttore generale dell’Asp che è anche Presidente tutt’oggi dell’Ordine dei medici della provincia di Catanzaro, che annuisce e condivide quantomeno questi passaggi.

Significa, quindi, dover provvedere ad una modifica di ciò che era stato fatto da parte della protezione civile. Alla presenza di Gabrielli e, prima ancora, di Bertolaso, avevo detto “noi siamo in difficoltà oggi a garantirvi, nel giro di pochissimo tempo, le modifiche o, meglio ancora, questa sorta di integrazione, perché c’è il mondo accademico che nutre una serie di perplessità e noi non siamo nelle condizioni per accelerare l’iter di realizzazione dell’ospedale, di farlo in pochissimo tempo” e abbiamo lavorato e stiamo lavorando, in questo supportato anche dal collega Aiello, da altri assessori che hanno rapporti e relazioni, per cercare di trovare convergenze e soluzioni al problema.

Mi pare che siamo abbondantemente avanti e, forse, nelle prossime settimane faremo anche la conferenza stampa di presentazione dell’accordo con l’Università, però da qui a parlare di integrazione è molto presto. Questo ci ha spinto a fare una scelta: o a non realizzare l’ospedale nuovo a Catanzaro oppure realizzare quanto programmato nell’accordo.

Venendo meno quel tipo di impegno, noi ci siamo trovati di fronte a una soluzione, quella che ho prospettato poi a chi di competenza, e ho detto: “Bisogna modificare quel provvedimento, quel decreto” e ho fatto ufficialmente la proposta, chiedendo alla protezione civile di modificare il decreto, intravedendo lo spiraglio della realizzazione a Germaneto – così come diceva anche qualcun altro intervenuto – che era già ufficializzata anche dagli indirizzi dati direttamente dall’amministrazione comunale. Poi, però, permane il problema dell’integrazione, perché il problema non è solo la localizzazione, quindi l’individuazione dell’area su cui far sorgere l’ospedale, no, c’era quest’altro vincolo, molto più pesante.

Da qui è partita la mia richiesta alla protezione civile di orientare l’andamento della valutazione della riproposizione dell’ospedale sulla scorta di elementi nuovi, avviando un rapporto perché vogliamo realizzare l’ospedale vicino a Germaneto, indipendentemente dall’integrazione con l’ospedale.

Mi pare che siamo sulla buona strada sotto questo punto di vista, le risposte che abbiamo ricevuto e stiamo ricevendo sembrano positive.

E’ chiaro che ci siamo trovati con quattro mesi di lavoro già fatto, pure più, cinque mesi, con “Infrastrutture Lombarde”, con tre progetti e non con quattro, però io credo che, francamente, nel giro di pochissimi mesi, quando ci sarà l’avvio dei lavori e delle procedure, saremo nelle condizioni, in pochi mesi, di far partire anche la gara d’appalto per quanto riguarda la città di Catanzaro.

Poi altra cosa è l’aspetto legato alle altre realizzazioni degli ospedali. Capisco che siamo in campagna elettorale e la campagna elettorale è per tutti, c’è chi la vuole fare strumentalizzando, c’è chi la vuole fare portando i dati e gli elementi che ha a supporto, che abbiamo come conoscenza.

E’ vero che il collega Principe dice che c’era su Cosenza dal 2008 un provvedimento di Giunta. Può darsi che sia anche vero, però dal 2008 al 2010 perché non avete messo i soldi per fare la progettazione? A volte queste cose ce le tirate proprio! Guardiamo al futuro, perché lei ha detto: “Dobbiamo pensare ai nostri nipoti, perché i nostri figli hanno già ormai perso ogni speranza”. Allora noi vogliamo fare, quantomeno, recuperare la speranza ai nostri nipoti, visto che i nostri figli sono ormai fuori gioco, però dal 2008 al 2010 perché non avete trovato un solo straccio di finanziamento o di atto deliberativo per dire che ci sono le risorse per fare l’ospedale o, quantomeno, la progettazione?

Quindi bando alla strumentalizzazione, perché poi il consigliere De Masi legittimamente dice “e Crotone che fa?!”, poi il consigliere Giordano a cui ho sentito dire “il pronto soccorso è sacro, dobbiamo costruire nuovi ospedali”. Ho sentito il consigliere Giordano, ero assente, ma ho anche questo dono che è per tanti uomini, cioè quello di stare in un’altra stanza e, attraverso le tecnologie. sentire ciò che uno dice qua dentro, quindi ho ascoltato molto bene. Però il problema di fondo è vero ed è proprio questo: come facciamo ad allocare delle risorse dentro una procedura che riguarda un momento completamente diverso rispetto alla progettazione e ad altre cose, che è quella dell’avvio dell’accensione di un mutuo per le nuove tecnologie, una cosa completamente diversa, e mettere dentro delle risorse?

Poi dice Principe: “Può darsi che tutto questo ci spinga a pensare che si può progettare il nuovo ospedale, perché col 2014-2021 ci saranno altre risorse”. Intanto, l’Unione europea non ha mai dato disponibilità per quanto riguarda realizzazione di strutture ospedaliere, non sappiamo se lo farà, ma vi domando, al di là della demagogia e della strumentalizzazione: voi nel 2011 potete accendere un mutuo per ipotizzare la realizzazione dei nuovi ospedali, quindi la progettazione e, magari, attingere alle risorse del 2014– cioè significa intorno al 2017 con i nostri tempi, con i tempi del centro-sinistra il 2020! – e pensare di fare un progetto che otto anni dopo deve essere mandato in appalto?! Perché questi sono i tempi in Calabria rispetto ad alcune procedure, quando in termini di criteri, di logiche, di nuovi meccanismi e di nuove procedure che vengono attuate rispetto a vincoli e a parametri di applicazione collegati a costruzioni e a questioni sismiche e a mille altre cose, c’è un procedere costante e continuo, facciamo un progetto che poi deve essere, magari, aggiornato dopo tre anni e rimane là.

Credo che la procedura che abbiamo attivato, cioè quella di aver dato la disponibilità a chi oggi ha in capo la realizzazione di questi ospedali e la progettazione, si stia facendo in tempi ristrettissimi, perché questa è una formula che consente, magari, di creare uno strumento, così come si disse col sindaco di Cosenza, come l’individuazione di un advisor con il compito di andare a studiare le dinamiche del territorio e capire come si possa procedere. Significa farlo su Cosenza, su Crotone e su Reggio Calabria, in modo da coprire tutte le altre province che non sono state beneficiate di attenzione, da scelte prettamente politiche o dalla necessità.

Mi corre l’obbligo anche di informare il collega Loiero – che non c’è, che si è assentato, probabilmente mi sentirà pure in filodiffusione – che ha detto “avete rifatto la rete pubblica, ma non quella privata”, che, sotto questo punto di vista, la rete pubblica la stiamo disegnando, l’abbiamo disegnata, e quella privata sarà immediatamente successiva, perché costruita sul parametro e sulle valutazioni della rete pubblica. Dopodiché, poiché il criterio di valutazione è identico a quello pubblico, noi non abbiamo nessuna preferenza per il privato, anche perché noi in questi anni non abbiamo mai rilasciato accreditamenti a iosa, soprattutto nella provincia di Cosenza, per creare posti aggiuntivi, ma, ad oggi, ci siamo limitati soltanto a registrare ciò che era stato fatto.

Questo, in poco meno di un anno, dimostra il tipo di filosofia che abbiamo assunto, pur considerando che nella nuova rete sono previsti almeno mille posti letto in più, 1.300 posti letto in più che non sono posti letto per acuti.

Inoltre, Loiero dice: “Abbiamo un Piano che, però, ci porta meno posti letto, come faremo ad ovviare a questa problematica con i nuovi ospedali?”. Secondo me e secondo – credo – anche il vostro orientamento, noi procederemo, una volta realizzato l’ospedale della Sibaritide, alla chiusura dell’ospedale di Rossano e di Corigliano; questo significherà chiudere due ospedali per recuperare l’efficienza e la funzionalità di uno. La stessa cosa avverrà sulla Piana: nel momento in cui si realizzerà l’ospedale della Piana, sicuramente verrà chiuso l’ospedale di Gioia Tauro. Poi, ovviamente vi sarà una valutazione prettamente politica e non si procederà automaticamente alla chiusura. Secondo noi, anche nell’ipotesi dell’ospedale di Polistena: perché è chiaro che se c’è un ospedale che ha una funzione di spoke, grande ospedale, nuovo, si corre il rischio di tenere in vita una struttura che, magari, qualche amministratore locale vorrebbe tenere in vita, ma che rischia di non avere alcun motivo per restarvi.

Si tratterà sempre di una valutazione politica: chiudi due ospedali là, chiudi due ospedali qua, automaticamente ecco che, secondo me, il conto, se viene fatto sulla scorta di questo tipo di valutazione, fa quadrare anche i numeri.

Quindi, credo che dobbiamo partire da questo tipo di orientamento e farci trascinare il meno possibile da una valutazione propagandistica, cercando di guardare, invece, all’obiettivo che è importante: il raggiungimento di questo traguardo, il raggiungimento dell’idea di realizzare queste strutture sui nostri territori.

Poi, per carità, siamo tutti interessati, come lo siamo per Cosenza, lo siamo in egual maniera per Crotone e lo siamo in egual maniera per Reggio Calabria, perché sono tre città capoluogo che necessitano di nuove strutture ospedaliere. Anch’io, da sindaco, avevo individuato l’area dove far sorgere l’ospedale, però non ho mai avuto la fortuna di avere uno straccio di delibera, ma non soltanto riguardo al mondo ospedaliero, ma in un contesto molto più vasto, ampliato su altri terreni, e credo che questo tipo di indirizzo possa essere un impegno serio e coerente che noi possiamo assumere.

Dopodiché, una volta che noi andremo a fare delle scelte e a continuare sulla strada legata alla capacità di ridurre i costi della sanità ed investire in maniera seria sul terreno di una sanità diversa, sono convinto che apriremo un confronto serrato col Governo nazionale perché abbiamo portato a casa dei risultati, quindi potremo ambire, magari, ad ottenere maggiori risorse ed avere anche – perché no? – finanziamenti ulteriori attraverso gli strumenti che ha il Governo.

Credo che la strada dei fondi comunitari non sia una strada praticabile, almeno non lo è stata fino ad oggi. Mi riferisco agli ultimi quindici anni: mi pare di capire che non ci sia mai stata l’opportunità di immaginare un intervento dell’Unione europea sui temi della sanità.

Quindi, ritengo che dobbiamo farci carico di individuare un percorso, di farlo attraverso gli strumenti legati all’esperienza e alla presenza di un Governo nazionale che, di fronte ad una sanità che inverte la tendenza e ha un ruolo nuovo e dinamico sul territorio, decide in un momento di natura diversa di recuperare le risorse e di poter investire.

C’è la massima disponibilità anche da parte nostra di sederci e discutere sugli strumenti da utilizzare, anche in prospettiva, se si tratta di fare accensione di mutuo per realizzazioni e quant’altro.

 (Interruzione)

“Adesso c’è la possibilità” per quale motivo? Mi sembra una cosa nuova “adesso”, adesso perché ci siamo noi?

(Interruzione)

No, l’ho seguito il dibattito, l’ho seguito molto bene, perché adesso mettere nel mutuo lo studio e la progettazione di un ospedale, anche soltanto la progettazione, mi sembra una cosa strumentale per dire ai cosentini: “Meno male che c’ero io in Consiglio regionale e ho fatto realizzare la progettazione!”. Poiché noi qui non abbiamo bisogno né di eroi né di salvatori, le rispondiamo: “Lei perché non l’ha fatto dal 2008 al 2010, quando era assessore di questa autorevolissima Giunta che governava in precedenza?! Poteva farlo prima e spendersi prima!”. Ma non vogliamo fare demagogia, diciamo invece che noi diamo mandato e costruiamo un percorso di ipotesi di individuazione di un advisor che avrà il compito di andare a studiare, territorio per territorio, tutte le dinamiche possibili e immaginabili per identificare nelle tre città capoluogo di provincia uno strumento e uno studio legati all’ipotesi e all’opportunità di realizzare i nuovi strumenti.

(Interruzione)

Questa è un’altra cosa, un’altra anomalia che riscontriamo, e il collega Principe lo sa. Questa è una cosa che io dico oggi e il consigliere Principe lo sa perché l’ho detto l’altra volta, ce lo siamo detti in Consiglio comunale a Cosenza, corriamo il rischio di sentirci dire da una parte “andiamo a riscrivere i fondi comunitari e quindi incominciamo a individuare lì le possibilità e le opportunità per investire su questo versante” dall’altra registriamo l’intervento di altri autorevolissimi rappresentanti del centro-sinistra che dicono: “Guai a toccare i fondi Por, non lo toccate perché è perfetto”.

Noi abbiamo le idee chiare su ciò che vogliamo fare.

(Interruzione)

Lo dicono, lo dicono, lo abbiamo letto “Il Por è perfetto”, lo ha scritto qualcuno di voi e quindi almeno le cose che scrivete sono evidenti, però noi andiamo a individuare un percorso. Siccome ci siamo dati anche dei tempi, quindi una tempistica rispetto all’orientamento da seguire e l’ipotesi eventuale di poter riscrivere, se in tempi ristretti, alcune cose del Por, è chiaro che se tutto questo si potrà sviluppare all’interno di questo contesto e si potrà procedere in questa direzione, è una cosa che noi andremo ad attuare e quindi andremo incontro anche a quella che è la richiesta in una fase successiva, dopo gli studi, fatta sulla valutazione specifica legata ai tre ospedali.

Infatti, credo che la formula migliore sia proprio quella: recuperare le risorse, come abbiamo fatto oggi. Lo strumento che abbiamo adottato oggi consente di dare a chi di competenza la possibilità di realizzare gli ospedali e fare il progetto in sei mesi, in un anno essere in gara d’appalto e in tre anni e mezzo avere le chiavi in mano degli ospedali.

Questo significa efficienza di un’amministrazione. Credo che sia un modo anche per evitare di mandare dei messaggi che noi non ci sentiamo di dare, perché non possiamo dire ai cittadini di Cosenza o di Crotone o di Reggio Calabria – perché si vota in tutte e tre, quindi non c’era il collega, ma è giusto anche Crotone così come Reggio Calabria –: “Stiamo già progettando il nuovo ospedale, abbiamo trovato i soldi, però peccato che poi ci mancheranno i soldi, cioè 300 milioni di euro, da mettere in cascina per poi procedere alla realizzazione!”. Credo che non sia, oggi, un atto di correttezza e di lealtà nei confronti dei cittadini calabresi.

PRESIDENTE

Il dibattito sulla proposta di legge numero 175/9^ si esaurisce con le conclusioni del Presidente della Giunta, andiamo ad esaminare i due articoli previsti da tale legge.

All’articolo 1, comma 1, c’è un emendamento con protocollo numero 15261 proposto dagli onorevoli Principe, Maiolo, Franchino: “All’articolo 1, comma 1, dopo la parola <<scopo>> aggiungere <<ed agli obiettivi di cui all’articolo 36, comma 1, della legge n. 8 del 2010>>”.

Prego, onorevole Principe.

Sandro PRINCIPE

A me dispiace, signor Presidente, dover fare un intervento che – debbo dire – non è nel mio stile, perché pur non essendo stato educato a mitizzare l’Impero romano, come altri hanno fatto nelle parodie dell’Impero romano e della cultura romana, ho sempre apprezzato un aspetto: Roma quando faceva delle conquiste sapeva, con la sua politica di infrastrutture, culturale, prendere il meglio della cultura di quei popoli, inserire nel contesto le nuove acquisizioni. Mi rendo conto che altri che dell’Impero romano sono stati appassionati laudatores non hanno acquisito questa cultura che è molto importante, perché per la parte che mi riguarda non intendo fare per niente campagna elettorale.

Intanto, vorrei dire al Presidente Scopelliti, illustrando l’emendamento, che, quando ho risposto per fatto personale, ho ricordato che non faccio l’assessore dal 2007 e che, a mio merito – e mi sento gratificato – l’opera più importante…

PRESIDENTE

Le ho dato la parola per illustrare l’emendamento.

Sandro PRINCIPE

Dovete avere un attimo di pazienza, democraticamente, perché questo è un Paese democratico. Siccome il signor Presidente della Giunta ha parlato di operazioni di tipo elettoralistico, debbo dimostrare che così non è e ricordare al signor Presidente – che era assente – che come assessore, cessato il 2007, mi faccio merito di avere ristrutturato il museo di Reggio Calabria.

Se lei non conosce questa vicenda, la approfondisca, perché spesso, quando interviene, non si documenta delle cose che dice.

(Interruzione del Presidente della Giunta)

Perché lei non è mai documentato quando parla.

PRESIDENTE

Onorevole, lei deve intervenire sull’emendamento, altrimenti le tolgo la parola.

Sandro PRINCIPE

La questione della progettazione dell’ospedale di Cosenza è cosa diversa da Crotone e Reggio Calabria, mi debbono consentire i colleghi, perché il richiamo da me fatto non è ad un atto di Giunta, ma è un richiamo fatto ad una legge di questa Regione, che all’articolo 36 mentre per l’ospedale di Cosenza autorizza la Giunta a finanziare progettazione e realizzazione, per Reggio Calabria e Crotone dà mandato alla Giunta di dare un indirizzo alle aziende ospedaliere per fare uno studio di fattibilità. Mi debbono consentire i colleghi De Masi, Sulla e quanti altri che uno studio di fattibilità – ritorno al museo di Reggio Calabria – si fa anche con 150-200 mila euro, non è il progetto di un grande ospedale.

C’è una differenza nell’indirizzo dato da questo Consiglio, perché, caro Presidente di questo Consiglio, l’articolo 36 della legge numero 15 è una norma di questa Regione. Mi sono, quindi, agganciato a questa norma per dire, praticamente, che l’indirizzo non è stato seguito. Ma che modo di ragionare! Siccome la Giunta dal 2008 al 2010 questo indirizzo non l’ha seguito, allora lo dovremo seguire il giorno del puntini, puntini, puntini?! Ma è un modo di ragionare veramente incomprensibile per uomini delle istituzioni!

“L’indirizzo non è stato attuato”. Noi siamo qui stamattina non per fare propaganda politica, ma per dire: “Incominciamo ad attuare questo indirizzo”. C’è l’assessore Mancini che è cosentino doc ed assessore al bilancio. Questo è un mutuo ordinario, per chiudere i quattro ospedali iniziate dal centro-sinistra.

Convengo con il Presidente Scopelliti che si è perduto nel tempo, perché siamo incappati nell’ex assessore Spaziante, nominato commissario, che poi si è dedicato ad altre cose, tant’è vero che Loiero lo ha anche denunciato, e questo è il motivo del ritardo.

C’è stato un ritardo? Bene, adesso cerchiamo di accelerare i tempi con gli 80 milioni. Non si è data attuazione all’indirizzo su Cosenza? Incominciamo a dare attuazione adesso, mettendo in piedi le risorse per avviare il progetto, perché se non c’è il progetto, caro Presidente Scopelliti, mi meraviglio di lei, perché è stato sindaco di una grande città e ritengo che sappia meglio di chiunque altro che per muovere una foglia in termini di pietre ci vuole un progetto, e su questo non ci piove.

Per quanto riguarda le risorse, è inutile fare questa ironia a buon mercato che non fa ridere nessuno, una certa ironia a buon mercato non fa ridere neanche chi sta nei cortili: il 2014, il 2021! Ci sono 160 milioni in materia sanitaria nel Por. Certo che il Por si deve rimodulare. Perché, voi cosa avete fatto per le infrastrutture? Siete venuti a Cosenza a dire che avevate fatto tutto per la metropolitana ed ha pure la faccia di dire questo, rinnegando il suo passato dicendo queste cose!

(Interruzione)

Devo dirle che, dal punto di vista finanziario, è ignorante!

(Interruzione)

Ma cose da pazzi!

(Interruzioni)

Lascia perdere! In ogni caso, la vicenda metropolitana dimostra la necessità della rimodulazione, ergo si può rimodulare.

Seconda fesseria che ho sentito: “Non si finanzia la sanità”. I 160 milioni per il territorio sono sanità. Io vi chiedo di verificare in sede – e lo dico ufficialmente – di Unione europea che i grandi progetti sanitari sono finanziabili e il progetto ospedale di Cosenza, un Hub che deve servire 800 mila abitanti, un territorio più grande della Liguria, può essere un grande progetto.

Quindi, vi invito a meditare su questa questione e a cercare di instaurare con le minoranze un rapporto più civile, degno di una nazione moderna come l’Italia e degno anche della Calabria e, quando l’opposizione fa proposte che sono con i piedi per terra, non si deve reagire sempre dicendo “signor, no!”, perché noi non vogliamo fare assolutamente campagna elettorale, a noi interessa in questa fase mettere una prima pietruzza per avviare una grande opera che necessita ai calabresi, ai cosentini e ai cittadini di tutta la provincia di Cosenza.

PRESIDENTE

Sull’emendamento ci sono interventi? Prego, onorevole Orsomarso.

Fausto ORSOMARSO

Non ho niente contro questo emendamento. Ribadisco, anche rispetto all’intervento dell’onorevole Principe che interveniva per fatto personale – io non lo vedo –, che noi siamo stati educati a casa, prima che nell’ambito dei partiti politici, a non essere sentinelle di nessuno, perché non c’è necessità di avere sentinelle per prendere voti e spiegare le buone ragioni ai calabresi di tutte le province, di Cosenza, di Reggio Calabria, di Catanzaro.

Il consenso non si motiva con l’uso di sentinelle, ma avendo fatto crescere una classe dirigente che, piaccia o non piaccia, al di là dei titoli di studio e delle competenze, interviene in modo attinente su una questione che a me giunge chiara. Ripeto, non sono esperto di sanità, non lavoro nella Commissione sanità, ma mi sembra chiaro quanto ha ribadito il consigliere Nazzareno Salerno sull’intervento che – ripeto – onorevole Principe, io avevo sottolineato da cosentino, con quell’auspicio, per apprezzarne lo sforzo.

Questa è una cosa che non c’entra nulla con i mutui ma che finanzia l’infrastrutturazione tecnologica degli ospedali e, prudenzialmente, si sono messi – se non ho capito male – 80 milioni. Non si tratta di ironia, sono anni che sentiamo facile ironia di cui la gente è stanca, rispetto a questo arrivano poi auspicate primavere anche sui territori. Speriamo e ci auguriamo di non dover utilizzare tutte le risorse da qui al 2014. Questo è l’intervento.

Altra cosa – me ne guarderei bene perché, ripeto, su questo mi hanno bene educato a casa, non nell’ambito dei partiti politici – è parlare di schizofrenia. Lei, consigliere principe, è capogruppo del Pd e noi riceviamo un sindaco del Pd che è Salvatore Perugini, sindaco della mia città, sindaco di Cosenza, con cui si conviene rispetto ai ritardi, rispetto a un dibattito fatto in Consiglio comunale, sull’opportunità di costruire nuovi ospedali che riguarda – lo diceva De Masi – anche Crotone e Reggio Calabria. Su questo siamo tutti d’accordo.

Però non è necessario essere in campagna elettorale per fare certi annunci, l’avremmo fatto fra due giorni con l’assessore Mancini, che ringrazio per il suo lavoro in continuità, nel rispetto della tradizione del fare, per far sì che finalmente con una rimodulazione ci siano 160 milioni di euro per realizzare anche a Cosenza la metropolitana leggera. Un’opera che avete richiamato, perché la lingua batte dove il dente duole. Ringrazio, quindi, sia l’assessore mancini sia l’assessore gentile sia tutti i dirigenti.

PRESIDENTE

Se non ci sono interventi, sottopongo l’emendamento protocollo numero 15261 alla valutazione dell’Aula.

(E’ respinto)

Sempre all’articolo 1, comma 2, c’è un emendamento con protocollo numero 15259 a firma degli onorevoli Principe, Maiolo, Franchino: “All’articolo1,comma2, sostituire <<€ 80.000.000,00>> con <<€ 85.000.000,00>> ed aggiungere <<di cui € 5.000.000,00 da destinare all’attività di progettazione prevista dal comma 1 dell’articolo 36 della legge regionale n. 8 del 2010>>”.

Prego, onorevole, vuole illustrarlo?

Sandro PRINCIPE

Si illustra da sé. Signor Presidente, chiedo la votazione per appello nominale.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Sulla, proceda alla chiama.

Francesco SULLA, Segretario Questore

Fa la chiama.

PRESIDENTE

Comunico l’esito della votazione: presenti e votanti, 35; hanno votato a favore in 14, hanno votato contro in 21.

Hanno risposto si: Aiello F., Amato, Battaglia, Censore, Ciconte, De Masi, Giordano, Guccione, Maiolo, Mirabelli, Principe, Scalzo, Sulla, Talarico D.;

hanno risposto no: Aiello P., Bilardi, Chiappetta, Dattolo, Fedele, Gallo, Imbalzano, Magarò, Magno, Nicolò, Orsomarso, Pacenza, Parente, Pugliano, Salerno, Scopelliti, Serra, Stillitani, Talarico F., Trematerra, Vilasi.

(E’ respinto)

Ha chiesto di parlare sull’articolo 2 l’onorevole Salerno. Ne ha facoltà.

Nazzareno SALERNO, relatore

Il terzo emendamento, “All’articolo 2, dopo la parola “attinte” aggiungere “oltre che all’accertamento definitivo e completo del debito sanitario con il supporto dell’advisor contabile per il periodo di cui al comma 1, per l’attuazione di quanto previsto dal Piano di rientro” lascia il tempo che trova, perché è più che altro una cosa pretestuosa e non una cosa concreta che possa servire, perché comunque stiamo parlando di un procedimento che si sta concretizzando e che è stato già iniziato dal 2007 per il quale, in pratica, oggi la Giunta regionale ha proposto, a completamento delle risorse finanziarie, un mutuo di 80 milioni di euro.

Questi emendamenti, anche gli altri due discussi prima che sono stati respinti, lasciano il tempo che trovano perché, a mio avviso, sono soltanto di intralcio alla procedura, perché c’è una situazione molto chiara: noi abbiamo una cifra di 196 milioni di euro, 142 per l’esattezza, a carico dello Stato e di cui euro 178 milioni e 615 a valere sulle risorse del programma di investimenti ex articolo 20 della legge numero 67 del 1988 ed erano 17.527.667,00 a valere sul programma di investimenti ex articolo 71 della legge numero 448 del 1998 per la riqualificazione e l’assistenza sanitaria nei grandi centri urbani.

L’accordo è finalizzato alla riqualificazione e razionalizzazione della rete ospedaliera e dell’assistenza sanitaria mediante la realizzazione di quattro nuovi ospedali e tale attività è propedeutica per poter realizzare la riorganizzazione della rete regionale, secondo quanto previsto dal Piano di rientro.

Vorrei ricordare che, in particolare, prevede la riorganizzazione e l’adeguamento della rete ospedaliera con l’accreditamento e l’umanizzazione delle strutture per il conseguimento di determinati standard alberghieri, il rinnovamento e il potenziamento della dotazione tecnologica, l’adeguamento alla normativa vigente in materia di requisiti minimi strutturali, tecnologici e organizzativi in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, razionalizzazione dei percorsi dei processi di lavoro, favorendo l’accessibilità all’area ospedaliera ed elevando il livello di sicurezza e, in più, la Regione partecipa alla copertura finanziaria dell’accordo con complessivi euro 90.856.506,28 che, oltre a dar seguito all’accordo di programma citato, ha tenuto conto delle disposizioni di cui all’articolo 4 dell’ordinanza della protezione civile n. 3635 per la realizzazione dei programmi di azioni commissariale, approvati dal Comitato tecnico-scientifico, ricorrendo a forme di indebitamento per complessivi 110 milioni di euro, attraverso l’accensione di un mutuo con la Cassa depositi e prestiti.

Quando questo termine stava per scadere, cioè il 31 dicembre 2010, previsto per la realizzazione degli investimenti di cui al citato accordo di programma, il governo regionale, in considerazione del lungo tempo trascorso, oltre alla richiesta della proroga di realizzazione degli investimenti fino al 31 dicembre 2011, ha attivato tutto ciò che era necessario al fine di poter concretamente realizzare gli investimenti programmati, per evitare che le risorse venissero congelate da parte del Governo centrale, come era già avvenuto nel mese di ottobre 2009.

Per quanto concerne gli investimenti nelle tecnologie nelle tre aziende ospedaliere, bisogna evidenziare che solo di recente è stato possibile, attraverso un’energica azione commissariale, riuscire ad avere ripristinata da parte dei due ministeri la disponibilità di 107 milioni di euro, da destinare al completamento tecnologico delle tre aziende ospedaliere di Cosenza, di Catanzaro e Reggio Calabria, ragion per cui, per quanto mi riguarda, penso che l’emendamento non sia proprio da prendere in considerazione, ma da bocciare.

PRESIDENTE

All’articolo 2 c’è un emendamento con protocollo numero 15256 a firma degli onorevoli Principe, Maiolo, Franchino: “All’articolo 2 dopo la parola <<attinte>> aggiungere <<oltre che all’accertamento definitivo e completo del debito sanitario, con il supporto dell’advisor contabile per il periodo di cui al comma 1 ed in attuazione di quanto previsto dal Piano di Rientro>>.”. Lo illustra lei?

Sandro PRINCIPE

In realtà l’emendamento è stato illustrato in sede di discussione dal collega Censore, ma mi preme aggiungere che chiederò all’anagrafe del mio Comune di cambiare nome, perché ho sentito che, come mettiamo per iscritto una proposta, le proposte lasciano il tempo che trovano! Chiederò di cambiare il nome in “Lascia il tempo che trova”!

In realtà, su questo emendamento l’onorevole Salerno ci ha fatto una lunga illustrazione, ci ha imbottito la testa di cifre, ma non ha detto l’unica cosa che avrebbe dovuto dire, cioè come mai rispetto al concetto del mio emendamento, che significa l’utilizzazione delle risorse rinvenienti dal mutuo dopo la certificazione dell’advisor ed in attuazione del Piano di rientro, che voi avevate inserito nell’articolo 26 della legge finanziaria di bilancio, oggi volete togliere queste due verifiche, cioè la certificazione, caro onorevole Salerno, dell’advisor e la compatibilità con il Piano di rientro. Queste due prescrizioni sono contenute nella legge di bilancio, voi le volete togliere.

Da questo, se fossimo andreottiani, quindi volessimo dire che a pensar male non si fa peccato, si evince che volete utilizzare le risorse, forse senza avere il peso di rispettare il Piano di rientro e senza la certificazione dell’advisor, tutto qui.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 15256.

(E’ respinto)

Pongo in votazione l’articolo 2 del testo di legge oggetto di discussione.

(E’ approvato)

Pongo in votazione la proposta di legge 175/9^ nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Proposta di legge numero 169/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Modificazioni all'articolo 10 della legge regionale 29 dicembre 2010, n. 34”

PRESIDENTE

Passiamo al prossimo punto all’ordine del giorno, la proposta di legge numero 169/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Modificazioni all'articolo 10 della legge regionale 29 dicembre 2010, n. 34”.

E’ relatore l’onorevole Morelli, il quale non è presente. Viene sostituito dal consigliere Magno.

Mario MAGNO, relatore f.f.

Il punto 4 all’ordine del giorno prevede la proposta di legge numero 169/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Modifiche all'articolo 10 della legge regionale 29 dicembre 2010, n. 34”.

Con questa proposta di legge si interviene sulle leggi collegate al bilancio di previsione 2011, al fine di una più corretta formulazione della norma, modificando il testo dell’articolo 10 della legge regionale n. 34 del 2010, che autorizza la Regione, in luogo della Sial Servizi S.p.A., società partecipata della Regione Calabria, per la gestione del servizio di anagrafe zootecnica ad acquistare le quote del socio “Italia Lavoro S.p.A.”, fino all’acquisizione dell’intero capitale sociale.

Come sapete, il socio “Italia Lavoro S.p.A.” ha manifestato la volontà di recedere da questa società, d’altronde come è nel contesto della linea nazionale di “Italia Lavoro S.p.A.

La proposta di legge ravvisa, innanzitutto, la necessità di adeguare la copertura finanziaria al maggiore fabbisogno, determinatosi a seguito della definizione delle procedure di acquisizione, ovvero nel corso della seduta della seconda Commissione del 22 marzo scorso il dipartimento bilancio, relazionando sull’argomento, ha evidenziato la necessità di adeguare il fabbisogno, precedentemente valutato in euro 65 mila, integrandolo di euro 25 mila, fermo restando il capitolo da cui attingere le maggiori risorse richieste.

Quindi, la proposta in oggetto si preoccupa di allineare il testo della norma con quanto previsto dal Codice Civile in materia di acquisto di azioni.

Presidenza del Presidente Francesco Talarico

PRESIDENTE

E’ aperta la discussione generale. Ha chiesto di parlare l’onorevole Censore. Ne ha facoltà.

Bruno CENSORE

Presidente, a nome del Partito democratico, su questo provvedimento esprimiamo un voto contrario, perché – ci eravamo anche espressi in Commissione – noi siamo vicini ai 55 lavoratori che lavorano alla certificazione dell’anagrafe zootecnica, però nella precedente legislatura avevamo indicato un percorso, tant’è vero che c’è stata una proroga per questo servizio fino al 31 dicembre 2010, e avevamo intravisto la possibilità di far transitare questi lavoratori presso i servizi veterinari delle Asp. Oggi, invece, si è esperita una strada diversa, quella della creazione di una società in house attraverso l’acquisizione delle quote di “Italia Lavoro” da parte della Regione.

Mi pare che il processo riformatore di ridurre gli enti strumentali da voi tanto osannato, di ridurre le società in house è cosa diversa rispetto a quello che voi dite, quindi oggi andate a creare un’altra struttura. Per questo, rispettando e salvaguardando i lavoratori, esprimiamo voto contrario.

PRESIDENTE

Non ci sono emendamenti, quindi passiamo all’esame dell’articolato.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione la proposta di legge 169/9^ nel suo complesso, col voto contrario della minoranza.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Testo unificato, recante “Istituzione del Bollettino Ufficiale Telematico della Regione Calabria e norme per la pubblicazione degli atti”, delle proposte di legge:

numero 89/9^ di iniziativa dei Consiglieri S. Pacenza, D. Battaglia, G. Bilardi, M. Franchino, P. Tripodi, recante: “Istituzione del Bollettino Ufficiale Telematico della Regione Calabria e norme per la pubblicazione degli atti”;

numero 93/9^ di iniziativa del Consigliere S. Magarò, recante: “Istituzione del Bollettino Ufficiale Telematico della Regione Calabria e norme per la pubblicazione degli atti”

PRESIDENTE

Il punto 5 dell’ordine del giorno riguarda l’istituzione del Bollettino Ufficiale Telematico della Regione Calabria e norme per la pubblicazione degli atti.

E’ relatore l’onorevole Caputo, che non c’è, lo sostituisce il consigliere Pacenza.

Salvatore PACENZA, relatore f.f.

Intervengo anche perché la proposta di legge in discussione prevede l’integrazione tra la proposta di legge presentata dall’onorevole Magarò e quella presentata dai componenti del Comitato per la qualità e fattibilità delle leggi.

In definitiva, questa proposta di legge tende a semplificare l’accesso al Bollettino Ufficiale della Regione, che dal 1° gennaio 2012 si potrà consultare in via telematica.

Con questa proposta di legge prosegue la semplificazione dell’accesso  per i cittadini agli atti che la Regione Calabria va ad approvare. Si dà la possibilità, in un articolo specifico, precisamente l’articolo 13, ai cittadini di verificare direttamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria un testo che, eventualmente, è stato riordinato e modificato. Al momento, questa possibilità non esiste perché il cittadino, ma anche gli stessi operatori politici, deve necessariamente rifarsi a ritroso alle proposte che vengono man mano modificate.

Questa proposta di legge, quindi, è utile per permettere ai cittadini, sempre in maniera più semplicistica, di accedere agli atti che la Regione intende pubblicare.

PRESIDENTE

E’ aperta la discussione generale. Poiché non ci sono interventi, passiamo all’esame dell’articolato.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 3.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 4.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 5.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 6.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 7.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 8.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 9.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 10.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 11.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 12.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 13.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 14.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 15.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 16.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 17.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 18.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 19.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 20.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 21.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 22.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 23.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 24.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 25.

(E’ approvato)

Pongo in votazione la legge nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 96/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio di previsione dell'Aterp della provincia di Reggio Calabria per l'anno finanziario 2011”

Proposta di provvedimento amministrativo numero 97/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio di previsione dell'Aterp della provincia di Crotone per l'anno finanziario 2011”

Proposta di provvedimento amministrativo numero 98/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio di previsione dell'Aterp della provincia di Catanzaro per l'anno finanziario 2011”

PRESIDENTE

Il prossimo punto all’ordine del giorno riguarda i bilanci delle Aterp.

La parola all’onorevole Magno per la relazione.

Mario MAGNO, relatore

Signor Presidente, dato che i punti 6, 7 e 8 sono stati ampiamente discussi in Commissione, che ha votato in maniera favorevole, se lei è d’accordo, mi rimetto agli atti della Presidenza.

PRESIDENTE

E’ aperta la discussione generale. Poiché non ci sono richieste di parola, pongo in votazione il bilancio di previsione dell'Aterp della provincia di Reggio Calabria per l'anno finanziario 2011.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Pongo in votazione il bilancio di previsione dell'Aterp della provincia di Crotone per l'anno finanziario 2011.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Pongo in votazione il bilancio di previsione dell'Aterp della provincia di Catanzaro per l'anno finanziario 2011.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Fedele sull’ordine dei lavori.

Luigi FEDELE

Presidente, se i colleghi sono d’accordo, c’è una proposta firmata da me e dal collega Amato, che riguarda la modifica della legge regionale numero 4 del 1985, cioè per quanto riguarda il difensore civico e la riduzione delle indennità e, insieme a quella del difensore civico, anche quegli altri organismi ad esso collegati.

Se possiamo inserirlo e poi votarlo, se i colleghi sono d’accordo, votiamo intanto l’inserimento.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’inserimento della proposta dell’onorevole Fedele.

(Il Consiglio approva)

Proposta di legge numero 176/9^ d’iniziativa del consigliere Rosario Mirabelli recante “Modifiche ed integrazione alla legge regionale 34/2010”

PRESIDENTE

Adesso possiamo incominciare a votare gli ultimi tre punti che mancano. Iniziamo dall’ultimo inserito. C’era da votare la modifica legislativa a firma dell’onorevole Mirabelli, che proroga il termine di scadenza al 30 giugno.

Pongo in votazione la proposta di legge n. 176/9^.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Proposta di legge numero 177/9^ di iniziativa dei consiglieri Fedele e Amato, recante “Modifica all’articolo 9 della legge regionale 16 gennaio 1985 numero 4”

PRESIDENTE

Poi c’è l’ultimo provvedimento inserito, a firma degli onorevoli Fedele e Amato, che riguarda le indennità del difensore civico.

Pongo in votazione la proposta di legge numero 177/9^.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

L’ultimo punto è un ordine del giorno presentato al Consiglio regionale, che riguarda l’attraversamento dell’elettrodotto Laino-Feroleto-Rizziconi nel territorio e nei centri abitati del Comune di Montalto Uffugo di Cosenza, firmato da consiglieri di maggioranza e di minoranza, di cui pongo in votazione l’inserimento.

(Il Consiglio approva)

Ordine del giorno numero 13 del 29 marzo 2011 a firma dei consiglieri Gallo, Guccione, Mirabelli, Giordano, Magno, Talarico D., “Sull’attraversamento dell’elettrodotto Laino–Feroleto–Rizziconi nel territorio e nei centri abitati del Comune di Montalto Uffugo

PRESIDENTE

Ne do lettura: “Il Consiglio regionale

premesso che:

il territorio del Comune di Montalto Uffugo (CS), e segnatamente quello in cui ricadono le frazioni di Pianette e Lucchetta, è attraversato dal tracciato dell'elettrodotto Altomonte -Feroleto, segmento dell'elettrodotto a 380 Kv Laino – Feroleto – Rizziconi;

detto tracciato, opera della società Terna S.p.A., presenta notevoli incongruenze sotto il profilo della sicurezza e della salute pubblica, in quanto non in linea con la normativa vigente in materia;

tali incongruenze sono state fatte rilevare in più occasioni, attraverso lettere e delibere, dallo stesso Comune di Montalto Uffugo;

lo stesso Comune di Montalto Uffugo (CS), proprio in ordine alle sconvenienze di cui sopra, aveva affidato un incarico di consulenza tecnica all'ing. Giancarlo Spadanuda, la cui perizia finale rilevava come “l'ubicazione in altra zona dell'elettrodotto” si rendeva quanto mai necessaria, per ragioni “ingegneristiche, biologiche, sanitarie ed ambientali”;

agli atti della Regione Calabria non risulterebbe prodotta alcuna VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) né alcuna VAS (Valutazione Ambientale di Strategia);

una vistosa incongruenza è riscontrabile nella distanza del predetto tracciato con le abitazioni di centri abitati già richiamati (in alcuni tratti i cavi passano a meno di 50 metri da civili abitazioni), sebbene proprio il Ministero dell'Ambiente, con decreto n. 6102 del 2002, ne avesse avvertito la Terna S.p.A. della precipua rilevanza;

le effettive e palesi criticità riscontrabili nelle frazioni Pianette e Lucchetta di Montalto Uffugo (CS), peraltro già rilevate nel Dec. VIA/3062 del 1998, avevano indotto il Ministero dell'Ambiente a sostenere la necessità che si individuasse un nuovo tracciato;

nel dicembre del 2007, sulla base dell'accordo raggiunto al Ministero dell'Ambiente per la modifica del tracciato, la Società Terna S.p.A., con nota n. TE/B2887815783, presentava al Ministero dello Sviluppo Economico un'istanza di variante del tracciato dell'elettrodotto a 380 Kv che collega la S. E. di Altomonte (CS) e la S. E. di Feroleto (CZ);

il Ministero dello Sviluppo Economico, con nota n. 0003148 del 15 febbraio 2008, dava avvio al procedimento autorizzatorio relativo al progetto in variante presentato da Terna S.p.A., con formale richiesta al Ministero dell'Ambiente di pronuncia sulla compatibilità ambientale dell'opera;

la Commissione V.I.A., in ordine alla questione della compatibilità ambientale del progetto in variante presentato da Terna S.p.A., esprimeva dal suo canto un “Parere Interlocutorio Negativo”;

il progetto in variante presentato da Terna S.p.A. è stato regolarmente depositato presso la Regione Calabria, la Provincia di Cosenza ed i Comuni di Torano Castello, S. Martino di Finita, Rota Greca, Lattarico, S. Benedetto Ullano, Montalto Uffugo, S. Vincenzo La Costa, S. Fili e Rende, a seguito dell'autorizzazione ed alla comunicazione di avvio del succitato procedimento da parte del Ministero dello Sviluppo Economico in data 15.02.2008;

dal 2005, anno in cui è partita l'energizzazione dell'elettrodotto, molti sono i disturbi fisici, in forma generalizzata, che si sono riscontrati tra i residenti di centri abitati già richiamati, segno di un'attività nociva ed inquinante delle onde elettromagnetiche generate dai cavi dell'alta tensione;

è oltremodo dimostrata, da rilievi epidemiologici, l'aumentata incidenza di leucemie infantili ed altre patologie conseguente all'esposizione a campi elettromagnetici;

nondimeno Terna S.p.A. non ha mai fornito documentazione sul “principio di precauzione” sull'elettromagnetismo formulato alla Conferenza Internazionale su Ambiente e Sviluppo di Rio de Janeiro (1992);

uno studio condotto dal prof. Luigi Maximilian Caligiuri, esperto di fisica ambientale presso l'inglese Wessex Institute of technology, proprio sui rischi connessi all'esposizione ai campi magnetici generati dai cavi dell'elettrodotto in questione, ha evidenziato seri elementi di criticità per la salute dei residenti;

la IV Commissione “Assetto e utilizzazione del territorio – Protezione dell'ambiente” del Consiglio regionale, nella seduta del 18 gennaio u.s., convocata per audire i rappresentanti istituzionali del Comune di Montalto Uffugo e quelli dei comitati civici impegnati nella battaglia per lo spostamento del tracciato dell'elettrodotto, ha valutato assolutamente fondate le preoccupazioni in ordine ai rischi per la salute derivanti dall'attraversamento del medesimo nei centri abitati prima richiamati;

in data 05.02.2011 si è svolto a Montalto un incontro fra l'amministrazione comunale ed una rappresentanza della predetta Commissione, nel quale si era unanimemente convenuto che in tempi ristrettissimi sarebbe stato interessato ufficialmente della vicenda il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti, che, a sua volta, avrebbe dovuto avviare un confronto con Terna ed il ministero competente;

invita la Giunta regionale:

ad assumere, anche alla luce delle risultanze delle audizioni svolte sulla questione presso la competente Commissione del Consiglio regionale, ogni utile, tempestiva e concreta iniziativa, nei confronti della società Terna S.p.A. e del Ministero dell'Ambiente, atta a conseguire il risultato di una modifica dell'attuale tracciato dell'elettrodotto ovvero di un interramento dei cavi – com' è previsto, tra l'altro, dal Piano energetico della Regione Calabria del 31 marzo 2005, nel caso di attraversamento in aree abitate – nel tratto che interessa il territorio ed alcuni centri abitati del Comune di Montalto Uffugo (CS), stante l'assoluta pericolosità del medesimo per la salute dei residenti;

a chiedere, perciò, con urgenza un incontro al ministro dell’ambiente, coinvolgendo all’uopo la stessa società Terna S.p.A. per affrontare risolutamente ed efficacemente la questione e far valere le istanze dei cittadini di Montalto Uffugo (CS)”.

Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

Convocazione della prossima seduta

PRESIDENTE

Non ci sono altri punti all’ordine del giorno, il Consiglio sarà convocato a domicilio per giorno 11 Aprile.

La seduta termina alle 17,05

 

Allegati

Congedi

Hanno chiesto congedo i consiglieri: Nucera, Caputo, Adamo, Caridi.

(Sono concessi)

Annunzio di proposte di legge e loro assegnazione a Commissioni

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa della Giunta regionale:

“Proroga termini di cui all’articolo 5, comma 1, legge regionale numero 11/2009 e s.m.i. (Delibera G.R. n. 57 del 28.2.2011)” (P.L. n. 168/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

“Modificazioni all’articolo 10 della legge regionale 29 dicembre 2010, numero 34 (Delibera G.R. n. 59 del 28.2.1011)” (P.L. n. 169/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

“Modifica dell’articolo 2 (Interventi urgenti di contrasto alla povertà) della legge regionale numero 34/2010 (Collegato alla legge finanziaria regionale 2011) – (Delibera G.R. n. 72 del 18.3.2011)” (P.L. n. 172/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

“Sviluppo del sistema regionale dei servizi socio-educativi per la prima infanzia (Delibera G.R. n. 73 del 18.3.2011)” (P.L. n. 173/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

“Misure in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza della pubblica amministrazione regionale ed attuazione nell’ordinamento regionale delle disposizioni di principio contenute nel decreto legislativo 27 ottobre 2009, numero 150 (Delibera G.R. n. 77 del 18.3.2011)” (P.L. n. 174/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali.

(Così resta stabilito)

“Provvedimenti in materia sanitaria (Delibera G.R. n. 77 del 18.3.2011)” (P.L. n. 175/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Sono state presentate, inoltre, alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:

Ciconte, Mirabelli, Bruni – “Estensione degli effetti di legge dell’articolo 13 della legge regionale del 29 dicembre 2010, n. 34 con l’abrogazione del comma 15 (Risoluzione anticipata del rapporto di lavoro del personale regionale delle Aziende sanitarie locali)” (P.L. n. 165/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

Nucera – “Interventi in materia di alcolismo e problemi alcol correlati” (P.L. n. 166/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Imbalzano – “Istituzione Centro sangue regionale” (P.L. n. 167/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Talarico D., De Masi, Giordano – “Valorizzazione delle differenze di genere e promozione della parità di accesso tra uomini e donne alle cariche elettive” (P.L. n. 170/9^)

E’ stata assegnata alla quinta Commissione consiliare - Riforme e decentramento.

(Così resta stabilito)

Giordano – “Interventi a favore dei soggetti celiaci” (P.L. n. 171/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Mirabelli – “Modifica ed integrazione alla legge regionale numero 34/2010” (P.L. n. 176/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali.

(Così resta stabilito)

Fedele, Amato – “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 16 gennaio 1985, n. 4” (P.L. n. 177/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali.

(Così resta stabilito)

Annunzio di proposte di provvedimento amministrativo e loro assegnazione a Commissioni

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:

“Bilancio di previsione dell’Aterp (Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica) della provincia di Vibo Valentia per l’anno finanziario 2011 (Delibera G.R. numero 34 del 10.02.2011)” (P.P.A. n. 104/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

“Aterp – Cosenza – Rendiconto consuntivo esercizio finanziario 2008 (Delibera G.R. numero 61 del 28.2.2011)” (P.P.A. n. 106/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

“Aterp – Catanzaro – Rendiconto consuntivo esercizio finanziario 2009 (Delibera G.R. numero 62 del 28.2.2011)” (P.P.A. n. 107/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

“Anagrafe nazionale e monitoraggio dei finanziamenti in materia di edilizia scolastica – Approvazione schema di convenzione con la Regione Toscana (Delibera G.R. numero 63 del 28.2.2011)” (P.P.A. n. 108/9^)

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente.

(Così resta stabilito)

“Approvazione schema di Accordo di collaborazione tra Regione Calabria e Regione Autonoma della Sardegna in materia di Sportelli unici attività produttive (Suap) – (Delibera G.R. numero 65 del 28.2.2011)” (P.P.A. n. 109/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

“Bilancio di previsione dell’Ardis (Agenzia regionale per il diritto allo studio universitario) di Catanzaro per l’anno finanziario 2010” (Delibera G.R. numero74 del 18.3.2011)” (P.P.A. n. 74 del 18.3.2011)” (P.P.A. n. 121/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

“Bilancio di previsione di Azienda Calabria Lavoro per l’esercizio finanziario 2011 (Delibera G.R. n. 75 del 18.3.2011)” (P.P.A. n. 122/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

“Autorizzazione all’esercizio provvisorio del bilancio di previsione dell’Ardis (Agenzia regionale per il diritto allo studio universitario) di Catanzaro per l’anno finanziario 2011 (Delibera G.R. n. 79 del 18.3.2011)” (P.P.A. n. 123/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

Sono state presentate, inoltre, le seguenti proposte di provvedimento amministrativo d’Ufficio:

“Elezione di un consigliere regionale per la Consulta regionale della cooperazione in sostituzione del consigliere Santi Zappalà, dimissionario (art. 3 legge regionale 6 dicembre 1979, n. 13)” (P.P.A. n. 105/9^)

“Nomina di tre membri, tra cui il Presidente, nel consiglio di amministrazione dell’Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria) – (legge regionale numero 20/1999, art. 9 - legge regionale n. 22/2010, art. 12, commi 1 e 2)” (P.P.A. n. 110/9^)

“Nomina del Presidente del Parco Marino regionale <Riviera dei Cedri> (legge regionale n. 10/2003, art. 13)” (P.P.A. n. 111/9^)

“Nomina di tre membri nel Collegio dei revisori dei conti del Parco Marino regionale <Riviera dei cedri> di cui uno scelto ai sensi del decreto legislativo n. 88/92, con funzione di Presidente (art. 15, comma 1, legge regionale n. 10/2003)” (P.P.A. n. 112/9^)

“Nomina del Presidente del Parco marino regionale <Baia di Soverato> (legge regionale n. 10/2003, art. 13)” (P.P.A. n. 113/9^)

“Nomina di tre membri nel Collegio dei revisori dei conti del Parco Marino regionale <Baia di Soverato> di cui uno scelto ai sensi del decreto legislativo n. 88/92, con funzione di Presidente (art. 15, comma 1, legge regionale n. 10/2003)” (P.P.A. n. 114/9^)

“Nomina del Presidente del Parco Marino regionale <Costa dei Gelsomini> (legge regionale n. 10/2003, art. 13)” (P.P.A. n. 115/9^)

“Nomina di tre membri nel Collegio dei revisori dei conti del Parco Marino regionale <Costa dei Gelsomini> di cui uno scelto ai sensi del decreto legislativo n. 88/92, con funzione di Presidente (art. 15, comma 1, legge regionale n. 10/2003)” (P.P.A. n. 116/9^)

“Nomina del Presidente del Parco Marino regionale <Scogli di Isca> (legge regionale n. 10/2003, art. 13)” (P.P.A. n. 117/9^)

“Nomina di tre membri nel Collegio dei revisori dei conti del Parco Marino regionale <Scogli di Isca> di cui uno scelto ai sensi del decreto legislativo n. 88/92, con funzione di Presidente (art. 15, comma 1, legge regionale n. 10/2003)” (P.P.A. n. 118/9^)

“Nomina del Presidente del Paro Marino regionale <Fondali di Capocozzo – Santa Irene - Vibo Marina – Pizzo – Capo Vaticano – Tropea> (legge regionale n. 10/2003, art. 13)” (P.P.A. n. 119/9^)

“Nomina di tre membri nel Collegio dei revisori dei conti del Parco Marino regionale < Fondali di Capocozzo – Santa Irene - Vibo Marina – Pizzo – Capo Vaticano – Tropea> di cui uno scelto ai sensi del decreto legislativo n. 88/92, con funzione di Presidente (art. 15, comma 1, legge regionale n. 10/2003)” (P.P.A. n. 120/9^)

Assegnazione di consiglieri regionali a Commissioni consiliari

Con nota del Presidente del gruppo consiliare “Scopelliti Presidente” del 22 febbraio 2011, acquisita in pari data al protocollo generale n. 9515, l’onorevole Claudio Parente è stato assegnato quale componente della sesta Commissione consiliare, in sostituzione dell’onorevole Santi Zappalà, dimissionario.

Con nota del Presidente del gruppo consiliare “Popolo della libertà” del 3 marzo 2011, acquisita in data 7 marzo 2011 al protocollo generale n. 11735, l’onorevole Gesuele Vilasi è stato assegnato quale componente della terza Commissione consiliare, in sostituzione dell’onorevole Santi Zappalà, dimissionario.

Con nota del Presidente del gruppo consiliare “Popolo della libertà” del 3 marzo 2011, acquisita in data 7 marzo 2011 al protocollo generale n. 11735, l’onorevole Gesuele Vilasi è stato assegnato quale componente della Commissione consiliare contro la ‘ndrangheta, in sostituzione dell’onorevole Giuseppe Caputo.

Riconoscimento componente politica “Alleanza per l’Italia” all’interno del gruppo Misto

Con deliberazione dell’Ufficio di Presidenza n. 14 del 23 febbraio 2011, è stata riconosciuta all’interno del gruppo Misto, la componente politica “Alleanza per l’Italia” nella persona del consigliere Rosario Mirabelli.

Elezione del Presidente della sesta Commissione consiliare permanente

La sesta Commissione consiliare permanente, nella seduta del 21 marzo 2011, ha eletto il proprio Presidente nella persona dell’onorevole Claudio Parente.

Richiesta parere delle competenti Commissioni consiliari

La Giunta regionale ha trasmesso, per il parere della competente Commissione consiliare, la deliberazione n. 58 del 28.2.2011, recante: “Programmazione regionale unitaria 2007-2013 <Rimodulazione del Piano finanziario del Settore reti e collegamenti per la modalità regionale del Por Calabria Fesr 2007-2013 e del Par Calabria Fas 2007-2013>” (Parere n. 14)

E’ stata assegnata alla sesta Commissione consiliare - Affari della Unione europea e relazioni con l’estero.

(Così resta stabilito)

La Giunta regionale ha trasmesso, per il parere della competente Commissione consiliare, la deliberazione n. 68 del 28.2.2011, recante: “Legge regionale 8 maggio 1985, n. 27 – Piano annuale degli interventi per il diritto allo studio, anno 2011” (Parere n. 15)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

La Giunta regionale ha trasmesso, per il parere della competente Commissione consiliare, la deliberazione n. 78 del 18.3.2011, recante: “Misure di contrasto alla crisi economica. Articolo 2, legge regionale 13 giugno 2008, n. 15. Piano reinserimento occupazionale 2011” (Parere n. 16)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

Parere favorevole su deliberazioni

La terza Commissione, con nota n. 10804 dell’1 marzo 2011, ha comunicato che nella seduta del 25 febbraio 2011 ha espresso parere favorevole con modifiche ed integrazioni alla deliberazione della Giunta regionale n. 20 del 24.1.2011 recante: “Legge regionale 12 giugno 2009, n. 19, articolo 4, fondo unico per la cultura. Programmazione annuale 2011” (Parere n. 12/9^)

La terza Commissione, con nota n. 14967 del 25 marzo 2011, ha comunicato che nella seduta del 23 marzo 2011 ha espresso parere favorevole con raccomandazione alla deliberazione della Giunta regionale n. 68 del 28.2.2011, recante: “Legge regionale 8 maggio 1985, n. 27 – Piano annuale degli interventi per il diritto allo studio. Anno 2011” (Parere n. 15/9^)

Promulgazione di leggi regionali

In data 7 marzo 2011, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sotto indicate leggi regionali. Le stesse sono state pubblicate sul supplemento straordinario n. 2 del 15 marzo 2011:

legge regionale 7 marzo 2011, n. 3 recante: “Interventi regionali di sostegno alle imprese vittime di reati di ‘ndrangheta e disposizioni in materia di contrasto alle infiltrazioni mafiose nel settore della imprenditoria”;

legge regionale 7 marzo 2011, n. 4 recante: “Misure per garantire la legalità e la trasparenze dei finanziamenti erogati dalla Regione Calabria”;

legge regionale 7 marzo 2011, n. 5 recante: “Agevolazioni a favore dei testimoni di giustizia e loro famiglie”;

legge regionale 7 marzo 2011, n. 6 recante: “Modifiche alla legge regionale 19 dicembre 2002, n. 50 <Istituzione di una Commissione consiliare contro il fenomeno della mafia in Calabria>”;

legge regionale 7 marzo 2011, n. 7 recante: “Istituzione dell’agenzia per i beni confiscati alle organizzazioni criminali in Calabria”

Emanazione di regolamenti regionali

In data 15 febbraio 2011, il Presidente della Giunta regionale ha emanato il sotto indicato regolamento regionale. Lo stesso è stato pubblicato sul supplemento straordinario n. 2 del 24 febbraio 2011 al Bur n. 3 del 16 febbraio 2011:

“Regolamento regionale n. 1 del 15 febbraio 2011 concernente <Regolamento per l’accreditamento degli organismi di formazione ed orientamento professionale della Regione Calabria>”.

In data 7 marzo 2011 il Presidente della Giunta regionale ha emanato il sotto indicato strumento regionale. Lo stesso è stato pubblicato sul supplemento straordinario n. 2 del 15 marzo 2011:

Regolamento regionale n. 2 del 7 marzo 2011, concernente <Regolamento per l’esecuzione della legge regionale n. 14 del 30 aprile 2009 avente ad oggetto “Nuova disciplina per l’esercizio dell’attività agrituristica, didattica e sociale nelle aziende agricole”>”.

Interrogazioni a risposta immediata

Censore, Guccione, Franchino. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

con ordinanza di Protezione Civile è stata deliberata la costruzione dei quattro nuovi ospedali calabresi;

al fine di dare maggiore impulso e trasparenza all'iter burocratico, il Commissario ad acta per l'emergenza sanitaria della passata legislatura aveva nominato con propria delibera il Direttore Generale della Stazione Unica Appaltante ed il Presidente del Comitato di Sorveglianza della SUA quali estensori del capitolato e degli elaborati finalizzati alla costruzione dei nuovi ospedali calabresi -:

se la Società partecipata della Regione Lombardia "Infrastrutture Lombarde S.p.A" in forza di una convenzione, di cui si intende conoscere i costi della stessa, sta curando l'istruttoria, la gestione e la predisposizione della gara d'appalto per la costruzione dei nuovi ospedali calabresi;

quali motivazioni siano alla base della modifica dell'orientamento affermato prima dalla Giunta regionale di centro-sinistra e poi, in una prima fase, da quella attuale di affidare la gestione della gara della costruzione degli ospedali calabrese alla SUA;

se la Società “Infrastrutture Lombarde S.p.A.” è abilitata all'utilizzazione di soggetti terzi.

(97; 22.02.2011)

Guccione, Censore, F. Aiello. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

la dott.ssa Angela Riccetti ricopre l'incarico di dirigente medico responsabile presso il Pronto Soccorso dell'ospedale di Praia a Mare dal 10 agosto del 2007 (delibera n. 413 del 24 luglio 2007), dopo le dimissioni del responsabile anziano e dopo aver partecipato, unica concorrente, ad avviso per conferimento incarico di responsabile della medesima unità operativa, indetto dalla ex azienda sanitaria n. 1 di Paola, incarico rinnovato con delibera 5343 del 10 dicembre 2009, dopo valutazione favorevole di apposita commissione;

quando è stata chiamata a svolgere questa mansione non esisteva un vero reparto: i pazienti aspettavano in piedi nel corridoio non essendoci spazi destinati all'attesa e ad essi non veniva garantita nessuna tutela della privacy, la strumentazione e le attrezzature erano vecchie ed insufficienti, il personale medico e infermieristico per la maggior parte precario;

in breve tempo, il pronto soccorso è cambiato completamente sia dal punto di vista strutturale che organizzativo e funzionale;

nel giugno del 2008, in qualità di responsabile, la dott.ssa Riccetti veniva informata, per iscritto, che gli infermieri di turno nella mattina del 26/06/08, senza che il medico in servizio ne fosse a conoscenza, visitavano e quindi dimettevano la piccola paziente L. A., falsificando la firma del sanitario;

a seguito di tale comunicazione, si provvedeva, vista anche la rilevanza penale del fatto, ad informare la Direzione Sanitaria perché assumesse i provvedimenti che la stessa ritenesse di dover assumere, data la gravità del caso;

poiché continuavano a verificarsi ancora gravi fatti nel servizio, sempre nei turni in cui erano presenti gli stessi infermieri, e poiché non era stato assunto alcun provvedimento dalla Direzione sanitaria di presidio, provvedeva di nuovo (giugno 2009) ad informare la stessa Direzione sanitaria e nel contempo inviava lettera, per conoscenza, alla direzione generale dell'Asp di Cosenza;

successivamente la dott.ssa Riccetti veniva fatta oggetto di atti intimidatori (le veniva recapitata a casa una busta con tre proiettili a mezzo posta, tanti quanti sono i componenti della sua famiglia);

nel frattempo la Direzione generale istituiva una Commissione d'indagine, che alla fine del proprio lavoro riteneva di assegnare ad altri reparti gli infermieri in questione, in attesa di un approfondimento dei fatti, per una palese incompatibilità ambientale e lavorativa;

la dottoressa Riccetti inviava informativa anche all'ufficio valutazione rischio clinico dell'Asp di Cosenza;

tale deliberato della Commissione aziendale, sarebbe stato disatteso dal Direttore sanitario del presidio ospedaliero di Praia a Mare per cui interveniva la Direzione generale dell'Asp per dare corso al deliberato medesimo, che prevedeva l'allontanamento dal reparto degli infermieri in causa;

dopo un periodo di tranquillità, il Direttore sanitario del Presidio, con ordine di servizio del 22 aprile 2010 e del 30 giugno 2010, disponeva il rientro nel reparto di Pronto Soccorso degli operatori in questione, disattendendo le deliberazioni scaturite dalla Commissione e determinando, di fatto, una situazione di grave incompatibilità ambientale e lavorativa all'interno del Pronto Soccorso che la dott.ssa Riccetti tornava a segnalare al nuovo Commissario dell'ASP di Cosenza;

ad aprile 2010, sono stati messi in atto dal Direttore sanitario del presidio ospedaliero di Praia a Mare, tutta una serie di disposizioni che, ad avviso dell'interrogante, hanno messo in condizione il servizio di operare in regime di precarietà (trasferimento di personale formato, riduzione del personale infermieristico senza motivazione alcuna);

la dott.ssa Riccetti, è stata fatta oggetto di ulteriori atti intimidatori (taglio delle gomme della proprio autovettura, biglietti minatori nello spogliatoio dell'Ospedale, nelle tasca del camice e un biglietto con tre cappi fatti probabilmente con il sangue) la dottoressa ha denunciato che, nello stesso tempo, è stata fatta oggetto di azioni persecutorie da parte della Direzione ospedaliera e di abuso di provvedimenti disciplinari;

una ulteriore Commissione interna, disposta dal commissario, con nota ASP n. 52898 del 10 maggio 2010, ribadiva le stesse conclusioni (depositate il 3 giugno 2010) a cui era pervenuta la prima Commissione e che davano ragione sulla sussistenza di una incompatibilità ambientale e lavorativa e pertanto concludeva: «nelle more che si completino i procedimenti penali e disciplinari in corso, nel rispetto dei ruoli istituzionali, si ritiene opportuno che le parti in causa non si trovino a condividere lo stesso ambiente di lavoro, al fine di evitare il reiterarsi di situazioni di incompatibilità, trattandosi di un servizio che opera spesso in condizioni di emergenza-urgenza, è senza dubbio auspicabile che il clima lavorativo sia improntato alla collaborazione ed alla fiducia di tutte le figure professionali presenti»;

a tutt'oggi queste disposizioni sarebbero state disattese, benché richiamate all'esecutività con ulteriore disposizione del 1° dicembre 2010, dal commissario dell'Asp di Cosenza;

la situazione ambientale e lavorativa odierna all'interno dell'Unità Operativa di Pronto Soccorso è estremamente preoccupante e pericolosa soprattutto per le conseguenze gravi e negative che potrebbe provocare sugli utenti -:

se è a conoscenza di quanto denunciato dalla dott.ssa Riccetti;

se nell'ambito delle proprie competenze, non intenda intervenire al fine di garantire condizioni di sicurezza all'interno del Pronto soccorso di Praia a Mare;

quali iniziative intenda assumere per proteggere e difendere l'incolumità della dott.ssa Riccetti fatta oggetto di intimidazioni e minacce che non possono essere assolutamente accantonate o, ancor peggio, dimenticate o sottovalutate.

(99; 2.03.2011)

De Masi. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

le assegnazioni finanziarie per l'anno 2011 sono state perequate mediante il criterio del numero dei residenti (25%) e quello di storicità delle prestazioni erogate dalle strutture del territorio (75%);

alla Provincia di Crotone vengono riconosciuti circa 161.000 abitanti, mentre il dato Istat assegna alla stessa, alla data del 31 luglio 2010, 174.185 abitanti;

per tutte le province calabresi, tranne per Crotone, sono previsti aumenti consistenti nella distribuzione dei fondi;

dalla lettura dei dati in possesso, il piano di rientro prevede un aumento del 3% sul totale degli stanziamenti finanziari, che passano da circa 73 milioni di euro a 76 milioni euro;

senza aver specificato alcun criterio, per la provincia di Catanzaro è previsto un ulteriore incremento di 1 milione di euro e per quella di Reggio Calabria di 2,6 milioni di euro;

da un'approfondita lettura dei dati emerge un aumento dei fondi ripartiti anche per la Provincia dì Cosenza, che passa da 19 milioni di euro del 2010 a 24 milioni di euro del 2011;

alla Provincia di Crotone viene assegnato 1 milione di euro in meno rispetto al 2010, per cui passa dai 10,2 milioni di euro del 2010 ai 9,3 del 2011 milioni di euro, oltre l'aumento del 3% riconosciuto su base triennale a livello regionale per un totale di 9.6 milioni di euro;

i cittadini di Crotone, per usufruire delle prestazioni assicurate dalla Struttura Villa Giose, le cui convenzioni sono state revocate, si sono rivolti nel corso del 2010 agli altri operatori dei servizi di che trattasi (laboratori d'analisi, radiologia, fisioterapia, medicina polispecialistica), i quali ex lege hanno fornito quelle prestazioni "fuori budget", senza, pertanto, poterne chiederne il rimborso al sistema sanitario regionale;

se gli operatori sanitari di cui al capoverso precedente dovessero ritenere di non fornire più prestazioni "fuori budget", gli utenti della Provincia di Crotone si vedranno costretti "ad emigrare" fuori provincia per vedersi assicurati i servizi in argomento;

per alcune Province calabresi l'incremento dei fondi non appare giustificato atteso che, per l'ottima organizzazione del Servizio sanitario pubblico, non riescono a produrre tutte le prestazioni a disposizione delle strutture private;

i territori che esprimono una presenza più qualificata ed organizzata del Servizio sanitario pubblico, naturalmente hanno un complemento meno significativo del Privato accreditato;

il territorio della Provincia di Crotone viene depauperato, anche a causa del paventato ridimensionamento del locale nosocomio, di una ulteriore importante risorsa necessaria all’abbattimento dei coefficienti di ricovero ospedaliero e del consumo dei farmaci;

lo scorso anno gli operatori della Provincia di Crotone hanno firmato i contratti che regolano la fornitura annuale di prestazioni, entro il termine tassativo del 28 febbraio, mostrando un forte senso di responsabilità, atteso che andare oltre questo termine avrebbe provocato un collasso al S.S.R.;

la circostanza di cui sopra non può rilevarsi come ulteriore penalizzazione per gli stessi operatori della Provincia di Crotone -:

a) se corrisponde al vero la circostanza secondo la quale alla Provincia di Crotone viene assegnato 1 milione di euro in meno rispetto al 2010;

b) quali sono i criteri attraverso cui la Regione Calabria ha provveduto a ripartire i fondi della specialistica ambulatoriale privata;

c) se, al fine di evitare che molti utenti della Provincia di Crotone vedano limitato il proprio diritto ad essere curati e si vedano, al contrario, costretti ad “emigrare” fuori provincia per usufruire dei servizi in argomento, la Regione Calabria intenda provvedere a dei correttivi per non penalizzare ulteriormente le comunità presenti nel territorio crotonese, a favore di quelle province calabresi il cui incremento dei fondi non appare giustificato atteso che, per l'ottima organizzazione pubblica, non riescono a produrre tutte le prestazioni a disposizione delle strutture private.

(100; 2.03.2011)

De Masi, Giordano, Talarico D. Al Presidente della Giunta regionale nella qualità di commissario ad acta per il piano di rientro sanitario. Per sapere – premesso che:

il Presidente della Regione Calabria, nella qualità di Commissario ad acta per l'attuazione dei Piano di rientro dai disavanzi dei settore sanitario della Regione Calabria, deve predisporre misure di riorganizzazione e riqualificazione dei Servizio sanitario regionale;

appare necessario ed urgente tutelare l'erogazione delle prestazioni sanitarie, assicurando, nel contempo, il risanamento ed riequilibrio finanziario nel settore de quo;

allo scopo di risanare il deficit del Servizio sanitario regionale è previsto, nell'ambito del summenzionato Piano, il pagamento di un numero considerevole di servizi da parte degli utenti;

con Decreto 17 dicembre 2010, n. 38, il Presidente della Regione Calabria, nella qualità di Commissario ad acta per l'attuazione dei Piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario della Regione Calabria, ha determinato le tariffe per le prestazioni di ambulanza ed elisoccorso;

nel suddetto Decreto sono previste le tariffe da applicarsi alle attività di trasporto sanitario in ambulanza non seguito da ricovero;

restano a carico dei trasportati una serie di spese per prestazioni sanitarie dei pazienti trasportati e non ricoverati, così come più dettagliatamente indicate nel Decreto 17 dicembre 2010, n. 38;

per le chiamate totalmente immotivate nonché per l'intervento inappropriato a mezzo elicottero, rilevato dall'equipaggio intervenuto, è prevista la corresponsione del costo dell'intervento da parte degli utenti, così come fissato nel sullodato decreto;

per quanto concerne l'attività di eliambulanza, la spesa della prestazione dei trasferimenti secondari da ospedale ad ospedale riconosciuta inappropriata, previa verifica, sarà pagata dal medico ospedaliero che ha richiesto il servizio;

è prevista la corresponsione da parte dei cittadini stranieri del costo totale dell'intervento dell'eliambulanza, fino ad un massimo di €. 3.500,00;

tale provvedimento potrebbe eccessivamente inibire utenti e personale medico, i quali, per non incorrere, rispettivamente, a spese e/o ad eventuali ammende, potrebbero non chiamare e/o autorizzare il servizio di trasporto anche in casi necessari ed urgenti;

appare del tutto immotivata la scelta del Commissario ad acta di dare efficacia retroattiva al Decreto 17 dicembre 2010, n. 38;

appare decisamente paradossale l'assunto secondo il quale nessuna compartecipazione ai costi del servizio erogato è dovuta nel caso di decesso del paziente soccorso:

se il Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario della Regione Calabria, intenda apporre dei correttivi ad un provvedimento che appare esageratamente lesivo nei confronti degli utenti e/o del personale medico.

(102; 1.03.2011)

Giordano, De Masi, D. Talarico. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

in data 04.08.2010 veniva presentata dagli scriventi interrogazione urgente a risposta scritta portante il numero 32 ed avente ad oggetto la “problematica inerente le tariffe applicate dalla Sorical ai comuni calabresi per il servizio di erogazione di acqua per usi idropotabili”;

l'interrogazione depositata, tendeva a puntualizzare come l'articolo 154 del D.Lgs 152/2006, così come prima l'articolo 13 della legge Galli (36/94), prevede che il servizio idrico sia reso in regime di tariffa e non di prezzo. La stessa Corte dei conti della Calabria, sezione controllo, con la delibera n. 388/2010 ha ribadito che “sulla scorta degli interventi della Corte costituzionale è precluso al legislatore regionale intervenire nel settore con una disciplina difforme da quella statale";

nella medesima interrogazione si ricordava che per la Regione Calabria non avendo istituito le autorità d'ambito, non è applicabile l'art. 154, né il metodo normalizzato di cui all'art. 13 della legge Galli (abrogata dal D.Lgs 152/2006). Il comma 3 dell'art. 2 del D.L. 79/1995 (che ha sostituito il comma 2 dell'art. 17 della legge 319/1976) ha previsto che in caso di mancata elaborazione del c.d. metodo normalizzato, spetti al Cipe determinare la tariffa dell'acqua;

in questa ottica, come meglio specificato nell’interrogazione, il Cipe emanava dei provvedimenti che, però, sono stati violati sistematicamente dalla Sorical, la quale non si è conformata negli anni alle stesse previsioni contrattuali che regolamentano i rapporti tra detta società e la Regione Calabria viste le condizioni drammatiche in cui versavano e versano tuttora i comuni calabresi, se rispondesse al vero quanto illustrato e di adottare conseguentemente una serie di iniziative che potessero risolvere i problemi segnalati;

a tutt'oggi, non è pervenuto alcun chiarimento sulle problematiche sollevate con l'interrogazione presentata, né tantomeno la Giunta regionale ha posto in essere iniziative concrete finalizzate a dirimere tutti i dubbi sollevati dalla gestione Sorical negli anni;

addirittura la situazione finanziaria dei comuni si sta facendo sempre più drammatica con la Sorical impegnata in un’azione sistematica di messa in mora dei comuni morosi i quali si trovano costretti, per impedire una riduzione della fornitura con disagi per la popolazione, a sottoscrivere delle nuove "Convenzioni di utenza" le cui clausole contrattuali sono a dir poco svantaggiose per gli enti locali;

il rischio concreto, nonostante diversi comuni abbiano intrapreso la via giudiziaria per resistere alle richieste ritenute illegittime da parte di Sorical, è quello di mettere in ginocchio la tenuta finanziaria degli enti locali con gravi ripercussioni sui servizi essenziali per la cittadinanza -:

quanti comuni si trovino in una situazione debitoria con la Sorical e se la regione, quale socio di maggioranza, abbia esercitato un controllo sulle nuove "Convenzioni di utenza" fatte sottoscrivere agli enti locali;

ancora una volta, se la Sorical, società mista nella quale la Regione è socio di maggioranza, abbia tenuto conto dei parametri legislativi nella determinazione delle tariffe per la somministrazione dell'acqua potabile;

se nella errata e arbitraria determinazione delle tariffe non si concretizzi una grave inadempienza degli obblighi imposti nella convenzione fra Sorical e Regione Calabria, atteso che l'aumento della tariffa applicata dalla Sorical non è conforme alle previsioni contrattuali ai sensi dell'art. 8, sesto comma, che prevede che la tariffa non sarebbe stata aumentata per i primi 5 anni e quindi nessun aumento poteva essere fatto prima dell'1.11.2009;

quali iniziative la Giunta regionale intende intraprendere, tenuto conto dei poteri di vigilanza e controllo, per intervenire nei confronti della Sorical perché riveda le tariffe, determini in modo corretto gli importi dovuti dagli enti locali ai fini di una compensazione rispetto ai crediti vantati nei confronti degli stessi, determini delle condizioni di rientro dei crediti vantati più equi e meno vessatori anche attraverso la revisione delle clausole contrattuali previste nelle nuove convenzioni di utenza.

(103; 4.03.2011)

Talarico D. All’assessore all’agricoltura, foreste e forestazione. Per sapere – premesso che:

la situazione in cui versano le Comunità montane è a dir poco drammatica, stante l'assenza di qualsivoglia certezza sul loro futuro in quanto enti territoriali;

dal lato della copertura del fabbisogno finanziario per le spese di funzionamento, alla data odierna risultano ancora non liquidate le spettanze relative al secondo semestre del 2010 (6 milioni di euro);

allo stato, per la stessa ragione, centinaia di dipendenti non ricevono da mesi lo stipendio;

nessuna proposta concreta è stata avanzata per un rilancio di detti enti, tenuto conto anche delle numerose sollecitazioni da parte sia delle forze sociali che dei rappresentanti dei medesimi enti montani;

da indiscrezioni si apprende della volontà della Giunta regionale di smantellare le Comunità montane calabresi in quanto enti territoriali, preferendo una logica "privatistica" nella gestione dei problemi della montagna;

una scelta di questo tipo finirebbe per avere ripercussioni sullo status giuridico dei dipendenti dei predetti enti -:

quali urgenti iniziative si intendono intraprendere per superare lo stallo in cui si trova la questione delle Comunità montane in Calabria;

se non è il caso di procedere con somma urgenza alla liquidazione dei fondi già stanziati per la copertura delle spese di funzionamento e di personale relativi al secondo semestre del 2010;

se corrispondono al vero le indiscrezioni di cui alla premessa, relative alle intenzioni che la Giunta avrebbe sul futuro degli enti montani calabresi;

(104; 10.03.2011)

Giordano. Al Presidente della Giunta regionale nella qualità di commissario ad acta per il piano di rientro sanitario. Per sapere – premesso che:

con legge regionale n. 26 del 7 dicembre 2007 è stata istituita l'Autorità regionale denominata "Stazione Unica Appaltante" (SUA) e che con DPGR n. 272 del 2 dicembre 2008 il Dott. Boemi salvatore è stato nominato Dirigente generale della Stazione Unica Appaltante della Regione Calabria;

con DGR n. 142 del 30 marzo 2009 è stato approvato il Regolamento di organizzazione della stazione unica appaltante e con DGR n. 411 del 9 luglio 2009 è stato costituito il gruppo di lavoro interdipartimentale della Stazione Unica Appaltante;

ad oggi la SUA ha svolto positivamente la propria attività pur lamentando, nella persona del suo dirigente, la necessità di ampliare la dotazione organica che appare, allo stato, insufficiente, anche facendo ricorso alla mobilità interna;

si apprende che l’azienda ospedaliera Bianchi-Melacrino-Morelli di Reggio Calabria ha attivato tre procedure di gara con relativi bandi e più precisamente: a) fornitura e posa in opera di un sistema integrato blocco operatorio per una entità complessiva dell'appalto pari ad Euro 1.020.000,00; b) affidamento del servizio di Contact Center per un valore dell'appalto pari ad Euro 531.000,00; c) fornitura di apparecchi elettromedicali per un importo pari ad Euro 2.772.168,00;

le gare prevedono quale criterio di aggiudicazione l'offerta economicamente più vantaggiosa;

le suddette procedure in base alla normativa regionale di riferimento dovrebbero essere espletate dalla Stazione Unica Appaltante -:

se le procedure di gara di cui in premessa rientrano nella competenza della Stazione Unica Appaltante Regionale e, in caso affermativo, conoscere il motivo per il quale non si è ottemperato a tale obbligo;

se la scelta dei criteri di aggiudicazione sono conformi e funzionali agli interessi dell'azienda ospedaliera;

se l'azienda ospedaliera abbia previsto competenze tecniche adeguate (ingegnere clinico, ingegnere informatico ecc) che possano valutare le offerte che saranno presentate in sede di gara, quale, infine, la spesa complessiva affrontata annualmente dalla Regione per i presidi medico-chirurgici, materiale di consumo e apparecchiature.

(107; 14.03.2011)

D. Talarico. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

con deliberazione n. 3698 del 17.09.2008 l'Asp di Cosenza ha rideterminato la dotazione organica aziendale ed il fabbisogno del personale, dando avvio alle procedure per la stabilizzazione del personale precario ed alla trasformazione dei rapporti di lavoro in regime di Co.co.co., vigenti alla data del 30 settembre 2008, in contratti di lavoro subordinati;

con deliberazione n. 4067 del 06.10.2008, la stessa azienda stabiliva il piano triennale delle stabilizzazioni, indicendo anche le prove selettive e nominando la relativa commissione esaminatrice;

tale processo ha portato, tra il 2008 e il 2009, alla stabilizzazione di 439 lavoratori precari;

sul procedimento amministrativo relativo alla stabilizzazione hanno lavorato 3 Commissioni: una dell'Asp, una della Regione ed un'altra Commissione esterna;

tale processo di stabilizzazione, come rilevato dalle stesse sigle sindacali di categoria che hanno partecipato al procedimento di che trattasi, ha consentito di mettere fine ad una situazione di forte disagio per centinaia di lavoratori, oltre che a rapporti contrattuali "caratterizzati da gravi situazioni di illegalità" e ad "un utilizzo strumentale a fini clientelari del personale in servizio";

si erano determinate, nondimeno, situazioni di evidente strutturazione di rapporto di lavoro di tipo dipendente, per la partecipazione dei lavoratori in questione a regolari turni di servizio ed a turni di reperibilità, ma anche per via dell'attestazione della presenza in servizio dei medesimi attraverso il cartellino marcatempo;

il nuovo Commissario straordinario dell'Azienda con deliberazione n. 777 del 23 febbraio 2011, agendo, come si dice in questi casi, in "autotutela", ha revocato il provvedimento di stabilizzazione posto in essere dalla precedente gestione "poiché assunte in difformità con quanto previsto dalla L.R. n. 9/07...” e "per le motivazioni di cui al parere della Commissione di Esperti del 21 febbraio 2011" e delle note regionali della Commissione di Verifica del dipartimento regionale Tutela della Salute;

tale provvedimento, ancorché suffragato da alcuni circoscritti casi di criticità, ha esteso la revoca della stabilizzazione a tutti i lavoratori che ne hanno beneficiato;

a seguito delle proteste dei lavoratori stabilizzati, l'Asp di Cosenza ha adottato formale provvedimento di sospensione degli effetti della deliberazione n. 777 del 23 febbraio 2011;

in data 16.03.2011, nell'occasione di una Sua visita all'ospedale civile Annunziata di Cosenza, ha dichiarato di voler prendere in seria considerazione la vicenda dei 439 lavoratori stabilizzati, avviando opportune procedure di verifica della documentazione inerente il procedimento di stabilizzazione di che trattasi -:

se sia stata avviata la verifica degli atti inerenti la stabilizzazione dei 439 lavoratori stabilizzati dall’Asp di Cosenza;

quali atti concreti sono stati adottati per l’espletamento della verifica di cui sopra.

(109; 22.03.2011)

Mirabelli. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

l'interrogante consigliere è venuto a conoscenza che con il decreto numero 21 del 15 marzo 2011 è stato stabilito, tra l'altro, il tetto massimo di spesa per l'acquisto delle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale da privato accreditato per l'anno 2011, che ancora una volta è stato suddiviso tra le Asp regionali in modo iniquo, mediante l'applicazione di un criterio di riparto assolutamente arbitrario e poco trasparente, tale da determinare anche per il 2011 una evidente sperequazione fra le province, con una distribuzione delle risorse pro-capite in netto vantaggio per gli abitanti di Reggio e Crotone rispetto a quelli delle restanti province (Cosenza, Catanzaro e Vibo), così come verificatosi nel 2010;

la Regione Calabria applica la seguente ripartizione:

solo il 25% delle risorse viene distribuito con il criterio pro-capite, cioè sulla base della popolazione residente;

mentre il 75% viene assegnato sulla base della produzione storica dell'anno 2010;

la Regione, con il suddetto decreto, non si è attenuta al Decreto n. 18 del 2010 dalla stessa emanato, nel quale la ripartizione delle prestazioni sanitarie fra le province è prevista esclusivamente sulla base del criterio pro-capite, criterio oggettivo, trasparente e riconosciuto a livello nazionale;

la tabella (in allegato) di ripartizione del fondo della specialistica ambulatoriale da privato accreditato adottata dalla Regione Calabria per il 2011 e consegnata alle Associazioni di Categoria, contiene i seguenti vizi:

1. il dato storico, sulla base del quale viene assegnato il 75% del finanziamento (su produzione) è lo storico 2010, anno in cui Cosenza e Vibo non hanno lavorato dal mese di settembre a quello di dicembre, in quanto il fondo specifico stanziato per le suddette province non copriva l'intero anno, poiché la quota pro-capite per cittadino risultava nettamente inferiore rispetto alle province di Crotone e Reggio Calabria (quota procapite RC: euro 63, KR: euro 53, quota procapite VV: euro 10, CS: euro 27, CZ: euro 13, per l'anno 2010); adottando tale dato per alcune province il riferimento è di 12 mesi di attività, mentre per le altre è di circa 9 mesi (è chiaro che il criterio di assegnazione del finanziamento in rapporto alla produzione del 2010 non può essere applicato);

2. nella colonna “25% su popolazione pesata”, le risorse assegnate con il criterio pro-capite non corrispondono al 25% ma solo al 20% (il totale delle quote date alle singole province infatti non è 20 milioni, ma circa 16 milioni), così venendo a mancare il 5% di tali risorse; che tale 5% lo ritroviamo in una interessante colonna della tabella, definita "riequilibrio" nella quale quasi 3 milioni di euro vengono immotivatamente assegnati alla provincia di Reggio Calabria, così determinando invece un "disquilibrio" vista la disparità di trattamento che pone in essere, e cioè che la provincia di Reggio Calabria ha più risorse di quelle di Cosenza, Catanzaro e Vibo Valentia -:

i motivi per i quali, nell'adottare il decreto n. 21/2011, è stato disatteso il decreto regionale n. 18/2010 che prevede la ripartizione delle prestazioni sanitarie fra le province sulla base dell'applicazione esclusiva del criterio pro-capite, mentre si è scelto di privilegiare ancora una volta il criterio della "spesa storica", premiando in tal modo chi ha avuto la possibilità di poter spendere di più negli anni precedenti, nonostante il Governo ormai da anni ribadisca alle Regioni che tale criterio è la causa degli sprechi e del disavanzo in cui versa la Sanità;

i motivi che giustificano la colonna (in tabella) del cosiddetto "riequilibrio" nella quale sono stati assegnati 3 milioni di euro in più alla ASP di Reggio Calabria;

il motivo per il quale sia stato utilizzato l'intero anno 2010 come riferimento per il calcolo del 75% del finanziamento in rapporto alla produttività, considerato che nel suddetto anno le strutture di Cosenza e Vibo non hanno potuto lavorare e pertanto produrre, nell'ultimo trimestre, per assenza della copertura finanziaria (esiguità del fondo assegnato);

come si intende assicurare la quantità delle prestazioni ed i livelli essenziali di assistenza nell'ambito della specialistica ambulatoriale convenzionata per l'intero anno 2011, in particolar modo per la provincia di Cosenza;

quali provvedimenti si intendono adottare per riequilibrare verso una giusta equità di spesa, dal momento in cui la provincia di Reggio Calabria a fronte di una popolazione di 545.363 abitanti ha una capacita di spesa di 36.640.415,39 milioni di euro per il 2011, mentre la provincia di Cosenza a fronte di una popolazione di 722.100 abitanti ha invece una capacità di spesa di 24.105.444,74 milioni di euro, incongrua ed insufficiente rispetto ad una richiesta di domanda di prestazioni sanitarie superiore a quella della stessa provincia di Reggio Calabria.

(112; 29.03.2011)

 

REGIONE CALABRIA

 

 

 

RIPARTO 2011

 

 

 

                 SPECIALISTICA AMBULATORIALE DA PRIVATO

 

 

 

 

 

80.000.000

 

 

 

 

 

 

 

AZIENDE SANITARIE

INCIDENZA    SUL TOTALE REGIONALE

POPOLAZIONE PESATA

produzione

25 % su popolazione pesata

 

 

 

col 1

col 2

col

 

20.000.000,00

 

 

 

ASP 201 CS

37,05%

722.100

27,82

 € 7.410.686,14

 

 

 

ASP 202 CR

8,28%

161.293

13,21

 € 1.655.304,08

 

 

 

ASP 203 CZ

18,41%

358.766

6,69

 

 

 

 

ASP 204 VV

8,28%

161.285

5,00

 € 1.655.213,64

 

 

 

ASP 205 RC

27,98%

545.363

47,27

 € 5.596.894,25

 

 

 

TOTALI ASL

100,00%

1.948.807

100,00

 €16.318.098,12

 

 

 

 

 

AZIENDE SANITARIE

75% su produzione

FINANZIAMENTO

Riequilibrio

%

FINANZIAMENTO                     2010

 

 

 

 

€ 60.000.000,00

 

 

 

 

 

 

 

ASP 201 CS

 € 16.694.758,60

 €24.105.444,74

 €24.105.444,74

31,59%

 € 19.832.000,00

 

 

 

ASP 202 CR

    7.927.920,07

   9.583.224,15

  9.583.224,15

12,56%

 € 10.200.000,00

 

 

 

ASP 203 CZ

    4.013.152,62

   4.013.152,62

   5.013.152,62

5,26%

  4.912.000,00

 

 

 

ASP 204 VV

    3.002.549,45

   4.657.763,10

  4.657.763,10

6,10%

  2.352.000,00

 

 

 

ASP 205 RC

€ 28.361.619,26

 € 33.958.513,51

 €36.640.415,39

44,50%

 €35.694.000,00

 

 

 

 

 € 60.000.000,00

 € 76.318.098,12

 €80.000.000,00

100,00%

 €72.990.000,00

 

 

 

 

 

        3.681.901,88           

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

piano di rientro

2010

2011

incremento del tetto della specialistica

 

116.000

119.480

€ 3,00

 

72.990

75.180

€ 3,00

 

                                                                                                        

Interrogazioni a risposta scritta

Guccione, Franchino, Censore, F. Aiello, Sulla. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

da lungo tempo la provincia di Cosenza viene costantemente penalizzata nel riparto delle risorse economiche riguardanti il settore sanitario;

tutto ciò ha creato, tra l'altro, carenza di personale medico e paramedico. Solo all'ospedale regionale "Annunziata" di Cosenza mancano 150 medici su 570, 260 infermieri su 960, 50 tecnici-radiologi su 168, 125 Operatori Socio-Sanitari su 240;

interi reparti di grande importanza e unici nella provincia di Cosenza come Malattie Infettive, Urologia e Pneumologia sono stati declassati;

è stato nominato un nuovo Primario di Terapia del dolore con solo due posti-letto in barba alla lotta agli sprechi, alla razionalizzazione dei servizi sanitari e all'abolizione dei privilegi;

nei giorni scorsi è stato adottato dal Commissario dell'Azienda Ospedaliera di Cosenza, dott. Gangemi, un atto di riorganizzazione del Dipartimento di Emergenza che, di fatto, riduce i posti-letto di Medicina d'Urgenza da 14 a 6 e da 10 a 6 quelli per "osservazione breve" in Pronto Soccorso, dimezzando da 24 a 12 il numero dei pazienti da tenere sotto osservazione. Anziché potenziare i servizi, quindi, si cancellano posti letto e si sprecano risorse;

tredici sanitari del reparto di Chirurgia d'Urgenza saranno impegnati contemporaneamente sia in Pronto Soccorso che nel reparto di Chirurgia d'Urgenza;

il Pronto Soccorso dell'Annunziata vive una vera e propria situazione emergenziale per carenza di medici, personale infermieristico e Operatori Socio-Sanitari anche a causa dell'accresciuta domanda di assistenza proveniente dall'intera provincia anche alla luce delle riconversioni di molti ospedali e al mancato potenziamento di diversi servizi dei territorio che hanno portato le richieste quotidiane di assistenza in Pronto Soccorso a circa 300 al giorno per un totale complessivo di oltre centomila all'anno;

il Piano di Rientro prevede il riordino della rete di Emergenza-Urgenza che, per la provincia di Cosenza, disegna una rete ospedaliera attraverso un "hub" e tre "spoke";

l'Azienda Ospedaliera di Cosenza è stata classificata "hub", mentre i tre "spoke" sono Castrovillari, Rossano-Corigliano, unico presidio con due strutture, Cetraro-Paola, unico presidio con due strutture;

il Piano di Rientro prevede anche le funzioni che devono essere attribuite ai centri "hub" e ai centri "spoke";

l'ospedale di Cosenza, unico ad essere considerato "hub", deve essere dotato, oltre che delle funzioni e dei servizi previsti per i centri "spoke", anche delle strutture che attengono alle discipline con maggiore complessità come Cardiologia con Emodinamica Interventistica H24, Neurochirurgia, Cardiochirurgia e Rianimazione Cardiochirurgica, Chirurgia vascolare, Chirurgia toracica, Chirurgia maxillo-facciale, Chirurgia plastica, Endoscopia digestiva ad elevata complessità, Broncoscospia interventistica, Radiologia Interventistica, Rianimazione pediatrica e neonatale. Devono essere presenti e disponibili H24, inoltre, servizi di Radiologia con TAC ed ecografia con presenza medica, Medicina Nucleare e PET;

i tre "spoke" (Castrovillari, Rossano-Corigliano e Paola-Cetraro) devono essere dotati di strutture di Medicina Generale, Chirurgia Generale, Anestesia e Rianimazione, Ortopedia e Traumatologia, Ostetricia e Ginecologia, Pediatria, Cardiologia con UTIC, Neurologia, Dialisi per acuti, Endoscopia in urgenza, Psichiatria, Oculistica, ORL, Urologia con servizio medico di G.A. o di reperibilità. Devono essere, inoltre, presenti e disponibili H24 i servizi di Radiologia con TAC ed Ecografia, Laboratorio, Servizi immuno-trasfusionali. Il personale medico del Pronto Soccorso è costituito da medici d'urgenza inquadrati in una struttura complessa di Medicina e Chirurgia d'accettazione e d'urgenza operante sia in Guardia Attiva che in reperibilità;

allo stato, sia il centro "hub" (Azienda Ospedaliera di Cosenza) che i tre "spoke" (Castrovillari, Rossano-Corigliano, Paola-Cetraro) non solo non sono dotati di gran parte delle funzioni previste dal Piano di Rientro, ma vengono quotidianamente depotenziati attraverso l'accorpamento di reparti, la riduzione di posti-letto e la soppressione di servizi sanitari per mancanza di personale medico e paramedico;

la provincia di Cosenza, che con i suoi oltre 800 mila abitanti è la più grande e popolosa provincia della Calabria, corre il rischio concreto di subire una vera e propria implosione del proprio sistema sanitario, al punto tale da non vedere garantiti nemmeno i Livelli Essenziali di Assistenza -:

quali iniziative immediate ed urgenti intende adottare, anche nella sua veste di Commissario della sanità calabrese, onde assicurare che, anche nella provincia di Cosenza, sia pienamente garantito il diritto alla salute e salvaguardato il valore e la centralità del. diritto alla cura nelle politiche di risanamento e riorganizzazione del sistema sanitario regionale.

(98; 24.02.2011)

Aiello F., Guccione. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

il commissario dell'ASP di Cosenza ha ultimato le verifiche sulle procedure di stabilizzazione avvenute nel 2008 e nel 2009;

con deliberazione n. 777 del 23 febbraio 2011 il Commissario dell'Asp di Cosenza ha dato avvio al procedimento in autotutela di tutte le delibere riguardanti la stabilizzazione del personale precario poiché assunte, a suo dire, "in difformità con quanto previsto dalla legge regionale 9/072 e perché in tal senso andrebbe il parere della Commissione di verifica del Dipartimento regionale alla salute";

tale provvedimento riguarda il futuro di 439 lavoratori;

la legge 296 del 2006, per come considerata anche dalla delibera della Giunta regionale n. 196 del 3 marzo 2008, stabilisce che i precari siano mantenuti in servizio fino alla conclusione delle procedure di stabilizzazione; quindi un eventuale "punto di discontinuità amministrativa nella procedura" - per come detto prudenzialmente nella deliberazione - non riguardava il mantenimento in servizio ma la stabilizzazione, che doveva comunque avere luogo;

sulla procedura di stabilizzazione hanno lavorato 3 Commissioni, una dell'ASP, una della Regione ed un'altra Commissione esterna;

un'eventuale ipotetica irregolarità poteva essere censurata e sanata con un ricorso al Tar;

se il processo di stabilizzazione del personale precario si è concluso nella provincia di Cosenza e non nelle altre, ciò non può rappresentare un motivo per punire ulteriormente la provincia già deprivata di un efficiente servizio sanitario;

la stabilizzazione è una esigenza universalmente riconosciuta, dà dignità al lavoratore e maggiore efficienza al sistema;

la stabilizzazione non solamente sottrae chi presta la sua opera dalla soggezione del potere clientelare, così diffuso nella nostra realtà regionale, ma la sottrae alla condizione di chi da un momento all’altro viene minacciato di ritorno alla disoccupazione,

stiamo parlando di lavoro in una Regione alla disperazione -:

le iniziative che intende intraprendere per fugare il sospetto che dietro tale provvedimento si stiano consumando vendette elettorali;

se ritiene opportuno accertare se nelle operazioni segnalate dall'atto del commissario dell’Asp di Cosenza si sia tenuto conto di importanti documenti del Dipartimento alla salute sull'argomento oltre che di norme di carattere finanziaria di rango nazionale.

(101; 1.3.2011)

Morelli. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

la legge 25 febbraio 1992, n. 210, e successive modificazioni prevede un riconoscimento economico alle seguenti categorie di persone:

soggetti danneggiati a seguito di vaccinazione obbligatoria per legge, per ordinanza di Autorità sanitaria, per motivo di lavoro o di viaggio;

soggetti danneggiati da virus Hiv o da epatiti virale dopo somministrazione di sangue ed emoderivati sia periodica (es. emofiliaci, talassemici, ecc.) che occasionale (es. intervento chirurgico, emodialisi, ecc.);

soggetti che hanno contratto il virus Hiv o epatiti virali in quanto coniugi di persona già indennizzata ai sensi della legge 210/92 o figli dei medesimi contagiati durante la gestazione;

personale sanitario di ogni ordine e grado che abbia contratto esclusivamente il virus dell'Hiv durante il servizio per contagio diretto;

il decreto del Dirigente Generale del Dipartimento n. 11 "Sanità" del 30 luglio 2003 prot. 488, e n. 10811 del 31 luglio 2003 del registro dei decreti dei Dirigenti della Regione Calabria -:

quanti cittadini calabresi risultino essere danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazioni di emoderivati;

a quanto ammonta la somma finanziaria totale da erogare a titolo dell'indennizzo ex L. 210/92;

a quanti sino ad oggi di questi cittadini calabresi è stato riconosciuto detto indennizzo finanziario.

(105; 11.03.2011)

Morelli. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

in data 8 marzo ultimo scorso si è verificato, nel tratto specificato in oggetto, un grosso smottamento di terreno a valle, compromettendo la già precaria situazione idrogeologica dell'intero territorio;

in particolare, la frana ha interessato il transito sulla Strada Provinciale numero 164 che è una arteria importante per il collegamento tra la città di Cassano allo Jonio e i Comuni di Castrovillari e Civita;

la grave pericolosità del dissesto idrogeologico interessa i terreni e le costruzioni che si trovano nelle adiacenze dell'area interessata oltre che la stessa incolumità dei cittadini residenti;

tale situazione incide oltre che sulla viabilità, anche sull'economia e il turismo atteso che la presenza del Santuario della Madonna della Catena e delle Grotte di Sant’Angelo, richiamano sia pellegrini che turisti per ammirare le bellezze paesaggistiche, turistiche e archeologiche -:

quali iniziative intende intraprendere per:

arginare lo smottamento di cui in premessa al fine di mitigare il grave dissesto idrogeologico;

supportare e alleviare i gravi disagi venutisi a creare per i residenti nell'area interessata dalla frana;

sollecitare e sensibilizzare l'Ente Provincia di Cosenza;

intervenire con urgenza, attivando risorse nazionali e comunitarie immediatamente spendibili per la messa in sicurezza dell'intero territorio al fine di salvaguardare in primis l’incolumità dei residenti e, parimenti, le infrastrutture e le civili abitazioni a monte e a valle.

(108; 21.03.2011)

Nucera. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere- premesso che:

la grave crisi economica che ha colpito l'Italia, inevitabilmente ha toccato anche le aziende più floride della nostra regione, che già versa in un cronico stato di debolezza economica e industriale;

la società G.D.M. (Grandi Distribuzioni Meridionali) s.p.a. di Reggio Calabria, con sede amministrativa in Campo Calabro, proprietaria di circa venti punti vendita e titolare di diverse imprese dislocate sul territorio delle province di Reggio Calabria, Vibo Valentia e Crotone, si trova, ormai, in una crisi che appare irreversibile ed il mancato rifornimento e ricarico di merci nei vari punti vendita, l'avvio di procedure giudiziarie da parte dei fornitori e il ricorso alla cassa integrazione da parte di alcune ditte collegate alla G.D.M. s.p.a. manifesta palesemente il totale abbandono delle attività operative;

le rappresentanze sindacali e di categoria, dopo una serie di incontri avuti con i vertici della G.D.M. s.p.a., ormai parlano di "crisi irreversibile" della società e evidenziano l'urgenza di ricorrere al concordato preventivo per giungere ad un accordo con i creditori;

la Prefettura di Reggio Calabria ha manifestato la volontà di avviare un tavolo formale di trattativa con il coinvolgimento delle istituzioni locali e delle aziende del settore;

la crisi della G.D.M. s.p.a., con la paventata ipotesi di messa sul mercato, per segmenti, dei singoli punti vendita, interessa in primo luogo i lavoratori ivi impiegati, che ammontano a circa 700 unità (di cui l'80% residenti sul territorio reggino), nonché quelli di numerose ditte dell'indotto che ruotano attorno alla G.D.M., che ammontano circa a 2.000 unità, per i quali si prospetta l'accesso agli ammortizzatori sociali;

la G.D.M. s.p.a. è una delle più grandi aziende della provincia di Reggio Calabria, con mole di personale paragonabile a quella di un importante fabbrica;

il territorio reggino, già duramente segnato dal fallimento e dalla delocalizzazione di numerose attività produttive, non può sopportare, dal punto di vista economico e sociale, l'ulteriore riduzione dei livelli occupazionali -:

se è a conoscenza delle problematiche sopra esposte e della gravità dei risvolti economici, ma ancor più sociali che esse comportano, coinvolgendo migliaia di lavoratori e il loro legittimo diritto ad avere un'occupazione e garantire serenità alla propria famiglia;

se ritiene opportuno sensibilizzare il competente Assessorato alle attività produttive, nonché l'Assessorato al lavoro, formazione professionale e politiche sociali, affinché pongano in essere comportamenti operativi tesi a vigilare sull'evoluzione della vertenza riguardante il gruppo G.D.M. s.p.a. ed interventi a sostegno delle famiglie interessate;

quali azioni intende porre in essere al fine di monitorare l'evoluzione della problematica e se intende presenziare nei futuri tavoli di trattativa per tutelare i lavoratori dipendenti nella lotta per il mantenimento del posto di lavoro.

(110; 25.08.2011)

Morelli. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore al personale. Per sapere – premesso che:

giusta deliberazioni numero 651 del 24.7.2001 e numero del 6.8.2002 (pubblicate sul Bur Calabria in data 26.6.2003) la Giunta regionale ha indetto concorsi per progressioni verticali in ordine alle categorie B, B3, C, D1 e D3;

in relazione alla suddetta categoria D1 sono stati messi a concorso 799 posti;

con Decreto del Dirigente Generale numero 13025 del 26.9.2005 è stata approvata la relativa graduatoria finale;

con Decreto del Dirigente Generale numero 17708 del 22.11.2005 è stata approvata la graduatoria definitiva del bando di concorso alle progressioni verticali per la categoria D3;

plurime disposizioni normative hanno sancito la proroga delle graduatorie concorsuali per assunzioni a tempo indeterminato, sino alla recente previsione di cui all'articolo 16, co. 1 L.R. n. 8/2010 che proroga il termine di validità delle graduatorie per le progressioni verticali "che non risultano esaurite (...) al 31 dicembre 2012";

giusta molteplici Decreti del Direttore Generale (nn. 806/2006; 6286/2006, 2767/2008, si è provveduto allo scorrimento, in specie delle graduatorie relative alle categorie D1 e D3;

non poche illegittimità sono state palesate ed acclarate, in sede giurisdizionale ordinaria e amministrativa, in ordine all'esercizio del predetto scorrimento delle graduatorie, sovente espletato non del tutto in linea con quanto disposto normativamente;

a tutt'oggi risultino nell'Amministrazione posti vacanti afferenti alle mansioni oggetto delle suddette procedure concorsuali;

l'Amministrazione si astiene dall'espletare il potere di scorrimento in spregio alle situazioni giuridiche soggettive vantate dai candidati non vincitori in relazione ai posti resisi vacanti;

siffatta omissione determina esiti contrari agli indefettibili vincoli dell'imparzialità e del buon andamento amministrativo;

quanto dianzi precisato confligge in particolare con gli interessi legittimi dei candidati ad un corretto espletamento dell'azione amministrativa nonché con i diritti soggettivi dai medesimi maturati all'inquadramento nella relativa categoria professionale;

da quanto evidenziato possano derivare ipotesi di danno all'erario dell'Amministrazione cagionate dalla violazione della sfera giuridica dei cittadini interessati -:

alla luce di quanto sinora evidenziato e richiamato:

le ragioni che a tutt'oggi inducono la Regione Calabria inspiegabilmente, giacché in spregio ai vincoli costituzionali dell'imparzialità e del buon andamento amministrativo, a non esercitare il legittimo potere di scorrimento delle graduatorie onde coprire i posti resisi vacanti a fronte delle suddette procedure concorsuali;

le ragioni che inducono la Regione Calabria a conculcare i diritti soggettivi maturati, al riguardo, dai suddetti cittadini candidati concorsuali;

le ragioni che inducono la Regione Calabria ad esporre l'Amministrazione a possibili azioni risarcitorie con evidente nocumento per l'erario regionale.

(111; 28.03.2011)

Guccione, Censore, Aiello F.. Al Presidente della Giunta regionale e all'assessore ai lavori pubblici. Per sapere - premesso che:

con Decreto D.G. n. 8832 dello 09-06-2010 venivano sospesi i finanziamenti del Programma di Attuazione approvato con Decreto D. G. n. 2979 del 15.03.2010 in base alla legge regionale del 31.07.1987 n. 24;

il 22.07.2010 veniva inviata ai comuni lettera raccomandata a firma del Direttore generale ai lavori pubblici, ing. Giovanni Laganà, e del Dirigente della UOA, ing. Antonio Capristo, con cui si sospendeva l'efficacia del Decreto di finanziamento ai comuni del D.G. n. 3147 in base alla L.R. n. 33 del 16.03.2010;

a distanza di almeno nove mesi i sindaci interessati ai finanziamenti in questione non hanno ancora ricevuto alcuna comunicazione;

rimangono bloccati oltre 500 interventi finalizzati alla costruzione di nuove opere pubbliche e all'oggi per categorie sociali svantaggiate;

centinaia di milioni di euro di investimenti darebbero soluzione a tantissimi e annosi problemi delle nostre comunità e una boccata di ossigeno al sistema delle piccole e medie imprese calabresi costrette a subire gli effetti della crisi profonda che attanaglia il Paese e la nostra regione -:

quali iniziative urgenti e concrete si intendono assumere per sbloccare le ingenti risorse economiche sospese con Decreto dal Dirigente Generale ai lavori pubblici, ing. Laganà, che impedisce alla totalità dei sindaci calabresi che hanno ricevuto da parte della Regione Calabria nel febbraio/marzo del 2010 regolare decreto di finanziamento e hanno provveduto a mettere in itinere la procedura amministrativa, così come previsto dallo stesso Decreto di finanziamento inviato dalla Regione Calabria.

(113; 29.03.2011)

Interrogazione a risposta orale

Guccione, F. Aiello. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore al lavoro ed alla formazione professionale, alla famiglia ed alle politiche sociali. Per sapere – premesso che:

la L.R. n. 8 del 2 marzo 2005, all'articolo 1, comma 4, dispone che la Giunta regionale, sulla base dei principi e degli obiettivi della L.R. del 19 ottobre 1992, n. 20 predispone specifici programmi triennali concernenti azione di valorizzazione, salvaguardia, manutenzione, ripristino e recupero dei territori montani delle aree ricadenti nei comuni di Acri, Casabona, Fabrizia, Longobucco, Nardodipace, San Demetrio Corone, San Giovanni in Fiore e della Comunità Montana di Verbicaro;

con l'art. 2 della L.R. del 13.06.2008, n. 15 (Provvedimento generale di tipo ordinamentale e finanziario - Collegato alla manovra di finanza regionale per l'anno 2008) la Regione Calabria ha inteso intraprendere una serie di azioni “di carattere formativo finalizzate al reimpiego, in favore di lavoratori ultracinquantenni espulsi da settori ed aziende in crisi” e che, all'articolo 45 della stessa legge (Norme a tutela dell’occupazione), la Giunta regionale definisce progetti finanziabili con risorse comunitarie, nazionali e regionali, particolarmente in materia di riassetto, prevenzione e salvaguardia del territorio regionale, incluso l'ausilio nello spegnimento degli incendi, attraverso la cui realizzazione si rende possibile assicurare opportunità di occupazione durevole, nel rispetto dei principi di economicità, efficienza e produttività, dei lavoratori di cui all'articolo 1, comma 5, della L.R. 2 marzo 2005, n. 8;

l'art. 2 prima richiamato prevede la realizzazione di un Piano di "reinserimento occupazionale" quale strumento di un sistema di politiche attive da sostenere anche con il POR Calabria FSE 2007-2013 nel quadro della strategia integrata di flessicurezza, obiettivo politico cardine dell'Unione europea in materia di impiego e sviluppo economico;

con la D.G.R n. 353 del 10.05.2010 "Misure di contrasto alla crisi economica. Articolo 2 legge regionale 13.06.2008, n. 15 - Piano di reinserimento occupazionale 2010" è stato approvato, ai sensi della legge di cui al precedente punto, il Piano di reinserimento occupazionale 2010 allegato alla Delibera in oggetto come fatto integrante e sostanziale;

la necessità di riutilizzare i lavoratori di cui al D.G.R. 353/10 è stata dettata non solo da scontati motivi di sostegno al reddito, quanto piuttosto dal non disperdere professionalità sperimentate, soprattutto nei settori agricolo e ambientale;

i lavoratori ex Sial non percepiscono le spettanze relative al periodo gennaio-settembre 2010 e gennaio-marzo 2011;

tali inadempienze, di fatto, fanno disattendere lo spirito principale della legge regionale 13.06.2008, n. 15 e della D.G.R 353/10 di sostenere soluzioni mirate alla eliminazione dei fenomeni di marginalizzazione di carattere sociale ed economico -:

quali concrete ed urgenti iniziative il Presidente della Giunta regionale e gli Assessorati competenti intendano adottare per il pagamento delle spettanze arretrate e la elaborazione di progetti finalizzati alla integrazione oraria dei lavoratori in questione.

(106; 14.03.2011)

Mozioni

Il Consiglio regionale

premesso che

con delibera n. 4700 del 19.11.2010 e con delibera n. 4919 del 3.12.2010 il commissario dell'Azienda sanitaria provinciale di Cosenza ha avviato due procedure di gara per produrre nuovo lavoro precario, con una spesa complessiva di 6 milioni di euro;

con delibera n. 777 del 23 febbraio 2011 lo stesso commissario dell'Asp di Cosenza ha revocato 439 stabilizzazioni, poste in essere dal suo predecessore, a seguito di un accordo sindacale sottoscritto da tutte le sigle del comparto e verificato dai competenti uffici, sotto il profilo della legittimità;

la delibera n. 777/2011 è stata emessa sulla base di semplici pareri che, in quanto tali, non esprimono un giudizio oggettivo da parte di un'autorità terza;

i pareri, suddetti si basano su una normativa molto complessa, che parte dalla finanziaria 2007 e che ha subito, successivamente, modifiche ed integrazioni;

le delibere n. 4700/2010, n. 4919/2010 e n. 777/2011, evidenziano un modo di procedere assolutamente contraddittorio da parte del commissario dell'Azienda sanitaria provinciale di Cosenza;

la mancata stabilizzazione dei 439 operatori sanitari mette a rischio, in provincia di Cosenza, i Livelli essenziali di assistenza;

si è venuta a creare una situazione di forte tensione, determinando azioni di protesta e di mobilitazione da parte delle organizzazioni sindacali;.

impegna

il Presidente della Giunta regionale, nella sua qualità di commissario per l'attuazione del Piano di rientro dal deficit sanitario, ad attivarsi, assumendo tutti i provvedimenti, eventualmente, di sua competenza affinché siano revocate le delibere n. 777 del 23 febbraio 2011, n. 4704/2010 e n. 4919/2010.

(34; 4.03.2011) Principe, Franchino

Il Consiglio regionale

premesso che

il Presidente della Regione Calabria, nella qualità di Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario della Regione Calabria, deve predisporre misure di riorganizzazione e riqualificazione del Servizio sanitario regionale;

appare necessario ed urgente tutelare l'erogazione delle prestazioni sanitarie, assicurando, nel contempo, il risanamento ed riequilibrio finanziario nel settore de quo;

allo scopo di risanare il deficit del Servizio sanitario regionale sono in molti a temere, nell'ambito del summenzionato Piano, un ridimensionamento di alcuni reparti essenziali, considerati veri punti d'eccellenza, dell'Ospedale civile "San Giovanni di Dio" di Crotone;

il paventato ridimensionamento dell'Ospedale civile "San Giovanni di Dio" di Crotone porti inevitabilmente una preoccupante incertezza sul futuro lavorativo di quei dipendenti interinali che, pur garantendo un servizio essenziale per il diritto alla salute della collettività, vivono una situazione indiscutibilmente critica;

le prestazioni lavorative dei 138 interinali ex "Obiettivo lavoro", a seguito di rinnovi contrattuali e messa in mobilità, proseguono da oltre 10 anni;

il 28 febbraio scorso è scaduta la mobilità in deroga concessa nel luglio 2010;

malgrado ciò, i 138 interinali ex "Obiettivo lavoro" prestano ugualmente il loro servizio;

allo stato attuale non vi è alcuna certezza sulla prosecuzione dell'istituto della mobilità in deroga;

la notizia, emersa nel corso della Conferenza Sato-Regioni, del rinvio della firma sul piano degli ammortizzatori sociali prevista per il 2011, ha provocato la proclamazione di uno stato d'agitazione nonché di una protesta tanto eclatante quanto disperata;

impegna la Giunta regionale

ad assumere, di concerto con i soggetti interessati, le iniziative necessarie atte a garantire la stabilizzazione contrattuale dei 138 interinali ex "Obiettivo lavoro", il cui servizio appare necessario per assicurare servizi essenziali per l'assistenza e la cura dei degenti;

ad assumere un chiaro orientamento politico del Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario della Regione Calabria, che pur nel rispetto di un rigoroso quanto inevitabile risanamento e riequilibrio finanziario nel settore de quo, eviti un ridimensionamento indiscriminato dell'Ospedale civile “San Giovanni di Dio”.

(35; 07.03.2011) De Masi, Giordano, Talarico D., Sulla

Il Consiglio regionale

premesso che

il porto di Cirò Marina, inaugurato nel 2002, è stato in gran parte distrutto dalle forti mareggiate che si sono succedute con particolare veemenza negli anni appena trascorsi;

la struttura è stata potenziata a seguito dei lavori realizzati sulla base di un progetto di 2.000.000,00 di euro approvato nel 2008 e finanziato con fondi POR dall'Assessorato al Turismo, Sport, Spettacolo e Politiche giovanili della Regione Calabria;

i fondi stanziati non sono stati sufficienti per completare l'opera di difesa esterna del porto attinente al muro frangiflutti;

di fatto deve essere realizzata una "ricarica esterna", consistente nella posa di massi nei fondali della parte esterna alla diga foranea;

in questi giorni il Comune di Cirò Marina, mediante un progetto finanziato con fondi Fep, ha ottenuto ed appaltato lavori per un totale di €.1.400.000,00, per l'allestimento di servizi per le banchine riservate alla pesca;

tali fondi non possono essere utilizzati per la realizzazione di opere, ma solo per predisporre appositi servizi da destinare alla pesca;

al fine di proteggere la struttura de qua e la tenuta dell'intero porto di Cirò Marina, il succitato intervento prevede l'acquisto (o la realizzazione) di un centinaio di massi in posa d'opera, il cui costo si aggirerebbe a circa 100/150 mila euro;

in particolare, la struttura necessita di una rifioritura di massi che mira a spezzare preventivamente le onde, indebolendone l'impatto con il muro frangiflutti;

l'intera struttura portuale, costata alla collettività 50 miliardi di vecchie lire, rappresenta un volano di sviluppo per il territorio cirotano;

a seguito dei gravi danneggiamenti subiti nelle recenti mareggiate la struttura di che trattasi sta ulteriormente cedendo, con conseguente grande preoccupazione della comunità cirotana e notevole apprensione degli stessi pescatori locali per l'incombente rischio di vedere seriamente compromessi sia il sicuro ormeggio delle proprie imbarcazioni sia la stabilità di tutte le infrastrutture interne all'area portuale;

per lo spazio ridotto a causa della banchina danneggiata, inoltre, la struttura portuale, allo stato, non può essere utilizzata da imbarcazioni o da velisti in transito, il che viene a provocare un danno notevole all'intera filiera ittica, compromettendo la potenziale crescita di attività commerciale e turistica del territorio interessato;

il summenzionato intervento si rende necessario ed inderogabile per evitare ulteriori danni all'area portuale e garantire, nel contempo, l'incolumità degli addetti ai lavori;

l'intervento in argomento, attesa la precaria situazione della struttura, può essere finanziato dalla Regione con fondi di emergenza ovvero con fondi destinati al turismo (poiché si tratta di un porto turistico peschereccio di IV livello) oppure con fondi riservati ai Lavori pubblici;

impegna la Giunta regionale:

ad assumere, di concerto con i soggetti istituzionali interessati, le iniziative di sua competenza, atte a garantire la realizzazione degli interventi in premessa, necessari per la messa in sicurezza della struttura portuale di Cirò Marina, onde evitare ulteriori danni all'intera area portuale nonché ad ovviare alla situazione di pericolo venutasi a creare, garantendo, nel contempo, l'incolumità degli addetti ai lavori e di tutti coloro che si possano trovare all'interno della stessa area.

(36; 14.03.2011)

Interpellanze

Gallo. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore alla pubblica istruzione. Per sapere – premesso che:

in Calabria sono circa 1.500 i lavoratori in precedenza inseriti nel bacino dei lavoratori socialmente utili o assunti con contratti a termine dalle pubbliche amministrazioni, stabilizzati ai sensi della L. 388/2000;

con il D.M. n. 65 del 20 aprile 2011, in seguito ed in coerenza a quanto già stabilito dalle precedenti normative di medesimo merito, si è previsto, ai fini della suddetta stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili impegnati negli istituti scolastici un apposito percorso occupazionale, che rischia di interrompersi drasticamente;

a seguito di una convenzione sottoscritta con il Ministero della pubblica istruzione secondo uno schema attuato nelle Regioni Calabria, Campania, Sicilia, Puglia, Basilicata, Abruzzo ed altre, detti lavoratori sono stati impiegati nelle scuole calabresi di ogni ordine e grado, con contratto part-time di 35 ore settimanali, per garantire le attività di pulizia degli istituti scolastici;

con propria direttiva n. 103 del 30.22.2010 il Ministro della pubblica istruzione, anche se il contratto d'appalto vigente contempla la possibilità di proroga oltre il 30 giugno 2011, con le stesse cooperative ed alle medesime condizioni occupazionali e reddituali, dell'impiego di detti lavoratori stabilizzati con la sopracitata legge nelle attività di pulizia degli istituti scolastici, ha stabilito, per ragioni di economicità, per l'anno scolastico 2011/2012, doversi procedere all'affidamento delle stesse attività mediante procedura di gara da esperirsi a cura di ogni istituzione scolastica, nella propria autonomia;

in virtù di ciò, a far data dal 1° luglio 2011, oltre un migliaio di lavoratori calabresi e le loro famiglie, al pari di tanti altri loro colleghi e nuclei familiari residenti nelle altre regioni meridionali, rimarranno senza lavoro né fonti di sostentamento: in ragione della minacciata riattivazione della procedura di licenziamento (ex art. 24 legge 223/91) da parte delle aziende datoriali;

la citata direttiva ministeriale, per come di tutta evidenza, non garantisce il percorso occupazionale degli ex lavoratori socialmente utili calabresi né, tantomeno, il loro reinserimento lavorativo -:

se il Governo regionale, sia a conoscenza della situazione;

se quanto segnalato risponda al vero;

se e quali azioni ed iniziative lo stesso governo regionale e l'assessorato alla pubblica istruzione intendano intraprendere, a tutela dei livelli occupazionali e salariali dei lavoratori in questione, coinvolgendo il Governo nazionale.

(9; 10.03.2011)

Guccione, Aiello F., Franchino, Censore, Sulla. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

ai sensi dell’articolo 8 della Legge regionale del 16.10.2008, numero 36 (Norme di indirizzo per programmi di edilizia sociale) "Il Dipartimento lavori pubblici e Acque trasmette trimestralmente relazione e/o osservazione dettagliata sull'attuazione della presente legge alla Commissione consiliare competente";

tale adempimento non è stato mai attuato dall’insediamento dell'attuale Giunta regionale;

tutto ciò si rende ancor più urgente dopo l'annullamento del bando di edilizia sociale operato dalla Giunta regionale che, nel frattempo, ha emanato un nuovo bando che ha prodotto numerosi ricorsi presso il Tar Calabria e il Consiglio di Stato, che rischiano di creare un lungo contenzioso giudiziario che, di fatto, blocca l'utilizzazione di 150 milioni di euro di risorse pubbliche che svilupperebbero un investimento, da parte dei privati, di oltre un miliardo di euro per la realizzazione di quattromila alloggi per nuclei familiari disagiati o in precarie situazioni economiche;

per effetto di tale provvedimento, inoltre, è stato annullato il finanziamento di 100 milioni di euro destinati alla realizzazione dei contratti di quartiere dei comuni di Lamezia Terme, Catanzaro,Cosenza, Corigliano, Reggio Calabria,Vibo Valentia e Crotone, che prevedeva la riqualificazione di almeno 1000 alloggi in aree e quartieri altamente degradati -:

se alla luce di tutto ciò e in presenza di una gravissima crisi economica che attanaglia la nostra regione, intenda assumere un'iniziativa urgente affinché sia messo in atto quanto previsto dall'articolo 8 della succitata legge regionale.

(10; 22.03.2011)

Proposta di legge numero 168/9^, recante: “Proroga termini di cui all'articolo 5, comma 1, legge regionale n. 11/2009 e s.m.i.” (Del. n. 83)

Art. 1

1. Il termine di cui all'articolo 5, comma 1, della legge regionale 30 aprile 2009, n. 11, come modificato dall'articolo 1, comma 1, della legge regionale 7 dicembre 2009, n. 48, è prorogato al 30 settembre 2011.

Art. 2

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Proposta di legge numero 175/9^, recante: “Provvedimenti in materia sanitaria” (Del. n. 84)

Art. 1

(Interventi per l'attuazione dell'Accordo di Programma del 13 dicembre 2007)

1. Al fine di garantire la necessaria ulteriore copertura finanziaria derivante dai maggiori costi riferibili alla costruzione dei quattro presidi ospedalieri previsti dall'Accordo di programma integrativo del 13 dicembre 2007 per il settore degli investimenti sanitari, secondo le indicazioni contenute nel parere del 24 marzo 2010 (prot. n. DG-.PROG.7/1.6.a.h/19002), del Ministero della salute, la Giunta regionale, previa verifica della ulteriore disponibilità di risorse a valere sui fondi ex articolo 20 della legge n. 67/1988, dell'articolo 71 della legge n. 488/1998 e FAS 2007-2013 da destinare a tale scopo, è autorizzata a ricorrere all'indebitamento sulla base delle disposizioni di cui al Titolo III della legge regionale 8 febbraio 2002, n. 8.

2. Il mutuo o prestito obbligazionario per spese di investimento a carico del bilancio regionale è contratto per un importo massimo di euro 80.000.000,00, per una durata massima di 20 anni, in più soluzioni a mezzo di più atti di erogazione e quietanza, da assumere a partire dall'esercizio finanziario 2014, data presumibile di utilizzo effettivo delle risorse in argomento.

3. Gli atti di erogazione saranno eseguiti per le necessità di cassa in seguito all'esaurimento della dotazione finanziaria, attualmente a disposizione per le finalità dì cui al comma 1, esistente sulla contabilità speciale n. 5106 intrattenuta presso la Banca d'Italia di Catanzaro e relativa al precedente mutuo di euro 110.000.000,00 già contratto dalla Regione Calabria per l'attuazione del medesimo accordo di programma.

4. Alla copertura degli oneri derivanti dagli atti di erogazione e quietanza di volta in volta previsti per gli interessi e rate di ammortamento si provvede mediante iscrizione delle somme necessarie in specifici capitoli di spesa del bilancio annuale 2014 e successivi.

5. Per le medesime finalità di cui al comma 1, sono autorizzate le procedure per la messa a disposizione, ai sensi dell'articolo 4, comma 1, dell'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3635/2007, delle seguenti linee di finanziamento, allo stato non ancora utilizzate o residue:

a) articolo 71 della legge 448/98 -finanziamento di € 16.952.735,67 a carico dello Stato;

b) articolo 20 della legge 67/88 -Accordo di programma stralcio 2004 per il settore degli investimenti sanitari -finanziamento residuo complessivo al netto di quanto in precedenza erogato all'ASP di Cosenza (ex Asi n. 3 di Rossano) di € 6.710,928,33 di cui € 6.375.381,91 a carico dello Stato ed € 335.546,42 a carico della Regione Calabria (quota allocata al capitolo n. 61060120 del Bilancio annuale 2011 -Stato di previsione della spesa) finalizzato al Presidio di Rossano - Dipartimento di emergenza o urgenza.

Art. 2

(Modifiche alla legge regionale n. 34/2010)

1. Il comma 2 dell'articolo 26 della legge regionale 29 dicembre 2010, n. 34 è sostituito dal seguente: "2. A tale scopo è istituito nell'UPB 6.1.01.01. della spesa del bilancio 2011 e pluriennale 2011-2013 il corrispondente capitolo 61010183 con lo stanziamento di euro 30.000.000,00 quale rata annua comprensiva degli interessi e per la durata di 30 anni il cui utilizzo è subordinato alla sottoscrizione del contratto di prestito e all'effettivo livello delle somme attinte".

Art. 3

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Proposta di legge numero 169/9^, recante: “Modificazioni all'articolo 10 della legge regionale 29 dicembre 2010, n. 34” (Del. n. 85)

Art. 1

1. La Giunta regionale è autorizzata all'acquisto delle azioni della Sial Servizi Spa, società partecipata dalla Regione Calabria per la gestione del Servizio di anagrafe zootecnica, detenute dal socio Italia Lavoro Spa, fino all'acquisizione della totalità del capitale sociale.

2. Per garantire la copertura delle somme occorrenti al riconoscimento nei confronti di Italia Lavoro Spa del valore di mercato delle azioni dismesse, è autorizzata per l'esercizio finanziario 2011 la spesa stimata di euro 90.000,00, con allocazione all'UPB 2.2.04.04 dello stato di previsione della spesa del bilancio medesimo.

3. Al fine di concorrere al ripianamento della perdita di esercizio connessa alla sospensione delle attività della Sial Servizi Spa è autorizzata per l'esercizio finanziario 2011 la spesa di euro 345.000,00 connessa ai costi di gestione sostenuti dalla stessa, con allocazione all'UPB 2.2.04.04 dello stato di previsione della spesa del bilancio medesimo.

Art. 2

1. Ai maggiori oneri derivanti dalla presente legge, pari ad euro 25.000, si provvede con le risorse allocate alla medesima UPB 2.2.04.04 - Capitolo 22040414.

2. La Giunta regionale è autorizzata ad apportare le necessarie modifiche ed integrazioni al documento tecnico di cui all'articolo 10 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8.

Art. 3

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Testo unificato, recante “Istituzione del Bollettino Ufficiale Telematico della Regione Calabria e norme per la pubblicazione degli atti”, delle proposte di legge:

n. 89/9^, recante: “Istituzione del Bollettino Ufficiale Telematico della Regione Calabria e norme per la pubblicazione degli atti”;

n. 93/9^, recante: “Istituzione del Bollettino Ufficiale Telematico della Regione Calabria e norme per la pubblicazione degli atti” (Del. n. 86)

Art. 1

(Istituzione - oggetto e finalità)

1. Il Bollettino Ufficiale Telematico della Regione Calabria, di seguito denominato BURC, è lo strumento esclusivo di comunicazione istituzionale e di pubblicità legale delle leggi, dei regolamenti regionali e di tutti gli atti della Regione. Resta ferma la possibilità, in via integrativa, di effettuare la pubblicità anche sui quotidiani a scopo di maggiore diffusione.

2. La Regione Calabria, tramite la pubblicazione sul BURC, favorisce il diritto di accesso e di informazione dei cittadini, in conformità al dettato degli articoli 5 e 9 dello Statuto e alle disposizioni della legge 7 agosto 1990, n. 241 (Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e diritto di accesso ai documenti amministrativi).

Art. 2

(Validità degli atti pubblicati)

1. Il BURC è pubblicato esclusivamente in forma digitale, sull'apposita sezione del sito web della Regione Calabria e del Consiglio regionale, con le modalità che garantiscono l'autenticità e l'integrità degli atti pubblicati.

2. La pubblicazione degli atti sul BURC ha valore legale.

3. Il testo delle leggi, dei regolamenti regionali e degli altri atti pubblicati nel BURC si presume conforme all'originale.

4. La pubblicazione dei testi coordinati e aggiornati e delle note di cui all'articolo 13 ha solo carattere informativo.

Art. 3

(Articolazione del BURC)

1. Il BURC si divide in tre parti, che possono essere articolate, con provvedimento del Presidente della Giunta regionale, in sezioni.

2. Gli atti particolarmente complessi e in ogni caso, i bilanci e i conti consuntivi, sono pubblicati in appositi supplementi.

Art. 4

(Parte prima)

1. Sono pubblicati nella parte prima del BURC:

a) lo Statuto regionale e le sue modificazioni;

b) le leggi e i regolamenti della Regione Calabria;

c) i regolamenti del Consiglio regionale;

d) i provvedimenti che determinano l'interpretazione di leggi o regolamenti o dettano disposizioni per la loro applicazione;

e) atti contenenti indirizzi nei confronti dei soggetti privati singoli o di categorie;

f) le richieste di referendum regionali e la proclamazione dei relativi risultati;

g) i dispositivi di sentenze e di ordinanze della Corte costituzionale relativi a leggi della Regione Calabria, a leggi statali impugnate dalla Regione Calabria, a conflitti di attribuzione aventi come parte la Regione stessa, nonché le ordinanze con cui gli organi giurisdizionali abbiano sollevato questioni di legittimità costituzionale di leggi regionali;

h) tutti gli atti che comportano oneri a carico del bilancio regionale.

Art. 5

(Parte Seconda)

1. Sono pubblicati nella parte seconda del BURC:

a) le deliberazioni del Consiglio e della Giunta regionale;

b) i decreti, le ordinanze e gli altri atti del Presidente della Giunta regionale aventi rilevanza esterna;

c) le deliberazioni e i comunicati del Presidente o dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale aventi rilevanza esterna o che per il loro contenuto devono essere portati a conoscenza della generalità dei cittadini. In tali casi, la pubblicazione è motivatamente disposta negli atti stessi;

d) le determinazioni dirigenziali aventi rilevanza esterna;

e) le circolari esplicative delle leggi regionali nonché gli atti di organi della Regione contenenti indirizzi nei confronti di amministrazioni pubbliche, i provvedimenti di organi politici e di direzione amministrativa della Regione aventi carattere organizzativo generale.

2. Sono, altresì, pubblicati gli atti di enti locali, di enti pubblici e di altri enti ed organi e, su specifica determinazione del Presidente della Giunta regionale ovvero su deliberazione del Consiglio regionale, atti di organi statali che abbiano rilevanza per la Regione Calabria, nonché i comunicati o le informazioni sull'attività degli organi regionali od ogni altro atto di cui non sia prescritta in generale la pubblicazione.

3. Possono essere pubblicati, su determinazione del Presidente della Giunta regionale, a richiesta di enti o amministrazioni interessate, altri atti di particolare rilievo la cui pubblicazione non sia prescritta da legge o regolamento regionale e, qualora contengano dati sensibili, il relativo trattamento deve avvenire nel rispetto della normativa di riferimento, e, in generale, di quelle per le quali non è consentito l'accesso ai sensi della normativa vigente.

4. Sono, inoltre, pubblicati gli atti della Regione che per il loro contenuto devono essere portati a conoscenza della generalità dei cittadini. La pubblicazione, in tali casi, è motivatamente disposta negli atti stessi.

Art. 6

(Parte terza)

1. Sono pubblicati nella parte terza del BURC:

a) i bandi e gli avvisi di concorso e di gara, i bandi e gli avvisi per l'attribuzione di borse di studio, di contributi, di sovvenzioni, di benefici economici o finanziari ed i provvedimenti di approvazione degli stessi;

b) gli annunzi legali ed i provvedimenti di approvazione degli stessi;

c) i provvedimenti di approvazione delle graduatorie relative a concorsi, borse di studio, attribuzione di contributi, sovvenzioni, benefici economici o finanziari; i provvedimenti di approvazione dei risultati delle gare e di aggiudicazione delle forniture, dei servizi e dei lavori pubblici.

Art. 7

(Supplemento speciale)

1. Le richieste di referendum, di cui agli articoli 75 e 138 della Costituzione, le proposte di legge alle Camere, di cui all'articolo 121 Costituzione, e le proposte di atti amministrativi di rilevante importanza sono pubblicati in apposito supplemento del BURC.

2. Sono atti amministrativi di rilevante importanza, ai fini di cui al comma 1:

a) le proposte e i pareri previsti con cui la Regione partecipa alla elaborazione del programma economico nazionale ed alla programmazione comunitaria;

b) i pareri previsti dagli articoli 132 e 133 della Costituzione;

c) i pareri di interesse generale richiesti dagli organi costituzionali della Repubblica, tranne che da questi non sia assegnato un termine inferiore a sessanta giorni;

d) ogni altro atto espressamente qualificato di rilevante importanza dalla legge regionale.

3. Per consentire la migliore conoscibilità dell'attività del Consiglio regionale, l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, può disporre la pubblicazione nel Supplemento speciale di atti diversi da quelli indicati nel comma 2.

4. La pubblicazione del Supplemento speciale del BURC è curata dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale.

5. Alla gestione contabile del Supplemento speciale provvedono i competenti servizi preposti all'amministrazione e gestione del BURC.

6. Le caratteristiche del Supplemento speciale devono corrispondere al modello approvato dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale.

Art. 8

(Atti non soggetti a pubblicazione)

1. Non sono pubblicati nel BURC gli atti amministrativi regionali aventi rilevanza esclusivamente interna per i quali le leggi vigenti non ne prevedono la pubblicazione.

2. Non sono, altresì, pubblicati gli atti regionali meramente attuativi di precedenti provvedimenti amministrativi.

Art. 9

(Modalità di pubblicazione e tutela della riservatezza)

1. La pubblicazione degli atti nel BURC avviene in forma integrale, salvo che non sia espressamente prevista la pubblicazione per estratto.

2. Sono pubblicati per estratto gli atti indicati ai commi 3 e 4 dell'articolo 5. La redazione dell'estratto deve essere effettuata dall'organo regionale che ha emanato l'atto o dalla diversa amministrazione richiedente. Per gli atti di iniziativa della Giunta, la redazione dell'estratto è effettuata dal servizio del competente assessorato.

3. Al fine di salvaguardare la riservatezza dei destinatari dell'atto nel rispetto dei principi di pertinenza e non eccedenza, si osservano le norme vigenti in materia di protezione dei dati personali.

Art. 10

(Richiesta di pubblicazione)

1. Il Presidente della Giunta, il Presidente del Consiglio regionale, gli assessori competenti ovvero i dirigenti generali regionali richiedono alla direzione del BURC la pubblicazione degli atti degli organi regionali.

2. Gli enti e le amministrazioni non regionali richiedono la pubblicazione degli atti alla direzione del BURC, indicando la norma che ne prescrive la pubblicazione ovvero precisando che si tratta di atti che, per il loro contenuto, devono essere portati a conoscenza della generalità dei cittadini.

3. La pubblicazione avviene secondo le modalità specificate nella richiesta e nel testo fornito.

Art. 11

(Termini per la pubblicazione)

1. Le leggi ed i regolamenti della Regione sono pubblicati entro 10 giorni decorrenti rispettivamente dalla data di promulgazione e di emanazione.

2. Gli altri atti sono pubblicati entro 15 giorni dalla data della loro ricezione da parte dell'Ufficio del BURC.

3. L'invio degli atti per la pubblicazione all'Ufficio del Bollettino Ufficiale deve essere effettuato nel termine perentorio di cinque giorni dall'emanazione.

Art. 12

(Correzione degli errori)

1. In caso di difformità fra il testo di un atto pubblicato nel BURC e il testo originale, il direttore responsabile del Bollettino, su indicazione del Presidente della Giunta o del Presidente del Consiglio, nell'ambito delle rispettive competenze, ne dispone la correzione mediante pubblicazione nella prima parte del BURC di un comunicato che indichi con esattezza sia la parte erronea del testo pubblicato che il testo esatto da sostituire, disponendo, altresì, se necessario, la ripubblicazione dell'intero testo.

2. La correzione degli errori, di cui al comma 1, è richiesta:

a) dall'ufficio del Segretario generale del Consiglio regionale, per le leggi o per gli atti dello stesso Consiglio;

b) dal Segretario della Giunta regionale, per i regolamenti o per gli atti della stessa Giunta;

c) dal responsabile della struttura che ha emanato l'atto, per i decreti dirigenziali;

d) dai responsabili delle relative strutture degli Enti ed Amministrazioni, diversi dalla Regione, che hanno richiesto la pubblicazione nel BURC, per gli atti e i provvedimenti di loro competenza.

Art. 13

(Pubblicazione delle note e dei testi coordinati agli atti normativi aggiornati)

1. Sono sottoposti a pubblicazione nel BURC:

a) le norme richiamate in altro testo normativo, in calce al testo ove è stato effettuato il rinvio;

b) l'intero articolo modificato, in calce al provvedimento di modifica, nel testo risultante dalle modifiche che sono stampate in modo caratteristico, quando un testo normativo dispone l'abrogazione, l'aggiunta o la modificazione di una o più parole nel corpo di una preesistente disposizione normativa;

c) il testo coordinato, quando un testo normativo ha subito diverse e complesse modifiche.

2. Il Presidente della Giunta regionale dispone la pubblicazione nel BURC di un testo aggiornato dell'atto, nel quale le modifiche sono stampate in modo caratteristico e ne è specificata la fonte.

3. La redazione dei testi e delle note dì cui al presente articolo è curata dalla Segreteria della Giunta regionale.

Art. 14

(Periodicità e indici della pubblicazione)

1. Il BURC è pubblicato di norma con cadenza settimanale e comunque ogni qualvolta se ne ravvisi la necessità.

2. In caso di particolari esigenze, possono essere pubblicati supplementi straordinari.

Art. 15

(Responsabilità della pubblicazione - Direzione, redazione, amministrazione)

1. La pubblicazione del BURC è curata dalla struttura regionale competente per l'amministrazione e la redazione del periodico.

2. Le direttive editoriali, i termini e le modalità per l'invio degli atti destinati alla pubblicazione sono stabiliti con provvedimento della Giunta regionale, su proposta congiunta del Presidente della Giunta e del Presidente del Consiglio.

3. Il direttore responsabile del BURC è scelto prioritariamente tra i giornalisti professionisti dell'Ufficio stampa della Giunta regionale in possesso di laurea ed è nominato dalla Giunta regionale su proposta congiunta del Presidente della Giunta e del Presidente del Consiglio.

Art. 16

(Regole tecniche)

1. Le regole tecniche relative alla pubblicazione del BURC sono fissate in apposito atto del Segretario della Giunta regionale su proposta delle relativa struttura competente in materia di sistema informativo, di concerto con la relativa struttura del Consiglio regionale, acquisiti i pareri dell'ufficio del BURC e della struttura della Giunta regionale competente in materia di informazione multimediale.

2. Nell'atto di cui al comma 1 sono disciplinate:

a) le modalità per l'invio elettronico degli atti destinati alla pubblicazione;

b) le garanzie da adottare a tutela della sicurezza dei testi pubblicati, in modo da garantirne l'autenticità e l'integrità;

c) le modalità di archiviazione dei testi pubblicati;

d) le modalità di conservazione dei testi pubblicati;

e) le garanzie di manutenzione del sistema informativo e della sua operatività continuativa;

f) le modalità di realizzazione della sezione del sito della Regione e del Consiglio regionale dedicata al Bollettino, con motore di ricerca idoneo a consentire la navigazione anche ai soggetti diversamente abili;

g) le modalità dell'invio per posta elettronica a determinati soggetti o categorie dell'avviso dell'avvenuta pubblicazione del BURC, in modo da realizzare un'informazione tempestiva.

Art. 17

(Consultazione del BURC)

1. La consultazione del BURC sul sito web della Regione Calabria e del Consiglio regionale della Calabria è libera, permanente e gratuita.

2. La consultazione gratuita del BURC sul sito web della Regione Calabria e del Consiglio regionale della Calabria è garantita, con l'opportuna assistenza, presso gli uffici per le relazioni con il pubblico della Regione e degli enti ed aziende da essa dipendenti, nonché le biblioteche degli enti locali e presso tutti i comuni della Calabria provvisti dei relativi servizi.

3. Gli utenti possono richiedere ai soggetti di cui al comma 2 la stampa degli atti di proprio interesse pubblicati nel BURC.

4. Per la stampa degli atti gli interessati corrispondono ai soggetti di cui al comma 2 un contributo in misura corrispondente a quella fissata per l'estrazione di copie di atti amministrativi.

5. Gli utenti che risiedono in una zona del territorio regionale ove gli operatori pubblici non rendono disponibili servizi di connessione alla rete in banda larga, possono chiedere alla redazione del BURC l'invio per posta di una stampa dell'atto di interesse, dietro pagamento in contrassegno di una quota fissata dal responsabile del BURC e comprensiva dei diritti di estrazione di copie.

6. Presso tutti i comuni della Calabria è lasciata in visione gratuita ai cittadini almeno una copia dell'ultimo numero del BURC, stampata a spese del comune medesimo. Per il rilascio di copie si applica il comma 4.

Art. 18

(Spese di pubblicazione)

1. Il costo della pubblicazione è a carico della Regione Calabria.

2. La pubblicazione degli Statuti degli enti locali è gratuita.

3. La Giunta regionale, annualmente, o in caso di necessità, fissa le tariffe di inserzione delle pubblicazioni per gli enti, le amministrazioni ed ogni altro soggetto avente titolo. Individua, altresì, le aziende e gli enti regionali per i quali la pubblicazione è a carico della Regione Calabria.

4. Per le pubblicazioni degli atti di cui all'articolo 6, effettuate su richiesta I di altre amministrazioni o enti, il relativo costo è a carico dei soggetti richiedenti.

Art. 19

(Versamento proventi)

1. I proventi delle pubblicazioni sono versati in apposito conto corrente postale intestato al BURC.

2. Le somme disponibili nel conto corrente sono versate trimestralmente alla Tesoreria della Regione Calabria.

Art. 20

(Banche dati degli atti amministrativi)

1. Sono istituite apposite banche dati degli atti amministrativi della Giunta regionale e del Consiglio regionale.

2. Gli atti amministrativi regionali pubblicati sul BURC sono pure pubblicati sul sito web della Regione e del Consiglio regionale, per il tramite delle banche dati di cui al comma 1.

3. Non sono resi pubblici gli atti amministrativi aventi rilevanza meramente interna, individuati con deliberazione della Giunta regionale o dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, secondo la rispettiva competenza.

4. Le banche dati sono fra loro opportunamente collegate in modo da garantire all'utente agevole consultazione e ricerca.

Art. 21

(Disciplina delle banche dati)

1. La Giunta regionale e l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale disciplinano le modalità di pubblicazione degli atti amministrativi di rispettiva competenza mediante la propria banca dati, anche nel rispetto della normativa in materia di protezione dei dati personali, e le modalità di accesso alla banca dati stessa.

2. Le caratteristiche tecniche della banca dati sono fissate con atto del Segretario della Giunta regionale, sentite la struttura della Giunta regionale competente in materia di sistema informativo e le strutture della Giunta competenti in materia di controllo sugli atti dei dirigenti e in materia di informazione multimediale.

3. Per il Consiglio regionale l'atto di cui al comma 2 è assunto dal Segretario generale del Consiglio, sentite la struttura competente in materia informatica e le strutture competenti in materia di controllo sugli atti dei dirigenti ed in materia di informazione e comunicazione.

4. Gli atti di cui al presente articolo sono assunti assicurando il coordinamento reciproco ai fini degli opportuni collegamenti, ai sensi del comma 4 dell'articolo 20.

Art. 22

(Disposizione finanziaria)

1. La presente legge non comporta oneri aggiuntivi sul bilancio regionale.

Art. 23

(Decorrenza e norma transitoria)

1. Il BURC è pubblicato esclusivamente in formato digitale a partire dal 1° gennaio 2012.

2. Dall'entrata in vigore della presente legge e fino al 31 dicembre 2011 restano ferme le procedure e le modalità di pubblicazione del BURC previste dalla legge regionale 4 settembre 2001, n. 19 (Norme sul procedimento amministrativo, la pubblicità degli atti ed il diritto di accesso. Disciplina della pubblicazione del Bollettino ufficiale della Regione Calabria) innovate nei contenuti di cui alla presente legge.

Art. 24

(Abrogazioni)

1. A decorrere dall'entrata in vigore della presente legge, sono abrogate tutte le disposizioni con la stessa incompatibili.

2. In particolare, sono abrogati gli articoli da 50 a 59 e 61 del Titolo III della legge regionale 4 settembre 2001, n. 19 (Norme sul procedimento amministrativo, la pubblicità degli atti ed il diritto di accesso. Disciplina della pubblicazione del Bollettino Ufficiale della Regione Calabria).

Art. 25

(Norma finale)

1. La pubblicazione nel Bollettino Ufficiale telematico della Regione degli atti amministrativi già di competenza degli organi statali sostituisce, a tutti gli effetti, la loro pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, nei Bollettini Ufficiali dei Ministeri, nel Foglio annunzi legali della Provincia.

Art. 26

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il quarantacinquesimo giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione Calabria.

Proposta di provvedimento amministrativo n. 96/9^, recante: “Bilancio di previsione dell'Aterp della provincia di Reggio Calabria per l'anno finanziario 2011” (Del. n. 87)

"Il Consiglio regionale

visti:

la legge regionale 30 agosto 1996, n. 27 istitutiva delle Aziende Territoriali per l'Edilizia Residenziale Pubblica e successive modificazioni ed integrazioni;

la legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 recante "Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria" e, in particolare l'articolo 57 e successive modificazioni ed integrazioni;

l'articolo 54, comma 5, lettera b), dello Statuto della Regione Calabria;

considerato che:

con deliberazione del Direttore Generale dell'ATERP (Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale Pubblica) della provincia di Reggio Calabria n. 305 del 31 agosto 2010 è stato approvato il progetto di bilancio di previsione della medesima Azienda per l'anno 2011;

il Collegio dei Revisori dei conti dell'Azienda nella seduta del 30 agosto 2010 ha espresso parere favorevole all'approvazione del bilancio di previsione 2011, formulando le seguenti osservazioni e raccomandazioni:

invita il Dirigente ad un accurato monitoraggio sulla situazione debitoria;

consiglia in merito ai residui attivi e passivi, un'accurata rideterminazione e gestione al fine di evitare il verificarsi di eventuali prescrizioni temporali principalmente riferite ai residui attivi, accelerando il piano di riscossione in modo particolare per quelli derivanti dai canoni di locazione;

suggerisce all'Azienda un'oculata gestione, al fine di mantenere in equilibrio il predetto bilancio, cercando di raggiungere gli obiettivi primari, di semplificazione, di razionalizzazione ed accertamento dell'evasione dei canoni al fine di evitare situazioni di contenzioso;

invita il Direttore Generale all'utilizzo dell'avanzo di amministrazione solo dopo l'effettiva certezza, rilevabile solo in sede di approvazione del rendiconto 2010;

consiglia l'Organo esecutivo di impegnare gradualmente le spese in bilancio al verificarsi dell'accertamento e della riscossione delle preventivate entrate;

il Dipartimento competente "Lavori Pubblici, Edilizia residenziale, Politica della casa" ha espresso previa istruttoria parere favorevole all'approvazione del bilancio di previsione 2011, condividendo le osservazioni e le raccomandazioni espresse dal Collegio dei Revisori, in particolare l'esigua entità degli incassi dei canoni e la difficoltà alla riscossione; n tal senso ha esortato l'Azienda ad un rapido recupero dei crediti a vario titolo ed a proseguire nella chiusura dei cantieri al fine di utilizzare economie;

il Dipartimento Bilancio e Patrimonio "Servizio Bilancio della Regione e degli Enti Strumentali e Società Partecipate" ha espresso parere favorevole per l'approvazione dello stesso formulando con nota n. 42788 del 13 dicembre 2010 le seguenti osservazioni e raccomandazioni agli organi dell'Azienda, da adottare in sede di chiusura dei conti per l'esercizio finanziario 2010 e, quindi, in sede di assestamento del bilancio 2011:

- l'avanzo di amministrazione presunto applicato all'esercizio 2011, pari ad euro 3.916.638,14 deve essere rideterrninato in relazione alla chiusura definitiva dei conti al 31 dicembre 2010 ed alle osservazioni di seguito specificate, soprattutto in ordine al riaccertamento dei residui attivi e passivi. Per tale motivo raccomanda la non utilizzazione della quota disponibile dell'avanzo fino a quando non sarà approvato il conto consuntivo 2010 dagli organi dell'Azienda;

- il livello dei residui, sia attivi che passivi, esposti nel bilancio 2011 continua ad essere rilevante. Per avere un'idea precisa sulla consistenza dei residui attivi, sulla esigibilità e sulla capacità di smaltimento annua, sarebbe necessario appurare l'anno di formazione degli stessi;

- si ribadiscono le raccomandazioni già effettuate in precedenza sulla assoluta necessità di una sollecita azione di recupero della morosità esistente. Tale raccomandazione, del resto, è stata già espressa dal Collegio dei Revisori e dal Dipartimento competente. A tal proposito, comunque, occorre evidenziare che il Direttore Generale dell'Azienda, nella relazione annessa al bilancio 2011, ha esposto gli obiettivi per il prossimo anno, tendenti, tra l'altro, al recupero della morosità dei canoni non pagati e ad un monitoraggio dei rapporti di locazione in essere, al fine di evitare che gli assegnatari degli alloggi disattendano gli impegni assunti;

- si invita l'Azienda ad effettuare un riesame approfondito dei residui passivi e quindi degli impegni assunti tempo per tempo nei diversi capitoli della spesa, soprattutto di quelli di più vecchia formazione; -verificare se sussistono o meno debiti nei confronti di terzi, in quanto ciò potrebbe condurre alla realizzazione di importanti economie di spesa, da cui il quadro complessivo dell'Azienda non potrebbe che trarre beneficio;

preso atto della deliberazione della Giunta regionale n. 833 del 21 dicembre 2010;

visto il parere favorevole della 2^ Commissione espresso nella seduta del 18 febbraio 2011 con le osservazioni ivi riportate;

delibera

di approvare il progetto del Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2011 dell'ATERP (Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale Pubblica) della provincia di Reggio Calabria, con allegati tutti i documenti richiamati in premessa che costituiscono parte integrante e sostanziale della presente deliberazione".

 (Tabelle)

 Proposta di provvedimento amministrativo n. 97/9^, recante: “Bilancio di previsione dell'Aterp della provincia di Crotone per l'anno finanziario 2011” (Del. n. 88)

"Il Consiglio regionale

visti:

la legge regionale 30 agosto 1996, n. 27 istitutiva delle Aziende Territoriali per l'Edilizia Residenziale Pubblica e successive modificazioni ed integrazioni;

la legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 recante "Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria" e, in particolare l'articolo 57 e successive modificazioni ed integrazioni; l'articolo 54, comma 5, lettera b), dello Statuto della Regione Calabria;

considerato che:

con deliberazione del Direttore Generale dell'ATERP (Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale Pubblica) della provincia di Crotone n. 272 del 3 settembre 2010 è stato approvato il progetto di bilancio di previsione della medesima Azienda per l'anno 2011;

il Collegio dei Revisori dei conti dell'Azienda nella seduta del 2 settembre 2010 ha espresso parere favorevole all'approvazione del bilancio di previsione 2011, formulando le seguenti osservazioni e raccomandazioni:

invita l'Azienda a proseguire nell'opera di messa a reddito degli alloggi in attesa di regolarizzazione al fine di aumentare le entrate dell'Ente;

considera prioritario e necessario per l'esercizio 2011, il recupero della morosità pregressa, già positivamente avviata dall'Azienda, al fine di incrementare le risorse finanziarie necessarie per interventi migliorativi degli alloggi stessi;

invita l'Ente per l'anno 2011 a monitorare gli incassi rateizzati tenendo le entrate sotto costante controllo e soprattutto a perseguire incessantemente nelle azioni di sfratto degli utenti morosi al fine di garantire un regolare incasso degli importi rateizzati;

rileva che dall'utilizzo di tutte quelle cospicue somme derivanti dall'accertamento delle economie a seguito della chiusura dei cantieri, l'Azienda avrebbe un sicuro giovamento in quanto le permetterebbe di intervenire sull'intero patrimonio;

consiglia un'attenta ed efficace programmazione delle entrate e delle spese;

il Dipartimento competente "Lavori Pubblici, Edilizia residenziale, Politica della casa" ha espresso previa istruttoria parere favorevole all'approvazione del bilancio di previsione 2011, rilevando che l'Azienda risente della mancata definitiva attuazione della tripartizione. Condivide, inoltre, le osservazioni già fatte dal Collegio dei Revisori ed in particolare la sollecitazione fatta all'Ente a proseguire nelle procedure di sfratto nei confronti dei morosi ed a monitorare gli incassi rateizzati;

il Dipartimento Bilancio e Patrimonio "Servizio Bilancio della Regione e degli Enti Strumentali e Società Partecipate" ha espresso parere favorevole per l'approvazione dello stesso formulando con nota n. 42791 del 13 dicembre 2010 le seguenti osservazioni e raccomandazioni agli organi dell'Azienda, da rendere operative sia in sede di chiusura dei conti 2010 e, quindi, di assestamento di bilancio 2011, che in sede di gestione del bilancio 2011:

- l'avanzo di amministrazione presunto applicato all'esercizio 2011, pari ad euro 286.760,24 deve essere rideterminato in relazione alla chiusura definitiva dei conti al 31 dicembre 2010 ed alle osservazioni di seguito specificate, soprattutto in ordine al riaccertamento dei residui attivi e passivi. Per tale motivo si raccomanda la non utilizzazione della quota disponibile dell'avanzo fino a quando non sarà approvato il conto consuntivo 2010 dagli organi dell’Azienda;

- il livello dei residui, sia attivi che passivi, esposti nel bilancio 2011 continua ad essere rilevante. Per avere un'idea precisa sulla consistenza dei residui attivi, sulla esigibilità e sulla capacità di smaltimento annua, sarebbe necessario appurare l'anno di formazione degli stessi;

- si ribadiscono le raccomandazioni già effettuate in precedenza sulla assoluta necessità di una sollecita azione di recupero della morosità esistente;

- per quanto riguarda i residui passivi si invita l'Azienda, fin da subito e, quindi, ancor prima della chiusura dei conti, ad effettuare un riesame approfondito degli impegni assunti tempo per tempo nei diversi capitoli della spesa, soprattutto di quelli di più vecchia formazione;

- verificare se sussistono o meno debiti nei confronti di terzi, in quanto ciò potrebbe condurre alla realizzazione di importanti economie di spesa, da cui il quadro finanziario complessivo dell'Azienda non potrebbe che trarre beneficio;

preso atto della deliberazione della Giunta Regionale n. 834 del 21 dicembre 2010;

visto il parere favorevole della 2^ Commissione espresso nella seduta del 18 febbraio 2011 con le osservazioni ivi riportate;

delibera

di approvare il progetto del Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2011 dell'ATERP (Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale Pubblica) della provincia di Crotone. con allegati tutti i documenti richiamati in premessa che costituiscono parte integrante e sostanziale della presente deliberazione".

(Tabelle)

Proposta di provvedimento amministrativo n. 98/9^, recante: “Bilancio di previsione dell'Aterp della provincia di Catanzaro per l'anno finanziario 2011” (Del. n. 89)

"Il Consiglio regionale

visti:

la legge regionale 30 agosto 1996, n. 27 istitutiva delle Aziende Territoriali per l'Edilizia Residenziale Pubblica e successive modificazioni ed integrazioni;

la legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 recante "Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria" e, in particolare l'articolo 57 e successive modificazioni ed integrazioni;

l'articolo 54, comma 5, lettera b), dello Statuto della Regione Calabria;

considerato che:

con deliberazione del Direttore Generale dell'ATERP (Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale Pubblica) della provincia di Catanzaro n. 496 del 6 settembre 2010 è stato approvato il progetto di bilancio di previsione della medesima Azienda per l'anno 2011;

il Collegio dei revisori dei conti dell'Azienda ha espresso parere favorevole all'approvazione del bilancio di previsione 2011, formulando le seguenti osservazioni e raccomandazioni:

ribadisce le raccomandazioni del precedente Collegio in ordine all'adozione di provvedimenti incisivi per proseguire l'azione di recupero della morosità esistente in ordine ai canoni di locazione;

invita l'Azienda a proseguire nella chiusura dei cantieri al fine di utilizzare le economie che ne derivano per gli investimenti ritenuti necessari e per aderire agli obiettivi indicati dal P.O.A. 2010;

rileva che i punti di criticità emersi dall'esame del bilancio di previsione per l'esercizio 2011 sono rappresentati principalmente:

a) dalla gestione dei canoni di locazione degli immobili le cui entrate non possono essere considerate adeguatamente remunerative a causa della loro esiguità;

b) dalle difficoltà che si incontrano in taluni casi per la puntuale riscossione dei canoni stessi;

c) dall'abusivismo accertato in ordine al possesso senza titolo di alloggi ERP;

d) dall'appostamento tra le entrate correnti per cassa di oltre 1.400.000,00 per crediti diversi; tuttavia, gli interventi attuati e la programmazione in essere hanno già realizzato risultati positivi per quanto attiene il recupero e la riscossione di morosità e la lotta all'abusivismo;

il Dipartimento competente "Lavori Pubblici, Edilizia residenziale, Politica della casa" ha espresso, previa istruttoria, parere favorevole all'approvazione del bilancio di previsione 2011, raccomandando l'ATERP ad impegnare gradualmente le spese in bilancio al verificarsi dell'accertamento della riscossione delle entrate preventivate; condivide, infine, le osservazioni e le prescrizioni fatte dal Collegio dei Revisori;

il Dipartimento Bilancio e Patrimonio "Servizio Bilancio della Regione e degli Enti Strumentali e Società Partecipate" ha espresso parere favorevole per l'approvazione dello stesso formulando con nota n. 42786 del 13 dicembre 2010 le seguenti osservazioni e raccomandazioni agli organi dell'Azienda, da rendere operative sia in sede di chiusura dei conti 2010 e, quindi, di assestamento del bilancio 2011, che in sede di gestione del bilancio 2011:

il disavanzo di amministrazione applicato all'esercizio 2011, risulta essere pari ad euro 1.194.601,85, leggermente inferiore a quello esposto negli ultimi tre esercizi finanziari anche se lo stesso, essendo presunto, dovrà essere rideterminato in sede di chiusura definitiva dei conti al 31 dicembre 2010, alla luce degli impegni, degli accertamenti, dei pagamenti e delle riscossioni che saranno effettuati nell'ultimo scorcio del corrente esercizio. Raccomanda, pertanto, fino a quando non sarà approvato il conto consuntivo 2010, di monitorare la spesa di carattere discrezionale, al fine di evitare un aumento del disavanzo per l'anno successivo;

il livello dei residui, sia attivi che passivi, esposti nel bilancio 2011 continua ad essere rilevante. Destano preoccupazione i 9,23 milioni di euro di residui attivi per i canoni di locazioni, inferiori a quelli esposti nell'anno precedente, pari a 14,26 milioni di euro. Nel merito ribadisce le raccomandazioni già effettuate in precedenza sulla assoluta necessità di una sollecita azione di recupero della morosità esistente;

per quanto riguarda i residui passivi invita l'Azienda, fin da subito e, quindi, ancor prima della chiusura dei conti, ad effettuare un riesame approfondito degli impegni assunti tempo per tempo nei diversi capitoli della spesa, soprattutto di quelli di più vecchia formazione;

verificare se sussistono o meno debiti nei confronti di terzi, in quanto ciò potrebbe condurre alla realizzazione di importanti economie di spesa, da cui il quadro complessivo dell'Azienda non potrebbe che trarre beneficio. Tali eventuali economie potrebbero, da un lato, riequilibrare l'impatto della minore entrata per morosità e, in ogni caso, ridurre di fatto il disavanzo esposto nel bilancio di previsione 2011;

 preso atto della deliberazione della Giunta regionale n. 835 del 21 dicembre 2010;

visto il parere favorevole della 2^ Commissione espresso nella seduta del 18 febbraio 2011 con le osservazioni ivi riportate;

delibera

di approvare il progetto del Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2011 dell'ATERP (Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale Pubblica) della provincia di Catanzaro, con allegati tutti i documenti richiamati in premessa che costituiscono parte integrante e sostanziale della presente deliberazione".

(Tabelle)

Proposta di legge numero 176/9^, recante “Modifiche ed integrazione alla legge regionale 34/2010” (Del. n. 90)

Art. 1

Modifica ed integrazione del 20 comma dell'articolo 13 della legge regionale

29 dicembre 2010, n. 34

1. Il comma 2, dell'articolo 13 della legge regionale legge regionale 29 dicembre 2010, n. 34 è sostituito dal seguente: "2. L'istanza di risoluzione anticipata di cui al comma 1, pena l'esclusione, deve essere presentata, per l'anno 2011, entro 30 giorni dalla pubblicazione della presente legge, mentre per gli anni 2012 e 2013, non prima del 10 ottobre e non oltre il 30 novembre dell'anno precedente, secondo le modalità contenute in apposito avviso pubblicato sul sito web della Regione Calabria dalle competenti strutture che amministrano le risorse umane degli enti di appartenenza. Per il personale di cui al successivo comma 12, per l'anno 2011 il termine di scadenza è fissato al 30 giugno."

Art. 2

Entrata in vigore

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Proposta di legge numero 177/9^, recante “Modifica all’articolo 9 della legge regionale 16 gennaio 1985, numero 4” (Del. n. 91)

Art. 1

Modifica all'articolo 9 della legge regionale 16 gennaio 1985, n. 4

1. L'articolo 9 della legge regionale 16 gennaio 1985, n. 4 è sostituito dal seguente:

"1. Al Difensore civico spetta il 25% dell'indennità fissa di funzione stabilita per i Consiglieri regionali.

2. L'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale è autorizzato a disciplinare contenuti limiti e modalità di corresponsione delle indennità accessorie (missioni e rimborsi spese) spettanti al Difensore civico,fermo rimanendo che le missioni dovranno essere autorizzate, di volta in volta, dal Presidente del Consiglio e che non compete indennità di missione e rimborso chilometrico nell'ambito del territorio regionale."

Art. 2

Entrata in vigore

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Ordine del giorno n. 13 del 29 marzo 2011 a firma dei consiglieri Gallo, Guccione, Mirabelli, Giordano, Magno, Talarico D., “Sull'attraversamento dell'elettrodotto Laino-Feroleto-Rizziconi nel territorio e nei centri abitati del comune di Montalto Uffugo”

“Il Consiglio regionale

premesso che

il territorio del Comune di Montalto Uffugo (CS), e segnatamente quello in cui ricadono le frazioni di Pianette e Lucchetta, è attraversato dal tracciato dell'elettrodotto Altomonte - Feroleto, segmento dell'elettrodotto a 380 Kv Laino – Feroleto – Rizziconi;

detto tracciato, opera della società Terna S.p.A., presenta notevoli incongruenze sotto il profilo della sicurezza e della salute pubblica, in quanto non in linea con la normativa vigente in materia;

tali incongruenze sono state fatte rilevare in più occasioni, attraverso lettere e delibere, dallo stesso Comune di Montalto Uffugo;

lo stesso Comune di Montalto Uffugo (CS), proprio in ordine alle sconvenienze di cui sopra, aveva affidato un incarico di consulenza tecnica all'ing. Giancarlo Spadanuda, la cui perizia finale rilevava come “l'ubicazione in altra zona dell'elettrodotto” si rendeva quanto mai necessaria, per ragioni “ingegneristiche, biologiche, sanitarie ed ambientali”;

agli atti della Regione Calabria non risulterebbe prodotta alcuna VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) né alcuna VAS (Valutazione Ambientale di Strategia);

una vistosa incongruenza è riscontrabile nella distanza del predetto tracciato con le abitazioni di centri abitati già richiamati (in alcuni tratti i cavi passano a meno di 50 metri da civili abitazioni), sebbene proprio il Ministero dell'Ambiente, con decreto n. 6102 del 2002, ne avesse avvertito la Terna S.p.A. della precipua rilevanza;

le effettive e palesi criticità riscontrabili nelle frazioni Pianette e Lucchetta di Montalto Uffugo (CS), peraltro già rilevate nel Dec. VIA/3062 del 1998, avevano indotto il Ministero dell'Ambiente a sostenere la necessità che si individuasse un nuovo tracciato;

nel dicembre del 2007, sulla base dell'accordo raggiunto al Ministero dell'Ambiente per la modifica del tracciato, la Società Terna S.p.A., con nota n. TE/B2887815783, presentava al Ministero dello Sviluppo Economico un'istanza di variante del tracciato dell'elettrodotto a 380 Kv che collega la S. E. di Altomonte (CS) e la S. E. di Feroleto (CZ);

il Ministero dello Sviluppo Economico, con nota n. 0003148 del 15 febbraio 2008, dava avvio al procedimento autorizzatorio relativo al progetto in variante presentato da Terna S.p.A., con formale richiesta al Ministero dell'Ambiente di pronuncia sulla compatibilità ambientale dell'opera;

la Commissione V.I.A., in ordine alla questione della compatibilità ambientale del progetto in variante presentato da Terna S.p.A., esprimeva dal suo canto un “Parere Interlocutorio Negativo”;

il progetto in variante presentato da Terna S.p.A. è stato regolarmente depositato presso la Regione Calabria, la Provincia di Cosenza ed i Comuni di Torano Castello, S. Martino di Finita, Rota Greca, Lattarico, S. Benedetto Ullano, Montalto Uffugo, S. Vincenzo La Costa, S. Fili e Rende, a seguito dell'autorizzazione ed alla comunicazione di avvio del succitato procedimento da parte del Ministero dello Sviluppo Economico in data 15.02.2008;

dal 2005, anno in cui è partita l'energizzazione dell'elettrodotto, molti sono i disturbi fisici, in forma generalizzata, che si sono riscontrati tra i residenti di centri abitati già richiamati, segno di un'attività nociva ed inquinante delle onde elettromagnetiche generate dai cavi dell'alta tensione;

è oltremodo dimostrata, da rilievi epidemiologici, l'aumentata incidenza di leucemie infantili ed altre patologie conseguenti all'esposizione a campi elettromagnetici;

nondimeno Terna S.p.A. non ha mai fornito documentazione sul “principio di precauzione” sull'elettromagnetismo formulato alla Conferenza Internazionale su Ambiente e Sviluppo di Rio de Janeiro (1992);

uno studio condotto dal prof. Luigi Maximilian Caligiuri, esperto di fisica ambientale presso l'inglese Wessex Institute of technology, proprio sui rischi connessi all'esposizione ai campi magnetici generati dai cavi dell'elettrodotto in questione, ha evidenziato seri elementi di criticità per la salute dei residenti;

preso atto che

la IV Commissione “Assetto e utilizzazione del territorio – Protezione dell'ambiente” del Consiglio regionale, nella seduta del 18 gennaio u.s., convocata per audire i rappresentanti istituzionali del Comune di Montalto Uffugo e quelli dei comitati civici impegnati nella battaglia per lo spostamento del tracciato dell'elettrodotto, ha valutato assolutamente fondate le preoccupazioni in ordine ai rischi per la salute derivanti dall'attraversamento del medesimo nei centri abitati prima richiamati;

in data 05.02.2011 si è svolto a Montalto un incontro fra l'amministrazione comunale ed una rappresentanza della predetta Commissione, nel quale si era unanimemente convenuto che in tempi ristrettissimi sarebbe stato interessato ufficialmente della vicenda il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti, che, a sua volta, avrebbe dovuto avviare un confronto con Terna ed il ministero competente;

invita la Giunta regionale:

ad assumere, anche alla luce delle risultanze delle audizioni svolte sulla questione presso la competente Commissione del Consiglio regionale, ogni utile, tempestiva e concreta iniziativa, nei confronti della società Terna S.p.A. e del Ministero dell'Ambiente, atta a conseguire il risultato di una modifica dell'attuale tracciato dell'elettrodotto ovvero di un interramento dei cavi – com'è previsto, tra l'altro, dal Piano energetico della Regione Calabria del 31 marzo 2005, nel caso di attraversamento in aree abitate – nel tratto che interessa il territorio ed alcuni centri abitati del Comune di Montalto Uffugo (CS), stante l'assoluta pericolosità del medesimo per la salute dei residenti;

a chiedere, perciò, con urgenza un incontro al ministro dell’ambiente, coinvolgendo all’uopo la stessa società Terna S.p.A. per affrontare risolutamente ed efficacemente la questione e far valere le istanze dei cittadini di Montalto Uffugo (CS)”.