RESOCONTO INTEGRALE
SEDUTA DI LUNEDI’ 31 GENNAIO 2011
PRESIDENZA
DEL PRESIDENTE FRANCESCO
TALARICO E DEL VICEPRESIDENTE ALESSANDRO NICOLO’
Presidenza del
Presidente Francesco Talarico
La seduta inizia alle
13,05
Legge il verbale
della seduta precedente.
(E’ approvato)
PRESIDENTE
Legge le comunicazioni.
(Sono riportate in allegato)
Legge le interrogazioni presentate alla Presidenza.
(Sono riportate in allegato)
E’ pervenuta risposta scritta alle seguenti interrogazioni: numero
26 del 28 luglio
(Sono riportate in allegato)
Possiamo dare avvio
all’ordine del giorno. Prima dare la parola all’onorevole Principe, volevo ricordare che le
interrogazioni a risposta immediata, che noi abbiamo già
provato nella seduta del
precedente Consiglio, verranno riprese integralmente, sia nella
parte di esposizione dei consiglieri sia nella risposta
della Giunta, da una web cam e saranno poi
inserite nel sito del Consiglio regionale.
Pregherei,
quindi, sia coloro che fanno le domande, sia gli assessori che rispondono di rispettare i tempi consentiti: due minuti
per presentare l’interrogazione, tre minuti per rispondere e un
minuto per la replica.
Pregherei anche i consiglieri regionali di stare seduti ai propri
posti, perché la prima ora del Consiglio regionale la dedicheremo alle
interrogazioni a risposta immediata. Per cui vorrei che il consigliere stesse nel proprio posto, presentasse l’interrogazione in maniera decorosa, in modo tale da
attendere la risposta della Giunta.
Nel frattempo che ci
prepariamo sulle interrogazioni, aveva chiesto di intervenire
il capogruppo del Partito democratico, l’onorevole Principe. Ne
ha facoltà.
Presidente, la ringrazio
per avermi dato la parola e le voglio chiedere se possiamo discutere, con una certa urgenza, una mozione
sul riparto del Fondo sanitario nazionale, a
firma modestissima del sottoscritto, degli onorevoli De
Masi, Ciconte e De Gaetano, che può essere condivisa dall’intero Consiglio perché è una mozione che vuole dare al nostro Governatore, o comunque a chi
rappresenterà
Con l’occasione, Presidente, la pregherei se durante la seduta ci convocasse al banco perché, a nostro
avviso, sulla sanità sarebbe opportuno fare un dibattito in Consiglio regionale.
E’ nostra opinione, infatti, che questo
settore così delicato, ove possibile, naturalmente
nel rispetto dei rispettivi ruoli, veda il Consiglio regionale nella sua
interezza impegnato a risolvere determinati
problemi. Quindi, riteniamo importantissimo
che si discuta in questa sede per trovare, eventualmente, un percorso che potrebbe anche essere condiviso.
L’ultima cosa, Presidente – mi
dispiace doverlo dire – : sono le 13,27: io la pregherei di fare osservare
l’orario di inizio delle sedute . Faccio un’autocritica, parlo per me: l’onorevole Principe si deve togliere il difetto di dare appuntamenti in Consiglio regionale in
prossimità dell’inizio dei lavori. Quando veniamo a Reggio per il Consiglio
regionale, indipendentemente dalla nostra provenienza geografica, dobbiamo impegnarci
per il Consiglio regionale.
La pregherei di fare osservare i tempi programmati.
Grazie.
Volevo dirle che gli appuntamenti che mi hanno fatto ritardare
l’inizio della seduta di Consiglio sono stati di consiglieri regionali, quindi
non appuntamenti extra e personali, assolutamente non mi appartiene questa caratteristica;
peraltro i miei appuntamenti li tengo fuori dall’Aula del Consiglio regionale,
nelle mie segreterie. Qui ci sono stati dei consiglieri regionali che mi hanno chiesto
determinate questioni ed ho voluto incontrarli prima di iniziare i lavori: è valso
per assessori, per consiglieri di maggioranza e di minoranza.
Sto cercando, fin dall’inizio della mia esperienza da Presidente
di questa Assemblea, di essere sempre puntuale, cercando di accorciare i tempi
il più possibile. Ci sono da diversi anni in questo Consiglio e mi sembra che, rispetto
agli aggiornamenti pomeridiani, eccetera, non ce ne siano stati; c’è stata
un’ora di ritardo tecnico, adesso è arrivata a un’ora e mezzo.
Mi impegno fin da adesso – ma questo vale per tutto il Consiglio
– ad evitare anche da parte dei consiglieri di tenere incontri, magari prima
della seduta, e di rinviare qualche discussione al termine della stessa. Quindi,
se ci sforziamo tutti di seguire questo criterio, io sono il primo a
rispettarlo e così la prossima seduta inizierà puntuale.
Aveva chiesto di intervenire sulla questione che riguarda
la sanità l’onorevole Presidente della terza Commissione,
Salerno. Ne ha facoltà.
Ho presentato
un ordine del giorno, che abbiamo comunicato e
di cui si è preso atto in Commissione, proprio
in merito al riparto del Fondo
sanitario nazionale, un ordine del giorno che, in pratica, va ad impegnare il Presidente
della Giunta regionale ad attivarsi per intervenire sul Governo e richiedere la
fissazione di criteri di riparto del Fondo sanitario nazionale basati anche
sugli indicatori della condizione socio-economica.
Pertanto chiedo di poter discutere quest’ordine
del giorno.
Poi, in merito alle interrogazioni a risposta immediata,
sul sito non era presente un’interrogazione a mia firma, però penso che lei abbia
già provveduto.
Rispetto all’interrogazione che lei ha
presentato, siccome l’ha presentata dopo che era già stato inviato l’ordine del
giorno del Consiglio, sarà messa in coda alla discussione delle interrogazioni
a risposta immediata, quindi dopo l’ultima interrogazione dell’onorevole Nucera.
Per quanto riguarda la questione sanità,
che poneva l’onorevole Principe, direi, appena arriva il Presidente della
Giunta regionale, di fare una pausa qui ai banchi della Presidenza, per vedere
se, quando e come organizzare questa seduta di Consiglio.
Per quanto attiene all’ordine del
giorno sulla sanità, siccome c’era una mozione che riguardava il disavanzo dei
fondi del servizio sanitario, l’assegnazione alla Calabria, direi, mentre andiamo
avanti con l’ordine del giorno, di vedere su questo argomento se ci possa essere
una mozione comune dell’intero Consiglio regionale da presentare al Presidente
della Giunta, perché la rappresenti ai tavoli del Governo nazionale.
Abbiamo concluso questa fase dei
preliminari e possiamo partire con la prima interrogazione a risposta
immediata.
Iniziamo con la prima interrogazione,
la numero
con legge regionale
21 agosto 2006, n. 7 (provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e finanziario – collegato alla manovra di
assestamento di bilancio per l'anno 2006 ai sensi dell'art. 3, comma 4, della
legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8), all'articolo 11, comma 5, è stato previsto
un contributo alle cooperative sociali che gestiscono beni confiscati alla
criminalità organizzata;
per l'annualità 2009
era stato previsto lo stanziamento sul bilancio regionale all’Upb 4.3.02.04, capitolo 43020402, la somma di euro
300.000,00, poi riportato come residuo passivo presunto nell'annualità
successiva sulla quale, a sua volta, veniva stanziata la somma di euro
300.000,00 per un totale complessivo delle due annualità di euro 600.000,00;
allo stato, i
contributi previsti non sono stati ancora erogati alle cooperative sociali
interessate, le quali operano con impegno in contesti socio-economici difficili
ad alta densità mafiosa;
diversi soggetti
gestori degli immobili confiscati, nonostante i vari solleciti al dipartimento
interessato, non hanno ricevuto alcuna rassicurazione sulla erogazione dei
contributi che rappresentano un valido supporto alle loro attività;
dalla lettura della
proposta bilancio di previsione 2011 risulta stanziata sul medesimo capitolo la
somma di euro 250.000,00 senza l'indicazione di residui passivi presunti;
pertanto, un mancato
provvedimento finalizzato all'impegno e alla liquidazione delle somme entro il
31 dicembre prossimo rischia di far venir meno le risorse previste nel bilancio
se effettivamente è
stata impegnata la complessiva somma di euro 600.000,00 stanziata sul bilancio
regionale 2010 all'Upb 4.3.02.04, capitolo 43020402,
e se sono state effettuate le dovute liquidazioni;
in caso contrario, quali iniziative si intendono intraprendere per sollecitare il dipartimento interessato perché compia, entro l'anno in corso, tutti gli atti consequenziali per l'impegno e la successiva liquidazione delle somme iscritte al bilancio regionale.”.
La parola all’onorevole Giordano.
E’ un’interrogazione che ho
presentato il 13 dicembre, parte dal collegato
alla finanziaria
regionale, la legge 7 del 2006, nella quale
era stato previsto un contributo per le cooperative sociali che gestiscono i beni
confiscati.
Mi pare che, coralmente, l’intera assise regionale,
tutte le forze politiche si siano espresse sulla importanza dell’assegnazione
della gestione e della valorizzazione dei beni confiscati come momento di
lotta, di contrasto che deve essere sempre più stringente verso la criminalità e
di segnale tangibile alla popolazione rispetto a questo.
Vado al punto: nell’annualità 2009, al capitolo
43020402, era stato previsto l’impegno di una somma di 300 mila euro, non
utilizzata, che aggiungendosi a quella dell’anno successivo, prevedeva un
totale di due annualità per 600 mila euro.
Al momento della presentazione dell’interrogazione, non
era stato né emanato né, tantomeno, era stato adottato alcun provvedimento amministrativo
per l’assegnazione e quindi per la concreta erogazione di queste somme alle cooperative
che, in regime di notevoli difficoltà, operando su territori ad alta densità
mafiosa, spesso anche subendo delle crescenti intimidazioni, comunque
garantivano e garantiscono il corretto utilizzo di questi beni, favorendo
spesso il fiorire di attività lavorative. Di attività che, da un lato, sono un
segnale tangibile della lotta concreta alla criminalità, dall’altro offrono
anche opportunità soprattutto a tanti giovani che si stanno impegnando.
Da notizie assunte, sembrerebbe che la mia interrogazione abbia stimolato il Dipartimento e l’assessorato, che avrebbe adottato un provvedimento di impegno il 30 dicembre.
Ora, vorrei sapere dall’assessore
Stillitani – che saluto e vedo adesso fare ingresso in Aula – se sono
stati adottati un provvedimento di impegno di spesa e il bando per l’assegnazione alle cooperative.
PRESIDENTE
La parola all’assessore Stillitani.
Le somme sono state tutte impegnate con un decreto del 30
dicembre del 2010, per cui sostanzialmente la paura di perdere i finanziamenti non c’è. E’ chiaro che, dopo il decreto di
impegno, si procederà a completare tutta la procedura per le varie erogazioni.
Tutto sta procedendo secondo quanto previsto dalle norme
di buona gestione.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Giordano.
Prendo atto dell’ufficialità della notizia dell’impegno di
cui già avevo avuto notizia. Lo spirito dell’interrogazione era di stimolare e
di vigilare
su una questione – ripeto – strategica,
importante nella lotta contro la criminalità.
Voglio sollecitare l’assessore a procedere con
il bando e con gli altri adempimenti, in modo tale che le cooperative
siano messe nell’effettiva possibilità di operare e che vi sia un segno
concreto e tangibile che
PRESIDENTE
E’ conclusa la prima interrogazione.
Andiamo avanti con
l’ordine del giorno, l’interrogazione numero
con Regolamento
regionale n. 11 del 4 agosto 2009 (Compartecipazione alla spesa sanitaria -
Ticket) sono state introdotte e disciplinate le modalità di compartecipazione
alla spesa sanitaria da parte dei cittadini, ovunque residenti, che
usufruiscono di prestazioni nelle strutture pubbliche e private presenti nel
territorio regionale;
all'art. 4 del
suddetto Regolamento sono indicati i soggetti che sono esentati dal pagamento
della quota di partecipazione alla spesa sanitaria e, in particolare, alla
lettera c) vengono individuati, esclusivamente, gli invalidi civili al 100% per
lavoro, cioè i soggetti rientranti nella 1° categoria, codice S01(ex. Art. 6,
comma 1, lett. c, del D.M. 1.02.1991);
ai sensi del
predetto Regolamento non sono esentati dal pagamento della quota di
partecipazione alla spesa sanitaria i soggetti invalidi per servizio
appartenenti alle categorie dalla 2° all'8°, codici S02, S03 (ex. Art. 6, comma
1, lett. c, e comma 2, lett. d, del D.M. 1.02.1991);
con Decreto del
Presidente della Giunta regionale (nella qualità di commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dai disavanzi
del settore sanitario della Regione Calabria, nominato con delibera del
Consiglio dei ministri del 30 luglio 2010) n. 19 del 25 ottobre 2010 è stato
modificato il Regolamento n. 11/2009, esclusivamente, nella parte relativa
all'esenzione dal pagamento della quota di partecipazione alla spesa sanitaria
in base al reddito (art. 4, comma 1, lett. d);
gli invalidi per
servizio appartenenti alle categorie dalla 2° all'8°, codici S02, S03 (ex. Art.
6, comma 1, lett. c), e comma 2, lett. d), del D.M. 1.02.1991) sono affetti da
gravi patologie invalidanti e dovrebbero avere diritto all'esenzione dal
pagamento del ticket, a maggior ragione se si considera la circostanza che
l'invalidità è avvenuta per causa di servizio;
nelle altre Regioni,
pur con deficit nel sistema sanitario, quali
se ritiene
opportuno, nella sua qualità di commissario ad acta
per l'attuazione del piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario della
Regione Calabria, nominato con delibera del Consiglio dei Ministri del 30
luglio 2010, introdurre una modifica all'art. 4, lett. c), del Regolamento
regionale n. 11 del 4 agosto 2009 (Compartecipazione alla spesa sanitaria - Ticket)
per comprendere tra i soggetti che sono esentati dal pagamento della quota di
partecipazione alla spesa sanitaria anche gli invalidi per servizio
appartenenti alle categorie dalla 2° all'8°, codici S02, S03 (ex. Art. 6, comma
1, lett. c, e comma 2, lett. d, del D.M. 1.02.1991)”.
La parola
all’onorevole Nucera.
Volevo evidenziare che questa interrogazione ha lo scopo di far conoscere i motivi per cui, nonostante sia stato preso in degna considerazione il regolamento regionale numero 11 del 4 agosto 2009 sulla compartecipazione alla spesa sanitaria – ticket, per capirci – non sono state introdotte modalità che escludono alcune categorie, in modo particolare l’articolo 4 del suddetto Regolamento, “sono esentati dal pagamento della quota di partecipazione alla spesa sanitaria le categorie previste alla lettera c)”, cioè che vengono individuati esclusivamente gli invalidi civili al 100 per cento per lavoro, cioè i soggetti rientranti nella prima categoria del codice S01 di cui all’articolo 6, comma 1, lettera c), del decreto ministeriale 1 febbraio 1991.
Quindi, ai sensi di questo regolamento, non sono esentati dal pagamento della quota di partecipazione della spesa sanitaria i soggetti invalidi per servizio, che appartengono alla seconda categoria, all’ottava categoria, con i codice S2 e S3.
C’è stata recentemente una modifica della legge numero
Considerato
che gli invalidi per servizio, appartenenti alla categoria
dalla 2 all’ottava e ai codici S02 e S03, sono affetti da gravi patologie invalidanti, dovrebbero avere anche questi, a mio
avviso, il diritto all’esenzione dal pagamento del ticket, a maggior ragione perché invalidi per ragioni di servizio, cioè per
aver prestato la loro attività al servizio della pubblica amministrazione o
delle attività parapubbliche in generale.
Quindi, da una parte, riconosciamo l’aggravamento di una
malattia, però dall’altra diciamo loro: “Dovete rimborsarci i soldi”!
L’interrogazione tende a far evidenziare al signor Presidente
che c’è una necessità di equità sociale da ristabilire in rapporto a particolari
categorie di soggetti, di cui si richiede anche l’inserimento nel nuovo regolamento
della non pagabilità, cioè di poter usufruire dei benefici
sull’esenzione dal pagamento del ticket.
PRESIDENTE
La parola al Vicepresidente.
La nuova normativa sulla compartecipazione della spesa sanitaria ha riguardato solo la revisione all’esenzione per
reddito.
Le esenzioni relative all’invalidità per patologie sono rimaste immodificate e, pertanto, normate
dal regolamento approvato con delibera di Giunta regionale del 5 maggio 2009,
la 247.
All’epoca si era ritenuto di prevedere l’esenzione per invalidità
solo per i grandi invalidi, quindi invalidi civili al 100 per cento, e sono
stati esclusi gli invalidi civili con percentuali inferiori all’80 per cento.
Quindi, la decisione di riconsiderare le esenzioni per
le predette categorie comporta, ovviamente, una revisione in toto della normativa
regionale del 2009, da valutare all’interno degli adempimenti del Piano di
rientro.
Il commissario straordinario Scopelliti, comunque, nei
prossimi giorni al tavolo Massicci si farà carico di verificare eventuale ampliamento
di esenzioni non solo per gli invalidi, ma eventualmente anche ad altre categorie
oggi non comprese.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Nucera.
Dire che sono soddisfatto è un po’ eccessivo, tuttavia prendo atto degli intenti di buona volontà con un’ulteriore raccomandazione: quando
noi parliamo di categorie per l’esenzione dai ticket, parliamo sempre di fasce che rivestono particolare
condizione sociale. Per cui, al di là del
tecnicismo con cui vengono riconosciute – perché parliamo
di elementi tecnici – le malattie molte volte
da parte delle Commissioni mediche
invalidanti, noi dobbiamo anche considerare quella che è la condizione sociale di chi è chiamato ad essere riconosciuto tale. Non tutte le malattie – ma
questo lo dicono gli stessi operatori sanitari che riconoscono il grado dell’invalidità – hanno lo stesso effetto
nell’ambito familiare, nell’ambito sociale,
nell’ambito dell’impatto con
l’ammalato.
Per cui un’esenzione generale non è un “vogliamoci tutti bene”, ma è una necessità
di risposta sociale che una Regione che guarda all’uomo, ai suoi bisogni, a una
società calabrese che purtroppo ha un reddito
pro capite non molto alto, nel
quadro generale del benessere dei territori
europei, non può non tenere conto.
Perciò la risposta che mi è stata
fornita chiude proprio con un auspicio. Il suo auspicio mi tende a dire che
sono ottimista rispetto all’immediato futuro, però l’ottimismo dovrà pur camminare sulle gambe della buona volontà:
rivediamo questa pagina dei ticket, rivediamola in positivo, guardando
alla gente e non ai conti e ai bilanci.
Andiamo
avanti con la numero
con legge regionale
n. 41 del 5 novembre 2009, n. 41 (Norme per l'istituzione e la disciplina del
servizio civile in Calabria) è stato costituito nella nostra Regione il
servizio civile volontario, quale espressione di politiche di solidarietà
sociale, al fine della promozione dei diritti fondamentali della persona;
il servizio civile
volontario costituisce una delle più alte forme di partecipazione democratica e
l'art. 11, comma 1,
della legge regionale n. 41 del 5 novembre 2009, n. 41 (Norme per l'istituzione
e la disciplina del servizio civile in Calabria) prevede che
l'art. 11, comma 2,
della suddetta legge regionale stabilisce che
alla mancata
organizzazione della Conferenza regionale sul servizio civile è conseguita la
mancata predisposizione della proposta del programma triennale che disciplina
le attività previste nell'ambito del servizio civile regionale, ciò lasciando,
di fatto, inattuata la legge regionale -:
se e quando intende
organizzare
La parola
all’onorevole Nucera.
Una delle poche leggi positive che
L’articolo 11 di questa legge
e, ancora prima, l’articolo 7, prevede che
Allora, al signor Presidente
della Giunta regionale abbiamo chiesto quando, di concerto con l’assessore
delegato al ramo, intende avviare questa Conferenza programmatica, che è tanto
attesa da tutte le associazioni di volontariato, da tutte le associazioni che
si occupano di servizio civile e da quanti vogliono in questo settore dare una
loro testimonianza di cittadinanza attiva, come spesso si chiede alla cosiddetta
società civile.
PRESIDENTE
Risponde l’assessore
Stillitani.
Questa Conferenza dovrebbe, di fatto, stabilire quello che è il programma di attività, ma per fare ciò,
è necessario avere anche le risorse. Devo prendere atto che, però, risorse nel bilancio
per questo genere di attività non ce ne sono o sono estremamente limitate.
Quindi, magari,
Poi, c’è un altro adempimento che ritengo debba essere
espletato, che è quello di eliminare dalla legge stessa alcune incongruenze,
alcune imperfezioni, su cui stiamo lavorando: per esempio, all’articolo 8 sono
citati genericamente tutti i soggetti destinati del servizio civile, dagli
istituti di credito alle associazioni di volontariato, ai Centri Servizi per il
Volontariato (Csv) e agli istituti di credito,
istituti di credito che di fatto non potrebbero esserci perché hanno scopo di
lucro, e questo andrebbe precisato.
Un’altra cosa che è necessaria è all’articolo 9, comma
3, che rinvia alle linee-guida dell’articolo 4; solo che, andando a leggere l’articolo
4, queste linee-guida non ci sono.
Con l’occasione della Conferenza, credo che come Giunta ci faremo anche promotori di una rettifica di
queste imperfezioni della legge, per dar modo,
nel momento
in cui si avvia il Piano, di poter partire nella perfetta legittimità
e nella perfetta trasparenza, per dare la
giusta risposta che tutti i cittadini calabresi aspettano da questa legge. Un’altra considerazione che va fatta è questa: la legge
si affianca al servizio civile nazionale – e qui parliamo di servizio civile regionale
– che, però, destina sempre meno risorse in generale alle Regioni, in particolare alla Regione
Calabria, tant’è vero che dai 900 posti del 2007
si è passati ai 347 posti del 2010.
Quindi, di fatto, questa legge potrebbe anche sopperire, se adeguatamente
finanziata, alla sempre maggiore diminuzione delle risorse messe a disposizione
da parte del Governo centrale proprio per l’attività di servizio civile nella
nostra regione.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Nucera.
Mi posso considerare parzialmente soddisfatto,
prendiamo atto che non c’è un euro in Italia e nella Regione
Calabria, per cui questo può essere un motivo,
ma non credo sia sufficiente per dare una risposta concreta ai tanti organismi
che nel nostro territorio svolgono un’attività meritoria dal punto di
vista del volontariato, dal punto di vista dell’impegno, della passione, della partecipazione e della volontà di contribuire ad essere – come dicevo prima – soggetti attivi della nostra
azione. Tuttavia, organizzare una Conferenza,
magari come prevede la legge, con il coinvolgimento delle autonomie locali, non credo che necessiti
di chissà quali grandi fondi o di quali grandi spese di bilancio.
Per cui è indispensabile dare una risposta
immediata, se non altro di disponibilità politica. Prendo atto che mi si dice
che si era già individuato il mese di marzo per la realizzazione di questa Conferenza, tuttavia credo che sia un fatto importante anche sul
piano del confronto, sul piano della dialettica del confronto, che è sempre
utile per eventuali strategie da mettere in campo per il futuro.
Prendo atto di quanto riferito e
mi auguro che questa interrogazione abbia
sortito l’effetto di capire che c’è un substrato sociale molto importante della nostra
regione che vive questo malessere di non partecipazione e di non coinvolgimento.
Andiamo avanti. Interrogazione
a risposta immediata numero
presso il centro di
riabilitazione del presidio ospedaliero di Lamezia Terme viene svolto, fra gli
altri, anche un servizio di logopedia che interessa una utenza numerosa;
da tempo, a causa
della indisponibilità dell'attuale titolare, il servizio, salvo un periodo di
appena due settimane, è stato sospeso;
tale carenza ha
determinato una lunga fila di attesa per i bambini interessati e solo dopo
varie proteste delle famiglie si provvedeva alla nomina di una nuova
logopedista, la quale avrebbe dovuto prendere servizio sin dal 21 ottobre
scorso, ma a tutt'oggi la terapia non è stata attivata;
la situazione
descritta ha provocato uno sconforto per decine di famiglie, le quali, per non
far mancare le necessarie terapie, sono costrette a sobbarcarsi oneri
finanziari ricorrendo a medici e strutture private;
le numerose proteste
nei confronti del commissario dell’Asp di Catanzaro, competente per territorio,
non hanno sortito alcun effetto e il perdurare di tale mancanza può
pregiudicare in maniera irreversibile lo stato di salute dei bambini
interessati -:
se il servizio di
logopedia del centro di riabilitazione presso il presidio ospedaliero di
Lamezia Terme risulta attualmente sospeso;
se effettivamente si
è proceduto alla nomina di una nuova logopedista e le motivazioni per le quali
non è stato ancora attivato il servizio;
quali iniziative
intende intraprendere, anche nei confronti del Commissario dell'ASP di
Catanzaro, perché sia riattivato con urgenza il servizio di logopedia presso il
centro di riabilitazione del presidio ospedaliero di Lamezia Terme”.
La parola
all’onorevole Giordano.
E’ un’interrogazione presentata il
23 dicembre, momento in cui il servizio di logopedia del presidio ospedaliero di Lamezia, per l’indisponibilità del titolare, era stato sospeso, creando gravissimo nocumento ai tanti fruitori che – voglio ricordare – sono bambini, quindi una fascia delicata che è rimasta
per tante settimane nell’impossibilità di ricevere le necessarie terapie.
Ho preso atto con soddisfazione
che, dopo il mio intervento, sebbene siano trascorse alcune settimane,
il problema è stato risolto.
La mia interrogazione è per sottolineare come la nostra
è un’attenzione al territorio regionale nel suo complesso, e sempre indirizzata
a stimolare, ad incalzare la soluzione dei problemi che sono tanti e tali, soprattutto
nella sanità.
Voglio raccomandare alla Giunta, al commissario che non
è in Aula stamattina, il governatore Scopelliti, che simili situazioni non si
devono verificare nel futuro, soprattutto quando a farne le spese sono delle
fasce svantaggiate, le fasce più deboli, l’infanzia.
Ho dichiarato già la mia soddisfazione per la soluzione
del problema, ma vorrei sentire la risposta anche su quali misure si intendono adottare
affinché non si verifichino nel futuro simili interruzione di servizi che sono
vitali per la popolazione.
PRESIDENTE
Risponde
Tale carenza è stata frutto, purtroppo,
dell’inosservanza
di un ordine di servizio, perché la componente dell’équipe
socio-psico-pedagogica con qualifica di logopedista, a un certo punto,
si è allontanata, anche senza autorizzazione,
dalla posizione a cui era stata
assegnata. Poi, ovviamente, il direttore generale e il direttore sanitario hanno provveduto
a redarguire, ci sono stati dei tentativi di inviare attraverso mobilità
d’ufficio anche una nuova logopedista proprio dal servizio di neuropsichiatria
infantile di Catanzaro, continuando però a comportare disagi.
Nel mese di dicembre la componente è stata redarguita e,
di conseguenza, l’azienda ha convocato i genitori per informarli che il
servizio sarebbe ripreso, quindi la signora addetta al servizio finalmente ha deciso
di svolgere la propria attività, ci ha dato conferma che il servizio potrà riprendere
ed abbiamo rassicurato i cittadini che, purtroppo, sono stati coloro che hanno subìto
il disagio.
PRESIDENTE
Onorevole Giordano, prego.
Solo una breve replica, per puntualizzare ancora una volta come non sia tollerabile che si possano verificare simili situazioni. Ripeto la soddisfazione perché il problema si è superato.
La raccomandazione è che non si verifichino più simili cose e non è accettabile che la dirigenza dei dipartimenti e delle stesse Asp possa tollerare che, arbitrariamente, si consenta l’interruzione di questi servizi. Faccio, quindi, una ulteriore sollecitazione ad affrontare e vigilare concretamente, perché non si assista più a simili cose.
Interrogazione numero
il sistema
trasfusionale calabrese risulta, a tutt'oggi, regolato dal Piano Sangue e
Plasma Regionale, emanato con deliberazione 25 febbraio 1993, n. 229;
nel corso degli anni
la materia ha subito profondi cambiamenti, sia dal punto di vista sanitario,
che normativo; nel 2005, infatti, è stata emanata
il raggiungimento
dell'autosufficienza regionale di sangue, plasma e componenti emoderivati,
nonché il conseguimento dei più alti livelli di sicurezza nel processo della
donazione e della trasfusione di sangue rappresentano un obiettivo prioritario,
indicato anche dalla Legge 219/2005, che può essere raggiunto solo attraverso
un Piano Sangue e Plasma moderno ed efficiente;
inoltre, la nuova
riorganizzazione della rete ospedaliera sul territorio calabrese, prevista dal
Piano sanitario di rientro, rende ineludibile la necessità di un nuovo Piano
Sangue e Plasma, che assicuri, oltre all'autosufficienza, un forte
coordinamento regionale e il superamento delle criticità dei servizi trasfusionali
presenti in alcune zone della nostra Regione -:
se e in che tempi
intende predisporre un nuovo Piano Sangue e Plasma Regionale che permetta il
raggiungimento dell'autosufficienza regionale e riorganizzi, tenendo conto del
riordino della rete ospedaliera effettuato sul territorio calabrese, l'intero
settore trasfusionale.”
La parola
all’onorevole Nucera.
Il sistema trasfusionale calabrese
oggi è regolato da una delibera di Giunta regionale del 25 febbraio del
1993, esattamente
quasi vent’anni, la numero 229.
Tutto il sistema trasfusionale italiano
ha subìto delle trasformazioni da allora, tanto che nel 2005 è stata emanata
una nuova legge, la numero 219, che contiene nuove discipline sulle attività. La legge regionale
del 1993 è, ovviamente, superata.
Dobbiamo dare atto che nella
scorsa legislatura, con la delibera numero
327, è stata sancita la nuova riorganizzazione del sistema del settore trasfusionale, che si richiama a quelli
che sono i princìpi dettati dalla Legge nazionale
numero 219 del 2005.
Quindi, predisponendo questa delibera, si è avviata di
fatto la possibilità di elaborare il
nuovo Piano sangue e plasma regionale.
Ora, siccome tutta la materia che
porta dal livello nazionale al livello regionale la trattazione di un argomento
così delicato, perché afferisce non solo la salute dell’uomo, ma la sicurezza
dei cittadini e anche i donatori e quanti offrono
il loro sangue per il fabbisogno, e visto che
la legge stessa richiama l’autosufficienza delle Regioni, noi vorremmo che nel quadro generale di riorganizzazione
dei sistemi ospedalieri – è una fase questa di
avvio di un nuovo sistema ospedaliero fra ospedale spoke, ospedale hub, chiusura e
apertura di nuovi ospedali – il Piano sangue diventasse un punto centrale nel
dibattito complessivo della nostra regione, proprio perché c’è la necessità di riadattare i nuovi centri del
sangue e, quindi, dei derivati del plasma in generale alla necessità
dell’autosufficienza, cosa che invece ci appare non stia avvenendo. Anzi su
questa materia dobbiamo registrare un certo freno del dipartimento interessato,
rispetto al dipartimento che è stato anche costituito sul Piano sangue e Piano
plasma.
La sollecitazione è più una raccomandazione al Presidente
in qualità di commissario della sanità, perché al più presto possa essere
avviato questo processo di riorganizzazione, anche attraverso un nuovo Piano
sangue e plasma per la nostra Calabria.
PRESIDENTE
Risponde
Con delibera di Giunta
del 19 novembre 2010, la numero 740,
è stato approvato quest’atto di natura programmatoria e in
quest’atto si constata che nel 2009 la produzione totale di unità di globuli
rossi è stata di 63.387, con una produzione media di 30,8 unità per mille abitanti
ed un incremento, dunque, dell’1 per cento rispetto al
Pertanto la raccolta dei globuli rossi in Calabria dovrà
essere pari a circa 64.570 unità.
Questa programmazione, ovviamente, mira ad assicurare l’autosufficienza
regionale per quanto attiene ai globuli rossi, anche se bisogna sottolineare
che essa è sostenuta soprattutto nella città di Catanzaro, Lamezia Terme e Reggio
Calabria, con circa 31 mila unità di globuli rossi.
Tale attività, dunque, ha consentito la produzione di
20.852 flaconi di albumina al 20 per cento e un consumo medio stimato di 98.832
flaconi.
Per aumentare la raccolta di sangue al fine di ridurre
il divario su indicato proprio da questa delibera di Giunta del 2010, si è
stabilito che i commissari delle aziende sanitarie dovranno incrementare la raccolta di plasma di
categoria A, proprio con l’istituzione di stazioni di raccolta nei presidi ospedalieri
con sedi nelle strutture trasfusionali. Ciò verrà realizzato utilizzando i
fondi resi disponibili dalla Legge numero 219 del 2005.
Inoltre, è stato già attivato, a livello regionale, un sistema
di raccolta del consumo dei farmaci di plasma derivati, attraverso la raccolta
dei dati e il monitoraggio continuo di tutte le farmacie ospedaliere che
consentirà di verificare l’appropriatezza prescrittiva.
Quindi, al fine di garantire e tutelare questa attività,
seppure in ritardo, lo schema della convenzione della Regione Calabria e le associazioni
di donatori ai sensi dell’articolo 6 della Legge numero 219, sostiene la promozione
della donazione volontaria e di una informazione corretta ai cittadini, la formazione
dei donatori, il sostegno alle attività gestite dalle associazioni e dalle
federazioni e quindi il miglioramento della tutela della salute del donatore.
Dunque si fa presente che l’approvazione delle tre reti
assistenziali, previste dal decreto numero 18 del 22 ottobre 2010, contempla, tra
l’altro, negli ospedali distrettuali la possibilità di istituire punti di
prelievo che potranno portare ad un ulteriore incremento delle donazioni.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Nucera.
Prendo atto che c’è un interessamento, anche i dati che lei ha sciorinato rispondono alla realtà, effettivamente c’è un interesse e anche una professionalità da parte dei centri preposti. Tuttavia devo rilevare che la trasformazione sul piano del sistema della rete ospedaliera calabrese oggi richiede un’azione più incisiva di intervento, se non altro per la programmazione futura.
Avere un Piano regionale del sangue prima dell’effettiva programmazione
consente non solo di avere gli strumenti che
portano all’autosufficienza, ma anche, in contemporanea, ad adattare il programma ai nuovi ospedali e non
i nuovi ospedali al programma. Questo sta
a significare che noi
possiamo fare un’azione molto più incisiva e molto più equilibrata sul piano
della risposta reale che i cittadini si
aspettano in un settore delicato e che in Calabria –
ahimè, dobbiamo anche dirlo con grande sofferenza – funziona in negativo, perché
avremmo voluto che i cittadini non avessero bisogno di sangue.
Comunque
le cose che ci dice ci convincono, andiamo
avanti insistendo sulla necessità di avere un nuovo Piano sangue.
Interrogazione a risposta immediata n.
l'Associazione
diabetici Fand Calabria "Diabaino
Vip Vip dello Stretto" Onlus è un'associazione
nata nel 1999, con l'obiettivo di divulgare la conoscenza della patologia
diabetica, creando un movimento di pensiero nei confronti del Diabete Mellito,
e di fermare le migrazioni sanitarie sud -nord che implicano disagi ai
pazienti, ai familiari e costi eccessivi alle Aziende Sanitarie di appartenenza;
la legge regionale
21 agosto 2006, n. 7 (Provvedimento Generale recante norme di tipo ordinamentale e finanziario - collegato alla manovra di
assestamento di bilancio per l’anno 2006, ai sensi dell'art. 3, comma 4, della
Legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8) ha autorizzato
nel bilancio di
previsione 2011 non è stata stanziata alcuna somma per il finanziamento della
suddetta convenzione;
l'Associazione
diabetici Fand Calabria "Diabaino
Vip Vip dello Stretto" Onlus svolge un ruolo
rilevante per la nostra società e di ausilio al sistema sanitario, svolgendo
attività di educazione sanitaria e di assistenza ai soggetti affetti da
patologia diabetica e alle loro famiglie, finalizzate al raggiungimento
dell'autogestione della malattia -:
se intende prorogare
la convenzione tra
La parola all’onorevole Nucera.
Si tratta dell’associazione diabetici Fand Calabria “Diabaino Vip Vip dello Stretto” onlus. E’ un’associazione nata nel 1999,
forse è la prima del settore che abbiamo avuto in Calabria.
Si occupa della prevenzione, diffusione e sostegno agli ammalati
diabetici.
Mi fa piacere notare che, anche recentemente, è stato
presentato un progetto di legge da parte di alcuni colleghi, Pacenza primo firmatario, proprio per sostenere queste
attività.
Il Governo regionale, la scorsa legislatura, in sede di approvazione
del bilancio nel 2006, aveva approvato una convenzione con questa associazione “Diabaino Vip Vip”, che conta – dobbiamo pur dirlo – in tutta
Questa convenzione non è stata, purtroppo, rifinanziata.
Questo è un fatto negativo che incide profondamente anche su queste
associazioni di volontariato, che bene operano nella nostra regione e che,
forse, meriterebbero un’attenzione diversa, considerato che l’esigua somma che
era stata oggetto della convenzione, cioè 15 mila euro, a fronte di qualsiasi difficoltà
sociale si possa registrare nella nostra regione, si possono sostenere e vi si
può dare veramente seguito.
Ecco, l’interrogazione è proprio questa, sapere cosa in alternativa
il Governo regionale cerca di porre in essere per creare una politica di prevenzione
vera al territorio, in attesa che ci sia un Piano sanitario regionale adeguato
e strutturato secondo le esigenze della nostra Calabria.
PRESIDENTE
Risponde
L’articolo 12 della legge regionale del 21 agosto 2006, collegata
alla manovra di assestamento di bilancio del 2006, autorizzava
Il sostegno ha trovato copertura in bilancio fino al
2008, già dal 2009 non è stato più finanziato. Dunque, si tratta di un servizio
prevalentemente di promozione della salute e consulenza, avente un carattere di
sperimentalità che, però, non ha trovato copertura
nell’annualità 2010 e neanche per quella del 2009 e quindi, di conseguenza,
viste le ristrettezze del bilancio 2011, neanche per quest’anno.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Nucera.
Tutto ciò che lei dice è giusto, però vorremmo che i buoni esempi fossero seguiti. Questo era un buon esempio avviato e ci saremmo aspettati da questo Governo, senza dubbio, un sostegno maggiore.
Io ripeto e confermo che, al di là di quella che può essere l’interrogazione, c’è un problema sociale rilevante
che, a mio avviso, deve essere assolutamente preso in considerazione per l’immediato futuro anche attraverso una convenzione o
un sostegno alle strutture esistenti nei nostri territori, al fine di non far
cadere o non far morire nel nulla la passione di molti volontari specialisti della materia – quando parlo di volontari,
non mi riferisco a personaggi o persone improvvisate, ma a professionisti, a
medici affermati – , persone che volontariamente hanno messo a disposizione con
generosità la loro professionalità per venire incontro alla prevenzione di queste
malattie.
Interrogazione a risposta immediata numero 85 del 26 gennaio
la stessa Commissione ha avviato un'attività di
monitoraggio dei presidi sanitari, anche mediante sopralluoghi nelle strutture,
e proceduto con le audizioni dei commissari delle Aziende sanitarie provinciali
e delle Aziende ospedaliere senza sovrapporsi al ruolo del Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro e, anzi,
svolgendo funzioni complementari e di supporto;
si ha mera ed informale notizia di invio alla
Delegazione romana, o di deposito presso la medesima Delegazione romana, di una
disposizione di servizio per l'acquisizione della documentazione sanitaria
concernente il Piano di rientro dal disavanzo del Servizio sanitario della
Regione Calabria e, nello specifico, della delibera adottata dal Consiglio dei ministri
nella seduta del 30.07.2010, con la quale si è proceduto alla nomina del
Commissario ad acta del Presidente pro tempore della
Regione Calabria nonché della successiva delibera adottata dal Consiglio dei ministri
nella seduta del 04.08.2010, con la quale si è provveduto alla nomina dei due
sub-commissari per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore
sanitario della Regione Calabria;
se è a conoscenza delle
circostanze illustrate in premessa;
se la fonte che ha originato la richiesta sia
legittimata a produrre simili atti.”
La parola all’onorevole Salerno.
Ho avuto una notizia informale circa l’invio alla delegazione romana del Consiglio di una disposizione di servizio per
l’acquisizione
della documentazione sanitaria concernente il Piano di rientro del disavanzo del servizio sanitario della Regione Calabria e, nello specifico, della delibera adottata dal Consiglio dei ministri
nella seduta del 30 luglio 2010, con
la
quale si è proceduto alla nomina del commissario ad acta del Presidente pro tempore della Regione Calabria, nonché dei due subcommissari, nonché
della successiva delibera adottata dal Consiglio dei ministri.
Vorrei capire,
in pratica, se lei, in qualità di Presidente del Consiglio, è a conoscenza
delle circostanze che ho appena illustrato e se chi ha generato questa
disposizione di servizio sia legittimato a procedere a simili atti.
Rispondo io a questa interrogazione, visto che riguarda personale
dipendente del Consiglio regionale.
In data 14 gennaio, con protocollo numero 2528, la dirigente
del servizio della terza Commissione permanente, la dottoressa Lucia Caccamo, ha autorizzato la dipendente dottoressa Giovanna Cannizzaro di categoria D a prestare servizio, a far data
dal 17 gennaio 2011 al 28 gennaio 2011 presso la sede della delegazione romana
sita in via dei Bergamaschi a Roma.
La motivazione del dispositivo riguardava l’acquisizione
della documentazione sanitaria concernente il Piano di rientro del disavanzo
del servizio sanitario della Regione Calabria e, nello specifico, della delibera
adottata dal Consiglio dei ministri nella seduta del 30 luglio 2010, con la
quale si è proceduto alla nomina del commissario ad acta
del Presidente pro tempore della Regione Calabria, nonché della
successiva deliberazione adottata dal Consiglio dei ministri nella seduta del 4
agosto 2010, con la quale si è provveduto alla nomina dei due subcommissari per l’attuazione del Piano di rientro dal disavanzo
del settore sanitario della Regione Calabria.
In premessa va precisato che la suddetta dipendente, già
incaricata di posizione organizzativa presso il servizio rapporti con gli organismi
istituzionali, ha usufruito del regime di utilizzo presso gli uffici romani
della delegazione, a seguito di disposizione dell’allora Segretario generale pro
tempore in data 2 gennaio 2008.
Successivamente l’Ufficio di Presidenza, all’unanimità
dei presenti, con deliberazione numero 74 del 24 novembre
Premesso ciò, il direttore generale è venuto a conoscenza
di questa disposizione da parte della dirigente della terza Commissione soltanto
il 20 gennaio ed ha disposto tempestivamente la revoca e ordinato il rientro
della dipendente alla sede di servizio già dal giorno successivo, 21 gennaio
2011.
Le motivazioni poste alla base della summenzionata
revoca hanno origine nell’articolo 7, comma 1, lettera e), che attribuisce al Segretario
generale la competenza sugli atti di gestione del personale del Consiglio
regionale.
L’utilizzo del personale in forma continuativa presso
un’altra sede di servizio, al di là delle motivazioni sottese nel provvedimento
in esame, non rientra nei compiti e nelle disponibilità dei dirigenti, ai
quali, ai sensi del successivo articolo 8, comma 1, compete la direzione dei settori
e dei servizi, l’impiego e la gestione del personale, ma non l’assegnazione
alle strutture amministrative.
Grazie, Presidente, mi dichiaro soddisfatto della risposta
e prendo atto anche del tempestivo intervento da parte della Presidenza.
Possiamo concludere la fase dedicata al question time e possiamo iniziare con l’ordine del giorno, passando al punto 1 all’ordine del giorno, che è la questione relativa al porto di Gioia Tauro e il relativo dibattito.
Ci sono stati incontri, riunioni da parte della
Giunta regionale, con convocazione anche del tavolo
dei sindacati e di coloro che svolgono mansioni
al porto di Gioia Tauro.
Quindi io direi, prima di
iniziare il dibattito, peraltro condiviso appieno da tutta
Sabato 8
gennaio 2011, dalle
Fino
a poco tempo fa era il porto più importante del Mediterraneo per il transhipment, con oltre 3 mila occupati, compreso l’indotto.
Le
cause: sicuramente, la crisi economica internazionale, il calo dei traffici
marittimi, ma soprattutto la concorrenza dei porti nordafricani e, di contro,
la mancanza di una strategia di mantenimento e sviluppo di questa
infrastruttura. Eppure solo nel 2008
Quindi
la crisi non ha risparmiato i porti italiani e neanche quello calabrese, che ha assistito ad una diminuzione dei traffici di circa il 17 per cento, ma ciò che preoccupa maggiormente è la constatazione che il nostro
porto, per circa due anni, è come se fosse stato lasciato solo.
Convinti
che la competizione internazionale nel mercato dello shipping si gioca anche sul sostegno fattivo delle Regioni e dei Governi
ai propri porti e alle relative reti di servizio intermodali e considerato che
in anni recenti gli investimenti e il sostegno alla portualità
sono risultati deboli o assenti, finalmente dalla Regione Calabria arriva un
segnale importante: a settembre 2010 il Presidente Scopelliti firma un
importante Apq tra Regione, Gruppo Ferrovie dello Stato, ministero dello sviluppo
economico e ministero dei trasporti.
Le
altre opere previste all’interno dell’Apq riguardano lavori di
consolidamento dei fondali del canale portuale di Gioia Tauro e di adeguamento
delle banchine; la realizzazione di capannoni e reti elettriche nell’area
portuale; adeguamenti di tratti di banchine, oltre alla realizzazione del nuovo
terminal intermodale. Sono previsti, inoltre, un sistema di incentivi per le
imprese del polo logistico intermodale che riguardano anche l’efficienza
energetica e l’uso di fonti rinnovabili; la creazione di un centro servizi e
accoglienza ai marittimi; infrastrutture di ricerca e laboratori, servizi di
telecomunicazione a banda larga. Ci sono, poi, una serie di opere a carattere
ferroviario che riguardano l’ammodernamento del collegamento ferroviario Gioia Tauro-Taranto-Bari, l’adeguamento della linea ferroviaria
tirrenica Battipaglia-Reggio Calabria, la
ricostruzione della galleria Coreca, la costruzione
di una nuova sottostazione elettrica a Vibo e strutture tecnologiche a Lamezia
Terme.
Questo
investimento è un segnale importante, ma necessita di essere supportato al fine
di essere immediatamente esecutivo, oggi che la concorrenza diventa sempre più
agguerrita con il risveglio da parte di nazioni della sponda Sud del
Mediterraneo, come i porti container di Tangeri in Marocco, Port Said
e Damietta in Egitto, Izmir
in Turchia, che sono già delle realtà e, purtroppo, altri mega porti sono
ancora in previsione.
Allo
stato, la minaccia maggiore per il porto è costituita dalla concorrenza di
questi nuovi porti di transhipment, entrati in esercizio o in fase di costruzione, i quali, offrendo
condizioni economiche competitive, potrebbero “scippare” i traffici di Gioia
Tauro.
Il
provvedimento urgente attuato un anno fa che prevedeva la diminuzione delle
tasse di ancoraggio, ha dato buoni risultati; infatti l’autorità portuale, per
cercare di rimanere competitiva con i due grandi porti concorrenti (Tangeri e
Porto Said), ha diminuito le tasse sugli approdi, portando un recupero
importante, ma per poterlo fare rispettando le norme vigenti in materia, ha
dovuto tagliare altre voci del proprio bilancio.
Un
supporto importante potrebbe arrivare proprio con l'approvazione di un
emendamento presentato in questi giorni nel “mille proroghe” e sostenuto dallo
stesso ministro Matteoli, da molti parlamentari
e senatori, dal nostro Presidente Scopelliti. L'emendamento
prevede che una parte dei fondi non impiegati dalle autorità portuali, ovvero
20 milioni dei 250 milioni complessivi, vengano destinati a porti di transhipment e
quindi a Gioia Tauro.
Nella
formulazione più evoluta di questo emendamento, si prevede che dei 20 milioni di
euro destinati ai porti “interessati da prevalente attività di transhipment”, 9 milioni possano essere destinati alla riduzione delle tasse
di ancoraggio. Sappiamo che per Gioia Tauro ne basterebbero 6 di milioni. I restanti 11 milioni potrebbero essere utilizzati per la fiscalizzazione di 45 punti degli oneri
sociali a favore delle imprese che hanno attività di trasbordo da nave a nave
di contenitori, a fronte dell'impegno di dette imprese di mantenere i livelli
occupazionali, pena il decadimento del beneficio.
La
recente presa di posizione del Presidente di Assoporti – l’abbiamo letto sulla
stampa – decisamente preoccupante che si contrappone all'emendamento, conferma
ancora di più la convinzione che occorre mettere in campo sinergie e politiche
che proteggano il porto dal tentativo di rafforzare il sostegno ai soli porti
storici del Nord, considerati veri motori di sviluppo dell’economia nazionale.
Oggi
Il
vantaggio competitivo dovuto alla sua posizione ed il ruolo leader del porto di Gioia Tauro nel
Mediterraneo, emerso in questo decennio di attività, non ha portato alcuna
integrazione tra il porto e l'intera regione: attorno al porto non si è
determinato alcun processo di sviluppo e l'unica attività finora presente è
quella di transhipment. Al
momento, solo il 2 per cento dei 3 milioni di Teus movimentati risulta essere traffico classico di import-export.
Il
programma di lavoro voluto dal Presidente Scopelliti prevede l'individuazione e
l'avvio di attività complementari al transhipment, insieme alla programmazione e alla pianificazione dello sviluppo
retro-portuale, che fino ad oggi sconta irresponsabili ritardi.
Potremmo recuperare spazi retroportuali dedicati e imprese
innovative ed efficienti. Questo genererebbe valore aggiunto e nuova
occupazione. Si calcola, infatti, che un retroporto
funzionante sarebbe in grado di occupare circa 60-70 addetti per ettaro ed
inoltre l’insediamento di attività logistiche non semplicemente legate alle
attività di transhipment
ha impatti molto più sensibili e duraturi sull’economia regionale.
L'impegno per Gioia Tauro c’è da parte della Regione Calabria, ritengo ci sarà anche da parte di tutti.
Presidenza del
Vicepresidente Alessandro Nicolò
PRESIDENTE
Dopo la relazione della Vicepresidente della Giunta
regionale, si apre il dibattito.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Imbalzano. Ne ha facoltà, con preghiera di mantenere l’intervento
nei dieci minuti previsti dal Regolamento.
Signor Presidente del Consiglio,
signor Presidente della Giunta, colleghi consiglieri, sembrerà paradossale,
ma l’interruzione
di 30 ore dei turni di lavoro tra l’8 e
il 9 gennaio presso il porto di Gioia Tauro,
con il naturale
e conseguente clamore che ha provocato sulla stampa locale e nazionale e con le forti preoccupazioni non solo dei lavoratori e delle loro famiglie, ma
di tutte le istituzioni locali, ha permesso di accendere tutti i riflettori
mediatici e istituzionali – con l’unica eccezione, collega
Giordano, della provincia di Reggio, suo malgrado – sul destino di una
struttura portuale ormai troppo condizionata dalle
scelte monopolistiche dei due soggetti che vi operano e che sono responsabili
del futuro del porto: da una parte
Quindi, quell’allarme suonato
nelle scorse settimane sul porto
di Gioia Tauro è stato un campanello d’allarme grave che, giustamente,
ha provocato un diluvio di prese di
posizione e la tempestiva iniziativa del Presidente Scopelliti e della
stessa Vicepresidente Stasi.
Per quello che ci riguarda, non abbiamo esitato a presentare
un’immediata mozione al Presidente del Consiglio regionale, tempestivamente
seguita da analoga iniziativa dell’onorevole Principe e da tante altre prese di posizione di altri colleghi,
a testimonianza dell’interesse e della preoccupazione di tutto il ceto politico
della nostra Regione.
Certo, quando nell’aprile del 2010 partecipammo a quel
comitato per l’autorità portuale che deliberò, su delega del Presidente Scopelliti,
il famoso abbattimento fino al 90 per cento delle tasse di ancoraggio per le
navi con stazza lorda superiore a 50 mila tonnellate, non potevamo immaginare
che, soltanto dopo pochi mesi dall’inizio del 2011, ci saremmo trovati ad affrontare
una crisi che rischia di diventare devastante per il futuro di Gioia Tauro.
Devo dire che, ad onor del vero, già in quella
circostanza ci ponemmo il problema, atteso che quell’abbattimento avveniva con
risorse correnti del bilancio dell’autorità portuale, di cosa sarebbe successo
in epoca successiva. Questo, certamente, rimane uno dei primi nodi da sciogliere,
ma non soltanto questo, perché non riguarda solo il porto di Gioia Tauro, per intenderci, ma tutto il sistema della portualità del nostro Paese, almeno per quanto riguarda il transhipment, riguarda i porti di Cagliari, di
Taranto, ma riguarda anche i porti liguri.
Si tratta, quindi, di reperire – e dobbiamo esprimere
apprezzamento già per le iniziative tempestive che sono state assunte dal Presidente
Scopelliti in questa direzione – almeno 50 milioni di euro, non soltanto per abbattere nuovamente le tasse di
ancoraggio, ma – come ricordava la stessa Vicepresidente Stasi – per
defiscalizzare almeno fino al 45 per cento e per tre anni il costo del lavoro
su Gioia Tauro, ma di ridurre anche il costo delle Accise sui carburanti, altrimenti
questa struttura portuale, così come le altre strutture portuali del nostro Paese,
rischia fatalmente di essere progressivamente marginalizzata dal mercato.
Noi non possiamo prendere certo per oro colato quello che in questi giorni, sia “lady” Battistello,
ma non solo lei, ha dichiarato, a proposito del ruolo di Medcenter,
delle condizioni capestro poste da MSC, dai 20 milioni di euro che ha
dichiarato di avere perso in base ai bilanci ufficiali nel 2009 e in quello
ufficioso del 2010, perché per lunga esperienza anche professionale sappiamo e
non abbiamo mai creduto e non crediamo neanche stavolta al fatto che ci possano
essere imprenditori disposti a dissanguarsi, per fare solo beneficienza e meno
che mai per farla sul porto di Gioia
Tauro!
La verità è che Gioia Tauro fa troppo gola ai due
monopolisti, al terminalista, al signor Aponte, che si
impegna pervicacemente ad acquisire la maggioranza di Medcenter
e quindi è questo uno dei problemi e non il solo. Il signor Aponte
è abituato con il telefono a muovere i volumi di traffico imponenti da un porto all’altro del Mediterraneo. Ma proprio perché siamo in presenza di
uno strapotere di questa natura, il nostro Paese non può tirare la corda oltre
un certo limite, perché le conseguenze potrebbero diventare, nel breve periodo,
catastrofiche.
Vi è – lo ricordava in parte
Fortunatamente, siamo stati in questi mesi e anche in questa
circostanza in presenza di un sindacato maturo – dobbiamo dirlo molto chiaramente
–, responsabile, che mai come stavolta ha dimostrato di avere a cuore il destino
di circa 3 mila lavoratori, compresi quelli dell’indotto. Sindacati che hanno anche
in questi mesi testimoniato il loro senso di responsabilità, attendendo pazientemente
di rinnovare anche il contratto integrativo, che è scaduto dal 2009.
Ecco perché ci sembrano poco credibili le motivazioni
che ufficialmente sono state addotte in queste settimane sia da MSC sia da Medcenter. Sappiamo che la vera partita è un’altra e riguarda
il controllo del porto di Gioia Tauro,
il cui destino, quindi, non può rimanere in bilico e non può essere alla mercé
sia del signor Aponte sia della signora Battistello.
E’ tanto vero questo che Aponte
– come abbiamo letto sulla stampa con le interviste che ha rilasciato sulla
stampa nazionale in particolare – si è guardato bene dall’attaccare Medcenter e quindi MCT, che pure è responsabile del parco attrezzature
e della logistica dei piazzali a Gioia Tauro.
E’, quindi, su questo piano ed è questa l’esigenza ineludibile
di un urgente tavolo, che bene ha fatto il Presidente Scopelliti, naturalmente,
a rivendicare e a richiedere al Presidente Berlusconi e ai ministri competenti,
Matteoli e Tremonti, che a questo tavolo dovranno partecipare in
prima persona, perché Gioia Tauro – lo abbiamo sempre detto e lo ripetiamo
anche oggi – non è un problema solo calabrese, è un problema strategico per
l’intera Calabria e per l’intero Paese.
E’ venuto il momento di giocarsi fino in fondo la carta
che abbiamo strappato, che il Presidente Scopelliti e l’assessore Mancini hanno
strappato nel settembre dello scorso anno con l’Accordo di Programma Quadro, perché
siamo perfettamente d’accordo che, se non si mette subito mano alla società
dell’interporto, avviando contestualmente le procedure per la realizzazione del
gateway ferroviario e per realizzare
l’area della logistica per far partire l’intermodalità, rischiamo di fare un
grande buco nell’acqua.
Solo così Gioia Tauro, con la sua grande area retroportuale, rispetto alla quale dobbiamo tutti, indipendentemente
dai ruoli svolti in questi anni, ammettere una generale colpevolezza, può diventare
una vera piattaforma logistica del Mediterraneo, approfittando anche di un
fatto drammatico contingente – se volete, non tutti i mali vengono per nuocere
– perché sappiamo cosa sta succedendo nei Paesi del Maghreb,
perché alcuni di questi porti sono diretti concorrenti di Gioia Tauro. Noi
dobbiamo, paradossalmente, approfittare di questo grave stato di stabilità politica
che non si risolverà, come è facile prevedere, purtroppo, nel breve periodo.
Se tarderemo ancora o ci limiteremo a strappare soltanto
qualche briciola sul tavolo governativo per abbattere, per esempio, solo le tasse di ancoraggio, continueremo ad essere ostaggio
di imprenditori cinici che, ovviamente, non avranno remore a giocare sulla
pelle della Calabria e dell’intero Mezzogiorno la loro consueta spregiudicatezza.
Mi auguro che questo Consiglio regionale, oggi, al
termine di questo dibattito, manifestando una naturale unità di intenti, quindi
bandendo anche logiche di schieramento, e nella piena coscienza che i problemi
non sono né semplici né facili, anche per problemi di carattere nazionale a
tutti assai noti, possa, alla fine, approvare un documento che contenga una proposta
concreta e praticabile.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Maiolo. Ne ha facoltà.
Signor Presidente della Giunta,
noi abbiamo chiesto, abbiamo
condiviso l’idea di fare questo dibattito in
Consiglio regionale sulla situazione del porto e ho ascoltato la relazione
della Vicepresidente Stasi, che nella parte terminale del suo intervento
sottolinea come la questione di Gioia Tauro sia una questione che, politicamente, socialmente ed economicamente, riguarda innanzitutto i
calabresi,
Questo è un appello che
sicuramente noi condividiamo, anche se nel suo intervento – ormai, sta quasi
per trascorrere un anno dall’insediamento di
questa Giunta – si sottolineano eventi, fatti di un processo lungo e complesso
come quello della costruzione, avvio e funzionamento
del porto di
Gioia Tauro, e degli eventi di particolare significanza politica di questa
maggioranza e di questo Presidente della Giunta.
Non voglio precisare questi fatti
per fare polemica, ma perché dobbiamo costruire
un percorso comune,
e anche il richiamo alla sottoscrizione dell’Accordo di Programma Quadro, che è
stato fatto con riferimento alla firma che l’assessore alla programmazione
ha fatto nel mese di settembre, è la conclusione di un processo, di un accordo
di programma approvato dalla nostra Giunta e che è stato approvato sulla
base di un lavoro politico di merito.
In una fase politica importante,
che ha visto l’Italia avere la Presidenza
europea con il Presidente Prodi e poi con il Governo successivo Prodi,
questo porto, questa realtà è diventata una realtà non solo fisica importante
per il ruolo che ha nei commerci di transhipment,
ma perché, dal punto di vista della promozione di questo porto, quei governi,
quelle responsabilità politiche hanno messo
Gioia Tauro al centro dei ragionamenti del
Mediterraneo, dell’Europa e del commercio con l’Est.
Ed era permanente un tavolo presso
Quindi, onorevole Vicepresidente, quando
lei fa riferimento a due anni di interruzione di
attenzione sul porto di Gioia Tauro, io la leggo su diversi
aspetti: uno è quello congiunturale. Lei fa riferimento a previsioni del 2008, quando
si sa benissimo che, se c’era un’avvisaglia sulla crisi finanziaria,
non si pensava che si trasformasse in crisi economica, si immaginava che le
materie prime continuassero ad approvvigionare le produzioni. Questo non è
avvenuto, per come si è manifestato alla fine del 2009 per la Calabria e il porto di Gioia Tauro.
Per cui, se noi facciamo il confronto
con quello che è avvenuto nel 2010 nel porto di Gioia Tauro, senza capire quali sono
state le dinamiche della crisi su questo settore, diamo una lettura fuorviante
di quello che sta avvenendo a Gioia Tauro.
Così come ritengo che sia fuorviante
anche l’interpretazione che si può dare sul funzionamento di un porto di transhipment, sul fatto che si interrompa l’accesso
alle navi per 30 giorni o per 30 ore. Il problema della programmazione di questi
accessi non è il campanello d’allarme, perché le navi non si muovono come gli
aerei, hanno una programmazione, questa interruzione era anche noto che si sarebbe
realizzata, ce ne saranno delle altre.
Sull’Accordo di Programma
Quadro ci saremmo aspettati anche una notizia, un qualche avanzamento sul suo stato
di attuazione, perché è stato approvato quasi un anno fa, c’è stata la sottoscrizione,
e la gestione di questi accordi – lo sappiamo benissimo – è complessa, non è
semplicissima, c’è bisogno di avere un’organizzazione dietro che regga il confronto
con i soggetti attuatori, perché
Ci vuole una spinta politica
molto forte e organizzativa sull’avanzamento dell’Accordo di Programma Quadro.
L’aspetto infrastrutturale,
che è quello
che sostanzialmente prevede gran parte degli investimenti
non regionali sul porto di Gioia Tauro, è un aspetto importante, ma dobbiamo anche
considerare che, dal punto di vista infrastrutturale, Gioia Tauro ancora non ha
limitazione sulla sua attività, il problema vero di Gioia Tauro è sviluppare rapidamente.
Su questo ci saremmo
aspettati qualche posizione in più, in particolare sul distretto della logistica,
per capire come portare avanti i distretti tecnologici e se si rimane dell’idea
di un paritario avanzamento e finanziamento di questi distretti o se, invece,
sul distretto della logistica di Gioia Tauro non c’è da parte della Giunta
l’interesse, oltre quello previsto nell’Accordo di Programma Quadro, per fare
in modo che questo distretto possa realmente decollare ed accelerare quel
processo, che è più importante per la vita stessa di Gioia Tauro, su come
attirare l’attenzione commerciale dei soggetti che hanno interesse alla logistica
e al transhipment.
Dopo, viene quella che è la problematica
della diversificazione del retro porto. Penso che il nodo centrale sia l’operazione
di marketing e di promozione presso quel target di imprese che hanno
interesse su Gioia Tauro e questo può avvenire se
Dico questo, perché capisco
che ci può essere in questa fase un’enfasi, così come è avvenuto per la difesa
del suolo, per annunciare un emendamento che nel “mille proroghe” porterà 20 milioni
di euro sulla defiscalizzazione degli oneri di attracco – e questo è importante
ed utile, lo ha fatto già l’autorità portuale – però a questo aggiungo che noi
ci saremmo aspettati che queste risorse venissero confrontate, invece, con il
perdurare e la riduzione continua che il Governo fa delle risorse finanziarie
anche destinate alla Calabria, con riferimento a questioni, per esempio, che
possono riguardare il porto di Gioia Tauro.
Bene, è stata data molta
enfasi al Piano per il Sud da parte del Governo Berlusconi prima del 14
dicembre, non se ne parla già più, ma su quel piano sono state dette tante
cose. Penso che non sarà sfuggita a nessuno in quest’Aula la lettura della delibera
Cipe, con la quale si procede ad un ulteriore taglio
di 5 miliardi di euro al Fondo Aree Sottosviluppate e quel Piano del Sud non è
null’altro che la riprogrammazione fantastica – perché di questo si tratta –
del Quadro Strategico Nazionale (QSN). Gli obiettivi che c’erano nel QSN sono
stati accorpati in maniera diversa in questo fantomatico Piano del Sud.
Guardate, lo sapete quali
sono gli unici settori di intervento che erano previsti nel Qsn
e che non sono più nel Piano del Sud? Ve li dico subito: sono le aree urbane,
l’inclusione sociale e – guarda caso – proprio le politiche sull’export
e le politiche che possono riguardare Gioia Tauro. Quelle erano previste nel Qsn, sono cancellate nel Piano per il Sud e quei 100 miliardi
– come tutti sappiamo – non sono più 100 miliardi. Se si vedono i conti al 31
dicembre del 2010, si capisce che tutta quella che era l’ipotesi fantomatica e
fantastica di Berlusconi di riprogrammare le risorse del 2000-2006, 2007-2013,
visto quello che sono state in grado di fare le Regioni, quei 100 miliardi sono
65 nel caso migliore dell’interpretazione, secondo noi sono 48, e mancano quelle
risorse del Qsn che servivano proprio a rafforzare la
capacità di attrazione degli investimenti esterni, con capacità di creare
indotto sull’export e quindi su soggetti come il porto di Gioia Tauro.
La questione di Gioia Tauro è
chiara, noi dobbiamo sicuramente perseguire con continuità, come è stato
sottolineato nel Comitato di sorveglianza, con specifico riferimento al punto 5
all’ordine del giorno del Comitato di sorveglianza del luglio del
PRESIDENTE
Ha
chiesto di parlare l’onorevole Orsomarso. Ne ha
facoltà.
E’ ovvio
che rispondo all’onorevole Maiolo, a me stesso e all’Aula
e, nel rispondere all’Aula, cercherò di rispondere soprattutto ai calabresi,
che è quello che mi sembra importante rispetto
al tema Gioia Tauro, rispetto a tutti i temi che questo
Consiglio regionale ha affrontato e vorrà affrontare in futuro.
Quello che va detto alla minoranza,
nello specifico al consigliere Maiolo, che ha cercato
di rappresentare in continuità rispetto a un’opera del passato alcune motivazioni,
è questo: capire da che approccio vogliamo partire. Ci saremmo aspettati altro dal consigliere Maiolo,
soprattutto da lui che se n’è occupato negli anni scorsi, rivendicando un
percorso di quell’accordo di programma, a cui Mancini ha aggiunto non soltanto
impostazioni ma anche risorse. La differenza rispetto al passato è che oggi
siamo qui a parlarne, - come abbiamo fatto nelle settimane scorse per la sanità
- a discutere su una relazione tecnica, frutto di impegni e prospettive del passato, e su cui
bene ha relazionato
L’impostazione
culturale si basa su come vogliamo confrontarci, non su cosa, perché già la
novità è che oggi ci confrontiamo su dei temi. Come vogliamo confrontarci? Dobbiamo
guardare a rivendicare tutto quello che è stato fatto? Beh, potremmo dire, visto
che è finita la campagna elettorale, che sette-otto
mesi fa, un anno fa quell’amministrazione è stata bocciata dai calabresi, non hanno
intravisto delle cose concrete per valutarla positivamente, a partire da Gioia Tauro sino alla sanità e quant’altro.
Penso che
bisogni andare oltre, e che questa minoranza – e non opposizione – della
Regione Calabria dovrebbe sostenerci su Gioia Tauro,
che rappresenta un’opportunità, attraverso l’interlocuzione con questo Governo
nazionale , rispetto al quale c’è di sicuro una filiera istituzionale, portando
proposte – come bene ha fatto, ad esempio il consigliere Mirabelli
in merito ad investimenti sull’acquacoltura off shore
- anche su Gioia Tauro, finalizzate a capire come
sostenere un lavoro che c’è, che è diverso, che sta sul pezzo anche rispetto a
tutte le persone impegnate, in modo tecnico.
Potremmo
rispondere, potrei rispondere, ad esempio, immaginando e pensando alle Ferrovie
della Calabria, rispetto alle quali, in un convegno di Italia dei valori,
abbiamo discusso nei giorni scorsi contro quell’inerzia istituzionale degli
ultimi tre anni della vecchia Giunta che ci ha preceduto. Oggi c’è chi se ne
occupa e dal Ministero c’è l’impegno di 15 milioni di euro di risorse
aggiuntive, che si aggiungono ai 20 milioni del “mille proroghe”, che
rappresentano tutto quello che un Paese come l’Italia, oggi in difficoltà, può
fare.
Quindi il
problema non è capire quante maggiori o minori risorse saremo bravi a portare
in Calabria, ma come farlo in un lasso di tempo breve – e il lasso di breve e
medio periodo possono essere i prossimi cinque anni, perché non si fanno
miracoli in pochi anni. Far diventare Gioia Tauro il
centro logistico – e lo diceva bene Imbalzano che mi
ha preceduto – dove oggi si combatte una battaglia che è sulle quote della
gestione, rispetto alle quali molte volte poi si fomentano i lavoratori, gli
scioperi: questa è la vera battaglia di
cui bisogna rendere edotti i calabresi.
Per il
resto, c’è un porto che è una risorsa naturale, è una piattaforma logistica che
guarda al Mediterraneo – ben l’ha rilevato
Non
parlatevi sempre
addosso dicendo “cosa state facendo?”. In sette mesi siamo qui a discutere di
tante cose, anche del porto di Gioia Tauro. Allora,
confrontiamoci su questo con grande onestà
intellettuale, riconoscendo i limiti se ci sono, pungolando se c’è da
pungolare su una serie di ritardi che possono riguardare risorse comunitarie, attivazione di tavoli. Di tavoli
non ne abbiamo trovati; se ci fossero stati quei tavoli, qualcuno sarebbe rimasto seduto ancora lì, perché
ai tavoli ci vanno i tecnici, non esclusivamente i politici.
Ripeto –
la maturità vuole, rispetto a una Calabria che osserva, a dei lavoratori che hanno consolidato un’esperienza, ad aziende su cui è opportuno
fare anche il marketing sul target, costruire un transhipment
che funzioni, con l’interporto, con il rapporto con Ferrovie. Stiamo, ad
esempio, immaginando su Ferrovie della
Calabria un percorso
che riguarda le Ferrovie
calabresi e non Trenitalia,
tutto un lavoro attraverso tavoli aperti.
Allora,
se il contributo deve arrivare, che arrivi ed evitiamo ogni volta, come accade adesso sugli ospedali di montagna, su
tutte le altre tematiche aperte, di dimostrare quel confronto che culturalmente
è arretrato. Confrontiamoci sui fatti e saranno accettati quei contributi che
sono puntuali, se attrezzati in modo puntuale
e tecnico.
Non ho
capacità divinatorie e non ho esperienze per
occuparmi anche di transhipment, dove ci vogliono competenze ingegneristiche. C’è da fare tanto su questo al tavolo
che è stato predisposto per i prossimi giorni, perché anche il Presidente
annunciava che parlerà col Ministro Romani ed anche con il Presidente
Berlusconi. Apriamo un tavolo, che poi è quello delle Commissioni e del
Consiglio, dove portare contributi, perché – lo dico guardando a Rosario Mirabelli e lo ringrazio della sua attenzione, perché anche di questo va dato atto al suo impegno, come a quello di Italia dei valori – ,
penso a me, penso a Mirabelli, a tutti quelli che
occupiamo queste poltrone, i calabresi non si ricorderanno nei prossimi anni
se, passati cinque anni, ognuno con il proprio ruolo, chi oggi maggioranza e
chi minoranza, avrà lasciato un segno di dibattito, un segno tangibile, insomma. Questo è il tema
centrale.
E’ inutile continuare
a raccontarsi bugie e dover noi poi
sforzarci di dire “il tema nuovo…” – il tema
all’ordine del giorno, non un tema nuovo – “su cui si dibatte oggi è Gioia Tauro, un Accordo di programma Quadro che viene da lontano,
perché Gioia Tauro non è che nata oggi, non è nata neanche
con Loiero ed immagino che Maiolo
e Loiero abbiano messo in campo tanti sforzi che,
purtroppo, forse non sono risultati adeguati rispetto alle aspettative dei
calabresi ed anche allo sviluppo di quell’area importante.
Oggi su questo tema servono
contributi tecnici, serve un confronto su un timing che è spedito e ogni
giorno la minoranza deve incalzare, se quel crono programma di azioni che è
stato stabilito e che viene da lontano non viene messo in campo, suggerendo
come si può migliorare. Questa è la vera grande novità.
Su questo c’è un lavoro
costante, che è fatto da tecnici e il contributo che può venire all’Aula non
può essere sempre in politichese; anche io rischio oggi di parlare in
politichese, essendomi dovuto attardare in una risposta polemica all’intervento
polemico del consigliere Maiolo.
Noi dobbiamo continuare quel
lavoro – lo dico a Talarico – che abbiamo iniziato
nelle scorse ore, anche quando si dibatte non soltanto in quest’Aula, ma anche
all’esterno, su realtà che possono essere Gioia o Ferrovie, due o tre ricette
che si confrontano, che hanno numeri, che hanno obiettivi di risultato. Su
quegli obiettivi dobbiamo confrontarci, rendendoli pubblici, così come ha fatto
Giacomo Mancini, quando ha presentato quell’accordo di programma quadro a cui
si aggiungevano risorse, arrivate a circa 460 milioni di euro, senza sprecare
tempo.
Infatti, il problema, senza
essere anch’io troppo tecnico, è che l’errore del passato è questo: noi abbiamo
in Calabria tutta una serie di vertenze straordinarie – vedi la sanità, i
trasporti e altre cose che restano ingovernate o
incompiute –, tante altre opportunità straordinarie in positivo che sono quelle
della programmazione, ed è necessario mettere in campo un’azione corale, che è
anche della minoranza, che è di tutte le forze istituzionali.
Ieri dicevo – lo racconto per inciso – al collega assessore Trematerra,
mentre stavo a visitare
Su questo bisogna
intraprendere un percorso veloce. Ritengo che anche questo dibattito, che è
stato sollecitato, ed anche il mio intervento siano inutili, se oggi non
discutiamo di quali sono i nodi centrali di questo tema, quindi gli
investimenti, quando si realizzeranno e perché.
C’è una battaglia con chi
vuole prendere questo porto? Allora, a chi vuole prendere questo porto, noi
dobbiamo dire che c’è una Calabria nuova che non è soltanto quella di Scopelliti, ma è quella di Principe, di Maiolo,
di Mirabelli, di Italia dei valori e di quant’altro,
che dice che sconti non se ne fanno a nessuno. Arriverà la defiscalizzazione
sulle tasse di ancoraggio e tutti gli strumenti, però in questo porto bisogna
creare produttività che ricada sui calabresi, sulle aziende calabresi e sul
nostro futuro.
Questa è la battaglia che va
combattuta e questo dibattito di oggi, compreso il mio intervento, non
contribuiscono, perché a dati che sono forniti dalla Vicepresidente Stasi che
ci parla di tutta una serie di dinamiche che guardano al futuro, noi contro
ribattiamo sempre con dinamiche che partono dal passato e non solo, e che
continuano a guardare a quel passato su cui si è stati bocciati.
Penso che ci serva un nuovo
slancio culturale, che è quello del “noi vogliamo”, come fate negli interventi,
“essere sollecitati tutti i giorni”, come fa anche la stampa, però basta
perdere tempo. Su Gioia Tauro la partita si gioca nel
prossimo anno, attraverso la scelta definitiva degli investimenti e delle cose
che si andranno a muovere, in un progetto che guarda pure al futuro, all’infrastrutturazione, alla logistica, al porto, interporto,
a tutte le zone che ci sono intorno, il collegamento all’intermodalità. Per cui
Gioia Tauro viaggia insieme al turismo,
all’agricoltura, ai trasporti in generale come servizi, però ripeto l’appello
accorato e censurando il mio intervento stesso, che nulla dice. Sto
intervenendo oggi per rispondere a questioni non tecniche, ma meramente
politiche parlando di nulla. Evitiamo che questo Consiglio si interroghi sul
nulla, evitiamo che le Commissioni e soprattutto i tecnici, che con noi
discuteranno a quei tavoli, continuino a perpetuare l’idea di un porto che ci
può essere, senza sapere poi chi deve lavorare a quell’idea e come.
Quindi – ripeto ancora – un
accorato appello, difendendo delle scelte che sono la base tecnica della
Vicepresidente Stasi e su cui dobbiamo contribuire con idee, con apporti che
vengono anche da differenti culture o visioni di quell’area. Non continuiamo ad
interrogarci guardando al passato, ma interroghiamoci e “ammazziamoci”, come si
usa in gergo in politica, guardando soprattutto ad una prospettiva futura.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di parlare l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.
Ho ascoltato con attenzione la relazione della Vicepresidente Stasi, gli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto, devo dire che il mio intervento sarà forse un po’ fuori dal coro, nel senso che credo sia il momento in cui la politica, ad ogni livello, e quest’Aula non possano sottrarsi a un confronto e a un’assunzione di responsabilità totale, perché quella del porto di Gioia Tauro è una questione di portata nazionale, europea, non appartiene solo al territorio calabrese. Sono anni che ascoltiamo e sentiamo lo stesso cliché, un accordo di programma quadro che parte da quattro-cinque anni. Viene evocata la crisi del transhipment, invece tutta questa crisi non c’è. Voglio ricordare che il 90 per cento del commercio europeo dipende dalle navi, dal trasporto su navi, il 90 per cento del commercio esterno e il 40 per cento, addirittura, del commercio interno.
Il transhipment ha
avuto un incremento percentuale: dai 4 miliardi di tonnellate
movimentate nel 2006, si passerà ai 5 miliardi
e 300 milioni del 2018, un incremento esponenziale. Però, c’è un fatto: Gioia Tauro è stata
lasciata a se stessa. Non voglio
fare l’analisi storica, per com’è nata la realtà del porto di
Gioia Tauro, un porto in cui un terminalista ha
esercitato in regime di monopolio un sistema di spedizioniere.
Oggi, che hanno investito su
altri porti europei e su altri porti nel Nord Africa, quello che è accaduto non ci sorprende più di tanto, avevamo più volte denunciato,
nel passato e nei mesi scorsi, le nostre preoccupazioni. Avevo fatto un
intervento che è rimasto inascoltato circa un mese e mezzo fa, allorquando
l’Unicredit, la banca, un privato, ha fatto un investimento di 1 miliardo di
euro sulla piattaforma Trieste-Monfalcone ed un
analogo investimento sull’asse Genova-Alessandria. E’
bene che sappiate tutti che la proiezione del porto di Genova è verso la città
di Alessandria con un tunnel, allora che altro aggiungere? Un porto che viene
abbandonato al transhipment, un transhipment che con le condizioni attuali
non è competitivo, rispetto al sistema portuale dell’Europa e del Nord Africa e
con la situazione stessa del nostro Paese.
L’istituto bancario San Paolo
nel 2007 investì nelle gru con Mct, da allora non c’è
più l’ombra di un investimento su Gioia Tauro.
Poi c’è la questione della
dogana. E’ bene ricordare che i diritti doganali per le Regioni sono il 10 per
cento. Gioia Tauro ha un sistema di scanner
doganali che è all’avanguardia, forse il migliore di tutta Italia. Ebbene, la
dogana è depotenziata, si sdogana pochissimo, l’introito del 2007 del 10 per
cento su 600 milioni è stato di 60 milioni di euro.
Immaginate, se fosse stato
potenziato il sistema doganale, che indotto per
Voglio dire al Vicepresidente
della Regione e a tutta l’Aula: il 28 luglio le mie preoccupazioni hanno
trovato un riscontro nell’abbandono di Rfi. Rfi abbandona lo scalo ferroviario – oggi è stato richiamato
l’investimento dell’accordo di programma quadro per 459 milioni di euro, con
una parte sostanziale riservata alla creazione del gateway ferroviario –
per le sue diseconomie, quindi non realizzando quella piattaforma logistica che
è alla base del rilancio competitivo del porto. Sapete per che cosa? Per una
mancata corresponsione di un canone – e ci sono anche delle diatribe – di
manutenzione di 600 mila euro, per un canone che l’autorità portuale chiede per
170 mila euro a titolo di concessione delle aree.
E’ possibile? E’ possibile
per queste condizioni assistere all’abbandono e non affrontare nell’essenza
reale le problematiche che hanno impedito e impediscono il decollo di questa
infrastruttura che è non solo la speranza, ma è l’unico, forse l’ultimo,
baluardo per rilanciare l’economia della Calabria e del Mezzogiorno e del sistema Paese?!
Allora il punto qual è? Affrontare
con decisione le questioni nodali. Il polo logistico si affronta se si
risolvono questi problemi, non si attende l’adozione…
Poi voglio capire la tempistica
degli interventi che scaturiscono con l’Accordo di programma Quadro e se l’autorità
portuale fa la sua parte. Sono convinto che l’emendamento che è stato citato
nel decreto “mille proroghe” può portare una boccata d’ossigeno, ma parliamo
del superamento solo di contingenze che consentiranno a Mct,
a Msc di rimanere per qualche altro anno, mentre
sappiamo che gli investimenti sono su Tangeri e su Port
Said.
Allora, bisogna decisamente
cambiare rotta, ci vuole decisione per affrontare i problemi, ci vuole un piano
strategico, ci vuole un tavolo permanente che affronti tutte le questioni. E
non è possibile scaricare sui lavoratori, che sapete tutti, all’avvio negli
anni ’90, con quali sacrifici sindacali hanno consentito che decollassero tutte
le attività. Ci vuole decisione e il campanello d’allarme noi l’avevamo evocato
sei mesi fa, noi l’abbiamo evocato un mese e mezzo fa, quando abbiamo assistito
a questi investimenti delle banche su altri sistemi portuali.
Ci vuole la volontà per
affrontarlo coralmente, perché questa è una battaglia che deve travalicare ogni
confine politico e ogni confine istituzionale. Ci vuole soprattutto la novità
della logistica, ci vuole la possibilità di creare una zona franca, che
consenta lo sviluppo del retroporto, di un retroporto che ha una potenzialità inimmaginabile. Ci vuole
soprattutto che con decisione si affronti il problema di tutte le infrastrutture,
ci vuole soprattutto che la politica abbia il primato sulla burocrazia.
La questione della convenzione
con la ferrovia parte nel 2007: sono quattro anni che ancora di questa
convenzione non si conosce l’esatto contenuto.
Ci vuole soprattutto –faccio
una proposta all’Aula, non c’è il governatore Scopelliti
– un’autorità portuale ad hoc per il porto di Gioia Tauro,
un’autorità portuale dello Stretto che possa affrontare il problema nella sua
interezza, il problema che può portare Gioia Tauro non
solo ad essere il baricentro logistico del Mediterraneo, ma che possa farlo diventare
un baricentro efficiente, che consenta la velocizzazione della movimentazione
delle merci, un baricentro che consenta l’effettivo insediamento di tutte quelle
attività che possono essere la spina dorsale di un’infrastruttura e che possono
consentire di rendere competitivo un sistema produttivo che non sia abbandonato
solamente al transhipment, che oggi più che
mai, sulla piattaforma gioiese, è sempre meno competitivo.
Un’ultima chiosa finale per
dire come l’abbandono parte da lontano. Cento metri di banchina a Rotterdam
costano agli stessi spedizionieri 1 milione di euro all’anno. Chiedetevi
quant’è costata la concessione poliennale della banchina gioiese al
terminalista: forse 1 miliardo di lire, ed eravamo fermi agli anni ’90!
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire l’onorevole
Censore. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, anch’io
voglio dare il mio contributo su questo importante
tema, perché Gioia Tauro non rappresenta esclusivamente un punto di riferimento per tutta l’area del Mediterraneo,
ma è una risorsa straordinaria ed anche e soprattutto una delle più grandi
realtà economiche della Calabria e del Mezzogiorno: basta pensare
che il 50 per cento del Pil privato in Calabria,
in questa fragile economia, nasce dal porto di
Gioia Tauro.
Dinanzi a questi dati, dinanzi a quello che sta
succedendo in queste ultime settimane intorno allo scalo portuale, è opportuno
che la politica, per quanto di sua competenza, si attivi, perché le lacune, i
ritardi, assieme alla fuga verso altri porti del Nord Africa, rischiano di
aprire una crisi che potrebbe avere risvolti pesantissimi, se si considera che
in un territorio difficile qual è il nostro, tra impiegati, operai, maestranze
e indotto, lavorano circa 3 mila calabresi.
Seriamente e soprattutto responsabilmente dobbiamo chiamare
in causa il Governo centrale, perché bisogna mettere in campo misure tese a
dare certezza e, soprattutto, un futuro certo alla realtà più importante del Mediterraneo.
E’ imprescindibile per l’economia della nostra regione.
Bisogna, dunque, agire per recuperare i ritardi, per superare
le lacune che hanno origini lontane, bisogna intervenire per rendere il porto
più appetibile, intervenendo su quelli che sono i principali problemi che ne
ostacolano il rilancio.
Il mercato è fatto, sostanzialmente, da tre compagnie:
la danese Maersk, la francese Cma-Cgm
e la svizzera Msc. La prima è azionista del terminal
col 33 per cento delle azioni della Medcenter container,
la società che attualmente gestisce Gioia Tauro.
Questa società ha deciso di dirottare i suoi container in Egitto, dove tutto è a buon mercato; invece i francesi
hanno scelto Malta. Resta, quindi,
Questo è ovvio, sono solo congetture, ma nell’ultimo
periodo abbiamo registrato difficili rapporti commerciali tra Medcenter e Msc e proprio
difficili rapporti commerciali stanno alla base della decisione assunta dalla Medcenter, che nelle scorse settimane ha deciso di chiudere
il porto per 30 ore. La momentanea chiusura di uno dei più importanti scali del
Mediterraneo rappresenta solo l’apice di un percorso che ha origini lontane.
Non v’è dubbio alcuno che su Gioia Tauro
ci sono grandi ritardi e grandi lacune. Tutti continuano a dire che il porto di Gioia Tauro
è il volano della crescita economica, però quello che rappresenta la più grande opportunità di sviluppo
occupazionale a livello regionale, nei
fatti, non ha le stesse attenzioni che catalizza a parole.
Voglio fare un esempio: a settembre scorso, a Roma, è
stato siglato l’accordo di programma quadro, cui ha accennato
Inoltre, è confermato che siamo piuttosto indietro per
quel che concerne il programma per il rilancio del porto.
Voglio rimarcare a gran voce che pure durante la scorsa legislatura
regionale Gioia Tauro è stata, per la prima volta,
dotata di un vero e proprio piano di sviluppo che, tra le altre cose, puntava a
risolvere la questione del retroporto. Si chiamava piano
di sviluppo strategico, presentato dal professor De Dominicis,
nominato da Prodi nel 2007 commissario straordinario per lo sviluppo dell’area
del porto. Il piano era stato approvato dal Ministro dei trasporti e aveva
avuto il placet della Presidenza del Consiglio.
Tra gli obiettivi del piano, c’era innanzitutto quello di
fare diventare il porto di Gioia Tauro, in un arco temporale di medio-lungo
periodo, da porto leader nel Mediterraneo per transhipment
anche a polo logistico integrato. Poi, si poneva come obiettivo quello di risolvere
alcuni problemi, a partire dalla gestione unica delle aree retro portuali. Si
puntava, dunque, ad un livello di governance
del sistema unitario condiviso e strutturato, come ad esempio il superamento
dell’annoso contenzioso tra Asi e autorità portuale
di Gioia Tauro. Però, va sottolineato: che fine ha
fatto quel piano? Perché non ve ne è più traccia?
Nel caso di Gioia Tauro, è ormai noto il gap competitivo proveniente
dai porti del Nord Africa, i quali, grazie ai minori costi di gestione e
fiscali, sono economicamente più vantaggiosi rispetto a quelli italiani.
Attraccare a Gioia Tauro costa, tutto compreso, il 25
per cento in più di quanto si paga a Port Said in Egitto. L’accisa, applicata dall’Italia sui
prodotti energetici situati nello scalo è di 0,423 euro al litro, a fronte di
un minimo stabilito dalla Comunità europea di 0,21 euro al litro, senza considerare
che un’ora di lavoro di un operaio calabrese costa 22 euro, mentre a Tangeri,
in Marocco, lo stesso lavoro viene pagato 3 euro e a Port
Said 2. Proprio il costo dei servizi portuali e della
manodopera, decisamente inferiore rispetto a quella degli scali europei, sta
alla base della competitività degli scali del Nord Africa.
E’ chiaro, quindi, che ci troviamo
di fronte a una questione di competitività internazionale. Per questa ragione,
i problemi del porto di Gioia Tauro devono essere affrontati
dal Governo centrale, con l’apertura di un tavolo di confronto nazionale per
reggere la sfida internazionale, per rendere più appetibile questo porto e per
evitare che il porto di Gioia Tauro si trovi improvvisamente
fuori mercato.
Se non si diminuiscono i
costi, la crisi è destinata ad acuirsi, lo testimonia che nel 2010 il volume di
traffico del porto di Gioia Tauro ha tenuto rispetto alla
concorrenza, anche grazie alla decisione dell’autorità portuale di ridurre le
tasse di ancoraggio.
Ecco perché servono interventi
urgenti a sostegno della competitività, bisogna puntare all’abbattimento dell’accisa
sui carburanti e delle tasse di ancoraggio, alla defiscalizzazione degli oneri
sociali, quindi ridurre, attraverso queste misure, il costo del lavoro.
In questa direzione sarebbe opportuno
che il Presidente Scopelliti alzasse la voce, perché il
problema della portualità italiana deve essere
affrontato dal Governo nazionale. Lo diceva bene il collega Giordano che mi ha
preceduto nell’intervento, c’è un disegno a livello nazionale che va in
tutt’altra direzione; ricordava che si sta creando una grossa piattaforma che riguarda
le Regioni Lombardia e Piemonte, con l’ausilio del porto di Genova; si sta
utilizzando per un’altra grande piattaforma logistica il porto di Trieste; un
altro polo logistico sta sorgendo a Marcianisi, dove
si sta dando vita ad una società che è riconducibile a Montezemolo e a Rfi, perché questi sono interventi che loro chiamano “interventi
macellai” in Italia.
E’ un problema che, chiaramente,
non può ricadere interamente sulla Regione – lo dicevano bene i colleghi –
perché il porto è gestito dall’autorità portuale.
Intorno al porto di Gioia Tauro ci sono tante questioni che la classe dirigente calabrese
nella sua interezza deve affrontare, perché è giusto, si è firmato un accordo
di programma quadro. A me non interessa se questo Accordo sia venuto da lontano
perché, se ricostruiamo la storia di questo accordo di programma quadro, è chiaro che si sarebbe dovuto firmare a marzo
scorso. Poi ci sono state elezioni e l’allora ministro Scagliola ha detto: “No,
ci sono le elezioni, per una questione di correttezza lo si firma dopo”. E’
arrivata un’integrazione – si ricordava – che ben venga, ma chiaramente quella
del porto è una questione che non va sottovalutata, non solo per quanto
riguarda la concorrenza che noi subiamo da parte dei porti del Maghreb e del Nord Africa, ma anche per la concorrenza che
c’è all’interno della portualità italiana.
Ho letto uno studio e, per risolvere
i problemi di tutta la portualità italiana attinente
al transhipment, il Governo con solo 50
milioni potrebbe incentivare tutti i porti italiani. Per questo serve un tavolo
nazionale ed io auspico che questo tavolo si faccia quanto prima. Bisogna tenere
alto il livello di guardia ed io vedo, da parte di tutti i colleghi, indipendentemente
dalle scaramucce, dalle prese di posizione, una sensibilità rispetto alla questione
del porto, considerato anche che ci sono altre partite aperte, come quella del rigassificatore.
Quindi, c’è un’area
strategica che va difesa, potenziata e, rispetto a questo, ci deve essere una
voce unanime della Calabria a difesa di questo importante presidio economico.
PRESIDENTE
E’ iscritto a parlare l’onorevole
Serra. Ne ha facoltà.
Interverrò brevemente perché,
avendo partecipato ai lavori della Conferenza
dei capigruppo, ho trovato all’interno della stessa Conferenza l’unanimità su quella che era la discussione al punto all’ordine del
giorno. Sicuramente noi non possiamo sottrarci a questo che è un problema
di fondamentale importanza.
Non andrei alla ricerca, come qualcuno ha fatto
precedentemente, dei responsabili. Noi siamo delle persone responsabili e
sensibili. Non credo che sia il caso di dare delle risposte in tal senso perché
non possiamo fermarci a guardare quali sono stati gli errori passati, in
considerazione di un problema così grosso come quello rappresentato dal porto di Gioia Tauro,
sia per la sua gestione sia per quanto riguarda la sua importanza e la
commercializzazione, ma anche riguardo all’indotto economico ed i livelli
occupazionali. Dobbiamo anche ricordare il discorso del suo avvio, lento, che
spesso ha visto chi ci ha preceduto, ma anche il Governo centrale, agire con
una certa timidezza nell’incidere sulla partenza di un indotto molto importante
per l’economia calabrese.
Sicuramente, noi dobbiamo oggi andare alla ricerca di un
percorso comune che possa
vederci indistintamente tutti coinvolti nella risoluzione del problema; non
possiamo dividerci e permettere che il Governo centrale approfitti delle nostre
divisioni.
So del lavoro e ho apprezzato anche l’intervento del Vicepresidente,
quando ci ha informato sulla prima fase che ha visto impegnato il Governo
regionale.
Capisco anche il collega Censore, che ha fatto una
disamina di dati, di percentuali e di altro. Credo che dobbiamo stringerci
tutti intorno e far sì che il governatore, l’onorevole Giuseppe Scopelliti, possa intraprendere una lotta in sinergia con
l’intero Consiglio regionale, perché non dobbiamo, come spesso accade anche attraverso
la stampa, intraprendere esclusivamente il confronto e lo scontro.
Finisco, perché non voglio tediarvi e andare per le
lunghe, anche perché chi mi ha preceduto e perché la voce del Governo regionale
è in sintonia con quello che sto dicendo,
quindi non posso che fare un plauso a tutte le iniziative che saranno
intraprese dal Governo regionale, aspettandomi dal Consiglio e dai singoli consiglieri
un solo intento, cioè quello di ristabilire la fase che ha visto il porto di Gioia Tauro
avere una certa importanza, con le erogazioni e le prestazioni esistenti
all’interno dello stesso porto, in considerazione anche dell’importanza che il
nostro porto riveste nel Mediterraneo.
Come rappresentante del gruppo Insieme per
PRESIDENTE
E’ iscritto a
parlare l’onorevole Bova. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, parlo per una
sola ragione – non utilizzerò tutti i miei dieci minuti – perché, al punto in
cui siamo arrivati, non vorrei che, visto che i porti non possono emigrare,
perché la soluzione per tanti nostri corregionali che nel corso degli anni è
stata data “visto che qui non si sbarca il lunario, andate altrove”, non vorrei
che, da qui a qualche mese, o più probabilmente fra qualche anno, per i
calabresi non resti, anche rispetto a Gioia Tauro,
che imprecare contro la malasorte e il cattivo destino, visto che il porto non
si può spostare in Friuli e diventare Trieste più grande e che abbiamo avuto la
disavventura che il porto non è stato costruito nel delta del Po.
Perché parto in questo modo? Perché, in qualche modo,
senza scaricarsela addosso, la vicenda di Gioia Tauro,
letta in maniera nuda e cruda, mette in discussione un fatto che solo i ciechi
possono negare: quella che è in discussione non è solo la politica dei porti,
ma la politica economica o, se volete, la politica tout court del nostro
Paese.
E mi dispiace,
glielo detto poco fa e glielo ho
anticipato, che nell’intervento dell’onorevole Orsomarso,–
per carità, è onesto intellettualmente, non ho niente da dire – non ho visto
nulla – nello spirito di “Braveheart” con cui lei ha
fatto la campagna elettorale. Ma tutto
quello spirito è finito una volta
battuto Loiero!
Se è per quello, non era necessario! Immaginavo che lei, rispetto alla Calabria
– lei e la maggioranza di cui fa parte – non avrebbe fatto sconti a nessuno,
cioè che quelle questioni venivano prima di tutto. Lo so che noi siamo
piccolini, non solo noi della minoranza, ma pure voi della maggioranza.
Allora, se ognuno di noi deve stare nel compitino e
nello spazio che gli è stato ritagliato, ci stia, ma allora è una finzione la
discussione che facciamo su Gioia Tauro! Parlo anche autocriticamente, non ho peccati da scagliare contro
qualcuno; penso che ognuno di noi, durante la vicenda politica, a volte ha
pensato di avere a Roma chissà quali santi protettori! E anch’io, sentendo la
dottoressa Stasi, Vicepresidente della Giunta, ricordavo – se volete, anche me
stesso – quando, nella seconda metà degli anni ’70 – visto che un minimo di
esperienza ce l’ho – sapevo tutto sui processi e sulla filiera del tessile,
dalle fibre artificiali, dai testurizzi di Castrovillari, fino alla fine, e mi
ricordo che il nonno dell’onorevole Mancini, sentendomi a Castrovillari, in
maniera bonaria mi rimproverò: “Ma, Bova, tu sai tutto!”. Ma non risponde alla
questione. Non li hanno fatti qui quegli stabilimenti perché c’era un interesse
più forte, la politica aveva forzato.
Ora bisogna scegliere, non si può avere tutto
dappertutto, quindi o tu e chi rappresenti e il tuo sindacato nazionale
scommette su queste produzioni al Sud o spazio per tutti non ce n’è. Ma noi
siamo italiani, a chi dobbiamo raccomandarci? Ai cinesi e chiedere: “Per
favore, visto che siete già una grande potenza, adottate voi il porto di Gioia Tauro!”.
O a chi? Agli indiani?! Perché, in qualche modo, la dottoressa Battistello – non la colpevolizzo - fa lo stesso mestiere
nel transhipment che fa Berlusconi con
Mediaset: se la pubblicità di Mediaset aumenta perché paga Fiat o Volkswagen
anziché Bmv, a Mediaset non cambiano i conti;
cambiano per chi, invece, ha delle produzioni.
O noi dobbiamo metterci a piangere qui, perché per Gioia
Tauro non abbiamo neanche un Marchionne?! Perché, al
di là se siamo o meno d’accordo con quello che fa Marchionne, perlomeno lì –
così sembra e lo stanno chiamando al dunque – l’imprenditore privato ci mette i
quattrini. Si può essere d’accordo o in disaccordo. Qui non è così. La
dottoressa Battistello dice: “Ho una diseconomia di
10 milioni di euro e poi chi si è visto si è visto!”.
Quindi, noi abbiamo la possibilità in questa operazione
di avere un futuro solo se su questo scommette chi è nostro riferimento.
Vedete, tutti si
riempiono la bocca sui centocinquant’anni dell’unità
d’Italia e Gioia Tauro è un po’ l’epitaffio di che
cos’è materialmente, concretamente l’unità del nostro Paese. Non ho niente da
dire. Certo, il punto non è solo dire … fa bene, dal suo punto di vista, la
dottoressa Stasi, non faccio le pulci agli interventi, “dall’essere nel piano
della logistica e così via”.
Se leggiamo la quinta pagina del “Corriere della Sera”, lì il ministro dell’Interno, che è uno di
quelli che contano nel Governo italiano non in quanto tale, dice che il 2
febbraio, cioè giovedì prossimo, si continua o non si continua, a seconda se si
votano o non si votano – poi non so se avverrà così – i decreti attuativi del
federalismo fiscale. Ma senza girarla in politica, qui tutta la discussione è
quanto si toglie ai più poveri, alle aree più povere, per dare alle aree più
forti e non una sfida su una nuova politica economica del nostro Paese, in cui
ciascuno faccia i conti con se stesso, in cui anche su quella parola chiave che
dice la dottoressa Stasi, sull’efficienza del lavoro a Gioia Tauro …
Ma gli chiediamo efficienza, come è giusto, su che basi?
In un Paese moderno, se si chiede di più a chi lavora ed è uno dei produttori,
bisogna vedere a che cosa partecipa. Sono d’accordo che non si possono dividere
le perdite, ma immaginavo che si sarebbe dovuto pur fare un ragionamento, non
solo qui, su come quegli operai, se ci sono dividendi, possono partecipare per
una parte ai maggiori guadagni, ma tutto quello è insufficiente, non è lì il
punto … o continuiamo soltanto a ripetere che vogliamo una politica non solo
per il porto o per l’area, cioè
chiediamo, certo, defiscalizzazione, diminuzione di tasse d’ancoraggio, ma è
come il cane che abbaia alla luna!
Allora il punto qual è? Voi –
lo so – alla fine voterete il vostro ordine del giorno, che sarà scritto anche
bene, ma il punto qual è? Gioia Tauro non è come
punto di resistenza e che facciamo i matti! Nel momento in cui – come si
verifica – questo schema, questo patto per l’Italia, di cui voi siete
espressione, nega e tradisce il Sud, voi che farete?! Certo, potete chiedere a
me che cosa faccio, ma non potete rispondermi che, siccome anche mio padre era
piccolino, voi potete legittimamente continuare a fare quello che chiude Gioia Tauro.
Sono d’accordo. Quando
parlavo di epitaffio, vi piaccia o meno, gli schemi che ci ingessano sono
schemi che non hanno prospettive, non cresce l’Italia e non crescono, anzi
deperiscono le parti che sono più esposte. Gioia Tauro
è nato per caso, da un lato, dall’irriducibilità di noi calabresi, che quando
ci volevano imporre una megacentrale a carbone e un terminal, abbiamo detto
democraticamente che non lo vogliamo, ma nell’Italia di oggi non so nemmeno se
ce lo fanno fare; non ci farebbero fare un referendum di quel tipo, perché
magari direbbero che chissà chi è cattivo, qui da noi non lo vuole, cioè ci
stanno disarmando anche nella possibilità di difesa democratica. E dall’altro –
è vero – un imprenditore che sapeva fare il proprio mestiere - ma perché ognuno
deve fare il proprio mestiere - che era in Toscana, aveva una piccola partita e
ha scommesso sul fatto che a Gioia Tauro la partita
diventa più grande, ma quello è come il sale della terra, nessuno può fare
queste politiche senza che ci sia una volontà di impresa e persone che
rischiano, scommettono su questo. Ma dentro quello, quando le cose diventano
grandi, ci sono gli interessi di un
Paese, le scommesse di un Paese.
Se, quindi, ci chiedete se,
al di là degli schemi, per quanto mi riguarda, scommetterei e direi più uno
rispetto ad un’impostazione di questo tipo, ve lo dico senza tema di smentita.
Non vi offendo, però francamente questo confronto neanche parte.
Vedete, su un punto è vero
che, se Atene piange, Sparta non ride! Al di della forma di governo, non
abbiamo mai avuto grandi impegni su Gioia Tauro, se
non su un punto – è andato via Maiolo –: vedete,
piaccia o non piaccia, nell’impostazione di Prodi, che è stato primo dirigente
dell’Iri, c’è stata sempre un’attenzione, prima che su Gioia Tauro, sul Mediterraneo e sul canale di Suez – lui l’aveva
chiaro questo elemento – e, quando crescono grandi realtà come
Se noi fossimo parte di un
grande Paese, come vorremmo essere? Non solo si dovrebbe stare attenti, come si
tenta di stare, su quello
che avviene in Egitto, anziché negli Emirati o in
Tunisia, intorno all’Egitto, ma anche ragionare su scala europea: quando si
parla di un Piano Marshall per l’Egitto, si dovrebbe parlare di un piano che,
innanzitutto, raddoppi Suez. Se raddoppia Suez e se l’Italia di un processo di
questo tipo è parte, Gioia Tauro, di riffa o di
raffa, se la cava, e un Paese che voglia essere unito non dopo centocinquant’anni, ma anche dopo duecento o
duecentocinquanta e non segue le piccole, anguste miserie della politica del
giorno d’oggi, non avrebbe bisogno di essere tirato per la giacca dai
calabresi. Ma questo è come un sogno e noi avremmo bisogno di sogni. Quello che
non è un sogno è chiedere ai miei corregionali, anche a quelli che sono qui
dentro, se prima della tessera noi abbiamo un patto, cioè di difendere con
intelligenza, per gli interessi generali del Paese, anche quel porto, che è uno
dei punti su cui non solo Gioia Tauro e quei
lavoratori o quelle comunità e non solo
Rispetto a questo, non c’è
nessuna ingessatura che mi blocchi. Ci ho messo tanti anni, forse troppi, per
capirlo. E’ troppo se lo chiedo anche a voi?! Perché voi, oltre me, avete un
obbligo e un dovere: governare bene la Calabria e dare le risposte, anche
quelle che non vi competono direttamente, alle questioni del futuro della
nostra realtà, altrimenti – non vi dovete offendere – anche voi dite che, al di
là di tutto, non resta che stringersi nelle spalle ed imprecare perché non
siamo nati in un altro posto, visto che i porti non si possono spostare.
PRESIDENTE
La parola
all’onorevole Principe.
Signor Presidente, soprattutto dopo gli interventi dell’onorevole Maiolo e per gran parte dell’intervento dell’onorevole Bova, che, nella sua maturazione socialista, mi trova sempre più spesso vicino alle sue posizione, il mio intervento può limitarsi a poche battute ed è doveroso perché, a nome del gruppo del Pd, ho avuto l’onore di chiedere in sede di Conferenza che si tenesse questo dibattito.
Naturalmente,
non mi disperderò in argomentazioni di carattere
tecnico, perché, innanzitutto, ritengo che nessuno
di noi possa avere la pretesa di essere un tuttologo, poi sono convinto
che la questione sia squisitamente politica,
cioè capire quale rapporto questo Consiglio regionale e, per esso, il
governatore e
Guardate, nessuno a volte vuole leggere le statistiche
per quelle che sono, ma l’unico periodo nella storia di questo Paese in cui si
è ridotta la forbice tra il Nord ed il Sud è stato proprio quello in cui il
Paese era diventato una locomotiva, cioè soprattutto negli anni ’50 e ’60:
mentre il Paese cresceva più di tutti in Europa, si riduceva la forbice tra il
Nord ed il Sud. Questo vuol dire che il Sud cresceva più della media del Paese,
perché in quegli anni la vituperata Cassa per il Mezzogiorno e altre iniziative dello
Stato centrale hanno consentito di ridurre il gap fra il Nord ed il Sud.
Cosa voglio dire, in sostanza? Che dovremmo far capire al Governo di Roma, se
abbiamo forza politica, credibilità, che Gioia Tauro,
prima di essere un problema della Calabria, è un problema del Paese e
dell’Europa, perché ha detto bene l’onorevole Bova, ormai la globalizzazione
ha cambiato i termini dell’economia: poiché l’estremo Oriente produce
molto,
Allora il Governo di Roma ha la consapevolezza che Gioia
Tauro può essere
Sì, indubbiamente, non voglio fare adesso un
raffronto fra i cinque anni del centro-sinistra e questo anno del
centro-destra; si sono fatte anche cose buone, l’accordo di programma quadro è
un’iniziativa importante, carissima Vicepresidente, ché è stato sottoscritto in
continuità – come ha detto l’onorevole Maiolo – con
l’attività del Governo di centro-sinistra. Avevamo pensato e anzi, vorrei
chiedere all’assessore Caligiuri che fine ha fatto il
distretto tecnologico della logistica, che aveva anche un altro merito –
fatemi concludere questa parentesi che si può dire sta diventando molto
lunga – , quello di porsi il problema dell’entroterra di Gioia Tauro, perché tutti stiamo dicendo che di questa enorme
attività del porto niente si ferma in Calabria.
Ebbene, con il distretto della logistica avevamo
pensato, con dei progetti chiari, come mantenere una parte
delle merci nell’entroterra di Gioia Tauro. C’era un
progetto-pilota, per esempio, che riguardava il sedile delle auto, nel senso
che a Gioia arrivavano ed arrivano i componenti per il
sedile e poiché il sedile va personalizzato, perché il sedile di una macchina
non è la stessa cosa per l’Alaska oppure per
Sono iniziative importanti, ma per quanto noi metteremo
in campo tante iniziative, Gioia Tauro non diventerà
mai
Il primo problema è quello delle infrastrutture –
parliamoci chiaramente – ma domando ai colleghi del centro-destra, non per fare
polemica, ma
proprio per parlarci in modo leale, perché Gioia Tauro
non ha colore politico, noi dovremmo assumere e assumiamo oggi la
consapevolezza che Gioia Tauro è un problema da risolvere
positivamente per l’intera regione e nell’interesse della regione,
dell’Italia e dell’Europa. Ma, molto sinceramente, vi chiedo:
avete sentito qualche volta l’onorevole Berlusconi parlare di Gioia Tauro come eccellenza del Paese in grado di aiutare il
Mezzogiorno a risalire la china? Ho sentito parlare solo del ponte sullo
Stretto e guardate che le due cose si interfacciano, perché mentre si parla, a
titolo propagandistico, del ponte sullo Stretto, non una parola si dice su come arrivarci. Noi amiamo sempre fare una
battuta: “Ma sul ponte, quando si realizzerà, ci arriveremo con
l’elicottero?!”. Cosa vogliamo dire con questo? Che, prima del ponte, vengono i
problemi dell’Autostrada del Sole, Salerno - Reggio Calabria e i problemi di
velocizzare la ferrovia tirrenica.
Altro che alta velocità! Certo, se l’alta velocità
arriva a Reggio, come pure ho sentito dire al Presidente Scopelliti,
è un fatto positivo, ma che almeno ci sia la velocizzazione della linea
tirrenica, che va interfacciata con la linea ionica. Ma cosa si vuole fare
della tratta Paola – Sibari ? E la linea ionica deve
restare a binario unico e non elettrificata? Cioè, le merci che debbono andare verso l’Est, se
non si valorizza Schiavonea di Corigliano
per quanto riguarda la portualità e la ferrovia
ionica insieme alla strada statale 106, quantomeno fare la Taranto - Sibari. Ecco che, se non si risolve il problema delle
infrastrutture, Gioia Tauro non sarà mai
Seconda questione: il problema della competitività. Non
aggiungo nulla rispetto alle questioni che tecnicamente hanno detto i colleghi,
ma ne aggiungo una che fa capire quanto sia importante il rapporto tra
Mi faccio il merito e dico, a mio onore che, sono stato
l’ultimo uomo di governo che ha presentato al Senato della Repubblica e alla
Camera dei Deputati un provvedimento di sgravi fiscali e contributivi. Perché
l’ultimo? Perché l’Europa impedisce gli sgravi fiscali e contributivi, in
quanto vanno ad intaccare il principio della concorrenza. Se, però, l’Europa
accetta l’idea che Gioia Tauro possa essere
Per finire, onorevoli colleghi, signor Presidente del
Consiglio, signor Presidente della Giunta, penso che il Consiglio regionale in
questa circostanza farà bene a discutere di problemi più interni alla nostra
Calabria: abbiamo citato come viene attuato l’accordo di programma quadro,
inoltre sapere che fine ha fatto l’importanza del distretto tecnologico della
logistica, se il progetto-pilota sull’automobile può essere esteso ad altri
settori, in modo da portare aziende nell’entroterra di Gioia Tauro. Ma la seduta di oggi deve servire ad una cosa, a
nostro avviso, perciò abbiamo chiesto il dibattito, cioè dare più forza al
signor governatore e alla Giunta regionale calabra.
Guardate, ci stiamo abituando troppo ad essere
Su questo argomento, noi questo vogliamo fare oggi: dare
al governatore della Calabria l’appoggio unanime dell’intero Consiglio
regionale e siamo disponibili per fare tutte le battaglie, affinché finalmente
in questo Paese si smetta di parlare di cose futili, che indeboliscono
l’immagine dell’Italia all’interno e all’estero, verso le nuove generazioni e
finalmente si parli di politica economica, di grandi strategie, di
progettualità e di come il Mezzogiorno può diventare veramente questione nazionale e, all’interno
della questione nazionale, Gioia Tauro assuma il
ruolo che può avere come Porta d’Oriente dell’Europa, come momento di
trascinamento dello sviluppo della nostra regione, del Mezzogiorno e del
Paese.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Talarico Domenico. Ne ha facoltà.
In verità, l’onorevole Principe
mi ha agevolato di molto il compito, per cui il mio sarà un intervento breve volto, a questo punto, a ribadire alcuni concetti
già espressi e che avevo in mente.
Intanto, esprimo apprezzamento per l’ordine del giorno che, in qualche modo costringe il Consiglio regionale, forse per la prima volta, ad avere una dimensione davvero regionale e, negli spunti di alcuni interventi, abbiamo parlato, consapevolmente o meno, dell’Italia e dell’Europa, perché questo è il problema vero a cui hanno fatto riferimento alcuni interventi di maggioranza e, per ultimo, l’intervento dell’onorevole Principe.
Va bene rivendicare e affermare, onorevole Stasi, il ruolo di Gioia Tauro al centro della logistica portuale, al centro dei traffici del Mediterraneo, ma la grande questione, caro Presidente, è che questo Consiglio deve tendere ad affermare Gioia Tauro come il centro delle attenzioni politiche del governo regionale e nazionale.
Il cosiddetto Governo amico deve dimostrare in questa occasione, che si sta facendo sempre più drammatica, di essere davvero amico della Calabria e del Mezzogiorno, e questa Regione, nelle sue massime espressioni, deve e può, in questo momento, misurare la propria vocazione politica meridionalista ed europea.
Per queste ragioni, mi trovo perfettamente in linea con l’intervento che mi ha preceduto, perché si sta misurando, proprio in queste settimane e in questo mese, la vera vocazione meridionalista del Governo Berlusconi e la sua, invece – se così sarà – vocazione europeista. Dubito che le due cose avranno riscontri positivi, perché sino ad oggi si è discusso in maniera fin troppo pragmatica di dazi, di iniziative varie, di infrastrutture collaterali, opere certamente importanti, ma da Gioia Tauro e per Gioia Tauro passa una linea politica che sarà vincente, se questo porto riacquisterà la sua centralità nel Mediterraneo, o sarà perdente, se invece ci attarderemo a discutere di iniziative, di provvedimenti, di accorgimenti, certamente importanti, ma non determinanti e risolutivi della crisi che vive questo porto.
Mi pare che stamattina, su questi provvedimenti e sulle iniziative che sono state elencate egregiamente dal vicepresidente Stasi, ci sia un sostanziale accordo tra maggioranza e minoranza e anche un reciproco riconoscimento delle parti, che stanno discutendo sulle cose che bisogna adottare e tradurre in fatti pratici nelle prossime settimane, però rimane una grande questione – ripeto –: noi dobbiamo chiedere al Governo nazionale, soprattutto voi dovete chiedere al vostro Governo amico di assumere il Mediterraneo, l’Europa e il Mezzogiorno come la principale questione, e Gioia Tauro oggi è lo spartiacque in cui si misura davvero il tasso meridionalista del Governo nazionale.
Non ci saranno riduzioni sul costo del lavoro che possano tenere rispetto alla concorrenza di Tangeri o di altri porti del Mediterraneo, avviene nella portualità e in tanti altri campi dell’economia. Non reggeremo mai la competizione con i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, con i Paesi orientali, dove il costo del lavoro sarà sempre più basso dei Paesi europei, per cui la sfida si gioca su altri terreni, ovvero quelli che, anche stamattina, sono stati in parte portati alla luce da alcuni interventi. Ma voglio rilevare anche qui – come ha fatto l’onorevole Principe – la questione ponte: il ponte sullo Stretto è diventato l’ideologia dell’interventismo, dell’efficienza, del “fare” del Governo Berlusconi, a cui si è accodata la propaganda del Governo regionale. Diciamo, invece, di investire risorse, attenzioni, energie, iniziative politiche per tornare a Gioia Tauro, perché da lì non partono solo navi, non arrivano solo navi, ma Gioia Tauro è diventato metaforicamente il luogo simbolo di uno sviluppo possibile o di uno sviluppo agognato e mai arrivato.
Perciò questa mattina bisogna uscire non solo condividendo iniziative concrete, alcune delle quali ha anche sottoposte a questa Assemblea il collega Giordano, ma dobbiamo uscire con una forte volontà politica di investire il Governo nazionale e di investire le varie responsabilità al livello europeo, per fare di Gioia Tauro non una questione di Reggio Calabria o della Calabria, ma dell’intero Mediterraneo, dell’Italia e dell’Europa.
Se noi affrontiamo il problema avendo innanzitutto presente questa dimensione, stamattina avremo, forse, speso qualche ora di tempo per una causa giusta, altrimenti avremo assecondato semplicemente una richiesta di iscrizione all’ordine del giorno, compiuto un ennesimo e banale atto burocratico che non serve a Gioia Tauro, alla Calabria e ai calabresi.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Mirabelli.
Signor Presidente,
onorevoli colleghi, effettivamente stamattina ci
troviamo di fronte alla discussione di questo punto
all’ordine del giorno, che ha una sua valenza, una
sua caratteristica, una sua importanza;
forse è uno degli argomenti più
importanti a cui questo Consiglio regionale si sta sottoponendo, soprattutto in
questo periodo di grande crisi economica e finanziaria e anche di produttività, che vede,
purtroppo, un arretramento sul piano economico non solo dell’intera Italia, e,
in modo particolare, delle regioni più deboli del Mezzogiorno, quale
quella calabrese, ma soprattutto dell’Europa.
Quindi discutere di un’infrastruttura della portualità di Gioia Tauro è una
cosa, secondo me, necessaria e affrontarla, come è avvenuto in questa
discussione da parte di tanti colleghi, credo che sia proprio l’indirizzo più
giusto.
Concordo pienamente con quello
che è stato detto sino adesso, sia dall’onorevole Orsomarso,
che evidenziava la necessità, di fronte a tematiche così importanti per lo
sviluppo della nostra regione o, comunque, per il mantenimento del nostro prodotto interno lordo, di non
trovare, doverosamente, a tutti i costi, una differenziazione per parte
politica, in maniera premeditata o preventiva.
Credo che su certi argomenti,
soprattutto in un momento di così grande difficoltà, le divisioni partitiche
debbono essere messe da parte, perché deve stare al centro della nostra
attenzione il bene comune, soprattutto il bene dei calabresi.
E concordo a pieno titolo anche con
l’analisi e la relazione della Vicepresidente Stasi, che è stata, onestamente,
abbastanza precisa, per molti aspetti puntigliosa ed ha esaminato la questione
da vari punti d’angolazione.
Stessa cosa non posso non dire anche
dell’onorevole Sandro Principe, che ha evidenziato il problema più importante,
quello politico. Effettivamente, Gioia Tauro che
cos’è? Altro non è che una infrastruttura importantissima, che dovrebbe
acquisire negli anni – lo doveva già fare nel recente passato – un interesse
strategico di tipo nazionale. Non è un problema solamente calabrese, perché se
fosse così, forse da un lato sarebbe facile risolverlo, dall’altro, per alcuni aspetti, sarebbe quasi
impossibile,. E’ un problema che fa capire che queste questioni vanno al di là
dei nostri confini, dobbiamo capire se Gioia Tauro
deve essere visto come punto di riferimento della strategia portuale italiana
ed europea e, per poter capire questo, c’è la necessità non di semplici
dichiarazioni, ma di prese d’atto concrete da parte del Governo nazionale, che
deve essere molto chiaro.
Noi comprendiamo la difficoltà,
sappiamo che sono tutti in concorrenza e non solo con i Paesi maghrebini del
Nord Africa o con l’isola di Malta o con Rotterdam, ma c’è anche una
concorrenza silente da parte di più terminalisti o di coloro che gestiscono le
società interportuali anche a livello nazionale, a livello italiano
soprattutto: c’è Cagliari che si sta attrezzando, c’è Livorno che vuole il suo
spazio e Genova che tenta di stare a galla utilizzando investimenti di un certo
tipo.
Quindi c’è la necessità, da parte
del Governo nazionale, sapendo che non si può concorrere in un regime ormai
così concorrenziale e globale, che questo Governo faccia delle scelte ben
precise, per capire veramente se Gioia Tauro ha la
possibilità di restare sul mercato della portualità o
se deve ritornare ad essere una di quelle tante cattedrali nel deserto di cui,
purtroppo, questa nostra regione annovera storicamente più esempi.
Allora il discorso riguarda questo,
ossia il rapporto che
Lo dico da forza di minoranza,
perché non possiamo dividerci sul nulla, dobbiamo dividerci sulle cose che
possiamo pensare di poter fare.
Oggi il senso di responsabilità deve imporre,
invece, un percorso comune,
cercare in tutti i modi in questa Regione di poter addivenire ad un
ragionamento unitario all’interno del Consiglio regionale, in modo tale da
poter responsabilizzare e rafforzare le eventuali richieste che da questa
Regione, tramite il Presidente Scopelliti, vadano ai
giusti tavoli nazionali.
E’ su questa logica che, secondo me,
in una situazione economica così difficile conviene fare un certo tipo di
opposizione, responsabile e costruttiva che non può che dare forza e indicare,
eventualmente, altri percorsi.
Però non dobbiamo dimenticarci che
Dobbiamo fare anche noi delle
scelte, velocizzare anche i programmi e i fondi della Comunità europea e
l’accordo di programma quadro che va utilizzato. Bisogna spendere i soldi, in
una sola parola, cercare di rendere infrastrutturalmente
all’altezza una eventuale richiesta da parte di Gioia Tauro,
che tenda a mettersi al centro della portualità
nazionale ed europea, nonché mediterranea.
E’ vero che chi ha gestito l’Mct, negli anni precedenti, ha fatto degli investimenti –
dobbiamo dirlo –, sono stati spesi quasi
330 milioni, acquistate anche quattro gru, che sono le più grandi del mondo,
che servono a fare questo specifico lavoro, quindi sono stati fatti degli
investimenti; altro, però, purtroppo non è stato fatto da parte di chi doveva
farlo, sono state varate programmazioni varie, ma non sono stati spesi e
realizzati i soldi.
La cosa più importante, al di là
della questione ambientale, sarebbe stata un’altra, quella di abbattere i costi di gestione per il
buon funzionamento, al di là degli oneri sociali, che è una questione che
guarda a problematiche di defiscalizzazione
o di realizzazione di zone franche per chi va ad investire in
quell’area, che riguardano un rapporto fra il Governo nazionale e l’Europa a
Bruxelles.
Noi avremmo dovuto, in tutti i modi,
cercare di attrezzare al meglio, provando a realizzare in modo particolare
opere, tipo il rigassificatore che è qualcosa di
importante, la piastra del freddo, che è qualcosa di ancora più importante e
che serve a che cosa? A poter far sì che, al limite, si poteva vedere su Gioia Tauro l’area vocata principale
dell’intero Centro-Sud per lo stoccaggio sempre dei prodotti ortofrutticoli; il
potenziamento anche della mobilità dal porto
di Gioia Tauro verso … cercare, quindi, di
irrobustire anche l’asse di mobilità Palermo - Berlino, cioè una serie di
operazioni attraverso cui si poteva mantenere competitivo, attraente e
considerabile questo nostro porto.
Non basta esclusivamente abbattere la tassa d’ancoraggio, e,
purtroppo, anche su questo il Governo nazionale non è stato mai tanto chiaro;
nel passato, addirittura, avevano aumentato del 50 per cento le tasse
d’ancoraggio, quando tutti gli altri porti le stavano abbassando! Questo per
poter essere più convenienti sul mercato, quindi acquisire più opportunità di
attrarre più movimento di merci.
Finalmente in questa legislatura c’è
stato un senatore della Basilicata – ma credo sia proprio dell’Api – che ha
presentato un emendamento al Governo attraverso il quale si chiedeva che cosa?
Proprio per far sì che si potesse accelerare e, quindi, creare un’inversione di
tendenza anche nell’abbattimento delle tasse d’ancoraggio, che non rappresenta
la panacea e la risoluzione, ma una piccola flebo di sostegno momentaneo per
dare più opportunità a chi investe in questi porti, hanno tentato di fare
un’operazione all’inverso con questo emendamento, cioè di responsabilizzare le
società interportuali e dire che coloro che avevano avuto per cinque anni
grossi finanziamenti nelle società portuali italiane, visto che i soldi non
erano stati spesi, era giusto riportarli al centro, al livello statale ed
eventualmente riplasmarli, rimodularli per nuovi finanziamenti, guardando in
modo particolare al porto di Gioia Tauro.
Non so come finirà questa storia, ma
è anche ovvio che tutte queste cose messe insieme, come anche ad esempio la
capacità di poter realizzare velocemente l’accordo di programma quadro nella
sua spesa, servirebbero a poter potenziare meglio. Guardate, anche lo stesso Piano energetico, la realizzazione di
un fotovoltaico esteso che dà la possibilità di far risparmiare a chi gestisce
questo porto in termini di energia elettrica, potrebbe rappresentare
un’ulteriore valvola di sfogo.
Quindi, da un lato, abbiamo la
necessità di essere chiari e di capire che cosa vuole fare il Governo nazionale
con Gioia Tauro, la cosa più importante, perché
altrimenti è inutile che perdiamo tempo a parlare, a discutere e a piangerci
fra di noi; dall’altro, la necessità da parte della Regione e di chi gestisce
il porto di investire in queste aree, nell’ambito di una programmazione
economica che tenda soprattutto a poter valorizzare il nostro prodotto interno lordo.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Tripodi.
Ritengo che
sul porto di Gioia Tauro
le posizioni debbano prescindere dall’appartenenza
politica e
faccio questa premessa perché, al di là
dell’analisi che dobbiamo fare, non vorrei che, poi, qualcuno da quei banchi
scrivesse che diciamo alcune cose su una valutazione squisitamente politica. Non è così.
Mi
aspettavo – debbo dire la verità – un’impostazione diversa su Gioia Tauro, intanto come relazione illustrativa da parte della Giunta, perché conosciamo il problema e dobbiamo
cercare di capire come affrontarlo, se lo vogliamo risolvere con molta onestà mentale. Lo dice chi del problema se n’è
occupato nel passato e penso che la discussione in quest’Aula ci imponga di
dire determinate cose e di discernere i due momenti che dobbiamo affrontare,
quello dell’emergenza attuale e
quello della programmazione futura del porto di Gioia Tauro come momento di sviluppo.
Sull’emergenza attuale, non c’è dubbio che o poniamo in essere alcuni provvedimenti in cui la
capacità di investimento, anche di chi fa transhipment,
rappresenti un momento di una propria capacità in positivo di avere un introito
anche rispetto alle proprie attività oppure non abbiamo come impostare le cose.
Ma questo è il meno, perché il ragionamento
poi deve essere complessivo – e lo voglio dire al
Presidente della Giunta – e deve iniziare – l’abbiamo
già fatto a suo tempo, non riuscendo a dare una soluzione concreta – dal Piano
regolatore sul porto. Da quello comincia a nascere già un’impostazione
diversa che
dobbiamo dare, cioè da quando abbiamo inteso o “agevolato” – tra virgolette,
perché parliamo di Consiglio regionale – anche una soluzione ferroviaria che non vedeva soddisfatte quelle che erano
le esigenze del transhipment che
avveniva su Gioia Tauro. Ecco, da qua comincia anche
il disimpegno di Rfi.
Queste cose ce le dobbiamo dire,
come ci dobbiamo dire con molta chiarezza che l’interlocuzione sul futuro
sviluppo del porto di Gioia Tauro non dipende esclusivamente da quello che fanno
le società di transhipment che operano
su Gioia Tauro. Là parliamo di un’altra cosa, stiamo
parlando di un altro pianeta, di una crisi internazionale che il porto di Gioia Tauro
ha avuto la capacità, bene o male, di contenere su una visione globale
del transhipment sul Mediterraneo, e
che questa regione, in ogni caso, bene o male ha avuto. .
Però, se parliamo di sviluppo in
questa regione stiamo parlando di un’altra cosa, perché se parliamo di zona
franca, di interporto, di lavorazione delle merci – di questo si tratta – non
dipende da questa Regione, ma dalla capacità del Governo di poter interloquire
con
A questo proposito, alcune
considerazioni vanno fatte, perché se l’interlocuzione con il Governo non è di
una certa natura, ma di che cosa parliamo! Di quello che stiamo vivendo in
questi giorni sulla sanità, che anche
Ben venga quell’accordo di programma
quadro, e questo è meritorio di questa Giunta regionale, però l’accordo di
programma quadro va a parlare e a normare le
infrastrutture come modalità di sviluppo. Qua parliamo di un’altra cosa! Ossia
della capacità che abbiamo, se riusciamo a mettere in atto dei provvedimenti
che dipendono dal Governo per agevolare lo sviluppo su un’area, che riguarda lo
sviluppo dell’intera Calabria e del Mezzogiorno
– di questo stiamo parlando – con una capacità
in positivo, al momento, di garantire una forza lavoro che sta subendo quello
che sta subendo, che è la garanzia che dobbiamo dare ai lavoratori e quanti altri
di poter continuare la propria attività.
Allora il nostro ragionamento si
deve sviluppare su questo, altrimenti di che cosa stiamo parlando! Di abbassare
semplicemente le tasse di portualità e quant’altro?!
Questi sono provvedimenti amministrativi che consentono alle società di poter
espletare, con un lauto guadagno, il loro lavoro, ma non è quello che interessa
a noi; a noi interessa un’altra cosa, di cui stiamo parlando da anni cioè di
spostare le attività sul retroporto – lo diceva Imbalzano prima – ma per farlo, c’è bisogno di una serie di
provvedimenti legislativi che non sono di competenza esclusiva di questa
Regione.
Allora l’interlocuzione deve essere
forte e presente e deve essere tanto più forte e presente quando questo
Consiglio regionale, nella sua interezza, ha la capacità, in positivo, di
devolvere al Presidente della Giunta la propria rappresentanza nei tavoli
istituzionali , che poi non riguarda maggioranza o minoranza, ma riguarda
questa Calabria.
Come forze politiche, siamo tutti
coscienti e consapevoli che andiamo ad urtare interessi diversi da quello che è
l’interesse della Calabria e del Mezzogiorno,
perché parliamo di un’azione che riguarda Genova, Trieste, in cui non c’è più anche l’idea di
sviluppo del famoso Corridoio 1 Palermo-Berlino e non
c’è più nei ragionamenti del Governo, perché l’alta velocità su strada ferrata
non c’è da Salerno verso giù, per una serie di motivazioni, ma non può essere
Ma di che cosa parliamo! E se questa
Regione sta avendo questa capacità in positivo, allora dobbiamo sostenere
questa via che ci consente di essere attori e protagonisti del nostro futuro.
Su questo l’interlocuzione deve
essere forte, anche perché ritengo – e ne sono profondamente convinto –che se noi non riusciamo a far sì che a Gioia Tauro vengano lavorate le merci, sicuramente questo
obiettivo non lo raggiungeremo e non dipende dalla Regione Calabria affinché
questo possa essere praticato e messo in atto.
Allora un’interlocuzione forte deve
essere per forza a livello governativo sugli interessi che abbiamo il dovere di tutelare, su un percorso che necessariamente non
potrà non essere qualificato e qualificante per l’azione politica che dobbiamo
fare.
Voglio aggiungere un’ultima cosa e concludo: anche per quanto riguarda
il trasporto su rotaia, non è possibile e immaginabile – questa è un’opinione
mia personale – che Rfi, Trenitalia possa pensare che gli investimenti in questa regione
li debba fare necessariamente solo e soltanto
Allora mi
auguro che quest’ordine del giorno che oggi uscirà dia veramente la forza al
nostro Presidente, ma gliela diamo come Consiglio regionale e – lo ripeto –
onde evitare di essere fraintesi, al di là delle posizioni politiche che
abbiamo, mi auguro che ci si possa veramente confrontare in modo, non voglio
dire duro, ma fermo con il Governo, al fine di riuscire a capire se c’è una
volontà di far sì che Gioia Tauro possa essere punto
di riferimento del Mediterraneo e punto di sviluppo di questa Calabria e del Mezzogiorno.
Altrimenti
poi – e voglio concludere – riusciamo a dire, quando usciamo da qua, che è
ancora Napoli che gestisce i diritti doganali del porto di Gioia Tauro. Stiamo parlando di questo.
E poi,
quando alcuni sindacati dicono alcune cose, sicuramente nell’impostazione della
tutela del lavoro e delle attività lavorative a Gioia Tauro,
anche noi come politica dobbiamo capire se c’è quell’orientamento di portare
avanti tutti i progetti fatti su quel sito e su quel porto, dalla seconda
banchina e dall’aumento delle capacità di dragaggio, perché i fondali devono
essere ancora di più posti in essere da
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Battaglia. Ne ha facoltà.
Grazie Presidente, ritengo
che il Consiglio preliminarmente alle questioni
di merito dovrebbe dare risposta anche alla dottoressa Battistello
per affermare che in Calabria lo sviluppo si
fa e si può fare di intesa con le istituzioni, con le forze sociali, con i lavoratori calabresi e non tentando – anche se lei lo
diceva provocatoriamente – intese con la mafia.
Un ragionamento di questo tipo, sia pure provocatorio, è
molto pericoloso in questa terra.
Detto questo, ritengo che il problema principale in Calabria
e nell’area di Gioia Tauro è stato rappresentato
dall’incapacità di far emergere quanto sviluppato in documentazione cartacea
nel corso degli anni e scritto dalle istituzioni.
Questo, probabilmente, per una incapacità manageriale e politica a perseguire un
disegno che si era tracciato, nel senso che la politica dopo aver stabilito,
dopo aver determinato linee di indirizzo probabilmente non ha avuto la capacità
e la coscienza di andare nella direzione giusta.
D’altra parte in questi
giorni c’è stata l’intervista dell’amministratore delegato della Medcenter che meglio di ogni altra chiarisce la questione
Gioia Tauro. In tutti questi anni la politica ha
avuto una sorta di sudditanza psicologica nei confronti della Medcenter che oggettivamente rappresentava l’unica realtà
vera, produttiva della Calabria.
In tutti questi anni Medcenter, in varie occasioni, ha sempre detto che a Gioia Tauro si può fare solo carico e scarico merce.
Oggi anche Medcenter ha capito che la crisi proviene anche dall’assenza di attività che rendono competitivo ed attrattivo un porto ed addirittura, mi pare di aver capito, propone una serie di programmi alla Giunta regionale.
Il cuore della questione è qui, perché
poi tutta la discussione che c’è stata stamattina viene ripetuta in tutte
le sedi da circa 9-10 anni, con una aggravante: nell’area di Gioia Tauro, oltre ad una
incapacità complessiva nel corso degli ultimi 8 anni, si è consumato uno
scontro istituzionale tra organismi competenti che avevano solo probabilmente lo scopo di sopravvivere, di tentare
di superare la quotidianità e tentare di chiudere un recinto di potere e di
competenze. Mi riferisco all’autorità portuale, al commissario governativo, all’Asi e a tutti i soggetti istituzionali che ci sono in
quell’area.
Del resto basti pensare che solo
qualche giorno fa il primo treno che veniva nell’area retro portuale ha dovuto
fare due manovre, si è dovuto sciogliere il convoglio perché un cancello
dell’autorità portuale era chiuso.
Questo in termini di competitività
si paga. Il secondo treno ha potuto accedere al porto solo qualche ora prima,
perché l’autorità portuale ha aperto il secondo cancello, poiché Rfi, probabilmente, non pagava delle somme di concessione.
Ma capite che agli investitori
istituzionali, agli investitori internazionali delle questioni dell’autorità
portuale o di Rfi interessa poco? Allora, anche
rispetto a queste cose bisogna intervenire. L’autorità portuale deve diventare
un momento non burocratico, ma deve avere la capacità di gestire e programmare
lo sviluppo insieme agli altri enti.
Leggevo l’altro giorno una
dichiarazione della dottoressa Stasi che ci
comunicava che è stato scelto il nuovo segretario dell’autorità portuale.
Spero e credo che il Comitato, il
Presidente, abbia scelto questa persona a seguito di un avviso pubblico
internazionale perché di questo oggi si ha bisogno, altrimenti continueremo una
politica che tenta di badare alle cose quotidiane, una politica che non ha
nessuna strategia.
Lei, dottoressa Stasi, nel suo
intervento ci diceva che, addirittura, pensa di recuperare delle somme per
tentare di infrastrutturare una nuova
area da destinare alle attività produttive.
Se mi consente, è un intervento che intanto non ha
nessuna aderenza con la realtà economica della Regione e nessuna aderenza con
la realtà degli investimenti nazionali.
Volevo segnalare, poi, dato che spesso quando si parla
dell’area di Gioia Tauro si fa riferimento a tutti i
capannoni costruiti con gli incentivi e che oggi sono chiusi, che dal 1998
esiste una legge dello Stato italiano che consente di recuperare quei capannoni
alla proprietà pubblica.
E’ chiaro che bisogna intervenire dal punto di vista
economico, detraendo tutte le risorse e gli incentivi che sono stati dati alle
imprese, ma questo è un compito, in primo luogo, della Regione Calabria.
Allora, se volete fare interventi per tentare di allargare l’area industriale,
pensate e pensiamo a come recuperare tutti i capannoni chiusi che nel corso
degli anni sono stati costruiti con gli incentivi statali per metterli a disposizione
delle imprese che vogliono investire. Si deve, però, creare un sistema di
convenienze.
Ricordo che l’ultimo sistema di convenienze create a
Gioia Tauro, caro onorevole Pasquale Tripodi, è la
sovvenzione globale del 1999 perché in quel momento il Governo ha avuto la
forza, la capacità e la voglia di intervenire in Europa con fondi propri, al
fine di creare questo sistema incentivante senza il quale le imprese non
vengono. Le imprese hanno bisogno di istituzioni credibili, ma hanno anche
bisogno di convenienze.
E, in un’area come quella di Gioia Tauro,
dottoressa Stasi, ancora oggi a distanza di 40 anni esiste un decreto che
vincola quei territori dentro l’area industriale. Un decreto paesaggistico
nell’ambito del quale è necessario oggi – per realizzare un investimento a
Gioia Tauro – avere l’autorizzazione anche del
competente Ministero.
Noi abbiamo delle imprese che per realizzare quel capannone hanno avuto necessità di 18 mesi. Lei è un’imprenditrice e capisce bene che un’idea imprenditoriale si deve immediatamente realizzare.
Questi sono una serie di problemi che troviamo a Gioia Tauro per tentare di recuperare questa benedetta area di retroporto capace di generare sviluppo e capace di mantenere il porto stesso.
Da questo punto di vista ritengo che sia necessario aprire una grande questione. Bisogna capire se in Italia c’è una politica per i porti e per le aree industriali. Questo è il punto.
Faccio un esempio banale, abbiamo la “Blg” che è un’azienda nata con la sovvenzione globale del 1999 che si trova in un capannone che non può utilizzare appieno perché c’è la protezione civile. Credo che sviluppo non sia possibile farne.
Allora
Se si deve affrontare da questo punto di vista il
problema, cioè il porto e tutta l’area retrostante, lo si faccia tentando di risolvere concretamente i problemi e tentando
anche di dettare i tempi, perché la politica molto spesso dimentica che la
giornata è composta di 24 ore e quindi non è in linea con la società e con le
esigenze delle imprese.
Se questo si riuscirà a fare e se su questo si riuscirà
a coinvolgere il Governo nazionale e quindi l’Unione europea, certamente, ci
sarà una prospettiva. Il problema della chiusura di 30 ore è un falso problema del porto di Gioia
Tauro.
E’ chiaro che è una sfida che è stata lanciata
all’interno del porto stesso.
Noi dobbiamo raccogliere una sfida occasionale per
tentare di trasformare veramente l’area di Gioia Tauro
in una realtà produttiva. Però, per far questo non basta scrivere un accordo,
ma è necessario che quell’accordo in tempi brevi ed in maniera pratica diventi
realtà.
Da questo punto di vista ritengo che l’ordine del giorno
che avete presentato abbia delle insufficienze che, certamente, dovranno essere
colmate se si vuole anche il voto di questa minoranza. Grazie.
Presidenza del Presidente Francesco Talarico
PRESIDENTE
Questo era l’ultimo intervento del dibattito generale. La parola all’onorevole Presidente della Giunta regionale, Giuseppe Scopelliti.
Presidente, grazie ovviamente per questa opportunità
che ci viene offerta, per discutere di un tema molto delicato ed importante che
è ovviamente quello di Gioia Tauro e del suo porto.
Oserei dire però non soltanto di
Gioia Tauro e del suo porto, perché altrimenti
commetteremmo lo stesso grande errore che è stato commesso ad oggi su questa
grande scommessa.
Credo che vada ribadito un
concetto importante. Primo: il porto di Gioia Tauro
nasce per volontà di un privato e il Governo centrale del tempo, mentre in
Calabria e nell’area adiacente Gioia Tauro venivano
abbattuti interi ettari di agrumeti con la prospettiva della nascita del porto,
immaginò nella logica della cooperazione di mandare ai porti concorrenti, ai
porti gemelli delle risorse. Meglio ancora una delle trovate del Governo nazionale
italiano fu quella di inviare le gru che arrivarono nel porto di
Malta, per esempio.
Di tutto questo, per chi ha
memoria, c’è un libro bianco che al tempo insieme al dottor Gianfranco Manfredi
abbiamo portato alla ribalta nazionale negli anni 1995-1996. Chiedevo al Governo
nazionale di chiarire agli italiani ed ai calabresi come si può – nell’anno
1986/1987 – finanziare un porto gemello a quello di Gioia Tauro
e non guardare con attenzione a questo tipo di opportunità.
Vi fu il famoso Ravano – credo
sia questo il nome – che intuì e fiutò che questo era un porto competitivo e
che poteva diventare un porto egemone sul Mediterraneo, capace di creare una
grande prospettiva sul territorio nazionale e diventare il porto più importante
del Mediterraneo.
Si parte da qui, si parte dalla prima nave che arrivò il
16 settembre del 1995, se non vado errato.
(Interruzione)
Ho studiato, mi sono documentato, onorevole Principe, ho
cercato di ricordare vecchie lezioni.
Allora si parte da lì. Il problema che oggi abbiamo di
fronte qual è? E’ che Gioia Tauro nel giro di nemmeno
un anno riuscì a superare le previsioni nel campo del transhipment
per arrivare nel giro forse di due anni a 2 milioni di Teu.
Cioè sforò, andò sopra ogni parametro, ebbe una crescita esponenziale e si
incominciò a parlare di Gioia Tauro come di un porto
egemone, modello, un porto di riferimento sul Mediterraneo.
Qual è il limite che nacque proprio in quella stagione
ed in quella fase? Che proprio la grande crescita di Gioia Tauro
fece gongolare tutti i Governi nazionali e regionali e nessuno pensò di
organizzare e di guardare al futuro rispetto al porto di Gioia Tauro, alle eventuali nuove contraddizioni, alle
problematiche di prospettiva.
Tutti si cullarono su
questo risultato. Sta di fatto che per Gioia Tauro
si parla ancora dell’ingresso con la ferrovia e dei rapporti con Rfi e sono passati 16 anni; di fatto si parla ancora delle
aree adiacenti che sono inutilizzate.
Di Gioia Tauro nessuno se ne
occupò perché era una macchina che qualcuno aveva messo in moto – cioè il
privato – e che andava avanti da sola per forza di inerzia, ormai, era
proiettata su un livello decisamente diverso. Erano parametri a cui in Calabria
non eravamo certamente abituati.
Un’area come quella di Gioia Tauro
che offre circa 2 mila posti di lavoro, un’area che riesce a dare delle
risposte importanti va da sé, è inutile andare a contribuire o a costruire una
opportunità.
Qui vi fu il dato di debolezza più grande.
Mentre porti come Malta o altri porti concorrenti del
tempo, subirono l’influenza e l’egemonia di Gioia Tauro,
nel tempo questi stessi si sono attrezzati ed hanno costruito la
controffensiva.
Quello che accade oggi nel campo del transhipment
su Gioia Tauro è proprio questo. Oggi la vera ed
amara verità è che su Gioia Tauro abbiamo la
difficoltà di doverci misurare con tutti quei temi che riguardano una
prospettiva nel campo del transhipment e che
ci mettono in seria difficoltà.
Direi che vada evidenziato un aspetto importante.
Noi abbiamo una società Mct
che ha una percentuale di quote acquisita da Maersk.
C’è un problema serio. Oggi esistono 4-5 società importanti di navigazione e la
stragrande maggioranza di queste società, ognuna di queste, ha ormai fatto una
scelta innovativa.
Le società che hanno le grandi navi non fanno più le
rotte verso porti che sono aperti e disponibili, ma ogni grande società sta
facendo un investimento e sta andando ad acquisire un porto.
Ad esempio, Port Said è uno dei porti che – se non vado errato – è stato
acquisito dalla Maersk. Quindi automaticamente tutto
questo significa che c’è una strategia da parte delle grandi società di
navigazione di andare ad acquisire dei porti perché ciò gli consentirà di
gestire direttamente tutto ciò che viene trasferito attraverso le grandi navi.
Abbiamo, allora, un primo ordine di problemi.
Si aspetta da questa estate la disponibilità di Mct a concludere questo “matrimonio” con Aponte, quindi con Msc.
Questo cosa significa? Significa che oggi noi che
avevamo flussi per circa 3 milioni e qualcosa siamo scesi a 2,8 milioni. Di
questi 2,8 milioni circa 2 milioni di Teu sono in
carico ad Msc.
Questo significa – come ha detto Aponte
– che se Msc decide di entrare, o meglio se Mct dà questa sponda a Msc di
entrare nelle quote societarie – ed è una partita tutta interna al mondo
imprenditoriale sulla quale noi stiamo spingendo perché si parla di tutto
questo da questa estate – è chiaro che tutto questo offre l’opportunità, la chance ad Msc
di avere un suo porto che potrebbe essere Gioia Tauro.
E come ha detto Aponte in una
intervista, rilasciata su qualche quotidiano nazionale, Msc
non porterebbe più 2 milioni di Teu a Gioia Tauro, ma potrebbe anche raddoppiare. Lui non ha escluso
l’idea di raddoppiare.
Questo significa che si può aumentare la portata, si può
aumentare il carico e la disponibilità e si può rafforzare il grande ruolo di
Gioia Tauro andando a chiudere una partita che ad
oggi, per noi, può rappresentare un motivo di fermento. Non è solo il porto che
a noi interessa, ma la possibilità di guardare oltre il porto.
Perché, guardate, alla fine sono 1900 posti circa e c’è
l’indotto e tutto il resto. Ma nel campo del transhipment
la potenzialità in termini occupazionali ed in termini di ricchezza e di
sviluppo, di valore aggiunto è minima e questo lo sappiamo tutti. Non ci sono
dati, cifre e numeri strabilianti che ci consentono di dire che se c’è un
aumento maggiore, un raddoppio chissà come si rafforza l’economia in maniera
esponenziale.
No, c’è una tenuta ed una crescita. Auspichiamo che ci
sia questo ed abbiamo sempre detto che il nostro auspicio è che Gioia Tauro mantenga ferma e forte la posizione del transhipment ma che Gioia Tauro
non può e non deve essere solo transhipment
altrimenti questo diventa fallimentare in prospettiva proprio per queste
regole.
Non siamo noi a guidare le regole del mercato ma le
subiamo, attraverso le strategie che le grandi compagnie di navigazione mettono
in campo e quindi gli interessi straordinari.
Noi potremmo lamentare che quando vi era ministro
Burlando si fece di tutto per favorire Genova. Possiamo lamentare che mentre
c’era D’Alema al Governo si favorì il porto di Taranto perché nacque in quel
periodo.
Cioè noi possiamo dimostrare oggi col centro-sinistra e
domani col centro-sinistra pure e magari un giorno anche col centro-destra che
strategicamente i Governi nazionali hanno, comunque, sempre visto marginale e
non baricentrico il ruolo della Calabria e quindi di Gioia Tauro.
Questo è un dato acquisito che noi dobbiamo oggi
evidenziare per un fatto di conoscenza e per non fare un torto a noi stessi.
Dobbiamo pensare che pur se abbiamo un porto baricentrico, forte, egemone e
capace di attrarre grandi investimenti, comunque deve fare i conti con una
strategia nazionale e non solo europea.
Credo che tutto questo ci porti ad un risultato che è
quello di evidenziare alcuni dati nel campo del transhipment.
Sostanzialmente nell’area del Mediterraneo – questo è
uno studio che porta questi dati – è aumentato complessivamente del 46,5 per
cento il trasbordo di merci nei porti di puro transhipment
quindi negli Hub tra il 2004 e il 2008. Cioè siamo
passati da 9,7 milioni a 14,3 milioni di Teu.
Questo, quindi, significa che tra il 2004 ed il 2007 Port Said in Egitto ha registrato
il più alto tasso di crescita del volume di traffico arrivando a più 219 per
cento. Il porto di Malta è aumentato del 30 per cento; il porto di Algesiras in Spagna è passato da 2 milioni e
Quindi, c’è stato per i porti italiani: Cagliari, Gioia Tauro e Taranto una flessione. Per Cagliari e Gioia Tauro incrementi di volumi che sono minimi del 10 per cento
e del 5 per cento.
Nel 2008, invece, c’è un ulteriore incremento del transhipment e Malta aumenta del 22 per cento, Port Said del 15,6 per cento. C’è
la piena operatività del porto di Tangeri in Marocco per quasi un milione di Teu e quindi c’è tutta una serie di movimenti e di
impostazioni che portano a delle scelte nuove.
Qual è la filosofia dei grandi gruppi che aiutano a
capire un po’ le perdite di competitività dei porti italiani? I porti di puro transhipment che, operanti nel Mediterraneo, sono un
po’ più avvantaggiati sono quelli vicini alla rotta ideale per il traffico
marittimo di merci, che è quello che va dal canale di Suez allo stretto di
Gibilterra.
Perché, ovviamente, tutto questo consente di
avvantaggiare queste realtà e quindi questi porti.
In questo senso è chiaro – mi sembra evidente – che il
porto di Gioia Tauro, così come gli altri porti
italiani, abbia una collocazione positiva ed estremamente importante. Però ci
sono, rispetto al posizionamento geografico, delle difficoltà.
Lo abbiamo detto nei giorni scorsi quando nacque quella
provocazione fatta dalla società con la chiusura del porto per 30 ore. Perché
quella, per me, è stata una provocazione che è stata resa proprio per dire “attenzione,
lanciamo un grido di allarme”.
Ci sono una serie di problemi reali che esistono oggi e
che creano disparità e differenze tra questi porti, i porti italiani e i porti
di transhipment puro nel Mediterraneo.
Una disomogeneità del costo del lavoro.
Perché in Egitto, in Marocco il costo del lavoro è
decisamente ridotto ed inferiore rispetto ai porti italiani. Il costo medio
orario del lavoro di un operaio rilevato nel 2009 presso i terminal di transhipment italiani è stato infatti di 22,1 euro
contro i 3,1 euro del Marocco ed 1,9 euro dell’Egitto. Quindi 7 e 11 volte
superiore al dato medio annuo.
Poi, ci sono le differenze, ovviamente, non soltanto
rispetto ad un operaio ma anche ad un impiegato. Si va da 22,9 euro rispetto ai
C’è la disomogeneità della tassazione sui vettori.
Questo significa che nella fase di start
up di progetti di sviluppo di varie attività di trasbordo merci – quindi i
primi 5 anni – i profitti e le società che operano nei porti della costa
nord-africana sono esenti da tassazione.
Ci sono i costi operativi infrastrutturali, le accise
sulle energie e sui carburanti che nei porti italiani sono superiori. Ci sono
le normative a garanzia della sicurezza sui lavori ambientali che sono molto
meno stringenti in Marocco ed in Egitto.
Tutto questo dimostra come i porti della sponda
nord-africana del Mediterraneo, dove i costi di gestione del personale,
concessione di energia e fiscali, tasse di ancoraggio e rimorchio sono
inferiori, quindi possono rappresentare
pur nella minore efficienza dei porti italiani, un grande vantaggio per le
grandi compagnie di navigazione.
Credo, allora, che su questo terreno una delle battaglie
importanti si stia portando avanti attraverso l’impegno di questo tavolo che ha
portato – guidato in questa fase dal Vicepresidente Stasi che ringrazio – ad un
primo risultato, ad un documento e ad una impostazione unitaria che vede il
mondo sindacale, il mondo imprenditoriale,
E’ già un primo segnale di coesione che ci consente di
aprire un dibattito anche sull’impegno che il Governo sta portando avanti, cioè
quello di inserire – come è stato detto – nel “mille proroghe” somme
aggiuntive, 9 più 11, che serviranno per i porti italiani. Ci sarà da fare,
però, una forzatura importante in considerazione della valutazione
economica. Ci sarà un momento di
confronto perché qui si gioca una partita molto delicata che è legata,
ovviamente, al “mille proroghe” come dice lo stesso nome.
Qui non c’è nessuna proroga da fare perché è un nuovo
inserimento. Si sta facendo una battaglia a livello parlamentare per provare ad
inserire nel “mille proroghe” un provvedimento che non è di proroga.
Anche perché – diciamocelo molto chiaramente per chi non
lo sa – nel “mille proroghe” per 4 anni di fila si è tentato di inserire un
provvedimento per Gioia Tauro, ma alla fine non ha
avuto mai buon esito.
Noi rispetto a questo, insieme alla compagnia ma
soprattutto all’autorità portuale che ha competenza nel settore, abbiamo già
fatto una serie di riunioni e non siamo rimasti fermi rispetto al problema.
Devo dire che, comunque, ci stiamo attrezzando, in ogni eventualità e per ogni
eventualità, perché non vogliamo restare scoperti su questo fronte. Riteniamo
che le tasse di ancoraggio ed altro tipo di agevolazioni diventino fondamentali
per creare condizioni di recupero di forze e di capacità di attrarre le grandi
compagnie.
Stiamo studiando soluzioni alternative compatibili con
le prerogative della Regione. Anche se devo dire che tale attività è già in
atto da parte dell’autorità portuale che ha chiaro il rischio che dovremmo
affrontare.
Questo è un primo dato molto importante.
Dopo, c’è il tema dell’accordo di programma quadro che
era di 186 milioni di euro, poi diventato di 459, bravo chi c’era prima e bravo
chi l’ha fatto dopo. Noi l’abbiamo firmato, poi Mancini giustamente ricorda “ci
fu imposto dalla Unione europea: dovete firmare l’accordo di programma quadro
perché stranamente non l’avete firmato”.
Adesso è inutile dire destra o sinistra, l’accordo di
programma quadro è stato firmato. Nell’accordo ci sono 459 milioni di euro che
sono tanti, ci sono tutte una serie di lavorazioni che già sono in corso,
alcune sono in fase anche avanzata e, quindi, di quei soldi già una parte sono
stati investiti per la realizzazione dei lavori.
In questo ci mettiamo pure – che è quello che forse non
si è capito 15 -16 anni fa – che Gioia Tauro può
diventare forte e veramente egemone se diventa competitivo nella fase
successiva.
Per chi non capisce bene di transhipment
o di attività portuali di questa natura, va chiarito che il problema di fondo
di Gioia Tauro è che ha una sua qualità che è
importantissima: è in grado di affrontare e di accogliere le grandi navi che ci
sono nel mondo e non tutti hanno questa grande potenzialità.
Mentre ci sono porti che rispetto alle grandi navi
riescono ad accogliere, invece, le navi minori, le così dette feeder. Che
succede a Gioia Tauro? A Gioia Tauro
arrivano le grandi navi, si prendono i container,
si mettono sulla terra ferma, esce la grande nave, entra una nave feeder, si
prendono questi container e si
mettono sulla nave feeder
che va in giro per l’Europa e per gli altri porti.
Si realizza soltanto un movimento di un braccio delle
gru. Quando Aponte dice “ma lì ci stanno 30 ore
rispetto alle 22 di un’altra parte” bisognerebbe ricordargli che la società Msc dovrebbe incominciare ad investire risorse. E’ vero che
dicono di avere delle perdite, ma per essere competitivi anche sul tema delle
ore lavoro, della opportunità lavorativa se ci sono delle gru che sono
all’avanguardia è chiaro che tutto questo riduce i tempi di lavorazione.
Cosa significa questo? Significa che noi possiamo creare
una grande opportunità, che possiamo cominciare a pensare seriamente di
investire i 459 milioni di euro perché i soldi che ci sono in questo tipo di
investimento servono a creare, finalmente, una sinergia dopo le liti lunghe
anni tra Asi e autorità portuale per le aree
circostanti e adiacenti, per le aree interne, attraverso un provvedimento che
li riguarda, un accordo che noi siamo riusciti a far siglare.
Poi, c’è il problema legato alla capacità di
investimenti che Rfi deve fare, perché lo studio che
è stato portato avanti e l’opportunità che noi abbiamo considerato notevole e
che è il valore aggiunto di questo accordo di programma quadro è l’investimento
di Rfi.
Rfi ha una volontà ed una determinazione
a creare che cosa? A creare l’alta capacità nel ferrato nella linea Gioia Tauro-Paola investendo su una delle grandi cose che noi
abbiamo sempre detto su Paola, Sibari e sul corridoio
adriatico. Se si realizza Sibari-Taranto-Bari può
diventare la grande opportunità.
Quelle poche merci che viaggiano per via ferrata o per
via gomma hanno una difficoltà.
Il problema di fondo vero qual è? E’ che le navi che
arrivano da sud, cioè dal Mediterraneo e approdano a Gioia Tauro,
per superare Gibilterra e andare nei grandi porti europei, per i porti del nord-Europa, ci mettono 3-4 giorni di navigazione.
Invece, Gioia Tauro riesce a
recuperare i container che vanno su
gomma o su ferrato e in 24-28 ore si arriva a destinazione nel nord Europa.
Questa è la sfida, che da una parte coinvolge Gioia Tauro, cioè la capacità di offrire condizioni nuove.
Ripeto, gran parte di questi container vanno
sulle navi feeder.
Potremmo, quindi, anche incominciare a rivisitare l’opportunità, anche se c’è
una difficoltà reale. Forse, sarebbe stato meglio che Gioia Tauro
accogliesse le feeder
che, invece, automaticamente vanno via e non rimangono sul territorio.
Questa è una strategia sulla quale bisognerebbe
reimpostare un tipo di impegno per rivedere l’intera scelta industriale, un
piano industriale ed immaginare un tipo di impegno di natura diversa.
La partita vera si gioca su una tenuta. Dobbiamo spingere
sull’accordo di programma quadro e su altre opere, quindi sul “mille proroghe”,
ma la partita vera si gioca su un altro livello. Si gioca sulla capacità di
incominciare ad intravedere un nuovo utilizzo delle aree adiacenti al porto.
Ho sentito in questi giorni ed in queste ore il ministro
Romani alle attività produttive, che mi ha confermato che da qui a 10-15 giorni
convocherà un tavolo romano, come diceva la Vicepresidente Stasi e come abbiamo
richiesto, che comprenderà il Ministero dell’economia, delle infrastrutture,
attività produttive, Regione e ovviamente gli altri enti interessati.
Perché abbiamo chiesto tavolo al ministro Paolo Romani?
Perché riteniamo fondamentale mettere in campo una strategia che ci consenta di
incominciare a pensare quale può essere l’alternativa per Gioia Tauro rispetto alla famosa e storica battaglia mai vinta
della zona franca.
Dobbiamo inventarci un presupposto nuovo per poter far
diventare quell’area appetibile ed interessante. La vera sfida si gioca solo se
noi riuscissimo a portare ed a mettere in campo per un po’ di tempo, con una
strategia mirata, l’idea che una parte dei container
che non vengono trasferiti sulle navi feeder e che non vanno sul ferrato o sul gommato, ma che
rimangano in porto, vengano spacchettate. Così si potrebbe creare il doppio dei
posti di lavoro, il doppio dell’indotto realizzando la vera economia di un
territorio.
Ed insieme a tutto questo dobbiamo capire che la chance, secondo me, determinante ed
importante, è che Gioia Tauro può diventare un Hub, cioè deve rafforzare il suo ruolo di Hub, attraverso la capacità di diventare il centro di
interesse di tutti i flussi che ci sono a nord del Paese e non solo. Perché è
da Gioia Tauro che poi partono, una volta realizzate
tutte le procedure che si innescano su questo meccanismo virtuoso verso i porti
del Mediterraneo. Quindi, Gioia Tauro può diventare
momento di passaggio per poi realizzare la famosa ipotesi di avvio di rapporti
con tutte le altre realtà che sono più a sud.
Quindi, un investimento di natura diversa. La partita si
gioca su questo versante. Si gioca sulla capacità di una Regione e di un
Governo nazionale di prevedere quello che era uno dei punti di forza e dei
messaggi che il Governo ha lanciato: il tema della fiscalità di vantaggio, attraverso
la quale si realizzerebbe una condizione positiva e favorevole per immaginare
una sorta di agevolazione.
Noi non siamo competitivi, per il lavoro e per tante
vicende. E così come non lo siamo dentro il porto rischiamo di non esserlo
fuori dal porto.
Questo tipo di interesse dobbiamo cercare di stimolarlo
e di creare insieme al Governo nazionale una serie di opportunità.
Le esperienze che si sono realizzate in questi Paesi e
nei Paesi della Unione europea ad oggi hanno portato a tutta una serie di ricorsi
da parte della Unione europea, per esempio nei confronti di Azzorre e
Portogallo dove si sono concretizzate delle aree, diciamo “ franche”, di
fiscalità di vantaggio che non erano prettamente allineate e che hanno creato
una serie di problemi seri riportati all’attenzione.
Qui sta anche la capacità di una classe dirigente del
Mezzogiorno, perché il porto di Gioia Tauro non è il
porto di Gioia Tauro, il porto di Gioia Tauro non è neanche il porto della Calabria ma è uno dei
porti italiani più importanti e prestigiosi, anzi sicuramente il più
prestigioso ma è anche un porto strategico per l’Italia.
E’ necessario far capire e comprendere qual è la
finalità che attraverso Gioia Tauro si può sviluppare
e quali sono le iniziative che possono portare ad offrire un contributo di
sviluppo e di crescita.
Credo che nessuno sia in grado di trovare la soluzione
da solo e che quindi la concertazione e la capacità di dialogo e di affrontare
questi temi, cercando di convogliare le migliori risorse e le migliori energie,
quindi il contributo di tutti, possa tentare di sostenere ed offrire questo
tipo di risposta.
Il gruppo Mct ha consegnato
uno studio dove prevedono – e noi siamo felici di aprire quest’altro tavolo –
che nelle aree adiacenti al porto si possa ottenere un contributo di presenze e
di imprese per costruire e realizzare interventi importanti.
C’è scritto nella dichiarazione resa dal Presidente Iacono – per non confonderlo con altri meno meritevoli di
essere citati – ,che ci ha dato l’opportunità di conoscere alcuni elementi
importanti, che la stessa cosa aveva fatto anni fa con
Noi intendiamo aprire un tavolo di confronto ed
incominciare ad immaginare con loro l’opportunità di studiare una strategia
tesa a creare, attraverso gli interessi di un mondo imprenditoriale che è
strettamente connesso e collegato con la società Msc
e Mct – quindi con società con cui loro hanno
rapporti ed affari in giro per il mondo –
e far convogliare questo tipo di iniziative all’interno delle aree che
sono limitrofe al nostro porto.
Credo che questo sia il duplice impegno che dobbiamo
portare avanti e la prospettiva e l’opportunità che dobbiamo giocarci.
C’è anche un’altra opportunità dentro il porto che è
quella di Blg che, come sapete, ha una serie di
difficoltà che dovremo risolvere. C’è la possibilità di raddoppiare la presenza
di Blg. Ma lì, a volte, devo dire la verità, emerge
il nanismo manageriale,: da una parte le difficoltà a dare, dall’altra la
protezione civile, dall’altra ancora la lite tra due enti.
La Regione, secondo me e se voi siete d’accordo, se non
si è in grado di affrontare in maniera seria questi problemi, azzera tutto e
ricomincia.
E’ impensabile che sull’area di Gioia Tauro ci siano stati per anni le lotte tra gli enti
competenti sul territorio. A noi non importa nulla di scoprire chi è più bravo
e chi è più bello. A noi interessa, finalmente, scoprire la volontà e la
determinazione di avere un unico grande interesse: come, dopo 16 anni
dall’avvio, dare grande slancio e forza a quella grande opera che è il porto di
Gioia Tauro. Come dare forza ed opportunità a quei
territori, come offrire una chance
occupazionale e di prospettiva a decine, centinaia, di migliaia di giovani che
sono disoccupati e quindi anche ad un mondo imprenditoriale. Tutto ciò
indipendentemente da quello che dicono illustri giornalisti che sono soliti
darci lezione di morale e che attribuiscono al movimento di denaro la presenza
costante della ‘ndrangheta. A loro rispondo: l’importante è cominciare a
muoversi.
Poi, chi vuole combatte la ‘ndrangheta, ovviamente, in
maniera efficace, chi no, prima o poi, si troverà nelle patrie galere a dover
giustificare le proprie scelte.
Dobbiamo smetterla, però, di dire che ogni qualvolta che
ci sono degli interessi e dei movimenti importanti intorno a Gioia Tauro che tutto è mafia. Arrivano questi tromboni di
giornalisti che vivono nel nord del Paese, pagati con soldoni
da chi gli dice quello che devono scrivere, che devono smetterla di venire qui
a darci lezioni e a dire che qui, adesso, tutto è mafia!
Bisogna avere la forza ed il coraggio, come abbiamo
sempre fatto nella nostra vita, indipendentemente da qualcuno di questi
soggetti, di fare delle scelte in cui si impongono, ovviamente, delle classi
dirigenti che sono in grado di guidare processi virtuosi e positivi.
Questo significa dare un vantaggio al Paese, dare un
vantaggio a questa parte di territorio.
Credo che ci sia tanta parte del mondo imprenditoriale
calabrese che lavora onestamente e che è giusto trovi una ulteriore sua forza
per crescere e per svilupparsi.
Noi non ci sottrarremo mai a sostenere che attraverso i
fondi comunitari, i soldi dell’accordo di programma quadro ed i soldi del
Governo nazionale in generale o comunque risorse della Regione, non saremo in
grado, non saremo disponibili a parlare di sviluppo.
Laddove c’è una opportunità
Questa è la vera grande sfida.
Quel porto aspetta di diventare una grande opportunità
ed una grande scommessa. Un po’ come i nostri territori che guardiamo e che
giudichiamo parte di una terra che è decisamente straordinaria e bellissima. Ma
manca la capacità di investimento e la visione strategica di insieme e di
prospettiva.
Ebbene, dobbiamo cominciare a pensare in questi termini
e su questo versante, in questa direzione perché sono decisamente convinto che
possiamo ottenere un risultato importante.
La compattezza della classe dirigente calabrese, insieme
alla classe dirigente calabrese parlamentare che può supportare questa azione,
sia essa di centro-destra che di centro-sinistra, nell’interesse complessivo
dell’area di Gioia Tauro, credo che potrà assicurare
un’altra grande chance da non perdere
per evitare che tra 5-10 anni ci si debba ritrovare, o altri si ritroveranno in
questa Assise, a dichiarare “purtroppo abbiamo perso un’altra chance”.
Noi lavoreremo in questa direzione.
PRESIDENTE
Grazie al Presidente Scopelliti.
Il dibattito sul punto è concluso.
Ha chiesto di intervenire, per la presentazione di un
ordine del giorno, il consigliere Fedele. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente,
dopo un dibattito così intenso ed appassionato, tra l’altro ho notato
che anche dai banchi della opposizione su questo tema ma non poteva essere
diversamente, è venuto anche un sentire comune rispetto alle necessità ed alle
esigenze di rilancio di questo grande porto; poi ascoltando l’ultimo
intervento, le conclusioni del Presidente Scopelliti,
io credo che questa seduta debba
concludersi con un ordine del giorno.
Ripeto, dopo aver ascoltato gli interventi del
centro-sinistra, dico in anticipo prima di leggerlo che c’è una apertura verso
la minoranza e l’opposizione e se si ritiene di farlo insieme perché ci
sono dei suggerimenti da entrambe le parti su questo tema, sicuramente non ci
sarà alcuna chiusura.
Ripeto, dagli interventi che ho ascoltato, da parte di
tutti veniva lo stesso interesse, lo stesso stimolo, lo stesso input a rilanciare questo porto.
Vorrei anche dire, prima di leggerlo che questo Consiglio
regionale con grande determinazione ed impegno si è apprestato oggi a discutere
di questo tema cosa che, onorevole Giordano, forse avrebbe potuto fare anche il
Consiglio provinciale di Reggio Calabria qualche giorno fa, quando purtroppo la
sua maggioranza rispetto ad un tema così importante si è dissolta. O meglio
sicuramente non si è molto interessata a questo tema.
Leggo questo ordine del giorno sul quale, ovviamente, ci
sarà l’apertura del confronto con i colleghi della opposizione se vogliono
arricchirlo per poterlo votare insieme.
“Premesso che
il porto di
Gioia Tauro rappresenta una delle più grandi
occasioni per accrescere lo sviluppo economico della Calabria non soltanto
perché apporta un incremento maggiore per i traffici internazionali ma soprattutto
perché presenta numerose fonti di impiego utili a generare un più ampio indotto
occupazionale senza dimenticare che il porto
di Gioia Tauro produce il 50 per cento del Pil
regionale;
la nostra Regione deve strategicamente supportare la
crescita dell’area territoriale contigua al porto affinché il territorio e lo
scalo possano sinergicamente costituire un volano di sviluppo per
occorre, infatti, dare ampio respiro all’accordo di
programma quadro già siglato nei mesi scorsi ed a tal proposito
si impegna
ad avviare un deciso confronto con il Governo nazionale
sollecitando l’approvazione dell’emendamento presentato bipartisan sul decreto
“mille proroghe” destinato ad alleggerire le tasse mediante un contributo
governativo;
ad appoggiare ogni forma di intervento necessario a
rendere competitivo il porto di Gioia Tauro attraverso la diminuzione delle accise energetiche e degli oneri sociali;
ad assumere, di concerto con le amministrazioni locali
interessate, le iniziative indispensabili all’attuazione di incentivi fiscali
quale strumento fondamentale per il rilancio effettivo dell’intero scalo
calabrese;
infine, a sostenere ogni iniziativa che il governo
regionale vorrà mettere in atto per favorire lo sviluppo non solo economico
dell’area portuale, prima fra tutti la promozione di un programma che coinvolga
tutte le realtà industriali ed economiche, presenti e future, operanti
all’interno dello scalo; faccia salvi i posti di lavoro attualmente esistenti e
crei le condizioni per generare un più ampio indotto occupazionale”.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha
facoltà.
Presidente, a nostro avviso l’ordine del giorno deve riflettere il dibattito e sopratutto anche le conclusioni del Presidente Scopelliti.
Sinceramente noi troviamo una non corrispondenza soprattutto tra le cose dette dal Presidente Scopelliti e l’ordine del giorno nel senso che il Presidente soprattutto quando è a Reggio Calabria è oberato da mille problematiche.
Forse non ha avuto modo di sentire i nostri interventi. Ma gli interventi delle minoranze – per ultimo parlo
del mio – hanno ripercorso quasi con puntualità la seconda parte del suo
intervento.
Cioè il suo intervento, come molto più modestamente il nostro ché, naturalmente, siamo minoranza e quindi i
nostri pesi sono molto ridotti, i nostri modesti interventi hanno cercato di
dare un respiro nazionale alla vicenda così come lei ha fatto.
Ora l’ordine del giorno letto ci
sembra un po’ “provinciale”. E dico tra virgolette la parola provinciale, ma
non vorrei che questo possa suonare offensivo, ma per capirci su cosa si vuol
dire.
Cioè, rispetto al nostro ambito calabrese che il Consiglio si è impegnato a sostenere Gioia Tauro è emerso con grande chiarezza. Ma il Consiglio, caro
collega Fedele, non può impegnare se stesso.
Cioè, anche sotto il profilo della
veste istituzionale, della estetica istituzionale il Consiglio deve impegnare
il Presidente della Giunta perché il nostro compito in questa fase è di
delineare un percorso e dare a Scopelliti più forza rispetto a quella che lui ha già nel confronto
con il Governo di Roma.
Parliamoci chiaramente: la questione meridionale
attraversa tutti gli schieramenti e se “Atene piange, Sparta non ride”.
Personalmente non sono contento delle politiche
meridionalistiche del mio partito e qualche lacrima mi esce, ma da parte vostra
ci dovrebbe essere un diluvio di pianto.
Per cui sostenere Scopelliti
in una battaglia che deve far diventare Gioia Tauro
strategica per il Mezzogiorno, per il Paese e per l’Europa mi sembra il tema
centrale del nostro dibattito che, per la verità, il Governatore ha ripercorso
molto bene.
Anche l’ultima parte, sui presunti impegni del signor Iacono, ripercorre una volontà generale della classe
dirigente calabrese. Perché le cose che dice Iacono,
sono lo sviluppo delle modestissime cose che ha detto il sottoscritto con
riferimento al progetto dell’auto,
quello del sedile di cui ho parlato prima che riguarda il distretto
tecnologico della logistica.
La premessa ci va bene, ma già qui allargherei il concetto di area quando si dice
“area territoriale retrostante”. Io metterei prima il porto e lo sviluppo dei
servizi del porto e dell’area e poi andrei deciso alla richiesta di impegnare
il Presidente affinché a Roma ci sia un tavolo permanente, alla Presidenza del
Consiglio con tutti i ministri competenti che metta in piedi le cose da fare
perché questo progetto dia luogo ad una Gioia Tauro
strategica per lo sviluppo - e quindi di traino – della Calabria, del
Mezzogiorno e del Paese in una visione con l’Europa.
Parliamoci chiaramente, l’Europa deve sostenere questo
impegno finanziariamente e politicamente e soprattutto dal punto di vista
fiscale.
Scopelliti non sente
più ma quando si parla della famosa fiscalità di vantaggio, se il vostro
Berlusconi, come non ha saputo il nostro Prodi, non è capace di dire all’Europa
che gli sgravi fiscali e contributivi non sono per una visione di Gioia Tauro strategica, una lesione della concorrenza ma sono una
necessità…
Perché ormai nel mondo globalizzato la vera concorrenza
è nel mondo operaio: i Paesi poveri sottopagano i loro operai e quindi sono
estremamente competitivi con noi.
Siamo d’accordo al voto dell’ordine del giorno
impegnando lei, signor Governatore, per assumere questa questione con forza ai
tavoli romani.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Fedele. Ne ha facoltà.
Prima di leggere l’ordine del giorno avevo già
anticipato che c’era una apertura da parte nostra su questo tema chiaramente ad
integrare questo ordine del giorno. Non c’è alcuna difficoltà, quindi, ad accogliere
le parole dell’onorevole Principe che, tra l’altro, vanno nella nostra
direzione come ha rimarcato il Presidente della Giunta.
Per cui integrandolo in questo modo con un coordinamento
formale per noi va benissimo.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Giordano. Ne ha
facoltà.
Grazie, Presidente, ringrazio l’onorevole Fedele anche
per la citazione di prima.
E’ una questione di responsabilità che afferisce ad ogni
livello. Stamattina ho fatto un richiamo alla responsabilità perché il
Governatore ha ripercorso 16 anni di vicende alterne che hanno attraversato il porto di Gioia Tauro.
Quando parliamo di rinnovamento della classe dirigente,
non parliamo a caso. Io ho stigmatizzato l’atteggiamento del Consiglio
provinciale che non ha affrontato la questione, poteva essere un elemento
aggiuntivo di confronto che poteva pervenire in quest’Aula oggi.
Occasioni perse, quindi. Ma la politica deve avere poi
la capacità di confrontarsi e di affrontare le questioni e di non perdere più le
opportunità.
Oggi noi abbiamo una opportunità ed apprezzo anche la
sua apertura, perché poi l’obiettivo è quello di dare impulso e sostegno ad
un’azione politica che deve essere corale.
L’onorevole Principe che mi ha preceduto, ha richiamato
anche la necessità che questo ordine del giorno, questa mozione abbia più
incisività e più forza. E’ una questione transnazionale, non della Calabria o di Reggio Calabria. Il porto
deve essere in cima all’agenda politica europea.
Il Governatore ha rappresentato quello che sta
succedendo, le grandi compagnie che si stanno attrezzando per avere esse stesse
dei porti di transhipment. Ha focalizzato
anche la questione che Gioia Tauro si rilancia,
sopravvive e va avanti se si trasforma da scalo esclusivo di transhipment a scalo intermodale.
La questione è quindi complessa ed il dibattito che oggi
si è articolato non può che trovare poi il luogo nell’ordine del giorno che
deve affrontare complessivamente tutte le questioni.
Nelle premesse l’onorevole Principe ha già detto che “è
importante che la nostra Regione debba strategicamente supportare la crescita
del porto, delle sue funzioni e di tutte le aree territorialmente contigue”.
Nella decisione, “l’impegno del Presidente della Giunta
ad avviare un deciso confronto con il Governo nazionale per ciò che riguarda le
misure immediate con l’approvazione eventuale di emendamenti al “mille
proroghe”.
Ancora: “a chiedere al Governo centrale l’istituzione di
un tavolo permanente presso
Che tale progetto preveda tutti i necessari investimenti infrastrutturali
stradali, autostradali, ferroviari e portuali.
Ad adottare, pertanto, tutte le azioni per trasformare
da esclusivo porto di transhipment a scalo
intermodale”.
Un’altra questione importante “rilanciare le attività di
sdoganamento delle merci favorendo un indotto di risorse alla Regione Calabria,
risorse che possono poi tornare per la infrastrutturazione
e per il potenziamento della stessa struttura.
Garantisce, altresì, adeguati livelli di sicurezza
stanti i sistemi di avanguardia di cui è dotato lo stesso porto.
Di chiedere, infine, al Governo che si adoperi affinché
l’Unione europea assuma Gioia Tauro come eccellenza
di valenza continentale assicurando tutti i sostegni politici, finanziari e
fiscali”.
Onorevole Fedele, possiamo fare un coordinamento formale…
Sì, signor Presidente, se i colleghi sono d’accordo come
avevo accennato prima si fa un coordinamento formale e si raccolgono queste
indicazioni che vanno nella direzione dell’interesse comune che è quello di
rilanciare il porto di Gioia Tauro e metterlo al centro dell’attenzione non solo
calabrese ma anche nazionale.
Per noi va bene.
PRESIDENTE
Non ci sono altre richieste di parola. Pertanto possiamo
votare l’ordine del giorno con le integrazioni che dicevano sia l’onorevole
Principe che l’onorevole Giordano. Poi in coordinamento formale si predisporrà
la versione definitiva.
Pongo in votazione l’ordine del giorno.
(Il Consiglio approva all’unanimità)
(E’ riportato in allegato)
E’ stato presentato un altro ordine del giorno che reca
come sua, la prima firma, onorevole Fedele.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Fedele. Ne ha facoltà.
Molto brevemente, Presidente, tra l’altro chi ha avuto
la possibilità di vedere in televisione ieri sera la trasmissione “Presa
Diretta” si renderà conto di quello che stiamo dicendo.
Questo ordine del giorno vuol dire, intanto, che non è
possibile che molte volte alcune trasmissioni televisive non facciano altro che
attaccare
Non è successo solo ieri sera, ma anche in passato e non solo in questa
legislatura.
A differenza di molte trasmissioni come telegiornali
nazionali che molte volte danno atto alle cose positive che in Calabria si
fanno, purtroppo, ieri sera questo non è stato.
Noi stigmatizziamo solo questo aspetto. Cioè non è
possibile che la nostra Regione venga sempre da alcune trasmissioni in modo
particolare esposta in maniera negativa.
Cosa diversa – su quello c’è anche il nostro sostegno –
è quando si denunciano le malefatte che ci possono essere in Calabria e questo,
assolutamente, per quanto ci riguarda va senz’altro bene.
E’ un ordine del giorno che vado a leggere e che è molto
breve, ed è firmato non solo dai capigruppo e dalla maggioranza ma da molti
colleghi della opposizione anche.
“Visti i reiterati e risalenti tentativi nel tempo di
delegittimazione della immagine della nostra Regione attraverso l’uso fuorviante
e distorto degli strumenti mediatici orientati alla insinuazione tendenziosa di
dubbi sulla attività dei diversi livelli istituzionali e della Regione stessa;
stigmatizza e respinge tali attacchi strumentali quali
quelli effettuati dalla trasmissione “Presa Diretta” rivolti alla Calabria e
che tentano di costruire all’esterno un quadro desolante dell’intera Regione
mirando all’attacco sistematico di chi, con abnegazione ed impegno assoluto,
lavora diuturnamente per realizzare lo sviluppo di
questa terra per proiettarla in una dimensione rinnovata che la pone al centro
di importanti dinamiche e di prospettive”.
PRESIDENTE
Possiamo votare l’inserimento all’ordine del giorno?
Prego, onorevole Talarico.
Secondo il Regolamento io intervengo contro questo
ordine del giorno appena proposto per la semplice ragione che non mi sento
offeso così come si sente offeso l’onorevole Fedele o altri consiglieri
firmatari dell’ordine del giorno.
Mi sento offeso, invece, dai fatti che sono stati posti
in essere da alcuni calabresi e sono fatti acclarati
anche se ancora non giudicati che offendono, quelli sì,
Noi dobbiamo fare, invece, lo sforzo di distinguere quei
fatti da altri e su questo sono
d’accordo e sarei d’accordo. Qualche minuto fa abbiamo concluso una bella ed
intensa seduta sulla questione Gioia Tauro e
Però quando uno o sei o sette consiglieri regionali sbagliano
e questo errore viene messo in evidenza da un giornale o dalla televisione, noi
non dobbiamo difendere l’errore ma, semmai, dovremmo fare tesoro di
quell’errore – per essere gentili – e sforzarci in maniera più seria e rigorosa
nel selezionare gli aspiranti legislatori di questa Regione.
Voglio dire con grande franchezza, con tutto il
rispetto, non chiamatemi giustizialista o manettaro
perché non è questo il mio stile, che sarebbe stato davvero paradossale che uno
o più consiglieri votassero qualche settimana fa nell’ambito del bilancio
regionale una delle apprezzabili proposte che prevede la realizzazione di
caserme o di impianti di videosorveglianza.
Ma vi pare possibile che persone ancora da giudicare,
che frequentano ambienti criminosi, votassero o magari approvassero quei
provvedimenti? C’è una grande contraddizione, avremmo registrato un grande
paradosso.
Allora perché prendersela con i giornali ed i
giornalisti del nord o del sud, quando mettono in evidenza certi fatti? Noi
dobbiamo censurare gli eccessi, censurare l’informazione scorretta e tutti
questi atti ed al tempo stesso difendere l’immagine della Calabria con il
lavoro, col buonsenso, con l’impegno cristallino e trasparente.
Sarebbe, invece, il ripetersi di un vecchio copione che
vuole tutti uniti contro il nemico giornalista o il nemico televisivo. Questo,
secondo me, è sbagliato.
Dovremmo, invece, in quest’Aula fare tesoro e chiedere a
tutti, in primis ai leader delle coalizioni…
Io non penso che il Presidente Scopelliti
– per essere esplicito e per fare nomi – abbia delle responsabilità dirette su
quanto è accaduto ieri o avant’ieri.
Il Presidente Scopelliti o i
Presidenti che ci sono stati e che verranno hanno, comunque, una responsabilità
oggettiva. Quei fatti appartengono a tutti, perché tutti avremmo dovuto essere
più rigorosi e più intransigenti, onorevole Fedele, e sbarrare le porte ad
alcune aspirazioni condizionate o inquinate da alcuni ambienti.
Questo non vuol dire che Scopelliti
sia acquiescente o corresponsabile di quanto è avvenuto. Dobbiamo certamente
evitare che si faccia questa associazione.
Dico Scopelliti perché oggi è
Presidente, ma ieri ce n’era un altro e domani probabilmente ce ne sarà un
altro ancora.
Credo che, invece, sia sbagliato fare una difesa senza
distinguo di fatti che, invece, meritano una forte e rigorosa censura da parte
nostra oltre che dagli organi di informazione.
PRESIDENTE
Prego, onorevole Fedele.
Presidente, sono perfettamente d’accordo con quello che
ha detto l’onorevole Talarico, ci mancherebbe altro.
Solo che probabilmente l’onorevole Talarico non ha
avuto la possibilità ieri sera di vedere la trasmissione televisiva e forse non
sono riuscito io nel mio breve intervento a chiarire quello che intendevo dire.
Per quanto riguarda la trasmissione di ieri sera non ci
riferivamo e non ci riferiamo, onorevole Talarico, a
quello che è successo qualche giorno fa, qualche mese fa che ha toccato il
Consiglio regionale, ci mancherebbe altro.
Tra l’altro, anche le dichiarazioni del Presidente della
Giunta in quella occasione credo che siano state molto chiare a questo
proposito.
Ci riferiamo, invece, rispetto alla trasmissione di ieri
sera ad alcune allusioni, più o meno velate, che un giornalista voleva fare
sull’immagine dell’allora sindaco ed attuale, adesso, Presidente della Giunta
regionale.
Non è concepibile, non lo possiamo accettare e per
quanto ci riguarda noi da liberi cittadini non lo accettiamo.
Cosa diversa è
fare una distinzione tra le cose, che io non solo ho fatto in
dichiarazioni pubbliche come il Presidente della Giunta ma che posso reiterare
anche oggi.
Anzi siamo ben lieti quando – l’ho detto poco ma forse
le è sfuggito – quando i mass media nazionali, giornali e televisioni,
danno indicazioni sulla Calabria per gli aspetti negativi che ci sono. E noi
non siamo qui a proteggere nessuno, sicuramente, anzi ben venga. Ma vorremmo
nello stesso tempo che portassimo avanti quelle tantissime cose positive che ci
sono nella nostra Regione valorizzandone l’immagine.
Quello di ieri sera, specialmente la parte finale, non
mi sembra sia stato un buon servizio all’immagine della Regione. Tutto qua.
Quindi l’ordine del giorno va soltanto in questa
direzione.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Censore. Ne ha
facoltà.
Presidente, a nome del Partito democratico noi votiamo
contro perché riteniamo che la cosa non sia utile perché questo può
rappresentare un fatto di debolezza di questo Consiglio, è come se noi
dovessimo giustificarsi da qualcosa.
Mi pare che
Se passa questa cosa è come voler rispondere…
in politica, normalmente quando arriva un attacco non sempre si risponde perché
invece di starci una volta sulla stampa ci si sta due volte.
Ritengo la cosa non utile e per questo votiamo contro.
Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Orsomarso.
Ne ha facoltà.
Su questo, Presidente, anche perché noi non ci
preoccupiamo di nulla, onorevole Censore.
Anche rispetto a quello che diceva il collega Talarico è giusto… anzi io do una
opinione più forte e lo dico in Consiglio regionale.
Sono convinto che chiunque in questa terra sbaglia
personalmente. Vanno prese e buttate – una volta acclarato
il motivo e la valutazione da qualunque parte stia – le chiavi sulla
irresponsabilità di un ruolo perché qui stiamo a rappresentare le sorti nostre,
dei nostri figli e di tutto quello che in politichese potremmo dire.
Dopo di che c’è una nostra storia, che è una bella storia che è differente da
quella degli altri e noi vogliamo
difendere. Anche contro chi non fa il giornalista attento, perché quel
giornalista attento che ha voluto raccontare un pezzo di Calabria e quel pezzo
di Calabria quando l’associa a Scopelliti è il nostro
pezzo di Calabria, è la nostra storia, doveva ricordare tutti gli appelli fatti
dal Presidente, fatti dalla Giovane Italia, dai nostri movimenti politici in
campagna elettorale quando abbiamo ricordato,finanche ad alcuni candidati
presenti nelle nostre liste che non erano graditi perché eravamo non
consapevoli che stavano nelle nostre liste.
E’ stato detto, fatevi da parte, non fate la campagna
elettorale. Questo è un altro pezzo di storia che quel giornalista ha omesso di
ricordare.
Quindi noi con forza, non perché preoccupati di nulla,
rivendichiamo la difesa della nostra storia che è una storia importante a tutti
i giornalisti. Parleranno di noi, di voi, parleranno in modo inappropriato dei
calabresi e troveranno un fronte comune di chi non ha nulla da temere.
Questi giornalisti (che raccontano da anni, non è il
primo anno e non è solo perché ci siamo noi e noi lo rivendichiamo con forza),
troveranno un monito libero di chi vorrà sostenerlo e di chi difende la storia
di gente perbene che vuole rappresentare una Calabria differente. Al gioco
siamo tutti uguali, noi non ci siamo stati prima, non ci stiamo oggi e non ci
staremo soprattutto in futuro.
Ognuno su questo si assume le proprie responsabilità.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Adamo. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, ho firmato questo
documento con convinzione ed ora intervengo per sostenerlo.
Il documento è semplice a leggersi ed è riferito ad un
fatto specifico: ai contenuti di una trasmissione televisiva che ieri sera
abbiamo avuto modo di vedere trasmessa su Rai TRE.
Non va oltre. Prende spunto e si riferisce a quella
trasmissione per svolgere alcune considerazioni che di fatto riguardano – qui è
scritto testualmente – “tentativi di delegittimazione della immagine della
nostra Regione che nel tempo sono reiterati e che vengono continuamente
riproposti”.
Qual è il dato? Parliamo di mafia? Nessuno dice che
bisogna non prendere coscienza e reagire sulla presenza del fenomeno mafioso in
Calabria.
Io penso che se dovessimo chiedere alla stampa di tacere
su una informazione relativa alla organizzazione della presenza mafiosa in
Calabria questo sì, sarebbe molto grave.
Una informazione sulla presenza pervasiva della mafia in
Calabria penso che sia corretta e doverosa e sia deterrenza, opera di
prevenzione per aiutare
Certo ci sono due questioni che a questo proposito vanno
sollevate.
La prima: siamo noi consci del fatto che a livello
nazionale non c’è una adeguata consapevolezza della dimensione di questo
fenomeno? Che sempre più, ancora oggi questo fenomeno - tranne alcuni scritti,
alcune ricerche, alcune opere anche di bravi magistrati – è riportato tutto ad
una dimensione regionale? Questo è un grande tema.
La forza e la potenza della mafia calabrese è tale che
richiede un contrasto ed una organizzazione, una iniziativa non solo a livello
nazionale ma, addirittura, a livello di coordinamento fra Stati e conniventi.
Allora non è giusto che si faccia attraverso un certo
tipo di informazione questa esemplificazione: mafia-Calabria.
La mafia è un fenomeno nazionale che ha radici in
Calabria così come ha radici attraverso altre forme che hanno origine storica
in altre Regioni del Mezzogiorno.
Oggi la mafia non vive del sottosviluppo calabrese, oggi
la mafia si alimenta e vive nei grandi centri di potere, economici e finanziari
a livello nazionale e internazionale.
Per questo avremmo bisogno di una attenzione della
stampa e dello Stato tale da sostenere questa Regione nel liberarsi da questo fenomeno.
Chi opera in Calabria, chi agisce in Calabria agisce in
una trincea. Non deve avere il doppio torto di subire il peso della mafia ed al
tempo stesso la criminalizzazione di vivere in una terra che viene essa stessa
colpevolizzata perché si chiama Calabria e quindi sospettata di tutto e fatta
vivere con un pregiudizio di cui è difficile liberarsi.
La seconda questione qual è? Noi non facciamo una cosa
con questo documento contro l’informazione in generale o contro la stampa
perché quando i fatti ci sono è giusto che vengano condannati.
Rispetto alla vicenda dell’arresto del nostro collega,
mi pare che questo Consiglio regionale si sia pronunciato. Adesso ci sono le
indagini e vedremo.
Io mi sento di fare polemica con un certo tipo di
informazione, quella informazione di quei professionisti - così detti dell’antimafia
- che ad ogni pie’ sospinto, non curandosi di dare
una informazione sui fatti, ma attraverso illazioni e deduzioni, contribuiscono
continuamente a dare una immagine della Calabria che è di forte turpazione. A volte stravolgendo i fatti, stravolgendo
persino i fatti di cui si parla anche nelle inchieste giudiziarie.
Non sempre si fa leva sulle inchieste giudiziarie per
fornire copie di intercettazione, per fornire copia di ordinanze giudiziarie,
per fornire copia di dispositivi di sentenze.
Molte volte vengono travisati anche quei fatti. Il dato
qual è? Da alcuni anni a questa parte troviamo sempre gli stessi nomi e gli
stessi cognomi.
Quella trasmissione “Report” non è nuova a queste
vicende. Quella trasmissione “Report”
l’abbiamo vista in altri anni in azioni molto mirate e molto strumentalizzate.
Alcuni giornalisti della carta stampata sono sempre gli
stessi. Alcuni giornalisti televisivi sono sempre gli stessi. C’è una vera e
propria lobby della informazione che specula sulla Calabria per avere voce
ed attenzione ed ascolto nazionale. E noi questo non lo possiamo consentire,
guai se dovesse passare l’idea che se si firma questo documento o si esprime
questa posizione - perché pure a questo siamo soggetti – “siamo amici dei
mafiosi”.
Vedete, questo dibattito c’è stato, per esempio, a
proposito della morte di Fortugno.
Nessuno ricorda probabilmente che quando venne ucciso Fortugno, due giornali nazionali, i due più grandi giornali
nazionali hanno dato una versione all’indomani della uccisione assolutamente
diversa.
C’è stata una testata nazionale che ha teso a far
apparire subito l’omicidio Fortugno come roba vostra,
roba della mafia, quasi quasi Fortugno
vittima di se stesso e del suo essere calabrese o addirittura colluso con la
mafia.
Un’altra testata nazionale ha dato tutta un’altra
impostazione. Ma vi pare serio? Per fortuna in quella fase la vicenda l’ha
sciolta il Presidente della Repubblica. Perché se ricordate il Presidente della
Repubblica, Ciampi, in quelle ore ad un certo punto disse “io vengo in
Calabria, voglio rendere visita ed onore alla salma di Fortugno
ma voglio che la sua salma io la possa visitare nella casa della democrazia dei
calabresi”.
Il Presidente Ciampi ha voluto che Fortugno
fosse messo lì e Ciampi veniva a rendere onore a questa Istituzione.
Grazie al coraggio del Presidente della Repubblica
abbiamo evitato quella deriva. Ed oggi perché non dovremmo avere – se non
abbiamo i carboni bagnati – noi l’onore e l’orgoglio di difendere questa
Istituzione che troppo spesso non è stata difesa?
Non dimenticata che 5 anni fa – me lo consenta il
collega Talarico che non era in quei giorni in questi
banchi – da quella vicenda prese l’avvio la grande campagna del “Consiglio
degli indagati”.
Ve la ricordate la campagna nazionale sul Consiglio
regionale degli indagati che doveva essere mandato a casa per questa ragione?
Quella spirale io penso che vada spezzata per il bene della democrazia.
Ci sono denunce che l’Ufficio di Presidenza del
Consiglio - onorevole Talarico, le chiedo un sollecito in tal senso – ha
fatto alla Procura generale della Repubblica di Catanzaro, competente Errani,
perché ad un certo punto si erano esposte alcune persone con tanto di richiamo
sulla stampa e di ordinanze giudiziarie in accuse verso la totalità quasi di questi
consiglieri regionali di concussione e corruzione.
L’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale ha fatto
denunce perché lì c’erano gli estremi dell’applicazione della violazione che
riguarda il reato di eversione dei poteri dello Stato democratico.
Ancora non sappiamo niente di quelle denunce. Chiediamo
un sollecito per sapere che fine ha fatto quella indagine.
Perché se avevano ragione coloro i quali dicevano che
almeno 47 su 50 consiglieri regionali erano collusi, è bene che questa verità
venga fuori. Ma se questa verità è una non realtà, è una grande mistificazione
è giusto che non le persone, i singoli consiglieri regionali, ma questa
Istituzione abbia l’onore e la dignità che le compete e che le sia restituita.
Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha
facoltà.
Presidente, penso che noi
dobbiamo avere la tranquillità
e la freddezza di riportare la discussione nei suoi termini reali non
dimenticando che il Consiglio regionale è la massima istituzione democratica
della Calabria.
Che cosa
voglio dire? Voglio dire che nessuno mette in dubbio che l’immagine della
nostra Regione spesso è volutamente sfrangiata dai mass media nazionali sia della carta stampata
che con riferimento alle televisioni.
Nel senso che in una fase così decadente della politica, naturalmente una Regione debole che ha dei grandi problemi fa notizia solo se vengono presentati uno o più aspetti positivi che ci sono in tutti i consorzi umani. Per chi è credente solo nel paradiso ci sono le anime sante, pertanto nel paradiso sarà difficile trovare dei grandi peccatori. Ma in tutti i consorzi umani che non sono il paradiso ci sono le positività e naturalmente le negatività.
Nessuno mette in dubbio che a livello di mass media
le tante positività che ci sono anche in questa regione e che non c’è il tempo
per citare, non vengono per nulla considerate e che si calca la mano su aspetti
che sono negativi. Complessivamente, quindi è molto più facile dare una
immagine deturpata della Regione che, alla fine, può coinvolgere
complessivamente il fatto di essere calabresi.
Questo è vero. A volte c’è una tale pressione negativa
in un momento di grande labilità culturale, di grande superficialità nella
considerazione del mondo intero e di fatti oggettivi che nelle generalizzazioni
il negativo prevale.
Qui siamo per andare ad un esempio molto banale, alla
famosa prospettazione per cui se un signore salva una
vecchietta sulle strisce pedonali che sta per essere investita, il giornale o
le televisioni del gesto eroico non dicono una virgola. Se uno sulle strisce
pedonali ha sventura o è frutto della sua imprudenza l’investire una vecchietta
ne parla l’universo mondo.
Questo è vero. Il ragionamento che noi tentiamo di fare
è che sarebbe sbagliato che una Istituzione come il Consiglio regionale entri
in polemica con una trasmissione televisiva. E’ vero che questo è un Paese dove
assistiamo ormai a fatti non più commentabili: non c’è più politica, non c’è
più cultura.
La sera,
assistere a determinate trasmissioni televisive è una pena. A volte ci
si vergogna di essere italiani, ci si vergogna certamente di essere politici,
persone che cercano di vedere nella politica qualcosa di grande nell’interesse
delle collettività.
Ma se il dato dell’immaginifico complessivo, è quello
che io sto tentando di presentare ed è indubitabile, naturalmente il nostro
atto potrebbe apparire…
Io non ho visto la televisione ieri sera perché avevo un
altro impegno. Ma abbiamo assistito a tante trasmissioni che non abbiamo
condiviso, però una nostra presa di posizione – lo dico con grande sincerità –
potrebbe apparire come una presa di posizione corporativa ed essere
ulteriormente strumentalizzata da parte dei mass media.
Per non dilungarmi, Presidente Talarico,
siccome il 22 peraltro noi faremo un dibattito sulla legalità e come qualche
collega ha avuto modo di osservare sono anche i nostri comportamenti che
debbono meritare un commento da parte di chi pretende di informare la pubblica
opinione, io penso che il 22 avremo modo di affrontare con più tranquillità,
serenità e con dovizia di argomenti la questione più complessiva come l’ha
allargata l’onorevole Adamo.
Condivido molte delle cose dette dall’onorevole Adamo,
ma personalmente le ritengo non congruenti rispetto alla discussione che stiamo
facendo.
Quindi il nostro suggerimento è che l’ordine del giorno
al di là del merito delle parole utilizzate, venga ritirato perché ci sembra
inopportuno che il Consiglio regionale il giorno dopo prenda una posizione che
indubbiamente all’esterno sarà strumentalizzata negativamente, colleghi.
Rinviamo quindi ad una discussione più ampia che
riguardi l’utilizzo dei mass media sulle vicende di legalità al 22 e
certamente troveremo – così come è successo per Gioia Tauro
– un percorso che può essere anche comune.
La nostra proposta è quella di ritirare l’ordine del
giorno. Se questo ritiro non dovesse avvenire per le ragioni di opportunità che
io ho detto, poiché riteniamo che l’atto sarà certamente strumentalizzato da
parte di avversari politici e dei mass media soprattutto, saremo
costretti ad emettere un voto contrario.
PRESIDENTE
Chiamo i capigruppo al banco della Presidenza.
(I
capigruppo si portano al banco della Presidenza)
Riprendiamo i
lavori, abbiamo fatto la riunione al banco con i capigruppo.
Ha chiesto di parlare l’onorevole De Masi, capogruppo di
Italia dei valori. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, vorrei
semplicemente richiedere non il ritiro ma la sospensione dell’ordine del giorno
che ci è stato sottoposto poco fa proprio perché lo
stesso richiama fatti assai delicati,
che attengono ai rapporti tra le istituzioni in particolare e
Pertanto, chiedo che non si sottoponga a votazione il
documento, che poco fa abbiamo esaminato, allo scopo di pervenire alla prossima
seduta del Consiglio regionale, tra pochi
giorni -il 22-, laddove ci predisponiamo a conferire a questa delicatissima
questione un approccio più strategico e maggiormente rispettoso della dignità
dell’intero Consiglio, mediante l’esplicazione non di una risposta ad un fatto
contingente, ma grazie alla costruzione di una nostra propria strategia di
comunicazione, attraverso la quale si affermi il diritto-dovere di tutto il
Consiglio di tutelarsi. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Adamo. Ne ha facoltà.
Non mi pronuncio sul merito del documento perché l’ho
già fatto, oltre ad averlo firmato.
Voglio intervenire sulla proposta che mi pare formale di
richiesta alla Presidenza che ha avanzato il collega De Masi in rappresentanza
ed a nome del gruppo consiliare di Italia dei valori.
Penso che questo intervento del collega De Masi non sia
da considerare un fatto semplicemente tecnico,
riferito alla organizzazione dei lavori ma è l’espressione di una
volontà politica e di per sé è una novità, nel senso che è frutto di un
confronto e di una discussione che è andata avanti, ed è andata avanti,
ovviamente, sul testo del documento presentato.
Perciò, lo considero un atto di estremo significato positivo
e di importanza che non bisogna lasciar cadere.
La preoccupazione della difesa e della tutela della
immagine della istituzione mi pare che sia comune per quanto ha detto il
collega De Masi ed è per questa ragione che mi sento di addivenire alla richiesta
che De Masi ha fatto.
Pertanto, il non voto sul documento è sicuramente non
una cancellazione di quelle che sono le posizioni enunciate o i contenuti del
documento, ma il non voto è un atto che consente una evoluzione che alla
prossima seduta del Consiglio regionale può concretizzarsi in una presa di
posizione unanime.
Pertanto condivido la richiesta del collega De Masi.
PRESIDENTE
Non essendoci altre richieste di parola possiamo
accogliere questa richiesta di non voto del documento presentato e che vede
come primo firmatario l’onorevole Fedele e quindi aggiornare la discussione anche alla prossima
seduta del Consiglio.
Perché proprio giorno 22 è convocato una seduta sulla legalità e quindi potrebbe essere
l’occasione per addivenire, poi, alla predisposizione di un ordine del giorno
comune di tutto il Consiglio regionale che ha l’obiettivo di difendere
l’istituzione rispetto a tante strumentalizzazioni che spesso vengono fatte.
Quindi, questo ordine del giorno viene ritirato da parte
del proponente. Sarà predisposta in questi giorni che mancano fina alla prossima seduta , una versione definitiva da
approvare giorno 22 in Aula .
Concluso questo punto all’ordine del giorno andiamo
avanti.
(Così resta stabilito)
Si passa adesso al successivo punto all’ordine del giorno che reca :proposta di legge numero 65/9^ di iniziativa dei consiglieri De Masi, Sulla, Giordano, Talarico, recante: “Istituzione dell'enoteca regionale <Casa dei vini di Calabria>”;
Proposta di legge numero 74/9^ di iniziativa del consigliere Nucera, recante: “Istituzione dell'enoteca regionale <Casa dei vini di Calabria>”;
Proposta di legge numero 103/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Istituzione dell'enoteca regionale <Casa dei vini di Calabria>”.
Il relatore, onorevole Morelli, ha facoltà di svolgere la relazione.
Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della
Regione, colleghi consiglieri, gli elementi di valutazione che intendo
sottoporre all’attenzione dell’Assemblea in merito alla proposta di legge “Casa
dei vini di Calabria” riguardano non solo il merito ma anche il metodo con cui
essa si è formata.
Mi piace ricordare che essa nasce da un esame abbinato
di una proposta di alcuni colleghi regionali De Masi, Talarico
ed altri, da una proposta del collega Nucera e da una
proposta della Giunta regionale.
Sul piano del merito la proposta descrive bene il
titolo, istituisce la “Casa dei vini della Calabria”.
Si tratta di un nuovo soggetto giuridico che è chiamato
ad operare per valorizzare i vini calabresi e coinvolgere, così, il sistema
degli attori pubblici e privati che gravitano in questo importante settore
economico.
E’ una valorizzazione che si realizza innanzitutto
promuovendo la commercializzazione e la conoscenza dei vini calabresi con una
attenzione prioritaria riguardo quei prodotti che hanno ricevuto il
riconoscimento di vini doc, denominazione di origine controllata.
Una valorizzazione che si completa coinvolgendo la
tradizione gastronomica calabrese nei suoi prodotti tipici e biologici e
collegandosi con l’offerta e la promozione turistica regionale. Quindi è un
sistema integrato di sviluppo.
La proposta di legge, pertanto, risponde ad una proposta
di politica di sviluppo chiara nei suoi effetti e non produrrà solo e
semplicemente l’istituzione della “casa dei vini di Calabria” quanto la stessa
istituzione “casa dei vini di Calabria” si pone al centro di una organizzazione
reticolare. Coinvolge, infatti, le botteghe del vino, le strade del vino, le
cantine sociali, le scuole, le scuole di formazione professionale, i centri per
l’innovazione tecnologica con l’obiettivo da un lato di valorizzare i vini di
qualità e dall’altro il sistema territoriale che sta alla sua stessa base.
Il comparto enologico rappresenta nell’ambito del
settore agricolo quello che in misura maggiore ha saputo differenziare le
proprie produzioni interpretando in maniera efficace il concetto di qualità che
identifica nel territorio il presupposto e la base della dimensione qualitativa
del vino.
I vini grazie alla affermazione delle denominazioni di
origine sono al centro di due importanti fenomeni, ovvero l’enoturismo e il
turismo rurale.
Questi due fenomeni si stanno imponendo in questi anni
anche grazie al crescente interesse per il legame sempre più forte e sempre più
pressante che c’è tra le produzioni agricole tipiche e il territorio da cui
esse derivano.
E’ proprio in questa direzione che la “casa dei vini di
Calabria” nell’impianto della proposta di legge licenziata dalla Commissione
consiliare può meglio assolvere al compito. Non solo di vetrina dei vini e
dell’agroalimentare di Calabria ma anche come strumento per la realizzazione e
la programmazione di iniziative di promozione e di valorizzazione della intera
immagine della Calabria, delle risorse ambientali, paesaggistiche e culturali.
Ovviamente questo nuovo soggetto si pone in modo
propulsivo, assessore Trematerra al centro della
nostra politica regionale quale centro di una rete di attori, di vigneti, di
musei, di centri di accoglienza, borghi, edifici storici, attrattive naturalistiche
che sono tutte dirette a costruire un sistema integrato di offerta turistica
che è in linea con le politiche regionali di questa Regione dichiarato sia a
livello comunitario che nazionale.
Qui un plauso ed un ringraziamento desidero farlo al professor
Zimbalatti che con la collaborazione offerta ha
consentito a questa Commissione di poter valutare tutti gli aspetti finanziari
connessi alla proposta di legge stessa.
Ovvero l’adeguatezza tra gli obiettivi previsti e le
linee di intervento da realizzare; la valutazione degli effetti e l’impatto che
queste norme potranno avere sul contesto economico e sociale della Regione. La
coerenza con il quadro normativo, comunitario, nazionale e regionale. La
sostenibilità amministrativa e finanziaria della proposta stessa.
Quindi la collaborazione tra Commissione, dipartimento
ed Esecutivo è stato il frutto di un lavoro non burocratico che ha coinvolto
professionalità, specializzazioni diverse e possiamo ben dire senza tema di
smentita che questo progetto di legge proposto per iniziativa della Giunta
regionale è una proposta legislativa che assume copertura finanziaria non
simbolica ma effettiva e reale.
Costituisce questo un significativo strumento per
rilanciare una delle filiere che danno lustro a questa nostra regione, le cui
potenzialità sono sottolineate in ambito comunitario ed internazionale ma che,
purtroppo, troppo spesso si sono confrontate con una debolezza delle politiche
regionali che le sostengono.
Debolezze che sono a mio avviso assai vistose. Comunque,
di certo all’attenzione del nuovo corso dell’Esecutivo impresso dal Presidente Scopelliti per colmare le lacune esistenti. D’altra parte,
ben sanno, signor Presidente del Consiglio e signor Presidente della Regione,
che non potrebbe spiegarsi altrimenti che ad esempio come a più di 20 anni dal
riconoscimento di denominazione di origine controllata che attesta in modo
obiettivo la qualità di un territorio e delle sue produzioni, per molte di
queste aree, se non per la maggior parte di queste aree, a distanza di 20 anni
ancora oggi si parla di potenziale di sviluppo e non di sviluppo realizzato.
Con questo spirito sottopongo la proposta di legge
all’approvazione dell’Assemblea. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole De Masi. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, vorrei dire che finalmente
celebriamo l’epilogo di questa lunga vicenda propositiva che riguarda
l’istituzione dell’enoteca regionale della Calabria.
Naturalmente, ne sono abbastanza compiaciuto eppure non
del tutto soddisfatto per quello che mi appresto a spiegare.
E’ una idea quella della istituzione dell’enoteca
regionale concepita alcuni anni addietro nella Provincia di Crotone all’interno
della quale, chi parla, rivestiva un certo ruolo e che aveva visto il sostegno
ed il conforto unanime e convinto di tutte la associazioni di categoria, dei
produttori e soprattutto delle amministrazioni locali.
Nel rispetto di quello che è un principio molto spesso
evocato ma qualche volta trascurato,
secondo il quale lo sviluppo di un territorio – non c’è bisogno di
scomodare le grandi dottrine politiche – si persegue attraverso la
valorizzazione dei prodotti propri, autoctoni.
Ebbene, se c’è una risorsa inoppugnabilmente insita
nella storia del territorio crotonese ed in particolare del cirotano, questa è
sicuramente la storia dei vitigni.
Non è per indugiare in affermazioni che hanno un sapore
quasi culturale ma credo sia noto a molti, se non proprio a tutti, che la
storia del vino in Occidente nasce esattamente nei luoghi della Magna Grecia.
Il “gaglioppo” - come si
definisce oggi è secondo alcune fonti tra le più accreditate in questa materia
– sarebbe assimilabile a quei vitigni di pregio che oggi anche in campo globale
la fanno da padrone.
C’è una suggestione storica più che squisitamente
culturale che rappresenta una delle ragioni che ci aveva indotto ad auspicare
una soluzione che di tutta questa storia fosse autenticamente e rigorosamente
rispettosa.
Poi, siccome questa è una terra nella quale i bisogni si
sovrappongono uno sull’altro, è evidente che qualunque opportunità viene, in
qualche modo, percepita come utile ad un territorio, anche quando questo non
manifesti identica e naturale vocazione a valorizzazione di certi prodotti.
Riepilogo non per sottolineare spunti polemici che a
questo punto sarebbero probabilmente inutili o addirittura pericolosi: avrei
davvero preferito – e con me tutte le amministrazioni – che l’anima della
comunità di quel luogo, che l’enoteca della Calabria fosse allocata laddove era
ed è naturale che sia, ovvero nel cirotano.
Una soluzione compromissoria, alla quale ha lavorato
E’ risaputo che insistono nel cirotano 1.200 produttori
di vino che occupano un’area di 22 mila ettari. E’ risaputo che lì sforzi
imprenditoriali di particolare pregio hanno già conosciuto approdi che nella
materia vitivinicola segnalavano alcuni prodotti del Cirò
come di particolare valore nel mondo occidentale.
Si era pensato, allora, di allocare altrove in un altro
luogo la postazione all’interno della quale fossero demandate le prerogative
della cosiddetta ricerca.
Ora, è con parziale soddisfazione che ne prendo
atto; grazie allo sforzo che qualche
collega consigliere regionale ha compiuto e che ringrazio per la sensibilità
registro questo ulteriore e forse più saggio e sano compromesso che riconosce
anche al cirotano la prerogativa di effettuare ricerche. Salvo poi demandare
alla sede di Lamezia lo sviluppo di innovazione tecnologica.
Mi pare, anche se finirò per assecondare in mancanza
d’altro questo risultato, che per molti versi si sperimenti una sorta di
contraddizione, una sorta di antinomia perché la ricerca è esattamente
quell’ordinamento di studio che poi prelude alla realizzazione, all’attivazione
ed al dispiegamento della innovazione tecnologica.
Allora io faccio questi rilievi non per contrastare
questa soluzione compromissoria che è stata individuata e che è stata appena
illustrata dal Presidente Morelli, ma allo scopo di prefigurare alcune
contraddizioni che magari sarà il caso di verificare attraverso quali misure
sanare.
Perché se l’enoteca che sarà istituita a Crotone si
dovrà limitare alla ricerca ed arrivata al punto di individuare un risultato
innovativo, non potrà neanche proclamarlo perché, altrimenti, quella di Lamezia
Terme si sentirà espropriata del proprio ruolo.
Noi dobbiamo, davvero, in questo caso, invocare una
sorta di sapienza politico-istituzionale che valga in qualche modo a conciliare
questa contraddittorietà che mi pare di dover denunciare, anche se, tutto
sommato, purché qualcosa si faccia – e questo andava fatto anche prima, lo dico
con grande chiarezza – aderisco a questa idea,
predisponendomi a profondere ulteriore impegno con la collaborazione di
tutti i consiglieri, di quanti hanno sostenuto la mia originaria proposta e
questa degli altri colleghi, per verificare il modo attraverso il quale,
davvero, si possa pervenire ad una sorta di soluzione definitiva.
L’esposizione come entità destinata a Lamezia si sarebbe
spiegata e continua a spiegarsi con una fondatezza irreprensibile, proprio perché quel territorio è dotato di
una serie di infrastrutture ed in particolare dell’aeroporto che poteva e può
costituire una opportunità nella quale, appunto, manifestare la ricchezza assai
ampia dei nostri vini.
Così non è stato. Ebbene, io aderisco a questa
proposta, però invitando tutti i
colleghi che in qualche modo anche avendoci lavorato con uno sforzo di cui mi
compiaccio a predisporsi insieme a me a
verificare in avvenire come sia possibile restituire un ordine ed una dignità
anche di denominazione, di declinazione ad entrambe queste enoteche. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Pacenza.
Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, anche io come l’onorevole De Masi
plaudo alla iniziativa di questa Giunta regionale che, finalmente, è riuscita a
portare a conclusione un iter lungo e travagliato.
Credo che, però, rispetto alle considerazioni dell’amico
onorevole De Masi vadano fatte alcune precisazioni.
Una delle quali, credo prioritaria, è quella di
evidenziare la volontà politica precisa e puntuale da parte di questa Giunta,
per cui un ringraziamento al Presidente Scopelliti,
alla Vicepresidente Stasi, all’assessore Trematerra,
all’assessore Pugliano e a tutti i componenti della
Giunta che hanno messo in campo per il territorio del Cirotano questa volontà
politica.
Vorrei ricordare che l’iter dal quale si è partiti per
l’istituzione di questa enoteca regionale, effettivamente risale al 2008 quando
ci fu una proposta da parte della Giunta provinciale che vedeva come
Vicepresidente l’onorevole De Masi.
L’onorevole De Masi ha omesso di ricordare le battaglie
che insieme anche all’assessore dell’epoca, Sulla, si fecero quanto meno per
non mettere da parte questa proposta, quanto meno per tenerla viva.
Credo che l’onestà intellettuale debba farci ricordare ciò
che è successo nella scorsa legislatura, quando una proposta di legge, cioè,
presentata dal sottoscritto non è riuscita ad approdare neanche in Commissione
perché, evidentemente, non c’era la volontà politica.
Questa volontà politica è stata chiara fin dall’inizio.
C’è stata una indicazione programmatica ben precisa da parte del Presidente Scopelliti che in poco tempo, insieme con la sua Giunta è
riuscito a mantenere questa promessa per una istituzione che per i territori
dove verrà allocata l’enoteca costituirà una risorsa importantissima, non solo nel campo agroalimentare ma anche
con un indotto che sicuramente sarà interessante sotto diversi aspetti.
Non starei - e lo abbiamo detto già in precedenza – a
fare una guerra di campanile tra i diversi territori. Certo, storicamente e
come quantità di produzione, come entità e qualità del vino in Calabria la zona
del Cirotano non ha eguali.
Ma questa che si è consumata è stata una fase politica
difficile che ha dovuto contemperare esigenze diverse all’interno della nostra
regione.
Accogliamo quindi con soddisfazione questo risultato che
è stato raggiunto. Questo si aggiunge alla lunga catena che già questa
amministrazione regionale ha avuto come risultati, per cui come rappresentante
del territorio non posso che esprimere soddisfazione e porgere ancora una volta
ed ancora più forte i ringraziamenti che, personalmente, non posso esimermi dal
ripetere nei confronti dei componenti di questa Giunta. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Magno. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, colleghi consiglieri anche io come
gli onorevoli Pacenza e De Masi ritengo che
l’istituzione dell’enoteca regionale sia un fatto importante per questa Regione
in considerazione della valenza che può avere questa importante struttura che
viene allocata nei due territori maggiormente vocati
per i vini che sono Cirò e Lamezia Terme.
Anche la denominazione che ha voluto dare l’assessore
Michele Trematerra a questa enoteca “La casa dei vini
di Calabria” racchiude in sé anche la possibilità che le due enoteche
possano rappresentare tutte le
produzioni dei vini calabresi, quindi non soltanto di vini delle due località.
Ed anche il tipo di mission che si è data alle
enoteche, una per rappresentare la vocazione storica del territorio di Cirò e del Crotonese per quanto riguarda la produzione dei
vini che risalgono all’era della Magna Grecia e l’altra quella relativa alla
innovazione tecnologica per la sede di Lamezia Terme rappresentano i due
spaccati importanti di quella che è la ricerca sui vini e di quella che è la
valorizzazione dei nostri prodotti all’interno della nostra Regione.
Ecco in questo senso io ringrazio anche il Presidente Scopelliti che è stato chiaro sin dall’inizio nel momento
in cui si andavano ad istituire le enoteche, quando ha proposto che le enoteche non fossero un
fatto di campanile, ma si dovesse superare questo aspetto del campanile,
perché riguardassero principalmente la
valorizzazione dei nostri territori e anche della vocazione infrastrutturale e
turistica che
In questo contesto, io ritengo che la scelta fatta sia
la più opportuna. Oggi andiamo a varare
questa importante legge regionale, che ci consente di poter essere anche in
concorrenza con tutte le altre Regioni per quanto riguarda la produzione dei
vini, ma possiamo offrire anche a quella
che è la presenza turistica in Calabria una nuova risorsa importante per
valorizzare i territori calabresi.
In questo senso, penso che la proposta di legge che oggi
viene approvata ( sia quella di derivazione della Giunta regionale ma anche
quella delle proposte dei singoli consiglieri, che sono state inserite e
coordinate all’interno di questa proposta) sia la soluzione più valida che
consentirà a questa Regione di potersi
presentare all’esterno con un qualcosa di positivo che, chiaramente,
rende anche una grande visibilità all’attività che sta svolgendo questo
Consiglio regionale.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Nucera.
Ne ha facoltà.
Onorevole Nucera, però deve
parlare dall’altro lato a meno che non abbia deciso…
Siccome c’è un microfono libero io posso parlare…
PRESIDENTE
No, onorevole Nucera, quelli sono i banchi della minoranza. Se lei intende intervenire, deve cambiare posto altrimenti non le do la parola. A meno che non abbia deciso di passare alla minoranza.
Io parlo dalla postazione libera…
(Interruzione)
Io voglio parlare da lì, Presidente.
PRESIDENTE
Non le do la parola. Se intende intervenire, deve farlo da quel lato.
Non era una scelta politica, Presidente. C’era un posto libero e l’ho occupato.
PRESIDENTE
Non è possibile. Non le do la parola.
Parlo dalla mia postazione naturale. Il mio posto era occupato.
PRESIDENTE
Non c’era nessuno al suo posto.
Credo che il dibattito comunque non dipenda dalla postazione in cui uno si ritrova, questa è una novità in ogni caso in assoluto perché le postazioni sono meri luoghi occasionali per poter parlare e per poter dibattere.
A me non sembra che ci siano margini oggi per poter
ragionare in termini di suddivisione sul piano del principio e sul piano del
significato che questa legge può rappresentare per lo sviluppo complessivo
della nostra terra.
Anzi sono più i punti di
consonanza anziché quelli di divisione.
Detto questo, ritengo che questa
legge rappresenti quella che, in fondo, è una delle più antiche tradizioni che
Parliamo di circa 3 mila anni fa
quando arrivarono i primi vitigni in Calabria e furono proprio i greci che
portarono le prime viti che oggi si chiamano con termine “greco nero”, “greco
bianco”, “greca bianca” o “guardavalle”, “castiglione”, “nerello”,
“cappuccio”, “mantonico”, “prunesta”,
“pecorello”, “montonico”, “calabrese nero”, “gaglioppo” ecc., ed in
tutti questi nomi nessuna storia e nessuna tradizione, miei cari amici, risiede
in una coltivazione che già oggi noi possiamo riscontrare nel Cirotano o nel
lametino.
Tutto questo era in quella vasta
area della Magna Grecia che rappresentò
il fulcro fondamentale di espansione e noi oggi non a caso ne facciamo anche un
motivo di orgoglio e di riferimento non per problemi di campanile, ma di
riferimento e di tipicità delle aree.
Detto questo, il significato
dell’approvazione della legge di oggi non è soltanto un fatto folkloristico di
riconoscimento all’attività quantitativa di produzione delle viti che è pure
giusto e legittimo. Nessuno può mettere in discussione la valenza dei vini del
Cirotano né alcuno mette in discussione la valenza dei vini che abbiamo
nell’area di Lamezia Terme.
Ma certamente non può essere
mortificata una storia ed una tradizione che altri territori della nostra
Regione portano come vessillo di riferimento in maniera veramente importante.
Quando noi parliamo del “nero
d’Avola” parliamo di uno dei vini più importanti del mondo e sottolineo del
mondo. La cui produzione ha fatto la ricchezza della Sicilia.
Il “nero d’Avola” non è altro che
il “calabrese nero”, non è altro che un
vitigno prodotto e realizzato sulle terre della Magna Grecia. Un “nero d’Avola” non è altro che un prodotto
realizzato qui a circa
Quindi, come vedete, la storia e
la tradizione enologica della nostra terra trova radici e fondamento nella
storia e nella tradizione della intera Calabria.
Vi ho citato all’inizio del mio
intervento tutta una serie di nomi e di vini che trovano radicamento nel nostro
territorio e che come tale deve essere difeso, garantito e valorizzato per
quello che vale e per quello che serve.
Bene fa il testo della legge. Ne
abbiamo discusso in Commissione, se le Commissioni ancora oggi hanno valenza
come sede di discussione, anche per quanto riguarda le alchimie e le
differenziazioni tra maggioranza e minoranza.
E’ un provvedimento approvato alla
unanimità e l’unanimità indica il senso compiuto di un indirizzo in un processo
di dibattito e di dialettica democratica in maniera forte e seria che indica
anche il senso della partecipazione.
Perché non a caso
Quindi una sensibilità fra
consiglieri che si uniforma in un indirizzo condiviso dal Governo perché tutto
è avvenuto in presenza ed in coerenza con il Governo regionale della Calabria,
che nella persona del suo dirigente ha
approvato il testo così come era in Commissione e che quindi è stato
licenziato.
Tutto questo deve avere un
significato sul piano logico e sul piano dello sviluppo dei processi.
Altrimenti rischiamo di parlare a chi, perché poi ti risponda non sappiamo
ancora chi.
Altrimenti rischiamo di parlare e
di dire una cosa la mattina e poi ci ritroviamo, invece, a dover deliberare
cose diverse il pomeriggio o la sera.
Qui bisogna essere chiari perché
la tenuta complessiva di un sistema democratico è data dalla ufficialità degli
atti che vengono emessi e dalla corresponsabilizzazione
delle scelte che vengono fatte.
Ho sostenuto una battaglia .
assieme a tutti nel coordinamento
formale di più testi, approvati e discussi in più sedute di Commissione e non
così alla “carlona”, non così improvvisamente o tanto per approvare un testo,
con un indirizzo ben preciso di indicazioni che è la mediazione, il frutto di
un insieme di discussione, è una sintesi di più sensibilità che vengono
espresse.
Ritengo, allora, che questo debba avere un atto di
ufficialità, un atto serio di riferimento, un atto che deve portare il suo crisma
del lavoro che i consiglieri hanno compiuto in Commissione e non possa essere
buttato alle ortiche solo perché qualcuno stabilisce che svegliandosi la
mattina quel lavoro che è stato fatto ieri oggi non debba essere più
considerato valido ed essere messo in discussione.
Rischieremmo di non capire più
nulla, di confonderci, di trovarci di fronte a quel grande aforisma che vedeva
le verità impazzire e le bugie diventare realtà.
Questa è l’Aula delle verità, non
può essere l’Aula delle bugie. Noi qui dobbiamo dire la verità ai calabresi,
non possiamo prenderli in giro.
La verità è nell’azione che noi riusciamo a tenere. La verità è nelle cose stabilite alla unanimità nell’ambito di un consesso e se ci sono rivisitazioni da affrontare su questo versante, certamente le rivisitazioni non possono essere che quelle che la stessa Commissione nel suo plenum dell’attività può decidere. E non sicuramente nell’Aula che per quanto possa essere sede naturale di discussione non diventa più elemento di riferimento, laddove c’è stato il volere preciso del Consiglio e quindi del parlamento in sede di Commissione e del Governo che era ben rappresentato ai massimi livello dentro l’Aula della Commissione.
Se questo è noi dobbiamo proseguire su un criterio e su un sistema che è coerente rispetto al voto della Commissione.
Non possiamo vedere cambiate le carte in tavola solo perché qualcuno dice “bandista, non va bene”. “Bandista, non va bene” non esiste quando più intelligenze si confrontano; “bandista, non va bene” non può esserci quando più sensibilità diventano oggetto di mediazione e di sforzo di lavoro e di sforzo culturale che deve essere realizzato.
Se va bene così come è sancito nell’articolo 1, che il centro di studio sarà a Cirò e che il centro di sperimentazione potrà essere Lamezia Terme, è altrettanto vero che rispetto ai centri di riferimento che danno attuazione all’articolo 4 della legge sul tema dell’attività di istruzione, formazione, ricerca ed assistenza tecnica non potrà non essere preso in degna considerazione laddove c’è l’articolo 1 che sancisce che le scuole di riferimento debbano essere quelle in provincia di Reggio Calabria e di Monasterace ed in provincia di Cosenza e di San Marco Argentano.
Perché altrimenti riusciremmo a non capire. Che senso ha l’articolo 4 di questa legge? L’avete detto voi che è una legge buona, l’ha detto la maggioranza e l’ha detto la minoranza che è una legge che può andare e che accontenta più sensibilità. L’avete detto voi mica l’ho detto io. Io sto parlando adesso e non ho parlato rispetto a chi mi ha preceduto ma lo dice la valutazione positiva proprio perché c’è un articolo 4 che allarga l’orizzonte della legge stessa, che allarga l’orizzonte al punto di dire che si potranno organizzare scuole di enologia, scuole di viticultura, scuole di approfondimento.
Che significa questo? Che c’è “Pantalone” cioè
A San Marco Argentano c’è la scuola di viticoltura così come a Monasterace. C’è un centro di grande prestigio
che dispone di circa
Parliamo, allora, di aria fritta o parliamo di soldi che verranno ad essere buttati e spesi? Si valorizza ciò che c’è, si valorizza l’esistente e si valorizza tutto quel che serve per poter dare forza ed impulso a quell’attività centralizzata di Cirò e di Lamezia Terme che vede a latere del loro modo di agire ed operare istituti che già ci sono e che non devono essere bloccati nella loro attività. Anzi, devono essere potenziati in funzione del fabbisogno che si richiede.
Io non capisco il perché di certi pruriti che vogliono
modificare il testo della legge all’articolo 1 e che vogliono, a tutti i costi
creare chissà quali strutture sì di campanile, questi; sì di becero interesse territoriale
questi; sì tutto quello che volete sul piano del dettato ma che, non certo,
sono frutto di una posizione e di una mediazione serena e tranquilla quale,
appunto, può essere quella di valorizzare, recuperare e stringere un rapporto
serio e forte sul piano del riconoscimento e sul piano della tenuta complessiva
delle risorse produttive della nostra terra.
Quando parliamo di queste cose non è che parliamo di
baccanali o di serate all’osteria. Parliamo di processi di sviluppo della
nostra terra. Parliamo della possibilità di dare o non dare significato e
spessore e valore sociale ed economico alla nostra cultura e alla nostra
cultura dei territori.
Parliamo di cose che interessano lo sviluppo generale e
non le chiacchiere dell’interesse di bottega.
Allora su queste cose invito, veramente, i colleghi
consiglieri ad essere attenti da qui a poco sulla discussione che si potrà
anche sviluppare qualora quel testo dovesse essere modificato e mortificato
dall’atteggiamento di chicchessia.
Siamo qui per difendere il lavoro, anche il lavoro dei
consiglieri fatto in Aula, non certo per portare novità dopo che non si riesce
a dare un significato ed una spiegazione tangibile, forte e vera al perché
alcune modifiche vengono fatte all’ultimo momento, magari anche a limite della
normativa vigente per quanto riguarda gli emendamenti.
Se io fossi cattivo – e non lo sono – direi che gli
emendamenti presentati in questo testo di legge non sono ammissibili.
Sono qui, invece, per confrontarmi. Solo fra tutti, non
ho problemi, ma per difendere la dignità di un ruolo, la dignità di un lavoro
già svolto, la dignità dell’essere uomini in grado di poter mantenere
coerentemente le proprie posizioni specialmente a fronte di principi di natura
generale. Grazie, Presidente.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Battaglia. Ne ha
facoltà.
Presidente, io sarò molto breve. In linea generale
condivido l’appassionato intervento del collega Nucera
e dissento da lui solo per i chilometri perché Pellaro
dista un paio di chilometri non 20 da questa sala, saranno circa
Vorrei concludere l’intervento che l’onorevole Nucera ha fatto perché a me sembra che manchi delle
conclusioni e le conclusioni dovrebbero essere queste se ho capito bene
l’intervento.
Gli emendamenti in generale presentati sono tutti fuori
termine e quindi non possono essere discussi, perché sono stati presentati in
data odierna e questo è contro ogni regolamento sia sostanziale che formale.
L’altro aspetto che interessava l’onorevole Nucera (rispetto al quale ha dato motivazioni ma non
conclusioni), è che non è possibile oggi in quest’Aula eliminare la sede di Monasterace alla luce delle considerazioni fatte e che non
ripeto ed alla luce dei lavori della Commissione.
Mi pare che questo fosse il senso dell’intervento
dell’onorevole Nucera e da questo punto di vista lo
condivido tutto.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Serra. Ne ha facoltà.
Presidente, prendo la parola anche perché ho seguito con attenzione tutti gli interventi iniziando da quello dell’onorevole De Masi che, in effetti, faceva una lunga storia sui vini calabresi, in modo particolare la storia dei vini cirotani e della zona di Crotone.
Diciamo che questo intervento lo vado a collegare anche alla relazione del Presidente Morelli, in cui si diceva che è stato un lavoro della Commissione che ha visto interessati tutti i consiglieri ed i componenti che sono 10, compreso il Presidente.
La proposta che oggi dovremmo approvare, il lavoro, è oggi frutto di una intera Commissione alla unanimità.
A questo possiamo allegare anche la proposta fatta dalla Giunta e ringrazio anche l’assessore
all’agricoltura
perché finalmente dopo tanti anni si va ad approvare una legge che va a
regolare e stabilire quelle che sono le parti strategiche, per quanto riguarda
la produzione dei vini, la diffusione e tutto quello che po’ essere anche la
storia.
Però, poi arriviamo in Aula, mi è parso di capire, con
una serie di emendamenti che mi sono stati consegnati e che vanno a sconvolgere
quello che è stato il lavoro della Commissione, alla presenza del direttore
generale.
Sono sicuramente d’accordo quando si stabilisce Crotone
per la storia, per la ricerca e Lamezia Terme che sia a livello tecnologico il
punto di riferimento. Ma non posso accettare che si vada a discutere su quello
che può essere anche un discorso di riferimento per quanto riguarda le sedi
territoriali.
Non per fare una difesa di territorio o di appartenenza
essendovi stata nella proposta San Marco Argentano che rappresenta un lembo di
terra ricchissimo per quanto riguarda la produzione di vini.
Se qualcuno dovesse dimenticarlo, quel territorio che va
dalla Valle dell’Esaro alla Valle del Crati, rappresenta quasi l’80 per cento dell’economia
agricola ed una produzione del 40 per cento per quanto riguarda i vini.
Essendoci una scuola per quanto si riferisce la proposta
a San Marco di un’azienda agricola che non è di nessuno ma è dello Stato,
Istituto professionale per l’agricoltura, con circa
Fra l’altro poi il discorso di Vibo Valentia e Reggio
Calabria. Per quanto riguarda Monasterace, non posso
che condividere perché si va a fare un discorso anche di ripartizione di un
territorio che segna un tempo molto importante per la storia dei vini.
Io non parlo di portainnesti o di vitigni perché
altrimenti dovremmo fare una lunga discussione su quella che è la potenzialità
dei nostri vini. Però non possiamo dimenticare quello che è stato un lavoro già
fatto.
Quindi con questa serie di emendamenti che dovrebbero
essere fra l’altro in discussione da qui a poco, andremmo a cancellare anche un
pezzo di storia.
Perché se è vero che la storia dei vini del Cirotano
rappresenta il primo punto, anche quelli di Lamezia Terme, non possiamo andare
a cancellare la storia dei vini e del vino Esaro che
rappresenta quel territorio che va dal Pollino all’Esaro.
Mi appello anche al buon senso dell’assessore
innanzitutto ma anche dei consiglieri in Aula affinché il lavoro fatto e
portato avanti dalla Commissione possa essere votato alla unanimità e quindi
condiviso da tutti.
Lo dico quale componente di maggioranza: avrei preferito che prima di una serie di
emendamenti, fra l’altro proposti dalla stessa maggioranza, ci fosse stata
anche una discussione perché spesso si presentano le proposte votate alla
unanimità e poi assistiamo ad emendamenti che vanno a modificare anche quello
che è un programma che ci siamo dati come maggioranza e che, sinceramente mi
coglie sempre più alla sprovvista e mi mette in condizione in Aula di fare
interventi da solo. Non riesco a confrontarmi sicuramente con i capigruppo di
maggioranza ma con gli stessi assessori della Giunta.
E’ un discorso sul quale inviterei l’intera maggioranza
a riflettere. Qualora dovesse anche prevalere l’ipotesi di uno sconvolgimento
di quella che è la proposta qui, chiedo un minuto di sospensione – se è
possibile – affinché la stessa maggioranza possa confrontarsi con quella che è
stata una proposta votata alla unanimità dalla intera Commissione. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Dattolo.
Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, non volevo intervenire per mera forma di campanilismo ma sicuramente dopo la discussione che c’è stata in Aula soprattutto dopo l’esperienza nella Commissione, ritengo che bisogna per una volta tanto dimostrare anche di essere politicamente corretti, di abbandonare anche il territorio rispetto ad alcune situazioni.
Onorevole Nucera,
lei ha partecipato ai lavori all’inizio e poi è andato via. Quando si è
trattato di parlare delle elaioteche, eravamo rimasti
d’accordo anche con l’onorevole Morelli, che avrebbe poi arricchito la
discussione, si sarebbe fatto carico di
quello che era emerso dopo.
Lei capisce bene che se noi
andiamo ad adottare il testo delle sedi territoriali viti-vinicole, non si sa
bene se per delle scuole di formazione professionale da tenere in vita – posso anche capirne le ragioni, ma non assolutamente le motivazioni-, non
capisco come in presenza di alcune zone dove c’è l’olio Dop,
poi invece si debbano mantenere due sezioni principali e non quelle
territoriali.
Voglio fare, però, un discorso
assolutamente politico perché ho partecipato alle riunioni.
Presidente Scopelliti, non so se lei mi
sente ma volevo dirle che noi qui non cambieremo mai. Altro che discussioni su
Gioia Tauro, altro che discussioni sulla legalità
ecc., se non capiamo prima di tutto che noi non dobbiamo rappresentare gli
interessi di un territorio ma dobbiamo parlare in generale di quello che è uno
sviluppo per
Ora voglio capire se si mette in
discussione un territorio come quello vitivinicolo, se dobbiamo mantenere solo
dei vitigni autoctoni- giusto per cosa…- oppure se
dobbiamo fare uno sviluppo economico su
quel territorio, o uno sviluppo turistico legato da percorsi eno-gastronomici.
Se dobbiamo avere provincialmente delle sedi territoriali, giusto per dire
che anche qui possiamo esibire del vino, oppure invece, ed è la cosa
principale, se, piuttosto che mostrare i
propri vini, dedicarsi con forza ad un
sistema turistico integrato soprattutto da una ricerca che vada ad implementare
quelle che sono le caratteristiche produttive di quel territorio.
Posso capire che ci siano anche altri vitigni, altri
vini nella regione Calabria ma se dobbiamo fare un discorso oggettivo legato alla
potenzialità del territorio, non posso pretendere che se c’è il Consorzio del
bergamotto qui a Reggio Calabria, perché ci sono 4 piante anche nella provincia
di Crotone debba avere una sede territoriale.
Ci dobbiamo spogliare da questa logica.
Io ritengo, se ci sono le condizioni per le procedure,
che vengano anche salvaguardate le due scuole per la formazione professionale
così come previsto dall’articolo 2, dal comma che è stato introdotto con le
modifiche che porta anche il testo dell’assessore Trematerra.
Ma in un’ottica di collaborazione giusto per dare uno
sfogo. Noi dobbiamo valorizzare quelle che sono le priorità del territorio e
smetterla di fare politica spicciola.
Con questo modo di procedere, non si andrà da nessuna
parte ed è vergognoso che ci fosse già all’opinione pubblica un testo con 10-20
sedi. Perché arrivati a questo punto se c’è una bottiglia di vino che si produce
in un angolo del territorio, anche lì merita di avere la sua bottega artigiana.
Se è questa la logica che deve prevalere, io per quanto
mi riguarda nel mio piccolo dico che stiamo commettendo un errore di
valutazione perché avremmo tante altre situazioni sulle quali discutere.
Abbiamo un paniere di prodotti tipici che possono essere
in un mercato globalizzato e lo capiamo benissimo dalla difficoltà di Gioia Tauro di contenere i costi.
Noi possiamo puntare solo sulla qualità e qualità
significa ricerca ed investimenti su questo settore. Non significa sicuramente
distribuire a pioggia un’altra serie risorse che vengono spiegate solamente per
mantenere il comodo di qualche collegio elettorale.
Se non c’è una inversione di tendenza,
Se si parla di vino, scusate, il Cirò
è la storia.
PRESIDENTE
Chiamo i capigruppo un attimo al banco della Presidenza.
(Interruzione)
Per concludere il dibattito la parola all’assessore Trematerra.
Grazie, Presidente,
io ho apprezzato alcuni
interventi che si sono succeduti qui in Aula perché l’argomento
mi sembra tantissimo importante per
L’enoteca regionale è uno
strumento ormai diventato improcrastinabile per
Abbiamo eccellenze importantissime in Calabria. Chi come me ha avuto modo di conoscere le
grandissime aziende calabresi che lavorano nel settore vitivinicolo con sacrificio e
con prodotti di eccellenza, sa che aspettano
che anche
Questo è lo spirito con cui nasce questa legge. Non
nasce per dare soddisfazione ad un territorio, che pure lo merita, come quello
del Cirotano o del Crotonese per la storia che ha rappresentato per il settore
vitivinicolo. Ma rappresenta anche la possibilità per tutti i territori di
potersi rivedere in uno strumento di legge quali sono le enoteche regionali.
Se uno facesse attenzione a leggere gli emendamenti, poi
c’è qualcuno che solleva anche - rispetto alla Calabria si sollevano anche
questioni di legittimità ma io non entro nella forma, voglio rimanere nella
sostanza – questioni di legittimità, vedrebbe che alcuni di questi sono stati
presentati dall’assessore ringraziando
L’assessore, il sottoscritto, presenta degli emendamenti
che hanno lo scopo, semmai, di evitare che all’esterno si possa ancora una
volta dire: ecco la solita legge che non vuol scontentare nessuno e vuole
accontentare tutti e che non darà i frutti sperati.
Guardate, sempre fra quegli emendamenti c’è scritto che
le attività si svolgeranno laddove esistono strutture che le possono ospitare.
Per cui se domani vogliamo fare formazione ad Acri -
parlo del mio paese e della mia provincia che non ho inserito in questa legge
perché la dobbiamo finire in Calabria di fare una politica di campanile –, la
possiamo tranquillamente fare. Se vogliamo fare i percorsi enogastronomici,
questi non devono necessariamente essere allocati nel cirotano o nel lametino,
potranno essere nel vibonese, nel cosentino o in tutti quei posti dove ci sono
le tradizioni a cui faceva giustamente riferimento il collega Nucera.
Questo è lo spirito con il quale
Su queste cose
Dobbiamo anche finirla a mio avviso con un atteggiamento
che rischia di mettere seriamente in discussione una idea che parte da lontano,
su cui tanto si è discusso e che ha trovato anche, lo devo dire, la massima
convergenza a livello della Commissione come diceva l’onorevole Nucera.
Però se l’organo amministrativo, se l’assessore in
questo caso, se chi ha la responsabilità di guidare un dipartimento come quello
dell’agricoltura ritiene che alcuni aggiustamenti possano essere fatti, questa
non è lesa maestà ma è semplicemente un modo diverso di approcciarsi alle cose,
un modo per fare gli interessi della Calabria.
Io voglio una Calabria, mi sono seccato di avere “le Calabrie”. E questo provvedimento presentato da un
assessore della provincia di Cosenza dimostra che c’è una volontà politica
dell’amministrazione, del Presidente Scopelliti,
finalmente di avere una Calabria e non più tante Calabrie.
Grazie.
PRESIDENTE
Chiamo i capigruppo un attimo al banco della Presidenza.
(I
capigruppo si avvicinano al banco della Presidenza)
PRESIDENTE
Dopo la discussione possiamo procedere alla votazione
del testo.
Il sub-emendamento all’articolo 1, comma
(Interruzione)
Presidente, chiedo scusa, cosa è stato ritirato?
E’ stato ritirato il sub-emendamento che viene trasformato
in ordine del giorno di impegno per il dipartimento .
L’emendamento lo metta all’ordine del giorno.
Come, non era all’ordine del giorno?
Lo faccia notare…
L’emendamento c’era, era il sub-emendamento…
Ho capito, ma l’emendamento non è stato votato ancora…
…prima il più lontano e poi il più vicino. Il più vicino è l’emendamento, Demetrio, ora lo mette in discussione.
PRESIDENTE
Allora è stato ritirato.
C’è poi un subemendamento, protocollo
Io non so se l’onorevole Fedele ha chiara la geografia della provincia di Crotone. Cirò è un comune, poi c’è Cirò Marina.
Io credo che la formulazione che era stata approvata dalla Commissione di lasciare al Cirotano questa possibilità… perché siccome poi si chiedono alcune condizioni, io non so se ci sono… se ci sono, non ci sono problemi, ma se non ci dovessero essere e magari ci sono a Cirò Marina poi davvero quanto meno…
Io lascerei la dicitura originale dell’emendamento dell’onorevole Trematerra per poi decidere dove si trova il miglior locale, la migliore collocazione, la migliore disposizione orografica ecc.
Se metto Cirò io mi vincolo troppo, pertanto lo ritirerei, sinceramente.
Se voi invece volete portarlo avanti, secondo me è limitativo. Il Cirotano è altra cosa…
Come è scritto , “Cirotano” non pregiudica poi di farlo a Cirò dove c’era il luogo, perché poi c’erano altri commi dove si parla di alcune condizioni che ci devono essere.
Se poi questo stabile di pregio non c’è a Cirò, che facciamo? Veniamo qui a modificare la legge? Se invece c’è, si può fare a Cirò, ma io lo lascerei così come era definito.
Nel “Cirotano” che quindi comprende il comune di Cirò. Quindi lo lascerei così se siete d’accordo. Poi io credo di conoscere la realtà, così come anche i colleghi crotonesi. Il Presidente della quarta Commissione conosce com’è la situazione. Io non la vincolerei, non esclude che si possa poi fare a Cirò, c’è scritto. “Cirotano” vuol dire anche Cirò.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Fedele. Ne ha facoltà.
Presidente, abbiamo discusso questo emendamento non
perché non siamo d’accordo o non sappiamo che c’è un Cirò
ed un Cirò Marina, lo conosco bene pure io e lo sanno
anche i colleghi.
Ne abbiamo discusso col Presidente della Giunta, con
l’assessore e con tutta
Ma credo sia anche il segnale di fare una legge per dire
“noi la cantina la vogliamo fare a Cirò” altrimenti
quando si mette “il Cirotano” è come per dire che non ci vogliamo assumere
responsabilità.
Se poi domani dovesse essere che questo comune non sarà
in grado di fornire o di trovare uno stabile idoneo a questa importante
iniziativa che
Per il momento, credo che sia la soluzione più giusta
anche come riconoscimento ad un territorio, ad un’area, ad un comune che credo
sia proprio quello giusto.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Dattolo.
Ne ha facoltà.
Guardate, non penso che ci si possa impantanare su Cirò o Cirò Marina, altrimenti daremmo uno spettacolo poco edificante. Potrebbe esservi un unico appiglio che non c’è una sede a Cirò Superiore perché il comune originario è Cirò superiore, pertanto Cirò può andare anche bene, non c’è problema.
E’ chiaro che noi indicativamente diciamo Cirò, poi indicativamente se dovessero esserci problemi, sorgono dopo, ma è anche per dare indicazioni ecc.
A meno che non diamo mandato alla Giunta di fissarla successivamente una volta constatata la disponibilità del comune di Cirò, che abbia cioè una sede prestigiosa per ospitarla. Solo questo.
Non vorrei essere stato equivocato . Io non ho detto di no a Cirò. Ma sto dicendo che se metti una sede poi devi modificare la legge per farla da un’altra parte. Non è che dici “facciamola a Cirò” mentre poi una mattina si alza qualcuno e la fa Cirò Marina, non lo può fare per legge.
Se invece metti “Cirotano” nessuno ti impedisce di farla a Cirò.
Oppure come hai detto tu, la formulazione che dicevi tu
sulla quale naturalmente decide
Così anche per Lamezia Terme, si
deciderà poi dove farlo nell’area migliore, più idonea.
Io non mi vincolerei perché a Cirò se non c’è il luogo idoneo secondo me perdiamo solo
tempo. Invece il dipartimento agricoltura o
Potremmo aggiungere “a Cirò e ove fosse sprovvista di sede in un’area del “Cirotano” così tagliamo la testa al toro. Quindi a Cirò o in caso di mancanza di sede adeguata nell’area del cirotano.
PRESIDENTE
Possiamo accogliere questa ultima soluzione dell’onorevole Dattolo.
Presidente, per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE
Alla fine.
Possiamo votare l’emendamento per come integrato dall’onorevole Dattolo.
Presidente, per dichiarazione di voto…
PRESIDENTE
Alla fine sulla legge… se l’appunta…
…ma non so se voto contro la legge.
Io voto contro questo emendamento che mi pare stravolga i lavori della Commissione.
PRESIDENTE
Pongo in votazione l’emendamento
di cui do la lettura con l’integrazione finale:
“
(E’ approvato)
E’ stato presentato emendamento, protocollo
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 1 come emendato.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
All’articolo 3 è stato proposto emendamento protocollo
Pongo in votazione l’emendamento all’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3 come emendato.
(E’ approvato)
E’ stato presentato emendamento, protocollo
Pongo in votazione l’emendamento all’articolo 4.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4 nel suo complesso.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 5.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 6.
(E’ approvato)
Però l’emendamento che abbiamo approvato va inserito dopo.
Pongo in votazione l’articolo 7.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 8.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 9.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 10.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 11.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 12.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 13.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la legge nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
C’è adesso l’ordine del giorno di iniziativa del consigliere Nucera in ordine alla “Istituzione dell’enoteca regionale <Casa dei vini di Calabria>”.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Nucera. Ne ha facoltà.
“Il Consiglio regionale
dà mandato al dipartimento
agricoltura affinché individui sedi territoriali di formazione, studio, ricerca
e promozione della viticultura e della enologia negli istituti professionali
già esistenti nel territorio e nelle condizioni strutturali ed idonee,
ovviamente, alla finalizzazione delle attività preposte”.
Per cui si dà mandato all’assessorato di mantenere gli
impegni. Questo è nella sostanza.
PRESIDENTE
Pongo in votazione l’ordine del giorno a firma del consigliere Nucera.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Si passa adesso al successivo punto all’ordine del giorno che recita Proposta di legge numero 102/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Istituzione dell'Elaioteca regionale <Casa degli Oli Ionici e Tirrenici di Calabria>”.
L’onorevole Morelli, relatore, si rimette alla relazione scritta.
Non essendoci richieste di parola per discussione generale passiamo alla votazione degli emendamenti.
E’ stato presentato emendamento, protocollo
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Censore. Ne ha facoltà.
Presidente, di questa questione ne avevamo discusso in Commissione rispetto alla possibilità di guardare a tutto il territorio calabrese.
Il territorio calabrese rispetto alla questione che
riguarda la produzione dei vini, per quanto riguarda gli uliveti e quindi
l’olio, la produzione si estende su tutto il territorio regionale in maniera
uniforme.
L’elaioteca rappresenta anche
un momento di rilancio dell’economia dal punto di vista turistico, pertanto io
propongo - anche perché c’è già anche in altre Regioni, io ho visto la legge
della Regione Puglia che è il primo
produttore di olio in Italia, a seguire c’è
Ritengo che questo possa contribuire a dare un input positivo a tutte le province che,
chiaramente, attraverso uno strumento di questo possano incentivare il turismo,
un raccordo tra i produttori… quindi può essere un
discorso utile.
PRESIDENTE
Prego, assessore.
E’ un po’ il ragionamento che abbiamo fatto sulla “Casa dei vini”.
Cioè, anche qui le due sedi servono a diffondere la cultura ed a guardare a quella che è l’innovazione e la ricerca.
Pertanto il ragionamento che abbiamo fatto sulla “Casa dei vini” lo propongo qui nelle elaioteche. Il parere, pertanto è negativo.
PRESIDENTE
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
E’ stato presentato emendamento, protocollo
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
E’ stato presentato emendamento, protocollo
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
E’ stato presentato emendamento, protocollo
a) dagli
assessori regionali all’agricoltura e forestazione ed
alle attività produttive (o loro delegati);
b) dai Presidenti delle province calabresi (o loro delegati);
c) dal Presidente della Unione delle Camere di commercio (o suo delegato);
d) da cinque esperti di olivicoltura, politiche agricole e marketing turistico nominati dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore all’agricoltura.
3. Il Comitato tecnico-scientifico esprime parere consultivo obbligatorio e non vincolante>>”.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 5.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 6.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 7.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la legge nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Si passa all’ultimo punto all’ordine del giorno che recita Proposta di provvedimento amministrativo numero 90/9^ di iniziativa dei consiglieri Pacenza, Battaglia, Bilardi, Franchino, Tripodi, recante: “Integrazione all'articolo 36 del Regolamento interno del Consiglio regionale”.
C’è una modifica che è rappresentata dall’articolo 1.
Il relatore, onorevole Magno, ha facoltà di svolgere la relazione.
Signor Presidente, la presente
proposta è stata approvata alla
unanimità all’interno della quinta Commissione e modifica l’articolo 36 del
Regolamento del Consiglio regionale attraverso l’inserimento di una novità che
è quella di far sì che il percorso dell’approvazione delle leggi regionali
possa avere anche un supporto da parte della Commissione per la fattibilità
delle leggi.
In questo senso ritengo che questo
Regolamento così come modificato vada a completare un aspetto importante che è
quello di verificare che le leggi abbiano una loro coerenza sia rispetto alla
legislazione nazionale che rispetto alla incostituzionalità o meno delle leggi
approvate all’interno del Consiglio regionale.
In questo senso ne chiedo l’approvazione all’Aula.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Pacenza. Ne ha facoltà.
Presidente, grazie, brevemente anche se siamo alla fine di questa seduta piuttosto lunga.
Vorrei dare una ulteriore
precisazione rispetto alla relazione svolta dall’onorevole
Magno. In pratica l’integrazione
al Regolamento interno del Consiglio regionale con l’aggiunta di questa
proposta presentata dai componenti dei componenti del Comitato per la qualità e
fattibilità delle leggi intende delucidare ulteriormente sulla
presentazione di una scheda che viene allegata ad ogni singola legge per
corredo ai lavori della Commissione.
La scheda che verrà allegata ad
ogni singola legge non avrà parere vincolante perché l’attività istruttoria
resta esclusivamente alla Commissione di competenza che ha l’autonomo e
definitivo parere.
Mi sembra con l’approvazione di
questo provvedimento amministrativo che si faccia un ulteriore passo in avanti
per il miglioramento della qualità e della fattibilità delle leggi. Grazie.
PRESIDENTE
Si tratta di un articolo unico che
pongo in votazione.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Non ci sono altri punti all’ordine
del giorno. La seduta sarà convocata a domicilio.
La seduta termina
alle 19,55
Hanno chiesto congedo i consiglieri: Ciconte e Rappoccio.
(Sono concessi)
E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge di iniziativa della Giunta regionale:
“Interventi regionali di sostegno
alle imprese vittime di reati di ‘ndrangheta e disposizioni in materia di
contrasto alle infiltrazioni mafiose nel settore della imprenditoria” (Delibera
Giunta regionale numero 7 del 7.1.2011) (P.L. n. 144/9^)
E’ stata assegnata alla
Commissione consiliare contro il fenomeno della mafia in Calabria
(Così resta stabilito)
Sono state presentate, inoltre, le
seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:
Mirabelli – “Disposizioni per lo sviluppo sostenibile e la
valorizzazione delle attività professionali della pesca e dell’acquacoltura”
(P.L. n. 143/9^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione
consiliare - Bilancio programmazione
economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
Magarò – “Promozione e sviluppo della professione di geometra”
(P.L. n. 145/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione
consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.
(Così resta stabilito)
Guccione, F. Aiello, Censore – “Modifiche
alla legge regionale n. 34 del 29
dicembre
E’ stata assegnata alla quinta Commissione
consiliare - Riforme e decentramento.
(Così resta stabilito)
Magarò – “Modifiche all’articolo 13 della legge regionale n. 34 del 29
dicembre
E’ stata assegnata alla prima Commissione
consiliare - Affari, istituzionali e affari generali.
(Così resta stabilito)
Morelli – “Adeguamento ed
integrazione alla legge regionale 26
febbraio 2010, n.
E’ stata assegnata alla prima Commissione
consiliare - Affari, istituzionali e affari generali.
(Così resta stabilito)
Morelli – “Modifica all’articolo 9
della legge regionale n. 22 dell’11
agosto
E’ stata assegnata alla seconda Commissione
consiliare - Bilancio programmazione
economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
Guccione, F. Aiello, Franchino –
“Istituzione area protetta regionale <I giganti di Cozzo del Pesco>”
(P.L. n. 150/9^)
E’ stata assegnata alla quarta Commissione
consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente
– ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
Grillo – “Testo unico in materia
di relazioni tra Regione Calabria e
comunità calabresi nel mondo” (P.L.. n. 151/9^)
E’ stata assegnata alla sesta Commissione consiliare - Affari della Unione europea e relazioni con l’estero – ed
alla seconda - Bilancio programmazione
economica e attività produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
Sono state presentate alla Presidenza
le seguenti proposte di
provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:
“Bilancio
di previsione dell’Aterp (Azienda territoriale per
l’edilizia residenziale pubblica) della provincia di Reggio Calabria per l’anno
finanziario
E’ stata assegnata alla seconda Commissione
consiliare - Bilancio programmazione
economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
“Bilancio
di previsione dell’Aterp (Azienda territoriale per
l’edilizia residenziale pubblica) della provincia di Crotone per l’anno
finanziario
E’ stata assegnata alla seconda Commissione
consiliare - Bilancio programmazione
economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
“Bilancio
di previsione dell’Aterp (Azienda territoriale per
l’edilizia residenziale pubblica) della provincia di Reggio Calabria per l’anno
finanziario
E’ stata assegnata alla seconda Commissione
consiliare - Bilancio programmazione
economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
“Bilancio
di previsione dell’Aterp (Azienda territoriale per
l’edilizia residenziale pubblica) della provincia di Catanzaro per l’anno finanziario
E’ stata assegnata alla seconda Commissione
consiliare - Bilancio programmazione
economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
E’ stata assegnata alla quarta Commissione
consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente.
(Così resta stabilito)
E’ stata presentata, inoltre, la
seguente proposta di
provvedimento amministrativo di iniziativa dei
consiglieri D. Talarico, De Masi, Giordano:
“Modifiche agli articoli 43 e 122
del Regolamento interno del Consiglio” (P.P.A. n. 100/9^)
E’ stata assegnata alla quinta Commissione
consiliare - Riforme e decentramento.
(Così resta stabilito)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione
consiliare - Bilancio programmazione
economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
La seconda Commissione consiliare,
con nota n. 3469 del 24.1.2011, ha comunicato che nella seduta del 20.1.2011 ha
espresso parere favorevole con osservazioni alla deliberazione della Giunta regionale n. 754 del 30.11.2010, recante:
“Approvazione Regolamento legge
regionale 30 aprile 2009, n. 14 <Nuova disciplina per l’esercizio
dell’attività agrituristica, didattica e sociale nelle aziende agricole>” (Parere n. 9/9^)
La terza Commissione
consiliare, con nota n. 3395 del 24.1.2011, ha comunicato che nella seduta del
21 gennaio
La seconda Commissione
consiliare, con nota 3473 del 24.1.2011, ha comunicato che nella seduta del
20.1.2011 ha espresso parere favorevole con raccomandazione alla deliberazione
della Giunta regionale n. 861 del 29.12.2010, recante: “Legge regionale n. 9
del 26 febbraio 2010 <Provvedimenti a favore delle società aeroportuali calabresi
(art. 35, comma 2, legge regionale n. 7/2001)>” (Parere n. 11/9^)
In data 17 dicembre 2010, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato la sotto indicata legge regionale. La stessa è stata pubblicata sul supplemento straordinario n. 2 del 24 dicembre 2010 al Burc n. 23 del 16 dicembre 2010:
legge regionale 17 dicembre 2010, n. 33 recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale n. 35 del 19 ottobre 2009 e s.m.i.”
In data 29 dicembre 2010, il Presidente
della Giunta regionale ha promulgato le sotto
indicate legge regionali. Le
stesse sono state pubblicate sul supplemento straordinario n. 1 del 31 dicembre
2010 al Bur n. 24 del 31.12.2010:
legge
regionale 29 dicembre 2010, n. 34 recante: “Provvedimento generale recante norme
di tipo ordinamentale e procedurale (collegato alla
manovra di finanza regionale per l’anno 2011). Articolo 3, comma 4, della legge
regionale n. 8/2002”;
legge
regionale 29 dicembre 2010, n. 35 recante: “Disposizioni per la formazione del bilancio
annuale 2011 e pluriennale 2011-2013 (legge finanziaria);
legge regionale 29 dicembre 2010, n. 36 recante:
“Bilancio di previsione della Regione Calabria per l’anno finanziario 2011 e bilancio
pluriennale per il triennio 2011-
La proposta di legge n. 90/9^ di iniziativa del consigliere Magarò, recante: “Misure per garantire la legalità e la trasparenza nelle procedure degli appalti pubblici e della contabilità regionale”, in precedenza assegnata alla prima Commissione consiliare, è stata assegnata alla Commissione antimafia per l’esame di merito.
L’onorevole Agazio
Loiero, con nota
del 26 gennaio 2011, acquisita in data 27.1.2011 al protocollo n. 4407 del
Settore Segreteria Assemblea, ha aderito
al gruppo consiliare “Autonomia e diritti”.
Con sentenza numero 2648/10 il Tar Calabria, in accoglimento del ricorso elettorale proposto dalla ricorrente Stefania Covello, ha disposto la rettifica della graduatoria dei non eletti nella lista del Pd della circoscrizione di Cosenza, anteponendo la ricorrente Covello al contro interessato Salvatore Pirillo.
deliberazione Giunta regionale n. 819 del 21 dicembre 2010
deliberazione Giunta regionale
n. 822 del 21 dicembre 2010
deliberazione Giunta regionale
n. 825 del 21 dicembre 2010
deliberazione Giunta regionale
n. 823 del 21 dicembre 2010
deliberazione Giunta regionale
n. 826 del 21 dicembre 2010
deliberazione Giunta regionale
n. 820 del 21 dicembre 2010
deliberazione Giunta regionale
n. 824 del 21 dicembre 2010
Giordano. Al Presidente della Giunta regionale nella
qualità di commissario ad acta alla sanità. Per sapere – premesso che:
presso
il centro di riabilitazione del presidio ospedaliero di Lamezia Terme viene
svolto, fra gli altri, anche un servizio di logopedia che interessa una utenza
numerosa;
da
tempo, a causa della indisponibilità dell'attuale titolare, il servizio, salvo
un periodo di appena due settimane, è stato sospeso;
tale
carenza ha determinato una lunga fila di attesa per i bambini interessati e
solo dopo varie proteste delle famiglie si provvedeva alla nomina di una nuova
logopedista, la quale avrebbe dovuto prendere servizio sin dal 21 ottobre
scorso, ma a tutt'oggi la terapia non è stata attivata;
la situazione descritta ha provocato uno sconforto
per decine di famiglie, le quali, per non far mancare le necessarie terapie,
sono costrette a sobbarcarsi oneri finanziari ricorrendo a medici e
strutture private;
le numerose proteste
nei confronti del commissario
dell’Asp di Catanzaro, competente per territorio, non hanno sortito alcun
effetto e il perdurare di tale mancanza può pregiudicare in maniera
irreversibile lo stato di salute dei bambini interessati -:
se il servizio di
logopedia del centro di riabilitazione presso il presidio ospedaliero di
Lamezia Terme risulta attualmente sospeso;
se effettivamente si
è proceduto alla nomina di una nuova logopedista e le motivazioni per le quali
non è stato ancora attivato il servizio;
quali iniziative
intende intraprendere, anche nei confronti del Commissario dell'ASP di
Catanzaro, perché sia riattivato con urgenza il servizio di logopedia presso il
centro di riabilitazione del presidio ospedaliero di Lamezia Terme.
(76; 23.12.2010)
Nucera. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
il sistema
trasfusionale calabrese risulta, a tutt'oggi, regolato dal Piano Sangue e
Plasma Regionale, emanato con deliberazione 25 febbraio 1993, n. 229;
nel corso degli anni
la materia ha subito profondi cambiamenti, sia dal punto di vista sanitario,
che normativo; nel 2005, infatti, è stata emanata
il raggiungimento
dell'autosufficienza regionale di sangue, plasma e componenti emoderivati,
nonché il conseguimento dei più alti livelli di sicurezza nel processo della
donazione e della trasfusione di sangue rappresentano un obiettivo prioritario,
indicato anche dalla Legge 219/2005, che può essere raggiunto solo attraverso
un Piano Sangue e Plasma moderno ed efficiente;
inoltre, la nuova
riorganizzazione della rete ospedaliera sul territorio calabrese, prevista dal
Piano sanitario di rientro, rende ineludibile la necessità di un nuovo Piano
Sangue e Plasma, che assicuri, oltre all'autosufficienza, un forte
coordinamento regionale e il superamento delle criticità dei servizi trasfusionali
presenti in alcune zone della nostra Regione -:
se e in che tempi
intende predisporre un nuovo Piano Sangue e Plasma Regionale che permetta il
raggiungimento dell'autosufficienza regionale e riorganizzi, tenendo conto del
riordino della rete ospedaliera effettuato sul territorio calabrese, l'intero
settore trasfusionale.
(80; 21.1.2011)
Nucera. Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere – premesso che:
l'Associazione
diabetici Fand Calabria "Diabaino
Vip Vip dello Stretto" Onlus è un'associazione
nata nel 1999, con l'obiettivo di divulgare la conoscenza della patologia
diabetica, creando un movimento di pensiero nei confronti del Diabete Mellito,
e di fermare le migrazioni sanitarie sud -nord che implicano disagi ai
pazienti, ai familiari e costi eccessivi alle Aziende Sanitarie di appartenenza;
la legge regionale
21 agosto 2006, n. 7 (Provvedimento Generale recante norme di tipo ordinamentale e finanziario - collegato alla manovra di
assestamento di bilancio per l’anno 2006, ai sensi dell'art. 3, comma 4, della
Legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8) ha autorizzato
nel bilancio di
previsione 2011 non è stata stanziata alcuna somma per il finanziamento della
suddetta convenzione;
l'Associazione
diabetici Fand Calabria "Diabaino
Vip Vip dello Stretto" Onlus svolge un ruolo
rilevante per la nostra società e di ausilio al sistema sanitario, svolgendo
attività di educazione sanitaria e di assistenza ai soggetti affetti da
patologia diabetica e alle loro famiglie, finalizzate al raggiungimento
dell'autogestione della malattia -:
se intende prorogare
la convenzione tra
(82; 21.1.2011)
Salerno. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
la
stessa Commissione ha avviato un'attività di monitoraggio dei presidi sanitari,
anche mediante sopralluoghi nelle strutture, e proceduto con le audizioni dei
commissari delle Aziende sanitarie provinciali e delle Aziende ospedaliere
senza sovrapporsi al ruolo del Commissario ad
acta per l'attuazione del Piano di rientro e,
anzi, svolgendo funzioni complementari e di supporto;
si
ha mera ed informale notizia di invio alla Delegazione romana, o di deposito
presso la medesima Delegazione romana, di una disposizione di servizio per
l'acquisizione della documentazione sanitaria concernente il Piano di rientro
dal disavanzo del Servizio sanitario della Regione Calabria e, nello specifico,
della delibera adottata dal Consiglio dei ministri nella seduta del 30.07.2010,
con la quale si è proceduto alla nomina del Commissario ad acta del Presidente pro tempore della
Regione Calabria nonché della successiva delibera adottata dal Consiglio dei ministri
nella seduta del 04.08.2010, con la quale si è provveduto alla nomina dei due
sub-commissari per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore
sanitario della Regione Calabria;
se è a conoscenza delle circostanze illustrate in
premessa;
se
la fonte che ha originato la richiesta sia legittimata a produrre simili atti.
(85; 26.1.2011)
Ciconte. Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
con fondi Por
Calabria Fse 2007/2013 è stato pubblicato “Avviso per
aiuti alle Imprese nonché a Professionisti, Fondazioni e Associazioni varie”,
attraverso la concessione di borse lavoro, di incentivi occupazionali sotto forma
di integrazione salariale e formazione continua con gli obiettivi di
consolidare e ampliare le opportunità di riqualificazione dei lavoratori
occupati, favorire l'innovazione e la produttività attraverso una migliore
organizzazione e qualità del lavoro e rafforzare l'inserimento/reinserimento
lavorativo dei lavoratori adulti, dei disoccupati di lunga durata e dei bacini
di precariato occupazionale attraverso percorsi integrati e incentivi;
la dotazione
finanziaria prevista per detto intervento ammonta a 105 milioni di euro;
il bando tramite
procedura cosiddetta "A sportello", prevedeva la trasmissione della
domanda di partecipazione a partire dal 30 ottobre c.a.;
nel bando era
prevista anche la nomina di una Commissione istruttoria valutativa interna all'Amministrazione
regionale preposta all'esame e valutazione delle domande presentate -:
se le risorse messe
a disposizione sono state esaurite con le domande ad oggi presentate;
se
se tutte le domande
presentate sono state oggetto di valutazione e quali sono i tempi di
pubblicazione della relativa graduatoria, nonché i tempi di stipula degli atti
concessori con i relativi beneficiari.
(77; 4.01.2011)
F. Aiello, Guccione. Al Presidente della Giunta regionale. Per
sapere - premesso che:
l'Azienda Sanitaria
Provinciale di Cosenza ha pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, 5^ Serie
speciale del 20-12-2010, un bando per l'Affidamento del Servizio di
Somministrazione Lavoro a tempo determinato ad Agenzie del Lavoro;
il bando per la
selezione di un'agenzia interinale potrebbe rappresentare una escamotage per
non rinnovare i contratti dei lavoratori precari dell'Asp di Cosenza;
affidare ad
un'agenzia interinale la somministrazione di lavoro temporaneo non è affatto
garanzia che tutti coloro che hanno maturato il diritto a proseguire
l'esperienza lavorativa siano realmente selezionati, con il rischio che a
beneficiarne siano i soliti amici di turno di qualche uomo politico vicino al
management dell'Asp di Cosenza;
i sospetti di cui ai
punti precedenti sono confermati da una nota diramata dall'Ufficio Stampa
dell'Asp di Cosenza, nella quale si legge che quanto messo in essere attraverso
il bando di gara permetterà un contenimento dei costi all'Asp di Cosenza,
attraverso la contrazione del numero dei lavoratori e delle ore di lavoro che,
tradotto, significa licenziamenti;
tutto ciò si è
svolto in modo assolutamente discrezionale, senza nessuna consultazione
preventiva dei sindacati di categoria e senza la stesura della graduatoria di
tutti i precari che, ad oggi, prestano la loro opera all'Azienda Sanitaria
Provinciale di Cosenza -:
se ritiene opportuno
verificare quanto affermato nella presente interrogazione e adoperarsi
affinché:
i contratti a tempo
determinato siano immediatamente prorogati nei modi e nei tempi stabiliti dalla
legge;
sia garantita
l'integrale attuazione delle leggi regionali e nazionali nell’espletamento
delle procedure per la stabilizzazione dei lavoratori precari.
(78; 5.01.2011)
Talarico D. Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere – premesso che:
nell'anno 1985
veniva costituito il Consorzio Artigiano con finalità pubbliche e senza scopo
di lucro denominato "Ente Autonomo Fiere di Cosenza", nel quale, per
la parte pubblica, avevano quote i Comuni di Cosenza, Rende e Dipignano e
detto Ente Fiera,
adeguandosi alla nuova normativa dettata dalla Legge regionale 24 luglio 1991,
n. 11, acquisiva personalità giuridica pubblica con D.P.G.R.
n. 255 del 22/3/1993;
proprio a far data
dal 1991 la nomina del Presidente e degli altri membri degli organi gestionali
dell'Ente è diventato un atto di competenza della Regione Calabria;
dal gennaio 2004
(delibera G.R. n. 13 del 23/1/2004), sono stati
sciolti gli organi statutari e l'Ente Fiera è sottoposto a Commissariamento straordinario
regionale;
con la stessa Legge
si riconosceva all'Ente un contributo straordinario "una tantum" di
1 milione di Euro, da destinare al pagamento delle passività maturate nel
periodo 2001-2003;
con tale provvedimento
con Legge regionale
13 giugno 2008 n. 15 (collegato al Bilancio 2008), all'art. 3 c. 13, il
Consiglio regionale autorizzava, per spese di funzionamento e gestione
dell'Ente, relativamente all'esercizio 2008, il pagamento di Euro 300 mila;
proprio a seguito
della disposizione di cui alla citata Legge di bilancio, il contratto dei
dipendenti dell'Ente fu tramutato in contratto pubblico equiparato a quello dei
dipendenti regionali;
con Legge regionale
12 giugno 2009 n. 18, (collegato al bilancio 2009), all'art. 3, c. 1, il
Consiglio regionale, autorizzava ancora il pagamento di euro 370 mila a
copertura delle spese di gestione e di funzionamento del predetto Ente;
di fatto, anche per
come si evince dalle diciture utilizzate in atti e documenti pubblici, l'Ente
Autonomo Fiere di Cosenza ha svolto la funzione di ente strumentale della
Regione;
l'Ente ha
attualmente 13 dipendenti ed è in Amministrazione commissariale straordinaria;
il Commissario straordinario,
nominato dalla Regione, è dimissionario dal 2009, ma, ad oggi, non si è
provveduto alla sua sostituzione;
con l'ultimo
bilancio regionale nulla è stato previsto per quanto concerne il finanziamento
delle spese di gestione e funzionamento dell'Ente Fiere di Cosenza, mentre è
stata riconosciuta la somma di Euro 235 mila all'Ente Fiere di Reggio Calabria;
i dipendenti
dell'Ente Fiere di Cosenza non ricevono lo stipendio ormai da 6 mesi;
da più di due anni
nell'area urbana di Cosenza non è possibile organizzare manifestazioni
fieristiche di una certa dimensione che possano dare impulso all'economia del
territorio;
gli impegni
istituzionali, assunti ai tempi della chiusura dell'area delle cupole
geodetiche, per una ridefinizione del posizionamento competitivo della Fiera di
Cosenza, non hanno avuto seguito negli anni, privando il territorio di una
struttura importante per la promozione dell'economia locale -:
quali iniziative si intendono intraprendere per il rilancio del settore
fieristico nell'area urbana di Cosenza, stante la situazione di stallo
descritta in premessa;
come si intende far fronte all'emergenza che riguarda i 13 dipendenti
dell'Ente Autonomo Fiera di Cosenza, da luglio 2010 senza stipendio;
se non sia il caso
di intervenire per superare la gestione commissariale del predetto Ente,
nell'ottica di un suo rilancio nel quadro delle politiche di promozione dello
sviluppo e dei settori produttivi della nostra Regione.
(79; 20.1.2011)
Nucera. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
con
Regolamento regionale n. 11 del 4 agosto 2009 (Compartecipazione alla spesa
sanitaria - Ticket) sono state introdotte e disciplinate le modalità di
compartecipazione alla spesa sanitaria da parte dei cittadini, ovunque
residenti, che usufruiscono di prestazioni nelle strutture pubbliche e private
presenti nel territorio regionale;
all'art.
4 del suddetto Regolamento sono indicati i soggetti che sono esentati dal
pagamento della quota di partecipazione alla spesa sanitaria e, in particolare,
alla lettera c) vengono individuati gli invalidi per lavoro, ovvero i soggetti
con invalidità dall'80% al 100% e i soggetti infortunati sul lavoro o affetti
da malattie professionali, codici L01 e L04 (ex. Art. 6, comma l, lett. b, e
comma 2, lett. c, del D.M. 1.02.1991);
ai
sensi del predetto Regolamento non sono esentanti dal pagamento della quota di
partecipazione alla spesa sanitaria i soggetti invalidi per lavoro con
invalidità dall'1% al 79%, codici L02, L03 (ex. Art. 6; comma 1, lett. b, e
comma 2, lett. b, del D.M. 1.02.1941);
con Decreto del
Presidente della Giunta regionale (nella qualità di Commissario ad acta per
l'attuazione del piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario della
Regione Calabria, nominato con delibera del Consiglio dei Ministri del 30
luglio 2010) n. 19 del 25 ottobre 2010 è stato modificato il Regolamento n.
11/2009, esclusivamente, nella parte relativa all'esenzione dal pagamento della
quota di partecipazione alla spesa sanitaria in base al reddito (art. 4, comma
l; lett. d);
gli invalidi per
lavoro con invalidità dall'1% al 79%, codici L02, L03 (ex. Art. 6, comma 1, lett.
b, e comma 2, lett. b, del D.M. 1.02.1991) sono affetti da gravi patologie
invalidanti e dovrebbero avere diritto all'esenzione dal pagamento del ticket,
a maggior ragione se si considera la circostanza che l'invalidità è avvenuta
per causa di lavoro;
nelle altre Regioni,
pur con deficit nel sistema sanitario, quali
se ritiene
opportuno, nella Sua qualità di Commissario ad
acta per l'attuazione del piano di rientro dai
disavanzi del settore sanitario della Regione Calabria, nominato con delibera
del Consiglio dei Ministri del 30 luglio 2010, introdurre una modifica all'art.
4, lett. c), del Regolamento regionale n. 11 del 4 agosto 2009
(Compartecipazione alla spesa sanitaria - Ticket) per comprendere tra i soggetti
che sono esentati dal pagamento della quota di partecipazione alla spesa
sanitaria anche gli invalidi per lavoro con invalidità dall'1% al 79%, codici
L02, L03 (ex. Art. 6, comma l, lett. b, e comma 2,1ett. b, del D.M. 1.02.1991).
(81; 21.1.2011)
Talarico D. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore alle attività produttive. Per sapere - premesso che:
in data 18.12.1980 veniva costituita
la legge regionale 8 aprile 1988, n. 10 stabiliva le norme per la partecipazione della Regione Calabria alla composizione del capitale delle società consortili, costituite per la costruzione e la gestione dei centri commerciali, nonché di mercati agroalimentari all'ingrosso di rilevanza nazionale, regionale e provinciale;
il capitale sociale della società consortile Co.M.A.C. S.r.l., di Euro 8.057.615,57 aumentato a
1.1517.615,57 con assemblea straordinaria dei soci del 10.01.2009, vede
di competenza regionale sono le nomine e le indennità di carica dei membri dell'Organo amministrativo della società in questione;
dal punto di vista finanziario la società ha fatto registrare negli anni perdite d'esercizio costanti, compensate soltanto grazie alle entrate derivanti da mutui bancari e dalle elargizioni da parte del socio pubblico;
da una lettura degli ultimi bilanci approvati e segnatamente
con afferenza agli esercizi 2007, 2008 e 2009, è emerso uno squilibrio
sconfortante tra il valore della produzione annuale ed il costo della medesima
( il rapporto è quasi di
nella relazione del Collegio sindacale relativa al bilancio 2008, proprio sul punto, si poteva leggere: "II Collegio ha espresso seria preoccupazione per il pesante squilibrio tra il valore della produzione ed i costi relativi (- € 950.971,00)";
tale squilibrio, già presente negli anni precedenti, sarà riconfermato anche nei bilanci degli anni successivi;
il bilancio del 2009, per queste ragioni, vedrà il voto negativo della Camera di commercio di Cosenza (secondo azionista della società col 12,98% del capitale sociale) e della cooperativa SAALCO che riunisce i grossisti ortofrutticoli;
a seguito delle disposizioni contenute nella finanziaria
dello Stato del 2007, che prescrivevano agli enti pubblici di uscire dalle
società partecipate in perdita,
allo stato la società Co.M.A.C. S.r.l. ha in carico quattro dipendenti a tempo pieno ed undici lavoratori a tempo parziale;
la struttura destinata ad ospitare il mercato
ortofrutticolo, la cui prima pietra era stata posata dodici anni prima, veniva
inaugurata l'8 gennaio
tale struttura, di enormi dimensioni, a distanza di tre anni e dopo l'abbandono di molti operatori che lì avevano trovato accomodamento a seguito della chiusura del mercato ortofrutticolo di "Vaglio Lise" a Cosenza, ospita attualmente non più di una diecina di ditte;
quest'ultime lamentano nondimeno una situazione non più sostenibile, tanto che recentemente hanno deciso di affidare ad un legale di fiducia la tutela dei propri interessi;
a determinare tale stato di cose ha contribuito una più complessiva incapacità ovvero la mancanza di volontà da parte delle istituzioni preposte a riorganizzare e razionalizzare il settore ortofrutticolo locale, con la conseguenza che negli anni sono proliferati i mercati paralleli nel medesimo comparto, il più delle volte abusivi, per come gli stessi operatori del Co.M.A.C. hanno recentemente denunciato che, di fatto, hanno depotenziato la funzionalità e la concorrenzialità del centro di Montalto Uffugo;
ad ogni buon conto, la società di che trattasi, da strumento che, anche attraverso la già citata struttura ubicata in territorio di Montalto Uffugo, avrebbe dovuto, stando alle dichiarazioni dei suoi dirigenti, "concorrere a livello regionale, nazionale e magari internazionale" nel settore dell'agroalimentare, razionalizzando e rilanciando su basi più solide un comparto fondamentale per l'economia della regione, in soli tre anni di concreta attività si è rivelata, come tante altre esperienze similari in Calabria, un'altra occasione mancata;
recenti servizi ed inchieste della stampa regionale hanno fatto emergere un quadro assolutamente desolante della vicenda, fatto di inadempienze, sprechi e frustrazione di chi ne è protagonista come operatore -:
quali iniziative si hanno in serbo per superare l'attuale situazione di stallo e di precarietà finanziaria e funzionale della società Co.M.A.C. S.r.l.;
se non sia il caso di riconsiderare, da parte della Regione, la destinazione della struttura di C/da Pianette di Montalto Uffugo (CS), nell'ambito di un rilancio del settore fieristico regionale, tenuto conto dell'attuale chiusura degli spazi espositivi presso le "Cupole geodetiche" di Cosenza e la futuribile costruzione di un megaimpianto espositivo che dovrebbe sorgere, per le stesse finalità, tra i comuni di Cosenza e Castrolibero.
(84; 25.01.2011)
Principe, Amato, Battaglia, Franchino, Loiero, Maiolo, Scalzo. Al Presidenti della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
ai sensi della legge 296/2006 - finanziaria 2007,
art. 1 comma 796 lettera t), e s.m.i con decreto del
Direttore generale del dipartimento salute del 3 febbraio 2010, n. 909, si è
proceduto all'accreditamento definivo delle strutture private
sanitarie e socio sanitarie della Regione
Calabria per un numero complessivo, delle diverse specialità ed attività,
pari a 426;
con
decreto n. 4 del 24 agosto 2010 del Presidente della Giunta regionale della
Calabria, nella qualità di Commissario ad
acta per l'attuazione del piano di rientro dai
disavanzi del settore, sanitario della Regione
Calabria nominato con delibera del CdM del 30 luglio
2010, si è proceduto alla sospensione dei provvedimenti di autorizzazione all'esercizio
di attività sanitarie ed, altresì, alla sospensione dell'accreditamento
istituzionale ai sensi dell'art 8 ter e 8 quater del DL 8/12/1992 n. 502;
con
decreto n. 28 del 18/11/2010 del Presidente della Giunta regionale della
Calabria, nella qualità di Commissario ad
acta per l’attuazione del piano di rientro dai
disavanzi del settore sanitario della Regione Calabria, si è proceduto alla
modifica del regolamento per l'organizzazione ed il funzionamento delle Commissioni
aziendali per l’autorizzazione e l'accreditamento ai sensi dell’articolo 12 della legge regionale 18/07/2008 n. 24;
con
decreto n. 1 del 5 gennaio 2011 del Presidente della Giunta regionale della
Calabria, nella qualità di Commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dai disavanzi del
settore sanitario
della Regione Calabria, sempre ai sensi della legge 296/2006 - finanziaria 2007, art. 1
comma 796 lettera t) e s.m.i., si è proceduto all'accreditamento definitivo
delle
strutture private sanitarie e socio sanitarie della Regione Calabria per un
numero complessivo, nelle diverse specialità ed attività, pari a
476;
tra
il primo e il secondo provvedimento e a distanza di soli dieci mesi, si evidenzia
un incremento di ben 50 (cinquanta) nuove attività nelle diverse specialità, facendo
seguito, peraltro, ad un decreto di sospensione, sia dell'autorizzazione che
dell'accreditamento, regolarmente trasmesso sia al Mef
che al Ministero della Salute, oltre che a tutte le ASP della Calabria -:
se ritiene compatibile e sostenibile, durante l’attuazione
del Piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario, procedere ad
ulteriori accreditamenti;
su quale fabbisogno si è proceduto ai sopracitati
nuovi accreditamenti;
se è stato quantificato l'incremento di spesa che
produrrà l'accreditamento di 50 nuove strutture private.
(83;
24.01.2011)
Il
Consiglio regionale della Calabria
premesso
che
il
Porto di Gioia Tauro, principale porto di transhipment dell'intero Mediterraneo, rappresenta una
risorsa vitale non solo per
dopo
un periodo di alterne vicende, nello scorso mese di aprile il Comitato per
l'Autorità Portuale ha deliberato la riduzione fino al 90% delle tasse di
ancoraggio, sulla base del decreto mille proroghe, agevolando in tal modo, e soprattutto nella seconda metà del 2010, una
significativa ripresa, ai livelli degli anni precedenti, dei volumi di
traffico;
nel mese di settembre
2010, grazie all'azione positiva del Presidente Scopelliti
e dell'assessore Mancini, è stato firmato un Accordo di Programma Quadro per
l'Area di Gioia Tauro di straordinaria valenza, che
permetterà, una volta realizzati i previsti investimenti per complessivi 470
milioni di Euro, la creazione di un Polo Logistico Intermodale che non solo
trasformerà Gioia Tauro ed il suo comprensorio in un’area
fortemente appetibile per i grandi operatori logistici nazionali e
internazionali, ma creerà le condizioni per uno sviluppo, ci si augura
duraturo, dell'intera Regione;
preso atto con viva
preoccupazione, che nonostante queste positive prospettive, a partire dal mese
di gennaio 2011 si è creata, in coincidenza dell'interruzione del provvedimento
di abbattimento delle predette tasse di ancoraggio, una preoccupante situazione
che rischia, al di là del grave danno di immagine, di mettere a repentaglio il
destino della grande infrastruttura e dei 1200 dipendenti della Medcenter;
impegna
a sottoporre alla
responsabile valutazione e discussione della massima Assemblea elettiva
calabrese dell'intera problematica, per mettere urgentemente lo stesso Consiglio regionale nelle condizioni di adottare le
conseguenti e necessarie iniziative in tutte le direzioni a partire dal Governo centrale, per fugare le fondate
preoccupazioni di tutta l’aera pianigiana e, più in generale, dell’intera
popolazione calabrese.
(27; 10.1.2011) Imbalzano
Il Consiglio regionale
premesso che
ai sensi dell'art. 1
comma 340 della legge 27 dicembre 2007, n. 296 (legge finanziaria 2007), è
stata prevista l'Istituzione delle Zone Franche Urbane;
allo scopo di
favorire lo sviluppo economico e sociale: di aree degradate nelle città del Mezzogiorno,
identificate quali Zone Franche Urbane con la summenzionata legge, è stato
istituito, nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico, un
apposito Fondo con una dotazione di 50 milioni di euro per ciascuno degli anni
2008 e 2009 per il cofinanziamento di programmi regionali di intervento nelle
predette aree;
ai sensi dei commi
561, 562 e 563 dell'art. 1 della legge 24 dicembre 2007, n. 244 (legge
finanziaria 2008), sono state fissate le modalità necessarie per il
completamento del quadro normativo e regolamentare finalizzato ad una efficace
attuazione delle ZFU;
il comma 563
dell'art. 1 della legge 24 dicembre 2007, n.
con delibera Cipe del 30 gennaio 2008 sono stati individuati i criteri e
gli indicatori per l'individuazione e la delimitazione delle Zone Franche
Urbane;
con delibera dell'8
maggio 2009, il Comitato Interministeriale per
in ossequio a quanto
stabilito dalla summenzionata delibera, sono state individuate 22 ZFU per le
aree disagiate di 23 comuni italiani;
la ripartizione
delle risorse necessarie per incentivare l'economica prevedeva nella Regione
Calabria:
Crotone €. 4.856.770,
Lamezia Terme €. 4.759.927,
Rossano €. 3.900.508;
in
data 28 ottobre 2009 sono stati sottoscritti i contratti tra il Ministro dello
Sviluppo Economico, Claudio Scajola, ed i 23 Sindaci delle città beneficiarie
("Contratto di Zona Franca Urbana"), con cui si procedeva
all'assegnazione delle risorse e si fissavano gli impegni reciproci assunti
dalle parti per l'istituzione della ZFU;
con
comunicato stampa del Ministero dello Sviluppo Economico del 28 ottobre 2009
(di cui qui di seguito si riporta uno stralcio), è stato annunciato dal
Ministro Scajola il "via libera dal Governo Berlusconi alle
22 "Zone Franche Urbane" per favorire lo sviluppo economico e sociale
dei quartieri urbani più deboli, con potenzialità di espansione inespressa, e
per la creazione di nuovi posti di lavoro": In quella circostanza è
stato ribadito dal Ministro Scajola che dal gennaio 2010 per le aree disagiate
sarebbero dovuto essere operative agevolazioni fiscali e contributive per la
creazione di nuove attività economiche nelle micro e piccole imprese, con una
dotazione finanziaria iniziale di 100 milioni di euro, atteso che con
l'autorizzazione della Commissione Europea erano stati sbloccati i fondi
necessari all'avvio del progetto;
così
come precisato dal Ministro Scajola in occasione della stipula dei contratti
"la consegna al Paese delle Zone Franche Urbane" avrebbe dovuto
irrobustire "ulteriormente l'impalcatura del Piano straordinario per, il
Sud, voluto dal Governo Berlusconi;
pertanto,
le agevolazioni previste con l'Istituzione della Zona Franca Urbana sarebbero
dovute diventare operative già dall'1 gennaio 2010;
tali
benefici sono, allo stato, rimasti irrealizzati;
ai
sensi l'art. 43 della manovra correttiva (decreto-legge n. 78, 31 maggio 2010,
convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122) è stato
previsto l'istituzione di zone a burocrazia zero nel Mezzogiorno;
l'art.
43 della summenzionata norma recita testualmente: "ove la zona a burocrazia
zero coincida, nelle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise,
Puglia, Sardegna e Sicilia, con una delle zone franche urbane individuate dalla
delibera CIPE dell'8 maggio 2009, n. 14, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale
della Repubblica italiana n. 159 dell'11 luglio 2009, le risorse previste per
tali zone franche urbane ai sensi dell'articolo 1, comma 340, della legge 27
dicembre 2006, n. 296, sono utilizzate dal Sindaco territorialmente competente
per la concessione di contributi diretti alle nuove iniziative produttive
avviate nelle zone a burocrazia zero", anche se, allo stato, la normativa non fissa alcun
criterio in merito;
alla
luce di quanto sopra esposto,
impegna
a
rappresentare, sul piano politico istituzionale, la netta ed chiara espressione
di contrarietà all'istituzione di Zone a Burocrazia Zero nel Mezzogiorno
anziché di Zone Franche Urbane;
ad
assumere, di concerto con le Amministrazioni locali interessate, le iniziative
necessarie all'attuazione della Zona Franca Urbana quale strumento
irrinunciabile per il rilancio di aree caratterizzate da un’economia
ristagnante, mediante l’individuazione di benefici ed agevolazioni fiscali e
previdenziali a favore di nuovi insediamenti produttivi;
ad
assumere ogni iniziativa tesa a favorire lo sviluppo
economico e sociale dei quartieri urbani più deboli con potenzialità di
espansione inespressa, allo scopo di realizzare anche nuovi posti di lavoro così come già annunciato dal Ministero dello sviluppo economico.
(28;
20.1.2011) De Masi, Giordano, Talarico D., Sulla.
Il Consiglio regionale della Calabria
premesso che
il Governo tramite il Ministero della salute ha trasmesso alla
Conferenza Stato-Regioni la proposta di riparto del Fondo sanitario nazionale 2011
al fine di acquisirne il relativo parere;
in base alla proposta trasmessa, alla Calabria deriverebbe una
decurtazione del PSR pari a 41 milioni di euro;
tra i diversi parametri che concorrono alla determinazione del riparto
del FSN, la "quota pesata", cioè l'età media delle popolazioni
regionali, è stata ulteriormente incrementata, determinando una palese sperequazione
ed una ingiusta penalizzazione a danno
delle Regioni con popolazione meno anziana;
si rende necessaria una rivisitazione dei
parametri su cui effettuare il riparto del PSN;
nel mentre si ritiene giusto riconoscere all'anzianità
una maggiore necessità di assistenza e, conseguentemente, di risorse, si ritiene
necessario, altresì, considerare come elemento oggettivo di valutazione anche
la ricchezza delle singole regioni in ragione del loro Pil, al fine di meglio
rappresentare le necessità delle popolazioni residenti nei diversi territori
regionali;
la proposta del
Governo penalizza significativamente tutte le Regioni meridionali,
determinando, così una evidente disparità tra le
diverse aree del Paese, mettendo anche a rischio il rispetto dei LEA nel
Mezzogiorno d'Italia;
diventa
necessaria, pertanto, una iniziativa politico-istituzionale da parte di tutte
le Regioni del Mezzogiorno, per pervenire ad una modifica della proposta del
Governo, più equa nei confronti delle popolazioni meridionali;
impegna
il Presidente della Giunta
regionale
a
voler assumere adeguate iniziative istituzionali, in particolare in sede di
Conferenza plenaria Stato Regioni, per modificare la proposta di riparto del
FSN 2011 avanzata dal Governo, per garantire un'equa distribuzione della
risorse.
(29;
24.01.2011) Principe, De Masi, Ciconte, De Gaetano.
Il Consiglio regionale della Calabria
premesso che
il settore dell’agricoltura in Calabria attraversa da alcuni anni una fase difficile con progressiva perdita di competitività a causa della spietata concorrenza delle produzioni similari del Nord Africa nonché di alcuni Paesi europei ed extra-europei;
l'attuale Giunta regionale, ed in particolare l'assessore Michele Trematerra, hanno messo in campo a 360 gradi una serie di iniziative che, in forte discontinuità rispetto al passato, stanno cominciando a dare significativi frutti a favore degli agricoltori dell'intero territorio calabrese;
queste iniziative qualificanti, in poco più di sei mesi, hanno consentito una forte accelerazione della spesa nel comparto, tant'è che dal 30.06.2010 al 31.12.2010 sono stati spesi Fondi Por per Euro 124.373.000 rispetto ai 94.000.000 utilizzati dall'1.01.2007 al 31.03.2010;
in particolare, l'agricoltura della Provincia di Reggio e della Piana di Gioia Tauro necessita di interventi mirati per tentare di mutare il suo assetto produttivo ed organizzativo e per venire incontro alle attese di migliaia di famiglie che da detti settori traggono l'unica fonte di sostentamento;
infine, tutto ciò si rende necessario perché l'agricoltura dell'Area di Gioia Tauro è notoriamente obsoleta, priva di sbocchi concreti sul mercato e necessita pertanto di quegli interventi strutturali mai assunti nel passato;
ritiene ineludibile l'attivazione di un Piano Straordinario Agrumicolo e Olivicolo Regionale che consenta:
2. La revisione dei premi a superficie dell'Asse II del PSR 2007 - 2013 per chi realizza interventi di riconversione, allo scopo di compensare il prevedibile, momentaneo calo di reddito prima dell'entrata in produzione dei nuovi impianti;
4. Il potenziamento dell'Ufficio Fitosanitario Regionale del Porto di Gioia Tauro, per consentire maggiori controlli alle importazioni;
5. Il rafforzamento dei Fondi di garanzia per il settore agrumicolo ed olivicolo per favorire l'accesso al credito degli operatori direttamente coinvolti, mediante lo sconto di cambiali agrarie ed un congruo anticipo dei conferimenti di prodotto;
impegna
ad assumere una iniziativa legislativa a livello nazionale
che modifichi la legge 286/1961, per aumentare il contenuto del succo d'arance
dall'attuale 12% ad almeno il 15 - 18%, atteso che l'aumento di ogni 1% di
succo consente l'utilizzo aggiuntivo di almeno
(30; 25.1.2011) Imbalzano
Giordano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
fonti giornalistiche riportano notizie allarmanti sul futuro del porto di Gioia Tauro, atteso che RFI ha annunciato di voler abbandonare lo scalo dell'area portuale a partire dal 1° agosto prossimo;
tale decisione comporta, di fatto, la rescissione della convenzione stipulata dalla precedente Giunta regionale e gli AD di RFI Moretti e Soprano, accordo che ha impegnato la regione Calabria in notevoli investimenti al fine di favorire un servizio di supporto ferroviario al servizio container, con una positiva ricaduta economica sul territorio;
a fronte di un contratto annuale di circa 600.000,00 euro l'anno a favore di RFI per la manutenzione ordinaria della tratta ferroviaria interessata, sembrerebbe che la società delle ferrovie abbia fatto venir meno il proprio impegno, sulla base di una richiesta avanzata dall'Autorità portuale per il pagamento di un canone annuo di circa 170.000,00 euro a titolo di occupazione del suolo interno all'area portuale;
tale notizia, legata a quella del possibile ripristino delle tasse di ancoraggio, provoca preoccupazione sulle prospettive di sviluppo dell'area portuale di Gioia Tauro, tenuto conto che il sistema del trasporto merci rappresenta un elemento di rilancio dell'economia regionale;
la scelta di RFI si caratterizza per tutta la sua gravità, in quanto colpisce in modo irreversibile lo stesso concetto di logistica che, per sua natura, necessita in primo luogo di un affidabile funzionamento delle reti sulle quali vengono veicolate le merci, e il venir meno di tale contributo, con lo sviluppo delle connessioni ferroviarie, rappresenta un duro colpo non solo per le attività in essere, ma anche per le prospettive di sviluppo di tutto il sistema portuale di Gioia Tauro -:
se risponde al vero che
se risponde al vero che tale scelta sia da addebitare alla
richiesta avanzata dall'Autorità portuale del pagamento di un canone annuo di
Euro
se risponde al vero che il canone di manutenzione annuo di Euro 600.000,00 sia regolarmente corrisposto alla RFI;
quali iniziative intende intraprendere per scongiurare la cessazione del servizio erogato e, in particolare, se non ritiene utile ed opportuno attivarsi con urgenza per promuovere un incontro fra le parti interessate (ministero, autorità portuale, organizzazioni sindacali), per individuare una soluzione positiva alla vertenza nell’ottica della realizzazione di un gateway ferroviario, asset strategico per abilitare il nuovo modello logistico a Gioia Tauro.
(26; 28.7.2010)
Risposta – “In merito
all'interrogazione in oggetto del consigliere Giordano, si premette la
ricostruzione dell'iter amministrativo, basata su quanto è stato possibile
reperire in atti nel periodo dall'agosto 2006 al marzo 2010:
1. un Accordo Quadro
per la concessione delle linee e degli impianti ferroviari a servizio dell'area
portuale di Gioia Tauro è stato stipulato in data
29.08.2006 fra Ministero dei Trasporti, Rete Ferroviaria Italiana, Regione
Calabria, Consorzio per lo Sviluppo Industriale della Provincia di Reggio
Calabria e Autorità Portuale di Gioia Tauro;
3. lo stesso accordo,
all'art. 8, prevede che, per la redazione del sopra citato atto di concessione,
sia costituita una apposita Commissione congiunta composta da un rappresentante
per ciascuno dei seguenti soggetti: Ministero dei Trasporti (coordinatore),
Regione Calabria, Autorità Portuale di Gioia Tauro,
Rete Ferroviaria Italiana S.p.A.;
4. nel corso di
ripetuti incontri della suddetta Commissione Congiunta risulta essere stata
raggiunta un'intesa che ha portato alla redazione dello schema dell'atto di
concessione (ciò è riportato nelle premesse della D.G.R. n. 61/2007,
ma non sono state riscontrate evidenze in merito);
5.
6. col decreto n. 1522
del 08/03/2007, il Dirigente Generale del Dipartimento Infrastrutture e
Trasporti della Regione Calabria ha decretato la concessione, il cui schema è
stato approvato con
7. con nota prot. n. 0000359 del 28.01.2010 indirizzata al Presidente
della Regione, il Direttore di R.F.I. - Direzione
Territoriale Produzione di Reggio Calabria, facendo seguito a due precedenti
note (3756 del 11.12.2008 e 205 del 20.01.2009, non reperite in atti), ha
richiesto la somma maturata ai sensi dell'art 4 dell'Accordo Quadro,
quantificandola dal 2006 ad oggi in € 2.635.000,00 (evidentemente includendo
gli anni dal 2006 fino al 2010, tuttora in corso);
8. con nota prot. n. 0000518 del 19.03.2010, il Direttore di R.F.I. - Direzione Territoriale Produzione di Reggio
Calabria, ha trasmesso alla Regione le relative fatture per complessivi
2.027.000,00 Euro, oltre IVA al 20%, riferite agli anni dal 2006 al 2009.
Ciò premesso si
forniscono gli elementi di risposta ritenuti utili in merito alle puntuali
richieste avanzate nell'interrogazione in oggetto:
"se risponde
al vero
Con nota prot. n. 4096 del 01.07.2010, RFI ha comunicato che
"Intende retrocedere dalla gestione della stazione di S. Ferdinando e
conseguentemente arretrare il servizio alla stazione di Rosarno"
poiché "la gestione risulta particolarmente onerosa, anche a fronte dei
modesti ricavi derivanti dal traffico ferroviario sviluppato. Tale pesante
diseconomia trova fra l'altro ragione nella mancata corresponsione da parte di
codesta (si legga: questa) Regione degli importi dovuti" e per l'ulteriore
motivo costituito dalla "richiesta da parte dell’Autorità Portuale di un
canone annuale di 170.000,00 Euro per l'utilizzo delle aree demaniali".
Pertanto ciò corrisponde a vero.
"se risponde
al vero che tale scelta sia da addebitare alla richiesta avanzata dall'autorità
portuale del pagamento di un canone annuo di Euro
Per come riportato al
punto precedente, tale circostanza costituisce concausa della manifestata
volontà di cessazione del servizio da parte di R.F.I.
"se risponde
al vero che il canone di manutenzione annuo di Euro 600.000,00 sia regolarmente
corrisposto a R.F.I"
Il canone (meglio
quantificato nella premessa) non è mai stato corrisposto. Questa è la questione
principale che R.F.I. lamenta e adduce quale motivo
per l'abbandono della gestione.
Dagli atti in possesso
ed esaminati, è controverso se tale importo sia o meno dovuto. Il punto di
controversia è costituito dalla validità dell'atto di concessione, per il quale
in effetti non si hanno evidenze che non sia stato un atto unilaterale di
questa Amministrazione (si vedano in particolare i punti 4, 5 e 6 della
premessa).
quali iniziative
(il Presidente) intende intraprendere per scongiurare la cessazione del
servizio erogato e in particolare se non ritiene utile attivarsi con urgenza
per un incontro fra le parti interessate (ministero autorità portuale, organizzazioni sindacali) per individuare una
soluzione positiva alla vertenza nell'ottica della realizzazione di un gateway
ferroviario, asset strategico per abilitare il nuovo
modello logistico a Gioia Tauro"
Il Presidente ha
nominato quale referente unico per l'Amministrazione per la questione in
oggetto la dott.ssa Anna Tavano, dirigente del
Dipartimento Programmazione, che ha già convocato in data 08.09.2010apposita
riunione fra le parti per avviare un costruttivo confronto. Allo stato, per
quanto noto allo scrivente, si sta concertando un ulteriore incontro fra tutti
i soggetti sottoscrittori dell'Accordo Quadro del 29.08.2006, al fine di
accertare la situazione e dirimere definitivamente ogni controversia.
Con quanto sopra
esposto si ritiene di aver fornito gli elementi utili alla risposta
all'interrogazione consiliare in oggetto. In particolare si ritiene che il
livello di dettaglio nella ricostruzione dell'iter amministrativo sia stato
anche superiore a quanto strettamente necessario, ma tale livello è stato
ritenuto utile per la migliore comprensione della problematica.
Si resta comunque disponibili ad ogni forma di chiarimento e/o integrazione”.
Il dirigente (Ing. Giuseppe Pavone)
On. Giuseppe Scopelliti (Presidente della Giunta regionale)
Magarò. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere- premesso che:
nel territorio ricadente nel comune di Scalea è presente la struttura denominata Aviosuperficie Scalea;
predetta struttura, gestita dalla società Idroscalo Turistico, con sede a Scalea, gode delle autorizzazioni Enac;
l'Aviosuperficie di Scalea possiede le caratteristiche tecniche per la trasformazione ad aeroporto di terza categoria;
il pieno utilizzo della struttura darebbe forte impulso all'intero comprensorio dell'Alto Tirreno cosentino -:
quali iniziative
(41; 30.9.2010)
Risposta – “Il Piano
regionale dei trasporti vigente è stato approvato dal Consiglio regionale con
deliberazione n. 191 del 3 marzo 1997 (BURC 11.04.1997, edizione
straordinaria). In materia aeroportuale detto piano, tra l'altro, riteneva
opportuna la realizzazione di un aeroporto a Sibari,
nonché di uno di "interesse locale nell’Alto Tirreno Cosentino, in
prossimità del comune di Scalea", così come indicava come da recuperare la
struttura aeroportuale dì Vibo Valentia per traffico di piccolo cabotaggio.
La deliberazione del
Consiglio regionale 19 maggio 2010, n. 4, avente ad oggetto "Approvazione
del programma di governo presentato dal Presidente della Giunta regionale"
(art. 16, comma 2, lettera a) e 33, comma 4, dello Statuto) in ordine a detto
piano regionale dei trasporti, ne prevede l'aggiornamento. In tale contesto
dovrà individuarsi il ruolo degli aeroporti e delle aviosuperfici
regionali, in un rigoroso quadro di compatibilità economiche e tecniche, che
non potrà non tenere conto del profondamente mutato contesto nazionale e
regionale dal 1997 ad oggi.
Per provvedere
all'aggiornamento sono già state avviate le procedure amministrative per
supportare gli uffici, carenti delle necessarie risorse umane e finanziarie.
Nelle more della conclusione di tale iter,
Il dirigente (Ing. Giuseppe Pavone)
On. Giuseppe Scopelliti (Presidente della Giunta regionale)
Morelli. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
i regolamenti relativi alla politica di sviluppo rurale prevedono un meccanismo di disimpegno automatico (n+2) delle risorse impegnate annualmente sul bilancio comunitario e non spese nei due anni successivi all’impegno stesso;
la regola si attua a livello di singolo Programma di sviluppo rurale. In Italia, quindi, si applica a livello regionale;
in particolare i PSR italiani dovranno spendere entro il 31 dicembre 2010 un ammontare pari alle somme impegnate dalla Commissione europea nel 2007 e 2008, sulla base di quanto previsto dal piano finanziario annuale di ciascun PSR;
nel calcolo delle somme che andranno a costituire la spesa riconosciuta come utile per la verifica del raggiungimento della soglia del disimpegno automatico rientrano, gli acconti versati dalla Commissione europea a valere sui singoli PSR contestualmente all'approvazione dei PSR e, i pagamenti intermedi erogati dagli Organismi pagatori ai beneficiari finali previsti dalle diverse misure dei PSR, pagamenti per i quali siano state prodotte idonee dichiarazioni di spesa da parte degli Organismi pagatori;
la situazione analitica del PSR Calabria al 31 marzo 2010 è la seguente:
impegni 2007 e 2008 sul bilancio comunitario 182.236.000,00 (quota FEASR);
pagamenti in acconto 43.633.870 (quota FEASR);
pagamenti intermedi 54.123.137,84 (quota FEASR);
somme da liquidare per evitare il disimpegno automatico 84.478.992,16 (quota FEASR) -:
quali sono le iniziative in atto per evitare il non ben augurale disimpegno automatico della quota Fears pari a 84.478.992,16 euro.
(44; 5.10.2010)
Risposta – “Nell'interrogazione
si fa riferimento ai dati relativi al 31 marzo 2010 che, con ogni evidenza, non
trovano riscontro nell'attuale situazione finanziaria attinente alla gestione
delle risorse del Fondo europeo agricolo per lo Sviluppo rurale. Si riporta, a
riguardo, un quadro riepilogativo dei dati aggiornati al 20 novembre u.s.,
Situazione riepilogativa
dei dati Feasr 2007 -2013 aggiornata al 20.11.2010
Quota comunitaria
2007-2013 €
653.941.000,00
Disimpegno al
31.12.2008 (risorse 2007-2008) €
182.236.000,00
Rimanente da liquidare
entro il 31.12.2010 € 55.900.000,00
Elenchi di Liquidazione
già autorizzati e trasmessi
all'Organismo Pagatore € 28.200.000,00
Anticipi 2010 Misure a
superficie € 12.000.000,00
Importi a rischio di
disimpegno € 15.700.000,00
Tenuto conto:
che manca circa un
mese alla data prevista per il disimpegno;
che sono state
impegnate risorse complessive per circa 380.000.000,00 euro con provvedimenti
di concessione trasmessi da tempo ai beneficiari finali;
che sulla base degli
impegni effettuati, stanno pervenendo al Dipartimento domande di anticipazione
le quali possono essere celermente liquidate dalla competente Struttura;
che le anticipazioni
costituiscono spese certificabili ed utili ai fini del disimpegno.
si ritiene
l’obiettivo di spesa, previsto in base alla regola dell'N+2, raggiungibile seppure con impegno straordinario da parte della Struttura Dipartimentale.”
Il funzionario (dott.ssa Sabrina Scappatura)
L’assessore all’agricoltura e forestazione (On. Michele Trematerra)
Salerno. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
il settore sanitario ha vissuto una fase particolarmente delicata caratterizzata da diversi episodi di "malasanità" saliti agli onori della cronaca nazionale;
l’efficacia e l’efficienza del settore risultano intaccate da precedenti gestioni non improntate a criteri di oculatezza, trasparenza e razionalità economica;
quanto di negativo verificatosi in ambito sanitario ha ingenerato un senso di sfiducia nei cittadini e ha compromesso l’immagine dell’intero settore e delle Istituzioni;
la situazione economica e finanziaria del comparto presenta gravi elementi di criticità e denuncia una condizione debitoria ai limiti della sostenibilità;
l’assetto organizzativo, la funzionalità, lo stato dell’equilibrio finanziario delle Aziende sanitarie provinciali e delle Aziende ospedaliere calabresi sono stati oggetto di report televisivi e giornalistici a livello nazionale;
il sottoscritto, in qualità di Presidente della Commissione "Attività sociali, sanitarie, culturali, formative", sta svolgendo una dettagliata attività di monitoraggio degli ospedali calabresi anche al fine di far emergere tutti gli elementi che, di fatto, impediscono il corretto funzionamento della Sanità;
il governo regionale sta per procedere all’attuazione del Piano di riorganizzazione sanitaria mirante al ripianamento della situazione debitoria e all’innalzamento degli standard di qualità;
il rilancio del settore passa anche dal grado di efficienza e credibilità dell’azione dei vertici delle Aziende sanitarie provinciali e delle Aziende ospedaliere, nonché di coloro che rivestono ruoli inerenti alla responsabilità finanziaria e amministrativa;
il governo regionale, ai fini di una puntuale e concreta riorganizzazione della Sanità, è chiamato ad accertare e rimuovere ogni caso o circostanza che presenti eventuali caratteri di irregolarità e/o illegittimità;
il Commissario ed i sub commissari ad acta per l’attuazione del piano di rientro, con apposito decreto, hanno proceduto alla revoca di tutte le autorizzazioni allo svolgimento dei concorsi in quanto concesse, dalla precedente Giunta, in palese violazione al disposto del piano di rientro -:
se, in ordine alle assunzioni di personale dirigenziale presso le Aziende Sanitarie sia Ospedaliere che Provinciali, il Dipartimento Tutela della Salute ha condotto specifica ricognizione finalizzata ad accertarne l’effettiva esigenza;
se i Direttori generali dell’epoca abbiano motivato le esigenze per la determinazione della richiesta di assunzioni e se tali richieste siano state vagliate precedentemente dal Dipartimento tutela della salute;
se il Dipartimento tutela della salute ha rilasciato formali autorizzazioni allo svolgimento dei concorsi e su quali presupposti ha concesso tali autorizzazioni;
se ed in quale Azienda è stato ampliato il numero dei vincitori attraverso scorrimenti di graduatoria e, in caso positivo, quali le motivazioni che giustificano tale ampliamento e se lo scorrimento sia considerabile un provvedimento legittimo;
se alcuni dei concorsi già espletati siano oggetto di indagine da parte dell’Autorità Giudiziaria competente per territorio;
se il vincitore del concorso per un posto di dirigente medico presso l’unità operativa di Dermatologia dell’Azienda Ospedaliera di Reggio Calabria “Bianchi Melacrino Morelli” sia in rapporto di parentela con un componente della precedente Giunta regionale;
se, rispetto alla grave e documentata carenza, nella stessa Azienda, all’epoca dell’indizione e dell’espletamento del concorso di dirigenti medici che rendeva e rende tutt’ora precaria l’erogazione di prestazioni presso unità operative importanti quali Radioterapia/Dialisi/Ostetricia/Otorino/Oncologia etc. fosse necessario e prioritario acquisire dirigenti medici nell’unità operativa di Dermatologia;
se uno dei componenti della commissione del concorso suddetto per dirigente medico dell’unità operativa di Dermatologia sia oggi candidato all’incarico di primario presso la stessa unità operativa;
se, nell’attuale situazione, sia necessario ricoprire il posto di primario dell’unità operativa di Dermatologia considerato, per di più, che essa nella gestione 2004-2005 era stata considerata struttura operativa dipartimentale e non struttura complessa.
(49; 13.10.2010)
Risposta – “Facendo
seguito a quanto comunicato con la nota indicata in oggetto e ad integrazione e
rettifica della stessa, si comunica quanto segue.
In merito al quesito:
"se ed in quale Azienda è stato ampliato il numero dei vincitori
attraverso scorrimenti di graduatoria e, in caso positivo, quali le motivazioni
che giustificano tale ampliamento e se lo scorrimento sia considerabile un
provvedimento legittimo", l’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia
ha comunicato (nota prot. 43764 del 13/12/2010) che
negli anni sono state utilizzate tramite l'istituto dello scorrimento, ai fini
del reclutamento del personale, le graduatorie dei seguenti concorsi: Concorso
pubblico n. 3 posti di Dirigente Medico di Pediatria; Concorso pubblico n. 1
posto di Dirigente Medico di Patologia Clinica; Concorso pubblico n. 4 posti di
Dirigente Medico di Anestesia e Rianimazione; Concorso Pubblico n. 10 posti di
Collaboratore professionale Sanitario Categoria. D – Infermiere. Inoltre, in
riscontro al quesito "se alcuni dei concorsi già espletati siano oggetto
di indagine da parte dell'Autorità Giudiziaria competente per territorio"
l'Azienda, con la sopracitata nota, ha comunicato che non è a conoscenza di
eventuali indagini dell'Autorità Giudiziaria sulle procedure di reclutamento
indette.
Si comunica, ancora, che è pervenuta, da parte del Commissario straordinario dell'Azienda ospedaliera "Bianchi Melacrino Morelli" di Reggio Calabria, la nota n. 2067 del 16.12.2010 di rettifica a quanto precedentemente comunicato a questo Dipartimento; in particolare, viene precisato che: "il concorso oggetto di indagine da parte dell’Autorità giudiziaria è quello di Dirigente medico I° livello (ex assistente) presso l’Uoc di Dermatologia" e non di Direttore della stessa Unità operativa, come precedentemente comunicato”.
Il dirigente generale (dott. Antonino Orlando)
Il dirigente del settore (dott. Bruno Zito)
Il Presidente della Giunta regionale nella qualità di commissario ad acta (On. Giuseppe Scopelliti)
Aiello F. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
il 30 settembre
quali iniziative urgenti intende assumere, considerato che tali provvedimenti impediscono la regolare erogazione di un servizio e di un sostegno ineliminabile per molte donne, in stato spesso di evidente pericolo;
inoltre, quali iniziative intende assumere affinché vengano
rimossi, con urgenza, gli ostacoli burocratici che impediscono l'attuazione
della legge regionale n. 20 del 21 agosto
(50; 14.10.2010)
Risposta – “Relazione
centri antiviolenza. L.R. n. 20/2007.
Gli otto centri
antiviolenza finanziati nel 2009, per la prima volta con i fondi della L.R. n. 20/2007,
non hanno ancora completato i dodici mesi di attività, per come previsto nei
rispettivi progetti selezionati con il primo bando. In precedenza queste
strutture non hanno mai ottenuto finanziamenti regionali ad hoc, anche per
mancanza di una legge regionale specifica.
Gli stessi non hanno
ancora inviato il rendiconto delle spese sostenute con il finanziamento
regionale, nelle relazioni richieste in sede di comunicazione del
finanziamento.
In data 10 novembre
2010 è stata inviata ai suddetti Centri la richiesta di rendicontazione e una
relazione a consuntivo.
Il Settore, al fine di
dare nuovo impulso e maggiore efficacia alle azioni intraprese dalla Regione in
materia di contrasto ai fenomeni di violenza contro le donne, ha in
preparazione un nuovo bando.
Tale provvedimento
prevede l'integrazione dei fondi regionali (L.R. n.
20/2007) con le risorse finanziarie disponibili sui fondi POR FESR 2007-2013,
linea d'intervento 4.2.2.1 nella quale sono previste azioni rivolte alla
prevenzione ed il contrasto alla violenza intra ed
extra familiare.
Con l'avviso suddetto
vengono investiti circa 7 milioni di euro destinati ai centri antiviolenza e
alle case di accoglienza.
Nel contempo, il Settore competente sta valutando l'opportunità di dare prosecuzione alle attività dei suddetti Centri, già attivati, per garantirne la continuità delle azioni sul territorio”.
Il dirigente del settore (dott. Giuseppe Nardi)
On. Francesco Antonio Stillitani (assessore al lavoro, alla formazione professionale, alla famiglia ed alle politiche sociali)
Censore. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
il Comune di Nardodipace, ha avviato le procedure di gara alla fine del mese di luglio 2009;
a seguito di gara deserta, è stato indetto in data 24 agosto 2009 un secondo esperimento conclusosi con l'esclusione della Società Coop. "L'Aurora", precedentemente concessionaria, e l’aggiudicazione definitiva alla ditta Viaggi Gullì in data 5 ottobre 2009;
in data 8 ottobre 2009 il Tar Calabria ha sospeso il provvedimento di esclusione dalla gara della Società Coop. “L'Aurora”;
la ditta subentrante, a seguito di autorizzazione del Comune di Nardodipace, ha proseguito in concorrenza con la ditta cessante, che era stata autorizzata dalla Regione con Decreto Dirigenziale n. 94 del 27 luglio 2009, ad effettuare il servizio di trasporti urbano a Nardodipace fino alla conclusione della gara;
ai sensi della legge regionale 23/99, art. 17 commi b, c, si fa obbligo alle imprese che subentrano nell'esercizio dei servizi finanziati dalla Regione Calabria di acquisire il personale dell'impresa cessante ed il materiale rotabile destinato al trasporto pubblico locale -:
se risulta vero che gli uffici del Dipartimento regionale ai Trasporti, su richiesta del Comune di Nardodipace, avrebbero predisposto il decreto per la liquidazione dell'intero importo spettante alla ditta subentrante senza nulla corrispondere alla ditta cessante che avrebbe prestato il servizio in concorrenza per come predisposto dalla Regione Calabria;
se non ritiene di dover intervenire per sollecitare l'iter riguardante l'assunzione del personale della ditta cessante nella ditta subentrante per come disposto dalla L.R. 23/99, art. 17 comma b, c.
(52; 18.10.2010)
Risposta – “Con
decreto n. 16410 del 22 novembre 2010 è stata disposta la liquidazione dei
corrispettivi spettanti alla Società Cooperativa di Trasporto
"L'Aurora" con sede a Nardodipace (VV) ed
al Comune di Nardodipace (VV) per lo svolgimento del
servizio di trasporto urbano del medesimo Comune nell'anno 2010 e,
contestualmente, è stato disposta la trattenuta della somma spettante alla
Società Cooperativa di Trasporto a r.l.
"L'Aurora" a titolo di acconto per il servizio urbano del Comune di Nardodipace prestato nel periodo 1 gennaio 2010-22 gennaio
2010, per un importo complessivo, al netto del fondo di riserva, di € 15.394,00
comprensivo di I.V.A., a parziale compensazione della somma a debito risultante
dal saldo dei corrispettivi dovuti, comprensivi di I.V.A., per i servizi urbani
prestati nell'anno 2008, ammontante ad € 67.540,00.
Quanto ai servizi
eserciti dalla Società Cooperativa di Trasporto "L'Aurora" nel
periodo 24 aprile - 16 luglio 2010, devesi precisare che la medesima Società ha
ritenuto di esercirli sull'errato presupposto che l'ordinanza del Consiglio di
Stato n. 1666/2010 avesse sospeso gli atti di gara e la relativa aggiudicazione
in favore della ditta "Viaggi Gullì S.r.l."
e che quindi fosse ancora valido ed efficace il disposto di cui al decreto
dirigenziale n. 14434/2009, in forza del quale è stata autorizzata all'espletamento
del servizio urbano di che trattasi sino al termine delle operazioni di
affidamento. In realtà il C.d.S. con la richiamata ordinanza n. 1666/2010 si è
limitato ad accogliere l’istanza cautelare presentata dalla Società cooperativa
di trasporto a r.l. “L’Aurora” ai soli fini della
celere fissazione dell'udienza di merito, e non a sospendere l'efficacia della
sentenza n. 24/2010 mediante la quale il Tar Calabria
ha rigettato il ricorso della menzionata Società Cooperativa.
Per quanto concerne,
infine, l'assunzione del personale della ditta cessante da parte della ditta
subentrante, il Settore Trasporti, per quanto nei suoi poteri di accertamento,
ha ritenuto soddisfatto l'obbligo sancito dall'art. 17 comma 1. Lettera b)
della Legge regionale 7 agosto 1999 n. 23, sulla scorta degli elementi forniti
dal Comune di Nardodipace con lettera datata
5.08.2010 con la quale è stata trasmessa la documentazione trasmessagli dalla
ditta "Viaggi Gullì S.r.l.", acquisita
direttamente presso l'INPS di Vibo Valentia dalla quale risulta che
Il dirigente (Ing. Giuseppe Pavone)
On. Giuseppe Scopelliti (Presidente della Giunta regionale)
“Il Consiglio regionale
premesso che
il Porto di Gioia Tauro rappresenta una delle più grandi occasioni per accrescere lo sviluppo economico della Calabria non soltanto perché apporta un incremento maggiore per i traffici internazionali ma, soprattutto, perché presenta numerose fonti d'impiego utili a generare un più ampio indotto occupazionale, senza dimenticare che il porto di Gioia produce il 50% del Pil regionale;
la nostra regione deve strategicamente supportare la
crescita dell'area territoriale contigua al porto affinché il territorio e io
scalo possano, sinergicamente, costituire un volano di sviluppo per
impegna il Presidente della Giunta
ad avviare un deciso confronto con il Governo nazionale sollecitando l'approvazione dell'emendamento, presentato bipartisan sul decreto "milleproroghe", destinato ad alleggerire le tasse mediante un contributo governativo;
ad appoggiare ogni forma di intervento necessario a rendere competitivo il porto di Gioia attraverso la diminuzione delle accise energetiche e degli oneri sociali;
ad assumere, di concerto con le Amministrazioni locali interessate, le iniziative indispensabili all'attuazione di incentivi fiscali quale strumento fondamentale per un rilancio effettivo dell'intero scalo calabrese;
a sostenere ogni iniziativa utile a favorire lo sviluppo non solo economico dell'area portuale, prima fra tutti, la promozione di un programma che coinvolga tutte le realtà industriali ed economiche, presenti e future, operanti all'interno dello scalo che faccia salvi i posti di lavoro attualmente esistenti e crei le condizioni per generare un più ampio indotto occupazionale”.
Titolo I
Enoteca regionale
Articolo 1
Finalità
1.
2.
Articolo 2
Obiettivi
1.
a) promuovere e
valorizzare, in Italia e all'estero, i vini ed i prodotti di cui al comma 1 dell’articolo
1;
b) sostenere
iniziative di promozione di immagine dei prodotti e dei territori attivate da soggetti
pubblici e privati con l’Assessorato regionale all’Agricoltura;
c) favorire
iniziative per il recupero, la valorizzazione delle tradizioni e la ricostruzione
delle identità economiche e culturali dei territori del vino e degli altri
prodotti agroalimentari del territorio regionale;
d) contribuire
all’istruzione e formazione di figure professionali esperte nei settori
vitivinicolo, nel marketing e nella comunicazione del vino;
e) esporre
permanentemente nella propria sede, o in eventuali sedi distaccate, in Italia ed
all'estero, i prodotti, purché di alta qualificazione. Nella mostra permanente possono
essere esposti anche i distillati di vini (brandy) e vinacce (grappa), prodotti
alternativi derivati dall'uva;
f) illustrare le
caratteristiche ed i pregi dei prodotti enologici regionali della Calabria ed il
loro consumo appropriato, attraverso la presentazione delle caratteristiche dei
vini con degustazioni guidate da effettuare anche in apposite sale attrezzate;
g) creare le
sinergie opportune nella presentazione dell'immagine tra i vini ed i prodotti agro-alimentari
tipici della Regione Calabria;
h) promuovere
iniziative volte ad ottenere un miglioramento qualitativo dei vini prodotti nella
Regione Calabria.
a) svolgere
attività di vendita dei prodotti esposti nella sede delle mostre permanenti e concludere
rapporti di affiliazione per la concessione ad operatori del settore, del diritto
di gestire punti vendita con formato espositivo, insegna, assortimento dei prodotti,
simile a quello della mostra permanente;
b) favorire i
contatti fra soci ed operatori del settore ed organizzare in nome proprio, anche
per conto dei soci, la partecipazione a fiere, esposizioni, workshop, eventi culturali
scientifici di promozione del vino.
Articolo 3
Costituzione,
struttura e competenze dell'Enoteca regionale
a) essere allocata
presso edifici aperti al pubblico in possesso di adeguati requisiti storici,
artistici ed architettonici idonei allo scopo;
b) garantire
opportuni spazi di mescita e locali idonei alla conservazione dei vini della Calabria;
c) sviluppare azioni
di acquisizione e conservazione di documentazione della cultura contadina;
d) assicurare
spazi e promuovere opportunità di eventi convegnistici
e fieristici;
e) presentare vini
calabresi DO e IG di qualità accertata ottenuti con metodi di agricoltura biologica
e convenzionale;
f) provvedere alla
selezione dei vini calabresi mediante la costituzione di specifiche commissioni
tecniche;
g) predisporre,
con i consorzi di tutela della Regione Calabria e le associazioni, l'attività di
promozione dei vini di qualità a denominazione di origine e indicazione geografica;
h) svolgere senza
fini di lucro, un'attività tendente a valorizzare, promuovere e diffondere la
conoscenza dei vini della Calabria, anche in relazione agli accostamenti con la
tradizionale gastronomia calabrese e con le altre produzioni agro-alimentari di
qualità del territorio;
i) provvedere alla
qualificazione e omogeneizzazione dell'offerta enoturistica regionale, mediante
l'indicazione degli standard minimi di qualità;
j) realizzare,
d'intesa ed in collaborazione con altri Enti e/o Istituzioni operanti nel territorio,
il concorso enologico calabrese, la cui disciplina è demandata al regolamento
d'attuazione;
k) svolgere
funzioni di indirizzo e di coordinamento delle Botteghe e delle Strade del vino,
secondo le direttive impartite dal Dipartimento Agricoltura della Regione.
Articolo 4
Attività di
istruzione, formazione, ricerca ed assistenza tecnica
1. L’Enoteca
promuove attività di istruzione, formazione, ricerca, nonché il servizio di assistenza
tecnica alle imprese del settore.
2.
3.
Articolo 5
Attività
propedeutiche e modalità di costituzione dell’Enoteca regionale
1. Il Dipartimento
regionale dell’Agricoltura cura le attività propedeutiche per la costituzione
dell'Enoteca regionale, redigendo lo schema di atto costitutivo, di statuto,
del regolamento di attuazione e del logo caratteristico.
2.
3. Il Consiglio di
amministrazione è formato da tre componenti, tra cui il Presidente, nominati
dal Consiglio regionale.
Articolo 6
Comitato
tecnico-scientifico
1.
2. Il Comitato è
costituito:
a) dagli Assessori
regionali all'agricoltura e forestazione ed alle attività produttive (o loro
delegati);
b) dai Presidenti
delle Province calabresi (o loro delegati);
c) dal Presidente
dell'Unione delle Camere di commercio (o suo delegato);
d) da cinque
esperti di vitivinicoltura, politiche agricole e marketing turistico, nominati
dalla Giunta regionale su proposta dell’Assessore all’agricoltura.
3. Il Comitato
tecnico-scientifico esprime parere consultivo, obbligatorio e non vincolante.
Articolo 7
Finanziamenti
1. Alle spese per
il funzionamento e per lo sviluppo delle attività programmate, l'Enoteca Regionale
della Calabria provvede mediante:
a) la quota di
prima ammissione a socio;
b) la quota
ordinaria annuale di socio;
c) contributi dei
soci per la partecipazione a fiere, eventi promozionali, per la realizzazione
di iniziative promozionali e pubblicitarie dei vini svolte a favore dei medesimi;
d) contributi
della Regione Calabria o di altri enti pubblici o privati;
e) donazioni.
2. Le quote
associative ed i contributi di cui alle lettere a), b) e c) sono deliberate dall’assemblea
ordinaria, su proposta del Consiglio di Amministrazione.
Articolo 8
Modalità di
concessione dei finanziamenti
1. La concessione
dei finanziamenti di cui all'articolo 7, comma 1, lettera d) è subordinata alla
seguente condizione:
a) l'Enoteca deve
adottare lo statuto, il regolamento di cui all’articolo 5 ed un regolamento di
organizzazione e di contabilità.
Titolo II
Botteghe e Strade
del vino
Articolo 9
Botteghe del vino
1.
Articolo 10
Strade del vino
2. Le Strade del
vino costituiscono uno strumento attraverso il quale le risorse e le produzioni
dei territori vinicoli possono essere divulgate e promosse in forma di offerta enologica,
enogastronomica, turistica, ricreativa e culturale.
3. Le Strade del
vino hanno tra gli scopi la visita e l'accesso alle cantine e ai luoghi di mescita,
per la promozione e l'offerta al pubblico dei vini e dei prodotti tipici
locali.
4. L’Enoteca
Regionale armonizza le Strade del vino esistenti e ne promuove la costituzione.
Articolo 11
Competenze della
Regione
1.
2.
3.
Articolo 12
Competenze dei
Comuni e delle Province
1. I Comuni e le
Province provvedono alla localizzazione e posa in opera della segnaletica lungo
le strade di rispettiva competenza, sentito il Comitato tecnico-scientifico, di
cui al precedente articolo.
Titolo III
Norme finanziarie
Articolo 13
Disposizioni
Finanziarie
1. Gli oneri
derivanti dall’attuazione della presente legge, inizialmente quantificati in € 100.000,00,
gravano sul capitolo 5125201 UPB 22040801 “Spese per l’esercizio delle funzioni
in materia di agricoltura e pesca, conferiti ai sensi del Decreto Legislativo 4
giugno 1997, n. 143 (Conferimento alle Regioni delle funzioni amministrative in
materia di agricoltura e pesca e riorganizzazione dell'Amministrazione
centrale) e dell’articolo 7 del Decreto legislativo n.112 del 31 marzo 1998
(Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni ed
agli enti locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59)
del bilancio di previsione anno 2011.
2. Per gli
esercizi finanziari successivi si provvede nei limiti degli stanziamenti
stabiliti per lo stesso capitolo o di apposito capitolo istituito in sede di
bilancio annuale di previsione.
Articolo 14
Entrata in vigore
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della
sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
“Il Consiglio regionale
dopo l’approvazione
della deliberazione legislativa n. 73 concernente “Istituzione dell'Enoteca
regionale - Casa dei vini di Calabria”;
impegna
ad individuare,
tramite il Dipartimento dell’assessorato all'agricoltura, le sedi di formazione,
studio, ricerca e promozione della Viticoltura e dell'Enologia negli Istituti
professionali già esistenti nel territorio e nelle condizioni strutturali
idonee alla finalizzazione delle attività previste dall'articolo 4 della Legge regionale concernente: “Istituzione dell'Enoteca regionale
- Casa dei vini di Calabria”.
Articolo 1
(Finalità)
1.
a) comunicare, promuovere e valorizzare, in
Italia e all'estero, gli oli e gli altri prodotti agroalimentari di qualità del
territorio calabrese e, in particolare, degli oli di qualità, con specifico
riguardo agli oli extra vergini di oliva a denominazione di origine protetta
(DOP) e a indicazione geografica protetta (IGP), nonché degli oli extra vergini
di oliva ottenuti con il metodo di agricoltura convenzionale e biologica di
alta qualità;
b) sviluppare e sostenere iniziative di
promozione dell'immagine dei prodotti e dei territori regionali, concordate con
l'Assessorato regionale all' Agricoltura;
c) favorire iniziative per il recupero e la
valorizzazione delle tradizioni e per la ricostruzione delle identità
economiche e culturali dei territori regionali dell'olio e degli altri prodotti
agroalimentari;
d) contribuire alla formazione di figure
professionali esperte nel settore olivicolo ed elaiotecnico,
nel marketing e nella comunicazione dell'olio;
e) esporre permanentemente nelle proprie
sedi, o in eventuali sedi distaccate, in Italia ed all'estero, i prodotti
dell'olio, di alta qualificazione;
f) illustrare le caratteristiche ed i pregi
dei prodotti elaiotecnici regionali ed il loro consumo
appropriato, attraverso la presentazione delle caratteristiche degli oli, con
degustazioni guidate da effettuare anche in apposite sale attrezzate;
g) promuovere, attraverso opportune sinergie,
l'immagine degli oli accostandola a quella dei prodotti agro-alimentari tipici
della Regione Calabria;
h) promuovere iniziative volte ad ottenere un
miglioramento qualitativo degli oli prodotti nella Regione Calabria.
1) svolgere attività di vendita dei prodotti
esposti nella sede delle mostre permanenti;
2) concludere rapporti di affiliazione per la
concessione ad operatori del settore olivicolo, del diritto di gestire punti
vendita con formato espositivo, insegna, assortimento dei prodotti, simile a
quello della mostra permanente;
3) favorire i contatti tra i propri soci ed
operatori del settore;
4) organizzare la partecipazione a fiere, esposizioni, workshop ed eventi culturali scientifici di promozione dell'olio.
Articolo 2
(Costituzione della Casa degli Oli extravergini d'oliva di Calabria)
2.
a) essere allocata presso edifici, aperti al
pubblico,· in possesso di requisiti storici, artistici e architettonici, idonei
allo scopo;
b) garantire opportuni spazi di mescita e
disporre di locali idonei per la conservazione degli oli della Calabria;
c) presentare gli oli calabresi DOP e IGP
oltre che oli di qualità accertata ottenuti con metodi di agricoltura biologica
e convenzionale;
d) sviluppare azioni di acquisizione e
conservazione di documentazione attinente alla cultura contadina;
e) svolgere, senza fini di lucro, azioni
tendenti alla valorizzazione degli oli della Calabria ed alla promozione della
loro conoscenza e del loro consumo, attraverso la formulazione di programmi
triennali di attività, anche in collegamento con la promozione e la
degustazione di altri prodotti tipici calabresi, tradizionali e di qualità;
f) provvedere alla selezione degli oli
calabresi mediante la costituzione di specifiche commissioni tecniche;
g) realizzare, d'intesa ed in collaborazione
con altri enti ed istituzioni operanti nel territorio, il concorso oleario dei
prodotti calabresi;
h) organizzare, con i consorzi di tutela
della Regione Calabria e le associazioni, l'attività dì promozione degli oli di
qualità DOP e IGP;
i) svolgere funzione di indirizzo e di
coordinamento delle strade dell'olio d'oliva e delle relative elaioteche, anche secondo le direttive del Dipartimento
Agricoltura, Foreste e Forestazione della Regione Calabria.
Articolo 3
(Attività di formazione)
2.
3.
Articolo 4
(Finanziamenti)
1. Alle spese per il funzionamento e per lo
sviluppo delle attività programmate, l'Elaioteca
regionale della Calabria provvede mediante:
a) la quota di prima ammissione a socio;
b) la quota ordinaria annuale di socio;
c) i contributi dei soci per la
partecipazione a fiere ed eventi promozionali e per la realizzazione di
iniziative promozionali e pubblicitarie degli oli, svolte anche per conto dei
soci;
d) i contributi della Regione Calabria o di
altri enti pubblici o privati;
e) le donazioni.
2. Le quote associative ed i contributi, di
cui alle lettere a), b) e c) del comma 1, sono deliberati dall'Assemblea
ordinaria, su proposta del Consiglio di amministrazione.
Articolo 5
(Modalità di concessione dei finanziamenti)
1. La concessione dei contributi di cui alla
lettera d) del comma 1 dell'articolo 4 è subordinata alla sussistenza delle
seguenti condizioni:
a) adozione, da parte dell'Elaioteca, dello statuto approvato dalla Giunta regionale e
di un regolamento di organizzazione e di contabilità;
b) partecipazione obbligatoria di enti
pubblici all'associazione ed eventuale partecipazione di consorzi di tutela e
valorizzazione riconosciuti secondo la vigente normativa, di operatori agricoli
singoli o associati, di altri operatori che producono e commercializzano oli di
qualità o biologici imbottigliati;
c) nomina, da parte del Dipartimento
Agricoltura, Foreste e Forestazione, di un numero di rappresentanti pari almeno
ai 2/3 dei componenti il Consiglio di amministrazione.
Articolo 6
(Attività propedeutiche e modalità di costituzione della Casa degli Oli extravergini d'oliva di Calabria)
1. Il Dipartimento Agricoltura, Foreste e
Forestazione cura le attività propedeutiche per la costituzione dell'Elaioteca regionale "Casa degli Oli extravergini di
Calabria", redigendo lo schema di atto costitutivo, di statuto, del
regolamento di attuazione e del logo caratteristico.
2.
3. Il Consiglio di amministrazione è formato
da tre componenti, tra cui il Presidente, nominati dal Consiglio regionale.
Articolo 7
(Comitato tecnico-scientifico)
1.
2. Il Comitato è costituito:
a) dagli Assessori regionali all'agricoltura
e forestazione ed alle attività produttive (o loro delegati);
b) dai Presidenti delle Province calabresi (o
loro delegati);
c) dal Presidente dell'Unione delle Camere di
commercio (o suo delegato);
d) da cinque esperti di olivicoltura,
politiche agricole e marketing turistico nominati dalla Giunta regionale, su
proposta dell'Assessore all'Agricoltura.
3. Il Comitato tecnico-scientifico esprime
parere consultivo, obbligatorio e non vincolante.
Articolo 8
(Disposizioni finanziarie)
1. Gli oneri derivanti dall'attuazione della
presente legge, inizialmente quantificati in € 100.000,00, gravano sul capitolo
5125201 UPB 22040801 "Spese per l'esercizio delle funzioni in materia di
agricoltura e pesca, conferiti ai sensi del Decreto Legislativo 4 giugno 1997,
n. 143 (Conferimento alle Regioni delle funzioni amministrative in materia di
agricoltura e pesca e riorganizzazione dell'Amministrazione centrale) e
dell'articolo 7 del Decreto legislativo n.112 del 31 marzo 1998 (Conferimento
di funzioni e compiti amministrativi dello Stato 5 alle Regioni ed agli enti
locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59) del bilancio
di previsione anno 2011.
2. Per gli esercizi finanziari successivi, si
provvede nei limiti degli stanzia menti stabiliti per il medesimo capitolo o di
capitolo appositamente istituito in sede di bilancio annuale di previsione.
Articolo 9
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra
in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino
Ufficiale della Regione.
"Il Consiglio
regionale
vista la proposta di modifica al Regolamento
interno, esaminata dalla 5^ Commissione consiliare "Riforme e
Decentramento" nella seduta del 19 gennaio 2011;
delibera
di integrare l'articolo 36 del Regolamento
interno del Consiglio regionale approvato con deliberazione n. 5 del 27 maggio
2005, come appresso specificato: Dopo il sesto comma dell'articolo 36 (Comitato
per la qualità e fattibilità delle leggi) del Regolamento interno del Consiglio
regionale, è aggiunto il seguente comma:
"7. Il Comitato, inoltre, al fine di
supportare l'attività istruttoria delle Commissioni consiliari, predispone e
trasmette una scheda di analisi tecnico-normativa sui progetti di legge
all'esame delle Commissioni. La scheda sarà allegata alla proposta di legge e
dovrà contenere indicazioni sintetiche in ordine alla compatibilità del provvedimento
con il quadro costituzionale vigente, con la normativa nazionale e comunitaria,
l'interazione con quella regionale nonché il rispetto delle regole di tecnica
di redazione normativa”.