IX^ LEGISLATURA

 

RESOCONTO INTEGRALE

__________

 

13.

 

SEDUTA DI LUNEDI’ 13 DICEMBRE 2010

 

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FRANCESCO

 

Presidenza del Presidente Francesco Talarico

La seduta inizia alle 12,57

PRESIDENTE

La seduta è aperta, si dia lettura del verbale della seduta precedente.

Giovanni NUCERA, Segretario Questore

Legge il verbale della seduta precedente.

(E’ approvato)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Prego i colleghi consiglieri di prendere posto.

Legge le comunicazioni.

(Sono riportate in allegato)

Annunzio di interrogazione a risposta immediata

Giovanni NUCERA, Segretario Questore

Legge l’interrogazione a risposta immediata presentata alla Presidenza.

(Sono riportate in allegato)

Annunzio di interpellanze e mozioni

Giovanni NUCERA, Segretario Questore

Legge le interpellanze e le mozioni presentate alla Presidenza.

(Sono riportate in allegato)

In memoria dei sette ciclisti uccisi a Lamezia Terme

PRESIDENTE

Prima di dare inizio ai lavori del Consiglio, proporrei di osservare un minuto di raccoglimento per ricordare la morte dei 7 cicloamatori che è avvenuta a Lamezia Terme domenica scorsa 5 dicembre.

Leggerò poi una proposta di ordine del giorno affinché il Consiglio possa dibattere.

Osserverei, quindi, un minuto di raccoglimento.

(I Consiglieri in piedi osservano un minuto di silenzio)

(Commossi e prolungati applausi)

Ordine del giorno in merito alla sicurezza stradale

PRESIDENTE

Cari colleghi, la tragedia che ha colpito i sette ciclo amatori di Lamezia Terme domenica 5 dicembre sulla statale 18 in località Marinella di Sant’Eufemia, come annotato dalla stampa specialistica, non ha purtroppo eguali in Italia e in Europa.

Si è trattato di un drammatico incidente che ha coinvolto 7 uomini che hanno perso la vita ed altri tre sono rimasti feriti.

Così in una giornata che avrebbe dovuto essere di svago e divertimento, la sana passione per lo sport, la natura e lo spirito di condivisione si sono improvvisamente trasformati in una delle immagini più dolorose per tutti quanti noi.

Spetterà alla magistratura stabilire colpe e livelli di responsabilità.

Questo Consiglio regionale esprime il più sentito cordoglio ai familiari delle vittime che con grande dignità e civiltà hanno saputo affrontare questo immenso dolore.

La Calabria ha dimostrato, e segnatamente la città di Lamezia Terme, estrema compostezza. Non vi è stata alcuna reazione sregolata nel corso della commemorazione funebre cui hanno preso parte oltre 10 mila persone pur in presenza di un dolore lancinante.

Credo che in questo senso la comunità abbia dato un ulteriore segnale di maturità e civiltà.

I dati che riguardano ciclisti e pedoni vittime della strada sono impressionanti: 295 persone decedute, oltre 14 mila feriti solo nel 2009.

Un indice di mortalità raddoppiato rispetto al dato generico di decessi su strada. L’incidente di Lamezia Terme evidenzia a tutto tondo due cose: intanto l’insicurezza delle strade statali e provinciali su cui corrono i tanti gruppi in forte espansione del ciclo turismo sportivo dovuto alla precaria condizione delle stesse e alla precaria condizione delle stesse ed ad una guida delle automobili spesso sprezzante delle regole.

L’assenza di strutture adeguate in Calabria come piste ciclabili e spazi dedicati per lo sport tra i più praticati ed affascinanti a livello amatoriale che anche nella nostra Regione annovera alti ed apprezzabili livelli di partecipazione. Ebbene, dopo il dolore e la partecipazione pubblica che si è manifestata con una forte solidarietà umana la politica deve occuparsi delle questioni appena indicate, posto che tutti siamo convinti, tutti noi e tutte le forze politiche che qui sono rappresentate che occorrono provvedimenti legislativi ed amministrativi ad hoc.

Pertanto si auspica che la Giunta regionale dopo un’attenta analisi delle problematiche segnalate e di tutte le altre che saranno individuate, assuma le doverose iniziative per: diffondere la cultura della prevenzione partendo dai banchi di scuola attraverso percorsi di formazione e di sensibilizzazione verso una nuova cultura di sicurezza stradale. Prevedere, inoltre, la realizzazione di percorsi protetti per chi si muove in città con le biciclette assicurando una maggiore vigilanza sulle piste ciclabili esistenti e sulle strade”.

Quindi questo è una bozza dell’ordine del giorno che ho voluto leggere qui al Consiglio, in Aula per avviare una discussione e per poi procedere, anche ad un’approvazione.

La parola al Presidente della Giunta regionale, onorevole Scopelliti.

Prego di accomodarsi tutti nei banchi della Giunta regionale e del Consiglio senza parlare, per ascoltare la discussione. Chi non intende ascoltare è pregato di accomodarsi fuori.

Giuseppe SCOPELLITI, Presidente della Giunta regionale

Presidente, solo per ribadire quanto avevo già detto attraverso un comunicato stampa visto che in quella circostanza mi trovavo all’estero. La Regione era rappresentata non soltanto dalla sua persona, ma anche dalla Vicepresidente della Giunta regionale, architetto Stasi.

Per ribadire il concetto della vicinanza alle famiglie colpite da questo tragico evento ed anche per esaltare per alcuni aspetti quello che in queste settimane, in tante circostanze anche sul livello nazionale è emerso.

Diversi mezzi di informazione hanno esaltato la grande capacità e compostezza della comunità calabrese. Credo che questo vada messo in risalto perché in un momento di così grande tristezza ed amarezza non ci sono state reazioni scomposte, si è vissuto questo momento con la consapevolezza che bisogna riuscire a lavorare sempre di più per realizzare processi di integrazione e quindi di condivisione e di rispetto delle norme, delle leggi che disciplinano un po’ il nostro territorio.

Devo dire che in tante circostanze negli ultimi giorni abbiamo ricevuto telefonate e attestazioni di stima verso la comunità calabrese per questo tipo di atteggiamento. Nella grande tristezza e nella grande amarezza non ci sono stati fermenti né situazioni che hanno portato alla degenerazione di questioni legate alla presenza di immigrati.

Credo che questa sia una ulteriore dimostrazione delle grandi qualità di questa nostra comunità che riesce anche a soffrire con grande amarezza in momenti così difficili ma non a far degenerare in situazioni inquietanti ed eclatanti quella che è la sofferenza che si vive.

Ribadisco la mia vicinanza alla comunità lametina ed alle famiglie interessate.

Un’ultima annotazione, caro Presidente. Io credo che questo Consiglio regionale che si è contraddistinto ad oggi per la qualità delle sue scelte e della sua azione, per la qualità e per il rispetto delle regole, sistematicamente riesce a riunirsi quasi puntualmente e che ha grande rispetto dei calabresi e di chi deve fornire informazioni.

Credo che sia molto importante, Presidente, riuscire ad instaurare un tipo di rapporto che secondo me diventa fondamentale anche con chi magari sistematicamente trova magari interessante venire in Consiglio regionale a manifestare e poi a chiedere un incontro strappando dal dibattito importante, più o meno rilevante che sia, gli assessori, il Presidente della Giunta, il Presidente del Consiglio, i consiglieri e le delegazioni.

Credo sia importante ribadire un concetto: chiunque può venire a manifestare. Ma quando ci sono le sedute del Consiglio regionale, il Consiglio regionale non incontra nessuno.

Noi dobbiamo portare rispetto ai calabresi che vogliono risposte dal Consiglio regionale perché chi vuole manifestare…

Gli Lsu e gli Lpu , per carità, sono una piaga della gestione della politica. Piaga perché la politica è stata incapace di fornire risposte concrete,non possiamo pensare che chiunque venga debba essere poi ricevuto.

Gli assessori lavorano 5 giorni su 5 o 7 giorni su 7 nei propri assessorati. Quindi è possibile fare manifestazioni anche a Catanzaro ed essere ricevuti regolarmente su Catanzaro.

Non c’è motivo che ogni volta che c’è seduta di Consiglio, si organizzano qui per fare proteste.

Poi, per carità, vi sono casi diversi, mi riferisco alla  circostanza legata all’Arpacal, ci si trova di fronte al problema di dover affrontare nell’ordine del giorno il punto in questione, ricevere all’ultimo minuto un contributo da chi magari può portare delle modifiche insieme a noi e attraverso la nostra opera in Consiglio regionale può darsi che sia utile, che possa tornare utile.

Dobbiamo, però,  educarci perché questo è un fatto fondamentale. Dobbiamo educare noi stessi. Oggi c’è seduta del Consiglio regionale e noi dobbiamo stare qui in Aula da quando comincia a quando finisce. Questo è l’impegno che dobbiamo assumere con i calabresi perché se ogni qualvolta c’è un Consiglio, c’è la delegazione delle “Taurensi” e dobbiamo andare a parlare con le Ferrovie della Calabria e dobbiamo spiegare a tutti quanti… Poi arrivano quelli delle metropolitane scomparse, non so qual è il titolo che i colleghi di Italia dei valori porteranno avanti nei prossimi giorni come dibattito…

Se noi facciamo così, diventa una sorta di situazione in cui siamo tutti quanti sottoposti a momenti di confronto esterno all’Aula.

Se gli assessori non ricevono le delegazioni dei sindacati o comunque di semplici cittadini si assumono la responsabilità e rispondono poi al Presidente e a tutti noi.

Ma siccome io conosco la sensibilità e la disponibilità degli assessori,  credo che sia opportuno evitare che ogni volta che c’è seduta di Consiglio si debba strappare tre-quattro rappresentanti del Consiglio per andare a discutere di vicende e di questioni delicate ed importantissime che possiamo discutere il giorno dopo, domani mattina, a Catanzaro e che ognuno nel proprio assessorato può affrontare o comunque alla Presidenza per andare alla risoluzione.

Anche perché poi alla fine per quanto mi riguarda, siccome le risposte sono talmente lineari e semplici basterebbe andare due minuti di là, dire quel che pensiamo e arriviamo al risultato conclusivo di questa operazione.

Credo, però, che per il buon funzionamento del Consiglio visto che lei, caro Presidente, è riuscito a fare qualcosa di importante e tutti quanti insieme a lei stiamo contribuendo a mantenere un profilo di grande livello oltre che di grande risposta del Consiglio regionale, un’azione costruttiva e positiva che dà una immagine seria della politica che rappresentiamo tutti insieme in quest’Aula, credo che anche questo possa essere come contributo un ulteriore momento di riflessione per tutti.

Voglio dire che non ho problemi a star qui e ad andare nell’Aula Commissioni, tanto devo stare qui, non mi sposta niente. Ma è mancanza di rispetto nei confronti di chi interviene, di chi vuole chiedere una cosa al Presidente o all’assessore che magari non se lo ritrova in Aula perché, comunque, c’è di là una delegazione. Cioè è monco il dibattito.

Poi magari uno si può assentare per altre cose, può mancare ma è una circostanza che ci si possa assentare per qualcosa che forse non si può far a meno, ma è una questione che può nascere al momento, non è né costruita né diventa obbligatorio farlo.

Questa è una ulteriore riflessione che consegno alla sua persona ed ai colleghi dell’Ufficio di Presidenza ed ai capigruppo per far sì che magari questa mia considerazione possa diventare oggetto di valutazione nelle sedi appropriate, magari in Conferenza dei capigruppo e comunicare all’esterno anche una scelta che secondo me è importante.

Poi i colleghi consiglieri sanno bene che se c’è un problema ci si incontra a Catanzaro, vengono le delegazioni, ognuno guida le sue delegazioni, ognuno supporta le azioni dei territori che vuole rappresentare. La visibilità della stampa per alcuni aspetti è anche maggiore e questa è un’altra cosa per maggiore comunicazione dell’azione.

Una cosa è infatti il Consiglio, metterci un trafiletto: sono arrivati in delegazione e un’altra cosa è fare una riunione a Catanzaro con un comunicato stampa ufficiale in cui si dà una comunicazione esterna. Non è che c’è bisogno di una vetrina per i consiglieri o per noi. Ma come fatto di comunicazione esterna per dire c’erano 50 persone, il problema interessa 2 mila persone ed ecco cosa abbiamo fatto.

Credo che anche questo possa essere un contributo nuovo che portiamo a questa Assemblea e a questo nostro territorio.

PRESIDENTE

Grazie,  Presidente Scopelliti, è una sollecitazione che per quanto mi riguarda raccolgo e penso che l’intero Consiglio regionale si stia comportando in questa direzione.

Peraltro, qui c’era un po’ l’abitudine – io sono consigliere regionale da 10 anni – che spesso c’erano le manifestazioni e si doveva interrompere la seduta di Consiglio regionale e fare o organizzazioni di capigruppo, o organizzazioni di incontro con la Giunta o quant’altro.

(Interruzione)

Io testimonio dal 2000, non c’ero nel 1995. Dal 2000 in poi posso testimoniare così, tu dal 1995 quindi sono 15 anni. E’ un nuovo percorso ed un nuovo modo di comunicare con l’esterno. Peraltro come ha detto il Presidente gli assessori sono sempre disponibili nei propri luoghi di lavoro ed anche il Presidente del Consiglio – tranne il giorno del Consiglio – è disponibile a ricevere ed accogliere qualsiasi tipo di delegazione e qualsiasi confronto sindacale, categorie sociali e tutte le persone interessate.

Siccome vedo tanti mezzi di informazione presenti in Aula ancor di più questa decisione, sostanzialmente, del Consiglio regionale può essere comunicata all’esterno in modo tale che il giorno del Consiglio possiamo lavorare all’interno del Consiglio regionale per produrre atti concreti e provvedimenti legislativi.

Va bene quindi.

Sull’argomento che riguarda la morte dei sette ciclisti ha chiesto di parlare l’onorevole Magno. Ne ha facoltà.

Mario MAGNO

Signor Presidente e colleghi consiglieri, personalmente accolgo in pieno la sollecitazione che ha fatto in questo momento il Presidente Scopelliti sul comportamento etico dei consiglieri regionali e degli assessori nei confronti di quello che deve essere l’impegno dell’Istituzione verso quelle che sono le problematiche sociali ma anche rispetto a quello che è il senso istituzionale che ognuno di noi dobbiamo avere principalmente nel rispetto tra di noi e poi dei confronti di quelle che sono le popolazioni esterne al Consiglio regionale che rappresentiamo.

Penso anche che abbia fatto bene a sollecitare anche un confronto più civile all’interno di questa Regione perché, purtroppo, in questa Regione chi grida forte le proprie cose ottiene dei risultati, chi non grida poi viene messo da parte.

Dobbiamo invece portare avanti un metodo che consenta a tutti i nostri concittadini di poter fare le proprie richieste nel contesto di quelle che sono le procedure istituzionali in confronti più pacati e più seri.

Solo così possiamo rendere omaggio anche a queste sette vittime della strada che ci sono state nella città di Lamezia Terme e che voglio ricordare: Rosario Perri, Francesco Stranges, Vinicio Potin, Giovanni Cannizzaro, Pasquale De Luca, Domenico Palazzo e Fortunato Bernardi.

Inoltre voglio anche mandare a nome mio e a nome dell’intera legislatura, dell’intero Consiglio regionale anche gli auguri di pronta guarigione a Gennaro Perri, Fabio Davoli e Domenico Stranges che purtroppo ancora si trova in coma presso l’Ospedale Annunziata di Cosenza.

Ha fatto bene il Presidente Talarico a presentare stamattina questo ordine del giorno che ci consente di fare una breve riflessione su quelle che sono state le questioni che in questi giorni sono state poste all’attenzione dei cittadini calabresi. Oltre alla forte commozione ed alla grande vicinanza che c’è stata da parte del Presidente Talarico, dal Presidente Scopelliti pur essendo fuori sede, da me e dagli altri consiglieri regionali che abbiamo partecipato al lutto ed alle onoranze funebri che hanno riguardato i 7 cittadini ciclo amatori della città di Lamezia Terme. Voglio anche dire che c’è stata una grande sensibilità esterna nei confronti di questo avvenimento.

In modo particolare il patron del giro d’Italia, dottor Zomegnan, ed il Presidente dei ciclisti calabresi Mimmo Burzomì, si sono mobilitati immediatamente per venire incontro a quelle che erano le richieste di commemorazione di questi sette ciclisti.

In modo particolare il Presidente, il patron del giro d’Italia, il dottore Zomegnan ha dato la disponibilità a dedicare la tappa del giro d’Italia che attraverserà la Calabria nel mese di maggio ai ciclisti di Lamezia con una serie di iniziative da fare all’interno di quella città.

So per certo che anche il Presidente Scopelliti si è mosso in questo senso ed ha chiesto anche al Patron del giro d’Italia di modificare quello che è il circuito attuale del giro d’Italia per consentire al giro di poter attraversare l’intera città di Lamezia Terme.

Nei prossimi giorni formalizzeremo fortemente anche questo tipo di iniziativa per far sì che questi nostri 7 concittadini siano ricordati nel modo migliore.

Voglio anche ribadire il senso di compostezza che c’è stato nella intera città di Lamezia Terme il giorno del funerale ma anche i giorni precedenti e successivi nei confronti di colui che attraverso la responsabilità che ha avuto a suo capo, nel senso che ha provocato l’incidente, questo extracomunitario; i cittadini di Lamezia Terme hanno saputo rispondere in maniera dignitosa e corretta nei confronti di questa persona che ha provocato le sette morti.

Voglio, inoltre, ricordare anche le bellissime parole della vedova di Natalino, di uno delle sette vittime, il signor Bernardi che ha immediatamente perdonato questo automobilista dicendo che questo incidente doveva essere di monito nei confronti di tutta la classe dirigente calabrese per rendere più sicure le strade e per consentire a questi ciclo-amatori della domenica di poter vivere in tranquillità la loro passione.

In questo senso ritengo, Presidente Talarico,  che dovremmo aggiungere nell’ordine del giorno se è possibile all’Anas di mettere in sicurezza la statale 18 per consentire su quella statale di creare una carreggiata per i ciclo-amatori della domenica.

Quella è infatti una di quelle strade calabresi in cui questi ciclo-amatori tutte le domeniche attraversano nell’ottica di un momento di svago in considerazione che la SS 18 dal punto di vista ambientale e panoramico è una delle più belle strade che abbiamo nella nostra Regione.

Se riuscissimo a sollecitare l’Anas a realizzare un progetto di messa in sicurezza e per creare una carreggiata per i cicloamatori,  penso che questo sarebbe un modo anche bello di poter ricordare questi sette morti in Calabria.

Inoltre, vorrei chiedere al Consiglio regionale di poter - nell’ambito di quelli che sono i finanziamenti per il piano dei trasporti – inserire una cifra cospicua per le piste ciclabili. Infatti attraverso la realizzazione delle piste ciclabili si può venire incontro a quelle che sono le esigenze dei nostri ciclo-amatori regionali.

Infine chiedo anche al Presidente Talarico ed al Presidente della Giunta regionale, onorevole Scopelliti,  di non dimenticare le famiglie che hanno avuto queste morti. Di poter trovare il modo di far sì che a queste famiglie possa essere dato un contributo economico, almeno una sottoscrizione che possa fare il Consiglio regionale e la Giunta regionale in modo tale che alle famiglie di questi sette cicloamatori possa essere dato un piccolo contributo per poter aiutare i figli a mantenere quelli che sono i livelli di studio e di vita sociale nella nostra comunità.

Ecco, in questo senso penso che solo così, noi commemorando i sette ciclisti con questi impegni possiamo far sì che siano ricordati dentro l’animo di tutti quanti noi, dentro il nostro cuore come una perdita sì, di 7 calabresi ma anche con un modo per le istituzioni di poter stare vicini quando ci sono questi problemi per poter lavorare affinché le strade calabresi siano rese più sicure ed i nostri concittadini abbiano la possibilità di poter vivere in maniera più tranquilla quelli che sono i loro momenti di hobby o di svago nel contesto della loro vita quotidiana. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Scalzo. Ne ha facoltà.

Antonio SCALZO

Grazie, Presidente, onorevoli colleghi, parlare di questo argomento credo che ci costi soprattutto per come abbiamo vissuto questo momento.

Quella tragica domenica mattina a Lamezia per caso mi trovavo nei paraggi dell’aeroporto, pensavo ad un incidente di quelli che succedono purtroppo quotidianamente ma non pensavamo certamente ad una tragedia così immane.

In quei pochi istanti si è spezzata la vita di tanti amici con i quali abbiamo condiviso anche battaglie sportive, alcuni di loro erano anche impegnati politicamente. Molti impegnati nel sociale, nel volontariato della città di Lamezia Terme.

Insieme ai colleghi del Consiglio regionale, al Presidente Talarico, al collega Magno abbiamo vissuto un dramma in questi giorni. Sono venuti a mancare come dicevo non dei conoscenti ma alcuni di loro anche amici di lunghissima data.

Ma al di là del rapporto personale vorrei sottolineare ancora una volta il ruolo che i lametini, la città di Lamezia Terme ha avuto in questa vicenda. Vedere quelle sette bare allo stadio di Lamezia Terme di fronte ad oltre 10 mila cittadini non era, certo, uno spettacolo edificante. Era un possibile – come spesso accade – momento di tensione e di gesti inconsulti che invece non ci sono stati; anzi abbiamo potuto vedere in questa vicenda come la città abbia dimostrato una grande maturità.

I lametini hanno fatto sì che pur in un momento difficile, per cautela la parte che in questo caso ha causato la tragedia, non fosse presente ai funerali. Ma poi i segnali sono stati incoraggianti e sono stati segnali di perdono, di comprensione e di grande solidarietà.

Credo che in questo momento difficile per Lamezia Terme e per la Calabria sia partito un messaggio nuovo nei confronti del resto d’Italia. Cioè, che c’è un sud dove esiste il perdono e la solidarietà ma c’è un sud, un meridione, una Calabria ed una Lamezia che chiede attenzione al Governo, allo Stato ed alle istituzioni. Perché quel dito puntato contro le istituzioni in quella mattina al campo sportivo ha gelato una comunità intera.

Tutti noi – e credo che chi c’era lo può confermare – abbiamo avuto un brivido di gelo lungo la schiena per le parole pesanti ma anche vere perché è chiaro che alcune cose vanno viste in termini di sicurezza e su un argomento così importante.

Sono d’accordo che dobbiamo senz’altro sollecitare l’Anas e dobbiamo farlo anche rispetto le strade provinciali che in quell’area si intersecano con l’Anas e per quanto riguarda il comune di Lamezia Terme ho visto che già l’amministrazione si è attivata per porre questo all’ordine del giorno, come uno dei punti prioritari di questa amministrazione

E’ uno sforzo che ci deve vedere coinvolti affinché non succedano più cose di questo genere.

Allora ancora una volta io dico che in una vicenda ed in un momento così difficile aver avuto da parte della città di Lamezia Terme dove viviamo un segno di maturità sia uno stimolo a noi che rappresentiamo l’Istituzione a lavorare, a lavorare duro e bene ma è anche pur nel momento difficile un momento di soddisfazione per una città che cresce e che vuole andare avanti.

Io per quanto riguarda la proposta del Presidente Scopelliti ritengo che daremo senz’altro il contributo positivo. Poi il Presidente Talarico in una conferenza dei capigruppo credo possa approfondire ancora meglio questa problematica.

Siamo stati eletti dal popolo calabrese per rappresentarlo al meglio. Qui dobbiamo dare il meglio di noi stessi e su questo, certo c’è ampia convergenza e condivisione di vedute. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Orsomarso. Ne ha facoltà.

Fausto ORSOMARSO

Signor Presidente, la ringrazio. E’ ovvio che anche io mi associo alla solidarietà.

Il perdono è una parola  molto importante e lo lasciamo perché in termini cristiani apparterrà alle famiglie. C’è stata una disattenzione umana, la compostezza con cui i calabresi l’hanno affrontata è un esempio per tutti e il perdono è un’altra cosa. Per questo ci vuole tempo e per questo secondo me neanche si perdona.

Cosa può fare la Regione Calabria e cosa può fare questo Consiglio? Io interrogato dai Presidenti Scopelliti e Talarico nelle ore in cui si costruiva l’ordine del giorno, abbiamo lavorato da subito col dirigente di settore, l’ingegner Pavone, ai trasporti, ed abbiamo indicato , Presidente Talarico, a questo Consiglio la possibilità è ovviamente soprattutto alla valutazione della Giunta di poter deliberare da subito.

Di certo non possiamo utilizzare delle piste ciclabili per far svolgere quello sport in cui drammaticamente hanno perso la vita i corregionali lametini, perché quello sport si fa su strada. Però simbolicamente questo Consiglio può da subito dare al sindaco Speranza ed alla città di Lamezia Terme un contributo simbolico di 400 mila euro che stanno già su un capitolo di bilancio, per cui non c’è necessità di attendere l’approvazione del nuovo bilancio relativo alla mobilità ciclistica.

Per questo basterà una istruttoria preliminare da parte del comune, una delibera o se lo vogliamo Presidente Talarico farlo diventare un atto simbolico attraverso una legge del Consiglio regionale per far sì che l’intero Consiglio possa partecipare a questo atto simbolico. Questo è un modo per ricordare e ricordare degnamente significa far funzionare una serie di istituti che esistono e non sono attivi.

Lo ricordo anche a De Masi che è molto attento su questo. C’è il centro sulla sicurezza stradale che attende la nascita del 1999.

Insieme possiamo essere impegnati, sulla base di questa disgrazia - perché di disgrazia si è trattato – a fare atti formali e sostanziali. E soprattutto quest’atto simbolico potrà decidere la Giunta di deliberarlo o il Consiglio attraverso una legge.

Sono a disposizione per la città di Lamezia Terme, rispetto al capitolo di bilancio, ripeto, già da subito 400 mila euro. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie all’onorevole Orsomarso. Magari poi dal punto di vista tecnico possiamo predisporre un emendamento al prossimo bilancio firmato da tutto il Consiglio regionale alla unanimità per poterlo inserire nel bilancio regionale in modo tale che questa cifra dei 400 mila euro venga destinata a questa iniziativa, alla costruzione di una pista ciclabile nel comune di Lamezia Terme.

Ha chiesto di parlare l’onorevole De Masi. Ne ha facoltà.

Emilio DE MASI

Grazie, Presidente, credo che rispetto alla drammatica vicenda di Lamezia Terme dell’altro giorno le istituzioni abbiano compiuto il loro contingente dovere e la politica in generale abbia esplorato e dato fondo a tutto il suo repertorio di prammatica in termini dialettici e lessicali, esprimendo anche intenzioni che trovo sincere e fondate.

Tuttavia questa situazione, questo eccidio come ho avuto modo di definirlo in una nota stampa - perché di questo si tratta – evoca la grande questione della sicurezza stradale. Non tanto e non solo quella specificamente rivolta alla difficoltà che c’è in Calabria di usare la bicicletta e quindi le consequenziali predisposizioni alla realizzazione di un numero congruo di piste ciclabili, perché anche questa iniziativa se dovesse essere realizzata al di fuori di un adeguato contesto infrastrutturale, rischierebbe di presentare una limitatezza che, in prospettiva, non gioverebbe all’esigenza che sul piano contingente stiamo manifestando.

La grande questione della sicurezza stradale è forse tale dappertutto, ma in Calabria assume contorni, proporzioni e profondità senza eguali nel resto del Paese. E questo vuoi per fatti educativi o se si vuole diseducativi, vuoi per carenze infrastrutturali assai datate, e vuoi, perché no?, anche per un pizzico di negligenza progettuale da parte delle istituzioni in generale a cominciare dal Governo nazionale.

Ringrazio il collega Orsomarso per aver ricordato che sto profondendo un qualche impegno in questa materia. Approfitterei, però, di questa occasione e lo dico soprattutto a lui che da par suo sta anche manifestando nell’espletamento della delega che gli è stata conferita ai trasporti, una specifica attenzione verso questa specifica tematica.

Ma voglio dirlo a questo Consiglio ed al Presidente della Giunta della cui presenza vorrei approfittare oltre che al Presidente del Consiglio: nella quarta Commissione di cui sono componente è in corso di discussione – ma si fa per dire, per molti versi – una proposta di legge che prevede l’istituzione in Calabria del centro di monitoraggio sulla sicurezza stradale.

Non è un organismo privo di senso o senza una qualche capacità di proficuità realizzativa che debba scongiurare o almeno ridimensionare questa proporzione di incidentalità che annovera la Calabria tra i territori maggiormente colpiti.

E’ esattamente un organismo che studia, attraverso l’utilizzazione di strumenti tecnologici all’avanguardia in tempo reale quella che è la condizione di tutto l’apparato stradale ed elabora contestualmente l’indicazione di misure risolutive.

Non solo. Si fa carico di istruire autentiche campagne informative, educative, di divulgazione in questa materia. In particolare rivolta, naturalmente, agli studenti ed ai ragazzi perché è evidente che ogni campagna educativa debba conoscere come entità destinataria in primo luogo i giovani, ai quali va demandato questo ulteriore aggravio di responsabilità verso il futuro che è principalmente loro.

Ora, nella discussione che c’è stata in Commissione e dopo di che da alcune settimane è stata sospesa, in verità alla proposta sono state fatte delle repliche che francamente non trovo del tutto giustificate.

Ovvero Orsomarso che sta, come dicevo, profondendo il suo impegno nell’espletamento di questa delega giudica  questa ambizione di dedicare al centro di monitoraggio sulla sicurezza stradale una specificità legislativa.

Sono andato a verificare la storia di questo organismo ed in tutte le Regioni nelle quali sia stato istituito lo si è fatto essenzialmente ricorrendo all’approvazione di una apposita legge.

Mi sembrerebbe strano che ci dovessimo distinguere in Calabria anche per questa ragione.

Non è il caso, davvero superfluo, di ricordare il prezzo di natura economica, sociale, civile, umana che viene pagato per l’alto tasso di incidentalità che registriamo nella nostra regione. Forse non è superfluo neanche ricordare che il 2010 era l’anno che era stato individuato dalla Unione europea come il culmine entro il quale provvedere alla realizzazione del dimezzamento degli incidenti stradali.

Naturalmente questo non solo non è avvenuto ma in Calabria, in alcuni tratti del territorio regionale, addirittura, questo tasso si è ulteriormente espanso e sviluppato.

Credo che siano dati non allarmistici ma informati ad una percezione vera della realtà che dovrebbero indurre ad un sussulto maggiore l’intero Consiglio regionale ed in particolare gli organismi che al suo interno organizzativo abbiano una capacità propositiva più diretta. Tra questi, naturalmente, c’è la quarta Commissione.

Pertanto io auspico che ci sia un conforto, un sostegno da parte dell’intero Consiglio ed in particolare della Giunta affinché la Commissione riproponga nell’immediato la discussione su questa legge. Tanto più che c’è un precedente nella Calabria che riguarda la provincia di Crotone, all’interno della quale c’è un ufficio che ha ottenuto riconoscimenti internazionali per la sua capacità elaborativa in questa materia.

Quindi, utilizzare e far tesoro di questa esperienza è una cosa possibile immediatamente e davvero sarebbe imperdonabile se non lo facessimo e non lo facessimo subito. Perché se non profondiamo questo tipo di responsabile impegno verso una evocazione drammatica che risiede nell’incidente dell’altro giorno, davvero, rischieremmo tutti insieme di offrire una replica retorica a questo dramma anziché compiere fino in fondo autenticamente il nostro dovere istituzionale.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Bova. Ne ha facoltà.

Giuseppe BOVA

Sulla discussione che ha aperto lei, signor Presidente, come dire?, certo ognuno di noi è rimasto colpito e qualunque persona normale, anche di altre regioni,  credo che sia rimasta colpita per la disgrazia avvenuta qualche giorno fa a Lamezia Terme, tanto è vero che anche i media televisivi l’hanno data come notizia dell’ultima ora e poi come prima notizia.

Sono fatti che colpiscono. D’altronde al di là dello sforzo che noi facciamo nessuno può pensare che tutte le questioni che ci turbano, che ci emozionano possano essere risolte da una legge. Fosse così, ritengo, che molti problemi sarebbero stati già risolti.

Il punto è che la vicenda della vita è legata in molti casi alla casualità. In qualche modo la durata della nostra vita è un mistero. Pertanto, che qui sia stato sottolineato e che si pensa di intervenire rispetto all’amministrazione comunale di Lamezia Terme o quant’altro è uno sforzo lodevole, ma sempre immaginando che ci sono cose che purtroppo vanno ben oltre noi.

Mentre è più normale la discussione introdotta dal Presidente Scopelliti.

Credo che lui, come ognuno di noi, è consapevole che la fisiologia della democrazia non finisce e non comincia con noi. Cioè organizzazioni sindacali, organizzazioni datoriali possono organizzare, ovviamente, le manifestazioni che credono.

Rispetto a noi, ad un codice di comportamento non c’è dubbio che è da condividere la riaffermazione fatta dal Presidente della Regione che le delegazioni che hanno questioni concernenti gli assessorati e le vicende amministrative vanno a Catanzaro.

Una cosa che voglio sottolineare io è che non è che lo scopriamo ora, Presidente Talarico. Ci sono alcuni aspetti che riguardano l’amministrazione, cioè la Giunta e altri aspetti collegati alle leggi, per cui, appunto, non è necessario manifestare.

Il punto, però,  qual è? Ci sono problemi che riguardano il Consiglio e non tutti di diretta emanazione della Giunta. Se ci sono delegazioni che ritengono che alcuni problemi vadano risolti attraverso una legge che non rivendica e non richiede nemmeno un sostegno finanziario, ci deve essere una sede formale.

La sede formale secondo me è la Conferenza dei capigruppo per le cose più rilevanti. Allora il Consiglio lavora bene, poi chi vuole manifestare…, la Giunta incontra e per quanto riguarda il nostro livello anche così facciamo il nostro lavoro.

Senza necessità di dire ogni volta “bianco che più bianco non si può o nuovo che più nuovo non si può”. E’ il buon senso ed ognuno di noi condivide.

Noi siamo uno dei gangli della democrazia istituzionale della Calabria e su quella base nel momento in cui condivido l’impegno a dire: i giorni di seduta di Consiglio – a meno che non cade il mondo – si lavora sul Consiglio e mi sembra normale, dobbiamo poi vedere, la Giunta fa gli incontri che ritiene con chi glieli chiede. Noi rispetto ad iniziative di ordine legislativo creiamoci uno spazio che non è una novità in maniera che tutto possa avvenire in una.

Lo volevo sottolineare perché a volte basta un minimo di esperienza,  insomma non è il caso. Comunque condivido questa impostazione. Volevo mettere un puntino solo per dirci che mica stiamo scoprendo il mondo? Ho terminato.

PRESIDENTE

Gli interventi sono conclusi, pertanto possiamo mettere in votazione l’ordine del giorno proposto dalla Presidenza con le integrazioni proposte dagli onorevoli Magno, Orsomarso e De Masi.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Iniziamo col primo punto all’ordine del giorno che riguarda le interrogazioni a risposta immediata.

Oggi, sostanzialmente, per la prima volta in questa Aula viene inserito questo nuovo strumento detto anche question time. C’è la possibilità da parte dei consiglieri regionali di illustrare la propria domanda alla Giunta regionale nel termine di due minuti. La Giunta regionale avrà a disposizione tre minuti per replicare ed il consigliere che ha proposto l’interrogazione avrà un minuto di tempo per dichiararsi soddisfatto o meno della risposta da parte del Governo.

E’ una novità pertanto iniziamo subito con la prima interrogazione.

(Interruzione)

Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

Presidente, chiedo scusa, intervengo sull’ordine dei lavori. Dopo le interrogazioni a risposta immediata chiedo se si potesse anticipare come discussione in Aula la mozione che riguarda il precariato della sanità.

Siccome è un argomento di grande attualità e lo stesso Governatore ha dimostrato una sensibilità ad affrontare e risolvere il problema, nei limiti del possibile, io penso che questa mozione nel momento in cui viene approvata dall’intera Aula dà al Governatore anche una maggiore forza politica per sostenere determinate tesi a livello romano.

Le chiedo, quindi, se si può discuterne dopo le interrogazioni.

PRESIDENTE

Penso che l’ordine del giorno del Consiglio sia molto snello e rapido, pertanto penso che concluderemo tutto l’ordine del giorno senza nessun problema. Peraltro ci sono anche altre mozioni che riguardano le centrali Enel che sono in discussione.

Direi di seguire l’ordine del giorno così come è organizzato in modo tale da arrivare alla mozione anche con l’impegno da parte del Consiglio che sarà trattata la mozione che lei diceva.

Se andiamo spediti con l’ordine del giorno, secondo me, lo concludiamo anche in termini rapidi. Proseguiamo quindi con l’indicazione. Possiamo iniziare.

Interrogazione numero 55/9^ a risposta immediata di iniziativa del consigliere Imbalzano “In ordine alla funzionalità del porto e per l'acquisizione delle Officine grandi Riparazioni di Saline Joniche

PRESIDENTE

Si passa, pertanto, all’interrogazione a risposta immediata numero 55/9^ di iniziativa del consigliere Imbalzano “In ordine alla funzionalità del porto e per l'acquisizione delle Officine grandi Riparazioni di Saline Joniche di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale e agli assessori alle infrastrutture ai lavori pubblici e alle attività produttive. Per sapere - premesso che:

il processo di industrializzazione dell'area di Saline Ioniche trova gli albori nei primi anni ’70 e rappresenta una parte di quel famigerato “pacchetto Colombo” concesso dal Governo del tempo a seguito dei moti di Reggio;

nonostante l'enorme investimento di 300 miliardi di vecchie lire per costruire lo stabilimento della Liquichimica, l’opera, completata nel 1974, non è mai entrata in funzione, vanificando, a causa della sospetta cancerogenicità delle bioproteine prodotte, la promessa di lavoro per circa mille persone;

all'interno della stessa area venne realizzato un porto che doveva garantire l'accesso a navi, con stazze fino a 40.000 tonnellate, a servizio soprattutto dell'industria in parola;

il medesimo porto, pur essendo la propria imboccatura sottoposta più volte a lavori di dragaggio, nel 2003 ha visto parte del molo di sottoflutto divelto dalle mareggiate;

altresì, che le prospettive delle realtà produttive oggi esistenti e di altre che potrebbero insediarsi dipendono dal ripristino della funzionalità dell'infrastruttura portuale che, in parte, potrebbe accogliere numerose imbarcazioni di diporto, che oggi sono costrette a ormeggiare solo a Porto Rosa nella vicina Sicilia;

infine, che nella stessa area di Saline insiste l'enorme struttura delle Officine di Grandi Riparazioni, mai entrata in funzione, e che, se acquisita dalla Regione e concessa in comodato d'uso alle amministrazioni locali del territorio, potrebbe accogliere decine di insediamenti di piccole e medie imprese artigianali e commerciali dell'area metropolitana dello Stretto -:

se, previo concerto con gli organi tecnici del Comune di Montebello Ionico, che da tempo hanno realizzato studi progettuali in materia, intende realizzare nel breve periodo opere di costo limitato, necessarie per ripristinare la funzionalità del porto, quali il dragaggio per il ripristino dei fondali, la realizzazione di un pennello sentinella esterno alla diga foranea, l'installazione di idrovore (sistema bypass sabbie), il ripristino del sistema d'illuminazione, nonché nel medio periodo le ulteriori opere ritenute necessarie per ridare alla infrastruttura la funzionalità originaria e soprattutto per consentire lo sviluppo del turismo nautico e da diporto nella costa ionica;

se, nell'ambito di un contratto d’area da concertare e da stipulare tra la Regione e i Comuni di questa parte dell'area dello Stretto, non intende attivarsi per acquisire le Officine Grandi Riparazioni che, così come previsto da un protocollo d'intesa stipulato di recente tra il Comune di Reggio Calabria e il Comune di Montebello Ionico, potrebbe consentire l'insediamento a decine di attività artigianali e commerciali della città di Reggio Calabria e di tutta l'area grecanica, con benefici effetti sul fronte produttivo e occupazionale, delineando, in tal modo, una netta inversione di tendenza rispetto all'attuale sottosviluppo di tutto il comprensorio”.

All’onorevole Imbalzano l’onore di battezzare questo nuovo strumento; peraltro è molto bello che si inizi con un consigliere di maggioranza, quasi a voler significare che non è uno strumento che serve solo per le minoranze ma anche per le maggioranze.

Prego, onorevole Imbalzano.

Candeloro IMBALZANO

Grazie Presidente, devo fare – sia pure nei pochi minuti concessi – intanto due premesse.

L’argomento che vado a sottoporre e per il quale ho presentato una interrogazione meriterebbe forse lo strumento della mozione,  tanta è l’importanza che, secondo noi, deve essere annessa al problema dello sviluppo dell’area grecanica.

Poi il dibattito che è stato fatto sulla centrale a carbone ha introdotto una questione di grande importanza sullo sviluppo del basso Ionio, rispetto al quale credo che la Regione non possa più tirarsi indietro per promuoverne lo sviluppo stesso essendo l’area grecanica una delle aree più degradate e più marginalizzate della Regione intera.

Abbiamo scelto questo strumento che riteniamo più agevole, e la ringrazio anche per aver accelerato la possibilità di utilizzare il question time. A dispetto della importanza credo che le risposte immediate da parte della Giunta possano essere non meno importanti rispetto allo strumento della mozione.

Noi abbiamo presentato questa interrogazione agli assessori ai lavori pubblici e alle attività produttive, perché riteniamo che in un momento così particolare l’area grecanica possa e debba essere attenzionata in modo particolare dal Consiglio regionale.

Un’area grecanica sul cui sviluppo si può cominciare a ragionare partendo da due punti fermi.

Il primo riguarda il porto di Saline che a suo tempo è stato costruito per accogliere navi da 40 mila tonnellate di stazza e che è stato abbandonato negli anni anche perché gli eventi calamitosi lo hanno, in qualche modo, ridotto nelle condizioni attuali.

Però il porto di Saline, ripristinandone la funzionalità con interventi tutto sommato modesti sul piano finanziario, può essere uno strumento importante per stimolare quel turismo nautico ma non solo, per essere funzionale agli interessi dei pescatori dell’area e delle attività produttive che oggi vi insistono.

L’altra interrogazione diretta all’assessore alle attività produttive ha un suo retroterra. Un anno e mezzo fa, l’allora Sindaco di Reggio Calabria, oggi Governatore, onorevole Scopelliti ha stipulato un protocollo di intesa con il Sindaco di Montebello con l’intento di acquisire appena possibile, ovviamente da parte della Regione quel monumento allo spreco di risorse di Stato che sono state le Officine Grandi Riparazioni.

Questa è una grande struttura, fino ad oggi inutilizzata, rispetto alla quale credo che sia le associazioni produttive che tanti piccoli e medi imprenditori attendono di poterne utilizzare una parte perché è una struttura che potrebbe essere divisa in 30-40 lotti per essere assegnata a prezzi accessibili o comunque potrebbe essere affittata a prezzi politici agli imprenditori di tutta l’area dello Stretto.

Da questo punto di vista credo che la Regione non possa tirarsi indietro. Noi chiediamo una risposta e intanto a partire da oggi non crediamo che la vicenda si possa, ovviamente, esaurire nella giornata di oggi. Noi non la faremo sicuramente cadere.

Mentre Trenitalia e ferrovie dello Stato hanno messo all’asta – asta andata ripetutamente deserta – questa struttura,  la Regione può e deve fare questo sforzo finanziario tutto sommato modesto per acquisirla in modo da avviare insieme all’utilizzo del porto e al ripristino della sua funzionalità un processo virtuoso di sviluppo in quell’area.

Ovviamente, aggiungerei che non solo questi strumenti, ma credo sia giunto il momento – così come è giusto farlo per altre parti della Regione – che attraverso strumenti diversi utilizzati per altre parti del Paese, per esempio attraverso un contratto d’area o in alternativa un contratto di programma, si possano mettere in piedi i soggetti, enti territoriali, Regioni e Ministero dello sviluppo economico

PRESIDENTE

Iniziamo male, onorevole Imbalzano. La domanda dura due minuti, lei ha già raggiunto i quattro minuti. Le do un altro minuto per concludere altrimenti diventa una mozione non una domanda immediata.

La perdono perché è la prima volta.

Candeloro IMBALZANO

…dobbiamo mettere in moto un meccanismo più celere.

Stavo dicendo che porto e Ogr possono essere i punti di partenza di un processo di sviluppo virtuoso che riguarda l’area grecanica ma che può riguardare anche tutta l’area dello Stretto.

(Interruzione)

Ho già posto le domande.

Però suggerirei e proporrei anche la possibilità di stipulare – come dicevo –, di mettere in piedi o un contratto d’area che coinvolga tutta l’area grecanica ed il basso Ionio oppure un contratto di programma che coinvolga direttamente Regione, enti locali e Ministero dello sviluppo economico. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie all’onorevole Imbalzano. La parola all’assessore Gentile.

Giuseppe GENTILE, assessore alle infrastrutture ed ai lavori pubblici

Sostituisco il collega Caridi che è assente perché sta poco bene. Rispondo perché la parte che riguarda il porto e la portualità è uno dei problemi che bisogna affrontare bene.

Mi pare che già lo avete affrontato e lo state affrontando con il dipartimento dei lavori pubblici.

Per la parte che riguarda lo sviluppo della zona, credo che lì bisogna fare opera di grande recupero. Recuperare ed acquisire tutta l’area di Saline e della zona serve ad immettere in quel territorio una serie di attività produttive che possano aiutare il comprensorio e quindi tutta l’area grecanica a venir fuori da questa situazione di maggiore difficoltà.

Credo che la Giunta che ho l’onore di rappresentare possa assicurare questo. La Giunta è impegnata, comunque, a creare sviluppo e poi in modo particolare in quest’area di questi paesi grecanici, particolare e  che ha bisogno veramente di aiuto.

Devo dar atto al consigliere Imbalzano che si è occupato e preoccupato di questa cosa. Ma per altrettanta onestà devo dire che di questi problemi ero stato investito anche dal consigliere collega Nicolò che illo tempore mi aveva parlato degli aspetti che riguarda il turismo in quel comprensorio.

Credo che lì, comunque, se ne parliamo più diffusamente e più attentamente,  la Giunta regionale possa essere impegnata a trovare la soluzione acquisendo l’area delle ferrovie. E da lì creare, con una forma intelligente di movimento, veramente sviluppo.

Naturalmente per questo c’è bisogno forse di fare – sono d’accordo con il collega ed amico Imbalzano – un contratto di programma in cui tutte le istituzioni compreso il Ministero ed i privati possano creare un discorso di sviluppo.

Questo per la parte che ci riguarda e che riguarda la Giunta. Ma è un discorso che approfondiremo in futuro.

PRESIDENTE

Grazie all’assessore Gentile. La parola all’onorevole Imbalzano.

Candeloro IMBALZANO

Prendo atto, Presidente, con soddisfazione ovviamente della risposta dell’assessore Gentile. D’altronde lui,  nel passato, ha svolto il ruolo di assessore alle attività produttive,  pertanto ha la competenza necessaria per inquadrare subito la questione che riguarda una delle aree più marginalizzate, ripeto, del Paese.

Io ovviamente nel dichiararmi soddisfatto pregherei l’assessore, pregherei il Presidente della Giunta  di  provvedere in tempi rapidi la costituzione di un tavolo tecnico politico. Peraltro per quanto riguarda il porto, assessore Gentile, lei ha la fortuna di avere non solo un valorosissimo dirigente ma un dirigente che è dell’area di Saline che conosce bene la problematica del porto.

Peraltro,  ci siamo anche confrontati e quindi credo che anche questo ci possa agevolare in questo percorso che possa mettere in moto anche per quest’area marginalizzata un processo virtuoso di sviluppo.

PRESIDENTE

Grazie all’onorevole Imbalzano. Sta per arrivare il Presidente Scopelliti.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

In attesa dell’arrivo del Presidente Scopelliti – perché la risposta è la sua – che sta incontrando gli Lsu e gli Lpu io direi di sospendere anche in Aula per cinque minuti la seduta.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Fedele. Ne ha facoltà.

Luigi FEDELE

Presidente, se lei è d’accordo potremmo utilizzare questi due minuti per avviare una Conferenza dei capigruppo al banco perché c’è un argomento che riguarda il bilancio che vorremmo affrontare con i colleghi più che altro sulle date. Così approfittiamo di questi due minuti.

PRESIDENTE

Allora vengano al banco della Presidenza i  capigruppo.

(I capigruppo si recano al banco della Presidenza)

Interrogazione numero 68/9^ di iniziativa del consigliere Giordano “Sulla chiusura del reparto di ostetricia dell'Ospedale di Melito Porto Salvo”

PRESIDENTE

Riprendiamo i lavori. Si passa alla interrogazione a risposta immediata numero 68/9^ di iniziativa del consigliere Giordano, recante: “Sulla chiusura del reparto di ostetricia dell’Ospedale di Melito Porto Salvo” di cui do lettura “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

nell'ambito del piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario, con decreto n. 18 del 22 ottobre 2010 è stato approvato il piano di riordino delle tre reti assistenziali, ovvero il riordino della rete ospedaliera, della rete emergenza-urgenza e della rete territoriale;

nell'allegato concernente il riordino della rete ospedaliera viene prevista la chiusura delle strutture che non garantiscono almeno 500 parti annui;

che, pertanto, alla luce di tale indicazione il reparto di ostetricia dell'ospedale di Melito P.S. (RC) rientra fra le strutture destinate alla cessazione dell'attività;

tale scelta è da considerarsi errata e conseguenza di una asettica e automatica applicazione delle linee guida nazionali (fra l'altro non ancora approvate) che, come specificato dallo stesso ministro della Salute, in sede di applicazione dovranno tener conto delle specifiche realtà territoriali;

la decisione del Commissario non tiene assolutamente in conto la tradizione secolare di prestigio e di eccellenza del reparto di ostetricia dell’ospedale melitese, il quale garantisce ogni anno circa quattrocento parti, nel rispetto della media nazionale richiesta per i parti cesarei, ed è dotato degli essenziali standard di qualità previsti dalle linee guida nazionali e più precisamente:

a) guardia ostetrica attiva 24/24 ore con medici in numero adeguato per affrontare le urgenze;

b) assistenza pediatrica neonatale 24/24 ore;

c) analgesia epidurale 24/24ore;

d) diagnostica per immagini, laboratorio d'urgenza ed emostrasfusionale 24/24 ore;

dal punto di vista territoriale e logistico il reparto di ostetricia risponde alle esigenze di un vasto territorio che comprende numerosi centri dell'area grecanica e altri comuni limitrofi e la chiusura dello stesso porrebbe seri problemi in termini di garanzia dei livelli essenziali di assistenza, tenuto conto della notevole distanza di alcuni paesi come Roccaforte del Greco, Palizzi, Bova, San Lorenzo ecc. rispetto ai servizi di ostetricia più prossimi (Reggio e Locri);

appare, quindi, illogica e irrazionale la decisione maturata di chiusura immediata del reparto del nosocomio melitese, anche alla luce delle recenti dichiarazioni del ministro Fazio che ha evidenziato la necessità, nell'applicazione delle linee guida, di un’attenta programmazione, anche dal punto di vista temporale, sulla base delle realtà territoriali di riferimento;

al contrario, si desume dal piano di riordino una salvaguardia, a discapito delle strutture pubbliche, delle strutture private il cui unico merito sarebbe quello di superare i 500 parti l'anno, pur in assenza di quei supporti di qualità, presenti nel nosocomio melitese, che, al contrario, dovrebbero rappresentare i criteri fondamentali per determinare il mantenimento o la chiusura del servizio -:

se risponde al vero che a partire dal 10 dicembre 2010 il reparto di ostetricia dell'ospedale di Melito P.S. cesserà la propria attività come punti nascita;

in caso affermativo, non sia il caso, alla luce di quanto specificato in premessa, sospendere il provvedimento di chiusura e attivare un tavolo di concertazione con i sindaci dell'area, le rappresentanze sindacali, la classe medica al fine di valutare, nel rispetto della legislazione vigente, la possibilità di preservare e potenziare il reparto di ostetricia dell'ospedale melitese”.

La parola all’onorevole Giordano. Risponderà poi il Presidente della Giunta regionale, onorevole Scopelliti.

Giuseppe GIORDANO

Grazie onorevole Presidente, se il Governatore ci ascolta cercherò di essere pure breve nell’esposizione dato che è anche un argomento che ha impegnato diffusamente il dibattito di questi giorni.

L’onorevole Governatore nella sua qualità di commissario per l’attuazione del piano di rientro…

PRESIDENTE

Onorevole Presidente Scopelliti, ascolti la domanda dell’onorevole Giordano.

Giuseppe GIORDANO

…dicevo che l’onorevole Governatore nella sua qualità di commissario ha emanato, tra l’altro, due decreti il 18 e il 22 ottobre riguardanti il piano di riordino delle tre reti assistenziali: il riordino della rete ospedaliera, della rete di emergenza e urgenza e della rete territoriale.

Nell’allegato del riordino della rete ospedaliera veniva prevista la chiusura delle strutture che non garantiscono 500 parti annui e mi riferisco ai punti nascita.

Pertanto questa misura andava a colpire parecchie realtà del territorio regionale.

Con successivo decreto del 18 novembre, il 26, veniva posta in essere l’immediata disattivazione a far data dal 10 dicembre di tutta una serie di strutture che poc’anzi ho ricordato, tra le quali quella di Melito Porto Salvo.

Premettendo che la struttura sanitaria dell’ospedale di Melito Porto Salvo è stata sempre definita come una struttura di eccellenza per quanto riguarda il punto nascita, , voglio ricordare al Governatore che  nella tabella che accompagna il decreto vi è, peraltro, indicato un numero di parti che non è certamente corrispondente alla realtà fotografando il numero dell’anno 2008. 

Nelle linee guida del Ministero della salute a livello nazionale tra gli altri l’indice dei 500 parti sotto la quale soglia dovrebbe non essere individuata più l’appropriatezza e l’affidabilità,  è un indice che è posto dalle vecchie linee guida.

Per le nuove linee guida che sono in discussione in conferenza Stato-Regioni, viene lasciato uno spazio di decisione rispetto al contesto e ad altri elementi, ad altri fattori che possono generare, comunque, l’affidabilità dei punti nascita.

E’ una evidente scelta politica quella della disattivazione del punto nascita di Melito Porto Salvo giacché se fosse in automatico l’applicazione del parametro dei 500, un’altra struttura, quella di Soverato andrebbe, automaticamente, disattivata.

Peraltro,  il far riferimento al piano di rientro ed alla delibera della Giunta regionale del dicembre 2009, non trova coerenza giacché il decreto che il Governatore ha emanato a novembre costituirebbe un atto di riordino e di analisi dei punti nascita regionali.

Non è possibile, quindi, invocare il parametro. Comunque a garantire l’appropriatezza dei punti nascita nelle strutture, nelle stesse linee guida nazionali va tenuta in considerazione la presenza della Guardia medica ostetrica attiva 24 ore su 24. L’assistenza pediatrica neonatale attiva 24 ore su 24, l’analgesia neonatale attiva 24 ore su 24, così come l’analgesia epidurale e la diagnostica con i laboratori d’urgenza emotrasfusionale.

Tutti punti che nell’ospedale di Melito sono funzionanti e sono veramente una eccellenza,  non dimenticando anche il contesto territoriale che riguarda l’area grecanica che veniva indicata per altri motivi poc’anzi. Un’area che ha un bacino notevole, un afflusso notevole, un’area che è marginale dal punto di vista logistico e dei trasporti, un’area delicata.

Allora non si comprende perché salvare dal provvedimento alcune realtà disattivando la realtà del melitese che, peraltro, andrebbe ad incidere e come possibile punto per la nascita nelle strutture di Reggio Calabria e Locri oppure nelle strutture private.

Allora vorremmo capire se questa non sia invece una decisione di andare a vantaggio della ospedalità privata.

PRESIDENTE

Onorevole Giordano, rapido…

Giuseppe GIORDANO

Allora vorremmo capire e concludo, alla luce delle iniziative del dibattito attuale, dell’intervento dei sindaci, dell’intervento della terza Commissione che si è espressa alla unanimità se il Governatore intende confermare l’assunto del decreto o se intende come, peraltro, la Commissione ha chiesto, una proroga, un differimento dei termini per poter monitorare compiutamente e per poter decidere in tutta serenità costituendo un vero atto di riordino dei punti nascita come dalle linee nazionali e come una sanità che funzioni dovrebbe garantire. Grazie.

PRESIDENTE

La parola al Presidente Scopelliti per la risposta.

Giuseppe SCOPELLITI, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente, io rispondo immediatamente alla interrogazione del collega Giordano. Non prima, però, di aver evidenziato che all’interno di questa sua interrogazione emergono tutta una serie di inesattezze che vengono riportate.

La prima è che forse lui disconosce il fatto che dentro il piano di rientro fatto dal centro-sinistra, quindi dal Presidente precedente, vi era questo tipo di indirizzo: che entro il 15 novembre del 2010 dovevano essere chiusi i punti nascita per parti naturali.

Quindi un primo provvedimento. Era questo in sintesi il piano di rientro.

Io capisco un problema ed alzo le mani di fronte ad una responsabilità enorme. Mi rendo conto – e qualche consigliere regionale lo sa molto bene – che la stragrande maggioranza dei consiglieri regionali della precedente legislatura non conosce  il piano di rientro.

Quindi questa cosa è un fatto che io cerco e posso cercare di sforzarmi per andare incontro per evidenziare e per documentare agli uffici che non conoscono quel tipo di piano di rientro che era stato fatto. Comunque questo era un provvedimento già rientrante in quel tipo di azione,  concordata col Governo e con i Ministeri competenti.

Entro il 31 dicembre era previsto questo tipo di risposta. Il 15 novembre c’è stato già un primo passaggio, il 31 dicembre la chiusura di queste realtà.

Dopo di che tutto quello che viene detto sarà sicuramente vero,  però da una parte abbiamo il problema orografico, dall’altra quello delle aree ancora più interne e quindi maggiori problematiche.

Penso che quando un ministro fa un provvedimento,  è chiaro che si rende conto delle difficoltà a cui si va incontro.

Credo, intanto, di poter dire che il Presidente dell’Ordine dei ginecologi ha approvato il piano proposto dal ministro Fazio – questo l’ho scoperto su Internet -; che i Presidenti competenti anche ai vari livelli degli ordini, della categoria dell’associazione abbiano dato i pareri positivi.

Ma qui, quello che la politica deve riuscire a comprendere e forse non ha compreso è che vi state attardando troppo a fare populismo e demagogia.

Ci vuole concretezza per risollevare la sanità. Ogni qualvolta si annuncia un provvedimento nasce il fermento popolare, nasce l’occupazione, nasce la situazione in cui si tende a creare disagio e quindi a creare con i cittadini un momento di vicinanza che poi è strumentale perché, purtroppo, ci troviamo in una situazione in cui la sanità – vuoi 10 o 15 anni fa, vuoi 5 anni fa – è stata portata a una situazione drammatica in Calabria. Mi sembra chiaro ed evidente.

Ieri sono stato a Cosenza, c’era anche il Presidente dell’ordine di Catanzaro e sono stato garbatissimo perché avrei potuto raccontare, caro Presidente, che a Cosenza la sanità è stata utilizzata per fare le liste per le provinciali. O non vi risulta? E poi forse potevo andare un po’ più avanti e dire “guardate che qui poi… andate a vedere chi si è candidato o se è diventato primario”.

Avrei potuto infierire. Ma penso che oggi, al di là della demagogia di tanti e della concretezza di pochi, sia molto importante, invece, essere concreti.

Sono andato a Melito Porto Salvo a spiegare come funziona il sistema. Ho affrontato la platea dei cittadini che erano anche piuttosto arrabbiati ed ho spiegato attentamente quali sono le situazioni che si muovono.

Intanto, ho apprezzato che un consigliere provinciale, non so chi fosse, abbia detto: di che cosa state parlando? Qui a Melito Porto Salvo avete avuto sempre rappresentanti di spicco della politica melitese che abitano qua, che sono stati qua, che hanno fatto politica e che sono stati coinvolti in più legislature, in più impegni e questo è sempre un ospedale che sta naufragando.

Ed è la verità. Prendo atto che quella sia stata una considerazione appropriata.

Tra l’altro dico al consigliere Giordano: ma di che cosa state parlando? Nel piano di rientro presentato e sottoscritto il 19 dicembre l’ospedale di Melito Porto Salvo era un ospedale chiuso, riconvertito? Di cosa stiamo parlando? L’ospedale di Melito Porto Salvo non doveva più esistere, ma esiste perché mi sono assunto la responsabilità di creare, di individuare in quell’ospedale un ospedale strategico per una serie di vicende che ho conosciuto da cittadino e che conosco come cittadino, per le emergenze di quella parte di territorio, in cui abbiamo visto morire centinaia di persone sulla statale 106 perché non c’è stato mai un ospedale adeguato, in quanto i due ospedali sono più lontani.

Automaticamente ho detto: l’impegno non è quello di salvaguardare e tutelare l’ospedale rispetto a delle unità operative che non servono, solo per salvare alcune professionalità che devono essere garantite.

Dobbiamo creare una struttura che, soprattutto nel campo traumatologico, quindi di un incidente legato ai grandi traumi, diventi un riferimento per il cittadino.

Questo è l’impegno che abbiamo assunto e non l’abbiamo salvaguardo perché Melito Porto Salvo è in provincia di Reggio Calabria o perché il Presidente è della provincia di Reggio Calabria. No, l’abbiamo salvaguardato per la funzione strategica che può assolvere proprio perché può essere un ospedale che può offrire un primo soccorso importante agli utenti di quella parte di territorio che magari subiscono incidenti eh hanno problemi.

Poi, su questo ho invitato anche il Sindaco che è stato garbato, gli amministratori, a venire a discutere a Catanzaro per vedere come affrontare in prospettiva questo strumento dell’ospedale generale di Melito Porto Salvo.

Va chiarita una cosa che forse tanti non hanno percepito bene: l’unità operativa rimane. Rimangono i medici e tutti i professionisti.

La partoriente, cioè colei che deve partorire, va all’ospedale di Melito Porto Salvo, viene seguita da uno dei medici, dai ginecologi, dall’ostetrica di competenza fino a 2 giorni prima di partorire. Dopo di che va a partorire in un ospedale diverso.

Quindi ha tutto l’iter, tutti i tracciati, tutti i percorsi vengono fatti naturalmente. Solo la parte terminale per quanto riguarda i parti naturali viene fatta in ospedale che può essere quello di Reggio Calabria, di Locri, o una clinica privata a scelta dell’utente.

Ma una cosa va chiarita: l’altra sera nella manifestazione tante persone dicevano “ma se accade un problema di un parto di urgenza, se uno si sente male, deve partorire e arrivare a Reggio Calabria” non è vero perché può partorire in questi casi di urgenza presso l’ospedale di Melito.

Pertanto il problema dell’emergenza sotto questo punto di vista è risolto, automaticamente così com’è per Melito è per San Giovanni in Fiore e così come è per San Giovanni in Fiore è per Acri.

Addirittura ad Acri avevamo avuto l’occupazione da parte di cittadini, ovviamente fomentati ad occupare l’ospedale. Quando è venuto il Sindaco di Acri insieme a tre primari è stato spiegato loro che era prevista una forma di integrazione funzionale e che avremmo, comunque, garantito questo tipo di opportunità.

Hanno dichiarato che per la prima volta un Presidente li ascoltati per un’ora ed un quarto. Se ne sono andati, hanno sciolto l’occupazione, se ne sono tornati a casa e mi dice il Sindaco - che ho sentito telefonicamente - che erano tutti felici e contenti.

Penso che alla cattiva informazione, che a volte arriva per nostra carenza di comunicazione, si alimenti la polemica politica che molti interpretano come messaggio importante da trasmettere al cittadino.

Tutto questo, secondo me, non aiuta la crescita della Calabria sul terreno della sanità.

Credo che chi ha fatto sanità in Calabria, chi è medico in Calabria non abbia titolo a parlare.

Di questo chiedo scusa al Presidente dell’ordine dei medici. I guasti vengono anche da questo tipo di problema perché probabilmente c’è stato il tempo per salvare la sanità attraverso le figure e le competenze. Non penso che oggi ci vogliano per forza dei grandi professoroni per cercare di risollevare la sanità.

Comunque, probabilmente, c’è una visione distorta del sistema sanità, e quello che uno ha vissuto per 30 anni, magari attraverso la propria professione, pensa che sia il miglior sistema. Perché, comunque, la responsabilità non è solo della politica ma parte dal basso e va verso il vertice.

La politica deve dare gli indirizzi, ma chi fa il medico - se registra condizioni di difficoltà – è dotato degli strumenti per cercare di intervenire attraverso le azioni dei vari sindacati, dei vari rappresentanti, dei vari ordini e delle varie organizzazioni su cui magari fa riferimento.

E’ un problema. La sanità è servita in Calabria a tutti. Ha avvantaggiato tutti, tanto pagava lo Stato e quando poi non ha pagato più lo Stato pagavano i cittadini.

Oggi bisogna fare una scelta: se stare dalla parte di chi vuol tutelare un nuovo percorso o se si vuole stare dalla parte opposta, dove purtroppo oggi vedo la ‘ndrangheta con i suoi interessi. L’Asp di Vibo è una testimonianza chiara indipendentemente da quello che dice l’ex Presidente Loiero.

E’ la competenza che va dal 2005 al 2010. Ma questo non vuol dire che c’è una responsabilità diretta e personale della politica. No, vuol dire che purtroppo il sistema è talmente incancrenito che indipendentemente da tutto, di chi c’è come manager o meno, non si ha la possibilità di incidervi perché c’è una metastasi sul territorio. Questo è il problema vero.

Non è che se va il manager stravolge i meccanismi, va a cercare ma deve avere pure il tempo di costruire un meccanismo virtuoso.

Nel frattempo c’è gente che ha rapporti con gli affaristi, con le lobbies, con i poteri criminali in alcune circostanze. Il Governo sicuramente andrà a commissariare nei prossimi giorni l’Asp di Vibo Valentia.

Questo è il problema vero e la politica quando fa una battaglia all’indirizzo di cambiamento che stiamo cercando di dare, giusto o sbagliato che sia di cambiamento si tratta, si assume una grande responsabilità.

Catalogo da una parte quelli che vogliono cambiare e dall’altra quelli che non vogliono cambiare. Per me se uno è affarista, se uno è politico, se uno è mafioso o un’altra cosa posso fare una distinzione ma sta comunque contro questo percorso.

Ecco perché più volte ho detto ai colleghi: cerchiamo di misurarci e confrontarci sui temi veri, dei problemi veri.

Domani - dicevo ai colleghi di Italia dei valori – andrò al loro convegno a Cosenza, per parlare. E’ bello potersi parlare, voi esponente le vostre teorie e le vostre tesi. Io vengo con le carte e vi espongo come stanno i fatti secondo la mia verità e secondo quello che c’è scritto, ma almeno parliamo di politica, altrimenti qui parliamo solo di accuse, di denigrazioni.

“Scopelliti vuole chiudere il punto nascita”. Non voglio chiudere il punto nascita, io non l’avrei mai chiuso. Però c’è in campo il rischio clinico, c’è in campo un decreto fatto dal ministro che dice che sotto i 500 parti bisogna chiudere i punti nascita.

Non credo che l’ospedale di Melito Porto Salvo abbia tutta questa difficoltà a raggiungere con un giorno di anticipo il parto che una signora deve fare e altre cose. Credo che sia nell’ottica della razionalizzazione ma soprattutto della messa in sicurezza.

Perché non è vero che sono solo 500 parti, perché non è escluso che tra uno o due anni ci troveremo di fronte ad una scelta diversa che farà il Governo e che è stata annunciata secondo la quale bisogna avere almeno mille parti per avere un punto nascita attivo e sicuro.

Quindi di cosa stiamo parlando? Di una cosa che comunque va in questa direzione. Abbiamo tenuto in vita Soverato che fa 484 parti? Non mi sembra che Soverato per i 16 parti per cui non arriva a 500 debba essere scartato. Melito Porto Salvo per noi raggiunge i 300 parti, i tecnici che ci forniscono i dati dicono 380 ma sono molto lontani dai 500.

Non è vero neanche che noi abbiamo – come spesso qualcuno tenta di sostenere – sostenuto le cliniche private. Basta vedere cosa accade a Cosenza, cosa accade a Lamezia Terme e il Presidente Talarico lo sa molto bene, a Lamezia Terme anche le strutture private verranno riconvertite sotto questo punto di vista. Verrà chiuso il punto nascita.

Non è vero che noi – come è scritto nella interrogazione – abbiamo tutelato  i privati a scapito del pubblico.

Noi abbiamo solo preso i dati forniti dai vari direttori sanitari di presidio o di competenza ed abbiamo fatto la verifica rispetto a quelle che sono le cifre ed i numeri ed abbiamo detto: questo è così, quest’altro è così, va chiuso ed il punto nascita va chiuso.

Questo è soltanto l’impegno che noi abbiamo portato avanti.

Dopo di che, ribadisco che dentro il Piano di rientro, ancor prima di questo provvedimento, era ricompreso un impegno da parte della Regione su questo versante.

Andatevelo a leggere, scadenza 15 novembre 2010, scadenza 31 dicembre 2010.

E’ un invito, l’ennesimo - per carità, poi ognuno può far politica come vuole – ma è veramente assurdo Presidente che…

(Interruzione)

Lei mi fa parlare ma io non conosco i tempi…

(Interruzione)

Quanto è il massimo? Tre minuti.

Allora per la prossima risposta parlerò un minuto.

Concludo per dire: andate in giro per gli ospedali di montagna. Quando volete vi  facciamo vedere le slide ed i documenti di Age.Na.S. che dimostrano come gli ospedali di montagna - che io in qualità di commissario ho recuperato alla causa come ospedali - nel vostro piano presentato da Age.Na.S. al sottoscritto, a fine maggio, c’era scritto che 24 erano gli ospedali che andavano riconvertiti.

Mi domando: se 24 erano da riconvertire su 36 e noi ne abbiamo riconvertiti solo 18 quali erano gli altri sei? Pensate che veramente Acri, San Giovanni in Fiore, Soveria e Serra San Bruno fossero ospedali che avevate salvato? No, voi li avevate fatti diventare case della salute mentre io li ho fatti diventare ospedali di montagna. E saranno ospedali che rischiano di mantenere le stesse attività che hanno.

(Interruzione)

Sì, va bene, il problema…

(Interruzione)

Non è così? Io sono convinto che voi diciate così. Peccato che il vero problema di fondo è che nella vostra cultura in termini di conoscenza degli atti siate completamente all’oscuro perché vi hanno fatto un piano di rientro che neanche conoscevate. Questa è la sacrosanta verità.

Voi avete un piano di rientro che ha sottoscritto per voi il vecchio Presidente, un documento che neanche conoscevate e di cui ignoravate i contenuti.

Questa è la mia verità. Quando volete possiamo organizzare al più presto un convegno, porteremo i tecnici di Age.Na.S. che non ho scelto io ma c’erano già e ci sono oggi, e diranno loro se non è vero che avevano previsto 24 chiusure, 24 riconversioni su 36. Automaticamente gli ospedali di montagna oggi sarebbero stati punti di primo intervento, case della salute, non ospedali.

PRESIDENTE

Grazie al Presidente Scopelliti. Ha facoltà di intervenire un minuto per dire se si è d’accordo o se non lo si è, l’onorevole Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Un secondo in più perché vanno argomentate e va fatto un po’ di ordine anche rispetto alla risposta dell’onorevole Scopelliti.

Intanto, per quanto riguarda il Piano di rientro è bene sia chiaro a tutti che l’indirizzo della disattivazione in automatico doveva scattare nella ipotesi in cui non veniva realizzato un riordino che lei con il decreto 26, invece, avrebbe realizzato.

Un riordino che doveva essere incentrato soprattutto sull’efficienza e sulla garanzia dei livelli assistenziali minimi e sul rischio clinico.

E’ sul rischio clinico che si gioca la partita. Mi deve spiegare perché dovrebbe funzionare il reparto se la partoriente arrivando all’ora precedente il parto deve andare in un’altra struttura nella condizione in cui è conclamato che Melito è una delle realtà con il più basso rischio clinico.

Se la tabella che è stata allegata al decreto è valida, come non è valida certamente per quanto riguarda il numero dei parti che non sono i 288 dell’anno 2008 - e bisognerebbe indagare perché nel 2008 è sceso l’indice di presenza nell’ospedale di Melito piuttosto che in altri anni, piuttosto che con lo stesso anno in corso in cui è prossimo ai 400 - non bisogna fare demagogia ma bisogna dire che certamente non è una scelta tecnica, non deriva dall’applicazione del Piano di rientro ed è una scelta politica quella di chiudere, perché significa pian piano disattivare.

Pian piano significa togliere la gamba sana all’ospedale. Allora, che senso ha lasciare l’ospedale, come lei ha detto, nel piano di riordino, garantire l’esistenza dell’ospedale di Melito Porto Salvo quando si toglie un reparto di eccellenza che ha garantito alti e qualificati livelli di prestazione?

Su questo e per queste motivazioni mi dichiaro profondamente insoddisfatto anche per le contraddizioni che sono venute fuori nella sua risposta.

Interrogazione numero 69/9^ di iniziativa del consigliere Giordano “Sulla mancata previsione dell'utilizzo e valorizzazione del personale medico interessato alla chiusura a riconversione delle strutture ospedaliere nell'ambito del Piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario”

PRESIDENTE

Si passa adesso all’altra interrogazione a risposta immediata, numero 69/9^ di iniziativa del consigliere Giordano “Sulla mancata previsione dell’utilizzo e valorizzazione del personale medico interessato alla chiusura a riconversione delle strutture ospedaliere nell’ambito del Piano di rientro dai disavanzi del settori sanitario” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

nell'ambito del piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario, con decreto n. 18 del 22 ottobre 2010 è stato approvato il piano di riordino delle tre reti assistenziali, ovvero il riordino della rete ospedaliera, della rete emergenza-urgenza e della rete territoriale;

nei relativi allegati facenti parte del suddetto decreto viene preso in esame il riassetto del Ssr con la previsione del processo di riconversione di diverse strutture ospedaliere;

è prevista la gestione del processo di riconversione da parte di un apposito gruppo operativo costituito in ogni azienda secondo le direttive di uno specifico e successivo decreto del commissario ad acta;

viene stabilito che al riordino della rete ospedaliera privata accreditata si procederà con successivo provvedimento;

altresì, al riordino della rete laboratoristica pubblica e privata si procederà con successivo provvedimento;

dalla lettura del decreto n. 18 non si evince alcuna previsione in ordine alla futura utilizzazione del personale medico operante all'interno delle strutture da chiudere o riconvertire;

tale omessa previsione rischia di creare una situazione di stallo che non permette di programmare un efficace riutilizzo del personale medico che ha accumulato negli anni una notevole esperienza professionale;

addirittura, in assenza di un piano programmatico si può ipotizzare il rischio che diverse figure professionali, in mancanza di una loro valorizzazione e mantenimento nei ruoli apicali che rivestivano nelle strutture originarie, possano abbandonare la sanità pubblica a favore di quella privata determinando così un abbassamento della qualità dei servizi erogati -:

se nell'ambito degli interventi afferenti la riorganizzazione ospedaliera è stata prevista la riutilizzazione, la valorizzazione del personale medico inquadrato nelle strutture ospedaliere per le quali è prevista la riconversione e/o la chiusura;

se, in caso contrario, al fine di non disperdere le professionalità acquisite, non sia il caso di predisporre un decreto o provvedimento specifico che affronti in modo sistematico l'inquadramento del personale medico.”

Onorevole Censore, non è un dibattito politico, non è una mozione, non è una interpellanza. E’ una risposta immediata. Il consigliere pone una domanda, il Presidente risponde, punto. E’ finita qualsiasi tipo di discussione.

L’unica eccezione che stiamo facendo è di qualche minuto in più per la delicatezza e l’importanza dell’argomento. Quindi abbiamo dato qualche minuto in più anche perché ci sono solo tre interrogazioni a risposta immediata.

Siccome il Regolamento prevede che noi dedichiamo un’ora prima del Consiglio alle interrogazioni, per questa volta è andata come è andata, la prossima volta saranno due minuti cronometrati. Tre minuti da parte del Presidente ed un minuto la risposta. Non ci saranno eccezioni.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.

Faccia il battesimo con due minuti, onorevole Giordano, perché sarà accolto in maniera positiva dall’intero Consiglio.

Se lei riesce a parlare in due minuti il Presidente risponderà in tre minuti e lei risponde con un altro minuto.

Giuseppe GIORDANO

Mi sono preso nella risposta un minuto e mezzo perché volevo argomentare il livello di insoddisfazione.

Cercherò ora di essere sintetico. Questa interrogazione vuol fare chiarezza sul provvedimento di riordino della rete ospedaliera, delle reti di emergenza-urgenza territoriale previste nel decreto 18 del 22 ottobre.

E’ prevista la gestione del processo di riconversione da parte di un apposito gruppo operativo costituito in ogni azienda secondo le direttive di uno specifico e successivo decreto del commissario ad acta.

Viene stabilito che al riordino della rete ospedaliera privata accreditata si procederà invece con successivo provvedimento. Altresì, al riordino della rete dei laboratori pubblici e privati si procederà con altro successivo provvedimento.

Dalla lettura del decreto 18 non si evince alcuna previsione in ordine alla futura utilizzazione del personale medico operante all’interno delle strutture da chiudere o da riconvertire. Tale omessa previsione rischia di creare una situazione di stallo che non permette di programmare un efficace riutilizzo, una efficace valorizzazione del personale medico che ha accumulato negli anni una notevole esperienza professionale.

Addirittura, in assenza di un piano programmatico si può ipotizzare il rischio che diverse figure professionali in mancanza di una loro valorizzazione specifica e del mantenimento dei ruoli consolidati che rivestivano nelle strutture pubbliche possono, addirittura, abbandonare la sanità pubblica a favore di quella privata determinando un abbassamento della qualità del servizio della sanità pubblica.

Chiedo allora al Governatore di sapere se nell’ambito di questi interventi di riorganizzazione ospedaliera è stata prevista la riutilizzazione e la valorizzazione del personale medico inquadrato nelle strutture ospedaliere per le quali era prevista la riconversione o la chiusura. E se in caso contrario, al fine di non disperdere queste professionalità acquisite, non sia il caso di predisporre un decreto o comunque un provvedimento specifico che affronti in modo sistematico l’inquadramento del personale con criteri certamente oggettivi e facilmente riscontrabili.

PRESIDENTE

La parola per tre minuti al Presidente Scopelliti.

Giuseppe SCOPELLITI, Presidente della Giunta regionale

Presidente, anche meno di tre minuti.

Noi recentemente ai sensi del Piano di rientro, come ufficio del commissario, abbiamo sottoscritto con i sindacati l’accordo per quanto riguarda la riorganizzazione legata alla riutilizzazione e alla valorizzazione del personale medico, tutto il personale, ovviamente.

Abbiamo sottoscritto questo accordo. Secondo il piano una buona parte di questi professionisti saranno mantenuti nei siti in cui avverrà la riconversione in punti di primo intervento, quindi alle strutture che resteranno in loco.

Una parte, che credo sia un numero non superiore a 900 persone, verranno riallocate tutte quante nelle strutture ospedaliere che necessitano ovviamente di personale e, chiaramente, nelle strutture più vicine, quelle in cui c’è la necessità di aggregare una professionalità.

Non è, quindi, a rischio nessun posto di lavoro, per quanto riguarda ogni dipendente. Si va verso quelle realtà che diventano anche sul piano professionale più utili.

E qui tornerei a parlare di merito.

Se noi diciamo che 380 interventi rappresentano l’eccellenza io mi metto le mani nei capelli perché dico che siamo rovinati, Presidente.

Cioè se tagliamo i 380 interventi e diciamo che quella è una eccellenza vuol dire che gli altri reparti fanno forse 50 o 100 interventi. Quindi di cosa stiamo parlando? Eviterei di parlare di eccellenza perché quando si parla di eccellenza si parla di 1.600-2000 interventi e quindi non possiamo neanche considerare quello che erano gli ospedali 15 anni fa.

L’ospedale di Melito Porto Salvo è vero, nell’86, registrava 1.200 parti. Però sono passati 24 anni dall’86 ad oggi ed il mondo è cambiato. Siamo nel terzo millennio, abbiamo di fronte a noi un nuovo secolo, dobbiamo guardare a quelle che sono le situazioni attuali e quindi dobbiamo governare la situazione che è in essere.

Anche lo stesso personale viene salvaguardato, tutelato e garantito. Magari chi fa 200-300 interventi di appendicite l’anno - e qui la interpello come Presidente - una cosa è fare 300 appendiciti e una cosa è sapere di essere aggregati ad uno Spoke o ad un Hub dove non fai soltanto 300 interventi di appendicite l’anno ma magari fai 1.500 interventi e tra questi 300 ci sono quelli di appendicite e gli altri 1.200 sono più complessi. Questo aiuta anche alla crescita professionale di tanti professionisti che, purtroppo, negli ospedali minori si sono trovati in una situazione di difficoltà, per non avere gli strumenti necessari per fare di più e meglio. Negli ospedali più grandi, invece, possono mettere in campo le loro conoscenze, i loro studi per arricchire di contenuti e di risposte agli utenti quella che è la propria professionalità.

Spero che questa volta il consigliere Giordano sia rimasto soddisfatto dalla risposta, Presidente.

PRESIDENTE

Vediamo. Prego, onorevole Giordano. Dica una volta “sì, va bene, sono rimasto soddisfatto”.

Giuseppe GIORDANO

Voglio ringraziarla per aver inaugurato il question time e sarò ora rapidissimo nel dire perché non mi posso ritenere soddisfatto.

Pur prendendo atto che c’è la volontà, il Governatore fa una manifestazione di volontà, non comprendiamo come si arrivi al riutilizzo ed alla valorizzazione del personale. Io dico: Governatore, bisogna valorizzare, ci sono alte professionalità in tutta la realtà calabrese, non è vero che la sanità è tutta da cestinare.

Come? Con quali criteri oggettivi lei pensa di ricollocare in altre strutture? Ha detto, addirittura, che si potrebbe prevedere il mantenimento con ruoli apicali di primariato, rivolgendosi al Presidente dell’ordine dei medici.

Certamente non sono un tecnico della sanità, ma come si fa a dire: manteniamo nei ruoli i primari laddove i reparti sono chiusi? Ho qualche difficoltà nel comprendere questo.

Credo, invece, che ci sia la necessità, Governatore, di fare un provvedimento, un decreto affinché ci sia attraverso un sistema, un approccio sistemico con una griglia di valutazione, una fase di oggettiva ricollocazione e valorizzazione di queste professionalità che non devono essere disperse.

Chiedevo questo con il mio intervento e credo che sia una cosa delicata, importante e strategica nel percorso che ci deve guidare tutti per cambiare pagina ed offrire una sanità efficiente che garantisca il diritto alla salute al cittadino calabrese.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Possiamo andare avanti con l’ordine del giorno.

(Interruzione)

Non è previsto, non ci sono eccezioni. So che quando si parla di sanità…

(Interruzione)

Solo l’interrogante può intervenire.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Fedele. Ne ha facoltà.

Luigi FEDELE

Presidente, ho chiesto di intervenire sull’ordine del giorno per chiedere se è possibile – ne avevamo già parlato con i colleghi anche al Banco con i capigruppo – inserire ed approvare, possibilmente oggi stesso, una proroga di sei mesi che riguarda la legge antisismica.

E’ stata chiesta da tutti gli ordini professionali che si sono rivolti all’assessorato. L’assessore ci ha pregato di chiedere questa proroga. C’è un solo articolo di un solo punto che proroga l’entrata in vigore della legge al primo luglio 2011.

Quindi, prevede sei mesi di proroga.

Se i colleghi, come già avevano detto, sono d’accordo potremmo procedere all’inserimento e poi contestualmente all’approvazione, Presidente.

PRESIDENTE

Se non ci sono interventi possiamo votare l’inserimento all’ordine del giorno.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

Non voglio fare il bastian contrario. Mi unisco alla richiesta del collega Fedele, che sia però l’ultima proroga. Perché ci dobbiamo ricordare di un fatto: allo stato per poter edificare in questa Regione basta consegnare al Genio civile i calcoli, il deposito.

Con la legge che approvammo nella scorsa legislatura si ritorna all’antico, cioè i calcoli statici devono essere asseverati da preventive autorizzazioni.

E’ una cosa molto seria. Se gli uffici non sono pronti ne prendiamo atto. Che però si tratti dell’ultima proroga. Grazie.

PRESIDENTE

Possiamo procedere con l’inserimento all’ordine del giorno che pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Proposta di legge numero 136/9^ di iniziativa dell’onorevole Fedele, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 35 del 19.10.2009 e s.m.i.

PRESIDENTE

Si passa alla Proposta di legge numero 136/9^ di iniziativa dell’onorevole Fedele, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 35 del 19.10.2009 e s.m.i.

Possiamo procedere alla votazione dell’articolato.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione la legge nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 82/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Recepimento standard di qualità dei Musei contenuti nel Codice deontologico Icom. Approvazione atto preliminare di indirizzo del Sistema Museale Regionale”

PRESIDENTE

Il successivo punto all’ordine del giorno recita: “Proposta di provvedimento amministrativo numero 82/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Recepimento standard di qualità dei Musei contenuti nel Codice deontologico Icom. Approvazione atto preliminare di indirizzo del Sistema Museale Regionale”.

L’onorevole Salerno, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.

Nazzareno SALERNO, relatore

Grazie Presidente. Con la delibera numero 545 del 2 agosto 2010, su proposta dell’assessore Mario Caligiuri, la Giunta regionale ha provveduto a dare attuazione all’articolo 7 della legge regionale numero 31 del 1995.

L’atto di indirizzo, oltre a colmare una lacuna legislativa, recepisce anche gli standard del funzionamento dei musei contenuti nel codice deontologico Icom.

L’approvazione da parte del Consiglio regionale dell’atto di indirizzo consentirà anche di sbloccare le risorse Por Calabria per quanto riguarda la destinazione ai musei calabresi, il Por 2007-2013.

Diciamo che con questo atto di indirizzo viene definito anche lo status giuridico dei musei. L’assessore Caligiuri ha provveduto, tramite il dipartimento, a fare una attenta ricognizione dei musei aggiornata oggi al 2010, avevamo un aggiornamento fermo al 2005, ed oggi abbiamo un aggiornamento di musei per un totale di 277 in tutto il territorio della Regione Calabria.

I musei vengono classificati in tre fasce, fasce A, fascia B e fascia C.

Anche per quanto riguarda i finanziamenti che la Regione andrà a destinare a questa iniziativa avranno una priorità i musei di fascia A, che sono quei musei completi sia dal punto di vista di organico che delle collezioni.

Poi i musei di fascia B, che hanno i requisiti dei primi quattro punti contenuti nell’atto di indirizzo.

Ed, infine, i musei di fascia C.

Verrà quindi data la possibilità ai musei di fascia C di raggiungere i requisiti e gli standard per essere classificati come fascia B e quelli di fascia B, anche come fascia A.

Diciamo che questo atto di indirizzo mette ordine al sistema museale calabrese dando dignità e valorizzando il patrimonio che oggi viene custodito in questi musei e che comunque a molti ed a tanti è pure sconosciuto. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

Presidente, il gruppo del Partito democratico voterà a favore di questo provvedimento. Debbo dire anche dal punto di vista personale per una ragione affettiva perché il provvedimento proposto dall’assessore Caligiuri alla Giunta è identico rispetto al provvedimento che da assessore alla cultura proposi alla Giunta il 23 aprile 2007.

Mi compiaccio con l’assessore Caligiuri per questa iniziativa che stabilisce gli standard museali che non sono riuscito a trasformare in provvedimento del Consiglio. Oggi diventa provvedimento del Consiglio fermo rimanendo che se leggiamo la delibera del 23 aprile 2007 e la delibera della Giunta Scopelliti sono identiche.

L’amico assessore Caligiuri è stato così rispettoso da non modificare neanche una virgola. Detto questo l’onorevole Salerno mi costringe a fare qualche ulteriore affermazione perché non è assolutamente vero che i fondi del Por che riguardano l’organizzazione museale sono fermi perché manca questo provvedimento.

Tanto è vero che un piano per rilanciare una parte dei musei calabresi ha fatto parte dell’ultima Apq beni culturali, con una destinazione ad una serie di musei calabresi, i più importanti di circa 10 milioni di euro.

In questo provvedimento debbo dire che è compreso anche il museo archeologico di Reggio Calabria, perché attraverso una intesa che noi facemmo col dirigente generale regionale dei beni culturali e con il Ministero, il museo archeologico di Reggio Calabria, Magna Grecia, è entrato tra le opere per onorare i 150 anni dell’Unità d’Italia e non ne parla nessuno.

Il Presidente Scopelliti l’altro giorno, parlando di frane, si è rivolto al sottoscritto per dire che la sua Giunta aveva portato avanti un investimento sul comune di Rende di 278 mila euro.

Un investimento predisposto dalla precedente Giunta.

Mi fa piacere poter dire che tra i musei che allora privilegiammo c’è stato il museo archeologico di Reggio Calabria che è entrato tra le 15 opere per onorare i 150 anni dell’Unità d’Italia e tra le prime sette che sono partite.

Voi che siete reggini dovreste sapere che i lavori sono in corso al museo archeologico di Reggio Calabria. Ebbene, abbiamo destinato ai musei 10 milioni di euro. Purtroppo la stessa fortuna non hanno avuto gli altri beni culturali, perché in quell’Apq c’erano altri 12 milioni per castelli e altri beni culturali che, praticamente, la Regione ha perduto.

Colgo l’occasione, caro assessore Caligiuri, per dire che le cose nel mondo della cultura non vanno affatto bene perché siamo assolutamente fermi nel senso che, intanto, si rischiano di perdere gli insufficienti fondi della legge 16 e della legge delle biblioteche relative al 2010. Senza contare che le previsioni di bilancio per le attività culturali, il cosiddetto fondo della cultura è assolutamente insufficiente.

Per non dire che tutto è fermo in tema di teatri e di attività teatrali con previsioni che sono assolutamente irrisorie. Così come per non dire che l’attuazione del Por 2007-2013 è assolutamente ferma, non si muove nulla nel campo dei musei, non si muove nulla nel campo dei beni culturali, la filiera relativa all’arte contemporanea non ha fatto registrare un solo intervento da parte della Regione e per non parlare dell’Fse.

Perché caro assessore nel Por 2007-2013 ci sono filiere di grande importanza per quanto riguarda la dotazione di professionalità nei teatri, nei musei, nelle biblioteche. Tutto ciò è assolutamente fermo.

Potrei continuare ma mi fermo, la mia non vuole essere una critica ma vuole essere una modesta sollecitazione.

Tutta l’Italia è in subbuglio per lo stato comatoso dei nostri beni culturali.

Io non appartengo alla categoria di persone che accusano il povero Bondi se è caduta la “Casa dei gladiatori” a Pompei o se Pompei è trascurata.

I nostri beni culturali brillano per trascuratezza da quando l’Italia è diventata una e, addirittura, brillano per trascuratezza da quando l’Italia era divisa in tanti Stati. Non è il caso di prendersela né con Berlusconi né con Bondi. Però c’è una crisi profonda.

Ebbene, noi in Calabria utilizzando bene le risorse… perché in questa Regione si parla solo di sanità ormai.

Mi rendo conto che la sanità è un settore prioritario, una emergenza fra le emergenze, forse la prima calabrese, ma bisogna parlare anche di altro e tutto il mondo ci dice che abbiamo avuto un direttore d’orchestra che alla Scala ha avuto il piacere di leggere un articolo della Costituzione sulla valorizzazione della cultura e dei beni culturali. La Calabria è ricca di cultura e di beni culturali, vogliamo farlo partire questo Por o lo teniamo ancora ai nastri di partenza? La mia è una semplice sollecitazione e inviterei il Governatore, l’assessore e la maggioranza, tutto il Consiglio ad essere più benevolo verso la cultura con il prossimo bilancio, perché con i quattro soldi che sono previsti per le attività culturali, per i teatri, per le biblioteche e quant’altro non credo che la Calabria darà una buona immagine. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Salerno. Ne ha facoltà.

Nazzareno SALERNO, relatore

Assolutamente non per far polemica anche perché è un provvedimento che in Commissione è stato approvato alla unanimità. Approfitto pure per ringraziare i colleghi della Commissione per il lavoro che stiamo portando avanti.

Volevo dire al collega onorevole Principe che la linea di intervento 5.2.2.1, azioni per la valorizzazione del sistema museale regionale del Por Calabria 2007-2013 prevede espressamente per la valorizzazione e la qualificazione del sistema museale calabrese l’adozione da parte della Regione degli standard contenuti nel codice deontologico Icom, recepiti con decreto ministeriale 10 maggio 2001.

Questo per chiarezza e non per polemica, collega onorevole Principe. Grazie.

PRESIDENTE

Se non ci sono altri interventi darei la parola all’assessore Caligiuri per il suo intervento.

Mario CALIGIURI, assessore alla cultura ed ai beni culturali

Prima di tutto ringrazio il Presidente Salerno e l’onorevole Principe per gli interventi che hanno rassegnato all’Aula su questo tema così importante.

Ritengo che dopo la legge sulla casa e la legge sullo sport, la legge sui musei che sta per essere esaminata dal Consiglio regionale rappresenti una terza importante tappa di questa Assemblea per il riordino di un settore strategico della vita culturale e non solo della nostra Regione.

Rispetto alle cose che sono state dette è mio dovere ringraziare ancora una volta il Presidente e tutta la terza Commissione che hanno approvato alla unanimità questo atto. Così come ringrazio l’onorevole Principe.

Dire che quest’atto che stiamo andando ad approvare riguarda il recepimento di una legge nazionale e gli standard europei dell’Incom. Sono quindi dei dati tecnici che ovviamente non possono che ripetersi nella delibera del 2007 e quindi in quella del 2010.

Sarebbe stato impossibile fare diversamente. Così come è importante sottolineare che per quanto riguarda il Por è esplicitamente richiesto che se il Consiglio regionale non recepisce gli standard Icom le linee del Por non possono procedere e quindi il bando non può andare avanti.

Per quanto riguarda invece il numero dei musei, opportunamente l’onorevole Salerno ha evidenziato che nell’arco di due mesi la struttura dell’assessorato ha realizzato un censimento e rispetto a quello che in precedenza era stato realizzato ha avuto un costo – mi pare che sia stato il Consiglio regionale a finanziare questo censimento – praticamente pari a zero, noi nell’arco di 4-5 anni abbiamo censito oltre 100 musei in più.

Tra poco andremo ad inserire sul sito dell’assessorato e della Regione Calabria l’elenco di questi musei ed in che modo poi potranno essere valorizzati.

Per quanto riguarda poi la riflessione più complessiva che l’onorevole Principe ha rassegnato e che io raccolgo in positivo - e lo ringrazio per questo stimolo – sarà mia cura fargli pervenire già nel pomeriggio il resoconto delle attività che riguardano la cultura dei primi sei mesi di svolgimento in questo ruolo da parte mia in modo tale che possa avere cognizione completa di tutte le attività, le iniziative e gli interventi che abbiamo posto in essere.

Per quanto riguarda le linee del Por, stiamo cercando di districarci tra le regole grottesche che sono contenute all’interno di queste normative per liberare presto ingenti finanziamenti in questa direzione.

Colgo l’occasione per anticipare che molto probabilmente entro fine anno faremo una imponente riprogrammazione per quanto riguarda proprio i beni culturali con un investimento che credo il sia più importante, se non tra i più importanti, che sia stato realizzato nella storia della Regione Calabria per quanto riguarda i beni culturali.

Su queste cose con l’onorevole Principe e con tutta l’Aula certamente avremo modo di confrontarci.

E’ veramente anche con un po’ di commozione che ho preso per la prima volta la parola nell’Assemblea, nella casa dei calabresi. Vi ringrazio.

PRESIDENTE

Se non ci sono altri interventi possiamo porre in votazione la proposta di provvedimento amministrativo.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 84/9^ d'Ufficio, recante: “Programma di attività e fabbisogno finanziario del Corecom Calabria per l'anno 2011 (articolo 10 legge regionale n. 2/2001)”

PRESIDENTE

Il prossimo punto all’ordine del giorno recita: “Proposta di provvedimento amministrativo numero 84/9^ d'Ufficio, recante: “Programma di attività e fabbisogno finanziario del Corecom Calabria per l'anno 2011 (articolo 10 legge regionale n. 2/2001)”.

Il relatore, onorevole Fedele, ha facoltà di svolgere la relazione.

Luigi FEDELE, relatore

Presidente, sostituisco l’onorevole Morelli che è impossibilitato ad essere presente.

Questo provvedimento amministrativo riguarda l’approvazione del bilancio del Corecom che, tra l’altro, è un bilancio di 250 mila euro nel totale e che prevede le varie attività che questo ente di garanzia svolge all’interno del Consiglio regionale e poi nei rapporti con gli enti esterni e con l’Arpacal.

Credo che sia stato approvato in Commissione all’unanimità, per cui penso che il Consiglio regionale lo possa approvare al più presto in modo che questo ente possa tra qualche giorno mettersi all’opera, ed andare avanti nel proseguire quei programmi che già erano stabiliti. Grazie.

PRESIDENTE

Nessuno chiede di parlare, pertanto pongo in votazione la proposta di provvedimento amministrativo.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Proposta di provvedimento amministrativa numero 88/9^ su iniziativa della Giunta regionale, recante: “Documento di programmazione Economico Finanziaria della Regione Calabria (DPEFR) per gli anni 2011-2013 (articolo 2, comma 3, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8)”

PRESIDENTE

Si passa, adesso, all’elenco aggiuntivo che al primo punto vede indicata la Proposta di provvedimento amministrativa numero 88/9^ su iniziativa della Giunta regionale, recante: “Documento di programmazione Economico Finanziaria della Regione Calabria (DPEFR) per gli anni 2011-2013 (articolo 2, comma 3, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8)”

Il relatore, onorevole Fedele, ha facoltà di svolgere la relazione.

Luigi FEDELE, relatore

Presidente, su questo argomento che è stato approvato in Commissione a maggioranza con l’astensione di qualche collega della opposizione, abbiamo concordato con i colleghi e con l’assessore Mancini di fare un ragionamento insieme al bilancio. Quindi di farlo nella stessa giornata del bilancio.

Si farà, pertanto, una discussione unica insieme al bilancio.

Chiediamo, allora, che venga rinviato al prossimo Consiglio che credo sarà – come stabilito con i capigruppo – giorno 22.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la richiesta di rinvio del punto all’ordine del giorno.

(Il Consiglio approva)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 87/9^ su iniziativa della Giunta regionale, recante: “Adozione revisione del PSR CALABRIA 2007-2013 approvata dalla Commissione Europea con Decisione n. C(2010) 1164 del 26 Febbraio 2010 e costituzione Fondo speciale IVA presso l'organismo Pagatore Regionale (Arcea)”

PRESIDENTE

Il prossimo punto all’ordine del giorno recita: “Proposta di provvedimento amministrativo numero 87/9^ su iniziativa della Giunta regionale, recante: “Adozione revisione del PSR CALABRIA 2007-2013 approvata dalla Commissione Europea con Decisione n. C(2010) 1164 del 26 Febbraio 2010 e costituzione Fondo speciale IVA presso l'organismo Pagatore Regionale (Arcea)”.

Il relatore, onorevole Fedele, ha facoltà di svolgere la relazione.

Luigi FEDELE, relatore

Presidente, il provvedimento già si illustra da sé. E’ una proposta di provvedimento amministrativo che riguarda l’Arcea che è l’organismo pagatore della Regione Calabria per l’agricoltura.

Si tratta di un provvedimento che la Giunta ha mandato e che è stato approvato in Commissione alla unanimità. E’ un provvedimento che darà la possibilità, appunto, a questo ente di poter erogare quei fondi e di allinearsi a quanto stabilito dall’assessorato. Grazie Presidente.

PRESIDENTE

Nessuno chiede di parlare, pertanto pongo in votazione la proposta di provvedimento amministrativo.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 89/9^ su iniziativa della Giunta regionale, recante: “Approvazione, ai fini dell'accesso ai finanziamenti previsti dal Reg. (CE) n. 1234/2007, del Programma triennale 2010 -2013, sottoprogramma Regione Calabria di cui al DM 23 gennaio 2006 "Attuazione dei regolamenti comunitari sul miglioramento della produzione e commercializzazione dei prodotti dell'apicoltura”

PRESIDENTE

Si passa adesso alla Proposta di provvedimento amministrativo numero 89/9^ su iniziativa della Giunta regionale, recante: “Approvazione, ai fini dell'accesso ai finanziamenti previsti dal Reg. (CE) n. 1234/2007, del Programma triennale 2010 -2013, sottoprogramma Regione Calabria di cui al DM 23 gennaio 2006 "Attuazione dei regolamenti comunitari sul miglioramento della produzione e commercializzazione dei prodotti dell'apicoltura”.

Il relatore, onorevole Fedele, ha facoltà di svolgere la relazione.

Luigi FEDELE, relatore

Presidente, questo provvedimento riguarda l’adozione del programma triennale 2010-2013 diretto a sostenere l’apicoltura che è un settore importante per lo sviluppo dell’agricoltura ma non solo, anche per la produzione del miele ma in modo particolare anche per il miglioramento quali-quantitativo delle condizioni generali di questo prodotto che già in Calabria ha dato dei buoni risultati.

Un provvedimento sicuramente importante che darà la possibilità alla Giunta di operare per i prossimi anni in questo settore.

PRESIDENTE

Nessuno chiede di parlare, pertanto pongo in votazione la proposta di provvedimento amministrativo.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 91/9^ su iniziativa della Giunta regionale, recante: “Revoca deliberazione della Giunta regionale n. 657 del 5 ottobre 2010 e riproposizione al Consiglio regionale del bilancio di previsione dell'Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente della Calabria) per l'anno finanziario 2010”

PRESIDENTE

Si passa al successivo punto all’ordine del giorno che recita: “Proposta di provvedimento amministrativo numero 91//9^ su iniziativa della Giunta regionale, recante: “Revoca deliberazione della Giunta regionale n. 657 del 5 ottobre 2010 e riproposizione al Consiglio regionale del bilancio di previsione dell'Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente della Calabria) per l'anno finanziario 2010”.

Il relatore, onorevole Fedele, ha facoltà di svolgere la relazione.

Luigi FEDELE, relatore

Presidente, questo provvedimento di iniziativa della Giunta regionale che oggi è all’esame del Consiglio prevede, come appunto lei ricordava, la revoca della deliberazione numero 657 e la riproposizione al Consiglio del bilancio di previsione dell’Arpacal per l’anno finanziario 2010.

Si è trattato di una pratica molto complessa, discussa ed ampiamente dibattuta in Commissione bilancio dove – nel corso dell’esame di questa deliberazione – si sono esaminate a fondo le ragioni che avevano portato la Giunta ad approvare in una prima fase il bilancio dell’Arpacal con riserva, per poi inviare agli organi gestionali di quell’azione per rettificare gli stanziamenti di competenza e di cassa di alcune voci del bilancio.

E’ stata rinviata alla Giunta, il commissario e gli organi competenti dell’Arpacal hanno provveduto a fare un taglio alle spese per un totale di un sei milioni di euro ed è stata approvata in Giunta senza riserva ed infine discussa in Commissione.

Durante la discussione in Commissione, dove è stata approvata, abbiamo chiesto agli organi dell’Arpacal di trasmettere una relazione dettagliata sullo stato di salute di questa azienda che è pervenuta e che è stata già distribuita ai colleghi. Credo che i colleghi ne abbiano preso atto perché era giusto anche rendersi conto dello stato attuale dell’Arpacal per come ben illustrato nella relazione.

Se i colleghi hanno visto la relazione possiamo anche andare avanti con l’approvazione.

PRESIDENTE

Possiamo votare quindi il punto all’ordine del giorno.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

Presidente, siccome l’ordine del giorno aggiuntivo, forse per mia incuria non l’ho letto, io praticamente non sono stato in grado di approfondire la relazione che è stata distribuita.

Ho qualche perplessità prima di esprimere una posizione anche perché rispetto alle procedure di legge che si dovevano seguire, se non mi sbaglio questo bilancio di previsione avendo apportato delle modifiche al bilancio di previsione precedente, non è stato riportato al comitato di indirizzo.

Vorrei avere qualche delucidazione in merito perché naturalmente se ciò non è avvenuto c’è un inghippo di natura procedurale perché come dato di indirizzo ha una funzione importante in cui sono presenti tutte le istituzioni che hanno un ruolo in materia ambientale.

Per quanto ne so io, la modifica al bilancio di previsione che a suo tempo aveva ottenuto il parere favorevole del Comitato di indirizzo non è stato riportato nel Comitato stesso. Questo come primo punto.

Non ho poi, compreso bene, la questione dei sei milioni, cioè se sono stati ridati all’Arpacal.

(Interruzione)

Se non sono stati ridati noi esprimiamo grande perplessità al riguardo perché, naturalmente, l’Arpacal svolgeva un grande ruolo di sostegno alla linearità di comportamento anche di un settore che è nell’occhio del ciclone come quello della sanità.

Questo è un altro punto di grande perplessità. Ed un’altra perplessità riguarda la decurtazione all’Arpacal di almeno 32 milioni che sarebbero serviti per il sito di Gioia Tauro e per il sito di Crotone in particolare per sostenere il Centro europeo di biodiversità marina che è cosa di grande importanza e che, oltretutto, ha sede nel comune di Reggio Calabria.

Mi pare che ci siano molte perplessità sia di natura procedurale perché è stato saltato completamente il comitato di indirizzo sia per il  ridimensionamento dell’Arpacal.

L’Arpacal calabrese ha avuto riconoscimenti di carattere nazionale per il suo impegno.

Tengo a precisare, rispetto ad una serie di notizie non esatte che sono circolate, che mentre l’Arpacal ha un organico – ora non ricordo perfettamente i numeri perché ho perso un appunto che mi ero preso – che si aggira intorno ai 520 addetti che sono stati ridotti rispetto ai 575 addetti previsti dalla Giunta Chiaravalloti.

Cioè la Giunta Chiaravalloti prevedeva un organico di 575 addetti, la Giunta Loiero li ha ridotti a circa 515-520 oggi gli addetti dell’Arpacal sono 380 e nonostante questo taglio enorme sentiamo una serie di battute che farebbero evidenziare comportamenti clientelari nel recente passato in sede all’Arpacal.

I numeri dimostrano che non è vero, ma rimane il dato oggettivo.

Da un lato ci sono stati dei passaggi non rispettati dal punto di vista procedurale e che sono di grande importanza, mentre dall’altra parte ci sono una serie di decurtazioni e di sostegni economici che farebbero intendere – non voglio far polemiche perché non voglio utilizzare il Consiglio regionale come palestra per polemiche di tipo politico, mi voglio attenere al tema ed inviterei il Presidente a far rispettare il Regolamento che stamattina è stato stracciato più volte in quest’Aula – che viene fuori una volontà, viene fuori oggettivamente un’azione di dimensionamento dell’Arpacal che va, forse, al di là della volontà dell’organo politico che corrisponde però al dato concreto.

Quindi per la parte che ci riguarda esprimiamo perplessità e suggeriamo di riportare il bilancio all’esame del comitato di indirizzo. Se la maggioranza insiste, naturalmente per queste ragioni daremo un voto contrario.

PRESIDENTE

La parola al relatore.

Luigi FEDELE, relatore

Presidente, intanto non c’era nessuna voglia di far prevaricazioni, onorevole Principe. Onestamente le devo confessare che non sono in grado di rispondere se è stato apportato alcun atto di indirizzo perché la legge è stata portata in Commissione, per cui pensavamo che fosse regolare, tra l’altro l’onorevole Morelli  che è il relatore oggi è assente.

Però proprio per accertarci anche di questo non abbiamo alcuna difficoltà a spostarla al prossimo Consiglio regionale, giorno 22 dicembre.

Pertanto si approfondirà sia questo aspetto che il resto.

Onorevole Principe, chiaramente l’Arpacal negli anni scorsi era diventato più un ufficio di collocamento che altro pertanto anche da questo punto di vista credo che in qualche modo si possa dare un segnale di rinnovamento e di razionalizzazione ad un ente che deve badare a quei compiti specifici per cui è preposto più che ad altri.

PRESIDENTE

Allora va bene la proposta dell’onorevole Fedele. Pertanto rinviamo il provvedimento.

(Interruzione)

Accenda il microfono, onorevole Principe.

Sandro PRINCIPE

Vorrei contestare l’ultima affermazione dell’onorevole Fedele perché forse ho parlato cinese.

Siccome c’è la moda cinese, Principe parla cinese.

Mi sembra di aver detto che la Giunta Chiaravalloti aveva previsto 575 addetti in organico che sono stati ridotti a 520 dalla Giunta Loiero. In servizio, in effetti ci sono 385 addetti.

Questo farebbe intendere che non vi sono state azioni clientelari. Si sono fatti dei pubblici concorsi a cui hanno partecipato 18 mila persone e ci sono stati solo 5 ricorsi.

In ogni caso questo è un aspetto minimale che appartiene più ad una polemica politica che potremmo evitare, spesso e volentieri, secondo me sotto il profilo dei contenuti e prima dei contenuti sotto il profilo procedurale ne discuteremo nella prossima seduta.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la richiesta di rinvio al prossimo Consiglio, dell’onorevole Fedele.

(Il Consiglio approva)

Mozione numero 16 del 15 novembre 2010 a firma dei consiglieri D. Talarico, De Masi e Giordano “In ordine alla conversione a biomasse della centrale Enel sita nel Comune di Laino Borgo (CS)

Mozione numero 20 del 19 novembre 2010 a firma dei consiglieri D. Talarico, De Masi e Giordano “Sull'attraversamento dell'elettrodotto di Laino-Feroleto-Rizziconi nel territorio e nei centri abitati di Montalto Uffugo

PRESIDENTE

Abbiamo concluso l’ordine del giorno.

Adesso si passa alle  mozioni.

Mozione numero 16 del 15 novembre 2010 a firma dei consiglieri D. Talarico, De Masi e Giordano “In ordine alla conversione a biomasse della centrale Enel sita nel Comune di Laino Borgo (CS)”.

Mozione numero 20 del 19 novembre 2010 a firma dei consiglieri D. Talarico, De Masi e Giordano “Sull'attraversamento dell'elettrodotto di Laino-Feroleto-Rizziconi nel territorio e nei centri abitati di Montalto Uffugo”.

Le mozioni recando la firma dell’onorevole Talarico che non vedo in Aula sono decadute.

Il Presidente della Commissione ambiente si farà carico di ascoltare i proponenti la mozione in Commissione.

Alfonso DATTOLO

Presidente, volevo informare che sono giunte in Commissione delle richieste di audizione. Tenuto conto delle mozioni presentate dall’onorevole Talarico D., anche parlando con lui di comune accordo abbiamo pensato che alla prima riunione utile la Commissione audirà sia il forum “Stefano Gioia” per ciò che attiene la valle del Mercure ed il problema della centrale biomasse ed audirà anche il Comitato civico “Insieme per la salute” per la questione dell’elettrodotto Laino Borgo, Feroleto Rizziconi.

Siamo rimasti d’accordo con l’onorevole Talarico D. che la Commissione procederà alle audizioni.

PRESIDENTE

Va bene così. La mozione sarà quindi rinviata in Commissione.

(Così resta stabilito)

Mozione numero 25 del 9 dicembre 2010 a firma dei consiglieri Principe, Ciconte, De Masi, De Gaetano “Sul mancato rinnovo dei contratti dei precari utilizzati nel sistema sanitario regionale

PRESIDENTE

Si passa adesso alla Mozione numero 25 del 09 dicembre 2010 a firma dei consiglieri Principe, Ciconte, De Masi, De Gaetano “Sul mancato rinnovo dei contratti dei precari utilizzati nel sistema sanitario regionale” di cui do lettura:

“Il Consiglio regionale della Calabria

premesso che

in tutto il territorio calabrese si è determinata una legittima preoccupazione a causa delle notizie riguardanti il mancato rinnovo dei contratti, in scadenza il prossimo 31 dicembre 2010, dei precari utilizzati nel sistema sanitario regionale;

sono state già annunciate azioni di sciopero da parte delle organizzazioni sindacali in diversi Presidi ospedalieri della Regione a difesa del legittimo diritto dei precari ad essere mantenuti in servizio;

per la qualità e la quantità di operatori (oltre mille), tra medici e paramedici, dei quali moltissimi hanno maturato il diritto alla stabilizzazione (alcuni, addirittura, vantano una anzianità di sette, otto, dieci anni), decine e decine di unità operative e servizi territoriali rischiano il collasso, poiché sono attivi grazie al contributo determinante degli operatori precari;

il mancato rinnovo dei richiamati contratti in molti Presidi ospedalieri e servizi territoriali non garantirebbe i livelli essenziali di assistenza (LEA) e si correrebbe, in tal caso, il rischio di una vera e propria implosione del sistema sanitario calabrese;

la garanzia dei LEA è obiettivo primario ed imprescindibile della programmazione sanitaria nazionale, ripetutamente sostenuto e condiviso dalla Conferenza Stato-Regioni;

le risorse finanziarie destinate ai precari, trattandosi ormai di spese ripetute e consolidate negli anni, non determina costi aggiuntivi al bilancio 2011;

la contrattazione, tuttora in corso, del piano di rientro dal debito sanitario non può non riconoscere alla Calabria quanto già accordato in sede di sottoscrizione dello stesso il 12 dicembre 2009;

inoltre, recentemente è stato riconosciuta ad altre regioni (Lazio) la possibilità di procedere ad una quota di turn-over per le professionalità sanitarie, per consentire la prosecuzione dei servizi sanitari essenziali;

impegna

il Presidente della Giunta regionale nella qualità di Commissario per il piano di rientro dal debito sanitario a voler porre in essere i provvedimenti necessari per la proroga dei contratti dei precari operanti nel sistema sanitario regionale, al fine di garantire i livelli essenziali di assistenza, e, nel contempo, a procedere alla stabilizzazione degli aventi diritto in possesso dei requisiti di legge;

altresì, il Presidente della Giunta regionale a voler sostenere, in sede di istruttoria del piano, innanzi al Tavolo Massicci, la necessità di vedere riconosciuto anche alla Calabria una quota di turn-over, esclusivamente per le professionalità sanitarie.”

La parola all’onorevole Principe.

Sandro PRINCIPE

Presidente, è una mozione a mia firma e degli altri capogruppo di minoranza. Reca, infatti, la firma dei colleghi Ciconte, De Masi e De Gaetano ed è stata mandata tramite telefax al dirigente della Segreteria assemblea.

Riguarda la stabilizzazione dei precari della sanità.

(Interruzione)

PRESIDENTE

Intanto che procediamo alla copia della mozione, lei ha facoltà di illustrarla. Faremo anche, magari, una breve riunione qui al banco anche per fissare la data del prossimo Consiglio.

Sandro PRINCIPE

Presidente, era mia intenzione, più che altro e dei colleghi capigruppo di offrire un sostegno politico al Presidente Scopelliti.

In quest’Aula molto spesso abbiamo sentito appelli a prendere alcune questioni come questioni istituzionali che interessano l’intero territorio e l’intera popolazione calabrese.

Non siamo né cinici né miopi e quando c’è l’interesse dei calabresi siamo sempre pronti a dare un contributo.

Ora, sta di fatto che c’è questo problema del precariato alla sanità.

Per non perder tempo non illustro le cose che il centro-sinistra ha cercato di fare, non ultima una norma ad hoc nell’anno 2009 poi corretta e migliorata all’inizio del 2010 che, praticamente, recepiva totalmente la norma della finanziaria, della stabilizzazione dei precari dopo 36 mesi in servizio a settembre 2007.

Ebbene, questo ordine del giorno ha questo significato: impegnare il Presidente Scopelliti a sostenere in sede di Governo centrale, l’esigenza della proroga di questi contratti.

Sappiamo che molti servizi importanti dal punto di vista sanitario insieme a presidi ospedalieri rischiano di andare in tilt se il 31 dicembre si interrompono questi contratti.

Del resto, il governatore Scopelliti si è dichiarato disponibile in questa direzione.

Penso che se il Consiglio regionale alla unanimità impegna il Presidente Scopelliti a sostenere questa vicenda a Roma in primis per la proroga, naturalmente la proroga porta dietro di sé la possibilità della stabilizzazione rispetto a coloro che hanno i requisiti richiesti dalla legge.

Secondo punto di impegno per il nostro Governatore è di chiedere al Tavolo Massicci una finestra per il turn-over. Stabilizzazione del precariato, proroga del precariato e turn-over sono due cose diverse.

Sulla proroga e sulla stabilizzazione ho già detto. Aggiungo che al Tavolo Massicci si dovrebbe sostenere di aprire una finestra almeno per una quota di turn-over che riguardi esclusivamente le professionalità sanitarie, perché naturalmente parliamoci in modo leale tra di noi: pensare che chiudendo delle strutture nel momento in cui alcune professionalità vanno in pensione e possono essere sostituite da professionalità che provengono dalle strutture che vengono chiuse è una pia illusione.

Ci sono delle professionalità che non possono essere automaticamente sostituite ma hanno bisogno di essere sostituite con professionalità altrettanto alte e capaci.

Quindi se il Presidente Scopelliti si può presentare al Tavolo Massicci per dire sul turn-over “accettateci una quota di almeno il 25 per cento che riguardi, esclusivamente le professionalità sanitarie e quindi ad esclusione delle professionalità amministrative”, penso che il Consiglio regionale dia più forza al Governatore che si può presentare a Roma con una mozione, con un deliberato che è dell’intero Consiglio regionale della Calabria.

Da questo si capisce che la nostra iniziativa, la mia e dei colleghi non è una iniziativa che vuol creare rumore di carattere politico ma è una iniziativa volta a risolvere concretamente il problema dando al nostro Governatore una maggiore forza politica sui tavoli romani.

PRESIDENTE

Prego i capigruppo di venire al banco della Presidenza.

(I capigruppo si recano al banco della Presidenza)

La parola all’onorevole Fedele.

Luigi FEDELE

Presidente, su questa mozione che ha presentato il collega Principe siamo d’accordo sulla parte che abbiamo concordato al tavolo.

Tra l’altro, il Presidente Scopelliti, rispondendo già alla interrogazione del collega Giordano, aveva espresso la sua volontà ma l’aveva espressa anche pubblicamente nei giorni scorsi per la questione che riguarda i precari della sanità.

Indubbiamente, il Presidente si è già impegnato e lo ha già fatto al Tavolo Massicci – lo ha detto lui stesso – affinché questi precari che sono indispensabili perchè i reparti della sanità funzionino in qualche modo abbiano rinnovato il contratto.

Cosa diversa è il turn-over di cui per adesso non ne parliamo perché rischiamo di complicare le cose.

Fermiamoci al rinnovo dei contratti per questi precari, per come si era già espresso il Presidente e come tra l’altro anche i colleghi della opposizione sostengono. E’ una mozione che dà ancora più forza al Presidente affinché al Tavolo Massicci si possa presentare con un Consiglio regionale unito su questo tema.

PRESIDENTE

Bene, con questa integrazione nell’ordine del giorno pongo in votazione la mozione.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Sulla convocazione della prossima seduta

PRESIDENTE

Non ci sono altri argomenti all’ordine del giorno. Il Consiglio sarà convocato a domicilio per il 22 o per il 23 dicembre per l’approvazione del bilancio di previsione 2011.

 

La seduta termina alle 15,40

 

Allegati

Congedi

Hanno chiesto congedo i consiglieri: Loiero e Caridi.

(Sono concessi)

Annunzio di proposte di legge e loro assegnazione a Commissioni

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:

Nucera – “Riconoscimento e sostegno all’Associazione italiana endometriosi Onlus (Aie)” (P.L. n. 130/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

F. Aiello, Salerno, Guccione, Censore, Parente, Chiappetta, Gallo – “Norme per la stabilizzazione del personale impegnato in attività socialmente utili e di pubblica utilità” (P.L. n. 131/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Rappoccio – “Modifica dell’articolo 6 della legge regionale n. 1 del 15 gennaio 2009” (P.L. n. 132/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

F. Aiello – “Modifica alla legge regionale 11 maggio 2007, n. 9” (P.L. n. 133/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali.

(Così resta stabilito)

F. Aiello – “Inquadramento del personale delle comunità montane nel ruolo unico regionale” (P.L. n. 134/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Magno – “Proroga termine legge regionale 13 luglio 2010, n. 17” (P.L. n. 135/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali.

(Così resta stabilito)

Fedele – “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale n. 35 del 19 ottobre 2009 e s.m.i.” (P.L. n. 136/9^)

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente.

(Così resta stabilito)

Tripodi – “Disciplina delle associazioni di promozioni sociali” (P.L. n. 137/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Annunzio di proposte di provvedimento amministrativo e loro assegnazione a Commissioni

E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:

“Revoca deliberazione della Giunta regionale n. 657 del 5 ottobre 2010 e riproposizione al Consiglio regionale del bilancio di previsione dell’Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria) per l’anno finanziario 2010 – (Delibera G.R. n. 762 del 30.11.2010)” (P.P.A. n. 91/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

E’ stata presentata, inoltre, alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa dei consiglieri Pacenza, Battaglia, Bilardi, Franchino, Tripodi:

“Integrazione all’articolo 36 del Regolamento interno del Consiglio regionale” (P.P.A. n. 90/9^)

E’ stata assegnata alla quinta Commissione consiliare - Riforme e decentramento.

(Così resta stabilito)

Richiesta parere della Commissione consiliare

La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 754 del 30.11.2010, recante: “Approvazione regolamento legge regionale 30 aprile 2009, n. 14. Nuova disciplina per l’esercizio dell’attività agrituristica, didattica e sociale nelle aziende agricole” (Parere n. 9)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

Promulgazione di leggi regionali

In data 22 novembre 2010, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sotto indicate leggi regionali. Le stesse sono state pubblicate sul supplemento straordinario n. 2 del 30 novembre 2010:

legge regionale 22 novembre 2010, n. 28, recante: “Norme in materia di sport nella Regione Calabria

legge regionale 22 novembre 2010, n. 29, recante: “Un albero per ogni neonato o minore adottato”

legge regionale 22 novembre 2010, n. 30, recante: “Modifica articolo 30 della legge regionale n. 7 del 21 agosto 2006 e ss.mm.ii. e articolo 20 della legge regionale n. 22 del 5 ottobre 2007 e ss.mm.ii.

legge regionale 22 novembre 2010, n. 21, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale  n. 50/2009 “Definizione delle tipologie dei servizi forniti alle imprese turistiche nell’ambito dell’armonizzazione della classificazione alberghiera”

legge regionale 22 novembre 2010, n. 22, recante: “Modifica all’articolo 10 della legge regionale 11 agosto 2010, n. 23”

Adesione di consigliere regionale a gruppo consiliare

L’onorevole Ferdinando Aiello, con nota del 13 dicembre 2010, acquisita in pari data al prot. n. 10388 del Settore Segreteria Assemblea, ha aderito al gruppo consiliare “Misto”.

Integrazione all’ordine del giorno del Consiglio regionale

I sotto indicati provvedimenti licenziati dalla seconda Commissione consiliare in data 9 dicembre 2010 sono aggiunti all’ordine del giorno del Consiglio regionale della seduta odierna:

Proposta di provvedimento amministrativo numero 88/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Documento di programmazione Economico Finanziaria della Regione Calabria (DPEFR) per gli anni 2011-2013 (articolo 2, comma 3, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8)” (Relatore: on. Morelli)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 87/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Adozione revisione del PSR Calabria 2007-2013 approvata dalla Commissione Europea con decisione n. C(2010) 1164 del 26 febbraio 2010 e costituzione Fondo speciale IVA presso l'Organismo Pagatore Regionale (ARCEA)” (Relatore: on. Zappalà)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 89/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Approvazione, ai fini dell'accesso ai finanziamenti previsti dal Reg. (CE) n. 1234/2007, del Programma triennale 1010-2013, sottoprogramma Regione Calabria di cui al DM 23 gennaio 2006 <<Attuazione dei regolamenti comunitari sul miglioramento della produzione e commercializzazione dei prodotti dell'apicoltura>> (Relatore: on. Morelli)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 91/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Revoca deliberazione della Giunta regionale n. 657 del 5 ottobre 2010 e riproposizione al Consiglio regionale del bilancio di previsione dell'ARPACAL (Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Calabria) per l'anno finanziario 2010” (Relatore: on. Morelli)

Interrogazione a risposta immediata

Giordano. Al Presidente della Giunta regionale e all'assessore al lavoro, alla formazione professionale, alla famiglia ed alle politiche sociali. Per sapere – premesso che:

con legge regionale 21 agosto 2006, n. 7 (provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e finanziario – collegato alla manovra di assestamento di bilancio per l'anno 2006 ai sensi dell'art. 3, comma 4, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8), all'articolo 11, comma 5, è stato previsto un contributo alle cooperative sociali che gestiscono beni confiscati alla criminalità organizzata;

per l'annualità 2009 era stato previsto lo stanziamento sul bilancio regionale all’Upb 4.3.02.04, capitolo 43020402, la somma di euro 300.000,00, poi riportato come residuo passivo presunto nell'annualità successiva sulla quale, a sua volta, veniva stanziata la somma di euro 300.000,00 per un totale complessivo delle due annualità di euro 600.000,00;

allo stato, i contributi previsti non sono stati ancora erogati alle cooperative sociali interessate, le quali operano con impegno in contesti socio-economici difficili ad alta densità mafiosa;

diversi soggetti gestori degli immobili confiscati, nonostante i vari solleciti al dipartimento interessato, non hanno ricevuto alcuna rassicurazione sulla erogazione dei contributi che rappresentano un valido supporto alle loro attività;

dalla lettura della proposta bilancio di previsione 2011 risulta stanziata sul medesimo capitolo la somma di euro 250.000,00 senza l'indicazione di residui passivi presunti;

pertanto, un mancato provvedimento finalizzato all'impegno e alla liquidazione delle somme entro il 31 dicembre prossimo rischia di far venir meno le risorse previste nel bilancio 2010 a favore delle suddette cooperative -:

se effettivamente è stata impegnata la complessiva somma di euro 600.000,00 stanziata sul bilancio regionale 2010 all'Upb 4.3.02.04, capitolo 43020402, e se sono state effettuate le dovute liquidazioni;

in caso contrario, quali iniziative si intendono intraprendere per sollecitare il dipartimento interessato perché compia, entro l'anno in corso, tutti gli atti consequenziali per l'impegno e la successiva liquidazione delle somme iscritte al bilancio regionale.

(72; 7.12.2010)

Interpellanze

Gallo. Al Presidente della Giunta regionale nella qualità di commissario attuatore del piano di rientro della sanità regionale. Per sapere – premesso che:

l'ospedale di Castrovillari è inserito, nella programmazione sanitaria regionale e nel piano di rientro sanitario adottato dal Commissario ad acta quale presidio di primaria importanza, perciò elevato al rango di Hub sanitario territoriale;

al suo interno, ormai da tempo, è attivo un Reparto cardiologico di qualità e rilievo interregionale, divenuto punto di riferimento per i cardiopatici dell'intero meridione;

proprio per rafforzare e migliorare ancor più la qualità del servizio di cardiologia dell'ospedale castrovillarese, nel recente passato la Regione e l'Asp di Cosenza avevano deciso di ovviare alla mancanza di una sala di emodinamica, pure necessaria in presenza di un'unità cardiologica, stanziando ingenti investimenti per l'allestimento della stessa e l'acquisto delle correlate attrezzature medico-sanitarie;

a fronte del mancato rispetto degli impegni temporali assunti dall'Asp di Cosenza, in data 27 settembre 2010, in sede di audizione davanti alla terza Commissione consiliare regionale, a domanda dello scrivente il commissario della stessa Asp, dottor Francesco Maria De Rose, forniva rassicurazioni sull'imminente attivazione della sala, previo collaudo dell'impiantistica e definizione delle ultime formalità burocratiche, ribadendo analogo impegno già in precedenza assunto, nel corso di una visita alla medesima struttura ospedaliera da parte della stessa terza Commissione consiliare ed alla presenza del Sig. Presidente della Regione Calabria;

ad oggi, tuttavia, ad onta del notevole tempo pure trascorso dall'audizione de qua, la sala di emodinamica risulta non essere stata ancora attivata, con gravi ripercussioni sulla qualità dell'offerta sanitaria, sulla salute dei cittadini e sull'operato degli stessi medici del Reparto di cardiologica dell'ospedale di Castrovillari, costretti a fare a meno di un servizio vitale, dal momento che la tempestività nel soccorso cardiologico, allo stato garantita, rischia d'essere comunque vanificata dall'eventuale necessità di sottoporre il paziente ad intervento emodinamico, con trasferimento dello stesso in altra struttura raggiungibile in non meno di un'ora, con evidenti, gravi e probabilmente irrimediabili conseguenze -:

se il governo regionale e il Presidente siano a conoscenza della situazione;

se quanto segnalato risponda al vero;

se il governo regionale ritenga di dover censurare l’operato dei vertici dell’Asp di Cosenza per le inadempienze ed i ritardi;

se e come lo stesso governo regionale ed il dipartimento sanità intendano procedere a tutela ed in attuazione del diritto alla salute, per garantire la tempestiva entrata in funzione della sala di emodinamica dell’ospedale di Castrovillari.

(7; 1.12.2010)

Gallo. Al Presidente della Giunta regionale nella qualità di commissario attuatore del piano di rientro della sanità regionale. Per sapere – premesso che:

Orsomarso è un Comune montano di circa 1.500 abitanti, facente parte del Parco Nazionale del Pollino;

l’unico medico di base da anni presente ed attivo in paese, il dottor Gino Candia, è stato collocato in quiescenza per raggiunti limiti di età a far data dal 9 febbraio 2009;

a metà del febbraio del 2009, su incarico dell'Asp ed in sostituzione del dottor Candia, un medico di base non massimalista apriva un proprio ambulatorio ad Orsomarso, prestando la propria assistenza, per ragioni di ordine autorizzativo ed amministrativo, limitatamente ad un numero massimo di 800 assistiti;

per tale motivo, almeno 700 cittadini rimanevano sprovvisti in tutto o in parte, di assistenza sanitaria di base e perciò costretti ad emigrare nei centri viciniori persino per una semplice ricetta o per curare una banale influenza, per tacere delle patologie più serie, con gravissimi disagi soprattutto per anziani e disabili, dal momento che il presidio di Guardia Medica più vicino è situato a Santa Maria del Cedro, a 20 chilometri di distanza, mentre l'ospedale più prossimo, quello di Praia a Mare, dista ben 40 chilometri, peraltro percorribili con difficoltà e tempi lunghi data la condizione orografica del territorio e l'inesistenza di strade di collegamento veloce;

a fronte della situazione d'emergenza determinatasi, a più riprese e con atti ufficiali l'Amministrazione comunale sollecitava l'Asp di Cosenza a dare soluzione alla problematica, senza tuttavia ottenere esito positivo, dal momento che nessuno dei medici non massimalisti attivi nel distretto sanitario di riferimento offriva alla stessa Asp disponibilità a prestare la propria opera anche nel Comune di Orsomarso;

a distanza di oltre un anno dal fallito tentativo, nonostante i ripetuti solleciti, concretizzatisi anche in petizioni popolari e civili proteste, politiche e sociali, l'Asp non è riuscita ad individuare soluzioni idonee a definire positivamente la questione, sebbene il Comune di Orsomarso avesse già da tempo messo a disposizione gratuitamente i locali necessari ad ospitare in paese un presidio di Guardia Medica festiva e notturno, la cui attivazione era stata formalmente richiesta nei ripetuti incontri con i vertici dell'Asp, con il Prefetto di Cosenza e con delibera di Giunta comunale n. 6 del 12.08.2009 -:

se il governo regionale, la cui sensibilità, su determinati argomenti, è nota a tutta la popolazione calabrese, sia a conoscenza della situazione;

se quanto segnalato risponda al vero;

se e come lo stesso governo regionale ed il dipartimento sanità intendano procedere per garantire il diritto alla salute ed all'assistenza sanitaria di base dei cittadini del Comune di Orsomarso attraverso un medico di famiglia e l'istituzione eventuale di una guardia medica notturna e festiva.

(8; 9.12.2010)

Mozioni

Il Consiglio regionale della Calabria

premesso che

il Comune di Gioia Tauro, già sciolto per infiltrazioni mafiose, versa in condizioni di estrema difficoltà economica;

a causa dello stato di grave crisi finanziaria il comune non è in grado di avvalersi del Servizio di Tesoreria e di assicurare, quindi, il regolare pagamento degli stipendi al personale (di ruolo e Lsu/Lpu), con i problemi di carattere sociale che tutto ciò comporta;

sempre per lo stesso motivo molti servizi essenziali (scuolabus, assistenza agli anziani e ai diversamente abili, ecc.) non vengono più garantiti, anche per la mancata copertura assicurativa dei mezzi adibiti a tali scopi;

la popolazione di Gioia Tauro ha già dovuto subire gli effetti devastanti delle alluvioni del 2 novembre u.s. e che, quindi, necessita di maggiore attenzione da parte delle istituzioni;

impegna

il Presidente Scopelliti e la Giunta regionale ad attivarsi presso il Governo affinché venga emanato un provvedimento con carattere d'urgenza per porre rimedio alla situazione di grave crisi finanziaria in cui versa il comune di Gioia Tauro.

(24; 30.11.2010) De Gaetano, Aiello F., Guccione

Il Consiglio regionale della Calabria

premesso che

in tutto il territorio calabrese si è determinata una legittima preoccupazione a causa delle notizie riguardanti il mancato rinnovo dei contratti, in scadenza il prossimo 31 dicembre 2010, dei precari utilizzati nel sistema sanitario regionale;

sono state già annunciate azioni di sciopero da parte delle organizzazioni sindacali in diversi Presidi ospedalieri della Regione a difesa del legittimo diritto dei precari ad essere mantenuti in servizio;

per la qualità e la quantità di operatori (oltre mille), tra medici e paramedici, dei quali moltissimi hanno maturato il diritto alla stabilizzazione (alcuni, addirittura, vantano una anzianità di sette, otto, dieci anni), decine e decine di unità operative e servizi territoriali rischiano il collasso, poiché sono attivi grazie al contributo determinante degli operatori precari;

il mancato rinnovo dei richiamati contratti in molti Presidi ospedalieri e servizi territoriali non garantirebbe i livelli essenziali di assistenza (LEA) e si correrebbe, in tal caso, il rischio di una vera e propria implosione del sistema sanitario calabrese;

la garanzia dei LEA è obiettivo primario ed imprescindibile della programmazione sanitaria nazionale, ripetutamente sostenuto e condiviso dalla Conferenza Stato-Regioni;

le risorse finanziarie destinate ai precari, trattandosi ormai di spese ripetute e consolidate negli anni, non determina costi aggiuntivi al bilancio 2011;

la contrattazione, tuttora in corso, del piano di rientro dal debito sanitario non può non riconoscere alla Calabria quanto già accordato in sede di sottoscrizione dello stesso il 12 dicembre 2009;

inoltre, recentemente è stato riconosciuta ad altre regioni (Lazio) la possibilità di procedere ad una quota di turn-over per le professionalità sanitarie, per consentire la prosecuzione dei servizi sanitari essenziali;

impegna

il Presidente della Giunta regionale nella qualità di Commissario per il piano di rientro dal debito sanitario a voler porre in essere i provvedimenti necessari per la proroga dei contratti dei precari operanti nel sistema sanitario regionale, al fine di garantire i livelli essenziali di assistenza, e, nel contempo, a procedere alla stabilizzazione degli aventi diritto in possesso dei requisiti di legge;

altresì, il Presidente della Giunta regionale a voler sostenere, in sede di istruttoria del piano, innanzi al Tavolo Massicci, la necessità di vedere riconosciuto anche alla Calabria una quota di turn-over, esclusivamente per le professionalità sanitarie.

(25; 9.12.2010) Principe, Ciconte, De Masi, De Gaetano

Risposta scritta ad interrogazioni

Chiappetta. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore alle attività produttive. Per sapere - premesso che:

nell'ambito del Programma operativo interregionale (Poin) 2007-2013 è previsto uno stanziamento di sessanta milioni di euro da suddividere equamente tra quattro regioni del Mezzogiorno (Calabria, Sicilia, Puglia e Campania) sulla base di specifici progetti in campo energetico da presentarsi, in particolare, dalle rispettive Aziende sanitarie;

ai fini di attuazione del Poin, il Ministero dell'ambiente ha indetto un avviso pubblico per la presentazione, al Dicastero stesso, delle manifestazioni di interesse nell'ambito di due linee di attività: la 2.2 relativa agli “Interventi di efficientamento energetico degli uffici ed utenze energetiche pubbliche” e la 2.5 relativa alle “Reti di distribuzione del calore, in particolare da cogenerazione, per teleriscaldamento e teleraffreddamento”;

tra i primi incontri programmati e fortemente voluti all'inizio della presente legislatura dall'assessorato alle attività produttive della Calabria, vi è stato quello svoltosi con i direttori generali delle As e Ao regionali, organizzato proprio al fine dell’illustrazione del contenuto del citato avviso pubblico e della evidenziazione della necessità di tempestiva adesione all'iniziativa stessa, sì come ampiamente sostenuta dalla Regione Calabria in quanto volta a favorire lo sviluppo e la diffusione dell'efficienza energetica e dei materiali eco-compatibili ed a promuovere la produzione di energia termica da fonti rinnovabili sugli edifici pubblici, ad iniziare da quelli di pertinenza delle Aziende sanitarie ed ospedaliere;

a fronte dell'attivismo della Regione manifestato in favore di tale importante iniziativa, è, però, doverosa la collaborazione dei dirigenti aziendali per l'avvio del procedimento partecipativo all'avviso pubblico de quo che consta, in prima fase, nella redazione, da parte degli uffici tecnici competenti, di un progetto preliminare da inviare al Ministero dell'ambiente che riguardi l'adeguamento degli uffici pubblici agli interventi di efficientamento energetico;

l’eventuale negligenza in tal senso importerà l’inevitabile perdita dei fondi stanziati dal Governo centrale -:

se, dallo svolgimento del precitato incontro tra assessorato alle attività produttive e management sanitario regionale quest’ultimo ha dato impulso al procedimento di partecipazione all’avviso pubblico ministeriale in oggetto;

se, in particolare, le aziende sanitarie ed ospedaliere calabresi, interessate alla procedura, hanno inviato i descritti progetti preliminari al Ministero dell’ambiente relativi allo studio di adeguamento, degli edifici di pertinenza, agli interventi di efficientamento energetico;

quali iniziative, in caso di non attivazione in tal senso, si intende intraprendere per impedire che i fondi stanziati al riguardo dal Governo per la Calabria (pari a 15 milioni di euro) vadano persi e/o non utilizzati, considerando, tra l'altro, la necessità e l'importanza dell'iniziativa sia in termini di risparmio, tramite l'utilizzo delle energie rinnovabili, della spesa energetica per le As, sia in termini di miglioramento delle generali condizioni di vivibilità degli ambienti sanitari che dall'adeguamento degli edifici potrebbe conseguire.

(27; 2.08.2010)

Risposta – “In riferimento a quanto emarginato in oggetto, in allegato alla presente si trasmette la comunicazione a firma del Dirigente competente per materia afferente a questo Dipartimento; prot. n. 601 del 16 novembre u.s.

Tanto si riproduce per il seguito di competenza.

Cordiali saluti”

Dott.ssa Maria Grazia Nicolò (Dirigente generale dipartimento attività produttive)

Con riferimento all'interrogazione presentata dal consigliere Chiappetta relativa all'oggetto, si comunica quanto segue:

Nell'ambito del Programma Operativo Interregionale 2007/13 Energia, il Ministero dell'ambiente ha promosso, attraverso avviso di manifestazione d'interesse, la realizzazione di interventi di efficienza energetica nell'edilizia e impiantistica delle strutture sanitarie delle quattro regioni convergenza. Le manifestazioni di interesse dovevano pervenire entro e non oltre le ore 12.00 del 7 giugno 2009, presso la Direzione Generale per lo Sviluppo Sostenibile, il Clima e l'Energia del Ministero.

A fronte dell'iniziativa ministeriale questo Dipartimento ha promosso, anche attraverso il proprio sito regionale, tutta la documentazione necessaria per agevolare la partecipazione alla suddetta iniziativa. Per dare maggiore valenza e rilevanza è stata promossa inoltre dall'assessore del Dipartimento Attività Produttive, on. Antonio Caridi, una giornata dedicata, coinvolgendo il management sanitario regionale.

Su 57 candidature pervenute al Ministero dalle strutture sanitarie delle regioni convergenza, undici sono pervenute dalla Calabria (circa il 20% delle domande pervenute), così ripartite:

AO Bianchi Melacrino Morelli

AO Pugliese Ciaccio

ASP Reggio Calabria

ASP Vibo Valenzia

ASP Cosenza

ASP Cosenza

ASP Crotone

ASP Catanzaro

AO Mater Domin

IRCCS Istituto nazionale di ricovero e cura per anziani

AO Cosenza

Delle undici candidature pervenute, a seguito della verifica formale sono state ammesse alla fase di valutazione tecnica sei strutture, delle quali due sono state ammesse con riserva.

Per il finanziamento degli interventi selezionati, il Ministero dell'Ambiente rende disponibile la somma complessiva di 60 milioni di Euro, avvalendosi delle risorse comunitarie presenti sull'Asse II del POI e, nello specifico, a seconda della tipologia di intervento ammesso, sulle Attività 2.2 e 2.5.

E’ da ricordare che in ogni caso saranno ammessi a finanziamento max 5 interventi, per Regione, aventi ciascuno un costo ammissibile minimo di 1 milione di Euro e massimo di 10 milioni di Euro.

Laddove gli interventi finanziati non esauriscano la dotazione complessiva, il Ministero dell'Ambiente si riserva di ammettere a finanziamento ulteriori progetti tra quelli proposti e ritenuti ammissibili sino a completo esaurimento delle risorse finanziarie rese disponibili.

Ilario De Marco

On. Antonio Caridi (Assessore alle attività produttive)

Ordine del giorno numero 5 del 13 dicembre 2010 a firma dell’onorevole Talarico Francesco “In merito alla sicurezza stradale”

Il Consiglio regionale

premesso che

la tragedia che ha colpito i sette cicloamatori di Lamezia Terme, domenica 5 dicembre, sulla Statale 18 in località Marinella di Sant'Eufemia - come ha notato la stampa specialistica - non ha eguali in Italia e in Europa;

si è trattato di un drammatico incidente che, ha coinvolto sette uomini che hanno perso la vita ed altri tre sono rimasti feriti: così, in una giornata che avrebbe dovuto essere di svago e divertimento, la sana passione per lo sport, la natura e lo spirito di condivisione si sono improvvisamente trasformati in una delle immagini più dolorose per tutti noi;

spetterà alla magistratura stabilire colpe e livelli di responsabilità. Questo Consiglio regionale esprime il più sentito cordoglio ai familiari delle vittime che con grande dignità e civiltà hanno saputo affrontare questo immenso dolore;

la Calabria ha dimostrato, e segnatamente la città di Lamezia Terme, estrema compostezza;

non vi è stata alcuna reazione sregolata, nel corso della commemorazione funebre cui hanno preso parte oltre 10mila persone, e, pur in presenza di un dolore lancinante;

in questo senso, la comunità ha dato un ulteriore segnale di maturità e civiltà;

i dati che riguardano ciclisti e pedoni vittime della strada sono impressionanti: 295 persone decedute e oltre 14 mila feriti solo nel 2009 con un indice di mortalità raddoppiato rispetto al dato generico di decessi su strada;

l'incidente di Lamezia evidenzia:

a) l'insicurezza delle strade statali e provinciali - su cui corrono i tanti gruppi in forte espansione del cicloturismo sportivo - dovuta alla precaria condizione delle stesse e ad una guida delle automobili spesso sprezzante delle regole;

b) l'assenza di strutture adeguate in Calabria, come piste ciclabili e spazi dedicati per lo sport tra i più praticati a affascinanti a livello amatoriale che anche nella nostra regione annovera alti ed apprezzabili livelli di partecipazione;

dopo il dolore e la partecipazione pubblica, che si è manifestata con una forte solidarietà umana, la politica deve occuparsi delle questioni appena indicate, posto che tutti siamo convinti, tutti noi e tutte le forze politiche che qui sono rappresentate, che occorrano provvedimenti legislativi ed amministrativi ad hoc;

impegna

la Giunta regionale, dopo un'attenta analisi delle problematiche segnalate e di tutte le altre che saranno individuate, ad assumere le doverose iniziative per:

a) diffondere la cultura della prevenzione, partendo dai banchi di scuola, attraverso percorsi di formazione e di sensibilizzazione verso una nuova cultura di sicurezza stradale;

b) prevedere la realizzazione di percorsi protetti per chi si muove in città con la bicicletta, assicurando una maggiore vigilanza sulle piste ciclabili esistenti e sulle strade;

c) sollecitare l'Anas a mettere in sicurezza le strade;

d) individuare le risorse economiche da destinare alla costruzione di una pista ciclabile nel territorio di Lamezia Terme da intitolare ai sette ciclisti deceduti;

e) individuare le risorse economiche da destinare al sostegno delle famiglie delle vittime del tragico incidente.

Proposta di legge numero 136/9^, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 35 del 19.10.2009 e s.m.i.(Del. n. 62)

Art. 1

1. L'entrata in vigore della legge regionale n. 35 del 19 ottobre 2009 e  s.m.i. concernente "La denuncia, il deposito e l'autorizzazione di interventi di carattere strutturale e per la pianificazione territoriale in prospettiva sismica" è differita al giorno 1 luglio 2011.

2. Il regolamento attuativo entrerà in vigore contestualmente alla legge.

3. Nelle more dell'entrata in vigore della legge regionale 35 del 19 ottobre 2009, il Dipartimento regionale Infrastrutture e Lavori Pubblici con proprio provvedimento potrà avviare l'operatività del sistema SI-ERC per le opere già soggette ad autorizzazione ai sensi del Regolamento regionale 1/1994.

Art. 2

1. La presente legge entra in vigore il giorno stesso a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Proposta di provvedimento amministrativo numero 82/9^, recante: “Recepimento standard di qualità dei Musei contenuti nel Codice deontologico ICOM. Approvazione atto preliminare di indirizzo del Sistema Museale Regionale” (Del. n. 63)

"Il Consiglio regionale

vista la legge regionale 26 aprile 1995, n. 31 "Norme in materia di musei degli Enti locali e di interesse locale";

visto il D.M. 10 maggio 2001 "Atto di indirizzo su criteri tecnicoscientifici e sugli standard di funzionamento e sviluppo dei musei" (art. 150, comma 6, del D.L. n. 112/1998);

visto il codice etico professionale ICOM, per i musei;

vista la delibera della Giunta regionale n. 216/2007 "Piano per la definizione del Sistema Museale Regionale";

vista la legge regionale 12 agosto 2002, n. 34;

visto l'accordo di programma tra Governo della Repubblica italiana e Regione Calabria del luglio 2008;

vista la delibera della Giunta regionale n. 545 del 2 agosto 2010;

visto l'elenco redatto e aggiornato dal Dipartimento 11 della Regione Calabria, integrativo della delibera di Giunta in questione. relativo al nuovo censimento dei musei presenti in Calabria;

visto il parere della 3^ Commissione espresso nella seduta del 30 novembre 2010;

delibera

di approvare l'Atto preliminare di definizione del Sistema Museale Regionale Allegato A, comprendente anche l'elenco aggiornato dei musei presenti in Calabria, che si allega al presente atto per farne parte integrante e sostanziale”.

Allegato “A”

Atto preliminare di definizione del Sistema Museale regionale

Il contesto di riferimento.

Il contesto normativo-finanziario

Lo scenario istituzionale e normativo entro cui si muove la politica di promozione e sviluppo dei sistemi museali va innanzitutto letto alla luce degli indirizzi di carattere generale che la Comunità Europea si è data attraverso il Trattato di Maastricht, il cui art. 128 prevede la conservazione e salvaguardia del patrimonio d'importanza europea, pur escludendo azioni dirette della Comunità, se non nel senso di definire i principi cui l'azione degli Stati membri devono orientarsi e cioè: trasparenza, concertazione, sussidiari età, cooperazione e nel pieno rispetto dell' espressione culturale di ogni popolo. La normativa nazionale si presenta attualmente complessa e articolata, infatti la modifica del titolo V della Costituzione, con le nuove formulazioni degli arti. 117 e 118 e l'introduzione del D.lgs. 112/'98, cui si aggiunge, d'altra parte, il Codice relativo ai beni culturali (D.lgs. 142/'04), determinano importanti novità in merito alla tutela, alla salvaguardia, alla conservazione e alla valorizzazione dei beni culturali, Ciò che tuttavia emerge oggi è un quadro normativo e istituzionale in evoluzione, in cui si percepisce una non ancora ben definita ripartizione di compiti e funzioni tra lo Stato e gli Enti locali.

L'analisi puntuale realizzata dalla Corte dei Conti nel 2003 sulla legislazione e la consistenza dei musei in Calabria precisa che l'attuale normativa "...nel definire e distinguere le diverse funzioni inerenti all'ambito dei beni culturali (tutela, gestione, valorizzazione e promozione) stabilendo quali e in che misura alcune di esse (la gestione) possono essere trasferite dallo Stato agli enti locali, quali e in che misura altre (la valorizzazione e la promozione) possono essere realizzate con il concorso dello Stato e degli enti locali, fatto salvo l'esercizio della tutela, che resta esclusiva competenza dello Stato, lascia in ombra taluni aspetti riguardanti il confine tra tutela e gestione e tra gestione e valorizzazione...".

Questa indeterminatezza normativa invece non trascura di puntualizzare un altro importante elemento e cioè la distinzione marcata tra l'attività di tutela e conservazione e l'attività di valorizzazione dei beni culturali. Esiste evidentemente un obbligo per tutti i soggetti pubblici e privati di conservazione e salvaguardia; appare scontato che questi compiti siano la base su cui si fonda l'esistenza stessa dei beni culturali e che quindi, interventi volti a presentare il patrimonio culturale sono ovviamente prioritari affinché venga garantita la possibilità di fruizione di questo patrimonio. Attualmente però sempre più la valorizzazione di un bene culturale viene considerato un fattore di estrema importanza, in quanto genera una pluralità di funzioni, da quella educativa a quella ricreativa, da quella sociale a quella economica.

Essa peraltro sembra demandata chiaramente alla potestà regolamentare della Regione, insieme al principio di collaborazione con le altre amministrazioni locali, in una logica di concertazione degli obiettivi, degli impegni e delle risorse. E' in questo contesto che la Legge regionale 31/'95 sulle "Norme in materia di musei di Enti Locali e di interesse locale", ha incontrato forti difficoltà di attuazione, anche in seguito alla non chiara definizione delle forme di collaborazione e coordinamento tra Regione e Enti locali. Questa situazione di indeterminatezza normativa, ha spinto la Regione a finanziare le urgenze, al di fuori di una minuziosa e puntuale programmazione strategica.

Il presente atto di indirizzo va proprio nella direzione di definire il sistema museale regionale e le sue articolazioni territoriali e istituzionali, pur in presenza di difficoltà legate all'attuale delicata fase di transizione. Per quanto concerne l'aspetto finanziario le risorse attualmente disponibili sono molto esigue e quindi non consentono di perseguire obiettivi eccessivamente ambiziosi. Si tratta pertanto di creare un sistema museale regionale in possesso dei requisiti minimali necessari per entrare dignitosamente in un contesto qualitativo di livello nazionale.

 

Il contesto museale regionale

La Regione ha realizzato il censimento dei musei calabresi (si rimanda all'appendice allegata), tramite il Dipartimento PAU dell'Università degli studi di Reggio Calabria, acquisendo le informazioni fondamentali per ottenere un quadro abbastanza esauriente del settore museale calabrese. Da questa ricerca ed in base ai dati rilevati, emerge che a livello generale, a parte le realtà museali di importanza e competenza nazionale, esiste una polverizzazione di strutture ed una grande differenziazione relativamente al valore delle raccolte ed all'organizzazione dei musei. Più nel dettaglio si possono sinteticamente identificare alcuni elementi caratterizzanti l'attuale settore museale regionale:

- un'alta percentuale di realtà museali sono giuridicamente costituite e/o legate al proprio comune di riferimento, mentre un altro discreto numero è di proprietà ecclesiastica;

- le strutture in cui vengono ospitati i musei risultano molto spesso edifici storici e in gran parte abbastanza adeguate allo scopo, anche se un certo numero di esse soffre di infiltrazioni o altre carenze strutturali e avrebbe bisogno di interventi di restauro;

- le condizioni microclimatiche sono in gran parte passibili di migliorie, al fine di rendere l'ambiente idoneo alla conservazione adeguata delle raccolte;

- in genere, laddove vengono conservati reperti di un certo valore, esiste anche qualche sistema di sicurezza;

- le tipologie preminenti riguardano i musei d'arte, i musei archeologici, che spesso conservano reperti di notevole valore storico ed i musei etnografici. Questi ultimi si identificano, nella gran parte, con le raccolte di arte e attrezzi del mondo contadino convogliate nei musei di emanazione comunale, che però rappresentano molto spesso delle realtà di non grande valore storico-artistico e contribuiscono in misura maggiore alla polverizzazione di realtà di limitato respiro culturale;

- la maggior parte dei musei attua un orario di apertura di almeno 30 ore settimanali, diverse strutture sono aperte soprattutto in estate o aprono su richiesta degli utenti. La frequenza dei visitatori è, nella media, abbastanza elevata, un notevole numero di musei infatti è visitato da varie migliaia di persone. L'escursione numerica va dai picchi di 30-40.000 visitatori fino alle poche centinaia, mentre spesso non esiste un sistema di quantificazione delle presenze;

- i sistemi di catalogazione e inventariazione, ove presenti, sono quasi tutti a schede o a registro, pochissimi musei, peraltro di proprietà ecclesiastica, adottano il sistema ICCD, considerato requisito minimo per l'accesso al SMR;

- la maggior parte delle strutture museali non ha adottato un regolamento interno e di quelle che possiedono un regolamento o uno statuto non si hanno precise informazioni sul contenuto degli stessi;

- i servizi di promozione e valorizzazione dei beni custoditi si limitano, quando presenti, a rapporti convenzionali soprattutto con le scuole, ma sono in pratica assenti programmi di promozione e ricerca a più ampio e articolato respiro, in particolare attraverso un fattivo coinvolgimento del territorio di riferimento;

- la ricerca non ha rilevato alcun dato circa il personale utilizzato dalle strutture museali e le relative caratteristiche circa le funzioni, la contrattualità e le professionalità.

 

Definizione preliminare del Sistema Museale Regionale e Finalità dell'atto preliminare di definizione del sistema museale regionale

Alla luce di quanto emerso in seguito al censimento realizzato dall'Università di Reggio Calabria, appare opportuno, in sede di prima definizione del SMR, identificare quei musei che più si avvicinano ad avere tutti i requisiti minimali richiesti. La consapevolezza della innovazione e complessità che si sta introducendo nell'attuale sistema museale suggerisce una prima fase di sperimentazione e progressivo raggiungimento dei livelli standard. Sarà, in tempi brevi, avviato un ulteriore excursus informativo al fine di verificare i dati già censiti e per acquisire i dati mancanti alla stesura definitiva del SMR, in base ai requisiti previsti. In particolare saranno oggetto d'indagine le dotazioni di personale, l'autonomia finanziaria e quant'altro sarà necessario acquisire per la verifica degli standard minimi d'accesso.

 

Finalità

L'attuazione della legge 31/1995 si inquadra nella generale esigenza di conseguire a conoscenza, tutela, valorizzazione ed uso dell'intero patrimonio culturale della Calabria, quale risorsa per lo sviluppo complessivo della Regione. Il Sistema Museale Regionale è lo strumento operativo attraverso cui realizzare queste finalità in materia di musei degli enti locali o di interesse locale. Esso si propone di conservare e rendere fruibili quei manufatti, opere, elementi, ecc. espressioni del passato della Calabria e della sua storia millenaria, affinché si inneschino processi di ricostruzione ed elaborazione culturale, che portino, soprattutto nelle nuove generazioni, a identificare i processi storico-culturali, che hanno determinato le condizioni attuali ed i possibili sviluppi futuri, nonché far conoscere l'identità storica, culturale, economica e sociale calabrese a tutti coloro che, per ragioni diverse, si troveranno a soggiornare, stabilmente o meno, in Calabria, non ultimi i calabresi emigrati nel mondo, che più di tutti sentono la necessità conoscere, conservare e rivitalizzare le proprie radici.

 

Linee prioritarie d'intervento

Nel costruire il nuovo sistema museale la Regione le direttrici, che devono caratterizzare l'azione di intervento a livello territoriale, funzionale e organizzativo sono le seguenti:

- perseguire un livello qualitativo minimo per tutti i musei che saranno riconosciuti dalla Regione e che entreranno a far parte del SMR, attraverso la definizione di alcune regole a cui ogni istituzione museale riconosciuta deve attenersi.

Considerando tuttavia la forte disparità nel possesso degli standard qualitativi minimi, sarà necessario promuovere processi di progressivo raggiungimento degli stessi, favorendo così un generale potenziamento del settore;

- perseguire una logica di sistema integrato sul territorio, non solo in termini di integrazione territoriale a dimensione provinciale o sovracomunale, ma anche come  forme di collaborazione tra istituti, soprattutto nella prospettiva della promozione e valorizzazione dei beni culturali;

- favorire la nascita e la crescita di servizi e prestazioni culturali, educativi, informativi di qualità;

- realizzare un sistema informativo-informatico come risorsa al servizio di tutti i cittadini e come strumento di conoscenza e valorizzazione del patrimonio indispensabile ad una adeguata programmazione regionale basata su elementi oggettivamente rilevati;

- pur nei limiti imposti dalle esigue risorse finanziarie, intervenire per sanare quegli aspetti strutturali che incidono sulla buona conservazione delle raccolte museali.

In una prospettiva a più lungo termine, gli obiettivi regionali saranno inoltre:

-          sostenere programmi di certificazione di qualità al fine di riconoscere l'eccellenza all'interno della comunità museale;

-          sostenere l'accorpamento di realtà locali, di medesima tipologia, in istituti di dimensione e significato culturale più ampio, a livello quanto meno intercomunale; promuovere un programma scientifico di classificazione degli istituti;

-          sostenere l'istituzione di nuove realtà museali, compatibilmente con: le risorse economiche a disposizione, in particolare nel campo delle scienze naturali.

 

Definizione di "museo” e caratteristiche del SMR

La Regione accoglie la definizione di museo inteso come "un'istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo, aperta al pubblico, che compie ricerche sulle testimonianze materiali dell'uomo e del suo ambiente, le acquisisce, le conserva, le comunica e soprattutto le espone a fini di studio, di educazione e di diletto"; si rimarca quanto già stabilito dalla D.G.R. 1128/'03, in cui viene accolta la nuova concezione di museo "aperto" e "diffuso", quale modello a cui riferirsi nella gestione delle realtà museali.

Alla definizione di museo come istituzione culturale complessa, si affiancano altre tipologie e forme museali che vanno opportunamente definite, anche in base a quanto indicato dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, per poter inequivocabilmente identificare il tipo di struttura considerata:

1) Raccolta museale: struttura che svolge principalmente le funzioni di conservazione ed esposizione;

2) Siti culturali:

a) le aree archeologiche, caratterizzate dalla presenza di resti di natura fossile o di manufatti o struttura preistoriche o di età antica;

b) parchi archeologici: ambiti territoriali caratterizzati da importanti evidenze archeologiche e dalla compresenza di valori storici, paesaggistica o ambientali, attrezzati come museo all' aperto;

c) complessi monumentali: complessi formati da una pluralità di fabbricati edificati anche in epoche diverse, che con il tempo hanno acquisito un'autonoma rilevanza artistica, storica o etno-antropologica;

3) Ecomuseo: istituzione finalizzata al recupero, alla comunicazione ed alla valorizzazione della memoria storica, della vita e della cultura di un territorio, delle relazioni tra ambiente naturale ed ambiente antropizzato, nonché alla realizzazione di progetti di sviluppo locale integrati con le politiche culturali, ambientali ed economiche (in materia andrà acquisito il parere vincolante del Dipartimento Ambiente).

Il museo, nella sua accezione più completa, oltre a perseguire la conservazione e la salvaguardia dei beni nell'ottica di preservare il patrimonio culturale, deve porre un'attenzione particolare agli interventi di valorizzazione del bene culturale in quanto generatore di una pluralità di funzioni, da quella educativa a quella ricreativa, da quella sociale a quella economica. Essa deve coinvolgere il territorio in maniera da creare un clima di crescita culturale ed economica.

Per realizzare un'efficace valorizzazione è dunque necessario lavorare a favore di un'integrazione territoriale che coinvolga le dotazioni culturali di un territorio, intese in termini di teatri, musei, biblioteche, ecc., a cui possono contribuire anche offerte non strettamente legate ai beni culturali (impianti sportivi, ricreativi, ecc.).

Cioè una forte integrazione tra il settore culturale ed altri settori quali il turismo, l'istruzione, i servizi sociali e ricreativi. La Regione, pur nell'intento di sviluppare gli aspetti più innovativi, promozionali e di valorizzazione, intende creare le solide basi su cui ancorare la realtà museale calabrese, costituite dalle direttrici indicate in alcuni documenti fondamentali, riferimento contestuale dell'intero scenario museale nazionale.

A tale scopo la Regione definisce principalmente il Sistema Museale Regionale, classificando gli istituti museali in grado di rispondere agli standard tecnico-scientifici emersi dalle più recenti indicazioni normative, promuovendo, nel contempo, quella progettualità finalizzata al raggiungimento di standard accettabili da parte dei musei attualmente non ancora attrezzati per entrare nel sistema museale regionale. Ciò significa ancora garantire i processi più adeguati e rispondenti alle esigenze relative alla tutela, alla conservazione e al restauro dei beni, presupposti imprescindibili su cui sviluppare i migliori percorsi di fruibilità e valorizzazione.

 

Criteri di Classificazione degli Istituti e dei Servizi Museali

Il Sistema Museale Regionale è formato da tutti i musei, le raccolte e i servizi culturali il cui interesse sia riconosciuto dalla Regione, la quale con il presente atto, in primo luogo, stabilisce la classificazione degli istituti e dei servizi museali, e gli standard minimi, barriera d'accesso ai finanziamenti che la Regione mette a disposizione degli stessi istituti. Al fine di porre il sistema museale regionale nella scia dei contesti museali più avanzati, la Regione intende avere come punto di riferimento gli standard derivati dal Codice deontologico ICOM, recepiti, tra l'altro, dall'Atto di indirizzo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali con D.M. del 10 maggio 2001, i quali si preoccupano di individuare condizioni minime, variabili a secondo della grandezza e responsabilità di ciascun museo, affinché le collezioni siano adeguatamente collocate, conservate e documentate.

Per quanto non espressamente previsto nel presente atto si fa, pertanto, riferimento alle disposizioni contenute nell' Atto di indirizzo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali con D.M. del 10 maggio 200l.

La presente classificazione dei musei calabresi tiene conto della varietà della casistica museale regionale, che comprende musei di differente standard culturale e funzionale, pertanto emerge la necessità di raggruppare gli istituti regionali in fasce omogenee per complessità strutturale ed organizzativa, indicando peraltro i requisiti minimali necessari per essere inseriti nel sistema museale regionale. Gli standard minimi museali assunti dalla Regione sono:

1. Status giuridico

Lo status giuridico è definito tramite l'adozione del regolamento secondo lo schema tipo regionale e sempre tenendo presente le indicazioni contenute nell' Atto di indirizzo ministeriale. Nelle more la presenza di uno Statuto o di un regolamento sarà considerato requisito minimo accettato. Documentazione comprovante il possesso del requisito: Regolamento e/o statuto del museo.

2. Assetto finanziario

Le istituzioni museali devono disporre di risorse economiche adeguate alle loro dimensioni. compito degli enti proprietari e delle amministrazioni di riferimento assicurare regolarità dei flussi finanziari. Riguardo alla gestione finanziaria e contabile delle risorse economiche per i musei privi di autonomia finanziaria sarà necessaria l'adozione, da parte degli enti proprietari, di un documento programmatico annuale e della relazione a consuntivo. Per i musei dotati di autonomia finanziaria l'adozione del bilancio consuntivo e della relazione degli amministratori, nel rispetto della normativa vigente.

Documentazione comprovante il possesso del requisito: bilancio consuntivo dell'anno precedente, bilancio preventivo, entrambi specificamente riferiti al museo e approvati secondo la normativa vigente.

3. Strutture del museo

Il museo è tenuto a garantire che le sue strutture siano adeguate alle funzioni cui sono adibite, in conformità alla politica ed agli obiettivi educativi e con riferimento alle esigenze delle collezioni, del personale e del pubblico, quindi: salubrità dei locali, idonee condizioni microclimatiche, sistema di gestione della luce, controllo flusso visitatori.

Documentazione comprovante il possesso del requisito: relazione del responsabile del museo/certificati comprovanti l'idoneità dei locali e delle condizioni ambientali.

4. Personale

Le molteplici funzioni del museo possono essere svolte solo a condizione che esso disponga di personale qualificato. Pertanto il museo deve essere dotato di personale in quantità sufficiente in relazione alle sue dimensioni, alle caratteristiche delle collezioni, alle responsabilità e funzioni del museo stesso, all'esigenza di garantire continuità e stabilità dei servizi.

In concreto è necessario che il museo abbia un responsabile di direzione professionalmente qualificato e formalmente nominato, che vengano garantite le funzioni di direzione, conservazione e cura, educazione e didattica, gestione della sicurezza, sorveglianza e accoglienza. Sarà cura dell'ente regionale promuovere una ricerca che censisca le figure attualmente operanti nel settore museale, che dia conto delle carenze quantitative e qualitative e quindi dia indicazioni di prospettiva relativamente all'assunzione di personale, alle qualifiche, ai titoli, alla formazione ed all' aggi ornamento.

Documentazione comprovante il possesso del requisito: contratti stipulati con il personale operante all'interno del museo, in numero e qualificazione adeguate alle esigenze del museo.

5. Sicurezza del museo

Il museo deve garantire la sicurezza ambientale, la sicurezza strutturale, la sicurezza nell'uso, la sicurezza anticrimine e là: sicurezza in caso di incendio. La garanzia dell'adeguamento è data dalle relative certificazioni e collaudi.

Documentazione comprovante il possesso del requisito: dichiarazione del Direttore del Museo sull' idoneità e conformità dei sistemi di sicurezza in rapporto al valore delle collezioni. Certificazioni specifiche di idoneità.

6. Gestione e cura delle collezioni

Le collezioni rappresentano l'elemento costitutivo e la ragion d'essere di ogni museo. La loro gestione deve garantire:

la conservazione e il restauro, attraverso il monitoraggio delle condizioni ambientali, l'esistenza d una scheda conservativa, la possibilità di accesso a laboratori di restauro, attenendosi ai dettami della Carta del restauro e comunque alle prescrizioni delle Soprintendenze competenti, alle metodologie consigliate dall'ICR (Istituto Centrale Restauro), redigendo le relative schede di restauro ICR;

l'incremento e l'inalienabilità, attraverso modalità formalizzate di controllo in merito alle procedure di incremento, inalienabilità, esposizione. Le collezioni sono inalienabili e sono possibili prestiti solo con istituti che diano garanzie di tutela e sicurezza nel trasporto;

la registrazione e la documentazione, attraverso attività di registrazione nell'inventario e di catalogazione. La catalogazione deve essere realizzata secondo gli standard catalografici dell'ICCD, in collaborazione con le Soprintendenze e da personale specializzato.

In prospettiva la Regione intende utilizzare un sistema informatizzato di catalogazione compatibile con il Sistema Informativo Generale del Catalogo. La presentazione dei materiali al pubblico deve rispettare alcuni criteri essenziali ed imprescindibili, di carattere principalmente topografico e cronologico.

Documentazione comprovante il possesso del requisito: schede conservative dei reperti. Modalità di incremento, inalienabilità e prestito contenute nel regolamento o nello statuto ed in linea con il codice ICOM. Catalogazione secondo l'ICCD. Relazione sui criteri di presentazione dei materiale.

7. Rapporti con il pubblico e relativi servizi

Ogni museo affianca al dovere della conservazione del proprio patrimonio la missione di renderne possibile la fruizione a scopo educativo, culturale e ricreativo. Perché ciò venga realizzato è necessario che siano almeno definiti:

- l'orario e le modalità di accesso del pubblico, in base ad un'analisi del bacino d'utenza;

- la comunicazione e pubblicizzazione all'interno e all'esterno;

- la quantificazione delle presenze;

- l'utilizzo di un "registro delle osservazioni dei visitatori";

- la rimozione barriere architettoniche.

Documentazione comprovante il possesso del requisito: orario di apertura al pubblico di almeno 30 ore settimanali. Forme di pubblicizzazione del museo e delle sue attività. Presenza di sistemi rigorosi di quantificazione delle presenze e adozione di un registro delle "Osservazioni dei visitatori". Dichiarazione di inesistenza di barriere architettoniche.

8. Rapporti con il territorio

E' soprattutto in questo segmento che la componente di valorizzazione e promozione dei beni culturali deve esprimere le sue potenzialità in funzione di finalità didattiche e divulgative. Il concetto di museo "aperto" e "diffuso" deve trovare la sua opportuna collocazione nella creazione di "circuiti museali", in cui vi sia una fruizione dinamica di un'area culturale omogenea. La Regione favorirà ogni spinta che porterà il museo ad un ruolo interattivo con la cultura del proprio territorio, inserito in un sistema culturale che ne interpreti e ne valorizzi le vocazioni e le identità.

Documentazione comprovante il possesso del requisito: Relazione sui rapporti intrattenuti dal museo con le altre strutture del territorio di riferimento e sulle attività ricreative, culturali, in linea con gli attuali concetti di valorizzazione e promozione dei beni culturali.

 

Individuazione degli istituti del Sistema Museale Regionale

In applicazione dei sopra illustrati standard qualitativi i Musei esistenti in Calabria potranno essere classificati in tre fasce secondo le seguente tabella.

Fasce degli Standard Museali

Standard

Fascia A

Fascia B

Fascia C

Status giuridico

Stat./regol.riconosc.

Stat./regol.riconosc.

Senza Stat./regolam.

Assetto finanziario

Rendic. Conforme a Atto Ministeriale

Rendic. Conforme a Atto Ministeriale

Senza rendicontaz. specifica del museo

Strutture museo

Strutture adeguate

Strutture adeguate

Strutture carenti

Personale

Adeguato alle funzioni*

Adeguato alle funzioni*

Senza personale

Sicurezza museo

Adeguati sistemi sicurez.

 

Senza sistemi di sicurezza

Inventario e catalogazione

Inv./catal. Sistema ICCD

 

Senza invent. e catal.

Apertura

30 h. sett. E rilevazione presenze

 

Meno di 15 h. sett.

No rilevaz. presenze

Rapporti con il territorio

Comprovati rapporti con altre strutture del territorio di riferimento

 

 

 

In sede di prima definizione saranno inclusi nel Sistema Museale Regionale, con il loro riconoscimento completo, le strutture museali che rientrano nella Fascia A, in quanto possessori di tutti i requisiti minimi. I musei rientranti nella Fascia B avranno un riconoscimento provvisorio in quanto possessori di almeno i primi quattro requisiti minimi, ma dovranno presentare programmi dettagliati di adeguamento rispetto a tutti i requisiti standard, da realizzare nel giro di tre anni. Gli istituti compresi nella Fascia C non potranno essere inclusi nel Sistema Museale Regionale fin quando non avranno almeno la parzialità degli standard minimi per un riconoscimento provvisorio, tuttavia costituiscono parte dello scenario articolato del settore museale regionale. La Regione prevede di dedicare parte dei finanziamenti per il sostegno dei progetti presentati dai musei possessori del riconoscimento completo, parte per consentire il raggiungimento completo dei requisiti per i musei di fascia B, di effettuare inoltre un parziale stanziamento finanziario per aiutare i musei di fascia C a raggiungere almeno i quattro requisiti minimi per un riconoscimento provvisorio ed infine, parte ancora destinati all'istituzione di nuovi musei che presentino un particolare interesse storico, artistico e culturale.

Il riconoscimento ha una validità di tre anni a partire dalla sua formalizzazione con Deliberazione di Giunta regionale e pubblicazione sul BURC. Alla scadenza dei tre anni, sarà rinnovato con analoga procedura ed in base alla verifica del mantenimento dei requisiti, o al raggiungimento degli stessi da parte dei soggetti riconosciuti provvisoriamente.

L'elenco dei musei, che entreranno a far parte del Sistema Museale Regionale, sarà definito in base ai criteri approvati dal Consiglio Regionale ed attraverso un percorso predisposto dal Servizio Regionale competente, che. preciserà successivamente le modalità ed i termini di presentazione della domanda di riconoscimento, pubblicizzate attraverso opportune ed adeguate forme divulgative.

Considerato che il settore museale è in evoluzione costante, sarà quindi cura della suddetta struttura l'adeguamento e la revisione periodica dell'elenco dei musei inseriti nel Sistema Museale Regionale con cadenza triennale.

A tale scopo infatti sarà avviato, in tempi brevi, un primo ulteriore excursus informativo, per acquisire i dati mancanti alla stesura del SMR, in base ai requisiti minimi previsti.

Riconoscendo la difficoltà del passaggio dalla mera individuazione di precisi standard ed obiettivi di qualità, alla loro realizzazione e messa a regime, la Regione sosterrà quei progetti finalizzati al raggiungimento dei requisiti di qualità, dando priorità agli istituti museali più vicini a questo obiettivo.

 

Organizzazione del SMR e sue modalità operative

Il SMR dovrà funzionare secondo una logica sistemica, finalizzata alla realizzazione di un sistema integrato territoriale, attraverso raccordi intersettoriali e collaborazioni tra istituti museali e tra essi e i soggetti territoriali più significativi. Questa scelta sembra la più idonea a creare circuiti e percorsi di valorizzazione dei beni, all'interno di una valorizzazione del più ampio contesto culturale. La Regione intende favorire gli istituti museali capaci di abbandonare la vecchia logica caratterizzata da staticità e immobilismo, à favore di una maggiore dinamicità e creatività culturale, nella direzione di una articolata offerta didattica, educativa di qualità.

 

Sistema informatizzato

La Regione intende creare i presupposti strumentali a supporto di quanto detto sopra, promuovendo l'informatizzazione del sistema museale, sia riguardo alla produzione e conservazione degli elaborati catalografici, fotografici, grafici, cartacei, sia riguardo alla realizzazione di una rete interconnessa tra gli istituti facenti parte del Sistema Museale. Si intende infatti definire, tramite collaborazioni con strutture universitarie, un sistema informativo per la gestione, e la conservazione dei dati inerenti i beni inventariati ed i servizi museali. Il sistema informatizzato dovrà essere compatibile con il Sistema Informativo Generale del Catalogo, secondo quanto espresso nel protocollo d'intesa tra il Ministero per i Beni e le attività Culturali e le Regioni.

Saranno identificati cinque Poli Museali, uno per ogni provincia, facendo confluire in un Centro di Documentazione Regionale collocato all'interno del Dipartimento Regionale alla Cultura, tutti i dati immagazzinati. La creazione di una Banca dati del settore museale, implementerà un sito internet sul SMR, a disposizione di tutti cittadini che intendono approfondire la conoscenza e la fruizione dei beni culturali custoditi in Calabria e delle opportunità culturali innescate.

La disponibilità dei dati complessivi riguardante l'intero sistema dovrà indirizzare le scelte programmatiche e gestionali regionali ed assicurare, come recita l'art. 6 della Legge, l'aggregazione provinciale ed il funzionamento unitario del sistema museale regionale. Il SMR inoltre dovrà nell'immediato consolidare alcuni aspetti organizzativi fondamentali di seguito definiti.

 

Inventario

Tutti gli istituti museali inclusi nel Sistema Museale Regionale devono redigere e aggiornare l'inventario dei beni in proprio possesso. Gli oggetti devono essere registrati e documentati a fini patrimoni ali e di sicurezza, predisponendo la compilazione di un registro inventariale, con l'obiettivo qualitativo di monitorare la consistenza del patrimonio museale. Tale documentazione deve prevedere una minuziosa descrizione di tutti gli oggetti, della loro provenienza e origine, nonché delle condizioni in cui sono stati presi in carico dal museo. I dati sulle collezioni devono essere continuamente aggiornati e arricchiti. La catalogazione deve essere realizzata secondo gli standard catalografici dell'ICCD, in collaborazione con le Soprintendenze ed effettuata da personale specializzato.

La Regione intende promuovere la produzione e conservazione degli elaborati catalografici, fotografici, grafici, cartacei in digitale o in formato multimediale, che dovranno confluire nel Centro di Documentazione Regionale a capo di un sistema informatizzato compatibile con il Sistema Informativo Generale del Catalogo, secondo quanto espresso nel protocollo d'intesa tra il Ministero per i Beni e le attività Culturali e le Regioni.

(Prevedere convenzione con Università per la produzione di un pacchetto informatico finalizzato alla realizzazione di quanto sopra).

 

Regolamento

Gli istituti museali facenti parte del Sistema Museale Regionale devono adottare un regolamento, che peraltro costituisce requisito minimo degli standard museali definiti. La Regione, consapevole che l'esistenza di un regolamento scritto, secondo le normative vigenti, è un punto di riferimento insostituibile per l'organizzazione ed il funzionamento di ogni museo, indicherà, in tempi brevi, lo schema tipo che dovrà essere adottato formalmente da tutti gli istituti museali che intendono entrare a far parte del Sistema Museale Regionale.

 

Controlli

Le strutture museali che aderiscono al Sistema Museale Regionale saranno sottoposte al controllo della Regione Calabria, finalizzati alla verifica della sussistenza degli standard richiesti per l'accesso al sistema. Tali controlli saranno complementari a quelli di competenza delle Soprintendenze Regionali.

 

Sanzioni

La verifica della insussistenza degli standards minimi richiesti provocherà l'automatica esclusione dal Sistema Museale Regionale, così come qualsiasi trasgressione alla regolamentazione del settore, che provochi un danno al patrimonio in dotazione sarà perseguita secondo le norme vigenti.

 

Programmazione

Gli istituti museali regionali che entrino a far parte del SMR devono presentare entro il mese di aprile di ogni anno (art. 15, comma 2 L.R. 31/1995), al Dipartimento competente, una programmazione delle attività di valorizzazione e promozione che essi intendono realizzare nei loro Musei. Un consuntivo delle attività svolte dovrà essere presentato entro il 30 novembre di ogni anno. Tale programmazione dovrà essere esibita anche dai Musei che non avanzeranno richiesta di finanziamento.

E', inoltre, necessaria la predisposizione di modulistica finalizzata alla verifica del gradimento da parte del pubblico delle attività del Museo.

 

Personale

La Regione Calabria adotta, in ogni sua parte e relativamente al personale impiegato negli istituti museali, a tempo pieno o parziale, il Codice deontologico ICOM dei professionisti museali, che definisce, tra l'altro, gli obblighi, la condotta personale, gli interessi privati, le responsabilità inerenti la tutela e la conservazione delle collezioni, i rapporti con il pubblico ed i colleghi ed i comportamenti contrari alla deontologia professionale.

L'Amministrazione responsabile deve fornire al personale, coinvolto a qualsiasi titolo nella gestione del museo, copia del suddetto Codice. L'Amministrazione responsabile dell'istituto museale ha, altresì, l'obbligo di garantire che il personale del museo sia sufficientemente consistente e qualificato ad adempiere ai compiti affidati ad esso. Pertanto ogni istituto deve avere garantire l'assunzione di un numero minimo di figure fondamentali che consentano l'adeguato svolgimento delle funzioni principali del museo.

Per gli istituti di piccole dimensioni devono essere previste almeno le seguenti figure, già previste nella D.G.R. nr. 1128/'03:

Direttore del museo, che ha la responsabilità principale nella conduzione e realizzazione delle funzioni della struttura, sulla base degli indirizzi di gestione stabiliti. Il direttore deve possedere un adeguato titolo di studio (laurea attinente alla tipologia del museo) e, preferibilmente, un curriculum attestante l'esperienza maturata nel settore. Le figure professionali idonee a svolgere le funzioni di direttore scientifico di museo, devono essere in possesso di laurea specifica, nonché di diploma di specializzazione come titolo preferenziale. Il direttore del museo deve avere inoltre competenze specifiche nella cura e allestimento delle collezioni, nella progettazione e direzione di attività di ricerca, di catalogazione e di definizione dei criteri di pubblicizzazione.

Occorre ovviamente tenere presente l'importanza dei tematismi culturali che caratterizzano i diversi istituti e devono dunque orientarne la direzione scientifica. La direzione scientifica può anche configurarsi come figura esterna di coordinamento diretta a più istituti.

Una figura amministrativa che curi tutte le operazioni di segreteria, ragioneria, gare di appalto, rapporti con i fornitori, ecc.. Questo ruolo deve essere arricchito delle competenze necessarie a svolgere i nuovi compiti gestionali (ad esempio relativi ai nuovi tipi di contrattualità, sponsorship, ecc.). Almeno due unità addette alla custodia. Queste figure, oltre allo specifico compito della sorveglianza e custodia devono, in prospettiva, passare da ruolo passivo ad un ruolo sempre più attivo, soprattutto come interfaccia competente tra pubblico e la direzione dell'istituto. Ove possibile, almeno una unità addetta al servizio educativo/didattico. Questa figura si dovrà dedicare a tutte le attività che vanno dalla comunicazione, al raccordo con le scuole, istituzioni e animazione del territorio, ai servizi di visite guidate ed eventuali laboratori didattici, raccolta dati sui visitatori e sul gradimento della visita.

I profili professionali e le materie d'esame saranno quelli definiti nel Piano Triennale previsto dalla L.R. 31/'95 (art. 9 comma 2 e art. 10, comma 4, punto e). Nelle more della citata definizione potranno essere mantenuti le figure professionali attualmente operanti nei musei. Ad esse sarà riservato un punteggio aggiuntivo specifico in sede di espletamento dei concorsi.

In prospettiva futura la Regione si propone di realizzare un censimento delle figure attualmente impiegate nel settore museale calabrese e rilevarne le esigenze di organico, nonché il fabbisogno formativo, considerato che la presenza di personale quanti-qualitativamente adeguato è uno dei requisiti richiesti dagli standard minimi.

Considerata la dimensione e l'importanza di molti musei calabresi, sarà possibile utilizzare personale a tempo parziale o far ruotare figure professionali tra diversi musei. Le figure professionali già presenti e attive all'interno della struttura museale da almeno tre anni e quindi elementi consolidati del suo staff, saranno mantenute successivamente all'approvazione del presente atto.

La Regione, soprattutto in relazione alle realtà museali di maggiore dimensione e significato e considerando le diverse ed articolate funzioni legate all'esistenza ed alla gestione delle attività museali, intende promuovere la formazione di quelle figure necessarie alla buona organizzazione e funzionalità del museo, nonché di quelle figure innovative soprattutto sul versante della promozione e della valorizzazione dei beni culturali. Un importante punto di riferimento, nell'ambito della formazione, sia per ciò che concerne le competenze, che per quello che riguardante i profili professionali del settore, è il Repertorio delle professioni dell'area Beni Culturali pubblicato dall'ISFOL nel 2000, che colloca le varie figure all'interno dei principali ambiti professionali:

Direzione, restauro, catalogazione, amministrazione, custodia, sicurezza, manutenzione, tutela, conservazione, valorizzazione.

 

Riconoscimento delle strutture museali da inserire nel Sistema Museale Regionale

La Regione Calabria sta per istituire il Sistema Museale Regionale, strumento attraverso cui realizzare un serio riordino del settore museale calabrese. In sede di prima definizione saranno inclusi nel Sistema Museale Regionale, con il loro riconoscimento completo, le strutture museali che rientrano nella Fascia A, in quanto possessori dei requisiti definiti nell' Atto di indirizzo che definisce i criteri per la composizione del SMR.

I musei rientranti nella Fascia B, cioè quelli che possiedono almeno i primi quattro requisiti previsti, avranno un riconoscimento provvisorio, ma dovranno presentare programmi dettagliati di adeguamento rispetto ai requisiti standard mancanti, da realizzare nel giro di tre anni. Gli istituti compresi nella Fascia C non potranno essere inclusi nel Sistema Museale Regionale fin quando non avranno almeno la parzialità degli standard minimi per un riconoscimento provvisorio, tuttavia costituiscono parte dello scenario articolato del settore museale regionale.

La Regione prevede di dedicare parte dei finanziamenti per il sostegno dei progetti presentati dai musei possessori del ricop6scimento completo, parte per consentire il raggiungimento completo dei requisiti per i musei di fascia B, di effettuare inoltre un parziale stanziamento finanziario per aiutare i musei di fascia C a raggiungere almeno i quattro requisiti minimi per un riconoscimento provvisorio ed infine, parte ancora destinati all'istituzione di nuovi musei che presentino un particolare interesse storico, artistico e culturale.

Al fine del riconoscimento dei musei la Regione definisce un percorso di autovalutazione, attraverso la compilazione di un questionario, predisposto dal Dipartimento competente, teso a riprodurre una fedele fotografia delle condizioni del museo con particolare riferimento al possesso dei requisiti minimi richiesti La procedura non è un meccanismo di semplice selezione degli organismi museali, ma è anche un momento di valutazione ed autovalutazione finalizzato alla crescita ed alla promozione delle stesse strutture.

Otterranno un riconoscimento completo le strutture museali che possiedono tutti i requisiti minimi indicati nell' Atto preliminare ed il riconoscimento provvisorio le strutture che possiedono i primi quattro requisiti. I musei con un riconoscimento provvisorio dovranno presentare, contestualmente alla domanda, programmi dettagliati di adeguamento rispetto a tutti i requisiti standard, da realizzare nel giro di tre anni.

Il questionario dovrà essere inoltrato presso il Dipartimento competente accompagnato dalla domanda di riconoscimento del museo, dal progetto che si intende realizzare, indicante obiettivi, finalità, descrizione della ricaduta educativa e culturale, ecc .. o, nel caso di strutture riconosciute provvisoriamente, programmi dettagliati di adeguamento rispetto a tutti i requisiti standard, da realizzare nel giro di tre anni.

I musei di fascia C potranno presentare progetti volti all'acquisizione degli standard minimi.

La domanda sarà esaminata da una Commissione tecnico-scientifica.

Sulla base della documentazione pervenuta la Commissione attribuisce il riconoscimento in forma completa o provvisoria. Il riconoscimento ha una validità di tre anni, alla scadenza dovrà essere rinnovato con analoga procedura per la verifica del mantenimento o l'acquisizione dei requisiti.

Il Dipartimento competente predisporrà momenti di verifica di quanto dichiarato nel questionario e sarà cura della suddetta struttura l'adeguamento e la revisione periodica dell'elenco dei musei inseriti nel Sistema Museale Regionale con cadenza triennale.

L'atto di riconoscimento della Regione potrà essere revocato nel caso si riscontri la non sussistenza dei requisiti minimi richiesti o in caso di gravi inadempienze rispetto alle normative del settore.

(Testo integrale)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 84/9^, recante: “Programma di attività e fabbisogno finanziario del Corecom Calabria per l'anno 2011 (articolo 10 legge regionale n. 2/2001)” (Del. n. 64)

“Il Consiglio regionale

vista la legge 6 agosto 1990, n. 223, concernente "Disciplina del sistema radiotelevisivo pubblico e privato";

vista la legge regionale n. 2 del 22 gennaio 2001, e s.m. ed i, istitutiva del Co.Re.Com. Calabria, e segnatamente l'articolo 10;

visto il Regolamento concernente l'organizzazione ed il funzionamento del Comitato Regionale per le Comunicazioni;

delibera

di approvare il Programma di attività e fabbisogno finanziario del CORECOM Calabria per l'anno 2011, ai sensi dell'articolo 10, comma 1, della legge regionale 22 gennaio 2001, n. 2, che si allega al presente atto per farne parte integrante e sostanziale”.

 

Allegato alla deliberazione n. 64 del 13 dicembre 2010

Programma di attività e fabbisogno per l'anno 2011, ai sensi dell'articolo 10, comma 1, della legge regionale 22 gennaio 2001, n. 2

Funzioni Proprie

 

1) Passaggio dalla TV analogica al digitale terrestre

La Regione Calabria deve e dovrà affrontare sino al 2012 l'evoluzione da un sistema di trasmissione analogica del segnale televisivo ad una tecnologia digitale.

La prima transizione al digitale è fissata con decreto ministeriale entro il primo semestre del 2011 e interesserà l'area 14 e cioè le province di Cosenza e di Crotone. La seconda inversione è prevista entro il secondo semestre 2012 e riguarderà le restanti province.

Si tratterà di una vera e propria rivoluzione nell'ambito delle telecomunicazioni, le cui conseguenze sono paragonabili a quelle provocate dall'avvento della stampa.

Basti pensare alla TV interattiva: l'utente potrà interloquire con i personaggi delle varie trasmissioni, accedere agli archivi della Pubblica amministrazione, richiedere il rilascio di certificati, etc. etc.

Di contro per le emittenti televisive sarà un banco di prova circa la qualità dell'informazione e della programmazione, il che comporterà la necessità di forti investimenti per la riconversione delle apparecchiature.

Il Corecom, quale organo di garanzie nelle comunicazioni, e di consulenza della Regione e di consultazione del Servizio Pubblico radio televisivo, deve e dovrà assicurare la continuità del pluralismo dell'informazione (in Calabria operano quaranta emittenti televisive), tentando di garantire nel contempo la sopravvivenza di tutte le emittenti locali e la continuità del servizio di cui i cittadini dispongono attualmente, e, ove possibile, migliorarlo.

A tale proposito il Corecom, che ha già avviato dei Tavoli Tecnici, intende incrementarli dando loro una frequenza bimestrale, incontri che riguarderanno anche i soggetti sociali, il Ministero dello Sviluppo Economico, le scuole, le associazioni dei consumatori, gli Enti locali, la Rai, la Regione, gli antennisti e tutte le altre categorie di operatori chiamati a qualunque titolo a partecipare a questo evento epocale.

Il Corecom si impegna a collaborare insieme con la Giunta e il Consiglio per varare un piano di sostegno a favore delle emittenti televisive locali.

Sarà organizzato un convegno per avviare un fattivo confronto con le emittenti televisive locali in vista, sempre, dell'avvento del digitale terrestre.

Il Corecom in collaborazione con il servizio tecnico del Consiglio regionale, si impegnerà a rivedere gli impianti attualmente esistenti per la ricezione del segnale del digitale terrestre nel palazzo sede proprio del Consiglio regionale.

 

2) Vigilanza sull’inquinamento elettromagnetico

Settore di primaria importanza nell'ambito delle funzioni attribuite al CORECOM e rispetto al quale si intende intensificare l'attività di pianificazione e risanamento degli impianti di alta frequenza e di telecomunicazione.

Allo stato, pertanto, si prevede dì avviare concretamente con i vertici del!' Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente - Arpacal, un rapporto di collaborazione permanente al fine dell'elaborazione di un progetto di monitoraggio (Bordoni 2) dei tetti di radiofrequenze compatibili con la salute umana, l'attività di vigilanza sarà effettuata, quindi, sia in autonomia sia in collaborazione con l'Arpacal.

A tal fine, per centrare l'obiettivo che il Corecom intende raggiungere, saranno intensificati gli incontri con i vertici del predetto organo, e si realizzerà il "Catasto dei siti delle postazioni delle emittenti radiotelevisive nonché degli impianti di trasmissione e/o ripetizione dei segnali di telefonia fissa e mobile," sparsi sul territorio della nostra regione.

Salvaguardare l'Ambiente e la Salute dei cittadini, dare la massima informazione in questo campo per molti versi ancora inesplorato, contribuire col proprio ruolo ad apportare dati significativi alla ricerca scientifica sugli effetti nocivi delle onde elettromagnetiche per la salute della collettività, rappresentano per il Corecom un compito irrinunciabile.

Oltre all'ambizioso progetto di costituzione del Catasto suddetto, si provvederà ad aggiornare tale archivio in parallelo col Roc - Registro Operatori della Comunicazione, che è materia delegata dall'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.

Ciò al fine di avere un quadro completo e chiaro degli operatori esercenti in Calabria e per assicurare la massima trasparenza nel delicatissimo campo delle comunicazioni.

 

3) Monitoraggio della programmazione radiotelevisiva locale. Analisi dei palinsesti delle emittenti radiotelevisive locali

Il Corecom proseguirà, a maggior ragione per la delega già acquisita dall'Agcom per l'esercizio di tale funzione, nel monitoraggio dei programmi radiotelevisivi trasmessi dalle emittenti locali.

A tal proposito è stato realizzato un programma di elaborazione dati e analisi che consentirà di soddisfare pienamente le esigenze rappresentate dall'Agcom attraverso le linee guida.

Tale strumento consentirà di verificare la regolarità delle programmazioni da parte delle emittenti televisive locali non in un'ottica punitiva, ma per garantire una migliore qualità e soprattutto stimolare l'autoproduzione.

Tuttavia è necessario sottolineare che il Corecom avvierà tutte quelle istruttorie che si dovessero rendere necessarie a seguito di inadempimento o di infrazioni da parte delle emittenti in particolare in relazione alle seguenti aree tematiche:

1) obblighi di programmazione;

2) tutela dei minori;

3) pubblicità;

4) pluralismo socio-culturale.

La legalità è un momento imprescindibile per un corretto e sostenibile sviluppo nell'ambito del sistema delle comunicazioni.

Nel corso del 2011 il Corecom oltre a monitorare le trasmissioni in analogico, procederà, in pari con l'avvio del digitale, a monitorare quelle trasmesse con tale tecnologia. Per cui il monitoraggio in digitale che al momento è sperimentale, diventerà effettivo. Con questa previsione sarà necessario affrontare ulteriori spese per migliorare il sistema di "telemonitoraggio remoto".

 

4) Par Condicio

Il Corecom in ossequio a quelle che sono le proprie funzioni intende dedicare particolare attenzione al rispetto delle norme che regola mentano la par condicio anche in periodo non elettorale. Saranno, dunque, oggetto di attenta e capillare verifica i programmi televisivi messi in onda durante il periodo elettorale che si preannuncia particolarmente intenso, atteso che accanto alle già previste campagne elettorali per il rinnovo degli organi elettivi di molti Enti Locali della Calabria (Province e Comuni), si sta prospettando la campagna elettorale per le politiche, per il rinnovo di Camera e Senato.

Se ciò dovesse accadere, l'intero Ufficio sarà impegnato a tempo pieno per almeno quattro mesi continuativi.

 

5) Pubblicizzazione dell'accesso Radiotelevisivo

Nel corso dell'anno 2010 è stato modificato il regolamento che disciplina l'accesso alle trasmissioni radiotelevisive regionali della concessionaria del Servizio Pubblico Radiotelevisivo ai sensi dell'articolo 6 della legge 14 aprile 1975, n. 103 (Nuove norme in materia di diffusione radiofonica e televisiva), dell'articolo 7, comma 1, della legge 6 agosto 1990, n. 223 (Disciplina del sistema radiotelevisivo pubblico e privato), dell'articolo 3, lettera B, punto 2, legge regionale 22 gennaio 2001, n. 2, Istituzione, organizzazione e funzionamento del Comitato Regionale per le Comunicazioni Calabria Corecom.

Il regolamento suddetto ha ottenuto il visto della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi Sottocommissione permanente per l'Accesso (Nulla Osta N. 78/2010), per cui si è data comunicazione di tale diritto sul sito web del Corecom.

Il Corecom ha il compito di istruire e programmare le domande di accesso che perverranno dai gruppi previsti dal suddetto articolo 6 e precisamente:

1. autonomie locali e loro organizzazioni associative;

2. gruppi di rilevante interesse sociale;

3. enti ed associazioni politiche e culturali;

4. associazioni nazionali del movimento cooperativo giuridicamente riconosciute;

5. gruppi etnici e linguistici;

6. confessioni religiose;

7. sindacati nazionali;

8. movimenti politici;

9. partiti e gruppi rappresentati in Parlamento ed in Consiglio regionale.

Il Corecom si impegna a pubblicizzare adeguatamente tale funzione sugli organi di stampa e radiotelevisivi, assumendo tutte le azioni idonee a tale scopo anche a titolo oneroso.

 

6) Legge 23 dicembre 1998 n. 448, concernente misure di finanza pubblica per la stabilizzazione e lo sviluppo, ed in particolare l'articolo 45, comma 3. contributi alle emittenti televisive locali

Il Corecom acquisisce ed istruisce le istanze presentate dalle imprese che gestiscono le emittenti televisive locali. Tale funzione è attribuita in virtù del Regolamento adottato con Decreto ministeriale del 5 novembre 2004, n. 292, recante "Nuove norme per la concessione alle emittenti televisive locali dei benefici previsti dal richiamato articolo 45".

Il Corecom, dopo avere svolto una rigorosa e scrupolosa istruttoria, procede alla redazione della graduatoria sulla cui base il Ministero dello Sviluppo economico - Dipartimento Comunicazione erogherà i contributi.

L'esperienza maturata nella formazione della suindicata graduatoria ha elevato la professionalità dell'Ufficio e, pertanto, il Corecom ha gli strumenti ed il personale adeguati per affrontare qualunque tipo di erogazione di benefici a favore dell'emittenza radiotelevisiva locale.

Il Corecom si impegna a mettere a disposizione degli Organi regionali tale esperienza, soprattutto in questo particolare momento storico che segna il passaggio dall'analogico al digitale terrestre.

 

7) Premio per una TV di qualità sotto il patrocinio della Presidenza del Consiglio regionale

Il Corecom, nell'ambito delle sue complesse e molteplici funzioni, intende promuovere una TV locale di qualità, stimolando le emittenti televisive locali ad autoprodurre dei programmi che valorizzino la storia, il territorio, l'ambiente, i beni culturali e museali, le minoranze linguistiche ed etniche, la collettività ed il senso di appartenenza alla nostra regione, la cultura della legalità.

Duplice l'intento: assicurare i valori della calabresità e far misurare le emittenti locali su programmi che rendano sempre più visibili tali valori.

A tale proposito sarà nominata una giuria presieduta dal Presidente del Consiglio e di cui faranno parte oltre al Presidente del Corecom ed ai due componenti, tre esperti nel campo televisivo, dell'informazione e socio-culturale.

Il premio sarà conferito nel corso di un convegno appositamente organizzato.

 

Funzioni Delegate

1) Tutela dei minori, nel settore radiotelevisivo locale con riferimento alle funzioni di vigilanza e salvo il rispetto degli eventuali indirizzi stabiliti dall'Autorità

Il Corecom al fine di migliorare tale funzione ha stipulato e sottoscritto un protocollo d'Intesa con l'Ufficio Scolastico regionale per la Calabria e la Polizia Postale e delle Comunicazioni, per cui avvalendosi delle strutture dell'Ufficio scolastico e della Polizia, saranno intensificati i controlli per la tutela dei minori.

Ovviamente si continueranno a svolgere le funzioni di monitoraggio delle trasmissioni televisive messe in onda nella fascia oraria protetta, ivi compresa la pubblicità.

Sarà inviato a tutte le emittenti televisive locali e anche alla sede regionale della RAI un video contenente uno spot diretto ai minori per un corretto approccio alla Tv ed a Internet per tentare di ovviare ai pericoli in cui potrebbero incorrere i minori, ovvero a situazioni di pericolo degli stessi allorché l'utilizzo non è controllato dagli adulti.

Le insidie sono così frequenti e subdole, infatti, che è divenuto indispensabile richiamare l'attenzione delle famiglie sull'uso di questi strumenti di comunicazione.

Il Corecom ha in progetto un convegno che affronti le tematiche appena esposte ed al quale saranno chiamati a partecipare gli addetti ai lavori, il mondo della scuola in cui sono presenti minori e il mondo delle associazioni a qualunque titolo operanti per la tutela dei minori.

Si rammenta in ogni caso che è attivo il numero verde 800.11.61.71 a cui chiamare per segnalare programmi che nuocciono allo sviluppo psico·fisico dei minori (pornografia, sesso, violenza). Il numero verde vuole rappresentare un punto di riferimento per raccogliere ed istruire le segnalazioni sulle violazione delle norme che tutelano la personalità dei minori, ed avviare la procedura per l'applicazione delle sanzioni nei confronti dei trasgressori.

 

2) Esercizio del diritto di rettifica con riferimento al settore radiotelevisivo locale relativamente alle funzioni istruttorie e decisorie giusto articolo 32, commi 3 e 4 del D.lvo 31 luglio 2005, n. 177 recante il Testo Unico della radiotelevisione. nonché dell'articolo 1. comma 6. lettera b, punto n. 8 della legge n. 249/97 istitutivo della Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni

Il Corecom svolge tale attività su impulso di parte nell'ipotesi in cui si configuri la fattispecie di cui alle norme suindicate e, in particolare, coloro i quali dovessero ritenere di essere stati offesi dalla diffusione di notizie che li riguardano da parte delle emittenti televisive potranno richiedere l'intervento del Corecom per ottenere l'eventuale rettifica.

Il Corecom si impegna a dare la massima pubblicità a tale funzione sugli organi di stampa e sulle emittenti televisive locali. Si richiederà, inoltre, un incontro con la Concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo regionale allo scopo di individuare uno spazio informativo.

Sarà istituito apposito ufficio, ovvero a seconda dell'entità del carico di lavoro ad accorparlo ad altro ufficio del Corecom.

 

3) Vigilanza sul rispetto dei criteri fissati nel regolamento relativo alla pubblicazione e diffusione dei sondaggi sui mezzi di comunicazione di massa diffusi in ambito locale

Il Corecom durante i periodi di campagna elettorale vigilerà sul rispetto del regolamento suindicato da parte sia della carta stampata che delle emittenti televisive.

Sarà istituito apposito ufficio, ovvero a seconda dell'entità del carico di lavoro ad accorparlo ad altro ufficio del Corecom.

 

4) Svolgimento del tentativo di conciliazioni nelle controversie tra entè gestore del servizio di comunicazione elettroniche e utenti, e assunzione dei provvedimenti temporanei in materia di sospensione del servizio, ai sensi del Capo Il della delibera n. 173/07/CONS. recante "Regolamento sulle procedure di risoluzione delle controversie tra operatori di comunicazioni elettroniche ed utenti"

Il Corecom, considerato la notevole mole di ricorsi presentati (4809 nel corso dell'anno 2009) dagli utenti, incrementerà il numero dei conciliatori addetti al servizio.

 

5) Definizione delle contro"ersie indicate all'articolo 2 della delibera n.173/07/CONS, ad esclusione di quelle concernenti operatori od utenti di altri Stati dell'Unione europea di cui all'articolo 15, comma 5. dello stesso Regolamento

Il Corecom considerato l'elevato numero di istanze che pervengono (circa 200 nell'anno 2010) e della particolare complessità del procedimento che sfocia successivamente nel provvedimento di definizione della controversia, incrementerà il numero degli addetti qualificati alla definizione delle controversie da aggiungere all'unità già preposta.

I provvedimenti di definizione delle controversie, per la loro articolazione formale e sostanziale, sono equiparabili a tutti gli effetti a decisioni paragiurisdizionali.

 

6) Vigilanza sul rispetto degli obblighi di programmazione e delle, disposizioni in materia di esercizio dell'attività radiotelevisiva locale. inclusa la tutela del pluralismo, mediante il monitoraggio delle trasmissioni dell'emittenza locale secondo le linee-guida dettate dall'Autorità e la successiva verifica di conformità alla vigente disciplina in materia di diffusione radiotelevisiva, ed eventuale avvio delle conseguenti istruttorie procedimentali

Il Corecom definirà d'intesa con l'Università di Cosenza (ove si tiene un corso di laurea in Scienze della Comunicazione) l'organizzazione dei corsi di formazione per i dipendenti del Corecom.

Contemporaneamente sarà incoraggiata la partecipazione dei dipendenti a frequentare i corsi organizzati dall'Autorità per le Garanzie delle Comunicazioni e i seminari organizzati dai Corecom o da altri Enti.

 

7) Gestione delle posizioni degli operatori nell'ambito del Registro degli Operatori di Comunicazioni secondo le linee guida fissate dall'Autorità, sotto il coordinamento dell'Autorità

Il Corecom provvederà a implementare gli strumenti hardware e software per l'esercizio e la tenuta del Roc.

Elevato è il numero degli operatori da gestire nell'ambito della Regione, appare dunque opportuno anche per questa funzione incrementare il numero degli addetti.

 

Fabbisogno Finanziario

Per eseguire il programma di attività per l'anno 2011, si ritiene necessaria la somma di € 250.000,00 (Euro Duecentocinquantamila/00) così ripartita:

a) analisi del tele monitoraggio € 50.000,00 (Euro Cinquantamila/00);

b) acquisto storage, hard-disk e realizzazione rete intranet € 20.000,00 (Euro Ventimila/00);

c) canone bimestrale Telecom € 20.000,00 (Euro Ventimila/00);

d) corsi di aggiornamento € 24.000,00 (Euro Ventiquattromila/00);

e) collaborazione con l'Arpacal per monitoraggio campi elettromagnetici € 56.000,00 (Euro Cinquantaseimila/00);

f) varie (cancelleria, utenze, manutenzione apparecchiature, spese straordinarie,etc. etc) € 45.000,00 (Euro Quarantacinquemila/00);

g) attività convegnistica, incontri istituzionali, pubblicità delle funzioni sui mass-media, concorso per premio di qualità € 35.000,00(Euro Trentacinquemila/00).

Proposta di provvedimento amministrativo numero 87/9^ su iniziativa della Giunta regionale, recante: “Adozione revisione del PSR CALABRIA 2007-2013 approvata dalla Commissione Europea con Decisione n. C(2010) 1164 del 26 Febbraio 2010 e costituzione Fondo speciale IVA presso l'organismo Pagatore Regionale (Arcea)” (Del. n. 65)

“Il Consiglio regionale

vista la legge regionale 17 agosto 2005, n. 13, articolo 28, con la quale è stata approvata l'istituzione dell'Arcea;

preso atto della deliberazione della Giunta regionale n. 696 del 29 ottobre 2010;

visto il parere della 6^ Commissione espresso nella seduta del 23 novembre 2010;

delibera

di approvare il Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013, che si allega al presente atto per farne parte integrante e sostanziale”.

(Testo integrale)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 89/9^, recante: “Approvazione, ai fini dell'accesso ai finanziamenti previsti dal Reg. (CE) n. 1234/2007, del Programma triennale 2010 -2013, sottoprogramma Regione Calabria di cui al DM 23 gennaio 2006 "Attuazione dei regolamenti comunitari sul miglioramento della produzione e commercializzazione dei prodotti dell'apicoltura” (Del. n. 66)

“Il Consiglio regionale

vista la legge regionale 5 gennaio 2007, n. 3, recante: "Disposizioni sulla partecipazione della Regione Calabria al processo normativo comunitario e sulle procedure relative all'attuazione delle politiche comunitarie" ed in particolare l'articolo 11;

preso atto della deliberazione della Giunta regionale n. 737 del 16 novembre 2010;

visto il parere della 2^ Commissione espresso nella seduta del 9 dicembre 2010;

delibera

di approvare il Programma regionale triennale 2010-2013 in materia di apicoltura, comprendente anche le previsioni di fabbisogno finanziario, nella formulazione di cui all'allegato, parte integrante e sostanziale della presente deliberazione”.

(Testo integrale)

Mozione numero 25 del 9 dicembre 2010 a firma dei consiglieri Principe, Ciconte, De Masi, De Gaetano “Sul mancato rinnovo dei contratti dei precari utilizzati nel sistema sanitario regionale”

Il Consiglio regionale

premesso che

in tutto il territorio calabrese si è determinata una legittima preoccupazione a causa delle notizie riguardanti il mancato rinnovo dei contratti, in scadenza il prossimo 31 dicembre 2010, dei precari utilizzati nel sistema sanitario regionale;

sono state già annunciate azioni di sciopero da parte delle OO.SS. in diversi Presidi Ospedalieri della Regione a difesa del legittimo diritto dei precari, ad essere mantenuti in servizio;

per la qualità e la quantità di operatori (oltre mille), tra medici e paramedici, dei quali moltissimi hanno maturato il diritto alla stabilizzazione (alcuni, addirittura vantano un’anzianità di sette, otto, dieci anni), decine e decine di unità operative e servizi territoriali rischiano il collasso, poiché sono attivi grazie al contributo determinante degli operatori precari;

il mancato rinnovo dei richiamati contratti in molti Presidi Ospedalieri e servizi territoriali non, garantirebbe i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e si correrebbe, in tal caso, il rischio di una vera e propria implosione del sistema sanitario calabrese;

la garanzia dei LEA è obiettivo primario ed imprescindibile della programmazione sanitaria nazionale, ripetutamente sostenuto e condiviso dalla Conferenza Stato-Regioni;

le risorse finanziarie destinate ai precari, trattandosi ormai di spese ripetute e consolidate negli anni, non determina costi aggiuntivi al bilancio 2011;

la contrattazione, tuttora in corso, del Piano di rientro dal debito sanitario non può non riconoscere alla Calabria quanto già accordato in sede di sottoscrizione dello stesso il 12 dicembre 2009;

impegna

il Presidente della Giunta regionale, nella qualità di Commissario per il Piano di rientro dal debito sanitario, a voler porre in essere i provvedimenti necessari per la proroga dei contratti dei precari operanti nel sistema sanitario regionale, al fine di garantire i Livelli Essenziali di Assistenza, e, nel contempo, a procedere alla stabilizzazione degli aventi diritti in possesso dei requisiti di legge;

altresì, il Presidente della Giunta regionale a voler sostenere in sede di istruttoria del Piano innanzi al Tavolo Massicci, la necessità di vedere riconosciuta anche alla Calabria una quota di turn-over esclusivamente per le professionalità sanitarie.