RESOCONTO
INTEGRALE
SEDUTA DI LUNEDI’ 13 DICEMBRE 2010
PRESIDENZA DEL
PRESIDENTE FRANCESCO
Presidenza del
Presidente Francesco Talarico
La seduta
inizia alle 12,57
PRESIDENTE
La seduta è aperta, si dia lettura del verbale della seduta precedente.
Legge il verbale della seduta precedente.
(E’ approvato)
PRESIDENTE
Prego i colleghi consiglieri di prendere posto.
Legge le comunicazioni.
(Sono riportate in allegato)
Legge l’interrogazione a risposta immediata presentata alla Presidenza.
(Sono riportate in allegato)
Legge le interpellanze e le mozioni presentate alla Presidenza.
(Sono riportate in allegato)
Prima di dare inizio ai lavori
del Consiglio, proporrei di osservare un minuto di raccoglimento per ricordare
la morte dei 7 cicloamatori che è avvenuta a Lamezia Terme domenica scorsa 5
dicembre.
Leggerò poi una proposta di
ordine del giorno affinché il Consiglio possa dibattere.
Osserverei, quindi, un
minuto di raccoglimento.
(I Consiglieri in piedi osservano
un minuto di silenzio)
(Commossi e prolungati applausi)
Cari colleghi, la tragedia che ha colpito i sette
ciclo amatori di Lamezia Terme domenica 5
dicembre sulla statale
Si è trattato di un drammatico incidente che ha coinvolto 7 uomini che hanno perso la vita ed altri tre sono rimasti feriti.
Così in una giornata che avrebbe dovuto essere di svago e divertimento, la sana passione per lo sport, la natura e lo spirito di condivisione si sono improvvisamente trasformati in una delle immagini più dolorose per tutti quanti noi.
Spetterà alla magistratura stabilire colpe e livelli di responsabilità.
Questo Consiglio regionale
esprime il più sentito cordoglio ai familiari delle vittime che con grande
dignità e civiltà hanno saputo affrontare questo immenso dolore.
Credo che in questo senso
la comunità abbia dato un ulteriore segnale di maturità e civiltà.
I dati che riguardano
ciclisti e pedoni vittime della strada sono impressionanti: 295 persone
decedute, oltre 14 mila feriti solo nel 2009.
Un indice di mortalità
raddoppiato rispetto al dato generico di decessi su strada. L’incidente di
Lamezia Terme evidenzia a tutto tondo due cose: intanto l’insicurezza delle
strade statali e provinciali su cui corrono
i tanti gruppi in forte espansione del ciclo turismo sportivo dovuto alla
precaria condizione delle stesse e alla precaria condizione delle stesse ed ad
una guida delle automobili spesso sprezzante delle regole.
L’assenza
di strutture adeguate in Calabria come piste ciclabili e spazi dedicati per lo
sport tra i più praticati ed affascinanti a livello amatoriale che anche nella
nostra Regione annovera alti ed apprezzabili livelli di partecipazione. Ebbene,
dopo il dolore e la partecipazione pubblica che si è manifestata con una forte
solidarietà umana la politica deve occuparsi delle questioni appena indicate,
posto che tutti siamo convinti, tutti noi e tutte le forze politiche che qui
sono rappresentate che occorrono provvedimenti legislativi ed amministrativi ad hoc.
Pertanto
si auspica che
Quindi
questo è una bozza dell’ordine del giorno che ho voluto leggere qui al
Consiglio, in Aula per avviare una discussione e per poi procedere, anche ad
un’approvazione.
La
parola al Presidente della Giunta regionale, onorevole Scopelliti.
Prego
di accomodarsi tutti nei banchi della Giunta regionale e del Consiglio senza
parlare, per ascoltare la discussione. Chi non intende ascoltare è pregato di
accomodarsi fuori.
Presidente, solo per
ribadire quanto avevo già detto attraverso un comunicato stampa visto che in
quella circostanza mi trovavo all’estero.
Per ribadire il concetto della vicinanza alle famiglie colpite da questo tragico evento ed anche per esaltare per alcuni aspetti quello che in queste settimane, in tante circostanze anche sul livello nazionale è emerso.
Diversi mezzi di informazione hanno esaltato la grande capacità e compostezza della comunità calabrese. Credo che questo vada messo in risalto perché in un momento di così grande tristezza ed amarezza non ci sono state reazioni scomposte, si è vissuto questo momento con la consapevolezza che bisogna riuscire a lavorare sempre di più per realizzare processi di integrazione e quindi di condivisione e di rispetto delle norme, delle leggi che disciplinano un po’ il nostro territorio.
Devo dire che in tante circostanze negli ultimi giorni abbiamo ricevuto telefonate e attestazioni di stima verso la comunità calabrese per questo tipo di atteggiamento. Nella grande tristezza e nella grande amarezza non ci sono stati fermenti né situazioni che hanno portato alla degenerazione di questioni legate alla presenza di immigrati.
Credo che questa sia una ulteriore dimostrazione
delle grandi qualità di questa nostra comunità che
riesce anche a soffrire con grande amarezza in momenti così difficili ma non a
far degenerare in situazioni inquietanti ed eclatanti quella che è la sofferenza
che si vive.
Ribadisco la mia vicinanza
alla comunità lametina ed alle famiglie interessate.
Un’ultima annotazione, caro
Presidente. Io credo che questo Consiglio regionale che si è contraddistinto ad
oggi per la qualità delle sue scelte e della sua azione, per la qualità e per
il rispetto delle regole, sistematicamente riesce a riunirsi quasi puntualmente e che ha grande
rispetto dei calabresi e di chi deve fornire informazioni.
Credo che sia molto importante, Presidente, riuscire ad
instaurare un tipo di rapporto che secondo me diventa fondamentale anche con
chi magari sistematicamente trova magari interessante venire in Consiglio
regionale a manifestare e poi a chiedere un incontro strappando dal dibattito
importante, più o meno rilevante che sia, gli assessori, il Presidente della
Giunta, il Presidente del Consiglio, i consiglieri e le delegazioni.
Credo sia importante ribadire un concetto: chiunque può
venire a manifestare. Ma quando ci sono le sedute del Consiglio regionale, il
Consiglio regionale non incontra nessuno.
Noi dobbiamo portare rispetto ai calabresi che vogliono
risposte dal Consiglio regionale perché chi vuole manifestare…
Gli Lsu e gli Lpu , per carità, sono una piaga della gestione della
politica. Piaga perché la politica è stata incapace di fornire risposte
concrete,non possiamo pensare che chiunque venga debba essere poi ricevuto.
Gli assessori lavorano 5 giorni su 5 o 7 giorni su 7 nei
propri assessorati. Quindi è possibile fare manifestazioni anche a Catanzaro ed
essere ricevuti regolarmente su Catanzaro.
Non c’è motivo che ogni volta che c’è seduta di
Consiglio, si organizzano qui per fare proteste.
Poi, per carità, vi sono casi diversi, mi riferisco
alla circostanza legata all’Arpacal, ci
si trova di fronte al problema di dover affrontare nell’ordine del giorno il
punto in questione, ricevere all’ultimo minuto un contributo da chi magari può
portare delle modifiche insieme a noi e attraverso la nostra opera in Consiglio
regionale può darsi che sia utile, che possa tornare utile.
Dobbiamo, però,
educarci perché questo è un fatto fondamentale. Dobbiamo educare noi
stessi. Oggi c’è seduta del Consiglio regionale e noi dobbiamo stare qui in
Aula da quando comincia a quando finisce. Questo è l’impegno che dobbiamo
assumere con i calabresi perché se ogni qualvolta c’è un Consiglio, c’è la
delegazione delle “Taurensi” e dobbiamo andare a
parlare con le Ferrovie della Calabria e dobbiamo spiegare a tutti quanti… Poi
arrivano quelli delle metropolitane scomparse, non so qual è il titolo che i
colleghi di Italia dei valori porteranno avanti nei prossimi giorni come
dibattito…
Se noi facciamo così, diventa una sorta di situazione in
cui siamo tutti quanti sottoposti a momenti di confronto esterno all’Aula.
Se gli assessori non ricevono le delegazioni dei
sindacati o comunque di semplici cittadini si assumono la responsabilità e
rispondono poi al Presidente e a tutti noi.
Ma siccome io conosco la sensibilità e la disponibilità
degli assessori, credo che sia opportuno
evitare che ogni volta che c’è seduta di Consiglio si debba strappare tre-quattro rappresentanti del Consiglio per andare a
discutere di vicende e di questioni delicate ed importantissime che possiamo
discutere il giorno dopo, domani mattina, a Catanzaro e che ognuno nel proprio
assessorato può affrontare o comunque alla Presidenza per andare alla
risoluzione.
Anche perché poi alla fine per quanto mi riguarda,
siccome le risposte sono talmente lineari e semplici basterebbe andare due
minuti di là, dire quel che pensiamo e arriviamo al risultato conclusivo di
questa operazione.
Credo, però, che per il buon funzionamento del Consiglio
visto che lei, caro Presidente, è riuscito a fare qualcosa di importante e
tutti quanti insieme a lei stiamo contribuendo a mantenere un profilo di grande
livello oltre che di grande risposta del Consiglio regionale, un’azione
costruttiva e positiva che dà una immagine seria della politica che
rappresentiamo tutti insieme in quest’Aula, credo che anche questo possa essere
come contributo un ulteriore momento di riflessione per tutti.
Voglio dire che non ho problemi a star qui e ad andare
nell’Aula Commissioni, tanto devo stare qui, non mi sposta niente. Ma è
mancanza di rispetto nei confronti di chi interviene, di chi vuole chiedere una
cosa al Presidente o all’assessore che magari non se lo ritrova in Aula perché,
comunque, c’è di là una delegazione. Cioè è monco il dibattito.
Poi magari uno si può assentare per altre cose, può
mancare ma è una circostanza che ci si possa assentare per qualcosa che forse
non si può far a meno, ma è una questione che può nascere al momento, non è né
costruita né diventa obbligatorio farlo.
Questa è una ulteriore riflessione che consegno alla sua
persona ed ai colleghi dell’Ufficio di Presidenza ed ai capigruppo per far sì
che magari questa mia considerazione possa diventare oggetto di valutazione
nelle sedi appropriate, magari in Conferenza dei capigruppo e comunicare
all’esterno anche una scelta che secondo me è importante.
Poi i colleghi consiglieri sanno bene che se c’è un
problema ci si incontra a Catanzaro, vengono le delegazioni, ognuno guida le
sue delegazioni, ognuno supporta le azioni dei territori che vuole
rappresentare. La visibilità della stampa per alcuni aspetti è anche maggiore e
questa è un’altra cosa per maggiore comunicazione dell’azione.
Una cosa è infatti il Consiglio, metterci un trafiletto:
sono arrivati in delegazione e un’altra cosa è fare una riunione a Catanzaro
con un comunicato stampa ufficiale in cui si dà una comunicazione esterna. Non
è che c’è bisogno di una vetrina per i consiglieri o per noi. Ma come fatto di
comunicazione esterna per dire c’erano 50 persone, il problema interessa 2 mila
persone ed ecco cosa abbiamo fatto.
Credo che anche questo possa essere un contributo nuovo
che portiamo a questa Assemblea e a questo nostro territorio.
Grazie,
Presidente Scopelliti, è una sollecitazione che per quanto mi riguarda raccolgo
e penso che l’intero Consiglio regionale si stia comportando in questa
direzione.
Peraltro, qui c’era un po’ l’abitudine – io sono
consigliere regionale da 10 anni – che spesso c’erano le manifestazioni e si
doveva interrompere la seduta di Consiglio regionale e fare o organizzazioni di
capigruppo, o organizzazioni di incontro con
(Interruzione)
Io testimonio dal 2000, non c’ero nel 1995. Dal
Siccome vedo tanti mezzi di informazione presenti in
Aula ancor di più questa decisione, sostanzialmente, del Consiglio regionale può
essere comunicata all’esterno in modo tale che il giorno del Consiglio possiamo
lavorare all’interno del Consiglio regionale per produrre atti concreti e
provvedimenti legislativi.
Va bene quindi.
Sull’argomento che riguarda la morte dei sette ciclisti
ha chiesto di parlare l’onorevole Magno. Ne ha facoltà.
Signor Presidente e
colleghi consiglieri, personalmente accolgo
in pieno la sollecitazione che ha fatto in questo momento il Presidente Scopelliti sul comportamento etico dei consiglieri regionali e degli
assessori nei confronti di quello che deve essere l’impegno dell’Istituzione
verso quelle che sono le problematiche sociali ma anche rispetto a quello che è
il senso istituzionale che ognuno di noi dobbiamo avere principalmente nel rispetto
tra di noi e poi dei confronti di quelle che sono le popolazioni esterne al
Consiglio regionale che rappresentiamo.
Penso anche che abbia fatto
bene a sollecitare anche un confronto più civile all’interno di questa Regione
perché, purtroppo, in questa Regione chi grida forte le proprie cose ottiene
dei risultati, chi non grida poi viene messo da parte.
Dobbiamo invece portare
avanti un metodo che consenta a tutti i nostri concittadini di poter fare le
proprie richieste nel contesto di quelle che sono le procedure istituzionali in
confronti più pacati e più seri.
Solo così possiamo rendere
omaggio anche a queste sette vittime della strada che ci sono state nella città
di Lamezia Terme e che voglio ricordare: Rosario Perri,
Francesco Stranges, Vinicio Potin,
Giovanni Cannizzaro, Pasquale De Luca, Domenico
Palazzo e Fortunato Bernardi.
Inoltre voglio anche
mandare a nome mio e a nome dell’intera legislatura, dell’intero
Consiglio regionale anche gli auguri di pronta guarigione a Gennaro Perri, Fabio Davoli e Domenico Stranges che purtroppo ancora si trova in coma presso
l’Ospedale Annunziata di Cosenza.
Ha fatto bene il Presidente
Talarico a presentare stamattina questo ordine del giorno che ci consente di
fare una breve riflessione su quelle che sono state le questioni che in questi
giorni sono state poste all’attenzione dei cittadini calabresi.
Oltre alla forte commozione ed alla grande vicinanza che c’è stata da parte del
Presidente Talarico, dal Presidente Scopelliti pur essendo fuori sede, da me e
dagli altri consiglieri regionali che abbiamo partecipato al lutto ed alle
onoranze funebri che hanno riguardato i 7 cittadini ciclo amatori della città
di Lamezia Terme. Voglio anche dire che c’è stata una grande sensibilità
esterna nei confronti di questo avvenimento.
In modo particolare il patron del giro d’Italia, dottor Zomegnan, ed il Presidente dei ciclisti calabresi Mimmo Burzomì, si sono mobilitati immediatamente per venire
incontro a quelle che erano le richieste di commemorazione di questi sette
ciclisti.
In modo particolare il Presidente, il patron del
giro d’Italia, il dottore Zomegnan ha dato la
disponibilità a dedicare la tappa del giro d’Italia che attraverserà
So per certo che anche il Presidente Scopelliti si è
mosso in questo senso ed ha chiesto anche al Patron
del giro d’Italia di modificare quello che è il circuito attuale del giro
d’Italia per consentire al giro di poter attraversare l’intera città di Lamezia
Terme.
Nei prossimi giorni formalizzeremo fortemente anche
questo tipo di iniziativa per far sì che questi nostri 7 concittadini siano
ricordati nel modo migliore.
Voglio anche ribadire il senso di compostezza che c’è
stato nella intera città di Lamezia Terme il giorno del funerale ma anche i
giorni precedenti e successivi nei confronti di colui che attraverso la
responsabilità che ha avuto a suo capo, nel senso che ha provocato l’incidente,
questo extracomunitario; i cittadini di Lamezia Terme hanno saputo rispondere
in maniera dignitosa e corretta nei confronti di questa persona che ha
provocato le sette morti.
Voglio, inoltre, ricordare anche le bellissime parole
della vedova di Natalino, di uno delle sette vittime, il signor Bernardi che ha
immediatamente perdonato questo automobilista dicendo che questo incidente
doveva essere di monito nei confronti di tutta la classe dirigente calabrese
per rendere più sicure le strade e per consentire a questi ciclo-amatori della
domenica di poter vivere in tranquillità la loro passione.
In questo senso ritengo, Presidente Talarico, che dovremmo aggiungere nell’ordine del
giorno se è possibile all’Anas di mettere in sicurezza la statale 18 per
consentire su quella statale di creare una carreggiata per i ciclo-amatori
della domenica.
Quella è infatti una di quelle strade calabresi in cui
questi ciclo-amatori tutte le domeniche attraversano nell’ottica di un momento
di svago in considerazione che
Se riuscissimo a sollecitare l’Anas a realizzare un
progetto di messa in sicurezza e per creare una carreggiata per i cicloamatori, penso che questo sarebbe un modo anche bello
di poter ricordare questi sette morti in Calabria.
Inoltre, vorrei chiedere al Consiglio regionale di poter
- nell’ambito di quelli che sono i finanziamenti per il piano dei trasporti –
inserire una cifra cospicua per le piste ciclabili. Infatti attraverso la
realizzazione delle piste ciclabili si può venire incontro a quelle che sono le
esigenze dei nostri ciclo-amatori regionali.
Infine chiedo anche al Presidente Talarico ed al
Presidente della Giunta regionale, onorevole Scopelliti, di non dimenticare le famiglie che hanno
avuto queste morti. Di poter trovare il modo di far sì che a queste famiglie
possa essere dato un contributo economico, almeno una sottoscrizione che possa
fare il Consiglio regionale e
Ecco, in questo senso penso che solo così, noi
commemorando i sette ciclisti con questi impegni possiamo far sì che siano
ricordati dentro l’animo di tutti quanti noi, dentro il nostro cuore come una
perdita sì, di 7 calabresi ma anche con un modo per le istituzioni di poter stare
vicini quando ci sono questi problemi per poter lavorare affinché le strade
calabresi siano rese più sicure ed i nostri concittadini abbiano la possibilità
di poter vivere in maniera più tranquilla quelli che sono i loro momenti di hobby o di svago nel contesto della loro
vita quotidiana. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Scalzo. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, onorevoli colleghi, parlare di questo argomento credo che ci costi soprattutto per come abbiamo vissuto questo momento.
Quella tragica domenica mattina a Lamezia per caso mi trovavo nei paraggi dell’aeroporto,
pensavo ad un incidente di quelli che succedono purtroppo quotidianamente ma
non pensavamo certamente ad una tragedia così immane.
In quei pochi istanti si è
spezzata la vita di tanti amici con i quali abbiamo condiviso anche battaglie
sportive, alcuni di loro erano anche impegnati politicamente. Molti impegnati
nel sociale, nel volontariato della
città di Lamezia Terme.
Insieme ai colleghi del
Consiglio regionale, al Presidente Talarico, al collega Magno abbiamo vissuto
un dramma in questi giorni. Sono venuti a mancare come dicevo non dei
conoscenti ma alcuni di loro anche amici di lunghissima data.
Ma al di là del rapporto
personale vorrei sottolineare ancora una volta il ruolo che i lametini, la
città di Lamezia Terme ha avuto in questa vicenda. Vedere quelle sette bare
allo stadio di Lamezia Terme di fronte ad oltre 10 mila cittadini non era,
certo, uno spettacolo edificante. Era un possibile – come spesso accade –
momento di tensione e di gesti inconsulti che invece non ci sono stati; anzi
abbiamo potuto vedere in questa vicenda come la città abbia dimostrato una
grande maturità.
I lametini hanno fatto sì
che pur in un momento difficile, per cautela la parte che in questo caso ha
causato la tragedia, non fosse presente ai funerali. Ma poi i segnali sono
stati incoraggianti e sono stati segnali di perdono, di comprensione e di
grande solidarietà.
Credo che in questo momento
difficile per Lamezia Terme e per
Tutti noi – e credo che chi
c’era lo può confermare – abbiamo avuto un brivido di gelo lungo la schiena per
le parole pesanti ma anche vere perché è chiaro che alcune cose vanno viste in
termini di sicurezza e su un argomento così importante.
Sono d’accordo che dobbiamo
senz’altro sollecitare l’Anas e dobbiamo farlo anche rispetto le strade
provinciali che in quell’area si intersecano con l’Anas e per quanto riguarda
il comune di Lamezia Terme ho visto che già l’amministrazione si è attivata per
porre questo all’ordine del giorno, come uno dei punti prioritari di questa
amministrazione
E’ uno sforzo che ci deve
vedere coinvolti affinché non succedano più cose di questo genere.
Allora ancora una volta io
dico che in una vicenda ed in un momento così difficile aver avuto da parte
della città di Lamezia Terme dove viviamo un segno di maturità sia uno stimolo
a noi che rappresentiamo l’Istituzione a lavorare, a lavorare duro e bene ma è
anche pur nel momento difficile un momento di soddisfazione per una città che
cresce e che vuole andare avanti.
Io per quanto riguarda la
proposta del Presidente Scopelliti
ritengo che daremo senz’altro il contributo positivo. Poi il Presidente
Talarico in una conferenza dei capigruppo
credo possa approfondire ancora meglio questa problematica.
Siamo stati eletti dal
popolo calabrese per rappresentarlo al meglio.
Qui dobbiamo dare il meglio di noi stessi e su questo, certo c’è ampia
convergenza e condivisione di vedute. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Orsomarso. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, la
ringrazio. E’ ovvio che anche io mi associo alla solidarietà.
Il perdono è una parola molto importante e lo lasciamo perché in
termini cristiani apparterrà alle famiglie. C’è stata una disattenzione umana,
la compostezza con cui i calabresi l’hanno affrontata è un esempio
per tutti e il perdono è un’altra cosa. Per questo ci vuole tempo e per questo
secondo me neanche si perdona.
Cosa può fare
Di certo non possiamo utilizzare delle piste ciclabili
per far svolgere quello sport in cui drammaticamente hanno perso la vita i
corregionali lametini, perché quello sport si fa su strada. Però simbolicamente
questo Consiglio può da subito dare al sindaco Speranza ed alla città di
Lamezia Terme un contributo simbolico di 400 mila euro che stanno già su un
capitolo di bilancio, per cui non c’è necessità di attendere l’approvazione del
nuovo bilancio relativo alla mobilità ciclistica.
Per questo basterà una istruttoria preliminare da parte
del comune, una delibera o se lo vogliamo Presidente Talarico farlo diventare
un atto simbolico attraverso una legge del Consiglio regionale per far sì che
l’intero Consiglio possa partecipare a questo atto simbolico. Questo è un modo
per ricordare e ricordare degnamente significa far funzionare una serie di
istituti che esistono e non sono attivi.
Lo ricordo anche a De Masi che è molto attento su
questo. C’è il centro sulla sicurezza stradale che attende la nascita del 1999.
Insieme possiamo essere impegnati, sulla base di questa
disgrazia - perché di disgrazia si è trattato – a fare atti formali e
sostanziali. E soprattutto quest’atto simbolico potrà decidere
Sono a disposizione per la città di Lamezia Terme,
rispetto al capitolo di bilancio, ripeto, già da subito 400 mila euro. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie all’onorevole Orsomarso.
Magari poi dal punto di vista tecnico possiamo predisporre un emendamento al
prossimo bilancio firmato da tutto il Consiglio regionale alla unanimità per
poterlo inserire nel bilancio regionale in modo tale che questa cifra dei 400
mila euro venga destinata a questa iniziativa, alla costruzione di una pista
ciclabile nel comune di Lamezia Terme.
Ha chiesto di parlare l’onorevole De Masi. Ne ha
facoltà.
Grazie, Presidente, credo
che rispetto alla drammatica vicenda di Lamezia Terme dell’altro giorno le
istituzioni abbiano compiuto il loro contingente dovere e la politica in
generale abbia esplorato e dato fondo a tutto il suo repertorio di prammatica
in termini dialettici e lessicali, esprimendo anche intenzioni che trovo
sincere e fondate.
Tuttavia questa situazione,
questo eccidio come ho avuto modo di definirlo in una nota stampa - perché di
questo si tratta – evoca la grande questione della sicurezza stradale. Non
tanto e non solo quella specificamente rivolta alla difficoltà che
c’è in Calabria di usare la bicicletta e quindi le consequenziali
predisposizioni alla realizzazione di un numero congruo di piste ciclabili,
perché anche questa iniziativa se dovesse essere realizzata al di fuori di un
adeguato contesto infrastrutturale, rischierebbe di presentare una limitatezza
che, in prospettiva, non gioverebbe all’esigenza che sul piano contingente
stiamo manifestando.
La grande questione della sicurezza stradale è forse
tale dappertutto, ma in Calabria assume contorni, proporzioni e profondità
senza eguali nel resto del Paese. E questo vuoi per fatti educativi o se si
vuole diseducativi, vuoi per carenze infrastrutturali assai datate, e vuoi,
perché no?, anche per un pizzico di negligenza progettuale da parte delle
istituzioni in generale a cominciare dal Governo nazionale.
Ringrazio il collega Orsomarso
per aver ricordato che sto profondendo un qualche impegno in questa materia.
Approfitterei, però, di questa occasione e lo dico soprattutto a lui che da par
suo sta anche manifestando nell’espletamento della delega che gli è stata
conferita ai trasporti, una specifica attenzione verso questa specifica
tematica.
Ma voglio dirlo a questo Consiglio ed al Presidente
della Giunta della cui presenza vorrei approfittare oltre che al Presidente del
Consiglio: nella quarta Commissione di cui sono componente è in corso di
discussione – ma si fa per dire, per molti versi – una proposta di legge che
prevede l’istituzione in Calabria del centro di monitoraggio sulla sicurezza
stradale.
Non è un organismo privo di senso o senza una qualche
capacità di proficuità realizzativa che debba
scongiurare o almeno ridimensionare questa proporzione di incidentalità che
annovera
E’ esattamente un organismo che studia, attraverso
l’utilizzazione di strumenti tecnologici all’avanguardia in tempo reale quella
che è la condizione di tutto l’apparato stradale ed elabora contestualmente
l’indicazione di misure risolutive.
Non solo. Si fa carico di istruire autentiche campagne
informative, educative, di divulgazione in questa materia. In particolare
rivolta, naturalmente, agli studenti ed ai ragazzi perché è evidente che ogni
campagna educativa debba conoscere come entità destinataria in primo luogo i
giovani, ai quali va demandato questo ulteriore aggravio di responsabilità
verso il futuro che è principalmente loro.
Ora, nella discussione che c’è stata in Commissione e
dopo di che da alcune settimane è stata sospesa, in verità alla proposta sono
state fatte delle repliche che francamente non trovo del tutto giustificate.
Ovvero Orsomarso che sta, come
dicevo, profondendo il suo impegno nell’espletamento di questa delega
giudica questa ambizione di dedicare al
centro di monitoraggio sulla sicurezza stradale una specificità legislativa.
Sono andato a verificare la storia di questo organismo
ed in tutte le Regioni nelle quali sia stato istituito lo si è fatto essenzialmente
ricorrendo all’approvazione di una apposita legge.
Mi sembrerebbe strano che ci dovessimo distinguere in
Calabria anche per questa ragione.
Non è il caso, davvero superfluo, di ricordare il prezzo
di natura economica, sociale, civile, umana che viene pagato per l’alto tasso
di incidentalità che registriamo nella nostra regione. Forse non è superfluo
neanche ricordare che il 2010 era l’anno che era stato individuato dalla Unione
europea come il culmine entro il quale provvedere alla realizzazione del
dimezzamento degli incidenti stradali.
Naturalmente questo non solo non è avvenuto ma in
Calabria, in alcuni tratti del territorio regionale, addirittura, questo tasso
si è ulteriormente espanso e sviluppato.
Credo che siano dati non allarmistici ma informati ad
una percezione vera della realtà che dovrebbero indurre ad un sussulto maggiore
l’intero Consiglio regionale ed in particolare gli organismi che al suo interno
organizzativo abbiano una capacità propositiva più diretta. Tra questi,
naturalmente, c’è la quarta Commissione.
Pertanto io auspico che ci sia un conforto, un sostegno
da parte dell’intero Consiglio ed in particolare della Giunta affinché
Quindi, utilizzare e far tesoro di questa esperienza è una
cosa possibile immediatamente e davvero sarebbe imperdonabile se non lo
facessimo e non lo facessimo subito. Perché se non profondiamo questo tipo di
responsabile impegno verso una evocazione drammatica che risiede nell’incidente
dell’altro giorno, davvero, rischieremmo tutti insieme di offrire una replica
retorica a questo dramma anziché compiere fino in fondo autenticamente il
nostro dovere istituzionale.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Bova. Ne ha facoltà.
Sulla discussione che ha aperto lei, signor Presidente, come dire?, certo ognuno di noi è rimasto colpito e qualunque persona normale, anche di altre regioni, credo che sia rimasta colpita per la disgrazia avvenuta qualche giorno fa a Lamezia Terme, tanto è vero che anche i media televisivi l’hanno data come notizia dell’ultima ora e poi come prima notizia.
Sono fatti che colpiscono. D’altronde al di là dello sforzo che noi facciamo nessuno può pensare che tutte le questioni che ci turbano, che ci emozionano possano essere risolte da una legge. Fosse così, ritengo, che molti problemi sarebbero stati già risolti.
Il punto è che la vicenda della vita è legata in
molti casi alla casualità. In qualche modo la durata della nostra vita è un mistero. Pertanto, che qui sia stato sottolineato
e che si pensa di intervenire rispetto all’amministrazione comunale di Lamezia
Terme o quant’altro è uno sforzo lodevole, ma sempre immaginando che ci sono
cose che purtroppo vanno ben oltre noi.
Mentre è più normale la
discussione introdotta dal Presidente Scopelliti.
Credo che lui, come ognuno
di noi, è consapevole che la fisiologia della democrazia non finisce e non
comincia con noi. Cioè organizzazioni sindacali, organizzazioni datoriali possono
organizzare, ovviamente, le manifestazioni che credono.
Rispetto a noi, ad un codice di comportamento non c’è
dubbio che è da condividere la riaffermazione fatta dal Presidente della
Regione che le delegazioni che hanno questioni concernenti gli assessorati e le
vicende amministrative vanno a Catanzaro.
Una cosa che voglio sottolineare io è che non è che lo
scopriamo ora, Presidente Talarico. Ci sono alcuni aspetti che riguardano
l’amministrazione, cioè
Il punto, però,
qual è? Ci sono problemi che riguardano il Consiglio e non tutti di
diretta emanazione della Giunta. Se ci sono delegazioni che ritengono che
alcuni problemi vadano risolti attraverso una legge che non rivendica e non
richiede nemmeno un sostegno finanziario, ci deve essere una sede formale.
La sede formale secondo me è
Senza necessità di dire ogni volta “bianco che più
bianco non si può o nuovo che più nuovo non si può”. E’ il buon senso ed ognuno
di noi condivide.
Noi siamo uno dei gangli della democrazia istituzionale
della Calabria e su quella base nel momento in cui condivido l’impegno a dire:
i giorni di seduta di Consiglio – a meno che non cade il mondo – si lavora sul
Consiglio e mi sembra normale, dobbiamo poi vedere, la Giunta fa gli incontri
che ritiene con chi glieli chiede. Noi rispetto ad iniziative di ordine
legislativo creiamoci uno spazio che non è una novità in maniera che tutto
possa avvenire in una.
Lo volevo sottolineare perché a volte basta un minimo di
esperienza, insomma non è il caso.
Comunque condivido questa impostazione. Volevo mettere un puntino solo per
dirci che mica stiamo scoprendo il mondo? Ho terminato.
PRESIDENTE
Gli interventi sono conclusi, pertanto possiamo mettere
in votazione l’ordine del giorno proposto dalla Presidenza con le integrazioni
proposte dagli onorevoli Magno, Orsomarso e De Masi.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Iniziamo col primo punto all’ordine del giorno che riguarda le interrogazioni a risposta immediata.
Oggi, sostanzialmente, per la prima volta in questa
Aula viene inserito questo nuovo strumento detto anche question time. C’è la possibilità
da parte dei consiglieri regionali di
illustrare la propria domanda alla Giunta regionale
nel termine di due minuti.
E’ una novità pertanto iniziamo subito con la prima interrogazione.
(Interruzione)
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.
Presidente, chiedo scusa,
intervengo sull’ordine dei lavori. Dopo le
interrogazioni a risposta immediata chiedo se si potesse anticipare come
discussione in Aula la mozione che riguarda il precariato della sanità.
Siccome è un argomento di
grande attualità e lo stesso Governatore ha dimostrato una sensibilità ad
affrontare e risolvere il problema, nei limiti del possibile, io penso che
questa mozione nel momento in cui viene approvata dall’intera Aula dà al
Governatore anche una maggiore forza politica per sostenere determinate tesi a
livello romano.
Le chiedo, quindi, se si
può discuterne dopo le interrogazioni.
PRESIDENTE
Penso che l’ordine del
giorno del Consiglio sia molto snello e rapido, pertanto penso che concluderemo
tutto l’ordine del giorno senza nessun problema. Peraltro ci sono anche altre
mozioni che riguardano le centrali Enel che sono in discussione.
Direi di seguire l’ordine
del giorno così come è organizzato in modo tale da arrivare alla mozione anche
con l’impegno da parte del Consiglio che sarà trattata la mozione che lei
diceva.
Se andiamo spediti con
l’ordine del giorno, secondo me, lo concludiamo anche in termini rapidi.
Proseguiamo quindi con l’indicazione. Possiamo iniziare.
Si passa, pertanto,
all’interrogazione a risposta immediata numero 55/9^ di
iniziativa del consigliere Imbalzano “In ordine alla
funzionalità del porto e per l'acquisizione delle Officine grandi Riparazioni
di Saline Joniche” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale e agli
assessori alle infrastrutture ai lavori pubblici e alle attività produttive.
Per sapere - premesso che:
il processo di
industrializzazione dell'area di Saline Ioniche trova gli albori nei primi anni
’70 e rappresenta una parte di quel famigerato “pacchetto Colombo” concesso dal
Governo del tempo a seguito dei moti di Reggio;
nonostante l'enorme
investimento di 300 miliardi di vecchie lire per costruire lo stabilimento
della Liquichimica, l’opera, completata nel 1974, non
è mai entrata in funzione, vanificando, a causa della sospetta cancerogenicità
delle bioproteine prodotte, la promessa di lavoro per circa mille persone;
all'interno della stessa
area venne realizzato un porto che doveva garantire l'accesso a navi, con
stazze fino a 40.000 tonnellate, a servizio soprattutto dell'industria in
parola;
il medesimo porto, pur
essendo la propria imboccatura sottoposta più volte a lavori di dragaggio, nel
altresì, che le prospettive
delle realtà produttive oggi esistenti e di altre che potrebbero insediarsi
dipendono dal ripristino della funzionalità dell'infrastruttura portuale che,
in parte, potrebbe accogliere numerose imbarcazioni di diporto, che oggi sono
costrette a ormeggiare solo a Porto Rosa nella vicina Sicilia;
infine, che nella stessa
area di Saline insiste l'enorme struttura delle Officine di Grandi Riparazioni,
mai entrata in funzione, e che, se acquisita dalla Regione e concessa in
comodato d'uso alle amministrazioni locali del territorio, potrebbe accogliere
decine di insediamenti di piccole e medie imprese artigianali e commerciali
dell'area metropolitana dello Stretto -:
se, previo concerto con gli
organi tecnici del Comune di Montebello Ionico, che da tempo hanno realizzato
studi progettuali in materia, intende realizzare nel breve periodo opere di
costo limitato, necessarie per ripristinare la funzionalità del porto, quali il
dragaggio per il ripristino dei fondali, la realizzazione di un pennello
sentinella esterno alla diga foranea, l'installazione di idrovore (sistema
bypass sabbie), il ripristino del sistema d'illuminazione, nonché nel medio
periodo le ulteriori opere ritenute necessarie per ridare alla infrastruttura
la funzionalità originaria e soprattutto per consentire lo sviluppo del turismo
nautico e da diporto nella costa ionica;
se, nell'ambito di un
contratto d’area da concertare e da stipulare tra
All’onorevole Imbalzano l’onore di battezzare questo nuovo strumento;
peraltro è molto bello che si inizi con un consigliere di maggioranza, quasi a
voler significare che non è uno strumento che serve solo per le minoranze ma
anche per le maggioranze.
Prego, onorevole Imbalzano.
Grazie Presidente, devo
fare – sia pure nei pochi minuti concessi – intanto due premesse.
L’argomento che vado a
sottoporre e per il quale ho presentato una interrogazione meriterebbe forse lo
strumento della mozione, tanta è l’importanza
che, secondo noi, deve essere annessa al problema dello sviluppo dell’area grecanica.
Poi il dibattito che è
stato fatto sulla centrale a carbone ha introdotto una questione di grande importanza
sullo sviluppo del basso Ionio, rispetto al quale credo che
Abbiamo scelto questo
strumento che riteniamo più agevole, e la ringrazio anche per aver accelerato
la possibilità di utilizzare il question time. A dispetto della
importanza credo che le risposte immediate da parte della Giunta possano essere
non meno importanti rispetto allo strumento della mozione.
Noi abbiamo presentato
questa interrogazione agli assessori ai lavori pubblici e alle attività
produttive, perché riteniamo che in un momento così particolare l’area grecanica possa e debba essere attenzionata
in modo particolare dal Consiglio regionale.
Un’area grecanica
sul cui sviluppo si può cominciare a ragionare partendo da due punti fermi.
Il primo riguarda il porto
di Saline che a suo tempo è stato costruito per accogliere navi da 40 mila
tonnellate di stazza e che è stato abbandonato negli anni anche perché gli
eventi calamitosi lo hanno, in qualche modo, ridotto nelle condizioni attuali.
Però il porto di Saline,
ripristinandone la funzionalità con interventi tutto sommato modesti sul piano
finanziario, può essere uno strumento importante per stimolare quel turismo
nautico ma non solo, per essere funzionale agli interessi dei pescatori
dell’area e delle attività produttive che oggi vi insistono.
L’altra interrogazione
diretta all’assessore alle attività produttive ha un suo retroterra. Un anno e
mezzo fa, l’allora Sindaco di Reggio Calabria, oggi Governatore, onorevole Scopelliti ha stipulato un protocollo di intesa con il Sindaco di
Montebello con l’intento di acquisire appena possibile, ovviamente da parte
della Regione quel monumento allo spreco di risorse di Stato che sono state le
Officine Grandi Riparazioni.
Questa è una grande
struttura, fino ad oggi inutilizzata, rispetto alla quale credo che sia le
associazioni produttive che tanti piccoli e medi imprenditori attendono di
poterne utilizzare una parte perché è una struttura che potrebbe essere divisa
in 30-40 lotti per essere assegnata a prezzi accessibili o comunque potrebbe
essere affittata a prezzi politici agli imprenditori di tutta l’area dello
Stretto.
Da questo punto
di vista credo che
Mentre Trenitalia e
ferrovie dello Stato hanno messo all’asta – asta andata ripetutamente deserta – questa struttura,
Ovviamente, aggiungerei che
non solo questi strumenti, ma credo sia giunto il momento – così come è giusto
farlo per altre parti della Regione – che attraverso strumenti diversi
utilizzati per altre parti del Paese, per esempio attraverso un contratto
d’area o in alternativa un contratto di programma, si possano mettere in piedi i soggetti, enti
territoriali, Regioni e Ministero dello sviluppo economico…
PRESIDENTE
Iniziamo male, onorevole Imbalzano. La domanda dura due minuti, lei ha già raggiunto
i quattro minuti. Le do un altro minuto per concludere altrimenti diventa una
mozione non una domanda immediata.
La perdono perché è la
prima volta.
Stavo dicendo che porto e Ogr possono essere i punti di partenza di un processo di sviluppo virtuoso che riguarda l’area grecanica ma che può riguardare anche tutta l’area dello Stretto.
(Interruzione)
Ho già posto le domande.
Però suggerirei e proporrei anche la possibilità di stipulare – come dicevo –, di mettere in piedi o un contratto d’area che coinvolga tutta l’area grecanica ed il basso Ionio oppure un contratto di programma che coinvolga direttamente Regione, enti locali e Ministero dello sviluppo economico. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie all’onorevole Imbalzano. La parola all’assessore Gentile.
Sostituisco il collega Caridi che è assente perché sta poco bene. Rispondo perché la parte che riguarda il porto e la portualità è uno dei problemi che bisogna affrontare bene.
Mi pare che già lo avete affrontato e lo state
affrontando con il dipartimento dei lavori pubblici.
Per la parte che riguarda lo sviluppo della zona, credo
che lì bisogna fare opera di grande recupero. Recuperare ed acquisire tutta
l’area di Saline e della zona serve ad immettere in quel territorio una serie
di attività produttive che possano aiutare il comprensorio e quindi tutta l’area
grecanica a venir fuori da questa situazione di
maggiore difficoltà.
Credo che
Devo dar atto al consigliere Imbalzano
che si è occupato e preoccupato di questa cosa. Ma per altrettanta onestà devo
dire che di questi problemi ero stato investito anche dal consigliere collega
Nicolò che illo tempore mi aveva
parlato degli aspetti che riguarda il turismo in quel comprensorio.
Credo che lì, comunque, se ne parliamo più diffusamente
e più attentamente,
Naturalmente per questo c’è bisogno forse di fare – sono
d’accordo con il collega ed amico Imbalzano – un
contratto di programma in cui tutte le istituzioni compreso il Ministero ed i
privati possano creare un discorso di sviluppo.
Questo per la parte che ci riguarda e che riguarda
PRESIDENTE
Grazie all’assessore Gentile. La parola all’onorevole Imbalzano.
Prendo atto, Presidente, con soddisfazione ovviamente della risposta dell’assessore Gentile. D’altronde lui, nel passato, ha svolto il ruolo di assessore alle attività produttive, pertanto ha la competenza necessaria per inquadrare subito la questione che riguarda una delle aree più marginalizzate, ripeto, del Paese.
Io ovviamente nel dichiararmi soddisfatto pregherei l’assessore, pregherei il Presidente della Giunta di provvedere in tempi rapidi la costituzione di un tavolo tecnico politico. Peraltro per quanto riguarda il porto, assessore Gentile, lei ha la fortuna di avere non solo un valorosissimo dirigente ma un dirigente che è dell’area di Saline che conosce bene la problematica del porto.
Peraltro, ci siamo anche confrontati e quindi credo che anche questo ci possa agevolare in questo percorso che possa mettere in moto anche per quest’area marginalizzata un processo virtuoso di sviluppo.
PRESIDENTE
Grazie all’onorevole Imbalzano. Sta per arrivare il Presidente
Scopelliti.
In attesa dell’arrivo del Presidente Scopelliti – perché la risposta è la sua – che sta incontrando gli Lsu e gli Lpu io direi di sospendere anche in Aula per cinque minuti la seduta.
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Fedele. Ne ha facoltà.
Presidente, se lei è d’accordo potremmo utilizzare questi due minuti per avviare una Conferenza dei capigruppo al banco perché c’è un argomento che riguarda il bilancio che vorremmo affrontare con i colleghi più che altro sulle date. Così approfittiamo di questi due minuti.
PRESIDENTE
Allora vengano al banco della Presidenza i capigruppo.
(I
capigruppo si recano al banco della Presidenza)
Riprendiamo i lavori. Si passa alla interrogazione a risposta immediata numero 68/9^ di iniziativa del consigliere Giordano, recante: “Sulla chiusura del reparto di ostetricia dell’Ospedale di Melito Porto Salvo” di cui do lettura “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
nell'ambito del piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario, con decreto n. 18 del 22 ottobre 2010 è stato approvato il piano di riordino delle tre reti assistenziali, ovvero il riordino della rete ospedaliera, della rete emergenza-urgenza e della rete territoriale;
nell'allegato concernente il riordino della rete ospedaliera viene prevista la chiusura delle strutture che non garantiscono almeno 500 parti annui;
che, pertanto, alla luce di tale indicazione il reparto di ostetricia dell'ospedale di Melito P.S. (RC) rientra fra le strutture destinate alla cessazione dell'attività;
tale scelta è da considerarsi errata e conseguenza di una asettica e automatica applicazione delle linee guida nazionali (fra l'altro non ancora approvate) che, come specificato dallo stesso ministro della Salute, in sede di applicazione dovranno tener conto delle specifiche realtà territoriali;
la decisione del Commissario non tiene assolutamente in conto la tradizione secolare di prestigio e di eccellenza del reparto di ostetricia dell’ospedale melitese, il quale garantisce ogni anno circa quattrocento parti, nel rispetto della media nazionale richiesta per i parti cesarei, ed è dotato degli essenziali standard di qualità previsti dalle linee guida nazionali e più precisamente:
a) guardia ostetrica attiva 24/24 ore con medici in numero adeguato per affrontare le urgenze;
b) assistenza pediatrica neonatale 24/24 ore;
c) analgesia epidurale 24/24ore;
d) diagnostica per immagini, laboratorio d'urgenza ed emostrasfusionale 24/24 ore;
dal punto di vista territoriale e logistico il reparto di ostetricia risponde alle esigenze di un vasto territorio che comprende numerosi centri dell'area grecanica e altri comuni limitrofi e la chiusura dello stesso porrebbe seri problemi in termini di garanzia dei livelli essenziali di assistenza, tenuto conto della notevole distanza di alcuni paesi come Roccaforte del Greco, Palizzi, Bova, San Lorenzo ecc. rispetto ai servizi di ostetricia più prossimi (Reggio e Locri);
appare, quindi, illogica e irrazionale la decisione maturata di chiusura immediata del reparto del nosocomio melitese, anche alla luce delle recenti dichiarazioni del ministro Fazio che ha evidenziato la necessità, nell'applicazione delle linee guida, di un’attenta programmazione, anche dal punto di vista temporale, sulla base delle realtà territoriali di riferimento;
al contrario, si desume dal piano di riordino una salvaguardia, a discapito delle strutture pubbliche, delle strutture private il cui unico merito sarebbe quello di superare i 500 parti l'anno, pur in assenza di quei supporti di qualità, presenti nel nosocomio melitese, che, al contrario, dovrebbero rappresentare i criteri fondamentali per determinare il mantenimento o la chiusura del servizio -:
se risponde al vero che a partire dal 10 dicembre 2010 il reparto di ostetricia dell'ospedale di Melito P.S. cesserà la propria attività come punti nascita;
in caso affermativo, non sia il caso, alla luce di quanto specificato in premessa, sospendere il provvedimento di chiusura e attivare un tavolo di concertazione con i sindaci dell'area, le rappresentanze sindacali, la classe medica al fine di valutare, nel rispetto della legislazione vigente, la possibilità di preservare e potenziare il reparto di ostetricia dell'ospedale melitese”.
La parola all’onorevole Giordano. Risponderà poi il Presidente della Giunta regionale, onorevole Scopelliti.
Grazie onorevole Presidente,
se il Governatore ci ascolta cercherò di essere pure
breve nell’esposizione dato che è anche un argomento che ha impegnato
diffusamente il dibattito di questi giorni.
L’onorevole Governatore
nella sua qualità di commissario per
l’attuazione del piano di rientro…
PRESIDENTE
Onorevole Presidente Scopelliti, ascolti la domanda dell’onorevole Giordano.
…dicevo che l’onorevole
Governatore nella sua qualità di commissario
ha emanato, tra l’altro, due decreti il 18 e il 22 ottobre riguardanti il piano
di riordino delle tre reti assistenziali: il riordino della rete ospedaliera,
della rete di emergenza e urgenza e della rete territoriale.
Nell’allegato del riordino
della rete ospedaliera veniva prevista la chiusura delle strutture che non
garantiscono 500 parti annui e mi riferisco ai punti nascita.
Pertanto questa misura
andava a colpire parecchie realtà del territorio regionale.
Con successivo decreto del
18 novembre, il 26, veniva posta in essere l’immediata disattivazione a far
data dal 10 dicembre di tutta una serie di strutture che poc’anzi ho ricordato,
tra le quali quella di Melito Porto Salvo.
Premettendo che la
struttura sanitaria dell’ospedale di Melito Porto
Salvo è stata sempre definita come una struttura di eccellenza per quanto
riguarda il punto nascita, , voglio ricordare al Governatore che nella tabella che accompagna il decreto vi è,
peraltro, indicato un numero di parti che non è certamente corrispondente alla
realtà fotografando il numero dell’anno 2008.
Nelle linee guida del
Ministero della salute a livello nazionale tra gli altri l’indice dei 500 parti
sotto la quale soglia dovrebbe non essere individuata più l’appropriatezza e
l’affidabilità, è un indice che è posto
dalle vecchie linee guida.
Per le nuove linee guida
che sono in discussione in conferenza Stato-Regioni, viene lasciato uno spazio di decisione
rispetto al contesto e ad altri elementi, ad altri fattori che possono
generare, comunque, l’affidabilità dei punti nascita.
E’
una evidente scelta politica quella della disattivazione del punto nascita di Melito Porto Salvo giacché se fosse in automatico
l’applicazione del parametro dei 500, un’altra struttura, quella di Soverato
andrebbe, automaticamente,
disattivata.
Peraltro, il far riferimento al piano di rientro ed
alla delibera della Giunta regionale del dicembre 2009, non trova coerenza
giacché il decreto che il Governatore ha emanato a novembre costituirebbe un
atto di riordino e di analisi dei punti nascita regionali.
Non
è possibile, quindi, invocare il parametro. Comunque a garantire
l’appropriatezza dei punti nascita nelle strutture, nelle stesse linee guida
nazionali va tenuta in considerazione la presenza della Guardia medica
ostetrica attiva 24 ore su 24. L’assistenza pediatrica neonatale attiva 24 ore
su 24, l’analgesia neonatale attiva 24 ore su 24, così come l’analgesia
epidurale e la diagnostica con i laboratori d’urgenza emotrasfusionale.
Tutti
punti che nell’ospedale di Melito sono funzionanti e
sono veramente una eccellenza, non
dimenticando anche il contesto territoriale che riguarda l’area grecanica che veniva indicata per altri motivi poc’anzi.
Un’area che ha un bacino notevole, un afflusso notevole, un’area che è
marginale dal punto di vista
logistico e dei trasporti, un’area delicata.
Allora
non si comprende perché salvare dal provvedimento alcune realtà disattivando la
realtà del melitese che, peraltro, andrebbe ad
incidere e come possibile punto per la nascita nelle strutture di Reggio
Calabria e Locri oppure nelle strutture private.
Allora
vorremmo capire se questa non sia invece una decisione di andare a vantaggio
della ospedalità privata.
PRESIDENTE
Onorevole
Giordano, rapido…
Allora
vorremmo capire e concludo, alla luce delle iniziative del dibattito attuale,
dell’intervento dei sindaci, dell’intervento della terza Commissione che si è
espressa alla unanimità se il Governatore intende confermare l’assunto del
decreto o se intende come, peraltro,
PRESIDENTE
La
parola al Presidente Scopelliti per
la risposta.
Grazie,
Presidente, io rispondo immediatamente
alla interrogazione del collega Giordano. Non prima, però, di aver evidenziato
che all’interno di questa sua interrogazione emergono tutta una serie di inesattezze
che vengono riportate.
La
prima è che forse lui disconosce il fatto che dentro il piano di rientro fatto
dal centro-sinistra, quindi dal Presidente precedente, vi era questo tipo di
indirizzo: che entro il 15 novembre del 2010 dovevano essere chiusi i punti
nascita per parti naturali.
Quindi
un primo provvedimento. Era questo in sintesi il piano di rientro.
Io
capisco un problema ed alzo le mani di fronte ad una responsabilità enorme. Mi
rendo conto – e qualche consigliere regionale lo sa molto bene – che la stragrande maggioranza dei consiglieri
regionali della precedente legislatura non conosce il piano di rientro.
Quindi
questa cosa è un fatto che io cerco e posso cercare di sforzarmi per andare
incontro per evidenziare e per documentare agli uffici che non conoscono quel
tipo di piano di rientro che era stato fatto. Comunque questo era un
provvedimento già rientrante in quel tipo di azione, concordata col Governo e con i Ministeri
competenti.
Entro
il 31 dicembre era previsto questo tipo di risposta. Il 15 novembre c’è stato
già un primo passaggio, il 31 dicembre la chiusura di queste realtà.
Dopo
di che tutto quello che viene detto sarà sicuramente vero, però da una parte abbiamo il problema
orografico, dall’altra quello delle aree ancora più interne e quindi maggiori
problematiche.
Penso
che quando un ministro fa un provvedimento,
è chiaro che si rende conto delle difficoltà a cui si va incontro.
Credo,
intanto, di poter dire che il Presidente dell’Ordine dei ginecologi ha
approvato il piano proposto dal ministro Fazio – questo l’ho scoperto su
Internet -; che i Presidenti competenti anche ai vari livelli degli ordini,
della categoria dell’associazione abbiano dato i pareri positivi.
Ma
qui, quello che la politica deve riuscire a comprendere e forse non ha compreso
è che vi state attardando troppo a fare populismo e demagogia.
Ci
vuole concretezza per risollevare la sanità. Ogni qualvolta si annuncia un
provvedimento nasce il fermento popolare, nasce l’occupazione, nasce la
situazione in cui si tende a creare disagio e quindi a creare con i cittadini
un momento di vicinanza che poi è strumentale perché, purtroppo, ci troviamo in
una situazione in cui la sanità – vuoi 10 o 15 anni fa, vuoi 5 anni fa – è
stata portata a una situazione drammatica in Calabria. Mi sembra chiaro ed
evidente.
Ieri
sono stato a Cosenza, c’era anche il Presidente dell’ordine di Catanzaro e sono stato garbatissimo perché
avrei potuto raccontare, caro Presidente, che a Cosenza la sanità è stata
utilizzata per fare le liste per le provinciali.
O non vi risulta? E poi forse potevo andare un po’ più avanti e dire “guardate
che qui poi… andate a vedere chi si è candidato o se è diventato primario”.
Avrei potuto infierire. Ma penso che oggi, al di là della
demagogia di tanti e della concretezza di pochi, sia molto importante, invece,
essere concreti.
Sono andato a Melito Porto
Salvo a spiegare come funziona il sistema. Ho affrontato la platea dei
cittadini che erano anche piuttosto arrabbiati ed ho spiegato attentamente
quali sono le situazioni che si muovono.
Intanto, ho apprezzato che un consigliere provinciale,
non so chi fosse, abbia detto: di che cosa state parlando? Qui a Melito Porto Salvo avete avuto sempre rappresentanti di
spicco della politica melitese che abitano qua, che
sono stati qua, che hanno fatto politica e che sono stati coinvolti in più
legislature, in più impegni e questo è sempre un ospedale che sta naufragando.
Ed è la verità. Prendo atto che quella sia stata una
considerazione appropriata.
Tra l’altro dico al consigliere Giordano: ma di che cosa
state parlando? Nel piano di rientro presentato e sottoscritto il 19 dicembre
l’ospedale di Melito Porto Salvo era un ospedale
chiuso, riconvertito? Di cosa stiamo parlando? L’ospedale di Melito Porto Salvo non doveva più esistere, ma esiste
perché mi sono assunto la responsabilità di creare, di individuare in
quell’ospedale un ospedale strategico per una serie di vicende che ho
conosciuto da cittadino e che conosco come cittadino, per le emergenze di
quella parte di territorio, in cui abbiamo visto morire centinaia di persone
sulla statale 106 perché non c’è stato mai un ospedale adeguato, in quanto i
due ospedali sono più lontani.
Automaticamente ho detto: l’impegno non è quello di
salvaguardare e tutelare l’ospedale rispetto a delle unità operative che non
servono, solo per salvare alcune professionalità che devono essere garantite.
Dobbiamo creare una struttura che, soprattutto nel campo
traumatologico, quindi di un incidente legato ai grandi traumi, diventi un
riferimento per il cittadino.
Questo è l’impegno che abbiamo assunto e non l’abbiamo
salvaguardo perché Melito Porto Salvo è in provincia
di Reggio Calabria o perché il Presidente è della provincia di Reggio Calabria.
No, l’abbiamo salvaguardato per la funzione strategica che può assolvere
proprio perché può essere un ospedale che può offrire un primo soccorso
importante agli utenti di quella parte di territorio che magari subiscono
incidenti eh hanno problemi.
Poi, su questo ho invitato anche il Sindaco che è stato
garbato, gli amministratori, a venire a discutere a Catanzaro per vedere come
affrontare in prospettiva questo strumento dell’ospedale generale di Melito Porto Salvo.
Va chiarita una cosa che forse tanti non hanno percepito
bene: l’unità operativa rimane. Rimangono i medici e tutti i professionisti.
La partoriente, cioè colei che deve partorire, va
all’ospedale di Melito Porto Salvo, viene seguita da
uno dei medici, dai ginecologi, dall’ostetrica di competenza fino a 2 giorni
prima di partorire. Dopo di che va a partorire in un ospedale diverso.
Quindi ha tutto l’iter, tutti i tracciati, tutti i
percorsi vengono fatti naturalmente. Solo la parte terminale per quanto
riguarda i parti naturali viene fatta in ospedale che può essere quello di
Reggio Calabria, di Locri, o una clinica privata a scelta dell’utente.
Ma una cosa va chiarita: l’altra sera nella
manifestazione tante persone dicevano “ma se accade un problema di un parto di
urgenza, se uno si sente male, deve partorire e arrivare a Reggio Calabria” non
è vero perché può partorire in questi casi di urgenza presso l’ospedale di Melito.
Pertanto il problema dell’emergenza sotto questo punto
di vista è risolto, automaticamente così com’è per Melito
è per San Giovanni in Fiore e così come è per San Giovanni in Fiore è per Acri.
Addirittura ad Acri avevamo avuto l’occupazione da parte
di cittadini, ovviamente fomentati ad occupare l’ospedale. Quando è venuto il
Sindaco di Acri insieme a tre primari è stato spiegato loro che era prevista
una forma di integrazione funzionale e che avremmo, comunque, garantito questo
tipo di opportunità.
Hanno dichiarato che per la prima volta un Presidente li
ascoltati per un’ora ed un quarto. Se ne sono andati, hanno sciolto
l’occupazione, se ne sono tornati a casa e mi dice il Sindaco - che ho sentito
telefonicamente - che erano tutti felici e contenti.
Penso che alla cattiva informazione, che a volte arriva
per nostra carenza di comunicazione, si alimenti la polemica politica che molti
interpretano come messaggio importante da trasmettere al cittadino.
Tutto questo, secondo me, non aiuta la crescita della
Calabria sul terreno della sanità.
Credo che chi ha fatto sanità in Calabria, chi è medico
in Calabria non abbia titolo a parlare.
Di questo chiedo scusa al Presidente dell’ordine dei
medici. I guasti vengono anche da questo tipo di problema perché probabilmente
c’è stato il tempo per salvare la sanità attraverso le figure e le competenze.
Non penso che oggi ci vogliano per forza dei grandi professoroni per cercare di
risollevare la sanità.
Comunque, probabilmente, c’è una visione distorta del
sistema sanità, e quello che uno ha vissuto per 30 anni, magari attraverso la
propria professione, pensa che sia il miglior sistema. Perché, comunque, la responsabilità
non è solo della politica ma parte dal basso e va verso il vertice.
La politica deve dare gli indirizzi, ma chi fa il medico
- se registra condizioni di difficoltà – è dotato degli strumenti per cercare
di intervenire attraverso le azioni dei vari sindacati, dei vari
rappresentanti, dei vari ordini e delle varie organizzazioni su cui magari fa
riferimento.
E’ un problema. La sanità è servita in Calabria a tutti.
Ha avvantaggiato tutti, tanto pagava lo Stato e quando poi non ha pagato più lo
Stato pagavano i cittadini.
Oggi bisogna fare una scelta: se stare dalla parte di
chi vuol tutelare un nuovo percorso o se si vuole stare dalla parte opposta,
dove purtroppo oggi vedo la ‘ndrangheta con i suoi interessi. L’Asp di Vibo è
una testimonianza chiara indipendentemente da quello che dice l’ex Presidente Loiero.
E’ la competenza che va dal 2005 al 2010. Ma questo non
vuol dire che c’è una responsabilità diretta e personale della politica. No,
vuol dire che purtroppo il sistema è talmente incancrenito che
indipendentemente da tutto, di chi c’è come manager o meno, non si ha la
possibilità di incidervi perché c’è una metastasi sul territorio. Questo è il
problema vero.
Non è che se va il manager stravolge i meccanismi, va a
cercare ma deve avere pure il tempo di costruire un meccanismo virtuoso.
Nel frattempo c’è gente che ha rapporti con gli
affaristi, con le lobbies, con i poteri
criminali in alcune circostanze. Il Governo sicuramente andrà a commissariare
nei prossimi giorni l’Asp di Vibo Valentia.
Questo è il problema vero e la politica quando fa una
battaglia all’indirizzo di cambiamento che stiamo cercando di dare, giusto o
sbagliato che sia di cambiamento si tratta, si assume una grande
responsabilità.
Catalogo da una parte quelli che vogliono cambiare e
dall’altra quelli che non vogliono cambiare. Per me se uno è affarista, se uno
è politico, se uno è mafioso o un’altra cosa posso fare una distinzione ma sta
comunque contro questo percorso.
Ecco perché più volte ho detto ai colleghi: cerchiamo di
misurarci e confrontarci sui temi veri, dei problemi veri.
Domani - dicevo ai colleghi di Italia dei valori – andrò
al loro convegno a Cosenza, per parlare. E’ bello potersi parlare, voi
esponente le vostre teorie e le vostre tesi. Io vengo con le carte e vi espongo
come stanno i fatti secondo la mia verità e secondo quello che c’è scritto, ma
almeno parliamo di politica, altrimenti qui parliamo solo di accuse, di
denigrazioni.
“Scopelliti vuole chiudere il punto nascita”. Non voglio
chiudere il punto nascita, io non l’avrei mai chiuso. Però c’è in campo il
rischio clinico, c’è in campo un decreto fatto dal ministro che dice che sotto
i 500 parti bisogna chiudere i punti nascita.
Non credo che l’ospedale di Melito
Porto Salvo abbia tutta questa difficoltà a raggiungere con un giorno di
anticipo il parto che una signora deve fare e altre cose. Credo che sia
nell’ottica della razionalizzazione ma soprattutto della messa in sicurezza.
Perché non è vero che sono solo 500 parti, perché non è
escluso che tra uno o due anni ci troveremo di fronte ad una scelta diversa che
farà il Governo e che è stata annunciata secondo la quale bisogna avere almeno
mille parti per avere un punto nascita attivo e sicuro.
Quindi di cosa stiamo parlando? Di una cosa che comunque
va in questa direzione. Abbiamo tenuto in vita Soverato che fa 484 parti? Non
mi sembra che Soverato per i 16 parti per cui non arriva a 500 debba essere
scartato. Melito Porto Salvo per noi raggiunge i 300
parti, i tecnici che ci forniscono i dati dicono 380 ma sono molto lontani dai
500.
Non è vero neanche che noi abbiamo – come spesso
qualcuno tenta di sostenere – sostenuto le cliniche private. Basta vedere cosa
accade a Cosenza, cosa accade a Lamezia Terme e il Presidente Talarico lo sa
molto bene, a Lamezia Terme anche le strutture private verranno riconvertite
sotto questo punto di vista. Verrà chiuso il punto nascita.
Non è vero che noi – come è scritto nella interrogazione
– abbiamo tutelato i privati a scapito
del pubblico.
Noi abbiamo solo preso i dati forniti dai vari direttori
sanitari di presidio o di competenza ed abbiamo fatto la verifica rispetto a
quelle che sono le cifre ed i numeri ed abbiamo detto: questo è così,
quest’altro è così, va chiuso ed il punto nascita va chiuso.
Questo è soltanto l’impegno che noi abbiamo portato
avanti.
Dopo di che, ribadisco che dentro il Piano di rientro,
ancor prima di questo provvedimento, era ricompreso un impegno da parte della
Regione su questo versante.
Andatevelo a leggere, scadenza 15 novembre 2010,
scadenza 31 dicembre 2010.
E’ un invito, l’ennesimo - per carità, poi ognuno può
far politica come vuole – ma è veramente assurdo Presidente che…
(Interruzione)
Lei mi fa parlare ma io non conosco i tempi…
(Interruzione)
Quanto è il massimo? Tre minuti.
Allora per la prossima risposta parlerò un minuto.
Concludo per dire: andate in giro per gli ospedali di montagna. Quando volete vi facciamo vedere le slide ed i documenti di Age.Na.S. che dimostrano come gli ospedali di montagna - che io in qualità di commissario ho recuperato alla causa come ospedali - nel vostro piano presentato da Age.Na.S. al sottoscritto, a fine maggio, c’era scritto che 24 erano gli ospedali che andavano riconvertiti.
Mi domando: se 24 erano da riconvertire su 36 e noi ne abbiamo riconvertiti solo 18 quali erano gli altri sei? Pensate che veramente Acri, San Giovanni in Fiore, Soveria e Serra San Bruno fossero ospedali che avevate salvato? No, voi li avevate fatti diventare case della salute mentre io li ho fatti diventare ospedali di montagna. E saranno ospedali che rischiano di mantenere le stesse attività che hanno.
(Interruzione)
Sì, va bene, il problema…
(Interruzione)
Non è così? Io sono convinto che voi diciate così. Peccato che il vero problema di fondo è che nella vostra cultura in termini di conoscenza degli atti siate completamente all’oscuro perché vi hanno fatto un piano di rientro che neanche conoscevate. Questa è la sacrosanta verità.
Voi avete un piano di rientro che ha sottoscritto per
voi il vecchio Presidente, un documento che neanche conoscevate e di cui ignoravate i
contenuti.
Questa è la mia verità.
Quando volete possiamo organizzare al più presto un convegno, porteremo i
tecnici di Age.Na.S. che non ho scelto io ma c’erano
già e ci sono oggi, e diranno loro se non è vero che avevano previsto 24
chiusure, 24 riconversioni su 36. Automaticamente gli ospedali di montagna oggi
sarebbero stati punti di primo intervento, case della salute, non ospedali.
PRESIDENTE
Grazie al Presidente Scopelliti. Ha facoltà di intervenire un minuto per dire se si è
d’accordo o se non lo si è, l’onorevole Giordano.
Un secondo in più perché
vanno argomentate e va fatto un po’ di ordine anche rispetto alla risposta
dell’onorevole Scopelliti.
Intanto, per quanto riguarda il Piano di rientro è bene
sia chiaro a tutti che l’indirizzo della disattivazione in automatico doveva
scattare nella ipotesi in cui non veniva realizzato un riordino che lei con il
decreto 26, invece, avrebbe realizzato.
Un riordino che doveva essere incentrato soprattutto
sull’efficienza e sulla garanzia dei livelli assistenziali minimi e sul rischio
clinico.
E’ sul rischio clinico che si gioca la partita. Mi deve
spiegare perché dovrebbe funzionare il reparto se la partoriente arrivando
all’ora precedente il parto deve andare in un’altra struttura nella condizione
in cui è conclamato che Melito è una delle realtà con
il più basso rischio clinico.
Se la tabella che è stata allegata al decreto è valida,
come non è valida certamente per quanto riguarda il numero dei parti che non
sono i 288 dell’anno 2008 - e bisognerebbe indagare perché nel 2008 è sceso
l’indice di presenza nell’ospedale di Melito
piuttosto che in altri anni, piuttosto che con lo stesso anno in corso in cui è
prossimo ai 400 - non bisogna fare demagogia ma bisogna dire che certamente non
è una scelta tecnica, non deriva dall’applicazione del Piano di rientro ed è
una scelta politica quella di chiudere, perché significa pian piano
disattivare.
Pian piano significa togliere la gamba sana
all’ospedale. Allora, che senso ha lasciare l’ospedale, come lei ha detto, nel
piano di riordino, garantire l’esistenza dell’ospedale di Melito
Porto Salvo quando si toglie un reparto di eccellenza che ha garantito alti e
qualificati livelli di prestazione?
Su questo e per queste motivazioni mi dichiaro
profondamente insoddisfatto anche per le contraddizioni che sono venute fuori
nella sua risposta.
Si passa adesso all’altra interrogazione a risposta
immediata, numero 69/9^ di iniziativa del consigliere Giordano “Sulla mancata
previsione dell’utilizzo e valorizzazione del personale medico interessato alla
chiusura a riconversione delle strutture ospedaliere nell’ambito del Piano di
rientro dai disavanzi del settori sanitario” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
nell'ambito del piano di rientro dai disavanzi del
settore sanitario, con decreto n. 18 del 22 ottobre 2010 è stato approvato il
piano di riordino delle tre reti assistenziali, ovvero il riordino della rete
ospedaliera, della rete emergenza-urgenza e della rete territoriale;
nei relativi allegati facenti parte del suddetto decreto
viene preso in esame il riassetto del Ssr con la
previsione del processo di riconversione di diverse strutture ospedaliere;
è prevista la gestione del processo di riconversione da
parte di un apposito gruppo operativo costituito in ogni azienda secondo le
direttive di uno specifico e successivo decreto del commissario ad acta;
viene stabilito che al riordino della rete ospedaliera
privata accreditata si procederà con successivo provvedimento;
altresì, al riordino della rete laboratoristica pubblica
e privata si procederà con successivo provvedimento;
dalla lettura del decreto n. 18 non si evince alcuna
previsione in ordine alla futura utilizzazione del personale medico operante
all'interno delle strutture da chiudere o riconvertire;
tale omessa previsione rischia di creare una situazione
di stallo che non permette di programmare un efficace riutilizzo del personale
medico che ha accumulato negli anni una notevole esperienza professionale;
addirittura, in assenza di un piano programmatico si può
ipotizzare il rischio che diverse figure professionali, in mancanza di una loro
valorizzazione e mantenimento nei ruoli apicali che rivestivano nelle strutture
originarie, possano abbandonare la sanità pubblica a favore di quella privata
determinando così un abbassamento della qualità dei servizi erogati -:
se nell'ambito degli interventi afferenti la
riorganizzazione ospedaliera è stata prevista la riutilizzazione, la
valorizzazione del personale medico inquadrato nelle strutture ospedaliere per
le quali è prevista la riconversione e/o la chiusura;
se, in caso contrario, al fine di non disperdere le
professionalità acquisite, non sia il caso di predisporre un decreto o
provvedimento specifico che affronti in modo sistematico l'inquadramento del
personale medico.”
Onorevole Censore, non è un dibattito politico, non è
una mozione, non è una interpellanza. E’ una risposta immediata. Il consigliere
pone una domanda, il Presidente risponde, punto. E’ finita qualsiasi tipo di
discussione.
L’unica eccezione che stiamo facendo è di qualche minuto
in più per la delicatezza e l’importanza dell’argomento. Quindi abbiamo dato
qualche minuto in più anche perché ci sono solo tre interrogazioni a risposta
immediata.
Siccome il Regolamento prevede che noi dedichiamo un’ora
prima del Consiglio alle interrogazioni, per questa volta è andata come è
andata, la prossima volta saranno due minuti cronometrati. Tre minuti da parte
del Presidente ed un minuto la risposta. Non ci saranno eccezioni.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Giordano. Ne ha
facoltà.
Faccia il battesimo con due minuti, onorevole Giordano,
perché sarà accolto in maniera positiva dall’intero Consiglio.
Se lei riesce a parlare in due minuti il Presidente risponderà
in tre minuti e lei risponde con un altro minuto.
Mi sono preso nella
risposta un minuto e mezzo perché volevo argomentare il livello di
insoddisfazione.
Cercherò ora di essere
sintetico. Questa interrogazione vuol fare chiarezza sul provvedimento di
riordino della rete ospedaliera, delle reti di emergenza-urgenza territoriale
previste nel decreto 18 del 22 ottobre.
E’ prevista la gestione del
processo di riconversione da parte di un apposito gruppo operativo costituito
in ogni azienda secondo le direttive di uno specifico e successivo decreto del
commissario ad acta.
Viene stabilito che al riordino della rete ospedaliera
privata accreditata si procederà invece con successivo provvedimento. Altresì,
al riordino della rete dei laboratori pubblici e privati si procederà con altro
successivo provvedimento.
Dalla lettura del decreto 18 non si evince alcuna
previsione in ordine alla futura utilizzazione del personale medico operante
all’interno delle strutture da chiudere o da riconvertire. Tale omessa
previsione rischia di creare una situazione di stallo che non permette di
programmare un efficace riutilizzo, una efficace valorizzazione del personale
medico che ha accumulato negli anni una notevole esperienza professionale.
Addirittura, in assenza di un piano programmatico si può
ipotizzare il rischio che diverse figure professionali in mancanza di una loro
valorizzazione specifica e del mantenimento dei ruoli consolidati che
rivestivano nelle strutture pubbliche possono, addirittura, abbandonare la
sanità pubblica a favore di quella privata determinando un abbassamento della
qualità del servizio della sanità pubblica.
Chiedo allora al Governatore di sapere se nell’ambito di
questi interventi di riorganizzazione ospedaliera è stata prevista la
riutilizzazione e la valorizzazione del personale medico inquadrato nelle
strutture ospedaliere per le quali era prevista la riconversione o la chiusura.
E se in caso contrario, al fine di non disperdere queste professionalità
acquisite, non sia il caso di predisporre un decreto o comunque un
provvedimento specifico che affronti in modo sistematico l’inquadramento del
personale con criteri certamente oggettivi e facilmente riscontrabili.
PRESIDENTE
La parola per tre minuti al Presidente Scopelliti.
Presidente, anche meno di tre minuti.
Noi recentemente ai sensi del Piano di rientro, come ufficio del commissario, abbiamo sottoscritto con i sindacati l’accordo per quanto riguarda la riorganizzazione legata alla riutilizzazione e alla valorizzazione del personale medico, tutto il personale, ovviamente.
Abbiamo sottoscritto questo accordo. Secondo il piano una buona parte di questi professionisti saranno mantenuti nei siti in cui avverrà la riconversione in punti di primo intervento, quindi alle strutture che resteranno in loco.
Una parte, che credo sia un numero non superiore a 900 persone, verranno riallocate tutte quante nelle strutture ospedaliere che necessitano ovviamente di personale e, chiaramente, nelle strutture più vicine, quelle in cui c’è la necessità di aggregare una professionalità.
Non è, quindi, a rischio nessun posto di lavoro, per quanto riguarda ogni dipendente. Si va verso quelle realtà che diventano anche sul piano professionale più utili.
E qui tornerei a parlare di merito.
Se noi diciamo che 380 interventi rappresentano l’eccellenza io mi metto le mani nei capelli perché dico che siamo rovinati, Presidente.
Cioè se tagliamo i 380 interventi e diciamo che quella è una eccellenza vuol dire che gli altri reparti fanno forse 50 o 100 interventi. Quindi di cosa stiamo parlando? Eviterei di parlare di eccellenza perché quando si parla di eccellenza si parla di 1.600-2000 interventi e quindi non possiamo neanche considerare quello che erano gli ospedali 15 anni fa.
L’ospedale di Melito Porto
Salvo è vero, nell’86, registrava 1.200 parti. Però sono passati 24 anni
dall’86 ad oggi ed il mondo è cambiato. Siamo nel terzo millennio, abbiamo di
fronte a noi un nuovo secolo, dobbiamo guardare a quelle che sono le situazioni
attuali e quindi dobbiamo governare la situazione che
è in essere.
Anche lo stesso personale
viene salvaguardato, tutelato e garantito. Magari chi fa 200-300 interventi di
appendicite l’anno - e qui la interpello come Presidente - una cosa è fare 300
appendiciti e una cosa è sapere di essere aggregati ad uno Spoke o ad un Hub dove non fai soltanto 300
interventi di appendicite l’anno ma magari fai 1.500 interventi e tra questi
300 ci sono quelli di appendicite e gli altri 1.200 sono più complessi. Questo
aiuta anche alla crescita professionale di tanti professionisti che, purtroppo,
negli ospedali minori si sono trovati in una situazione di difficoltà, per non
avere gli strumenti necessari per fare di più e meglio. Negli ospedali più
grandi, invece, possono mettere in campo le loro conoscenze, i loro studi per
arricchire di contenuti e di risposte agli utenti quella che è la propria professionalità.
Spero che questa volta il consigliere Giordano sia
rimasto soddisfatto dalla risposta, Presidente.
PRESIDENTE
Vediamo. Prego, onorevole Giordano. Dica una volta “sì,
va bene, sono rimasto soddisfatto”.
Voglio ringraziarla per aver inaugurato il question time e sarò ora rapidissimo nel dire perché non mi posso ritenere soddisfatto.
Pur prendendo atto che c’è la volontà, il Governatore fa una manifestazione di volontà, non
comprendiamo come si arrivi al riutilizzo ed alla valorizzazione
del personale. Io dico: Governatore, bisogna
valorizzare, ci sono alte professionalità in tutta la realtà calabrese, non è vero che la sanità è tutta da cestinare.
Come? Con quali criteri
oggettivi lei pensa di ricollocare in altre strutture? Ha detto, addirittura,
che si potrebbe prevedere il mantenimento con ruoli apicali di primariato,
rivolgendosi al Presidente dell’ordine dei medici.
Certamente non sono un
tecnico della sanità, ma come si fa a dire: manteniamo nei ruoli i primari
laddove i reparti sono chiusi? Ho qualche difficoltà nel comprendere questo.
Credo, invece, che ci sia
la necessità, Governatore, di fare un provvedimento, un decreto affinché ci sia
attraverso un sistema, un approccio sistemico con una griglia di valutazione,
una fase di oggettiva ricollocazione e valorizzazione di queste professionalità che non devono essere disperse.
Chiedevo questo con il mio
intervento e credo che sia una cosa delicata, importante e strategica nel
percorso che ci deve guidare tutti per cambiare pagina ed offrire una sanità
efficiente che garantisca il diritto alla salute al cittadino calabrese.
Possiamo andare avanti con
l’ordine del giorno.
(Interruzione)
Non è previsto, non ci sono
eccezioni. So che quando si parla di sanità…
(Interruzione)
Solo l’interrogante può
intervenire.
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Fedele. Ne ha facoltà.
Presidente, ho chiesto di intervenire sull’ordine del giorno per chiedere se è possibile – ne avevamo già parlato con i colleghi anche al Banco con i capigruppo – inserire ed approvare, possibilmente oggi stesso, una proroga di sei mesi che riguarda la legge antisismica.
E’ stata chiesta da tutti gli ordini professionali
che si sono rivolti all’assessorato. L’assessore ci
ha pregato di chiedere questa proroga. C’è un solo articolo di un solo punto
che proroga l’entrata in vigore della legge al primo luglio 2011.
Quindi, prevede sei mesi di
proroga.
Se i colleghi, come già
avevano detto, sono d’accordo potremmo procedere all’inserimento e poi
contestualmente all’approvazione, Presidente.
PRESIDENTE
Se non ci sono interventi
possiamo votare l’inserimento all’ordine del giorno.
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.
Non voglio fare il bastian contrario. Mi unisco alla richiesta del collega Fedele, che sia però l’ultima proroga. Perché ci dobbiamo ricordare di un fatto: allo stato per poter edificare in questa Regione basta consegnare al Genio civile i calcoli, il deposito.
Con la legge che approvammo
nella scorsa legislatura si ritorna all’antico, cioè i calcoli statici devono
essere asseverati da preventive autorizzazioni.
E’ una cosa molto seria. Se
gli uffici non sono pronti ne prendiamo atto. Che però si tratti dell’ultima
proroga. Grazie.
PRESIDENTE
Possiamo procedere con l’inserimento all’ordine del giorno che pongo in votazione.
(Il Consiglio approva)
Si passa alla Proposta di legge numero 136/9^ di iniziativa dell’onorevole Fedele, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 35 del 19.10.2009 e s.m.i.”
Possiamo procedere alla votazione dell’articolato.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione la legge nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Il successivo punto all’ordine del giorno recita: “Proposta di provvedimento amministrativo numero 82/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Recepimento standard di qualità dei Musei contenuti nel Codice deontologico Icom. Approvazione atto preliminare di indirizzo del Sistema Museale Regionale”.
L’onorevole Salerno, relatore, ha facoltà di svolgere la
relazione.
Grazie Presidente. Con la delibera
numero 545 del 2 agosto 2010, su proposta dell’assessore
Mario Caligiuri,
L’atto di indirizzo, oltre a colmare una lacuna legislativa, recepisce
anche gli standard del funzionamento dei musei contenuti nel codice
deontologico Icom.
L’approvazione da parte del Consiglio
regionale dell’atto di indirizzo consentirà anche di sbloccare le
risorse Por Calabria per
quanto riguarda la destinazione ai musei calabresi, il
Por 2007-2013.
Diciamo che con questo atto di
indirizzo viene definito anche lo status
giuridico dei musei. L’assessore Caligiuri ha
provveduto, tramite il dipartimento, a fare una attenta ricognizione dei musei
aggiornata oggi al 2010, avevamo un aggiornamento fermo al 2005, ed oggi
abbiamo un aggiornamento di musei per un totale di
I musei vengono classificati in
tre fasce, fasce A, fascia B e fascia C.
Anche per quanto riguarda i
finanziamenti che
Poi i musei di fascia B, che
hanno i requisiti dei primi quattro punti contenuti nell’atto di indirizzo.
Ed, infine, i musei di fascia C.
Verrà quindi data la possibilità
ai musei di fascia C di raggiungere i requisiti e gli standard per essere
classificati come fascia B e quelli di fascia B, anche come fascia A.
Diciamo che questo atto di
indirizzo mette ordine al sistema museale calabrese dando dignità e
valorizzando il patrimonio che oggi viene custodito in questi musei e che
comunque a molti ed a tanti è pure sconosciuto. Grazie.
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.
Presidente, il
gruppo del Partito democratico voterà a favore di questo provvedimento. Debbo dire
anche dal punto di vista personale per una ragione affettiva perché il
provvedimento proposto dall’assessore Caligiuri alla
Giunta è identico rispetto al provvedimento che da assessore alla cultura
proposi alla Giunta il 23 aprile 2007.
Mi compiaccio con l’assessore Caligiuri
per questa iniziativa che stabilisce gli standard museali che non sono riuscito
a trasformare in provvedimento del Consiglio. Oggi diventa provvedimento del
Consiglio fermo rimanendo che se leggiamo la delibera del 23 aprile 2007 e la
delibera della Giunta Scopelliti sono identiche.
L’amico assessore Caligiuri è
stato così rispettoso da non modificare neanche una virgola. Detto questo
l’onorevole Salerno mi costringe a fare qualche ulteriore affermazione perché
non è assolutamente vero che i fondi del Por che riguardano l’organizzazione
museale sono fermi perché manca questo provvedimento.
Tanto è vero che un piano per rilanciare una parte dei
musei calabresi ha fatto parte dell’ultima Apq beni
culturali, con una destinazione ad una serie di musei calabresi, i più
importanti di circa 10 milioni di euro.
In questo provvedimento debbo dire che è compreso anche
il museo archeologico di Reggio Calabria, perché attraverso una intesa che noi
facemmo col dirigente generale regionale dei beni culturali e con il Ministero,
il museo archeologico di Reggio Calabria, Magna Grecia, è entrato tra le opere
per onorare i 150 anni dell’Unità d’Italia e non ne parla nessuno.
Il Presidente Scopelliti l’altro giorno, parlando di
frane, si è rivolto al sottoscritto per dire che la sua Giunta aveva portato
avanti un investimento sul comune di Rende di 278 mila euro.
Un investimento predisposto dalla precedente Giunta.
Mi fa piacere poter dire che tra i musei che allora privilegiammo
c’è stato il museo archeologico di Reggio Calabria che è entrato tra le 15
opere per onorare i 150 anni dell’Unità d’Italia e tra le prime sette che sono
partite.
Voi che siete reggini dovreste sapere che i lavori sono
in corso al museo archeologico di Reggio Calabria. Ebbene, abbiamo destinato ai
musei 10 milioni di euro. Purtroppo la stessa fortuna non hanno avuto gli altri
beni culturali, perché in quell’Apq c’erano altri 12
milioni per castelli e altri beni culturali che, praticamente,
Colgo l’occasione, caro assessore Caligiuri,
per dire che le cose nel mondo della cultura non vanno affatto bene perché
siamo assolutamente fermi nel senso che, intanto, si rischiano di perdere gli
insufficienti fondi della legge 16 e della legge delle biblioteche relative al
2010. Senza contare che le previsioni di bilancio per le attività culturali, il
cosiddetto fondo della cultura è assolutamente insufficiente.
Per non dire che tutto è fermo in tema di teatri e di
attività teatrali con previsioni che sono assolutamente irrisorie. Così come
per non dire che l’attuazione del Por 2007-2013 è assolutamente ferma, non si
muove nulla nel campo dei musei, non si muove nulla nel campo dei beni
culturali, la filiera relativa all’arte contemporanea non ha fatto registrare
un solo intervento da parte della Regione e per non parlare dell’Fse.
Perché caro assessore nel Por 2007-2013 ci sono filiere
di grande importanza per quanto riguarda la dotazione di professionalità nei
teatri, nei musei, nelle biblioteche. Tutto ciò è assolutamente fermo.
Potrei continuare ma mi fermo, la mia non vuole essere
una critica ma vuole essere una modesta sollecitazione.
Tutta l’Italia è in subbuglio per lo stato comatoso dei
nostri beni culturali.
Io non appartengo alla categoria di persone che accusano
il povero Bondi se è caduta la “Casa dei gladiatori” a Pompei o se Pompei è
trascurata.
I nostri beni culturali brillano per trascuratezza da
quando l’Italia è diventata una e, addirittura, brillano per trascuratezza da quando
l’Italia era divisa in tanti Stati. Non è il caso di prendersela né con
Berlusconi né con Bondi. Però c’è una crisi profonda.
Ebbene, noi in Calabria utilizzando bene le risorse… perché in questa Regione si parla solo di sanità
ormai.
Mi rendo conto che la sanità è un settore prioritario,
una emergenza fra le emergenze, forse la prima calabrese, ma bisogna parlare
anche di altro e tutto il mondo ci dice che abbiamo avuto un direttore
d’orchestra che alla Scala ha avuto il piacere di leggere un articolo della
Costituzione sulla valorizzazione della cultura e dei beni culturali.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Salerno. Ne ha
facoltà.
Assolutamente non per far polemica anche perché è un provvedimento che in Commissione è stato approvato alla unanimità. Approfitto pure per ringraziare i colleghi della Commissione per il lavoro che stiamo portando avanti.
Volevo dire al collega onorevole
Principe che la linea di intervento 5.2.2.1, azioni per la valorizzazione del sistema museale regionale del Por Calabria 2007-2013
prevede espressamente per la valorizzazione e la qualificazione del sistema
museale calabrese l’adozione da parte della
Regione degli standard contenuti nel codice deontologico Icom,
recepiti con decreto ministeriale 10 maggio 2001.
Questo per chiarezza e non
per polemica, collega onorevole Principe. Grazie.
PRESIDENTE
Se non ci sono altri
interventi darei la parola all’assessore Caligiuri
per il suo intervento.
Prima di tutto ringrazio il Presidente Salerno e l’onorevole Principe per gli interventi che hanno rassegnato all’Aula su questo tema così importante.
Ritengo che dopo la legge sulla casa e la legge sullo
sport, la legge sui musei che sta per essere esaminata dal Consiglio regionale rappresenti una terza importante
tappa di questa Assemblea per il riordino di un settore strategico della vita
culturale e non solo della nostra Regione.
Rispetto alle cose che sono
state dette è mio dovere ringraziare ancora una volta il Presidente e tutta la
terza Commissione che hanno approvato alla unanimità questo atto. Così come
ringrazio l’onorevole Principe.
Dire che quest’atto che
stiamo andando ad approvare riguarda il recepimento di una legge nazionale e
gli standard europei dell’Incom. Sono
quindi dei dati tecnici che ovviamente non possono che ripetersi nella delibera
del 2007 e quindi in quella del 2010.
Sarebbe stato impossibile fare diversamente. Così come è
importante sottolineare che per quanto riguarda il Por è esplicitamente
richiesto che se il Consiglio regionale non recepisce gli standard Icom le linee del Por non possono procedere e quindi il
bando non può andare avanti.
Per quanto riguarda invece il numero dei musei,
opportunamente l’onorevole Salerno ha evidenziato che nell’arco di due mesi la
struttura dell’assessorato ha realizzato un censimento e rispetto a quello che
in precedenza era stato realizzato ha avuto un costo – mi pare che sia stato il
Consiglio regionale a finanziare questo censimento – praticamente pari a zero,
noi nell’arco di 4-5 anni abbiamo censito oltre 100 musei in più.
Tra poco andremo ad inserire sul sito dell’assessorato e
della Regione Calabria l’elenco di questi musei ed in che modo poi potranno
essere valorizzati.
Per quanto riguarda poi la riflessione più complessiva
che l’onorevole Principe ha rassegnato e che io raccolgo in positivo - e lo
ringrazio per questo stimolo – sarà mia cura fargli pervenire già nel
pomeriggio il resoconto delle attività che riguardano la cultura dei primi sei
mesi di svolgimento in questo ruolo da parte mia in modo tale che possa avere
cognizione completa di tutte le attività, le iniziative e gli interventi che
abbiamo posto in essere.
Per quanto riguarda le linee del Por, stiamo cercando di
districarci tra le regole grottesche che sono contenute all’interno di queste
normative per liberare presto ingenti finanziamenti in questa direzione.
Colgo l’occasione per anticipare che molto probabilmente
entro fine anno faremo una imponente riprogrammazione per quanto riguarda
proprio i beni culturali con un investimento che credo il sia più importante,
se non tra i più importanti, che sia stato realizzato nella storia della
Regione Calabria per quanto riguarda i beni culturali.
Su queste cose con l’onorevole Principe e con tutta
l’Aula certamente avremo modo di confrontarci.
E’ veramente anche con un po’ di commozione che ho preso
per la prima volta la parola nell’Assemblea, nella casa dei calabresi. Vi
ringrazio.
PRESIDENTE
Se non ci sono altri interventi possiamo porre in
votazione la proposta di provvedimento amministrativo.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Il prossimo punto all’ordine del giorno recita: “Proposta di
provvedimento amministrativo numero 84/9^ d'Ufficio, recante: “Programma di
attività e fabbisogno finanziario del Corecom
Calabria per l'anno 2011 (articolo 10 legge regionale n. 2/2001)”.
Il relatore, onorevole Fedele, ha facoltà di svolgere la relazione.
Presidente, sostituisco l’onorevole Morelli che è
impossibilitato ad essere presente.
Questo provvedimento amministrativo riguarda
l’approvazione del bilancio del Corecom che, tra
l’altro, è un bilancio di 250 mila euro nel totale e che prevede le varie
attività che questo ente di garanzia svolge all’interno del Consiglio regionale
e poi nei rapporti con gli enti esterni e con l’Arpacal.
Credo che sia stato approvato in Commissione
all’unanimità, per cui penso che il Consiglio regionale lo possa approvare al
più presto in modo che questo ente possa tra qualche giorno mettersi all’opera,
ed andare avanti nel proseguire quei programmi che già erano stabiliti. Grazie.
PRESIDENTE
Nessuno chiede di parlare, pertanto pongo in votazione
la proposta di provvedimento amministrativo.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Si passa, adesso, all’elenco aggiuntivo che al primo
punto vede indicata
Il relatore, onorevole
Fedele, ha facoltà di svolgere la relazione.
Presidente, su questo argomento che è stato approvato in Commissione a maggioranza con l’astensione di qualche collega della opposizione, abbiamo concordato con i colleghi e con l’assessore Mancini di fare un ragionamento insieme al bilancio. Quindi di farlo nella stessa giornata del bilancio.
Si farà, pertanto, una discussione unica insieme al bilancio.
Chiediamo, allora, che venga rinviato al prossimo Consiglio che credo sarà – come stabilito con i capigruppo – giorno 22.
PRESIDENTE
Pongo in votazione la richiesta di rinvio del punto all’ordine del giorno.
(Il Consiglio approva)
Il prossimo punto all’ordine
del giorno recita: “Proposta di provvedimento amministrativo numero
87/9^ su iniziativa della Giunta regionale, recante: “Adozione revisione del
PSR CALABRIA 2007-2013 approvata dalla Commissione Europea con Decisione n. C(2010) 1164 del
26 Febbraio 2010 e costituzione Fondo speciale IVA presso l'organismo Pagatore
Regionale (Arcea)”.
Il relatore, onorevole
Fedele, ha facoltà di svolgere la relazione.
Presidente, il provvedimento già si illustra da sé. E’ una proposta di provvedimento amministrativo che riguarda l’Arcea che è l’organismo pagatore della Regione Calabria per l’agricoltura.
Si tratta di un provvedimento che
PRESIDENTE
Nessuno chiede di parlare, pertanto pongo in votazione
la proposta di provvedimento amministrativo.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Si passa adesso alla Proposta di provvedimento amministrativo numero 89/9^ su iniziativa della Giunta regionale, recante: “Approvazione, ai fini dell'accesso ai finanziamenti previsti dal Reg. (CE) n. 1234/2007, del Programma triennale 2010 -2013, sottoprogramma Regione Calabria di cui al DM 23 gennaio 2006 "Attuazione dei regolamenti comunitari sul miglioramento della produzione e commercializzazione dei prodotti dell'apicoltura”.
Il relatore, onorevole
Fedele, ha facoltà di svolgere la relazione.
Presidente, questo provvedimento riguarda l’adozione del programma triennale 2010-2013 diretto a sostenere l’apicoltura che è un settore
importante per lo sviluppo dell’agricoltura ma non solo, anche per la
produzione del miele ma in modo particolare anche per il miglioramento quali-quantitativo delle condizioni generali di questo
prodotto che già in Calabria ha dato dei buoni
risultati.
Un provvedimento sicuramente importante che darà la possibilità alla Giunta
di operare per i prossimi anni in questo settore.
PRESIDENTE
Nessuno chiede di parlare, pertanto pongo in votazione
la proposta di provvedimento amministrativo.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Si passa al successivo punto all’ordine del
giorno che recita: “Proposta di provvedimento amministrativo
numero 91//9^ su iniziativa della Giunta regionale, recante: “Revoca
deliberazione della Giunta regionale n. 657 del 5 ottobre 2010 e riproposizione
al Consiglio regionale del bilancio di previsione dell'Arpacal (Agenzia
regionale per la protezione dell'ambiente della Calabria) per l'anno
finanziario
Il relatore, onorevole
Fedele, ha facoltà di svolgere la relazione.
Presidente, questo provvedimento di iniziativa della Giunta regionale che oggi è all’esame del Consiglio prevede, come appunto lei ricordava, la
revoca della deliberazione numero 657 e la riproposizione al Consiglio del bilancio
di previsione dell’Arpacal per l’anno finanziario 2010.
Si è trattato di una pratica molto complessa, discussa ed ampiamente
dibattuta in Commissione bilancio dove – nel corso dell’esame di questa
deliberazione – si sono esaminate a fondo le ragioni che avevano portato
E’ stata rinviata alla Giunta, il commissario
e gli organi competenti dell’Arpacal hanno provveduto a fare un taglio alle
spese per un totale di un sei milioni di euro ed è stata approvata in Giunta senza riserva ed infine discussa in Commissione.
Durante la discussione in Commissione,
dove è stata approvata, abbiamo chiesto agli organi dell’Arpacal di trasmettere
una relazione dettagliata sullo stato di salute di questa azienda che è
pervenuta e che è stata già distribuita ai colleghi. Credo che i colleghi ne
abbiano preso atto perché era giusto anche
rendersi conto dello stato attuale dell’Arpacal per come ben illustrato nella
relazione.
Se i colleghi hanno visto la relazione possiamo anche andare avanti con
l’approvazione.
PRESIDENTE
Possiamo votare quindi il punto all’ordine
del giorno.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha
facoltà.
Presidente, siccome l’ordine del giorno aggiuntivo, forse per mia incuria non l’ho letto, io praticamente non sono stato in grado di approfondire la relazione che è stata distribuita.
Ho qualche perplessità prima di esprimere una posizione anche perché rispetto alle procedure di legge che si dovevano seguire, se non mi sbaglio questo bilancio di previsione avendo apportato delle modifiche al bilancio di previsione precedente, non è stato riportato al comitato di indirizzo.
Vorrei avere qualche delucidazione in merito perché naturalmente se ciò non è avvenuto c’è un inghippo di natura procedurale perché come dato di indirizzo ha una funzione importante in cui sono presenti tutte le istituzioni che hanno un ruolo in materia ambientale.
Per quanto ne so io, la
modifica al bilancio di previsione che a suo tempo aveva ottenuto il parere
favorevole del Comitato di indirizzo non è stato riportato nel Comitato stesso.
Questo come primo punto.
Non ho poi, compreso bene,
la questione dei sei milioni, cioè se sono stati ridati all’Arpacal.
(Interruzione)
Se non sono stati ridati
noi esprimiamo grande perplessità al
riguardo perché, naturalmente, l’Arpacal svolgeva un grande ruolo di sostegno
alla linearità di comportamento anche di un settore che è nell’occhio del
ciclone come quello della sanità.
Questo è un altro punto di
grande perplessità. Ed un’altra perplessità riguarda la decurtazione
all’Arpacal di almeno 32 milioni che sarebbero serviti per il sito di Gioia
Tauro e per il sito di Crotone in particolare per sostenere il Centro europeo
di biodiversità marina che è cosa di grande importanza e che, oltretutto, ha
sede nel comune di Reggio Calabria.
Mi pare che ci siano molte
perplessità sia di natura procedurale perché è stato saltato completamente il
comitato di indirizzo sia per il
ridimensionamento dell’Arpacal.
L’Arpacal calabrese ha avuto riconoscimenti di carattere nazionale per il suo
impegno.
Tengo a precisare, rispetto
ad una serie di notizie non esatte che sono circolate, che mentre l’Arpacal ha
un organico – ora non ricordo perfettamente i numeri perché ho perso un appunto
che mi ero preso – che si aggira intorno ai 520 addetti che sono stati ridotti
rispetto ai 575 addetti previsti dalla Giunta Chiaravalloti.
Cioè
I numeri dimostrano che non è
vero, ma rimane il dato oggettivo.
Da un lato ci sono stati dei
passaggi non rispettati dal punto di vista procedurale e che sono di grande
importanza, mentre dall’altra parte ci sono una serie di decurtazioni e di
sostegni economici che farebbero intendere – non voglio far polemiche perché
non voglio utilizzare il Consiglio regionale come palestra per polemiche di
tipo politico, mi voglio attenere al tema ed inviterei il Presidente a far
rispettare il Regolamento che stamattina è stato stracciato più volte in
quest’Aula – che viene fuori una volontà, viene fuori oggettivamente un’azione
di dimensionamento dell’Arpacal che va, forse, al di là della volontà
dell’organo politico che corrisponde però al dato concreto.
Quindi per la parte che ci
riguarda esprimiamo perplessità e suggeriamo di riportare il bilancio all’esame
del comitato di indirizzo. Se la maggioranza insiste, naturalmente per queste
ragioni daremo un voto contrario.
PRESIDENTE
La parola al relatore.
Presidente, intanto non
c’era nessuna voglia di far prevaricazioni, onorevole Principe. Onestamente le devo confessare che non sono in grado di rispondere se
è stato apportato alcun atto di indirizzo perché la legge è stata portata in
Commissione, per cui pensavamo che fosse regolare, tra l’altro l’onorevole
Morelli che è il relatore oggi è
assente.
Però proprio per accertarci
anche di questo non abbiamo alcuna difficoltà a spostarla al prossimo Consiglio
regionale, giorno 22 dicembre.
Pertanto si approfondirà
sia questo aspetto che il resto.
Onorevole Principe,
chiaramente l’Arpacal negli anni scorsi era diventato più un ufficio di collocamento che altro pertanto anche da questo punto di vista credo che in qualche modo si possa dare un segnale di
rinnovamento e di razionalizzazione ad un
ente che deve badare a quei compiti specifici per cui è preposto più che ad
altri.
PRESIDENTE
Allora va bene la proposta dell’onorevole
Fedele. Pertanto rinviamo il provvedimento.
(Interruzione)
Accenda il microfono,
onorevole Principe.
Vorrei contestare l’ultima affermazione dell’onorevole Fedele perché forse ho parlato cinese.
Siccome c’è la moda cinese, Principe parla cinese.
Mi sembra di aver detto che
Questo farebbe intendere
che non vi sono state azioni clientelari. Si sono fatti dei pubblici concorsi a
cui hanno partecipato 18 mila persone e ci sono stati solo 5 ricorsi.
In ogni caso questo è un
aspetto minimale che appartiene più ad una polemica politica che potremmo
evitare, spesso e volentieri, secondo me sotto il profilo dei contenuti e prima
dei contenuti sotto il profilo procedurale ne discuteremo nella prossima
seduta.
PRESIDENTE
Pongo in votazione la
richiesta di rinvio al prossimo Consiglio, dell’onorevole Fedele.
(Il Consiglio approva)
Abbiamo concluso l’ordine del giorno.
Adesso si passa alle mozioni.
Mozione numero 16 del 15 novembre
Mozione numero 20 del 19 novembre
Le mozioni recando la firma dell’onorevole Talarico che non vedo in Aula sono decadute.
Il Presidente della Commissione ambiente si farà carico di ascoltare i proponenti la mozione in Commissione.
Presidente, volevo
informare che sono giunte in Commissione delle richieste di audizione. Tenuto
conto delle mozioni presentate dall’onorevole
Talarico D., anche parlando con lui di comune
accordo abbiamo pensato che alla prima riunione utile
Siamo rimasti d’accordo con
l’onorevole Talarico D. che
PRESIDENTE
Va bene così. La mozione sarà quindi rinviata in Commissione.
(Così resta stabilito)
Si passa adesso alla Mozione numero 25 del 09
dicembre
“Il Consiglio regionale della Calabria
premesso che
in tutto il territorio calabrese si è determinata una legittima
preoccupazione a causa delle notizie riguardanti il mancato rinnovo dei
contratti, in scadenza il prossimo 31 dicembre 2010, dei precari utilizzati nel
sistema sanitario regionale;
sono state già annunciate azioni di sciopero da parte delle organizzazioni sindacali in diversi Presidi
ospedalieri della Regione a difesa del legittimo diritto dei precari ad essere
mantenuti in servizio;
per la qualità e la quantità di operatori (oltre mille), tra medici e
paramedici, dei quali moltissimi hanno maturato il diritto alla stabilizzazione
(alcuni, addirittura, vantano una anzianità di sette, otto, dieci anni), decine
e decine di unità operative e servizi territoriali rischiano il collasso,
poiché sono attivi grazie al contributo determinante degli operatori precari;
il mancato rinnovo dei richiamati contratti in molti Presidi ospedalieri
e servizi territoriali non garantirebbe i livelli essenziali di assistenza
(LEA) e si correrebbe, in tal caso, il rischio di una vera e propria implosione
del sistema sanitario calabrese;
la garanzia dei LEA è obiettivo primario ed imprescindibile della
programmazione sanitaria nazionale, ripetutamente sostenuto e condiviso dalla
Conferenza Stato-Regioni;
le risorse finanziarie destinate ai precari, trattandosi ormai di spese
ripetute e consolidate negli anni, non determina costi aggiuntivi al bilancio 2011;
la contrattazione, tuttora in corso, del piano di rientro dal debito
sanitario non può non riconoscere alla Calabria quanto già accordato in sede di
sottoscrizione dello stesso il 12 dicembre 2009;
inoltre,
recentemente è stato riconosciuta ad altre regioni (Lazio) la possibilità di
procedere ad una quota di turn-over per le professionalità sanitarie, per consentire la prosecuzione dei
servizi sanitari essenziali;
impegna
il Presidente
della Giunta regionale nella qualità di Commissario per il piano di rientro dal
debito sanitario a voler porre in essere i provvedimenti necessari per la proroga
dei contratti dei precari operanti nel sistema sanitario regionale, al fine di
garantire i livelli essenziali di assistenza, e, nel contempo, a procedere alla
stabilizzazione degli aventi diritto in possesso dei requisiti di legge;
altresì, il
Presidente della Giunta regionale a voler
sostenere, in sede di istruttoria del piano, innanzi al Tavolo Massicci, la
necessità di vedere riconosciuto anche alla Calabria una quota di turn-over, esclusivamente per le
professionalità sanitarie.”
La parola all’onorevole Principe.
Presidente, è una mozione a mia firma e degli altri capogruppo di minoranza. Reca, infatti, la firma dei colleghi Ciconte, De Masi e De Gaetano ed è stata mandata tramite telefax al dirigente della Segreteria assemblea.
Riguarda la stabilizzazione dei precari della sanità.
(Interruzione)
PRESIDENTE
Intanto che procediamo alla copia della mozione, lei ha facoltà di illustrarla. Faremo anche, magari, una breve riunione qui al banco anche per fissare la data del prossimo Consiglio.
Presidente, era mia intenzione, più che altro e dei colleghi capigruppo di offrire un sostegno politico al Presidente Scopelliti.
In quest’Aula molto spesso abbiamo sentito appelli a prendere
alcune questioni come questioni istituzionali che interessano l’intero
territorio e l’intera popolazione calabrese.
Non siamo né cinici né
miopi e quando c’è l’interesse dei calabresi siamo sempre pronti a dare un
contributo.
Ora, sta di fatto che c’è questo problema del precariato
alla sanità.
Per non perder tempo non illustro le cose che il
centro-sinistra ha cercato di fare, non ultima una norma ad hoc nell’anno 2009 poi corretta e migliorata all’inizio del 2010
che, praticamente, recepiva totalmente la norma della finanziaria, della
stabilizzazione dei precari dopo 36 mesi in servizio a settembre 2007.
Ebbene, questo ordine del giorno ha questo significato:
impegnare il Presidente Scopelliti a sostenere in sede di Governo centrale,
l’esigenza della proroga di questi contratti.
Sappiamo che molti servizi importanti dal punto di vista
sanitario insieme a presidi ospedalieri rischiano di andare in tilt se il 31 dicembre si interrompono
questi contratti.
Del resto, il governatore Scopelliti si è dichiarato
disponibile in questa direzione.
Penso che se il Consiglio regionale alla unanimità
impegna il Presidente Scopelliti a sostenere questa vicenda a Roma in primis per la proroga, naturalmente
la proroga porta dietro di sé la possibilità della stabilizzazione rispetto a
coloro che hanno i requisiti richiesti dalla legge.
Secondo punto di impegno per il nostro Governatore è di
chiedere al Tavolo Massicci una finestra per il turn-over.
Stabilizzazione del precariato, proroga del precariato e turn-over sono
due cose diverse.
Sulla proroga e sulla stabilizzazione ho già detto.
Aggiungo che al Tavolo Massicci si dovrebbe sostenere di aprire una finestra
almeno per una quota di turn-over che riguardi esclusivamente le
professionalità sanitarie, perché naturalmente parliamoci in modo leale tra di
noi: pensare che chiudendo delle strutture nel momento in cui alcune
professionalità vanno in pensione e possono essere sostituite da
professionalità che provengono dalle strutture che vengono chiuse è una pia
illusione.
Ci sono delle professionalità che non possono essere
automaticamente sostituite ma hanno bisogno di essere sostituite con
professionalità altrettanto alte e capaci.
Quindi se il Presidente Scopelliti si può presentare al
Tavolo Massicci per dire sul turn-over “accettateci una quota di almeno
il 25 per cento che riguardi, esclusivamente le professionalità sanitarie e
quindi ad esclusione delle professionalità amministrative”, penso che il
Consiglio regionale dia più forza al Governatore che si può presentare a Roma
con una mozione, con un deliberato che è dell’intero Consiglio regionale della
Calabria.
Da questo si capisce che la nostra iniziativa, la mia e
dei colleghi non è una iniziativa che vuol creare rumore di carattere politico
ma è una iniziativa volta a risolvere concretamente il problema dando al nostro
Governatore una maggiore forza politica sui tavoli romani.
PRESIDENTE
Prego i capigruppo di venire al banco della Presidenza.
(I capigruppo
si recano al banco della Presidenza)
La parola all’onorevole Fedele.
Presidente, su questa mozione che ha presentato il collega Principe siamo d’accordo sulla parte che abbiamo concordato al tavolo.
Tra l’altro, il Presidente Scopelliti, rispondendo già alla interrogazione del collega Giordano, aveva espresso la sua volontà ma l’aveva espressa anche pubblicamente nei giorni scorsi per la questione che riguarda i precari della sanità.
Indubbiamente, il Presidente si è già impegnato e lo ha già fatto al Tavolo Massicci – lo ha detto lui stesso – affinché questi precari che sono indispensabili perchè i reparti della sanità funzionino in qualche modo abbiano rinnovato il contratto.
Cosa diversa è il turn-over di cui per adesso non ne parliamo perché rischiamo di complicare le cose.
Fermiamoci al rinnovo dei contratti per questi precari, per come si era già espresso il Presidente e come tra l’altro anche i colleghi della opposizione sostengono. E’ una mozione che dà ancora più forza al Presidente affinché al Tavolo Massicci si possa presentare con un Consiglio regionale unito su questo tema.
PRESIDENTE
Bene, con questa integrazione nell’ordine del giorno pongo in votazione la mozione.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
PRESIDENTE
Non ci sono altri argomenti all’ordine del giorno. Il Consiglio sarà convocato a domicilio per il 22 o per il 23 dicembre per l’approvazione del bilancio di previsione 2011.
La seduta termina alle 15,40
Hanno chiesto congedo i consiglieri: Loiero e Caridi.
(Sono concessi)
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:
Nucera – “Riconoscimento e
sostegno all’Associazione italiana endometriosi Onlus (Aie)” (P.L. n. 130/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed
alla seconda - Bilancio programmazione
economica e attività produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
F. Aiello,
Salerno, Guccione, Censore, Parente, Chiappetta, Gallo – “Norme per la stabilizzazione del personale impegnato in attività socialmente utili e di
pubblica utilità” (P.L. n. 131/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed
alla seconda - Bilancio programmazione
economica e attività produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
Rappoccio – “Modifica
dell’articolo 6 della legge regionale n. 1 del 15 gennaio
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.
(Così resta stabilito)
F. Aiello – “Modifica alla
legge regionale 11 maggio 2007, n.
E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali.
(Così resta stabilito)
F. Aiello – “Inquadramento del
personale delle comunità montane nel ruolo unico regionale” (P.L. n. 134/9^)
E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali – ed alla seconda -
Bilancio programmazione economica e attività
produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
Magno – “Proroga termine legge regionale 13 luglio 2010,
n.
E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali.
(Così resta stabilito)
Fedele – “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale
n. 35 del 19 ottobre 2009 e s.m.i.” (P.L. n. 136/9^)
E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione
dell’ambiente.
(Così resta stabilito)
Tripodi – “Disciplina delle
associazioni di promozioni sociali” (P.L. n. 137/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed
alla seconda - Bilancio programmazione
economica e attività produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:
“Revoca deliberazione della Giunta regionale n. 657 del 5 ottobre 2010 e riproposizione al Consiglio regionale del bilancio di previsione dell’Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria) per l’anno finanziario 2010 – (Delibera G.R. n. 762 del 30.11.2010)” (P.P.A. n. 91/9^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
E’ stata presentata, inoltre, alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa dei consiglieri Pacenza, Battaglia, Bilardi, Franchino, Tripodi:
“Integrazione all’articolo 36 del Regolamento interno del Consiglio regionale” (P.P.A. n. 90/9^)
E’ stata assegnata alla quinta Commissione consiliare - Riforme
e decentramento.
(Così resta stabilito)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
In data 22 novembre 2010, il Presidente
della Giunta regionale ha promulgato le sotto
indicate leggi regionali. Le
stesse sono state pubblicate sul supplemento straordinario n. 2 del 30 novembre
2010:
legge
regionale 22 novembre 2010, n. 28, recante: “Norme in materia di sport nella Regione
Calabria”
legge
regionale 22 novembre 2010, n. 29, recante: “Un albero per ogni neonato o
minore adottato”
legge
regionale 22 novembre 2010, n. 30, recante: “Modifica articolo 30 della legge
regionale n. 7 del 21 agosto 2006 e ss.mm.ii. e
articolo 20 della legge regionale n. 22 del 5 ottobre 2007 e ss.mm.ii.”
legge
regionale 22 novembre 2010, n. 21, recante: “Modifiche ed integrazioni alla
legge regionale n. 50/2009 “Definizione
delle tipologie dei servizi forniti alle imprese turistiche nell’ambito
dell’armonizzazione della classificazione alberghiera”
legge
regionale 22 novembre 2010, n. 22, recante: “Modifica all’articolo 10 della
legge regionale 11 agosto 2010, n.
L’onorevole Ferdinando Aiello, con nota del 13 dicembre 2010, acquisita in pari
data al prot. n. 10388 del Settore Segreteria Assemblea, ha aderito al gruppo consiliare “Misto”.
I sotto indicati provvedimenti licenziati dalla seconda Commissione consiliare in data 9 dicembre 2010 sono aggiunti all’ordine del giorno del Consiglio regionale della seduta odierna:
Proposta di provvedimento
amministrativo numero 91/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante:
“Revoca deliberazione della Giunta regionale n. 657 del 5 ottobre 2010 e
riproposizione al Consiglio regionale del bilancio di previsione dell'ARPACAL
(Agenzia Regionale per
Giordano. Al
Presidente della Giunta regionale e all'assessore al lavoro, alla formazione
professionale, alla famiglia ed alle politiche sociali. Per sapere –
premesso che:
con legge
regionale 21 agosto 2006, n. 7 (provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e finanziario – collegato alla manovra di
assestamento di bilancio per l'anno 2006 ai sensi dell'art. 3, comma 4, della
legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8), all'articolo 11, comma 5, è stato
previsto un contributo alle cooperative sociali che gestiscono beni confiscati
alla criminalità organizzata;
per
l'annualità 2009 era stato previsto lo stanziamento sul bilancio regionale all’Upb 4.3.02.04, capitolo 43020402, la somma di euro
300.000,00, poi riportato come residuo passivo presunto nell'annualità
successiva sulla quale, a sua volta, veniva stanziata la somma di euro
300.000,00 per un totale complessivo delle due annualità di euro 600.000,00;
allo stato, i
contributi previsti non sono stati ancora erogati alle cooperative sociali
interessate, le quali operano con impegno in contesti socio-economici difficili
ad alta densità mafiosa;
diversi
soggetti gestori degli immobili confiscati, nonostante i vari solleciti al
dipartimento interessato, non hanno ricevuto alcuna rassicurazione sulla
erogazione dei contributi che rappresentano un valido supporto alle loro
attività;
dalla lettura
della proposta bilancio di previsione 2011 risulta stanziata sul medesimo
capitolo la somma di euro 250.000,00 senza l'indicazione di residui passivi
presunti;
pertanto, un
mancato provvedimento finalizzato all'impegno e alla liquidazione delle somme
entro il 31 dicembre prossimo rischia di far venir meno le risorse previste nel
bilancio
se
effettivamente è stata impegnata la complessiva somma di euro 600.000,00
stanziata sul bilancio regionale 2010 all'Upb
4.3.02.04, capitolo 43020402, e se sono state effettuate le dovute
liquidazioni;
in caso
contrario, quali iniziative si intendono intraprendere per sollecitare il
dipartimento interessato perché compia, entro l'anno in corso, tutti gli atti
consequenziali per l'impegno e la successiva liquidazione delle somme iscritte
al bilancio regionale.
(72;
7.12.2010)
Gallo. Al Presidente della Giunta regionale nella qualità di commissario attuatore del piano di rientro della sanità regionale. Per sapere – premesso che:
l'ospedale di Castrovillari è inserito, nella programmazione sanitaria regionale e nel piano di rientro sanitario adottato dal Commissario ad acta quale presidio di primaria importanza, perciò elevato al rango di Hub sanitario territoriale;
al suo interno, ormai da tempo, è attivo un Reparto cardiologico di qualità e rilievo interregionale, divenuto punto di riferimento per i cardiopatici dell'intero meridione;
proprio per rafforzare e migliorare
ancor più la qualità del servizio di cardiologia dell'ospedale castrovillarese,
nel recente passato
a fronte del mancato rispetto degli
impegni temporali assunti dall'Asp di Cosenza, in data 27 settembre
ad oggi, tuttavia, ad onta del notevole tempo pure trascorso dall'audizione de qua, la sala di emodinamica risulta non essere stata ancora attivata, con gravi ripercussioni sulla qualità dell'offerta sanitaria, sulla salute dei cittadini e sull'operato degli stessi medici del Reparto di cardiologica dell'ospedale di Castrovillari, costretti a fare a meno di un servizio vitale, dal momento che la tempestività nel soccorso cardiologico, allo stato garantita, rischia d'essere comunque vanificata dall'eventuale necessità di sottoporre il paziente ad intervento emodinamico, con trasferimento dello stesso in altra struttura raggiungibile in non meno di un'ora, con evidenti, gravi e probabilmente irrimediabili conseguenze -:
se il governo regionale e il Presidente siano a conoscenza della situazione;
se quanto segnalato risponda al vero;
se il governo regionale ritenga di dover censurare l’operato dei vertici dell’Asp di Cosenza per le inadempienze ed i ritardi;
se e come lo stesso governo
regionale ed il dipartimento sanità intendano procedere a tutela ed in attuazione del
diritto alla salute, per garantire la tempestiva entrata in funzione della sala
di emodinamica dell’ospedale di Castrovillari.
(7; 1.12.2010)
Gallo. Al Presidente
della Giunta regionale nella qualità di commissario attuatore del piano di rientro
della sanità regionale.
Per sapere – premesso che:
Orsomarso è un Comune montano di circa 1.500 abitanti,
facente parte del Parco Nazionale del Pollino;
l’unico medico di base da anni presente ed attivo in paese, il dottor
Gino Candia, è stato collocato in quiescenza per
raggiunti limiti di età a far data dal 9 febbraio 2009;
a metà del febbraio del 2009, su incarico dell'Asp ed in sostituzione del
dottor Candia, un medico di base non massimalista
apriva un proprio ambulatorio ad Orsomarso, prestando
la propria assistenza, per ragioni di ordine autorizzativo
ed amministrativo, limitatamente ad un numero massimo di 800 assistiti;
per tale motivo, almeno 700 cittadini rimanevano sprovvisti in tutto o in parte, di assistenza
sanitaria di base e perciò costretti ad emigrare nei centri viciniori persino
per una semplice ricetta o per curare una banale influenza, per tacere delle patologie
più serie, con gravissimi disagi soprattutto per anziani e disabili, dal
momento che il presidio di Guardia Medica più vicino è situato a Santa Maria
del Cedro, a
a fronte della situazione d'emergenza determinatasi, a più riprese e con
atti ufficiali l'Amministrazione comunale sollecitava l'Asp di Cosenza a dare
soluzione alla problematica, senza tuttavia ottenere esito positivo, dal
momento che nessuno dei medici non massimalisti attivi nel distretto sanitario
di riferimento offriva alla stessa Asp disponibilità a prestare la propria
opera anche nel Comune di Orsomarso;
a distanza di oltre un anno dal fallito tentativo, nonostante i ripetuti
solleciti, concretizzatisi anche in petizioni popolari e civili proteste,
politiche e sociali, l'Asp non è riuscita ad individuare soluzioni idonee a
definire positivamente la questione, sebbene il Comune di Orsomarso
avesse già da tempo messo a disposizione gratuitamente i locali necessari ad
ospitare in paese un presidio di Guardia Medica festiva e notturno, la cui
attivazione era stata formalmente richiesta nei ripetuti incontri con i vertici
dell'Asp, con il Prefetto di Cosenza e con delibera di Giunta comunale n. 6 del
12.08.2009 -:
se il governo regionale, la cui sensibilità, su determinati argomenti, è
nota a tutta la popolazione calabrese, sia a conoscenza della situazione;
se quanto segnalato risponda al vero;
se e come lo stesso governo regionale ed il dipartimento sanità intendano
procedere per garantire il diritto alla salute ed all'assistenza sanitaria di
base dei cittadini del Comune di Orsomarso attraverso
un medico di famiglia e l'istituzione eventuale di una guardia medica notturna
e festiva.
(8; 9.12.2010)
Il Consiglio regionale della Calabria
premesso che
il Comune di Gioia Tauro, già sciolto per
infiltrazioni mafiose, versa in condizioni di estrema difficoltà economica;
a causa dello stato di grave crisi finanziaria il comune non è in grado
di avvalersi del Servizio di Tesoreria e di assicurare, quindi, il regolare
pagamento degli stipendi al personale (di ruolo e Lsu/Lpu), con i problemi di carattere sociale che tutto ciò
comporta;
sempre per lo stesso motivo molti servizi essenziali (scuolabus,
assistenza agli anziani e ai diversamente abili, ecc.) non vengono più garantiti,
anche per la mancata copertura assicurativa dei mezzi adibiti a tali scopi;
la popolazione di Gioia Tauro
ha già dovuto subire gli effetti devastanti delle alluvioni del 2 novembre
u.s. e che, quindi, necessita di maggiore attenzione da parte delle
istituzioni;
impegna
il Presidente Scopelliti e
(24;
30.11.2010) De Gaetano, Aiello F., Guccione
Il Consiglio regionale della Calabria
premesso che
in tutto il territorio calabrese si è determinata una legittima
preoccupazione a causa delle notizie riguardanti il mancato rinnovo dei
contratti, in scadenza il prossimo 31 dicembre 2010, dei precari utilizzati nel
sistema sanitario regionale;
sono state già annunciate azioni di sciopero da parte delle organizzazioni sindacali in diversi Presidi
ospedalieri della Regione a difesa del legittimo diritto dei precari ad essere
mantenuti in servizio;
per la qualità e la quantità di operatori (oltre mille), tra medici e
paramedici, dei quali moltissimi hanno maturato il diritto alla stabilizzazione
(alcuni, addirittura, vantano una anzianità di sette, otto, dieci anni), decine
e decine di unità operative e servizi territoriali rischiano il collasso,
poiché sono attivi grazie al contributo determinante degli operatori precari;
il mancato rinnovo dei richiamati contratti in molti Presidi ospedalieri
e servizi territoriali non garantirebbe i livelli essenziali di assistenza
(LEA) e si correrebbe, in tal caso, il rischio di una vera e propria implosione
del sistema sanitario calabrese;
la garanzia dei LEA è obiettivo primario ed imprescindibile della
programmazione sanitaria nazionale, ripetutamente sostenuto e condiviso dalla
Conferenza Stato-Regioni;
le risorse finanziarie destinate ai precari, trattandosi ormai di spese
ripetute e consolidate negli anni, non determina costi aggiuntivi al bilancio 2011;
la contrattazione, tuttora in corso, del piano di rientro dal debito
sanitario non può non riconoscere alla Calabria quanto già accordato in sede di
sottoscrizione dello stesso il 12 dicembre 2009;
inoltre,
recentemente è stato riconosciuta ad altre regioni (Lazio) la possibilità di
procedere ad una quota di turn-over per le professionalità sanitarie, per consentire la prosecuzione dei
servizi sanitari essenziali;
impegna
il Presidente
della Giunta regionale nella qualità di Commissario per il piano di rientro dal
debito sanitario a voler porre in essere i provvedimenti necessari per la
proroga dei contratti dei precari operanti nel sistema sanitario regionale, al
fine di garantire i livelli essenziali di assistenza, e, nel contempo, a
procedere alla stabilizzazione degli aventi diritto in possesso dei requisiti
di legge;
altresì, il
Presidente della Giunta regionale a voler
sostenere, in sede di istruttoria del piano, innanzi al Tavolo Massicci, la
necessità di vedere riconosciuto anche alla Calabria una quota di turn-over, esclusivamente per le
professionalità sanitarie.
(25;
9.12.2010) Principe, Ciconte, De Masi, De Gaetano
Chiappetta. Al
Presidente della Giunta regionale e all’assessore alle attività produttive. Per sapere - premesso che:
nell'ambito
del Programma operativo interregionale (Poin)
2007-2013 è previsto uno stanziamento di sessanta milioni di euro da
suddividere equamente tra quattro regioni del Mezzogiorno (Calabria, Sicilia,
Puglia e Campania) sulla base di specifici progetti in campo energetico da
presentarsi, in particolare, dalle rispettive Aziende sanitarie;
ai fini di
attuazione del Poin, il Ministero dell'ambiente ha
indetto un avviso pubblico per la presentazione, al Dicastero stesso, delle
manifestazioni di interesse nell'ambito di due linee di attività: la 2.2
relativa agli “Interventi di efficientamento
energetico degli uffici ed utenze energetiche pubbliche” e la 2.5 relativa alle
“Reti di distribuzione del calore, in particolare da cogenerazione, per teleriscaldamento
e teleraffreddamento”;
tra i primi
incontri programmati e fortemente voluti all'inizio della presente legislatura
dall'assessorato alle attività produttive della Calabria, vi è stato quello
svoltosi con i direttori generali delle As e Ao regionali,
organizzato proprio al fine dell’illustrazione del contenuto del citato avviso
pubblico e della evidenziazione della necessità di tempestiva adesione
all'iniziativa stessa, sì come ampiamente sostenuta dalla Regione Calabria in
quanto volta a favorire lo sviluppo e la diffusione dell'efficienza energetica
e dei materiali eco-compatibili ed a promuovere la produzione di energia
termica da fonti rinnovabili sugli edifici pubblici, ad iniziare da quelli di
pertinenza delle Aziende sanitarie ed ospedaliere;
a fronte
dell'attivismo della Regione manifestato in favore di tale importante
iniziativa, è, però, doverosa la collaborazione dei dirigenti aziendali per
l'avvio del procedimento partecipativo all'avviso pubblico de quo che consta,
in prima fase, nella redazione, da parte degli uffici tecnici competenti, di un
progetto preliminare da inviare al Ministero dell'ambiente che riguardi
l'adeguamento degli uffici pubblici agli interventi di efficientamento
energetico;
l’eventuale negligenza
in tal senso importerà l’inevitabile perdita dei fondi stanziati dal Governo
centrale -:
se, dallo
svolgimento del precitato incontro tra assessorato alle attività produttive e
management sanitario regionale quest’ultimo ha dato impulso al procedimento di
partecipazione all’avviso pubblico ministeriale in oggetto;
se, in
particolare, le aziende sanitarie ed ospedaliere calabresi, interessate alla
procedura, hanno inviato i descritti progetti preliminari al Ministero
dell’ambiente relativi allo studio di adeguamento, degli edifici di pertinenza,
agli interventi di efficientamento energetico;
quali
iniziative, in caso di non attivazione in tal senso, si intende intraprendere
per impedire che i fondi stanziati al riguardo dal Governo per
(27;
2.08.2010)
Risposta –
“In riferimento a quanto emarginato in oggetto, in allegato alla presente si
trasmette la comunicazione a firma del Dirigente competente per materia
afferente a questo Dipartimento; prot. n. 601 del 16
novembre u.s.
Tanto si
riproduce per il seguito di competenza.
Cordiali
saluti”
Dott.ssa
Maria Grazia Nicolò (Dirigente generale dipartimento attività produttive)
“Con riferimento
all'interrogazione presentata dal consigliere Chiappetta
relativa all'oggetto, si comunica quanto segue:
Nell'ambito
del Programma Operativo Interregionale 2007/13 Energia, il Ministero
dell'ambiente ha promosso, attraverso avviso di manifestazione d'interesse, la
realizzazione di interventi di efficienza energetica nell'edilizia e
impiantistica delle strutture sanitarie delle quattro regioni convergenza. Le
manifestazioni di interesse dovevano pervenire entro e non oltre le ore 12.00
del 7 giugno 2009, presso
A fronte
dell'iniziativa ministeriale questo Dipartimento ha promosso, anche attraverso
il proprio sito regionale, tutta la documentazione necessaria per agevolare la
partecipazione alla suddetta iniziativa. Per dare maggiore valenza e rilevanza
è stata promossa inoltre dall'assessore del Dipartimento Attività Produttive,
on. Antonio Caridi, una giornata dedicata,
coinvolgendo il management sanitario regionale.
Su 57
candidature pervenute al Ministero dalle strutture sanitarie delle regioni
convergenza, undici sono pervenute dalla Calabria (circa il 20% delle domande
pervenute), così ripartite:
AO Bianchi Melacrino Morelli
AO Pugliese Ciaccio
ASP Reggio
Calabria
ASP Vibo Valenzia
ASP Cosenza
ASP Cosenza
ASP Crotone
ASP Catanzaro
AO Mater Domin
IRCCS
Istituto nazionale di ricovero e cura per anziani
AO Cosenza
Delle undici
candidature pervenute, a seguito della verifica formale sono state ammesse alla
fase di valutazione tecnica sei strutture, delle quali due sono state ammesse
con riserva.
Per il
finanziamento degli interventi selezionati, il Ministero dell'Ambiente rende
disponibile la somma complessiva di 60 milioni di Euro, avvalendosi delle
risorse comunitarie presenti sull'Asse II del POI e, nello specifico, a seconda
della tipologia di intervento ammesso, sulle Attività 2.2 e 2.5.
E’ da
ricordare che in ogni caso saranno ammessi a finanziamento max
5 interventi, per Regione, aventi ciascuno un costo ammissibile minimo di 1
milione di Euro e massimo di 10 milioni di Euro.
Laddove gli
interventi finanziati non esauriscano la dotazione complessiva, il Ministero
dell'Ambiente si riserva di ammettere a finanziamento ulteriori progetti tra
quelli proposti e ritenuti ammissibili sino a completo esaurimento delle
risorse finanziarie rese disponibili.
Ilario De
Marco
On. Antonio Caridi (Assessore alle
attività produttive)
Il Consiglio regionale
premesso che
la tragedia
che ha colpito i sette cicloamatori di Lamezia Terme, domenica 5 dicembre,
sulla Statale
si è trattato
di un drammatico incidente che, ha coinvolto sette uomini che hanno perso la
vita ed altri tre sono rimasti feriti: così, in una giornata che avrebbe dovuto
essere di svago e divertimento, la sana passione per lo sport, la natura e lo
spirito di condivisione si sono improvvisamente trasformati in una delle
immagini più dolorose per tutti noi;
spetterà alla
magistratura stabilire colpe e livelli di responsabilità. Questo Consiglio
regionale esprime il più sentito cordoglio ai familiari delle vittime che con
grande dignità e civiltà hanno saputo affrontare questo immenso dolore;
non vi è
stata alcuna reazione sregolata, nel corso della commemorazione funebre cui
hanno preso parte oltre 10mila persone, e, pur in presenza di un dolore
lancinante;
in questo
senso, la comunità ha dato un ulteriore segnale di maturità e civiltà;
i dati che
riguardano ciclisti e pedoni vittime della strada sono impressionanti: 295
persone decedute e oltre 14 mila feriti solo nel 2009 con un indice di
mortalità raddoppiato rispetto al dato generico di decessi su strada;
l'incidente
di Lamezia evidenzia:
a)
l'insicurezza delle strade statali e provinciali - su cui corrono i tanti
gruppi in forte espansione del cicloturismo sportivo - dovuta alla precaria
condizione delle stesse e ad una guida delle automobili spesso sprezzante delle
regole;
b) l'assenza
di strutture adeguate in Calabria, come piste ciclabili e spazi dedicati per lo
sport tra i più praticati a affascinanti a livello amatoriale che anche nella
nostra regione annovera alti ed apprezzabili livelli di partecipazione;
dopo il
dolore e la partecipazione pubblica, che si è manifestata con una forte
solidarietà umana, la politica deve occuparsi delle questioni appena indicate,
posto che tutti siamo convinti, tutti noi e tutte le forze politiche che qui
sono rappresentate, che occorrano provvedimenti legislativi ed amministrativi
ad hoc;
impegna
a) diffondere
la cultura della prevenzione, partendo dai banchi di scuola, attraverso
percorsi di formazione e di sensibilizzazione verso una nuova cultura di
sicurezza stradale;
b) prevedere
la realizzazione di percorsi protetti per chi si muove in città con la
bicicletta, assicurando una maggiore vigilanza sulle piste ciclabili esistenti
e sulle strade;
c)
sollecitare l'Anas a mettere in sicurezza le strade;
d)
individuare le risorse economiche da destinare alla costruzione di una pista
ciclabile nel territorio di Lamezia Terme da intitolare ai sette ciclisti
deceduti;
e) individuare
le risorse economiche da destinare al sostegno delle famiglie delle vittime del
tragico incidente.
Art. 1
2. Il
regolamento attuativo entrerà in vigore contestualmente alla legge.
3. Nelle more
dell'entrata in vigore della legge regionale 35 del 19 ottobre 2009, il
Dipartimento regionale Infrastrutture e Lavori Pubblici con proprio
provvedimento potrà avviare l'operatività del sistema SI-ERC per le opere già
soggette ad autorizzazione ai sensi del Regolamento regionale 1/1994.
Art. 2
1. La
presente legge entra in vigore il giorno stesso a quello della sua
pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
"Il Consiglio regionale
vista la
legge regionale 26 aprile 1995, n. 31 "Norme in materia di musei degli
Enti locali e di interesse locale";
visto il D.M.
10 maggio 2001 "Atto di indirizzo su criteri tecnicoscientifici e sugli
standard di funzionamento e sviluppo dei musei" (art. 150, comma 6, del
D.L. n. 112/1998);
visto il
codice etico professionale ICOM, per i musei;
vista la
delibera della Giunta regionale n. 216/2007 "Piano per la definizione del
Sistema Museale Regionale";
vista la
legge regionale 12 agosto 2002, n. 34;
visto
l'accordo di programma tra Governo della Repubblica italiana e Regione Calabria
del luglio 2008;
vista la
delibera della Giunta regionale n. 545 del 2 agosto 2010;
visto
l'elenco redatto e aggiornato dal Dipartimento 11 della Regione Calabria,
integrativo della delibera di Giunta in questione. relativo al nuovo censimento
dei musei presenti in Calabria;
visto il
parere della 3^ Commissione espresso nella seduta del 30 novembre 2010;
delibera
di approvare
l'Atto preliminare di definizione del Sistema Museale Regionale Allegato A,
comprendente anche l'elenco aggiornato dei musei presenti in Calabria, che si
allega al presente atto per farne parte integrante e sostanziale”.
Atto preliminare di definizione
del Sistema Museale regionale
Il
contesto di riferimento.
Il contesto normativo-finanziario
Lo scenario
istituzionale e normativo entro cui si muove la politica di promozione e
sviluppo dei sistemi museali va innanzitutto letto alla luce degli indirizzi di
carattere generale che
L'analisi
puntuale realizzata dalla Corte dei Conti nel 2003 sulla legislazione e la
consistenza dei musei in Calabria precisa che l'attuale normativa "...nel
definire e distinguere le diverse funzioni inerenti all'ambito dei beni
culturali (tutela, gestione, valorizzazione e promozione) stabilendo quali e in
che misura alcune di esse (la gestione) possono essere trasferite dallo Stato
agli enti locali, quali e in che misura altre (la valorizzazione e la
promozione) possono essere realizzate con il concorso dello Stato e degli enti
locali, fatto salvo l'esercizio della tutela, che resta esclusiva competenza
dello Stato, lascia in ombra taluni aspetti riguardanti il confine tra tutela e
gestione e tra gestione e valorizzazione...".
Questa
indeterminatezza normativa invece non trascura di puntualizzare un altro
importante elemento e cioè la distinzione marcata tra l'attività di tutela e
conservazione e l'attività di valorizzazione dei beni culturali. Esiste
evidentemente un obbligo per tutti i soggetti pubblici e privati di
conservazione e salvaguardia; appare scontato che questi compiti siano la base
su cui si fonda l'esistenza stessa dei beni culturali e che quindi, interventi
volti a presentare il patrimonio culturale sono ovviamente prioritari affinché
venga garantita la possibilità di fruizione di questo patrimonio. Attualmente
però sempre più la valorizzazione di un bene culturale viene considerato un
fattore di estrema importanza, in quanto genera una pluralità di funzioni, da quella
educativa a quella ricreativa, da quella sociale a quella economica.
Essa peraltro
sembra demandata chiaramente alla potestà regolamentare della Regione, insieme
al principio di collaborazione con le altre amministrazioni locali, in una
logica di concertazione degli obiettivi, degli impegni e delle risorse. E' in
questo contesto che
Il presente
atto di indirizzo va proprio nella direzione di definire il sistema museale
regionale e le sue articolazioni territoriali e istituzionali, pur in presenza
di difficoltà legate all'attuale delicata fase di transizione. Per quanto
concerne l'aspetto finanziario le risorse attualmente disponibili sono molto
esigue e quindi non consentono di perseguire obiettivi eccessivamente
ambiziosi. Si tratta pertanto di creare un sistema museale regionale in
possesso dei requisiti minimali necessari per entrare dignitosamente in un
contesto qualitativo di livello nazionale.
Il contesto museale regionale
- un'alta
percentuale di realtà museali sono giuridicamente costituite e/o legate al
proprio comune di riferimento, mentre un altro discreto numero è di proprietà
ecclesiastica;
- le
strutture in cui vengono ospitati i musei risultano molto spesso edifici
storici e in gran parte abbastanza adeguate allo scopo, anche se un certo
numero di esse soffre di infiltrazioni o altre carenze strutturali e avrebbe
bisogno di interventi di restauro;
- le
condizioni microclimatiche sono in gran parte passibili di migliorie, al fine
di rendere l'ambiente idoneo alla conservazione adeguata delle raccolte;
- in genere,
laddove vengono conservati reperti di un certo valore, esiste anche qualche
sistema di sicurezza;
- le
tipologie preminenti riguardano i musei d'arte, i musei archeologici, che
spesso conservano reperti di notevole valore storico ed i musei etnografici.
Questi ultimi si identificano, nella gran parte, con le raccolte di arte e
attrezzi del mondo contadino convogliate nei musei di emanazione comunale, che
però rappresentano molto spesso delle realtà di non grande valore
storico-artistico e contribuiscono in misura maggiore alla polverizzazione di
realtà di limitato respiro culturale;
- la maggior
parte dei musei attua un orario di apertura di almeno 30 ore settimanali,
diverse strutture sono aperte soprattutto in estate o aprono su richiesta degli
utenti. La frequenza dei visitatori è, nella media, abbastanza elevata, un
notevole numero di musei infatti è visitato da varie migliaia di persone.
L'escursione numerica va dai picchi di 30-40.000 visitatori fino alle poche
centinaia, mentre spesso non esiste un sistema di quantificazione delle
presenze;
- i sistemi
di catalogazione e inventariazione, ove presenti, sono quasi tutti a schede o a
registro, pochissimi musei, peraltro di proprietà ecclesiastica, adottano il
sistema ICCD, considerato requisito minimo per l'accesso al SMR;
- la maggior
parte delle strutture museali non ha adottato un regolamento interno e di
quelle che possiedono un regolamento o uno statuto non si hanno precise
informazioni sul contenuto degli stessi;
- i servizi
di promozione e valorizzazione dei beni custoditi si limitano, quando presenti,
a rapporti convenzionali soprattutto con le scuole, ma sono in pratica assenti programmi
di promozione e ricerca a più ampio e articolato respiro, in particolare
attraverso un fattivo coinvolgimento del territorio di riferimento;
- la ricerca
non ha rilevato alcun dato circa il personale utilizzato dalle strutture
museali e le relative caratteristiche circa le funzioni, la contrattualità e le
professionalità.
Definizione preliminare del Sistema Museale
Regionale e Finalità dell'atto preliminare di definizione del sistema museale
regionale
Alla luce di
quanto emerso in seguito al censimento realizzato dall'Università di Reggio
Calabria, appare opportuno, in sede di prima definizione del SMR, identificare
quei musei che più si avvicinano ad avere tutti i requisiti minimali richiesti.
La consapevolezza della innovazione e complessità che si sta introducendo
nell'attuale sistema museale suggerisce una prima fase di sperimentazione e
progressivo raggiungimento dei livelli standard. Sarà, in tempi brevi, avviato
un ulteriore excursus informativo al fine di verificare i dati già censiti e per
acquisire i dati mancanti alla stesura definitiva del SMR, in base ai requisiti
previsti. In particolare saranno oggetto d'indagine le dotazioni di personale,
l'autonomia finanziaria e quant'altro sarà necessario acquisire per la verifica
degli standard minimi d'accesso.
Finalità
L'attuazione
della legge 31/1995 si inquadra nella generale esigenza di conseguire a
conoscenza, tutela, valorizzazione ed uso dell'intero patrimonio culturale della
Calabria, quale risorsa per lo sviluppo complessivo della Regione. Il Sistema
Museale Regionale è lo strumento operativo attraverso cui realizzare queste
finalità in materia di musei degli enti locali o di interesse locale. Esso si
propone di conservare e rendere fruibili quei manufatti, opere, elementi, ecc.
espressioni del passato della Calabria e della sua storia millenaria, affinché
si inneschino processi di ricostruzione ed elaborazione culturale, che portino,
soprattutto nelle nuove generazioni, a identificare i processi
storico-culturali, che hanno determinato le condizioni attuali ed i possibili
sviluppi futuri, nonché far conoscere l'identità storica, culturale, economica
e sociale calabrese a tutti coloro che, per ragioni diverse, si troveranno a
soggiornare, stabilmente o meno, in Calabria, non ultimi i calabresi emigrati
nel mondo, che più di tutti sentono la necessità conoscere, conservare e
rivitalizzare le proprie radici.
Linee prioritarie d'intervento
Nel costruire
il nuovo sistema museale
- perseguire
un livello qualitativo minimo per tutti i musei che saranno riconosciuti dalla
Regione e che entreranno a far parte del SMR, attraverso la definizione di
alcune regole a cui ogni istituzione museale riconosciuta deve attenersi.
Considerando
tuttavia la forte disparità nel possesso degli standard qualitativi minimi,
sarà necessario promuovere processi di progressivo raggiungimento degli stessi,
favorendo così un generale potenziamento del settore;
- perseguire
una logica di sistema integrato sul territorio, non solo in termini di
integrazione territoriale a dimensione provinciale o sovracomunale,
ma anche come forme di collaborazione
tra istituti, soprattutto nella prospettiva della promozione e valorizzazione
dei beni culturali;
- favorire la
nascita e la crescita di servizi e prestazioni culturali, educativi,
informativi di qualità;
- realizzare
un sistema informativo-informatico come risorsa al
servizio di tutti i cittadini e come strumento di conoscenza e valorizzazione
del patrimonio indispensabile ad una adeguata programmazione regionale basata
su elementi oggettivamente rilevati;
- pur nei limiti
imposti dalle esigue risorse finanziarie, intervenire per sanare quegli aspetti
strutturali che incidono sulla buona conservazione delle raccolte museali.
In una
prospettiva a più lungo termine, gli obiettivi regionali saranno inoltre:
-
sostenere
programmi di certificazione di qualità al fine di riconoscere l'eccellenza
all'interno della comunità museale;
-
sostenere
l'accorpamento di realtà locali, di medesima tipologia, in istituti di
dimensione e significato culturale più ampio, a livello quanto meno
intercomunale; promuovere un programma scientifico di classificazione degli
istituti;
-
sostenere
l'istituzione di nuove realtà museali, compatibilmente con: le risorse
economiche a disposizione, in particolare nel campo delle scienze naturali.
Definizione di "museo” e caratteristiche
del SMR
Alla
definizione di museo come istituzione culturale complessa, si affiancano altre
tipologie e forme museali che vanno opportunamente definite, anche in base a
quanto indicato dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, per poter
inequivocabilmente identificare il tipo di struttura considerata:
1) Raccolta
museale: struttura che svolge principalmente le funzioni di conservazione ed
esposizione;
2) Siti
culturali:
a) le aree archeologiche, caratterizzate
dalla presenza di resti di natura fossile o di manufatti o struttura
preistoriche o di età antica;
b) parchi archeologici: ambiti territoriali
caratterizzati da importanti evidenze archeologiche e dalla compresenza di valori
storici, paesaggistica o ambientali, attrezzati come museo all' aperto;
c) complessi monumentali: complessi formati
da una pluralità di fabbricati edificati anche in epoche diverse, che con il
tempo hanno acquisito un'autonoma rilevanza artistica, storica o etno-antropologica;
3) Ecomuseo:
istituzione finalizzata al recupero, alla comunicazione ed alla valorizzazione
della memoria storica, della vita e della cultura di un territorio, delle
relazioni tra ambiente naturale ed ambiente antropizzato, nonché alla
realizzazione di progetti di sviluppo locale integrati con le politiche
culturali, ambientali ed economiche (in materia andrà acquisito il parere
vincolante del Dipartimento Ambiente).
Il museo,
nella sua accezione più completa, oltre a perseguire la conservazione e la
salvaguardia dei beni nell'ottica di preservare il patrimonio culturale, deve
porre un'attenzione particolare agli interventi di valorizzazione del bene
culturale in quanto generatore di una pluralità di funzioni, da quella
educativa a quella ricreativa, da quella sociale a quella economica. Essa deve
coinvolgere il territorio in maniera da creare un clima di crescita culturale
ed economica.
Per
realizzare un'efficace valorizzazione è dunque necessario lavorare a favore di
un'integrazione territoriale che coinvolga le dotazioni culturali di un
territorio, intese in termini di teatri, musei, biblioteche, ecc., a cui
possono contribuire anche offerte non strettamente legate ai beni culturali
(impianti sportivi, ricreativi, ecc.).
Cioè una forte
integrazione tra il settore culturale ed altri settori quali il turismo,
l'istruzione, i servizi sociali e ricreativi.
A tale scopo
Criteri di Classificazione degli Istituti e
dei Servizi Museali
Il Sistema
Museale Regionale è formato da tutti i musei, le raccolte e i servizi culturali
il cui interesse sia riconosciuto dalla Regione, la quale con il presente atto,
in primo luogo, stabilisce la classificazione degli istituti e dei servizi
museali, e gli standard minimi, barriera d'accesso ai finanziamenti che
Per quanto
non espressamente previsto nel presente atto si fa, pertanto, riferimento alle
disposizioni contenute nell' Atto di indirizzo del Ministero per i Beni e le
Attività Culturali con D.M. del 10 maggio 200l.
La presente
classificazione dei musei calabresi tiene conto della varietà della casistica
museale regionale, che comprende musei di differente standard culturale e
funzionale, pertanto emerge la necessità di raggruppare gli istituti regionali
in fasce omogenee per complessità strutturale ed organizzativa, indicando
peraltro i requisiti minimali necessari per essere inseriti nel sistema museale
regionale. Gli standard minimi museali assunti dalla Regione sono:
1. Status
giuridico
Lo status giuridico
è definito tramite l'adozione del regolamento secondo lo schema tipo regionale
e sempre tenendo presente le indicazioni contenute nell' Atto di indirizzo
ministeriale. Nelle more la presenza di uno Statuto o di un regolamento sarà
considerato requisito minimo accettato. Documentazione comprovante il possesso
del requisito: Regolamento e/o statuto del museo.
2. Assetto
finanziario
Le
istituzioni museali devono disporre di risorse economiche adeguate alle loro
dimensioni. compito degli enti proprietari e delle amministrazioni di
riferimento assicurare regolarità dei flussi finanziari. Riguardo alla gestione
finanziaria e contabile delle risorse economiche per i musei privi di autonomia
finanziaria sarà necessaria l'adozione, da parte degli enti proprietari, di un
documento programmatico annuale e della relazione a consuntivo. Per i musei
dotati di autonomia finanziaria l'adozione del bilancio consuntivo e della
relazione degli amministratori, nel rispetto della normativa vigente.
Documentazione comprovante il possesso del
requisito: bilancio
consuntivo dell'anno precedente, bilancio preventivo, entrambi specificamente
riferiti al museo e approvati secondo la normativa vigente.
3.
Strutture del museo
Il museo è
tenuto a garantire che le sue strutture siano adeguate alle funzioni cui sono
adibite, in conformità alla politica ed agli obiettivi educativi e con
riferimento alle esigenze delle collezioni, del personale e del pubblico,
quindi: salubrità dei locali, idonee condizioni microclimatiche, sistema di
gestione della luce, controllo flusso visitatori.
Documentazione comprovante il possesso del
requisito: relazione del
responsabile del museo/certificati comprovanti l'idoneità dei locali e delle
condizioni ambientali.
4.
Personale
Le molteplici
funzioni del museo possono essere svolte solo a condizione che esso disponga di
personale qualificato. Pertanto il museo deve essere dotato di personale in
quantità sufficiente in relazione alle sue dimensioni, alle caratteristiche
delle collezioni, alle responsabilità e funzioni del museo stesso, all'esigenza
di garantire continuità e stabilità dei servizi.
In concreto è
necessario che il museo abbia un responsabile di direzione professionalmente
qualificato e formalmente nominato, che vengano garantite le funzioni di
direzione, conservazione e cura, educazione e didattica, gestione della
sicurezza, sorveglianza e accoglienza. Sarà cura dell'ente regionale promuovere
una ricerca che censisca le figure attualmente operanti nel settore museale,
che dia conto delle carenze quantitative e qualitative e quindi dia indicazioni
di prospettiva relativamente all'assunzione di personale, alle qualifiche, ai
titoli, alla formazione ed all' aggi ornamento.
Documentazione comprovante il possesso del
requisito: contratti
stipulati con il personale operante all'interno del museo, in numero e
qualificazione adeguate alle esigenze del museo.
5.
Sicurezza del museo
Il museo deve
garantire la sicurezza ambientale, la sicurezza strutturale, la sicurezza
nell'uso, la sicurezza anticrimine e là: sicurezza in caso di incendio. La
garanzia dell'adeguamento è data dalle relative certificazioni e collaudi.
Documentazione comprovante il possesso del
requisito: dichiarazione del
Direttore del Museo sull' idoneità e conformità dei sistemi di sicurezza in
rapporto al valore delle collezioni. Certificazioni specifiche di idoneità.
6.
Gestione e cura delle collezioni
Le collezioni
rappresentano l'elemento costitutivo e la ragion d'essere di ogni museo. La
loro gestione deve garantire:
la conservazione e il restauro, attraverso il monitoraggio delle condizioni
ambientali, l'esistenza d una scheda conservativa, la possibilità di accesso a
laboratori di restauro, attenendosi ai dettami della Carta del restauro e
comunque alle prescrizioni delle Soprintendenze competenti, alle metodologie
consigliate dall'ICR (Istituto Centrale Restauro), redigendo le relative schede
di restauro ICR;
l'incremento e l'inalienabilità, attraverso modalità formalizzate di
controllo in merito alle procedure di incremento, inalienabilità, esposizione.
Le collezioni sono inalienabili e sono possibili prestiti solo con istituti che
diano garanzie di tutela e sicurezza nel trasporto;
la registrazione e la documentazione, attraverso attività di registrazione
nell'inventario e di catalogazione. La catalogazione deve essere realizzata
secondo gli standard catalografici dell'ICCD, in
collaborazione con le Soprintendenze e da personale specializzato.
In
prospettiva
Documentazione comprovante il possesso del
requisito: schede
conservative dei reperti. Modalità di incremento, inalienabilità e prestito
contenute nel regolamento o nello statuto ed in linea con il codice ICOM.
Catalogazione secondo l'ICCD. Relazione sui criteri di presentazione dei
materiale.
7.
Rapporti con il pubblico e relativi servizi
Ogni museo
affianca al dovere della conservazione del proprio patrimonio la missione di
renderne possibile la fruizione a scopo educativo, culturale e ricreativo.
Perché ciò venga realizzato è necessario che siano almeno definiti:
- l'orario e
le modalità di accesso del pubblico, in base ad un'analisi del bacino d'utenza;
- la
comunicazione e pubblicizzazione all'interno e all'esterno;
- la
quantificazione delle presenze;
- l'utilizzo
di un "registro delle osservazioni dei visitatori";
- la
rimozione barriere architettoniche.
Documentazione comprovante il possesso del
requisito: orario di
apertura al pubblico di almeno 30 ore settimanali. Forme di pubblicizzazione del
museo e delle sue attività. Presenza di sistemi rigorosi di quantificazione
delle presenze e adozione di un registro delle "Osservazioni dei
visitatori". Dichiarazione di inesistenza di barriere architettoniche.
8.
Rapporti con il territorio
E' soprattutto
in questo segmento che la componente di valorizzazione e promozione dei beni
culturali deve esprimere le sue potenzialità in funzione di finalità didattiche
e divulgative. Il concetto di museo "aperto" e "diffuso"
deve trovare la sua opportuna collocazione nella creazione di "circuiti
museali", in cui vi sia una fruizione dinamica di un'area culturale
omogenea.
Documentazione comprovante il possesso del
requisito: Relazione sui
rapporti intrattenuti dal museo con le altre strutture del territorio di
riferimento e sulle attività ricreative, culturali, in linea con gli attuali
concetti di valorizzazione e promozione dei beni culturali.
Individuazione degli istituti
del Sistema Museale Regionale
In
applicazione dei sopra illustrati standard qualitativi i Musei esistenti in
Calabria potranno essere classificati in tre fasce secondo le seguente tabella.
Fasce
degli Standard Museali
Standard |
Fascia
A |
Fascia
B |
Fascia
C |
Status giuridico |
Stat./regol.riconosc. |
Stat./regol.riconosc. |
Senza Stat./regolam. |
Assetto finanziario |
Rendic. Conforme a Atto Ministeriale |
Rendic. Conforme a Atto Ministeriale |
Senza rendicontaz. specifica del museo |
Strutture museo |
Strutture adeguate |
Strutture adeguate |
Strutture carenti |
Personale |
Adeguato alle funzioni* |
Adeguato alle funzioni* |
Senza personale |
Sicurezza museo |
Adeguati sistemi sicurez. |
|
Senza sistemi di sicurezza |
Inventario e catalogazione |
Inv./catal. Sistema ICCD |
|
Senza invent. e catal. |
Apertura |
30 h. sett. E rilevazione presenze |
|
Meno di 15 h. sett. No rilevaz. presenze |
Rapporti con il territorio |
Comprovati rapporti con altre strutture del territorio di riferimento |
|
|
In sede di
prima definizione saranno inclusi nel Sistema Museale Regionale, con il loro riconoscimento
completo, le strutture museali che rientrano nella Fascia A, in quanto
possessori di tutti i requisiti minimi. I musei rientranti nella Fascia B
avranno un riconoscimento provvisorio in quanto possessori di almeno i primi
quattro requisiti minimi, ma dovranno presentare programmi dettagliati di
adeguamento rispetto a tutti i requisiti standard, da realizzare nel giro di
tre anni. Gli istituti compresi nella Fascia C non potranno essere inclusi nel
Sistema Museale Regionale fin quando non avranno almeno la parzialità degli
standard minimi per un riconoscimento provvisorio, tuttavia costituiscono parte
dello scenario articolato del settore museale regionale.
Il
riconoscimento ha una validità di tre anni a partire dalla sua formalizzazione
con Deliberazione di Giunta regionale e pubblicazione sul BURC. Alla scadenza
dei tre anni, sarà rinnovato con analoga procedura ed in base alla verifica del
mantenimento dei requisiti, o al raggiungimento degli stessi da parte dei soggetti
riconosciuti provvisoriamente.
L'elenco dei
musei, che entreranno a far parte del Sistema Museale Regionale, sarà definito
in base ai criteri approvati dal Consiglio Regionale ed attraverso un percorso
predisposto dal Servizio Regionale competente, che. preciserà successivamente
le modalità ed i termini di presentazione della domanda di riconoscimento,
pubblicizzate attraverso opportune ed adeguate forme divulgative.
Considerato
che il settore museale è in evoluzione costante, sarà quindi cura della
suddetta struttura l'adeguamento e la revisione periodica dell'elenco dei musei
inseriti nel Sistema Museale Regionale con cadenza triennale.
A tale scopo
infatti sarà avviato, in tempi brevi, un primo ulteriore excursus informativo,
per acquisire i dati mancanti alla stesura del SMR, in base ai requisiti minimi
previsti.
Riconoscendo
la difficoltà del passaggio dalla mera individuazione di precisi standard ed
obiettivi di qualità, alla loro realizzazione e messa a regime,
Organizzazione
del SMR e sue modalità operative
Il SMR dovrà
funzionare secondo una logica sistemica, finalizzata alla realizzazione di un
sistema integrato territoriale, attraverso raccordi intersettoriali e
collaborazioni tra istituti museali e tra essi e i soggetti territoriali più
significativi. Questa scelta sembra la più idonea a creare circuiti e percorsi
di valorizzazione dei beni, all'interno di una valorizzazione del più ampio
contesto culturale.
Sistema informatizzato
Saranno
identificati cinque Poli Museali, uno per ogni provincia, facendo confluire in
un Centro di Documentazione Regionale collocato all'interno del Dipartimento
Regionale alla Cultura, tutti i dati immagazzinati. La creazione di una Banca
dati del settore museale, implementerà un sito internet sul SMR, a disposizione
di tutti cittadini che intendono approfondire la conoscenza e la fruizione dei
beni culturali custoditi in Calabria e delle opportunità culturali innescate.
La
disponibilità dei dati complessivi riguardante l'intero sistema dovrà
indirizzare le scelte programmatiche e gestionali regionali ed assicurare, come
recita l'art. 6 della Legge, l'aggregazione provinciale ed il funzionamento
unitario del sistema museale regionale. Il SMR inoltre dovrà nell'immediato
consolidare alcuni aspetti organizzativi fondamentali di seguito definiti.
Inventario
Tutti gli
istituti museali inclusi nel Sistema Museale Regionale devono redigere e
aggiornare l'inventario dei beni in proprio possesso. Gli oggetti devono essere
registrati e documentati a fini patrimoni ali e di sicurezza, predisponendo la
compilazione di un registro inventariale, con l'obiettivo qualitativo di
monitorare la consistenza del patrimonio museale. Tale documentazione deve
prevedere una minuziosa descrizione di tutti gli oggetti, della loro
provenienza e origine, nonché delle condizioni in cui sono stati presi in
carico dal museo. I dati sulle collezioni devono essere continuamente
aggiornati e arricchiti. La catalogazione deve essere realizzata secondo gli
standard catalografici dell'ICCD, in collaborazione
con le Soprintendenze ed effettuata da personale specializzato.
(Prevedere
convenzione con Università per la produzione di un pacchetto informatico finalizzato
alla realizzazione di quanto sopra).
Regolamento
Gli istituti
museali facenti parte del Sistema Museale Regionale devono adottare un
regolamento, che peraltro costituisce requisito minimo degli standard museali
definiti.
Controlli
Le strutture
museali che aderiscono al Sistema Museale Regionale saranno sottoposte al
controllo della Regione Calabria, finalizzati alla verifica della sussistenza
degli standard richiesti per l'accesso al sistema. Tali controlli saranno
complementari a quelli di competenza delle Soprintendenze Regionali.
Sanzioni
La verifica
della insussistenza degli standards minimi richiesti provocherà l'automatica esclusione
dal Sistema Museale Regionale, così come qualsiasi trasgressione alla
regolamentazione del settore, che provochi un danno al patrimonio in dotazione
sarà perseguita secondo le norme vigenti.
Programmazione
Gli istituti
museali regionali che entrino a far parte del SMR devono presentare entro il
mese di aprile di ogni anno (art. 15, comma
E', inoltre,
necessaria la predisposizione di modulistica finalizzata alla verifica del
gradimento da parte del pubblico delle attività del Museo.
Personale
L'Amministrazione
responsabile deve fornire al personale, coinvolto a qualsiasi titolo nella
gestione del museo, copia del suddetto Codice. L'Amministrazione responsabile
dell'istituto museale ha, altresì, l'obbligo di garantire che il personale del
museo sia sufficientemente consistente e qualificato ad adempiere ai compiti
affidati ad esso. Pertanto ogni istituto deve avere garantire l'assunzione di
un numero minimo di figure fondamentali che consentano l'adeguato svolgimento
delle funzioni principali del museo.
Per gli
istituti di piccole dimensioni devono essere previste almeno le seguenti
figure, già previste nella D.G.R. nr.
1128/'03:
Direttore
del museo, che ha la
responsabilità principale nella conduzione e realizzazione delle funzioni della
struttura, sulla base degli indirizzi di gestione stabiliti. Il direttore deve
possedere un adeguato titolo di studio (laurea attinente alla tipologia del
museo) e, preferibilmente, un curriculum attestante l'esperienza maturata nel
settore. Le figure professionali idonee a svolgere le funzioni di direttore
scientifico di museo, devono essere in possesso di laurea specifica, nonché di
diploma di specializzazione come titolo preferenziale. Il direttore del museo
deve avere inoltre competenze specifiche nella cura e allestimento delle
collezioni, nella progettazione e direzione di attività di ricerca, di
catalogazione e di definizione dei criteri di pubblicizzazione.
Occorre
ovviamente tenere presente l'importanza dei tematismi
culturali che caratterizzano i diversi istituti e devono dunque orientarne la
direzione scientifica. La direzione scientifica può anche configurarsi come
figura esterna di coordinamento diretta a più istituti.
Una figura
amministrativa che curi
tutte le operazioni di segreteria, ragioneria, gare di appalto, rapporti con i
fornitori, ecc.. Questo ruolo deve essere arricchito delle competenze
necessarie a svolgere i nuovi compiti gestionali (ad esempio relativi ai nuovi
tipi di contrattualità, sponsorship, ecc.). Almeno due
unità addette alla custodia. Queste figure, oltre allo specifico compito
della sorveglianza e custodia devono, in prospettiva, passare da ruolo passivo
ad un ruolo sempre più attivo, soprattutto come interfaccia competente tra
pubblico e la direzione dell'istituto. Ove possibile, almeno una unità
addetta al servizio educativo/didattico. Questa figura si dovrà dedicare a
tutte le attività che vanno dalla comunicazione, al raccordo con le scuole,
istituzioni e animazione del territorio, ai servizi di visite guidate ed
eventuali laboratori didattici, raccolta dati sui visitatori e sul gradimento
della visita.
I profili
professionali e le materie d'esame saranno quelli definiti nel Piano Triennale
previsto dalla L.R. 31/'95 (art. 9 comma 2 e art. 10,
comma 4, punto e). Nelle more della citata definizione potranno essere
mantenuti le figure professionali attualmente operanti nei musei. Ad esse sarà
riservato un punteggio aggiuntivo specifico in sede di espletamento dei
concorsi.
In
prospettiva futura
Considerata
la dimensione e l'importanza di molti musei calabresi, sarà possibile
utilizzare personale a tempo parziale o far ruotare figure professionali tra
diversi musei. Le figure professionali già presenti e attive all'interno della
struttura museale da almeno tre anni e quindi elementi consolidati del suo
staff, saranno mantenute successivamente all'approvazione del presente atto.
Direzione,
restauro, catalogazione, amministrazione, custodia, sicurezza, manutenzione,
tutela, conservazione, valorizzazione.
I musei
rientranti nella Fascia B, cioè quelli che possiedono almeno i primi quattro
requisiti previsti, avranno un riconoscimento provvisorio, ma dovranno
presentare programmi dettagliati di adeguamento rispetto ai requisiti standard
mancanti, da realizzare nel giro di tre anni. Gli istituti compresi nella
Fascia C non potranno essere inclusi nel Sistema Museale Regionale fin quando
non avranno almeno la parzialità degli standard minimi per un riconoscimento
provvisorio, tuttavia costituiscono parte dello scenario articolato del settore
museale regionale.
Al fine del
riconoscimento dei musei
Otterranno un
riconoscimento completo le strutture museali che possiedono tutti i requisiti
minimi indicati nell' Atto preliminare ed il riconoscimento provvisorio le
strutture che possiedono i primi quattro requisiti. I musei con un
riconoscimento provvisorio dovranno presentare, contestualmente alla domanda,
programmi dettagliati di adeguamento rispetto a tutti i requisiti standard, da
realizzare nel giro di tre anni.
Il
questionario dovrà essere inoltrato presso il Dipartimento competente
accompagnato dalla domanda di riconoscimento del museo, dal progetto che si
intende realizzare, indicante obiettivi, finalità, descrizione della ricaduta
educativa e culturale, ecc .. o, nel caso di strutture riconosciute
provvisoriamente, programmi dettagliati di adeguamento rispetto a tutti i
requisiti standard, da realizzare nel giro di tre anni.
I musei di
fascia C potranno presentare progetti volti all'acquisizione degli standard
minimi.
La domanda
sarà esaminata da una Commissione tecnico-scientifica.
Sulla base
della documentazione pervenuta
Il
Dipartimento competente predisporrà momenti di verifica di quanto dichiarato
nel questionario e sarà cura della suddetta struttura l'adeguamento e la
revisione periodica dell'elenco dei musei inseriti nel Sistema Museale
Regionale con cadenza triennale.
L'atto di
riconoscimento della Regione potrà essere revocato nel caso si riscontri la non
sussistenza dei requisiti minimi richiesti o in caso di gravi inadempienze
rispetto alle normative del settore.
“Il Consiglio
regionale
vista la
legge 6 agosto 1990, n. 223, concernente "Disciplina del sistema
radiotelevisivo pubblico e privato";
vista la
legge regionale n. 2 del 22 gennaio 2001, e s.m. ed i, istitutiva del Co.Re.Com. Calabria, e segnatamente l'articolo 10;
visto il
Regolamento concernente l'organizzazione ed il funzionamento del Comitato
Regionale per le Comunicazioni;
delibera
di approvare
il Programma di attività e fabbisogno finanziario del CORECOM Calabria per
l'anno 2011, ai sensi dell'articolo 10, comma 1, della legge regionale 22
gennaio 2001, n. 2, che si allega al presente atto per farne parte integrante e
sostanziale”.
Allegato alla deliberazione n.
64 del 13 dicembre 2010
Funzioni Proprie
1)
Passaggio dalla TV analogica al digitale terrestre
La prima
transizione al digitale è fissata con decreto ministeriale entro il primo
semestre del 2011 e interesserà l'area 14 e cioè le province di Cosenza e di
Crotone. La seconda inversione è prevista entro il secondo semestre 2012 e
riguarderà le restanti province.
Si tratterà
di una vera e propria rivoluzione nell'ambito delle telecomunicazioni, le cui
conseguenze sono paragonabili a quelle provocate dall'avvento della stampa.
Basti pensare
alla TV interattiva: l'utente potrà interloquire con i personaggi delle varie
trasmissioni, accedere agli archivi della Pubblica amministrazione, richiedere
il rilascio di certificati, etc. etc.
Di contro per
le emittenti televisive sarà un banco di prova circa la qualità
dell'informazione e della programmazione, il che comporterà la necessità di
forti investimenti per la riconversione delle apparecchiature.
Il Corecom, quale organo di garanzie nelle comunicazioni, e di
consulenza della Regione e di consultazione del Servizio Pubblico radio
televisivo, deve e dovrà assicurare la continuità del pluralismo
dell'informazione (in Calabria operano quaranta emittenti televisive), tentando
di garantire nel contempo la sopravvivenza di tutte le emittenti locali e la
continuità del servizio di cui i cittadini dispongono attualmente, e, ove
possibile, migliorarlo.
A tale
proposito il Corecom, che ha già avviato dei Tavoli
Tecnici, intende incrementarli dando loro una frequenza bimestrale, incontri che
riguarderanno anche i soggetti sociali, il Ministero dello Sviluppo Economico,
le scuole, le associazioni dei consumatori, gli Enti locali,
Il Corecom si impegna a collaborare insieme con
Sarà
organizzato un convegno per avviare un fattivo confronto con le emittenti
televisive locali in vista, sempre, dell'avvento del digitale terrestre.
Il Corecom in collaborazione con il servizio tecnico del
Consiglio regionale, si impegnerà a rivedere gli impianti attualmente esistenti
per la ricezione del segnale del digitale terrestre nel palazzo sede proprio
del Consiglio regionale.
2) Vigilanza sull’inquinamento
elettromagnetico
Settore di
primaria importanza nell'ambito delle funzioni attribuite al CORECOM e rispetto
al quale si intende intensificare l'attività di pianificazione e risanamento
degli impianti di alta frequenza e di telecomunicazione.
Allo stato,
pertanto, si prevede dì avviare concretamente con i vertici del!' Agenzia
Regionale per
A tal fine,
per centrare l'obiettivo che il Corecom intende
raggiungere, saranno intensificati gli incontri con i vertici del predetto
organo, e si realizzerà il "Catasto dei siti delle postazioni delle
emittenti radiotelevisive nonché degli impianti di trasmissione e/o ripetizione
dei segnali di telefonia fissa e mobile," sparsi sul territorio della
nostra regione.
Salvaguardare
l'Ambiente e
Oltre
all'ambizioso progetto di costituzione del Catasto suddetto, si provvederà ad
aggiornare tale archivio in parallelo col Roc -
Registro Operatori della Comunicazione, che è materia delegata dall'Autorità
per le Garanzie nelle Comunicazioni.
Ciò al fine
di avere un quadro completo e chiaro degli operatori esercenti in Calabria e
per assicurare la massima trasparenza nel delicatissimo campo delle
comunicazioni.
3) Monitoraggio della programmazione
radiotelevisiva locale. Analisi dei palinsesti delle emittenti radiotelevisive
locali
Il Corecom proseguirà, a maggior ragione per la delega già
acquisita dall'Agcom per l'esercizio di tale
funzione, nel monitoraggio dei programmi radiotelevisivi trasmessi dalle
emittenti locali.
A tal
proposito è stato realizzato un programma di elaborazione dati e analisi che
consentirà di soddisfare pienamente le esigenze rappresentate dall'Agcom attraverso le linee guida.
Tale
strumento consentirà di verificare la regolarità delle programmazioni da parte
delle emittenti televisive locali non in un'ottica punitiva, ma per garantire
una migliore qualità e soprattutto stimolare l'autoproduzione.
Tuttavia è
necessario sottolineare che il Corecom avvierà tutte
quelle istruttorie che si dovessero rendere necessarie a seguito di
inadempimento o di infrazioni da parte delle emittenti in particolare in
relazione alle seguenti aree tematiche:
1) obblighi
di programmazione;
2) tutela dei
minori;
3)
pubblicità;
4) pluralismo
socio-culturale.
La legalità è
un momento imprescindibile per un corretto e sostenibile sviluppo nell'ambito
del sistema delle comunicazioni.
Nel corso del
2011 il Corecom oltre a monitorare le trasmissioni in
analogico, procederà, in pari con l'avvio del digitale, a monitorare quelle
trasmesse con tale tecnologia. Per cui il monitoraggio in digitale che al
momento è sperimentale, diventerà effettivo. Con questa previsione sarà
necessario affrontare ulteriori spese per migliorare il sistema di "telemonitoraggio remoto".
4) Par Condicio
Il Corecom in ossequio a quelle che sono le proprie funzioni
intende dedicare particolare attenzione al rispetto delle norme che regola
mentano la par condicio anche in periodo non elettorale. Saranno, dunque,
oggetto di attenta e capillare verifica i programmi televisivi messi in onda
durante il periodo elettorale che si preannuncia particolarmente intenso,
atteso che accanto alle già previste campagne elettorali per il rinnovo degli
organi elettivi di molti Enti Locali della Calabria (Province e Comuni), si sta
prospettando la campagna elettorale per le politiche, per il rinnovo di Camera
e Senato.
Se ciò
dovesse accadere, l'intero Ufficio sarà impegnato a tempo pieno per almeno
quattro mesi continuativi.
5) Pubblicizzazione dell'accesso
Radiotelevisivo
Nel corso
dell'anno 2010 è stato modificato il regolamento che disciplina l'accesso alle trasmissioni
radiotelevisive regionali della concessionaria del Servizio Pubblico
Radiotelevisivo ai sensi dell'articolo 6 della legge 14 aprile 1975, n. 103
(Nuove norme in materia di diffusione radiofonica e televisiva), dell'articolo
7, comma 1, della legge 6 agosto 1990, n. 223 (Disciplina del sistema
radiotelevisivo pubblico e privato), dell'articolo 3, lettera B, punto 2, legge
regionale 22 gennaio 2001, n. 2, Istituzione, organizzazione e funzionamento
del Comitato Regionale per le Comunicazioni Calabria Corecom.
Il
regolamento suddetto ha ottenuto il visto della Commissione parlamentare per
l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
Sottocommissione permanente per l'Accesso (Nulla Osta N. 78/2010), per cui si è
data comunicazione di tale diritto sul sito web del Corecom.
Il Corecom ha il compito di istruire e programmare le domande
di accesso che perverranno dai gruppi previsti dal suddetto articolo 6 e
precisamente:
1. autonomie
locali e loro organizzazioni associative;
2. gruppi di
rilevante interesse sociale;
3. enti ed
associazioni politiche e culturali;
4.
associazioni nazionali del movimento cooperativo giuridicamente riconosciute;
5. gruppi
etnici e linguistici;
6.
confessioni religiose;
7. sindacati
nazionali;
8. movimenti politici;
9. partiti e
gruppi rappresentati in Parlamento ed in Consiglio regionale.
Il Corecom si impegna a pubblicizzare adeguatamente tale
funzione sugli organi di stampa e radiotelevisivi, assumendo tutte le azioni
idonee a tale scopo anche a titolo oneroso.
6) Legge 23 dicembre 1998 n. 448, concernente
misure di finanza pubblica per la stabilizzazione e lo sviluppo, ed in
particolare l'articolo 45, comma 3. contributi alle emittenti televisive locali
Il Corecom acquisisce ed istruisce le istanze presentate dalle
imprese che gestiscono le emittenti televisive locali. Tale funzione è
attribuita in virtù del Regolamento adottato con Decreto ministeriale del 5
novembre 2004, n. 292, recante "Nuove norme per la concessione alle
emittenti televisive locali dei benefici previsti dal richiamato articolo
45".
Il Corecom, dopo avere svolto una rigorosa e scrupolosa
istruttoria, procede alla redazione della graduatoria sulla cui base il
Ministero dello Sviluppo economico - Dipartimento Comunicazione erogherà i contributi.
L'esperienza
maturata nella formazione della suindicata graduatoria ha elevato la
professionalità dell'Ufficio e, pertanto, il Corecom
ha gli strumenti ed il personale adeguati per affrontare qualunque tipo di
erogazione di benefici a favore dell'emittenza radiotelevisiva locale.
Il Corecom si impegna a mettere a disposizione degli Organi
regionali tale esperienza, soprattutto in questo particolare momento storico
che segna il passaggio dall'analogico al digitale terrestre.
7) Premio per una TV di qualità sotto il
patrocinio della Presidenza del Consiglio regionale
Il Corecom, nell'ambito delle sue complesse e molteplici
funzioni, intende promuovere una TV locale di qualità, stimolando le emittenti
televisive locali ad autoprodurre dei programmi che
valorizzino la storia, il territorio, l'ambiente, i beni culturali e museali,
le minoranze linguistiche ed etniche, la collettività ed il senso di
appartenenza alla nostra regione, la cultura della legalità.
Duplice
l'intento: assicurare i valori della calabresità e
far misurare le emittenti locali su programmi che rendano sempre più visibili
tali valori.
A tale
proposito sarà nominata una giuria presieduta dal Presidente del Consiglio e di
cui faranno parte oltre al Presidente del Corecom ed
ai due componenti, tre esperti nel campo televisivo, dell'informazione e
socio-culturale.
Il premio
sarà conferito nel corso di un convegno appositamente organizzato.
Funzioni Delegate
1) Tutela dei minori, nel settore radiotelevisivo
locale con riferimento alle funzioni di vigilanza e salvo il rispetto degli
eventuali indirizzi stabiliti dall'Autorità
Il Corecom al fine di migliorare tale funzione ha stipulato e
sottoscritto un protocollo d'Intesa con l'Ufficio Scolastico regionale per
Ovviamente si
continueranno a svolgere le funzioni di monitoraggio delle trasmissioni
televisive messe in onda nella fascia oraria protetta, ivi compresa la
pubblicità.
Sarà inviato
a tutte le emittenti televisive locali e anche alla sede regionale della RAI un
video contenente uno spot diretto ai minori per un corretto approccio alla Tv
ed a Internet per tentare di ovviare ai pericoli in cui potrebbero incorrere i
minori, ovvero a situazioni di pericolo degli stessi allorché l'utilizzo non è
controllato dagli adulti.
Le insidie
sono così frequenti e subdole, infatti, che è divenuto indispensabile
richiamare l'attenzione delle famiglie sull'uso di questi strumenti di
comunicazione.
Il Corecom ha in progetto un convegno che affronti le
tematiche appena esposte ed al quale saranno chiamati a partecipare gli addetti
ai lavori, il mondo della scuola in cui sono presenti minori e il mondo delle
associazioni a qualunque titolo operanti per la tutela dei minori.
Si rammenta
in ogni caso che è attivo il numero verde 800.11.61.71 a cui chiamare per
segnalare programmi che nuocciono allo sviluppo psico·fisico dei minori (pornografia, sesso, violenza). Il
numero verde vuole rappresentare un punto di riferimento per raccogliere ed
istruire le segnalazioni sulle violazione delle norme che tutelano la
personalità dei minori, ed avviare la procedura per l'applicazione delle
sanzioni nei confronti dei trasgressori.
2) Esercizio del diritto di rettifica con
riferimento al settore radiotelevisivo locale relativamente alle funzioni
istruttorie e decisorie giusto articolo 32, commi 3 e 4 del D.lvo
31 luglio 2005, n. 177 recante il Testo Unico della radiotelevisione. nonché
dell'articolo 1. comma 6. lettera b, punto n. 8 della legge n. 249/97
istitutivo della Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni
Il Corecom svolge tale attività su impulso di parte
nell'ipotesi in cui si configuri la fattispecie di cui alle norme suindicate e,
in particolare, coloro i quali dovessero ritenere di essere stati offesi dalla
diffusione di notizie che li riguardano da parte delle emittenti televisive
potranno richiedere l'intervento del Corecom per
ottenere l'eventuale rettifica.
Il Corecom si impegna a dare la massima pubblicità a tale
funzione sugli organi di stampa e sulle emittenti televisive locali. Si
richiederà, inoltre, un incontro con
Sarà
istituito apposito ufficio, ovvero a seconda dell'entità del carico di lavoro
ad accorparlo ad altro ufficio del Corecom.
3) Vigilanza sul rispetto dei criteri fissati
nel regolamento relativo alla pubblicazione e diffusione dei sondaggi sui mezzi
di comunicazione di massa diffusi in ambito locale
Il Corecom durante i periodi di campagna elettorale vigilerà
sul rispetto del regolamento suindicato da parte sia della carta stampata che
delle emittenti televisive.
Sarà
istituito apposito ufficio, ovvero a seconda dell'entità del carico di lavoro
ad accorparlo ad altro ufficio del Corecom.
4) Svolgimento del tentativo di conciliazioni
nelle controversie tra entè gestore del servizio di
comunicazione elettroniche e utenti, e assunzione dei provvedimenti temporanei
in materia di sospensione del servizio, ai sensi del Capo Il della delibera n.
173/07/CONS. recante "Regolamento sulle procedure di risoluzione delle
controversie tra operatori di comunicazioni elettroniche ed utenti"
Il Corecom, considerato la notevole mole di ricorsi presentati
(4809 nel corso dell'anno 2009) dagli utenti, incrementerà il numero dei
conciliatori addetti al servizio.
5) Definizione delle contro"ersie indicate all'articolo 2 della delibera n.173/07/CONS,
ad esclusione di quelle concernenti operatori od utenti di altri Stati
dell'Unione europea di cui all'articolo 15, comma 5. dello stesso Regolamento
Il Corecom considerato l'elevato numero di istanze che
pervengono (circa 200 nell'anno 2010) e della particolare complessità del
procedimento che sfocia successivamente nel provvedimento di definizione della
controversia, incrementerà il numero degli addetti qualificati alla definizione
delle controversie da aggiungere all'unità già preposta.
I
provvedimenti di definizione delle controversie, per la loro articolazione
formale e sostanziale, sono equiparabili a tutti gli effetti a decisioni
paragiurisdizionali.
6) Vigilanza sul rispetto degli obblighi di
programmazione e delle, disposizioni in materia di esercizio dell'attività
radiotelevisiva locale. inclusa la tutela del pluralismo, mediante il
monitoraggio delle trasmissioni dell'emittenza locale secondo le linee-guida dettate
dall'Autorità e la successiva verifica di conformità alla vigente disciplina in
materia di diffusione radiotelevisiva, ed eventuale avvio delle conseguenti
istruttorie procedimentali
Il Corecom definirà d'intesa con l'Università di Cosenza (ove
si tiene un corso di laurea in Scienze della Comunicazione) l'organizzazione
dei corsi di formazione per i dipendenti del Corecom.
Contemporaneamente
sarà incoraggiata la partecipazione dei dipendenti a frequentare i corsi organizzati
dall'Autorità per le Garanzie delle Comunicazioni e i seminari organizzati dai Corecom o da altri Enti.
7) Gestione delle posizioni degli operatori
nell'ambito del Registro degli Operatori di Comunicazioni secondo le linee
guida fissate dall'Autorità, sotto il coordinamento dell'Autorità
Il Corecom provvederà a implementare gli strumenti hardware e
software per l'esercizio e la tenuta del Roc.
Elevato è il
numero degli operatori da gestire nell'ambito della Regione, appare dunque
opportuno anche per questa funzione incrementare il numero degli addetti.
Fabbisogno Finanziario
Per eseguire
il programma di attività per l'anno 2011, si ritiene necessaria la somma di €
250.000,00 (Euro Duecentocinquantamila/00) così ripartita:
a) analisi
del tele monitoraggio € 50.000,00 (Euro Cinquantamila/00);
b) acquisto storage, hard-disk e
realizzazione rete intranet € 20.000,00 (Euro Ventimila/00);
c) canone
bimestrale Telecom € 20.000,00 (Euro Ventimila/00);
d) corsi di
aggiornamento € 24.000,00 (Euro Ventiquattromila/00);
e)
collaborazione con l'Arpacal per monitoraggio campi
elettromagnetici € 56.000,00 (Euro Cinquantaseimila/00);
f) varie
(cancelleria, utenze, manutenzione apparecchiature, spese straordinarie,etc. etc) € 45.000,00 (Euro Quarantacinquemila/00);
g) attività convegnistica, incontri istituzionali, pubblicità delle
funzioni sui mass-media, concorso per premio di qualità € 35.000,00(Euro
Trentacinquemila/00).
“Il Consiglio
regionale
vista la
legge regionale 17 agosto 2005, n. 13, articolo 28, con la quale è stata
approvata l'istituzione dell'Arcea;
preso atto
della deliberazione della Giunta regionale n. 696 del 29 ottobre 2010;
visto il
parere della 6^ Commissione espresso nella seduta del 23 novembre 2010;
delibera
di approvare
il Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013, che si allega al presente atto per
farne parte integrante e sostanziale”.
“Il Consiglio regionale
vista la
legge regionale 5 gennaio 2007, n. 3, recante: "Disposizioni sulla partecipazione
della Regione Calabria al processo normativo comunitario e sulle procedure
relative all'attuazione delle politiche comunitarie" ed in particolare
l'articolo 11;
preso atto
della deliberazione della Giunta regionale n. 737 del 16 novembre 2010;
visto il
parere della 2^ Commissione espresso nella seduta del 9 dicembre 2010;
delibera
di approvare
il Programma regionale triennale 2010-
Il Consiglio
regionale
premesso che
in tutto il
territorio calabrese si è determinata una legittima preoccupazione a causa
delle notizie riguardanti il mancato rinnovo dei contratti, in scadenza il
prossimo 31 dicembre 2010, dei precari utilizzati nel sistema sanitario
regionale;
sono state
già annunciate azioni di sciopero da parte delle OO.SS. in diversi Presidi Ospedalieri della Regione
a difesa del legittimo diritto dei precari, ad essere mantenuti in servizio;
per la
qualità e la quantità di operatori (oltre mille), tra medici e paramedici, dei
quali moltissimi hanno maturato il diritto alla stabilizzazione (alcuni, addirittura
vantano un’anzianità di sette, otto, dieci anni), decine e decine di unità
operative e servizi territoriali rischiano il collasso, poiché sono attivi
grazie al contributo determinante degli operatori precari;
il mancato
rinnovo dei richiamati contratti in molti Presidi Ospedalieri e servizi
territoriali non, garantirebbe i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e si
correrebbe, in tal caso, il rischio di una vera e propria implosione del
sistema sanitario calabrese;
la garanzia
dei LEA è obiettivo primario ed imprescindibile della programmazione sanitaria
nazionale, ripetutamente sostenuto e condiviso dalla Conferenza Stato-Regioni;
le risorse
finanziarie destinate ai precari, trattandosi ormai di spese ripetute e
consolidate negli anni, non determina costi aggiuntivi al bilancio 2011;
la
contrattazione, tuttora in corso, del Piano di rientro dal debito sanitario non
può non riconoscere alla Calabria quanto già accordato in sede di
sottoscrizione dello stesso il 12 dicembre 2009;
impegna
il Presidente
della Giunta regionale, nella qualità di
Commissario per il Piano di rientro dal debito sanitario, a voler porre in
essere i provvedimenti necessari per la proroga dei contratti dei precari
operanti nel sistema sanitario regionale, al fine di garantire i Livelli
Essenziali di Assistenza, e, nel contempo, a procedere alla stabilizzazione
degli aventi diritti in possesso dei requisiti di legge;
altresì, il Presidente della Giunta
regionale a voler sostenere in sede di istruttoria del Piano innanzi al
Tavolo Massicci, la necessità di vedere riconosciuta anche alla Calabria una quota di turn-over esclusivamente per le professionalità sanitarie.