VIII LEGISLATURA
42.
RESOCONTO
INTEGRALE
SEDUTA DI VENERDÌ
21 DICEMBRE 2007
PRESIDENZA DEL
PRESIDENTE GIUSEPPE BOVA
E DEL
VICEPRESIDENTE ANTONIO BORRELLO
Presidenza del Presidente Giuseppe Bova
La
seduta inizia alle 11,30
Verificata l’assenza dei consiglieri, avuta
comunicazione di una conferenza stampa del Presidente Loiero sui fondi europei,
che si farà da qui a un’ora, e di incontri in corso nella maggioranza, aggiorna
la seduta alle 14,00.
La seduta sospesa
alle 11,31 è ripresa alle 14,40
Gesuele VILASI, Segretario
Legge il verbale della seduta precedente.
(E’ approvato)
PRESIDENTE
Legge le comunicazioni.
(Sono riportate in allegato)
Gesuele VILASI, Segretario
Legge le interrogazioni presentate alla Presidenza.
(Sono riportate in allegato)
Passiamo al primo punto all’ordine del giorno:
“Sull’emergenza ambientale nella regione Calabria”.
La parola all’assessore Tommasi per la relazione, a nome
della Giunta.
La Regione Calabria, sin dal 1997, fu commissariata e dichiarato con successivo Decreto del Presidente del Consiglio dei
ministri lo stato d’emergenza in diversi settori: rifiuti urbani, speciali e
speciali pericolosi; bonifica e risanamento
ambientale dei suoli, delle falde e
dei sedimenti inquinati; tutela delle acque superficiali e sotterranee, cicli di depurazione.
La storia di questi ultimi dieci anni è nota agli amministratori,
ai cittadini e alla magistratura. Oggi, dopo due anni e mezzo di governo presieduto da Loiero, registriamo una
netta inversione di tendenza.
(Interruzioni)
Invito i consiglieri a prendere posto. Abbiamo
cominciato i lavori con la relazione dell’assessore Tommasi a nome della Giunta
sull’emergenza ambientale nella regione Calabria, e poi questa Presidenza ha
necessità di avere il progetto di legge relativo per registrarlo formalmente,
per essere ridepositato.
Oggi, dopo due anni
e mezzo di governo presieduto da Loiero, registriamo una netta
inversione di tendenza. Sin dal nostro insediamento abbiamo ritenuto opportuno
ripristinare prerogative e competenze ed evitare commistioni tra l’Ufficio del
commissario e il dipartimento politiche dell’ambiente: al primo competeva
l’azione straordinaria con prerogative che gli sono proprie, all’assessorato
spetta l’indirizzo politico delle materie di competenza, delle quali si è
riappropriato dopo lunghi anni di gestione confusa. Oggi possiamo ritenere
definita l’annosa materia riguardante le bonifiche.
Abbiamo, come Governo regionale, avviato e portato a
completamento il risanamento di circa 700 discariche, con due specifici
progetti affidati all’Afor e denominati: “Puliamo la Calabria”, “Puliamo la
Calabria 2”. Questi interventi non solo hanno dato attuazione al vecchio Piano
dei rifiuti, ma ci hanno anche consentito di uscire da infrazioni comunitarie.
Nell’ambito delle prerogative dell’assessorato, abbiamo
dato via all’iter per la caratterizzazione e la successiva bonifica di 33 siti
ad alto rischio inquinamento.
Nella stessa logica, è stato sottoscritto un accordo di
programma-quadro denominato “difesa ambiente” per la bonifica di 200 fiumare,
portando a compimento un programma di interventi integrato che è stato
definito, qualche giorno fa, dal ministero per lo sviluppo economico “il più
avanzato d’Italia”.
Abbiamo, altresì, messo in cantiere un apposito accordo
di programma tra ministero dell’ambiente, Regione ed enti territoriali
competenti per la bonifica dell’area industriale di Crotone e dell’area
archeologica.
Oggi, la bonifica torna in capo al ministero
dell’ambiente, il quale, individuando un soggetto attuatore, potrà non solo
restituire tranquillità ai crotonesi, ma divenire – ed è questo il nostro
obiettivo – volano di sviluppo economico ed occupazionale.
Queste sono le azioni che ci hanno consentito di far
cessare l’emergenza nel settore delle bonifiche.
Per quanto riguarda il comparto idrico, ormai è quasi
definito il monitoraggio delle acque superficiali e sotterranee, avviato un
anno e mezzo fa, e ci consente di disporre di uno strumento
indispensabile
affinché il collega assessore onorevole Incarnato, al quale è affidata la
delega del ciclo integrato delle acque, possa dotare la Calabria del Piano di
tutela delle acque, consentendoci anche in questo campo di uscire dall’ennesima
infrazione comunitaria.
Abbiamo dovuto affrontare problemi enormi per quanto
riguarda la depurazione, mancanza di programmazione, opere non completate,
crisi gestionali, tant’è che il Presidente Loiero, pur non avendo nessuna
responsabilità, si sentì in dovere di chiedere scusa ai calabresi e ai turisti.
Il grande impegno regionale e la grande attenzione del
Governo nazionale ci hanno messo nelle condizioni di poter dotare l’Ufficio del
commissario di risorse economiche aggiuntive per poter fronteggiare le gravi
carenze ereditate.
Sappiamo di non aver raggiunto il massimo, ma
l’esistente l’abbiamo messo a regime, tant’è che anche in questo settore siamo
usciti dall’emergenza. E non ci siamo fermati, perché abbiamo sottoscritto un
apposito accordo di programma quadro nel settore idrico, che vede finalizzati
per gli impianti fognari e di depurazione circa 400 milioni di euro, che il
collega Incarnato, in sinergia con gli Ato, ha già programmato ed avviato a
realizzazione, tenendo in considerazione che nella nostra regione mancano
qualcosa come mille chilometri di rete fognaria.
E’ necessario continuare nell’ordinarietà a censire le
anomalie presenti, gli scarichi abusivi, affinché anche con i fondi 2007-2013
si possa continuare nel recupero infrastrutturale, che per troppi decenni gli
amministratori ai vari livelli non hanno tenuto in debito conto.
Molto più delicata è la situazione per quanto riguarda
il settore dei rifiuti. Ci troviamo con un piano elaborato dal commissario che
è diventato legge, ed anche su questo, vista l’uscita dallo stato di emergenza
– e poi consegno alla Presidenza anche una missiva inviata dal capo della
protezione civile Bertolaso, dove ratifica che la Regione Calabria, visto lo status
di ordinarietà, può intervenire a modificare il Piano dei rifiuti – faremmo,
però, un errore se non facessimo un excursus storico su questa delicata
materia.
Dobbiamo registrare il fallimento del precedente Piano
dei rifiuti: non ha raggiunto nessuno degli obiettivi prefissi, è stato un
fallimento per quanto riguarda la suddivisione degli ambiti gestionali – e mi
riferisco alle società miste – tranne in pochissimi casi; è stato un fallimento
per quanto riguarda il raggiungimento degli obiettivi della raccolta
differenziata, è stato un fallimento nella realizzazione dell’impiantistica.
Dopo dieci anni, la Regione Calabria era – tanto per cambiare – l’ultima in
classifica per quanto riguarda la percentuale di raccolta differenziata. Le
risorse elargite a iosa non
erano riuscite a costruire un processo virtuoso di gestione dei rifiuti, capace
anche di coinvolgere le amministrazioni e i cittadini.
Ci siamo posti il problema ed abbiamo avviato, come Governo
regionale, un’imponente azione che desse un’accelerazione vera a quello che noi
riteniamo essere uno dei punti nodali per la gestione integrata dei rifiuti,
ovvero la raccolta differenziata. Con questo obiettivo e nella direzione di un
maggiore coinvolgimento dei cittadini, abbiamo sottoscritto un protocollo
d’intesa con l’Ufficio scolastico regionale, per avviare nelle scuole un
programma di educazione ambientale, puntando molto proprio sull’azione di sensibilizzazione e promozione della
raccolta differenziata. Abbiamo indetto una manifestazione d’interesse per
l’adesione al programma di educazione ambientale, al quale hanno risposto circa
700 scuole, per un totale di 120 mila studenti.
Parallelamente alle iniziative nelle scuole, abbiamo
creato un Piano di comunicazione e sensibilizzazione
rivolto alle popolazioni adulte. Queste iniziative sono state funzionali
al bando rivolto ai Comuni e volto ad incentivare la raccolta differenziata con
metodologia porta a porta.
Hanno ottenuto finanziamenti ben 348 Comuni della nostra Regione. Il bando in
questione prevedeva due condizioni essenziali: il raggiungimento minimo del 35
per cento di raccolta differenziata, la riduzione della tassa ai cittadini
nell’anno successivo all’inizio del progetto. I risultati, seppure ambiziosi,
che sembravano irraggiungibili, già dopo i primi sei mesi di avvio, non si sono
fatti attendere. I risultati che stiamo ottenendo proprio con il bando “porta a
porta”, dimostrano come i calabresi, chiamati alle grandi scommesse, rispondano con grande
impegno: dopo i primi sei mesi del 2007, la Calabria passa dal 10 per cento al
24 per cento di raccolta differenziata, dati certificati dal Conai.
Con il Conai la Regione ha provveduto a stipulare una
convenzione, affinché ci sia e sia chiaro, il contributo che i consorzi di
filiera riconoscono per ogni chilogrammo di rifiuto portato a riciclo, oltre a
tutta una serie di iniziative a supporto e infrastrutturali, tipo le isole
ecologiche, che verranno realizzate dal Conai nella nostra regione. Abbiamo
chiesto ed ottenuto di più: il Conai si impegna a promuovere, proprio nella
nostra regione, processi industriali di lavorazione del materia riciclato in
Calabria.
Il Piano regionale dei rifiuti presentato dal
commissario prevede, fra solo quattro anni, il raggiungimento del 65 per cento
di raccolta differenziata, così come è previsto nella legge 152 del 2006. Noi
riteniamo, per quanto ambiziosi ed ottimisti vogliamo essere, che questo
risultato non sia di facile raggiungimento. E’ un obiettivo possibile, ma non
in così breve tempo.
Il nostro impegno è quello di proseguire con gli
incentivi ai Comuni e, con i fondi 2007-2013, passare dal sistema di tassazione
a quello di tariffazione, ovvero chi più produce più paga, chi meno produce
meno paga.
Abbiamo pronto ed attueremo, nel 2008, un programma di
riduzione dei rifiuti, che partirà innanzitutto dalla grande distribuzione.
Sempre la “152” del 2006, così come riportato nel Piano,
prevede la costituzione degli Ato su base provinciale: ogni Provincia dovrà
predisporre le proprie azioni gestionali e credo, visti i risultati fin qui
ottenuti dalle società miste, sia consigliabile addivenire ad una riduzione
dell’eccessiva frammentazione, che ha provocato a volte disservizi, a volte
vertenze occupazionali e sicuramente costi eccessivi che sono finiti poi col
gravare sui già esigui bilanci delle famiglie calabresi.
La “152” prevede l’autonomia provinciale dell’intero
ciclo dei rifiuti: consapevoli delle difficoltà economiche della Calabria, non
possiamo appesantire ulteriormente i già esigui bilanci, non affrontando
compiutamente l’intero percorso.
La relazione del commissario sottolinea la mancanza
assoluta di indicazioni circa la realizzazione dell’impiantistica, soprattutto
dove sono fortemente carenti sia l’impiantistica sia le discariche a servizio
degli impianti, cioè il commissario vuol dire che ci servono gli impianti, ma
ad oggi non si sa dove farli. Non si può pensare più di praticare la sindrome
di nimby, “non nel mio giardino”. In alcune province – e qui si mostra
maggiormente il fallimento del precedente Piano – non sono stati realizzati né
impianti di valorizzazione dei rifiuti, né di compostaggio, né di Cdr, né
impianti tecnologicamente avanzati per completare il ciclo di gestione dei
rifiuti.
Il commissario si è trovato a gestire azioni legali
impugnate dalla Protezione civile, per 30 milioni di euro, per la mancanza di
realizzazione dell’impiantistica Calabria Nord, una mancanza di volontà
politica di affrontare con determinazione il confronto con i cittadini e gli
amministratori, perché a monte mancavano i presupposti di una corretta gestione
ambientale del problema. Sembrava tutto fumoso e arrangiato.
Stiamo mettendo in piedi un sistema che poggia
prioritariamente sulla raccolta differenziata e individuando tutti i migliori
sistemi, affinché le ricadute ambientali siano nulle o quasi nulle ed è per
questo che, insieme al Presidente Loiero e al ministro Pecoraro Scanio, abbiamo
ritenuto di avviare una fase di studio sull’intera area di Gioia Tauro affinché
si faccia chiarezza della situazione ambientale di quell’area.
Ed oggi, come ho già ribadito prima, siamo nelle
condizioni legislative di intervenire, diamo vita ad un’azione di verifica, già
più volte chiesta dalla massima assise regionale, sull’area di Gioia Tauro, con
un combinato disposto già depositato in Presidenza. Il nostro obiettivo è
quello di promuovere il massimo coinvolgimento delle amministrazioni locali,
tant’è che saranno i sindaci ad indicare una terna di esperti tra i quali scegliere
un componente della commissione di studio. Stessa cosa avverrà per le
associazioni ambientaliste e/o i comitati.
E’ con questo spirito di coinvolgimento che la Calabria
si riappropria dei pieni poteri; si vuole affrontare il percorso futuro con processi partecipati.
Sappiamo che ritornare alla
normalità non è cosa semplice, ne siamo consapevoli, ma siamo altresì sicuri
che gli enti preposti non faranno mancare il loro contributo. E’ necessario che
un segnale positivo, come il ritorno alla gestione ordinaria in materia
ambientale, in una regione difficile come la Calabria, non cada nel vuoto, ma
anzi muova tutti ad uno scatto d’orgoglio per il raggiungimento di un risultato
storico.
Ieri sera è stata
sottoscritta l’intesa fra la Protezione civile e la Regione Calabria. La
Regione Calabria non ha chiesto la proroga sull’emergenza, ma con un’apposita
ordinanza ci sarà un accompagnamento per la gestione ordinaria, quindi dopo
dodici anni la Calabria esce definitivamente dall’emergenza ambientale su tutti
i settori che erano stati commissariati per dodici anni.
Si apre la discussione.
Chiedo scusa ai colleghi se sarò necessariamente fiscale, i tempi per ciascun
intervento sono quelli previsti dal Regolamento.
Il primo a chiedere la parola
è stato il Presidente del gruppo dell’Udc in Consiglio regionale, onorevole
Trematerra, il quale ha facoltà di intervenire, comincia alle 15,05.
Presidente, grazie per avermi concesso la parola.
La prima cosa che chiedo all’assessore,
perché ho sentito dire che c’è una proposta per quanto
riguarda il problema del termovalorizzatore,
ancora in questo momento non ho avuto modo di scorgerla, quindi di vedere il contenuto della stessa… Io capisco l’enfasi con cui l’assessore all’ambiente ha dato illustrazione all’Aula di una fase che si è chiusa,
una fase commissariale che è durata dal ’97
ad oggi, e capisco, quindi, tutto il suo
convincimento rispetto a quello che oggi è un
Piano dei rifiuti che è legge per la nostra Calabria,
però, assessore – sicuramente su questo poi avremo modo di discuterne
anche in Commissione – alcune criticità, a mio avviso, rimangono, sono
criticità importanti che mi fanno intravedere in un prossimo futuro il ritorno, nel settore,
dell’emergenza. Dico questo perché, avendo avuto modo di leggere questo documento, una
cosa che salta agli occhi, quella, cioè, che alla stesura dello stesso non
hanno partecipato le Province. Questo penso sia una criticità, penso sia una di quelle questioni che
determineranno, nel prossimo futuro, il ritorno dell’emergenza.
Altre cose
che balzano agli occhi: sulla raccolta differenziata attualmente siamo circa, se ho ben
capito, sul 15-20 per cento di raccolta differenziata. Io credo che nel 2012 difficilmente riusciremo ad arrivare al 65 per cento.
Sono
questioni che rimangono tutte sul tappeto, che ancora non sono state risolte,
ed anche questa lettera che il Presidente Loiero ha indirizzato al Consiglio dei ministri, non
mi fa capire bene come siamo usciti – e questo poi, probabilmente, lei me lo spiegherà
nella sua replica –, come si dice, da una parte, dall’emergenza e, dall’altra, vediamo, appunto, una lettera nella
quale il Presidente Loiero, invece, chiede la gestione emergenziale.
Ecco, sono queste questioni sulle quali lei mi
indicherà…
(Interruzione)
La proroga dell’emergenza, esatto.
Dicevo sono cose
che lei, nella sua replica, ci
specificherà meglio. Sicuramente avremo modo di discuterne molto più
approfonditamente nella Commissione competente e forse lì potremo dare un
contributo sostanziale, come abbiamo fatto anche assumendoci posizioni di alta
responsabilità sulla questione ambientale, che il nostro Partito non ha fatto
venire mai meno, così come su tante altre.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Adamo.
Presidente, mi pare che nella relazione che stamattina ha presentato l’assessore Tommasi si sia posto il problema di esaminare, valutare e, al tempo stesso, dare indicazione rispetto anche al merito del dibattito che nella precedente seduta sul punto è stato svolto in Aula.
Io penso che l’esposizione di Tommasi
sottolinei e chiarisca alcune delle questioni sollevate,
soprattutto in merito alla definizione della cessazione, sia per quanto riguarda i tempi che per quanto riguarda le forme e i contenuti, della
fase emergenziale. Tommasi
ha informato di iniziative ufficiali istituzionali che sono maturate persino in data successiva
a quella in cui si è svolta l’ultima seduta di Consiglio regionale e, anche per
quanto riguarda la questione di merito, mi pare di capire che il percorso che
propone l’assessore Tommasi in rappresentanza del Governo regionale, sia quello
di riconoscere
l’approvazione del Piano come emanazione dell’Ufficio del commissario e l’indicazione che viene sia quella di proporre all’Aula, invece, una sorta di integrazione
riferita, soprattutto, alla verifica delle compatibilità ambientali tecniche e,
si dice, economiche, nel senso che comprendiamo per quanto riguarda gli
eventuali costi del raddoppio del termovalorizzatore a Gioia Tauro.
Io penso che questa relazione sia stata utile non solo
perché chiarisce, ma perché, secondo me, dispone e predispone un procedimento
amministrativo legittimo e sostenibile. Anche nel merito le competenze del
Consiglio, quindi, si esercitano per quanto riguarda la possibilità di svolgere
la propria funzione di indirizzo. Ovviamente si indicano anche i tempi entro i
quali queste verifiche debbono essere svolte e la soluzione che sarà
assunta a valle della verifica che si attiverà, probabilmente,
attraverso la forma della commissione tecnico-scientifica.
Per cui, per quanto mi riguarda, ritengo che possa
essere assunto il tema, così come impostato, anche con l’adozione,
l’approvazione di un provvedimento amministrativo da parte di quest’Aula e
ritengo, altresì, che la stessa relazione di Tommasi abbia dato la possibilità
di esprimere in maniera rafforzata quello che è stato un orientamento
permanente del Consiglio regionale, che non ci vedeva divisi nel nostro
dibattito tra chi era pro e chi era contro Gioia Tauro, ma c’era soltanto una preoccupazione
di definizione adeguata e coerente di un procedimento amministrativo, ma nulla
aveva a che fare con la preoccupazione politica e di merito rispetto alla
questione del funzionamento del raddoppio.
Pertanto ritengo che ci siano tutti i termini per poter
apprezzare la relazione dell’assessore Tommasi e convenire al voto in un
documento finale.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Feraudo.
Signor Presidente,
onorevoli colleghi, ritengo che la sospensione
della trattazione di questo punto nella
scorsa seduta di Consiglio abbia prodotto un
effetto positivo perché, ascoltando la
relazione dell’assessore al ramo, ritengo che oggi
siamo tutti più sereni e più tranquilli nel fare una valutazione su
quella che era la proposta arrivata in Consiglio, con cognizione di causa e con
elementi che ci mettano nelle condizioni non solo di apprezzare la relazione,
ma anche di sostenere il percorso che
porti al risultato che già era stato proposto la volta scorsa.
Oggi abbiamo chiaro qual è la competenza residuale
dell’Ufficio del commissario, perché ha una competenza per attività ordinarie,
e abbiamo chiaro soprattutto – questo a me la volta scorsa non era apparso
chiaro, oggi lo è – che è cessata la fase dell’emergenza. Quindi, cessata la
fase dell’emergenza, le competenze ritornano agli organi propri e il momento
storico importante di questo ritorno alla normalità sulla questione ambientale
in Calabria è accompagnato dall’appropriazione da parte del Consiglio regionale
delle competenze che gli sono proprie.
Quindi ritengo che la soluzione, la proposta, appunto,
che verrà formulata alla fine di questa seduta, non potrà che essere condivisa
e sostenuta, perché va nella direzione di salvaguardare le competenze di questo
consesso, di chiarire quali sono i rapporti del Consiglio rispetto
all’ordinanza e quindi alle competenze dell’Ufficio del commissario, ma
soprattutto risolvere la questione che riguarda il termovalorizzatore o il
raddoppio del termovalorizzatore, nel modo che possa creare meno danni e possa
essere una soluzione ineccepibile anche dal punto di vista procedurale.
Quindi l’intervento era per ribadire che la volta
scorsa, non come qualche giornale ha riportato, non abbiamo sostenuto qualcosa
di contrario, non abbiamo detto che avremmo votato no, avevamo chiesto una
ulteriore riflessione per essere messi nella condizione di valutare meglio la
proposta che veniva dal Governo, oggi, diciamo,che siamo in condizioni di
valutarla in maniera compiuta.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole De Gaetano.
Io sono molto soddisfatto della relazione che ha fatto l’assessore all’ambiente, finalmente, dopo tanti anni, finisce il commissariamento in Calabria di questo delicato settore. Un problema,
questo, la cui soluzione costituiva uno dei punti cardine che noi, quando abbiamo vinto le elezioni come coalizione di
centro-sinistra, avevamo chiesto per la nostra regione, finalmente otteniamo
questo importante risultato. E’ un primo passo, naturalmente, ma non basta, i
calabresi hanno il sacrosanto diritto di decidere in autonomia, attraverso
questo Consiglio, che è la loro massima espressione democratica, quali strade
prendere per quanto riguarda il discorso rifiuti.
Insieme a questo, assessore, sono molto soddisfatto
perché, finalmente, si è deciso – da qui a poco voteremo una legge – per il
blocco dei lavori del raddoppio del termovalorizzatore. Credo che questo sia un
fatto fondamentale, perché non sarebbe stato corretto che una sola provincia
dovesse diventare la discarica della Calabria; e non solo, perché quell’area a
Gioia Tauro, che è molto importante per la nostra regione, era diventata
fortemente a rischio, perché insieme al termovalorizzatore, al raddoppio, c’era
tutta una serie di iniziative che avrebbero causato dei danni ambientali fortissimi
in quel territorio, che avrebbero distrutto qualsiasi possibilità di sviluppo
economico di quell’area.
Io vorrei ricordare soltanto che la Piana di Gioia Tauro
è una delle zone più importanti, dal punto di vista agricolo, della nostra
regione. Si parla tanto di sviluppo, di economia, di rilancio occupazionale
nella nostra terra, ma quello del raddoppio del termovalorizzatore, ma anche di
altre azioni che sono in questo momento in fase di progettazione o di
costruzione, avrebbe significato la fine di qualsiasi prospettiva di sviluppo,
perché immaginate le imprese agricole o le imprese artigiane che nascevano su
quel territorio, ecco, come potevano concorrere se i prodotti venivano
distrutti e danneggiati dai fumi e dalle ceneri del termovalorizzatore.
E per ultimo – ma non ultimo, fatto più importante –
come hanno rilevato degli studi importanti dal punto di vista medico, questi
fumi dei termovalorizzatori causano cancro, tumori agli abitanti delle zone
circostanti. Noi abbiamo l’interesse e l’obbligo di salvaguardare i nostri
concittadini e di dare loro la possibilità di vivere a Gioia Tauro e nella
Piana di Gioia Tauro, con la possibilità di non ammalarsi, ma di potersi
sviluppare economicamente e socialmente.
Per questo credo che sia importante, fondamentale, la
grande manifestazione che ci sarà domani a Gioia Tauro. Una manifestazione dove
ci saranno migliaia e migliaia di calabresi che vorranno dire un no chiaro e
forte, ma soprattutto vorranno dare un modello diverso di sviluppo per la
nostra regione. Per questo credo che noi, come coalizione di centro-sinistra,
come maggioranza, dobbiamo ascoltarli, confrontarci ed insieme a loro gettare
le basi di un nuovo sviluppo per la nostra regione.
Io credo che domani, Presidente del Consiglio,
Presidente della Giunta, questa manifestazione sarà una grande festa della
democrazia e domani questo Consiglio regionale darà ai migliaia e migliaia di
partecipanti un segno che quest’Aula non è sorda, ma che sente, che accoglie i
progetti giusti per la nostra regione. Per questo credo che sarà importante
votare quest’ordine del giorno, sarà importante dare un segno ai tanti
amministratori, ai tanti cittadini che domani andranno a Gioia Tauro a
manifestare.
Signor assessore all’ambiente, dicevo prima che è un
primo passo, ora vogliamo che questo Piano dei rifiuti venga in Commissione,
perché su questo Piano che ha approvato il commissario, abbiamo, come
Rifondazione comunista, dei forti dubbi su molti aspetti che vogliamo
modificare e cambiare. Quindi, ci auguriamo che il Piano arrivi presto in
Commissione e che in quella sede ci sia una discussione franca, che possa
contribuire a migliorare ulteriormente questo Piano partorito dal commissario.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Stancato.
Devo dire, onestamente, che gli interventi che ci sono stati nella scorsa seduta del Consiglio regionale hanno prodotto sicuramente dei fatti positivi, quantomeno abbiamo recuperato un deficit di comunicazione che in quest’Aula mancava, un lamento da consigliere regionale di maggioranza, il mio, di questo deficit di comunicazione da parte degli amici che sono in Giunta, perché si fanno tante cose che rimangono sulla carta e non vengono messe a conoscenza né del Consiglio, né della popolazione calabrese.
Io ritengo che, oggi, l’assessore Diego
Tommasi ci abbia dato uno squarcio di quella che è
stata l’attività sull’ambiente, ci abbia dato un saggio di quello che questa Giunta, il suo Presidente,
il Consiglio sta cercando di fare in un
settore molto delicato ed importante della nostra
regione, anche se ancora ci sono tante cose da fare, perché specialmente nella mia provincia, Cosenza, per quanto
riguarda i rifiuti siamo all’anno zero, praticamente ancora siamo alla
raccolta tale e quale è la soluzione vecchio
tipo di portare i rifiuti nelle discariche.
Sono convinto, però, che l’attività della Giunta
sarà tale e tanta, specialmente nel momento in cui viene allontanata la gestione commissariale,
che certamente proseguiremo su questa strada
della riqualificazione ambientale della nostra terra, e specialmente della nostra
provincia.
Anche sulla questione del termovalorizzatore, oggi veniamo in Aula con idee chiare, sappiamo
quello che dobbiamo fare, abbiamo le cose messe per bene, sia dal punto di
vista amministrativo, che dal punto di
vista politico, per cui ritengo che oggi questo Consiglio
sia in grado di dare una svolta a questa questione
che certamente deve vedere un momento di riflessione, tenendo conto che c’è una Commissione
governativa che valuterà l’ipotesi del raddoppio del termovalorizzatore.
Sicuramente
– e questa è una preghiera che rivolgiamo sia al Presidente che all’assessore
all’ambiente – dobbiamo tenere un momento d’occhio la questione della
depurazione, perché purtroppo ancora sulle nostre coste il problema si risente
e in maniera abbastanza seria, per cui l’invito, lo stimolo che viene da questi
banchi della maggioranza nei confronti dell’esecutivo è quello di una maggiore puntualizzazione
delle iniziative volte a
migliorare la qualità dei nostri mari.
PRESIDENTE
La parola
all’onorevole Tripodi Michelangelo.
Sì, Presidente, ma credo che questo punto all’ordine del giorno meriti un’attenzione e un impegno, che io considero, in qualche misura, particolarmente solenne, del Consiglio regionale, per questo ho chiesto di intervenire.
Penso che, mai come in questa circostanza, con la trattazione di questo punto all’ordine del giorno, il Consiglio regionale abbia lavorato ed operato con un rapporto di fortissima sintonia con le attese e le aspettative, le richieste della società calabrese e, quindi, penso che questo sia un momento alto del dibattito e delle scelte del Consiglio regionale della Calabria, un momento alto che, tra l’altro, corrisponde con la riappropriazione delle funzioni proprie della Regione Calabria, delle istituzioni elettive.
Come abbiamo ascoltato poco
fa dalla relazione dell’assessore all’ambiente,
si è conclusa la stagione che io considero assai negativa
e fallimentare del commissariamento, dell’emergenza rifiuti
in Calabria, oggi la Regione, il Consiglio regionale è rientrato nella piena
potestà di indirizzo, di programma, di gestione dei rifiuti in Calabria e credo che questo
sia un fatto importante, perché coincide con una scelta strategica di fondo.
La proposta che viene presentata,
su cui si pronuncerà il Consiglio regionale, rappresenta assolutamente una
discriminante e uno spartiacque, si chiude con le scelte calate dall’alto,
verticistiche, senza consenso, che rappresentavano vere e proprie imposizioni autoritarie, e si apre un’altra fase. Si propone la
sospensione di un impianto che, raddoppiato nelle dimensioni che sappiamo,
abnormi, è davvero un attacco violentissimo alla salute, all’ambiente, alle prospettive di
sviluppo della Piana di Gioia Tauro e
dell’area portuale in modo particolare.
In questo senso, saluto positivamente anche lo scioglimento di
alcune tensioni, di alcuni elementi di difficoltà che erano apparsi. Credo sia
prevalso, prevarrà un grande senso di responsabilità, una riflessione collettiva, avendo sciolto i nodi e i
problemi di natura procedurale e che, oggi, consentono di andare ad una scelta
chiara e decisiva.
Personalmente, ho
sempre sostenuto l’idea che fosse sbagliato il raddoppio del termovalorizzatore
di Gioia Tauro, sbagliato in termini di
ricaduta sull’area, in termini di equilibrio complessivo delle scelte strategiche che riguardano l’ambiente e i
rifiuti in Calabria e sul piano dell’equilibrio territoriale, sbagliato perché
un’area che ha una vocazione industriale,
agricola, turistica, ha bisogno di avere anche un minimo di possibilità di
svilupparsi in questa direzione.
Mi sembra che la scelta vada nella
giusta direzione e, sicuramente, domani ci sarà una grande manifestazione, come
è stato ricordato dall’onorevole De
Gaetano, a Gioia Tauro converranno migliaia e migliaia di persone da tutta la
Piana, da tutta la regione. Credo che questa non poteva essere che la scelta, e
non ci poteva essere migliore notizia anche
per coloro i quali parteciperanno a questa manifestazione per difendere il territorio e l’ambiente della scelta assunta, che mi
auguro farà appunto il Consiglio regionale tra qualche minuto, di decidere
formalmente lo stop ai lavori per il raddoppio.
Poi vedremo tutte le questioni che
si porranno, i problemi di natura tecnica, le commissioni che esamineranno la compatibilità
ambientale, tecnologica, economica, verificheremo
tutto, ma lo faremo dentro un quadro in cui nessuno potrà dire che l’impianto è
stato realizzato e quindi deve essere messo in funzione.
Stop ai lavori, stop a chi ha voluto imporre un impianto
altamente devastante ed inquinante attraverso anche il raddoppio di quello
stesso impianto, invece avvio di una fase nuova nella politica ambientale e
soprattutto nella politica dei rifiuti in Calabria.
Credo che la relazione che ha fatto l’assessore ci dia
il senso anche di una strategia, di una direttrice di marcia che va in una
direzione che io considero positivamente. Poi sarà il Consiglio regionale,
finalmente sovrano, a dire quali debbano essere le scelte, ad indicare le
strategie, a definire gli obiettivi su cui dovrà essere attestata la politica
ambientale e dei rifiuti in Calabria. Penso che questo sia il modo giusto per
affrontare in termini anche di democrazia, problemi così seri, così delicati,
così spinosi, ma lo si fa avendo anche un soprassalto di dignità, e la scelta
che si compie stasera, credo che, innanzitutto, sia una scelta di dignità a
tutela degli interessi del territorio calabrese.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Tallini. Ne ha
facoltà.
Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta, la discussione riguardo il comparto dell’ambiente sul territorio della regione Calabria dovrebbe trovare quest’Aula nella massima concentrazione, anche perché sappiamo, ritengo non solo io, ma tutti quelli che capiscono qualcosa in materia, che l’unico grande bene e l’unica risorsa che ci è rimasta è, appunto, quella dell’ambiente. Ebbene, parlare di ambiente, però, significa contestualmente parlare di qualcosa coniugato allo sviluppo e al tipo di sviluppo della regione Calabria.
Allora, assessore all’ambiente, tu che hai egregiamente sostenuto il compito di questo ruolo, non possiamo fare a meno, in questo momento, di fare alcune osservazioni che significano, un’analisi spietata che riguarda, sì, le precedenti amministrazioni, ma anche come questa esperienza possa servire, soprattutto per fare l’analisi giusta per guardare e far guardare al futuro i calabresi con positività.
L’ambiente non è solo rifiuti solidi urbani, è anche sviluppo del territorio, è anche ciò che attiene al Piano energetico, e su questo aspetto, consentitemi, colleghi, di dire che noi assistiamo in Calabria alla realizzazione in maniera improvvisata, senza nessun criterio, senza nessun vantaggio per la regione Calabria, di centrali termoelettriche che bruciano gas metano, che nessun vantaggio portano alla Calabria, nessun vantaggio in termini di sviluppo, in termini economici, di occupazione, di utilità per l’impresa, per i cittadini, per i privati, portando solamente inquinamento atmosferico e, come per esempio è accaduto e sta continuamente accadendo anche nella città di Catanzaro, nella vicina Sellia, anche inquinamento marino, perché purtroppo le acque calde prodotte da una centrale termoelettrica della potenza di 800 megawatt, che brucia metano, costruita dalla Sondel ed oggi gestita dalla Edison, vengono scaricate in mare, sono cioè acque tropicali, per cui anche l’inquinamento marino è ormai una cosa di fatto avviata.
Se poi aggiungiamo che per trasportare l’energia elettrica prodotta, in altre regioni ( perché alla Calabria non serve, ha una produzione superiore al suo fabbisogno), occorrono gli elettrodotti, abbiamo anche inquinamento elettrostatico per i campi elettromagnetici prodotti.
Ma anche riguardo l’eolico, abbiamo visto impiantare pennoni con delle pale che girano sulle nostre colline, dobbiamo dire sinceramente che l’impatto non è bello. Forse non siamo stati abituati, ma onestamente non è un bel vedere queste specie di mulini a vento sulle nostre colline, l’impatto non è bello.
Allora anche qua ci dobbiamo domandare che tipo di vantaggi porta a noi
prevedere nella nostra regione l’installazione di impianti eolici che servono
alla produzione di energia elettrica, quando poi questa energia elettrica va trasportata in altre
regioni ed anche all’estero. Probabilmente, come diceva il collega De Gaetano,
passiamo per essere la regione dove praticamente tutto è possibile e dove
possiamo dare l’immagine della discarica nazionale.
Allora, per quanto riguarda la questione
dell’ambiente, sarebbe stato assurdo
pensare di continuare ancora con l’emergenza, se di emergenza si può parlare per la Calabria, perché l’emergenza non è più tale quando diventa
una cosa permanente. Credo, assessore Tommasi, che forse anche dal punto di vista giuridico sarebbe stata
illegittima un’eventuale proroga, perché il nesso tra emergenza e la nomina di
un commissario deve trovare anche un riscontro nella realtà.
Ma questo ci consente anche di
fare una considerazione.
Spesso si parla
tanto male della politica e si dice che, dove ha messo mano la politica, è
stato tutto una tragedia, quando poi, spesso e volentieri, registriamo che,
proprio laddove c’è stato il commissario, praticamente oggi, soprattutto in
Calabria, registriamo che è ancora peggio. Perché è ancora peggio? Perché
questo opera in una situazione in cui non si possono esercitare controlli, in
cui tutto diventa possibile, in nome e per conto dell’emergenza.
Allora, senza addentrarci
in un settore che praticamente tante
immagini negative in termini di ritorno ha prodotto danni alla Calabria per
quanto riguarda le fogne, i depuratori, il Presidente Loiero ha dovuto chiedere
scusa alla nazione intera per questo motivo, e sulla questione dei rifiuti,
Presidente, io le posso dire che non mi scandalizzo che possono fare il
secondo, il terzo, il quarto termovalorizzatore, ma dobbiamo mettere un punto
fermo: questi termovalorizzatori devono bruciare i rifiuti calabresi.
Perché le posso
dire, caro Presidente, che nelle nostre discariche – lo affermo con certezza,
perché ho fatto personalmente un’indagine – arrivano rifiuti di altre regioni.
Io ho sostenuto che sono arrivati anche nella discarica di Alli, che lei ben
conosce, nella città di Catanzaro – ho avuto difficoltà ad avere dati, comunque
mi sono stati forniti –, tra l’altro da una parte noi forniamo mezzi, strumenti
e risorse al commissario unico, dall’altra non abbiamo alcun tipo di potere di
controllo su quella che era ed è stata la gestione dei rifiuti.
Allora, ripeto, ho
fatto una piccola indagine - mi è stato impossibile avere dei dati, ho avuto
soltanto riscontri testimoniali -, con certezza nella discarica di Alli sono
arrivati rifiuti di altre regioni. Poi alla fine mi è stato escluso, è stato
detto che sono arrivati da altre province, e mi è stato riferito con certezza,
che in altre discariche, come quella di Crotone, collega Senatore o collega
Sulla, sicuramente rifiuti ne sono arrivati.
Allora noi non possiamo
continuare a dare l’esempio alla nazione intera, essere considerarti come la
pattumiera d’Italia, perché continuare a stare in queste condizioni significa
compromettere in maniera definitiva il territorio dal punto di vista
dell’ambiente, dell’inquinamento acustico, dell’impatto ambientale, dei
rifiuti.
Ed è apprezzabile la cosa che
ha detto lei, assessore, l’iniziativa, la sensibilizzazione, però le posso dire una cosa? I dati non li
deve prendere da chi attesta e certifica i rifiuti collocati in discarica, li
deve prendere in discarica, laddove arriva il rifiuto differenziato e viene
trattato per come è differenziato.
Le posso dire con certezza che
è stato fatto un lavoro inutile, perché questa spazzatura, come spesso avviene,
arriva in discarica e poi in discarica viene tutta ammassata, tutta trattata
alle stesse condizioni. Quindi non solo si spendono soldi per fare la raccolta
differenziata, ma, poi – glielo dico con certezza –, nella discarica di Siano,
di Alli, che è una discarica all’avanguardia, importante, arrivano i rifiuti
differenziati, fanno un giro e poi vengono tutti depositati nella stessa
direzione senza alcun trattamento e senza alcun riciclaggio, perché il
progetto, per come era stato realizzato, di recupero e di riciclaggio
attraverso forme, eccetera, eccetera, praticamente non funziona e, come non
funziona là, siccome la gestione è uguale per tutti, le garantisco che non
funziona da nessun altra parte.
Quindi cerchiamo
di affrontare questa questione con serietà e non con superficialità.
Io sono convinto
che il lavoro fatto da Diego Tommasi è egregio, forse per questo il Presidente
l’ha voluto riconfermare, smentendo la mia teoria che i bravi vengono messi
fuori dalla Giunta. Lei è stato bravo fino ad ora, non può avere responsabilità
particolari, però le dico la mia sensazione: nel settore dell’ambiente siamo
ancora all’anno zero, siamo completamente allo sbando, lei e questo Governo
regionale avete cercato e state cercando di mettere la massima attenzione, ma
il modo con cui si sta procedendo ritengo sia insufficiente. L’attenzione è
insufficiente e credo sia un sintomo di quello che sto dicendo, anche la
sensibilità di un Consiglio regionale che discute su una questione così
delicata, un po’ distratto, così come sta avvenendo.
Se una Regione
vuole, intende programmare la propria crescita attraverso un progetto di
sviluppo compatibile col territorio, tutto ciò, allora, significa grande
rispetto dell’ambiente; le industrie, i comignoli che fumano, le cose
inquinanti le abbiamo lasciate al Nord, forse per questo in Calabria, pur
essendoci la peggiore sanità, assistiamo ancora al fenomeno che c’è, è una
delle regioni dove si vive di più, forse perché abbiamo salvaguardato
l’ambiente.
In questo momento,
per le cose che ha detto, ritengo che da parte dell’assessorato debba essere
fatto un monitoraggio particolare, perché queste risorse e questo valore
dell’ambiente cominciano ad essere compromessi.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Morelli. Ne ha
facoltà.
Ecco, oggi arriviamo finalmente ad affrontare in Consiglio un dibattito sull’emergenza ambientale in Calabria, un tema assolutamente fondamentale per assicurare, Presidente Loiero, una migliore qualità ai nostri cittadini, così come tanti altri strumenti che da qui a poco mi auguro andremo a discutere come quello che riguarda la modifica delle norme urbanistiche.
La nostra Regione ha vissuto anni - e quindi non è colpa di nessuno e non si dà la croce a nessuno perché è un qualcosa che viene da lontano – di disordine normativo, di vuoto legislativo. Il macrocosmo, Presidente Loiero, si riflette sempre sul microcosmo e lei, da già ministro della Repubblica, questo lo sa bene. Questo vuoto legislativo, questo disordine organizzativo ha portato evidentemente anche al commissariamento in tema ambientale.
L’emergenza, si sa, è sempre un qualcosa di molto approssimativo che rincorre il quotidiano ma, comunque, ancorché terminata, finita, ancorché si possa gioire di questo stato di fatto, è evidente e lapalissiano che l’emergenza stessa non ha potuto risolvere ogni problema alla radice, perché questo compito è affidato solo ad una seria programmazione che produce risultati progressivi negli anni.
Per esempio, quando il centro-sinistra era minoranza di governo tuonava quotidianamente - quasi come uno sforzo, assessore Tommasi - contro ogni decisione sulla gestione del ciclo dei rifiuti, anteponendo falsi interessi ambientalistici.
Oggi che si trova a governare non ha fornito soluzioni concrete per evitare che la deriva in termini di emergenza ambientale conduca la Calabria verso situazioni da encefalogramma piatto come qualche regione a noi vicina, come la Campania.
Non vorremmo trovarci a breve sulle nostre strade - al posto degli autobus pieni di turisti che tanto auspichiamo - dei Tir carichi di eco-balle girare per la Calabria in tour senza sapere dove scaricarle. Come, per esempio, sulla Sila, sull’Aspromonte, sul Pollino.
Però, superando interessi localistici è opportuno e, soprattutto, urgente avviare una forte terapia d’urto che parta anche da un forte processo culturale, se mi si consente, per affrontare il nodo dei punti di deposito e trattamento dei rifiuti.
Sulle modalità del trattamento è chiaro che una seria alternativa ai termovalorizzatori o al raddoppio dei termovalorizzatori e via dicendo, può essere, ed è possibile, che possa diventare una cultura, quella che riguarda la realtà della raccolta differenziata.
Ma perché questa possa realmente giungere a significativi livelli di efficacia occorre investire in maniera seria, elaborando una progettualità di interventi che non siano purtroppo vuoti sforzi.
Ci rendiamo conto che, comunque, occorre del tempo affinché le cose si possano completare ma l’educazione ambientale, signor Presidente, non è un semplice cappellino colorato messo in testa ai bambini per una giornata all’aria aperta, o l’acquisto di migliaia di campane poste agli angoli delle nostre strade ma mai svuotate.
“Emergenza ambientale” significa affrontare queste tematiche raggiungendo quotidianamente le famiglie con una raccolta seria, facendo crescere a regime la sensibilità di ciascuno verso queste problematiche e questi temi.
Vede, sui progetti in questo campo come la depurazione delle acque, sicuramente sapremo confrontarci costruttivamente senza barriere ideologiche. Con le false scuse agli italiani non si risolvono i problemi ed è evidente che da qui a poco quando saremo nuovamente, se Dio vuole, maggioranza di governo, nulla ci impedirà di chiedere scusa. Il Presidente Loiero ha chiesto, magari, scusa quando non poteva garantire ed assicurare un mare pulito ma, con questa logica partiremo con il piede sbagliato.
Il problema invece va affrontato subito politicamente e risolto tecnicamente. Su questo evidentemente il nostro apporto non può che essere costruttivo quando guarda solo ed esclusivamente all’interesse della Calabria e dei calabresi. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Occhiuto. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, intervengo telegraficamente, semplicemente per un chiarimento, perché oggi è il secondo atto di una discussione incominciata nella seduta precedente.
Quello è stato il primo atto ed è stato forse il momento di maggiore crisi o di tensione nei rapporti all’interno della maggioranza o di quest’Aula.
Oggi io verifico che forse l’atmosfera natalizia ha sciolto tante tensioni e vi ha resi tutti quanti d’accordo sul modo di procedere.
Allora il chiarimento che io vorrei alla presenza del Consiglio, signor Presidente, è questo: noi vorremmo conoscere, almeno, questo testo miracoloso che l’assessore Tommasi ha depositato presso gli uffici della Segreteria per capire quali siano queste parole straordinarie che hanno rasserenato di colpo un clima che era assai acceso all’interno della maggioranza nella seduta scorsa del Consiglio.
Quindi la inviterei a distribuirlo ai colleghi. Io ne ho preso visione - come è possibile peraltro a ciascun consigliere regionale - in Segreteria.
Vedo che in sostanza, Presidente Bova, si propone una sospensione dei lavori sul termovalorizzatore che è di 60 giorni dall’insediamento della commissione di verifica. Poi c’è un’aggiunta dell’ultima ora che recita “fino al pronunciamento di merito della stessa”.
Io sarei dell’idea di stabilire anche un termine perentorio. Nel senso che vanno bene i 60 giorni dall’insediamento della Commissione, ma se questa dovesse insediarsi per esempio fra 3-4 mesi che succede? Questa è una sospensione che può essere operativa per sei mesi o per un anno? Allora io proporrei all’Aula di valutare la possibilità di aggiungere “la sospensione avrà la durata massima di 60 giorni dall’insediamento della Commissione di verifica e comunque non potrà avere durata superiore ai 90 giorni dall’applicazione della presente legge”.
Quindi è un emendamento che mi permetto di sottoporle in maniera verbale, irrituale, ma il testo noi lo abbiamo avuto nella nostra disponibilità solo in questo momento.
Credo che l’assessore abbia sentito. Ancora gli interventi, però, non sono finiti. Adesso ha la parola l’onorevole Guagliardi.
La ringrazio, signor Presidente, penso che il problema che da ultimo poneva l’onorevole Occhiuto ci imponga di stare attenti perché in effetti si può essere d’accordo sul termine di 60 giorni dal pronunciamento per l’inizio dei lavori, ma se la commissione incomincia fra un anno e nel frattempo sarà completato il termovalorizzatore, allora diventerebbe inutile la proposta a firma dei colleghi De Gaetano e Tripodi.
Vediamo allora di trovare, o in sede di coordinamento formale o in una riunione dei capigruppo, il momento di puntualizzare anche questo, perché potrebbe risultare un meccanismo importante nel nostro dispositivo di legge ma potrebbe essere a rischio di qualche trovata di qualcuno.
Comunque non è questo, perché noi abbiamo fiducia nelle istituzioni.
Io volevo intervenire un momento sul dibattito generale, perché nei termini un po’ più immediati e generali ha già parlato il compagno De Gaetano che ha espresso giustamente la soddisfazione di quella popolazione che da mesi sta lottando perché venga interrotta la costruzione del termovalorizzatore nella città di Gioia Tauro. Queste erano delle contraddizioni perenni di quella triste vicenda che fu il commissariato dell’ingegner Papello, cioè il precedente commissario per l’emergenza calabrese.
Vedete, noi oggi celebriamo con soddisfazione e con orgoglio la fine dell’emergenza rifiuti in Calabria. Lo facciamo perché siamo consapevoli che qui non si tratta solo di un dato che riguarda il far riappropriare i calabresi di un loro diritto di programmare la gestione del territorio e dei rifiuti nel loro territorio, ma di verifica del fallimento di quei 10 anni di gestione commissariale.
Guardate, domani una popolazione intera, 40 comuni – mi pare – sarà in rivolta contro la costruzione di un termovalorizzatore in un’area a particolare tensione sociale in quanto lì è stata concentrata una serie di iniziative che fanno temere non solo per l’economia ma per la salute stessa dei cittadini.
Ma domani stesso a Crotone ci sarà un’altra manifestazione organizzata da un altro movimento che lotta perché la provincia di Crotone non diventi una sorta di deposito generale dei rifiuti della Calabria. In alternativa al termovalorizzatore usiamo le grandi discariche e i grandi depositi dei rifiuti.
Ma anche la stessa provincia di Cosenza non è stata felice, perché se pur ha impedito che avvenissero delle forme di deviazione, come lo è Crotone e Gioia Tauro, ha pagato prezzi altissimi, perché il costo dello smaltimento dei rifiuti di questa provincia, per effetto delle scelte del passato ha prodotto elementi di maggiorazione dello smaltimento dei rifiuti che pagano i cittadini quotidianamente.
Quindi quando parliamo di fine dell’emergenza rifiuti e di un fallimento che in qualche modo ha colpito sempre la popolazione a Crotone con le grandi discariche, a Reggio Calabria con il termovalorizzatore e a Cosenza con l’aumento dei costi di smaltimento, noi parliamo di un fallimento di 10 anni.
Il punto politico su cui dobbiamo oggi fermarci e riflettere è questo: abbiamo perso 10 anni per via di un commissariamento speciale di questa nostra Regione, siamo arrivati ad oggi e adesso ci tocca il triste primato di rilanciare la politica dei rifiuti in Calabria. Devo dire, comunque, di essere soddisfatto dell’atto politico che abbiamo sancito con la fine dell’ufficio del commissariamento e con questo affidamento alla gestione del territorio.
Vedete, noi prima avevamo paura - e forse ora le nuove tecnologie ci aiutano – quando si parlava del termovalorizzatore a Castrovillari. Qui non si parlava di un atto ideologico contro i termovalorizzatori, ma si parlava perché si temeva che a Castrovillari – collega Tallini –, in questo territorio, venissero a smaltire e a bruciare tutte le discariche del napoletano a valle del Parco del Pollino con un non controllo dei rifiuti che venivano bruciati.
Quando il movimento di quel territorio si è opposto al termovalorizzatore in quell’area non lo faceva per un pregiudizio sulle nuove tecnologie per lo smaltimento dei rifiuti, ma perché aveva paura del business degli affari che le organizzazioni criminali - per come dicevano le varie Commissioni parlamentari sullo smaltimento dei rifiuti - potessero infierire e massacrare un territorio ad alta potenzialità agricola e turistica.
Oggi siamo a 10 anni di distanza con la legge 152, che ci impone l’autogoverno provinciale dello smaltimento dei rifiuti, dobbiamo partire da questo per costruire qualcosa di nuovo. Ma per fare ciò bisogna pensare, soprattutto, alle tasse di quei cittadini calabresi che pagano anche quando c’è il fallimento delle società miste.
Perché il punto su cui noi non stiamo discutendo, ma lo faremo in seguito, riguarda l’insuccesso delle società miste che nate in forma equivoca e gestite in forma due volte equivoca da chi le governava, ha prodotto il fallimento della raccolta dei rifiuti, anche di quella differenziata, nonostante gli sforzi.
Noi prendiamo atto che siamo passati – in base ai dati della relazione dell’assessore Tommasi – ad un dato eccellente che va dal 10 al 24 per cento nel giro di un anno, neanche dei mesi di cui si parla. Questo risultato è un dato eccellente, ma già su questo tendiamo a fare uno studio più dettagliato e più analitico.
Vediamo che le società miste e coloro che sono legati alla raccolta differenziata agiscono molto ambiguamente.
Credo che questa sia una giornata importante ed hanno ragione i colleghi che l’hanno già detto. Intanto abbiamo questo grande risultato e dobbiamo trovare la forma migliore per tutelare la popolazione di Gioia Tauro, perché lì ci sia la sicurezza, e questo Consiglio regionale guarda alla gente ed alla domanda che questa ci fa.
Dobbiamo allora approvare il testo di legge proposto dal collega Tripodi e dal compagno De Gaetano, affinché questo sia però lo strumento più sicuro e che più di ogni altro garantisca l’esigenza della popolazione di Gioia Tauro.
Partiamo con un dato positivo, perché tranquillizziamo domani anche le paure del Crotonese, dove si parla di più discariche e di discariche di subordine, che porterebbero quel territorio a diventare una cloaca enorme.
Abbiamo però l’esigenza che, appena insediate le Commissioni, la quarta Commissione preposta passi subito ad interessarsi della materia, visto che ieri sera l’onorevole Maiolo ci diceva che come concetto di industrializzazione dell’economia moderna c’entrano anche i Piani energetici.
Bene, dal prossimo mese di gennaio il Piano energetico ed il Piano dei rifiuti diventeranno strumenti legislativi ed elementi fondamentali di questa maggioranza e di questo Governo regionale.
Vedete, qui entra un dato politico. Noi siamo stati molto sinceri la settimana scorsa col Presidente Loiero nel dirgli le cose che non ci andavano, oggi verifichiamo che c’è un atto importante e positivo e siamo qui a votare per la maggioranza.
Questo è il dato politico ed è il nostro ruolo in questo momento in cui ci confrontiamo sulla problematicità e sui problemi che fanno parte del progetto politico di Rifondazione comunista. Laddove vediamo che le cose vanno bene noi le sosteniamo. Ovviamente, probabilmente, noi ci auguriamo che vadano sempre bene, ma quando non ci saranno le cose che ci convinceranno diremo la nostra con estrema franchezza e lealtà.
Avevo l’esigenza di dire queste cose ma soprattutto per dare - e non per offesa agli amici e ai compagni di Reggio Calabria - soprattutto riconoscimento alla popolazione intera che soffre il malgoverno dei rifiuti delle due precedenti legislature che ci ha portato e siamo a questo stato per quel maledetto sistema di affrontare il problema dello smaltimento dei rifiuti, della gestione delle acque e del resto dell’emergenza Calabria.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Nucera. Ne ha facoltà.
Presidente, le chiedo scusa se non riesco ad essere entusiasta così come ho sentito dagli interventi di tanti amici.
Anche la relazione fatta da Tommasi, se è importante ed indicativa per un nuovo percorso che dobbiamo seguire per quanto riguarda tutta la materia dell’ambiente in Calabria, pur tuttavia essa deve essere ancora valutata da questo Consiglio regionale.
Quando già balza in evidenza una prima forte contraddizione, forte perché miope dell’attenzione che questo Piano regionale di smaltimento ha avuto nei confronti dei territori, delle autonomie locali, nei confronti dei comuni e della gente amministrata nei territori, nei confronti del popolo calabrese, io non riesco a gridare l’entusiasmo e a gioire dell’ottimismo che molti colleghi hanno dimostrato di avere.
Per cui, pur mantenendo forti le mie perplessità, pur condividendo - parafrasando quella felice espressione “eppur si muove” – questo primo passo, mi sento di dover evidenziare alcuni elementi carenti di questo progetto di legge.
Io non so se la carenza dei provvedimenti o del provvedimento, dei contenuti del provvedimento stesso sia collegata ad una necessità di snellire i movimenti o ad una voluta necessità di non affrontare in maniera definitiva e risolutiva il problema.
Non mi sembra di leggere in questo provvedimento di legge, appunto, un contenuto risolutivo del problema. Si tratta, semplicemente di differire nel tempo una decisione ed una volontà legate ad altri.
Ad altri chi? Chi nomina – stando alla lettura dell’articolato – questa commissione? E con quali criteri? Su quali binari poniamo l’attenzione della discussione nelle diverse valutazioni che noi andremo a fare non solo nel rapporto sulla capacità di smaltimento che il raddoppio del termovalorizzatore può avere, ma anche sull’area complessiva di tutto ciò che si verifica nell’area di Gioia Tauro? Con quale sistema di valutazione si porrà attenzione a tutto questo?
Dire 60 giorni in maniera generica, ed è stato anche rilevato da parte di qualche collega, può essere una non decisione, diamo un tempo, differiamo nel tempo questa soluzione e non si sa se questo differimento sia temporale o parziale ma di sicuro è un differimento che non dà piena tranquillità rispetto alla risoluzione dei problemi.
L’obiettivo che noi ci vogliamo porre, caro Presidente, è quello di non avviare mai un raddoppio del termovalorizzatore su Gioia Tauro. Ed i fatti e gli effetti della necessità di questo non raddoppio stanno nelle tante denunce che i sindaci del territorio pongono in essere, non ultimo il sindaco del piccolo comune di Cosoleto che ha dichiarato in questi giorni sulla stampa, che il 90 per cento dei cittadini che muoiono in quel piccolo comune di mille-millecinquecento abitanti, è affetto da tumore.
Ora su tutto questo, con quale stile di commissione, con quale criterio e con quale sistema si vuole andare ad incidere in un rapporto serio, corretto, vero e veritiero, soprattutto non ingannando la popolazione, e che noi andiamo a verificare? Allora questo progetto di legge necessita di una integrazione precisa, per determinare certezze temporali di intervento, proprio perché abbiamo la necessità di dare, appunto, nei tempi di intervento proprio quella risposta sincera e leale, compiuta ed esaustiva che quei 40 comuni domani, con i sindaci in testa - in cui i sindaci sono bipartisan e che nessuno si appropri delle manifestazioni – si attendono.
Non si può dire semplicemente “abbiamo differito e abbiamo bloccato il termovalorizzatore per 60 giorni. Abbiamo raggiunto una grande vittoria”.
No, abbiamo raggiunto una mediazione politica che ci spinge a sperare rispetto ad una valutazione che può essere importante, ma già la valutazione in sé io la contesto, perché contesto il principio che a Gioia Tauro ci debba essere il raddoppio del termovalorizzatore.
Il Consiglio regionale oggi avrebbe dovuto gioire rispetto alla relazione, caro Tommasi, se veramente si fosse proceduto su questa strada e se veramente si fosse manifestata la volontà di chiudere e di dire no al termovalorizzatore in assoluto. Poi gli studi ci diranno come e quando.
Poi – è stato anche detto questo – le Province non possono continuare a mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi, ma devono mobilitarsi ed essere i soggetti protagonisti di una realtà di recupero sulla qualità ambientale dei territori, a prescindere da quello che può essere e che è anche l’egoismo di campanile che ognuno può avanzare nei confronti della massa di pressione che può essere fatta nei confronti della maggioranza del Consiglio regionale.
Qui è un atto di responsabilità e di presa di coscienza reale. Io non sono un esperto del settore, anzi sarei l’ultima persona a dover incidere su questo argomento in maniera tale da poter dire il verbo, assolutamente, però sono affermazioni che io ho sentito, cioè che la frammentazione, la “polverizzazione” – uso questo termine – sul territorio di più di questi strumenti e stabilimenti per la trasformazione dei rifiuti è meno inquinante rispetto ad uno, due e tre fortemente concentrati e con una operatività fortemente intensiva.
La qualità di un inquinamento può essere più o meno sopportabile, ma diventa insopportabile se viene data da una massa enorme di materiale e di rifiuti smaltiti in presenza ancor di più di una debole qualità della raccolta differenziata che noi abbiamo.
Se questo è, noi dobbiamo imporre alle Province, non suggerire loro la necessità, di avviare un programma di ristrutturazione e - perché no? - di completamento su questo settore.
Dobbiamo allora ragionare e porre sul tappeto in maniera responsabile, una decisione seria su quello che vogliamo fare. Sì, è vero, il Piano tornerà, lo discuteremo, tornerà in Commissione, la quarta Commissione ambiente lo valuterà, tornerà in Consiglio, tutto quello che volete. Ci sono, però, quattro-cinque elementi all’interno del Piano che necessariamente noi, al di là della elencazione fatta dall’assessore - meritevole, bravo e tutto quello che si vuole -, dobbiamo porre all’attenzione – vedo che lei, Presidente, scalpita perché il tempo è finito –, un discorso affinché si possa veramente dire “è chiusa l’emergenza ambientale in Calabria”.
Fino a quando questi punti non saranno veramente affrontati l’emergenza ambientale non si chiuderà mai definitivamente.
Allora, se da un certo punto di vista dobbiamo plaudire al Governo nazionale che ha dato alla Calabria la libertà dell’autodeterminazione, e questo è importante, altrettanto plauso io vorrei fare alla Giunta regionale, nel momento in cui si investe della potestà di governo che ha ed impone le linee e gli indirizzi, così come la Costituzione impone ad un governo che governa la Regione, così come la Costituzione impone ad un Consiglio regionale che deve legiferare.
Questo progetto di legge va bene, ma al 30 per cento, perché manca un ulteriore 70 per cento da inserire attraverso i punti che ho elencato prima. Grazie, Presidente.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Guerriero. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, voglio esprimere come Partito socialista una viva soddisfazione per il clima che si respira in Aula e anche per l’importante novità che oggi consegniamo alla Calabria.
Un clima di decisione comune su un argomento decisivo come il blocco dei lavori del raddoppio del termovalorizzatore e la fine del commissariamento dopo 10 lunghi anni.
Certo, adesso bisognerà costruire una stagione nuova, all’insegna della responsabilità, ma sono sicuro che le forze politiche di maggioranza e di minoranza di questo Consiglio sapranno assumersi le scelte urgenti in piena autonomia per rendere normale, in un settore così delicato come l’ambiente, la nostra stagione.
Approvo in toto pertanto la relazione dell’assessore ed aderisco, assieme al mio gruppo, alla manifestazione di domani che si terrà a Gioia Tauro.
Chiedo inoltre attenzione da parte del Governo regionale e del Consiglio sull’argomento citato dall’onorevole Tallini, cioè dei rischi che implica per il territorio di Catanzaro e del suo hinterland, l’attivazione della centrale termoelettrica a ciclo continuo della Edison, localizzata a Simeri Crichi.
Sull’argomento, come sanno sia l’assessore all’ambiente che l’assessore alle attività produttive, ho proposto a luglio una interrogazione rimasta, però, senza una risposta esauriente.
Le polemiche sollevate acutamente dai vari settori della società in proposito, ai rischi che l’attivazione della centrale termoelettrica a ciclo combinato della Edison implica per la salute pubblica, sono diventate pressanti e soprattutto inquietanti. Sindaci del comprensorio, così come sta avvenendo a Gioia Tauro, e associazioni ambientaliste, esponenti del mondo della politica e delle forze sociali e culturali paventano il fatto, supportando la loro tesi con una ambientazione corposa ed ineccepibile, che qualora entrasse in funzione la centrale termoelettrica di 800 mega watt di Simeri Crichi, l’intera area interessata, compresa la città capoluogo di Regione, subirebbe danni ingenti ed irreparabili.
Non è mia intenzione, nella qualità di rappresentante del popolo calabrese, in questa sede soffermarmi sull’impatto per il territorio interessato che discenderebbe dalle cosiddette polveri sottili, che pure è stato indicato, né è mio interesse sapere al momento se l’Edison abbia o meno affrontato misure tecnologiche idonee alla difesa dell’ambiente e trasparenti per rendere visibile ogni processo operativo della centrale. Neanche è intenzione del sottoscritto in questa circostanza, pensare, se l’installazione della centrale a Simeri Crichi sia compatibile con lo sviluppo ambientale e turistico di una delle più ampie ed interessanti aree della Calabria, pur constatando che una simile realizzazione, benché interessi la Calabria non è stata preceduta, come sarebbe dovuto avvenire in passato, da una preventiva pubblica dettagliata e minuziosa informazione sui pro e i contro che derivano dall’avere sullo Ionio catanzarese, a pochi chilometri da Catanzaro una centrale termoelettrica così imponente.
L’assurdo è che di recente, infine, si è verificato - e lo voglio segnalare pubblicamente in quest’Aula - che una associazione culturale “Il Pungolo per Catanzaro”, ha richiesto l’accesso agli atti e la Edison li ha formalmente negati.
Non so se mi spiego, ma la Edison nega persino la possibilità ai cittadini di avere le carte sulla base delle quali nasce ed entra in funzione una macchina per la produzione di energia che suscita dubbi ed inquietudini.
Perciò io chiedo che al ricorso proposto al Tar, dall’associazione “Il Pungolo”, la Regione aderisca – assessore, lo dico a lei – o, comunque, nell’interesse generale attivi tutto ciò che è nelle sue possibilità per restituire certezze e tranquillità ai cittadini.
Condivido gli interventi che mi hanno preceduto, soprattutto per quanto riguarda la raccolta differenziata dei rifiuti in Calabria. Le società miste sono un fallimento, assessore - e lo dico ma certo non è sua responsabilità, perché ha trovato questo stato di cose -, perché non è vero che la raccolta differenziata in Calabria avanza. Questo almeno per quanto riguarda alcune aree come quella del Catanzarese, laddove la differenziata va ad essere scaricata nelle normali discariche per i rifiuti solidi urbani.
Ecco perché ritengo che questo sia un momento importante della vita regionale, ché guarda all’ambiente a 360 gradi e guarda all’ambiente per quanto riguarda gli eco-mostri. E’ necessario, per esempio, come avevamo detto già in quest’Aula, che si faccia un censimento degli eco-mostri su tutto il territorio calabrese per comprendere un attimo quale grande impatto ambientale essi provocano.
Io invito i colleghi che hanno la possibilità di far questo – mi riferisco ovviamente alla Giunta – di guardare con attenzione, perché, certo, la demolizione parziale di Copanello è un fatto importante, ma come Copanello in Calabria ci stanno tante altre aree sia sulla ionica che sul Tirreno.
E lì che diamo un segnale di novità veramente di una politica che questo centro-sinistra vuol portare avanti nell’interesse della collettività calabrese.
Sono convinto che la sensibilità che ritrova questa Giunta, Presidente Loiero, così come ha fatto per Copanello, porterà, certamente, a programmare un piano di smaltimento per tutta la Calabria, tenendo conto della vastità del territorio regionale senza provincialismo alcuno.
Non possiamo far la fine che sta facendo Napoli. Noi dobbiamo comprendere che i rifiuti vanno smaltiti, ma dobbiamo smaltire solo i rifiuti che producono i calabresi, senza far gravare sulle spalle degli utenti, dei cittadini calabresi spese enormi per quanto riguarda le bollette che si riferiscono alla raccolta dei rifiuti solidi urbani.
Sono convinto che da questa sera sipuò cambiare, con la fine del commissariamento, che abbiamo sempre cercato di portare avanti come battaglia politica, ma che, purtroppo, in questi dieci anni ha visto il succedersi di commissari, che hanno portato alla totale devastazione delle risorse, che provenivano dal Governo centrale, ed alle risorse regionali non hanno prodotto alcunché di risultato se non valigie piene di soldi che viaggiavano verso la Svizzera. Grazie.
Presidenza del Vicepresidente Antonio Borrello
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, abbiamo appreso con favore e letizia dall’assessore Tommasi, al quale va tutto il mio affetto e la mia amicizia, della fine della gestione commissariale nel settore dei rifiuti.
Io non mi sentirei così tranquillo, prendo atto, ecco, di questa cessazione dell’emergenza, studierò in modo approfondito il provvedimento che ne ha decretato la fine, ma la letizia è limitata dal fatto che nella realtà l’emergenza è grande, anzi grandissima.
Per un momento vi voglio ricordare di essere cittadino cosentino e dire all’amico assessore, che la provincia di Cosenza è allo stato primitivo in questo campo. Certo ci sono alcuni comuni in cui la raccolta differenziata funziona pure, ma non solo manca un termovalorizzatore ma anche gli impianti di compostaggio, se non sbaglio. Quindi siamo al di sotto, se questo è possibile, dell’anno zero.
Voglio dire che la Giunta e l’assessore Tommasi oggi assumono una responsabilità grandissima e, nel momento in cui si assume una responsabilità grandissima è il caso di partire con il piede giusto.
Brevissimamente io voglio sottolineare come in questa Regione sia mancata in 35 anni l’azione di governo in questo settore.
E’ inutile che noi ci confrontiamo tra l’indirizzo che spetta a determinati organi ed il governo che spetta ad altri determinati organi, perché l’emergenza rifiuti dimostra che l’azione di governo è stata uguale allo zero.
Azione di governo non vuol dire solo produrre un articoletto di legge o quant’altro, ma lavorare anche con le istituzioni territoriali.
Ho sentito il collega Tommasi dire una cosa bellissima riguardo al rapporto con i sindaci e con le associazioni ambientaliste. Da lì si deve partire perché se a questo Consiglio spetta l’azione di indirizzo, difficilissima sarà l’azione di governo.
Perché è mancata l’azione di governo? Anche alcuni discorsi che ho sentito oggi pomeriggio, che sono apprezzabilissimi, lanciano un allarme di una gestione difficile, perché se noi mettiamo una sottolineatura sui danni che possono derivare alle popolazioni da determinati impianti, io mi chiedo: la questione rifiuti come si risolverà?
Faremo questi impianti sulla testa del governatore, della Giunta o del Consiglio? Ma la situazione della Campania non ci dice nulla? Tutti a gridare contro la localizzazione degli impianti e intanto i rifiuti, la “monnezza”, come si dice, ce l’hanno quotidianamente sotto l’uscio di casa ed in alcuni momenti arriva fino al primo piano dei fabbricati.
Ma non vi ponete il problema che questo è il fallimento dell’azione di governo? Cioè di una classe dirigente – parlo di quella campana – che non è riuscita a fare neanche un’azione culturale che spetta a chi ha la titolarità del governo di far capire delle cose alle popolazioni? Se noi imposteremo anche giustamente, perché non vorrei che il mio dire potesse sembrare critico rispetto ad alcune affermazioni e poi dirò perché non è critico brevissimamente, se noi non facciamo capire queste cose ai sindaci, ai Consigli di quartiere, alle associazioni, alle scuole ed a quant’altro, il problema non si risolverà, perché la situazione di Gioia Tauro diventerà la situazione di qualunque sito della regione.
Allora questo problema dell’azione di governo, caro assessore, è fondamentale e chi parla può anche affermare queste cose.
Lo voglio dire con una piccola sottolineatura di carattere personale, perché questa vicenda mi ricorda l’azione di un giovane sindaco che tra i suoi primi atti avviò l’esproprio di una vasta area per costruire un inceneritore che poi l’insipienza di altri l’ha chiuso.
Allora cosa voglio dire con questo, caro amico e assessore Tommasi? Voglio dire che se il Consiglio deve essere organo di indirizzo e se, come è giusto, la Giunta deve essere organo di governo, da ieri lei – se posso dire il lei in quest’Aula, ma debbo dirlo – deve iniziare questa azione di governo, perché non c’è equilibrio in questa Regione.
Non è possibile che cittadini cosentini per l’insipienza delle classi dirigenti debbano portare i rifiuti a Gioia Tauro, ed in questo mi collego alle cose che hanno detto altri colleghi.
Allora quell’azione di governo va iniziata domattina, perché non possiamo aspettarci di ritornare in questo Consiglio a discutere di rifiuti ed il Consiglio che non svolge ruoli che sono propri, debba stabilire localizzazioni per impianti di questo tipo. Del resto la tecnologia moderna dimostra che possono essere più che sicuri.
Il Consiglio deve essere messo di fronte a proposte concrete e le proposte sono e saranno concrete nel momento in cui quell’azione di governo si sviluppa attivando il senso di responsabilità delle istituzioni minori, dai Comuni alle Province, il ruolo delle Province, questa grande assente, la provincia in generale, in questo contesto della politica dei rifiuti.
Per cui è finita l’emergenza, non invidio il ruolo di Tommasi. Che da domani inizi quell’azione di governo, perché non è possibile che noi ci troviamo in un’epoca in cui ci sono le tecnologie per risolvere i problemi ed i denari per utilizzare queste tecnologie, ed ancora siamo all’emergenza dell’emergenza, perché l’emergenza – a mio avviso – non è finita qua.
Su questo aspetto, e chiudo veramente, si misura anche un’armonia nell’ambito delle istituzioni, perché quell’azione di governo, quel ruolo nei confronti degli enti locali, quella richiesta di attivare senso di responsabilità è tanto più forte nella misura in cui l’istituzione che propone questa armonia - che propone e chiede questa assunzione di responsabilità -, quella istituzione al proprio interno rispetta questi ruoli.
Io mi sono già espresso una settimana fa su quella che è una mia modesta visione e su una battaglia che intendo fare con coerenza, stando alle regole, uniformandomi alle discussioni ed alle sintesi che ci saranno nell’ambito dello sviluppo del Partito democratico, sull’armonia delle istituzioni calabresi. Su un Governo che abbia titoli, prerogative e forze per decidere, sia pure in un contesto democratico, e su un Consiglio che sia organo di indirizzo e non organo di gestione.
Chiudo lasciando a chi di dovere un minimo di riflessione sul rapporto tra il ruolo di gestione ed il ruolo di indirizzo. Perché se il ruolo è di gestione o è di indirizzo si deve far riferimento anche all’atto che si assume come punto di partenza per una decisione dell’organismo.
La mia visione a questo riguardo è chiara sul ruolo di questo Consiglio e del Governo. Anche in questa vicenda intendo umilmente restare coerente con la mia modesta visione. Grazie.
PRESIDENTE
Non ci sono più iscritti a parlare, pertanto il dibattito è da ritenersi chiuso.
La parola all’assessore per la replica.
Presidente, io ringrazio l’intero Consiglio per l’apprezzamento al lavoro e all’impegno che come Governo abbiamo avviato non a soluzione, ma a definizione di una stagione di emergenza che durava da troppi lunghi anni.
E’ chiaro che alcuni distinguo ed alcune riflessioni in cui si evincono alcuni punti di criticità, alla luce della lettura del Piano – avete anche copia della relazione –, legittimamente ci sono, ma con un senso di responsabilità massima, forse è il caso che si prosegua almeno per una prima fase.
Da una riflessione fatta nell’Esecutivo abbiamo ritenuto opportuno avviare questo percorso di normalizzazione in questa Regione sapendo che ci sono difficoltà emerse anche nel dibattito, negli interventi dei colleghi consiglieri di maggioranza e di opposizione.
Questo perché in alcune province non si è addivenuti ad un Piano definito, e su questo non ci vogliamo esaltare. Siamo seriamente consapevoli che il processo emergenziale dopo 12 anni in alcune province è rimasto allo stesso status.
Allora, nel contesto di quella politica che vede il coinvolgimento di tutti, riteniamo che questo Piano vada rielaborato in applicazione della “152” del 2006, che mette al primo posto la costituzione degli ambiti territoriali e, ribadisco, un sistema di cicli integrati di smaltimento dei rifiuti in tutti gli ambiti.
E’ partendo da questo che noi abbiamo rivisto una posizione di preoccupazione, ed è chiaro che l’attenzione rimane massima, però, in questo settore, che era uno dei più difficili della Regione Calabria, abbiamo dato vita davvero ad una inversione di tendenza. Inversione di tendenza che non ci porta a far viaggiare i tir con le eco-balle, ma ci porta ad aver bonificato, dopo 50 anni di non governo della gestione ambientale, le montagne della Sila, del Pollino e dell’Aspromonte, caro onorevole Morelli.
Non abbiamo fatto un progetto di educazione ambientale regalando cappellini, ma abbiamo fatto un progetto di educazione e sensibilizzazione ambientale coinvolgendo 120 mila studenti calabresi. Abbiamo fatto un progetto di sensibilizzazione e di comunicazione per la cittadinanza in maniera costante e quotidiana, ma che non è mia abitudine, non è nostra abitudine come governo, sottolineare. Ma ha ricevuto il premio internazionale come miglior progetto al Compa di Torino non più tardi di 2 mesi fa. Proprio perché da una Regione difficile come la Calabria arrivava un progetto innovativo e rivoluzionario di coinvolgimento delle popolazioni.
E’ su questo che si sono poggiate le nostre linee di inversione di tendenza sulla materia ambientale.
Le preoccupazioni di Stancato sulla depurazione. La depurazione l’abbiamo portata a completamento, abbiamo sistemato gli impianti che abbiamo resi funzionali e funzionanti. Adesso è compito di gestione ordinaria e non più dell’assistenzialismo, cui ormai si era abituati con l’emergenza. Non è più possibile.
Al collega Tallini voglio solo ricordare un passaggio, che è riportato nel primo stato dell’ambiente che la Regione ha presentato, cui tutti i consiglieri regionali, gli amministratori pubblici hanno partecipato. In due anni e mezzo la Regione Calabria è l’unica Regione d’Italia a non avere avuto infrazioni comunitarie. Ne avevamo 75 e in due anni e mezzo le abbiamo portate a zero. Questo significa che qualcosina in questo delicato settore è stato fatto, con dati e con carte, con strumenti che erano fermi da decenni, compresi i fondi comunitari. Li abbiamo messi in un circuito virtuoso che ci ha portato anche ad uscire dall’emergenza: bonifica, depurazione e rifiuti.
Ha ragione l’amico Principe: l’azione di governo deve essere partecipata, deve coinvolgere cittadini, movimenti e sindaci. Ognuno deve fare la propria parte se vogliamo che l’uscita dell’emergenza diventi davvero uno strumento entusiasmante e virtuoso per la nostra Regione.
Dopo aver sentito gli interventi, Presidente, mi pare di aver capito che ci siano delle proposte aggiuntive.
Credo nell’alto valore, nel sommo valore che noi vogliamo dare a questa sospensione, che non è fittizia; vogliamo davvero fare in modo, collega Nucera, che, insieme ai sindaci, insieme alle associazioni e ai comitati, in una commissione, che verrà nominata dal ministero dell’ambiente, noi sicuramente possiamo riuscire a dare uno spaccato reale di come è la situazione. Così la massima assise regionale nell’affrontare la successiva decisione avrà contezza di quel che andrà a votare…
(Interruzione)
Questa è la volontà di mettere in condizione la massima assise di affrontare con chiarezza, trasparenza e massima consapevolezza i provvedimenti che in questa materia andrà a votare. Grazie.
Presidenza del Presidente Giuseppe Bova
Il dibattito è terminato, chiamo i capigruppo, assieme all’assessore, al banco della Presidenza.
(I capigruppo si
portano al banco della Presidenza)
La riunione dei capigruppo, della Giunta e dell’assessore al ramo ha assunto l’orientamento con un coordinamento formale, di affermare che la sospensione scatta dal momento della sospensione della esecutività dell’entrata in vigore della legge. C’è su questo dispositivo un accordo unanime della Conferenza dei capigruppo.
Contemporaneamente, come combinato disposto, viene proposto un ordine del giorno che solleciti il governo e le forze interessate a comporre nella immediatezza la commissione e a farla operare, comunque, entro la fine del prossimo mese di gennaio, in maniera che i 60 giorni, che noi diamo dal momento in cui si insedia la Commissione, siano effettivi. Altrimenti sembra che noi andremo a votare un dispositivo che potrebbe avere mai pratica attuazione.
Se la Commissione non si insedia, i 60 giorni entro cui dovrebbe concludere i propri lavori non avverranno mai. Infine, comunque, qualora si creassero degli inconvenienti o dei problemi rispetto a questo, noi su questo punto convocheremmo, entro la fine del prossimo mese di gennaio, una assemblea o un Consiglio regionale in merito all’ordine del giorno.
Se non ci sono osservazioni su questa proposta io pongo in votazione l’inserimento all’ordine del giorno della proposta di legge.
(Il Consiglio approva)
Passiamo alla
trattazione del progetto di legge numero 264/8^ d’iniziativa dei consiglieri De
Gaetano e Tripodi Michelangelo, recante: “Integrazione al piano regionale dei
rifiuti”
Non vi sono richieste
di parola per dibattito generale. Si
passa all’esame degli articoli.
Pongo in votazione
l’articolo 1
(E’ approvato)
Pongo in votazione
l’articolo 2
(E’ approvato)
Pongo in votazione il
progetto di legge con il coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in
allegato)
E’ informale quel che
vi dico ma vi chiedo un assenso formale sull’ordine del giorno che così recita:
“Il Consiglio regionale della Calabria
premesso che
con propria deliberazione legislativa numero 192 del 21 dicembre 2007, ha approvato l’integrazione al piano regionale dei rifiuti concernente la sospensione dei lavori di realizzazione del raddoppio del termovalorizzatore di Gioia Tauro;
la sospensione avrà la durata massima di 60 giorni dall’insediamento della Commissione di verifica sullo stato ambientale della Piana di Gioia Tauro, e comunque fino al pronunciamento di merito della stessa ;
impegna
la Giunta regionale ad invitare i Comuni interessati a nominare nel più breve tempo possibile, i propri rappresentanti in seno alla Commissione di verifica sullo stato ambientale della Piana di Gioia Tauro;
impegna
altresì, la Presidenza del Consiglio regionale ad informare la Conferenza dei Presidenti dei gruppi, qualora entro il 31 gennaio 2008 la Commissione di verifica sullo stato ambientale della Piana di Gioia Tauro, non dovesse dare notizia dell’insediamento”.
Pongo in votazione l’ordine del giorno così come letto in Aula.
(Il Consiglio approva)
Con questo voto il primo punto all’ordine del giorno è licenziato.
Il terzo punto all’ordine del giorno, invece, non viene posto in votazione nel rispetto degli orientamenti assunti dalla la Conferenza dei capigruppo, decisioni sulle quali ci sentiamo impegnati, l’Aula rispetto a questo è sovrana.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Borrello. Ne ha facoltà.
Presidente, intervengo per chiedere l’inversione dell’ordine del giorno ponendo immediatamente in discussione i punti 4 e 5 che riguardano l’autorizzazione all’esercizio provvisorio della Regione e il bilancio del Consiglio regionale.
PRESIDENTE
Ci sono osservazioni su questo? Ha chiesto di parlare l’onorevole Abramo. Ne ha facoltà.
In considerazione del fatto che sul secondo punto all’ordine del giorno io non ho firmato la richiesta di trattarlo oggi, siccome credo ci sia la necessità, su un argomento così importante, di dedicare una intera giornata o anche più di una giornata di seduta di Consiglio regionale, con questo unico punto all’ordine del giorno, e poi, soprattutto perché a relazionare oggi sarebbe il Presidente della Giunta regionale, e non perché non ne abbia le capacità, ma ritengo che il Consiglio abbia bisogno di una relazione un po’ più dettagliata, per cui sarebbe opportuno, a mio avviso, aspettare, magari, che il Presidente Loiero dia la delega in materia ad un assessore il quale potrebbe sicuramente portare una relazione maggiormente approfondita per meglio chiarirci quali sono le idee di questo governo regionale su una questione così importante.
Poiché, tra l’altro, abbiamo oggi due punti molto importanti all’ordine del giorno, che riguardano l’autorizzazione all’esercizio provvisorio della Regione e l’approvazione del bilancio di previsione del Consiglio regionale, credo sia giusto proporre una inversione dell’ordine del giorno così come richiesto da Borrello e rinviare, però, la discussione sulla questione sanità magari entro i primi quindici giorni di gennaio, convocando il Consiglio con questo unico punto all’ordine del giorno.
Quindi se il Presidente può mettere ai voti come proposta questa…
(Interruzione)
PRESIDENTE
Ha finito, onorevole Abramo? Ha chiesto di parlare l’onorevole Occhiuto. Ne ha facoltà.
Presidente, non nello specifico su questo, ma sempre sull’ordine dei lavori le vorrei segnalare che a firma dei consiglieri della maggioranza e della minoranza, ma anche del sottoscritto, è stato depositato un ordine del giorno presso la Segreteria del Consiglio per impegnare la Giunta regionale ad intervenire nelle forme di legge per quanto è accaduto – onorevole Pirillo, mi rivolgo anche a lei – il 15 ed il 16 di dicembre. In quei giorni in vaste aree della provincia di Cosenza, a causa di incendi e straordinarie nevicate ci sono stati danni irreversibili, soprattutto alle aziende che si occupano di produzioni in serre, nel senso che interi impianti sono stati distrutti anche dal carico della neve sulle attrezzature.
Questo è un ordine del giorno firmato dai consiglieri di entrambi gli schieramenti, ne chiedo in qualche modo l’inserimento all’ordine del giorno della discussione in Aula, per l’approvazione.
Vuol parlare, assessore?
(Interruzione)
Se ho capito bene ci sono tre ordini di questioni. La prima riguarda la richiesta di inversione formulata dall’onorevole Borrello in maniera che i punti 4 e 5 all’ordine del giorno diventino punti 2 e 3.
Se non ci sono osservazioni intanto si vota questa prima richiesta.
(Il Consiglio approva)
(Interruzione)
Il punto 4 e 5 per la proposta avanzata dall’onorevole Borrello…
(Interruzione)
No, cronologicamente quella è la prima proposta, siccome non contraddice la sua richiesta, onorevole Abramo, mi pare non ci siano osservazioni a che i punti 4 e 5 diventino 2 e 3.
No, concordo, Presidente. Io, comunque, avevo richiesto la convocazione di una seduta entro i primi 15 giorni di gennaio con un unico punto all’ordine del giorno, la questione sulla sanità..
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Lo Moro.
(Interruzione)
Onorevole Abramo, ad adiuvandum…
Sergio ABRAMO
Se fosse possibile, Presidente, - quando ci sarà la seduta – che sia l’assessore a relazionare e non il Presidente della Giunta.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Adamo. Ne ha facoltà.
Sono d’accordo con la sostanza e la questione che pone l’onorevole Abramo, ma mi pare pleonastico il punto, perché siccome si tratta di una inversione all’ordine del giorno, va da sé che la sanità rimane comunque il primo punto all’ordine del giorno della prossima seduta consiliare, per cui non c’è bisogno di votare secondo me.
Nel senso che capisco che può essere un fatto di azzeccagarbugli ma non lo è. Non lo è nel senso che la sostanza politica qual è? Io almeno la interpreto così, onorevole Presidente. Cioè con la richiesta di inversione dell’ordine del giorno non hanno manifestato la volontà di non discutere sulla sanità, ma hanno posto un problema di organizzazione dei lavori, ma l’argomento sanità non è cassato perché c’è e si discute – come giustamente ha detto lei ed ha fatto bene a richiamarlo – al primo punto all’ordine del giorno.
Solo questo volevo dire.
PRESIDENTE
Prego, onorevole Abramo.
Posso anche essere d’accordo con l’onorevole Adamo, l’unico problema potrebbe nascere solamente se lei decidesse una data anteriore al 15 gennaio…
(Interruzione)
Io dico con un unico punto all’ordine del giorno, perché cosa succede? Se lei ha necessità di fare una riunione di Consiglio per la nomina dei Presidenti delle Commissioni ed ancora non è pronta per venire in Aula la relazione dell’assessore alla sanità, rischiamo di trovarci di nuovo al primo punto all’ordine del giorno “sanità” mentre io propongo una sessione dedicata a questo solo argomento.
PRESIDENTE
Prego, onorevole Aiello.
Presidente, volevo interpretare meglio, secondo il mio modesto parere, la proposta dell’onorevole Abramo.
Vogliamo fortemente discutere sulla tematica della sanità, ma mi pare che l’onorevole Abramo abbia precisato il fatto che ci sia la presenza di un assessore competente. In questo senso, altrimenti diventa superfluo, relativo non poter disquisire di sanità senza una delega precisa. In questo senso mi pare volesse specificare la questione. Grazie.
Cari colleghi, se ho capito bene prima di mettere in votazione…
(Interruzione)
…onorevole Adamo, le chiedo scusa. Le precisazioni fatte secondo me sono state utili. Io vorrei ricordare all’Aula che una discussione sulla questione della sanità è già iscritta all’ordine del giorno e non la stiamo dibattendo oggi, perché c’è una richiesta di aggiornamento della stessa. Per essere chiari.
Quindi era prevista la discussione ed anche l’assessore al ramo, che nel caso è il Presidente della Regione era pronto a relazionare
Si chiede – e l’Aula si sta pronunciando attraverso i gruppi, onorevole Abramo, con l’aggiunta fatta alla fine dall’onorevole Aiello – che ci sia una discussione assai impegnativa su questo punto cui risponda, introduca e replichi l’assessore alla sanità, che in questo momento è il Presidente della Giunta.
Poi gli atti che farà il Presidente della Giunta non dipendono dai miei o dai suoi auspici, onorevole Abramo. L’Aula può democraticamente esprimere una sua valutazione. Ma noi sappiamo che le prerogative del Presidente della Regione con l’elezione diretta sono quelle che sono…
(Interruzione)
Perfetto. Allora cari colleghi le chiedo scusa, lei ha chiesto ed io ho ascoltato pure se ho capito bene, l’interruzione dell’onorevole Lo Moro.
Lei ha chiesto che entro il 15 gennaio ci sia una discussione di questo tipo.
Questo è al primo punto all’ordine del giorno ed è parte diligente di questa Presidenza e della Conferenza dei capigruppo, se dovessimo fare più cose, di convocare il Consiglio per due o tre giorni, non c’è problema e, quindi nella stessa seduta fare questo e tutto quello che la Conferenza dei capigruppo ritiene necessario e prioritario.
La differenza potrà essere di 8-10-24 ore non di più.
Con questa specificazione e, quindi, che molto probabilmente è intendimento di questa Presidenza convocare il Consiglio prima del 15 gennaio, io sono in grado di dirvi solo quello che ha licenziato prima la Conferenza dei capigruppo. Cioè che il 28 c’è formalmente la Conferenza dei capigruppo che rifletterà su alcune questioni.
Ritengo che se sarà necessario i primi di gennaio si riconvocherà. Comunque entro la data che lei suggerisce io non avrò dubbi che verrà convocato un Consiglio.
Allora se non ci sono riserve o osservazioni…
(Interruzione)
…però il voto dovrà essere formale.
Con queste delucidazioni e questi chiarimenti…
Ha chiesto di parlare l’onorevole Lo Moro. Ne ha facoltà.
Volevo dire semplicemente, affinché ci fosse anche traccia formale – perché quel che diciamo qui è molto formale, in quanto luogo istituzionale -, che l’onorevole Abramo poneva un problema sicuramente reale, anche se, correttamente, il mio capogruppo ha specificato quanto all’ordine del giorno c’è già, cioè la questione della sanità, perché comunque stiamo vivendo una anomalia.
C’è stata una relazione del Presidente che è stata su un doppio argomento. L’Aula l’ha accettata come tale perché si discuteva nello stesso contesto e, quindi, si è data la possibilità di rispondere e sulla prima parte e sulla seconda.
Poi altra cosa è il fatto che - per motivi che non sto a contestare a nessuno – il discorso sta slittando al punto tale che probabilmente avremo bisogno di una nuova relazione del Presidente. Perché sulla relazione del Presidente è corretto discutere nella immediatezza non a distanza di mesi.
D’altra parte se c’è una urgenza tale che produce una ordinanza di protezione civile e la costituzione di una Commissione a livello governativo, l’urgenza la dovrebbe avvertire – così come l’ha avvertita il Presidente – anche l’Aula.
Io non pongo alcun problema straordinario, ma pongo l’esigenza formale che si sottolinei che stiamo discutendo non di un punto all’ordine del giorno che abbiamo concordato come capigruppo o che è stato inserito su richiesta di qualcuno, ma stiamo discutendo della sanità a seguito della relazione del Presidente.
Ho ascoltato le osservazioni dell’onorevole Lo Moro ed una cosa non esclude l’altra.
Questa Presidenza sarà diligente nell’informare il Presidente della Giunta, e non c’è dubbio che se si produrrà sull’ordine del giorno una nuova riunione dell’assemblea da qui alla prima decade di gennaio, molto probabilmente sarà opportuno - fermo restando che la valutazione competerà al Presidente della Regione - che sul punto ci sua una relazione integrativa.
Comunque in questo momento noi votiamo sulla richiesta dell’onorevole Abramo.
(Il Consiglio approva)
Pertanto, il punto viene stralciato dall’ordine del giorno e viene posto come primo punto della prima seduta del Consiglio dell’anno 2008.
Sull’esercizio provvisorio…
(Interruzione)
Un’ultima cosa: siccome c’è la proposta dell’onorevole Occhiuto e di altri colleghi di inserimento e discussione di un ordine del giorno rispetto allo stato di calamità ecc., e su cui non si avanzano eccezioni da parte dell’assessore all’agricoltura, si vota per il suo inserimento.
(Il Consiglio approva)
Pertanto, il punto è inserito all’ordine del giorno.
Il nuovo ordine del giorno per come votato dall’Assemblea
recita “Proposta di legge numero 258/8^
di iniziativa della Giunta regionale, recante: "Autorizzazione
all'esercizio provvisorio del Bilancio di previsione della Regione Calabria per
l'anno finanziario 2008 - art. 16 della Legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8”.
La parola al relatore Naccari Carlizzi, che è anche l’assessore.
Essendo un compito facile lo faccio io direttamente.
Come è noto ai colleghi consiglieri è licenziato dalla Giunta il bilancio di previsione 2008. Per i noti motivi non è stato preso in considerazione in quanto la Commissione bilancio non si è ancora insediata.
Di conseguenza, abbiamo ritenuto opportuno nonostante fossero trascorsi i due mesi dalla presentazione della bozza del bilancio 2008 richiedere l’autorizzazione per l’esercizio provvisorio.
Non è altro, quindi, che l’applicazione dell’articolo 16 della legge 8 con la previsione esclusivamente delle spese obbligatorie e poi del fondo dei trasporti, Ppl, forestali, ex fondo sollievo Lsu e Lpu e stabilizzazione Lsu ed Lpu.
Abbiamo anche discusso in sede di Conferenza dei capigruppo sul prosieguo su cui probabilmente ritorneremo prima di andare ad immaginare- subito dopo chiaramente l’individuazione e l’elezione del Presidente della Commissione bilancio- come procedere subito dopo anche all’approvazione della finanziaria 2008.
E’ chiaro che l’approvazione della finanziaria 2008 ci consentirà di poter fare degli interventi su quella che era la bozza di bilancio che è stata licenziata dalla Giunta e che aveva solamente una dimensione ed una funzione inerziale.
Mi sembra che non ci sia null’altro da aggiungere.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Abramo. Ne ha facoltà.
Al di là della relazione sintetica dell’assessore Naccari al quale non possiamo addebitare visto che è un neo assessore assolutamente niente per questa vicenda del bilancio, dobbiamo però registrare come minoranza che rispetto a quello che era stato promesso ai calabresi, cioè avere ogni anno il bilancio in maniera puntuale – e quindi questo lavoro doveva partire già dal mese di ottobre per avere l’approvazione entro fine anno – registriamo dei ritardi.
(Interruzione)
Ma soprattutto al di là del ritardo del bilancio voglio ricordare che manca ancora il Presidente della Commissione bilancio che non si riunisce da parecchio.
Registriamo, quindi, questo ulteriore ritardo pertanto credo sia un tornare indietro rispetto agli anni precedenti.
Volevo solamente far registrare questo all’Aula e alla stampa perché anziché andare avanti, come dicevo prima, stiamo tornando indietro. Grazie.
Ne abbiamo discusso ieri in Conferenza dei capigruppo. Avevamo dimenticato la propaganda ma evidentemente qualcuno ci ha pensato.
La proposta di legge è formata da due articoli che pongo in votazione.
Pongo in votazione il primo comma dell’articolo 1.
(E’ approvato)
Al comma 2 dell’articolo 1 è stato presentato emendamento a firma del consigliere Adamo, protocollo 3342, che così recita “Al comma 2 dell’articolo 1 aggiungere:si autorizzano le spese per il funzionamento dell’osservatorio regionale sul turismo sul Cap.6133104 (UPB 2.2.01.0403)”
Onorevole Adamo, ha facoltà di illustrare l’emendamento.
(Interruzione)
Sì illustra da sé.
Non conosco la rilevanza dell’emendamento sull’autorizzazione alle spese di funzionamento dell’osservatorio regionale sul turismo. Noi non abbiamo fatto alcun tipo di previsione da questo punto di vista in aggiunta alle spese obbligatorie ed a quelle che ho citato prima.
Io non conosco l’urgenza di questo tipo di previsione, proprio perché non conosco la tipologia di attività che svolge l’osservatorio e non so se tecnicamente è possibile inserirlo nella previsione dell’esercizio provvisorio.
Magari il collega Adamo mi saprà dare qualche informazione in più.
L’assessore al ramo e relatore dice che non conosce la ricaduta finanziaria, il rilievo che ha questo emendamento. Dice che per lui non si illustra da sé perché non è in grado di valutare. Non so chi deve valutare…
Il parere è negativo.
Pongo in votazione il comma 2 dell’articolo 1, recita “Si autorizzano le spese per il funzionamento dell’osservatorio regionale sul turismo nel capitolo 6133104, Upb 2201403”.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 1 nel suo complesso.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la legge nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in
allegato)
Si passa adesso alla proposta di provvedimento amministrativo numero
270/8^ di iniziativa dell'Ufficio di Presidenza, recante: "Bilancio di
previsione del Consiglio regionale per l'esercizio finanziario 2008".
L’onorevole Borrello, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.
Presidente, sarò brevissimo anche perché la relazione allegata al bilancio è chiaramente illustrativa di tutta la manovra finanziaria.
Mi faceva piacere rimarcare il dato relativo al fatto che rispetto all’ultimo assestamento del bilancio 2007, quello del 2008 si presenta con una contrazione di spese reali rispetto alle voci di bilancio di circa 2 milioni di euro oltre ai risparmi che abbiamo già realizzato e destinato agli stage per i giovani laureati che ammontano a circa 3 milioni di euro.
Detto questo, Presidente, è una attività quella del Consiglio che sta tentando con grande sforzo e con grande umiltà di ricondurre il bilancio del Consiglio in un ambito più accettabile e più coerente con gli obiettivi che si perseguono.
Grazie, Presidente.
Non ci sono osservazioni né rilievi, pertanto pongo in votazione il bilancio di previsione del Consiglio.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in
allegato)
Torniamo adesso all’ordine del giorno che recita “Ordine del giorno <<Sullo stato di
calamità naturale richiesto per la provincia di Cosenza>>”.
L’onorevole Occhiuto
ha facoltà di illustrare l’ordine del giorno.
Signor Presidente, si tratta di un ordine del giorno che impegna la Giunta regionale a dichiarare lo stato di calamità nelle forme previste dalla legge a seguito delle straordinarie nevicate del 15 e del 16 dicembre, quando nella provincia di Cosenza intere zone a vocazione agricola, soprattutto quelle dove insistono impianti di produzione in serra hanno subito dei danni irreversibili anche per il fatto che la neve che si è depositata sugli impianti ha determinato la definitiva e irreversibile – per l’appunto – distruzione degli impianti stessi oltre che delle piante.
So che l’assessore Pirillo è a conoscenza del problema e che ha anche programmato un sopralluogo con i tecnici dell’assessorato all’agricoltura.
Questo ordine del giorno che è firmato dai consiglieri di maggioranza e di minoranza vuole stimolare ulteriormente la Giunta, che per la verità su questo argomento mi pare abbia già deciso di assumere qualche orientamento.
Presidenza del Vicepresidente Antonio Borrello
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Pacenza. Ne ha facoltà.
Presidente, io sono tra quelli che assieme al collega Occhiuto ed altri ha sottoscritto l’ordine del giorno e voglio approfittare per aggiungere qualcosa perché oggettivamente è stata una condizione atmosferica straordinaria.
Ci sono state condizioni di grandine e di nevischio persino sulle aree marine.
C’è da aggiungere il dato che nello specifico, almeno fino a questo momento non si registrano grandissimi problemi alle produzioni ma molti più problemi agli impianti, soprattutto agli impianti di tutela.
Cioè nell’area coinvolta - soprattutto quella della Sibaritide che è un’area di eccellenza sul piano agricolo – gli impianti anti grandine e anti gelo sono stati travolti dalla presenza della neve.
Su questo terreno mi sono sentito più volte nelle primissime ore anche con l’assessore Pirillo per chiarire un po’ anche le cose che diceva il collega Occhiuto.La verifica sui danni - in base alla legge sui trasferimenti delle competenze – compete agli enti provinciali e quindi la Regione fino a questo momento non ha potuto far altro che sollecitare gli enti provinciali.
Lo ha fatto formalmente a mezzo telegramma e dovrebbero in questi giorni cominciare le verifiche di accertamento.
Si pone un problema trattandosi di culture fortemente pregiate, tra pescheti e clementine, di vedere se riusciamo a trovare forme che assicurino il rigore più assoluto per quanto riguarda la delimitazione delle aree ed il tipo di danno prodotto perché non può apparire o essere tanto meno una vicenda a cui ci si può alla fine agganciare da destra o da sinistra rispetto ad altre questioni.
Poi bisogna valutare anche se dentro misure che possono essere eventualmente attivate per quanto riguarda risorse disponibili sull’attivazione del comparto, possiamo mettere in campo anche forme di anticipazioni economiche per come abbiamo fatto negli anni passati, perché trattandosi di culture assai pregiate, si rischia di produrre sul terreno della ricchezza e della produzione una conseguenza ancora peggiore rispetto a quella che già c’è stata.
Io sono sicuro che su questo terreno l’assessorato svolgerà il suo ruolo ed il suo compito. Possiamo dare come assunto un impegno dello stesso assessore appena fatto questo lavoro ricognitivo di informare il Consiglio stesso rispetto all’andamento della vicenda.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’assessore Pirillo. Ne ha facoltà.
Brevissimamente, voglio ringraziare i colleghi che hanno proposto l’ordine del giorno e non ripeterò le motivazioni che hanno spinto i colleghi a farlo.
Devo però dire che obiettivamente le abbondanti nevicate con 40-50 centimetri di neve, hanno distrutto interi pescheti soprattutto nella Piana di Sibari. Il sovraccarico della neve ha provocato la rottura delle impalcature su cui – come diceva il collega Pacenza – erano poggiate le reti a protezione dalla grandine che spesso colpisce queste colture.
Si tratta di colture di pregio, sono pescheti, le famose “nettarine” vendute nel mondo come un prodotto di alto livello.
Ma non sono state distrutte solo le impalcature ma anche le piante ed è questo il problema vero. Siccome la produzione è soggetta a contratti, cioè i proprietari di 300-400 ettari di pescheti, di nettarine, hanno i contratti e devono – o dovevano – consegnare entro date prestabilite il prodotto, ora rischiano di perdere il mercato.
Per riprendere la produzione nella quantità e nella qualità prevista quest’anno ci vorranno diversi anni, pertanto noi andremo a perdere, ovviamente, un mercato che sarà occupato da altre regioni – almeno mi auguro – ma probabilmente da altre nazioni.
Il colpo più forte è anche alla manodopera. Una manodopera qualificata e numerosa nel senso che non solo cura e raccoglie le nettarine, le pesche ma ne cura anche tutta la gestione.
Io ho già fatto come diceva il collega Pacenza, un telegramma alle amministrazioni provinciali per attivarsi e quantizzare al più presto possibile i danni che saranno ripresi in una delibera di Giunta regionale che sarà poi sottoposta al Ministero e conseguentemente alla Unione europea.
Devo dire che ho già in cantiere – ho parlato col direttore generale Pennucci del ministero – proprio a fronte di queste calamità che purtroppo non mancano in Italia, ma in Calabria in particolare, la proposta spero con fondi ministeriali e forse anche con fondi del bilancio regionale e certamente con fondi propri degli agricoltori calabresi un piano assicurativo che possa garantire tutte le culture e quindi i coltivatori rispetto a queste calamità che vedono interventi non programmati ma che però, purtroppo, creano un danno che si esplica in diverse annualità.
Addirittura io penso che per rifare questo lavoro, per la stessa qualità e quantità ci vorranno almeno 7-10 anni. Grazie.
Pongo in votazione l’ordine del giorno.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in
allegato)
Si passa al punto sei all’ordine del giorno che recita Proposta di legge numero 252/8^ di iniziativa
della Giunta regionale, recante: "Modifiche ed integrazioni alla Legge
regionale 16.04.2002, n. 19 e sue modifiche ed integrazioni - Norme per la
tutela, governo e uso del territorio - Legge urbanistica della Calabria".
Il relatore assessore Tripodi, ha facoltà di svolgere la relazione.
Grazie, Presidente, colleghi consiglieri, intervengo molto brevemente per illustrare questa proposta presentata dalla Giunta regionale che accoglie e recepisce le istanze che provengono dal territorio, in particolare dall’associazione nazionale dei comuni italiani e dalle province calabresi.
Con l’entrata in vigore delle linee guida della pianificazione regionale approvate lo scorso anno dal Consiglio regionale assieme alla legge 14 - e contestualmente all’approvazione delle linee guida, appunto – in Calabria si è avviato un nuovo processo che porterà l’intero territorio regionale in pochi anni ai diversi livelli: regionale, provinciale e comunale di un sistema di strumenti per la pianificazione territoriale ed urbanistica nuovo, innovativo e rispondente alle reali esigenze del territorio calabrese, delle sue criticità e delle sue potenzialità.
Un sistema di strumenti capaci di porre la Calabria in una posizione competitiva rispetto ai contesti nazionali, europei ed euromediterranei.
L’anno trascorso è servito per mettere in atto questo nuovo approccio all’urbanistica ed al governo del territorio, a riaprire un dibattito sui temi dell’urbanistica, della pianificazione, delle politiche del paesaggio tra i professionisti, gli amministratori, il mondo accademico e più in generale nella comunità calabrese.
Ma è servito come prima fase di rodaggio e sperimentazione della capacità di risposte da parte degli enti preposti al governo del territorio per far propria questa innovazione culturale e di approccio in questo nuovo processo dettato dalla legge urbanistica regionale e dalle linee guida della pianificazione, che ai sensi del comma 5 dell’articolo 17 della suddetta legge hanno valenza di quadro territoriale regionale cui gli enti devono fare riferimento per l’elaborazione dei loro nuovi strumenti.
Le risposte sono state interessanti, la Regione ha avviato la procedura per l’elaborazione del Qtr, le Province hanno avviato le procedure per la redazione dei Ptcp, 41 associazioni dei comuni che comprendono complessivamente 153 comuni hanno avviato le procedure per i piani strutturali in forma associata.
Tanti altri comuni hanno avviato la procedura per la redazione dei piani strutturali comunali.
Però, oggi, ad un anno dalla entrata in vigore delle linee guida nessun comune ha approvato – adottandolo – il nuovo strumento, il piano strutturale nel rispetto della procedura prevista dalla legge e dalle linee guida.
Per varie difficoltà in parte anche comprensibili, questa situazione determina una condizione di difficoltà per gli stessi comuni in quanto la legge urbanistica prevede che i piani regolatori generali al comma 2 dell’articolo 65 conservano validità fino ai 12 mesi dall’entrata in vigore e decorso il predetto termine decadono tutte le previsioni al di fuori del perimetro dell’area urbanizzata.
Pertanto, la proposta che viene presentata propone una modifica dell’articolo 65 – che appunto trovate nella proposta – che prevede di prorogare i termini di vigenza dei piani regolatori generali e di prorogarli per un periodo congruo per poter arrivare alla redazione dei nuovi strumenti, appunto dei piani strutturali comunali e di quelli in forma associata.
La proposta di modifica – e questo voglio sottolineare – è stata oggetto di discussione, di confronto e di condivisione fra l’assessorato regionale all’urbanistica, l’Anci che è l’associazione dei comuni italiani e le Province calabresi.
Inoltre, il progetto di legge prevede alcune lievi modifiche alla legge 19 per risolvere il contenzioso che pure è stato aperto dal Governo nazionale impugnando alcuni articoli della legge regionale 14.
In questo modo supereremo il contenzioso sui temi del paesaggio col Governo nazionale.
Questa è la proposta.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Tallini. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, alla luce delle cose che ho visto, ho saputo e che vengono fatte in quest’Aula, intervengo perché venga registrato e per non consentire a nessuno domani di dire “nessuno si è alzato a fare osservazioni”, che vanno nella direzione che in questo momento dirò”.
Premesso che l’approvazione delle linee guida della pianificazione regionale avvenuta il 10 novembre 2006 con delibera di Consiglio regionale 106, della legge regionale di modifica della legge urbanistica è stata avviata di concerto con la pianificazione del territorio.
Premesso sempre che nella relazione allegata la proposta di legge elaborata dalla Giunta ed il percorso normativo intrapreso da parte degli enti territoriali nel riformare gli strumenti urbanistici è risultato complesso come quello che poi siamo stati costretti a registrare.
Premesso che vi è stato un lavoro di concertazione con le Province.
Premesso che abbiamo preso atto che le ragioni per cui sia iniziato un percorso concertato con gli enti territoriali interessati confluito nella proposta di legge modificata dalla Giunta regionale di cui al presente emendamento sono sicuramente condivisibili e possono riassumersi in sostanza nella necessità di non azzerare la capacità di gestione dei territori da parte di comuni dotati di strumenti urbanistici vigenti previsti dall’articolo 65, dalla legge urbanistica regionale così come modificata dalla legge 14 del 2006.
Poiché ciò provocherebbe un autentico collasso economico per le mancate entrate derivanti dal regime fiscale gravante sulle aree edificatorie e per i gravi riflessi che si avrebbero sui già precari livelli occupazionali dei settori trainanti dell’economia calabrese tra i quali l’edilizia e il turismo.
Io dico che condivido questo percorso, tra l’altro avevo presentato una proposta di proroga depositata in Commissione.
Non voglio far polemiche o lamentarmi su quali sono le prerogative dei consiglieri regionali. Ritengo di non dover far polemiche perché siamo capitati nella fase in cui il Presidente di questa Commissione è stato nominato assessore.
Tutto sommato dare l’opportunità della discussione in Aula ritengo sia nello stesso tempo proficua.
La proposta di proroga dei termini per la realizzazione del Psc sia pur modulata con ragionamenti premiali rispetto ai comuni che si mostreranno più solerti ad avviare l’adozione del nuovo strumento urbanistico è assolutamente condivisibile per le motivazioni sopra denunciate; appare però iniqua, discriminatoria e soprattutto foriera di contenziosi nella parte in cui non prevede lo stesso trattamento per i comuni che hanno uno strumento urbanistico, “il programma di fabbricazione”.
Tali comuni nell’intero territorio calabrese sono 169, cioè oltre un terzo di tutti i comuni della intera area regionale.
Voglio ricordare ai colleghi tanto per correttezza che il programma di fabbricazione è caratterizzato nella scala degli strumenti urbanistici di pianificazione generale comunale da previsioni minimali di gestione del territorio che comunque consentono una regolamentazione capace di garantire comunque fino all’approvazione del Psc i processi economici che interagiscono sul territorio amministrativo ivi comprese le entrate fiscali. In sostanza si pongono sotto il profilo operativo e gestionale in via transitoria alla pari sotto il profilo giuridico del Prg.
Risulta pertanto di difficile comprensione, se non addirittura illogica in questa fase transitoria della gestione dei processi urbanistici in atto, una discriminazione urbanistica tra i diversi comuni che pur fanno parte…
(Interruzione)
Presidente, diciamo che questa era un po’ la motivazione per cui io sollevo un problema senza polemiche. L’assessore spesso trova argomenti che poi deve utilizzare a pretesto, ma non sto facendo nessuna opera di sabotaggio.
Avrei potuto dire altro, cioè che queste cose erano prevedibili, che si potevano verificare, le avevo dette io, non sono state dette ed i comuni sono tutti in una condizione in cui nessuno ha redatto…, ma non voglio parlare di tutto questo.
Però andare a dire che c’è qualcuno che vuole sobillare i comuni…
Io ho parlato col sindaco di Palmi ed ho detto se era opportuno visto che si tratta di un paese così grande, che insieme a tutti gli altri comuni – e per la Calabria sono circa 169 –, cioè a 169 comuni che sono stati già penalizzati rispetto agli altri ai quali però si sta dando una opportunità… Perché questi comuni che sono stati premiati attraverso un aspetto della legge che gli consentiva deroghe in questa fase transitoria, di fatto si sono comportati esattamente come quei comuni che hanno in vigenza il piano di fabbricazione.
Comuni che hanno il piano di fabbricazione tra 20-30 anni così come altri che hanno il Prg in vigenza da diversi lustri. Ora pensare di fare una cosa senza includere questi 169 comuni significa fare una grave discriminazione.
Allora qual è l’appello e la sensibilità a cui io vi chiamo in Aula? Inserire nella proposta dell’assessore che è fatta bene e che va avanti al di là delle mie aspettative, come prevedevo io, a ipotesi di proroga di 12 mesi mentre invece l’assessore la propone di 18 mesi ed è corretto. Però non dare a 169 comuni, tra cui quelli di Palmi e di San Marco Argentano che sono i più grandi ma ve ne sono tantissimi altri piccoli rispetto ai quali inizia una fase dal punto di vista dell’assetto del territorio assolutamente critica perché viene annullata ogni ipotesi di pianificazione del territorio, ogni ipotesi di possibilità in realtà in cui i Comuni non hanno strumenti per reprimere eventuali iniziative di abusivismo.
Secondo me non solo è discriminatorio nei confronti di quei Comuni ma ritengo che possono correre il rischio di produrre effetti contrari e cioè che la gente in questo arco di tempo indefinito in cui non si capisce quanto tempo ci vorrà per redigere il Psc e per aspettare la Regione con il quadro territorio regionale potrebbe essere indotta all’abusivismo più sfrenato.
Qual è alla fine il problema che io sollevo? Io ho l’elenco in mano dei 169 comuni che sono distribuiti in maniera percentualmente equa fra tutte e cinque le province. Questa è una cosa della quale fino ad adesso nessuno se ne è accorto perché la legge è stata fatta ed ognuno si stava attrezzando.
Ma adesso, rispetto a quello che sarà il provvedimento contenuto nell’atto e nella proposta di legge dell’assessore all’urbanistica, si apre una fase nuova e diversa rispetto alla quale questi 169 comuni saranno messi in una condizione di grave discriminazione. Sarebbe messa in una situazione in cui dal punto di vista della pianificazione dovranno azzerare qualsiasi tipo di iniziativa.
Pensate voi che se un cittadino – basta solo questo – volesse per caso realizzare aree per attività direzionale non lo potrebbe fare. Pensate, se viene un imprenditore a fare in questi 169 comuni una iniziativa imprenditoriale per creare sviluppo e posti di lavoro non lo potrebbe fare.
Ma non vi pare che sia una cosa assurda tutto questo? Questo è quel che dovevo fare e consegnare alla storia e alla registrazione di quest’Aula perché domani nessuno possa rimproverare al sottoscritto – come è successo in passato – che davanti a casi così eclatanti e così evidenti che io addirittura definito abnormi, nessuno abbia preso la parola per indignarsi davanti ad una cosa così.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’assessore Tripodi. Ne ha facoltà.
La ringrazio, Presidente. Intervengo perché voglio dire che il problema posto dal collega Tallini ha sicuramente una sua realtà.
Debbo dire che ci siamo interrogati su come affrontare questa questione anche dentro la normativa.
Il punto giuridico che è apparso insuperabile è che i programmi di fabbricazione in Calabria sono decaduti il 20 febbraio del 2007, cioè 10 mesi fa.
(Interruzione)
Quindi la decadenza dello strumento ha prodotto in questi mesi una serie di effetti di natura giuridica anche sulle proprietà e su altre questioni e certamente una riesumazione – non una proroga – di quello strumento produrrebbe effetti dirompenti ed incontrollabili.
Peraltro, voglio aggiungere, in questi 10 mesi a partire dalla scadenza del 20 febbraio noi non abbiamo avuto alcuna proposta né dall’Anci, né dall’associazione dei piccoli Comuni né dai singoli Comuni ad andare in questa direzione.
Personalmente devo dire che come assessorato e come Regione dobbiamo far di tutto per aiutare i Comuni - e sicuramente dobbiamo fare di più – perché vengano messi nelle condizioni di poter fare i nuovi strumenti.
Né, debbo dire, laddove sono ormai decaduti i programmi di fabbricazione è stata bloccata l’attività edilizia perché anche con questa norma che abbiamo proposto consentiamo di fare una serie di attività, e la Regione consente di fare una serie di attività, che non hanno strozzato e bloccato assolutamente l’attività neanche nei Comuni dove c’è uno strumento decaduto che si chiamava programma di fabbricazione.
Volevo tranquillizzare tutto il Consiglio regionale. Noi siamo certamente preoccupati ma attenti. Ovviamente ci sembrava impossibile anche giuridicamente riesumare uno strumento decaduto e, badate bene, ricordiamoci tutti, uno strumento che era moderno 50 anni fa.
I programmi di fabbricazione ormai dovrebbero aver esaurito la loro funzione e il loro scopo. Programmi fatti 30-40 anni fa, ci sono molti Comuni che hanno quel vecchio strumento e noi stiamo tentando di agire con tutti gli strumenti e le possibilità che abbiamo per aprire la nuova fase della urbanistica in Calabria. I piani strutturali comunali ed i piani strutturali ed associati.
Credo che bisogna guardare con ottimismo avanti dando anche fiducia a questi Comuni.
Visto che si faceva questo riferimento al Comune di Palmi, credo sia il Comune più grande della Calabria e dotato di un programma di fabbricazione e non ha nemmeno addirittura un piano regolatore generale.
Per quel che mi hanno detto gli amministratori , loro ritengono sia giusto andare avanti con la norma che abbiamo oggi, che consente loro di procedere e che non ha bloccato l’attività a Palmi – figuriamoci – ma anche, e questo mi è stato detto dal sindaco e lo posso ripetere, ha consentito di poter avviare un processo di risanamento del governo del territorio in quella realtà.
Questo mi sembra già un fatto importante e non una situazione di catastrofe come si potrebbe anche pensare in queste situazioni.
Io allora credo di avere un po’ di fiducia e credo che il Consiglio regionale debba manifestare un po’ di fiducia in questa possibilità, in questa riforma. Ogni riforma può produrre anche degli strappi, delle difficoltà ed io ne sono assolutamente convinto. Ma contemporaneamente sono assolutamente convinto che siamo sulla strada di riforma positiva e che finalmente la Calabria – e credo che su questo tutti stiamo convenendo – è impegnata a dotarsi di una nuova strumentazione urbanistica, moderna e avanzata che la porrà al passo con i tempi.
Aggiungo e finisco.
Se la Calabria non si dota di strumenti urbanistici avanzati come i piani strutturali, altro che sviluppo futuro e crescita di questo territorio. Personalmente sono sempre stato convinto del contrario ed il fatto che si comunica e si dice che ci sono 170 comuni che hanno un programma di fabbricazione in Calabria, la dice lunga sul ritardo complessivo di sviluppo della regione.
Io collego molto l’idea della strumentazione urbanistica con l’idea dello sviluppo di questa terra e credo anche che l’arretratezza della strumentazione urbanistica è speculare al ritardo complessivo della Regione.
Acceleriamo allora sul terreno della strumentazione e della pianificazione, perché poi la pianificazione urbanistica e territoriale rappresenta una faccia della stessa medaglia che dall’altra parte vede la programmazione economica.
Cerchiamo di fare uno sforzo complessivo in questo campo. Certamente, sono convinto che non ci saranno quei contraccolpi negativi e che nessuno di noi tra l’altro vorrebbe realizzare, noi facciamo una proposta per aiutare i Comuni non per metterli in difficoltà e non credo che in questa fase da parte della Regione ci sia un atteggiamento di chiusura rispetto alle istanze.
Le istanze che sono venute sono queste e le stiamo esaudendo dando queste risposte. Credo che siamo su una strada positiva di ascolto delle richieste che vengono dai Comuni calabresi.
Onorevole Stillitani, mi dicono che purtroppo l’emendamento non è ricevibile in quanto presentato fuori dai termini previsti dal Regolamento in ordine a questa pratica in particolare, che era già all’ordine del giorno della precedente seduta.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Tallini per dichiarazioni di voto. Ne ha facoltà.
Ho l’obbligo di fare una breve dichiarazione di voto anche per puntualizzare meglio le cose che sono state dette dall’assessore e che sono apparse un po’ ambigue.
E’ vero che i piani di fabbricazione sono in questo momento scaduti ma sono scaduti tutti i piani regolatori della Calabria. Quelli sono scaduti prima, quei Comuni che si sono dotati del Prg sono scaduti dopo, pertanto siamo perfettamente in una fase in cui noi facciamo un provvedimento per prorogare i termini e per rendere ancora vigenti alcune norme dei piani regolatori che sono scaduti il 4 dicembre, come qualcuno dice o come qualcun altro sostiene il mese dopo.
In ogni caso, siamo nelle condizioni in cui noi facciamo la stessa cosa.
E’ vero che – e questa è la cosa che mi convince – se non è successo per 50 anni lo scempio del territorio in questi comuni come è stato detto prima che sono tutti internati e questo sfogo dei piani di fabbricazione approvati e non adeguati ed io sono d’accordo che le norme…
Io mi auguro una cosa perché qui si sta quasi quasi festeggiando chissà quale iniziativa.
Voglio ancora ricordare che la Regione Calabria non ha attuato il piano paesaggistico regionale. Siamo ancora nella fase della programmazione e nella fase in cui siamo costretti a prorogare dei termini perché i ritardi sono dovuti anche ad inadempienze dell’assessorato regionale all’urbanistica e soprattutto siamo nella fase in cui stiamo facendo solo scattare delle norme di salvaguardia.
Ancora da parte dell’assessorato regionale nessun fatto concreto rispetto…
Questo mi induce - non perché io non sia d’accordo con quella proposta che condivido tutta – ad astenermi e certamente non è l’Udeur ma un mio voto personale, pertanto chiedo scusa sia ai colleghi della maggioranza che del mio stesso Partito.
Comunque, io avrei preferito che i beneficiari di quella proroga fossero anche i 169 comuni ai quali mi permetterò di notificarlo attraverso una comunicazione, che farò per una mia iniziativa che ovviamente nel frattempo non avrà trovato grandi consensi in questo Consiglio regionale.
Pongo in votazione la proposta di modifica di cui al disegno di legge approvato con delibera di Giunta regionale numero 759 del 12 dicembre 2007.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in
allegato)
Si sono astenuti gli onorevoli Tallini e Stillitani.
Il successivo punto 7 all’ordine del giorno recita Proposta di legge numero 251/8^ d’iniziativa
del consigliere La Rupa, recante: “Modifica dell’art. 19 comma 2 della legge
regionale 11 maggio 2007”.
L’onorevole La Rupa,
relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.
Si illustra da sé,
Presidente.
Nessuno chiede di
intervenire pongo in votazione il provvedimento così come presentato e che
recita “Modifica dell’art. 19 comma 2 della legge regionale 11 maggio 2007”.
“Articolo 1:
all’articolo 19, comma 2 della legge regionale 11 maggio 2007, numero 9 le
parole 31 dicembre 2007 sono sostituite con le parole 30 giugno 2008”.
Pongo in votazione il
comma 1.
(E’ approvato)
Do lettura del comma 2
“il termine di cui al comma precedente è da intendersi riferito anche alle
procedure di accertamento dei requisiti strutturali e organizzativi per il
mantenimento dell’autorizzazione all’esercizio delle attività sanitarie per le
strutture private già accreditate”.
(E’ approvato)
Pongo in votazione
l’articolo unico, pertanto la legge nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in
allegato)
(Interruzione)
Lei è libero di votare come meglio crede, ma penso sia necessario in sede di discussione che si facciano valere le proprie ragioni, ci mancherebbe. Io ho letto l’articolato per come è stato proposto.
(Interruzione)
PRESIDENTE
Così come concordato in Conferenza dei capigruppo a questo punto si dichiara chiusa la seduta. Il Consiglio sarà convocato a domicilio. Gli auguri a tutti i consiglieri e a tutti i presenti.
Buon Natale e buon fine di anno.
La seduta termina alle 18,01
Allegati
Hanno chiesto congedo i consiglieri: Lucà, Senatore, Racco.
(Sono concessi)
E’ stata presentata alla
Presidenza la seguente proposta di legge di iniziativa
della Giunta regionale:
“Autorizzazione
all'esercizio provvisorio del bilancio di previsione della Regione Calabria per
l'anno finanziario 2008 (articolo
16 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8)” (delibera G.R. n. 833
del 17 dicembre 2007). (P.L. n. 258/8^)
E' stata assegnata alla
seconda Commissione
consiliare – Bilancio, programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
Sono state, inoltre,
presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:
Gallo – “Modifica
dell'articolo 40 della legge regionale n. 13/1983”. (P.L. n. 257/8^)
E’ stata assegnata alla
prima Commissione consiliare – Affari istituzionali e affari generali.
(Così resta stabilito)
Cherubino – “Norme a
favore della famiglia”. (P.L. n. 259/8^)
E' stata assegnata alla
terza Commissione consiliare – Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda –
Bilancio, programmazione economica e
attività produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
Censore – “Costituzione
del Comune di “Porto Santa Venera” in provincia di Vibo Valentia”. (P.L. n.
260/8^)
E' assegnata alla prima
Commissione consiliare – Affari istituzionali e affari generali.
(Così resta stabilito)
Occhiuto – “Politiche di
sostegno al reddito per le giovani coppie. Contributi sul pagamento degli
interessi passivi dei mutui per l'acquisto e la costruzione della prima casa”
(P.L. n. 261/8^)
E' assegnata alla quarta
Commissione consiliare – Assetto e utilizzazione del territorio - protezione
dell’ambiente – ed alla seconda – Bilancio, programmazione
economica e attività produttive – per
il parere.
(Così resta stabilito)
Guerriero – “Modifica
dell'articolo 27 della legge regionale 21 agosto 2007, n. 18” (P.L. n. 262/8^)
E' assegnata alla prima
Commissione consiliare – Affari istituzionali e affari generali.
(Così resta stabilito)
Acri – “Testo unico in materia
di istruzione, cultura e beni culturali”. (P.L. n. 263/8^)
E' assegnata alla prima
Commissione consiliare – Affari istituzionali e affari generali.
(Così resta stabilito)
De Gaetano, Tripodi M. –
“Integrazione Piano regionale dei rifiuti in Calabria”. (P.L. n. 264/8^)
E' assegnata alla quarta
Commissione consiliare – Assetto e utilizzazione del territorio - protezione
dell’ambiente.
(Così resta stabilito)
E’ stata presentata la
seguente proposta di provvedimento amministrativo
di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza:
“Bilancio di previsione
del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2008” (delibera U.P. n. 122
del 19 dicembre 2007). (P.P.A n. 270/8^)
Nicolò. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
esiste un Reparto di
Medicina Nucleare degli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria che fino al 2002 è
stato dotato di due gamma-camere per la Medicina Nucleare che costituiscono lo
standard minimo per lavorare;
successivamente si è
verificato un guasto ad una delle macchine preposte allo studio scintigrafico e
veniva comunicalo dalla ditta produttrice la difficoltà di riparazione su tale
tipo di apparecchiatura, ormai non più in uso;
si è dovuto continuare a
lavorare con una sola macchina, vista l'inerzia degli organi preposti ad
assumere iniziative per la riparazione e/o la sostituzione di quella
danneggiata:
dal mese di agosto 2006
anche l'altra apparecchiatura ha dei problemi tecnici e contestualmente inizia
il fermo definitivo dell'attività diagnostica del servizio di medicina
nucleare, già congestionato e funzionante con un solo mezzo tecnico:
nel gennaio del 2007, a
seguito delle sollecitazioni del direttore dell’U.O. di Fisica Sanitaria c
Radioprotezione dell'Ospedale, la direzione generale decideva che la
riparazione della “gamma-camera” sarebbe stata antieconomica e predisponeva le
procedure di gara per l'acquisto di nuovi apparecchiatomi (due gamma-camere
doppia testata e un PLT/IAC), la ristrutturazione e la messa a norma del
servizio;
nonostante sia stata
elaborata una gara pubblica per un importo di Euro 5.000.000.00 dagli organi
competenti, da settembre del 2007 non si hanno più notizie sull'iter di questa
procedura, con la conseguenza che il Reparto di Medicina Nucleare rimane ancora
inattivo da oltre un anno e mezzo;
il personale
tecnico-infermieristico, infatti, per i motivi citati è stato trasferito dal
febbraio 2007 in altre unità operative ed il personale medico rimane, nonostante
le alte conoscenze e le professionalità in materia, inutilizzato per il fine
specialistico di competenza per cui è stato assunto -:
quali urgenti
provvedimenti l'esecutivo intenda adottare per verificare l'iter delle
procedure di gara per l'acquisto di nuovi apparecchiature (due gamma-camere
doppia testata ed un PET/TAC), nonché per la ristrutturazione e la messa a
norma del servizio del Reparto di Medicina Nucleare, inattivo da oltre un anno
e mezzo;
quali ulteriori
interventi efficaci e tempestivi la Giunta regionale intenda promuovere per
intervenire sullo stato del Reparto di Medicina Nucleare degli Ospedali Riuniti
di Reggio Calabria.
(217; 20.12.2007)
Pizzini. Al Presidente della Giunta regionale.
sapere – premesso che:
il settore della sanità
rappresenta in Calabria il capitolo più oneroso del bilancio regionale, con una
spesa complessiva che fino ad oggi ha consentito soltanto la copertura dei
disavanzi delle già esistenti Asl;
nella frenetica rincorsa
per la copertura delle perdite annuali di esercizio, l'unico metodo utilizzato
è stato quello di stabilire i fondi per ciascuna preesistente Asl sulla base
della sola spesa storica, continuando di conseguenza a creare evidenti
squilibri e sperequazioni;
il Psr nulla innova in
proposito, al di là dell'accorpamento a livello provinciale delle Asl e di una
redistribuzione di ruoli e riferimenti delle strutture pubbliche esistenti sul
territorio, conservando pertanto intatti criteri che mai potranno portare ad
una doverosa ed indispensabile analisi preventiva delle reali esigenze
finanziarie delle novelle Asp - Aziende Sanitarie Provinciali;
in una situazione ben
peggiore vengono a ritrovarsi le strutture sanitarie private poiché, senza
analizzare le differenti organizzazioni operative e la qualità dei rispettivi
servizi, l'intervento regionale si limita asetticamente ad attuare, con diverse
discriminazioni, criteri non univoci;
ai fini di una corretta
determinazione delle necessità finanziarie di tutte le strutture sanitarie, sia
pubbliche e sia private, si dovrebbe prima stabilire, in base alla sussistenza
dei requisiti di legge, la spesa necessaria per il mantenimento in attività
delle strutture interessate, per poi determinare i valori di riferimento dei
Drg, corrispondenti al costo di ogni singola prestazione;
risulta negli atti del
competente assessorato quanti siano gli ospedali pubblici e le strutture
private storicamente sottostimati economicamente e, di contro, quanti siano
invece i presìdi e le case di cura valutati con particolare ma insussistente positività;
insieme agli obiettivi
strategici di riorganizzazione logistica della sanità in Calabria, la chiave di
volta è rappresentata dalla volontà di intervenire seriamente sui costi
complessivi, attribuendo sia alle strutture pubbliche
sia a quelle private risorse calibrate su parametri generali e specifici
oggettivamente aggiornati -:
se i costi fissi reali di
ogni struttura pubblica e/o privata della Regione sono stati verificati e
valutati preventivamente rispetto al Psr, fornendone eventualmente i dati
ufficiali;
altresì, se è stata accertata preventivamente la
produzione storica ed il reale valore dei Drg per singola struttura pubblica
e/o privata (pianta organica necessaria, requisiti tecnologici e strutturali,
ecc.), fornendone eventualmente i dati ufficiali, e quali effetti e coerenze
tali dati avrebbero avuto nella stesura del Psr.
(218; 21.12.2007)
Art. 1
1. Il Piano Regionale dei Rifiuti, pubblicato nel supplemento straordinario n. 2 del 14 novembre 2007 al B.U.R. n. 20 del 31 ottobre 2007, è integrato come segue: "i lavori di realizzazione del raddoppio del termovalorizzatore di Gioia Tauro sono sospesi dall'entrata in vigore della presente legge per consentire l'effettuazione delle verifiche di compatibilità ambientale, economica e tecnologica dell'impianto, tenuto conto della concentrazione nell'aria di localizzazione dell'impianto di ulteriori insediamenti industriali. La sospensione avrà la durata massima di 60 giorni dall'insediamento della Commissione di verifica, e comunque fino al pronunciamento di merito della stessa”.
Art. 2
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
Art. l
l. La Giunta regionale è autorizzata, fino a quando il bilancio di previsione per l'anno 2008 non sia stato approvato e non oltre il 30 aprile 2008, all'esercizio provvisorio del bilancio entro il limite di quattro dodicesimi dei singoli stanziamenti delle UPB del bilancio 2008 in corso di esame.
2. Nel corso dell'esercizio provvisorio del bilancio di cui al precedente comma è altresì autorizzato, nei limiti della maggiore spesa necessaria, l'utilizzo degli stanziamenti per le spese obbligatorie, per le spese relative ai capitoli 2222107 (UPB 2.3.01.02), 2233211 e 32040511 (UPB 3.2.04.05), 43020209 e 43020213 (UPB 4.3.02.02), per le spese ricadenti nelle UPB relative all'attuazione del Programma Operativo Regionale della Calabria, nonché per le spese allocate ai capitoli con vincolo di destinazione finanziati con risorse statali.
3. Le spese per il funzionamento dell'Osservatorio regionale per il turismo sono poste a carico dell'UPB 2.2.01.04 (capitolo 6133104) della spesa.
Art. 2
l. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
Bilancio di previsione del Consiglio regionale per l'esercizio finanziario anno 2008
"Il Consiglio regionale
visto il progetto di bilancio di previsione del Consiglio regionale per l'esercizio finanziario 2008, di cui alla delibera dell’Ufficio di Presidenza n. 122 del 19 dicembre 2007, che si conclude con le seguenti risultanze:
ENTRATE:
TITOLO 1 Fondi assegnati sul bilancio regionale per il funzionamento
del Consiglio e degli organi statutari, Cral, Consulta e Crel € 77.500.000,00
TITOLO 2 Entrate compensative e varie € 475.000,00
TITOLO 3 Partite di giro € 17.410.500,00
__________________
TOTALE ENTRATE € 95.385.500,00
Presunto avanzo di amministrazione bilancio 2007 € 8.260.000,00
USCITE:
TITOLO 1 Spese correnti € 77.500.000,00
TITOLO 2 Spese compensative e varie € 475.000,00
TITOLO 3 Partite di giro € 17.410.500,00
__________________
TOTALE USCITE € 95.385.500,00”
“Il Consiglio
regionale della Calabria
premesso che
nei giorni 15 e 16
dicembre 2007, in vaste aree della provincia di Cosenza
si sono verificate ingenti e straordinarie nevicate a tal punto da arrecare
danni numerosi e assai gravi non solo alle colture frutticole, ma anche in
maniera irreversibile alle attrezzature agricole, alle serre e alle stesse piante
impegna
la Giunta regionale a dichiarare lo stato di calamità nelle forme
previste dalla legge”.
Art. l
l. Al comma 2 dell'art. 8 bis "Politica del Paesaggio e istituzione dell'Osservatorio regionale per il Paesaggio", dopo le parole "affermazione di una politica di" si sopprime la parola "tutela".
2. Alla fine del comma 2 dell'art. 8 bis "Politica del Paesaggio e istituzione dell'Osservatorio regionale per il Paesaggio", si aggiungono le seguenti parole "nel rispetto della normativa nazionale vigente".
3. Alla fine del comma 4 bis dell'art. 17 "Quadro Territoriale Regionale (Q.T.R.), si aggiunge il seguente periodo: "Per la elaborazione del Piano paesaggistico la Regione può ricorrere, ai sensi del comma 3, art. 143 del Dlgs 42/04 e s.m.i., alla pianificazione congiunta con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e con il Ministero dell’Ambiente della Tutela del territorio e del mare, previa sottoscrizione di una apposita intesa".
4. Al comma 2 primo capoverso dell'art. 25 "Formazione ed approvazione del Quadro Territoriale Regionale (Q.T.R.)", tra le parole "art. 17" e "ed avvalendosi" si aggiungono le seguenti parole: "e dell'eventuale intesa per l'elaborazione congiunta del piano paesaggistico con i Ministeri competenti di cui al comma 4 bis dell'art. 17 della Legge regionale 16 aprile 2002, n. 19".
5. Al comma 2 dell'art. 25 bis "Formazione ed approvazione dei Piani Paesaggistici d'Ambito (PPd'A)", tra le parole "autonomia" e "stabilisce" si aggiungono le seguenti parole: "ed eventualmente in maniera coordinata con i Ministeri competenti in base a quanto indicato al comma 4 bis dell'art. 17 della Legge regionale 16 aprile 2002, n. 19".
6. Al comma 2 dell'art. 48 "Insediamenti urbani storici", dopo la parola "garantire", le parole "la conservazione degli" vengono sostituite con le parole "la compatibilità paesaggistico-ambientale e storico-insediativa degli interventi di valorizzazione relativi agli"; dopo la parola "urbani" si sopprime la parola "storici"; dopo la parola "patrimonio" le parole "storico costruito" vengono sostituite con le parole "edilizio e urbanistico" (all'inizio e alla fine del comma); dopo la parola "Recupero", la parola "Conservazione" viene sostituita con la parola "Valorizzazione".
7. Al comma 3 dell'art. 48 "Insediamenti urbani storici", la parola "conservazione" viene soppressa; dopo la parola "patrimonio" le parole "storico costruito" vengono sostituite con le parole "edilizio e urbanistico"; dopo la parola "manufatto" viene soppressa la parola "storico"; alla fine del comma si aggiunge: "nonché in osservanza della normativa vigente in materia".
8. Al comma 4 dell'art. 48 "Insediamenti urbani storici", dopo la parola "incentivare" le parole "la conservazione" vengono sostituite con le parole "il recupero"; dopo la parola "patrimonio" le parole "storico costruito" vengono sostituite con le parole "edilizio e urbanistico".
9. Al comma 1 dell'art. 65 la parola "dodici" viene sostituita con la parola "diciotto" per creare coerenza con i nuovi tempi proposti con la modifica del comma 2 dell'art. 65 esposta al punto successivo.
10. Il comma 2 dell'art 65 "Approvazione ed adeguamento degli strumenti urbanistici comunali in fase di prima applicazione della legge" viene integralmente sostituito con il seguente:
"2. 1 Piani Regolatori Generali conservano validità fino a diciotto mesi a partire dalla entrata in vigore delle Linee Guida, di cui al comma 5 dell'art. 17 della Legge regionale 16 aprile 2002, n. 19.
Decorso il predetto termine si stabilisce che:
a) per i comuni che hanno avviato la procedura di redazione del Piano Strutturale, le previsioni del Piano Regolatore Generale vigente rimangono in vigore fino all'adozione (ai sensi del comma 4 dell'art. 27 della Legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 e s.m.i.) del nuovo Piano e comunque non oltre trenta mesi dall'entrata in vigore delle Linee Guida della Pianificazione regionale;
b) per i comuni dotati di PRG che non hanno avviato la procedura di redazione del Piano Strutturale decadono tutte le previsioni di detto strumento riguardanti le aree esterne al perimetro dei suoli urbanizzati definiti come il perimetro delle aree aventi destinazione di zona A e B negli strumenti urbanistici vigenti e delle zone C individuate dai medesimi strumenti per le quali siano stati approvati piani di lottizzazioni. Sono fatte salve le previsioni di tutti gli ambiti territoriali comunque denominati nei quali siano approvati piani di attuazione;
C) per i comuni che hanno avviato la procedura di redazione del Piano Strutturale e che non abbiano adottato il Piano Strutturale entro trenta mesi dall'entrata in vigore delle Linee Guida della pianificazione regionale, successivamente a tale scadenza decadono tutte le previsioni del Piano Regolatore, con le stesse modalità di cui alla precedente lettera b).
Ai fini dell'applicazione di quanto disposto alle precedenti lettere a) e b) e C), si precisa che per avvio di procedura di redazione del Piano Strutturale si intende il conferimento di incarico con la firma del contratto e del disciplinare di incarico. L'avvio della procedura va comunicato alla Regione Calabria - Assessorato Urbanistica e Governo del Territorio - entro 15 giorni dal conferimento dell'incarico.
Solo nel caso in cui le relative previsioni del Piano Regolatore Generale non siano in contrasto con le Linee Guida esse restano in vigore quali previsioni strutturali e ricognitive la cui attuazione è comunque subordinata alla definizione dei piani operativi e10 piani attuativi previsti dalla presente legge, secondo le modalità dettate dalle Linee Guida.
La verifica del non contrasto va eseguita in base ai criteri indicati dalle Linee Guida.
Le disposizioni di cui al presente comma non si applicano nel caso in cui lo strumento urbanistico vigente sia un Programma di Fabbricazione, nel quale le disposizioni di cui al presente comma non si applicano nel caso in cui lo strumento urbanistico vigente sia un Programma di Fabbricazione, nel qual caso vale quanto disposto dal 6" comma dell'art. 50 della presente legge, come modificato dal 1" comma dell'art. 33 della Legge regionale 26 giugno 2003, n. 8, ovvero che a decorrere dal sessantesimo giorno successivo all'entrata in vigore delle Linee Guida, a tutti i suoli ricadenti al di fuori del perimetro del centro abitato, definito come il perimetro delle aree aventi destinazione di zona A e B nel PdF vigente, e delle zone C, o comunque denominate, per le quali siano stati approvati, nel rispetto del comma 4 dell'art. 65 della Legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 e s.m.i., piani attuativi, viene estesa la destinazione a zona agricola.
Fino all'approvazione dei nuovi strumenti urbanistici sono consentite variazioni agli strumenti urbanistici (PRG e PdF) derivanti dall'approvazione di progetti di opere pubbliche o di interesse pubblico, proposte anche da parte di privati ai sensi del D.P.R. 327101, che siano oggetto di finanziamento pubblico, ed ai sensi dell'art. 5 del D.P.R. 447198, nonché da interventi previsti da strumenti di programmazione negoziata individuati dal POR Calabria, da contratti di programma, da Patti territoriali e da altri strumenti che prevedono l'utilizzazione in forma di cofinanziamento di risorse pubbliche (dell’Unione Europea, dello Stato e della Regione) e private. Nei casi da ultimo indicati, fino all'approvazione del PSC la Regione provvede, sentita la Commissione consiliare competente, in deroga alle prescrizioni di cui ai Titoli dal 1° al 5° della presente legge, a promuovere appositi accordi di programma territoriali ai sensi dell'art. 1, commi da 1 al 4, della legge 26 dicembre 2001, n. 443."
Art. 2
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
Art. 1
1. All'articolo 19, comma 2 della legge 11 maggio 2007, n. 9 le parole "31 dicembre 2007" sono sostituite dalle parole "30 giugno 2008".
2. Il termine di cui al comma precedente è da intendersi riferito anche alle procedure di accertamento dei requisiti strutturali ed organizzativi per il mantenimento dell'autorizzazione all'esercizio di attività sanitarie per le strutture private già accreditate.
Art. 2
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.