Preso atto da un lato che non c’è il numero legale in Aula e dall’altro che a seguire si svolgerà la Conferenza dei capigruppo su questioni da porre urgentemente all’ordine del giorno, la seduta slitta e si terrà non appena sarà conclusa la Conferenza dei capigruppo, che inizieremo da qui ad appena possibile.
La
seduta sospesa alle 11,26 è ripresa alle 16,00
Legge il verbale della seduta precedente.
(E’ approvato)
Legge le comunicazioni presentate alla Presidenza.
(Sono riportate in allegato)
Legge le interrogazioni e le mozioni presentate alla Presidenza.
(Sono riportate in allegato)
E’ pervenuta risposta scritta alla interrogazione numero 176 a firma del consigliere Guerriero.
(E’ riportato in allegato)
Si passa adesso all’ordine del giorno per come concordato e definito alla unanimità dalla Conferenza dei capigruppo consiliari.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Morelli. Ne ha facoltà.
Vorrei
chiedere, Presidente, la cortesia di inserire all’ordine del giorno la mozione inerente
la Lis, - Lingua italiana segni – che riguarda
i sordi proprio perché mi risulta che il Ministro della solidarietà sociale, onorevole Ferrero, sta proprio in questi giorni sollecitando ed
inviando alle Commissioni il disegno di legge approvato dalla Presidenza del Consiglio dei
ministri il 23 novembre. Grazie.
Siccome i primi sei punti all’ordine del giorno sono stati
concordati alla unanimità dalla Conferenza dei capigruppo, se non vi sono
osservazioni la proposta che lei fa potrebbe essere messa a seguire il punto 7
dell’ordine del giorno.
Presidente, io non voglio contraddire una decisione
assunta alla unanimità
dalla Conferenza dei capigruppo, peraltro,
rispetto ciò essa decide anche quando partecipa alle decisioni il mio
capogruppo.
Però ritengo sia forse utile dare al Consiglio almeno una informativa
sulla questione che riguarda la composizione delle Commissioni,
perché noi abbiamo più volte eccepito, anche in occasione di altre sedute, che
non si fosse ancora proceduto alla composizione delle Commissioni nonostante un
accordo votato dal Consiglio regionale nel mese di agosto, quando si stabilì di
fare quella sorta di patto di metà legislatura che noi non sostenemmo e non
votammo.
Io non ho
nulla in contrario a che si possa rivedere l’ordine
del giorno anche nell’ordine cronologico degli argomenti in discussione. Ma a
beneficio di quanti non hanno partecipato o non fanno
parte della Conferenza dei capigruppo,
ma soprattutto a beneficio di quanti seguono il Consiglio
regionale attraverso i resoconti o attraverso le notizie, io credo che
la Presidenza o la maggioranza
dovrebbe informare l’Aula in ordine a quelli che sono gli adempimenti, i tempi
ed i modi per ricostituire le Commissioni.
Se ci fosse stato il Presidente Loiero, gli avrei chiesto di darci una informativa
su quel che riguarda l’attività di composizione della Giunta. E’ vero, infatti,
che non ci sono atti ufficiali che formalmente impegnano il Presidente a
richiedere un dibattito su questo, ma credo sia quanto
meno indelicato nei confronti dell’Assemblea
regionale che questioni che sono di stringente attualità politica debbano
essere apprese anche ai consiglieri regionali attraverso la lettura dei
giornali.
Si riunisce poi il Consiglio regionale e sembra davvero che
sia un’astronave che in qualche modo non interseca quelli che sono anche i temi
di strettissima attualità politica che rilevano anche ai fini della discussione
politica tra le parti presenti in Consiglio regionale.
Io non ho niente contro, ma siccome i punti cui lei faceva
riferimento e le informazioni sono scivolati al
settimo o ottavo punto all’ordine del giorno, non c’è nessuna difficoltà a
farlo in quel momento, a meno che non ci sia una pregiudiziale, essendo questi punti non burocraticamente
fissati ma concordati nella seduta antimeridiana della Conferenza dei
capigruppo e ritenuti da tutti – maggioranza e minoranza – alla unanimità come
punti di assoluta priorità.
Io non ho
nessuna difficoltà quando arriviamo a quel punto di dare tutte le informazioni
sullo stato dell’arte da cui risulterà chiaro perché
si fanno o non si fanno, di chi sono le responsabilità, chi è in regola in
questo momento alla virgola, ecc.
Personalmente, senza però voler invadere la funzione
dell’Aula, vorrei che noi licenziassimo intanto fattivamente i punti su cui c’è
esplicito, formale e sostanziale accordo, per poi affrontare in un’altra parte
di questa seduta di Consiglio, questo tema.
Mi limitavo a esprimere questo.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Chiarella. Ne ha facoltà.
Le chiedo solo di inserire all’ordine dei lavori, se l’Aula
è d’accordo, dopo i punti concordati, l’ordine del giorno firmato da diversi
consiglieri regionali, sull’appoggio a quello che è l’emendamento Misiti per quanto riguarda
la Scuola di magistratura a Catanzaro.
C’è questo documento proposto, che, pertanto, chiedo che
sia inserito all’ordine del giorno per poi votarlo in questa stessa seduta.
Pongo in votazione la proposta di inserimento
avanzata dall’onorevole Chiarella dell’ordine del giorno riguardante
l’istituzione della Scuola di magistratura a Catanzaro.
(Il Consiglio approva)
Il primo punto all’ordine del giorno recita Proposta di
legge numero 246/8^ di iniziativa dei consiglieri
Pacenza, Racco, Acri ed altri, recante: “Modifica articolo 20, comma 4, legge regionale 11 maggio 2007 numero 9”.
La proposta è stata firmata da tutti i capigruppo.
Onorevole Pacenza, lei è il primo firmatario: intende
illustrare la proposta di legge o passo direttamente alla lettura della
proposta per parti perché c’è un coordinamento formale?
(Interruzione)
Allora leggo per commi e poi si passa all’approvazione in
generale.
Pongo in votazione il comma 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione il comma 2.
(E’ approvato)
Solo come coordinamento tecnico io ho una nuova
formulazione del comma 3 che vi leggo: “Gli interventi di cui al presente
articolo hanno luogo nei limiti delle somme iscritte per lo scopo nel bilancio
di previsione per l’anno 2008 riservando un importo non superiore a 4,5 milioni di euro alle finalità di
cui al comma 2”.
Non cambia niente è solo per
formularlo tecnicamente. Era sempre di 4,5 milioni di euro ma è formulato così perché si capisca che non è
illimitato.
Pongo in votazione il comma 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione il comma 4, che rimane così come
concordato.
(E’ approvato)
Pongo in votazione il proposta di legge n. 246/8^ recante
la modifica dell’articolo 20, comma 4, della legge regionale 11 maggio 2007, numero 9, per come emendata,
trattandosi di articolo unico.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Il secondo punto è un ordine del
giorno sui lavoratori interinali. Anche
questo è a firma di tutti i capigruppo.
L’ordine
del giorno così recita “Al fine di garantire tutta la forza lavoro in essere al
31.12.2006 per i servizi esternalizzati si impegna a provvedere nel prossimo bilancio la somma
all’uopo necessaria”.
Pongo in
votazione l’ordine del giorno per come letto.
(Il Consiglio
approva)
(E’ riportato
in allegato)
Proposta di legge numero 245/8^ di iniziativa dei consiglieri Pacenza e altri, recante:
"Interpretazione autentica dell'articolo 2 comma 2 della legge regionale
n. 8 del 26 maggio 1997".
Nessuno chiede di parlare, pertanto pongo in
votazione la suddetta proposta di legge trattandosi di articolo
unico.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in
allegato)
Il punto quattro all’ordine
del giorno recita “Mozione numero 47 di iniziativa
dei consiglieri Tripodi Michelangelo ed altri relativa
al blocco del raddoppio del termovalorizzatore
di Gioia Tauro”.
Nessuno chiede di illustrarlo pertanto
sottopongo la mozione al voto dell’Aula.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Si
passa al punto cinque all’ordine del giorno:
Proposta di legge n. 227/8^ di iniziativa
della Giunta regionale, recante: “Istituzione dell'autorità regionale denominata
- Stazione unica appaltante, disciplina sulla trasparenza in materia di lavori, servizi e forniture”.
L’onorevole
Borrello, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.
Presidente, penso che sarò molto breve perché per quanto riguarda la relazione in se stessa classicamente intesa, credo di potermi rifare tranquillamente a quella scritta che è depositata agli atti.
Mi preme, però, aggiungere qualche elemento che nasce dalla seduta della Commissione consiliare, onorevole Presidente e colleghi consiglieri.
Sostanzialmente,
si ribadisce che questo provvedimento va, a nostro
giudizio, cioè non solo mio ma della intera Commissione
e quindi certamente dell’intero Consiglio, a
rimuovere le difficoltà che in termini di appalti in generale questa nostra
Regione negli anni ha purtroppo registrato, perché per mancanza di regole
uniformi rispetto alla Giunta regionale, alle aziende sanitarie, agli enti
dipendenti dalla stessa Regione, ogni stazione appaltante normalmente e
solitamente agiva con grande autonomia e spesso e volentieri con scarsa
attenzione rispetto all’esigenza prioritaria di rendere questi appalti protetti
non solo da quelle che potrebbero essere ingerenze che provengono da mondi
diversi, ma soprattutto alle questioni che riguardano la gestione da parte
della criminalità organizzata.
Quindi il
disegno di legge che la Giunta regionale ha inteso consegnare al Consiglio persegue non solo l’esigenza di uniformare le
attività propedeutiche e successive alla stessa progettazione per quanto
riguarda gli enti e le aziende per come detto prima, ma anche, e soprattutto,
di rendere e raggiungere obiettivi di legalità e trasparenza.
Devo solo
aggiungere, Presidente, che all’ordine del giorno c’era anche l’altra proposta
di legge, tra l’altro presentata da me, che riguardava
la riorganizzazione più complessiva del sistema della organizzazione del codice
degli appalti.
Lì, per la
verità, abbiamo ritenuto come prima Commissione su
proposta del Presidente o mia – ma non ha importanza – che su questo secondo
provvedimento fosse più opportuno non solo aspettare in qualche modo anche la
definizione di un contenzioso costituzionale che c’è rispetto a dei ricorsi che
il Governo ha prodotto contro alcune norme di altre Regioni, ma, soprattutto, per
la possibilità di approfondire al massimo, a 360 gradi, una materia molto
complessa ed articolata che ha già come riferimento nazionale un Codice degli
appalti che comunque nel tempo sta subendo sempre più frequentemente modifiche
ed integrazioni.
Ci siamo
proposti di dare una sorta di tempo ulteriore prima
alla Commissione e poi al Consiglio regionale per definire questo provvedimento
legislativo. Limitandoci in questa fase alla discussione ed alla
approvazione della stazione unica appaltante.
Ho necessità
di rappresentare, Presidente, che la Commissione rispetto alla proposta che ci
perveniva dalla Giunta ha operato alcune modifiche alla unanimità.
In sintesi
le modifiche riguarderebbero sia le questioni legate all’organizzazione della
struttura burocratica della Stazione unica appaltante a partire dal direttore
generale e dal comitato di sorveglianza laddove abbiamo
previsto che la scelta non avesse carattere di tipo discrezionale.
Voglio
ricordarlo, il testo iniziale prevedeva infatti un
avviso pubblico e poi sulla scorta delle richieste che sarebbero pervenute alla
Giunta, la scelta dentro questa graduatoria – che non è una vera e propria
graduatoria - , dentro questo elenco sia del direttore generale che del
Comitato di sorveglianza.
Abbiamo
ritenuto che essendo troppo delicata la materia che andremmo
ad affidare a questi organismi, sia più opportuno individuare meccanismi di
scelta che potessero andare al di là di quello che di solito avviene o che di
solito si fa. Immaginando, così, la istituzione di una
Commissione di alte professionalità che andranno a valutare curriculum per
curriculum le richieste dei proponenti. Poi dentro questo elenco
di soggetti appartenenti alle diverse categorie che sono indicate nella legge,
una proposta di due nominativi individuati per ogni categoria su cui poi la
Giunta regionale provvederebbe ad individuare la figura del direttore generale.
I restanti nominativi non scelti per l’incarico di direttore generale
andrebbero automaticamente o quasi, a far parte del Comitato di sorveglianza.
Abbiamo poi
immaginato che nel regolamento di cui è chiamata a dotarsi la Stazione unica
appaltante in sede di definizione, di intese e
raccordi con gli uffici territoriali di governo, quindi con le prefetture,
fosse prevista la istituzione di un albo ufficiale di tutte le aziende che in
Calabria possono essere chiamate o adibite a fare lavori di sub-appalto. Questo
perché c’è stata una richiesta precisa da parte dei soggetti che abbiamo audito in Commissione, e, quindi, abbiamo ritenuto che fosse
giusta, perché la lamentela o la difficoltà ad uscire fuori
da un contesto di questa natura, dove spesso e volentieri il sub-appalto
traduce anche situazioni non poco chiare o poco trasparenti, evidentemente, la
presenza di questo albo presso le prefetture è sicuramente sinonimo di garanzia
e di ulteriore maggiore legalità.
Altre novità
importanti che abbiamo inserito nel provvedimento, Presidente, si riferiscono alla individuazione di tre categorie di istituti che vanno a
coprire in qualche maniera le difficoltà denunciate spesso dalle organizzazioni
sindacali che riguardano la sicurezza dei cantieri, la tutela dei lavoratori
nonché la tutela della legalità verso il lavoro sommerso.
Sono tre
articoli di legge abbastanza compositi che sostanzialmente intendono
raggiungere un obiettivo, quello di porre grande attenzione,
su queste particolari materie, non solo in sede legislativa ma, soprattutto, in
sede di esecuzione della stessa norma.
Per quanto
riguarda, infine e chiudo, Presidente, l’organizzazione della struttura
burocratica noi abbiamo inteso estendere la platea dei possibili movimenti di
mobilità, ma anche di comando, presso la stazione unica appaltante non solo
agli uffici della Regione ma alla intera pubblica
amministrazione. Proprio per avere una disponibilità di maggiore richiesta e
quindi una scelta molto più articolata e qualificata,
se vogliamo dirla tutta.
Presidente,
penso di aver finito, non credo di dover aggiungere
altro. Eventualmente in corso di discussione, se ci sarà bisogno interverrò.
Non ho iscritti a parlare per discussione
generale, pertanto passo all’esame nel merito della legge.
All’articolo 1 è stato presentato emendamento a
firma del consigliere Vilasi. Essendo il collega assente, l’emendamento decade.
Pongo in votazione il comma 1 dell’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione il comma 2 dell’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione il comma 3 dell’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione il comma 4 dell’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione il comma 5 dell’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione il comma 6 dell’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 1 nel suo
complesso.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2 nel suo
complesso.
(E’ approvato)
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3 nel suo
complesso.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4 nel suo
complesso.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 5 nel suo
complesso.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 6 nel suo
complesso.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 7 nel suo
complesso.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 8 nel suo
complesso.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 9 nel suo
complesso.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 10 nel suo
complesso.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 11 nel suo
complesso.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 12 nel suo
complesso.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 13 nel suo
complesso.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 14 nel suo complesso.
(E’ approvato)
All’articolo 15 che riguarda le “norme transitorie, finali e
di rinvio” è stato presentato emendamento protocollo 3149 al comma 3,
aggiuntivo, a firma dei consiglieri Cherubino, Pacenza, Michelangelo Tripodi,
Crea ed altri che così recita: “Per quanto concerne lavori,
acquisizione di beni e forniture di servizi strettamene riguardanti il
Consiglio regionale, l’Ufficio di Presidenza può affidare singole fattispecie
alla Sua”.
Questo comma aggiuntivo, è stato votato come
emendamento da tutti i capigruppo e io lo sottopongo
alla votazione.
(E’ approvato)
Sempre all’articolo 15 stesso protocollo, comma
4 è stato presentato un emendamento aggiuntivo a firma dei consiglieri
Cherubino, Pacenza, Michelangelo Tripodi, Crea ed altri che così recita: “Il Consiglio regionale, entro 60 giorni dall’entrata in
vigore della presente legge provvede all’inserimento nel Regolamento interno di amministrazione e contabilità di procedure e limiti che
si armonizzino con le disposizioni della presente legge, tutelando l’autonomia
contabile e funzionale del Consiglio regionale”
Pongo in votazione l’emendamento al comma 4 dell’articolo 15.
(E’ approvato)
Pongo in votazione il comma 15 nel suo
complesso.
(E’ approvato)
Prima di passare alla approvazione
complessiva della legge do la parola al Vicepresidente della Giunta. Ne ha facoltà.
Presidente, io colgo l’opportunità di intervenire a
questo punto dell’esame della legge per due ragioni.
La prima è che non l’ho fatto in sede di
dibattito generale perché ho condiviso pienamente ed espressamente la relazione che è stata qui
esposta dal relatore del provvedimento, onorevole Borrello.
La seconda ragione è perché mi sembrava
improprio non intervenire alla luce del percorso che questa legge ha svolto;
alla luce delle ragioni che hanno generato questa necessità e del fatto che io
stesso sono stato proponente e relatore in sede di Giunta.
Per
queste ragioni ritengo doveroso
che alcune considerazioni siano svolte.
Noi stiamo decidendo un atto assai significativo. A mio avviso, se facciamo il bilancio di questa metà di legislatura – siamo ormai ai primi due anni e mezzo – , la legge che è in via di approvazione, manca ormai solo
il voto finale, è caratterizzante di un impegno della istituzione regionale volto, in una regione difficile come la Calabria, ad affermare trasparenza, efficacia e
soprattutto separazione delle competenze tra il livello
di programmazione e di responsabilità politica
quindi, e non soltanto del livello dirigenziale, cosa che pure è prevista dalla
legge 241 e dalla legge che in passato ha regolamentato il riordino della
dirigenza della pubblica amministrazione.
C’è una separazione di competenze, perché oggi con l’approvazione di
questa legge l’amministrazione regionale e le agenzie, comprese le aziende
sanitarie, si liberano della competenza degli appalti.
La Regione non potrà più fare appalti.
I dipartimenti dell’amministrazione regionale, le agenzie e gli enti
sub-regionali, le aziende sanitarie cedono questa sovranità e questa competenza
ad un nuovo organismo: la Stazione unica appaltante.
Abbiamo, cioè, tradotto e materializzato
l’intento e l’impegno che già, in sede di audizione della prima visita della
Commissione parlamentare antimafia che si è svolta soprattutto all’indomani del
delitto Fortugno, questa direzione aveva assunto.
Un primo indirizzo era stato già dato. Se vi
ricordate, la legge finanziaria regionale del tempo, nel 2005-2006 esattamente
aveva già previsto il Centro unico di spesa regionale per quanto riguarda la
sanità.
Quella norma è stata assorbita dal progetto di legge che oggi sta per
diventare legge riguardante la Stazione unica appaltante.
E’ la prima volta che una Regione delibera in tal senso e la Calabria è
la prima Regione a dotarsi di questo organismo
chiamato, appunto, Stazione unica appaltante. Non ci sono esempi in altre
Regioni.
Siamo pervenuti a questo lavoro in fase redigente, nella fase istruttoria
prima ancora che la proposta del disegno di legge venisse
approvata e fatto propria dalla Giunta regionale, attraverso un intenso lavoro
di coordinamento con esperti rappresentanti di istituzioni che nel settore e
nel campo quotidianamente esplicitano il loro fattivo ed attivo impegno.
Un lavoro di collaborazione da parte degli esperti, che io voglio
ringraziare, senza costi.
Abbiamo avuto una collaborazione volontaria sulla base
di autorizzazioni ufficiali espresse dagli organismi preposti. Penso al
contributo che è stato dato dall’esperto della Direzione nazionale antimafia;
penso al contributo che è stato dato dalla Università
statale Mediterranea di Reggio Calabria e penso all’Autorità nazionale dei
lavori pubblici.
Questi, insieme all’Osservatorio sulle riforme istituito appositamente
con delibera di Giunta regionale, hanno provveduto a lavorare in un’azione, in un’attività di
ricerca e di proposta.
La proposta di legge è secca. L’articolato che è stato
già esaminato ed approvato, dà il senso di una legge snella e da attuare
facilmente. Non si è nel caso di una legge che aprendo una nuova
situazione, una nuova fase potrebbe intralciare o complicare i procedimenti
amministrativi.
Anzi, sotto questo aspetto, nei tempi previsti
dalla stessa legge che sarà approvata da qui a poco, noi potremmo avere non
soltanto l’insediamento della Stazione unica appaltante ma la possibilità senza
alcuno scompenso da parte dei dipartimenti e di tutti gli enti sottoposti
all’obbligo – da parte di questa legge – di trasferimento della competenza dello svolgimento dell’appalto e
riguardante non soltanto la realizzazione di opere pubbliche, ma anche la fornitura di beni e servizi per
una soglia di importo superiore ai 150 mila euro, di essere subito operativi.
Non c’è da fare, alcunché ma solo da
provvedere alle nomine degli organismi che questa legge prevede ed al rispetto
delle procedure per l’insediamento nella sua sede legale a Catanzaro e della
organizzazione e dell’insediamento della stessa struttura organizzativa e
dirigenziale.
Da quel momento, la Stazione unica
appaltante è operante.
Questa legge è quindi il vero cemento, il vero
collante di una azione riformatrice che in questi due
anni e mezzo è stata svolta per destrutturate la vecchia Regione, quella della
prima esperienza storica del regionalismo, la Regione che doveva essere necessariamente
riportata ai suoi compiti costituzionali. La Regione deve programmare e controllare,
la Regione non può gestire.
In tal senso arriviamo alla approvazione
della Stazione unica appaltante dopo che atti significativi per quanto parziali sono stati già approvati.
Penso al trasferimento delle funzioni gestionali da parte della Regione al sistema delle autonomie
locali. In particolar modo è già compiuto il processo di trasferimento di oltre
cento funzioni gestionali, accompagnate dal trasferimento di risorse
umane e da risorse finanziarie, al sistema delle province calabresi.
Certo sentiamo ogni tanto un lamento, una invocazione
da parte delle stesse amministrazioni provinciali della regione: le Province
vorrebbero più risorse finanziarie. E’ un lamento che coglie un dato oggettivo
perché non si possono demandare funzioni gestionali
senza le adeguate risorse.
Ma è pur da dire che quelle
gestioni, quelle funzioni negli anni scorsi -fino all’anno
prima del trasferimento- sono state gestite dalla Regione con meno
disponibilità di risorse. Molte di queste funzioni hanno richiesto investimenti
aggiuntivi, che andavano ben oltre le disponibilità su cui ha
potuto contare l’amministrazione regionale negli anni scorsi e fino al momento in cui la stessa Regione ha
esercitato queste funzioni.
C’è da completare il trasferimento ai Comuni. Questo non è avvenuto
perché i Comuni stessi hanno chiesto una proroga, ché sono impegnati
ad attuare la stessa legge regionale approvata da questo Consiglio regionale
per quanto riguarda le forme di associazionismo e di unione tra i comuni e la
definizione dei bacini ottimali ed omogenei.
A questo si accompagna
il fatto che nell’ultima legge finanziaria approvata il 1° maggio di
quest’anno sono state decise alcune norme assai significative che notoriamente
vengono conosciute come norme approvate nell’ambito del maxi emendamento.
Ne cito solo alcune a mo’ d’esempio. La razionalizzazione, la riforma e
l’accorpamento del numero delle aziende sanitarie, la soppressione di alcuni enti come l’Arssa e l’Afor. La riforma della stessa Fincalabra.
Oggi con l’approvazione della Stazione unica appaltante, quindi,
completiamo il progetto ed il processo di destrutturazione
ed in campo - appena entra in funzione la Stazione unica appaltante – è
potenzialmente la nuova Regione. La Regione che non solo programma e controlla
ma una Regione più leggera, più leggera nel suo organico perché dei circa 5
mila dipendenti che si registravano nell’organico al momento dell’insediamento
di questa nuova legislatura, ne rimangono con i processi di decentramento e
trasferimento solo circa 1.300. La Regione che ormai ha esclusive competenze e
prerogative di programmazione.
Penso che sia stata così scritta nel corso di questi due anni e mezzo una
pagina riformatrice che mette in soffitta il vecchio regionalismo, quella
Regione tanto vituperata, quella Regione che in qualche modo ha reso non
credibile una esperienza di riorganizzazione dei
poteri dello Stato attraverso funzioni complementari o decentrate su basi regionali.
In Calabria, quindi, quello che è nato agli inizi degli anni ’70 oggi non esiste più. La fase che si apre ora è quella di una
sfida che più che rivolgerla alla ingegneria
organizzativa ed istituzionale, bisogna rivolgerla all’attuazione di politiche
tese allo sviluppo, alla occupazione, alla modernizzazione della nostra società
regionale.
Per questa ragione, probabilmente non abbiamo seguito una via solita,
quella criticabile dei due tempi. Cioè la ragione che
riforme e politiche di sviluppo non potevano non essere accompagnate e mandate
avanti insieme.
Certo, la difficoltà in questi due anni e mezzo è stata significativa sotto questo aspetto,
perché anche la politica degli incentivi, dei finanziamenti e degli
investimenti di sostegno allo sviluppo è stata limitata dal fatto che i fondi
ordinari disponibili dovevano essere necessariamente pochi o addirittura
impossibili, se pensiamo che allo stato è ancora in atto – e dobbiamo
fronteggiarlo – il rischio di un vero e proprio dissesto finanziario regionale.
Non si è potuto riprogrammare alcunché sulla vecchia Agenda 2000 e i tempi della nuova
programmazione, quella del 2007-2013 non potevano essere anticipati per questo.
I tempi giusti sono quelli di oggi.
Penso che con quest’atto noi avremo da richiamare le attenzioni di tutti
gli osservatori, di quegli osservatori che guardano con diffidenza, con
sospetto anche alla immagine di questa istituzione
regionale.
Non c’è precedente nemmeno nelle altre Regioni, nella cultura e nella
storia politica-istituzionale di questa Regione.
L’attivazione, certo, non l’approvazione della legge, di questa Stazione
unica appaltante non c’è dubbio che possa essere un colpo di spugna di quegli
assetti, di quegli equilibri, di quel sistema di potere politico-istituzionale
e sociale che ha subito negli anni le commistioni e le intrusioni anche di
pressioni illegali.
Se voi fate caso, il testo non si limita soltanto all’insediamento e alla organizzazione di una autorità, ma prevede norme che in
qualche modo premiano le imprese, garantiscono le imprese sane, quelle che oggi
subiscono invece lo svantaggio di una competizione che è fatta nei loro
confronti dalle imprese non sane, dalle imprese che vivono oltre i limiti della
legalità.
Non è soltanto un problema di procedura di trasparenza negli appalti, ma
è il richiamo nella fase di definizione dei capitolati di appalto
e degli stessi bandi di gara al rigoroso rispetto di norme e leggi che
dovrebbero prevenire la intrusione della mafia, della corruzione nel momento decisorio dell’attribuzione dei finanziamenti pubblici.
Altrettante norme di salvaguardia sono state
introdotte a tutela dei diritti dei lavoratori. Per quanto riguarda la regolamentazione e la trasparenza da richiedere
nell’attività di assegnazione dei sub-appalti, per quanto riguarda il rispetto
delle norme di sicurezza nei luoghi di lavoro e per quanto riguarda il rispetto
dei diritti contrattuali dei lavoratori.
Non ci può essere impresa che attraverso questo sistema possa sfuggire a
queste norme perché ove mai dovesse accadere, questa impresa
sarebbe sottoposta ad una azione sanzionatoria che la
vedrebbe esclusa per almeno i prossimi 5 anni da ogni attività imprenditoriale
che si potrebbe svolgere con finanziamenti pubblici regionali.
La sanzione è riferita non solo alle imprese ma a tutte le attività ed
alle società ad esse connesse. E’ riferita persino
alle imprese che in forma temporanea si andranno ad associare a questa impresa sottoposta ad opere di sanzionamenti.
Una pagina importante e storica di cui va dato il merito ad un Consiglio
regionale che ha lavorato in Commissione con alto senso di responsabilità. Abbiamo ascoltato la relazione del consigliere Borrello, ma soprattutto
il suo richiamo, come relatore anche
insieme al collega Giamborino - firmatario di un’altra legge che sarà portata
all’esame del Consiglio regionale speriamo nella
prossima seduta – per modernizzare tutto il sistema delle regole e quindi
andare al riordino in materia di appalti pubblici.
Un testo di legge che già è all’esame della Commissione consiliare
competente, che è stato già valutato e che contiamo di
licenziare nella prossima seduta di Commissione.
Il punto sotto questo aspetto è aperto un
disegno di legge che è stato inserito già all’ordine del giorno dei lavori
dello stesso Consiglio regionale.
Un Consiglio regionale che ha lavorato alla unanimità.
Nessun gruppo consiliare, nessun consigliere regionale né di opposizione
né di governo ha inteso sottrarsi a questa responsabilità. Una bella pagina che
fa emergere una responsabilità collettiva istituzionale con l’intento e la
volontà di aprire una fase di riscatto e di rinnovamento autentico di questa
nostra Regione.
Per queste motivazioni esprimo viva soddisfazione per il lavoro svolto ma
esprimo pieno consenso al testo così come emendato che
è stato letto dal Presidente Bova e valutato dall’Aula in tutti i suoi
articolati.
Per
dichiarazione di voto? Le do subito la parola, onorevole Abramo.
Presidente, voglio fare un intervento brevissimo vista anche la eccezionale lettura che ha fatto il Vicepresidente - è la prima volta che legge qualcosa il Vicepresidente - onorevole Adamo.
(Interruzione)
Non ha letto?
Credo che neanche lui crede alle parole che oggi sono state dette in
quest’Aula. Un’Aula in cui ci accorgiamo, sentiamo
dire, lo diceva l’onorevole Borrello, che
anche l’opposizione è d’accordo su questo lavoro fatto in maniera esemplare. Ma diventa una parata di facciata, perché, finché faremo il
regolamento, così come per quel che riguarda le chiusure delle aziende
speciali o il Piano sanitario o la prima pietra della Cittadella regionale dove
ancora oggi si rinnovano contratti di fitto, io considero il tutto ormai
un’azione solo di facciata.
E anche
oggi, il fatto che in quest’Aula non venga deciso da
parte di alcun consigliere o assentito, che anche i capigruppo della minoranza
hanno consentito di fare il cambiamento dell’ordine del giorno, ci fa capire
che qui non c’è più neanche opposizione, qui vi state mettendo d’accordo nelle
aule, nelle riunioni segrete anche con i capigruppo della minoranza.
E’ una cosa
veramente vergognosa quello che sta accadendo, Presidente…
Chiedo
scusa, lei può dire tutto quel che vuole ma deve stare all’ordine del giorno.
Tra l’altro,
le chiedo scusa, sa come è, il rispetto suo e all’Aula, lei sta facendo affermazioni gratuite e
destituite di ogni fondamento…
Io faccio affermazioni gratuite…
No, no, affermazioni politiche può farne, però, non ci sono né riunioni segrete…
Ma io aspetto che nella prossima riunione dei capigruppo vi
mettiate d’accordo anche per la vicenda del nuovo partito e dei gruppi in
maniera tale da tenere anche tutto il personale dei cinque gruppi. Mettetevi
d’accordo anche su quello, Presidente, fatelo
tanto ormai la Regione…, vedete, queste sono le sedute del Consiglio regionale: non si parla più, non si discute, non
c’è opposizione, nessuno che interviene, la stampa che dice sempre le stesse
cose.
Fatelo, nessuno vi dirà niente. Io voglio fare solo un intervento senza
intervenire nel merito. Perché dovrei giustificare che
cosa? Il lavoro fatto da Borrello? E’ un lavoro pregevole…
Ma
le chiedo scusa…
Presidente, ho finito, vi ringrazio.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Senatore. Ne ha facoltà.
Mi raccomando, stiamo alle dichiarazioni di voto finale -
poi ognuno avrà le opinioni che vuole - sulla legge riguardo la Stazione unica appaltante.
In via eccezionale si possono fare delle dichiarazioni di
voto e bisogna stare in argomento, non perché lo dico io ma lo dicono le regole
di questo Consiglio e di ogni assemblea.
Presidente, brevemente…
(Interruzione)
L’intervento dell’onorevole Abramo, a mio avviso, coglie nel
segno. D’altra parte, non è che qui possiamo fare
sfaceli. I capigruppo in effetti rappresentano i
gruppi. Sarebbe inusuale quanto meno che i consiglieri insorgessero contro le decisioni dei rispettivi
capigruppo.
Diciamolo pure chiaramente, non solo su questa questione ma
su tante abbiamo un po’ le mani legate.
Un fatto è vero, Presidente, qui è tutta una operazione
di facciata. Io sento il Presidente Loiero
che dice che le cose vanno benissimo. Del resto lui guarda Prodi in
televisione.
Se sentite Prodi lui,
risponde sempre, alla domanda su come va, :
“Benissimo, benissimo, andiamo benissimo”.
Loiero ne è la copia : “va tutto bene”. L’importante è produrre carte, è chiaro? La questione è che ci sono dei problemi, indubbiamente. Capisco che la politica, alcune volte, è anche questo.
La legge sanitaria, la sanità: anche l’onorevole Lo Moro ha prodotto carte, un libro di 280 pagine. Onorevole Lo Moro, ma vada un po’ negli ospedali e guardi cosa succede: ci sono i dializzati, per esempio, che in base ad una legge regionale, la 36 dell’86…
La Stazione unica appaltante, onorevole Senatore!
…devono avere un obolo di 370 euro l’anno.
La Stazione unica appaltante!
Sono tre anni, dal 2005, che non lo ricevono. Dico una cosa minima per dire come, in effetti, con le carte siamo a posto, ma poi nei fatti in questa regione tutto resta come prima, anzi peggio di prima, se è vero, come è vero, che dagli ultimi dati forniti dalla Banca d’Italia ci sono stati 19 mila posti di lavoro in Calabria che sono venuti meno.
Ma, Presidente, è inutile continuare, qui ognuno… discute anche la stampa, è distratta perché forse è abituata ormai a questo andazzo! Non possiamo far niente, Presidente!
Io assisto a delle cose… L’onorevole Loiero è venuto a Crotone ad inaugurare un ponte per cui lui non ha procurato i soldi, perché io ho procurato i soldi, il progetto l’ha fatto Chiaravalloti, l’opera è iniziata quando io ero sindaco di Crotone e Chiaravalloti era Presidente della Giunta.
Loiero è venuto ed ha inaugurato un ponte per la realizzazione del quale non aveva assolutamente mosso un dito! Eppure, le cose vanno avanti così!
Resta un fatto, mi auguro che il Consiglio regionale riesca a recuperare, perché è necessario un recupero di questo Consiglio regionale. Quando si pensa che i consiglieri vengono convocati in uno studio televisivo, Presidente, beh, la dice lunga! E consiglieri che ci vanno pure, perché abbiamo visto consiglieri che si sono lasciati convocare e sono andati lì a fare il dibattito… invece di farlo in Aula lo fanno negli studi televisivi!
Pongo in votazione la legge sulla Stazione unica appaltante nel suo complesso.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportata in allegato)
C’è un ordine del giorno a seguire firmato dai capigruppo avente per oggetto il mantenimento dei livelli occupazionali già garantiti da Sviluppo Italia Calabria.
Siccome è conosciuto da tutti, l’avete lì perché era già all’ordine del giorno, lo pongo in votazione.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
C’è un successivo punto all’ordine del giorno, la mozione che abbiamo inserito su richiesta dell’onorevole Morelli, che ne è stato presentatore, sul riconoscimento giuridico della lingua italiana dei segni. Poiché bisognare fare le fotocopie, in attesa di discutere la mozione Morelli, passiamo alla trattazione del successivo punto se siamo d’accordo,
Proposta di provvedimento amministrativo n. 262/8^, recante: “Modifica al Regolamento interno del Consiglio regionale”
Il punto all’ordine del giorno riguarda la modifica al Regolamento, la proposta di provvedimento amministrativo numero 262/8^.
Prego, onorevole Borrello
Presidente, una piccola integrazione aggiuntiva che si riferisce all’eventuale sostituzione dei consiglieri assenti per congedo, le quali sostituzioni possono avvenire all’interno del gruppo di appartenenza o della coalizione, secondo le modalità previste dal Regolamento.
Ci sono osservazioni all’integrazione in Aula dell’emendamento dei capigruppo come formulato poco fa dall’onorevole Borrello? Non ci sono, quindi pongo in votazione la modifica del Regolamento interno del Consiglio regionale così come modificato dall’intervento dell’onorevole Borrello e quindi chiedo poi coordinamento formale.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Intanto, siamo sempre in attesa che ci pervengano le copie della mozione. Mentre aspettiamo, ci sono i bilanci di previsione di alcuni enti che abbiamo sottoposto all’Aula.
Il punto 23 all’ordine del giorno riguarda la proposta di provvedimento amministrativo numero 195/8^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio di previsione dell’Azienda Calabria Lavoro per l’anno finanziario 2006”.
Pongo in votazione la proposta di provvedimento amministrativo numero 195/8^.
(Il
Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Il punto 24 all’ordine del giorno reca la proposta di provvedimento amministrativo numero 202/8^ di iniziativa della Giunta regionale: “Bilancio di previsione dell’Azienda Calabria Lavoro per l’anno finanziario 2007”
La pongo in votazione.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportata in allegato)
Il punto 25 reca la proposta di provvedimento amministrativo numero 213/8^ di iniziativa della Giunta regionale: “Bilancio di previsione dell’Arpacal per l’anno finanziario 2007”.
Presidente, chiedo che i rappresentanti dell’Arpacal siano ascoltati in sede di seconda Commissione, prima di passare all’approvazione di questa delibera.
Noi l’abbiamo portato in Aula perché erano superati i 60 giorni.
(Interruzioni)
Non è stata audita la rappresentanza dell’Arpacal.
(Interruzione)
Ah, sono scaduti i termini? Se sono scaduti i termini… però chiedo comunque che i rappresentanti dell’Arpacal vengano in seconda Commissione per riferire sulla problematica relativa ai bilanci.
Pongo in votazione la proposta di provvedimento amministrativo numero 214/8^.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportata in allegato)
Il punto 26 reca la proposta di provvedimento amministrativo numero 253/8^ di iniziativa della Giunta regionale: “Proposta di referendum abrogativo dell’articolo 7 della legge regionale 11/05/2007 numero 9 ai sensi dell’articolo 11 dello Statuto della regione Calabria e della legge regionale 05/04/1983 numero 13” – Giudizio di ammissibilità.
La pongo in votazione.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportata in allegato)
E’ distribuita la mozione, però se vuole parlare l’onorevole Morelli, ne ha facoltà.
Si tratta, in effetti, di far recuperare all’Italia e in Calabria anche – perché su circa 70 mila persone sorde, in Calabria abbiamo una presenza di circa 3 mila – una raccomandazione che il Parlamento europeo ha fatto sin dal 17 giugno del 1988. Nel piano per la disabilità 2006-2007 il Parlamento europeo ha invitato gli Stati membri ad utilizzare e diffondere la lingua dei segni, cioè che si procedesse ad un riconoscimento giuridico alla categoria che ha questa disabilità…
(Interruzioni)
La seduta non è sciolta, l’onorevole Morelli sta illustrando una mozione, prego i consiglieri di ascoltare. Chi invece vuole parlare, si accomodi fuori dall’Aula!
A questa raccomandazione del Parlamento europeo ha fatto seguito l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, l’Onu, che ha elaborato un testo dove invita i Paesi firmatari, tra cui l’Italia, ad evitare pratiche discriminatorie al loro interno e nei confronti di persone con disabilità e dovranno assicurare un loro inserimento completo nelle società, garantendo loro pari opportunità.
Il 23 novembre u.s. il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro Ferrero, ha approvato un disegno di legge, dopo aver ricevuto anche il parere della Conferenza unificata.
Con questa mozione sottopongo alla vostra attenzione sostanzialmente la sensibilità di invitare il Presidente del Consiglio regionale a trasmettere la stessa al Presidente Prodi, al ministro Ferrero, ai Presidenti di Camera e Senato e ai Presidenti delle Commissioni competenti di Camera e Senato affinché si possa ottenere questo riconoscimento giuridico, di fatto un riconoscimento naturale per le persone sorde, con un’ampia e rapida approvazione.
Non ho iscritti a parlare, pertanto pongo in votazione la mozione così come presentata ed illustrata dall’onorevole Morelli.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportata in allegato)
C’è un ordine del giorno presentato dall’onorevole Chiarella, a favore dell’istituzione della Scuola Superiore di Magistratura nella città di Catanzaro.
Se vuole brevemente illustrarlo, ne ha facoltà.
Solo due parole per dire che quest’ordine del giorno è a sostegno dell’emendamento Misiti alla legge finanziaria e impegna l’onorevole Bova e l’onorevole Loiero a comunicare quello che è il volere di quest’Aula in riferimento alla scuola di magistratura a Catanzaro, cioè di esercitare pressione politica presso le Commissioni bilancio e giustizia della Camera che in questi giorni andranno a valutare l’emendamento Misiti, che riporta all’origine, almeno nella proposta, la località che dovrebbe accogliere i 2.500 magistrati che saranno per il Meridione interessati a frequentare una Scuola superiore così importante e io direi così autorevole, con tutto quello che ne consegue dal punto di vista economico, sociale, culturale.
Quindi è una partita seria, politica. Il voto di questo Consiglio regionale che impegna il Presidente del Consiglio e il Presidente della Giunta ad intervenire presso la Camera dei Deputati e le Commissioni giustizia e bilancio può mettere in moto una speranza dei calabresi che, altrimenti, ancora una volta sarebbero, secondo me, scippati da un qualcosa che il Governo precedente aveva assegnato alla città di Catanzaro.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Tallini. Ne ha facoltà.
Colleghi, sull’ordine del giorno presentato dall’onorevole Chiarella vorrei ricordare come soprattutto noi rappresentanti del partito dell’Udeur abbiamo subito nei mesi scorsi, anzi addirittura da un anno a questa parte, una sorta di sciacallaggio mediatico perché ci sono state addebitate tutte le responsabilità del provvedimento che è stato, sì, emanato dal ministro Mastella, ma che è stato sottoscritto anche dal ministro dell’economia Padoa Schioppa.
Il provvedimento non prevedeva soltanto lo spostamento della sede della Scuola di magistratura dell’Italia meridionale - che era stata prevista dal precedente Governo a Catanzaro e che il nostro ministro Mastella e il ministro Padoa Schioppa hanno spostata e prevista in quel di Benevento -; ebbene, quel provvedimento, collega Chiarella e soprattutto colleghi della coalizione che rappresentiamo, porta anche un’altra modifica: lo spostamento della Scuola di magistratura dell’Italia centrale da Latina a Firenze.
Questo significa che quel provvedimento il ministro Mastella sicuramente l’ha concordato con quella coalizione e ci meraviglia tanto. Noi non possiamo fare altro che appoggiare qualsiasi tipo di iniziativa a favore dei tentativi che si stanno facendo per far ritornare in Calabria la Scuola di magistratura.
Il sottoscritto, addirittura, ha fatto un ricorso al Tar Lazio con alcuni giudici di pace, però questa è pure l’occasione per eventualmente evitare facili strumentalizzazioni. Perché facili strumentalizzazioni? Io non ho capito, per esempio, per quale motivo i rappresentanti della coalizione di centro-sinistra, dell’Unione o del Partito democratico che in Calabria soprattutto i deputati si stanno stracciando le vesti in questo momento, l’onorevole Misiti se n’è fatto addirittura promotore, per proporre alla Camera questa iniziativa, per quale motivo non l’abbiano fatto al Senato, dove bastava un solo senatore calabrese per porre il veto alla questione della scuola di magistratura, che praticamente è stata da noi fatta, da Mastella con Padoa Schioppa, ma d’accordo con tutto il Governo.
Chiudo questo mio intervento, dicendo che, a conferma di tutto ciò, ci sono le notizie, caro Chiarella – è apprezzabile la tua iniziativa, noi saremmo pronti a sottoscriverla, se non vedessimo strumentalizzazioni – stamattina sui giornali sta avvenendo quello che io ho sostenuto e sto dicendo da parecchi giorni, a conferma della strumentalizzazioni di una iniziativa. La Commissione giustizia, da una parte, dichiara ammissibile la proposta presentata alla Finanziaria dall’onorevole Misiti, dall’altra le notizie giornalistiche riportano che questa iniziativa è rimasta soltanto in capo al partito dell’Italia dei valori e che l’intera coalizione, praticamente ne è estranea.
Allora non è possibile che il Partito democratico in Calabria abbia una posizione e poi, magari, al Governo ne abbia un’altra e non è possibile che tutto il peso e la conseguenza di questa iniziativa politica possano cadere in Calabria sul partito dell’Udeur, quello calabrese, in particolare quello di Catanzaro, che mi sembra un partito organico a questa coalizione, organico ad una maggioranza e che, fino a prova contraria, mi pare essere stato un partito che si è comportato sempre con grande lealtà, anzi ha subito tanto i soprusi e le angherie spesso da parte di alcune espressioni di vertice di maggioranza e in tante occasioni è stato anche mortificato.
Io ritengo che questa iniziativa, vista con questa analisi, fa verità sui fatti storici di come sono avvenuti e, finalmente, focalizza le eventuali responsabilità non solo sul partito dell’Udeur, ma su un’intera classe politica, su un’intera coalizione, io dico sul Governo, visto che il Governo di questa Repubblica si basa e si regge sui tre-quattro voti che il partito di Mastella, al quale noi ci onoriamo di appartenere fino a prova contraria, è in grado di garantire la sopravvivenza del Governo Prodi a livello nazionale.
A nome dell’Assemblea e del Consiglio, denominato Comune Calabria, prendiamo atto che ha terminato l’onorevole Tallini e diamo la parola all’onorevole Borrello.
Io intervengo condividendo tutto ciò che ha detto il collega Tallini, volendo aggiungere qualche altra piccola riflessione.
Storicamente, sono contro le demagogie e le iniziative che, sul piano strumentale, tentano di far passare per cultori di un amore per la Calabria gente che – mi riferisco all’onorevole Misiti – ha operato in Calabria da assessore ai lavori pubblici e ha svenduto questa regione ai francesi.
Allora, chi si macchia e si assume questa gravissima responsabilità, oggi davvero lascia stupefatti e sorpresi, nel momento in cui tenta di fare il paladino, non si capisce di che cosa, anche perché su questa vicenda ci sono delle serie e gravi responsabilità che appartengono per intero alle amministrazioni e agli enti locali di quella città: mi riferisco al Comune di Catanzaro e alla Provincia di Catanzaro, che hanno sonnecchiato e dormito per mesi, salvo poi ad alzare la cresta, nel momento in cui la frittata era fatta! I motivi li ha spiegati Tallini.
Ma la cosa che più veramente mi rattrista e mi amareggia è che c’è gente che occupa postazioni di grande rilievo istituzionale parlamentare e per questa Calabria, quotidianamente, non fa assolutamente niente, cioè questa Calabria, per la rappresentanza che ha nel Parlamento romano, è assolutamente assente dalle decisioni. Quindi tutti gli interventi che vengono realizzati spesso e volentieri passano al di sopra e sulla testa dei nostri parlamentari, tra cui in prima fila c’è l’onorevole Misiti.
Quindi dare anche supporto ad iniziative demagogiche e strumentali, mi dispiace per l’amico onorevole Chiarella, che logicamente svolge il suo ruolo, se volete anche a sfondo campanilistico, per quanto mi riguarda, sono contrario e voto contro questo documento.
Non ho altri interventi, per cui pongo in votazione l’ordine del giorno a favore dell’istituzione della Scuola Superiore di Magistratura nella città di Catanzaro.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Ora dovremmo passare all’elezione dei vertici delle Commissioni.
Prego, onorevole Pacenza
Rispetto all’ordine del giorno che prevede adesso una serie di adempimenti già concordati in più Conferenze dei capigruppo, vorrei evidenziare che solo qualche minuto fa, anche qui per unanime condivisione, abbiamo concordato una modifica del Regolamento che è un fatto assai sostanziale, cioè per unanime riconoscimento, anche alla luce del recente passato e dell’andamento del lavoro delle Commissioni, abbiamo concordato all’unanimità sia nella Conferenza dei capigruppo sia qualche minuto fa in Aula, considerato che siamo al rinnovo delle Commissioni stesse, di procedere ad una migliore organizzazione in termini di funzionalità e di produttività delle Commissioni stesse.
Traducendo, questo significa che rispetto al lavoro che dovevano compiere i gruppi consiliari, mi pare tutti i gruppi, quindi non c’è un problema di maggioranza o di minoranza, avendo modificato l’assetto delle Commissioni, mantenendo saldo – e non poteva che essere così – il rapporto tra i due schieramenti di 60 a 40, avendo adempiuto solo qualche minuto fa, si pone il problema di dare la possibilità a tutti i gruppi consiliari di trasferire a lei, Presidente, l’assegnazione dei consiglieri nelle rispettive Commissioni. Quindi c’è un fatto squisitamente operativo, di nessun’altra natura, che al momento in cui siamo pone una difficoltà a poter operare.
Per queste ragioni, Presidente, le chiedo un aggiornamento dei punti previsti all’ordine del giorno, compreso il punto 27, che di fatto si incrocia anche con questo tipo di ragionamento, e da questo momento in poi, considerato che la modifica del Regolamento è stata già votata, permettere ad ogni gruppo consiliare di indicare nelle rispettive Commissioni l’appartenenza dei consiglieri.
Questo perché lei sa bene, signor Presidente, che per poter procedere alla nomina dei Presidenti, dei Vicepresidenti e dei consiglieri Segretari, è necessario che ciò avvenga all’interno dei consiglieri designati, quindi non c’è una platea universale, la platea si riduce dentro i componenti di quella Commissione.
Quindi, non avendo ancora designato nessun gruppo chi fa parte della rispettiva Commissione, mi pare di fatto impossibile poter operare la designazione, la nomina, l’elezione dei rispettivi Presidenti, perché questo lavoro, che è oggettivamente un lavoro di assestamento delle diverse formazioni politiche, non può essere fatto con il Consiglio in seduta.
Per queste ragioni e mantenendo l’orientamento – ripeto – condiviso da parte di tutti i capigruppo già in precedenza, che come priorità e come percorso rimane l’ordine del giorno già concordato, avendo lei già oltretutto formalmente chiesto a tutti i gruppi, anche il sottoscritto nella qualità ha ricevuto la sollecitazione da parte del Presidente del Consiglio, avendo però scelto di procedere a questa modificazione del Regolamento e poi all’assestamento, a me pare che sia assolutamente inevitabile il fatto che al rinnovo si possa procedere appena ogni gruppo procederà alla designazione dei rispettivi consiglieri.
Prendo atto che non esistono le condizioni oggettive per poter procedere all’elezione dei vertici delle Commissioni e che viene parimenti richiesto il rinvio a prossima seduta dell’elezione degli esperti o quant’altro, nomine che sono all’ordine del giorno, e che non ci sono più punti da trattare.
Convocazione della prossima seduta
La seduta è tolta e le questioni in indirizzo, le nomine, verranno messe al primo punto della prossima seduta, che sarà convocata a domicilio.
Ribadisco, la seduta è tolta.
La seduta termina alle 17,30
Hanno chiesto congedo i consiglieri:
Guagliardi, Loiero, Talarico.
(Sono concessi)
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti
proposte di legge di iniziativa della Giunta
regionale:
“Disposizioni per la formazione
del bilancio annuale 2008 e pluriennale 2008/2010 della Regione Calabria (Legge
Finanziaria)”. (P.L. n.
231/8^)
E' stata assegnata alla seconda Commissione
consiliare – Bilancio, programmazione economica e attività produttive – ed alla prima – Affari istituzionali e affari generali – terza
– Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – quarta – Assetto e
utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente – quinta – Riforme e
decentramento – e sesta – Affari dell’Unione europea e relazioni con l’estero –
per il parere.
(Così resta stabilito)
“Bilancio di previsione della Regione Calabria per l'anno
finanziario 2008 e bilancio pluriennale per il triennio 2008/2010”. (P.L. n.
321/8^)
E' stata assegnata alla seconda Commissione
consiliare – Bilancio, programmazione economica e attività produttive – ed alla prima – Affari istituzionali e affari generali – terza
– Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – quarta – Assetto e
utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente – quinta – Riforme e
decentramento – e sesta – Affari dell’Unione europea e relazioni con l’estero –
per il parere.
(Così resta stabilito)
Sono state, inoltre, presentate alla Presidenza le
seguenti proposte di legge di iniziativa dei
consiglieri:
Occhiuto – “Interventi urgenti per la salvaguardia della salute dei cittadini e per la tutela e il
risanamento dell'ambiente: Bonifica e smaltimento amianto”. (P.L. n.
233/8^)
E' stata assegnata alla quarta Commissione –
Assetto e utilizzazione del territorio – protezione
dell’ambiente – ed alla seconda – Bilancio, programmazione economica e attività
produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
Nicolò – “Tutela degli alberi monumentali”. (P.L. n.
234/8^)
E' stata assegnata alla quarta Commissione –
Assetto e utilizzazione del territorio – protezione
dell’ambiente – ed alla seconda – Bilancio, programmazione economica e attività
produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
Cherubino, Sarra – “ Modifiche
alla legge regionale n. 37 del 3 maggio 1995”. (P.L. n. 235/8^)
E' stata assegnata alla terza Commissione
consiliare – Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda – Bilancio, programmazione economica e attività
produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
Borrello – “Norme a favore dei lavoratori
marittimi”. (P.L. n. 236/8^)
E' stata assegnata alla terza Commissione
consiliare – Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda – Bilancio, programmazione economica e attività
produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
Tallini – “Modifica all'articolo 65
della legge urbanistica regionale sostituito integralmente dall'articolo 8
della legge regionale n. 14/2006”. (P.L. n. 237/8^)
E' stata assegnata alla quarta Commissione
consiliare – Assetto e utilizzazione del territorio –
protezione dell’ambiente.
(Così resta stabilito)
Gallo – “Norme per la parità di genere
nell'amministrazione regionale”. (P.L. n. 238/8^)
E' stata assegnata alla prima Commissione
consiliare – Affari istituzionali e affari generali.
(Così resta stabilito)
Gallo – “Misure a sostegno dei piccoli Comuni”. (P.L. n.
239/8^)
E' stata assegnata alla prima Commissione
consiliare – Affari istituzionali e affari generali – ed alla
seconda – Bilancio, programmazione economica e attività produttive – per
il parere.
(Così resta stabilito)
Nucera, Morelli, Serra, Chiarella, Lucà –
“Istituzione della scuola di enologia e viticoltura
della Regione Calabria”. (P.L. n. 240/8^)
E' stata assegnata alla seconda Commissione
consiliare – Bilancio, programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
Tripodi M. – “Stabilizzazione
dei medici veterinari precari in servizio presso le Aziende Sanitarie
Provinciali”. (P.L. n. 241/8^)
E' stata assegnata alla terza Commissione
consiliare – Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda – Bilancio, programmazione economica e attività
produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
Guagliardi, De Gaetano – “Disposizioni urgenti per
la regolamentazione della costruzione di impianti per
la produzione di energia elettrica da fonte eolica in Calabria”. (P.L. n.
242/8^)
E' stata assegnata alla quarta Commissione
consiliare – Assetto e utilizzazione del territorio - protezione
dell’ambiente.
(Così resta stabilito)
Morelli – “Promozione e
coordinamento delle politiche in favore dei giovani e agevolazioni per
l'ingresso nel mondo del lavoro”.
(P.L.
n. 243/8^)
E' assegnata alla terza Commissione consiliare –
Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla
seconda – Bilancio, programmazione economica e attività produttive – per
il parere.
(Così resta stabilito)
Morelli – “Un albero per ogni neonato e minore
adottato”. (P.L. n. 244/8^)
E' stata assegnata alla quarta Commissione
consiliare – Assetto e utilizzazione del territorio -
protezione dell’ambiente.
(Così resta stabilito)
Pacenza, Racco, Acri,
Giamborino, Crea, Gentile, Trematerra,
Stancato, Cherubino, Feraudo, La Rupa, Tripodi M.,
Sarra, Chiarella – “Interpretazione autentica dell'articolo 2, comma 2 della
legge regionale n. 8 del 26 maggio 1997”.
E' stata assegnata alla prima Commissione
consiliare – Affari istituzionali e affari generali.
(Così resta stabilito)
Pacenza, Crea, Gentile, Sarra, Giamborino, Trematerra – “Modifica articolo 20, comma 4, della legge
regionale 11 maggio 2007, n. 9” (P.L. n. 246/8^)
E' assegnata alla seconda Commissione consiliare –
Bilancio, programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
Morelli – “Disciplina in materia funeraria, di edilizia cimiteriale, (Piano regolatore) Polizia
mortuaria e istituzione delle sale di commiato”. (P.L. n. 247/8^)
E' assegnata alla terza Commissione consiliare –
Attività sociali, sanitarie, culturali e formative ed alla
seconda – Bilancio, programmazione economica e attività produttive per
il parere.
(Così resta stabilito)
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti
proposte di provvedimento amministrativo di iniziativa
della Giunta regionale:
“Documento di programmazione
economica e finanziaria della Regione Calabria (Dpefr)
per gli anni 2008/2010 (articolo 2, comma 3, della legge regionale del 4 febbraio 2002, numero 8)”. (P.P.A. n. 251/8^).
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio, programmazione
economica e attività produttive per il parere.
(Così resta stabilito)
“Approvazione Protocollo di collaborazione tra Trentino e Calabria, impegno di spesa”. (P.P.A. n.
252/8^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio, programmazione
economica e attività produttive per il parere.
(Così resta stabilito)
“Bilancio di previsione dell'Aterp
(Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale Pubblica), della provincia di
Crotone per l'anno finanziario 2008”. (P.P.A. n.
261/8^).
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio, programmazione
economica e attività produttive per il parere.
(Così resta stabilito)
“Bilancio di previsione dell'Aterp della provincia di Catanzaro per l'anno finanziario
2008”. (P.P.A. n.
264/8^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio, programmazione
economica e attività produttive per il parere.
(Così resta stabilito)
E’ stata, altresì, presentata alla Presidenza la
seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa
dell’Ufficio di Presidenza:
“Proposta di referendum
abrogativo dell'articolo 7 della legge regionale 11 maggio 2007, n. 9, ai sensi
dell'articolo 11 dello Statuto della Regione Calabria e della legge regionale 5 aprile 1983, n. 13”. (P.P.A. n.
253/8^)
Sono state, inoltre, presentate alla Presidenza le
seguenti proposte di provvedimento amministrativo d’Ufficio:
“Nomina del Presidente, di due
membri effettivi e due supplenti nel Collegio dei Revisori dei Conti dei
Consorzi per lo sviluppo industriale di Crotone, Cosenza, Lamezia Terme, Reggio Calabria e Vibo Valentia.
(Legge regionale 24 dicembre 2001, n. 38, articolo 11)”.
(P.P.A.
n. 254/8^)
“Elezione di un esperto per la formazione della
rosa per la designazione da parte del Ministro del Turismo di tre componenti indicati dalle Regioni per il rinnovo del
consiglio di amministrazione dell'Ente Teatrale Italiano”. (P.P.A. n.
255/8^)
“Designazione di un rappresentante
della Regione in seno al Consiglio Nazionale per l'Ambiente”. (P.P.A. n. 256/8^)
“Designazione di un rappresentante della Regione
per il consiglio di amministrazione dell'Università
della Calabria per il biennio 2007/2008. (Decreto legislativo
1 ottobre 1973, n. 580, articolo 9, convertito in legge 30 novembre 1973, n.
766)”. (P.P.A. n. 257/8^)
“Nomina di due rappresentanti
della Regione nel consiglio direttivo dell'Istituto regionale per le Antichità
calabresi Classiche Bizantine (Iraceb). Legge regionale 2 Febbraio 1998, n. 3, art. 3, lett. B)”. (P.P.A. n.
258/8^)
“Designazione di due membri nei collegi sindacali
delle 5 Aziende Sanitarie provinciali di Catanzaro, Cosenza, Reggio Calabria,
Vibo Valentia e Crotone, scelti tra gli iscritti nel registro dei revisori contabili istituito dall'articolo 1 del decreto
legislativo 27 gennaio 1992, n. 88 – Legge regionale 13 aprile 1992, n. 3 –
Legge regionale 2 novembre 1994, n. 26. (Decreto legislativo
7 dicembre 1993, n. 517 come modificato dal decreto legislativo 19 giugno 1998,
n. 229 – Legge regionale 11 maggio 2007, n. 9, articolo 7)”. (P.P.A. n.
259/8^)
“Designazione di due membri nei Collegi Sindacali
delle 4 Aziende Ospedaliere della Calabria scelti tra gli iscritti nel registro
dei revisori contabili istituito dall'articolo 1 del
decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 88 – Legge regionale 2 novembre 1994,
n. 26. (Decreto legislativo 7 dicembre 1993, n. 517 come
modificato dal decreto legislativo 19 giugno 1999, n. 229)”. (P.P.A. n.
260/8^)
“Nomina di tre membri e tra
questi il Presidente del Comitato regionale per le comunicazioni –
Corecom Calabria – (articolo 19 legge regionale 5 ottobre 2007, n. 22)”. (P.P.A. n.
263/8^)
E’ stata, inoltre, presentata alla Presidenza la
seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa
dei consiglieri Pacenza, Giamborino, Cherubino, Trematerra,
Racco, Sarra, Chiarella, Amato, Guagliardi, Tripodi M. Gentile, La Rupa, Crea, Feraudo:
“Modifica al Regolamento interno del Consiglio
regionale”. (P.P.A. n. 262/8^).
E’ stata assegnata alla quinta Commissione consiliare - Riforme e decentramento.
(Così resta stabilito)
La Giunta regionale ha trasmesso per il parere
della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 730 del 9 novembre
2007, recante: “Interventi a sostegno degli aeroclub
calabresi – riparto fondi”. (Parere n. 36/8^)
La Giunta
regionale, con nota n. 2047 del 10 ottobre 2007, ha trasmesso copia delle
seguenti deliberazioni:
n.
606 del 28.09.2007;
n. 607 del 28.09.2007;
n. 608 del 28.09.2007;
n. 609 del 28.09.2007;
n. 610 del 28.09.2007;
n.
611 del 28.09.2007;
n. 612 del 28.09.2007;
n. 613 del 28.09.2007
Dima. Al Presidente del Consiglio regionale Per sapere – premesso che:
in data 30/05/2006 veniva depositata, presso la segreteria generale del Consiglio regionale,
un'Istanza formulata dalle
Amministrazioni comunali dl Morano Calabro, Alita, Buonvicino,
Grisolia, Laino Borgo, Laino Castello, Mormanno, Maierà, Orsomarso, Papasidero,
Santa Domenica Talao, San Nicola Arcella,
Santa Maria del Cedro, Tortora e Verbicaro, ai sensi
dell’art. 39 dello Statuto regionale, in merito all'istituzione di
un Distretto rurale attraverso lo strumento dell'iniziativa legislativa delle autonomie
locali;
tale percorso era stato individuato dagli stessi
proponenti perché le LL.RR, n. 21 e n. 22 del 2004, istitutive
dei Distretti rurali e dei Distretti agroalimentari
di qualità della Calabria, sono a tutt'oggi prive di regolamenti
attuativi;
in data 26/0612006,
con atto deliberativo del Consiglio
regionale, successivamente pubblicato su Bur Calabria
del 16/10/2000, il progetto è stata dichiarato ricevibile ed
ammissibile e che in data 10/07/2006 è stato assegnato alla 2^
Commissione consiliare per la trattazione di merito;
in data 20/11/2006, il Sindaco del Comune di Morano Calabro (CS), In qualità di Comune capofila
dell'iniziativa, inviava al Presidente
del Consiglio regionale ed al Presidente della 2^ Commissione Consiliare
competente, nonché a tutti i capogruppo
consiliari, una nota scritta in cui sollecitava l'approvazione del suddetto
provvedimento e che, a tutt'oggi,
nessun riscontro è pervenuto ai proponenti;
dalla data di pubblicazione sul Bur
Calabria del 16/10/2006 della ricevibilità ed
ammissibilità della proposta, è trascorso
un lasso di tempo ben superiore ai novanta giorni indicati dal regolamento
consiliare quale limite massimo per il
vaglio da parte degli organi consiliari di proposte di legge prodotte ai sensi
dell'art. 39 dello Statuto regionale;
la 2^ Commissione consiliare si è riunita più di
trenta volte senza aver mai inserito all'Ordine del giorno delle proprie sedute la predetta proposta di legge:
quali siano le motivazioni del mancato rispetto del
regolamento del Consiglio regionale che hanno impedito l'inserimento
del progetto di legge in oggetto nell'ordine del giorno delle sedute della 2^ Commissione
consiliare competente;
di sapere quando il suddetto progetto dì legge sarà
discusso dalla Commissione consiliare competente.
(190; 27.09.2007)
Dima. Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere –
premesso che:
sull'ammodernamento dell'autostrada Salerno-Reggio
Calabria ed in particolar modo del tratto compreso tra Bagnara Calabra e Scilla, è in corso da giorni una forte
polemica tra diversi esponenti del
governo nazionale ed il management dell'Anas;
la prosecuzione e la conclusione dei lavori già
iniziati sul V° macrolotto dell'A3, imporrebbe la percorrenza del tratto
compreso tra Bagnara Calabra e Scilla su una sola
carreggiata a doppio senso di circolazione e che, pertanto, sarebbe necessario
predisporre un sistema di attento controllo, monitoraggio e governo
dell'emergenza viaria al fine di evitare che si possano creare situazioni di
pericolo per la circolazione dei veicoli o per l'utenza vista anche la
particolare conformazione del tratto interessato dall'ammodernamento che si
sviluppa su viadotti intervallati da undici gallerie e che risulta essere privo
di corsie di emergenza e di spazi idonei per un tempestivo intervento dei mezzi
di soccorso;
il piano operativo dell'Anas
prevede che, a partire dal prossimo 1° ottobre, la carreggiata nord del tratto interessato dai lavori in questione sia
definitivamente chiusa ed addirittura demolita e che, pertanto, si rende ancora
più necessario comprendere come il Governo nazionale ed i tecnici dell'Anas intendano
gestire un'emergenza che può e deve considerarsi nazionale perché, se non governata a dovere, potrebbe tagliare l'Italia
isolando per lungo tempo la Sicilia e parte del reggino;
anche su questa vicenda, emergono forti contrasti nel
governo nazionale tra chi, come il ministro dei Trasporti, preme per un rinvio di almeno sei mesi del suddetti
lavori e chi, come quello delle infrastrutture, è per una convinta accelerazione
degli stessi nel pieno rispetto dei tempi previsti dai capitolati di appalto
sull'esecuzione dei lavori, come si evince anche dalle risposte date al question time del 26 settembre u.s. alla Camera dei
Deputati;
anche in questa occasione, è evidente la macroscopica
superficialità con la quale i ministri del governo Prodi hanno affrontato questo problema tanto da rendersi conto
dei disagi che subiranno le popolazioni locali, e soprattutto gli
automobilisti e gli autotrasportatori, solo a pochi giorni dalla prosecuzione
dei lavori sulla tratta Bagnava Calabra-Scilla pur
essendo stato, da parte dell'Anas, ampiamente
pubblicizzato e conseguentemente portato a conoscenza delle autorità competenti
il trono programma dell'ammodernamento
della tratta autostradale in questione;
pare non esistere, allo stato, un valido piano di
circolazione alternativa nel tratto reggino dell'A3 e che le polemiche in seno al Governo nazionale sono
sempre più accese -:
quale sia la posizione del governo regionale in merito
ad una vicenda che dimostra ancora di
più come la Calabria non sia mai stata la figlia prediletta del governo Prodi;
perché in tema di grandi infrastrutture, come per esempio
il Ponte sullo Stretto, il governo regionale preferisca tacere piuttosto che
far conoscere il proprio pensiero di merito;
come il governo regionale valuti la proposta di
utilizzare le vie del mare come modello
alternativo di trasferimento di merci e di veicoli in vista della chiusura
della tratta autostradale in
questione.
(191; 27.09.2007)
Dima. Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere - premesso
che:
l'art. 5 della legge regionale n. 9 dell'11/05/2007
stabilisce che: «Gli organi statutari dell’ARSSA cessano di diritto dalle loro funzioni alla data di nomina del
Commissario liquidatore che è legittimato a compiere
tutti gli atti degli organi ordinari e quelli necessari e connessi alla
liquidazione dell'Ente»;
la delibera di Giunta regionale n. 343 del 04/06/2007
"Art, 5 della Lr, n. 9 dell'11/05/2007:
Adempimenti", stabilisce: «Di
dare atto che, con la nomina del Commissario liquidatore, decadono tutti gli
organi dell'ARSSA e di conferire al Commissario liquidatore, ai sensi dell'art. 5
della Lr, n, 9/07, il compito, tra altri, di
condurre, nelle more di definizione del piano di dismissione, con i poteri
assegnati al Consiglio di Amministrazione del
soppresso Ente, un'ordinata ed economica gestione delle attività In corso»;
il Collegio del Revisori dei Conti dell'ARSSA, visti
l'art. 5 della L.r n. 9 dell'11/05/2007
e la D.G.R. n. 343 del 04/06/2007, ha comunicato al
Commissario liquidatore di voler continuare ad esercitare le funzioni del
proprio mandato perché, alla luce dei principi di carattere generale,
dell'unanime dottrina in materia, della consolidata giurisprudenza nonché delle norme di codice civile, un Ente non può
svolgere la propria attività, anche relativa alla sola fase liquidatoria,
in assenza di organi di controllo;
il Commissario liquidatore, con lettera prot. n. 82/CL del 09/07/2007, ha
ribadito il fatto che, alla luce delle vigenti leggi in materia, gli organi dell'Agenzia cessano di diritto alla data di
nomina del Commissario liquidatore compreso anche li Collegio dei Revisori dei Conti -:
se non si ravvisano profili di illegittimità nella
decadenza di un organo che, per sua natura, dovrebbe continuare ad esercitare il controllo sugli atti di gestione economica
delle attività in corso del Commissario
liquidatore così come previsto dalla D.G.R n. 343 del
04/06/2007.
(192; 2.10.2007)
Guagliardi. All’assessore ai trasporti.
Per sapere – premesso che:
recentemente sono state soppresse le corse pomeridiane delle ore 17.15 e 18.30 della Fer.Loc, che, partendo da Cosenza e dirette a Castrovillari, facevano scalo presso il Villaggio Scolastico di Cammarata (Altomonte), da dove partivano poi le coincidenze per Acquaformosa, Firmo e Lungro. L'unico collegamento pomeridiano rimasto per queste comunità interne, è quello delle ore 14.10;
tra le motivazioni addotte per giustificare tale decisione, ci sarebbe anche quella che vorrebbe il ripristino della tratta diretta Acquaformosa-Cosenza, originariamente esistente, poi soppressa, ma non ancora ripristinata, nonostante le numerose sollecitazioni prodotte in tal senso sia da cittadini che da istituzioni locali;
la soppressione delle due corse suddette, ed il mancato ripristino della tratta diretta Acquaformosa-Cosenza, determinano notevoli disagi per gli utenti pendolari, soprattutto studenti e lavoratori che devono raggiungere il capoluogo, privando di un servizio essenziale un'area interna già di per sé marginalizzata;
di recente, le Ferrovie della Calabria hanno provveduto ad assumere altro personale autista, e ciò dovrebbe determinare un potenziamento del servizio di trasporto pubblico locale e non un indebolimento, come invece sta avvenendo -:
se la Regione Calabria intenda adottare appositi provvedimenti al fine di ripristinare le corse descritte in premessa.
(194; 11.10.2007)
Magarò. All’assessore all’ambiente. Per sapere – premesso che:
l'abitato di Spropoli,
frazione di Palizzi, è attraversato dal
"torrente degli oleandri" le cui acque pure e limpide, arricchivano
la vegetazione e alimentavano la fauna presente, varia e numerosa;
lungo le sponde del corso d'acqua trovavano rifugio
volpi, tassi, tortore, fagiani, mentre la terra circostante, resa fertile
dall'humus torrentizio, ospitava coltivazioni di frutta ed ortaggi e quella
pregiata del bergamotto;
l'area di Spropoli, per le
sue caratteristiche, viene anche citata in una recente pubblicazione
dell'Università di Pisa, dal titolo "Nuove ricerche sulle aree confinane
dell'antica Chora di Reghion",
nella quale il prof. Giuseppe Cordiano e la
sua équipe archeologica, parlano di questo lembo di Calabria dal punto di vista geologico, storico e naturalistico;
negli ultimi tempi la situazione si è sostanzialmente
modificata a causa di un abusivismo costante che ha trasformato il letto del
torrente in una pericolosa discarica di materiali di risulta, vecchi
elettrodomestici e prodotti cancerogeni di ogni genere -:
se non ritenga opportuno intervenire con urgenza per
porre fine alla situazione di degrado e ripristinare la salubrità di un luogo
caro agli abitanti di Palizzi e di grande rilievo storico-naturalistico.
(195; 11.10.2007)
Nicolò. Al Presidente della
Giunta regionale e all’assessore alla tutela della salute. Per
sapere – premesso che:
nell'organizzazione del personale e degli uffici della
ex Asl 11 di Reggio Calabria, da ben dieci anni non
viene effettuato alcun monitoraggio degli ambiti territoriali carenti di medici
convenzionati per l'assistenza primaria;
quaranta medici hanno lasciato nell'arco di tempo indicato
o per pensionamento o per decesso il proprio incarico presso l'azienda
sanitaria indicata;
per quanto concerne la continuità assistenziale, si
rilevano sette posti vacanti in pianta organica;
l’articolo 34 dell' accordo collettivo nazionale per
la disciplina dei rapporti con i medici di medicina generale ai sensi
dell'articolo 8 del decreto legislativo n. 502 del 1992 e successive
modificazioni ed integrazioni, in materia di copertura degli ambiti
territoriali carenti di assistenza primaria, prevede che “Entro la fine dei
mesi di aprile e di ottobre di ogni anno ciascuna Regione pubblica sul
Bollettino Ufficiale l'elenco degli ambiti territoriali carenti di medici
convenzionati per l'assistenza primaria individuati, a seguito di formale
determinazione delle Aziende”;
in concomitanza della pubblicazione degli ambiti
territoriali carenti di assistenza primaria, devono essere indicati dalla
Regione gli incarichi vacanti di continuità assistenziale individuati, a
seguito di una determinazione delle aziende sanitarie ex articolo 63 - (accordo
collettivo - attribuzione degli incarichi di continuità assistenziale);
l’Asl 11 di Reggio Calatala è stata da dieci anni
inadempiente rispetto a tale previsione contrattuale di carattere nazionale;
la fissazione dei livelli essenziali di assistenza
sanitari afferisce, prima ancora che alla tutela
operativa della salute, all’individuazione del contenuto stesso del diritto
alla salute che l'ordinamento generale deve garantire a chiunque ed ovunque sul
territorio;
queste inadempienze rischiano di ripercuotersi in gravi
disagi ed inefficienze nei confronti dell'utenza per disfunzioni organiche
dovute a carenza di personale medico ledendo il fondamentale diritto alla
salute -:
quali urgenti provvedimenti l'esecutivo intenda adottare
per assicurare l'applicazione degli articoli 34 e 63 dell' accordo collettivo
nazionale per la disciplina dei rapporti con i medici di medicina generale, ai
sensi dell'articolo 8 del decreto legislativo n. 502 del 1992 e successive
modificazioni ed integrazioni da parte dell'Asl 11 di
Reggio Calabria;
quali interventi efficaci e tempestivi la Giunta
regionale intenda promuovere per assicurare, in attuazione dell'accordo collettivo
in materia, la copertura degli incarichi di medici convenzionati per
l'assistenza primaria e per la continuità assistenziale.
(197; 16.10.2007)
Gallo. All’assessore alla
salute. Per sapere – premesso che:
la sicurezza sui luoghi di lavori
deve essere assunta quale principio cardine, adottando sistemi di controllo che
garantiscano i lavoratori;
nella categoria dei lavori usuranti i lavoratori vanno
tutelati maggiormente;
in base al decreto del 4 agosto 1999 (decreto Salvi)
nell'elenco dei lavori usuranti sono incluse le attività svolte nelle cave,
nelle miniere e nelle gallerie;
gli addetti a queste attività lavorano in condizioni
ambientali tali da minare la loro salute, infatti, essendo esposti alle
polveri sottili prodotte dalla lavorazione delle pietre o del materiale estratto o comunque lavorato, sono soggetti a
patologie gravi nel tempo (silicosi, affezioni croniche polmonari, ecc.);
per verificare la sicurezza sui luoghi di lavoro, le Asl, ora Asp, devono svolgere
attività di ispezione e di controllo,tramite gli operatori della Unità
operativa di prevenzione e tutela della
salute nei luoghi di lavoro (L.R. 12/89);
gli operatori suddetti
dovrebbero verificare il grado di nocività dei lavori usuranti di cui sopra,
effettuando controlli durante l'attività dei lavoratori addetti alle gallerie,
cave e miniere;
in base a quanto esposto da alcuni lavoratori, tali
controlli non vengono effettuati in regime di piena attività, ma quando
vi è una minore produzione di polveri o
addirittura nei momenti di pausa, con conseguente sottovalutazione dei danni
prodotti dalle polveri sottili alla salute dei lavoratori addetti -:
se ritenga di avviare una indagine puntuale nelle Asp per verificare se quanto esposto da alcuni lavoratori
risponda al vero, e comunque come intende attivarsi per far effettuare
controlli più mirati onde tutelare maggiormente la categoria dei lavoratori
adibiti ai lavori usuranti di cui sopra.
(198; 17.10.2007)
Occhiuto. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore al personale. Per sapere – premesso che:
risulta allo scrivente che negli anni 2005 e 2006 diverse unità di personale sono state comandate o trasferite da altre amministrazioni o da altri uffici della Giunta regionale presso la sede romana;
in particolare, nel giugno del 2006, proprio in seguito ad alcuni comandi o trasferimenti disposti a carico della sede romana, almeno quattro dipendenti, già in servizio presso tale sede, sono stati distaccati presso gli uffici della Conferenza Stato-Regioni, dell'Associazione tra Regioni denominata "Itaca" e della Tecnostruttura;
tale distacco è stato rappresentato come “temporaneo” ai suddetti dipendenti, senza che a questi sia dato di sapere per quanto tempo ancora dovranno prestare servizio presso i nuovi uffici;
in particolare, nel caso del dipendente Pietrangelo Crocè, nonostante egli abbia chiesto più volte ai suoi diretti superiori ed ai dirigenti della sede romana e del dipartimento personale di poter essere meglio impiegato, non avendo avuta assegnata, di fatto, alcuna mansione da svolgere nel nuovo ufficio, nessuna risposta è stata allo stesso fornita;
appare assai singolare che un dipendente che chiede di
poter lavorare non sia messo in condizione di farlo, né di sapere per quanto
tempo debba essere collocato in questo strano “limbo”, senza poter svolgere
alcuna mansione specifica -:
se rispondono al vero le circostanze sopra descritte;
quali criteri siano stati adottati nella scelta di
comandare, trasferire o distaccare unità di personale presso la sede romana
della Giunta e presso gli altri uffici sopraindicati;
quanti e quali siano nello specifico i comandi, i
trasferimenti e i distacchi previsti e che durata abbiano.
(199; 24.10.2007)
Dima. Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere – premesso che:
l'articolo 65 della legge regionale urbanistica, così come
modificato dalla legge regionale n. 14/2006, prevede che i piani regolatori
generali dei Comuni calabresi rimarranno in vigore, sotto il profilo giuridico,
fino alla fine del mese di dicembre 2007 e che, entro questa data, gli stessi
Comuni dovranno dotarsi dei piani strutturali comunali (p.s.c,);
la legge regionale stabilisce che, se gli stessi
Comuni non adotteranno i suddetti piani strutturali entro il 2007, entreranno
in vigore le norme di salvaguardia previste dallo stesso articolo 65, con l'effetto che
decadranno tutte le previsioni degli strumenti urbanistici comunali con la sola
esclusione delle zone A “Centri storici”, B “Zone di completamento”, C “Aree di
espansione residenziale”, purché dotate di piani di lottizzazione già
approvati;
gli effetti immediati di questa norma saranno
rappresentati dall'immediato azzeramento del piani regolatori comunali vigenti,
paralizzando, di conseguenza, ogni forma di gestione regolamentata del
territorio;
il procedimento amministrativo di redazione e di
approvazione dei piani strutturali comunali (p.s.c.)
è particolarmente complesso ed oneroso e che, ad oggi, l'assessorato regionale
all'urbanistica non ha ancora ripartito ai Comuni calabresi i finanziamenti
necessari per la redazione dei p.s.c. e che
pochissimi sono i Comuni che hanno avviato il procedimento per la redazione di
questo importante strumento urbanistico;
per la fine di dicembre 2007, la maggior parte del
Comuni calabresi difficilmente sarà dotata di piano strutturale comunale, con
le conseguenze negative che sono state precedentemente esposte -:
se si intende, e qui la richiesta, verificare e
valutare la possibilità di prorogare gli effetti di salvaguardia sugli
strumenti urbanistici esistenti di un anno rispetto alla scadenza di dicembre
2007.
(201; 31.10.2007)
Occhiuto. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore alla sanità. Per sapere – premesso che:
l'ex Asl n. 1 di Paola con deliberazione n. 122 del 28/2/2007 ha indetto una gara, con la procedura del pubblico incanto, per l'affidamento del servizio di manutenzione delle centrali termiche e di trattamento aria condizionata, per la durata di anni cinque a decorrere dalla consegna degli impianti;
l'importo quinquennale a base d'asta è di Euro 6.150.000,00;
il servizio di cui sopra riguarda solo gli impianti della disciolta Azienda sanitaria n. 1 e, precisamente, quelli ricadenti nella porzione di territorio compresa tra Amantea e Praia;l'accorpamento delle aziende sanitarie a nulla serve, se neanche determina economie di scala attraverso una gestione accentrata al livello dell'Azienda sanitaria provinciale dei contratti e dei servizi;
il servizio di gestione degli impianti fino ad oggi è stato affidato a personale con qualifica di caldaisti e con contratti a tempo determinato;
tali contratti non verranno più prorogati, lasciando così i lavoratori in un gravissimo stato: senza reddito e con famiglie a carico;
tale situazione poteva essere evitata attraverso un graduale processo di stabilizzazione dei lavoratori addetti a questi servizi di manutenzione, senza avviare una procedura di esternalizzazione dei servizi, attraverso una gara alquanto dispendiosa, considerando, altresì, che tale spesa riguarda soltanto il territorio di una sola delle disciolte aziende sanitarie della provincia di Cosenza -:
se ritengano equa la spesa prevista nella sopra indicata delibera;
perché non si sia proceduto a valutare l'opportunità di acquisire lo stesso servizio, con evidenti economie di scale, attraverso una contrattazione a livello di Azienda provinciale e non già per una sola parte di essa;
quanto si spende complessivamente nelle aziende sanitarie della Regione per i servizi oggetto della delibera in questione;
quale sia l'orientamento del governo regionale in ordine ai contratti di lavoro dei caldaisti, fino ad oggi impegnati negli impianti dell'ex Asl n.l, ed in particolare perché, invece di licenziarli, non si sia proceduto alla loro assunzione a tempo indeterminato, nonostante i ripetuti richiami alla volontà di stabilizzare i lavoratori precari da parte del governo regionale.
(202; 31.10.2007)
Sarra. Al Presidente
della Giunta regionale e all’assessore all’agricoltura
e forestazione.
Per sapere – premesso che:
ai sensi della legge
regionale 12 agosto 2002, n 34 “Riordino delle funzioni amministrative
regionali e locali” è disposto, in attuazione al principio di sussidiarietà,
che la Regione provveda al pieno conferimento agli enti locali di tutte le
funzioni e compiti amministrativi relativi alla cura degli interessi delle comunità
locali, riservando a sé esclusivamente le funzioni ed i compiti che richiedono
necessariamente l'esercizio unitario a livello regionale (art. 2);
il riordino di competenze e funzioni tra Regione ed enti
locali deve avvenire nel pieno rispetto dei
reciproci ambiti di autonomia, oltre che nel
perseguimento dell'obiettivo della piena integrazione tra i sistemi organizzativi dei vari enti interessati;
ai sensi dell'articolo 17 legge regionale 11 gennaio 2006 n. l, la
Regione, al fine di rendere efficiente ed efficace l'attuazione della legge regionale 12 agosto 2002
n. 34 per le materie oggetto di trasferimento agli enti
locali, definirà una programmazione specifica alla luce della nuova organizzazione
per rendere più coerenti e funzionali i servizi su tutto il territorio,
ridistribuendo con criteri perequativi
risorse umane e finanziarie, nei limiti delle risorse regionali disponibili ed
attinenti alle medesime materie;
ferme restando le funzioni di programmazione, di
indirizzo, di coordinamento e di controllo in capo alla Regione, ai
sensi dell'articolo 17
(trasferimento del personale) della legge regionale 12 agosto 2002, n. 34... “il dirigente competente in materia definisce con riguardo al
personale... il contingente suddiviso per qualifiche e figure professionali
da distaccare presso gli enti locali per lo svolgimento delle funzioni loro conferite” (comma 4, lett. a - d );
ai sensi dell'articolo 17 legge regionale 12 agosto 2002 n. 34, al fine di una corretta ed efficace gestione dei processi di mobilità del personale da trasferire presso gli enti locali, è istituito un Comitato per le politiche del personale con compiti di indirizzo e consultivi riguardo ai criteri e modalità da adottare per la gestione del personale regionale posto in distacco funzionale, il suo inquadramento nei ruoli degli enti locali, la salvaguardia della professionalità acquisita;
il trasferimento di funzioni, risorse e personale alle Province in materia di agricoltura non risulta essere avvenuto con i criteri e le modalità previste dalla legge regionale 12 agosto 2002, n. 34 e successive integrazioni. Nello specifico del trasferimento dei dipendenti dell’Ispettorato provinciale dell'agricoltura Regione Calabria alla provincia di Reggio Calabria, risulta disattesa l'applicazione dell'articolo 17 della legge in questione. determinando gravi disservizi ed un mancato riconoscimento dei diritti acquisiti dei dipendenti trasferiti;
il processo di trasferimento alle Province delle funzioni previste nella legge regionale n. 34 del 2002 è, allo stato attuale, del tutto parziale, in quanto al trasferimento intersettoriale del personale non ha fatto seguito il trasferimento di funzioni e risorse, con grave nocumento operativo a carico degli enti gestori;
i Presidenti delle cinque Province calabresi hanno espresso forti preoccupazioni in merito alle gravi problematiche in essere in molti settori dell'attività amministrativa, richiedendo a più riprese confronti operativi con la Giunta regionale per la ripresa ed il completamento del trasferimento delle funzioni;
nello specifico del settore agricolo il trasferimento del personale, funzioni e risorse alle Province ha determinato, di fatto, nelle more del completamento dell'iter procedurale, una serie di implicazioni negative, dovute in primo luogo alla non rispondenza temporale tra il distacco del personale e l'assegnazione di funzioni e risorse in capo alle Province;
nella fattispecie dell'ormai ex Ispettorato provinciale di Reggio, dell'agricoltura della Regione Calabria, l'aver anteposto il trasferimento dei dipendenti alla Provincia di Reggio Calabria, al trasferimento delle funzioni e delle risorse, di là da venire, ha penalizzato oltre misura esso personale, in pratica, senza una collocazione adeguata e rispondente alla professionalità maturata in esperienze lavorative ultradecennali;
si sono determinate gravi distorsioni operative ed organizzative a causa di un processo di decentramento del tutto anomalo, attuato disattendendo le nonne della legge regionale 12 agosto 2002, n. 34 ed impedendo di fatto che le Province, al trasferimento del personale, potessero dar luogo ad azioni amministrative conseguenti ed adeguate a garantire lo svolgimento delle funzioni e l’erogazione di servizi legati al possibile accesso ai fondi comunitari per gli operatori agricoli del territorio provinciale. Distorsioni operative ed organizzative che hanno determinato incredibilmente l'istituzione di uffici paralleli presso la Regione a cui affidare le pratiche e quindi le funzioni sino ad allora svolte con competenza e professionalità dai dipendenti degli ex Ispettorati provinciali. Si sono determinate, così, situazioni paradossali ed inaccettabili sul piano gestionale ed amministrativo e per gli enti provinciali e per il personale distaccato al quale, nello specifico, non è stato assegnato con il passaggio alla Provincia il profilo professionale, così come stabilito dall'articolo 17 della legge regionale n. 34 del 2002;
a causa di un processo di decentramento alquanto parziale e del tutto inadeguato, privo delle fondamentali fasi di coordinamento nel delicatissimo passaggio di funzioni e personale alle Province, si è pensato bene di ricorrere all'avvalimento e cioè l'avocazione di tutte le pratiche pendenti e dei relativi procedimenti amministrativi fino al 31 dicembre 2006;
in assenza di qualsivoglia strategia programmatica e sovvertendo i principi elementari in materia di decentramento, si è giunti a disporre, nell'ultimo anno della programmazione 2000-2006, il trasferimento del personale degli ispettorati provinciali dell'agricoltura, personale competente e qualificato professionalmente nel settore delicatissimo dell'espletamento delle procedure delle misure del Por e del Psr, legate quindi ai regolamenti comunitari. In materia di gestione dei fondi comunitari, quindi, si è preferito mantenere le funzioni, ma non il personale qualificato e con esperienze lavorative specifiche ultradecennali; si è preferito dar vita ad uffici paralleli con personale non qualificato e spesso senza esperienza alcuna, anziché disporre il mantenimento nell'organico regionale degli unici dipendenti al momento in grado di operare con le qualifiche professionali richieste da un comparto alquanto complesso come quello dell'agricoltura, dipendenti che con il proprio impegno hanno indubbiamente favorito l'inserimento nei circuiti nazionali e comunitari delle aziende agricole operative nell'ambito del territorio provinciale;
i provvedimenti attuati nel comparto, per le modalità con cui sono stati definiti ed adottati, hanno di fatto determinato un vuoto amministrativo stante la soppressione forzata degli Uffici periferici provinciali, non essendovi al momento uffici “sostitutivi” né a livello regionale tanto meno a livello provinciale, con gravi disagi degli imprenditori agricoli e dei coltivatori diretti che non sanno più dove e a chi chiedere informazioni sullo stato delle loro istanze, sulle richieste di aiuti alle produzioni e finanziamenti strutturali. Provvedimenti illogici che configurano solo l'enunciato di un processo di riconversione confuso ed inadeguato ed al momento fortemente destabilizzante per gli enti intermedi, a causa di gravi discordanze ed incongruenze dovute alla tempistica, all'assenza di fasi di coordinamento ed alla mancata definizione di una azione amministrativa di settore;
in caso di mantenimento della funzione specifica in materia in capo alla Regione, è indispensabile limitare gli effetti prodotti dalla inevitabile “vacatio operativa ed amministrativa” dovuta al passaggio di consegne e personale. Le Province, infatti, saranno chiamate a ridisegnare gli uffici periferici agricoli, dovendo garantire strutture sul territorio a sostegno delle attività agricole ed erogazione di servizi indispensabili per accedere ai fondi comunitari. Una gestione complementare e coordinata favorirebbe il rilancio credibile delle attività in un territorio che necessita di notevoli interventi di valorizzazione e miglioramento del patrimonio agricolo, di inserimento della aziende nei circuiti nazionali e comunitari;
perché possa parlarsi di progetto di riorganizzazione e non di smantellamento degli uffici provinciali del settore agricolo, è necessario colmare l'assenza di una efficace fase di coordinamento, puntando alla concreta realizzazione degli ambiti operativi tra ente programmatore ed enti gestori mediante l'adozione di strategie previsionali d'impiego del personale attualmente più qualificato ed una programmazione adeguata alla delicatissima fase transitoria -:
quali provvedimenti si intendano assumere al fine di garantire, nella fase transitoria tra ente programmatore regionale ed enti gestori provinciali, un coordinamento efficace delle politiche relative al comparto dell'agricoltura;
se, in ordine agli uffici periferici provinciali, non si ritenga necessario eliminare le gravi discordanze operative in atto a seguito del trasferimento del personale alle Province e garantire, di concerto con gli enti intermedi, la funzionalità dei servizi, non essendovi al momento uffici sostitutivi degli ex Ispettorati provinciali dell'Agricoltura;
se non si ritenga di dover intervenire al fine di una corretta ed efficace applicazione dell'articolo 17 della legge regionale 12 agosto 2002, n. 34 in ordine alla gestione, inquadramento e salvaguardia della professionalità acquisita nello specifico del trasferimento dei dipendenti dell'Ispettorato provinciale dell'agricoltura Regione Calabria (IPA) all'ente Provincia di Reggio Calabria, applicazione disattesa proprio nel riconoscimento dei profili professionali;
se risponde al vero, infine, che anziché valorizzare la competenza e la professionalità dei dipendenti ex IPA mantenendoli nell'organico regionale, si siano costituiti uffici paralleli con personale non in possesso della specifica qualifica professionale, a cui affidare, ricorrendo all'avvalimento, le pratiche e mansioni prima svolte dal personale ex IPA.
(203; 6.11.2007)
Occhiuto. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore alle politiche sociali. Per sapere – premesso che:
le figure professionali delle équipe
socio-psico-pedagogiche (circa 500 addetti in tutta la Regione) sono costituite
da assistenti sociali, pedagogisti, sociologi, psicologi ed altri lavoratori
inquadrati a tempo indeterminato con legge regionale di sanatoria n. 57/90, e
hanno come compito quello di supportare i Comuni nella progettazione e gestione
dei servizi sociali;
la legge
regionale n. 57/90 prevede, all'articolo 3, che “Le funzioni per le gestioni del servizio
socio-psico-pedagogico sono esercitate nell'ambito del territorio di competenza
dai Comuni singoli o associati ai sensi dell'articolo 45 del Dpr n.
616/1977”;
la legge
regionale n. 23/2003, articolo
37, prevede che “Il personale di cui alla legge regionale n. 57/90 e legge regionale n. 2/97… è destinato presso le strutture di cui
agli articoli 9 e 13 della presente legge…” e
gli articoli 9 e 13 indicano i Comuni quali
titolari delle “funzioni amministrative concernenti gli interventi sociali
svolti a livello locale, tali funzioni sono esercitate adottando sul piano
territoriale gli assetti più funzionali alla gestione, alla spesa e al rapporto
con i cittadini, secondo le modalità stabilite dal decreto legislativo n.
267/2000”;
ultimamente la legge
regionale n. 9/07, all'articolo
28, ha previsto il passaggio delle suddette figure professionali alle aziende
sanitarie, stravolgendo così un impianto legislativo in vigore fin dal 1990, ma
lasciando comunque le competenze in materia di servizi sociali sempre ai
Comuni;
già in passato l'utilizzo improprio di questo personale è stato oggetto di una indagine del Nucleo regionale di Polizia tributaria della Guardia di finanza, su delega della Procura regionale della Corte dei Conti, che ha accertato, tra l'altro, un danno erariale, quantificato per la sola provincia di Catanzaro in 41 milioni di Euro;
a tal proposito, la Corte dei Conti eserciterà le necessarie azioni di responsabilità amministrative e contabili;
quanto previsto dalla legge regionale n. 9/2007, articolo 28, s'inquadra in un atto di schizofrenia legislativa, per l'evidente contrasto tra la legislazione sui servizi sociali, che assegna le funzioni in materia ai Comuni e l'orientamento di inquadrare il personale necessario nelle Aziende del sistema sanitario regionale e non, invece, nei Comuni stessi -:
quando verrà attuato il Piano sociale;
dove prenderanno il personale i Comuni della Calabria per garantire ai cittadini le prestazioni e i servizi sociali previsti dalla normativa vigente in materia;
se non ritengano più utile, visto il reale bisogno dei Comuni, di trasferire il personale delle équipe socio-psico-pedagogiche alle Province, a cui la legge 328/2000 assegna specifiche funzioni di coordinamento nell'ambito della programmazione ed attuazione dei servizi sociali;
se risulta vera l'ipotesi che, tra il citato personale delle équipe socio-psico-pedagogiche, le figure in possesso della laurea, attualmente inquadrati nel ruolo di funzionari regionali, con il passaggio alle aziende sanitarie acquisirebbero il ruolo di dirigenti.
(204; 9.11.2007)
Morelli. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
le strutture socio-assistenziali e socio-sanitarie già esistenti alla entrata in vigore della legge 328 dell’8 novembre 2000, articolo 11, comma 2, hanno un tempo massimo di cinque anni per adeguarsi alla normativa vigente;
il decreto ministeriale 21 maggio 2001 n. 308, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 174 del 28 luglio 2001, emanato proprio ai sensi dell'articolo 11 legge 308/2000, stabilisce i requisiti minimi strutturali ed organizzativi per l'autorizzazione all'esercizio dei servizi e delle strutture a ciclo residenziale e semiresidenziale e fissa la scadenza per l'adeguamento al 29/07/2006;
la D.G.R. n. 685 del 31 luglio 2002 stabilisce in tre anni il termine massimo per l'adeguamento per le strutture già esistenti;
la Giunta regionale, con delibera n. 704 del 2005, concedeva un ulteriore anno di proroga;
la D.G.R. 913 del 28 dicembre 2006
poneva il termine ultimo per adeguarsi al 17 agosto 2007, precisando inoltre che “il
mancato adeguamento della struttura
alle eventuali prescrizioni entro il termine sopra citato comporterà la revoca
dell'autorizzazione al finanziamento e all’accreditamento, il trasferimento
degli ospiti e la rescissione del contratto”;
da recenti articoli di stampa è emersa, a fronte di quanto sopra esposto, una visione distorta della funzionalità della burocrazia regionale e precisamente del Settore Politiche Sociali in riferimento all'avvio della procedure di revoca per l’autorizzazione ed accreditamento della Casa Protetta “Emmaus” di Palmi, non conforme ai parametri fissati dalla normativa vigente, rilevati dalla Commissione regionale nominata ai sensi del DGR 913/2006;
il Dipartimento cui afferisce il Settore Politiche Sociali, sia pur con scarsezza di mezzi e personale, svolge con abnegazione il proprio compito per far fronte al forte disagio sociale presente nella nostra regione, ma soprattutto per garantire una maggiore qualità delle prestazioni erogate ai più bisognosi;
il suddetto Settore è legittimato ad operare solo in ottemperanza a quanto disposto dal legislatore;
al fine di evitare “inutili e dannose strumentalizzazioni” che mortificano la professionalità dei dipendenti regionali, ma soprattutto che suscitano vive preoccupazioni per il messaggio trasmesso attraverso la stampa, che si sostanzia in una esaltazione della legalità camuffata da falsi e ipocriti atteggiamenti di solidarietà -:
se ritiene opportuno valutare l'avvio o l'attivazione di una ulteriore azione divulgativa, per rendere noto con maggiore chiarezza ai soggetti interessati quanto disposto dalla normativa in essere;
se intende valutare l'opportunità di proporre alla Giunta regionale l'adozione di un ulteriore atto finalizzato a concedere, previo apposito monitoraggio delle struttine valide e meritevoli che possono dimostrare di avere iniziato i lavori per rendere i requisiti strutturali conformi alle norme nazionali e regionali vigenti, un successivo periodo di proroga.
(205; 14.11.2007)
Morelli. Al
Presidente della Giunta
regionale. Per sapere – premesso che:
è in essere presso l’Unità Operativa Semplice di
Chirurgia Generale del Presidio ospedaliero di Praia a Mare, dal dicembre 1984,
un'attività di studio per la Senologia diagnostica e
chirurgica;
presso il predetto Presidio sin dal 1996, anche a seguito di
convenzione tra Regione Calabria e la Scuola
di Senologia presso l'Istituto Europeo di Senologia con sede in Milano e diretto dal prof. Umberto
Veronesi, operano valenti professionalità;
dal 2005, valenti professionalità presenti nel
Presidio operano nell'ambito clinico mammografico del
programma di screening dei tumori della sfera genitale femminile;
l'erogazione
dei servizi di cui sopra trovano vasto consenso nell'utenza presente nel
territorio -:
se non ritiene opportuno che il prossimo Piano sanitario regionale preveda, nell'ambito delle attività rese dall'Unità Operativa di Chirurgia Generale del Presidio ospedaliero di Praia a Mare, una Unità Operativa Semplice di Senologia Diagnostica nella quale eseguire ecografie, mammografie, agoaspirati con valutazione sotto il profilo chirurgico, in modo da seguire le pazienti per tutto l’iter diagnostico;
se è possibile prevedere che presso la stessa Unità Operativa Semplice si possa svolgere attività di D.H. diagnostico con una dotazione di cinque/sei posti letto;
se si ritiene opportuno, così, che l'Unità Operativa sopra esposta possa interagire, per una migliore qualità della vita dei pazienti, con le strutture del consultorio familiare afferenti al Dipartimento materno-infantile ed assolvere, sotto l’aspetto organizzativo-gestionale, l'esplicazione funzionale del programma di screening dei tumori della mammella.
(206; 14.11.2007)
Morelli. Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere –
premesso che:
il coordinamento regionale
del Settore socio-sanitario privato ha presentalo un documento-manifesto
nel corso della conferenza stampa del 30 agosto u.s. e che successivamente in
data 3 settembre c.a. ha inviato detto
documento al Presidente della Giunta regionale, all’assessore regionale alla
tutela della salute ed alle politiche sanitarie, all'assessore regionale al
lavoro e alle politiche sociali, al Prefetto di Catanzaro, al Sindaco della
città di Catanzaro, al Presidente della Provincia di Catanzaro, all'Arcivescovo
Metropolita Catanzaro-Squillace ed ai Segretari
regionali Cgil-Cisl-Uil;
i centri di riabilitazione, le residenze sanitarie assistenziali, le case protette, le residenze per disabili, i centri diurni e l'assistenza domiciliare integrata contano circa 3000 uomini e donne calabresi;
dette strutture operano all'intento di realtà private del mondo del mondo profit e non profit accreditate presso la Regione Calabria e le sue aziende sanitarie;
i pagamenti dei salari ritardano ad essere erogati a causa della mancata ricezione del pagamento delle rette per le prestazioni erogate da parte delle strutture accreditate nei tempi stabiliti dai contratti;
le difficoltà economiche, cui sono sottoposte le strutture accreditate, mettono in pericolo i tanti posti di lavoro del personale operante in questa realtà -:
quali iniziative intende intraprendere per risolvere i problemi sopra esposti.
(207; 14.11.2007)
Morelli. Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere –
premesso che:
le popolazioni etnolinguistiche
di origine albanese, insediate nell'ambito territoriale della regione Calabria,
sono oggetto di progressiva continua attenzione da parte delle Istituzioni,
ricercatori e studiosi;
l'Università della Calabria, già da tempo, ha
istituito apposita Struttura volta allo studio, tutela e salvaguardia di tutto
il patrimonio arbereshe nella sua evoluzione anche
sotto l'aspetto sociologico;
all'art. 6 la Costituzione Repubblicana recita:
"La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche";
la recente Legge della Regione Calabria del 30
ottobre 2003 n. 15, ha disciplinato organicamente la tutela delle
minoranze etnolinguistiche e storiche già
all'attenzione del legislatore regionale in
sede di Statuto art. 56 lettera "r", considerando tra l'altro bene
culturale ogni componente volta al miglioramento o al mantenimento degli
assetti etno-insediativi delle popolazioni oggetto di
disciplina tutela della legge;
nell'ambito della disciplina organica apprestata dalla legge regionale n. 15
del 30/10/2003, il titolo IV, intitolato "Tutela degli interessi
socio-economici e ambientali", in ragione di ossequio al principio della
stabilizzazione della popolazione perché si crei la tutela della lingua e delle
tradizioni etno-culturali, ha previsto all'art. 24
intitolato "Servizi fondamentali" che congiuntamente alle sedi
scolastiche e ad altri servizi, "le Strutture Sanitarie ....sono ritenute
servizi fondamentali per la difesa della cultura e del territorio dei Comuni di
cui all'art. 1 della presente legge", con la dovuta precisazione che tutti
gli indicati Comuni sono ricompresi tra quelli
considerati dal legislatore in ragione della specificità etno-linguistica
e storica -:
se
il piano di ristrutturazione sanitaria predisposto
dall’assessore regionale alla sanità abbia rispettato le indicate norme in
materia di tutela delle minoranze etno-linguistiche e storiche, considerando il
presidio ospedaliero di Lungo da valorizzare in ragione della tutela apprestata
dalla normativa costituzionale ed ordinaria statale e regionale;
se, in difetto per voluta contrarierà da parte dei
proponenti ai precetti di legge quale iniziativa si intende assumere in
ossequio alle norme di legge di sopra indicate, nell’ambito delle rispettive
proprie competenze istituzionali al fine di contrasto della illiceità
profilata.
(209; 26.11.2007)
Dima. Al Presidente della Giunta regionale. Per
sapere – premesso che:
la programmazione comunitaria per il periodo 2007/2013,
presentata nei mesi scorsi dalla Giunta
Loiero come l'atto più appropriato per poter utilizzare pienamente le risorse
economiche e finanziarle destinate a rilanciare lo sviluppo della Calabria nelle
regioni ad Obiettivo 1, inizia a
presentare le prime crepe soprattutto alla luce delle osservazioni formulate
dalla Commissione europea sulla
impostazione e sulla caratterizzazione dello strumento comunitario predisposto
dalla Regione Calabria;
in data 2.08.2007 è
stata avviata la fase di negoziazione informale tra la Regione e l’Unione
europea per l’approvazione del Por Calabria (Fesr e Fse) 2007/2013 e che in data 14.09.2007 la Commissione
europea ha trasmesso alla Regione Calabria il cd “Position Paper” cioè un insieme di raccomandazioni contenente le
richieste di integrazione e di modifica dei Por inviati;
la stessa Commissione
europea ha evidenziato che queste raccomandazioni, con le conseguenti richieste
di integrazione e di modifica, si sono rese necessarie ed indispensabili con
riferimento in particolar modo agli indicatori di impatto e di risultato che la
Regione intende perseguire e raggiungere con la suddetta programmazione
comunitaria, alla poca flessibilità di quest’ultima che rischia di non adeguarsi
perfettamente alla realtà calabrese, alla confusione sugli strumenti
finanziari, Fesr e Fse, da
utilizzare per sostenere precise iniziative di sviluppo ad alcuni obiettivi
strategici indicati nel documento della Regione e che sono stati definiti “disomogenei
ed a volte ridondanti”;
nel merito queste
raccomandazioni riguardano sia il riallineamento dell’obiettivo globale del
programma regionale all’art. 4 del Regolamento Ce n. 1080/2006 del Fesr, che deve essere attuato attraverso la necessaria
convergenza dell’economia calabrese alla media del prodotto interno lordo
pro-capite della Unione europea, sia la semplificazione degli otto Assi
costituenti il Por Calabria i cui obiettivi strategici devono essere non solo
inquadrati nella politica regionale di coesione ma anche collegati agli
obiettivi specifici con l’individuazione chiara dei singoli beneficiari, di
ogni singolo asse al fine di raggiungere l’obiettivo generale del programma Fesr 2007/2013;
un Asse prioritario tematico non dovrebbe corrispondere
a più di una priorità identificata nel Regolamento del Fesr e che l'art. 2 del Regolamento Ce n. 1083/2006
definisce l'Asse prioritario tematico come “ciascuna delle priorità della strategia contenuta
nel programma operativo comprendente
un gruppo di operazioni connesse tra loro”, risulta evidente come
tali disposizioni non siano attualmente
soddisfatte per l'Asse I "Istruzione,
Ricerca Scientifica, Innovazione Tecnologica
e Società dell'informazione" e per l'Asse Il "Energia ed Ambiente" tanto da
indurre la Commissione europea a chiedere una
rivisitazione dell'attuale suddivisione in Assi e obiettivi specifici al fine
di garantire una maggiore omogeneità e coerenza programmatica attraverso il
trasferimento del tema "Istruzione" nell’Asse III,
ritenuto più pertinente per le tematiche affrontate, nonché la creazione di un
Asse specifico interamente dedicato al tema "Energia" che
impegni almeno il 7% del totale delle categorie di spesa;
la Commissione europea ha sollevato perplessità sulla
strutturazione dell'Asse III "Inclusione
Sociale e Servizi per la qualità della vita e l'Attrattiva Territoriale" ritenendo che alcune attività specifiche in
esso contenute possano essere finanziate solo ed esclusivamente dal Fse e non dal Fesr che può intervenire, alla luce di quanto disposto
dall'art. 4.11 del Regolamento Ce n. 1080/2006, solo a sostegno di "investimenti nella sanità e nelle
infrastrutture sociali che contribuiscono allo sviluppo regionale e locale e
ad aumentare l'attrattiva e la qualità della vita" ed invitando, di conseguenza, la Regione Calabria a
rivedere la strutturazione dell'Asse III con riferimento particolare alla
complementarietà degli strumenti finanziari utilizzati;
la stessa Commissione europea ha evidenziato il
disinteresse della Regione nei confronti del problema "Mobilità Sostenibile" tanto che, come sottolineato nelle raccomandazioni,
l'Asse V "Reti e Collegamenti
per la Mobilità" non indica
esplicitamente una quota minima di risorse da destinare al funzionamento di
modalità di trasporto sostenibile (ferro e mare) e che l'Asse VII "Città, Aree
Urbane e Sistemi Territoriali" presenta un approccio contradditorio al tema che deve essere superato solo con lo strumento della progettazione integrata che
dovrà focalizzare le criticità strettamente connesse allo sviluppo delle aree
urbane calabresi;
la Commissione europea
sull’Asse VIII "Assistenza Tecnica
e Capaclty Building" ha ribadito che le azioni che riguardano la governance
o la capacità amministrativa non strettamente
collegate all'attuazione del
programma Por - Fesr sono di competenza del Fse tanto che la seconda parte dello stesso Asse deve essere completamente
rivista per adeguarsi alle indicazioni comunitarie e che sui “Grandi Progetti” mancano le schede relative ad ogni singolo intervento pubblico nonché
l'ammontare delle risorse stanziate;
la Commissione europea ha evidenziato
che la programmazione in oggetto potrà dispiegare i propri effetti positivi
solo se sarà costruito un quadro legislativo idoneo a garantire il
perseguimento ed il raggiungimento degli obiettivi in esso indicati e che allo
stato di fatto esistono vistone lacune e carenze che la Regione si è impegnata
a superare ancora prima dell'approvazione del Por Fesr
2007/2013 attraverso l'adeguamento ed il miglioramento della legislazione
regionale e la netta distinzione tra procedure amministrative riconducibili a
spese co-finanziabili dal Fesr
ed altre che afferiscono alla politica regionale
ordinaria;
nell'Asse V "Reti
e Collegamenti per la Mobilità" l’hub
portuale di Gioia Tauro non risulta connesso alla direttrice ferroviaria
tirrenica aggravando sensibilmente ogni possibilità di collegamento al
Corridoio Berlino-Palermo nel tratto calabrese e che
il superamento di questa carenza è stato esplicitamente richiesto dalla
Commissione europea nell'adozione di parametri di riferimento più stringenti e
puntuali;
la Commissione europea ha sottolineato che il
problema della gestione dei differenti livelli di governo delle azioni della
programmazione comunitaria in Calabria non trova una risposta adeguata nel
documento oggetto di contrattazione in sede europea e che, alla luce dei
problemi sorti in sede di attuazione del Por 2000/2006, non è stato individuato
alcuno strumento chiaro per superare questo limite oggettivo tanto che la Regione
è stata invitata a costruire una strategia regionale chiara che punti ad
individuare gli interventi di carattere prioritario da realizzare con il Por
Calabria -:
di sapere se la
Regione ha già risposto a queste osservazioni della Commissione europea ed in
che termini si è ad essa adeguata.
(210;
27.11.2007)
Feraudo. Al Presidente della Giunta regionale
e all’assessore al lavoro
e alla formazione professionale.
Per sapere – premesso che:
con Decreto del 6 aprile 2006 – n. 3902 – del
Dipartimento Lavoro e Formazione Professionale veniva approvata una
manifestazione di interesse con la quale si
invitavano gli enti pubblici a presentare progetti per l'utilizzazione di
lavoratori disoccupati che a qualsiasi titolo avessero già prestato servizio
presso gli stessi enti;
con successivo decreto del 17 novembre 2006 – n. 15225 –
venivano approvati i progetti
presentati, tra cui uno del Comune di Acri per l'utilizzo di 156 unità – di cui 130 operai generici e 26 operai specializzati –
per attività di pubblica utilità nei settori della salvaguardia e cura
dell'ambiente e del territorio e in servizi tecnico-manutentivi
e di trasporto scolastico;
il progetto presentato dal Comune di Acri andrà a
scadere, in forza delle proroghe concesse con le delibere di Giunta n. 116 del
19/2/07 e n. 339 dell’1/6/07, in data 31 dicembre 2007;
la Convenzione che regolamenta la gestione dell'attività
lavorativa svolta dalle 156 unità utilizzate
dal Comune di Acri, repertoriata in data 12/09/2007
al n. 13422, espressamente prevede, tra l'altro, che la Regione Calabria
si faccia carico solo delle ore di effettiva
esecuzione delle prestazioni dei lavoratori e che “il Comune di Acri ha obbligo
di rendicontare le somme assegnate secondo le disposizioni vigenti”;
il Comune di Acri con nota del 13/03/2007 – Prot. n. 4562 – trasmessa alla
Regione Calabria a mezzo fax in data 26/04/2007 ed acquisita al Dipartimento
Formazione Professionale in data 06/06/2007 al Prot
n. 13122, trasmetteva la rendicontazione delle ore lavorative prestate dalle
156 unità nel periodo fino al 31/12/2006, per un importo di E. 44.532,80. A
ciascun lavoratore venivano rendicontate 40 ore di
attività lavorativa;
con successiva nota del 31/05/2007 – Prot. n. 9818 – trasmessa a mezzo
fax in pari data, il Comune di Acri trasmetteva la rendicontazione delle ore
lavorative prestate dalle 156 unità per il periodo dall’1 gennaio 2007 al 31
marzo 2007, ossia per 3 mensilità e per un importo complessivo di E.
133.598,40. Tale nota veniva acquisita al
Dipartimento Formazione Professionale in data 01/06/2007 al Prot. n.
12656. A ciascun lavoratore venivano rendicontate
complessive 120 ore lavorative, ovvero n. 40 ore mensili;
a seguito delle richiamate rendicontazioni,
il competente Dipartimento della Regione Calabria autorizzava la Ragioneria
Generale, con Decreto del 09/07/2007 (n. 9818), ad erogare al Comune di Acri la
somma di E. 44.532,80 relativa al periodo fino al 31/12/2006 e il relativo
mandato di pagamento – n. 10618 – veniva emesso in data 26/07/2007;
con ulteriore decreto (n. 9819) emesso in pari data lo
stesso Dipartimento autorizzava la Ragioneria Generale a procedere alla
erogazione delle somme relative al trimestre gennaio, febbraio e marzo 2007,
per complessivi E. 133.598,40 e il relativo mandato di pagamento – n.
16527 – veniva emesso in data 31/10/2007;
con nota del 20/09/2007 – Prot.
n. 16346 – trasmessa a mezzo fax in data 17/10/2007 ed
acquisita al Protocollo della Regione Calabria in pari data al Prot. n. 22477, il Comune di Acri
rendicontava le ore lavorative delle 156 unità utilizzate per il periodo dall'1
aprile al 31 agosto 2007, ossia per 5 mesi lavorativi e per un importo
complessivo di E. 442.500,00. A ciascun lavoratore venivano
rendicontate complessive 400 ore lavorative, ovvero n. 80 ore mensili;
sembra che, contrariamente a quanto dichiarato e
rendicontato dal Comune di Acri con la nota del 31/05/2007 – Prot. n. 9818 – le 156 unità
lavorative utilizzate nel trimestre gennaio, febbraio e marzo 2007, abbiano
prestato attività lavorativa nel solo mese di mano per sole 40 ore lavorative,
mentre non avrebbero prestato alcuna attività lavorativa nei mesi di gennaio e
febbraio;
quanto alla rendicontazione relativa al periodo
01/04/2007-31/08/2007, sembra che, contrariamente a quanto dichiarato e
rendicontato dal Comune di Acri con la nota del 20/09/2007 – Prot. n. 16346 – nei mesi di
aprile e maggio le 156 unità lavorative abbiano svolto attività lavorativa per
sole 40 ore mensili e non già per 80 ore mensili. Ne deriva che nel periodo di
che trattasi (aprile-agosto 2007) ciascun lavoratore
avrebbe prestato attività lavorativa per complessive 320 ore e non già per 400
ore, per come rendicontato dal Comune;
sembra, ancora, che con le somme incassate dal Comune di
Acri in forza del mandato n. 16527 del 31/10/2007 – complessivi E.
133.598,40 – relative ai mesi di gennaio,
febbraio e marzo 2007, il Comune di Acri avrebbe pagato ai lavoratori le
mensilità, di 40 ore ciascuna, di marzo, aprile e maggio 2007;
quanto sopra esposto, qualora rispondesse a verità,
concretizza grave irregolarità ed illecito, avendo il Comune di Acri
rendicontato ore lavorative mai prestate dalle 156 unità utilizzate e,
soprattutto, avendo incassato somme che non gli
erano dovute, le quali, per i soli mesi di gennaio e febbraio 2007, ammontano a circa E. 90.000,00 -:
se risponde a verità che il Comune di Acri,
relativamente al trimestre gennaio/marzo 2007, abbia rendicontato, a fronte di
sole 40 ore lavorative prestate da ciascun lavoratore, ben 120 ore lavorative
(40 ore mensili) ed abbia incassato somme non dovute pari ad 80 ore
lavorative relative ai mesi di gennaio e
febbraio 2007;
se risponde a verità che il Comune di Acri, a fronte
di 320 ore lavorative effettivamente prestate da ciascun lavoratore nel periodo
aprile-agosto 2007, ne abbia rendicontato 400, così chiedendo il pagamento di
somme, per ciascun lavoratore, pari ad 80 ore mai effettuate;
se risponde a verità che il Comune di Acri abbia corrisposto
ai lavoratori, con le somme incassate giusta
mandato di pagamento della Regione Calabria n. 16527 del 31/10/2007 e relative
al trimestre gennaio, febbraio e marzo 2007, le mensilità relative ai mesi di
marzo, aprile e maggio 2007;
in caso affermativo, le iniziative che le SS.VV. intendono promuovere per l'accertamento delle responsabilità e quali i provvedimenti che si intendono adottare per il recupero delle somme indebitamente ed illegittimamente rendicontate ed incassate dal Comune di Acri.
(211; 28.11.2007)
Occhiuto. Al Presidente
della Giunta regionale e all’assessore alle politiche sociali. Per sapere – premesso che:
le Associazioni di Promozione Sociale (legge nazionale 383 del 07.12.2000, G.U. n. 300 del 27.12.2000) rappresentano una delle forme più evolute in materia di associazionismo senza fini di lucro per scopi sociali. Esse sono la sintesi giuridica tra le associazioni di volontariato puro (cosiddette ODV) e le imprese sociali & cooperative sociali;
ormai il terzo settore, ed in particolare queste forme di iniziative sociali, possono innescare processi di sviluppo e di occupazione che il settore primario e secondario non riescono a svolgere in Calabria. Per cui è grande l'attenzione e la partecipazione che la cittadinanza riconosce a queste forme di aggregazione la cui funzione sociale è stata riconosciuta dalla Comunità Europea in primis, dallo Stato Italiano negli artt. 2, 3, secondo comma, 4, secondo comma, 9 e 18 della Costituzione;
la legge 383/2000 detta i principi fondamentali e le norme per la valorizzazione dell'associazionismo di promozione sociale e stabilisce i principi cui le Regioni devono attenersi nel disciplinare i rapporti tra le istituzioni pubbliche e le associazioni di promozione sociale, nonché i criteri cui debbono uniformasi le amministrazioni statali e gli enti locali nei medesimi rapporti;
il recente Statuto regionale calabrese, nel recepire in toto il principio della sussidarietà ormai consolidato a livello continentale europeo dando ruolo e funzione alle forme associative più vicine ai cittadini, riconosce alle associazioni nell'art. 2 complessivamente ed in particolare nel comma e di essere la forma giuridica, istituzionale e funzionale più vicina ai cittadini;
la mancata istituzione, a norma dell'art. 7 comma 4 della legge 383/2000 da parte della Regione Calabria, del Registro delle Associazioni di Promozione Sociale entro 120 gg., cui possono iscriversi le associazioni che ne fanno richiesta, ha comportato un grave handicap per le associazioni medesime e per la qualità- dei servizi sociali della Regione;
la Regione Calabria non ha a tutt'oggi ottemperato all'obbligo dell'istituzione del Registro a distanza di 7 anni dalla legge;
le associazioni presenti nella Regione in attesa di istituzione del Registra sono un numero consistente;
viene inibita la partecipazione ai fondi regionali e nazionali, la redazione di corrispondenti progetti, i quali non possono essere finanziati in assenza del registro regionale, mettendo in discussione la stessa esistenza delle associazioni -:
se non intendano promuove al più presto l'istituzione del registro delle Associazioni di Promozione sociale, per colmare il grave ritardo che la Calabria ha accumulato rispetto al problema;
quali iniziative sono state attuate o si intendono attuare per far sì che le Associazioni, di cui sopra, possano sentirsi protagoniste e realizzare il loro scopo sociale di cui la nostra Regione ha bisogno.
(193; 10.10.2007)
Occhiuto. Al Presidente della Giunta
regionale e all’assessore
all’agricoltura foreste e forestazione. Per sapere – premesso che:
la Regione Calabria, con propria nota del 02/08/2001,
prot. 3068 del Dipartimento 14 Forestazione, richiedeva agli Enti operanti nel
settore, un dettagliato elenco degli Operai a Tempo Indeterminato utilizzati in Ufficio (OTI
Ufficio), impiegati nei vari servizi con la specificazione delle mansioni e degli incarichi assegnati;
con nota successiva, prot.
7569, datata 28/07/2003, ad integrazione della menzionata precedente 3068,
sollecitava, per inserirlo nell'elenco generale degli OTI Ufficio, l'elenco nominativo dei lavoratori idraulico forestali utilizzati
nella attività di collaborazione tecnico-amministrativa alla direzione lavori
ed alla progettazione;
a seguito del censimento degli OTI adibiti a mansioni
d'ufficio è stato disposto, nella seduta del
26 aprile 2004, dalla Giunta Regionale della Calabria l'atto deliberativo n..
281 avente l'oggetto: presa d'atto dell'accordo relativo agli articoli 33, 34 e
35 del C.C.N.L. per la parte impiegatizia degli addetti ai lavori di
forestazione -:
se non sia opportuno, relativamente agli OTI Ufficio,
porre in essere gli adempimenti necessari a dare attuazione al deliberato della
Giunta Regionale 281/04;
quale giudizio si dia sull'intera vicenda, in
particolare sul mancato rispetto del CCNL e sull'utilizzo di lavoratori
forestali in sostituzione di tecnici.
(196; 15.10.2007)
Sarra. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore all’agricoltura. Per sapere – premesso che:
ai sensi degli artt. 4 e 6 della legge regionale 11 maggio 2007 n. 9,
"Provvedimento generale recante norme di
tipo ordinamentale e finanziario" integrata e modificata dalle leggi regionali 20 giugno 2007
n. 12; 10 luglio 2007 n. 15 e 5 ottobre 2007 n. 22, l'Azienda forestale
regionale, Afor è stata soppressa e messa in
liquidazione;
ai sensi del comma 2 dell'art. 4 legge regionale 11/5/2007, n.
9 le funzioni amministrative in materia di demanio forestale e
forestazione sono trasferite o delegate alle Province. La Giunta regionale
adotta apposite
deliberazioni concernenti l'individuazione analitica delle funzioni ed i criteri
di esercizio delle stesse riservando a sé quelle concernenti la programmazione,
l'indirizzo, il coordinamento ed il controllo;
ai sensi dei commi 3 e 4 dell'art. 4 legge regionale 11/5/2007, n.
9 il Presidente della Giunta regionale nomina previa deliberazione della
Giunta regionale un Commissario liquidatore
con funzioni vicarie ed approva nella
medesima deliberazione gli indirizzi al Commissario per la sollecita efficiente
ed economica realizzazione della fase liquidatoria;
ai sensi dei commi 5 e 6 dell'art. 4 legge regionale 11/5/2007, n. 9 gli organi statutari dell'Afor cessano di diritto dalle loro funzioni alla data della nomina del Commissario liquidatore il quale entro novanta giorni dall'insediamento provvede alla redazione di un piano di massima della liquidazione da approvarsi dalla Giunta regionale;
ai sensi dei commi 7 e 8 dell'art. 4 legge regionale 11/5/2007, n. 9 il Commissario provvede inoltre al trasferimento alla Regione dei dipendenti addetti ai servizi amministrativi mentre gli addetti ai lavori di sistemazione idraulico-forestale sono assegnati in titolarità alle Province e destinati alla realizzazione di progetti in materia di uso sostenibile ed efficiente delle risorse ambientali per lo sviluppo nei settori forestale, demaniale, del riassetto idrogeologico, della gestione dei parchi ed aree protette, della ricognizione degli usi civici, della lotta agli incendi boschivi. Personale che rimarrà inquadrato nell'attuale comparto contrattuale e non potrà essere inquadrato o trasferito nei ruoli regionali o provinciali;
il processo di trasferimento alle Province delle funzioni previste nella legge regionale n. 34 del 2002 è allo stato attuale del tutto parziale in quanto al trasferimento intersettoriale del personale non ha fatto seguito il trasferimento delle risorse con grave nocumento operativo a carico degli enti gestori;
i Presidenti delle cinque Province calabresi hanno espresso forti preoccupazioni in merito alle gravi problematiche in essere in molti settori dell'attività amministrativa richiedendo a più riprese confronti operativi con la Giunta regionale per la ripresa ed il completamento del trasferimento delle funzioni. Nello specifico dell'Azienda forestale regionale si è evidenziato come i tempi di scioglimento dell'Ente e del trasferimento delle relative funzioni da realizzare in un periodo di sei mesi prorogabili per ulteriori sei non consentano adeguate ed efficaci azioni amministrative nelle more dell'iter procedurale previsto dalla legge regionale 11/5/2007 n. 9, determinando di fatto serie implicazioni negative;
allo stato attuale pare vi sia uno spropositato aumento di consulenze esterne a fronte di un mancato utilizzo di risorse umane interne ed estremamente professionali, oltre all'esigenza immediata di erogare all'Inps le somme per la copertura di contributi mai versati o versati parzialmente ed ammontanti a circa 80 milioni di euro. I mancati versamenti giungono a determinare una situazione di vera e propria emergenza e costituiscono la causa di notevoli ritardi nel pagamento delle pensioni. Molti operai forestali infatti debbono attendere diversi mesi prima di percepire la pensione di vecchiaia a seguito della irregolare posizione contributiva;
correlativamente agli stati previsionali in finanziaria 2007 del cofinanziamento annuale di 160 milioni di euro a sostegno delle attività forestali in Calabria pare, così come espresso dal Ragioniere generale dello Stato, che si delinei una situazione di forte preoccupazione in quanto al momento la copertura assicurata dal Governo ammonterebbe a soli 102 milioni di euro;
non sarebbe possibile far fronte, ricorrendo, per i restanti 58 milioni, alle casse regionali. L'Ente con estrema difficoltà si è già trovata nella situazione di dover anticipare le somme per il pagamento degli stipendi dei forestali in attesa dello stanziamento dei fondi necessari. L'indisponibilità di risorse finanziarie determinerebbe in tal senso una situazione insostenibile, di qui la necessità che venga erogato quanto assicurato e nei tempi previsti, evitando che tale onere venga, per periodi indeterminati, ad incombere sull'Ente Regione, chiamato a sostituire, negli impegni con i forestali, lo Stato con risvolti economici e sociali imprevedibili;
la soppressione dell'Afor ed il conseguente trasferimento delle funzioni alle Province ai sensi dell'art. 4 della legge regionale 11/5/2007, n. 9 impone il ricorso immediato ai criteri di esercizio delle funzioni, riservate all'Ente Regione, di programmazione, indirizzo, controllo e coordinamento;
i provvedimenti normativi attuati nel comparto, per le modalità con cui sono stati definiti ed adottati, senza una corretta analisi di ogni singolo aspetto derivante da un ampio ed approfondito dibattito, mai svolto in Consiglio regionale e senza il necessario apporto della concertazione sindacale, costituiscono solo l'enunciato di un processo di riconversione ancora non chiaro ed al momento fortemente destabilizzante per gli Enti intermedi a causa di gravi discordanze ed incongruenze dovute alla tempistica, all'assenza di fasi di coordinamento ed alla mancata definizione di una azione amministrativa di settore;
nel quadro della forestazione regionale è indispensabile limitare gli effetti prodotti dalla inevitabile "vacatio operativa ed amministrativa" dovuta al passaggio di consegne e personale alle Province. Una gestione complementare e coordinata favorirebbe il rilancio credibile delle attività forestali in un territorio che necessita di notevoli interventi di difesa dal dissesto idrogeologico; di interventi di valorizzazione e miglioramento del patrimonio boschivo; di prevenzione e contrasto agli incendi;
perché possa parlarsi di progetto di riorganizzazione e non di smantellamento del settore è necessario colmare l'assenza di una efficace fase programmatoria puntando alla concreta realizzazione dei piani forestali e limitare lo stato di generale confusione che regna tra gli Enti intermedi mediante l'adozione di strategie previsionali ed una programmazione adeguata alla delicatissima fase transitoria. Non trascurando nel contempo una capillare azione volta alla eliminazione degli sprechi e sperperi delle risorse economiche e ad un utilizzo concretamente produttivo della manodopera forestale -:
quali siano gli stati previsionali in ordine alla indispensabile adozione di un indirizzo politico programmatico delle attività di forestazione, coerente con gli obiettivi di sviluppo del comparto;
quali provvedimenti si intendano assumere al fine di garantire nella fase transitoria, tra Ente programmatore regionale ed Enti gestori provinciali, un coordinamento efficace delle politiche relative al comparto della forestazione;
se risulti la grave discordanza tra la previsione formale del cofinanziamento annuale di 160 milioni di curo in finanziaria a sostegno delle attività forestali in Calabria e la previsione sostanziale secondo la ragioneria generale dello Stato di una copertura assicurata dal Governo per soli 102 milioni di euro;
se non si ritenga opportuno accertare inoltre che venga erogato quanto assicurato e nei tempi previsti evitando che, anche se parzialmente, tale onere residuo incomba sull'Ente Regione, chiamato in tal caso a sostituirsi al Governo negli impegni assunti con i forestali, con risvolti economici chiaramente insostenibili;
se vi siano stati sprechi e diseconomie con particolare riferimento ad un aumento spropositato delle consulenze esterne;
se risponde al vero infine, che ad oggi sia maturato uno stato debitorio nei confronti dell'Inps per un importo di circa 80 milioni di euro, a copertura totale e parziale di posizioni contributive, con ripercussioni dirette sulla erogazione delle pensioni degli aventi diritto.
(200; 25.10.2007)
Talarico. Al Presidente della Giunta regionale e all’Assessore alla Sanità. Per sapere - premesso che:
il vigente Piano sanitario regionale attribuisce all'Ospedale di Soveria Mannelli lo status di Ospedale di montagna a riconoscimento dell'importante ruolo svolto al servizio della comunità del territorio servito;
le decisioni assunte negli ultimi anni dall'assessorato alla sanità e dalla direzione generale dell'Asl di Lamezia Terme hanno, invece, di fatto innescato un preoccupante processo di ridimensionamento dell'Ospedale di Soveria Mannelli, che si è determinato prima con la chiusura delle sale operatorie e poi con la chiusura di importanti reparti;
sempre in virtù di tali scelte, l'Ospedale di Soveria Mannelli, per la prima volta nella sua storia, ha chiuso la propria gestione con un bilancio in passivo;
tale circostanza ha fortemente pregiudicato la continuità dei servizi sanitari, producendo un forte ridimensionamento delle prestazioni erogate;
in conseguenza di tali decisioni, sono state mortificate e penalizzate le numerose e qualificate professionalità che nel corso degli anni hanno rappresentato un punto di riferimento medico per gli abitanti di quel comprensorio, e non solo, e che, ad oggi, si vedono ridotti all'impossibilità di svolgere il proprio compito;
lo stato di degrado e di abbandono dell'Ospedale ha raggiunto negli ultimi tempi livelli preoccupanti ed imbarazzanti;
nell'Ospedale non vengono più assicurate degenze;
le attrezzature dell'Ospedale, alcune di avanzata tecnologia, sono esposte ad incuria ed inattività che rischiano di pregiudicarne definitivamente l'efficienza, producendo un enorme spreco di risorse pubbliche;
tale situazione appare scandalosa anche in considerazione della importante tradizione di quell'Ospedale e delle numerose professionalità che ne hanno garantito l'efficienza ed il prestigio;
tale situazioni ha determinato le ripetute proteste dei cittadini e degli amministratori del luogo, senza che vi sia stata alcuna risposta da parte delle competenti istituzioni regionali;
la scadenza del 4 Ottobre fissata per la riapertura delle sale operatorie è stata abbondantemente disattesa, senza che si intraveda a breve una possibile conclusione dei lavori;
il mancato adeguamento strutturale della pista di atterraggio dell'elisoccorso pregiudica la possibilità di garantire risposte efficienti e tempestivi alle eventuali emergenze sanitarie, esponendo a gravi rischi di incolumità gli abitanti del comprensorio di riferimento -:
se la Giunta regionale, per come si richiede, voglia assumere urgentemente, i necessari provvedimenti ed impegni i vertici dell'Azienda sanitaria competente ad un intervento immediato e risolutivo che consenta il ripristino dell'efficiente operatività dell'Ospedale di Soveria Mannelli.
(208; 21.11.2007)
Il Consiglio regionale
premesso che
attraverso la Legge 13/89 avente per titolo "Disposizioni per favorire il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati";
è istituito un fondo presso il Ministero dei Lavori Pubblici ripartito tra le richiedenti per l'eliminazione ed il superamento delle barriere architettoniche negli edifici privati;
dal 2003 la Regione Calabria ha sospeso l'erogazione dei contributi per l’insufficienza degli stanziamenti governativi;
numerose famiglie con portatori di handicap, che hanno presentato richiesta di contributo per sovvenzionare opere di superamento o di eliminazione delle barriere architettoniche, attendono da tempo il rimborso degli oneri sostenuti per i lavori effettuati;
impegna la Giunta regionale
a sollecitare il Governo nazionale ed in particolare il Ministero dei Lavori pubblici a rifinanziare adeguatamente il Fondo istituito dalla Legge 13/89;
ad anticipare attingendo a fondi propri di bilancio, le somme dovute alle famiglie che hanno richiesto il rimborso degli oneri sostenuti per la realizzazione di opere di superamento o di eliminazione delle barriere architettoniche.
(42; 27.09.2007) Magarò
Il Consiglio regionale,
Premesso che:
l'articolo 27 del decreto legge 1 ottobre 2007 n. 159, recante “Disposizioni urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale” stabiliva che alla Regione Calabria fosse concesso, per l'anno 2007, un contributo di 60 milioni di euro al fine di favorire la stabilizzazione dei lavoratori Lsu/Lpu previa stipula di apposita convenzione con il Ministero del lavoro e della previdenza sociale;
con emendamento n. 27.17, a firma del sen. Barbato ed approvato dalla 5^ Commissione Bilancio del Senato, è previsto, invece, che questo stesso contributo sia concesso non solo alla Regione Calabria ma anche alla Regione Campania e che sia ripartito secondo criteri di equità;
considerato che
gli impegni assunti dal ministro del lavoro e da quello dell'economia andavano nella direzione di dare un segnale tangibile della volontà del Governo nazionale di risolvere definitivamente l’emergenza del precariato sociale nella nostra regione attraverso l’espressa previsione, nel decreto fiscale collegato alla Finanziaria, della concessione di uno specifico contributo finalizzato alla stabilizzazione dei circa diecimila precari calabresi;
il Presidente Loiero, nelle ore immediatamente successive alla definizione di questo impegno, ebbe modo di affermare che l’Esecutivo nazionale, alla luce della proficua concertazione avviata in materia con le parti sociali ed il governo regionale, aveva finalmente avviato a soluzione l'annoso problema del precariato in Calabria;
l'approvazione definitiva, da parte dell'Aula del Senato, dell'emendamento in questione provocherebbe momenti di forte tensione e di accesa protesta da parte dei lavoratori calabresi che vedrebbero seriamente compromessa qualsiasi possibilità di stabilizzazione stante la riduzione delle somme messe a disposizione dallo Stato per tale scopo;
tutto ciò è l'ennesima dimostrazione di come la Calabria non abbia alcun peso politico nella compagine di governo né tanto meno nella maggioranza di centrosinistra come risulta evidente da questa ed altre vicende;
Impegna la Giunta regionale:
per discutere urgentemente in Aula di questa problematica per comprendere quali iniziative intenda adottare il governo regionale per impedire l'ennesimo scippo ai danni dei calabresi.
(43; 24.10.2007) Dima
Il Consiglio regionale,
premesso che:
con un emendamento al decreto fiscale collegato alla legge Finanziaria è stata prevista la soppressione della società “Stretto di Messina S.p.A”. ed il conseguente annullamento del progetto di costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina;
questo atto politico ed istituzionale, fortemente voluto dalla componente radicale e massimalista della coalizione di governo, se confermato dall'Aula, darebbe il via ad una lunga stagione di ricorsi e di contenziosi, causati dalla rescissione del contratto già firmato con la cordata di imprese vincitrici della relativa gara d'appalto, che causerebbe il probabile pagamento di forti penali che il ministro Di Pietro ha quantificato in cinquecento milioni di euro;
la mancata realizzazione di questa infrastruttura precluderebbe ogni concreta possibilità di sviluppo economico e sociale insieme alla creazione di un nuovo e più moderno sistema di collegamento viario e ferroviario di grande interesse nazionale ed europeo;
considerato che
la Giunta regionale, in tutti questi mesi, non ha mai preso posizione o espresso giudizi di sorta sull'utilità o meno della suddetta opera;
impegna la Giunta regionale
per conoscere, attraverso la discussione in Aula, la posizione del governo regionale su una vicenda che evidenzia grandi responsabilità e conseguenti silenzi del centrosinistra calabrese.
(44; 25.10.2007) Dima
Il Consiglio regionale,
premesso che:
l'emergenza Roma verificatasi nel nostro Paese ha inevitabili ripercussioni anche nella nostra regione vista la consistente presenza di campi nomadi in Calabria e la numerosa presenza di soggetti appartenenti alla Comunità europea che forniscono manodopera onesta;
l'integrazione si realizza soltanto in presenza di diritti e doveri includibili a tutela di tutti i cittadini;si integra solo chi accetta il nostro ordinamento giuridico con effettivo lavoro, reddito e quindi guadagno onesto;
non ci può essere alcuna integrazione per chi sfrutta i minori e favorisce la prostituzione o per chi commette crimini all'inseguimento del facile guadagno;
considerato che ogni anno si registra un considerevole apporto economico nel fatturato delle imprese a seguito del lavoro di manodopera straniera;
rilevato che in Calabria è necessario mettere in campo azioni preventive per evitare ulteriori atti criminali;
impegna la Giunta regionale
per sapere:
ad adoperarsi affinché il Governo, in seno all’attuale Finanziaria, preveda una maggiore implementazione dei fondi previsti per le forze dl polizia, nelle Regioni meridionali – già a forte rischio criminalità – al fine di avere disponibilità di uomini e prezzi per effettuare reali espulsioni, ovvero immediato rimpatrio coatto;
ad istituire presso il Dipartimento servizi sociali della Regione una task force, che di concerto con le forze dell'ordine, le Prefetture e le associazioni che operano nel settore immigrazione, possa monitorare e costantemente censire gli insediamenti rumeni sul territorio regionale e ci sia, nei casi di reddito dubbio o mancanza dei requisiti previsti dalla legge vigente, la reale e fattiva certezza delle espulsioni.
(45; 05.11.2007) Morelli
Guerriero. Agli assessori all’ambiente,
alle attività produttive e al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
da alcuni mesi a questa parte le polemiche, sollevate
acutamente da vari settori della società, in
merito ai rischi che l'attivazione della Centrale Termoelettrica a ciclo
combinato della Edison, localizzata a Simeri Crichi (Cz), implica per la
salute pubblica, sono diventate pressanti e soprattutto inquietanti;
sindaci del comprensorio e associazioni ambientaliste,
esponenti del mondo della politica e delle forze sociali e culturali,
paventano, supportando le loro tesi con una documentazione corposa ed
ineccepibile, che qualora entrasse in funzione la Centrale termoelettrica di
800 Mw di Simeri Crichi, l'intera area interessata, compresa la città
capoluogo di regione, subirebbe danni ingenti e irreparabili;
non è mia intenzione, nella qualità di rappresentante
del popolo calabrese, in questa sede, soffermarmi sull'impatto per il
territorio interessato che discenderebbe dalle cosiddette polveri sottili, che
pure è stato indicato; né è mia intenzione sapere, al momento, se la Edison
abbia o meno approntato misure tecnologiche idonee alla difesa dell'ambiente e
trasparenti per rendere visibile ogni processo operativo della Centrale;
neanche è intenzione del sottoscritto sapere, in questa circostanza, se
l'installazione della Centrale a Simeri Crichi sia compatibile con lo sviluppo ambientale e
turistico di una delle più ampie ed interessanti aree della Calabria, pur
constatando che una simile realizzazione, benché interessi una popolazione
enorme della Calabria, non è stata preceduta, come sarebbe dovuto avvenire, da
una preventiva e pubblica, dettagliata e minuziosa, informazione sui pro e i
contro che derivano dall'avere sullo Ionio catanzarese, ed a pochi chilometri
da Catanzaro, una Centrale Termoelettrica casi imponente -:
perché, nel dibattito in corso, la Regione non ha ancora
ritenuto di assumere una chiara, unilaterale e precisa presa di posizione, con
preghiera, quindi, che urgentemente la Regione intervenga per rassicurare
l'opinione pubblica;
minuziosamente e pubblicamente, se è vero quanto asseriscono
sindaci, sindacalisti e rappresentanti delle associazioni ambientaliste circa i
rischi per la salute che discenderebbero dalla messa in attività della Centrale
di Simeri Crichi;
se esiste un problema di polveri sottili;
se e come, qualora la Centrale entrasse in funzione,
si potranno verificare i rischi di inquinamento per l'ambiente circostante,
dato che, come è stato autorevolmente denunciato, bruciando quotidianamente 3
milioni di metri cubi di metano, si eguaglia il consumo di 750 mila autovetture
alimentate a gas con i loro motori;
se la realizzazione della Centrale rispetta ogni
parametro previsto dalla legislazione nazionale ed internazionale vigente e
chi, come e quando è in grado di
garantire il rispetto delle leggi e degli accordi internazionali e
certificarne, con metodi e procedure trasparenti, il loro ossequio
non a questo o quel sindaco, ma
all'opinione pubblica calabrese, attraverso certezze scientifiche e rigorose
informative;
se non sia il caso, qualora le preoccupazioni
denunciate risultassero fondate e qualora si prendesse atto, responsabilmente,
della non economicità e della non opportunità
dell'iniziativa, che collide con ogni progetto di sviluppo dell'area e della
Calabria, di sospendere ogni iniziativa circa la produzione di energia da parte
della Centrale di Simeri Crichi.
(176; 05.07.2007)
Risposta – Con l'interrogazione in oggetto,
l’onorevole Guerriero lamenta la mancata presa di posizione della Regione
Calabria in merito al dibattito in corso circa la realizzazione
della centrale di Simeri Crichi.
In particolare, si fa carico delle perplessità di
buona parte dell'opinione pubblica che, a parere dell’onorevole scrivente, non
ha avuto una esaustiva, dettagliata e minuziosa
informazione sui rischi di inquinamento che potrebbero discendere dalla messa
in attività della centrale in oggetto.
Per quanto attiene alle competenze
dell’assessorato, ed in particolare del Dipartimento Politiche dell'Ambiente,
si rileva che il progetto di centrale a ciclo continuo presentato dalla Edison è stato sottoposto a tutte le prescrizioni di
legge, in modo da assicurare che la realizzazione dello stesso non abbia
ricadute negative sull'ambiente e, di conseguenza, sulla salute dei cittadini.
Nello specifico, con decreto del dirigente
generale n. 9567 del 5 ottobre 2001, il Nucleo V.I.A.
ha espresso, ai sensi dell'articolo 6 della legge 349 dell’8 luglio 1986,
parere favorevole circa la compatibilità ambientale del progetto relativo alla centrale termoelettrica a ciclo combinato da
realizzarsi nel Comune di Simeri Crichi,
così come proposto dalla Società Sitel S.p.A.-Sesto S. Giovanni (MI), con prescrizioni atte a
garantire un continuo controllo e monitoraggio pubblico per il controllo delle
emissioni in atmosfera, suolo e acqua durante la fase di esercizio
e funzionamento della centrale.
Successivamente, in data 16 aprile 2007, un progetto di modifiche
non sostanziali in corso d'opera apportate al progetto preliminare approvato è
stato esaminato dalla Commissione V.I., che, rilevato
che trattavasi di progetto risalente all'anno 2000,
il quale aveva già ottenuto formale assenso da parte della Commissione V.I.A. nazionale, nonché dal Nucleo V.I.A.
della Regione Calabria, e che le modifiche apportate al progetto iniziale
apparivano migliorative in riferimento ai parametri ambientali e,
conseguentemente, di minore impatto sull'habitat naturale, non ha ritenuto
essere sussistenti le condizioni necessarie per la successiva Valutazione di
incidenza ai sensi del Dpr 375/97 e ss.mm.ii. e del Dgr 604/2005.
A sostegno di tale determinazione, la Commissione V.I. ha evidenziato, in particolare, che i luoghi ove
incide l'intervento risultano localizzati a rilevante
distanza dalle aree appartenenti a “Rete Natura 2000” e che le opere di che
trattasi rivestono carattere rilevante per lo sviluppo strategico del tessuto
economico regionale. Inoltre, ha inteso richiamare in toto
le analisi effettuate dalla Commissione V.I.A.
nazionale del Ministero dell'Ambiente, che con DEC/VIA/7127 del 10 maggio 2002
aveva anch'essa espresso parere favorevole di compatibilità ambientale del
progetto.
E' chiaro,
dunque, che la realizzazione della centrale rispetta
ogni parametro previsto dalla legislazione nazionale e comunitaria e che
qualsiasi rischio sull'ambiente e sulla salute sia stato opportunamente
valutato sia a livello nazionale che regionale, così che il rilascio delle
prescritte autorizzazioni da parte degli enti competenti assume il valore di
sicura rassicurazione circa qualsiasi rischio connesso l'attivazione della
centrale.
dott. Giuseppe Graziano - dirigente generale
Diego Tommasi
(Assessore all’ambiente)
Art. 1
1. Fermo restando che la Regione non darà seguito a nuove procedure di esternalizzazione di attività e servizi di natura istituzionale, l'articolo 20, comma 4, della legge regionale 11 maggio 2007, n. 9 è così sostituito: "La Regione, anche ai sensi dell'art. 29 della legge 28 dicembre 2001, n. 448, procede all'affidamento esterno del riordino del patrimonio immobiliare regionale e dei servizi di supporto nelle attività amministrative regionali, con specifico riguardo alle attività ausiliarie. Nelle more dell'affidamento delle gare stesse, che dovranno essere bandite entro il 31 dicembre 2007 i relativi servizi sono prorogati", anche alla luce dei principi di cui all'art. 23, commi 2 e 3, della legge 18 aprile 2005, n. 62.
2. Al fine di migliorare l'azione di presidio idraulico-forestale attribuito all'Afor, il Commissario liquidatore espleta una gara per l'affidamento del servizio di monitoraggio della rete idrografica regionale, prevedendo l'utilizzo, anche parziale, dei lavoratori rivenienti dagli analoghi servizi esterni, prestati in favore dell’amministrazione regionale. Nelle more dell'affidamento della gara, da bandire entro il 31 gennaio 2008, gli anzidetti servizi, prestati in favore dell'amministrazione regionale, sono prorogati, anche alla luce dei principi di cui all'art. 23, commi 2 e 3, della legge 18 aprile 2005, n. 62.
3. Gli interventi di cui al presente articolo hanno luogo nei limiti delle somme iscritte per lo scopo nel bilancio di previsione della Regione per l'anno 2008, riservando un importo non superiore a 4,5 milioni di euro alle finalità di cui al comma 2.
4. A conclusione della procedura di liquidazione, il Commissario dell’Afor dispone il sub-ingresso delle Province nel contratto di appalto di cui al precedente comma 2, trasferendo alle medesime pro quota le necessarie risorse finanziarie.
Art. 2
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
Ordine del giorno n. 25 a firma dei consiglieri Gentile, La Rupa,
Feraudo, Racco, Chiarella, Pacenza, Sarra e Crea “Sui lavoratori interinali”
“Il Consiglio regionale
Al fine di garantire tutta la forza lavoro in essere al 31 dicembre 2006 per i servizi esternalizzati, si impegna a prevedere nel prossimo bilancio la somma all’uopo necessaria”.
Art. 1
1. L'art. 2. comma 2, legge regionale 26 maggio 1997, n. 8, deve essere inteso nel senso che la certificazione da parte del responsabile incaricato dal titolare della struttura costituisce strumento di controllo e valutazione dell'attività della stessa, che può essere attivato da parte del predetto titolare.
2. L'art. 2, comma 2, legge regionale 26 maggio 1997, n. 8, deve essere altresì inteso nel senso che la certificazione sopra richiamata, configurandosi come atto interno alla struttura speciale, non costituisce presupposto per la valutazione dell'attività svolta dai membri della struttura speciale ai fini dell'erogazione dei corrispettivi stabiliti.
Art. 2
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
Il Consiglio regionale della Calabria
premesso che:
il 14 novembre 2007 sul Bur
della Regione Calabria è stata pubblicata l'ordinanza n. 6294 del 30 ottobre
2007 del Commissario delegato per l'emergenza ambientale nel territorio della
Regione Calabria, Prefetto Montanaro;
l'ordinanza dispone l'entrata in vigore del nuovo
Piano di Gestione dei Rifiuti della Regione Calabria decorsi 15 giorni dalla
pubblicazione sul Bur;
in contrada Cicerna di
Gioia Tauro è in funzione un termovalorizzatore da 120 mila tonnellate annue;
l'ordinanza del Prefetto Montanaro conferma l’O.C.D. n. 2855 del 17 marzo 2004 che aveva stabilito il
raddoppio del termovalorizzatore di Gioia Tauro;
contro tale raddoppio si sono già pronunciati i Sindaci
della Piana di Gioia Tauro, la Provincia di Reggio Calabria, le associazioni ambientaliste,
il Movimento per la Difesa del Territorio, le organizzazioni sindacali Cgil-Cisl-Uil che considerano il raddoppio del
termovalorizzatore come una scelta che condiziona qualsiasi progetto di
sviluppo economico e sociale per l'intera area di Gioia Tauro e che,
oltretutto, risulta dannosa per l'ambiente e la salute dei cittadini;
nel programma di Governo era stato chiaramente
assunto l'impegno di bloccare il raddoppio del termovalorizzatore di Gioia
Tauro;
nel 2005 il Consiglio regionale ha votato
all'unanimità una norma che disponeva la sospensione del raddoppio dell'
impianto di termovalorizzazione;
oltre 8 mila persone della Piana di Gioia Tauro hanno
sottoscritto la petizione popolare contro il raddoppio promossa dal Movimento
per la difesa del territorio;
nell'area di Gioia Tauro, oltre al termovalorizzatore e
al progetto di raddoppio, vi è una concentrazione di impianti ad alto rischio
ambientale tali da poter definitivamente compromettere il futuro sviluppo
portuale produttivo, industriale, agricolo e turistico della Piana;
inoltre nel territorio del Comune di Rizziconi,
che si trova nel cuore della Piana di Gioia Tauro, è in fase di realizzazione
una centrale a metano di 800 Mw che avrà un forte
impatto ambientale;
nell'area di Gioia Tauro già in passato si voleva
imporre la realizzazione di una megacentrale a carbone che avrebbe bloccato
qualsiasi possibilità di sviluppo del porto e che tale sciagurata ipotesi è
stata cancellata grazie alla lotta ed alla mobilitazione massiccia delle popolazioni,
dei Comuni e delle Associazioni ambientaliste;
tutto ciò premesso
il Consiglio regionale
della Calabria decide il blocco del raddoppio
del termovalorizzatore di Gioia Tauro;
impegna
il Commissario delegato per l'emergenza ambientale
nel territorio della Regione Calabria a voler procedere all'immediata revoca
dell'ordinanza n. 6294 del 30 ottobre 2007 avente per oggetto il Piano di
Gestione dei rifiuti 2007 in attuazione della richiesta dei Sindaci della Piana
di Gioia Tauro che, attraverso un documento, hanno chiesto la revoca
dell'ordinanza del Consiglio provinciale e della volontà politica già
dichiarata dal Consiglio regionale;
altresì il Presidente della Giunta regionale, Agazio
Loiero, a chiedere la conclusione della lunga stagione commissariale per
l'emergenza ambientale e a promuovere un percorso politico che, attraverso il
coinvolgimento delle popolazioni interessate, porti ad una ridefinizione del
Piano di Gestione dei Rifiuti per renderlo coerente con i bisogni e con le
attese dei cittadini.
(47; 28.11.2007) Tripodi M., De Gaetano, Nucera, Cherubino, Vilasi, Feraudo, Trematerra, Stancato, Sarra, Chiarella, Borrello, Frascà
Art. 1
Ambito di applicazione e finalità
1. Al fine di assicurare la correttezza, la trasparenza e l'efficienza della gestione dei contratti pubblici è istituita l'Autorità regionale per i procedimenti e la vigilanza nella materia dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, che assume la denominazione di Stazione Unica Appaltante (Sua), con il compito di svolgere l'attività di preparazione, indizione e di aggiudicazione delle gare concernenti lavori ed opere pubbliche, acquisizioni di beni e forniture di servizi a favore della Regione Calabria e degli Enti, Aziende, Agenzie ed Organismi da essa dipendenti, vigilati o ad essa collegati, per gli enti del servizio sanitario regionale, cui è fatto obbligo di ricorrere alla Sua nei modi e termini stabiliti dalla presente legge, nonché degli altri Enti pubblici della Calabria che intendono ricorrere alla Sua in regime di convenzione. La Sua esercita altresì le attività di controllo sull'esecuzione delle procedure e attività ricordate.
2. La Sua opera con piena indipendenza funzionale, di giudizio e di valutazione, nonché in regime di autonomia organizzativa e contabile, ai sensi dell'articolo 10, comma 4, della presente legge.
3. La Sua, costituita con decreto dal Presidente della Regione, ha sede in Catanzaro.
4. Organi della Sua sono il Direttore Generale ed il Comitato di sorveglianza. Il Dirigente Generale è assistito da un'apposita segreteria, composta da un funzionario di categoria D e da non più di due unità di personale, tutti appartenenti alla Pubblica Amministrazione. La Sua dispone inoltre di una struttura organizzativa, articolata in tre Sezioni di livello dirigenziale equiparato a quello di settore della Giunta regionale, una amministrativa, una tecnica ed una relativa all'osservatorio dei contratti pubblici di cui all'art. 8.
5. Il regolamento di cui al successivo articolo 2 disciplinerà i sistemi di selezione per la copertura dei posti previsti nella dotazione organica con le modalità previste dalle norme sul pubblico impiego.
6. Il Direttore generale svolge le funzioni di segretario del Comitato di sorveglianza, partecipa alle relative riunioni, redige e sottoscrive il verbale e predispone la documentazione richiesta.
Art. 2
Attribuzioni
1. Il Direttore generale della Stazione Unica Appaltante, entro venti giorni dal suo insediamento, adotta, previo parere della competente Commissione consiliare, il regolamento di organizzazione delle Sezioni .e della relativa dotazione organica, sottoponendolo all'approvazione della Giunta regionale.
Entro sessanta giorni, definisce e rende operative le procedure e la documentazione formale per la attivazione del sistema qualità, così come definito al comma 10 del presente articolo. Entro la stessa data definisce le linee fondamentali del sistema di attestazione secondo quanto previsto al comma 1 del presente articolo, sottoponendolo all'approvazione della Giunta regionale.
2. Il regolamento prevede, inoltre, le forme di coinvolgimento del Ministero dell’Interno e delle sue strutture periferiche all'attività della SUA nonché l'istituzione, presso l'ufficio Territoriale di Governo, di un Albo Ufficiale contenente l'elenco delle Aziende che possono essere destinatarie di subappalti per lavori e forniture nell'ambito delle previsioni di cui al Decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 e successive modifiche ed integrazioni.
3. Fermo restando le competenze e le responsabilità del Rup (Responsabile Unico del Procedimento) delle singole amministrazioni aggiudicatrici, il regolamento provvederà a disciplinare i seguenti compiti di competenza della Sua:
a) collaborare con le amministrazioni aggiudicatrici, al fine della corretta individuazione del contratto, per garantire la rispondenza dell'opera, del servizio e della fornitura alle effettive esigenze degli enti destinatari, nonché la loro corretta e tempestiva esecuzione;
b) individuare nel dettaglio le forme di attività, suddivise per tipologie di prestazioni (appalto di costruzione, di installazione, di manutenzione, di servizi semplici ed integrati, di fornitura e comunque di cessione di beni e servizi materiali ed immateriali) in favore dei soggetti indicati dall'articolo 1, soggette a specifiche e dettagliate forme regolamentari e di controllo.
c) concordare con il Rup la tipologia di gara per la scelta del contraente privato;
d) collaborare alla redazione del capitolato generale e degli eventuali capitolati speciali necessari;
e) nominare le commissioni od i responsabili di gara;
f) predisporre le formule e10 i modelli di presentazione delle offerte;
g) redigere gli schemi di bando (disciplinari, avviso pubblico, lettera di invito e quant'altro necessario), curandone la pubblicazione e l'invio ai soggetti interessati nel rispetto della disciplina in tema di procedimenti ad evidenza pubblica;
h) definire i criteri di aggiudicazione (valutazione offerte e attribuzione punteggi) ed indicare le tipologie di appalto che saranno sottoposte al ricorso del sistema dell'offerta economicamente più vantaggiosa;
i) fissare i modelli di tracciabilità bancaria e contabile delle attività finanziarie connesse all'esecuzione del contratto e dei subcontratti;
j) curare ogni adempimento relativo alla valutazione delle offerte presentate ed all'attribuzione dei relativi punteggi;
k) redigere le graduatorie di merito sia provvisorie che definitive;
l) curare l'esame e la decisione delle opposizioni;
m) predisporre le relazioni tecniche per l’Avvocatura regionale, per eventuali ricorsi in sede giurisdizionale;
n) monitorare gli stati di avanzamento e la corretta esecuzione dei contratti. Ove la Sua rilevi incongruità o anomalie, fissa un termine non inferiore a giorni 15 per esaminare eventuali controdeduzioni. Trascorso tale temine, propone all’ente committente la sospensione dei pagamenti in corso e trasmette copia della sua relazione al Presidente della Giunta regionale, per ogni valutazione di sua competenza;
o) riferire sull'esercizio delle proprie funzioni, con cadenza annuale, al Consiglio, alla Giunta regionale ed alla Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti, formulando ogni opportuna proposta ed osservazione;
p) segnalare immediatamente al Consiglio, alla Giunta regionale ed alla Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti ogni inosservanza o delusione della normativa sui contratti pubblici di cui sia venuta a conoscenza nell'esercizio delle sue funzioni.
4. La Sua assume, per conto della Regione Calabria, la qualità di centrale di acquisto ai sensi dell'articolo 1, commi 455 e 456 della legge 27 dicembre 2006, n. 296.
5. La Sua, inoltre, vigila sulle procedure di gara sotto la soglia indicata nell'articolo 4, comma 1, al fine di garantire il rispetto dei principi di correttezza e trasparenza delle procedure di scelta del contraente, di economia ed efficiente esecuzione dei contratti, nonché il rispetto delle regole della concorrenza nelle singole procedure di gara. In particolare, vigila sull'osservanza della disciplina legislativa e regolamentare vigente, verificando la regolarità delle procedure di affidamento e l’economicità di esecuzione dei contratti pubblici, accertando altresì che, dall'esecuzione dei contratti, non derivi pregiudizio per il pubblico erario; vigila inoltre sulle procedure poste in essere dagli stessi soggetti al fine di evitare l'elusione derivante dal frazionamento degli appalti.
6. Al fine di consentire alla Sua di svolgere con efficacia le sue funzioni di vigilanza, le amministrazioni committenti operanti nella Regione Calabria hanno l'obbligo di trasmettere copia dei bandi e delle lettere di invito alla Sua, la quale ha il potere di formulare richieste di chiarimenti e di trasmissione di documenti a cui gli enti destinatari hanno l'obbligo di rispondere nei successivi dieci giorni.
Eventuali omissioni o ritardi sono suscettibili di valutazione da parte della Sua per gli effetti di cui al comma 2, lettera n).
7. La Stazione unica appaltante (Sua) dispone l'inserimento, negli schemi di bando e di capitolato generale delle gare pubbliche disciplinate dalla presente legge, di clausole che diano preferenza, a parità di punteggio, all'impresa che si impegni ad eseguire sulla base del previsto compenso – per conto della Regione Calabria e degli enti pubblici che ne facciano motivata richiesta - opere di demolizione, sistemazione, ristrutturazione e quant'altro reso necessario secondo le disposizioni urbanistiche, le norme edilizie e la normativa antimafia in materia di beni confiscati.
8. La Stazione unica appaltante (Sua) dispone altresì, negli schemi di bando e di capitolato generale delle gare pubbliche disciplinate dalla presente legge, l'inserimento di una clausola che prevede l'obbligo per l'aggiudicatario e per i subcontraenti di segnalazione all'autorità giudiziaria di tutti i fatti di reato di cui risultino parte offesa verificatisi nel corso dell'esecuzione del contratto.
9. Il regolamento di cui al comma 1 definisce le modalità sanzionatorie nel caso di violazione degli obblighi derivanti dalle clausole di cui ai precedenti commi.
10. L'Autorità, per lo svolgimento delle proprie attività, adotta modalità organizzative fondate su un sistema qualità. Per sistema qualità si intende un sistema di norme procedurali formalizzate mediante una adeguata documentazione costituita, almeno, dal manuale di qualità e dalla documentazione complementare, in cui sono esplicitamente e puntualmente evidenziate, secondo metodologie ispirate alla normativa tecnica della serie Uni En Iso 9000, i documenti e le procedure necessarie a garantire la qualità dei procedimenti contrattuali.
11. L'Autorità, al fine di promuovere la qualificazione delle amministrazioni aggiudicatrici di cui all'art. 1, elabora indirizzi e direttive per l'introduzione di sistemi di qualità, sulla base delle norme Iso ed Uni applicabili nelle fasi di affidamento, gestione e collaudo di contratti pubblici di lavori, forniture e servizi.
Inoltre promuove un sistema di attestazione della qualità dei contratti pubblici, secondo quanto previsto dalla norma Uni 10943, ed informa le Amministrazioni aggiudicatrici sulle procedure, modalità e soggetti accreditati per il rilascio dell'attestazione di qualità.
Art. 3
Il Direttore generale ed il Comitato di sorveglianza
1. Il Direttore Generale, che opera in termini di rapporto esclusivo con la Regione, adotta gli atti aventi efficacia esterna ed è responsabile dell'intera attività della Sua e dell'attuazione delle procedure ad essa affidate. Il Direttore Generale è nominato, a seguito di avviso pubblico, dal Presidente della Giunta regionale, previa delibera della stessa, ai sensi del successivo comma 3.
2. Per la nomina è richiesto, alternativamente, il possesso di uno dei seguenti requisiti:
a) aver ricoperto la qualifica di dirigente per almeno quindici anni presso la Pubblica Amministrazione con laurea specifica ed attività di servizio prevalentemente svolta nei settori giuridico-legale, amministrativo, economico, contabile, tecnico per i lavori pubblici, l'urbanistica, l'edilizia, l'ambiente ed il territorio;
b) provenire dai settori della docenza universitaria, con qualifica di professore ordinario o associato e titolarità di cattedra nei settori indicati alla precedente lettera a);
c) dell'Avvocatura dello Stato, con esperienza almeno quindicennale;
d) provenire dai ruoli delle magistrature con almeno dieci anni di anzianità;
e) liberi professionisti, con laurea del vecchio ordinamento, o specialistica, ovvero magistrale, iscritti da almeno quindici anni nei rispettivi albi (sez. "A", ove istituita) e con comprovata esperienza professionale nei campi indicati alla precedente lettera a).
3. La Giunta regionale, in sede di indizione dell'avviso di cui al comma 1, nomina una Commissione composta da tre alte professionalità esterne alla Regione che valuta i curricula dei partecipanti e propone alla Giunta una lista di due nominativi per ciascuna delle categorie di cui al comma precedente, tra i quali la Giunta individua il Direttore Generale.
4. Il Comitato di sorveglianza assegna gli obiettivi al Direttore Generale ed ai dirigenti e ne verifica il conseguimento. E' altresì preposto alla verifica sull'andamento generale della Sua ed effettua le relazioni periodiche di cui all'art. 2, comma 3.
5. Il Comitato di sorveglianza è nominato dal Presidente della Giunta regionale, previa delibera della stessa, ed é composto da cinque membri, due dei quali appartenenti alla Magistratura contabile ed amministrativa, i cui nominativi vanno richiesti ai competenti organi di autogoverno, e gli altri scelti tra i soggetti individuati ai sensi del precedente comma 3. In caso di mancata designazione da parte degli organi di autogoverno, la nomina dei componenti avviene nell'ambito dei nominativi proposti dalla Commissione di cui al comma 3 del presente articolo. Il Comitato, che elegge al suo interno il Presidente, disciplina la propria attività mediante adozione di un regolamento interno.
6. L'incarico di Direttore Generale e di componente del Comitato di sorveglianza ha una durata di tre anni e non è rinnovabile.
7. Al Direttore Generale spetta un compenso annuo lordo equiparato al trattamento spettante ai dirigenti generali della Giunta regionale.
8. Ai componenti del Comitato di sorveglianza spetta un gettone di presenza per ogni seduta nella misura di 1/30 del compenso mensile spettante al Direttore Generale, oltre il rimborso delle spese documentate, significando che se residenti fuori regione si assume come parametro per rimborso spese di viaggio il doppio dei chilometri intercorrenti tra la sede della Sua e i confini della regione moltiplicato per il costo di un quinto del prezzo al litro della benzina super.
9. L'aspirante agli incarichi di Direttore Generale e di membro del Comitato di sorveglianza non può:
a) aver ricoperto o ricoprire la carica di componente del Consiglio regionale, della Giunta regionale, di Amministratore di uno degli Enti, Aziende, Agenzie ed Organismi di cui all'articolo 1 o di Amministratore di Ente con il quale esiste un rapporto di convenzione con la Sua;
b) essere legato da rapporti di parentela, entro il terzo grado, con Consiglieri regionali, Componenti della Giunta regionale ed Amministratori di Enti, Aziende, Agenzie ed organi sub regionali;
c) versare in condizioni di incompatibilità, o conflitto di interessi derivanti da incarichi professionali o mansioni pubbliche svolti nel triennio precedente alla data di pubblicazione del bando;
d) non possono, altresì, essere nominati coloro i quali:
d1) hanno riportato condanna, anche non definitiva, a pena detentiva non inferiore ad un anno per delitto non colposo ovvero a pena detentiva non inferiore a sei mesi per delitto non colposo commesso nella qualità di pubblico ufficiale o con abuso dei poteri o violazione dei doveri inerenti ad una pubblica funzione, salvo quanto disposto dal secondo comma dell'articolo 166 del codice penale;
d2) sono sottoposti a procedimento penale per reato per il quale è previsto l'arresto obbligatorio in flagranza;
d3) sono stati sottoposti, anche con provvedimento non definitivo ad una misura di prevenzione, salvi gli effetti della riabilitazione prevista dall'articolo 15 della legge 3 agosto 1988, n. 327, e dall'articolo 14 della legge 19 marzo 1990, n. 55;
d4) sono sottoposti a misura di sicurezza detentiva o a libertà vigilata;
d5) hanno usufruito dei benefici di cui alla legge regionale 2 marzo 2005, n. 8.
10. Il Direttore Generale ed il membro del Comitato di sorveglianza decadono dall'incarico nei seguenti casi:
a) al verificarsi delle condizioni di cui alla lettera e) del precedente comma 9;
b) impedimento discendente da fatti da cui consegua l'incompatibilità,
l'incapacità a svolgere pubbliche funzioni o ad occupare pubblici uffici;
c) sopravvenuta incompatibilità, o conflitto di interessi, per lo svolgimento delle attività di competenza della Sua, in relazione agli interessati allo svolgimento delle gare oggetto della presente legge, e ove non sia possibile prevenire tale situazione attraverso il meccanismo dell'astensione:
quanto alle società di capitali, in presenza di uno dei casi di cui all'articolo 2399, comma 1, lettere b) e C), del codice civile;
quanto a società di persone e ditte individuali, in presenza di un rapporto continuativo di consulenza o di prestazione d'opera retribuita, ovvero altri rapporti di natura patrimoniale che ne compromettano l'indipendenza,
ovvero il rapporto di coniuge, parente o affine entro il quarto grado o semplice convivente con uno dei soci o con il titolare. La sopravvenienza di tali situazioni deve essere comunque dichiarata immediatamente. La omessa dichiarazione costituisce causa autonoma di decadenza. La decadenza è dichiarata dal Presidente della Giunta, previa deliberazione di accertamento della Giunta regionale.
Art. 4
Procedure di affidamento
1. I soggetti di cui all'articolo 1, comma 1, si avvalgono obbligatoriamente della Sua per la predisposizione degli atti iniziali di tutte le procedure di aggiudicazione di contratti di lavori pubblici, di prestazioni di servizio, di acquisto di beni e forniture, fino all'aggiudicazione definitiva.
2. Il Direttore Generale individua nel regolamento di cui all'articolo 2 le procedure di acquisto che, per l'esiguità dell'importo, per l'assoluta specialità dell'oggetto, per il ricorso a metodi standardizzabili attraverso sistemi informatici o per l'utilizzo di procedure con attestazione di qualità, rilasciate da organismi accreditati, possono essere interamente espletate dalle amministrazioni aggiudicatrici.
3. Il ricorso alla Sua avviene con formale atto di investitura, adottato dal funzionario preposto alla struttura cui spetta la competenza relativa alla indizione della gara. Completate le procedure di aggiudicazione, la Sua rimette copia integrale del fascicolo relativo alla singola procedura all'ente committente, ai fini degli atti consequenziali.
4. Per le procedure di affidamento di contratti pubblici aventi un importo uguale o superiore a £ 150.000 (euro centocinquantamila), cui si provveda anche parzialmente con finanziamenti o contributi a carico del bilancio della Regione Calabria o di Enti, Società interamente partecipate, Agenzie, Aziende ed Organismi da essa dipendenti, vigilati o ad essa collegati, gli Enti pubblici della Calabria diversi da quelli indicati al comma 1, a pena di decadenza dal contributo o dal finanziamento regionale, devono avvalersi della Sua, alternativamente:
a) sottoponendo a preventivo parere di regolarità formale gli atti relativi alle procedure di indizione delle gare e di affidamento;
b) per la diretta stesura degli atti di impulso procedimentale (bandi, capitolati, lettere di invito ed altro), da parte della Sua, oltre che per il controllo sulla regolarità dell'esecuzione delle opere, prestazioni, servizi e forniture affidate e dei risultati finali, a pena di revoca del finanziamento o contributo.
5. A tale fine le delibere regionali ed i decreti dirigenziali e ogni altro provvedimento che disponga l'erogazione dei finanziamenti o dei contributi di cui al comma precedente, contengono, a pena di nullità, la relativa clausola di decadenza e revoca.
Art. 5
Competenza degli enti committenti ed attivazione del procedimento di
affidamento
1. Quando gli enti di cui all'articolo 1, comma 1, devono avvalersi dell'opera della Stazione Unica Appaltante, spetta in ogni caso agli stessi stabilire l'oggetto del contratto e gli elementi essenziali del suo contenuto.
2. La delibera di contrattare ed il provvedimento di cui all'articolo 4, comma 3, unitamente agli atti progettuali e ad ogni opportuna comunicazione informativa devono essere trasmessi alla Stazione Unica Appaltante nei tempi indicati nell'articolo 6.
3. L'atto con il quale l'ente committente richiede alla Sua di procedere agli adempimenti di sua competenza deve contenere l'indicazione del programma da cui risulta l'opera, il servizio o la fornitura da affidare, della relativa copertura finanziaria e dei tempi entro i quali l’opera, il servizio o la fornitura devono essere eseguiti, anche in relazione all'esigenza di rispettare le scadenze connesse alla fruizione di eventuali finanziamenti.
4. La Sua organizza la propria attività accordando carattere prioritario alle procedure di affidamento per le quali ricorrano ragioni di urgenza, desunte anche dalle informazioni di cui al comma 3.
Art. 6
Programmazione dell'attività di affidamento
1. Fatta salva l'applicazione dell'articolo 5 nelle ipotesi in cui l'esigenza di affidamento del contratto derivi da circostanze sopravvenute, le amministrazioni aggiudicatrici comunicano, alla luce delle esigenze risultanti dagli atti di programmazione e delle pregresse esperienze maturate in contratti analoghi, alla Stazione Unica Appaltante, entro trenta giorni dall'approvazione del rispettivo bilancio, i contratti di opere, di servizi e di fornitura aventi i requisiti previsti all'articolo 4 di cui prevedono l'affidamento nel corso dell'anno, indicando anche il periodo in cui l’affidamento dovrà essere effettuato.
2. La Sua, ricevuta la comunicazione di cui al comma 1, propone all'amministrazione interessata gli eventuali correttivi dell'oggetto del contratto, anche in vista della sua omogeneizzazione ai contenuti di contratti affini che la Sua abbia il compito di aggiudicare, onde assicurare che lo svolgimento dell'attività di affidamento e di esecuzione avvenga secondo canoni di presumibile migliore economicità ed efficienza; nel caso in cui l'amministrazione aggiudicatrice ritenga di non condividere la proposta formulata dalla Sua, questa procede ad espletare la procedura di affidamento secondo il progetto e le indicazioni provenienti dall'amministrazione aggiudicatrice.
3. La Stazione Unica Appaltante, ricevute le comunicazioni ed espletate le verifiche di cui ai precedenti commi, provvede a valutare le opere, i servizi e le forniture da eseguire nel corso dell'anno secondo criteri di omogeneità del rispettivo oggetto, di contestualità del relativo affidamento e di efficienza esecutiva, da accertare anche in base ai luoghi in cui dovrà avvenire l'esecuzione del contratto ed alle amministrazioni beneficiarie: la Sua può quindi procedere all'indizione di un'unica gara, avente ad oggetto l'affidamento di più lotti, ovvero, nell'ipotesi in cui sussistano le condizioni per accorpare più opere, servizi o forniture nell'ambito di un unico contratto, essa procede all'affidamento unitario dello stesso.
4. La Sua predispone il bando di gara e tutti gli atti preparatori in modo da garantire la conclusione del procedimento di aggiudicazione entro tempi conformi alle esigenze rappresentate dalle amministrazioni aggiudicatrici. Ove l'appalto riguardi un Ente che abbia inteso ricorrere alla Sua in regime di convenzione, questo può chiedere che un proprio funzionario faccia parte della commissione di gara.
5. Espletato il procedimento di gara, la Sua trasmette il verbale di aggiudicazione provvisoria all'amministrazione committente, la quale può formulare, entro dieci giorni dalla ricezione, eventuali osservazioni. La Sua, nel procedere all'aggiudicazione definitiva, tiene conto delle osservazioni pervenute.
6. L'atto di aggiudicazione definitiva costituisce adempimento di attività di delegazione.
7. Quando la competenza a procedere è devoluta alla Stazione unica appaltante (Sua), il capitolato speciale compreso fra gli atti progettuali deve rinviare, per quanto concerne il criterio di aggiudicazione e gli elementi di valutazione, alle previsioni del bando di gara.
Art. 7
Bandi di gara
1. I bandi concernenti le procedure di aggiudicazione di contratti di competenza della Sua o di altre amministrazioni aggiudicatrici operanti nel territorio regionale devono essere redatti in conformità a schemi di bandi-tipo predisposti dalla Stazione Unica Appaltante. Il provvedimento di adozione viene emanato preferibilmente entro quarantacinque giorni, e comunque non oltre 90 giorni, dall'inoltro da parte del committente ed è pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione Calabria. Con le stesse modalità si provvede ad eventuali modifiche.
2. Gli schemi di bandi-tipo devono essere improntati a principi di semplicità, chiarezza e trasparenza e devono garantire omogeneità di comportamento nello svolgimento delle procedure di cui alla presente legge.
3. E' vietato l'inserimento nei bandi di gara di qualsiasi clausola che impedisca la conoscenza del capitolato e degli elaborati, la richiesta di certificazioni o di presa visione del progetto da parte dei partecipanti.
4. E' inoltre vietata l'inclusione di clausole che comunque individuano dati e riferimenti tecnici o altre modalità che possano comportare il riconoscimento o condizionamento dei partecipanti alla gara o riferite a caratteristiche possedute in via esclusiva da specifici beni e fornitori.
5. In casi particolari, in deroga al comma precedente, il committente può richiedere beni o servizi di speciale valore con caratteristiche esclusive e infungibili, ma la Sua subordina lo svolgimento positivo della procedura al parere favorevole di una Commissione tecnica esterna ad hoc, da essa nominata.
6. Nei bandi di gara gli enti diversi da quelli regionali devono indicare, nel rispetto delle norme di individuazione dei responsabili del procedimento, gli uffici e i singoli funzionari responsabili delle attività istruttorie, propositive, preparatorie ed esecutive in materia contrattuale.
7. Per le procedure di gara di approvvigionamento di beni materiali, ovvero prodotti e strumentazione scientifica e sanitaria, la cui fornitura è richiesta contestualmente da più strutture dipendenti dalla Regione e da soggetti pubblici da essa dipendenti, al fine del contenimento della spesa pubblica e previa informativa ai committenti, è data facoltà alla Sua di indire un' unica gara, articolata in specifici lotti, in ragione delle necessità comunicate da ogni singolo committente, ovvero di procedere all'unificazione delle richieste di gara aventi oggetto omogeneo, ai fini dell'aggiudicazione di un unico contratto. Il capitolato d'oneri, il provvedimento e gli altri atti di indizione della gara nonché quello di aggiudicazione dovranno fare espresso riferimento ai rispettivi committenti.
Art. 8
Osservatorio regionale
1. E' istituito, all'interno della Sua, l'Osservatorio regionale dei contratti pubblici di lavori servizi e forniture. Esso cura:
a) la predisposizione di una banca dei dati relativi alle opere pubbliche ed alle infrastrutture sociali, civili e reti di servizi esistenti e progettate nel territorio regionale;
b) la raccolta di dati statistici e conoscitivi sulle forme di affidamento, sulla esecuzione e sugli esiti di tutti i contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture affidati o eseguiti nel territorio della Regione, nonché il monitoraggio dei dati per l'osservatorio nazionale dei contratti pubblici di cui all'articolo 7 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163;
c) la pubblicazione tempestiva sul sito della Regione dei programmi e dei bandi di gara, nonché la pubblicazione, attraverso un apposito notiziario regionale, avente periodicità almeno semestrale e riportato periodicamente sul Bur, degli affidamenti di contratti per lavori, servizi e forniture di importo superiore a 150.000 euro, da parte delle strutture della Regione, degli enti, aziende ed organismi da essa dipendenti, degli enti locali e di tutti gli altri soggetti pubblici, indicando procedure di assegnazione, operatori economici aggiudicatari e subappaltatori, importi contrattuali e di perizie di variante e suppletive, ritardi e scadenze previste per l'esecuzione dei contratti;
d) il monitoraggio delle procedure di indizione e di affidamento degli appalti, il cui importo risulta sotto soglia e le cui procedure sono gestite direttamente dalle strutture regionali, sub regionali e degli altri enti committenti, ai fini di combattere l'elusione derivante dal frazionamento degli appalti;
e) la verifica e il monitoraggio continuo dei prezzi di mercato al consumo, oggetto di procedure di evidenza pubblica per i soggetti individuati dalla presente legge, la realizzazione e l'aggiornamento di una apposita banca dati sui prezzi;
f) l'integrazione con altri sistemi informativi regionali o nazionali, la elaborazione e la diffusione di linee guida per le buone pratiche, la gestione e promozione del sistema di attestazione di qualità dei contratti pubblici.
2. Nell'apposita sezione del Bollettino Ufficiale Regionale dovranno essere pubblicati anche i dati relativi al conferimento di incarichi professionali indicando i nominativi dei professionisti, l'importo, la categoria delle opere e le fonti di finanziamento.
3. L'Osservatorio pubblica un rapporto annuale individuando gli indici di concentrazione in riferimento ad indicatori territoriali e settoriali ed i casi di infiltrazione della criminalità organizzata o di attività delittuose, segnalati - previa la stipula di appositi protocolli - dagli Uffici territoriali di governo o dagli Uffici giudiziari.
4. Tutti i dati in possesso dell'Osservatorio sono pubblici e chiunque può prendere visione e chiederne copia, nelle forme e nei termini stabiliti dalla legge e dai regolamenti sull'accesso ai documenti amministrativi.
Art. 9
Comunicazioni all'Osservatorio
1. Tutte le strutture dipendenti direttamente della Regione Calabria, gli Enti, Aziende, Agenzie ed Organismi da essa dipendenti e gli enti locali operanti nella Regione sono tenute, entro cinque giorni dall'avvenuta indizione dell'avviso pubblico ed entro quindici giorni dalla data di aggiudicazione, nonché semestralmente in merito all' esecuzione dei contratti, a dare comunicazione all'Osservatorio di quanto previsto all'articolo 8 mediante appositi modelli predisposti dalla Sua.
2. Dell'avvenuta comunicazione è fatta menzione negli atti deliberativi, nei decreti dirigenziali e negli altri atti di aggiudicazione definitiva, a pena di decadenza dai finanziamenti, qualora alla realizzazione delle opere, delle prestazioni o delle forniture concorrono finanziamenti o contributi regionali in percentuale pari o superiore al 30% (trenta per cento) dell'importo totale.
Art. 10
Funzionamento della Sua e dell'Osservatorio
1. Alle spese di organizzazione e funzionamento della Sua e dell'Osservatorio regionale degli appalti, operante all'interno della stessa autorità, di cui all'articolo 8, si fa fronte destinando l’1% (uno per cento) dell'importo posto a base di ogni singolo provvedimento di gara per l'affidamento di contratti pubblici regolati dalla presente legge. In caso di insufficienza, per la spesa eccedente le entrate, provvede la Giunta regionale con i fondi del bilancio regionale.
2. Con la richiesta di intervento della Sua per l'avvio del procedimento di preparazione, indizione e aggiudicazione delle procedure di gara, secondo la disciplina dalla presente legge, gli Organi e le strutture della Regione, degli Enti, Aziende, Agenzie ed Organismi da essa dipendenti, dispongono l'impegno e l'erogazione della quota dell’1% (uno per cento), dell'importo posto a base di gara, in favore della Sua, provvedendo nei successivi trenta giorni alla relativa erogazione.
3. Gli enti non obbligati, che intendono avvalersi dell'opera della Sua, provvedono, in analogia a quanto stabilito dal precedente comma.
4. La Sua è dotata di autonomia organizzativa e finanziaria. A tal fine, il Direttore Generale opera quale funzionario delegato, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 50 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8.
Articolo 11
Sicurezza nei cantieri
1. Per i lavori di importo superiore a 150.000 Euro è obbligatoria la redazione del piano di sicurezza e coordinamento in conformità alla normativa vigente, sviluppato per successivi approfondimenti secondo le fasi della progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva delle opere.
2. Il piano di sicurezza è corredato da un computo metrico estimativo in cui è riportata la stima degli oneri o costi per dare attuazione al piano stesso, suddivisi in oneri generali ascrivibili alle singole lavorazioni soggetti a ribasso d'asta, ed in oneri specifici del progetto, non soggetti a ribasso. Gli oneri generali ascrivibili alle singole lavorazioni sono determinati, se non già indicati da prezziari regionali di riferimento, attraverso apposite analisi. Gli oneri specifici fanno direttamente riferimento alla stima analitica dei costi da sostenersi per opere o procedure da realizzarsi durante l'esecuzione dei lavori e derivanti dalla specifica tipologia di opera e dal contesto ambientale in cui essa si realizza. I lavori relativi agli oneri per la sicurezza non sono subappaltabili, salvo quelli relativi alle opere specializzate.
3. Gli oneri e i costi di cui al presente articolo sono allibrati nella contabilità dei lavori separatamente, con le modalità previste dal capitolato generale di appalto.
4. Il piano di sicurezza e coordinamento viene redatto in forma generale come piano di valutazione dei rischi prevedibili per tutti i contratti di manutenzione non identificabili preventivamente sia spazialmente sia temporalmente. Nel caso si superino nel singolo lavoro-ordinativo le soglie di cui al comma 1, all’ordine di servizio viene allegato lo specifico piano di sicurezza. Rimangono vigenti in ogni caso, in capo all'impresa, tutti gli obblighi disposti dal decreto legislativo 14 agosto 1996, n. 494.
5. Per le opere di importo dei lavori inferiore a 150.000 Euro il committente o il responsabile dei lavori attua i principi dell'articolo 4 comma 1 del decreto legislativo 14 agosto 1996, n. 494 per la parte di programmazione e di progettazione. L'appaltatore od il concessionario redige e consegna ai soggetti di cui all'articolo 1 un piano di sicurezza sostitutivo del piano di sicurezza e coordinamento e del piano operativo di sicurezza quando questi ultimi non siano previsti ai sensi del decreto legislativo 14 agosto 1996, n. 494.
6. Le modalità di redazione del piano e di valutazione delle anomalie in fase di aggiudicazione, la notifica dei cantieri, le modalità di contabilizzazione dei lavori relativi agli oneri di sicurezza, le varianti al piano di sicurezza, la sospensione dei lavori, le modalità di verifica da parte dei soggetti competenti saranno precisate dal regolamento di cui all'articolo 2.
7. Per i lavori realizzati con finanziamenti pubblici a privati, nel caso la Sua accerti violazioni di legge, la Regione può disporre la revoca dei finanziamenti stessi in caso di infortuni gravi che saranno precisati nel regolamento di cui all'articolo 2.
8. La Regione, nel rispetto della normativa vigente, istituisce strumenti e misure di incentivazione per l’acquisizione, da parte delle imprese, di requisiti standard di sicurezza.
Articolo 12
Tutela dei lavoratori
1. Fermo restando quanto previsto dalla vigente normativa statale e regionale in materia di tutela dei lavoratori e di misure antimafia, la Sua e tutte le amministrazioni aggiudicatrici, i concessionari di opere pubbliche e qualunque soggetto pubblico o privato, che realizzano opere pubbliche nel territorio della regione , al fine di assicurare la leale cooperazione dell’appaltatore, prevedono nel contratto oltre che nel bando di gara e nel capitolato speciale d'appalto, nonché nelle convenzioni, le seguenti clausole a tutela dei lavoratori:
a) obbligo di applicare o far applicare all’operatore economico, integralmente nei confronti di tutti i lavoratori dipendenti impiegati nella esecuzione degli appalti le condizioni economiche e normative previste dai contratti collettivi nazionali e territoriali di lavoro della categoria vigenti. Per gli appalti di lavori, anche durante l'esecuzione, la verifica degli obblighi relativi alla iscrizione dei lavoratori alle Casse Edili ed alla regolarità contributiva ;
b) obbligo dell'appaltatore di rispondere dell'osservanza di quanto previsto alla lettera a) da parte degli eventuali subappaltatori, sub-affidatari o ditte in qualsivoglia forma di sub-contrattazione nei confronti dei propri dipendenti, per le prestazioni rese nell'ambito dell'appalto.
2. Ai sensi della normativa vigente in materia, la regolarità contributiva è attestata mediante l'esibizione del Documento Unico di Regolarità Contributiva di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 e successive modifiche ed integrazioni. Il Documento Unico certifica, in occasione di ogni pagamento ed alla conclusione dell'appalto, l'adempimento da parte degli operatori economici degli obblighi relativi ai versamenti contributivi, previdenziali ed assicurativi, quando dovuti, all’Inps, all’Inail o alle Casse Edili. Il documento unico non sostituisce eventuali altre dichiarazioni che l'operatore economico è tenuto a rendere, ai sensi della normativa vigente, ad altri soggetti pubblici e privati.
3. In caso di mancato pagamento delle retribuzioni o contribuzioni da parte dell'appaltatore, su istanza delle organizzazioni sindacali, la Sua segnala l'inadempienza alle Amministrazioni aggiudicatrici che provvedono al pagamento delle somme dovute rivalendosi sugli importi a qualunque titolo spettanti all'appaltatore, in dipendenza delle attività eseguite, anche incamerando la cauzione definitiva.
4. In tutti gli appalti di lavori, forniture o servizi in cui sia possibile prevedere specifici progetti di inserimento lavorativo di soggetti in difficoltà in forza dei quali risulti legittimo adottare procedure di riserva o di agevolazione a favore delle categorie svantaggiate e delle cooperative sociali di cui alla legge 8 novembre 1991 n. 381, previa obbligatoria concertazione sindacale, è possibile prevedere nel bando di gara clausole volte a tutelare le suddette categorie.
Articolo 13
Tutela legalità e lavoro sommerso
1. Ai fini del controllo del ricorso al lavoro sommerso e delle irregolarità in edilizia e negli appalti, nonché per la verifica della corretta applicazione delle norme vigenti in materia di sicurezza e di regolarità contributiva, é demandato alla Sua il compito di sottoporre gli appalti ad indagini e verifiche.
2. Al momento della consegna dei lavori o dell'avvio delle attività di fornitura o di servizi il responsabile del procedimento con attestazione da allegare al contratto certifica:
a) che tutti gli adempimenti legati alla sicurezza nei luoghi di lavoro e nei cantieri temporanei e mobili siano stati correttamente ed esaustivamente rispettati;
b) per tutti gli appalti di lavori e, quando possibile, di servizi e forniture,
l'esposizione nel luogo di lavoro di un cartello recante le informazioni prescritte;
C) la nomina del responsabile della sicurezza nei casi previsti dalle norme vigenti;
d) la nomina del responsabile della sicurezza da parte dell'appaltatore.
Art. 14
Compatibilità normativa
1. Tutte le disposizioni della presente Legge regionale si intendono e vanno interpretate in conformità con la normativa comunitaria e statale in materia.
2. Ogni disposizione della legge regionale 11 marzo 1991, n. 3, o di altra legge regionale, incompatibile con la presente legge, si intende abrogata.
Art. 15
Norme transitorie, finali e di rinvio
1. In sede di prima applicazione della presente legge ed in attesa dell'espletamento dei relativi concorsi, la Giunta regionale, previa selezione per titoli specifici da parte del Direttore Generale, destina alla Sua il personale necessario al suo funzionamento prioritariamente mediante il ricorso a distacco da parte degli enti di cui all'articolo 1, comma 1, della presente legge cui è fatto obbligo di ricorrere alla Sua, nonché della Pubblica Amministrazione sulla scorta di una manifestazione di interesse da attuarsi con procedura di evidenza pubblica riportata su almeno tre quotidiani di cui uno a diffusione nazionale, oltre che sul sito istituzionale della Regione e sul Burc.
2. Il Consiglio regionale entro il termine perentorio di 30 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge provvede all'approvazione di' un testo legislativo di recepimento del decreto legislativo 12 Aprile 2006, n. 163 (Codice degli Appalti) e successive modifiche ed integrazioni.
3. Per quanto concerne lavori, acquisizioni di beni e forniture di servizi strettamente riguardanti il Consiglio regionale, l'ufficio di Presidenza può affidare singole fattispecie alla Sua.
4. Il Consiglio regionale, entro 60 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, provvede all'inserimento nel Regolamento interno di amministrazione e contabilità di procedure e limiti che si armonizzino con le disposizioni della presente legge, tutelando l'autonomia contabile e funzionale del Consiglio regionale.
Art. 16
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
Il Consiglio regionale
premesso che
in data 31.10.2007 l'Assemblea dei soci di Sviluppo
Italia Calabria ha avviato il processo di liquidazione della società e
contestualmente ha nominato un collegio
composto da tre componenti con il mandato di ricercare tutte le possibili
soluzioni per perseguire l'obiettivo della salvaguardia dei livelli
occupazionali;
considerato che
la Regione Calabria detiene il 18,15 % delle azioni
di Sviluppo Italia Calabria;
la pluralità dei servizi e dei contenuti offerti da
Sviluppo Italia Calabria sono di ottimo livello qualitativo come dimostrano i dati
degli ultimi tre anni di attività: 12.169 domande valutate, 6.482
portate a finanziamento, 8.498 unità occupate la maggior parte dei quali giovani, 223.000,00 di euro complessivamente
erogati;
Sviluppo Italia ha rappresentato "un nuovo
modello di sistema locale" tanto che si è parlato come di "un caso
virtuoso da esportare in Europa";
pertanto è di interesse generale il mantenimento delle
professionalità presenti in Sviluppo Italia Calabria a servizio del territorio
regionale;
esprime
forte preoccupazione per il mantenimento dei posti di lavoro
nella regione;
impegna il Presidente e la Giunta regionale
a farsi promotori presso i soggetti incaricati della
liquidazione per l'attuazione di tutti gli intenti più utili per la
salvaguardia dei livelli occupazionali e la valorizzazione delle
professionalità presenti in Sviluppo Italia Calabria;
di adoperarsi nei confronti di Sviluppo Italia affinché i servizi svolti possano proseguire;
di adoperarsi a mantenere i livelli
occupazionali esistenti.
"Il Consiglio regionale
vista la proposta di modifica e integrazione del Regolamento interno, presentata dai Consiglieri regionali Pacenza, Guagliardi, La Rupa, Feraudo, Trematerra, Gentile, Crea, Amato, Cherubino;
delibera
di modificare e integrare l'art. 29 del Regolamento interno del Consiglio regionale approvato con deliberazione n. 5 del 27 maggio 2005, come appresso specificato:
all'art. 29 (Composizioni delle Commissioni permanenti) comma 1, la parola "quindici" è sostituita dalla parola "dieci” e al comma 4, dopo le parole "stesso Gruppo sono aggiunte le parole "o della coalizione".
"Il Consiglio regionale
vista la legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 recante: "Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria";
vista la legge regionale 19 febbraio 2001, n. 5 istitutiva dell’Azienda Calabria Lavoro;
preso atto della deliberazione della Giunta regionale n. 13 del 19 gennaio 2007;
delibera
di approvare il Bilancio di previsione dell’Azienda Calabria Lavoro per l'anno finanziario 2006 che si allega al presente atto per farne parte integrante e sostanziale"
"Il Consiglio regionale
vista la legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 recante: "Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria";
vista la legge regionale 19 febbraio 2001, n. 5 istitutiva dell'Azienda Calabria Lavoro;
preso atto della deliberazione della Giunta regionale n. 74 del 13 febbraio 2007;
delibera
di approvare il Bilancio di previsione dell’Azienda Calabria Lavoro per l'anno finanziario 2007 che si allega al presente atto per farne parte integrante e sostanziale"
"Il Consiglio regionale
vista la legge regionale 3 agosto 1999, n. 20 che istituisce l'Agenzia Regionale per la protezione dell'Ambiente della Calabria (Arpacal);
vista la legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 recante "Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria" e, in particolare, l'art. 57 così come integrato e modificato dall'art. 5 della legge regionale 16 marzo 2004, n. 7, dall'art. 10 della legge regionale 11 agosto 2004, n. 18 e, da ultimo, dall'art. 1 della legge regionale 16 aprile 2007, n. 7;
preso atto della delibera della Giunta regionale n. 217 del 23 aprile 2007 concernente: "Bilancio di previsione dell’Arpacal (Agenzia Regionale per la protezione dell’Ambiente della Calabria) per l'anno finanziario 2007;
delibera
di approvare il bilancio di previsione dell'Arpacal (Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Calabria) per l'anno finanziario 2007, che si allega al presente atto per farne parte integrante e sostanziale".
"Il Consiglio regionale
vista la proposta di referendum abrogativo dell'articolo 7 della legge regionale 11 maggio 2007, n. 9, ai sensi dell'articolo 11 dello Statuto della Regione Calabria e della legge regionale 5 aprile 1983 n. 13;
visto il verbale di deposito redatto in data 17 luglio 2007, a cura del Settore Segreteria Assemblea;
visto l'articolo 11 dello Statuto;
visti gli articoli 16 e seguenti della legge regionale 5 aprile 1983 n. 13;
preso atto della deliberazione dell’Ufficio di Presidenza n. 91 del 21 settembre 2007 concernente: "Proposta di referendum abrogativo dell'articolo 7 della legge regionale 11 maggio 2007, n. 9 ai sensi dell'art. 11 dello Statuto della Regione Calabria e della legge regionale 5 aprile 1983, n. 13 - Giudizio di inammissibilità";
delibera
di dichiarare inammissibile, in relazione ai requisiti ed alle procedure previste dall'articolo 11 dello Statuto della Regione Calabria e della legge regionale 5 aprile 1983, n. 1 3, la proposta di referendum abrogativo dell'articolo 7 della legge regionale 11 maggio 2007, n. 9, presentata dai signori Talarico Francesco, Trematerra Michele e Raso Giovanni Antonio".
Il Consiglio regionale
premesso che:
l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite - Onu ha elaborato un trattato internazionale sui diritti delle persone disabili;
dal documento dell’Onu emerge chiaro e determinato l'intento di promuovere, proteggere e garantire il totale rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali dei disabili incentrando il tutto sul rispetto della loro dignità di persone;
secondo il testo elaborato dalle Nazioni Unite “i Paesi firmatari dovranno evitare pratiche discriminatorie al loro interno nei confronti di persone con disabilità e dovranno assicurare loro l'inserimento completo nelle società garantendo pari opportunità”;
il Parlamento europeo, riguardo al progetto "Un piano per la disabilità 2006/2007 nell'Europa allargata" ha invitato gli stati membri ad utilizzare e diffondere il più possibile la "lingua dei segni", secondo il contenuto della risoluzione del Parlamento Europeo approvato il 17 giugno 1988;
il 18 ottobre 2007 la Conferenza Unificata ha espresso parere favorevole in merito al D.L. recante disposizioni per la promozione della piena partecipazione delle persone sorde alla vita collettiva;
considerato che
la Convenzione di New York sui diritti umani del 30 marzo2007, per il tramite del ministro della Solidarietà sociale, onorevole Paolo Ferrero, ha visto apposta la firma del Governo italiano;
In Italia le persone sorde sono circa 70.000;
in Calabria le persone sorde sono circa 3.000 tra cui figurano anche percentuali appartenenti alle minoranze linguistiche ovvero: albanesi, greche ed occitaniche
rilevato che:
il Consiglio dei ministri nella seduta del 23 novembre 2007, su proposta dello stesso ministro Ferrero ha approvato un D.L. promuovente una piena e compiuta partecipazione alla vita collettiva delle persone sorde assicurandone l’integrazione sociale, economica e politica in attuazione della convenzione dell’Onu;
nel D.L., inoltre sono contemplate
misure volte a favorire la diffusione di strumenti e modalità di accesso
all’informazione ed alla comunicazione; garantire dunque attraverso l’uso della
Lis, ossia la lingua italiana dei segni, soluzione idonea a favorire oltre
che la comunicazione delle persone sorde nei rapporti con la pubblica
amministrazione e nei giudizi civili e penali, anche effettuare per tutti i
bambini nati o divenuti sordi necessari interventi protesici e logopedici;
il Consiglio regionale
nell’aderire ed apprezzare le iniziative adottate
dall’Assemblea Generale delle Nazioni unite – Onu e
dal Parlamento europeo pur
consapevole che sicuramente servono ulteriori atti legislativi nazionali e
regionali sulle tematiche inerenti l’accessibilità, integrazione,
scolarizzazione, inserimento lavorativo e quanto altro per una migliore qualità
della vita delle persone sorde;
nell’esprimere plauso e compiacimento per
la predisposizione del D.L. Ferrero del 23 novembre
2007 che comunque rappresenta dopo tanti anni di attesa un primo passo concreto
verso il riconoscimento e la promozione della lingua italiana dei segni (Lis) che favorisce la comunicazione delle persone sorde in
attuazione a quanto raccomandato dal Parlamento europeo ed in linea con le
iniziative intraprese dall’Onu;
invita il Presidente del Consiglio regionale
a trasmettere la
presente mozione al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro Paolo Ferrero, al Presidente della Camera dei Deputati, al
Presidente del Senato, ai Presidenti Commissioni preposte della Camera e del
Senato, affinché il Parlamento italiano discuta ed approvi rapidamente la
Lingua dei Segni Italiana (Lis) quale importante e necessario strumento di comunicazione
oltre che effettivo riconoscimento di
un diritto naturale delle persone sorde;
a intraprendere ogni
ulteriore azione di sensibilizzazione nelle forme ritenute più opportune
affinché nella predisposizione del testo definitivo della legge sia
riconosciuto e promosso nella Regione Calabria l'uso della Lingua Italiana dei
Segni corrispondenti alle minoranze
linguistiche albanesi, greche ed occitaniche presenti nel nostro territorio.
(46;
26.11.2007) Morelli, Aiello, Dima, Sarra
Il Consiglio regionale
vista la decisione del Ministero della giustizia d'individuare tre sedi in cui prevedere la formazione permanente di tutti i magistrati: Bergamo per il nord, Firenze per il centro e Benevento per il sud, domandando agli enti locali la responsabilità d'individuare i beni demaniali da destinare alla nuova struttura;
vista la lentezza con cui il Tar del Lazio tarda ad esprimersi, nonostante siano depositati da tempo i vari ricorsi avverso la decisione di localizzare la sede della Scuola di formazione professionale per i magistrati del sud Italia da Catanzaro (indicata in precedenza) a Benevento;
condividendo
l'emendamento n. 3256, già presentato dall'onorevole Aurelio Misiti alle Commissioni parlamentari bilancio e giustizia, che prevede la sostituzione del comma 5 dell'articolo 1 del decreto legislativo del 30 gennaio 2006 n°26 – relativo alla riforma dell'ordinamento giudiziario approvato il 2 marzo 2007 – individuando tre distretti territoriali: Nord (Lombardia, Trentino Alto Adige/Sudtirol/Valle d'Aosta/Vallee d'Aoste, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna), Centro (Marche, Toscana, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise e Sardegna) e Sud (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia) connessi ad altrettante sedi di formazione con la predilezione dei capoluoghi di regione maggiormente baricentrici rispetto ai propri distretti;
premesso che
ogni anno nelle tre città prescelte come sedi di formazione professionale per i magistrati saranno presenti circa 2.500 magistrati, oltre ai docenti universitari che terranno i corsi;
l'ubicazione della Scuola superiore della magistratura nella città di Catanzaro avrebbe una notevole rilevanza anche sotto l'aspetto internazionale, facendo giungere nella città capoluogo di regione numerosi magistrati europei nell'ottica della cooperazione nelle politiche che riguardano la giustizia;
la scelta di ubicare l'importante struttura di formazione nel capoluogo di regione calabrese rappresenterebbe una grande opportunità per tutta la provincia di Catanzaro, soprattutto per l'interland lamentino e soveratese nonché per l'intera regione, in vista del potenziamento ricettivo alberghiero e turistico;
la scelta delta città di Catanzaro, per il distretto che ricomprende Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia, diventerebbe il luogo ideale proprio per la sua baricentricità;
dichiara
di condividere l'emendamento n. 3256, presentato dall’onorevole Aurelio Misiti alle Commissioni parlamentari bilancio e giustizia, riguardante la sostituzione del comma 5 dell'articolo 1 del decreto legislativo del 30 gennaio 2006, n. 26;
chiede
alle Commissioni parlamentari competenti di approvare l'emendamento n. 3256, che individua nella città di Catanzaro la sede della Scuola superiore della magistratura per il distretto del Sud Italia;
impegna
il Presidente del Consiglio regionale, onorevole Giuseppe Bova ed il Presidente della
Giunta regionale, onorevole Agazio Loiero, a comunicare
quanto deliberato ai Presidenti della Camera dei deputati, onorevole Fausto Bertinotti,
della Commissione giustizia della Camera dei deputati, onorevole
Pino Pissicchio e della Commissione bilancio
della stessa Camera dei deputati, onorevole Lino Duilio,
per tentare in maniera concreta di riportare all'attenzione nazionale una
vicenda che incide sul futuro e sulla crescita socio-culturale della Calabria.