VIII legislatura

29.

Seduta di venerdì 22 dicembre 2006

 

Presidenza del Presidente Giuseppe Bova

La seduta inizia alle 10,51

PRESIDENTE

La seduta è aperta, verificata l’assenza del numero legale e vista anche la situazione delle autostrade, fortunali e quant’altro, la seduta è sospesa e riprenderà alle 13.

La seduta sospesa alle 10,52 è ripresa alle 15,52

PRESIDENTE

Prego i colleghi di prendere posto. Anche il segretario questore collega Vilasi.

Gesuele VILASI, Segretario Questore

Legge il verbale della seduta precedente.

(E’ approvato)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Legge le comunicazioni.

(Sono riportate in allegato)

Annunzio di interrogazioni

Gesuele VILASI, Segretario Questore

Legge le interrogazioni pervenute alla Presidenza.

(Sono riportate in allegato)

Annunzio di risposta scritta ad interrogazioni

PRESIDENTE

E’ pervenuta risposta scritta alla seguente interrogazione numero 95 dell’8.8.2006 a firma del consigliere Guagliardi e la numero 113 del 13.10.2006 a firma del consigliere Sarra.

(Sono riportate in allegato)

Si passa adesso all’ordine del giorno così come comunicato. Dopo il punto 5 ci sono i provvedimenti all’ordine del giorno licenziati come pareri o definitivi dalle Commissioni consiliari.

Al primo punto all’ordine del giorno ci sono le comunicazioni del Presidente della Giunta regionale sull’attuale situazione politica. Dibattito – Seguito.

Ovviamente, il seguito prevede che intervenga per primo per dare informazioni sulla situazione il Presidente della Regione, perché nella passata seduta tutta la discussione abbastanza lunga ed impegnativa aveva riguardato la richiesta dell’onorevole Guagliardi di aggiornamento della discussione a seguito della richiesta della di un confronto preventivo in maggioranza su questioni ritenute dal punto di vista programmatico assai rilevanti.

Detto questo, il mio compito rispetto a questo punto finisce. Do la parola al Presidente della Giunta regionale per il suo intervento.

Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale sull’attuale situazione politica.

Agazio LOIERO, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente. Credo che il Consiglio abbia aspettato per lungo tempo che ci fosse questo dibattito. Credo che abbia ragione perché è un diritto importante del Consiglio nella sua interezza ma soprattutto della opposizione, di fronte ad una situazione di difficoltà che ho sempre tentato di non chiamare “crisi” per molte ragioni che ho sempre espresso; adesso,però, sarebbe davvero estremamente ipocrita non chiamarla col suo vero nome.

Voglio darne atto alla opposizione. Quindi è giusto che oggi ci sia un dibattito e ci siano da registrare tutte le posizioni presenti in questo Consiglio.

Dicevo che non l’ho voluta per lungo tempo chiamare “crisi” perché sono convinto che ci sia una legge costituzionale che impedisce le crisi. Quella legge costituzionale del ’99 è stata scritta dopo un ampio dibattito in Parlamento per evitare che ci fossero le crisi che hanno spesso bloccato le Giunte delle Regioni di tutta Italia, in particolare quelle meridionali dove c’è il più alto tasso di conflittualità.

Proprio per evitare che si trascinassero lungamente crisi in cui si riscontravano risse irriducibili, il legislatore ha pensato che una legge che desse alcuni poteri al Presidente finisse per esorcizzarle quasi completamente.

Così è avvenuto in quasi tutta Italia. Da noi per molti motivi, ne traccerò alcuni, che vanno dalla antropologia alla storia del territorio. questo non è avvenuto. Noi ci siamo trovati durante l’estate, durante questa stagione proprio davanti ad una vera e propria crisi, al di là della mia volontà di non esorcizzarla e non amplificarla a dismisura per evitare che i cittadini non comprendessero - come non ci hanno compreso – di crisi si è trattata.

Oddio, sul piano formale ammetto che non è stato così perché la Giunta ha funzionato regolarmente anche quando ha dovuto registrare che alcuni componenti di questa Giunta si sono allontanati o con dimissioni che è un atto che obiettivamente non è mai avvenuto, almeno io non lo ricordo, comunque rispetto tutte le posizioni. Però la Giunta ha continuato a funzionare. Anche il Consiglio.

Noi siamo venuti con un bilancio in Consiglio, ma questo non significa che non ci sia stata una crisi. Ma perché una crisi? Credo che sia una crisi per molte ragioni, ne estrapolo quattro e vorrei che su questo quando sia la maggioranza che la opposizione dovessero intervenire in quest’Aula tenessero conto di questi temi che adesso elenco.

Primo: vorrei farvi notare che c’è oggi nei confronti della Giunta, magari anche del Presidente della Regione, un assalto mediatico senza precedenti. Probabilmente avremo grandissime colpe, siamo qui per discuterne…

(Interruzioni continue e vivaci del consigliere Senatore)

Presidente, questo folclore non può continuare in questo Consiglio…

PRESIDENTE

Onorevole Senatore, per favore, lei avrà spazio, come è giusto, per intervenire ed esprimerà le sue valutazioni…

Pasquale SENATORE

Sono disgustato…

Agazio LOIERO, Presidente della Giunta regionale

Presidente, posso continuare? Sì.

Dico allora che c’è stato un assalto mediatico senza precedenti. Anche gli stessi partiti – mi riferisco ai partiti della maggioranza – sono apparsi incapaci assieme al sottoscritto di arginare questa crisi.

Mi rendo conto che la Calabria è allo stremo. Poi, in ultimo c’è un fatto anche personale che interessa me, ma anche il Consiglio e di cui parlerò alla fine.

Dico che se c’è questo assalto, un motivo ci sarà. Probabilmente noi avevamo incubato troppe attese e speranze a cui forse non siamo riusciti a dare risposte.

Il fatto è che quando una crisi prende una accelerata senza che nessuno possa governarla, può portare ad esiti imprevedibili perché l’estrema lunghezza di una crisi porta a far sì che il 20 per cento possa essere governato dalla volontà, dalla Regione, dal desiderio di superarla. Ma il restante 80 per cento cammina di per sé, senza che nessuno possa governarlo fino in fondo.

Vorrei vedere quali sono prima di tutto i motivi di questa crisi. Io lo ripeto e continuo a ripeterlo forse per tutte le volte che non l’ho definita così.

Sullo sfondo c’è una situazione sociale ed istituzionale della Calabria, un territorio che oggi è allo stremo. Tutti i dati economici e sociali non sono incoraggianti, malgrado il rapporto dell’Istat di ieri da noi è molto alta la percentuale dei disoccupati ed è altissima la soglia di povertà.

Le parrocchie, i comuni ci danno alcuni dati preoccupanti. La criminalità è in massima espansione, mentre sembra che spesso i partiti e tutta la ritualità politica della maggioranza siano totalmente estranei a questo problema e a questo dramma.

Certo, non faccio fatica ad ammettere che c’è una eredità pesante del passato. E’ una eredità che non si riferisce solo agli ultimi 5 anni. Da un po’ di tempo a questa parte lo sto ribadendo con grande onestà. Ci sono decenni di incuria, di abbandono, spesso di anarchia e ci sono vizi profondi che sembrano immodificabili.

D’altra parte, la Regione è stata segnata sin dalla sua nascita da cicatrici e da segni indelebili.

Qui non voglio dire chi ha ragione, chi ha torto, chi l’ha avuto e chi no. Spesso nelle vicende della storia le ragioni ed i torti convivono dalla stessa parte, non c’è mai una nettezza tra ragione e torto. Spesso stanno insieme perché la storia è sempre complicata.

Qui siamo stati segnati da emergenze continue, l’abbiamo detto più volte, da alluvioni e da catastrofi.

Magari chi governava ha fatto fronte a questi problemi e a questi drammi usando un potere discrezionale delle Giunte, degli esecutivi. Spesso questo discrezionalità è stata dilatata a dismisura e magari anche l’emergenza è stata presa a pretesto.

Negli ultimi mesi- voglio dirlo a tutti quanti qua in Consiglio- con le dimissioni degli assessori è toccato spesso a me correre di qua e di là a tappare buchi perché io sono convinto, ricorderete, ho sempre difeso la Giunta molto larga.

Mi rendo conto che con il tipo di burocrazia che c’è, spesso al suo interno ci sono persone sicuramente di qualità, ma la grandissima parte spesso non è fortemente motivata.

Quindi l’assessore che avesse troppe deleghe farebbe fatica a rincorrerle e quindi questo è stato anche un grande problema.

Poi - ed io lo voglio ammettere con estrema franchezza e nessuno se ne adombri – in questo Consiglio in particolare c’è un consociativismo che ormai è riconosciuto storicamente da tutti. D’altra parte il simbolo di questo consociativismo è il fatto che sopravvive la Commissione del piano. Io ricordo che fu creata nella seconda metà degli anni ’70, quando c’era un partito importante che non poteva per ragioni di ancoraggio alla politica internazionale, soprattutto, non poteva far parte delle Giunte e si creò una Commissione ad hoc che abbiamo ancora.

Malgrado io avverta ogni volta i consiglieri che sono d’accordo perché questa Commissione essendo ormai cessate le motivazioni per cui vide la luce, venga cancellata, essa resta quasi come un simbolo di un passato che fa fatica a passare.

E sempre in questo rapporto molto franco, anche la nascita dello Statuto regionale punta ad alcune caratteristiche che altri Statuti non hanno. D’altra parte, ci sono alcune Regioni che non hanno licenziato il proprio Statuto proprio perché è difficile costruire uno Statuto, perché poi è la legge che regola di fatto i rapporti all’interno del Consiglio.

Quindi diventa l’elemento su cui cammina il Consiglio, e cammina per decenni. Forse noi abbiamo avuto un po’ di fretta in più nel licenziarlo.

Prendo a pretesto questa proposta di legge che ha presentato il collega Borrello, in cui si tenta legittimamente, immagino, di arginare i poteri costituzionali del Presidente… E’ una legge che ha una sua legittimità perché siamo in quest’Aula per legiferare.

Ma io voglio ricordarvi solo una cosa: cosa sarebbe stata questa che anche io chiamo crisi, se non ci fosse stata almeno come latente minaccia l’ipotesi di un potere che sta in capo ai Presidenti?

Noi avremmo potuto star qui 7-9 mesi, come capitava,d’altra parte, malgrado ci fossero personaggi di qualità in questo Consiglio.

Sono convinto che le Regioni oggi sono in grandissima competizione tra di loro, che i giorni e gli anni che verranno saranno di grandissima competizione. Si competerà senz’altro su saperi e su conoscenze. Ed il federalismo fiscale, che fino ad oggi non è apparso perché fa paura perché dimostra le grandi disparità che ci sono tra territori e territori, ci costringerà a competere, a fare i conti con la competizione.

Questo lo dico perché avverrà in una stagione che è di egoismo dove è tramontata la condizione post-bellica che ci ha visto crescere come partito.

Ci sarà un bisogno disperato di efficienza e stabilità che saranno i veri valori di governo. Se un territorio non riesce ad offrire stabilità, non è attrattivo per l’impresa e per nessuno. Quindi questo è un problema molto grande. D’altra parte, i maggiori studiosi riconoscono che i paesi e le Regioni che hanno il più alto tasso di sviluppo sono anche quelli che hanno sistemi istituzionali molto sviluppati.

Qui obiettivamente non c’è più, nelle Regioni almeno, una logica rigorosa di destra e di sinistra. Ve lo dico con estrema franchezza perché? Perché in fondo i territori ormai cominciano ad allearsi – l’ho detto un’altra volta in questo Consiglio – non in base ad un discrimine ideologico ma in base alla similarità dei bisogni che rappresentano.

Se voi vedete, nello scorso quinquennio ci sono stati permanenti alleanze tra Bassolino e Fitto, che sul piano ideologico erano distanti anni luce perché i territori si devono mettere insieme per difendere bisogni o per immaginare una comune idea di sviluppo.

Lo dico perché così è. Naturalmente, io dico sì alla solidarietà tra le forze politiche perché quello è un elemento forte specialmente per un territorio debole come il nostro, ma dico nello stesso tempo no ai recinti, alle delimitazioni di possesso perché questi non aiutano la regione nel suo complesso e si consolida attraverso questi atteggiamenti una metafora che è antichissima. Cioè quella di pensare che al nord comandano le regole e al sud comandano gli uomini. Non dovrebbe essere così.

Io registro, invece, che ci sono consuetudini, incrostazioni perniciose e tenaci che fanno fatica ad essere eliminate. Poi riprendo un vecchio concetto che ho detto un paio di volte. La Regione diventa un mostro, diventa un pochino quello che nelle socialdemocrazie scandinave era definito “dalla culla alla tomba”, cioè quel percorso che ti accompagnava sempre.

Non esiste, d’altra parte, da noi una articolazione della offerta, della industria, del sistema bancario, del sistema delle imprese. La Regione diventa davvero tutto: il posto di lavoro, il contributo, il buono casa.

Noi di queste cose avremmo voluto fare a meno perché la Regione diventa il terminale dei diritti spesso oltremodo legittimi, però magari talvolta si viene a protestare sotto la sede della Regione anche per diritti che non possono essere presentati alla Regione, magari per inadempienze dello Stato o per problemi che attengono alla struttura stessa della società.

La Regione che diventa anche spesso come terminale dello scontento individuale, un bersaglio ed uno sfogo di bisogni che sono spesso inevasi. Sotto la sede Regione arrivano tutti anche chi, ripeto, certi diritti non li ha.

Ci sono dimostranti accompagnati dai sindacati e talvolta senza i sindacati, sicché lo stesso sindacato si trova spesso tra due fuochi. Quindi con una Regione permanentemente assediata, anche le persone che lavorano con diligenza sono spesso costrette a lasciare il proprio posto di lavoro e ad andar fuori.

Io dico: a chi conviene una condizione di questo genere? Questa è una condizione unica e per molti versi disperante perché si registra un doppio senso di impotenza. L’idea che qualunque cosa si faccia è inutile, perché tanto non si può trovare rimedio nelle cose ed è sempre qualcosa che poi non passa nella opinione pubblica.

Noi ci troviamo adesso in questo momento. Qualsiasi cosa si dovesse fare di positivo, avrebbe difficoltà a sfondare nella opinione pubblica, ma questo rende la nostra condizione – e di tutti- di grandissima difficoltà perché la Regione diventa come metafora di un assedio permanente.

Io se posso fare una rivelazione molto autobiografica spesso sento dire che ci si prepara… perché, come è giusto, io stesso ho detto che qui potevo starci solo 5 anni e ci si prepara magari a candidarsi, alla successione.

Ma rispetto a tutte queste cose mi accorgo di quanto deve essere pesante per chi ha questa prospettiva, che è esaltante per chi può fare il Presidente della Regione, perché poi al di là delle schermaglie in Aula e fuori, alla fine quando si è Presidenti di una Regione, con l’elezione diretta si rappresentano tutti i calabresi.

Ma come può diventare questa una ambizione sostenibile rispetto a questo dramma che si vive ogni giorno nella nostra regione? Non voglio dire che la colpa è di qualcuno. E’ colpa mia prima di tutto, ma di tutti perché ereditiamo una situazione che è drammatica.

C’è poi un malessere ed una ruggine- qui io lo voglio dire e non mi voglio nascondere- anche nel centro-sinistra, che non voglio assolutamente negare.

Io fino in fondo non lo capisco. Forse è la crisi di un risultato elettorale, di attese che sono state incubate a lungo, come dicevo poc’anzi, forse 20 punti sono troppi per vincere in un territorio come il nostro. Forse è mia l’insufficienza a cogliere al momento giusto una certa inquietudine, non faccio fatica ad ammettere pure queste cose.

Eppure voglio qui ricordarlo, senza puntiglio, ma proprio qui discorrendo, che i 9 mesi di questo lavoro, di questa Giunta, di questa esperienza io li reputo ancora oggi 9 mesi di svolta.

Spesso lo ha dimenticato anche la mia parte politica, perché eleggendo me come bersaglio ha sicuramente dimenticato quella che è stata la forza di una vittoria, di un successo. Il gioco di squadra che abbiamo saputo così tenere in campagna elettorale e nei primi mesi.

Vi voglio dire così molto semplicemente perché non è di questo che voglio parlarvi oggi.

Vi voglio ricordare il discorso che alla presentazione della Cittadella a Catanzaro tenne non la mia parte politica, ma Traversa, Abramo che vedo qui in Aula, che era addirittura di lusinghe nei confronti di questa Giunta.

D’altra parte, ricordo anche la “famigerata” classifica del “Sole 24 ore”. Mi vedeva al primo posto, per poi piombare all’ultimo. Ci deve essere un motivo e deve essere un motivo che non riguarda solo me ma deve riguardare tutti, paradossalmente anche la opposizione.

D’altra parte non è un caso che non più tardi di 4-5 giorni fa una delle tre agenzie internazionali di rating Moody’s, ha aumentato il livello della nostra Regione ad A-1.

La Calabria, secondo quella agenzia, è una delle amministrazioni pubbliche finanziariamente più virtuose. In questo contesto di divisione, di rissa, di conflitto, quella idea che possa essere tra le più virtuose diventa francamente una battuta. Invece non è così, è la verità e malgrado tanti problemi, la Regione ha realizzato una più moderna razionalizzazione degli apparati, una riduzione del numero degli uffici e dei dipendenti regionali e soprattutto il contenimento del livello di indebitamento che è uno degli elementi, davvero virtuosi, di una Regione.

Qui non c’è la fortuna o la buona stella. In economia esistono solo meccanismi automatici: data una premessa, c’è una conseguenza. Su questo non si può giocare.

A proposito della Cittadella – scusate se passo di palo in frasca – voglio qui annunciare che il 22 gennaio ci sarà la conferenza dei servizi finale e dalla settimana dopo si aprirà il cantiere. Naturalmente dietro tutto questo c’è un lavoro e una fatica che non auguro a nessuno perché da noi le cose sono dure da smuovere, ma nell’ultima settimana di gennaio ci sarà il cantiere, proprio. Non è un trucco, è la verità, ci sarà un cantiere con gli operai che ci lavorano, i geometri, gli ingegneri. Cioè, costruiremo davvero la sede della Regione.

Poi c’è Gioia Tauro su cui mi vorrei soffermare un poco. Non so se diminuirà il traffico a fine anno ma so che il viaggio in Cina di Prodi con De Grano, ecc., quelli che noi abbiamo mandato dietro, ha procurato dei frutti di grandissima importanza.

Io so che Prodi non è oggi al picco della sua popolarità in Italia ma da qui oggi io voglio ringraziarlo pubblicamente per quello che ha fatto per Gioia Tauro in Cina ed in Egitto. Perché ha fatto moltissimo. Certo che rispetto ai bisogni è sempre poco, ma questo Presidente del Consiglio ha fatto grandi cose per Gioia Tauro.

Voglio ricordare – non lo dico io questo ma lo traggo dal Financial Times del 13 dicembre 2006 e chi vuole può controllare – che grazie a Prodi Italia, Egitto e Cina si apprestano a siglare un accordo che favorirà l’accesso al canale di Suez e di conseguenza le navi a Gioia Tauro.

Io stesso ho fatto un incontro - dopo averlo fatto il Presidente del Consiglio - con i giapponesi che vogliono venire qui a Gioia Tauro e vogliono, state attenti, non fare una cosa di routine ma vogliono assemblare una loro macchina, una delle loro macchine più famose. Non so se ci riusciremo, perché lì ci sono molti vincoli ma stiamo lavorando e siamo molto avanti. Naturalmente in silenzio, mentre qui scoppiava impetuosa una crisi che vedeva me come bersaglio.

Dico questo perché poi sappiamo alcune cose, forse noi abbiamo creato anche gelosie perché vedo che Napoli, Genova si ribellano. Abbiamo difficoltà con gli altri porti italiani, l’avrete letto sulla stampa, specie sul “Sole 24 ore”.

Noi, nel frattempo, a Gioia Tauro ci siamo attrezzati, abbiamo costruito il sistema mare-terra con soldi nostri, abbiamo messo e finanziato noi un Apq. Poteva farlo anche il Governo nazionale ma lo voleva fare fra tre anni e noi non avevamo il tempo. Noi abbiamo sottratto risorse ad altre iniziative pur di spingere su Gioia Tauro.

Fra due settimane avremo una società dell’interporto a Gioia Tauro, due settimane. Nessuna polemica, lo voglio dire agli amici del centro-destra, ma raffrontate poco poco con un minimo di onestà quello che è stato fatto in questo anno e mezzo e quello che è stato fatto su Gioia Tauro nei 5 anni passati.

Vedrete che ci sarà una differenza immane che non sfuggirà neanche a voi. Non voglio che lo ammettiate, ma voglio che ci pensiate su questo.

Dunque, i primi nove mesi hanno avuto momenti importanti, certo poi ci siamo fermati – perché non dirlo? – per colpa nostra e noi dobbiamo farci carico di questa enorme responsabilità che abbiamo. Intanto, anche sui fondi strutturali voglio qui ricordare – questa è una notizia di ieri sera – che anche l’anno 2006 si sta chiudendo sotto buoni auspici per ciò che riguarda la spesa dei fondi strutturali.

Le informazioni che ci provengono dagli uffici regionali sono soddisfacenti ed indicano che i circa 550 milioni di euro da rendicontare obbligatoriamente alla Commissione europea entro il 31 dicembre di quest’anno al fine di evitare la perdita delle risorse del Por, saranno tutte spesi, come sono state spesi; certo non saranno iniziative volte a delineare lo sviluppo del territorio, ma saranno spesi tutti, malgrado lo sfacelo dei bandi che abbiamo purtroppo visto nel periodo che va dal 2000 al 2006.

Volevo dire questa cosa perché è una notizia di ieri sera. Certo, poi è avvenuto di tutto e questo segno di svolta si è fermato. E’ stata una estate rovente dove è accaduto proprio di tutto ed il culmine è stato “Anno Zero”, che è stato proprio alla fine dell’estate e che ha offerto un affresco sulla Calabria e sul Consiglio e su tutti noi. C’è qualcuno che può chiamarsi fuori? Io credo di no dopo aver visto quella trasmissione.

L’alterità calabrese è tornata fortemente ad imporsi. Quel sondaggio – vi ricordo – è di ottobre, ma devo dire che in grandissima parte abbiamo fatto noi del centro-sinistra. Abbiamo avuto una rarissima capacità di farci del male e voglio ricordare ciò al Presidente Bova che è di tenace memoria.

E’ più o meno quello che è avvenuto nel 1999. Quando noi votammo alle europee del 1999, la somma dei voti che conseguì la coalizione del centro-sinistra fu di una differenza di 188 mila voti più di quelli conseguiti dalla coalizione di centro-destra. Sette mesi dopo votammo attraverso scelte sbagliate, risse ed impossibilità di fare delle liste competitive. Quei 188 mila voti sparirono e vinse il centro-destra con 10 mila voti di scarto. Si possono davvero volatilizzare 200 mila voti in un territorio come il nostro come niente? Ma adesso anche rispetto al 1999 abbiamo superato il limite.

Io queste cose le voglio dire perché non sarebbe neanche onesto da parte mia celarle, d’altra parte sono sotto gli occhi di tutti. Non ci siamo solo giocati un patrimonio politico, che tenteremo di recuperare ma non sarà facile, ma ci sono anche tra di noi lacerazioni profonde, di sentimenti, difficili da ricomporre.

Sì, ci sono state avanzate anche critiche da parte del centro-destra, alcune giuste e sacrosante, la opposizione fa il suo mestiere ed è giusto che sia così, alcune – lo voglio dire – prive di pudore per quanto combinato in certi settori nella scorsa legislatura. Però, noi le accettiamo perché questa è la dinamica di maggioranza e opposizione. Ma, ripeto, i protagonisti – lasciatemelo ripetere, amici del centro-destra – siamo stati noi.

Io ho ricevuto attacchi di ogni tipo meritati e non meritati, sicuramente meritati. Non so, vedremo… io sono convinto, sono tra quelli che pensano che la politica quando deve avere un respiro davvero profondo, si misura sui tempi lunghi, non su quelli brevi. Intanto devo dire che ho ricevuto le critiche più diverse e contrapposte dagli stessi uomini: un giorno rappresentato come uno che galleggia sulla crisi, che evoca un mondo di stasi, di passività, una corrente che ti porta inerme senza capacità reattiva ed un giorno affetto da “cesarismo”, esattamente il suo contrario. L’idea, quindi, dell’azione permanente, della conquista senza alcuna attenzione alle regole della democrazia.

Pensare che il mio modello non è stato mai siffatto, io ho sempre avuto il piacere dell’ascolto e del confronto, ma adesso intanto siamo qui ed abbiamo il dovere di pensare al futuro. Voglio dire qui come ci muoveremo con un doppio programma, con una prospettiva lunga ed una prospettiva breve. Dobbiamo stabilire priorità per quanto riguarda la prospettiva lunga. Abbiamo questa grandissima occasione dei fondi comunitari. Ci saranno a disposizione mezzi e fini: il fine non può che essere lo sviluppo e lo strumento sono i fondi Por.

Dobbiamo guardare verso la ricerca e la innovazione che devono essere la nostra bussola. Principe ha fatto un buon lavoro in questa direzione, ma anche altri assessori che si occupano di innovazione e di ricerca.

Sono convinto che il livello di benessere materiale di un territorio è sempre collegato al livello di istruzione e ricerca, al livello universitario; d’altra parte non si spiegherebbe perché un territorio piccolo con poco più di 5 milioni di abitanti come la Finlandia è all’avanguardia tecnologica. Perché? Perché impegna quote rilevantissime in innovazione e ricerca. E non si spiega neanche come in un grandissimo paese come gli Stati Uniti d’America si trovano Università come quella di Harvard il cui budget annuale è superiore a quella di tutte le Università dell’occidente e dell’Europa messe insieme. Si vede che la ricerca sarà il fattore vero di sviluppo dei prossimi anni e quindi come noi spenderemo questi soldi.

Sarà importantissimo saperli programmare ed avere capacità programmatorie. Non possiamo farlo solo noi anche se questo è un passaggio obbligato come la Giunta e il Consiglio. Non possiamo farlo solo noi perché noi non abbiamo tutti i saperi specifici per programmare. La politica può dare il segno e la direzione di marcia in cui bisogna andare, ma poi ci devono essere tecnici, uomini di cultura, ricercatori, professori universitari che finiscano per tradurre quel senso del percorso nelle carte.

Poi dobbiamo consolidare Gioia Tauro, nel breve dobbiamo anche chiudere – come abbiamo promesso in questi tre anni e mezzo – questa vicenda del precariato, dobbiamo farlo con concorsi già banditi o da bandire; concorsi riservati, il resto si deve fare di intesa con il ministero del lavoro.

Dobbiamo fare una proposta di riforma radicale degli enti regionali. L’abbiamo approvato in Giunta e ne abbiamo parlato qui in Consiglio ma deve essere aperta, certo, al contributo della stessa Giunta – come lo è stato – e soprattutto del Consiglio.

Sapete che abbiamo un programma di riforma di Afor, Arssa, Fincalabra. Vogliamo immaginare che le 5 Aterp non possono restare così, c’è un progetto di legge dell’assessore Incarnato, le 5 Apt le abbiamo riformate.

Se volete posso anche riscrivere e ridire tutto questo programma che noi abbiamo, che è importantissimo e dobbiamo farlo in concertazione anche con il sindacato, che non può restare fuori da questo impegno.

So che non sarà facile attuare questo programma e sono convinto che il cambiamento quando è quello vero non è mai indolore.

Adesso mi fermerei un attimo per dirvi la cosa su cui mi ero impegnato e di cui volevo parlare pubblicamente in questo Consiglio regionale. E’ una cosa che mi riguarda personalmente e che io trovo importante.

Come tutti voi sapete ho ricevuto un avviso di garanzia. Non voglio eludere questo problema. So che questo è un fardello pesante per uno che guida questa Regione. So che anche molti miei colleghi hanno un avviso di garanzia ed alcuni sono anche più avanti del mio stadio.

Io ho un grandissimo rispetto per la magistratura, lo voglio dire, ed ho un grandissimo rispetto per la magistratura inquirente specie quella che lavora in Calabria, in Sicilia, nelle regioni meridionali che sono esposte più a rappresaglie e dove – se lo vogliamo dire fino in fondo – si può facilmente rischiare la vita.

Voglio parlarne qui in Consiglio, qualcuno mi ha sconsigliato di farlo ma io lo voglio dire pubblicamente. Quando dico che ho rispetto per la magistratura, non è un rito che celebro, ma lo dico perché l’ho sempre dimostrato nella mia vita. Voglio parlarne in Consiglio perché il Consiglio è stato in questo anno e mezzo il mio riferimento costante. So perfettamente cosa rappresenta nel vigente sistema processuale un avviso di garanzia, che non è la vecchia comunicazione giudiziaria che indicava che era cominciato un procedimento a carico di chi l’aveva ricevuta, ma un elemento di tutela vero – come dice la parola stessa – di chi lo riceve.

Ciò non di meno, lo voglio dire a tutti, quell’avviso di garanzia mi pesa rispetto alle attese, alle speranze che avevamo suscitato e rispetto all’impegno di trasparenza contratto con i calabresi è un macigno molto pesante, malgrado le lettere, i messaggi, le telefonate di amici ma anche di anonimi che ho ricevuto.

Alcuni riconoscimenti addirittura inaspettati come è capitato qualche giorno fa a Corigliano in mia assenza o a Messina. Malgrado alcuni riconoscimenti pubblici, plateali, avverto un senso di crescente malessere per questo fatto che mi è capitato e del quale voglio chiedervi scusa. In Calabria per la storia e per l’immagine negativa che si è diffusa in tanti anni so perfettamente che non bisogna solo essere onesti, ma anche apparire onesti.

Confesso di fare una fatica del diavolo a rappresentare la mia Regione con questa ombra, con questo alone che sembra volteggiare intorno a me.

Faccio fatica a scrollarmi di dosso quel clima di sospetto, anzi, se posso dirlo con estrema franchezza, di preventiva colpevolezza che aleggia “naturale” su di un calabrese indagato. Un tanfo che resta e che non si dirada neanche quando la magistratura fa giustizia e figuriamoci se ad averlo è il Presidente della Regione.

Ciò non di meno sono ottimista, non potevo d’altra parte parlare di sfida ad un magistrato che ti indaga, proprio alla luce di quel rispetto, se non fossi sicuro dei fatti miei.

Certo, voglio ricordare – sono convinto che molti di voi non lo ricordano – che negli anni che vanno dal ’92 al ’97-’98 ci sono stati momenti durissimi per tante persone. In quegli anni è passata l’idea che pochi hanno colto, cioè che nell’accusa che ti faceva un pubblico ministero fosse soddisfatto l’interesse pubblico alla giustizia. Che fosse soddisfatto nell’accusa, non nel giudizio che poi veniva anni dopo quando non se ne ricordava più nessuno.

Quelli sono stati – pur con tutto il liquame che è venuto fuori – anni durissimi per la democrazia. Io queste cose le voglio qui in Consiglio, che sul piano politico ha per me lo stesso diritto della magistratura a giudicarmi ed a conoscere la verità.

Finisco dicendo che sono convinto che da questa palude bisogna uscirne, se non se ne esce la legge che regola i nostri rapporti ha una sola via obbligata. Oggi non la percorrerei, almeno se prima non saremo riusciti a programmare i fondi che sono tutto per la nostra Regione. Che possono contribuire ad aumentare il Pil, a battere la disoccupazione e a dare un impulso produttivo alla nostra economia.

Finisco qui con due parole ancora. Malgrado i segni negativi che sono sotto gli occhi di tutti e malgrado quel massacro mediatico a cui io stesso sono sottoposto – credo che siamo tutti sottoposti –per lo stereotipo calabrese non c’è mai differenza quando lo si legge a Milano tra la destra e la sinistra.

Siamo un’unica cosa tutti e malgrado tutte queste cose turpi e brutte nutro la speranza che si possa uscire da questo tunnel oscuro nel quale ci siamo infilati. Lo dico alla mia coalizione, in fondo anche alla mia coalizione, forse non conviene a nessuno.

Finisco davvero facendovi una confessione. Io sono ancora sotto l’effetto di una grande suggestione per la visita di due giorni fa al Papa. Lo voglio dire con estrema franchezza, è stato un incontro emozionante che reputo importante per il prosieguo della mia vita.

Non lo dico perché sono un cattolico, ma perché anche chi accanto a me so non essere cattolico era molto suggestionato ed emozionato. Non voglio fare nessuna concessione ai dati personali. Ieri dopo l’incontro con Benedetto XVI° sono stato invitato a vedere tutti i nostri alberi di Natale che erano disseminati in Vaticano.

Ci sono andato in una condizione emotiva particolare. Ho visto i nostri alberi della Sila nella seconda loggia dove il Pontefice accoglie i Capi di Stato e li ho visti nella terza loggia dove vive il Santo Padre.

Nella magnificenza di quella sala, dove l’arte dei secoli scorsi ha raggiunto il suo culmine ho ritrovato gli aromi della mia terra: il baco, le bucce di bergamotto, le ceramiche di Seminara che agghindavano i nostri alberi e quelle sale. Tra Bernini e Bramante c’erano i nostri prodotti, il lavoro dei nostri artigiani che si incastonavano in maniera mirabile in quello scintillio. In fondo a quella sala, infine, ho scorto un San Francesco d’Assisi ritratto nel momento della morte.

Per alcuni è leggenda, per altri come me è storia. San Francesco – come è noto – morì al crepuscolo della giornata mentre le ombre della sera scendevano su Assisi. Fu in quel momento che uno stormo di allodole – come racconta la leggenda – cominciò a volteggiare sulla Porziuncola dove giaceva il corpo senza vita di San Francesco. Si sa che le allodole amano la luce e sono uccelli di luce. Per una volta, si avventurarono sul far della sera per annunciare che quella morte non rappresentava più l’oscurità ma il suo contrario.

Per un attimo e solo per attimo in quel clima emotivo quasi di prodigio a pochi minuti da quell’incontro col Sommo Pontefice così ricco di suggestioni e di richiami ho vissuto intensamente – scusate il riferimento personale – quel miracolo della luce che si disvelava accanto a me.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Occhiuto. Ne ha facoltà.

Roberto OCCHIUTO

Presidente, ho chiesto di intervenire sull’ordine dei lavori perché vorrei capire come procediamo.

Se ricordo bene, questa seduta è stata promossa dal capogruppo di Forza Italia e dall’onorevole Dima, per discutere sulla situazione politica, ma vorrei capire se c’è la possibilità di presentare, intanto un documento conclusivo del dibattito innanzitutto.

Perché ho partecipato a tanti dibattiti in Consiglio regionale su diverse questioni ed ogni volta i dibattiti si concludevano – come è giusto che sia – con un documento conclusivo del dibattito stesso.

Non è una questione solo formale, perché credo che chi ha chiesto che oggi si parlasse della crisi politica che riguarda la Regione - su questo parlerò poi nel dibattito non voglio accennare nulla- l’ha fatto volendo indurre un momento di chiarezza nella situazione politica regionale ed un momento di chiarezza il Consiglio regionale lo esprime attraverso un voto.

Voglio dir questo, perché se non dovesse esser così, per quanto mi riguarda almeno, siccome non ha senso partecipare ad un dibattito che non fa chiarezza, probabilmente mi determinerò anche nella direzione – personalmente dico – di non partecipare ad una discussione inutile.

La seconda questione è che ricordo che questo Consiglio è stato chiesto da due gruppi della opposizione per discutere della situazione politica.

Ciascuno di noi legge i giornali e si è reso conto dalla loro lettura che questa seduta – diceva il Presidente della Regione – serviva anche ad annunciare la composizione della nuova Giunta e mi pare di ricordare persino che la data di convocazione è stata spostata anche in ragione di questo.

Allora se così è, Presidente, io vorrei ricordarle che proprio nello Statuto approvato nella scorsa legislatura è stata inserita una norma che dice che il Consiglio è tenuto ad approvare il programma della legislatura e poi i relativi aggiornamenti.

Quella norma la ricordo bene perché la propose il mio gruppo. La ratio di quella norma era di far partecipare al Consiglio anche alle conclusioni delle verifiche politiche ed anche degli eventuali rimpasti perché dietro una crisi ci deve essere un aggiornamento del programma, altrimenti la crisi non ha senso.

Se si tratta semplicemente di sostituire qualche assessore o di riconfermare, bene, ma credo che dopo un dibattito così ponderoso come quello che avete svolto in questi mesi, ci sia un aggiornamento del programma.

L’intervento dell’onorevole Loiero peraltro faceva riferimento ad alcune questioni programmatiche.

Se così è ed io lo dico a lei, Presidente, ma affinché lo registri però l’intero Consiglio, è evidente che se – per assurdo - l’onorevole Loiero dovesse annunciare la Giunta al termine del dibattito o domani, dovremmo essere nella condizione nei prossimi giorni di fare un’ altra seduta per rispettare quanto lo Statuto ci dice di rispettare.

Voglio dir questo perché, se siete pronti per una soluzione definitiva, oggi potremo utilizzare l’occasione per far anche questo tipo di dibattito. Ma a questo punto sarebbe necessario che si facesse chiarezza fin dall’inizio.

Quindi, in sostanza, signor Presidente, sempre sull’ordine dei lavori le questioni sono due. La prima è che credo sia doveroso consentire al Consiglio al termine del dibattito di votare un ordine del giorno conclusivo dello stesso.

Io non escludo la possibilità che anche la opposizione possa presentare un ordine del giorno in questa direzione richiamando il Consiglio ad esprimersi, per capire se c’è una maggioranza o se questa non c’è, da chi è formata e da quanti intendono sostenere questo Governo regionale.

La seconda questione riguarda proprio quello che deve accadere per Statuto quando si chiude una crisi.

Mi riferisco all’articolo 16, quello che riguarda l’attribuzione al Consiglio regionale di esprimersi sulla integrazione del programma. Non è una novità, perché già due mesi fa quando avevate detto di aver chiuso la crisi avete portato in Consiglio un documento che avete definito integrazione al programma presentato dopo le elezioni ed è stato votato. Noi chiediamo che questo documento oggi subisca – come deve essere – un’altra integrazione e peraltro avete la possibilità così di dire che avete discusso anche di programmi oltre che di organigrammi.

PRESIDENTE

Darò subito la parola a chiarimento, una a favore e due contro come sempre avviene. Però a chiarimento dei consiglieri siccome il collega Occhiuto fa riferimento ad uno dei commi dell’articolo 16, non so se ho capito bene, se ho capito bene non c’è nessun obbligo in una seduta come questa di approvare o meno un documento.

Ovviamente, il Consiglio è obbligato a pronunciarsi sulla proposta del consigliere Occhiuto ma è una proposta concernente un ordine del giorno che dovrebbe essere approvato o meno alla fine del dibattito. Questo si può fare ma niente a che fare con questo, insomma con il riferimento statutario di cui parlava poco fa l’onorevole Occhiuto.

Lo Statuto prevede che la maggioranza, la Giunta può presentare aggiornamenti e per esempio qualche settimana fa questo è avvenuto. In questo caso a quest’ora io non ho proposta di aggiornamenti.

Esiste ancora un altro strumento che, però, è prerogativa del Presidente della Giunta che è la questione di fiducia ed è prerogativa di chi la voglia porre; un’altra cosa ancora, un’altra fattispecie la mozione di sfiducia.

Sapete che la mozione di sfiducia non è un ordine del giorno, va sottoposta all’Aula con le firme regolamentari, va sospesa la seduta e riconvocata, questa è un’altra questione.

Quindi io non voglio farvi perdere tempo, è legittimo ovviamente che si possa porre il problema della votazione o meno di un ordine del giorno, ma di questo si tratta.

A favore della proposta Occhiuto vuol parlare il consigliere Dima. Poi sentirò altri, c’è il diritto di altri due consiglieri di parlare contro, se non ci sono sottoporrò come è corretto ed obbligatorio per me al voto del Consiglio la proposta dell’onorevole Occhiuto.

(Interruzione)

La sta facendo ora, in questo momento.

Roberto OCCHIUTO

 Io mi sono rivolto al Presidente del Consiglio per sapere – questo è il senso della proposta – se egli ritenga che sia possibile che un consigliere o una parte politica per determinare chiarezza all’interno del Consiglio al termine del dibattito presenti un documento chiedendo che…

Noi potremmo presentare un documento che dice praticamente che il Consiglio regionale non approva le dichiarazioni del Presidente e chiedere il voto oppure voi il contrario ed il Consiglio regionale approva le comunicazioni del Presidente.

Questo vogliamo saperlo prima perché altrimenti che dibattito facciamo? Facciamo il dibattito per dirci le cose, peraltro, in qualche modo l’abbiamo accennato anche il 14 in un dibattito del genere e poi non abbiamo la possibilità di far chiarezza in Consiglio attraverso un voto?

Sia chiaro, quindi, che proprio per quel che ha detto il Presidente del Consiglio, lo Statuto darebbe la possibilità alla maggioranza e al Presidente Loiero di venire oggi qui e di fare delle comunicazioni, di fare un dibattito e poi di tornare a casa come se nulla fosse successo, anche senza annunciare una nuova Giunta.

Noi vogliamo che in questa occasione il Consiglio regionale sia il luogo in cui si fa chiarezza e dove ciascuno ha il coraggio di determinarsi attraverso un voto.

Siccome nello Statuto questa possibilità non è prevista e non è nemmeno esclusa, io per capire a che dibattito devo partecipare ho chiesto al Presidente del Consiglio se ritiene che un documento del genere sia ricevibile.

Giovanni DIMA

Posso?

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Dima. Ne ha facoltà.

Giovanni DIMA

Grazie, Presidente, solo pochissimi secondi per rafforzare il ragionamento di Occhiuto e per sottolineare al Consiglio regionale che c’è il rischio stasera di aggravare ulteriormente i rapporti in quest’Aula e soprattutto di assistere, per quello che finora ho capito, ad un ulteriore tentativo poco lineare e trasparente di condurre un momento così significativo sul piano politico in Aula.

Cosa voglio dire, Presidente Bova? Noi abbiamo come primo firmatario il collega Gentile, poi si è affiancata la mia firma, una proposta di discussione sul momento della crisi in Calabria un mese fa.

E’ stato poi condiviso questo percorso dal Consiglio regionale, da tutti i capigruppo tant’è che è stato posto all’ordine del giorno e oggi ne discutiamo.

Ma c’è di più. Oggi non è la scadenza “naturale” di quell’ordine del giorno perché era stato inserito qualche seduta fa al primo punto della discussione. Sapevamo che il Presidente Loiero e la sua maggioranza doveva definire il percorso per immaginare di portare a compimento l’ipotesi della terza Giunta Loiero, per cui oggi arriviamo in Aula per verificare quello che nella normalità della politica accade.

Cioè, che raccolto il momento del dibattito interno al centro-sinistra si arrivava qui e si dava la parola al Presidente della Giunta – come è accaduto – per esporre le ragioni della crisi, per immaginare una proposta di nuova Giunta regionale, per affiancare a questo nuovo Governo le linee programmatiche essenziali, per poter, appunto, sopportare ulteriormente questo percorso politico e quindi aprire la discussione.

Ci sembra paradossale che, nonostante la nostra grande disponibilità ad affiancare un percorso che potesse, appunto, delineare con chiarezza e trasparenza il dibattito politico ci ritroviamo con un Presidente della Giunta che fa una relazione di carattere generale, che non dice nulla sul piano del programma, che non va verso la modifica del suo programma iniziale visto che è stato già modificato a settembre scorso e che non annuncia neanche il nuovo Governo regionale.

Allora, Presidente Bova, c’è o non c’è un nuovo Governo regionale? Siete in grado di proporre a quest’Aula un nuovo Governo regionale? Attenzione, non c’è nessun obbligo, Presidente Loiero, perché la nomina degli assessori appartiene a tutta la sua sfera e competenza e la legge da questo punto di vista è chiara; però, mi sembra opportuno ed anche rispettoso della minoranza presentare nella sua relazione iniziale anche il nuovo eventuale Governo regionale.

PRESIDENTE

C’è una proposta a favore: chi parla contro o comunque chi esprime una opinione differente? Possono intervenire due consiglieri.

Prego, ne ha facoltà.

Franco Mario PACENZA

Grazie, Presidente, siccome oggi non inventiamo nulla rispetto al percorso istituzionale e anche rispetto alle competenze dell’Aula e alle prerogative dei diversi attori, penso che il percorso che abbiamo seguito anche di recente sia il più naturale e quindi non si tratta – su questo terreno – di avere una proposta per verificare se esiste una funzione di governo e di conseguenza di maggioranza.

Per quanto riguarda poi il procedere, penso che stia nelle funzioni e nelle mani del Presidente in continuità anche a quello che è stato l’avvio del percorso programmatico, l’aggiornamento che c’è stato e che ha visto anche protagonista quest’Aula nello scorso mese di settembre e le integrazioni o se volete anche gli aggiornamenti che il Presidente ha rappresentato poco fa.

Mi pare che non si tratta su questo terreno di avere o non avere dentro quelle che sono poi anche le prerogative e le funzioni, perché quando si fa riferimento al dato che l’Aula dovrebbe concludere anche alla luce di una proposta, è legittima l’osservazione ma sta dentro l’osservazione che non mette in conflitto anche la tenuta stessa e la proposta e il vincolo stesso della proposta.

Quindi, penso che il percorso più naturale stia nella condizione che il Presidente possa avanzare un ordine del giorno, che, tenuto conto anche di quella che sarà la discussione e la fase a partire dalle cose che ha rappresentato lo stesso Presidente, possa mettere il Consiglio all’atto terminale della discussione del procedimento con un elemento non di chiarezza, perché mi pare che chiarezza ci sia rispetto a quelle che sono le funzioni e alle collocazioni politiche di ciascuno di noi.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Occhiuto. Ne ha facoltà.

Roberto OCCHIUTO

Per capire, onorevole Pacenza, si decide di chiudere al termine del dibattito la discussione con un ordine del giorno proposto dal Presidente della Giunta e sul quale voterà il Consiglio. Giusto? Perché se è questo, non c’è nemmeno la necessità di votare la proposta.

PRESIDENTE

Io non ho capito questo, ma ho capito che qualora il Presidente decida la sua replica o un ordine del giorno a questo collegato di sottoporli al voto, si vota, ma questa è prerogativa del Presidente della Giunta, non del Consiglio, il Consiglio può decidere il proprio ordine del giorno.

Mi pare di aver capito che il collega Pacenza dica che ferma restando la legittimità formale della minoranza di presentare un ordine del giorno – che può fare –, a quel punto ci si può regolare nella logica di minoranza e maggioranza. Cioè, se è questo, la maggioranza lo respinge.

Se invece il Presidente – non viene obbligato – deciderà di presentarlo, a quel punto la cosa ha una sua pertinenza. Ma noi non stiamo impegnando il Presidente della Giunta né a presentarlo né a non presentarlo. Chiaro?

Dica, onorevole Occhiuto.

Roberto OCCHIUTO

Presidente, a noi quello che interessa è che alla fine ci sia un voto dell’Aula su un documento. Se lei ci dice come Presidente del Consiglio che qualora il Presidente della Giunta o un consigliere della minoranza o uno della maggioranza presentassero un ordine del giorno a conclusione del dibattito, ci sarebbe il voto sull’ordine del giorno, va bene questo percorso e va bene anche per noi.

L’importante è capire, in sostanza se abbiamo titolo a chiedere che l’Aula si esprima attraverso un voto.

PRESIDENTE

Dentro l’Aula tutti i consiglieri compreso il Presidente della Regione che - ricordo a tutti noi è anch’esso consigliere – hanno la prerogativa di avanzare proposte. Tutte le proposte di qualsiasi consigliere rispondono allo stesso Statuto e allo stesso Regolamento. Si sottopongono all’Aula prima formalmente per l’accoglimento, per la discussione e successivamente al voto.

Ma questo lo sapeva, onorevole Occhiuto, tutto questo corrisponde a quello che abbiamo sempre fatto.

Comunque, siccome è una seduta importante repetita iuvant.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Morelli come primo intervento per il dibattito. Ne ha facoltà.

Ricordo ai colleghi che sono previsti 10 minuti cadauno. Il collega Morelli comincia alle 17,16.

Francesco MORELLI

Presidente, visto e considerato che c’è evidentemente molta confusione mi riservo di non intervenire ed eventualmente di richiedere la parola in seguito. Grazie.

PRESIDENTE

Questo significa che si dovrà riscrivere.

Adesso ho iscritto a parlare l’onorevole Nucera. Ne ha facoltà.

Giovanni NUCERA

Presidente, considerato il tipo di clima che si è creato ma il dibattito, soprattutto, che si sta ponendo chiedo di parlare successivamente. Grazie.

PRESIDENTE

Chiamo i capigruppo al banco. Siccome ho capito l’antifona decidiamo come procedere.

(I capigruppo si portano al banco della Presidenza)

La seduta sospesa alle 17,17 riprende alle 22,19

PRESIDENTE

Riprendiamo i lavori.

La parola al Presidente della Regione.

Ripresa della discussione

Agazio LOIERO, Presidente della Giunta regionale

Signor Presidente, io non farò una lunga replica, non voglio abusare della pazienza di nessuno, anzi se mi posso permettere chiederò anche io scusa di questi ritardi che ci sono stati, anzi lo dico con molta franchezza, ma da noi tutte le cose della politica diventano sempre più complicate di quelle che in verità non sono e non sono in altri territori.

Qualcuno adesso per comodità discorsiva chiama la Giunta “Loiero ter”, ma in effetti essa non presenta grandissimi mutamenti rispetto a quella in carica.

Sono non grandissimi mutamenti perché – ho sempre detto questa cosa –, a chi mi obiettava che forse un profilo più snello della Giunta avrebbe meglio corrisposto non solo alle attese della Giunta perché diciamo che c’è anche la gente che ci guarda, ma anche ad una migliore razionalizzazione degli assetti, io ho sempre risposto che nella condizione in cui ci troviamo, con una burocrazia nella quale ci sono persone di assoluta qualità ma in cui però la grandissima parte non ha oggi stimoli a spingere una macchina che lungo il corso degli anni si è fortemente anchilosata, che pensavo che un accorpamento troppo forte delle deleghe potesse diventare un problema in più.

Ho fatto sempre l’esempio che mettere insieme turismo ed ambiente, tanto per dirne due, è un problema enorme. Chi ha fatto l’assessore – vedo Dima qui e tanti altri amici – sa che diventa davvero complicato, per cui io ho sempre difeso una struttura più larga. Non è un caso, d’altra parte, che in molti comuni il numero degli assessori arriva a 14 perché risponde anche a questo problema che io talvolta spesso evoco.

Noi abbiamo voluto immaginare una organizzazione – e la immagineremo perché io farò una proposta – dei dipartimenti per aree funzionali. Non sogniamo anche di avere un albo ma albi più rigorosi di quanto non si sia fatto in altri settori, prima fra tutti la sanità, a cui accedere sapendo che c’è stata una ricerca approfondita e che forse là potremo prendere il meglio che un albo metta a disposizione di una amministrazione.

E’ una ricerca che dobbiamo fare con forse migliore diligenza per scegliere poi le persone che devono guidare e che hanno funzioni importanti. Naturalmente, questo va collegato ad una migliore razionalizzazione della spesa nel suo complesso.

Quindi, anche su questo noi contiamo di fare una proposta che sia convincente non solo per la coalizione di maggioranza ma spero anche per la opposizione. Naturalmente, nel tempo, quando avremo finito per trasferire, avremo trasferito completamente agli enti locali tutte le funzioni… anche questa è un’opera nella quale ci siamo messi di buzzo buono… ed è stato un cimento perché capisco che anche qui ci siano grandissime resistenze e quelle che sono più invincibili nel nostro territorio sono le abitudini che si consolidano, le incrostazioni ma noi questo lo abbiamo fatto e contiamo di accelerarlo, perché non nascondo che ci sono stati 3-4 mesi di vero fermo per noi e che speriamo non abbiamo effetti letali per noi.

Questo è un territorio che va governato giorno per giorno non solo per affrontare i problemi del giorno per giorno, ma accanto a questo ci dovrebbe essere sempre un percorso di programmazione che sia anche convincente. Perché se noi ci affatichiamo di fronte solo alla quotidianità che ci rimanda solo problemi, non avremo mai il tempo per programmare. Per noi la programmazione è importantissima.

Voi vedrete che, nell’elenco degli assessori che leggerò, ho voluto che i fondi comunitari su cui abbiamo parlato forse fin troppo in questi mesi andassero all’assessore che li potesse seguire con la sua competenza. Naturalmente, ci fidiamo molto che in fondo l’assessore, il capo dipartimento che abbiamo scelto assieme a tutto il Consiglio perché tutti dobbiamo essere protagonisti, possano davvero programmare questi fondi.

Abbiamo immaginato anche un consiglio di gabinetto che segua in maniera più incisiva tutta la storia e la partita dei fondi.

Ed abbiamo anche accettato una richiesta, che ci è venuta da Rifondazione comunista, lo voglio dire qui pubblicamente, nell’incontro bilaterale che abbiamo avuto. Immaginare proprio per dare anche un segno di trasparenza supplementare ad una partita così delicata per questa nostra Regione di pensare ad una Commissione etica che li accompagni.

Commissione etica che non sarà certamente il prodotto degli equilibri di maggioranza ma aperta alla società civile, quindi anche alla opposizione. Da segnalare le persone di un certo tipo e poi diremo anche il profilo che vorremmo. A me sembra una cosa anche molto buona e molto innovativa.

Naturalmente immaginiamo che ci debba essere anche - e lo dico al Presidente al quale sia in privato che ufficialmente del tema ho parlato più di una volta- un grande dibattito su una fase costituente che secondo me in Calabria non è terminata…

Mi spiego meglio.

Una revisione magari in pochi punti dello Statuto secondo me dovremo farla e dobbiamo farla soprattutto confrontandoci con la opposizione e sapendo che questo diventa un elemento essenziale.

Se voi guardate gli Statuti delle altre Regioni, che hanno condizioni meno difficili della nostra, vedrete che tutta l’articolazione tende a semplificare i sistemi istituzionali che da complessi devono diventare semplici proprio per essere più vicini ai bisogni del cittadino.

Ultima cosa, che ho dimenticato nel discorso che ho fatto poc’anzi. Nella prima quindicina di gennaio abbatteremo – perché la gara è stata vinta ed il cantiere si sta installando in questi giorni – quell’ecomostro di Copanello che è davvero un pugno in faccia.

Per questo abbiamo anche un programma importante del quale abbiamo anche parlato con l’assessore all’urbanistica per vedere un pochino laddove sono state costruite nefandezze nel nostro territorio di poterle abbattere, anche questo potrebbe aiutare la nostra immagine a rinvigorirsi.

Vedrete che nell’elenco dei presenti questa volta non ci sarà Demetrio Naccari che è stato in Giunta per un paio di mesi e non di più. Io lo voglio dire non perché così si dice ad uno che non è presente, ma reputo Naccari una persona di assoluta qualità in questo Consiglio.

Sono convinto che avrebbe potuto dare un apporto, come aveva cominciato a darlo, di qualità all’interno della Giunta e di altrettanta qualità sono certo che lo darà in questo Consiglio regionale. D’altra parte, l’esperienza e il confronto che c’è stato anche in Consiglio nell’anno e mezzo in cui siamo qui presenti tutti noi è stato – lo voglio dire – di profilo alto.

Lo voglio dire nel momento in cui per quegli intrecci e quegli incroci che talvolta si combinano magari dopo una lunga crisi, Naccari non è presente in questa Giunta. Volevo dirgli pubblicamente un grande grazie qui davanti a voi.

Ultima cosa prima di leggere i nomi della Giunta: io non apporto grandi mutamenti alla struttura ma mi limito a dire che i consiglieri che erano assessori e che si erano dimessi rientrano. Rientra il consigliere regionale Nicola Adamo che è nominato Vicepresidente della Giunta regionale con delega alla costruzione della nuova Regione e al marketing regionale.

Rientra il consigliere Doris Lo Moro che è nominata assessore alla tutela della salute e alla politica sanitaria.

Fa la sua comparsa il consigliere regionale onorevole Mario Maiolo che è nominato assessore alla programmazione nazionale e comunitaria.

Al dottor Vincenzo Spaziante già nominato assessore al bilancio e al patrimonio provvisoriamente conferisco anche la delega alle infrastrutture e trasporti. Capisco che magari il suo impegno molto forte sul bilancio non gli dà magari tutto questo tempo, ma non volevo accollarmela io. Su questo poi troveremo la maniera più congrua per affidarla nei prossimi mesi.

Tutti gli altri assessori restano quelli che erano con la stessa delega che avevano. Colgo l’occasione per dire, chiudendo davvero, che naturalmente la prova di questa Giunta sarà sui risultati che potrà conseguire.

Se non dovessero venire risultati, qui non è che diventa necessario andare fino in fondo. Lo dico perché i risultati sono una scommessa per noi. Se non riusciamo a produrre i risultati per questo territorio che ha un bisogno disperato di risultati, è chiaro che noi dovremmo gioco-forza registrare tutto questo e apportare gli opportuni cambiamenti e le opportune modifiche perché il territorio non può aspettare.

Colgo l’occasione, chiudendo, di fare gli auguri non solo al Presidente prima di tutto, alla Giunta e a tutti i consiglieri ai giornalisti e a tutte le persone che con grande pazienza hanno aspettato fino a quest’ora. Grazie.

PRESIDENTE

Sono le 22,33 chi prende la parola ?

Giovanni NUCERA

Presidente, chiedo scusa credo che i 5 minuti siano sufficienti. Cinque minuti veramente questa volta, perché registriamo l’ennesimo fallimento di un’azione politica e devo aggiungere anche – Presidente Loiero, mi perdoni – anche programmatica che ormai era annunciata nei fatti, nel clima di questi giorni ed era annunciata da una stampa che - mi permetto ancora di ripeterlo – non a caso ha già sancito la sorte di questa maggioranza e lo ha annunciato e confermato anche il nervosismo di stasera.

Un nervosismo che di fatti palesava che nulla si è compiuto. Avremmo voluto e ci saremmo aspettati stasera alla chiusura di un anno sciagurato per la Calabria, qualcosa di positivo ed una prospettiva per l’anno a venire. Ma questa prospettiva non c’è come non è mai nato il “sole dell’avvenire”, stasera non è nata la nuova Calabria.

Tutto lo conoscevamo, tutto era come previsto, tutto rientrava in quel gioco di tombola, visto che siamo in tema!, che di fatti nulla ha portato come premio alla nostra Regione. Cosa ha fatto? Su cosa nasce questa Giunta? Sulla presenza dell’unica figura tecnica che avevate portato come novità la volta scorsa a cui questa volta avete affidato un ruolo o forse ancora su questo gioco di passaggio di deleghe sul piano formale, ma che nella sostanza riconferma gli stessi uomini che in due anni non è vero che hanno realizzato qualcosa di buono.

Lei, Presidente Loiero, ha dato una ragione del 50 per cento di quello che questa Giunta ha fatto ma non del 100 per cento. Lei ha fatto autocritica, ma non è stato critico con la sua stessa maggioranza perché non ha avuto il coraggio di andare fino in fondo.

Ecco il rimprovero di fondo che noi oggi stasera le poniamo. Non ha avuto il coraggio, Presidente Loiero. Ci saremmo aspettati stasera qualcosa di più e di diverso, qualcosa che desse una vera speranza alla nostra regione.

Lei ha parlato, parlato e parlato per non partorire nulla di concreto e di vero in questa realtà. Noi bocciamo categoricamente questa nuova Giunta ma non per uno spirito preso, non per una volontà di dire no e no e basta. Ma la bocciamo perché sapete, cari amici, non ce la sentiamo di attribuire ad un’unica persona la responsabilità di un fallimento di questa Regione.

Perché l’unico ad espiare alla fine chi è? L’onorevole Naccari, l’assessore Naccari che rimane fuori.

Questo è quanto di più miserevole stasera si è potuto consumare, non tanto in questo Consiglio quanto ai danni di una Calabria che sta sempre più affondando nella nullità assoluta.

Presidente Loiero, un gesto di dignità non ha avuto il coraggio di farlo e questo non è un presagio positivo per il futuro della nostra regione.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Nicolò. Ne ha facoltà.

Alessandro NICOLÒ

Grazie per la parola concessami, Presidente e onorevoli colleghi.

Intervengo per evidenziare intanto il ruolo positivo svolto dalla opposizione non solo in quest’Aula, ma responsabilmente anche nelle varie Commissioni. Se stasera il Loiero ter è partorito è anche grazie alla posizione responsabile di questa componente, di quest’area che ha voluto stimolare una maggioranza pigra, una maggioranza divisa su tutto, una maggioranza litigiosa e che si voleva trascinare il problema della crisi paralizzando il sistema economico della nostra regione.

Questa è la verità, lo ha detto anche il consigliere Adamo. Le sue parole suonavano come un campanello non di allarme, ma come le campane a morto per la nostra terra, caro Presidente.

Questo purtroppo è ormai intollerabile e siamo arrivati al limite della tollerabilità.

Io vorrei anche citare qualche passaggio. Ma stasera si discuterà anche dell’esercizio provvisorio. Io sono in Commissione bilancio, in quella Commissione in cui il Presidente è stato votato anche grazie all’apporto di questa coalizione.

Per una questione di responsabilità registrammo il disimpegno della Margherita, di una parte di quella coalizione, perché anche in quella circostanza eravate divisi sulla lottizzazione del potere, non su obiettivi programmatici, non su principi nobili ma ignobili. Questa è la realtà.

Io che sono subentrato da poco in Consiglio regionale, mi aspettavo una certa agibilità politica, un confronto più alto, civile e democratico, ma un confronto che veramente potesse garantire alla Calabria quella qualità, perché all’esterno non esportiamo una buona immagine.

Lo si diceva anche tra di noi nei corridoi quando si commentavano le varie vicende che in questi mesi hanno offuscato ancor di più l’immagine della massima istituzione calabrese.

Quando si parla della massima istituzione calabrese, pensiamo che si metta in ginocchio una intera classe dirigente, una intera popolazione.

Stasera diceva il collega Nucera “tanto rumore per nulla”, Presidente Gentile, perché cosa è avvenuto? L’unica variante l’assessore Naccari. Ancora una volta Reggio Calabria subisce l’ennesima penalizzazione.

Stimo molto l’onorevole Naccari, l’assessore col quale ho avuto modo di poter dialogare, interloquire e confrontarmi in Consiglio comunale per i precedenti trascorsi.. Inspiegabilmente, probabilmente Naccari era il vero problema di questa maggioranza perché la sua esclusione risolve come un fulmine a ciel sereno il problema della maggioranza e poi la soluzione della gestione dei fondi europei.

Io vorrei auspicare che da stasera dopo l’aborto del Loiero bis si apra una nuova pagina nei confronti della Calabria, una pagina in cui si cominci a scrivere un nuovo libro, nel quale veramente i veri soggetti protagonisti dovete essere voi che governate e noi per la nostra parte con le diverse responsabilità.

Per quanto ci riguarda, ci siamo già caratterizzati e questo l’opinione pubblica lo sa e la stampa mi auguro lo evidenzi a chiare note.

Dicevo prima che se stasera è arrivato in Aula l’esercizio provvisorio è perché la Commissione, il parere favorevole della Commissione è stato espresso grazie alla presenza del sottoscritto, con la distinzione perché poi ho votato contro l’esercizio provvisorio rispetto ad un argomento di una certa importanza. E lì emergeva la responsabilità da parte di una classe dirigente che ha il dovere di assumersi le proprie responsabilità.

Noi continueremo così come ha detto il mio capogruppo a vigilare e ad esercitare il nostro ruolo di controllo, di vigilanza rispetto all’attività e alla produzione degli atti.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Dima. Ne ha facoltà.

Giovanni DIMA

Grazie, Presidente.

Intanto mi sembra che la seduta di stasera abbia avuto due volti della stessa medaglia, nel senso che noi abbiamo iniziato la nostra discussione o meglio ancora abbiamo aperto i lavori di questo Consiglio regionale con una relazione del Presidente Loiero.

A distanza di molte ore, di qualche protesta, di qualche giusta e necessaria sottolineatura da parte della opposizione, abbiamo avuto una ulteriore relazione del Presidente Loiero.

Una relazione quest’ultima che aggiunge poco alla relazione iniziale della seduta di questa sera se non, appunto, l’elenco degli assessori regionali.

Se ho contato bene una Giunta a 12, compresi il Presidente ed il Vicepresidente con un’unica sostituzione, quella del collega Naccari che viene sostituito dal collega Maiolo. Pertanto, abbiamo avuto, in sostanza solo una sorta di comunicazione, questa sera, Presidente.

Perché così come abbiamo detto già, non è stata una discussione rispetto a quella che è stata la vera crisi di questa maggioranza Presidente Loiero. Io stasera mi sono munito - ed ovviamente non li leggerò tutti – di 90 articoli che hanno segnato l’ultimo periodo della sua Giunta, intendo dire da sei mesi a questa parte.

Una sorta di elenco cronologico di giudizi dei 5 quotidiani calabresi, giornali che conosciamo bene, alcuni dei quali lei conosce in modo particolare e mi riferisco, per esempio, alla “Gazzetta del Sud”, che con garbo ma anche con molta determinazione hanno puntualmente per 6-8 mesi (anzi l’elenco inizia da febbraio) per la verità, elencato una costante azione del suo Governo che non ha mai trovato riscontro sul piano amministrativo, ma piuttosto una puntuale costante e coerente azione di grande difficoltà della maggioranza e del centro-sinistra.

C’è stata e c’è tutt’ora una crisi strisciante del centro-sinistra. Vorrei per esempio ricordare quello che abbiamo detto in quest’Aula non più di 4 mesi fa quando nasceva, appunto, il Loiero bis, cioè che quel tipo di impostazione, quel tipo di ragionamento, quel tipo di elaborazione politica non avrebbero prodotto fatti positivi sul piano politico-amministrativo per questa Regione. Ma piuttosto avrebbero prodotto, così come è stato, una decretazione terribile della crisi di questa nostra Regione. Perché quella Giunta, la seconda Giunta Loiero non ha fatto altro che sancire un devastante rapporto con i partiti e con la società calabrese.

Guardi, Presidente, lei fino alle politiche del 2006, fino ad aprile-maggio del 2006 ha raccolto fisiologicamente, politicamente e normalmente così come puntualmente accade in questa nostra Regione, il necessario consenso. Anzi, lei ha avuto una riconferma sul piano politico generale perché il centro-sinistra raccoglie ad aprile del 2006 più o meno lo stesso consenso raccolto un anno prima in occasione delle regionali, intorno al 57-60 per cento. Quindi una sostanziale tenuta dello schieramento di centro-sinistra.

Da aprile a dicembre 2006 c’è la devastazione della politica del centro-sinistra che è il vero dato che non è emerso questa sera e che lei ha tentato di far intravedere forse in qualche battuta necessaria perché non si poteva tenere tutto addosso nel suo primo intervento nel momento in cui ha tentato di spiegare velatamente i motivi della crisi facendo qualche incursione anche verso i banchi della opposizione…

PRESIDENTE

Un minuto, onorevole Dima.

Giovanni DIMA

…dicendo che evidentemente che qui un contesto tutto devastato e che non risparmia neanche i gruppi di opposizione, cercando anche di sollevare qualche dubbio nel momento in cui definisce questa una Regione fortemente consociativa, dove non c’è distinzione tra maggioranza e opposizione.

Mi sto rendendo conto, amici del centro-sinistra, che quello che state cercando di fare stasera e che stasera farete sicuramente - al di là della rimodulazione formale della Giunta – non è altro che un ulteriore momento della devastazione della politica in Calabria. Perché i calabresi non capiranno mai cosa significano 5 mesi di crisi. Se traduco bene, anche dalla lettura della comunicazione che lei ha fatto, c’è una ulteriore prova dei nostri sospetti, dei veti e controveti.

Orlando viene ad essere caricato al Presidente della Giunta regionale come dirigente per gli affari Ue e la politica con un consigliere della Unione diventa, come dire, padrone della gestione politica.

Anche qui un’altra anomalia Presidente. Non c’è nessuna Regione ad obiettivo 1 che non abbia in seno alla Presidenza la gestione politica dei fondi comunitari.

Questo è un altro elemento che va nella direzione di un clima sicuramente non sereno, perché questa sua terza Giunta non parte col piede giusto, perché non sono stati assolutamente risolti i problemi di fondo di questa maggioranza.

Guardate, sarebbe troppo semplice in un sistema maggioritario con l’elezione diretta del Presidente della Giunta scaricare sul governatore tutte le responsabilità, ma l’onestà del nostro intervento e del nostro atteggiamento mi impone necessariamente di sollecitare…

PRESIDENTE

Onorevole Dima, ha esaurito il tempo a sua disposizione…

Giovanni DIMA

Ho finito. Un minuto ancora, Presidente.

Mi auguro che la discussione possa serenamente appartenere da oggi in poi alla maggioranza perché questa sua non è una maggioranza qualsiasi ma unica nella storia di questa nostra Regione quanto meno per quanto riguarda i numeri. Una maggioranza di 33-34 consiglieri non è mai stata realizzata nei 35 anni di regionalismo né in Calabria né in Italia.

Di fronte a questa comunicazione - perché noi riteniamo che questa sia stata soltanto una comunicazione del Presidente Loiero –ancora una volta, Presidente Bova e mi avvio alla conclusione, noi non possiamo che sottolineare che la Calabria sicuramente non avrà un futuro facile. Non lo potrà avere perché ancora una volta abbiamo notato che in questa proposta politica c’è tutta la fragilità di una proposta politica, appunto quella del centro-sinistra, che continua a naufragare.

Lei ha perso 11 punti in sei mesi. Dal 59 per cento del consenso ricevuto a maggio del 2005 è sceso al 48 per cento classificandosi come ultimo governatore delle Regioni.

Lei è la faccia del fallimento di una coalizione di centro-sinistra. Grazie.

PRESIDENTE

Raccomando ai colleghi, per favore, anche perché non ci siano due pesi e 25 misure, di attenersi al tempo previsto.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Abramo. Ne ha facoltà.

Sergio ABRAMO

Io dopo aver sentito la relazione del Presidente, mi ricollego al ragionamento fatto dai colleghi che mi hanno preceduto, ma permettetemi di dire che stasera per me è stata una serata particolarissima, anche se politicamente non riesco a capire per il motivo a cui si riferiva prima il collega Dima.

Quattro mesi di crisi per poi avere più o meno la stessa Giunta! Quindi noi non capiamo politicamente qual è il vero motivo, che non può essere sicuramente l’assessore Naccari che conosciamo benissimo.

Abbiamo sentito delle cose stranissime, devo dire onestamente, Presidente. Lei parla della crisi e dell’assalto mediatico che abbiamo avuto sulle Tv a livello nazionale, però poi dice che i partiti sono incapaci di risolvere questa crisi. Cioè, un attacco alla sua maggioranza che definisce addirittura cieca rispetto ai problemi che oggi ha la Calabria.

Allora, lei mi permetta di dire in quest’Aula che non capisco politicamente cosa si stia facendo in questo Consiglio regionale. Lei ha parlato di problemi che io condivido e che ha la Calabria. I fondi comunitari, Gioia Tauro, la ricerca, e qui cui accennava anche al buon lavoro fatto dall’assessore Principe, i precari.

Ma sono tutti ragionamenti su cui ancora oggi programmi non ne sono stati presentati.

Per esempio, sento parlare spesso di Gioia Tauro come se fosse la panacea della Calabria, come se fosse solo ed esclusivamente il futuro della Calabria, sento parlare di logistica, ma io dico in quest’Aula che se noi daremo finanziamenti sulla logistica a Gioia Tauro senza avere intorno la produzione, continueremo ad erogare finanziamenti pubblici e comunitari senza aver nessun ritorno.

Né sono contento e felice del fatto che questa Regione abbia sui fondi strutturali finalmente speso 550 milioni di euro, perché se io dovessi chiedere a questa maggioranza quali sono stati i risultati in termini occupazionali, potremmo dire – come negli anni passati e questo lo dico per tutte le coalizioni politiche – che il risultato è zero.

Quindi ricompattatevi - io auspicavo già la volta precedente che si facesse finalmente questa Giunta –, risolvete i vostri problemi, noi siamo qui come minoranza e credo che siamo stati fin troppo educati, credo, come consiglieri di minoranza perché qualcuno di voi ha anche detto che se fosse stato al contrario, avreste occupato l’Aula e non avreste fatto lavorare questo Consiglio regionale.

Noi non lo abbiamo fatto e continueremo a non farlo, ma non possiamo stare zitti rispetto ad alcune problematiche che ci sono state sottoposte questa sera, quindi anche noi dobbiamo dire la nostra.

Quando in campagna elettorale, Presidente, lei vince con uno scarto di quasi il 20 per cento è perché sono state anche fatte delle promesse che vanno mantenute. Noi oggi abbiamo una marea, migliaia di precari che ogni giorno occupano la Regione, perché vogliono essere stabilizzati.

Non si possono stabilizzare i precari – noi lo abbiamo anche detto in campagna elettorale – perché non c’è una legge per gli Lpu che possa permettere agli enti pubblici di assorbire questo precariato. Non c’è capienza negli enti pubblici per assorbire gli Lsu perché abbiamo un blocco da parte del Governo centrale sulle assunzioni negli enti pubblici. Non ci sarà mai lavoro per il precariato, ma soprattutto lavoro e futuro per i nostri giovani se non riusciremo ad utilizzare bene questi fondi e se non riusciremo a far bene questa programmazione.

E’ passato un anno e mezzo ed io dissi la volta precedente che anche se si dovesse iniziare oggi a fare un buon programma, forse non arriveremo neanche in tempo a far la metà di quel programma.

Allora quando la mia parte politica dice “assistiamo a dei balletti”, ci riferiamo al fatto che non possiamo assistere alle vostre situazioni politiche che si sono create, quindi alla creazione di questa Giunta. Ma noi aspettiamo di essere concretamente attori principali di questo progetto che ancora aspettiamo e che non possiamo discutere ancora in quest’Aula.

Mi prendo solo i 3-4 minuti che mi sono stati concessi…

(Interruzione)

Sei minuti? Sono andato oltre e non mi dilungo perché è giusto dar spazio anche agli altri interventi. Chiudo dicendo che mi dispiace che si sia arrivati a questa conclusione. Mi dispiace che a pagarne le conseguenze poi alla fine sia stato un solo assessore, anche se riconosco al nuovo assessore ai fondi comunitari grande competenza perché ho avuto modo di lavorarci.

Sono quindi felice da una parte e mi dispiace che rimanga proprio l’onorevole Naccari fuori, ma noi come minoranza non condividiamo questo atteggiamento assunto dalla maggioranza e non condividiamo che siano stati riconfermati gli stessi assessori e che niente è cambiato.

Presidenza del Vicepresidente Antonio Borrello

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Talarico. Ne ha facoltà.

Francesco TALARICO

Presidente, grazie, io ritengo che rispetto alla soluzione che c’è stata di questa lunga crisi sia difficile trovare le parole più adatte per descrivere questa situazione che è veramente ridicola, nel senso che noi abbiamo assistito per diversi mesi a divisioni, a dimissioni di assessori.

Il primo partito della coalizione, i Ds, ha ritirato i propri assessori dicendo che c’era una forte crisi istituzionale, che occorreva uno slancio, una svolta, un cambiamento per questa Regione.

Adesso, come se niente fosse, tutto quello che si è detto in questo ultimo mese provocando anche una stasi amministrativa di questa Regione è svanito nel nulla.

Gli assessori ritornano al posto che erano come se niente fosse, abbiamo scherzato. Ecco, la Calabria può tranquillamente attendere un mese senza che possa in qualche modo fare delle lamentele perché tanto problemi non ce ne sono in Calabria e noi andiamo avanti con arroganza nella gestione delle nostre cose.

Penso che sia una grande offesa nei confronti dei calabresi e di questa opposizione, sia una grande offesa anche nei confronti della maggioranza perché poi di fatto di questo si è trattato. Tutte queste riunioni e questi incontri, le cabine di regia, tutto quello cui abbiamo assistito per otto mesi, sono passati otto mesi di queste riunioni, il Presidente Loiero diceva nella sua relazione che “9 mesi li abbiamo dedicati alla amministrazione, 11 mesi li abbiamo dedicati a dividerci, a litigare, a provare delle risse, a momenti di scontri”.

Allora quel Loiero bis non è durato neanche il tempo di mangiare il panettone perché poi è stato completamente seppellito, pronto il Loiero ter che a mio avviso durerà pochi mesi perché le grandi contraddizioni di questa maggioranza non sono state risolte.

Poi alla fine il problema è stato l’assessore Naccari al quale va la mia solidarietà, non per altro se non per le frequentazioni giovanili di un grande partito qual era la Democrazia cristiana.

Se questo era il problema, forse si poteva revocare direttamente con un decreto e fare una nomina di un altro assessore, l’amico Maiolo, senza bloccare la Calabria per un anno ed assistere a questo balletto, a questo scenario indescrivibile di questa maggioranza che ancora oggi ha avuto bisogno, dopo tante divisioni, incontri e riunioni di un’altra giornata del Consiglio regionale a dimostrazione che c’è realmente una situazione insostenibile.

C’è una incapacità di governo. Noi abbiamo una regione dove la disoccupazione è enorme, dove i problemi sono quotidiani, le emergenze le verifichiamo tutti ogni giorno. La Giunta regionale non si può riunire nella sede deputata di Viale De Filippis perché deve scegliere in maniera itinerante ogni giorno un luogo diverso per evitare le occupazioni e le grandi proteste dei calabresi.

Tutto questo non serve a nulla, perché poi di fatto questo teatrino della politica, queste interminabili divisioni che ci sono all’interno di questa maggioranza non riescono a trovare un momento di sintesi.

Io dico che c’è una grande responsabilità istituzionale di questo centro-sinistra perché abbiamo una regione in crisi. Il prodotto interno lordo è latente. Le imprese chiudono e nuove imprese non vengono all’interno della nostra regione e tutto questo è indifferente rispetto a questa maggioranza che l’unica cosa che ha da fare è quella di dividersi e quotidianamente avere dei contrasti.

Allora anche rispetto alle emergenze della criminalità organizzata che oggi è forte all’interno della nostra Calabria, la Regione dovrebbe essere un punto di riferimento, una istituzione forte che riesce anche a dare un percorso, una strada, una via di svolta e di cambiamento.

Tutto questo non c’è e anzi ogni giorno si va peggio. L’ultimo sondaggio del “Sole 24 Ore”, che richiamava anche il Presidente Loiero nella sua relazione, è la dimostrazione di una Calabria che aveva scelto questa coalizione di governo con grande fiducia e con grande positività e poi alla fine è stata dimostrata la grande delusione ed il grande tradimento di questa fiducia che c’era stata solo 20 mesi fa.

Questo è quanto noi stiamo vedendo quotidianamente.

L’ultima questione riguarda i fondi comunitari. Qui i fondi comunitari devono rappresentare il futuro e la svolta di una regione, ma ho la netta impressione- e le grandi diatribe che ci sono state in questa maggioranza in questi mesi ne sono la dimostrazione- che il problema vero è di chi li deve gestire. Perché questo è quello che la Calabria ed i calabresi hanno chiaro davanti a sé.

Questa maggioranza che si divide su chi deve gestire i fondi comunitari. Penso che questo sia un dato che si commenta da solo e che deve riflettere realmente, perché attraverso la spesa positiva dei fondi comunitari ci può essere uno sviluppo.

Ma se qui il problema è su chi li deve spartire e dirigere, ritengo che la Calabria non avrà strada lunga e proprio quei fondi non avranno nessuna possibilità di darla.

Finisco subito.

Questo Loiero ter quanto durerà? Non so quanto durerà, magari da qui a qualche mese avremo ancora una volta una grande frattura e una grande crisi che bloccherà questa azione amministrativa. Allora la via migliore, lo ripeto e lo continuo a dire, noi come Udc l’abbiamo proposta è quella di una mozione di sfiducia.

A me dispiace che i colleghi di An e Forza Italia sotto questo aspetto non seguano questa nostra azione perché qui bisogna presentare una mozione di sfiducia, avere un voto e ritornare al più presto possibile alle urne perché questo è quello che vogliono i calabresi. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Feraudo. Ne ha facoltà.

Rivolgo un invito cortese ai colleghi consiglieri di volersi astenere dal disturbare il collega che parla. Grazie.

Maurizio FERAUDO

Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo non tanto per esprimere il disagio ed il disappunto di Italia dei Valori rispetto all’esito con cui si è conclusa questa crisi per essere Italia dei Valori un partito che è tra i soci fondatori della Unione, un partito che ha partecipato alla competizione elettorale nella Unione, determinando la vittoria del centro-sinistra in Calabria, ma intervengo per non essere trascinato come partito in una valutazione che da parte dei calabresi è estremamente negativa verso questo Governo regionale, dal quale siamo inspiegabilmente emarginati mentre si continua da parte del Presidente della Giunta e da parte degli stessi partiti della coalizione un atteggiamento di emarginazione che non trova giustificazione sul piano politico.

Abbiamo letto tutti quello che è successo in questi giorni. Si è parlato molto di Giunta rappresentativa e snella, di Giunta ad 8 più 2, 2 più 10, 10 meno 2.

Il problema è uno: io non capisco e qui mi rivolgo all’Ulivo. Giunta rappresentativa di chi e di che cosa doveva essere questa Giunta che conclude questa fase con l’ennesima mortificazione di un partito della Unione che non viene considerato negli assetti di governo?

Allora un problema si pone per noi, ma soprattutto per la Calabria e per i calabresi perché, guardate, questa non è una vicenda da poco.

Io non so come il Presidente della Giunta e soprattutto l’Ulivo che ha determinato questo confronto spiegheranno ai calabresi domani mattina che in questi mesi hanno giocato e scherzato. Sarà difficile far capire ai calabresi la vera motivazione di questa crisi che ha paralizzato per più di 4-5 mesi l’attività del Governo regionale e che tanti guasti ha prodotto; perché la valutazione che è stata fatta dal “Sole 24 Ore” con quel sondaggio è anche il risultato di questa non gestione che si protrae ormai da tanti mesi e che ha visto un crollo del gradimento del Presidente della Giunta rispetto a quello che era stato il risultato elettorale.

Non è vero che anche il Presidente del Consiglio, Prodi, ha avuto un crollo. E’ vero che oggi si parla di un gradimento pari al 31 per cento ma perché Prodi con la sua finanziaria ha toccato le tasche dei cittadini.

Invece così non è stato per il Governo regionale che non ha toccato le tasche dei cittadini ma ha deluso, perché ha deluso le aspettative di un elettorato che già fortemente deluso da quello che era stato il governo del centro-destra aveva una aspettativa maggiore. Ed è stata tanto più grande la delusione quanto quell’aspettativa che era stata riposta nel centro-sinistra calabrese.

Rispetto ai problemi che ci sono, rispetto a tre mesi fa e proprio in questi giorni cadono i tre mesi di un’altra discussione che c’è stata in quest’Aula con cui era stata rilanciata l’azione di governo, ripeto, i calabresi non capiscono rispetto a quella che è stata definita dallo stesso Presidente della Giunta una palude dalla quale – ha detto lui – bisogna uscire.

Quindi ha definito questa fase di gestione di governo regionale una palude. Ed io penso che ne è uscito nella maniera meno nobile ed edificante perché uscire da una crisi mortificante ancora senza un partito che ha determinato, è stato soggetto attivo e promotore della Unione nazionale ritengo che non sia una scelta felice.

Questa delusione dei calabresi nasce da quello che è accaduto oggi con le vicende pure di questo Consiglio regionale che ha dovuto subire una mortificazione, aspettando 12 ore per conoscere l’esito di quello che era il braccio di ferro tra alcuni partiti della maggioranza ed il Presidente della Giunta.

E’ la conferma che quando in Emilia massacrano questo Presidente della Giunta, questa maggioranza non lo fanno perché hanno un pregiudizio nei confronti di questo Governo regionale ma perché ci sono gli elementi affinché ciò avvenga.

Questa valutazione è negativa purtroppo per il metodo con cui si è conclusa questa vicenda ed è negativa per la mortificazione di un partito che rimane fuori. E’ negativa perché la crisi che si è risolta con la conferma dice ai calabresi che abbiamo scherzato altri due mesi, abbiamo giocato con la Calabria e con i problemi dei calabresi e rispetto ai quali il Presidente della Giunta dovrà dire quanti guasti ha determinato questa crisi.

Se ci sono stati fondi europei che abbiamo perso, noi lo vorremmo sapere, vorremo sapere come recuperiamo il tempo perso rispetto alle riforme che pure erano state deliberate in quest’Aula. Ricordo a me stesso che l’anno scorso ci eravamo dati dei tempi per la riforma degli enti sub-regionali e ancora siamo in alto mare. Ricordo a me stesso che ci eravamo dati delle scadenze anche…

PRESIDENTE

Onorevole Feraudo, il tempo è scaduto, grazie.

Maurizio FERAUDO

Sto chiudendo, Presidente.

Questo ci pone nella condizione di una valutazione con gli organismi nazionali del partito e sicuramente trarremo delle valutazioni che non sono in sintonia con quelle del resto di questa coalizione, perché noi da oggi in avanti, per quello che mi riguarda, ci determineremo di volta in volta. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Gallo. Ne ha facoltà.

Dionisio GALLO

Signor Presidente, alla fine la montagna ha partorito il classico topolino, non perché l’onorevole Maiolo sia un topolino – tra le altre cose è altissimo, quindi non si può scambiare per un topolino – ma per dir la verità topolino non è nemmeno Demetrio Naccari Carlizzi perché è stato in Giunta per soli due mesi, ma pare che tutti i guasti della Regione Calabria siano dovuti alla sua presenza in Giunta.

L’ha detto il Presidente della Giunta regionale: non siamo riusciti a dare risposte.

Ma perché non siete riusciti a dar risposte? Perché c’è stata una incapacità di governo dei singoli assessori? Allora non capiamo come mai questa Giunta, questo Loiero ter sia praticamente una fotocopia del Loiero bis.

Perché la rissosità interna della coalizione vi ha bloccato? Allora, se vi ha bloccato non capiamo su quali basi oggi viene fuori questa nuova Giunta.

Certo è la terza volta che il Presidente della Giunta regionale viene in Consiglio regionale a presentare una nuova Giunta e lo fa facendo un elenco delle cose da fare. Ma la Calabria ed i calabresi sono stanchi di sentire elenchi. Vogliono risposte ai problemi gravi che si sono incancreniti in questo ultimo anno e mezzo perché non solo non hanno trovato risposte ma nemmeno l’avvio delle soluzioni o ipotesi delle soluzioni.

Sarebbe sciocco far oggi ancora l’elenco dei problemi della Calabria che tutti noi conosciamo.

Ma come si chiude questa crisi? Innanzitutto si chiude in un’Aula estremamente distratta, signor Presidente, perché il problema era probabilmente solo uscire con una nuova Giunta.

Si chiude certamente in un’Aula distratta, ma vediamo come.

I Ds dicevano “Giunta snella o morte”. Invece della Giunta snella abbiamo lo stesso numero di assessori del Loiero bis e del Loiero uno.

Allora permettetemi di dire che i Ds non ci fanno una bella figura perché avevano posto delle condizioni importanti, questa del numero degli assessori, ma avevano posto anche come condizione che Salvatore Orlando, nominato direttore generale per i fondi comunitari, dovesse andar via ma invece resta là senza che vada via.

L’Udeur diceva che se è Giunta ad otto ci sta bene un assessore per ogni forza politica. Ma se Giunta larga deve essere noi vogliamo pari dignità, dicevano, perché abbiamo un numero di consiglieri tali da farci avere un secondo assessore.

Oggi anche l’Udeur piega la testa alla Giunta larga con un solo assessore dentro. Perché? Come mai?

Rifondazione comunista diceva “noi non facciamo questioni di assessori o di nomi di assessori” ma le questioni si sono fatte in Rifondazione comunista perché abbiamo assistito nei giorni scorsi al problema interno a Rifondazione comunista con le dimissioni del suo segretario regionale che voleva restare fuori dalla Giunta. Ma Rifondazione comunista diceva “o si dice un chiaro no ad Europaradiso di Crotone oppure noi non entriamo in Giunta”.

Oggi, cari amici di Rifondazione comunista, nelle dichiarazioni – per così dire – programmatiche del Loiero ter non abbiamo sentito il no ad Europardiso, eppure Rifondazione comunista è in Giunta.

I Comunisti italiani dicevano “o si dice subito sì all’articolo 58 bis delle linee guida della legge urbanistica” – grazie, me lo suggerisce l’assessore all’ambiente – “oppure noi non entriamo in Giunta”. Bene, oggi noi non abbiamo sentito nelle dichiarazioni programmatiche del Presidente della Giunta regionale il sì definitivo all’articolo 58 bis.

Allora, amici della maggioranza, noi vi incalzeremo nei prossimi mesi sulle questioni, sui problemi perché avete affossato, speriamo non definitivamente, questa Regione. Vi incalzeremo sui problemi perché voi dovete essere in grado di far tre cose.

L’ho detto già l’altra volta e lo ripeto oggi. Se non siete in grado di farlo, ve ne dovete andare a casa. Le tre cose sono : riformare questa Regione che ha bisogno di una profonda riforma dello Statuto e della legge elettorale e altre riforme istituzionali molto importanti.

Modernizzare questa Regione, la seconda, Avete detto “ entro il 31 dicembre 2006 noi riformeremo e modernizzeremo gli enti strumentali.”

Può darsi che nella prossima settimana modernizzerete e riformerete gli enti strumentali ma io ci credo poco…

PRESIDENTE

Onorevole Gallo, la richiamo al tempo che è già trascorso abbondantemente.

Dionisio GALLO

Presidente, lei ha fatto parlare tutti senza interrompere…

PRESIDENTE

Assolutamente no, si sbaglia di grosso.

Dionisio GALLO

Rapidamente alla conclusione. Allora noi vi sfideremo anche su questo e soprattutto sul fatto che questa Regione vada amministrata, signor Presidente, signori assessori e amici della maggioranza. Questa Regione va amministrata e voi non la state amministrando. Voi dovete porre mano immediatamente al programma operativo regionale 2007-2013 perché altrimenti la Regione perderà anche questo treno.

Voi dovete mettere mano alla soluzione dei gravi problemi della Calabria. Noi vi incalzeremo su questo: la minoranza, l’Udc, la parte della minoranza che è l’Udc vi incalzerà su queste questioni e su questi problemi.

Se non sarete in grado di portare avanti queste questioni, ve ne dovrete andare a casa perché la Calabria non può più sopportare oltre una inazione così pesante per le sue sorti.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Trematerra. Ne ha facoltà.

Michele TREMATERRA

Signor Presidente, onorevoli colleghi, finalmente questa sera abbiamo visto la nascita di un nuovo esecutivo ma dobbiamo anche registrare, per la verità, che quelli che erano i problemi che hanno determinato questa crisi rimangono ancora sul tappeto.

Sappiamo bene che la Calabria al di là di ogni aspetto puramente demagogico è una regione difficile da governare. Ma voi avevate promesso programmazione, impegno, progettualità, avevate promesso sviluppo, ma di tutto questo non abbiamo visto traccia e non hanno visto traccia i calabresi.

Una regione come la nostra che è caratterizzata da ampi spazi di marginalità sociale ed economica ha bisogno di un’azione politica forte ed incisiva, capace di liberare le mille energie creative di cui la nostra terra è indubbiamente ricca, canalizzandole in percorsi di occupazione e quindi di sviluppo.

I fondi comunitari sono una occasione importante di sviluppo per la nostra terra. Tuttavia, senza una progettazione e senza soprattutto una attenta concertazione prima politica e poi sociale, il rischio di inutilizzare i fondi è praticamente un delitto.

Problemi di visibilità e personalismi che degenerano nell’egocentrismo politico non possono sacrificare le aspettative di una regione martoriata da numerose ed antiche questioni. La Calabria ha bisogno di stabilità poiché solo sulla governabilità e sulla coerenza programmatica e sulle azioni è possibile costruire un quadro di certezza che tutti i cittadini avvertono necessario.

E’ un lusso questo, che la Calabria non si può prendere e al di là delle logiche di vincitori e vinti è opportuno che si ritorni a dibattere nel merito delle questioni nell’ottica dell’interesse generale.

Lo spirito di servizio, il senso della responsabilità imporrebbe una presa d’atto definitiva della situazione da parte dell’attuale maggioranza. A questa era finalizzata la nostra mozione di sfiducia.

E’ ormai evidente che c’è un quadro politico regionale in totale dissoluzione. In una terra come la nostra, se manca la politica sono altre forze, altri interessi che si fanno avanti e si rischia di vanificare anche le dichiarazioni di intenti che hanno fatto seguito alla uccisione del nostro povero amico Fortugno.

Questo a nostro parere è il servizio che la politica deve e dovrebbe dare. Dare servizi, in primis, quelli della sanità. Assistiamo invece al solito teatrino della politica fatto ormai da attori logori che si inseguono tanto su logiche spartitorie e complesse quanto su sterili opere di ingegneria istituzionale.

Con profonda onestà intellettuale sappiamo quanto sia difficile impegnarsi in politica in Calabria e per questo non cadiamo nella trappola di attribuire il peso della disfatta alla politica di un solo uomo, del Presidente Loiero, come qualcuno all’interno della sua maggioranza vorrebbe lasciare intendere, compiendo l’abituale opera di mistificazione della verità tipica di una ben definita cultura politica.

Semmai, siamo portati a pensare a Loiero come in un circolo vizioso dove lui rappresenta la vittima ed il carnefice, prigioniero di una maggioranza che come lui e con lui condivide inconfutabilmente le stesse responsabilità.

Alla luce di quanto detto, possiamo quindi affermare che la sfida che il centro-sinistra aveva lanciato al centro-destra e alla Calabria è una sfida ormai persa.

A questo punto noi come opposizione abbiamo l’obbligo morale e politico di chiedere che tutto questo si fermi, che questa classe dirigente stanca e caliginosa torni a casa. Non lo facciamo rivendicando strumentali vicende extra istituzionali, ma lo chiediamo in virtù di una evidente incapacità a governare.

C’è bisogno, quindi di un nuovo messaggio che privilegi i contenuti e non i contenitori…

PRESIDENTE

Il tempo onorevole Trematerra, chiedo scusa, ma è un mestiere difficile fare il fiscalista…

Michele TREMATERRA

…che sappia stare tra la gente e ne capisca i bisogni.

Questo è quello che l’Udc intende fare e questo è quello che l’Udc farà nei prossimi mesi. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Occhiuto. Ne ha facoltà.

Roberto OCCHIUTO

Signor Presidente, onorevoli colleghi, impegnerò meno del tempo che viene previsto per le dichiarazioni di voto. Questo perché l’Aula è stressata e logorata, ma anche perché non avete entusiasmo voi e non abbiamo entusiasmo nemmeno noi ad intervenire oggi, dal momento che quello che stasera avete offerto e che ancora state offrendo è uno spettacolo vergognoso che appartiene solo a chi ritiene di parlare in una stanza, e come se il mondo si concludesse dentro le pareti della stanza nella quale sta parlando.

Però, vi dicevo, nemmeno noi abbiamo entusiasmo perché è forte il timore che la montagna di delegittimazione e di sfiducia che si sta abbattendo sul centro-sinistra e sulle istituzioni calabresi alla fine frani anche su questa parte del Consiglio regionale. E di questo non siamo contenti perché bisogna constatare che oggi si è consumata una sconfitta della politica e della Calabria.

Ci chiediamo soltanto come spiegherete ai calabresi quello che è avvenuto in questi mesi. Come spiegherete che dopo tante discussioni e dichiarazioni avete fatto alla fine la stessa Giunta. Come spiegherete che non c’è stata nessuna discussione sui problemi e sui problemi dello sviluppo. Come spiegherete che vi presentate dicendo di aver concluso una crisi sapendo che questa è soltanto rimandata e sospesa, che non c’è nessuna ricetta programmatica su come affrontare i problemi straordinari di questa Regione.

Come spiegherete ai calabresi che avete fatto una crisi due mesi fa perché la Margherita non aveva rappresentanza in Giunta e avete nominato Naccari assessore, e oggi il Presidente Loiero, al quale noi non vogliamo riconoscere tutta la responsabilità perché la sconfitta di oggi è soprattutto del centro-sinistra, dice che Naccari è bravissimo ma non farà parte della Giunta?

Voglio dire: come spiegate tutte queste cose? Guardate, questa è una Giunta a cui oggi si dà vita solo perché più forte è la paura dello scioglimento, più forte persino dei rapporti logorati all’interno del centro-sinistra.

Concludo, però, signor Presidente, ricordando anche ai miei colleghi di minoranza che ciò che sta avvenendo in Calabria riguarda anche tutti noi che siamo opposizione nel Consiglio regionale.

O abbiamo il coraggio di assumere una iniziativa forte ed incisiva per dimostrare alla Calabria che è possibile costruire una alternativa di governo diverso oppure anche questa parte del Consiglio sprofonderà sotto i macigni della delegittimazione e della sfiducia.

Per questo avevamo proposto la mozione di sfiducia e siamo convinti, ancora, che l’unico percorso per arginare questo clima di delegittimazione della politica passa attraverso il voto anticipato, attraverso la possibilità per i calabresi di rilegittimare i politici e le istituzioni.

Noi dobbiamo esser pronti a costruire una alternativa di governo. Io ho rispetto delle posizioni di tutti all’interno della mia coalizione ma ho paura dell’atteggiamento di quanti vorrebbero che anche la minoranza partecipasse in ragione della gravità dei problemi ad un confronto con la maggioranza che rischia di esser poi un confronto di governo.

Facciamo un bene alla Calabria se le posizioni rimangono distinte, si confrontano nella dialettica democratica dimostrando che c’è una maggioranza che verrà giudicata dai cittadini ma che c’è una minoranza che ha l’ambizione di distinguersi per qualità del progetto politico e per la capacità di attrarre l’attenzione e l’interesse di quanti sbagliando hanno investito sul vostro Governo.

Queste cose volevo dire a conclusione di una fase che, ripeto, non lascia contenti nessuno. Siamo convinti del fatto che alla fine la gente che soffre fuori dal Palazzo, rischia di fare di tutte le erbe un fascio.

Noi avremmo voluto partecipare dalla opposizione ad una stagione importante per la istituzione regionale, ad una stagione che avesse riscritto le regole della Regione facendo le riforme strutturali.

Abbiamo partecipato dalla opposizione alla peggiore delle stagioni politiche della Calabria, dovremo dimostrare di essere capaci di costruire una alternativa allo sfascio che avete generato.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Gentile. Ne ha facoltà.

Presidenza del Presidente Giuseppe Bova

Giuseppe GENTILE

Signor Presidente, onorevoli colleghi, naturalmente cercherò di mantenermi nei tempi previsti. Devo solo dire che avevamo ragione perché questa sera per come il Presidente Loiero ha annunciato la Giunta, credo che abbia annunciato anche il fallimento di questa maggioranza.

D’altra parte, gli interventi che arrivano solo da questa parte politica e non dalla maggioranza tranne quello del collega Feraudo che dissente profondamente per quanto è stato fatto, dimostrano che non c’è entusiasmo.

Poi ho visto che al banco della Giunta mancano 3-4 assessori. Non so se devono fare un giuramento, è previsto una specie di giuramento…

(Interruzione)

Non è previsto? Però non li ho visti qui e non ho visto entusiasmo in nessuno di voi.

Io naturalmente ho cercato di osservare, credo che questa sia stata un’altra sconfitta della politica ed anche la conclamazione del fallimento di questa maggioranza e del centro-sinistra.

Si tirerà avanti per qualche mese ma alla fine i problemi ci saranno ancora.

La cosa che mi dispiace di più è che noi forse, almeno per questi mesi, dobbiamo affrontare i problemi dei cittadini calabresi.

Ecco, quando viene assediata la sede della Giunta regionale, e oramai si verifica di frequente, è una cosa che dispiace, anche per la gente che viene lì, che è costretta a protestare, molto spesso nemmeno organizzata dai sindacati, quindi spontaneamente, perché è disperata e perché non trova in questa Regione degli interlocutori che sanno rispondere alle domande magari in modo franco e schietto.

Io credo che il Presidente Loiero e la Giunta, che naturalmente io chiamavo prima di “ripetenti” ma anche questa è una Giunta di ripetenti per la terza volta, dovrà porsi il problema di affrontare le questioni che stanno sul tappeto.

Noi per la parte che ci riguarda siamo una minoranza che finora ha cercato solo di dar contributi costruttivi non facendoli pesare, non facendo demagogia e non facendo nemmeno proposte che avrebbero potuto danneggiare l’immagine di questa terra.

Purtroppo l’immagine è stata data, è negativa un po’ ovunque. La Calabria arretra rispetto allo sviluppo e ai problemi che esistevano, la Calabria ha problemi di vario genere. Qui c’è allora la necessità di fare un esame molto attento, di verificare, ma lo verificherete voi oggi e nei prossimi giorni, se quello che diciamo noi è fallimento o meno di tutte le questioni che sono state poste in evidenza.

Noi andremo avanti in una posizione comunque di opposizione, ma certamente molto probabilmente più dura, ma sarà una opposizione che faremo in Consiglio ed anche nella società.

Il problema, dunque, non è quello di dire – a parte la battuta – se è o meno una Giunta “ripetente” questa, qui purtroppo il dato è che si sancisce il fallimento della politica ed è quasi un fallimento della istituzione regionale che così non può continuare ad esistere, c’è necessità, se vogliamo, di imboccare altre strade.

Poi ai colleghi del gruppo dell’Udc che dicono che noi dovevamo firmare un documento di sfiducia al Governo, rispondo che la fiducia al Presidente Loiero noi non l’abbiamo mai data quindi non la potevamo nemmeno togliere. Questo documento sarebbe servito solo nell’eventualità che ci fosse stato un ricompattamento della maggioranza che invece qui è divisa e diversa, senza entusiasmo, sta qui, la vediamo, l’abbiamo di fronte.

E né uno come me non firma il documento perché può aver paura di dire andiamo alle elezioni perché qui è tutto allo sfascio! Io credo che se dovrò candidarmi con qualsiasi lista, come è avvenuto anche in passato, e con qualsiasi simbolo, non avrò problemi di essere eletto. Voglio chiarire questa cosa perché qualcuno può pensare che forse noi temiamo le elezioni.

Non le temiamo, questa storiella è una cosa che fa ridere la gente, se uno vuol dimettersi dal Consiglio regionale perché è seccato e stufo, basta solo fare una lettera di dimissioni e si dimette, soltanto con le dimissioni del Presidente Loiero il Consiglio regionale si scioglie.

Io potrei apporre la firma alla mozione di sfiducia ma a condizione che vi sia la condivisione di una parte della maggioranza, in modo da poter raggiungere il numero necessario perché possa essere sciolto il Consiglio. Sottolineo questo non per fare della polemica ma perché più volte siamo stati tirati per la giacchetta in discussioni che non volevamo fare, lo dico con grande onestà ed amicizia in questa sede dove vogliamo continuare a fare un po’ di politica assieme a tutta la opposizione, a tutte le forze di questo nostro schieramento, con grande lealtà e con un confronto tra di noi perché quando c’è stato, ci siamo trovati insieme ed abbiamo camminato in modo unitario.

Se il confronto non c’è, ognuno va per proprio conto e noi saremo il riflesso dello schieramento di maggioranza in Consiglio, perché saremo anche noi divisi e non saremo in grado di dare il contributo necessario che merita questa Regione calabrese.

Voglio dire questo, credetemi, non per fare polemica ma per chiarire, in risposta alle tante battute e discussioni riportate sulla stampa, quelli che sono i nostri intendimenti, perché può sembrare che noi siamo un gruppo o siamo una parte della minoranza che teme qualcosa.

Finora abbiamo evitato le discussioni per quieto vivere e per avere la possibilità e l’opportunità di confrontarci, di lavorare insieme, che poi è la cosa che io auspico di più, per dare, tracciando una linea comune, un contributo che può essere più o meno duro – questo lo stabiliremo insieme – ma che comunque è un contributo della minoranza che va dato in questa situazione drammatica che attraversa il Consiglio regionale.

Poi insieme stabiliremo i percorsi e le strade da percorrere per andare avanti.

Io, al Presidente Loiero che all’inizio ha fatto un’autocritica molto importante ed ha rivolto delle critiche soprattutto alla maggioranza, vorrei dire che è necessario che queste critiche o si chiariscono, così noi saremmo in grado di capire cosa avviene e devono essere chiarite alla luce del sole, oppure saremo costretti dall’anno prossimo a dare forma ad una opposizione di tipo diverso, magari anche ostruzionistico o demagogico se ci capiterà, perché la demagogia la sappiamo fare anche noi. Vogliamo, insomma, che questa situazione non venga a perpetuarsi perché altrimenti ne va veramente delle sorti della Calabria. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Morelli. Ne ha facoltà.

Francesco MORELLI

Grazie, Presidente, non voglio far mancare la mia partecipazione e testimonianza anche in questa giornata di forte decadimento della politica e delle istituzioni.

Più volte è stata evocata la parola Calabria, più volte è stato evocato l’interesse dei calabresi ma mi sorge spontaneo chiedere anche a me stesso fino a che punto si potrà abusare della pazienza dei calabresi.

Dicembre come settembre, nulla è cambiato, nulla è diverso. Anzi abbiamo appreso dallo stesso Presidente Loiero che verosimilmente questa è una crisi che nasce all’interno della stessa maggioranza con contraddizioni e leggo testualmente “inconsistenza non solo numerica ma ricercare obiettivi comuni”. Ma la verità è che questa crisi è connessa a risentimenti personali – dice il Presidente – ed acredini che possono essere risolti e che i partiti della maggioranza sono stati incapaci di arginare.

Questa è la vera verità, cioè che c’è una maggioranza frastagliata come abbiamo più volte detto, ma voglio contenermi nel tempo assegnatomi anche per non tediare l’uditorio. Quindi rassicurando l’onorevole Gentile e gli onorevoli consiglieri della Udc, certamente come Alleanza nazionale abbiamo in comune l’interesse di marciare divisi per cercare uniti nel chiedere il ritorno alle urne e dare la parola agli elettori perché veramente la Calabria non ne può più.

Ma vede, Presidente Loiero, quando i margini di accordo si aggirano negli ambiti ristretti del proprio orticello, non vi possono essere coalizioni capaci di realizzare programmi ammesso che ve ne siano realmente.

Ma pensa veramente il Presidente Loiero – io ritengo assolutamente no perché lo reputo persona esperta e dabbene, capace ed intelligente – che attraverso la sua indiscussa e consolidata abilità politica, che il suo qualificato contributo possa essere relegato semplicemente nell’alveo di un laboratorio nel quale lui è il chimico che spende tutte le sue energie per dosare, calibrare, centellinare senza rendersi conto che comunque è nata e sta per nascere una miscela esplosiva?

Ho tutto il rispetto per i chimici e per il Presidente Loiero, ma ritengo che questo esperimento non possa avere alcunché di successo. Noi parliamo ma tutto rimane come prima. Sembra essersi applicata questa sera la legge del “Gattopardo”: cambiare qualcosa perché nulla cambi ed intanto fuori rimane tutto incontaminato. Gli Lsu, gli Lpu, i trasporti, la sanità. Tutto può attendere.

Sa, signor Presidente del Consiglio, cosa pensa la gente? Pensa che questa Giunta tenta di tirare a campare perché tanto deve raggiungere i due anni e mezzo perché poi si maturano chissà quali prebende.

E’ vergognoso e mi rifiuto pensare che possa essere questo o che voglia essere solo questo. Ovviamente non possiamo esprimere che la nostra negazione più totale a questo Esecutivo perché è insufficiente e non idoneo ad interpretare la drammatica problematicità della popolazione calabrese.

Ora mi avvio alla conclusione, vedo il Presidente Loiero, mi permetterò di omaggiarla signor Presidente – ringraziandola per gli auguri di Natale – dell’ultimo libro di Veltroni che ha scritto “la scoperta dell’Alba”, se ovviamente lei non lo ha già.

In questo libro Veltroni parla e si sofferma sugli individui come categorie di persone divise tra coerenti e uscenti. Io mi permetto di soffermarmi solo sugli uscenti. Ovverosia su quelle persone che hanno la lungimiranza e lucida intelligenza di capire che quando si è sul proscenio le luci stanno per chiudersi, e perciò salutare molto delicatamente, ringraziare e chiedere sommessamente che si cali il sipario per dare ad altri la possibilità di esprimersi. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Pizzini. Ne ha facoltà.

Antonio PIZZINI

Signor Presidente, onorevoli colleghi, confesso il mio disagio, il mio imbarazzo nel cercare di dover fare in quest’Aula un intervento che possa essere quanto meno originale e non ripetere tutto ciò che si è detto qui questa sera, specie dopo l’intervento dell’onorevole Presidente della Giunta, Loiero, e quello dell’onorevole Adamo.

Io mi chiedo, colleghi della maggioranza e della minoranza, quali cose in più potremmo noi dire in questo contesto tali da caratterizzarci in una forma di minoranza più incisiva o, come avevo espresso all’inizio, in qualcosa di originale, quando lo stesso Presidente Loiero all’inizio del suo intervento, in quello che io definisco un suo splendido isolamento che poi è stato gratificato dal silenzio più assoluto nel momento in cui lo ha terminato, e nel contesto di quel che ha detto espressamente, elencava anche i benefici che avrebbe potuto dare questa nuova legge – mi riferisco a quella sulla elezione diretta del Presidente – e cioè un tasso di conflittualità minore rispetto alle amministrazioni regionali precedenti, mentre, invece, si è verificato tutto il contrario, e nessuno riesce a spiegarci in quest’Aula quali sono le motivazioni perché ciò sia stato reso possibile.

Addirittura il suo dire è stato fatto oggetto di un assalto mediatico con attacchi diretti anche contro la persona stessa del Presidente. Sarebbe opportuno conoscere a questo punto il perché di tutto questo.

Ma l’aspetto più singolare e più originale, nel vero senso della parola, è l’aver detto – sue testuali parole – che quella del centro-sinistra è una situazione difficile da ricomporre.

Cioè l’affermazione, da parte dello stesso Presidente, di una crisi ormai permanente che non si può nel modo più assoluto risolvere nel breve, nel medio e nel lungo termine; per non parlare poi di rimbalzo in seguito all’intervento dell’onorevole Feraudo, componente di questa maggioranza, che ha spiazzato in modo un po’ troppo imbarazzante il nostro Presidente del Consiglio, onorevole Bova, il quale si è venuto a trovare talmente disarmato da non aver saputo rispondere e che quindi in suo aiuto abbiamo sentito l’onorevole Adamo.

Ora mi chiedo e chiedo a voi stessi cosa avremmo potuto noi aggiungere di più a quello che ha detto l’onorevole Adamo nel suo intervento sincero e spassionato, caratterizzato da una forte autocritica sulla situazione politico-amministrativa di questa Regione.

Una presa di coscienza, quella dell’onorevole Adamo, che lo ha portato a dire al nostro Presidente della Giunta in modo molto velato e simpatico: stai attento a non tirare la corda perché ormai siamo arrivati al limite, o ti adegui a quel che noi ti abbiamo indicato oppure te ne puoi anche andare a casa.

Rispetto a queste argomentazioni ditemi voi cosa può ancor di più dire una minoranza, cosa può poter dire e concepire. Se questi nostri due attori, il Presidente della Giunta e l’assessore Adamo, non avessero nel contesto del loro intervento detto di essere parte integrante della maggioranza, chi ascoltava al di fuori di questo contesto regionale avrebbe inteso che facevano a tutti gli effetti parte della minoranza di questo Consiglio.

Ora dico, a quelle osservazioni fatte dal Presidente della Giunta, che lui stesso osava giustamente dire che veniva attaccato da più parti dalla sua stessa maggioranza, tacciato di immobilismo, di galleggiamento sulle cose, cioè il non far nulla, oppure, in antitesi a questi termini, di “cesarismo”, quindi di una posizione molto forte e di decisionismo su quello che doveva fare, come lo possiamo giudicare nel momento in cui ha elencato i nomi di quella che avrebbe dovuto essere una nuova Giunta?

Ritengo che non si possa in alcun modo qualificare un intervento del genere perché è di una insulsaggine e di una incongruenza enorme. Abbiamo capito, onorevole Naccari, finalmente che lei è il male di tutta la nostra Regione. Eppure nessuno – anche negli interventi che si sono preceduti – ha potuto dare una spiegazione sul perché ciò è avvenuto. Nonostante avesse incominciato in un modo molto brillante: Presidente della seconda Commissione, Vicepresidente del Consiglio regionale e assessore in men che non si dica. Questo brillantissimo inizio in questa legislatura è stato stroncato a piè sospinto.

Ma perché, ci chiediamo noi. E’ vero, ci domandiamo, che tutti i mali di questa Giunta, di questa crisi, di questi 18 mesi dovevano individuarsi nella sua persona? Questa ci sembra veramente una cosa molto riduttiva. Allora cosa c’è sotto? Viene comunque, ancora una volta, messa una toppa a quella che noi riteniamo essere una crisi latente ed ormai irreversibile, affinché possa dare un minimo di respiro da qui a 4 mesi, per non far una figuraccia a livello della opinione pubblica, non dico calabrese o italiana ma addirittura mondiale, per quanto riguarda la spesa dei Por. Quindi, come l’onorevole Adamo stesso fa sottintendere, all’indomani si andrà tutti a casa, anche il Presidente della nostra Giunta.

Noi la intendiamo in questo modo. Quindi da una Giunta altrettanto snella, ad 8, annunciata ed ufficializzata, d’un colpo, d’emblée si passa ad una Giunta grassa, la stessa, la fotocopia della precedente, e, come il nostro onorevole Gentile, capogruppo di Forza Italia, definisce più volte, “ripetente”, ma con nessuna motivazione politica, amministrativa che possa dare una giustificazione a quanto sta avvenendo nella nostra Calabria.

Dice bene l’onorevole Feraudo: come si potrà giustificare questa operazione, non dico domani, ma anche in questo hanno avuto una certa fortuna, è stato un po’ tutto, pare, programmato perché la stampa, come sappiamo, 5 giorni, da qui a 4 giorni non uscirà e gran parte delle notizie non si sapranno.

Ma ormai il passaparola è talmente forte in questa nostra regione che tutti i dati negativi – purtroppo sono tutti negativi – vengono ad esser presi e dati in una…

(Interruzione)

Mi avvio alla conclusione, perché il Presidente mi fa cenno che il tempo è finito.

Siamo ormai tutti quanti convinti che questa sia una Giunta a termine, che non può andare avanti se non qualche mese dopo di che ci ritroveremo non so con quale altra soluzione.

Ma dice bene il nostro capogruppo: siamo stati molto responsabili in questi lunghi mesi di agonia della nostra Calabria sperando che qualcosa potesse cambiare in meglio e positivamente per la nostra regione, ma ci rendiamo conto che purtroppo ciò non è stato possibile.

Quindi, questo nostro atteggiamento oramai non può essere più di collaborazione verso una maggioranza che si è dimostrata arrogante in tutto questo tempo e che ha avuto l’apice in questo fallimento conclamato del centro-sinistra; rispetto a tutto ciò noi vi saremo alle calcagna e faremo sentire il nostro fiato sul vostro collo e faremo tutte quelle azioni possibili ed immaginabili in modo da far comprendere a voi che dopo tutti questi mesi passati, purtroppo non avete inteso che il tempo è scaduto e che la Regione merita qualcosa di migliore ma nel più breve tempo possibile. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Pacenza. Ne ha facoltà.

Franco Mario PACENZA

Grazie, Presidente, io in premessa vorrei sottolineare un elemento che è sicuramente di novità. Per la prima volta col nuovo sistema elettorale, anche perché nelle settimane passate c’è stata una discussione qui dentro e fuori di qui rispetto alle funzioni e alle prerogative dell’assise regionale, stasera il nuovo Governo regionale viene presentato in Consiglio regionale. Non viene presentato tramite una conferenza stampa – ci mancherebbe, legittima – ma si affida alla casa dei calabresi la funzione suprema.

Penso che questo sia un elemento importante. Certo noi abbiamo avuto nelle settimane passate – qui non c’è nessun elemento teso, per quanto ci riguarda, a nascondere né a mettere in campo ipocrisie – una discussione vera, a volte anche aspra. Ma abbiamo fatto una discussione vera rispetto alle sofferenze e ai limiti che avevamo di fronte, e l’abbiamo fatta alla luce del sole, con contenuti.

Non abbiamo fatto una discussione imperniata sulle vicende – certamente anche queste legittime – che potevano riguardare la comunicazione di ciascuno di noi. Abbiamo fatto, dicevo, una discussione vera ed il cuore di questa discussione è stata la vicenda della spesa.

Vorrei che anche qui i colleghi della opposizione non avessero memoria corta. C’è stata una discussione vera e c’è uno snodo altrettanto vero. Cioè quello di come questa Regione assume l’opportunità della spesa non più dentro un certo tipo di ipotesi che, purtroppo, si sono manifestate anche in questi mesi che abbiamo alle spalle e mi riferisco, per esempio, all’utilizzazione di progetti sponda e ad un assillo che abbiamo avuto tutti, cioè quello di spendere. Questa impostazione non ci convince e non serve alla sfida che ha la Calabria. Quindi abbiamo messo al centro di questa discussione la capacità di programmare la spesa.

A proposito, qualche collega della opposizione ha detto che lo scontro era su chi metteva le mani sui fondi comunitari. Anche qui c’è memoria corta. Il Consiglio regionale ha già votato nell’aggiornamento del programma che la gestione anche delle risorse comunitarie compete ai sistemi territoriali. Che la Regione in questo lavoro che è stato avviato nei mesi passati e che va sotto l’etichetta della nuova Regione, deve avere la capacità di programmare, di coordinare e di controllare, non di gestire.

Quindi altro che le mani sulla spesa! Invece noi diciamo che la sfida deve riguardare la costruzione della nuova Regione.

Si sono posti problemi di collegialità, di organizzazione, si sono posti problemi, in una parola, di come si riesce a far governo in una visione di squadra in cui ci siano le competenze e le prerogative per ogni pezzo.

Ci sono le prerogative del Presidente, delle formazioni politiche, dei gruppi consiliari, ci sono le prerogative del Consiglio regionale, ci sono le prerogative delle rappresentanze sociali.

Noi abbiamo consapevolezza che se non riusciamo a mettere in concerto i diversi pezzi del sistema, rischiamo di non produrre quella capacità di governo verso cui abbiamo l’ambizione.

(Interruzione)

Arrivo, Presidente, però le vorrei far notare che parlo a nome di tutta la maggioranza e quindi forse qualche ho diritto a qualche secondo in più, anche per dare un minimo di motivazione, considerate anche le legittime osservazioni che sono state poste.

Dicevo, quindi, che l’assillo che ci siamo posti è quello dei risultati. Cioè, di come questa esperienza di governo che oggi è più matura, ha più consapevolezza, più conoscenza, più cognizione delle contraddizioni vecchie e nuove, possa fare risultato.

Questo è l’assillo che ci siamo posti e dentro questo, guardate, nessuno di noi intende rinunciare ad una sana competizione, ad una competizione del fare, del proporre, ad una competizione che cioè metta in moto un sistema virtuoso rispetto a quelli che sono gli assilli e le ansie di questa regione.

Certo, abbiamo qui anche consapevolezza che se, per esempio, con la proposta di questa sera sui fondi comunitari facciamo un passo avanti importante, e sottolineo importante, l’importanza non è ascrivibile solo alle vicende dei singoli, con tutto il rispetto per i singoli, perché ci siamo sforzati di mettere in moto un percorso che potesse rispondere di più e meglio alle contraddizioni che abbiamo vissuto.

Su altre questioni noi stessi riconosciamo che bisogna accelerare il passo e che anche nel recente passato si sono accumulati limiti ed impostazioni serie, che bisogna spingere più avanti e bisogna andare oltre anche ad alcune forme di continuismo e di quotidianità.

Abbiamo questioni strategiche e voglio citare la prima fra tutte che è quella del lavoro che non può essere vissuta come un fatto dipartimentale, ma che deve diventare l’emergenza delle emergenze, che deve diventare, cioè, l’assillo quotidiano di tutta la squadra e di tutte le funzioni di governo.

Poi, ci mancherebbe, questa è la proposta che il Presidente ha avanzato dentro le sue prerogative, perché noi non ci siamo posti un problema di contrapposizione, di conflitto o di limitazione delle diverse funzioni ma, questo sì, di armonizzazione delle diverse funzioni.

Questa è la proposta che ha avanzato il Presidente e che raccoglie e porta più avanti anche obiettivi che ci sono stati nel dibattito che altri certamente nelle prossime settimane e nel fare governo dovranno spingere ulteriormente, perché ancora bisogna portarli più avanti.

Altre due cose ed ho finito, Presidente. Dentro questo percorso – lo voglio dire – in queste settimane, nelle dinamiche politiche della nostra Regione abbiamo con uno sforzo importante e coraggioso rimesso in campo l’Ulivo.

Perché, per esempio, la frammentazione del sistema politico non solo quello calabrese ma complessivamente è certamente un elemento di difficoltà.

Noi abbiamo rimesso in campo l’Ulivo calabrese. Nelle prossime settimane formalizzeremo anche il regolamento consiliare che codifica l’organizzazione del gruppo federato dell’Ulivo. C’è un lavoro sul terreno politico che penso nelle prossime settimane possa andare avanti.

Anche questo ritengo sia uno strumento che aiuta in quella direzione perché fa sintesi, fa garanzia, fa riferimento anche a forze, ad intelligenze ed a passioni che magari i singoli partiti – così come sono – non sarebbero nelle condizioni di intercettare.

Quindi un lavoro che prosegue. Noi non ci siamo posti l’ora ics di questa discussione ma l’abbiamo assunta noi la sofferenza e le difficoltà. Oggi una parte di queste sofferenze e di queste difficoltà le spingiamo più avanti.

Riteniamo, per esempio, che nelle prossime settimane a partire da subito bisogna fare un grande lavoro di ascolto in tutto il sistema calabrese per quanto riguarda la programmazione dei fondi comunitari.

Se questa è la sfida siamo consapevoli che anche qui c’è una responsabilità assai significativa. In queste ore, in questi giorni ci hanno guidato cultura di governo e responsabilità con l’ansia di fare e di produrre risultati, con l’ansia di percepire e di rimandare più avanti un lavoro di risultati, di riforma, un lavoro che rispondesse di più e meglio a quelle che sono le ansie dei calabresi.

Poi, certo, dentro questo c’è la funzione di ciascuno di noi. Ritengo che alcuni passaggi dei colleghi della opposizione alcune volte hanno anche rasentato qualche caduta di stile.

Qui non c’è stato nessun obiettivo né tanto meno c’è stato un assillo o individuare dentro soggettività le responsabilità di quello che è avvenuto.

La discussione non è partita su questioni che riguardavano postazioni o su questioni di sgomitamento, si conclude nello stesso modo, cioè dentro quello che è il circuito politico e in quello che sono anche le funzioni e le prerogative delle formazioni politiche dei consiglieri regionali. Quindi anche quando si fa riferimento al collega Naccari, che non solo consociamo per le sue doti e capacità che ha dimostrato nelle diverse funzioni.

Riteniamo che questa sfida la possiamo e la dobbiamo vincere, con questo circuito di utilizzare al meglio tutte le risorse, tutti gli uomini e le donne di questo Consiglio regionale a partire dalla maggioranza in una visione sistemica e quindi senza nessuna mortificazione e senza nessuna esclusione. Questa è la premessa per poter raggiungere quegli obiettivi.

Quindi penso che su questo terreno anche alcune battute che sono state fatte in questa discussione hanno il sapore della strumentalizzazione ma non quello della politica.

Noi ci rimettiamo in cammino, in moto consapevoli della responsabilità che abbiamo e consci anche di quelli che sono i drammi di questa terra.

Riteniamo però che possiamo dare risposte non a tutte le contraddizioni ma possiamo, però, invertire ed accelerare un percorso che in queste ultime settimane e in questi ultimi mesi si era appannato.

Un ultimo riferimento lo faceva anche il Presidente nella introduzione.

Questa esperienza consiliare nei primi mesi aveva innescato ed anche raccolto e dato sbocco e sfogo ad una serie di aspettative.

Non a caso in quei mesi di lavoro si sono prodotti risultati importanti anche, per esempio, alcuni riconoscimenti di queste ore.

Mentre alla nostra Regione riconoscono meriti in materia di stabilità finanziaria e di affidabilità finanziaria, e ci fanno fare qualche passo avanti, quelle stesse agenzie, e mi riferisco ai mutui per esempio ad altre Regioni del Mezzogiorno, ci fanno fare passi indietro.

Penso che non sia stato un caso se questa maggioranza in 12 mesi ha avuto la forza di approvare tre bilanci, tre leggi finanziarie. Penso che se ripartiamo da lì, da quella convinzione in un approccio sicuramente dialettico tra di noi ma con la cultura – insisto – del governo e della responsabilità, noi possiamo tornare a dare risposte importanti e positive.

PRESIDENTE

Non ho iscritti per cui la discussione è conclusa. Non vedo in Aula l’onorevole Occhiuto perché da parte della Presidenza è stato presentato uno stringato ordine del giorno come si era chiesto che sottopongo alla votazione dopo averlo letto.

“Il Consiglio regionale della Calabria

riunito il 21 dicembre 2006 al termine del dibattito visto il provvedimento amministrativo numero 8 della 8^ legislatura “approvazione programma di governo, articolo 33, comma 4 dello Statuto”;

visto il provvedimento amministrativo numero 179 della 8^ legislatura “aggiornamento del programmazione di governo” già presentato alla Giunta regionale, articolo 16 comma 2 lettera a) e 33, comma 4 dello Statuto;

approva le comunicazioni del Presidente della Giunta regionale, onorevole Agazio Loiero sull’attuale situazione politica”.

Giovanni NUCERA

Signor Presidente, lei lo ha letto, noi lo abbiamo ascoltato con molto garbo…

PRESIDENTE

Non è che si apre la discussione…

Giovanni NUCERA

Presidente, non si apre la discussione siamo stanchi tutti quanti, pure io… le do atto che lei non lo è ma io sono stanco. Chiedo la votazione per appello nominale.

Gesuele VILASI, Segretario Questore

Fa la chiama.

PRESIDENTE

Comunico l’esito della votazione. Presenti e votanti 39. Hanno risposto sì 28 consiglieri. Hanno risposto no 11. Astenuti nessuno.

Pertanto l’ordine del giorno è approvato a maggioranza assoluta.

(Hanno risposto si i consiglieri: Acri, Adamo, Borrello, Bova, Censore, Cherubino, Chiarella, Chieffallo, De Gaetano, Frascà, Giamborino, Incarnato, La Rupa, Loiero, Lo Moro, Maiolo, Naccari Carlizzi, Pacenza, Pirillo, Principe, Racco, Sculco, Serra, Stancato, Sulla, Tallini, Tripodi M., Tripodi P.; hanno risposto no: Abramo, Feraudo, Gallo, Gentile, Nicolò, Nucera, Pizzini, Sarra, Talarico, Trematerra, Vilasi.)

Chiamo i capogruppo al banco della Presidenza in modo da organizzare i lavori.

(I capigruppo si portano al banco della Presidenza)

Proposta di provvedimento amministrativo n. 118/8^ di iniziativa della Giunta regionale recante: “Legge 26/98 – Progetto APE – Appennino Parco d’ Europa – Approvazione schema della Convenzione degli appennini”

PRESIDENTE

Si passa alla proposta di provvedimento amministrativo n. 118/8^ di iniziativa della Giunta regionale recante: “Legge 26/98 – Progetto APE – Appennino Parco d’ Europa – Approvazione schema della Convenzione degli appennini”.

Il relatore si rifà alla relazione. Pongo in votazione pertanto l’articolato.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 3.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 4.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 5.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 6.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 7.

(E’ approvato)

Pongo in votazione la legge nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Proposte di legge (unificate) n. 115/8^ di iniziativa della Giunta regionale e n. 125/8^ d’iniziativa dei Consiglieri Frascà e Pacenza recante: “Disposizioni sulla partecipazione della Regione Calabria al processo normativo comunitario e sulle procedure relative all’attuazione delle politiche comunitarie”

PRESIDENTE

Si passa al terzo punto all’ordine del giorno che recita Proposte di legge (unificate) n. 115/8^ di iniziativa della Giunta regionale e n. 125/8^ d’iniziativa dei Consiglieri Frascà e Pacenza recante: “Disposizioni sulla partecipazione della Regione Calabria al processo normativo comunitario e sulle procedure relative all’attuazione delle politiche comunitarie”.

Questo provvedimento è stato approvato alla unanimità in Commissione.

La relatrice si rifà alla relazione.

Pongo in votazione pertanto l’articolato.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 3.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 4.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 5.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 6.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 7.

(E’ approvato)

Presidenza del Vicepresidente Antonio Borrello

PRESIDENTE

Prego i signori consiglieri di prendere posto. Su richiesta di qualche capogruppo il punto tre all’ordine del giorno è sospeso. Si passa al punto 4.

Proposta di provvedimento amministrativo n. 154/8^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio di previsione dell’ARDIS (Agenzia Regionale per il Diritto allo Studio) di Catanzaro per l’anno finanziario 2005”

PRESIDENTE

Il punto 4 all’ordine del giorno recita Proposta di provvedimento amministrativo n. 154/8^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio di previsione dell’ARDIS (Agenzia Regionale per il Diritto allo Studio) di Catanzaro per l’anno finanziario 2005”.

L’onorevole Chieffallo, relatore, ha facoltà di intervenire.

Leopoldo CHIEFFALLO, relatore

Presidente, mi rifaccio alla relazione a suo tempo approvata alla unanimità dalla Commissione.

PRESIDENTE

Non essendoci richieste di parola pongo in votazione la Proposta di provvedimento amministrativo n. 154/8^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio di previsione dell’ARDIS (Agenzia Regionale per il Diritto allo Studio) di Catanzaro per l’anno finanziario 2005”.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Proposta di provvedimento amministrativo n. 183/8^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: ' Bilancio di previsione dell’ARPACAL (Agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente della Calabria) per l’anno finanziario 2006'

PRESIDENTE

Si passa al punto 5 all’ordine del giorno che recita Proposta di provvedimento amministrativo n. 183/8^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio di previsione dell’ARPACAL (Agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente della Calabria) per l’anno finanziario 2006”.

L’onorevole Sulla, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione…

Giovanni NUCERA

Presidente, ovviamente nel voto agli atti deliberativi, io voto contro così come pure il mio gruppo vota contro…

PRESIDENTE

Per favore, esprimetevi nel momento in cui viene richiesto il voto, però…

Giovanni NUCERA

E’ chiaro, Presidente…

PRESIDENTE

Non è chiaro per niente. Onorevole Nucera, è chiaro solo nel momento in cui viene espresso chiaramente il voto, diversamente che sia chiaro è un po’ difficile.

Giovanni NUCERA

Abbiamo espresso voto negativo.

PRESIDENTE

Ci sono poi gli uffici che registrano le votazioni ed il Segretario questore.

Sul bilancio Arpacal relativo al 2006, ha facoltà di parlare il relatore, onorevole Sulla.

Francesco SULLA, relatore

Anche io mi rifaccio alla relazione svolta in sede di Commissione.

PRESIDENTE

Onorevole Sulla, prego.

Francesco SULLA, relatore

Ho già detto che mi rifaccio alla relazione …

PRESIDENTE

Chiedo scusa, ma se mi vengono a parlare mentre si discute, ho difficoltà a concentrarmi.

Pongo in votazione la Proposta di provvedimento amministrativo n. 183/8^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio di previsione dell’ARPACAL (Agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente della Calabria) per l’anno finanziario 2006”.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Ha chiesto di parlare l’assessore Pirillo. Ne ha facoltà.

Sull’ordine dei lavori

Mario PIRILLO, assessore all’Agricoltura, Foreste e Forestazione

Presidente, vorrei sottoporre all’Aula l’inserimento all’ordine del giorno di due provvedimenti amministrativi che giacciono presso le Commissioni.

Uno riguarda l’approvazione del piano dei servizi di sviluppo agricolo 2005-2007, che si trova nelle Commissioni dal 10 ottobre 2005.

L’altro riguarda il programma autosostenibile di sviluppo nel settore forestale regionale perché dal 1° gennaio noi dobbiamo fare i piani attuativi e la Commissione non ha ancora approvato il programma generale. Grazie.

PRESIDENTE

Sulla richiesta dell’assessore Pirillo chi intende parlare?

Leopoldo CHIEFFALLO

Stante l’urgenza delle pratiche rappresentate siamo d’accordo.

PRESIDENTE

L’assessore Pirillo ha chiesto l’inserimento all’ordine del giorno di due provvedimenti…

Giovanni NUCERA

Presidente, sono contrario.

PRESIDENTE

…“Approvazione programma di servizi sviluppo agricolo 2005-2007” e “Programma autosostenibile di sviluppo nel settore forestale regionale”.

Ho chiesto se ci sono interventi sulla proposta…

Giovanni NUCERA

Presidente…

PRESIDENTE

Se non ci sono interventi…

Giovanni NUCERA

Presidente, stiamo chiedendo la parola se lei ce la dà…

PRESIDENTE

Prego, onorevole Nucera.

Giovanni NUCERA

Siamo decisamente contrari all’inserimento all’ordine del giorno dei due punti trattati perché devono andare in Commissione per essere lì discussi. Ora non stravolgiamo un po’ i contenuti di quello che era stato l’accordo sottoscritto col Presidente Bova.

Noi abbiamo dato la nostra disponibilità a continuare i lavori in maniera serena sui punti posti all’ordine del giorno, non sull’inserimento di nuovi punti per cui la prego, cortesemente, di esser cauto.

Questi provvedimenti, sono d’accordo con l’assessore Pirillo, sono importanti e indifferibili ma che vengano in Commissione in via prioritaria e noi li discuteremo e affronteremo con la serenità che è dovuta ai lavori dell’Aula secondo Regolamento.

Quindi, Presidente, su questo io chiedo un gesto veramente di collaborazione perché non conosciamo neanche il contenuto di questi provvedimenti.

Mario PIRILLO, assessore all’Agricoltura, Foreste e Forestazione

Onorevole Nucera, forse lei non ha ascoltato la mia richiesta, perché se lo avesse fatto, probabilmente non avrebbe fatto queste affermazioni.

Noi parliamo di un programma per i divulgatori agricoli che è del 2005-2007 ed è stata presentata in Commissione la delibera il 10 ottobre 2005. Se non facciamo questo provvedimento, ai divulgatori agricoli dell’Arssa che fanno parte di questo programma non verrà pagato lo stipendio. La ragioneria ha bloccato i mandati di pagamento.

Questo perché è stato presentato nel lontano 2005, il 10 ottobre 2005 e fino ad ora la Commissione non l’ha esaminato e non l’ha mandato in Consiglio regionale. Questo è il problema.

L’altro che ho proposto io e che andrà all’ordine del giorno se il Consiglio è d’accordo riguarda il programma quinquennale di forestazione.

(Interruzione)

Fammi finire, per favore non sto discutendo di…

Siccome il 1° gennaio per la legge 20 devono essere fatti i piani attuativi, se non passiamo questo, quel piano attuativo non lo possiamo fare. Paradossalmente, non potremmo pagare gli operai idraulico-forestali.

Io l’ho proposto, è registrato, pertanto il Consiglio se ne assuma la responsabilità.

PRESIDENTE

Sulla proposta di inserimento all’ordine del giorno dei due punti che ho detto prima, chi è d’accordo?

Francesco SULLA

Non ho capito. Mi pare che la richiesta fosse così articolata: al primo punto, quello sui divulgatori, mi pare che sia stata già concordata la opportunità di trattarlo questa sera, tra quelle cose che sono state già concordate col Presidente.

Per quanto riguarda invece l’altro, c’è una discussione in Commissione e speriamo che entro il…

PRESIDENTE

Sì, onorevole Sulla, forse non ci siamo spiegati. La proposta, la richiesta dell’assessore Pirillo è che i due punti siano inseriti all’ordine del giorno e quindi dobbiamo andare per gradi…

Francesco SULLA

Il primo punto sicuramente sì…

PRESIDENTE

Per adesso votiamo l’inserimento all’ordine del giorno di entrambi i punti. Poi eventualmente quando si arriva alla discussione su questi due punti discuteremo come fare.

Dionisio GALLO

Presidente, posso avere la parola un secondo?

PRESIDENTE

Onorevole Gallo la prego, io voglio solo richiamare l’attenzione…

L’assessore Pirillo – ripeto – ha chiesto l’inserimento all’ordine del giorno di due punti. C’è un primo e un secondo punto. Sono due punti distinti, certo…

Giovanni NUCERA

E lei uno alla volta li deve discutere…

(Interruzione)

Non c’è dubbio, mi pare evidente, è lampante, è chiarissimo che l’inserimento all’ordine del giorno avviene sul primo e sul secondo punto. Non ci sono meccanismi diversi per poter arrivare all’inserimento. Si vota sulla proposta dell’assessore Pirillo…

Francesco SULLA

Sì, ma per punto, però, Presidente, sono due i punti, votiamo sul primo punto su cui eravamo tutti d’accordo… e poi passiamo…

PRESIDENTE

Ma sto dicendo primo punto prima e secondo punto dopo…

Alberto SARRA

Esatto, l’assessore Pirillo li ha accorpati nella richiesta, ma nella votazione devono essere distinti e separati. Lui ha fatto un unico intervento, ma tecnicamente possiamo decidere di…

PRESIDENTE

Non c’è alcun dubbio che è così.

Pongo in votazione l’inserimento all’ordine del giorno provvedimento amministrativo che recita a “Approvazione programma piano dei servizi di sviluppo agricolo 2005-2007” che pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Viene inserita, pertanto, all’ordine del giorno la delibera numero 862 della Giunta regionale.

La seconda richiesta riguarda il “Programma autosostenibile di sviluppo nel settore forestale regionale”.

Francesco SULLA

Questo punto, siccome si è avviata già la discussione, penso che lo potremo sicuramente portare alla prima seduta utile di Consiglio e l’affronteremo facendo svolgere la discussione che è stata avviata già dall’assessore anche con le audizioni in Commissione.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Pirillo. Ne ha facoltà.

Mario PIRILLO, assessore all’Agricoltura, Foreste e Forestazione

Scusate se intervengo per la terza volta su questa questione.

Il piano quinquennale sulla forestazione è stato presentato il 3 agosto di quest’anno. Voglio ricordare al Consiglio che la stessa Corte dei conti nella relazione annuale ha evidenziato che questo programma è nelle Commissioni dal 3 agosto senza essere stato approvato.

Io ho sollecitato almeno 3-4 volte i Presidenti del Consiglio e della Commissione e devo dire che finalmente è arrivato in Commissione. E’ stata fatta l’audizione, ma io ho un problema; cioè siccome l’Aula stasera si esprime, se non è all’ordine del giorno, se non me lo mettete all’ordine del giorno, io contravvengo al dettato della legge 20 che prevede che col 1° gennaio debbano essere fatti i piani attuativi sulla base del piano triennale o quinquennale che sia.

Io lo dico qui, sono a posto, io l’ho dovuto proporre per cui non c’è neanche contrapposizione con i colleghi della Commissione o col Presidente; però io ho il dovere di riferire a questo Consiglio regionale che entro il 31 dicembre questo programma andava approvato.

Le Commissioni non hanno avuto l’opportunità di approvarlo. Resta all’ordine del giorno della Commissione. Io penso che sia utile che sia anche all’ordine del giorno del Consiglio regionale, poi il Consiglio è sovrano.

PRESIDENTE

Allora sulla proposta di inserimento all’ordine del giorno del “Programma autosostenibile di sviluppo nel settore forestale agricolo” chi è d’accordo?

(Interruzione)

Scusate, siamo in votazione. Onorevole Gallo, la prego, si sieda, stia tranquillo e mi faccia fare il mio lavoro.

Ho chiesto se ci sono interventi e solo l’onorevole Sulla..

Dionisio GALLO

Presidente, mi deve fare la cortesia di darmi la parola…

PRESIDENTE

Assolutamente, non le do la parola…

Dionisio GALLO

Perché l’assessore ha parlato tre volte e lei mi deve dare gentilmente la parola, Presidente…

PRESIDENTE

L’assessore ha chiesto la parola…

Giovanni NUCERA

…tutti gli accordi… lei non può tenere questo comportamento…

(Interruzione)

Pacenza, ti richiamo alle tue responsabilità! E diamine!

PRESIDENTE

Colleghi, scusate un secondo. Onorevole Nucera…

(Interruzione)

Dionisio GALLO

Ma, dai, non è possibile, una settimana in più o in meno…

Mario PIRILLO, assessore all’Agricoltura, Foreste e Forestazione

Scusate, vi chiedo scusa, ma lei onorevole Gallo il 19 dov’era quando l’onorevole Sulla ha convocato la quarta Commissione? Dov’era la minoranza…

Dionisio GALLO

Non c’era la maggioranza, assessore Pirillo…

Mario PIRILLO, assessore all’Agricoltura, Foreste e Forestazione

C’era la maggioranza, lei era assente…

Dionisio GALLO

Presidente, per favore non c’era la maggioranza…

Mario PIRILLO, assessore all’Agricoltura, Foreste e Forestazione

Onorevole Gallo, sa bene che per le audizioni non occorre la maggioranza. Il problema non è questo, ma che per tre volte i sindacati sono stati impegnati per altri motivi ed abbiamo dovuto rinviare, ma io ho convocato la Commissione anche fuori dal calendario per ben tre volte quindi di tutto mi si può…

(Interruzione)

Ed io sto dicendo pure a te che hai ragione, basta avere un po’ di pazienza.

Io sono convinto che noi per la prossima seduta possiamo portare questo provvedimento, quindi…

(Interruzioni e clamore in Aula)

PRESIDENTE

Onorevole Gallo, mi pare di aver capito che sulla proposta dell’onorevole Pirillo il Presidente della Commissione si è espresso in maniera limpidissima.

Ha detto “possiamo anche pensare di inserire all’ordine del giorno per una discussione nella prossima seduta previo passaggio in Commissione”.

Mi pare una cosa tranquilla. Ma che ho sentito solo io queste parole?.

Prego, onorevole Sarra.

Alberto SARRA

Se questa è la proposta, con l’impegno che comunque viene inserita all’ordine del giorno della prossima seduta, noi ci impegniamo a votare anche favorevolmente l’inserimento, però ci deve essere l’impegno del Presidente della Commissione che i lavori saranno organizzati in modo tale da consentire l’esaustiva trattazione di questo argomento in Commissione.

Poi l’assessore Pirillo è dotato di grande garbo, ma non può metterci in situazioni di somma urgenza di fronte ad un piano quinquennale. Le dico questo, assessore, con grande stima ed amicizia, però un piano quinquennale merita una trattazione adeguata perché andiamo a prevedere una pianificazione che impegnerà l’ente ed il Consiglio per i prossimi 5 anni.

E’ quindi un argomento importante…

PRESIDENTE

Se siamo d’accordo su questa impostazione, credo che continuare a discutere sia perfettamente inutile o no?

Dionisio GALLO

Signor Presidente, poi mi deve spiegare perché ha dato la parola a Sarra e non a me?

PRESIDENTE

Perché stavo mettendo in votazione la proposta, eravamo in fase di votazione, onorevole Gallo…

Dionisio GALLO

…ha dato la parola a tutti meno che a me, signor Presidente, abbia pazienza.

PRESIDENTE

Allora siamo d’accordo in questi termini.

Proposta di provvedimento amministrativo numero 189/8^:Bilancio di previsione del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario anno 2007

PRESIDENTE

Si passa adesso alla proposta di provvedimento amministrativo numero 189/8^: “Bilancio di previsione del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario anno 2007”.

Sono io stesso il relatore per cui mi rifaccio alla relazione inserita nel bilancio di previsione. Non vi sono interventi per cui pongo in votazione la proposta di provvedimento amministrativo numero 189/8^: “Bilancio di previsione del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario anno 2007”.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Disegno di legge n. 162/8^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio di previsione della Regione Calabria per l'anno finanziario 2007”

PRESIDENTE

Si passa adesso al disegno di legge n. 162/8^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio di previsione della Regione Calabria per l'anno finanziario 2007”.

L’onorevole Chieffallo, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.

Leopoldo CHIEFFALLO, relatore

Anche io, Presidente, mi rifaccio alla relazione considerando che in Commissione la pratica è stata approvata alla unanimità.

PRESIDENTE

Non essendoci interventi per discussione generale si passa alla votazione dell’articolato.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione la legge nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Esame abbinato: Disegno di legge n. 108/8^ di iniziativa dell’onorevole Acri, recante “Istituzione e disciplina del Consiglio Regionale delle Autonomie locali della Regione Calabria (CRAL)”

Progetto di legge n. 121/8^ recante “Il Consiglio delle Autonomie locali secondo l'art. 48 dello Statuto della Regione Calabria”

PRESIDENTE

Il prossimo punto all’ordine del giorno recita: esame abbinato: Disegno di legge n. 108/8^ recante “Istituzione e disciplina del Consiglio Regionale delle Autonomie locali della Regione Calabria (CRAL)”

Progetto di legge n. 121/8^, recante “Il Consiglio delle Autonomie locali secondo l'art. 48 dello Statuto della Regione Calabria”.

L’onorevole Acri, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.

(Interruzione)

L’onorevole Acri si rifà alla relazione allegata al disegno di legge.

Non essendoci interventi per discussione generale si passa alla votazione dell’articolato.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 3.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 4.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 5.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 6.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 7.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 8.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 9.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 10.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 11.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 12.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 13.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 14.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 15.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 16.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 17.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 18.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 19.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 20.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 21.

(E’ approvato)

Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Disegno di legge numero 135/8^ di iniziativa della Giunta regionale recante: “Istituzione e disciplina della Consulta Statutaria”

PRESIDENTE

Si passa adesso al Disegno di legge numero 135/8^ di iniziativa della Giunta regionale recante: “Istituzione e disciplina della Consulta Statutaria”.

L’onorevole Magarò, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.

Francesco SULLA, relatore f.f.

Lo sostituisco io Presidente, anche perché la materia è stata ampiamente dibattuta anche alla unanimità in Commissione per cui mi rifaccio alla relazione approvata.

PRESIDENTE

Sulla discussione generale non vi sono interventi per cui si passa alla votazione dell’articolato.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 3.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 4.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 5.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 6.

(E’ approvato)

All’articolo 7 è stato presentato emendamento a firma della consigliera Frascà che così recita: “all’articolo 7, primo comma, la lettera a3 è così sostituita :adotta provvedimenti amministrativi relativi all’utilizzazione del personale dipendente”.

Nessuno chiede di intervenire sull’emendamento, pertanto lo pongo in votazione.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 7 per come emendato.

(E’ approvato)

All’articolo 8 è stato presentato emendamento a firma della consigliera Frascà che così recita: “all’articolo 8 abrogare il comma 5.”

Nessuno chiede di intervenire sull’emendamento pertanto lo pongo in votazione.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 8 per come emendato.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 9.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 10.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 11.

(E’ approvato)

Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Progetto di legge n. 87/8^ d’iniziativa dei consiglieri regionali Magarò e Cherubino, recante: “Partecipazione della Regione Calabria ai programmi statali, dell’U.E. e degli organismi internazionali di cooperazione con i Paesi in via di sviluppo; alla promozione dei diritti umani, della cultura di pace e della solidarietà internazionale” e n. 113/8^ d’iniziativa dei Consiglieri regionali Frascà e Pacenza, recante “Interventi per la Cooperazione Internazionale decentrata in Calabria”

PRESIDENTE

Il prossimo punto all’ordine del giorno recita Progetto di legge n. 87/8^ d’iniziativa dei consiglieri regionali Magarò e Cherubino, recante: “Partecipazione della Regione Calabria ai programmi statali, dell’U.E. e degli organismi internazionali di cooperazione con i Paesi in via di sviluppo; alla promozione dei diritti umani, della cultura di pace e della solidarietà internazionale” e n. 113/8^ d’iniziativa dei Consiglieri regionali Frascà e Pacenza, recante, “Interventi per la Cooperazione Internazionale decentrata in Calabria”.

L’onorevole Frascà, relatrice, si rifà alla relazione scritta.

Non vi sono interventi per discussione generale, per cui passo alla votazione dell’articolato.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 3.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 4.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 5.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 6.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 7

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 8.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 9.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 10.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 11.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 12.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 13.

(E’ approvato)

Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Progetto di legge unificato n. 137/8^ di iniziativa del Consigliere Acri, recante: “Promozione del Sistema Integrato di Sicurezza” e n. 10/8^ di iniziativa del consigliere Nucera recante: “Interventi regionali a favore delle politiche per la sicurezza e di educazione alla legalità nell’ambito del territorio e delle comunità calabresi – Adesione della Regione Calabria al Forum per la sicurezza urbana” e n. 50/8^ del consigliere Nucera recante: “Interventi urgenti e speciali per il territorio della Locride”

PRESIDENTE

Il successivo punto all’ordine del giorno recita:progetto di legge unificato n. 137/8^ di iniziativa del consigliere Acri, recante : “Promozione del Sistema Integrato di Sicurezza” e n. 10/8^ di iniziativa del consigliere Nucera recante “ Interventi regionali a favore delle politiche per la sicurezza e di educazione alla legalità nell’ambito del territorio e delle comunità calabresi – Adesione della Regione Calabria al Forum per la sicurezza urbana” e n. 50/8^ del consigliere Nucera recante : “Interventi urgenti e speciali per il territorio della Locride”.

L’onorevole Acri, relatore, si rifà alla relazione scritta.

Non vi sono interventi per discussione generale per cui passo alla votazione dell’articolato.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 3.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 4.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 5.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 6.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 7

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 8.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 9.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 10.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 11.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 12.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 13.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 14.

Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Esame abbinato: Disegno di legge numero 115/8^ d’iniziativa della Giunta regionale, recante: “Disposizioni sulla partecipazione della Regione Calabria al processo normativo dell’Unione europea e sulle procedure di esecuzione degli obblighi comunitari”

Progetto di legge numero 125/8^ d’iniziativa dei consiglieri Frascà e Pacenza, recante: “Disposizioni sulla partecipazione della Regione Calabria al processo normativo comunitario e sulle procedure relative all’attuazione delle politiche comunitarie”. Testo unificato proposto dal relatore

PRESIDENTE

Avevamo lasciato in sospeso l’esame abbinato del disegno di legge numero 115/8^ d’iniziativa della Giunta regionale, recante: “Disposizioni sulla partecipazione della Regione Calabria al processo normativo dell’Unione europea e sulle procedure di esecuzione degli obblighi comunitari”

Progetto di legge numero 125/8^ d’iniziativa dei consiglieri Frasca e Pacenza, recante: “Disposizioni sulla partecipazione della Regione Calabria al processo normativo comunitario e sulle procedure relative all’attuazione delle politiche comunitarie”.

(Interruzione)

Eravamo all’articolo 6?

Alberto SARRA

Presidente, chiedo scusa, o c’è un accordo oppure il provvedimento è stato sospeso ex tunc, non può essere sospeso da un articolo in poi, perché è stata sospesa la trattazione del punto non dell’articolato. Non si può sospendere la trattazione e un punto.

Quindi o c’è un accordo da parte della intera assemblea e si tratta anche questo punto oppure dobbiamo tornare correttamente a trattarla perché non c’era un’approvazione…

PRESIDENTE

Onorevole Sarra, io sono intervenuto alla Presidenza nel momento in cui mi è stato riferito che questo punto era sospeso.

Trattandosi di sospensione di un punto mi è sembrato doveroso riprendere…

(Interruzione)

Quindi?

Alberto SARRA

Voglio dire che ne va della legittimità del provvedimento perché non possiamo sospendere dalla trattazione di un articolo in poi. E’ stato sospeso il punto, per cui per correttezza della procedura dobbiamo approvarlo dall’inizio se c’è l’accordo da parte nostra… Io ho partecipato alla discussione in Commissione…

Liliana FRASCA’, relatrice

Alla discussione in Commissione, alla unanimità…

Alberto SARRA

E’ passata alla unanimità, per cui non abbiamo problemi a riproporre negli stessi termini la nostra posizione…

PRESIDENTE

Grazie, onorevole Sarra. Pongo in votazione l’articolato.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 3.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 4.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 5.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 6.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 7

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 8.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 9.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 10.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 11.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 12.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 13.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 14.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo15.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 16.

(E’ approvato)

Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso con la richiesta di coordinamento formale.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Proposta di provvedimento amministrativo recante : “Piano dei servizi agricoli 2005-2007”

PRESIDENTE

Si passa adesso alla Proposta di provvedimento amministrativo recante “Piano dei servizi agricoli 2005-2007”.

L’onorevole Chieffallo, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.

Leopoldo CHIEFFALLO, relatore

Presidente, la richiesta è dell’assessore Pirillo ma ritengo che interessi interamente il Consiglio perché trattasi di una vecchia pratica del 2005 su cui è bloccato il pagamento, addirittura dei divulgatori agricoli dipendenti dell’Arssa; per cui è urgente chiudere questa vicenda per consentire ad una categoria di poter stare tranquilla. Chiedo al Consiglio di approvare il provvedimento medesimo.

PRESIDENTE

Non essendoci richieste di parola per discussione generale pongo in votazione la proposta di provvedimento amministrativo recante “Piano dei servizi agricoli 2005-2007”.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Sull’ordine dei lavori

Francesco SULLA

Presidente, c’era l’accordo con i capigruppo sulla legge per il trasporto pubblico locale.

Alberto SARRA

Presidente, chiedo un minuto di sospensione e i capigruppo al tavolo su questo per gentilezza.

PRESIDENTE

Prego.

Allora c’è la richiesta dell’onorevole Sulla di inserimento all’ordine del giorno della Proposta di legge n. 145/8^ d’iniziativa della Giunta regionale recante: “Norme urgenti in materia di proroga del regime transitorio del trasporto pubblico locale”.

Pongo in votazione la richiesta di inserimento.

(Il Consiglio approva)

Proposta di legge n. 145/8^ d’iniziativa della Giunta regionale recante: “Norme urgenti in materia di proroga del regime transitorio del trasporto pubblico locale”

PRESIDENTE

Si passa adesso alla discussione della Proposta di legge n. 145/8^ d’iniziativa della Giunta regionale recante: “Norme urgenti in materia di proroga del regime transitorio del trasporto pubblico locale”.

L’onorevole Sulla, relatore, ha presentato alla Presidenza un emendamento interamente sostitutivo del provvedimento del disegno di legge della Giunta regionale. Prego, onorevole Sulla, ha facoltà di svolgere la relazione.

Francesco SULLA, relatore

Mi rifaccio alla relazione scritta…

PRESIDENTE

Scusi, onorevole Sulla. Prego i consiglieri di prendere posto in Aula per avere un poco di calma.

Francesco SULLA, relatore

La relazione è quella allegata all’emendamento. Voglio solo sottolineare che questo emendamento è frutto di un lavoro di concertazione fatto con le associazioni di categoria, con l’assessorato, con le organizzazioni sindacali e non è stato approvato in Commissione solo perché all’ultimo momento mancava il numero legale. Ma data l’urgenza credo che non ci siano davvero difficoltà a trattarlo immediatamente.

Anche i colleghi della minoranza mi hanno sollecitato questa cosa e credo che si possa fare col consenso unanime di tutto il Consiglio.

PRESIDENTE

Non vi sono interventi per discussione generale sull’emendamento interamente sostitutivo.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 3.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 4.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 5.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 6.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 7

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 8.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 9.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 10.

Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

I punti all’ordine del giorno si sono esauriti, il Consiglio sarà convocato a domicilio. Auguri di buon Natale e di buon Capodanno. La seduta è tolta.

La seduta termina alle 0,55


Allegati

Annunzio di proposte di legge e loro assegnazione a Commissioni

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:

Cherubino - “Interventi per garantire il diritto allo studio, la parità e la qualificazione del sistema formativo integrato” (P.L. n. 165/8^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio, programmazione economica e attività produttive – per il parere, in data 20 dicembre 2006.

(Così resta stabilito)

Guagliardi – “Norme per la stabilizzazione dei lavoratori idraulico-forestali prestanti opera nei territori di taluni comuni della Calabria” (P.L. n. 166/8^)

E’ assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali e affari generali – ed alla seconda - Bilancio, programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Annunzio di proposte di provvedimento amministrativo e loro assegnazioni a Commissioni

E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo d’Ufficio:

“Nomina di due rappresentanti della Regione nel Consiglio di amministrazione dell’Ardis di Catanzaro e Reggio Calabria (legge regionale 10 dicembre 2001, n. 34 art. 6, comma 1, lettera d)” (P.P.A. n. 188/8^)

E’ stata, inoltre, presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza:

“Bilancio di previsione del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario anno 2007” (P.P.A. n. 189/8^)

Trasmissione di deliberazioni

La Giunta regionale con nota n. 175 dell’11 dicembre 2006, ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione al bilancio per l’esercizio finanziario 2006:

Deliberazione Giunta regionale n. 810 del 28.11.2006;

Deliberazione Giunta regionale n. 811 del 28.11.2006;

Deliberazione Giunta regionale n. 812 del 28.11.2006;

Deliberazione Giunta regionale n. 813 del 28.11.2006;

Deliberazione Giunta regionale n. 814 del 28.11.2006;

Deliberazione Giunta regionale n. 815 del 28.11.2006;

Deliberazione Giunta regionale n. 816 del 28.11.2006;

Deliberazione Giunta regionale n. 817 del 28.11.2006;

Deliberazione Giunta regionale n. 818 del 28.11.2006;

Deliberazione Giunta regionale n. 819 del 28.11.2006;

Deliberazione Giunta regionale n. 820 del 28.11.2006;

Deliberazione Giunta regionale n. 821 del 28.11.2006;

Deliberazione Giunta regionale n. 822 del 28.11.2006;

Deliberazione Giunta regionale n. 823 del 28.11.2006

Interrogazioni a risposta scritta

Nicolò. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore alla tutela della salute. Per sapere – premesso che:

in materia di organizzazione degli strumenti di tutela della salute, l'articolo 117, commi 2 e 3, Costituzione, dispone una suddivisione dei compiti legislativi (ed amministrativi) tra lo Stato e le Regioni nel senso che al primo è attribuita quella competenza che garantisce il valore della solidarietà e dell'uguaglianza generali, con l'indicazione dei livelli minimi di prestazione sociale, e alle seconde la competenza concorrente sull'organizzazione dei servizi, sulla scorta dei principi fondamentali fissati dalla legislazione statale;

la fissazione dei livelli essenziali di assistenza sanitari afferisce, prima ancora che alla tutela operativa della salute, all'individuazione del contenuto stesso del diritto alla salute che l'ordinamento generale deve garantire a chiunque ed ovunque sul territorio, perciò prevale sulla legislazione concorrente regionale in materia sanitaria;

alle Regioni è attribuita la potestà di provvedere, ed in concorso con lo Stato, all'approntamento delle misure occorrenti che attualizzano l'obbligo assunto con i cittadini, tenendo conto delle proprie specificità territoriali e locali;

il soggetto da ultimo preposto alla gestione del sistema sanitario e quindi del relativo bilancio, in ambito regionale, è proprio la Regione – e appare coerente col principio di sussidiarietà, che porta ad affidare la gestione degli interessi collettivi ai soggetti istituzionali più vicini ai portatori dei medesimi, cui sono ispirate le più recenti scelte istituzionali;

in Calabria la gestione del servizio non solo non risponde ai criteri di efficacia e di efficienza dell'azione amministrativa cui deve essere indirizzata la p.a. ex articolo 97 Cost., ma nella provincia di Reggio Calabria esistono dei plessi ospedalieri che si trovano in stato di evidente degrado e/o abbandono;

l'evidente situazione preoccupante dello stato del servizio sanitario nazionale aveva indotto la Regione Calabria, in data 8 marzo 2004, con legge regionale numero 6 ad istituire una commissione speciale di inchiesta sullo stato della sanità in Calabria;

la legge regionale del 19 marzo 2004 numero 1l, all'articolo 1, comma 2, riconosce la tutela della salute come diritto fondamentale dell'individuo ed interesse della collettività e la garantisce attraverso il servizio sanitario regionale, nel rispetto della dignità e della libertà della persona umana;

la legge regionale del 19 marzo 2004 numero 11, all'articolo 11, comma 1, stabilisce che le aziende sanitarie garantiscono prestazioni e le attività previste dai livelli di assistenza dimensionate ed organizzate in relazione alle specificità del territorio ed ai bisogni delle popolazioni;

la legge regionale dell' 11 agosto 1986 numero 36 prevede interventi in favore degli uremici attraverso una serie di interventi e contributi sulle spese sostenute per le relative terapie, per un'organica assistenza delle persone in dialisi e trapiantate;

la liquidazione dei contributi in oggetto dal 2003 è clamorosamente disattesa;

il decreto del dirigente della Regione Calabria, dipartimento sanità, settore alta integrazione socio-sanitaria n. 3140 del 24 marzo 2006, ha avuto esecuzione con il mandato di pagamento numero 4028 del 2 maggio 2006 in favore dell'Asl 11 di Reggio Calabria della somma di euro 62.768,32 per interventi assistenziali nei confronti dei soggetti uremici residenti nel territorio di competenza della stessa Asl per le annualità 2004 in cui ricade l'ospedale Tiberio Evoli di Melito Porto Salvo;

gli organi competenti ad oggi hanno negato, attraverso un'inerzia ingiustificata, ai malati la liquidazione dei contributi spettanti -:

quali iniziative l'esecutivo intenda promuovere per sbloccare la situazione di stallo che non permette a questi soggetti, che già devono patire enormi disagi fisici e morali, di poter beneficiare della doverosa assistenza nel rispetto dei principi ricavabili dalla legislazione regionale e nazionale in materia;

se è intendimento della Giunta regionale intervenire sullo stato di abbandono in cui versa il sistema sanitario calabrese ed in particolar modo alcune strutture sanitarie della provincia di Reggio Calabria, ove, per carenza di personale medico-infermieristico, peraltro, si registrano le chiusure di alcuni reparti come quello di ortopedia proprio nella realtà di Melito Porto Salvo (Asl 11) .

(133; 15.12.2006)

Sarra. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore alla tutela della salute. Per sapere – premesso che:

la dottoressa Francesca Pontari, dirigente di secondo livello nella carriera della direzione sanitaria a seguito di espletamento di pubblico concorso, ha ricoperto l'incarico di direttore sanitario di ruolo del presidio ospedaliero di Taurianova;

con delibere n. 1055 del 1997 e n. 1797 del 1997 diveniva, rispettivamente, titolare delle funzioni di responsabile della direzione sanitaria del presidio ospedaliero dell'entroterra e del presidio ospedaliero della costa e titolare delle funzioni di responsabile dell'area dipartimentale di prevenzione, incarichi riconducibili, chiaramente, al ruolo di dirigente di secondo livello di strutture complesse;

con delibera n. 189/CS del 12 ottobre 2000 le veniva affidato l'incarico di direttore sanitario aziendale e successivamente con delibera n. 1433 del 22/08/2001 veniva nominata direttore sanitario degli Ospedali Riuniti della Piana, struttura complessa inerente i sette presìdi ospedalieri facenti capo all'Asl n. 10 di Palmi. In seguito alla soppressione degli uffici della direzione “Ospedali Riuniti della Piana”, la dottoressa Pontari veniva designata dall'allora commissario straordinario, quale coordinatrice dell'attività sanitaria di tutti gli stabilimenti ospedalieri;

avendo specifico riguardo ai titoli posseduti, alle funzioni svolte ed ai ruoli ricoperti, in uno all'esperienza ed alle conoscenze maturate, con delibera 2041/CS del 6 agosto 2003 adottata ai sensi del Dpr 229/1999, veniva altresì affidato alla dottoressa Pontari l'incarico di direttore del dipartimento ospedaliero dell'Asl n. 10 di Palmi;

il direttore generale dell'Asl n. 10 con apposito atto deliberativo del 14 febbraio 2006, nelle more dell'adozione dell'atto aziendale, indiceva avviso pubblico interno per il conferimento di incarichi quadrimestrali inerenti il profilo di direzione di tutti gli uffici dipartimentali. Per l'incarico di direttore di dipartimento ospedaliero solo quattro le istanze presentate, tra cui quella della dottoressa Pontari. Il direttore generale, richiamandosi tra l'altro all'articolo 14, comma 3, legge regionale n. 13 del 17 agosto 2005, dichiarato illegittimo con pronuncia della Corte costituzionale n. 233 del 16 giugno 2006, individuava, con delibera n. 094/DG del 10 maggio 2006, nella persona del dottor Polimeni Rocco il sanitario destinato a svolgere le funzioni di direttore del dipartimento ospedaliero; funzioni sino ad allora svolte dalla dottoressa Pontari, unica candidata a risultare, nella fase procedurale, direttore sanitario di ruolo ed in possesso dei titoli per la direzione di strutture complesse;

la dottoressa Pontari, ritenendo illegittima sotto diversi profili la delibera di conferimento dell'incarico al dottor Polimeni, ha promosso ricorso dinanzi al giudice del lavoro, chiedendo che venisse accertato il proprio diritto ad essere nominata direttore del dipartimento ospedaliero dell'Asl n. 10 di Palmi ed, in subordine, la necessità di rinnovazione della procedura burocratico-amministrativa adottata per il conferimento dell'incarico;

dopo l'instaurazione del giudizio cautelare il direttore generale dell'Asl 10 di Palmi, riconoscendo l'illegittimità dell'atto adottato, disponeva la revoca parziale della delibera n. 094/DG dell’8 maggior 2006, stabilendo di restituire la ricorrente alle funzioni precedentemente svolte;

secondo il giudice del lavoro presso il Tribunale di Palmi, “..la disposta restituzione alle funzioni provocava l'insussistenza di un interesse attuale e concreto di parte ricorrente alla pronuncia cautelare richiesta…” (pronuncia n. 2388 del 2006). Il giudice del lavoro inoltre, fugando ogni dubbio interpretativo in merito “alle funzioni precedentemente svolte”, dichiara in essa pronuncia che “... dalle concordi allegazioni delle parti e del certificato di servizio in atti, si evince che le funzioni precedentemente svolte sono quelle di direttore del dipartimento ospedaliero conferite con delibera n. 2041/CS del 6/8/2003 …”;

a seguito della pronuncia del giudice del lavoro, la dottoressa Pontari, con note del proprio legale, chiedeva più volte al direttore generale l'adozione di un provvedimento di immediato reintegro nelle funzioni di direttore del dipartimento ospedaliero;

in risposta alla dichiarata disponibilità della dottoressa Pontari, in data 10 novembre 2006, con atto n. 1130/2006 a firma del direttore del dipartimento ospedaliero dott. Rocco Polimeni, richiamata la nota n. 1530 dell’8 novembre 2006 del direttore generale, veniva disposta la designazione della dottoressa Pontari quale Direttore Sanitario del presidio ospedaliero di Taurianova. Atto emanato in base a criteri interpretativi sui generis delle “funzioni precedentemente svolte” a cui fanno riferimento e la delibera di revoca parziale n. 094/DG dell’8 maggio 2006 del direttore generale e l’interpretazione giudiziale inserita ad hoc nella pronuncia n. 2388/2006 del giudice del lavoro, interpretazione quest'ultima che non lascia adito a dubbio alcuno, in quanto se non fosse stato disposto il reintegro nella funzione di direttore del dipartimento ospedaliero, il giudice non avrebbe potuto accertare che “…la disposta restituzione alle funzioni provoca l'insussistenza di un interesse attuale e concreto di parte ricorrente alla pronuncia cautelare richiesta...”;

oltre ad aver disatteso quanto disposto nella pronuncia n. 2388 del giudice del lavoro, l'atto n. 1130 DAO del 10 novembre 2006 pare risulti adottato in violazione dell'articolo 15 decreto legislativo 229/1999. Secondo quanto stabilito in esso articolo, alla direzione sanitaria del presidio ospedaliero di Taurianova quale struttura semplice andava designato un dirigente di primo livello e non certo un dirigente di secondo livello, le cui funzioni sono deputate alla direzione di una struttura complessa. La normativa vigente prevede che i destinatari di incarico nella direzione di strutture sanitarie complesse debbano essere considerati unicamente i dirigenti di secondo livello. La Giurisprudenza in materia attua costantemente il collegamento, rispettivamente tra dirigenti di secondo livello e strutture complesse, dirigenti di primo livello e strutture semplici;

nella fattispecie, contrariamente ad ogni logica e previsione normativa, la dottoressa Pontari, dirigente di secondo livello con esperienza ultradecennale, viene invece assegnata alla direzione sanitaria di una struttura semplice qual è quella del presidio ospedaliero di Taurianova, determinando nel contempo una evidente lesione della posizione giuridica del dirigente sanitario che è in possesso dei requisiti previsti dalla legge per dirigere una struttura complessa ed una condizione di non rispondenza all'interesse pubblico e al buon funzionamento dell'apparato amministrativo di settore -:

se non si ritenga necessaria una verifica della procedura burocratico-amministrativa adottata per la scelta del direttore del dipartimento ospedaliero dell'Asl n. 10 di Palmi;

se non sì ritenga opportuno, nelle more di essa verifica, adottare un provvedimento di sospensione dell'atto di assegnazione dell'incarico prot. DAO n. 1130 /2006, alla luce delle sopravvenute circostanze di fatto e di diritto incidenti nel merito della designazione dell'incarico;

quali siano stati i criteri adottati per la designazione dell'incarico, stante la sopraggiunta dichiarazione di illegittimità costituzionale dell'articolo 14, comma 3, della legge regionale 17 agosto 2005 n. 13, intervenuta con sentenza della Corte costituzionale n. 233 del 2006 ed, a quanto sembra, la mancata comparazione dei curricula dei candidati e quindi dei titoli necessari per ricoprire l'incarico di direttore del dipartimento ospedaliero dell'Asl n. 10 di Palmi;

se non si ritenga necessario intervenire d'ufficio e con modalità questa volta conformi alla normativa vigente nella fattispecie dell’incarico assegnato alla dottoressa Pontari con atto DAO n. 1130 del 10/11/2006, chiaramente non rispondente alle funzioni apicali di un dirigente di secondo livello di strutture complesse.

(134; 20.12.2006)

Nucera. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore competente in materia di demanio marittimo. Per sapere – premesso che:

le attività di gestione dei servizi di spiaggia, ai sensi e per gli effetti di cui alla legge n. 135/01 e Dpcm del 13 settembre 2002, che inserisce l'impresa balneare tra le imprese turistiche che migliorano la qualità della vita, sono passate da uno stato di precarietà imprenditoriale ad una vera e propria attività;

nello stesso periodo, in conformità con la legge n. 135/01 di riordino di tuttavia del turismo, il legislatore nazionale con la legge n. 88/01 riconosce la necessità di consentire alle imprese balneari di disporre di concessioni demaniali marittime di durata congrua sul piano della durata, rispetto agli investimenti da compiere passando dai precedenti 4 anni a 6 anni, nonché riconoscendo all'impresa balneare il cosiddetto “diritto d'insistenza” sull'area di concessione, derivato dal meccanismo dell'automatismo del rinnovo delle concessioni;

la Regione Calabria, nel corso degli anni, con delibera di Giunta regionale, fino al 2005, e con la legge regionale n. 17/05 sull'ordinamento regionale in materia di demanio marittimo, ha recepito in pieno la normativa su citata con riferimento all'esigenza di creare condizioni favorevoli al rafforzamento organizzativo delle imprese balneari, al fine di qualificare sempre meglio l'offerta dei servizi da spiaggia, consentendo alle stesse di mantenere tutto l'anno le strutture balneari, in modo da svolgere l'attività imprenditoriale in modo razionale e praticare concretamente logiche di destagionalizzazione;

la Regione Calabria, in attuazione della legge regionale n. 17/05, attraverso il Comitato regionale preposto, in data 8/6/2006 ha approvato il Pir (Piano di indirizzo regionale), che all'articolo 16 prevede norme in materia di destagionalizzazione;

la richiamata legge regionale n. 17/05, all'articolo 9, punto 5 (“Opere consentite”), testualmente recita: “Le strutture degli stabilimenti balneari, ove le condizioni territoriali lo consentono, su richiesta dell'interessato e previo parere dell'autorità concedente, possono permanere anche per l'intero anno, escludendosi, comunque, ogni ipotesi d'intervento finanziario a cura della pubblica amministrazione in conseguenza di danni provocati da calamità naturali”;

il Pir, sopra richiamato, all'articolo 16, punto 3 (“Destagionalizzazione”), testualmente recita: “Ai sensi dell'articolo 9, comma 5, della legge regionale n. 17/05, potrà essere rilasciata concessione per l'utilizzo del suolo demaniale per l'intero anno, previo parere dell'autorità concedente e, pertanto, il parere paesaggistico-ambientale non dovrà riportare prescrizioni circa la rimozione fuori dalla stagione balneare”;

l’invio del Pir, in argomento, è stato inviato alle Province ed ai Comuni costieri in data 28 settembre 2006 e gli stessi enti hanno già prodotto le osservazioni, così come previsto dalla normativa;

molte amministrazioni comunali, pur avendo dimostrato sensibilità ed interesse alle esigenze di adeguamento dei Piani comunali di spiaggia, al fine di migliorare l'organizzazione del settore, hanno bisogno dell'approvazione dello strumento legislativo settoriale, nella fattispecie del Pir, per poter operare fattivamente nell'applicazione della normativa -:

i motivi che stanno determinando il ritardo dell'approvazione del Pir e se non ritengono opportuno, in presenza di stringenti necessità e ragionevoli richieste, rappresentate dalle organizzazioni di settore, provvedere in tempi brevissimi alla sua definizione.

(135; 20.12.2006)

Chiarella. All’assessore alla tutela della salute. Per sapere – premesso che:

le farmacie della provincia di Catanzaro, operanti nei territori di competenza dell'azienda sanitaria n.6 di Lamezia Terme e dell'azienda sanitaria n. 7 di Catanzaro (come già proclamato, in data 15 dicembre 2006, dal dott. Vincenzo De Filippo, Presidente dell'Associazione Titolari di Farmacia della Provincia di Catanzaro – Federfarma Catanzaro), il giorno 8 gennaio 2007, dalle ore 8,30 alle ore 20,00 dello stesso giorno resteranno chiuse (ad eccezione delle farmacie tenute ad espletare servizio continuativo in base ai turni determinati dalle diverse aziende sanitarie territorialmente competenti) per protestare contro i ritardi del pagamenti, da parte della Regione Calabria, in favore delle stesse farmacie private, degli importi di loro spettanza per l'erogazione dei farmaci ai cittadini in regime di convenzione con il servizio sanitario nazionale;

già nell'anno 2003 le farmacie avevano proclamato lo stato di agitazione, rientrato a seguito di un accordo stipulato presso l'assessorato regionale alla sanità, in occasione del quale i farmacisti ricevevano l'impegno, non mantenuto, delle aziende sanitarie alla puntualità dei pagamenti;

nell'anno 2004 veniva nuovamente proclamato lo stato di agitazione della categoria e soltanto per l'intervento dell'allora assessorato regionale si riusciva a scongiurare la protesta, con la promessa, ancora una volta vana, che tutti i debiti pregressi sarebbero stati saldati tramite una loro cartolarizzazione e, per i pagamenti a venire, si sarebbe provveduto mese per mese, come stabilito dalla convenzione farmaceutica;

una situazione del genere diventa insostenibile per la maggior parte delle farmacie, soprattutto per quelle più piccole, con tutti i rischi che ne conseguono non soltanto per la loro sopravvivenza, ma altresì per la funzionalità dell'intero sistema di assistenza farmaceutica territoriale;

l'efficienza del servizio farmaceutico territoriale convenzionato è strettamente legato alla funzionalità di tutte le farmacie e le difficoltà, anche solo di qualcuna di esse, si ripercuoterebbero immediatamente sull'intero sistema;

a fronte di tutto ciò, per evitare il collasso finanziario o, nel migliore dei casi, di sospendere l'assistenza farmaceutica convenzionata diretta chiedendo ai cittadini il pagamento dei medicinali, i farmacisti della provincia di Catanzaro hanno deciso di restare chiusi per un'intera giornata, con la speranza di riportare la necessaria serenità nei rapporti tra farmacie e servizio sanitario regionale;

visto l'accordo nazionale per la disciplina dei rapporti con le farmacie pubbliche e private, reso esecutivo con Dpr n. 371 dell'8 luglio 1998 ed il successivo accordo regionale, recepito con delibera di Giunta della Regione Calabria n. 134 del 15 febbraio 1999 -:

le ragioni, al fine di fare chiarezza, relative alla vicenda descritta in itinere.

(136; 22.12.2006)

Risposta scritta ad interrogazioni

Guagliardi. All’assessore regionale alla sanità. Per sapere – premesso che:

la Direzione generale dell'Azienda sanitaria n. 2 di Castrovillari, con nota n. 4 del 16/01/2006, comunicava la decadenza dall'incarico di responsabile del Distretto sanitario di San Marco Argentano del dott. Perri Antonio, per applicazione della L.R. n. 13/2005;

il succitato dott. Perri, con successiva nota, rispondeva alla Direzione generale che pur essendo scaduto temporalmente il suo incarico, lo stesso manteneva, sulla base della normativa vigente sugli incarichi, la titolarità del suo contratto, in assenza di una valutazione‑verifica negativa sul suo operato;

in data 02/02/2006 la Direzione generale pubblicava un avviso interno, attraverso cui chiedeva di presentare domanda di partecipazione a tutti gli interessati in possesso dei requisiti prescritti;

in virtù dell'avviso pubblico interno di cui sopra, hanno presentato istanza di partecipazione alla selezione n. 23 dirigenti, compreso il dott. Perri Antonio;

con nota del 26/06/2006, il dott. Perri chiedeva al Direttore generale la revoca della nota n. 4 del 16/01/2006 di cui sopra, ai sensi del disposto della Corte costituzionale, la quale, con sentenza n. 233 del 16/06/2006, riteneva illegittimo lo spoil system nella parte relativa all'art. 14, comma 3, della L.R. 13/2005, che prevedeva la fiduciarietà degli incarichi di direttore di Dipartimento e di distretto sanitario, facendoli decadere, poiché in contrasto con l'art. 97 della Costituzione;

con la stessa nota chiedeva, altresì, il rinnovo del contratto già scaduto il 15/10/2005, perché la sua gestione era stata valutata positivamente;

con delibera n. 690/2006, l’As n. 2 di Castrovillari conferiva l'incarico di direttore del Distretto di San Marco Argentano al dott. Sapio Carlo;

attraverso la citata delibera, così come la stessa recita, l’As n. 2 affidava l'incarico di che trattasi riconoscendo natura "fiduciaria" del rapporto fra la direzione strategica e quella distrettuale;

il D.Lgs. n. 229/1999 recita che "il direttore del Distretto è un dirigente dell'Azienda che abbia maturato una specifica esperienza nei servizi territoriali  almeno da dieci anni";

il dott. Sapio Carlo, che è stato scelto fra i 23 dirigenti che hanno presentato istanza, pare non sia in possesso dei requisiti richiesti dal D.Lgs. n. 229/1999, poiché lo stesso era un dirigente del Servizio di dialisi del presidio ospedaliero di San Marco Argentano, che non è certamente un servizio territoriale -:

quanto sopra esposto è per accertare eventuali responsabilità di abuso personale nella individuazione del direttore del distretto suddetto;

qualora ciò fosse vero intervenire al fine di revocare la delibera n. 690/2006 dell'Azienda sanitaria n. 2 di Castrovillari e, indipendentemente dalla posizione giuridico‑amministrativa del dott. Perri Antonio, individuare il direttore del distretto di San Marco Argentano fra i dirigenti che hanno presentato istanza e che sono in possesso dei requisiti richiesti dalle vigenti disposizioni in materia.

(95; 08.08.2006)

Risposta - Con riferimento alla nota n. 17601 di codesto Dipartimento, di pari oggetto, si fa presente quanto segue:

l'incarico di Direttore del distretto sanitario n. 2 di San Marco Argentano è stato conferito al dottor Antonio Perri con deliberazione del direttore generale pro-tempore dell'Azienda sanitaria di Castrovillari n. 392 del 27 aprile 2000 e pedissequo contratto a tempo determinato di durata quinquennale (cfr articolo 2 contratto) stipulato in data 16 ottobre 2000, quindi, con scadenza in data 15 ottobre 2005;

nel frattempo, il direttore generale pro-tempore dell'Azienda sanitaria di Castrovillari, con deliberazione n. 796 del 16 maggio 2002, nell'ambito delle proprie prerogative organizzative e funzionali, ha disposto che gli incarichi di natura fiduciaria, quali appunto i direttori dei distretti sanitari, sarebbero cessati con la decadenza del direttore generale, pur restando validi fino a nuova determinazione;

questa direzione generale dopo l'insediamento, invero anche a seguito della nota 463/2006 del direttore generale del dipartimento regionale tutela della salute e politiche sanitarie, ha, comunque, notificato a tutti i dirigenti interessati la loro decadenza dall'incarico ricoperto ed ha promulgato avviso interno per acquisire la disponibilità dei dirigenti interessati ad assumere i vari incarichi;

il dottor Antonio Perri, così come tutti gli altri dirigenti interessati, ha continuato a mantenere l'incarico di direttore del distretto sanitario n. 2 di San Marco Argentano in regime di prorogatio;

la deliberazione di nomina del nuovo direttore del distretto sanitario n. 2 di San Marco Argentano, così come tutte le altre deliberazioni di nomina dei direttori di distretto e di dipartimento, è stata assunta da questa direzione generale, volutamente, dopo la sentenza della Corte costituzionale e non in relazione al disposto del comma 3 della legge regionale n. 13 del 17 agosto 2005;

la sentenza, va detto, ha inteso rimuovere la automaticità della decadenza dei direttori di distretto e di dipartimento con la nomina dei direttori generali delle Aziende sanitarie rimettendo la conferma o la variazione delle professionalità al prudente apprezzamento tecnico e fiduciario del direttore generale in quanto non ha mutato in alcun modo la natura fiduciaria degli incarichi de quo;

il dottor Antonio Perri, al di là del dato temporale, non è stato sottoposto alla valutazione prevista in contratto, da effettuarsi secondo la normativa vigente, in quanto prima della scadenza del contratto, in data 5 maggio 2005, è stato valutato, in prima istanza, dal Dr. Nunziata (direttore sanitario pro-tempore) e non in seconda istanza dalla Commissione di verifica, istituita con delibera n. 312/05 e successivamente revocata con delibera n. 566/05;

il dottor Antonio Perri, inoltre; non avrebbe potuto essere valutato da questa direzione generale, per come allo stesso dottor Perri comunicato in data 27 giugno 2006, in quanto il contratto, sottoscritto con l'Azienda nel 2000, non prevedeva indicatori misurabili obiettivamente, ex post, quali, ad esempio, la quantificazione dei budget e la definizione di obiettivi gestionali specifici con indicatori di riferimento;

l'incarico di direttore del distretto sanitario n. 2 di San Marco Argentano è stato affidato al dottor Carlo Sapio a sensi dell'articolo 3 sexies del decreto legislativo n. 229 del 19 giugno 1999;

tale articolo recita testualmente "L'incarico di direttore di distretto è attribuito dal direttore generale a un dirigente dell'azienda, che abbia maturato una specifica esperienza nei servizi territoriali e un'adeguata formazione nella loro organizzazione, oppure a un medico convenzionato, ai sensi dell'articolo 8, comma 1, da almeno dieci anni, con contestuale congelamento di un corrispondente posto di organico della dirigenza sanitaria";

la lettera della norma e l'interpretazione più ricorrente richiede quale requisito essere dirigente dell'azienda, con maturata esperienza nei servizi territoriali e adeguata formazione nella loro organizzazione, ovvero essere medico convenzionato da almeno dieci anni e non essere dirigente dell'azienda che abbia maturato esperienza nei servizi territoriali almeno da dieci anni in quanto il requisito dei dieci anni è da ascrivere al medico convenzionato mentre l'esperienza e la formazione sono da ascrivere non necessariamente al rapporto di lavoro ma al singolo soggetto per attività, lavorative e non, sia in azienda sia fuori ovvero, nella fattispecie, il direttore del distretto sanitario non necessariamente deve essere un dirigente operante nel territorio.

Ernesto Gigliotti - direttore generale

Loris Lo Moro
(Assessore alla sanità)

Sarra. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore al personale. Per sapere – premesso che:

con decreto n. 16848 del 15 ottobre 2004 del Dipartimento organizzazione e personale, ai sensi della legge regionale 7 agosto 2002, n. 31 e successive modifiche ed integrazioni veniva indetta la selezione pubblica per titoli e colloquio per l’assunzione a tempo determinato di 100 giovani laureati;

con successivo decreto n. 14255 del 30.9.2005 si disponeva l’annullamento degli atti della Commissione giudicatrice della selezione dei 100 giovani laureati;

con la deliberazione di G.R. n. 846 del 3.10.2005 veniva adottata l’atto di indirizzo e con i decreti n. 17851 del 24.11.2005 e n. 62 del 10.1.2006 relativi all’appalto del servizio per l’espletamento di selezioni pubbliche per il reclutamento di personale si determinava l’approvazione del bando di gara e la costituzione della Commissione per la valutazione delle offerte. Con successivo decreto n. 257 del 23.01.2006 mediante approvazione degli atti riguardanti la gara per l’esternalizzazione del servizio di pre-selezione di 100 giovani laureati si affidava formalmente l’incarico alla ditta Cnipec Srl di Genova;

con la nomina delle nuove Commissioni per la selezione dei 100 giovani laureati avvenuta con decreto n. 6738 del 7.6.2006 si dava luogo alla procedura concorsuale;

con i decreti n. 9521-22-23-24 del 26 luglio 2006 è stata disposta infine l'approvazione della graduatoria finale e conseguentemente la nomina, rispettivamente dei primi venti classificati per l'area socio culturale; dei primi trenta classificati per l'area tecnica; dei primi trentacinque classificati per l'area amministrativa; dei primi quindici classificati per l’area contabile-finanziaria quali vincitori della selezione pubblica demandando a successivi provvedimenti gli atti per l'assunzione e contrattualizzazione dei vincitori secondo quanto previsto dal bando e dalla normativa vigente;

l'iter procedurale relativo alla selezione pubblica per titoli e colloquio per l'assunzione a tempo determinato di 100 giovani laureati giunto alla sua conclusione ha registrato l'annullamento delle preselezioni parzialmente espletate presso la sede Comasca di Catanzaro;

l'annullamento è stato disposto a seguito di parere motivato del Comitato di consulenza giuridica istituito presso la Presidenza della Giunta regionale;

esso Comitato ha posto alcuni rilievi in merito alla legittimità procedurale relativa alle prove selettive, in seguito annullate, previste nei casi di numero eccessivo di concorrenti, rilevando elementi contraddittori nella scelta della Commissione giudicatrice di avviare la selezione senza effettuare la prova selettiva;

il suddetto Comitato ha rilevato inoltre "incongruità" procedurali da parte della Commissione. Incongruità che avrebbero inciso negativamente sulla par conditio tra i concorrenti e sulla predisposizione dei criteri di valutazione del curriculum professionale; sulla loro pubblicazione prima dell'esame ed infine sulla fissazione dell'argomento del colloquio.

a seguito dei pareri del Comitato di consulenza giuridica si è disposta la modifica delle procedure concorsuali e l’esternalizzazione del servizio di preselezione, poi affidato tramite bando ad evidenza pubblica alla ditta Cnipec Srl. di Genova;

successivamente ai decreti n. 9521-22-23-24 del 26 luglio 2006 con cui è stata definita ed approvata la graduatoria finale e conseguentemente la nomina dei vincitori e demandato a successivi provvedimenti l'adozione degli atti per l'assunzione e contrattualizzazione dei 100 giovani laureati, pare siano state avanzate richieste da parte di componenti l'Esecutivo di dar luogo ad ulteriori verifiche sui titoli dei classificati in graduatoria;

a tutt'oggi infatti non v'è, nel caso specifico, piena certezza giuridica, non potendosi escludere, senza ombra di dubbio, l'inserimento in graduatoria di concorrenti in possesso di laurea breve e quindi di titoli non idonei per l'ammissione e l'espletamento delle prove concorsuali -:

se siano stati svolti con estremo rigore, trasparenza ed imparzialità i dovuti controlli e verifiche, da parte degli organi a ciò preposti, sugli atti prodotti dalle Commissioni, sulla definizione della graduatoria finale e la conseguente nomina dei vincitori di concorso;

se a tutela dei diritti ed interessi dei partecipanti e della collettività ed ai sensi della normativa vigente in materia di selezioni pubbliche sia stata svolta attività rigorosa attinente la verifica della posizione giuridica dei concorrenti ammessi all'espletamento delle prove concorsuali e dei concorrenti inseriti nella graduatoria finale;

se la funzione di controllo svolta con estrema attenzione nella fase procedurale e culminata nell'annullamento delle preselezioni parzialmente espletate e nella conseguente sospensione prolungata della procedura concorsuale, sia parimenti, stata svolta al fine di escludere categoricamente che concorrenti iscritti nella graduatoria finale, non risultassero in possesso del titolo di laurea richiesto ma di semplice laurea breve;

se infine risponde al vero che componenti l'Esecutivo abbiano espressamente richiesto, nello specifico, ulteriori verifiche sui titoli dei classificati in graduatoria e dei vincitori di concorso, non essendovi a tutt'oggi, come sembra, con riferimento alle fattispecie, le imprescindibili certezze giuridiche.

(113; 13.10.2006)

Risposta - Con riferimento al contenuto dell'interrogazione con richiesta di risposta scritta m 113/8^ dell'onorevole Alberto Sarra, si forniscono qui di seguito le deduzioni di questo dipartimento utili alla formulazione della risposta.

I verbali degli esami presentati al dipartimento dalla Società C.N.I.P.E.C. di Genova sono stati sottoposti a rigoroso controllo da parte degli uffici del dipartimento. Inoltre, allo scopo di una coerente decisione da parte del dipartimento sui gravami amministrativi presentati da parte di numerosi candidati, è stato costituito apposito gruppo di lavoro al quale è stata attribuita la delibazione dei ricorsi e quindi l'esame dei singoli fascicoli dei candidati, nonché dei punteggi attribuiti dalla Commissione.

Il gruppo di lavoro ha riscontrato in taluni casi errori ed omissioni ed ha informato per la rettifica della graduatoria anche la Società C.N.I.P.E.C. Inoltre, gli uffici del Dipartimento, a seguito anche di sollecito da parte dell’assessore delegato al personale, onorevole Pasquale Tripodi, hanno effettuato un puntuale controllo sui diplomi di laurea presentati dai candidati vincitori.

Dal riscontro è emerso che una candidata che aveva dichiarato il possesso della laurea quadriennale, aveva conseguito tale titolo solo successivamente alla data di scadenza del termine per la presentazione della domanda. La candidata in questione è stata dichiarata decaduta.

Infine, appare opportuno precisare che i Tribunali amministrativi aditi da parte dei ricorrenti hanno rigettato quasi tutte le richieste di provvedimenti cautelari ad eccezione della Sezione di Reggio Calabria che ha emesso un'ordinanza successivamente riformata in sede di appello dal Consiglio di Stato.

Giuseppe Fragomeni – direttore generale

Antonino De Gaetano
(Assessore al lavoro)

Proposta di provvedimento amministrativo n. 118/8^, recante: “Legge 26/98 – Progetto APE – Appennino Parco d’Europa – Approvazione schema della Convenzione degli Appennini” (Del. n. 110)

“Il Consiglio regionale

vista la deliberazione della Giunta regionale n. 56 del 30 gennaio 2006 recante: "Legge n. 426/98 – Progetto APE – Appennino Parco d'Europa – Approvazione schema della Convenzione degli Appennini;

visto il parere favorevole espresso dalla 4^ Commissione consiliare "Tutela dell'Ambiente";

delibera di approvare l’allegato schema della convenzione degli Appennini (Allegato A) per farne parte integrante e sostanziale della presente deliberazione”.

Allegato A
Convenzione degli Appennini

Preambolo

Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, l’Anci, l’Upi, l'Uncem, Federparchi, Legambiente, la Regione Lombardia, la Regione Piemonte, la Regione Liguria, la Regione Toscana, la Regione Emilia Romagna, la Regione Umbria, la Regione Marche, la Regione Abruzzo, la Regione Lazio, la Regione Molise, la Regione Campania, la Regione Basilicata, la Regione Puglia, la Regione Calabria, la Regione Sicilia.

consapevoli che

la catena appenninica costituisce un ambito di grande complessità e ricchezza caratterizzato da habitat naturali e da un profondo rapporto con l'uomo e le sue attività, da beni storici e culturali, da importanti sistemi insediativi rurali e montani, da grandi itinerari storico - religiosi e si configura come un unico sistema naturale continuo;

considerando che gli Appennini costituiscono l'ambiente naturale unitario di maggior rilevanza e estensione di tutto il Paese e che in esso convivono ambiti e paesaggi naturali e costruiti di rilevanza europea;

riconoscendo che la salvaguardia della ricchezza naturale presente nella catena appenninica rappresenta una delle priorità per la tutela di una grande parte delle specie faunistiche e vegetali presenti nel nostro Paese;

consapevoli dell'importanza e della necessità di avviare una grande azione coordinata di tutela e valorizzazione, in grado di coinvolgere tutte le Regioni interessate dal sistema appenninico, per il raggiungimento degli obiettivi di tutela, conservazione degli ambiti naturali e di sviluppo sostenibile locale, attraverso processi di valorizzazione compatibili con le specificità territoriali;

riconoscendo il valore e la funzione delle azioni preparatone svolte dal Ministero dell'ambiente, dalla Regione Abruzzo e da Legambiente per la redazione e l'avvio della prima fase progettuale di Ape, Appennino Parco d'Europa, e dei Progetti pilota in corso di attuazione nelle varie Regioni coinvolte;

riconoscendo la necessità di procedere, in coerenza con quanto previsto nello stesso Programma d'azione della prima fase di Ape, alla definizione di una seconda fase dei Progetti integrati d'area;

consapevoli della necessaria condivisione che dovrà essere realizzata con tutti i soggetti istituzionali, con le associazioni ambientaliste e con le categorie economiche e produttive per la definizione progettuale e per la realizzazione delle azioni e degli interventi;

considerando il sistema appenninico come parte integrata del sistema delle montagne del mediterraneo quale punto di confluenza e di interscambio di valori culturali, storici ed ambientali;

Hanno convenuto quanto segue:

Art. 1

Ambito di applicazione della Convenzione

L'ambito di applicazione della Convenzione è rappresentato dalla dorsale appenninica e dagli ambiti montani territorialmente o funzionalmente relazionati con essa e con il sistema delle Reti ecologiche individuate in ciascuna Regione.

Tale ambito è stato definito, in linee generali, nella Ricerca inter-universitaria sull'infrastrutturazione ambientale e le prospettive di valorizzazione della fascia appenninica nel quadro europeo "Ape Appennino Parco d'Europa" sostenuta dal Ministero dell'ambiente e tutela del territorio e pubblicata nel 2003.

Art. 2
Principi generali

La presente Convenzione esprime la volontà di Soggetti istituzionali e di Associazioni di avviare un'azione comune in grado di conseguire una serie di obiettivi generali rivolti alla:

- costruzione di un modello di sviluppo sostenibile per l'intero sistema appenninico basato su azioni e programmi di sviluppo sostenibili locali;

definizione di un'azione di scambio di esperienze con gli altri Paesi Europei del Mediterraneo sulle politiche di tutela e valorizzazione degli ambiti montani; definizione di una serie di obiettivi prioritari per le azioni di tutela e valorizzazione delle aree e degli ambiti montani della dorsale appenninica correlati con esse;

realizzazione di un programma d'azione degli interventi e delle attività da attuare per il conseguimento degli obiettivi individuati;

costruzione di modelli di partenariato nazionali e internazionali per l'attuazione dei criteri di sostenibilità da sperimentare, a partire dalle aree protette esistenti.

Art. 3
Finalità della Convenzione

La Convenzione degli Appennini rappresenta lo strumento per avviare un processo di tutela e valorizzazione che veda concretamente impegnati tutti ì soggetti istituzionali e sociali interessati per la costruzione di un programma complessivo di sviluppo sostenibile delle aree della catena appenninica.

In tal senso la Convenzione è finalizzata a:

- coinvolgere tutti i soggetti istituzionali, le Associazioni, gli Enti interessati alla condivisione degli obiettivi e alla attuazione della politica di tutela e valorizzazione della dorsale appenninica;

identificare le priorità dei progetti di tutela e di sviluppo sostenibile delle risorse naturali e delle azioni nei vari settori relativamente ai vari territori interessati dalla dorsale appenninica;

riconoscere il ruolo strategico dell'Appennino nel contesto curo - mediterraneo;

far rientrare il progetto Ape (Appennino Parco d'Europa) tra gli obiettivi prioritari delle politiche di sviluppo dei quadri strategici regionali e Nazionali per la programmazione dei fondi strutturali 2007-2013 relativamente ai territori interessati della dorsale appenninica;

definire i Soggetti istituzionali, le Associazioni e i Partner socio-economici chiamati a svolgere un ruolo di coordinamento, gestione e animazione della Convenzione; definire il periodo di applicazione della Convenzione.

Art. 4
Obblighi generali delle Parti contraenti

Le parti contraenti, in coerenza con i principi di tutela degli ambiti naturali, di prevenzione dei rischi ambientali e di responsabilità per gli effetti prodotti, si impegnano a perseguire una politica di conservazione della catena appenninica e degli ambiti naturali territorialmente e funzionalmente collegati con la stessa.

Per il raggiungimento delle finalità indicate dalla presente Convenzione, le Parti si impegnano, inoltre, all'attuazione di adeguate misure rivolte a garantire:

la conservazione degli ambiti naturali, il supporto al Sistema delle Aree naturali protette e il rilancio di programmi e politiche locali di sviluppo in grado di garantire la sostenibilità degli interventi in relazione ai relativi ambiti naturali interessati - la funzione del paesaggio come elemento di regolazione naturale degli ecosistemi;

- la protezione della flora e della fauna e dei loro habitat, la tutela degli ambiti di connessione ecologica per la salvaguardia e la protezione delle specie e la protezione dei sistemi naturali complessi presenti nella catena appenninica e indispensabili alla conservazione della biodiversità;

il riconoscimento e la conservazione delle identità culturali e sociali delle popolazioni residenti e del rapporto storicamente consolidato tra gli insediamenti abitati delle aree montane e lo sviluppo economico compatibile con l'ambiente;

la pianificazione e il monitoraggio del territorio attraverso strumenti rivolti alla conservazione degli ambiti naturali, alla prevenzione dei rischi ambientali e alla eliminazione delle situazione di degrado esistenti;

la tutela delle risorse primarie quali acqua, aria e suolo con azioni, attività e interventi concretamente rivolti alla salvaguardia di tali risorse e definiti secondo criteri di mantenimento degli equilibri naturali e utilizzo secondo parametri di conservazione dell'ambiente;

la manutenzione del territorio con il monitoraggio e la riduzione delle aree a rischio di dissesto idro - geologico attraverso una politica di controllo e ripristino dei sistemi e delle opere naturali di difesa del territorio e di azioni compatibili con le specificità naturali delle aree interessate;

la conservazione e l'utilizzo compatibile del paesaggio rurale tradizionale per l'attuazione di forme di utilizzo agricolo coerenti con le caratteristiche dei luoghi, rispettose degli ambiti naturali e orientate verso produzioni di qualità;

la tutela degli ecosistemi forestali e l’attuazione di tecniche di silvicoltura compatibili con i vari ambiti naturali, prevenzione degli incendi boschivi e monitoraggio sulle modalità di utilizzo non consentite;

il sostegno e la valorizzazione di forme di turismo diffusa, di reti di ospitalità di qualità, di attività turistiche e del tempo libero relazionate anche con esigenze ecologiche, culturali e sociali oltre alla definizione di Piani di utilizzo delle aree con l'individuazione dei livelli di criticità di carico delle presenze;

la valorizzazione dei beni culturali, dei centri storici e dei luoghi di culto come elementi caratterizzanti del paesaggio appenninico e delle attività umane realizzate nelle varie epoche storiche;

- la realizzazione di forme di produzione e utilizzo dell'energia, della raccolta e del trattamento di rifiuti, integrate e costruite su modelli di piena compatibilità ambientale e risparmio energetico;

un graduale adeguamento e trasformazione delle reti e delle modalità dei trasporti nelle aree più sensibili attuando forme di trasferimento su sistemi e infrastrutturazione compatibili anche attraverso la creazione di reti di mobilità locale gestite in modo innovativo.

Art. 5
Modalità attuative

La concreta attuazione degli obblighi generali della Convenzione sarà realizzata attraverso forme e modalità che verranno successivamente definite nei termini operativi dalle Parti contraenti.

Art. 6
Il contesto euro - mediterraneo

Le Parti contraenti individuano, come già richiamato nel preambolo e riconoscono il sistema appenninico come parte omogenea di uno scenario unitario euro-mediterraneo quale punto di confluenza e di interscambio dei progetti di sistema finalizzati alla tutela e alla valorizzazione compatibile degli ambiti montani dei vari Paesi del bacino mediterraneo.

In questo senso le Parti convengono di attuare tutte le azioni di interscambio delle informazioni e coordinamento degli interventi con gli altri Paesi del bacino del Mediterraneo per conseguire un modello comune di tutela e valorizzazione del sistema delle Montagne del Mediterraneo.

Art. 7
Validità e durata della Convenzione

La presente Convenzione viene depositata presso la Regione Abruzzo in qualità di Depositario, a decorrere dal_________________________     

La Convenzione dovrà essere sottoposta a ratifica da parte delle singole Parti contraenti con approvazione dei propri organi deliberanti e gli atti di ratifica saranno inviati e custoditi presso il Depositario.

La Convenzione entra in vigore per ciascuna delle Parti contraenti alla firma della stessa e successivamente agli atti di ratifica dei propri organi deliberanti.

La Presente Convenzione ha durata fino al 31.12.2013.

L'Aquila, lì____________________

Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, l’Anci, l’Upi, l'Uncem, Federparchi, Legambiente, la Regione Lombardia, la Regione Piemonte, la Regione Liguria, la Regione Toscana, la Regione Emilia Romagna, la Regione Umbria, la Regione Marche, la Regione Abruzzo, la Regione Lazio, la Regione Molise, la Regione Campania, la Regione Basilicata, la Regione Puglia, la Regione Calabria, la Regione Sicilia.

Proposta di provvedimento amministrativo n. 154/8^, recante: “Bilancio di previsione dell’Ardis (Agenzia Regionale per il Diritto allo Studio) di Catanzaro per l’anno finanziario 2005” (Del. n. 111)

"Il Consiglio regionale

vista la legge regionale 10 dicembre 2001, n. 34 che istituisce le Aziende regionali per il diritto allo studio universitario (Ardis);

vista la legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 recante "Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria";

visto, in particolare, l'art. 57 della citata legge regionale n. 8/2002, così come integrato e modificato dall'art. 5 della legge regionale 16 marzo 2004, n. 7;

vista la delibera n. 387 del 6 giugno 2006 con la quale la Giunta regionale approva il bilancio definitivo per l'esercizio finanziario 2005;

premesso che:

con deliberazione della Giunta regionale n. 90 del 2 febbraio 2005 è stato autorizzato l'esercizio provvisorio del bilancio di previsione 2005;

la succitata deliberazione è stata trasmessa, dalla Giunta regionale, al Consiglio regionale per i successivi provvedimenti di propria competenza;

il Consiglio regionale, in applicazione dell'ad. 65 del Regolamento interno, non ha approvato il Bilancio 2005 dell'Ardis di Catanzaro ritenendo decaduta con la fine della legislatura la proposta della Giunta regionale precedente;

con deliberazione dell'Amministrazione Ardis di Catanzaro del 27 aprile 2005, n. 5 è stato approvato il conto consuntivo 2004;

l’Ardis di Catanzaro ha approvato il progetto di bilancio 2005 il 13.10.2005, giusta delibera del Consiglio di Amministrazione n. 19;

il Dipartimento n. 11 "Istruzione, Cultura, Alta Formazione, Università ed Innovazione Tecnologica" della Regione Calabria con nota n. 346 del 3 aprile 2006 ha rilevato che il Bilancio dell'Ardis di Catanzaro, mancava degli indispensabili requisiti di veridicità richiesti della norma, non essendo stato redatto ed attestato dal competente Ufficio di Ragioneria dell'Agenzia;

pertanto, con la citata nota n. 346/2006 l’Ardis di Catanzaro è stata invitata a rimettere il bilancio di previsione 2005;

considerato che

con delibera commissariale dell'Ardis di Catanzaro del 17 maggio 2006 è stato riapprovato il progetto di bilancio di previsione per l'anno 2005;

con delibera n. 42 del 30 gennaio 2006 è stato già approvato l'esercizio provvisorio del Bilancio dell'Ardis di Catanzaro per l'esercizio finanziario 2006;

il conto consuntivo 2005 non può essere approvato dagli organi competenti dell'Ardis di Catanzaro, senza l'approvazione, da parte della Giunta regionale e del Consiglio regionale, del Bilancio di previsione 2005.

ritenuto di approvare, pertanto il progetto di bilancio di previsione Ardis di Catanzaro per l'esercizio finanziario 2005;

visto il parere della 2^ Commissione espresso nella seduta di mercoledì 6 dicembre 2006;

delibera

di approvare il progetto di bilancio di previsione per l'anno 2005 dell'Ardis (Azienda regionale per il diritto allo studio universitario) di Catanzaro, che si allega per farne parte integrante e sostanziale della presente deliberazione”.

(Vedi delibera consiliare n. 111 del 22 dicembre 2006)

Proposta di provvedimento amministrativo n. 183/8^, recante: “Bilancio di previsione dell’Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente della Calabria) per l’anno finanziario 2006” (Del. n. 112)

"Il Consiglio regionale

vista la legge regionale 3 agosto 1999, n. 20 che istituisce l'Agenzia Regionale per la protezione dell'Ambiente della Calabria;

vista la legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 recante " Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria" e, in particolare, l'art. 57 così come integrato e modificato dall'ad. 5 della legge regionale 16 marzo 2004, n. 7 e dall'art. 10 della legge regionale n. 18 dell'11 agosto 2004;

vista la delibera n. 613 del 25 settembre 2006 con la quale la Giunta regionale approva il bilancio definitivo per l'esercizio finanziario 2006;

premesso che l’Arpacal con decreto del Commissario n. 1031 del 28 dicembre 2005, ha approvato il progetto di Bilancio di previsione per l'anno 2006; con deliberazione della Giunta regionale n. 43 del 30 gennaio 2006, è stata autorizzata alla gestione dell'esercizio provvisorio del medesimo bilancio;

con nota n. 33 del 3 marzo 2006, il Servizio "Bilanci degli enti strumentali e delle società ausiliarie e partecipate" ha trasmesso all'Arpacal le osservazioni al bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2006;

considerato che:

con deliberazione commissariale n. 387 del 26 giugno 2006 è stato approvato il conto consuntivo per l'anno 2005;

con deliberazione commissariale n. 470 del 25 luglio 2006 è stato riapprovato il Bilancio di previsione per l'anno 2006, sulla base delle definitive risultanze contabili dell'esercizio finanziario 2005.

tenuto conto che:

con nota n. 2453 del 30 marzo 2006 il Commissario dell'Arpacal ha fornito i chiarimenti richiesti con la suindicata nota n. 33 del 3 marzo 2006;

dall'esame del nuovo documento contabile risulta che l'Agenzia ha sostanzialmente recepito le osservazioni e le indicazioni formulate dal competente Servizio, apportando allo stesso le necessarie modifiche ed integrazioni.

visto il parere della 2^ Commissione espresso nella seduta di mercoledì 6 dicembre 2006.

delibera

di approvare il progetto di Bilancio di previsione per l'anno 2006 dell'Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente della Calabria), che si allega per farne parte integrante e sostanziale della presente deliberazione”

(Vedi delibera consiliare n. 112 del 22 dicembre 2006)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 189/8^, recante: “Bilancio di previsione del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario anno 2007” (Del. n. 113)

“Il Consiglio regionale

visto il progetto di bilancio di previsione del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2007, di cui alla delibera dell’Ufficio di Presidenza n. 91 del 22 dicembre 2006, che si conclude con le seguenti risultanze:

Entrate

Titolo 1 Fondi assegnati sul bilancio regionale per il funzionamento del

Consiglio                                                                                      € 78.500.000,00

Titolo 2 Entrate compensative e varie                                               2.000.000,00

Titolo 3 Partite di giro                                                                   € 17.529.258,77

                                                     Totale Entrate              € 98.029.258,77

Presunto avanzo di amministrazione applicato al bilancio 2006          4.928.291,00

Uscite

Titolo 1 Spese correnti                                                                 € 78.500.000,00

Titolo 2 Spese compensative e variegato                                          2.000.000,00

Titolo 3 Partite di giro                                                                   € 17.529.258,77

                                                     Totale Uscite                           € 98.029.258,77

Delibera

di approvare il bilancio di previsione del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2007 con le seguenti risultanti finali:

Entrate

Titolo 1 Fondi assegnati sul bilancio regionale per il funzionamento del

Consiglio                                                                                      € 78.500.000,00

Titolo 2 Entrate compensative e varie                                                          2.000.000,00

Titolo 3 Partite di giro                                                                              € 17.529.258,77

                                                                Totale Entrate              € 98.029.258,77

 

Presunto avanzo di amministrazione applicato al bilancio 2006                     4.928.291,00

Uscite

Titolo 1 Spese correnti                                                                             € 78.500.000,00

Titolo 2 Spese compensative e variegato                                                     2.000.000,00

Titolo 3 Partite di giro                                                                              € 17.529.258,77

                                                                Totale Uscite                           € 98.029.258,77”

Disegno di legge n. 162/8^, recante: “Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio di previsione della Regione Calabria per l'anno finanziario 2007” (Del. n. 114)

Art. 1

La Giunta regionale è autorizzata, fino a quando il bilancio di previsione per l'anno 2006 non sia stato approvato e non oltre il 31 marzo 2007, all'esercizio provvisorio del bilancio entro il limite di tre dodicesimi dei singoli stanziamenti delle UPB del bilancio 2007 in corso di esame.

Nel corso dell'esercizio provvisorio del bilancio di cui al precedente comma è altresì autorizzato, nei limiti della maggiore spesa necessaria, l'utilizzo degli stanziamenti per le spese obbligatorie e per le spese relative ai capitoli 2222107 e 2233211, ricadenti rispettivamente nelle UPB 2.3.01.02 e 3.2.04.05 della spesa, nonché per le spese ricadenti nelle UPB relative all'attuazione del Programma Operativo Regionale 2000-2006 della Calabria.

Art 2

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Esame abbinato: Disegno di legge n. 108, recante “Istituzione e disciplina del Consiglio Regionale delle Autonomie locali della Regione Calabria (CRAL)” e
Progetto di legge n. 121, recante: “Il Consiglio delle Autonomie locali secondo l'art. 48 dello Statuto della Regione Calabria” (Del. n. 115)

CAPO I

Istituzione, composizione, modalità di elezione, durata

Art. 1
(Istituzione)

1. La presente legge disciplina l'istituzione e il funzionamento del Consiglio delle Autonomie locali ai sensi dell'art. 123 della Costituzione e dell'articolo 48 dello Statuto della Regione Calabria.

2. Il Consiglio delle Autonomie locali, con sede presso il Consiglio regionale, è l'organo rappresentativo del sistema delle autonomie locali istituito al fine di favorirne l'intervento nei processi decisionali della Regione e di attuare i principi di consultazione e cooperazione permanente tra Regione ed Enti locali.

Art. 2
(
Composizione)

1. Del Consiglio delle Autonomie locali, composto da trentacinque membri, fanno parte:

a) i Presidenti delle Province;

b) i sindaci dei Comuni capoluogo di Provincia;

c) nove sindaci di Comuni non capoluogo con popolazione non inferiore a 5.000 abitanti;

d) tre sindaci di piccoli comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti;

e) due sindaci il cui comune fa parte di una Unione di Comuni;

f) tre sindaci di comuni montani;

g) tre sindaci di comuni di minoranza linguistica;

h) due Presidenti di Consigli Comunali;

i) tre Presidenti di Comunità montane

2. I componenti di cui alle lettere a) e b) sono membri di diritto. Tutti gli altri membri sono eletti secondo le procedure indicate nel successivo articolo 3 e seguenti.

3. Nessun Comune può essere rappresentato contemporaneamente in più categorie.

4. La funzione di componente del Consiglio delle Autonomie locali non è delegabile.

5. Ai fini dell'applicazione della presente legge si considera la popolazione risultante dall'ultimo censimento ufficiale.

Art. 3
(Membri non di diritto)

1. I venticinque componenti di cui alle lettere da c) a i) dell'articolo 2, comma 1, sono eletti da un'assemblea elettorale composta dai Sindaci di tutti i Comuni della Regione.

2. Per assicurare il principio di una adeguata e proporzionale rappresentanza territoriale-demografica delle cinque province, sulla base delle risultanze ufficiali dell'ultimo censimento e del numero dei comuni per provincia, i venticinque membri, di cui al precedente comma, sono ripartiti in altrettanti collegi nel modo che segue:

- nove al collegio corrispondente ai comuni della provincia di Cosenza;

- sette al collegio corrispondente ai comuni della provincia di Reggio Calabria;

- cinque al collegio corrispondente ai comuni della provincia di Catanzaro;

- due al collegio corrispondente ai comuni della provincia di Crotone;

- due al collegio corrispondente ai comuni della provincia di Vibo Valentia.

3. La predetta ripartizione è suscettibile di revisione in rapporto alle variazioni demografiche delle cinque province che risultino dai successivi censimenti.

4. Ciascun collegio provinciale dovrà esprimere i membri non di diritto rispettando le indicazioni della tabella seguente:

Provincia

Comuni non capoluoghi

Piccoli comuni

Comuni montani

Comuni minoranze linguistiche

Presidenti Consigli Comunali

Presidenti Comunità montane

Unioni di Comuni

Totale

Cosenza

2

1

1

2

1

1

1

9

Reggio Calabria

3

1

1

1

x

1

x

7

Catanzaro

2

1

x

x

x

1

1

5

Crotone

1

x

x

x

1

x

x

2

Vibo Valentia

1

x

1

x

x

x

x

2

Totale

9

3

3

3

2

3

2

25

 

5. La lista dei candidati per ciascun collegio deve essere costituita dai Sindaci dei Comuni che ricadono nel corrispondente ambito territoriale provinciale, in numero non inferiore ai seggi assegnati.

6. Nel caso in cui non siano presentate candidature o esse siano inferiori al numero di rappresentanti da eleggere in ciascun collegio, il seggio viene assegnato, a prescindere da quello di appartenenza, ai primi non eletti degli altri collegi che abbiano riportato la più alta- cifra individuale in ordine decrescente.

Art. 4
(Convocazione dell'assemblea e presentazione delle liste)

1. L'assemblea è convocata dal Presidente del Consiglio regionale con decreto da emanarsi, la prima volta, entro 145 giorni dalla pubblicazione della presente legge nel Bollettino Ufficiale della Regione.

2. Con l'atto di convocazione il Presidente del Consiglio regionale, definisce le modalità di svolgimento dell'elezione, anche con l'eventuale articolazione dell'assemblea in più seggi di ambito provinciale.

3. L'elezione avviene sulla base di liste di candidati, articolate in collegi provinciali, ciascuna delle quali, composta da Sindaci, Presidenti di Comunità Montane e Presidenti di Consigli comunali in carica, che ne facciano richiesta in forma scritta al Presidente del Consiglio regionale entro i termini fissati nel decreto di convocazione.

4. Ciascun richiedente deve indicare, a pena di nullità della candidatura, per quale categoria, di cui alle lettere da c) ad h) dell'articolo 2, comma 1, intende essere ammesso nella lista.

5. Il Presidente, sulla base delle candidature ammesse, forma la lista per ciascun collegio provinciale, indicando il cognome, il nome e la data di nascita dei candidati, nonché i rispettivi Comuni in cui ricoprono la carica e la categoria per la quale intendono essere eletti. Ne dispone la immediata pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione Calabria e, successivamente, l'affissione nei locali del seggio elettorale.

6. In ogni lista i nominativi dei candidati seguono l'ordine alfabetico sillabico.

Art. 5
(Istituzione, composizione e funzionamento del seggio elettorale)

1. Il seggio elettorale, istituito nei luoghi indicati nel decreto Presidenziale, è composto da cinque membri: un Presidente, un Vice Presidente e tre scrutatori.

2. La carica di Presidente è ricoperta da un Dirigente Generale, quella di Vice Presidente da un Dirigente di Settore e quella di scrutatore dai Dirigenti di servizio, tutti nominati con apposito atto del Presidente del Consiglio Regionale.

3. Il seggio verifica l'identità dei Sindaco elettore ed annota nell'apposito elenco degli aventi diritto, a fianco di ciascuno di essi, l'avvenuto esercizio di voto.

4. Nel seggio sono collocate fino ad un massimo di due urne.

5. Nel seggio devono essere réalizzate almeno due aree riservate per garantire la segretezza nell'espressione del voto.

6. Il seggio si insedia alle ore 8,00 del ,giorno fissato per le elezioni, e rimane aperto ininterrottamente dalle ore 9,00 alle ore-1 8,00.

7. Il seggio resta validamente costituito se sono contemporaneamente presenti almeno tre componenti.

8. Lo scrutinio avrà luogo subito dopo la chiusura delle operazioni di voto.

Art. 6
(Esercizio del voto)

1. Ciascun Sindaco elettore può esprimere, tra i candidati di un'unica lista su base provinciale, una preferenza per ciascuna categoria da rappresentare, scrivendo, con penna ad inchiostro nero, il cognome e il nome del candidato prescelto appartenente alla lista del collegio in cui territorialmente ricade il Comune dell'elettore.

2. Il voto deve essere espresso utilizzando esclusivamente le schede consegnate dai componenti il seggio elettorale.

3. Dopo il voto ciascuna scheda, debitamente piegata in modo da garantire la segretezza, sarà immessa nell'urna .

4. Ogni scheda deve essere vidimata, apponendo nello spazio a ciò riservato il timbro del seggio e la firma di due scrutatori.

5. Il numero delle schede da vidimare, subito dopo l'insediamento del seggio e prima che si dichiari aperta la votazione, deve essere pari al numero dei sindaci elettori iscritti in elenco.

6. Saranno riportate a verbale tutte le operazioni concernenti la vidimazione delle schede e l'eventuale sostituzione per involontario deterioramento o perché restituite dall'elettore che ne faccia constatare segni o alterazioni tali da consentirne il riconoscimento.

7. Non sono ammessi al voto i Sindaci elettori che non presentino un valido documento d'identità.

8. Le schede che riportino oltre al cognome e il nome di un candidato, altri nominativi, ovvero qualsiasi altro segno che possa considerarsi di riconoscimento, sono nulle.

Art. 7
(Nomina dei componenti)

1. Risultano eletti, in ciascun collegio provinciale, coloro che hanno riportato, per ciascuna categoria di rappresentanza, il maggior numero di preferenze e, a parità di preferenze, i Presidenti di comunità Montana, i Presidenti di Consigli Comunali, i Sindaci dei comuni o delle Unioni di Comuni di maggiore dimensione demografica.

2. Nel caso di insufficienza dei candidati nella lista provinciale, si ricorre ai candidati degli altri collegi provinciali, a partire da quelli che esprimono il più alto numero di sindaci votanti, nell'ordine della graduatoria dei voti ottenuti, seguendo le specifiche categorie da rappresentare.

3. Nel caso in cui tra i componenti eletti non si riscontrino le quantità stabilite dal comma 1 dell'articolo 2, i meno votati tra gli eletti sono sostituiti dai non eletti della categoria meno rappresentata secondo l'ordine di graduatoria in base ai voti.

4. Dopo la verifica delle schede il Presidente del seggio consegna verbale che documenta le operazioni del seggio al Presidente del Consiglio regionale.

5. Il Presidente del Consiglio regionale sulla base dei dati a verbale accerta quali candidati abbiano, per ciascun collegio provinciale e in base alle singole categorie, conseguito le più alte cifre individuali in ordine decrescente fino a concorrenza del numero dei componenti eleggibili nei rispettivi collegi.

6. Il Presidente del Consiglio regionale proclama eletti i venticinque rappresentanti dei singoli collegi provinciali che hanno ricevuto il maggior numero di voti per ciascuna categoria e determina la graduatoria dei candidati non proclamati eletti disponendoli in ordine decrescente in relazione al numero di voti ricevuti. A parità di cifre individuali prevale il più giovane di età. Qualora uno dei candidati non proclamati eletti decada dalla carica di Sindaco viene espunto dalla graduatoria.

7. Il Presidente del Consiglio regionale, esaurite le procedure di cui ai commi precedenti, emana il decreto di nomina dei componenti del Consiglio delle Autonomie locali, compresi componenti di diritto di cui alle lettere a) e b) del comma 1 dell'art. 2.

8. Immediatamente dopo la pubblicazione del decreto di nomina, il Presidente del Consiglio regionale convoca la seduta d'insediamento del Consiglio delle Autonomie locali.

Art. 8
(Durata)

1. Il Consiglio delle Autonomie locali rimane in carica quanto il Consiglio regionale e, successivamente alle elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale, viene rinnovata la quota dei membri non di diritto, all'inizio di ogni legislatura regionale.

2. I componenti non di diritto del Consiglio delle Autonomie locali sono rinnovati, con le procedure di cui agli articoli da 2 a 7 della presente legge, entro 60 giorni dall'elezione del nuovo Presidente del Consiglio regionale ed entro 90 giorni dalla elezione per il rinnovo delle cariche amministrative concernenti più della metà dell'insieme dei Comuni della Calabria.

3. I componenti il Consiglio delle Autonomie locali restano in carica fino alla nomina dei loro successori.

4. I componenti il Consiglio delle Autonomie locali decadono nell'ipotesi di cessazione, per qualsiasi causa, dalla carica di Sindaco, di Presidente di Provincia, di Presidente di Comunità montana, di Presidente di Consiglio comunale ovvero per lo scioglimento dell'Unione di Comuni.

5. La decadenza è dichiarata dal Presidente del Consiglio regionale con proprio decreto.

6. Il Presidente del Consiglio regionale nomina, in sostituzione dei componente dichiarato decaduto, il nuovo titolare della carica, rispettivamente, di Presidente di Provincia o di sindaco di Comune capoluogo nei casi di cui alle lettere a) e b) dell'art. 2 comma 1.

7. Nel caso di cui alla lettera da c) ad i) dello stesso articolo è nominato il primo dei non eletti della lista di appartenenza da sostituire. Qualora la lista dei non eletti sia esaurita, è nominato in sostituzione il subentrante, nello stesso Comune, a quello da sostituire.

8. Nel caso in cui nessuna delle precedenti opzioni possa essere perseguita, il Presidente del Consiglio delle Autonomie locali, propone al Presidente dei Consiglio regionale di cooptare nel Consiglio delle Autonomie locali un amministratore locale appartenente allo specifico collegio provinciale e alla categoria da rappresentare, da individuare nell'amministratore dell'ente démograficamente più grande.

9. Non vi è decadenza nel caso in cui, a seguito di elezioni per il rinnovo delle cariche amministrative intervenute nel corso della durata in carica del Consiglio delle Autonomie locali, il componente di detto Consiglio sia riconfermato nella medesima carica precedentemente ricoperta.

CAPO II
Organi e funzionamento

Art. 9
(Organi e regole di funzionamento)

1. Il Consiglio delle Autonomie locali, nella sua prima seduta, elegge nel suo seno un Presidente che resta in carica quanto il Consiglio stesso.

2. Il Regolamento interno del Consiglio può prevedere anche l'elezione di un Vice Presidente e di un Ufficio di presidenza, che restano in carica quanto il Presidente, e la costituzione di commissioni istruttorie.

3. Per la validità delle deliberazioni del Consiglio delle Autonomie locali è necessaria la presenza della maggioranza dei suoi componenti ed il voto favorevole della maggioranza dei presenti.

4. Ciascun componente del Consiglio delle Autonomie locali esprime un voto.

5. Le modalità di convocazione e di svolgimento delle sedute, le condizioni per la validità delle deliberazioni, le procedure interne di funzionamento e di organizzazione dei lavori del Consiglio delle Autonomie locali, ivi comprese le modalità per indire e svolgere consultazioni della generalità degli Enti locali, le modalità per l'eventuale ratifica delle intese e degli accordi e quant'altro necessario, sono disciplinate, per quanto non direttamente previsto dalla presente legge, da un Regolamento interno approvato dal Consiglio delle Autonomie locali, a maggioranza dei suoi componenti, entro 45 giorni dall'insediamento.

6. Il Regolamento assicura in particolare le più celeri modalità di circolazione degli atti e di espressione delle rispettive posizioni tra i componenti il Consiglio e tra tutti gli enti locali, anche tramite l'uso di strumentazione informatica, in raccordo con le procedure tecniche in uso nel Consiglio regionale.

7. Prima dell'approvazione la proposta di Regolamento è trasmessa al Consiglio regionale che può formulare eventuali osservazioni per i profili attinenti al raccordo procedurale e funzionale tra Consiglio delle Autonomie locali, Consiglio regionale e Giunta.

Art. 10
(Partecipazione alle sedute)

1. I Consiglieri regionali, il Presidente ed i componenti la Giunta regionale, nonché i presidenti dell'ANCI Calabria, UNCEM Calabria, LegAutonomie Calabria, ANPCI, possono partecipare, con diritto di parola e senza diritto di voto alle sedute del Consiglio delle Autonomie locali.

2. In relazione agli argomenti trattati, il Presidente del Consiglio delle Autonomie locali può invitare a partecipare alle sedute, con diritto di parola e senza diritto di voto, i rappresentanti di organizzazioni sindacali, professionali, imprenditoriali, sociali, delle Università e delle istituzioni scolastiche ovvero figure di particolare competenza in ordine ai temi affrontati.

3. Il Consiglio delle Autonomie locali promuove periodiche consultazioni degli amministratori degli Enti locali calabresi.

Art. 11
(Informazione e supporto)

1. Gli uffici del Consiglio regionale sono tenuti ad assicurare che l'informazione dei componenti del Consiglio delle Autonomie locali sui testi degli atti presentati al Consiglio regionale, nonché sulle convocazioni e gli ordini del giorno dell'Aula e delle Commissioni sia pari, per completezza e tempestività, a quella fornita ai consiglieri regionali.

2. Il Consiglio regionale assicura il funzionamento del Consiglio delle Autonomie locali mettendo a disposizione adeguate risorse materiali e congrua dotazione organica di personale che può comprendere anche unità di personale comandato o comunque messo a disposizione da parte degli Enti locali.

3. L'attività istruttoria e di supporto al funzionamento del Consiglio delle Autonomie locali è svolta da un ufficio di segreteria, il cui ordinamento e la relativa dotazione organica sono disciplinati dal Regolamento interno.

4. Dell'ufficio di segreteria possono far parte esclusivamente i dipendenti degli Enti locali della Calabria, ovvero dell'Amministrazione regionale, collocati in posizione di comando, ovvero i segretari comunali o provinciali a disposizione ai sensi dell'art. 101, comma 2, dei decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. Al personale compete un trattamento pari a quello previsto nel ruolo di provenienza.

Art. 12
(Gettone di presenza)

1. Per la partecipazione alle sedute del Consiglio delle Autonomie locali, dell'Ufficio di Presidenza e delle commissioni eventualmente istituite è corrisposto un gettone di presenza nella misura di Euro 100,00 (cento), oltre il rimborso spese commisurato ad un quinto dei costo di un litro di benzina moltiplicato per il doppio dei chilometri intercorrenti tra la sede legale dell'ente locale di appartenenza (sede del municipio, della provincia o delle comunità montana) e la sede di svolgimento delle sedute.

2. L'erogazione annua dei gettoni di presenza non può comunque superare lo stanziamento previsto dalla relativa voce di bilancio interno dei Consiglio regionale.

3. Le indennità di cui al presente articolo sono cumulabili con le altre indennità percepite dai componenti.

Art. 13
(Seduta congiunta)

1. Il Consiglio regionale ed il Consiglio delle Autonomie locali si riuniscono annualmente in seduta congiunta per un esame dello stato del sistema delle autonomie in Calabria.

CAPO III
Competenze del Consiglio delle Autonomie locali

Art. 14
(Competenze)

1. Il Consiglio delle Autonomie locali esprime parere obbligatorio sulle proposte di atti all'esame del Consiglio Regionale che attengono: alla determinazione o modificazione delle competenze degli Enti locali;

al riparto di competenze tra Regione ed enti locali ovvero tra Enti locali; alla istituzione di enti e agenzie regionali;

al conferimento o alla delega di funzioni e delle relative risorse; alle modificazioni territoriali;

alla proposta di bilancio regionale;

alle proposte relative ad atti di programmazione generale;

alle modifiche statutarie;

alle modifiche della presente legge;

alla delegificazione e semplificazione amministrativa;

ad ogni altra questione che abbia ricadute sul sistema delle autonomie locali e su quanto demandato dallo Statuto e dalle leggi regionali.

2. Le proposte di cui al comma 1 sono comunicate al Consiglio delle Autonomie locali secondo le modalità stabilite dal Regolamento interno del Consiglio regionale, che assicura altresì le modalità con le quali sono comunicate al Consiglio delle Autonomie locali le proposte che, già sottoposte all'esame di detto organo, siano state successivamente oggetto di ampie e sostanziali modificazioni nel corso dei lavori delle commissioni consiliari.

3. Il Consiglio delle Autonomie locali può esprimere inoltre eventuali osservazioni su tutte le altre proposte depositate in Consiglio regionale. A tal fine dette proposte sono comunicate al Consiglio delle Autonomie locali secondo le modalità stabilite dal Regolamento interno del Consiglio regionale.

4. La consultazione della generalità degli Enti locali da parte del Consiglio regionale in ordine alle proposte di cui al comma 1, si realizza attraverso l'esercizio delle competenze del Consiglio delle autonomie locali. Quest'ultimo, ai fini dell'espressione del proprio parere, può effettuare, ai sensi del proprio regolamento interno, consultazioni con la generalità degli Enti locali.

5. Restano disciplinate dal Regolamento interno del Consiglio regionale le consultazioni delle associazioni rappresentative degli Enti locali nonché le consultazioni di alcuni o singoli Enti locali su atti di loro specifico interesse o di tutti gli Enti locali su questioni per le quali la presente legge non prevede il parere obbligatorio del Consiglio delle Autonomie locali.

Art. 15
(Termini)

1. Il Regolamento interno del Consiglio regionale stabilisce i termini entro cui il Consiglio delle Autonomie locali esprime il parere obbligatorio di cui all'articolo 14, comma 1, prevedendo che tali termini possono essere elevati su richiesta motivata del Presidente del Consiglio delle Autonomie locali, ovvero ridotti per ragioni di urgenza.

Art. 16
(Esito delle pronunce)

1. Nel caso in cui il Consiglio delle Autonomie locali esprima parere negativo o parere favorevole condizionato all'introduzione di modificazioni specificatamente formulate e la Commissione competente non si adegui, il Consiglio regionale può procedere rispettivamente, all'approvazione dell'atto o alla sua approvazione senza l'accoglimento di dette modifiche con il voto della maggioranza dei Consiglieri assegnati alla Regione.

2. Nel caso in cui la Commissione consiliare competente si adegui al parere espresso dal Consiglio delle Autonomie locali e il Consiglio regionale voglia discostarsene, questo delibera sulle corrispondenti parti con il voto della maggioranza dei consiglieri assegnati alla Regione.

Art. 17
(Raccordo con la Giunta regionale)

1. Ai sensi dell'art. 48, comma 3, punto d) dello Statuto regionale, il raccordo tra il Consiglio delle Autonomie locali e la Giunta regionale si concretizza in ordine a:

atti generali di programmazione regionale sotto forma di linee guida, atti di indirizzo, esercizio del potere sostitutivo, deliberazioni di competenza della Giunta che abbiano attinenza con il sistema delle autonomie locali;

atti di competenza della Giunta conseguenti ad un mandato del Consiglio regionale in attuazione o completamento di disposizioni legislative e che abbiano attinenza con il sistema delle autonomie locali.

2. La Giunta regionale può richiedere comunque pareri al Consiglio delle Autonomie locali in ordine a proprie proposte e iniziative comportanti lo svolgimento di funzioni di indirizzo e di coordinamento.

3. I pareri del Consiglio delle Autonomie locali sono approvati con il consenso della maggioranza dei componenti.

4. I pareri debbono essere resi entro il termine di quindici giorni dalla richiesta; decorso tale termine, si prescinde dal parere. I pareri sono trasmessi dalla Giunta regionale alla Commissione consiliare competente.

5. Nel caso in cui il parere del Consiglio delle Autonomie locali sia negativo o nel caso in cui esso sia condizionato dall'accoglimento di specifiche modifiche, la Giunta regionale può procedere rispettivamente, all'approvazione dell'atto o alla sua approvazione senza l'accoglimento di dette modifiche, con motivazione espressa.

Art. 18
(Intese)

1. Le disposizioni del presente articolo si applicano a tutti i procedimenti in cui la legislazione regionale vigente prevede un'intesa negli organi di raccordo Regione - Enti locali.

2. Le intese si perfezionano con l'espressione dell'assenso della Giunta regionale e dei componenti del Consiglio delle Autonomie locali espressione degli Enti locali.

3. L'assenso dei componenti del Consiglio delle Autonomie locali è espresso di regola all'unanimità; ove questa non sia raggiunta, l'assenso è espresso dalla maggioranza assoluta di tali componenti.

4. L'intesa di cui al comma 2 è comunicata ai Sindaci dei Comuni interessati non componenti il Consiglio, i quali possono entro dieci giorni far pervenire osservazioni in dissenso. Sulle osservazioni il Consiglio delibera motivatamente e definitivamente entro i dieci giorni successivi con le medesime modalità di cui al comma 3.

5. Quando un'intesa espressamente prevista dalla legge regionale non è raggiunta entro trenta giorni dalla prima seduta del Consiglio delle Autonomie locali in cui l'oggetto è posto all'ordine del giorno, la Giunta Regionale provvede con deliberazione motivata.

CAPO IV
Norme finali

Art. 19
(Norma finanziaria)

1. Gli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge, determinati in Euro 400.000,00 gravano sui fondi del Bilancio dei Consiglio regionale per l'esercizio finanziario 2007.

2. Per gli esercizi finanziari successivi, la copertura degli oneri relativi è garantita con l'approvazione dei bilancio di previsione annuale del Consiglio regionale.

Art. 20
(Abrogazione)

1. Il Capo II - Conferenza Regione-Autonomie locali (articoli 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14 e 15) della legge regionale 12 agosto 2002, n. 34, è abrogato.

Art. 21
(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione Calabria.

Disegno di legge numero 135/8^, recante: “Istituzione e disciplina della Consulta Statutaria” (Del. n. 116)

Art. 1
(Sede e fonti )

1. La Regione, in attuazione dell'articolo 57 dello Statuto istituisce la Consulta statutaria quale organo di consulenza e garanzia della Regione.

2. La Consulta statutaria ha sede presso il Consiglio regionale.

3. La Consulta svolge le funzioni ad essa attribuite dallo Statuto in conformità alla presente legge e secondo le disposizioni del proprio Regolamento interno, che si conforma alla stessa legge e viene deliberato a maggioranza assoluta dei componenti e pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Art. 2
(Composizione, durata e incompatibilità )

1. La Consulta statutaria è formata da cinque componenti eletti dal Consiglio regionale, con la maggioranza dei due terzi, tra: i magistrati delle giurisdizioni ordinaria, amministrativa e contabile; i professori universitari ordinari in materie giuridiche con almeno quindici anni di carriera; gli avvocati con almeno venti anni di esercizio effettivo della professione. In ogni caso deve essere garantita la presenza di ciascuna delle suindicate professionalità.

2. Tutti componenti della Consulta statutaria hanno l'obbligo di risiedere nella Regione Calabria, per tutto il periodo di durata del mandato.

3. I membri della Consulta durano in carica sei anni e non sono immediatamente rieleggibili.

4. La carica di componente della Consulta statutaria è incompatibile con altre cariche pubbliche, con l'esercizio delle professioni o dell'impresa e con lo status di dipendente pubblico o privato. Ai componenti della Consulta statutaria si applicano, inoltre, le norme in materia di ineleggibilità e di incompatibilità previste per i Consiglieri regionali.

Art. 3
(Status e trattamento economico)

1. Nei sei anni dello svolgimento dei loro mandato, i componenti della Consulta non possono essere perseguiti, per responsabilità penale, civile o contabile, esclusivamente, per le opinioni espresse (dissenzienti o consenzienti) e per i voti dati nello stretto esercizio delle loro funzioni.

2. I componenti della Consulta, godono nei sei anni dello svolgimento del loro mandato, di una retribuzione equivalente a quella iniziale di magistrato di Cassazione dichiarato idoneo alle funzioni direttive superiori. L'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale dispone altresì l'assegnazione di mezzi e strutture idonee a svolgere efficacemente il mandato, nei limiti dello stanziamento nel bilancio del Consiglio regionale.

3. II trattamento economico è sospeso, e il componente della Consulta decade automaticamente, nel caso di:

a)assenze ingiustificate per più di tre sedute consecutive;

b) gravi mancanze nell'esercizio delle sue funzioni, secondo le procedure e) nelle ipotesi espressamente indicate dal Regolamento;

c) condanna penale, anche in primo grado.

4. Nel caso di dimissioni di un componente della Consulta, questi - con la presentazione delle dimissioni al Consiglio regionale cessa immediatamente dalla carica.

5. In caso di impedimento permanente, di decadenza, di dimissioni o di decesso di un componente della Consulta, il Consiglio regionale elegge, entro trenta giorni e con le modalità dì cui all'art. 2 comma 1, altro componente in sua sostituzione, il quale rimane in carica fino al completamento del mandato in corso.

Art. 4
(Presidente e Vicepresidente)

1. Il Presidente eletto dalla Consulta, che resta in carica per tutto il mandato, viene coadiuvato, e all'occorrenza può essere sostituito, da un Vicepresidente, eletto, durante il suo mandato, per la durata di tre anni non rinnovabili, secondo la procedura indicata dal Regolamento della Consulta.

Art. 5
(Svolgimento dei lavori)

1. Le sedute della Consulta si tengono "pubblicamente" nella forma dell'udienza, nel corso della quale sono ascoltate le parti interessate, secondo le indicazioni di procedura fissate dal Regolamento, e "riservatamente" nella sede della Camera di consiglio, in cui i membri dell'organo adottano le decisioni. I pareri sono adottati direttamente in Camera di consiglio.

2. Le sedute della Consulta statutaria si tengono con le modalità di cui al Regolamento interno.

3. L'assenza ingiustificata di un componente per più di tre sedute consecutive determina l'automatica decadenza dall'incarico e l'inizio della procedura di sostituzione di un nuovo componente da parte del Consiglio regionale.

4. Le sedute della Consulta statutaria sono valide quando sono presenti almeno tre componenti e solo ove siano state svolte le regolari procedure di convocazione previste dal Regolamento.

5. Non è ammessa l'astensione dal voto da parte dei componenti della Consulta, tranne che nelle ipotesi, disciplinate dal Regolamento, di un potenziale conflitto di interessi.

Art. 6
(Opinioni concorrenti e dissenzienti )

1. La Consulta delibera a maggioranza dei presenti. In caso di parità prevale il voto espresso dal Presidente.

2. Ai componenti della Consulta che lo volessero - in relazione alle sole decisioni, non ai pareri, e nei soli casi previsti dal Regolamento - è consentito depositare, in un apposito registro tenuto dal Segretario della Consulta, motivazioni aggiuntive firmate, diverse (opinioni concorrenti) o contrarie (opinioni dissenzienti) a quella assunta collegialmente dalla Consulta a sostegno del dispositivo adottato.

3. Il Regolamento deciderà procedure, modi e forme delle opinioni concorrenti e dissenzienti, che comunque devono essere brevi.

Art. 7
(Decisioni della Consulta)

1. Gli atti della Consulta si distinguono in:

a) deliberazioni interne. Con esse l'organo:

al) approva e modifica a maggioranza assoluta le norme del Regolamento interno;

a2) valuta, nei casi previsti dal Regolamento e con l'astensione dell'interessato, il comportamento di un singolo componente della Consulta stessa;

a3) adotta provvedimenti amministrativi relativi all'utilizzazione del personale dipendente.

b) deliberazioni esterne. Con esse la Consulta:

b1) adotta "decisioni" sull'applicazione e sull'interpretazione delle disposizioni statutarie;

b2) esprime "pareri" sull'applicazione e sull'interpretazione delle disposizioni statutarie.

2. Le decisioni prese su richiesta del Presidente della Giunta, del Presidente del Consiglio regionale, del Presidente del Consiglio delle autonomie locali, nonché di un terzo dei componenti del Consiglio regionale - attengono alla funzione di garanzia dell'organo e si distinguono in due parti, dispositivo e motivazione, secondo le indicazioni di dettaglio fornite dal Regolamento. In conformità allo Statuto, esse riguardano:

a) i conflitti fra gli organi della Regione;

b) i conflitti tra gli organi della Regione e gli Enti locali;

c) la compatibilità di proposte di legge o di regolamento con lo Statuto;

d) la regolarità e l'ammissibilità delle richieste di referendum.

3. Ad eccezione del caso di conflitti fra organi della Regione o fra Regione ed Enti locali originati da una legge o da un regolamento, nel quale i soggetti legittimati devono ricorrere alla Consulta entro 30 giorni dalla promulgazione della legge, il giudizio sulla compatibilità di proposte di legge o di regolamento con lo Statuto ha carattere preventivo, ossia deve essere presentato dai soggetti legittimati prima che gli atti in esame siano rispettivamente promulgati ed emanati.

4. In quest'ultimo caso, fino al giorno della decisione della Consulta che comunque deve essere presa entro 30 giorni dalla richiesta le delibere legislative o regolamentari non possono essere rispettivamente promulgate o emanate.

5. Nel caso di richiesta di referendum popolare, il giudizio di ammissibilità ha carattere preventivo, ossia precede la raccolta delle firme e il connesso giudizio di regolarità. Il Regolamento della Consulta prevede tempi e modi di tali giudizi, in armonia con la legge che disciplina il referendum popolare.

6. I pareri, di norma tendenzialmente brevi e unitari, attengono alle funzioni di consulenza dell'organo e possono essere dati dalla Consulta, oltre che su richiesta dei soggetti di cui al comma 2, anche su istanza:

a) del Difensore civico;

b) della Consulta per l'ambiente;

c) della Commissione per le pari opportunità;

d) degli enti e dei promotori rappresentanti i soggetti legittimati a presentare richiesta di referendum indicati negli artt. 11 e 12 dello Statuto;

e) del Comitato consiliare per la qualità e fattibilità delle leggi;

f) delle Commissioni d'inchiesta.

7. La Consulta può sempre decidere l'inammissibilità, per le cause indicate nel proprio Regolamento, della richiesta di decisione o di parere.

8. Un dirigente del Consiglio con funzione di segretario della Consulta cura la custodia degli atti e la redazione dei verbali, provvedendo alla pubblicazione, in un apposita Sezione del BUR, dei pareri forniti e delle decisioni prese dall'organo, queste ultime comprensive di eventuali opinioni concorrenti e/o dissenzienti.

Art. 8

(Effetti delle deliberazioni esterne)

1. Gli organi regionali, e gli altri soggetti istituzionali interessati, si attengono alle decisioni e ai pareri della Consulta, facendone corretta ed esplicita menzione nell'adozione dei relativi atti.

2. In particolare, con l'eccezione dei casi indicati nei successivi commi 3 e 4, le decisioni sono vincolanti per i soggetti interessati e per tutti gli enti ed organi della Regione.

3. Ove la Consulta ritenga leso lo Statuto da una semplice proposta di legge o regolamento del Consiglio regionale, quest'ultimo può comunque deliberare in senso contrario alla decisione della Consulta, con motivata decisione adottata a maggioranza assoluta.

4. Ove la Consulta, in conseguenza di un conflitto, ritenga leso lo Statuto da leggi o da regolamenti del Consiglio rispettivamente promulgate o emanati, il Consiglio regionale può comunque rideliberare in senso contrario alle decisioni della Consulta, con motivata decisione adottata a maggioranza assoluta.

Art. 9

(Autonomia organizzativa e amministrativa)

1. La consulta statutaria è dotata di autonomia organizzativa ed amministrativa.

2. L'ufficio di Presidenza del Consiglio regionale individua all'interno dell'organizzazione consiliare, anche cori opportuni adattamenti o modifiche all'organizzazione stessa, una struttura di supporto alla Consulta.

Art. 10

(Norme finanziarie)

1. Gli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge, determinati in Euro 600.000,00 gravano sui fondi del Bilancio del Consiglio regionale per l'esercizio finanziario 2007.

2. Per gli esercizi finanziari successivi, la copertura degli oneri relativi è garantita con l'approvazione del Bilancio di previsione annuale del Consiglio regionale

Art. 11

(Entrata in vigore)

La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Progetto di legge n. 87/8^, recante: “Partecipazione della Regione Calabria ai programmi statali, dell’U.E. e degli organismi internazionali di cooperazione con i Paesi in via di sviluppo; alla promozione dei diritti umani, della cultura di pace e della solidarietà internazionale” e n. 113/8^, recante: “Interventi per la Cooperazione Internazionale decentrata in Calabria” (Del. n. 117)

Art. 1
(Finalità)

1. La Regione Calabria riconosce nella Cooperazione con le Nazioni prospicienti il Mediterraneo, con i Paesi in Via di Sviluppo (PVS) e di quelli con economia in via di transizione come definiti dall' Organizzazione per la Cooperazione e lo sviluppo economico (O.C.S.E), uno strumento essenziale di solidarietà tra i popoli per la promozione dei diritti umani e di una cultura di pace, in conformità ai principi costituzionali, alle dichiarazioni internazionali ed alle norme comunitarie e nazionali.

2. La Regione, nel rispetto della vigente legislazione nazionale e comunitaria, nonché della competenza statale in materia di politica estera e di rapporti internazionali, contribuisce alla salvaguardia della vita umana, al soddisfacimento dei bisogni primari, all'autosufficienza alimentare, all'eliminazione della povertà, alla lotta all'emarginazione sociale, alla promozione ed alla difesa della democrazia e dei diritti civili e politici, allo sviluppo sostenibile ed alla valorizzazione delle risorse umane delle popolazioni delle Nazioni prospicienti il Mediterraneo, dei Paesi in Via di Sviluppo e di quelli con economia in via di transizione.

Art. 2

(Attività di cooperazione)

La Regione Calabria per le finalità di cui all'articolo 1 promuove e sostiene:

la cooperazione con le regioni ed i territori dei paesi membri dell'Unione Europea nella attuazione delle politiche di cooperazione decentrata;

le attività di collaborazione e ppartenariato internazionale;

la attività di cooperazione internazionale con le Nazioni prospicienti il Mediterraneo, i Paesi in via di sviluppo e le Economie in via di Transizione;

la cooperazione umanitaria e di emergenza socioeconomica;

l'internazionalizzazione del sistema economico-produttivo.

2. La Regione Calabria attua gli interventi di cui al comma precedente:

a) per mezzo di iniziative proprie, progettate, predisposte e realizzate anche avvalendosi della collaborazione di soggetti territoriali, nazionali ed internazionali.

b) attraverso il sostegno alle iniziative promosse dai soggetti di cui al successivo articolo 9, comma 1.  

Art. 3

(Attività di cooperazione con Regioni e Territori dei paesi membri dell'Unione Europea)

1. Per attività di cooperazione con le regioni ed i territori dei paesi membri dell'Unione Europa, si intendono tutte le iniziative ed i progetti mirati al rafforzamento delle organizzazioni e delle istituzioni di integrazione regionale, allo scambio di esperienze e di buone pratiche tra le regioni ed i territori degli stati membri ed i paesi terzi, al sostegno della cooperazione interregionale per la realizzazione di programmi nazionali e comunitari a titolarità multiregionale.

Art. 4

(Attività di collaborazione e partenariato istituzionale e
relazioni istituzionali)

1. Per attività di collaborazione e partenariato internazionale si intendono tutte le iniziative ed i progetti, perseguenti le finalità di cui alla presente legge, volti a favorire il reciproco sviluppo sociale, economico e culturale delle comunità regionali e locali calabresi e dei partner, attraverso l'interazione tra territori ed istituzioni, gli accordi con altri Stati, le intese con enti territoriali interni ad altro Stato.

2. Per relazioni istituzionali si intendono i rapporti che la Regione avvia con governi ed istituzioni locali di altri Paesi in un'ottica di proiezione strategica verso. l'esterno, di promozione del sistema regionale e di attrazione di investimenti dall'estero.

3. La Regione Calabria in questi ambiti:

a) partecipa e promuove la partecipazione alle attività delle associazioni europee costituite in relazione all'attività dell'Unione Europea e del Consiglio d'Europa e alle attività delle altre associazioni e delle organizzazioni internazionali;

b) promuove e sostiene i gemellaggi tra istituzioni locali, favorendone l'evoluzione in accordi di cooperazione e partenariato internazionale;

c) promuove e sostiene le attività di collaborazione e partenariato internazionale nell'ambito dei programmi e dei progetti dell'Italia, dell'Unione Europea e delle Organizzazioni Internazionali;

d) sottoscrive le intese e gli accordi di collaborazione e di partenariato internazionale con governi e istituzioni locali, nel rispetto delle normative nazionali ed europee e previa intesa governativa;

e) aderisce, sostiene e promuove reti di cooperazione interregionali ed internazionali.

Art. 5

(Attività di cooperazione internazionale)

1. Per attività di cooperazione internazionale si intendono tutte le iniziative ed i progetti, perseguenti le finalità di cui alla presente legge, volti a sostenere l'affermazione dei diritti dell'uomo e dei principi democratici, lo sviluppo sostenibile e la solidarietà sociale, la crescita del tessuto economico e sociale ed il miglioramento della qualità della vita nei Paesi di cui all'articolo 1 della presente legge.

2. La Regione Calabria indirizza il suo intervento in particolare al supporto delle azioni progettuali che valorizzano le risorse umane disponibili nell'area di intervento, contribuiscono ai processi di sviluppo endogeno, rurale o urbano, nei settori sociale ed economico, favoriscono il riequilibrio delle disuguaglianze sociali e l'implementazione delle politiche di genere, concorrono al miglioramento della condizione delle fasce sociali più svantaggiate e della qualità della vita delle popolazioni interessate.

3. La Regione Calabria promuove e sostiene la cooperazione decentrata e non governativa, favorisce la partecipazione ai programmi di cooperazione di tutti i soggetti della società civile, in sintonia con la cooperazione governativa e nell'ambito dei programmi di cooperazione dell'Italia, dell'Unione Europa e delle Organizzazioni Internazionali. Favorisce lo scambio reciproco delle informazioni, il coordinamento delle iniziative, e la programmazione degli interventi per paese o area di intervento.

4. In particolare, le azioni progettuali possono riguardare:

a) le iniziative di cooperazione previste dal comma 3, dell'articolo 2, della Legge 26 febbraio 1987, n. 49 e successive modificazioni;

b) la crescita ed il consolidamento della democrazia e dello Stato di diritto nei paesi interessati;

c) la promozione e la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, proclamati dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e di altri strumenti internazionali concernenti lo sviluppo ed il consolidamento della democrazia dello Stato di diritto;

d) le iniziative di informazione, sensibilizzazione ed educazione volte a favorire la cultura della pace e dei diritti umani;

e) le ricerche in tema di pace, cooperazione internazionale e diritti fondamentali degli uomini, delle donne e dei popoli, e diffusione nelle scuole dei risultati;

f) i programmi di educazione sui temi della cultura di pace, della solidarietà e dello sviluppo equo e sostenibile, sul rispetto e la tutela delle identità culturali e la promozione dell'interculturalità, con particolare riguardo all'ambito scolastico e agli educatori in genere;

g) i seminari di studio e di formazione, la produzione di materiali finalizzati a sensibilizzare la comunità regionale: ed in particolare il mondo giovanile, sui temi della pace, della solidarietà e della cooperazione internazionale, della promozione dei diritti umani;

h) la promozione di programmi di informazione e di educazione della comunità regionale, anche in ambito scolatistico, ai temi dello sviluppo umano sostenibile, oltre che le iniziative volte all'intensificazione degli scambi culturali con particolare riguardo ai giovani, tra la Calabria e le Nazioni prospicienti il Mediterraneo;

i) il sostegno ai programmi di tutela e di valorizzazione delle risorse paesaggistiche- ambientali e culturali;

j) il supporto ad iniziative per la tutela dei minori e dei diritti dell'infanzia, l'attuazione delle politiche di genere;

k) le attività di studio, di ricerca, di scambi di esperienze, di informazione e di divulgazione, volte a promuovere l'unità e l'identità europea, l'estensione del concetto di cittadinanza e la partecipazione ai processi istituzionali a tutti i livelli;

I) le iniziative di informazione, consulenza, predisposizione di progetti di fattibilità e loro realizzazione, al fine di determinare il trasferimento di sistemi e tecnologie appropriate, realizzate da imprese calabresi nell'ambito di programmi di cooperazione finanziati da organismi nazionali ed internazionali;

m) l'impiego, anche attraverso convenzioni con Enti regionali strumentali e territoriali, di personale qualificato con compiti di assistenza tecnica, amministrazione e gestione, valutazione e monitoraggio dell'attività di cooperazione internazionale;

n) la formazione professionale e la promozione sociale di cittadini stranieri da svolgersi in Calabria ed in altri Paesi, nonché la formazione di personale residente in Italia destinato a svolgere attività di cooperazione internazionale;

o) gli interventi innovativi e di sperimentazione nel mercato del lavoro, nel settore del credito e del commercio internazionale, nelle politiche pubbliche per lo sviluppo locale anche ai fini dell'integrazione degli interventi di cooperazione con le attività di sviluppo economico;

p) il miglioramento dei flussi immigratori nel territorio calabrese anche favorendo la selezione positiva, la formazione, l'integrazione e la regolarizzazione degli immigrati, valorizzando le loro rimesse nei paesi di origine e favorendo l'occupazione in tali paesi;

q) la valorizzazione delle comunità di origine calabrese all'estero.

Art. 6

(Attività di cooperazione umanitaria e di emergenza)

1. Per attività di cooperazione umanitaria e di emergenza si intendono tutte le iniziative di solidarietà internazionale destinate a fronteggiare eventi eccezionali causati da conflitti armati, calamità, siccità, carestie e carenze igienico - sanitarie che minacciano la sopravvivenza delle popolazioni, fornendo anche direttamente beni ed attrezzature, personale specializzato sia volontario che messo a disposizione da soggetti pubblici e privati, anche attraverso l'erogazione di finanziamenti in favore di associazioni di comprovata esperienza che provvedono direttamente a tali interventi.

2. La Giunta Regionale può adottare gli interventi di cui al precedente comma anche al di fuori delle procedure di programmazione previste dal - successivo articolo 8 ove ricorrano i presupposti per dare attuazione ad interventi di particolare urgenza umanitaria.

3. La Giunta regionale promuove, realizza, coordina o concorre finanziariamenteall'attuazione degli interventi, in collaborazione con le strutture regionali della protezione civile, le ONG e con soggetti pubblici e privati dotati della necessaria esperienza e competenza, nei seguenti ambiti:

a) fornitura, anche tramite organizzazioni idonee allo scopo, di materiali di prima necessità, di attrezzature e di generi di conforto alle popolazioni colpite;

b) assistenza sanitaria e ospedaliera a cittadini stranieri che, per gli effetti degli eventi di cui al comma 1, sono ospitate nella regione, e l'accoglienza di eventuali accompagnatori, purché regolarmente autorizzati alla permanenza sul territorio italiano;

c) collaborazione tecnica, anche mediante l'invio di personale regionale, ed eventuale coordinamento delle risorse umane messe a disposizione da associazioni, istituti, Enti pubblici e privati;

d) raccolta e diffusione di informazioni sulle azioni di aiuto e di emergenza organizzate da soggetti regionali nonché azioni finalizzate al loro raccordo con le richieste e le iniziative dell'Amministrazione statale, dell'Unione europea e degli Organizzazioni internazionali;

e) sostegno a progetti predisposti da Enti, associazioni e comitati calabresi che operano per le finalità di cui al comma 1;

f) raccolta fondi, con la promozione di pubbliche sottoscrizioni di denaro da far affluire su apposito capitolo di bilancio.

Art. 7

(L'Internazionalizzazione del sistema economico-produttivo)

1. Per internazionalizzazione del sistema economico-produttivo si intendono gli interventi volti ad accrescere la competitività del sistema imprenditoriale calabrese sui mercati internazionali attraverso:

a) il supporto ed il coordinamento degli operatori nell'attività di commercializzazione dei propri prodotti sui mercati esteri;

b) il miglioramento della capacità delle imprese di costruire rapporti e relazioni innovative con partner stranieri, anche con riferimento all'attrazione degli investimenti;

c) il miglioramento della capacità delle imprese di cogliere e soddisfare, sulla base di opportuni processi di diversificazione produttiva (sia in termini qualitativi che merceologici) i nuovi bisogni e le esigenze dei consumatori potenziali sui mercati internazionali;

d) lo sviluppo e la diffusione di una cultura della conoscenza e dell'innovazione.

2. Gli interventi di internazionalizzazione del sistema economico-produttivo si riferiscono tanto alle imprese e ai loro consorzi, quanto alle associazioni d'impresa territoriali e di categoria, e agli Enti e soggetti pubblici e privati che operano a supporto dell'imprenditoria locale.

3. Nell'ambito dell'internazionalizzazione del proprio sistema economico­produttivo, la Regione definisce strategie e programmi per:

rafforzare il partenariato tra il sistema imprenditoriale ed i sistemi territoriali della Ricerca, della Formazione e dell'innovazione per sostenere la competitività e l'attrattività dei sistemi economico-territoriali;

individuare i Paesi, le aree ed i settori strategici per lo sviluppo del sistema produttivo regionale;

c) creare una cultura dell'aggregazione e dell'integrazione - sia verticale che orizzontale - tra imprese finalizzata all'internazionalizzazione.

4. In attuazione della strategia di cui al comma precedente, la Regione promuove e sostiene:

a) attività promozionali e fieristiche;

b) attività di affiancamento alle imprese per favorire la loro internazionalizzazione;

c) la creazione di raggruppamenti di imprese, finalizzati alla produzione, allo scambio di know-how, all'innovazione, al marketing, alla ricerca, anche in collaborazione con Centri di Ricerca ed Università;

d) il potenziamento delle strutture, pubbliche e private, che erogano servizi alle imprese per l'internazionalizzazione, con particolare riferimento allo Sportello regionale per l'Internazionalizzazione (SPRINT);

e) la diffusione e divulgazione della conoscenza dei processi e degli strumenti di internazionalizzazione verso le imprese e, più in generale, sul territorio.

Art. 8

(Programmazione degli interventi e modalità di attuazione)

1. Il Consiglio regionale approva, annualmente, su proposta della Giunta, un documento di indirizzo programmatico triennale che disciplina in modo unitario l'insieme delle attività di cooperazione di cui all'articolo 2.

2. Il documento triennale di cui al comma precedente contiene:

a) gli obiettivi generali, le priorità tematiche e geografiche di azione per ciascun ambito di intervento definito dall'articolo 2, comma 1 della presente legge;

b) i programmi e le iniziative di cooperazione europee, nazionali ed interregionali cui la Regione Calabria partecipa;

c) i criteri dì ripartizione delle risorse tra le iniziative ed i progetti di cui all'articolo 2, comma 2, lettera a) e b);

d) i programmi di iniziativa regionale di cui all'articolo 2, comma 2, lettera a) della presente legge con l'indicazione degli obiettivi specifici, degli interventi previsti e della loro localizzazione, degli importi finanziari di spesa e del relativo cronoprogramma di attuazione;

e) i criteri per l'individuazione dei soggetti richiamati dal successivo articolo 9 da coinvolgere nella predisposizione e nella realizzazione delle azioni progettuali di cui all'articolo 2, comma 2, lettera b);

f) i criteri per la concessione dei contributi regionali previsti con particolare riferimento a: natura del contributo, procedura di accesso, priorità, requisiti soggettivi ed oggettivi, spese ammissibili, modalità di erogazione e di rendicontazione dei progetti;

g) gli strumenti di coordinamento da attivare per l'attuazione degli interventi con particolare riferimento alle modalità di costituzione dei Tavoli di concertazione per aree tematiche e/o geografiche di cui al successivo articolo 10, comma 1;

h) le forme di monitoraggio e di valutazione dei progetti in corso d'opera o realizzati.

3. Entro il 28 febbraio di ciascun anno la Giunta regionale approva, su parere vincolante della Commissione consiliare competente, un piano operativo annuale delle attività di cooperazione, nel pieno rispetto del documento di indirizzo programmatico regionale di cui al periodo precedente.

4. Il Piano operativo annuale attua il piano triennale delle attività di cooperazione. Detto Piano contiene:

i programmi statali e dell'UE cui la Regione intende partecipare;

le iniziative da attuare in partenariato con i Paesi in via di Sviluppo e quelle in collaborazione con altre Regioni italiane e dell'UE;

c) la ripartizione delle risorse finanziare in accordo con quanto previsto dal piano triennale;

d) l'individuazione dei criteri di valutazione e delle modalità di presentazione dei progetti da parte dei soggetti pubblici e privati di cui al successivo articolo 9;

e) la verifica annuale sulle attività avviate e/o concluse relative all'anno precedente.

5. La Giunta regionale, ai fini della predisposizione del documento di indirizzo - programmazione, consulta preventivamente i soggetti di cui all'articolo 9.

6. Le funzioni amministrative di attuazione del piano regionale sono svolte dalla Giunta Regionale secondo quanto stabilito dall'ordinamento regionale vigente.

7. Il documento di programmazione triennale ed il piano operativo annuale sono comunicati al Ministero degli Affari Esteri ed alla Presidenza del Consiglio dei Ministri ai sensi e per gli effetti delle disposizioni contenute all'articolo 6 della legge 5 giugno 2003, n. 131.

8. Le eventuali modifiche ed integrazioni al documento di indirizzo programmatico triennale seguono le stesse modalità procedurali individuati nei commi precedenti per l'approvazione dei programma.

Art. 9

(Soggetti della Cooperazione internazionale)

1. La Regione Calabria riconosce e sostiene quali soggetti promotori delle attività di cooperazione previste dalla presente legge:

gli Enti locali calabresi singoli o associati, le Organizzazioni non governative (O.N.G.) riconosciute idonee ai sensi dell'articolo 28 della legge n. 49 del 26 febbraio 1987 e successive modificazioni o che siano state ammesse a finanziamento da parte dell'Unione Europea; 

le organizzazioni non lucrative di utilità sociale (O.N.L.U.S.), le organizzazioni di volontariato, le cooperative sociali e le associazioni di promozione sociale regolarmente costituite che prevedono nello statuto lo svolgimento di attività di cooperazione e di solidarietà internazionale e che sono in possesso dei requisiti stabiliti nel documento di indirizzo programmatico triennale di cui al precedente articolo 8 e che abbiano una comprovata esperienza di cooperazione internazionale;

le Università, le Istituzioni scolastiche, gli Enti pubblici, gli; Istituti di ricerca, gli Istituti di formazione accreditati in conformità alla normativa regionale, di iniziativa culturale e di ricerca ed informazione, Fondazioni con finalità attinenti alla presente legge.

gli Enti pubblici non compresi nella lettera a);

le Organizzazioni sindacali e di categoria;

le Comunità di immigrati;

g) gli Istituti di credito, le Cooperative ed imprese, con particolare riguardo a quelle senza finalità di lucro o artigiane, piccole e medie, interessate alle finalità di cui alla presente legge.

I soggetti di cui al comma 1, ad esclusione degli organismi internazionali con cui il Ministero degli Affari Esteri italiano collabora ai fini della cooperazione internazionale, al fine di fruire delle azioni regionali per gli interventi di cui alla presente legge, devono avere sede legale o una sede operativa ed essere attivamente presenti nel territorio della Calabria.

3. Potranno beneficiare del sostegno regionale anche le forme associative dei soggetti di cui al punto 1.

Art. 10

(Coordinamento tra i soggetti della Cooperazione
internazionale)

1. Al fine di favorire la programmazione ed il coordinamento degli interventi per aree. geografiche, o per tematiche di intervento nonché per coordinare il reperimento delle risorse finanziarie e la partecipazione ai programmi di cooperazione promossi a livello nazionale, comunitario ed internazionale, sono istituiti Tavoli di concertazione per aree tematiche e/o geografiche, costituiti dai soggetti di cui al precedente articolo interessati agli interventi in una determinata area geografica o per una- determinata area tematica, assicurando, ove necessario, nei rapporti con il Ministero degli Affari Esteri il raccordo amministrativo ed informativo. I Tavoli di concertazione hanno il compito di coordinare un programma di intervento includendo ed armonizzando le iniziative dei soggetti partecipanti e definendo un programma integrato per aree tematiche e/o geografiche.

2. La Regione può inoltre avvalersi per le funzioni di coordinamento sul territorio, in particolare per gli Enti locali di minori dimensioni, della collaborazione delle Amministrazioni provinciali.

3. Le modalità di costituzione e di funzionamento dei Tavoli di concertazione sono stabilite nel documento di indirizzo triennale di cui all'articolo 8 della presente legge.

4. Per le funzioni di armonizzazione con il sistema regionale italiano e di supporto la Regione aderisce all'Osservatorio Interregionale sulla Cooperazione allo Sviluppo (OICS), struttura associativa tra le Regioni e le Province autonome italiane. La Giunta regionale è autorizzata a compiere tutti gli atti necessari per la partecipazione della Regione all'OICS.

Art. 11

(Conferenza regionale sulla cooperazione internazionale
e le attività di partenariato)

1. Al fine di favorire la massima partecipazione al processo di programmazione. degli interventi in materia di cooperazione internazionale decentrata, la Giunta regionale organizza periodicamente la Conferenza regionale sulla cooperazione e il partenariato internazionale, con la collaborazione e la partecipazione di tutti i soggetti interessati agli interventi, ed in particolare gli Enti locali e i soggetti pubblici e privati senza finalità di lucro.

2. La Conferenza è sempre convocata prima della predisposizione da parte della Giunta regionale della proposta di documento di indirizzo programmatico triennale di cui all'articolo 8 della presente legge e dei suoi aggiornamenti, nonché del piano operativo annuale.

Art.12
(Nucleo Tecnico)

1. E' costituito presso la Giunta regionale un Nucleo tecnico, con funzione di consulenza, per l'attuazione degli interventi previsti dalla presente legge. La Giunta regionale si avvale del Nucleo in particolare per la redazione dei documenti programmatici di cui all'articolo 8 e per l'assistenza tecnica ai tavoli di concertazione di cui all'articolo 10, comma 1.

2. II Nucleo tecnico è costituito da 6 esperti di comprovata esperienza nei settore nominati dal Consiglio Regionale e durano in carica tre anni.

3. La segreteria del Nucleo è assicurata dal competente servizio in materia di attività internazionali.

4. I componenti del Nucleo svolgono il loro incarico dietro corrispettivo di un gettone di presenza ed il rimborso delle spese di trasferta, con riferimento alle norme in vigore per i dirigenti regionali.

Art.13

(Disposizioni finanziarie)

1. Agli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge si provvede con le risorse regionali, nazionali e comunitarie.' allocate nelle pertinenti UPB dello stato di previsione della spesa del bilancio regionale e individuate con le procedure previste dall'articolo 8 della presente legge.

2. Agli oneri derivanti dall'attuazione dell'articolo 12 della presente legge, quantificati per l'esercizio finanziario 2007 in euro 150.000,00 si provvede con la disponibilità esistente all'UPB 8.1.01.01 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2006 - inerente a "Fondo occorrente per far fronte agli oneri derivanti da provvedimenti legislativi che si perfezioneranno dopo l'approvazione del bilancio, recanti spese di parte corrente" - che viene ridotta del medesimo importo.

3. La disponibilità finanziaria di cui al comma precedente è utilizzata nell'esercizio in corso, ponendone la competenza a carico dell'UPB 1.2.04.05 (Capitolo 1013101) dello stato di previsione della spesa del bilancio 2007.

4. La Giunta regionale è autorizzata ad apportare le conseguenti variazioni al documento tecnico di cui all'articolo 10 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8, tenendo conto di quanto disposto dell'articolo 21, comma 2, della legge medesima.

5. Per gli anni successivi la relativa spesa sarà determinata in ciascun esercizio finanziario con la legge di approvazione del bilancio regionale e con la collegata legge finanziaria che l'accompagna.

Art. 14

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione Calabria.

Progetto di legge unificato n. 137/8^ di iniziativa del Consigliere Acri, recante : “Promozione del Sistema Integrato di Sicurezza” e n. 10/8^ di iniziativa del consigliere Nucera recante “ Interventi regionali a favore delle politiche per la sicurezza e di educazione alla legalità nell’ambito del territorio e delle comunità calabresi – Adesione della Regione Calabria al Forum per la sicurezza urbana” e n. 50/8^ del consigliere Nucera recante : “Interventi urgenti e speciali per il territorio della Locride” (Del. n. 118)

Art.1
(Finalità)

1. La Regione Calabria, in armonia con i principi costituzionali e statutari, attua e promuove politiche locali ed integrate di sicurezza finalizzate a migliorare le condizioni di sicurezza dei cittadini e del territorio regionale, allo sviluppo di una diffusa cultura della legalità, al contrasto della criminalità, ad azioni di prevenzione e recupero di fenomeni di devianza, mediante accordi di collaborazione istituzionale con lo Stato, gli Enti locali, le associazioni e le organizzazioni operanti nel campo sociale e della valorizzazione del territorio.

2. Ai fini della promozione del sistema integrato di sicurezza di cui al comma 1, compete alla Regione, d'intesa con il Consiglio delle Autonomie Locali, l'esercizio delle funzioni di indirizzo e di raccomandazione tecnica.

3. Per realizzare le finalità di cui al comma 1, la Regione sostiene, attraverso la concessione di finanziamenti per l'attuazione dei contratti locali di sicurezza, progetti volti a realizzare un sistema integrato di sicurezza del territorio improntato ai principi di solidarietà tra i cittadini.

Art. 2

(Definizioni)

1. Ai fini della presente legge si intendono per

a) "politiche locali per la sicurezza", azioni volte al conseguimento di una ordinata e civile convivenza nella città e nel territorio regionale anche con riferimento alla riduzione dei fenomeni di illegalità e inciviltà diffusa;

b) "politiche integrate per la sicurezza", azioni volte a fare interagire le politiche locali per la sicurezza con le politiche di contrasto alla criminalità e di sicurezza pubblica di competenza esclusiva dello Stato;

c) "sistema integrato di sicurezza", politiche sociali di sviluppo e di prevenzione sinergicamente finalizzate alla maggior sicurezza del territorio regionale anche con riferimento alla riduzione dei fenomeni di illegalità e di inciviltà diffusa.

d) "contratti locali di sicurezza", rappresentano lo strumento concertato tra i diversi attori istituzionali e sociali finalizzati all'elaborazione di progetti concreti di sicurezza locale per l'individuazione di un complesso coordinato di interventi ai quali concorre il finanziamento pubblico.

Art. 3

(Priorità dei sistema integrato di sicurezza)

1. La Regione Calabria nell'ambito degli interventi di cui all'articolo 1 individua come prioritarie:

a) azioni integrate di natura preventiva;

b) pratiche di mediazione dei conflitti e di riduzione del danno;

c) educazione alla convivenza, nel rispetto del principio di legalità.

2. Gli interventi regionali di cui alla presente legge si coordinano, in particolare, con gli altri interventi che la Regione Calabria svolge in materia:

a) di prevenzione, contrasto e riduzione delle cause del disagio e dell'emarginazione sociale, con particolare riferimento alla legge regionale 26 novembre 2003 n. 23 (Realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali nella Regione Calabria);

b) di riqualificazione urbana, con particolare riferimento alla legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 (Norme per la tutela ed uso del territorio);

c) di promozione delle forme associative fra i Comuni;

d) di protezione civile;

e) di sicurezza stradale;

f) di sicurezza ambientale;

g) di sicurezza e regolarità del lavoro;,

h) di prevenzione esercitata dalle Aziende sanitarie locali e dall'Agenzia regionale per la prevenzione e l'ambiente.

3. La Regione, inoltre:

a) promuove accordi con lo Stato in materia di sicurezza delle città e del territorio regionale;

b) sostiene accordi tra le autorità provinciali di pubblica sicurezza e i Comuni, stipulati nel rispetto dei caratteri e dei contenuti minimi definiti dalla Giunta regionale previo parere del Consiglio delle Autonomie locali;

c) favorisce la partecipazione dei soggetti associativi, rappresentativi di interessi collettivi, al processo di individuazione delle priorità d'azione nell'ambito degli accordi di cui al presente articolo, quale strumento di politiche concertate e integrate per il miglioramento della sicurezza urbana.

4. La Regione assume altresì il compito di:

a) fornire supporto, anche di carattere finanziario, ed assistenza tecnica agli Enti locali e alle associazioni ed organizzazioni operanti nel settore della sicurezza dei cittadini, con particolare riguardo alla definizione dei Contratti locali di sicurezza;

b) realizzare attività di ricerca, documentazione, comunicazione informazione sul tema della sicurezza dei cittadini;

c) sostenere con appositi finanziamenti e fornendo assistenza tecnica la realizzazione dei Contratti di sicurezza locali;

d) promuovere l'aiuto e l'assistenza alle vittime di reato;

e) collabora all'attività di formazione in materia di sicurezza;

f) sviluppare azioni di prevenzione sociale in favore dei soggetti a rischio;

g) promuovere la presenza del volontariato e dell'associazionismo per svolgere attività di animazione sociale, culturale, attraverso attività di prevenzione e di educazione alla cultura della legalità, per garantire la sicurezza delle città e del territorio regionale;

h) predisporre, ogni biennio, una mappa del territorio regionale che individui le zone maggiormente esposte a fenomeni di criminalità, con riferimento ai singoli comuni, ed evidenzi analiticamente le diverse fattispecie criminose; cura, altresì, la redazione e la pubblicazione di un rapporto annuale sullo stato della sicurezza nella Regione da presentare in occasione della Conferenza sulla sicurezza e legalità che verrà indetta annualmente dal Presidente del Consiglio regionale. Nel rapporto annuale si darà conto dei risultati connessi all'attuazione della presente legge.

Art. 4

(Consulta antimafia)

1. La Consulta antimafia, istituita con atto deliberativo della Giunta regionale n. 869 del 7 ottobre 2005, collabora con il Consiglio delle Autonomie Locali e con la Commissione contro il fenomeno della mafia dei Consiglio regionale.

2. La Consulta:

a) elabora i dati e gli elementi rilevanti per l'attuazione degli interventi previsti dalla presente legge;

b) individua periodicamente i fenomeni di criminalità avvenuti per evidenziare in maniera analitica le diverse fattispecie criminose;

c) fornisce supporto e consulenza tecnica nei confronti degli Enti locali, degli Enti pubblici, delle associazioni e delle organizzazioni operanti in materia di sicurezza;

d) individuare le priorità in relazione alle politiche locali per la sicurezza, alle politiche integrate per la sicurezza ed al sistema integrato di sicurezza;

e) relaziona al Presidente della Giunta regionale sulla validità e sull'efficacia degli interventi attuati in esecuzione della presente legge, nonché sui risultati della sua attività, almeno una volta l'anno.

3. La Regione, sentito il parere del Consiglio delle Autonomie locali, provvede a:

a) promuovere e stipulare intese istituzionali di programma, accordi di programma ed altri accordi di collaborazione per realizzare specifiche iniziative di rilievo regionale nel campo della sicurezza;

b) coordinare gli interventi raccordandoli con quelli degli organi dello Stato, responsabile dell'ordine e della sicurezza, per una efficace ed integrata presenza sul territorio.

Art. 5

(Rapporti con il Consiglio regionale)

1. La Commissione consiliare competente esprime annualmente parere circa gli indirizzi formulati dalla Giunta regionale relativi agli interventi regionali per lo sviluppo del sistema integrato di sicurezza.

2. Il Presidente della Giunta relaziona una volta all'anno al Consiglio regionale sullo stato della sicurezza nel territorio della Regione, nonché sulla validità e sull'efficacia degli interventi attuati in esecuzione della presente legge.

Art. 6

(Il Comune)

1. Ai Comuni compete l'esercizio delle funzioni di cui alla presente legge in attuazione dei principi di cui all'articolo 118, comma primo della Costituzione.

2. Il Comune, nell'ambito delle proprie competenze istituzionali, concorre alla definizione di un sistema integrato di politiche per la sicurezza delle comunità e del territorio regionale attraverso:

a) la promozione e la gestione dei Progetti Sicurezza, la realizzazione dei Contratti locali di sicurezza;

b) l'orientamento delle politiche sociali in favore dei soggetti a rischio di devianza anche all'interno di un programma più vasto di politiche di sicurezza;

c) l'assunzione del tema della sicurezza come uno degli obiettivi da perseguire nell'ambito delle competenze relative all'intera attività amministrativa;

d) lo svolgimento di azioni positive quali campagne informative, interventi di arredo e riqualificazione urbana, politiche di riduzione del danno e di mediazione culturale e sociale, l'istituzione della vigilanza di quartiere o di altri strumenti e figure professionali con compiti esclusivamente preventivi, la promozione di attività di animazione culturale in zone a rischio, lo sviluppo di attività volte all'integrazione nella comunità locale dei cittadini immigrati e ogni altra azione finalizzata a ridurre l'allarme sociale, il numero delle vittime di reato, la criminalità, la devianza e gli atti incivili.

3. Il Comune, in forma singola o associata, promuove la sottoscrizione di Contratti locali di sicurezza e può richiedere, nell'ambito di detto contratto, l'assistenza tecnica ed il finanziamento finanziario.

Art. 7

(Interventi di rilievo regionale)

1. La Regione realizza direttamente o compartecipa finanziariamente alla realizzazione degli interventi derivanti dalle intese e dagli accordi di cui all'articolo 3, sia per spese di investimento che per spese correnti.

2. La Regione promuove, d'intesa con i soggetti di cui a successivo art. 9, comma 1, la realizzazione di progetti di rilievo regionale, volti al miglioramento di rilevanti problemi di sicurezza o di disordine urbano diffuso caratterizzati da una pluralità di interventi e da un adeguato sistema di valutazione dei risultati. Tali progetti, per iniziativa degli Enti locali, possono coinvolgere altri soggetti, pubblici o privati, direttamente interessati alla realizzazione degli interventi previsti.

Art. 8

(Interventi di rilievo locale)

1. La Regione concede contributi ai Comuni, alle Province, alle Comunità montane, alle Unioni e alle Associazioni intercomunali per la realizzazione di iniziative finalizzate agli obiettivi di cui all'articolo 1, comma 3, realizzate anche di concerto con operatori privati. I finanziamenti sono concessi per spese di progettazione e di attuazione, con esclusione delle spese di personale.

2. La Regione concede contributi alle associazioni ed alle organizzazioni di volontariato iscritte ai registri di cui alla legge regionale 17 maggio 1996, n. 10 (Adeguamento legge regionale 19 aprile 1995, n. 18 alla legge quadro nazionale n. 266 dell'11 agosto 1991 sul volontariato) che operano a favore delle vittime di reati nel campo della sicurezza e a sostegno della prevenzione dei reati, per la realizzazione di specifiche iniziative. I contributi sono concessi per spese di progettazione e di attuazione, con esclusione delle spese per investimenti.

3. La Regione contribuisce alla tutela delle piccole e medie imprese artigianali, commerciali e turistiche dai fenomeni di criminalità mediante incentivi all'installazione di impianti di allarme e dispositivi di sicurezza. Sono destinatari dei contributi i titolari di attività di cui al comma 1 che presentino, anche tramite associazioni di categoria, consorzi e associazioni di imprenditori turistici, di produttori o commercianti, progetti coordinati e relativi a settori esposti a rischio criminalità. I contributi concessi ai sensi del presente articolo rientrano nel regime "de minimis" di cui al Regolamento CE n. 69/2001 della Commissione del 12 gennaio 2001.

4. La Giunta regionale, con proprio provvedimento, determina le modalità e i criteri con cui vengono erogati contributi a sostegno delle iniziative per la sicurezza di cui al presente articolo.

Art. 9

(Contratti locali di sicurezza)

1. La Regione finanzia Contratti locali di sicurezza elaborati dagli Enti locali, anche di concerto con i soggetti privati, dalle associazioni iscritte all'albo regionale che operano sul territorio regionale nel campo sociale e nella valorizzazione del territorio.

2. l progetti di cui al comma 1 sono presentati dai Comuni singoli o associati, dalle Province, dalle Comunità montane, dalle Circoscrizioni, dalle associazioni legalmente costituite per la valorizzazione dei Comuni e dei quartieri, dalle organizzazioni di categoria, dai consorzi fra imprenditori, da istituzioni scolastiche, dalle organizzazioni operanti nel privato sociale.

3. I progetti di cui al comma 1 possono prevedere una pluralità di azioni integrate fra di loro e comunque devono contenere almeno due dei seguenti interventi:

a) investimenti per accrescere la vivibilità di aree degradate, in particolare quelle urbane o dove e' più alto il rischio per la sicurezza dei cittadini anche attraverso il potenziamento degli strumenti di polizia locale per favorire il controllo del territorio;

b) accrescimento della sicurezza nei territori di competenza dei piccoli comuni di pianura, collina e montagna;

c) iniziative di prevenzione rivolte alla popolazione anziana, ai bambini e ai giovani anche attraverso il reinserimento di minori già coinvolti in attività criminali, purché non già finanziate da altre leggi statali e/o regionali; 

d) assistenza e aiuto alle vittime dei reati anche attraverso iniziative atte a ridurre il danno subito;

e) dotazioni di impianti tecnologici per rendere più sicuri luoghi ed esercizi pubblici, artigianali e commerciali, escluse le tipologie distributive medie e grandi ai sensi dell'articolo 4 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114 (Riforma della disciplina relativa al settore del commercio, a norma dell'articolo 4, comma 4, della legge 15 marzo 1997, n. 59); f)iniziative volte al recupero della prostituzione o ad attività di supporto dirette alla prevenzione dello spaccio di sostanze stupefacenti e di ogni altra attività illegale;

g) iniziative rivolte alla diffusione ed alla affermazione della cultura della legalità anche attraverso attività di formazione congiunta tra operatori degli Enti locali, della polizia locale e delle organizzazioni del terzo settore.

h) iniziative di carattere sociale attraverso lo studio, osservazione, ricerca e documentazione sulle tematiche concernenti la sicurezza delle città e delle sue comunità;

4. La Regione contribuisce altresì al finanziamento di convenzioni in materia di sicurezza che siano definite ai sensi dell'articolo 39 della legge 16 gennaio 2003, n. 3 (Disposizioni ordinamentali in materia di pubblica amministrazione) tra il Ministero degli Interni e soggetti pubblici o privati per far fronte a situazioni di particolare disagio ed insicurezza sociale.

Art. 10

(Finanziamenti)

1. Le domande per l'erogazione dei finanziamenti sono presentate alla Giunta regionale entro il 30 settembre di ogni anno.

2. La Giunta regionale, previo parere della Commissione competente , con propria deliberazione, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, stabilisce le risorse disponibili, le procedure per la presentazione, i criteri per l'ammissibilità delle domande, nonché i criteri di priorità per l'erogazione dei finanziamenti, anche sulla base di indicazioni formulate dalla Consulta di cui all'art. 4 e dalla Commissione consiliare contro il fenomeno della mafia in Calabria.

3. La delibera deve contenere, altresì, le modalità dì verifica sull'utilizzo dei finanziamenti da parte dei soggetti beneficiari e dell'eventuale revoca degli stessi qualora non vengano raggiunti gli scopi nei tempi di adempimento previsti.

4. La Giunta regionale, sulla base dell'apposita valutazione di cui al successivo articolo 11, provvede alla formalizzazione delle graduatorie delle domande ammesse ai finanziamenti ed alla determinazione delle modalità di erogazione dello stesso, nonché alle assegnazioni sulla base della disponibilità di bilancio.

5. il finanziamento è concesso in misura non superiore al 70 per cento dell'importo delle spese ritenute ammissibili. Possono essere finanziati anche interventi per i quali i soggetti beneficiari abbiano ottenuto altri finanziamenti pubblici o privati, solo nella parte della spesa che rimane a carico loro.

6. Nella fase dì prima applicazione, le domande di finanziamento devono essere presentate alla Regione entro trenta giorni dall'approvazione della deliberazione di cui al comma 2.

Art. 11

(Valutazione e istituzione della Commissione regionale per la sicurezza)

1. Gli interventi e i progetti di cui alla presente legge, vengono valutati da una apposita Commissione regionale per la sicurezza che verrà istituita presso la Giunta regionale entro 60 giorni dall'entrata in vigore della presente legge e formata da cinque componenti della Consulta antimafia scelti fra esperti di comprovata competenza professionale e scientifica nel campo sociale, della sicurezza e della prevenzione del crimine, che al loro interno, in sede di prima convocazione presieduta dal Presidente della Giunta regionale, eleggono un Presidente ed un segretario.

2. Compiti della Commissione sono:

- valutare gli interventi e i progetti ai fini della concessione dei finanziamenti;

- formare una apposita graduatoria secondo le priorità stabilite dalla Giunta regionale.

Art. 12

(Adesione al Forum europeo per la sicurezza urbana)

1. La Regione aderisce al Forum europeo per la sicurezza urbana, con sede a Parigi, associazione che lo scopo di riunire le collettività locali d'Europa impegnate in attività o programmi a livello locale e si propone di innovare le politiche di sicurezza urbana facendo perno sulle città e su un approccio globale ai problemi della sicurezza, organizzando e promovendo scambi di informazioni, di ricerche, di formazione e di sperimentazioni-pilota, attraverso la realizzazione e la promozione di incontri.

2. I diritti conseguenti l'adesione all'Associazione sono esercitati dal Presidente del Consiglio regionale, che rappresenta la Regione nell'Assemblea generale del Forum e può delegare un suo rappresentante a partecipare alle singole sessioni dell'Assemblea.

3. Spetta al Consiglio regionale deliberare in ordine alla continuazione del vincolo associativo in presenza di modifiche del vigente Statuto dell'Associazione.

4. La Regione aderisce con una quota annuale il cui importo viene determinato ai sensi dell'articolo VI dello Statuto dell'associazione, e nell'ambito delle disponibilità annualmente autorizzate dalla legge di bilancio.

Art. 13

(Norma finanziaria)

1. Agli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge, quantificati per l'esercizio finanziario 2007 in euro 750.000,00 si provvede con la disponibilità esistente all'UPB 8.1.01.01 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2006 - inerente a "Fondo occorrente per far fronte agli oneri derivanti da provvedimenti legislativi che si perfezioneranno dopo l'approvazione del bilancio, recanti spese di parte corrente" - che viene ridotta del medesimo importo.

2. La disponibilità finanziaria di cui al comma precedente è utilizzata nell'esercizio in corso, ponendone la competenza a carico del Programma 7.2 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2007.

3. La Giunta regionale è autorizzata ad apportare le conseguenti variazioni al documento tecnico di cui all'articolo 10 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8, tenendo conto di quanto disposto dell'articolo 21, comma 2, della legge medesima.

4. Per gli anni successivi la relativa spesa sarà determinata in ciascun esercizio finanziario con la legge di approvazione del bilancio regionale e con la collegata legge finanziaria che l'accompagna.

Art. 14

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione Calabria.

Esame abbinato: Disegno di legge numero 115/8^, recante: “Disposizioni sulla partecipazione della Regione Calabria al processo normativo dell’Unione europea e sulle procedure di esecuzione degli obblighi comunitari”

Progetto di legge numero 125/8^ d’iniziativa dei consiglieri Frascà e Pacenza, recante: “Disposizioni sulla partecipazione della Regione Calabria al processo normativo comunitario e sulle procedure relative all’attuazione delle politiche comunitarie”. Testo unificato proposto dal relatore (Del. n. 119)

Capo I

Partecipazione della Regione al processo normativo comunitario

Art. 1

(Finalità)

1. La presente legge disciplina la partecipazione della Regione alla formazione degli atti comunitari e le modalità di adempimento degli obblighi di competenza della Regione derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea, sulla base dei principi di sussidiarietà, di proporzionalità, di efficienza, di trasparenza e di partecipazione democratica.

Art. 2
(Partecipazione della Regione alla formazione del diritto comunitario)

1. La Giunta e il Consiglio regionale definiscono d'intesa la posizione della Regione sulle proposte di atto comunitario di cui all'art. 3, comma 1 e 2, della legge 4 febbraio 2005 n. 11, recante: «Norme generali sulla partecipazione dell'Italia ai processo normativo dell'Unione europea e sulle procedure di esecuzione degli obblighi comunitari».

2. La posizione, della Regione è trasmessa al Presidente dei Consiglio dei Ministri, secondo le modalità disciplinate dall'art. 5, comma 3, della legge 4 febbraio 2005, n. 11.

Art. 3

(Adeguamento dell'ordinamento regionale agli obblighi comunitari
ed attuazione delle politiche europee)

1. La Regione dà tempestiva attuazione alle direttive comunitarie adottate nelle materie di propria competenza.

2. Al fine di garantire il periodico adeguamento dell'ordinamento regionale agli obblighi derivanti dall'emanazione di atti normativi comunitari o alle sentenze della Corte di giustizia, entro il primo giugno di ogni anno la Giunta regionale presenta al Consiglio regionale il progetto di legge comunitaria regionale, dal titolo "legge comunitaria regionale" con l'indicazione dell'anno di riferimento.

3. Nell'ambito della relazione al disegno di legge di cui al comma 2, la Giunta regionale riferisce sullo stato di conformità della legislazione regionale alle disposizioni comunitarie e sullo stato delle eventuali procedure di infrazione a carico dello Stato per inadempienze imputabili alla Regione.

Art. 4

(Contenuti della legge comunitaria regionale)

1. La legge comunitaria regionale:

a) recepisce gli atti normativi emanati dall'Unione europea nelle materie di competenza regionale, con particolare riguardo alle direttive comunitarie, e dispone quanto ritenuto necessario per il completamento dell'attuazione dei regolamenti comunitari;

b) detta le disposizioni per l'attuazione delle sentenze della Corte di giustizia e delle decisioni della Commissione europea che comportano obbligo di adeguamento per la Regione;

c) contiene le disposizioni modificative o abrogative della legislazione vigente necessarie all'attuazione o applicazione degli atti comunitari di cui alle lettere a) e b);

d) individua gli atti normativi comunitari alla cui attuazione o applicazione la Giunta regionale è autorizzata a provvedere in via amministrativa, dettando i relativi principi e criteri direttivi.

2. L'adeguamento dell'ordinamento regionale a quello comunitario deve in ogni modo avvenire tramite legge comunitaria regionale nel caso in cui esso comporta:

a) nuove spese o minori entrate;

b) l'istituzione di nuovi organi amministrativi.

3. Alla legge comunitaria regionale sono allegati:

a) l'elenco delle direttive che non necessitano di provvedimento di attuazione perché direttamente applicabili, per il loro contenuto sufficientemente specifico ovvero in quanto l'ordinamento regionale è già conforme ad esse, ovvero perché lo Stato abbia già adottato provvedimenti attuativi delle stesse e la Regione non intende discostarsene;

b) una relazione sullo stato di conformità dell'ordinamento regionale all'ordinamento comunitario.

Art. 5

(Rispetto della normativa comunitaria)

1. La Giunta regionale effettua una verifica costante della normativa comunitaria adottata in relazione a materie di propria competenza, al fine di garantire lo stato di conformità dell'ordinamento regionale con gli atti normativi e di indirizzo emanati dagli organi dell'Unione europea e delle Comunità europee, secondo quanto previsto all'art. 8, comma 3, della legge 4 febbraio 2005, n. 11.

2. Nell'ambito della relazione di accompagnamento alla legge comunitaria regionale di cui al precedente articolo, la Giunta riferisce al Consiglio sulle risultanze di tale verifica.

Art. 6

(Sessione comunitaria del Consiglio regionale)

1. Entro il 30 settembre di ogni anno il Consiglio regionale convoca la sessione comunitaria dedicando ad essa una o più sedute, al fine di verificare lo stato di attuazione dei programmi attivati a livello regionale e definire gli indirizzi regionali in materia di politiche comunitarie.

2. In occasione della sessione comunitaria, la Giunta presenta al Consiglio regionale una relazione concernente la partecipazione della Regione alla attuazione delle politiche comunitarie nella quale sono esposte:

a) le posizioni sostenute dalla Regione nell'ambito della Conferenza Stato - Regioni di cui all'art. 17 della legge 4 febbraio 2005, n. 11 e del Comitato delle Regioni di cui agli articoli 263, 264 e 265 del trattato istitutivo della Comunità europea;

b) le disposizioni procedurali, metodologiche, attuative, modificative e abrogative necessarie all'attuazione di programmi regionali cofinanziati dall'Unione europea adottate dalla Giunta regionale nell'anno di riferimento;

c) lo stato di attuazione dei programmi e delle iniziative comunitarie e degli altri programmi regionali cofinanziati con risorse sempre comunitarie, con l'aggiornamento dei dati finanziari almeno al 30 giugno dell'anno di riferimento a quello in cui viene presentata la relazione.

Art. 7

(Sessione comunitaria della Giunta regionale)

1. Il Presidente della Giunta regionale convoca, almeno ogni sei mesi, una sessione comunitaria della Giunta stessa allo scopo di verificare lo stato di avanzamento degli interventi regionali di interesse comunitario, i risultati conseguiti, le linee di azione prioritarie volte ad assicurare una corretta e tempestiva attuazione dei programmi e degli interventi cofinanziati dall'Unione europea.

2. Gli orientamenti adottati dalla Giunta regionale sono trasmessi al Consiglio regionale che esercita, al riguardo, la propria funzione di indirizzo e controllo.

Art. 8

(Partecipazione degli enti locali alla formazione degli atti comunitari)

In attuazione delle finalità della presente legge, il Consiglio regionale e la Giunta regionale, nell'ambito del procedimento di formazione della legge comunitaria annuale e dei lavori previsti nelle rispettive sessioni comunitarie, assicurano adeguate forme di partecipazione e di consultazione degli enti locali al processo normativo comunitario.

Art. 9

(Ricorso dinanzi alla Corte di Giustizia delle Comunità Europee)

1. Nelle materie di competenza legislativa della Regione, il Presidente della Giunta regionale, previa deliberazione conforme della stessa, può richiedere al Governo, ai sensi del secondo comma dell'art. 5 della legge 5 giugno 2003, n. 131, di promuovere ricorso dinanzi alla Corte di Giustizia delle Comunità europee avverso gli atti normativi comunitari ritenuti illegittimi.

Art. 10

(Misure urgenti)

1. A fronte di atti normativi comunitari o sentenze degli organi giurisdizionali delle Comunità europee, comunicate dal Governo alla Regione, che comportano obblighi regionali di adempimento all'ordinamento comunitario ed abbiano scadenza anteriore alla data di presunta entrata in vigore della legge comunitaria regionale relativa all'anno in corso, la Giunta regionale presenta al Consiglio regionale la relativa proposta di legge indicando nella relazione la data entro la quale il provvedimento deve essere approvato.

2. Nei casi di particolare urgenza il Presidente della Giunta e/o il Consiglio regionale attivano gli strumenti previsti dal Regolamento interno in materia di proposte prioritarie e di procedura redigente per l'esame del provvedimento da parte della Commissione consiliare competente.

Capo II

Programmazione comunitaria

Art. 11

(Competenze del Consiglio regionale)

1. Il Consiglio regionale delibera gli atti di indirizzo, di programmazione, di piano, di programma operativo regionale concernenti l'attuazione delle politiche comunitarie, ai sensi dell'art 42 dello Statuto.

2. Al fine di porre in essere una rapida procedura di approvazione da parte del Consiglio, la Giunta regionale assicura a quest'ultimo una adeguata informazione in ordine alla elaborazione delle proposte relative agli atti di cui al comma 1.

La deliberazione con la quale il Consiglio regionale approva le proposte di atto di cui al comma 1 contiene gli indirizzi per la Giunta regionale da seguire nel corso dell'attività di negoziato con lo Stato e con la Commissione europea, nonché l'autorizzazione a concordare gli adeguamenti necessari per la concessione del cofinanziamento.

4. La Giunta regionale riferisce al Consiglio regionale sull'andamento delle procedure di negoziato con lo Stato e con la Commissione europea.

5. Al termine dei negoziato, gli atti di cui al comma 1 sono ritrasmessi al Consiglio regionale per l'approvazione definitiva.

6. Le proposte di programma regionale relative a forme di finanziamento diretto dell'Unione europea, attivate mediante bandi di gara o inviti a presentare proposte sono approvate dalla Giunta regionale, sentito il parere della competente Commissione consiliare.

Art. 12

(Modifiche agli atti di programmazione comunitaria)

1. Le proposte di modifica sostanziale agli atti di programmazione di cui all'art. 11, comma 1, sono approvate dal Consiglio regionale.

2. Per modifiche sostanziali si intendono:

a) le modifiche al piano finanziario che comportano una destinazione delle risorse per priorità strategiche interne al programma diversa da quella originaria;

b) le modifiche di programmazione che comportano la previsione di nuove operazioni o la soppressione di operazioni esistenti;

c) le proposte di modifica diverse da quelle elencate al comma 2 sono trasmesse alla competente Commissione consiliare, la quale esprime il proprio parere entro 15 giorni dalla acquisizione dell'atto; decorso tale termine, il parere si ritiene reso in senso favorevole.

Art. 13

(Ruolo del Consiglio regionale in merito alla programmazione,
alla gestione e al monitoraggio degli Accordi di Programma Quadro)

1. Laddove la programmazione delle risorse nazionali e regionali per l'attuazione dell'Intesa Istituzionale di Programma richieda la definizione di Accordi di Programma Quadro cofinanziati con risorse comunitarie, il Consiglio regionale delibera gli atti di indirizzo, di programmazione, di piano concernenti l'attuazione degli Accordi di Programma Quadro.

2. Al fine di porre in essere una rapida procedura di approvazione da parte del Consiglio, la Giunta regionale assicura a quest'ultimo una adeguata informazione in ordine alla elaborazione delle proposte relative agli atti di cui al comma 1.

La deliberazione con la quale il Consiglio regionale approva le proposte di atto di cui al comma 1 contiene gli indirizzi per la Giunta, regionale da seguire nel corso dell'attività di negoziato con lo Stato, nonché l'autorizzazione a concordare gli adeguamenti necessari per la concessione del cofinanziamento.

4. La Giunta regionale riferisce al Consiglio regionale sull'andamento delle procedure di negoziato con lo Stato in merito alle modalità attuative delle Intese con cadenza semestrale in modo da favorire l'espletamento delle attività di monitoraggio sull'attuazione degli Accordi di Programma Quadro.

5. Al termine del negoziato e prima di ogni modifica agli Accordi presentata al negoziato con lo Stato, gli atti di cui al comma 1 sono ritrasmessi al Consiglio regionale per l'approvazione definitiva.

Art. 14

(Modifiche agli Accordi di Programma Quadro)

 

1. Le proposte di modifica sostanziale agli atti di programmazione di cui all'art.13, comma 1, sono approvate dal Consiglio regionale. 2. Per modifiche sostanziali si intendono:

a) le modifiche al piano finanziario che comportano una destinazione delle risorse per priorità strategiche interne al programma diversa da quella originaria;

b) le modifiche di programmazione che comportano la previsione di nuove operazioni o la soppressione di operazioni esistenti;

c) le proposte di modifica diverse da quelle elencate al comma 2 sono trasmesse alla competente Commissione consiliare, la quale esprime il proprio parere entro 15 giorni dalla acquisizione dell'atto; decorso tale termine, il parere si ritiene reso in senso favorevole.

Capo III

Disposizioni finali.

Art.15
(Modifiche al Regolamento interno del Consiglio)

1. Il Consiglio adegua il proprio Regolamento interno alle prescrizioni contenute nella presente legge entro il termine di 60 giorni dalla pubblicazione, definendo, in particolare, i tempi, le modalità di esame e di votazione della legge comunitaria regionale e degli atti di programmazione di cui alla presente legge.

Art.16
(Disposizioni di rinvio)

1. Per quanto non espressamente previsto dalla presente legge si applicano le disposizioni di cui alla legge 4 febbraio 2005, n. 11.

Proposta di provvedimento amministrativo, recante : “Piano dei servizi agricoli 2005-2007” (Del. n. 120)

"Il Consiglio regionale

vista la deliberazione della Giunta regionale n. 862 del 3 ottobre 2005 recante: "Approvazione programma - Piano dei Servizi di Sviluppo Agricolo 2005-2007";

delibera

di approvare l'allegato programma del Piano dei Servizi di Sviluppo Agricolo 2005-2007 concernente:

il Programma Operativo di Divulgazione Agricola;

il Programma Operativo di Ricerca e Sperimentazione;

il Programma Operativo dei Servizi Tecnici di Supporto, per farne parte integrante e sostanziale della presente deliberazione”

(Vedi delibera consiliare n. 120 del 22 dicembre 2006)

Proposta di legge n. 145/8^ d’iniziativa della Giunta regionale recante: “Norme urgenti in materia di proroga del regime transitorio del trasporto pubblico locale” (Del. n. 121)

Art. 1

(Proroga degli affidamenti)

1. Nel rispetto di quanto stabilito dall'art. 18, comma 3 bis del D. Lgs. n. 422/1997, tutti gli affidamenti in essere alla data di entrata in vigore della presente legge sono mantenuti fino al 31 dicembre 2006 in capo alle imprese esercenti.

2. I servizi di trasporto d'interesse regionale eserciti dagli attuali concessionari che soddisfino le condizioni previste dal successivo articolo 2 sono ulteriormente prorogati fino al 31.12.2008.

3. Dall'1 gennaio 2007 e fino al 31.12.2008, data di conclusione del periodo transitorio, tutti i servizi di trasporto d'interesse regionale nuovi o non prorogati sono affidati tramite procedure urgenti di gara ad evidenza pubblica a cura della Regione, sentite le Province, ovvero dei Comuni per i servizi urbani.

Art. 2

(Condizioni e obiettivi)

1. La ulteriore proroga dell'affidamento al 31.12.2008 è subordinata al soddisfacimento entro il 2006 di una delle seguenti condizioni:

a) per le aziende partecipate da enti locali, sia avvenuta la cessione, mediante procedure ad evidenza pubblica, di una quota di almeno il 20 per cento del capitale sociale ovvero di una quota di almeno il 20% dei servizi eserciti a società di capitali, anche consortili o a cooperative e consorzi purché non partecipate da enti locali;

b) si sia dato luogo ad un nuovo soggetto societario mediante fusione di almeno due società affidatarie nella regione di servizi di trasporto pubblico locale ovvero alla costituzione di una società consortile, di cui siano soci almeno due società affidatarie di servizi di trasporto pubblico locale nella regione ovvero in bacini di traffico uniti da contiguità territoriale. Il nuovo soggetto deve risultare affidatario di una maggiore quantità di servizi di trasporto pubblico locale secondo un piano industriale unitario, da sottoporre all'approvazione regionale, fondato sui seguenti parametri di congruità e obiettivi di razionalizzazione:

1. raggiungimento della maggiore integrazione possibile tra le diverse modalità di trasporto, conseguendo più elevati risultati di efficacia e di efficienza corrispondenti alle esigenze della collettività;

2. eliminazione della frammentazione aziendale con riduzione del numero dei vettori e costituzione di soggetti a maggiore capacità produttiva secondo un programma di esercizio che preveda una produzione di almeno 2.000.000 bus*km annui. L'obiettivo dei limite di produzione minima non si applica per i programmi di esercizio prevalentemente di tipologia urbana;

3. salvaguardia dei livelli occupazionali rinvenienti dai servizi preesistenti e garanzia sull'applicazione della contrattazione collettiva nazionale degli autoferrotranvieri di primo e secondo livello ove esistenti e sul riconoscimento dello stato giuridico normativo di cui al R.D. n. 148 dell'8 gennaio 1931 e del codice civile;

4. eliminazione dalla rete delle sovrapposizioni, parallelismi tra i diversi vettori, ovvero tra i diversi servizi eserciti dalle singole imprese e diminuzione nel piano industriale unitario della produzione chilometrica complessiva annuale extraurbana rispetto alla somma di quelle autorizzate nell'anno 2006 in esercizio singolo dalle aziende raggruppate;

5. eliminazione dei servizi extraurbani a bassissimo contenuto di traffico, che non siano funzionali all'efficacia e all'efficienza del sistema regionale, prevedendo nell'ipotesi di domanda a basso contenuto di traffico con caratteristiche di servizio minimo forme di trasporto fléssibili o innovative; 6. ottenimento di economie di gestione e di sistema tramite la riorganizzazione industriale e la razionalizzazione dei servizi.

Art. 3

(Contratto di servizio)

1. I soggetti di cui al comma 1 dell'ari. 2 devono presentare domanda di prosecuzione dei servizi entro il 31 dicembre 2006; a tal fine non opera la previsione normativa contenuta nell'art. 23 della legge regionale 14 aprile 1986, n. 15. La Regione, sentite le Province, i Comuni delle città capoluogo e le organizzazioni sindacali stipulanti il contratto collettivo nazionale, conclude il procedimento sull'istanza prodotta entro il 28 febbraio 2007.

2. I soggetti di cui all'ari. 2, lett. b), devono presentare la domanda di prosecuzione dei servizi corredata dal piano industriale.

3. La Regione affida i servizi con contratto di servizio biennale fino al 31 dicembre 2008 secondo lo schema approvato dalla Giunta Regionale, sentite le Province, i comuni delle città capoluogo le associazioni delle aziende di trasporto e le organizzazioni sindacali stipulanti il contratto collettivo nazionale.

4. Il corrispettivo chilometrico è determinato, nell'imponibile in € 1,90 per i servizi urbani di fascia prima, in €. 2,05 per quelli di fascia seconda e in € 2,54 per i servizi urbani di fascia quarta. Per i servizi extraurbani il corrispettivo chilometrico è determinato nell'imponibile in € 1,53 per i servizi di prima e seconda fascia, in € 1,63 per quelli di terza fascia, in €. 1,79 per quelli di quarta fascia, in € 1,85 per quelli di quinta fascia e in € 2,13 per quelli di sesta fascia. Per l'individuazione della fascia di appartenenza si deve fare riferimento all'ultimo piano di riparto redatto nell'anno 2006 ai sensi dell'art. 1 della L. R. n. 18/2001.

I programmi di esercizio delle aziende che svolgono prevalentemente i servizi tra Cosenza e l'Università della Calabria e tra Cosenza e Quattromiglia di Rende continuano ad essere qualificati unitariamente nell'ambito della fascia sesta.

Nelle more di stipula del contratto di servizio per l'anno 2007 i servizi provvisoriamente prestati dalle aziende sono retribuiti secondo il valore chilometrico consolidato dall'azienda che li esercita nell'ultimo piano di riparto redatto nell'anno 2006 ai sensi dell'art. 1 della L. R. n. 18/2001.

5. Le economie prodotte in sede di razionalizzazione dei servizi per come indicato nell'art. 2 costituiscono risorse per il potenziamento dei servizi esistenti e per il finanziamento di nuovi servizi da affidare mediante gara ad evidenza pubblica.

6. Al fine di supportare il dipartimento Infrastrutture e Trasporti nelle attività previste dalla presente legge la Giunta regionale costituisce un nucleo tecnico­scientifico di indirizzo sul trasporto pubblico locale con onere a carico delle economie di cui al comma precedente.

Art. 4

(Criteri di miglioramento)

1. Durante il periodo transitorio, gli affidatari dei servizi provvedono inoltre:

al miglioramento delle condizioni di sicurezza, economicità ed efficacia dei servizi offerti nonché della qualità dell'informazione resa all'utenza tramite la pubblicazione integrale degli orari approvati dal dipartimento in tutti i Comuni interessati agli itinerarie dell'accessibilità ai servizi in termini di frequenza, velocità commerciale, puntualità ed affidabilità;

al miglioramento del servizio sul piano della sostenibilità ambientale, tramite l'impiego prioritario degli autobus dotati dei sistemi di antinquinamento acquistati con il contributo regionale;

c. alla razionalizzazione dell'offerta dei servizi di trasporto, attraverso l'integrazione dei servizi su gomma con quelli del sistema ferroviario regionale di Trenitalia SpA e di Ferrovie della Calabria Sri, individuando sistemi di tariffazione unificata volti ad integrare le diverse modalità di trasporto; d. alla razionalizzazione, laddove possibile, dell'offerta dei servizi di trasporto mediante la realizzazione di reti unitarie, sia dal punto di vista vettoriale che tariffario, che comprendano i servizi urbani e quei servizi extraurbani, che interessano specificatamente i territori circostanti le città capoluogo, nell'ottica di realizzazione di un efficace sistema di TPL nelle grandi aree urbane, utile al decongestionamento del traffico e alla conseguente diminuzione dell'inquinamento.

2. Al fine di meglio assecondare i processi di cui al punto b) e d) la Giunta Regionale:

a) può autorizzare, entro il termine di cui all'art. 3, comma 1 fissato per la conclusione del procedimento il potenziamento dei servizi urbani, attuabile anche mediante il prolungamento di linee esistenti a territori urbanizzati circostanti le città capoluogo, facenti parte di comuni strettamente legati alle città stesse per interessi di natura scolastica, lavorativi, socio-sanitari, commerciali e culturali;

b) individua criteri di premialità nei confronti di quei soggetti che avranno attuato quanto previsto nel punto d), anche al fine di agevolare il rinnovo e il potenziamento del parco autobus, se realizzato mediante l'acquisizione di veicoli a basso impatto ambientale e ad alimentazione non convenzionale.

Art. 5

(Affidamenti tramite evidenza pubblica)

1. Fino al 31 dicembre 2008 la Regione affida mediante procedure concorsuali ad evidenza pubblica eventuali servizi speciali ed autolinee extra-urbane di nuova istituzione.

2. Dopo il 31 dicembre 2008 tutti i servizi vengono affidati a cura degli Enti Locali esclusivamente tramite le procedure concorsuali di cui all'art. 16 della legge regionale 7 agosto 1999, n. 23..

Art. 6

(Termini)

1. La Giunta regionale determina entro il 30 giugno 2007 il livello essenziale dei servizi minimi e il Programma Triennale del Trasporto Pubblico Locale.

2. Le Province approvano entro il 31 ottobre 2007 i Piani di bacino dì cui all'art. 11 della L. R. n. 23/99 e i Programmi triennali di cui all'art. 4, comma 1, lettera d), medesima L.R. 23/99, in attuazione del Programma Triennale del Trasporto Pubblico locale, qualora le Province non vi provvedano nel termine stabilito, la Giunta regionale provvede attivando i poteri sostitutivi entro il 31 dicembre 2007.

Art. 7

(Riforma tariffaria)

1. La Giunta regionale provvede entro il 31 gennaio 2007 alla riforma tariffaria del trasporto pubblico d'interesse regionale.

2. Allo scopo di adeguare gli interventi agevolativi della libera circolazione solo alle necessità delle fasce sociali più deboli, la libera circolazione prevista dalla Legge regionale 14 aprile 2004, n. 14 è confermata ai cittadini residenti ultrasettantenni, facenti parte di un nucleo familiare percettore di un reddito ISEE non superiore a 15.000 Euro. Le imprese esercenti i servizi sono autorizzate a introdurre sistemi accertativi che verifichino la sussistenza del diritto. La Regione si impegna ad effettuare controlli, su un significativo campione degli elenchi trasmessi dalle aziende, adottando sui contravventori le sanzioni previste dalla legge e dandone pubblica notizia tramite il B.U.R.C..

3. E' confermata la compensazione per le agevolazioni previste dal comma 2, anche in vigenza del contratto di servizio, nelle forme previste dalla Legge regionale n. 1412004.

Art. 8

(Trenitalia SpA e Ferrovie della Calabria Sri)

1. Ai sensi del comma 3-bis dell'art. 18 del decreto legislativo 19 novembre 1997, n. 422, e successive modifiche ed integrazioni, e dell'art. 11, comma 3, della legge 01 agosto 2002, n. 166, l'affidamento a Trenitalia S.p.A. ed a Ferrovie della Calabria S.r.l. dei servizi previsti dagli Accordi di programma di cui agli articoli 8, 9 e 12 del decreto legislativo 19 novembre 1997, n. 422, è prorogato fino al 31 dicembre 2008, tramite contratto di servizio, secondo lo schema approvato dalla Giunta Regionale.

2. Ai sensi del comma 5 - quinquies dell'art. 18 del decreto legislativo 19 novembre 1997, n. 422 e successive modifiche e integrazioni ai servizi di trasporto d'interesse regionale di cui al precedente comma si applicano gli indirizzi di cui all'ari. 4 della presente legge.

3. La disposizione di cui al comma 1 non esclude, per i servizi su gomma eserciti da Ferrovie della Calabria Sri, l'obbligo di soddisfare le condizioni stabilite dagli articoli 2 e 3.

Art. 9

(Abrogazioni)

1. E' abrogato il comma 5-ter dell'articolo 27 della L.R. n. 23/99.

Art. 10

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Proposta di provvedimento amministrativo n. 169/8^ recante: “Programma autosostenibile di sviluppo nel Settore Forestale regionale” (Del. n. 122)

“Il Consiglio regionale

vista la deliberazione della Giunta regionale n. 537 del 31 luglio 2006 recante: “Programma autosostenibile di sviluppo nel Settore Forestale regionale”;

delibera

di approvare l'allegato “Programma autosostenibile di sviluppo nel Settore Forestale regionale”, per farne parte integrante e sostanziale della presente deliberazione”.

Allegato

Programma autosostenibile di sviluppo nel settore forestale regionale.