VIII LEGISLATURA
27.
SEDUTA DI GIOVEDÌ 30 NOVEMBRE 2006
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIUSEPPE BOVA
E DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO BORRELLO
La presidenza prende atto che al momento l’aula non è
in numero legale, molti consiglieri, tra i quali il collega Gentile, mi hanno
telefonato, dicendomi che sono bloccati in autostrada. Come da Regolamento aggiorniamo pertanto di un’ora i lavori del
Consiglio.
No, come è
nostro dovere licenzieremo il provvedimento dei forestali appena ci sarà il
plenum in Aula…
(Interruzione)
Il
provvedimento di variazione al bilancio non è riportato nell’ordine del giorno
perché nella seduta di Commissione, la stessa non era in numero legale per
affrontare la discussione. Comunque, sia i colleghi di maggioranza che di
minoranza hanno concordato con tutti i gruppi, compreso quello di An, la loro disponibilità a licenziare il provvedimento in
Aula.
(Interruzione)
Sì, ci deve
essere prima l’inserimento all’ordine del giorno, a quel punto si affronterà la
discussione…
(Interruzione)
Questa è la
proposta, dipende, poi da chi lo proporrà, credo, comunque, che sarà posto al
primo punto.
Informo,
altresì, che è stato presentato un ordine del giorno a firma dei colleghi
Gentile e Dima che chiedono una discussione in Aula sull’attuale situazione
politico-istituzionale alla Regione. Anche questo punto non figura iscritto
all’ordine del giorno, se mi verrà chiesto il suo inserimento - poi i gruppi,
comunque, si regoleranno – e sarà accolto, concorderò col Presidente della
Giunta la data della seduta di Consiglio in cui, e secondo il Regolamento ho
tempo alcuni giorni, verrà in Aula a relazionare in merito.
La seduta è
sospesa.
Prego il consigliere Aiello, in attesa che arrivi il consigliere Segretario Questore, onorevole Vilasi, di voler procedere alla lettura del verbale della seduta precedente.
AIELLO Pietro, Segretario
Questore f.f.
Comincia la lettura del verbale.
Gesuele VILASI, Segretario Questore
Prosegue con la lettura del verbale.
(E’ approvato)
Legge le comunicazioni pervenute alla Presidenza.
(Sono riportate in allegato)
Gesuele VILASI, Segretario Questore
Legge le interrogazioni e le mozioni pervenute alla Presidenza.
(Sono riportate in allegato)
E’ pervenuta risposta scritta alla interrogazione numero 93 dell’onorevole Morelli.
(E’ riportata in allegato)
Ha chiesto di parlare l’onorevole Gentile. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, onorevoli consiglieri, sarò rapidissimo. Abbiamo presentato un ordine del giorno alla Presidenza a firma mia e del gruppo di Forza Italia, del gruppo di Alleanza nazionale e del gruppo dell’Udc in cui chiediamo, alla luce di quello che sta avvenendo, soprattutto per le notizie che riguardano il Governo regionale, le contrapposizioni, le dimissioni di tre assessori, il sostegno dell’Ulivo che è venuto meno rispetto alla Presidenza di Loiero, e visto che i problemi della Calabria sono drammatici e attraversano la vita di tante famiglie, che sia inserito all’ordine del giorno affinché il Presidente Loiero possa venire in Consiglio e riferire doverosamente su quanto avvenuto in questi ultimi mesi.
Avanziamo questa richiesta perché il Consiglio regionale è la massima Assise calabrese e noi non possiamo apprendere solo dai giornali o dalle televisioni o dalle battute che si fanno tutto ciò che riguarda la situazione politica calabrese, la situazione della maggioranza e dello stesso Governo regionale.
Chiediamo, per questo motivo che venga sottoposto ai voti ed inserito in una seduta di Consiglio, che stabiliremo insieme con i capigruppo – avevo chiesto che l’intervento ed i chiarimenti avvenissero stamattina, ma mi rendo conto che il Presidente della Giunta stamattina non è presente, – che il Presidente Loiero venga a riferire in Consiglio.
Ci siamo un po’ seccati nell’apprendere dalla stampa e dalle televisioni le cose che vengono riferite dagli addetti ai lavori.
In effetti, il Consiglio regionale non è stato
investito ancora di nessuno di questi argomenti. Vogliamo un confronto col
Presidente Loiero perché dobbiamo ristabilire la centralità del Consiglio
regionale e soprattutto la centralità dei problemi che riguardano i calabresi.
Non so se mi
ha capito, Presidente. Vorrei che lo sottoponesse al Consiglio per un
inserimento all’ordine del giorno in modo che il Presidente Loiero venga a
riferire e poi ogni forza politica sarà in grado di esprimere il proprio
orientamento. Grazie.
PRESIDENTE
Sulla proposta
dell’onorevole Gentile chi chiede la parola?
Giovanni NUCERA
A favore,
Presidente.
PRESIDENTE
Ma lei ha
firmato, è chiaro che può parlare ed è chiaro che parla a favore, non c’era
dubbio.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Pacenza. Ne ha facoltà.
Presidente, per quanto ci riguarda riteniamo
legittima la richiesta del collega Gentile di far in modo che nei prossimi
giorni per come concorderemo rispetto alla data e alla disponibilità del
Presidente Loiero, informi l’Aula… Vorrei anche ricordare che anche in passato
questo Consiglio, giustamente, è stato investito autorevolmente rispetto a quelli che erano i processi politici.
Anche rispetto alla prima fase per quanto riguardava l’andamento politico e programmatico della coalizione.
I colleghi
ricorderanno che anche in occasione del varo della seconda Giunta di governo,
questo è avvenuto in modo solenne in Consiglio regionale, fino al punto che lo
stesso Consiglio ha approvato un aggiornamento programmatico.
Riteniamo,
quindi, giusta la richiesta che avanzano i colleghi della opposizione, ma
riteniamo anche altrettanto vero il dato che in questi mesi il Consiglio nel
momento opportuno è stato anch’esso investito e si è potuto autorevolmente
esprimere. Non c’è nessuna contrarietà, quindi. Si tratta soltanto di vedere,
nei prossimi giorni, di concordare il percorso in sede di Conferenza dei
capigruppo per fare in modo che ci possa essere una informativa sulla fase
politica e programmatica della coalizione.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Dima. Ne ha facoltà.
Presidente, giusto per sottolineare, se ce ne fosse
ancora bisogno, che questa nostra iniziativa, che trova largo consenso - perché
se capisco bene l’inserimento all’ordine del giorno sarà votato alla unanimità
– è un fatto importante. Noi, pur non soffermandoci oggi sulle questioni di
merito, richiamiamo l’attenzione dell’Aula attraverso questa nostra iniziativa
- e quindi spero con la giusta corrispondenza
esterna - attraverso gli organi di informazione.
Perché è pur
vero che il Presidente Loiero a settembre scorso è venuto qui annunciando la
chiusura della crisi regionale, ma è anche altrettanto vero che quella crisi
non si è mai chiusa perché siamo a novembre e quindi sostanzialmente, a due
mesi, ancora in piena crisi istituzionale.
La nostra sensibilità va nella direzione di cogliere – almeno in questa fase – i motivi rispetto a quello che è l’argomento che abbiamo posto all’ordine del giorno.
PRESIDENTE
Se non ci sono altri iscritti a parlare, pongo in votazione l’ordine del giorno ricordando che nel momento in cui lo votiamo siamo pienamente dentro il Regolamento e che questa Presidenza – sentito il Presidente della Giunta – nei termini espressamente previsti, o comunque nel più breve tempo possibile, convocherà una seduta del Consiglio con questo punto che sarà inserito, ovviamente, al primo punto dell’ordine del giorno.
Pongo in votazione l’inserimento all’ordine del giorno.
Ovviamente, l’aveva fatto già il collega Gentile…
Pongo in votazione l’ordine del giorno
(E’ riportato in allegato)
C’è necessità di un coordinamento formale non nel dispositivo ma nella parte in premessa perché i colleghi avevano scritto già in questa seduta e ovviamente va riformulato tecnicamente…
E’ eccessivo, ma qualora, siccome è votato, lo avranno gli amici della stampa, che si dia un testo già opportunamente coordinato.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Pacenza. Ne ha facoltà.
Presidente, anche alla luce di quanto concordato qualche minuto fa in Conferenza dei capigruppo, le chiedo di inserire all’ordine del giorno come primo punto di questa seduta l’assestamento di bilancio 2006, ed al secondo punto il progetto di legge concernente l’interpretazione autentica di un comma della legge finanziaria 2006 per quanto riguarda il “fondo sollievo”.
Questo perché è oggi l’ultimo giorno possibile per dar corso ad eventuali variazioni che peraltro si rendono straordinariamente necessarie sul piano della tensione sociale.
Mi riferisco, primo fra tutti, al salario dei lavoratori forestali.
Per unanime condivisione penso sia opportuno inserire all’ordine del giorno questi due punti e permettere di dare una risposta efficace rispetto alle tensioni ed anche agli obiettivi che la stessa Giunta si era posta anche nella contrattazione degli ultimi giorni.
Prima di dare la parola ai colleghi, voglio informare gli stessi che utilizziamo questa procedura in quanto in sede di seconda Commissione, che è competente in materia, non si è potuto trattare questo argomento per mancanza del numero legale e quindi l’inserimento viene proposto in questi termini.
Voglio aggiungere che, allo stesso modo, senza un voto aggiuntivo e senza che lo richiedano i colleghi, a quel testo ci sono degli emendamenti aggiuntivi. Uno dei quali presentato dagli onorevoli Occhiuto, Talarico e così via.
Questo per sottolineare loro che l’inserimento all’ordine del giorno, correttezza vuole, riguarda sia il testo base che gli emendamenti in maniera che esprimiamo un unico voto sull’inserimento all’ordine del giorno.
Transita tutto nel momento. Fatta questa sottolineatura esplicativa, do la parola a chi
me la chiede rispetto alla proposta avanzata dall’onorevole Pacenza.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Occhiuto. Ne ha facoltà.
Presidente,
per la verità l’altro giorno in Commissione quando la minoranza era presente e
disponibile ad affrontare la discussione su questo tema, è venuto a mancare il numero
legale per l’assenza di alcuni dei componenti la maggioranza.
Noi avevamo,
però, già assunto l’impegno di partecipare alla discussione oggi in Consiglio
benché la Commissione non avesse potuto licenziare la variazione di bilancio
che contiene il finanziamento della spesa per i forestali. Tant’è che io, il
collega Talarico, e probabilmente anche il collega Gallo con un separato atto,
abbiamo prodotto degli emendamenti per l’Aula al testo della variazione.
Dichiaro,
quindi, col mio intervento che è accoglibile anche
per noi la proposta del collega Pacenza di porre
all’ordine del giorno della discussione del Consiglio la variazione di bilancio
che contiene la norma che riguarda i forestali e poche altre cose.
Ricordo che i
colleghi Pacenza ed Occhiuto si sono pronunciati per
l’inserimento al primo punto della variazione di bilancio e degli emendamenti
ed al secondo punto di una delibera della Giunta riguardante il “fondo
sollievo”. Ferma restando la cifra finale complessiva, c’è stato un errore
tecnico nel voto che già si era espresso ed in cui erroneamente si faceva
riferimento al 2003-2004 mentre il riferimento sul sollievo doveva essere sul
2004 e 2005…
Se non ci sono
osservazioni, quindi il voto favorevole del Consiglio riguarda le due fattispecie.
Sottopongo ai
voti la proposta.
(Il
Consiglio approva)
Prego gli
uffici di distribuire il testo della variazione di bilancio e gli emendamenti.
Alcuni gruppi
sono stati già informati che rispetto al testo c’è una leggera variazione in
quanto mancavano 1 milione e mezzo di euro dalle risorse complessive e, quindi,
si è resa necessaria una ulteriore rivisitazione di natura tecnica che sarà
spiegata nel momento in cui sarà sottoposta al voto.
L’onorevole Pacenza ha facoltà di svolgere la relazione.
Signor
Presidente, chiedo scusa ai colleghi per il fatto che il testo è ancora in
distribuzione ma –, avendo avuto, sia pure senza efficacia già un primo
passaggio in Commissione, ed avendo anche contezza della quantità assai
irrisoria del contenuto della variazione – in soli 5 minuti, tento di
illustrare i contenuti sapendo che, i colleghi certamente lo ricordano, già
nella manovra di assestamento di agosto avevamo chiaro il limite che si
presentava rispetto al quadro finanziario di riferimento soprattutto per quanto
concerne la copertura finanziaria per nuove esigenze di spesa all’interno del
comparto della forestazione.
Oggi questo
problema si risolve dentro una variazione di bilancio complessivamente di 41
milioni di euro. C’è, per fortuna, anche il ricorso ad una manovra sulle
entrate che ci permette anche con minore difficoltà di poter dare copertura
finanziaria al fabbisogno che prima richiamavo.
Per quanto
riguarda le entrate c’è un riferimento ad una maggiore entrata derivante dalla
tassa automobilistica e pari a 18,5 milioni di euro e poi c’è una manovra di
recupero di circa 11 milioni che riguardano la ricontrattazione di mutui già a
carico della Regione. Questo ci permette di poter attuare sul versante delle
entrate una manovra che fa riferimento fondamentalmente a questi due capitoli,
a queste due voci.
Per quanto
riguarda invece la spesa, anche poco fa gli uffici sono stati costretti a fare
una ulteriore modifica perché è stato accertato dal dipartimento che lo
stanziamento previsto nel testo originario di 18 milioni di euro concernente i
salari dei lavoratori forestali era insufficiente, inoltre, dentro lo stesso
comparto vi è una ulteriore modificazione di 1,5 milioni di euro e quest’ultimo
milione e mezzo di euro viene recuperato dal capitolo sulla bonifica.
Quindi, siamo
all’interno dello stesso comparto. Le altre voci in uscita, che sono quelle più
significative, riguardano la possibilità di riattivare il fondo relativo al
finanziamento per le Comunità montane. Anche questo è un vecchio impegno del
Consiglio regionale non garantito nella precedente variazione per mancanza di
disponibilità.
Ci sono altre
voci minori, mentre due capitoli che hanno una sostanza politica riguardano i
mutui concernenti investimenti in materia di parcheggi effettuati negli anni
passati e mai garantiti dalla Regione. La copertura di un secondo mutuo
riguarda il piano per l’edilizia scolastica ai sensi della legge 23 per il
biennio 2003-2005.
Questi sono i
titoli fondamentali della manovra. Non c’è nessun articolo per quanto riguarda
la norma finanziaria, quindi, è una manovra strettamente contabile, che si
sforza di dare una risposta sia pure parziale alle questioni lasciate sospese
per mancanza di liquidità e di disponibilità finanziaria.
Queste sono le
ragioni fondamentali e su queste ragioni penso sia giusto non solo che il
Consiglio si esprima nella sua autorevolezza, ma che si dia anche una risposta
sia pure emergenziale e parziale a quelle che sono questioni sociali dirompenti
della nostra regione.
PRESIDENTE
Non ci sono
interventi sulla discussione generale, quindi, passiamo all’esame di merito.
Prima di
discutere l’articolo 1, c’è un emendamento al bilancio che recita:
“Alle Upb di seguito elencate vengono apportate le seguenti
variazioni compensative:
Upb Capitolo
2.2.04.09 2231202 - 1.850.000,00
3.2.04.05 2232211 + 1.500.000,00
2.3.01.03 23010305 + 4.127,78
8.2.01.01 7002101 + 345.872,22
Totale 0,00”.
Devo porre ai
voti l’emendamento a firma Pacenza perché
all’articolo 1 del dispositivo si fa riferimento esplicito a tali tabelle.
Quindi, se non
approvassimo l’emendamento, rischieremmo di votare il vecchio testo. L’avete
presente?
Lo vuole
illustrare o si illustra da sé? Pongo in votazione l’emendamento sottoposto.
(E’
approvato)
Pongo in
votazione il comma 1 dell’articolo 1.
(E’
approvato)
Pongo in
votazione il comma 2 dell’articolo 1.
(E’
approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 1…
(Interruzione)
quello che
dite voi io faccio. Siccome è una cosa meramente tecnica…
(Interruzione)
ribadisco,
fermo restando, onorevole Dima, che scriveremo quel che i colleghi ci indicano
essendo una manovra meramente tecnica.
Giovanni DIMA
Va bene,
finora.
Pongo in
votazione l’articolo 1 per come emendato.
(E’
approvato)
Non vi sono emendamenti
all’articolo 2, per cui pongo in votazione il comma 1 dell’articolo 2.
(E’
approvato)
Pongo in
votazione il comma 2 dell’articolo 2.
(E’
approvato)
Pongo in
votazione il comma 3 dell’articolo 2.
(E’
approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 2 nel suo complesso.
(E’
approvato)
Pongo in
votazione il comma 1 dell’articolo 3.
(E’
approvato)
Pongo in
votazione il comma 2 dell’articolo 3.
(E’
approvato)
Al comma 3
dell’articolo 3 è stato presentato un emendamento aggiuntivo, protocollo n. 3175,
a firma Chieffallo,
che ha facoltà di illustrarlo, che così recita:
“All’articolo 3 è aggiunto il seguente comma:
“4. Le somme stanziate dall’articolo 3, comma 11,
della legge regionale 21 agosto 2006, n. 7 per un importo di euro 517.317,59 si
intendono destinate al finanziamento delle attività aggiuntive rispetto al programma approvato con delibera della
Giunta regionale n. 909 del 3 dicembre 2004 svolte e regolarmente rendicontate
dalle associazioni per il prodotto per il Piano qualità carni 2002-2004 e non
erogate negli esercizi di competenza per insufficienza di fondi”.
Onorevole
Presidente, si tratta di un emendamento squisitamente tecnico, come d’altro
canto è stato detto per l’intero assestamento di bilancio dall’onorevole Pacenza. Si tratta del piano qualità-carni, ne parlavo
adesso con l’assessore Pirillo, che è rimasto
scoperto nell’ambito della gestione finanziaria dell’anno 2004 per l’importo di
517 mila 317 euro. Direi che sia un atto dovuto coprire una somma che per
errata organizzazione finanziaria ha portato nel tempo a tener viva questa
scopertura.
Con
l’emendamento da me proposto si chiude questa vicenda.
Non essendoci
richieste di intervento su questo emendamento, chiedo i pareri del relatore e
della Giunta. Favorevoli.
Pongo in
votazione l’emendamento illustrato dal consigliere Chieffallo.
(E’
approvato)
E’ stato
presentato emendamento protocollo n. 3176 a firma dell’onorevole Sulla, che ha
facoltà di illustrarlo, che così recita:
“All’articolo 3 sono aggiunti i seguenti commi:
1. La Giunta regionale è autorizzata ad esercitare il diritto di opzione ed a sottoscrivere, in proporzione alle azioni possedute, l’aumento di capitale sociale della Società aeroporto Sant’Anna SpA, per complessivi euro 58.404,00 ed a esercitare il diritto di prelazione sulle eventuali quote rimaste inoptate fino ad un importo massimo di euro 115.809,00.
2. La somma complessiva di euro 174.213,00 è allocata all’Upb 2.3.05.01 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2006.
3. La Giunta regionale è autorizzata ad effettuare tutte le operazioni relative all’attuazione di quanto disposto dal precedente comma.
Alla copertura degli oneri relativi, pari ad euro 174.213,00 si provvede con le somme allocate all’Upb 8.2.01.01 (capitolo 7002101) dello stato di previsione della spesa del bilancio, che viene contestualmente ridotta dello stesso importo.
Presidente,
penso che con questo emendamento si corregga una svista che era stata prodotta
nella stesura del bilancio di previsione. Inserendo questo emendamento, si
rende possibile un impegno che la Giunta aveva già assunto in sede di decisione
di aumento del capitale sociale dell’aeroporto di Crotone.
Si è trattato
solo di un errore tecnico, per cui ritengo possa essere tranquillamente
approvato.
PRESIDENTE
Ha chiesto di
parlare il consigliere Gallo. Ne ha facoltà.
Intervengo per esprimere il mio voto favorevole all’emendamento, alla luce del fatto che nell’ambito del sistema aeroportuale calabrese si sta tentando di far rivivere in qualche modo l’aeroporto di Crotone ed il fatto che la Regione incida sull’aumento di capitale della società aeroportuale mi pare sia estremamente positivo. Quindi, dichiaro il mio voto favorevole.
PRESIDENTE
Non vi sono altre richieste di parola, chiedo i pareri del relatore e della Giunta. Favorevoli.
Pongo in votazione l’emendamento presentato dall’onorevole Sulla e sostenuto dall’onorevole Gallo.
(E’ approvato)
E’ stato presentato un emendamento aggiuntivo protocollo n. 3174 a firma dell’onorevole Chieffallo che ha facoltà di illustrarlo e che così recita:
“All’articolo 3 è aggiunto il seguente comma:
3. All’articolo 1, comma 5, della legge regionale 21 agosto 2006, n. 7 dopo le parole “…negli anni…” sono inserite le parole “…2003,…”
Anche qui,
Presidente, si tratta di un errore nell’ambito dell’articolato in cui sono
previste somme per chiudere questa vicenda relativamente al 2004-2005. Era
stato omesso il 2003, per cui questo emendamento sana il 2003, il 2004 e il
2005 e chiude complessivamente la materia.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Occhiuto. Ne ha facoltà.
Presidente, in Commissione, per quel che dicevamo prima, non abbiamo potuto valutare gli emendamenti, gli altri ci sono stati spiegati compiutamente ed erano chiari, ma questo si riferisce invece ad una modifica della legge 7 dell’agosto scorso ed inserisce un’altra annualità.
L’onorevole Chieffallo, Presidente della Commissione, ci dice che è per dare la possibilità di finanziare anche quella annualità. Ma noi ci chiediamo per finanziare che cosa e chi? Voglio dire, se almeno la Presidenza e gli uffici del Consiglio ci danno notizia di quello che recita attualmente l’articolo 1, comma 5 della legge numero 7 del 2006, potremo approvarlo, altrimenti approviamo a scatola chiusa.
PRESIDENTE
Secondo me, la richiesta dell’onorevole Occhiuto è più che pertinente e può rispondere a nome della Giunta solo l’assessore Pirillo.
Presidente, volevo assicurare il collega Occhiuto che si tratta di un errore, come ha detto molto bene il Presidente della seconda Commissione, onorevole Chieffallo.
Ovviamente non c’è una maggiore spesa, si tratta di una rimodulazione…
(Interruzione)
No, questo riguarda il fondo sollievo. Scusa, parliamo del numero di protocollo 3174? Concerne il fondo sollievo disoccupazione.
Abbiamo dovuto – ferma restando la cifra – rimodulare all’interno degli anni perché ci mancava il 2003, niente altro.
PRESIDENTE
Onorevole Occhiuto, ha sentito? Fondo sollievo ed in continuità. La risposta è esaustiva per cui chiedo il parere del relatore.
Franco Mario PACENZA, relatore
Favorevole.
Il parere della Giunta non lo chiedo perché è già espresso, comunque ricordo che è favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento Chieffallo.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3 nel suo complesso per come emendato.
(E’ approvato)
Vi sono ora degli emendamenti aggiuntivi, alcuni a firma degli onorevoli Occhiuto, Talarico e Gallo, riguardano la stessa fattispecie.
Emendamento protocollo n. 3163 a firma dei consiglieri Occhiuto e Talarico che così recita:
“Dopo l’articolo 3 è inserito il seguente:
Art. 4
L’articolo 28 della legge regionale n. 7 del 21 agosto 2006 è abrogato”.
Essendo più distante rispetto al testo di legge cui si riferisce quello a firma Occhiuto-Talarico, do la parola all’onorevole Occhiuto perché lo illustri.
Presidente, si tratta di un emendamento che prevede l’abrogazione della norma inserita nella finanziaria regionale di agosto, in forza della quale si stabiliva il passaggio degli operai forestali alle Comunità montane ed altre cose che riguardavano comunque la gestione del personale nel settore della forestazione.
La ratio dell’emendamento va nella direzione di recuperare questa materia ad una discussione più complessiva nel senso che da parecchie settimane sentiamo dire da esponenti della maggioranza, del governo regionale, il Presidente Loiero che è opportuno riformare gli enti strumentali, riformare l’Afor, ripensare il settore della forestazione.
Noi vorremmo svolgere questa discussione e non capiamo, però, perché, se occorre – come occorre – riformare l’Afor e ripensare al settore della forestazione, questa materia debba essere affrontata a pezzi. Cioè, se si debba stabilire di anticipare una parte della questione, come è stato fatto ad agosto.
Mi pare che allora vi fu un emendamento dell’onorevole Pacenza per inserire nella finanziaria questo argomento e non, invece, affrontare complessivamente la materia quando si parlerà della riforma degli enti strumentali e dell’Afor.
Noi non esprimiamo giudizi di valore o di merito in ordine alla necessità di trasformare la forestazione in un settore realmente produttivo nella nostra Regione, ma crediamo che una maggioranza seria che voglia recuperare alla Regione la funzione di ente che programma, invece di affrontare le questioni a tratti ed in maniera parziale dovrebbe inserire la programmazione in una programmazione generale.
Peraltro, la norma che si vuole abrogare prevede il passaggio degli operai forestali alle Comunità montane.
Registro che in altre occasioni in Commissione, ma forse anche in Aula, da una parte e dall’altra è stata avanzata l’idea di ragionare nuovamente anche su questo istituto delle Comunità montane, che potenzialmente possono svolgere una funzione positiva per il territorio e che in atto, in realtà, sono solo degli organismi che servono per assegnare delle indennità a chi le amministra.
Allora, siccome sia sull’Afor
che sulle Comunità montane ci sarà - voi ce lo avete annunciato più volte e noi
speriamo che non siano solo dei proclami – una discussione complessiva noi, per intanto, abbiamo chiesto
di abrogare questa norma.
So che questa
richiesta è pervenuta al Governo regionale anche dalle organizzazioni
sindacali. So anche - lo so per la lettura dei giornali ma vorrei ascoltare
anche il parere del Governo in ordine a questa questione – che c’è stato un
tavolo di concertazione tra la Giunta e le organizzazioni sindacali; il Governo
regionale ha dichiarato di voler revocare ed abrogare quella norma contenuta
nella finanziaria di agosto.
Il nostro
emendamento va esattamente in questa direzione. Abbiamo, per una volta,
anticipato anche l’orientamento del Governo regionale. Siamo più contenti, in
realtà, di aver interpretato l’orientamento delle organizzazioni sindacali.
Questo in
sintesi è il testo dell’emendamento. Per la discussione che ho registrato negli
ultimi giorni, mi pare che il contenuto dell’emendamento – benché provenga da
consiglieri della minoranza, della opposizione – sia assolutamente
condivisibile da tutti.
Per quanto ci riguarda, Presidente, siccome non abbiamo la necessità di ergerci a coloro che hanno sollevato la questione, siamo anche disponibili a rimetterlo in discussione con le firme di tutti i gruppi politici che volessero condividerlo.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Adamo.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo su
questo emendamento non per pronunciarmi sul dispositivo finale a cui l’Aula
perverrà – mi affido, su questo punto, alla valutazione del gruppo dell’Ulivo
ed, immagino, all’intervento dell’onorevole Pacenza
–, ma nel merito della questione perché ritengo non si possa tradurre legislativamente in un emendamento abrogativo di una norma
che soltanto poche settimane addietro quest’Aula e la maggioranza del governo
del tempo hanno approvato alla unanimità.
Il punto qual
è? Non riduciamo semplicisticamente la questione alle forme di utilizzo dei
lavoratori idraulico-forestali - anche se non è ininfluente soffermarsi sulle
forme di utilizzo di questi lavoratori-; il punto è un altro: se questa Regione
– parlo della Regione in quanto istituzione – è in grado, ha la volontà - anche
e soprattutto attraverso un’opera di concertazione sociale, poi ritorno su
questo punto - di avviare una riforma del settore. Una riforma necessaria per
abbattere i costi, per l’utilizzo produttivo dei lavoratori, per il
funzionamento degli enti strumentali proposti, per le attività a cui i
lavoratori idraulico-forestali sono preposti.
C’è un piano
predisposto dall’assessorato all’agricoltura - che io condivido -, sulla base
di questo si vada avanti in un’opera di concertazione, ma non può rimanere un
dato da non considerare anche per le iniziative straordinarie da assumere ed i
tempi di attuazione delle stesse. Cito solo un dato a questo proposito: in
Calabria se si verifica il rapporto tra il numero dei lavoratori disponibili e
le superfici di territorio destinate ad attività di forestazione e di
rimboschimento, questo risulta al di sotto di quello che sarebbe necessario.
Certo, i
sindacati fanno riferimento spesso all’analisi fatta dall’onorevole Andreatta
-non nei tempi in cui era Rettore della Università della Calabria, ma ai tempi
in cui era ministro del Governo della Repubblica italiana - che richiama –
probabilmente – il fatto che il numero dei lavoratori forestali che oggi
abbiamo in Calabria è al di sotto delle esigenze. Abbiamo 56 mila ettari di
demanio forestale sottoponibile ad attività di
forestazione e rimboschimento che oggi non è curato.
Basta solo
questo per capire che la forestazione può essere non soltanto un settore produttivo
e socialmente utile, ma, persino, un settore che può trainare una parte della
economia regionale. Dobbiamo discutere come affrontare questo problema.
Certo, mi
consenta il collega Gallo, la soluzione non può essere quella che ci ha fatto
ereditare la Giunta di centro-destra. Quella non è una soluzione responsabile,
anche se concertata con i sindacati. A suo tempo noi, da questi banchi, abbiamo
detto come la pensavamo.
Ci mancherebbe
altro, figuriamoci se voglio essere contro una ipotesi di passaggio a tempo
indeterminato di gran parte della manodopera precaria – dico precaria dal
momento in cui lavorava col contratto a tempo determinato -, ma quando si fanno
delle scelte come quelle adottate da lei nel 2004, onorevole collega Gallo, di
intesa con le organizzazioni sindacali - l’ho visto compiaciuto alla testa dei
lavoratori idraulico-forestali allo sciopero generale dell’altro ieri -,
dobbiamo convenire che non si fa il bene della Calabria e della istituzione,
perché non accompagnate da una programmazione e non soltanto finanziaria. Sono
state utilizzate sotto forma di anticipazione, risorse che erano per gli anni
successivi, per compiere il proprio dovere nella corresponsione dei salari
nell’anno 2004 ed una parte dell’anno 2005, senza preoccuparsi di quello che
potesse avvenire nel 2005. Al tempo stesso questa scelta non è stata
accompagnata da un piano di riorganizzazione produttiva del settore.
Ovviamente,
non abbiamo inteso - in queste settimane ed in questi mesi - tirarci indietro
su quanto fatto, anche perché - per quanto mi riguarda - penso che il
presupposto debba essere non soltanto che non si mette in discussione il
diritto acquisito, ma guai quando questo è addirittura il posto di lavoro. Ci
mancherebbe altro.
Leggiamo un attimo dentro il settore della forestazione. Probabilmente, anzi certamente, il piano presentato dall’assessore tiene conto anche di questi dati, ma una radiografia della disponibilità che proviene dal bacino della manodopera esistente dobbiamo farla.
Quante persone, la mattina, sono in grado di recarsi
al lavoro? Mi risulta che un’alta percentuale
per una patologia abbastanza
diffusa - probabilmente propria di chi da anni svolge, soprattutto i più
anziani, questo lavoro - la mattina non è in condizione di recarsi ai cantieri.
Posso anche dire la cifra: – sottoponibile a verifica tecnico-scientifica, non ritengo di avere in tasca la verità rivelata –
oscilliamo quotidianamente dal 30 al 40 per cento di assenteismo.
E’ mal
distribuita questa forza lavoro rispetto agli ettari boschivi che richiedono
una manutenzione che oggi non hanno. Abbiamo una stanchezza di questo bacino,
dovuta soprattutto all’età media di questi lavoratori che si aggira intorno ai
cinquanta anni.
Il lavoratore
più giovane ha 42 anni. Per questo, certo, c’è il problema dell’utilizzo
produttivo e della riconversione professionale di tale manodopera rispetto a
molte attività, anche moderne, che potrebbero essere indotte, ma penso che
questo bacino, così com’è, non sia
ricettivo.
Si pone un problema - se volete - di turn-over intelligente,
mirato all’azione produttiva, ma per fare ciò non si deve aspettare
l’andamento costante della normale e ordinaria attività di prepensionamento.
Si potrebbero prevedere - senza quindi ledere i diritti dei lavoratori
- forme per incentivare un esodo volontario di una parte di questi lavoratori,
perché, se così fosse, non soltanto liberemmo risorse dal bilancio regionale,
ma potremmo avere le condizioni per rendere il campo più praticabile ai fini di
progetti di forestazione intelligente che potrebbero gravare sui fondi che
l’Europa ci destina, soprattutto dopo l’accordo di Kyoto.
Questo è un punto.
Come si incentiva? L’incentivazione costa, richiede risorse aggiuntive.
Invece, quella norma che abbiamo inserito nell’agosto di quest’anno prevede,
per mezzo del passaggio alle Comunità montane, una ottimizzazione dei costi
attraverso una riduzione delle spese dei servizi generali, favorendo poi,
quindi, l’esodo volontario.
La previsione di quella norma dovrebbe essere che si consente ad una
parte di lavoratori di fuoriuscire dal bacino senza che questo significhi un
aggravio di spesa per le casse regionali. Liberiamo il campo a nuovi progetti
perché sappiamo bene la differenza dei costi di esercizio, quanto costa alla
Regione la gestione presso i consorzi e presso l’azienda forestale, quanto
potrebbe costare presso le comunità montane.
Poi, mi sia consentito, proprio in attesa di attuazione del nuovo piano
che estende e non riduce la forestazione, è proprio sbagliato pensare, invece
di avere le stesse squadre di lavoratori forestali che, periodicamente o
annualmente, si recano sempre sugli stessi cantieri - magari molto distanti
dalle proprie residenze e quindi sopportando un costo oneroso dovuto alle
indennità di trasporto -, di utilizzare una grande parte di questi lavoratori
forestali presso i comuni, sotto la vigilanza e il controllo delle
organizzazioni, degli enti, delle comunità montane, mettendoli a disposizione
anche della manutenzione dei territori ricadenti in prossimità o anche, se
volete, dentro gli stessi territori urbani dei centri montani?
Io penso che attraverso un’azione mirata di questo tipo faremmo bene
all’attività sociale che si propone la forestazione, motiveremmo l’attività
quotidiana dei lavoratori e ridurremmo i costi. Certo non in maniera
frammentata e senza logica, il piano deve farci da guida, discutiamo sugli
strumenti e le forme di coordinamento.
Né questo dato può essere insensibile all’annunciato orientamento del
Governo regionale - e della maggioranza che lo sostiene - di voler procedere ad
una riforma strutturale dello stesso ente Afor,
l’azienda forestale regionale, penso che le cose vadano messe insieme.
Capisco, c’è una posizione delle organizzazioni sindacali - anche se
considero esagerato porla come questione discriminante di uno sciopero
generale.
Lasciatemi dire che per quanto sia giusto difendere gli interessi e i
diritti dei lavoratori - guai abdicare o venir meno a questo mestiere -, mi
sembra davvero esagerato che ci sia una mobilitazione generale per discutere
sulle forme di utilizzo dei lavoratori; non parliamo di licenziamenti, di
riduzioni, parliamo di esodo volontario, retribuito, accompagnato da una guida
e da un governo.
Una volta quando si facevano questi scioperi generali, c’era in
discussione il posto di lavoro dei forestali, il salario. La trovo davvero
fuori logica quella data e quello sciopero generale - il 1° agosto c’è stato un
altro accordo con i sindacati, le leggi ci sono, vanno rispettate ed applicate.
Non c’è dubbio che se la legge finanziaria di questa Regione contiene
una norma che ci autorizzi ad andare avanti in quella direzione, quella norma
non si può disattendere, però quando il Governo regionale dice ai sindacati “le
iniziative propedeutiche all’applicazione di quella norma” - perché la norma
non è automaticamente applicabile, è richiesto un Regolamento, un bando, il
reperimento delle risorse, cioè atti che la Giunta regionale deve fare per attuarla
-, la norma si applica soltanto in seguito ad una concertazione con le
organizzazioni sindacali.
Dove è il problema? Il problema tradisce o una strumentalità
dovuta magari anche alla fase politica o una mentalità di conservazione.
Badate, la interpreto io così, perché non è stata certo questa la motivazione
ufficiale per la quale il Governo nazionale e il primo ministro, onorevole
Presidente Prodi, si è orientato in questa direzione.
Mi sento comunque di dire, sono certo che, se il Presidente Agazio
Loiero non avesse avuto in mano il piano approvato dalla Giunta regionale e
quella norma approvata nella legge regionale finanziaria, al Governo a Roma non
avremmo avuto ascolto per la riproposizione dei fondi
che sono stati inclusi nella legge regionale finanziaria.
Dove vogliamo andare? Oggi, come consigliere regionale, mi adeguo
all’orientamento del gruppo, anche sul voto che bisogna dare all’emendamento
dei colleghi, primo firmatario Occhiuto e altri, però sia chiaro che, se in
questo momento dovessimo sottoporre a voto una materia così delicata, la
questione di merito riguardante la riforma, andremmo a conseguire un atto che
sarebbe un vero e pericoloso ritorno indietro rispetto alla concezione del
governo di questa Regione.
Se vogliamo avere una società inclusiva, che si modernizza, se vogliamo
pensare allo sviluppo di questa regione, il Governo regionale – adesso parlo
non all’opposizione – deve sapere che deve mettere in discussione anche vecchi
assetti sociali, non soltanto vecchi assetti istituzionali di potere, se
vogliamo liberare la Regione da quelli che sono stati i lacci e lacciuoli che hanno massacrato il vecchio regionalismo,
questi atti vanno in tale direzione. Certo, bisogna avere coraggio e sapersi
mettere in discussione, io dico che sarebbe sbagliato cedere a tentativi che
possono apparire – chiedo scusa al collega Occhiuto, non mi riferisco adesso al
fatto precipuo, ma lo dico in sé soltanto – gravi, che si agitano secondo i
momenti e non avere una guida per quanto riguarda il governo delle riforme.
Pertanto, la mia posizione è questa: ascolterò l’intervento del
capogruppo Pacenza e mi adeguerò all’indicazione di
voto che lui darà, ma il problema sul campo rimane. Nel dire questo, non posso
non dichiarare, avendolo appreso soltanto stamattina dagli organi di stampa e
mi auguro che non sia così, che sarei in profondo dissenso se dovesse risultare
vero che nell’incontro che c’è stato l’altro ieri tra le organizzazioni
sindacali e la rappresentanza della Giunta regionale sia stata già assunta
l’intesa, d’accordo con i sindacati, di abrogare questa norma – mi rivolgo,
adesso, al collega Mario Pirillo – aprioristicamente
e pregiudizialmente ad ogni percorso e processo di riforma. Se dovesse essere
così, il mio dissenso con la Giunta regionale è forte e lo dichiaro in
quest’Aula.
Presidenza del Vicepresidente Antonio Borrello
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Sulla.
Ritengo che, quando in agosto si è approvato l’articolo 28 della legge regionale 7, l’obiettivo fosse di iniziare ad affrontare le tante problematiche che questo settore pone e che rischiavano di pregiudicarne le enormi e positive potenzialità. Credo sia stato un tentativo di affrontare sia gli aspetti organizzativi che quelli economici nelle forme e nei termini illustrati dall’onorevole Adamo, il che, quindi, mi esime dal riproporli. Dico solo che perdere questa occasione di intervento sul settore significherebbe non aiutarlo, ma condannarlo ad un’ulteriore atteggiamento denigratorio, oltre ad una asfissia economica.
Non v’è dubbio – come diceva anche l’onorevole Adamo
– che tutto ciò non può prescindere da
un serrato e costruttivo confronto
con le organizzazioni sindacali. Questo confronto è stato avviato dalla Giunta
regionale ed ha prodotto già un protocollo
d’intesa che prevede sia l’apertura
di una discussione complessiva su
tutto quello che attiene al mondo della forestazione, sia l’impegno ad
un’eventuale modifica dell’articolo 28 e – quello che io sottolineo – un
impegno, nelle more, che la discussione possa svolgersi appieno con una
sospensione dell’attuazione di quell’articolo.
La discussione sulla questione della forestazione è all’attenzione della quarta Commissione che, per due volte, ha convocato le organizzazioni sindacali anche se, per vari motivi, non è stato possibile audirli. I lavori della Commissione sono già convocati per giorno 5 di dicembre e noi, in quella occasione, avremo la possibilità di approfondire queste problematiche insieme all’assessore, che ha garantito che seguirà tutti i lavori su questo punto per concordare tutte le possibilità di intervento necessarie.
Ecco perché
ritengo sia soddisfacente il percorso avviato
dalla Giunta e che la Commissione porterà avanti, per quello che è il suo
ruolo, già a partire dai prossimi giorni, nella direzione di non abolire questo
articolo, perché altrimenti noi produrremmo un danno enorme al settore.
Chi ha
proposto quell’emendamento, e tra questi anche il sottoscritto, conosce molto
bene il settore per avere svolto ruoli sindacali e per essere stato per tanti
anni accanto a quei lavoratori, per avere fatto il sindaco e quindi avere
utilizzato quei lavoratori. Sa solo Dio come è possibile utilizzare quei
lavoratori, bisogna comprare loro la benzina, i guanti, non hanno un bel nulla,
non sono nelle condizioni di essere utilizzati, lo vedo adesso, da consigliere
regionale, con le difficoltà economiche che registriamo per coprirne le spese.
Quindi, è chiaro che mettere la testa sotto la sabbia, come fanno gli struzzi, non sarebbe un aiuto al settore, ma un danno irreversibile. Il percorso che la Giunta ha avviato e che prevede anche, se è necessario, una modifica dell’articolo 28 – ma alla luce di un ragionamento che deve essere svolto con le forme e i tempi necessari e per il quale, ripeto ancora, la Commissione offre tutta la sua disponibilità -, penso sia all’attenzione del Consiglio, della Giunta e che questo sia sufficiente a garantirci che il prosieguo della discussione possa produrre tutto quanto è necessario per fare gli interessi del settore e dei lavoratori che lì sono occupati.
PRESIDENTE
Ha chiesto di
parlare l’onorevole Gallo. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, mi voglio riallacciare al ragionamento che faceva
poc’anzi l’onorevole Adamo, perché – devo dire la verità – lo condivido quasi integralmente, nella parte in cui dice che c’è
la necessità di una profonda riforma del sistema, soprattutto per quanto
riguarda l’Afor.
Condivido
quando dice che il comparto può portare sicuramente ad un notevolissimo
risparmio di risorse economiche. Se qualcuno avesse la bontà di andarsi a
rileggere alcuni atti prodotti nella precedente legislatura dall’assessorato -
che mi onoro di aver guidato per quattro anni - si renderebbe conto di come
questo comparto può risparmiare almeno 20 milioni di euro all’anno.
Però non mi
trovo d’accordo su alcune cose, per esempio sul fatto che si continui a dire,
da oltre un anno e mezzo, che bisogna mettere mano alla riforma dell’Afor, quando già giace all’attenzione della quarta
Commissione una proposta di legge per la sua riforma, che certamente non vuole
essere esaustiva di tutte le necessità di questo settore, ma costituire l’avvio
di azioni per arrivare ad un percorso
condiviso che possa, finalmente, far sì che questo settore non abbia un
immagine così perversa nel nostro Paese e che continua ad imperversare anche
nella nostra regione.
Abbiamo
sentito, proprio poc’anzi, che c’è qualcuno che dice che i nostri forestali o
la maggior parte di essi non producono, non lavorano e non danno risposte e
risultati. Per dire la verità, in linea di principio non sono d’accordo su
questo, perché il lavoro che hanno prodotto gli operai idraulico-forestali in
questo nostro territorio regionale, in trent’anni di regionalismo e ancor
prima, ha consentito un consolidamento del territorio regionale, sfasciato dal
punto di vista geologico, consentendo che non subisse ulteriori danni, oltre
quelli che subisce di tanto in tanto con le calamità naturali.
Bisogna essere
consequenziali rispetto a quello che si dice, non si può dire che bisogna
andare verso una certa direzione e poi non andarci, ma bisogna essere
consequenziali anche quando si dice che bisogna concertare alcuni ragionamenti
e alcune cose.
Bene, il
sindacato, le organizzazioni sindacali Cgil-Cisl-Uil,
ma anche le altre organizzazioni sindacali di categoria, hanno più volte messo
in evidenza che un percorso concertativo non era
stato fatto. Allora, qua, non si tratta di essere pregiudizialmente d’accordo o
non d’accordo sulla norma inserita – poi, ovviamente, dirò anche la mia idea su
questa questione – nell’assestamento dell’agosto scorso, si tratta di stabilire
un percorso concertativo
da unire alle osservazioni. Ecco perché è necessaria l’abrogazione della norma,
perché - a bocce ferme, come si suol dire
- si può partire insieme ai sindacati per avviare un percorso di rinnovamento del settore.
Anticipo
l’illustrazione del mio emendamento che è leggermente diverso da quello dei
colleghi Occhiuto e Talarico, perché l’onorevole Adamo, prima, faceva
riferimento anche ad un risparmio riferito alla diminuzione delle spese
generali per gli enti strumentali che si occupano di forestazione.
Se si guarda
bene l’emendamento che ho presentato, propone l’abrogazione solo dei commi 1,
2, 3 e 5 dell’articolo 28 della legge regionale 7 dell’agosto 2006, proprio perché questo emendamento
lascia in vigore quella norma sul risparmio riferito alle spese generali degli
enti strumentali, che mi pare una cosa – come si suol dire – buona e giusta.
Se, poi, questo
risparmio delle spese generali degli enti strumentali è devoluto alla
possibilità di mandare in prepensionamento – che, comunque, va concertato
sempre con le organizzazioni sindacali –, mi trova ancora più d’accordo, però bisogna avviare anche su questo un
meccanismo concertativo con le organizzazioni
sindacali.
Vedete, questo
è un settore che per chi lo ha gestito e per chi lo gestisce è sicuramente
difficile, questo non ce lo nascondiamo, è estremamente complesso non solo
perché le risorse umane sono tante, non solo perché le risorse umane, ormai,
sono invecchiate perché il turn-over non si è fatto benché nella scorsa
legislatura si fosse tentato di farlo.
Quante
critiche ci sono state perché è stato tentato di avviare un turn-over nell’ambito
della forestazione, quante critiche sono state fatte perché con il Governo del
Paese era stata messa in campo una sinergia rispetto ad una quota che la
Calabria doveva avere di forestali e rispetto al fatto che, proprio in base a
questa quota che era stabilita da criteri precisi, si poteva aprire il turn-over
e quindi immettere forze fresche nell’ambito della forestazione…
Allora,
colleghi, qua non si può procedere per interventi-tampone e per interventi che
sono non esaustivi della complessità della materia, ma è necessario fare una
riforma di carattere generale, complessiva del settore e del comparto. C’è la
proposta della Giunta regionale che pende in quarta Commissione e che dipanerà
il suo percorso in quella sede
nei prossimi giorni e nei prossimi mesi.
Tutto questo
lo si può fare in maniera tranquilla, senza problemi, vedendo con calma anche
le cose, stabilendo che alcuni atti prodotti attraverso questa norma, inserita
nella legge dell’agosto del 2006, vengano ritirati, con l’abrogazione della
norma stessa, proprio perché poi,
nell’ambito della Commissione con il Governo regionale, quindi con l’assessore,
ma anche con le organizzazioni sindacali, si può ragionare a tutto campo, a 360
gradi su quello che bisogna fare del futuro della forestazione.
Se, poi, il
Governo regionale ieri ha raggiunto l’accordo con le organizzazioni sindacali
rispetto al ritiro di questa norma, mi pare che la materia del contendere non
esista più e quindi oggi possiamo con tranquillità approvare questo emendamento
che – l’ha già detto il collega Occhiuto, lo ripeto io, se lo si ritiene
necessario – non vogliamo fare nostro, ma, se si ritiene di doverlo e poterlo
approvare, lo rimettiamo all’Aula e lo facciamo fare proprio all’intera
assemblea. In questa maniera si può partire senza già aver fatto passi in
avanti che non servono al comparto, senza partire con una pregiudiziale messa
in mora da parte delle organizzazioni sindacali rispetto ad un percorso che non è condiviso.
PRESIDENTE
Ha chiesto di
parlare l’onorevole Chieffallo. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, colleghi, questa materia della forestazione in Calabria e dei forestali è assolutamente incandescente, merita di essere trattata con particolare riguardo ed attenzione e su di essa, nel tempo, si sono accumulati ritardi, forze politiche hanno investito a fini clientelari ed elettorali. Pesa sul bilancio regionale in termini assolutamente insopportabili, è una materia che, quindi, deve essere trattata con la dovuta importanza ed essere ricondotta ad un momento di riforma serio, sostanziale, concreto per cancellare gli errori del passato, per riorganizzare il tutto.
In Calabria la forestazione è un argomento importante anche per dare risposte non soltanto di carattere sociale, ma di carattere idrogeologico che, come tutti sappiamo, è uno sfasciume pendulo nel Mare Mediterraneo.
L’intervento intelligente del consigliere Adamo ha posto in essere una serie di problemi che, nel tempo, si sono incancreniti e devono essere risolti con una riforma che non può ulteriormente aspettare.
Guardate, in lungo e in largo, in Calabria e fuori di essa, di questa materia si parla e se ne parla spesso a sproposito, i forestali vengono criminalizzati come se fossero dei fannulloni o dei nullafacenti, si parla di essi come usurpatori di pubblico denaro senza che rendano nulla di produttivo nell’interesse della regione.
Vero in parte che producono poco, ma la responsabilità non è certamente loro, va ricercata nella cattiva organizzazione di un comparto che, nel tempo, è stato assolutamente abbandonato a se stesso. Ed è vero, è un comparto nel quale si è fatta clientela e si fa clientela, un comparto nel quale spesso si è smarrito il senso forte di che cosa i forestali in Calabria possano fare.
Non voglio ripercorrere la storia dei forestali, che è una storia importante nella organizzazione del nostro territorio calabrese: se abbiamo il 10 per cento di superficie protetta con dei boschi lussureggianti, si deve al loro grande lavoro svolto nel tempo. E’ una riflessione che ho fatto e che ho dato alla stampa, domani spero che esca ad adiuvandum di questo nostro dibattito o comunque di queste nostre considerazioni.
Il consigliere Adamo ha ragione quando dice che,
ormai, siamo arrivati ad una spesa forte e insostenibile nel bilancio regionale, vanno trovate forme
collaterali per l’utilizzo produttivo di questa manodopera e, se così dovessimo riuscire a fare – e ci dobbiamo
riuscire – con una organizzazione seria, importante
e moderna, vedrete che anche i 10 mila forestali, probabilmente, non basteranno
rispetto alle esigenze che questa nostra Regione ha di portare avanti un
discorso serio e intelligente di governo del bosco, di utilizzo della montagna
calabrese a fini produttivi sia come ricchezza ambientale e turistica, sia come
ricchezza di sottobosco e quant’altro, attraverso tutta una serie di iniziative
che vanno avviate dopo una riforma fatta in modo scrupoloso.
Devo dirvi
anche che in questo periodo, che ormai assomma a più di dieci anni, la
forestazione e l’Afor, quindi, sono abbandonate a se
stesse, al di là del lavoro intelligente che sta facendo l’assessore Pirillo in questo periodo che spero sfoci subito in una
riforma. La forestazione ha avuto anche la possibilità di utilizzare grandissimi
fondi sotto forma di gestione diretta nell’apparato amministrativo con una
discrezionalità grandissima che, spesso, davvero è sfociata in clientela e in
una inusitata gestione del pubblico denaro.
Detto questo,
la riforma può e deve anche – come diceva Nicola Adamo – consentire una
organizzazione del mondo della manodopera forestale da mettere a disposizione
di vari enti, evitando la gestione centralizzata. Però in questo periodo
l’accordo con i sindacati, per fugare responsabilità di ogni tipo, ha portato a
dover ritirare o comunque momentaneamente
abrogare quella norma sulla Finanziaria
del 2006.
Colgo l’occasione per dire al Consiglio, a me stesso e a tutti voi che, in momenti come questi in cui si va verso l’organizzazione di una riforma concreta, ritengo necessario questo tipo di provvedimento. I consiglieri Occhiuto e Talarico, che hanno presentato questo emendamento, hanno certamente ragione nel voler spingere per il rilancio complessivo della materia forestazione.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Morelli. Ne ha facoltà.
In questo caso e, mai come in questo caso, la bontà dei fatti prova quella delle parole dette ed io plaudo all’assessore Pirillo e al Governo regionale che hanno iniziato il percorso di concertazione che, perlomeno, pone fine, senza voler demonizzare i forestali, perché la forestazione è storia della nostra Calabria e se pensiamo ai parametri europei, evidentemente siamo sotto i parametri europei e se pensiamo a quante opere hanno fatto e di come possono essere produttivi, evidentemente vanno valorizzati e tutelati.
Quindi io plaudo all’Esecutivo e all’incontro con il sindacato, perché evidentemente dopo
l’approvazione ad agosto della norma del passaggio
alle Comunità montana, abbiamo assistito, abbiamo partecipato, abbiamo
conosciuto anche dalla fertile fantasia giuridica di qualche amico esponente dell’esecutivo, la forma del congelamento della legge; una nuova
forma che ci piace constatare che in questo caso è stata scongelata ed evidentemente
avviata a quella giusta e doverosa soluzione, anche perché per due semplici
motivi: se parliamo di un problema di forestazione,
forestazione produttiva, abbiamo
tutte le capacità per poter far sì che questa diventi, effettivamente,
un’attività produttiva anche in rapporto ai parametri di efficacia,
efficienza e redditività, ma poi,
signori colleghi e signor Presidente, io mi pongo un piccolo e semplice
problema o, meglio, mi ponevo un piccolo e semplice problema: ma se la
finanziaria nazionale prevede ed invita l’unione dei Comuni e quindi lo svuotamento delle Comunità montane,
alla fine, forse, avremmo trovato questi colleghi lavoratori, lavoratori reali,
effettivi della forestazione dentro scatole vuote, quindi forse avremmo
rimandato un problema in essere.
Ecco perché mi
complimento ancora e va il nostro apprezzamento per quanto riguarda
l’abrogazione della norma.
PRESIDENTE
Non ci sono
altri interventi, quindi la parola all’assessore Pirillo.
Sarò breve, però dovrò puntualizzare alcune cose. Spero che ci sia il collega Gallo, che ha partecipato allo sciopero: ha fatto bene perché –l’ho scritto in un articolo – evidentemente la coscienza da ex democristiano gli palpitava di non aver fatto, come me, fino in fondo il suo dovere.
Sono convinto, come voi, che i sindacati devono
assolvere al loro ruolo, il Governo regionale al proprio. I sindacati hanno
chiesto la stabilizzazione dei
forestali, il Governo doveva sapere dove prendere
le risorse. Le rivendicazioni che lo sciopero ha portato sono poste
all’attenzione di questa Regione da quando sono nati i forestali, per cui mi meraviglio che chi avrebbe dovuto fare e non
ha fatto venga in Aula anche a contestare!
Ricordo che il piano 2002-2005 è stato approvato l’altro giorno. Si tratta di un piano serio, rivoluzionario, predisposto da un Comitato scientifico, approvato dalla Giunta regionale, e in quarta Commissione. Do atto al Presidente Sulla di aver avviato la discussione. C’è stato un problema, i sindacati non hanno potuto presenziare alle audizioni perché contestualmente impegnati in una conferenza stampa. Il 5 dicembre cominceremo con le audizioni e poi con la discussione. Spero, anzi chiedo al Consiglio regionale che, prima della fine dell’anno, sia approvato il programma autosostenibile, che è un programma quinquennale, presente sul sito della Regione, che propone un’articolazione diversa e nuova per l’utilizzazione di quel personale da considerare una risorsa. A differenza di tanti altri, dico che è l’unica industria vera quella delle foreste, della forestazione. Noi abbiamo l’80 per cento di collina e montagna, abbiamo 650 mila ettari di bosco e il lavoro che fanno i forestali è di pregio, va meglio raccordato.
Lo sciopero
che si è tenuto la settimana scorsa, sostanzialmente, poneva tre problemi: uno,
quello del turn-over. Voglio ricordare al collega Gallo che c’è stato un
momento in cui la legge “442” è stata sospesa, ricevo decine di lettere, cari
colleghi, da parte di cittadini che hanno fatto domanda per quei famosi 1.200
posti di lavoro ed io non so cosa rispondere! Lo dico pubblicamente qui in
Consiglio regionale, non so. Mi chiedono: “La mia domanda dove è finita?”. Non
so cosa rispondere ed in più oggi c’è la “442” che blocca il procedimento, ed i
sindacati ne chiedono la sospensione o l’abrogazione.
Voglio dire,
ricordando al Consiglio regionale che la norma di cui all’articolo 28, che è
stata approvata da questo Consiglio regionale, ha fatto agitare i sindacati,
tant’è che già nel Consiglio regionale sono pervenuti una serie di comunicati
stampa che ci chiedevano di soprassedere a quella norma, ma la norma noi
l’abbiamo approvata. Successivamente, il collega Vicepresidente, onorevole
Adamo, ha tenuto un incontro con i sindacati, con i quali ha sottoscritto il
congelamento della norma. Non è bastato, perché poi non abbiamo continuato, le
vicende del Governo regionale le sapete, ci siamo lasciati quando abbiamo
incontrato Cgil-Cisl-Uil dicendo che avremmo fatto i
tavoli, partendo dal tavolo della forestazione. Non l’abbiamo fatto per le vicissitudini che voi sapete, non lo dovevo
fare io, però lo dovevano fare altri, non è stato fatto. Da qui lo sciopero,
perché non hanno avuto risposte, cari amici, perché le tre cose che hanno
chiesto – guardate il volantino – l’approvazione del programma autosostenibile, il turn-over e la norma sulle
Comunità montane, perché non abbiamo avviato il tavolo.
Allora abbiamo fatto un incontro martedì sera e uno ieri mattina, dove abbiamo anticipato – per carità, Nicola, non mi prendere alla lettera – che riformiamo Arssa ed Afor, abbiamo assicurato e questa sera – lo dico al collega Gallo – alle cinque e mezza forse non ci sarò, ma il mio direttore generale, il direttore del dipartimento assumerà una determinazione per la sistemazione degli Oti- ufficio che hanno occupato gli uffici di Reggio Calabria. E’ una cosa legittima, abbiamo consultato anche organismi che ci controllano e abbiamo avuto, oserei dire, il via libera perché non c’è una maggiore spesa.
Lo dico a Gallo questo, perché poteva farlo e non l’ha fatto: perché non l’ha fatto? E questo era oggetto della piattaforma.
(Interruzione)
E’ lì, Gallo, lo vedo, perché avete fatto lo sciopero insieme, tu con un’idea e lui con un’altra.
Noi, senza maggiori spese, però per fugare ogni dubbio al mio collega Adamo, col quale siamo responsabili in solido per non aver avviato il tavolo che era stato promesso all’incontro col sindacato, leggo a lui e al Consiglio regionale il verbale che abbiamo fatto avantieri: “Nella predetta riunione la Giunta regionale si è impegnata ad istituire il tavolo permanente di confronto con le organizzazioni regionali e di categoria cui demandare, attraverso la concertazione la programmazione, tutto il processo di rilancio e di riforma complessivo del settore, che si concorda sia sempre più affidato ai processi di programmazione concertata, anche al fine di determinare percorsi di delegificazione.
Nel quadro della riforma del settore e degli strumenti di gestione da definire nel tavolo di cui al punto 1, di proporre al Consiglio regionale l’abrogazione dell’articolo 28 della legge 7 del 2006;
di proporre
al Consiglio regionale, per le parti riguardanti
il trasferimento dei lavoratori
alle comunità montane e l’esodo incentivato e, nelle more, ribadisce quanto già
concordato nei verbali sottoscritti negli incontri precedenti, ritenendo
sospeso ogni effetto della norma suddetta;
3. nell’ambito
della definizione dei programmi, degli strumenti e delle risorse finanziarie, ad
attivare il confronto con il Governo nazionale, per addivenire ad un nuovo
accordo di programma quadro entro cui collocare anche il problema del
riequilibrio occupazionale e del superamento del blocco del turn-over”.
Questo è
l’accordo che abbiamo siglato con i sindacati. Io credo che abbiamo recuperato
un rapporto, forse avremmo potuto evitare lo sciopero e non l’abbiamo fatto
perché l’hanno annunciato e non sono voluti tornare indietro.
Per quanto
riguarda l’articolo 28, concordo con quanto ha detto il collega Sulla, che
ringrazio ancora una volta per l’attenzione che ha riservato a questo programma
e riportare, come egli ha detto, all’interno della Commissione la discussione
sulla modifica delle parti che riguardano l’articolo 28 credo sia la migliore soluzione.
PRESIDENTE
Non ci sono
più richieste di parola
(Interruzione)
Ho chiesto di intervenire, Presidente, perché nella discussione assai impegnativa, anche in
considerazione che questa è una vicenda particolarmente delicata e complessa,
c’è stata una richiesta formale del Presidente della Commissione competente, mi
pare condivisa anche dal Governo e dalla discussione che c’è stata, di trasferire questo confronto
all’interno della programmazione, che vede già impegnata la Commissione, perché
un approccio di abrogazione tout court non mi pare sia né sostenibile
politicamente, né tanto meno praticabile, perché quella discussione fatta
all’interno della legge 7 sull’assestamento di bilancio fatto ad agosto – io
sono stato il firmatario di quell’emendamento – è stata un punto strategico e
assai utile, lo richiamava prima il collega Adamo.
Nella
discussione che c’è stata in sede di Palazzo Chigi
nessuno può dimenticare il fatto che nella prima stesura del testo della
finanziaria 2007, trasmessa alla Ragioneria generale dello Stato, la quota
sulla forestazione non c’era. Si è aperta una discussione che ha visto la
possibilità della Calabria di poter dire a Roma: “Noi siamo pronti a fare la nostra
parte, perché stiamo pianificando, stiamo inserendo elementi innovativi,
elementi di perequazione e di produttività”. Quindi già quello ha prodotto una
utilità assai importante.
Ora, siccome
anche quella impostazione era aperta, come tutte le impostazioni, fatto stesso
che dopo qualche giorno la Giunta regionale aveva assunto la disponibilità ad
un tavolo di concertazione, io penso che, anche per le cose ribadite in
quest’Aula oggi, la sede più propria per questa discussione, per tracciare un
viatico positivo sia tenere insieme la programmazione e la gestione, perché non
possiamo immaginare che, da una parte, ci sia la programmazione e in modo
avulso ci possa stare la gestione o viceversa. Siccome la discussione è in
corso, invito i colleghi che hanno presentato l’emendamento a ritirarlo e a trasferire questa discussione già
nella seduta di giorno 5 che vede all’ordine del giorno il piano della
forestazione 2006-2008.
PRESIDENTE
Sulla
proposta? Prego, onorevole Gallo.
Però, prima di pronunciarmi
sulla proposta, avrei bisogno di sapere cosa si farà, ove mai il progetto
presentato dall’assessore alla forestazione non dovesse essere approvato entro
il 31 dicembre del 2006, tenuto conto che la norma inserita nella legge
dell’agosto del 2007 prevede che gli operai idraulico-forestali siano
trasferiti alle Comunità montane dal 1° gennaio 2007. Ciò perché se in
quest’Aula si stabilisce e l’assessore dà garanzie che, comunque, resteranno
ferme fino a quando non si
provvede all’approvazione del documento presentato dall’assessore alla
forestazione, il rimando in Commissione può essere accettato. Ove mai, invece,
questo tipo di assicurazione non ci fosse, allora non è possibile ritirare
l’emendamento.
PRESIDENTE
La parola
all’assessore Pirillo.
Credo che, dall’intervento del capogruppo dei Ds, dall’intervento del Presidente Sulla, sia emersa chiaramente la volontà di dare una corsia preferenziale all’iter di approvazione dello strumento in questione.
Ho voluto stringere, ma la fretta con la quale ho proposto l’approvazione entro la fine dell’anno deriva dal fatto che, come tu sai, lo sai almeno quanto me, se non meglio di me, bisogna predisporre fare i piani annuali. Allora abbiamo la necessità di approvare questa norma entro il 31 dicembre.
E’ vero, perché per il passaggio degli operai idraulico-forestali alle Comunità montane non c’è bisogno di concertazione, non è scritto in nessun posto, ed io, paradossalmente, se non fosse intervenuto questo dibattito, avrei potuto fare l’operazione senza concertazione. E’ quello che lamentano, caro capogruppo, i sindacati.
Quindi io posso assicurare, perché vedo che i colleghi, tutti quanti, sono d’accordo che questa norma passerà entro il termine del 31 dicembre.
PRESIDENTE
Mi pare di capire, è stato detto espressamente, che l’emendamento viene assunto come proposta ed inviato in Commissione per la seduta del 5.
(Interruzione)
Possiamo mettere ai voti la proposta?
Un chiarimento soltanto, Presidente.
L’assessore Pirillo è stato chiaro su tutti i punti. Vorrei, gentilmente, che chiarisse questo aspetto, che peraltro era già stato oggetto di sollecitazione da parte dell’onorevole Gallo: nelle more, cioè in attesa del riordino complessivo che il Consiglio sta affidando alla Commissione…
(Interruzione)
E’ congelato, quindi rimane, rebus sic stantibus…
(Interruzione)
Era congelato. Benissimo, credo che a questo punto possiamo…
Voglio dire che non l’abbiamo congelato ieri, è stato congelato nell’incontro sindacale all’indomani dell’approvazione della legge 7, quindi è un congelamento vecchio che tra poco scadrà, perché dura da tre a quattro mesi.
Siccome noi intendiamo dar seguito a quella ipotesi e conosciamo la sua sensibilità, riteniamo che l’Aula consiliare debba comunque recepire quello che fuori, extra-moenia è stato fatto, ritenevamo di doverlo acquisire anche dentro quest’Aula.
PRESIDENTE
Quindi mi pare di aver capito che siamo tutti d’accordo a mandare il provvedimento in Commissione, per cui pongo ai voti l’articolo 3 nel suo complesso.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’ approvato)
Pongo in votazione il disegno di legge 150/8^ nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Ha chiesto di parlare sull’ordine dei lavori l’onorevole Morelli. Ne ha facoltà.
Presidente, le chiedo l’inserimento all’ordine del giorno odierno di una mozione già presentata e inerente a delle professionalità che rientrano nel bacino degli Lsu-Lpu. Si tratta di personale tecnico laureato che, ancorché in modo civile ed educato, da tempo – ormai sono quindici-venti giorni – occupa gli uffici dell’assessorato al lavoro perché esasperato dal fatto che anche nell’ambito degli Lsu e Lpu si fanno due pesi e due misure. Purtroppo, ahimè, si verifica una sorta di guerra tra poveri, in quanto, per esempio, gli Lsu e Lpu dei Comuni percepiscono il salario da mesi, mentre i colleghi che lavorano nell’ambito della Regione non lo percepiscono da tempo, questo evidentemente per mancanza di organizzazione.
Verosimilmente, chiedo l’inserimento all’ordine del giorno e la discussione in Aula.
PRESIDENTE
Onorevole Morelli, può ripetere di che cosa si tratta? Credo che qualche collega non abbia capito.
(Interruzione)
No, purtroppo non si può aspettare, perché mentre gli obiettivi da porsi e le speranze da alimentare sono bellissime, insieme ai fatti concreti che sono stati affrontati stamani, penso sia giusto, logico, necessario ed opportuno affrontare anche una piccola parte di un problema che, forse, aiuta a vivere meglio dei tecnici laureati che, da oltre dieci anni, prestano la loro opera con competenza, serietà e professionalità nei dipartimenti della Regione.
Nell’ultima riunione di Giunta, mi permetto di ricordare – e l’onorevole assessore De Gaetano me ne può dare atto –, quindi la mia è una mozione che va a rafforzare una politica dell’esecutivo tesa alla stabilizzazione di queste professionalità, perché nell’ultima riunione – se me lo conferma l’assessore De Gaetano, gli sono grato – è stato determinato e delegato lo stesso assessore ad incontrare, nel più breve tempo possibile, queste professionalità che già lavorano nell’ambito della Regione e vista la situazione esasperata, collega Pacenza, non percepiscono lo stipendio, è stata posta la possibilità, è stata data la delega all’assessore De Gaetano di incontrare ed avviare con loro un tavolo tecnico teso a stabilizzare il rapporto di lavoro nelle forme ritenute più opportune, tenuto conto anche della programmazione dell’ente Regione.
Basti pensare un caso, onorevole Pacenza: per esempio, la maggior parte di questi giovani tecnici laureati lavorava nell’ambito della protezione civile. L’ultima tragedia di Vibo ci insegna che, ancora oggi, non si riesce, per esempio, a far giungere a destinazione i contributi destinati dallo Stato agli imprenditori e alle famiglie perché non vi è personale adeguato che si occupa dell’istruttoria.
Allora ci sono tanti modi ma non spetta a me, chiaramente, perché sicuramente l’esecutivo e gli uffici dell’assessorato al personale, dell’assessorato al lavoro sapranno meglio di me individuare e, se serve, comunque siamo disponibili a dare il nostro modesto contributo, pur nei limiti nei quali ci possiamo muovere, comunque ci sono tante sacche nella nostra Regione che possono essere colmate con delle professionalità che già di per sé lavorano, stanno già lavorano al suo interno da circa dieci anni.
Quindi, la mia è semplicemente una mozione che tende a rafforzare l’azione dell’esecutivo regionale, tutto qui. Se non sono stato chiaro, faccio le fotocopie e le distribuisco.
PRESIDENTE
La proposta dell’onorevole Morelli, se non ci sono interventi, la mettiamo ai voti…
(Interruzione)
E’ una mozione. Posso darne lettura?
Franco Mario PACENZA
Chiedo la parola.
Francesco MORELLI
Presidente, se vuole, faccio le fotocopie e le distribuisco pure.
PRESIDENTE
Prego, onorevole Pacenza
Nessuno può impedire ad un consigliere regionale di presentare una mozione o quant’altro.
Nella ricognizione fatta dal collega Morelli, si fa riferimento persino ad un incontro con l’esecutivo tenuto nelle scorse ore che ha delegato a sua volta riguardo la problematica l’assessore al ramo.
Io non lo so cosa dovremo fare, quantomeno aspettiamo
l’esito di questo percorso per poi capire se ci sono atti che possono interessare
il Consiglio. Oppure, visto che è aperto un tavolo di trattative, possiamo, data la presenza dell’assessore in
Aula, sollevare e stimolare
ulteriormente perché venga risolta la problematica in oggetto, fermandoci qui
però.
Se, malauguratamente, non dovesse andare
a buon fine la mediazione e la proposta di attivazione messa in campo dall’assessore,
può allora impegnarsi il Consiglio, penso, quindi, si possa depositare la
mozione, vediamo alla fine della trattativa che cosa succede per poi
eventualmente esprimerci, se non ci fosse stata l’attivazione di un’azione di
governo, potrei capire la discussione volta ad impegnare la Giunta, ma se la
Giunta, per come ci dice addirittura il presentatore della mozione, si è già
impegnata, non lo so a che servirebbe continuare la discussione.
Francesco MORELLI
Onorevole Pacenza, le vie dell’inferno sono lastricate dalle buone
intenzioni! C’è stato un impegno formale? Non c’è stato un impegno formale,
onorevole Pacenza.
PRESIDENTE
Ha chiesto di
parlare l’assessore De Gaetano. Ne ha facoltà.
Credo che quanto detto dall’onorevole Pacenza sia corretto, nel senso che c’è una trattativa in corso, sabato incontreremo i sindacati Cgil-Cisl-Uil per discutere complessivamente della prosecuzione e dell’esecuzione dell’accordo che abbiamo fatto il 27 marzo e, tra i punti di quell’accordo, che comunque sono stati quasi tutti rispettati, uno riguarda proprio la stabilizzazione del precariato Lsu-Lpu regionale. La trattativa, in questo momento, è in corso, ne abbiamo anche discusso in Giunta, il sottoscritto e il dottore Durante sono stati incaricati di trovare lo strumento giuridico per pervenire alla stabilizzazione di questo precariato.
Quindi ritengo, se i colleghi sono d’accordo, visto che sabato incontrerò il sindacato e lunedì ci sarà la trattativa con i lavoratori, che alla fine della trattativa, la Giunta sarà pronta a venire in Aula a discutere, presentando un progetto che, naturalmente, per arrivare alla definizione della soluzione, dovrà essere approvato dal Consiglio regionale.
Solo per informazione, volevo ricordare all’Aula che non è vero che questi lavoratori sono stati discriminati rispetto a quelli che lavorano negli enti comunali o nelle Comunità montane, in quanto l’integrazione oraria è partita per tutti il 1° agosto, c’è stato un ritardo della burocrazia regionale, ma già le somme sono state depositate e quindi gli stipendi sono stati già saldati, almeno quelli di agosto e settembre, anche per i regionali.
Per quanto riguarda il problema della stabilizzazione, la proposta che noi faremo è quella di prevedere alla stabilizzazione di questi lavoratori o all’interno dell’ente Regione o comunque tramite un’agenzia in house che stiamo per preparare, ma di questo, visto che la trattativa è in corso e la faremo col sindacato, siamo pronti, una volta che definiamo il percorso, a discutere in Aula.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Sarra.
Proprio sul punto e dopo l’intervento dell’assessore, mi pare quanto mai opportuna, se non necessaria con le finalità che sono state sin qui evidenziate, la proposta avanzata dall’onorevole Morelli. Mi spiego meglio: se la Giunta ha già assunto un impegno in questa direzione, io credo che non sia inutile l’intervento dell’onorevole Morelli, c’è però un fatto tecnico-procedurale, perché nel momento in cui c’è una mozione che impegna in questa direzione e specifica anche quali sono i dipartimenti e i soggetti che vengono interessati da questo provvedimento, che già è oggetto di pianificazione da parte della Giunta e dell’assessorato, la stessa mozione non può che rafforzare e comunque garantire che si procederà alla stabilizzazione definitiva dei lavoratori.
Allora io credo che anche l’assessorato competente non possa non essere favorevole a questo tipo di iniziativa che rafforza un convincimento che già esiste nell’esecutivo.
Però siccome ci sono competenze diversificate tra Esecutivo e Consiglio, credo che un provvedimento di questo tipo, che avvii alla stabilizzazione definitiva di un numero importante di lavoratori che come specificato sono da oltre 10 anni al servizio dell’ente Regione, possa rafforzare e comunque avere una funzione specifica, mirata a garantire che questo procedimento già avviato - noi siamo di intesa su questo – arriverà alla conclusione.
E’ un impegno ad adiuvandum che credo possa servire al buon fine della intera vicenda.
PRESIDENTE
Non ci sono altri interventi per cui pongo in votazione la proposta dell’onorevole Morelli.
(Interruzione)
Franco Mario PACENZA
…non possiamo inserirla all’ordine del giorno. Sabato c’è la trattativa per cui la prossima seduta il Consiglio verrà informato. Non capisco…
Francesco MORELLI
Cosa cambia, onorevole Pacenza, non cambia nulla.
Franco Mario PACENZA
Io vorrei capire cosa cambia se la mozione viene approvata. Siccome non parliamo di un provvedimento amministrativo, non parliamo di un provvedimento di legge, cosa cambia? L’assessore è qui ed abbiamo l’informativa, lo stesso ha affermato che la trattativa verrà iniziata, che bisogno c’è della mozione?
PRESIDENTE
Onorevole Pacenza…
Francesco MORELLI
Qual è il suo problema, onorevole Pacenza?
PRESIDENTE
Chiedo scusa, onorevoli Pacenza e Morelli.
La richiesta è di inserimento all’ordine del giorno. Punto.
(Interruzione)
Poi si passa al resto. E’ un altro problema.
Franco Mario PACENZA
Chiedo scusa, Presidente, abbiamo fatto l’inserimento?
PRESIDENTE
Siamo in fase di voto.
Pongo in votazione la richiesta di inserimento all’ordine del giorno della mozione numero 27 presentata il 29 novembre 2006.
(Il Consiglio approva)
Abbiamo adesso in discussione la proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale numero 187/8^ che recita: “Articolo 1, comma 5, legge regionale 21 agosto 2006 – richiesta modifica al Consiglio regionale e contestuale approvazione del piano riparto somme”.
Si riferisce al fondo sollievo disoccupazione.
L’onorevole Pacenza, relatore, ha facoltà di illustrare il provvedimento.
Presidente, di fatto questo provvedimento è l’esatta conseguenza dell’emendamento presentato nella variazione di bilancio dal collega Chieffallo riguardo all’articolo 3 della legge 7/2006. Cioè, di fatto c’era stato un mero errore materiale per cui questa delibera va a sanare quell’errore, non c‘è nessun aggravio di spesa e prevede anche il riparto di somme da accreditare a quelle amministrazioni che negli anni 2003-2004 e 2005 hanno esercitato attività all’interno della pianificazione sul fondo sollievo per attività idraulico-forestale, cui la Regione non aveva ottemperato.
Il ritorno a quest’atto deliberativo è necessitato dal fatto che nella legge 7 dello scorso agosto mancava – per mero errore, ripeto – il riferimento all’annualità 2003.
PRESIDENTE
Se non ci sono altri interventi, pongo in votazione il provvedimento.
(Il Consiglio approva alla unanimità)
(E’ riportato in allegato)
Non
ci sono altri punti in discussione, la seduta è sciolta.
La
prossima seduta sarà convocata a domicilio.
Hanno chiesto congedo i consiglieri: Incarnato, Tripodi M., Talarico, Loiero, Sculco.
(Sono concessi)
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:
Stancato, La Rupa – “Disposizioni in materia sanitaria inerenti personale a tempo determinato”. (P.L. n. 151/8^)
E' stata assegnata alla terza Commissione consiliare – Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – in data 13 novembre 2006.
Cherubino, Guerriero, Magarò, Crea, Trematerra, Abramo, Nucera, Aiello, Gentile, De Gaetano, Sarra, Racco, Chieffallo, Tripodi P., La Rupa, Nicolò, Chiarella, Naccari Carlizzi – “Definizione posizione giuridica medici continuità assistenziale diversamente utilizzati”. (P.L. n. 152/8^)
E' stata assegnata alla terza Commissione consiliare – Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – in data 13 novembre 2006.
(Così resta stabilito)
Magarò, Acri, Amato, Borrello, Chiarella, Dima, Feraudo, Guagliardi, Maiolo, Nucera, Pizzini, Racco, Tripodi M. – “Norme sull'iniziativa popolare e dei Consigli comunali, provinciali e delle autonomie locali e disciplina dell’istituto del referendum nella Regione Calabria”. (P.L. n. 154/8^)
E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare – Affari istituzionali e affari generali – ed alla seconda – Bilancio, programmazione economica e attività produttive – per il parere in data 22 novembre 2006.
(Così resta stabilito)
Frascà – “Disposizioni per la promozione ed il sostegno dei centri antiviolenza e delle case di accoglienza per donne in difficoltà”. (P.L. n. 155/8^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare – Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda – Bilancio, programmazione economica e attività produttive – per il parere in data 29 novembre 2006.
(Così resta stabilito)
Sono state, inoltre, presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa della Giunta regionale:
“Iniziative del recupero e la diffusione della cultura della legalità e di contrasto della criminalità organizzata”. (Delibera n. 795 del 14 novembre 2006) (P.L. n. 153/8^)
E’ stata assegnata alla Commissione contro il fenomeno della mafia ed alla seconda – Bilancio, programmazione economica e attività produttive – per il parere in data 21 novembre 2006.
(Così resta stabilito)
“Modifiche alla legge regionale 4 settembre 2001, n. 19”. (Delibera n. 804 del 28 novembre 2006) (P.L. n. 156/8^)
E’ assegnata alla prima Commissione – Affari istituzionali e affari generali.
(Così resta stabilito)
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:
“Adozione del documento di programmazione economica finanziaria (Dpef) per gli anni 2007-2009 (Articolo 2, comma 3, legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8”. (Delibera n. 799 del 14 novembre 2006) (P.P.A. n. 186/8^)
E' stata assegnata alla seconda Commissione consiliare – Bilancio, programmazione economica e attività produttive – in data 21 novembre 2006.
(Così resta stabilito)
“Articolo 1, comma 5 – Legge regionale 21 agosto 2006 n. 7: richiesta modifica al Consiglio regionale e contestuale approvazione del piano di riparto somme”. (Delibera n. 828 del 28 novembre 2006). (P.P.A. n. 187/8^)
E’ assegnata alla seconda Commissione consiliare – Bilancio, programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
Promulgazione di leggi regionali
In data 20 novembre 2006, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sotto indicate leggi regionali e le stesse sono state pubblicate sul Bur n. 2 del 27 novembre 2006:
Legge regionale 20 novembre 2006 n. 11, recante: “Provvidenze in favore dell'Avis — Associazione Volontari Italiani Sangue”;
Legge regionale 20 novembre 2006 n. 12, recante: “Liquidazione del Consorzio di Bonifica della Piana di Sibari e della Media Valle del Crati”;
Legge regionale 20 novembre 2006 n. 13, recante: “Integrazione alla Legge regionale n. 20/2003”.
Inoltre, in data 24 novembre 2006, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le seguenti leggi regionali e le stesse saranno pubblicate sul Bur, supplemento straordinario n. 1 del 4 dicembre 2006:
Legge regionale 24 novembre 2006 n. 14, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 recante: Norme per la tutela, governo e uso del territorio – Legge urbanistica della Calabria”;
Legge regionale 24 novembre 2006, n. 15, recante: “Promozione dell'esercizio associato di funzioni e servizi ai Comuni”.
La quarta Commissione consiliare “Tutela dell’ambiente”, nella seduta del 20 novembre 2006, ha espresso parere negativo in relazione alla deliberazione della Giunta regionale n. 607 del 27 maggio 2005, recante: “Revisione del Sistema regionale della Zps (direttiva 79/409/Cee “Uccelli” concernente – Conservazione dell'avifauna selvatica – e la direttiva 92/43/Cee “Habitat” relativa alla – Conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche). (Parere n. 17/8^)
La Giunta regionale, con nota n. 169 del 15 novembre 2006, ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione di bilancio per l'esercizio finanziario 2006:
n. 731 del 7 novembre 2006;
n. 732 del 7 novembre 2006;
n. 733 del 7 novembre 2006;
n. 734 del 7 novembre 2006;
n. 735 del 7 novembre 2006;
n. 736 del 7 novembre 2006;
n. 737 del 7 novembre 2006;
n. 738 del 7 novembre 2006;
n. 739 del 7 novembre 2006;
n. 740 del 7 novembre 2006;
n. 741 del 7 novembre 2006;
n. 742 del 7 novembre 2006.
Morelli. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
le problematiche correlate ai consumi di sostanze stupefacenti e psicotrope di vario genere interessano fasce consistenti di popolazione e sono caratterizzate da una continua evoluzione rispetto all'entità e varietà dei prodotti utilizzati, che determina un mutare dei fenomeni di uso, abuso e dipendenza;
quanto sopra viene confermato anche dalla relazione annuale sullo stato delle tossicodipendenze in Italia del 2004, secondo la quale di fronte ad “una certa flessione del ricorso dei più giovani agli oppiacei (eroina)”, c'è un "incremento della porzione di consumatori che utilizzano cannabis, cocaina o più sostanze assieme e che in una percentuale consistente passano dall'assunzione episodica all’uso regolare” e si intravedono "serie conseguenze per la salute psicofisica dei cittadini, per la convivenza civile e la sicurezza";
secondo il rapporto Onu 2004: nel 2003 ben 185 milioni di persone nel mondo hanno abusato di droghe; la sostanza più consumata è la cannabis (150 milioni di utilizzatori); gli oppiacei (eroina, morfina, oppio) sono la droga più problematica, tanto che causano la morte in percentuali molto elevate dei trattamenti per droga (ben il 61% in Europa); negli ultimi cinque anni l'uso di ecstasy è cresciuto del 70% e più di 40 milioni di persone l'hanno consumata negli ultimi 12 mesi;
nella seduta dell'8 settembre 2003, il Consiglio superiore di sanità, ha stabilito che:
l'uso della cannabis è gravato da pesanti effetti collaterali come dipendenza, possibile progressione all'uso di altre droghe (cocaina e oppioidi), riduzione delle capacità cognitive, di memoria e psicomotorie; disturbi psichiatrici quali schizofrenia, depressione e ansietà; possibili malattie broncopolmonari tra cui bronchite cronica ed enfisema;
la cannabis non debba considerarsi una “droga leggera” e che il suo consumo non rappresenti quindi un’abitudine priva di conseguenze sulla salute;
si debbano informare gli adolescenti sugli effetti collaterali della cannabis e soprattutto sui rapporti diretti tra uso della cannabis e sviluppo di problemi per la salute mentale quali depressione, ansietà e schizofrenia;
da una ricerca dell'Istituto nazionale sull'abuso di droga americano, diffusa nel 2002, il principio della cannabis - il Delta 9 tetraidrocannabinolo (the) - ha gli stessi effetti neurologici della cocaina, produce cioè precise modificazioni cerebrali;
dato lo spaventoso giro d'affari (65 miliardi di dollari annui) e gli straordinari profitti (del 3 mila per cento) il business della droga è in continua espansione;
gli effetti devastanti di molti tipi di droga (prime fra tutte cannabis ed ecstasy) vengono sottovalutati soprattutto dai più giovani;
le droghe sintetiche, grazie anche al loro basso costo relativo e alla apparenza innocua, riscuotono un grande successo ma provocano danni seri, durevoli ed irreparabili perché causano dipendenza e psicosi e danneggiano in modo devastante il cervello;
il ministro della solidarietà sociale, Paolo Ferrero, ha dichiarato di voler sperimentare i centri pubblici per la somministrazione dell'eroina;
i presidi di "autosomministrazione sorvegliata" proposti dal ministro vanificherebbero l'opera di prevenzione e di contrasto svolta dalle comunità, dalle famiglie e dalle Istituzioni;
il ministro della salute Livia Turco ha annunciato di voler modificare la legge Fini-Giovanardi, ridefinendo i quantitativi massimi di cannabis che si possono detenere;
la cultura dello sballo, purtroppo apertamente sponsorizzata anche da alcuni personaggi dello spettacolo durante concerti o manifestazioni artistiche, sia da combattere perché porta all'annientamento psichico e fisico della persona;
le istituzioni, visti e considerati i risultati delle ricerche e degli studi effettuati e sopra riportati, che denunciano la pericolosità delle droghe, "pesanti e leggere", per la salute, hanno il dovere di intervenire a tutela di tutti i cittadini ed in modo particolare dei più giovani;
nell'esprimere netta contrarietà alle proposte avanzate dai ministri del governo Prodi relative alla: revisione della legge Fini-Giovanardi; attivazione dei presidi di “autosomministrazione sorvegliata”; ridefinizione al rialzo dei quantitativi di cannabis detenibili -:
se intende:
attivare, nelle forme ritenute più opportune, una capillare campagna di informazione e di sensibilizzazione sulle conseguenze devastanti del consumo di tutte le sostanze stupefacenti;
farsi promotore presso il Governo ed il Parlamento europeo affinché vengano intensificate le iniziative di contrasto al traffico interno ed internazionale di stupefacenti ed incentivare e finanziare collaborazioni internazionali a livello giudiziario ed investigativo volte a contrastare il fenomeno criminale.
(122; 10.11.2006)
Nucera. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore ai trasporti. Per sapere – premesso che:
nei giorni scorsi si è appresa la notizia che Trenitalia S.p.A., a decorrere dal 9 dicembre p.v., andrà a sopprimere sulla fascia jonica reggina tutti i treni a lunga percorrenza per e da Milano, Roma e Torino, in particolare tale provvedimento riguarderà il treno n. 750 Reggio-Milano e il n. 766 Reggio-Torino; verrà, inoltre cancellato il treno n. 890 Reggio-Roma, mentre il n. 895 Roma-Reggio Calabria verrà completamente abolito;
per arrivare, quindi, nei paesi ubicati nella fascia jonica reggina si dovrà prendere l'Espresso da Roma-Tiburtina per Villa S.Giovanni, da Villa S.Giovanni prendere il regionale n. 3663 fino a Reggio e da qui prendere il regionale n. 3744 con direzione Monasterace-Stilo;
tale scelta comporterà un consistente aumento dei tempi di viaggio, che se tutto va, cioè senza ritardi, arriveranno a 12 ore;
la crisi economica in atto di Trenitalia S.p.A. non deve colpire sicuramente la provincia di Reggio Calabria, ma il piano di risanamento va considerato da altri punti di vista, non infliggendo l'ennesimo colpo negativo alla già fragile economia della costa jonica reggina, isolandola sempre più dal resto d'Italia e facendola precipitare indietro di quasi mezzo secolo -:
come intende attivarsi presso il Governo nazionale affinché venga scongiurata la soppressione dei treni sulla fascia fonica reggina a partire dal 9 dicembre p.v., affinché la Calabria non debba subire un'ulteriore mortificazione vedendosi negare diritti ormai acquisiti, in un comprensorio dove si parla in continuazione di sviluppo da sostenere.
(123; 15.11.2006)
Nicolò. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
con la collaborazione tra il Ministero della giustizia e la Regione Calabria si possono realizzare programmi di intervento congiunto in ambito regionale che tengano conto delle particolari specificità della realtà locale e della comunità di riferimento, nel comune obiettivo del recupero delle persone che devono espiare una pena a seguito della commissione di reati;
la Legge nr. 354/1975 ed il D.P.R. nr. 230/2000 recante "norme sull'ordinamento penitenziario e sull'esecuzione delle misure preventive e limitative della libertà e successive modifiche ed integrazioni" prevedono tra l'altro che il trattamento penitenziario deve essere conforme ad umanità e deve assicurare il rispetto della dignità della persona e che nei confronti dei condannati e degli internati deve essere attuato un trattamento rieducativo che tenda, anche attraverso i contatti con l'ambiente esterno, al reinserimento sociale degli stessi;
l'art. 42 del Decreto del Presidente della Repubblica del 30 giugno 2000, n. 230 (Regolamento recante norme sull'ordinamento penitenziario e sulle misure privative e limitative della libertà) stabilisce che in terna di corsi di formazione professionale si possono promuovere accordi con la Regione, gli enti locali competenti e le direzioni degli istituti penitenziari per favorire la partecipazione dei detenuti a corsi di formazione professionale, in base alle esigenze della popolazione carceraria e alle richieste del mercato del lavoro;
i D.P.R. 447/88 e 448/88 in tema di disposizioni sul processo penale a carico di minorenni, il D.Lgs. 272/1989 recante: norme di attuazione di coordinamento e transitorie del D.P.R. 448/88 nonché la legge nr. 66/1996 quella nr. 269/98 il D.P.R. nr. 616/1977 con il D.Lgs 112/1998 che disciplinano il trasferimento e le deleghe alla Regioni delle funzioni amministrative dello Stato, individuano nel rispetto delle diverse competenze statali e regionali, i settori di intervento congiunto sui quali il Ministero della giustizia e la Regione devono collaborare per il raggiungimento degli obiettivi previsti dal legislatore in tema di sistema integrato di interventi e servizi sociali Legge nr. 328/2000 e di promozione di diritti e opportunità per l'infanzia e l'adolescenza Legge nr. 285/1997;
la collaborazione tra Stato e Regioni nell'alveo del nuovo ruolo delineato dalle recenti innovazioni legislative di spessore costituzionale, quali la legge costituzionale nr. 3 del 2001, è basata sui principi di sussidiarietà e di leale cooperazione nell'ambito di un sistema integrato Stato-Regioni ed Enti locali ed è finalizzata a migliorare il funzionamento dell'attività giudiziaria e della esecuzione delle pene;
il D.Lgs 112/1998 delega alle Regioni la programmazione dell'offerta formativa integrata tra istruzione e formazione professionale;
la pianificazione e la programmazione dell'offerta formativa integrata rivolta alle persone adulte e minori sottoposte a provvedimenti dell'autorità giudiziaria deve essere realizzata in modo congiunto tra Stato e Regioni secondo quanto contenuto nell'accordo sottoscritto il 2 marzo 2000 dalla Conferenza unificata Stato - Regioni ;
occorre garantire e rendere esigibili durante tutto il percorso penale i diritti sociali delle persone sottoposte a procedimenti giudiziari e favorire politiche unitarie e coordinate che tengano conto delle esigenze delle comunità dove sono situati gli Istituti di pena nel perseguimento di un obiettivo in comune qual è quello del recupero delle persone in esecuzione di pena;
è stato siglato in data 26 Giugno 2003 un protocollo d'intesa tra la Regione Calabria ed il Ministero della giustizia teso a regolamentare i rapporti tra i due organismi in ambito penitenziario adulti e minori;
il Ministero della giustizia e la Regione si sono impegnati a promuovere iniziative sull'esecuzione interna ed esterna sulla pena in funzione rieducativa;
l'accordo mira alla programmazione di iniziative di prevenzione della devianza nel senso di incidere sulla facilità ambientale sul contesto sociale dei detenuti che a causa di questo possono a tornare a delinquere;
il reinserimento sociale dei detenuti secondo tale protocollo avviene tramite dei progetti lavorativi di inserimento attuativi di un principio costituzionale contenuto all'art. 27 che afferma la finalità rieducativa della pena che mai può consistere in trattamenti contrari al senso di umanità (principio garantista dei diritti umani dell'individuo);
occorre una collaborazione tra il sistema di giustizia (anche tra le singole direzioni degli Istituti per adulti e minorenni) ed il sistema territoriale Enti locali e Aziende sanitarie territoriali;
è stato previsto all'art. 13 del protocollo d'intesa l'Osservatorio regionale di esecuzione della pena per promuovere la concreta attuazione degli impegni assunti in detto accordo Stato – Regione -:
lo stato di attuazione del Protocollo del 26.06.2003 con particolare riguardo anche alla promozione di lavorazioni interne e/o esterne agli Istituti penitenziari;
l'operatività dell'Organismo regionale di esecuzione della pena interna ed esterna previsto dall'art. 13 del protocollo d'intesa citato nell'accordo Stato - Regione.
(124; 15.11.2006)
Nicolò. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
l’Atam di Reggio Calabria è impegnata da anni a migliorare il servizio di trasporto pubblico per la cittadinanza reggina grazie anche alle ingenti risorse finanziarie (circa 6 milioni di euro) che il Comune di Reggio Calabria ha messo a disposizione dell'azienda;
il gruppo aziendale ha individuato nello sviluppo e nel potenziamento del servizio pubblico la condizione indispensabile per la crescita socio - economica del tessuto urbano;
l'azienda si è dotata di uno strumento di programmazione e pianificazione qual è il "programma di esercizio" per adeguare l'offerta di trasporto alle necessità della domanda dei cittadini ed avvicinare la città di Reggio agli standard chilometrici concessi dalla Regione alle altre città calabresi;
è necessario dotare del mezzo pubblico alcuni percorsi cittadini sia del centro storico che delle periferie nonché incrementare numericamente le corse esistenti;
la domanda di mobilità rivolta al trasporto pubblico è aumentata per le nuove localizzazioni residenziali e l'ampliamento dei servizi civili (università, porto, aeroporto, polo sanitario, centro direzionale) nonché per i disagi causati dalla congestione del traffico in zone residenziali cittadine;
la città di Reggio Calabria ha una popolazione pari a 180.353 abitanti (dati censimento 2001) a fronte di 97.204 abitanti del comune di Catanzaro e di 77.238 di Cosenza; la superficie comunale complessiva è di 263,05 Km2 a fronte rispettivamente di 111,3 km2 di Catanzaro e 37 Km2 di Cosenza;
con delibera della Giunta regionale 16.10.1998 nr. 4997 è stato disposto un decremento del quantitativo di trasporto urbano concesso all'allora azienda municipalizzata (Ama) passando da 3.962.756 busxkm (che equivalgono a 22 busxkm e 70 minuti di esposizione al pubblico del servizio per abitante nel 1996) a 2.413.382 busxkm (equivalenti a 13,4 busxkm e 45,1 minuti per abitante);
allo stato attuale la città di Reggio Calabria ha un indice di dotazione (Km per abitanti) del servizio di trasporto pubblico locale pari a 17,60 bus-km per abitante inferiore di gran lunga a quello di Cosenza pari a 29,9 bus-km e di Catanzaro pari a 24,06 bus - km per abitante;
la città di Reggio Calabria, ha un tessuto urbano
otto volte più grande di quello di
Cosenza e quasi triplo rispetto a quello di Catanzaro;
dal 1998 ad oggi la città di Reggio Calabria non solo non ha avuto alcun incremento chilometrico per fare fronte allo sviluppo urbano, che si estende dallo Ionio al Tirreno, (da Bocale a Catona) raggiungendo la fascia pre-aspromontana, ma addirittura vi è stato un decremento di circa 800.000 Km;
l'attuale piano di esercizio adottato dall'Atam per adeguare la propria offerta di trasporto, elaborato nel 2005 con il supporto della Facoltà di Ingegneria dell'Università Mediterranea di Reggio Calabria, prevede l'aumento dagli attuali 3.150.000 Km annui a circa 3.903.184 Km annui (che equivalgono a 21,6 busxkm per abitante) e quindi un incremento di circa 729.500 Km;
il piano di esercizio citato concordato con gli enti locali (circoscrizioni) e le organizzazioni sindacali aziendali è stato approvato dalla Giunta comunale di Reggio Calabria con deliberazione nr. 463 del 5 luglio 2006 ed è stato trasmesso alla Regione Calabria - Dipartimento Trasporti per la concessione della nuova percorrenza chilometrica ai sensi della Legge regionale nr. 18/2001 -:
quali iniziative l'Esecutivo intenda promuovere per cancellare l'ingiusta e dannosa disparità di trattamento in atto esistente tra le diverse province calabresi;
se è intendimento della Giunta regionale cancellare l'evidente disparità di trattamento in atto tra i capoluoghi di provincia calabresi, sostenendo il nuovo piano di esercizio adottato dall'azienda reggina (già approvato dalla Giunta comunale dl Reggio Calabria con deliberazione nr. 463 del 5 luglio 2006) concedendo l’incremento di circa 729.500 busxkm annui (equivalenti a 21,6 busxkm per abitante), con la relativa previsione di spesa da inserire nel bilancio di previsione in corso di elaborazione.
(125; 15.11.2006)
Nucera. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore competente. Per sapere – premesso che:
la Misura 1.10 – Rete Ecologica Regionale – prevede interventi a tutela delle risorse naturali e ambientali e interventi per sostenere e promuovere iniziative di sviluppo locale, finalizzate a valorizzare, in termini economici, il patrimonio naturale;
tali interventi sono orientati a migliorare l'ambiente naturale, limitando il degrado dovuto all'abbandono e a creare condizioni favorevoli allo sviluppo di nuove iniziative economiche, riguardanti, altresì, la tutela della flora, della fauna, degli habitat e del paesaggio;
nell'elenco della Rete Ecologica Regionale i privati, cioè piccole e medie imprese dei Comuni di Stignano, Camini, Riace, Placanica, S. Stefano in Aspromonte, S. Ferdinando, San Procopio, Marina di Gioiosa Jonica, Melicuccà, Rosarno, Rizziconi, Taurianova, Terranova Sappo Minulio sono stati esclusi, per cui non hanno potuto partecipare ai bandi fino ad oggi pubblicati con i Por 2000/2006;
tutto ciò si è verificato nonostante, ad esempio, che i Comuni di Stignano, Riace, Camini e Placanica facciano parte integrante del Parco antropico “Città del Sole”;
si verifica, altresì, una anomalia in quanto gli stessi Comuni vengono regolarmente esclusi per quanto riguarda l'elenco delle piccole e medie imprese per l'accesso ai bandi, mentre gli stessi paesi vengono inclusi nei bandi riguardanti gli enti;
già in data 15 giugno 2006 con il numero 75, il sottoscritto avanzava una interrogazione al Presidente della Giunta regionale per conoscere i motivi d'esclusione dalla Rete Ecologica Regionale dei suddetti Comuni;
tale interrogazione non ha dato alcun esito, infatti nei prossimi giorni andrà a scadere il Bando “Por Calabria 2000-2006 Asse I – Risorse naturali Misura 1.10 – Rete Ecologica Regionale 1.10 B - Valorizzazione e sviluppo delle attività economiche non agricole - Interventi promossi dai Pit”, ancora con l'esclusione dei suddetti paesi dalla Rete Ecologica Regionale e, conseguenzialmente, con l'esclusione delle Pmi dal bando;
persistendo ancora questa situazione e se i predetti Comuni non verranno inseriti nella Rer, questi non saranno nemmeno inclusi nell'elenco della Misura 1.10 Por 2007/2013, titolo preferenziale anche per ciò che riguarda agriturismo ed altri bandi, i privati saranno così tagliati fuori dai fondi disponibili, con grave pregiudizio per i paesi dell'entroterra, condizionandone così lo sviluppo -:
per sapere come mai si è verificata questa situazione, nonostante i paesi interessati dall'esclusione abbiano tutti i requisiti necessari per l'inserimento nella Rer, in quanto presentano tutti bellezze naturali, paesaggistiche e faunistiche notevoli, nonché beni monumentali di interesse pubblico e, quindi, meritevoli di particolare attenzione, tutela, valorizzazione e fruizione;
se non ritiene di dover intervenire affinché, in tempi brevissimi, possa essere sanata questa situazione, non rischiando così di essere esclusi da tutti i bandi futuri.
(126; 20.11.2006)
Gallo. All’assessore all’ambiente. Per sapere – premesso che:
la messa a regime di 61 impianti di depurazione ha consentito alla Regione Calabria di uscire dall'emergenza ambientale;
i lavori per la manutenzione degli impianti in questione sono stati affidati alle stesse imprese a cui è affidata la gestione degli impianti;
le società che gestiscono la depurazione nei cinque ambiti territoriali ottimali (Ato) della regione lamentavano le difficoltà esistenti nel settore dovute alle mancate erogazioni delle somme spettanti sia per la gestione degli impianti che per le opere infrastrutturali realizzate, tale situazione aveva determinato la difficoltà a garantire una normale gestione del servizio;
per risolvere il problema nell'immediatezza si è proceduto al pagamento, in favore delle società di gestione, dei crediti da loro vantati per investimenti;
l'importo erogato alle citate società di gestione è comprensivo degli oneri per la fornitura di energia elettrica, fatto salvo il consumo di energia elettrica agli impianti di sollevamento che, pertanto, restano a totale carico dei Comuni competenti per territorio;
la vocazione prettamente turistica dei Comuni ha come conseguenza l'incremento esponenziale delle presenze durante la stagione estiva, fattore che ha determinato, in fase di progettazione, il sovradimensionamento degli impianti di depurazione e dei relativi impianti di sollevamento con conseguente aumento dei costi dei costi di realizzazione prima e gestione poi;
tale situazione, peraltro solo parzialmente compensata nei mesi invernali, periodo nel quale gli impianti lavorano a regime minimo, ha comportato per alcuni Comuni aumenti spropositati dei consumi di energia elettrica con evidenti indebitamenti. E’ il caso di evidenziare la situazione debitoria denunciata, mediante il Codacons, dal Comune di Cirò Marina nei confronti dell'Enel, debito oramai ammontante ad oltre 1 milione di euro -:
se intende avviare una indagine puntuale mirata a stabilire i reali costi di gestione che restano a totale carico dei Comuni e la capacità di questi di far fronte, con i propri bilanci, a tali oneri, anche e soprattutto in considerazione dell'imminente varo della manovra finanziaria da parte dello Stato che vede ridurre i trasferimenti in favore degli enti locali in modo consistente;
se è a conoscenza della situazione debitoria in cui versano alcuni comuni compresi negli Ato, e più in particolare la situazione di grave difficoltà finanziaria in atto al Comune di Cirò Marina;
se intende attenzionare la situazione finanziaria in cui versa il Comune di Cirò Marina a causa dell'aumento considerevole dei consumi di energia elettrica generati dalla messa in funzione delle citate pompe di sollevamento.
(127; 28.11.2006)
Morelli. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere –premesso che
l'articolo 8, comma 1/bis del decreto legislativo n. 229/99, ha previsto per le Regioni la possibilità di individuare le aree territoriali e di interventi dell’emergenza dei territori e medicina dei servizi;
vista:
la legge n. 328 dell’8 novembre 2000, recante “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali”;
la legge regionale n. 23/2003 recante la “realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali nella Regione Calabria (in attuazione della legge n.328/2000);
la legge regionale n. 2/2005 recante “disposizioni in materia sanitaria”;
considerato:
che specificatamente l'articolo 3, comma 4, della legge regionale 23/2003 dispone “che i cittadini di cui al presente articolo hanno diritto di usufruire delle prestazioni e dei servizi del sistema integrato, concorrendo al costo delle prestazioni in relazione alle proprie condizioni economiche” -:
1) lo stato dell’arte strutturale, operativo e funzionale della struttura socio-sanitaria ubicata in territorio di S. Mango d'Aquino (Cz);
2) il montante dell'eventuale impegno finanziario destinato e già eventualmente erogato alla struttura socio-sanitaria;
3) se, il caso del precedente punto 2, la congruità tra impegno finanziario redditività-efficacia ed efficienza è parametrata in rapporto al costo-benefici;
4) i motivi ostativi che ne hanno determinato e, pare determinino, la inattività della stessa;
5) quali iniziative intende intraprendere la Giunta regionale a tutela esalvaguardia dell’interesse della regione.
(128; 29.11.2006)
Il Consiglio regionale
premesso che:
lavoratori dotati di professionalità e competenza da circa dieci anni prestano con consolidata perizia la loro opera nelle strutture burocratiche della Regione Calabria e specificatamente nei dipartimenti bilancio, protezione civile, forestazione, pubblica istruzione, beni culturali, urbanistica e demanio;
tali figure professionali rientrano nel bacino dei lavoratori socialmente utili e lavoratori di pubblica utilità (circa 390) che sono, per il tempo trascorso e per le competenze acquisite, pienamente integrati nel contesto lavorativo dell'apparato burocratico regionale e non risultano essere fungibili con le altre ligure professionali presenti in ambito regionale;
la Giunta
regionale, con atto deliberativo n. 1044 del 22 dicembre 2004, ha dato mandato
al dipartimento organizzazione e personale della Regione Calabria di attuare,
con atti concreti, la vista
la pubblicazione dell'avviso pubblicato sud Bur, prot. 190 dg. del 15 marzo 2005, mediante il quale si invitano i lavoratori interessati e in servizio presso i dipartimenti regionali sopra indicati a manifestare interesse e presentare domanda entro 10 giorni dalla data di pubblicazione dell'avviso Bur;
visto
il decreto del dipartimento “organizzazione e personale” n. 5956 del 14 aprile 2005, che istituisce apposita Commissione al fine di procedere alla valutazione dei curricula dei lavoratori interessati alla stabilizzazione;
considerato che:
ad oggi, non è stato perfezionato alcun atto inerente la stabilizzazione dei lavoratori;
da circa quattro mesi non percepiscono alcuna spettanza retributiva;
da diversi giorni, esasperati, di certo non di buon grado, in assenza di certezze lavorative, si sono autoconvocati e “in pianta stabile” presidiano, in modo comunque educato, civile e pacifico gli uffici dell'assessorato del lavoro della Regione Calabria;
le professionalità di cui sopra, hanno manifestato la ferma intenzione di continuare il “presidio” presso gli uffici dell'assessorato al lavoro sine die, in attesa di risposte certe;
la Giunta regionale, nella seduta del 28 novembre 2006, evidentemente fatta salva la veridicità delle notizie trapelate, pare abbia dato mandato all'assessore al lavoro, onorevole De Gaetano, di ricercare e attuare concrete forme di stabilizzazione dei lavoratori;
impegna
il Presidente della Giunta regionale, l'assessore al lavoro e l'assessore al personale ad intraprendere ed attuare con urgenza tutte le iniziative ritenute opportune e necessarie finalizzate alla stabilizzazione definitiva dei lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità che prestano, con comprovata perizia e competenza, ormai da consolidato tempo (circa dieci anni) la loro opera presso l'apparato burocratico della Regione Calabria e specificatamente in servizio presso i dipartimenti protezione civile, forestazione, pubblica istruzione, beni culturali, demanio, urbanistica, bilancio.
(27; 29.11.2006) Morelli
Il Consiglio regionale
considerato che:
è stata approvata dal Parlamento la legge n. 1132 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 3 ottobre 2006, n. 262, recante disposizioni urgenti in materia tributaria e finanziaria”;
all'articolo 2, comma 93, della citata legge, i fondi di Fintecna S.p.A. destinati originariamente alla realizzazione del Ponte sullo Stretto sono stati destinati per il 70 per cento alla Sicilia e per il 30 per cento alla Calabria e, all'interno di tale risorse, è prevista un'ulteriore suddivisione che destina il 10 per cento delle stesse alla tutela dell'ambiente e alla difesa del suolo;
sia alla Camera dei Deputati che al Senato della Repubblica sono stati approvati appositi ordini del giorno con cui si impegna il Governo a destinare tali risorse “prioritariamente a completare gli interventi di emergenza ambientale attualmente in atto”;
la Regione Calabria dovrà fornire l'intesa ai competenti ministeri per la destinazione delle risorse;
è all'esame del Senato un emendamento alla legge 1183 (Finanziaria 2007) per destinare ulteriori risorse rispetto ai danni provocati dall'alluvione di Vibo Valentia;
impegna
la Giunta e il Presidente ad attivare quanto di loro competenza per sostenere l’emendamento in questione;
ad assumere, in fase di concessione dell'intesa ai competenti ministeri, per l'utilizzo dei fondi di Fintecna S.p.A., la risoluzione dell'emergenza creatasi a Vibo Valentia come principale e prioritaria.
(28; 30.11.2006) Giamborino, Sulla, Gentile ed altri
Morelli. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
l'Azienda Ospedaliera "Mater Domini" di Catanzaro, con il bando pubblicato sulla G.U. del 27/05/2006, ha indetto la gara di appalto per il servizio di pulizia, disinfezione, sanificazione sanitizzazione della stessa Azienda e del centro oncologico della fondazione Tommaso Campanella;
il capitolato speciale d'appalto prescrive all'art. 13, come requisito per l'ammissione alla gara, da parte delle imprese, l'aver fatturato complessivamente nel corso del triennio 2003, 2004 e 2005 un importo non inferiore ad euro 10.000.000,00 oltre Iva;
lo stesso capitolato prescrive di aver fatturato complessivamente nello stesso periodo di tempo un importo non inferiore ad € 5.400.000,00 oltre Iva nell'espletamento dello stesso servizio presso Aziende ospedaliere pubbliche;
nei raggruppamenti temporanei di impresa i requisiti devono essere posseduti da tutte le imprese del raggruppamento, con l'avvertenza che il fatturato minimo richiesto deve essere riferito, nella misura del 70 per cento, all'impresa capogruppo e per la restante parte alle imprese raggruppate;
la capacità e l'idoneità di una impresa a realizzare il fine perseguito dall'amministrazione appaltante sono caratteristiche che non possono essere fatte risalire all'entità del proprio fatturato, poiché esso non costituisce criterio distintivo dell'affidabilità tecnica e professionale delle stesse;
il decreto legislativo 163/2006 "Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/1S/CE che recita "l'esecuzione di opere e lavori pubblici, servizi e forniture, deve garantire la qualità delle prestazioni e svolgersi nel rispetto dei principi di libera concorrenza, parità di trattamento, non discriminazione, trasparenza, proporzionalità, nonché quello di pubblicità con le modalità indicate nel presente codice";
la stampa locale si è interessata del problema, in maniera molto critica, dando risalto alla contestazione della Confederazione nazionale dell'artigianato e delle piccole e medie imprese, sede provinciale di Catanzaro, la quale ha presentato ricorso al Tar per difendere le imprese -:
se non ritiene, alla luce di quanto è avvenuto di attivare l'istituto dell'autotutela e sospendere immediatamente ogni atto istruttorio finalizzato all'aggiudicazione della gara d'appalto;
se è vero come sostiene il Cna di Catanzaro che il bando disattende alcune direttive europee indebolendo i principi della concorrenza e trasparenza nelle procedure di aggiudicazione;
se non ritiene che il contenuto del bando sia così palesemente discriminatorio nei confronti delle imprese calabresi da arrecare un grave pregiudizio al lavoro in Calabria, in un momento di particolare crisi occupazionale;
se non ritiene che sia arrivato il momento di assicurare l'applicazione della Direttiva 2004/18/CE, ricorrendo a meccanismi efficaci, accessibili e trasparenti, istituendo una specifica autorità indipendente;
se non sia arrivato finalmente il momento, con la direzione politica dell'Unione, di garantire ai lavoratori della Calabria, non già privilegi, ma almeno gli stessi diritti degli altri lavoratori italiani.
se la soglia economica complessiva richiesta dal capitolato d'appalto non sia una trovata per togliere di mezzo la concorrenza nella fattispecie quella calabrese.
(93; 03.08.2006)
Risposta – Riscontro
nota del 6 ottobre 2006, pervenuta il successivo 12 ottobre, con la quale si
chiedevano informazioni relative alla gara d'appalto che l'Azienda Ospedaliera
“Mater Domini2, con bando pubblicato nella G.U. del
27 maggio 2006, indiceva per il servizio di pulizia, disinfezione, sanificazione e sanitizzazione
dell'Azienda Ospedaliera “Mater Domini” (clinico 1) e
del centro oncologico della fondazione Tommaso Campanella (clinico 2).
In particolare, si chiedevano notizie circa una presunta illegittimità dell'articolo 13 del bando di gara che prevede che i candidati devono: “... a) essere in regola con le disposizioni previste dalla legge 25 gennaio 1994, n. 82 e s.m.i. (disciplina delle attività di pulizia, disinfezione, derattizzazione e sanificazione); b) aver fatturato nell’ultimo triennio (2003, 2004 e 2005) un importo complessivo non inferiore ad Euro 10.800.000,00 oltre Iva; c) aver svolto nell’ultimo triennio (2003, 2004 e 2005) analogo servizio presso aziende sanitarie e/a ospedaliere pubbliche con fatturato specifico non inferiore ad Euro 5.400.000,000 oltre Iva; in caso di raggruppamenti temporanei di imprese, ex articolo 11 del decreto legislativo. 157/95 r s.m.i., i requisiti suddetti dovranno essere posseduti da tutte le imprese del raggruppamento, con l'avvertenza che il fatturato minimo richiesto ai punti b) e c) deve essere riferito, nella misura minima del 70 per cento, all'impresa designata capogruppo e, per la restante parte, alle altre imprese raggruppate...”.
Innanzitutto,
si deve portare a sua conoscenza, cosa peraltro ben nota dal momento che la
stampa locale ha dato un notevole risalto alla notizia, che il Tar Calabria, investito della questione dalla
Confederazione Nazionale dell'Artigianato e delle Piccole e Medie Imprese (Cna), sede provinciale di Catanzaro, con l'ordinanza n. 709
del 14 settembre 2006, ha ritenuto legittimi sia tutti gli atti posti in essere
dall'amministrazione, relativi alla citata gara d'appalto, sia il comportamento
tenuto dalla medesima P.A., rigettando,
conseguentemente, la richiesta domanda incidentale di sospensione dei
provvedimenti impugnati.
Giova
ricordare, comunque, che gli articoli 13 e 14 del decreto legislativo n.
157/1995 stabiliscono i criteri utili per valutare la capacità economica,
finanziaria e tecnica dei soggetti che partecipano a gare relative ad appalti
di servizi. Il legislatore, all'articolo 13, comma 2, espressamente
prevede che le stazioni appaltanti (nel caso di specie l'azienda ospedaliera “Mater Domini”) possono chiedere ulteriore documentazione,
oltre quella indicata nelle citate norme.
In materie di
gare di appalto per l'affidamento di servizi, infatti, l'articolo
13 citato lascia integro il potere dell'amministrazione di fissare requisiti
ulteriori ai fini della dimostrazione della idoneità economico-finanziaria
dell'impresa partecipante, purché essi non appaiano in alcun modo illogici e
sproporzionati, tenuto conto della rilevanza economica del contratto da
stipulare.
L’amministrazione,
in applicazione di tale norma, può quindi chiedere che la capacità
economico-finanziaria sia dimostrata dalle imprese partecipanti ad una gara con
l'indicazione del fatturato relativo agli ultimi tre anni. Nel silenzio della
norma, non è dubitabile che l'amministrazione, quando, come nel caso di specie,
si determini a chiedere la dimostrazione della potenzialità finanziaria ed
economica di una impresa concorrente con l'indicazione dell'importo dei servizi
analoghi già effettuati, abbia il potere discrezionale di stabilire anche il
livello del relativo fatturato.
Nel caso di
specie abbiamo che l'azienda ospedaliera ha posto come requisito, tenendo in
considerazione che il valore dell'intero appalto è di Euro 5.400.000,00, cui
vanno aggiunti eventualmente Euro 900.000,00 per l'eventuale proroga, per la
partecipazione avere avuto un fatturato di Euro 10.800.000,00 e nell'ultimo
triennio e di aver svolto analogo servizio, sempre nell’ultimo triennio, con un
fatturato di 5.400.000,00. E’ sin troppo evidente che i requisiti
richiesti dall'azienda non possono certamente ritenersi irrazionali, eccessivi,
sproporzionati, irragionevoli ed illegittimi, dal momento che il fatturato
richiesto ammonta al doppio dell'importo dell'appalto (10.800000,00) ed il
fatturato specifico è esattamente quello indicato per il valore dell'appalto
(5.400.000,00).
Infine, ma non
da ultimo, come non ricordare che l'impossibilità per le piccole imprese, non
aventi il fatturato richiesto, di partecipare alla gara, appare destituita
da qualsiasi fondamento, dal momento che proprio l'articolo 13 del Csa prevede
la possibilità del raggruppamento temporaneo d'impresa (Rti)
dove, come facilmente riscontrabile da un'attenta lettura del Csa, è stato richiesto il fatturato minimo del 70 per cento solo alle imprese
designate quali capogruppo, senza fissare alcun tetto minimo di fatturato per
le imprese mandanti, in modo tale da consentire la più ampia partecipazione
anche alle imprese di media e piccola
impresa.
Alla luce di quanto esposto, è sin troppo evidente la legittimità degli atti messi in essere dall'Azienda “Mater Domini”, così come statuito dal Tar Calabria con la citata ordinanza.
Certo di aver
chiarito ogni dubbio e rimanendo a disposizione per qualunque altro ulteriore
chiarimento, l'occasione mi è gradita per inviare i miei più distinti saluti.
dott.ssa Anna Rosalba Buttiglieri- direttore generale
Doris Lo Moro
(Assessore alla tutela della salute)
Art. 1
1. Nelle unità previsionali di base del bilancio per l'esercizio finanziario 2006, approvato con legge regionale 11 gennaio 2006, n. 2 sono introdotte, in termini di competenza e di cassa, le variazioni di cui alle annesse tabelle "A" e B.
2. Nel bilancio pluriennale 2006-2008, approvato con legge regionale 11 gennaio 2006, n. 2, sono introdotte, per il triennio 2006-2008, le variazioni di cui alle annesse tabelle "A" e “B”.
Art. 2
1. Al fine di garantire, a seguito del venir meno delle risorse statali destinate allo scopo, la continuità dei finanziamenti occorrenti per soddisfare le obbligazioni giuridicamente vincolanti già assunte nel periodo 2001-2005 dai Comuni compresi nel programma urbano dei parcheggi di cui alla deliberazione della Giunta regionale 31 luglio1995, n. 4498, predisposto ai sensi dell'articolo 3 della legge 24 marzo 1989, n. 122, la Giunta Regionale è autorizzata a contrarre mutui o ad emettere prestiti obbligazionari, con oneri a carico della Regione, per l'importo di euro 9.871.077,44.
2. Gli oneri di ammortamento, valutati in euro 750.000,00 annui, troveranno copertura nell'ambito degli stanziamenti previsti all'UPB 3.2.02.04 dello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno 2007 e successivi.
3. L'articolo 8, comma 7, della legge regionale 21 agosto 2006, n. 7 è abrogato.
Art. 3
1. Al fine di garantire la copertura finanziaria delle obbligazioni giuridicamente vincolanti assunte sulla base del piano triennale 2003-2005 di edilizia scolastica approvato con deliberazione della Giunta Regionale n. 480 del 13 luglio 2004, predisposto ai sensi della legge 11 gennaio 1996, n. 23, la Giunta regionale è autorizzata a contrarre mutui o ad emettere prestiti obbligazionari, con oneri a carico della Regione, per l'importo di euro 8.829.553,39.
2. Gli oneri di ammortamento, valutati in euro 680.000,00 annui, troveranno copertura nell'ambito degli stanziamenti previsti all'UPB 4.2.01.01 dello stato di previsione della spesa per l'anno 2007 e successivi.
3. All'articolo 1, comma 5, della legge regionale 21 agosto 2006, n. 7 dopo le parole "... negli anni.... "sono inserite le parole"... 2003, ... ".
4. Le somme stanziate dall'articolo 3, comma 11, della legge regionale 21 agosto 2006, n. 7 per un importo di euro 517.317,59 si intendono destinate al finanziamento delle attività aggiuntive rispetto al programma approvato con delibera della Giunta regionale n. 909 del 3 dicembre 2004, svolte e regolarmente rendicontate dalle Associazioni di prodotto per il Piano Qualità Carni 2002-2004 e non finanziate negli esercizi di competenza per insufficienza di fondi.
5. La Giunta regionale è autorizzata ad esercitare il diritto di opzione ed a sottoscrivere, in proporzione alle azioni possedute, l'aumento di capitale sociale della Società Aeroporto Sant'Anna S.p.A. per complessivi euro 58.404,00 ed a esercitare il diritto di prelazione sulle eventuali quote rimaste inoptate fino ad un importo massimo di euro 115.809,00.
6. La somma complessiva di euro 174.213,00 è allocata all'UPB 2.3.05.01 (capitolo 23050107) dello stato di previsione della spesa del bilancio 2006.
7. Alla copertura degli oneri pari ad euro 174.213,00, si provvede con le somme allocate all'UPB 8.2.01.01 (Capitolo 7002101) dello stato di previsione della spesa dei bilancio, che viene contestualmente ridotta dello stesso importo.
8. La Giunta regionale è autorizzata ad effettuare tutte le operazioni relative all'attuazione di quanto disposto dal precedente comma 5, nonché ad apportare le necessarie modifiche ed integrazioni al documento tecnico di cui all'articolo 10 della legge regionale 4 febbraio 2002, n.8.
Art. 4
La presente legge entra in vigore. il giorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
(Per consultare
le tabelle link a fianco - Del. n. 108)
Proposta di provvedimento amministrativo numero 187/8^, recante: “Art. 1, comma 5 - Legge regionale 21 agosto 2006, n. 7: richiesta modifica al Consiglio regionale e contestuale approvazione del piano di riparto somme” (Del. n. 109)
“Il Consiglio regionale
vista la deliberazione della Giunta regionale n. 828 del 28 novembre 2006 recante: " Richiesta di modifica dell'art. 1, comma 5, della legge regionale del 21 agosto 2006, n. 7 e contestuale approvazione del piano di riparto somme";
delibera
di approvare la richiesta di modifica dell’art. 1, comma 5 della legge regionale del 21 agosto 2006, n. 7, e il riparto della spesa per gli interventi di cui al fondo sollievo alla disoccupazione riferita agli anni 2003/2004/2005 che fanno parte integrante e sostanziale della presente deliberazione”.
Deliberazione della Giunta regionale numero 828 del 28.11.2006
La Giunta regionale
Premesso che
il bilancio regionale, annualmente, al capitolo 2323201 dello stato di previsione della spesa, reca apposito stanziamento per "Spese per la realizzazione di progetti a sostegno dell'occupazione, inerenti lavori di interesse pubblico di competenza regionale da eseguirsi da parte dei Comuni e delle Comunità Montane sulla base di specifici programmi da definire con il concorso della Regione, degli Enti Locali e delle Forze sociali";
in sede di esame dei, rendiconti delle spese sostenute dagli Enti locali interessati per l'esecuzione dei suddetti progetti, relativamente agli anni 2003 e 2004, è emerso che le somme stanziate non erano sufficienti a coprire interamente le spese sostenute;
di tanto si è investito il competente Dipartimento regionale Economia il quale, nella redazione della proposta di assestamento al bilancio in corso, ha previsto apposita norma finanziaria;
la suddetta proposta è stata formalizzata con la Legge regionale 21 agosto 2006, n. 7 al comma 5, mediante un incremento della dotazione del competente capitolo 2323201 dell'esercizio finanziario 2006 pari a complessivi £uro 4.000.000,00, necessaria e sufficiente a coprire tutte le pendenze, a tale titolo, con gli Enti Locali interessati;.
però, nella formulazione letterale, nel mentre risulta assolutamente corretta l'ulteriore previsione di spesa necessaria, per mero errore materiale, vengono riportate, quali annualità interessate, il 2004 ed il 2005, omettendo il 2003;
per quanto concerne il 2005, la previsione di spesa riguarda il solo Comune di Acri relativamente ad un progetto che, sebbene rientrante nelle medesime finalità del fondo, in effetti è un progetto aggiuntivo rispetto a quello; annualmente approvato a valere sul fondo storicizzato per sollievo alla disoccupazione, per un importo complessivo di £uro 683.338,42, non finanziato per assenza di copertura finanziaria ma completamente realizzato, che non avrà ripercussione alcuna sulle future annualità;
ritenuto, pertanto, che si rende necessario promuovere apposita iniziativa legislativa per la modifica del predetto comma 5 dell'art. 1 della legge regionale 21 agosto 2006, n. 7 che, in funzione di quanto testé chiarito, dovrà essere riformulato nel senso di precisare che la maggiore spesa di £uro 4.000.000,00 ivi prevista è destinata a provvedere alla liquidazione ed al pagamento a saldo delle spese già sostenute negli anni 2003, 2004 e 2005 dagli Enti locali interessati per la realizzazione di progetti a sostegno dell'occupazione, comprendendo, in questi, anche le Comunità Montane in quanto, tra gli Enti Locali interessati figura la Comunità Montana "Alto Tirreno" di Verbicaro;
ritenuto, altresì, nelle more di tale modifica, procedere comunque al riparta della spesa secondo il dettaglio di cui alla tabella allegata e parte integrante del presente atto scaturente dai rendiconti delle spese sostenute presentati dagli Enti e regolarmente riscontrati dalla competente struttura del Dipartimento Agricoltura, Foreste e Forestazione, distinta per annualità, a saldo di quanto spettante a ciascuno di essi;
ritenuto, infine, di procedere alla liquidazione e conseguente erogazione della sola somma spettante per l'anno 2004 e per l'anno 2005 (che riguarda, quest'ultimo, esclusivamente, ripetesi, il Comune di Acri), rinviando la liquidazione del saldo per l'anno 2003 ad intervenuta modifica da parte del Consiglio Regionale del citato comma 5 dell'art. 1 della L.R. 7/06;
su proposta dell'Assessore all'Agricoltura, Foreste e Forestazione, d'intesa con l'Assessore all'Economia dott. Vincenzo Spaziante, formulata alla stregua dell'istruttoria compiuta dalle strutture interessate, nonché dell'espressa dichiarazione dì regolarità dell'atto resa dai Dirigenti preposti ai competenti Settori,
delibera
per le, motivazioni illustrate nella narrativa che precede, da intendersi, in questa parte, integralmente richiamata e trascritta:
di ripartire la somma predetta, nelle more della formalizzazione della prospettata modifica legislativa, secondo il dettaglio di cui alla tabella allegata e parte integrante del presente atto scaturente dai rendiconti delle spese sostenute presentati dagli Enti e regolarmente riscontrati dalla competente struttura del Dipartimento Agricoltura, Foreste e Forestazione, distinta per annualità, a saldo di quanto spettante a ciascuno di essi, dando atto che tale riparto azzera ogni pendenza con gli Enti Locali interessati che non avranno, pertanto, più nulla a pretendere a tale titolo;
di procedere alla liquidazione e conseguente erogazione della sola somma spettante per l'anno 2004 e per l'anno 2005, rinviando la liquidazione del saldo per l'anno 2003 ad intervenuta modifica da parte del Consiglio regionale del citato comma 5 dell'art. 1 della L.R. 7/06;
di demandare alle strutture regionali competenti l'esecuzione del presente atto, ivi compresa la sua trasmissione al Consiglio regionale per la modifica della norma prevista all'art. 1, comma 5, della L.R n. 7/06.”
RIPARTO DELLA SPESA PER GLI INTERVENTI
DI CUI AL FONDO SOLLIEVO ALLA DISOCCUPAZIONE RIFERITA AGLI ANNI
2003/2004/2005 ART.
1 COMMA 5 DELLA L.R. 7/06 |
||||
COMUNI |
ANNO 2003 (*) |
ANNO 2004 |
ANNO 2005 |
TOTALE |
S. GIOVANNI IN FIORE |
€
1.826.072,80 |
€ 0 |
€
0 |
€
1.826.072,80 |
ACRI |
€ 0 |
€
582.393,80 |
€
683.338,42 |
€
1.265.732,22 |
NARDODIPACE |
€
128.731,62 |
€ 0 |
€ 0 |
€
128.731,62 |
C.M. ALTO TIRRENO VERB. |
€
278.990,13 |
€
104.909,96 |
€ 0 |
€
383.900,09 |
CASABONA |
€
79.997,35 |
€
10.425,51 |
€ 0 |
€
90.422,86 |
FABRIZIA |
€
43.151.,71 |
€ 0 |
€ 0 |
€
43.151,71 |
LONGOBUCCO |
€
99.581,81 |
€
19.294,81 |
€ 0 |
€
118.876,62 |
S. DEMETRIO CORONE |
€
124.591,27 |
€
18.520,81 |
€ 0 |
€
143.112,08 |
TOTALE |
€
2.581.116,69 |
€ 735.544,89 |
€ 683.338,42 |
€
4.000.000,00 |
I sottoscritti consiglieri regionali
vista
la drammatica condizione sociale in cui versa la Calabria;
visto:
il progressivo aggravamento della crisi economico-sociale, della pervasività e della diffusione dei livelli di illegalità;
il diffondersi di fenomeni che interessano numerosi territori e città calabresi, che minano la condizione di sicurezza sociale e di ordine pubblico;
considerata
la grave impasse amministrativa regionale che ormai si protrae da mesi per la crisi che investe il governo regionale;
considerato che:
tale crisi è stata ufficializzata dalle dimissioni del Vicepresidente e di due assessori preposti a deleghe importanti della Giunta regionale;
la crisi si manifesta fortemente a livello politico-istituzionale, dal momento che è stata sancita una rottura nella coalizione, che ha avuto dagli elettori il mandato per governare, attraverso un contrasto che, allo stato, appare insanabile tra le formazioni politiche dell'Ulivo ed il Presidente della Giunta regionale;
chiedono che
l’onorevole Presidente della Giunta regionale, nella seduta odierna, considerata la grave e straordinaria crisi istituzionale e di governo, riferisca doverosamente in merito a tutto ciò in Aula al Consiglio regionale della Calabria.