VIII legislatura
20.
Seduta di mercoledì 2 agosto 2006
Presidenza del
Presidente Giuseppe Bova
La seduta inizia alle 17,05
Antonio BORRELLO, Segretario Questore
Legge il verbale della seduta precedente.
(E’ approvato)
Legge le comunicazioni.
(Sono riportate in
allegato)
Antonio BORRELLO, Segretario Questore
Legge le interrogazioni e la mozione presentate alla Presidenza.
(Sono riportate in allegato)
E’ pervenuta risposta scritta alle seguenti interrogazioni: numero 49 del 21/02/2006 a firma del consigliere Nucera; numero 51 del 22/02/2006 a firma del consigliere Tallini; numero 53 del 24/02/2006 a firma del consigliere Naccari Carlizzi; numero 55 del 24/02/2006 a firma del consigliere Nucera; numero 89 del 21/07/2006 a firma del consigliere Sarra.
(Sono riportate in
allegato)
Primo punto all’ordine del giorno: “Informativa
sull’evento calamitoso del 3 luglio 2006 che ha colpito l’area del vibonese”.
La parola al
Presidente della Giunta.
Presidente, colleghi, mi limito ad informarvi sul nubifragio che ha colpito Vibo e i comuni intorno, ma vi offro notizie che, probabilmente, saprete e ve le do più in dettaglio per essere più articolato.
E’ stato un nubifragio di quelli che capitano troppo di sovente da noi e che portano lutti e devastazioni: in questo caso abbiamo avuto quattro vittime, 77 feriti, 306 persone evacuate da strutture turistiche e da residenze private, 63 persone permangono alloggiate in albergo, presso parenti e presso la struttura di accoglienza. E’ in via di ultimazione la pulizia delle strade, la rimozione di residui e criticità, ma residui presso abitazioni, ed è ormai quasi ultimato il ripristino della rete fognaria.
Adesso farò una cronologia degli eventi, giusto per raccontarli in forma
parlamentare…
(Interruzione)
Allora la salto…
(Interruzione dell’onorevole
Senatore)
Presidente, mi fa parlare?!
(Il consigliere Pasquale Senatore – An – interrompe vivacemente il Presidente della Giunta
brandendo un cartello che reca la scritta “Aridatece
Chiaravalloti”)
PRESIDENTE
Onorevole Senatore!
Pasquale SENATORE
…E’ chiaro? Ha finito di giocare! Questo è il mio messaggio!
Agazio LOIERO, Presidente della Giunta regionale
Va bene, va bene!
(Interruzioni
concitate dell’onorevole Senatore)
Lo credo, lo credo!
Pasquale SENATORE
…inconcludenti, inconcludenti…!
PRESIDENTE
Onorevole Senatore!
(Interruzioni
concitate dell’onorevole Senatore)
Agazio LOIERO, Presidente della Giunta regionale
Infatti, lo rappresenti bene!
(Interruzioni
concitate dell’onorevole Senatore)
Agazio LOIERO, Presidente della Giunta regionale
Ho capito, ho capito!
(Interruzioni
concitate dell’onorevole Senatore)
PRESIDENTE
Per favore, fate in modo che si possa continuare la seduta !
(Interruzioni
concitate dell’onorevole Senatore)
Agazio LOIERO, Presidente della Giunta regionale
Ormai l’hai fatta…!
(concitata interruzione dell’onorevole Senatore)
Agazio LOIERO, Presidente della Giunta regionale
Sì, va bene, ma adesso possiamo parlare, Senatore?!
Pasquale SENATORE
…ci devi dare risposte su questa tragedia…!
(Interruzioni)
PRESIDENTE
Onorevole Senatore, per favore!
(Interruzioni da
più settori)
UNA VOCE
Ecco il problema dov’era!
(Interruzioni
concitate dell’onorevole Senatore)
PRESIDENTE
Onorevole Senatore, faccia fare la relazione al Presidente! Lei ha espresso come ha ritenuto, ora…
Se posso ricominciare, faccio una descrizione cronologica degli eventi, Presidente,
come si usa in questi casi, dopodiché vediamo quello che siamo riusciti a fare
davanti a questa tragedia.
Le precipitazioni
sono iniziate il 3 luglio alle 9,30 e si sono
intensificate con una massima punta compresa tra le 11,00 e le 13,00. Dalle
14,00, presso la Prefettura, si è costituito il Centro dei primi soccorsi, con
l’intervento dei responsabili istituzionali. Alle 14,40
è intervenuto il direttore generale del dipartimento della Presidenza, mentre
con l’elicottero della forestale l’ingegnere Niccoli,
dirigente del settore di protezione civile della regione, e il geometra Ripepi alle 15,40 operano la prima ricognizione aerea
dell’area interessata.
Intanto sono
iniziate le attività di soccorso dei Vigili del fuoco, dei Carabinieri, della
Polizia e delle altre forze dell’ordine, che non ci stanchiamo mai di
ringraziare. Intervengono mezzi e uomini della protezione civile di Catanzaro,
di Cosenza, unitamente alle associazioni di volontariato di Soverato,
di Palmi e dell’Avas di Spezzano della
Sila, intervengono anche i forestali del consorzio di bonifica del Poro
e, successivamente, i forestali dell’Afor. Attorno
alle 18,30 è giunto Bertolaso
con il sottoscritto e con il suo staff, accompagnato sul luogo anche dal
prefetto.
Si tiene la riunione di crisi con Bertolaso per fare il punto. Il coordinamento degli interventi di soccorso viene assunto, come di norma, dal dottor Di Bernardinis del dipartimento della protezione civile nazionale.
Martedì 4 luglio la Giunta regionale assume la deliberazione 452, con la quale viene stanziata la somma di 1 milione di euro per gli interventi immediati e urgenti.
Il Presidente Prodi, su mio invito e della Giunta, visita i luoghi del disastro il 4 luglio ed il Governo stanzia 5 milioni di euro.
II 7 di luglio il Presidente del Consiglio firma l’ordinanza e dispone le modalità per l'accertamento dei danni a privati, alle aziende, alle infrastrutture e nomina il Presidente della Regione commissario delegato per la gestione dell’emergenza.
Il 14 luglio il dipartimento nazionale di protezione civile termina il suo compito relativo ai primi soccorsi e lo stesso 14 luglio il sottoscritto viene nominato quale commissario delegato con sua ordinanza.
Il commissario individua i soggetti attuatori degli interventi nel sindaco di Vibo, negli altri sindaci dei Comuni interessati all'evento dannoso, nel Presidente della Provincia di Vibo, della Camera di Commercio, nell'Anas.
Il 17 luglio, con ordinanza numero 2, il commissario delegato approva schema di convenzione con i Vigili del Fuoco.
Questa è un po’ la cronologia degli eventi.
Il censimento ed il monitoraggio degli effetti idraulici e geologici conseguenti all'evento con l'attivazione di alcuni interventi di emergenza, quali la pulitura di canali e corsi d'acqua, nonché il ripristino delle luci idrauliche degli attraversamenti stradali e ferroviari sono avvenuti prontamente.
Il censimento dei danni è stato effettuato sul territorio attraverso l’impiego di dieci squadre formate da venticinque tecnici.
Abbiamo impiegato la protezione civile della Sicilia, il dipartimento nazionale di protezione civile, tecnici della protezione civile della Regione Calabria e tecnici Lsu del servizio provinciale di Vibo.
L’evento alluvionale (che ha colpito prevalentemente le borgate marinare del comune di Vibo, nonché la frazione Longobardi in maniera particolare, per le quali il Piano di assetto idrogeologico rappresenta numerose zone classificate a rischio elevato e molto elevato), ha prodotto effetti devastanti determinati da uno sviluppo urbanistico ed abitativo in parte non autorizzato, da una estremamente carente sistemazione dei torrenti e fossi, soprattutto nella parte terminale e dalla loro negativa interazione con le infrastrutture di viabilità e ferroviarie. A ciò va aggiunta l’inadeguatezza o assenza di infrastrutture fognarie e di raccolta delle acque bianche che sono, notoriamente, spesso andate in crisi anche con piogge di modesta entità.
Va, infine, rilevato che nel quartiere Pennello, in gran parte sorto su terreno demaniale in modo non autorizzato, sono presenti strutture impiantistiche industriali, intrinsecamente soggette a rischio di incidente anche rilevante.
Questa è la situazione. Io voglio aggiungere che la Regione Calabria sta cercando di impinguare in
maniera rilevantissima l’ordinanza attraverso alcuni
progetti presso il ministero dello sviluppo economico, ne abbiamo parlato già
col ministro Bersani, aspettiamo prima delle vacanze
una risposta che riesca a finanziare sulla stessa
ordinanza una cifra per alcuni progetti che non si sono realizzati e che
puntiamo a finalizzare – ripeto – su questa stessa ordinanza.
Ieri abbiamo
chiesto al Presidente Prodi che per 70 persone che
lavoravano presso il Lido degli aranci, siccome non esiste una cassa
integrazione nel settore del turismo, di poter effettuare, in un’ordinanza, una
deroga a causa dell’evento tragico e poterli mettere in cassa integrazione, per
evitare che queste persone che hanno perso la casa e il lavoro si trovino in
mezzo ad una strada.
Ultima cosa,
Presidente e colleghi: io lo so che quello che è avvenuto ricorre piuttosto
frequentemente in un territorio come il nostro, che resta uno sfasciume
drammatico e noi dovremo davvero, nei prossimi anni, negli anni che vanno dal
2007 al 2013, quando dovremo scegliere alcune priorità, adottare alcune scelte,
vedere come immaginare l’assetto di questo nostro territorio che spesso smotta
a valle, procurando vittime e anche tragedie immani, è un problema che ci
dovremo porre nei prossimi anni e sta alle forze politiche, non dico risolvere,
ma comunque affrontarlo.
Ha chiesto di
parlare l’onorevole Censore. Ne ha facoltà.
(Interruzione)
Brevi interventi…
(Interruzione)
Non è che lo
impedisco…
(Interruzione)
Sì, è così, ma al
di là della prassi, è tanto delicato l’argomento, ma non facciamo un dibattito, ma brevissimi interventi…
(Interruzione)
Sì, grazie.
Signor Presidente del Consiglio, onorevoli consiglieri, intanto vorrei ringraziare il Presidente del Consiglio e l’Ufficio di Presidenza per essere stati così sensibili da inserire come primo punto all’ordine del giorno un’informativa sulla questione dei tragici eventi causati dal nubifragio di Vibo Valentia.
Sono ancora tragicamente vive nella nostra memoria le immagini del terribile nubifragio che, esattamente un mese fa, si è abbattuto sul Vibonese, consegnando la provincia di Vibo alla lista degli eventi più drammatici che la nostra regione abbia testimoniato negli ultimi decenni, ma ancor di più è vivo il ricordo del recupero delle vittime e lo strazio di quella madre che ha visto il proprio figlioletto di quindici mesi sfuggirle dalla vita e correre via nella furia delle acque e del fango.
Sono state sufficienti tre ore di pioggia ininterrotta per mettere in ginocchio e far piombare nell'incubo il comune di Vibo e altri comuni della provincia di Vibo e ridurre all'isolamento, fortunatamente temporaneo, le popolazioni di questi paesi che sono state tagliate fuori da qualsiasi tipo di comunicazione con il resto del mondo, nella impossibilità di ricevere in modo omogeneo i primi necessari soccorsi da parte degli uomini della protezione civile e delle forze dell'ordine che, in quei frangenti, si sono prodigati a compiere ingenti sforzi per far fronte agli impegnativi interventi che sono stati necessari nella fase del primo soccorso.
Nonostante la situazione fosse di estrema drammaticità, i primi aiuti alle popolazioni di Vibo e delle frazioni vicine sono stati immediati, anche grazie alla collaborazione di centinaia di volontari che, inizialmente, hanno avuto difficoltà di coordinamento, ma che poi sono risultati essere fondamentali insieme a tutti gli uomini e alle donne appartenenti alle varie forze che hanno lavorato sul campo, riuscendo ad evitare che la catastrofe fosse di proporzioni maggiori.
Più lenti, invece, sono stati gli interventi nei comuni montani, a causa delle interruzioni delle vie di comunicazione e a seguito delle emergenze che i soccorritori incontravano lungo il loro cammino.
Il tragico bilancio delle tre ore di pioggia caduta con eccezionalità e violenza ha registrato centinaia di raccolti distrutti, innumerevoli attività commerciali ed industriali allagate, centinaia di abitazioni inondate dal fango e da detriti e danni complessivi che, alla stima odierna, ammontano a decine di milioni di euro.
I dati pluviometrici di quel giorno parlano di 190 millimetri di pioggia caduta, più del doppio del massimo storico registrato, che si sono concentrati tutti sull'area geografica colpita, provocando l'esondazione dei fiumi Abate, Ancinale e Vallelonga, causando frane e smottamenti in una zona che era stata dichiarata dissestata dal punto di vista idrogeologico e che la protezione civile aveva già in precedenza definito come “Zona R4” o “Zona Rossa”, cioè ad altissimo rischio.
La tragicità di questo evento ha dimostrato, ancora una volta, tutta la fragilità del territorio calabrese e l'assenza di una corretta gestione ordinaria e straordinaria del rischio idrogeologico, che è aggravato dal fatto che la Calabria possiede il 90 per cento dei comuni che ricadono in aree soggette ad esondazione e di cui solo il 13 per cento realizza un efficace lavoro di prevenzione per contrastare le alluvioni e le esondazioni dei fiumi e dei torrenti.
Secondo i dati diffusi da Lega Ambiente, la difesa del suolo in Calabria è considerata un caso nazionale a causa della particolare morfologia del territorio, composto da un sistema di rilievi che scendono a picco direttamente sul mare, a cui si aggiungono duecento corsi d'acqua che sono, per lo più, fiumare dalla struttura torrentizia irregolare che negli ultimi anni hanno subìto opere di regimentazione in cemento armato e che al loro fianco hanno visto nascere strutture abitative abusive che, nel tempo, sono state condonate dalle leggi nazionali.
A questo problema si deve aggiungere il danno delle discariche irregolari, che sono per la maggior parte collocate sui greti dei torrenti, che ostruiscono il regolare decorso delle acque verso il mare e, poi, lo sfruttamento dei letti dei fiumi da parte delle imprese che realizzano attività estrattiva, il disboscamento selvaggio che ha favorito la eccessiva cementificazione e costruzione di nuove abitazioni in gran parte abusive.
Nonostante i ripetuti campanelli d'allarme lanciati negli anni dopo le catastrofi verificatesi a Crotone nel 1996, dove l’esondazione del fiume Esaro fece sei morti, dopo quella di Soverato, dove le acque del fiume Beltrame causarono la morte di tredici persone, dopo quella di Cavallerizzo di Cerzeto, dove l'intero paese franò lasciando decine di senzatetto, la politica sembra essere rimasta inerme di fronte alle decisioni da prendere e di fronte ai ritardi che sono stati accumulati, ad esempio, con la mancata attuazione del Piano di assetto idrogeologico regionale approvato nel 2001 o con le procedure che le amministrazioni dei comuni, ancora oggi, evadono senza approfondire la lettura delle relazioni geologiche.
Da un’ altro lato è vero, però, che dopo i fatti di Soverato, in Calabria sono stati fatti dei passi importanti dal punto di vista della mappatura di tutte le zone a rischio, ma occorre che a tutti i livelli politici ci si interroghi sul grado di corrispondenza tra le linee tracciate nei piani idrogeologici e quelli presenti nei piani regolatori comunali, per impedire l'urbanizzazione intensiva e senza criterio di aree che sono ad alto rischio di dissesto.
Bisogna dare atto, ancora, che la nostra Regione ha approvato un protocollo di intesa con le Province calabresi e con l'Anci, che ha l'obiettivo di valorizzare il principio fondamentale che il territorio è da intendersi come una grande risorsa e come riferimento essenziale per la promozione e lo sviluppo della regione.
In quest’ottica si inserisce l'introduzione di un altro importante strumento innovativo di controllo del territorio, che è il sistema informativo territoriale e l'Osservatorio delle trasformazioni urbane territoriali, che si inquadrano nell'ambito del progetto della realizzazione della Carta dei suoli, con l'individuazione dei centri storici e la definizione delle linee metodologiche per la realizzazione degli arenili e dei piani spiaggia.
Le fasi dell'emergenza e del dopo emergenza dell'alluvione di Vibo sono state affrontate con grande tempestività innanzitutto dal sindaco di Vibo Valentia, a cui va il merito di aver saputo essere vicino alla cittadinanza e coordinare gli aiuti in un momento di grande difficoltà per la sua città.
Allo stesso tempo, bisogna riconoscere il pregevole lavoro svolto dalla Prefettura di Vibo, dalla protezione civile regionale e provinciale, dalle forze dell'ordine, dal servizio sanitario, dai volontari che sono accorsi numerosi e dalle stesse popolazioni colpite che si sono adoperate per salvare il salvabile in uno scenario apocalittico, reso ancora più tragico dal numero dei morti, che ricordo essere stati quattro, a cui si aggiungono molti feriti e 306 sfollati.
Nelle zone colpite dal nubifragio, restano ancora visibili i devastanti effetti delle frane e degli smottamenti che hanno colpito nel cuore l'economia dell'intera provincia basata sul turismo, sulla trasformazione dei prodotti agro-alimentari, sulla piccola impresa artigianale e sulla pesca.
In questo frangente, occorre ricordare la quantità dei danni strutturali riportati dai complessi ricettivi che si affacciano sulla Costa degli dei, avvolti completamente dal fango fino ad un'altezza di 180 centimetri, lasciando senza lavoro parecchie decine di operatori del settore e compromettendo le sorti di una stagione turistica già avviata.
A questo si aggiungono gli ingenti danni causati ai raccolti di cereali e di ortaggi, alle colture di olivi e ai frutteti, per i quali si temono conseguenze dannose destinate a durare molti anni e che, immancabilmente, si ripercuoteranno anche nelle numerose imprese di conservazione agro-alimentare che operano in tutta l'area.
Le risposte del Governo nazionale e del Governo regionale sono state celeri ed incoraggianti, anche grazie alla visita che il Presidente del Consiglio, Romano Prodi, ha voluto effettuare nelle zone colpite dal nubifragio per esprimere la solidarietà del Governo nazionale alle popolazioni colpite.
La presenza del presidente Prodi e del presidente Loiero, insieme ai vertici della Giunta e del Consiglio regionale, è stata un chiaro segnale di vicinanza umana ed istituzionale espressa ai cittadini del Vibonese, che hanno fortemente apprezzato gli impegni presi, che vanno ora mantenuti prima dell'arrivo dell'autunno, con la convinzione che l'attenzione che si chiede per quel territorio deve essere tenuta alta con il concorso di questo Consiglio regionale, che deve farsi carico presso il Governo nazionale della necessità di interventi incisivi e concreti affinché le popolazioni colpite ritornino presto alla normalità nelle proprie abitazioni.
L'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri, che individua le prime risorse da destinare per la fase dell'emergenza insieme al commissario delegato all'emergenza e ai soggetti attuatori che stanno seguendo le fasi del dopo emergenza, deve poter avere effetti al di là della contingenza del nubifragio e collocarsi a misura per la soluzione di problemi atavici che si trascinano da tempo. Questa prima azione deve essere, invece, il vero punto di partenza per il riscatto di un'intera provincia, che va sollecitata a meglio utilizzare le proprie risorse umane, materiali ed ambientali, a pianificare il proprio futuro, uscendo dagli ultimi posti di tutte le graduatorie nazionali e mettere a frutto quelle potenzialità di conoscenza e di impresa che vanno sostenute per meglio incidere nel mercato nazionale ed internazionale.
Nel fatto contingente vi è, ora, la necessità di passare dalla straordinarietà degli interventi ad una serie di misure di ordinarietà, di tutela ambientale e di messa in sicurezza del territorio. In questo quadro, giocano un ruolo fondamentale i sindaci e tutte le autorità preposte alla salvaguardia e alla difesa del territorio, affinché con le azioni del buon governo si eviti il ripetersi delle catastrofi che a cadenza annuale colpiscono la nostra regione, apportando gravi conseguenze alle abitazioni, alle attività produttive, alle infrastrutture ed all'ambiente, specie al mare, verso il quale si riversano i detriti trascinati dal fango, che rovinano l'ecosistema marino e le possibilità di investimenti nel settore turistico.
Per impedire il dissesto idrogeologico è necessario sostenere la silvicoltura e limitare la deforestazione indiscriminata e la proliferazione di attività diverse dalla silvicoltura, come le eccessive urbanizzazioni e le opere di cementificazione, oltre che provvedere ad un controllo dei corsi d'acqua che devono essere sottoposti a regimentazione idraulica controllata.
Nel corso della sua visita a Vibo, Prodi ha affermato che “il Governo nazionale e la Regione devono compiere uno sforzo di rilancio per recuperare il tessuto produttivo ed assecondare le spinte di rinnovamento che emergono da questo territorio. E’ necessario mettere in campo impegni precisi ed impegni forti affinché questa regione si riprenda completamente sul piano economico”.
A queste parole hanno fatto eco le associazioni degli industriali, che si attendono risposte adeguate per una concertazione con tutti gli attori istituzionali per il rilancio dell'intera regione.
A dare manforte a questa esigenza, è giunta anche la voce del Vicepresidente della Conferenza episcopale calabra, monsignor Tarcisio Cortese, che ha lanciato un monito affinché le risorse ambientali vengano meglio tutelate e valorizzate ed affinché la Calabria sia meglio preparata a fronteggiare questi eventi calamitosi. Ed è proprio sul fronte della preparazione che la Calabria gioca una partita importante, dal momento che ormai si sa che il suo territorio è ad alto rischio idrogeologico e sismico e che la macchina dei soccorsi deve essere sempre pronta in qualsiasi momento.
Sorge, allora, l'interrogativo se, accanto al lavoro egregio che viene compiuto dagli uomini della protezione civile, non sia opportuno riconvertire parte degli operai idraulico‑forestali a mansioni di protezione civile, così come se non è ipotizzabile l'utilizzo di parte dei lavoratori Lpu‑Lsu ad attività di riqualificazione, di manutenzione e di salvaguardia dell'ambiente.
Nel territorio colpito dal nubifragio, la bonifica sta procedendo senza che i riflettori della stampa nazionali siano accesi. Occorreranno ancora molte settimane prima che le popolazioni tornino alla normalità.
Il Governo regionale, signor Presidente della Giunta, ha il compito di svolgere una importante mediazione con il Governo nazionale, per impedire che la tragedia di Vibo assuma i contorni drammatici di quelle già avvenute e finite nel tunnel della dimenticanza.
Dal Governo nazionale, ora, si aspetta solo la proclamazione dello stato di calamità naturale, con l'attivazione delle procedure di spesa urgente e l'affidamento immediato dei lavori da eseguire.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Giamborino. Ne ha facoltà.
Colleghi, in ogni caso ritengo che, in qualche maniera dobbiamo parametrare i nostri interventi almeno a quello del Presidente, di conseguenza cerchiamo di puntare ad una esposizione che ci consenta di disimpegnare i vari punti all’ordine del giorno nel corso della giornata.
Signor Presidente, sarò breve, nonostante la natura dell’argomento richiederebbe un tempo utile, tuttavia annotiamo con ulteriore dispiacere che l’Aula è in tutt’altre faccende affaccendata. Non mi riferisco solo all’esternazione del collega, che non si attagliava certamente, io sono rispettoso di tutte le volontà, di tutte le espressioni di libertà che la nostra democrazia concede, ma ritengo che il capo del Governo di questa regione martoriata non andava assolutamente disturbato in un momento così religioso. Chiedo comunque scusa.
Signor Presidente, in un territorio – cercavamo di dire – debole per responsabilità generalizzate ed ataviche, di cui tutti e ciascuno abbiamo parte di demerito, il 3 luglio ultimo si consumava ai danni di una popolazione inerme per l’evento non aspettato, si abbatteva un nubifragio di una violenza inaudita. Il risultato è di quattro morti e di danni ancora assolutamente non calcolabili. Tra i morti, purtroppo – come diceva il collega vibonese poco fa, l’amico Censore – un bimbo di quindici mesi, cosa che ha destato una vasta eco nel Paese e una tenerezza della quale andiamo assolutamente orgogliosi.
Cosa diversa, invece, si potrebbe dire, signor Presidente del Consiglio e signor Presidente della Giunta, di quella stampa nazionale che assolutamente, attraverso l’assordante silenzio, non ha reso giustizia alle popolazioni vibonesi che pure, nella loro storia, avevano dato tanto non solo al Paese, ma con orgoglio a quella famosa cultura del lavoro alla quale lei, signor Presidente Loiero, spesso si rifà. Anche noi abbiamo prestato braccia all’unità d’Italia, non ultimo Michele Morelli, abbiamo prestato braccia di operai che hanno portato sul viso non solo il segno del lavoro, ma della dignità di una città con una storia più che millenaria.
Le altre vittime, signor Presidente, come tutti sanno, purtroppo, guardi il caso del destino come sempre trova uno sfogo nelle classi più povere e più umili, le quattro vittime – dicevamo – un bimbo e tre poveri lavoratori, due guardie giurate, quindi lavoratori anche umili nello stipendio ed un povero pastore fulminato insieme al suo gregge, lutti, quindi, lascia questa tragedia e priva le famiglie non solo dell’affetto dei propri cari, ma anche del reddito.
In questa direzione mi corre l’obbligo di ringraziare, signor Presidente, l’intero Consiglio e quindi l’assessore Nicola Adamo, il Presidente Loiero per avere, nella Commissione, voluto immaginare un segno di solidarietà, che si trasforma in un segno di nobiltà sociale, assegnando una piccola risorsa in favore delle famiglie ed io credo che l’Aula non avrà difficoltà a confermare questa bontà, questa nobile solidarietà, cosa che potrebbe sembrare di ben poco conto, ma tutto serve quando il destino inveisce.
Nel merito,
invece, e soprattutto in direzione di quello che il Governo regionale, questo
Consiglio dovrà fare, c’è tanto davvero.
Io mi discosto
leggermente sul giudizio, signor Presidente della Giunta, dato e fatto trasferire all’esterno, nel senso che
i soccorsi non sono stati all’altezza della situazione. E non mi riferisco,
naturalmente, ai soccorsi regionali, ci mancherebbe altro, non si fa polemica,
anche perché non sarebbe la fotografia, non sarebbe il fatto, la Regione ha
compiuto ad oggi appieno il proprio dovere attraverso il Presidente Loiero per
quello che egli ha detto nell’intervento con Prodi, per quello che sta tentando
di mettere in essere e con la presenza costante di Nicola Adamo e di altri
assessori sul territorio.
Altri interventi,
signor Presidente, sono stati tardivi e mal coordinati.
Un esempio: i
forestali che dopo la prima ondata si sono recati sul posto venivano
trasferiti da Cosenza, da più parti della Calabria e non venivano, invece,
mandati i forestali vibonesi, quindi questi
arrivavano alle 11,00, per poi dover tornare… Insomma, una torre di Babele che
ci ha colpito ancora una volta, nel guado, nella più totale anarchia.
In questa
direzione, invece, vanno lodati i giovani carabinieri vibonesi,
i “cacciatori” cosiddetti, per il loro coraggio, la loro tempestività e per
quello che hanno fatto. E’ incredibile cosa sono riusciti a fare in pochissimo
tempo, salvare oltre 150 persone presso il Lido degli aranci, portandole di
imperio – oserei quasi dire – sul tetto e poi traendoli in salvo con gli
elicotteri.
Probabilmente il
Presidente della Giunta, che è molto sensibile, in questa direzione, potrebbe
scrivere una lettera a questi giovani per quello che hanno fatto, ma dobbiamo
immaginare il futuro, dobbiamo coltivare la speranza e quindi buttare il cuore
oltre la siepe e dotare la Calabria di una protezione civile che sia veramente degna di tale nome. Bisogna ricostruire una
città che attualmente è in ginocchio non solo per la sua economia, ma per come
stanno andando le cose.
Devo essere testimone, però, dell’impegno politico e, ove mai dovessimo riuscire, Presidente, a realizzare la sfida che il Presidente Loiero ha a malapena, giustamente, accennato, di tentare di fare sinergie con il Governo centrale attraverso il ministero dell’industria per far pervenire risorse in questa direzione, davvero sarebbe cosa assai importante.
Credo, quindi,
insieme a tutti voi –ritengo– che il Governo regionale
deve vigilare e che qui gioca una scommessa
molto importante, cioè la capacità di ricostruire attraverso un
esperimento serio, fattivo, pragmatico e ridare il sorriso alle popolazioni
colpite.
Io non so se in
altri posti il capo del Governo sia giunto in così poco tempo, in modo solerte,
fattivo, certamente ha messo la propria firma sulla vicenda di Vibo, ha messo la propria faccia. Speriamo, facciamo voti
che non dobbiamo dire che il capo del Governo, al quale ci rifacciamo non solo
culturalmente, ma anche e soprattutto politicamente, non debba anche in questa
occasione perdere, come si suol dire, la faccia.
Una delle proposte che vorrei annotare in quest’Aula è che, in attesa della riforma sul decreto legge sull’ambiente, sarebbe utile fare una riflessione sul livello regionale e snellire, così, gli organi di Autorità di bacino, così mi viene suggerito, ed in particolare il Comitato tecnico-istituzionale; insomma la Regione ha da metterci anche di suo e non solo dal punto di vista politico, Presidente, ma anche attraverso mezzi e sostanze economiche che pure ci sono.
In tale direzione mi permetto di suggerire che le misure adottate ad oggi neanche dal punto di vista economico vanno bene, che occorre quindi andare oltre, che occorre individuare risorse straordinarie.
E’ auspicabile, pertanto, che la Regione Calabria, in sede di assestamento di bilancio, come abbiamo insieme al più esperto collega Borrello ed insieme a Brunello Censore tentato di segnalare, individui altre risorse in favore delle aziende vibonesi e delle popolazioni. Queste risorse potrebbero, a nostro avviso, essere individuate all’interno del Por e qualcuno potrebbe dire “ma il Por non è strumento al quale si può attingere”. No, attraverso quindi il Por, attraverso i Pit, attraverso il Piar, attraverso soprattutto il documento strategico regionale per il periodo che andremo a programmare, 2007-2013.
In conclusione,
mi sento di affermare che su questo terreno si misureranno la responsabilità e
la capacità dell’istituzione in direzione del riscatto di un territorio che è
stato già vilipendiato dalla natura – dicevamo – per
responsabilità generalizzate ed antiche.
A questo
Consiglio, signor Presidente, ad ella, al signor Presidente della Giunta,
affidiamo le spettanze dei vibonesi, tutta la voglia
di rinascita e siamo sicuri che nessuno, in questa direzione, vorrà deludere la
cultura della civile convivenza, all’interno della quale la popolazione da
sempre si ciba.
Insieme a tantissimi di voi abbiamo visto – e ringrazio qui anche
l’amico Mario Maiolo per i consigli tecnici che ha
dato in questa direzione anche a livello nazionale –che le dichiarazioni del
dottore Bertolaso e quant’altro
sono state, per alcuni aspetti,
un attimino approssimative. Cosa diversa – dicevo – è stata la risposta del
Governo regionale, cosa diversa è stata la risposta, la passione che il sindaco
della città di Vibo Valentia ha messo in questa vicenda.
Ringrazio per
l’attenzione possibile che mi è stata dedicata, non tanto per me, ma per le
popolazioni vibonesi.
PRESIDENTE
Ha chiesto di
parlare l’onorevole Chieffallo. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, colleghi, un intervento brevissimo
per esprimere, a nome dei socialisti, le condoglianze
alle famiglie delle vittime dell’alluvione di Vibo,
quindi trasferire
questi sentimenti commossi di
solidarietà anche alle istituzioni del Vibonese per
il nubifragio gravissimo che ha investito quella provincia e che, di fatto, ha
posto in essere all’attenzione di tutti noi dei problemi importanti di
sistemazione e organizzazione del settore idrogeologico di questa nostra
regione che, ahimè – come diceva in modo molto colto Giustino Fortunato – rappresenta,
questa nostra Calabria, uno “sfasciume pendulo” nel mare Mediterraneo.
Sono problemi
antichi, colleghi, che incombono sulla testa dei calabresi, ma sui quali si sta
lavorando perché, in termini organici e programmatici, si possano dare soluzioni
ordinate ed organizzate.
E’ il caso –
così, solo per cenno – di ricordare a noi stessi che le sistemazioni
idrogeologiche nella regione possono essere affrontate in diversi modi: ci
vogliono molti fondi, naturalmente, ma uno dei modi, per esempio, per affrontarli
può essere la riorganizzazione – di cui parliamo spesso in quest’ultimo periodo
– di uno degli enti subregionali che è l’Afor, al fine di consentire, attraverso l’utilizzo
organizzato e virtuoso dei 10 mila forestali e con progetti specifici e mirati,
di affrontare in termini organici il problema del dissesto idrogeologico.
Ho fatto cenno
solo perché è urgente mettere mano a questa riforma dell’Afor,
dell’Arssa e degli enti subregionali,
ma dell’Afor in particolare, in sintonia, ovviamente,
con il problema di cui si sta discutendo.
Ultima mia
considerazione che voglio fare ai colleghi del Consiglio, ma con riferimento
specifico al Presidente della Giunta regionale e al Vicepresidente della
Giunta– che, in questo momento, è distratto dal suo capogruppo –: un
ringraziamento pieno alla Giunta, ma in modo particolare al Presidente e al
Vicepresidente perché sono riusciti a mettere sotto la lente di ingrandimento
la Calabria e i suoi problemi, attraverso questi episodi di Vibo;
al Governo nazionale e la venuta di Prodi non va sottolineata come fatto così,
occasionale, ma come una presenza forte del Governo nazionale in Calabria
rispetto ai problemi che questa regione ha e di cui soffre, per
cui è necessario sottolineare questo, per amore di verità.
Così come –
contrariamente a quello che diceva il collega Giamborino
– ritengo che, quando succedono queste cose, la tempestività degli interventi e
quindi dei soccorsi che, pur c’è stata, non sempre finisce con l’alleviare
immediatamente i problemi che da questi disastri derivano. Per cui, certamente
non come lui che è del vibonese, ma più volte in
queste occasioni, mi sono reso conto, invece, che è stata alacre, forte e
assolutamente importante la presenza della Regione all’interno di questa
sciagura.
Per cui ritengo
di sottolineare questo aspetto positivo e di dire ai colleghi e al Consiglio
che, ogni tanto che ci sono delle cose positive, vanno sottolineate e il grazie forte va alla Giunta per questi interventi
tempestivi che hanno portato aiuto sostanziale, insieme anche a quello che il
Consiglio ha saputo fare in questi giorni, l’assestamento di bilancio – diceva Giamborino – ma su questo non mi ripeto perché è stato
detto abbondantemente da lui e dal collega Censore, quindi rispetto ad un fatto
assolutamente negativo che ha portato addirittura a dei lutti in Calabria,
abbiamo riscontrato una presenza forte delle istituzioni che sono state
presenti a livello nazionale e a livello regionale in termini di grande
autorevolezza e di grande tempestività.
PRESIDENTE
Ha chiesto di
parlare l’onorevole Dima. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, intanto una questione di carattere procedurale rispetto al dibattito di questa sera.
Ho prodotto un’interrogazione consiliare rispetto all’alluvione
di Vibo Valentia, per cui
volevo interrogare lei, rispetto alle mie puntualizzazioni,
se la relazione del Presidente Loiero si deve ritenere come un’informativa di
carattere generale o se, nello stesso tempo, risponde anche all’interrogazione
che il 17 luglio ho prodotto al Consiglio regionale. Siccome faccio specifiche
richieste di delucidazioni e quindi chiesto alcune risposte, volevo questo tipo
di informazione.
PRESIDENTE
L’ordine del
giorno recita “informativa sull’evento calamitoso che ha colpito l’area del vibonese”, quindi è chiaramente un’informativa.
Giovanni DIMA
…ovviamente da parte del Consiglio regionale la risposta scritta su alcune…
PRESIDENTE
Se la sua è un’interrogazione a risposta scritta, avrà la risposta scritta.
Va bene.
Allora, Presidente e colleghi, così come è stato già detto in quest’Aula, non immaginavo affatto che, a seguito dell’informativa del Presidente Loiero, ci fosse poi il dibattito. Ho visto che alcuni colleghi, soprattutto della maggioranza, si sono approcciati alla questione con una serie di elementi dettagliati, specifici, evidentemente c’era nell’intenzione del Presidente del Consiglio regionale di avviare, seppure in termini brevissimi, una discussione su questo argomento.
Molto brevemente – e poi è un po’ la sintesi anche della mia stessa interrogazione – devo sottolineare qui con forza – e in parte ha ripreso questo argomento con dovizia di particolari il collega Giamborino – che ho potuto di persona constatare che, ancora una volta, a seguito di un dissesto idrogeologico, la nostra regione resta in panne sul piano organizzativo e, ancora una volta, dopo gli interventi immediati che molto spesso sono di facciata, non c’è un’adeguata risposta all’emergenza.
Personalmente, Presidente Naccari,
mi sono recato, a distanza
di cinque giorni (che rispetto all’evento possono anche essere pochi, ma
sono un tempo sufficiente per poter constatare l’avvenuta azione di emergenza di pronto intervento) proprio
nella frazione più
colpita, la famosa Bivona di Vibo Valentia: abbiamo potuto constatare, verificare di persona il drammatico ritardo
della protezione
civile in quelle aree colpite. Abbiamo potuto riscontrare una serie di
lamentele non solo da parte dei cittadini colpiti, per cui
lì, in quel contesto, pieno di fango, in una condizione di grande disagio non
solo morale, ma anche materiale, fisico, giungeva a noi anche il grido
d’allarme delle tante squadre di soccorso che erano nelle vicinanze
di Bivona – ripeto a cinque giorni di distanza
dell’evento, e che non sapevano che cosa fare, come organizzarsi, come
intervenire, come razionalizzare le risorse umane e i mezzi a disposizione. In
una parola sola, Presidente Naccari, il caos più
completo!
La vicenda
hanno avuto modo di poterla constatare non solo il sottoscritto,
ma tanti altri esponenti istituzionali di questa nostra Regione, al
punto tale che, con molta onestà, senza accenni di carattere politico o
polemico, perché ritengo che su questi argomenti bisogna cercare sempre di più
la sintesi sul piano istituzionale, per cercare di sopperire ad alcune carenze,
ritengo che ben poca cosa, in questi ultimi mesi, in questi ultimi anni, si sia
fatta nella direzione di come immaginare una protezione civile regionale al
meglio coordinata ed armoniosa con quella nazionale.
Guardate, le
“fughe” sui luoghi dei disastri o le presenze o le visite dei vari Presidenti
di Consiglio o, se volete, del responsabile nazionale della protezione civile
sono fatti che accadono ormai di frequente in Italia. Anche di recente abbiamo
avuto un’ulteriore verifica in questo senso rispetto a quello che è accaduto
nell’isola di Ischia, ma anche qui voglio sottolineare con forza che, rispetto
alla specificità della nostra terra, rispetto agli esempi che prima di Vibo hanno abbondantemente dimostrato che una terra come la
nostra è fortemente vulnerabile alle grandi calamità
naturali, ancora una volta abbiamo riscontrato una immediata presenza
istituzionale che non cammina nella stessa proporzione e nella stessa efficacia
e determinazione con gli interventi veri, quelli reali, quelli concreti, quelli
che la protezione civile regionale e quindi nazionale devono assicurare.
In quella
circostanza, in quella determinata data, in quella determinata giornata, oltre
che verificare quello che sto raccontando, ho potuto constatare, amaramente,
che probabilmente il problema non è tanto la forza umana o la forza dei mezzi;
spesso abbiamo riscontrato, in queste circostanze, piuttosto una carenza di
coordinamento, di ottimizzare al meglio le forze in campo, di dare senso ai
tanti intervenuti, sia sul piano del volontariato sia sul piano
dell’organizzazione più generale della protezione civile. Abbiamo visto allo
sbando, in quelle giornate e in quelle ore, non solo i volontari del soccorso,
non solo i volontari della protezione civile, ma anche, purtroppo, le
organizzazioni consolidate, tipo i Vigili del fuoco, l’esercito, i Carabinieri
e tutte le forze dell’ordine che in quella circostanza sono intervenute.
Allora, se tutto
questo è una realtà dei fatti, se è un fatto che abbiamo non solo sottolineato
pubblicamente, ma lo stiamo riprendendo in quest’Aula con molto senso di
responsabilità, è perché qui deve passare, soprattutto in questo Consiglio
regionale, un forte senso di responsabilità rispetto a questi temi, altrimenti
corriamo il rischio di perdere un’occasione di discutere di un dramma che ha
coinvolto la Calabria e che poi, invece, può essere l’occasione per poter
ripristinare, riposizionare la macchina organizzativa della protezione civile –
quale macchina organizzativa della protezione civile! –. Anche qui, nella mia
interrogazione, parlo chiaro: io vorrei capire per individuare finalmente le
responsabilità anche individuali, perché bisogna necessariamente in questi casi
capire dove sono le insufficienti organizzative e ricercare, senza farne un
dramma, le responsabilità.
Questo non è un
forte richiamo alla polemica, è piuttosto il contrario, richiamare le
responsabilità non solo politiche, ma gestionali
significa finalmente individuare con chiarezza dove sono le insufficienze e
dove vanno rimosse alcune funzioni e quindi alcune responsabilità.
Se è vero che la
nostra è una terra che comunque è destinata, forse per cicli, per circostanze
diverse, spesso e volentieri a subire questioni di questa natura, se la nostra
è soprattutto la terra delle tante contraddizioni, basta guardarla, basta
girarla, basta verificare che puntualmente, sia sulla dorsale ionica che sulla
dorsale tirrenica, lungo i nostri 800 chilometri di costa, lì dove c’è il
dramma dell’abusivismo edilizio, dove c’è il degrado urbanistico, dove c’è
tutto quello che abbiamo verificato, c’è sempre un elemento aggiuntivo rispetto
ai drammi che la natura ci riserva.
In altri termini,
Presidente Naccari, Bivona
non è stata soltanto il luogo di una violenta alluvione, ma ritengo che negli
anni passati sia stata anche il luogo del massacro urbanistico di uno dei
territori più belli della nostra regione. Bivona è,
forse, anche l’esempio drammatico di come la speculazione edilizia e le non
regole di governo del territorio hanno massacrato uno dei punti più
significativi della costa vibonese, soprattutto di
quella calabrese.
Allora, di fronte
a questo scenario, entrando in quel quartiere, in quella contrada, in quel
territorio, il primo pensiero, soprattutto la prima considerazione che mi sono
fatto era quella di come sia stato possibile costruire un quartiere forse di 10
mila abitanti senza strade, senza connessioni con le grandi arterie, senza fossi di scolo, senza raccolta delle acque bianche. In altri
termini prima del giudizio rispetto a quello che aveva prodotto l’alluvione,
emergeva in modo evidente il giudizio rispetto a quella che è stata la politica
urbanistica scellerata o, meglio, la non politica urbanistica di questa nostra
regione negli anni passati.
Concludo col dire che, adesso, abbiamo da guadagnare tempo in questa
direzione, dobbiamo recuperare con forza, con determinazione, il tempo perso.
La legge urbanistica approvata dalla passata Giunta regionale, dal passato
Consiglio regionale è stata un primo passo, dopo trentacinque anni di
regionalismo, per poter immaginare finalmente il governo del territorio. Mi
giungono notizie che adesso sono state approvate anche le linee-guida, per cui siamo in una fase in cui dobbiamo finalmente
definire un percorso serio di governo efficace del territorio e, nello stesso
tempo, sui ritardi, sulle insufficienze, sulla inefficienza, ancora una volta,
della protezione civile. Questo Consiglio regionale e quindi la Giunta si
devono interrogare seriamente per porre freno definitivamente a questo degrado
organizzativo di una struttura fondamentale per il governo del nostro
territorio e soprattutto per il governo delle nostre comunità.
PRESIDENTE
Ha chiesto di
parlare l’onorevole Nucera. Ne ha facoltà.
Vi prego,
colleghi, di autoregolamentarvi direttamente sul
tempo, perché per me è estremamente disagevole e imbarazzante dovervi
richiamarvi ai dieci minuti di rito.
Condivido perfettamente questa impostazione, perché effettivamente si trattava di un’informativa, il tempo non è che sminuisce l’importanza della conversazione, né aggiungendo parole a parole si risolvono i problemi e purtroppo le tragedie che abbiamo vissuto su Vibo. Perciò il mio intervento sarà breve, ma la brevità dell’intervento stesso deve segnare un punto importante.
Intanto come calabrese, come Udc,
come rappresentante di una parte politica che si è veramente rimboccata le
maniche e con i nostri giovani dell’Udc in Calabria, abbiamo anche noi contribuito a spalare
il fango e la terra che erano presenti sulle strade di quelle contrade.
Ho sentito
l’informativa, per quanto breve, fatta
dal Presidente Loiero. Avremmo voluto, sinceramente, che ciò avvenisse
nell’immediatezza dei fatti, dopo tre-quattro giorni,
dopo una settimana. E’ passato un mese, dove le novità non ci sono state, dove
a un finanziamento nazionale irrisorio, solo 5 milioni di euro, si è risposto
con una necessità di intervento dal punto di vista economico che già oggi
sembra concentrarsi quasi sui 100 milioni di euro. Avremmo voluto che questo
Consiglio regionale, che la Calabria partecipasse in maniera più incisiva e più
in diretta, al di là di quelle che possono essere le semplici solidarietà che vengono rivolte, per quanto importanti. Avremmo voluto
contribuire ad organizzare un programma di interventi fattivo, operativo,
determinato, che fossero interventi non improntati, caro Giamborino,
alla polemica, ma al fare, fare in termini reali.
Io non ho elementi per condannare o difendere Bertolaso,
ma so soltanto che, se quei ritardi di cui tanto si è parlato e a cui tante responsabilità sono state attribuite fossero
avvenuti con un Governo nazionale diverso o con un Governo regionale diverso,
sicuramente le reazioni sarebbero state di ben altra natura. Noi, in maniera
ferma e responsabile, abbiamo voluto dare, invece, un contributo costruttivo
anche a recuperare laddove il governo regionale, purtroppo, ha ritardato.
Ecco qual è la differenza del rapporto, perché noi puntiamo al recupero
immediato di quei territori, ma non tanto e non solo per un’esigenza di chi
abita su quei territori, perché già loro stanno vivendo e hanno vissuto un
momento tragico troppo forte. Chi mai pagherà quel bambino di pochi mesi! Chi
mai pagherà le vittime! Non certo un emendamento approvato in Finanziaria, che
potrebbe anche essere frainteso o confuso con un’elargizione o un’elemosina,
come volete. Chi mai potrà restituire serenità a quella gente!
Allora questo Consiglio regionale si deve interrogare, al di là delle
frasi fatte e dei riti di circostanza, come quelli che noi stiamo vivendo, su
cosa fare sulla politica complessiva del nostro territorio e, purtroppo – ma
questo lo diremo domani – non ci sembra di cogliere segnali di inversione di
tendenza, tutt’altro.
E pure la scorsa legislatura- poco fa giustamente Senatore brandiva un
manifesto, sul metodo magari c’è qualcosa da dire, ma c’è un dato di fatto su
cui non si può sfuggire- sono stati approvati – e qualcuno anche all’unanimità
– dei provvedimenti importanti sulla difesa del territorio, mi fa piacere che
qui ci sia l’assessore all’urbanistica, ma su quei
provvedimenti c’è poco dal punto di vista economico.
Qualcuno parlava della necessità di intervenire sui territori (Censore,
Giamborino e via dicendo): ma la legge sulle aree
protette e sui parchi che cos’è?! La legge sui consorzi
di bonifica che cos’è?! Le bonifiche…! Perché non
recuperare tutto questo materiale legislativo che abbiamo, dargli le dovute
coperture finanziarie e far partire un’azione forte di recupero e di
manutenzione del nostro territorio? Che si passi attraverso
la forestazione, ma una forestazione
programmata, attenta, che dia sempre e continuamente una risposta alle tante
esigenze, prevenendo ciò che a Vibo è avvenuto,
perché se ci fosse stata una politica di prevenzione a valle, sicuramente tutto
ciò che c’è stato l’avremmo anche questa volta evitato.
Ecco, le condizioni per poter operare e positivamente su questi temi ci
sono e ci sono tutte, non ne manca nessuna, sta solo alla capacità della
programmazione che, purtroppo – dobbiamo rilevarlo – questa Giunta, questa
maggioranza ancora non riesce a dare e a lanciare nel modo dovuto.
Mi colpisce il fatto di Vibo perché non è
soltanto il lutto di chi è stato colpito, ma è il lutto di tutti i calabresi.
Io vi sono vicino, assessore Donnici – perché no? –
perché ad essere colpito, al di là degli abitanti, delle colture sul piano
agricolo, è stato il turismo nel momento centrale della sua massima
espressione, è stato colpito in un’area a massima vocazione turistica, dove ci
sono le perle della nostra Calabria, dove le spiagge, il mare, le zone
residenziali difficilmente potranno essere messe in condizioni adeguate. Su
questo sì, caro assessore Donnici, dovremo chiedere
scusa ai tanti turisti che verranno, perché in quell’area si è verificato ancora
una volta un grave disastro per la nostra economia.
Ecco, queste cose, poche, che mi auguro entrino nella coscienza di
ognuno di noi, ma entrino non solo sulla capacità di essere soggetto
legislativo di questa Regione, ma anche e soprattutto soggetto operativo, e ciò
avviene con grande senso di responsabilità.
Ho avuto modo di incontrare in questi giorni, perché sono stato anch’io
in quelle aree, molti sindaci e molti amministratori, ho avuto modo di
incontrare anche i responsabili del mio partito di quelle zone e da tutti
usciva una voce corale, quella di saper valorizzare la politica dei territori.
Questa è la migliore occasione.
Noi andremo o, meglio, voi andrete – e noi vogliamo essere in questa partita, non ci tiriamo indietro – ad una riprogrammazione del Por 2007-2013 e andremo in una maniera forte e incisiva in un confronto aperto con tutta la Calabria, ma un confronto che trovi la sua sintesi in quest’Aula. E noi vi chiameremo e vi aspetteremo in questa sintesi, perché nel Por 2007-2013 non si commettano errori del passato. Noi, come Udc, punteremo tutte le nostre attenzioni perché le autonomie locali, i Comuni, le Province abbiano il massimo della loro potenzialità nell’esprimere la capacità di essere soggetti e attori protagonisti di questa politica che centri sul territorio la nostra azione.
Vedete, si costruisce nei consessi elettivi, ma si
deve costruire se c’è una coscienza forte, capace e disponibile a dare non soltanto
nei grandi proclami o nella politica chiacchierata,
ma nei fatti concreti testimonianze di partecipazione.
Ecco le poche
cose che volevo dire. Io sono abituato – diciamo così – ad essere estremamente
forse incisivo nelle mie affermazioni, ma l’incisività in queste circostanze
non può nascere da un calcolo o da un tornaconto territoriale, deve nascere dal
sentire nel cuore alcune manifestazioni, è dal cuore che devono gemmare alcuni
segnali. Io mi auguro che, a partire dal dibattito che domani ci sarà in
quest’Aula, possa veramente gemmare una nuova Calabria. Lo dico non negli
interessi di una parte politica, ma della Calabria.
PRESIDENTE
Ringraziamo
l’onorevole Nucera soprattutto per il patos che ha messo
nell’intervento.
La parola
all’onorevole Borrello.
Mi auguro non solo di restare nel tempo assegnato, ma, se riesco, anche ad essere più breve, perché si è detto molto, dalla ricostruzione dei fatti del Presidente Loiero alla valutazione dei colleghi consiglieri e, per ultimo, il collega Nucera che continua a dimostrare una grande verve ed una grande efficienza oratoria da quando è all’opposizione. Peccato che i cinque anni di maggioranza non l’hanno visto così attento e così incisivo!
Prima di tutto, il pensiero – l’hanno detto anche altri – va ai familiari dei morti del tragico, drammatico e improvviso diluvio che ha colpito Vibo e la sua provincia, un diluvio che non avremmo mai voluto vedere con i nostri occhi nel corso di accurate, difficili, particolari perlustrazioni che sono state effettuate sui luoghi dell’intervento.
La situazione generale di quei momenti, di quelle
giornate è stata drammatica non solo e
soprattutto per gli effetti dell’eccezionale alluvione, ma perché abbiamo
registrato – questo spiace dirlo, ma è necessario, anche perché l’esperienza ci
può servire per qualunque tipo di occasione, negative
o positive, ma comunque è necessario – che quel deficit di organizzazione – la
voglio dire così – più che di organizzazione, di coordinamento delle attività
di soccorso e poi nei giorni successivi all’evento ha rischiato di provocare
conseguenze ancora più devastanti
di quelle che la stessa alluvione aveva provocato.
Non abbiamo mai
messo in discussione la quantità dell’impegno profuso in quella drammatica
circostanza, quanto piuttosto un disorganico approccio ad un avvenimento che ha
avuto delle proporzioni veramente molto vaste, tant’è che ci sono stati lunghi momenti, giornate
intere in cui i cittadini, purtroppo, si sono sentiti soli, perché al disagio
pure pesante si sovraccaricava la rabbia provocata da un’eccessiva
burocratizzazione dell’intervento di soccorso, per cui il rischio che si è
corso è stato quello di determinare una situazione esplosiva.
Quattro morti, un
bimbo di appena quindici mesi, centinaia di contusi, oltre 300 famiglie
sfollate, oltre ancora mille abitazioni invase dall’acqua mista a fango e detriti,
rimaste per giorni senza luce e senza acqua, interi costoni del territorio
montano franati a valle, strade e alberi divelti, uno smottamento di ben 20
metri su un tratto dell’autostrada Salerno-Reggio
Calabria, raccolti distrutti, attività commerciali e industriali allagate e
danni che ammontano non si a quante decine di milioni
di euro– una quantificazione di queste ore, sulla scorta delle proposte
pervenute dai diversi soggetti, parla di 80 milioni di euro – beh, questo è il
tragico bilancio causato da un temporale violentissimo che è durato, per
fortuna, solo qualche ora all’alba del 3 luglio nella provincia di Vibo Valentia, un bilancio che poteva anche essere più
pesante, che poteva provocare danni ancora
più immagini, morti maggiori in termini di numero, se per esempio si
fosse verificato – fortunatamente non lo è stato – di notte, cogliendo nel
sonno la popolazione. A tutto questo ci sono da aggiungere i danni alla viabilità.
Certo,
Vibo Valentia come città è stata colpita in maniera pesante, dura, forte in quasi
tutte le sue articolazioni territoriali, Pennello, Bivona,
Longobardi, è stata l’epicentro dove maggiormente si sono verificati danni a
persone e cose e ad attività industriali, ma anche sul resto del territorio
provinciale tanti altri comuni, nell’ordinanza del Presidente Loiero sono stati
individuati, mi pare, diciotto-venti comuni perché
hanno subìto non in termini di qualità del danno come
quelli della città di Vibo Valentia, ma soprattutto
contro le infrastrutture.
Ecco, il pensiero va a questo perché, purtroppo, abbiamo potuto verificare che anche nel 2002 era successo un’alluvione in quelle stesse zone, diverse dalla città di Vibo Valentia, e lì il tempo e le occasioni della ricostruzione ci sono stati, le risorse ci sono pure state, però paradossalmente è successa una cosa stranissima: la ricostruzione delle opere infrastrutturali che facevano carico, come soggetto attuatore, ai Comuni è stata realizzata per intero. Una quota di questi finanziamenti era riservata all’assessorato ai lavori pubblici – volevo Nucera perché ascoltasse queste cose – per un ammontare di circa 18 miliardi di vecchie lire perché si intervenisse come assessorato ai lavori pubblici sui torrenti, sui fiumi, sugli alvei per recuperare una condizione di agibilità certamente più dignitosa rispetto ai problemi che può causare. Beh, purtroppo solo quegli interventi che erano a capo dell’assessorato ai lavori pubblici non sono stati realizzati, tant’è che nel 2006, in quegli stessi territori, ritorna l’alluvione e vengono ad essere anche messe in forte discussione, addirittura distrutte, quelle stesse opere che erano state risanate a seguito dell’alluvione del 2002. Cioè capite che termini di paradosso succedono in Calabria?! E questo, purtroppo, si è verificato lì.
Allora, avendo a mente anche queste cose, adesso abbiamo
fatto tutte le valutazioni sulla questione per come sono andate le cose, oggi
si tratta di pensare alla ricostruzione e, vedete, ripensare alla ricostruzione
senza per un attimo utilizzare le disponibilità nostre di impegno politico per
fare un approfondimento serio, forte su quella che è la condizione del
territorio calabrese, la condizione cioè di un territorio che si è visto negli
anni certamente, non è un problema né di questa legislatura né della precedente
né della precedente ancora, ma è stato un susseguirsi di disattenzioni verso i territori perché si è
realizzato, addirittura si è consentito di realizzare infrastrutture, immobili
vari anche sul terreno a forte rischio idrogeologico, se non addirittura in
dissesto idrogeologico.
Allora questo ci
deve far riflettere, ma non basta riflettere e fare un esame a ritroso, occorre
avere il coraggio di intervenire. Ed io qui una proposta ce
l’ho, l’ho fatta anche attraverso la stampa, credo che una politica
regionale che si rispetti debba farsi carico – c’è l’assessore all’ambiente al
quale mi rivolgo anche in maniera accorata – di un’attività di monitoraggio
perché è giusto abbattere gli ecomostri, forse è
anche giusto non consentire la realizzazione di “Europaradiso”,
ma certamente è altrettanto urgente che la Giunta regionale, l’assessorato, il
Consiglio regionale si facciano promotori di una iniziativa che vada ad
individuare quegli immobili che, purtroppo, sono sorti su terreni a rischio di
dissesto, se non addirittura in dissesto, e avere il coraggio di rottamarli perché solo così o, meglio, anche attraverso
questo tipo di iniziative è possibile andare ad un urgente riassetto
idrogeologico, perché è vero che c’è il dissesto, oggi abbiamo bisogno del riassetto
e se non partiamo da lì, ho veramente difficoltà a convincermi o a pensare che
si possano determinare inversioni di tendenza in questo territorio regionale,
se non si interviene in maniera decisa e coerente con quello che poi si
sostiene.
Sarebbe davvero
una beffa se, dopo l’arrivo del Presidente Prodi, dopo
l’attenzione manifestata, per la verità, non nei modi e nella misura in cui era
giusto che fosse dell’intero Paese, Vibo e la
Calabria – aggiungo –restassero impantanati in una condizione in cui può
bastare una pioggia di due-tre ore, seppure con
intensità eccezionale, per mettere in ginocchio un intero territorio o
un’intera regione.
Oggi c’è, è in piedi la fase della ricostruzione, certamente non possono bastare i 5 milioni di euro che ha messo il Governo a disposizione, non potrà bastare il milione di euro che ha messo a disposizione la Regione, c’è bisogno di un enorme sforzo economico che supporti e concretizzi – questo è il punto – un intervento da pianificare nei minimi particolari, nei minimi dettagli. C’è bisogno di rimettere ordine alle cose, pensando soprattutto di non dover ripetere errori del passato che hanno contribuito a rendere ancora più catastrofico di quello che avrebbe potuto essere l’effetto dirompente di un diluvio eccezionale. Per farlo occorre ridisegnare quel pezzo di territorio, ma non solo, dentro un quadro urbanistico rigoroso e rispettoso dei criteri minimi per la tutela e per la sicurezza, per tentare di evitare che questa regione subisca ancora altre ferite, altri lutti e altre assurde perdite umane.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Senatore.
Intervengo brevemente, anche perché sono stato chiamato in causa dal collega Giamborino. Non era quella, assolutamente, la mia intenzione però in quest’Aula bisogna che finisca il bluff, perché fino ad oggi si è bluffato, è chiaro?
Il Presidente Loiero nuota nel vuoto come un astronauta. Se ne viene qui a parlare di Vibo per dire che è stato a Roma per affrontare il problema, per incontrare il ministro Pecoraro Scanio.
E’ offensivo il bluff alcune volte. Se n’è tornato a tasche vuote, come si dice se n’è tornato con una mano davanti e un’altra di dietro.
Io ho anche vissuto, collega, la tragedia dell’alluvione. Nel 1996 Crotone subì l’alluvione, lo straripamento del fiume Esaro e degli altri ruscelli. Vi furono 6 morti e anche io mi ricordo che andai a Roma per chiedere aiuto.
Ero sindaco da un anno dalla tragedia e andai dal professor Barberi che era allora il capo della protezione civile ma ritornai a Crotone con 92 miliardi di vecchie lire.
Presidente Loiero, è passato ormai un mese dalla tragedia, ma ancora siamo alle solite chiacchiere. Viene in Aula discute di questo fatto come se fosse reduce dalla conquista di Tobruk, voi altri consiglieri di maggioranza addirittura tessete gli elogi e fate un panegirico di quello che ha fatto Loiero. Ma questo non è più possibile. Ora ci vogliono i fatti.
La mia era una protesta sui fatti. C’è un problema su cui dobbiamo discutere, un problema che riguarda il lavoro in Calabria, riguarda lo sviluppo turistico della nostra regione. Ebbene, l’onorevole Loiero invece di affrontare questi problemi se ne viene qui a parlare del nulla e del niente.
Il prossimo argomento sarà quest’altra cosa del Codice etico, di un’altra…, la stavo dicendo grossa ma mi fermo in tempo.
Ecco, Loiero è un bugiardo ed è una persona politicamente inaffidabile…
PRESIDENTE
Onorevole Senatore, si attenga al suo intervento ed eviti queste espressioni e si mantenga in un linguaggio consono.
Pasquale SENATORE
Senta una cosa, lei e la sua parte, insieme ai suoi compagnucci chiamavate Berlusconi bugiardo e lo portavate in piazza col naso di Pinocchio, quindi non sono espressioni offensive.
PRESIDENTE
Si ricordi di essere consigliere regionale, la piazza è un’altra cosa, onorevole.
Loiero è un bugiardo ed è inaffidabile, è chiaro? Perché non vuole assumersi responsabilità su questa possibilità di rilancio turistico della nostra regione.
Sentite l’ultima. Lui dovrà presentare un emendamento – io lo aspetterò qui in Aula quando presenterà questo emendamento – col quale attribuirà al Consiglio regionale la competenza sulla perimetrazione della Zps.
Lui l’ha fatta autonomamente senza informare il Consiglio un mese dopo che era stato eletto Presidente della Giunta regionale, vale a dire che a maggio era stato eletto, e il mese dopo giugno 2005 e questo è inquietante… che c’è dietro la fretta di Loiero? Eletto da un mese…
PRESIDENTE
Onorevole, si attenga all’ordine del giorno…
Pasquale SENATORE
…mette dei vincoli. Il senso della mia protesta era quello, quello era il senso della mia protesta. Ridateci Chiaravalloti se Loiero è questo, il senso della mia protesta. “Ridateci Chiaravalloti, se Loiero è questo” ha capito il senso della mia protesta? E lei…
PRESIDENTE
Abbiamo capito il senso della sua protesta…
Pasquale SENATORE
Lei mi deve fare la cortesia…
PRESIDENTE
Guardi, onorevole, per chiarirci. Lei ha avuto la parola nonostante un consigliere del suo gruppo si fosse già espresso. Per Regolamento come lei sa si parla uno per gruppo in questi casi. Lei deve attenersi all’argomento e deve usare un linguaggio rispettoso…
Pasquale SENATORE
Lei non mi deve interrompere…
PRESIDENTE
Rispetti il Regolamento, onorevole Senatore.
Pasquale SENATORE
E’ lei che non è rispettoso dell’Aula, ha capito? E’ chiaro il discorso?
PRESIDENTE
Rispetti il Regolamento e concluda il suo discorso…
E’ chiaro il discorso? E’ lei che non è rispettoso dell’Aula. Quindi questo era il senso, collega Giamborino.
E’ una offesa per i lutti della città di Vibo e del Vibonese dire “sono stato a Roma, ho fatto questo, ho fatto quest’altro” ma i soldi li hai portati? “non ho portato niente” ed allora che vieni a fare qui pubblicità, ad apparire sulla stampa, sulle cose… E’ finito ormai per Loiero quel tempo, Loiero dovrà affrontare i problemi seri perché sennò avrà pane per i suoi denti.
Noi in Calabria abbiamo una opportunità senza precedenti nella nostra regione, una opportunità di rilancio turistico. Questi sono i problemi che aspettano le popolazioni calabresi e soprattutto i giovani.
Riguardo al fatto, un’ultima annotazione perché l’ho sentita, se me ne vado o non me ne vado, caro Sculco, io non do conto a mia moglie di quanto esco o entro e mo’ devo dare conto a te se esco o entro in Aula, se me ne vado o ritorno, se non ritorno e così via? Non penso di dover dar conto a nessuno. Tu ci stai sempre, ma mi domando che ci stai a fare? La ringrazio, Presidente.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’assessore Tommasi. Ne ha facoltà.
Grazie, signor Presidente. Credo che un argomento così delicato che ha toccato e colpito profondamente la nostra regione con delle perdite di vite umane dovrebbe essere trattato con più senso istituzionale non con un’Aula che si divide, che divaga, che coglie l’occasione per parlar d’altro. Ci sarà il momento per parlar d’altro, ci sarà il momento per affrontare le tematiche che riguardano altri settori.
Nessuno di noi sfugge, il tempo poi è galantuomo e sicuramente quando il tempo arriverà, i calabresi si renderanno conto se lavoriamo bene o male.
Credo che il governo, la maggioranza, il Consiglio tutto hanno affrontato con determinazione nell’immediatezza la questione di Vibo mettendoci gomito a gomito con le amministrazioni locali, con le maestranze. Cercando in quelle ore drammatiche di dare tutto il nostro supporto politico, istituzionale di governo dei calabresi.
E’ stato un segnale importante e va il mio ringraziamento personale a tutte quelle forze dell’ordine, società civile, volontariato che in quelle ore hanno salvato decine e decine di vite umane.
Credo che insieme a questo si sia attivato tutto un sistema che ha fatto sì che insieme all’emergenza si guardasse alla programmazione in quel territorio ed alla ricostruzione ed in alcuni casi alla costruzione di opere importanti.
Abbiamo attivato immediatamente l’Arpacal. Il Ministero dell’ambiente ha inviato navi speciali per pulire tutto quello che c’era a mare. Ha inviato i propri tecnici per verificare e per avviare uno studio su un sistema integrato delle coste, perché il problema è stato sottolineato negli interventi dei colleghi Giamborino e degli altri, principalmente i colleghi di Vibo che l’hanno vissuto e che lo vivono sulla propria pelle ma come lo viviamo tutti noi perché è quotidiana la nostra presenza.
Sono lì che lavorano i tecnici del Ministero proprio per fare in modo che il sistema da monte a valle abbia una progettualità che non ha pari nella nostra regione.
Abbiamo circa 600 siti a rischio, allo stesso rischio di Vibo. E’ una spesa enorme e non è una questione di qualche lira che viene data come elemosina o come voler ripagare un danno. Vogliamo che da Vibo riparta un discorso strutturale programmato per la nostra regione.
E’ per questo che il Presidente Loiero insieme ai tecnici ha avuto un incontro importante al Ministero dell’ambiente e del territorio proprio per fare in modo che già ai 4 milioni di euro assegnati sull’assetto del territorio che era una quota già ben definita nei giorni scorsi, se ne aggiungessero altri 4 milioni di euro per Vibo.
Questo fa parte di un programma, di un progetto che guardi l’emergenza e la prevenzione perché è questo che dobbiamo mettere in campo.
E’ chiaro che quando si lavora in emergenza, qualcosa può anche non funzionare, è normale. Abbiamo però fatto in modo che la protezione civile regionale e nazionale e tutto il sistema andasse perfettamente in funzione.
Credo che abbiamo fatto un buon lavoro. Potevamo fare meglio? Probabilmente sì, ma ci stiamo lavorando, l’ordinanza non è chiusa, non abbiamo completato ancora tutto il percorso. Forse è sfuggito a qualcuno il riferimento del Presidente al ministro Bersani che sta lavorando nella direzione del lavoro, della impresa.
Non è solo una questione ambientale, ma di lavoro, occupazionale e imprenditoriale.
Credo che Vibo, come tante altre cose che questo Governo ha fatto segnerà la svolta della affidabilità della Regione Calabria nel sistema Paese. Nel sistema Paese.
Credo che ci siano tutte le condizioni. Il collega Borrello parlava di monitoraggio che è già attivo tant’è che si è attivato…
(Interruzione)
…arriviamo
anche lì.
Si è
attivato un piano di telerilevamento ambientale
pilota solo per la Regione Calabria con il Ministero dell’ambiente e questo è
un segnale di grande attenzione del Governo verso la nostra Regione. Ce lo ha dimostrato Prodi e ce lo dimostrano i ministri del
Governo Prodi e questa è una cosa fondamentale.
Insieme a questo fu proprio, nella passata legislatura, un nostro emendamento
che prevedeva la rottamazione, la rottamazione che era a seguito della
alluvione di Soverato proprio per evitare altre Soverato.
E su questo
noi abbiamo anche individuato col collega Tripodi - che credo da qui a breve
avrà la parola – grande spazio nelle linee-guida della urbanistica. E’ lì che
entreremo davvero nel cuore del problema del sistema Calabria.
E’ lì che si
fa il salto di qualità, la programmazione che probabilmente a qualcuno dà
fastidio. Credo che queste siano le vere novità e il messaggio che i cittadini
di Vibo, insieme all’emergenza, hanno capito, hanno condiviso e stanno condividendo il percorso che stiamo
portando avanti.
Questo è uno
dei motivi di soddisfazione per un Governo regionale e per la massima Assise
regionale: quando si condividono i percorsi perché ne discutiamo insieme a loro. Questa è la cosa fondamentale.
Credo che abbiamo messo in cantiere anche tutto quello che c’era da
fare per garantire una stagione balneare sulla costa vibonese.
Interventi straordinari sulle spiagge, navi che toglievano le migliaia di
tonnellate di rifiuti riversati proprio per far in modo che si tutelasse la
risorsa turistica, e non è da guardare solo Vibo ma tutta la costa è
stata invasa da rifiuti solidi superficiali. Noi su questa cosa stiamo
lavorando quotidianamente proprio per garantire la massima tranquillità e la
massima garanzia ambientale alle centinaia e migliaia di turisti che affollano
quelle coste.
Credo che le
condizioni per garantire ai cittadini vibonesi un
futuro tranquillo ci siano e ce la stiamo mettendo tutta. Ed i colleghi di
maggioranza lo sanno bene, ma lo sanno bene anche quelli di minoranza.
Si stanno
scaldando i motori per la giornata di domani, questa è la verità vera. Domani è
un'altra giornata, si farà il bilancio e sul bilancio si parlerà di tutto. Oggi
è necessario che il Consiglio guardi Vibo e lo guardi
con grande unità e non con sterili polemiche che magari riguardano qualche
insediamento di piccola entità in qualche altra provincia.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’assessore Tripodi. Ne ha facoltà.
La ringrazio Presidente. Ho chiesto di intervenire cari colleghi consiglieri, perché intanto ritenevo opportuno esprimere la mia opinione a partire dalla introduzione e dall’apertura del dibattito, dalla informativa che ha fatto il Presidente della Giunta regionale, che condivido, ma anche per esprimere una opinione sul dibattito che si è aperto sulla tragedia che ci riguarda tutti e che avvenuta praticamente un mese fa, il 3 luglio.
Siamo al 2 agosto, quasi, siamo praticamente al trigesimo della alluvione che ha strappato la vita a tante persone innocenti, a ragazzi, un bambino piccolissimo.
Debbo dire che il nostro dolore sicuramente è stato ed è grande, ma da quel dolore vorremmo che in qualche misura si traessero pure le motivazioni non solo per andare avanti, ma per onorare fino in fondo la memoria di quei caduti, di quelle vittime innocenti di quella tragedia che si è abbattuta anche in modo imprevedibile in quella terra della città e della provincia di Vibo.
Sicuramente, oggi che facciamo una valutazione a freddo, ad un mese di distanza non solo abbiamo l’obbligo, ne parlava prima il collega Giamborino, di tributare anche un segnale importante alla memoria dei caduti, alle famiglie che sono state vittime e sicuramente lo faremo nell’ambito della variazione di bilancio.
Ma abbiamo bisogno di comprendere che in questa regione, purtroppo troppe volte e in troppe occasioni ci troviamo a piangere i morti e a reclamare e denunciare una condizione di precarietà del nostro territorio, quel territorio che è stato definito “lo sfasciume pendulo della penisola”.
Eppure è stato ricordato che negli ultimi 10 anni abbiamo assistito a 3-4 grandi tragedie. Crotone nel 1996, Soverato nel 2000, Vibo nel 2006. Morti, danni enormi alle persone, alle cose e certamente c’è bisogno di chiedere risorse ed io sono perché ci sia il massimo di risorse finanziarie possibili per affrontare le emergenze.
Noi dobbiamo fare di più e dobbiamo chiedere che se il Governo ha fatto finora quello che ha fatto con un impegno, è venuto Prodi, è stata significativa anche quella scelta il giorno dopo, il 4 luglio di essere lì sui luoghi della tragedia, contemporaneamente noi vogliamo che non solo il Governo metta più risorse per rispondere alle emergenze in questa vicenda. Ma vogliamo tentare finalmente (e questo è il ragionamento che finalmente il centro-sinistra e la Giunta regionale stanno cercando di fare in queste settimane per superare la logica della risposta dell’emergenza,) di mettere in campo strumenti, progetti, programmi, iniziative accompagnate, ovviamente, dalla capacità di mettere in campo le necessarie risorse finanziarie per giungere a costruire quei piani straordinari che sono necessari per tutelare e rendere più sicuro, più difeso e salvaguardato il nostro territorio.
Questa diventa la grande priorità della nostra Regione perché se non abbiamo un territorio sicuro e solido, garantito per tutti i cittadini che ci abitano intanto sicuramente diventa un territorio fragile che nella comunicazione generale ha questa caratteristica di instabilità.
Noi abbiamo bisogno che questo territorio sia e rappresenti una grande opportunità per la Calabria che però dobbiamo curare, custodire e in qualche modo allevare nei modi giusti.
Questo significa che, nel momento in cui ci poniamo finalmente il tema del superamento della logica dell’emergenza e di una condizione che dice che risponde solo quando le calamità, i danni, le alluvioni si determinano, bisogna sostanzialmente spendere molto ma molto di più di quello che si potrebbe spendere attraverso politiche di prevenzione ed interventi sul territorio che abbiano la capacità di affrontare i problemi drammatici, i nodi strutturali in modo radicale.
Sono del parere che non a caso in qualche modo stasera in questo ordine del giorno c’è tutto il tema delle politiche del territorio, della legge urbanistica e delle linee guida della legge urbanistica. E non è un caso, vorrei dire.
Personalmente considero importante che la quarta Commissione abbia deciso politicamente anche alla luce della tragedia di Vibo e della condizione drammatica che abbiamo conosciuto tutti e che ci ha colpito di avviare una accelerazione e di approvare quel progetto fino a portarlo poi alla valutazione del Consiglio regionale.
Questa rappresenta una prima risposta politica. Cioè l’idea che comunque le questioni si affrontano dentro un quadro di pianificazione e di programmazione generale. La Calabria – diciamola tutta – non ha mai avuto dal 1970, da quando è stata istituita la Regione, alcuno strumento di pianificazione e di governo del suo territorio.
Abbiamo fatto nel 2002, dopo 32 anni, la legge urbanistica e oggi ci accingiamo a mettere un primo abbozzo di idea e di pianificazione territoriale. Ma senza pianificazione come si fanno i programmi, come si interviene? Noi abbiamo avuto solo uno strumento, il Pai - Piano di assetto idrogeologico – importante che ci aveva già detto che lì c’era una R4, una situazione di pericolo rosso in cui bisognava intervenire.
Sono tante le R4 in Calabria, ma qui si tratta di mettere in moto risorse e di affrontare una trattativa vera e un confronto anche col Governo nazionale, anche con questo Governo di centro-sinistra per dire che questa è una grande priorità. Se non c’è un territorio sicuro tutto il resto diventa aleatorio, tutto il resto è messo in discussione e poi ci troviamo a piangere i morti.
Voglio allora finire con questa valutazione e con questo impegno.
Debbo dire onestamente che la Giunta regionale in questa vicenda ha fatto bene la sua parte. Io da questo punto di vista ritengo giusto sottolineare e mi pare che rispetto al passato ci sono stati momenti importanti di presenze e di attenzioni, di valide iniziative che sono state messe in campo.
Certamente adesso dobbiamo andare oltre, non solo approvare i provvedimenti oggetto dell’ordine del giorno ma mettere in campo quello che il Vicepresidente qualche settimana fa diceva, quando parlava di un piano vero per la sicurezza del territorio, per la tutela, per mettere risorse importanti e per utilizzare anche la grande occasione del Programma operativo regionale 2007-2013 facendo di questo tema una grande priorità della nuova programmazione.
Io insisto su questo terreno che è il terreno che unisce i calabresi e la Calabria al di là dei campanilismi, dei municipalismi: su queste cose non possono esserci divisioni.
Ho ascoltato stasera qualche intervento come quello di Senatore, che francamente è stucchevole anche nei suoi comportamenti.
Personalmente sono per cimentarmi e per affrontare il massimo del discorso, del confronto e dell’ascolto in un quadro in cui si riconoscono i ruoli anche di impegno.
Dicevo prima, da questo punto di vista che un impegno importante è stato svolto anche negli incontri romani, nelle sollecitazioni che sono state fatte.
Devo dire che anche l’attenzione del Presidente Prodi che è venuto il giorno dopo a Vibo testimonia un cambio di attenzione, di visione, di inversione di tendenza rispetto al passato quando c’era l’assoluta inerzia dei governi.
Certo adesso andiamo ad un confronto a testa alta e il Presidente Loiero lo sta facendo, mi pare egregiamente, nel rapporto col Governo. Ci sono risultati importanti anche su questa questione che diventa una grande priorità per il futuro di questa terra e che riguarda il fatto che dobbiamo costruire un piano ed avere le risorse sufficienti e necessarie per un piano di messa in sicurezza del territorio calabrese come precondizione per lo sviluppo complessivo della regione.
Certamente dovremo fare la nostra parte e sono convinto che la faremo così come da stasera facciamo un atto importante che è appunto quello della approvazione del provvedimento che è dentro organicamente e pienamente quella idea di nuova Calabria che noi vogliamo e che parte dalla necessità di guardare al territorio, all’uso, alla sua tutela come elemento prioritario per una nuova politica complessiva della Regione.
Credo molto a questa esigenza, a questo obiettivo, a questa necessità che attiene poi al bisogno di interventi radicali e strutturali che richiede il nostro territorio perché, ovviamente, non si deve più intervenire.
Noi questo vorremmo: che da stasera potessimo insieme in qualche modo sancire un patto che facciamo noi in Consiglio regionale ma che è un grande messaggio alla Calabria.
Vogliamo che la Calabria ed i calabresi non vedano più tragedie come quelle e vogliamo non dover essere costretti ad intervenire sempre dopo quello che accade, dopo una tragedia, dopo una alluvione e tante vittime come quelle che ci sono state a Vibo.
Vogliamo cominciare a pensare che questa cosa si possa fare se ognuno farà la propria parte, se il Consiglio regionale fa i provvedimenti che deve fare, se la Giunta prosegue e si impegna negli impegni e nei programmi che deve portare avanti. Se tutti insieme, tutta la comunità ha questo scatto di dignità che è necessario.
Mi auguro che questo sia possibile e certamente, per quanto mi riguarda lavoreremo per conseguire questo obiettivo.
Con l’intervento dell’assessore Tripodi non abbiamo più iscritti. La discussione sulla informativa, sull’evento calamitoso di Vibo è terminata.
Il Presidente della Regione non intende replicare per cui si passa al secondo punto all’ordine del giorno.
Il secondo punto all’ordine del giorno recita: Proposte di provvedimento amministrativo unificate numero 161/8^ di iniziativa del consigliere Bova e numero 162/8^ di iniziativa dei consiglieri Occhiuto, Sarra, Gentile, Pizzini, Dima, Trematerra, Fedele, Talarico, Nucera e Gallo, recanti “Integrazione al codice del buon governo approvato con deliberazione del Consiglio regionale numero 49 del 6.12.2005”.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Pacenza. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, giustamente ricordava che su questo punto è stata aggiornata l’ultima seduta del Consiglio regionale alla presenza di un orientamento comune dei capigruppo perché in quella circostanza erano stati depositati agli atti del Consiglio regionale due distinti documenti.
Uno per conto della maggioranza autorevolmente sottoscritto dal Presidente del Consiglio regionale e un altro documento sottoscritto da diversi consiglieri regionali e capigruppo della opposizione.
Quella presa d’atto ci portò convintamente a sospendere la discussione su entrambi i testi dando mandato alla Conferenza dei capigruppo di lavorare ad un percorso unitario, che è straordinariamente necessario perché parliamo di vicende e contenuti assai delicati e sicuramente è da augurarsi e da lavorare perché ci possa essere la più larga convergenza.
Possiamo però stasera tranquillamente annunciare all’Aula che il lavoro fatto reciprocamente nelle settimane passate ha portato la Conferenza dei capigruppo qualche ora fa ad assumere un orientamento unitario. Quindi anche sul piano formale, Presidente, il punto all’ordine del giorno di questa seduta di fatto viene assorbito perché è stata già depositata ed è anche in distribuzione una proposta di legge sottoscritta da tutti i capigruppo o da tutti i gruppi politici del Consiglio regionale. Quindi l’obiettivo che ci eravamo dati è stato raggiunto perché si superano due documenti legittimi entrambi e si va ad una proposta unitaria.
Si sposta anche l’asse di riferimento perché non si lavora più all’interno del codice etico che – ricordiamo – il nostro Consiglio regionale si è già dato. Il Consiglio regionale ha già approvato il 6 dicembre scorso un atto amministrativo che ha la nobiltà di definirsi e di svolgere la funzione di codice etico.
Oggi, invece, proponiamo a nome di tutti i gruppi del Consiglio regionale un apposito disegno di legge, quindi andiamo su un altro terreno e su un altro versante. Un disegno di legge che prevede l’istituzione dell’istituto della rimozione.
Cioè le funzioni, cosiddette, di secondo livello e quindi non la funzione elettiva che non può assolutamente essere messa in discussione perché parliamo di principi costituzionali e anche qui io vorrei che venisse sottolineata la delicatezza e il valore entro cui discutiamo. E quindi questo disegno di legge, poi lo faremo anche formalmente, Presidente, su cui abbiamo anche concordato di chiedere la procedura d’urgenza.
Non solo quindi lavoriamo dentro uno strumento certo che è una proposta di legge sottoscritta da tutti i gruppi politici in Consiglio regionale, ma anche chiediamo formalmente di attivare e di ricorrere per come previsto dal Regolamento lo strumento della procedura d’urgenza che garantisce al Consiglio regionale dentro tempi certi – che sono regolamentati – la fase istruttoria del procedimento.
Dicevo, in sintesi, che la proposta prevede l’istituto della rimozione che può essere attivata in caso di condanna penale di secondo grado o in caso di grave infrazione del codice etico del Consiglio regionale. Una norma universale che riguarda tutti i consiglieri regionali e le funzioni a cui un consigliere regionale è eventualmente chiamato.
Questo per rispondere, perché tutti quanti abbiamo riconosciuto la straordinarietà e quindi la necessità di una assunzione di responsabilità in più perché quanto è avvenuto in questa Regione nei mesi passati non sono stati fatti ordinari. Quindi è una valutazione unanime, fatte salve le prerogative e quelle che sono le garanzie perché discutiamo dentro un terreno assai delicato.
Anche da qui, è straordinariamente importante il fatto che questa sia diventata una valutazione ordinaria.
Concludo, Presidente, e le chiedo di considerare assorbito il secondo punto all’ordine del giorno e le formalizzo anche la richiesta di attivare sul disegno di legge, che vede firmatari diversi consiglieri regionali in rappresentanza di tutti i gruppi politici, l’istituto regolamentare della procedura d’urgenza per fare in modo che nel giro di qualche settimana noi abbiamo uno strumento che rafforza gli elementi di tutela e di garanzia dell’istituto del nostro Consiglio regionale.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Sarra. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, brevemente per ripercorrere in maniera assolutamente sintetica il percorso che in Conferenza dei capigruppo è stato compiuto nel senso di una composizione unitaria di un documento che in questa sede tende a portare ad una soluzione una fattispecie alquanto controversa.
I recenti fatti e le recenti vicende obbligavano questo Consiglio ad una soluzione unitaria, appunto, ed a trovare in sede di legislazione un momento che fosse di ricognizione e di monitoraggio di una fattispecie che doveva trovare necessariamente una sublimazione dal punto di vista normativo.
Ritengo che al di là della situazione, dei dubbi, delle perplessità di una legislazione che per quanto riguarda gli aspetti squisitamente e penalmente rilevanti vede una competenza allargata e soltanto in buona parte di questo Consiglio in questa direzione e in questo contesto, non si può non rilevare l’esigenza di carattere squisitamente tecnico-giuridico non disgiunta da alcune valutazioni etiche, che in questa fase risultano assolutamente pregnanti e pertinenti rispetto al percorso compiuto dalla conferenza dei Presidenti di gruppo.
Ritengo che il percorso che questa sera prende avvio è destinato a trovare una soluzione che sicuramente troverà una regolamentazione e una disciplina destinata a rimanere nel tempo.
Credo che anche l’approccio che è stato deciso sia quello più corretto, cioè quello di partire da un testo senza subire l’emozione o le ripercussioni che in qualche modo possono derivare da un momento che comunque ha un effetto emotivo non solo per i recenti fatti di cronaca ma anche per le ripercussioni che questi recenti fatti hanno sull’aspetto squisitamente legislativo.
Credo che questo momento meriti e necessiti un ripensamento, un momento di metabolizzazione di alcuni principi che trovano nell’iter che è stato delineato l’aspetto migliore e in qualche modo la soluzione migliore, quella più aderente a quelle che sono le esigenze evidenziate dai fatti testé rievocati.
Quindi in questo senso, in questa direzione e nel contesto appena delineato, ritengo che il momento legislativo sia quello che in maniera più pregnante deve dare una soluzione concreta.
In questo senso mi avvio a concludere e ritengo che il contributo che verrà dato, contributo di idee e non solo di nozioni servirà a trovare una soluzione puntuale.
Non esito ad esprimere anche un momento di soddisfazione per l’atteggiamento di sostanziale unità che si è trovato in questo momento. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Feraudo. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, molto brevemente per dire che la bozza di provvedimento che introduce nel Regolamento del Consiglio gli articoli 26 bis e 26 ter rappresenta indubbiamente un passo importante, un tassello importante in direzione dell’autoregolamentazione e dell’autogoverno del Consiglio e dei consiglieri.
Si tratta, ritengo, di una previsione innovativa e di particolare rilevanza sia per l’istituto che con esso si vuole introdurre, inedito nei sistemi legislativi regionali, sia per gli effetti che essa è destinata a produrre in una Regione come la nostra su cui da qualche tempo sono puntati i riflettori degli organi di informazione, taluni dei quali oltremodo spesso ingenerosi e verso cui l’opinione pubblica si è dimostrata particolarmente sensibile ed attenta.
Signor Presidente, il meccanismo che la norma intende introdurre, che è strettamente correlata al codice etico o del buon governo che dir si voglia, ha il merito di prevedere – pur senza intaccare i principi del mandato elettorale e della sovranità popolare – una sorta di limitazione all’assunzione, da parte di quei consiglieri che dovessero venire a trovarsi in una delle condizioni contemplate nell’articolato proposto, di incarichi di secondo livello.
Una norma, questa, che non solo viene condivisa ma che per quanto mi riguarda viene sostenuta con fermezza e con convinzione, se non altro perché con essa si rafforza e si qualifica ancor più l’azione politica di un Consiglio regionale che negli ultimi tempi è sempre più costretto a fare i conti con attacchi da parte di certa stampa ingiustificati che hanno alimentato e continuano ad alimentare una pretestuosa quanto sterile polemica.
La novità che intendiamo introdurre con la modifica del Regolamento interno, che assume il carattere della generalità e dell’astrattezza, ritengo possa rappresentare, peraltro, un utile strumento da cui i partiti – ed il pensiero corre al momento della formazione delle liste elettorali – possono trarre spunti ed argomentazioni per offrire agli elettori proposte capaci di garantire in capo agli eletti il pieno e illimitato esercizio del mandato elettorale, con riferimento soprattutto ai ruoli di secondo livello afferenti agli organismi consiliari e a quelli esecutivi.
Questa discussione, proprio perché non appartiene ad una parte ma attiene al Consiglio nella sua interezza, saprà sicuramente esaltare lo spirito e la ratio che sottende alla proposta avanzata.
Questo provvedimento per meglio dire, intanto assolve allo spirito per cui è stato concepito in quanto ha trovato la convergenza dell’intero Consiglio che avverte appieno il peso e la responsabilità del proprio ruolo e della propria funzione.
Il percorso così come tracciato e con i tempi stretti che la procedura d’urgenza impone – ed ho concluso – non può che essere condiviso perché esso soddisfa, ritengo, una aspettativa su cui la Calabria ed i calabresi, proprio perché la discussione era già approdata in Consiglio, guardano con particolare attenzione. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Senatore. Ne ha facoltà.
Colleghi, a me sembra che questo non serva a niente, insomma, la devo dire come la penso.
Anche se questa questione è stata condotta in una maniera di grande inciviltà giuridica che rasenta anche il cinismo.
Ricordo la prima stesura in cui venivano fatti nomi e cognomi di colleghi che dal punto di vista giuridico non dovevano dar conto a nessuno né tanto meno all’Assemblea del loro operato.
Addirittura io non ho la forma mentis giuridica ma mi sforzo di arrivarci. La nostra legislazione, addirittura, dice che fin quando uno non subisce la condanna di terzo grado è presumibilmente innocente.
E’ così o non è così, Presidente? E’ così. Allora anche questa mi sembra una cosa di facciata e di parata. Domani dovrà uscire sul giornale che il Presidente Loiero, la Giunta, l’Aula si sono dati delle norme, e un codice giuridico che poi a tutti gli effetti non serve a niente.
Ma è anche un atto – a mio avviso – dal punto di vista politico pericoloso perché è il Presidente della Giunta che deve procedere alla contestazione degli addebiti ma il Presidente della Giunta non deve fare nessun addebito.
Nel momento in cui sceglie un assessore ed ha il sospetto sia pur remoto che questo assessore ha a che fare con la mafia, il Presidente della Giunta non deve dare alcun tipo di giustificazione. Lo ringrazia per quello che ha fatto, lo licenzia e lo sostituisce.
Cioè, io non vedo la necessità che la maggioranza si dia queste norme, queste cose ecc.. Capisco che si è partiti male perché il Presidente è partito male col primo documento che era una cosa orribile, orribile.
Adesso per non far cattiva figura, siamo partiti e non siamo arrivati, arriviamo con questo documento e con queste norme che sono come l’acqua fresca. Però vi è di più, Presidente e le leggo questo.
“I parlamentari indagati per mafia o per reati contro
la pubblica amministrazione potranno continuare a far parte della Commissione
antimafia. La Camera ha respinto, infatti, l’emendamento presentato dal
deputato Orazio Antonio Licandro che dava la possibilità ai Presidenti delle
Camere di escludere dall’organismo bicamerale
tutti quei deputati e senatori che risultassero sottoposti a procedimenti
giudiziari per reati di mafia o contro la pubblica amministrazione”.
La Camera
questa proposta l’ha respinta ma c’è una
giustificazione che io penso si possa trasferire anche a questo tipo di
proposta.
“Chi ha i
requisiti per essere elettob ha i requisiti per poter
svolgere tutte le funzioni che all’interno delle varie articolazioni sono
promosse. Si porrebbe, insomma, un problema di natura costituzionale.”
Chiunque è
eletto può svolgere tutte le funzioni. Se a qualcuno, se al Presidente della
Giunta un suo assessore non piace perché ha sentito che è stato condannato in
primo grado ecc., lo può benissimo licenziare.
C’è un’altra
cosa da aggiungere. Per i reati contro la pubblica amministrazioneb
basta che uno subisca una condanna in primo grado per essere sospeso dai lavori
del Consiglio.
Voglio dire
quindi che questa cosa non ha spessore e concretezza ma è un’altra cosa fumosa,
mi sono spiegato? E’ un altro fatto mediatico anche
questo. Domani dovrà uscire sulla stampa che la novità di questa maggioranza è
che si è data il codice etico e quant’altro.
Capisco la
maggioranza perché politicamente bisognava pure uscirne da questa cosa, ma non
capisco il fatto che la minoranza si sia accodata. Ma siccome io faccio
politica, non voglio creare problemi. Al momento della votazione sarò assente
dall’Aula.
E’ chiaro,
Presidente? Faccia annotare che al momento della votazione sarò
assente per motivi miei.
Sculco, mi è
consentito assentarmi 5 minuti? Dammi l’autorizzazione. Ti ringrazio.
PRESIDENTE
Mi sollecita
ricordare l’onorevole Sarra che questo è l’avvio di
un procedimento legislativo. Stasera non vi è nulla da votare perché viene incardinato e affidato alla quinta Commissione riforme
e comunque con procedura d’urgenza entro 30 giorni sarà licenziata. A quel
punto vedremo cosa e chi vorrà, chi deciderà di votare.
(Interruzione)
La
Commissione Riforme… lei mi corregge. Doppia lettura come Camera e Senato
purché 30 giorni…
Ha chiesto
di parlare l’onorevole Guagliardi. Ne ha facoltà.
Presidente, voglio intervenire anche perché forse è una delle rare volte in cui maggioranza e minoranza si trovano d’accordo sull’avvio di un iter, di un provvedimento e mi pare che dobbiamo valorizzare questo aspetto che è stato discusso in Conferenza dei capigruppo ed è oggi presentato in forma bipartisan, oppure fortemente unitario.
Credo che non è un problema della maggioranza presentare questo Regolamento né questo provvedimento, è un elemento marginale non visto in una dimensione generale perché capiamo bene che l’eletto in quanto rappresentante un segmento di popolo italiano, è sempre garantito dalla Costituzione, dalla legge dello Stato.
Credo che quando i nostri padri costituenti decisero di istituire l’istituto della immunità parlamentare, lo hanno fatto per un ragionamento molto semplice: tutelare questo segmento di popolo da tutte le campagne possibili di rimozione di quell’incarico. Quando c’erano le lotte per la terra, gli scontri sociali si difese il deputato della sinistra perché se era condannato, se era arrestato perché difendeva il lavoro o la casa dei contadini poveri, lo si fece per questo oppure per altri deputati che rappresentavano altri segmenti di società lo si faceva per impedire che magari una campagna di stampa mirata verso un parlamentare dello schieramento costituzionale, lo facese attaccare e rimuovere a furor di popolo.
La nostra è una Costituzione in questo senso molto garantista. Però in Calabria, onorevole Senatore, abbiamo un problema che è che questa Calabria è vista come la terra degli infetti, come la terra di coloro che vivono sottoterra e producono esalazioni nocive.
Tutti noi siamo visti così, maggioranza e minoranza, persone oneste e disoneste, gente che ha e gente povera. L’immaginario collettivo della Calabria è negativo o no? E’ così.
Oggi noi dobbiamo dare un sussulto ed una risposta a chi ci condanna. Chiedo scusa alla stampa, ma sulla stampa nazionale credo che siamo ai livelli di quando venivano i grandi viaggiatori del ‘700 o dell’inizio dell‘800 che scendevano nella nostra terra, si turavano il naso e ci chiamavano barbari ed incivili.
Credo che una certa stampa oggi ci definisca come tale e noi dobbiamo dare un segnale e garantire quel segmento di popolo che rappresenta un consigliere regionale e dobbiamo sfidare chi ci attacca a fare delle cose che magari in altre Regioni in altri tempi non sarebbero necessarie. Ma oggi li sfidiamo perché io voglio vedere se nelle altre Regioni d’Italia dove esistono – sicuramente in alcune ce ne sono più che in Calabria – condizioni critiche, faranno la stessa cosa che facciamo noi.
Questo è il punto. E questo è il punto di questa giornata e di questa decisione collettiva.
Poi magari discuteremo il provvedimento, toglieremo un rigo, un avverbio, un sostantivo o un aggettivo, tutto quello che vorremo e magari aggiungere altro, ma oggi c’è una presa di coscienza del Consiglio regionale della Calabria che dice “anche noi sappiamo dare delle risposte”.
La volta scorsa si faceva un provvedimento negativo che intaccava qualcuno di noi, che veniva giudicato da noi che non siamo autorizzati a giudicare nessuno. Oggi invece ci diamo delle regole e chi di noi sbaglia, sa che forse è poco degno di questo istituto, ma noi lo facciamo per non sbagliare nel futuro, non per guardare solo in passato. Lo facciamo perché, per esempio, credo che questo Regolamento dà ai partiti, anzi toglie ai partiti l’alibi di candidare chiunque e di far selezione quando si fanno le liste.
Anche per questo dobbiamo fare questo Regolamento perché io voglio vedere qual è quel partito che nella prossima legislatura rischia di candidare chiunque pur di avere voti.
Questa è la sfida, ecco perché io trovo molto positivo questo provvedimento che credo dobbiamo sostenere tutti
Onorevole Senatore, lei deve essere qui dentro e votare insieme a me. Siamo su bande opposte, ma insieme dobbiamo votare questo provvedimento perché lo votiamo nel nome della Calabria ed insieme lo votiamo per la Calabria.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Occhiuto. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, interverrò brevemente ma per confermare per la parte politica che rappresento quanto ha affermato a nome della maggioranza l’onorevole Pacenza all’inizio del suo intervento.
Lo faccio considerando anche le perplessità ed i dubbi che all’Aula ha rappresentato l’onorevole Senatore.
E’ fuori discussione, questo sicuramente non è il miglior provvedimento proposto dal Consiglio regionale nella sua storia, ma nessuno di noi in Conferenza dei capigruppo ha sostenuto questo.
E’ un punto di partenza per approfondire una discussione che, onorevole Guagliardi, dobbiamo avere il coraggio di affrontare non per dare una risposta all’esterno.
Il Consiglio regionale la risposta la deve dare cercando di recuperare prestigio, funzione, autorevolezza a questa Assise.
Noi questo dobbiamo fare. Guai se proponessimo provvedimenti sull’onda di ciò che è scritto sulle pagine dei giornali o di ciò che si agita sulle piazze. La politica misura la propria autorevolezza e il proprio prestigio dalla capacità che ha di far ciò che è giusto, avendo l’umiltà di considerare il luogo dove la politica si svolge non come un’isola fuori dalla società, ma come un luogo dove le tensioni, gli umori, i bisogni della società trovano una interpretazione.
Questo è lo spirito col qualche anche i capigruppo della maggioranza hanno posto la loro firma su questo provvedimento legislativo, che non è detto sarà licenziato in questo modo.
Noi (soprattutto quelli che provengono da una esperienza politica che fa riferimento ad una cultura come quella alla quale io cerco di richiamarmi, che è quella di quanti negli anni passati sono stati giudicati politicamente non in ragione di quello che avevano dato al Paese ma nelle aule dei tribunali, parlo della cultura dei Democratici cristiani.) le perplessità che l’intervento garantista di Senatore rappresenta le cogliamo, le comprendiamo e condividiamo tutte, ma non riteniamo che il Consiglio regionale debba evitare di compiere una discussione su questo tema.
E’ una fase straordinaria per il Consiglio regionale perché è una fase straordinaria per la Calabria e noi di questa fase straordinaria dobbiamo avere il coraggio e la responsabilità di farcene carico.
Già un miglioramento c’è stato. Implicitamente anche l’onorevole Senatore lo ammetteva.
Da una prima stesura, anzi da due stesure originarie, una di maggioranza e l’altra di minoranza, oggi si arriva ad un nuovo punto di partenza questa volta condiviso.
Ha ragione l’onorevole Guagliardi, questo è un dato che va rimarcato. Non vorrei che domani si titolasse – come diceva l’onorevole Senatore – “il Consiglio regionale ha chiuso la vicenda” ma vorrei che si titolasse nella direzione di far emergere una volontà unanime del Consiglio regionale, al di là delle appartenenze, degli schieramenti, di approfondire la vicenda.
Certo poi le diverse parti possono essere migliorate.
Vorrei segnalare soltanto che per quanto attiene agli incarichi che afferiscono al Consiglio la titolarità di promuovere l’azione di rimozione non è del Presidente della Giunta ma di quello del Consiglio. La titolarità a promuovere l’azione è del Presidente della Giunta solo per gli incarichi che riguardano la Giunta.
Io vorrei che questo punto di partenza servisse anche ai partiti al fine di recepire le raccomandazioni che l’onorevole Guagliardi rivolgeva nel suo intervento.
Non si può ritenere che fenomeni come quelli che noi vogliamo affrontare attraverso una modifica al nostro Regolamento possano riguardare solo il Consiglio regionale. O si ha la capacità di riproporre con forza la necessità di attuare dei codici deontologici a monte oltre che a valle, laddove si seleziona la classe politica o, alla fine, se i partiti non colgono questa necessità come una responsabilità primaria le questioni continueranno ad essere affrontate solo a consuntivo.
In conclusione, onorevole Presidente, l’auspicio che rivolgiamo a tutte le parti politiche presenti in Consiglio regionale è quello di approfondire questa questione in tempi veloci, di arrivare ad un testo definitivo entro il mese di settembre subito dopo la ripresa dei lavori del Consiglio regionale, anche attraverso un esame preparatorio delle due Commissioni congiunte, la prima e la quinta.
Oggi non si chiude una questione che si è aperta qualche settimana fa, ma oggi il Consiglio attraverso una volontà unanimemente rappresentata decide di avviare questa discussione per portarla a termine nel più breve tempo possibile.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Morelli. Ne ha facoltà.
Data la delicatezza della questione, evidentemente non voglio far mancare il mio contributo perché è molto significativo il fatto stesso di dover formulare il codice etico comportamentale, che al di là del dibattimento e delle possibili convergenze è sintomatico della degenerazione di un sistema che dovrebbe aver insita l’etica nella politica, senza voler scomodare Kant che parlava di etica della morale e del dovere per il dovere.
A chi si occupa di cosa pubblica sembra fuorviante occuparsi di un codice comportamentale etico, a chi, di fatto, ha ricevuto la fiducia dell’elettorato per governare nell’interesse generale e della cosa pubblica.
Infatti, credo che il problema si risolva solo in relazione alle singole coscienze e alla trasparenza dell’individuo che si dedica e si avvicina alle istituzioni col giusto e dovuto rispetto, altrimenti si rischia di esser in presenza di un contenitore confuso in cui tutto può confluire e qualunque natura umana può convivere.
Ma se è vero, come è vero, signor Presidente, che l’etica è la scienza del costume che regola le azioni dell’uomo e la morale in conformità al conseguimento del bene comune generale, pur convenendo nella determinazione assunta e quindi trovandomi d’accordo anche nel dover approfondire in seguito la tematica importante, personalmente non vorrei essere una voce fuori coro, ma non saluto con gioia e soddisfazione. Ma, se mi consente, con una leggera melanconia e anche con un po’ di rammarico uniti ad una seria preoccupazione nell’avvertire il reale, concreto, vero, vistoso decadimento che va ad aggiungersi a tutte le negatività che purtroppo finora abbiamo registrato in questi ultimi mesi di governo regionale.
Parlo di una congiuntura sfavorevole, di un edonismo imperante, di un perseguimento del liberismo sfrenato.
Tutte le giustificazioni che vogliamo ma il fatto reale è che in questi ultimi mesi il governo della Regione Calabria, la Regione Calabria ha sofferto e soffre e le coscienze sensibili avvertono questo forte decadimento.
Tant’è che c’è bisogno di un codice regolamentare etico.
Jefferson che aveva a grande cuore la cultura americana affermava che ogni popolo ha il governo che si merita. Noi come popolo calabrese dobbiamo dimostrare il contrario e affermare che la Calabria ed i calabresi possono e devono chiedere di più alle loro coscienze, ma la Calabria ed i calabresi possono e devono chiedere di più a chi ha dato loro fiducia.
Perché se è vero che la moglie di Cesare deve essere al di sopra di ogni sospetto, è anche vero che chi si occupa della cosa pubblica, delle questioni generali non deve aver temenze o preoccupazioni di essere messo al vetro e quindi passato ai raggi ics.
In conclusione, Presidente, vede, Moro che era un grande statista – lo ha ricordato il collega Occhiuto – ricordava spesso e volentieri e che governare è difficile perché il governare consiste nello scegliere quotidianamente se fare o non fare. L’importante è scegliere e fare, l’importante è operare.
Al di là del fatto, della ricerca del fare e dell’operare mi auguro che questo codice etico comportamentale per i consiglieri regionali, per la Giunta per i dirigenti e quant’altro sia uno sprone a chi governa la cosa pubblica, a ricercare in ognuno la giusta coerenza che si traduca poi in atti concreti e conseguenze pratiche che vedono solo l’interesse generale a determinarsi ed a muovere la nostra azione.
PRESIDENTE
Con l’intervento dell’onorevole Morelli si conclude la discussione sul progetto di legge che ora è incardinato e trasmesso alla Commissione competente.
Passiamo al terzo punto all’ordine del giorno che riguarda il Progetto di legge numero 124/8^, di iniziativa del consigliere Bova, recante: “Patto d’amicizia tra la Calabria e il West Virginia”.
Il 28, 29 e 30 ha visitato la nostra terra il governatore Joe Mancin III, discendente di un emigrato minatore, morto in una miniera di quello Stato, a Mononga.
Le cose sono cambiate, quel discendente di un emigrante ora governa un grande Stato americano ed è intervenuto sulle leggi, sulla sicurezza delle miniere in modo tale da destare un confronto e una discussione in tutti gli Stati Uniti d’America, una discussione positiva sulla difesa dagli incidenti del lavoro, sulle misure di prevenzione. E contemporaneamente sente molto la vicinanza col nostro Paese, la nostra Regione.
Su questa base la visita che allora era stata promossa dal povero Vicepresidente, Franco Fortugno, non solo ha determinato e rafforzato un rapporto che già c’era. Abbiamo siglato un patto, come ci siamo impegnati la trasformiamo in legge e senza ulteriori indugi passo all’articolato proponendone l’approvazione.
La proposta di legge è composta da 4 articoli di cui avete il testo davanti.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la legge nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Ha chiesto di parlare l’onorevole Racco. Ne ha facoltà.
Volevo se il Consiglio e i componenti la maggioranza sono d’accordo chiedere l’inversione dell’ordine del giorno dal punto 10 al punto 4 dopo questo dell’West Virginia.
Il punto 10 riguarda l’elezione del Presidente della seconda Commissione.
Abbiamo vissuto in questi giorni la difficoltà della Commissione, non proprio difficoltà nel senso che alla fine nessun problema ma credo sia opportuno completare con l’elezione del Presidente della seconda Commissione.
Quindi prima di entrare nel merito chiedo alla Presidenza e al Consiglio se si è d’accordo su questa inversione. Grazie.
Presidente, credo sia opportuna una interruzione di 10 minuti perché i capigruppo si possano – su questo punto all’ordine del giorno – confrontare per poter poi giustamente rispondere alla richiesta opportuna del consigliere Racco.
Damiano GUAGLIARDI
Presidente, anche io credo sia opportuna una sospensione di 10 minuti per potersi confrontare.
PRESIDENTE
Rispetto alla sua proposta ci sono altri due consiglieri che chiedono una sospensione di riflessione. E’ d’accordo? Dobbiamo formalizzarla.
Colleghi della minoranza, c’è una richiesta di sospensione di 10 minuti dei lavori. Va bene?
Presidente, le chiedo la verifica del numero legale perché in queste condizioni non possiamo iniziare. Conti attentamente, perché non c’è il numero legale.
PRESIDENTE
Prego, onorevole Borrello, proceda alla chiama.
Antonio BORRELLO, Segretario Questore
Fa la chiama.
PRESIDENTE
Comunico l’esito della votazione.
Il numero legale non c’è, come estremo tentativo posso aggiornare di un’ora.
Su 50 consiglieri 20 sono presenti e 30 sono assenti.
(Interruzione)
La seduta è aggiornata di un’ora.
PRESIDENTE
Si proceda con la chiama, per la verifica del numero legale.
Maurizio FERAUDO, Segretario Questore f.f.
Fa la chiama.
Michelangelo TRIPODI, assessore alla gestione del territorio
Presidente, prima che lei concluda volevo un chiarimento…
PRESIDENTE
Io non concludo niente, siamo nella fase in cui vediamo se la porta si apre…
Michelangelo TRIPODI, assessore alla gestione del territorio
Vorrei un
chiarimento sull’ordine dei lavori.
PRESIDENTE
Quali
lavori? Le chiedo scusa, con molto affetto e rispetto stiamo tentando di girare
la chiave per vedere se è quella giusta ad aprire la porta. Come la faccio
entrare se la chiave non sta aprendo. Dove entra lei? La seduta ancora non c’è,
abbiamo tentato di far riprendere la seduta.
Con 9
consiglieri presenti e 41 assenti quando non c’è la metà più uno degli
assegnati la chiave non ha aperto e la seduta è tolta. Ora lei parla ma non c’è più seduta.
Hanno chiesto congedo i consiglieri Principe e Magarò.
(Sono concessi)
E’ stato presentato alla Presidenza il seguente progetto di legge di iniziativa della Giunta regionale:
“Approvazione Rendiconto Generale relativo all'esercizio finanziario 2005” (P.L. n. 129/8^)
E' stata assegnata alla seconda Commissione consiliare – Bilancio, programmazione economica e attività produttive in data 21 luglio 2006.
(Così resta stabilito)
Sono stati presentati, inoltre, i seguenti progetti di legge di iniziativa dei consiglieri:
Naccari Carlizzi – “Istituzione dell'Agenzia regionale per la sanità ‑ Ars.” (P.L. n. 127/8^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio, programmazione economica e attività produttive - per il parere in data 10 luglio 2006.
(Così resta stabilito)
Naccari Carlizzi, De Gaetano, Sarra, Racco, Nucera, Tripodi M. – “Partecipazione e sostegno alla Scuola mediterranea di design di Reggio Calabria ‑ Società consortile a responsabilità limitata” (P.L. n. 128/8^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio, programmazione economica e attività produttive - per il parere in data 10 luglio 2006.
(Così resta stabilito)
Sarra – “Riconoscimento e sostegno al premio internazionale di arte e cultura omaggio a Cilea ed al concorso internazionale per cantanti lirici Francesco Cilea” (P.L. n. 130/8^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio, programmazione economica e attività produttive - per il parere in data 31 luglio 2006.
(Così resta stabilito)
E’ stato, inoltre, presentato alla Presidenza il seguente progetto di legge di iniziativa dei Consigli comunali di Aieta, Buonvicino, Grisolia, Laino Borgo, Laino Castello, Maierà, Morano Calabro, Normanno, Orsomarso, Papasidero, Santa Domenica Talao, San Nicola Arcella, Santa Maria del Cedro, Tortora, Verbicaro:
“Istituzione di un Distretto rurale e norma della Legge regionale n. 21/2004 e denominato "Distretto Rurale Montano del Pollino Occidentale Calabro" (P.L. n. 126/8^)
E’ stato assegnato alla seconda Commissione consiliare - Bilancio, programmazione economica e attività produttive in data 10 luglio 2006.
(Così resta
stabilito)
E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:
“Comune di Bova Marina ‑ Proposta d'inserimento nella Comunità Montana “Versante Jonico Meridionale” Capo Sud" di Melito Porto Salvo.” (P.P.A. n. 164/8^)
E' stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali e affari generali in data 14 luglio 2006.
(Così resta stabilito)
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di provvedimento amministrativo d’Ufficio:
“Elezione dei Presidente della seconda Commissione consiliare permanente in sostituzione del Consigliere Naccari Carlizzi – dimissionario” (P.P.A. n. 163/8^)
“Nomina di 18 esperti nel Comitato Tecnico‑Scientifico per le aree protette, di cui 13 scelti fra una terna di nominativi indicati dalle Università della Calabria e 5 indicati dagli Enti interessati e/o dalle Associazioni ambientalistiche regionali. (P.P.A. n. 166/8^)
Sono state, inoltre, presentate alla Presidenza le seguenti proposte di provvedimento amministrativo di iniziativa dei consiglieri:
Bova – “Integrazione al Codice del buon governo approvato con deliberazione del Consiglio regionale n. 49 del 6.12.2005” (P.P.A. n. 161/8^)
E' stata assegnata alla quinta Commissione consiliare - Riforme e decentramento in data 10 luglio 2006.
(Così resta stabilito)
Occhiuto, Sarra, Gentile, Pizzini, Dima, Trematerra, Fedele, Talarico, Nucera, Gallo – “Integrazione al Codice del buon governo approvato con deliberazione del Consiglio regionale n. 49 del 6.12.2005” (P.P.A. n. 162/8^)
E' stata assegnata alla quinta Commissione consiliare Riforme e decentramento in data 10 luglio 2006.
(Così resta stabilito)
Acri – “Modifica dell'art. 36 e 77 del Regolamento interno del Consiglio regionale della Calabria” (P.P.A. n. 165/8^)
E' stata assegnata alla Commissione Riforme e Decentramento in data 21 luglio 2006.
(Così resta stabilito)
Pacenza, Guagliardi, Gentile, Feraudo, Sculco, Amato, Nucera, Incarnato, Tripodi M., Dima, Guerriero, Chiarella, Racco, Tallini - “Integrazione al Regolamento interno del Consiglio regionale, approvato con deliberazione del Consiglio regionale n. 5 del 27 maggio 2005” (P.P.A. n. 167/8^)
E' assegnata alla Commissione Riforme e Decentramento.
(Così resta stabilito)
La Giunta regionale, con nota n. 115 del 6 luglio 2006, ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione di bilancio per l'esercizio finanziario 2006:
Deliberazione Giunta regionale n. 435 del 29.06.2006
Deliberazione Giunta regionale n. 436 del 29.06.2006
Deliberazione Giunta regionale n. 437 del 29.06.2006
Deliberazione Giunta regionale n. 438 del 29.06.2006
Deliberazione Giunta regionale n. 439 del 29.06.2006
Deliberazione Giunta regionale n. 440 del 29.06.2006
Deliberazione Giunta regionale n. 441 del 29.06.2006
La Giunta regionale, con nota n. 122 del 12 luglio 2006, ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione di bilancio per l'esercizio finanziario 2006:
Deliberazione Giunta regionale n. 464 del 06.07.2006
Deliberazione Giunta regionale n. 465 del 06.07.2006
Deliberazione Giunta regionale n. 466 del 06.07.2006
Deliberazione Giunta regionale n. 467 del 06.07.2006
Deliberazione Giunta regionale n. 468 del 06.07.2006
Deliberazione Giunta regionale n. 469 del 06.07.2006
La Corte costituzionale, con sentenza n. 233 del 5 giugno 2006, depositata in Cancelleria il 16 giugno 2006 e pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Calabria in data 12 luglio 2006 ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art.14, comma 3 della legge regionale n.13 del 17 agosto 2005, recante: "Provvedimento generale, recante norme di tipo ordinamentale e finanziario (collegato alla manovra di assestamento di bilancio per l'anno 2005 ai sensi dell'art.3, comma 4, della legge regionale 4 febbraio 2002, n.8), limitatamente alle parole: "La decadenza è estesa ai responsabili dei dipartimenti sanitari e amministrativi e ai responsabili dei distretti sanitari territoriali" e, dell’art. 24 della medesima legge regionale n.13/2005, nella parte in cui si applica anche alla nomina del direttore generale di azienda ospedaliero‑universitaria.
La Corte costituzionale con la medesima sentenza ha dichiarato non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'art.1, commi 1, 2 e 3 della legge regionale n.12 del 3 giugno 2055 recante: "Norme in materia di nomine e di personale della Regione Calabria", proposta, in riferimento agli artt. 3, 97 e 117, secondo comma, lettera g) della Costituzione, la questione di legittimità costituzionale dell’art.1, comma 1, della medesima legge, in riferimento all’art.117, secondo comma, lettera 1), della Costituzione, la questione di legittimità costituzionale dell’art.1, commi 6 e 7, della stessa legge, in riferimento agli artt. 3 e 97 della Costituzione e la questione di legittimità costituzionale dell'art. I, commi 6 e 7 della citata legge regionale, in riferimento all'art. 117, secondo comma, lettera 1), della Costituzione.
Ha dichiarato inammissibile la questione di legittimità costituzionale dell'art. I, comma 4 della medesima legge, in riferimento agli artt. 3 e 97 della Costituzione; dell’art.1, comma 5, della citata legge; dell'art.1 comma 8, della medesima legge, in riferimento agli artt. 3, 97 e 117, secondo comma, lettera 1), della Costituzione.
La Corte Costituzionale, con sentenza n. 284 del 3 luglio 2006, depositata in Cancelleria il 14 luglio 2006 ha dichiarato l'illegittimità costituzionale degli artt.14 comma 5, e 33, comma 2, della legge regionale 17 agosto 2005, n. 13 recante: "Provvedimento generale, recante norme di tipo ordinamentale e finanziario (collegato alla manovra di assestamento di bilancio per l’anno 2005 ai sensi dell’art.3, comma 4, della legge regionale 4 febbraio 2002, n.8).
L’onorevole Maurizio Feraudo, a far data dal 26 giugno 2006, ha assunto l'incarico di Presidente del Gruppo consiliare "Italia dei Valori ", giusta comunicazione acquisita al prot. 2142 del Settore Segreteria Assemblea.
L’onorevole Domenico Crea, in data 3 luglio 2006, ha aderito al Gruppo consiliare "Misto" giusta comunicazione acquisita in pari data al prot. n. 2149 del Settore Segreteria Assemblea.
Morelli. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso e considerato che:
la stampa di recente ha ampiamente divulgato brani degli interrogatori resi all'autorità giudiziaria romana dalla signora Iannuzzi, definita lady Asl;
la signora in questione in questione, attualmente detenuta, ha dichiarato ‑ sempre secondo notizie di stampa ‑ di aver consegnato un miliardo di vecchie lire al Dott. Palumbo Antonio all'epoca dirigente nell'ambito della sanità laziale;
la notizia appresa dalla stampa riguardante le rivelazioni fornite dalla Sig.ra Anna Iannuzzi riportano testualmente: "certo Palumbo, Amministratore di una As romana per conto del governo di centro-destra… Oggi Palumbo fa ancora il manager nella sanità ma non più in una As nel Lazio e non più per il centro-destra ma è stato chiamato ad operare in Calabria dal centrosinistra, fortemente voluto dall'assessore Loiero ‑ Lo Moro" -:
se il nominativo riferito dalla Sig.ra Iannuzzi inerente Palumbo sia relativo allo stesso dirigente nominato in Calabria o trattasi di una omonimia;
se quanto sopra dovesse corrispondere al vero, quali criteri sono stati adottati per individuare la professionalità di cui sopra;
quali atti il Presidente della Giunta regionale ritiene di porre in essere alla luce delle notizie apprese.
(86; 17.07.2006)
Morelli. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso e considerato che:
l’ingente attività svolta dalla Lega italiana per la lotta contro i Tumori nel corso dell'anno 2005 a supporto di alcune Asl di competenza;
la Lega italiana per la lotta contro i tumori è produttrice ogni anno di importanti progetti nel suo specifico settore di competenza;
la stessa svolge in tutta la Calabria un importantissimo ruolo nel settore della prevenzione oncologica e si è dotata di strumentazioni modernissime e sofisticate -:
se, in base alla legge regionale n. 9 del 12/04/1999, corrisponde al vero che la Lega Italiana per la lotta contro i tumori, che per legge è individuata partner obbligatorio sia nella programmazione che nell'attuazione della politica sanitaria in oncologia, non è stata invitata mai ai tavoli di programmazione e, quindi, vengono disattese le proposte concrete di collaborazione con gli altri organismi sanitari della Regione;
quali atti di indirizzo intende assumere il Presidente e l'Amministrazione regionale per ovviare a tale situazione ed ottemperare a quanto previsto dalla legge vigente.
(87; 19.07.2006)
Morelli. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
la recente catastrofe che ha distrutto l'abitato di Cavallerizzo ha messo in luce i problemi di sicurezza ed i rischi degli abitanti limitrofi posti in situazioni geologiche simili ed affetti da gravi segni di instabilità. La Protezione civile nazionale, a tal riguardo, ha incaricato il Cnr‑Irpi, quale centro di competenza, di effettuare una valutazione sul loro stato di pericolosità;
i risultati, condotti sotto la responsabilità del Prof. Rizzo, sono stati acquisiti dalla Protezione civile nazionale e posti all'attenzione dei Servizi regionali (Autorità di bacino e Protezione civile regionale);
in tali studi vengono indicate le situazioni più gravi tra gli abitati inclusi nel decreto emergenziale di Cerzeto per la messa in opera di criteri e strumentazioni (con relativo computo di spesa), volti ad assicurare la sicurezza delle popolazioni locali. In particolare, la quasi totalità dei centri abitati di San Martino di Finita e Rota Greca sono in grave pericolo che è notevolmente cresciuto a seguita della ricarica delle falde idriche per le prolungate piogge degli ultimi anni;
si fa presente, al di là delle ragioni puramente tecniche, che la gente del luogo vive sulla propria pelle ad ogni pioggia intensa e soprattutto dopo l'evento di Cavallerizzo ed in attesa della prossima stagione invernale, gravi stati d'ansia, per cui forte e legittima è la richiesta di adeguata protezione -:
quali sono gli atti concreti intrapresi per far fronte alle esigenze di sicurezza rilevate dalla stessa Protezione civile nazionale attraverso gli studi, le indicazioni e progettazioni elaborate dal Cnr – Irpi.
(88;19.07.2006)
Sarra. Al Presidente del Consiglio regionale, all’Ufficio di Presidenza, al responsabile dell’Uoa Riforme istituzionali onorevole Naccarato. Per sapere – premesso che:
a seguito della comunicazione al Consiglio regionale nella seduta del 30 giugno 2006, sono state inviate in data 4 luglio u. s. dalla Segreteria generale, alcune missive in relazione alla costituzione di nuovi gruppi consiliari;
in esse missive si dava comunicazione che l'Ufficio di Presidenza del Consiglio nella seduta del 26 giugno 2006 aveva "preso atto" della costituzione, a far data dal 17 maggio u.s. del gruppo consiliare "Comunisti italiani" composto "solo" dal consigliere ed assessore onorevole Michelangelo Tripodi che assume la Presidenza del gruppo medesimo; della costituzione a far data dal 3 maggio u.s. del gruppo consiliare "Italia dei Valori" composto "solo" dal consigliere onorevole Maurizio Feraudo che assume la Presidenza del gruppo medesimo; della costituzione a far data dal 13 marzo u.s. del gruppo consiliare del Partito democratico meridionale composto dai consiglieri onorevoli Amato, Pirillo, Loiero e che l’onorevole Amato assume la Presidenza del gruppo medesimo,
che l'attuale normativa che disciplina la costituzione dei gruppi consiliari trova la sua principale ragion d'essere nell'esigenza di limitarne l'eccessiva proliferazione e la costituzione dei c.d. monogruppi;
che con l'adozione dell'attuale norma statutaria di riferimento si è inteso sostanzialmente e formalmente porre fine alla costituzione di gruppi consiliari composti da un solo consigliere;
che l'esigenza di rispettare la ratio dell'art. 27 dello Statuto della Regione Calabria e di valutare ai sensi del comma 4 e norme di collegamento se effettivamente sussistano i requisiti per la costituzione dei nuovi gruppi consiliari e la conseguente assegnazione di personale, strutture e contributi iscritti nel bilancio, per gli evidenti risvolti istituzionali e "tecnici", assume nello specifico una peculiare valenza etica oltre che giuridica;
che parimenti debbano essere attentamente valutati eventuali casi di incompatibilità derivanti da contemporanei incarichi istituzionali attualmente ricoperti da coloro che vengono indicati, nelle missive di cui sopra, come Presidenti dei nuovi gruppi consiliari;
che l'incarico di Presidente dei costituendi gruppi consiliari è stato conferito rispettivamente, per i Comunisti italiani all’onorevole Michelangelo Tripodi assessore regionale in carica; per il Partito democratico meridionale all’onorevole Pietro Amato, attuale Presidente della terza Commissione permanente;
che tale incarico determina l'assegnazione di personale, strutture e contributi e quindi il riconoscimento in capo allo stesso soggetto di più strutture speciali e definizione economica di contributi iscritti in bilancio spettanti ad un unico consigliere regionale, nel caso specifico dell’onorevole Tripodi e dell’onorevole Feraudo;
che si ravvisa l'opportunità di valutare a norma di legge eventuali divieti di cumulo di strutture speciali connesse ad incarichi diversi ma facenti capo al medesimo soggetto politico;
che la "riproposizione sostanziale e formale dei c.d. monogruppi" pone l'esigenza di una rivisitazione dell'attuale normativa statutaria al fine di giungere, anche nell'esposizione del dettato normativo ad una completa e non parziale "fedeltà applicativa della ratio dell'art. 27 dello Statuto" -:
se la costituzione dei nuovi gruppi consiliari sia effettivamente conforme alla normativa vigente;
se sussistano i requisiti per l'assegnazione, in capo allo stesso soggetto, di più strutture speciali con relativo personale e contributi iscritti in bilancio;
se sia stata accertata l'inesistenza di eventuali casi di incompatibilità o di semplice "rilevanza negativa istituzionale" a seguito dell'accorpamento in capo allo stesso soggetto dell'incarico di assessore regionale e Presidente di gruppo, di Presidente di Commissione e Presidente di gruppo;
se infine, sia stata valutata con la dovuta attenzione, nella fattispecie, "la riproposizione sostanziale e formale dei c.d. monogruppi" e le conseguenti implicazioni etiche oltre che tecnica e giuridiche e se non si ritenga opportuno in tal senso, operare in primis in sede di interpretazione autentica del disposto normativo per la successiva definizione, in forma propositiva, delle necessarie modifiche da apportare all'attuale normativa statutaria.
(89; 21.07.2006)
Morelli. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
la stampa ha divulgato la notizia dell'udienza tenutasi al Tar della Calabria nella quale i legali rappresentanti dei ricorrenti hanno prodotto documentazione attestante l'illegittimità della nomina di Commissario della Camera di Commercio di Cosenza del Dott. Pietro Rende;
dagli atti emerge che il Dott. Rende a seguito della delibera della Giunta provinciale avente N. prot. 40342, del 29/11/1991, è stato collocato a riposo dall'Ente perché risulta dalla Commissione Medica dell'Asl 9 di Cosenza in data 4/4/1991 "non idoneo permanentemente alle proprie mansioni né ad altro proficuo lavoro";
quali criteri sono stati adottati per il conferimento dell'incarico con cui tempestivamente il Presidente della Giunta regionale ha designato il Dott. Rende Commissario della Camera di Commercio di Cosenza;
in base a quali prerogative ha valutato il curriculum e la validità dei requisiti richiesti per la designazione del Dott. Pietro Rende quale Commissario della Camera di Commercio;
quali atti il Presidente della Giunta regionale ritiene di porre in essere alla luce delle notizie apprese.
(90; 01.08.2006)
Racco, Guerriero, Chiarella. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore alla formazione e lavoro. Per sapere – premesso che:
la Dgr n. 287 del 13.04.04 contiene le: "disposizioni relative alle procedure ed ai criteri di attuazione delle Work Exsperience in esecuzione del Cap nell'ambito del Por Calabria 2000‑2006, Asse III Risorse Umane annualità 2000‑2004";
il Ddg n. 108117 del 09.07.04 dispone la pubblicazione degli atti di esecuzione delle procedure di attuazione dei tirocini di orientamento e formativi;
la Dgr n. 181 del 22.02.05 autorizza l’incremento del numero dei tirocini promossi dalla Regione Calabria;
il Ddg n. 4089 del 22.03.05 dispone la graduatoria delle aziende e l'assegnazione del numero di tirocinanti;
il progetto è giunto al termine essendosi concluso il periodo di tirocinio previsto, della durata di sei mesi (ottobre 2005 ‑ aprile 2006);
presso aziende pubbliche e private, operanti sul territorio regionale il percorso formativo ha coinvolto 1.350 tirocinanti per le misure 3.2 ‑ 3.3 e 3.13;
ad oggi tali tirocinanti non hanno riscosso gli emolumenti di E. 540,00 mensili loro spettanti;
solo il 50 per cento degli emolumenti spettanti ai tirocinanti sono stati inseriti nel 2° e 3° decreto di pagamento, mentre per il restante 50 per cento non si ha alcuna notizia;
la validità del progetto, accolto con grande interesse e partecipazione dagli imprenditori e dai disoccupati, viene vanificata da ritardi, inadempienze e lungaggini burocratiche, inseribili anche nel contesto di "vuoto" politicoamministrativo determinatosi dall'avvicendamento tra l'assessore Masella e l'assessore De Gaetano;
i lavoratori, che hanno garantito la presenza per 40 ore settimanali senza la fruizione di ferie, congedo per motivi di salute o motivi familiari anche gravi come da contratto, indirizzano le proprie insoddisfazioni, proteste, manifestazioni di disagio proprio verso le aziende intaccandone la credibilità e l'affidabilità;
l'assegno mensile spettante, di E. 540.00, era l'unico reddito percepibile e che il disagio umano e sociale che avrebbe dovuto essere alleviato, in realtà è stato aggravato dal mancato pagamento;
il progetto ha prodotto effetti positivi sia per la reale integrazione del 60 dei tirocinanti nelle aziende stesse, sia per la qualificazione del personale che consentirà l'utilizzo a carattere stagionale -:
1. i motivi che hanno indotto l'Ente regionale all'inadempienza relativa al bando in questione;
2. i tempi previsti per il compimento dei procedimenti di liquidazione in corso;
3. i tempi previsti per il compimento dei procedimenti di liquidazione non ancora avviati riguardanti tutte le aziende di cui alla tabella del Ddg n. 4089 del 22.03.05.
(83; 06.07.2006)
Dima. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
attraverso una propria interrogazione, il consigliere comunale del Comune di Montegiordano (CS) Domenico Acciardi ha chiesto al Genio civile opere marittime di Reggio Calabria delucidazioni in merito alla realizzazione dei lavori per la difesa dal mare dell'abitato di Montegiordano Marina;
lo stesso Acciardi ha messo in risalto come, molto probabilmente, i lavori non solo non siano stati eseguiti "a regola d'arte" ma anche addirittura in maniera difforme dal progetto originario;
considerato che queste perplessità derivano anche e soprattutto dal fatto che è bastato un maroso di media entità per evidenziare l'inconsistenza e l’inefficacia delle opere messe in opera;
i lavori sopra indicati rivestono particolare importanza soprattutto perché diretti a difendere dagli eventi meteo‑marini il centro abitato di Montegiordano Marina -:
quali iniziative urgenti la Regione intenda adottare per conoscere la reale portata dei lavori di difesa del centro abitato di Montegiordano Marina;
di sapere se è vero, come denunciato in precedenza, che i lavori in oggetto sono difformi dal progetto originario.
(84; 17.07.2006)
Dima. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
il 3 luglio u.s. un violento nubifragio si è abbattuto sul territorio di Vibo Valentia causando quattro morti e numerosi feriti, ingenti danni alle proprietà private, alle attività commerciali ed a quelle produttive nonché lo straripamento di alcuni fiumi e lo smottamento di terreni soprattutto nelle frazioni di Vibo marina, Bivona e Longobardi;
nonostante la gravità dell'evento calamitoso, che ha messo in ginocchio un intero territorio e le sue popolazioni, la macchina dei soccorsi della Protezione civile, al di là di singole lodevoli eccezioni, si è mossa con molto ritardo aggravando, di conseguenza, le condizioni di vita degli abitanti di quei luoghi;
le numerose visite dei rappresentanti delle istituzioni regionali e nazionali, nelle ore e nei giorni immediatamente successivi al tragico evento, non hanno prodotto risultati tangibili a favore delle popolazioni colpite tanto è vero che sono state registrate carenze di personale e di mezzi, pessima capacità organizzativa nella gestione delle emergenze esistenti, mancanza di acqua potabile;
il Consiglio dei ministri ha proclamato lo stato di emergenza per le zone colpite dall'alluvione ed ha stanziato un primo finanziamento che sicuramente è insufficiente a far fronte alle prime richieste di intervento;
anche questa alluvione ha evidenziato, come quella di Soverato del 2000, l'assenza di una politica di difesa del territorio finalizzata alla riduzione dei rischi e del dissesto idrogeologico, alla difesa dell'ambiente contro abusivismi e violazioni del territorio, alla tutela degli alvei fluviali;
le linee guida in materia di urbanistica regionale sono ancora ferme in Commissione consiliare e che molti provvedimenti a difesa del territorio non sono stati, pienamente attuati -:
quali iniziative la Regione intenda attuare per accertare le responsabilità. organizzative della Protezione civile in materia di ritardi nei soccorsi;
quali iniziative la Regione intenda attuare per prevenire i rischi idrogeologici a difesa del territorio;
quale strumento di controllo la Regione intenda varare per dare corso all'erogazione dei contributi economici in favore delle popolazioni colpite.
(85; 17.07.2006)
Dima. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
nel Bur Calabria del 7/04/2006 ‑ parte I e II ‑ supplemento straordinario è stato pubblicato il Decreto n. 3092/2006 a firma del Direttore generale del dipartimento n. 10 Alberto De Maio, avente ad oggetto “Avviso pubblico per la realizzazione della manifestazione di interesse finalizzata all'ampliamento ed al rafforzamento dei servizi forniti alle popolazioni ed al territorio";
nell’avviso pubblico allegato al suddetto decreto dirigenziale si evincerebbe che la finalità dell'iniziativa in oggetto sarebbe quella di provvedere alla stabilizzazione degli Lsu e Lpu calabresi trovando il suo atto propedeutico nell'accordo sottoscritto a fine marzo dal Vicepresidente Adamo con i sindacati per stabilizzare i suddetti lavoratori;
questo avviso sembrerebbe allargare artatamente l'area degli interventi a favore della stabilizzazione dei lavoratori precari in generale, laddove all’art. 7 prevede che "all'iniziativa in oggetto del presente avviso possono partecipare anche enti…, anche se non utilizzatori di lavoratori impegnati in attività di Lsu‑Lpu, mediante proposte progettuali riguardanti l'utilizzo dei soggetti di cui all'art. 2, comma l della legge regionale n. 20 del 19/11/2003 o per prestazioni lavorative di soggetti precari già, utilizzati dagli enti stessi";
l'avviso in oggetto sembrerebbe rivolto non solo ad incrementare, fino ad un massimo di 10 ore, le prestazioni degli Lsu-Lpu attualmente in essere, grazie al contributo della Regione, ma anche a stabilizzare, tramite questo contributo, personale a tempo determinato o a contratto di Enti pubblici mai stati Lsu‑Lpu;
attraverso questa iniziativa potrebbe verificarsi una stabilizzazione surrettizia di migliaia di lavoratori, non rientranti nel bacino dei lavoratori Lsu‑Lpu, o un ingresso a tempo indeterminato nei ruoli degli Enti pubblici degli stessi senza opportuna procedura concorsuale;
l’amministrazione provinciale di Vibo Valentia ha trasmesso alla Regione un progetto relativo al suddetto avviso pubblico inserendovi 79 nominativi scelti con metodo discrezionale e per i quali è stata richiesta la stabilizzazione;
nella delibera di Giunta provinciale n. 191/2006 si precisa che le 79 unitá non provengono dal bacino Lsu‑Lpu ma che al contrario si tratterebbe soltanto di titolari di contratti di collaborazione coordinata e continuativa -:
attraverso un'interpretazione autentica del suddetto decreto dirigenziale, se l'iniziativa precedentemente evidenziata sia o meno rivolta esclusivamente ai lavoratori Lsu-Lpu;
se anche altri enti della Calabria hanno inviato progetti simili, tesi a stabilizzare altre figure professionali già impiegate;
se non si ravvisa il rischio da parte della Regione di un utilizzo improprio di risorse inizialmente destinate ai lavoratori Lsu-Lpu e che verrebbero dirottate su altre figure professionali.
(91; 02.08.2006)
Il Consiglio Regionale della Calabria,
premesso che:
la situazione di sovraffollamento e di criticità presente nel sistema penitenziario calabrese e nazionale in genere, come più volte ammonito dal Consiglio d'Europa - che, in relazione a ciò, ha addirittura condannato l'Italia per violazione dei diritti umani fondamentali ‑ richiede l'approvazione urgente di misure non episodiche inserite in un piano di interventi strutturali diretti in via prioritaria a: migliorare la condizione di vita dei detenuti, e di lavoro degli agenti di custodia e del restante personale penitenziario; differenziare il regime carcerario per i colpevoli dei reati più gravi, rispetto agli altri detenuti; sviluppare le attività di recupero e di reinserimento che offrano al recluso concrete opportunità di lavoro e di formazione, nonché reali occasioni di reintegro sociale, così come è nello spirito della Costituzione Repubblicana;
disincentivare il carcere come pena esclusiva per i fatti di minore rilevanza sociale, incentivando, invece, pene e misure cautelari alternative; approvare misure volte a rafforzare il contrasto al crimine organizzato, nonché a riformare l'ordinamento penitenziario;
la situazione del sistema penitenziario italiano ha assunto, da anni, i limiti e gli aspetti propri di una crisi strutturale, in ragione sia del ricorso, sempre più diffuso, alla legislazione penale, sia dell'assenza, da oltre quindici anni, di provvedimenti di amnistia e di indulto, resi impossibili dalla riforma costituzionale che ha elevato a due terzi dei componenti di ciascuna Camera, la maggioranza necessaria per la loro deliberazione;
accertata la situazione di crisi delle carceri, si rende necessaria l'adozione di un provvedimento di amnistia e di indulto per i reati non considerati gravi;
per tutto quanto espresso nella premessa, che deve intendersi come parte integrante del presente atto, auspica che la Camera dei Deputati ed il Senato della Repubblica approvino, in tempi rapidi, una legge per la concessione dell'amnistia e dell'indulto.
(21; 13.07.2006) Guagliardi
Nucera. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore alle attività produttive. Per sapere – premesso che:
la piccola e media impresa calabrese ha rappresentato e continua a rappresentare il settore produttivo più importante per l'economia calabrese e che fra cicliche difficoltà, anche a carattere nazionale legato a periodi di congiunture economiche, è sempre riuscito a trovare soluzioni di sopravvivenza legate soprattutto alla capacità degli imprenditori ad adeguare i loro cicli produttivi;
anche l'intervento pubblico, a sostegno delle attività artigianali, già avviate o da avviare, con la concessione di sostegni economici, ha sempre rappresentato una motivazione importante per gli stessi imprenditori artigiani;
l’'Artigiancassa ha da sempre rappresentato un importante strumento per il sostegno e lo sviluppo delle imprese artigiane in Calabria;
da due anni 1600 imprese artigiane non hanno potuto accedere al credito Artigiancassa poiché un decreto dirigenziale ha bloccato l'erogazione dei finanziamenti causando così gravi danni all'economia complessiva della Calabria e frenando lo sviluppo del comparto occupazionale;
occorre subito intervenire sull'intero comparto artigianale calabrese, sia per applicare le normative in vigore sia per rivisitare i contenuti della convenzione tra la Regione Calabria e l’Artigiancassa e sia soprattutto per adeguare alla effettiva necessità di domanda di finanziamento degli imprenditori artigiani e alle necessità di mercato lo strumento creditizio Artigiancassa -:
quali iniziative immediate intendano assumere per dare risposte alle richieste degli imprenditori artigiani contenute nella suesposta premessa.
(49; 21.02.2006)
Risposta - Con riferimento all'interrogazione
riportata in oggetto, si comunica che il Settore competente del Dipartimento
economia ha già dato mandato ad Artigiancassa di
completare l'istruttoria delle domande presentate allo sportello al fine di
procedere alle erogazioni delle somme spettanti ai soggetti beneficiari.
(Mauro Pantaleo)
Tallini. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore al Bilancio. Per sapere – premesso che:
l’art. 6, commi 1, 2 e 3 del Decreto legislativo n° 114/98, demanda alle Regioni la definizione degli "Indirizzi generali per l'insediamento delle attività commerciali e la fissazione dei criteri di programmazione urbanistica, individuando gli specifici obiettivi da perseguire" (prevede quante grandi strutture di vendita possono essere realizzate);
il comma 4, del succitato articolo, prevede inoltre che le Regioni nell'emanare gli indirizzi e i criteri di che trattasi "devono acquisire il parere obbligatorio delle rappresentanze desti enti locali e procedono, altresì, alla consultazione delle organizzazioni dei consumatori e delle imprese del commercio";
l'art. 1 della Legge regionale n° 17 del 1999 ha demandato ad un apposito provvedimento attuativo la definizione degli "Indirizzi e dei Criteri per la programmazione delle medie e grandi strutture di vendita nel territorio regionale”;
lo stesso articolo, al comma 4 ha stabilito che "le norme di programmazione relative a ciascuna fase hanno efficacia fino all'entrata in vigore della nuova normativa programmatoria, con cadenza biennale sulla base di un rapporto sullo sviluppo della rete distributiva e sullo stato di attuazione degli indirizzi e criteri quadriennali di
programmazione predisposto dall'Osservatorio regionale del Commercio e che la Giunta regionale sottopone al Consiglio una proposta di aggiornamento attuativo;
l'art. 5 della delibera del Consiglio regionale del 18/01/2000, n° 409 ha stabilito gli "Obiettivi di presenza e sviluppo delle Grandi strutture di vendita", obiettivi finalizzati a garantire una equilibrata distribuzione delle tipologie di vendita di Grande strutture sul territorio regionale;
le modalità per l'organizzazione e il funzionamento dell'Osservatorio del Commercio, la cui istituzione è prevista dall'art. 19 della L.R. 17/99 in attuazione dell'art. 6, comma 1, lettera G del D.L/vo n° 114/98, sono disciplinati dalla Delibera Giunta regionale n° 3418 del 26/10/1999;
tra le finalità perseguite dall'Osservatorio regionale rientra quella di "fornire le basi conoscitive per la programmazione regionale nel Settore del Commercio, in rapporto alla consistenza e allo sviluppo della rete distributiva, anche ai fini dell'aggiornamento o della revisione della norma regionale”;
quanto sopra è confermato dal 2 comma dell'art. 1 della delibera Consiglio regionale n° 409/2000, in attuazione della legge regionale n° 17/99, che prevede tra l'altro che la Giunta regionale "trasmette" una proposta di aggiornamento al Consiglio regionale tenuto conto della relazione di monitoraggio sullo stato della rete distributiva predisposte dall'Osservatorio regionale del commercio;
il 3° comma dell'art. 1 della delibera Consiglio regionale n° 409/2000 stabilisce che sulla base di un rapporto sullo sviluppo della rete distributiva e sullo stato di attuazione degli indirizzi e criteri di programmazione la Giunta può sottoporre al Consiglio una proposta di aggiornamento per il secondo biennio;
visto l'art. 29, comma 2, della Legge regionale 11 gennaio 2006, n° 1 pubblicata sul Bur Regionale Calabria supplemento straordinario n° 8 del 13/01/2006, al n° 24 del 31/12/2005, che recita quanto segue "al fine di favorire ed incentivare la riqualificazione di aree urbane degradate o aree attività dismesse e da riconvertire, nell'ambito di progetti tendenti alla valorizzazione delle stesse aree con riguardo all'aspetto ambientale e architettonico, nei comuni di cui all'art. 4, comma 1, delle legge regionale 11 giugno 1999, n°17," classe prima ‑ Comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti", è consentito il rilascio di una autorizzazione amministrativa di tipo G1A o G2A, nelle forme e con le modalità previste dalla normativa di riferimento. La nuova superficie di vendita non potrà superare il 20% della superficie di tipologia GA e GB già autorizzata nello stesso bacino d'utenza. Il progetto edilizio di riferimento non è compatibile con l'edificazione di uso residenziale/abitativo";
per quanto riportato in premessa si evidenzia che l'articolo 29, comma 2 della legge n° 1/2006 è in contrasto con le norme di seguite indicate:
art. 1 comma 2 e 3 del Consiglio regionale n° 409/2000;
art. 2 lett. C, e art. 3, comma 2 lett. D, della delibera Giunta regionale 26 ottobre 1999, n° 3418;
art. 1, commi 2 e 4 della Legge regionale n° 17/99 che fa riferimento ad un rapporto sullo sviluppo e criteri della rete distributiva e sullo stato di attuazione degli indirizzi e criteri quadriennali di programmazione predisposti dall'Osservatorio regionale del commercio;
art. 6, comma 4 del D.L/vo n° 114/98 in quanto non è stato acquisito il parere obbligatorio delle Organizzazioni dei Consumatori e delle imprese del Commercio;
di fatto il comma 2, dell'art. 29 della Legge regionale n° 1/2006 aumenta illegittimamente di un punto di disponibilità le Aree Sovracomunali n° 7, 8, 10, 11 e 16 che comprendono i Comuni appartenenti alla prima classe con popolazione superiore a 50 mila abitanti -:
tanto premesso, nel prendere atto che le procedure adottate per modificare il "Piano commerciale" hanno suscitato anche nel sottoscritto notevoli perplessità in quanto eseguite nel contesto di una legge finanziaria per il 2006 "blindata" e senza alcuna possibilità per i singoli consiglieri regionali di dare contributi in termini di indirizzo e controllo;
quali iniziative vorranno intraprendere le Autorità in indirizzo considerato gli interessi ed i risvolti che l'entrata in vigore della legge regionale n°1/2006 art. 29, 2° comma determinerà arrecando certamente ingenti danni alla categoria dei commercianti in genere ed in particolare ai piccoli esercenti che si vedono sempre di più schiacciati dalla grande distribuzione;
se risulta, altresì, al vero che le società che hanno tempestivamente avanzato richiesta nei vari comuni ai sensi della legge 1/2006 art. 29 ‑ 2° comma, primo giorno utile della presentazione delle domande il 16.01.2006 le stesse corredate dai relativi progetti definitivi, sarebbero tutte riconducibili ad un unico "gruppo societario" saturando, di fatto, le uniche disponibilità creatasi con l'entrata in vigore della suddetta legge;
se si considera che la stessa norma approvata risulterebbe poi di dubbia interpretazione se ne conclude che troppe cose da approfondire esistono sull'intera vicenda;
il particolare momento che la Regione Calabria vive, a seguito dei noti eventi negativi verificatesi in questo primo anno di legislatura, necessitano l'emanazione di atti legislativi che vadano il più possibile nella direzione della trasparenza, dell'efficienza, nonché dell'interesse pubblico.
(51; 22.2.2006)
Risposta - Gentile Direttore,
relativamente alla
nota in oggetto, la informo che questo Settore non ha mai autorizzato
l'insediamento di nuove strutture per la grande distribuzione di vendita.
Si precisa, inoltre, che la L.R.
17/99 conferisce un ruolo non autorizzatorio alla
Regione Calabria, ma di parere attraverso l'Istituto della Conferenza di
servizi per la valutazione delle pratiche istruite dai Comuni a cui la ditta ha avanzato esplicite richieste.
A tutt'oggi, con
citazione della L.R. 1/2006,
risulta pervenuta richiesta di convocazione di Conferenza di servizi da parte
del seguente Comune con relativa ditta: Immograf di Arcuri Francesco ‑ Comune di Lamezia Terme.
Essendo pervenuta una sola domanda in data 20‑02‑2006, si ritiene non sussistere il fatto
contestato.
Questo Settore, in ogni caso, sta avviando un
percorso di ricognizione e sta predisponendo gli atti per l'ammodernamento del
Piano regionale commerciale e che comunque sarà oggetto di esame della
competente Commissione regionale, anche in riferimento
alla L.R. 1/2006 all'art.29,
comma 2.
Ci teniamo a precisare, ancora, che da un attento
esame delle situazioni esistenti sulle aree gravitazionali del territorio
regionale appare che una sola area presenti i requisiti per fruire dei vantaggi
di quest'ultima legge, area gravitazionale n°10 ‑ Lamezia Terme.
Il dirigente del Settore
Dott.
Carmelo Misiti
Naccari Carlizzi. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore al bilancio. Per sapere – premesso che:
il sottoscritto ripropone i suoi precedenti assunti critici relativi all'iter di approvazione della legge finanziaria per l'anno 2006;
è accaduto, come è noto, che la Seconda Commissione non ha potuto esprimere il parere e votare il bilancio anzidetto per assoluta mancanza di tempo. Senza considerare che il cd "bilancio tecnico" è stato emendato da un "maxiemendamento", trasmesso dalla Giunta e formalmente presentato insieme al Vicepresidente, che era carente di ogni e qualsivoglia relazione politica e tecnica;
questo modus operandi che ha estromesso la Seconda Commissione, e tutto il Consiglio regionale, da ogni seria valutazione era stato accettato in via eccezionale per responsabilità politica. Dopo una prima rilettura e considerato che il collegato normativo ordinamentale ha previsto, come nella prassi non virtuosa, alcune norme "extrafinanziarie" si evidenziano previsioni da rivedere e riconsiderare;
accade per esempio che da più parti, incluso il puntuale intervento dell'onorevole Tallini, si sollevino dubbi sulla portata dell'art. 29 comma 2 della LR 1/2006;
pare che detta norma, celandosi dietro nobili finalità, abbia scientemente autorizzato nuovi centri commerciali, in violazione delle procedure previste dalla legge 114/98 e dalla legge regionale 17/99, le quali demandano a precisi criteri di indagine conoscitiva e programmazione ogni intervento relativo alle medie e grandi strutture commerciali sul territorio regionale -:
1. se risponde al vero che l'art. 29 comma 2 della LR 1/2006, sotto la motivazione di un recupero delle aree degradate e da convertire, abbia autorizzato nuove strutture per la grande distribuzione;
2. se esistono già richieste autorizzatorie per insediamenti ai sensi della citata legge regionale 1/2006 e se corrisponde al vero che queste siano state presentate da un solo soggetto;
3. se si ritiene che questa tempestività rappresenti una coincidenza anomala da approfondire;
4. se non si ritenga di intervenire ai lavori della Seconda Commissione per determinazioni inerenti alcuni aspetti, ivi incluso quello per cui si interroga, della legge regionale 1/2006.
(53; 24.2.2006)
Risposta - Gentile Direttore,
relativamente alla
nota in oggetto, la informo che al punto 1 posto dal quesito dell'On.le Naccari
Carlizzi questo Settore non ha mai autorizzato
l'insediamento di nuove strutture per la grande distribuzione di vendita.
Si precisa, inoltre, che la L.R.
17/99 conferisce un ruolo non autorizzatorio alla
Regione Calabria, ma di parere attraverso l'Istituto della Conferenza di
servizi per la valutazione delle pratiche istruite dai Comuni a cui la ditta ha avanzato esplicite richieste.
A tutt'oggi, con
citazione della L.R. 1/2006,
risulta pervenuta richiesta di convocazione di Conferenza di servizi da parte
del seguente Comune con relativa ditta: Immograf di Arcuri Francesco ‑ Comune di Lamezia Terme.
Essendo pervenuta una sola domanda in data 20‑02‑2006, si ritiene non sussistere il fatto
contestato al punto 3.
Questo Settore, in ogni caso, sta avviando un
percorso di ricognizione e sta predisponendo gli atti per l'ammodernamento del
Piano Regionale Commerciale e che comunque sarà oggetto di esame della
competente Commissione regionale, anche in riferimento
alla L. R. 1/2006 all'art.29,
comma 2.
Ci teniamo a precisare, ancora, che da un attento
esame delle situazioni esistenti sulle aree gravitazionali del territorio
regionale appare che una sola area presenti i requisiti per fruire dei vantaggi
di quest'ultima legge, area gravitazionale n°10‑ Lamezia Terme.
Il dirigente del Settore
Dott. Carmelo Misiti
Nucera. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
in Italia è psicosi, nonostante gli inviti continui da parte degli esperti, alla tranquillità e gli assidui controlli veterinari negli allevamenti: il consumo del pollame è crollato del 70%;
il settore è prossimo al tracollo e da valutazioni effettuate, non può resistere altri quindici giorni, in queste condizioni, con una perdita economica giornaliera per filiera di 6 milioni di euro al giorno, quantificando pertanto, i danni a 650 milioni di euro fino ad oggi, con la messa in cassa integrazione di 30 mila lavoratori sui 180.000 addetti diretti e indiretti che compongono il settore;
i più colpiti sono gli allevamenti rurali e biologici, che rappresentano più del 10% della produzione di pollame in Italia, che rischiano di chiudere entro breve tempo, anche perché taluni di questi allevamenti forniscono uova per la riproduzione e pulcini per l'ingrasso e queste forniture sono completamente bloccate in quanto le richieste sono nulle;
non c'è nessuna connessione tra il consumo di carne avicola e il contagio con la malattia, poiché gli allevamenti italiani sono controllatissimi e l'etichettatura garantisce ulteriormente ai consumatori la qualità dei prodotti italiani;
nei giorni scorsi il Ministero della Salute ha emanato una Ordinanza contenente misure urgenti di protezione per casi di influenza aviaria ad alta patogenicità negli uccelli selvatici e la Calabria con le Province di Reggio Calabria e Vibo Valentia rientra in questa ordinanza visti i casi di mortalità e i sintomi clinici rilevati in alcuni cigni migratori;
tale ordinanza contiene le misure atte a prevenire la diffusione dell'influenza aviaria dagli uccelli selvatici agli allevamenti di volatili domestici ed altri volatili in cattività, nonché la contaminazione dei prodotti da loro derivati;
accanto a questa ordinanza è necessario che la Regione Calabria attivi l'unità di crisi che operi, per sottoporre alla Giunta regionale, gli interventi di carattere straordinario e urgente, in attuazione, altresì, dell'art. 4, comma 3 L.R. n.24/2002, necessari per fermare questa psicosi dilagante che ha colto anche i consumatori calabresi con il rifiuto di mangiare carne e tutti i derivati, di pollo;
la nostra Regione rischia di avere un crollo economico notevole con la chiusura di parecchie aziende avicole calabresi, visto che in Calabria il calo dei consumi ha toccato il tetto dell'80% della produzione, per cui bisogna dichiarare anche lo "stato di crisi di mercato" e la Regione deve intervenire con fondo destinato ad aiuti concreti che possano compensare i mancati guadagni e non avere ripercussioni con conseguenti licenziamenti -:
come mai a tutt'oggi, nessun provvedimento è stato emanato dalla Giunta regionale visto che la Regione Calabria è una delle Regioni che ha avuto degli animali morti per il virus dell'influenza aviaria, per cui la stessa si trova in "stato di calamità del settore" e necessita di interventi immediati per salvare il comparto e gli addetti a rischio licenziamento.
(55; 24.2.2006)
Risposta - In
riferimento all'interrogazione dell'On. Nucera di cui all'oggetto si relaziona
per come segue:
La grave crisi del settore avicolo calabrese,
esposto ai rischi di infezione da influenza aviaria, è stata oggetto di
numerose riunioni, l'ultima presso la Giunta regionale, presieduta dal Capo di
Gabinetto della Presidenza, arch. Michele Lanzo, a cui
hanno preso parte il dirigente del Settore Agroambiente
dell'Assessorato all'agricoltura dott. Pietro Andricciola,
il dirigente del Servizio veterinario dell'assessorato regionale alla sanità
dott. Giorgio Piraino, i rappresentanti della Confagricoltura di Crotone (una delle aree più colpite
dalla crisi) ed i maggiori produttori della regione.
Le richieste dei produttori e dei rappresentanti
sindacali poste sul tavolo della discussione hanno riguardato il riconoscimento
dello stato di crisi del comparto avicolo, il rinvio delle scadenze delle
cambiali agrarie, la richiesta del trattamento di integrazione e di
disoccupazione agricola speciale in favore dei lavoratori delle imprese
avicole, la creazione di un marchio di qualità regionale del settore, il
reperimento di fondi per i lavori di adeguamento delle strutture anche dal
punto di vista sanitario, la realizzazione di una filiera
avicola nel programma 2007/2013 dei fondi comunitari.
Su questi punti, il dott. Andricciola
ha riferito che la Giunta regionale, su proposta
dell'assessore Pirillo, ha deliberato con Dgr n° 174 del 20.03.06 di recepire ed approvare l'accordo
del 22.02.06 sottoscritto dal ministro del lavoro e una delegazione politica
nella conferenza Stato‑Regioni, associazioni datoriali
e organizzazioni sindacali con il quale venivano individuati gli interventi per
dare soluzione alle problematiche derivanti dalla crisi.
L'assessore Pirillo
inoltre ha assicurato la massima disponibilità affinché nella riformulazione
Por Calabria 2007‑2013 venga inserita una misura
riguardante il settore avicolo nel suo complesso.
Inoltre, c'è stato l'impegno a promuovere altre
campagne pubblicitarie che informino sulla mancanza di
rischi nel consumo di carni bianche, oltre a quelle già messe in atto dal
gruppo di lavoro istituito presso l'assessorato regionale all'agricoltura già
nel mese di novembre 2005, al fine di sensibilizzare gli interventi del
settore, i consumatori, la popolazione, mondo venatorio e attivare studi e
strategie atte ad impedire eventuali contagi e eccessive infezioni al
patrimonio animale recettivo presente nel territorio regionale.
Il capo di Gabinetto arch. Lanzo ha annunciato che
il Presidente Loiero ha firmato la revoca dell'ordinanza n. 41 del 13.02.2006,
relativa all'istituzione delle zone di protezione e sorveglianza per
l'influenza aviaria.
E' stato anche deciso di convocare un tavolo
tecnico per discutere la bozza delle linee guida per la vendita degli animali
degli allevamenti rurali.
Della crisi aviaria si è occupata anche la
Commissione europea, che, alla presenza dei ministri dell'agricoltura dei Paesi
membri, ha approvato la proposta che prevede il cofinanziamento
delle misure di sostegno del mercato del settore delle uova e del pollame
mediante fondi del bilancio dell'Unione europea.
La stessa cofinanzierà
il 50 per
cento delle spese di sostegno del mercato connesso al crollo dei consumi
e dei prezzi del pollame e delle uova, lasciando il restante 50 per cento a
carico dei bilanci nazionali.
I regolamenti Cee nn. 2771/75 e 2777/75, disciplinanti le sole misure di
sostegno per la restituzione alle esportazioni, ora sono posti, a seguito di
modificazione, tenuto conto delle gravi turbative del mercato direttamente
legate ad una perdita di fiducia dei consumatori a causa dei rischi per la saluta umana ed animale, come base giuridica anche per le
previste misure eccezionali di sostegno del mercato nel settore delle uova e
del pollame.
Il Dirigente del Settore
Dott.
Pietro Andricciola
Sarra. Al Presidente del Consiglio regionale, all’Ufficio di Presidenza, al responsabile dell’Uoa Riforme istituzionali onorevole Naccarato. Per sapere – premesso che:
a seguito della comunicazione al Consiglio regionale nella seduta del 30 giugno 2006, sono state inviate in data 4 luglio u. s. dalla Segreteria generale, alcune missive in relazione alla costituzione di nuovi gruppi consiliari;
in esse missive si dava comunicazione che l'Ufficio di Presidenza del Consiglio nella seduta del 26 giugno 2006 aveva "preso atto" della costituzione, a far data dal 17 maggio u.s. del gruppo consiliare "Comunisti italiani" composto "solo" dal consigliere ed assessore onorevole Michelangelo Tripodi che assume la Presidenza del gruppo medesimo; della costituzione a far data dal 3 maggio u.s. del gruppo consiliare "Italia dei Valori" composto "solo" dal consigliere onorevole Maurizio Feraudo che assume la Presidenza del gruppo medesimo; della costituzione a far data dal 13 marzo u.s. del gruppo consiliare del Partito democratico meridionale composto dai consiglieri onorevoli Amato, Pirillo, Loiero e che l’onorevole Amato assume la Presidenza del gruppo medesimo,
che l'attuale normativa che disciplina la costituzione dei gruppi consiliari trova la sua principale ragion d'essere nell'esigenza di limitarne l'eccessiva proliferazione e la costituzione dei c.d. monogruppi;
che con l'adozione dell'attuale norma statutaria di riferimento si è inteso sostanzialmente e formalmente porre fine alla costituzione di gruppi consiliari composti da un solo consigliere;
che l'esigenza di rispettare la ratio dell'art. 27 dello Statuto della Regione Calabria e di valutare ai sensi del comma 4 e norme di collegamento se effettivamente sussistano i requisiti per la costituzione dei nuovi gruppi consiliari e la conseguente assegnazione di personale, strutture e contributi iscritti nel bilancio, per gli evidenti risvolti istituzionali e "tecnici", assume nello specifico una peculiare valenza etica oltre che giuridica;
che parimenti debbano essere attentamente valutati eventuali casi di incompatibilità derivanti da contemporanei incarichi istituzionali attualmente ricoperti da coloro che vengono indicati, nelle missive di cui sopra, come Presidenti dei nuovi gruppi consiliari;
che l'incarico di Presidente dei costituendi gruppi consiliari è stato conferito rispettivamente, per i Comunisti italiani all’onorevole Michelangelo Tripodi assessore regionale in carica; per il Partito democratico meridionale all’onorevole Pietro Amato, attuale Presidente della terza Commissione permanente;
che tale incarico determina l'assegnazione di personale, strutture e contributi e quindi il riconoscimento in capo allo stesso soggetto di più strutture speciali e definizione economica di contributi iscritti in bilancio spettanti ad un unico consigliere regionale, nel caso specifico dell’onorevole Tripodi e dell’onorevole Feraudo;
che si ravvisa l'opportunità di valutare a norma di legge eventuali divieti di cumulo di strutture speciali connesse ad incarichi diversi ma facenti capo al medesimo soggetto politico;
che la "riproposizione sostanziale e formale dei c.d. monogruppi" pone l'esigenza di una rivisitazione dell'attuale normativa statutaria al fine di giungere, anche nell'esposizione del dettato normativo ad una completa e non parziale "fedeltà applicativa della ratio dell'art. 27 dello Statuto" -:
se la costituzione dei nuovi gruppi consiliari sia effettivamente conforme alla normativa vigente;
se sussistano i requisiti per l'assegnazione, in capo allo stesso soggetto, di più strutture speciali con relativo personale e contributi iscritti in bilancio;
se sia stata accertata l'inesistenza di eventuali casi di incompatibilità o di semplice "rilevanza negativa istituzionale" a seguito dell'accorpamento in capo allo stesso soggetto dell'incarico di assessore regionale e Presidente di gruppo, di Presidente di Commissione e Presidente di gruppo;
se infine, sia stata valutata con la dovuta attenzione, nella fattispecie, "la riproposizione sostanziale e formale dei c.d. monogruppi" e le conseguenti implicazioni etiche oltre che tecnica e giuridiche e se non si ritenga opportuno in tal senso, operare in primis in sede di interpretazione autentica del disposto normativo per la successiva definizione, in forma propositiva, delle necessarie modifiche da apportare all'attuale normativa statutaria.
(89; 21.07.2006)
Risposta – In ordine alla Sua richiesta meglio
emarginata in oggetto, si significa quanto segue:
1) La fattispecie della costituzione dei gruppi
consiliari è disciplinata dall'art. 27 dello Statuto della Regione Calabria,
approvato con L.R. 19 ottobre 2005, n. 25, e
dall'art. 13 del Regolamento interno del Consiglio, approvato con Deliberazione
del Consiglio regionale n. 5 del 27 maggio 2005.
A norma del comma 1 dell'art. 27 Stat. "i Consiglieri regionali si costituiscono in
gruppi, composti da almeno tre membri, secondo le
norme fissate dal Regolamento del Consiglio". La regola generale vuole,
quindi, che i gruppi presenti in Consiglio siano composti da
almeno tre membri.
Talché, l’onorevole Agazio Loiero, Presidente
della Giunta regionale, ed i colleghi Pietro Rosario Amato e Mario Pirillo hanno avuto buon diritto di costituire il gruppo
del Partito democratico meridionale, istituito nel rispetto dei dettami del
primo comma della norma citata.
L'Ufficio di Presidenza del Consiglio, con
delibera del 26 giugno 2006 n. 21 ne ha conseguentemente preso atto con voto
unanime e, dunque, anche con il consenso dei componenti di minoranza, che
rappresentano la coalizione di cui la S.V. è parte.
2) Alla regola generale sopra indicata, è
tollerata una sola eccezione che si fonda sul principio della rappresentatività
delle forze politiche presenti in Consiglio che siano espressione di partiti o
movimenti politici costituiti in gruppo in uno dei due rami del Parlamento
nazionale, ovvero che rappresentino forze politiche significativamente radicate
nel territorio della Regione.
Ed invero, il secondo comma dell'art. 27 Stat. dispone sul punto che
"i gruppi consiliari possono essere composti da un numero inferiore, solo
nel caso che gli stessi siano espressione di gruppi parlamentari nazionali
ovvero di liste che abbiano raggiunto alle elezioni regionali la soglia del
cinque percento dei voti".
Mi corre l'obbligo di precisare, al riguardo, che
siffatto criterio è osservato negli ordinamenti delle altre Regioni italiane e
si ravvisa analogo precetto persino nei regolamenti di Camera e Senato.
3) La norma statutaria non tollera altre
eccezioni. Tant'è vero che i Consiglieri che non
facciano parte dei gruppi costituiti ai sensi delle regole sopra ricordate
formano un unico gruppo misto (art. 27, comma 3, Stat.).
4) L'art. 13 del Regolamento del Consiglio
riprende pedissequamente il dettato dell'art. 27 Stat..
Al comma 2, dell'art. 13 Reg.
Cons., infatti si legge che
"i Gruppi sono composti da almeno tre membri", ed al comma 3, si
aggiunge che "i Gruppi consiliari possono essere composti da un numero
inferiore, solo nel caso che gli stessi siano espressione di gruppi
parlamentari nazionali ovvero di liste provinciali che abbiano raggiunto alle
elezioni regionali la soglia del cinque per cento dei voti". Ed infine, al
comma 5 si conclude statuendo che "i Consiglieri regionali che non facciano parte dei Gruppi costituiti ai sensi dei commi
precedenti, formano un unico Gruppo misto°".
5) Orbene, per giungere alle
questioni oggetto di interrogazione, sia il partito dei Comunisti
italiani che il partito dell'Italia dei Valori sono costituiti in gruppo in
Parlamento. Talché, è legittima la costituzione dei rispettivi gruppi in
Consiglio regionale ed è altrettanto legittima la presa d'atto anche in questo
caso unanime dell'Ufficio di Presidenza, prodottasi con le delibere nrri. 22 e 23, del 26 giugno 2006.
6) Sulla scorta delle norme statutarie e
regolamentari vigenti, non v’é dunque alcuna possibilità in astratto che si
torni alla costituzione dei cal. "monogruppi"
privi di rappresentatività politica. Tale mortificante pratica, fiorente, per
vero, nella passata legislatura, sino a quanto sarà in carica questa Presidenza
non sarà in alcun modo consentita. Il rispetto delle
norme citate, ne stia ben certo, sarà assoluto. E pertanto, si può pacificamente
osservare che le preoccupazioni che la S.V. paventava nell'interrogazione in
oggetto, come ora ben comprende, sono del tutto destituite
di fondamento.
7) Quanto, infine, alla prospettata duplicazione
di strutture speciali in capo ad un solo Consigliere ed alla necessità che su
questa questione si provveda con legge regionale, innovativa ovvero di
interpretazione autentica, si precisa quanto segue:
Attraverso l'art. 2, della L.r.
3 giugno 2005, n. 12, sul cal. "spoil
system", si è introdotto all'articolo 1 della legge regionale 26 maggio
1997, n. 8, il comma 1 bis, che dispone che, nel caso in cui un Consigliere
ricopra giù di una carica tra quelle di Presidente del Consiglio regionale, di
Presidente della Giunta, di Assessore regionale, di membro dell'Ufficio di
Presidenza del Consiglio, di Presidente di Commissione, di Presidente della
Commissione per il Piano, di Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti o
di Presidente di Gruppo consiliare, ovvero di altre cariche a esse equiparate, allo stesso è attribuita una sola struttura
speciale.
La duplicazione di strutture in capo ad un unico
soggetto, purtroppo per le finanze della Regione e del Consiglio regionale, è
regolarmente avvenuta nella passata legislatura. In questa legislatura, anche
grazie alla legge citata, non potrà più accadere.
Per completezza si riporta una breve rassegna
della legislazione di altre Regioni italiane da cui si evince la sussistenza di
regole analoghe a quelle calabresi in ordine alla costituzione dei gruppi
consiliari:
1) art. 9, comma 2 e 3,
del Regolamento interno del Consiglio regionale dell'Umbria;
2) art. 16 del Regolamento interno del Consiglio
regionale delle Marche;
3) art. 6, comma 2,
del Regolamento interno del Consiglio regionale della Puglia;
4) art. 13, comma 1, 2 e 2 bis, del Regolamento
interno del Consiglio regionale del Piemonte;
5) art. 19, comma 1, del Regolamento interno del
Consiglio regionale della Lombardia;
6) art. 9, comma 3,
del Regolamento interno del Consiglio regionale del Veneto;
7) art. 11, comma 2,
del Regolamento interno del Consiglio regionale dell'Emilia Romagna;
8) art. 11, comma 1, del Regolamento interno del
Consiglio regionale della Liguria;
9) art. 16, comma 1, del Regolamento interno del
Consiglio regionale della Valle d'Aosta;
10) art. 12 del Regolamento interno del Consiglio
regionale della Toscana;
11) art 13, comma 1 e 2, del Regolamento interno
del Consiglio regionale della Basilicata;
12) art. 24, comma 4,
del Regolamento interno del Consiglio regionale dell'Abruzzo;
13) art. 16, comma 1, del Regolamento interno del
Consiglio regionale del Molise.
Il Presidente
Giuseppe Bova
Art. 1
1. Si ratifica il Patto d'amicizia tra la Calabria ed il West Virginia, stipulato a Reggio Calabria il 29 aprile 2006.(Allegato A)
Art. 2
1. Piena ed intera esecuzione è data al patto di cui all'articolo 1 a decorrere dalla data della sua entrata in vigore in conformità a quanto disposto dall'accordo stesso.
Art. 3
1. Agli oneri derivanti dalla presente legge, quantificati per l'esercizio finanziario 2006 in euro 100.000,00, si provvede con la disponibilità esistente all'UPB 8.1.01.01 - capitolo 7001101 - inerente a «Fondo occorrente per far fronte agli oneri derivanti da provvedimenti legislativi che si perfezioneranno dopo l'approvazione del bilancio, recanti spese di parte corrente» dello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno 2006, che viene ridotta del medesimo importo.
2. La predetta disponibilità di bilancio è utilizzata nell'esercizio in corso, ponendone la competenza della spesa a carico dell'UPB 5.2.01.05 che si istituisce nello stato di previsione della spesa per l'esercizio 2006 con la denominazione "Attività di cooperazione nazionale e internazionale in materia socio-culturale" e con lo stanziamento, in termini di competenza e di cassa, di euro 100.000,00.
3. Per gli anni successivi la corrispondente spesa, cui si fa fronte con le entrate proprie della Regione, sarà determinata in ciascun esercizio finanziario con la legge di approvazione del bilancio della Regione e con la collegata legge finanziaria inerente allo stesso esercizio.
4. La Giunta regionale è autorizzata ad apportare le necessarie modifiche ed integrazioni al documento tecnico di cui all'art. 10 della legge regionale 4 febbraio 2002, n.8.
5. Le risorse in argomento sono annualmente trasferite al bilancio del Consiglio Regionale a cura del Dipartimento competente, con apposito atto di impegno e liquidazione a carico del pertinente capitolo di spesa 5.2.01.05.01, appositamente istituito con le procedure previste dal precedente comma 4.
Art. 4
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione Calabria.
Il giorno 29 aprile 2006, in Reggio Calabria, presso Palazzo Tommaso Campanella, sede del Consiglio regionale della Calabria, tra:
il Consiglio regionale della Calabria, in persona del Presidente i n carica On.le Giuseppe Bova;
• e lo Stato del West Virginia (U.S.A.), in persona del Governatore in carica Mr. Joe Manchin III;
Premesso che:
tra le suddette parti sono state da tempo avviate significative relazioni istituzionali legate a comuni tematiche di particolare interesse sociale e culturale e, tra queste, un ruolo centrale assume l'approfondimento, la riscoperta e la valorizzazione della storia dei numerosissimi cittadini calabresi che nel corso del secolo scorso emigrarono in West Virginia i n cerca di lavoro;
le straordinarie vicende che hanno caratterizzato l'emigrazione calabrese hanno contribuito a radicare una profonda amicizia, un'umana solidarietà e vicinanza, che lega a tutt'oggi indissolubilmente la Calabria al West Virginia;
il Governatore Joe Manchin III, al riguardo, ha contribuito in modo determinante a riscoprire e diffondere nella più vasta comunità americana ed internazionale la storia della comunità calabrese in West Virginia. Una storia ricca di significative affermazioni e successi, ma caratterizzata, al contempo, da tragici eventi. Tra questi, il più grave è certamente rappresentato dall'incidente avvenuto nelle miniere di Monongah il 6 dicembre 1907, a seguito del quale numerosissimi operai calabresi emigrati persero la vita;
tale drammatico accadimento, anche grazie all'opera meritoria del Governatore, è stato ricordato e significativamente celebrato per la prima volta a New York il 15 novembre del 2003, alla presenza del Presidente della Repubblica italiana Carlo Azeglio Ciampi;
inoltre, lo stesso Governatore Joe Manchin, nell'anno 2005, ha decretato il gemellaggio tra lo Stato del West Virginia e la Calabria, stabilendo il legame di "Sister Cities" tra i due Stati;
il Consiglio regionale della Calabria, nell'ottobre dell'anno 2005, per l'importante opera di recupero della memoria e della storia dell'emigrazione calabrese negli U.S.A., per l'amicizia e la comunanza di valori ideali che legano il Governatore Joe Manchin III alla Calabria
tutta, gli conferiva, nel corso della celebrazione dei Columbus Day a New York il Premio Calabresi Illustri 2005;
in tale circostanza, il Vice Presidente del Consiglio regionale della Calabria, il compianto On.le Franco Fortugno, che nell'occasione capeggiava la delegazione calabrese, stringeva significative intese con il Governatore Machin III, che ora si formalizzano attraverso la stipula del presente protocollo;
Considerato altresì che:
- la Regione Calabria, ai sensi dell'art. 2, comma II, lett. Q), dello Statuto regionale, ispira la sua azione al raggiungimento dell'obiettivo di rafforzare il legame con i calabresi emigrati nel mondo;
P.Q.M.
II Consiglio regionale della Calabria e lo Stato del West Virginia, come sopra rappresentati, nella profonda convinzione che il rafforzamento del dialogo e la comune difesa dei valori della pace e della democrazia, favoriscano la crescita e la prosperità delle rispettive comunità,
si impegnano
1) a ricordare le straordinarie vicende legate all'emigrazione ed a commemorare il 6 dicembre di ogni anno, ciascuno nel proprio ambito istituzionale e lo attraverso l'avvio di iniziative comuni, l'incidente minerario di Monongah, perché il ricordo dell'evento più grave verificatosi nelle miniere statunitensi non vada mai perduto;
2) le parti si impegnano, altresì, ad intensificare le reciproche relazioni istituzionali e ad operare, anche stimolando il proprio sistema scolastico ed universitario, per favorire ed accrescere gli scambi culturali tra la Calabria ed il West Virginia, e per promuovere lo studio della lingua e della cultura italiana e statunitense;
3) le parti si impegnano, infine, a favorire relazioni, incontri ed occasioni di studio inter-istituzionale, volti a comparare le rispettive architetture costituzionali, il sistema legislativo e quello amministrativo dei due Paesi;
4) il Consiglio regionale della Calabria, ai sensi degli art. 3, comma 5, e art. 16, comma 2, lett. O), dello Statuto regionale, si impegna a ratificare solennemente con legge regionale il presente accordo.
Il Governatore del West Virginia Il Presidente del Consiglio regionale