VIII legislatura
13.
Seduta di martedì 13 dicembre 2005
Luigi FEDELE, Segretario
questore
Legge il verbale della seduta
precedente.
(E’ approvato)
Legge le comunicazioni.
(Sono riportate in allegato)
Verificata la
mancanza di numero legale come da Regolamento aggiorno la seduta di un’ora.
Si riprenderà alle 11,55 in punto.
PRESIDENTE
Sono le
12,03, riprendiamo la seduta.
Prego i consiglieri di evitare
in aula l’uso dei telefonini.
All’ordine del giorno c’è un
solo punto che riguarda il dibattito sulla situazione politica regionale su cui
abbiamo convocato questa seduta straordinaria. Alla luce del Regolamento e a seguito
di un confronto che prevalentemente si è sviluppato sugli organi di stampa, sulla base di una richiesta formale fatta dai consiglieri
della minoranza questa Presidenza ha ritenuto opportuna e necessaria una
discussione su questo punto all’ordine del giorno.
I colleghi conoscono bene i
termini del Regolamento che consente di concludere in
una sola seduta un dibattito così impegnativo.
Ricordo a tutti i tempi della
discussione che sono di 15 minuti per l’introduzione, mentre sono di 10 minuti
per gli interventi.
Su questa base prego i colleghi di prendere posto. Iniziamo la discussione chiamando il Presidente della Giunta, onorevole Loiero, a svolgere la sua relazione.
Grazie, Presidente, come ho già detto altre volte, per me riferire in Consiglio non è una cosa che mi pesa, anzi è importante confrontarsi. L’ho sempre detto e fatto e continuerò a farlo anche se la richiesta della opposizione – lo voglio dire in apertura – può presentare alcune connotazioni di strumentalità.
Lo capisco, è nel gioco della politica e mi va bene così.
Comunque, voglio registrare una forma un po’ atipica di questa chiamata in Consiglio. Sappiamo come è maturata questa decisione della opposizione, non me ne meraviglio, ma voglio registrare – ripeto – questo elemento fortemente atipico, anche se questa è una esperienza che ho fatto in passato e continuerò a fare perché mi arricchisce e non dico tutto questo come un dato formale.
Parlare insieme a voi, avere un riscontro sulle cose che dico, anche magari in un’Aula abbastanza distratta o dove tutti parlano per contro proprio, è un elemento importante del nostro confronto.
Penso addirittura che un Presidente di una regione difficile come la nostra abbia un ruolo delicatissimo, per cui tutti gli apporti – da dovunque provengano – sono graditi. Come è noto governare questa regione, la nostra regione non dà certezze di nulla.
Ci sono problemi, dubbi, talvolta addirittura sgomenti e sempre c’è in chi governa sempre una profonda solitudine. Spesso, ancorché confortati magari da un parere di Giunta, di colleghi, stimolati dagli incitamenti del Consiglio, alla fine ci si trova sempre soli a decidere di mettere una firma.
Dico tutto questo perché credo che proprio la solitudine sia connaturata all’uomo politico, sia quando fa la politica che quando non la fa più. C’è una massima di un Presidente americano che mi permetto di ricordare a quest’Aula e che dice più o meno così “Nessun uomo è più solo di quando fa politica, ma nessuna solitudine è più grande di quando la politica non la fa più”.
Ora io naturalmente, fatte le dovute proporzioni, dico no all’eccesso di strumentalità perché, vedete, indebolire il governo è sempre stato il sogno della opposizione. Sotto questo aspetto l’ho fatto anche io, ho tentato spesso di indebolire il governo in carica quando era contrario alla mia coalizione e l’ho subito nel periodo in cui io stesso sono stato al Governo.
Attenzione, però, pur nella dialettica dello scontro il governo appartiene per una parte anche alla opposizione. In Italia, dove c’è una democrazia giovane e così piena di conflitti che è un pochino l’eredità di una storia millenaria, si fa fatica a riconoscere questa condizione istituzionale.
Se voi vedete nelle democrazie più consolidate della nostra e pensiamo all’Inghilterra o all’America, in quei tipi di democrazia di così lunga e forte tradizione capita che usciti fuori dalla campagna elettorale che magari è stata ruggente, poi il Presidente del Consiglio viene riconosciuto da tutto il Paese.
Ho fatto riferimento ai governi di Blair o di Bush, che però non sono rapportabili ad una regione come la nostra però il metodo, lo strumento, il criterio istituzionale è identico.
Se voi ricordate, Bush nel primo mandato decise la guerra. Ed ormai anche in America ci sono pareri totalmente discordi su quel dichiarare la guerra in quelle condizioni che hanno portato ancora oggi alla difficoltà di uscirne. Eppure, io vi ricordo che Bush il primo conferimento dell’incarico lo ebbe da un altro potere, non dal corpo elettorale ma dalla magistratura che è un altro potere rispetto a quello legislativo della politica. Eppure Bush ha rappresentato tutta l’America.
Perché ho detto questo? Lo dico perché così dovrebbe essere in Italia. Il Presidente del Consiglio una volta eletto per quanto possa essere o risultato antipatico rappresenta sempre l’intero Paese e a maggior ragione questo avviene con un Presidente di Regione, specie di una regione come la Calabria dove l’unità è rappresentata prevalentemente da bisogni comuni.
Ho detto tutte queste cose per dire che in fondo la nostra situazione è così delicata che io stesso – lo confesso a tutti qua e forse questo discorso di oggi mi prende un po’ anche sul piano emotivo e lo voglio dire quasi confessandomi – non so quali sbocchi avrà questa legislatura che abbiamo cominciato insieme.
Sapete perché ve lo dico? Fateci caso, colleghi. La competizione elettorale ha dato – questo è un concetto che ho già espresso qui e che ripeto – un esito sorprendente. Neanche io che pure ero un grande ottimista, mi sarei aspettato quel distacco.
Questo ora ha una conseguenza. Nella società calabrese ciò ha creato un senso di attesa, di fiducia, di speranza. C’è l’idea oggi molto diffusa tra noi – lo sappiamo di qua ma lo sapete anche di là – che o si risolvono dei problemi in questa legislatura o mai più perché oggi le condizioni sono ideali.
Questo rovello assilla me ma anche la Giunta, la maggioranza, ma credo che assilli anche la minoranza. Un altro fallimento sarebbe imperdonabile, non per la maggioranza ma per la politica tutta nel suo insieme.
Alla luce di queste realtà io vi pongo una domanda e lo faccio davvero una volta sola. Ma c’è qualcuno in quest’Aula che pensa che se non arrivassero i risultati sperati io possa restare qui per l’eternità?
Non ve lo dico perché chi mi conosce sa che non avverrebbe questo. Ma non è una minaccia che faccio, intendiamoci, ma ve lo voglio dire con franchezza estrema. Ma perché dovrei restare? Per godere semplicemente del potere di fare le nomine?
Io sono arrivato – scusate questo accenno autobiografico – in quest’Aula mosso da una grande passione politica e lo dico a tutti, mosso da un grande orgoglio identitario di appartenenza a questo territorio.
A me non andava di vedere una regione che era sempre ultima in tutte le graduatorie. Pensate che mi sono dimesso dal Parlamento dopo 5 giorni e qualcuno ha detto per uno sforzo, per una condizione di grandissima generosità. Può essere che ci sia stato anche questo elemento per favorire dei processi, ma l’ho fatto dopo 5 giorni, magari anche restando qualche mese in più in Parlamento potevo difendere la mia regione.
Me ne sono andato e l’ho fatto perché ho pensato che questo per la Calabria dovesse essere un impegno di dedizione assoluta che si fa anche con i gesti simbolici: per questo mi sono dimesso dopo cinque giorni.
Detto questo, però so perfettamente che la politica si fa misurando le forze in campo, ragionando su realistiche possibilità di vittoria e di sconfitta.
Punto insieme alla coalizione a vincere, ma so bene che potrei perdere. Altro che potere, ma quale potere come qualcuno ha detto e ripetuto anche dalla parte mia!
Questa non è la regione del potere ma dei problemi irrisolti, dei rischi, delle emergenze. La regione delle proteste, dei conflitti. Tutti i conflitti hanno un fondo di ragione.
La situazione sociale – è inutile che qui lo dica a voi che la conoscete più di me per essere stati più a lungo in quest’Aula – è pesante ed è molta l’incertezza dell’avvenire, ampia la precarietà di interi settori del mondo del lavoro che sono gli aspetti più dolenti della nostra convivenza perché ogni giorno, voi come me impattate con questo disagio: forestali, Lsu, Lpu, interinali e via di questo passo. In Italia e specie in Calabria si attua però spesso una logica strana nella rappresentazione del lavoro e anche questo lo voglio dire. I diritti sono legati al fatto che si appartiene ad una categoria, non al fatto di essere cittadini calabresi.
Ma quelli privi di tutela e di rappresentanza che sono la maggioranza chi li rappresenta in Calabria? C’è qualcosa di rituale, di artefatto nella rappresentanza dei bisogni e c’è anche qualcosa di gratuitamente violento in certi gesti plateali.
Quando l’occupazione della sede regionale diventa routine, quando sotto forma di rabbia sociale spesso si nasconde anche talvolta un po’ anarchia in più, allora si alimenta quell’archetipo calabrese che tanti danni ci ha fatto in tutti questi anni di esperienza regionale.
Faccio anche qui una parentesi veloce. Sono stato criticato anche dalla mia parte politica di frequentare troppo spesso i talk show. Su questo vorrei essere chiaro.
Il più grande investimento produttivo è quello da fare sulla immagine. Se la Regione diventa più credibile perché diventa più credibile il suo Presidente, la Giunta, l’intero Consiglio, è più facile investire da noi.
Guardate, al di là, al netto dei problemi della sicurezza, questo è l’elemento cardine del nostro fare politica in Calabria.
Tornando alla rabbia sociale talvolta c’è qualcosa di più, qualcosa che rende più ingiusta una ingiustizia.
Spesso, infatti, come accennavo prima, la stessa difesa di un diritto legittimo ne comprime altri di più esposti, meno tutelati, più indifesi, privi di rappresentanza. Non si forma solo così l’archetipo calabrese di cui parlavo, ma si ottiene un risultato pratico non conveniente né per noi né per voi.
Il risultato sapete qual è? Che non c’è più una risorsa nel bilancio regionale utilizzabile a fini produttivi. Quali le conseguenze? Non poter offrire lavoro vero e quando dico lavoro dico quello produttivo che duri nel tempo e che permetta ai nostri giovani di non partire e che consenta ai nostri giovani che sono costretti a restare a non degradarsi nel lavoro precario. Perché così si crea un esercito di schiavi della modernità che esistono in una forma particolare solo in Calabria. Per questa via si creano dolorose condizioni e situazioni che durano per sempre, che si cronicizzano.
Guardate alla struttura della famiglia in Calabria o ad alcune condizioni che sono così ricorrenti nelle famiglie calabresi e pensate che anche l’allungamento della vita sta dando qualche sollievo a noi calabresi. Perché? Perché resistono gli ammortizzatori sociali, i nonni muoiono più lentamente così come più lentamente muoiono i padri.
Quando questi non ci saranno più, guardiamoci intorno sarà un deserto, sarà un dramma. Guardate, io dico una cosa grave me ne rendo conto, ma guardate in Calabria i consigli comunali che si sciolgono, si sciolgono perché il Governo nazionale decide di scioglierli per mafia, ma anche sotto questo aspetto nella politica c’è chi cerca una forma di sostentamento.
Ci sono Consigli comunali che dovrebbero essere già sciolti per come va la politica lì dentro e non si possono sciogliere e tutti quanti sappiamo senza dircelo perché non avviene tutto questo. E’ chiaro che questo offre l’idea, l’immagine di una democrazia sospesa, inadeguata.
Io ho fatto questo lungo prologo e non voglio farla lunga. Ma a me sembrava necessario esporre, come si fa in queste occasioni, l’elenco delle cose - magari un po’ burocratico – avviate a soluzione in questi sei mesi di lavoro, e ringrazio uno per uno gli assessori, i consiglieri di maggioranza e di minoranza per lo stimolo che hanno dato.
Farò un elenco analitico dell’impegno sostenuto perché così si fa in queste occasioni e lo sottoporrò al vostro giudizio, al vostro ma anche al nostro.
Sono certo che sul piano della qualità degli interventi operati si poteva fare molto meglio e con altrettanta sicurezza vi dico che sul piano della quantità delle cose fatte, credetemi, non si poteva fare di più.
Io comincerò dal tema più scabroso, elencherò non le piccolissime cose di cui non ci dobbiamo curare nessuno.
Comincerò dal tema più scabroso, quello che ci ha diviso di più fin dall’inizio anche se ingiustamente più scabroso e mi riferisco allo spoils system che ha creato mugugni a non finire e anche attacchi ingenerosissimi. Voglio però ricordare che sono state azzerate nomine fatte dal centro-destra negli ultimi scampoli della legislatura, talune sono state fatte a marzo e alcune ad aprile. Abbiamo votato il 4 aprile, nomine fatte il 3 aprile. E destinate a durare per gran parte o per tutta la legislatura.
Tutti i ricorsi – ve lo voglio ricordare – per sospensiva al Tar sono stati da noi vinti tranne due che riguardano Fincalabra per i quali la Regione ha proposto appello. Sapete come siamo riusciti a vincere visto che non è stata una cosa difficile vincere? Abbiamo allegato alla memoria di difesa, sempre, la relazione della Corte dei conti.
C’è bastato quello per vincere e non c’è mai stato bisogno di una grande memoria.
A me sembra quella una norma giusta di tutela per tutti e sarà usata, secondo me, da ogni maggioranza. Trovo semplicemente assurdo, lo dico, che in articulo mortis si possa fare una nomina, si possa a tutti i costi mandare una persona a dirigere un ente che poi deve governare, per una persona che neanche c’è e neanche si candida. E’ giusto tutto questo? Io lo chiedo a voi soprattutto.
Abbiamo fatto – anche qui lo voglio dire velocemente – quella Conferenza dei Presidenti delle Regioni sul federalismo fiscale in Calabria, noto come “accordo di Santa Trada”. Voglio ricordare che ormai passa in Italia come accordo di Santa Trada e le prime volte veniva chiamato solo come Santa Trada e tra parentesi mettevano Reggio Calabria per dire dove si trovava questa zona perché non si sapeva, naturalmente, dove si trovasse Santa Trada.
Ma anche quello è stato un elemento importantissimo.
Ripeto che non vi voglio dire cosa è avvenuto con quell’accordo, ma lo voglio ricordare perché anche qui c’è stata una polemica. Quel federalismo fiscale che abbiamo cercato di stabilire, ma adesso c’è un articolo, il numero 226 introdotto al Senato dalla finanziaria, che di fatto non ne terrebbe conto.
Non so alla fine come andrà a finire perché anche il Governo deve fare i conti con noi, ma non solo con noi, con tutti perché noi abbiamo fatto, voglio dire, un accordo che è stato di portata storica e io lo so. Ricordo che ero ministro delle Regioni e si faceva una fatica del diavolo a fare l’accordo.
Forse la Fata Morgana ci ha aiutato moltissimo, ma voglio dire che mentre quell’accordo l’abbiamo siglato e reso storico è successo che in questi giorni che c’è stato lo sciopero della stampa.
E’ uscito solo il “Giornale” e lì - mi è capitato di peggio nella vita, ma mi è capitato anche questo – mi è capitato di dover leggere, proprio perché non c’erano quotidiani, una intervista del ministro Calderoli che è un personaggio davvero ineffabile.
Calderoli ha detto – ve lo voglio mostrare – “noi facciamo una quattro giorni a Pontida per scrivere il manifesto del federalismo fiscale”. Cioè, lo scrivono loro e questo è quello che ho sempre temuto e che abbiamo sempre temuto noi che guardavamo nelle cose della Lega. Lo fanno loro.
Fra le altre cose, ad una domanda del giornalista del tenore “c’è chi dice che il federalismo fiscale penalizzerà le regioni meno ricche” Calderoli risponde “è un rischio che non esiste. E’ chiaro che si stabiliranno dei livelli di servizi minimi” e poi c’è l’articolo ecc..
Quindi, lui ritorna a chiamarli “servizi minimi”, per i quali noi e voi, anche la rappresentanza meridionale vostra si è battuta in Parlamento: sono ritornati ad essere servizi minimi e non essenziali.
Questo è allora un problema serio serio, non un problema per noi ma più per voi.
Vado avanti. Su Cerzeto non mi ci soffermo. Noi avremo la ricostruzione in 18 mesi, se non saranno 18 saranno 20 ma non saranno 36 mesi.
Noi abbiamo premuto molto, c’è stato un Governo disponibile nella figura di Letta e di Bertolaso. Ma state tranquilli che quello che abbiamo visto in campagna elettorale (che era un dramma antropologico e simbolico di questa regione dove c’è un territorio che degrada e che se ne va a valle), sarà risolto sicuro.
Sede degli uffici. Anche qui è stata istituita un’apposita commissione. E’ stato uno dei primi atti che è stato compiuto e per questo ringrazio gli assessori che vi hanno preso parte prima Lo Moro, Tripodi, Incarnato, Donnici, seguiti dopo da Adamo che se ne è occupato.
Noi abbiamo fatto in 15 giorni una cosa. Abbiamo deciso la costruzione della sede degli uffici a Germaneto, siamo usciti dalla città e voglio ringraziare anche il comune di Catanzaro e non guardo mai al colore politico ma a chi ci ha aiutato in questo.
Ora siamo a questo punto, cioè nei primi giorni del 2006 si perverrà ad un’aggiudicazione della gara di appalto fatta in tempi rapidissimi utilizzando 60 milioni di euro che ormai tutti davano per persi.
Non voglio qui ricordare al Consiglio - perché molti di voi erano presenti anche nella passata legislatura – il groviglio giuridico e giudiziario da cui stiamo tentando di uscire. Credetemi, non è stato semplice e le resistenze sono state fortissime.
Negli ultimi tempi, specie quando si è capito che si andava da un’altra parte, è cominciata una battaglia terribile.
Ma noi siamo andati avanti e siamo convinti che in questa sede dopo le mille promesse che sono cominciate dal 1970 ai giorni nostri questo Consiglio quando verrà a trovarci ci troverà là prima della fine della legislatura.
Il 31 dicembre – scusatemi sempre per questo aspetto burocratico che vi offro, che non è neanche nelle mie corde per la verità, ma vi devo dire alcune cose – 2005 saranno conferite le materie che la legge 34/2002, che avete fatto voi, assegnava alle province, entro il 30 giugno 2006 quelle di pertinenza dei comuni.
Contemporaneamente, l’ente Regione subirà un processo di trasformazione da ente di gestione ad ente di programmazione e controllo col conseguente snellimento della macchina burocratica di cui sempre tutti parliamo, magari in campagna elettorale e di cui forse ci dimentichiamo.
Ora io penso che i calabresi non ci credono ancora. Se mi chiedete se ci sono resistenze in Giunta a liberarsi di deleghe e di funzioni, vi dico con estrema franchezza che ce ne sono state molto meno di quanto si potesse immaginare.
Lo dico non come un merito, ma dico che è avvenuto così perché così doveva avvenire. Poi, con la stipula di un apposito protocollo di intesa per lo sviluppo e l’occupazione in Calabria è stata attivata la concertazione con i sindacati e sono stati previsti meccanismi di raffreddamento dei conflitti ed è stato individuato un referente della Giunta per i rapporti col sindacato.
Anche qui voglio essere molto franco perché se un discorso di questo genere per come è avvenuto oggi in Aula non ci permette di essere franchi, è la fine.
Penso che il rapporto con il sindacato malgrado gli impegni che abbiamo sempre stabilito, reiterato è un rapporto complesso in Calabria. La rappresentanza di interessi deboli autorizza più scontri che intese.
Devo dire che alcuni passaggi negli ultimi tempi addirittura non li abbiamo neanche capiti a livello di Giunta, ma c’è uno sforzo molto forte a comprenderci vicendevolmente, convinti però che pur facendo mestieri diversi, se non si va d’accordo sul fondale del sociale è la fine per una regione come la nostra.
E’ stato accelerato il processo di spesa delle risorse comunitarie disponendo il pagamento della prima tranche a favore degli enti, Pit, Gal, Agenzie di sviluppo e singole imprese.
Per la realizzazione degli interventi ammessi a finanziamento nell’ambito del programma regionale di azioni innovative che prevede un investimento di complessivi 3 milioni di euro.
Sono in corso iniziative per lo sviluppo dell’area di Gioia Tauro entro l’anno, a breve sarà attivato il collegamento ferroviario, entro il 31 dicembre l’impegno che abbiamo sottoscritto e ricordo che il 31 dicembre è fra due settimane.
Poi abbiamo reiterato più incontri con l’Anas e sappiamo perfettamente che gli impegni ci sono stati e non so se è in grado l’Anas di mantenerli. Mi diceva entrando l’assessore Principe : perché non chiediamo l’abolizione dell’Anas addirittura, perché non ce ne occupiamo direttamente, è una iperbole. Ma forse non saremmo lontani dalla realtà.
E’ in via di definizione un piano di stabilizzazione dei lavoratori Lsu e Lpu che ho già firmato col sottosegretario Viespoli e anche qui ringrazio il Governo e Viespoli in particolare per la disponibilità. Ce n’è un altro che stiamo guardando collateralmente col sottosegretario Letta.
E’ stata istituita la cabina di regia che coordina gli interventi della programmazione negoziata che prima, come ricordate, andavano ognuno per fatti propri.
Abbiamo ottenuto dalla Conferenza dei Presidenti il coordinamento nazionale degli assessori all’ambiente, alla protezione civile nonché al demanio.
E’ stata istituita presso la delegazione di Roma un’apposita struttura di cui abbiamo parlato e che si occupa dei rapporti Stato-Regione.
La Calabria è stata in passato spessissimo assente da tutti i tavoli. Oggi la Calabria c’è da protagonista e ve lo voglio dire. Secondo me molti dei consiglieri dovrebbero essere coinvolti nella sede romana e ne ho parlato con gli assessori e ne riparlerò ancora.
Non vi dico della costituzione di parte civile perché voglio andare velocemente alla fine.
Sono stati istituiti presso il dipartimento dei trasporti due commissioni che stanno procedendo al censimento dei beni immobili della Regione. Non esiste nulla sotto questo aspetto e siamo all’anno zero e di questa commissione fanno parte funzionari della Guardia di Finanza, della Corte dei conti, sono stati aboliti i ticket.
Discutibile quanto volete ma l’abbiamo fatto grazie ad un protocollo di intesa firmato con la Sorical e l’Ato numero 5. Contiamo entro maggio di dare l’acqua a Reggio Calabria, problema antichissimo che io ricordi e che speriamo di risolvere come siamo convinti di risolvere.
Analoghe iniziative sono in corso per sbloccare i lavori della diga dell’Esaro che interessa l’hinterland di Cosenza.
Sarà realizzata una casa dello studente da parte dell’Inail ed è stato rivisto il protocollo di intesa per con l’Università Magna Grecia per la realizzazione del Polo oncologico e per il trasferimento del policlinico nella nuova sede, che la vecchia Giunta – qui lo voglio dire perché è così – aveva frettolosamente firmato a novembre del 2004, ma che non aveva mai messo in funzione.
E’ stato firmato il protocollo di intesa tra Regione e Province ed è già pronta la bozza delle linee guida della legge urbanistica. Anche di questo ringrazio l’assessore Tripodi.
E’ stato nominato il nuovo segretario generale della fondazione Calabria etica. Quest’ente era stato costituito con una dotazione di 5 miliardi di lire, ma mai fatto funzionare, in una regione come la nostra dove la povertà aumenta a dismisura e tocca un calabrese su quattro.
In Calabria etica ogni componente ha dovuto rinunciare al più piccolo degli emolumenti. Abbiamo nominato un medico che da sempre si dedica ad attività di volontariato e la fondazione sarà articolata per provincia.
Abbiamo partecipato come Regione Calabria al summit dei premi Nobel per la pace. Ho avuto un po’ di emozione a vedere il logo della Calabria accanto a quello di Gorbaciov e accanto a quello del comune di Roma.
Abbiamo fatto venire - non per spettacolarizzazione – Kerry Kennedy in Calabria perché pensiamo che chi si batte per il diritto alla pace, all’uguaglianza in questo territorio deve trovare porte spalancate.
Approfitto per ringraziarla qui, solennemente, da quest’Aula anche a nome di tutti, come ho già fatto.
Abbiamo fatto uno sforzo enorme con 55 milioni di euro e abbiamo messo in pagamento le ultime tre mensilità per i forestali. Contemporaneamente, è in corso un importante processo di riconversione, che sarà difficilissimo, ma che noi vogliamo portare fino in fondo, a fini produttivi certamente delle maestranze, attinge da fondi Por e coinvolge il Vicepresidente che ha delega alle attività produttive e l’assessore all’agricoltura e all’ambiente.
Salto qualcosa perché mi sto dilungando. Ma qui vengo ad un dato un po’ dolente.
Abbiamo commissariato tutte le Asl e si è scoperto che quasi tutte avevano debiti occultati nel bilancio. Sono stati perciò revocati i vecchi direttori generali e di recente abbiamo nominato i nuovi. Il debito non sappiamo quant’è, più o meno intorno a 50 milioni di debito occultato.
Ora io vi chiedo una cosa. E se noi per effetto di quello che è successo, dovessimo uscire dal patto di stabilità o dovessimo avere un problema enorme? Perché, sapete, queste maglie si stanno restringendo per l’andamento dell’economia e non dipende neanche dal tipo di governo che governa il nostro Paese. Può dipendere da un andazzo dell’economia che è drammatico.
Ora io dico: come si può difendere una Regione che trova magari un dirigente infedele che occulta nelle pieghe del bilancio il debito perché te lo porta a pareggio per non essere messo via e poi troviamo debiti occultati? Questo è un problema che prima o poi approderà in maniera formale in questo Consiglio.
Quindi, vorrei che di questo ne parlasse un pochino di più l’assessore alla sanità ma nella scelta dei manager abbiamo usato criteri nuovi. Magari discutibili, ma nuovi. Nessuno dei vecchi manager del centro-destra calabrese, nessun commissario, abbiamo persino mandato via quelli che avevamo nominato noi, i nostri.
Abbiamo privilegiato processi di aziendalizzazione perché ormai le Asl sono aziende. Quindi troverete professori di economia aziendale che insegnano a Roma e a Venezia.
Ci sono stati molti malintesi. Io qui non voglio eludere questo nodo, ci sono stati malintesi fuori dalla Giunta e qualcuno persino dentro la Giunta.
Ora lasciamo stare il fuori Giunta che ha un valore, ma in alcuni passaggi così delicati è di testimonianza. Sapere, cioè, che qualcuno è contro, è anche questo un arricchimento per il Presidente e per una Giunta e non ne faccio alcun cenno. Ma con chi è dentro la Giunta – qui lo voglio dire a voce alta in questa confessione odierna – io sono molto aperto al confronto.
Qualcuno non mi conosce, ma io ho cambiato in Giunta più di una volta quando una tesi mi è sembrata più valida della mia e lo possono testimoniare gli assessori. Ma una volta assunta una decisione, non si torna indietro né accetto che su temi delicati si rimugini sulla stampa fino a lacerare le compattezza della coalizione.
Non appartengo a quella schiera di Presidenti che pensa che la Giunta sia semplicemente un organo di consulenza e lo pensano in parecchi specie nel nord.
Tra noi si ragiona, talvolta ci si accapiglia, ma non accetto che ci si contrapponga troppe volte con l’esecutivo di cui si fa parte.
Se il contrasto avviene troppo di frequente, significa che è in dubbio una comune visione, il senso del cammino da compiere.
In questo o il Presidente o l’assessore deve prendere atto di un fatto di questo genere. Certo, le conseguenze sono diverse a seconda che ne prenda atto il Presidente o l’assessore.
In conclusione, in un settore così delicato, e sotto i riflettori della magistratura che emanano una luce più intensa dopo la morte del povero Franco Fortugno, abbiamo inteso compiere una scelta radicale. Le reazioni lo dimostrano e forse non abbiamo sbagliato. Questo ha creato anche per me lacerazioni profonde e probabilmente incomponibili, perché mi rendo conto che molto spesso quando si fanno certe scelte, queste possono apparire radicali rispetto ad una consuetudine, ad una tradizione. E le polemiche, certo, è difficile bloccarle.
Vado decisamente alla fine e tutte queste cose, anzi, le dico per titoli e voglio proprio finire perché ho preso più tempo. Avevo detto al Presidente che avrei parlato molto meno.
Voglio dire solo che su iniziativa dell’assessore Principe è stata istituita la “Consulta regionale per la ricerca e l’innovazione tecnologica” ed elaborata la proposta di programma quadro per la realizzazione dei distretti tecnologici della logistica e dei beni culturali.
Si è avviata la nuova programmazione comunitaria con l’elaborazione del documento strategico regionale.
Sono stati avviati i progetti Interreg.
Si è profondamente inciso sui collaudi nel settore turistico per una migliore trasparenza nelle procedure e qui ringrazio anche l’assessore Donnici.
Si è ottenuto dal Cipe lo sblocco delle procedure per l’attivazione di 600 milioni di euro relativi alle delibere Cipe 17 e 20 con la firma degli accordi di programma quadro. E’ stata necessaria la rimodulazione e l’accelerazione della spesa del Por Calabria per evitare il disimpegno automatico di 740 milioni di euro.
Noi abbiamo fiducia di non perder nulla. Se perdiamo, possiamo perdere 10-20-30 milioni, non di più, e su questo abbiamo fatto anche salti mortali.
Ultima cosa - e chiudo davvero –: il 23 novembre del 2005 è stato firmato un atto aggiuntivo all’intesa generale quadro tra Regione e Governo che istituisce una commissione tecnica che entro 60 giorni dovrà definire gli interventi da finanziare in materia di infrastrutture viarie e ferroviarie.
Mi fermo davvero qui. Voglio esprimere un concetto proprio per una mia memoria.
Io ho fatto una scelta irreversibile, amici, candidandomi e l’ho fatta sapendo di non trovare un terreno idilliaco perché sappiamo quali sono i problemi calabresi.
Devo dire di un ricordo infantile, che mi porto dietro dalla terza media, e che mi è tornato in mente facendo questa scelta.
Mi sono ricordato di quando studiavo l’Iliade. Quando gli Achei arrivarono sul litorale di Troia, sulla pianura antistante Troia, la prima cosa che pensarono fu quella di distruggere ed incendiare le imbarcazioni per non avere la tentazione di tornare indietro.
Là si era arrivati: o si vinceva o si perdeva.
Io me lo sono ricordato nel mio piccolissimo quando mi sono candidato. L’ho fatto ad un certo punto della mia vita e dopo aver osservato a lungo la mia regione mi viene - chiudendo - da ricordare la massima di un grandissimo comunista, che è diventato un apostata, Kesler, uno che ha giganteggiato nel secolo scorso.
Kesler raccontava spessissimo un’antica metafora che trovo molto bella e che voglio qui ripetere chiudendo. Lui divideva gli uomini in due categorie quelli del fiume e quelli del ponte.
Quelli del fiume erano quelli che partecipavano ad un evento storico, si impegnavano e si battevano, andavano allo scontro per vincere. C’erano poi quelli del ponte che assistevano a quell’evento storico che passava sotto di loro per poi far parte della fazione che vinceva.
Io, credetemi, non appartengo sicuro agli uomini del ponte.
(Applausi)
Vorrei informare l’Aula di un elemento di novità. Il Presidente della Giunta ha utilizzato tempi di durata dell’intervento previsti in casi eccezionali, pertanto questa Presidenza si orienta ad utilizzare il comma 2 dell’articolo 54 dello Regolamento per dare a ciascuno sulle basi delle nostre regole pari opportunità, per cui gli interventi dei consiglieri avranno una durata fino ad un massimo di 20 minuti.
Ricordo a tutti noi il criterio concordato ieri in Conferenza dei capigruppo. Per primo con un criterio di alternanza parlerà ciascun collega per ciascun gruppo comprese le componenti politiche del gruppo Misto.
Successivamente, con criteri equivalenti, interverranno sia altri consiglieri che lo ritengono opportuno sia gli assessori della Giunta regionale.
Detto questo, come comunicazione, do la parola al collega Nucera che per primo l’aveva chiesta.
Signor Presidente, ho ascoltato la relazione del Presidente Loiero e non mi sento particolarmente soddisfatto.
Ma non perché, Presidente Loiero, noi siamo qui e abbiamo chiesto questo dibattito per una strumentalità politica, come lei ha avuto modo di dire nelle prime battute del suo intervento, ma perché difatti manca in questa sua relazione, per quanto condizionata da otto mesi di governo, per quanto bloccata da eventi che vanno al di là e al di sopra della politica, una visione complessiva e strategica della nostra Calabria.
Noi della Casa delle libertà abbiamo chiesto questo incontro e questo dibattito perché speravamo nel nostro cuore di essere veramente come quegli Achei che sbarcati a Troia bruciando le navi conquistarono la città. Non vorremmo che Troia vincesse su di noi oggi proprio perché l’origine greca appartiene a questa regione, siamo nati per combattere e non per stare sui ponti ma combattere veramente nei fiumi, nei laghi, nei mari perché sappiamo anche affrontare il mare in tempesta.
E qui, Presidente Loiero, mi è sembrato che il mare oggi è in tempesta, lo vedremo nello sviluppo di questo dibattito, se ci sarà un dibattito vero, sincero, leale non come noi, noi minoranza di questo Consiglio regionale ci aspettiamo ma come il popolo di Calabria veramente vuole, forse potrà sembrare non una opportunità persa ma un momento reale di grande attenzione ed importanza per la nostra Regione.
Ecco perché noi siamo preoccupati, perché noi ci consideriamo classe dirigente di questa Calabria.
Siamo preoccupati perché la Casa delle libertà rappresenta sì una minoranza di questa Regione ma una minoranza del 30 per cento e per il 30 per cento ci assumiamo le responsabilità dei fallimenti.
Noi non vogliamo vedere una Calabria fallita nella sua strategia complessiva. Noi non vogliamo vedere una Calabria ripiegata nella sua azione, ma vogliamo vedere invece una Calabria aperta, che ci guidi e che ci porti verso una destinazione e verso la meta che tutti agogniamo.
E’ vero, responsabilità ataviche e storiche di questa Regione tutti nei vari livelli istituzionali ne hanno raccolto. Finiamola con le responsabilità della Giunta precedente, che non è stata nulla di più grave rispetto a quanti altri storicamente hanno condotto questa Regione.
Finiamola con questo declinare continue responsabilità all’azione di governo di Chiaravalloti che giorno dopo giorno, mi dicono, diventa sempre più alto da qualche tempo a questa parte.
Pensavo che superando i 60 anni non si crescesse più, ma ho l’impressione che Chiaravalloti tenda sempre più a crescere in questa realtà. Ecco perché abbiamo voluto questo dibattito, una necessità dello spirito non un’azione strumentale condotta con la volontà di chi si vuole contrapporre.
Era una necessità interiore che noi portiamo dentro dopo quanto è accaduto in questa Regione, dopo quanto forte è stato l’attacco alla morale di ognuno di noi, alla nostra identità, al nostro essere, alla nostra cultura. Avremmo voluto ricominciare e perché no ricominciare proprio da oggi.
Casualmente, ieri dicevo al Presidente Bova in Conferenza dei capigruppo che oggi è una festa importante nel mondo cattolico, è la festa di Santa Lucia, possiamo dire la mamma della luce, di tutte le cose che ci aiutano, ci accompagnano e ci illuminano la strada.
Oggi, Presidente Loiero, avremmo voluto sentire nel suo intervento, e mi auguro che la sua replica possa essere più ricca, cose più illuminanti per il nostro futuro.
Ovunque, nelle contrade della nostra Calabria, si sente forte la necessità di temperare legalità e sviluppo e di dare un giusto indirizzo a queste due azioni. Ovunque si sente forte soprattutto l’esigenza di un dialogo profondo. Sì, Presidente Loiero - come le dissi nella seduta di insediamento – lei chiama democrazia inglese quella che io chiamo democrazia greca, ma che sia dialogo e confronto aperto, forte, costruttivo, dialogo e confronto che ci spinga e che ci porti ad elevare i toni ed i contenuti di un’azione parlamentare della nostra Regione che si incarna in un’azione legislativa costante.
Ed in otto mesi quale attività legislativa è stata portata avanti da questo Consiglio, Presidente? Le Commissioni ci sono e non ci sono, si convocano e si sconvocano, sono stati fatti degli elenchi e delle turnazioni che non trovano però concreta attuazione.
Presidente, com’era disturbato lei nel suo intervento ora lo sono disturbato io ed io mi appello a quei consiglieri, che disturbano l’Aula, in un momento che io considero così importante e solenne, di essere più cauti.
Se c’è veramente una tensione morale, se c’è veramente una tensione per questa Regione.
PRESIDENTE
Prego i colleghi di non disturbare l’onorevole Nucera.
Noi, Presidente, siamo qui chiamati dopo otto mesi. Forse un dibattito simile avremmo voluto che si chiamasse non crisi che attanaglia l’attuale maggioranza, ma avremmo voluto che fosse un’azione di sviluppo e di programma da realizzare per dire che cosa ai calabresi? Che è stata fatta un’attività politica o vendere come attività politica un qualcosa che è un iter amministrativo?
Molte delle cose che lei elenca come in un decalogo appartengono ad iter amministrativi ordinari di una gestione, appartengono a scelte politiche che avevano già trovato il seme, piantata l’azione da altra legislatura e portata avanti.
Noi abbiamo il dovere invece di insistere su questa strada, di insistere sulla strada di un nuovo rilancio, di una nuova vigoria, di una nuova azione perché non abbiamo il dovere di offuscare la speranza che è nata – qui sottolineo un suo passaggio – dopo il 2-3 aprile.
Perché è vero, lo abbiamo colto noi della minoranza questo senso di nuovo fermento che si era creato nella nostra regione. Quest’attesa quasi veramente salvifica con la gran messe di voti che lo schieramento di centro-sinistra, che la regge al governo, aveva trovato.
Oggi leggiamo sulla stampa qualcosa di diverso, leggiamo che lei è il leader fra i Presidenti delle Regioni, è un po’ – se mi passa il termine – la Wanda Osiris delle Regioni italiane o mi aiuti a trovare un altro paragone. Cioè, il Presidente più acclamato e più desiderato dalle statistiche e dalle fonti giornalistiche ma nella sostanza si ritrova, “nemo propheta in patria”, nella sua terra tutti i giorni ad essere sulla stampa contestato non da una speculativa posizione di destra o di centro-destra, non dalla sua opposizione, non dalla sua minoranza in Consiglio regionale ma dagli uomini che avrebbero dovuto essere gli eroi della sua battaglia, visto che lei ormai tende ad essere divinizzato.
Questo è un fatto grave che non offende e non uccide soltanto la politica in Calabria ma offende ed uccide la speranza di tutti quei calabresi che l’hanno votata, offende ed uccide la speranza di quella che può essere una prospettiva seria di offrire politica nella nostra Regione.
Colpisce tutti e anche noi.
Ecco perché abbiamo voluto questo dibattito in Aula, perché in maniera franca e leale io sfido la maggioranza oggi a dire e a mettere sul tappeto quel che c’è e che non c’è, perché ascoltiamo dichiarazioni di autorevolissimi uomini dei partiti del centro-sinistra e autorevolissimi colleghi consiglieri. Come lei ha sottolineato, uomini autorevolissimi di questa Giunta regionale pronti a menar campo l’uno contro l’altro creando confusione e sbandamento.
Qui mi pare che questa battaglia avviene tra protagonisti dello stesso campo. Non so se il campo di Agramante, visto che lei si richiama all’Iliade, oggi risiede in Calabria in uno scontro dialettico fra destra e sinistra o risiede semplicemente da una parte che ha lei in casa, signor Presidente.
Questo è quello che vogliamo porre a chiarimento quest’oggi. Poi è su questo che ci dobbiamo confrontare oggi, perché probabilmente anche noi dalla nostra parte possiamo correggere un tiro, avviare un processo, aprire un’idea, confrontarci in quest’Aula e non come qualcuno malignamente sostiene facendo inciuci o cose varie. Non siamo quegli uomini.
Contrariamente a quello che sostiene un autorevolissimo uomo della sinistra italiana, non abbiamo segrete stanze dove riunirci.
Le cose le facciamo, per quel che ci riguarda, alla luce del sole in quest’Aula. Fuori da quest’Aula non siamo disponibili ad incontrare niente e nessuno.
Questo è lo spirito che ci ha spinti a voler dialogare con lei, Presidente Loiero, dialogare col centro-sinistra, ma soprattutto dialogare con quei calabresi che hanno cambiato opinione sull’affidabilità di questo governo, sulla tenuta e sull’unione e coesione di questo centro-sinistra che appare sempre più chiuso e ripiegato in se stesso.
Vedete, non sto qui a ripetere e a declinare dove sono le fratture interne sia all’interno dei partiti, sia fra maggioranza e fra consiglieri, abbiamo tutti la rassegna stampa e seguiamo giornalmente e leggiamo soprattutto le cose che i nostri baldi eroi si dichiarano l’uno con l’altro.
Ma la cosa che più ci preoccupa è che mentre all’interno del Consiglio noi possiamo cogliere e anche respirare un’area maleodorante legata ad egoismi personali, a tornaconti individuali, a frustrazioni campanilistiche, ad impegni elettorali, la cosa diventa grave quando sono gli stessi imprenditori che l’hanno sostenuta e quando sono i sindacati a porsi su un terreno del chi va là e sul piede di guerra.
Allora sì, la preoccupazione diventa forte. La necessità di capire ciò che avviene in questa maggioranza diventa una necessità dello spirito, ma non per semplici malintesi come lei li ha chiamati, Presidente Loiero, ma per difficoltà vere che questa maggioranza vive. Io non capisco dove c’è la scelta fra l’avere la carta d’identità del comune di Cosenza ed essere destinato a fare il manager nel comune di Crotone o viceversa che dir si voglia.
Se si è nati a Cosenza, si possono avere qualità manageriali di gran lunga superiori a chi nasce a Crotone o altrove. Non può diventare motivo di scontro e di rissa una semplice appartenenza ad un territorio o ad una…
Vola il tempo e vengo richiamato all’ordine.
Noi, Presidente, allora abbiamo un dovere che è quello dell’essere responsabili. Dobbiamo richiamarci al senso di responsabilità. Non è un declinare una qualsiasi forma per dire e per autoconclamare un’azione.
Significa assumere ed interpretare il senso dell’osare e del vivere anche in politica perché la responsabilità in politica richiede un supplemento rispetto alla responsabilità ordinaria ed il nostro essere responsabili significa che proprio mai bisogna lasciare l’idea dell’essere classe dirigente di questa Regione. Non solo perché ci interroghiamo ed interpretiamo e cerchiamo di trasformare in azione concreta le esigenze della gente, ma anche perché viviamo questo forte spirito dell’appartenenza e della politica.
Noi non siamo come le statue di cera che col passar del tempo ci riscolliamo e ci annulliamo. Noi siamo soggetti operanti e viventi, pronti ad essere baluardo e difesa del governo e delle istituzioni nel momento in cui governo ed istituzioni si propongono di portare avanti piani di sviluppo reali di questa regione, nel momento in cui la classe dirigente della nostra Regione non riesce, chi è chiamato dal governo della maggioranza, a portare avanti un indirizzo di sviluppo come sta accadendo oggi.
Ripeto che noi non siamo coloro i quali si pongono in una posizione oltranzista dell’essere soggetto di scontro. Noi proprio perché siamo responsabili della nostra azione, ci poniamo ad essere soggetto di guida per quel che rappresentiamo nella nostra veste di classe dirigente in questa Regione.
Ecco perché abbiamo voluto il dibattito di oggi: perché non abbiamo timore.
Al di là della forza dei numeri, dall’altra parte intravediamo solo difficoltà operative. Al di là della forza dei numeri, dall’altra parte intravediamo mancanza di qualsiasi idea di sviluppo. Al di là della forza dei numeri, dall’altra parte noi vediamo il nulla che si concretizza spesse volte in demagogiche affermazioni.
Ecco perché questa classe dirigente, questa minoranza, questa parte politica non si accetta e non accetta, non si piega all’idea di ciò che avviene sulla stampa, di ciò che leggiamo sulla stampa, di ciò che i calabresi portano nell’anima e portano dentro.
Per chiudere, Presidente e fa bene a richiamarmi sui tempi, diceva qualcuno e molti amici lo capiranno nel contesto delle parole, che all’orizzonte scorgiamo i nostri diritti. Essi sono là e ci stimolano, ma oggi è tempo di doveri, oggi dobbiamo ricominciare a vivere, oggi dobbiamo appellarci alla nostra responsabilità. Si tratta di essere coraggiosi e fiduciosi, si tratta di vivere il tempo che ci è stato dato con tutte le sue difficoltà. Quel che è importante è affinare l’animo, delineare meglio la fisionomia e arricchire il patrimonio ideale della nostra cultura. In questo troviamo il senso della responsabilità istituzionale dei nostri padri e da qui dobbiamo lasciarci ispirare col dovere di essere chiamati a perseguire il bene comune e non le visioni personali della politica.
Queste cose, cari amici del centro-sinistra, anzi cari amici del centro, le diceva quel grande uomo che fu Aldo Moro e io ho voluto chiudere questo mio intervento richiamando la comune matrice culturale: siate governo di questa Regione, non attaccatevi alle piccole cose e alle beghe di paese. Date strategia, se ne avete, perché la Calabria, il 70 per cento dei calabresi, quelli che vi hanno votato, vogliono essere governati e non leggere giornalmente risse sulla stampa. Grazie, Presidente.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Sculco. Ne ha facoltà.
Onorevole Presidente del Consiglio, Presidente della Giunta regionale, onorevoli colleghi, l’intervento del presidente Loiero apre una nuova fase politica ed istituzionale nella vita della nostra regione. Nel suo intervento ci sono tutti i motivi, e le convincenti ragioni, di analisi e di chiarimento, che ci consentono di andare avanti, insieme e con fiducia. Ha descritto e svelato, ancora una volta, la fragilità e la complessità di una regione che con chiarezza ed a testa alta ha dichiarato che intende governare insieme per ottenere successo non personale, ma per la Calabria e per tutti i calabresi. Tuttavia, bisogna rilevare che l’odierna riunione del Consiglio regionale è la conseguenza di una specifica richiesta dell’opposizione. Essa è stata voluta e convocata ricorrendo alle facoltà statutarie e regolamentari che ne consentono il legittimo svolgimento. Nonostante ciò, bisogna riconoscere che essa è, in un certo senso, motivata da un sentimento di sfrontatezza e da un convincimento che io ritengo e considero sbagliato. Sfrontatezza, perché si suppone e si vuol far credere che noi - l’Unione, il centro-sinistra, le forze che compongono il centro-sinistra- in fondo, siamo come voi, come il centro-destra; che ci somigliamo e che, quindi, siamo eguali nei comportamenti, negli atti e nelle funzioni di rappresentanza che interessano la Calabria.
Troppe volte, in questo Consiglio, sulla stampa, abbiamo ascoltato e letto frasi e dichiarazioni, osservato gesti e posizioni, che vogliono far credere che voi non c’entrate nulla con quello che è successo alla Calabria nel corso di questi ultimi anni, che voi siete altro e siete diversi dagli autori del più grave disastro che abbia investito la Calabria dal dopoguerra ad oggi.
Da parte nostra, dunque, penso che una prima risposta debba avvenire su questo versante! Noi non siamo come voi! Noi non siamo per nulla eguali a voi!
(Interruzione)
Voi siete quel recente passato che la Calabria intera vuole dimenticare in fretta; voi siete i responsabili di quel malgoverno che ha colpito la nostra regione, consegnandocela sfinita e depredata a conclusione di un lungo ciclo negativo durato un intero decennio.
(Interruzione)
PRESIDENTE
Onorevole Senatore, lei interverrà dopo.
Vincenzo SCULCO
E’ la fase propedeutica…
(Interruzione dell’onorevole Senatore)
PRESIDENTE
Perfetto, la diversità non è un disvalore, è una diversità evidente. Non ci sono aggettivazioni alla diversità. Il consigliere Sculco sottolinea una diversità che, tra l’altro, è stata posta agli elettori.
Insomma, penso che per smentire ci sono i dati, le cifre, gli indicatori economici e sociali e i fatti che stanno li a dimostrarlo!
Non c’è settore della vita della nostra regione che non sia in difficoltà, in crisi, in sofferenza. Tutto in Calabria, in questi anni di governo del centro-destra, è stato ulteriormente compromesso, aggravato, reso difficile nelle soluzioni. I nodi di fondo e strutturali, che da tempo impediscono il decollo della nostra regione, sono stati moltiplicati. Grazie a voi, abbiamo trovato una Calabria sfigurata nei suoi connotati essenziali, disordinata, messa sottosopra, capovolta.
In secondo luogo, il motivo su cui poggia la richiesta di convocazione di questo Consiglio, ci appare pretestuoso e strumentale. Pretestuoso, perché non trova alcuna motivazione politica né istituzionale. Non ci sono - se non nella vostra fantasia e nel sentimento di orfananza che vi accompagna fin da quando gli elettori vi hanno abbandonato infliggendovi la sonora sconfitta elettorale dello scorso aprile - atti e fatti del governo e della Unione e del centro-sinistra, nel suo insieme, che possano indurre a credere che ci sia anche un solo elemento che possa incrinare la compattezza programmatica e politica della maggioranza uscita vincente dal consenso popolare.
La vostra richiesta risulta, inoltre, palesemente strumentale perché vorrebbe cancellare la memoria di ciò che siete stati e vuole, anche, mascherare le vostre evidenti difficoltà ad essere e fare coalizione, a svolgere, per intero e con naturalezza, la funzione di opposizione costruttiva che vi è stata assegnata dall’elettorato.
Parliamoci chiaro, il vostro espediente, intriso di sfrontatezza, di pretestuosità e di strumentalizzazione, non otterrà, oggi, alcun risultato! Sotto questo profilo questa circostanza è per voi una occasione perduta! Voi non avete saputo cogliere, capire e interpretare tutta la profonda inquietudine che ha attraversato la società calabrese in questi ultimi due mesi. Siamo stati e siamo di fronte ad un vero e proprio spartiacque tra quello che era e ciò che dovrà essere la Calabria. Avete immaginato e creduto, invece, che il dibattito di questi giorni, talvolta espresso anche in forme fragorose e inusuali, ma anche innovative, da vari soggetti politici e sociali - e in primo luogo dalla Margherita - fosse dentro un vecchio schema politico ed istituzionale, specchio di una Calabria, ormai, superata. Non è così! La Calabria che oggi abbiamo di fronte rispecchia una realtà in crisi profonda, piegata dalle pesanti eredità non solo del passato remoto, ma anche di quello più recente. Una Calabria sgomenta di fronte alla inedita, quanto assurda, sfida lanciata con tracotanza dalla malavita organizzata. Questi terribili giorni hanno scosso l’intera Calabria, per questo occorre misurarsi con una nuova e più complessa situazione, molto diversa, anche, da quella cosiddetta “ordinarietà” per la quale si era ormai, persino, abituati ad ogni strutturale difficoltà. Ci sono temi e problemi che forse un po’ tutti avevamo sottovalutato e magari dimenticato. Noi ci siamo immersi in questa inquietudine diffusa che ha coinvolto l’intera Calabria e ne abbiamo ricevuto e ricavato non solo un profondo sentimento di ansia sociale, ma anche una spinta potente ed una sollecitazione forte ad intensificare l’azione di governo del centro-sinistra, nei metodi, nei programmi e negli obiettivi.
C’è dunque una Calabria che vuole di più! I problemi vanno affrontati e risolti. C’è un futuro da costruire; il cantiere è stato aperto, i lavori vanno accelerati se non vogliamo perdere nessuno degli appuntamenti per lo sviluppo.
In questo quadro, va detto con sincerità, che alcune cose importanti e serie sono state già fatte.Lo ricordava il Presidente Loiero, con il suo governo la Calabria è riuscita a rompere l’isolamento e la ghettizzazione in cui l’aveva collocata la fallimentare esperienza del centro-destra. In questo senso, va, di nuovo, dato atto che il governo del presidente Loiero ha riaperto con successo il confronto costruttivo con le altre Regioni. Inoltre, è stato avviato un primo, poderoso processo di delega, di decentramento e di riordino amministrativo, che ha messo in luce e in tutta evidenza una più aggiornata e rispettosa visione Istituzionale delle prerogative spettanti alle autonomie locali, e allo stesso territorio. Va registrato, con soddisfazione, che si è stabilito un collegamento tra la Regione e Bruxelles sulla questione dei fondi strutturali non utilizzati, che rischiavano di essere perduti a causa della scellerata gestione del centro-destra. Su questi temi dei fondi comunitari, decisivi per il futuro della Calabria, è stata avviata una nuova fase di programmazione per il periodo 2007-2013.
C’è di più: sulla delicata e inquietante questione ambientale e dei rifiuti si è avviata una positiva inversione di rotta nella gestione di un comparto ad alto rischio come la cronaca, per ultimo di ieri, ha ampiamente evidenziato.
Tuttavia, la situazione resta ancora drammatica! Questa drammaticità è confermata dalla pesantezza delle cifre di bilancio rese note e denunciate dal vicepresidente Nicola Adamo. Siamo di fronte a cifre da capogiro che fanno tremare i polsi e mettono a dura prova le funzioni e le attività di governo. In questi anni, sono stati sperperati, buttati al vento milioni e milioni di euro, senza alcun criterio e senza alcun vantaggio per la Calabria. Comparti e settori fondamentali della vita di questa regione sono stati messi allo sbando e fuori controllo. La sanità, la forestazione, gli enti strumentali, le stesse spese dirette e di mantenimento della struttura burocratica regionale, sono state la prateria di scorribande senza alcun senso del limite.
Ognuno di questi settori meriterebbe una specifica e lunga discussione per capire meglio, ed in profondità, la gravità della situazione e la complessità che ora abbiano di fronte, per porvi rimedio e trovare soluzione.
Nulla e niente è stato risparmiato dalla furia devastante del centro-destra. Emblematico è, in questo senso, il caso della forestazione. Sono stati provocati danni permanenti e strutturali, per oltre 55 milioni di euro ogni anno, e per tutti gli anni a venire, consegnandoci un settore privo di un qualunque processo di riordino e di finalizzazione produttiva, di cui i primi a pagarne le conseguenze sono gli stessi lavoratori forestali e poi la Calabria. Sarebbe proprio il caso di nominare una commissione d’inchiesta per fare luce su un punto oscuro e redigere un vero e proprio “libro nero” per raccontare e censurare comportamenti di governo inammissibili, ma anche per individuare elementi e condizioni da cui ripartire per risollevare le sorti di questo settore. E’ incredibile come si siano potute sperperare risorse finanziando società sportive e attivando a febbraio, con la neve e sotto la pioggia, campagne antincendio che sono servite solo a procurare un personale successo elettorale!
Quella che abbiamo di fronte è per davvero una situazione inedita e complessa, che si manifesta nel momento più difficile per la Calabria; e si colloca in un quadro nazionale particolarmente ostile agli interessi, ai bisogni e alle necessità della nostra regione. Basta leggere la Finanziaria presentata dal Governo per capire fino in fondo qual è l’impegno e l’interesse che il Governo Berlusconi ha nei confronti della Calabria. Ecco perché, onorevoli colleghi, la nostra inquietudine, vissuta ed apparsa in questi giorni, non era e non è un semplice mal di pancia, un semplice sussulto, ma un profondo convincimento e una vera preoccupazione sulle sorti della nostra regione. Davvero la situazione impone a noi tutti una generale assunzione di responsabilità. Tutto - se mi è consentito dire - deve funzionare e svolgersi secondo natura, con ordine e razionalità, compiendo uno sforzo corale, d’insieme e sinergico, per fare squadra e soprattutto per esaltare la forza della solidarietà ed evitare il rischio della solitudine.
L’Unione è stata chiamata dai cittadini e dagli elettori a compiere la propria missione di governo, a far funzionare il sistema istituzionale, senza per questo escludere dalle grandi scelte l’apporto che può venire, pur nella distinzione dei ruoli, da una opposizione che, rinunciando alla demagogia, imbocchi la strada della responsabilità verso la Calabria.
A questo compito, in primo luogo e prima di chiunque altro, è chiamato il Presidente della Regione, l’onorevole Agazio Loiero. Non lo dico per piaggeria, e nemmeno per un malcelato senso del dovere, ma con un sentimento di stima e di profonda amicizia, con Agazio Loiero abbiamo condiviso, insieme a tutto il gruppo dirigente del partito, insieme a tutta la lista della Margherita e a tutte le altre forze politiche dell’Unione, una difficile battaglia elettorale che si è brillantemente conclusa con un ampio successo di voti e di consenso, personale e di coalizione. Questo non è stato un avvenimento di poco conto, ma un fatto di straordinaria importanza per noi tutti e soprattutto per la Calabria. In questi lunghi mesi, prima e dopo l’evento elettorale, è cresciuto tra di noi un forte legame di condivisione, è cresciuta la consapevolezza dell’impegnativa missione che insieme, tutti, siamo stati chiamati a compiere con e per la Calabria. Non è per nulla fuorviante sostenere ed affermare con ragione che si è costruito un legame ed un rapporto forte e intenso, un patrimonio comune di idee, umanità e progetti. Una storia di cui si sono ancora scritte solo le prime pagine, ma che deve ancora svolgersi e svilupparsi in tutta la sua interezza.
Per questo hanno sbagliato, e sbagliano, tutti coloro i quali hanno pensato e hanno creduto – magari - che la nostra inquietudine fosse un elemento di rottura, di divaricazione, magari di sfiducia, magari una ghiotta occasione da prendere al volo per mettere in difficoltà e in crisi le forze, le responsabilità e gli assetti di governo che, invece, sono le uniche che possono dare speranza alla Calabria. Al contrario il nostro legittimo contributo va proprio nella direzione di rafforzare non solo i vincoli e i legami di solidarietà sanciti dal voto, ma anche il ruolo e la funzione del Presidente. Non consentiremo a nessuno di mettere in dubbio la lealtà nostra verso il Presidente Loiero, verso l’intera coalizione e anche tra noi. Caro Presidente Loiero, l’intero gruppo consiliare della Margherita coglie questa occasione per esprimere alla sua persona e alla sua responsabilità il pieno appoggio e l’incondizionato sostegno. Tutti noi abbiamo bisogno di un rinnovato clima di serenità e di stabilità, per affrontare con più vigore le impegnative sfide che la situazione della Calabria ci presenta. In questi primi otto mesi di vita della legislatura sono state gettate le basi e le fondamenta per un lavoro di lunga durata che ci impegnerà, giorno per giorno, in tutti i cinque anni del mandato, per quanto duro e faticoso questo è per tutti noi una missione e un impegno. Una missione verso le tante emergenze e le tante questioni sociali presenti nel territorio che per essere affrontate e risolte devono essere inquadrate in una nuova prospettiva progettuale, in una strategia di innovazione e di sviluppo.
I prossimi mesi saranno, inoltre, per la Calabria e per il suo futuro davvero importanti, saremo chiamati a mettere in campo tutta la nostra forza e tutto il nostro impegno per affrontare e vincere la battaglia politica per il rinnovo del governo del Paese. Anche questa, al pari della vittoria per le regionali, è una partita decisiva per la Calabria. Troppe volte, in particolare in questi ultimi cinque anni, abbiamo dovuto subire i colpi durissimi di un Governo nazionale disinteressato, distante e ostile, con il voto del 3-4 aprile abbiamo aperto una nuova stagione, con il voto del 9 aprile del prossimo anno siamo chiamati a conquistare per la Calabria un Governo nazionale attento e disponibile, aperto e dialogante, pronto a scommettere sulle nostre potenzialità e a credere che esse potranno avere successo. In questa direzione, si può e si deve essere diversi ed alternativi al modello di Governo del centro-destra che abbiamo dovuto sopportare, in Calabria e a Roma. Questa nuova e impegnativa fase ha bisogno di tutti noi, di tutte le forze dell’Unione. Ha bisogno di concordia e unità in Calabria e di solidarietà e amicizia con Roma. Ha bisogno che tutti, nelle rispettive autonomie e distinzioni, società, istituzioni, partiti, forze sociali, concorrano - concertando - ad un’ incisiva e proficua funzione di governo. Ha bisogno di un azione diretta ed efficace del governo regionale, per rafforzare le conquiste e continuare a dare speranza e fiducia a tutti i calabresi.
Caro Presidente, con questi sentimenti la esorto ad andare avanti nell’impegnativo sforzo di governo e di rappresentanza della Regione, assicurandole la piena collaborazione e il più convinto sostegno di tutta la Margherita.
(Applausi)
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Fedele. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, credo che dopo l’intervento del collega Sculco si potrebbero anche chiudere i lavori di oggi. Indubbiamente, io ed i colleghi della opposizione abbiamo sbagliato, i giornalisti in questi giorni sono stati abbagliati e la stampa nazionale e internazionale ha preso un altro abbaglio.
Credo che il Presidente Loiero ci dovrebbe ringraziare oggi per questo incontro. Lei, all’inizio della seduta, reputava che quest’incontro è il frutto di una richiesta un pochino inusuale, ma alla luce di queste dichiarazioni ci dovrebbe ringraziare.
Mi sarei aspettato che alla fine del suo intervento, il collega Sculco si avvicinasse al banco del Presidente Loiero e lo abbracciasse – non in senso amichevole perché l’amicizia sicuramente c’è – ma per il trasporto politico che tra l’altro traspariva anche dal suo intervento, dalla foga, dall’entusiasmo del suo intervento.
A dire il vero, sarebbe bastato che oggi avessimo portato, Presidente Loiero, una minima parte della rassegna stampa di questi giorni non considerando quello che il centro-destra ha dichiarato ma ciò che il centro-sinistra ha esposto ed in modo particolare il suo partito.
Abbiamo chiesto questo incontro, perché come diceva bene il collega Numera, noi non discutiamo nelle segrete stanze, non è nostra abitudine. Vogliamo e abbiamo voluto che si discutesse in una seduta consiliare di che cosa? Del fatto, Presidente Loiero, che il suo partito l’ha sfiduciato, non noi del centro-destra che non ci saremmo mai azzardati,ad otto mesi dalle elezioni, neanche a pensarlo.
Il suo partito regionale e nazionale l’ha sfiduciato. Collega Sculco, io non c’ero in quell’incontro che sulla stampa è stato riportato e in cui era presente lei e il Presidente Marini. Io non c’ero e parte del centro-destra sicuramente non c’era.
Sono apparse sulla stampa le vostre dichiarazioni, nonché le risposte alle giuste repliche – qui sono d’accordo col Presidente Loiero – da lui enunciate, in tutto questo non c’eravamo certamente noi.
Quindi, l’intervento di oggi che lei per dovere di cronaca e per rispetto dei ruoli ha dovuto fare, lo prendiamo certamente con beneficio d’inventario.
Mi consenta, dopo l’intervento che lei ha fatto, veramente non vogliamo essere come voi perché non si può dire tutto e il contrario di tutto a distanza di soli pochi giorni, né siamo totalmente ingenui da non capire e non pensare o non sapere che con l’incontro di oggi ci sarebbero state in Consiglio regionale una serie di dichiarazioni di facciata, Presidente Loiero, a suo sostegno. Perché sarebbe stato veramente grave e a quel punto avrebbe veramente dovuto trarne le conseguenze.
Ma la verità vera è che il suo partito e la sua stessa maggioranza lo hanno sfiduciato. Un giorno sì e l’altro no l’Udeur per bocca, certamente non dell’ultimo arrivato, ma in modo particolare del segretario regionale del partito non lesina certamente critiche all’operato della Giunta.
I Comunisti italiani fino a stamattina rimpallano e rintuzzano dichiarazioni. Poi anche Italia dei Valori, e c’è qui l’assessore Donnici che ormai non appartiene più a quel partito perchè è stato “espulso” – non voglio entrare nel merito a questo discorso- a torto o a ragione – tra l’altro è una persona che mi è simpatica e che stimo, ma è ancora parte della Giunta nonostante il partito non si identifichi più in lui
E Rifondazione comunista, Presidente, che aveva un assessore che adesso non ha più e che lei non ha nemmeno citato nel suo discorso.
Lei nel suo intervento non dice che l’assessore al lavoro attualmente in questa Giunta non c’è e lei non riesce a nominarlo. L’assessore al lavoro, di quel lavoro e di quella formazione professionale di cui voi avete fatto un cavallo di battaglia durante la. campagna elettoraleMa di questo lei non ha parlato.
Nel suo intervento, lei ha detto una cosa molto vera, sulla quale forse ancora una volta sono d’accordo con lei.
Lei ha parlato di solitudine perché, Presidente Loiero, la verità è questa e lei stesso lo ha ammesso: lei governa da solo perché i partiti che appartengono alla sua coalizione non l’hanno e non la stanno più sostenendo.
Però non lo diciamo noi, lo dicono i giornali nazionali ed internazionali, i quotidiani locali ecc., non uno solo e non certamente i giornali della nostra parte politica e di questo lei deve prenderne atto.
Certamente, dopo un esito elettorale così forte, dopo una vittoria così schiacciante, della quale noi abbiamo preso atto, perché per quanto ci riguarda il giudizio degli elettori conta più di tutto e lei ha vinto con stragrande maggioranza, c’era grande attesa da parte dei calabresi verso questo Governo regionale, c’era una grande attesa da parte dei calabresi che l’hanno votata ma anche dei calabresi che non l’hanno votata, le posso dire.
Perché una vittoria così forte certamente ingenera aspettative, attese e speranze. Ma devo dire che a distanza di alcuni mesi – e non sono solo due adesso – questo non è avvenuto. E quando i partiti della maggioranza ed il suo stesso partito criticano l’operato della Giunta, non soltanto sulla scelta dei manager nella sanità, ma sull’operato complessivo, credo che questo la dica lunga.
Lei ha cercato di evidenziare alcuni punti che questo Governo regionale ha portato a suo vantaggio. Lei cita sempre ed io l’ascolto sempre con grande attenzione, Presidente, sia in Consiglio che nelle sue dichiarazioni sui giornali o in televisione.
Lei in quasi ogni occasione cita l’episodio, l’esempio di Cerzeto come un fatto positivo di questa Giunta regionale e certamente lo è.
Lei è anche onesto, devo dirlo e ricorda che se non ci fosse stato questo Governo a fare questo intervento di questo episodio non se ne potrebbe parlare, credo.
Lei cita anche qualche altro esempio come quello di Santa Trada, che certamente è una buona mossa per la Regione Calabria. Ma lei deve anche ricordare che – se non sbaglio – a questo ha contribuito la Regione Lombardia.
Lei cita sempre questi esempi e poi di altro… C’è una cosa sulla quale io sono d’accordo con lei e do anche il mio personale riconoscimento a lei e alla Giunta: la scelta della sede a Germaneto che per quanto mi riguarda è una scelta giusta.
Lei però non ha parlato nel suo intervento della crisi politica che attanaglia il centro-sinistra e non il centro-destra in questo caso.
Mai è successo che a distanza di pochi mesi un esecutivo regionale, ed in modo particolare il suo Presidente, venisse sfiduciato dalla sua stessa maggioranza.
E’ da 11 anni che sono ormai in Consiglio regionale e siamo passati attraverso episodi veramente difficili, ma nei primi due anni, in modo particolare, mai si era visto quello che sta succedendo adesso e che in questi giorni è proprio esploso in una maniera così forte che nessuno, tanto meno lei, si aspettava forse.
Tanto che lei stesso – stamattina leggevo sul giornale – dice “voglio che questo chiarimento si faccia anche a Roma da dove è partita questa azione nei miei confronti”.
Questo credo che sia anche giusto. Per cui l’intervento che oggi ha fatto il collega Sculco, credo che sia certamente un poco da prendere con le pinze, un intervento da Consiglio regionale, un intervento in cui ripete soltanto il 10 per cento di quello che ha detto nei giorni scorsi sulla stampa.
Poi lei ha parlato degli interventi che ha fatto la Giunta regionale, ma non ha parlato di tante cose.
Non ha parlato della sanità - della nomina dei direttori generali - e per quanto ci riguarda avete fatto bene a nominarli. Anzi, se vuol sapere il mio punto di vista avete sbagliato a nominare i commissari, avreste dovuto nominarli anche dopo un mese i nuovi direttori generali, non è questo il problema. Ma certamente lei non può fare continue dichiarazioni in cui sottolinea di prediligere i calabresi e poi vediamo, adesso, che il collega Sculco e Sulla stanno già facendo un corso intensivo di tedesco perché c’era anche il discorso dell’avvicinamento a questo nuovo manager, che può essere anche preparato – perché no? – ma non può nemmeno venire a dirci che è stata fatta la scelta basandosi solo sui curricula.
Tra l’altro, il collega Michelangelo Tripodi sostiene che i curricula non li ha visti e si è fidato della parola.
Lei, tra
l’altro, ha dichiarato, quando i suoi della Margherita l’hanno attaccato, che
circa 6-7 di questi direttori generali appartenevano all’area della Margherita
e che li aveva scelti lei. Questo forse per dire “statevi
calmi, perché vi lamentate se molti sono dei nostri?”. Poi
oggi invece ci dice “noi li abbiamo scelti solo per i curricula, io non so neanche chi sono e non conoscevo chi fossero”.
Presidente
Loiero, credo che nessuno in quest’Aula sia così ingenuo da prendere tutto per
buono.
Non si è mai
pensato e non si è mai detto – anche a noi è successo – che nella scelta dei
direttori generali delle Asl non ci siano stati problemi. Sarebbe stupido
negarlo da parte nostra per tutti questi anni passati.
Ma non mi venga
a dire che la scelta dei direttori generali è stata fatta solo sui curricula, che tra l’altro l’assessore Michelangelo Tripodi fino a stamattina
sostiene di non aver mai visto e credo quindi che nessuno conoscesse questi
personaggi.
Mi sembra un
po’ eccessivo dire questo e tra l’altro lei stesso ha dichiarato che 6-7 di
questi appartenevano all’area del suo partito dicendo ai colleghi di non
lamentarsi perché sono i vostri.
Quindi questa mi
sembra una forte contraddizione.
Sulla
stampa, Presidente Loiero, possiamo prendere la rassegna stampa, per carità.
Per quanto
riguarda il resto, sulla sanità certo avete mantenuto una delle cose che
avevate promesso in campagna elettorale attuando una scelta demagogica,
Presidente, lei lo sa perché non è persona stupida. Io tutto le riconosco, meno
che non sia intelligente.
Ma
certamente togliere il ticket e la monoprescrizione sulle ricette ha
portato ad uno sfondamento della spesa sanitaria e farmaceutica del 30-35 per
cento al mese di differenza.
Voglio
sapere adesso l’assessore Adamo come farà a recuperare questi fondi. Voglio
sapere questa scelta demagogica quanto è costata e quanto costerà ai calabresi,
perché il ticket – lei lo sa – non lo pagavano
le persone meno abbienti o indigenti – quelli non lo pagavano già – ma il ticket
lo pagava chi poteva pagarlo. E la monoprescrizione
insieme al ticket ha portato ad uno sfondamento della spesa solo per una
scelta demagogica e per ubbidire ad una logica di qualche partito che sosteneva
di più questa linea.
Certo, sulla sanità
non è facile. Io non vorrei essere nei panni dell’assessore Lo
Moro ma certamente non è che tutto può essere imputato allo sfascio ereditato.
Lei parla
sempre di questa pesante eredità del passato. Ma, Presidente Loiero, sono 8
mesi adesso, sono passati i 100 ed i 200 giorni e ci stiamo
avvicinando ai 300 giorni e io non ho capito ancora quale novità, quale
rinnovamento lei abbia portato a questa Regione insieme alla sua Giunta.
Non detto da
me ma, ripeto, dalla sua parte politica. E questo per parlare
solo della sanità.
Sapete tutti
che oggi c’è il blocco dei trasporti pubblici locali per via dello sciopero che
hanno deciso di fare dopo una serie di incontri e
promesse non mantenute, certamente non da noi ma in questo momento da voi e non
è un fatto positivo.
Certamente
molti di voi – forse non lei, Presidente –quelli che sono in Giunta hanno fatto
una campagna elettorale illudendo ancora una volta i lavoratori Lsu e Lpu, promettendo
che li avrebbero stabilizzati tutti.
L’altro
giorno, ad una riunione di Lsu e Lpu con circa 200 di questi lavoratori – c’era
anche il collega Cherubino – a Locri non c’era nessuno di quelli che avevano
promesso di stabilizzarli.
Certamente
noi sappiamo non si può accollare questo gravoso compito di stabilizzare tutti
questi 8-9 mila lavoratori in un batter d’occhio e lei lo sa perché certamente
non è uno sprovveduto.
Però, in
campagna elettorale l’hanno detto, l’avete detto e avete pubblicizzato molto questo aspetto.
Adesso
questa Giunta che cosa ha fatto? Quello che abbiamo fatto
anche noi negli altri anni. Ha messo il fondo perché ci sia fino al
prossimo anno la copertura finanziaria per questi lavoratori, per cui niente di più e niente di meno di quello che abbiamo
fatto noi.
Però, si è
strombazzato in campagna elettorale che tutto si sarebbe risolto. Anche per questo i voti arrivano, Presidente Loiero, anche
per questo, perché quando si fanno delle promesse di questo tipo, i lavoratori che sono disperati certamente abboccano.
Adesso
risolvere il problema mi sembra che sia un po’ più difficile. E poi si critica anche il discorso che i forestali sono
stati stabilizzati. Ma forse è una delle poche cose buone che abbiamo fatto come centro-destra e adesso viene anche ad
essere criticato questo aspetto.
Intanto, i
fondi non si trovavano e dopo lo sciopero si sono
trovati anche i fondi per questi lavoratori e anche questo settore va rivisto e
rivisitato, siamo d’accordo con voi e possiamo anche collaborare, ma non potete
dire che l’unica cosa buona che forse abbiamo fatto, adesso non è buona perché
questi lavoratori sono stati stabilizzati.
Dei
trasporti abbiamo parlato ma anche del bilancio stesso
di cui ancora non si vede traccia, del documento economico e programmatico di
cui ancora non si vede traccia e di cui ancora non si discute.
Gli attacchi che sono venuti alla sua Giunta, Presidente Loiero, oltre
dalla sua parte politica, sono venuti anche da parte dei sindacati su molti
temi e su molti aspetti.
Sindacato che non credo sia proprio iscritto al partito di Forza Italia o al
centro-destra in genere.
Credo che
queste cose debbano fare riflettere e lei su questo non ha
detto una parola, Presidente Loiero, ma ha elencato una serie di cose
che il suo Governo ha cercato di fare, alcune delle quali ereditate in parte
dal centro-destra. Ma per il resto poi non mi sembra che abbia detto molto, per cui i temi di cui parlare sono tanti, ma in modo
particolare lei non ha parlato della crisi politica.
Qui non si
parla di gestione oggi, ma di crisi politica che attanaglia questa maggioranza
ed in modo particolare questa maggioranza che si è schierata tutta
contro di lei.
Questo è un
dato e l’incontro di oggi noi l’abbiamo voluto
apposta, non certamente per altro e non per dire le cose che ha asserito il
collega Sculco, come per dire: scusate, vogliamoci bene, abbiamo sbagliato, non
abbiamo detto niente.
Poi, lei non
può pensare di sviare l’attenzione sui problemi della Calabria, su quanto non
siete riusciti a fare, non perché siete incapaci ma perché è difficile
governare in Calabria, Presidente Loiero e noi lo sappiamo.
Io non ho
detto che siete incapaci ma che è difficile governare in Calabria. Non si
possono fare sempre proclami per sviare l’attenzione, parlare di devolution,
per cercare di portare l’attenzione dei calabresi su questo problema. Non è
possibile strumentalizzare anche la legalità e la
lotta alla criminalità, Presidente Loiero. L’omicidio Fortugno doveva essere un
segnale per tutti noi e per tutti i calabresi, cosa diversa è
però la strumentalizzazione di quanto successo con marce, sfilate e parate.
Sono cose diverse queste.
Non bisogna
abbassare l’attenzione, nessuno di noi la vuole abbassare, ma certamente c’è
bisogno di fatti concreti.
Io non so
ancora quale progetto la Giunta regionale abbia da
portare avanti per la Locride con fatti concreti che vanno al di là delle
parate e delle manifestazioni che sono state delle vere e proprie
strumentalizzazioni.
Allora
diciamoci le cose con chiarezza, non sviamo l’attenzione, non cerchiamo di
parlare di cose diverse.
Noi abbiamo
sempre detto, Presidente Loiero, e mi avvio a concludere,
che il centro-destra, l’opposizione, era disponibile a dialogare con voi sui
temi importanti, sulle cose difficili, sui problemi della Calabria proprio
perché convinti che non è facile governare.
Non siamo
stati chiamati - siamo sempre qui pronti a rispondere quando è necessario –
sicuramente su questi temi, non sui forestali, sui
lavoratori socialmente utili o sulla sanità. Sulle cose che riguardano la
Calabria, che non sono un inciucio, ma un voler
contribuire affinché la Calabria cresca.
Mi creda,
forse lei su questo non sarà convinto. Noi non siamo
contenti che l’attuale maggioranza non sia d’accordo col governo di questa
Giunta. Noi vorremmo e vogliamo che almeno in questo periodo ci fosse veramente
una inversione di tendenza in questa Regione, che ci
fosse veramente una risposta ai calabresi, a quelli che l’hanno votata e a
quelli che non l’hanno votata.
Questo
purtroppo non sta succedendo, e lei certamente si innervosisce
quando sul giornale qualcuno la critica, specialmente quando le critiche
arrivano dalla sua maggioranza e dal suo partito.
Tra l’altro,
nel suo intervento lei testualmente ha detto “non accetto che ci si
contrapponga, all’interno della maggioranza e in modo particolare all’interno
dell’attuale Giunta regionale”.
Presidente
Loiero, almeno il diritto di parlare ce lo lasci,
insomma. Il confronto credo che sia anche corretto. La possibilità di intervenire, di criticare o di elogiare, quando
le cose sono fatte bene. Perché non appartiene alla
nostra cultura soltanto la critica distruttiva. Però, le cose oggi vanno
dette con grande chiarezza, come io sto cercando di
fare, affrontando i problemi e dicendo perché siamo qui.
Non siamo
qui per prenderci in giro. Abbiamo chiesto questa riunione, questo
incontro in una seduta di Consiglio proprio perché volevamo e vogliamo
che si discuta di questo, della crisi politica che attanaglia in questo momento
il centro-sinistra.
Lei su questo è stato un po’ evasivo. Il collega Sculco credo
che abbia fatto il rimanente col suo intervento. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto
di parlare l’onorevole Chieffallo. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, ritengo il momento assai importante perché le polemiche di questi giorni, che abbiamo avuto modo di leggere sulla stampa non hanno reso più forte il tessuto sociale e culturale di questa nostra regione.
Ricordo a me stesso, a tutti noi e ai calabresi che siamo in forte emergenza. Ricordo che l’omicidio Fortugno per solidarietà politica che noi onoriamo, avrebbe dovuto consigliare tutti ad essere sicuramente più responsabili ad affrontare le tematiche di sviluppo di questa nostra regione con più forza, veemenza e maggiore senso di responsabilità, colleghi.
Perché la società ci guarda e perché da questo Consiglio regionale possano venire fuori segnali positivi di riscatto della regione e di riorganizzazione del tessuto sociale della regione, di salvaguardia del tessuto democratico, di consolidamento dello stesso perché faccia da diga, muro contro sistemi perversi che hanno attentato e attentano la democrazia minacciando da vicino lo stesso vivere civile di ognuno di noi.
Io non mi innamoro delle polemiche strumentali e devo dire a Loiero che esprimo a lui in quanto responsabile primo di questa Regione, tutta la mia solidarietà per quanto si è verificato.
Questo non significa che io non sottolineo, la cosa mi rincresce ma deve essere fatta, che vi sono stati segnali incerti nella partenza di questo Governo regionale, che vi sono stati segnali a volte anche negativi.
Per esempio, io non ho condiviso lo spoils system in quanto sono uno di quelli che va a guardare le cose nel merito.
Dico, per esempio, al collega Tripodi, che sbaglia nel momento in cui critica fortemente quello che è stato fatto in ordine alla nomina dei manager alle Asl della Calabria.
Questa è una Regione nella quale non si devono e non si possono privilegiare…
(Interruzione)
Al collega capogruppo dei Ds è rivolta anche questa mia riflessione.
PRESIDENTE
Colleghi, per favore.
Collega Pacenza, non è da considerare, ragione a Loiero, la Regione del potere, questa, ma è certamente la Regione dei conflitti.
Non mi innamoro delle polemiche quando queste sono strumentali, e se non riusciamo a volare alto per realizzare in questo Consiglio regionale al di là dei banchi in cui uno si siede e delle appartenenze, un progetto comune che dia dignità e forza all’azione politica di questo Consiglio regionale, in modo che si possano affrontare con determinazione i problemi che affliggono questa nostra comunità, non potremo svolgere un ruolo positivo ed importante nell’interesse delle popolazioni calabresi deluse, afflitte e povere. Alle vecchie e nuove povertà se ne aggiungono altre alle quali un Consiglio regionale dovrebbe poter dare delle risposte.
Sto difendendo Loiero? Certamente sì per questa vicenda.
Io ritengo che la problematica che attiene, per esempio, la nomina dei manager delle Asl, conoscendo il rigore politico e morale di Lo Moro, sia una vicenda strumentale che invece di rafforzare il tessuto democratico di questo Consiglio lo indebolisce, colleghi.
Sapete molto bene che la sanità assorbe il 70 per cento della spesa regionale. Sappiamo tutti che circa 400 milioni di euro - o 400 miliardi, probabilmente sbaglio in questo dato – li spendiamo per andare a curarci fuori da questa nostra regione.
Sappiamo che, e sapete tutti, che questo settore è stato sconvolto da una serie di disagi e di scandali, che hanno stravolto l’immagine di questa nostra Regione.
Colleghi, lasciamo lavorare coloro i quali sono preposti al governo e a questo delicato compito della politica regionale.
Li valuteremo sui fatti. Io ritengo che un settore così delicato debba essere guardato con occhio critico e vigilante, ma non può essere pretestuosamente criticato come se vi fosse lesa maestà.
La discontinuità, la non discontinuità : anche su questo io sono, per esempio, per il merito e per la meritocrazia.
Chi è bravo deve essere considerato tale, chi non è bravo deve essere cacciato. Deve, in questa nostra Regione, aprirsi la primavera dei meriti, lasciandosi dietro le spalle, a prescindere dalle appartenenze politiche, la stagione degli approfittatori.
Così si vincono le povertà, così si apre una prospettiva di sviluppo in questa nostra regione, perché la Calabria affonda e siamo tutti responsabili, cari colleghi. Noi siamo qui per dare indirizzi nuovi, per far uscire la Calabria dalla crisi e non è possibile che ci si nasconda, specialmente riguardo a materie così importanti, dietro politiche di appartenenza o di schieramento.
Sono stato molto critico e lo sono ancora nei riguardi della maggioranza se si vuol considerare il primo segmento di partenza della Giunta Loiero.
Sono uno di quelli che ha criticato la nomina dei sottosegretari non per la professionalità che possono esprimere, ma perché sono il risultato di un’ escamotage istituzionale che ha dovuto concludere tutta una serie di impegni pre-elettorali. Erano debiti elettorali che andavano pagati da questa maggioranza.
Una serie di critiche andavano fatte ed io le ho fatte e non sono tenero su queste cose.
Poi, però, colleghi, l’omicidio Fortugno ha stravolto completamente tutto.
(Interruzione)
Sono poco interessati gli altri colleghi…
Presidente Loiero, una rabbia sociale è dietro le spalle, non è possibile comportarsi con senso di critica assoluta e di irresponsabilità.
Allora, devo dire che il tiro va cambiato, la politica va valutata sui fatti e che, dopo l’incerta partenza la Giunta Loiero è riuscita ad incanalare molto bene la politica amministrativa in alcuni versi, se è vero, per esempio, che dopo tanti anni, quindici, la città degli uffici regionali a Catanzaro – ed è quanto dire, perché lì si decidono interessi che hanno portato anche me a soffrire molto in passato – sta per essere realizzata
Loiero e la sua Giunta questo discorso l’hanno voluto portare avanti con grande forza e determinazione.
Allora, colleghi, evitiamo di fare – e lo dico a tutti noi – dei processi per dei misfatti che non ci sono. Dopo il delitto Fortugno, non tutto può essere come prima, colleghi, cerchiamo di essere tutti quanti in questi banchi, opposizione e maggioranza, all’altezza dei compiti che dobbiamo svolgere, perché la popolazione calabrese aspetta delle risposte. Bisogna volare alto e non v’è dubbio che dal delitto Fortugno in poi, per una serie di responsabilità nuove, più pesanti, più gravi che sono andate a pesare sulle spalle del Presidente Loiero, con grande responsabilità alcuni indirizzi si stanno muovendo verso la saggezza amministrativa, che è quella che noi, tutti quanti, ci aspettiamo possa essere ancora più rafforzata e determinata, perché la Calabria ha bisogno di risposte.
Bisogna volare alto, colleghi, non andiamo ad accapigliarci per le piccole cose. Io dico a Loiero e alla sua Giunta: si superino i momenti delle divisioni che avvengono soltanto, invece, quando c’è la spartizione del potere e si guardi in alto, perché la Calabria ha bisogno di risposte concrete.
Allora si intraprenda, in via definitiva, la riforma degli enti strumentali che sono, come tutti noi sappiamo, elemento e coagulo di cattiva gestione, di cattiva amministrazione, pozzo di San Patrizio che assorbe risorse. Si dia uno sguardo molto forte a questo bilancio che sta per essere approvato, che non sia la riproposizione di bilanci antichi, nei quali si ripete l’impossibilità di poter aprire porte nuove allo sviluppo di questa nostra regione. Non è vero che il bilancio è ingessato o può essere ingessato. Cerchiamo di superare i momenti di assistenzialismo che hanno affogato questa nostra regione, cerchiamo di svuotare il bacino dei lavoratori in difficoltà, dei precari, del precariato, al fine di poter dare certezze a tante famiglie calabresi. Cerchiamo di fare tesoro e principalmente di essere saggi nell’amministrare la finanza pubblica, la finanza regionale e quindi di utilizzare tutti i fondi comunitari per non perderli.
Su questo mi innamoro e su questo bisogna fare dibattiti molto forti ed attenti in questo Consiglio regionale, su come si qualifica la spesa, su come si danno prospettive di sviluppo a questa nostra Calabria, su come si può volare alto in questa nostra regione.
Quindi, sono convinto che questa è la sfida che abbiamo davanti a noi e voglio dare – perché lo merita per quello che ha fatto con la sua testimonianza politica – grande fiducia a Loiero e solidarietà per tutto quello che in questo mese ultimo si è verificato.
PRESIDENTE
La parola
all’onorevole Senatore.
Presidente Loiero, le devo fare un
appunto – ovviamente benevolo e affettuoso -: lei con la memoria ha un
cattivo rapporto! Capisco che da allora sono passati tanti anni, ci ritroviamo qui
con i capelli bianchi – lei, non io che ancora li ho neri, grazie a Dio ce li
ho tutti, ha pensato evidentemente più di me! –, non è vero, Presidente Loiero,
che i greci, quando arrivarono sulla pianura di Troia distrussero le navi. Lei
non è, da questo punto di vista, un ottimo stratega: se applicasse la stessa strategia
nel governo della Regione, saremmo strarovinati, perché rovinati lo siamo già!
I greci custodivano gelosamente le navi, vi montavano la guardia – cretesi,
mirmidoni, spartani, ateniesi – e quando Ettore irruppe dopo che Achille si
ritirò dalla battaglia, la prima cosa che venne in mente al domator di cavalli
fu quella di incendiare la nave e riuscì, addirittura, ad incendiarne due. Le
difesero strenuamente. Del resto, lei ricorda quando – mi perdoni
questo, io ho sempre nostalgia di quei tempi e di quelle cose – il vecchio
Crise andò a chiedere la restituzione della figlia, Criseide, e Agamennone lo
cacciò via? Allora si rivolse ad Apollo, che scese e simile – dice il poeta – “a fosca notte piantossi delle navi al
cospetto, indi uno strale liberò dalla corda ed un ronzio terribile mandò
l’arco”… Quindi le navi erano lì!
(Interruzione)
Va bene, diciamo che ha ricordato male!
(Interruzione)
Ciò non toglie, Agazio, che io ti apprezzi moltissimo quando scrivi, sei molto più penetrante, efficace, pungente, sei bravo. Questo te lo devo dire, da questo punto di vista ti apprezzo moltissimo.
Adesso andiamo al nocciolo della questione. Ho
ascoltato l’intervento dell’onorevole
Chieffallo, un po’ imbarazzato…
Leopoldo, ti capisco, tu sai che ti voglio bene, ti stimo e ti capisco. Mi
duole il cuore vederti seduto da quella parte dell’Aula, anche perché le radici
sono quelle, possiamo anche avere, fra cugini,
litigato ferocemente, ma vederti da quella parte..! – specialmente dopo che
alcuni amici, compagni di quelli che hanno cancellato il Partito socialista, hanno fatto la stessa
scelta-, ma vederti lì accanto a loro, mi fa accapponare un po’ la pelle! Ti
devo dire la verità: ho colto nel tuo intervento un certo imbarazzo.
Invece, l’altro
intervento, quello dell’onorevole Sculco …
Pare che qui
siamo nel paese dei balocchi! Ci ha raccontato la fiaba di
Natale, sono fiabe antiche, Babbo Natale, la Befana, ci ha fatto
addirittura vedere qui la fatina dagli occhi turchini! Tutto bene, tutto bello,
tutto in concordia, in unità di intenti, questa unità
che c’è fisica e spirituale all’interno della maggioranza e soprattutto
all’interno della Margherita, cosa che non è assolutamente vera, tant’è vero,
onorevole Loiero, che lei – almeno ho letto così, mi dia conferma se è vero –
si è sospeso dalla Margherita…
(Interruzione)
Si è sospeso
dalla Margherita. Attenzione, però – questo glielo dico
da amico e in omaggio agli anni della fanciullezza e della giovinezza –, non
vada via dalla Margherita, perché se no, poi, dove va?! Li ha girati un po’
tutti! Se va via dalla Margherita, dove va adesso?!
(Interruzione)
Ah, da questa
parte?! Va bene, c’è anche un ritorno di fiamma, diciamo
così!
Il tempo delle
chiacchiere o delle fragole e cappellino – come si dice dalle mie parti – è
finito, ormai i tempi stringono, bisogna che le popolazioni calabresi abbiano
contezza, tocchino con mano fatti concreti, il tempo
delle chiacchiere, lo ripeto, è finito.
Lei ha avuto due
momenti: il primo in cui ha inteso tracciare una linea retta, un solco fra la
vecchia gestione Chiaravalloti della Regione e la sua. Ne ha parlato per mesi,
questa linea di demarcazione lei l’ha presa, l’ha ripresa, vi
si contorceva, addirittura! L’ultima volta ci fece in televisione una
bella lezione in cui disse chiaramente: “Intendo parlare della vecchia Giunta
perché voglio distinguermi da coloro i quali, fino a
ieri, hanno governato la Regione Calabria”. Quindi, i mezzi mediatici li ha utilizzati tutti, non c’era giorno in cui non apparisse
in televisione o sulla stampa, i giornalisti ne hanno scritte di tutti i
colori, loro che si prestano perché, anche loro, la sanno lunga! Si prestano a
questa cosa, ad eternare quasi le gesta di questo nuovo conquistatore di Tobruk
e di Addis Abbeba!
Le dico la
verità: insieme all’onorevole Lo Moro – ché anche lei
per mesi è stata ospitata dalle televisioni locali e alla stampa –
gliel’abbiamo perdonata un po’ per il suo fascino, l’eterno femminino
carducciano, Carducci addirittura per il fascino femminile da repubblicano
divenne monarchico, figuriamoci se noi non abbiamo perdonato all’onorevole Lo
Moro il fatto che apparisse…
(Interruzione)
… tutti i giorni
sulla stampa. Se dovessimo, invece, giudicare lei per
il fascino che sprigiona, onorevole Loiero, la dovremmo scaraventare nel girone
più profondo dell’Inferno!
Andiamo ai fatti: lei ha fatto una cosa buona, quando
nei giorni scorsi ha nominato i manager delle Asl. Se
questa cosa è stata fatta in base ad un curriculum, ad un principio di meriti,
di cultura e così via, condivido pienamente la sua scelta e fanno male
coloro i quali l’hanno criticata, fanno male soprattutto i suoi amici di
partito quando, addirittura, si riuniscono a Roma per condannarla per questo
misfatto. Ha fatto benissimo. Capisco che lei ha sparigliato le carte, un po’
in tutte le province si erano fatti dei conti, a
Crotone, figurati, se non si erano riuniti, vi sono questi capi tribù, e non si
erano fatti dei conti su a chi doveva andare l’Asl, faceva parte anche questo
degli accordi elettorali! Quindi, ha sparigliato a Crotone, a Vibo, a
Catanzaro, a Reggio, a Cosenza, in tutte le altre Asl, ha sparigliato – come
diceva poc’anzi – le carte, però se questi manager hanno questa esperienza di cui ho letto sulla
stampa, dico che la sua scelta è stata veramente indovinata ed azzeccata.
Ha fatto anche
un’altra cosa per quanto riguarda la sanità: ha abolito il ticket. Questa abolizione mi sembra – lo diceva qualcuno –
un provvedimento demagogico, strumentale, anche perché vorrei capire se avete
trovato la copertura finanziaria, perché da settembre a dicembre questo introito che viene meno alla Regione non era stato
previsto, perché se non avete previsto la copertura finanziaria – che in un
anno, se non sbaglio, si aggira intorno ai 26 milioni di euro, tanto costa,
infatti, l’abolizione del ticket – significa che fate come si è
fatto nel passato, vale a dire “facciamo un altro buco finanziario e poi chi
verrà provvederà a riempirlo!”. Quindi, in effetti,
niente di nuovo nel modo di procedere, per la verità, non si vede niente di
nuovo sotto il sole.
Allora
soffermiamoci, onorevole Lo Moro, su questa questione
della sanità in Calabria, perché è facile dire – ma è fanciullesco anche, me lo
consenta – che tutte le responsabilità vanno a Chiaravalloti che – sentivo
poc’anzi – in cinque anni è stato capace di generare un disastro di proporzioni
immani! Ed vi dico ce n’è voluta, ma ne ha di
capacità, perché anche a distruggere non è che non occorrano forze, energie ed
anche intelligenza, non è facile!
Allora
diciamocela una volta per sempre la verità: la sanità in Calabria è in crisi da
sempre e la responsabilità non è di Chiaravalloti, è una responsabilità
storica; storicamente questa regione è stata mal governata, ma da chi? Dagli ex democristiani, dagli ex comunisti, dagli ex socialisti.
Le cito solo un esempio – come pensa lei, si illude o
vuole farlo o finge di essere ottimista perché chi governa deve sempre esserlo,
va bene, su questo possiamo anche essere d’accordo –: all’Asl numero 5 di
Crotone vi sono 500 amministrativi, vale a dire che vengono pagate 500 persone
per passarsi le carte e coloro i quali lavorano nelle corsie, quindi medici,
paramedici e quant’altro, sono appena 270! Se lei moltiplica questa situazione
per il numero delle Asl calabresi, si troverà con un esercito di amministrativi, pochissimi medici, pochissimi infermieri,
pochissime strutture, pochissimi macchinari e quant’altro. E
questa situazione chi l’ha determinata? E non mi dica
che in cinque anni questo guaio e questo terremoto lo ha combinato
Chiaravalloti! E’ una cosa vecchia, antica, quindi, a mio
avviso, non pensi di poter – come lei e il Presidente Loiero andate in
giro a dire – risolvere in quattro e quattro otto, in un anno, i problemi della
sanità. Occorre programmare e, forse, se lo si fa
bene, in una decina d’anni ce la possiamo anche fare.
Altre cose importanti non ne ho
viste, assolutamente, ho visto l’onorevole Loiero in alcune trasmissioni
televisive nazionali, ma gliel’ho detto, lo apprezzo di più quando scrive, e
sarei voluto sprofondare! L’ho visto, per esempio, da un giornalista che si
chiama Augias, si parlava di mafia e così via, e gli è stato chiesto: “Ma voi
in Calabria cosa avete fatto per combattere la mafia?”, risposta “Abbiamo fatto
lo spoils system” e Augias, che non sapeva nemmeno lui cosa
fosse, ha chiesto: “E cos’è questo spoils system?!”,allora, Loiero gliel’ha spiegato e, ha continuato, “…E poi
ci siamo costituiti parte civile”. Robe vecchie quanto il cucco, perché anche
il Comune di San Nicola dell’Alto, mi ricordo,
cinquant’anni fa si costituì parte civile contro la mafia.
Allora, dico che
non solo questa Giunta non dà un contributo serio alla soluzione di questo
problema, ma è fuorviante, addirittura, perché si fa capire alla gente che con
uno striscione o con delle sfilate si possono risolvere problemi così gravi,
problemi come quello che abbiamo noi in Calabria e che hanno tutte le
popolazioni del Mezzogiorno d’Italia.
Qui è inutile
farsi illusioni! Su questa questione della mafia, fra interviste televisive, ai
giornali, sfilate, incontri, viaggi a Roma, visite e quant’altro, avete
occupato le pagine della stampa per oltre un mese.
Il problema
bisogna affrontarlo nella sua crudezza. Quando si
affrontano certi problemi, bisogna un po’ anche guardare la storia – quando
parlo io, scappano, non so perché! – anche perché essa, in un certo qual senso,
è un ripetersi di eventi. L’uomo, diceva
il “segretario fiorentino”, è immutabile, quindi, i suoi atti si
rassomigliano nel corso della storia. Allora basta guardare un po’ indietro,
basta ricordare come si comportarono gli antichi di fronte a problemi che,
molto spesso, sono una ripetizione di altri già avvenuti per trovarne la
soluzione.
Penso, per
esempio, al brigantaggio meridionale dopo l’Unità d’Italia: il Governo liberale
dell’epoca mandò il generale Cialdini e centomila
uomini e ne ebbe ragione. Penso, per esempio, al “prefetto di ferro”, al quale
furono dati pieni poteri. Per amor del cielo, non è che voglio indicare la soluzione
del prefetto Mori, anche perché non potrei farlo in quanto
fu ordinata da colui il quale fondò città e prosciugò acquitrini, ma non vi
indico questa soluzione, ce ne sono anche altre, ed uso qui un paradosso – mi
raccomando alla stampa, perché i tempi sono pericolosi e bisogna fare
attenzione a come si parla –: quando le legioni romane capirono che ormai non
avevano la forza per fronteggiare le invasioni barbariche, alcuni di questi
popoli barbari li fecero venire al di qua dell’Impero e se ne servirono per
fronteggiare quelli che erano al di là dell’Impero. Addirittura, una grande democrazia quale è quella degli Stati Uniti d’America
fece qualcosa di simile, quando le truppe americane sbarcarono in Sicilia,
infatti, insieme ai soldati vi era tutto l’apparato mafioso degli Stati Uniti
d’America: di Chicago, di Los Angeles, di New York e così via, gli diedero la
libertà, un salvacondotto e li portarono in Sicilia.
Allora, lo
ripeto, bisogna guardare a come si comportarono gli antichi per vedere un po’
di trovare la soluzione, ma certamente la soluzione con sfilate, con
striscioni, con quant’altro, significa fuorviare la gente e, soprattutto, far
capire ai ragazzi che stiamo affrontando il pericolo
della mafia.
Mi dice il
Presidente che ho finito ed io ubbidisco!
PRESIDENTE
Ha chiesto di
parlare l’onorevole Pacenza. Ne ha facoltà.
Ritengo che, nella fase in cui siamo, una discussione
di questa portata non può dare la sensazione di chiedere il conto, ma questo non
perché qualcuno si rifiuti di darlo, anzi, stamattina, con la sua impostazione il Presidente della Giunta forse ha ecceduto
nel dare conto, nel senso che ha indicato percorsi, obiettivi, avvenimenti.
Nessuno può, dopo otto mesi, chiedere bilanci ad un’esperienza di governo, però
è sicuramente importante che ci sia intanto una discussione con queste
caratteristiche e queste connotazioni nell’Assemblea consiliare.
Quest’Assemblea,
negli anni passati, è stata sistematicamente mortificata ed esautorata; ed è da
qui che voglio partire dando subito la mia lettura e la mia assoluta
disponibilità ad un interrogativo che alla fine del ragionamento poneva il
Presidente,.
Il Presidente
diceva che ci saranno quelli che vogliono lavorare nel
fiume, poi un altro suo filo conduttore di grande spessore è stata la
solitudine. Ecco, penso che questi due elementi vadano collegati, nel senso che
tutti quelli che vogliono lavorare nel fiume devono avere la forza e la
capacità di spezzare i rischi di solitudine, che pure ci sono. Perché, qual è la sfida? Il potere per il potere, l’ansia
non è il mandato elettorale. Il mandato popolare di cui dispone la coalizione di centro-sinistra – si ricordava prima – è stato
addirittura molto al di là delle più rosee previsioni.
Allora, il potere per il potere non dà risposta a
quell’interrogativo e non c’è questo accanimento, non
c’è, anche rispetto a quello che si richiamava prima, spoils system o
non spoils system. Ma, insomma, siccome
non parliamo del secolo scorso, ma di qualche mese fa, aprile 2005, non è un
problema di memoria per nessuno, ci sono state alcune vicende e alcuni
interventi necessitati e per questo si è partiti da lì; poi, man mano, il
ragionamento si è spostato ed oggi c’è una conoscenza più chiara, c’è una
consapevolezza più grande anche della crudezza e della robustezza della sfida.
Qualche giorno fa
il Vicepresidente e assessore all’economia,onorevole
Adamo, ha dato le tracce drammatiche non su una partita marginale, non su un
atto di Giunta, non su un fatto di potere, ma sull’asse fondamentale su cui
poggia una qualsiasi pubblica amministrazione ed anche una qualsiasi attività
privata, cioè le disponibilità e lo stato finanziario a cui siamo chiamati a
rispondere. Su questo non c’è un accanimento nostro, oltretutto vorrei
ricordare che l’eredità è un elemento che non si può cancellare con un semestre
di governo e non voglio su questo terreno fare operazioni che non siano
ancorate a verità.
Si richiamava lo sciopero dei trasporti di oggi: ma frutto di che cosa è lo sciopero dei trasporti di oggi? Quali sono le rivendicazioni? Quegli operatori rivendicano risorse che, per una parte, vanno dall’87 al ’99, per un’altra parte…
(Interruzione dell’onorevole Nucera)
No, sei di
memoria corta, onorevole Nucera, perché siccome sistematicamente… e non voglio
riprendere la vicenda della forestazione, ma basta guardare, per esempio, tutto
quello che è il ventaglio del contenzioso in questa Regione, tutto quello che è
il ventaglio che sta dietro anche alle pieghe di bilancio, se quelle partite
dovessero arrivare a maturazione tutte contestualmente, non solo saremmo al dissesto, ma molto al di là del dissesto.
Perché parto da qui? Perché la sfida
è quella di ragionare su come costruire la nuova Regione. E perché è pesante quello che è avvenuto negli anni? Perché
negli anni è avvenuto che le Regioni sono diventate depositarie, destinatarie
di funzioni sempre più significative e quelle
funzioni, di fatto, si sono concentrate solo dentro l’esercizio del potere e
non hanno avuto la forza, la capacità di riorganizzare il sistema istituzionale
regionale. Questa non è una sfida di stagionalità politica ed io penso che non
sia nemmeno una sfida che ha solo prerogative dentro il Governo o dentro la
maggioranza, penso siano elementi che devono vedere in
una sana competizione l’intero Consiglio regionale, l’intero sistema politico
calabrese.
La sfida deve
essere quella di esaltare questo consesso, di avere chiare le prerogative di
ciascuno. Oggi, se dovessi indicare una
preoccupazione, la prima, per quanto mi riguarda, è la capacità di produrre una
legislazione moderna e adeguata, la capacità di avere prerogative chiare in
materia di programmazione e di controllo e poi bene, benissimo se entro il 31
dicembre si trasferiscono le competenze alle Province; bene, benissimo se entro
il 30 giugno del prossimo anno si trasferiscono le competenze ai Comuni, perché
significherebbe liberare la nuova Regione da tutte quelle anomalie che sono
fatte di piccole, ma anche di grandi questioni. Solo da qui possiamo
ricostruire, anzi costruire, perché non abbiamo mai avuto un’esperienza di
regionalismo che facesse i conti con questo elemento.
Adesso che le Regioni sono depositarie di maggiori competenze rispetto al
passato, o la sfida diventa questo, oppure, alla lunga, comunque
si rischia di non rispondere a quella sfida – ed insisto su questo – che il
voto ci ha dato e che è quella di costruire la nuova Regione.
Allora, se siamo
di fronte a questo e questo è l’interrogativo vero, come riusciamo, spezzando
quella solitudine di cui parlava il Presidente, a fare un lavoro di grande sinergia che metta in rete, in sintonia ed esalti
quelle che sono le prerogative, che esalti e metta nello stesso circuito, anche
qui avendo chiare le funzioni e le competenze di ciascuno, quella che deve
essere un’ansia di cambiamento che deve vedere presente il sistema politico
calabrese, le rappresentanze sociali? Nessuno può pensare di cavarsela, dicendo
sì a tutto. Le compatibilità non sono un ragionamento di altri
tempi, e non parlo solo di quelle economiche, le compatibilità rispetto a
quello che vogliamo fare, rispetto alla Regione che si vuole costruire.
Allora, penso che nelle prossime settimane e nei prossimi mesi bisogna fare in modo che la competizione su questo diventi sana e che stia nel merito delle questioni. Guardate, anche quando si dice che c’è un’eccessiva attenzione a quelle che sono le rappresentazioni esterne, ebbene, mai come in queste settimane anche grandi testate hanno avuto un riferimento in questa regione, magari sollecitate in una prima fase per la drammaticità di quanto avvenuto. Ma, per esempio, ieri un grande giornale nazionale dava una rappresentazione su un pezzo non marginale della regione, sulle questioni, cioè, inerenti lo stato dell’ambiente e non diceva cose di poco conto, astratte – e non mi interessa la vicenda giudiziaria, non è competenza di questa sede – però è un fatto di accanimento, di contrapposizione, o è un fatto vero che lì, in quella vicenda specifica, questa Regione ha pagato due volte, tre volte perché ha speso risorse, non ha risolto problemi, ha avuto un danno non di immagine in quanto tale? La Regione ha avuto un danno serio che ha messo in notevole difficoltà uno dei comparti su cui in questi anni, alcune volte anche esagerando, si era dato tra i titoli di una sua rinascita e mi riferisco al rapporto ambiente-turismo.
E anche qui,
quando si fa riferimento al rapporto tra la spesa e l’utilità della spesa – tra
qualche giorno avvieremo la discussione sul bilancio –
si sottolineano ritardi o quant’altro, non penso che si possa sottolineare
questo dato. Il punto vero è, invece, come nella discussione sul bilancio si assumano orientamenti e scelte che rendano non solo la spesa
uno strumento di compatibilità, ma che rendano soprattutto la spesa produttrice
di altra spesa, cioè di come le scarsissime risorse di cui si dispone siano in
condizioni di attrarre altre risorse, non di fare un’operazione che tenta di
seminare qua e là quel poco che si ha a disposizione; e di come, anche qui – lo
voglio dire perché negli anni passati ho avuto la fortuna di seguire più nello
specifico alcune questioni collegate alla spesa sanitaria -…
Stamattina il
Presidente ha detto che ci possono essere persino rischi in merito al patto di
stabilità, tanto si è trovato fuori dagli elementi di
certezza. Negli anni passati dicevamo che i bilanci della Regione non davano
certezze in quanto spesso a quelle cifre, a quelle
tabelle, non corrispondevano fatti certi, nei prossimi giorni probabilmente ne
avremo piena contezza perché questo lavoro ricognitivo è stato fatto e,
purtroppo, presenta tutte le caratteristiche per riservare amare sorprese. Sono
ragionamenti d’altri tempi o di altre questioni? Penso
di no.
Come in questo
rapporto complicato, difficile, dal versante istituzionale si riesce a
costruire? E anche qui – lo voglio dire serenamente –
non c’è un problema rispetto alla critica: se la critica sta nel merito, che
riguardi l’opposizione, che riguardi forze sociali, che riguardi altri livelli,
non grido allo scandalo, ci mancherebbe, anzi! Se la critica sta nel merito,
dico che chi governa deve avere la capacità di ascoltare e di trarre anche dalla critica elementi di cambiamento, di riflessione, di
verifica. Non è questo il punto, se ha criticato l’uno o l’altro, il punto è
capire su quali elementi; se è sulla logica del più uno, non
mi pare che possa produrre interessi, ma se ci sono elementi che nel merito
possono trovare un’attenzione, penso che non ci sia un muro di gomma rispetto…
Si richiamavano, invece, le tante emergenze – per titoli e, probabilmente, quelli che venivano richiamati sono anche insufficienti – accumulate per ragioni storiche, per ragioni relativamente recenti, per quadro di riferimento più generale, perché non c’è dubbio che un Paese che non cresce scarica sulle aree più deboli le conseguenze maggiori; quindi, quando si dice sul precariato e quant’altro, vorrei sommessamente ricordare che nel bilancio 2005 erano state previste le risorse solo per i primi sei mesi, che c’è voluta una variazione di bilancio fatta ad agosto, anche d’urgenza, per tentare non di fare la rivoluzione, ma di garantire il minimo indispensabile a quelli che non avevano nemmeno la soglia dell’indennità garantita.
Certo, su questo terreno noi dobbiamo fare un grande lavoro che renda trasparente ai calabresi qual è la portata della sfida e quali sono anche le complessità che si hanno di fronte, non ci può stare la logica del più uno, non ci può stare un atteggiamento che pensa di scaricare tutte le contraddizioni dentro il circuito, ci deve essere una capacità di responsabilità e, dentro questo, penso che bisogna costruire un grande reticolo di solidarietà e di corresponsabilità. Bene, il protocollo sulle relazioni sindacali, bene la concertazione, perché ognuno si deve assumere la responsabilità rispetto a quelli che sono gli spazi su cui si può intervenire.
Ecco, io penso che dobbiamo riuscire a costruire questo grande treno in corsa con un vagone capofila che rappresenta l’attività del Governo e a quel vagone c’è collegato, quindi non un rapporto di solitudine, ma un rapporto in cui le prerogative sono chiare e trasparenti, l’intero sistema istituzionale calabrese chiamato ad uno sforzo, ad una partecipazione che ha l’ossessione del cambiamento, l’ossessione del cambiamento per costruire la nuova Regione…
PRESIDENTE
Ha chiesto di
parlare l’onorevole Occhiuto. Ne ha facoltà.
Signor Presidente del Consiglio, onorevoli colleghi,
chi di noi, fra i banchi della minoranza, avesse ritenuto che una seduta come
quella di oggi potesse servire ad allungare i tempi di
una crisi, che comunque c’è nel rapporto tra la maggioranza e il suo Presidente,
sicuramente avrebbe sbagliato. Noi sapevamo, quando abbiamo deciso di chiedere
l’inserimento di una discussione del genere all’ordine del
giorno del Consiglio, che probabilmente questa sarebbe stata l’occasione per
far dire a qualcuno, a molti, della maggioranza che tutto era risolto e che
tutto andava bene. Ma anche noi, come il Presidente Loiero, preferiamo essere
uomini del fiume, più che uomini del ponte, uomini, cioè,
che accettano di confrontarsi alla luce del sole, non disposti semplicemente a
guardare ciò che accade, magari per utilizzarne in maniera più opportuna le
circostanze.
Perché, allora, abbiamo chiesto che questo Consiglio
regionale potesse discutere di ciò di cui sui giornali, nelle scorse settimane,
si è discusso? Per acuire uno scontro all’interno della maggioranza?
Assolutamente no! Per fare un processo al Governo Loiero ad otto mesi dalle
elezioni? Neanche questo! Ho ascoltato l’intervento del Presidente, non ho
difficoltà ad ammettere che ho apprezzato oggi il suo
intervento più che in altre occasioni all’interno del Consiglio regionale;
forse ha dimostrato di essere un tantino più avanti della sua maggioranza
perché ha avuto, almeno oggi, l’onestà di non ripetere lo stesso ritornello che
voi ripetete da mesi, cioè che l’eredità del passato è tanto difficile, tanto
onerosa, da rendere complicato il governo della Regione.
Guardo i banchi della Giunta e con qualche eccezione, come quella dell’onorevole Lo Moro, vedo fra gli assessori consiglieri regionali della precedente legislatura che hanno svolto anche una funzione importante all’interno del Consiglio e dell’opposizione: sapevano quello che era la Regione e quanto fosse difficile governarla. E’ paradossale che in quest’Aula, ogni volta, si debba assistere al processo del passato! Guardate, il processo lo hanno già consumato i cittadini calabresi, lo hanno già celebrato il 3 e il 4 di aprile, quando hanno detto al centro-destra che non volevano che governasse. E’ un giudizio che è stato espresso con una chiarezza ineludibile, non c’è necessità di ripeterlo in ogni occasione e soprattutto all’interno del Consiglio regionale.
Sbaglia anche l’onorevole Sculco, quando dice: “Noi
siamo diversi da voi”. Credo che questo Consiglio regionale abbia dimostrato,
soprattutto, per esempio, nell’appuntamento precedente, quello sulla devolution, sulla discussione sul referendum, che noi abbiamo
la necessità, se è possibile, di trovare delle ragioni che, nel rispetto
reciproco dei ruoli, legittimino la politica calabrese, non la delegittimino dividendo il gruppo dirigente tra i buoni e i
cattivi.
Certo, anche io
facevo parte del Consiglio regionale precedente, ne facevo parte insieme all’onorevole Chiarella, insieme a qualcuno che era seduto
fra i banchi della Margherita poco fa e, come l’onorevole Chiarella, come altri
non ho avuto la possibilità di partecipare al governo della Regione nella
scorsa legislatura, ma anche io ne facevo parte e non mi sottraggo alle
responsabilità che sono proprie di chi, comunque, componeva una maggioranza. Ma
quella maggioranza è stata giudicata dai cittadini calabresi ed è persino
pedante ascoltare, ogni giorno, che questo giudizio si riproduce come un alibi
per la maggioranza di oggi.
Allora qual è
l’occasione che il Consiglio regionale di oggi doveva
cogliere? La sfida che doveva cogliere era quella di recuperare ruolo, funzione
al Consiglio regionale come luogo dove si svolge la
rappresentanza. Noi abbiamo chiesto che il Presidente Loiero venisse a riferire
qui, sapendo che oggi si sarebbe chiusa, probabilmente, formalmente la crisi.
Era un prezzo che noi abbiamo accettato di pagare per dare la possibilità a
questo Consiglio regionale di iniziare un corso nuovo.
Perché non avete evidenziato questo? Perché
non ci avete detto che oggi è la prima volta che si parlamentarizza una crisi? Perché è così, oggi si parlamentarizza una crisi perché si discute
in Aula di quello che è successo nelle scorse settimane. Questo è un
merito che il Consiglio regionale deve ascriversi, se vuole svolgere una
funzione.
Guardate, vi
dicevo prima, non credo di derogare al mio
diritto-dovere di consigliere di opposizione, se riconosco che oggi, rispetto
ad altre occasioni, l’onorevole Loiero, il Presidente della Regione – ha
ragione lui, è il Presidente di tutti, anche di questa opposizione che, però,
siccome è fatta di uomini che stanno nel fiume, vogliono confrontarsi col
governo nel rispetto dei ruoli – non ha ripetuto la solita cantilena.
Un altro appunto,
invece, vorrei muovere a lui: non ha chiarito nemmeno,
però, quello che è stato il senso del dibattito all’interno della maggioranza
in queste settimane – ha fatto bene l’onorevole Senatore – non ci ha detto se
si sente ancora sostenuto dal suo partito o meno, non ci ha detto qual è il
ruolo che vuole esercitare rispetto al Consiglio regionale e in che
considerazione abbia i partiti calabresi. Forse ve lo ha fatto capire!
L’intervento di
Sculco era fuori tono anche per un’altra cosa. L’onorevole Loiero non ha fatto
un solo cenno ai problemi con la Margherita, forse ha inteso dire a voi che
componete la Margherita in Calabria che lui con voi non ci parla proprio, che
si confronta con Roma, lo ha detto sui giornali: “La crisi si risolverà quando
Roma deciderà di farlo”. Forse ha voluto dire che voi siete dei soldati
semplici e lui si confronta solo con quelli che ritiene di pari grado rispetto
a lui.
Questo dovevate cogliere, questo doveva esserci nel vostro
intervento e ci doveva essere anche l’ambizione di chiamare Loiero a ragionare
su quello che è accaduto all’interno del Consiglio regionale, ma in
prospettiva.
Guardate, non
sono fra quelli che sono appassionati alle polemiche sulle nomine dei direttori
generali, io dico che le commedie, come la qualità dei governi regionali, si
giudicano all’ultimo atto. Vedremo quello che sapranno fare questi direttori
generali, do atto all’assessore Lo Moro di aver scelto
con coraggio, do atto al Presidente della Giunta di aver utilizzato il coraggio
dell’assessore Lo Moro e verifico che ha utilizzato un criterio che non è stato
quello della concertazione con i partiti e che questo, probabilmente, può
aprire dei problemi nel rapporto fra l’esecutivo e i partiti.
Non voglio nemmeno utilizzare l’argomento di chi dice
che non era mai successo prima che un Presidente di Regione venisse
sfiduciato dal proprio partito, dalla propria maggioranza dopo pochi mesi, non
mi interessano i record, nemmeno quelli in negativo. Sono
preoccupato, invece, del fatto che oggi con Loiero, uomo della politica, uomo
dei partiti, si ripetano in maniera ancora più violenta gli scontri che c’erano
all’interno del Consiglio regionale con Chiaravalloti, che uomo dei partiti e
della politica non era. Quante volte, insieme, ci lamentavano nella scorsa
legislatura del fatto che il Consiglio regionale non fosse tenuto nella dovuta
considerazione! Quante volte l’abbiamo fatto! E oggi
non esiste più questo problema; oggi, dopo una crisi consumata soltanto sui
giornali e nelle stanze dei partiti romani, ci si dimentica di essere andati a
Roma a chiedere conto e si dice che va tutto bene, anzi che non si capisce
perché l’opposizione ha ritenuto di aprire questa discussione in Consiglio.
Beh, guardate, a me pare paradossale. Vorrei che oggi fosse l’occasione per dire, per esempio, che anche quello della concertazione è un tema che il Consiglio regionale deve sviluppare, l’ho detto in altre occasioni, anche all’interno della Commissione bilancio – me ne è testimone l’onorevole Pacenza – fa bene, fa benissimo il governo regionale ad attivare la concertazione, è un dovere, oltre che un suo diritto, ma non è che il governo regionale, facendo in questo modo, può ritenere che il Consiglio non sia più il luogo dove si confrontano e si discutono le opinioni, le sensibilità, gli interessi di parti diverse della società calabrese.
Noi abbiamo, nel nostro Statuto, un organismo deputato ad essere il luogo della concertazione e, onorevole Pacenza, il protocollo con i sindacati che lei richiamava prima sa che cosa contiene, sa che cosa dice, per esempio? Che la Giunta regionale deve concordare, deve concertare con i sindacati tutti i provvedimenti che propone al Consiglio, cioè dice che il livello della concertazione anche delle cose che riguardano il Consiglio si esaurisce fra governo regionale e sindacati prima che i provvedimenti arrivino in quest’Aula. E’ una cosa gravissima, che dovrebbe spingerci a recuperare insieme le ragioni per affermare che il luogo della politica è anche il Consiglio regionale.
Se diciamo, invece, che noi siamo diversi da voi e che voi siete diversi da noi, che cosa facciamo, alla fine? Facciamo in modo che l’Assemblea continui a non avere ruolo, continui ad essere vista come un luogo dove si consumano soltanto spese. Noi dobbiamo dimostrare che questa cosa non è vera, ma dobbiamo avere il coraggio di dimostrarla nei fatti, non utilizzando il Consiglio per chiudere così le vicende politiche, dicendo che nulla è successo, ma facendo dell’Assemblea legislativa il luogo dove si confrontano sensibilità ed opinioni diverse, alla luce del sole, nel fiume che richiamava l’onorevole Loiero.
Non è un dibattito sulle nomine questo, ma deve
segnare lo spartitraffico fra quello che è stato il Consiglio regionale finora
e quello che vogliamo nei prossimi mesi, fra quelli che sono stati non con
Loiero, ma anche con Chiaravalloti i rapporti tra Consiglio e governo regionale
e quello che vogliamo siano questi rapporti in futuro.
Tutti gli altri temi avremo modo di confrontarli.
Non ho difficoltà ad ammettere che se il Governo regionale dà davvero luogo all’attribuzione delle materie delegate, anzi attribuite – perché non sono deleghe – alle Province e ai Comuni, fa una buona cosa. Certo, non posso accettare che si parli dell’onerosa eredità del passato anche quando questa onerosa eredità non c’è, e mi riferisco, onorevole Lo Moro, alla questione dei conti nella sanità. Giudicherò l’impegno dell’assessore Lo Moro sulla capacità che avrà di qualificare le prestazioni sanitarie e di arricchire di qualità il sistema sanitario regionale, ma non posso accettare che si dica che ciò che sta accadendo nella finanza regionale in ordine al costo della sanità appartiene all’eredità del passato. Guardate, mille limiti ha avuto il centro-destra e per questo è stato giudicato negativamente dagli elettori, ma almeno per quanto attiene al contenimento della spesa sanitaria non il centro-destra, ma il Consiglio regionale con provvedimenti a volte votati insieme, qualche merito ha avuto, perché nella precedente legislatura grandi deficit sanitari non se ne sono prodotti.
Non so quale sarà il deficit a fine
anno, so che è stato perlomeno imprudente, da parte di questa
maggioranza, abolire il ticket sanitario sui farmaci – lo diceva il
consigliere Fedele – senza prevedere una manovra che consentisse la riduzione
della spesa. Non è solo – come diceva l’onorevole Senatore – il mancato
introito per il ticket,
che è di 50 miliardi di vecchie lire all’anno, è il
fatto che questa manovra fa aumentare la spesa farmaceutica, per cui si
produrrà, probabilmente, un effetto negativo sui conti della sanità.
Così come su alcune questioni che rappresentano un’emergenza per tutti, perché la lettera
dell’onorevole Adamo non l’ho letta come una lettera
che richiama alla responsabilità solo la maggioranza, ma che deve richiamare alla responsabilità tutti, al di là di quelle che sono le eredità del
passato, avremo dei seri problemi. L’onorevole Lo Moro
sa che, se dovremo far fronte ai contratti del settore con fondi di bilancio,
con il fondo sanitario regionale,
probabilmente questo sarà un problema, perché si tratta di 200-240 milioni di
euro che andranno trovati nel bilancio regionale.
Allora, rispetto
a queste cose, non si può fare un balletto delle responsabilità, perché o si ha
la capacità di comprendere che la fase è difficile, ma lo è per tutti, oppure
se si vuole semplicemente ragionare in termini di convenienza di parte, noi
staremo a guardare, saremo come quelli che stanno sul
ponte, che aspettano che si consumi il dramma di quanti, bagnandosi, cercano di
lottare nel fiume e, alla fine, forse raccoglieremo il risultato che
un’opposizione incapace di confrontarsi nel corso della legislatura, aspetta di
raccogliere soltanto alla fine della commedia!
Prima di dare la
parola all’onorevole Tripodi, una breve comunicazione:
ci sono ancora venti iscritti a parlare. Vista anche la presenza in Aula,
comunico ai colleghi che, dopo gli interventi dei colleghi Tripodi, Talarico e
Guerriero, chiamerò i capigruppo al banco della Presidenza per valutare come
proseguire i lavori.
(Interruzione)
Un attimo, non ho
detto che decido io, ho deciso che decidiamo…
(Interruzione)
Stia calmo, onorevole Chiarella! Per quanto riguarda questa Presidenza,
non si intende in alcun modo limitare o strozzare la
discussione, ovviamente compatibilmente con i tempi della discussione stessa e,
in caso sia necessario, aggiorneremo.
Per ora
proseguiamo, dando la parola all’onorevole Tripodi
Michelangelo.
Personalmente, debbo dire
che apprezzo la scelta di svolgere questa seduta subito, rapidamente rispetto alla
richiesta, e ringrazio il Presidente Bova e il Presidente Loiero per aver
evitato quello che avveniva in passato. E debbo dire, onorevole
Occhiuto che, anche se lei fa delle affermazioni che hanno una valenza,
un’argomentazione abbastanza fondata, certamente noi del passato non possiamo
dimenticarci, non può chiederci di stendere una sorta di velo pietoso, mi
riferisco al metodo. Lei si ricorderà, per esempio, che quando – in tante
occasioni – abbiamo chiesto la possibilità di intervenire, di aprire dibattiti,
a questo livello, di carattere generale, abbiamo dovuto chiedere non una volta,
ma a più riprese il rispetto del Regolamento e dello Statuto, perché ci veniva negato il diritto, onorevole Occhiuto, alla stessa
possibilità di parlamentarizzare – come lei oggi ha detto – il dibattito, cioè
di portare il dibattito nella sede propria che è il Consiglio regionale. Nella
precedente legislatura abbiamo permanentemente subìto una forzatura continua
nei confronti del Regolamento, lo dico perché anche questo caratterizza il modo
di essere del centro-sinistra, è una novità, non era mai avvenuto – per questo
l’ho sottolineato –, che il Presidente del Consiglio
regionale, nella precedente legislatura era Fedele, facesse quello che ha fatto
il Presidente Bova, d’intesa con Loiero, cioè abbia immediatamente accolto la
richiesta, abbiano ritenuto politicamente giusto portare in Consiglio regionale
la discussione.
Vorrei che si sottolineasse la novità di questo metodo che sicuramente
innova rispetto alla tradizione che ha visto, invece, il tentativo di prendere
tempo, di traccheggiare, di rinviare. Probabilmente, se fosse stato il
centro-destra a dover decidere i tempi, non saremmo oggi qui a discutere, ne avremmo parlato dopo le feste natalizie, onorevole
Occhiuto! Allora, la novità è questa ed io la sottolineo
come fatto democratico.
Poi, ovviamente,
tenendo conto che c’è una condizione anche di oggettività,
che ci appare tutti i giorni sui giornali, a me stupisce la cosa che dice lei.
Ieri abbiamo visto un’intera pagina di un giornale nazionale – quindi, non una
cosa che riguarda un quotidiano locale, un fatto specifico, particolare – che
fa un’inchiesta che parla alla Calabria e all’Italia, su un tema straordinario:
l’ambiente, e il fatto che sono scomparsi o non si sa dove sono andati a finire
200 milioni di euro! E’ una vicenda che appartiene
alla precedente fase, alla vicenda del commissario, e che ha al suo interno,
purtroppo, l’abbiamo visto, anche lati politici.
Ho visto che in
questa vicenda, che riguarda l’ex responsabile – mi auguro – del procedimento
dell’Ufficio del commissario, l’ineffabile ingegner Papello, che, addirittura,
tra le perquisizioni che sono state fatte, è venuto fuori anche un conto di un
partito, di Alleanza nazionale e via dicendo, cose
gravi.
E lei pensa ed
immagina che non si possa parlare di queste cose che fanno parte della nostra
vita, di quello che è accaduto, del fatto che in questa regione ci sono stati
depuratori fantasma, che si sono spesi un sacco di
soldi, ma che i depuratori continuano a non esserci?! E
non si può parlare di queste cose?! E se siamo in
questa situazione di difficoltà straordinaria su questo tema, in modo
particolare, dell’ambiente, delle coste, del mare, dell’inquinamento, non è una
cosa di cui dobbiamo parlare, che va denunciata?! Possiamo
sottrarci, possiamo occultare, dobbiamo, come tante volte probabilmente
qualcuno ha fatto, nascondere sotto il tappeto?! Non credo, anzi sono convinto
che ne dobbiamo parlare pure qui, perché sicuramente quel tema della
depurazione, degli impianti, il tema che è stato aperto anche dall’inchiesta
giudiziaria ci riguarda per capire cosa deve fare questo Consiglio regionale.
Sarei sicuramente
per riprendere l’iniziativa che durante la precedente legislatura proprio il
centro-destra ci ha impedito di portare a termine, quella, cioè,
decisa dal Consiglio regionale, di giungere ad una vera e propria Commissione
d’inchiesta sulla vicenda dei rifiuti e della depurazione e sull’attività
dell’Ufficio del commissario. Credo che quella scelta vada ripresa e portata
avanti, vista la condizione di straordinaria gravità e drammaticità.
Nei giorni scorsi
il capigruppo dei Ds, Franco Pacenza, in uno suo
intervento, diceva: “In Calabria siamo giunti al punto che, in questa
condizione” – quindi, faceva un’affermazione forte e ad effetto – “o si cambia
o si muore!”. Mi è sembrato di trovare questa affermazione
anche nelle parole del Presidente Loiero, che dice nel suo intervento: “Qui noi
non siamo per fare un’operazione per cui non cambia nulla, io non sono
disponibile a galleggiare in una condizione che non produce risultati. Sono
venuto qui e ho assunto questa scelta, mi sono
impegnato e prodigato su questo terreno perché ritengo di impegnarmi per
ottenere i risultati”.
Credo che questo
sia il terreno su cui dobbiamo ragionare, una Giunta regionale, una
maggioranza, un centro-sinistra che si sono assunti un
grande impegno, quello del cambiamento. Nessuno – l’ha detto Loiero,
personalmente sono d’accordo – immagina di stare in una condizione per la quale
si governa per il governo, si amministra solo per l’ordinaria amministrazione,
perché il governo esiste, ha un valore, ha un senso se produce un risultato,
uno scatto, una discontinuità, un cambiamento rispetto al passato, se produce
effetti che dicono che qualcosa di nuovo avviene, se nella gente, tra i
cittadini prevale l’idea che questa iniziativa nuova
ha aperto una fase diversa rispetto al passato, che dunque c’è una Regione più
vicina ai bisogni, alle aspettative, alle speranze dei calabresi.
Dunque, non c’è
dubbio che tutto questo, peraltro, è straordinariamente all’ordine del giorno
ed assume un carattere di maggiore urgenza alla luce di quello che è avvenuto,
perché certamente la condizione in cui ci troviamo non
è più quella di prima: non solo c’è un impegno che parte dall’inizio di questa
legislatura per il centro-sinistra, per la Giunta regionale e per il Presidente
Loiero, ma c’è contemporaneamente una novità drammatica, tragica, l’assassinio
di Francesco Fortugno ha cambiato il quadro, quello che era prima non può
essere assolutamente quello che c’è dopo, niente potrà essere più come prima
del 16 di ottobre. E debbo dire che, peraltro, la
preoccupazione aumenta quando si dice che alcune cose avvengono e si aggravano
anche dopo quella data.
Voglio ricordare
due episodi. Il Presidente Loiero ha fatto riferimento ai Comuni sciolti per
mafia; voglio ricordare che non solo ci sono i Comuni sciolti per mafia, ma in
questa regione, addirittura, dopo il 16 ottobre c’è un Comune, quello di
Sinopoli, che è stato sciolto dalla mafia, siccome praticamente
c’era un sindaco che resisteva alle intimidazioni e alle minacce, ad un certo
punto la mafia ha organizzato le dimissioni dei consiglieri comunali, la
maggioranza si è dimessa, la mafia ha sciolto il Consiglio comunale di
Sinopoli. E tutto questo non è avvenuto prima del 16
ottobre, è avvenuto, tra l’altro, appena due settimane dopo l’insediamento del
prefetto De Sena, del vicecapo della polizia a Reggio Calabria, è un segnale
inquietante. Lo voglio sottolineare, due settimane
dopo l’insediamento di De Sena la mafia, come primo atto, scioglie il Consiglio
comunale di Sinopoli. Ma poi c’è qui a Reggio
Calabria, nella zona di Santa Trada, quella zona di cui si parlava per
l’accordo di Santa Trada, un locale, un ristorante che si chiama “Valantain ”,
che proprio in questi giorni sta chiudendo.
Allora dico che
c’è un problema straordinario.
Noi abbiamo avuto
un’iniziativa, tre giorni fa, proprio qui nel Consiglio regionale, alla
presenza dell’onorevole Marco Rizzo e lì è venuto a testimoniare, a dare il suo
contributo proprio il titolare di questo locale dell’area di Santa Trada, il
signor Mazza, un imprenditore, un ristoratore, e ci ha raccontato la sua
storia, chè da quando ha denunciato questa situazione,
lui si è trovato taglieggiato.
Allora, dico al
Presidente del Consiglio regionale che si sta prodigando sulla vicenda di
Locri, su queste iniziative, che sarebbe utile,
importante, evitare, per dare un segnale significativo in questa realtà, che il
“Valentain” chiuda e dobbiamo fare noi la nostra parte. Personalmente, chiederò
nei prossimi giorni al prefetto De Sena di stabilire una convenzione con le forze
dell’ordine per far sì che ci siano almeno cinquanta pasti al
giorno che possano essere prodotti dal ristorante “Valentain” e che le forze
dell’ordine, i Carabinieri, la Polizia garantiscano che questo ristorante non
chiuda, perché bisogna compiere atti concreti, non bastano le parole di
solidarietà. Dunque, noi proporremmo un’iniziativa. Se la Regione può fare qualcosa, se il Consiglio regionale
su questa questione può fare qualcosa, sicuramente è importante.
Debbo dire che ho voluto parlare di questi due
episodi, di Sinopoli e del “Valentain” perché, se non abbiamo i piedi per
terra, evidentemente non comprendiamo quello che accade in questa regione, non
prima, ma dopo il 16 ottobre, dopo l’assassinio di Franco Fortugno e se non
teniamo ferma la barra sia nelle scelte del Consiglio regionale, sia nelle
politiche complessive su questo tema della lotta alla criminalità organizzata,
certamente faremo chiacchiere, ma non produrremo risultati.
Condivido la
valutazione che è stata fatta da altri che sono intervenuti: il bilancio che è
stato presentato è positivo, il Presidente Loiero ha
proposto ed indicato, ha tracciato una sorta di resoconto, a sette mesi dalle
elezioni, delle cose che ha fatto la Giunta regionale. Possiamo dire che si è
avviato un processo di cambiamento nella nostra regione, che sono
state importanti le scelte compiute e che su questioni nodali, dalla
“cittadella” in modo particolare, alle altre cose che sono state riferite, il
governo regionale ha avviato un lavoro importante.
Personalmente, di
questo lavoro sono soddisfatto. Questo non significa che tutto va bene, che
tutte le cose vanno bene, perché altrimenti saremmo ipocriti e non
comprenderemmo che possono esserci problemi. Non c’è dubbio che non è detto,
non è necessario, non è assolutamente possibile – non servirebbe neanche al
Presidente Loiero – una situazione per la quale il dibattito viene
imbavagliato. Io non ho accettato bavagli mai, non ne accetto
certamente neppure in questa situazione. Se qualcuno immagina che il problema è
di imbavagliare qualcuno … non credo che il Presidente Loiero pensasse a questo e ritengo che non fosse questa la sua
intenzione nell’affermare alcuni concetti. Ritengo che il problema è di capire
il tipo di rapporti politici.
Io rappresento il
partito dei Comunisti italiani e lo rappresento in un quadro di lealtà che
abbiamo manifestato ampiamente nei confronti del Presidente Loiero, ma
certamente la lealtà dei Comunisti italiani non può essere scambiata come
un’accettazione passiva di qualsiasi cosa. Su questo terreno non accettiamo
passivamente, non siamo il pappagallo o il “signorsì” di turno, non abbiamo mai
avuto un’idea di questa natura. Credo che, invece, serva molto il confronto
democratico, la dialettica e serva molto la possibilità di interloquire e di
garantire un ascolto reciproco.
Personalmente, non ho aperto nessuna polemica sulle
questioni delle nomine e il Pdci che ha fatto un documento – nella sua
legittimità il comitato regionale del partito dei Comunisti italiani ha
presentato un documento –, non ha mosso critiche personali
a nessuno, ha ritenuto però di esprimere una posizione. Io condivido quella
posizione da questo punto di vista, perché certamente non ho posto e non pongo
e il Pdci non ha posto mai, una questione di lottizzazione,
lungi da noi un tema di questo genere; noi abbiamo posto un tema politico,
eminentemente e squisitamente politico, relativo a come affermiamo un principio
di discontinuità nella Regione Calabria in un settore che è stato frutto di un
attacco scellerato, fallimentare di un governo che ha portato uno scempio nella
sanità da parte del centro-destra. Questa è stata la linea, una discontinuità
che noi abbiamo voluto, ci siamo impegnati a sostenere, a richiedere, che per
noi aveva un carattere integrale. Non abbiamo badato a precisazioni e a
dettagli, abbiamo appreso dopo, a posteriori, che c’era un
criterio che valeva per un fatto territoriale. Io non ho mai
colto, come il Pdci non ha mai colto, un elemento di questa natura,
quindi, è stato sorprendente.
Debbo dire, peraltro, che ho sostenuto immediatamente,
come è noto, le posizioni e ho apprezzato l’atteggiamento e le scelte
dell’assessore Lo Moro e del Presidente Loiero, non ho avuto alcuna difficoltà,
proprio perché noi siamo leali e corretti nei rapporti. Altra cosa è, però, che
un criterio che noi affermiamo poi diventi un criterio parziale. Se noi avessimo saputo che era un criterio parziale, avremmo
valutato se essere d’accordo o meno.
Ma questo è il
ragionamento nella massima chiarezza, perché siccome si discute nella
chiarezza, noi abbiamo la capacità di essere limpidi e
trasparenti nelle posizioni e il Pdci ha assunto una posizione, da questo punto
di vista ritenevamo che non abbiamo fatto né lesa maestà né assunto una
posizione particolarmente discutibile o polemica. Abbiamo posto un problema,
abbiamo espresso un’opinione, poi alcune reazioni, probabilmente, anzi sono
state sopra le righe, perché peraltro, a quel punto, potevano
anche essere evitate.
Per quanto ci
riguarda, quindi, noi siamo per ribadire le posizioni
politiche, dicendo al Presidente Loiero che abbiamo dato un appoggio e non
l’abbiamo ritirato, non siamo venuti meno ad un appoggio leale nei confronti
della sua Presidenza e, lo ripeto, manteniamo l’appoggio e il sostegno leale
nei confronti della Presidenza Loiero. Lo abbiamo fatto in modo limpido e
cristallino anche in passaggi delicati, come è noto. Quindi, per quanto ci riguarda, non dobbiamo fare
dichiarazioni di fedeltà, non è questo che in questa discussione è richiesto, è
noto l’atteggiamento nostro, la nostra posizione politica.
Credo che il
Presidente Loiero, proprio perché lui stesso ha affermato che è stato aperto e
disponibile al confronto in tante occasioni – e io ho dato atto e ho apprezzato
tutte le occasioni in cui ha dimostrato questa disponibilità a discutere e ad
ascoltare – sicuramente apprezzerà allo stesso modo il ragionamento nostro, che
è franco, leale, di una forza politica che ho l’onore
di rappresentare in questo Consiglio regionale, che sta in un’alleanza, ha il
senso del rapporto di coalizione, è impegnata in un progetto politico che
sicuramente è alto. E’ una sfida che ha una validità straordinaria e che
vogliamo portare avanti nella Giunta regionale, nella maggioranza di
centro-sinistra, nel centro-sinistra calabrese, in quanto
– questo è il punto – proprio perché la sfida è così straordinaria e i problemi
sono acuti e drammatici nella nostra regione, proprio perché la portata
dell’impegno è di questa natura, c’è bisogno di dialogo, di confronto, di
partecipazione, di uno sforzo che punti a costruire le ragioni della coesione
della coalizione attraverso processi che mirino a determinare e a rafforzare
gli elementi della collegialità, del governo allargato della Regione, che
riproponga quello che noi chiamiamo lo spirito di Lamezia, che dice, cioè, che
in Calabria abbiamo avviato un’esperienza che non dice che dieci assessori o un
Presidente cambieranno la Regione, ma che il Presidente, gli assessori, la
maggioranza di centro-sinistra, insieme a tutti i soggetti che hanno dato vita
e hanno consentito lo straordinario risultato delle elezioni del 3 e del 4
aprile, quella vittoria straordinaria e dirompente del centro-sinistra, che
tutto questo potrà essere portato avanti se si valorizzerà e si porterà ancora
più a fondo il coinvolgimento di tutti i soggetti fondamentali per garantire
che, senza iattanza e senza autosufficienza, ci possa essere un risultato
straordinario e importante per la nostra regione, perché un fallimento – come
diceva il Presidente Loiero – sarebbe imperdonabile non per la maggioranza, ma
per l’intera Calabria.
Presidenza del
Vicepresidente Roberto Occhiuto
PRESIDENTE
La parola
all’onorevole Talarico.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, ritengo che il dibattito di oggi sia un fatto importante, cioè quello della discussione di una crisi in Consiglio regionale, però la positività dell’evento si scontra un po’ con le riflessioni che ho sentito oggi in quest’Aula da parte dei consiglieri regionali di maggioranza. Noi abbiamo convocato questa seduta per discutere della crisi, non perché ce lo siamo inventato oppure perché ritenevamo che fosse un atto positivo della minoranza o una vittoria, ma perché abbiamo sentito nei mesi scorsi, in questi sei mesi, oggettivamente delle posizioni molto forti da parte dei partiti che compongono questa maggioranza: mi riferisco a posizioni forti da parte dell’Udeur, dello Sdi, di Rifondazione comunista che, ad oggi, non ha assessori in Giunta, da parte di un assessore, Donnici, che non ha il partito di riferimento che lo aveva espresso subito dopo le elezioni e quindi oggi si trova, di fatto, senza partito. Dunque, una serie di situazioni nella maggioranza che giustificavano questo evento.
E’ altrettanto chiaro, però, che qui ci doveva essere un momento di verità,
perché dopo aver ascoltato le riflessioni del capogruppo Sculco, adesso quelle dell’onorevole Tripodi, sembra che quello che abbiamo letto
in questi giorni sia frutto dell’immaginazione o dei giornalisti, i quali hanno scritto delle cose che
non erano quelle che realmente esistevano.
Cioè, abbiamo avuto un’avanzata francese e una
ritirata spagnola immediatamente, nel senso che forse saranno stati –
sicuramente – richiamati all’ordine.
Comunque, devo dare atto al Presidente Loiero che ha
accolto assieme al Presidente Bova immediatamente la nostra richiesta, perché
forse aveva già percepito che era un film già visto, ché poi, nel momento in
cui gli esponenti della maggioranza dovevano esprimere quali erano le
riflessioni, di fatto non sono stati consequenziali.
Anche il viaggio
a Roma del capogruppo Sculco e del segretario regionale della Margherita, che di fatto vanno a sfiduciare il proprio Presidente di
Regione, è sembrato che fosse una cosa inventata dai giornalisti o da parte
nostra. No, noi l’abbiamo letto, il segretario regionale e un capogruppo sono
andati a Roma a fare delle riflessioni e, in un certo verso, Loiero,
giustamente, dice “non la chiarisco con la delegazione calabrese, con i partiti
calabresi la crisi della Giunta” – che c’è ed è profonda,
perché se no in questi mesi non sarebbero successo quello che ho detto – “non
la chiarisco qui, la vado a chiarire direttamente con i vertici di Roma”.
Questo penso che sia il messaggio che i partiti
calabresi devono recepire in questo che il Presidente ha fatto. E noi ci
troviamo solo ad otto mesi dalle elezioni: io penso che questo sia un record,
cioè che il Presidente venga sfiduciato dal suo
partito dopo otto mesi!
Abbiamo letto, in
questi giorni, certamente il primato del Presidente che è tra i più ben voluti
d’Italia, però ritengo che la Calabria, più che avere questi tipi di primati
che naturalmente stanno alla soddisfazione personale del Presidente, avrebbe
bisogno di essere prima in altri tipi di classifiche,
come quella di aver lottato la disoccupazione e quindi di aver avuto un margine
positivo, di avere un prodotto interno
lordo che è cresciuto, di avere un sistema produttivo che dopo otto mesi
si è riusciti a mettere in moto e quindi ci sono stati dei segnali positivi.
Invece, abbiamo assistito ad una coalizione disomogenea, frammentata in questi mesi. C’è, poi, la mancata sostituzione del vicepresidente Fortugno: ritengo che la massima Assemblea calabrese la migliore risposta che poteva dare alla memoria del compianto vicepresidente Fortugno era quella di nominare velocemente e immediatamente, senza tentennamenti, il suo sostituto. Ad oggi, sono passati due mesi, abbiamo assistito a manifestazioni, a manifestazioni di parte, a strumentalizzazioni politiche, perché, cosa c’entrano i segretari nazionali ad una manifestazione di Locri del centro-sinistra, quando anche noi qui nella massima Assemblea elettiva calabrese abbiamo votato all’unanimità tutti i provvedimenti?
Ritengo, invece, che la lotta alla criminalità organizzata sia una lotta di tutti, non può essere una lotta solo ed esclusivamente appannaggio di pochi. E anche le manifestazioni, peraltro, importando anche tantissima gente da fuori della Calabria, come se bisognava rafforzare la manifestazione come numero di abitanti, ritengo siano una strumentalizzazione verso quei giovani di Locri che hanno voluto manifestare con tanto disagio quello che è un dramma della nostra società calabrese, che è la mafia.
E oltre a questa coalizione frammentata, ritengo che oggi questa doveva
essere la discussione, riuscire a capire anche realmente quali erano nel
profondo i problemi di questa maggioranza per trovare al vostro interno una
soluzione. Io ritengo che ci siano anche e soprattutto dei problemi
amministrativi molto seri.
Quello che diceva
l’assessore Adamo nei giorni scorsi
– lo invito in Commissione bilancio ad approfondire
questi temi –, il dissesto finanziario è una questione che preoccupa tutti, che
deve essere affrontata con grande dettaglio, deve essere fatto in modo tale che
vengano fuori anche delle proposte, perché la classe dirigente regionale non
può andare dietro sempre e comunque alle emergenze. Però, questo si scontra
anche e soprattutto con un’abolizione del ticket, cioè non si può dire dissesto finanziario da un lato e poi
abolire il ticket quattro
mesi prima. Allora significa che quell’abolizione non è stata un atto positivo per la Regione Calabria.
Allora, delle due, l’una: bisogna seguire una linea, una logica.
Manca, ad oggi,
il Dpef, che è un documento che noi abbiamo chiesto, dove c’è programmazione e
strategia per lo sviluppo, dove c’è analisi di quali sono gli indicatori. Di
questo noi vogliamo discutere in Commissione e peraltro, questo è uno degli
elementi essenziali.
Oggi lo diceva bene prima il Presidente
Loiero, quando diceva che siamo di fronte ad una terra dalle tantissime
emergenze, dove non ci può essere solo una parte che può andare a risolverle,
ci deve essere un coinvolgimento di tutti, una collaborazione
di tutti, allora questa collaborazione si ha su questi tipi di strumenti, non
sulle nomine o su altre questioni.
E anche la vicenda dei manager la voglio affrontare per un motivo molto semplice, perché – me
lo ricordo – in campagna elettorale una delle promesse che il Presidente Loiero
faceva era “una discontinuità con il precedente governo di centro-destra”,
laddove diceva “ la Calabria e i calabresi”, cioè dobbiamo individuare delle
professionalità calabresi che abbiano realmente una conoscenza delle
problematiche locali e quindi trovare anche delle possibili soluzioni.
Allora su tredici
manager, più della metà vengono fuori dal
territorio calabrese, addirittura si è ricorso anche al mercato internazionale
per andare a trovare un manager che
potesse affrontare questi tipi di questione; però questo si scontra con quello
che è stato detto perché, spesso e volentieri, questi manager verranno in Calabria magari
due volte la settimana, non conoscendo il sistema calabrese, ma quello del
Piemonte, del Veneto o del Lazio. Il nostro è un sistema sanitario complesso,
che ha le proprie difficoltà, dove c’è bisogno anche di tempo per riuscire a
capire.
Ecco, questa è anche l’incoerenza rispetto a quello che era stato detto.
Allora si privilegia l’immagine, anche la possibilità di dare dei messaggi alla società calabrese. Io ritengo che la Calabria abbia bisogno di risposte concrete, di gente che si metta a lavorare seriamente su un sistema sanitario che certamente ha i suoi tanti drammi. E poi – lo diceva bene l’assessore Tripodi, che poi oggi cambia improvvisamente idea rispetto a quello che aveva detto sui giornali nei giorni scorsi – questi addirittura, i rappresentanti in Giunta – delle due, l’una – non conoscevano neanche i curricula di chi andavano a nominare, perché l’assessore Tripodi l’ha detto sulla stampa, ha fatto la proposta l’assessore Lo Moro senza individuare i curricula …
Allora, spesso e volentieri, c’è un Governo regionale
che dice di basare il criterio delle nomine sulla professionalità, poi viene
fuori che, magari, l’assessore Tripodi dice “io non
conoscevo neanche i curricula di coloro che andava a nominare”!
Quindi queste sono le incongruenze tra quello che si
dice e quello che si fa. Questo ritengo sia uno degli
esempi.
La Calabria ha
veramente tante difficoltà, tante questioni a cui dare risposte (i trasporti,
c’è lo sciopero, i forestali sono stati un esempio, gli
Lsu e gli Lpu), su cui c’è bisogno non di una strategia per tappare i buchi,
perché di questo non ha bisogno la Calabria, c’è bisogno di programmazione, di
capire realmente su ogni settore che abbiamo di fronte quali devono essere le
possibili soluzioni, sapendo anche un altro dato che è fondamentale e che
ritengo tutti noi deve preoccupare: siamo a quindici giorni dalla scadenza del
31 dicembre sui fondi comunitari e vorrei
capire perché il Presidente nel suo intervento ha detto “10-20-30
milioni di euro che si perderanno”. Non vorrei che, alla fine, questi 30
diventino 100 milioni di euro, vorrei, cioè, sapere realmente
che cosa si è fatto.
Il Presidente ha
fatto una scelta, di candidarsi. Io so, Presidente, che lei fa politica da
tanto tempo nella nostra regione, i problemi della Calabria li conosceva, cioè sa quali sono i drammi e sa anche le tante
difficoltà che oggi un amministratore, una Giunta deve affrontare per riuscire
a dare delle risposte.
Allora c’è una
fase delle emergenze, ma c’è una fase anche forte della programmazione. Per
quanto riguarda il gruppo consiliare di cui faccio parte, siamo su
un’opposizione non distruttiva, siamo su un’opposizione costruttiva; quando si
tratta di problemi che riguardano tutti e gli interessi prima di tutto dei
calabresi, noi ci siamo, ci saremo e ci saremo per il futuro. Quando, invece, si tratta di nomine,
di incarico o di quant’altro, noi saremo lì a fare un’opposizione molto
rigorosa, perché questa deve essere anche la nostra prerogativa. Questi ritengo siano i dati essenziali che tutti quanti noi ci
dobbiamo porre.
Sono passati otto
mesi, la vittoria di 200 mila voti in più, è vero, crea tante attese e tante
emergenze da parte della Calabria e si vuole realmente da parte dei calabresi
dare delle risposte, però ritengo che si può avviare una strategia di risposte,
c’è bisogno realmente di collaborare perché su determinate emergenze ritengo
non ci può essere divisione politica.
Ecco,
noi dobbiamo immaginare che dopo questa discussione venuta fuori in Consiglio
regionale, insieme bisogna affrontare le grandi emergenze, innanzitutto dalla
presentazione del Dpef in Commissione e dall’avvio del processo stesso. Siamo ad otto mesi, non c’è stato un provvedimento
legislativo di livello che possa riguardare l’intero
Consiglio, che possa essere stato approvato. Ecco, la politica ha la sua fase
importante, ma è importante anche e soprattutto dare risposte amministrative.
Nella Calabria ci sono le risorse, le prerogative, l’elezione diretta che dà
stabilità e anche e soprattutto ci sono le competenze legislative per poter
dare una svolta. Io vorrei che di questo si parlasse, soprattutto di problemi
per riuscire a trovare le soluzioni.
PRESIDENTE
E’ iscritto a parlare
l’onorevole Guerriero. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, ho ascoltato tutti gli interventi da stamani qua, non ne ho perso uno. Debbo fare una riflessione ad alta voce e la faccio per il rispetto che porto al Presidente Loiero in modo particolare: ritengo che, conoscendolo da anni, sapendo che è un uomo che privilegia la politica e il rapporto con i partiti, il Presidente Loiero in quest’Aula, come fuori da quest’Aula, non voglia dei cortigiani, nel modo più assoluto, proprio per il ruolo che gli riconosco da sempre. Ecco perché penso che dovremmo un po’ spostare il tiro e noi socialisti, proprio perché amiamo la lealtà nei confronti del Presidente e della coalizione che lui rappresenta, vogliamo essere leali e alleati, senza polemiche, costruendo assieme un percorso che abbiamo iniziato nel mese di aprile – veramente lo abbiamo iniziato molto prima, ad onor del vero – per dire che cosa? Il problema, a mio parere, onorevole Presidente, è il rapporto fra i partiti della coalizione, non il rapporto fra il Consiglio regionale, la maggioranza del Consiglio e il Presidente Loiero, perché noi non entriamo in polemiche di carattere strumentale legate solamente a fatti che possono nascere e morire nell’arco di una giornata, quali possono essere le nomine, perché sarebbe ben poca cosa – sono fatti importanti, ma è ben poca cosa –, ma raggiungere questo obiettivo politico per tutti significa pure avere un confronto chiaro fra di noi, all’interno della maggioranza stessa.
Veda, io mi sono meravigliato quando la Margherita, il suo partito, il partito alleato di tutti noi, ha nei suoi confronti con virulenza prodotto un atto che ritengo non fosse giusto, leale, perché si poteva confrontare la maggioranza su certe cose per comprendere bene come vanno le cose, al di là delle nomine, o come le cose non stanno andando.
Veda, Presidente, proprio perché vogliamo
rafforzare la
coalizione
e lei che la rappresenta in modo particolare, vogliamo dire che stanno venendo meno certi presupposti. Non è in
crisi la maggioranza, la maggioranza ha solamente una crisi particolare, quella
del mancato dialogo fra i vari partiti che la compongono.
Santa Trada doveva essere un punto di partenza importante. Io ritengo che
chi si è assunto, in quel momento, la responsabilità della guida dell’Unione in
Calabria avrebbe il dovere, oggi, di interrogarsi se le cose, da quel momento,
all’interno di questa coalizione dal punto di vista
politico si stanno portando avanti in maniera corretta e giusta, al di là delle
nomine. Infatti, condivido certe cose che diceva il
collega onorevole Occhiuto, il problema non è di rappresentatività all’esterno
dei vari enti, anche se là c’è da dire che non con tutti si dialoga. Noi
socialisti sapete che abbiamo una rappresentanza, abbiamo
il grande piacere – e lo dico anche all’onorevole Senatore che è andato via
come sempre – di avere Chieffallo con noi e non solo Chieffallo, Luciano Racco
e abbiamo il piacere di essere tornati uniti come socialisti; compagno
Principe, siamo uniti come socialisti, siamo contenti e felici di questo,
perché il posto giusto dell’onorevole Chieffallo è qua, dove oggi si è seduto,
onorevole Senatore, è tornato a casa sua, è tornato alla casa di Pertini, di
Nenni, là dove è sempre stato, del resto.
Ecco perché dico che noi siamo sei consiglieri regionali che vogliamo collaborare, Presidente Loiero, con grande
sincerità glielo diciamo, dicendo con chiarezza dove sono le cose che, a nostro
giudizio, vanno modificate all’interno della coalizione, perché se non le
diciamo questo, commettiamo un grave reato nei suoi confronti in modo
particolare, perché lei è quello più in vista.
Guardi, Presidente, manca il dialogo fra la Giunta e il Consiglio
regionale – diceva bene Occhiuto – fra la Giunta e le
Commissioni, manca un dialogo costante fra la Giunta e le Commissioni. La
programmazione e l’indirizzo spettano al Consiglio e noi assistiamo, spesso e malvolentieri – dobbiamo dire – ad
iniziative lodevoli, per l’amor di Dio, ognuno capiamo
bene i ruoli degli assessori, nel modo più assoluto, ma lodevoli nella misura
in cui gli indirizzi partono da questo Consiglio regionale e non da fatti
individuali e da scelte di carattere personale. Non voglio muovere accuse a
chicchessia, ma – vivaddio – sui criteri per quanto riguarda le nomine nelle
Asl, per l’amor di Dio, è legittimo, ma possiamo anche noi dare un nostro
contributo; criteri per quanto riguarda il piano per il turismo, onorevole
Donnici. Perché il Consiglio regionale non può essere chiamato in causa per
discutere in questa Aula di che cosa vogliamo farne di
questa terra di Calabria dal punto di vista del progetto turistico che si vuole
portare avanti, delle prospettive
turistiche? Noi consiglieri regionali siamo solamente invitati a convegni per
questo, onorevole Loiero.
E’ vero, le difficoltà ci sono, le ha trovate, le abbiamo trovate,
sappiamo le grandi difficoltà in cui ci siamo trovati, ma non per guardare
indietro, perché basta – ricordava qualcuno, non
ricordo chi ne ha parlato – vedere nell’ambiente quello che si è trovato per
comprendere un attimo quali drammi questa Giunta può vivere, in questi momenti,
per cercare un po’ di tirare avanti una baracca che è devastata da una
scellerata scelta di governo nel passato, che ha pensato all’ambiente nei
termini in cui ha pensato.
Io non la voglio
fare lunga. In una regione dove la criminalità dilaga – lo ricordavano, – noi dobbiamo cercare un attimo anche di cambiare la cultura di
chi governa. Lei ha la possibilità di farlo attraverso i suoi assessori, che
non debbono stare rinchiusi nei bunker,
Presidente, devono un po’ aprirsi anche a quelle che sono le istanze che
provengono non dall’individuo o consigliere regionale, ma dalle forze politiche
che gravitano all’interno di questo Consiglio che vogliono dare quel contributo.
Veda, ad esempio,
noi siamo contro la spesa, siamo a favore dell’investimento e lei mi pare che
sia uno di quelli che tira verso questo tipo di
obiettivo, perché investire significa rendere produttiva quella spesa, però
vorremmo capirne qualcosa. Non riusciamo a saper nulla, ad esempio, di quelle
che sono le idee da portare avanti entro il 31 dicembre, ma nulla, almeno noi –
io faccio parte pure della sesta Commissione, che è quella dei fondi europei,
e, mi creda, non ne so nulla, come ritengo non ne sappia
nulla il Presidente stesso – non sappiamo qual è il percorso da qua al 31 dicembre per i fondi europei. Non ne
sappiamo nulla!
Come non sappiamo nulla di quello che è il discorso del Dpef, del
bilancio, di quella che è la programmazione, che non è un fatto tecnico, come
qualcuno lo vuole fare apparire. Noi siamo fortemente preoccupati da quella
relazione dell’onorevole Adamo, ma non è un fatto tecnico, il bilancio è un
fatto prettamente di carattere politico e di indirizzo.
Non si può pensare solamente di liquidarlo sol perché le condizioni, in questo
momento, sono quelle che sono.
Allora abbiamo il
dovere di entrare, almeno noi maggioranza, vogliamo capire – ma ritengo che sia
altrettanto legittimo da parte della minoranza che, ad onor del vero, vedo abbastanza disponibile sui grandi temi ad un confronto
– questa Calabria su che cosa può contare, su quali sono le prospettive da qui al 2013.
Guardate, non che
è noi vogliamo aggiungere molto
a quanto si è detto stamani. Presidente, noi riteniamo sia utile un’altra Santa
Trada, ma non in quei termini, un’altra Santa Trada è utile per un confronto
serio a livello di forze politiche che vogliono portare avanti una legislatura
nel segno del cambiamento, non improvvisando. Ci sono problemi urgenti da
risolvere, lo sappiamo tutti, ma c’è anche una programmazione da fare. Io so
bene – lei ha fatto bene a ricordare alcune cose –, certo, va ascritto a questa
maggioranza il grande merito di aver portato avanti il
discorso della “cittadella” regionale a Catanzaro dopo trentacinque anni e
altre cose, per l’amor del cielo, però tutto il discorso che guarda alla
programmazione da qua al 2013 ritengo che possa essere fatto attraverso un
confronto. E’ una proposta da portare nell’Aula di questo Consiglio, perché può
essere anche una proposta condivisa da parte di chi nella minoranza si pone nei
termini in cui si poneva, ad esempio, il collega Franco Talarico poc’anzi sulle
grandi scelte di sviluppo di questa regione.
Presidente, non è
possibile polverizzare le risorse, le risorse che verranno saranno la linfa
vitale per la Locride, ma non solo per la Locride, per tutta la Calabria, se
vogliamo creare fiducia nei giovani calabresi.
Ed io voglio chiudere con una breve parentesi: noi
abbiamo prodotto un documento come forza socialista in Calabria, abbiamo detto
che non condividiamo le scelte, ma non perché non conosciamo le
professionalità, dobbiamo ritenere che le professionalità che avete messo nelle
Asl siano valide, non c’è dubbio, però non condividiamo le scelte quando provengono
da fuori Calabria. Noi riteniamo che in Calabria ci possano essere delle
professionalità capaci e ne abbiamo avuto esempio,
Presidente – e di questo a lei ne faccio un grande apprezzamento – quando lei
in Calabria ha portato il dottor De Grano, ad esempio, un calabrese con grandi
capacità progettuali e di idee. Ecco perché le dico, visto che abbiamo tanti calabresi in Calabria come il dottor De Grano,
perché non utilizzarli in questa nostra terra?
Ecco perché le
diciamo che noi socialisti non parleremo mai in maniera acritica solamente per
dirle “bravo, Presidente”, non saremo cortigiani, le proporremo solamente cose
che realmente possono essere portate avanti in questa nostra regione.
Veda, Presidente,
quando ho letto la nota contro di lei dalla Margherita, mi interrogavo,
perché non è nata su una critica di carattere politica la nota nei suoi
confronti, perché se fosse nata da là, io avrei anche potuto comprendere e
condividere. Non l’ho condivisa per un motivo: mancava, in quel momento, quasi
quasi – e mi dispiace che non ci sia il mio collega capogruppo – una fotocopia
di quanto è successo a noi nel mese di agosto, quando
l’onorevole Bova fece, demandato dal Consiglio regionale, le nomine per i vari
enti regionali. Questo ha fatto capire all’opinione pubblica calabrese.
Noi riteniamo che
questo non deve essere così, non abbiamo condiviso quella fotocopia all’epoca,
non abbiamo condiviso questa fotocopia perché, a nostro giudizio, è quasi una
fotocopia di malessere legato alle nomine. Noi vogliamo starle vicino con
sincerità, Presidente, però lei alla sua Giunta dica che si dia una regolata,
anche lei stia più vicino al Consiglio regionale, per quello che è giusto, per
quello che è il ruolo del Consiglio – le sue prerogative non le vuole minimamente intaccare nessuno –, per quelli che sono i
ruoli dei partiti. Si ricordi che esiste un Partito socialista in Calabria, che
è unito ed è formato da sei consiglieri regionali.
Come
eravamo rimasti, se i capigruppo
vogliono venire al banco della Presidenza, per vedere come concludiamo la
seduta…
(I capigruppo si portano al banco della Presidenza)
Abbiamo concordato con i gruppi che parlano, a questo punto, per dieci minuti ciascuno solo i rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche che fino a quest’ora non hanno parlato, salvo poi dare la possibilità al Presidente della Giunta della replica e votare l’eventuale documento finale. Ciascuno di quelli chiamati, per ragioni di tempo, ha diritto di prendere la parola solo per dieci minuti al massimo, purtroppo.
Per primo
l’onorevole De Gaetano ha la parola.
Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta, colleghi consiglieri, credo che il dibattito che abbiamo fatto oggi sia stato importante ed interessante. Non credo che questo, come alcuni colleghi della minoranza hanno detto, si possa definire come un dibattito sulla crisi di questa maggioranza, in quanto mi hanno insegnato che le crisi sono tali quando ci sono o le dimissioni da parte del Presidente della Giunta oppure c’è una componente politica della maggioranza che sfiducia la Giunta. Io credo che questo non sia stato.
E’ sotto gli occhi di tutti: in questa maggioranza, in questi giorni, ci sono state – come è giusto, credo, come è doveroso che ci sia in una maggioranza democratica, in una maggioranza plurale, che vuole ragionare dei problemi di questa regione – opinioni diverse. Io credo che questo sia il sale della democrazia e non accetterei mai di essere in una maggioranza o in una coalizione dove c’è un padre-padrone che decide per tutti e tutti gli altri si devono adeguare. Io credo che in questa maggioranza il sottoscritto e soprattutto Rifondazione comunista non potrebbe stare un minuto di più. Per fortuna, non siamo in questo caso, ma noi siamo qui in questo Consiglio regionale perché c’è una maggioranza che vuole ragionare, che vuole cambiare questa Regione e che ha anche tante volte, come è giusto che sia, opinioni e sensibilità diverse. Questo credo che sia il senso del dibattito che oggi abbiamo fatto.
Non credo, veramente, che si possa definire questa come una crisi. Io credo, Presidente della Giunta, colleghi, che questa maggioranza in questi pochi mesi, otto mesi di governo, abbia avuto e portato alla Calabria e ai calabresi importanti risultati. Vorrei soltanto citare due-tre esempi per correttezza.
Credo che l’abolizione del ticket sia stata una grande conquista che questa maggioranza ha portato al popolo calabrese. Guardate, colleghi, il balzello del ticket era una tassa odiosa che colpiva soprattutto le classi meno abbienti di questa regione, che colpiva le classi che sono state tartassate in questi anni, in questi dieci anni di malgoverno della destra a livello regionale e in questi ultimi cinque anni di malgoverno della destra a livello nazionale. Io credo che questa conquista che noi abbiamo dato al popolo calabrese sia seria ed importante e credo nessuno possa dire che questo non sia stato.
Ma, al di là dell’abolizione del ticket, credo che nel campo ambientale questa maggioranza e questo Governo regionale abbiano bene operato. Guardate, il campo ambientale oggi è forse l’aspetto più importante di un governo di una Regione, è forse l’aspetto più importante non solo di un governo della Regione, ma del governo planetario: oggi dall’ambiente passano i destini dell’umanità ed io credo che in questa Regione, in questi pochi mesi, anche grazie all’operato del collega Tommasi, abbiamo dato un’impronta diversa, abbiamo cambiato il modo con cui veniva gestita la partita dell’ambiente e soprattutto abbiamo dato segni concreti. Io vorrei dare solo due esempi: nel mese di agosto abbiamo approvato, nel collegato all’assestamento di bilancio, due importanti norme, la prima era il blocco dell’impianto di compostaggio di Pettogallico, la seconda era il raddoppio del termovalorizzatore di Gioia Tauro. Ebbene, colleghi, noi questi atti li abbiamo fatti, ma il Governo nazionale, il Governo amico vostro, come al solito, si è messo di traverso e contro gli interessi dei calabresi e della Calabria, se è vero, come è vero, che quella legge è stata impugnata dal Governo nazionale davanti alla Consulta.
Questi sono i fatti, colleghi, su cui dobbiamo discutere, su un Governo nazionale che, come al solito e anche in questi ultimi mesi, colpisce e penalizza questa nostra regione non solo nel campo ambientale, come in questo momento vi ho dimostrato, ma anche nel campo del lavoro. Colleghi, di qualche mese fa è il “decreto Catania”, che non ha fatto questa Giunta regionale, il “decreto Catania” significa che una maggioranza amica nella città di Catania, perché forse c’era un sindaco che curava il cavalier Berlusconi, ha consentito di poter stabilizzare o consentirà di poter stabilizzare gli Lsu-Lpu. Quindici giorni fa hanno allargato questo decreto, addirittura, per Messina, perché a Messina si votava!
Ebbene, se questi sono i risultati, astenetevi da questi atti, visto che ieri a Messina ha vinto il centro-sinistra, ma il punto grave è che si penalizza questa regione, perché la battaglia che tutti noi dobbiamo fare è di stabilizzare tutti gli Lsu-Lpu, perché gli Lsu calabresi non sono differenti dagli Lsu di Catania o di Messina. Questa è la verità che noi dobbiamo dire e che anche in questi dibattiti deve venire fuori, perché se no sono chiacchiere di ceto politico e non ragioniamo sui problemi concreti che oggi hanno i calabresi e la nostra regione.
Per essere veramente rapido e per dare la possibilità
a tutti i colleghi di intervenire, volevo toccare soltanto qualche altro punto
perché mi ha stimolato il collega Senatore, che nei suoi interventi è sempre
molto pittoresco, definiamolo così, quando ha
raccontato una storia – l’ha raccontata a modo suo, naturalmente – e parlava dei socialisti. Figuratevi se io, in
questo momento, vorrei difendere i compagni socialisti! Ma credo
che dire all’onorevole Chieffallo che ha sbagliato la postazione dove sedersi e che si è andato a
mettere con chi ha cancellato il Partito socialista sia una sciocchezza storica…
(Interruzione
dell’onorevole Vilasi)
Grazie all’onorevole Vilasi per
questa battuta che ci può anche stare, dal punto
di vista di una partita, ma il punto politico della questione è questo. L’errore che, secondo me, hanno
fatto i colleghi del Nuovo Psi non è quello di sedersi oggi in questi banchi,
ma è stato quello in questi anni di stare da quella parte, perché io mi chiedo
e chiedo all’onorevole Senatore, lui che è uno storico, se sa che in questa
nostra regione, in questo nostro Paese, la sua parte politica è stata quella
che ha affossato i socialisti, che ha mandato i socialisti al confino negli
anni ’30 e ’40.
Negli anni ’70 in
questa città, dove c’è questo Consiglio regionale, la sua parte politica ha
bruciato le federazioni socialiste per ben due volte! Questa è la realtà
politica che non ci dobbiamo dimenticare perché, se
no, facciamo chiacchiere in questo Consiglio regionale.
Allora
l’onorevole Chieffallo fa bene a stare da questo lato e dove è sempre stato, in
un partito che si dichiara socialista, perché l’errore sta nel fatto che un
Partito socialista per antonomasia, per definizione non può stare a destra, ma il suo errore soprattutto sta nel fatto che –
lasciatemelo dire, ma non volevo dire questo – che quando parlava del problema
della criminalità, invocando tutta una serie di cose, parlando di tante cose,
addirittura dallo sbarco degli americani in Sicilia che ha portato con sé la
mafia americana o di altre cose che ha detto, ha detto il prefetto Mori, il
prefetto “di ferro”, ricordava quell’esperienza storica, ha ricordato soltanto
l’inizio, ma non la conclusione, cioè che quando quel prefetto andò a fondo e a
colpire seriamente il problema della mafia, fu rimosso dalla Sicilia e fu
promosso senatore della Repubblica.
Questo è quello
che si dimentica di dire e il fatto che si dice in questo Consiglio, che è un
Consiglio democratico, che chi mandò allora Mori in Sicilia, a Palermo, è stato
l’uomo che ha costruito strade, piazze e città, è un’offesa che fa al popolo
calabrese e al popolo italiano, perché chi mandò il prefetto
Mori lì è l’uomo che ha affossato questo Paese, che ha mandato al
confino tantissimi oppositori politici e ha ridotto alla fame il nostro Paese.
Questa è la realtà che ci troviamo di fronte.
Presidente
Loiero, credo che il lavoro che abbiamo intrapreso in questi otto mesi sia
stato proficuo per i calabresi, naturalmente non abbiamo
potuto fare tutto quello che ci auguravamo, non tutto abbiamo risolto, abbiamo
iniziato a mettere alcuni tasselli, alcuni punti. Io credo che dobbiamo
continuare ancora con più vigore, con più forza, e insieme a questa giusta
opera, che abbiamo fatto in questi mesi, andando a colpire ed aggredire due
grandi problemi che ha questa regione, che sono il
problema del lavoro e soprattutto del precariato, che non solo è un problema
calabrese, ma è un problema italiano.
Insieme a questo
io credo, Presidente, dobbiamo andare a toccare l’altro grande
punto, insieme alla sanità, che è il punto dell’emigrazione e il punto doloroso
della chiusura dei Cpt, che sono dei veri e proprio lager che offendono
la cultura del nostro popolo, che è un popolo di emigrazione che ha conosciuto
la tristezza culturale di andare via dalla propria terra per trovare la
possibilità di avere un’occupazione.
Io credo che
dobbiamo ripartire da questo e Rifondazione comunista le dice, Presidente, di
andare avanti con ancora più vigore, le staremo al fianco non per l’interesse
nostro che siamo in quest’Aula, ma per gli interessi
dei calabresi.
PRESIDENTE
La parola
all’onorevole Feraudo
Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta, onorevoli colleghi, sono passati pochi mesi, pochissimi, se si considera la pausa estiva, e il Consiglio regionale è già chiamato a discutere della sua situazione politica, segnata dall’innegabile disagio che serpeggia nella maggioranza che, dopo aver vinto con un grande risultato le elezioni, sostiene il Presidente Loiero.
Sicuramente non avremmo immaginato che lo straordinario risultato elettorale conseguito lo scorso 4 aprile, e con esso la fiducia che la stragrande maggioranza dei calabresi hanno voluto riporre con forza e determinazione nell’Unione e nei partiti che ne fanno parte, sarebbe stato affievolito da una sorta di scollamento che sta caratterizzando il rapporto tra il Presidente della Giunta e la maggioranza che lo sostiene. Probabilmente non è una questione di merito, ma di sicuro è una questione di metodo.
Lei, signor Presidente della Giunta, può contare in Consiglio su una solida maggioranza che ha dimostrato, in alcuni passaggi importanti e decisivi, di saper essere responsabilmente granitica e compatta, anche su questioni di cui, probabilmente, non tutti eravamo interamente convinti. Ma lo spirito della coalizione, l’alta responsabilità che deriva dal mandato che abbiamo ricevuto dai calabresi, tanto ampio quanto forte, hanno sempre prevalso rispetto ai convincimenti personali o di appartenenza partitica.
Dal canto suo la maggioranza ha dimostrato,
ricercando sempre un confronto costruttivo anche su questioni di esclusiva competenza consiliare, di voler privilegiare,
come è giusto che sia, un rapporto sinergico tra i gruppi consiliari di
maggioranza, i partiti della coalizione e l’esecutivo, convinti, come non
possiamo non essere, che il Governo regionale, i gruppi consiliari e le forze
politiche dell'Unione costituiscono, tutti insieme, articolazioni della stessa
entità che è, appunto, la maggioranza. Ciò, credo, in perfetta sintonia con la
sua volontà, più volte ribadita, signor Presidente, di non essere identificato
come il governatore della Calabria, ma più coerentemente come il suo Presidente,
quasi a voler rimarcare, anche
lessicamente, quella discontinuità rispetto alla gestione governatoriale
precedente, deludente e fallimentare, che i calabresi con l’importante
risultato elettorale hanno inteso bocciare.
Su queste
premesse, la fase di avvio della legislatura è stata
caratterizzata da scelte importanti, direi forti e coraggiose, e lo spoils
system ne è un esempio. L’avvio della legislatura è stato, così,
fortemente caratterizzato da quella discontinuità non solo
politica, ma anche gestionale, che i calabresi hanno richiesto a gran voce e di
cui la maggioranza è stata capace di farsi carico. Ma la fase di avvio della legislatura è coincisa, in buona sostanza,
anche con il gravissimo fatto di sangue di Locri, nel quale è stato
barbaramente assassinato il nostro Vicepresidente, fatto di sangue che ha
scosso profondamente la Calabria e la coscienza di tutti noi. Una fase, dunque,
difficile per la Calabria, soprattutto per lei, signor Presidente, che in prima
persona è stato chiamato a rappresentare l’immagine della nostra Regione in
ogni sede e ad ogni livello, soprattutto mediatico.
Tale scenario avrebbe, tuttavia, reso necessario – ritengo – un maggior coinvolgimento del Consiglio e, per quel che attiene più specificamente alle responsabilità di governo e al prosieguo dell’azione politica, il rafforzamento del confronto con i partiti che la sostengono. Direi, in una parola, maggiore collegialità. Ma così non è stato: la lentezza, ed anche le difficoltà ad avviare un rapporto sinergico e proficuo tra Giunta e Consiglio, si è avvertita sin dai primi mesi, una lentezza che è stata il preludio della consapevolezza di una vera e propria condizione di difficoltà e di disagio che iniziava a caratterizzare i rapporti tra la maggioranza e la Giunta.
Non sono mancati casi in cui non solo non si è dato
seguito alla richiesta di incontro su questioni
importanti avanzata dai capigruppo
di maggioranza, ma il confronto ed il dialogo tra maggioranza ed esecutivo, che
sembrava seppur timidamente avviato, si è di fatto arenato. Le fibrillazioni sorte all’interno della maggioranza
ed anche nel partito cui lei appartiene, signor Presidente, costituiscono il
segno tangibile del disagio a cui tale situazione è
approdata e che caratterizza l’attuale fase politica regionale.
Non si tratta
tanto – e ne sono convinto – di rilievi che riguardano il merito, ma – e mi
ripeto – di sicuro attengono al metodo. Il riferimento è chiaro ed è alle
nomine nella sanità, rispetto alle quali la maggioranza avrebbe
voluto, anzi dovuto, dire la sua almeno per quanto attiene ai criteri di
scelta.
Nessuna
interferenza in merito alle prerogative proprie dell’esecutivo, che comunque ha operato con coraggio e nella discontinuità, ma
solo la volontà di contribuire alla discussione. Le eventuali responsabilità,
così, si sarebbero spalmate sull’intera coalizione, la
quale, nell’irrinunciabile e unanimemente condivisa ottica della discontinuità,
probabilmente avrebbe dato il suo fattivo contributo affinché le scelte operate
non venissero adombrate da quelle polemiche che, poi, sono inevitabilmente
scoppiate.
La mancanza di
sinergia tra esecutivo e maggioranza è, tuttavia, solo uno degli aspetti che
caratterizzano questa fase politica regionale, perché ve ne sono altri, signor
Presidente, che sebbene riguardino più da vicino singole forze politiche,
attendono di essere chiariti, anche perché finiscono inevitabilmente col
coinvolgere l’intera coalizione. Non è sfuggito a
nessuno, infatti, come attualmente vi siano forze
politiche che, sebbene a seguito di proprie vicissitudini interne, non svolgono più quel ruolo
politico-istituzionale che era stato loro originariamente riconosciuto. Mi
riferisco, innanzitutto, al partito che ho l’onore di
rappresentare in seno a questa autorevole assise. Italia dei Valori, infatti,
rappresenta una vera e propria anomalia nel sistema politico-istituzionale
regionale. Oggi siamo l’unico partito dell’Unione che, seppur rappresentato in
Consiglio, non ha alcun ruolo nell’esecutivo da lei presieduto. Eppure, le premesse erano ben altre, se solo si pensa che la Giunta
da lei formata aveva, al momento della sua composizione, una chiara e netta
connotazione politica, rappresentativa di tutte le forze dell’Unione che hanno
contribuito al meritato successo elettorale. Anomalia, quella appena
accennata, che emerge in maniera ancora più accentuata e netta se solo si
considera la presenza nell’esecutivo regionale di soggetti privi ormai di
qualsivoglia legittimazione politica e partitica.
Questo a netto discapito di Italia dei Valori, che con
lealtà l’ha sostenuta sia nella competizione elettorale, sia con altrettanta
lealtà, successivamente, ed ancora oggi la sta sostenendo in Consiglio.
Sono fermamente convinto che i calabresi non riescono a cogliere il
senso di tale anomalia, ma certo è che essa non trova alcuna logica
giustificazione nelle ragioni della coalizione, la
quale si ritrova, nell’esecutivo regionale, monca di una forza politica che a
pieno titolo fa parte dell’unione. Un’anomalia, signor Presidente, che mi
auguro venga rimossa al più presto, anche per dare
maggiore vigore e legittimazione all’intera coalizione che oggi, tutta intera
ed unita, tutti insieme – come ha sottolineato il capogruppo della Margherita,
vuole svolgere con determinazione il ruolo che l’elettorato le ha assegnato.
Questo è il passaggio che connota ogni normale processo democratico:
conquistare ruoli di responsabilità attraverso l’impegno elettorale e non
viceversa. Nel qual caso, l’anomalia trascende inevitabilmente
in condotta moralmente ed eticamente eccepibile. Non è possibile,
infatti, che chi, non appartenendo ad alcuna forza politica dell’unione, possa utilizzare un ruolo istituzionale così forte, svuotato
– giova ribadirlo – di qualsivoglia legittimazione politica, per costruirsi un
proprio movimento, peraltro in netta violenza e in frontale contrapposizione a
quel partito in rappresentanza del quale gli era stato riconosciuto il ruolo
istituzionale.
Simili scappatoie non possono essere tollerate né giustificate,
soprattutto in un momento, come quello attuale, in cui vi è in Calabria una forte domanda di legalità e di chiarezza; non possono
essere tollerate né giustificate perché finiscono con l’incidere negativamente
sull’intera coalizione.
Lei, signor Presidente della Giunta, non solo non può consentire che
ciò accada, ma dovrà rendersi garante delle ragioni della coalizione
e della pari dignità di tutte le forze che ne fanno parte. Così come – e mi
rivolgo ai rappresentanti delle forze politiche che fanno parte dell’Unione-,
la coalizione deve fattivamente adoperarsi affinché,
attraverso la rimozione delle anomalie e degli incomprensibili personalismi
oggi esistenti, venga recuperata la credibilità e l’autorevolezza di un Governo
regionale nel quale l’Italia dei Valori vuole avere il ruolo che l’elettorato
prima e la coalizione poi gli hanno riconosciuto. Anche
l’Italia dei Valori vuole lavorare nel fiume, come lei diceva prima, signor
Presidente.
Dunque, un chiarimento da parte sua circa la nostra posizione politica si impone, non essendo esso più procrastinabile. Lei dovrà
chiaramente dire a noi, ma anche all’intera coalizione,
se l’Italia dei Valori continua o meno ad essere, così come lo è stata sia
nella fase pre-elettorale che nella fase immediatamente successiva, anche forza
politica di governo, ciò affinché ognuno possa conseguentemente determinarsi.
L’Italia dei Valori auspica che venga
recuperata l’autorevolezza dell’azione di governo e, con essa, l’autorevolezza
e la pari dignità dell’intera coalizione, al fine di contribuire a dare
autorevolezza e vigore alla nostra Regione, che oggi più che mai necessita di
un’azione politica sinergica tra le diverse entità che la compongono.
PRESIDENTE
Dopo l’intervento
del capogruppo del Gruppo misto, nonché componente
politica di Italia dei Valori, onorevole Feraudo, la parola per la componente
politica dei Liberal Democratici Scognamiglio-Chiarella, all’onorevole
Chiarella.
Presidente, intanto la ringrazio doppiamente per avermi dato la parola e per aver avviato concretamente in questi giorni ciò che la seduta del 3 novembre ha deliberato solennemente. E’ un aspetto che in questa giornata molto seria voglio sottolineare perché, quando ci riuniamo, non lo facciamo sicuramente per passare il tempo e specialmente quella del 3 novembre è stata una seduta che rimarrà nella storia proprio per questo approccio forte con la parte viva della società di Locri in quel momento, la società viva della regione Calabria, rappresentata dagli studenti della stessa cittadina ionica. La ringrazio per aver avviato quel processo, perché mai si dica che è stata fatta una seduta passerella, perché quella, in realtà, è una linea di demarcazione molto importante.
Mi auguro che si vada avanti perché si vadano a portare a compimento le altre grandi cose che abbiamo sottolineato: la cittadella degli studenti e tutte quelle altre iniziative elencate dall’assessore Adamo, che daranno un senso forte anche dell’impegno istituzionale di questo Consiglio.
Presidente Loiero, le devo fare una confessione: nel mese di maggio, quando presi la parola dal Gruppo misto – ho iniziato questa nuova legislatura direttamente nel Gruppo misto per le vicende politiche personali note, c’è stata una telenovela sulla stampa e sulle televisioni, quindi non ci sono dubbi, non ci sono ragnatele –, votai positivamente le linee-guida e, nello stesso tempo, dissi che io mi trovavo con un imbarazzo di fondo, che avevo sostenuto nella campagna elettorale il mio collega Abramo, una personalità alta della politica che ha messo di tutto per poter far venire fuori un centro-destra che era allo sbando, per come io, nella mia piccola qualità di consigliere regionale, avevo denunciato da due anni e che, probabilmente, proprio per quello ero stato messo in quarantena e qualcuno aveva deciso anche di farmi fuori!
Ecco perché dico al consigliere Occhiuto che condivido un suo passaggio importante, quando dice che non bisogna parlare, ormai, più del passato, ma che io non mi sento di condividere come lui vuole condividere alcune responsabilità del passato, uno perché sono uomo libero, perché ho sempre detto quello che ho pensato e mi sono assunto le responsabilità, due perché io non sono responsabile di tutto ciò che ieri è uscito sulla “Repubblica”, sul quotidiano nazionale, anche perché probabilmente il sottoscritto, quando doveva fare l’assessore verso quel ramo, è stato messo da parte in quanto non sono compare con nessuno e non rappresento interessi forti di determinati ambienti.
Dunque, ognuno pensi a se
stesso, parli della propria storia e risponda delle proprie azioni perché, per
quel che mi riguarda, io farò quello che dovrò fare.
Allora, se c’era un’emozione particolare quel giorno
che votai le linee-guida, dicendo anche che
probabilmente un risentimento personale mi spingeva a farlo, oggi, dopo sei
mesi, dopo aver lavorato seriamente e concretamente con i Liberal Democratici
di Scognamiglio accanto al Presidente Loiero, mi sento sereno e tranquillo
stasera a dire, Presidente, che lei deve andare avanti perché qui siamo davanti
ad una sfida enorme. Altro che crisi regionale! Altro che mettiamo in
difficoltà il Presidente Loiero! Io non voglio mettere in difficoltà la
Calabria e quindi dico che il Presidente Loiero deve andare avanti, sfruttando
anche, perché no? – io sono uno che usa molto le comunicazioni televisive,
radiofoniche e d’altro tipo – positivamente tutto ciò che ha scritto il “Sole
24 ore” ieri. Io sono convinto che quel segnale del 64 per cento, il campione
di 5 mila calabresi preso per capire l’orientamento della Calabria non va
sottovalutato, va sicuramente usato in senso positivo
da tutti, da maggioranza e da minoranza, perché il Presidente della Giunta,
specialmente con questo sistema elettorale, è il Presidente assoluto, è
l’emblema politico forte di un momento particolare in questo momento della
Calabria e quindi va sostenuto, va rafforzato e va criticato quando è
necessario, ma sempre e comunque con lo stile di chi vuole giocare in questa
legislatura una grande partita politica.
Ecco perché il
consigliere Guerriero, quando fa le sue critiche, oggi in Aula non fa altro che
rafforzare il Presidente Loiero, non fa altro che rafforzare il Governo della
Calabria attuale, rafforzare questo Consiglio regionale, e questa è politica
seria, una politica importante che deve vedere ognuno di noi avere il coraggio
di schierarsi dinanzi ad alcune scelte. Come ho fatto io in questi giorni,
quando non ho avuto problemi, anche se tantissimi miei colleghi liberamente
avevano espresso delle critiche sui direttori generali, il sottoscritto è
venuto fuori perché chi fa politica deve venir fuori nei momenti delicati, è
troppo facile avallare questo o quell’altro
personaggio della politica nel momento in cui va tutto bene e tutti applaudono;
chi fa politica deve avere il
coraggio di prendere una posizione nel momento in cui vi è una difficoltà di
fondo, io direi anche a ragion veduta, probabilmente, come in questi giorni.
E quando ho detto
che la dottoressa Lo Moro fa bene, in realtà non
dicevo altro che quello che avevo già sostenuto nel momento in cui ha mandato i
commissari all’Asl, conoscendo la dottoressa Lo Moro e sapendo che la sua
azione politica non era legata alla spartizione del potere, né tanto meno
andava contro qualche partito o qualche consigliere regionale; probabilmente
qualche cosa che è stata anche sottolineata è legata al momento particolare
della Calabria.
Io capisco quella
solitudine che sottolineava il Presidente Loiero nel
momento in cui c’è bisogno di prendere decisioni forti, non è facile, magari,
riunire assemblee per decidere alcune cose che rompono in un modo forte con il
passato; lì ci vuole il leader politico che abbia la capacità di
rafforzare anche la scelta stessa della sua idea.
Ecco perché ritengo che qualcosa di importante è successo in questi giorni, al di là di alcune necessità di parte che si potevano avere, probabilmente anche legittime, se dettate nello spirito che è stato usato dalla stessa Giunta regionale.
Allora non la
voglio fare lunga, qui devo solo sottolineare
l’aspetto importante di questa serata: ne esce più forte il Presidente Loiero,
ma non perché ne esce più forte contro qualcuno, non è che ha perso la
minoranza nel Consiglio oggi, assolutamente no, qui non c’è una sfida. In
alcuni interventi del centro-destra ho visto delle cose molto serie e molto
importanti, invece. Allora ne esce forte il Presidente
e quindi ne esce forte questo Consiglio regionale. Non mi serve un Presidente
debole, non serve a nessuno, invece serve un Presidente che abbia
lo stimolo, le critiche forti della minoranza, come è stato fatto oggi da
alcuni interventi e come anche la maggioranza può sicuramente fare, sapendo che
la partita che ci giochiamo è storica per tutto quello che andremo a vivere nei
prossimi cinque anni con i nuovi fondi europei e con tutto quello che andremo a
costruire attraverso il rapporto con il Governo della Repubblica.
Finisco,
Presidente, perché ho visto nei suoi tre momenti della relazione importante che
ha fatto la grande forza, la caratura di un uomo che è pronto a mettersi in discussione,
per poi ripartire con più forza. Mi è piaciuta la sua prima parte che è stata
molto legata alla sua interiorità, al suo modo di essere
uomo. La ringrazio, io parlo da cattolico e quindi noto e colgo alcuni aspetti del lavoro politico.
L’uomo, prima di essere elemento della politica, è
uomo con le sue paure e le sue sensazioni, le sue reminiscenze a vari livelli,
storiche e culturali, poi è passione e quindi poi è uomo serio in politica. La
ringrazio per questo aspetto, perché solitamente tra
questi banchi, alcune volte, questo aspetto viene messo sotto i piedi, con i
risultati – come avviene anche nel Paese – che tutti conosciamo.
La seconda parte è
stata politica forte, perché lei quando parla di Santa Trada, quando parla di
Cerreto, della “cittadella”, delle deleghe, della concertazione con i
sindacati, lì c’è l’aspetto politico del Presidente che io condivido, e in
Cerzeto, Presidente Bova, c’è il riscatto della Calabria, non è solo la
ricostruzione di un paese, è un modo nuovo di fare politica che fa le cose:
Cerzeto che va ricostruito è, per me, simbolo di una Calabria che vuole
riscattarsi e l’assessore Principe, che è uomo di cultura, sa benissimo che, a
volte, la forza del simbolo aiuta gli uomini a portare avanti altre grandi
battaglie.
E finisco con la
terza parte che lei ha sottolineato, quella
dell’elenco. Lei oggi ha fatto il segretario comunale, come ieri lo ha fatto
Principe, in un incontro con Scognamiglio a Cosenza, in un modo eccezionale,
perché l’elenco del segretario comunale presuppone alle spalle un lavoro,
presuppone una tensione e dei presupposti che poi portano a determinati
risultati.
Siamo all’inizio
di una legislatura e quindi, in questo momento, ci aspettiamo…
PRESIDENTE
Onorevole
Chiarella, siamo al termine
del suo intervento!
Io finirò, però
dobbiamo stabilire che anche i piccoli partiti possano
avere la possibilità di parlare e soprattutto su argomenti così importanti. Ci
sono stati partiti dei quali tre-quattro persone hanno detto le stesse cose! Mi
scusi: se è democrazia, deve valere per tutti! Quindi
io sto dicendo semplicemente quello che penso e quello che sento e devo avere
le stesse opportunità degli altri partiti, soprattutto in un dibattito
politico.
PRESIDENTE
Io non mi sarei
consentito di interromperla, se non per il fatto che
abbiamo pattuito dieci minuti. Non mi consento, perché qui dentro non ci sono
né piccoli né grandi, ci sono consiglieri regionali che stanno ai patti. Le
chiedo scusa, la parola all’onorevole Abramo.
Vista l’ora tarda, spero di impiegare anche meno di
dieci minuti, però mi ritengo soddisfatto oggi dell’andamento
di questo Consiglio regionale e credo che ancora più soddisfatto di me debba
essere il Presidente Loiero per il clima, tutto sommato, sereno che si è creato
e perché ho sentito degli interventi che ho apprezzato, tra i primi quello di Occhiuto,
ma devo dire che questi interventi sono stati anche brillanti perché credo che,
oggi – e non mi vergogno di dirlo – il Presidente Loiero abbia fatto una
relazione che non solo ho condiviso, ma che con molta onestà ritengo
equilibrata, che ha fatto il punto della situazione nella nostra Regione e che
ci deve rendere responsabili rispetto a quello che dovrà essere il risultato di
questa nostra Regione. Dico questo per un motivo molto semplice: non voglio
creare confusione nel fare queste mie precisazioni.
Il vero motivo per cui oggi faccio questo
ragionamento è perché credo che il Presidente Loiero, in questo momento
particolare della vita istituzionale della nostra Regione, abbia un compito
forse tra i più importanti che abbiano mai avuto tutti i Presidenti della
nostra Regione: sono gli ultimi anni di finanziamenti – e non sono pochi –
comunitari, per cui questa Regione, se sbaglierà su questi finanziamenti e
soprattutto se non ci saranno scelte coraggiose proprio in questo quinquennio
per aggiustare le voci di bilancio – e poi vi dirò, da qui a qualche minuto,
anche perché – rischieremo di far trovare alla prossima legislatura, al
prossimo Presidente una situazione veramente di ingovernabilità.
Allora questo ci deve far pensare, prima di tutto, come consiglieri, come
cittadini di questa regione, al di là degli
schieramenti politici e aiutare eventualmente questi processi che potrebbero,
oggi, essere proposti dall’attuale Giunta regionale.
E’ vero, c’è una difficoltà tra Giunta regionale e Consiglio, ma io ho
sentito in questi anni, anche per la mia esperienza di Presidente dell’Anci,
che Comuni, Province e Regioni hanno tutti questo rapporto
difficile tra Giunta e Consiglio. Allora o siamo così bravi a scegliere amministratori e quindi Giunte, Presidenti e sindaci che non
riescono a rispettare questo equilibrio politico tra Giunta e Consiglio o,
molto probabilmente, dobbiamo rivedere qualcosa anche all’interno dei Consigli,
perché credo che una maggiore proposta da parte nostra nelle Commissioni debba
comunque esserci. Io faccio una critica anche al Consiglio, perché non possiamo
andare in Commissione e criticare l’operato della
Giunta, senza dare noi delle proposte. E dico questo
non per autocriticarmi, ma per quel senso di responsabilità di cui parlavo
prima.
Noi abbiamo avuto una intervista rilasciata
dall’assessore Adamo sulla vicenda del bilancio regionale, un bilancio che
rischia anche il dissesto, potrebbe rischiare, se alcuni residui attivi non
verranno messi nelle condizioni di poter essere non più residui attivi, ma
somme da poter incassare per aggiustare e fare l’equilibrio di bilancio. Lì
dovremo fare, Presidente Loiero, delle decisioni forti e lì siamo disponibili a
stare al suo fianco perché capiamo, in questo momento, che se queste decisioni
forti non le prendiamo in questi cinque anni, non
riusciremo, ce le troveremo addosso anche come centro-destra. E su questo è la
vera sfida che lanciamo anche al centro-sinistra, di essere
vicini, al suo fianco per fare scelte coraggiose che nessuno mai ha avuto il
coraggio di fare in questa Regione.
Allora vogliamo essere coraggiosi a fare una proposta per i Comuni, dai
quali la Regione deve incassare 800 miliardi di lire per l’acqua, perché
altrimenti si troverà la Corte dei conti alle spalle, abbiamo una proposta da
fare e la faremo nelle Commissioni, non mi sembra oggi l’occasione. Abbiamo la
possibilità, proprio perché oggi
lei ci ha chiarito che i fondi comunitari non si perderanno, di poter
finalmente programmarli, ma programmarli bene. Non abbiamo il problema solo di
recuperare le somme dalla Comunità europea, abbiamo il problema – e qui ha
ragione qualche consigliere regionale – che dovremmo concertare tutti quanti per
capire come spendere, come creare noi stessi il futuro di questa Regione.
Dico questo perché, al di là delle discussioni
che oggi faremo in quest’Aula, direttori generali, non direttori generali, come
avete visto noi non siamo neanche intervenuti perché siamo rispettosi del ruolo
di un assessore di una Giunta che si sceglie i direttori generali e
naturalmente, al limite, uno può intervenire dopo, quando non ci sono
risultati, per dire “che cosa avete fatto?”, ma bisogna lasciare anche il tempo
giusto perché, attraverso la scelta di questi direttori, si possa mettere mano
al sistema sanitario e tutti quanti sappiamo in che situazione è la nostra
regione.
Dicevo, appunto, leggi, abbiamo parlato di Lsu-Lpu, sappiamo
le difficoltà enormi della stabilizzazione di questi lavoratori, non possiamo
trincerarci dietro la politica per dire che è un problema del Presidente e poi
lasciare questa Giunta o questo Consiglio, di qualunque colore politico sia, da
soli rispetto ad una problematica del genere, perché avere assediata la Regione
significherebbe non poter in questa Calabria più muovere assolutamente niente,
perché tutto quanto verrebbe sicuramente a cadere.
Mi riferisco, per esempio, alla legge sull’ambiente, la vicenda della
Sorical. Voi sapete, sono sempre stato contrario, questa è l’unica pecca che
ancora oggi dico a questa Giunta regionale, perché
nella vicenda della Sorical dovremmo calarci un po’ meglio per spiegarvi quali
sono le nostre motivazioni. Noi non vogliamo dire no alla Sorical, vogliamo
spiegare le nostre motivazioni perché riteniamo il piano industriale della
Sorical troppo poco conveniente rispetto a quelle che oggi, purtroppo, sono le
casse dei nostri piccoli Comuni soprattutto, e lì vorremmo
dire la nostra.
E voi sapete come siamo intervenuti sulla vicenda dell’ambiente. Noi lo abbiamo denunciato- perché oggi qualcuno si alza in quest’Aula per dire e parlare del passato-, quando noi, che eravamo amministratori in quel periodo, abbiamo scritto all’assessore e sui giornali che era un sistema che non poteva andare avanti. Lo abbiamo fatto come Comuni, come Province, quindi che nessuno dica o la politica in genere che questo problema non lo si sapeva; lo sapevamo tutti quanti, mi meraviglio che esca solamente oggi e comunque anche su questo bisognerà sicuramente intervenire, come quello sul trasporto pubblico, come quello sulla forestazione.
I calabresi si aspettano che, al di là degli
articoli sul giornale, al di là dell’attività che stiamo facendo in Consiglio regionale,
insieme si possa risolvere il problema del futuro di questa regione e dei loro
figli. Noi dobbiamo dare questa risposta, ce l’abbiamo
sulle nostre spalle tutti quanti e su questo non dovremo fare, secondo me, né maggioranza
né opposizione, su questo si dovrà unire il Consiglio regionale. Su questo argomento il Consiglio regionale come responsabilità ha
il dovere di fare delle proposte nelle Commissioni competenti, però – credetemi
– ad oggi ho visto poche proposte e quindi un sollecito credo bisogna che ce lo
facciamo tutti quanti per capire come vogliamo organizzarci, come fare più riunioni di Commissioni, come portare più
proposte, come concertare ancora meglio con la Giunta regionale, come
concertare con i vari dipartimenti, perché un altro
problema, Presidente Loiero, è che si parla di
soldi in Calabria, “mancano soldi, mancano soldi”, ma lei lo sa perfettamente che molti dipartimenti non riescono neanche a spendere a
fine anno e quindi diventano residui attivi, passivi.
Subito dopo questa seduta, nella quale oggi – lo ha detto anche Occhiuto – noi volevamo fare uscire anche una
piccola provocazione
dal punto di vista politico, perché riteniamo che qualche critica al Presidente e a questa Giunta sia stata mossa più dal
centro-sinistra che dal centro-destra, ed è normale che ognuno svolga il suo
ruolo, ma finita questa piccola parentesi,
noi siamo qui, oggi, per proporre a
questo Consiglio regionale, a questa Giunta, a questa Presidenza del Consiglio
una collaborazione
su fatti concreti. Io credo che
bisognerà fare le prossime sedute portando solamente proposte, approvarle e poi spiegare alla popolazione calabrese che questo Consiglio
regionale è pagato, ed anche bene, ma il suo lavoro lo fa con molta
responsabilità, con le proposte e, magari, i risultati fra qualche anno
potranno anche venire.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Tommasi.
Presidente, colleghi consiglieri, Presidente della
Giunta, prendo molto volentieri la parola in una duplice veste, quella di componente dell’esecutivo presieduto dall’onorevole Loiero e
come esponente politico di un partito che ha per cinque anni fatto una dura opposizione
al centro-destra ed ha lavorato alacremente alla costruzione di un’unità del centro-sinistra
nella nostra Regione, tant’è che per la prima volta nella storia della nostra
Regione siamo arrivati alla designazione del candidato a Presidente e del
programma – e sottolineo “del programma” – in un’Assemblea pubblica. Abbiamo
fatto, in quel di Lamezia, la storia del nostro Paese, perché dalla Calabria si
è attivato un percorso che è diventato utilizzato, sicuramente riveduto e
migliorato, anche per la scelta del candidato a premier del
centro-sinistra nel nostro Paese.
Non è passato molto da quella data, nemmeno un anno, le ragioni
dell’essere non si sono assolutamente modificate.
Il lavoro svolto
in questi sei mesi sia dal Governo sia dalle forze politiche, non dimentico lo
sforzo che i partiti del centro-sinistra anche qualche mese fa, in una importante riunione a Santa Trada proprio per fare una
verifica dello stato dell’arte del percorso
che avevamo avviato, un percorso
che ieri ci consegna un risultato entusiasmante: il nostro Presidente,
che allora era candidato, l’onorevole Loiero, è il Presidente più gradito agli
italiani, è un risultato entusiasmante, un aumento di 4 punti in percentuale,
nonostante quello che si è trovato, quello che è successo in questi mesi.
Vedete,
affrontare poi la realtà amministrativa nei vari dipartimenti, nei vari
assessorati, baldanzosi di aver vinto con 20 punti, sapendo il peso e la
responsabilità che ognuno di noi ha nei confronti dei cittadini, nei confronti
della forza politica che ti ha indicato, del Presidente che ti ha dato fiducia,
non è cosa né facile né semplice. Eppure ci siamo alzati tutti
le maniche, ognuno con i propri limiti, a cominciare da me, abbiamo
dovuto nella prima fase affrontare una situazione di non gestione
dell’assessorato, la mancanza di dirigenti di servizio, di dirigenti di
settore, di impiegati motivati, abbiamo cominciato a mettere toppe dappertutto.
Vedete, abbiamo
affrontato una stagione estiva come quella che abbiamo affrontato, che ha
portato il Presidente a chiedere scusa agli italiani, cosa inusuale
per la politica, perché normalmente la politica e chi amministra è pronto a
scaricare solamente le colpe agli altri, noi ci siamo assunti in pieno, in
toto la responsabilità della situazione… Eppure questa situazione dai
banchi dell’opposizione e da Vicepresidente della quarta Commissione io l’avevo
posta molti anni fa, tant’è che sulle anomalie e sulle preoccupazioni di questo
Ufficio del commissario si era arrivati al voto in quarta Commissione per la
costituzione di una Commissione d’inchiesta – e il Presidente Fedele si
ricorderà bene –, proprio per cercare di capire che cosa non funzionava in
quell’Ufficio. Quella Commissione d’inchiesta non partì, arrecando tanti danni
alla Calabria e ai calabresi, perché se oggi siamo arrivati a questo stato di
cose, è perché la politica non ha voluto mettere
rimedio e mano a quella situazione.
Sono sei mesi –
io sento parlare di otto-nove-dieci mesi – che noi
siamo al governo di questa Regione come Giunta, stiamo cercando di cambiare –
come abbiamo fatto questa estate – le ruote rotte in una macchina in movimento,
e non è cosa facile. Abbiamo attivato tutto quello che c’è da attivare. E’
chiaro che dobbiamo fare di più, senza ombra di dubbio,
tant’è che con il Presidente Loiero, in un vertice con il commissario, abbiamo
chiesto l’azzeramento di questo Ufficio. Io credo che le condizioni per chiuderlo
definitivamente ancora non ci siano, però è chiaro che, se deve restare in
questo modo, è preferibile che si ritorni alla gestione diretta delle varie
competenze dei vari assessori, perché oggi come oggi o si dà una svolta
decisiva a questo Ufficio e si prendono impegni che in un anno si ripristina o
si tenta di ripristinare la normalità, o ci troveremo a fronteggiare un’altra
emergenza estiva.
Abbiamo un
sistema di gestione ambientale, al di là dell’impiantistica,
lì è una partita su cui anche ieri il quotidiano “Repubblica” ci ha destinato
grande attenzione e ci sono numerose interrogazioni parlamentari. E’ chiaro che
abbiamo dovuto fronteggiare con grande determinazione
sia i fondi futuri che quelli pregressi e grandi sono state le difficoltà sulla
rendicontazione, ma ad oggi possiamo dire e confermiamo quella che è stata la
relazione del Presidente, cioè poco perderemo e tanto programmeremo, nonostante
le emergenze: programmeremo sull’educazione ambientale, sulla raccolta
differenziata per i Comuni, sul “puliamo la Calabria” di innumerevoli siti,
finalmente parte il bando per la bonifica de siti inquinati censiti dalla
Comunità europea, qualcosa che vedeva 54 milioni di euro fermi da circa sette
anni. Queste sono alcune delle iniziative, ce ne sarebbero tante altre, ma in
due minuti il tempo è tiranno, non si possono dire.
Abbiamo attivato
il Comitato di indirizzo dell’Arpacal e prego il
Presidente Bova di sollecitare la Commissione bilancio per avviare l’iter
dell’approvazione di questo strumento per quanto riguarda l’Arpacal, perché per
quanto riguarda l’Arpacal, appena approvato il bilancio si attiveranno tutte le
procedure per dare via a questo grande ed importante strumento.
Il Presidente ha
citato la grande responsabilità che abbiamo nella
Conferenza Stato-Regioni, con poche forze e con poche disponibilità stiamo
fronteggiando un settore molto importante che è la Commissione ambiente
nazionale. Va un plauso a tutti i dirigenti e a tutti i funzionari
dell’assessorato che, a pari delle Regioni importanti come Piemonte ed Emilia
Romagna, stanno tenendo testa e stanno dando grande
lustro alla nostra Regione. Noi come Conferenza delle Regioni, in questo
momento, con il coordinamento degli assessori all’ambiente, non stiamo facendo
per nulla rimpiangere Regioni importanti che ci hanno preceduto.
Questo è un
lavoro che ci sta impegnando molto, ma le gratificazioni arriveranno, perché
avere un colloquio diretto col Governo, a prescindere se sia di centro-destra o
di centro-sinistra, è cosa importante e siamo fiduciosi che gli impegni che il
ministro Matteoli ha preso nei nostri confronti per quanto riguarda il mare
2006 verranno mantenuti, in virtù di un piano di
emergenza straordinario che abbiamo deliberato in Giunta per circa 300 milioni
di euro, piano che è stato condiviso da Matteoli e pieno è stato il suo impegno
per finanziare gran parte di questo piano. Questa credo
che sia una di quelle cose che fa capire che, quando si tratta di programmare
per la nostra regione, non guardiamo al colore politico, ma al raggiungimento
dei risultati.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Borrello del gruppo Udeur.
Intervengo nel dibattito che ritengo di alto profilo rispetto alle questioni di cui ci stiamo
occupando e che cade in un momento, secondo me, anche importante della vita politica
regionale, perché per essere a ridosso di qualche mese dall’inizio di
un’attività di governo del centro-sinistra, evidentemente torna utile
approfondire, discutere tra di noi nella massima Assemblea legislativa che
rimane e resta l’unica sede della rappresentanza democratica e politica. Credo
che sia utile un poco a tutti non tanto fare il punto della situazione, perché
resto convinto che il tempo delle analisi è abbondantemente scaduto, ma
ripartire certamente dai problemi che affliggono questa regione, per vedere
come il centro-sinistra si appresta a fare fronte a questi problemi che, ahimè,
sono abbastanza articolati, diffusi in un mare di settori della vita civile e
regionale, rispetto ai quali abbiamo e avvertiamo per
intero la responsabilità di dare risposta nei termini e nell’ambito delle
competenze che sono demandate ad un’Assemblea legislativa.
E’ proprio così, è questo il compito che ci viene assegnato dalla Costituzione e credo che su questo terreno dobbiamo avvertire tutti la responsabilità di utilizzare gli strumenti a nostra disposizione per tentare, in qualche modo, di far emergere questa regione dalle secche in cui, purtroppo, è stata cacciata. E qua non si tratta di dire o di attribuire responsabilità alla precedente o all’altra ancora o, insomma, ad un contesto di regionalismo trentennale rispetto al quale l’elemento, il punto fortemente debole di questa Regione è stata una sorta di insufficiente valutazione dei problemi rispetto alle risposte che non possono, a mio giudizio, che avvenire sul terreno squisitamente e quasi esclusivamente di tipo legislativo.
Allora, se questo è, è chiaro che il ruolo del Consiglio assume rilievo di grande spessore, di grande importanza e quindi se noi abbiamo la capacità, avvertiamo la responsabilità di creare questa forte e cogente sinergia tra esecutivo e Consiglio regionale rispetto a questi problemi, evidentemente avremo fatto dei grandi passi in avanti ed è quello che noi vogliamo e intendiamo fare.
Ci fa sorridere, per la verità, qualche dichiarazione, più che estemporanea, superficiale, a mio giudizio, quando viene affermato – è stato detto anche oggi in Aula – che l’Udeur attacca la Giunta. Vedete, c’è un concetto di responsabilità politica che, a mio giudizio, deve essere un po' ricondotta in ambiti meno istintivi, meno superficiali, cioè l’esigenza da parte di un partito come il nostro, che ha una sua presenza significativa non solo in termini di quantità, ma anche di qualità politica, che ha necessità di contribuire a lavorare assieme agli altri affinché si possano dare esaurienti risposte rispetto ai problemi.
Quindi la nostra spinta, il nostro impegno, il nostro stimolo, se volete, non
può essere guardato – come qualcuno si sforza di dire – in termini negativi, in
termini soprattutto acritici, ma è lo stimolo che nasce dall’assunzione di una
responsabilità di volere finalmente dare un volto nuovo a questa Regione e lo
vogliamo fare assieme agli altri, non da soli perché non abbiamo mai avuto
questo tipo di presunzione. E lo facciamo attraverso gli strumenti che ci sono
consentiti, da consiglieri regionali abbiamo l’autonomia della proposta
legislativa, da segretari di partito abbiamo altro ruolo;, voglio dire che noi
vogliamo mettere assieme queste presenze che ci sono e sono soprattutto
all’interno del Consiglio regionale nell’ambito della maggioranza, di un
centro-sinistra nel quale abbiamo creduto, forse ancora prima di altri,
crediamo fermamente, ma vogliamo tutti assieme costruire un futuro diverso,
perché rispetto ai problemi che ci ritroviamo e a cui dobbiamo far fronte,
evidentemente c’è una difficoltà – non c’è dubbio – anche per la pesante
eredità che abbiamo trovato, ma soprattutto c’è la difficoltà di avere una
responsabilità, un coraggio, il coraggio delle responsabilità di individuare le
priorità lungo le quali confrontarci ed andare avanti all’interno di un contesto finanziario di risorse economiche certamente di
grandi difficoltà.
Lo ha denunciato
giorni fa l’assessore Vicepresidente Nicola Adamo, ma sono cose che, per la
verità, oggi Adamo ha registrato nella qualità di
assessore, ma nei cinque-dieci anni di opposizione abbiamo sempre denunciato
che il bilancio della Regione è assolutamente drogato, dentro il quale ci sono
numeri che non corrispondono alla realtà delle cose e quindi lì, in quella fase
di opposizione, ci siamo sforzati di dire alla maggioranza come secondo noi
bisognava intervenire sul bilancio.
Oggi abbiamo la
responsabilità di doverlo fare da maggioranza di governo che deve intervenire
in maniera decisa sul bilancio non solo per eliminare e rimuovere le
diseconomie, che pur ci sono, ma soprattutto per individuare le questioni di grande priorità che questa Regione ha e finalizzare e
canalizzare quelle poche risorse che sono disponibili.
Io non sono
d’accordo con chi sostiene che è stato un errore o una sottovalutazione
il fatto di aver eliminato il ticket. Io ho detto in
Commissione – lo ripeto qua stasera – che è stata una scelta di grande rilievo quella che ha fatto la Giunta regionale
eliminando il ticket sui farmaci. Certo, oggi si registra una
difficoltà di dover sopperire con
altre risorse al mancato introito, ma noi abbiamo – grazie a Dio – la
possibilità di operare sul bilancio, ritrovando le risorse che servono per
ovviare a questo “inconveniente”. C’è bisogno, però, di una nostra capacità a
capire quali sono le motivazioni deficitarie del bilancio e intervenire con
grande ed estrema urgenza, cioè non possiamo più
ritenerci soddisfatti nel denunciare le forti criticità che esistono in regione
– e mi riferisco alla povertà, all’usura, alla disoccupazione –, dobbiamo
avvertire la responsabilità di intervenire con strumenti legislativi per fare
fronte a queste emergenze che, purtroppo, esistono in Calabria, esaltando
appunto il ruolo fra esecutivo e Consiglio regionale. Nessuno può sentirsi o
ritenersi offeso, di lesa maestà, se per esempio l’iniziativa, la proposta
legislativa viene realizzata e adeguatamente messa in
campo anche da singoli consiglieri regionali, perché se no diventa difficile
avere consapevolezza ognuno di noi dei nostri ruoli.
Se questo è, proprio per non dare l’impressione
all’esterno che per molti di noi l’Illuminismo è una fabbrica di lampadine,
credo che dobbiamo partire da domani – quindi ringrazio anche il Presidente Loiero
per la sua relazione molto concisa che ha tenuto questa mattina – per fare in
modo che quello che noi diciamo e di cui siamo convinti possa cominciare ad
essere strumento di vantaggio per i nostri territori calabresi.
PRESIDENTE
La parola
all’onorevole Principe della componente dell’Ulivo del
gruppo Misto.
Signor
Presidente, onorevoli colleghi, debbo dire – e
perciò ho chiesto di intervenire – che, man mano che siamo andati avanti, il dibattito
– esprimo un’opinione personale – mi ha molto soddisfatto perché, andando piano
piano in salita, ci siamo resi conti un po' tutti della situazione in cui ci
troviamo. Quindi, nei pochi minuti che il signor Presidente così cortesemente
mi ha concesso, voglio rapidamente fare un excursus delle cose che siamo riusciti a fare nel settore che dirigo, ma sempre
sostenuto fortemente dal signor Presidente Loiero e dalla Giunta. Dico questo
perché, in un certo qual senso, sono tra quelli che ringrazia la minoranza di questa opportunità, il fatto che democraticamente la
minoranza abbia stimolato questo dibattito mi concede un’opportunità.
Condivido le cose
che ha detto Loiero, che noi abbiamo innanzitutto un problema di immagine. Guardate, l’immagine non è soltanto un problema
di mass media o di farsi belli o di uscire sui giornali, ma diventa un
problema concreto per la crescita di una terra. Il fatto che Loiero, oggi, sia
il Presidente più condiviso dall’Italia non è cosa di poco conto, non sottovalutate questi aspetti, e lo dico in generale. Allora
siccome io sono, grazie a lui, assessore alla cultura, voglio dire che
l’attività culturale ci deve aiutare a ricostruire un’immagine. Il Presidente è
stato così bravo ad inserirsi in fatti tutto sommato
transeunti, la presenza di Kennedy in Italia, la presenza di Gorbaciov,
ma noi non possiamo contare sempre su un Presidente che ha buoni contatti e che
coglie al volo l’uccello che passa se è importante; dobbiamo costruire
un’immagine che resti.
Ecco perché, in
poco tempo, mi sono impegnato insieme alla Giunta a programmare questa immagine perché la cultura è centrale, quindi nei
prossimi anni avremo grandi mostre, in primavera, da Caravaggio, una mostra
dell’importanza di quella che c’è a Milano, Caravaggio e l’Europa, un inedito
che si produce grazie alla Regione Calabria. E così mostre di De Chirico, la
presenza di grandi orchestre, c’è l’anno mozartiano, ci inseriremo
nell’anno mozartiano con la Royal Philarmonik, con gli archi della Scala, con
grandi iniziative che ci ricordano che siamo un Paese di emigrazione, aiuteremo
il museo dell’emigrazione a produrre il proprio catalogo.
E questo è
l’inizio, il primo anno, poi le cose saranno ancora più importanti nei prossimi anni, e questa
immagine man mano dell’altra Calabria cresce, dei teatri che producono
in Calabria.
Mi è sfuggito la Madama Butterfly, il capolavoro di Puccini che è stato
prodotto a Catanzaro in un accordo dei tre teatri calabresi più importanti.
Ecco perché abbiamo sostenuto i teatri nelle città capoluogo con 1 milione e
mezzo di euro, ecco perché fra poco sosterremo tutti i
teatri con 2 milioni e 700 mila euro, purché producano in Calabria e si crei un
itinerario.
E questo discorso vale per tante altre cose, per
questo connubio che abbiamo creato fra cultura ed innovazione. Guardate che non
c’è contraddizione fra cultura ed innovazione, perché se non c’è la cultura
alta – e noi dobbiamo guardare al passato per sfidare il futuro –, non si
capisce l’innovazione.
In due mesi
abbiamo messo in campo due distretti tecnologici, 50 milioni di
euro – in queste ore si stanno firmando le convenzioni –, la logistica a
Gioia Tauro, i beni culturali a Crotone, sempre con un aggancio al territorio,
perché l’innovazione non è una cosa astrusa che ci fa inventare l’aria fritta,
deve basarsi sulla concretezza dei territori e il prossimo distretto sarà
quello dell’agro-alimentare che lanceremo il 19 nella consulta di cui ha
parlato il Presidente, 40 milioni di euro fra Lamezia e Sibari, ma a rete per
tutta la Calabria, per il settore agrumario, per l’olio d’oliva, per il vino.
Avvieremo quattro poli formativi per i giovani per alimentare i distretti, stiamo sostenendo le università
e le università sono
parti importanti dei distretti, anzi abbiamo realizzato un sogno: università e imprese che vanno a
braccetto. Queste cose vanno valutate.
Per non parlare
dell’alta formazione – fra pochi giorni uscirà un bando di 15 milioni di euro e consentiremo ai nostri giovani di specializzarsi
con una dote e di tornare in Calabria ed andare nel mondo del lavoro, la
Regione pagherà questa presenza nel mondo del lavoro – o della burocrazia
regionale.
Per non parlare
della ricerca: a gennaio usciranno bandi per 7 milioni di euro,
di cui 3 per il centro di competenza nelle bioscienze, come ama l’università Germaneto di Catanzaro, di
cui ha parlato il Presidente.
Vi do un dato e
chiudo questa parte, perché mi interessa fare due
considerazioni politiche: il settore di mia competenza, in sette mesi, ha
portato l’impegno convenzionato per i fondi strutturali europei dal 15 per
cento al 95 per cento. E queste cose le deve sapere il
Consiglio, perché stiamo programmando bene i fondi strutturali dei prossimi sei
anni e desideriamo che la ricchezza di questa regione emerga.
Io ho già mandato un appunto al Presidente che mi ha chiesto la programmazione per la parte che mi riguarda, insieme al collega Donnici punteremo sulla riscoperta alla luce di Sibari, su Crotone, sugli altri siti importanti, faremo due grandi attrattori culturali, il museo di Reggio Calabria che deve diventare un museo come meritano i bronzi. Guardate che non è chiacchiera, perché fra poco insedieremo come dipartimento il primo studio di pre-fattibilità e fra poco lo studio di fattibilità.
La stessa cosa vale per il museo regionale. Il Presidente che domani andrà dal Papa potrà vantarsi che nei nostri programmi andremo a recuperare sei musei diocesani. Abbiamo messo in campo una politica di recupero di 900 tele che oggi si trovano presso la Sovrintendenza di Cosenza e che ritorneranno nelle chiese e nei musei.
Potrei dire tante altre cose del settore che mi riguarda ma il Presidente Bova che ha avuto l’amabilità di darmi la parola alla fine quasi, mi deve consentire un minuto in più per queste due considerazioni politiche.
La prima è di stile perché la politica che perde lo stile è finita. Vedete, la politica è l’arte più importante e più bella perché gioca con i destini della gente, dei nostri bambini e dei nostri ragazzi. Io parlavo di cultura di quello che abbiamo fatto…
PRESIDENTE
Un minuto, onorevole Principe.
Ho finito. La cultura alla legalità, è un problema di stile.
Allora lo stile. Io penso di essere un politico di scuola. Ieri dicevo a Cosenza che una volta si faceva così. Si è parlato tanto di sanità, ebbene in Giunta abbiamo discusso dei criteri.
Mi deve consentire, Presidente, abbiamo dibattuto apertamente sui criteri e abbiamo detto discontinuità. Ma non - vorrei dire al collega Chieffallo - per fare una epurazione, perché magari in quelli che hanno avuto incarichi vi erano pure persone importanti però la sanità nel suo insieme è allo sbando. Quindi c’è stato un giudizio politico complessivo ed abbiamo detto efficacia ed esperienza sulla base di una documentazione e per l’esperienza per la parte che mi riguarda.
Ma debbo dire che tutti i colleghi di Giunta abbiamo dato questo incarico all’assessore Lo Moro. Quando l’assessore è venuta a relazionare ed è continuata la discussione in Giunta, certo chi ha voluto vedere un curriculum lo poteva fare, ma un assessore è anche politica e non è solo carta. C’è una fiducia verso la collega e abbiamo preso atto di proposte che riteniamo di qualità.
Ed io difendo questa scelta e difendo Loiero perché la mia vecchia scuola mi insegna…
Anzi mi meraviglio perché una volta in partiti che erano grandi c’era un criterio che non cito perché rischio di essere confuso. C’era un criterio che si discuteva animatamente nelle classi dirigenti e poi all’esterno tutti erano una pigna.
Nelle istituzioni questo vale ancora di più, altrimenti istituzioni si sviliscono. Noi non possiamo essere la Giunta di paese in cui magari Principe non condivide un provvedimento. E quante volte abbiamo discusso di queste cose in Giunta, quante volte Loiero ha cambiato parere o io mi sono adeguato a cose che magari non…
PRESIDENTE
Onorevole Principe, le chiedo scusa, deve concludere.
Mi deve consentire perché è troppo importante questo perché è un problema di stile ed in Calabria senza stile non andiamo da nessuna parte, ma fuori non ci sono primi della classe, non ci sono reprobi.
Quindi io difendo questa scelta. La seconda cosa e chiedo un ultimo minuto come cortesia personale.
PRESIDENTE
Ci sono gli aerei che partono.
E’ troppo importante quanto sto per dire, Presidente.
Dobbiamo renderci conto in quest’Aula che la Calabria è in una condizione difficile. Io non faccio accuse alla vecchia Giunta perché c’è una responsabilità di 35 anni a mio avviso. Però oggi noi siamo in una fase costituente.
Guardate, cari colleghi, la fase costituente non è solo una fase che riguarda lo Statuto. Guardate, quando c’è il problema dei forestali, della sanità, degli Lpu e degli Lsu e chi più ne ha più ne metta, se vogliamo uscire da questa logica ci vuole una fase costituente anche in questi settori in un confronto reale con il sindacato.
Io non sono per le politiche compromissorie.
Data la situazione della Calabria, reputo che anche i contenuti come diceva giustamente il collega Abramo sono da considerare come fase costituente.
Poi naturalmente in questo confronto ognuno esercita il suo ruolo, chi di governo, chi di maggioranza, chi di opposizione.
Per quanto riguarda il confronto con il Consiglio, noi siamo apertissimi nella Consulta della ricerca c’è stata tutta la società calabrese del settore e siamo abituati alla concertazione vera. Figuriamoci se non vogliamo concertarci e confrontarci con i colleghi del Consiglio a titolo di Commissione, a titolo di gruppi, per la parte che mi riguarda nelle regole che stanno stabilite dell’Ufficio di Presidenza…
PRESIDENTE
Onorevole Principe, la prego di concludere per favore.
Io mi dichiaro disponibile e chiedo scusa, Presidente, di questo sfogo, nel tentativo di portare un contributo perché a mio avviso il Consiglio regionale deve apparire alto all’intera regione, deve essere alto perché se così sarà la Calabria potrà avere speranza.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Sarra.
Grazie, Presidente, non volevamo far mancare il nostro contributo a questa seduta che nasce su una iniziativa dei partiti della minoranza proprio per svolgere, signor Presidente della Giunta, quel ruolo di controllo propositivo che noi intendiamo dare ai lavori del Consiglio ma anche di verifica dell’operato dell’esecutivo regionale.
Intervenendo a questo punto del dibattito, mi limiterò ad offrire alla vostra valutazione una serie di considerazioni che possano servire – mi auguro – da spunto anche per l’intervento del Presidente e lo dico in maniera umile.
Ho seguito il dibattito che si è svolto non solo in quest’Aula ma anche attraverso la stampa in questi giorni e qualche riflessione devo pur farla, perché sono stati evidenziati alcuni dati, ma un minimo di riflessione sul percorso che questo esecutivo e questa maggioranza ha evidenziato fin qui dobbiamo pure evidenziarlo.
Ebbene, io mi auguro che ci sia un momento di sostanziale unità e coesione. Ci auguriamo che forma e sostanza coincidano. Sono stati fatti dei richiami storici, eppure un richiamo mi è stato in qualche modo sollecitato.
L’imperatore Tiberio diceva, facendo riferimento al suo caso personale, che o per fortuna o per caso poneva una situazione particolare. Questo era un imperatore che si è trovato al massimo, all’apice, allo svolgimento del ruolo apicale dopo avverse e molte fortune. I maligni dicevano che qualche intervento fosse dovuto alla madre che era conosciuta come una Lucrezia Borgia ante litteram, che eliminava tutti i possibili pretendenti alla carica pur di ottenere i favori personali.
Lui era uno che si affidava alla sorte in maniera decisa e determinata e usava ripetere questa espressione “fata viam invenient” il destino, il fato prima o poi troverà la strada.
Noi ci auguriamo che questa sia l’espressione con la quale questa seduta possa chiudere i propri lavori. Che il destino della nostra terra pur guidata dall’autorevole Presidenza del Consiglio e della Giunta e da questa maggioranza possa trovare la strada.
Io credo che allo stato attuale la strada debba ancora essere trovata perché, vedete, noi abbiamo assistito a delle situazioni anche limite e questo non per responsabilità di chi svolge oggi il ruolo apicale, ma per una serie di circostanze che pure vanno evidenziate perché per uscire da questa situazione di disagio non credo che la scelta – sono convinto di questo – di questa Presidenza sia quella di fare la politica dello struzzo.
Non mi pare. Credo che le scelte vadano in direzione diametralmente opposta, cioè prendendo atto di quelle che sono le difficoltà.
Eppure siamo arrivati al paradosso. Io ho legittimamente studiato le reazioni dell’assessore alla sanità quando un componente della Giunta si dissocia dalle scelte dell’Esecutivo.
E’ una situazione paradossale. Ho apprezzato anche la risposta legittima, dovuta e necessaria.
Ci sono delle situazioni limite che pure è il caso di evidenziare in maniera assolutamente propositiva. E’ assurdo, Quintiliano diceva “credo quiab sudm CONTROLLARE” ma è il caso di sottolinearlo? E’ assurdo: chi partecipa ad una riunione di Giunta e pone il suo voto a favore di una scelta, sulla quale – per carità – si può anche essere in dissenso, ma nel momento in cui vota non può più dissociarsi.
Ho le possibilità di evidenziare le mie ragioni durante la seduta dell’esecutivo. Se ho taciuto in quel momento, devo tacere per sempre.
Eppure, ci sono altre situazioni limite alle quali abbiamo dovuto assistere. Mi pare strano che un Presidente che comunque ha ottenuto un risultato, debba essere censurato dal proprio partito di appartenenza.
Non sarò io a dover fare delle considerazioni su questo aspetto, ma converrete con me che appare assolutamente paradossale quest’altra situazione, cioè che un Presidente che ha ottenuto un risultato veda la maggioranza a proprio favore e la minoranza che deve essere rappresentata dal proprio partito.
Abbiamo delle situazioni altrettanto paradossali e non vorremmo essere qui a dire che l’avevamo detto, come giustamente ha evidenziato l’onorevole Fedele. Ma l’approccio istituzionale che è stato dato ad alcuni problemi ci lascia – è doveroso evidenziarlo – con grandissime perplessità.
Avevamo detto che l’unico momento di approvazione di una norma, di una legge nella quale si è distinta questa maggioranza è la legge sullo spoils system. Avevamo detto che avrebbe portato ad una anabolizzazione del contenzioso ma non solo. Questo ha determinato la paralisi in alcuni settori nevralgici dell’amministrazione e questo lo abbiamo evidenziato.
Abbiamo detto anche ed eravamo perplessi su alcune scelte, ché le decisioni che riguardavano le nomine negli enti erano delle decisioni difficili. Ma anche qui le maggiori rimostranze sono venute da quei banchi.
Non vorrei – perché non amo farlo – ricordare quello che, allora, in quella sede il rappresentante dello Sdi ha evidenziato censurando a chiare lettere l’attività della Presidenza del Consiglio.
Avevamo detto anche che ci saremmo trovati in situazioni di disagio per quanto riguarda l’approvazione del bilancio, eppure a tutt’oggi noi abbiamo il risultato di una seduta di Giunta del 5 dicembre scorso nella quale l’assessore al bilancio dice – udite, udite – di 72 milioni di euro di disavanzo.
Ebbene, consentitemi, in questa come in altre occasioni non si può gridare “al lupo, al lupo”. E’ passato troppo tempo per poter dire come ha detto il capogruppo della Margherita che le responsabilità sono della precedente Giunta.
Passerà questa e l’altra legislatura e le responsabilità saranno sempre dei padri o dei figli. Le responsabilità dei padri non possono ricadere sui figli perché questo non è possibile. E’ un paradosso anche questo.
Ma se la logica nella quale intendiamo muoverci è quella del paradosso, dobbiamo dire che a tutt’oggi ancora in Commissione non è stato presentato uno straccio di documento che riguarda il bilancio. E queste sono le cose sulle quali dobbiamo confrontarci.
Io mi permetterò, signor Presidente, dato che per accordo i tempi erano contingentati, di depositare un documento nel quale mi sono permesso di evidenziare questo mio intervento non avendo la possibilità di esprimerlo per intero ed in maniera esaustiva.
Una considerazione finale la voglio fare, però. Noi abbiamo assunto un ruolo istituzionale ma rigoroso. Abbiamo parlato quando era necessario, non ci avete sentito esprimere giudizi avventati o fuori luogo. Abbiamo il rispetto del ruolo che la stragrande maggioranza dei calabresi ha assegnato a questa Giunta.
Ma non vogliamo neanche assistere a delle situazioni di inversione dell’onere della prova perché tutte le responsabilità devono ricadere su di noi o peggio ancora sul passato.
Oggi credo che l’atteggiamento istituzionale corretto sia quello dell’assunzione delle responsabilità e noto con grande rigore che effettivamente trascorso il giusto periodo in cui si poteva dire che è colpa del passato, questo atteggiamento da questa Presidenza è stato abbandonato.
Mi duole dover rilevare, osservare e constatare che ancora purtroppo scampoli di maggioranza ci debbano costringere a sentire queste cose. Siamo qui per proseguire su questo atteggiamento, siamo qui per il rispetto delle regole e per rimanere nei tempi che sono stati contingentati ma siamo anche qui per dire che siamo qui forti e presenti ad osservare, a svolgere un ruolo di controllo, un ruolo istituzionale perché solo su questo noi possiamo trovarci, sul rispetto dell’istituzione.
E noi abbiamo dimostrato di avere questo senso di rispetto, Presidente.
Mi avvio immediatamente alla conclusione. Purtroppo non registro che si sia imboccata la strada, per quanto si volesse evidenziare, di rottura – perché questo era stato detto – con il passato. Noi eravamo su una posizione diversa.
Finora questa amministrazione ha limitato la propria azione al momento della indicazione, dell’elezione, della nomina, quindi ha effettuato un operato che evidenzia la ricognizione di un ente come un nominificio, da questo punto di vista.
Apprezziamo, allora, gli sforzi e quanto si sta
facendo da questo punto di vista. Però non mi pare che
ci siano quegli elementi che consentano un supporto doverosamente istituzionale
da parte di una maggioranza.
Noi questo lo
registriamo, apprezziamo gli sforzi, crediamo che ci sia un programma ed una
strada che a tutt’oggi non risulta essere stata
imboccata. In questo senso, però, concludo lanciando
un grido di allarme che è un appello che so verrà recepito dalle sensibili
orecchie di questa Presidenza.
E’ un appello
istituzionale. Noi ci troviamo sicuramente in una fase difficile. Non saremo
noi in un momento di disagio grave per le tragedie che sono avvenute, a
marciare su queste cose, però crediamo che un appello
al rispetto e al rigore istituzionale vada fatto e vada eseguito ed applicato
da tutti.
Il dibattito
è concluso. Voglio sottolineare ai colleghi e alla
stampa che è presente che dopo l’introduzione del Presidente hanno parlato 18
colleghi su 50, cioè quasi il 40 per cento.
Il dibattito è stato esplicito, un confronto esauriente. Ce n’è per la replica e affinché si dica che i confronti nel Consiglio riescono a inverare punti fondamentali che rendono tranquilla e serena l’opinione pubblica sul nostro operato.
Ora la replica del Presidente, perché concluda questo dibattito.
Grazie, Presidente, replicherò brevemente. Ho ascoltato tutto il dibattito e come è giusto non ho sottratto nulla al Consiglio perché credo sia mio dovere sentire tutte le voci e soprattutto - lo voglio dire - le voci in dissenso.
Certo, se uno si fosse calato quaggiù da chissà dove a sentire il tipo di dibattito, le appartenenze dei singoli consiglieri non avrebbe avuto una idea di una netta divaricazione tra maggioranza e minoranza. Devo dire la verità perché ci sono state voci nella maggioranza, ma anche nella minoranza, che hanno marciato in una certa direzione e magari c’è stato qualche dissenso nella maggioranza quasi a dimostrazione di una consapevolezza delle difficoltà che abbiamo davanti.
Ho ascoltato tutti e devo dire con attenzione. Mi è mancato Occhiuto - e gli chiedo scusa – perché mi sono allontanato un quarto d’ora, però mi è stato riferito da chi era in Aula qui ad ascoltarlo che ha fatto un bellissimo intervento ed io glielo ho pure detto.
Devo dirvi che le prerogative del Consiglio di cui ho sentito parlare oggi e anche in altre sedute sono dal sottoscritto interamente rispettate. Vi dico questo perché sarà – spero – forse l’unica nota stonata che vi offrirò.
Ho fatto i conti col Presidente Bova che con questa mia presenza io ho superato in sei mesi le presenze del mio predecessore che è oltretutto un mio amico e che non voglio criticare. Ma ho superate le presenze in Consiglio nei sei mesi non nei cinque anni.
Questo a dimostrazione che io ho un grande rapporto col Consiglio, che reputo un nutrimento per la mia politica e per quella della Giunta ma anche per la politica più in generale.
Ho detto tutte queste cose e poi so che è difficile, governare la Calabria è una cosa difficile quasi impossibile.
Voglio rifare questo riferimento storico e mi dispiace che Senatore se ne sia andato perché una cosa sugli Achei gliela vorrei dire, ed è una cosa seria, e secondo me è la cosa giusta giusta che proprio si può fare perché uno parla e finisce tutto.
Guardate che i re Borboni davano al primogenito il titolo di duca delle Calabrie – allora c’erano le Calabrie – perché dicevano che se il proprio primogenito era in grado di governare la Calabria, poteva poi governare il pianeta.
Lo ricordo non per giustificarmi ma perché ho visto persone in questi giorni, in queste settimane, che mi sono state carissime e vicinissime in campagna elettorale, che hanno fatto una battaglia col sottoscritto con una partecipazione intensissima, la campagna elettorale. Era qualcosa che sforava il recinto ed il confine politico per diventare qualcosa di fortemente ed intensamente amicale.
Eppure, li ho visti critici nei miei riguardi e di questo me ne dolgo. Dolermene non significa che io ho necessariamente sbagliato in certe scelte o che la Giunta ha necessariamente sbagliato in certe scelte, anche se può essere forse facendo alcune scelte, che sono state per me radicali ed importantissime, queste dei manager…
Vedete, io le reputo importantissime e certo dobbiamo aspettare e dobbiamo vederle all’opera.
Diciamo la verità ma come si può criticare le scelte (ed è vero che la opposizione, la minoranza non l’ha fatto) dopo quello che c’è stato in passato sulla sanità.
Voglio anche ripetere che è stato notata qui dentro una cosa che io ho corretto negli ultimi mesi, cioè non imperversare sul mio predecessore. Questo perché io mettendo mano all’azione di governo, mi sono accorto che molti dei guai hanno radici lontanissime.
Certo, in questi 5 anni sono stati aggravati talvolta per improvvisazione, ma i problemi sono antichissimi e non era intellettualmente giusto imperversare in forma unidirezionale.
Detto questo, vedete, sui manager e ringrazio gli assessori che non hanno preso la parola. Tutti volevano parlare, soprattutto Lo Moro ed era giusto che fosse lei a parlare qui oggi insieme a me, però l’ho invitata a non farlo, non peraltro ma perché io purtroppo devo prendere l’aereo e devo prenderlo stasera.
Guardate, amici, che le critiche che sono state avanzate nei confronti dei manager, io ve lo posso ricordare quali sono state in queste settimane.
Più e più volte è uscito che uno era amico di Previti. E dico qual è il problema?
(Interruzione)
Ma dico, siamo già in uno stato etico qui dentro? Amico di Previti, ebbé? A me questo lascia totalmente indifferente. Poi questa persona ha dovuto precisare che non lo era e a me è sembrato strano.… Anzi, ho detto “ma perché ha precisato? è diventata una colpa? Ma che c’entra, uno che ha dei problemi, non può avere amici?”.
Ma signori…
Seconda cosa. Ci hanno detto “avete nominato un tedesco. Signori, guardate che il tedesco di cui si parla, a parte la dichiarazione che ha fatto ieri e che se posso dirlo mi ha emozionato e mi ha emozionato come calabrese, è uno dei più grandi sistemisti che c’è in Italia. Tanto è vero che io comunico qui in pubblico a Lo Moro che non ci starà all’Asl di Crotone, perché se è vero quello che è lui, dovrà venire alla Regione a lavorare perché ci serve un personaggio così. Lui è il fulcro del grande studio Butera e sapete perché viene qua? Perché è sposato con una calabrese e mi ha detto “sono venuto qua perché io sono innamorato di mia moglie e della Calabria”.
Lui qui guadagna un terzo di quello che guadagnava, ma è venuto per seguire la moglie.
Poi un’altra critica. E’ stato detto “Loiero aveva detto che prediligeva i calabresi, ma qui ce ne sono alcuni che non lo sono”.
Intanto devo dire che su 13 almeno 10 sono calabresi e sono quelle persone che proprio avevamo detto che volevamo. Cioè quando Cavallo viene da Parma dopo 20 anni che sta lì e ritorna qui …Certo non è che possiamo fare un razzismo alla rovescia, cioè che noi diventiamo la Lega. Certo che prediligo e prediligiamo tutti i calabresi, però non possiamo farne una regola ferrea perché questo non sta in piedi sotto l’aspetto della legislazione, ma non sta in piedi nemmeno sul piano etico perché diventa davvero un razzismo alla rovescia.
Devo dire che anche qua, signori, stiamo attenti e aspettiamo la prova.
Senza voler apparire polemico con nessuno rispetto ai manager e a quello che è successo negli ultimi 5 anni, dico che a naso dovremmo andar meglio, non c’è dubbio.
(Interruzione)
Scusa, non puoi non accettare che molte cose sui manager della passata legislatura non sono andate bene, con tutta la perfetta buona fede della scelta, molte cose sono state catastrofiche anche sul piano plateale, giudiziario. Non le vogliamo dire perché queste cose non sono mai apparse qui dentro, neanche oggi nella relazione.
Si poteva approfittare di tantissime cose, di un giornalismo icastico di questi ultimi tempi, non vogliamo fare queste cose, qui non c’è lo spazio in Calabria per fare una differenza, tutta una linea di demarcazione tra maggioranza e minoranza.
L’ho detto e lo ripeto.
Ho apprezzato molti interventi della minoranza davvero e l’ho detto agli amici che erano accanto a me mentre vi ascoltavo con attenzione.
Un’altra cosa è che io non ho sentito un dibattito molto rigoroso sulle cose che vi ho annunciato e che sono in itinere.
Noi abbiamo fatto delle cose – ho detto nella relazione – che magari sul piano della qualità lasceranno a desiderare, ma sul piano della quantità abbiamo fatto molto, credetemi, rispetto a quello che abbiamo ereditato da lontano.
Poi un’altra cosa. Non mi ci sono soffermato a bella posta nella relazione, ma due cose le voglio dire.
Abbiamo avuto un omicidio che ci ha colpito al cuore tutti. E’ stata una cosa che ci ha toccato e che ci ha segnati, che ci segnerà profondamente per gli anni a venire.
Abbiamo avuto anche in passato altri omicidi che hanno interessato la Calabria e anche il mondo politico.
Io vi invito a fare un raffronto tra quello che è successo in passato, quando scandagliare su un omicidio diventava un problema davanti al quale tutta la classe dirigente scappava.
Noi abbiamo fatto una scelta. Ci siamo posti in una certa direzione e per fortuna credo che le cose ci stanno dando ragione. Abbiamo difeso tutta quanta la Calabria, non accettando che questa fosse etichettata solo come una zona di ‘ndrangheta e di mafia.
La Calabria, come spesso succede nelle realtà multiple e complesse, è una regione dove c’è una grande ‘ndrangheta che è diventata pervasiva negli ultimi anni e pure dove ci sono anche iniziative che inorgogliscono i calabresi veri.
Non è un caso che il 17 – sabato, non fra dieci anni – nell’Auditorium “Nicola Calipari” qui verranno tutti i Presidenti delle Regioni meridionali. Non è stata neanche molto lanciata l’idea, perché poi non vogliamo apparire che facciamo queste cose ogni volta come se fossero parate.
Ma qui verranno tutti i Presidenti delle regioni meridionali, verranno tutti e tre i segretari del sindacato nazionale. Ci saranno Epifani, Angeletti, Pezzotta, verrà Piero Grasso, verrà o Pininfarina o Montezemolo.
E da qui partirà l’analisi vera per rilanciare questo Mezzogiorno. Io sarò tra coloro che faranno una relazione come la farà Angeletti o chiuderò io e la farà Bassolino. Noi siamo nel gioco e ci siamo non da comparse o da comprimari, ma da protagonisti e se ci sono io ci siamo tutti quanti noi.
Voglio ribadire questo concetto. Ho sentito una parte del dibattito che è stato occupato da quello che devono essere i ruoli e le funzioni dei partiti all’interno del Consiglio e della Giunta anche.
Grande rispetto per chi ha parlato. Nel rispetto delle prerogative che la legge costituzionale mi conferisce, io voglio che ci sia una articolazione democratica molto ampia, che ci sia un Consiglio delle economie e delle autonomie con cui confrontarsi. Sono convinto che i partiti debbono elaborare programmi.
Certo che è questo il ruolo che la Costituzione assegna ai partiti, è totalmente diverso da come lo era fino a 10 anni fa, perché poi la Costituzione ha corretto. Era inimmaginabile fino a l0 anni fa che un Presidente di Regione revocasse o nominasse gli assessori, oggi è invece legge costituzionale.
Guardate, c’è un principio che è semplice semplice, cioè che il Presidente si ripresenta davanti agli elettori e quando non lo fa è un dramma per quella coalizione che non lo ripresenta.
Parliamoci molto chiaro: perché è una attestazione di insufficienza. Siccome c’è questo principio, la libertà è assoluta.
Io non ho mai pensato alla Giunta come un organo di consulenza.
Guardate, anche qui dalla mia parte politica mi sono venute critiche che non accetto assolutamente, perché in Giunta davvero io ho cambiato più e più volte opinioni su una pratica. Mi hanno convinto, mi ha convinto Principe, mi ha convinto Lo Moro, Adamo, Pirillo, Morrone. Sì, non è avvenuto mille volte, ma 4-5 volte è avvenuto che io ho cambiato parere.
Allora, signori, se si cambia veste e si fa un dibattito come è stato fatto sulla sanità e i manager una volta che si fa la dentro, signori, questo appartiene alla vecchia politica essere in dissenso. Perché poi su un tema delicato la compattezza deve essere vera. Qui non si tratta di revisori dei conti.
Nella sanità noi ci giochiamo e ci giocheremo la vita tutti nei prossimi anni. Io vorrei che fossimo compatti tutti in questo Consiglio sul problema della sanità. Oggi ho avuto un che di fortemente consolatorio nel sentire i vostri argomenti e lo dico davvero.
Quindi lo dico perché questo è un problema che ci interessa tutti quanti. Non mi voglio dilungare…
(Interruzione)
Chiudo e mi reputo davvero soddisfatto di tutte le cose che ho sentito. Giusto per rispondere proprio a volo d’uccello sui ticket.
Guardate che per i ticket, buona o cattiva la scelta, nei nostri conti il costo non è stato enorme. Rispetto alle fasce dolenti che ci sono nel nostro territorio, secondo me non è stata una scelta sbagliata.
Una seconda cosa che vorrei dire è che siccome qualcuno della minoranza ha evocato che qui tra i tanti problemi c’è Italia dei Valori che è critica, i socialisti criticano, Rifondazione comunista è fuori…
Signori, le critiche sono una cosa importante per chi fa politica a livello di governo.
Voglio dirvi che io metabolizzo tutto e discuto con i partiti, ma poi la scelta è mia. Questo lo voglio dire perché qui non è che si tratta di essere governatori, ma la scelta è mia e io me ne assumo tutta la responsabilità.
Voglio dire che anche il discorso con Rifondazione è stato un incidente di percorso che mi dispiace anche evocare perché è stato un prodotto della buona fede, della ingenuità, di tutto quello che volete, ma poi non si poteva fare diversamente.
Io voglio che Rifondazione entri nell’Esecutivo perché io voglio rafforzare la compagine, la coalizione. Ovviamente siccome c’era un congresso in corso, c’era un commissariamento di due anni sono stato io a dir loro “vi aspetto, fatevi il congresso”. Sono convinto che entro questo mese ci sarà un assessore di Rifondazione nella Giunta di centro-sinistra, come è giusto che sia.
Quindi, tutti quelli che appaiono come momenti di inquietudine che pure hanno una loro legittimità, poi vengono riportati come è giusto in un alveo che è quello della Calabria.
Io chiudo qua perché c’è da leggere il documento. Sono contento di tutto questo grande dibattito che c’è stato oggi e mi auguro che ce ne saranno tantissimi nei prossimi mesi, nelle prossime settimane. Vi invito tutti quanti, se mi posso permettere anche a nome del Presidente, ad essere presenti sabato qui perché si discute di Calabria, perché da quello che ho sentito la Calabria appartiene a noi, interessa a noi ma vedo che interessa moltissimo anche a voi.
Il Presidente ha terminato. Prima di leggere o di far distribuire l’ordine del giorno anche io ricordo che in Conferenza dei capigruppo abbiamo convenuto che oltre all’impegno del Consiglio, giovedì alle 18 nel salone di Palazzo Nieddu si inaugurerà il forum e venerdì mattina alle 9 precise in quest’Aula assieme ai Presidenti dei Consigli regionali d’Italia.
Detto questo, leggo l’ordine del giorno che mi è pervenuto.
(Interruzione)
Tenete presente che io vorrei leggerlo perché qualche parolina è saltata e quindi io vorrei leggervelo in un testo e poi come è coordinata…
Posso procedere con la lettura? Abbiamo lavorato in tempi molto ristretti, lo capisco ma ci possiamo coordinare in Aula.
“Il Consiglio regionale della Calabria
unito nella condivisione delle linee esposte dal Presidente della Regione nei suoi interventi e in esito al dibattito svolto in Aula ribadisce il sostegno all’azione del Presidente Loiero nel cammino iniziato a maggio che mira a cambiare metodi, strategie e qualità nell’attività di governo della Regione.
Tale alta funzione dovrà sempre più realizzarsi attraverso un forte e deciso cambiamento e rinnovamento nei metodi passati nelle strategie e nella qualità dell’azione di governo per contribuire al futuro della Calabria e dei calabresi.
Il Consiglio sottolinea a questo proposito la necessità di proseguire e rafforzare un’azione che deve avere il suo punto prioritario e di forza nella reale collaborazione pur nel rispetto della differenziazione delle competenze tra Esecutivo e Consiglio al quale vanno riconosciute funzioni essenziali nell’azione di programmazione, legiferazione e controllo anche con l’ausilio di propri organi e di strumenti quali il Consiglio regionale delle autonomie e il Consiglio regionale dell’economia e del lavoro.
Il Consiglio sottolinea, a tal proposito, la necessità di seguire un percorso di governo che punti ad una piena effettività del confronto sociale e del metodo della negoziazione e della concertazione.
Il Consiglio, ritiene, che le emergenze della Calabria necessitano di un’azione di governo coesa e di discontinuità col passato ed innovazione per operare le scelte utili a definire nella Regione un duraturo sviluppo economico e sociale.
Il Consiglio regionale ribadisce che l’affermazione del principio di legalità è la strada per affermare i valori democratici della convivenza sociale ed intende investire nell’attuazione di politiche mirate a contrastare e respingere la violenza e la cultura delle comunità organizzate e consentire alla Calabria di liberarsi dalla presenza della ‘ndrangheta”.
Il testo che ho letto reca la firma dei consiglieri Sculco, Pacenza, Racco, De Gaetano, Cherubino ed altri.
Questo è il testo con questo sostegno.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Sarra. Ne ha facoltà.
Presidente, mi duole dover evidenziare che malgrado il Presidente abbia ribadito alcuni concetti, questo documento non viene offerto alla nostra valutazione che proprio in chiusura di dibattito.
Non c’è stata data neanche la possibilità di leggerlo, se non nel momento in cui lo ha fatto lei. Avevamo, tra l’altro, Presidente, delle modifiche da apportare e ci duole, Presidente, dover esprimere un voto contrario, ma credo – poi si esprimeranno i miei colleghi della minoranza – di dover esprimere un chiaro distinguo rispetto a questo documento. Peraltro, in qualche passaggio non è in linea con quello che è emerso dal dibattito in Aula.
(Interruzione)
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Fedele. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente.
Presidente Loiero, le chiedo scusa, non è una questione di cinque o di dieci minuti. Noi non possiamo alla luce del dibattito che c’è stato essere d’accordo su questo documento.
Intanto pregherei il Presidente del Consiglio di modificare la parola “Consiglio regionale” con “la maggioranza” del Consiglio regionale che vuole votarlo. Non il Consiglio regionale.
Poi non possiamo votare un documento in cui si parla del rinnovamento rispetto a quello che è stato fatto prima. Ci fa piacere che sia scoppiata la pace – lo diciamo veramente in maniera seria – tra Sculco, il Presidente Loiero, Pacenza e gli altri.
Siamo in vista del Natale, quindi è proprio con più piacere che osserviamo questo perché la pace credo che sia un augurio per tutti.
Ma che noi andiamo a votare un documento del genere, per quanto ci riguarda non credo sia possibile ma non contro il Presidente Loiero, ma noi la invitiamo a lavorare e ad andare avanti e sui temi importanti – lo diciamo in Consiglio regionale – lei chieda ed avrà il nostro sostegno.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Morelli. Ne ha facoltà.
Presidente Bova, lei ha un documento presentato così dove in effetti c’è una sovrapposizione tra sostanza, merito e forma.
Perché dare plauso al Presidente Loiero per i suoi contatti, per Kerry Kennedy e quant’altro che pongono la Calabria in una situazione di proiezione al di là del nostro Paese va bene, però parlare di Consiglio regionale ritengo proprio di no.
In effetti è la maggioranza di questo Consiglio.
Ci sono poi evidentemente delle questioni di fondo che vanno diversificate ed evidenziate. Al Presidente Loiero riconosco – non lo avevo sentito prima parlare in termini politici per la verità – uno charme particolare, ma con tutto il rispetto lo charme forse, i problemi veri della Calabria di cui lei parla non possono essere racchiusi in questo tipo di documento, e dico questo con tutto il rispetto della sua persona e della sua azione politica. Grazie.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Vilasi.Ne ha facoltà.
Contro possiamo parlare, Presidente.
Presidente Loiero, voglio solo sottolineare la scorrettezza e mi creda non volevo prendere la parola perché oggi mi sembrava una giornata proprio di discussione seria e che la minoranza ha voluto affrontare con grande serietà.
Ma non si può venire a proporre un documento di maggioranza – perché questo tale è – e fra l’altro non si viene neanche a parlare con la minoranza. Perché si poteva pure concordare un documento. Ma qui si viene a portare all’ultimo minuto un documento di maggioranza che noi non possiamo votare; cioè siamo costretti, purtroppo, a votare contro nostro malgrado perché non c’era proprio l’intenzione di votare contro.
PRESIDENTE
C’è qualcuno che intende intervenire?
Agazio LOIERO, Presidente della Giunta regionale
Sono dispiaciuto, scusate, il documento io l’ho visto pure all’ultimo minuto ed ho fatto una piccola correzione io stesso.
Non vorrei neanche precipitare…
Sarei felicissimo se lo votaste, magari per parti separate, comunque se non è possibile continuiamo questo confronto positivo e vediamo di costruirlo per le prossime volte…
Francesco MORELLI
Magari sui temi veri, Presidente.
PRESIDENTE
La discussione è conclusa. Io ho l’obbligo di mettere il documento in votazione…
Gesuele VILASI
Forse è ritirato dopo l’intervento del Presidente Loiero, credo che la maggioranza debba ritirare questo emendamento perché non ha senso votarlo.
Chiedo l’appello nominale, Presidente.
PRESIDENTE
Si proceda per appello nominale allora.
Antonio BORRELLO, Segretario questore
Fa la chiama.
PRESIDENTE
Comunico l’esito della votazione. Presenti e votanti 34. Hanno votato sì: 24; hanno votato no: 10.
Pertanto l’ordine del giorno è approvato a maggioranza.
(Il Consiglio approva)
(Hanno votato sì i consiglieri: Adamo, Amato, Borrello,
Bova, Cherubino, Chiarella, Chieffallo, De Gaetano, Feraudo, Giamborino,
Guerriero, Incarnato, Loiero, Lo Moro, Morrone,
Naccari, Pacenza, Pirillo, Principe, Racco, Sculco, Sulla, Tripodi M., Tripodi
P.; hanno votato no Fedele, Gallo, Morelli, Numera, Occhiuto, Sarra,
Stillitani, Malarico, Trematerra, Vilasi)
Ha chiesto di parlare l’onorevole Naccari Carlizzi. Ne ha facoltà.
Presidente, capisco che votare contro una mozione della maggioranza abbia un po’ messo in difficoltà i colleghi della opposizione.
C’è però una richiesta – permettetemi una battuta – del Presidente dell’Afor di approvazione del bilancio di previsione dell’esercizio finanziario 2005.
Laddove ci fosse la disponibilità dei colleghi di maggioranza perché come sapete ci vogliono i due terzi per l’iscrizione all’ordine del giorno, noi avremmo secondo me “il dovere” di approvare questo bilancio di previsione.
Come vi renderete conto siamo agli ultimi 15 giorni di effettività di questo bilancio. Di conseguenza è evidente come si siano verificati ormai una serie di problemi gestionali che non possono attendere ancora di più i cosiddetti tempi della politica.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Adamo. Ne ha facoltà.
Intervengo a nome della Giunta regionale per dichiarare il parere favorevole alla proposta formulata or ora dal collega Naccari sottolineandone le ragioni e le urgenze.
Sapete che per i problemi che sono posti nell’esercizio finanziario in corso, quello 2005, abbiamo dovuto registrare un deficit di circa 55 milioni di euro finalizzati alla copertura finanziaria del pagamento dei salari forestali.
Sapete meglio di me che questo deficit è la conseguenza di un accordo stipulato tra le organizzazioni sindacali e la Giunta regionale il 1° gennaio 2004 per determinare il passaggio a tempo indeterminato di tutti i lavoratori.
La copertura finanziaria per l’anno 2004 è stata operata grazie al fatto che si è intervenuti con anticipazioni sul 2005.
Se non dovessimo approvare stasera questo bilancio dell’Afor, potrebbe anche accadere che tra i forestali non certo per responsabilità del Governo regionale che si è impegnato in una situazione assai difficile per reperire le risorse, si determinano diverse categorie.
Vi sono categorie di lavoratori che percepiscono uno stipendio, vale a dire quelli che dipendono dai consorzi di bonifica, e lavoratori che invece rischiano di non percepire lo stipendio di novembre e la tredicesima, che sono quelli dipendenti dall’Afor.
Come avete colto ho inserito la dicitura “potrebbe” perché ci si potrebbe trovare in questa situazione.
Per evitare, però, rischi e situazioni sociali di forte insofferenza penso che sia responsabile che quest’Aula valuti positivamente la proposta avanzata dal collega Naccari e si proceda al voto. Sapendo che comunque si tratta di un voto di presa d’atto, di legittimità, non è un voto di metodo. Tutti quanti sappiamo come funzionano queste cose.
Per cui faccio un invito al senso di responsabilità dei colleghi della minoranza, che non è un atto di benevolenza nei confronti della maggioranza o della Giunta regionale, ma di responsabilità verso una categoria di lavoratori che rischia in questo momento di essere esposta.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Fedele. Ne ha facoltà.
Presidente, a nessuno sfugge specialmente dopo l’intervento del collega Adamo l’importanza di questo provvedimento, ma certamente in una giornata come quella odierna in cui all’ordine del giorno c’era solo questo dibattito, sembra un po’ particolare e strano aggiungere altri provvedimenti pur rendendoci conto della situazione e quindi dell’interesse che questa maggioranza ma tutto il Consiglio - dico a questo punto – ha verso questi lavoratori.
Noi vi proponiamo di inserirlo al primo punto dell’ordine del giorno della prossima seduta, evitando anche che si passi in Commissione – come dovrebbe essere –, accelerando al massimo i tempi.
Si tratta di una settimana. Allora al primo punto all’ordine del giorno della prossima seduta, inserito già da adesso per quanto ci riguarda, va bene.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Chieffallo. Ne ha facoltà.
Guardate, colleghi, io dico questo. E’ necessario che su questa materia dell’Afor ci sia da riflettere molto. Peraltro noi abbiamo posto il problema della riorganizzazione degli enti sub-regionali, Arssa ed Afor in modo particolare, perché crediamo che l’Afor debba diventare un’azienda con caratteristiche produttive per evitare di continuare ad essere zavorra nell’ambito del bilancio regionale e quindi diventare peso enorme e assolutamente insopportabile per lo stato deficitario del bilancio regionale.
Però la materia, colleghi, è incandescente. Non voglio andare in aiuto ad Adamo, mi sono sentito anche io con i sindacati rappresentativi degli operai forestali. Si è sotto Natale, non si fa in tempo a poter pagare gli stessi. Ritengo che i panettoni così come se li comprano tutti coloro i quali abbiano sicurezza di introiti certi, debbano poterseli comprare anche – è un problema di umanità – operai forestali che difficilmente riusciranno a pagarsi una parte degli stipendi dovuti, se non si arriva immediatamente ad approvare una delibera che in qualche modo cauteli gli uffici amministrativi per poter erogare gli stipendi medesimi.
Non mi pare che si debba caricare soltanto sulle spalle dell’assessore al bilancio una materia di questo genere. Anche perché io come consigliere regionale ritengo che questo problema che insieme è sociale e politico il Consiglio non possa differirlo.
Andando al 22 prossimo venturo, quando il Consiglio sarà convocato – pare che sia questa la data – è probabile che non ci siano poi i tempi tecnici per poter erogare i relativi salari agli operai forestali.
Per cui direi che la proposta fatta dall’assessore Adamo possa essere considerata come una proposta minimale che consente alla responsabilità del Consiglio di affrontare un tema di urgenza e di emergenza come quella rappresentata.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Fedele. Ne ha facoltà.
Presidente, solo 30 secondi. Se vogliamo fare demagogia e parlare di panettoni, sappiamo farla tutti. Dovremmo dire allora che questo bilancio è da diverse settimane che è qui. Perché non è stato chiesto di approvarlo prima?
Io non ho detto questo prima. Ma ho detto che conosciamo e capiamo la gravità del problema, c’è tutta la nostra disponibilità evitando anche che si vada in Commissione e che si perda tempo.
Abbiamo chiesto che venga inserito al primo punto all’ordine del giorno della prima seduta utile, che per noi - tanto per intenderci – ci può essere anche domani.
Se dobbiamo parlare di panettoni, possiamo parlare anche di uova di Pasqua e tutto il resto.
Evitiamo quindi tutta la strumentalizzazione e la demagogia sugli operai forestali.
Vorrei i capigruppo al banco più un rappresentante della Giunta perché a voce alta vi dico che. eravamo 34 presenti. Per poter votare occorrerebbe comunque avere la maggioranza degli assegnati. Se i colleghi della minoranza, escono questa non c’è.
Chiamo i colleghi capigruppo e la Giunta al banco perché a questo punto non c’ altra alternativa che mettere al primo punto all’ordine del giorno l’approvazione del bilancio di previsione dell’Afor 2005.
L’unica osservazione è questa. Io ho il Consiglio convocato per il 22. Siccome ho sentito la proposta che ha avanzato poco fa il collega Fedele, il primo giorno utile è il 19 o il 20. Se si vuole anticipare, io vorrei i capigruppo e la Giunta al banco per decidere la data successiva.
Vorrei concordare e condividere colleghi, altrimenti convoco per il 22.
(Interruzione)
(I capigruppo si portano al banco della Presidenza)
Allora la seduta è sciolta, il Consiglio è convocato per il giorno 22 e sarà convocato a domicilio con il primo punto all’ordine del giorno vi sarà il bilancio di previsione Afor 2005.
Ribadisco ai colleghi che giovedì pomeriggio saremo a Locri per il forum e venerdì mattina qui in questo Consiglio alle 9 puntuali assieme ai Presidenti dei Consigli regionali d’Italia.
La seduta è tolta.
Hanno chiesto congedo i consiglieri Frascà e Dima.
(Sono concessi)
E’ stato presentato alla Presidenza il seguente progetto di legge di iniziativa del consigliere Morelli:
“Modifiche ed integrazioni alla
legge regionale 23 luglio 2003, n. 11 “Disposizioni per la bonifica e la tutela
del territorio rurale. Ordinamento dei Consorzi di bonifica”. (P.L. n.
68/8^)
E’ assegnato alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente.
(Così resta stabilito)