VIII legislatura
10.
Seduta di giovedì 15 settembre 2005
Presidenza del Presidente Giuseppe Bova
Antonio BORRELLO, Segretario Questore
Legge il verbale della seduta precedente.
PRESIDENTE
Legge le comunicazioni.
(Sono riportate in allegato)
Antonio BORRELLO, Segretario Questore
Legge le interrogazioni presentate alla Presidenza.
(Sono riportate in allegato)
Onorevole Fedele, non vedo i colleghi della minoranza. Io non la voglio coinvolgere negativamente. Ad occhio valuto che l’Aula non è in numero legale. Se voi ritenete che non sia una forzatura, aggiorno la seduta di un’ora.
(Interruzione)
Parlavo di un’ora dal punto di vista regolamentare. Non essendo l’Aula in numero legale, la seduta viene aggiornata di un’ora, alle 16,35.
La seduta sospesa alle 15,30 è ripresa alle 16,31
PRESIDENTE
Prego i colleghi di prendere posto, così riprendiamo i lavori.
Antonio BORRELLO, Segretario
Legge la mozione presentata alla Presidenza.
(E’ riportata in allegato)
Se ho capito bene dalla lettura dei nomi dei firmatari, si tratta della mozione che ha visto impegnata la commissione eletta ieri.
Do lettura del documento:
“Il Consiglio regionale
considerato che
i processi di decentramento affidano alle Regioni competenze esclusive in materia di istituzione e controllo dei propri enti strumentali;
il processo di trasferimento al sistema delle autonomie locali va armonizzato anche sul versante dei poteri e delle funzioni degli enti strumentali;
l’attuale sistema degli enti strumentali calabresi a partire da Arssa, Afor, Fincalabra in questi anni ha rappresentato un punto di sofferenza delicata e preoccupante sia sul versante della gestione delle risorse che sulla stessa funzione a loro affidata;
proprio tramite gli enti strumentali si impiegano risorse ingenti ed opportunità vere di crescita e di sviluppo della Calabria;
ormai si ritiene la legislazione che regolamenta gli enti strumentali della Calabria datata ed ormai inefficace e necessita quindi un organico processo di cambiamento ed ammodernamento della strumentazione legislativa;
le stesse procedure di nomina dei dirigenti degli enti strumentali risultano ormai logorate e poco efficaci;
necessita costruire una legislazione che individua i requisiti selettivi stringenti e non universali;
le sedi deputate ad esprimere rappresentanza devono essere aggiornate nei nuovi compiti e funzioni che investono l’intera architettura istituzionale e regionale, governo, Commissioni consiliari competenti, Ufficio di Presidenza del Consiglio e solo per funzioni di garanzia l’Aula consiliare;
a questo obiettivo resosi ormai prioritario e fondamentale arrivare attraverso un percorso che coinvolga tutte le rappresentanze sociali e di categoria dei rispettivi comparti in riferimento al sistema socio-economico calabrese nel suo complesso;
impegna
la Giunta regionale e le Commissioni consiliari competenti utilizzando anche le procedure d’urgenza a predisporre apposite proposte di legge tese a riformare gli enti strumentali ridefinendo missioni e competenze, nonché titolarità di designazione e procedure di controllo”.
Questo è il testo presentatomi.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Pacenza. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, solo per ribadire che il testo da lei letto è quello sul quale in mattinata hanno lavorato i membri della Commissione definita ieri sera. Ci sono state anche interlocuzioni tra i gruppi e negli stessi schieramenti.
Devo dire che in modo anche abbastanza convinto si è trovata una sintesi di percorso che mi sembra fortemente impegnativa ed anche innovativa nel merito. Una mozione che traccia gli orizzonti su cui poter lavorare nelle prossime settimane ognuno per la postazione che ricopre facendo in modo che – qui c’è stata una legittima sollecitazione da parte di alcuni membri del comitato di poter indicare anche termini più stringenti – …
Onorevole Pacenza, lei mi ha chiesto la parola e io gliel’ho data, per cui lei può fare l’intervento che ritiene,ma per quanto riguarda la mozione, anche se così autorevolmente firmata, prima di entrare nel merito, bisogna proporre se si ritiene – all’Aula – l’inserimento all’ordine del giorno perché se non si inserisce, questo argomento non può andare in discussione.
Siccome poi i minuti a sua disposizione sono sempre quelli…
Chiedo scusa per averla interrotta.
Alla fine chiederò comunque l’inserimento. Stavo tentando di argomentare il percorso anche rispetto ad una legittima osservazione che mi pare facesse in modo più specifico il collega Chieffallo, quella di vedere come il Consiglio possa avere anche un orizzonte temporale.
Abbiamo utilizzato nel dispositivo della mozione il riferimento alla procedura di urgenza, che per fortuna è prevista col nuovo Regolamento che definisce i tempi entro cui un disegno di legge deve essere approvato in Commissione prima e in Aula poi, sapendo che questo istituto, pronunciato dal Presidente del Consiglio, sta in capo sia ai gruppi di maggioranza che di minoranza.
Quindi non c’è un soggetto depositario di questo strumento, che magari potrebbe giocare alla pratica del rinvio. La procedura d’urgenza per quanto mi riguarda penso possa essere l’istituto di maggiore tutela e garanzia per tutti perché è uno strumento che sta in mano a tutti i soggetti preposti.
Quindi, abbiamo tracciato un percorso rispetto ad un processo necessario di concertazione perché nessuno pensa di poter lavorare ad una riforma su fatti di questa natura tenendo fuori interessi, rappresentanze, soggetti sociali che sono poi chiamati a svolgere una funzione diretta in questo comparto.
Ecco perché, Presidente, alla fine le chiedo – avendo percorso un po’ il ragionamento della mozione stessa – di volerla inserire all’ordine del giorno, perché - per come si è concordato ieri – questo costituisce l’antefatto della discussione sugli assetti ed essendo un premessa che non può mettere in discussione la bontà o meno di procedere, diventa un punto impegnativo e vincolante per l’intero Consiglio regionale a che si chiuda definitivamente la pratica finora attivata, che è anacronistica per una sede legislativa.
Anche qui l’orizzonte che traccia la mozione è come in un’altra fase di regionalismo; la Regione si potrà dotare di strumenti per far sì che a designare le proprie rappresentanze possano essere le diverse stazioni, in primis sicuramente il Governo e le Commissioni consiliari competenti per come avviene, per esempio, nei livelli parlamentari e in altre aule legislative, che possa essere - perché no? - sicuramente l’Ufficio di Presidenza del Consiglio e per ultimo l’Aula consiliare. Cioè, solo in casi di straordinaria garanzia può essere l’Aula consiliare chiamata a farsi carico di designare la propria rappresentanza all’interno degli strumenti che poi la legislazione costruirà. Quindi la mozione dà la cornice, poi il quadro bisogna costruirlo.
Il quadro sarà di riforma degli enti che ci sono, ma sicuramente anche di costituzione di altri soggetti di cui la Regione non risponde.
Noi abbiamo una architettura di enti strumentali su alcune cose ripetitive addirittura. Spesse volte si va in conflitto e poi abbiamo grandi settori e grandi comparti in cui la Regione non è dotata di un proprio strumento di monitoraggio, di un proprio osservatorio, di uno strumento che accompagni la programmazione o eventualmente la gestione di pezzi di governo.
Ecco perché, Presidente, le chiedo di inserire all’ordine del giorno di questa seduta questa mozione per permettere all’Aula solennemente di pronunciarsi ascoltando eventualmente anche osservazioni e rilievi da parte del Consiglio regionale nella sua interezza.
Se ho ben capito, la proposta su cui votare riguarda l’inserimento della mozione al primo punto all’ordine del giorno per discuterla subito. Questo ha chiesto lei? Bene.
Pongo in votazione l’inserimento con discussione immediata al primo punto all’ordine del giorno della mozione.
(Il Consiglio approva)
Ha chiesto di parlare l’onorevole Fedele. Ne ha facoltà.
Presidente, sono stato indicato ieri dal mio gruppo – che ringrazio - quale partecipante della commissione che ha lavorato, come ricordava l’onorevole Pacenza, per stilare questa mozione che non è un vangelo ma che traccia delle linee sulle quali siamo perfettamente d’accordo, così come mi trovo anche d’accordo sull’intervento del collega Pacenza.
Già nella scorsa legislatura avevamo ribadito più volte che c’era la necessità di procedere anche a tappe forzate per rivedere un po’ la legislazione che riguarda gli enti sub-regionali che certamente vanno rimodulati, rivisti, alleggeriti. Forse l’occasione di questa legislatura, trattando questi argomenti dall’inizio, può essere la volta buona.
Per questo l’opposizione certamente non si tira indietro. Noi abbiamo sempre ribadito fin dall’inizio di questa legislatura che sui temi che riguardano la Calabria ed i calabresi, certamente l’opposizione è disposta a dare il proprio contributo, come abbiamo fatto anche collaborando alla stesura di questa mozione che ci trova perfettamente d’accordo.
Tra l’altro, è stata firmata anche da tanti colleghi della stessa opposizione. Su queste linee speriamo che presto si possa procedere a rinnovare questi enti affinché non siano più dei carrozzoni, come spesso amiamo noi stessi definirli, ma che siano più snelli e agili e che possano dare quelle risposte che non sempre si riesce a dare per la farraginosità con cui le leggi prevedono il loro funzionamento.
In questa farraginosità si inserisce anche il discorso della nomina in questi enti dei consigli di amministrazione che certamente vede impegnato anche in questi giorni questo Consiglio regionale.
Qui passo anche all’aspetto che certamente vorrei anche rimarcare – l’ho detto anche ieri –: non vorrei che si confondessero un po’ le cose, questo della mozione è un discorso e noi siamo perfettamente d’accordo, ma cosa diversa sono le nomine che per legge bisogna fare in questa seduta e se non si riesce a farle oggi, la stessa legge prevede l’attivazione di poteri sostitutivi del Presidente del Consiglio regionale e quindi nei tempi stabiliti egli dovrà procedere a questa incombenza.
Certamente, così come non siamo stati capaci noi, perché era difficile farlo, nella scorsa legislatura, mi sembra – anzi senza mi sembra – che anche in questa legislatura il centro-sinistra non sarà in grado, credo, di affrontare questo problema in Aula e in Consiglio regionale.
Chiariamolo questo aspetto perché non vorremmo poi alla fine che venisse fuori che non si fanno le nomine in Consiglio regionale perché la opposizione non è pronta. Noi siamo pronti anche a votare subito in questo momento con i curricula che abbiamo avuto già di tutti i candidati.
Se il centro-sinistra non è pronto noi non ci scandalizziamo, e lo dico senza retorica, senza voler fare polemiche, però, ecco, non vorrei che poi passassimo dall’altro lato. Siccome le scorse volte, quando questo è successo in Aula eravamo noi al governo, giornali e televisioni per giorni e giorni davano risalto della incapacità del centro-destra di procedere alle nomine, ebbene, siamo anche oggi in questa condizione e, certamente, per la difficoltà in cui vi state trovando voi in questo momento.
Vorrei che quindi questo aspetto fosse chiaro, altrimenti non si riesce a capire poi qual è la maggioranza e qual è la opposizione.
Cosa diversa è il discorso della mozione su cui ribadiamo il nostro impegno. Avviandomi alle conclusioni non posso che fare un accenno – Presidente me lo deve consentire – alla legge sullo spoilss system; quando nei giorni scorsi noi abbiamo avversato in maniera anche energica e decisa quella famigerata legge, perché tale è, molti non ci credevano forse, venivamo additati all’esterno come coloro i quali vogliono fare opposizione a tutti i costi.
Quella legge, voglio rimarcarlo, è stata impugnata dal Governo, ma non è bastato perché la Giunta ha voluto procedere in maniera anche scorretta andando avanti in questa decapitazione, così si sono succeduti ricorsi davanti al Tar da parte degli interessati; in questi giorni, minuto dopo minuto, il Tar sta sfornando una serie di sospensive che certamente danno ragione a chi come me e come tutta la opposizione ha fatto anche barricate in senso figurativo, certamente, perché assieme anche ad altri esponenti di questa opposizione – ricordo gli onorevoli Nucera, Sarra e tanti altri – abbiamo ribadito più volte che quella legge andava rielaborata, riscritta.
Non c’è stato verso di farsi ascoltare, anzi il Presidente Loiero in Aula ricordo che ha anche detto che al Consiglio di Stato si sarebbe vinto senza problemi. Intanto il Tar ha dato la sospensiva sui revisori dei conti della Fincalabra, sul consiglio di amministrazione della Fincalabra. Oggi mi sembra che un commissario dell’Asl di Vibo sia stato reintegrato a partire dal giorno in cui è stato spostato, quindi doppio danno anche in questo caso perché non solo viene reintegrato ma vengono pagati due commissari all’Asl di Vibo. Stamattina il Tar ha dato l’altra sospensiva cautelativa sui revisori dei conti delle Asl e man mano che andiamo avanti nei prossimi giorni ci sarà il seguito.
Non è una linea politica, non è il centro-destra o il centro-sinistra ma è il tribunale amministrativo regionale della Calabria per quanto riguarda Catanzaro e Reggio Calabria in qualche caso.
Quindi io inviterei anche la Giunta – mi dispiace che non ci sia il Presidente Loiero – ad andare cauti anche nel rimuovere altre situazioni, ché magari poi andremo ad incorrere in danni non solo di immagine, perché certamente l’immagine generale di questa nostra Regione quando queste notizie arriveranno a livello nazionale non sarà positiva, ma anche danni erariali.
Non vogliamo calcare la mano, avevamo già detto questo e lo stiamo ribadendo. I fatti ci danno ragione e vi posso assicurare – mi avvio alla conclusione – che questa è una magra soddisfazione. Volevamo che questo non fosse accaduto nella nostra Regione, è successo però per cui mettiamo almeno la parola fine.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Nucera. Ne ha facoltà.
Presidente, l’Udc vuole esprimere poco compiacimento su questa mozione di auspici che abbiamo voluto anche con senso di responsabilità.
La proposta del collega Pacenza avanzata ieri cammina nella direzione di una visione della Regione Calabria moderna ed adeguata, scrostata da antiche strutture e sovrastrutture rappresentate da leggi che dopo 30 anni inevitabilmente incominciano ad essere datate e superate e che richiedono al loro interno una visione anche diversa di impostazione per quanto riguarda anche la riorganizzazione di molti enti strumentali, che purtroppo lasciano a desiderare non solo sul piano del dinamismo, della capacità di movimento, della burocratizzazione interna, ma anche e soprattutto rispetto all’adeguatezza alla nuova domanda di socialità, di partecipazione e di sviluppo che viene dal basso, cioè dalla nostra società.
Questa mozione è un punto importante, al di là dei sentimenti con i quali ognuno di noi commissari, per la fiducia anche data dai nostri colleghi di minoranza, ci siamo approcciati nel trattare e nel confrontarci. Abbiamo avuto una lunga riunione stamattina con i colleghi della maggioranza rispetto ai problemi.
Con grande senso di responsabilità e umiltà abbiamo voluto chiudere questa partita proprio perché in un momento simile si sente stringente la necessità di trovare punti di contatto seri rispetto a delle specialità legislative sulle quali, ovviamente, la revisione complessiva della norma non è soltanto un elemento di facciata o di apparato che richiede un maquillage come qualcuno potrebbe dire, ma diventa un fatto inevitabile ed ineludibile rispetto alla specialità degli argomenti che si è chiamati ad individuare.
Certo, la coincidenza con le nomine diventa anche un fatto fondamentale, una occasione importante per assumere una maggiore coscienza rispetto al problema.
Già, questo ho il dovere di porlo. Già l’Udc si era interrogata su questi argomenti. Non è un caso che in queste prime battute di legislatura proprio dal gruppo consiliare dell’Udc è venuta la richiesta pressante di una riforma complessiva di un organismo, di un ente strumentale importante e fondamentale qual è quello dell’Afor.
Ma sta camminando di pari passo una iniziativa che riguarda l’Arssa ed una che riguarda Fincalabra, una visione che quest’ultima deve avere nella nuova dimensione.
Tutto questo diventa un fatto importante non solo per dare, come ho detto all’inizio, una accelerazione diversa agli istituti che dovrebbero reggere e far camminare la Regione Calabria, ma anche per dare una dimensione di modernità, di importanza e di accelerazione al processo di sostegno, alla nuova figura, al nuovo ruolo, alla nuova veste che la Regione Calabria dovrà avere – ma che le Regioni in genere dovranno avere – in questo ritrovato clima, in questa diversa base legislativa a cui si appropinqua con la devolution, su cui è impegnato il nostro Parlamento.
Ma certo l’occasione non la possiamo sottacere e non possiamo non dire che la giornata odierna crea una doppia coincidenza.
La prima, come dicevo nelle battute iniziali di questo mio intervento, è quella della necessità di dare organicità a questo sistema. La seconda invece afferisce ad un metodo che si ritrova all’opposto rispetto alla prima affermazione.
Cioè mentre fino ad ora ho affermato la necessità di questa ritrovata intesa e volontà tra maggioranza e minoranza di trovare una linea comune di modifica e di riforma di un sistema strutturale e burocratico della nostra Regione, dall’altra parte purtroppo dobbiamo registrare che l’arroganza viene punita. Dobbiamo registrare che le cattive azioni il buon Dio le sottolinea, le rimprovera, le stigmatizza, anzi le castiga.
Allora cosa voglio chiedere ai miei colleghi della maggioranza? Una maggiore attenzione e disponibilità ad affrontare i problemi che rivestono carattere generale, a non farsi accecare dall’abbaglio della occupazione del potere a tutti i costi uniformando i loro interventi e le loro azioni in funzione che ciò la legge determina e dice.
Non è un caso che proprio in questi giorni qualcuno ha dato delle bacchettate alle mani di quanti pensavano di avere una torta davanti ai propri occhi e ogni tanto allungare un dito e con questo strappare una porzione di questa torta che nella fattispecie si chiama Fincalabra, Asl e quel bacchettatore al dito è stato il magistrato, il Tar e quanti hanno sospeso gli effetti di alcuni provvedimenti che sono nati in conseguenza di una legge che già abbiamo avuto modo di parlare, di sentire e di annunziare come una legge forzata rispetto alla volontà del popolo.
Ma noi non gioiamo di tutto questo, credeteci. Non vogliamo e non siamo soddisfatti di ripetere che ve l’avevamo detto perché non è assolutamente nella nostra intenzione oggi di venire qui a dire queste cose. Gli eventi sono precipitati in queste ore, i fatti hanno dato ragione a chi sosteneva che quei provvedimenti non potevano essere adottati e pur tuttavia la cieca volontà di andare avanti ha spinto verso quelle soluzioni che non hanno accontentato nessuno.
E’ un segnale chiaro ed evidente di disponibilità, è un primo segnale, mi auguro che da qui a poco si andrà in Aula per proseguire i lavori ed affrontare le nomine. Noi come minoranza, come abbiamo avuto modo di dire, siamo già pronti, abbiamo le nostre idee, ci siamo confrontati non solo sul piano culturale ed ideale, sulla valenza delle nomine ma anche abbiamo selezionato un gruppo di professionisti che riteniamo siano in grado di poter avere quella giusta carica per dare una spinta, una proiezione diversa a questi enti sub-regionali o enti strumentali della Regione, di competenza per queste nomine.
L’augurio che formulo nel condividere questa mozione è che questa sia veramente l’ultima volta che una legislatura regionale debba iniziare con questa canea di nomine una dietro l’altra e che effettivamente altri organismi più snelli e veloci, meno impegnati siano investiti di tale compito, perché il nostro è un ruolo di gran lunga superiore, proprio laddove si individua in maniera particolare la necessità di esercitare un’azione legislativa, per cui non si può essere invece impegnati per altre cose.
Quindi questa mozione, signor Presidente, l’abbiamo condivisa, costruita, sottoscritta proprio in questa visione che è quella di vedere partendo proprio da oggi, costruire giorno dopo giorno e passaggio dopo passaggio in questi anni una Regione più snella, più veloce, più capace, più attiva, più attenta alle esigenze e anche più dinamica nelle sue strutture sub-regionali. Grazie.
Presidenza del Vicepresidente Francesco Fortugno
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Chieffallo. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, solo per alcune precisazioni.
Della mozione, nel merito non vi è assolutamente di che parlare, abbiamo ripetutamente detto che si tratta di una materia sulla quale la mia parte politica si sta spendendo ormai da più anni. Ormai è ineludibile la modernizzazione degli enti sub-regionali, la riforma, la riforma sostanziale, rendere produttivi questi enti, fare di difficoltà virtù, rendere questi enti non più dei pozzi di San Patrizio che divorano risorse senza che queste possano essere messe a frutto.
Peraltro, è assolutamente necessario che quelle poche che ci sono, visto che sono sempre più limitate, vengano utilizzate a fini produttivi per mettere in moto circuiti virtuosi o per portare avanti un progetto di sviluppo di questa nostra regione.
Quindi nel merito d’accordo, ma è sui tempi che io voglio fare una sottolineatura all’Aula, sebbene il collega Pacenza lo ha evidenziato; vi sono deputati regionali che stimo tantissimo, però di buone intenzioni è lastricata la via dell’inferno .
Questa urgenza è esplicitata ma non quantizzata e non mi lascia molto tranquillo. Dovremmo fare uno sforzo in più, quod abundat…, dice il collega Pacenza anche se comunque il Regolamento prevede che le pratiche di urgenza vadano definite entro un certo periodo.
Dico che pleonasticamente parlando aggiungere dei tempi non è mai troppo. Colleghi, diciamocelo in quest’Aula, l’urgenza può essere di uno o due o tre mesi, a seconda dell’angolazione dalla quale può essere evidenziata. Io non credo ai 60 giorni, ma penso che 90 giorni potrebbero essere utili per partorire una riforma seria in questo sistema.
Pertanto, oserei chiedere ai colleghi del Consiglio, maggioranza e opposizione, se debbo fare questo sforzo e stabilire se al fine di questo sbocco riformatore - se ci crediamo e penso che ci crediamo tutti perché è urgente che ci si creda per dare alla Calabria risposte concrete e attuali - è bene ancorare la mozione ad un periodo temporalmente definito, cioè 60, 90 o 120 giorni come le scadenze delle cambiali, ma io oltre i 120 giorni non intenderei andare.
Solo questo in aggiunta alla proposta del collega Pacenza. Se lo riteniamo, quantizziamolo già stasera in quest’Aula, in questa seduta consiliare fissando la scadenza, per partire subito con lena riformatrice e concludere questa vicenda importante per lo sviluppo della nostra regione.
Presidenza del Presidente Giuseppe Bova
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Sarra. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, intervengo per esprimere anche l’apprezzamento del gruppo di Alleanza nazionale per il lavoro svolto dalla commissione che ha elaborato il testo.
Mi pare che la mozione sia in maniera assolutamente precisa ed incisiva ferma nel determinare una necessità di adeguamento di una normativa che non risulta più al passo con le esigenze della rappresentatività e della rappresentanza negli enti strumentali e anche pone l’accento su un aspetto che finora è stato sottaciuto, che è quello del trasferimento, e quindi, nell’ambito del processo di decentramento darne attuazione, di quelle che sono le competenze degli enti locali.
Ricordo a me stesso che questo Consiglio ha approvato la legge 34 del 2000 che prevede una serie di trasferimenti agli enti locali, in primis province e comuni, che a tutt’oggi purtroppo non ha ancora trovato attuazione e, malgrado i proclami, malgrado gli impegni oggi ci troviamo in forte ritardo nella applicazione di questa legge.
Non posso non evidenziare come nel momento in cui si parla in maniera adeguata della gestione delle risorse ingenti e delle opportunità, si rischia oggi di vedere che il lavoro del Consiglio venga in qualche modo annullato dalle decisioni che i Tribunali amministrativi e i giudici di alcune procure hanno assunto nei confronti proprio di alcune decisioni che riguardano l’operato invece dell’esecutivo regionale.
Allora, pur esprimendo apprezzamento, signor Presidente, per l’impegno del Consiglio che in maniera opportuna e oserei dire necessaria si preoccupa dell’adeguamento di una normativa, non posso non far rilevare come tutto questo lavoro del Consiglio possa alla fine risultare assolutamente inutile.
Dico subito perché. Perché questa mozione tratta in maniera accurata il problema degli enti strumentali, in primis Arssa, Afor e Fincalabra. Le nomine che comunque l’Aula dovrà effettuare nel rispetto della normativa attualmente in vigore, rischiano di essere assolutamente inutili e non soltanto quelle che riguardano Fincalabra, che già credo di poter dire non possano essere neanche effettuate dal Consiglio in costanza di una decisione che ha la solennità di una sentenza e che quindi obbliga questa Assemblea all’adeguamento.
Ma credo di poter dire che anche le altre nomine che riguardano la rappresentanza e la rappresentatività negli altri enti strumentali, possano essere caducate immediatamente, per cui ci troveremmo di fronte ad una situazione paradossale. Il Consiglio in maniera assolutamente opportuna e necessaria, ripeto, si preoccupa dell’adeguamento di una normativa che risulta ormai assolutamente desueta e non conforme alle rinnovate esigenze, ma, a fronte di questa preoccupazione e dell’urgenza con la quale unanimemente si affronta questo lavoro, ci troviamo di fronte alla possibilità vera che le decisioni di questo Consiglio vengano chiaramente e brutalmente annullate, cioè rese inutili.
Questo è il grido di allarme che non può non essere lanciato da questi banchi, questa è la preoccupazione seria, reale, concreta e fondata che il lavoro che noi stiamo effettuando risulterà assolutamente inutile. E tutto ciò mi preoccupa alla luce degli equilibri che devono esistere tra il lavoro assembleare che è prioritario perché è legislativo e il lavoro dell’esecutivo.
Cioè, noi abbiamo un esecutivo regionale che alla fine porta all’annullamento di tutto il lavoro che viene effettuato in Consiglio. Questa, allora, la preoccupazione, il grido, la richiesta che questo Consiglio possa ristabilire l’equilibrio che deve regnare sovrano tra il lavoro prioritario che è quello legislativo, assembleare di chi ha la funzione di emanare una legge e quello di chi questa legge deve applicarla.
Non è possibile, e questo è stato fatto, e chiudo, con la legge sullo spoils system. Lo spoils system ha evidenziato un tentativo peraltro maldestro perché nasce da un approccio rabbioso alla gestione. Cos’è successo? Noi ci siamo trovati di fronte ad un esecutivo che eletto largamente dalla popolazione calabrese non vedeva l’ora di fare terra bruciata e di mettere propri rappresentanti ai posti di responsabilità. Con ciò venendo meno anche a quelle che sono le prerogative, le competenze del Consiglio regionale, perché di fatto questo è stato.
Oggi ci troviamo di fronte ad una situazione che rende, purtroppo, e mi duole dirlo, un cahier de doléances che noi abbiamo evidenziato in diverse sedi, ci troviamo di fronte non più alla ipotesi ma addirittura ad una situazione reale che evidenzia che tutto il contenzioso che nasceva e che nasce da quella legge porterà ad una anabolizzazione delle cause pendenti all’interno di questo ente, non solo Consiglio ma anche Giunta.
Ciò porterà di conseguenza ad una paralisi degli apparati burocratici perché ci troveremo di fronte a due commissari, a tre direttori generali come avverrà nel caso delle aziende reggine. Ci troveremo di fronte a due direttori generali in tutti gli enti strumentali.
Questa è una preoccupazione concreta. Allora attenzione, onorevoli colleghi, dobbiamo ristabilire l’equilibrio e la priorità che la legge assegna al momento legislativo. Nel momento in cui noi legiferiamo, l’esecutivo deve rispettare il proprio ruolo e le proprie funzioni che sono quelle consequenziali a quelle che questo Consiglio stabilisce.
Mi avvio a concludere. Quindi assoluto apprezzamento anche per il lavoro che è stato svolto dalla Commissione, noi avevamo delegato l’onorevole Morelli che ringrazio pubblicamente per il lavoro svolto, ma preoccupazione assoluta nei confronti di quello che rischia di diventare un momento caratterizzante l’intera legislatura regionale.
Purtroppo questa Regione verrà ricordata per le nefaste conseguenze che la legge sullo spoils system ha determinato, a tutti i livelli, sulle nomine degli enti strumentali che, comunque, attenzione, voglio ribadirlo, sono di competenza esclusiva di questo Consiglio, si è voluto trovare il modo, invece, di delegittimare la sua attività, perché è intervenuta la Giunta su nomine di nostra competenza e rischiamo, così, addirittura di trovarci di fronte ad una fase difficilissima da gestire perché avremo da recuperare non solo la nomina ma, attenzione, perché è stato detto anche questo da chi è intervenuto prima di me, corrispondere anche la retribuzione dal momento in cui è intervenuta la decisione di estromissione da parte della Giunta fino a tutt’oggi, cioè al momento in cui interviene una decisione del giudice.
Perciò, la mia preoccupazione è che da un lato ci sia una delegittimazione assoluta dei lavori consiliari, dall’altro, attenzione, ci sarà una paralisi dell’apparato amministrativo e di fronte a questo nessuna soluzione potrà esserci, se non quella, soltanto, di pagare le somme dovute da parte dell’ente Regione, perché sentenza è legge tra le parti.
Allora pensate a tutti quegli enti in cui si è intervenuto non soltanto sul rapporto pubblico ma su quello di natura privatistica, cioè sui contratti di professionisti che sono stati nominati.
Ecco, noi oggi procederemo alle nomine negli enti, nomine che effettueremo, peraltro, soltanto formalmente in attesa che qualche giudice ne dichiari la caducità, perché alla fine ci sarà una concomitanza tra chi aveva diritto prima e chi ha diritto dopo.
Quindi ci troveremo di fronte a due o tre e, in qualche ipotesi, più aventi diritto che sono tutti nella stessa legittima posizione, perché alcuni sono stati nominati prima e in qualche modo sono stati revocati con una procedura che è quella della revoca ope legis che non ha cittadinanza nel nostro diritto, dall’altro lato ci troveremo di fronte a persone che sono state anch’esse legittimamente nominate da questo Consiglio.
Allora l’interrogativo che offro alla vostra valutazione qual è? Di fronte a tutto questo qual è la soluzione? Spetta al Consiglio trovare attraverso questa mozione una soluzione? Spetta alla Giunta essere disciplinata e consequenziale di fronte a quello che stabilisce quest’Aula, oppure il Consiglio delibera, approva leggi e poi la Giunta trova il modo di intervenire revocando senza nessun procedimento e senza aprire nessuna procedura?
Ecco, se io ho nominato un professionista che può aver lavorato bene e può aver fatto gli interessi della Regione Calabria, succede che questo professionista viene revocato dalla Giunta senza che neanche il Consiglio abbia la possibilità di dire un sì o un no.
Da qui, allora la necessità e l’urgenza dell’intervento legislativo del Consiglio perché ripristini l’equilibrio tra le funzioni. Le funzioni del Consiglio sono sacrosante, c’è un Ufficio di Presidenza e c’è un’Assemblea. Le funzioni della Giunta devono essere quelle esecutive e di gestione, non possono intervenire sulle nostre scelte. Vi ringrazio.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Borrello. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo in questa discussione perché ho l’impressione, ascoltando un poco gli interventi, che l’occasione, pur partendo da una impostazione che accomuna tutti – maggioranza e opposizione –, che è quella di realizzare un momento di riforme rispetto a degli enti (che, purtroppo, pur nati con grande nobiltà di intenti di fatto hanno realizzato disavanzi, inefficienze, inefficacia e spesso e volentieri sono solo serviti a creare postazioni di potere e di clientela) ciò costituisca il pretesto per parlar d’altro, quando, invece, se ci fossimo soffermati su quello che è l’intento principale della nostra discussione, credo che tutto sommato ci sarebbe stata unanimità di vedute.
Questo mi pare di aver capito ed ecco perché ho chiesto di intervenire. Quella che stiamo attraversando è per il Consiglio una fase imprescindibile, visto che le norme in vigore lo obbligano a procedere nei tempi prestabiliti alla ricostituzione di questi organi di amministrazione sub-regionali, enti strumentali che esplicano sul territorio le attività di competenza su settori specifici da parte della Regione Calabria.
Tenuto conto di ciò, allora, mi pare inopportuno attardarsi su altro cercando di mettere in evidenza una sorta di negatività rispetto anche a situazioni contingenti, particolari come queste della giustizia amministrativa; ed i conseguenti trionfalismi che vengono esplicitati in quest’Aula, mi appaiono inopportuni, anzi li ritengo anche un poco intempestivi, in quanto non è la prima volta che succede che rispetto ad una impostazione di un tribunale amministrativo, il successivo grado di giudizio poi vede risultati diversi.
Quindi io starei un poco più cauto, anche perché da parte del centro-destra si continua ad affannarsi, a vedere questo tema delle nomine come l’elemento dirompente rispetto ad una gestione di una maggioranza che si è insediata da solo tre mesi – di questo stiamo parlando –; qualche collega pensa di poter attribuire responsabilità ad un governo che in questi primi tre mesi non è “ancora” riuscito, pur avendo sottoscritto anche protocolli di intesa con i soggetti deputati alle attività, province, comuni, sistema delle imprese e sindacati, a trasferire entro il 31 dicembre le competenze agli enti locali periferici. Detto da chi per tre anni e mezzo ha tenuto una legge chiusa nei cassetti, mi pare quanto meno inopportuno se non per esercitazioni di tipo letterario che non hanno attinenza con la realtà oggettiva delle situazioni.
E’ certo che su questo terreno oggettivamente abbiamo serie difficoltà ad accettare lezioni da parte di chi rispetto alle nomine in termini generali ha fatto scempio durante cinque anni, per non andare ancora indietro negli ultimi 10 anni quasi, di azione politico-amministrativa.
Diventa, quindi, veramente difficile convincersi della bontà delle argomentazioni, forse la minoranza in questo caso ha perso una occasione buona per parlare di altro rispetto alla mozione di cui ci stiamo occupando, anziché apprezzare sostanzialmente un dato ineluttabile rispetto ad una prospettiva, anche da parte di questa maggioranza, di operare su un terreno di attività legate a nomine e a responsabilità gestionali, mentre ci preoccupiamo che quelle norme che regolano questi enti sono assolutamente ormai obsolete e non servono più a nessuno.
Se questo è, allora, il problema che ci siamo posti è come fare per arrivare e pervenire ad una attività legislativa che abbia la capacità, la forza e l’esigenza di restituire ruoli, competenze ma soprattutto efficacia a questi enti che sono chiamati ad incidere pesantemente – se volete, se fatta in termini seri l’attività - su un tessuto economico troppo debole da poter essere ancora tollerato e sopportato ulteriormente.
Quindi, per un verso è questo, ma mentre noi ci preoccupiamo, nel momento in cui andiamo a fare le nomine, a rimodulare, a rivedere, a rivoluzionare queste norme per dare enti più snelli, più efficaci e più efficienti sul terreno delle azioni politico-amministrative, ci sentiamo dire che utilizziamo lo strumento delle nomine perché vogliamo penalizzare o altro.
Ma scusate, c’è secondo me uno strumento semplicissimo. Cambiano le maggioranze, quindi in questo caso cambia la maggioranza di governo regionale, dunque, cambia l’impostazione programmatica, la strategia e le scelte su come impostare una politica di rilievo per questa Regione, ed allora, come possiamo pensare o immaginare che rispetto a tutti questi cambiamenti- la Calabria ha detto che vuol essere amministrata diversamente- ci possa essere da parte nostra la preoccupazione di evitare che queste novità che vogliamo introdurre nell’azione politica della Regione possano essere “governate” da chi è chiamato poi a porre in essere gli atti esecutivi che rispecchiano questa impostazione strategica?
Qui c’è una contraddizione enorme, e questo è il senso delle nostre iniziative, della legge che ha voluto sancire questo principio secondo noi e secondo me inderogabile e quindi su questo ci siamo attestati in maniera ferma e decisa.
Se questo è, cari colleghi, caro signor Presidente, evidentemente la strada che ci aspetta è certamente lunga e faticosa. Noi vogliamo arrivare a questo percorso utilizzando anche l’opzione del Regolamento interno del Consiglio regionale che ci consente di dare priorità ed urgenza ad alcune leggi in termini anche numerici, e soprattutto di tempi, ma che vadano approvate bene, ci manca al momento che cosa? C’è la volontà, c’è l’impegno dell’intero Consiglio regionale, ci manca lo strumento, cioè l’ipotesi legislativa.
Allora dalla mozione parte l’invito al Governo regionale e alle Commissioni consiliari affinché si facciano carico di dotare questo Consiglio regionale degli strumenti di iniziativa legislativa che servano ad approvare poi e a dare esecuzione all’idea ferma e forte di procedere sul piano delle riforme.
Se questo è, ho difficoltà oggettivamente a dire oggi entro quanto tempo e quante settimane o mesi il Consiglio debba procedere all’approvazione di queste leggi.
Io dico: muoviamoci con grande disponibilità e con grande interesse ed impegno. Presentiamo queste proposte legislative, lo farà la Giunta, la Commissione, i singoli gruppi, i singoli consiglieri ma mettiamo in condizione le Commissioni, l’intera assemblea regionale di presentare queste proposte legislative. Saremo capaci di dare anche una opzione di priorità sul percorso previsto sul piano regolamentare.
Credo che nel giro di pochissimi mesi, diciamo entro dicembre, probabilmente, quasi certamente se questo impegno è forte, sentito, avvertito e seguito nonché reso praticamente esecutivo, saremo nelle condizioni di dotare la Calabria di questi nuovi strumenti legislativi.
Quindi non ci attardiamo su altro, Presidente, andiamo tranquillamente avanti perché questo è il percorso ed il terreno lungo il quale vogliamo tracciare ed impostare le vere, le serie novità, dare perciò a questa Regione, a questa Calabria il recupero di una speranza che purtroppo si è andata perdendo man mano.
Abbiamo questa responsabilità che avvertiamo forte, cioè restituire fiducia e speranza ai calabresi. Grazie.
PRESIDENTE
Non ho altri iscritti a parlare per cui pongo in votazione la mozione.
(Interruzione)
Con la correzione in cui viene scritto “sei mesi”? Collega Pacenza, mi ascolti un attimo, se possiamo mettere un inciso “e comunque non oltre i sei mesi” siamo d’accordo, va bene. Votiamo così com’è visto che è registrata la proposta.
Pongo in votazione la mozione, con l’integrazione testé annunciata.
(Il Consiglio approva)
Cari colleghi, non ho voluto turbare in precedenza la nostra discussione, ma prima di passare al punto all’ordine del giorno, credo che dobbiamo sottolineare e stigmatizzare in quest’Aula l’atto infame e criminale di minaccia ed intimidazione che è stato tentato contro il nostro collega Pietro Aiello.
Come avete visto e sentito dai media, dalla stampa, dalla televisione è emerso che anche questo nostro collega è stato interessato da un tentativo intimidatorio così grave con scritte, minacce, bossoli e proiettili.
Ritengo che quest’atto vada formalmente stigmatizzato. Bisogna sottolineare l’escalation, la gravità della situazione, per quanto mi riguarda nei prossimi giorni, ma rapidamente, all’inizio della prossima settimana, chiederò attraverso la convocazione formale dei gruppi di riflettere assieme su quanto già alla fine di luglio il Consiglio aveva deciso di fare, cioè l’assemblea sulla legalità di tutte le istanze elettive calabresi, ma intanto è giusto che questa sera in maniera formale su un atto così grave il Consiglio si pronunci.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Occhiuto. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, sono pienamente d’accordo col Presidente dell’Assemblea, onorevole Bova, ma ritengo che su una questione di tale gravità non sia sufficiente una dichiarazione che stigmatizzi quanto accaduto a Catanzaro e che ha visto protagonista suo malgrado il collega Aiello.
Ricordo che il Consiglio regionale qualche settimana fa è stato impegnato in un dibattito di ottimo livello su questa emergenza che è riferita ad episodi di intimidazione che hanno riguardato diversi rappresentanti di questa Regione.
Non vorrei che su vicende del genere – siccome capitano ormai così spesso – si limitasse il livello di attenzione. Peraltro, la vicenda che sta riguardando l’onorevole Aiello è ancora più degna di considerazione se si considera che al di là di quello che gli inquirenti stabiliranno pare collegata anche alla vita democratica, al rinnovo delle istituzioni nella città di Catanzaro.
Pertanto la richiesta che faccio all’Aula è quella di riservare un’attenzione particolare a questo fatto. Non basta una semplice dichiarazione, io vorrei che ci fosse un impegno solenne dell’Aula anche attraverso un ordine del giorno perché si riaccenda la discussione su questo tema.
Se fosse possibile, al termine di questa seduta o nella prossima seduta di Consiglio credo che questa assemblea dovrebbe essere chiamata a discutere di questi fatti; per cui la richiesta che voglio rivolgere all’Assemblea è quella di valutare in che forma, magari attraverso un ordine del giorno questo fatto possa essere con più forza e più incisività stigmatizzato.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Pacenza. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, condivido le preoccupazioni che rappresentava all’Aula e considero opportune anche le osservazioni che faceva l’onorevole Occhiuto.
Penso sia opportuno che l’Aula si determini a partire da stasera nei modi e nelle forme che la Conferenza dei capigruppo riterrà perché non possiamo dare assolutamente a taluni la sensazione che in quest’Aula vige la rassegnazione o peggio ancora che ci siano parametri di valutazioni differenziate.
Presidenza del Vicepresidente Francesco Fortugno
L’onorevole Aiello ha avuto anche nella sua funzione, responsabilità di governo significative in questa Regione. E’ stato assessore regionale alla sanità, Presidente della Commissione sanità per diversi anni, tutt’ora è Vicepresidente della Commissione sanità del Consiglio regionale, è stato assessore alla formazione regionale e, oggi, il fatto di mandargli un messaggio criminale preventivo in cui gli si dice “se sarai sindaco te ne pentirai”, quindi anche un tentativo di condizionare il prossimo appello elettorale nella città capoluogo di questa Regione, io penso che sia un elemento che l’Aula non deve assolutamente sottovalutare, né tanto meno considerare fatto marginale.
Quindi condivido la proposta avanzata dal Presidente di interrompere momentaneamente i lavori e di affidare alla Conferenza dei capigruppo l’incarico di discutere in quella sede delle modalità da individuare in merito. Può essere nell’immediato predisposto un ordine del giorno o può essere l’attivazione di quel processo che si era concordato nella seduta del Consiglio regionale di luglio in cui si era tracciato un certo percorso.
Penso che comunque noi dobbiamo dare una risposta pronta e visibile rispetto a quanto accaduto nelle ultime ore.
Antonio BORRELLO, Segretario Questore
Legge la mozione presentata alla Presidenza.
(E’ riportata in allegato)
Ha chiesto di parlare l’onorevole Chiarella. Ne ha facoltà.
Signor Presidente e onorevoli colleghi, solo per associarmi alla richiesta del Presidente Bova e per sottolineare chiaramente come non possa passare inosservato quanto successo al collega Aiello che non può non vedere il Consiglio regionale reagire con grande forza e determinazione.
Guai se quando accade un qualcosa come quello che è successo al collega Aiello, così per una sorta di “rassegnazione”, si andasse verso la strada del silenzio, oramai troppe volte in questo periodo si ripetono episodi del genere e a volte poi forse ci si abitua ad una realtà amara che bisogna invece aggredire.
Il collega Occhiuto, il sottoscritto e altri colleghi dell’Aula in questi ultimi periodi hanno subito delle violenze personali.
Io proprio tre mesi fa ho avuto un attacco in questa direzione per cui sento ancor di più lo stato d’animo del collega Aiello e lo capisco perché in questi momenti l’uomo democratico, l’uomo che è abituato a ragionare in termini visibili sicuramente si trova in grande difficoltà.
Allora è necessario che questa massima assise democratica regionale produca il massimo sforzo per fare alzare il livello di attenzione dei calabresi sulla legalità. Quello che si proporrà di fare nei prossimi giorni sarà salutare e importante, ma anche stasera la Conferenza dei capigruppo decida di approvare un documento forte in grado intanto di far comprendere al consigliere Aiello la nostra vicinanza nell’interezza di questa Assemblea.
E’ importante per un collega intanto avere la vicinanza del Consiglio regionale di cui fa parte, nello stesso tempo, però, bisogna dare un segnale chiaro all’esterno; anche se queste cose possono sfortunatamente, e mi auguro di no, succedere, auspico che non cambiano gli atteggiamenti, le strade, le decisioni che ogni collega democraticamente vuole intraprendere e che il Consiglio per le cose che riguardano lo sviluppo sociale e civile della società sia vigile, attento e non abbassi la testa.
Quindi che si proceda, Presidente, con la Conferenza dei capigruppo, perché non basta solo mandare un messaggio di solidarietà, bisogna predisporre un documento politico sottoscritto da tutti, quindi dare un segnale che apra alla grande assemblea degli eletti che questo Consiglio promuoverà fra non molto tempo, non solo per ragionare sulla legalità, ma per indicare strade, normative in grado di dare un sussulto positivo all’intera Regione.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Chieffallo. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, non è formale soltanto il sentimento di solidarietà mio personale e del mio partito che voglio fare recapitare, arrivare all’onorevole Aiello.
E’ stato detto – lo ribadisco anche io ed in tal senso apprezzo la sensibilità del Presidente del Consiglio - che il collega Aiello al di là della sua presenza qui in quanto consigliere regionale o Vicepresidente di una Commissione consiliare, è stato fatto oggetto di una attenzione criminale per le vicende politiche che stanno per avvenire nella città di Catanzaro.
Si sa che il prossimo anno si voterà nella città capoluogo e le espressioni criminali a lui sono pervenute per dissuaderlo da eventuali impegni nell’interesse di quella città e nell’interesse ovviamente del suo impegno politico.
Condivido perfettamente il pensiero del collega Occhiuto. E’ necessario che l’Aula esprima una protesta vibrata, circondi di solidarietà politica ed umana il collega Aiello, ma prometta che in modo particolare e forte faccia sentire il palpito politico alla società civile, alla società seria e perbene che è rappresentata dalla stragrande maggioranza della Calabria, della vicinanza forte di questo Consiglio e dell’Aula a tutti gli amministratori e a tutti coloro i quali vengono ad essere vessati dall’apparato criminale.
E’ necessario alzare sempre di più e sempre più forte il muro della legalità contro il potere criminale che continua ad insanguinare e a mettere in difficoltà l’immagine di questa nostra regione ed arrestando spesso il suo sviluppo.
Penso anche io che si debba andare al di là della formalità; stasera i capigruppo, Presidente, possono votare una mozione alla quale poi dovranno e potranno seguire in quest’Aula dibattiti alti, come peraltro è già avvenuto in passato, per tenere sempre desta l’attenzione della società civile contro questo fenomeno che abbrutisce e rende difficile il decollo di questa nostra regione, e perché essa possa essere agganciata alle regioni più forti d’Italia e dell’Europa.
Quindi prego anche io la Presidenza di condensare assieme ai capigruppo l’attenzione su una mozione, un documento politico che consenta all’esterno di tirar fuori forte questo grido dal cuore di ognuno di noi e da quest’Aula per essere vicini all’onorevole Aiello. Grazie.
Su richiesta di tutti i colleghi che sono intervenuti per la grave minaccia all’amico, onorevole Aiello, si sospende la seduta per mezz’ora per andare ad una Conferenza dei capigruppo affinché si formuli un documento forte come chiesto dall’onorevole Chiarella, ma io dico affinché si prendano delle iniziative forti per questi casi di criminalità che hanno come punto di attenzione dei politici seri ed onesti. Grazie.
La seduta sospesa alle 17,41 è ripresa alle 18,39
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Nucera. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, chiedo la verifica del numero legale per accertare se ci sono le condizioni per proseguire…
(Interruzione)
Io volevo fare un intervento ma mi è stato giustamente fatto notare che l’Aula non è in numero…
Ritengo, onorevole Nucera, visto che è evidente che non c’è il numero legale, di chiudere la seduta senza fare la conta e di rinviare la seduta del Consiglio regionale a data da destinarsi, con avviso a domicilio. Grazie.
Hanno chiesto congedo i consiglieri: Abramo, Lo Moro, Principe, Loiero.
(Sono concessi)
E’ stato presentato alla Presidenza il seguente progetto di legge di iniziativa del consigliere Fortugno:
“Disposizioni per l’utilizzo del cane guida in favore dei non vedenti” (P.L. n. 29/8^)
E’ assegnato alla terza Commissione – Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda – Bilancio, programmazione economica ed attività produttive.
(Così resta stabilito)
Stancato. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore alle politiche del lavoro. Per sapere – premesso che:
il Decreto Legge 3 agosto n. 163 art. 4, infierisce contro i comuni al di sotto dei 300 mila abitanti nel procedere alla stabilizzazione degli Lsu‑Lpu;
nella regione Calabria non esistono comuni al di sopra di tali limiti, per cui la stessa verrebbe esclusa letteralmente dalla stabilizzazione sancita dalla normativa di specie penalizzando gli oltre 10.000 tra Lsu e Lpu;
si appalesa l'urgenza dell'intervento regionale in considerazione della conversione di detto Decreto legge che avverrà nelle prossime settimane onde intervenire tempestivamente con la proposizione degli opportuni correttivi atti a stabilizzare questa enorme risorsa -:
quali provvedimenti intendono adottare assieme al Consiglio regionale alla luce della discriminazione operata dal DL 3 agosto n. 163 art. 4;
quali azioni o provvedimenti intendono adottare per apportare, attraverso il coinvolgimento di nostri parlamentari, le necessarie modifiche che superino l'attuale sbarramento e diano un po’ di serenità e tranquillità a tanti capi-famiglia;
se non sia impellente l'applicazione in toto della normativa (legge regionale 19 novembre 2003, n. 20 ‑ Norme volte alla stabilizzazione occupazionale dei lavoratori impegnati in lavori socialmente utili e di pubblica utilità.).
(Testo coordinato con le modifiche e le integrazioni di cui alla L.R. 23 febbraio 2004, n. 4)
(18; 14.9.2005)
“Il Consiglio regionale
considerato che:
i processi di decentramento affidano alle Regioni competenze esclusive in materia di istituzione e controllo dei propri enti strumentali;
il processo di trasferimento al sistema delle autonomie locali va armonizzato anche sul versante dei poteri e delle funzioni degli enti strumentali;
l’attuale sistema degli enti strumentali calabresi a partire da Arssa, Afor, Fincalabra in questi anni ha rappresentato un punto di sofferenza delicata e preoccupante sia sul versante della gestione delle risorse che sulla stessa funzione a loro affidata;
proprio tramite gli enti strumentali si impiegano risorse ingenti ed opportunità vere di crescita e di sviluppo della Calabria;
ormai si ritiene la legislazione che regolamenta gli enti strumentali della Calabria datata ed ormai inefficace e necessita quindi un organico processo di cambiamento ed ammodernamento della strumentazione legislativa;
le stesse procedure di nomina dei dirigenti degli enti strumentali risultano ormai logorate e poco efficaci;
necessita costruire una legislazione che individua i requisiti selettivi stringenti e non universali;
le sedi deputate ad esprimere rappresentanza devono essere aggiornate nei nuovi compiti e funzioni che investono l’intera architettura istituzionale e regionale, governo, Commissioni consiliari competenti, Ufficio di Presidenza del Consiglio e solo per funzioni di garanzia l’Aula consiliare;
a questo obiettivo resosi ormai prioritario è fondamentale arrivare attraverso un percorso che coinvolga tutte le rappresentanze sociali e di categoria dei rispettivi comparti, in riferimento al sistema socio-economico calabrese nel suo complesso;
impegna
la Giunta regionale e le Commissioni consiliari competenti utilizzando anche le procedure d’urgenza a predisporre apposite proposte di legge tese a riformare gli enti strumentali ridefinendo missioni e competenze, nonché titolarità di designazione e procedure di controllo”.
(7; 15.9.2005) Pacenza, Borrello, Fedele, Vilasi, Chiarella, Sarra, Chieffallo, Morelli
Il Consiglio regionale
premesso che
da circa dieci anni la Fondazione “Istituto Papa Giovanni 23^” di Serra d'Aiello (Cs) è attanagliata da una forte crisi economico‑finanziaria, che ha provocato numerosi licenziamenti e la sospensione dal lavoro (cassa integrazione) di circa 250 dipendenti, individuati come esubero strutturale;
considerata la situazione di estrema confusione, precarietà ed esasperazione dei dipendenti ‑ da qualche giorno in assemblea permanente ‑ che, oltre ad essere costretti all'aumento esponenziale del numero delle mensilità arretrate non intravedono, ad oggi, nessuna reale e concreta soluzione della vertenza in atto,
impegna
il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore alla Sanità ad attivare con urgenza tutte quelle iniziative capaci di supportare e rilanciare adeguatamente la Fondazione “Istituto Papa Giovanni 23°” per la soluzione definitiva di una vertenza ‑ che coinvolge circa 700 operatori, al servizio di una utenza bisognosa di assistenza e cure continue ‑ con forti e palesi implicazioni di carattere sociale ed economico non solo per il territorio di competenza, ma per l'intera provincia di Cosenza.
(8; 15.9.2005) La Rupa, Stancato, De Gaetano, Borrello, Cherubino, Feraudo