VIII
LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
65.
SEDUTA DI GIOVEDI’ 30 APRILE 2009
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
GIUSEPPE BOVA
E DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO BORRELLO
Indice
Presidenza del
Presidente Giuseppe Bova
La seduta inizia
alle 11,16
Prego i consiglieri
di prendere posto. Verificata l’assenza del numero legale e dovendo fare i
gruppi della maggioranza una propria riunione,
la seduta è aggiornata alle 13.
La seduta sospesa alle 11,17 è ripresa alle13,22
PRESIDENTE
La seduta ha inizio, la parola al Segretario Questore per la lettura del
verbale della seduta precedente.
Prego, onorevole Guerriero, ne ha
facoltà.
Giuseppe GUERRIERO, Segretario
Questore
Legge il verbale
della seduta precedente.
(E’ approvato)
PRESIDENTE
Legge le
comunicazioni.
(Sono riportate
in allegato)
Giuseppe GUERRIERO, Segretario
Questore
Legge
l’interrogazione presentata alla Presidenza.
(E’ riportata in
allegato)
Prego i colleghi della minoranza che ci avevano chiesto
qualche minuto prima di riprendere i lavori, di entrare in Aula.
Ricordo ai colleghi che la seduta precedente si era interrotta dopo la
relazione sul progetto di legge che riguardava il piano di rientro del debito
sanitario del periodo 2001-2007 fatto dall’assessore alla sanità, nonché Presidente
della Regione, onorevole Loiero.
Questa seduta ha al primo punto: proposta di legge numero 374/8^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Ripiano del
disavanzo di esercizio per l'anno 2008 ed accordo con lo Stato per il rientro
dai disavanzi del Servizio sanitario regionale” - Seguito.
Il seguito, nella
fattispecie, è il dibattito sulla base generale. per
cui i colleghi che ritengono di dover intervenire chiedano la parola al banco
della Presidenza e noi avviamo il dibattito generale.
Ha chiesto
di parlare l’onorevole Trematerra, Presidente del
gruppo dell’Udc in Consiglio regionale. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, non intervengo in ordine al dibattito,
mi riserverò di prendere la parola dopo. Ritengo che questo dibattito, iniziato
con la relazione del Presidente Loiero
che è anche titolare della delega sulla sanità
– a mio avviso – necessiterebbe della presenza dello
stesso Presidente per esser un dibattito
compiuto anche rispetto a quelle che sono state le analisi da lui stesso fatte
nella scorsa seduta.
PRESIDENTE
Siamo d’accordo, si
chiami in Aula il Presidente della Regione,
che so che è presente in sede.
(Interruzione)
Ecco, era già per
strada ed è arrivato il Presidente della Giunta.
Ha
chiesto di parlare l’onorevole Acri. Ne ha facoltà.
Con
l’intervento dell’onorevole Acri parte il nostro dibattito.
Devo dire che c’è in
questa nostra terra, probabilmente sfortunata anche
per quello che andrò a dire…
(Interruzione)
Se si
chiacchiera un po’ più in là perché io più di 5 minuti non parlo e vorrei farlo
col massimo della concentrazione in quanto credo di dover e di poter dire delle
cose anche a titolo personale.
Stavo dicendo che c’è un malvezzo, tipico della cultura e della
politica calabrese, che è quello di
parlare per sentito dire senza avere contezza della realtà della quale si
discute e nella quale si vive, senza approfondire gli elementi conoscitivi e,
spesse volte, avendo la presunzione di poter avere il diritto di parlare per
conto ed in nome degli altri, anziché per conto proprio per dire quali
esperienze si vivono.
Io non
voglio parlare del piano di rientro perché credo che la relazione del
Presidente Loiero,
le sue dichiarazioni anche sulla stampa di ieri siano servite a fare chiarezza
su un problema che sta travagliando da lungo tempo
Io ho
avuto una sorta di impressione, quella di percepire come siano passati
inutilmente tre anni nel campo della sanità. Abbiamo avuto due assessori che
sono stati almeno accompagnati nel corso degli anni di loro gestione anche da
un giudizio estremamente positivo.
Un giudizio che doveva essere di grande aiuto per affrontare i problemi della
sanità.
Io lo
dico senza voler assolutamente sfiorare toni polemici. I colleghi della opposizione sanno con quanto affetto e quanto rispetto
io mi rapporto con loro e mai mi sono permesso di sollevare inutilmente fatti
polemici.
Sarebbe
stato opportuno, ad esempio, per avere contezza della situazione che i due
assessori alla sanità avessero detto nel corso del loro lavoro che quel che noi
stavamo ereditando per la sanità, appunto quello 80 per cento di deficit – se vogliamo spiegarlo in termini di
percentuale –, era anche la conseguenza di una non adeguata gestione di quel
comparto da parte del centro-destra.
Poi noi
abbiamo aggiunto la nostra responsabilità e ci siamo trovati in una situazione
nella quale oggi dobbiamo in qualche modo procedere ad un provvedimento molto,
ma molto importante.
Ed è qui
che, credo, si ritrova la compattezza dei gruppi di maggioranza e anche la
disponibilità e il senso di responsabilità che in molte occasioni i colleghi della opposizione hanno saputo dimostrare.
Ma io
voglio parlare di un fatto specifico, signor Presidente, e poi concludo.
Si è
fatto in questi giorni un gran parlare della situazione relativa
alla Fondazione per la ricerca e la cura dei tumori “Tommaso
Campanella”.
Io,
purtroppo, parlo da tragico protagonista perché ho avuto la sventura di essere
e di continuare ad essere ricoverato in questo centro. Non era un caso che
all’inizio del mio intervento parlassi di un malvezzo tipico della cultura e
della politica calabrese che è
quello di parlare per sentito dire e di ripetere – qualche volta anche – nella
maniera più pappagallesca possibile le notizie che si sentono dire.
Sono in possesso di dati scientifici che dovrebbero convincere tutti coloro
che hanno, a sproposito, dato giudizi sul “Tommaso Campanella”. In questo senso
ed in questa direzione anche una certa stampa da scoop non è casuale che provenga dalla sinistra, perché in questi
attacchi al “Tommaso Campanella” ci sono alcuni settori del sindacato della
Cgil, ci sono pezzi della sinistra calabrese,
ci sono tentativi di localismi che vogliono favorire altre istituzioni
mettendo in discussione in maniera lesionistica quel
poco che di buono c’è in Calabria. E c’è anche uno stravolgimento dei dati
scientifici che invece noi dovremmo conoscere prima di dar giudizi ed
eventualmente di affrettarci a provvedimenti che, certamente, non farebbero
bene a questo centro di eccellenza.
L’insediamento
a Germaneto della Fondazione “Campanella” avviene a partire dal marzo 2006 e, pertanto, è significativo –
considerando la giovane organizzazione della struttura – quanto io in maniera
molto sintetica sto per dirvi.
I dati
essenziali di questa area di oncologia medica riferiti all’ultimo anno, al
2008, sono quelli di 1.076 ricoveri in regime ordinario e circa 10 mila accessi
in day hospital riferiti.
Abbiamo
sentito parlare di dati in altri centri, non dobbiamo fare qui però la
comparazione da partita di calcio per vedere chi vince. Sarebbe la cosa più
bella di questo mondo se non vincesse nessuno dei due
o nessuno dei tre istituti ma si pensasse di più alla ricerca e di meno al
numero dei ricoverati.
Però,
noi abbiamo delle schede che dimostrano cosa stia facendo questo centro di
oncologia medica.
Bisogna
dire la verità. Siamo rimasti un po’ tutti frastornati e avviliti dal servizio
di “Report” di domenica. Lo stesso Presidente Loiero nella sua intervista ha
fatto chiaramente capire che mentre l’incontro doveva essere di 5 minuti, poi
si è protratto per un’ora e mezzo. Però il Presidente Loiero noi lo abbiamo ascoltato -
sì e no - per 3 minuti. La stessa cosa è successo al Presidente della
Fondazione, avvocato Torchia.
Hanno
fatto vedere una risata isterica del Presidente Torchia che invece ha parlato
per un’ora e mezza. Sono in possesso anche di un Cd dal quale si può dedurre
tutta l’intervista.
Sarebbe
stato opportuno, per esempio, far sapere - di questi tempi non siamo in molti a
rinunciare alle indennità di carica – che l’avvocato Torchia ha assunto
l’incarico di Presidente della Fondazione “Campanella” gratuitamente.
Se
avessero fatto parlare, per esempio, com’è avvenuto nella intervista
del professore Tassone, i due professori che reggono
questo centro di eccellenza, avremmo avuto notizie su quelli che sono i livelli
di prestazione, che sono sintetizzati qui e poi – eventualmente per comodità –
farò fare le copie. E’ inutile leggerle, tra l’altro è un linguaggio che mi
colpisce dal punto di vista tragicamente
personale e soprattutto è un linguaggio che non mi può competere perché è
troppo difficile.
Io,
Presidente, intanto la ringrazio per il lavoro che sta facendo, ma peccato che
ci siamo accorti un po’ tardi di aver avuto due
assessori alla sanità che avrebbero dovuto e potuto fare molto di più in 3 anni
Detto
questo devo riconoscere una grande dignità, un grande
peso di responsabilità che Loiero si è caricato con la sanità, e devo riconoscere
anche una sua duttilità politica, perché non si è rinchiuso nella sua volontà
di andare avanti, e non si è avvalso di
poteri che avrebbe potuto anche utilizzare. Cercando invece – lo ha fatto
egregiamente assieme al capogruppo del Partito
democratico e ad altri consiglieri – di trovare soluzioni che fossero dal punto
di vista politico-istituzionali le più forti possibili, perché sostenute,
almeno, se non dalla unanimità, dalla grande parte dei
componenti del Consiglio regionale.
Ecco, io ritengo che questo ultimo anno di legislatura -
se Dio ci aiuta con la salute - vorrei spenderlo per concludere alcuni percorsi
difficili. Quello di questa sera è uno di quei percorsi più difficili.
Secondo me noi abbiamo tutte le condizioni perché si
possano raggiungere risultati e perché si possa evitare di diventare strumenti
di pressione e di ricatto anche da livelli istituzionali superiori al nostro.
Credo che invece, attraverso l’intelligenza politica dei
consiglieri regionali – ed è un appello affettuoso e pieno di stima che rivolgo
anche ai consiglieri di opposizione – si possa trovare una soluzione che sia la
più adeguata per restituire grande dignità e grande prestigio a questo livello
istituzionale che quando si è misurato con le grandi prove ha saputo uscirne e
riacquistare il prestigio e l’autorevolezza che gli è necessaria. Grazie,
Presidente.
PRESIDENTE
Ha chiesto di
parlare l’onorevole Galati. Ne ha facoltà.
Intervengo sull’ordine dei lavori, nel
merito eventualmente interverrò successivamente.
A nome della opposizione
debbo esprimere tutto il rammarico per il modo con cui ella, Presidente, ha condotto i lavori
del Consiglio in queste ultime due sedute.
Innanzitutto, lei sapeva che noi eravamo riuniti e quindi avrebbe potuto
aspettare, come si è sempre fatto d’altra parte in questo Consiglio quando c’è
la maggioranza e la opposizione in riunioni si aspetta generalmente. E lei lo
sapeva perché glielo avevo detto io e l’onorevole Tallini,
ma questo non l’ha fatto.
A monte
c’è stata un’altra violazione di Regolamento, Presidente. Stamattina lei invece
di rinviare di un’ora, ha rinviato di due ore, poiché vogliamo essere precisi in queste cose, siccome lei si è precipitato in Aula per dare inizio al dibattito, noi,
allora, incominciamo a mettere i puntini sulle “i” e a dire le cose come
stanno.
Però
quello che voglio dire, Presidente, che è molto importante e che dico a tutti i
consiglieri ed alla stampa - anche se certa stampa a noi non dà ascolto - è che
lei, Presidente, questo provvedimento, questa proposta di legge della Giunta
regionale non la poteva iscrivere all’ordine del giorno, non la doveva mettere
all’ordine del giorno. Facendolo ha violato il Regolamento. Perché questa
proposta di legge non è stata approvata dalla Commissione ed in questo caso
sarebbero dovuti trascorrere i 45 giorni previsti dal Regolamento perché la
proposta di legge potesse essere richiamata in Aula e discussa.
Questa è
violazione di legge. Mentre, caro Presidente, si ha la forza da parte di questa
maggioranza, di fare sottocommissioni presso la sede della Giunta regionale, di
discutere di questi problemi, cambiare i provvedimenti di legge e credo che, da
quello che abbiamo letto sui giornali, ci saranno emendamenti ecc., ecc., non
avete, poi, la capacità di assicurare il funzionamento della Commissione sanità
perché non c’è stata mai la possibilità senza il nostro apporto che la stessa
funzionasse appieno.
Allora,
piuttosto che queste sottocommissioni, perché non avete fatto in modo tale che
Purtroppo
in queste ultime due sedute ciò non è assolutamente avvenuto. Per cui non
trovando questa disponibilità, Presidente, noi saremo costretti ad abbandonare
l’Aula, e a tenere una conferenza stampa per evidenziare queste cose.
Approvatevi il disegno di legge che
ritenete più opportuno perché io vedo che ad un certo momento anche nell’ambito
della maggioranza non c’è una certa intesa su questo, però questo a noi
interessa poco.
Noi
vogliamo, io chiedo che questo disegno di
legge venga rinviato alla Commissione. Né mi si venga a dire che era in limine che bisognava sollevare,
perché non ci avete dato la possibilità di sollevarlo prima. Lo sollevava lei,
Presidente, e comunque è sempre sollevabile una
eccezione di questo genere. Grazie.
Le chiedo scusa,
intanto io sono solo anziano e non sordo. Mi dispiace non avere voce ma c’era
necessità di questa impostazione, una sorta di auto carica insomma.
Vede, è vero che
quando io ho aggiornato eravate presenti lei e l’onorevole
Tallini. Lei però ha taciuto nel suo
intervento che io ho aggiornato alle 13 con una doppia motivazione. Una
motivazione è che non c’era il numero legale, la seconda è che i gruppi di maggioranza mi avevano chiesto di far slittare di
poco la seduta perché dovevano tenere una
breve riunione.
Nella
occasione, lei qui alla Presidenza mi ha detto che anche voi avreste tenuto
una riunione.
La seduta, infatti,
è cominciata alle 13,20 e non alle 13. Prima di cominciare, però, siccome mi si
era detto che i gruppi di minoranza erano in riunione
e che a loro bastavano 10 minuti, io ho mandato uno degli addetti del Consiglio a queste funzioni a verificare se i 10
minuti erano realmente 10. Perché se così realmente fosse stato, noi potevamo
iniziare con la lettura tecnica del verbale.
A conferma avvenuta
che si trattava veramente di 10 minuti, senza nulla togliere all’equilibrio del
dibattito, mi sono consentito di iniziare, come vede, tutto è trasparente.
Sul secondo punto
c’è, invece, una inesattezza da parte sua ed un punto
su cui – mi sorprende per l’esperienza che ha – ha completamente taciuto.
L’inesattezza è
questa. Sul progetto di legge è stata chiesta
la corsia preferenziale. Quando si chiede la corsia preferenziale il tempo non
è più di 45 giorni ma di 30 giorni. Ma anche la corsia preferenziale è venuta a
cessare perché è intervenuto un secondo
elemento sovraordinato, ecco, allora, che non
ho deciso da solo di avviare la discussione con questo punto all’ordine del giorno il 23 aprile scorso. Questa ipotesi è
stata concordata con i Presidenti dei gruppi e condivisa dai gruppi stessi. Lei
era presente a quella riunione e sa che di tutte le riunioni c’è il verbale
sintetico e la registrazione, sfido chiunque a dire che in quella seduta non
c’è stato accordo su questa impostazione.
Mi si è detto che noi, però, quella discussione non la dovevamo
concludere il 23, infatti non l’abbiamo conclusa, sono passati sette giorni, 23
più 7 fa 30. Oggi è il 30 maggio: non solo è tardiva la richiesta, ma non è
questo il punto, ognuno la può sollevare durante l’iter, però lei imputa a me
una responsabilità e l’assunzione da solo di una prerogativa che, invece, io ho
assunto di intesa con
Lei
aveva aggiunto nella passata seduta una sola osservazione e a dir la verità
l’aveva fatta. Lei riteneva doveroso che tra quella seduta di Consiglio e
questa seduta di oggi ci fosse una riunione di Commissione.
Io mica
ho impedito la riunione della Commissione, se ne potevano fare una, due, tre tutte le riunioni necessarie. Rimane il dato che
quella prerogativa di convocazione della Commissione non è mia. Rimane il dato
– e questo volevo dimostrare – che l’ordine
del giorno della seduta, sia quella del 23 che quella odierna è regolare. Ovviamente la regolarità non risolve
le questioni politiche. C’è l’accordo, il disaccordo. Ciascuno di noi rispetto
al proprio mandato non deve render conto a nessuno perché il mandato è libero.
Quindi si figuri se io come consigliere ma tanto più come
Presidente mi consento in alcun modo né osservare né tanto meno di sindacare
una singola situazione politica di un singolo consigliere.
Immaginiamo se di tutta o di un pezzo consistente, la
minoranza. Io debbo stare in silenzio e far rispettare le prerogative di chi
vuole partecipare o non partecipare, di chi dissente. Queste vanno al di là
della mia responsabilità. Ma così come lei l’ha fatto formalmente in Aula e
all’Aula io ho risposto con molta pacatezza.
Capisco che è una iniziativa di
carattere politico che lei assume con altre forze, ma su questo lei ha piena
libertà totale di farlo, com’è ovvio.
Prego, onorevole
Galati.
Solo per dire che
Tant’è vero che
abbiamo detto: passiamo in Commissione e
questa si è riunita, caro Presidente. Nella Commissione non si è riusciti a prendere alcun
provvedimento, questa è la verità delle cose.
Poi nessun’altra Commissione è stata più convocata, né il discorso
del termine mi convince, quindi non sono d’accordo con lei perché il
Regolamento, assolutamente, non prevede che quando c’è la cosiddetta urgenza o una corsia
preferenziale i termini non si rispettino. E, poi, anche se si fosse trattato
di 30 giorni ad un certo momento neanche questo termine è stato osservato. Per
cui chiedo ancora una volta all’Aula, logicamente, di esprimersi su questa mia
richiesta.
Nella replica dell’onorevole Galati
c’è una modifica.
Io ho risposto, ho fatto riferimento non ad
interpretazioni formalistiche quanto a passaggi formali fatti dalla Conferenza
dei capigruppo. Ovviamente il Consiglio è sovrano. Per quanto mi riguarda,
sulla proposta che fa l’onorevole Galati, sull’ordine
dei lavori, che chiede un aggiornamento della seduta del Consiglio, anche a
dibattito iniziato, possono parlare uno a favore e due contro e si vota.
Io non intendo in alcun modo limitare o quanto meno
coartare la volontà dell’Aula. Io non ho nessuna difficoltà. Evidentemente è in
corso una iniziativa politica che a nome di una parte
della minoranza l’onorevole Galati intende assumere.
Io di questo ho rispetto perché la richiesta che lui fa in questi termini è
ineccepibile, è una richiesta politica.
(Interruzione)
No, lui ha detto che non parla a titolo personale. So
che devono essere tre consiglieri ma quando lui parla… io senza tema di
smentita penso che ci sia un’altra intesa con altri consiglieri con cui era
riunito fino a poco fa. Lei parla a favore? So che ci sono altri consiglieri…
(Interruzione)
Onorevole Galati, io in nessun
modo metto in discussione il fatto che lei non solo è
convinto di questa impostazione ma che sta parlando a nome
dell’intergruppo Pdl.
Onorevole Morelli, lei parla a favore, poi se ci sono
altri consiglieri…
Prego, onorevole Morelli.
Presidente, naturalmente lei ha avuto la capacità di
anticipare il pensiero di quello che io volevo sommessamente dire.
Appunto che l’onorevole Galati ha
parlato per conto del gruppo di minoranza. Se poi servono le formalizzazioni di
ulteriori interventi ci riserviamo di farli. Grazie.
Non ho dubbi, tanto
è vero che tecnicamente mi sarei aggiunto io e saremmo stati tre. Ma io non ho
alcun dubbio che parla per convincimento personale e su mandato, l’onorevole Galati. Poi
l’ho visto, si vedeva dagli occhi.
Contro ha chiesto di parlare l’onorevole Borrello. Ne ha facoltà.
Presidente, io per la verità volevo solo esprimere
davvero per qualche secondo il parere contrario alla richiesta, non perché voglia mettere in discussione la stessa ma
solo per aggiungere due aspetti.
Uno riguarda
l’urgenza oltre che la necessità di pervenire oggi all’approvazione di questo
provvedimento per un motivo che non risiede nella volontà della maggioranza, della Giunta
o del singolo consigliere, in questo caso io. Ma perché il Governo nazionale non più tardi – purtroppo, aggiungo – di
ieri sera verso le 20 – almeno così ci è stato
riferito dalla Giunta regionale – ha mandato un fax di diffida, secondo il
quale se il Consiglio non provvede entro oggi 30 aprile ad approvare il
provvedimento, da domani scatta il processo di commissariamento seppure probabilmente nella persona del
Presidente della Giunta regionale.
Questo è
l’elemento che ci spinge ad affermare che noi riteniamo sia davvero
imprescindibile che su una vicenda così delicata come questa il Consiglio possa
essere espropriato dalle sue prerogative.
Quindi,
in questo quadro ci siamo anche attivati sul piano del merito assieme a qualche
altro collega con il quale sono firmatario dei provvedimenti di emendamento,
per dare un supporto, un sostegno ulteriore, un aiuto ad immaginare un progetto
legislativo che, in qualche maniera, desse contezza vera non solo della
necessità di ripianare il disavanzo ma, soprattutto, di creare una proiezione
che strategicamente affermi l’esigenza di invertire questa condizione di triste
disavanzo che, purtroppo,
Per cui
esprimo parere contrario alla proposta del collega Galati.
Grazie.
PRESIDENTE
Pongo in
votazione la proposta di aggiornamento della seduta avanzata dall’onorevole Galati.
(Il
Consiglio non approva)
Proposta di legge numero 374/8^ - Seguito dibattito generale
Pertanto
si riprende col dibattito generale sulla proposta di legge numero 347/8^.
Ha
chiesto di parlare l’onorevole Adamo. Ne ha facoltà.
Nei tempi che ci
sono stati assegnati, onorevole Presidente, onorevoli
colleghi, vorrei schematicamente
tratteggiare…
(I gruppi del Nuovo Psi, An,
Pop. Eu. verso il Pdl, Fi abbandonano l’Aula)
La discussione ha una regolamentazione. Oltre che
l’abbiamo deciso in Conferenza dei
capigruppo noi tutti siamo a conoscenza che come è
nelle prerogative della Presidenza del Consiglio dei ministri a fronte di un
maturato abbastanza cospicuo… può commissariare una Regione.
Hanno già deciso di procedere in questa direzione e
di affidare a partire dal 1° maggio al Presidente della Regione questo compito.
La valutazione dell’Aula che io traduco è di non
lasciarsi commissariare da nessuno. Le prerogative del
Consiglio sono di fare le leggi e noi stiamo lavorando per produrre una legge.
Ovviamente tutte le posizioni sono legittime ma è anche legittima la posizione
di chi vuol dire ai calabresi che sulle leggi non si fa commissariale e che fa
una legge di cui risponde all’insieme dei cittadini.
Qui non siamo maggioranza o
minoranza, siamo eletti dal popolo e a tutti dobbiamo rendere conto, ciascuno
ovviamente per come ritiene.
Siccome l’Aula aveva respinto
l’emendamento dell’onorevole Galati, io ho affidato
la parola all’onorevole Adamo che me l’aveva chiesta per parlare. Quale
procedura è che chi abbandona l’Aula dopo averlo detto, dopo averlo votato ha
diritto di parola per dire sto abbandonando l’Aula.
Non lo so io, cari colleghi,
è così evidente di che stiamo discutendo… chiedo scusa. Non vi arrabbiate.
Prego, onorevole Adamo.
Stavo dicendo che vorrei
provare a tratteggiare i punti salienti della proposta e della posizione che il
gruppo consiliare regionale del Partito
democratico è venuto ad assumere sul tema oggi in discussione.
Lo dico perché si faccia un’opera di chiarezza ed una “operazione
verità”.
Badate, noi ci
troviamo in presenza – secondo me – di un esempio di condotta istituzionale che
può essere definita feconda e virtuosa se è vero, come è vero, che, sulla base
di un testo e, quindi, di un disegno
di legge approvato dalla Giunta regionale
in fase di esame, un gruppo consiliare che è, pur sempre, un organismo
istituzionale oggi, in quest’Aula, prova a cimentarsi non fuggendo dalle responsabilità e sottraendosi alla necessità di
fronteggiare una situazione assai allarmante, ma cimentandosi per tentare di
dare un contributo e, quindi, assumere su di sé il peso di scelte che possono
anche essere non proprio popolari.
Possono contrastare
con sedimentazioni di interessi anche particolari che si sono annidati nel
corso dei lunghi anni della gestione del sistema sanitario.
Penso che anche attraverso gli emendamenti che avete
avuto consegnati e che sono stati firmati dai colleghi Borrello e Pacenza, si possa evincere quale è stato lo sforzo ed anche
il merito di un incontro tra il testo, che io definirei disegno di legge
quadro, che ha presentato
C’è stata un’opera di confronto, di collaborazione
responsabile e feconda tra il livello istituzionale dell’Assemblea regionale e
la scelta, l’indirizzo che aveva dato
Fa parte del gioco democratico tutto questo, per cui non
c’è bisogno di leggere di volta in volta tali questioni e sotto il segno della
contrapposizione politica si è fatto un gran parlare in questi giorni a questo
proposito.
Per cui se si avanzano proposte, se c’è un merito che
viene posto al centro del confronto, subito si interpreta il tutto come il
segno di una divisione dentro il Pd nel rapporto col Presidente della Giunta,
oppure quando c’è convergenza c’è altro, c’è inciucio, c’è accordo politico.
Abbiamo lavorato per quelle che sono le competenze che
il procedimento legislativo assegna ai consiglieri regionali, ai gruppi
consiliari, alla stessa Aula.
Dico l’Aula perché la precisazione che ha fatto l’onorevole
Presidente del Consiglio a proposito delle osservazioni avanzate dal collega Galati, è pertinente.
Cioè, la procedura di urgenza istituita sulla base
della riforma dello Statuto consente alla Giunta di chiedere ed ottenere per
molti aspetti vincolanti da parte di quest’Aula, che entro 30 giorni il
provvedimento venga esaminato ed approvato.
Per cui lo stesso Presidente del Consiglio è tenuto ad
inserire all’ordine del giorno quel testo, quel provvedimento al di là
dell’esito della Commissione. Commissione rispetto alla quale sa bene…
(Interruzione)
Debbo dare atto al collega Galati
che abbiamo lavorato e stiamo lavorando sul Piano sanitario - e poi ci arrivo
sul Piano sanitario - registrando uno sforzo di serietà, di collaborazione, di
impegno da parte dei gruppi di minoranza. Commissione che non è giudicabile
sotto l’aspetto del funzionamento perché ha espresso il massimo dello sforzo,
così come la sua Presidenza.
Il problema è che i lavori della Commissione, al di là
dei suoi commissari, dei suoi componenti o dello stesso Presidente,
necessariamente ed inevitabilmente hanno dovuto subire un arresto su queste
problematiche.
Sarebbe stato poco responsabile da parte della
Commissione se si fosse proceduto nell’esame e nell’approvazione, per esempio,
del Piano sanitario senza avere cognizione e contezza di quelli che sono i
margini della compatibilità finanziaria entro i quali
un Piano sanitario non solo va concepito come atto programmatorio
ma poi deve essere attuato, perché altrimenti correremmo il rischio di fare o
il libro dei sogni o comunque un piano che contrasta con la più elementare
pratica di buona amministrazione.
Anche sul testo mi si consenta, il fatto che oggi siamo
in Aula a discutere di queste norme che
Ancor più potrebbe essere competenza, con l’attivazione
dei poteri sostitutivi di ordine commissariale, esclusivamente del solo
Presidente della Giunta.
Stiamo discutendo di un testo che, di fatto, potrebbe
essere definito come un insieme di norme che configurano le linee guida intorno
a cui – quindi gli indirizzi intorno ai quali –
Oggi ci troviamo di fronte, come dire, ad una situazione
addirittura eccezionale perché, essendo quella odierna l’ultima data utile per
l’approvazione di questo testo di legge, scattando domani i poteri
commissariali per come la legge dello Stato prevede, per il mancato rientro
entro il 30 aprile del disavanzo dell’anno precedente, il Presidente della
Giunta, addirittura potrebbe addivenire ad una decisione di rientro dal
disavanzo per l’anno 2008, dell’esercizio 2008.
Comunque per i
disavanzi accumulati negli anni pregressi - perché la legge non tratta gli anni
pregressi ma ovviamente l’esercizio precedente –, ma essendoci il disavanzo per l’esercizio
dell’anno precedente come ultimo dato contabile registrato in termini di
disavanzo a fronte di altri anni che hanno segnato il disavanzo e che non sono
stati ricoperti, non c’è dubbio che persino l’intero piano di rientro, quello
riguardante tutte le annualità che vanno dal
Per cui il testo che
approviamo stamani di disegno
di legge è una linea guida che ha, sicuramente, il suo carattere di
forza e di sovranità istituzionale come guida politica-istituzionale al Presidente.
Ma è soprattutto un
segnale chiaro che noi dobbiamo mandare – scusate il termine – trasmettere, non
so come dire, a quelle forze che intendono attivare rigidamente ed in maniera
persino troppo tempestiva l’istituto del commissariamento
esterno alla Regione senza valutare le questioni nel merito e senza valutare il
percorso che il Governo nazionale – parlo del Governo nazionale come istituzione e come funzione
– ha negli ultimi anni assunto in altre occasioni che hanno visto manifestare
debiti e disavanzi molto più impegnativi e molto più clamorosi di quelli che
sono stati accumulati dalla Regione Calabria.
Certo c’è una scelta politica che si fa alla base della
linea del Governo. E’ stata altra la linea del Governo Prodi che con tanto di
decreto e di provvedimento legislativo non solo ha interloquito ed ha dialogato
con le Regioni ma si è fatto carico quasi della totalità di gran parte del
disavanzo che altre Regioni avevano accumulato fino all’anno 2005.
Non è stata utilizzata la scure come clava per sancire
una differenza politica. Qui c’è un punto che riguarda l’orgoglio della
rappresentanza e della immagine della nostra Calabria
e della Istituzione che rappresentiamo.
Non vogliamo pronunciare assoluzioni auto-assolutorie o giustificazioniste degli errori di gestione e, se volete,
anche di programmazione che nel corso almeno di quest’ultimo quindicennio o
ventennio sono state assunte in Calabria dalle classi dirigenti locali.
Tant’è che se poi entriamo nel merito delle norme che il
testo prevede noi tentiamo di correggere, di dimostrare e manifestare tutta la
volontà di avere le carte in regola per poter parlare col Governo in questa
fase.
Non si tratta di questo ma non c’è dubbio che un punto
non può essere sottratto al confronto nel rapporto con Roma.
Quali sono questi punti? Certo ci sono gli sprechi e le
aree della malasanità. Sono soprattutto mediaticamente ben attraenti per quanto
riguarda la formazione di una opinione propria
dell’immaginario collettivo nazionale.
Mi rendo conto che è persino più facile esser credibili
quando dalla stampa, dalla informazione nazionale e
dai gangli del potere dello Stato nazionale si spara e si evidenzia ciò che di
negativo c’è in Calabria.
Il nostro tasso di credibilità e di immagine, quello che
abbiamo accumulato nel corso dei decenni non ci rende limpidi in un’azione di
chiarificazione e di difesa.
La cosiddetta “Regione canaglia”. E’ più facile dare
come “Regione canaglia” una rappresentazione di una Regione come
E’ stato un tema lungamente discusso nella precedente
legislatura nazionale fino al punto che si era pensato, addirittura, di
approntare una legge che per la prima volta, in maniera eccezionale, potesse
funzionare come una sorta di finanziamento straordinario, persino attivando dei
mutui e, quindi, degli indebitamente per favorire sia adeguamenti tecnologici
che strutturali della nostra sanità nazionale.
In tutto questo certo che ci sta un limite di mancata
ottimizzazione e quantificazione della spesa in Calabria.
Sono convinto che spendendo gli stessi soldi o persino
di meno di quanto oggi abbiamo a disposizione nell’ambito del fondo sanitario,
noi possiamo avere in Calabria una sanità che funzioni meglio e che dia servizi
più qualitativamente avanzati di quelli che offriamo ai cittadini calabresi.
Non c’è dubbio che corriamo il rischio, in maniera
diffusa, di una
insoddisfazione ed una sfiducia del cittadino calabrese ad affidarsi alla
sanità calabrese, basti vedere i dati della mobilità passiva. Badate che alcune
percentuali della mobilità passiva non sono riferite alla cura di patologie per
alte specialità ma a volte parliamo di patologie per specialità medio-basse.
Non c’è dubbio che c’è il problema di recuperare la
fiducia anche degli stessi calabresi, ma è pur vero che ci sono altri dati.
Ieri è stata approvata la legge sul federalismo fiscale
al Senato. Questa legge introduce il principio del riconoscimento del costo
standard per i servizi nella sanità.
Badate, io in quest’Aula vi dico
che dobbiamo accettare quella legge, nonostante io non la condivida, ed il mio
gruppo parlamentare si è astenuto ieri.
Io se fossi stato in quell’Aula avrei votato contro perché, comunque, rimane
sempre una legge delega, una legge che non mi dà i conti su come si distribuiscono
risorse e su come si organizzano e si finalizzano risorse e su come si
definiscono anche i poteri tra i diversi territori e nel rapporto con lo Stato
centrale.
Però su questo punto io sono perché si dica da qui,
dalla Calabria che noi non accettiamo la sfida sui costi standard riferiti non
solo ai costi ma anche ai parametri indicatori della qualità dei servizi.
Ad oggi dobbiamo scontare il fatto che lo Stato italiano
ha destinato la quota capitaria più bassa tra tutte
le Regioni italiane, alla Calabria. Diciamocelo pure questo. Cioè noi siamo
molto al di sotto della media nazionale e di quella meridionale.
Siamo l’ultima Regione d’Italia in graduatoria.
Badate che il rapporto è andato peggiorando soprattutto
nel 2007-2008 perché in qualche modo progressivamente via via
è venuto fuori questo dato del 2006-2007-
Allora io voglio dire ai gruppi consiliari di minoranza:
quale scelta facciamo? Facciamo la scelta di stare da parte degli interessi
della Calabria, non attraverso forme di separatismo, non attraverso forme
assolutorie delle nostre responsabilità ed apriamo un confronto dignitoso e
autorevole con Roma, oppure cediamo alle sirene della campagna elettorale?
Lo debbo dire, collega Galati,
che mi meraviglia questo, perché fino all’altro ieri anche su questo tema del
rientro l’atteggiamento dei gruppi di opposizione in quest’Aula non è stato
quello di annunciare e abbandoni di Aula o di non collaborare, ma è stata una
piena e massima disponibilità a stare sul metodo delle questioni a vedere come,
insieme, si affrontasse il tema.
Era un atteggiamento di responsabilità che faceva
riscontro ad un atteggiamento di responsabilità che la maggioranza, il Governo,
il Presidente della Giunta hanno inteso tenere fin dal primo momento, da quando
questo tema si è affrontato, perché non ci siamo fatti trascinare nel vortice
della propaganda andando ad individuare dove stavano le responsabilità.
L’abbiamo pure detto: come dire? Il vizio di origine di
questa vicenda non è riscontrabile oggi ma semmai sarebbe riscontrabile nel
2005.
Ma nel 2005, lo sapete, c’è stata una discussione pubblica
nella maggioranza ed anche nel Governo regionale che a quel tempo già
presiedeva Agazio Loiero. E’ prevalsa un’altra linea
- io ero sostenitore di una operazione-verità – e
sapete sulla base di quale principio? Sulla base di una posizione espressa soprattutto
da Loiero che, sostanzialmente, ha teso a dire:
badate, siamo appena insediati, la campagna elettorale è finita, non ci
interessa la propaganda, non ci interessa buttare la croce addosso a quelli che
ci sono stati prima. Vediamo che cosa dobbiamo fare per controllare la spesa.
Certo i risultati non sono stati quelli sperati, ma
perché ci sono dei meccanismi strutturali, non solo di interessi
consolidati, ma ci sono degli interessi lobbistici o non lobbistici che
attraverso dei meccanismi strutturali vanno rimossi, li dobbiamo rimuovere e non
c’è stata la forza di rimuoverli. Badate, io sostengo che in questo contesto in Calabria – lo sapete meglio di me e lo sa bene,
ancor di più il collega Galati che prima di essere
consigliere regionale è stato dirigente alla Regione di questo settore – non ce
la farà nessuno se su questi temi non c’è una unità sostanziale che pensi alla
organizzazione di una programmazione sanitaria e di una finalizzazione della
spesa, volta a mettere al centro la cura e la salute del cittadino al di là di
ogni interesse di parte, di gruppo o di partito. Una unità
sostanziale che pensa a far blocco sociale per salvaguardare gli interessi che
sono basilari per elevare i livelli della nostra convivenza civile e della
civiltà del nostro contesto ambientale.
Perché non è vero che una sanità che funziona male non
fa contesto rispetto anche alle coordinate su cui si organizza uno sviluppo
economico.
Come la sicurezza, come il rischio per la sicurezza,
come il rischio per il limite della infrastrutturazione, ancor più una sanità che funziona male
rende questa regione poco attraente. E’ un fattore che se non è dislocato con
un verso positivo di fiducia, diventa respingente rispetto alle possibilità che
questa Regione ha di utilizzare le sue opportunità.
Noi stamattina ribadiamo questo impegno, andiamo avanti
in questa direzione, anche perché se guardiamo le norme, si può constatare che
sono norme – ripeto – di indirizzo. Il merito del piano va fatto nella
responsabilità del Presidente Loiero.
Sulla base poi di quello che è il modo in cui si
fronteggia il debito, sulla base di quelle che sono le scelte fondamentali che
vanno a modificare alcuni aspetti strutturali, mettiamoci di buzzo buono e
lavoriamo per quanto riguarda il Piano sanitario.
Mi è sembrato di aver letto- proprio stamani se non
ricordo male-, che, qualche esponente politico abbia detto: “Va bene non ha più
senso approvare il Piano sanitario, ormai in una legislatura che volge alla
fine; rimandiamo alla prossima legislatura l’approvazione del Piano sanitario”.
Io sostengo, invece, che appena c’è l’approvazione del
piano di rientro, non dobbiamo perdere tempo, perché non c’è stata mai la
volontà, né dai banchi della maggioranza né dai banchi della minoranza in
quest’Aula, di non pervenire in tempi rapidi all’approvazione di questo Piano
sanitario.
Abbiamo avuto questo incidente di percorso, per quanto
annunciato ma di incidente di percorso di tratta e tutto quanto lo dobbiamo
fare favorendo l’attivazione dei poteri ordinari.
Badate, se ne è pure discusso, non la pensa così il
Presidente Loiero ma qualcuno di noi lo pensava. Si
poteva pure dire: “Caro Governo, tu non metti una lira perché non ci dici
nemmeno se ancora ti assumi la responsabilità di farti carico
di quel 50 per cento che ti compete fino alle annualità 2005. Ci hai
bloccato i fondi che ci toccano e non ce li dai, non ci dici
che ci dai dal
Il vero vulnus,
la massa critica, il morto che poi trascina il vivo è maturato dal 2000 al
2005. Dicevo prima le ragioni per le quali… comunque un Governo degli stessi
colori di quello che oggi c’è a Roma. Venite voi a risanare!
Vedo che da qualche banco anche dal Parlamento si invoca
il commissariamento. Poteva essere quella del commissariamento soprattutto in
questo periodo della campagna elettorale una scelta di comodo, ci poteva far
comodo. Perché avremmo detto a tutti i calabresi – ma avremmo giocato allo
sfascio, a chi gridava di più, a chi faceva la parte della più alta e pura
demagogia elettorale – “la colpa non è nostra, loro hanno fatto il debito e
loro vengano a gestirselo”.
E tutte le scelte che potevano essere impopolari o
indolori, i tagli, lacrime e sangue le avremmo caricate sul Governo Berlusconi.
Noi vogliamo assumerci la nostra responsabilità,
vogliamo assumerci le nostre responsabilità anche perché dobbiamo avere fiducia
in noi stessi.
Pur se il quadro è fosco ed è quello che abbiamo detto
io sono convinto che, paradossalmente, lavorando non perché costretti,
lavorando non per necessità ma per scelta responsabile e consapevole, questa
del piano di rientro può essere una opportunità per
Non soltanto dobbiamo parlare il linguaggio dei tagli. E
circa gli ospedali, mi pare fuor di luogo una polemica che fa anche il ministro
come se qui ci fosse qualcuno che non tiene in considerazione il fatto che ci
siano ospedali con meno di 20 posti letto o con un tasso di utilizzo molto
basso. E’ chiaro che quelle strutture vanno chiuse e tagliate ed è chiaro che
ci sono sprechi veri che dobbiamo abrogare, delle illegalità che dobbiamo
colpire.
Però, c’è la possibilità non soltanto di solidificare le
eccellenze ma di fare scelte in positivo che finora non sono state fatte,
soprattutto se decidiamo qual è il modello del sistema sanitario regionale. Se
decidiamo che il modello faccia leva sul principio non solo della libera scelta
ma della integrazione e della complementarietà, della
filiera che previene e anticipa la ospedalizzazione della cura noi ce la
possiamo fare ad avere sia nel pubblico che nel privato un ridimensionamento
dei posti letto, un elevamento della qualità dei servizi territoriali.
Ce la possiamo fare ad avvicinare centri e servizi di
cura sempre più ai territori e al cittadino e non a sottrarre servizio ai
cittadini. Vedete, oggi il problema e la contraddizione è questa: noi abbiamo
un ospedale dove i cittadini di quella località nemmeno ci vanno per rendere
visita all’amico perché non si fidano di quegli ospedali, figuriamoci se ci
vanno per farsi curare. Però, c’è qualcosa che non funziona perché quando si
dice: “Chiudiamo quell’ospedale e lo riconvertiamo”, c’è la protesta generale.
Dobbiamo battere una concezione culturale secondo la
quale la presenza di un ospedale è centro di economia e non di assistenza nella
migliore delle ipotesi e non centro di cura e di assistenza per il malato. Se
questa battaglia culturale la facciamo tutti quanti insieme, è un fattore di
crescita e di civiltà.
Io non illustro oltre, perché passo passo
poi sugli emendamenti e sul testo approvato dalla Giunta ci possiamo soffermare
su tutti i punti che in questa linea abbiamo inteso mettere.
Se gli emendamenti che hanno presentato Borrello e Pacenza vengono approvati come parte integrante del testo
della Giunta, io tranquillamente posso già affermare adesso – mi scuserà il
Presidente – prima ancora della dichiarazione di voto finale che
Stiamo facendo e producendo uno sforzo serio. Non ce lo
facciamo sottrarre per esigenza di propaganda e di battaglia politica
elettorale.
Ripeto che se tutti gli emendamenti venissero approvati,
dovessero essere approvati e la legge trasmessa dalla Giunta li assume, il
risultato può essere questo.
Ho voluto fare questo intervento perché mi ha dato la
possibilità e lo spunto il collega Galati. Ovviamente
non mi sono soffermato sui vari punti della legge ma vedrete che andando avanti
nel dibattito avremmo punti su cui nel merito possiamo avere un confronto molto
serio e radicale che dà risposte a luoghi comuni che nel tempo si sono formati
come pregiudizio verso l’espressione della rappresentanza
politica-istituzionale e di governo di questa nostra Regione.
Noi attraverso l’approvazione di queste norme, questi
luoghi comuni li possiamo sfatare e smentire presentando il volto della
responsabilità ed anche della maturità politica istituzionale.
Prima di dare la parola al collega Chiappetta
che me l’ha chiesta, voglio ricordare che per dibattiti di particolare
rilevanza è pienamente regolare prolungare i tempi degli interventi rispetto a
quelli fissati di norma, come hanno fatto il Presidente della Regione
illustrando la relazione e poco fa il Presidente del gruppo del Pd che di fatto hanno impiegato doppio tempo.
Perché lo dico? Perché a tutti i consiglieri che
interverranno saranno consentiti 10 minuti. Ai Presidenti di ogni gruppo, come
ha già utilizzato l’onorevole Adamo, è consentito un tempo doppio. Questo in
maniera che manteniamo anche da questo punto di vista le cose non solo in
termini di Regolamento ma, come dire, allineate rispetto alle prerogative di
ciascuno.
Siccome chi va ad intervenire, l’onorevole Chiappetta è il Presidente di un gruppo lui sa che il tempo
a sua disposizione è doppio rispetto a quello fissato dalla norma, come
analogamente lo sarà per l’onorevole Trematerra,
quando interverrà, per l’onorevole De Gaetano, cioè per tutti i Presidenti di
gruppi.
Per gli altri consiglieri semplici come me i minuti a
disposizione sono invece 10.
Collega Pacenza, quando
parlerai tu come me, avrai 10 minuti.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Chiappetta.
Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, preliminarmente anche alla luce di questa puntualizzazione che ha
ritenuto di fare e che, naturalmente, rende giustizia rispetto a quelle che sono
le regole comportamentali alle quali ci si deve attenere. Ci si deve attenere -
anche e soprattutto io dico - chi è investito di responsabilità
istituzionale super partes e non ripeto per
riprendere una polemica che considero sicuramente
chiusa rispetto a quella che poteva sembrare nell’intervento originario del
collega Galati che, mi preme rimarcarlo, parlava a
nome degli interi gruppi del Popolo della libertà.
Mi preme
evidenziare, Presidente, ma veramente
brevemente, non per rinfocolare questa polemica rispetto anche a quello che
prevede il Regolamento interno del Consiglio
regionale all’articolo 68, che è stato da lei richiamato, a proposito
dei 30 giorni previsti dalla trasmissione del provvedimento amministrativo, del
disegno di legge,
laddove si dà priorità agli atti amministrativi e al disegno di legge, che, appunto, perché sia se si
vuole considerare la data di trasmissione della proposta di legge che è quella
del 2 aprile sia se si vuole considerare la data di ricevimento in Commissione che è quella del 3 aprile i 30 giorni, Presidente, non scadono sicuramente oggi ma tra
qualche giorno.
Considerando che il
22…
(Interruzione)
No, Presidente, non per alimentare una polemica ma lo
dico ad abundatiam
rispetto alle cose che devono essere dette nella sede della massima assise regionale.
Appunto perché la precedente riunione del Consiglio è avvenuta il 22 aprile – questo anche per
rimarcare con esattezza le date –, dico al collega Adamo che ha parlato di atteggiamento che non si riesce a comprendere, rispetto
all’abbandono dell’Aula, che non voleva essere inteso come una non assunzione
di responsabilità da parte delle forze di
minoranza, ma soltanto come necessità di apportare un contributo il più
rilevante e significativo possibile rispetto a quello che è il provvedimento di
legge che è approdato qualche giorno fa in Aula.
Detto questo, Presidente, e lo rimarco ancora senza alcun intento
o accenno polemico rispetto alle cose che ho dette, io entro adesso nel merito
di quello che è l’oggetto della discussione.
Fra le altre cose,
di norma, chi mi conosce sa che parlo a braccio ma per la solennità della
discussione - tra l’altro l’ha fatto anche in sede di relazione il Presidente Loiero giustamente
avendo avuto la necessità di evidenziare una serie di elementi e di dati - mi
permetterò di leggere sperando di non essere noioso rispetto a queste
brevissime considerazioni, pur avendo la disponibilità di un tempo massimo
rispetto a quello che di norma è concesso ai singoli consiglieri, essendo Presidente di un gruppo, ma spero, comunque, di non
sforare e di rimanere nei limiti richiesti.
Il sistema sanitario calabrese,
la sua riorganizzazione ed il piano di rientro dal deficit appaiono – non
potrebbe essere diversamente – come il principale cimento
per questo Consiglio regionale rappresentando,
infatti, gli errori commessi in questo campo quanto di più grave ed
inaccettabile si sia potuto commettere nel corso di questi ultimi anni.
E’ un tema vasto ed
ha ragione il collega Adamo quando dice che riguarda diverse responsabilità ed anche il Presidente
Loiero.
Coinvolge i cittadini di questo territorio calabrese ed il loro quotidiano diritto alla salute, allarma i
territori - e non potrebbe essere diversamente – potenzialmente destinatari di
scelte riorganizzative ed inquieta nello stesso tempo
tutti quegli operatori che nel sistema sanitario
sono impegnati con innegabile spirito di dedizione ed altrettanta competenza e
professionalità.
La condizione
attuale – lo ha evidenziato il Presidente Loiero
non solo nell’ultima relazione ma anche in quella in cui si è avuto un Consiglio monotematico sulla sanità – si segnala, quindi, per la sua estrema criticità e per
il ripetersi di annunci, proclami, roboanti dichiarazioni che smentiscono
quelle rese precedentemente.
Per soluzioni che vengono ipotizzate senza un necessario ed ampio
coinvolgimento anche di quei sindacati, ed il riferimento va in particolare
alla Cisl e al suo segretario regionale Luigi
Sbarra che nelle considerazioni di recente espresse anche attraverso gli organi
di informazione evidenziano e segnalano elementi di forte preoccupazione e di grande criticità.
Vedete, in questo senso la delibera portata
all’attenzione della massima assise regionale – per intenderci quella Giunta
regionale del 2 aprile scorso – io credo che sia l’emblematico esempio di una
altrettanto emblematica e manifesta incapacità.
Il deficit sanitario ammonta a 1,75 miliardi e con le
necessarie integrazioni resesi immediatamente evidenti raggiunge la cifra di
ben 2,2 miliardi. Solo nel 2008 - Presidente Loiero
per come lei sa per averlo lei detto – il disavanzo di gestione è stato di ben
159 milioni con aggiunto l’importo di interessi passivi pari a quasi 17
milioni.
Aggiungo io, Presidente, che nulla si sa per questo
periodo del 2009 perché quasi sicuramente ancora non si hanno dati certi.
Stando a quelle che sono le indiscrezioni giornalistiche che quotidianamente
leggiamo sulla stampa si parlerebbe ancora, per questo periodo limitato nel
tempo, parliamo ancora del primo quadrimestre del 2009, anche di ulteriori
disavanzi creati in particolare da taluni manager addetti alle strutture
sanitarie ed ospedaliere.
Taluni di questi, fra l’altro, a suo tempo nominati –
parrebbe sempre stando alle indiscrezioni giornalistiche – in mancanza dei
requisiti e dei titoli necessari. Ed alcuni, addirittura, Presidente,
direttamente impegnati nelle prossime consultazioni elettorali ed
amministrative.
Io lo vorrei ricordare a quest’Aula e lo ricordo a me,
Presidente, che per come lei sa vi è una legge che vieta espressamente a coloro
i quali vogliono cimentarsi nelle consultazioni elettorali di poter partecipare
alle stesse se non si dimettono almeno sei mesi prima dall’incarico che
rivestono all’interno di strutture sanitarie pubbliche.
Ecco perché, Presidente, io la invito non solo a
riflettere su quelle che sono le dinamiche pre-elettorali alle quali stiamo
assistendo ma evitando che ci possano essere, e mi dispiace che il collega
Adamo non sia in sala…
Perché quando il collega Adamo parla di probabili
conflitti di interesse – che io sono convinto ci siano – fra tutto ciò che si è
verificato e che le telecamere impietose di una trasmissione televisiva
nazionale hanno evidenziato in tutta la sua drammaticità e la sua criticità,
quando parlano di conflitto di interesse fra strutture pubbliche e strutture
private io vorrei chiedere a lei Presidente e al collega Adamo se è o se non è
conflitto di interesse che i manager addetti alla sanità pubblica si
cimentino direttamente o indirettamente in queste prossime consultazioni
elettorali, addirittura ispirando delle liste, così per come è stato denunciato
stamattina sui quotidiani calabresi da parte di un autorevole esponente
nazionale parlamentare di una forza politica di opposizione in Consiglio
regionale.
Ecco perché, Presidente e colleghi consiglieri, non c’è alcun
dubbio che il ripetersi in questi 4 anni di tragedie e casi di mala sanità avrebbe dovuto indurre
lei e le diverse Giunte che si sono succedute, a scelte concordate, concertate,
immediate in quel caso col coinvolgimento delle forze di opposizione e delle
forze sociali, ma allora, Presidente, e non oggi quando si sono consumate tutte
le criticità e tutte le disfunzioni e le anomalie che il sistema e il pianeta
sanità registrano.
Ecco perché, Presidente, queste scelte o - per meglio
dire - queste ipotesi di scelte che strenuamente oggi in Aula il capogruppo del
Pd tenta di difendere anche se in maniera diversa
rispetto a quello che ha evidenziato nei giorni passati, giungono solo oggi a
distanza di quattro anni dall’insediamento e dalla vittoria della maggioranza di centro-sinistra dopo la
consunzione di assessori e di dirigenti regionali e solo di fronte alla
minaccia di un concreto e molto probabile commissariamento della sanità in
Calabria.
Vede, Presidente, il ruolo pubblico e politico di
ciascuno di noi impone certamente l’assunzione di una responsabilità che può
essere anche condivisa nell’interesse di una collettività calabrese. Ma
obbligatoriamente questa condivisione, Presidente, non può essere preceduta dall’attribuzione
dei meriti in questo caso inesistenti e delle colpe in questo caso decisamente
sovrabbondanti.
In tale contesto, colleghi consiglieri, emerge
chiaramente lo scenario dinanzi al quale ci troviamo. Lei, Presidente Loiero, in Giunta ha approvato una delibera sul deficit
oggi all’esame del Consiglio regionale con una contestuale proposta di legge,
anche questa all’esame di questo Consiglio regionale, evitando, però, qualsiasi
osservazione sulla dinamica della spesa e soprattutto sulla gestione di questi
ultimi anni.
Di fatto viene opportunamente evitata ogni riflessione
sulla mancata adozione, per tempo, di un Piano sanitario regionale e si
focalizza, invece, l’attenzione su un piano di rientro obbligatorio ed imposto.
Si tratta di un piano, vedete colleghi, che rende
ulteriormente evidente come l’attendismo politico ed un fittizio rigore
amministrativo siano la vera causa di un sistema sanitario avvitato su se
stesso e con i conti allo sbando.
Io non avrei voluto rimarcare quello che, ripeto, ho
detto prima in premessa e che impietosamente le telecamere del servizio
pubblico hanno offerto all’Italia intera. Ma non v’è
dubbio che bisogna rimarcare con attenzione quel che è accaduto. Tutto ciò che
è stato detto per giustificare lo sfascio, la politica che di
fatto ha dato l’impressione di voler condizionare talune scelte,
altrimenti non può essere considerato con attenzione quel che è stato offerto –
purtroppo – all’Italia intera.
Naturalmente - e qui subentra anche un concorso di
responsabilità – qualcuno potrà facilmente osservare ed è sicuramente
argomentazione condivisibile, lo ha evidenziato anche il capogruppo del Partito
democratico, onorevole Adamo, che si tratta di una condizione che ha radici nel
tempo ed in Giunte regionali di diverso orientamento politico.
Questo, sicuramente, non può essere contestato perché
non è contestabile.
Tuttavia non può non essere sottolineata – a mio parere
– la diversità di approccio e le scelte conseguenti.
Vede, Presidente, la sua coalizione, questa coalizione
di centro-sinistra non solo fino ad oggi non ha approvato alcun Piano sanitario
regionale, vorrei ricordare quello che si è verificato a proposito del Piano
sanitario regionale quando venne licenziato dalla Giunta regionale dell’epoca.
Lo si dipingeva come la panacea di tutti i mali. In quel momento stesso
l’adozione da parte della Giunta di un Piano sanitario regionale che veniva
mandato in Commissione per le valutazioni e le riflessioni del caso appariva
tutt’ad un tratto come la soluzione rispetto a tutti i problemi del pianeta
sanità.
Quanto in campagna elettorale – vorrei ricordarlo anche
agli operatori della stampa e della informazione – del
2005 ma anche successivamente a quella campagna elettorale si è impegnati in
una costante opera di disinformazione sul ticket. Basti semplicemente
ricordare l’autoreferenzialità con la quale ne fu accompagnata l’eliminazione.
Oggi invece ci troviamo di fronte ad una delibera che
non solo prevede la reintroduzione dello stesso sulle prescrizioni
farmaceutiche quanto più gravemente – a mio parere ed in maniera poco chiara –
la estende anche come possibilità a discrezione della Giunta alla
erogazione di determinate prestazioni sanitarie.
Dunque ora non solo il ticket è necessario ma
riguarda, addirittura, alta prestazione ed è generalizzato per le fasce deboli.
Cinque sono le ipotesi nella proposta che voi avete
ritenuto di presentare all’esame del Consiglio regionale: chiusura di presidi
sanitari, ticket generalizzato, aumento nella misura necessaria
dell’addizionale Irpef ed Irap, destinazione di risorse e accensione di mutui
con oneri a carico della Regione.
Non vi è dubbio, Presidente, che sul merito di queste
scelte sarebbe stato doveroso confrontarsi ma non ci si può esimere dal fare
delle necessarie valutazioni di fondo che io rassegno all’Aula perché possano
rimanere anche rispetto alle cose che probabilmente potrebbero esser fatte
successivamente.
La prima - Presidente, la dico a lei ma anche all’intera
Aula e alla Calabria -: è possibile avviare o tentare di avviare un nuovo corso
se si ricorre a manager dai nomi sempre uguali adatti a tutte le stagioni,
incapaci di lasciare le poltrone se non sono costretti a farlo per altra via?
La seconda: è possibile avviare o tentare di avviare un nuovo corso se lei, la
sua Giunta e la maggioranza che la sorreggono, Presidente, vi limitate alla annunciazione di frasi generiche e di impegni che
promettono solo lacrime e sangue ma non forniscono alcun dato sulla
razionalizzazione della spesa che resta drammaticamente fuori controllo?
La terza , Presidente: è
possibile avviare o tentare di avviare un nuovo corso se anche quando fate
riferimento a quello che avete indicato come un capitolo a parte – cioè il
riordino della rete ospedaliera – usate toni da conferenza stampa o da comizio?
Perché, Presidente, che significati se non questi si possono dare alle frasi da
voi usate quando dite – riporto testualmente espressioni che avete usato voi –
“la riconversione e la dismissione degli ospedali pubblici avverrà per quelli
che non assicurano il rispetto delle regole e dei requisiti di qualità e
sicurezza”.
La scommessa sul riordino della sanità, Presidente, la
potranno mai vincere i soliti noti e possono risolvere il problema coloro i
quali lo hanno creato? Si ricorda, Presidente, quando parlava di Commissioni
per la valutazione di curricula dei manager? Si
ricorda, Presidente le promesse sui cicli di tolleranza zero nei confronti di
chi avrebbe sbagliato?
Vede, Presidente, io non
voglio infierire in questa sede, ma a me sembra che lei abbia cercato in questi
mesi sia la sponda del Governo nazionale e sia quella delle forze politiche di
minoranza per coprire uno sfascio della sanità calabrese.
Ed in uno stato di
dissociazione dalla realtà politica ed amministrativa abbia anche tentato di trovare
il modo per dire che non è colpa sua, della sua Giunta e della sua maggioranza
che non la sorregge. Ecco perché, Presidente, il motivo per il quale noi
pensiamo di non poter condividere la responsabilità di avviare una profonda e
vera riforma della sanità. Perché è sempre lei, Presidente, e la sua
maggioranza che ci avete detto a più riprese nel corso di questi 4 anni che
questa riforma vera e profonda della sanità era stata già avviata col famoso
maxi-emendamento, con la riduzione delle aziende sanitarie, con l’approvazione
oltre un anno fa del Piano sanitario regionale.
Un’ultima riflessione,
Presidente, la rassegno a lei e la rassegno anche al Presidente del Consiglio
regionale nella sua qualità di massimo garante della massima Istituzione
calabrese. Il Consiglio regionale non può e non deve, sottolineo il non,
abdicare al proprio ruolo.
Dovrà al contrario dettare
tempi e modi per un cambiamento che sia vero e reale, che dovrà poter
comprendere i tagli da fare, le risorse umane da impiegare, le modalità per
individuare gli stessi manager e le scelte finanziarie da compiere dettando, in
pratica, le linee e le direttrici lungo le quali realizzare un modello
sanitario e sociale che possa fare il bene dei cittadini calabresi, le sole
vittime di modelli assistenziali sbagliati.
Ed è questo, vede, Presidente
Bova, il motivo per il quale l’onorevole Galati aveva
chiesto di poter differire la discussione perché avremmo voluto dare il nostro
contributo all’interno della Commissione consiliare competente.
Dal momento che questa cosa non è stata possibile farla, preannuncio, Presidente, a
nome dei gruppi del Popolo della libertà e spero anche con i colleghi dell’Udc,
che la prossima settimana faremo qui a Reggio Calabria una conferenza stampa
nel corso della quale avremo modo di esplicitare ulteriormente il pensiero
dell’intero gruppo di opposizione che qui molto immodestamente è stato affidato
a me per le valutazioni del caso. Grazie.
PRESIDENTE
Prima di dare la parola
all’onorevole Pacenza, per lo meno su una cosa
ritengo che converrà con me l’onorevole Chiappetta.
Sono le 15, aveva cominciato a parlare alle 14,40 se in termini irrituali
avessi dato la parola prima quando me l’aveva chiesta di certo in quel momento
non poteva parlare 20 minuti. Mentre così ha sviluppato il suo pensiero.
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Pacenza. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, io vorrei nei 10 minuti assegnatimi
tentare di dare un contributo su quello che prima giustamente veniva chiamata una operazione verità.
A dire il vero, è abbastanza singolare l’atteggiamento che si sta
delineando da parte delle forze di opposizione
perché, per esempio, la verità ci dovrebbe far dire a
tutti come questa vicenda è maturata ed anche perché è arrivata in Aula…
A
proposito, onorevole Presidente del Consiglio, vorrei ricordare anche alla luce
delle cose pronunciate dall’onorevole Chiappetta, che qui siamo dentro un’aula legislativa, non
siamo né in un convegno, né si è in conferenza stampa di forze politiche
alternative, stiamo lavorando ad un provvedimento legislativo.
Anche il riferimento
che si è fatto
più volte alle vicende regolamentari, ci mancherebbe, però io vedo che si
sfugge alla sostanza, al merito della questione che stiamo discutendo, che è
così drammaticamente pesante che non ha precedenti nella storia del
regionalismo calabrese.
Non è una vicenda di
una leggina di comparto con tutto il rispetto, non è una vicenda che riguarda
una delibera di programmazione
o quant’altro, stiamo discutendo della vicenda più delicata che la storia del
regionalismo ci impone.
A fronte di questo,
si dice: “In settimana faremo una conferenza stampa”. Ma dove sono le proposte
di merito? Io vorrei confrontarmi nel merito con gli amici del centro-destra. I cari consiglieri Galati,
Aiello per citare quelli che storicamente in questo
Consiglio sulle questioni della sanità hanno espresso un pensiero importante e
significativo.
Non c’è
nulla nel merito della questione, eppure questa discussione non è stata
inventata stamattina né con la relazione del 23 anche da parte del Presidente Loiero. Anche il
percorso che si è seguito è stato in modo assai inedito, anche ieri le forze di
opposizione sono state chiamate a dare un loro contributo, per essere ascoltate.
Quindi, nessuna rinchiusura, mentre vedo che c’è
invece una fuga dal merito da parte del centro-destra.
Ieri il
capo delegazione del centro-destra, onorevole Gentile, era stato chiamato nella
sua qualità di capogruppo della forza di maggioranza del centro-destra, assieme
al mio capogruppo onorevole Adamo, per un confronto di merito sulla vicenda,
per capire, per avere suggerimenti, per sapere l’impostazione di quelle forze
di opposizione, caro collega Galati, perché non
potete cavarvela con la fuga rispetto a queste questioni.
Misuriamoci
sui contenuti, diteci qual è la vostra impostazione e dovete avere anche il
rispetto della verità e
(Interruzione)
…quello che vi ha
detto Loiero
che non è una invenzione della Giunta, non è una invenzione della maggioranza.
Ve lo dice un rappresentante terzo chiamato da noi, chiamato dal Governo regionale
che è l’advisor
indicato dal Governo, il quale dice e certifica che
questo bel po’ po’ di debiti, una montagna di debiti,
hanno date, hanno responsabilità. Non sono venuti qui
perché c’è stata la maledizione, un fatto atmosferico. Kpgm
dice che il debito dal 2001 al 2005 è pari all’80 per cento del debito complessivo. Non potete sfuggire a questo.
La
vogliamo vedere un’altra particolarità? Perché qui ci sono anomalie di fondo,
perché ci sono incrostazioni di fondo. Prendiamo, per esempio, il decennio
1995-2005 e vediamo la crescita esponenziale che oggi pesa terribilmente per quel che significa il
rapporto tra sanità pubblica e sanità accreditata. In quali anni c’è stata
l’esplosione e la rincorsa facile.
Ed
allora, perché non parliamo del Piano
sanitario Luzzo, così definito perché portava
il nome dell’allora assessore? Io c’ero ma quella notte eravamo in tanti. La
tabella sui posti letto veniva girata da quell’angolo, ogni mezz’ora girava una
tabella sui posti letto.
Ad un
certo punto, per esempio, ci siamo trovati con numeri che andavano molto al di
là di quelli che erano i parametri che ci assegna la legge dello Stato. Qui
negli anni si è bypassato quello che è un fattore determinante
per costruire un sistema che è la programmazione
e che non è fatto che si possa affidare
alla buona volontà.
Ecco
perché vi diciamo che la legislazione, la legge che sottoponiamo oggi all’Aula
è un passaggio importante perché dà gli indirizzi al governatore oggi e domani
per come costruire il piano. Lo facciamo per legge , non
con un comunicato stampa.
Io avrei
voluto vedere e leggere qual è il pensiero di chi la pensa diversamente da come
la penso io.
Io sono
stato tra quelli che in questi giorni ha dato il proprio contributo, perché mi
è stato chiesto dal mio gruppo regionale e dallo stesso Presidente della
Giunta. Ci siamo sforzati per dare una mano, per dare un contributo nel merito
delle questioni, per rafforzare quel rapporto a schiena dritta tra
Oggi si va a Milano a dire che questa nostra è una
“Regione canaglia”. C’è una bella differenza!
E quando ci si fa la domanda “ma
qual è il merito di Loiero e di questa maggioranza in questa fase su questa partita?”, non è una forzatura
ma il dato dice che se non avessimo scoperchiato questa vicenda non la sanità
calabrese ma
Quindi noi ci siamo assunti una responsabilità perché
abbiamo affermato prima di tutto l’interesse generale della nostra terra anche
a costo di impattare dentro scelte che possono essere tranquillamente definite
anche scelte coraggiose.
Ma l’abbiamo fatto. Potevamo dire: se ne parlerà più avanti, ma più avanti avrebbe significato complicare
ancora di più le cose.
E, per esempio, anche rispetto agli emendamenti che
sono stati sottoposti in quello spirito di rafforzamento noi ci siamo posti la
domanda di come impedire il maturarsi del debito già dalle prossime settimane e
dai prossimi mesi.
Proponiamo misure
sufficienti? Non lo so ma misuriamoci sugli interventi e sulle idee.
Quali sono le
proposte alternative.
Per
esempio, noi non possiamo essere
la regione che ha più tasso di ospedalizzazione,
più emigrazione sanitaria e poi dall’altra parte un
contesto di sfiducia assai delicato.
Noi ci
siamo posti il problema, per esempio, dell’appropriatezza degli interventi e di
come si richiama l’intero sistema ad una responsabilità che non è fatta solo di ospedalità ma che è fatto di ospedalità,
di territorio, di medicina di base, di prevenzione.
Vi ricordate la vicenda del mammotone?
Una vicenda dolorosa, una delle tante vicende dolorose di questa Regione nel
sistema sanitario o meglio nel non sistema sanitario.
Quindi una partita delicata e complicata, ed io penso che è nei confronti della Calabria che bisogna far
prevalere non il tatticismo politico, non la fase di fibrillazione
pre-elettorale, ma la necessità di una inversione di tendenza.
Vedere, poi, da qui a qualche settimana, quando
discuteremo nel merito e definitivamente del Piano sanitario, e anche qui non
c’è stata una scelta nostra, il perché, per esempio, del grande
limite che ha avuto e che ha l’attuale Piano sanitario in vigore, che non ha
prodotto nessun vincolo, nessuna relazione tra una ipotesi di programmazione e
la disponibilità finanziaria…
Si può programmare così? Noi invece abbiamo invertito.
Prima la norma sul risanamento, poi il piano sul risanamento e poi la
riorganizzazione del sistema sanitario dentro un Piano sanitario regionale che
fa i conti con le contraddizioni ma anche con le potenzialità.
Ve la ricordate la vicenda dell’articolo 20? Era
assessore il professore Filocamo. E’ venuto in Aula,
era il 2001, ed ha portato l’intervento sull’articolo 20 solo sull’azienda
sanitaria del suo territorio. E noi a dirgli che non era così. E’ andato a Roma
e da Roma l’hanno rimandato qui.
A proposito, guardate, l’articolo 20 risale alla legge
finanziaria del 1988. E l’articolo 20 era strategico per rinnovare, per
rimuovere anche quelle contraddizioni drammatiche a cui siamo stati sottoposti
tutti quanti con grande sofferenza, domenica sera, dagli schermi televisivi.
Perché lì c’erano le risorse per fare un piano di
riorganizzazione del sistema ospedaliero calabrese. C’erano le risorse, per
esempio, per le tecnologie o qualcuno pensa che si possa fare sanità o buona
sanità senza tecnologie? Ed è da 20 anni, 20 anni!,
che quel fondo non è stato attivato se non nel primo triennio. Ed il primo
triennio di quel piano portava e porta il nome dell’allora assessore alla
sanità, il defunto, Rocco Trento.
Dopo di allora per 10 anni non si è discusso di tutto
questo. Con difficoltà noi abbiamo approvato l’accordo di programma quadro col
Governo che prevede l’attivazione di tecnologie e che prevede – dopo 50 anni di
sosta – la costruzione di 4 nuovi ospedali in questa regione.
Anche la vicenda che veniva richiamata, degli
accorpamenti. Certo che ci sono state contraddizioni e sofferenze. Ma perché
qualcuno pensa di poter riorganizzare il sistema sanitario calabrese facendo
magari 33 Usl come ce n’erano alla fine degli anni ’80? Noi ci siamo assunti da
questo versante responsabilità – sono il primo io a dire – insufficienti,
ancora insufficienti. Bisogna completare quel processo riorganizzativo,
quel processo di innovazione e rinnovamento che mette, per esempio, al centro
una parolina che deve essere, per quanto mi riguarda, il merito.
Le selezioni si fanno sul merito e la verifica si fa sui
risultati a partire dai manager, si fa sui risultati.
Noi a proposito di questo ragionamento proponiamo
sanzioni per chi non ottempera in questa direzione. Quindi non c’è stato da
parte nostra un atteggiamento ad allargare le maglie, un atteggiamento a non
fare. Noi ci siamo misurati con la cultura della responsabilità e ci siamo
misurati a fare di più rispetto ai bisogni di questa regione.
Ho finito. Non ultimo: non si può rappresentare questo
comparto e questo contesto come un fatto ordinario anche rispetto agli anni
passati. Non ce le siamo inventate noi le vicende che hanno riguardato anche
delicate infiltrazioni che hanno portato – e nessuno può dire che sono vicende
degli ultimi due o tre anni – a strumenti straordinari com’è stato prima il
commissariamento di Locri e oggi il commissariamento di Reggio Calabria per
fatti che si richiamano ad infiltrazioni di tipo mafioso.
Questo è il quadro dentro cui
ci si è mossi e da questo punto di vista noi non abbiamo, come diceva
giustamente il collega Adamo, una visione assolutoria. Siamo consapevoli anche
dei limiti che ci sono stati, ma da qui a scappare, a dire che non si entra in
aula, è un’altra lettura, è un’altra cosa.
Penso che oggi il Consiglio stia dando
prova, intanto, di autorevolezza sua e delle funzioni che gli competono di approvare
una legge, perché anche qui non è una scelta, una imposizione né di Bova né di Loiero. E’ una legge dello Stato che dice “il ripiano per
l’anno precedente o si fa il 30 aprile o scattano le procedure di
commissariamento”.
E’ stato così l’anno scorso per chi non ha memoria
corta. E’ stato così anche nel 2004 quando era assessore Luzzo
e stavamo discutendo l’assestamento di bilancio e per una telefonata anche in
quella circostanza noi abbiamo fatto prevalere gli interessi generali della
Calabria.
Luzzo è venuto in Aula ed ha detto
“signori, o si fa il ripiano di 17 miliardi oppure ne perdiamo 300, perché non
ci dà diritto alla premialità”. Noi siamo rimasti in
Aula per far in modo che quella finanziaria prevedesse questo intervento.
Questa è la cultura della responsabilità e questo non
significa una confusione. Io non voglio confusione di ruoli perché so bene di
avere una responsabilità rispetto ad altri colleghi, però la verità deve essere
affermata e dentro la verità ci sono i fatti e le circostanze che parlano
chiaro. Grazie, Presidente.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Trematerra.
Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Non v’è dubbio che noi oggi dovevamo e dobbiamo approvare il piano di rientro 2008, ce
lo impone la legge. Lo dobbiamo fare, va fatto ed è giusto che sia così. Probabilmente, però, si poteva mandare in Commissione sanità
tutto quello che, invece, non prevede questo piano di rientro, per dare anche
la possibilità, come abbiamo sempre fatto in
questi anni – con un alto senso di responsabilità
– di dare anche noi un nostro contributo, perché ci rendiamo conto che la sanità è in una situazione che ormai necessita di
una cura radicale e profonda, di una cura senza precedenti.
Allora una via
mediana c’era oggi per cercare di trovare una sintesi fra le diverse posizioni.
Si è preferito, invece, andare avanti con una maggioranza
che vuole approvare il ripiano 2008, ma approvare anche la deliberazione della Giunta regionale. Questo noi l’abbiamo in qualche
modo subito ma, sicuramente, prevale sempre il senso di responsabilità che abbiamo mantenuto in questi mesi ed in questi
anni.
Però qui oggi siamo
nella massima assise regionale, siamo nel Consiglio regionale. Noi abbiamo fatto tantissime
conferenze stampa, come Partito, in merito al problema della sanità e sicuramente ne faremo delle altre per parlare ai calabresi.
Però oggi siamo qui a distanza di 4 giorni da una
trasmissione televisiva, “Report”, che ha dato un quadro della nostra regione
ed anche dei calabresi, ritengo, ingiusto ed indecoroso, la politica, allora,
deve dire qualcosa oggi qui alla Calabria ed alla sua gente.
Dobbiamo, allora, approfittare di questa
occasione perché oggi si deve fare una operazione di chiarezza e di
verità. Dobbiamo avere il coraggio di parlare senza rete, senza “se” e senza
“ma”; di parlare di quel che è successo nella sanità senza cercare alibi, senza
cercare necessariamente delle responsabilità personali, perché ritengo che
sulla sanità ci siano delle responsabilità che riguardano in generale tutta la
politica.
Vorrei partire, non lo voglio neanche citare, dal
mostruoso debito che abbiamo accumulato nella sanità, perché c’è la percezione
nei calabresi – lo dobbiamo dire – che esso sia frutto del malaffare, delle
ingerenze della politica, che sia frutto di scelte non fatte.
Ritengo che bisogna partire da come nasce e da dove nasce questo debito. Se un importante advisor ha analizzato quelli che
sono stati i debiti accumulati in questi anni, non v’è dubbio che noi dobbiamo
sapere che è un debito sostanzialmente di gestione.
Il vizio, probabilmente, nasce da quando, nel 2000,
veniva approvata la modifica del Titolo V della Costituzione che dava alle
Regioni la possibilità di scelte nel campo della sanità. Probabilmente lì la
politica ha latitato, ed è lì che la politica doveva fare quelle scelte
impopolari che avrebbero dato una immagine di un regionalismo
forte in Calabria. E’ lì che comincia il vulnus
del problema sanitario. Nasce da lì questo debito, si nutre dei
campanilismi che sempre hanno interessato la politica ed i politici.
Ma cosa non ha fatto la politica? Ebbene, la politica
non ha fatto quello che il ruolo le assegnava, quello che era nelle sue
possibilità: ha mancato di programmazione. Non abbiamo approvato in questa
legislatura un piano della salute.
Diceva il collega Pacenza:
“Nulla nel merito è stato detto dalle opposizioni”. Non è vero, collega Pacenza, perché l’opposizione ha sempre dichiarato la
massima disponibilità rispetto ai problemi della sanità. Abbiamo più volte
ribadito che ritenevamo che la sanità non dovesse e non potesse appartenere a
nessuno schieramento politico, per cui abbiamo anche fatto le nostre proposte
nel tempo ed abbiamo anche contrastato quelle scelte che ritenevamo essere
sbagliate e che ritenevamo potessero causare, ancora di più, un aumento del
debito.
Mancanza di programmazione, mancanza di controllo.
Ricordo che qualche assessore in questa legislatura,
fino a qualche anno fa continuava a dire che i conti erano a posto, che non
c’erano problemi di debito. Ma come è possibile ritrovarsi dopo neanche un anno
e mezzo con un debito mostruoso di 2 miliardi e rotti di euro? Devo dire anche
mancanza nei turn-over. Perché
quello che poi appare ai calabresi è che, sostanzialmente, cambiano gli
assessori, probabilmente cambia il direttore di orchestra ma i musicisti sono
sempre gli stessi.
Noi dobbiamo avere la consapevolezza
che se oggi siamo a questo punto è perché,
probabilmente, la politica, tutta la politica, ed ancora di più in questi 4
anni nulla ha fatto per cercare di
riformare profondamente la sanità calabrese.
Voglio solo ricordare la
grande approssimazione che c’è stata rispetto ad alcuni provvedimenti. Voglio
ricordare che si sono fatti provvedimenti importanti nottetempo. Voglio
ricordare che nottetempo abbiamo accorpato le Asl. Voglio ricordare che in
maniera non proprio cristallina, ma, comunque, è stato abolito il ticket.
Voglio ricordare che sol perché una trasmissione televisiva ha fatto vedere un
direttore generale che non riusciva a dare delle risposte, abbiamo ritenuto che
era fondamentale accorpare una fondazione con l’Università.
Ma tutto questo lo sapevamo
prima o “Report” ci ha aperto gli occhi? Ritengo che lo si
sapeva anche prima che qualcosa non funzionava, Presidente.
Allora noi non possiamo e non
dobbiamo farci guidare da quello che è il sentimento comune. La politica deve
guidare i processi e deve cercare di dare le risposte. Ma le risposte, o meglio
le domande le conosciamo tutti.
Quando continuiamo a dire che va riformata la rete ospedaliera, quando diciamo
che 46 ospedali in Calabria sono troppi, quando diciamo che c’è una ospedalità che non è complementare all’ospedalità
pubblica, quando diciamo che mancano i centri di eccellenza poi, però, ecco la
cosa strana, ci ritroviamo a discutere in maniera molto superficiale di
cardiochirurgia sì o cardiochirurgia no a Cosenza, senza renderci conto che
probabilmente ancor prima della cardiochirurgia dovremmo cercare di salvare i
pazienti attraverso la formazione dei centri di emodinamica su tutto il
territorio regionale.
Allora, Presidente, il senso
di responsabilità, il richiamo che è stato fatto noi lo condividiamo. Siamo
contro il commissariamento da parte del Governo della sanità calabrese ma siamo
anche contro il commissariamento da parte del Consiglio regionale.
Riteniamo anche che non è
giusto far pagare ai calabresi, alle famiglie il prezzo di tutto questo…, io
non ho avuto modo di vedere gli emendamenti che sono stati – questa è
probabilmente una mia deficienza – predisposti. Non ho avuto modo perché il
tempo è stato breve li abbiamo visti solo oggi.
Noi siamo contro il fatto che
le famiglie già in crisi, le imprese già in crisi debbano pagare per quello che
noi non abbiamo fatto.
Alla Calabria dobbiamo dire
questo: noi non abbiamo saputo fare quel che era necessario fare. Il primo lo
dico io che sono alla mia prima legislatura. Anch’io ho le mie mancanze e le
mie colpe. Questo è il senso di responsabilità che voglio dare anche per il
ruolo che ho avuto, perché oggi non è la fine di una fase, Presidente,
ma, secondo me, è l’inizio di una discussione.
Oggi in questo Consiglio
regionale si inizia una nuova fase alla quale tutti noi dobbiamo partecipare e
dobbiamo assumerci le nostre responsabilità. Tutti noi abbiamo il dovere di essere attenti, responsabili e, soprattutto, di essere
veri con
Allora dicendo che siamo
contro il commissariamento – come dicevo poc’anzi –, che siamo contro l’aumento
delle tasse verso i nostri calabresi, avremo sicuramente, come abbiamo sempre
fatto, partecipato a qualunque forma di iniziativa.
So che ieri il Presidente Loiero ha convocato sia il capogruppo del Pd che il
capogruppo del Pdl per discutere di sanità. Se
fossimo stati convocati anche noi, avremmo anche partecipato le nostre ragioni
e offerte le nostre valutazioni. Non è stato possibile, lo facciamo oggi qui in
Aula, lo faremo quando ci saranno le conferenze stampa e lo faremo anche in
tutte le occasioni in cui ne avremo la possibilità.
Domenica è l’inizio di una
nuova fase, quella trasmissione “Report” deve rappresentare per noi l’inizio di
una nuova fase, di un nuovo percorso che deve vedere maggiore condivisione e
maggior senso di responsabilità fra tutte le forze politiche.
Presidenza del Presidente Antonio Borrello
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Abramo. Ne ha facoltà.
In maniera breve,
parlo a nome della minoranza, perché
poi farò una piccola dichiarazione alla fine del mio piccolissimo intervento.
Io non riesco a
capire come l’onorevole Pacenza
abbia potuto fare, con una minoranza che è sempre stata costruttiva, l’intervento che ha fatto. Non
capisco, rispetto a questo documento che oggi viene portato in Aula, quale
contributo noi dovremmo dare su un risanamento di debito, non capisco quale
approccio dovremmo avere con la maggioranza per aiutare
E non serve parlare del passato perché chi viene eletto e ha la responsabilità di guidare una Regione
avrebbe dovuto prendersi la responsabilità, caro onorevole Pacenza,
in quattro anni di portare un Piano sanitario che avrebbe risolto molto tempo
prima la questione . Non ve ne potete venire al quarto anno a dire ai calabresi
queste cose, perché è vergognoso dopo quattro anni, dopo aver dato la nostra
disponibilità a discutere su un presunto Piano sanitario, non avere avuto
l’opportunità di averlo in Commissione.
Quando lei, onorevole Pacenza,
si riferisce all’80 per cento dell’indebitamento fatto dalle precedenti
amministrazioni, ma ha
letto cosa dice, l’advisor,
Se, poi, vi riferite a quale contributo dovremmo dare
noi oggi, vi dobbiamo dire che dopo quattro anni,
senza avere approvato il Piano sanitario, senza aver, rispetto ai punti, agli
obiettivi che
Vorrei che i giornalisti spiegassero ai calabresi quello che sta accadendo,
che è iniziata un’epoca per i cittadini calabresi, per via del fatto che
un’amministrazione non riesce, dopo quattro anni, ad approvare un benedetto
Piano sanitario e a razionalizzare la sanità, perché una proposta nelle nostre
mani, da parte vostra, non l’abbiamo mai avuta e vi abbiamo detto mille volte
che eravamo d’accordo ad aiutarvi su due cose fondamentali, la ristrutturazione
della finanza regionale, quindi del bilancio, ristrutturazione vera, e al Piano
sanitario avremmo anche votato a favore , se in maniera responsabile voi aveste
portato alla nostra attenzione questo benedetto Piano.
Oggi noi ce ne andiamo e credo che i calabresi capiranno
fra un po’ cosa significa anche pagare i debiti con l’Ilor
e l’Irpef.
Perché non dite cosa verrà applicato alle aziende? Non
basta scriverlo che verrà aumentato, dite le cifre che andranno a pagare le
famiglie calabresi, dite le cifre che andranno a pagare le attività
commerciali, quindi imprenditoriali in genere, dite le cifre che andranno a
pagare, perché forse qualcuno e anche i giornalisti cominceranno a capire cosa
significa aumentare, 156 milioni, in un momento in cui c’è una grossa crisi
finanziaria ed economica del Paese. Andate a spiegarlo voi, noi lo andremo a
spiegare nella conferenza stampa che faremo martedì, anche con l’Udc che
parteciperà.
Su quest’atto non possiamo dare nessun contributo,
nessuno; sul fatto che voi dovete pagare i debiti aumentando le tasse,
l’opposizione non può dare nessun contributo. Basta con il politichese, andiamo
nei fatti. E’ bello dire a parole: “Non aiutate
Quindi, a nome della minoranza,
noi abbandoniamo l’Aula.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Guerriero. Ne ha
facoltà.
Io non amo confrontarmi in termini polemici con nessuno, né tantomeno con il collega che mi ha
preceduto, ma è facile fare alcuni discorsi di carattere demagogico e parlare sempre un linguaggio
che appartiene, almeno all’occhio distratto della gente, alla società civile, quando si è in politica da
tanti anni. Di conseguenza, non so
chi è che parla il politichese, se siamo noi che siamo in politica forse da
maggiori anni oppure chi, invece, vuole ad ogni costo nascondersi dietro un linguaggio che, evidentemente, tende a farlo
apparire come qualcuno che viene sul terra, è quasi un
Messia, a parlare un linguaggio diverso da tutti i colleghi presenti in
quest’Aula.
Io ritengo che nessuno abbia intenzione di parlare
politichese, né tantomeno ha parlato politichese il collega Franco Pacenza, il quale ha fatto un discorso di grande rilevanza
politica e di grande responsabilità, per quanto mi riguarda. Non hai bisogno di
difese d’ufficio, caro Pacenza, però mi pare doveroso
mettere in giusto risalto le cose che si dicono in quest’Aula.
Dovremmo avere il senso della responsabilità
in questo momento e a me pare che a molti questo senso di
responsabilità manchi. Chi vi parla, a nome del gruppo
socialista, vi può dire chiaramente che noi non abbiamo certo responsabilità,
né negli anni passati né oggi, di come è stata gestita la sanità in Calabria,
però abbiamo la consapevolezza, proprio per la cultura che ci contraddistingue,
che noi, o in maggioranza o in minoranza, dobbiamo dare un contributo
costruttivo alle cose che si verificano in questa terra.
Non v’è dubbio, vi sono ritardi atavici, vi sono
situazioni che, evidentemente, potevano essere corrette e non certamente oggi
ci troviamo a discutere qua solamente per una trasmissione televisiva, ci
troviamo a discutere con senso di responsabilità di fronte a fatti che
rischiano di far sprofondare
Nessuno può nascondere l’evidenza di queste cose. Io
apprezzo il senso di responsabilità degli amici dell’Udc, il grande senso di
responsabilità nell’intervento di Michele Trematerra,
nel dare contributi. Io penso che, ad esempio, la proposta che viene all’attenzione
del Consiglio sia seria, ha delle fondamenta serie, mette il Consiglio nelle
condizioni, nel momento in cui porta avanti una legge delega di questa natura,
di essere un soggetto che controlla le cose per come andranno avanti nel
futuro. Non v’è dubbio che questo è l’obiettivo che questo Consiglio si vuole
prefiggere.
Guardate, io penso che abbiamo la capacità anche di
assumerci delle responsabilità, sappiamo che vi sono delle scelte impopolari,
in questo momento, che dobbiamo farlo, lo sappiamo, abbiamo la consapevolezza
tutti. Andremo un po’ a correggere laddove vi sono storture, non v’è dubbio, ma
non le andremo a correggere sull’onda emotiva di una trasmissione televisiva,
perché questa consapevolezza della crisi che attraversa la sanità in Calabria è
una consapevolezza che non abbiamo scoperto ieri, ma è da tempo immemorabile
che si parla di questo.
Qualcuno può dire, come ha fatto Abramo, : “Ma anche voi da quattro anni avete governato, avete
fatto questo, avete fatto quest’altro”. Certo, dobbiamo pure dire che abbiamo
avuto anche la possibilità di andare a scavare nell’ambito della sanità per
capire un attimo che cosa stava succedendo nella sanità calabrese, nelle ex
Asl, laddove ogni cosa andava bene, tutto va bene, “madama la marchesa”. Quante
riunioni in seconda Commissione abbiamo fatto, quante audizioni, colleghi
consiglieri, abbiamo avuto con i direttori generali dell’epoca e abbiamo sempre
avuto la consapevolezza, da parte loro, che non c’erano buchi nella sanità, che
le cose andavano bene, che le cose camminavano.
Oggi si è scoperto questo grazie all’impegno che
Ebbene, io dico che vi sono dei meccanismi strutturali
che vanno rinnovati, lo dico dalla parte della maggioranza, ma non – ripeto –
per “Report”, perché evidentemente – lo dicevo nell’altra riunione di Consiglio
– è verità quando si dice che vi sono direttori generali che hanno fatto il
loro tempo, la loro stagione, coloro i quali hanno creato buchi profondi nella
sanità, direttori generali che ancora oggi anche a “Report” hanno dimostrato di
valere quello che valgono. Ad esempio, a Locri non è possibile che si vada
avanti ancora con primariati inventati da qualcuno, senza il confronto di
nessuno. Locri è una realtà importante, difficile.
Ebbene, ancora oggi si va avanti in questo modo, cari
colleghi.
Noi non possiamo pensare che coloro i quali hanno creato
questo buco e che hanno avuto anche la premialità a fine anno possano continuare a gestire la sanità in
Calabria, in modo particolare dopo aver fatto questa legge. Noi diciamo che
questa legge va fatta immediatamente, però diciamo, altresì, che tutti coloro i
quali hanno contribuito a queste cose debbono essere mandati a casa, in maniera
chiara, perché la responsabilità politica ce l’assumiamo tutti fino in fondo,
l’impopolarità ce la prendiamo tutti fino in fondo, però chiaramente un segnale
forte da parte di questo Consiglio, da parte della Giunta va dato e in termini
immediati.
Noi non vogliamo entrare nel merito se va accorpata
Noi riteniamo che le linee-guida tracciate dai colleghi
Borrello e Pacenza e proposte a questo Consiglio e
quelle tracciate dalla Giunta si integrino in maniera perfetta con quelle che sono
le esigenze di un Piano di rientro.
Abbiamo la consapevolezza che siamo garantiti come
Consiglio, siamo garantiti dalla Giunta e dalla Commissione competente che
andrà a controllare – così come prevede la proposta – periodicamente quali sono
i risultati che si raggiungono man mano che si va avanti. Ed io voglio
ripeterlo – sarò petulante –,
la garanzia politica la affidiamo nelle mani del Presidente Loiero e
della Commissione competente del Consiglio regionale; la garanzia gestionale,
però, non possiamo affidarla agli stessi soggetti che fino ad oggi hanno creato
questo danno.
Allora invito il Presidente Loiero, a
nome del mio gruppo, del mio partito, a prendere dei provvedimenti seri.
Abbiamo capacità in Calabria e intelligenze che possono
realmente modificare una tendenza che si è incancrenita. Non è possibile che,
in Calabria, si vada a fare acquisti sconsiderati, senza un minimo di
regolamentazione. Certo, per fortuna abbiamo portato avanti la legge che
riguarda la centrale unica degli appalti, e questo metterà molte cose in
regola. Ieri il Presidente Loiero ha insediato ufficialmente l’ex magistrato Boemi
alla guida di questa importante struttura, però naturalmente, al di là di
questo, noi dobbiamo controllare, monitorare la spesa giornaliera della sanità
in Calabria, ed io dico non solo della sanità, perché non è solamente la sanità
che ha di questi problemi.
Nel 2005 – è bene ricordarle le cose e anche a chi
pontifica, oggi
all’interno del centro-sinistra, non in quest’Aula, ma di aule parlamentari-,
ad esempio nel dipartimento dei lavori pubblici, si sono trovati buchi enormi.
Bastava fare una lettera d’impegno senza copertura finanziaria ai Comuni, che
corrono oltretutto il rischio di dissesto, perché si cedessero finanziamenti
fittizi e non certamente concreti: 1 milione, 2 milioni di euro, 30 milioni di
euro, parliamo di cifre enormi.
Queste sono le regole che dobbiamo cercare un attimo di
mettere in campo, per evitare che questi dirigenti, questi direttori generali,
questi dirigenti di settore possano pensare di gestire la cosa pubblica senza
un indirizzo di carattere politico, di poter essere i padroni del vapore. Ed è
questo il discorso.
Guardate, topi, topini, a me non interessano le cose.
Certo è che non v’è dubbio che vi sono eccellenze in questa Calabria, ci sono
eccellenze a Reggio Calabria quando parliamo di
nefrologia, e nessuno le mette in risalto; ci sono eccellenze a Catanzaro,
quando parliamo di cardiochirurgia e non solo; vi sono eccellenze a Cosenza.
Io non condannerei tanto la trasmissione “Report”,
perché questa trasmissione è partita in un modo,
facendo vedere ciò che avviene al tanto rinomato “San Raffaele” di Milano,
facendo vedere ciò che avviene nella clinica privata “Santa Rita” a Milano,
facendo vedere che in Calabria vi sono ospedali che non hanno motivo di
esistere, dove vi sono più dipendenti che ammalati, dove vi sono più posti
letto che ammalati.
Queste sono le verità, non l’aveva messo in negativo.
Noi siamo caduti nella negatività, Presidente, non per lei certamente, ma per
l’atteggiamento anche a volte apparentemente mafioso da parte di qualche
dirigente generale. Non è possibile che si diano quelle risposte in
televisione, facendo vedere una Calabria che non c’è. Non è questa
Sono queste le cose che fanno sì che
Mi diceva un bravissimo direttore generale, l’altro
giorno, che in alcune realtà del Nord Italia, dopo aver visto questo servizio
in televisione, la gente ha paura di scendere in Calabria perché dice: “Se mi
sento male, dove vado ad essere ricoverato?”. Ma la malasanità in Calabria sta
diventando realmente un fatto che ad ogni costo deve essere posto al ludibrio
della gente. Non è così, in Calabria c’è anche una buona sanità, in Calabria
esiste una buona sanità come esiste nelle altre regioni d’Italia. E’
Oggi, in questo momento in modo particolare, non si può
ragionare su questa vicenda di pensando ad una campagna elettorale che guardi
alle comunali, laddove si vota – sono 150 i Comuni in Calabria – o alle
europee. Chi pensa questo vuole il male di questa terra, ecco perché ha ragione
chi sostiene che oggi, per una esigenza di carattere
morale soprattutto, maggioranza e Consiglio regionale tutto, si ha il dovere di
venire qua con delle proposte per dire che cosa si condivide e cosa non si
condivide.
E’ questo il modo serio di porsi, di essere realmente
coloro i quali predicano un riformismo che non c’è. Questo è il vero riformismo
e noi socialisti siamo i padroni del riformismo in questo Paese per la nostra
storia, per la nostra cultura. Altri si appropriano di questa parola, ma non
appartiene certamente a coloro i quali oggi si alzano e vanno via, abbandonando
l’Aula.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Feraudo.
Ne ha facoltà.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo brevemente per
esprimere una valutazione su quello che è il punto all’ordine del giorno. Io ritengo che siamo arrivati
in netto ritardo rispetto all’emergenza sanità
in Calabria, pur tuttavia questo ci carica di ulteriori
e più grosse responsabilità e, ancor più, ci
impone di approvare oggi questa legge, per affermare un principio. Il Consiglio regionale,
approvando la legge, può incidere
sulle linee di indirizzo che, altrimenti, gli verrebbero sottratte, perché il
commissariamento sottrae ogni potere di intervento al Consiglio regionale.
E’, quindi, un motivo in più perché oggi,
responsabilmente, il Consiglio regionale approvi la proposta che viene dalla
Giunta con le proposte emendative che sono state avanzate dai colleghi Borrello
e Pacenza.
Io dico, brevemente, che la sanità in Calabria,
purtroppo, versa nello stato in cui è, è sotto gli occhi di tutti,
probabilmente ci siamo cullati in passato sulle rassicurazioni che venivano
anche dalla Giunta, dagli assessori che ci sono stati, ci tranquillizzavano che
i conti fossero a posto. Abbiamo scoperto, invece, che c’è una voragine e c’è una drammaticità a
cui, necessariamente, bisogna porre rimedio e rispetto alla quale, bisogna
riconoscere, il Presidente Loiero ha lavorato in maniera determinata e
confrontandosi con maggioranza ed opposizione, per arrivare ad una soluzione
che potesse evitare il peggio.
Probabilmente ci sono state delle responsabilità, signor
Presidente, che non appartengono alla politica, ma alla gestione: i casi
accertati di mala gestione del comparto sanitario sono stati resi noti anche
sulla stampa, c’è stato un uso distorto di quelle che sono le risorse
sanitarie, probabilmente ci sono state delle aree della Calabria che, più delle
altre, hanno aggravato il deficit nella sanità proprio con una mala gestione.
Infatti, sappiamo quello che è successo in alcune aziende sanitarie, le ruberie
che ci sono state, perché lei stesso, Presidente, portava ad esempio il
pacchetto di cerotti che è stato acquistato per qualche
migliaia di euro. Questo è emblematico di come è stata considerata la
sanità in Calabria per molti anni, questo avendo riguardo ad un pacchetto di
cerotti, immaginiamoci sulle strumentazioni e sui macchinari cosa è successo in
Calabria!
C’è stato e c’è ancora il business dei
pignoramenti presso terzi, Presidente, che rappresentano una fonte di risorsa
per un sistema che si muove intorno alla sanità calabrese, rispetto alla quale
bisogna pur dire che non c’è stata mai, probabilmente, la volontà di dare un
taglio netto, perché questo ha incrementato sia il malaffare nella sanità e ha
incrementato le tasche e le risorse di un mondo che non ha niente a che vedere
con la tutela della salute dei cittadini.
Oggi, quindi, dobbiamo porre rimedio, dobbiamo cercare
di sforzarci tutti insieme per trovare una soluzione e
per aiutare questo processo di risanamento della sanità in Calabria. E’ una
cosa difficile, è un percorso difficile,
però dobbiamo responsabilmente dare mandato al Presidente della Giunta, perché
con le linee-guida che oggi andremo ad approvare possa tentare di risanare il
deficit sanitario.
Mi dispiace, mi è dispiaciuto – faccio solo
un’osservazione – che la responsabilità per danno erariale, ma io dico la
responsabilità di coloro che poi hanno determinato questi guasti in sanità,
anche visivamente sia stata posto all’ultimo punto. Io avrei posto come primo
punto del risanamento proprio l’accertamento della responsabilità di questi
signori che hanno commesso queste illiceità e che hanno determinato più di
altri questo buco nella sanità, rispetto a responsabilità non solo contabili, Presidente, ma queste persone devono essere identificate e
rimosse dall’incarico. Questo è il segnale forte che bisogna dare ai calabresi,
questo è il segnale forte perché, accanto ad una politica di rigore, occorre anche
un intervento di rigore nei confronti di dirigenti e funzionari che hanno
utilizzato la sanità in Calabria per fare business. Questo lo dobbiamo
riconoscere, perché in alcune aziende sanitarie questo è successo.
Rispetto a questo chiediamo un’inversione di ordine dei
punti e dopo chiamare i cittadini con l’aumento dell’addizionale Irpef e
dell’Irap. Non possiamo chiedere ai cittadini di pagare il disavanzo con le
tasse ai commercianti con l’Irap, senza prima accertare e punire severamente
coloro che hanno contribuito in maniera irresponsabile a creare questo guasto
nella sanità in Calabria. Questa è la prima cosa.
Probabilmente un errore l’abbiamo fatto, Presidente, che
è stato quello di avere eliminato il ticket. E’ una valutazione unanime,
perché dal pagamento del ticket erano esonerate le fasce deboli. Oggi
questo ticket viene introdotto avendo cura, Presidente, di salvaguardare
le fasce deboli, perché l’esenzione deve permanere per quelle fasce, perché
bisogna evitare che si crei una diseguaglianza,
perché nel momento in cui le fasce deboli non pagano il ticket e non lo
pagano pure le fasce abbienti, significa che si crea una disparità tra i
cittadini, mentre è giusto che il beneficio dell’esenzione dal ticket riguardi
soltanto i cittadini bisognosi e coloro che hanno una fascia di reddito bassa.
Ritengo che, nello stesso tempo, il segnale forte è che coloro
che hanno la possibilità di pagare debbono pagare il ticket.
Pertanto, questa inversione di
tendenza ci deve essere e su questo aspetto, probabilmente, le scelte fatte in
passato si sono rivelate sbagliate ed
hanno contribuito ad alimentare questo deficit.
Una preghiera, Presidente: io so che queste operazioni
di risanamento comporteranno lacrime e sangue per i calabresi, ma nello stesso
tempo penso che i calabresi capiscano che è il momento in cui bisogna, anche
con una cultura e un approccio diversi verso la sanità contribuire ad aiutare
questa Regione ad uscire fuori da questa voragine,
però avendo cura di salvaguardare quei presidi ospedalieri che si trovano in
zone disagiate della Calabria. Non tutti gli ospedali sono posizionati allo
stesso modo, ci sono ospedali di montagna che hanno collegamenti viari
difficili, collegamenti che rendono difficile il percorso per arrivare in altri ospedali.
Per cui la preghiera, Presidente, è che nelle scelte,
nelle decisioni che lei e la sua Giunta andranno ad adottare o lei in qualità
di Presidente e responsabile del dipartimento sanità, possa tenere conto del
disagio che hanno alcuni ospedali, ospedali di montagna con collegamenti viari
difficili che, peraltro, si sono distinti per avere gestito in maniera corretta
e sana la sanità, quindi anche avendo riguardo ad una differenziazione tra aree
o quantomeno aziende ospedaliere, aziende sanitarie che hanno gestito in malo
modo e in maniera veramente irresponsabile la sanità ed altre aree che, invece,
sebbene con difficoltà e con un deficit che pure esiste, però hanno sicuramente
operato con maggiore responsabilità.
Sotto questo aspetto,
ovviamente non ci sottraiamo, non mi sottraggo dal sostenere la proposta di
legge, convinto – come sono – che il suo impegno, così come è continuato fino
ad oggi per portare in Consiglio questa proposta, continuerà da oggi in avanti.
Sotto l’aspetto del contributo, il gruppo dell’Italia dei valori è disponibile
a sostenere e a dare il contributo perché questa soluzione, questo risanamento
possa al più presto attuarsi, partendo dall’inculcare ai cittadini una nuova
cultura. Oggi il sacrificio si chiede nell’interesse nostro e dei nostri figli.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole De Gaetano. Ne ha
facoltà.
Io credo che il dibattito che abbiamo oggi
sia difficile, complicato e credo ci si debba
interrogare un po’ tutti. Noi abbiamo avuto questo disavanzo che è stato certificato ancora in maniera non definitiva
dalla società incaricata dal Governo regionale e da quello nazionale, il primo
dato che va messo in rilievo è che questo debito che è molto alto, sono circa 2
miliardi di euro, deriva per la grande parte dalla gestione Chiaravalloti
e, per una parte, dalla nostra gestione.
Ora, anche se l’80 per cento non deriva dalla nostra
gestione, questo non ci salva, perché io credo che in sanità dovremmo cercare
di utilizzare questa occasione del Piano di rientro per modificare gli aspetti
sostanziali. Io credo che noi dobbiamo utilizzare questo Piano di risanamento
puntando non a fare un piano di tipo ragionieristico, cioè a dire che venga
qualcuno a dire “bisogna tagliare qui, qui e qui e mettere i conti in pareggio”,
ma bisogna utilizzare questa occasione per tagliare molti sprechi che ancora ci
sono in sanità, cercando di dare, nel contempo, più garanzie e più servizi alla
cittadinanza calabrese.
Vedete, molti di voi, molti colleghi sono intervenuti
parlando della trasmissione “Report” dell’altra sera. La cosa che più mi ha
colpito è che ci sono ospedali nella nostra regione che vengono
chiamati tali , ma che sono dei
luoghi dove non esiste la cura e la salute.
Io non ho problemi a
fare una battaglia per chiudere questi ospedali, ma faccio una battaglia per chiudere questi ospedali non per fare cassa, ma perché è indegno per un cittadino
calabrese e italiano ricoverarsi in alcuni
ospedali che non danno servizi e garanzie, è
indegno per un cittadino calabrese che ci siano ospedali che siano solo di fatto ospedali, dove non si fa un intervento
chirurgico, dove ci sono condizioni igienico-sanitarie che sono al limite della decenza umana.
Noi
dovremo fare un piano che parta da questi disservizi e punti a chiudere questi ospedali, ma nel contempo
dare a quelle popolazioni, soprattutto nella Piana di Gioia Tauro, dove – credo – è
più alto il rischio, dove ci sono queste strutture che non danno questi
servizi, dare a queste 100 mila persone, ai cittadini
calabresi che vivono in quella zona ospedali degni di questo nome.
Credo
che sia utile e necessaria la costruzione dei
nuovi ospedali, che devono diventare veramente
dei poli di attrazione, con tutte le
tecnologie degne di questo nome, e che soprattutto tolgano l’emigrazione o azzerino l’emigrazione sanitaria che colpisce la nostra regione, perché sfido chiunque a
dire ad un cittadino della Piana di Gioia Tauro di andare a curarsi in quegli ospedali.
Immagino che nessuno possa dire a un cittadino calabrese di andare a curarsi in quegli ospedali.
Noi
dobbiamo lavorare per chiudere queste
strutture fatiscenti ed aprirne nuove degne di questo nome.
Insieme
a questo, noi non possiamo permetterci il
lusso – come dicevo prima – di fare un piano ragionieristico e dire “chiudiamo
questi ospedali e lasciamo le cose qui come stanno”; bisogna investire e va
bene nel piano la riconversione di questi ospedali che vengono chiusi in case
della salute. E’ una cosa utile e necessaria che prende il modello emiliano-toscano, che è il migliore modello che c’è oggi
nel nostro Paese.
Ma occorre un investimento forte sulla sanità nel
territorio, perché noi non ce la caviamo, io credo che non possiamo pensare di
avere un ospedale ogni
Allora questa riconversione, soprattutto in questi
ospedali che vengono chiusi, si lascia un presidio dove c’è la diagnostica,
dove c’è la specialistica, dove c’è la possibilità di avere un presidio, è una
questione utile e necessaria.
La trasmissione “Report” portava un dato che era quello
delle guardie mediche in Calabria, che – è vero – sono un numero alto, molte
volte spropositato, ma noi non possiamo non considerare il
fatto che
Allora quel centro, quel paese è sguarnito di qualsiasi
possibilità di avere un’assistenza medica. Se andiamo a togliere anche la
guardia medica, andiamo a colpire veramente le esigenze e distruggiamo
qualsiasi possibilità di cura in quei territori, considerando che in questi
paesi all’interno la maggior parte della popolazione che vive ed è residente è
una popolazione anziana, perché i giovani, purtroppo, per mancanza di lavoro
tendono ad andare via da questi paesi dell’interno.
Allora dobbiamo stare molto attenti, dobbiamo fare un
piano che tolga ed elimini le sperequazioni e le ruberie che ci sono state in
questi anni, che elimini gli sprechi, ma nel contempo dobbiamo dare nuovi
servizi e nuove assistenze.
Una cosa la voglio dire con chiarezza: questo piano mi
convince per alcuni aspetti –
lo dicevo prima, la costruzione di nuovi ospedali, la riconversione nelle case
della salute, l’eliminazione di alcuni sprechi –, non mi convince per altri,
sul ticket ho delle resistenze. Io credo che la sanità è un diritto
universale garantito dalla nostra Costituzione, lo dice
Io credo che sia giusto, posso capire se il ticket lo
paga il consigliere regionale, se il ticket lo paga il grande
industriale calabrese che c’è, se lo paga chi è un grosso professionista delle
entrate, ma quando va a pagarlo la povera gente, il pensionato, l’impiegato,
diventa una difficoltà.
Allora noi dobbiamo lavorare – e questo è l’auspicio –,
abbiamo presentato degli emendamenti, capiamo che non è il governo della
Regione che vuole questo, capiamo che Berlusconi e Sacconi impongono questa
norma, ma dobbiamo far capire a Berlusconi e a Sacconi che noi tendiamo a
tutelare le fasce deboli della popolazione calabrese. Questo è un punto imprescindibile
per noi e su questo faremo battaglia politica.
Insieme a questo, io credo – altre due cose e chiudo, il
tempo già è trascorso velocemente – che noi dobbiamo lavorare per tentare, per
esempio, di dare alcuni segnali. Alcuni servizi esternalizzati
in sanità hanno provocato un aumento spaventoso del deficit. Io credo che noi
dovremmo lavorare per internalizzare molti di questi
servizi. Uno dei problemi della sanità calabrese, secondo me, è che una cifra
esorbitante della spesa va alle strutture private.
Io non ho niente contro le strutture private,
intendiamoci, però come ci sono strutture pubbliche che vanno chiuse perché non
danno servizi adeguati, ci sono altrettante strutture private- che non danno
quel servizio di eccellenza- che, secondo me, vanno chiuse, e là si può
risparmiare. Naturalmente, ci sono strutture di eccellenza che noi vogliamo
garantire, ci mancherebbe altro, ma in questo carrozzone della sanità calabrese
ci sono delle strutture e dei doppioni che sono soltanto doppioni del pubblico
che non fanno un servizio, qualitativamente parlando, utile. Allora io credo
che dobbiamo andare ad intervenire là.
Per esempio la riabilitazione, in Calabria, al 94 per
cento è privata. Io credo che su questo una Regione civile debba intervenire,
non si può, non è possibile che la quasi totalità degli interventi in questo
settore siano privati, ci vuole un riequilibrio verso il pubblico e noi
dobbiamo lavorare in questa direzione – come dicevo prima – salvaguardando
quelle strutture private che fanno un ottimo lavoro. Qua nessuno vuole fare la
rivoluzione, la vorrei fare, ma non ci sono le
condizioni; capiamo che siamo in questa situazione, ma salvaguardare quelle
strutture del privato che vanno bene, sì, ma in molte strutture che sono
doppioni inutili, che fanno soltanto spreco di risorse, io credo che là bisogna
intervenire.
L’ultimo aspetto e chiudo: credo che noi dobbiamo
lavorare in questi mesi per non gravare sulla povera gente e quindi non
reintrodurre il ticket, chiudere quegli ospedali inefficienti e dare una
sanità efficiente, ma lavorare sulla qualità degli interventi, e la qualità è
legata anche al fatto che noi riusciamo ad aprire delle strutture e attirare
dei primari che siano veramente degni di questo nome.
In Calabria ci sono alcune strutture, alcuni reparti di
eccellenza negli ospedali calabresi, l’ematologia di Reggio, l’ematologia di
Catanzaro, la nefrologia di Reggio, la chirurgia di Cosenza, che sono ad ottimo
livello, ma ci sono dei reparti, soprattutto nei territori più poveri della Calabria
(Vibo, Crotone) che sono dei reparti che vanno modificati. Anche a Reggio, al
“Riuniti”, insieme a strutture di un certo rilievo ci sono dei reparti che,
invece, non danno quel servizio necessario ed anche c’è una grossa emigrazione
sanitaria.
Noi dobbiamo intervenire sulla qualità, investendo su
primari di qualità che non siano legati all’appartenenza, ma che siano legati
alla competenza.
So che questo può sembrare un discorso demagogico, ma
dobbiamo trovare insieme una soluzione, anche nella nomina dei direttori
generali dobbiamo trovare un meccanismo per svincolare e sganciare la nomina
dei direttori generali dalla gestione politica. Io credo che questo sia un
aspetto fondamentale: insieme alla Stazione unica appaltante che taglierà molte
ruberie in sanità, questo è un punto decisivo.
Io credo che
Allora dobbiamo stare attenti e trovare non un
meccanismo di legge che ci è vietato dai Regolamenti comunitari, ma trovare,
incentivando, mettendo dei regolamenti che anche nelle gare sotto i 150 mila
euro si utilizzi la gara d’appalto e non la procedura d’urgenza diretta e si
utilizzano degli accorgimenti, altrimenti potremo fare tutte le Sua che
vogliamo, ma la maggior parte delle ruberie che sono uscite anche in quella
trasmissione avvengono per motivi di necessità ed urgenza e per cifre inferiori
a 150 mila euro. Questo è un punto decisivo.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Chiarella. Ne ha
facoltà.
Signor
Presidente del Consiglio, signor
Presidente della Giunta, consiglieri tutti, sicuramente non è l’Aula delle grandi
occasioni, quale doveva essere oggi, perché noi
andiamo a votare una proposta di legge unica – io direi – , molto significativa e che forse mai un’Assemblea ha
approvato, proprio per ciò che rappresenta, proprio per quello che andrà a
determinare. Ma la politica, tante volte, proprio quando deve esaltarsi e
rappresentare il meglio di se stessa, rinuncia a farlo.
E’ una cosa che mi ha colpito profondamente, ascoltando
il dibattito in Aula, soprattutto per noi consiglieri regionali che lamentiamo,
spesse volte, di non avere l’occasione di portare avanti le istanze
e gli umori del territorio; quando Assemblee così significative si presentano
alle nostre possibilità, noi quasi quasi ne siamo
infastiditi. Invece io dico che, oggi, noi dobbiamo interrogarci, che oggi
dobbiamo dare il nostro piccolo contributo e dobbiamo farlo sapendo che, nel
campo della sanità – io vorrei usare una frase evangelica – nessuno può
scagliare la prima pietra. Io la intitolerei così questa seduta di oggi, perché
chi punta l’indice accusatore verso il Presidente della Giunta regionale, verso
questo Governo regionale o questa parte della politica, evidentemente,
imbroglia se stesso, evidentemente non partecipa al dibattito per come dovrebbe
partecipare, alimentando la confusione, portando nel dibattito regionale e
nelle aspettative della gente motivi che non fanno ben sperare.
Ecco, questo lo volevo sottolineare perché qui, oggi,
non ci sono due coalizioni che devono fare a gara per sottolineare quali sono
le responsabilità dell’una o dell’altra. Qui non andrò di nuovo a sottolineare
le percentuali che sono addebitabili a questa o a quell’altra coalizione, ma
devo dire, con grande umiltà, che tutta la politica, tutti i partiti, nelle
percentuali che la storia stabilirà, sicuramente sono stati sconfitti, la
politica è stata sconfitta, in questi anni, per come è stata gestita la sanità.
Questo è l’elemento che, paradossalmente, ci unisce nel
dramma che noi stiamo vivendo, e nessuno può scappare via, dicendo che non
c’entra in una situazione del genere, perché veramente è paradossale ed offende
l’intelligenza e la dignità dei calabresi.
Qui, oggi, stiamo registrando ufficialmente dal notaio
che è il Consiglio regionale il disastro della sanità e il disastro della
politica e dei partiti che hanno prodotto questo scempio. Chiaramente, il
Presidente Loiero
– e poteva essere un altro Presidente, anche di un altro colore – deve assumere
delle responsabilità, deve aprire un varco verso un nuovo cammino. Non si può
nemmeno dire che lo si poteva fare prima. Non lo si è fatto, proprio perché la politica,
probabilmente, è ancora troppo autoreferenziale, non aveva compreso quello che
sta succedendo in questi giorni, quello che poteva scoppiare allo stesso modo
quattro anni fa e, invece, è scoppiato in questi giorni.
Ma con questo non vado ad assolvere nessuno, come non
vado a condannare nessuno, perché noi abbiamo ruoli diversi e dobbiamo
riconoscere, però, ad alta voce che, probabilmente, Presidente, bisogna cambiare
assolutamente rotta, anche perché dobbiamo interrogarci.
Io ho ascoltato l’intervento dell’Udc, molto
responsabile, e condivido il fatto che noi dobbiamo rivedere tante decisioni
che ha preso la maggioranza. Noi abbiamo dato ruoli importanti, abbiamo scommesso su dei professionisti, abbiamo
fatto anche delle azioni politiche forti come il maxiemendamento, ma non
abbiamo ottenuto i risultati che volevamo. Di questo, purtroppo, dobbiamo
essere certi, perché non significa sottoscrivere o sottolineare un fallimento,
significa prendere atto che, per come è andata la politica della sanità in
questi anni, quello che noi abbiamo prodotto attraverso alcuni accorgimenti non
ci poteva dare il risultato che speravamo, perché il sistema è rimasto lo
stesso.
Vi do solo dei dati perché,
in provincia di Catanzaro, io sto vivendo il dramma, paradossalmente, di un
accorpamento che io condivido nella filosofia della politica perché dovrebbe
produrre meno sprechi e valorizzare i servizi a favore dei cittadini, ma questo
non è successo. Ed io mi devo interrogare perché questo non è successo. Noi
abbiamo fatto una riforma e non c’è stato uno straccio di progetto che
accompagnasse questa riforma fino al compimento dell’obiettivo che noi ci
eravamo prefissati. E’ fallita la politica, sono falliti gli uomini che
dovevano osservare quella riforma e non l’hanno fatto, ci sono errori di fondo
enormi, perché se no non si spiega come il disavanzo, nel 2006, è di 35 milioni
di euro in provincia di Catanzaro e con l’accorpamento passa a 55 milioni e che
con il 2008 aumenta ancora di più – i dati usciranno in questi giorni – e che,
comunque, le due Asl accorpate registrano, soprattutto in quella di Catanzaro,
tutto il disavanzo in più, i 20 milioni di differenza che ci sono tra il 2006 e
il 2007.
Questo significa che ci sono,
nell’accorpamento, delle aree che vengono penalizzate, e non era questo il
progetto di questo Governo e di questo Consiglio.
E quando l’Udc – e io dico ha
fatto bene – è sceso in piazza a raccogliere le firme del comprensorio di
Lamezia, in pochi giorni ha 12 mila firme e chiede al Consiglio di rivedere una
situazione del genere con iniziative popolari, una legge che dovrà essere messa
all’ordine del giorno – io lo chiedo al Presidente Bova. Può essere approvata,
può essere bocciata, comunque va riconsiderata nel momento in cui andremo a
parlare del Piano sanitario, perché sono scaduti i mesi che l’articolo 40 dello
Statuto dice necessari per portare poi in Consiglio la legge proposta da
un’iniziativa popolare.
Questo per dire che nessuno
ha visto un elemento di cambiamento da quell’operazione che, nel ragionamento
politico, aveva un fondamento, tant’è vero che sicuramente il Governo a livello
nazionale sta tagliando in tutti i settori, sta accorpando, sta riducendo e sta
facendo strage di alcuni elementi importanti che il territorio prima aveva
anche sotto altre forme. Noi, però, questo dobbiamo rivederlo, Presidente,
dobbiamo capire se gli uomini che abbiamo scelto a guidare questi processi non
sono stati all’altezza e vanno allontanati, perché qui non solo paghiamo noi
come coalizione, ma paga soprattutto una regione che è stanca di aspettare un
cambiamento che non arriva mai; anche i debiti che erano nel 2006, 273 milioni,
oggi sono 291.
Allora c’è qualcosa che
veramente non funziona, non va, anzi, per quel che mi riguarda, Presidente, ti
chiedo ufficialmente che, proprio oggi che è in atto un grande ragionamento, un
grande dibattito sulle aree vaste, sui poli urbani, nel momento in cui si va a
riequilibrare il potere istituzionale nei territori, ecco, capire come
territori virtuosi come quelli di Lamezia possano essere anche punto centrale
della provincia forte che rappresentano: Soverato, Chiaravalle, Catanzaro e
Lamezia. Non vedo qual è lo scandalo, se l’azienda provinciale territoriale va
ad esprimere la propria direzione nella zona di Lamezia che, dai conti che
abbiamo visto, è virtuosa, nonostante quello che è successo, nonostante
quell’Asl sia stata annientata ed annessa a Catanzaro.
Quindi dobbiamo rivedere
alcune cose molto importanti, perché noi, Presidente, abbiamo un’occasione
storica nelle mani, perché il tuo coraggio e la tua determinazione non devono,
alla fine, segnare la tua sconfitta, la sconfitta del Governo regionale o di
questo progetto politico. Proprio, invece, il coraggio di prendere nelle mani
una situazione così forte – qualcuno l’ha detto prima di me – che poteva essere
anche messa in un cassetto per farla esplodere per la prossima legislatura,
ecco, proprio questo grande coraggio, invece, deve essere utilizzato per
raggiungere gli obiettivi che noi vogliamo. Ma per fare questo, dobbiamo
assolutamente aumentare il controllo, dobbiamo sicuramente lasciare da parte la
politica che sfrutta la sanità per fare grandi alcuni partiti o alcuni
personaggi. Dobbiamo puntare sui punti di eccellenza
ed io le chiedo anche in quest’Aula di non sottovalutare quello che già il
Piano precedente ha detto da molti anni, quello di puntare sul punto
d’eccellenza legato al traumatologico, al punto traumatologico regionale, per
evitare che professionalità e strumentazioni divise sul territorio non diano
poi quel risultato importante mentre , invece, un polo d’eccellenza quale
quello sui traumi può offrire alla Calabria la possibilità di avere una sanità
di qualità.
Ed io chiedo, appunto, che si
metta mano e che lei, Presidente, dia un segnale forte perché questo polo, come è stato deciso, debba essere fatto nella Piana di
Lamezia, dove fra qualche mese partirà il centro protesi Inail. Ecco, questo
polo- che non è un fatto di campanile- sia al servizio della Calabria, perché
quell’area è centrale, c’è un aeroporto, c’è una stazione, c’è un’autostrada,
c’è una Piana, c’è il luogo adatto perché un grande
punto di eccellenza, dove possono andare le grandi professionalità e le strumentazioni
più sofisticate, possa migliorare il
livello di una sanità che ancora vede un esodo fuori i nostri confini che non
diminuisce mai.
E’ l’occasione per andare
avanti, per costruire un nuovo momento importante, è l’occasione, a mio avviso,
di dire ufficialmente che la politica ha fallito in Calabria sul tema della
sanità, che nessuno può uscirne a testa alta e che tutti, proprio tutti, da
oggi in avanti, dobbiamo sorvegliare, dobbiamo vigilare, dobbiamo contribuire,
senza pensare ai nostri destini personali, a far sì che
Finisco, dicendo che quando
si andranno ad aumentare le tasse, quando si andranno a mettere i ticket,
bene, non si faccia un’azione indiscriminata, non si agisca sempre e comunque
su quella parte della Calabria che non ce la fa più, che si veda concretamente
e serenamente chi è in grado di poter sopportare questo debito che – ripeto – è
il debito che la politica di destra e di sinistra ha regalato a questa
Calabria.
Presidenza del Presidente Giuseppe Bova
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Talarico. Ne ha facoltà.
Per quanto ci riguarda, abbiamo ritenuto opportuno,
come gruppo consiliare dell’Udc,
rimanere nell’Aula del
Consiglio, affrontare questa discussione per un senso di responsabilità che ci
appartiene. Ritengo che sia giusto che ognuno di noi in quest’Aula, al di là delle legittime posizioni porti il proprio contributo, dica le proprie
idee, confrontandosi su un tema fondamentale, decisivo che non appartiene a
nessuno, come quello della sanità.
E noi lo diciamo con chiarezza – l’ha detto il mio capogruppo prima – : siamo contro un eventuale
commissariamento da parte del Governo, perché io ritengo che questa classe
dirigente calabrese abbia il dovere morale nei confronti dei nostri
concittadini di approfondire, di andare nel merito delle questioni, di andare a
trovare le legittime soluzioni, perché questo è il dovere che ognuno di noi che
è in quest’Aula deve avere.
Ma siamo anche contro questo provvedimento, lo voglio
dire perché noi voteremo contro, siamo in Aula, ci confrontiamo, voteremo
contro questo provvedimento con cui, sostanzialmente, il Consiglio regionale
delega la Giunta a fare quello che il Consiglio regionale avrebbe dovuto fare,
ossia il Piano sanitario regionale.
Sono ben quattro anni che si parla del Piano sanitario
regionale, ci sono stati tanti confronti in Aula, tante discussioni, la
Commissione ha lavorato, abbiamo ascoltato tutta la società calabrese, il mio
partito, l’Udc, ha dato piena collaborazione per l’approvazione del Piano
sanitario. Se noi siamo a questo livello, è perché quell’atto di programmazione
che doveva essere fondamentale a monte, proprio per evitare quello che noi
stiamo vivendo oggi all’interno della nostra regione, non è stato approvato.
Ma, oltre al danno, anche la beffa, perché c’era un
Piano sanitario in Calabria, si poteva contestare o non contestare, però
bastava applicarlo, renderlo operativo. Invece si è lasciata la sanità
calabrese nella confusione più assoluta, non si è fatto assolutamente nulla …
E se le nostre casse calabresi sono in questo
stato, è perché proprio quell’atto fondamentale di programmazione non è
avvenuto, anzi in questa legislatura devo dire che due atti sono stati compiuti
da parte di questa maggioranza che sono da contestare entrambi, che non
c’entrano assolutamente nulla con un modo di programmare in maniera positiva la
sanità. Penso all’abolizione di 1 euro per ricetta. Io mi ricordo
quando l’allora assessore regionale girava tutta la Calabria a dire
“ebbene, è stato abolito 1 euro per ricetta, era stato un impegno elettorale da
parte di questa maggioranza”, ma se dopo quell’abolizione non c’è stato
minimamente nessun intervento sulla spesa farmaceutica e si è lasciato tutto e
il contrario di tutto al proprio destino, è naturale quello che è avvenuto, è
naturale che quello che oggi andiamo a discutere era un atto necessario.
Così come anche la riduzione
delle aziende sanitarie. Vedete, furono abolite – l’ha detto prima bene
l’onorevole Chiarella – qui con un emendamento una serie di aziende sanitarie,
anzi inizialmente dovevano essere cinque le aziende sanitarie, dopodiché non si
sa perché sono diventate sei, perché ancora c’è l’azienda sanitaria di Locri.
Di quell’emendamento ci fu spiegato che questo riduceva la spesa. Ebbene, se
andiamo a vedere i dati del 2007 e li confrontiamo con quelli del 2008, notiamo
che si è passati da 116 milioni di disavanzo a 159 di quest’anno, quindi oltre
ai disservizi e ai problemi che si sono creati nei territori delle Asl che sono
state sottratte, si è aumentata la spesa, si è aumentato il disservizio, e
questo ritengo sia sotto gli occhi di tutti.
Noi abbiamo raccolto le
firme, Presidente. Le ho già inviato una lettera di sollecito molto diretta,
nella quale si chiedeva l’inserimento all’ordine del giorno, perché ci sono
tantissimi cittadini che hanno firmato questa iniziativa di legge popolare per
il ripristino delle aziende sanitarie, su cui questo Consiglio regionale deve
discutere e deve procedere a dare un proprio contributo.
Vedete, c’è una nuova sanità
che è stata tracciata per effetto del federalismo fiscale, proprio ieri è stato
approvato il federalismo fiscale, noi siamo l’unica forza nazionale che ha
votato in maniera convinta contro questo federalismo fiscale, ma all’interno
delle Regioni il federalismo fiscale già si applica e si applica in sanità e
noi vediamo i frutti e i risultati di un federalismo fiscale che è stato
applicato. Immaginiamo se si passa dai costi storici ai costi standard in tutti
i settori, e penso al trasporto pubblico locale, al settore della scuola, della
formazione! Se tutto questo avviene, che cosa potrà determinare all’interno
della nostra regione rispetto a quello che è avvenuto? E questi disavanzi sono
arrivati e oggi i cittadini calabresi sono costretti a pagare l’addizionale
regionale più alta d’Italia, che è l’1,4, che – io ricordo – nella precedente
legislatura avevamo esclusivamente approvato per il 2001, per ripianare quel
debito del 2001.
Adesso è a regime, cioè tutti i nostri cittadini calabresi, sia essi
pensionati, dipendenti, imprese, pagano l’addizionale regionale più alta
d’Italia, che non ha nemmeno l’idea del quoziente familiare, perché il
quoziente familiare dà la possibilità, magari, di avere degli scaglioni, lo 0,9
per determinati redditi, l’1,1 per altri, l’1,4 magari per redditi molto alti.
Invece tutto questo, che
dovrebbe essere in una politica economica oggettiva, per cercare di venire
incontro al grande dramma della crisi che oggi vivono sia le imprese che le
famiglie calabresi, ebbene, tutto questo non è avvenuto.
Ecco perché noi siamo contro
l’aumento della pressione fiscale, non siamo d’accordo. Io ritengo che non si
può prevedere un provvedimento dove la parte delle entrate si traccia in maniera
netta e chiara, la parte delle uscite che riguardano i costi
e quindi tutta l’organizzazione e la razionalizzazione della spesa,
invece, non viene assolutamente tenuta in considerazione.
Allora si sarebbe voluto, in
questi anni( al di là di questi due provvedimenti che
hanno aggravato ancora di più la situazione, quella delle Asl – ripeto – e
quella dell’abolizione del ticket) una organizzazione maggiore, ci
sarebbero voluti maggiori controlli, tenere sotto controllo la spesa
farmaceutica, al di là del 13 per cento che è previsto dalle norme nazionali;
accentrare l’acquisto di beni e servizi, che è essenziale; un contenimento
concreto dei costi del personale, perché mentre noi parliamo, ancora si
continuano a fare in Calabria concorsi per amministrativi e quant’altro.
Allora un’azione seria di
riorganizzazione del sistema sanitario avrebbe dovuto produrre tutto quello che
dico, una riorganizzazione della rete ospedaliera, fare in modo che ci fosse
più territorio e meno ospedali. Il prossimo Piano della salute, il prossimo
patto per la salute dovrà prevedere per le Regioni una riduzione dal 3,5 dei
posti letto per mille abitanti al 3, quindi significa anche ridurre e contenere
tutta l’impostazione della nostra distribuzione sanitaria e dunque avere dei
distretti che funzionano, dare più territorio e meno ospedali, dare la rete
ospedaliera, costruire dei punti di eccellenza.
Vedete, anche questa
discussione sul polo oncologico: giace in questo Consiglio regionale dal 2006
una nostra mozione firmata anche da me, in cui c’è scritto in maniera chiara
che il polo oncologico doveva essere adeguatamente valorizzato e seguito,
perché era giusto il riconoscimento con l’Ircs.
Adesso siamo arrivati al 2009, ebbene, quel progetto non è stato seguito
adeguatamente, se quello che è avvenuto è sotto gli occhi di tutti.
Ma non si può, attraverso una
trasmissione televisiva, che naturalmente ha messo a nudo le grandi deficienze
della nostra sanità, alla fine arrivare a sopprimere un punto di eccellenza.
Vedete, c’è un’idea sbagliata anche della politica. Noi dovremmo pensare ai
nostri ammalati, a coloro che vivono quotidianamente questo dramma di una
malattia così terribile qual è il tumore, che deve essere adeguatamente curata,
da parte della Regione e delle Università, perché ci deve essere il binomio tra
Regione e Università, perché la ricerca va di pari passo anche con
l’organizzazione sanitaria per mettere a disposizione dei nostri malati delle
strutture adeguate per evitare i viaggi della speranza.
Allora questa è una politica
regionale seria, sana che va incontro alle grandi questioni che sono sotto gli
occhi di tutti.
Abbiamo quest’anno, il 2008,
150 milioni di euro di disavanzo. Penso che sia l’esempio di un mancato
controllo, di una mancata e adeguata verifica di quello che è avvenuto
all’interno della nostra regione. Ci sono certamente enti importanti che hanno
ancora dei finanziamenti del Fondo sanitario regionale: io penso all’Arpacal.
Ebbene, 15 milioni dei fondi del Fondo sanitario regionale vengono distribuiti
per l’Arpacal, quando ci sono altre Regioni dove l’Arpacal, il bilancio –
l’abbiamo visto anche in Commissione – si regge da solo, senza nessun sussidio
del Fondo sanitario nazionale, perché riesce ad essere produttiva per stare
vicina agli imprenditori, ai Comuni, a tutti gli enti che hanno bisogno di un
ente strategico qual è l’Arpacal. Però si continua a dare risorse del Fondo
sanitario regionale certamente ad enti che dovrebbero essere adeguatamente
valorizzati.
Così come, per quanto ci
riguarda, noi siamo contrari a qualsiasi ipotesi di chiusura. Io avrei voluto
che il Consiglio regionale, attraverso il Piano sanitario, andasse anche nel
merito di vedere quali ospedali bisogna riconvertire, attraverso un’analisi
anche dell’offerta e di domanda di prestazioni che in quel determinato ospedale
si dovrebbe fare, cioè un Consiglio regionale non deve essere solo chiamato per
un ripiano – sì, è vero, obbligatorio – dei conti della sanità, ma deve essere
anche e soprattutto chiamato per programmare, per dire esattamente quale
offerta sanitaria all’interno della nostra regione si vuole dare attraverso il
contributo. E noi non ci siamo mai sottratti a questo contributo.
Leggevo proprio nei giorni
scorsi sul “Sole 24 ore” che noi siamo la prima Regione d’Italia come ritardo
nei pagamenti dei fornitori, siamo esattamente a 674
giorni; la Liguria, per esempio, è a 86 giorni. Quindi un fornitore che ha un
rapporto con un’azienda sanitaria deve aspettare due anni per avere pagata una
propria spettanza.
Ecco, sono tutte riflessioni,
a mio avviso, che un Consiglio regionale deve fare, deve cercare di
approfondire; ritengo che quello che è avvenuto rispetto a questa questione
abbia messo a nudo un po’ tutte le problematiche. Io
mi auguro, sinceramente, che da oggi in poi si possa avviare un nuovo percorso,
un percorso di efficienza, di serietà, un percorso
per azionare concretamente dei momenti
di miglioramento, perché io ritengo che tutto questo sia possibile.
C’è questo scorcio di
legislatura. Ho letto gli emendamenti che vanno nella direzione del
miglioramento e di dare maggiore ruolo a questo Consiglio regionale, per dare
un maggiore protagonismo e un contributo. Noi siamo rimasti qui in Aula e non
abbiamo seguito gli altri colleghi della minoranza, proprio perché ci sentiamo
un gruppo consiliare responsabile, perché ci sentiamo prima di
tutto calabresi e vogliamo dare un contributo serio e fattivo a quello
che è un settore decisivo, fondamentale che riguarda la salute dei nostri
concittadini, al quale ognuno di noi, maggioranza e minoranza, non si deve
sottrarre.
PRESIDENTE
Sono le 16,42 di giovedì 30
aprile e diamo la parola al Presidente Giamborino.
Signor Presidente del Consiglio, onorevoli
colleghi, un ragionamento
breve, ma soprattutto semplice,
una considerazione non
condivisibile, ma è il mio pensiero, per apprezzare ad esempio la
bellissima testimonianza del collega Tonino
Acri, che afferma che bisogna stare sul pezzo
che conosci, bisogna conoscere le vicende della sanità calabrese e poi,
eventualmente, parlarne.
Nel merito, sentiamo
dire a tutti nei commenti che i partiti o i vari governi sarebbero più o meno simili, tutti uguali. Non è così, la
casistica e la storia della Repubblica
consegnano, oggi, sotto la possibilità di essere apprezzata da tutti, una
cultura di governo del centro-sinistra sempre pronta a soccorrere il Paese,
nel senso di risanare i
conti del Paese, una cultura del centro-sinistra che va di più ed impegnata – e questo lo riconoscono anche loro stessi – sulla
spesa, alla quale si aggiunge una cultura berlusconiana anche di spesa e di
“velina”.
Io ho la necessità di sottolineare alcune cose dal punto di vista politico, premesso e sancito
tutto quello che ha detto il Presidente del
gruppo del Pd.
Agli amici e colleghi Franco Talarico e Michele Trematerra voglio testimoniare il loro impegno
nelle Commissioni, un impegno puntuale e fattivo. Li ringrazio perché loro rinnovano una cultura
assai radicata in questo Paese, fatta di dialogo e soprattutto di
responsabilità, una cultura mite che, probabilmente, in passato evitò al Paese
la guerra civile. A quella cultura alla quale Michele Trematerra
e Franco Talarico, per storia, si rifanno, mi inchino ed invito e ringrazio il
dialogo e la loro presenza oggi qui in Aula. Se avesse avuto la possibilità il
Presidente del gruppo del Pd di parlare e di vedere questa cosa lo avrebbe
fatto anche lui, ma so che condivide questa linea e che tantissime energie ed attenzione sono spese in queste direzioni.
E’ un
dialogo aperto in favore dei calabresi, però non posso qui non annotare che, diversamente, in questi momenti, in queste
ore, ieri a Roma il capo del centro-destra di questa regione, il sindaco della
città di Reggio Calabria, Scopelliti, era impegnato in una riunione non in favore dei conti
calabresi, ma credo sta tentando di fare
una cosa, una cultura ed una politica che non va in favore di una Calabria che,
in questo momento, va attenzionata nel senso positivo per come questo Consiglio
regionale sta per fare, attraverso una legge,.
Cosa diversa, altri uomini che si appartengono a quella
cultura mite e dialogante a cui facevo segno, come il senatore Franco Bruno, il
quale si spendeva contro il suo partito per andare in favore di una delle città
più belle non solo della Calabria e quant’altro, Reggio Calabria, la legge in
favore di Reggio, l’area metropolitana. Il senatore Franco Bruno, che è uomo di
parte, che vuol dire appartenersi ad un partito, in quel caso il senatore
Franco Bruno è stato di un partito, di una parte, dalla parte dei calabresi.
Questa è la politica del confronto, questo è il confronto che noi chiediamo, il
confronto sui fatti.
Come sui fatti andrebbe assolutamente chiamata
l’opposizione, per dire se questo Piano di rientro, se questo debito è stato
accumulato, come detto da tutti, in modo particolare e se questa nostra
proposta, soprattutto – lo voglio dire, non so quanto il Presidente Loiero
condividerà questa mia opinione che può essere non accettabile – dopo la
proposta di legge quadro, così definita dall’onorevole Adamo, io dico che la nostra cultura ha sentito il bisogno di vedere e
di controllare, di metterci del suo come Assemblea e come partito per
migliorare questo testo. E lo rappresenta e lo testimonia attraverso gli
emendamenti, a cui il Presidente del gruppo, l’onorevole Borrello e l’onorevole
Pacenza ed io solo come testimonianza, ieri sera
abbiamo partecipato.
E non è vero, per scendere nei fatti, se solo uno dà un’occhiata e davvero sta sul pezzo per vedere gli
emendamenti, che c’è il problema e la
paura di dire “le tasse o l’Irpef” – non so cosa si dice – “il ticket…”…
Non è così, ad ogni emendamento presentato il gruppo del Pd ha preteso di dire
che la pratica deve ritornare nella Commissione competente. E questo che vuol
dire? Che la Commissione e l’Aula, quindi, il Consiglio, perché la Commissione
è un pezzo assai importante del Consiglio, essendoci nella stessa tutte le
forze politiche, hanno la possibilità di correggere eventualmente un indirizzo
del genere. Lo possiamo annunciare sin da adesso che non vi è intenzione di
andare a tassare i calabresi, che non intendiamo che la sanità debba essere
migliorata a spese dell’utente e quindi dei calabresi. Questa è un’occasione –
diceva il Presidente del gruppo del Pd –, come tale va colta, in questa
direzione va indirizzata.
Il Piano di rientro, per noi, è un’occasione per mettere
fine agli scempi, non per mettere tasse, per mettere fine a consulenze che non
servono a niente più e a nessuno, per andare a concentrare le risorse, per meglio ottenere risultati ed effetti
salutari, in questo caso, per i calabresi.
Questo è quello che noi intendevamo dire ed ecco perché
mi sento di poter dire agli amici dell’Udc, ma agli amici dell’opposizione,
soprattutto ai calabresi, che questa è la politica che intendiamo consumare. Ci
vuole coraggio, qualcuno doveva assumersi questa responsabilità e se l’assume
oggi, che è una giornata storica, quest’Aula non con una legge così, sic et simpliciter, inviata dal Governo regionale che pure
l’iniziativa era condivisibile, ma dopo aver dato una fermentazione giusta alla
stessa, dopo aver messo in essere paletti istituzionali che mettono al riparo
la democrazia e non certamente l’imperio.
Ed allora noi qui siamo per dire e confermare, ancora
una volta – e mi avvio alla conclusione per dare soprattutto spazio a chi ha
più profondità culturale di chi vi parla – la cultura del dialogo. Come non
annotare i vantaggi per l’Aula, per il nostro partito e soprattutto per la
stessa legge: il dialogo che mette in essere il Presidente del gruppo del Pd,
Nicola Adamo, con il Presidente Loiero sblocca sostanzialmente la partita e Nicola Adamo
non parla a nome e per conto di se stesso – sarebbe, nonostante il suo prestigio,
cosa di poco conto –, parla a nome e per conto di una responsabilità del 50 per
cento di rappresentanza dei calabresi, dello stesso Presidente del Consiglio.
Allora, da una parte sta la politica, dall’altra
responsabilmente il Presidente Loiero ha preso atto – e di questo vogliamo dare
assolutamente testimonianza – che le cose possono assolutamente migliorarsi.
Allora, Presidente, ci avviamo a questa soluzione, diamo
la stura, diamo la partenza con il Piano di rientro che è semplicemente
l’inizio. Il Presidente del Pd ha qui pubblicamente, ufficialmente detto che il
Piano sanitario si appartiene a questa legislatura e che in questa legislatura
vogliamo creare un nuovo stato sociale, se ci riusciamo, in questa direzione,
approvando il Piano sociale ed approvando il progetto di legge suggerito dalla
Cisl calabrese in modo fattivo sulla non autosufficienza.
Insomma, per una serie di situazioni, se messe insieme
con capacità e con unità sostanziale – diceva ancora Nicola Adamo – noi
possiamo assolutamente farcela.
Signor Presidente, va dato merito a chi ha citato il
merito delle pratiche e delle vicende, l’opposizione, a mio avviso, non aveva
motivo di non confrontarsi, vista la storica ed atavica complicità all’interno
di questo problema in cui si trova il Governo regionale, e questo Consiglio fa
bene ad affrontarlo in questi termini.
Chiudo, dicendo che c’è bisogno di unità, siamo per una
Calabria unita e solidale; solo così si può uscire dal guado, solo così si
potrà intravedere la terra promessa. Il sacrificio – ribadiamo – dovrà essere a
carico di chi è responsabile di questa iniziativa, non sarà sicuramente a
carico dei calabresi. Non vi è intenzione di inveire contro i calabresi con le
tasse e con quant’altro, c’è responsabilità di governo in questa forza
politica, c’è responsabilità di governo – lo devo dire – nello stesso
Presidente Loiero,
quando accetta, nonostante l’impellenza, la ghigliottina del Governo, di
confrontarsi con la forza politica del Pd, che sostanzialmente è anche e
soprattutto il suo partito, con l’intera maggioranza e si confronta e – perché
no? – accetta le migliorie proposte dalla politica e quindi da chi ha questo
compito.
Signor Presidente, la ringrazio, con un’ultima
annotazione:
Chiudo con un’annotazione, che è un po’ diventata un mio
pensiero totalizzante, signor Presidente della Giunta regionale: quella cosa
che lei va ripetendo ai calabresi e di cui qui oggi si è taciuto – è male,
secondo me –, la costruzione di quattro nuovi ospedali, quelli da mettere in
uno scrigno di cristallo, in uno scrigno da vetro. Quella è una scommessa sulla quale dobbiamo
confrontarci con l’opposizione, non quella di avere l’obbligo e la
responsabilità di governo di andare a ripianare un debito, ché ormai
assolutamente nessuno vuole concedere più fiducia ai calabresi.
Io credo che tutti insieme,
signor Presidente, tutti uniti – per come diceva Nicola Adamo – si potrà
rappresentare a Roma una Calabria unita e solidale e quindi, consequenzialmente, infine, una Calabria vincente, una
Calabria per quello che è, non una Calabria come vergogna, per come additata da
un ministro della Repubblica come “Regione carogna”. Questa è una regione di 2
milioni di abitanti che dà, ha dato soprattutto nel passato e continua a dare
cervelli assai importanti all’intera umanità. Non si offende, non si usa
aggettivazione in questi termini da parte di un ministro della Repubblica.
Questo noi rigettiamo, contro questo tipo di politica vogliamo opporci.
Quest’Aula, oggi, approvando questa legge per come già
annunciato dal Presidente del gruppo del Pd, fa un’azione di alta civiltà, di
democrazia, dà una risposta politica forte, prende un impegno con i calabresi.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’assessore Naccari
Carlizzi. Ne ha facoltà.
Io non voglio intervenire per ribadire ulteriormente le questioni che
in quest’Aula sono dibattute oramai da tempo,
forse mai come questa volta il provvedimento
intorno alla sanità ha avuto un dibattito ampio, che poi è il precipitato di tutta
la serie di riflessioni fatte
in questi ultimi mesi e che riprendono anche
tante considerazioni svolte nelle
varie Commissioni competenti, dalla sanità al bilancio.
Una considerazione, però,
faccio che sorge anche spontanea, alla luce di quanto detto da alcuni colleghi,
in particolare dai colleghi Borrello e Adamo, cioè ieri è pervenuta alla
Regione la diffida a provvedere ad un rientro per una cifra peraltro
spropositata, perché non è il rientro annuale del 2008, ma è la sommatoria di
una serie di misure e di previsioni di sopravvenienze degli anni precedenti,
per una cifra superiore ai 300 milioni di euro.
Quindi è una procedura, innanzitutto, irrituale,
possiamo anche dire illegittima, perché va a prevedere una somma che non è
quella che, secondo il dettato normativo, dovrebbe essere richiesta alla
Regione per la copertura. Ed arriva con un preavviso, addirittura, di 12 ore.
Ora, può sembrare paradossale ed in
effetti lo è, cioè questo Governo nazionale, in sostanza un Governo che
ha depredato il Mezzogiorno di 27 miliardi di euro fino ad ora con il taglio
dei fondi Fas, che ha approvato il federalismo
fiscale che tutti sappiamo quali scelte ulteriori di diseguaglianza fra Nord e Sud del Paese creerà, nonostante gli
interventi che hanno, in qualche maniera, rimodulato le previsioni iniziali
dell’onorevole Calderoli, hanno limitato alcuni fra i maggiori danni; un
Governo che utilizza i fondi delle aree sottoutilizzate per pagare le multe
alle quote latte degli agricoltori del Nord che non si sono adeguati alla
normativa europea, che quindi hanno avuto dei comportamenti lontani da quelle
che sono le regole comunitarie, che in sostanza ha creato delle voragini e dei buchi finanziari nei Comuni
col provvedimento sull’Ici che chiaramente ha solo una parziale copertura e
quindi ha creato dei disavanzi, dei problemi significativi nelle casse dei vari
Comuni; che ha utilizzato come unica risorsa per i piani anticrisi i fondi per
lo sviluppo del Mezzogiorno, che chiaramente torneranno solo in minima parte
alle Regioni del Mezzogiorno; che con l’eliminazione dei fondi Fintecna ha tagliato, per esempio, 350 milioni di euro per
le strade provinciali della Calabria, che ha tagliato opere importantissime,
strategiche e infrastrutturali nel Mezzogiorno e che poi è intervenuto nel
Mezzogiorno solo per finanziare realtà come Catania, cioè per finanziare
operazioni di natura clientelare, che nulla avevano a che vedere con
l’efficienza della spesa, con rigore dell’amministrazione, con la
responsabilità della politica, ebbene, questo Governo chiede alla Regione
Calabria, dopo averla depredata di una quota enorme di fondi per gli
investimenti, un rientro di oltre 300 milioni di euro in 12 ore!
Io vorrei che su questo
facessimo una riflessione, anche il Polo che forse con un meccanismo di
rimozione ha voluto abbandonare l’Aula, forse per non votare contro, perché
oggettivamente, in coscienza, non si sentiva di votare contro un provvedimento
obbligato che per l’80 per cento è generato dalla loro gestione e una posizione
politica di questo genere è assolutamente inaccettabile.
Io stigmatizzo questo
comportamento che, invece, avrebbe dovuto essere ben diverso, avrebbe dovuto
portare il Popolo della libertà a richiedere per la Calabria il rispetto
istituzionale, la correttezza, la normale applicazione delle leggi che valgono
per tutte le Regioni d’Italia. E se noi ci fossimo comportati in questo modo
con alcuni Comuni che hanno un debito, quello, sì, vero, certo, esigibile,
creato da scelte amministrative come il Comune di Reggio Calabria per l’idropotabile, che ha un debito 80 milioni di euro con la Regione?! Se noi avessimo chiesto al Comune
di Reggio Calabria un rientro a 12 ore o a 12 giorni rispetto a un debito che è contabilizzato nel bilancio regionale?!
Che cosa sarebbe successo?
Noi abbiamo rispetto delle
istituzioni, abbiamo rispetto delle scelte amministrative e, forse, alle volte,
abbiamo addirittura un comportamento che, rispetto alle amministrazioni che non
sono del nostro colore, è addirittura eccessivamente di garbo, proprio perché
abbiamo il complesso mentale di non fare delle scelte di parte e di non fare
delle scelte parziali.
Noi abbiamo rispetto delle istituzioni,
abbiamo rispetto delle scelte amministrative e, forse, alle volte, abbiamo
addirittura un comportamento che, rispetto alle amministrazioni che non sono
del nostro colore, è addirittura eccessivamente di garbo, proprio perché
abbiamo il complesso mentale scelte amministrative responsabili che in altre realtà è
stato fatto molto tempo prima e che oggi
Ecco, rispetto a questo, avendo saputo che
oggi il sindaco di Reggio ha coordinato una riunione dei consiglieri di
opposizione del Popolo della libertà in questa sala, al quinto piano di questo
palazzo, io mi chiedo se questo comportamento irresponsabile fosse stato, fosse
la cifra dei comportamenti di tutti, dove andrebbe a finire la correttezza
delle relazioni, dei comportamenti e l’asserito bisogno di governare
nell’interesse dei cittadini!
Consentitemi di aver fatto questo intervento
che mette a nudo quella che è la vicenda che noi stiamo trattando, perché
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Stancato. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, a dir
la verità, mi ero preparato per questo importante dibattito un certo tipo di
intervento, perché ritenevo che questo argomento, la sanità, dovesse essere un
momento di grande qualificazione dell’Aula
del Consiglio regionale, un momento di assunzione
di responsabilità, pertanto nel momento in cui si sono verificati alcuni
interventi da parte dell’opposizione e poi l’andata via di tutto il gruppo di
opposizione, onestamente ho
ripensato un attimino, per poi riconciliarmi con la dignità di quest’Aula, nel
momento in cui c’è stato l’intervento del
collega Talarico e del collega Trematerra. Loro,
infatti, al di là delle
conclusioni a cui arrivano politicamente, hanno
centrato l’argomento, hanno dato la loro
impostazione, hanno dato il loro contributo alla soluzione dei temi proposti
quest’oggi in quest’Aula. Io non capisco, cioè – mi scusi, Presidente – come il
consigliere Chiappetta, che ha avuto anche una
rilevanza istituzionale nelle Giunte passate, il consigliere Aiello, che è stato assessore alla sanità, possano oggi
sostenere le cose che sosteneva Chiappetta.
E’ semplicemente aberrante! Non si possono sostenere
determinati fatti, quando gli stessi sono stati gli artefici di quello che oggi
denunciano. E’ un momento di grande incoerenza,
ma capisco che forse è il nervosismo preelettorale, forse è il nervosismo perché Agazio Loiero ha avuto il coraggio di
portare avanti un’azione precisa, condivisa, un’azione che prepara ad una
sanità diversa questa nostra terra di Calabria, una sanità, probabilmente, in
cui un sogno ad occhi aperti, che è quello della speranza di essere curati, in
un momento di disagio nella propria terra, in maniera adeguata possa finalmente
avverarsi, perché la legge che stasera il Presidente,
Allora, se questo è il nervosismo, se questa è la
reazione scomposta di fronte a fatti importanti, come quelli che stiamo vivendo
in questo momento in quest’Aula, io rimango ancora più perplesso, perché ritengo che i consiglieri
regionali, a un certo momento del loro mandato, debbano spogliarsi delle
appartenenze e fare l’interesse della propria terra, l’interesse della propria
regione, tanto più che, quando arrivano determinati strali, soprattutto nei
confronti di apprezzati uomini della sanità cosentina su cui fino a pochi
giorni, fino a qualche settimana fa, sui giornali si leggevano lodi sperticate
anche da quegli stessi che oggi ne parlano in altra maniera, ancora di più avviene
dentro di me questa sorta di stupore, di perplessità, ma forse poi capisco che
finalmente abbiamo imbroccato la strada giusta per dare quelle risposte che i
calabresi in questo pianeta della sanità da più tempo si aspettano.
Vedete, amici consiglieri, signor Presidente, questa
sanità calabrese è certamente un mondo tormentato, difficile, io ne faccio
parte come operatore e capisco perfettamente che le scelte non sono facili, non
sono assolutamente da prendere così su due piedi, però si stanno facendo in
tante direzioni e ritengo che queste scelte poi porteranno a quel miglioramento
e a quella condizione di avere nella nostra regione quella sanità che, in
alcuni momenti del nostro territorio, è già polo di eccellenza: vedi Catanzaro
(oculistica, cardiologia), vedi Reggio (ematologia), vedi Cosenza per quanto
riguarda l’ortopedia.
Ebbene, amici, ci vuole veramente il coraggio delle
scelte, delle proprie azioni per riuscire ad avere la contezza di quello che è
successo e cominciare da capo. Questo coraggio, questa maggioranza, questa
maggioranza, questa Giunta, l’hanno avuto, lo hanno portato qui in Aula,
aspettandosi i contributi di tutti, per cercare ancora di più di andare avanti
e di migliorarlo.
Una parte di questo Consiglio ha preferito andar via,
forse perché si è resa conto – come, giustamente, diceva prima l’amico Naccari – che non poteva votare contro questo
provvedimento, perché tanta parte in questo provvedimento è responsabilità di
altri.
Io sono convinto che questa sera noi stiamo scrivendo,
per la prima volta, una pagina importante per ricominciare a costruire una
sanità a misura d’uomo; sono convinto che questo Consiglio, stasera, assumerà
una decisione importante, come quella dell’approvazione di questa legge, che ci
consentirà veramente di varare un Piano sanitario a misura d’uomo e che possa
contemperare tutte le esigenze del variegato mondo della sanità.
Auguro a tutti quanti noi di essere nelle condizioni,
nella capacità di portare questo compito che fa tremare le vene ai polsi, ma
sono convinto che abbiamo un Presidente, una Giunta e consiglieri che hanno e
avranno la capacità di farlo.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Serra. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, onorevoli consiglieri,
intervengo brevemente, non voglio fare un lungo discorso,
perché fra l’altro spesso si assiste in quest’Aula alla ripetizione,
uno dopo l’altro, né voglio fare grossi
proclami o accuse.
Noi ci troviamo, oggi, sicuramente a discutere di una problematica
di fondamentale importanza. Io non lo ritengo
un atto di fondamentale importanza, perché avrei voluto che non
ci fossimo trovati in queste condizioni, quindi avrei voluto che avessimo parlato di altre
cose; avrei voluto che si fosse discusso di come organizzare
la sanità in Calabria
con una situazione economica diversa, però chi amministra , come sicuramente il
Presidente Loiero, che si
trova nelle vesti di guidare una Giunta e quindi
Noi ci siamo trovati sempre in una grande emergenza. Io
mi ricordo, ero sindaco, c’era l’assessore Luzzo, ci
propose un piano e poi quel piano fu sconvolto totalmente, perché c’era sempre
quella difesa forte del territorio, dei territori e, personalmente, io difendo
e discuto quella che deve essere anche in futuro l’erogazione dei servizi
all’interno di un territorio come quello del Pollino, come quello della Valle
dell’Esaro, che non può essere mortificato, da quelli
che sono i provvedimenti in atto e che
Non avrei voluto che questo giorno si parlasse di un
ritorno al ticket, figurati! Questo Consiglio, questa Giunta lo aveva
eliminato. Ebbene, si ritorna perché è così, chi amministra deve anche andare a
vedere come recuperare.
Mi auguro – e lo diceva bene stamattina il Presidente Loiero
nella riunione che c’è stata con i capigruppo – che le fasce deboli non saranno
toccate, che saranno salvaguardate e che, comunque, signor Presidente, si
faccia un controllo serrato e forte all’interno di quelli che vanno a
prenotarsi al ticket,
perché ci sono numerosi e numerosi cittadini che dichiarano sempre un reddito
più basso. Dovremmo fare i controlli incrociati, perché anche questo è un modo
per evitare i furbi e che questi furbi vadano ad aumentare il debito sempre di
più, a discapito di un’erogazione di servizi seri che deve essere fatta
all’interno dei nostri territori.
Non è possibile che si possa arrivare a questa
situazione e i cittadini, gli utenti possano pagare all’inizio del Terzo Millennio – sono passati già
parecchi anni che discutiamo di queste cose –; un cittadino che vive una
precarietà enorme, che vive una situazione economica brutta per quella che è la
situazione anche sul lavoro, sui precari e su altro, e a questo ci andiamo a
mettere anche una serie di provvedimenti che non possono essere sicuramente ben
accetti dalla popolazione calabrese. Però dobbiamo dire “noi lo dobbiamo fare”
e farlo.
Quindi mi auguro che questi provvedimenti siano fatti
sicuramente con il ruolo che andrà a ricoprire da giorno 1 il Presidente della
Giunta quale commissario di questa emergenza, però
nell’emergenza invito anche il Presidente a confrontarsi con quelli che sono i
ruoli istituzionali, i ruoli che ricopriamo noi all’interno delle nostre realtà
per fare una proposta che vada sicuramente a tenere conto di queste cose, però
che non vada a danneggiare ancora di più quella che è una situazione, a livello
di prestazioni, per quanto riguarda la sanità all’interno della provincia di
Cosenza e della Calabria
Pertanto, mi auguro che tutto questo possa essere
affrontato serenamente, dopo, nel mese di maggio, e che noi possiamo avere
anche un confronto sereno, tutto il Consiglio, e che possa anche dare una
svolta definitiva per quello che riguarda il discorso della sanità. Però,
signor Presidente, evitiamo che personaggi che occupavano posti importanti
anche nella precedente Giunta, nella precedente gestione, si trovino a gestire
la sanità a tutt’oggi, avendo creato voragini, avendo creato danni all’interno
di tutta la sanità.
Evitiamo che ci sia la riproposizione di alcune figure
che poi hanno rappresentato il mal gestire e non il malaffare, perché questo
non lo posso dire, ma quando non si riesce a gestire i fondi della sanità,
quando vengono date indicazioni forti e serie da parte di un Esecutivo, però
poi non vengono rispettate, sicuramente questa è gente che deve andare a casa,
perché quando il politico non può uscire per le piazze, quando assistiamo ad
una serie di lamentele che si ripetono giorno dopo giorno, sicuramente siamo
impotenti a rispondere.
Per quanto riguarda il sottoscritto e quindi il mio
gruppo, per quello che è anche il sostegno e quindi l’impegno che sicuramente
vedrà il Presidente e tutto il Consiglio, ma l’intero esecutivo per quella che
è la risoluzione e quindi di portare a termine questo discorso dell’andare a
vedere come risolvere il problema del deficit, io annuncio fin da questo
momento il voto favorevole del mio gruppo.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Racco. Ne ha facoltà.
Intervengo brevemente, intanto per confermare la totale condivisione
dell’intervento sia del capogruppo che del consigliere Pacenza,
di tanti consiglieri che hanno parlato, sostenendo con forza i concetti della
chiarezza e della gravità del momento, ma non tanto e solo dal punto di vista
della preoccupazione del debito sanitario, della vicenda complessiva di questa
Regione che stenta, sostanzialmente, a comprendersi e a capirsi. Intervengo
anche per cercare di comprendere le ragioni che hanno visto l’attacco di questa
seduta, stamattina, con una distinzione così forte da far assumere la decisione
agli amici della minoranza, di una parte, di abbandonare l’Aula.
Io non credo che in queste settimane o in questi mesi
della vicenda del confronto politico ed istituzionale, in seno al Consiglio e
tra forze politiche sia stato leso quello che è l’equilibrio democratico e la
libertà, ognuno, di esprimersi come si riteneva e comunque, nel rispetto dei
ruoli, di cercare di far venir fuori il più possibile la possibilità di un
confronto e di una comprensione reciproca.
Perciò, era evidente che l’accelerazione avvenuta nelle
ultime settimane, negli ultimi giorni relativamente alla questione sanità era
una cosa che stava nei fatti e
quindi era necessario arrivare, prima possibile, ad una decisione del Consiglio
regionale, perchè col confronto con
E’ stato detto e non va ripetuto perché perderemmo solo
del tempo, ma io voglio aggiungere a
quello che è stato detto che il punto non è dove risiede l’autorità morale e
politica in condizione oggi di definire responsabilità o di assegnarsi pregi o
difetti. Io credo che si tratti in maniera problematica, ognuno di noi in
maniera rispettosa dell’altro, di dire che su queste
vicende che riguardano i servizi ai cittadini sia in termini di costo che di
qualità del servizio, la politica in generale delle istituzioni e dei partiti
nelle istituzioni deve, in qualche maniera, fare un cambio di passo, non solo
perché siamo arrivati, ormai, alla stagione del federalismo e c’è una questione
di equità, di controllo – o comunque così dovrebbe essere – maggiore del
cittadino rispetto a ciò che avviene nelle sedi istituzionali e nei governi
locali, ma perché credo che bisogna modificare il modello organizzativo e di
riferimento della spesa pubblica nel suo complesso. E questo riguarda il
Governo centrale e quelli periferici.
Io mi appello al Presidente Loiero che ha non solo nella
nuova funzione che rivestirà di commissario straordinario di questa fase della
sanità calabrese, ma come Presidente della Regione, quindi come governatore che
partecipa al tavolo Stato-Regioni, ai tavoli che riguardano anche le modifiche
istituzionali che, in qualche maniera, la legge federalista approvata ieri
comporterà, c’è un timing di scadenze
rispetto alle quali nessuno si può non responsabilmente riflettere come
cambiare qualcosa.
Allora io penso che bisogna rendere maggiormente
responsabile il cittadino rispetto alla dotazione delle risorse, Presidente, cioè se a un certo momento si rivendica, giustamente, al
cittadino calabrese di avere quantomeno assegnata una quota pro capite che
è nella spesa media della sanità nazionale, contemporaneamente bisogna
assegnare, a mio avviso, al cittadino la responsabilità di quella spesa nel
momento in cui, gestendo la necessità di curarsi, di fare prevenzione, di
recarsi in strutture pubbliche o private che siano, di avere la responsabilità
e la conoscenza anche di come poi viene quantificata la spesa di una
prestazione.
Pertanto, credo che su questo, in maniera approfondita,
bisognerà che si ritorni nei prossimi mesi ed anni. Quindi figurarsi se si può
fare uno scontro di responsabilità relativamente a queste questioni!
Perciò semplicemente annuncio il mio voto favorevole
anche nelle preoccupazioni che come consigliere e come cittadino di questa
Regione ho relativamente a questa fase, ma non essere vicino a chi in questo
momento ha la responsabilità di governare una fase commissariale ma
straordinaria, io credo che sarebbe un atto sbagliato, anche perché le leggi
che oggi abbiamo, che assegnano la stabilità di governo per i cinque anni, dobbiamo
avere la forza, anche quando non condividiamo per intero l’azione di un
governo, di essere vicini nei momenti delle difficoltà.
Per cui, caro Presidente, ti do questo
affettuoso mio sostegno e voto a questa fase, pur rimandando alle fasi
del confronto successivo nelle Commissioni e nelle settimane che verranno di
confrontarci relativamente alle possibilità che, comunque, abbiamo come
cittadini nelle istituzioni per poter meglio governare questi momenti.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Tripodi Pasquale. Ne
ha facoltà.
Già mi dichiaro
perplesso dalla discussione che ho ascoltato, Presidente, è bene dirci le cose come stanno, perché mi aspettavo che ci fosse una discussione nel merito di alcune
cose, mi aspettavo che ci fosse una discussione,
al di là del gioco delle parti tra maggioranza e opposizione,
una parte dell’opposizione per difendere
o non difendere alcuni
provvedimenti che possono piacere o meno alla Calabria,
speravo che ci fosse una vera analisi o – come diceva il capogruppo del Pd, Nicola
Adamo – una verità che veniva fuori da questa
discussione stasera che riguarda
Era giusto andare ad
analizzare questo documento, perché poi
di questo si tratta e non di intenti, perché gli intenti sono tali, ma questo documento presentato dalla Giunta regionale non è un documento di intenti.
Siccome non è un documento di intenti e ne abbiamo parlato, a me suona strano che anche il capogruppo del Pd su alcune
cose o il Presidente della terza Commissione o Franco Pacenza
non abbiano hanno messo in risalto alcune cose che nella delibera non solo sono scritte, ma alcune anche sono
sottintese.
Questa non è solo una delibera, Presidente
Loiero, di rientro del piano di disavanzo che noi abbiamo
per il 2008, ma non lo dico io, l’ha scritto
Il 31
marzo 2009
Poi, nella legge, vi sono una serie di provvedimenti che
dovranno essere adottati, però rispetto alle dichiarazioni che ha fatto il
Presidente della Giunta, l’onorevole Agazio Loiero, nel passato Consiglio,
in questa delibera non vi è indicato il percorso
con cui si reperiscono le ulteriori risorse.
Ma vi è di più – per questo volevo entrare nel merito
anche con i colleghi rispetto a una delibera – perché questa è una delibera
anche di riordino, perché a parte quello che
In questa provincia alcuni fenomeni ci sono, sono
accertati, per cui anche il Governo ha preso dei
provvedimenti, ma su questo ritengo che non siano la sola causa che ha
determinato il disavanzo, perché una serie – come ha detto, e condivido,
l’onorevole Guerriero – di connivenze, in ogni caso, a livello amministrativo
non ci debbono essere state e siccome poi le cose in questa Italia vanno come
vanno e a distanza di anni si viene assolti o meno, al momento non ho visto
provvedimenti di natura giudiziaria in questa direzione, sia per quanto
riguarda l’Asl commissariata di Reggio sia per quanto riguarda l’Asl
commissaria di Locri. Probabilmente ce ne saranno, non lo metto in dubbio, ma
una cosa è dirlo su provvedimenti già fatti, un’altra è lasciare ipotizzare che
il disavanzo possa essere causa di.
Ma noi facciamo di più in questa delibera, perché a
parte le considerazioni di carattere generale, questa delibera dice alla
lettera a), a pagina 7: “dare indirizzo” – leggo
testualmente – “ai competenti uffici di procedere al perseguimento degli
obiettivi delle linee prioritarie di intervento di seguito elencate”, “le aree
di intervento e di indirizzo di seguito elencate”. Per questo mi suona strano
che i colleghi della maggioranza non abbiano fatto riflessioni, un inciso,
mentre voi avete fatto una riflessione che mi sa tanto di uno scontro a livello
di orientamento di indirizzo sulla gestione della
sanità, perché mentre su un emendamento a firma Borrello e Pacenza
dite, all’articolo 2 – che poi lo discuteremo questo emendamento nel merito –
che “dopo la parola ticket, si aggiungono le parole “per fasce di
reddito e per patologia”, vi è un emendamento dell’assessore al bilancio,
onorevole Naccari, che chiede l’annullamento di
questo emendamento presentato da Borrello e Pacenza.
Sulle linee di indirizzo vi sono degli obiettivi
precisi, indicati, con finalità riscontrabili: l’obiettivo 1 che parla di
riordino dei sistemi informativi e dell’area di controllo; l’obiettivo 2, che
parla di governo della spesa farmaceutica, l’obiettivo 3 parla della
realizzazione delle procedure di acquisto di beni e servizi; contenimento del
costo del personale; riordino della rete ospedaliera e riordino della rete
territoriale.
Qua è delineato il futuro Piano sanitario e in
Commissione – chi c’era presente dei colleghi… – questa domanda io l’ho fatta
al direttore generale del dipartimento della salute. Siccome è registrata la
risposta, il direttore generale del dipartimento alla salute mi risponde che
sicuramente sì.
Allora io voglio capire se noi, su un provvedimento che
andiamo a proporre di rientro della spesa, adottiamo un provvedimento che poi
questo Consiglio regionale dovrà discutere già impacchettato. Vogliamo capire,
rispetto anche alle audizioni che abbiamo fatto in Commissione – e mi rivolgo
all’autorevole collega Giamborino – con i sindacati e
quello che loro hanno detto, che cosa vogliamo fare del futuro Piano sanitario,
anche perché, Presidente Loiero – e qua mi limito a citare fatti –, mi auguro che
non ci siano scelte di parte e delle scelte parziali.
Ecco, rispetto a questo,
avendo saputo che oggi il sindaco di Reggio ha coordinato una riunione dei
consiglieri di opposizione del Popolo della libertà in questa sala, al quinto
piano di questo palazzo, io mi chiedo se questo comportamento irresponsabile
fosse stato, fosse la cifra dei comportamenti di tutti, dove andrebbe a finire
la correttezza delle relazioni, dei comportamenti e l’asserito bisogno di
governare nell’interesse dei cittadini!
Consentitemi di fare questo
intervento che mette a nudo quella che è la vicenda che noi stiamo trattando,
perché
Presidente Loiero, qui mi limito a citare fatti.
Io invito lei, il
collega Adamo e gli altri colleghi che erano in Giunta
a interrompermi per vedere le cose come stanno, diciamo, per vedere le cose
come stanno o se abbiamo capito o frainteso male.
Quando in Giunta abbiamo parlato del ticket sanitario,
quando abbiamo deciso di cassarlo in quel periodo dal Piano sanitario, ci è stato assicurato a tutti –
compreso lei, Presidente – dall’allora assessore che non incideva sulla spesa farmaceutica, anzi incideva in
misura irrisoria.
Quando abbiamo fatto
le nomine dei direttori generali che poi nel
tempo si sono rivelate forse non idonee, lì abbiamo fatto una certa analisi
anche Asl per Asl dei conti che vi erano nelle Asl e ci è stato assicurato che
la spesa era sottocontrollo. Salvo poi – ma questo lo voglio dire a chiare note
– che l’assessore dell’epoca sul direttore generale Belcastro
ha sentito l’esigenza immediatamente- avantieri fa una nota stampa- di fare una
smentita, dicendo che lei non l’aveva proposto, che non le apparteneva - sto
parlando dell’assessore, in questo caso Doris
Lo Moro -.
Questi sono fatti, come un fatto è, e penso
che non possa essere smentito se ci vogliamo dire le cose come stanno, ma
questo riguarda anche il sottoscritto e penso che con molta onestà mentale
riguarda ognuno che è seduto in quest’Aula perché sulla
sanità o assumiamo una decisione responsabile di non far politica oppure non ne usciamo.
Così la
smettiamo tutti, quando a turno si è maggioranza o si è opposizione, di
chiedere direttori amministrativi, di chiedere direttori sanitari, di chiedere
capi servizio, capi dipartimento e quant’altro.
Se ce lo
vogliamo dire con molta chiarezza e franchezza, dobbiamo dir questo così
evitiamo che direttori generali nel tempo vadano a far campagna elettorale o a
chiedere adesioni per liste o quant’altro. Queste sono le verità in questa
Calabria.
Perché, vedete, una cosa è certa. Al 2000 è stato ripianato in qualche
modo il debito della sanità certificato, non lo dico io ma lo dicono gli altri.
Dal 2001, poi ognuno può dir quel che vuole da questi o da quei banchi, ma di fatto dal 2001 al 2005 la spesa è stata certificata in
una certa maniera che non ascrive ovviamente alla responsabilità della Giunta Loiero dal
Però di fatto, Presidente, qui è necessario che lei assuma anche
alcune decisioni. Perché se lei vuole gestire questa crisi sulla sanità con il
dipartimento alla sanità e con le risorse umane che ci sono in quel
dipartimento, voglio capire lei come fa. Perché se lei vuol gestire un piano di
rientro con tutti i provvedimenti inerenti a quello che è stato scritto…
Peraltro,
poi, su alcune cose anche la maggioranza ha proposto gli emendamenti – poi
vediamo se passano o meno – che tendono a mettere dei
paletti giusti o non giusti lo vedremo dopo, adesso non siamo nel merito.
Ma
sicuramente con quel dipartimento che ha
provocato questo debito… , lei non può gestire,
Presidente. Questo glielo dico perché ho vissuto una parte di quel periodo in
Giunta ed ho visto quando
Allora queste sono le cose che dobbiamo affrontare con
l’onestà mentale di chi è rimasto in quest’Aula come parte politica per poter
contribuire a dare una soluzione a questa Calabria.
Su questo dobbiamo farci una analisi
nella profonda convinzione che o c’è una inversione di rotta radicale o noi non
ne usciamo col coraggio di chi da questa parte aveva l’interesse a non dire
certe cose, ma col coraggio di chi si assume la responsabilità non solo di
riconvertire in questa Calabria gli ospedali o le strutture che vanno
riconvertite ma addirittura di tagliare. I rami secchi vanno tagliati,
Presidente, e me lo conceda in questo provvedimento non vedo questo
orientamento, Presidente.
In questo provvedimento vedo un atto che traccia alcune
linee guida per il futuro, su un Piano sanitario in cui ancora non vi è la
volontà – a mio avviso – di addivenire ad una soluzione concreta sulla sanità.
Né tanto meno - perché poi questa delibera l’ho letta,
le posso assicurare, parecchie volte – alcuni provvedimenti citati negli
obiettivi che
Non basta centralizzare laboratori di analisi o
quant’altro per contenere la spesa. No, ma bisogna fare sistema, Presidente, ed
in questa delibera, se la leggete attentamente, la parola “sistema” è usata più
volte. Poi il sistema si fa mettendo in correlazione strutture diverse che
hanno l’obbligo e lo scopo di ottenere lo stesso risultato.
Ebbene, io sono andato a prendermi dal
E quando Sbarra, segretario generale della Cisl, a nome della triplice mi fa alcune dichiarazioni in
Commissione non posso fare a meno di dire che ha ragione, Presidente Giamborino, lei era Presidente.
Noi abbiamo avvertito in quel momento
quando ci siamo affrontati con i sindacati un po’ di sconforto ma non
per quello che era il provvedimento ma per quello che attende
Noi siamo qui stasera per evitare che un Governo possa
commissariare la nostra Calabria perché vogliamo essere, magari in negativo, ma attori e protagonisti di questo provvedimento
perché vogliamo assumerci la responsabilità di incidere ma di farlo
profondamente su quello che è poi il sistema della sanità evitando sprechi e
quant’altro.
Siccome gli sprechi sono sotto gli occhi di tutti io
vorrei chiedere – se lo sa, il Presidente – quali sono i provvedimenti che in
atto le varie Asl ed i vari direttori generali stanno prendendo.
Vorrei chiedere al Presidente se conosce qual è l’entità
del rimborso spesa che noi diamo a qualche commissario o a qualche direttore generale.
Io sono andato a guardarmi questi dati, non sono cifre da poco.
Allora è inutile che mentre noi parliamo di rientro
della spesa sanitaria vi è una spesa che già sta lievitando. Vorrei capire se
la spesa del 2009 rispetto al 2008 va nella direzione di essere contenuta o
ancora ulteriormente lievitata.
Vedete, vorrei aspettare che su questo venisse il
Presidente però è bene che lo dica lo stesso.
Quando nella sanità o in altri comparti della pubblica
amministrazione che riguarda
Allora io ripeto per una parte quello che ho detto nell’altra seduta di Consiglio. Io ho votato bilanci che mi davano
i conti della sanità che erano nei limiti previsti dal patto di stabilità e
quei bilanci sono stati portati da assessori, controfirmati da revisori dei
conti e vidimati dai collegi sindacali.
Anche su questo una assunzione
di responsabilità politica questa maggioranza se la deve assumere facendo una
analisi su chi ha prodotto quegli atti, su chi ha determinato quel debito.
Questa è una assunzione di
responsabilità politica e la politica - benché alcune cose sono da condividere
e le condivido io per primo – non può abdicare al proprio ruolo. Perché la
politica ha un ruolo ben determinato sancito da regole che sicuramente non
hanno bisogno di esser ribadite da quando un sistema democratico in questa
nostra Nazione vige o è stato posto in essere.
Penso che
La politica non può dire certe cose perché ha il dovere
di far certe cose al di là se c’è o no la presenza degli organi giudiziari
perché ha il dovere di farlo come cittadino, come operatore della politica e
come senso civico e di responsabilità.
Su questo va fatta anche una riflessione ed io voglio
richiamare quel che ha detto anche l’onorevole Pacenza
nel suo intervento.
Quando mi dice che abbiamo il dovere di concorrere tutti
quanti a dare una soluzione per creare le condizioni affinché questa Calabria
possa avere la possibilità di uscire da questo baratro, siamo tutti d’accordo.
Ma in questa Regione c’è chi amministra e gestisce, c’è un Esecutivo e c’è chi
– come noi – non ha solamente il compito di valutare gli atti dell’Esecutivo ma
anche e soprattutto ha il dovere di dare indicazioni ed un giudizio sugli atti prodotti dalla
Giunta.
Su questo io chiedo a voi consiglieri di maggioranza se
siete d’accordo su queste linee guida perché poi passata la delibera in questo
modo…
Mi rendo conto che gli emendamenti che avete prodotto
vanno nella direzione di mettere alcuni paletti su questa delibera, però poi è
una legge della Regione Calabria.
Io non mi sento – in tutta coscienza – prima da medico e
poi da consigliere regionale di approvare una delibera su cui poi ho poco margine
per poter incidere nella direzione di dare una sanità migliore a questa terra.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha
facoltà.
Presidente, io la ringrazio di avermi dato la parola e naturalmente annuncio che per
quello che può servire o importare voterò a favore di questa proposta della Giunta Loiero.
Condivido in
larghissima parte gli emendamenti proposti dai colleghi Borrello e Pacenza. Però direi che questo a mio avviso non basta perché è fuor di dubbio che la partita che noi
discutiamo stasera sia una certificazione di fallimento del regionalismo calabrese.
Mentre noi
approviamo questo testo di alcune cose dovremmo esser consapevoli. Entrerò
pochissimo nel merito tecnico della vicenda, non mi ritengo – peraltro – un
esperto della materia ma mi sento di fare alcune considerazioni.
La prima è che il
provvedimento arriva molto tardi in Consiglio
regionale. Questi sono i classici provvedimenti di inizio legislatura perché su una cosa dovremmo esser tutti d’accordo:
ma questa può esser
E’ stato un bel
libro dei sogni il Por 2000-2006. Peraltro tra questi banchi siedono autorevoli
estensori di quel provvedimento. Alla fine si è certificato un quasi fallimento
del Por 2000-2006. Anche il Por 2007-2013 è stato definito come il suo predecessore il migliore d’Europa ed il nostro augurio è che non faccia la fine del primo
Por.
Faccio un
ragionamento che vale per l’intera classe dirigente regionale,
noi non possiamo fare come le comari dei nostri
paesi.
Io mi
reputo come una persona che ha una certa età e ricordo quando nei corsi
principali dei nostri paesi le signore si spiattellavano in faccia i rispettivi
difetti. Lasciamo perdere chi, in questa materia, ha
difettato di più ma è fuor di dubbio che siccome i numeri, almeno la matematica
non possono essere una opinione, forse
da quei banchi si dovrebbe fare una mea
culpa maggiore. Ma è fuor di dubbio che un po’ di mea culpa si dovrebbe fare anche da questa parte.
Quindi
complessivamente la certificazione di fallimento riguarda l’Istituzione e
riguarda chi in questi decenni l’Istituzione ha retto.
Quindi noi dovremmo fare come dicono gli amici che provengono dalla
cultura un po’ a sinistra da quella che provengo io – uso un termine che non mi
piace –: dovremmo avere finalmente uno scatto di dignità perché il problema non
è di scrivere questi magnifici libri dei sogni.
Io ho
letto la delibera firmata Loiero, condivido in larghissima massima gli obiettivi e le
cause di questo disastro finanziario perché nessuno di noi medita
quali danni questo disastro finanziario della sanità produce su una idea di
sviluppo di questa regione, per non parlare della sua immagine che viene
devastata dai richiami che sui mass
media si fanno al settore della sanità in Calabria.
Non c’è
dubbio che ci sia una ospedalizzazione esagerata, è fuor di dubbio che ci sia una grande
emigrazione sanitaria, non v’è dubbio che ci sono molti doppioni all’interno
del settore pubblico e doppioni tra pubblico e privato perché, insomma, si
dovrebbe anche finire questa logica che il privato debba fare le cose più
semplici ed ordinarie che deve fare il pubblico e che ognuno si inventa
imprenditore sanitario. Perché c’è questa invenzione
della imprenditoria sanitaria? Perché il sistema è retto da uno spreco
generalizzato ed indecente perché, diciamo la verità,
noi spendiamo cifre enormi per aver un servizio carente, tranne le eccellenze e Loiero le ha dette anche in
televisione ed io non le voglio ripetere, ma sono minimali, caro Agazio.
A fronte
di questa montagna di soldi il cittadino calabrese
non ne ha un beneficio. Allora il rimedio a parole è semplice, c’è una eccessiva ospedalizzazione, organizziamo la sanità sul
territorio. Ci sono doppioni nel campo ospedaliero, riduciamo gli ospedali dove
si debbono ridurre ed evitiamo inutili doppioni tra il pubblico ed il privato.
C’è
l’emigrazione, rafforziamo le eccellenze e
stimoliamo il privato, così come avviene a Crotone con il Sant’Anna, ad essere complementare
e competitivo con il pubblico sul piano delle eccellenze.
Ora per far questo sono convintissimo che i soldi che
spendiamo nella sanità siano più che sufficienti perché – parliamoci
chiaramente – il piano di rientro…
Non entro nella polemica che ho sentito tra il Governo
nazionale e
quant’altro.
Il
Governo lo ha chiesto anche ad altre Regioni. La pacchia del pié di lista nei comuni è finita all’inizio degli anni ’80.
Prima era troppo facile in termini di personale… per esempio, lo Stato ti pagava
come se tu andavi al ristorante, alla fine chiedi il conto e ti segnano quello
che hai speso e paghi se hai mangiato due piatti di pasta ne paghi due, se hai
mangiato tre piatti di pasta ne paghi tre.
Questa
pacchia che negli enti locali è finita all’inizio degli anni ’80, in sanità è
finita nel 2001.
Allora
con questa montagna di soldi dobbiamo raggiungere questi
obiettivi, caro Presidente, consapevoli che per conseguirli dobbiamo
rivoluzionare il sistema perché il raggiungimento di questi obiettivi significa
avere un’altra sanità, quella che “noi sogniamo” e nello stesso tempo bisogna
ridurre l’esborso finanziario perché questo deficit dimostra che c’è un deficit
strutturale. Sembra, quindi, una impresa improba
ridurre le spese e nello stesso tempo raggiungere questi grandi obiettivi.
Noi
siamo speranzosi che si possa fare. Però, Presidente, Loiero e tutti noi siamo
consapevoli di un punto. Perché in sanità – come in altri campi debbo dire, ma
in sanità di più, deve finire la pratica gattopardesca dei sugheri di acciaio
che c’è in questa Regione.
Parlo di
un elemento nuovo nel creato che è il sughero di acciaio inossidabile. Il
sughero galleggia per la sua leggerezza ma, ritengo, che mi potrà aiutare
l’egregio assessore all’ambiente, anche il sughero immarcescisce
dopo tanti secoli.
Qui in
Calabria nel settore sanitario abbiamo i sugheri di acciaio inossidabile ed è
questo il punto, perché questo personale inamovibile che viene tramandato dalle
varie coalizioni, che ereditano le coalizioni che si tramandano tra loro,
questo personale immarcescibile dovrebbe gestire questa rivoluzione, per di
più, arrivando alla riduzione dei costi.
Sono
convinto che gran parte dei guai che noi abbiamo oggi dipende da questo dato.
Certo che c’è una grande responsabilità politica perché qui c’è un intreccio di
connivenza.
Si
tratta di personale sussiegoso, capace di tenere la coda al potente di turno
che lo asseconda e blandisce.
E come
lo asseconda e blandisce? Per incrementare due filoni che sono i mali della
Regione: l’assistenzialismo e la
clientela.
Guardate
che i sugheri di acciaio e la pessima politica sono alleati. Sarà strano, io
non voglio assolvere la politica perché non sono stato educato per fare
l’avvocato d’ufficio, tutt’altro. Ma chi ha in realtà i bottoni del comando
sono i sugheri di acciaio perché assecondando le varie classi dirigenti che si
susseguono nella nostra Regione, certo che accontentano su tante cose.
Ma se
accontentano – vado per esempi, per far capire il mio pensiero in quest’ora
dopo tante ore di discussione –, se acconsentono il
potente su 10, poi 90 fanno quello che sta nella loro testa, assecondano le
proprie clientele, assecondano i propri amici. Ma voi mi dite “questo succede
solo in sanità”. Certo che non succede solo nel settore della sanità ma nella
sanità ha raggiunto livelli che non sono più sopportabili.
Allora
nel momento in cui noi a Loiero
noi diamo questo mandato e questa legge, lo rafforziamo verso il Governo perché
in definitiva in termini reali non è che c’è differenza fra il Loiero commissario ed il Loiero di ieri o di oggi.
Il Loiero di oggi e
quello di ieri è Presidente e assessore della sanità e quindi, di fatto, è un commissario. Una situazione di fatto viene
oggi certificata in termini di diritto ed il Presidente Loiero diventa commissario. Ma proprio per questo il
Presidente Loiero
deve capire che queste connivenze non ci possono stare più, non ci possono
essere più ed ecco che, quindi, una rivoluzione di fine legislatura
richiederebbe, veramente, un grande patto politico tra tutti i membri di questo
consesso per fare finalmente insieme uno scatto di dignità di quella che deve
essere questa Regione.
Guardate,
ieri sera – e mi avvio velocemente a chiudere – finché il sonno non mi ha
rapito ho seguito “Porta a Porta”.
Una delle
cose che più mi ha colpito nel dibattito su Enrico Mattei è stato quando Turani, mi pare, ha detto che Mattei ha avuto una grande
capacità che è quella di essere una chioccia di nuova classe dirigente, non
guardando il colore politico dei suoi aiutanti. Perché intorno ad Enrico Mattei
sono cresciuti i Ruffolo, i Leon, lo stesso Turani,
anche Cefis è cresciuto ma
forse è cresciuto deviando quella che era un po’ la linea di Mattei.
Invece
noi facciamo l’esatto contrario soprattutto in questo campo perché ci illudiamo
che questa gente ci deve portare un risultato politico. No, caro Presidente,
costoro devono portare un risultato di servizio verso la gente e di riforma
reale in questo settore perché giochiamo con la salute delle persone.
Questo è
un punto centrale ed io pretenderei – uso un termine che non mi è usuale quando sono nelle istituzioni – dal Presidente Loiero una
assicurazione vera nella sua replica su questo punto, perché il centro-destra
io lo sfiderei su questo campo. La gente alla fine capisce, ed anche in
Calabria c’è una opinione pubblica e noi dobbiamo
lavorare perché l’opinione pubblica sia più forte della clientela e noi
dobbiamo lavorare per assecondare questa crescita della pubblica opinione.
Ho
finito. Ma ho detto queste cose perché la mia lettura del “Gattopardo” è stata
una delizia insieme ai testi di Sciascia. Però verificare che il “Gattopardo”
ha queste radici così profonde soprattutto in alcuni settori della vita
pubblica è veramente cosa deprimente.
Due cose
ed ho finito. La questione della Fondazione Campanella.
Ho letto
l’emendamento, mi sento – tutto
sommato – di condividerlo. Qui c’è il Vicepresidente che segue queste vicende
in altri campi perché la ricerca nel mondo sanitario ha avuto sempre una via
diversa rispetto a quella generale. Noi non possiamo separare la ricerca dall’Università.
Il mio
non è un dire polemico ma è un dire di una convinzione antica. Sarebbe
sbagliato smontare per qualche imprudenza estetica
Noi abbiamo
in Calabria una unica facoltà di medicina che è quella
di Catanzaro. Io trovo
giusto che nella facoltà di Catanzaro
si dia una spinta alla ricerca e trovo giusto che questo settore della nostra
vita pubblica – quella universitaria – possa camminare a braccetto con un Istituto come la
“Campanella”.
L’ultima cosa è il ticket
e non lo dico perché
ognuno può essere innamorato delle sue illusioni ma quando io ho votato in
Giunta per l’abolizione del ticket, l’ho fatto anche con una forzatura
interiore perché ho sempre pensato che non ci sia cosa più ingiusta
dell’appiattimento.
Io sono un vecchio cultore
della centralità delle politiche infrastrutturali in una regione
sottosviluppata come
Lo vorrei dire agli amici che
hanno un legame, secondo loro, almeno più profondo con i principi di
eguaglianza e con un preteso progressismo. L’appiattimento è la cosa più
ingiusta che ci può essere.
Allora quando le esigenze di
bilancio ci impongono di reintrodurre il ticket
, io penso che questo si possa reintrodurre salvaguardando i ceti più
deboli perché in questo modo noi facciamo della giustizia e dimostriamo di
esser vicini alle classi più deboli perché non è giustizia quella che gli Elkan non paghino le medicine nello stesso modo del
bracciante agricolo della piana di Gioia Tauro.
Chiedo scusa, se mi sono
dilungato ma penserei di poter dire di interpretare il mio ragionamento come
una sincerità ed una voglia di vedere il riscatto di questa regione, il
riscatto della politica perché tutti tirano addosso alla politica e fanno bene.
Perché la politica ha raggiunto livelli di una bassezza inqualificabile.
Noi non possiamo che
plaudire, per esempio, in questi giorni ad una donna coraggiosa come la moglie
di Berlusconi che ha dato una lezione sotto certi profili al modo indegno in
cui si fanno le liste. Anche parlando stasera su determinati aspetti della vita
pubblica calabrese, ci rendiamo conto della ingiustizia
della composizione delle liste dove spesso non vengono promossi quelli che sono
meritevoli di promozione.
Lo dico all’assessore alla istruzione ma spesso vengono promossi quelli che questo
merito i fatti dimostrano che forse non sussiste.
Presidente, ci sono le
condizioni perché tutti lavoriamo affinché la politica della Calabria
riacquisti la decenza. Si attui questo disegno di legge, il piano di rientro
che di fatto è il Piano sanitario e la si finisca con
il gattopardismo calabrese dando veramente l’impressione anche nelle facce, nei
visi che si vuole cambiare registro, vi ringrazio.
Presidenza del Vicepresidente Antonio Borrello
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare
l’onorevole assessore Tripodi. Ne ha facoltà.
Presidente
e colleghi consiglieri, credo
che questo dibattito che sicuramente andrà concluso nel corso di questa seduta per concludere l’iter
che è stato già precedentemente
avviato sia un dibattito che in qualche modo ha un carattere anche di
operazione di verità.
Nel senso che noi
affrontiamo una operazione che è davvero grave, molto
grave, assai grave che prefigura anche conseguenze molto pesanti sulla società calabrese e su tutti i
soggetti che in qualche modo operano, vivono e sono impegnati nel mondo della sanità.
Ovviamente credo che la cosa che certamente non deve e
non può accadere è che un provvedimento di ripiano del disavanzo 2008 ( ed i
successivi provvedimenti che successivamente verranno per quanto riguarda un piano di rientro più
complessivo del disavanzo 2000-2007) produca e determini un ulteriore abbassamento dei livelli di garanzia dell’offerta sanitaria per i
cittadini calabresi.
Anzi da questo punto di vista debbo
dire che la sollecitazione che mi sento di rivolgere è quella che proprio
dentro una operazione di ripiano di un disavanzo pesante – poi dirò su questo
alcune cose, svolgerò alcune considerazioni – ma una operazione di rientro e di
superamento e recupero di questo disavanzo non può assolutamente determinare
una condizione di peggioramento complessivo del sistema sanitario calabrese.
Anzi dico di più: dobbiamo avere la capacità in questa
condizione, traendo le conseguenze e prendendo atto di una situazione
drammatica ed emergenziale per assumere provvedimenti che in qualche modo danno
risposte ai soggetti che in qualche modo debbono essere garantiti e tutelati e
che chiedono e domandano al sistema sanitario alcune garanzie, alcune tutele
sociali.
Allora alla politica, alle istituzioni, al Consiglio
regionale, al Governo regionale viene oggi affidato un grande mandato ed una
grandissima responsabilità che è quella di affrontare questa fase sulla base di
un provvedimento quale è quello che è stato presentato e che avrà, sicuramente
nel corso del dibattito, gli opportuni emendamenti migliorativi e che,
sicuramente, affronterà problemi molto seri e molto delicati.
Sono assolutamente convinto che non c’è dubbio che un
provvedimento di questa natura ha un valore e può essere affrontato se viene posto all’insegna di una manovra che è improntata a
criteri di equità e di giustizia sociale.
Noi dobbiamo avere questa capacità, non possiamo
immaginare che una operazione di questo genere possa
essere scaricata solo o possa essere in qualche modo fatta pagare a chi non ha
la responsabilità, ai ceti più deboli, alle fasce sociali più deboli, a chi
soffre le più gravi patologie.
Dobbiamo anche trovare il sistema per evitare che quei
soggetti deboli dal punto di vista sociali, deboli dal punto di vista della
malattia, della salute paghino le conseguenze di questa drammatica situazione.
Certamente, non sono gli ammalati che hanno provocato il
disavanzo 2008. Non sono, certamente, i cittadini che hanno un reddito basso, che
hanno determinato la crisi drammatica che si sta affrontando in qualche modo in
questo momento.
Se il disavanzo
Sono assolutamente convinto che non tutti sono uguali,
ovviamente, nelle responsabilità; non tutte le aziende sanitarie hanno la
stessa responsabilità. Ci sono aziende sanitarie che non hanno prodotto
disavanzo. Ci sono aziende ospedaliere che non hanno prodotto disavanzo.
Ma ci sono aziende sanitarie ed
ospedaliere che hanno prodotto 30-40-50-75 milioni di disavanzo per il 2008.
Certamente ci sono situazioni articolate, situazioni che
danno l’idea di un quadro che ha una peculiarità ed alcune specificità.
Allora io una cosa che mi permetto di dire, nel momento
in cui affrontiamo questa discussione e poniamo all’attenzione, appunto, alla
valutazione del Consiglio regionale un provvedimento di questa natura è che
certamente insieme al ripiano del disavanzo dobbiamo assumerci tutti insieme, tutti coloro i quali si assumono anche la
responsabilità di questo provvedimento di dire ai cittadini calabresi “chi ha
la responsabilità per questa situazione, dovrà pagarne il prezzo”. Chi ha
sbagliato deve pagare.
Non è possibile che si porti a questo livello di
disavanzo per il 2008 la sanità calabrese e che nessuno poi ne debba
rispondere.
Dico che ci sono manager e dirigenti che debbono
rispondere e che ne hanno la responsabilità se si è determinato questo corto
circuito nel sistema sanitario. Per cui da una parte aumenta il disavanzo, si
determina una condizione di grandissima difficoltà e dall’altra si abbassa
notevolmente la qualità dei servizi adeguati ai cittadini.
Abbiamo allora una contraddizione in termini: aumenta la
spesa ed aumenta a dismisura quella fuori controllo, gli sprechi da una parte e
le spese inutili ed i privilegi dall’altra.
Contemporaneamente però c’è un abbassamento
generalizzato, aumenta l’emigrazione sanitaria ed aumentano anche le condizioni
per cui il sistema sanitario complessivamente non garantisce i diritti
fondamentali alla salute che richiedono i cittadini.
Credo che da questo punto di vista non c’è dubbio che
andrà assunta una iniziativa. Chi ha le responsabilità
deve pagare ed io ribadisco questo concetto. Bisogna che vengano assunti
provvedimenti forti e credibili in questa direzione nel momento in cui ci
assumiamo la responsabilità di uscire e di determinare misure molto serie e
forti per bloccare e per determinare il ripiano del disavanzo.
Dobbiamo avere questa capacità di individuare e di
colpire le responsabilità che hanno prodotto questa drammatica crisi.
Contemporaneamente, ritengo che noi dobbiamo lavorare
perché questo provvedimento – e lo vedremo quando successivamente passeremo
alla fase della discussione degli emendamenti – abbia dentro di sé, dentro i
suoi contenuti la possibilità di parlare con un linguaggio anche giusto ed equo
a tutta la società calabrese. Sia per quanto riguarda il tema della spesa
legata ai farmaci ed al ticket che per quanto riguarda il tema degli
accreditamenti con la necessità di andare ad un blocco di questi
accreditamenti.
Non è possibile immaginare una mortificazione di queste
iniziative specie per quanto riguarda i soggetti che in qualche misura hanno
rapporti e problemi con la giustizia sia per quanto riguarda il rapporto
pubblico-privato.
Sono assolutamente convinto che noi dobbiamo puntare a
ridurre l’offerta sanitaria sia per quanto riguarda gli aspetti ospedalieri che
per quanto riguarda gli aspetti territoriali della parte privata.
Non è possibile ed io credo che da questo punto di vista
abbiamo bisogno e diritto di chiedere, di sollecitare uno spostamento di
risorse verso la sanità pubblica.
Troppe risorse oggi vanno verso i privati, troppe
risorse vanno verso una sanità che non produce nulla.
Nel momento in cui si dice e viene
affermato che bisogna chiudere gli ospedali, diciamo anche che va affrontato il tema degli ospedali che non
producono e certamente è un tema su cui con difficoltà si dovrà agire.
Contemporaneamente bisognerà anche affrontare il tema
delle cliniche private, così come sono state costituite e si sono realizzate in
questi anni e che sono una macchina mangiasoldi del Fondo sanitario regionale.
Da questo punto di vista occorre affrontare il problema
dei posti letto nel privato ed occorre affrontare il problema della
riabilitazione che, di fatto, oggi è per il 94 per cento tutta destinata al
privato.
Ci sono, dunque, margini importanti di una iniziativa che può spostare risorse, servizi ed
investimenti verso l’offerta sanitaria pubblica. Credo che questo vada fatto
nell’ambito di una operazione e di una manovra che ha
queste caratteristiche e che certamente produce e determina molte
preoccupazioni e sicuramente deve essere affrontata con l’attenzione adeguata.
Per concludere, sono convinto che nel momento in cui il
Consiglio regionale si appresta ad approvare questo provvedimento non può,
certamente non tener conto di questa esigenza.
Dell’esigenza che in questo contesto si tenga conto di
tutti gli aspetti, di tutti i fattori sociali ed anche di carattere politico.
Noi abbiamo bisogno di fare uno sforzo – questo lo debbo
dire e lo sollecito – affinché anche da questo provvedimento si confermi la
maggioranza di centro-sinistra che in questo momento esiste nella Regione
Calabria.
Da questo punto di vista credo che si deve fare un
grande sforzo e lo deve fare, innanzitutto, il Partito
democratico questo sforzo. Perché se c’è la volontà di proseguire in questo
cammino, bisogna dare risposte e fare ragionamenti di grande apertura, bisogna
affrontare anche i provvedimenti dentro il piano che viene proposto per
recuperare questo disavanzo avendo la capacità di rispondere positivamente alle
sollecitazioni che vengono da sinistra. Lo dico chiaramente.
C’è l’esigenza di dare risposte e mi auguro che le
risposte nel corso del dibattito – lo vedremo e nella discussione degli
emendamenti lo verificheremo – vengano, ma vengano risposte adeguate,
convincenti per portare a compimento un processo giusto ma soprattutto ispirato
a criteri di grande socialità.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Censore. Ne ha
facoltà.
Grazie, Presidente, molto brevemente intervengo perché
penso che rispetto ad una discussione così importante, rispetto alla trattazione di un tema così importante è
giusto fare delle considerazioni, delle riflessioni e delle valutazioni.
Penso che nessuno
possa sottrarsi a dare un contributo ad una questione così rilevante per la
qualità della vita dei calabresi.
Anzi, io definisco questo un atto di responsabilità
soprattutto per chi è maggioranza. Certo, qualche collega lo diceva. Le
responsabilità hanno peso diverso ma quando si è coalizione, si è corresponsabili.
Penso che la situazione della sanità in Calabria non sia
più rimandabile. E’ una situazione rispetto alla quale nel corso degli anni non
si è voluto mai trovare un vero antitodo, non si è
mai voluto
intervenire in modo strutturale, si è fatto ricorso a misure soft, all’uso dei “pannicelli caldi” che
non hanno inciso per quanto riguarda le risposte che dovevano essere di
qualità, di efficienza, di sicurezza.
Penso che oggi sia arrivato il momento attraverso il
quale bisogna operare delle scelte che possono essere anche antipopolari. Ma a
questo punto non si può nascondere la polvere sotto il tappeto.
La situazione della sanità l’abbiamo tutti sotto gli
occhi, sappiamo quali sono i punti di debolezza e di forza e quindi non è
possibile più far rinvii, non è più possibile andar avanti con questo andazzo.
In Calabria non si è osato, non si è lavorato sulla prevenzione, non si è
lavorato sulla medicina del territorio ma solo sulla ospedalizzazione.
I costi e le spese sono lievitati e quindi si è andati avanti così con
approssimazione.
L’altro giorno al mio paese, per esempio, hanno
inaugurato un consultorio. Io avevo suggerito al commissario dell’Asp di Vibo
di fare la cosa in maniera sommessa perché i consultori sono stati istituiti
con una legge che è datata ormai nel tempo, sono passati oltre 20 anni.
Addirittura questo consultorio è stato realizzato con delle risorse che erano
state accantonate e messe a disposizione quasi 15 anni fa dal Governo di quel
tempo.
Questo lo dice lunga su come in Calabria non si siano
attivati meccanismi utili a far sviluppare la medicina del territorio, una
medicina che aiutava in un certo senso a non far lievitare i costi, a dare
risposte migliori.
Oggi, però chiaramente vanno tagliati gli sprechi, vanno
tagliate le inefficienze e va posto un argine alla migrazione sanitaria.
Quindi ognuno di noi si deve assumere le responsabilità.
Certo il centro-destra nel lasciare l’Aula non ha fatto una bella figura.
Questa fuga mi sa più di una cosa che è più un atto perché c’è la campagna
elettorale in corso che
un modo di affrontare la questione perché il centro-destra doveva rimanere in
Aula e far delle proposte rispetto al piano di rientro; soprattutto non doveva
fuggire dalle responsabilità.
Come è stato ricordato l’80 per cento di questo
debito non è certo frutto di questa gestione ma di decenni di gestioni passate.
Penso che l’atteggiamento del Presidente Loiero rispetto a tutta la partita sia di grande
responsabilità.
Il Presidente Loiero poteva
anche fare in modo che il commissario arrivasse da Roma e che fosse il Governo
centrale a controllare tutta la partita. Ma questo, chiaramente, era fatto
senza mediazioni, senza il coinvolgimento di quest’Aula, senza il
coinvolgimento della Commissione, senza il coinvolgimento dei territori e dei
cittadini calabresi.
Quindi sarebbe stato un commissariamento con delle
scelte asettiche, un progetto fatto sulla carta. Penso che l’atteggiamento del
Governo su questa partita dovrebbe essere molto diverso perché io lo vedo molto
attento ai problemi della sanità calabrese.
Penso che l’atteggiamento del Governo doveva
essere di vicinanza perché
Invece si vuole usare
Diceva bene ieri D’Alema che il premier attraverso questi spot copre i problemi dell’Italia, copre
la crisi e non entra mai nel merito delle questioni.
Penso che oltre che votare, noi con questa discussione
dobbiamo spiegare ai cittadini calabresi che serve un nuovo scatto culturale,
che bisogna creare una mentalità condivisa per addivenire a scelte che vanno
nella direzione di migliorare la qualità dei servizi sanitari.
Cioè, dobbiamo spiegare ai calabresi che tanti piccoli
ospedali non servono, che ospedali con meno di 20 posti letto sono insicuri e
che costano alla collettività calabrese ma che non danno servizi efficienti.
Penso, quindi, che bisogna lavorare per creare questa
mentalità. Certo noi qualche errore lo abbiamo fatto e abbiamo fatto qualche
scelta poco oculata rispetto a qualche manager.
In questa legislatura ci sono state anche delle
sfortune. Il fatto della povera Federica o della povera Eva non sono cose che
possono passare sotto silenzio perché hanno creato anche sfiducia verso l’istituzione
sanità. Hanno creato anche una regione appetibile dal punto di vista mediatico
perché con le telecamere tanti giornalisti, ormai, hanno fatto fortuna a lavorare
su una regione debole come la nostra.
Allora il lavoro che ci aspetta è un lavoro difficile
per recuperare l’insoddisfazione ed i ritardi, per far riacquistare fiducia ai
cittadini calabresi rispetto ad una sanità in cui non tutto è negativo.
Noi diciamo che in Calabria ci
sono chiaramente ha anche delle eccellenze.
Ci sono bravi operatori.
Quindi, io non condivido questa immagine devastante che
si dà della Calabria. Penso – per andare a tagliare il discorso, Presidente –
che bisogna ripianare il disavanzo e credo che il percorso che si è disegnato è
virtuoso e serio perché anche rispetto alla proposta avanzata dalla Giunta
all’interno del mio gruppo c’è stato un confronto molto ampio e molto duro. Si
è disegnato un percorso che condivido rispetto al
quale le misure che saranno assunte saranno discusse e condivise e rispetto alle
quali saranno salvaguardati i ceti deboli.
Condivido e do il mio voto favorevole a questo percorso
perché penso che una classe dirigente deve assumersi le proprie responsabilità
e noi ce le assumiamo fino in fondo. Dobbiamo
predisporre gli atti per interloquire in maniera puntuale e precisa col Governo,
altrimenti si dirà: è la solita Calabria,
Penso che questo atto che noi compiamo si collochi
all’interno di altri atti positivi come quello della Sua o dell’utilizzo dei
fondi dell’ex articolo 20 dopo oltre un ventennio e come la costruzione degli
ospedali.
Credo che con questo nostro provvedimento disegniamo un
nuovo percorso della sanità calabrese. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Amendola. Ne ha
facoltà.
Grazie, Presidente, mi rendo conto che ci sia
la necessità di concludere al più presto i lavori ma
io intervengo solo per esprimere il mio voto favorevole a questa legge che in
modo concreto si propone l’obiettivo di metter mani nella sanità calabrese, di porre fine a quelli che sono
stati per tantissimi anni gli sprechi di un settore importante che incide
fortemente sulla economia di questa Regione.
Alcune
considerazioni brevissime le voglio fare.
Credo
sia stato davvero sbagliato che il centro-destra… e va apprezzato il fatto che
alcune forze politiche del centro-destra siano rimaste in Aula e che un forte
contributo lo abbiano dato nelle stesse riunioni delle Commissioni.
Penso
sia sbagliato l’atteggiamento complessivo del centro-destra perché, ritengo, e
qui ci differenzia forse anche una cultura tra destra e sinistra… io non
ricordo nella mia esperienza nella passata legislatura che mai il
centro-sinistra nei momenti fondamentali ed importanti si sia allontanato
dall’Aula.
Penso
alle discussioni sui bilanci ma anche al momento in cui abbiamo ragionato sul Piano sanitario Luzzo.
Siamo
rimasti fino alla fine proponendo anche emendamenti. Ecco l’errore del
centro-destra, ma forse anche questo è un limite della Calabria, noi realmente
oggi tocchiamo con mano che non esiste una opposizione
vera in questo Consiglio regionale.
Badate,
lo dico perché quando sono arrivato l’anno scorso in questo Consiglio regionale
ed il primo impatto è stato la discussione sul bilancio: io non ho sentito
interventi, addirittura, nemmeno sul documento finanziario di questa Regione. Escluso un solo intervento non è
intervenuto nessuno.
Invece,
questi erano i punti di forza veri, ricordo, del centro-sinistra quando al
governo vi era il centro-destra.
Vedete,
questo provvedimento di legge ha creato – se volete – problemi anche a noi.
Sono stati forti le discussioni che abbiamo fatto all’interno, per cui non è da
criticare il fatto che il centro-sinistra si sia riunito, sia pure con una
delegazione, per preparare degli emendamenti.
Sono
degli emendamenti migliorativi ma credo che sia stato sottovalutato anche lo
sforzo che il Presidente in questo senso ha voluto fare presentando quella
proposta di legge.
Poteva
benissimo dire “arriviamo fino alla fine del mandato, tiriamo a campare e poi
saranno problemi di chi viene dopo”.
No,
abbiamo voluto operare, sostanzialmente, un tentativo di una svolta in Calabria
affinché si mettesse mani in un settore che è quello che più fortemente
penalizza il governo e lo sviluppo di questa Regione.
Il
centro-destra poteva riunirsi e fare degli emendamenti e non si può dire che
non sia stato coinvolto.
Vedete,
quando abbiamo incontrato come maggioranza il Presidente Loiero, si è aperta una forte
discussione. Il Presidente stesso ci ha detto: vedete che ho trovato più
comprensione nel centro-destra che nella mia maggioranza.
Ma io mi
chiedo: dov’è questa disponibilità e questa comprensione? Credo sia prevalsa
l’opportunità di lavarsene le mani.
E qui
non si tratta di rivendicare se l’80 per
cento dei debiti sono di chi sono. Il problema è che c’è stata una
gestione disastrosa di un settore che ha penalizzato enormemente
Ecco,
penso che oggi la destra abbia perso una grande occasione e nel momento in cui
noi ci apprestiamo ad approvare quelle che sono le linee guida per formulare un
rientro di quelli che sono i debiti o i buchi della sanità nella nostra
Regione, credo che alcune raccomandazioni
anche oggi in questo momento possiamo farle.
Pure io ho visto la trasmissione “Report” e credo sia
sbagliato – sentendo anche l’intervista ai tecnici – pensare ancora una volta
che tutti i problemi della sanità siano dovuti alla politica. Perché, mi dico,
quelli sono tecnici, non sono politici o addirittura se poi sono finti tecnici
è un’altra cosa, se è vero – come è vero – che molti di questi dirigenti già
pensano alle candidature alle prossime elezioni regionali.
Voglio però fare una raccomandazione. Al Presidente Loiero vorrei chiedere come è possibile arrivare anche a
delle verifiche nel momento in cui noi andiamo a formulare il Piano sanitario
regionale come richiesto anche dal Presidente Giamborino.
Anche sugli accorpamenti voglio esprimere una sola
considerazione. E’ stata fatta una legge sugli accorpamenti, bene. Io
ritengo che ci debba essere una verifica su quel provvedimento che è stato
preso, se ha funzionato. Perché mi chiedo se c’è stato, eventualmente in questi
due anni un risparmio economico, una efficienza maggiore
da parte di questo settore. Sono verifiche che ritengo debbano essere fatte.
Poi, ancora, un’altra considerazione, Presidente Loiero. Ritengo che vada fatta anche una verifica sui
dirigenti che noi abbiamo nominato nelle nostre Asl. Non è piaciuto non quanto
ha detto – o come ha risposto – il Presidente dell’Asl di Locri. Io ritengo che
ci sia stato un approccio sbagliato nella stessa trasmissione da parte di quel
responsabile.
Allora mi chiedo: perché non rivedere soluzioni che
vanno anche contro la legge? A che serve, oggi, mi domando, un direttore
generale in quella realtà quando abbiamo votato una legge degli accorpamenti
che prevede 5 Asl in tutta
Ecco, votare una legge che dà gli indirizzi per quanto
riguarda il rientro del buco sulla sanità in questa regione, significa pure che
si debbano affrontare anche queste deficienze che sicuramente ci sono e che
hanno necessità di essere riviste. Grazie.
PRESIDENTE
Non ho più iscritti a parlare. Pertanto è chiusa la
discussione generale.
La parola al Presidente Loiero.
Brevemente perché mi rendo conto che questa è una giornata un pochino strana, pertanto prometto davvero di
parlar poco.
Voglio ricordare che
qui abbiamo fatto due dibattiti sulla sanità
ed io capisco che il tema è importante e decisivo per il nostro futuro. Però avevo fatto un appello alla responsabilità, alla consapevolezza ed all’impegno
comune indipendentemente
da maggioranza e opposizione.
Non mi illudo che
possa essere ascoltato, però voglio ricordare – lo dico alla Presidenza e a tutta l’Aula, che da mezzanotte
scatta – impostami dal premier
Berlusconi – la mia condizione di commissario.
Io avrei, quindi,
potuto eludere questo dibattito e far passare il tempo. Ho preferito essere qui
insieme a voi perché ho sempre preferito non
aver deleghe in una materia incandescente come quella della sanità. Non servono le deleghe, questo è stato il
senso principale del mio messaggio in tutte le occasioni.
D’altra parte,
voglio dirvelo ancora e voglio ricordarvelo, l’ho detto più volte in Aula,
nessuno, però, è tornato su questo tema se non, mi pare, qualcuno della maggioranza. Cioè l’advisor l’ha voluto il sottoscritto, l’abbiamo voluto noi
per tirar fuori tutta la polvere che c’è e che era stata addensata sotto i
tappeti da tutti.
E non mi dite questa
storia che ho già sentito in maniera molto corriva da parte del consigliere
Abramo, che qui la responsabilità è tutta nostra perché la responsabilità di ogni gesto politico è
solamente del governo in carica.
Questa è
una cosa che non sta né in cielo né in terra. Mille sono state le occasioni in
cui è capitato che…
(Interruzione)
Voglio
ricordarvene solo una. Nel 2001, il ministro dell’economia del tempo, che era
lo stesso di oggi, ha parlato per due anni di un buco immaginario – che poi si
è rivelato immaginario – che attribuiva alla coalizione che aveva perso le
elezioni.
Che
significa? Io avrei potuto convenire in tutto questo dibattito, in questo
confronto e anche là a “Report” – ne parlerò di qui a poco – sul fatto che
bastava dire che l’80 per cento( e questo non lo dico io ma lo dice l’advisor che ha
mandato il Governo Berlusconi, io l’ho chiesto ma lui me lo ha mandato) era un debito degli anni che vanno dal 2001
al 2005 - perché così certifica l’advisor – per
attenuare sicuramente le polemiche, ma io voglio prendere e far carico con la
maggioranza, con questa Giunta di tutto il pregresso.
Questo è
stato l’intendimento. Certo, questa
è una scelta radicale e terribile, lo so, ma è fatta a favore delle generazioni
che verranno. Perché è vero che ci saranno anni di lacrime e sangue ma sarebbe
stato infinitamente più grave – l’ho
già detto l’altra volta – se questo avesse dovuto combaciare con l’adozione del
federalismo
fiscale.
Oggi noi
abbiamo le condizioni – come hanno fatto le altre Regioni – di sederci intorno
al tavolo col Governo ed aprire una trattativa. Trattativa difficilissima
perché voi pensate davvero che tutto quel che sta avvenendo, le dichiarazioni
che si fanno a livello governativo, le trasmissioni… tutto sia un caso? Non
voglio dire che c’è qualcuno che manda “Report” in
questo momento, ma voglio dire che c’è una occasione che si capisce dalle
dichiarazioni e che certe trasmissioni cavalcano certi fatti…
Voglio
fermarmi un minuto su “Report”. Io so che quella è una trasmissione che è
andata non male, ma malissimo. E non voglio dire neanche quel che è successo
nell’ultima parte dell’intervista a me. Io l’ho vista come una
occasione per dire al Paese che questo l’ho contrattato prima, che qui,
solo qui si era fatto proprio nella condizione in cui versa
Poi io
volevo dire che se una Regione che ha difficoltà vuole
interrompere un percorso, un tragitto e cominciare una fase più virtuosa di
quella che avevamo alle spalle, non
potevamo esser demonizzati.
Io per
questo ci sono andato e poi è vero che c’è stato qualcosa di inaccettabile
per come sono andate tante altre cose e devo dire – se posso contestarlo qui
nell’Assemblea di cui io faccio
parte -che quando è cominciato col Santa Rita di Milano ho pensato “adesso
qualcosa succede in Calabria…”. Una cosa così da noi non è ancora capitata, può
essere che capiterà ma speriamo di no.
Certamente
quella è una indecenza nella maniera più assoluta,
sono avvenute forse cose altrettanto gravi ma non di quella fattispecie in cui
ci si vende gli interventi. Poi è andata male, i manager sono andati tutti male, tutti. Io stesso non sono stato all’altezza
perché c’è stata una parte che ritenevo non registrata. Ora lasciamo stare, io
dovevo saperle queste cose, ma ricordo a tutti voi che
qui in questa sede sono venuti altri giornalisti che hanno fatto – ricordo –
nell’imminenza della morte del povero Fortugno, cose
altrettanto indecenti senza che questo abbia fatto grande scandalo.
Voglio
ricordarvi che una settimana fa sempre “Report”, non davanti a Loiero ma
davanti a Tremonti, che è stato costretto a togliersi il microfono e ad
andarsene, non è questo che passava.
Anche
sul “Campanella” io ve lo voglio dire con estrema franchezza, anche questa è una indecenza che il “Campanella” che è un ibrido di
pubblico e di privato che io ho ereditato, non vi leggo le carte, me le sono
portate ma non voglio fare lo scolaretto diligente.
Io, la
collega Lo Moro e Principe abbiamo
firmato un protocollo di intesa nell’ottobre del 2005 sotto l’onda degli
studenti che venivano a Via De Filippis a bloccare il
traffico, ma l’abbiamo firmato in buona fede. Un protocollo che veniva dal
2002, dal 2003, dal
Vi dico
un’altra cosa – io ho qui i dati –:guardate, il “Campanella” è uno dei pochi baluardi che
non fa partire per recarsi altrove persone che hanno problemi di salute, e
voglio ringraziare l’amico Acri, che si è assentato proprio perché non poteva
rinunciare ad un ciclo di cure, per le dichiarazioni che ha fatto su quel che ha vissuto sulla sua pelle.
Lo
voglio qui ricordare, e credo che non faccio mancamenti neanche a lui. Lui si è
rivolto a me quando ha scoperto di avere un problema di salute. Sapete - lo
dico perché sono sicuro che non gli dispiacerà se lo faccio –che mi ha detto se
potevo chiamare Veronesi, visto che si è ricordato che ero stato al Governo con
lui.
Ho
risposto “senz’altro, cercherò, spero di trovarlo. Però
nel frattempo perché non ti ricoveri al “Campanella” stasera e cominci a fare
le analisi che poi porterai a Veronesi”. Lui era con la moglie ed il giorno
dopo mi ha richiamato per dirmi “non chiamarlo più, io mi sento tutelato qui”.
Signori, guardate che noi non abbiamo tante di queste strutture. E’ vero che siamo stati comici
nella risposta sulla ricerca, e non mi sono piaciute, lo vedo in Aula - neanche
le risposte che ha dato il manager di Locri. Assolutamente, prendo
pubblicamente la distanza da queste cose, perché così bisogna fare e so che
questo deve essere il nostro codice in sanità.
Voglio
dire che è andata malissimo, ma questo può cambiare a 360 gradi la posizione
della minoranza? Ma come, io ho parlato con la minoranza, da solo senza la
maggioranza, non ho invitato neanche il capogruppo della maggioranza, ho voluto
vederli da solo. Ho registrato, sì, è stato detto in Aula, l’ha detto anche
Tripodi, ho registrato un clima addirittura più favorevole ed avevo più
contestazioni nella mia parte politica.
Cosa è
cambiato? La riunione con Scopelliti qui nel Palazzo?
Ma non è questa la maniera di fare politica, non è questa davanti ad un
problema palpitante come la sanità in questo territorio. Pensate davvero che
possa sopportare tutto davanti ad un problema, ad un bubbone che mi scoppia e
che ho voluto che scoppiasse? Ma guardate che io ho il coraggio delle mie
scelte e lo dico a tutti.
Poi so
che ci prendono le elezioni, leggo dichiarazioni… per le liste ognuno compete,
certo nessuno è sereno. Voglio ringraziare, lo dico qui senza voler dare
neanche lontanamente l’idea di lusingarli… perché poi sia Pasquale Tripodi che
Talarico, che Trematerra sono stati critici com’è
giusto. Ho sempre accettato le critiche ma loro sono rimasti in Aula.
Voglio
dire a loro un grazie perché sono rimasti in Aula
avendo un senso dello Stato sicuramente più spiccato di quello che ho dovuto
registrare qui. Voglio ringraziarli – se posso dirlo – anche per aver votato no
al federalismo
fiscale.
Cioè, io
davvero ho un sentimento proprio di attenzione e di simpatia per tutto questo.
Ora non voglio neanche fare una polemica smodata, ho detto che parlavo e
parlerò poco, molte cose le ha dette Naccari, ho apprezzato molto anche gli interventi di Pacenza e di Adamo, di tutti coloro che hanno parlato.
Naccari ha voluto ricordare – io non lo farò – quello che è
successo quest’anno. Siamo stati massacrati e non ho detto niente. Siamo stati
massacrati da un Governo che di fatto ci poteva
rapinare di tutto quello che poteva rapinare.
Non è
mai venuto nessuno, verranno in campagna
elettorale. Ma vi sembra giusto - io non voglio dire – che la promessa
di Prodi di immaginare questa come una regione prediletta si sia potuta tutta
realizzare? Non è così. Prodi ci ha dato una mano, ci ha dato una mano anche
nelle cose che non si vedono, nei rapporti in Europa. Sono cose importanti, ci
ha dato i 3 anni per i forestali con Padoa Schioppa contrario, io questo l’ho vissuto in prima persona
a Palazzo Chigi.
Forse
non è stata la regione prediletta, ma potrebbe avvenire che oggi il premier dicesse che questa regione, che
poi gli ha dato tanto consenso, fosse definita prediletta senza che tutti qui
dentro, maggioranza e opposizione ci mettessimo a ridere? E’ totalmente fuori
dal gioco, totalmente fuori, ha
cominciato col primo provvedimento, quello di Fintecna
che io e Cuffaro avevamo già firmato. Tutto, tutto
rapinato e portato tutto al nord, un primo segno perché dell’Ici fruisce il
nord non il sud.
E poi
via via è stato un imperversare. Non evoco queste
cose, non le ho mai dette qui dentro perché forse avrei dovuto farlo ma certo
se si infuoca la campagna elettorale
faremo anche questo. Ma io ho voluto rispettare, perché sono convinto, quando
si vedono i provvedimenti, perché li vedono tutti, che la sofferenza maggiore, paradossalmente non è di questa
maggioranza di centro-sinistra, ma degli schieramenti di opposizione.
Sono
convinto anche io, se posso dirlo – l’ho detto un’altra volta questa cosa –,
che sia Berlusconi che Fini non vorrebbero fare quello che fanno, perché
prendono i voti e nessuno vuole perdere i propri voti. Ma lì c’è un partito che
rappresenta tre-quattro Regioni, magari si espanderà ma oggi rappresenta 3-4 Regioni, e questa è una
anomalia della democrazia che chi rappresenta tre Regioni poi pesi sul resto
delle altre.
E’ una anomalia, pensateci, è un vulnus del consenso e della democrazia. Non voglio usare tutte
queste cose e sono convinto che anche loro sono vittime come noi. Ripeto che
qui non la voglio far lunga perché poi non ha senso…
Io ho
sentito un dibattito della maggioranza, che ringrazio, di grandissima
attenzione. Capisco anche alcune inquietudini
di certi partiti con cui abbiamo fatto un pezzo di strada, abbiamo fatto anche
delle cose importanti sul piano sociale. Abbiamo anticipato povertà,
piano casa, le abbiamo fatte prima noi queste cose.
Quindi io sto attento agli equilibri della maggioranza
ma sono stato attentissimo anche alla minoranza. Perché ho pensato sempre –
l’ho detto dal primo giorno quando avevamo vinto con 20 punti di differenza, ma
non lo voglio ricordare più – che qui non aveva senso avere un rapporto
maggioranza e opposizione così come lo si può avere in Lombardia dove c’è una
democrazia ordinata. La nostra è una democrazia disordinata.
Allora, amici, sono
venuto qui a chiedere aiuto e l’ho chiesto anche alla opposizione. Mi dispiace tanto, e qui è stato detto,
per esempio, se posso dirlo, io lo dicevo a Cersosimo mentre parlavano: si è bravissimi a parlare e a
dir parole, ma se tutti potessero commisurare le parole con la coerenza del
proprio profilo politico, se ognuno si potesse ascoltare in un flash back rispetto a quello che ha
detto, magari in una fase precedente della propria vita, quando aveva funzioni
e ruoli diversi, ci sarebbe da ridere.
Penso che bisogna
tenere un minimo di coerenza nel proprio profilo, almeno che duri una
legislatura e nella legislatura si può stare al governo,
alla opposizione, si
può stare dappertutto in un territorio che sotto alcuni aspetti è molto
volubile.
Quindi, amici,
quando mi dite – solo due o tre cose voglio ancora dire – il Piano sanitario…
Certo abbiamo costruito, ci abbiamo impiegato
parecchio, Doris Lo Moro ci ha lavorato – la
ringrazio – molto tempo… Io le dicevo, Adamo lo ricorderà, “ma questo piano è
pronto?” rispondeva “faremo una cosa perfetta”. Ma quello era un piano
espansionistico che io condividevo perché era il prodotto di quella stagione.
Poi è
successo quel che è successo quando ci siamo accorti –
io mi sono accorto se posso dirlo qui e forse lo dico per la prima volta -,
perché in una di queste fasi, noi facciamo parte dell’Ufficio di Presidenza,
una volta uscendo mi ha detto Errani “ma tu sei sicuro che i conti li hai a
posto?”.
Siccome io ho un buon rapporto con Errani, anzi uno straordinario
rapporto, l’ho seguito fino alla sua stanza e gli ho detto “te lo dico, sai
tante volte molte cose si nascondono…” allora mi è venuto un tarlo, io ero in
perfetta buona fede, sembro una persona anche furba – scusate questo
riferimento personale – ma poi ho anche le mie ingenuità ed i miei pudori e mi
sono detto “ma che succede qua? Si mette, si nasconde….”
e mi sono posto il problema.
Abbiamo
voluto fare un Piano sanitario,
certo, e questo diventa il piano di rientro.
Ma,
guardate, io vi voglio dire che non tutte le cose andranno malissimo. E’
sbagliato pensare in questa maniera catastrofica. Anche sul discorso dei manager
– vi prego, non me lo dite più – :non ci vuole venire
nessuno qua ancorché super pagati. Perché appena toccano… è come prendere la
corrente, come se rimanessero tramortiti da una scossa elettrica. L’ho visto.
Guardate,
che noi abbiamo preso tra i capi dipartimento – l’ho detto l’altra volta –
personaggi di qualità assoluta che sono scappati via appena hanno “toccato”
Davvero
io, allora, questo capo dipartimento alla sanità
me lo tengo buono e non solo per le sue qualità ma perché se ci lascia
davvero…, ha ragione il collega Tripodi quando dice che con quella struttura…
Anche qui io voglio dire – e, vi prego, ditemi se voi potevate fare una cosa
diversa da quella che ho fatto io – quando ci sono stati gli arresti cosa
potevo fare se non o dimettermi o mandar via tutti.
Li ho mandati via tutti e dopo 3 mesi Spaziante mi ha
detto “ma io non posso stare fino a mezzanotte a scrivere le delibere” perché è
chiaro sono spesso persone che sono state 20 anni là ed hanno stabilito,
accumulato conoscenze che magari non hanno trasferito.
E’ un problema, ed oggi questo problema ce l’abbiamo. Io
non escludo per niente che metta personaggi di Kpmg ancora per un anno pagati da noi, perché capisco che
spesso quando andiamo al tavolo Massicci il cambio della faccia è importante.
E’ importante in questo clima drammatico di
demonizzazione che subiamo. E quindi state attenti perché è facile dire sì il manager…
ma, Belcastro, posso dire? Non c’è… Tripodi, Adamo,
parecchi hanno detto no quando l’abbiamo messo.
Io ho risposto di sì, perché sono convinto che Belcastro è bravo ma questo non toglie nulla che è stato
una catastrofe. A parte che non doveva rispondere a quelle domande alle quali
doveva rispondere il direttore scientifico. Cosa c’entra il direttore
amministrativo con i progetti di ricerca? Può sapere che sono? Ha sbagliato
perché poi siamo anche un pochino provincialotti…
Guardate, io non ho nulla da difendere, non me ne frega
niente, scusate questo linguaggio. Ma voglio dire che adesso non possiamo fare
di questa trasmissione il codice del nostro impegno in un settore così
nevralgico.
Io vi dico davvero, non sono convinto che in tutta
questa immane sfortuna noi non abbiamo uno strumento che è importante: noi,
paradossalmente abbiamo risorse – questo non lo può fare il Lazio – che
possiamo investire in sanità e che sono risorse dell’Europa che abbiamo,
ripeto, in mano noi.
Io ho già nominato un commissario per fare le “case
della salute” e stiamo immaginando – qui chiedo il vostro aiuto – perché non
sai se devi farle in un posto piuttosto che in un altro. Più occhi guardano
meglio in queste scelte. Queste sono le scelte centrali che dobbiamo fare
insieme.
Sono stato irriso oggi sui 4 ospedali. Ma certo questi
sono una cosa da nulla, non si costruiranno più ospedali in Italia se non con
quattrini privati e noi li facciamo con una ordinanza
di protezione civile. Facciamo delle cose importanti nella regione ed è un
peccato davvero se…
(Interruzione)
…certo, è semplice il discorso.
Se io entro un mese non
propongo un piano di rientro convincente, quelli ci commissariano perché io
sento la pressione elettorale sulle spalle, perché malgrado tutto quel che è
successo in questa legislatura siamo ancora là. Su questo ci dovremmo difendere
tutti, anche la opposizione, perché, vedete, la
stagione può diventare traumatica, che si interrompa per molte ragioni ma non
per questo, lasciamo stare questo che attiene ai nostri profili autobiografici
e biografici ed io lo faccio perché dobbiamo dare risposte ai calabresi.
Io ho pensato di proporre qui anche quando ci siamo
incontrati, anche in privato…
(Interruzione)
…non è facile scegliere perché tu spesso devi farlo fra
due cose che sono antitetiche. Purtroppo è questo il mestiere e la risorsa
della politica. La politica può scegliere discrezionalmente.
Noi qui dobbiamo fare insieme un piano di rientro ed un Piano sanitario rivisto insieme alla luce del rientro.
Da oggi in poi, amici, non abbiamo più le prerogative di
consiglieri regionali, tutto è in mano al Governo ed io dipendo dal Governo non
più da qui. Se non ci rendiamo conto che tutto quello che insieme voglio fare
con voi, perché questa è la nostra risorsa, sono convinto che alla fine anche
la minoranza, anche quella che oggi è andata via, fuori, che magari voleva fare
una conferenza stampa mentre c’era il dibattito in Aula – è una cosa che non
sta né in cielo né in terra –potrà dare un grande apporto.
Io voglio che venga al tavolo, che mitighi il vento elettorale
che di qui a poco, fino al 7 giugno investirà tutti. Venga al tavolo perché
dobbiamo costruire qualcosa e lo dico davvero senza alcuna retorica, ché
dobbiamo costruire non per noi ma per i calabresi che ci guardano.
Presidenza del Presidente Giuseppe Bova
Con la replica del Presidente Loiero si conclude il
dibattito. Oltre alla replica ci sono stati 24 interventi che evidenziano come
ci sia un Consiglio in buona salute.
Si passa all’articolato, vedendo di votare in maniera
ordinata, ci sono parecchi emendamenti e c’è un testo coordinato.
Chiamerò gli emendamenti per numero di protocollo in
modo da evitare confusione, pregando che nessuno si muova dal banco. Il voto è
sempre formale ed esplicito senza confusioni successive.
Partiamo con l’articolo 1 del progetto di legge.
All’articolo 1 è stato presentato
emendamento protocollo numero
2. All’articolo 3 sono aggiunte alla fine le seguenti parole
<<salvo quanto previsto dall’art. 1, comma
L’emendamento si illustra da sé. Parere del relatore e
della Giunta favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 902.
(E’ approvato)
Sempre all’articolo 1, lettera a)…
Presidente, ritiriamo l’emendamento a firma mia e del collega Pacenza, che riguarda l’articolo 1, lettera a)…
PRESIDENTE
Non siamo ancora
arrivati a questo…
No, perché l’emendamento dell’assessore Naccari è sub-emendamento rispetto
al nostro. Pertanto ritiriamo il nostro e
non c’è problema.
PRESIDENTE
Infatti, io sono partito anche da questo, articolo 1, lettera a) perché
ho proposto a tutti l’emendamento
protocollo 902 che abbiamo già votato, è giusto.
Ma prima
di arrivare al suo emendamento c’è l’emendamento
protocollo
Presidente, questo emendamento l’abbiamo fatto perché ritenevamo che ci fosse un aumento dell’Irpef
che credevamo fosse sbagliato e pensavamo di scaglionare questo aumento
dell’Irpef in base alle tipologie di reddito.
L’assessore Naccari mi
ha spiegato, parlando con lui, che così non è. Vorrei un chiarimento ufficiale
affinché si sancisca che non c’è un aumento dell’Irpef per i cittadini calabresi
con questo atto.
Sì, la definizione
faceva riferimento alla destinazione della quota libera di Irpef a copertura
delle perdite 2008.
Quindi noi non
abbiamo nessun incremento dell’addizionale Irpef ma solo la destinazione della
quota che già c’è. I calabresi
pagheranno di Irpef quel che hanno pagato l’anno scorso, due anni fa e così
via.
PRESIDENTE
Se ho capito bene, l’emendamento è ritirato perché è
tutto chiarito.
E’ ritirato anche l’emendamento all’articolo 1, lettera
a), a firma Borrello-Pacenza.
Essendo stati ritirati, non ho altri emendamenti ai vari
commi dell’articolo 1 pertanto pongo in votazione l’articolo 1 come emendato.
(E’ approvato)
Si passa all’articolo 2.
Pongo in votazione il comma 1.
(E’
approvato)
Pongo in votazione il comma 2.
(E’
approvato)
All’articolo 2, comma 3 è stato presentato emendamento
protocollo numero
L’emendamento si commenta da sé, Presidente.
PRESIDENTE
Pareri del relatore e della Giunta favorevoli. Pertanto
pongo in votazione l’emendamento.
(E’
approvato)
Pongo in votazione il comma 3 dell’articolo 2 come
emendato.
(E’
approvato)
Al comma 4
dell’articolo 2 è stato presentato emendamento protocollo 890, sempre a firma
dei consiglieri Borrello, Pacenza che così recita:
“Gli eventuali atti di transazione e riconoscimento del debito assunti dai
direttori generali ai sensi delle norme vigenti previa comunicazione ai
dipartimenti della salute e del bilancio possono dare luogo a cessioni di
credito a terzi, la cui efficacia è subordinata al realizzarsi della copertura
finanziaria ai sensi della lettera b) del precedente comma 2. Gli stessi sono
trasmessi entro 5 giorni dall’esecutività alla Procura ed alla Sezione di
controllo della Corte dei Conti ed alla Commissione
permanente competente>>”.
Antonio BORRELLO
L’emendamento si commenta da sé, Presidente.
PRESIDENTE
Pongo in votazione l’emendamento al comma 4
dell’articolo 2.
(E’
approvato)
Pongo in votazione il comma 4 come emendato.
(E’
approvato)
Al comma 5 dell’articolo 2 è stato presentato
emendamento protocollo 890 sempre a firma dei consiglieri Borrello, Pacenza che così recita: “Dopo la parola
<<stessa>> si aggiungono le parole <<nonché
al consigliere regionale>>”.
L’emendamento si illustra da sé.
Pongo in votazione l’emendamento al comma 4
dell’articolo 2.
(E’
approvato)
Pongo in votazione il comma 5 dell’articolo 2 come
emendato.
(E’
approvato)
Al comma 6, lettera a) dell’articolo 2 è stato
presentato emendamento protocollo
Questo emendamento, Presidente, riguarda sempre l’Irpef
ed è ritirato.
PRESIDENTE
Sempre all’articolo 2, comma 6, lettera c) è stato
presentato emendamento protocollo
L’emendamento si illustra da sé.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’
approvato)
Gli onorevoli Pacenza e
Borrello hanno presentato emendamento protocollo 890 che così recita:
“All’articolo 2, dopo il comma 6, si aggiunge il seguente comma 6 bis <<l’ipotesi di accordo di cui al comma 1 è trasmesso al
Consiglio regionale>>”.
Pongo in votazione come emendato…
(Interruzione)
Onorevole De Gaetano, l’emendamento protocollo
872 è quello che mi aveva detto di ritirare? Era l’emendamento 871?
L’emendamento protocollo 873 non ho la copia.
L’emendamento protocollo 872
così recita “All’articolo 2, comma 6, dopo la lettera b) della proposta di
legge viene aggiunto il seguente comma b.2)
<<dai risparmi di spesa rivenienti dalla distribuzione diretta dei
farmaci da effettuarsi anche con la creazione e/o implementazione sul
territorio regionale di farmacie comunali polivalenti che costituiscano anche i
primi presidi sanitari territoriali con gestione diretta da parte delle aziende
sanitarie provinciali>>”.
E’ un emendamento che mira a dare la possibilità, con i
risparmi di spesa della farmaceutica, di incentivare
le farmacie comunali e a dare la possibilità di indirizzare molta della
distribuzione farmaceutica puntando molto sulla erogazione diretta, sui farmaci
equivalenti.
Credo sia un emendamento importante perché può dare un
modello - come quello che è usato in Toscana ed in Emilia – che in Calabria è
stato tolto negli ultimi 10 anni. Credo che dia la possibilità non solo di
avere risparmi ma maggiori possibilità ai cittadini di una riduzione della
spesa ed anche un servizio migliore.
Prego, assessore
Naccari.
Non siamo contrari alle farmacie comunali, tutt’altro.
Però il problema qual è? Se noi prevediamo in questa formulazione di destinare
i risparmi di spesa alla costituzione delle farmacie comunali, di fatto vanifichiamo l’obiettivo della legge che è quello
di effettuare risparmi di spesa per fare la copertura del disavanzo.
Noi, quindi, non possiamo non fare la copertura del
disavanzo. Direi di scindere quel che può essere un obiettivo anche
condivisibile di avere le farmacie comunali dalla copertura del disavanzo anche
perché le farmacie comunali non funzionano diversamente dalle farmacie private.
Cioè, dove ci sono le entrate e gli utili della farmacia
rimangono. Avremmo quindi la vanificazione dell’obiettivo di realizzare questa
distribuzione diretta dei farmaci su cui c’è una trattativa che porta ad un
risparmio significativo da parte del Governo regionale.
Se il consigliere è d’accordo, magari questo discorso
delle farmacie comunali lo si può scindere e lo si può mettere in uno dei tanti
provvedimenti organizzativi che facciamo sulla sanità, senza che il risparmio
sul farmaco diventi un meccanismo per finanziare le farmacie comunali. Perché
poi avremmo il dato di spostare una entrata regionale
che finanza un servizio e a livello comunale che ha una entrata che non copre
il disavanzo regionale.
Credo, assessore, che possiamo anche togliere il fatto
che i risparmi che derivano dalla farmaceutica possano andare ad implementare
le farmacie comunali, ma dobbiamo mettere due cose. La prima è che si valorizzi
e si punti molto sulle farmacie ospedaliere, sul fatto che, per esempio, a chi
viene ricoverato in ospedale non debba essere data la ricetta per andare a
comprare il medicinale nelle farmacie private ma deve essere la farmacia
ospedaliera ad assicurare l’erogazione diretta del farmaco.
Questo lo dico perché, di solito, non avviene. Anzi
nell’Asp di Reggio Calabria ci sono due farmacie , quella
di Scilla e quella di Melito che non possono soddisfare il territorio. Dovremmo
cercare di incentivare e di dare a tutti i cittadini
la possibilità di accesso , ma questo dovrebbe essere messo in un provvedimento
nero su bianco.
Secondo punto. Credo che dovremmo prevedere nella organizzazione del sistema sanitario la possibilità di
incentivare – troviamo i metodi – le farmacie comunali che sono un punto
essenziale nella sistemazione della sanità calabrese.
Faccio un solo esempio. Quando si passa alla farmacia
comunale, sul farmaco c’è un risparmio del 30 per cento. Se noi vogliamo
veramente risparmiare e dare nuovi servizi, se si va ad incentivare la farmacia
comunale si risparmieranno questi soldi che possono così essere spesi per dare
maggiori servizi ai calabresi.
Credo che se facciamo questo, non togliendo le quote ma
trovando i meccanismi normativi, regolamentari e di incentivazione,
se non è possibile giuridici, se mettiamo queste due questioni , si risolverebbero tanti problemi
del deficit che abbiamo in sanità.
Prego, assessore Naccari.
L’obiettivo allora è: distribuzione diretta dei
farmaci e piano di cura. Questo è, in effetti, il percorso sul quale ci stiamo
muovendo. Possiamo recuperare queste due sottolineature che lei pone
nell’obiettivo 2, così dove si parla della farmaceutica, in coordinamento
formale si sottolinei questo obiettivo che pone il consigliere De Gaetano, con
la distribuzione diretta del farmaco ed il piano di cura dell’ammalato, che
consegue quegli obiettivi su cui noi siamo assolutamente d’accordo e che evidenziava
lui prima.
Prego, consigliere
Tripodi.
Vi chiedo perdono, perché ammetto la mia ignoranza in
materia.
Volete spiegare cosa intendete quando parlate di
“erogazione diretta del farmaco”? Vi chiedo perdono.
Il consigliere De Gaetano ha posto un problema con un
obiettivo di natura politica che, secondo me, è condivisibile al di là della
dizione specifica. Parla del piano di cura.
Chiaramente un malato che viene assistito in ospedale,
quando viene dimesso dall’ospedale per i primi giorni successivi ha un piano di
cura specifico e l’ospedale e l’azienda sanitaria provinciale a seconda delle
tipologie, del tipo di ricovero ecc., gli consegna un percorso terapeutico con
il piano di cura e materialmente i medicinali che deve prendere.
Tutto questo, essendo consegnato direttamente al malato,
ha un costo ben diverso da quello che avrebbe l’acquisto in una farmacia dei
farmaci che gli vengono assegnati.
E’ tutto questo. In tutte le Regioni è uno degli
strumenti e delle politiche di riduzione del costo della farmaceutica.
(Interruzione)
Noi l’abbiamo superato con l’emendamento precedente. In
ogni caso non è che le farmacie comunali regalino il farmaco. Le farmacie comunali
hanno gli stessi introiti delle farmacie pubbliche. Solo che l’utile lo fa il
comune e non lo fa il privato. Nella sostanza non c’è, quindi, differenza, al
di là della disquisizione che da medico l’onorevole Tripodi che si finge
ignorante vuol fare. Però la sostanza è quella.
E’ una ignoranza socratica la
sua.
Presidente, le chiedo perdono. Non è una polemica né un
voler sottolineare. Però quando si presenta un emendamento e si va nella
condizione di costruire un piano di rientro, allora io non posso in un
emendamento mischiare un contenimento di spesa vero qual è l’erogazione diretta
del farmaco con una filosofia che riguarda il principio delle farmacie comunali
che, peraltro, è condivisibile ma che non ha niente a che vedere con un
risparmio di spesa effettivo-costo.
E’ stato separato perché quei punti che citava De
Gaetano prima sono andati all’obiettivo 2 e sono solo punti di obiettivo.
Questo è un altro elemento su cui si parla del piano di cura.
Il mio intervento tendeva sempre a chiarire. Io non sono
medico, come è evidente, però una cosa la capisco.
Noi stiamo discutendo - rispetto all’emendamento da
inserire nell’articolato – la proposta dell’onorevole Naccari,
se non sbaglio accolta dall’onorevole De Gaetano, che sposta dall’articolato
alla parte in premessa e ad un coordinamento formale da fare in un secondo
tempo, questo tipo di impostazione. Nel senso che i risparmi, il modo di
risparmiare, l’organizzazione del rientro del risparmio sono ben definiti.
Poi ci sono i comandamenti nella prima parte, da lì si
sposta, non c’è più. Diventa un coordinamento formale che poi qualcuno scriverà
perché gli obiettivi riguardano la fattispecie che noi non stiamo né discutendo
né votando. Chiaro? Perfetto, allora è ritirato l’emendamento ed andiamo avanti
anche qui a chiarimento.
Immagino che debbo tornare allora un poco indietro. C’è
l’emendamento a firma Borrello-Pacenza…
(Interruzione)
C’è il comma 6 bis…
Scusi, Presidente, c’è
l’emendamento protocollo 873, articolo 2 lettera b) che non abbiamo discusso.
(Interruzione)
PRESIDENTE
Allora è stato presentato emendamento protocollo 873
lettera b) all’articolo
Questo è un emendamento molto semplice in cui si chiede
di cassare il periodo che va da “ivi” a “rimodulare”. Per capirci e per esser
chiari nella sostanza con questo emendamento si elimina l’introduzione del ticket sia sulle prestazioni che sul
farmaco.
Credo sia un punto importante che come Partito
richiediamo per non far gravare il risanamento della sanità sui poveri
calabresi e su chi, con questa crisi, è sempre più in difficoltà.
PRESIDENTE
E’ chiaro per il relatore e
(Interruzione)
E’ l’emendamento protocollo 873 che così recita:
“Dall’articolo 2, numero 6, lettera b) della proposta di legge viene cassato il periodo da <<ivi>> a
<<rimodulare>>” anche se è iscritto tutto di seguito, doveva
mettere i puntini.
Prego, assessore Naccari.
Dobbiamo fare una premessa dicendo, intanto, che
l’oggetto della discussione è il piano di rientro. E’ evidente che il piano di
rientro si compone di una serie di interventi che non abbiamo scelto noi ma che
sono previsti in una tabella ed in una metodologia che è quella fissata dal
Ministero.
Il Ministero prevede interventi di tipo fiscale e
tributario – e noi abbiamo fatto miracoli per evitare diciamo, appunto,
l’incremento dell’Irpef – ed interventi che fanno riferimento essenzialmente al
ticket e quindi a nuove entrate.
Cassare questo punto vuol dire eliminare la nuova
entrata del ticket che è in vigore in
Piemonte, nel Lazio, nell’Emilia Romagna, in Toscana e guarda caso non è
sinonimo di cattiva sanità e non è opportuno – come dice giustamente il
consigliere De Gaetano – che vada a cadere e pesare sulle cosiddette fasce
deboli.
Questa è la logica sulla quale ci stiamo muovendo, cioè puntare ad una esenzione significativa di quelle che
sono le fasce deboli economicamente, quindi le fasce della soglia di povertà e
le fasce che, chiaramente, da un ticket
possono avere un qualche valore.
Poi è evidente che il pagamento di un euro per un
acquisto di un farmaco o per una prestazione per una categoria normale, medio-alta, è un fatto che assolutamente non incide
sull’aspetto economico-patrimoniale.
E’ evidente, allora, che lo spirito dell’emendamento, della impostazione del consigliere De Gaetano è da noi
assolutamente recepito e sarà recepito nella modulazione del provvedimento
quando sarà fatto a valle di queste
norme di indirizzo e di principio sul piano di rientro.
Nessuno ha intenzione di far pagare ai poveri, alle
categorie svantaggiate, a coloro che hanno determinate
patologie che, peraltro, sono previste dalla normativa ed erano anche previste,
alcune di queste nella normativa pre-vigente, il costo di un risanamento che è
una operazione complessa che ha bisogno di diverse voci di entrata, di taglio
dei costi, degli sprechi della spesa, ed in questa logica tutelando le
categorie deboli, il Governo regionale ed il Consiglio regionale si muoveranno
nella determinazione specifica del provvedimento sul ticket.
PRESIDENTE
E’ soddisfatto onorevole? Perfetto. La parola al
Presidente della Giunta.
Presidente, scusi, questa è una cosa delicata perché
potrebbe capitare che se noi approviamo una legge che è diversa da quella che è
stata – purtroppo non abbiamo i poteri di un tempo – coordinata con l’advisor, può
capire che ci ritroviamo con una normativa e con una relazione tecnica loro che
ci metterebbe in difficoltà.
Possiamo tentare di conciliare tutto? Posso proporre io
un emendamento sostitutivo di quello che avevamo preparato noi e loro? Guardate
un pochino, potrebbe andare bene così? Dobbiamo cercare di salvare – se è
possibile – capra e cavoli.
“All’articolo 2, comma 6, lettera b) dopo la parola
<<ticket>> si aggiungono le parole <<prevedendo l’esenzione
per i redditi più
bassi e più vicini alla soglia di povertà e per le patologie più
gravi>>”. Va bene così? Secondo me questo può passare, secondo me salva
davvero tutto.
Fatemi mettere solo “la soglia di
povertà” così questo me lo posso giocare… non facciamo una spiegazione
pubblica, sono cose che si capiscono.
PRESIDENTE
Presidente, lo sta formalizzando?
Sì, sì.
PRESIDENTE
Perfetto.
E’ stato presentato un sub-emendamento su cui
E’ stato formalizzato così ed è sostitutivo rispetto a
tutto quello di cui abbiamo discusso e dice così.
“All’articolo 2, comma 6, lettera b) dopo la parola
<<ticket>> si aggiungono le parole <<prevedendo l’esenzione
per i redditi più
bassi più vicini alla soglia di povertà e per le patologie più gravi>>”.
Va bene? Debbo rileggere?
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’
approvato)
A questo punto, onorevoli Borrello e Pacenza,
abbiamo altri emendamenti al comma 6 dell’articolo 2?
Sì, Presidente, alla stessa lettera b) del comma 6
dell’articolo 2 – emendamento protocollo 890 – vi è la proposta: “Dopo la
parola “<<ticket>> di aggiungere le parole <<per fasce di
reddito e per patologia>> e le parole <<determinate prestazioni
sanitarie>> che vengono sostituite con
<<prestazioni di accertamenti specialistici diagnostici, di laboratorio e
strumentali>>”.
Sostanzialmente è specificato.
PRESIDENTE
Va bene. Pongo in votazione l’emendamento come
illustrato.
(E’ approvato)
Sempre all’articolo 2, comma 6,
lettera b) è stato presentato emendamento protocollo 890 sempre a firma dei
consiglieri Borrello, Pacenza che così recita: “Dopo
la parola <<regolamento>> si aggiungono le parole <<,
approvato previo parere della competente Commissione permanente da esprimersi
entro 10 giorni>>”.
Pongo in votazione l’emendamento come illustrato.
(E’
approvato)
Non vi sono altri emendamenti…
Posso chiedere…
Presidente, alla lettera c), del comma 6 dell’articolo 2
– sempre protocollo 890 – è previsto un ulteriore emendamento che così recita:
“Dopo la parola <<indebitamento>> si aggiungono le parole
<<determinata al momento di accensione del mutuo>>”.
PRESIDENTE
Pongo in votazione questo emendamento.
(E’ approvato)
Sul comma 6 dell’articolo 2 c’è altro?
Pasquale Maria TRIPODI
Presidente, le chiedo scusa. All’articolo 2, comma 6,
c’è l’emendamento protocollo
PRESIDENTE
Sì, è vero, c’è l’emendamento protocollo
L’emendamento si illustra da sé…
Le chiedo perdono, Presidente, perché su questo emendamento protocollo 891…
Siamo all’890 ancora…
Siccome stiamo parlando dell’articolo 2, comma 6…
Lettera e), siamo ancora alla lettera c)….
(Interruzione)
L’ultimo emendamento approvato si riferisce alla lettera
c) del comma 6.
Poi con l’emendamento protocollo 891 c’è un emendamento
alla lettera e) che si illustra da sé, quindi possiamo
procedere…
(Interruzione)
Procedere nel senso di passare alla
discussione su questo che riguarda la lettera c).
Volevo capire una cosa perché questo emendamento ha una
sua filosofia. Gli estensori dell’emendamento dicono “sono aggiunte le parole
<<anche per effetto del riequilibrio tra le prestazioni rese dal servizio
pubblico e dagli erogatori privati accreditati…>>”.
Allora io voglio capire se vi riferite agli accreditati
o ai convenzionati.
(Interruzione)
Agli accreditati? Allora io…
Se non c’è l’accredito, non ci può essere la
convenzione.
Allora il riequilibrio di spesa… Vi chiedo
scusa, perché qui parliamo di un atto
che va a creare una certa economia di scala. Il problema allora qual è? La
convenzione o l’accreditamento? Perché sull’accreditamento non si crea in ogni
caso economia, perché non è detto che l’emendamento sia di convenzione,
assolutamente no!
Allora voglio capire se ci riferiamo ad un ragionamento
sulla convenzione e quindi alla erogazione della spesa
o no.
La convenzione è un passaggio successivo
all’accreditamento. Avendo a mente che abbiamo approvato una norma
sull’accreditamento, una legge in cui è scritto che la
convenzione scatta nel momento in cui
Il fine dell’emendamento è quello di trovare il
riequilibrio delle prestazioni che svolgono pubblico e privato. Tutto qua.
Presidente, su questo punto è bene che ci chiariamo
perché è una legge.
La lettera e) dice che il riequilibrio anche economico è
fatto sulle economie di scala...
Ripeto. La lettera e) dice che il riequilibrio anche
economico è fatto sulle economie di scala conseguenti all’attuazione
dell’accordo.
Allora ricordo a me stesso, non a voi, siccome la
convenzione è un atto successivo all’accreditamento già stipulato mi chiedo:
azzeriamo tutte le convenzioni e questo ragionamento ha un valore oppure…
Collega Borrello, quando una azienda
va ad acquistare prestazioni lo fa non solo sull’accreditata ma sulle strutture
che hanno una convenzione perché altrimenti non le può acquistare.
Volevate lasciarle in questo modo? Lasciatele in questo
modo.
PRESIDENTE
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’
approvato)
Antonino DE GAETANO
Presidente, se posso intervenire un attimino…
PRESIDENTE
Può su che? Chiedo scusa, c’è un emendamento suo che ho
saltato?
No, ci sono alcuni emendamenti che vorrei proporre
all’Aula, se il Presidente è d’accordo.
PRESIDENTE
Ma non è nelle mie prerogative, né di nessuno.
L’Aula è sovrana, potremmo anche decidere di applicare.
In ogni caso se non è possibile metterli in votazione,
Presidente, li vorrei illustrare.
PRESIDENTE
E’ una vita che stiamo lavorando qui dentro assieme.
Come faccio a rispondere io a questa richiesta?
Sono tre emendamenti. Se è possibile illustrarli, se non
si possono mettere in votazione si usa un altro metodo.
PRESIDENTE
Tenga presente che fin quando io non li conosco è
meglio, perché altrimenti si apre una discussione che, invece… mentre ora è
formale, di metodo l’osservazione quando la discutiamo nel merito…
(Interruzione)
…in Aula la discussione la dirigo io.
Presidente, possiamo chiedere all’Aula se possiamo
mettere o no in discussione questo emendamento?
PRESIDENTE
Ma può l’Aula derogare al Regolamento? Le chiedo scusa,
onorevole, perché altrimenti presieda chi vuole. Tenga presente che debbo dare conto
nella forma e nella sostanza non a 28 o a 31 o quanti siamo, ma a 50
consiglieri regionali ed ai cittadini della regione sulla base delle regole che
noi assumiamo.
Presidente, mi deve permettere perché io ho sempre avuto
rispetto per lei e per il suo modo di dirigere i lavori in Aula. Ma adesso non
facciamo un caso di rigidità rispetto a tante altre riunioni in cui non c’è
stata questa rigidità.
Noi stiamo soltanto chiedendo, se è possibile, di fronte
ad un problema e di fronte alle conclusioni del Presidente della Regione,
onorevole Loiero, su quel tipo di conclusioni le
stiamo chiedendo di illustrare tre emendamenti che non abbiamo fatto in tempo a
presentare secondo Regolamento.
Le stiamo chiedendo questo, Presidente. Se lei dice di
no, saremo ubbidienti ed ossequiosi. Ma le stiamo chiedendo di poter fare un
ulteriore atto politico per dare il nostro voto complessivamente positivo a
questo provvedimento.
PRESIDENTE
C’è una richiesta dell’onorevole De Gaetano.
Brevemente e mi
scuso per non aver potuto presentare nei termini regolamentari questi tre
emendamenti che non diventano più tali a questo punto. Chiediamo un impegno
formale all’Esecutivo su questi tre ordini del giorno che saranno portati
avanti in sede di Giunta dall’assessore Guagliardi.
Li voglio brevemente illustrare e
naturalmente questo è un discrimine per Rifondazione
comunista nel prosieguo dell’esperienza anche della maggioranza.
Proponiamo che a far
data dall’entrata in vigore della legge – quindi si aggiusti naturalmente come ordine del
giorno -, quando entrerà in vigore il nuovo Piano sanitario, venga bloccata ogni nuova
convenzione con strutture private.
“
Cosa voglio dire con
questo? Vorremmo una norma più stringente dal punto di vista della moralità. In una regione
difficile come la nostra vorremmo
evitare che ci siano casi in cui chi, per esempio, è rinviato a giudizio per
motivi gravi di ‘ndrangheta, possa essere titolare o gestire una azienda accreditata e convenzionata con
L’altro
ordine del giorno “
Anche
qui è un punto programmatico. Non mettiamo cifre ma alla fine del percorso
dobbiamo invertire la tendenza e riconvertire molto della sanità che c’è oggi
sul nostro territorio verso il pubblico.
“A tal
fine si avvierà una verifica sui servizi non prettamente sanitari per poter,
eventualmente, giungere ad un blocco delle esternalizzazioni ed alle eventuali internazionalizzazioni dei servizi stessi”. Anche
perché una parte del debito proviene proprio dalla esternalizzazione.
L’ultimo e chiudo. “
Ad esempio: parto cesareo. In
Calabria c’è una sproporzione di parti cesarei rispetto ai parti naturali e
questo è un aggravio enorme per le casse della Regione.
Naturalmente io lascio all’Aula
questi ordini del giorno e chiedo che
PRESIDENTE
Prego, onorevole
Tripodi.
Presidente, le chiedo scusa, noi non abbiamo avuto
niente in contrario affinché l’onorevole De Gaetano
potesse illustrare questi ordini del giorno come li chiama lui, ma è opportuno
che lasci la copia in Aula, perché ne vorremmo una…
(Interruzione)
No,
assolutamente, noi siamo stati favorevoli affinché l’onorevole De Gaetano
illustrasse gli emendamenti. Ma siccome si tratta di argomenti importanti che
richiedono una discussione da parte della politica, allora anche noi vorremmo
partecipare all’approfondimento, perché mi sembrano emendamenti che vanno in
una direzione che per alcuni aspetti possiamo anche condividere.
Ci sarà un numero di
copie sufficienti. L’onorevole De Gaetano a
premessa della illustrazione che ha fatto dei tre
emendamenti ha detto che li trasforma in ordini del giorno e quindi in quanto
tali chiede il voto finale.
Quindi dall’impianto
dell’articolato questi tre emendamenti vengono, su proposta dello stesso
proponente, nei fatti spulciati. A lui basta che in maniera seria il Consiglio nel momento in cui lo ritiene si possa
pronunciare nei termini da ciascuno valutati.
Quindi in attesa che
arrivino le fotocopie, se ritenete, possiamo procedere con l’articolato. Va
bene così?
Mi pare – mi
correggano i presentatori degli emendamenti – che non abbiamo più emendamenti
nemmeno al comma 6, alle varie lettere e quindi così come emendato pongo in
votazione il comma 6 dell’articolo 2.
(E’ approvato)
Tornando sempre
all’emendamento protocollo 890 c’è un comma 6 bis a firma dei consiglieri Pacenza e Borrello che così recita: “All’articolo
2, dopo il comma 6, si aggiunge il seguente comma 6 bis <<l’ipotesi di accordo di cui al comma 1 è trasmesso al Consiglio regionale>>”.
Non ci sono osservazioni, pertanto pongo in votazione il comma 6 bis.
(E’ approvato)
Allora a questo punto così come emendato pongo in votazione l’articolo
2.
(E’ approvato)
Sempre a firma dei consiglieri Borrello e Pacenza
è stato presentato un emendamento protocollo 892 che
riguarda un emendamento 2 bis che, quindi, diventa il nuovo articolo 3, che
così recita:
“1.
2.
a) individua a partire dai Drg
di cui all’allegato
b) entro il termine perentorio di 30 giorni . dalla
pubblicazione sul Burc del regolamento di cui al
comma 2, istituisce presso ogni Asp e Azienda
ospedaliera il “Servizio ispettivo di verifica e controllo” e ne disciplina le
attività da esercitare sia in ambito pubblico che privato mediante la
valutazione di almeno il 20 per cento delle cartelle cliniche dei pazienti che
hanno usufruito delle prestazioni.
c) disciplina forme e
modalità per le attività di assistenza a ciclo diurno (day hospital, day surgery, day service e chirurgia ambulatoriale)
da far valere in ambito pubblico e privato. Spetta all’azienda pubblica o
privata adottare i provvedimenti di attivazione che devono essere trasmessi al
dipartimento della salute.
d) stabilisce le premialità e le sanzioni in base ai risultati raggiunti a
favore o a carico direttamente delle aziende che, a loro volta, si rivalgono:
se trattasi di struttura erogante pubblica mediante lo spostamento di
risorse di eguale entità dall’assistenza ospedaliera a quella territoriale e
della prevenzione collettiva;
se trattasi di struttura erogante privata mediante la riduzione dei
ricoveri ordinari valorizzati l’anno successivo o il mancato pagamento in caso
di prestazioni erogate in regime di assistenza a ciclo diurno.
3. Le Asp e le aziende
ospedaliere trasmettono trimestralmente dettagliate relazioni al Dipartimento
della salute che, a sua volta, ne cura l’inoltro alla
Commissione consiliare permanente competente.
4. Oltre alle sanzioni
indicate è vietata la corresponsione di ogni tipo di indennità variabile e di
risultato in favore del direttore generale di azienda sanitaria che non abbia
raggiunto i relativi obiettivi.
5. Entro 90 giorni dalla data
di entrata in vigore della presente legge,
6. Entro 60 giorni dalla data
di entrata in vigore della presente legge,
7. Il dipartimento tutela
della salute verifica trimestralmente i risultati conseguiti e il
raggiungimento degli obiettivi in ordine al piano di rientro dal disavanzo e
propone alla Giunta regionale la decadenza dall’incarico del direttore
generale.
8.
L’emendamento si illustra da
sé.
PRESIDENTE
Prego, onorevole
Tripodi.
Presidente, mi perdoni, qualcuno deve parlare su queste
cose.
Questo è un articolo
aggiuntivo ex novo. Siccome è un
articolo aggiuntivo, io l’ho letto attentamente e lo reputo importante. Una
discussione su questo, a mio avviso, va fatta anche perché dà un orientamento
ad alcuni provvedimenti.
Che si illustri da
sé siamo d’accordo ma se ce lo volete illustrare - anche perché in Aula ne
prendiamo contezza – ve ne saremmo grati.
PRESIDENTE
Assolutamente, ci
mancherebbe. Collega Tripodi, non c’è nessunissima difficoltà.
“Il si illustra da
sé” è perché è scritto, credo, abbastanza chiaramente e quindi si percepisce anche
il senso dell’emendamento.
Quindi, diciamo, la
questione si riferisce soprattutto e principalmente al problema annoso della appropriatezza delle prestazioni.
Abbiamo allora
ritenuto assieme al collega Pacenza, ma anche con gli
altri colleghi, che finalmente era arrivata l’occasione del piano di rientro
per dare regole certe ad una condizione che crea problemi all’intero sistema sanitario e
non solo in rapporto alle questioni economiche ma anche come prestazioni da
erogare agli assicurati.
Si inserisce,
quindi, un meccanismo di servizio ispettivo interno di controllo - interno
significa interno alle aziende
– per “obbligare” le aziende a controllare e verificare almeno il 20 per cento
delle cartelle cliniche dei pazienti che usufruiscono di prestazioni
ospedaliere.
Non basta solo questo ma c’è anche la stessa condizione
che riguarda le prestazioni a ciclo diurno: day
hospital, day surgery
ecc., ecc.
Non ci siamo limitati a questo ma siamo andati un po’ al
di là individuando premialità e sanzioni. Premialità per le aziende virtuose che riescono a
realizzare questi obiettivi, sanzioni per quelle che non riescono a raggiungere
questi obiettivi.
Dopo di che c’è la parte che riguarda sempre il concetto
dell’appropriatezza e che riguarda anche le prescrizioni farmaceutiche, che ha una sua funzione non solo rispetto alla appropriatezza a
questo punto delle prescrizioni ma, soprattutto in funzione del raggiungimento
di un obiettivo programmato che è quello del 14 per cento. Per rientrare in
qualche maniera visto che ad oggi la spesa farmaceutica è ben al di là dello
stesso 14 per cento.
In più c’è un comma 7 che, sostanzialmente, dà mandato
al dipartimento della salute di una verifica trimestrale di queste attività.
Se questo non dovesse esserci da parte delle aziende e
quindi, addirittura, non promuovere le relazioni trimestrali ,
è prevista la decadenza dell’incarico del direttore generale.
C’è un comma 8 che recita “per il riparto del fondo sanitario regionale fra le aziende sanitarie
adotta anche criteri tendenti alla premiazione delle gestioni aziendali più
virtuose.”
Quindi, in un ambito di
concetto più generale c’è anche questo obiettivo che persegue
Onorevole Borrello, condivido
appieno quel che c’è scritto. L’unica mia perplessità è che voi avete previsto
in questo emendamento una scadenza temporale ben
precisa: 30, 60, 90 giorni ecc., ecc.
Cosa che io che non reputo
assolutamente possibile, cioè che
A mio avviso, per
l’esperienza che ho in questa Regione, direi allora di spostare almeno di 30
giorni in avanti le date che avete indicato perché mi sembra strano che entro
90 giorni…
No, le dico subito, onorevole Tripodi.
Le date ed i termini
le abbiamo anche “concordate” con il direttore di dipartimento. Ci ha
assicurato che la tempistica per il dipartimento va bene e quindi a questo
punto nessuna perplessità
che avevamo avuto anche noi, per la verità.
Onorevole Borrello,
mi farò carico allora in quest’Aula se i tempi non saranno rispettati a
ricordarlo ed a chiedere le dimissioni del direttore
generale.
PRESIDENTE
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 892.
(E’ approvato)
Questo diventa il
nuovo articolo 3.
Poi è stato
presentato sempre a firma dei consiglieri Borrello, Pacenza
l’emendamento
protocollo 893 che diventerebbe a questo punto articolo 4, che così
recita:
“1. Ai fini del rispetto dell'obbligo di
riduzione del costo del personale delle aziende sanitarie locali, delle aziende
ospedaliere e universitarie, previsto dall'articolo 1, comma 98, della legge 30
dicembre 2004, n. 311, relativo ai limiti alle assunzioni per regioni ed enti
del servizio sanitario nazionale, dall'articolo 1, comma 198, della legge 23
dicembre 2005, n. 266, relativo al concorso delle Regioni e degli enti locali
al contenimento degli oneri di personale, nonché dall'articolo 1, comma 565,
della legge 27 dicembre 2006, n. 296, relativo alla ridefinizione della
disciplina sui vincoli alla spesa per il personale degli enti del servizio
sanitario nazionale, e successive modifiche e ai fini del piano di rientro
nell'equilibrio economico-finanziario, relativo alla ricognizione da parte
delle regioni delle cause di inefficienza, le medesime aziende, prima di
procedere alla pubblicazione, anche sul sito Internet, dei bandi di concorso o
di avvisi per l'assunzione, devono acquisire l'autorizzazione della Giunta
regionale. L'autorizzazione deve essere acquisita anche per le assunzioni a
tempo determinato, ovvero per rapporti di
collaborazione, consulenze o per altre tipologie contrattuali, a qualsiasi
titolo riconducibili a nuove spese per il personale, comprese quelle rientranti
nei rapporti convenzionali per la specialistica ambulatoriale interna e per la
continuità assistenziale. Sono escluse dalla disciplina sopra descritta le
selezioni riservate al personale interno purché finanziate con i fondi
contrattuali e le procedure di cui alla legge regionale n. 1/2009.
2. E' fatto divieto di erogare indennità di risultato al
personale delle Aziende sanitarie ed ospedaliere che non abbiano attivato la
contabilità analitica o comunque un sistema di contabilità direzionale.
3. Ai fini della istruttoria
per l'autorizzazione di cui al comma 1, i direttori generali delle aziende
devono formulare preventivamente, sulla base di una valutazione della capacità
operativa delle singole strutture, del numero dei posti letto, delle risorse
umane disponibili, delle caratteristiche qualitative e quantitative delle
apparecchiature e delle altre risorse strumentali, del numero di prestazioni
effettuate e della produttività dimostrata negli anni, misure di
riorganizzazione e riconversione, nonché di concentrazione ed unificazione di
funzioni specifiche, al fine di riallocare le risorse umane eccedenti a funzioni
carenti.
4. Ai sensi dell'articolo 30 del decreto legge 4 luglio
2006, n. 223 (Disposizioni urgenti per il rilancio economico e sociale, per il
contenimento e la razionalizzazione della spesa pubblica, nonché
interventi in materia di entrate e di contrasto all'evasione fiscale),
convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, alle aziende,
in caso di mancato conseguimento degli obiettivi di risparmio di spesa previsti
dalle norme di cui al comma 1, è fatto divieto di procedere ad assunzioni di
nuovo personale, fatti salvi l'eventuale reclutamento di profili infungibili ed
indispensabili al fine del mantenimento dei livelli essenziali di assistenza
(LEA) preventivamente autorizzati dalla Giunta regionale e la mobilità infraregionale tra le aziende”.
Vuole illustrarlo onorevole Borrello oppure lo vuole illustrare l’onorevole Tripodi?
Se lo vuole
illustrare Tripodi non ci sono problemi.
In due battute, Presidente, perché penso
che davvero anche qui ci sia una grande chiarezza espositiva non per merito nostro ma perché pensiamo che in queste norme vada
necessariamente mantenuta la maggiore chiarezza possibile.
Si tratta della
spesa per il personale laddove noi – richiamandoci, tra l’altro, a norme nazionali già esistenti ed in vigore – cerchiamo di
ricondurre la spesa del sistema sanitario rispetto al personale in un ambito
che non solo comporti una maggiore economia ma punti ad una qualità
professionale maggiore.
Le
attività di assunzione, ma non solo di assunzione, devono essere rigorosamente
esaminate dal dipartimento che poi proporrà alla Giunta regionale
l’autorizzazione.
Qui c’è
anche una novità che riguarda il divieto – mi riferisco al comma 2 – di erogare
l’indennità di risultato al personale delle aziende
sanitarie ed ospedaliere, chiaramente, che non abbiano attivato la contabilità
analitica o comunque un sistema di contabilità direzionale.
Questo perché occorre che ci siano anche qui certezze di
quelli che sono i centri di costo e quant’altro.
Poi il resto si richiama sempre ad ogni attività che
riguarda l’assunzione di nuovo personale.
C’è una deroga che riguarda… no, forse questo è l’altro
articolo. Va bene così.
PRESIDENTE
Prego, onorevole
Tripodi.
Su
questo articolo, Presidente, io ho alcune perplessità
e lo voglio dire perché ne condivido lo spirito, anche perché è previsto per
legge.
Però, al
comma 2, l’indennità di risultato del personale delle aziende viene raggiunta per servizi, unità operative, centri
complessi, reparti in cui il personale medico, paramedico e quant’altro
contribuisce nella loro interezza come prestazione delle erogazioni al
raggiungimento dei risultati.
Altra cosa è la contabilità analitica che deve essere
attivata dal punto di vista amministrativo.
Allora il problema qual è? Fermo rimanendo che c’è una
contabilità che è prevista per legge, di reparto e quant’altro, è penalizzante
per il personale non attivare le indennità di risultato sol perché non vi è una
contabilità analitica o direzionale.
Allora qualcosa si deve fare come sanzione, collega
Borrello, altrimenti poi ci troviamo che il personale
che ha lavorato ed ha prodotto non usufruisce della indennità del risultato
raggiunto col proprio lavoro sol perché c’è una deficienza strutturale. Questo
mi sembra, altresì, penalizzante per il risultato.
Se noi lasciamo, poi, come è giusto che sia alla libera
iniziativa dei direttori generali di modulare le risorse umane in funzione non
solo delle attrezzature ma anche del carico del lavoro che hanno le varie
strutture, ci scontriamo – a mio avviso, ma questo valutatelo voi che siete i
proponenti dell’emendamento – con una capacità in positivo che deve avere
necessariamente la struttura assessorile di dare indicazioni su quelle che sono
le strutture previste dalla legge.
Perché un modulo che possa essere di 16 posti letto, di
32 posti letto ha una struttura garantita, se il direttore generale d’accordo
con il primario, col capo dipartimento ospedaliero, col capo dipartimento
chirurgico o quant’altro – usiamo questi termini – può decidere di fare un
intervento che possa incentivare ancora queste prestazioni, sta in una
condizione di agibilità della struttura stessa.
Anche qui mi sembra penalizzante rispetto a quella
capacità in positivo che vogliamo dare al sistema, perché parliamo di sistema
non di singolo caso. Quindi la legge riguarda il sistema della sanità
calabrese.
Un’ultima cosa. Una verifica del personale, dei costi
del personale, azienda per azienda, e questo lo dico perché lo spirito
dell’emendamento è da condividere, a mio avviso va fatta già da ora. Ci sono
aziende – ne cito una perché ne conosco il caso personalmente – come quella di
Locri che ha un surplus di economie pari al 12 per cento delle risorse del
personale, Presidente, più o meno. Sarà il 10 o il 13 ma più o meno quello.
Con una capacità in positivo che ha di fare assunzione
di personale che non viene concessa, mettiamola allora in grado di avere a
disposizione risorse umane necessarie.
Uno che risparmia già sul personale 10-12-15 milioni di
euro già ora, che ne spenda 7, adegua la struttura ed ha un risparmio ulteriore
di spesa.
Valutate, allora, rispetto a questo ed anche alla
capacità in positivo che ha il personale di essere adeguato anche al nuovo
orientamento di sanità che vogliamo dare a questa Calabria.
PRESIDENTE
Il linguaggio dei segni…
Prego, onorevole Borrello.
Una semplicissima
osservazione, davvero quasi irrilevante.
Cioè, se fino ad
oggi il meccanismo che indica l’onorevole Tripodi
ha portato a questi risultati l’emendamento,
davvero, si spiega da sé.
Noi vogliamo tendere
affinché questi risultati non ci siano più. Per poterlo fare c’è necessità di
un controllo rigoroso sapendo che comunque i servizi vanno assicurati.
E’ l’eccedenza che
noi andiamo combattendo, perché oggi con
l’eccedenza abbiamo raggiunto questi risultati. Tutto qua, grazie.
PRESIDENTE
Quanto detto dall’onorevole Borrello, non
per commentare ma per mettere ai voti. In quelle bottegucce
che oggi non ci sono più c’era un uomo molto magro e si diceva “lui vendeva a
credito”, e questo è lei, mentre quello più grosso “vendeva in contanti”.
L’emendamento
protocollo 892…
Presidente, sono sicuro che su queste cose domani, dopodomani ci sarà in Calabria una discussione, ma non con noi, con i sindacati,
con le organizzazioni di
categoria e quant’altro.
Non è possibile che un comma dell’articolo dica
testualmente “E' fatto divieto di erogare indennità di risultato al personale
delle Aziende sanitarie ed ospedaliere che non abbiano attivato la contabilità
analitica o comunque un sistema di contabilità direzionale”.
Ora io vi chiedo, perdonatemi, perché domani i sindacati
diranno la stessa cosa.
Chi deve attivare la contabilità direzionale o di
comparto?
Onorevole Tripodi, è
l’azienda che è chiamata ad attivare, perché quei
risultati cui lei si riferisce – molto aleatori, purtroppo per noi – significano
che sono stati ottenuti in assenza di una pianificazione certa delle risorse e
dei centri di costo. Questa è l’essenza dell’emendamento e questo vuol
significare.
Vuol dire che se i sindacati ed i dipendenti sono davvero animati
da spirito di impegno nell’attività lavorativa, spingono sull’azienda affinché si qualifichi
con i centri di costo. Tutto qua.
L’osservazione può
essere pertinente però – vi chiedo scusa e non intervengo più su questo, ognuno
poi… - noi stiamo facendo pagare uno scotto al personale che ha raggiunto un
risultato. Che ha raggiunto un risultato perché se
non ha raggiunto il risultato per legge non gli tocca l’indennità.
Se noi riteniamo che
gli tocca per legge è perché
ha raggiunto un risultato.
PRESIDENTE
E’ tutto chiarito, a
credito ed in contanti.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 893.
(E’ approvato)
Così questo
emendamento diventa articolo 4.
Si passa
all’emendamento protocollo 894, sempre a firma dei consiglieri Pacenza e Borrello, che diventa
articolo 5 e che così recita:
“1.
2. Ferma restando la continuità assistenziale, il
commissario liquidatore dà attuazione a quanto previsto dall'articolo 21
dell'atto di costituzione della predetta Fondazione. In particolare predispone
un piano esecutivo particolareggiato, nei tempi e nei modi, per la riconduzione
delle attività e delle funzioni della Fondazione nell'ambito delle attività e
delle funzioni dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Mater Domini. Il piano,
previo parere della competente commissione permanente, è approvato dal
Presidente della Giunta regionale e dal Rettore e deve essere compiutamente
realizzato entro 60 giorni dalla data di approvazione, pena la riduzione del 70
per cento di ogni eventuale emolumento connesso alla funzione di commissario
liquidatore fino alla conclusione dell'incarico.
3. Il Piano di cui al comma precedente prevede la
riconduzione nell'ambito della struttura organizzativa dell'Azienda Mater
Domini delle unità operative complesse allo stato esistenti presso
Chi illustra l’emendamento questa volta?
Prego, onorevole Pacenza.
Grazie, Presidente, anche qui potremmo affermare che “si
illustra da sé” nel senso che si propone di ragionare rispetto alla Fondazione
Campanella sul piano della sua funzione amministrativa e della sua emanazione,
avendo anche contezza, ed un equilibrio nella proposta, che, rispetto alla
vicenda della struttura, nessuno si è mai sognato di mettere in discussione
l’offerta del servizio, che è, quindi, esclusa dalla discussione.
Qui si potrebbe
anche far riferimento a valutazioni che non sono state per
quanto ci riguarda di emotività.
Non è un
ragionamento che deriva dalle note vicende televisive. Per chi vuole approfondire basta richiamarsi alla relazione
Serra-Riccio che a proposito fa riferimento specifico ad una anomalia
sul piano giuridico e sul piano amministrativo.
Ma, proprio perché noi non siamo condizionati dalla emotività, l’emendamento propone ove – per come,
oltretutto, è stata concepita nel suo atto originario –
Questo per evitare, ripeto, una discussione di carattere
emotivo e per poter evitare anche un messaggio che né qui né altrove nessuno ha
mai condiviso né messo in discussione che è quello di rafforzare l’offerta
sanitaria di eccellenza in questa regione, e quella in qualità di offerta
risponde a questi requisiti.
Seconda questione, l’emendamento propone nel caso in cui
entro il 31 dicembre di quest’anno quella struttura non dovesse avere da parte
del Ministero della ricerca scientifica e della salute il riconoscimento quale
Istituto di ricerca, si chiede di affidare queste funzioni e queste competenze
all’Università di Catanzaro.
PRESIDENTE
Non vedo osservazioni né richieste di intervento,
pertanto pongo in votazione l’emendamento protocollo 894 che diventa articolo
5.
(E’ approvato)
Si passa adesso all’emendamento protocollo
1. Al fine di ottimizzare e potenziare l'attività di
controllo, vigilanza ed ispezione sulle Aziende pubbliche e private accreditate
che erogano prestazioni di assistenza sanitaria il Consiglio regionale nomina
l'Autorità per il sistema sanitario ai sensi della L.R.
n. 39/1995 e s.m.i. con il compito di fornire referti
periodici agli organi regionali di indirizzo e di gestione amministrativa
competenti e per le seguenti funzioni:
a) valutare e controllare l'adeguatezza delle attività
sanitarie e socio-sanitarie;
b) analizzare atti e circostanze
sanitarie e amministrativo-contabili;
c) verificare, attraverso indagini su materie
specifiche, l'applicazione degli standard di qualità e appropriatezza;
d) proporre ogni forma di intervento surrogatorio e/o di
sanzione prevista dalla normativa vigente.
3. Ai fini delle attività ispettive di controllo,
l'Autorità è integrata da tre rappresentanti designati rispettivamente dalla
Guardia di Finanza, dal NAS dei carabinieri e dalla Corte dei conti.
4. Al trattamento economico da attribuire ai membri
dell'Autorità provvede l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale in sede di avviso pubblico, ed assegna il personale amministrativo
necessario a supportarne le attività individuandolo all'interno della struttura
burocratica del Consiglio regionale”.
Prego, onorevole Borrello.
Presidente, non solo per illustrare brevemente l’emendamento ma anche
chiedendo scusa – peraltro – a lei ed all’intero Consiglio
regionale in quanto, purtroppo, anche per la fretta con la quale abbiamo
dovuto lavorare su questi emendamenti un errore
materiale vi è davvero.
I
componenti dell’Authority sono cinque e non tre. Il riferimento era alla legge
di nomina del consiglio di amministrazione
della Fincalabra
dove ci sono tre a carico del Consiglio e due a carico della Giunta. Volevamo e
dovevamo mantenere la stessa impostazione sapendo che questo è
un organismo che durerà in carica sei anni perché interessa avere disponibile
una attività, davvero, di verifica e di analisi.
Perché
mentre prima parlavamo del controllo ispettivo interno alle aziende questo è un controllo sempre ispettivo e
di verifica ma esterno, quindi centralizzato presso il Consiglio regionale che
è l’organo di controllo in generale sull’attività amministrativa.
Solo questo volevo precisare e quindi la ringrazio.
PRESIDENTE
Prego, onorevole Tripodi.
Siccome ho fatto
riferimento prima nel mio intervento, vorrei capire una cosa. Questo è un
organismo del Consiglio regionale, non della Giunta regionale.
Quindi nella legge
di rientro – permettetemi il termine – del debito sanitario
contempliamo che il Consiglio si occupi della verifica dei requisiti strutturali, e non solo,
ma anche di avere il compito di
verificare attraverso indagini su materie specifiche l’approvazione
degli standard di qualità e appropriatezza. Giusto?
Fatemi capire se
questa è la finalità.
Allora il Consiglio regionale su un atto - praticamente se ho
capito bene altrimenti vi chiedo scusa – va a verificare quel che
(Interruzione)
Allora spiegatemi
meglio questo passaggio.
Assolutamente non
c’è nessun problema.
Qui non si tratta di
una disposizione strettamente
legata al piano di rientro, perché questo
articolo, oggettivamente, col piano di rientro come tale assolutamente non
c’entra niente.
Qui la
preoccupazione è – come era anche per gli altri emendamenti – di immaginare una
strategia di prospettiva che ci consenta di governare
tutti i processi che interessano il sistema sanitario attraverso una serie di
attività. Prima era l’appropriatezza, oggi è la verifica.
Perché
mentre abbiamo previsto la verifica interna con l’articolo precedente, con l’emendamento precedente, oggi immaginiamo
una verifica esterna all’azienda. Quindi un doppio binario di verifica per
controllare davvero sistematicamente tutte quelle che sono le attività
sanitarie e socio-sanitarie che si svolgono in Calabria sapendo e ribadendo che
non c’entra col piano di rientro.
Il piano
di rientro è un’altra cosa. E’ un indirizzo strategico su come, magari,
individuare accorgimenti che ci consentano sperabilmente
di non ricadere nel disavanzo di nuovo. Grazie.
Onorevole Borrello, lei
è relatore, quindi mi devo
rivolgere a lei.
Questo mi poteva
convincere se non c’era il comma 3. Perché al comma 3, lei prevede che questa
struttura – chiamiamola in questo modo perché è
poi una vera e propria struttura – fa attività ispettive e di controllo e fa
attività ispettive e di controllo avvalendosi di organismi quali Guardia di
Finanza, Nas e Corte dei conti
che vanno a verificare sul territorio non solo atti ma controllano anche le
strutture stesse.
Allora mi sorge il dubbio. Permettetemi: ma col piano di
rientro, questo che è più non un doppio binario ma è una vera attività di
verifica, di controllo e di ispezione, cosa c’entra?
PRESIDENTE
…già l’ha detto l’onorevole Borrello che questa
fattispecie riguarda la nuova sanità e rispetto alla nuova sanità ci sono
“funzioni ordinarie di controllo”, questo sta dicendo. Poi questo è che ho
capito io.
…ad adiuvandum
Presidente…
PRESIDENTE
Per una volta
parlano tutti e due prima Borrello e poi Pacenza.
Se parli tu è lo stesso…
(Interruzione)
Volevo solo dire
questo. In questa attività di approfondimento e di proposta la nostra interfaccia non è stata solo quella tra Borrello e Pacenza ma è stato con il resto di gran parte della Giunta
regionale, con i colleghi consiglieri del gruppo ecc., ma anche con colui il
quale sta guidando il processo di rivisitazione del debito sanitario.
Posso
dire senza tema di smentita che l’advisor – così si chiama Presidente? Io con l’inglese… le
sigle non me le chiedete perché non le ricordo mai – ha apprezzato con grande
interesse queste iniziative che siamo andati ad assumere ritenendo, anch’esso,
che è il tentativo – non vogliamo avere la verità in tasca – di poter invertire
questa tendenza del disavanzo.
E’ uno
sforzo che stiamo facendo, onorevole Tripodi, e speriamo che vada in porto nella
maniera in cui noi tutti auspichiamo. Grazie.
PRESIDENTE
Nella sostanza e nella forma come proposto dal collega
Borrello e con la raccomandazione di coordinamento formale, attenta, pongo in
votazione l’emendamento protocollo 895, come illustrato ed emendato verbalmente
dal collega Borrello e che diventa articolo 6.
(E’ approvato)
Non ho più emendamenti…
Presidente, volevo fare la dichiarazione di voto sulla
legge.
PRESIDENTE
Ancora non ho
finito. C’è ancora l’entrata in vigore che diventa articolo 7.
Dopo che approviamo
l’articolo 7 prima di mettere in votazione il complesso della legge, le darò la
parola per dichiarazione di voto.
Pongo in votazione
l’articolo 3 (entrata in vigore) che diventa articolo 7.
(E’ approvato)
Presidente, sull’ex articolo 3 (entrata in vigore) ha
già approvato?
(Interruzione)
PRESIDENTE
C’è già un
coordinamento, per cui quello che stava per chiedere Borrello è già fatto con
la prima. Noi siamo arrivati alla settima, come le macchine che hanno un cambio
sequenziale ecc., ma già nella prima c’era… ecc.
Per
dichiarazioni di voto sulla legge nel suo complesso, ha chiesto di parlare
l’onorevole De Gaetano. Ne ha facoltà.
Un minuto soltanto
per dire che Rifondazione comunista ha
apprezzato lo sforzo che si è fatto per tentare di superare le nostre perplessità
che ci sono e che sono forti su questo piano di rientro.
Anche in
altre Regioni, per dirvi, c’è stato il piano di rientro. Abbiamo avuto forti perplessità, e se nei giorni scorsi avete
letto i giornali, sul Lazio, purtroppo, c’è stato anche uno strappo su questo
piano di rientro.
Pensiamo
che nonostante gli sforzi fatti siamo insoddisfatti in particolare sul ticket.
Avremmo preferito che il ticket non fosse stato reinserito, perché per
noi questa è una discriminate. L’abbiamo detto anche prima e riteniamo che
Questa scelta non ci consente di votare il
provvedimento. Non vogliamo creare strappi con la maggioranza, perché riteniamo
che ci siano altre cose positive che sono state fatte in questi mesi, in questa
legislatura.
Apprezziamo il lavoro che è stato compiuto anche in
questi ultimi mesi nel campo ambientale e in tanti altri ambiti, non ultima la
legge sulla accoglienza che è stata preparata e
presentata, che è un punto importante.
Per questo decidiamo di non partecipare al voto e di non
dare un voto positivo al piano di rientro.
Non ho capito bene, Presidente, chiedo
scusa, onorevole De Gaetano.
Di partecipare al
voto o non partecipare?
(Interruzione)
Non partecipare.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di parlare l’onorevole Adamo. Ne ha facoltà.
Presidente, intervengo perché, così come si diceva in
apertura dei lavori e per come è stato sottolineato
dall’intervento conclusivo del dibattito generale dell’onorevole Presidente
della Giunta, attraverso il lavoro di approvazione degli emendamenti è stata
completata la stesura di un testo che al voto finale ci consegna una legge
davvero degna di attenzione, significativa.
Dicevo
nel mio intervento – lo speravo, lo auspicavo – che questa legge se paragonata
agli altri provvedimenti delle altre Regioni è
sicuramente, se non la migliore, tra le migliori che si potessero prevedere.
Siamo
andati ben oltre ciò che chiede il Governo e per alcuni aspetti è stato fatto
uno sforzo che va ben oltre le cosiddette inadempienze che sono state segnalate
nella Commissione Riccio-Serra.
Cioè, è prevalsa nella impostazione che si è data sin dal primo
momento, da quando il Presidente Loiero,
Adesso ci sarà il piano, ci dovranno essere
corrispondenti momenti di attuazione gestionale perché il gap che noi avvertiamo, molte volte, anche tra le leggi che si
approvano e l’attività gestionale, sta proprio in questo: cioè ritardi e non
applicazione di leggi.
Questa legge prevede anche sistemi di controllo e
sanzionatori in caso di inadempienze. Cioè, è molto più stringente e molto più
vincolante.
Dispiace dover registrare alla fine di questa
discussione, di questo confronto la posizione del collega De Gaetano, perché
proprio il dibattito ed il lavoro che c’è stato va nella direzione
dell’accoglimento di quella che può essere una preoccupazione, come dire?, proveniente da una certa domanda sociale di cui
Rifondazione comunista è portatrice.
Il testo esprime una cultura che si pone il problema di
ottimizzare, di tagliare gli sprechi secondo una impostazione
socialmente equa.
Possiamo dirlo con molta forza. Anche le misure fiscali
e quindi le misure impositive autonome che attiverà
Si introducono elementi di
razionalizzazione che vanno nella direzione di ridurre i costi ed aumentare la
qualità dei servizi per cui non vorrei che anche qui, soprattutto alla luce
della introduzione della riforma elettorale da parte del Parlamento nazionale
che ha fissato nella soglia del 4 per cento la possibilità di accesso al
Parlamento europeo, prevalesse una preoccupazione di tipo elettorale.Se questo dovesse esser vero,
penso sia una scelta che non va, e per questa ragione ancor di più assume il
voto un significato che non può non registrare la convergenza di tutte le forze
che in quest’Aula sono motivate da una ispirazione profondamente riformista.
Parliamo alla Calabria ma parliamo soprattutto da una
Calabria che vuol avere le carte in regola, ad un Governo nazionale che,
invece, sta vessando i calabresi e sostanzialmente anche i suoi bisogni.
Per cui dichiaro voto positivo
a nome del gruppo del Partito democratico. Rinnovo l’invito all’onorevole De
Gaetano di valutare – alla luce delle modifiche che sono pervenute – quella
posizione. Vedo, Presidente il collega Pasquale Tripodi, tutto ciò, se mi è
consentito dire, non può non essere anche considerazione di riflessione da
parte di un gruppo come quello dell’Udc che già oggi ha fatto registrare
sensibili differenziazioni da posizioni aventiniane e fortemente impregnate di
impostazioni elettoralistiche. Come dire? Quasi quasi
una ragione in più per accedere, almeno, ad un voto non contrario, ad un voto
negativo sul testo finale. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Pasquale Tripodi. Ne ha
facoltà.
Grazie, Presidente. Noi negli interventi che abbiamo fatto
come Udc – penso di potermi spingere a dire che questa dichiarazione di voto
rappresenta l’Udc nella sua interezza – abbiamo manifestato delle perplessità in ordine anche
alla capacità del provvedimento di creare effetti.
Ci sorprende – ma
non vogliamo entrare nel merito delle dichiarazioni del capogruppo regionale di Rifondazione
comunista nonché segretario regionale
di Rifondazione comunista – e prendiamo atto
che Rifondazione comunista ha bocciato la filosofia di rientro del Piano della sanità proposto
dall’Esecutivo.
Abbiamo apprezzato, per alcuni versi, gli sforzi che
questo piano di rientro ha fatto. Abbiamo apprezzato anche alcuni emendamenti
presentati da Borrello e da Pacenza. Non lo
riteniamo, però, sufficiente per dare, veramente, una sterzata ed una inversione di tendenza.
Saremmo portati a fare una valutazione che nel merito,
sostanzialmente, è di fatto, come ha detto il
Presidente, anche uno sforzo.
Siamo stati in Aula per dimostrare che la distinzione
non è tanto sulle posizioni della politica ma è sul piano dei contenuti e dei
valori, per cui si condividono o non si condividono alcuni atteggiamenti, su
alcuni provvedimenti che riguardano
Questo piano non riteniamo che sia sufficiente ad
imprimere una svolta vera alla sanità in un prossimo futuro.
Facciamo gli auguri a questo Esecutivo ed al Presidente
affinché possa raggiungere risultati che per questa Calabria siano
apprezzabili. Ma il nostro voto è contrario.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Guerriero per
dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
A nome del Partito socialista che mi onoro di rappresentare in
questo momento grazie al collega Cherubino, capogruppo, che mi ha permesso di
parlare.
Noi come socialisti riteniamo di avere le carte in
regola, anche noi, per dare risposte alle domande di carattere sociale.
Collega Adamo, ha ragione, il centro-sinistra ha queste
caratteristiche, non v’è alcun dubbio. Ecco perché ci preme dichiarare
pubblicamente che pur con le difficoltà in cui ci siamo trovati nel momento in
cui abbiamo ascoltato la relazione del Presidente della Giunta regionale, con
grande senso di responsabilità e consapevoli che questo che stiamo andando ad
approvare è un atto necessario affinché si esca fuori dalle pastoie in cui,
purtroppo, ci troviamo - per motivi che è inutile andare a ricordare e
l’abbiamo detto un po’ tutti – noi siamo favorevoli a questa soluzione che
riteniamo sia la migliore possibile.
Ringraziamo anche coloro i quali hanno lavorato ad un
emendamento in maniera molto seria che corrisponde a quelle che sono le nostre
volontà. Abbiamo la certezza che non si penalizzeranno i territori con le cose
che stiamo portando avanti.
Abbiamo la certezza che non ci saranno lacrime e sangue
per le popolazioni calabresi in quanto riteniamo che il miglioramento della
qualità dei servizi in questa nostra terra dia risposta a quelli che sono i
bisogni reali della nostra gente, Presidente.
Vedete, noi abbiamo assistito a livello nazionale a
diatribe di carattere violento per quanto riguarda il discorso sul federalismo fiscale, purtroppo anche
nel partito di maggioranza e all’interno della stessa minoranza.
Sappiamo quante difficoltà avremo da qui a venire,
difficoltà che non le vivrà solamente la maggioranza di centro-sinistra ma
anche l’opposizione di centro-destra quando il federalismo impererà in questa
terra tanto amara e tanto difficile.
Ecco perché ritengo che sarebbe fortemente importante ed
utile che i cari compagni di Rifondazione comunista, ai quali porto un grande
rispetto, rivedessero un attimo questa loro posizione. Non tanto per tenere una
coalizione ad ogni costo quanto per quello che essi possano rappresentare
all’interno di una sinistra che ha necessità in questo momento di essere
ordinata e coesa.
Ecco, è un invito che rivolgo al collega De Gaetano a
rivedere un attimo la sua posizione e cercare di comprendere che non è una
logica di uno scadimento che sta prevalendo ma è una logica che si muove
nell’interesse di una Calabria che ha bisogno di quel che stiamo facendo
stasera.
PRESIDENTE
Sono finite le dichiarazioni di voto. Tra l’altro il
collega Guerriero sa meglio di me come democrazia e libertà…, quindi
chiudiamola in questo momento.
Ora tutti coloro che si riconoscono nel motto “una vita
da mediano”, cioè quelli che votiamo…
Pongo in votazione la legge nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
La legge è approvata con la formulazione che diventa
immediatamente esecutiva.
Onorevole
Presidente Bova, se capisco bene,
la legge è approvata alla unanimità.
(Interruzione)
Non ti avevo visto, pensavo che in Aula non ci fossero
tutte le presenze.
Posso avere i
capigruppo al banco?
(I capigruppo si portano al banco
della Presidenza)
PRESIDENTE
I capigruppo
propongono di concludere la seduta su questo punto. Pertanto la seduta è tolta,
i colleghi saranno convocati a domicilio.
La seduta termina alle 20,50
Allegati
Hanno chiesto
congedo i consiglieri Senatore, Gentile, Stillitani.
(Sono concessi)
E’ stata presentata
alla Presidenza la seguente proposta di legge
di iniziativa della Giunta regionale:
“Provvedimento
generale, recante “Norme di tipo ordina mentale e finanziario (collegato alla
manovra di finanza regionale per l’anno 2009).
Articolo 3, comma 4 della legge
regionale n. 8/2002. (Delibera G.R. n. 215 del
24.4.2009) (P.L. n. 382/8^)
E’ stata assegnata
alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione
economica e attività produttive – alla prima - Affari, istituzionali e affari
generali – alla terza - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative –
alla quarta - Assetto e utilizzazione del territorio, protezione dell’ambiente
– alla quinta - Riforme e decentramento – ed alla sesta - Affari della Unione europea e relazioni con l’estero.
(Così resta stabilito)
“Bilancio di previsione della Regione Calabria per
l’anno finanziario 2009 e bilancio pluriennale per il triennio 2009-
“Disposizioni per la formazione del bilancio annuale
2009 e pluriennale 2009/2011 (legge finanziaria)” – emendamento sostitutivo
alla proposta di legge numero 353/8^.
Sono state assegnate
alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione
economica e attività produttive – alla prima - Affari, istituzionali e affari
generali – alla terza - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative –
alla quarta - Assetto e utilizzazione del territorio, protezione dell’ambiente
– alla quinta - Riforme e decentramento – ed alla sesta - Affari della Unione europea e relazioni con l’estero.
(Così resta stabilito)
Nicolò. Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
con decreto n. 3582 del 4 aprile 2008 è
stato approvato il Bando avente ad oggetto: “Progetti Integrati per la
riqualificazione, recupero e valorizzazione dei Centri Storici della Calabria”,
pubblicato in data 30.05.2008, sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria
n. 22 – Parte III;
con DGR n. 170 del 8 aprile 2009
“Programmazione Regionale Unitaria 2007 – 2013. Ricognizione delle risorse
finanziarie per il completamento del programma Centri Storici della Calabria di
cui alle DGR n. 59/2007 e n. 783/2008”
con DGR n. 157 del 31/03/2009 è stato
approvato il Programma Attuativo Regionale (PAR Calabria FAS 2007/-2013);
è stata adottata una graduatoria ed un
elenco degli interventi ammessi a finanziamento esaminati dalla Commissione di
valutazione;
dalle notizie apprese anche dalla stampa
sembrerebbe che i criteri di selezione dei progetti per il recupero dei centri
storici, da un lato, non abbiano tenuto conto della scelta di consorziarsi tra
Comuni, come elemento maggiormente qualificante nell'assegnazione del
finanziamento (basti pensare che sei Comuni hanno un finanziamento doppio
rispetto a quello concesso a quindici borghi consorziati), né della qualità del
progetto di riqualificazione (allorquando un Comune come Gerace, paese
d'eccellenza tra i numerosi centri degni di rilievo storico-artistico della locride, rimane escluso completamente dall'iniziativa) -:
al di là dei tradizionali rimedi
giurisdizionali a disposizione degli enti interessati per l'impugnazione della
graduatoria in oggetto, quali provvedimenti intenda adottare per valutare la
conformità delle scelte dei progetti alla ratio
del bando di riqualificazione, recupero e valorizzazione dei Centri Storici
della Calabria ed, eventualmente, per porre rimedio alle incongruenze sopra
indicate.
(343; 30.04.2009)
Art.1
(Copertura del disavanzo di esercizio 2008)
a) quanto
al disavanzo strettamente imputabile all'esercizio finanziario 2008, mediante
il gettito derivante dall’incremento, per l'anno 2009, nella misura massima
consentita, dell’addizionale regionale all’imposta sul reddito delle persone
fisiche e dell'aliquota dell'imposta regionale sulle attività produttive e
mediante ogni altra risorsa, individuata e ritenuta necessaria dalla stessa
Giunta regionale;
b) quanto
al disavanzo riveniente dalle sopravvenienze passive iscritte nell’esercizio
2007, nell'ambito della manovra di rientro di cui al successivo articolo 2.
Art. 2
(Accordo per il rientro dai disavanzi)
1.
a) di una
parte organizzativa, contenente gli indirizzi per la riqualificazione del
servizio sanitario regionale che
b) di una
parte finanziaria, nella quale si provvede alle forme e modalità di copertura
dei disavanzi antecedenti al 31 dicembre 2007.
3. Ai fini
di cui ai precedenti commi, i direttori generali delle Aziende sanitarie ed
ospedaliere, sulla base delle verifiche effettuate dall'advisor
designato dal Ministero dell'economia e delle finanze e nel rispetto delle
linee guida adottate dalla Giunta regionale, effettuano
senza ritardo ogni opportuna procedura di riconciliazione, accertamento e
riconoscimento dei debiti esistenti alla data del 31 dicembre 2007, facendo
applicazione dell'articolo 4, comma 2 bis, del decreto legge 1 ottobre 2007 n.
159, convertito dalla legge 29 novembre 2007 n. 222 "Conversione in legge,
con modificazioni, del decreto-legge 10 ottobre 2007, n. 159, recante interventi
urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale, a
condizione che il debito sia supportato da atto amministrativo assunto
dall’Azienda che ha richiesto la fornitura o la prestazione.
4. Gli
eventuali atti di transazione e di riconoscimento del debito assunti dai
Direttori generali ai sensi delle norme vigenti, previa comunicazione ai
Dipartimenti Tutela della salute e Bilancio, possono
dare luogo a cessioni di credito a terzi, la cui efficacia è subordinata al
realizzarsi della copertura finanziaria ai sensi della lettera b) del
precedente comma 2. Gli stessi sono trasmessi entro cinque giorni
dall'esecutività alla Procura della Corte dei Conti, alla Sezione di controllo
della Corte dei Conti ed alla Commissione permanente competente.
5. Le risultanze delle procedure extracontabili di cui ai
precedenti comma sono trasmesse ai Dipartimenti Tutela della salute e Bilancio,
per essere inserite nella parte finanziaria dell'accordo o valutate ai fini
della rimodulazione della stessa, nonché al Consiglio regionale.
a)
dall'incremento, nella misura massima consentita, dell'addizionale regionale
all'imposta sul reddito delle persone fisiche e dell'aliquota dell'imposta
regionale sulle attività produttive;
b) da quote
di manovre fiscali già adottate o da quote di tributi erariali attribuiti alla
Regione, ovvero da misure fiscali da attivarsi sul
territorio regionale - ivi inclusa l'applicazione di ticket, prevedendo
l'esenzione per i redditi più bassi, più vicini alla soglia di povertà e per le
patologie più gravi, sulla distribuzione dei farmaci e/o sull'erogazione di
prestazioni di accertamenti specialistici, diagnostici di laboratorio e
strumentali, che
c) da
appositi mutui, con oneri a carico della Regione, nei limiti consentiti
dall'ordinamento vigente e dalle facoltà d'indebitamento determinata al momento
di accensione del mutuo;
d)
dall'assegnazione di quote di finanziamento integrativo, a seguito della
sottoscrizione e dell'attuazione dell'accordo per il rientro dai disavanzi;
e) dalle
economie di scala, conseguenti all'attuazione dell'accordo, anche per effetto
del riequilibrio tra le prestazioni rese dal servizio pubblico e dagli
erogatori privali accreditati, dall'adozione di appropriati meccanismi di
sinergia tra unità operative e/o tra Aziende ospedaliere e sanitarie, nonché
dall'imposizione di un idoneo tetto di spesa per il personale, calcolato in
ambito regionale, che tenga conto della necessità di attivazione di nuove
funzioni, laddove sia accertata la possibilità di contenere od abbattere la
spesa per la mobilità passiva;
f) dalle
sovvenzioni aggiuntive dello Stato, anche in applicazione delle disposizioni
contenute all'articolo 1 del decreto legge 20 marzo 2007 n. 23, convertito
dalla legge 17 maggio 2007 n. 64, dell'articolo 1, comma 164, della legge 30
dicembre 2004 n. 31 1 e dell'articolo 1, comma 796, lettera b), della legge 27
dicembre 2006 n. 296 "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale
e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007)" e dell'articolo 2,
comma 46, della legge 24 dicembre 2007 n. 244;
g)
dall'attribuzione dei fondi statali non ancora assegnati per il raggiungimento
degli obiettivi del piano sanitario nazionale;
h)
dall'esercizio delle azioni di responsabilità per danno erariale, anche ai
sensi dell'articolo 1, comma 1 bis, del decreto legge 20 marzo 2007 n. 23,
convertito dalla legge 17 maggio 2007, n. 64;
i) da ogni
altra fonte individuata dalla Giunta regionale.
Art. 3
(Appropriatezza delle prestazioni)
1.
2.
a) individua,
a partire dai DRG di cui all'allegato
b) entro il
termine perentorio di 30 gg. dalla pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della
Regione Calabria del regolamento di cui al comma 2, istituisce presso ogni ASP
e Azienda Ospedaliera il "Servizio ispettivo di verifica e controllo"
e ne disciplina le attività da esercitare sia in ambito pubblico che privato
mediante la valutazione di almeno il 20% delle cartelle cliniche dei pazienti
che hanno usufruito delle prestazioni;
c)
disciplina forme e modalità per le attività di assistenza a ciclo diurno (day
hospital, day surgery, day service e chirurgia
ambulatoriale) da far valere in ambito pubblico e privato. Spetta all’Azienda
pubblica o privata adottare i provvedimenti di attivazione che devono essere
trasmessi al Dipartimento Tutela della salute;
d)
stabilisce le premialità e le sanzioni in base ai
risultati raggiunti a favore o a carico direttamente delle Aziende che, a loro
volta, si rivalgono: - se trattasi di struttura erogante pubblica mediante lo
spostamento di risorse di eguale entità dall'assistenza ospedaliera a quella
territoriale e della prevenzione collettiva;
- se
trattasi di struttura erogante privata mediante la riduzione dei ricoveri
ordinari valorizzati l'anno successivo o il mancato pagamento, in caso di
prestazioni erogate in regime di assistenza a ciclo diurno.
3. Le ASP e
le Aziende Ospedaliere trasmettono trimestralmente dettagliate relazioni al
Dipartimento Tutela della salute che, a sua volta, ne
cura l'inoltro alla Commissione consiliare permanente competente.
4. Oltre
alle sanzioni indicate, è vietata la corresponsione di ogni tipo di indennità
variabile e di risultato in favore del Direttore generale di Azienda sanitaria
che non abbia provveduto ad attivare il servizio e/o non abbia raggiunto i
relativi obiettivi.
5. Entro 90
giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge
6. Entro 60
giorni dalla data di entrata in vigore della presente
legge,
7. Il
Dipartimento Tutela della salute verifica trimestralmente i risultati
conseguiti e il raggiungimento degli obiettivi in ordine al piano di rientro
dal disavanzo e propone alla Giunta regionale la decadenza dall'incarico del
Direttore generale.
8.
Art. 4
(Costo del personale)
1. Ai fini
del rispetto dell'obbligo di riduzione del costo del personale delle Aziende
sanitarie, delle Aziende ospedaliere e ospedaliero-universitarie,
previsto dall'articolo 1, comma 98, della legge 30 dicembre 2004, n. 311,
relativo ai limiti alle assunzioni per Regioni ed enti del servizio sanitario
nazionale, dall'articolo 1, comma 198, della legge 23 dicembre 2005, n. 266
"Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello
Stato (legge finanziaria 2006)", relativo al concorso delle Regioni e
degli Enti locali al contenimento degli oneri di personale, nonché dall'articolo
1, comma 565, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, relativo alla ridefinizione
della disciplina sui vincoli alla spesa per il personale degli enti del
servizio sanitario nazionale, e successive modifiche e ai fini del piano di
rientro nell'equilibrio economico-finanziario, relativo alla ricognizione da
parte delle Regioni delle cause di inefficienza, le medesime aziende, prima di
procedere alla pubblicazione, anche sul sito Internet, dei bandi di concorso o
di avvisi per l'assunzione, devono acquisire l'autorizzazione della Giunta
regionale. L'autorizzazione deve essere acquisita anche per le assunzioni a
tempo determinato, ovvero per rapporti di
collaborazione, consulenze o per altre tipologie contrattuali, a qualsiasi
titolo riconducibili a nuove spese per il personale, comprese quelle rientranti
nei rapporti convenzionali per la specialistica ambulatoriale interna e per la
continuità assistenziale. Sono escluse dalla disciplina sopra descritta le
selezioni riservate al personale interno purché finanziate con i fondi
contrattuali e le procedure di cui alla legge regionale 15 gennaio 2009, n. 1
"Ulteriori disposizioni in materia sanitaria".
2. E' fatto
divieto di erogare indennità di risultato al personale delle Aziende sanitarie
ed ospedaliere che non abbiano attivato la contabilità analitica o comunque un
sistema di contabilità direzionale.
3. Ai fini della istruttoria per l'autorizzazione di cui al comma 1, i
Direttori generali delle aziende devono formulare preventivamente, sulla base
di una valutazione della capacità operativa delle singole strutture, del numero
dei posti letto, delle risorse umane disponibili, delle caratteristiche
qualitative e quantitative delle apparecchiature e delle altre risorse
strumentali, del numero di prestazioni effettuate e della produttività
dimostrata negli anni, misure di riorganizzazione e riconversione, nonché di
concentrazione ed unificazione di funzioni specifiche, al fine di riallocare le
risorse umane eccedenti a funzioni carenti.
4. Ai sensi
dell'articolo 30 del decreto legge 4. luglio 2006, n. 223 (Disposizioni urgenti
per il rilancio economico e sociale, per il contenimento e la razionalizzazione
della spesa pubblica, nonché interventi in materia di entrate e di contrasto
all'evasione fiscale), convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto
2006, n. 248, alle aziende, in caso di mancato conseguimento degli obiettivi di
risparmio di spesa previsti dalle norme di cui al comma 1, è fatto divieto di
procedere ad assunzioni di nuovo personale, fatti salvi l'eventuale reclutamento
di profili infungibili ed indispensabili al fine del mantenimento dei livelli
essenziali di assistenza (LEA) preventivamente autorizzati dalla Giunta
regionale e la mobilità infraregionale tra le
aziende.
Art. 5
(Fondazione per la ricerca e la cura dei tumori Tommaso
Campanella)
1.
2. Ferma
restando la continuità assistenziale, il commissario liquidatore dà attuazione
a quanto previsto dall'articolo 21 dell'atto di costituzione della predetta
Fondazione. In particolare predispone un piano esecutivo particolareggiato, nei
tempi e nei modi, per la riconduzione delle attività e delle funzioni della Fondazione
nell'ambito delle attività e delle funzioni dell’Azienda Ospedaliera
Universitaria Mater Domini. Il piano, previo parere della competente
Commissione permanente, è approvato dal Presidente della Giunta regionale e dal
Rettore e deve essere compiutamente realizzato entro 60 giorni dalla data di
approvazione, pena la riduzione del 70% di ogni eventuale emolumento connesso
alla funzione di commissario liquidatore fino alla conclusione dell'incarico.
3. Il Piano
di cui al comma precedente prevede la riconduzione nell'ambito della struttura
organizzativa dell’Azienda Mater Domini delle unità operative complesse allo
stato esistenti presso
Art. 6
(Autorità per il sistema sanitario)
1. Al fine
di ottimizzare e potenziare l'attività di controllo, vigilanza e ispezione
sulle Aziende pubbliche e private accreditate che erogano prestazioni di assistenza sanitaria il Consiglio regionale nomina
l'Autorità per il sistema sanitario ai sensi della legge regionale 4 agosto
1995, n. 39 e s.m.i. "Disciplina della proroga
degli organi amministrativi e delle nomine di competenza regionale. Abrogazione
della legge regionale 5 agosto 1992, n. 13", con il compito di fornire
referti periodici agli organi regionali di indirizzo e
di gestione amministrativa competenti e per le seguenti funzioni:
a) valutare
e controllare l'adeguatezza delle attività sanitarie e sociosanitarie;
b) analizzare
atti e circostanze sanitarie e
amministrativo-contabili;
c)
verificare, attraverso indagini su materie specifiche, l'applicazione degli standards di qualità e appropriatezza;
d) proporre
ogni forma di intervento surrogatorio e/o di sanzione prevista dalla normativa
vigente.
3. Ai fini
delle attività ispettive e di controllo, l'Autorità è integrata da tre
rappresentanti designati rispettivamente dalla Guardia di Finanza, dal NAS dei
carabinieri e dalla Corte dei Conti.
4. Al
trattamento economico da attribuire ai membri dell'Autorità provvede, in sede
di avviso pubblico, l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, che
assegna il personale amministrativo necessario a supportarne le attività,
individuandolo all'interno della struttura burocratica del Consiglio regionale.
Art. 7
(Entrata in vigore)
1. La
presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione, salvo quanto previsto
dall'articolo 1, comma 1.