XII^
LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
N. 6
__________
SEDUTA Di lunedì
28 febbraio 2022
PRESIDENZA DEL
PRESIDENTE FILIPPO MANCUSO
E DEL
VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CAPUTO
Presidenza del presidente Filippo Mancuso
La seduta inizia alle 15,05
Dà avvio ai lavori, invitando
il Segretario questore a dare lettura del verbale della seduta precedente.
Dà lettura del verbale della
seduta precedente.
(È approvato senza osservazioni)
Presidente della Giunta,
assessori, consiglieri regionali, prima di avviare i lavori e a cinque giorni
dall'inizio della guerra scatenata dall'esercito Russo in Ucraina, sicuro di
rappresentare i sentimenti di voi tutti, esprimo la ferma condanna
dell'invasione premeditata e in violazione dei diritti internazionali della
Russia nei confronti dell’Ucraina.
I colori giallo e blu della
bandiera della Repubblica Ucraina che da sabato illuminano Palazzo Campanella
interpretano la vicinanza e la solidarietà del Consiglio regionale al popolo
ucraino.
Chiedo, pertanto, di
osservare un minuto di silenzio per le vittime della guerra.
(I consiglieri si levano in piedi e osservano un minuto di silenzio)
Dà lettura delle
comunicazioni.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Laghi. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Chiedo
di inserire all’ordine del giorno la mozione contro questa guerra orribile,
come tutte le guerre, e tutti gli atti che ad essa hanno portato.
Ne do lettura: “Il Consiglio
regionale della Calabria esprime la propria fortissima preoccupazione per la
grave crisi internazionale tra la Russia e la NATO, determinata dalle forti
tensioni per la situazione in Ucraina.
Il temuto scoppio di un
conflitto armato, con il coinvolgimento delle più grandi potenze nucleari,
potrebbe portare ad uno scontro di dimensioni planetarie, con conseguenze
gravissime e probabilmente irreparabili per l'umanità intera. Per questo, nel
ribadire il fermo “no” alla guerra e la volontà di pace delle cittadine e dei
cittadini calabresi, il Consiglio regionale della Calabria:
- invita la Comunità
internazionale e gli Organismi internazionali, ONU in testa, a compiere ogni
sforzo utile a bloccare il conflitto;
- invita il nostro Governo e
ribadire, in ogni sede propria e negli Organismi internazionali,
l'indisponibilità dell'Italia a esercitare qualsiasi ruolo attivo, nel rispetto
assoluto dell'articolo 11 della nostra Costituzione che recita: “L'Italia
ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e
come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali…”;
- fa propri i contenuti
espressi nella presente mozione e si impegna ad assumere iniziative autonome a
favore della pace.
Impegna il Presidente del
Consiglio ad inviare la presente mozione al Presidente del Consiglio dei
Ministri, ai capigruppo di Camera e Senato e a tutti i Presidenti dei Consigli
regionali.”
È una mozione che presentiamo, come gruppo De Magistris Presidente, a firma mia e del consigliere Lo Schiavo. Grazie.
Pongo in votazione
l’inserimento all’ordine del giorno della mozione che è inserita.
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Irto. Ne ha facoltà.
Presidente, come lei sa,
abbiamo presentato una risoluzione che è stata condivisa in Conferenza dei
capigruppo. È una risoluzione che, in gran parte, è ripresa anche dal gruppo De
Magistris Presidente; tra l'altro, è una risoluzione che già altri Consigli
regionali, nella formulazione delle diverse più larghe forze politiche, hanno
approvato.
Ne do lettura: “Il Consiglio
regionale della Calabria esprime la più ferma condanna per l'invasione
dell'Ucraina da parte della Russia e i bombardamenti delle città, avvenuti in
spregio di ogni regola del diritto internazionale per sottomettere uno stato
sovrano, rifiutando ogni tentativo di intese negoziale e minando la pace e la
stabilità dell'Europa.
Chiede al Governo italiano,
agli Stati membri e alle Istituzioni dell'Unione Europea di impegnarsi in
un’iniziativa di contrasto dell'aggressione assumendo le misure necessarie,
entro la reazione della comunità internazionale che l’ONU deve garantire e con
un ruolo attivo nelle alleanze difensive a partire dalla NATO, perché
l'invasione sia fermata, l'Ucraina sia liberata e si possa tornare
all'applicazione degli Accordi di Minsk e al rispetto degli Accordi di
Helsinki, ribadendo il principio fondamentale dell'inviolabilità delle
frontiere.
Il Consiglio regionale si
impegna:
- a far sentire al popolo
ucraino la reazione e la solidarietà dei cittadini italiani e la più forte
condanna morale e politica di Putin e delle sue azioni di guerra;
- a creare ogni possibile
mobilitazione contro l'aggressione russa, per la pace e per la garanzia del
diritto internazionale in concorso con le altre istituzioni locali e con la
società civile che si oppone al sopruso e alla sfida portata alla democrazia e
alla convivenza dei popoli.”
La risoluzione è stata
presentata a firma dei consiglieri del Partito Democratico, però, Presidente,
come lei sa, questa mattina l’abbiamo voluta condividere con tutti i gruppi
presenti in Aula. Grazie.
Si, certo. Grazie.
Pongo in votazione
l'inserimento all’ordine del giorno della risoluzione del consigliere Irto che
è inserita.
Pongo in votazione la
mozione illustrata dal consigliere Laghi. La mozione è approvata.
(Il Consiglio approva)
Pongo in votazione la
risoluzione illustrata dal consigliere Irto. La risoluzione è approvata.
(Il Consiglio approva)
Avviamo i lavori della
seduta odierna con il primo punto all'ordine del giorno, riguardante le
problematiche della Strada statale 106 Jonica.
È indubbio che uno dei nodi
che blocca lo sviluppo in Calabria è costituito dall'insufficienza delle
infrastrutture materiali di cui la Strada statale 106 è un esempio eclatante.
Rendere più connesse le
nostre comunità e migliorare la mobilità tra la Calabria e il resto dell'Europa
è un obiettivo che l'Italia non può mancare.
Ha fatto bene, dunque, il
presidente Occhiuto a chiedere energicamente di inserire la Strada statale 106
nelle opere finanziabili con le risorse del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza).
Le problematiche della
Strada statale 106 sono note e di antica data. Si tratta di un percorso
stradale di 491 km della fascia costiera ionica di Calabria, Puglia e
Basilicata, il cui percorso più critico è quello calabrese di 415 km e che il
rapporto Aci-Istat dal 2021 - riferito agli incidenti del 2020 - indica come la
quinta strada più pericolosa d'Italia.
Si evince che la Strada
statale 106 ha necessità di un’urgente modernizzazione.
E proprio con l’intento di
trasformarla in un'infrastruttura sicura e di efficace collegamento tra la
dorsale ionica calabrese e il resto d'Italia e d'Europa, si è mosso l'intero
Consiglio regionale, su input del presidente del gruppo di Fratelli d'Italia,
Giuseppe Neri, e dopo la discussione della quarta Commissione, presieduta dal
collega Pietro Raso.
Preso atto che la
Commissione europea, ritenendolo strategico, ha inserito il tracciato
Catanzaro-Reggio della SS 106 nella rete transeuropea
dei trasporti, se ne deduce che adesso tocca al Governo mettere a disposizione
le risorse indispensabili per la messa in sicurezza e la riqualificazione
dell'intera 106.
Un'arteria fortemente
fondamentale che, una volta resa efficiente, potrà agevolare i processi di
sviluppo e garantire il diritto alla mobilità dei cittadini, ma anche
consentire la fruizione di un prestigioso itinerario turistico-paesaggistico,
storico e culturale che coincide con l'area dell'antica Magna Grecia.
Oggi il Consiglio -
ribadendo che il principio cui deve ispirarsi l’allocazione delle risorse è l’addizionalità e che nel Mezzogiorno i fondi strutturali,
per conseguire un effettivo riequilibrio territoriale, non sono sostitutivi
delle risorse nazionali - è pronto a sostenere un dibattito plurale e franco
sulla questione 106 e soprattutto a individuare, assieme alla Giunta regionale,
il percorso istituzionale e politico più congeniale per esigere dal Governo
risposte rapide, stringenti e risolutive.
È stata depositata
sull'argomento una mozione siglata dai capigruppo che può essere considerata il
testo più avanzato sulla problematica Strada statale 106 e che, se tutti noi la
condividiamo, potrà diventare, a dibattito concluso, la mozione che oggi il
Consiglio approverà - come spero e auspico - all'unanimità.
Comunque sia, di sicuro c'è
che il grado di inadeguatezza della Strada statale 106 e il livello di rischio
per l'incolumità di chi l’attraversa, sono francamente insopportabili.
L'attuale condizione della
Strada statale 106 non è degna di un Paese civile.
Pertanto, è tempo di
dimostrare, con atti concreti e risorse adeguate, che la statale 106 è una
priorità da affrontare nell'interesse della Calabria, del Mezzogiorno e del
Paese.
Una politica che vuole
improntare la sua azione alla parola dignità, citata 18 volte nel discorso di
insediamento del presidente Mattarella, non può più distrarsi su questioni come
questa. Grazie.
Cedo la parola all'assessore
Dolce.
Grazie, Presidente.
Un saluto a tutto il Consiglio
regionale, qui parlo, oggi, per la prima volta.
Voglio esprimere la mia
piena condivisione per quanto detto dal Presidente del Consiglio
sull’importanza e sul fatto che la Strada statale 106 sia una priorità per
questa regione, ma non solo per questa regione.
Mi dispiace che non sia potuto intervenire in Commissione, la settimana scorsa, in realtà ho ricevuto un po' in ritardo l'invito, immediatamente ho comunicato che non sarei venuto. Tutto questo perché? Perché ero impegnato a Roma in due incontri con i vertici di Rete Ferroviaria Italiana con cui abbiamo, ovviamente, problematiche altrettanto importanti per il territorio calabrese.
La Strada statale 106 è una
priorità per la Regione Calabria e per l'Italia, perché per diversi motivi lo
sviluppo economico e sociale dei territori, chiaramente, il turismo può essere
favorito da un’arteria che possa chiamarsi veramente strada, superstrada o
comunque una strada che consenta una rapida percorribilità.
C'è un problema di
sicurezza. L'abbiamo visto anche ieri, purtroppo altri due incidenti, in
particolare, forse uno dovuto alla pericolosità della strada.
Ma c'è un altro aspetto di
cui raramente ho sentito parlare che è quello della gestione delle emergenze.
Oggi, la Calabria è servita
da un’unica arteria dorsale fondamentale che è l'autostrada A2 che, peraltro,
ha anche un tratto abbastanza critico tra Cosenza e Altilia, e che, se si
dovesse interrompere per un qualsiasi motivo, sappiamo bene l'elevata
pericolosità idrogeologica, l'elevata pericolosità sismica del territorio
calabrese.
Purtroppo, la Calabria è il
territorio che ha la maggiore pericolosità sismica in Italia, lo sappiamo, i
terremoti del secolo scorso, del 1905 e 1908, ma anche andando indietro nel
tempo, si sono avuti terremoti con magnitudo superiore a 7.
Bene, se c'è un terremoto,
c'è il rischio che molti territori non possono essere raggiunti. Conosciamo la
situazione geologica e morfologica del territorio calabrese, la difficoltà di
penetrare nelle aree più interne e, quindi, avere solamente una dorsale che
potrebbe andare in crisi, senza avere l'opzione, la ridondanza dall'altra
parte, sulla parte ionica, potrebbe rappresentare un enorme vulnus nella
gestione delle emergenze.
Scusate se faccio questo discorso, ma vengo dalla Protezione civile, quindi, conosco bene il problema. Era ed è un problema. Era un problema che preoccupava me, i vertici e il capo del Dipartimento della Protezione Civile, i vari capi che si sono susseguiti nei 15 anni in cui sono stato alla Protezione civile.
Sto qui da meno di tre mesi
e sto prendendo, ho preso conoscenza del tema infrastrutturale nella regione
Calabria. È apparso evidente che la Strada statale 106 fosse un elemento
fondamentale del sistema infrastrutturale calabrese ma, poiché ci sono stati
una serie di interventi estremamente articolati ma, anche, apparentemente
casuali, non è stato facile avere un quadro complessivo della situazione della
Strada statale 106. Peraltro, credo che l’ingegner Moroni, che è il direttore
del Dipartimento delle Infrastrutture, insieme all'ingegnere Iritano del Settore infrastrutture, anche esso dirigente,
penso vi abbiano bene illustrato in quarta Commissione.
Questa visione organica ha
permesso di capire quali sono gli interventi fatti, a che punto siamo e che cosa
occorre fare.
Nella sostanza voi sapete
che ANAS ha un Contratto di programma con il Ministero, che oggi si chiama
Infrastrutture e mobilità sostenibile, che vedeva il quinquennio 2016-2020 e
noi siamo arrivati proprio nel momento in cui era in discussione il nuovo
Contratto di programma 2021-2026.
Abbiamo cercato di capire
quali fossero i fondi stanziati e quali fossero le necessità.
Vado in estrema sintesi perché, come già detto, l’ingegnere Moroni ha illustrato esattamente il tema. Oggi, solamente per - come si dice attualmente - mettere a terra gli interventi che erano stati concepiti nell'ambito del Contratto di programma precedente occorrerebbero 5 miliardi di euro aggiuntivi a quelli già stanziati e tutto questo risolverebbe solamente il tratto che va più e meno da Catanzaro a nord, verso Sibari.
Bene! Che cosa abbiamo
cercato di fare? Qual è stata la strategia messa a punto per il nuovo Contratto
di programma che, poi, è lo strumento che in teoria con la disponibilità di
fondi realizza questa strategia?
Innanzitutto, avere un
quadro, una visione organica completa di tutta la Strada statale 106 da Rocca
Imperiale, al confine con la Basilicata, fino a Reggio Calabria e non guardare
solamente la parte a nord di Catanzaro, per cui, laddove non c'era nemmeno la
progettazione, noi chiediamo la progettazione anche dei tratti mancanti.
Secondo punto è cercare di realizzare quanto prima - qui c'è sempre il tema della disponibilità economica - i tratti su cui già si era cercato di operare, ma con finanziamenti che, rispetto ad un’esigenza dei 4-5 miliardi, era di 800 milioni di euro, più o meno.
In questo senso abbiamo
convinto ANAS a non continuare ad operare attraverso i progetti definitivi, ma
attraverso - come oggi ammette il Decreto legge 77 del 2021 - progetti di
fattibilità tecnico-economica che consentono più rapidamente di mettere a terra
questi interventi.
Quindi, in estrema sintesi,
oggi, continuiamo a chiedere 5 miliardi di euro per risistemare tutto il tratto
a nord di Catanzaro, più qualche altra piccola parte a sud, e soprattutto
cerchiamo di ottenere la progettazione di tutta la Strada statale 106.
Questo perché? Perché - proprio oggi leggevo un altro articolo sul giornale, non mi ricordo quale, che la Calabria manca di progettualità e di progetti immediatamente spendibili –avere progetti immediatamente realizzabili, spendibili per un appalto è fondamentale perché nel momento in cui ci fossero nuove disponibilità si possono intercettare tali fondi.
Per il resto io sono qui.
Voi conoscete, ovviamente, il territorio, almeno ognuno per la sua parte,
sicuramente meglio di me, quindi ascolto volentieri la discussione, prenderò
spunto, contando che, ovviamente, il Consiglio regionale vorrà supportare
l'azione della Giunta per arrivare prima possibile ad avere un assetto
accettabile o buono della Strada statale 106. Grazie, Presidente.
Grazie, assessore.
Ha chiesto di intervenire la
consigliera Bruni. Ne ha facoltà.
Buongiorno, Presidente, colleghi,
Presidente della Giunta. Penso che oggi sia una giornata veramente molto
importante. Molto importante perché stiamo addivenendo, maggioranza e
opposizione, a una mozione stesa a tante mani - e quindi riporta il pensiero
reale e strutturale di tutti noi - esattamente per spingere il Presidente della
Giunta regionale ad andare a discutere fortemente e fermamente con il governo
Draghi per, finalmente, risolvere, dico io, questo problema della statale 106.
È evidente che tutto quello
che ha introdotto il Presidente del Consiglio e l'assessore Mauro Dolce sono
tematiche estremamente importanti che noi viviamo sulla nostra pelle, da anni e
anni, cioè da quando siamo nati, in questa terra.
Le strade sono fondamentali
non solo perché consentono la mobilità, ma consentono lo sviluppo sociale e
economico, esattamente sono arterie di sicurezza. Non avremmo forse avuto tutti
i drammi nella sanità se avessimo avuto delle strade che ci consentivano di
spostarci rapidamente tra i grandi hub. Non avremmo
avuto tutti questi morti, sicuramente, se le nostre strade fossero state sicure
e questa terra forse non sarebbe stata in queste condizioni.
In particolare l'area 106 di
tutta la dorsale ionica è un'area il cui sviluppo è certamente più basso
rispetto a quello dell'altra parte tirrenica. Questo si vede da come sono
conformati i paesi, da come vivono le popolazioni, questo proprio perché è
ancora, diciamo così, a dorso di mulo.
Voi sapete che nella mia
vita precedente, quella da medico e da ricercatore, mi sono occupata di
isolati; la nostra terra continua ad essere un isolato, che ha dato isolati
genetici e questo non è più compatibile con un mondo che va avanti, non è più
compatibile con un'idea di sviluppo reale di questa terra di Calabria che è
rimasta, veramente, l'ultima. Quindi, esprimo la soddisfazione per questo
lavoro congiunto perché ritengo che su delle tematiche così di vitale
importanza, quali quelle della mobilità dell'infrastruttura 106 e, poi, di
altre tematiche che dovremmo - immagino e spero - andare a scegliere, si deve
andare congiunti proprio per rispetto profondo per i nostri calabresi che ci
hanno votato, per tutta la nostra terra.
Grazie, consigliere.
Ha chiesto di parlare il consigliere Crinò.
Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente.
Prendo la parola a nome del gruppo Forza Azzurri nell'ambito
di quella che, oggettivamente, è una delle madri di tutte le battaglie e le
sfide che attendono la Calabria: si parla di statale 106 Jonica. Nel corso dei
decenni, ciclicamente, se n'è parlato e straparlato talmente tanto da aver
indotto tutta la nostra comunità a un sentimento di rassegnazione che oggi e da
questa sede, invece, deve lasciare il posto a una ritrovata consapevolezza.
La realizzazione di questa indispensabile infrastruttura è
fatto devenuto ormai improcrastinabile. Ce lo chiede la gente, il tessuto
economico, le tante, troppe, vittime che si sono avute a causa della
inadeguatezza di questa strada, ma, ancora di più, ce lo chiede – anzi, ce lo impone
– quel senso di orgoglio e di rivendicazione dei diritti dei calabresi tutti
che, fino ad ora, i Governi scorsi hanno, ahimè, disatteso.
Dietro questa battaglia vi è la cifra di quanto Roma abbia a
cuore le sorti di una terra straordinaria e al contempo sfortunata; terra che,
però, oggi rivendica con forza il principio di uguaglianza e solidarietà tra
tutti i territori della nostra Nazione.
Non possiamo e non dobbiamo tollerare più incertezze,
pressapochismi e timidezze sulla realizzazione di un'infrastruttura che ci
metterà al passo con il resto d'Italia e con l'Europa.
Il presidente Occhiuto ha ben chiaro il quadro della
situazione e, sin dal momento dell'insediamento della sua Amministrazione, al
pari delle varie emergenze che attanagliano la Calabria, si è prodigato
affinché il tema della statale 106 Jonica divenisse un tema di carattere
nazionale, ponendolo con tutta la forza politica di cui è portatore
all'attenzione dell'Agenda di Governo.
Le sue qualificatissime interlocuzioni romane fanno ben
sperare.
La Calabria oggi esprime, da un punto di vista politico, la leadership più autorevole e, a questa,
il ruolo del Consiglio regionale tutto, e certamente quello della maggioranza,
non farà mai mancare il proprio fattivo contributo. A siffatta responsabilità
nessuno di noi, onorevoli colleghi, può e deve sottrarsi, al di là delle varie
appartenenze politiche o partitiche.
Sul tema della statale 106 Jonica, così come su quello della
sanità, non possono aversi distinguo e posizioni differenziate; ognuno di noi,
onorevoli colleghi, rappresenta un territorio che reclama una nuova statale 106
Jonica.
Ognuno di noi deve trovare l'alto senso di responsabilità
verso la nostra gente e dare prova che la Calabria ha una classe dirigente
seria, forte e preparata, pronta a lanciare al resto dell’Italia la sfida della
modernità e dello sviluppo.
Si sono susseguiti sul territorio dibattiti, tavole rotonde e
incontri istituzionali preparatori alla discussione odierna.
Personalmente, volevo dare atto di un importante incontro
tenutosi pochi giorni addietro e promosso dai Sindaci della Locride,
i quali all'unisono hanno fatto sentire la propria voce, che è la voce di chi
non ci sta più a rappresentare delle comunità abbandonate al loro destino.
Si è trattato di un incontro qualificato, una discussione
franca, arricchita dalla presenza dell'onorevole Francesco Cannizzaro che ha
avuto modo, da parte sua, di assicurare un concreto e fattivo lavoro
nell'ambito delle sue prerogative parlamentari.
Concludo il mio breve intervento rivolgendomi direttamente a
lei, presidente Occhiuto. I suoi primi mesi di amministrazione sono
incoraggianti. In così poco tempo si sono ottenuti dei risultati assolutamente
impensabili. Le abbiamo dato fiducia e continueremo a farlo perché, per quello
che ci riguarda, sta alzando, e di parecchio, l'asticella della buona politica
in Calabria, come già sta facendo, peraltro, sulla questione della statale 106
Jonica in tutta la sua drammatica impellenza e gravità, consapevole com'è di
essere nel giusto e di rappresentare gli interessi di un popolo che avverte il
bisogno di sentirsi a pieno titolo parte integrante di un meraviglioso Paese
qual è l'Italia.
Lo faccia con la forza che le deriva dal ruolo, dalla
competenza, e lo faccia con la certezza di avere sul punto la sua squadra, e il
gruppo che rappresento per primo, al suo fianco. Grazie.
Grazie, consigliere Crinò.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Laghi. Ne ha
facoltà.
Grazie, Presidente.
Mi permetto di sottoporre alla vostra attenzione alcuni
aspetti. Certamente, l'aspetto infrastrutturale in Calabria è un aspetto nodale
che ha contribuito pesantemente all’arretratezza anche economica della nostra
terra, penalizzando la Calabria e i calabresi. Mi riferisco alle infrastrutture
viarie ma anche ferroviarie.
Adesso stiamo parlando della statale 106 Jonica, che è un
nodo assolutamente gordiano, e, a mio parere, va vista in un'ottica di valorizzazione
del territorio calabrese, anche dal punto di vista turistico; ovvero, molte
limitazioni alla percorrenza, alla visita in Calabria, sono date proprio dalla
carenza infrastrutturale, ma proprio per questo la costruzione di queste
infrastrutture deve assolutamente tenere ben presenti alcuni punti nodali.
Innanzitutto, il rispetto del territorio che si vuole
valorizzare, riducendo e minimizzando, per quanto possibile, l'impatto
ambientale che ogni opera infrastrutturale comporta.
Un altro aspetto strettamente collegato al precedente, che è
un problema generale e non soltanto italiano, è quello della riduzione – anche
in questo caso, per quanto possibile – del consumo di suolo; quindi, l'utilizzo
– laddove possibile – di opere preesistenti che vadano eventualmente adeguate,
piuttosto che essere rinnovate ex-novo,
magari nelle immediate vicinanze.
Un’ultima cosa mi permetto di segnalare: la necessità che
quest’opera, davvero colossale dal punto di vista dell’impatto oltre che per i
finanziamenti, porti la Calabria ad avere finalmente il riconoscimento di un
miglioramento infrastrutturale importante perché non possiamo continuare a
essere sempre la ruota neanche di scorta della Nazione.
Pertanto, a mio parere, è assolutamente importante che queste
iniziative siano quanto più possibile collegate con le opportune, accettabili e
giusti desiderata territoriali da parte dei rappresentanti istituzionali e non,
che vivono quei territori e anche nell'ottica che quello che si sta costruendo
e si sta varando sarà un'opera che tale rimarrà per molti decenni, si ha motivo
di ritenere; per cui, a mio parere, è necessario ridurre al minimo le
possibilità di errore che poi non sarebbe più possibile ripristinare o
correggere in un futuro più o meno immediato. Grazie.
Grazie, consigliere Laghi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Raso. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente.
Reputo inutile rimarcare nuovamente l'importanza della
statale 106 Jonica sotto l'aspetto economico e sociale per la Calabria e anche
sotto l'aspetto della sicurezza in termini di vite umane.
La quarta Commissione ha discusso l’argomento nella seduta
del 24 febbraio scorso e, a tal proposito, ringrazio il Presidente del
Consiglio regionale per aver sollecitato la discussione.
Assessore, ci tengo a precisare che l'invito non è arrivato
in ritardo, ma bensì entro i 5 giorni utili; non è stato inviato prima perché
si attendeva la conferma del Commissario ANAS, Simonini,
che poi, purtroppo, non è potuto essere presente.
Ad ogni modo, la ringrazio per aver delegato il Dirigente del
Dipartimento, l'ingegnere Claudio Moroni, e l'ingegnere Iiritano
che sono stati molti esaustivi e preparati nell’esposizione delle problematiche
della statale 106 Jonica.
Nell'ambito di quella riunione, è emersa principalmente la
bontà del vostro operato, in quanto si parla di statale 106 Jonica nella sua
globalità ed è stato introdotto il concetto di studi di fattibilità
tecnico-economica, nel senso che riusciremo ad avere un livello di progettazione
tale da poter rendere tutta l’arteria nella sua globalità immediatamente cantierizzabile; ciò sarà possibile fino al dicembre del
2023.
Attraverso questa procedura, che rappresenta un presupposto
necessario, potremo far sì che la statale 106 Jonica sia inserita nel Fondo di
Sviluppo e Coesione.
Come gruppo della Lega condividiamo il documento presentato
nella Conferenza dei capigruppo e, quindi, esprimiamo il nostro voto
favorevole.
Grazie.
Grazie, consigliere Raso.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Tavernise.
Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente.
Colleghi, oggi affrontiamo quello che, a mio parere, insieme
al problema della sanità, rappresenta l'argomento più importante che riguarda i
cittadini calabresi, ovvero quello della statale 106 Jonica.
Un problema che, personalmente, sento da vicino essendo
abitante di un Comune del basso Jonio cosentino che, come riferito
dall'assessore Dolce, anche ieri sera – tra l'altro, 5 minuti dopo che sono
passato da quel tratto per venire qui – ancora una volta ha portato nuovi
incidenti, purtroppo mortali.
La cosa grave della statale 106 Jonica è che, magari dopo una
settimana di lavoro, quando una famiglia normale ha la possibilità di staccare
la spina e di rilassarsi almeno la domenica, in Calabria corre il pericolo di
uscire da un Centro commerciale e non tornare più a casa.
Penso che parlare di questo oggi e dare risposte su questi
argomenti non sia fare moralismo.
Questo Consiglio regionale ha un onere in questi cinque anni
ed è quello di parlare realmente dei problemi dei calabresi e, quindi, oggi
sono estremamente felice che si parli della statale 106 Jonica.
Assessore Dolce, l'ho ascoltata attentamente e - le dico la
verità - sono felice che oggi l'Assessore alle infrastrutture sia una persona
esterna al mondo politico e provenga dal panorama tecnico, però le chiedo la
cortesia, nell’ambito dei tavoli di confronto insieme al presidente Occhiuto,
di far sentire al Ministero delle infrastrutture, al Governo centrale e ad ANAS
che i calabresi sono stanchi di essere cittadini non di serie B, presidente
Occhiuto, ma di serie C!
Credo che adesso sia necessario passare dalle parole ai fatti
perché voi siete stati una settimana a Roma per l'elezione del Presidente della
Repubblica; difatti, prima il presidente Mancuso ha ribadito che in
quell’occasione più volte è stata ripetuta la parola “dignità”.
Mi chiedo, però, quale sia la dignità che la Regione Calabria
e i cittadini calabresi hanno avuto in questi anni.
Stiamo parlando di 410 km di strada, di cui solo 60
ammodernati!
Una palese e totale vergogna di come la classe politica
nazionale in questi ultimi 50 anni, sia di centro destra sia di centro
sinistra, in termini di sviluppo e di infrastrutture si sia totalmente
dimenticata della Regione Calabria.
In 25 anni: 11 mila incidenti, 26 mila feriti, 770 morti;
ovvero, 3 decessi a km!
Stiamo parlando di qualcosa che forse supera addirittura la
cattiva sanità che abbiamo avuto negli ultimi anni nella Regione Calabria.
Finalmente, il Governo nazionale si è reso conto che in
Calabria viviamo realmente un grave problema della sanità e penso sia arrivato
il momento che si renda anche conto di un altro problema alquanto grave, ovvero
quello delle infrastrutture!
Non possiamo più permettere che la parte est della regione
Calabria sia totalmente abbandonata a sé stessa.
Questo è il motivo per cui non riusciamo mai ad emergere
anche a livello turistico, assessore Dolce.
Personalmente, provengo da un territorio dove, per
raggiungere Reggio Calabria, ovvero 282 Km, impieghiamo circa 3 ore.
Credo che ciò non accada in nessuna regione d'Europa e,
francamente, presidente Occhiuto, l'ultima delibera CIPESS mi ha infastidito
non poco, per due semplici motivi: il primo è quello di cui ha parlato prima
l'assessore Dolce.
Anch'io stamattina ho letto l’articolo del Quotidiano, a
firma Massimo Clausi, il quale afferma che in
Calabria non vi sono dei progetti definitivi per cui si possa accedere ai finanziamenti,
tranne quello dell'ANAS pari a 220 milioni di euro per il tratto Cutro-Crotone
– stiamo parlando di 15 km – e per i 180 milioni di euro della Ferrovia Ionica
di RFI.
Ci ritroviamo nel 2022 a parlare di un argomento così
importante senza avere nel cassetto sia da parte dell’amministrazione locale
sia da parte delle Province dei progetti definitivi e, francamente, questo è un
qualcosa di alquanto grave.
Nell'ultima Delibera CIPESS si parla di 220 milioni di euro
per la statale 106 Jonica e 180 milioni di euro per la Ferrovia Ionica, a
fronte di scarsi 5 miliardi di euro di finanziamento, dove la Sicilia va a
prendere un miliardo e due, la Campania un miliardo e otto, la Puglia un
miliardo e noi - come al solito sempre gli ultimi della classifica - scarsi 465
milioni di euro. Ne consegue che viviamo nella regione che ha più problemi a
livello infrastrutturale ma, come al solito, prendiamo meno finanziamenti
rispetto alle altre regioni che sono messe meglio sia in termini di turismo sia
in termini di sviluppo.
La costiera amalfitana, che ha la Salerno-Napoli che passa di
fianco a Vietri sul Mare che inizia a collegare tutta la costiera, è
accessibile ai turisti, mentre io vivo da una parte della Calabria, che è la Sibaritide, dove per arrivare dalla Puglia praticamente ci
vogliono 2 ore e mezza, senza poi contare tutto quello che succede dall'altra
parte, quindi della Campania e dal Lazio.
Ci rendiamo conto che qui in Calabria non si riesce ad
arrivare in maniera, non dico moderna ma quantomeno normale e, quindi, non
riusciremo mai a crescere, presidente Occhiuto.
Adesso voglio capire una cosa e mi aspetto da voi delle
risposte.
Al di là del fatto che praticamente abbiamo lavorato fino a
un'ora fa con i colleghi Bruni, Irto e Neri, quindi siamo riusciti a scrivere a
8/10 mani una mozione condivisa, non riesco a capire perché si parla di
progetti immediatamente cantierabili, assessore Dolce.
Nella seduta di Commissione di giovedì 24 febbraio il
Dirigente generale delle infrastrutture, ingegner Moroni, ha illustrato dei
dati, ma purtroppo non abbiamo avuto l'onore di ascoltare né ANAS né il
Commissario straordinario Simonini né tantomeno il
responsabile territoriale, l'ingegnere Caporaso.
Evidentemente, il Consiglio regionale della Calabria non
merita la giusta attenzione da parte dei vertici ANAS; francamente, anche
questa è una cosa che reputo grave.
Assessore Dolce, senza polemica, mi fa piacere che lei sia
impegnato e sia stato impegnato quel giorno, ma questa è la massima Assise
della Regione Calabria.
Noi siamo eletti dal popolo e dobbiamo dare risposte al
territorio.
Pertanto, le chiedo veramente col cuore in mano, di essere
presente alle future sedute di Commissione perché sia con il presidente Mancuso
in Conferenza dei capigruppo, ma anche con il presidente Raso nella quarta
Commissione, stiamo cercando di portare avanti un lavoro condiviso, senza
campanilismi e senza colori politici.
Mi chiedo come mai nella grafica illustrata in quarta
Commissione ci ritroviamo alcuni stati di progettazione con dei progetti
definitivi in corso – mi riferisco, nello specifico, alla Rossano-Sibari e alla
variante di Caulonia –, e poi andiamo invece ad ottenere dei finanziamenti
soltanto per 220 milioni, come dicevo prima, per il tratto Cutro-Crotone.
Se abbiamo dei progetti definitivi – tra l'altro abbiamo il
terzo mega-lotto da Roseto a Sibari che, come lei ben sa, è già al 25 per cento
dello stato di avanzamento dei lavori – non capisco perché non si iniziano a
finanziare quei progetti definitivi.
Non voglio pensare che sia stata una scelta politica dovuta a problemi di territorio. Assolutamente, mi auguro. Ho appreso con piacere che, proprio venerdì, il presidente Occhiuto ha incontrato il Sindaco di Corigliano-Rossano per cercare di superare insieme le problematiche territoriali.
Però, se non iniziamo a finanziare i progetti definitivi degli studi di fattibilità, come possiamo pensare di andare avanti su determinati tracciati per i quali non abbiamo nemmeno la progettazione? Quindi, se mi posso permettere di consigliarla, dobbiamo chiedere soldi e spingere dove c'è già la progettazione e dove non c'è dobbiamo iniziare a lavorare per ricevere qualche fondo per la progettazione stessa.
Colleghi, e concludo, se non ci uniamo con i nostri movimenti e partiti di riferimento nei Ministeri a Roma, ancora una volta tutti insieme rischiamo di fare un buco nell'acqua.
Dobbiamo far capire, centrodestra e centro-sinistra, Partito Democratico, Lega, Forza Italia, MoVimento 5 Stelle, che la Calabria merita di più. Finalmente, questo governo e i governi che verranno - abbiamo 4 anni e mezzo da qui alla fine del nostro mandato - dovranno far capire, presidente Mancuso, che questa regione merita di più e che non è più possibile, non è più accettabile, oggi, uscire e non tornare a casa perché, nel 2022, c'è una SS 106 con due corsie, una per ogni senso di marcia.
Questo è lo scopo della mozione che tutti insieme abbiamo formulato.
Vogliamo l'intero tracciato, perché: la provincia di Reggio è isolata, il crotonese è totalmente isolato, la tratta Crotone-Catanzaro è rimasta ai tempi del dopoguerra, la sibaritide è completamente isolata. Quindi, noi chiediamo, anzi no, pretendiamo il finanziamento dell'intera tratta. Personalmente, ma penso anche voi e tutti i calabresi, siamo stanchi di far parte non dell'Europa - perché qui ancora non siamo in Europa - ma dell'Africa. Anzi, secondo me, ci sono delle Regioni e delle Nazioni dell'Africa che hanno meno problemi con le infrastrutture.
Rinnovo, lo dico pubblicamente e concludo veramente stavolta, la mia massima disponibilità, assessore Dolce, per qualsiasi cosa.
Presidente Occhiuto, ancora una volta le dico una cosa: lei è Presidente della Giunta regionale, è Commissario ad acta della sanità, apprezzo il suo impegno, la seguo, vedo che un giorno è all’ANAS, un giorno è alla Protezione civile, ma lei deve uscire da quest’ottica, da solo non ce la può fare a risolvere i problemi della regione!
Se ogni tanto prende il telefono e chiama me, la collega Bruni, il collega Irto e tutti gli altri, noi siamo disponibili ad aiutarla per il bene della Calabria, perché non ce la può fare a risolvere tutte queste problematiche da solo.
Glielo dico senza malizia, veramente, per spirito di collaborazione e per il bene dei calabresi e della Calabria. Grazie per l'attenzione.
Grazie, collega Tavernise. Ha chiesto d’intervenire il consigliere De Nisi. Ne ha facoltà.
Grazie, signor Presidente. Intervengo brevemente. Apprezzo e condivido pienamente la mozione proposta. Apprezzo soprattutto il metodo adottato in Aula che vede la presentazione di una mozione unitaria che sarà approvata all'unanimità da tutto il Consiglio.
Questa, come hanno appena detto sia l'Assessore sia i consiglieri che mi hanno preceduto, è una opera strategica, fondamentale per lo sviluppo della Calabria. Penso che la Calabria meriti il finanziamento e la costruzione di questa opera.
Oggi abbiamo cambiato metodo e penso che questo debba essere da stimolo per quello che succede fuori da questo Consiglio regionale.
Se andassimo a guardare, ad esempio, il terzo megalotto che è in appalto, vedremmo che l'iter progettuale è iniziato nel 2006-2007; nel 2013 si era ancora al progetto definitivo ed è stato consegnato con riserva nel 2020 e dovremmo, se tutto va bene, concluderlo entro il 2024-2025. Siamo una Regione che impiega 13-15 anni per portare un’opera dalla programmazione alla progettazione e dall'avvio dei lavori di costruzione alla conclusione!
Penso che, sinora, il Governo nazionale abbia utilizzato come pretesto il nostro ritardo come territorio, dovuto agli uffici, alla burocrazia, ma anche alla mentalità. Bisogna dire, infatti, che i ritardi dei progetti, a volte, non sono solo attribuibili ad ANAS o ad altri uffici, ma al territorio, perché provocano una miriade di osservazioni e di interessi particolari, a causa dei quali molte volte si arenano.
Noi dobbiamo fare da stimolo al territorio, dobbiamo essere compatti in questo Consiglio per far sì che all'esterno si percepisca che, dinanzi a queste opere, non ci si può mettere di traverso.
Bisogna rispettare tutte le associazioni, tutti gli interessi che ci possono essere all’esterno, ma è anche necessario che, finalmente, le decisioni sulle opere strategiche vengano portate avanti con tempi certi.
Vorrei anche raccomandare che, nella mozione che andremo ad approvare, venga inserito l’impegno del Governo su un cronoprogramma del finanziamento e sul completamento di quest’opera. Va bene dire: “Sì, finanziamo l'opera e costruiamo”, ma dobbiamo anche darci dei tempi.
Sicuramente, quest’opera non sarà finita con il PNRR, però dovremmo pensare di poterla vedere completata entro questo decennio, altrimenti diventerebbe un'opera inutile e forse sarà troppo tardi per la Calabria.
Grazie, consigliere De Nisi. Ha chiesto d’intervenire il consigliere Alecci. Ne ha facoltà.
Grazie, signor Presidente. Vorrei ricordare che stiamo parlando di un’opera che già nel 2001 era stata inserita nella legge obiettivo. Un'opera che a fine 2013 avremmo già dovuto trovare bella e finita. Eppure, da quel 2001 ad oggi, molto poco è stato è stato fatto.
Non voglio ripetere parte degli interventi di chi mi ha preceduto, ma tranne una delibera di Giunta del 2016, quando la Regione Calabria, attraverso anche il Piano dei trasporti, ha chiesto che anche la parte che va da Catanzaro fino a Reggio Calabria possa essere inserita tra le opere transeuropee TEN-T - qualche giorno fa abbiamo avuto notizia che la Commissione Europea proporrà questo inserimento che, sia chiaro, ancora non c'è stato, ma che verrà proposto al Parlamento Europeo -, poco è stato fatto e la politica forse ha dormito.
Ha dormito quando il 16 aprile 2021 il Governo italiano con un DPCM, con un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, ha nominato i Commissari per ben 57 opere strategiche, opere importanti in tutto il territorio nazionale; 14 di queste riguardano la viabilità stradale. Ebbene, nessuno si è accorto, però, che solo per la SS 106 abbiamo un Commissario che in realtà è dedicato anche a un’altra importante arteria stradale nazionale che è la E78, la strada di collegamento tra Grosseto e Fano.
Ecco, la Calabria anche in questo caso condivide quello che è un Commissario straordinario che dovrebbe mettere mano al dossier della 106 e avere poteri speciali - al pari di quelli che ha avuto il Commissario per la realizzazione del Ponte Morandi - che richiamano in maniera chiara il decreto legge numero 32 del 2019. Basta guardare l'articolo 4 per capire che i Commissari nominati per queste opere hanno più o meno gli stessi identici poteri del Commissario ad acta che è stato nominato per il ponte Morandi, quindi in deroga al Codice degli appalti e alla normativa per quanto riguarda gli espropri.
Eppure nessuno ha detto nulla, la politica è rimasta silente.
Proprio per questo ho chiesto di inserire all'interno della mozione la volontà che il Governo possa nominare un Commissario ad acta che si occupi solo della SS106 e che non debba lavorare su due cantieri importanti come quello che abbiamo attualmente sulla SS106 e sulla Grosseto-Fano.
E poi una nota, caro assessore Dolce: la Regione Calabria nel momento in cui c'è stato, da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri, il decreto per la nomina del Commissario ha trasmesso una nota del 29 di marzo, la 144891, nella quale la Regione Calabria ha sottolineato che la SS106 è un'opera di esclusiva rilevanza regionale. Forse il presidente Spirlì, che si era addormentato su Sacal, anche quel giorno stava sonnecchiando e ha definito un'opera strategica come se, invece, fosse un’opera di esclusiva rilevanza regionale.
La SS106 non è un’opera di rilevanza regionale, è una contraddizione in termini, nel momento in cui si gioisce perché viene inserita nel circuito TEN-T, definirla, con una nota regionale, un'opera di rilevanza regionale.
È sui finanziamenti che sicuramente i calabresi si sentono sfiduciati ed amareggiati. Sono troppo pochi i finanziamenti in campo e non credo che vada fatto un paragone su quelli che sono i finanziamenti anche di altre Regioni, perché cadremmo in un errore.
È vero, il collega Tavernise sottolineava come in quella delibera CIPESS ci siano dei fondi differenti in base alle Regioni, ma è chiaro che quei fondi vengono distribuiti in base alla popolosità di una Regione. Ciò che però noi non possiamo accettare è che sia quello il metro utilizzato anche per il finanziamento della nostra SS106 che ormai è causa di quella che è equiparabile ad una vera e propria strage di Stato: 750 morti sono un borgo, un piccolo comune calabrese che scompare!
La Regione Calabria ha saputo cogliere la sfida con i fondi del PNRR e con i fondi complementari al PNRR che, vorrei ricordare ai colleghi, non hanno la stessa tempistica del PNRR ma hanno la scadenza nel 2026.
Fondi che la Regione Calabria deve chiedere di poter utilizzare per la Strada statale 106.
Tra le Missioni che sono all'interno del PNRR, proprio nella Missione 3, al punto C1, si parla di sicurezza stradale, strade sicure. E allora, la visione miope che i funzionari europei e la politica italiana hanno avuto è non aver saputo portare la fotografia di quello che è oggi il sistema della viabilità calabrese.
Io, assessore Dolce, questi funzionari e questi colleghi che lavorano a Bruxelles li inviterei a percorrere la strada 106 per rendersi conto che, quando mettono in piedi delle Missioni di intervento e parlano di sicurezza stradale, in Calabria, purtroppo, ancora non si può parlare di sicurezza stradale con dei sistemi di monitoraggio, di vigilanza, perché non ci sono delle strade adeguate da poter monitorare e vigilare.
Il PNRR non è un dogma, il PNRR è stato scritto e può essere sicuramente utilizzato per ciò che attiene la statale 106. Se così non fosse, allora un altro metodo sarebbe quello di utilizzare tutte le risorse destinate a tutte quelle grandi opere che saranno finanziate dal PNRR, ma per le quali era previsto un finanziamento diretto da parte dello Stato. Tutte le economie che si genereranno nei prossimi 4 anni, sicuramente potrebbero dare respiro alla nostra opera per la quale chiedo che venga fatto una valutazione unica e che anche la Calabria non venga divisa in Calabria del nord e Calabria del sud, facendo sì che alcuni cantieri possano partire mentre altri ancora, forse, dovranno essere programmati e progettati.
Facciamo sì che, quando partiranno i lavori per la SS106, partano per tutta la tratta, da nord a sud della nostra Regione. Grazie.
Grazie,
consigliere Alecci.
Ha
chiesto d’intervenire il consigliere Graziano. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Saluto il Presidente della Giunta, gli Assessori e i colleghi consiglieri.
Un giorno storico direi per questo Consiglio regionale.
È vero che si è parlato spesso di SS106 in quest’Aula, ma non come oggi. Oggi è il primo punto all'ordine del giorno. Non discutiamo di mozioni arrivate da una parte politica, ma è l'argomento principale della seduta odierna grazie alla richiesta di tutti: del Presidente del Consiglio e di tutti i gruppi consiliari che oggi, fatto storico, si accingono ad approvare un documento comune che va al di là dei colori politici, perché la strada della morte, qual è la statale 106, merita l'attenzione di tutti noi.
Si è accennato all'importanza sociale, all'importanza economica, ma soprattutto alla creazione di diseguaglianze generate da questa strada non soltanto nel Sud Italia, ma anche nella stessa Calabria.
La terra calabrese è l'unica che non ha una ferrovia elettrificata. Siamo stati presi in giro finora e, nonostante la Regione abbia messo, anche negli anni scorsi, 500 milioni di euro per l'elettrificazione della tratta che va da Sibari a Catanzaro, noi vediamo solamente dei pali senza fili e senza elettrificazione.
A maggior ragione, la statale 106 è l'unico mezzo percorribile che ci consente di poter transitare e di poter raggiungere gli altri luoghi della regione, ma anche fuori regione.
Ebbene, noi abbiamo bisogno di una strada sicura e veloce e, sarebbe retorico dirlo, avremmo bisogno anche di evitare il calo demografico enorme che abbiamo nei nostri territori. Il calo demografico dipende non soltanto dal lavoro o dalla ricchezza del territorio. Noi abbiamo un territorio ricco sullo Ionio, perlomeno sullo Ionio soprattutto Cosentino, ma che non ha strade, dove anche noi abbiamo il terrore quotidiano - com’è accaduto ancora poche ore fa - che i nostri figli possano morire percorrendo una strada che addirittura è diventata una strada urbana dopo l'istituzione della città di Corigliano-Rossano.
Io sono terrorizzato, lo dico personalmente come tutti quanti coloro che abitano nello Ionio. Io ho una figlia che studia a Bari che percorre quotidianamente, ogni settimana, questa strada e io vivo delle giornate, come tutti i calabresi che abitano sullo Ionio calabrese, nel terrore. Terrorizzato che magari i miei figli… che mi possa arrivare una telefonata, una cattiva notizia. Le cattive notizie le abbiamo avute spesso, le abbiamo avute per parenti, per cugini, per fratelli, per sorelle. Siamo tutti in lutto nelle nostre famiglie per questa strada.
Perciò oggi noi chiediamo al Presidente - che sta spendendo tante energie in questo suo mandato, fisiche e mentali, come ho già detto altre volte in questo Consiglio e come ho constatato anche nelle dichiarazioni dopo l'ultima riunione del CIPESS - di mettere un’energia ancora maggiore per la Strada statale 106 per far sì che questa strada possa essere dichiarata in qualche modo strategica, che ci possano essere dei poteri derogatori rispetto al normale.
Abbiamo visto che il commissariamento non è servito a nulla. Non abbiamo nessuna traccia di questo commissario Simonini, da quando è stato nominato fino ad oggi.
Abbiamo una statale 106 che è stata inaugurata il 17 maggio del 1928 e, tranne ammodernamenti che hanno portato ancora di più all’incremento o al raddoppio di questo cimitero all'aperto - perché è un cimitero all'aperto -, noi non abbiamo, purtroppo, avuto che l'aumento dei morti e l'aumento di incidenti che hanno numeri enormi, si parla dai 50 ai 100 incidenti al mese. Abbiamo una media di 6 morti ogni 100 incidenti, mentre nel resto d'Italia è di 2 morti ogni 100 incidenti. Abbiamo una strada nel tratto di Cosenza che, tranne 12 Km da Rocca Imperiale a Roseto, è a 4 corsie, per il resto è una strada impraticabile, neanche con i muli sarebbe praticabile.
C'è da dire che siamo stati fortunati ad avere questi 12 km, perché, come al solito, l'investimento sulla SS 106 è iniziato dalla Puglia, dalla Basilicata. Non è iniziato da Reggio Calabria o dalla Calabria, è iniziato dalla parte opposta e stiamo continuando con lo stesso sistema, visti anche gli ultimi deliberati del CIPESS.
Ecco perché chiediamo a questo Governo, tra l'altro largamente rappresentato in questa Aula consiliare, che ci sia una forza maggiore, che non deve essere quella ricordata del passato. Sappiamo bene che, come è stato ricordato, sono stati messi 6 milioni sulla statale 106 dalla legge obiettivo. Sappiamo bene pure chi li ha revocati quei 6 milioni! Me lo ricordo bene che furono revocati 6 milioni della SS 106 e 3 milioni dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria dal governo Renzi. Non l'ho dimenticato, lo ricordo bene. Ma oggi mettiamo da parte questo, non siamo qua a fare un discorso di parte, dobbiamo fare un discorso di unione, quindi vi chiediamo…
Sento ancora l’assessore Dolce dire che occorrono 5 milioni da Catanzaro in su. Bene, ci diano questi 5 milioni, li chiederemo con forza.
Sottolineo - se non altro perché abito lì - che esiste un tratto già a progetto definitivo - come abbiamo appurato anche in Commissione l'altro giorno - che è quello che va da Sibari a Rossano. Se è a progetto definitivo, io credo che debba essere… non perché debba avere priorità rispetto al resto dalla Calabria, ma perché forse è quello immediatamente più cantierabile rispetto agli altri.
E allora dico: prestiamo un'attenzione maggiore a questo tratto, anche perché collega la terza città della Calabria all'autostrada e quindi è una bretella che è necessario andare a realizzare nel più breve tempo possibile.
Non voglio fare retorica, non possiamo farla oggi, però non ne possiamo più. Noi non possiamo essere costretti a scendere in strada, l'ennesima volta, per protestare per la SS106.
Presidente, noi confidiamo nel suo lavoro. Io credo che lei sia la persona giusta perché finalmente non si debba tornare in quest'Aula a parlare di SS106 e perché, finalmente, fra qualche anno non si debba essere più preoccupati per i nostri figlioli che percorrono quotidianamente questa strada: il cimitero all'aperto denominato strada della morte. Grazie.
Grazie, collega Graziano. Ha chiesto d’intervenire il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.
Intervengo
molto brevemente soltanto per esprimere il mio apprezzamento per il lavoro
svolto, in questi giorni e anche in queste ore, dalla Conferenza dei capigruppo
che ha portato oggi a presentare in Aula una mozione a firma di tutti i
capigruppo.
Questo è un
buon segnale che mi conforta e mi dimostra che in quest’Assise c’è un gruppo
dirigente che oggi guarda oltre la propria parzialità e che ha una visione alta
a servizio dei calabresi che è quella di conseguire il riconoscimento di
diritti ancora oggi non garantiti.
Se abbiamo la
forza di garantire ai nostri figli questi diritti – ripeto – non riconosciuti
che riguardano la mobilità, credo che questo Consiglio regionale possa
ascriversi un merito altissimo nella propria storia di questi 50 anni di
regionalismo.
Questo è il
punto di partenza della riflessione che dobbiamo fare oggi perché credo che i
ritardi accumulati durante questi anni siano tanti, ma adesso ci sono due
opportunità da tenere ben presenti e sulle quali dobbiamo concentrare la nostra
attenzione.
Quando dico
noi, mi riferisco non soltanto al Presidente della Giunta regionale o alla
Giunta regionale, che hanno il dovere di occuparsi di queste problematiche in
quanto oggi governano la Regione Calabria, ma faccio riferimento a tutte le
forze politiche presenti in quest’Aula perché ognuno di noi, ad eccezione del
Partito Fratelli d’Italia, ha responsabilità nel Governo nazionale.
Dobbiamo,
quindi, relazionarci con tutte le forze politiche, come abbiamo fatto in altre
occasioni. Anche nella trattazione delle problematiche della sanità o del
precariato, se ci sono stati dei meriti, sono da attribuirsi alle forze
politiche oggi al Governo che hanno lavorato in piena sinergia per raggiungere
risultati importanti per la Calabria.
Questo è un
punto da evidenziare e da rimarcare e sul quale, oggi, lavorare insieme per
ottenere risultati importanti per la Calabria.
Credo che
insieme possiamo farcela perché – dicevo – oggi ci sono due condizioni che ci
aiutano molto: i Fondi complementari legati al PNRR e la decisione della
Commissione europea che riconosce la 106 come rete transnazionale.
Questi due
elementi devono spingerci con forza a richiamare i nostri responsabili
nazionali – chi è oggi al Governo nazionale e al Governo regionale – a fare
questa sintesi da compiere non a parole ma nei fatti.
L’ha detto bene
poco fa il collega Alecci per conto del Partito Democratico: abbiamo
contribuito anche noi alla stesura della mozione e vorremmo proseguire con
questo spirito che esalta il ruolo del Consiglio regionale, lo fa diventare
protagonista di scelte importanti per la vita dei calabresi e gli restituisce
dignità – che è una parola della quale abusiamo – affinché vengano riconosciuti
ai calabresi quei diritti alla mobilità che altre Regioni hanno da molti anni.
Oggi, dobbiamo recuperare questo gap, utilizzando
gli strumenti che abbiamo in mano – dei quali ho parlato prima – avendo anche
un Governo che potrebbe esserci amico, se facciamo davvero squadra e sintesi
nello svolgimento di quel lavoro che oggi ci compete come responsabili del
Governo regionale e come Istituzioni calabresi.
Questo è
l’augurio che esprimo.
Vorrei, poi,
sottoporre un altro spunto di riflessione all’assessore Dolce e al presidente
Occhiuto: uno dei cancri – lo dico anche ai dirigenti regionali –
della mancata realizzazione di molte opere già finanziate e dei ritardi
accumulati in questi anni – non ricordo chi diceva poco fa che iniziano adesso
i lavori per opere finanziate dal 2006/2007 – si chiama – non ho paura a dirlo
– ANAS.
Una delle sfide che dobbiamo lanciare è sulla
programmazione perché, caro presidente Occhiuto, se l’ANAS non è capace di fare
la progettazione o non è in grado di farla per la mancanza di personale o
altro, la affidiamo a qualche altra società. È questo che dobbiamo porre con
forza.
Un altro cancro si chiama RFI perché è vero che sono
stati stanziati 180 milioni di euro per l’alta velocità, ma si tratta di opere
già finanziate. L’assessore Dolce, che è molto più esperto, può confermare che
i Contratti di programma firmati negli anni precedenti comprendono molti
finanziamenti che oggi ci ripropongono, come un cane che si morde la coda.
Dobbiamo smetterla e pretendere da calabresi – forse
spesso ci considerano ancora terroni e incapaci di governare i processi – da
ANAS e RFI il rispetto dei Contratti di programma sottoscritti perché sono loro
a doverli realizzare. Possiamo fare le battaglie, gridare e incatenarci, ma,
poi, se non c’è chi programma e realizza gli interventi, nei tempi giusti,
adeguati e normali, le sfide le perdiamo.
Quindi, teniamo bene questa barra. Abbiamo – ripeto –
gli strumenti per poter pretendere i finanziamenti e il rispetto dei Contratti
da parte di coloro che devono realizzare le opere, che siano ANAS o RFI.
Grazie, consigliere Bevacqua. Ha chiesto di intervenire la consigliera Straface. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Presidenti del Consiglio e della Giunta, colleghi consiglieri, si è
già ampiamente discusso dell’importanza della giornata storica che si sta
consumando oggi in questa Assise regionale, che vede tutte le forze politiche
unite e compatte per la risoluzione di una questione che ritengo fondamentale e
che riguarda, appunto, l’ammodernamento della Strada statale 106.
Sono d’accordo
con l’assessore Dolce quando dice che questa arteria stradale, oltre ad essere
importante in tema di sviluppo economico, sociale e di sicurezza, è di
fondamentale importanza proprio in termini di Protezione civile perché vedrebbe
la Calabria completamente isolata di fronte a situazioni naturali che si
possono verificare sul nostro territorio.
Ritengo che
questo sia un tassello fondamentale da tenere nella giusta considerazione.
Prima di entrare nel merito del mio intervento, colgo
l’occasione per ringraziare il presidente Roberto Occhiuto.
La ringrazio, Presidente, perché lei, sin dall’inizio
del suo mandato, ha speso tempo, energie ed entusiasmo, per portare il problema
dell’ammodernamento della 106 sui Tavoli istituzionali. Pertanto, l’occasione
di oggi si profila come un confronto tra tutti i componenti della massima
Assise regionale per arrivare a questa mozione – che da qui a poco andremo ad
approvare – che dà forza e sostegno al percorso intrapreso dal presidente
Occhiuto.
Cosa si chiede con la mozione? Si chiede la copertura
finanziaria dell’intero tratto da Sibari-Crotone-Catanzaro-Reggio Calabria da
parte di tutte le forze politiche che sono qui chiamate a rappresentare i
cittadini calabresi.
Abbiamo sempre considerato questa arteria stradale
dandole un’importanza prettamente calabrese quale arteria importante
esclusivamente per la Regione Calabria, ma non è così perché parliamo di
un’infrastruttura che diventa fondamentale in termini di mobilità e di
collegamento dei trasporti dell’intera Nazione.
Non è casuale, infatti, la decisione assunta dalla
Commissione europea che ha incluso l’intero tracciato della statale 106 come
parte della rete globale nella proposta di revisione del Regolamento sulla rete
transeuropea dei trasporti, quindi si parla della
statale 106 come di un’infrastruttura strategica per l’intera Europa.
Nei giorni scorsi abbiamo voluto affrontare, nella
seduta della quarta Commissione consiliare, la discussione, le criticità, i
pareri e i consigli che si potevano dare in merito all’ammodernamento della
statale 106.
Ringrazio l’ingegnere Moroni,
dirigente generale del Dipartimento infrastrutture e lavori pubblici,
perché ha fornito un’illustrazione dell’attuale situazione di questa importante
arteria stradale, esponendo, con minuzia di particolari, il Contratto di
programma 2021-2025 che è stato trasmesso nei giorni scorsi al Ministero e che
è dedicato per il 60 per cento alla statale 106 e per il restante 40 per cento
all’Autostrada. Lei, ingegnere Moroni, ha illustrato, inoltre, come la somma
che viene richiesta al Governo per il finanziamento dell’intera opera è di
circa 9 miliardi di euro.
È stato un confronto interessante, costruttivo, però
mancavano quelli che sono gli attori principali – mi riferisco al Commissario
straordinario per l’opera Strada statale 106 Jonica, Simonini,
e al Responsabile Struttura territoriale Calabria dell’ANAS, ingegnere Caporaso – che definisco attori principali perché, così
come diceva anche la consigliera Bruni, dovevano essere loro a darci delle
risposte concrete rispetto all’iter
dei lavori e al cronoprogramma presentato dalla Regione in merito
all’ammodernamento.
Ebbene, questi attori hanno ritenuto opportuno non
partecipare all’incontro che si è svolto durante i lavori della quarta
Commissione e ritengo – lo abbiamo detto anche durante la seduta – che questo
loro atteggiamento non possa che definirsi uno sgarbo istituzionale, una
mancanza di rispetto verso l’attività delle Commissioni consiliari.
Qual è il quadro che abbiamo oggi?
Abbiamo 106 km che sono interessati da lavori, 64
completati e 42 in corso di esecuzione; è in corso la progettazione dei
restanti 181 km, mentre gli altri 128 sono privi di progettazione.
Il combinato disposto di questi dati ci consegna un
quadro a dir poco pesante e inaccettabile, soprattutto per quanto riguarda
alcuni ritardi perché prendiamo atto che soltanto il 15 per cento della Strada
statale 106 è giunto al pieno completamento, a differenza di quanto è accaduto
in Puglia e in Basilicata, dove le arterie stradali risultano completamente
ammodernate.
In tal senso, così come è stato specificato nella
mozione, che ho avuto modo adesso di leggere, ritengo che ci sia la possibilità
di utilizzare l’approccio del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza anche per
la realizzazione della Strada statale 106, utilizzando, come diceva lei,
ingegnere Moroni, gli studi di fattibilità tecnico-economica come livello di
progettazione adeguata per indire bandi di gara per la realizzazione dei
lavori.
Un altro aspetto che è stato messo in evidenza da
alcuni consiglieri che mi hanno preceduto – e parlo dei consiglieri Tavernise e Graziano – nel prendere atto della delibera
CIPESS, con la quale vengono destinati 220 milioni di ero per la tratta
Crotone-Cutro, – rispetto alla quale, ripeto, chiediamo l’ammodernamento
dell’intera arteria stradale – è che 220 milioni di euro sono briciole rispetto
alla copertura finanziaria e all’impegno necessario per l’ammodernamento di
questa arteria stradale.
Questo il quadro che ci troviamo davanti: abbiamo
Roseto Capo Spulico-Sibari che ha lavori in fase di esecuzione; poi, la
Sibari-Corigliano-Rossano, che vogliamo portare fino a Crotone, dove esiste un
progetto definitivo; nei prossimi giorni – mi auguro – si dovrebbe indire la
Conferenza di servizi – perché siamo nella fase della valutazione di impatto
ambientale – per, poi, presentare il progetto e, quindi, ottenere il finanziamento.
Premesso che esistono già 195 milioni di euro per
questo tratto stradale e che dei quattro lotti funzionali è l’unico che si
trova in una fase avanzata, sappiamo perché la delibera CIPESS ha destinato i
220 milioni di euro – ripeto, sono briciole rispetto all’impegno necessario –
perché lì c’è stato l’assenso di tutti gli attori istituzionali del territorio,
di tutti i sindaci e dei presidenti della Provincia di Crotone e di Catanzaro;
nel tratto che, invece, riguarda la Sibari-Corigliano-Rossano, purtroppo,
ancora ad oggi manca l’assenso dell’attore principale che è il Sindaco della
città.
Mi fa piacere che il presidente Roberto Occhiuto abbia
interloquito con il sindaco e mi auguro che si trovi una soluzione da poter
presentare ai vertici dell’ANAS, ma se ciò, Presidente, assessore, non si
dovesse verificare esiste la norma che ci mette nelle condizioni di superare il
dibattito pubblico e raggiungere il consenso tra il Presidente della Giunta
regionale e il Commissario dell’ANAS.
Colgo l’occasione per esprimere la vicinanza e la
solidarietà ai tanti genitori e non a caso ieri sera un’altra giovane vita è
venuta a mancare non solo nella tratta della Sibari-Corigliano-Rossano, ma
anche a Reggio Calabria. Lo hanno detto in tanti: non si contano i morti che ci
sono stati, ma non è soltanto questo.
L’area della Sibaritide,
presidente Occhiuto, – parliamo della terza città della Calabria e lei ne è
consapevole e so l’impegno che ci sta mettendo – è completamente isolata in
termini di collegamento dagli aeroporti, non abbiamo delle stazioni ferroviarie
efficienti e, quindi, per poter parlare di sviluppo economico, di turismo, di
collegamenti e di mobilità, c’è la necessità di puntare la nostra azione verso
queste grandi infrastrutture.
Chiediamo, quindi, che la tratta
Sibari-Corigliano-Rossano, ma fino a Crotone, venga definita opera strategica
per far sì che i progetti possano partire insieme – mi riferisco al progetto di
Sibari-Crotone e Crotone-Cutro – perché il pericolo che ci potrebbe essere è
quello di un declassamento di questa parte di arteria stradale che non possiamo
assolutamente permetterci.
La giornata di oggi – ripeto – rappresenta veramente
una svolta storica che vede su temi così importanti tutte le forze politiche
unite e a sostegno dell’azione intrapresa e portata avanti dal presidente
Roberto Occhiuto. Grazie.
Grazie
collega Straface. Ha chiesto intervenire il
consigliere Lo Schiavo. Ne ha facoltà.
Grazie
Presidente, grazie colleghi. Anch'io ritengo che la giornata di oggi sia
particolarmente importante ma, da un certo punto di vista, penso che il
dibattito che stiamo facendo abbia anche una valenza politica. È fin troppo
facile parlare dei ritardi infrastrutturali della Calabria, ma in questo
momento noi dobbiamo anche capire che mandato stiamo dando e come vogliamo
fare, in modo che questa mozione non sia un esercizio della retorica, che molto
spesso in politica accompagna le discussioni. E cioè, rispetto alla gravità del
problema e rispetto alla complessità della vicenda, che riguarda anche vite
umane, come sottolineavate, non possiamo più limitarci a fare il compitino e a
prendere atto di quello che è uno stato di fatto delle cose. In questo momento,
a mio avviso, la mozione ha un significato politico e serve a dare un mandato
pieno al Presidente della Giunta regionale affinché apra una vertenza politica
importante con il Governo sul caso Calabria.
La
106 è l'emblema dei ritardi di questa Regione ed è solo il primo banco di prova
che questa maggioranza e questo Consiglio regionale sono chiamati ad
affrontare; il primo banco di prova perché non sarà l'unico, consiglieri.
Quando noi lamentiamo che nella redistribuzione delle risorse la Calabria
rimane sempre ultima - rispetto ad altre regioni, anche del meridione, ma che
sono più forti nell’interlocuzione nazionale - io penso che la giornata di oggi
serve proprio a dare un messaggio diverso e cioè che il Presidente della Giunta
regionale ha un mandato pieno a rappresentare il Consiglio regionale nella sua
interezza, al di là delle posizioni politiche. Dopo arriverà un punto in cui
dovremmo fare altre scelte.
Nel
momento in cui questa interlocuzione con il Governo nazionale non riuscirà a
portare i risultati sperati - io spero vi riesca – e nel momento in cui - mi
spingo oltre - il Governo nazionale non correggerà il tiro e, comunque, su
questo noi non riusciremo a dare delle risposte concrete, allora mi chiedo se
siamo davvero disposti ,in questa Legislatura, ad assumere gesti eclatanti e
soprattutto posizioni decise, nette, di rottura anche con le forze politiche
che rappresentano oggi lo scenario nazionale. Una cosa è un Governo nazionale,
una cosa è la tutela degli interessi dei calabresi.
Nella
prima riunione di Consiglio regionale il Presidente della Giunta ha
sottolineato come lui prima di essere un rappresentante politico di una
fazione, di una parte, rappresenti gli interessi dei calabresi. Oggi a questa
sua dichiarazione stiamo dando una risposta politica e cioè il mandato di tutti
noi, maggioranza e opposizione, per aprire una vertenza nazionale, nello
specifico sulla 106 e sul caso Calabria in linee più generali.
Penso
che l'assessore Dolce, di cui ho letto il curriculum e che vedo ha grandissima
qualità da un punto di vista tecnico, può servire a dare un aiuto alla politica
perché a questo punto tecnici e politici devono marciare insieme. Soli tecnici
al Governo non bastano e la politica senza qualità e senza contenuti non basta.
Questa compenetrazione di qualità tecniche ma anche di capacità di azione
politica deve essere la prospettiva su cui il Consiglio regionale della
Calabria deve muoversi nei prossimi anni.
Chiudo
il mio intervento, Presidente, non richiamando i danni, le morti e le
sofferenze che la 106 ha provocato, i ritardi che sono complessi, derivati da
una da una complessità di situazione e anche da un ritardo della capacità della
politica locale. Non bisogna scaricare sempre la responsabilità su altri Enti.
Noi
paghiamo il ritardo delle nostre amministrazioni ed è evidente che sia così, ma
oggi facciamo un passo ulteriore, è una responsabilità che diamo, un grande
onore che diamo al Presidente della Giunta regionale.
La
mozione non è fine a sé stessa, non è esercizio di retorica, ma è un mandato
pieno ad aprire col Governo nazionale una partita fortissima sulla
redistribuzione delle risorse per le infrastrutture calabresi, sapendo già che,
qualora dovessimo incontrare degli ostacoli e anche dei rapporti difficili con
le altre Regioni del Paese, dobbiamo essere pronti, questa volta, a compiere
anche gesti eclatanti. Politicamente parlando, sono disposto a essere
avanguardia, assieme a maggioranza ed opposizione, in questa battaglia. Grazie,
Presidente.
Grazie,
consigliere Lo Schiavo. Ha chiesto di intervenire il presidente Occhiuto. Ne ha
facoltà.
Grazie,
Presidente. Ho chiesto all'assessore Dolce di poter intervenire in replica agli
interventi dei consiglieri regionali per esprimere, intanto, il mio personale
apprezzamento, ma anche l'apprezzamento di tutto il Governo regionale per la
decisione che il Consiglio regionale, oggi, ha voluto assumere: sottoscrivere,
mettendo da parte le differenze, mettendo da parte i ruoli di opposizione e di
maggioranza, un'unica mozione sul tema della 106.
Credo
faccia onore al Consiglio regionale e, come è stato rilevato in molti
interventi, dia forza alla Regione nella rivendicazione, presso il Governo
nazionale, della necessità di fare di quest'opera un'opera strategica per il
Paese oltre che per la Calabria. Ne sono contento e vorrei tranquillizzare chi
è intervenuto dall'opposizione, mi pare fosse il consigliere Tavernise: ho perfetta contezza del fatto che alcune
questioni, la maggior parte delle questioni, non possono essere risolte da uno
solo, dal Presidente della Regione. Ho bisogno del contributo del Consiglio
regionale, ho bisogno del contributo delle diverse parti che sono rappresentate
all'interno del Consiglio regionale e non solo del Consiglio regionale.
Oggi
ho partecipato al congresso di un importante sindacato e ho chiesto anche ai
sindacati di aggiungersi a questa rivendicazione per dare forza alla Regione,
non solo alla politica regionale a livello istituzionale, ma per aggiungere
alla voce della politica, delle istituzioni, a queste voci, la voce anche dei
corpi intermedi della Regione, perché, altrimenti, alcune questioni
difficilmente potranno essere risolte.
La
Strada statale 106 è una di queste questioni.
Credo
che non se ne sia mai parlato così tanto come negli ultimi mesi e anche questo
- lo faceva rilevare il consigliere Alecci - credo sia un merito della politica
regionale, di questo Consiglio regionale che ha voluto tenere sulla 106 una
specifica discussione. Sono orgoglioso di governare una Regione che è ben
rappresentata da un Consiglio che su questioni importanti mette da parte le
differenze e trova unità anche in controtendenza rispetto a quello che è
successo in passato.
Ripeto:
mai come in questi mesi si è parlato di 106. E non lo ha fatto una parte
politica o l'altra, l’abbiamo fatto tutti, l'abbiamo fatto tutti quanti
insieme. Non è facile affrontare e risolvere questo problema, dicevo, senza il
contributo di tutti, perché l’assessore Dolce, che ringrazio per il contributo
che mi sta dando, vi ha dato qualche numero. Per concludere la 106 da Sibari a
Catanzaro occorrono circa quattro miliardi e ottocento milioni. Una volta ci
dicono quattro miliardi, una volta quattro miliardi e ottocento milioni, una
volta cinque miliardi. Molto dipende anche dall'aumento dei prezzi. Ci sono
aumenti dei prezzi del 21 per cento che hanno fatto lievitare ulteriormente il
costo della realizzazione di queste opere. Le cifre sono sempre così variabili
perché, come potete intuire, dipendono anche dal tipo di progettazione e di
soluzioni progettuali che si individuano.
Quattro
miliardi e ottocento milioni fino a Catanzaro! Attualmente abbiamo settecento
milioni, non tutti imputabili nel tratto fino a Catanzaro, saranno circa
cinquecento milioni imputabili a questo tratto. Con l'assessore Dolce abbiamo
avuto, mercoledì scorso, un confronto con i vertici dell'ANAS; c'era anche Isi, il nuovo amministratore delegato dell’ANAS, c'era il
responsabile della progettazione e in alcuni momenti, poiché non ho sempre un
carattere felice, c’è stata anche un po' di tensione nel confronto con ANAS,
perché chiedevo ad ANAS quale fosse il suo orientamento rispetto alla Calabria.
Ho detto: “Ditemi, nelle sue valutazioni, quanto vuole investire ANAS sulla Calabria,
quanto ritiene che si debba investire, al di là di quello che poi farà il
Presidente della Regione col Ministero. Diteci che cosa bisogna fare.” A un
certo punto dicono: “No, noi qualcosa abbiamo fatto. Ci sono 220 milioni di
euro per il tratto fino a Cutro.”
Facciamo
un chiarimento: sono 220 milioni che ha deciso la Regione di investire sulla
106, non ANAS, perché sull'anticipo dell’FSC - e qui diamo anche una risposta a
qualche giornale di stamattina - potevamo scegliere di parcellizzare la spesa,
finalizzando gli interventi di quaranta-cinquanta comuni, o di concentrare la
spesa su pochi obiettivi strategici. Abbiamo scelto la seconda strada. Prima ci
erano stati assegnati 350 milioni di euro su quell’ anticipo dell’FSC.
L'assessore Dolce è riuscito a portarli, poi, a 465 milioni. Sono risorse date
in ragione del numero degli abitanti; la Puglia ha il doppio di noi per la
semplice circostanza che la Puglia ha il doppio degli abitanti della Calabria.
Ma abbiamo scelto noi di investire 220 milioni su quel tratto.
E
perché su quel tratto e non su altri tratti? Perché quello era un intervento
funzionale che, probabilmente, si apre e si chiude con 220 milioni. Quindi
aveva senso fare un intervento funzionale invece che parcheggiare delle risorse
su un altro intervento che non si sarebbe concluso con quelle risorse; anche
perché, mentre su quello c'era il dibattito con i territori già concluso
felicemente, su altri interventi voi avete registrato che c’è la presa di
posizione di alcuni sindaci, di un sindaco in particolare, che vorrebbe
modifiche del tracciato. Parlerò fra poco anche di questo. Allora abbiamo
deciso di mettere questi 220 milioni, questo ha detto l’amministratore delegato
di ANAS. Ma queste non sono risorse di ANAS! Sono risorse che la Regione ha
deciso di assegnare ad ANAS per un tratto della 106. “Diteci che cosa volete
spendere per la Calabria!” Non lo sanno.
Come
avete visto, ho scritto anche una lettera al presidente del Consiglio dei Ministri,
Draghi, lamentando che non c'è una sola opera strategica per la Calabria.
L'alta velocità, lo dico con grande franchezza, a me non basta, perché la
vedremo nel 2030; il primo lotto dell'alta velocità non ha un chilometro in
Calabria perché si conclude a Romagnano.
Dicono
che con il PNRR non si possono finanziare le strade. In verità non sono state
finanziate le strade anche se interventi sulla sicurezza stradale si potrebbero
fare, ma c'è il fondo complementare che vale trenta miliardi di euro; una parte
di questo fondo complementare è impegnato per realizzare l'alta velocità
ferroviaria. Benissimo, ma l'alta velocità ferroviaria - che strada non è, ma è
ferrovia, appunto - si può finanziare anche col PNRR. Allora ho chiesto al
presidente Draghi: “Perché una parte del fondo complementare, quello che si
utilizza per l'alta velocità ferroviaria, intanto non lo mettiamo a coprire
interventi sulla 106 e poi, quando dovremmo trovare gli altri soldi per l'alta
velocità ferroviaria, troveremo tre, quattro miliardi in più e, intanto,
utilizziamo questi?” Giovannini non l'ha presa benissimo questa cosa.
Certo,
sono grato al Governo perché su tante questioni sta dimostrando una grande
apertura di credito nei confronti del governo regionale della Calabria, ma su
questo tema no! Sul tema delle infrastrutture c’è la necessità di incalzare di
più il Governo nazionale. Allora che ci sia la convergenza di tutti i gruppi
politici all'interno del Consiglio regionale è una buona cosa e vorrei che
questa convergenza ci fosse anche all'interno del sistema delle autonomie
locali. Noi per questa opera dobbiamo trovare le risorse, chiedere la
progettazione fino a Reggio Calabria perché oggi da Catanzaro in giù non c'è un
progetto, per cui abbiamo chiesto che si finanzino anche i progetti fino a
Reggio Calabria. Sarebbero 56 milioni di euro, ma poiché abbiamo visto, negli
anni, che quando le risorse dell'Europa faticavano ad essere spese, venivano
destinate dove c'erano i progetti, abbiamo pensato di far fare i progetti per avere
qualche possibilità in più e, poi, di fare le opere anche da Catanzaro in giù.
Quindi,
non ci sono le risorse, non ci sono i progetti per larga parte della 106,
almeno creiamo le condizioni affinché la comunità politica - istituzionale sia
tutta quanta d'accordo - come si sta facendo, oggi, in Consiglio regionale -
anche il sistema delle autonomie. Infatti poi se su ogni tratto si aprono dei
contenziosi sul tracciato, allora siamo noi che ci facciamo del male. Non lo
dico in riferimento al Sindaco di Rossano, che ho incontrato in un colloquio
cordiale. Per lui, poi, è una questione legata ad una variante del tratto che
interessa il suo Comune. Ho detto al Sindaco di Rossano che se dovesse costare
200, 250 milioni di euro allora anche la Regione può aggiungersi al Comune
chiedendo che questo avvenga, ma se dovesse costare un miliardo, mentre ce ne
mancano tanti altri per realizzare la 106, allora il ragionamento cambia. Sono
grato all'assessore Dolce anche perché ha fornito al tavolo con l'ANAS e a me personalmente
un argomento che serve anche a confutare le obiezioni in ordine al fatto che
non tutti i tratti della 106 possono essere a quattro corsie.
Intanto
ho risposto ad ANAS; ANAS fa una valutazione tecnico-economica, che dovrebbe
tenere anche conto del fatto che, se una strada è una mulattiera, è evidente
che in quei tratti dove è una mulattiera non passa un numero di auto tale
sufficiente a legittimare quattro corsie. L'argomento che l’assessore Dolce mi
ha proposto - è un argomento che dovremmo proporre alla comunità nazionale - è
proprio quello a cui faceva riferimento nel suo intervento, inizialmente: la
nostra è una regione che è soggetta a fenomeni di dissesto, è una regione tra
le più sismiche del mondo e abbiamo soltanto una strada di collegamento lungo
la Calabria, l'autostrada; se si dovesse verificare un evento avverso e si
dovesse staccare questa strada non avremmo un'altra strada ridondante, capace
di collegare la Calabria, capace di collegare il Paese, capace di intervenire
anche in condizioni d'emergenza.
Questo
elemento non vale più di 30 o 40 auto che in un minuto passano lungo questo o
quel tratto? Abbiamo, quindi, detto che questo è un elemento da considerare
perché vogliamo tutta la 106 a quattro corsie e su questo dovremmo poi continuare,
appunto, il negoziato con ANAS, intanto, e col Governo, subito dopo.
Dobbiamo
anche essere fieri delle nostre prerogative e pretendere rispetto per la
Calabria e per i luoghi istituzionali della Calabria.
Inviterei
il Consiglio regionale a scrivere una lettera dura, di protesta, rivolta
all'amministratore delegato di ANAS, perché un commissario non può consentirsi
di non presentarsi in Consiglio regionale in una Commissione, annunciandolo
soltanto il giorno prima.
È una
valutazione che rimetto al Presidente del Consiglio regionale, ma dobbiamo
dimostrare che non abbiamo alcun complesso reverenziale nei confronti delle
società che sono pagate con i soldi dei contribuenti per fare le cose che ai
contribuenti servono.
Su
questo vorrei che ci fosse anche un’assunzione di responsabilità! Lo dirò
all'amministratore delegato di ANAS. Quando siamo stati da loro ci hanno
ricevuto con tutto il gruppo dirigente di ANAS, non possiamo lamentarci di
questo, però il Consiglio regionale, secondo me, ha titolo a dire che ANAS deve
fare il suo dovere quando una sfida importante lo richiede. Per cui volevo
intervenire soltanto per ringraziarvi e per dirvi che quello che oggi stiamo
facendo, insieme al Consiglio regionale, è un modo, anche, per legittimare la
politica che troppe responsabilità, quella di destra e quella di sinistra, ha
avuto in passato rispetto ai ritardi della Strada statale 106 che, a distanza
di tanti anni, è ancora definita la strada della morte.
Bene
ha fatto il Presidente del Consiglio regionale ad aprire i nostri lavori con un
minuto di raccoglimento per le vittime della guerra. Ho avuto la tentazione di
alzare la mano e di chiedere al Presidente del Consiglio regionale di aprire
questo dibattito anche con un minuto di raccoglimento per le vittime della 106.
Ecco,
non l'abbiamo fatto, ma credo che la qualità, la responsabilità degli
interventi che in Consiglio regionale sono stati svolti oggi e anche
l'assunzione collettiva di responsabilità su questo tema, valga molto di più di
un minuto di raccoglimento e dimostri quanto la politica abbia a cuore questo
problema, affinché questa strada non abbia più a chiamarsi la strada della
morte.
Mi farò carico, accogliendo l'invito del Presidente,
di esprimere le doglianze ad ANAS per la mancata partecipazione del Commissario
ai lavori dalla Commissione. Quindi, predisporrò quanto dovuto e ovviamente lo
farò a nome di tutti i gruppi consiliari e della Commissione che avrebbe dovuto
ospitare il Commissario.
Proseguiamo
i lavori con il voto per l'introduzione all’ordine del giorno della mozione
numero 15/12^ firma dei consiglieri G. Arruzzolo, A.
Bruni, G. Crino', F. De Nisi, G. Graziano, N. Irto,
F. Laghi, S. Loizzo, G. Neri, D. Tavernise,
recante: “Determinazioni sullo stato della Strada statale 106 Jonica”.
La
mozione è inserita.
Cedo
la parola al consigliere Neri del gruppo Fratelli d'Italia per l'illustrazione,
consapevoli - e di questo ringrazio tutti - che è frutto del lavoro comune di
tutti i gruppi consiliari, di tutti i consiglieri e della quarta Commissione e
ringrazio per questo il Presidente e tutti i componenti. A lei la parola.
Grazie
Presidente. Ringrazio per la sensibilità tutti i capigruppo, insieme siamo
riusciti a stilare un documento unitario, indipendente dalle posizioni
politiche. Ne do lettura.
“Premesso
che:
-
nella seduta della Conferenza dei capigruppo del 9 febbraio u.s., è emersa la
volontà, condivisa da tutti i gruppi consiliari, di approfondire, in una seduta
del Consiglio regionale, previo esame da parte della quarta Commissione, il
tema dell'ammodernamento della Strada statale 106 Jonica;
- la
suddetta collega Reggio Calabria a Taranto attraverso un percorso di 491 chilometri
lungo la fascia litoranea Jonica di Calabria, Basilicata e Puglia. Si tratta di
un collegamento strategico del Sud Italia poiché mette in comunicazione i due
capoluoghi, i numerosi comuni costieri, l'autostrada del Mediterraneo e
l'autostrada 14 "Adriatica" che termina a Taranto. Costituisce una
direttrice di traffico di rilevanza nazionale e fa parte della rete Europea
E90. La Commissione Europea, ultimamente, ha incluso il tracciato come parte
della rete globale della proposta di revisione del Regolamento sulla Rete transeuropea dei Trasporti (TEN-T). l'ottantacinque per
cento del percorso pari a 416 chilometri è in territorio calabrese;
-
lungo la statale Jonica l'ANAS ha già completato l'ampliamento a 4 corsie con
spartitraffico centrale di tutto il traffico ricadente in Puglia (39 KM) e in
Basilicata (37 KM). In Calabria sono stati ampliati a quattro corsie solo 64,4
KM. Considerato che: - l'Istituto del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione
(FSC), nasce con l'intento di ridurre il divario esistente tra le Regioni più
povere e quelle più ricche;
- il
Governo dovrebbe, rigorosamente, attuare scelte che garantiscano il rispetto di
questo principio sancito peraltro dalla Costituzione italiana ma nei fatti è
avvenuto tutt'altro;
- Il
Governo, nella seduta del CIPESS del 15 febbraio u.s,
ha stanziato poco meno di 4,7 miliardi di euro per opere infrastrutturali
immediatamente cantierabili e ha assunto l'impegno formale di stanziare
ulteriori 1,6 miliardi di euro di interventi strategici programmati appena sarà
disponibile il Piano di fattibilità tecnico ed economico dei relativi
interventi;
- la
differenza tra ciò che ha stanziato e ciò che il Governo si è impegnato a
stanziare è pari a 6,3 miliardi di euro e di questi 4,4 miliardi saranno
investiti al Sud. In particolare, alla Campania ha destinato 1.700 milioni di
euro (34%), alla Sicilia 1.213 milioni di euro (24%), alla Puglia 958 milioni
di euro (19%), ed alla Calabria 465 milioni di euro (9%);
-
rispetto al finanziamento ottenuto dalla Calabria è bene specificare che, sui
180 milioni di euro per il completamento dell'elettrificazione della ferrovia
jonica, c'è solo un impegno del Governo, ma, nella Delibera CIPESS non è
previsto alcun finanziamento. Ciò implica che l'effettivo stanziamento è pari a
285 milioni di euro (5,5%), e di questi 65 milioni di euro saranno destinati
per la strada di collegamento per San Luca e 220 milioni di euro per la Strada
statale 106 Jonica;
- per
quanto riguarda la strada di collegamento per San Luca è previsto un finanziamento
di 65 milioni di euro, ma queste risorse saranno così destinate: 1 milione di
euro nel 2022, 9 milioni di euro nel 2023, 15 milioni di euro nel 2024, 15
milioni di euro nel 2025, 15 milioni di euro nel 2026 e 10 milioni di euro nel
2027;
- per
quanto riguarda i 220 milioni di euro assegnati sulla Strada statale 106
Jonica, il Governo, nel corso del 2022, ne stanzierà solo 500.000 euro (mezzo
milione di euro...), perché i restanti saranno così erogati:
2
milioni di euro nel 2023;
5
milioni nel 2024;
45
milioni nel 2025;
65
milioni nel 2026;
65
milioni nel 2027;
infine
37,5 milioni di euro nel 2028;
-
occorre, altresì, ricordare che, in occasione della sua audizione alle
Commissioni riunite della Camera di Trasporti e Ambiente, il 3 febbraio 2021,
il Commissario Straordinario per la Strada statale 106 Jonica, Ing. Massimo Simonini, ha predisposto un piano costituito da 12
interventi sulla famigerata e tristemente nota "strada della morte"
in Calabria e ha affermato che per realizzarlo sono necessari circa 3.900
milioni di euro, tanto è vero che l'intero investimento di 220 milioni di euro
destinato alla statale 106 "Jonica" in Calabria, sarà necessario per
realizzare l'ammodernamento a 4 corsie con spartitraffico centrale su un nuovo
tracciato tra Crotone e Cutro (per circa 15 chilometri);
-
null'altro vi è sulla restante Strada statale 106 Jonica in Calabria.
Rilevato
che: - il Presidente della Giunta regionale della Calabria, Roberto Occhiuto ha
affermato, chiaramente, che la nostra Regione "si aspettava di più",
in merito all'istituto del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC) e che ciò
non è stato rispettato dal Governo, in quanto alla Regione Calabria andava
destinato il finanziamento di 1 miliardo e 700 milioni di euro che è stato
erogato, invece, in favore della Campania;
- la
ripartizione adottata dal Governo non solo disattende l'istituto del Fondo per
lo Sviluppo e la Coesione (FSC), ma, paradossalmente, lo sovverte aumentando di
fatto il divario tra la Calabria e le altre Regioni d'Italia e del Sud;
- il
Presidente della Giunta Regionale della Calabria ha fortemente sostenuto la
necessità di inserire l'infrastruttura della Strada statale 106 Jonica nelle
opere finanziabili con le risorse del PNRR, chiedendo al Governo di considerare
i progetti di ammodernamento dell'arteria statale con la costituzione di due
carreggiate a quattro corsie;
- nel
corso della Conferenza dei Capogruppo del 9 febbraio scorso, il Presidente del
Consiglio regionale della Calabria, On. Filippo Mancuso, ha posto come priorità
di indirizzo, la discussione sulla Strada statale 106 Jonica. Tutto ciò
premesso, il Consiglio Regionale della Calabria impegna la Giunta regionale:
- a
sostenere una specifica e diretta contrattazione con il Governo per definire la
realizzazione di una infrastruttura stradale di tipo B (quattro corsie - due
per ogni direzione di marcia) e contestualmente la nomina di un Commissario ad
acta;
- ad
utilizzare la proposta della Regione Calabria relativa al contratto di
programma 2021 - 2025 tra ANAS e Governo quale strumento prioritario per
l'allocazione di risorse finanziarie adeguate all'obbiettivo;
- a
verificare la possibilità di utilizzare risorse provenienti dal fondo
Complementare collegato al PNRR;
- a
sostenere un necessario riequilibrio del Fondo FSC 2021-2025 alla luce anche
della recente delibera CIPESS che vede un'assegnazione di risorse alla Calabria
assolutamente insufficiente;
- ad
attivare in concorso con il Governo una specifica interlocuzione, visto anche
il recente inserimento della SS 106 calabrese all'interno delle reti
transnazionali al fine di reperire ulteriori finanziamenti in sede europea,
anche tramite il PON 2021-2027.”
Grazie,
consigliere Neri. Pongo in votazione la mozione con autorizzazione al coordinamento
formale.
La
mozione è approvata con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il
Consiglio approva)
Passiamo
al secondo punto all’ordine del giorno che riguarda la proposta di legge numero
32/12^ di iniziativa del consigliere F. Mancuso, recante: “Modifiche
all’articolo 24 della legge regionale 13 maggio 1996, n. 7 (Norme
sull'ordinamento della struttura organizzativa della Giunta regionale e sulla
dirigenza regionale)”. Cedo la parola al relatore, consigliera De Francesco, per
illustrare il provvedimento.
La
Commissione affari istituzionali, da me presieduta, ha proceduto in data 8
febbraio all'esame della proposta di legge numero 32/12^, d’iniziativa del
consigliere Mancuso, finalizzata a modificare l'articolo 24, comma 5, della
legge regionale numero 7 del 13 maggio 1996, ricevendo parere favorevole.
Successivamente, in data 17 febbraio, la seconda Commissione, presieduta
dall'onorevole Montuoro, ha espresso parere
favorevole circa la compatibilità della proposta con il bilancio regionale.
Mi
avvio di illustrare la relazione descrittiva. La legge regionale 13 maggio
1996, n. 7 (Norme sull'ordinamento della struttura organizzativa della Giunta
regionale e sulla dirigenza regionale) all’art. 24, comma 5, statuisce: “A far
data dall'entrata in vigore della presente legge, la preposizione del dirigente
alle stesse funzioni non può̀ superare il termine di anni cinque, fatto
salvo diverso provvedimento motivato della Giunta regionale.”
La
suddetta previsione normativa, trattando la materia della rotazione degli
incarichi dirigenziali, deve essere armonizzata con la vigente normativa
nazionale (c.d. legge anticorruzione del 6 novembre 2012, n. 190 “Disposizioni
per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità̀
nella pubblica amministrazione”).
La
rotazione del personale, nell’ambito di detta normativa, è considerata
misura organizzativa preventiva finalizzata a limitare il consolidarsi di
relazioni che possano alimentare dinamiche improprie nella gestione
amministrativa, conseguenti alla permanenza nel tempo di determinati dipendenti
nel medesimo ruolo o funzione.
La
normativa anticorruzione assegna al Piano Triennale della Prevenzione della
Corruzione e Trasparenza di ciascun ente anche la funzione di definire
direttamente o rinviare a specifico atto organizzativo i criteri della
rotazione (individuazione dei settori, fissazione della periodicità̀,
caratteristiche della rotazione).
Pertanto,
la sedes materiae
per stabilire, tra l’altro, la periodicità̀ della rotazione ordinaria dei
dirigenti è il Piano Triennale della Prevenzione della Corruzione e
Trasparenza.
Alla
luce di tali considerazioni, risulta necessaria l’abrogazione del comma 5
dell’art. 24 della legge regionale 13 maggio 1996, numero 7 che prevede una
rotazione avulsa da tutte le valutazioni e procedure che sottendono il
succitato Piano.
La
proposta si compone di 3 articoli e, trattandosi di previsioni di natura
ordinamentale, non produce nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio
regionale.
Grazie,
consigliera De Francesco. Non ci sono interventi.
Pongo
in votazione l’articolo 1.
(È
approvato)
Articolo
2
(È
approvato)
Articolo
3
(È
approvato)
Passiamo
alla votazione della legge nel suo complesso, con autorizzazione al
coordinamento formale.
Il
provvedimento è approvato con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il
Consiglio approva)
Il
terzo punto all'ordine del giorno riguarda la proposta di legge numero 35/12^
di iniziativa dei consiglieri P. Raso, P. Caputo, recante: “Abrogazione
dell’articolo 25 della legge regionale 17 agosto 2005, n. 13 (Collegato alla
manovra di assestamento di bilancio per l'anno 2005)”. Cedo la parola al
relatore, consigliere Raso, per illustrare il provvedimento.
Grazie,
Presidente. La seguente proposta emendativa abroga l’articolo 25 della legge
regionale 17 agosto 2005, n. 13 che testualmente recita: "Nelle more della
completa attuazione delle norme contenute nella legge regionale 16 aprile 2002,
n. 19, l'approvazione degli strumenti urbanistici e delle relative varianti, da
parte della Regione, avviene con decreto assunto dal dirigente generale del
competente Dipartimento della Giunta regionale, sulla scorta delle risultanze
della precedente istruttoria". Considerato che questo articolo viene
disatteso, in quanto già l'articolo 42, comma 2, del decreto legislativo
267/2000 (Testo unico degli Enti locali) attribuisce espressamente al Consiglio
comunale la competenza in materia di approvazione dei piani territoriali
urbanistici, con la presente proposta, costituita da 3 articoli, si prevede
l’abrogazione dell'articolo 25.
Do
lettura dell’articolato: Art. 1(Abrogazione dell'articolo 25 della l. r. n.
13/2005) -
1.
L'articolo 25 della legge regionale 17 agosto 2005, n. 13 (Collegato alla
manovra di assestamento di bilancio per l'anno 2005), è abrogato; Art. 2
(Clausola di invarianza finanziaria) -1. Dall'attuazione della presente legge
non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale; Art. 3
(Entrata in vigore) -1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo
alla sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione
Calabria.
Chiedo
che sia posta in votazione. Grazie.
Grazie,
consigliere Raso. Ha chiesto d’intervenire il consigliere Bevacqua.
Ne ha facoltà.
Intervengo
per avere un chiarimento, visto che la proposta è stata approvata in
Commissione, ma io non ero presente. Quindi, pongo una domanda per capire se ho
capito bene qual è l'obiettivo di questa proposta di legge: l’obiettivo è
quello di delegare tutto ai Comuni, le autorizzazioni necessarie ai Piani
strutturali e tutto il resto, o ha un altro fine? Perché se dovessimo affidare
ai Comuni la programmazione e la pianificazione, credo che creeremmo tante
situazioni, a mio modesto parere, di incertezza e, soprattutto, produrremmo un
ulteriore consumo di suolo.
Questo
mi preoccupa, perché, se noi dovessimo rendere ancora più facile costruire, in
Calabria, senza nessun controllo preventivo, credo che faremmo un danno
all'ambiente e soprattutto all'economia calabrese.
Pongo
questo interrogativo perché, se non ricordo male, quando abbiamo approvato lo
strumento che regolamenta la pianificazione urbanistica in Calabria, l'abbiamo
fatto salvaguardando il territorio.
Non
vorrei che con questa legge noi aprissimo i rubinetti e consentissimo
arbitrarie costruzioni affidate ai Comuni. Pongo questo interrogativo, Presidente,
per salvaguardare il territorio, l'ambiente e rigenerare il territorio
attraverso il recupero di tutto quello che abbiamo in Calabria.
Presidente,
posso rispondere?
Prego,
consigliere Raso. Ne ha facoltà.
Questa
Amministrazione regionale porta la bandiera della difesa dell’ambiente e del
paesaggio e non vuole scaricare nulla sui Comuni. Si tratta soltanto di un
errore nella normativa vigente, in quanto è già previsto nel Testo unico degli
Enti locali che i Consigli comunali adottino i Piani territoriali urbanistici,
quindi non viene introdotto nulla di nuovo: la Regione esamina gli strumenti
urbanistici, dà i pareri, fa le Conferenze dei servizi, soltanto l'atto di
approvazione finale viene fatto dal Consiglio comunale, come previsto dal Testo
unico degli Enti locali.
Grazie
collega, ma era già stato ampiamente spiegato in Commissione.
Passiamo
all'esame e alla votazione del provvedimento.
Pongo
in votazione l’articolo 1.
(È
approvato)
Articolo
2
(È
approvato)
Articolo
3
(È
approvato)
Pongo
in votazione la legge del suo complesso, con autorizzazione al coordinamento
formale.
Il
provvedimento è approvato con autorizzazione coordinamento formale.
(Il
Consiglio approva)
Il
quarto punto all'ordine del giorno riguarda la proposta di legge numero 36/12^
di iniziativa del consigliere regionale Occhiuto, recante: “Modifiche e
integrazioni alla legge regionale 15 dicembre 2021, n. 32 (Istituzione
dell’ente di governance della sanità regionale
calabrese denominato “Azienda per il Governo della Sanità della Regione
Calabria – Azienda Zero”)”. Cedo la parola al consigliere Comito per illustrare
il provvedimento.
Grazie
Presidente, grazie colleghi. Nella riunione dell’11 febbraio 2022 il Consiglio
dei Ministri, su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie,
Mariastella Gelmini, ha esaminato le diverse leggi regionali e ha deliberato,
tra l'altro, di non impugnare la legge regionale della Calabria numero 32 del
15 dicembre 2021: “Istituzione dell’ente di governance
della sanità regionale calabrese denominato “Azienda per il Governo della
Sanità della Regione Calabria – Azienda Zero”. La proposta in esame, a firma
del governatore Roberto Occhiuto, apporta modifiche alla legge regionale 15
dicembre 2021, numero 32.
L'intervento di novellazione normativa si rende necessario al fine di dare
esecuzione agli impegni appositamente assunti con il Governo, nel contesto del
principio di leale collaborazione tra Stato e Regioni.
Sebbene il Governo abbia
condiviso il complessivo impianto normativo, deliberando la non impugnativa
della legge regionale numero 32 del 15 dicembre 2021, si è ritenuto necessario
apportare modifiche alla medesima legge, al fine di renderla maggiormente
intellegibile ed evitare problemi interpretativi e, quindi, consentirne una
puntuale e piena attuazione.
L'esigenza è quella di
riformulare o abrogare le disposizioni normative ivi previste, al fine di
scongiurare una qualsivoglia sovrapposizione o interferenza con la normativa
statale di riferimento conformandone sostanzialmente il contenuto.
Complessivamente, ma anche
analiticamente, la proposta appare dunque compatibile con il quadro
ordinamentale vigente.
La proposta di legge è
stata esaminata e discussa nella seduta della terza Commissione in data 22
febbraio 2022.
Il Dirigente generale del
Dipartimento tutela della salute e servizi socio-sanitari non ha sollevato
alcuna osservazione.
Il Settore assistenza
giuridica ha illustrato alcuni suggerimenti di natura tipicamente formale, che
sono stati recepiti in sede di approvazione della Commissione che presiedo.
È stato, inoltre, evaso
parere favorevole della Commissione bilancio nella seduta del 25 febbraio, in
quanto il testo normativo reca disposizioni di carattere ordinamentale che non
comportano nuovi o maggiori oneri finanziari a carico del bilancio regionale.
Grazie, Presidente.
Ha chiesto di intervenire
il consigliere Laghi. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente.
A mio parere, le modifiche
apportate sono di tipo sostanziale e non formale.
Al di là degli aspetti
formali con cui questa legge è stata prima approvata e poi emendata, attraverso
un percorso anche all'interno della compagine di Governo, vorrei sottolineare
una questione di merito e non di metodo. Nell’iter di questa legge si è molto discusso, appunto, del metodo e, a
mio parere, non sufficientemente nel merito.
Ritengo che la legge
relativa ad Azienda Zero porterà a un peggioramento dell'offerta sanitaria alle
popolazioni calabresi; in realtà, ravvedo – ed è normale che sia così – un
doppio livello per quanto riguarda la prestazione sanitaria.
Un livello è certamente
regionale, per quanto riguarda le iniziative che comprendono tutto il
territorio regionale e, per esempio, non ho difficoltà a plaudire al Piano
pandemico che è stato recentemente approvato – finalmente! – e così gli
interventi sui ritardi nelle liste di attesa perché è un problema che riguarda
tutti i cittadini calabresi, così come anche, mi viene in mente, il problema
dell’indicare le linee guida a cui, per esempio, gli Atti aziendali delle
Aziende sanitarie debbano uniformarsi. Ma queste sono cose chiaramente diverse
dal governo locale della sanità, che ha lo scopo di fornire la migliore
assistenza possibile a popolazioni – è stato detto anche in precedenza – in una
regione caratterizzata da una difficoltà di percorrenza viaria, da
infrastrutture assenti, ma anche spesso da un’orografia assolutamente
sfavorevole e anche da condizioni socio-economiche ed epidemiologiche
completamente differenti.
Ho presentato un progetto
di legge che va esattamente in direzione opposta, non a un accentramento del
Governo della sanità calabrese ma, anzi, ad un ampliamento, ad una maggiore
compartimentazione in ambiti territoriali assolutamente più ristretti e, per
questo, effettivamente governabili – e avremo modo in quell'ambito di valutare
concretamente non solo le caratteristiche di questa mia proposta, ma le
differenze tra Azienda Zero e la proposta, appunto, in parola –, ma vorrei
condividere una cosa con i colleghi consiglieri che ancora mi onorano di un
livello di attenzione e di ascolto sufficiente: sto veicolando questa proposta
di legge sui territori, negli ospedali, con gli amministratori locali, e sono
io stesso abbastanza sorpreso della unanimità di consensi che incontro da parte
del personale sanitario tutto, quando illustro questa proposta alternativa
all’Azienda Zero.
Chi sa di sanità, ma
soprattutto chi la sanità la vive giornalmente accanto alle persone che stanno
male e a cui si cerca di offrire un supporto adeguato, il diritto di
concretizzare un diritto alla salute che è del tutto, o quasi del tutto,
scomparso in Calabria –uno dei motivi è l'inaccessibilità degli ambiti di
governo della sanità calabrese – non può pensare di restringere ulteriormente
quest'ambito di governo. Mi sembra assolutamente che non vada nella direzione
dell'interesse del diritto alla salute, ma in direzione ostinata e contraria.
Ecco perché, personalmente
e come gruppo – e vado a concludere – noi voteremo contro queste proposte di
emendamento e contro una proposta di legge, quella dell'accorpamento
dell'Azienda unica regionale, che non è neanche simile a quella da cui con ogni
evidenza ha preso spunto, cioè quella della Regione Veneto. Se qualcuno si
prendesse il fastidio, per esempio, di contattare sanitari o amministratori
marchigiani che hanno percorso la nostra stessa strada, quella
dell'accorpamento, e adesso stanno ritornando indietro - e quella è una regione
che ci somiglia per caratteristiche, in parte orografiche e per altri motivi -
allora forse si potrebbe fare una riflessione e vedere se effettivamente– io
credo che la risposta sia no – l'Azienda Zero sia in linea con gli interessi
della salute dei calabresi oppure no. Grazie.
Grazie. Passiamo all'esame
e votazione del provvedimento.
All’articolo 1 è pervenuto
l'emendamento, protocollo numero 5723, a firma del consigliere Caputo, a cui
cedo la parola per l'illustrazione.
Prego, consigliere Caputo.
Grazie, Presidente.
Con l'emendamento si
intende circoscrivere l'intervento abrogativo previsto dal prefato articolo 1
della proposta di legge alla parte finale della lettera d) del comma 1
dell'articolo 2 della legge regionale numero 32 del 2021.
La suddetta lettera d)
prevede, infatti, che tra le competenze di Azienda Zero rientri anche la
redazione del bilancio preventivo e consuntivo della gestione sanitaria
accentrata e dei relativi allegati sui quali l’Area sanità e sociale appone il
visto di congruità.
La norma de qua è frutto di un refuso che,
tuttavia, non concerne l'intero contenuto della lettera d), ma è limitato
soltanto alla parte finale della stessa.
Grazie.
Pongo in votazione
l'emendamento. Parere della Giunta?
Favorevole.
Parere del relatore?
Favorevole.
Pongo in votazione
l’emendamento protocollo numero 5723. È approvato. È giunto un ulteriore
emendamento a firma della consigliera Bruni, protocollo numero 5920, sempre
sull'articolo 1.
Cedo la parola alla
consigliera Bruni per l'illustrazione. Prego.
Grazie, signor Presidente.
Colleghi consiglieri,
stiamo prendendo atto che, comunque, è vero che il Governo non ha impugnato la
legge su Azienda Zero ma, nel concreto, ne ha modificato 6 articoli e ne ha
aggiunti altri 2.
Voglio ricordare, come già
detto in dicembre, che non potevamo accettare che una legge così importante,
che cambia gli equilibri della sanità calabrese, non fosse valutata con
attenzione e con un adeguato confronto.
Sebbene questa situazione
della sanità richieda rapidità di azioni e interventi, bisogna essere certi e
fare di tutto perché gli atti e le proposte siano formulati in maniera
corretta, senza introdurre fumosità interpretative che spesso hanno lasciato le
Aziende sanitarie in situazioni di grande difficoltà, ingenerando comportamenti
scorretti.
Avevamo chiesto e suggerito
al Governatore della Calabria un atteggiamento prudente, esternando la
necessità di discussione con i sindacati, collettività e un lavoro intenso da
fare in Commissione, all'epoca non insediata, ma ritenevamo che quella fosse la
sede opportuna dove attendere e, in questo caso, si sarebbe tradotto in un
vantaggio e non in un rallentamento; rallentamento che, di fatto, oggi è nei
fatti.
Oggi praticamente è stata
ripresentata in Commissione questa legge istitutiva, ma la cosa grave è che noi
in Commissione non abbiamo assolutamente avuto la documentazione inerente le
osservazioni che il Governo ha fatto, privandoci della possibilità di studiare
i singoli articoli in dettaglio.
Signori consiglieri,
Presidenti del Consiglio regionale e della Giunta regionale, devo stigmatizzare
che la mancanza degli atti in Commissione è un atto grave perché è proprio in
quella sede che si svolge il lavoro di questa Assise.
Pertanto, come
Vicepresidente e persona responsabile, devo pretendere che il nostro lavoro sia
messo nelle condizioni di essere sviluppato.
L'articolo e l'emendamento
in questione riguardano esattamente la stessa articolazione presentata dal
consigliere Caputo, ed esattamente un emendamento che è stato fatto di fretta,
senza badare che il termine sul quale l’Area sanità e sociale appone il visto
di congruità è relativo alla Regione Veneto.
Grazie, consigliera Bruni.
Pongo in votazione
l'emendamento. Parere della Giunta?
Contrario.
Parere del relatore?
Contrario.
L'emendamento è respinto.
Pongo in votazione
l'articolo 1, per come emendato.
Articolo 1
(È approvato)
Articolo 2
(È approvato)
Articolo 3
(È approvato)
Articolo 4
(È approvato)
Articolo 5
(È approvato)
All’articolo 6 è pervenuto
l'emendamento protocollo numero 5761, a firma della consigliera Bruni, a cui
cedo la parola per l’illustrazione.
L'articolo che viene ad
essere oggi abrogato nella legge preesistente inseriva un
prima e un dopo. Dal momento in cui evidentemente Azienda Zero comincia
a funzionare, si procede ma, al momento in cui ancora Azienda Zero non ha preso
le sue mosse, è evidente che la sanità ha necessità di essere governata e,
quindi, la SUA ha necessità di continuare a funzionare.
Questa abrogazione rischia
di essere un problema enorme per le Aziende sanitarie che si ritroveranno senza
un referente per gli acquisti, per i farmaci di prima emergenza, per l'ossigeno
e per tutte le situazioni per le quali la SUA è chiamata; quindi, su questo
bisogna essere particolarmente seri.
Il processo secondo cui
Azienda Zero sta andando avanti sarà anche un processo rapido, ma richiederà
del tempo per implementare risorse umane e di organizzazione e il rischio è che
la Regione Calabria, senza questo comma, rimanga priva di un organo esecutore
degli acquisti.
Grazie. Parere della
Giunta?
Contrario.
Parere del relatore?
Contrario, anche per lo
spirito di novellazione della legge, proprio onde
evitare i dubbi interpretativi nascenti dal rinvio alla legge regionale
istitutiva della SUA.
Pongo in votazione
l’emendamento. L'emendamento è respinto.
Pongo in votazione
l’articolo 6.
Articolo 6
(È approvato)
Articolo 7
(È approvato)
Articolo 8
(È approvato)
Articolo 9
(È approvato)
Pongo in votazione la legge
nel suo complesso, come modificata, con autorizzazione al coordinamento
formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Ha chiesto di intervenire il consigliere Caputo. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente.
Volevo proporre all'Aula
l'inserimento di due proposte di legge: la prima è la proposta di legge numero
38/12^, recante: “Interventi di manutenzione normativa sulle leggi regionali
numero: 9/1996, 30/2015, 8/2003, 7/1996, 1/2006, 32/2021 e 6/ 2021”; la seconda
è la proposta di legge numero 40/12^, recante: “Integrazioni all'articolo 11
della legge regionale 19 marzo 2004, numero 11, Piano regionale della salute
2004-2006”.
Grazie, Presidente.
Pongo in votazione
l'inserimento della proposta di legge numero 38/12^ di iniziativa dei
consiglieri Caputo e Cirillo. È inserita
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Neri. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente.
Come accennato in
Conferenza dei capigruppo, chiedo l'inserimento all'ordine del giorno della
proposta di legge numero 41/12^, recante: “Valorizzazione e gestione del
patrimonio dell'Azienda regionale per lo sviluppo dell'agricoltura calabrese”.
Pongo in votazione
l'inserimento della proposta di legge numero 40/12^. È inserita
Pongo in votazione
l’inserimento della proposta di legge numero 41/12^, a firma del consigliere
Neri. È inserita.
Ha chiesto di intervenire
il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.
Intervengo nel merito delle
richieste di inserimento, ricordando all’Aula l’opportunità di evitare di
portare in Consiglio regionale proposte di legge non discusse preliminarmente
in seno alla Commissioni o in Conferenza dei capigruppo.
L'abbiamo ribadito più
volte, in tante occasioni ma, purtroppo, ancora si ripresenta questa prassi
ormai consolidata che credo non faccia bene né al Consiglio regionale né alle
relazioni tra maggioranza e minoranza.
Difatti, a mio avviso,
sarebbe opportuno un esame preventivo delle proposte di legge, al fine di
comprendere il parere del Settore assistenza giuridica e l’eventuale urgenza e
indifferibilità delle stesse.
Considerato che ci vogliono
i due terzi del numero legale per l’inserimento di nuovi punti all’ordine del
giorno, chiediamo la verifica del numero legale. Vi assumete la
responsabilità.
Grazie, consigliere. La verifica del numero legale è
già stata fatta e le maggioranze ci sono.
In ogni caso, l’inserimento è stato comunicato nella
Conferenza dei capigruppo quindi può chiedere al suo capogruppo.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Lo Schiavo.
Ne ha facoltà.
Presidente, il consigliere Bevacqua
mi ha anticipato e, quindi, ripropongo lo stesso problema nel senso che abbiamo
stabilito una metodologia che era condivisa, affinché su alcune questioni nella
discussione delle proposte di legge, al di là delle appartenenze, ci fosse un
coinvolgimento dell’opposizione.
Ovviamente, anche questa prassi di comunicare
l’inserimento delle proposte di legge nella Conferenza dei capigruppo, a poche
ore dalla discussione in Aula, non ci consente di poter esaminare i
provvedimenti al fine di dare, magari, anche un giudizio positivo e costruttivo
sugli stessi.
Il punto è quello che ha appena chiarito il
consigliere Bevacqua: bisogna capire come vogliamo
continuare nei rapporti tra maggioranza e opposizione perché, Presidente, da un
lato si chiede il dialogo e la responsabilità, però, se questa diventa una
prassi – per cui all’ultimo momento si inseriscono proposte di legge e finiamo
con l’essere dei passacarte – a questo punto, penso che il ruolo
dell’opposizione risulti svilito.
Lo dice una persona che propende per un clima
assolutamente costruttivo, però, se non si mette un limite e un freno a questa
prassi, ci troveremo a venire qui per cinque anni solamente a scaldare la
sedia.
Avrei voluto studiare, capire e avere il tempo per
metabolizzare le proposte di legge di cui si chiede l’inserimento.
Naturalmente avete i numeri necessari, ma non si può
chiedere la responsabilità su alcune cose e, poi, dall’altro, prenderci a
schiaffoni in faccia.
Pertanto, richiamo l’attenzione dei consiglieri di
maggioranza - non tanto per oggi, ma per una prassi anche nel futuro per capire
se la metodologia deve essere condivisa o se dobbiamo cominciare a fare un muro
contro muro che, a mio avviso, è sterile e non aiuta il Consiglio regionale.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Alecci. Ne ha
facoltà.
Aggiungo solamente che le proposte di legge mi sono
state consegnate soltanto successivamente alla votazione per l’inserimento
all’ordine del giorno.
L’attività del Consiglio regionale esige il rispetto
di forme che sono sostanziali quindi non si può sottoporre a votazione
l’inserimento di una proposta di legge che arriva nella disponibilità dei
consiglieri successivamente alla votazione stessa.
Vorrei ricordare che la seduta viene trasmessa in streaming e che in questo momento ci stanno
osservando molti calabresi, quindi dovremmo dare un’immagine diversa del
Consiglio regionale che dà l’opportunità di discutere le proposte di legge con
spirito costruttivo e di poterle successivamente votare anche a favore, quando
c’è una condivisione.
Il fatto che arrivino nelle mani dei consiglieri
successivamente alla votazione per il loro inserimento è un fatto censurabile
che mi spingerebbe ad abbandonare l’Aula.
Non è questa – ripeto – l’immagine che bisogna dare
del Consiglio regionale di fronte ai calabresi che in questo momento ci stanno
seguendo.
Credo che ciò che è avvenuto sia grave. Magari è una
consuetudine in questo Consiglio regionale, ma il fatto che sia tale non
significa che sia giusto.
Quindi, mi auguro che per il prossimo futuro le cose
vadano in maniera del tutto differente. Grazie.
Certo, non sarà questa l’abitudine. Se una proposta di
legge viene presentata prima o durante la seduta di Consiglio è perché viene
stabilito e determinato che c’è un’urgenza.
In ogni caso, non è stata posta in votazione la
proposta di legge, ma soltanto il suo inserimento all’ordine del giorno.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Graziano. Ne
ha facoltà.
Intervengo anche se quanto mi accingo a dire potrebbe
essere superfluo considerato che lei, Presidente, lo ha detto in modo molto
chiaro.
Non stiamo compiendo alcuna violazione di Regolamento;
insomma, non si può dire questo. A dire il vero, non ho capito quale sia
oggettivamente il motivo del contendere, considerati tutta la collaborazione e
il proficuo lavoro che stiamo svolgendo in Consiglio e che credo debba
continuare per l’intera Legislatura.
Però, dobbiamo essere anche un po’ più sereni e
precisi nelle cose perché mi sembra che non lo siamo. Poi, ci sta la dialettica
politica, per l’amor del cielo, – siamo qua, c’è una maggioranza e ci sono le
opposizioni, quindi si accetta tutto, – però, credo che alcune questioni vadano
anche collocate nel canale giusto che è quello di cui ha parlato anche il
Presidente.
Innanzitutto, che cosa significa il vostro
ragionamento? Che, per cinque anni, non presenterete mai in Consiglio regionale
una mozione o un ordine del giorno?
Comunemente, sono state sempre presentate anche dalle
minoranze.
Non a caso il Regolamento interno del Consiglio
regionale prevede la maggioranza dei due terzi dell’Aula per poter inserire un
punto all’ordine del giorno.
Ho sentito parlare di un accordo fra i capigruppo che
non esiste perché c’è il Regolamento interno che disciplina il funzionamento
del Consiglio e prevede, appunto – ripeto – l’approvazione con maggioranza dei
due terzi dell’Aula per l’inserimento dei punti all’ordine del giorno. Ed è
quello che è stato fatto poc’anzi.
Fra l’altro, lo ricordo agli intervenuti che non sono
capigruppo – come è stato prima anche già sottolineato – che, in aggiunta, il
Presidente di questa Assise ha voluto, comunque, che di queste due proposte se
ne parlasse anche nella Conferenza dei capigruppo e prima della stessa.
Faccio, altresì, presente, consigliere Alecci, che la
proposta di legge di manutenzione non è stata depositata agli atti del
Consiglio tre ore fa, ma è depositata da 9 giorni, quindi fin dalla settimana
scorsa, per cui c’è stato tutto il tempo possibile e immaginabile per esserne a
conoscenza.
Io, diligentemente, ogni giorno vado a vedere i
provvedimenti che vengono presentati in Consiglio regionale e, infatti, ho
visto – ripeto – che la proposta è stata presentata 9 giorni fa.
Di cosa stiamo parlando? Poi, nel merito ne
discuteremo successivamente.
È evidente che in questa legge di manutenzione ci sono
dei provvedimenti che risultano urgenti per il funzionamento di alcune
organismi basilari del Governo regionale – a partire dall’Azienda zero e per
finire ad altri uffici – per cui si è ritenuto di anticipare oggi la
presentazione in Aula per l’urgenza dei temi e dell’articolato che andremo a
trattare.
Ve ne renderete conto, se non l’avete fatto, quando
discuteremo della legge.
Quindi, vi invito ad essere un po’ più sereni.
Dialettica sì, ma nei giusti termini. Grazie.
Grazie, consigliere Graziano.
Proseguiamo con il quinto punto all’ordine del giorno,
riguardante lo svolgimento delle interpellanze ex articolo 120 del Regolamento
interno del Consiglio regionale.
Ricordo all’Aula che, ai sensi dell’articolo 120 del
Regolamento interno, chi ha presentato un’interpellanza ha il diritto di
svolgerla per non più di 5 minuti e, dopo le dichiarazioni della Giunta, di
esporre per non più di 3 minuti le ragioni per le quali egli si ritenga o meno
soddisfatto. In quest’ultimo caso può dichiarare di trasformarla in
mozione.
Presidente, le chiedo scusa. Prima di andare avanti
con l’ordine giorno, mi permetto di ribadire un concetto importante che abbiamo
già espresso in tanti.
Consigliere Bevacqua, potrà
intervenire dopo, adesso stiamo proseguendo con l’ordine del giorno.
Presidente, allora, andiamo via, abbandoniamo l’Aula.
Va bene, allora – ripeto – abbandoniamo l’Aula.
Passiamo all’interpellanza numero 2/12^, a firma del consigliere Tavernise, recante: “Ampliamento e utilizzo al servizio del
circuito pubblico della discarica di rifiuti speciali non pericolosi in località Pipino, nel Comune di Scala Coeli”.
Cedo la parola al proponente per lo svolgimento
dell’interpellanza.
Presidente Mancuso, prima di procedere con
l’illustrazione dell’interpellanza volevo dire che oggi abbiamo dato una bella
dimostrazione del lavoro che stiamo svolgendo insieme e ora ci perdiamo in un
bicchiere d’acqua.
Giustamente non è bello che i testi dei provvedimenti
arrivino così, soprattutto la proposta di legge a firma Neri e Orsomarso, dopo
averli inseriti.
Cerchiamo di lavorare in futuro perché i lavori siano
più lineari perché nella riunione della Conferenza dei capigruppo del 9
febbraio avevamo un solo punto all’ordine del giorno – lei lo ricorda bene –
che era la problematica della Strada statale 106.
Quindi, noi capigruppo, – io, Laghi, Bruni, Irto –
l’abbiamo scoperto due ore fa quando l’ha letto. Secondo me, non si lavora
così.
Le rispondo: ho posto in votazione l’inserimento
all’ordine del giorno della risoluzione del Partito Democratico e della mozione
dei consiglieri Lo Schiavo e Laghi che non erano protocollate.
Penso che ci sia disponibilità, poi se cerchiamo il
pelo nell’uovo … Io sono disponibile. Se abbiamo violato il Regolamento, fate
quello che dovete fare, quello che è giusto,
Presidente, mi sono perso sul punto, però, altrimenti
non riusciamo ad andare avanti.
Non ho capito se è stato già votato l’inserimento
all’ordine del giorno delle due proposte.
L’inserimento è stato votato.
È stato già votato?
L’inserimento è stato votato.
L’inserimento nella discussione odierna, quindi con i
due terzi è stato già votato in data odierna.
Certo, certo.
Non c’è stata data la possibilità neanche per chiedere
di verificare il numero legale. Oggettivamente, c’è stata anche accelerazione.
Poi, Presidente…
Il numero legale è stato verificato, stia tranquillo.
Lei faccia quello che deve fare, può chiedere la verifica del numero legale, ma
non facciamo un dibattito. Mi dispiace.
Presidente, la rispetto molto nel suo ruolo però
chiedo che venga rispettato anche il nostro ruolo, perché l’inserimento di una
mozione o di un’interpellanza non è uguale all’inserimento di una proposta di
legge.
Do lettura dell’interpellanza che ha ad oggetto
l’ampliamento e utilizzo al servizio del circuito pubblico della discarica di
rifiuti speciali non pericolosi in località Pipino nel Comune di Scala Coeli
(CS)
“Al Presidente della Giunta regionale, premesso che:
- la legge regionale 11 agosto 2014, n. 14
"Riordino del sistema di gestione dei rifiuti in Calabria" ha
disciplinato l’organizzazione e lo svolgimento del servizio di gestione dei
rifiuti urbani e assimilati nella Regione Calabria; -con Deliberazione del
Consiglio regionale n. 156 del 19 dicembre 2016 e ss.mm.ii. è stato approvato il
Piano regionale di Gestione dei Rifiuti (PRGR). In relazione alla governance del sistema, in conformità alla normativa
nazionale e regionale, il PRGR conferma la competenza degli enti locali in
materia di gestione del ciclo integrato dei rifiuti, prevedendo
l’organizzazione del servizio in ambiti territoriali ottimali (ATO),
coincidenti con le 5 province calabresi;
- con Deliberazione della Giunta regionale n. 340 del
2 novembre 2020 sono state approvate le Linee di indirizzo per l’adeguamento
del "Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti (PRGR) approvato con
Deliberazione del Consiglio Regionale n. 156 del 19 dicembre 2016". Nel
documento allegato alla deliberazione e parte integrante della stessa, si
precisa la necessità di prevedere il graduale azzeramento del fabbisogno di
conferimento in discarica;
- il decreto legislativo 3 settembre 2020, n. 121, di
recepimento della direttiva 2018/850/UE che modifica la direttiva 1999/31/CE
relativa alle discariche di rifiuti, stabilisce gli obiettivi per la
progressiva riduzione del collocamento in discarica dei rifiuti, in particolare
di quelli idonei al riciclaggio o al recupero di altro tipo, al fine di
sostenere la transizione verso un’economia circolare. In particolare,
l’obiettivo “discarica zero” deve essere perseguito dalle Regioni conformando la
propria pianificazione, predisposta ai sensi dell’art. 199 del decreto
legislativo 3 aprile 2006, n. 152, al fine di garantire che entro il 2030 i
rifiuti urbani idonei al riciclaggio o al recupero di altro tipo non vengano
collocati più in discarica e che entro il 2035 la quantità di rifiuti urbani
collocati in discarica sia ridotta almeno al 10 per cento del totale in peso
dei rifiuti urbani prodotti;
- nelle linee programmatiche del Programma di Governo
approvato nel Consiglio Regionale del 14/12/2021 si può leggere: “In Calabria
il 50% dei rifiuti urbani prodotti è destinato alle discariche mentre in
regione Lombardia la percentuale non supera il 4 per cento. L’emergenza impone
di elaborare un modello di intervento sostenibile economicamente e tecnicamente
al fine di adeguarsi all’attuazione dei programmi comunitari di economia
circolare, nonché per avere uno strumento di pianificazione in grado di
accedere ai finanziamenti comunitari nel ciclo di programmazione 2021- 2027.
Occorre rivedere e migliorare l’offerta impiantistica prevista nel piano del
2016, prevedendo l’utilizzo di tecnologie innovative e intervenendo
principalmente sulle modalità di gestione degli scarti di lavorazione degli
impianti di trattamento del rifiuto urbano con l’obiettivo di azzerare il
ricorso allo smaltimento in discarica. […] L’obiettivo finale, nell’arco di
cinque anni è l’azzeramento del fabbisogno di conferimento in discarica e la
completa chiusura dei siti attualmente esistenti in Calabria.”;
- con il decreto dirigenziale del Dipartimento
Ambiente della Regione Calabria, Prot. 4180 del
29/03/2010, viene rilasciata autorizzazione alla realizzazione di una discarica
per rifiuti speciali non pericolosi in località “Pipino” del Comune di Scala
Coeli alla società privata Bieco S.r.l. con capacità di abbanco di metri cubi
93.000. Le condizioni AIA allegate al decreto di autorizzazione prescrivono:
“in relazione ad eventuali aree demaniali interessate dall’intervento,
preliminarmente alla realizzazione degli interventi previsti nel progetto,
vengano attivate tutte le procedure previste dalle vigenti normative per
l’acquisizione delle stesse aree o per le necessarie concessioni”. La discarica
entra in esercizio anche se le aste demaniali occupate non sono state ancora
sdemanializzate, come da nota del 14 gennaio 2019 dell’Agenzia del Demanio
indirizzata alla Regione Calabria Dipartimento Ambiente e Territorio. Nella
nota si ribadisce che a prescindere dalla procedura di sdemanializzazione,
l’utilizzo sine titulo
di aree demaniali costituisce ipotesi di occupazione abusiva, per il quale
devono essere adottati i dovuti provvedimenti dal competente organo gestore,
nel rispetto della normativa vigente;
- la discarica è stata realizzata nel territorio del
comune di Scala Coeli, inserito nell’elenco delle aree di vocazione turistica e
agricola e nel Consorzio di tutela del marchio “D.O.P. Bruzio”, menzione
geografica colline ioniche presilane, tra vigneti,
aranceti ed uliveti coltivati con il metodo dell’agricoltura biologica e dove
resistono ancora gli ultimi allevamenti estensivi di razza podolica. Il tutto a
pochi passi da torrenti affluenti del fiume Nicà che
tracciando il confine tra le provincie di Cosenza e Crotone va a sfociare nel
mare Ionio fra i comuni di Cariati e Crucoli Torretta;
- con nota del 18/12/2018 il Presidente dell’ATO
Cosenza chiedeva la disponibilità del gestore della discarica a rendere
disponibile parte della volumetria per lo smaltimento dei residui derivanti dal
circuito pubblico, stante la perenne situazione emergenziale dell’Ambito
Territoriale Ottimale della provincia di Cosenza sul sistema di smaltimento e
trattamento dei rifiuti. La richiesta viene reiterata giorno 11/03/2020, quando
il Presidente dell’ATO Cosenza chiedeva di conoscere “lo stato di avanzamento
dei lavori e di comunicare la data a partire dalla quale la discarica potrà
essere posta al servizio del circuito pubblico di gestione dei rifiuti urbani”.
Tale richiesta non è mai stata deliberata o discussa dagli organi di governo
dello stesso ATO Cosenza.
Quindi io formulo questa interpellanza per sapere:
1.
se quanto sopra esposto è coerente con
l’indirizzo e il programma di Governo, che prevede l’azzeramento del fabbisogno
di conferimento in discarica nell’arco di cinque anni e la completa chiusura
dei siti attualmente esistenti in Calabria;
2. quali iniziative intende assumere per affrontare in modo radicale la
problematica della gestione dei rifiuti nella nostra regione e, con riguardo
all’ampliamento della discarica di rifiuti di località Pipino, per tutelare la
salute dei cittadini, l’importante economia agricola di qualità e la vocazione
turistica del territorio di Scala Coeli, messe a rischio dall’eventuale uso
della discarica per il circuito pubblico di gestione dei rifiuti, come
prospettato dal Presidente dell’ATO Cosenza;
3.
quali iniziative intende assumere per
risolvere la disastrosa situazione gestionale in cui versa l’ATO Cosenza, il
cui Presidente, invece di rivolgersi al privato, prospettando soluzioni
anacronistiche, non concordate e dannose per l’ambiente, dovrebbe occuparsi di
redigere il piano d’ambito che coinvolge i centocinquanta comuni delle sei Aro,
le aree di raccolta ottimali per l’organizzazione del servizio di raccolta dei
rifiuti della provincia di Cosenza.”
In breve, quindi, presidente Mancuso, voglio sapere
come la Regione Calabria, nello specifico la Giunta, si stia impegnando sul
ciclo dei rifiuti in Calabria e voglio ricordare, soprattutto al presidente
Occhiuto, che nelle Linee programmatiche questa Giunta si impegnava ad andare
verso “Discarica Zero” entro la fine dei 5 anni di mandato, mentre oggi c’è la
possibilità invece, nel 2022, in Calabria, nello specifico a Scala Coeli, di
riaprire nuove discariche. Grazie.
Cedo la parola alla Giunta per le proprie
dichiarazioni. Vicepresidente Princi, prego.
Buonasera. Grazie, presidente Mancuso. Saluto tutti i
componenti di questa Assise.
Do lettura della risposta.
La discarica oggetto dell’interpellanza, sita in
località Pipino del comune di Scala Coeli, è stata autorizzata con DPG numero
4180 del 29 marzo 2010, per una volumetria di 93.000 metri cubi, proponente
gestore BIECO Srl. Successivamente al rilascio dell'autorizzazione,
detto impianto ha riscontrato forti opposizioni da parte di alcuni forum
ambientalisti locali e dal Comune di Scala Coeli per il presupposto che i
terreni limitrofi alla discarica rientrano in zona coperta dal marchio DOP
Bruzio e colline Joniche pre-silane, appartenenti al
consorzio per la tutela e la valorizzazione dell'olio extra vergine DOP Bruzio.
In conseguenza di ciò, è sorta l'esigenza di conoscere le caratteristiche
proprie del luogo di ubicazione dell'impianto, per poter compiere le
valutazioni previste dal capo 2.1 del decreto legislativo 36/2003 in materia di
localizzazione degli impianti di discarica di rifiuti pericolosi e non.
Pertanto, il Dipartimento ha effettuato le valutazioni
previste ai sensi del decreto legislativo 36/2003.
La questione è stata definitivamente chiarita non
essendo l'area della discarica in parola direttamente interessata da
coltivazione di pregio, con tutela o marchio di qualità, o da produzione
agroalimentare certificata. La stessa è stata ritenuta non soggetta
all'applicazione della succitata legge. Una volta che la volumetria autorizzata
con DPG n. 4180 del 29 marzo 2010 si è esaurita, nel dicembre 2016 la ditta
BIECO srl ha presentato istanza di VIA per il
progetto di ampliamento della discarica in oggetto, relativa alla costruzione
di un nuovo bacino di discariche in area limitrofa a quello esistente, per un
volume complessivo di un milione 172.500 metri cubi, diviso in tre lotti.
Effettuati gli adempimenti di legge, la BIECO, sul presupposto del decorso dei
termini del procedimento, ha proposto ricorso dinanzi al Tar Calabria per far
accertare l'illegittimità del silenzio serbato dall'amministrazione
sull'istanza e l'eventuale nomina del commissario ad acta. Il giudice preposto,
con sentenza numero 1706 del 9 novembre 2017, ha dato termini 45 giorni
all'amministrazione per la conclusione del procedimento, provvedendo
contestualmente alla nomina del commissario ad acta nella persona del prefetto
di Catanzaro nel caso di prosecuzione dell’inerzia della pubblica
amministrazione. Con ordinanza TAR n. 1832 del novembre 2017, il prefetto di
Catanzaro è stato sostituito con il prefetto di Cosenza e quest'ultimo, con
proprio provvedimento del 12 marzo 2018, ha designato il dottor Antonio
Infantino, dirigente del comune di Rende.
A seguito della nomina, il dottor Infantino ha
attivato il procedimento, avvalendosi della struttura tecnica di valutazione
del Dipartimento per l’istruttoria tecnica del progetto, nonché ha convocato la
conferenza di servizi prevista per legge per il coinvolgimento degli enti
competenti. Nel corso dei lavori della conferenza, stante il parere favorevole
di VIA e AIA, protocollo del 2018, espresso dalla struttura tecnica di
valutazione di altri enti, la ditta chiedeva di poter riformulare il progetto
al fine di superare le criticità segnalate nel parere della struttura tecnica.
La conferenza nulla osservava in merito. Il progetto
rimodulato, presentato dalla società, prevede un abbanco di 650.000 metri cubi.
Su tale progetto è stato rilasciato il parere VIA e AIA favorevole, con
protocollo numero 2918 del 24 gennaio 2019, ferme restando le valutazioni degli
altri enti sugli aspetti di competenza. Il 29 gennaio 2019 il commissario ad
acta, dottore Infantino, ha rimesso l'incarico attribuitogli ed è stato
nominato l'architetto Giuseppe Bruno, dirigente del comune di Cosenza.
In data 10 giugno 2019 si è tenuta l'ultima seduta di
conferenza, nel corso della quale è stata assunta la determinazione conclusiva
di approvazione del progetto e il commissario ad acta ha emesso il decreto
numero 1/2019 con il quale ha rilasciato giudizio di compatibilità ambientale e
autorizzazione integrata ambientale per il progetto di ampliamento della
discarica in parola. Con la predetta autorizzazione integrata ambientale, in
accoglimento della richiesta presentata dalla BIECO srl,
in data 4 gennaio 2019, unitamente al progetto rimodulato, è stata concessa
alla società proponente, per la stessa durata dell’AIA e nelle more della
procedura di sdemanializzazione, l'utilizzo delle aree censite come demaniali,
all'interno delle particelle 51-52.
Vi lascio tutto ciò che è riportato in parentesi.
Avverso il provvedimento del commissario ad acta,
decreto regionale del 2019, hanno proposto ricorso l'agenzia del Demanio e l'associazione
Legambiente. La succitata associazione ha, altresì, presentato una segnalazione
a tutti i soggetti coinvolti nel procedimento per effettuare accertamenti. Con
decreto del Presidente, numero 143 del 26 marzo 2020 e successiva ordinanza
collegiale, numero 214/2020, il Tar Calabria ha sospeso in via cautelare
l'efficacia del provvedimento VIA e AIA, rilasciato dal commissario ad acta, e
la ditta ha comunicato di aver sospeso ogni attività all'indomani della
ricezione della pronuncia. In data 8 febbraio 2021 il commissario ad acta ha
emanato il decreto numero 1162/2021 con il quale ha autorizzato l'esecuzione
dei lavori di messa in sicurezza, richiesti dalla ditta, che escludevano
interventi su aree demaniali, nonché avviato il procedimento di riesame del
decreto 1484 del 2019. La ditta ha comunicato l'avvio degli interventi urgenti
autorizzati a far data dal 15 febbraio 2021. Con sentenza numero 1547 del 2021,
emessa in data 29 luglio 2021, il Tar Calabria ha dichiarato improcedibile il
ricorso dell'agenzia del Demanio. In forza di tale pronuncia, la ditta ha
ripreso le attività afferenti il progetto autorizzato e ha chiesto
l'autorizzazione a una modifica del piano di utilizzo delle terre e rocce da
scavo, per il relativo aggiornamento, alla luce delle nuove sopravvenienze
normative in materia. Tale modifica è stata valutata dalla struttura tecnica
nella seduta del 29 settembre 2021.
Al fine di dare risposte ai quesiti proposti con
l'Interpellanza emarginata, si evidenzia che il procedimento di approvazione
del progetto di ampliamento e di rilascio della relativa autorizzazione è stato
nella titolarità di un commissario ad acta, designato con pronuncia del Tar
Calabria, e che questi ha svolto tutte le attività inerenti il suo mandato
avvalendosi del supporto tecnico della struttura che ha valutato il progetto
presentato, dopo la rimodulazione in negativo effettuata dalla ditta sul
progetto originariamente presentato, in definitiva esprimendosi favorevolmente
all'approvazione, in quanto superate tutte le criticità riscontrate e i rilievi
tecnici in termini di valutazione ambientale, prevedendo in ogni caso o
specifiche prescrizioni. Tanto si doveva. Grazie.
Grazie.
Presidente, posso?
Prego, ha 3 minuti.
Grazie. Chiedo una copia, per favore, della risposta
della Vicepresidente. Consiglieri di maggioranza, non so se avete appena
ascoltato la risposta della vicepresidente Princi,
abbiamo una novità: nel 2022, questa maggioranza, che ha iniziato questo
mandato dicendo che era a favore di rifiuti Zero, di termovalorizzatore, di non
ampliare nuove discariche, ho appena ascoltato nella risposta del
vicepresidente Princi, dà parere favorevole nella provincia
di Cosenza, nello specifico del comune di Scala Coeli, all'ampliamento e quindi
all'apertura di una nuova discarica di rifiuti non speciali.
Questo è bene che si sappia. Assessore Gallo, anche
lei, questo è un elemento di novità! Qua di mattina diciamo le belle parole
“discarica zero, ambiente, agricoltura” e nel pomeriggio poi si aprono le
discariche. Ne prendo atto, poi mi muoverò di conseguenza sul mio territorio.
Avete cambiato idea, la mia idea è completamente, assolutamente diversa
rispetto alla riapertura o addirittura all'ampliamento, nel 2022, di nuove
discariche ed era quello che aveva detto anche il presidente Occhiuto
all'inizio del suo mandato. Mi dispiace veramente recepire che si sta andando
in una direzione totalmente opposta rispetto a quella delle altre regioni
italiane e rispetto al resto d'Europa. Grazie, Presidente.
Grazie.
Passiamo all'interpellanza numero 3/12^, a firma dei
consiglieri Irto e Mammoliti, recante: “Svolgimento
dell'attività lavorativa in modalità agile presso gli uffici regionali e
controllo applicazione regole anti contagio”. Cedo la parola al proponente per
lo svolgimento dell'interpellanza.
Buonasera. Grazie, Presidente. Noi abbiamo presentato
questa interpellanza perché, a nostro avviso, bisogna, rispetto ai temi che
poniamo, evidenziare una possibile coerenza con l'indirizzo politico e con il
programma di governo.
Non si può assumere come elemento di riferimento della
propria azione politica un orizzonte - che io avevo anche, debbo dire la
verità, salutato con molto favore - per esempio rispetto all'approccio, ai
contenuti nella relazione programmatica del presidente Occhiuto in merito
all'innovazione tecnologica, alla digitalizzazione, alla efficienza e alla
funzionalità della pubblica amministrazione - quella che tutti quanti chiamiamo
“rivoluzione digitale della pubblica amministrazione” - e poi, però
oggettivamente - ecco le ragioni di questa interpellanza - constatare,
sostanzialmente, che nelle scelte fatte il governo regionale non ha favorito questa
opportunità, questa possibilità. È vero che c'è un provvedimento del Governo
nazionale che prevede il ritorno in presenza dei lavoratori, ma è altrettanto
vero, però, che nello stesso provvedimento si dice che le Regioni possono
valutare anche l'utilizzo di questi strumenti, proprio per fare fronte
all'andamento pandemico che si è sviluppato con questa cosiddetta quarta ondata
e che vede la nostra Regione una delle prime nel Paese.
Se i dati sono veri - e penso di sì - ci dicono molto
chiaramente che la Calabria è quarta regione per diffusione, per ricoverati nei
posti di terapia intensiva e in area medica. Non abbiamo compreso perché,
nonostante in alcuni settori importanti, penso nei centri per l'impiego per
esempio, se si sono verificati dei contagi, le organizzazioni sindacali e in
modo particolare, in questo caso, la categoria della funzione pubblica della
CGIL Calabria avesse anche avanzato delle esplicite richieste, proprio per
contrastare la diffusione di questo fenomeno, quindi a sostegno della salute
dei lavoratori ma anche degli utenti che usufruiscono del servizio.
Abbiamo visto purtroppo che non si è realizzata questa
opportunità, questa scelta, mentre in alcuni dipartimenti, in alcuni settori
regionali, si sta valutando la determinazione in questa direzione, evidenziando
anche una certa discrasia, una non omogeneità di comportamento. Per questa
ragione abbiamo presentato questa interpellanza, per chiedere non solo di dare
coerenza con il programma di lavoro che il presidente Occhiuto ha illustrato
dall'insediamento, ma soprattutto per cercare di avere un indirizzo omogeneo
comune in tutti i settori della macchina burocratica regionale e non soltanto
in alcuni. Quindi riteniamo che sia giusto - e concludo - che la Regione, chi
di competenza, si attivi per avere questo indirizzo di programmazione che è
finalizzato in modo da garantire questa modalità agile per tutti gli uffici
pubblici regionali, sia nel rispetto delle regole vigenti sia sulla base delle
effettive necessità. Tutto questo – e concludo - come sapete ci consente di
coniugare l'operatività, e quindi di continuare a garantire la qualità dei
servizi, ma soprattutto, che non è secondario, ci consente anche di garantire
la tutela del diritto alla sicurezza sia per i lavoratori sia per gli utenti.
Grazie.
La parola all’assessore Pietropaolo.
Grazie, Presidente, signori consiglieri, consigliere Mammoliti, abbiamo ricevuto la sua interpellanza, l'abbiamo
verificata con attenzione. Ci sono degli argomenti che riguardano anche
l'assessorato al lavoro, ma io rispondo anche per conto dell'assessore Princi sulle tematiche che riguardano principalmente i
centri per l'impiego.
Vorrei rispondere anche in maniera esaustiva in
generale sul tema che lei ha evidenziato. Con la circolare 441471 del 13
ottobre 21, che è disponibile ovviamente presso gli atti della Giunta, il
dirigente generale reggente del Dipartimento organizzazione e risorse umane ha
provveduto a prendere atto del decreto del Presidente del Consiglio dei
Ministri del 23 settembre 21 e del successivo decreto del Ministro della
Pubblica amministrazione dell’8 ottobre 21 che hanno stabilito che, a decorrere
dal 15 ottobre 2021, la modalità ordinaria di svolgimento della prestazione
lavorativa nelle amministrazioni pubbliche è quella in presenza. Detta
circolare tuttavia chiarisce, in applicazione del DPCM e del DM, le
condizionalità necessarie per l'autorizzazione del lavoro agile. Nell'ambito
della Giunta regionale, l'attivazione del lavoro agile, ai sensi dell'articolo
1, comma 4, del decreto del Ministro Pubblica Amministrazione 8 ottobre 2021 è
rimessa ai dirigenti di livello non generale, i dirigenti di settore o delle
unità operative autonome.
La successiva circolare dei Ministri della pubblica
amministrazione e del Lavoro e delle Politiche Sociali del 5 gennaio 2022 non
ha innovato la disciplina del lavoro agile, pertanto, al momento, presso gli
uffici della Giunta regionale, i dirigenti non apicali possono autorizzare il
lavoro agile, alla luce di quanto esplicitato.
Detto ciò, è anche vero che c'è la possibilità dello
svolgimento del lavoro agile anche successivamente alla cessazione della fase
emergenziale, che speriamo tutti avvenga il 31 marzo prossimo. La legge 7
agosto 2015, numero 124, articolo 14, che riguarda la promozione della
conciliazione dei tempi di vita e di lavoro nelle amministrazioni pubbliche,
conferisce alle pubbliche amministrazioni la facoltà di adottare il programma
organizzativo del lavoro agile denominato POLA. Ora questo programma, questa
modalità di organizzazione del lavoro, relativa anche alle esigenze legate al
contesto, necessita di una preventiva valutazione degli obiettivi che possono
essere raggiunti attraverso attività smartizzabili.
Quindi bisogna fare una valutazione preliminare. Il Pola è uno strumento di
programmazione e, come tale, ci accingiamo a predisporre questo programma che
verrà ovviamente reso noto e concordato anche con le forze sindacali, a cui è
stato affidato il termine di adozione entro il 30 aprile prossimo.
Detto ciò, consigliere Mammoliti,
è vero, quello che lei dice riguardo ai centri per l'impiego è accogliibile,
nel senso che secondo me l'assessore al lavoro sicuramente sta lavorando per
effettuare quello che è previsto nel piano di potenziamento dei centri per
l'impiego. Come lei sa, soprattutto nei centri per l'impiego, a maggior ragione
perché sono uffici periferici quindi con accesso al pubblico, contrariamente a
molti uffici della cittadella regionale, per attivare il lavoro agile è
necessario avere una dotazione informatica e strumenti applicativi e
piattaforme tali da poter consentire comunque anche a distanza, da remoto,
l'approccio del cittadino al centro per l'impiego. E questo è in corso di
realizzazione, attraverso il piano di potenziamento che prevede anche una
dotazione finanziaria non indifferente per poter dotare la Regione degli
strumenti utili affinché questo obiettivo sia raggiunto nei tempi più celeri
possibili. Grazie.
Grazie. Consigliere Mammoliti,
vuole replicare? Ne ha facoltà per 3 minuti.
Assessore, io avevo già detto che questo provvedimento
legislativo nazionale in effetti ripristinava l’attività lavorativa in
presenza. Pur tuttavia, avevo inserito questo elemento che credo sia oggetto -
mi auguro - di una valutazione anche se il 31 marzo cessa lo stato di
emergenza.
Come diceva lei, apprezzo questo sforzo che si sta
facendo per questo nuovo programma, per prevedere questa nuova modalità di
lavoro perché, nonostante la conclusione dello stato di emergenza, credo che
declinare i processi di digitalizzazione e di funzionamento della pubblica
amministrazione non esimono la Regione dal poter, anche successivamente allo
stato di emergenza, proseguire con questa modalità operativa di lavoro che
consente di gestire, con un governo oculato e flessibile, una presenza
effettiva nei luoghi di lavoro e una presenza con altre modalità, tipo quella
agile che consente appunto di continuare a offrire l'efficienza e la
funzionalità dei servizi della pubblica amministrazione.
Naturalmente io avrei preferito - lo dico non perché
mi interessi fare polemiche, sono lungi da me - che in questo frangente, avendo
la Calabria questi dati epidemiologici così notevoli, ci fosse qualche maggiore
azione per consentire questa modalità operativa di lavoro che sarebbe stata
forse più giusta e opportuna. Grazie.
Grazie, consigliere Mammoliti.
Passiamo al punto sei all'ordine del giorno che
riguarda lo svolgimento di interrogazioni ex articolo 121 e 122 del Regolamento
interno del Consiglio regionale. In relazione alle interrogazioni ex articolo
121 del Regolamento interno, ricordo all’Aula che, ascoltata la risposta della
Giunta, l'interrogante ha diritto di replicare per non più di 3 minuti, al fine
di dichiarare se si ritenga o meno soddisfatto; per le interrogazioni ex
articolo 122 del Regolamento interno, ricordo all’Aula che l'interrogante
dispone di 2 minuti per illustrare l'interrogazione, la Giunta regionale
dispone di 3 minuti per la risposta, l'interrogante ha diritto di replica per
non più di un minuto.
Iniziamo con le interrogazioni a risposta scritta. La
prima è l'interrogazione numero 1/12^, a firma del consigliere Mammoliti, “Sul passaggio della maggioranza delle quote
SACAL in mano ai privati “.
Cedo la parola al presidente della Giunta regionale.
Grazie, Presidente. L’interrogante, onorevole Mammoliti, nella sua interrogazione fa riferimento ad una
questione più volte discussa anche all'interno del Consiglio regionale: mi
riferisco alla questione SACAL. Come ho già avuto modo di evidenziare in altre
occasioni questa vicenda è stata sollevata dal sottoscritto.
Il socio privato in SACAL, infatti, ha inteso
acquisire la maggioranza assoluta delle quote sociali e da lì in poi è
intervenuta una procedura di revoca della concessione da parte di ENAC. Per
evitare sostanzialmente che si potesse determinare una paralisi negli scali
aeroportuali, la Regione ha manifestato l'interesse ad acquisire la totalità
delle quote del socio privato.
Rispondo all'interrogazione che mi rivolge l’onorevole
Mammoliti per dare un'informativa al Consiglio
regionale in ordine al fatto che la trattativa col socio privato è in una fase
molto avanzata. Come sapete, il socio privato ha quote sociali che al valore
nominale andrebbero quantificate in 12 milioni e 400.000 euro; la Regione ha
fatto sapere che non intende acquisire le quote al valore nominale, ma vuole
acquisirle a un valore inferiore. C'è una condivisione che ormai si è costruita
in ordine al quantum; come potete immaginare, ci sono però anche altre questioni
che sono di dettaglio rispetto al prezzo, ma che poi sono sostanziali.
Mi spiego meglio: se domani noi acquisissimo le quote,
lo dovremmo fare in ragione di un contratto tra la Regione o una società della
Regione - segnatamente potrebbe essere Fincalabra - e
il socio privato. Questo contratto, però, sarebbe sottoposto anche
all’esercizio del diritto di opzione da parte degli altri soci e ci sarebbe da
stabilire quale deve essere la governance della
società e ciò fintantoché la Regione o la società che acquisisce le quote non
le acquisisce direttamente in assemblea, pure avendo stipulato un contratto che
mi auguro venga stipulato al più presto. Tutte queste questioni, che di
dettaglio proprio non sono, si stanno sciogliendo proprio in queste ore.
Il mio auspicio è che si possa addivenire alla
conclusione della trattativa nei prossimi giorni, probabilmente nella prima
parte di questa settimana.
Da lì in poi il Consiglio sarà chiamato anche a
ragionare col Governo regionale in ordine alla prospettiva di sviluppo degli
scali aeroportuali. Per inciso, vi informo che ho già avviato una serie di
incontri, sia col presidente di ENAC sia con l’amministratore delegato di ITA,
aventi ad oggetto le misure che si possono porre in essere per sviluppare gli
scali aeroportuali. Dico gli scali aeroportuali perché noi ne abbiamo uno,
quello di Lamezia, che funziona e che ha flussi passeggeri tali da tenerlo in
equilibrio dal punto di vista economico, ne abbiamo altri due, Reggio e, ancor
più di Reggio, Crotone, che invece hanno conti economici più complicati.
All'amministratore delegato di ITA ho chiesto di sospendere e di valutare la
sospensione di decisioni che già ITA aveva assunto in ordine alla cancellazione
di alcuni voli da Reggio Calabria per Milano e abbiamo ragionato anche sulle
prospettive di sviluppo dello scalo aeroportuale di Reggio Calabria. Con ENAC
abbiamo ragionato sulla possibilità di rimuovere le limitazioni che impediscono
di fatto alle compagnie low cost
di volare su Reggio; c'è un'interlocuzione con ENAC e anche con ENAV per
rimuovere queste limitazioni che consentirebbero appunto allo scalo di Reggio
di accogliere anche voli delle compagnie low cost. Per Crotone stiamo ragionando con ENAC per inserire
l’aeroporto fra gli aeroporti ENAC, magari come rapporto di servizio per ITA o
come aeroporti da destinare all’aviazione civile. Anche lì, per Crotone, si
tratta di individuare una vocazione che per quello scalo è più difficile, più
complessa perché i flussi a Crotone sono persino inferiori a quelli che ci sono
su Reggio. Su Reggio l'obiettivo è quello di attrarre anche l'utenza della
Sicilia Orientale, di tutta la parte della provincia di Messina che, se noi
rendessimo più prossima allo scalo aeroportuale, magari attraverso collegamenti
veloci con aliscafo anche a cura della società di gestione, potrebbe avere
interesse a volare su Reggio più che su Catania, dove, come sapete, anche a
causa dell'Etna si vola un giorno sì e l'altro no.
Nonostante questo, vi vorrei segnalare che l'aeroporto
di Catania è tra i 5 aeroporti migliori d'Italia per numero di passeggeri.
Questo significa che quando la gestione viene fatta in maniera oculata anche
ostacoli, che altrimenti sarebbero di pregiudizio per l’efficienza degli scali
aeroportuali, vengono superati. Ho fiducia, quindi, nel fatto che si possa
addivenire alla conclusione della trattativa.
L'interrogante poi pone anche altre questioni, in
ordine alla responsabilità dei soci privati. L’ENAC, come sapete, è l'organismo
di vigilanza. In alcune lettere ENAC ha rappresentato l’intenzione di investire
delle vicende altre autorità giudiziarie, per cui credo che su questa vicenda
tutti coloro che sono deputati a esercitare un controllo lo stiano esercitando
nel modo più opportuno possibile. A noi il compito, invece, di governare il
processo, evitando che gli scali aeroportuali entrino in crisi, e dare
continuità, appunto, alla gestione di questi scali, migliorandone anche le
performance.
Grazie, Presidente. Consigliere Mammoliti,
ha un minuto per replicare.
Grazie, Presidente, e ringrazio il presidente Occhiuto
per l'attenzione e anche per le motivazioni sempre di merito e abbastanza
appropriate che fornisce. Poi naturalmente la dialettica e il confronto ci
potrebbero anche portare a valutazioni divergenti, però converrà, Presidente,
che un asset
strategico fondamentale, come quello del sistema aereoportuale calabrese, non è
altra cosa rispetto a quello che abbiamo approvato oggi della statale 106 che è
un'arteria strategica fondamentale non soltanto di valenza regionale, come
precedentemente è stato detto, ma di valenza meridionale e - io dico -
dell'intero Paese.
E quindi credo che il Presidente - lo dico con questo
spirito propositivo, collaborativo - valuterà e converrà che definire e dare la
possibilità di una programmazione e di una pianificazione sul sistema
aeroportuale calabrese, con le ragioni e le motivazioni che il Presidente
forniva, è un elemento sostanziale fondamentale, non solo per avere
l’esigibilità del diritto alla mobilità della nostra regione e quindi dei
cittadini calabresi, ma anche per consentire al tessuto produttivo calabrese di
essere collegato con il resto del mondo.
Noi agiamo nel più grande mercato unico al mondo,
siamo nel cuore del Mediterraneo e per questa ragione questo asset
fondamentale, secondo me, richiede, Presidente, l'impegno e l'attenzione
necessari che lei ha manifestato.
Io convengo con le riflessioni anche di cautela, di
responsabilità con cui sta procedendo certamente la trattativa. È chiaro, però,
che la nostra preoccupazione, la mia preoccupazione, coglieva anche alcuni
gridi di preoccupazione e di allarme delle forze sociali. Non si tratta solo
delle problematiche relative ai livelli occupazionali, ma anche delle conseguenze
perché, come diceva giustamente il Presidente, le prese di posizione di ENAC
hanno portato a dei risvolti molto chiari in termini di procedimento. Poi non
so che evoluzione ci sarà, ma l’ENAC ha predisposto un atto nei confronti della
Procura della Repubblica per accertare delle responsabilità, ha mandato tutto
all'antitrust e anche all’ANAC, che si è pure pronunciata.
Quindi io le chiedo, Presidente, con lo spirito
propositivo di collaborazione utile, poiché parliamo di un asset fondamentale e strategico
per lo sviluppo della nostra regione in linea anche con questo documento, di
chiudere questa trattativa il prima possibile, negli interessi dei calabresi,
nell'interesse della capacità e della programmazione delle stagioni che si
stanno apprestando, quella primaverile e quella estiva, per consentire al
sistema aeroportuale di avere una efficienza e una funzionalità positiva; non
solo per garantire il diritto alla mobilità, ma anche per aiutare quella
crescita e quello sviluppo produttivo di cui la Calabria ha fortemente bisogno.
Grazie.
Grazie, consigliere
Passiamo all'interrogazione numero 6/12^, a firma del
consigliere Mammoliti, “In merito alla situazione dei
centri per l'impiego e sull'approvazione dei bandi di concorso per il loro
potenziamento”. Cedo la parola all'assessore Pietropaolo.
Grazie, Presidente. Consigliere Mammoliti,
io ho qui con me un documento molto dettagliato che è stato predisposto dal
direttore generale del Dipartimento lavoro, che credo le sia stato anche
consegnato. Perché dico questo? Perché riguardo la situazione dei centri per
l'impiego - come lei sa - c'è una storia - io ovviamente parlo anche a nome
della vicepresidente Princi - che risale a qualche
anno fa.
La prima bozza di Piano di potenziamento è stata
presentata nel 2020 dalla Giunta regionale, dall’assessore Orsomarso. È stata
parzialmente rigettata dal Ministero del Lavoro, con richiesta di alcune
integrazioni e modifiche. Come sa, questo Piano è stato definitivamente poi modificato,
integrato, come richiesto, e presentato a luglio del 2021 e, di conseguenza,
approvato dal Ministero e poi definitivamente dalla Giunta regionale. Cosa
prevede questo piano di potenziamento? Non solo l'assunzione delle 537 unità,
che sono oggetto del concorso di cui abbiamo avuto modo di parlare più volte e
su cui adesso magari scenderò anche nel dettaglio, ma prevede, per quanto
riguarda la situazione strutturale dei singoli centri per l'impiego, anche un
piano di ammodernamento e di adeguamento fisico di tutte le strutture.
Perché facevo riferimento al documento del direttore
generale? Perché nel documento c'è un dettaglio di tutte le fasi che verranno
seguite, passo passo, per la realizzazione, con i
fondi stanziati dal Ministero del Lavoro, dell’adeguamento delle 15 sedi dei
centri per l'impiego regionali e anche, in una seconda fase, per l'adeguamento
delle sedi decentrate degli sportelli locali per i centri per l'impiego ove
sono già presenti.
Poi, in una terza fase, a seguito del completamento e
dell’ammodernamento delle sedi principali e delle sedi locali attualmente
attive, potranno essere istituite eventuali nuove sedi territoriali dei CPI,
con priorità ai bacini territoriali più distanti dalle attuali sedi principali
e locali esistenti.
Ovviamente le procedure di attivazione delle nuove
sedi dei centri per l'impiego saranno definite in conformità alle disposizioni
delle normative vigenti. Al riguardo si rammenta che, tra l'altro, ai sensi
dell'articolo 3 della legge numero 56 del 1987 è in capo ai Comuni l'onere
della fornitura dei locali necessari per il funzionamento dei centri per
l'impiego e ciò impone di verificare, preliminarmente, la possibilità di
rendere disponibile, da parte dei comuni stessi, gli immobili da adibire a sede
dei centri per l’impiego che dovranno tener conto, oltre che dell’incremento
straordinario di personale che strutturalmente entrerà negli organici dei
centri per l'impiego, anche della raggiungibilità delle sedi con mezzi di
trasporto pubblici, dell'accessibilità delle strutture, della disponibilità di
locali per l'accoglienza, di spazi che tengono conto della necessità di
riservatezza.
Riguardo ai concorsi, perché mi sembra che nell’
interrogazione si parli anche di questo, riguardo alla richiesta da lei fatta
per sapere se fosse possibile inserire i profili o i motivi per i quali non
sono stati inseriti i profili che lei ritiene adeguati o necessari nei centri
per l'impiego, le rispondo e le faccio notare che i concorsi banditi con avvisi
pubblici sono 4: due a tempo indeterminato, due a tempo determinato, così come
previsto nel piano di potenziamento. Anche quelli a tempo determinato, che
prevedono l'inserimento di 81 persone, verranno trasformati a tempo
indeterminato automaticamente, dopo due anni. In questi avvisi a tempo
determinato sono presenti i profili professionali necessari ai centri per
l'impiego, quindi professionisti del mercato del lavoro, informatici, esperti
di comunicazione, mediatori culturali, statistici, psicologi del lavoro. Sono
profili previsti in questi avvisi pubblici.
È ovvio che
negli altri avvisi, quelli a tempo indeterminato, come lei sa, per poter
cambiare i profili e riuscire a mantenere il termine della pubblicazione degli
avvisi entro il 31 dicembre, per consolidare l'impegno di spesa e storicizzare
la spesa e, quindi, far sì che i 17 milioni che il Ministero del Lavoro ha
stanziato per la Regione Calabria per il centro per l'impiego fossero
effettivamente disponibili, non avevamo la possibilità - essendoci noi
insediati a novembre - di effettuare la procedura che è prevista dai
regolamenti e che comporta un necessario confronto con le forze sindacali, ai
sensi di una tempistica stabilita dal regolamento, e non ci avrebbe consentito
di modificare i profili dei concorsi a tempo indeterminato nei tempi utili. Ciò
non toglie che i profili degli istruttori amministrativi e contabili, che sono
previsti negli avvisi per il tempo indeterminato, sono assolutamente necessari
e indispensabili ai centri per l'impiego e anche al Dipartimento. Ricordiamoci
che i servizi per l'impiego comportano anche il potenziamento del Dipartimento
per le politiche attive. Per questo io sono convinto che alla fine l'amalgama
dei quattro avvisi pubblici comporterà un inserimento di personale importante
per la Regione nel suo complesso e soprattutto per i servizi per l'impiego. E
non dimentichiamo che comporterà anche la possibilità di un primo tassello, per
cercare di abbattere quel bacino del precariato che il presidente Occhiuto e
tutta l’amministrazione ci tengono che sia abbattuto nei tempi più rapidi
possibili. Come mi fa piacere ricordare, negli avvisi abbiamo inserito la
possibilità di valorizzare le esperienze già profuse da lavoratori presso la
Regione o presso enti strumentali della Regione nei servizi per l'impiego,
dando un valore in più nella assegnazione del punteggio per quanto riguarda i
titoli. Grazie.
Grazie, assessore. Consigliere Mammoliti,
ha un minuto per la replica. Prego.
Presidente,
assessore, intervengo nel merito in maniera proficua e dialettica, come stiamo
facendo, perché, come ho detto prima, a me interessa affrontare i problemi
reali e trovare le soluzioni più praticabili a sostegno e a favore,
naturalmente, delle professionalità che anche la stessa Regione sta, comunque,
di fatto, già utilizzando in parte, ma anche di dare atto e azione ad un
decreto che, come diceva lei, risale al 2019. Parliamoci chiaramente: di fronte
a questa situazione altre Regioni stanno già utilizzando queste risorse e
strumenti.
Non è
che non apprezzi lo sforzo di recupero di queste risorse che dovrebbero essere
già utilizzate - ci mancherebbe pure – però, assessore, come io compio questo
sforzo, giustamente, di riconoscimento e di apprezzamento della possibilità di
recuperare queste risorse che dovevano essere già utilizzate negli anni
passati, pregherei anche voi di fare uno sforzo, di rendere più esigibile, più
coerente quello che serve per questo progetto.
Non stiamo
parlando di rimpinguare le difficili situazioni di deficit organico strutturale
dei dipendenti della Regione, perché lei nella risposta, Assessore, mi dice
“noi con l'amalgama dei quattro avvisi…”. La capisco, era questa la ratio della mia interrogazione. La
capisco, dice: “Noi con i quattro avvisi, con l'amalgama, consentiremo alla
Regione nel suo complesso e ai centri per l'impiego…”.
Assessore,
mi permetto di dire, giusto per ricondurla alla fattispecie specifica di quello
di cui stiamo parlando, che questo è un bando di potenziamento e di
rafforzamento dei centri per l'impiego e delle politiche attive, non c'entra
nulla la Regione. Quando lei nella risposta mi dice “anche per la Regione” si
capisce la giustezza della mia posizione, assessore - non per fare polemica -
che era quella di dire che, probabilmente, i profili non erano del tutto
attinenti a quello che, effettivamente, invece, richiederebbe l'esercizio nei
centri per l'impiego che, come lei sa meglio di me, è l'incrocio della domanda
e dell’offerta di lavoro.
Quindi
mi auguro che anche nelle azioni, nei provvedimenti, nei passaggi successivi,
si potranno recuperare tutto il personale e le professionalità che di fatto
già, oggi, svolgono queste competenze ed hanno maturato un'esperienza in merito
a quella che è la missione del centro per l'impiego e cioè quella di realizzare
la domanda e l'offerta di lavoro per la nostra regione. Grazie
Passiamo
all’interrogazione numero 11/12^, a firma del consigliere Tavernise.
"Impianto di eliminazione rifiuti
pericolosi e non sito in località San Sago nel Comune di Tortora”. Passiamo
la parola alla Giunta, alla vicepresidente Princi.
Prego, ne ha facoltà.
In
relazione ai punti dell'interrogazione il cui oggetto è l’ impianto di
eliminazione rifiuti, pericolosi e non, sito in località San Sago nel Comune di
Tortora, si rappresenta quanto segue: la società ecologica 2008 oggi CO.GI.Fe ha ottenuto, con il decreto del direttore generale
della Regione Calabria del 24 febbraio 2009, l'autorizzazione integrata
ambientale, ai sensi del decreto legislativo numero 59/2005, per un impianto di
trattamento dei rifiuti, pericolosi e non, sito nel Comune di Tortora in
provincia di Cosenza, già autorizzato dal Comune nel 1990.
L'esito
istruttorio ha dato atto dei pareri positivi del Comune di Tortora, della
provincia di Cosenza e dell’ASP di competenza; sullo stesso impianto, con il
decreto del dirigente generale dell’aprile 2005, l'autorità competente in
materia ambientale ha espresso il giudizio positivo di compatibilità ambientale
secondo il DPR 12 aprile 1996 contenente disposizioni in materia di valutazione
di impatto ambientale, disciplina oggi confluita nella parte II del decreto
legislativo 152/2006.
A
seguito di segnalazioni da parte del Ministero dell'ambiente, della Regione
Basilicata, della vicinanza dell'aria dell'impianto al sito di interesse
comunitario denominato Valle del Noce, ricadente interamente nella Rete Natura
2000 di competenza della Regione Basilicata, la Regione Calabria, nel 2018,
ritenendo necessario acquisire il parere di valutazione di incidenza della
competente Regione Basilicata, ha sospeso il provvedimento di AIA, ossia
l'esercizio dell'impianto, dopo aver chiesto al proprietario o gestore
dell'impianto di avviare presso la competenza Regione Basilicata la procedura
di VIncA ai sensi del DPR 357/97. Con determinazione
dirigenziale dell’aprile 2021, la Regione Basilicata ha espresso parere
favorevole di valutazione di incidenza. Presso la Regione Calabria,
Dipartimento territorio e tutela dell'ambiente, è pendente un’istanza di
rinnovo dell'AIA richiesta dal proprietario-gestore nella data del 25/08/2020,
entro i termini di legge, sulla quale la Regione Calabria è tenuta ad
esprimersi essendo venuta meno la condizione sospensiva dell'AIA a seguito del
giudizio positivo di VincA rilasciato dalla Regione
Basilicata.
Nel
merito dei punti dell'interrogazione, relativamente al punto due, il SIC Valle
del Noce non è area di pertinenza della Regione Calabria, che non ha alcuna
legittimazione a valutare le possibili interferenze anche indirette degli impianti
e della sua attività sul sito della Rete Natura 2000 la cui conservazione è
demandata alla tutela esclusiva della Regione Basilicata la quale, peraltro,
nel parere favorevole VincA del 21 aprile 2021
afferma che le attività dell'impianto sono state previste in modo da non
pregiudicare l'integrità del Sito Natura 2000, senza conseguenze negative per
la salvaguardia della biodiversità, mediante la conservazione degli habitat
naturali, indicati nell'allegato A, e delle specie della flora e della fauna, indicate
negli allegati B,D ed E del regolamento di cui al DPR 357/97.
Relativamente
al punto tre, la Regione Calabria è chiamata ad esprimersi sul rinnovo
dell’AIA, la cui disciplina di derivazione comunitaria riguarda gli aspetti
gestionali dell’impianto e non prevede che i procedimenti di rilascio delle
autorizzazioni possano esprimere valutazioni ultronee inerenti, ad esempio,
alla valutazione ambientale di VincA, in questo caso,
soprattutto, di competenza della Regione Basilicata. Nell'ambito del procedimento
di rinnovo dell’ AIA, la cui istruttoria è ancora in corso presso il competente
ufficio regionale, la Regione Calabria ha, comunque, l'obbligo di verificare se
l'intervento e le attività oggetto del riesame ai fini del rinnovo comportino
modificazioni progettuali di carattere sostanziale, capaci di determinare nuovi
e significativi impatti non considerati nella procedura originaria di VIA; in
tal caso si imporrebbe una novazione del giudizio di compatibilità ambientale,
viceversa non sarà necessario reiterare il giudizio di VIA qualora
dall'istruttoria condotta risultasse una corrispondenza del progetto con quello
già autorizzato, ovvero modifiche per una più efficace mitigazione degli
impatti ambientali.
Per
quanto concerne lo scarico nel torrente Pizzino, la Regione Basilicata, nella
determinazione positiva di VincA, afferma che le
uniche potenziali incidenze sono relative allo scarico delle acque depurate a
valle dell'impianto nel corpo idrico ricettore; quest'ultimo è rappresentato
dal Torrente Pizzino che risulta direttamente connesso con l’habitat 3280, fiumi mediterranei a flusso
permanente con vegetazione dell’alleanza Paspalo-Agrostidion
e con filari ripari di Salix e Populus
alba, tutelato dal sito SIC Valle del Noce.
Le
attività di monitoraggio sul corpo idrico ricettore, svolte durante il lungo
periodo di servizio dell'impianto, non hanno evidenziato superamento dei limiti
di legge relativamente alle acque superficiali di cui alla tabella tre
dell'allegato cinque alla parte III del decreto legislativo 152/2006.
La
società proponente prevede di attuare, in fase di esercizio, alcune condizioni
d'obbligo in applicazione del principio di precauzione, tra queste si segnala,
in particolare, un'attività di monitoraggio dell’'acqua per tre anni dal
riavvio dell'impianto con cadenza trimestrale.
Per
le conclusioni sopra espresse non sono attese incidenze significative a carico
del sito ZSC Valle del Noce relativamente all'intervento dell’impianto di
eliminazione rifiuti, pericolosi e non, sito in località San Sago del Comune di
Tortora.
La
Regione Calabria nell'esame della documentazione di rinnovo dell'AIA ai sensi
della normativa vigente, a garanzia della maggiore tutela della salute umana e
dell'ambiente, dovrà verificare se il gestore ha previsto gli interventi di
adeguamento alle migliori tecnologie disponibili e a tutte le direttive
comunitarie medio tempore emanate; in mancanza, in carenza di elementi, la
struttura regionale preposta chiederà al gestore la documentazione integrativa
sulla base della quale la Regione e tutti gli enti preposti esprimeranno i
pareri di competenza insieme all'istituto della conferenza dei servizi.
Relativamente
al punto uno e al punto quattro, la Regione Basilicata ha emanato un
provvedimento amministrativo di VIncA positivo che
contiene una valutazione positiva dell'attività dell'impianto e non rileva
conseguenze negative sulle esigenze di tutela. Come ampiamente argomentato
l'unico soggetto competente alla tutela e conservazione dell'integrità del sito
della Rete Natura 2000 è la Regione Basilicata e ad oggi non risulta che la
Regione Basilicata abbia assunto atti amministrativi contrari al provvedimento
originario. Grazie.
Grazie,
Vicepresidente. Ha un minuto per la replica, consigliere Tavernise.
Prego, ne ha facoltà.
Ringrazio
la Vicepresidente per la risposta. Dobbiamo, quindi, attendere le delucidazioni
del gestore, queste integrazioni, e poi decidere cosa fare. Ribadisco il fatto che
la prima cosa che va messa in evidenza in questa Regione, per quanto riguarda
la tematica ambientale, è sempre e comunque, vicepresidente, la salvaguardia
ambientale di determinate zone. Attendiamo, dunque, per capire se queste nuove
integrazioni vanno in questa direzione oppure vanno in direzione opposta.
Grazie.
Grazie,
consigliere Tavernise.
Continuiamo
con l'interrogazione numero 21/12^, a firma dei consiglieri Bruni, Irto e Tavernise “Trasparenza e pubblicità, rispetto dei termini
di pubblicazione degli atti.” La parola all'assessore Minasi.
Prego, ne ha facoltà.
Fermo
restando che tutte le delibere sono pubblicate nel rispetto dei termini
previsti dalla legge regionale, con riferimento alla delibera numero 610,
approvata dalla Giunta regionale in data 28 dicembre 2021, in effetti, la
stessa è stata notificata mediante PEC dal Segretariato generale del
Dipartimento lavoro e welfare per il seguito di competenza in data 20 gennaio;
il Dipartimento, quindi, ha provveduto in data 24 gennaio, quindi entro i
cinque giorni successivi dalla notifica, a trasmettere via PEC la deliberazione
per la pubblicazione nel bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria
che è stata effettuata, poi, dall'ufficio entro i successivi quindici giorni.
Con tale delibera la Giunta regionale ha approvato le indicazioni operative per
gli ambiti, volte all'avvio di interventi destinati a persone affette da
Alzheimer nonché il riparto del finanziamento tra gli ambiti territoriali che,
attraverso un avviso pubblico, devono provvedere, poi, alla individuazione
delle proposte progettuali.
Ovviamente
nella stessa delibera venivano indicati dei termini che non erano assolutamente
perentori. Tuttavia, poi, premesso che, comunque, tutti gli ambiti erano stati
sempre effettivamente avvisati, ma in considerazione della tardiva data di pubblicazione
nel BURC della delibera, al fine di consentire ai soggetti interessati di
ottemperare a tutti gli adempimenti procedurali previsti, con successiva
delibera numero ventiquattro del 31 gennaio 2022 si è proceduto al differimento
dei suddetti termini. La sopra indicata deliberazione è stata notificata in
pari data per il seguito di competenza dal Dipartimento segretariato generale
del Dipartimento lavoro e welfare che ha proceduto, nel rispetto dei termini
previsti dalla legge regionale numero 11 del 2011 a trasmetterla.
C’è
la pubblicazione sul bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria del
3 febbraio 2022.
Grazie,
Assessore. Collega Bruni, ha un minuto per la replica. Ne ha facoltà.
Assessore,
la ringrazio. Abbiamo appreso e ritroviamo appunto motivazione in questa
interrogazione che sottolineava un’inefficienza di tipo burocratico importante
che rischia, però, di privare, a volte - come in questo caso - i Comuni che,
poi, devono istruire le pratiche per questa grande fragilità, di cui sia lei
sia io ci siamo sempre occupate, che abbiamo assolutamente a cuore. Quindi la
prego, poiché queste tematiche sono importanti, che venga vigilato sulla
burocrazia, perché è troppo importante.
Grazie,
consigliera.
Passiamo
alle interrogazioni a risposta immediata. Ricordo che l'interrogante ha due
minuti per l'illustrazione e la Giunta tre minuti per la risposta e poi una
replica di un minuto dell'interrogante.
Iniziamo
con l'interrogazione numero 5/12^, a firma del consigliere Bevacqua,
che non vedo in Aula.
L’interrogazione
è decaduta per assenza del proponente.
Proseguiamo
con l'interrogazione numero 7/12^, a firma del consigliere Mammolit,
“Sul mancato inserimento di soggetti di cui all'articolo 18 della legge 68/1999
nei bandi di concorso, per esami, riservato ai soggetti disabili di cui
all’articolo 1, comma 1, della Legge 68/1999, per la copertura a tempo
indeterminato e pieno di numero 20 posti di Categoria B3, posizione economica
B3, del CCNL Funzioni locali, profilo professionale “Collaboratore
professionale amministrativo””. Cedo la parola all'interrogante per
l’illustrazione. Prego, consigliere Mammoliti, ne ha
facoltà.
Grazie,
Presidente. Voglio preliminarmente ringraziare il presidente Occhiuto. Lo
voglio ringraziare perché, appena ho presentato questa interrogazione a
risposta immediata, il presidente Occhiuto ha avuto la sensibilità di
convocarmi alla presenza di alcune forze sociali e di alcune categorie che
rappresentano queste figure che io nell'interrogazione dico essere state
escluse.
Parliamoci
chiaramente: fare dei bandi, dare, offrire la possibilità di creare lavoro
nella nostra regione è di per sé una problematica da apprezzare. È solo per
questa ragione che alcuni dei soggetti, che non sono stati contemplati nella
riserva dei posti previsti - per questo senso di responsabilità che voglio
apprezzare - non hanno fatto ricorso al TAR, perché, altrimenti, avrebbero
bloccato questo provvedimento. Siccome si tratta di 456 assunzioni - in
Calabria è una cifra considerevole oltre che un'occasione importante per
rafforzare quel presidio istituzionale che deve garantire l'incrocio della
domanda e dell'offerta di lavoro - le categorie interessate non hanno
presentato ricorso al TAR.
Voglio,
quindi, apprezzare il presidente Occhiuto perché ci ha convocato e in questa sua convocazione si era assunto degli impegni. Uno
di questi impegni era quello di verificare se il bando potesse essere
modificato in corso d'opera e mi pare che questo, purtroppo, non sia avvenuto.
Però, con un'istanza, chiederò, invece, di fare un bando apposito. Poi si è
impegnato - e a questo gli va dato merito, l'abbiamo apprezzato - affinché nei
successivi bandi, per queste categorie che sono state escluse in questo
specifico momento con questo bando, sia aumentata la percentuale dei posti
riservati previsti. Credo che sia anche apprezzabile, da questo versante, da
questo punto di vista, questo importante impegno che, naturalmente, poi,
chiederemo e solleciteremo di poter evadere e realizzare con una apposita
istanza.
Per
capirci, e chiudo: stiamo parlando di vedove, orfani; stiamo parlando di vittime
del dovere, vittime del terrorismo e della criminalità. Abbiamo evidenziato che
la percentuale, prevista all’1 per cento, nei 456 posti non è garantita,
quindi, chiediamo la possibilità - ormai il bando è scaduto - di poterla
assolvere.
Presenterò
un'istanza per l’emanazione di un bando apposito, per consentire a queste
categorie che hanno già pagato un prezzo importantissimo, che hanno determinato
una lacerazione indelebile con un tributo di sangue, di poter avere il rispetto
che le normative e la giustezza delle riflessioni e della valutazione di chi
dirige deve assolutamente assegnare. Grazie.
C’è
l'assessore Pietropaolo per la risposta? Va bene, la lasciamo in sospeso.
Passiamo
all'interrogazione numero 8/12^, a firma del consigliere Lo Schiavo, “In ordine
all'acquedotto Alaco e prospettive future della società
Sorical S.p.a.”. Cedo la parola all'interrogante per
l’illustrazione. Prego, ha due minuti.
Grazie,
Presidente.
L’interrogazione
assume oggi un significato diverso perché era stata presentata il 12 gennaio
2022, in presenza di una grave emergenza idrica che aveva colpito la città di
Vibo e diversi comuni della provincia Vibonese e della piana di Gioia Tauro.
In
quel momento vi è stato un grave disservizio, legato a una frana di notevole
entità che ha colpito il comune di Brognaturo. Un evento franoso che ha portato
in evidenza tutti i limiti della rete infrastrutturale di adduzione delle
acque.
In
quel frangente ho presentato questa interrogazione che, in realtà, voleva porre
un interrogativo più ampio sullo stato attuale della Sorical;
argomento che abbiamo affrontato in Commissione di vigilanza proprio in questi
giorni e che, quindi, assume oggi, anche alla luce di questa interrogazione,
una valenza diversa.
Valenza
diversa perché il Commissario della Sorical,
espressamente interrogato sul punto, ha detto con molta chiarezza che la Sorical stessa è incapace di provvedere a investimenti
infrastrutturali su una rete idrica ormai obsoleta e, quindi, i cittadini sono
costretti a vedere continuamente, in maniera ripetuta, numerosi disservizi
nella conduzione delle acque.
Il
Commissario Sorical ha detto in maniera molto lineare
che la società, trovandosi in uno stato di liquidazione, non ha la forza per
potere fare interventi infrastrutturali, anche perché il socio privato non ha
intenzione di capitalizzare o intervenire.
Non è
questa la sede per intervenire sulla Sorical, ma
l'interrogazione stessa, partendo da una domanda sullo stato di avanzamento
dell'iter progettuale che porta avanti il rifacimento dello schema idrico dell’Alaco, mi porta a fare alcune considerazioni.
La
prima è che, come detto in Commissione vigilanza - in questa sede dobbiamo
ribadirlo -, Sorical è ostaggio di una banca con sede
in Irlanda, detenuta da un fondo governativo tedesco.
I
calabresi devono sapere che, oggi, il futuro delle acque pubbliche e, quindi,
la pubblicizzazione della società che gestisce le acque è in mano a una società
che ha il proprio controllo nel governo tedesco. Questa è una cosa estremamente
grave di cui la politica deve farsi carico. Bisogna anche capire quali siano le
responsabilità che hanno portato a privatizzare l'acqua in questa regione, a
svendere la gestione delle acque a banche d'affari che oggi condizionano l'iter
per creare una società pubblica che possa operare investimenti per un bene
comune.
Ricordo
che dal referendum del 2000, che ha chiamato i cittadini a pronunciarsi, è
risultata come un bene…
(Interruzione)
Arrivo
all'interrogazione. Chiedo di sapere quale sia lo stato di avanzamento dell'iter
progettuale che riguarda il rifacimento dello schema idrico dell’Alaco e se sia previsto un suo potenziamento, anche alla
luce delle considerazioni fatte dal Commissario liquidatore della società
stessa. Grazie.
Grazie.
La vicepresidente Princi ha facoltà di rispondere.
Prego.
Il
progetto relativo allo stato di avanzamento dell'iter progettuale è il SOR 046,
acquedotto Alaco, direttrice tirrenica versante Vibo:
sostituzione dell’adduttrice principale per Vibo Valentia e realizzazione di
disconnessioni idrauliche.
Il
progetto riguarda la sostituzione della condotta adduttrice dall'acquedotto Alaco dall'uscita della galleria di valico Tirrenica al
serbatoio Mura greche di Vibo Valentia.
Più
in dettaglio, nella configurazione presentata è prevista la sostituzione
integrale del tratto di valle a maggior pressione di esercizio, 19 km, una
disconnessione idraulica al serbatoio Pizzoni e interventi spot di
ammodernamento nel tratto a monte di quest'ultimo.
Il
quadro economico del progetto è pari a euro 25.401.887. Il progetto di
fattibilità tecnico-economica, preliminare tecnico, è stato trasmesso con nota Sorical del 19 aprile 2021 ed è in corso di valutazione dal
Dipartimento territorio e tutela dell'ambiente.
L'intervento
fa parte, però, di un complesso di progettazioni che interessano tutto lo
schema valico Tirrenico per entrambi i versanti di Vibo e Rosarno-Palmi e, più
in generale, attività finalizzate all'ammodernamento dell’adduzione della
Calabria centrale Tirrenica e l'interconnessione con lo schema Metramo.
Tra
questi, i seguenti fanno parte delle proposte progettuali inviate lo scorso
anno per il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza:
-
acquedotto Alaco, interventi per l'adduzione in
pressione nella galleria di valico Tirrenica mediante posa di nuova condotta.
Progetto preliminare, quadro economico 5.200.000;
-
riconfigurazione degli acquedotti della Calabria, condotte adduttrici dagli
invasi acquedotto Alaco, sostituzione della condotta
del serbatoio di linea di Laureana -Rosarno per l'adduzione delle portate
aggiuntive derivate dall'invaso del Metramo. Progetto
di fattibilità tecnico-economico pari a 14 milioni.
Sempre
sul PNRR, tra gli interventi complementari sono stati infine preposti sulla
dorsale Tirrenica ramo Rosarno-Palmi due interventi finalizzati a integrare la
risorsa idropotabile dell’Alaco per risolvere alcune
criticità locali. In particolare:
- acquedotto Alaco dorsale
Tirrenica-Palmi, realizzazione di una nuova diramazione di collegamento Rosarno
da Campo Pozzi-Metramo a Campo Pozzi -Medma per la dismissione degli emungimenti ad adduzione a
gravità. L'intervento proposto prevede la realizzazione delle opere di
adduzione del nuovo collegamento tra il Campo Pozzi-Metramo
e il Campo Pozzi- Medma e consente di realizzare un
nuovo assetto idraulico dello schema Alaco a
vantaggio del comune di Nicotera per un importo pari a 2.600.000 euro;
-
acquedotto Alaco, dorsale Tirrenica, ramo Sud,
realizzazione bretella di collegamento al serbatoio Anguilla per il ripristino
dell'integrazione del Campo Pozzi-Anguilla 2. L'intervento è relativo alla
realizzazione di un nuovo tratto di condotta premente per ripristinare la
risorsa integrativa del Campo Pozzi Anguilla 2, attualmente non disponibile
perché le condotte esistenti sono state interessate da un vasto fronte di
frana. Il quadro economico del progetto definitivo è pari a 2.680.000 euro.
Grazie.
Grazie,
Vicepresidente. Consigliere Lo Schiavo, ha un minuto per la replica.
Ho
ascoltato con attenzione la Vicepresidente; sono contento della previsione e di
questi numeri, ma sono solamente numeri, purtroppo, Presidente, perché la Sorical è impantanata in una controversia giuridica che la
rende oggi paralizzata e non è in grado di portare avanti tali investimenti.
In
più c'è una spada di Damocle: il 30 giugno è la data dell’obiettivo del Sistema
integrato delle acque in Calabria che tante perplessità dà oggi alla politica,
avendo difficoltà a rendere pubblica Sorical e non
intravedendosi un nuovo soggetto in grado di avere il know-how, il personale, le competenze per poter gestire il sistema
delle acque calabresi.
In poche parole, Presidente, questi numeri non
possono tranquillizzarmi perché sono degli investimenti che esistono ancora
sulla carta, mentre la Sorical è un gigante
paralizzato con uno stato di liquidazione e senza un Piano industriale.
Quindi,
oggi la politica deve porre al centro dell'attenzione - penso lo farà nelle
prossime sedute di Consiglio regionale - il problema della gestione delle acque
in Calabria, della Sorical e di come rendere
nuovamente pubblica la gestione di questo servizio. Grazie, Presidente.
Grazie, consigliere Lo Schiavo.
Assessore
Pietropaolo, deve rispondere all’interrogazione numero 7/12^ sull' articolo 18
della legge numero 68 del 1999.
Grazie,
Presidente. Abbiamo ricevuto la sua interrogazione su questo tema, consigliere Mammoliti. In realtà, come lei sa, la Regione, come
qualsiasi altro Ente pubblico e anche soggetto privato, quando supera i 50
dipendenti, ogni anno deve fare l'autodichiarazione di qual è il proprio debito
nei confronti delle categorie protette. La Regione, nell'anno 2021, ha
predisposto la propria dichiarazione in cui si evidenzia, provincia per
provincia, il debito nei confronti le categorie protette, sia riguardo
l'articolo 1 sia riguardo l'articolo 18.
Riguardo
l'articolo 1, è venuto fuori un debito di 31 unità che sono quelle messe a
concorso; riguardo l'articolo 18 invece è venuto fuori che la Regione, a fronte
di una quota di riserva di 17 unità, ha già in nei ruoli 18 unità divise nelle
varie province - quindi, addirittura un’unità in più - provenienti da diverse
assunzioni del passato. Credo che sia la prima volta che si faccia un concorso
per mettere in regola la Regione rispetto al numero delle categorie protette
previste dalla legge numero 68. Credo che questo sia importante.
Quindi,
oggi non abbiamo un obbligo nei confronti di articolo 18. È ovvio - abbiamo
detto questo, anche, alle associazioni che sono venute a chiedere a me e,
credo, anche al Presidente - che questa cosa si riproporrà, come lei sa, l'anno
prossimo.
Essendo
in procinto di fare delle assunzioni, è ovvio che l'anno prossimo avremo di
nuovo il problema, quindi, sicuramente, provvederemo ad adeguare la Regione
anche riguardo l'articolo 18.
Grazie.
Consigliere Mammoliti, vuole replicare? Ne ha
facoltà.
In
sua assenza ho già espresso apprezzamento per la sensibilità del Presidente su
questa problematica.
Presenterò
un'istanza proprio perché quello che dice è vero: oggi, dal punto di vista
burocratico, la Regione non è in debito, ma è del tutto evidente però,
politicamente ragionando, che con 456 nuove assunzioni la percentuale prevista
non verrà rispettata.
Valuto
positivamente l’impegno a voler garantire, successivamente, il rispetto delle
percentuali, per questa ragione presenterò un’istanza al Presidente - e forse
anche a lei - proprio per chiedere che nei passaggi successivi questa
percentuale venga garantita. Grazie.
Grazie,
collega Mammoliti.
Passiamo
all'interrogazione 10/12^, a firma del consigliere Lo Schiavo, “In ordine al
grave problema della processionaria che sta mettendo a serio rischio i boschi
della Sila”. Cedo la parola all'interrogante per l'illustrazione. Prego.
Quest’interrogazione
potrebbe essere illustrata meglio se ognuno di noi avesse l'immagine di quello
che sta accadendo nella Sila, dove un intero patrimonio boschivo rischia di
essere perso. Non bisogna essere esperti della materia, basta guardare quello
che sta accadendo per capire come la processionaria sia un problema
particolarmente serio, non solo per il patrimonio boschivo, ma anche per gli
uomini che si trovano nei pressi degli alberi infestati.
La
Sila è riconosciuta come una riserva della biosfera UNESCO, è la decima riserva
della biosfera italiana nella rete mondiale dei siti di eccellenza dell'Unesco,
quindi, ovviamente, come Consiglio regionale della Calabria non possiamo non
recepire il grido d'allarme che arriva dagli operatori turistici e, non solo,
anche dai cittadini della regione Calabria.
Al di
là degli interventi tampone e di risorse d’emergenza che si possono investire
nelle singole occasioni, vorrei capire dall'Assessore competente qual è il
piano più complessivo, e non per tamponare l'emergenza, di fronte al fenomeno
della processionaria e, in particolare, quali siano gli interventi indicati nel
Piano attuativo della forestazione 2021 della Regione Calabria, al fine di
evitare, appunto, la compromissione del patrimonio boschivo calabrese.
Grazie.
Prego, assessore Gallo. Ha facoltà di rispondere.
Ringrazio
il collega Lo Schiavo anche per aver dato l'opportunità di discutere, di confrontarci
su un tema che oggi è di stretta attualità, perché quest’emergenza ormai ha
colpito non solo i boschi della Sila ma anche altri boschi in Calabria.
Un'emergenza
di natura ambientale, naturalmente, perché questo insetto, peraltro, secondo
molti studi, a causa dell’aumento delle temperature sta proliferando in
particolare in alcune zone della nostra regione.
Non
so se il consigliere Lo Schiavo avesse già ricevuto una risposta per iscritto
dal Dipartimento, forse si è trattato di una risposta data ad altri colleghi
che avevano fatto un’interrogazione.
In
ogni caso, già nel Piano attuativo dello scorso anno, approvato con delibera
122 il 31 marzo 2021, erano previste alcune azioni per tutelare i boschi dalla
presenza della processionaria. Con delibera di Giunta regionale, numero 412 del
25 agosto 2021, la Giunta regionale ha stanziato la somma di 4.000.000 di euro
per affrontare l'emergenza processionaria. Da notare che è stato richiesto,
attraverso una nota, già inviata e che provvederò a rinviare, anche al
Ministero delle politiche agricole un intervento straordinario per avere un
aiuto su questa emergenza straordinaria.
Nel
frattempo, lo scorso anno, abbiamo aperto presso il Dipartimento, insieme a
Calabria verde, un Tavolo tecnico al quale abbiamo invitato, naturalmente,
oltre a Calabria verde e ARSAC, che è l’ente di divulgazione agricola, anche le
università calabresi, in particolare l’Università Mediterranea di Reggio
Calabria, e l'Ordine degli agronomi, per stabilire quali siano le priorità d’intervento
e quali siano i protocolli attraverso i quali intervenire e attuare un'azione
di prevenzione o, meglio, di contenimento di questo insetto.
Sono
state individuate quattro diverse tipologie di operazioni: la prima, che sta
partendo in alcune aree e partirà anche nell'area della Sila di qui a non
molto, prevede, tramite l'azione di operai non solo di Calabria verde ma anche
provenienti da noli esterni, l'asportazione dei nidi di processionaria che
verranno accumulati e poi bruciati. Ci sarà, poi, un altro intervento che
prevede l’apposizione di anelli, dispositivi a collari per la lotta biologica,
per impedire all'insetto, una volta schiusa la larva, di poter andare sul
terreno. Saranno apposti sui tronchi degli alberi questi anelli circolari per impedire
il passaggio dell'insetto nel terreno.
Un
altro intervento, sarà nella prossima stagione estiva, tra giugno e luglio, con
l’apposizione di trappole a feromoni per la cattura di esemplari maschi nella
misura di una per ogni ettaro.
Ci
sarà, infine, un altro intervento che prevede l’utilizzazione di prodotti di
natura biologica che saranno spruzzati sugli alberi nella fase immediatamente
successiva, che sarà la fase autunnale.
Queste
quattro tipologie di intervento sono venute fuori da questo Tavolo tecnico, ma
sono quelle previste nei protocolli di natura scientifica e saranno applicate
non solo da Calabria verde, ma anche dai Parchi nazionali che hanno
partecipato, almeno il Parco nazionale della Sila, a questo Tavolo tecnico.
In
alcune aree siamo già partiti e, dalla prossima settimana, anche in Sila si
partirà con gli interventi e cominceranno a essere utilizzate le risorse messe
a disposizione dalla Giunta regionale con la delibera numero 412 del 25 agosto
2021 che ha consentito l'iscrizione sul bilancio da gennaio e quindi
l'utilizzabilità delle risorse stesse.
Naturalmente,
questa è una prima azione d’intervento, altre azioni saranno previste nel
prosieguo anche perché, attraverso questi primi interventi, capiremo quale sarà
la risposta rispetto alle aspettative che i tecnici si sono poste nel momento
in cui hanno previsto questo tipo di interventi. Grazie.
Grazie, assessore
Gallo. Prego, consigliere Lo Schiavo, ha facoltà di replicare.
Ringrazio l'assessore per la risposta molto puntuale. Condivido l'inizio
del suo intervento e cioè che il problema della processionaria non può essere
affrontato da soli, non è un problema che può essere risolto solo dalla
Calabria. Riguardando anche altre Regioni del Paese, vanno coinvolti,
ovviamente, gli enti governativi, ma penso che ci sia la necessità, al di là
del provvedimento emergenziale del singolo momento, di richiedere di rivedere
le politiche rispetto alla forestazione e alla tutela del territorio in
particolare. Società come Calabria Verde devono essere messe nelle condizioni
di poter operare, devono avere le risorse economiche per poter gestire le
innumerevoli questioni che riguardano il territorio calabrese di cui la
processionaria è solo uno degli aspetti.
Quindi come Consiglio regionale e come politica dobbiamo porci due obiettivi. Un primo obiettivo è contingente ed è affrontare l'emergenza. Sono molto contento dei primi interventi anche se c'è una perplessità per quanto riguarda i fondi dei privati, perché l'intervento negli spazi pubblici può essere limitato se non si interviene, anche, negli spazi privati dove la processionaria ormai ha attaccato.
Un altro obiettivo riguarda più complessivamente una politica di ampio respiro su cui noi dobbiamo cominciare a ragionare in questa Legislatura: capire che sull'ambiente bisogna investire, che sulla difesa del territorio bisogna investire e che sulla difesa dei nostri boschi e del nostro ambiente noi dobbiamo fare una battaglia di civiltà, in questa Legislatura, per le prossime generazioni. Grazie.
Grazie. Passiamo all'interrogazione 12/12^, a firma del consigliere
Laghi, “Sui licenziamenti dei lavoratori della Casa di cura Misasi-San
Bartolo”.
In data 24 febbraio 2022, è pervenuta irritualmente agli uffici risposta scritta dalla Giunta regionale, acquisita al protocollo generale in pari data con numero 5566. Tuttavia, trattandosi di interrogazione a risposta immediata, l'interrogante può illustrare l'interrogazione, se vuole, per non più di 2 minuti e alla luce della risposta della Giunta regionale può replicare in Aula per non più di un minuto, ai sensi dell’articolo 122 del Regolamento interno.
Prego, consigliere Laghi. Ha facoltà di illustrarla.
Il problema è quello di un conflitto sociale che ha determinato, a livello
occupazionale, un impatto molto negativo sulla clinica Misasi San Bartolo,
struttura privata convenzionata. Non c'è stata possibilità di comporre questa
vicenda, così che si è arrivati addirittura a eclatanti gesti di protesta, con
alcuni lavoratori che sono saliti sui tetti della stessa clinica.
I sindacati, le parti, i cittadini hanno richiesto anche un intervento a livello regionale. La Commissione, signor Presidente, ha audito sia i datori di lavoro sia le organizzazioni sindacali per farsi un'idea e poi decidere rispetto alla costituzione di un tavolo come parte terza, per cercare di facilitare la soluzione di un conflitto sociale molto delicato che rischia di mettere sul lastrico un numero non esiguo di lavoratori.
La questione adesso si è spostata un po', nel senso che stiamo tutti aspettando la costituzione di questo tavolo regionale, promosso dalla Giunta oppure dal commissario per l'emergenza sanitaria in Calabria. È trascorso circa un mese da quando sono iniziate le audizioni, per cui adesso la domanda è: c'è sempre la volontà di creare questo tavolo? Qual è l'orizzonte temporale in cui si prevede che questo tavolo possa effettivamente diventare operativo? Grazie.
Prego,
vicepresidente Princi.
Considerata la delicatezza del tema, preliminarmente chiarisco che le
procedure di licenziamento collettivo sono normate dalla legge 223/91 e
successive modifiche e integrazioni. Tale normativa prevede che l'azienda che
deve effettuare una riduzione di personale debba instaurare una procedura così
come scandita dall'articolo 4: informativa alle rappresentanze sindacali
aziendali, ovvero le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative sul
piano nazionale; le stesse organizzazioni sindacali devono chiedere un incontro
dando inizio, in tal modo, alla cosiddetta fase sindacale; se in tale fase le
parti sociali raggiungono un accordo, con la stesura e la sottoscrizione del
relativo verbale, la procedura termina e l'azienda dovrà osservare i patti
concordati. Se le parti non raggiungono un'intesa, l'azienda deve comunicare
l'esito negativo alla Regione che provvede a convocare le parti sociali al fine
di un ulteriore esame della questione anche formulando proposte per la realizzazione
di un accordo.
L'azienda San Bartolo SRL, soggetta ad un concordato preventivo, ha avviato una procedura di licenziamento collettivo per un esubero di 51,5 unità equivalenti, su un organico totale pari a 129 unità, con comunicazione alle organizzazioni sindacali in data 5 novembre 2021. La fase sindacale è stata esperita senza un accordo, per cui l'azienda ha richiesto, con PEC del 10 dicembre 2021, una convocazione al dipartimento lavoro che ha provveduto a convocare le parti in modalità telematica in data 21 dicembre 2021.
Su richiesta delle organizzazioni sindacali l'incontro è stato posticipato al 5 gennaio 2021.
In tale sede è emersa una conflittualità evidentemente insanabile tra le parti sociali poiché le organizzazioni sindacali dei lavoratori hanno contestato in toto la decisione aziendale di procedere al licenziamento collettivo e le relative motivazioni.
Infatti, come si evince dai verbali delle riunioni effettuate - tre nella fase sindacale ed una nella fase amministrativa - l'azienda ha ricondotto la propria scelta ad una crisi aziendale - sia economica sia finanziaria - che ha imposto una razionalizzazione dei costi. A sua volta la crisi è determinata, come l'azienda specifica nella comunicazione di apertura della procedura alle organizzazione sindacali, “dal tardivo rimborso delle prestazioni erogate negli anni che vanno dal 2002 al 2014, nonché la insufficiente remunerazione delle prestazioni relative all'anno 1995 e la continua contrazione dei budget che non hanno consentito la copertura dei costi fissi derivanti da un benchmarching sanitario che le norme del settore prescrivono in termini imperativi non derogabili”. Investimenti risultati errati hanno ulteriormente minato l’assetto economico finanziario aziendale.
La società ha dichiarato inoltre non percorribili i percorsi alternativi atti ad evitare il ricorso anche parziale alla risoluzione dei rapporti di lavoro. Le organizzazioni sindacali dei lavoratori, a fronte di tali motivazioni, nell'evidenziare la rilevanza sociale della questione che coinvolge ben 51 lavoratori di età non più giovane, che pertanto avranno molte difficoltà a ricollocarsi, replicano con una serie di osservazioni che si riassumono qui di seguito: la riduzione di personale determinerebbe il mancato rispetto dei requisiti minimi necessari per l'accreditamento regionale, con particolare riferimento al laboratorio di analisi; anche nei settori in cui vengono rispettati i livelli minimi richiesti, rilevano che i licenziamenti inciderebbero negativamente sulla qualità dei servizi resi, come accadrebbe per i profili professionali degli educatori, considerato che resteranno in organico solo due unità; inoltre, ritengono che l’esubero potrebbe essere ridimensionato considerato che vi sono più figure professionali che hanno svolto le mansioni di cuoco e aiuto cuoco che potrebbero essere ricollocati in altre società del gruppo detentore del pacchetto societario; che verrebbero eliminate dall'organico figure importanti come quella dei centralinisti e che anche altre figure professionali, come l’impiegata amministrativa e gli ausiliari, verrebbero ridotte in maniera eccessivamente drastica; che alcune unità potrebbero accedere al pensionamento nell'arco dei prossimi 36 mesi; infine, “segnalano che vi è la presenza di un concordato preventivo, relativo alle strutture, e che il mancato coinvolgimento in maniera attiva e anche l’assenza di una semplice informativa dei creditori, relativi allo stesso piano concordatario e delle autorità giudiziarie, rendono a loro avviso nulla la presente procedura o quantomeno oggetto di necessaria sospensione per il coinvolgimento di detti soggetti nella disamina della situazione aziendale”.
Altre osservazioni da parte delle organizzazioni sindacali dei lavoratori nonché le repliche da parte aziendale sono rilevabili dalla lettura dei verbali.
Nell'ambito della riunione del 5 gennaio, il sindacato ha fatto presente di aver richiesto uno specifico incontro, riferito alla presente procedura di licenziamento collettivo, alla Terza Commissione sanità presso il Consiglio regionale della Calabria e di essere in attesa di imminente convocazione, ciò al fine di avere anche specifiche determinazioni da parte dell'ente preposto relativamente alla situazione in atto nelle strutture.
Per tale motivazione, la riunione potrebbe essere aggiornata successivamente, riporta scritto il verbale.
In relazione a tale richiesta di rinvio, l'azienda ha obiettato che non vi erano tempi certi per un eventuale convocazione da parte della Terza Commissione e che erano in scadenza i termini previsti dalla legge 223/91 per la conclusione della procedura di licenziamento collettivo.
Infine, si segnala che con PEC del 17 gennaio u.s. la Società San Bartolo ha comunicato, ai sensi dell'articolo 4, comma 9, della Legge 223 del 1991, di avere intimato i primi licenziamenti nei confronti di 25 dipendenti. Grazie.
Consigliere Laghi,
ha facoltà di replicare per un minuto.
Grazie,
vicepresidente Princi. Ringrazio della sintesi pur
chiara dell'andamento della vicenda, tuttavia la mia domanda adesso è collocata
temporalmente subito dopo la seduta di Commissione, presieduta dal collega
Comito, che ha ascoltato le parti che hanno evidenziato un’asprezza di rapporti
e una conflittualità evidente. Per tali ragioni, si era ritenuto, come
Commissione, di richiedere una mediazione tra le parti - che aspettavamo - e le
parti stesse mi pare fossero entrambe d'accordo. Per cui la domanda esplicita
era ed è: è da ritenere che questo tavolo si farà? E che orizzonte temporale è
previsto? Grazie.
Lo convocheremo la
prossima settimana.
Grazie. Passiamo all'interrogazione 15/12^, a firma del consigliere Laghi, “In ordine al problema relativo all’accreditamento della casa di cura oculistica- Clinica Santa Lucia SRL di Cosenza”. Prego, consigliere Laghi, ha facoltà di illustrare l’interrogazione.
Grazie, Presidente. Questa è davvero una vicenda di ordinaria assurdità,
credo amministrativa, burocratica più che amministrativa. Nel senso che c'è un
posto dove la gente viene curata, nella fattispecie la clinica Santa Lucia, una
clinica oculistica che ha non soltanto un ottimo background e dei numeri
eccellenti e una consolidata fama di qualità nelle prestazioni, ma ha anche
tutte le autorizzazioni idonee per avere la possibilità di riavere
l’accreditamento ormai non da epoca recente. Tutti sono d'accordo che le cose
sono a posto però l'accreditamento non arriva. C'è, quindi, questa situazione
paradossale in cui nessuno contesta nulla a questa clinica, però questa clinica
continuava a non avere l’accreditamento. Dico continuava, uso l'imperfetto
perché per intervento anche del governo della sanità regionale, che ha prodotto
il DCA n. 6/22 - con ogni evidenza proprio da parte del governo della sanità
quindi del commissario Occhiuto e dei suoi collaboratori - che superava qualsiasi
problema, dando la possibilità a questa clinica di continuare nel suo meritorio
impegno. Cosa che la clinica ha fatto. Piccolo particolare: il DCA, che andava
bene per chi lo ha redatto, a quanto pare non va bene per i dirigenti dell’ASP
che, addirittura, pretenderebbero che la Regione scrivesse che la clinica Santa
Lucia rientri nei benefici del DCA n. 6/22.
Per questo parlavo di assurdità burocratica.
Chi ha redatto il DCA lo ha fatto anche tenendo conto di queste specifiche necessità e ha risolto, a suo parere, questo nodo gordiano e, invece, il braccio operativo territoriale, cioè l'ASP, del governo della sanità dice che vuole una comunicazione specifica. Quindi, che fare? Come direbbe qualcuno importante. Grazie.
Prego,
vicepresidente Princi.
Consigliere Laghi,
ometto la parte legislativa e il DCA di cui ha ampiamente parlato lei ed entro
nel merito.
Con riferimento appunto all'accreditamento, si precisa che la struttura sanitaria Santa Lucia ha presentato istanza di accreditamento senza avere dapprima richiesto e quindi ottenuto l'autorizzazione comunale alla realizzazione e l'autorizzazione sanitaria dell'esercizio. A fronte di tale evidenza, con nota del 20 ottobre 2020, il Settore salute della Direzione generale della Regione Calabria ha predisposto e segnalato al Commissario ad acta lo Stato dell'istruttoria e le carenze documentali della pratica della struttura di cui trattasi, rappresentando che l'autorizzazione comunale è allegato necessario dell'istanza di autorizzazione all'esercizio, ex articolo 8-ter del decreto legislativo 502 del 92, e rilevando ancora che la struttura avrebbe potuto presentare istanza di accreditamento decorsi sessanta giorni dal rilascio dell'autorizzazione all'esercizio.
Il Settore, sulla scorta dell’autorizzazione ricevuta dal Commissario ad acta per il Piano di rientro, nota del 28 ottobre 2020, si è attivato per consentire la definizione unitaria dei procedimenti di autorizzazione all'esercizio ed accreditamento e, con nota protocollo del dicembre 2020, ha invitato la struttura sanitaria a presentare istanza di autorizzazione all'esercizio, nelle more dell'acquisizione del provvedimento comunale, ex articolo 8 del decreto legislativo 502 del 92.
La clinica Santa Lucia, con nota di riscontro del 4 dicembre 2020, ha provveduto alla trasmissione della documentazione mancante, sostenendo di avere già provveduto alla trasmissione in data 20 giugno 2019 dell'istanza di autorizzazione all'esercizio, corredata dalla documentazione prevista dagli articoli 7 e 9 del DCA n. 81/2016, richiamato dall'Allegato 3 del DCA n. 82/2019. Tale nota ha ricevuto riscontro dal settore preposto che, con nota del 14 gennaio 2021, ha comunicato alla clinica Santa Lucia che l'istanza di autorizzazione non era presente agli atti d'ufficio in quanto, contrariamente a quanto sostenuto con nota PEC del 20 giugno 2019, la struttura aveva trasmesso unicamente istanze di accreditamento e documentazione non prevista dagli articoli 7, 8 e 9 del DCA del 2016, per come risultava evidente dalla stampa della ricevuta PEC, originariamente trasmessa dalla struttura stessa. Con la medesima nota, il Settore preposto all'istruttoria ha richiesto alla Clinica Santa Lucia la trasmissione di ulteriore documentazione, ancora a quella data non depositata dalla richiedente, necessaria all'istruttoria dell'istanza di autorizzazione all'esercizio. Tale integrazione è pervenuta con nota protocollo 15718 del 18 giugno 2021.
Occorre evidenziare che la casa di cura oculistica Clinica Santa Lucia di Cosenza ha anche agito giudizialmente avverso il sostenuto silenzio inadempimento della Regione Calabria e avverso la richiesta di accreditamento il Tar Calabria, con sentenza 703 del 30 marzo 2021, preso atto delle risultanze documentali sopra richiamate, ha rigettato il ricorso proposto dalla struttura sanitaria, proprio per la non imputabilità in capo alla Regione Calabria dell'anzidetto silenzio inadempimento nel percorso amministrativo di accreditamento della struttura, in ragione della evidente mancanza di provvedimenti autorizzativi non richiesti dalla struttura presupposti dell'accreditamento. Poste le anzidette evidenze documentali e il titolo giudiziale richiamato, all'esito della ricezione della documentazione richiesta alla Clinica Santa Lucia, il Settore ha avviato l'istruttoria per il rilascio dei provvedimenti dirigenziali e commissariali finalizzati tanto all'autorizzazione quanto all'accreditamento della struttura. Grazie.
Grazie, Vicepresidente.
Prego, consigliere Laghi, ha un minuto per la replica.
Grazie,
Presidente. Francamente una cosa non ho
capito: dato che mi è stato riferito che il Commissario ad acta e sub
commissario hanno dichiarato ancorché verbalmente che il DCA n. 6/22 faceva
rientrare nei benefici dell'accreditamento la clinica - mi scusi se chiedo
proprio esplicitamente questo - c'è ancora qualche carenza documentale oppure è
una interpretazione dell'ASP diversa da quella dell'ufficio del Commissario?
No. È stata
perfezionata, tant'è che il Settore ha già avviato, come ho scritto alla fine,
l’istruttoria per il rilascio dei conseguenti provvedimenti, finalizzato tanto
all'accreditamento quanto all'autorizzazione della struttura, per cui è stato
superato il tutto.
Grazie. Passiamo all'interrogazione 17/12^, a firma del consigliere Tavernise, “Ritardi nei pagamenti dei tirocini relativi al programma Garanzia Giovani”.
In data 24 febbraio 2022 è pervenuta irritualmente agli uffici risposta scritta dalla Giunta regionale, acquisita al protocollo generale in pari data con numero 5559. Tuttavia trattandosi di interrogazione a risposta immediata, l'interrogante può illustrare l'interrogazione per non più di 2 minuti e, alla luce della risposta della Giunta regionale, può replicare in aula per non più di un minuto, ai sensi dell'articolo 122 del Regolamento interno del Consiglio regionale. Prego, consigliere Tavernise, ha facoltà di illustrare l’interrogazione.
Ho ricevuto la
risposta scritta della Vicepresidente, quindi faccio esporre a lei la risposta.
Ho una semplice domanda da farle, poiché lei mi risponde, nell'ultima pagina,
sulla fase II del progetto Garanzia Giovani, iniziato nel 2019 e la cui
conclusione è prevista il 31 dicembre 2023. Questa fase 2 ha una dotazione
finanziaria di fondi pari a 66 milioni di euro. Ecco, io, Vicepresidente,
volevo sapere al momento, perché non sono riuscito bene a capire, a che punto è
questa fase. Sulla fase I lei è stata esplicita, dicendo che tutti i fondi sono
stati erogati. Quindi volevo qualche chiarimento in più sulla fase II: quanti
fondi sono stati erogati dei 66 milioni? Quanti ancora ne devono essere
erogati?
Prego, assessore Princi.
Dettaglio e circostanzio la risposta per i presenti.
Allora in riscontro, appunto, all'interrogazione a
firma del consigliere Tavernise si precisa quanto
segue.
Il programma Garanzia Giovani – come affermato,
appunto, da lei – non è altro che un insieme di politiche del lavoro
finalizzate all'inserimento o reinserimento dei giovani di età compresa dai 15
ai 35 anni, non compiuti, nel mondo del lavoro.
Il programma, giunto ormai alla seconda fase, ha avuto
nel complesso (fase I e fase II) una dotazione finanziaria pari a euro
171.205.335,58 tra i fondi IOG, POR e D.L. 76/2013.
La fase I aveva una dotazione finanziaria di euro
84.667.041,18 di fondi nazionali interamente spesi, a cui sono stati aggiunti
euro 19.283.194,20 di fondi POR, totalmente impegnati, di cui sono stati spesi
ad oggi 7.006.028,99 di euro. Gli avvisi POR hanno risentito della contrattura
dovuta alle politiche nazionali di contrasto all'emergenza Covid
19.
Al fine di rendere ancora più chiara la situazione
finanziaria, sono state riportate nel dettaglio – che non vi leggo perché è
analitico – tutte quante le voci di costo e come sono state utilizzate per
arrivare, rispetto alla fase I, a un totale di euro 103.950.235,38.
Affermando che la dotazione finanziaria imputabile al
PON IOG e al decreto legislativo 76/2013 è interamente spesa, si sostiene che
tutte le indennità e le spettanze dovute e ricadenti in tale fase risultano
erogate e dunque non vi sono tirocini da liquidare.
Per quanto attiene ai tirocini avviati con fondi POR,
nel tentativo di rispondere in modo ancora più esaustivo, si riportano, di
seguito, le tabelle di monitoraggio distinte per numero di tirocini avviati e
numero di indennità liquidate: tirocini liquidati 2583; tirocini da liquidare
13; non liquidabili 55; tirocini per cui non è stata acquisita la
documentazione 90; tirocini annullati 121; totale tirocini 2862.
Anche in questo caso è stato riportato ed è a
disposizione, comunque, di tutti il dettaglio, non ve ne do lettura, perché
andiamo a fornire dati numerici. Andando nel merito della fase II, cui lei
faceva riferimento, iniziata nel 2019 e la cui conclusione è prevista per il 31
dicembre 2023, giusta DGR 470/2019, ha una dotazione finanziaria di fondi IOG
pari a euro 66.403.612,00. Relativamente alla dotazione finanziaria, si precisa
che la misura relativa al servizio civile, le cui risorse erano pari a oltre 7
milioni, risultano interamente utilizzate e rendicontate direttamente da Anpal e che 23.385.488,00 euro sono stati impegnati per
come riportato nella tabella sottostante.
C'è tutta quanta la tabella analitica che va a
riportare l’ASSE 1, l'ASSE 1 bis, quindi il totale della dotazione finanziaria,
in riferimento all'avviso, e il totale della spesa effettuata, il cui importo
per relative voci di riferimento è pari: per l'ASSE 1 a euro 26.237.840,00;
all’ASSE 1 bis, destinatari NEET fino a 35 anni, è pari a euro 40.165.772,00.
Per quanto riguarda, ancora, il totale della dotazione finanziaria, abbiamo
euro 66.403.612,00, con una spesa di euro 9.169.932,70.
Misura 1-C, orientamento specialistico o di II
livello: risultano erogate circa 19.993 ore di orientamento dagli operatori dei
CPI e dagli operatori SpL privati.
Misura 2-A, formazione mirata all'inserimento
lavorativo e 2B reinserimento di giovani, quindi diciottenni, in percorsi
formativi: per dare un'idea delle attività di cui alla tabella precedente,
basti pensare che nelle misure relative alla formazione, con gli avvisi
pubblicati a marzo 2021, oggi si è ampiamente superato il numero di 700
discenti in aula e anticipazione erogate pari a euro 513.559,90.
Misura 3, accompagnamento al lavoro: trattandosi di
una misura a risultato, ove per quest'ultimo si intende l'assunzione e il
mantenimento occupazionale di almeno 6/12 mesi a seconda della tipologia
contrattuale, non risultano ancora acquisite domande di rimborso.
Riguardo il sostegno all'autoimpiego e all'autoimprenditorialità, nella
misura nella quale la Regione Calabria è considerato il fiore all'occhiello nel
panorama nazionale, sono oltre 650 le attività imprenditoriali finanziate con
una ricaduta occupazionale di oltre 2.600 unità. Appare rilevante precisare
che, tale misura, ha richiamato, ad oggi, fondi nazionali sul territorio
regionale pari a euro 27.800.000,00. Grazie.
Grazie, Vicepresidente.
Grazie, Vicepresidente. Allora questa tabella non mi pare chiara. Le dico
la verità!
Per quanto riguarda la fase II, qui c'è scritto che la dotazione finanziaria
è di 66 milioni di euro. Lei ha ripetuto il fatto che per quanto riguarda il
servizio civile le risorse sono pari a 7 milioni, interamente utilizzate e
rendicontate direttamente da Anpal – e ci siamo – e
che 23 milioni sono stati impegnati per come riportato nella tabella
sottostante. Quindi se la dotazione finanziaria complessiva è di 66 milioni,
Vicepresidente, e ne abbiamo utilizzati 23 milioni e altri 7 per il servizio
civile, abbiamo a disposizione ancora 36 milioni che possiamo spendere? Perché
non riesco francamente a capire.
Nella fase II, 66 milioni di dotazione finanziaria, 7 milioni per il
servizio civile – e ci siamo – 23 milioni sono stati impegnati per come
riportato nella tabella, quindi ne abbiamo altri 36? 66 meno 30?
Sì, come è stato detto, devono essere utilizzati entro il 2023. Ci vediamo,
magari venga di persona.
No, volevo solo … le spiego ….
Non mi sembra questo il contesto opportuno! Siccome qui è dettagliato, le
farò vedere la relazione tecnica del Dipartimento. Quando vuole …
Ho presentato questa interrogazione soltanto per sollecitarla. Proprio
perché, nella Fase I, “Garanzia giovani”, come lei ben sa, è stata un volano
per i giovani della nostra regione, la invito a far sì che riusciamo ad
utilizzare il prima possibile anche questi 36 milioni di euro restanti.
Le posso garantire che si sta lavorando in maniera intensa e sono fortunata
a poter contare su risorse umane di grande qualità e professionalità. Comunque
l’aspetto, così quando vuole le farò avere la documentazione.
Assolutamente! Grazie.
Grazie.
Passiamo all'interrogazione numero 22/12^, a firma dei consiglieri Bruni,
Irto, Tavernise: “Tamponi gratuiti per gli alunni
delle scuole dell’infanzia”.
Rispondo a braccio e ringrazio i consiglieri Bruni,
Irto e Tavernise per la possibilità di entrare in un
tema che suscita molto interesse e preoccupazione nel contempo da parte delle
famiglie.
Intanto, come giustamente avete detto voi, i decreti
legislativi ministeriali, che sono nello specifico il numero 1 e il numero 4,
rispettivamente del 7 gennaio e del 28 gennaio, hanno previsto la gratuità dei
tamponi dietro prescrizione dei medici di medicina generale oppure dei pediatri
alla popolazione studentesca di primo e di secondo grado.
Mi occorre precisare che la ratio di questa misura, che è stata sollecitata anche dalla Regione
Calabria e dal Ministero dell'Istruzione al Ministero della Salute, è quella di
promuovere i tracciamenti e quindi favorire la scuola in presenza. Mi piace
condividere con tutta l'Aula che la Regione Calabria ha segnalato la
percentuale più alta di studenti in presenza, proprio perché abbiamo attivato
la vaccinazione nelle istituzioni scolastiche, trasformandole in hub vaccinali.
Dietro nostra sollecitazione, il Ministero dell'Istruzione
ha spinto il Ministero della Salute a garantire la gratuità dei tamponi, in una
prima fase, agli studenti della scuola di secondo grado e scuola secondaria di
primo grado. Quindi, per intenderci, scuola media e scuola superiore, utilizzando
la vecchia accezione. Erano state escluse, in una prima fase, la scuola
primaria e la scuola dell'infanzia. Nelle varie Conferenze Stato-Regioni, il
presidente Occhiuto e io, nel momento in cui l'ho rappresentato, abbiamo spinto
per risolvere questa discriminazione che andava a tagliare fuori, appunto, gli
studenti di scuola primaria e dell'infanzia.
Per quanto riguarda la scuola primaria si è riusciti,
perché con il decreto legislativo numero 4 del 28 gennaio il provvedimento è
stato esteso e quindi la gratuità dei tamponi è stata estesa anche agli
studenti di scuola primaria.
In merito alla scuola dell'infanzia, come dicevo in
premessa, - la ratio è quella di
promuovere la scuola in presenza - è stata esclusa proprio perché c’è la non
obbligatorietà di questo sistema formativo e non hanno previsto una copertura
di spesa che, in tal senso, avrebbe esteso anche alla scuola dell'infanzia.
Ora, purtroppo, questi provvedimenti legislativi si
sono conclusi oggi. Noi speriamo che possano essere prolungati almeno fino al
31 marzo, fino alla data in cui è previsto ancora lo stato d'emergenza.
Da parte nostra, poiché consideriamo che, legittimamente e come avete
segnalato voi, la scuola dell'infanzia deve essere tutelata, anche perché i
ragazzini sono più esposti al contagio - non c'è l'obbligo della mascherina e
quindi hanno delle attività relazionali e sociali di aggregazione più intense
rispetto gli altri gradi di istruzione - sarà nostro intento, laddove la misura
dovesse essere prolungata - ricordo che la copertura finanziaria è a carico del
sistema sanitario nazionale, laddove dovesse essere prolungata - farci anche
portavoce delle vostre istanze in sede di Conferenza Stato-Regioni.
Penso che sia fondamentale per proteggere non solo i bambini. Vi ricordo
che noi siamo in un inverno demografico e i bambini piccoli non li abbiamo.
Quindi bisogna proteggerli sia con i vaccini sia rendendo gratuiti i tamponi,
perché le famiglie non ce la possono fare. Insomma, sarebbe una buona cosa,
assolutamente, avere questi tamponi gratuiti in una fascia di popolazione che,
veramente, è priva di strumenti e rischia però di contagiare, a sua volta,
anziani e famiglie intere. Grazie.
Presidenza del vicepresidente Pierluigi
Caputo
Grazie, consigliera Bruni.
Passiamo all’interrogazione numero 25/12^, a firma del consigliere Mammoliti, “Sul programma di politiche attive del lavoro
Garanzia occupabilità dei lavoratori (programma GOL).
Prego.
Grazie, Presidente. Questa interrogazione a risposta
immediata nasce dall'esigenza di comprendere il lavoro e l'impegno che il
governo regionale intende attuare e praticare su una misura molto importante.
Una misura che viene finanziata interamente dal Governo nazionale per aiutare e
accompagnare la ripresa economica che speriamo, quanto prima, possa realmente
concretizzarsi.
Naturalmente il programma di garanzia di occupabilità dei lavoratori, unitamente anche a quanto
abbiamo discusso poc'anzi sul piano straordinario di potenziamento per i centri
per l'impiego e il piano strategico nazionale sulle nuove competenze,
costituisce il perno dell'azione di riforma delle politiche del lavoro
Naturalmente, considerato anche l'arco e l'orizzonte temporale di
finanziamento previsto, 2021-2025, io vorrei che si prestasse l'attenzione
necessaria perché si procederà con un decreto di concerto con il Ministero
economico e delle finanze, previa intesa Stato-Regioni, sulla base del numero
dei beneficiari del programma che sono stati presi in carico da ciascuna
Regione e dall'avanzamento della spesa inerente le misure e i servizi a loro
favore attivati. Per questa ragione, mi
auguro che si presti tutta l'attenzione necessaria.
Ho presentato questa interrogazione a risposta immediata per conoscere qual
è lo stato di redazione di questo Piano, considerato che, a mia notizia, doveva
essere redatto entro il 25 febbraio. Grazie.
Presidenza del presidente Filippo Mancuso
Risponde la Vicepresidente. Prego.
Grazie, consigliere Mammoliti.
Così è avvenuto, è stato anche condiviso con le parti sindacali. Proprio per
entrare nello specifico, il programma Garanzia occupabilità
dei lavoratori, il cui decreto di adozione è stato pubblicato in Gazzetta
Ufficiale, come diceva lei, il 27 dicembre 2011, si inserisce nell'ambito della
Missione 5.
Si tratta del perno dell’azione di riforma nell'ambito
delle politiche attive del lavoro che, oltre i GOL, prevede il varo di un piano
per le nuove competenze, il potenziamento dei centri per l'impiego e il
rafforzamento del sistema duale.
Dal mese di novembre 2021 è stato costituito un
apposito gruppo interdipartimentale tra Dipartimento lavoro e welfare,
Dipartimento istruzione e formazione, centri per l'impiego, Anpal
servizi e Azienda Calabria lavoro per la redazione dell’importante atto di
programmazione.
In data 15 febbraio 2022 vi è stato un incontro di condivisione delle linee
d'azione con il partenariato economico sociale, mentre in data 16 febbraio 2022
è stata svolta una riunione bilaterale con l’Anpal.
Per quanto riguarda il sopraesposto, si comunica che la predisposizione del PAR
GOL Calabria è in stato di avanzamento e che saranno rispettati i termini
previsti dal DM per la trasmissione all’Anpal. Quindi
noi il PAR l'abbiamo già completato, entro fine febbraio l'abbiamo già mandato
all’Anpal. Anzi l’Anpal –
lei lo sa – come tempistica ha i 30 giorni entro cui restituircelo. Noi, per
permettere che le operazioni possano concludersi prima dei 30 giorni, l'abbiamo
già mandato all’Anpal perché ci desse delle
indicazioni nel merito. Per cui ora aspettiamo la restituzione che, come le
dicevo, avverrà prima dei 30 giorni, affinché lo si possa deliberare poi in
Giunta e sottoporlo alle parti. Grazie.
Grazie, Vicepresidente. Consigliere Mammoliti, ha
facoltà di intervenire per replica.
La raccomandazione che mi permetto di suggerire è l'attenzione all'utilizzo
più possibile proficuo, perché - come dicevo prima e lei sa meglio di me - essendoci un'idea di utilizzo di premialità, più risorse e più persone in carico riusciamo a
garantire e, successivamente, maggiori risorse riusciamo ad avere negli anni
successivi. Grazie.
Grazie.
Passiamo all'interrogazione numero 19/12^, a firma del
consigliere Laghi, “In ordine all’assenza di componenti di diabetologia
pediatrica nel coordinamento regionale della rete assistenziale e nel comitato
tecnico gara S.U.A”.
Prego, consigliere Laghi, ha due minuti per illustrare l’interrogazione.
Grazie, Presidente. Spero che questa interrogazione
possa contribuire, ove già non accaduto, a correggere, credo, un disguido
organizzativo, nel senso che con il DCA n.96 del 27 luglio 2021 è stato
ricostituito il coordinamento regionale della rete assistenziale diabetologica
sulla base del DCA numero 11 del 2018, nel quale è espressamente previsto che
siano presenti, nel coordinamento, le componenti assistenziali e scientifiche e
i rappresentanti delle associazioni dei pazienti, al fine di monitorare il
funzionamento della rete diabetologica regionale. Nel suddetto DCA n. 96/21 non
è stata prevista la presenza della componente diabetologica pediatrica,
organizzata in rete diabetologica pediatrica calabrese in base al DGR numero
368 dell’8 giugno 2009 e successivamente confermata dal DCA numero 11 del 2018.
Con PEC del 7 dicembre 2021, inoltrata ai
Dipartimenti, Presidenza e Tutela della salute, è stata avanzata la richiesta
di integrazione dei componenti della diabetologia pediatrica nel coordinamento
regionale della rete assistenziale nel comitato tecnico gara S.U.A.
Finora nulla è cambiato. In realtà è del tutto evidente che i pediatri, nel
trattare i bambini diabetici, hanno gran parte di responsabilità, oltre che
grande competenza. Per cui l'interrogazione mirava ad avere una risposta in
merito alla volontà e, anche in questo caso, l'orizzonte temporale che
consentirà di integrare questi professionisti in questo coordinamento. Grazie.
Cedo la parola al Presidente della Giunta.
Grazie. Ringrazio il consigliere Laghi che sollecita
la risposta a una sua interrogazione che pone la questione che ha testé
illustrato all'Aula.
L'amministrazione ha richiesto alla Stazione Unica Appaltante di sapere come
abbia inteso procedere e, come già lei ha avuto modo di indicare nella sua
illustrazione, la Stazione Unica Appaltante ha inteso costituire un Tavolo
secondo le indicazioni che provenivano dalle Aziende sanitarie. Nel DCA
(Decreto del Commissario ad acta) in
questione non era previsto, però, che le Aziende sanitarie dovessero o
potessero individuare le competenze che lei ha suggerito. Poiché riteniamo
assolutamente condivisibili le ragioni che l’hanno mosso a fare
l'interrogazione, le posso dire - lei mi chiedeva di esprimere una volontà -
che interverrò presso il Dipartimento tutela della salute affinché si faccia
promotore, il Dipartimento, dell'integrazione di questi Tavoli, di questa
Commissione, anche, con le professionalità specifiche a cui lei fa riferimento.
Grazie, presidente Occhiuto. Molte grazie.
Interrogazione a
risposta immediata numero 29/12^ a firma del consigliere R. Mammoliti,
recante: “Sulla nomina del Commissario straordinario dell’Azienda Sanitaria
Provinciale di Vibo Valentia”
Passiamo all'interrogazione numero 29/12^, a firma del consigliere Mammoliti, recante: “Sulla nomina del Commissario
straordinario dell'Azienda Sanitaria Provinciale di Vibo Valentia”. Cedo la
parola al consigliere Mammoliti per illustrare
l’interrogazione.
Grazie, Presidente. Ci troviamo di fronte a una nomina
a Commissario dell'ASP di Vibo Valentia, il dottore Giuliano, su cui nulla quaestio, ci mancherebbe pure,
però il motivo di questa interrogazione è la riflessione che bisognerebbe fare,
Presidente e Commissario della sanità, della situazione di carenze strutturali
croniche che ci sono nell'ASP di Vibo Valentia.
L’ASP di Vibo Valentia ha una serie di concause di
problemi seri, strutturali, profondi che non consentono di avere l’esigibilità dei
LEA, per una serie di problematiche che attengono anche alla situazione di
difficoltà, di garanzia di medici e di personale.
L'unico ospedale che abbiamo - lei lo sa, presidente
Occhiuto, perché l'abbiamo pure discusso, in qualche incontro, in Prefettura
rispetto alla costruzione del nuovo ospedale - è in condizioni critiche e
difficili.
Sulla costruzione del nuovo ospedale, ancora, non
riusciamo a sapere la data effettiva di cantierizzazione e debbo dire che
apprezzo - e non faccio più apprezzamenti, caro Presidente, perché stasera ne
ho fatti tanti, ma sono abituato a riconoscere il merito delle azioni che si
mettono in campo – che abbiamo finalmente il piano Covid
e l'impegno di attenzione, encomiabile e positivo, che ha indicato sulle liste
di attesa. A Vibo abbiamo, purtroppo, a seguito della crisi pandemica, un
accumulo di prestazioni pari a 17 mila visite ambulatoriali specialistiche.
Capite bene che, per queste ragioni, l’ASP di Vibo Valentia avrebbe bisogno
di un Commissario a tempo pieno. Non è in discussione il know-how, la competenza, la qualità e la professionalità del
dottore Giuliano, ma è un interrogativo rivolto al Presidente, in questo caso
Commissario della sanità, per capire per quale ragione si è optato di nominare
un Commissario che già possiede una responsabilità imponente, che è
Commissario, contemporaneamente, dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Mater
Domini di Catanzaro. Grazie.
Cedo la parola al Presidente della Giunta.
Le rispondo volentieri, consigliere Mammoliti. Come lei sa, questa circostanza si è verificata
in ragione del fatto che la Commissaria dell'Azienda sanitaria provinciale di
Vibo Valentia ha partecipato a un avviso per la selezione dei dirigenti di
Settore all'interno del Dipartimento tutela della salute ed è stata scelta come
dirigente per il Dipartimento.
Lei sa che uno dei principali problemi che abbiamo
nell'organizzazione della sanità è proprio quello di ricostruire il
Dipartimento con dei dirigenti che se ne possono occupare.
Questa scelta però ha reso vacante, sostanzialmente,
il posto di Commissario dell'Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia,
mentre, lo ricorderà, c'era da fronteggiare l'emergenza pandemica, da
continuare la campagna di vaccinazioni - che, peraltro, nella provincia di Vibo
Valentia è andata molto bene, nel senso che è stata la provincia che ha
raggiunto i target migliori - da caricare tutte le schede per i presidi di
assistenza territoriale e mi riferisco alle case di comunità, gli ospedali di
comunità. Quindi, dovendo scegliere a chi affidare la responsabilità della
gestione di questa Azienda Sanitaria Provinciale, potevamo scegliere di
individuare un nuovo Commissario, ma le circostanze emergenziali che stavamo vivendo
inducevano a ritenere più utile che ad occuparsi della sanità dell'Azienda
sanitaria di Vibo Valentia fosse chi aveva già a conoscenza quella Azienda
sanitaria.
Nominare un Commissario nel corso di un'emergenza come
quella della pandemia, mentre c'è da adempiere a tutti gli obiettivi necessari
propedeutici per caricare le schede del PNRR, nominare un nuovo Commissario che
non conoscesse nulla dell’Azienda di Vibo Valentia esponeva a qualche
preoccupazione.
Si è scelto, quindi, di chiedere a chi si era già
occupato del governo della sanità territoriale di Vibo Valentia, cioè al dottor
Giuliano, di poterlo fare temporaneamente ad
interim, anche perché, nelle prossime settimane, come credo sia
presumibile, svolgerò, insieme alle strutture del Dipartimento, alle strutture
commissariali, una valutazione più complessiva sulla governance
delle Aziende sanitarie. In quella fase, però, ci è sembrato il modo più
opportuno - ricorrendo alle categorie del buon senso - quello di nominare chi
conoscesse, chi avesse contezza delle caratteristiche e delle criticità di
un'Azienda che aveva governato, anche piuttosto a lungo, fino a qualche mese
prima.
Per questo abbiamo scelto di chiedere al dottor
Giuliano di cimentarsi di nuovo ad
interim nel governo dell'Azienda sanitaria di Vibo Valentia.
È una scelta però, chiaramente, temporanea, transitoria. Credo che, per la
fine del mese, si procederà alla nomina di chi si occuperà, esclusivamente, del
governo dell'Azienda sanitaria di Vibo Valentia.
Grazie, presidente Occhiuto. Prego, consigliere Mammoliti,
può intervenire per la replica.
Intervengo solo per ringraziarla, Presidente, perché
prendo atto, pur comprendendo le ragioni dovute a questa circostanza
emergenziale, che le soluzioni non sono di sottovalutazione delle problematiche
che possiede l’ASP di Vibo Valentia.
Per cui la soluzione che è stata suggerita nei tempi molto immediati, mi
fanno guardare con fiducia a questo impegno, a questa scelta affinché anche
l’ASP di Vibo Valentia possa avere un Commissario a tempo pieno da dedicarsi
interamente alle tante difficoltà e problematiche che ha l’ASP. Grazie.
Passiamo al prossimo punto posto all'ordine del
giorno, proposta di legge numero 38/12^, di iniziativa dei consiglieri Caputo e
Cirillo, recante: “Interventi di manutenzione normativa sulle leggi regionali
9/1996, 30/2015, 8/2003, 7/1996, 1/2006, 32/2021 e 6/2021”.
Cedo la parola al consigliere Caputo per illustrare il provvedimento.
Grazie, Presidente.
L'articolo 1 dispone la modifica della legge regionale
17 maggio 1996, numero 9, al fine di fornire chiarezza normativa in materia di
risarcimento danni da fauna selvatica, non più limitato ai fondi e alle
produzioni agricole, ma esteso ad altre fattispecie di danno, quale quella
relativa alla circolazione stradale, demandando ad un regolamento la
definizione delle procedure.
L'articolo 2 dispone l'abrogazione dell'articolo 3
della legge regionale 29 dicembre 2015, numero 30.
L'articolo 3 prevede l'inserimento del comma 2 bis
nell'articolo 20 della legge regionale 26 giugno 2003, numero 8, quale norma
organizzativa finalizzata a consentire l’attribuzione di specifica
responsabilità dei procedimenti ai dipendenti delle Aziende sanitarie
utilizzati presso gli uffici della Giunta regionale, competenti in materia di
tutela della salute, in considerazione dell’atavica carenza di personale e per
garantire la celere effettuazione delle attività procedimentali, nell'ottica di
garantire i principi costituzionali del buon andamento della Pubblica
Amministrazione.
L’articolo 4 dispone le seguenti modifiche alla legge
regionale 13 maggio 1996, numero 7:
- la previsione, nell'articolo 7, per cui il Vice capo
di Gabinetto possa essere scelto - al pari del Capo di Gabinetto - anche tra
esterni alla Pubblica Amministrazione, con conseguente disciplina delle
differenti fattispecie di individuazione del medesimo;
- una norma di interpretazione autentica dell'articolo
8, comma 10, per cui il riferimento al Capo di Gabinetto, per esigenze di
interpretazione sistematica deve intendersi alla struttura speciale del Capo di
Gabinetto;
- la specificazione dell'Avvocatura regionale, quale
struttura di diretta collaborazione del Presidente della Giunta regionale,
l'adeguamento dei requisiti degli avvocati del libero foro rispetto a quelli
previsti per gli avvocati interni all'ente e l'introduzione di una ulteriore
competenza consulenziale al Presidente della Giunta
regionale, in materia di sanità nell'attuale fase di commissariamento.
Con l'articolo 5 si intende proporre un’opera di
chiarezza normativa, disponendo l'adeguamento anche dal punto di vista formale,
della legislazione regionale alla normativa statale sopravvenuta.
Nella legislazione regionale sono attualmente
formalmente in vigore tre leggi regionali che individuano - per il conferimento di incarichi
dirigenziali, anche di livello generale - requisiti diversi e ulteriori
rispetto a quelli fissati dall'articolo 19 del Decreto Legislativo 30 marzo
2001, numero 165 e precisamente: la legge 7 dicembre 2007, numero 26, in merito
ai requisiti per il conferimento dell'incarico di Direttore generale della
Stazione Unica Appaltante; la legge 13 maggio 1996, numero 7, sulla dirigenza
regionale; la legge 7 agosto 2002, numero 31, in merito ai requisiti per il
conferimento dell'incarico di Dirigente generale del Dipartimento Segretariato
generale.
Le discipline dettate dalle predette leggi regionali
sono, in realtà, di competenza esclusiva statale, per come chiarito dalla Corte
Costituzionale con le sentenze numero 324 del 2010 e 3100 del 2011, vertendosi
in materia di ordinamento civile (articolo 117, comma 2, lettera i) della
Costituzione italiana).
Per effetto dell'introduzione del comma 6 ter
all'articolo 19 del Decreto legislativo numero 165/2001, la previgente
disciplina regionale in contrasto, contenuta nelle predette leggi regionali, è
stata tacitamente abrogata.
Riguardo la legge regionale istitutiva della SUA, si
ritiene di abrogare le disposizioni che disciplinano il procedimento di nomina
del Direttore Generale, in virtù della sua complessità e degli aggravamenti
procedimentali ivi previsti, ritenendosi opportuno, invece, estendere al
Direttore Generale della SUA l'applicazione del regolamento regionale numero 11
del 2021, afferente al conferimento degli incarichi dirigenziali di livello
generale.
L'articolo 6 specifica, anche sulla scorta delle
previsioni contenute nella legge regionale 21 giugno 2019, numero 21, le
finalità di promozione della Calabria connesse alla Fondazione Calabria Film Commission.
L'articolo 7 dispone l'istituzione in Regione Calabria
della commissione tecnica VIA regionale per i progetti PNRR.
L'articolo 8 apporta modifiche alla legge regionale 15
dicembre 2021, numero 32, prevedendo la competenza dell'Azienda Zero nelle
attività di coordinamento funzionali al corretto, tempestivo e puntuale
funzionamento del servizio di emergenza 118 (NUE 112).
L'articolo 9 prevede modifiche all'articolo 1, della
legge regionale 23 aprile 2021, numero 6, per l'effetto disponendo la proroga
del termine di conclusione delle procedure di liquidazione della Fondazione
regionale in house
Calabria Etica.
La legge non comporta oneri, per come si desume dall'articolo 10.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Bruni. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Vorrei capire sull'articolo 7, relativamente
all'Azienda Zero, al corretto, tempestivo e puntuale funzionamento del sistema
di emergenza che, sicuramente, è una cosa interessante. Faccio presente che il
numero 112 non è stato ancora attivato in Calabria, quindi, c'è un lungo
percorso da fare.
Ma questo articolo, poi, nel merito da che cosa sarà
disciplinato?
C’è un'organizzazione successiva? Che cosa ci attendiamo da questo punto di
vista? Abbiamo il Presidente…
Presidente, se vuole posso intervenire io. Parlo seduto come la consigliera
Bruni…
Presidente Occhiuto, può rispondere.
Presidente, non volevo mancare di rispetto, era solo un po' di stanchezza.
Per rispetto al Consiglio mi alzo.
Ne approfitto anche per dare un'informativa. Appena
insediatomi ho verificato che la Calabria era calendarizzata come ultima
Regione per l'implementazione del numero unico 112, anche perché si prevedeva di istituire il numero unico 112 in un immobile
che non è nella disponibilità della Regione Calabria, ma dell’ex Comalca (Consorzio
mercato agricolo alimentare Calabria), ed è soggetto a contenzioso.
Come sapete, il 112, in tutte le regioni
d'Italia, tranne che in Veneto, è gestito da una società pubblica che si chiama
AREU (Agenzia regionale
emergenza-urgenza) che sta mettendo in piedi le centrali del 112
dappertutto; sono andati a Milano e hanno istituito una survery qui in Calabria.
Abbiamo deciso di istituire la centrale
operativa del 112 non più in quell’immobile ma, addirittura, nel palazzo della
Cittadella regionale.
Questo ci consentirà di essere tra le
prime regioni a partire con il numero unico 112, probabilmente già a maggio o,
al massimo, a giugno.
C'è la necessità, però, di organizzare
questo servizio a livello regionale e, allora, l’articolo in argomento va nella
direzione sostanzialmente di affidare la gestione del servizio ad un organismo
regionale e, visto che il 112 include le chiamate alla Polizia, ai Carabinieri,
ai Vigili del fuoco, ma anche al 118, è presumibile che anche la centrale
regionale principale del 118 sia allocata nello stesso luogo.
Poi ci sarà una centrale a Cosenza, una
centrale a Reggio perché devono essere centrali ridondanti, in caso di
problemi.
Stiamo già procedendo con i lavori, nel
senso che stiamo facendo addirittura la rete ridondante della fibra perché in
caso di eventi avversi, si interrompe tutto quanto; dunque, stiamo procedendo
anche in questa direzione.
Per inciso, vi vorrei informare anche di
un'altra circostanza: per rendere il 118 gestibile dal 112, il 113 gestibile
dal 112, il software del 113 si deve
interfacciare con il software del 112
e il software del 118 si deve
interfacciare con il software del
112.
Pertanto, ho chiesto alle aziende di
chiamare i fornitori del software per
fare un upgrade che consenta questo
interfacciamento e ho scoperto che alcune centrali del 118 in Calabria non solo
non hanno un software funzionante, ma
non hanno nemmeno il collegamento a Internet!
Questa è un’emergenza assoluta e noi
dovremo utilizzare l'occasione del numero unico 112 per riformare anche il 118.
L’articolo in argomento va nella direzione, appunto,
di costruire un'organizzazione regionale che poi però tenga conto anche delle
articolazioni attuali del 118 nelle diverse Province.
Grazie, Presidente.
Passiamo all'esame e alla votazione del provvedimento.
Articolo 1
(È approvato)
Articolo 2
(È approvato)
Articolo 3
(È approvato)
Articolo 4
(È approvato)
Articolo 5
(È approvato)
Articolo 6
(È approvato)
All'articolo 7 è pervenuto l'emendamento,
protocollo numero 5921, a firma del consigliere Cirillo, a cui cedo la parola
per l'illustrazione.
Prego, consigliere Cirillo. Può illustrare
l’emendamento.
Grazie, Presidente.
L’emendamento recita: “L'articolo 7 della
proposta di legge numero 38/12^ è soppresso”.
La presente proposta emendativa mira a
sopprimere l’articolo 7 della proposta di legge numero 38/12^, recante:
“Modifiche alla legge numero 39/2019”.
Trattandosi di norma di natura ordinamentale, non
comporta nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Parere
della Giunta?
Favorevole.
Parere del relatore?
Favorevole.
Pongo
in votazione l'emendamento. L'emendamento è approvato.
Pongo in votazione l'articolo 7.
Articolo 7, come emendato.
(È approvato)
Articolo 8
(È approvato)
Articolo 9
(È approvato)
All’articolo 10 è pervenuto un emendamento, protocollo
numero 5921-A01, a firma del consigliere Cirillo, a cui cedo la parola per
l’illustrazione.
Il secondo emendamento sostituisce
l'articolo 10 della proposta di legge numero 38/12^ con il seguente: “La
presente proposta emendativa mira a sostituire l'articolo 10 della proposta di
legge numero 38/12^, recante: “Clausola di invarianza finanziaria”.
Si rinvia alla relazione tecnico-finanziaria per la
quantificazione degli oneri della presente legge che si intende sostituire
dalla precedente relazione tecnica presentata. Grazie.
Parere della Giunta?
Favorevole.
Parere del relatore?
Favorevole.
Pongo in votazione l'emendamento che è approvato.
Pongo in votazione l'articolo 10.
Articolo 10, come emendato
(È approvato)
Articolo 11
(È approvato)
Passiamo alla votazione della legge nel
suo complesso, come emendata, con autorizzazione al coordinamento formale.
Il provvedimento è approvato con autorizzazione al
coordinamento formale, riformulando la relazione illustrativa e
tecnico-finanziaria allegata agli emendamenti approvati per adeguarli alle
modifiche apportate al testo di legge.
(Il Consiglio
approva)
(È riportata
in Allegati)
Passiamo alla proposta di legge numero
40/12^, di iniziativa del consigliere Caputo, recante: “Integrazioni
all'articolo 11 della legge regionale 19 marzo 2004, numero 11 (Piano regionale
della Salute 2004-2006)”.
Cedo la parola al consigliere Caputo per illustrare il
provvedimento. Prego, consigliere Caputo.
Grazie, Presidente.
L’articolo 1 dispone l'integrazione dell'articolo 11
della legge regionale 19 marzo 2004, numero 11, recante: “Piano regionale della
salute 2004-2006”, introducendo, nello specifico, nuove forme di assistenza
sanitaria erogate attraverso la previsione delle Case di continuità, degli
Ospedali di comunità e delle Centrali operative territoriali.
Passiamo all’esame e alla votazione del provvedimento.
Articolo 1
(È approvato)
Articolo 2
(È approvato)
Articolo 3
(È approvato)
Passiamo alla votazione della legge nel suo complesso,
con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio
approva)
(È riportata
in Allegati)
Passiamo alla proposta di legge numero 41/12^, di
iniziativa dei consiglieri Neri e Orsomarso, recante: “Valorizzazione e
gestione del patrimonio dell'Azienda regionale per lo sviluppo dell'agricoltura”.
Cedo la parola all'assessore Orsomarso per illustrare il provvedimento. Prego,
assessore Orsomarso.
Grazie, Presidente.
Voglio approfittare per condividere il pensiero
dei consiglieri di minoranza e per dire loro che non troveranno mai nessun
altro provvedimento che non passi dalle Commissioni; nel caso specifico vi era
la caratteristica dell’urgenza.
Sono consigliere regionale da diversi anni
e ritengo che i provvedimenti debbano passare dalle Commissioni prima di essere
discussi in Aula; è una questione di rispetto non soltanto per la minoranza, ma
anche per i consiglieri di maggioranza.
Nel caso specifico, l'urgenza è stata
specificata anche nel testo, in quanto proprio oggi scade la possibilità della
proroga data alla gestione temporanea di Lorica tramite Ferrovie della
Calabria.
C'è la norma in capo ad Arsac (Azienda
Regionale per lo Sviluppo dell'Agricoltura in Calabria) degli altri
impianti.
Con questo provvedimento legislativo
garantiamo la copertura fino a fine anno, altrimenti rischiamo che Lorica
chiuda.
C’è un compito ovviamente di costi e
ricavi, la pandemia e l'ulteriore disgrazia, purtroppo, della grave perdita
dell'ingegnere Marcelli, a cui va il pensiero per il lavoro svolto.
Successivamente in Commissione arriverà un
provvedimento complessivo che andrà a trovare una nuova dimensione per quanto
concerne la gestione degli impianti di risalita della Calabria.
Nonostante tutto, questa è stata un'opera eccezionale
e l'urgenza era proprio dovuta al fatto che oggi scade la proroga, Ferrovie
della Calabria non può più tenerli aperti, quindi faranno una gestione affidata
ad Arsac con la copertura finanziaria di 440 mila di
euro. Grazie.
Grazie.
Passiamo all'esame e alla votazione del provvedimento.
Articolo 1
(È
approvato)
Articolo 2
(È
approvato)
Articolo 3
(È approvato)
Passiamo alla votazione della legge nel suo complesso
con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio
approva)
(È riportata
in Allegati)
Avendo esaurito gli argomenti, la seduta è tolta.
La seduta
termina alle 20,38
Ha chiesto congedo il consigliere Montuoro.
(È concesso)
Sono state presentate alla Presidenza le
seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri regionali:
Mancuso - “Modifiche alla legge regionale 13 maggio 1996, n. 7 (Norme sull'ordinamento della struttura organizzativa della Giunta regionale e sulla dirigenza regionale)” (PL n. 32/12^).
È stata assegnata alla prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale ed alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere.
Raso, Caputo - “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 (Norme per la tutela, governo ed uso del territorio - Legge urbanistica della Calabria)” (PL n. 33/12^).
È stata assegnata alla quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente ed alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere.
Lo Schiavo - “Istituzione commissione speciale contenzioso e società partecipate (art. 32 Regolamento interno del Consiglio regionale)” (PL n. 34/12^).
È stata assegnata alla prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale ed alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere.
Raso, Caputo - “Modifiche alla legge regionale 17 agosto 2005, n. 13 (Collegato alla manovra di assestamento di bilancio per l'anno 2005)” (PL n. 35/12^).
È stata assegnata alla prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale ed alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere.
Occhiuto - “Modifiche alla legge regionale 15 dicembre 2021, n. 32 (Istituzione dell’ente di governance della sanità regionale calabrese denominato “Azienda per il Governo della Sanità della Regione Calabria - Azienda Zero”), a seguito di impegni assunti con il Governo in attuazione del principio di leale collaborazione” (PL n. 36/12^).
È stata assegnata alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative ed alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere.
Laghi - “Riordino dell’assetto territoriale delle Aziende del Servizio Sanitario Regionale della Calabria e disposizioni ordinamentali concernenti l’attribuzione ai Sindaci delle funzioni di programmazione, indirizzo, verifica e controllo in materia di tutela della salute” (PL n. 37/12^).
È stata assegnata alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative ed alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere.
Caputo, Cirillo - “Interventi di manutenzione normativa sulle leggi regionali 9/1996, 30/2015, 8/2003, 7/1996, 1/2006, 32/2021 e 6/2021” (PL n. 38/12^).
È stata assegnata alla prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale ed alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere.
Raso, Gelardi - “Strutture residenziali per minori/giovani adulti sottoposti a procedimento penale ovvero in esecuzione di pena” (PL n. 39/12^).
È stata assegnata alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative ed alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere.
Caputo - “Integrazioni all’articolo 11 della legge regionale 19 marzo 2004, n. 11 (Piano regionale della salute 2004-2006)” (PL n. 40/12^).
È stata assegnata alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative ed alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere.
Orsomarso, Neri - “Valorizzazione e gestione del patrimonio dell’Azienda regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura calabrese” (PL n. 41/12^).
È stata assegnata alla sesta Commissione - Agricoltura e foreste, Consorzi di bonifica, Turismo, Commercio, Risorse naturali, Sport e Politiche giovanili ed alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica e attività produttive, affari dell’Unione europea e relazioni con l’estero per il parere.
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa popolare:
“Istituzione del reddito di esistenza (misure contro la precarietà)” (PL n. 24/12^).
È stata assegnata alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative ed alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere.
“Istituzione del Comune Le Castella nella provincia di Crotone - art. 39 Statuto e art. 10 l.r. 13/1983” (PL n. 25/12^).
È stata assegnata alla prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale ed alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere.
“Introduzione della doppia preferenza di genere - modifica dell’articolo 2, comma 2, della legge regionale 7 febbraio 2005, n. 1 (Norme per l’elezione del Presidente della Giunta regionale e del Consiglio regionale)” (PL n. 26/12^).
È stata assegnata alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative ed alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere.
“Riassetto istituzionale del Servizio Sanitario Regionale” (PL n. 27/12^).
È stata assegnata alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative ed alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere.
“Taglio privilegi” (PL n. 29/12^).
È stata assegnata alla prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale ed alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere.
È stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge di iniziativa dei Consigli comunali di Trebisacce, Cardinale, Torre di Ruggiero, San Mango D’Aquino, Rossano, Altomonte, San Marco Argentano, Morano Calabro, Spezzano della Sila, Cleto, Castiglione Cosentino, Cerisano, Montalto Uffugo, Buonvicino, Fuscaldo, Papasidero, Motta S. Lucia, Paterno Calabro, Spilinga, Filadelfia, Santa Severina:
“Norme in materia di valorizzazione dei centri storici calabresi nonché in materia ambientale” (PL n. 28/12^).
È stata assegnata alla quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente ed alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere.
È stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge di iniziativa del Consiglio comunale di Catanzaro:
“Misure di promozione di riequilibrio di genere all’interno della legge elettorale regionale” (PL n. 30/12^).
È stata assegnata alla prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale ed alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere.
È stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge di iniziativa dei Consigli comunali di Bovalino, Verzino e Ricadi:
“Misure di promozione di riequilibrio di genere all’interno della legge elettorale regionale” (PL n. 31/12^).
È stata assegnata alla prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale ed alla seconda Commissione – Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere.
È stata presentata alla Presidenza la seguente
proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:
“Programma Azione e Coesione (PAC) 2014/2020 della Regione Calabria. Rimodulazione del Piano Finanziario - (deliberazione G.R. n. 63 del 18.2.2022)” (PPA n. 33/12^).
È stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per l’esame di merito.
È stata presentata alla presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa dei consiglieri regionali:
“Proposta di legge al Parlamento, recante: “Modifiche al Decreto Legislativo 7 settembre 2012, n. 155 (Nuova organizzazione dei Tribunali Ordinari e degli Uffici del Pubblico Ministero, a norma dell’articolo 1, comma 2, della Legge 14 settembre 2011, n. 148) e successive modifiche (articolo 121, secondo comma, della Costituzione)” (PPA n. 32/12^).
È stata assegnata alla prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale per l’esame di merito.
Comunico che è stata presentata una proposta di risoluzione a firma dei consiglieri regionali Irto, Alecci, Bevacqua, Iacucci, Mammoliti, avente ad oggetto: “Ferma condanna per l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia”.
Il Dipartimento Sviluppo economico ed attrattori culturali, Settore 03 - Attività estrattive ha trasmesso, per il parere della competente Commissione consiliare, il decreto dirigenziale n. 1018 del 4 febbraio 2022, recante: “Autorizzazione, ai sensi dell'art. 26 della L.R. 40/2009, per l'apertura di una nuova cava di argilla in località Loreto del Comune di Lattarico (CS). Società ALA s.r.l.”.
(Parere n. 2/12^).
È stato assegnato alla seconda Commissione, alla quarta Commissione e alla sesta Commissione.
La Giunta regionale ha trasmesso, per il parere della competente Commissione consiliare, la deliberazione n. 59 del 18 febbraio 2022, concernente: “Art. 4 – Legge regionale n. 8/2008 – Approvazione del «Piano Esecutivo annuale 2022»”.
(Parere n. 3/12^).
È stato assegnato alla sesta Commissione.
Comunico che, a seguito della costituzione delle Commissioni consiliari permanenti e speciali, i sotto indicati provvedimenti sono stati assegnati alle seguenti Commissioni:
1)
Proposta di legge n. 21/12^ di iniziativa del
Consigliere regionale Laghi, recante: “Istituzione della Riserva naturale Foce
del Fiume Mesima”.
È
stata assegnata alla quarta Commissione e alla seconda Commissione per il
parere.
2)
Proposta di legge n. 22/12^ di iniziativa del
Consigliere regionale Irto, recante: “Misure per la trasparenza delle donazioni
nel settore della sanità”.
È stata
assegnata alla terza Commissione e alla seconda per il parere.
3)
Proposta di legge n. 23/12^ di iniziativa del
Consigliere regionale Neri, recante: “Modifica alla legge regionale 31 dicembre
2015, n. 35 (Norme per i servizi di trasporto pubblico locale)”.
È
stata assegnata alla quarta Commissione e alla seconda per il parere.
4)
Parere n. 1/12^, Deliberazione di Giunta
regionale n. 546 del 7 dicembre 2021, concernente: “POR Calabria FESR FSE
2014/2020. Rimodulazione del Piano Finanziario Asse 3 - Competitività e
attrattiva del sistema produttivo (OT 3 FESR) - Azioni 3.3.1 - 3.3.2 e Asse 9 -
Inclusione Sociale (OT 9 FESR) - Azioni 9.4.1 e 9.6.6”.
È
stato assegnato alla seconda Commissione.
Comunico che il Comitato Regionale per le Comunicazioni - Co.Re.Com. - ha trasmesso la Relazione sulle attività svolte nell’anno 2021 e la Relazione sul Sistema delle Comunicazioni in Calabria per l’anno 2021.
La Corte Costituzionale, con decisione n. 6 del 25 novembre 2021, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale degli artt. 1, commi 1 e 2, 3, comma 2, e 4 della legge regionale 19 novembre 2020, n. 24 “Norme per l’utilizzo dei farmaci nelle strutture pubbliche e private”.
Comunico che la Giunta regionale ha trasmesso la deliberazione n. 16 del 20 gennaio 2022, concernente: “Approvazione Piano degli indicatori e dei risultati attesi di bilancio relativi al Rendiconto generale per l’esercizio finanziario 2020 (art. 18-bis e 41 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118)”.
Comunico che la Giunta regionale ha trasmesso la deliberazione n. 19 del 20 gennaio 2022, concernente: “Approvazione Piano degli indicatori e dei risultati attesi di bilancio riferito al bilancio di previsione finanziario della Regione Calabria per gli anni 2022-2024 (art. 18-bis e 41 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118)”.
Comunico che la Corte dei conti ha trasmesso le delibere numero: 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18 e 19 dell’11 febbraio 2022, riguardanti “i rendiconti dei Gruppi Consiliari” - anno 2021.
La Giunta regionale ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione al bilancio di previsione finanziario 2022-2024:
1.
Deliberazioni di Giunta regionale numero 12,
13, 14, 15, 17 e 18 del 20 gennaio 2022
2.
Deliberazioni di Giunta regionale numero 28, 29
e 30 del 31 gennaio 2022
3.
Deliberazioni di Giunta regionale numero 42,
44, 45, 46, 47 e 48 del 4 febbraio 2022
4.
Deliberazioni di Giunta regionale numero 53,
54, 55, 56, 57 e 58 del 18 febbraio 2022
Laghi. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
-sono state avviate le procedure di licenziamento nei confronti di 51 dipendenti della clinica Minasi San Bartolo, struttura privata e convenzionata di proprietà del gruppo 'iGreco';
-le interlocuzioni da parte dei lavoratori con la società nonché le trattative dei sindacati avvenute nelle settimane precedenti non hanno avuto l'esito positivo sperato;
-i lavoratori che oggi ricevono le lettere di licenziamento svolgono ruoli e mansioni essenziali e fondamentali per assicurare efficienza e qualità ai servizi delle cliniche e soprattutto garantire un'ottimale assistenza ai pazienti ricoverati;
-in questi momenti è in atto un eclatante gesto di protesta da parte di alcuni lavoratori, sui tetti della stessa Clinica, che, senza giusta causa, perdono il lavoro e, di conseguenza, mettono a rischio la stabilità e la sicurezza delle proprie famiglie;
-nei giorni scorsi, con più richieste, le Organizzazioni sindacali hanno sollecitato un intervento del Dipartimento Salute della Regione Calabria nonché del Presidente/Commissario, richieste poi rilanciate pubblicamente dal nostro stesso Gruppo Consiliare;
-a tutt'oggi non è stata avviata alcuna discussione in Commissione Sanità, non avendo la stessa avviato i suoi lavori.
Per sapere:
le immediate azioni che la Regione Calabria intende adottare per scongiurare gli effetti dei licenziamenti e trovare una definitiva e stabile soluzione.
(12; 13/01/2022).
Laghi. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
-la Clinica “Santa Lucia s.r.l.” è una struttura sanitaria privata, con sede nel Comune di Cosenza, specializzata nella cura oculistica e convenzionata con il Sistema Sanitario Nazionale;
-da molti anni svolge un ruolo di primaria rilevanza in ambito oculistico e, in particolare, nel campo della chirurgia oculistica, vantando grande esperienza ed ottimi risultati, anche grazie alla presenza e collaborazione di autorevoli medici specialisti del settore;
-la clinica ha osservato e, pertanto, risulta essere in regola con tutti gli adempimenti e le prescrizioni richiesti dalla normativa vigente in materia di possesso e permanenza dei requisiti richiesti per l'accreditamento delle strutture sanitarie, avendo superando, a tal fine, tutte le ispezioni, le verifiche ed i controlli effettuati dagli organismi competenti;
-la struttura ha, in sintesi, ottenuto la certificazione relativa al possesso di tutti i requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi necessari per il rinnovo dell'accreditamento nonché il verbale positivo del cosiddetto "organismo tecnicamente accreditante", come risulta dalla delibera n. 83 del 15 gennaio 2020 dell'ASP di Cosenza, tempestivamente trasmessa ai competenti uffici regionali;
-tuttavia, da febbraio 2020 la Regione Calabria deve ancora determinarsi e completare l'iter procedimentale relativo a detto rinnovo;
-il procedimento de quo, tutt'oggi in itinere, doveva concludersi entro il3 0 marzo 2020;
considerato che:
-questa assurda e grave situazione di stallo ha di fatto bloccato l'attività della clinica, sospesa proprio per mancato completamento dell'iter procedimentale sopra indicato;
-si tratta di una incredibile paralisi, motivata solo ed esclusivamente dai gravi ritardi e difficoltà di natura meramente amministrativa-burocratica da parte degli organi regionali competenti;
-la vicenda in essere determina drammatiche conseguenze sia perché sta mettendo a rischio la posizione lavorativa di numerosi dipendenti sia, e non di meno, perché priva il territorio e l'intera Regione, di una struttura di eccellenza nel campo oculistico;
per sapere:
quando gli organi regionali competenti intendano adottare il provvedimento di rinnovo dell'accreditamento, necessario a ripristinare le attività della clinica e superare tutti i problemi di carattere lavorativo e sanitario legati a questo ulteriore episodio di "cattiva gestione" in ambito sanitario.
(15; 17/01/2022).
Tavernise. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- il programma denominato «Garanzia Giovani» (Youth Guarantee) è il piano europeo per la disoccupazione giovanile, a sostegno dei giovani tra i 18 e i 29 anni, non impegnati in attività lavorative, né inseriti in un percorso scolastico o formativo, (cosiddetti «Neet»);
anche la Regione Calabria ha avuto il compito di attuare il piano Garanzia Giovani, ossia di organizzare, coordinare e gestire le iniziative previste a livello nazionale, servendosi delle strutture locali, ovvero Centri per l’impiego, enti privati accreditati e ATS. Considerato che: nell’arco temporale 2015-2020 la Regione Calabria ha avuto a disposizione 180 milioni di euro da destinare all'attuazione di “Garanzia giovani” e che, come riportano fonti di stampa, solo 25 milioni di questi sarebbero stati effettivamente impegnati. Tenuto conto che: a queste somme si aggiungeranno, e pertanto risulta ancor di più necessaria un’adeguata programmazione e organizzazione dell’amministrazione, quelle relative al programma Garanzia Occupabilità dei Lavoratori (GOL) che si inserisce nell’ambito della Missione 5, Componente 1 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), dedicata alle politiche del lavoro e durerà per il periodo 2021-2025. Per la Calabria saranno disponibili 40 milioni di euro e l’obiettivo da centrare, entro la fine del 2022, è il reinserimento di 27mila persone nel mercato del lavoro. Preso atto che: i pagamenti delle mensilità spettanti ai giovani che hanno aderito al programma, con tirocini formativi già conclusi o in fase di conclusione, in Calabria, continuano a subire gravi ritardi. I beneficiari attendono 9 mesi o più, prima di veder finalmente versato il corrispettivo dovuto. Risulta, addirittura, che non siano state erogate le indennità per alcuni tirocinanti della programmazione 2015-2016;
anche gli ATS attuatori del programma Garanzia Giovani, che pure hanno garantito le attività, lamentano inspiegabili rallentamenti nella riscossione dei rimborsi dovuti;
per molti ragazzi l’adesione al piano europeo di contrasto alla disoccupazione si sta trasformando in una vera odissea, quando invece avrebbe dovuto rappresentare un’opportunità, soprattutto in una regione come la nostra dove oltre due calabresi su dieci sono senza lavoro, cioè oltre il doppio della media nazionale che si attesta al 9,2% e dove è ancora più drammatica la situazione che interessa il mondo giovanile che segnala la mancanza di lavoro per circa la metà dei calabresi nella fascia di età tra i 15 e i 24 anni: 49,2%. Una percentuale quest’ultima che nel 2020, anno della crisi acuta pandemica, è anche cresciuta rispetto al 2019 quando l’indice era al 48,6%. Numeri preoccupanti se rapportati a quanto mediamente accade nel resto del Paese in cui il tasso di disoccupazione giovanile si è attestato nel 2020 al 29,4% praticamente in linea con il dato dell’anno precedente (29,2%). A dimostrazione che la crisi economica conseguenza dell’emergenza sanitaria pandemica ha colpito maggiormente in Calabria le giovani generazioni;
nella nostra Regione, da sempre fanalino di coda in Europa per tasso di occupazione ed in testa per numero di giovani in cerca di lavoro, ancor di più dopo la tempesta scatenata dall’emergenza Covid-19, c’è una fetta importante di nuove opportunità sul mercato del lavoro che non possono essere colte e sono molte le aziende che non riescono a trovare personale da inserire nel proprio organico;
in tale condizione non dare risposte immediate, soprattutto in termini di pagamento, ai giovani che partecipano, che cercano di inserirsi nel mondo del lavoro e che molto spesso affrontano spese per potersi recare in altri comuni per il loro tirocinio, non è assolutamente ammissibile. Tutto ciò premesso e considerato, interroga il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
quali provvedimenti e iniziative intende assumere al fine di garantire ai giovani calabresi partecipanti a Garanzia Giovani il pagamento in tempi brevi delle loro indennità e spettanze, anche organizzando in maniera efficiente ed efficace il lavoro amministrativo dell’Ente in materia di politiche del lavoro.
(17; 24/01/2022).
Laghi. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
-con il DCA n. 96 del 27.07.2021 è stato ricostituito il Coordinamento regionale della rete assistenziale diabetologica sulla base del DCA n. 11/2018, nel quale è espressamente previsto che siano presenti nel Coordinamento le componenti assistenziali e scientifiche e i rappresentanti delle associazioni dei pazienti, al fine di monitorare il funzionamento della rete diabetologica regionale;
-nel suddetto DCA n. 96/2021 non è stata prevista la presenza della componente diabetologica pediatrica, organizzata in "Rete diabetologica pediatrica calabrese” in base al DGR n. 368 del 18.06.2009 e, successivamente, confermata dal DCA n. 11/2018;
-con p.e.c. del 7 dicembre 2021, inoltrata ai Dipartimenti Presidenza e Tutela della salute, dal Dott. ... , Responsabile Diabetologia Pediatrica dell’Ospedale S. Giovanni di Dio – Crotone, è stata trasmessa nota a firma anche della Referente Centro di Coordinamento Rete Diabetologica Pediatrica Calabrese – dott.ssa ... –, del Responsabile della Diabetologia Pediatrica dell’Ospedale “Pugliese Ciaccio” – dott. ... –, della Responsabile della Diabetologia Pediatrica dell’Ospedale “G. Iannelli” di Cetraro –dott.ssa ... –, in cui viene avanzata la richiesta di integrazione dei componenti della diabetologia pediatrica nel Coordinamento regionale della rete assistenziale e nel comitato tecnico gara S.U.A.;
-a tutt’oggi nulla è stato fatto in merito alla legittima richiesta avanzata;
per sapere:
quando gli organi competenti intendano adottare il provvedimento di integrazione del coordinamento regionale della rete assistenziale e del comitato tecnico gara SUA “Diabetologia pediatrica” con la componente pediatrica che, per le sue specificità, riconosciute dal Piano nazionale diabete e dalla legislazione regionale in materia, ha pieno titolo ad essere rappresentata.
(19; 28/01/2022).
Bruni, Irto, Tavernise. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
-il Consiglio dei Ministri il 7 gennaio 2022 ha approvato il decreto-legge n.1 avente ad oggetto: “Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza COVID- 19, in particolare nei luoghi di lavoro, nelle scuole e negli istituti della formazione superiore;
-l’articolo 5 al comma 1 del decreto-legge “ assicura, sino al 28 febbraio 2022, l’attività di tracciamento dei contagi da COVID-19 nell’ambito della popolazione scolastica delle scuole secondarie di primo e secondo grado … mediante l’esecuzione gratuita di test antigenici rapidi per la rilevazione di antigene SARS-Cov-2 … sulla base di idonea prescrizione medica rilasciata dal medico di medicina generale o dal pediatra di libera scelta, presso le farmacie …;
-giorno 15 gennaio 2022 con apposita comunicazione della Vice Presidente della Giunta Regionale, la Regione Calabria ha adottato il decreto-legge n.1 del 7 gennaio 2022 rendendo disponibile la funzionalità per la richiesta di tamponi gratuiti nelle scuole per tutti gli studenti;
preso atto che:
-il decreto-legge n.1 del 22 gennaio 2022 non contempla la possibilità di tamponi gratuiti anche per gli alunni delle scuole dell’infanzia e della primaria, escludendoli e ponendo di fatto una ingiustificata discriminazione tra studenti, in quanto per ogni bambino vengono effettuati almeno due o anche più tamponi in presenza di sintomi o di malattia accertata;
-con il successivo decreto-legge n. 4 del 27 gennaio 2022 il Governo ha disposto l’esecuzione gratuita di test antigenici rapidi per la rilevazione di antigene SARS-CoV-2 anche alla popolazione scolastica delle scuole primarie (art. 30 comma 2);
-il Commissario straordinario, Generale ... , ha emanato una circolare per l’esecuzione del decreto-legge 27 gennaio n. 4 con cui si precisa che l’articolo 30 comma 2 si applica fino al 28 febbraio 2022 secondo la procedura disciplinata dall’articolo 5 del DECRETO-LEGGE 7 Gennaio 2022, n.1;
-il decreto- legge n.1 del 7 gennaio 2022 e il decreto-legge n.4 del 28 gennaio 2022, tuttavia, non prevedono la possibilità di tamponi gratuiti per gli alunni delle scuole dell’infanzia dove, peraltro, il rischio di contagio è maggiore perché la vaccinazione o non è prevista oppure è poco diffusa. Tutto ciò premesso, si interroga il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
quali provvedimenti intende assumere per superare questa discriminazione al fine di garantire, nell’ottica del potenziamento delle attività di contact tracing e di testing, lo stesso trattamento anche agli alunni della scuola dell’infanzia.
(22; 02/02/2022).
Mammoliti. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
-il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha adottato con decreto del 5 novembre 2021, il Programma nazionale per la garanzia di occupabilità dei lavoratori (GOL). Il Programma Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori, come si legge nell’allegato A del decreto, nasce nell’ambito delle iniziative varate dal Governo ritenute necessarie ad accompagnare la ripresa economica dopo la crisi dovuta alle conseguenze della pandemia. Il Programma GOL, dunque, in sinergia con il Piano straordinario di potenziamento dei centri per l'impiego e con il Piano strategico nazionale sulle Nuove Competenze (PNC), costituisce il perno dell’azione di riforma delle politiche per il lavoro in un contesto nel quale il profondo cambiamento strutturale, la transizione verde e quella ecologica in primis, fa emergere certamente nuove opportunità, ma anche nuovi rischi soprattutto per i soggetti più fragili e per i territori più deboli. In questo quadro il programma GOL, in combinazione con gli altri interventi assume caratteristiche di riforma di sistema, considerato l’orizzonte temporale previsto (2021-2025) e l'ammontare di risorse complessive (4,4 miliardi di euro, oltre ai 500 milioni di euro a valere su REACT-EU). Nello specifico alla Calabria vengono destinati € 1.655.000,00 per il 2021 e € 39.776.000,00 per il 2022. Mentre per i successivi riparti si procederà annualmente con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, previa intesa in sede di Conferenza Stato-regioni e province autonome, individuando criteri di ripartizione delle risorse sulla base del numero dei beneficiari del Programma GOL presi in carico in ciascuna regione e provincia autonoma e dell'avanzamento della spesa inerente le misure e i servizi in loro favore attivati. Diventa, dunque, fondamentale per la Regione non solo la tempestività nella redazione del Piano, ma anche la sua rispondenza alle reali necessità della Calabria. L’adozione del Programma GOL da parte del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, costituisce parte del traguardo (milestone) assegnato dalla missione M5, componente C1, tipologia «riforma», intervento «1.1 Politiche attive del lavoro e formazione>>, del PNRR. Sulla base delle indicazioni del Programma approvato, favorendo la consultazione delle parti sociali, le regioni e le province autonome entro 60 giorni dalla pubblicazione del decreto sulla Gazzetta Ufficiale, adottano previa valutazione di coerenza con il Programma nazionale da parte dell’ANPAL, un Piano regionale per l'attuazione di GOL. Il decreto in questione è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana del 27.12.2021 serie generale n. 306 e, in ragione di ciò, la Regione dovrà predisporre ed inviare ad ANPAL il Piano attuativo regionale quale strumento di pianificazione degli interventi per il raggiungimento degli obiettivi strategici fissati dal Programma “GOL” entro il 25 febbraio p.v. (60 giorni dalla pubblicazione);
Tutto quanto sopra premesso, si interroga il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore al Lavoro
per sapere:
in considerazione dell’approssimarsi dello scadere del termine assegnato alle regioni, lo stato di redazione del Piano attuativo regionale “GOL”.
(25; 10/02/2022).
Mammoliti. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- A) con decreto del 25.01.2022 (DCA n. 4 del 25.01.2022), il Presidente della Giunta Regionale Dott. Roberto Occhiuto, nella sua qualità di Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della Regione Calabria, ha nominato il Dott. ---------, già Commissario straordinario dell'Azienda Universitaria “Mater Domini” di Catanzaro, anche Commissario straordinario dell'Azienda Sanitaria Provinciale di Vibo Valentia;
B) come è noto, le condizioni in cui versa, attualmente, l'Azienda Sanitaria Provinciale di Vibo Valentia sono caratterizzate da gravissime criticità e carenze sotto molteplici profili e, in particolare, sotto il profilo delle risorse finanziarie, delle strutture, degli strumenti, dell'organico e dell'organizzazione;
C) le anzidette gravissime criticità e carenze si traducono, quotidianamente, nell'erogazione di un servizio che, in quanto ad efficienza, risulta essere molto al di sotto del livello minimo necessario a soddisfare le esigenze sanitarie essenziali della Provincia Vibonese;
D) per eliminare le precitate criticità e carenze e per garantire, conseguentemente, alla Provincia Vibonese un servizio sanitario funzionante ed efficiente, è necessario che la guida dell'ASP di Vibo Valentia sia affidata a persona che sia messa in condizioni di concentrare tutte le sue attenzioni e il suo sforzo lavorativo unicamente sulla medesima ASP e non anche su altre Aziende Sanitarie;
E) pertanto, appare, oltremodo, inopportuna la decisione del Commissario ad acta, Dott. Roberto Occhiuto, di affidare l'amministrazione dell'ASP di Vibo Valentia a persona che è già impegnata nell'amministrazione di altra, più grande e più complessa, Azienda Sanitaria. Tutto ciò premesso, si interroga il Presidente della Giunta Regionale Dott. Roberto Occhiuto, nella sua qualità di Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della Regione Calabria, al fine di sapere
per sapere:
quali sono state le ragioni, improntate al principio della massima efficienza del servizio sanitario, che lo hanno indotto a nominare il Dott. --------- quale Commissario straordinario dell'Azienda Sanitaria Provinciale di Vibo Valentia, mantenendo, al contempo, lo stesso alla guida, anche, dell'Azienda Universitaria “Mater Domini” di Catanzaro.
(29; 22/02/2022).
Tavernise. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
-nel 1992 il Comune di Tortora (Cosenza) ha rilasciato un'autorizzazione per un impianto privato per il trattamento dei rifiuti liquidi speciali non pericolosi. L'impianto è stato realizzato sulla sponda calabrese del fiume Noce, che divide la Calabria dalla Basilicata, in contrada San Sago;
-la struttura nasce oltre 30 anni fa come impianto pubblico autorizzato al trattamento dei reflui urbani comunali e nel corso degli anni viene riconvertito ad impianto privato autorizzato, appunto, al trattamento dei rifiuti speciali pericolosi e non. L’impianto dovrebbe trattare svariate tipologie di rifiuti speciali liquidi e fangosi provenienti da industria tessile, chimica, meccanica, conciaria, macelli, lavanderie industriali, tintorie, stamperie, industria del legno, industria dei detersivi, etc., nonché percolati prodotti dagli impianti di discarica. Pertanto è una piattaforma industriale che ha avuto nel corso degli anni una radicale modifica della sua destinazione d’uso senza una sostanziale evoluzione tecnologica, collocata in un'area a forte vocazione turistica che, a distanza di 30 anni dalla nascita, appare oggi del tutto inidonea ad ospitare un impianto di questo tipo e con queste funzioni;
-già a partire dal 1992 vi è stato un susseguirsi di eventi riguardanti l'impianto: moria di pesci nel fiume tra l'impianto ed il mare; un tir sorpreso dai Carabinieri a riversare rifiuti pericolosi su un terreno adiacente il fiume Noce. Con le indagini della Procura di Paola avvengono sequestri di camion per il trasporto di rifiuti; chiusura e riapertura dell'impianto; nuova moria di pesci. Anche la Procura di Lagonegro apre un'inchiesta perché non vengono rispettati i limiti massimi giornalieri di smaltimento dei rifiuti liquidi pericolosi;
-ci sono, oggi, seri dubbi circa le attuali condizioni di funzionamento dell’impianto fermo da circa otto anni e quindi sulla reale capacità operativa rispetto ai volumi di rifiuti trattabili. Un sequestro giudiziario, infatti, il 27 novembre 2013 ha fermato l'attività delle macchine che trattavano 300 metri cubi di reflui urbani e industriali (in buona parte pericolosi) al giorno, per un totale di 110 mila metri cubi all’anno. Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Paola disponendo il sequestro preventivo dell’impianto riscontrava:
“la presenza di numerose tubazioni volanti, predisposte sulle vasche per bypassare sezioni del processo depurativo”;
“la completa disattivazione della sezione di depurazione relativa alla denitrificazione”;
“l’inefficacia della sezione di depurazione relativa alla ossidazione”;
“il non perfetto funzionamento del sistema di caricamento dei fanghi disidratati”;
“l’inosservanza delle prescrizioni contenute/richiamate nell’Autorizzazione Integrata ambientale”. -Considerato che: l'impianto di depurazione ed il percorso delle sue acque di smaltimento sono al centro di un rilevante ecosistema a valenza comunitaria;
-l’impianto è situato a meno di 200 metri dal sito SIC/ZSC IT9210265 «Valle del Noce» nonché nelle immediate vicinanze di una serie di siti inseriti nella rete Natura 2000;
-la preoccupazione dei cittadini, delle associazioni e dei sindaci della zona è relativa non solo all'ambiente, ma anche all'economia turistica, asset fondamentale, ma anche l'unico della realtà territoriale dell'alto Tirreno cosentino. -Tenuto conto che: il 24 febbraio 2009, quando era gestito dalla Società Ecologica 2008 Srl, l'impianto ha ricevuto l'autorizzazione integrata ambientale (AIA) con decreto del dirigente generale del dipartimento politiche dell'ambiente dalla Regione Calabria n. 1576. L'AIA è stata sospesa dal dipartimento ambiente della Regione Calabria in data 20 dicembre 2013 e a tutt'oggi l'impianto non è funzionante;
-con Determina Dirigenziale del 23/04/2021 il Dipartimento Ambiente ed Energia della Regione Basilicata ha espresso parere favorevole di Valutazione di Incidenza, fase di Screening, ai sensi del D.P.R. n. 357/1977, relativamente all’intervento “Impianto di eliminazione rifiuti pericolosi e non” sito in San Sago del Comune di Tortora, proposto dalla società Co.Gi.Fe. Ambiente srl. Il dipartimento ha deciso “di non ritenere necessaria l’assoggettabilità dell’impianto alla procedura di Valutazione di Incidenza Appropriata (livello II della procedura sancita dall’articolo 6 della Direttiva Habitat 92/43/CEE)” e di non procedere quindi ad una valutazione dettagliata delle categorie di rifiuti da esso trattabili;
-l’8 giugno 2021 il dirigente generale del Dipartimento Ambiente ed Energia della Regione Basilicata, Giuseppe Galante, replicando alla lettera con la quale il sindaco di Tortora aveva chiesto alla Regione Basilicata di annullare il parere favorevole di valutazione di incidenza espresso nell’aprile 2021 risponde che “anche in considerazione delle preoccupazioni espresse dal Presidente Vito Bardi e dall’Assessore Gianni Rosa, oltre che da diverse altre amministrazioni comunali, si farà immediatamente promotore dell’esecuzione di un approfondito studio e di una attività di monitoraggio volti a verificare la sussistenza di emergenze ambientali che comportino incidenze significative sul sito comunitario, con il coinvolgimento delle due Agenzie Regionali di protezione ambientale e delle istituzioni interessate.”;
-l’assessore regionale all’Ambiente della Regione Basilicata Gianni Rosa, sempre giorno 8 giugno 2021, spiegava: “Sul piano amministrativo posso assicurare che gli uffici competenti hanno lavorato nel rigoroso rispetto delle norme. Nonostante questo come governo regionale, raccogliendo le numerose sollecitazioni pervenute da associazioni ed enti locali, e in una logica di positivo confronto con il territorio, riteniamo doveroso svolgere ulteriori approfondimenti, all’esito dei quali i nostri uffici adotteranno nella loro piena autonomia i provvedimenti conseguenti.”;
-in un incontro nel 3 dicembre 2021, tra i sindaci della Valle del Noce, tra cui il sindaco di Tortora, e la Regione Basilicata rappresentata dal presidente della Giunta, Vito Bardi e dagli assessori Gianni Rosa e Franco Cupparo, è emersa una volontà condivisa, ovvero la contrarietà politica anche da parte della giunta lucana, alla riattivazione dell’impianto. La stessa Giunta della Regione Basilicata, in quell’occasione, si è impegnata ad affrontare la questione con la Regione Calabria. -Preso atto che: il 21 dicembre 2021 è stata approvata all’unanimità in Consiglio regionale della Basilicata, una mozione relativa all’impianto di eliminazione rifiuti pericolosi e non sito in località San Sago. Con il documento si chiede l’impegno della Giunta regionale lucana “a richiedere agli uffici competenti, nel rispetto dell’autonomia dell’azione amministrativa, un approfondimento dell’istruttoria al fine di meglio verificare tutti gli aspetti ambientali affinché vengano opportunamente valutati e, previa sospensione dell’efficacia della Valutazione di Incidenza (VIncA), pervenire in autotutela alla revoca dell’atto in questione”. Chiesto, altresì, l’impegno della Giunta regionale della Basilicata “A coinvolgere, attraverso i Sindaci e le Associazioni di cittadini, le comunità locali interessate al fine di condividere tutte le iniziative utili a chiarire i termini di una vicenda che genera preoccupazione e tensioni sociali e ad avviare un’azione di interlocuzione amministrativa con la Regione Calabria, ente titolato a rilasciare l’autorizzazione di riapertura, per impedire la realizzazione di tale malaugurato disegno”;
-il vice presidente del Consiglio regionale della Basilicata, a riguardo della mozione, riferiva: “L’approvazione di questo atto in Consiglio che di fatto impegna la Giunta regionale a richiedere agli uffici competenti un approfondimento dell’istruttoria è un atto politico che esprime un diniego chiaro all’impianto. Ora con il coinvolgimento di tutti gli enti e le associazioni del territorio si può avviare anche una interlocuzione ufficiale con la Regione Calabria, unico ente in grado di scongiurare definitivamente la realizzazione dell’impianto di San Sago che seppur limitrofo a una zona di pregio della Basilicata insiste nel territorio calabrese”. Tutto ciò premesso e considerato, interroga il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
1. quali incisive iniziative intenda assumere, nell'ambito delle proprie competenze, a tutela dell'ambiente, onde evitare che vengano approvati interventi in conflitto con le esigenze di conservazione degli habitat e delle specie di interesse comunitario;
2. se non ritenga che, prima di rilasciare o meno le autorizzazioni necessarie all’eventuale riapertura dell'impianto, si debba procedere, al fine di tutelare i citati siti di grande valenza naturalistico-ambientale e di importanza comunitaria, a svolgere un'istruttoria completa ed approfondita e non superficiale come, sembra, sia stato fatto da parte della Regione Basilicata e se, considerati i preminenti interessi da tutelare come la salute, l’ambiente e la stessa vocazione turistica del territorio, non si debba procedere ad una valutazione analitica e dettagliata per tutte le tipologie di rifiuti di cui ai codici CER richiesti verificando sul posto la reale funzionalità dell’impianto soggetto ad AIA al trattamento depurativo degli stessi, anche alla luce delle problematiche che sono state sollevate;
3. se non ricorrano le condizioni per cui si debba procedere ad attivare la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), visto che l’impianto era autorizzato con AIA del 2009 a trattare rifiuti riferiti a 322 codici CER molti dei quali rifiuti pericolosi, tra cui il petrolio, e scarica nel torrente Pizinno che, dopo un brevissimo tragitto confluisce nel fiume Noce. Questo, a qualche chilometro di distanza, ha la foce a confine tra la Calabria e la Basilicata tra i comuni di Tortora, Praia a Mare e Maratea, località rinomate in tutt’Italia per la loro vocazione turistica e per la presenza di ben sei Zone Speciali di Conservazione lungo la costa dei rispettivi territori comunali;
4. a che punto siano le interlocuzioni ufficiali con la Regione Basilicata, che in più frangenti ha espresso l’impegno ad affrontare la questione con la nostra Regione e, come detto dal vice presidente del Consiglio regionale della Basilicata in occasione dell’approvazione della mozione giorno 21 dicembre 2021, è intenzionata a “percorrere una strada politica al fine di produrre una decisa moral suasion nei confronti della Regione Calabria affinché, non autorizzi la realizzazione dell’impianto a San Sago”.
(11; 13/01/2022).
Bruni, Irto, Tavernise. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
-Il Centro Regionale di Farmacovigilanza (CRFV) è una struttura operante all’interno del Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria che si occupa di farmacovigilanza a livello territoriale e partecipa in modo stabile e continuativo alle attività del Sistema Nazionale di Farmacovigilanza facente capo all’Agenzia Italiana del Farmaco.
-Sin dalla sua attivazione, risalente a Dicembre 2015, il CRFV, si è proposto quale supporto per gli operatori sanitari ed i cittadini allo scopo di approfondire e diffondere le conoscenze sul profilo di sicurezza di farmaci, vaccini e dispositivi medici, nonché il loro impatto in termini di salute pubblica, argomento attualmente di grande interesse scientifico, alla luce dell’immissione in commercio di farmaci sempre più innovativi. Inoltre, svolge attività di monitoraggio dell’appropriatezza prescrittiva, spesa farmaceutica convenzionata, strumento necessario a garantire sicurezza ed efficacia terapeutica, nonché la razionalizzazione della spesa farmaceutica.
-Il D.lgs. n. 44/1997 – successivamente integrato e modificato dal D.Lgs. n. 95/2003 e dal D.Lgs. n. 219/2006 – prevede che, nell’ambito del sistema nazionale di farmacovigilanza, facente capo all’Agenzia Italiana del Farmaco (di seguito AIFA), le Regioni, singolarmente o di intesa tra loro, collaborino con la stessa AIFA all’attività di farmacovigilanza, attraverso iniziative atte a promuovere le segnalazioni spontanee da parte degli operatori sanitari, nonché alla diffusione delle informazioni al personale sanitario ed alla formazione degli operatori nel campo della farmacovigilanza.
-L’art. 129 del D.Lgs. n. 219 del 24 aprile 2006 stabilisce che le Regioni, al fine di coadiuvare l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) nelle iniziative atte a promuovere le segnalazioni spontanee da parte degli operatori sanitari, si avvalgano di appositi Centri di Farmacovigilanza (CRFV). -L’art. 36, comma 14 della Legge n. 449/1997, dispone uno stanziamento annuale a favore delle Regioni da destinare ad iniziative di farmacovigilanza. -L’allegato 1 all’Accordo Stato – Regioni del 28 ottobre 2010, avente ad oggetto “Requisiti minimi di un Centro Regionale di Farmacovigilanza”, definisce i Centri Regionali di Farmacovigilanza (CRFV): “strutture riconosciute dalla Regione di appartenenza con atto formale, che partecipano, quale parte integrante, in modo stabile e continuativo, alle attività del sistema nazionale di farmacovigilanza facente capo all’AIFA”.
-L’Accordo Stato Regioni del 28 ottobre 2010 (a valere sulle annualità 2008-2009) ed i successivi del 26 settembre 2013 (annualità 2010-2011) e del 30 marzo 2017 (annualità 2012-2013-2014) e del giugno 2019 (annualità 2015-2016-2017) prevedono l’erogazione alle Regioni di fondi vincolati alla costituzione ed al successivo mantenimento dei Centri Regionali di Farmacovigilanza (CRFV).
-La Regione Calabria, in ottemperanza all'Accordo Stato-Regioni del 28 ottobre 2010, con DPGR-CA n. 37/2012 ha recepito ed approvato lo schema di convenzione da stipularsi tra l’AIFA e la stessa Regione, nonché il progetto di costituzione del Centro Regionale di Farmacovigilanza.
-Con DCA n.61/2018 il Centro Regionale di Farmacovigilanza (CRFV), è collocato ed opera all’interno dell’attuale Settore n. 3 “Assistenza Farmaceutica, Assistenza Integrativa e Protesica, Farmaci e Convenzionate, Educazione all’Uso consapevole del farmaco” del Dipartimento Tutela della Salute e Servizi Sociali e Socio Sanitari della Regione Calabria. -Il personale del CRFV si compone di n. 5 unità, (n. 1 biotecnologo; n. 1 ingegnere clinico; n.1 statistico; n. 1 ingegnere informatico; n. 1 amministrativo in possesso di laurea in giurisprudenza) selezionate con procedura ad evidenza pubblica, che hanno sottoscritto un contratto di collaborazione coordinata e continuativa di durata triennale - a decorrere da giorno 1 dicembre 2015, successivamente prorogata per ulteriori 24 mesi fini al 30 novembre 2020. In considerazione della scadenza alla data del 30 novembre 2020 dei contratti di CO.CO.CO. è stata effettuata una proroga fino al 25 novembre 2021, ai sensi della legge Madia a favore dell’unica unità già risultante dei fabbisogni storici dei diversi anni. -Le figure professionali in servizio presso il CRFV, che operano in totale sinergia ed integrazione, sono dotate di specifiche competenze attinenti le aree: farmaceutica, tecnica, statistica, giuridica, informatica, biogestionale e biotecnologica, forniscono collaborazione e supporto tecnico-amministrativo all’attività istruttoria di tutti i procedimenti di competenza del Settore 3, come individuati nella declaratoria allegata DDG. n.106/2016-con decreto n.12097 del 21 novembre 2021 “approvazione micro organizzazione del dipartimento tutela della salute, servizi socio-sanitari in attuazione al DPGR n.180 del 7.11.2021, il Centro Regionale di Farmacovigilanza veniva inserito come unità operativa 3.2 (Farmacovigilanza e dispositivo vigilanza) “Assistenza Farmaceutica, Assistenza Integrativa e Protesica, Farmaci e Convenzionate, Educazione all’Uso consapevole del farmaco”. -I contratti dei collaboratori sono scaduti, uno il 25.11.2021 (statistico operante dal 2004 già risultante nei Fabbisogni del personale), n. 4 contratti, il 15.12.2021 (operanti dal 2015).
-Con Nota 64436 del 25.05.2021, il Direttore Generale di AIFA, considerate le dimissioni del Responsabile Scientifico e la mancanza di personale, specificava “…qualora l’inadempimento si protragga … AIFA avrà la facoltà di revocare il finanziamento relativo alle attività per cui è stata rilevata l’inadempienza e di richiedere la restituzione delle somme erogate…”, oltre che di non poter procedere alla stipula della convenzione per i fondi 2015-2016-2017 a seguito dell’esito negativo del monitoraggio condotto da AIFA durante l’AUDIT tenutosi in data 13 e 14 aprile 2021.
-Con DDG 6532 del 23.06.2021 a seguito del recepimento delle dimissioni della precedente responsabile veniva individuata quale Responsabile Scientifico la dott.ssa Brunella Piro, Responsabile Farmacovigilanza dell’ASP di Cosenza. -Con nota prot n. 442011 del 14.10.2021 si riscontrava alle richieste successivamente trasmesse da AIFA esplicitando le attività intraprese al fine di procedere al recupero delle criticità evidenziate, in gran parte derivanti dalla mancata continuativa presenza di personale dedicato, oltre che all’assenza del personale farmacista specializzato per le attività specifiche del ruolo (Requisiti Minimi–allegato 1 all’Accordo Stato Regioni del 28 ottobre 2010). -Altre Regioni hanno già provveduto alla istituzione dei CRFV con proprio atto formale, localizzandoli presso i rispettivi Settori/Servizi di Politica del Farmaco (ABRUZZO – DGR n. 87 del 10 febbraio 2015; EMILIA ROMAGNA – DGR n. 1066 del 16 luglio 2008; MOLISE – DGR n. 578 del 4 agosto 2011; PUGLIA – DGR n. 1478 del 17 luglio 2012; VALLE D’AOSTA – DGR n. 1877 del 30 dicembre 2014. Tutto ciò premesso
per sapere:
dal Presidente della Giunta regionale della Calabria: quali iniziative intende assumere per ripristinare con urgenza il servizio del Centro Regionale di Farmacovigilanza.
(13; 13/01/2022).
Tavernise, Irto, Bruni. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
-la processionaria è un lepidottero che sta causando danni enormi ai boschi della Sila. Si alimenta del fogliame e delle linfe degli alberi, arrivando a defogliare interi rami e a distruggerli, provocando disseccamenti e l’estinzione della loro vitalità con un grave danno ambientale;
-la presenza diffusa dell'insetto non solo minaccia seriamente la produzione, o la sopravvivenza, del popolamento arboreo della Sila, ma i bruchi di processionaria possono provocare negli animali e nell'uomo gravi reazioni allergiche ed infiammatorie (irritazioni cutanee e oculari, eritemi alle mucose ed alle vie respiratorie), anche senza il contatto diretto con il corpo dei bruchi (i peli urticanti possono infatti staccarsi ed essere trasportati dal vento). Le larve sono addirittura mortali per animali come i cani.
-Considerato che: la lotta alla processionaria è regolata dal Decreto del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali del 30 ottobre 2007, pubblicato in G.U. il 16 febbraio 2008, n. 40, recante “Disposizioni per la lotta obbligatoria contro la processionaria del pino Traumatocampa (Thaumetopoea) pityocampa”;
-la norma attribuisce la competenza fitosanitaria al Servizio Fitosanitario Regionale che, in Calabria, è una struttura del Settore n. 4, Servizi di Sviluppo agricolo, Fitosanitario e Valorizzazione patrimonio ittico e faunistico, del Dipartimento Agricoltura e Risorse Agroalimentari. Il decreto stabilisce che la lotta è obbligatoria nelle aree dove la presenza dell'insetto minaccia seriamente la produzione o la sopravvivenza del popolamento arboreo.
-Tenuto conto che: nel 2021, a fronte del pericolo processionaria, l’Ente Parco della Sila ha incaricato Vincenzo Palmeri, docente di Entomologia Forestale al Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria, di predisporre una relazione sulla problematica in questione. Il 6 Marzo 2021 venivano pubblicate le “Linee guida per la gestione della Processionaria dei pini” con le metodologie di controllo e integrabili di lotta;
-la Sesta Commissione consiliare permanente, nella seduta del 14 aprile 2021, ha approvato il Piano Regionale per le attività di sviluppo nel settore della Forestazione e per la gestione delle foreste regionali per gli anni 2021-2022 ed i relativi allegati, formulando, tra le altre, la seguente raccomandazione: dare priorità nel Piano annuale di forestazione alla lotta alla processionaria dei pini, in sinergia con il Servizio Fitosanitario;
-ad aprile 2021 si è insediato il Comitato tecnico-scientifico, voluto dall’Assessorato regionale all’Agricoltura, con la partecipazione del Dipartimento di Agraria e del Dipartimento Patrimonio Architettura Urbanistica dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, dell’Ente strumentale “Azienda Calabria Verde”, del Parco nazionale della Sila, dell’UOA Forestazione e dello stesso Dipartimento Agricoltura – SFR per operare, da un lato, una maggior sensibilizzazione della popolazione su rischi e accorgimenti da mettere in atto, dall’altro, l’adozione di tutte le soluzioni tecniche idonee a contenere la diffusione del lepidottero, previo censimento delle aree interessate, privilegiando negli interventi quelle maggiormente antropizzate. Il gruppo di lavoro, che aveva già fornito la propria opera per la redazione del Piano attuativo di forestazione 2021, aveva discusso delle iniziative da porre in essere a supporto delle azioni messe in campo, già da febbraio 2021, dal Servizio fitosanitario della Regione e da Azienda Calabria Verde;
-nella Deliberazione di Giunta della Regione Calabria n. 412 della seduta del 25 agosto 2021, rimodulando le Schede Intervento del Piano di Azione e Coesione (PAC) 2007/2013, nella scheda Nuove Operazioni n. 11 – “Azioni di supporto per il potenziamento del sistema regionale di previsione e prevenzione dei rischi Settore Protezione Civile” vengono indicati gli obiettivi e le azioni per l’eliminazione della processionaria del pino e la messa in sicurezza della salute di persone e animali e del patrimonio boschivo regionale, individuando proprio i boschi della Sila come luoghi più colpiti dall’infestazione e indicando l’inverno come uno dei momenti adatti per agire, il “periodo in cui ci si accorge della presenza dell’insetto, quando sono ben visibili sulla chioma, soprattutto nelle porzioni esterne, i nidi formati dalle larve”. Uno dei metodi di lotta, infatti, prevede la rimozione manuale dei nidi di processionaria, tagliando le estremità della pianta infestate. Questo procedimento viene abitualmente svolto tra dicembre e febbraio, prima che le larve escano dal nido.
-Preso atto che: in alcune Regioni, come ad esempio la Puglia e la Valle d'Aosta, è la Regione stessa a farsi carico delle disinfestazioni all'interno delle foreste demaniali regionali;
-in Calabria, nella precedente legislazione, erano stati stanziati 4 milioni di euro per la lotta alla processionaria, risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione da riprogrammare.
Tutto ciò premesso e considerato interrogano il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
1. che iniziative stia assumendo la Regione Calabria nei confronti di questa vera e propria emergenza per la definizione e messa a punto di un’azione puntuale sul problema della processionaria in Sila e per la predisposizione di interventi nel brevissimo e breve termine e nel medio e lungo periodo;
2. se intende avvalersi del personale qualificato dell’Ente Parco della Sila e dell’Ente strumentale della Regione Calabria “Azienda Calabria Verde”, in sinergia con il servizio fitosanitario del dipartimento Agricoltura, al fine di adottare tutte le misure più urgenti a contrastare il fenomeno in corso, nonché predisporre una adeguata programmazione a regime per il monitoraggio e la gestione del fenomeno in tutti i contesti regionali demaniali ove si presenti una infestazione da questo insetto, così da ridurre ad un livello accettabile i danni al popolamento arboreo.
(14; 17/01/2022).
Bruni, Irto, Tavernise.
Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
-il 6 dicembre del 2007 è stato stipulato un
protocollo d’intesa tra il Ministero della Salute e la Regione Calabria per la
realizzazione di nuovi ospedali: Sibaritide, Vibo
Valentia, Piana di Gioia Tauro e Catanzaro
-il 13 dicembre 2007 di concerto con il Ministero
della Salute, il Ministero dell’Economia e delle Finanze e la Regione Calabria
viene sottoscritto l’accordo di programma integrativo 2007 per il settore degli
investimenti sanitari per la realizzazione dei quattro nuovi ospedali
(Catanzaro, Piana di Gioia Tauro, Sibaritide e Vibo
Valentia) per un importo complessivo di Euro 285.589.141,17 tra risorse statali
e regionali. Nuovo Ospedale della Sibaritide Euro
77.000.000,00 Complesso ospedaliero di Catanzaro Euro 99.000.000,00 Nuovo
Ospedale di Vibo Valentia Euro 43.589.141,77 Nuovo Ospedale della Piana di
Gioia Tauro Euro 66.000.000,00
-il 21 dicembre 2007 il Presidente del
Consiglio dei Ministri, con ordinanza n. 3635, nomina il dott. Vincenzo
Spaziante quale Commissario delegato per la gestione della situazione
emergenziale in Calabria inclusa la realizzazione dei quattro nuovi ospedali.
-In data 3 aprile 2008, il Commissario
delegato approvava il programma per la realizzazione dei quattro nuovi ospedali
-in data 30 dicembre 2009 con ordinanza n. 3836
(art.13) il Presidente del Consiglio dei Ministri nomina Commissario Delegato
il Presidente pro tempore della Giunta Regionale della Calabria disponendo
altresì il rispetto dei costi standard nella predisposizione dei progetti dei
quattro ospedali e la previa sottoposizione degli stessi al parere del
Ministero della Salute.
-Il 25 marzo 2010 con ordinanza n. 10 il
Commissario delegato Presidente Agazio Loiero approvava con prescrizioni i
progetti preliminari di tre dei quattro ospedali, precisamente quelli di Vibo
Valentia, Piana di Gioia Tauro, e Sibaritide
-Il 30 luglio 2010 il Consiglio dei Ministri
nomina il Presidente della Giunta Regionale Giuseppe Scopelliti
Commissario ad Acta per l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del
settore Sanitario.
-Nello stesso anno Presidente della Giunta
Regionale della Calabria, Giuseppe Scopelliti e il
Presidente della Giunta Regionale della Lombardia, Roberto Formigoni
sottoscrivono un protocollo d’Intesa per la realizzazione degli Ospedali di
Vibo Valentia, Sibaritide e Piana di Gioia Tauro.
-In forza del suddetto protocollo la Regione
Lombardia, tramite Infrastrutture Lombarde S.p.a. si è impegnata a prestare in
favore del Commissario delegato per l’emergenza socio- economica-sanitaria
della Regione Calabria, attività di supporto alla Stazione Unica appaltante ed
al Responsabile unico del procedimento.
-Nel 2014 dopo una lunga e travagliata
procedura concorsuale la Regione Calabria affida alla Tecnis
S.p.a. di Catania due appalti: quello del nuovo ospedale della Piana di Gioia
Tauro che prevede 314 posti letto (DO, DH, DS) e 38 posti letto tecnici per un
totale di 352 posti letto con un impegno finanziario di spesa pari a Euro
150.133.542,61; e quello del nuovo ospedale della Sibaritide
che prevede una dotazione di 330 posti letto (DO,DH,DS) e 46 posti letto
tecnici per un totale di 376 posti letto, con un impegno economico di Euro
143.921.997,42.
-Alla Impresa Guerrato
di Ravenna viene affidata la costruzione del Nuovo Ospedale di Vibo Valentia
con una dotazione di 287 posti letto (DO,DH,DS) e 52
posti letto tecnici per un totale di 339 posti letto per un impegno finanziario
di spesa pari a Euro 143.965.197,29. -Nell'accordo di programma quadro (Apq) il nuovo ospedale di Catanzaro era subordinato all'integrazione
tra A.O. Pugliese Ciaccio e l'Azienda Universitaria Mater Domini e poiché ciò
non avvenne, nel 2012 il ministero della salute ha disdetto quella parte di
APQ;
-Nel mese di novembre 2015 la Tecnis S.p.a. subisce una interdittiva
antimafia provocando di fatto il blocco della procedura per la realizzazione
degli ospedali della Sibaritide e della Piana di
Gioia Tauro. Considerato che:
-a seguito dell’interdittiva,
che provocò una necessità di ricapitalizzazione non intervenuta, Tecnis s.p.a. fu commissariata
con provvedimento Mise successivamente messa a gara per la cessione dell’intera
azienda che, sempre con procedure Mise venne acquisita da D’agostino
costruzioni.
-Nel frattempo anche i lavori per la
realizzazione dell’Ospedale di Vibo Valentia hanno subito uno stop a causa di
un problema legato ad un rischio idrogeologico del terreno Tutto ciò premesso
si interroga il Presidente della Giunta Regionale e Commissario per il Piano di
rientro del debito della Calabria, di conoscere quanto segue:
per sapere:
-il dettagliato programma dei lavori per
singola concessione;
-se si è determinato nuovo fabbisogno
finanziario alla luce delle tante interferenze verificatesi;
se hanno verificato esserci le condizioni per
concordare con le imprese concessionarie piani di attività, anche con più turni
di lavorazioni, al fine di poter recuperare, sia pure in parte, i tempi di
consegna delle opere e, in caso affermativo, se sono intenzionati a riferirne
al consiglio regionale e alla commissione competente in termini di ricadute
sulla qualità e l’appropriatezza degli interventi.
(16; 18/01/2022).
Tavernise. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
ai sensi dell'articolo 10 del D.L. 24/06/2014, n. 91, convertito dalla L. 11/08/2014, n. 116, il Presidente di Regione dell’epoca, Gerardo Mario Oliverio, ha assunto le funzioni di commissario straordinario delegato per il sollecito espletamento delle procedure relative alla realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico da effettuare nel territorio della Regione Calabria. Con il decreto commissariale n. 127 del 09/03/2015, l'Ing. ... è stato nominato Soggetto Attuatore della Struttura commissariale. Con il Decreto Commissariale n. 381 del 10/07/2015 è stato costituito il Gruppo Tecnico di Attuazione dell'Accordo di Programma del 25/11/2015 per la mitigazione del rischio idrogeologico nella Regione Calabria e per le attività previste dal D.L. 133/2014;
nell'ambito degli interventi elencati nell’allegato 1 all'Accordo di Programma con codice di identificazione contraddistinto dalla lettera B è compreso l'intervento individuato con il codice CS 137B/10 - "Interventi di mitigazione del rischio di frana e di messa in sicurezza del centro abitato e di località Sambucina" nel Comune di Luzzi (CS) avente un importo complessivo di € 1.000.000, poi finanziato con il Decreto Commissariale n. 297 del 24/09/2013;
con il Decreto Commissariale n. 204 del 07/05/2015 è stato nominato RUP dell'intervento l'Ing. ... in servizio presso il Comune di Luzzi. Con il Decreto Commissariale n. 335 del 25/06/2015 si è approvato lo schema di lettera di invito e avvio della procedura negoziata senza previa pubblicazione di bando di gara ai sensi dell'art. 122 del D.lgs. 163/2006 e ss.mm.ii.;
con il Decreto Commissariale n. 232 del 09/03/2016 si è disposta l'aggiudicazione definitiva relativa agli "Interventi di mitigazione del rischio di frana e di messa in sicurezza del centro abitato e di località Sambucina" nel Comune di Luzzi (CS) - codice intervento CS 137B/10, in favore dell’impresa ... Società Cooperativa, per un importo complessivo di € 452.319,93;
con il Decreto Commissariale n. 242 del 10/03/2016, per assicurare il più opportuno raccordo tra la struttura Commissariale ed il Comune di Luzzi nelle azioni da intraprendere per la realizzazione dell’intervento in oggetto, veniva disposta la sostituzione del RUP al fine di attuare l’intervento, ritenuto urgente e indifferibile, nominando l’Ing. ... quale Responsabile Unico del Procedimento;
con il Decreto Commissariale n. 287 del 21/03/2016 è stabilita l’occupazione anticipata d'urgenza preordinata all'espropriazione e determinazione in via provvisoria dell'indennità di espropriazione e di occupazione temporanea delle aree su cui ricade l'intervento. Considerato che: dopo l’esecuzione dei lavori sono emerse irregolarità presso i siti d’interesse oggetto degli interventi;
dopo un fitto carteggio, durante il quale veniva anche segnalato che per i lavori eseguiti dal Comune di Luzzi non era stata chiesta alcuna preventiva autorizzazione, con l’ultima nota prot. n. 6130 del 24/06/2020 la Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Cosenza, in ordine alle opere eseguite in prossimità della Chiesa ed ex Monastero di Santa Maria della Sambucina, sottoposta a vincolo monumentale, e sui terreni circostanti vincolati con Decreto Ministeriale del 19/05/1988, constatava definitivamente “l’inadeguata mitigazione dei lavori eseguiti sine titulo in area sottoposta a vincolo, e conseguente imposizione di parziale rimessa in pristino dello stato dei luoghi e realizzazione di ulteriori opere di mitigazione”;
parte dei lavori eseguiti nel centro storico di Luzzi nel 2017 sono crollati nel mese di aprile 2021 e tutt’oggi persiste una frana. Tenuto conto che: in data 29/10/2021 l’Ufficio Centrale Regionale presso la Corte di Appello di Catanzaro ha proceduto a proclamare eletto quale Presidente della Giunta regionale della Regione Calabria l’On. Roberto Occhiuto che ha assunto al contempo, ai sensi dell’art. 10, comma 1 della legge 116/2014 le funzioni di Commissario Straordinario delegato per il contrasto del dissesto idrogeologico nel territorio della Regione Calabria;
in data 28/12/2021 il Commissario Straordinario delegato ha nominato Soggetto Attuatore il Dott. ... con Decreto Commissariale n. 334. Preso atto che: appare evidente la mancata vigilanza e controllo sugli interventi effettuati nel Comune di Luzzi da parte delle strutture tecniche competenti della struttura dell'Ufficio del Commissario Straordinario delegato per la mitigazione del rischio idrogeologico nella Regione Calabria. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
1. se la Regione Calabria sia a conoscenza delle criticità emerse e quali iniziative intenda assumere, visti i lavori sine titulo effettuati in località Sambucina e il crollo avvenuto per i lavori realizzati nel centro storico di Luzzi;
2. se sia prevista una data per l’ultimazione dei lavori per le ulteriori opere di mitigazione del rischio idrogeologico nel Comune di Luzzi e quali iniziative, anche di ordine finanziario, intenda intraprendere per il completamento delle stesse opere, sia in merito alle irregolarità segnalate dalla Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Cosenza in località Sambucina, sia in merito alla frana occorsa nell’aprile 2021 nel centro storico;
3. quali iniziative intenda assumere, visto lo spreco di risorse pubbliche segnalato, per un funzionamento più efficiente ed efficace della struttura commissariale dedicata alla mitigazione del rischio idrogeologico nella Regione Calabria.
(18; 18/01/2022).
Alecci. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
-da notizie di stampa si apprende che due multinazionali hanno presentato, presso la Capitaneria di Porto di Crotone, progetti riguardanti la realizzazione di parchi eolici offshore galleggianti nei bacini d'acqua tra Isola Capo Rizzuto e Monasterace;
-al momento sembra che la Calabria produca già, in termini di energia rinnovabile, più di quanto consumi e anche se, all'interno dei progetti presentati, pare ci siano garanzie riguardo un eventuale impatto ambientale, è comunque lecito immaginare preoccupanti ricadute;
-la zona interessata dai progetti, con l'area marina protetta di isola Capo Rizzuto, la Baia di Soverato e a Sud fino alla Costa dei Gelsomini, rappresenta un patrimonio che non possiamo assolutamente mettere in pericolo;
considerato che: -la Calabria, con 800 chilometri di costa, dovrebbe concentrarsi a pianificare interventi volti allo sviluppo del turismo, della pesca, della tutela dei parchi marini e delle aree protette, in un'ottica di sviluppo ecosostenibile delle risorse;
-ancora una volta è presente il rischio che dietro un'opportunità di sviluppo ecosostenibile in realtà si possa nascondere il pericolo di un inquinamento ambientale;
-il reperimento di investimenti nazionali e internazionali nel nostro territorio deve essere certamente uno degli obiettivi della Regione;
-è giusto guardare con interesse allo sfruttamento delle energie pulite e rinnovabili ma procedendo con studi, verifiche e analisi dei reali costi e benefici per il territorio;
tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
1. se è a conoscenza dei fatti suesposti relativamente ai progetti presentati;
2. quali azioni intenda intraprendere per tutelare il fragile ecosistema marino delle zone interessate.
(20; 31/01/2022).
Bruni, Irto, Tavernise. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
-in data 28 dicembre veniva approvata da parte della giunta regionale la delibera n. 610 avente ad oggetto: “Legge 23 luglio 2009, n. 99 – Decreti del Ministro dell’Economia e delle Finanze di concerto con il Ministro dello Sviluppo Economico del 25 febbraio 2016 e del 14 settembre 2016: Programma Royalties Calabria ” – Approvazione "indicazioni Operative per gli ambiti" e riparto tra gli ambiti territoriali sociali della regione”, nell’ambito della quale veniva stabilita l’erogazione di finanziamenti pari ad euro 1.528.168,20 per la realizzazione del ‘Progetto per centri diurni semiresidenziali per l’accoglimento di affetti da ALZHEIMER’ finalizzato non solo per l’attivazione o il potenziamento della rete dei servizi territoriali, dei Centri Diurni già esistenti, ma anche per la realizzazione dei “Cafè Alzheimer”;
- l’art. 11 (“Termini per la pubblicazione”) della l.r. n.11 del 2011 (“Istituzione del Bollettino Ufficiale Telematico della Regione Calabria e norme per la pubblicazione degli atti”) stabilisce che: “1. Le Leggi ed i Regolamenti della Regione sono pubblicati entro 10 giorni decorrenti rispettivamente dalla data di promulgazione e di emanazione. 2. Gli altri atti sono pubblicati entro 15 giorni dalla data della loro ricezione da parte dell'Ufficio del BURC. 3. L'invio degli atti per la pubblicazione all'Ufficio del Bollettino Ufficiale deve essere effettuato nel termine perentorio di cinque giorni dall’emanazione.” -la delibera della giunta regionale n. 610 del 28 dicembre 2021 veniva pubblicata sul Burc con notevole ritardo e precisamente, SOLO in data 28 gennaio c.m.;
-secondo quanto previsto dalla legge regionale citata, infatti, la delibera doveva essere trasmessa dal Dipartimento Lavoro e Welfare, entro 5 giorni all’ufficio Burc (3 gennaio), per esser pubblicata entro (lasso di tempo “lungo”) i 15 giorni successivi, ossia entro il 18 gennaio (ex art 11 comma 2);
- tuttavia, in data 24.01.2022 veniva pubblicato sul Burc prima della pubblicazione della citata delibera, il decreto dirigenziale del Dipartimento Lavoro e Welfare n. 14107 del 31.12.2021 (atto di natura provvedimentale) e successivo all’adozione della delibera nr. 610 (atto prodromico adottato dell’organo di indirizzo politico);
-con la conseguenza che la pubblicazione non tempestiva della delibera suesposta, che prevedeva, altresì, a carico dei soggetti attuatori (i comuni capofila individuati nei rispettivi ambiti territoriali) una serie di adempimenti procedurali con relative scadenze già temporalmente stabilite a priori, ossia: “1. entro il 30 gennaio 2022 pubblicare avviso pubblico per l’individuazione del soggetto a cui verrà affidata la realizzazione dell’intervento; 2.entro il 28 febbraio 2022 approvare la graduatoria; 3.entro il 10 marzo 2022 inviare alla regione graduatoria definitiva; 4.entro il 1° aprile 2022 avviare le attività;”
- non ha garantito agli enti locali individuati la possibilità di poter, in tempi ragionevoli, prendere conoscenza e presentare i progetti per poter usufruire dei finanziamenti previsti nella delibera stessa;
- tale modus operandi non è in linea con quanto previsto dalla normativa sulla trasparenza, intesa come accessibilità totale dei dati e documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni, allo scopo di tutelare i diritti dei cittadini, promuovere la “partecipazione degli interessati all'attività amministrativa e favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull'utilizzo delle ricorse pubbliche";
-sono evidenti le conseguenze pregiudizievoli a carico soprattutto dei cittadini affetti da Alzheimer per la mancata possibilità di poter usufruire di servizi destinati a supporto della loro malattia;
considerato che:
-è paradossale che un decreto dirigenziale (il 14107 del 31.12.2021, pubblicato il 24 gennaio 2022) richiami genericamente una delibera la n. 610 del 28 dicembre 2021 e i suoi allegati senza essere mai stata pubblicata;
-così come è paradossale osservare, altresì, dall’esame del bollettino ufficiale del 28 gennaio 2022 che alcune delibere di giunta regionale approvate in data 20 gennaio c.m. sono state pubblicate tempestivamente in data 28 gennaio, solo dopo appena 8 giorni, mentre lo stesso non è avvenuto per la delibera n.610 nonostante prevedesse dei termini ben precisi per la presentazione di progetti e l’erogazione dei relativi finanziamenti;
preso atto che:
-l’art. 11 della legge regionale n.11 del 2011 stabilisce i termini di pubblicazione, in particolare: “1. Le Leggi ed i Regolamenti della Regione sono pubblicati entro 10 giorni decorrenti rispettivamente dalla data di promulgazione e di emanazione. 2. Gli altri atti sono pubblicati entro 15 giorni dalla data della loro ricezione da parte dell'Ufficio del BURC. 3. L'invio degli atti per la pubblicazione all'Ufficio del Bollettino Ufficiale deve essere effettuato nel termine perentorio di cinque giorni dall’emanazione”;
-si tratta di una norma fondamentale per garantire la trasparenza dell’azione amministrativa e rendere conoscibili all’esterno gli atti approvati dalla Giunta, soprattutto quando è necessario attivarsi per poter fruire di benefici od opportunità comunque previste dall’atto o per ottemperare a eventuali ordini o disposizioni nello stesso contenute;
-tutti gli obblighi di trasparenza sono disciplinati in unico testo normativo, il d.lgs. 33/2013 “Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicazione e diffusione di informazione da parte delle Pubbliche Amministrazioni” e succ. modd., decreto che costituisce un punto di svolta dei concetti stessi di trasparenza e pubblicità;
tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
-la motivazione della violazione dei termini di pubblicazione previsti dall’art 11 della legge regionale n.11/2011 con riferimento alla delibera nr. 610 del 28.12.2021;
-quali sono le azioni che saranno intraprese e/o gli strumenti che saranno adottati per garantire il rispetto degli obblighi di pubblicazione e trasparenza.
(21; 01/02/2022).
Bruni, Irto, Tavernise. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- il Dlgs 152/2006 nazionale norma il “Sistema Idrico”;
- la Legge Regionale 18 maggio 2017, n. 18, istituisce l’“Autorità Idrica della Calabria”;
- L’assemblea dei Sindaci dell’Autorità Idrica della Calabria - con deliberazione n. 5/2020 del 30 novembre 2020 – ha ritenuto opportuno procedere nella scelta della forma di gestione in “house” (Società interamente Pubblica);
- L’Assemblea dei Sindaci ha approvato il 28 dicembre 2020 il Piano DdAmbito;
- Il direttore generale dell’Autorità Idrica ha prospettato due scenari, definiti attraverso una relazione tecnica di dettaglio redatta in partenariato con l’Agenzia Governativa Invitalia:
- il primo scenario prevedeva la trasformazione di So.Ri.Cal. S.p.A. in società totalmente pubblica, e successiva incorporazione delle gestioni comunali e delle società/soggetti che gestiscono il Servizio Idrico Integrato;
- il secondo scenario prevedeva la costituzione di un nuovo soggetto – partecipato dai Comuni calabresi - per la gestione integrata dei segmenti “distribuzione idrica interna ai centri abitati, fognatura e depurazione”;
- con la deliberazione dell’Assemblea dei Sindaci dell’Autorità Idrica n. 39/2021 si individuava la Società Cosenza Acque S.p.A. (affidataria del servizio idrico integrato nel 2010, per la sola provincia di Cosenza) quale centro aggregatore dei Comuni calabresi, nelle more della ripubblicizzazione di So.Ri.Cal. S.p.A.;
contestualmente, è stato, quindi, revocato lo stato di liquidazione (con atto notarile del 22/12/2021), in cui versava la società Cosenza Acque, e disposta la trasformazione della stessa in Azienda Speciale Consortile;
la nuova Azienda è stata resa disponibile alla partecipazione di tutti i Comuni calabresi;
- all’Azienda Speciale Consortile è stata dato il nome di “Acque Pubbliche della Calabria” (A.P.C.);
- l’Autorità Idrica ha provveduto ad affidare provvisoriamente (decreto DG AIC n. 82 del 23/12/2021) ad Acque Pubbliche della Calabria il servizio idrico integrato per i segmenti “distribuzione idrica interna ai centri abitati, fognatura e depurazione”. Tenuto conto che: - in data 08/11/2021 è stato pubblicato l’“Avviso pubblico di manifestazione di interesse per la formulazione di proposte progettuali nell’ambito dell’Asse IV” del PON Infrastrutture e Reti 2014-2020, avente ad oggetto “Riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua, compresa la digitalizzazione e il monitoraggio delle reti”;
- in data 23/12/2021 le strutture tecniche dell’Autorità Idrica hanno predisposto una proposta progettuale, avanzata al Ministero delle Infrastrutture il 23/12/2021 a valere sui fondi messi a disposizione dal programma React-Eu;
- il 20 dicembre 2021 la Conferenza Stato - Regioni ha approvato lo schema di Decreto contenente l’Avviso per accedere alle risorse destinate dal PNNR al miglioramento delle reti idriche, “Investimento 4.2 – M2C4”, nella consistenza complessiva di 900 Mln di euro. Di queste risorse il 40% sono destinate alle Regioni del Sud, tra cui la Calabria;
- sulla base di quanto sopra detto, le proposte per accedere alle risorse non potranno essere presentate dai singoli Comuni, bensì dai soggetti affidatari del servizio a norma del D.Lgs. 152/2006;
- alle risorse potranno avere accesso solo gli operatori in regola con le disposizioni legislative e con i Deliberati emanati dal Regolatore Nazionale ARERA, nonché gli operatori che non versino in stato di liquidazione societario. Preso atto che: - con deliberazione n. 210 della seduta del 24 maggio 2021, la Regione Calabria ha approvato una Delibera di Giunta avente ad oggetto: “Organizzazione del Servizio Idrico Integrato nell’ambito territoriale ottimale coincidente con l’intero territorio regionale”. Nella delibera vi è un chiaro indirizzo politico demandato agli uffici competenti per pervenire all’uscita del socio privato di So.Ri.Cal. e rendere la società interamente pubblica;
- la So.Ri.Cal è una società in liquidazione e non può accedere alle risorse del PNRR;
- la volontà del Presidente della Giunta Regionale, espressa nelle linee guida di governo, di costituire una Multiutility che inglobi anche la gestione del sistema idrico. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
1) in relazione al segmento di captazione, la cui gestione è in capo alla So.Ri.Cal. S.p.A., lo stato attuale delle iniziative volte a ripubblicizzare il soggetto in argomento per come manifestato nella citata DGR 210/2021, in che misura le note criticità finanziarie del gestore stesso impattano sul bilancio regionale e come si intendono risolvere;
2) la strategia, gli obiettivi perseguiti e il piano di investimenti in relazione alla volontà manifestata dal Presidente della Giunta Regionale per la costituzione di una multiutility per i servizi a rete;
3) il piano di azioni che si intende avviare in relazione al percorso organizzativo attivato dall’Azienda Speciale Consortile “Acque Pubbliche della Calabria”;
4) se sia in atto un’adeguata informativa e interlocuzione con l’Ente di Governo d’Ambito (AIC) e se sia stata definita la tempistica relativa al percorso di costituzione dell’istituendo “gestore unico integrato” in ossequio a quanto definito dai dispositivi di legge in vigore;
5) il piano di interventi, gli obiettivi e le risorse che si intendono predisporre e destinare in relazione all’accesso ai fondi resi disponibili dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) stante l’urgenza formulata dal cronoprogramma operativo dello stesso Piano.
(23; 07/02/2022).
Mammoliti. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- ricadente nel Comune di Catanzaro, a nord est del centro abitato, un'area naturalistica, di proprietà comunale, di grande pregio, denominata bosco “Li Comuni”, meglio nota come "Pineta di Siano";
che trattasi di una zona verde di grande interesse botanico (per la varietà delle essenze tipiche della macchia mediterranea) e faunistico (fauna migratoria e stanziale);
che all'interno della pineta vi sono alcune aree attrezzate per il tempo libero, l'escursionismo, il trekking a cavallo, l'attività didattica;
che il parco della pineta di Siano si estende su una superficie di 700 ettari con vari tracciati per circa trenta chilometri;
che, inoltre, all'interno vi è un giardino botanico che ospita più di 1000 specie vegetali diverse, un teatro all'aperto e una casa-rifugio;
che, insomma, trattasi di un enorme polmone verde all'interno della città di Catanzaro;
che trattasi, pertanto, di un'area fruibile dalla comunità per diverse esigenze e bisogni nonché patrimonio naturalistico che arricchisce la città;
che nell'anno 2014 è stata stipulata una convenzione tra il Comune di Catanzaro e l'Azienda Calabria Verde che è ente strumentale della Regione Calabria;
che con la detta convenzione è stata concessa a Calabria Verde l'intera area in comodato d'uso gratuito per un periodo di anni 6 + 6 e la detta convenzione è ancora efficace e in piedi;
che nella detta convenzione si legge che "il Comune autorizza Calabria verde a richiedere le necessarie autorizzazioni agli organi competenti per la realizzazione degli interventi di manutenzione e gestione ordinaria e straordinaria ivi compresa la progettazione per l'ampliamento dei fabbricati, lavori di risanamento ambientale e sistemazione aree attrezzate, di pulitura e mantenimento conservativo dei fossi e della rete di raccolta acque e di tutti quegli interventi che l'Azienda riterrà utili e necessari ad un corretto sviluppo silvo-pastorale delle aree. Il Comune altresì autorizza l'Azienda a richiedere eventuali finanziamenti previsti dalla normativa Regionale, Nazionale e Comunitaria attuale e futura. L'Azienda si impegna:
a destinare i fabbricati presenti quale sede della Direzione Generale dell'Azienda procedendo anche all'ampliamento;
ad attivare le forniture di energia elettrica, idrica presso la costituenda Direzione Generale;
a gestire le aree di proprietà del Comune concesse in comodato con la coscienza del buon padre di famiglia;
ad eseguire con propria mano d'opera gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria del verde pubblico di proprietà comunale di volta in volta richiesti dal Comune;
fornire il materiale vivaistico per la sola parte disponibile nei propri vivai;
supportare il Comune nelle attività di prevenzione e difesa idrogeologica del territorio concorrendo al miglioramento delle condizioni di vita e di sicurezza dei cittadini";
che nel mese di Agosto 2021 è divampato, purtroppo, all'interno della pineta un grave e grosso incendio che ha aggredito anche molti degli alberi in essa presenti;
che a seguito dell'incendio predetto il cancello di ingresso alla pineta è chiuso e, conseguentemente, è inibito l'accesso;
che, pertanto, dal mese di Agosto 2021 l'enorme polmone verde della pineta di Siano non è fruibile dalla comunità;
che, inoltre, non pare che, a seguito dell'incendio, siano stati svolti lavori diretti a porre rimedio ai danni provocati dall'incendio divampato nel mese di Agosto 2021;
che, inoltre, alcuni degli alberi della pineta, colpiti dal fuoco e dalla dubbia stabilità, si trovano sul ciglio della strada percorsa da autovetture, ciclisti e pedoni;
che, in buona sostanza, a sei mesi dal divampato incendio, la straordinaria area verde della pineta di Siano si trova in un grave ed evidente stato di trascuratezza ed incuria e abbandono;
che, pertanto, è evidente che Calabria Verde non abbia ancora svolto "con propria mano d'opera gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria" né che abbia gestito e gestisca le aree concesse in comodato "con la coscienza del buon padre di famiglia";
che, inoltre, Calabria Verde, come da convenzione, non ha "destinato i fabbricati presenti quale sede della Direzione Generale dell'Azienda procedendo anche all'"ampliamento";
che, in buona sostanza, appare di tutta evidenza che Calabria Verde, pur avendo assunto degli obblighi contrattuali di fatto non li abbia e non li stia onorando al punto che la straordinaria pineta di Siano da moltissimi mesi è chiusa al pubblico con evidente danno per la comunità che non può fruire di una area verde di grande pregio naturalistico, botanico e faunistico;
che occorre, pertanto, sollecitare Calabria Verde a dare esecuzione alla convenzione svolgendo i necessari interventi ordinari e straordinari al fine di ripristinare le condizioni di sicurezza all'interno del parco per poter restituire la pineta alla fruibilità e all'uso della collettività;
che occorre, ancora, che Calabria Verde metta in sicurezza gli alberi aggrediti dall'incendio ed in particolare quelli che si trovano sul ciglio della strada e che potrebbero rappresentare un pericolo per coloro che percorrono la strada pubblica;
che occorre, inoltre, attivare un servizio di vigilanza diretto alla tutela della straordinaria area al fine di impedire accessi indebiti incompatibili con la ricchezza naturalistica del luogo;
che tale stato di trascuratezza e abbandono ed incuria in cui è stata lasciata la pineta di Siano non è più tollerabile. Tutto ciò premesso, con il presente atto, si chiede al Presidente della Giunta Regionale della Calabria e alla Giunta Regionale della Calabria di sapere:
per sapere:
1) se ha contezza di quanto sopra esposto e quali atti ed iniziative intende adottare al fine di ottenere da parte di Calabria Verde la totale e piena esecuzione della convenzione stipulata nell'anno 2014 nonché al fine di ottenere da Calabria Verde la messa in sicurezza in tempi stretti e certi della pineta di Siano, il ripristino in tempi stretti e certi della normale e totale fruibilità pubblica della stessa pineta e il mantenimento dell'intera area verde, di grande pregio naturalistico, in condizioni di decoro estetico, igienico ed ambientale;
2) se sono state stanziate somme al fine di far fronte ai danni derivanti dall'incendio divampato nel mese di Agosto 2021 all'interno della detta area;
3)se e come si intende agire al fine di attivare un servizio di vigilanza necessario per tutelare il detto patrimonio naturalistico e per impedire accessi abusivi incompatibili con la ricchezza naturalistica dell'area.
(24; 09/02/2022).
Lo Schiavo. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- l'erosione costiera rappresenta una problematica complessa che investe diversi tratti del litorale calabrese;
- la salvaguardia delle spiagge e quindi la difesa delle coste dall'azione delle mareggiate, essendo ambito che attiene non solo alla tutela dell'ambiente ma anche allo sviluppo economico e turistico, costituisce una priorità dell'azione politico amministrativa della Regione Calabria;
- l'erosione costiera fa sentire i suoi effetti dannosi lungo tutte le coste calabresi e i litorali particolarmente esposti come quello tirrenico, dove insistono alcune tra le principali località turistiche della regione;
- si segnalano particolari criticità nelle località della costa tirrenica centro-meridionale come Pizzo, Tropea, Nicotera nel Vibonese, Villa San Giovanni, Punta Pellaro, Bocale nel Reggino oltre, che del litorale ionico come Cirò Marina nel Crotonese, ma nessuna provincia può ritenersi esente da tale problematica;
- il fenomeno subisce un costante aggravamento dovuto ad una serie di cause di tipo naturale ed antropico rispetto alle quali il Tavolo nazionale sull'erosione costiera con il coordinamento tecnico dell'Ispra ha predisposto ed approvato nel 2018 le linee guida per la difesa della costa dai fenomeni di erosione e dagli effetti dei cambiamenti climatici;
considerato che:
- sono continui gli appelli ad intervenire di associazioni di categoria e singoli operatori turistici in vista dell'approssimarsi della stagione estiva i quali guardano con apprensione ogni singola mareggiata che potrebbe mettere a repentaglio anni di sacrifici economici;
- il dipartimento e l'autorità di bacino regionale hanno predisposto un "Master pian degli interventi di mitigazione del rischio di erosione costiera in Calabria" nel 2014;
- le finalità degli interventi in esso contenuti sono state oggetto dell'Accordo di Programma Quadro (APQ) siglato tra la Regione Calabria, il Ministero dello Sviluppo Economico ed il Ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare;
- con delibera del comitato istituzionale nel 2016 è stato adottato il piano di bacino stralcio di erosione costiera (PSEC);
- con delibera di G.R. n. 355 del 31.07.2017 sono stati indicati gli interventi in difesa del suolo a valere sui fondi POR che prevedono la messa in sicurezza di 43 km di costa entro il 2023;
verificato che:
- la Giunta regionale della Calabria nell'agosto 2021 ha approvato il protocollo d'intesa per la costituzione del "Tavolo tecnico regionale permanente per il coordinamento dei soggetti istituzionalmente preposti alla mitigazione del fenomeno dell'erosione costiera in Calabria".
Per sapere:
1) lo stato di attuazione degli interventi relativi alla delibera di G.R. n. 355;
2) quali sono le determinazioni assunte in sede di Tavolo tecnico, se si è pensato in particolare di allargare il suddetto organismo anche alle professioni tecniche;
3) qual è lo stato di impiego dei finanziamenti previsti dall'Accordo di programma quadro 2016, nonché di quelli dell'Autorità di bacino distrettuale Appennino meridionale e di quelli direttamente riconducibili alla Regione come l'Fsc o il Por;
4) se non si ritiene di aggiornare il Master Pian degli interventi di mitigazione del rischio di erosione costiera in Calabria adeguandoli alle linee guida predisposte dal tavolo Nazionale sull'erosione costiera.
(26; 14/02/2022).
Tavernise, Irto, Bruni. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
-la ferrovia jonica calabrese è una delle poche tratte ferroviarie italiane, con posizione strategica per lo sviluppo dell'intera regione, a non essere elettrificata. E mentre altrove si progetta l'alta velocità, sulla costa jonica calabrese ancora si fatica a completare l'elettrificazione. L’importanza di tale collegamento per il nostro territorio risulta fondamentale, oltre che per assicurare il diritto alla mobilità dei residenti, per le positive ricadute che potrà avere nel settore socio economico e produttivo oltre che nel settore turistico;
- nel maggio 2017 è stato siglato il Protocollo d'intesa tra Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Rete Ferroviaria Italiana e Regione Calabria per "Adeguamento e Velocizzazione Linea Jonica", consistente nella realizzazione di interventi per 477 milioni di euro, derivanti per 307 milioni di euro da delibera CIPE n. 54 del 1 dicembre 2016, per 40 milioni di euro, relativamente alla soppressione dei passaggi a livello, con risorse dalla Regione Calabria con garanzia di rimborsi da RFI, per 40 milioni di euro da risorse dello Stato già attribuite a RFI, nonché ulteriori 90 milioni di euro derivanti dalle risorse per la velocizzazione della linea tirrenica, riallocate dal MIT, su proposta della Regione Calabria e d’intesa con RFI, sulla tratta ferroviaria jonica. Tra i principali interventi previsti:
(a) velocizzazione ed elevazione a rango C di tutta la linea jonica;
(b) eliminazione di passaggi a livello e realizzazione di opere viarie alternative;
(c) rinnovo degli scambi e dei binari, nei punti della rete in cui è necessario;
(d) prolungamento di alcuni sottopassi e la costruzione di nuovi;
(e) riqualificazione di stazioni, con particolare attenzione a quelle con maggiore traffico di viaggiatori. Nel 2017 sono stati: eseguiti lavori di rinnovo armamento di linea per 63 km di infrastruttura;
avviata l'attività di rimozione di 77 PL pubblici e 12 PL privati con 6 PL per i quali i lavori sono stati consegnati;
lavori di rinnovo armamento, installazione deviatoi e rinnovo binari in alcune stazioni (Corigliano, Calopezzati, Mandatoriccio, Simeri, Crucoli, Cropani);
lavori di rinnovo binari nei pressi di 14 PL nella tratta Sibari-CZ Lido;
adeguamento e manutenzione galleria di Cutro. Nel 2018 lavori di adeguamento infrastrutturale nella tratta Metaponto-Sibari;
lavori nelle stazioni di tale tratta (tra cui Trebisacce, Montegiordano, Mirto Crosia, Botricello, Gioiosa J., Bovalino, Palizzi);
lavori di rinnovo binari con risanamento massicciata in alcune tratte della infrastruttura tra Rossano — Mirto Crosia e a scendere fino a Crotone. A tale azione si dovevano affiancare i lavori di elettrificazione della linea jonica. Intervento che ricade in un contesto complessivo di velocizzazione tramite elettrificazione che comprende la linea Catanzaro Lido-Lamezia Terme e la linea Sibari-Catanzaro Lido per un budget complessivo che uno studio di fattibilità di RFI aveva stimato in circa 275 milioni con risorse provenienti da Contratto di Programma RFI, Fondi FSC (Delibera CIPE del 28 Febbraio 2018) e altre fonti di competenza regionale e RFI;
i lavori di elettrificazione della tratta ferroviaria Sibari-Catanzaro Lido hanno avuto inizio il 30 agosto 2018 con la posa dei primi pali tipo LS, la realizzazione dei plinti e la posa in opera dei tralicci per la trazione elettrica, nella stazione di località Corigliano a Corigliano-Rossano (Cosenza) e dovrebbero concludersi, sempre relativamente al tratto Sibari-Catanzaro Lido, entro il 2023;
il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile ha commissariato la Ferrovia Jonica tra Catanzaro Lido e Sibari, dove i lavori hanno subito un rallentamento, e la trasversale Catanzaro Lido – Lamezia Terme Centrale, dove i lavori di rinnovo, rettifica, velocizzazione ed elettrificazione non sono in realtà mai iniziati, pur essendo finanziati;
il commissariamento prevede l’accelerazione del processo di potenziamento infrastrutturale ed elettrificazione della Lamezia Terme Centrale – Catanzaro Lido, nelle seguenti fasi: – Fase funzionale 1: Potenziamento Lamezia Terme – Catanzaro Lido – Fase funzionale 2: Elettrificazione Lamezia Terme – Catanzaro Lido Relativamente all’Elettrificazione della Ferrovia Jonica, questo è il cronoprogramma: – Fase funzionale 1: Elettrificazione Catanzaro Lido – Crotone – Fase funzionale 2: Elettrificazione Crotone – Sibari. Il commissario straordinario per l’opera, nominato con DPCM del 6 agosto 2021, è l’Ingegnere ... , dirigente di Rete Ferroviaria Italiana. L’obiettivo è di portare a termine l’elettrificazione della tratta Sibari – Catanzaro Lido entro il 2023. Considerato che: l’intervento del costo stimato di 315 milioni nei tratti Sibari - Catanzaro Lido - Lamezia Terme è stato definitivamente finanziato con la somma aggiuntiva di 94 milioni di euro del PNRR;
risulta essere già stato avviato lo studio di fattibilità per definire l’intervento da realizzare con le risorse stanziate a valere sul fondo PNRR, per quanto riguarda l’elettrificazione del tratto Catanzaro Lido - Melito Porto Salvo. Tenuto conto che: durante la realizzazione della sola palificazione (avviata, come detto, nel 2018) sulla tratta Sibari - Catanzaro Lido, sono sorte problematiche strutturali all’interno della Galleria di Cutro e lungaggini burocratiche nella progettazione delle sottostazioni elettriche. Preso atto che: nella tratta Sibari – Catanzaro Lido i lavori risultano fermi da circa due anni, nonostante il commissariamento, e a tre anni e mezzo dalla posa del primo palo dell'elettrificazione in corso, il cronoprogramma non sembra soddisfare le iniziali tempistiche previste, nonostante gli interventi di rinnovo e velocizzazione di questa tratta siano già finanziati;
le risorse previste nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza, nello specifico quelle del piano di infrastrutture per la mobilità, territorializzato dal Ministero, risultano essere, per la Calabria, un miliardo e 419,37 milioni di euro complessivi, che rappresentano il 5,5% del totale delle risorse gestite dal dicastero alle Infrastrutture. In particolare 785,82 milioni di euro provenienti dal PNRR e 633,55 milioni dal Piano nazionale complementare. Per quanto riguarda le opere ferroviarie finanziate in Calabria, risultano esserci le tratte Sibari-Catanzaro Lido-Reggio Calabria e la Trasversale Lamezia Terme-Catanzaro Lido a cui il ministero ha dedicato ulteriori 300 milioni di euro;
la Calabria attende queste importanti opere, alta velocità compresa, da decenni e il commissariamento dell’opera Sibari - Catanzaro Lido - Lamezia Terme avrebbe dovuto impedire proprio le lungaggini e il blocco sine die dei lavori. Tutto ciò premesso e considerato interrogano il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
1. che iniziative stia assumendo la Regione Calabria per velocizzare il completamento dell’elettrificazione sull’intera linea ferroviaria jonica;
2. se intende attivarsi per conoscere il cronoprogramma dell’opera e ottenere precise indicazioni sui tempi e sulle modalità degli interventi previsti e sulla effettiva funzionalità della infrastruttura e per intervenire in merito alla generale situazione di stallo dei lavori di elettrificazione, in particolar modo sulla tratta Sibari - Catanzaro Lido - Lamezia Terme.
(27; 15/02/2022).
Mammoliti. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
-la zona del Reventino è raggiungibile attraverso la SS 19;
che trattasi di strada alquanto trascurata, gestita da Anas, attraverso cui è possibile, tuttavia, raggiungere i Comuni di Tiriolo, San Pietro Apostolo, Decollatura, Soveria Mannelli, Carlopoli, Serrastretta, Gimigliano, Cicala e Panettieri;
che da decenni si parla, invano, della realizzazione di una nuova strada che metta in collegamento le province di Catanzaro e di Cosenza;
che nel mese di Febbraio 2021 sono caduti sulla strada de qua, nel tratto tra i Comuni di Tiriolo e San Pietro Apostolo, due enormi massi che non solo hanno messo a rischio la incolumità delle persone ma hanno determinato il blocco della circolazione sul detto tratto;
che, a seguito di un incontro, svoltosi in Anas nel mese di Febbraio 2021, alla presenza anche di numerosi amministratori locali, i vertici Anas hanno assicurato la messa in sicurezza del tratto ed hanno anche assicurato l'impegno dell'Anas a risolvere definitivamente i problemi del detto tratto stradale realizzando una galleria paramassi e individuando, per il periodo di esecuzione dei lavori, un percorso alternativo;
che l'Anas ha svolto i lavori di messa in sicurezza del detto tratto;
che, tuttavia, con riferimento ai lavori relativi alla definitiva risoluzione del problema con la realizzazione della galleria paramassi l'Anas vorrebbe, a breve, dare inizio ai detti lavori, che dovrebbero durare 330 giorni lavorativi, senza avere tuttavia individuato preventivamente un percorso alternativo;
che tutto ciò, ove effettivamente avvenisse, significherebbe il blocco totale del detto territorio per un lunghissimo periodo e ciò in quanto la SS 19 è l'unica strada che permette, nonostante le sue condizioni di trascuratezza, di raggiungere i Comuni sopra indicati;
che, peraltro, nei detti territori insistono attività commerciali e imprenditoriali di rilievo che evidentemente dal blocco della strada subirebbero danni enormi;
che, inoltre, i detti territori sono oggetto di visite turistiche che, con tutta evidenza, cesserebbero a causa del blocco della strada predetta;
che, inoltre, il blocco della strada renderebbe difficoltoso il raggiungimento dei detti territori da parte dei mezzi di soccorso;
che, pertanto, l'avvio dei lavori predetti senza la preventiva individuazione di un idoneo e comodo percorso alternativo causerebbe danni enormi alla comunità, determinando di fatto l'isolamento dei detti Comuni;
che occorre, pertanto, che la Regione Calabria, in qualità di ente al cui interno ricadono la detta SS 19 e i predetti Comuni, intervenga tempestivamente al fine di evitare che l'Anas avvii i detti lavori senza avere preventivamente individuato il detto necessario percorso alternativo;
che la notizia dell'imminente blocco del detto tratto stradale senza che l'Anas abbia individuato il detto percorso alternativo ha messo in agitazione le comunità che risiedono nei detti territori. Tutto ciò premesso, con il presente atto, si chiede
per sapere:
di sapere se il Presidente della Giunta Regionale e la Giunta Regionale abbiano contezza di quanto sopra esposto e del fatto che l'Anas abbia intenzione di chiudere a breve il detto tratto stradale per l'esecuzione dei lavori (per la realizzazione di una galleria paramassi) senza avere preventivamente individuato il necessario percorso alternativo e cosa si intende fare e quali atti politico/amministrativi si intende adottare al fine di indurre l'Anas ad individuare, prima dell'avvio dei lavori sul detto tratto stradale, un comodo e congruo percorso alternativo che permetta alle comunità che vivono nei detti territori di non rimanere isolati.
(28; 16/02/2022).
Mammoliti. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- la devastante emergenza sanitaria da Covid 19 che ha investito il pianeta negli ultimi due anni ha messo a dura prova i sistemi sanitari di ciascuna nazione;
- in Italia, poi, la pandemia ha fatto emergere la debolezza di tutti i diversi modelli di sanità regionale;
- in Calabria, per di più, è emersa la maggiore fragilità di un sistema sanitario storicamente deficitario e messo, ancora prima della pandemia, a dura prova dai tagli imposti dal piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario i cui effetti, dopo 12 anni di commissariamento, si sono rilevati disastrosi: un disavanzo di svariati milioni di euro, livelli essenziali di assistenza sotto la soglia, con un punteggio di parecchio inferiore al punteggio minimo di 160, una migrazione sanitaria verso il Nord che svuota le casse della Regione di centinaia di milioni di euro, ospedali e presidi territoriali smantellati;
più tasse con un incremento delle aliquote fiscali (Irap e Irpef), ma nessun servizio adeguato;
alcune Asp sciolte per infiltrazioni mafiose, senza bilanci e con debiti incalcolabili;
- nonostante tutto, però, anche in Calabria, come del resto d’Italia, si è riusciti a far fronte all’emergenza, grazie allo spirito di servizio ed alla professionalità di medici, infermieri, operatori sanitari, tecnici e amministrativi che, con spirito di abnegazione, hanno, nonostante tutto, continuato a svolgere il loro lavoro con impegno e dedizione, rimettendoci, purtroppo non di rado, la vita;
- a questo vero e proprio miracolo hanno partecipato, senza alcun dubbio, i lavoratori precari della sanità, molti reclutati nell’immediatezza dell’emergenza, ai quali la Legge 30 dicembre 2021, n. 234 (Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024), al comma 268 riconosce il diritto alla stabilizzazione;
- secondo la novella legislativa approvata, infatti, “al fine di rafforzare strutturalmente i servizi sanitari regionali anche per il recupero delle liste d'attesa e di consentire la valorizzazione della professionalità acquisita dal personale che ha prestato servizio anche durante l'emergenza da COVID-19, gli enti del Servizio sanitario nazionale, nei limiti di spesa consentiti per il personale degli enti medesimi dall'articolo 11, comma 1, del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 35, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 giugno 2019, n. 60, come modificato dal comma 269 del presente articolo: a) … b) ferma restando l'applicazione dell'articolo 20 del decreto legislativo 25 maggio 2017, n. 75, dal 1° luglio 2022 e fino al 31 dicembre 2023 possono assumere a tempo indeterminato, in coerenza con il piano triennale dei fabbisogni di personale, il personale del ruolo sanitario e gli operatori socio sanitari che siano stati reclutati a tempo determinato con procedure concorsuali, e che abbiano maturato al 30 giugno 2022 alle dipendenze di un ente del servizio sanitario nazionale almeno 18 mesi di servizio, anche non continuativi, di cui almeno 6 mesi nel periodo intercorrente tra il 31 gennaio 2020 e il 30 giugno 2022, secondo criteri di priorità definiti da ciascuna regione. Alle iniziative di stabilizzazione del personale assunto mediante procedure diverse da quelle sopra indicate si provvede previo espletamento di prove selettive. c) possono, anche al fine di reinternalizzare i servizi appaltati ed evitare differenze retributive a parità di prestazioni lavorative, in coerenza con il piano triennale dei fabbisogni di personale, avviare procedure selettive per il reclutamento del personale da impiegare per l'assolvimento delle funzioni reinternalizzate, prevedendo la valorizzazione, anche attraverso una riserva di posti non superiore al 50 per cento di quelli disponibili, del personale impiegato in mansioni sanitarie e socio- sanitarie corrispondenti nelle attività dei servizi esternalizzati che abbia garantito assistenza ai pazienti in tutto il periodo compreso tra il 31 gennaio 2020 e il 31 dicembre 2021 e con almeno tre anni di servizio. - la norma rappresenta non solo un giusto riconoscimento alle centinaia di lavoratori che da precari si sono spesi e si spendono tutt’ora nella lotta alla pandemia, ma anche l’occasione di un rilancio vero della sanità calabrese;
- molte regioni hanno già avviato confronti serrati con le Organizzazioni Sindacali per addivenire da una parte alla stabilizzazione di quelle figure ricomprese nella citata norma e dall’altra a chiedere a Governo e Parlamento di integrare la stessa norma per includere figure (tecnici ed amministrativi) oggi escluse;
- l’occasione offerta dalla norma approvata non può, in alcun modo, essere trascurata o, peggio, sprecata in quanto la Calabria rischia di perdere professionalità importanti (solo a titolo di esempio, nell’area centrale della regione parliamo di quasi 500 lavoratori) che, stanchi della precarietà, potrebbero prendere, come purtroppo spesso avviene, la via dell’emigrazione scegliendo regioni che offrono una prospettiva di stabilità lavorativa. Tutto quanto sopra premesso, con la presente si interroga il Presidente della Giunta regionale, anche nella sua funzione di Commissario ad Acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della Regione Calabria
per sapere:
quali utili e tempestive iniziative intenda assumere per dare seguito alle disposizioni sopra citate.
(30; 25/02/2022).
Tavernise. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
-la legge regionale 11 agosto 2014, n. 14 "Riordino del sistema di gestione dei rifiuti in Calabria" ha disciplinato l'organizzazione e lo svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti urbani e assimilati nella Regione Calabria;
-con Deliberazione del Consiglio regionale n. 156 del 19 dicembre 2016 e ss.mm.ii. è stato approvato il Piano regionale di Gestione dei Rifiuti (PRGR). In relazione alla governance del sistema, in conformità alla normativa nazionale e regionale, il PRGR conferma la competenza degli enti locali in materia di gestione del ciclo integrato dei rifiuti, prevedendo l'organizzazione del servizio in ambiti territoriali ottimali (ATO), coincidenti con le 5 province calabresi;
-con Deliberazione della Giunta regionale n. 340 del 2 novembre 2020 sono state approvate le Linee di indirizzo per l'adeguamento del "Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti (PRGR) approvato con Deliberazione del Consiglio Regionale n. 156 del 19 dicembre 2016". Nel documento allegato alla deliberazione e parte integrante della stessa, si precisa la necessità di prevedere il graduale azzeramento del fabbisogno di conferimento in discarica;
-il decreto legislativo 3 settembre 2020, n. 121, di recepimento della direttiva 2018/850/UE che modifica la direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti, stabilisce gli obiettivi per la progressiva riduzione del collocamento in discarica dei rifiuti, in particolare di quelli idonei al riciclaggio o al recupero di altro tipo, al fine di sostenere la transizione verso un’economia circolare. In particolare, l’obiettivo “discarica zero” deve essere perseguito dalle Regioni conformando la propria pianificazione, predisposta ai sensi dell’art. 199 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, al fine di garantire che entro il 2030 i rifiuti urbani idonei al riciclaggio o al recupero di altro tipo non vengano collocati più in discarica e che entro il 2035 la quantità di rifiuti urbani collocati in discarica sia ridotta almeno al 10 per cento del totale in peso dei rifiuti urbani prodotti;
-nelle linee programmatiche del Programma di Governo approvato nel Consiglio Regionale del 14/12/2021 si può leggere: “In Calabria il 50% dei rifiuti urbani prodotti è destinato alle discariche mentre in regione Lombardia la percentuale non supera il 4%. L’emergenza impone di elaborare un modello di intervento sostenibile economicamente e tecnicamente al fine di adeguarsi all'attuazione dei programmi comunitari di economia circolare, nonché per avere uno strumento di pianificazione in grado di accedere ai finanziamenti comunitari nel ciclo di programmazione 2021- 2027. Occorre rivedere e migliorare l’offerta impiantistica prevista nel piano del 2016, prevedendo l’utilizzo di tecnologie innovative e intervenendo principalmente sulle modalità di gestione degli scarti di lavorazione degli impianti di trattamento del rifiuto urbano con l’obiettivo di azzerare il ricorso allo smaltimento in discarica. […] L’obiettivo finale, nell’arco di cinque anni è l'azzeramento del fabbisogno di conferimento in discarica e la completa chiusura dei siti attualmente esistenti in Calabria.”;
-con il Decreto Dirigenziale del Dipartimento Ambiente della Regione Calabria, Prot. 4180 del 29/03/2010, viene rilasciata autorizzazione alla realizzazione di una discarica per rifiuti speciali non pericolosi in località “Pipino” del Comune di Scala Coeli alla società privata Bieco S.r.l. con capacità di abbanco di metri cubi 93.000. Le condizioni AIA allegate al decreto di autorizzazione prescrivono: “in relazione ad eventuali aree demaniali interessate dall’intervento, preliminarmente alla realizzazione degli interventi previsti nel progetto, vengano attivate tutte le procedure previste dalle vigenti normative per l’acquisizione delle stesse aree o per le necessarie concessioni”. La discarica entra in esercizio anche se le aste demaniali occupate non sono state ancora sdemanializzate, come da nota del 14 gennaio 2019 dell’Agenzia del Demanio indirizzata alla Regione Calabria Dipartimento Ambiente e Territorio. Nella nota si ribadisce che a prescindere dalla procedura di sdemanializzazione, l’utilizzo sine titulo di aree demaniali costituisce ipotesi di occupazione abusiva, per il quale devono essere adottati i dovuti provvedimenti dal competente organo gestore, nel rispetto della normativa vigente;
-la discarica è stata realizzata nel territorio del comune di Scala Coeli, inserito nell’elenco delle aree di vocazione turistica e agricola e nel Consorzio di tutela del marchio “D.O.P. Bruzio”, menzione geografica colline ioniche presilane, tra vigneti, aranceti ed uliveti coltivati con il metodo dell’agricoltura biologica e dove resistono ancora gli ultimi allevamenti estensivi di razza podolica. Il tutto a pochi passi da torrenti affluenti del fiume Nicà che tracciando il confine tra le provincie di Cosenza e Crotone va a sfociare nel mare Ionio fra i comuni di Cariati e Crucoli Torretta;
-con nota prot. 58/ord/16 del 23/12/2016 acquisita al prot. n. 385398/SIAR della Regione Calabria, la ditta Bieco S.r.l. ha presentato alla Regione Calabria domanda di VIA e AIA per un progetto di modifica sostanziale della discarica. In data 06/08/2018 la struttura tecnica di valutazione STV esprimeva parere negativo di VIA relativamente al progetto di ampliamento della discarica. Giungevano poi il parere non favorevole del Dipartimento Urbanistica della Regione Calabria espresso in data 22/06/2018 e il parere contrario del Dipartimento Agricoltura il 27/06/2018. Nonostante nella seduta del 21/11/2018 la STV ribatteva alle controdeduzioni della ditta, confermando il parere negativo del 08/06/2018, il commissario ad Acta non ha inteso rigettare la richiesta di ampliamento accordando la possibilità di rimodulare ulteriormente il progetto. Il nuovo volume di abbanco interessa una estensione aggiuntiva di 49.000 mq ed un volume di abbanco netto pari a 650.000 mc. Si sono susseguite, così, le conferenze di servizio fino a quella del 24 gennaio 2019, dove la Struttura Tecnica di Valutazione STV ha espresso parere positivo con 20 prescrizioni. Con il Decreto Dirigenziale n. 14284 del 20/11/2019, con il quale il Dirigente ha fatto proprio il Decreto del Commissario ad acta n. 1 del 2019, si è conclusa la Procedura di VIA e AIA autorizzando il progetto di ampliamento della discarica, nonostante il dissenso espresso dal Comune di Scala Coeli, deliberato all’unanimità dall’intero consiglio comunale, oltre la conferma del rigetto della richiesta di sdemanializzazione delle aste demaniali da parte dell’Agenzia del Demanio, la mancata espressione di parere della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per le Province di Catanzaro, Cosenza e Crotone, che non ha potuto verificare se l’area di ampliamento sia o meno soggetta a vincolo paesaggistico ed il parere negativo espresso dal Settore Urbanistica della Regione Calabria. Il Decreto veniva impugnato al Tribunale Amministrativo Regionale per la Calabria dall’Associazione Legambiente Nazionale Aps Onlus, ricorso rigettato con la sentenza n. 2334 del 23/12/2021 e dall’Agenzia del Demanio, ricorso rigettato con la sentenza n. 1547 del 19/07/2021;
-con nota del 18/12/2018 il Presidente dell’ATO Cosenza chiedeva la disponibilità del gestore della discarica a rendere disponibile parte della volumetria per lo smaltimento dei residui derivanti dal circuito pubblico, stante la perenne situazione emergenziale dell’Ambito Territoriale Ottimale della provincia di Cosenza sul sistema di smaltimento e trattamento dei rifiuti. La richiesta viene reiterata giorno 11/03/2020, quando il Presidente dell’ATO Cosenza chiedeva di conoscere “lo stato di avanzamento dei lavori e di comunicare la data a partire dalla quale la discarica potrà essere posta al servizio del circuito pubblico di gestione dei rifiuti urbani“. Tale richiesta non è mai stata deliberata o discussa dagli organi di governo dello stesso ATO Cosenza.
Per sapere:
1. se quanto sopra esposto è coerente con l’indirizzo e il programma di Governo, che prevede l'azzeramento del fabbisogno di conferimento in discarica nell’arco di cinque anni e la completa chiusura dei siti attualmente esistenti in Calabria;
2. quali iniziative intende assumere per affrontare in modo radicale la problematica della gestione dei rifiuti nella nostra regione e, con riguardo all'ampliamento della discarica di rifiuti di località Pipino, per tutelare la salute dei cittadini, l'importante economia agricola di qualità e la vocazione turistica del territorio di Scala Coeli, messe a rischio dall’eventuale uso della discarica per il circuito pubblico di gestione dei rifiuti, come prospettato dal Presidente dell’ATO Cosenza;
3. quali iniziative intende assumere per risolvere la disastrosa situazione gestionale in cui versa l’ATO Cosenza, il cui Presidente, invece di rivolgersi al privato, prospettando soluzioni anacronistiche, non concordate e dannose per l’ambiente, dovrebbe occuparsi di redigere il piano d’ambito che coinvolge i centocinquanta comuni delle sei Aro, le aree di raccolta ottimali per l’organizzazione del servizio di raccolta dei rifiuti della provincia di Cosenza.
(2; 17/01/2022).
Irto e Mammoliti. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
-nonostante il DPCM del 23 settembre 2021 abbia ripristinato come modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa nelle amministrazioni pubbliche quella svolta in presenza, sia stato mantenuto l’obbligo di assicurare il rispetto delle misure sanitarie di contenimento del rischio di contagio da Covid-19;
-con il decreto dell’8 ottobre 2021, il Ministro per la Pubblica Amministrazione ha disciplinato lo svolgimento della prestazione lavorativa in presenza del personale delle pubbliche amministrazioni ma ha anche individuato le condizioni e i requisiti necessari per utilizzare il lavoro agile;
-il dilagare dei contagi da Covid 19 e la continua preoccupante ascesa della pandemia ha riproposto la necessità di utilizzare ogni strumento utile a diminuire le possibilità del diffondersi del virus e pertanto, con la circolare ministeriale congiunta tra il ministro per la Pubblica amministrazione e del Lavoro del 5 gennaio 2022, si è inteso sensibilizzare anche le amministrazioni pubbliche a usare pienamente tutti gli schemi di lavoro agile già presenti all’interno delle regolazioni contrattuali e normative, precisando che ciascuna amministrazione è libera di organizzare la propria attività con ampia flessibilità modulandola, come necessario in questo particolare momento, sulla base dell’andamento dei contagi, mantenendo però invariati i servizi resi all’utenza;
considerato che:
-la Funzione Pubblica CGIL Calabria, alla luce dei casi annunciati di contagio presso alcune sedi dei Centri per l’Impiego (CPI), hanno ripetutamente chiesto l’attivazione dello smart working per i dipendenti, secondo le nuove norme, al fine di tutelare la loro salute e quella dei loro familiari;
-la stessa Organizzazione ha evidenziato un trattamento disomogeneo nei confronti dei dipendenti dei CPI regionali in quanto, negli stessi uffici, ove necessario, vista la chiusura per inagibilità, è stato disposto lo smartworking e, pertanto, risulta non chiaro come l’esigenza di un’essenziale erogazione giornaliera dei servizi da parte di tutto il personale in presenza sia sentita esclusivamente solo per alcuni CPI, quando invece dovrebbe tradursi nel ripristino sull’intero territorio regionale dei tanti CPI chiusi ormai da tempo;
-sempre la FP CGIL Calabria ha affermato che il lavoro da remoto opportunamente combinato con il lavoro in presenza, garantirebbe l’espletamento di tutte le pratiche e l’erogazione di tutti quei servizi che i Centri per l’Impiego devono assicurare;
-la suddetta Organizzazione ha, altresì, richiesto il controllo dell’applicazione nei CPI delle misure cautelative per evitare il diffondersi del contagio, quali la verifica del distanziamento tra le postazioni dei dipendenti, il numero di postazioni per stanza, il contingentamento dell’affluenza del pubblico/utenza, in seguito a svariate segnalazioni di mancato rispetto di tali misure. Tenuto conto che: -il lavoro agile rappresenta la forza della Pubblica Amministrazione in quanto, nell’ottica dell’ottimizzazione dei tempi e degli spazi, è finalizzato a conseguire il miglioramento dei servizi pubblici e al contempo garantire l’equilibrio tra tempi di vita e di lavoro;
-le disposizioni normative sono proiettate verso una rivoluzione digitale della Pubblica Amministrazione intesa anche come rinnovamento organizzativo e funzionale attraverso l’utilizzo di un modello di lavoro più flessibile e più moderno, quale il lavoro agile;
-gli eventi degli ultimi anni hanno incentivato il Governo a predisporre delle disposizioni rivolte a tutte le Amministrazioni Pubbliche affinché queste valutino una programmazione delle attività in modalità agile che, con massima flessibilità, preveda una rotazione equilibrata del personale tra lavoro in presenza e lavoro agile, secondo le modalità organizzative più opportune, tenuto conto dell’andamento epidemiologico nel breve e nel medio periodo e delle contingenze, che possono riguardare i propri dipendenti;
-diversi Dipartimenti e Settori regionali si stanno determinando in tal senso, nel rispetto della salute dei propri dipendenti e pertanto, al fine di evitare un approccio non omogeneo alla problematica, sarebbe auspicabile la predisposizione di un regolamento sul lavoro agile che, in maniera uniforme, indichi i principi generali di adeguamento alle indicazioni ministeriali, consentendo a tutti i dipendenti pubblici regionali, che svolgono attività lavorative smartizzabili, di poter rendere parte del proprio lavoro nella modalità più consona all’attuale grave situazione pandemica;
-secondo i recenti dati ufficiali lo scenario pandemico rimane allarmante e in particolare nella nostra Regione gli ospedali sono nuovamente sotto pressione. Tutto ciò premesso e considerato interpellano il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
1. se quanto sopra esposto è coerente con l’indirizzo e il programma di Governo;
2. se è a conoscenza dei fatti su esposti relativamente alla mancata attivazione dello smart working, anche solo parziale, e all’assenza di controllo dell’applicazione delle misure di contenimento del contagio in alcuni Centri per l’Impiego in particolare e in generale negli uffici pubblici regionali e quali interventi intenda effettuare al più presto a tutela dei dipendenti stessi;
3. quali azioni intenda intraprendere per sensibilizzare l’adozione di un indirizzo comune di programmazione delle attività lavorative in modalità agile per tutti gli uffici pubblici regionali, nel rispetto delle regole vigenti e sulla base delle effettive necessità, coniugando la piena operatività e l’adeguata qualità dei servizi pubblici con la tutela del diritto alla massima sicurezza dei lavoratori e degli utenti.
(3; 31/01/2022).
Il Consiglio regionale, premesso che:
- è da più parti paventata la concreta possibilità che l’Asp di Catanzaro predisponga la chiusura del Centro di riabilitazione sito nel comune di Squillace;
- nello stesso edificio di proprietà del Comune di Squillace, ma occupato in comodato gratuito dall’Asp, ha sede il Centro di neuropsichiatria infantile che fornisce assistenza ad un significativo numero di assistiti;
- il sindaco e il responsabile dell’Ufficio tecnico di Squillace, hanno sottoposto a sopralluogo tecnico l’immobile, constatando la piena efficienza ed idoneità della struttura medesima;
- la chiusura del Centro appare una decisione irrazionale, posto che i servizi sono erogati a beneficio di un territorio che comprende 28 comuni con una popolazione di circa 77.000 abitanti e che la decisione impatterà negativamente sui servizi sanitari erogati dal distretto territoriale;
considerato che:
- è necessario, oltre che doveroso, mantenere i servizi sanitari assistenziali territoriali, soprattutto laddove, come nel caso in epigrafe, sono effettuati in modo efficiente ed efficace;
- la decisione sarebbe scaturita dalla mancanza di personale infermieristico da assegnare alla struttura;
verificato che:
- dal Presidente della Giunta regionale è stato espresso l’impegno - anche in questa Aula consiliare - di potenziare i servizi di assistenza territoriale;
tanto premesso
impegna la Giunta regionale
nella persona del presidente Roberto Occhiuto, nonché commissario regionale alla sanità, ad operare ogni utile iniziativa tesa a tutelare la salute pubblica e ad operare il ripristino e la piena funzionalità dei servizi di assistenza del Centro di riabilitazione sito nel comune di Squillace.
(6; 21/01/2022) Lo Schiavo.
Il Consiglio regionale, premesso che:
-la circolare del Ministero della Salute n. 31400-29/09/2020-DGPRE-DGPRE-P ad oggetto “Uso dei test antigenici rapidi per la diagnosi di infezione da SARS-CoV-2” ha fornito informazioni in ordine alla natura e all’efficacia dei test attualmente disponibili per rilevare l’infezione da SARS-CoV-2, nonché evidenziato l’utilità dei test antigenici rapidi come strumento di prevenzione in determinati contesti, come lo screening rapido di numerose persone che potrebbe accelerare la diagnosi di casi sospetti di COVID-19;
la situazione che si è venuta a creare in Italia e in Calabria con la variante Omicron rende necessario un diverso approccio al tracciamento e alla possibilità dei singoli cittadini di poter verificare la propria positività al Coronavirus. Considerato che: in questi giorni le file per poter fare un tampone sono diventate ingestibili nella nostra regione, sia presso i presidi pubblici che privati. E anche le farmacie sono prese d’assalto con code chilometriche sui marciapiedi, ore di fila con rischio assembramenti, strade bloccate, difficoltà ad avere un appuntamento su prenotazione. I tempi di attesa per un test rapido sono troppo lunghi. È difficile soddisfare le richieste di positivi, presunti tali, negativizzati e contatti più o meno stretti. Una situazione insostenibile e ingestibile che non aiuta a bloccare questa fase acuta che stiamo vivendo né a tranquillizzare gli animi;
secondo diverse stime, la possibilità di effettuare tamponi nelle parafarmacie aumenterebbe la capacità diagnostica di circa il 20%, decongestionando almeno in parte le lunghe fila che nelle ultime settimane hanno interessato farmacie e drive through. Secondo un’indagine realizzata dal Centro studi di Conflavoro Pmi nei 14 giorni di festività natalizie sono stati oltre 8,5 milioni i tamponi rapidi antigenici a cui si sono sottoposti gli italiani per una spesa complessiva di 126 milioni di euro. Tenuto conto che: consentire il processamento dei tamponi anche alle parafarmacie porterebbe un gran vantaggio in termini di tempistica e di logistica, ma anche di professionalità al servizio del cittadino e tutto a costo zero. Le parafarmacie sono gestite da farmacisti professionisti come le farmacie, hanno strutture in grado di poter governare i ferrei protocolli imposti dal Ministero e gli stessi software di gestione e invio dati al sistema TS (tessera sanitaria) che si trovano in farmacia;
la situazione di stress per il sistema territoriale di screening rimarrà probabilmente molto alta a causa delle prossime festività come Carnevale e Pasqua, della ripresa delle attività scolastiche di ogni grado e dell’impennata dei contagi che si sta verificando in queste settimane in Calabria e in tutta Italia;
le parafarmacie rappresentano un potenziamento essenziale per la prosecuzione degli screening di massa necessari a gestire la pandemia. Le attuali risorse del sistema sanitario regionale si sono dimostrate insufficienti a sostenere questo lavoro: in prospettiva, quindi, il coinvolgimento delle parafarmacie potrà tornare utile, in funzione degli sviluppi dell’emergenza pandemica e dell’andamento dei contagi. Preso atto che: il sistema sanitario regionale è oggettivamente in difficoltà a gestire il gran numero di richieste di tamponamento provenienti tanto dai medici di medicina generale, quanto da singoli cittadini, come dimostrano i molti articoli di stampa e servizi giornalistici pubblicati in queste settimane;
le parafarmacie sono presenti in numero adeguato su tutto il territorio calabrese, diffuse sia nelle città che in piccoli paesi. Già diverse parafarmacie, privatamente, fanno tamponi senza poterli registrare, non avendo l’accesso al sistema regionale di gestione dei tamponi;
impegna la Giunta regionale
al fine di ampliare le attività di rilevamento dei contagi da SARS-CoV-2, ad assumere ogni iniziativa di competenza affinché le parafarmacie dotate di spazi idonei sotto il profilo igienico - sanitario e atti a garantire la sicurezza degli assistiti e la tutela della riservatezza, possano effettuare test antigienici rapidi ed accedere alla piattaforma di registrazione degli esiti.
(7; 25/01/2022) Tavernise. (Ritirata dal proponente con nota protocollo
n. 2023 del 26/01/2022).
Il Consiglio regionale, premesso che:
-la circolare del Ministero della Salute n. 31400-29/09/2020-DGPRE-DGPRE-P ad oggetto “Uso dei test antigenici rapidi per la diagnosi di infezione da SARS-CoV-2” ha fornito informazioni in ordine alla natura e all’efficacia dei test attualmente disponibili per rilevare l’infezione da SARS-CoV-2, nonché evidenziato l’utilità dei test antigenici rapidi come strumento di prevenzione in determinati contesti, come lo screening rapido di numerose persone che potrebbe accelerare la diagnosi di casi sospetti di COVID-19;
la situazione che si è venuta a creare in Italia e in Calabria con la variante Omicron rende necessario un diverso approccio al tracciamento e alla possibilità dei singoli cittadini di poter verificare la propria positività al Coronavirus. Considerato che: in questi giorni le file per poter fare un tampone sono diventate ingestibili nella nostra regione, sia presso i presidi pubblici che privati. E anche le farmacie sono prese d’assalto con code chilometriche sui marciapiedi, ore di fila con rischio assembramenti, strade bloccate, difficoltà ad avere un appuntamento su prenotazione. I tempi di attesa per un test rapido sono troppo lunghi. È difficile soddisfare le richieste di positivi, presunti tali, negativizzati e contatti più o meno stretti. Una situazione insostenibile e ingestibile che non aiuta a bloccare questa fase acuta che stiamo vivendo né a tranquillizzare gli animi;
secondo diverse stime, la possibilità di effettuare tamponi nelle parafarmacie aumenterebbe la capacità diagnostica di circa il 20%, decongestionando almeno in parte le lunghe fila che nelle ultime settimane hanno interessato farmacie e drive through. Secondo un’indagine realizzata dal Centro studi di Conflavoro Pmi nei 14 giorni di festività natalizie sono stati oltre 8,5 milioni i tamponi rapidi antigenici a cui si sono sottoposti gli italiani per una spesa complessiva di 126 milioni di euro. Tenuto conto che: consentire il processamento dei tamponi anche alle parafarmacie porterebbe un gran vantaggio in termini di tempistica e di logistica, ma anche di professionalità al servizio del cittadino e tutto a costo zero. Le parafarmacie sono gestite da farmacisti professionisti come le farmacie, hanno strutture in grado di poter governare i ferrei protocolli imposti dal Ministero e gli stessi software di gestione e invio dati al sistema TS (tessera sanitaria) che si trovano in farmacia;
la situazione di stress per il sistema territoriale di screening rimarrà probabilmente molto alta a causa delle prossime festività come Carnevale e Pasqua, della ripresa delle attività scolastiche di ogni grado e dell’impennata dei contagi che si sta verificando in queste settimane in Calabria e in tutta Italia;
le parafarmacie rappresentano un potenziamento essenziale per la prosecuzione degli screening di massa necessari a gestire la pandemia. Le attuali risorse del sistema sanitario regionale si sono dimostrate insufficienti a sostenere questo lavoro: in prospettiva, quindi, il coinvolgimento delle parafarmacie potrà tornare utile, in funzione degli sviluppi dell’emergenza pandemica e dell’andamento dei contagi.
Preso atto che: il sistema sanitario regionale è oggettivamente in difficoltà a gestire il gran numero di richieste di tamponamento provenienti tanto dai medici di medicina generale, quanto da singoli cittadini, come dimostrano i molti articoli di stampa e servizi giornalistici pubblicati in queste settimane;
le parafarmacie sono presenti in numero adeguato su tutto il territorio calabrese, diffuse sia nelle città che in piccoli paesi. Già diverse parafarmacie, privatamente, fanno tamponi senza poterli registrare, non avendo l’accesso al sistema regionale di gestione dei tamponi;
impegna la Giunta regionale
al fine di ampliare le attività di rilevamento dei contagi da SARS-CoV-2, ad assumere ogni utile e necessaria iniziativa nei riguardi del Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della Regione Calabria e in accordo con lo stesso, affinché le parafarmacie dotate di spazi idonei sotto il profilo igienico-sanitario e atti a garantire la sicurezza degli assistiti e la tutela della riservatezza, possano effettuare test antigienici rapidi ed accedere alla piattaforma di registrazione degli esiti.
(8; 26/01/2022) Tavernise.
Il Consiglio regionale, premesso che:
l. la Calabria, grazie ai suoi settecentottanta chilometri di coste, pari al 20% del totale italiano, e ai due mari Jonio e Tirreno, che si inseriscono in un pregevole contesto paesaggistico ed ambientale, può vantare una diffusa presenza, sul proprio territorio, di attività turistico-ricettive che occupano una posizione di particolare rilevanza nel panorama economico e produttivo regionale;
2. il turismo balneare, nello specifico, basato su attività in larga parte a conduzione familiare, rappresenta una fetta consistente del PIL calabrese, concorrendo ad assolvere, tra l'altro, alla funzione, non certamente secondaria, di tutela, salvaguardia e valorizzazione delle nostre spiagge in un'ottica di collaborazione con le Istituzioni del territorio;
3. i dati più attendibili sulle presenze turistiche in Calabria risalenti al 2019, quindi prima che si verificasse la pandemia da COVID-19, che ha giocoforza determinato l'emersione di diverse e differenti problematiche anche su questo settore, hanno, infatti, evidenziato come la stagione estiva, con le sue spiagge ed i servizi ad esse associate, rimanga la più favorevole per i flussi turistici sia nazionali che internazionali;
4. questa tipologia di turismo, che si inserisce nel contesto della stagione estiva, è basata su imprese balneari di piccole e medie dimensioni a conduzione quasi esclusivamente familiare, operanti sul demanio marittimo, attraverso le oltre duemila concessioni regionali, che, pur rappresentando un riferimento imprescindibile in termini occupazionali e produttivi, si trovano, attualmente, a dover affrontare, oltre alla precarietà economica determinata dal ciclo sfavorevole dettato dalla pandemia in atto, anche e soprattutto l'incertezza normativa che riguarda la loro operatività e la loro stessa sopravvivenza;
5. la direttiva dell'Unione Europea 2006/123/CE, meglio conosciuta come Direttiva Bolkestein, nel consentire la libera circolazione dei servizi e nell'assicurare la libertà di stabilimento, ha individuato nel regime concorrenziale il criterio attraverso cui erogare servizi e svolgere le attività commerciali e intellettuali, nell'ottica di una competizione trasparente e transnazionale, considerando, al tempo stesso, il servizio erogato dalle imprese balneari, un servizio del settore turismo ed in quanto tale assoggettabile a gara, con conseguente applicazione delle norme che sovrintendono le procedure ad evidenza pubblica;
6. la sentenza del Consiglio di Stato n. 18/2021 ha dichiarato l'illegittimità della proroga delle concessioni demaniali alla data del 31/12/2033 decisa dalla Legge n. 145/2018 e confermato dall'articolo 182 comma 2, della Legge n.77/2020, in quanto contrarie alla direttiva Bolkestein e al Trattato fondativo dell'Unione europea che prevedono la riassegnazione periodica dei beni pubblici, come le spiagge, attraverso procedure comparative aperte e trasparenti ed ha imposto che, entro il prossimo 31 dicembre 2023, le stesse vadano messe a gara ad evidenza pubblica;
7. tale decisione sta generando incertezza e malumore tra i tanti operatori del settore che rischiano di vedere vanificati gli investimenti economici fatti nel corso degli anni per migliorare le proprie attività produttive e fornire servizi sempre più efficienti ed al passo con i tempi richiesti da un settore molto concorrenziale;
impegna la Giunta regionale
ed il Presidente della Giunta regionale ad agire in sede di Conferenza Stato Regioni affinché, attraverso atto normativo, il Governo ed il Parlamento possano valorizzare l'esperienza professionale ed il patrimonio di conoscenza di chi ha già svolto attività di gestione dei beni demaniali con particolare riferimento a quelle a conduzione strettamente familiare;
il riconoscimento di appositi indennizzi per chi ha compiuto investimenti di natura economica nelle proprie attività;
mappatura delle concessioni in essere al fine di individuare la migliore strategia possibile per la soluzione del problema in essere.
(9; 16/02/2022) Straface.
Il Consiglio regionale, premesso che:
- entro il 30 giugno 2022 la Regione Calabria dovrà dotarsi di una Società, a totale partecipazione pubblica per la gestione dei servizi idrici, per poter intercettare i fondi derivanti dal PNRR;
- il PNRR prevede 2,2 miliardi di euro per consentire ai Comuni del Meridione di migliorare le reti idriche e garantire l'acqua ai propri territori;
- il mancato adeguamento da parte della Calabria negherebbe all'Italia la condizione abilitante per accedere ai fondi del PNRR per i servizi idrici, pari a 4,38 miliardi di euro;
- il mancato allineamento potrebbe spingere il Governo a procedere con il commissariamento del servizio calabrese per garantire l'accesso ai fondi europei;
- il 53,5% delle azioni di Sorical sono detenute dalla Regione Calabria e le restanti quote sono in possesso della Società francese Veolia;
- le azioni della Società privata Veolia sono state pignorate dal Fondo Governativo tedesco FMS;
- il socio privato ha, più volte, comunicato la volontà di uscire dalla compagine societaria consentendo l'acquisto delle quote alla cifra simbolica di un euro;
Considerato che:
- è evidente come i tempi appaiano stringenti per costituire una nuova società, la cosiddetta "Multiutility", che in soli 4 mesi e cioè entro il 30 giugno 2022, dovrebbe ottenere tutte le autorizzazioni necessarie da parte degli organi preposti al controllo;
- pur costituendo una nuova società, la stessa avrebbe la necessità di reperire un capitale sociale adeguato al piano industriale per lo svolgimento del servizio;
- il nuovo soggetto gestore dovrebbe, comunque, ereditare il know how e il personale da Sorical;
- il debito accumulato con il Fondo tedesco dovrebbe essere comunque estinto dalla Regione Calabria;
- Sorical ha maturato un'esperienza ventennale nel servizio;
- grazie ai fondi europei e alla definizione di un nuovo piano industriale, Sorical, oltre a procedere all'adeguamento della rete idrica, potrebbe attivare nuovi percorsi virtuosi, come ad esempio l'energy management, sfruttando le grandi risorse idroelettriche presenti sul territorio calabrese;
impegna la Giunta regionale
e il suo Presidente - anche in virtù della Delega alla Tutela dell'Ambiente - a procedere all'avviamento di una trattativa per concordare un piano di estinzione del debito di Sorical e l'acquisizione dell'intero capitale della società, che diventerebbe così totalmente pubblico. E ad avviare, anche grazie ai fondi europei, la riqualificazione di Sorical e la definitiva risoluzione dell'approvvigionamento idrico dei territori calabresi.
(10; 16/02/2022) Alecci.
Il Consiglio regionale, premesso che:
considerato che ogni anno si effettuano 11mila circoncisioni su bambini nati in famiglie straniere residenti in Italia, che comprendono infanti di origine araba, pakistana, bangladese, africana, dei paesi dell’Est, per lo più musulmani, con una minoranza di cristiani copti. E che tra queste, prima dell’emergenza Covid-19, 6 mila sono state praticate nei paesi di origine, mentre 5mila in Italia, tra cui il 35% con modalità clandestine e con il 20-22% di casi con complicanze;
rilevato che nell’anno 2021 il ricorso alla circoncisione clandestina è aumentata per l‘impossibilità delle comunità di rientrare presso i propri Paesi di origine e che la scarsa disponibilità economica delle famiglie e l’assenza delle corrette informazioni, hanno favorito l’esecuzione di tale pratica in ambito casalingo da parte di persone senza competenze di tipo sanitario e in precarie condizioni igieniche, determinando gravi rischi per la salute dei bambini;
considerato che la circoncisione rituale è compatibile con l’ordinamento della Repubblica Italiana, poiché non lede altri valori protetti costituzionalmente come la tutela dei minori, il diritto alla salute, la dignità umana, la legittima disposizione del proprio corpo e la libertà di professare le proprie convinzioni religiose;
verificato che la programmazione sanitaria nazionale non prevede nei LEA (livelli essenziali di assistenza) la copertura economica della circoncisione rituale ma solo della circoncisione prescritta per risolvere disturbi anatomici e che il costo della prestazione va da 250 a 1500 euro, quindi spesso superiore alle possibilità delle famiglie;
considerato che alcune regioni italiane hanno già provveduto ad inserire gli interventi di circoncisione nei livelli essenziali di assistenza, e su richiesta viene praticata gratuitamente nelle strutture ospedaliere;
impegna la Giunta regionale
ed il Presidente anche nella qualità di Commissario ad acta, ad adottare ogni provvedimento necessario per introdurre la circoncisione non terapeutica nei livelli essenziali di assistenza e, dunque, assicurare che detta prestazione sia garantita gratuitamente presso strutture sanitarie pubbliche autorizzate ai soggetti che la richiedono per motivi culturali e religiosi.
(11; 18/02/2022) Laghi.
Il Consiglio regionale, premesso che:
considerato che
- viviamo in un contesto in cui è sempre più drammatica l’emergenza ambientale;
- evidenti sono i riscontri quotidiani ed i danni che la stessa emergenza determina, quali cambiamento climatico, eccessivo inquinamento, perdita della biodiversità e, non da ultimo, crescita esponenziale di problemi di salute;
- numerosi sono i programmi e le agende che, a livello mondiale, europeo e nazionale, impegnano tutti i governi ed i vari soggetti, istituzionali e non, competenti in materia, ad adottare ogni soluzione e misura tesa a favorire lo sviluppo sostenibile;
- “la tutela dell'ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni” è principio costituzionalmente riconosciuto e, di recente, inserito proprio tra i principi fondamentali dalla Carta costituzionale (art. 9);
- la transizione ecologica, intesa quale “insieme di azioni rivolte alla sostenibilità dell’economia, per favorire il passaggio da un sistema basato sulle fonti energetiche inquinanti a un modello virtuoso incentrato sulle fonti verdi” rappresenta uno dei pilastri del progetto Next Generation EU (Missione 2 “Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica”);
- rientrano tra gli interventi fondamentali dei programmi di sostenibilità quella della “mobilità sostenibile”;
posto che
- è necessario incentivare forme di mobilità più ecologiche e creare dunque città più sostenibili;
- le auto ibride rappresentano una forma di alta tecnologia, perno di questo percorso, in quanto il veicolo ibrido salvaguarda l’ambiente, riduce i consumi e l’emissione di CO2 rispetto alle automobili tradizionali;
visto che - la Regione Calabria può e deve essere parte attrice di questi programmi e dunque intervenire favorendo ogni forma di incentivo all’utilizzo di queste autovetture;
- altre Regioni hanno già avviato interventi per incentivare il cittadino ad acquistare le auto ibride;
ritenuto che
- l’esenzione dal pagamento della tassa automobilistica regionale per le autovetture immatricolate a decorrere dal 1° gennaio 2022, con alimentazione ibrida benzina-elettrica, inclusiva di alimentazione termica, o con alimentazione benzina-idrogeno oppure gasolio-elettrica, per almeno i cinque anni successivi dall’acquisto a favore dei soggetti residenti in Calabria, rappresenta una scelta assolutamente opportuna, efficace ed improcrastinabile;
impegna la Giunta regionale
ed il Presidente della Giunta regionale Ad adottare nel più breve tempo possibile un provvedimento che preveda, come sopra specificato, l’esenzione della tassa automobilistica regionale, a favore dei soggetti residenti in Calabria che acquistano auto ibride, per almeno i cinque anni successivi all’immatricolazione.
(12; 21/02/2022) Laghi.
Il Consiglio regionale, premesso che:
il Consiglio regionale della Calabria esprime la propria fortissima preoccupazione per la grave crisi internazionale tra la Russia e la Nato, determinata dalle forti tensioni per la situazione in Ucraina. Il temuto scoppio di un conflitto armato, con il coinvolgimento delle più grandi potenze nucleari, potrebbe portare ad uno scontro di dimensioni planetarie, con conseguenze gravissime e probabilmente irreparabili per l’umanità intera. Per questo, nel ribadire il fermo NO alla guerra e la volontà di pace anche delle cittadine e dei cittadini calabresi, il Consiglio Regionale della Calabria: • invita il nostro Governo a ribadire, in seno all’intera Comunità internazionale, in primo luogo all'ONU, la necessità di compiere ogni sforzo utile ad evitare il temuto conflitto armato;
- invita il nostro Governo a manifestare, in ogni sede, l'indisponibilità dell’Italia a esercitare qualsiasi ruolo attivo, nella malaugurata ipotesi di conflitto armato, ciò nel pieno rispetto dell'articolo 11 della Costituzione;
- fa propri i contenuti espressi nella presente mozione e si impegna, nell’ambito delle proprie competenze, ad assumere ogni iniziativa funzionale a favore della pace.
Impegna la Giunta regionale,
impegna il Presidente del Consiglio ad inviare la presente mozione, oltre che al Presidente della Giunta Regionale, al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Capigruppo delle rispettive Camere, alla Ministra per gli Affari Regionali e le Autonomie, al Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, a tutti i Presidenti delle Regioni e delle Province autonome e a tutti i Presidenti dei Consigli Regionali e dei Consigli delle Province autonome.
(13; 21/02/2022) Laghi, Lo Schiavo.
Il Consiglio regionale, premesso che:
- la maculopatia è una malattia che colpisce l'occhio e determina una progressiva degenerazione della visione centrale;
- nella maggioranza dei casi, la maculopatia è legata all'età e si manifesta in soggetti con età superiore a 55 anni, tuttavia non è escluso che la degenerazione maculare possa manifestarsi già nell'infanzia o in giovani adulti;
- anche le persone più giovani sono a rischio in quanto la maculopatia può sorgere come conseguenza della miopia, disturbo assai diffuso e tra le cui concause si rinviene l'uso intensivo di apparecchi elettronici come computer e smartphone;
considerato che:
- la maculopatia ha un altissimo potere invalidante perché è ritenuta una delle principali cause di cecità nei Paesi Occidentali e ciò rende essenziale la diagnosi precoce;
- è indispensabile che l'accesso alla diagnosi e alle eventuali cure successive sia garantito a tutti, a prescindere dalle disponibilità economiche di ognuno, e ciò è possibile solo attraverso l'esenzione del ticket che si realizza inserendo la maculopatia nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA);
preso atto che:
- al Senato della Repubblica è stato presentato il disegno di legge n. 1419, a prima firma Sen. ---------, recante: "Disposizioni per la tutela dei lavoratori dalle maculopatie e inserimento nei livelli essenziali di assistenza della Maculopatia Degenerativa Miopica e Senile", chiedendo attenzione per la prevenzione della cecità specie per le giovani generazioni e tutela dei lavoratori affetti da maculopatie;
- analoghi atti di indirizzo sono stati approvati da altri Consigli regionali italiani come Veneto; Lombardia; Umbria; Basilicata; Fruili Venezia Giulia ed altre;
ritenuto
- opportuno chiedere l'inserimento delle prestazioni mediche relative alla diagnosi e alla cura della maculopatia tra i LEA;
impegna la Giunta regionale
- ad intervenire presso il Governo affinchè siano messe in atto tutte le azioni necessarie per l'inserimento della maculopatia nei Lea.
(14; 25/02/2022) Loizzo.
Il Consiglio regionale, premesso che:
- nella seduta della Conferenza dei Capogruppo del 9 febbraio u.s., è emersa la volontà, condivisa da tutti i gruppi consiliari, di approfondire, in una seduta del Consiglio regionale, previo esame da parte della IV Commissione, il tema dell'ammodernamento della strada statale 106 Jonica;
- la suddetta collega Reggio Calabria a Taranto attraverso un percorso di 491 chilometri lungo la fascia litoranea Jonica di Calabria, Basilicata e Puglia. Si tratta di un collegamento strategico del Sud Italia poiché mette in comunicazione i due capoluoghi, i numerosi comuni costieri, l'autostrada del Mediterraneo e l'autostrada 14 "Adriatica" che termina a Taranto. Costituisce una direttrice di traffico di rilevanza nazionale e fa parte della rete Europea E90. La Commissione Europea, ultimamente, ha incluso il tracciato come parte della rete globale della proposta di revisione del Regolamento sulla Rete transeuropea dei Trasporti (TEN-T). l'ottantacinque per cento del percorso pari a 416 chilometri è in territorio calabrese;
- lungo la statale Jonica l'Anas ha già completato l'ampliamento a 4 corsie con spartitraffico centrale di tutto il traffico ricadente in Puglia (39 KM) e in Basilicata (37 KM). In Calabria sono stati ampliati a quattro corsie solo 64,4 Km. Considerato che: - l'Istituto del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC), nasce con l'intento di ridurre il divario esistente tra le Regioni più povere e quelle più ricche;
- il Governo dovrebbe, rigorosamente, attuare scelte che garantiscano il rispetto di questo principio sancito peraltro dalla Costituzione italiana ma nei fatti è avvenuto tutt'altro;
- Il Governo, nella seduta del CIPESS del 15 febbraio u.s, ha stanziato poco meno di 4,7 miliardi di euro per opere infrastrutturali immediatamente cantierabili e ha assunto l'impegno formale di stanziare ulteriori 1,6 miliardi di euro di interventi strategici programmati appena sarà disponibile il Piano di fattibilità tecnico ed economico dei relativi interventi;
- la differenza tra ciò che ha stanziato e ciò che il Governo si è impegnato a stanziare è pari a 6,3 miliardi di euro e di questi 4,4 miliardi saranno investiti al Sud. In particolare, alla Campania ha destinato 1.700 milioni di euro (34%), alla Sicilia 1.213 milioni di euro (24%), alla Puglia 958 milioni di euro (19%), ed alla Calabria 465 milioni di euro (9%);
- rispetto al finanziamento ottenuto dalla Calabria è bene specificare che, sui 180 milioni di euro per il completamento dell'elettrificazione della ferrovia jonica, c'è solo un impegno del Governo, ma, nella Delibera CIPESS non è previsto alcun finanziamento. Ciò implica che l'effettivo stanziamento è pari a 285 milioni di euro (5,5%), e di questi 65 milioni di euro saranno destinati per la strada di collegamento per San Luca e 220 milioni di euro per la strada statale 106 Jonica;
- per quanto riguarda la strada di collegamento per San Luca è previsto un finanziamento di 65 milioni di euro, ma queste risorse saranno così destinate: 1 milione di euro nel 2022, 9 milioni di euro nel 2023, 15 milioni di euro nel 2024, 15 milioni di euro nel 2025, 15 milioni di euro nel 2026 e 10 milioni di euro nel 2027;
- per quanto riguarda i 220 milioni di euro assegnati sulla strada statale 106 Jonica, il Governo, nel corso del 2022, ne stanzierà solo 500.000 euro (mezzo milione di euro...), perché i restanti saranno così erogati: 2 milioni di euro nel 2023; 5 milioni nel 2024; 45 milioni nel 2025; 65 milioni nel 2026; 65 milioni nel 2027; infine 37,5 milioni di euro nel 2028;
- occorre, altresì, ricordare che, in occasione della sua audizione alle Commissioni riunite della Camera di Trasporti e Ambiente, il 3 febbraio 2021, il Commissario Straordinario per la strada statale 106 Jonica, Ing.........., ha predisposto un piano costituito da 12 interventi sulla famigerata e tristemente nota "strada della morte" in Calabria ed ha affermato che per realizzarlo sono necessari circa 3.900 milioni di euro, tanto è vero che l'intero investimento di 220 milioni di euro destinato alla Statale 106 "Jonica" in Calabria, sarà necessario per realizzare l'ammodernamento a 4 corsie con spartitraffico centrale su un nuovo tracciato tra Crotone e Cutro (per circa 15 chilometri);
- null'altro vi è sulla restante strada statale 106 Jonica in Calabria Rilevato che: - il Presidente della Giunta regionale della Calabria On. Roberto Occhiuto ha affermato, chiaramente, che la nostra Regione "si aspettava di più", in merito all'istituto del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC) e che ciò non è stato rispettato dal Governo, in quanto alla Regione Calabria andava destinato il finanziamento di 1 miliardo e 700 milioni di euro che è stato erogato, invece, in favore della Campania;
- la ripartizione adottata dal Governo non solo disattende l'istituto del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC), ma, paradossalmente, lo sovverte aumentando di fatto il divario tra la Calabria e le altre Regioni d'Italia e del Sud;
- il Presidente della Giunta Regionale della Calabria ha fortemente sostenuto la necessità di inserire l'infrastruttura della strada statale 106 Jonica nelle opere finanziabili con le risorse del PNRR, chiedendo al Governo di considerare i progetti di ammodernamento dell'arteria statale con la costituzione di due carreggiate a quattro corsie;
- nel corso della Conferenza dei Capogruppo del 9 febbraio scorso, il Presidente del Consiglio regionale della Calabria, On. Filippo Mancuso, ha posto come priorità di indirizzo, la discussione sulla strada statale 106 Jonica. Tutto ciò premesso, il Consiglio Regionale della Calabria
impegna la Giunta regionale
- a sostenere una specifica e diretta contrattazione con il Governo per definire la realizzazione di una infrastruttura stradale di tipo B (quattro corsie - due per ogni direzione di marcia) e contestualmente la nomina di un Commissario ad acta. - Ad utilizzare la proposta della Regione Calabria relativa al contratto di programma 2021 - 2025 tra ANAS e Governo quale strumento prioritario per l'allocazione di risorse finanziarie adeguate all'obbiettivo.
- A verificare la possibilità di utilizzare risorse provenienti dal fondo Complementare collegato al PNRR.
- A sostenere un necessario riequilibrio del Fondo FSC 2021-2025 alla luce anche della recente delibera CIPESS che vede un'assegnazione di risorse alla Calabria assolutamente insufficiente.
- Ad attivare in concorso con il Governo una specifica interlocuzione, visto anche il recente inserimento della SS 106 calabrese all'interno delle reti transnazionali al fine di reperire ulteriori finanziamenti in sede europea, anche tramite il PON 2021-2027.
(15; 28/02/2022) Arruzzolo, Bruni, Crinò, De Nisi, Graziano, Irto, Laghi, Loizzo, Neri, Tavernise.
È pervenuta risposta scritta alle seguenti
interrogazioni:
Irto. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
-l'art. l, comma 277 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 ha previsto dei benefici nei confronti dei lavoratori del settore della produzione di materiale rotabile ferroviario;
-anche la legge di bilancio 2021 è ritornata sull'argomento modificando il procedimento per l'accertamento del diritto al beneficio previdenziale e introducendo dei termini per l'acquisizione della documentazione e il rilascio della certificazione tecnica da parte dell'INAIL;
-già l'art. 13, commi 6, 7 e 8 della legge 27 marzo 1992, n. 257 aveva disposto la concessione dei benefici previdenziali ai lavoratori che durante le attività sono stati esposti all'amianto;
-tale beneficio consiste nell'applicazione ai periodi di contribuzione obbligatoria relativi all'esposizione all'amianto rivalutati di un coefficiente di moltiplicazione ai fini del conseguimento delle prestazioni pensionistiche (coefficiente 1,5), certificati dall'INAIL;
-tra i beneficiari delle predette norme rientrano, tra gli altri, i lavoratori dell'HITACHI RAIL (già O.ME.CA.) di Reggio Calabria, ai quali però, è stato riconosciuto il solo diritto e non la misura con l'applicazione delle circolari INPS n. 68 del 6 aprile 2017 e n. 46 del 14 marzo 2018;
-nei confronti dei dipendenti della stessa azienda, operanti del sito di Pistoia, coloro i quali hanno ricevuto l'accoglimento e il riconoscimento dei benefici, ne hanno goduto sia nel diritto sia nella misura (assegno pensionistico rivalutato);
-l'INPS ribadisce che rispetto al calcolo della misura dell'assegno pensionistico, il beneficio si applica esclusivamente alla quota di pensione retribuiva, riferendosi alla circolare n. 46 del 2018;
-ciò risulterebbe in contrasto con altra precisazione fornita dalla stessa INPS per cui "la tutela previdenziale, esplicitata nei commi 7 e 8 della legge n. 257/1992, modificata dalla legge n. 271/1993, consente di raggiungere il pensionamento con un certo anticipo e/o di vedere incrementato il relativo trattamento di quiescenza, disponendo il conferimento di un beneficio di natura previdenziale, nella rivalutazione pari a 1,5 del servizio lavorativo soggetto a esposizione";
Considerato che: -per il solo anno 2021 sono circa 20 i lavoratori in uscita dello stabilimento HITACHI RAIL di Reggio Calabria interessati dal beneficio di cui sopra;
-nel bilancio dello Stato il capitolo relativo agli oneri annuali per le domande accolte è stato istituito dall'art. l, comma 246 della legge 27 dicembre 2017, n. 205 e presenta abbondante capienza di stanziamento ai fini delle necessità previste. Tutto ciò premesso e considerato, il sottoscritto Consigliere regionale interroga il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore al Lavoro
per sapere:
se sono a conoscenza della situazione illustrata e se intendono intervenire presso il Ministero del Lavoro e l'INPS, affinché sia riservato ai lavoratori calabresi il medesimo trattamento garantito a tutti i lavoratori esposti all'amianto.
(2; 14/12/2021).
Risposta:
Laghi. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
-sin dall'inizio degli anni '90, dopo la chiusura dell’ospedale psichiatrico di Reggio Calabria, il servizio residenziale psichiatrico è stato gestito direttamente dall’ASP 5 di Reggio Calabria che ha operato in collaborazione con alcune cooperative sociali, alle quali sono stati affidati il servizio alberghiero e quello di riabilitazione;
-detta gestione, attraverso vari interventi da parte del legislatore statale e regionale, è stata radicalmente modificata e superata in favore di un sistema più articolato, basato sulla procedura di accreditamento, che, in particolare, già dal 2008 imponeva il percorso definitivo del predetto accreditamento delle strutture;
-dal 2008 ad oggi, fra continui quanto ingiustificabili rimandi, nulla è stato fatto, nonostante un tavolo tecnico che, nel 2015, aveva tracciato un percorso, poi rimasto disatteso, per consentire entro il 2016 l'accreditamento delle cooperative;
-nel settembre 2018 la Procura di Reggio Calabria ha aperto un'inchiesta sull'anomala quanto illegale gestione del servizio residenziale psichiatrico da parte dell'ASP 5;
-nel 2018 l’allora Commissario alla Sanità, Scura, ha approvato il Decreto del Commissario ad ACTA, DCA n. 221 del 20 novembre 2018 avente ad oggetto il “P.0.2016/2018 Riorganizzazione della Rete-Psichiatrica territoriale ASP Reggio Calabria gestione fase transitoria" con il quale si stabiliva un nuovo iter per arrivare alla riorganizzazione della Rete psichiatrica territoriale e quindi consentire l'accreditamento delle strutture;
-il 18 maggio 2021 l'allora Commissario alla Sanità, Longo, ha emesso il Decreto del Commissario ad Acta, DCA n. 81, con il quale veniva approvata la “Rete Territoriale” dei servizi predisposta dall’ASP 5 e di fatto si riavviava la procedura, mai effettivamente partita, di accreditamento delle strutture;
considerato che:
-i ricoveri nella Città Metropolitana di Reggio Calabria sono bloccati dal 2015, e detta situazione pregiudica il diritto all'assistenza psichiatrica ed arreca pesanti problemi e danni agli aventi diritto dell'area di riferimento;
-si tratta di un settore assai delicato, nel quale si rende indispensabile, con estrema urgenza, un piano che ridefinisca e rimoduli gli standard di personale necessari a garantire adeguata assistenza e riabilitazione agli utenti dei servizi;
-gli standard attuali previsti dalla Regione Calabria, numericamente consistenti in soli 10 operatori per moduli di 20 utenti, sono del tutto insufficienti, generano decadimento dei servizi e gravano sui lavoratori impegnati a garantire le turnazioni.
Per sapere:
lo stato dell'iter di accreditamento delle strutture che gestiscono il servizio residenziale psichiatrico nella Città Metropolitana di Reggio Calabria, e quali iniziative intende assumere il Governo regionale per sbloccare i ricoveri nella Città Metropolitana di Reggio Calabria e garantire così pienamente il diritto all'assistenza psichiatrica.
(3; 22/12/2021).
Risposta:
Mammoliti. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- che la città di Catanzaro attende da oltre
un cinquantennio il completamento del porto;
- che trattasi di un'infrastruttura
essenziale il cui completamento consentirebbe lo sviluppo economico, turistico
e commerciale del capoluogo, dell'intera costa e di tutta la regione Calabria;
- che fin dall'anno 2012 è stato previsto un
finanziamento di 20 milioni di euro per il completamento del porto di Catanzaro
Lido;
- che il Comune di Catanzaro è il soggetto attuatore
dell'appalto diretto al completamento del porto;
-che nel 2019 è stato presentato il progetto
definitivo del porto che prevede, fra l'altro, la costruzione di un circolo
nautico, l'installazione di una gru, una torre di controllo, un molo, l'installazione
di nuovi pontili, varie opere di restyling alle attrezzature già presenti e
l'aumento dei posti barca fino a un numero di 400;
-che i fondi per euro 20 milioni sono
contemplati nel POR/PAC e, inoltre, la Regione Calabria ha, anche alla luce di
ciò, un interesse diretto e immediato e concreto alla utilizzazione dei detti
fondi e al completamento del porto che animerebbe non solo Catanzaro ma
l'intera regione;
-che, in buona sostanza, nonostante
l'esistenza di un finanziamento di euro 20 milioni, ad oggi, lo stesso rimane
inutilizzato e il porto di Catanzaro non è stato completato;
-che dalle notizie apprese dalla stampa
parrebbe che i lavori non siano mai iniziati perché il Comune di Catanzaro ha
preteso per anni il rilascio della VIA dalla Regione Calabria mentre il
soggetto competente al rilascio sarebbe il Ministero dell'Ambiente come pure da
questo affermato;
-che, inoltre, non può non evidenziarsi il
disinteresse della Regione Calabria che omette di intervenire;
-che occorre, pertanto, che la Regione
Calabria si faccia parte attiva e assuma, insieme al Comune di Catanzaro, una
condotta politico/amministrativa efficace e attiva e propositiva al fine di
permettere finalmente l'erogazione dei fondi e l'avvio dei lavori di
completamento del porto;
-che si segnala, inoltre, ad oggi, la
inservibilità del porto a causa della inutilizzabilità dei pontili che sono
stati sottoposti a sequestro da parte del Tribunale di Catanzaro;
-che tale grave situazione sta creando grande
allarme e disagi e danni tra i diportisti e i pescatori e tutti coloro che sono
titolari di attività turistiche e commerciali e che si riflette negativamente
sull'andamento economico;
-che, a tal proposito, l'Associazione Amici
del Porto, per il tramite dell'avv. (...), ha trasmesso in data 25/11/2021 al
Comune di Catanzaro, alla Regione Calabria, al Prefetto di Catanzaro e al
Ministero dell'Ambiente una istanza di accesso agli atti e richiesta di
informativa da parte del Comune di Catanzaro e di incontro dinanzi il Prefetto
di Catanzaro ad oggi, tuttavia, inevasa;
-che occorre, pertanto, fare chiarezza con
rapidità. Tutto ciò premesso, con il presente atto, si chiede al Presidente
della Giunta Regionale della Calabria e alla Giunta Regionale della Calabria di
sapere
per sapere:
1) se i fondi pari a 20 milioni di euro
destinati al completamento del porto di Catanzaro siano ad oggi ancora
disponibili ed utilizzabili;
2) se hanno contezza di quanto esposto nel
presente atto e inoltre quale condotta e quali atti politico/amministrativi
intendano porre in essere al fine di permettere l'erogazione dei fondi e
l'utilizzo effettivo degli stessi, e l'avvio ed ultimazione dei lavori diretti
al completamento del porto di Catanzaro Lido che la città capoluogo di Regione
aspetta ormai da decenni;
3) se intendono adottare atti e iniziative
politico/amministrative, di concerto con il Comune di Catanzaro, al fine di
rendere in tempi rapidi utilizzabile il porto rendendo i pontili servibili ed
utilizzabili;
4) se intendono fissare in tempi celeri un
incontro al quale invitare oltre allo scrivente consigliere regionale anche il
Comune di Catanzaro e l'Associazione Amici del Porto (oltre ad ogni soggetto
istituzionale la cui presenza sia considerata necessaria e/o opportuna) al fine
di fare chiarezza sul mancato utilizzo del finanziamento, di capire quali siano
i tempi entro cui il Comune di Catanzaro riuscirà ad avere la disponibilità del
finanziamento di euro 20 milioni, di conoscere i tempi presunti per la
esecuzione dei lavori di completamento del porto;
5) Se intendono, inoltre, chiedere al Comune
di Catanzaro su tutto ciò che è riportato nel punto 4) una informativa scritta.
(4; 22/12/2021).
Risposta:
Lo Schiavo. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- che i commissari straordinari della città di Pizzo (Reppucci, Di Martino, Corvo), con note indirizzate alla presidenza della giunta regionale e ai dipartimenti preposti, hanno evidenziato forti preoccupazioni in merito all'inquinamento marino e alla balneabilità del lungomare napitino;
- che la città di Pizzo è riconosciuta unanimemente come centro turistico importante della Calabria per le sue bellezze paesaggistiche, culturali, ambientali ed enogastronomiche;
- che il territorio napitino è caratterizzato da un tratto di costa particolarmente interessante ed attrattivo, lungo circa 13 km, sul quale insistono importanti villaggi residenziali che ospitano nel corso della stagione estiva significativi flussi turistici internazionali;
-che il posizionamento strategico della città, a pochi passi dall'aeroporto internazionale di Lamezia Terme, connesso alle peculiarità sopra richiamate, la rendono particolarmente attrattiva per una residenzialità straniera che si è consolidata nel corso degli anni;
-che parallelamente alla crescita turistica, purtroppo, si verifica da anni un peggioramento della qualità delle acque marine e della balneazione;
-che tale criticità è evidentemente collegata, secondo la Commissione Straordinaria della città, al malfunzionamento del depuratore comunale, attualmente sottoposto a sequestro, per il quale è stato sollecitato alla Regione Calabria apposito finanziamento di € 500.000 per adeguamenti tecnici e normativi;
-che gli interventi strutturali necessitano di essere programmati ed effettuati con largo anticipo rispetto alla stagione estiva proprio per non comprometterne la fruizione;
-che la città di Pizzo ha dichiarato nel 2017 lo stato di dissesto finanziario con l'effetto di irrigidire l'operatività dell'ente e l'impossibilità economica conseguente di far fronte all'intervento di sistemazione del depuratore comunale, anche di tipo minimale per come indicato dai commissari;
-che il buon funzionamento del depuratore di Pizzo incide ovviamente in prima fase sulla qualità delle acque marine cittadine ma non di meno impatta negativamente su tutto il territorio limitrofo particolarmente attrattivo qual è la "Costa degli Dei";
-che sulla qualità delle acque marine incide anche la regolarità della manutenzione e pulizia dei canali e dei torrenti Mesima e Angitola;
-che un mare pulito significa anche - e forse soprattutto - tutelare la salute pubblica;
-che l'assessore pro tempore all'Ambiente della Regione Calabria il 12 maggio 2021 è stato personalmente investito della questione dai commissari straordinari della città di Pizzo, ma nulla è stato concretamente fatto in merito dalla Regione;
-che nel novembre 2021 è stato firmato un protocollo di collaborazione tra la Procura di Vibo e la Stazione Zoologica Anton Dohrn, al fine di individuare ed esaminare ulteriormente le cause profonde dell'inquinamento marino e per accertare eventuali reati;
-che in generale per come evidenziato in fase di firma del protocollo i depuratori necessitano di interventi strutturali di ampia portata;
-che la Regione Calabria, il Dipartimento Tutela dell'Ambiente ha individuato le criticità esistenti nel sistema della depurazione ed ha provveduto a riattivare gli interventi previsti e già finanziati relativamente alle Procedure di infrazione UE n.2034/2004, n.2059/2014, n.2181/2017 e sugli impianti sottoposti a sequestro dalle autorità giudiziarie tra i quali quello della città di Pizzo;
-che è stato individuato l'intervento "Disinquinamento fascia costiera vibonese- Area omogenea Angitola, Pizzo (capofila), Maierato, Monterosso Calabro, Polia, Filadelfia, San Nicola da Crissa, Filogaso, Francavilla Angitola, Capistrano per l'importo di 6.300.000,00;
-che nel suo programma di Governo presentato in consiglio regionale il Presidente della Giunta regionale indicava testualmente "che uno dei nostri primi impegni sarà per avere un mare pulito, all'altezza dei nostri meravigliosi 800 km di coste, attivando controlli seri e capillari su tutti gli sversamenti illegali e su tutti i settori produttivi pure solo potenzialmente pericolosi, anche con l'ausilio delle nuove tecnologie che permettono di individuare facilmente le attività da reprimere. Rafforzeremo il sistema dei controlli sui depuratori, ci occuperemo di tarare quelli che sono insufficienti a funzionare quando la popolazione, soprattutto durante i mesi estivi, aumenta. Contrasteremo gli scarichi abusivi';
per sapere:
1. lo stato di attuazione degli interventi relativi alla depurazione della città di Pizzo;
2. lo stato di attuazione dell'iter progettuale degli interventi relativi alla depurazione dei comuni del vibonese e quelli afferenti la "Costa degli dei";
3. quali iniziative intende adottare per sollecitare il commissario straordinario unico per la depurazione a velocizzare le procedure di progettazione degli interventi;
4. quali iniziative intende adottare relativamente al sistema di controlli sugli sversamenti abusivi e sui depuratori;
5. quali iniziative si intendono assumere per monitorare lo stato di attuazione degli interventi PNRR che incidono sulla depurazione in Calabria;
6. se la Regione ha in programma di organizzare e strutturare una task force tecnica a supporto degli enti locali calabresi commissariati e/o in fase di dissesto o predissesto.
(9; 12/01/2022).
Risposta:
Bruni, Irto, Tavernise. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
-il Centro Regionale di Farmacovigilanza (CRFV) è una struttura operante all’interno del Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria che si occupa di farmacovigilanza a livello territoriale e partecipa in modo stabile e continuativo alle attività del Sistema Nazionale di Farmacovigilanza facente capo all’Agenzia Italiana del Farmaco.
-Sin dalla sua attivazione, risalente a Dicembre 2015, il CRFV, si è proposto quale supporto per gli operatori sanitari ed i cittadini allo scopo di approfondire e diffondere le conoscenze sul profilo di sicurezza di farmaci, vaccini e dispositivi medici, nonché il loro impatto in termini di salute pubblica, argomento attualmente di grande interesse scientifico, alla luce dell’immissione in commercio di farmaci sempre più innovativi. Inoltre, svolge attività di monitoraggio dell’appropriatezza prescrittiva, spesa farmaceutica convenzionata, strumento necessario a garantire sicurezza ed efficacia terapeutica, nonché la razionalizzazione della spesa farmaceutica.
-Il D.lgs. n. 44/1997 – successivamente integrato e modificato dal D.Lgs. n. 95/2003 e dal D.Lgs. n. 219/2006 – prevede che, nell’ambito del sistema nazionale di farmacovigilanza, facente capo all’Agenzia Italiana del Farmaco (di seguito AIFA), le Regioni, singolarmente o di intesa tra loro, collaborino con la stessa AIFA all’attività di farmacovigilanza, attraverso iniziative atte a promuovere le segnalazioni spontanee da parte degli operatori sanitari, nonché alla diffusione delle informazioni al personale sanitario ed alla formazione degli operatori nel campo della farmacovigilanza.
- L’art. 129 del D.Lgs. n. 219 del 24 aprile 2006 stabilisce che le Regioni, al fine di coadiuvare l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) nelle iniziative atte a promuovere le segnalazioni spontanee da parte degli operatori sanitari, si avvalgano di appositi Centri di Farmacovigilanza (CRFV). -L’art. 36, comma 14 della Legge n. 449/1997, dispone uno stanziamento annuale a favore delle Regioni da destinare ad iniziative di farmacovigilanza. - L’allegato 1 all’Accordo Stato – Regioni del 28 ottobre 2010, avente ad oggetto “Requisiti minimi di un Centro Regionale di Farmacovigilanza”, definisce i Centri Regionali di Farmacovigilanza (CRFV): “strutture riconosciute dalla Regione di appartenenza con atto formale, che partecipano, quale parte integrante, in modo stabile e continuativo, alle attività del sistema nazionale di farmacovigilanza facente capo all’AIFA”.
- L’Accordo Stato Regione del 28 ottobre 2010 (a valere sulle annualità 2008-2009) ed i successivi del 26 settembre 2013 (annualità 2010-2011) e del 30 marzo 2017 (annualità 2012-2013-2014) e del giugno 2019 (annualità 2015-2016-2017) prevedono l’erogazione alle Regioni di fondi vincolati alla costituzione ed al successivo mantenimento dei Centri Regionali di Farmacovigilanza (CRFV).
- La Regione Calabria, in ottemperanza all'Accordo Stato-Regioni del 28 ottobre 2010, con DPGR-CA n. 37/2012 ha recepito ed approvato lo schema di convenzione da stipularsi tra l’AIFA e la stessa Regione, nonché il progetto di costituzione del Centro Regionale di Farmacovigilanza.
- Con DCA n.61/2018 il Centro Regionale di Farmacovigilanza (CRFV), è collocato ed opera all’interno dell’attuale Settore n. 3 “Assistenza Farmaceutica, Assistenza Integrativa e Protesica, Farmaci e Convenzionate, Educazione all’Uso consapevole del farmaco” del Dipartimento Tutela della Salute e Servizi Sociali e Socio Sanitari della Regione Calabria. -Il personale del CRFV si compone di n. 5 unità, (n. 1 biotecnologo; n. 1 ingegnere clinico; n.1 statistico; n. 1 ingegnere informatico; n. 1 amministrativo in possesso di laurea in giurisprudenza) selezionate con procedura ad evidenza pubblica, che hanno sottoscritto un contratto di collaborazione coordinata e continuativa di durata triennale - a decorrere da giorno 1 dicembre 2015, successivamente prorogata per ulteriori 24 mesi fini al 30 novembre 2020. In considerazione della scadenza alla data del 30 novembre 2020 dei contratti di CO.CO.CO. è stata effettuata una proroga fino al 25 novembre 2021, ai sensi della legge Madia a favore dell’unica unità già risultante dei fabbisogni storici dei diversi anni.
-Le figure professionali in servizio presso il CRFV, che operano in totale sinergia ed integrazione, sono dotate di specifiche competenze attinenti le aree: farmaceutica, tecnica, statistica, giuridica, informatica, biogestionale e biotecnologica, forniscono collaborazione e supporto tecnico-amministrativo all’attività istruttoria di tutti i procedimenti di competenza del Settore 3, come individuati nella declaratoria allegata DDG. n.106/2016-con decreto n.12097 del 21 novembre 2021 “approvazione micro organizzazione del dipartimento tutela della salute, servizi socio-sanitari in attuazione al Dpgr n.180 del 7.11.2021, il Centro Regionale di Farmacovigilanza veniva inserito come unità operativa 3.2 (Farmacovigilanza e dispositivo vigilanza) “Assistenza Farmaceutica, Assistenza Integrativa e Protesica, Farmaci e Convenzionate, Educazione all’Uso consapevole del farmaco”.
- I contratti dei collaboratori sono scaduti, uno il 25.11.2021 (statistico operante dal 2004 già risultante nei Fabbisogni del personale), n. 4 contratti, il 15.12.2021 (operanti dal 2015). -Con Nota 64436 del 25.05.2021, il Direttore Generale di AIFA, considerate le dimissioni del Responsabile Scientifico e la mancanza di personale, specificava “…qualora l’inadempimento si protragga … AIFA avrà la facoltà di revocare il finanziamento relativo alle attività per cui è stata rilevata l’inadempienza e di richiedere la restituzione delle somme erogate…”, oltre che di non poter procedere alla stipula della convenzione per i fondi 2015-2016-2017 a seguito dell’esito negativo del monitoraggio condotto da AIFA durante l’AUDIT tenutosi in data 13 e 14 aprile 2021.
- Con DDG 6532 del 23.06.2021 a seguito del recepimento delle dimissioni della precedente responsabile veniva individuata quale Responsabile Scientifico la dott.ssa Brunella Piro, Responsabile Farmacovigilanza dell’ASP di Cosenza.
- Con nota prot n. 442011 del 14.10.2021 si riscontrava alle richieste successivamente trasmesse da AIFA esplicitando le attività intraprese al fine di procedere al recupero delle criticità evidenziate, in gran parte derivanti dalla mancata continuativa presenza di personale dedicato, oltre che all’assenza del personale farmacista specializzato per le attività specifiche del ruolo (Requisiti Minimi–allegato 1 all’Accordo Stato Regioni del 28 ottobre 2010).
- Altre Regioni hanno già provveduto alla istituzione dei CRFV con proprio atto formale, localizzandoli presso i rispettivi Settori/Servizi di Politica del Farmaco (Abruzzo – DGR n. 87 del 10 febbraio 2015; Emilia Romagna – DGR n. 1066 del 16 luglio 2008; Molise – DGR n. 578 del 4 agosto 2011; Puglia – DGR n. 1478 del 17 luglio 2012; Valle d’Aosta – DGR n. 1877 del 30 dicembre 2014. Tutto ciò premesso,
per sapere:
dal Presidente della Giunta regionale della Calabria: quali iniziative intende assumere per ripristinare con urgenza il servizio del Centro Regionale di Farmacovigilanza.
(13; 13/01/2022).
Risposta:
Tavernise, Irto, Bruni. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
-la processionaria è un lepidottero che sta causando danni enormi ai boschi della Sila. Si alimenta del fogliame e delle linfe degli alberi, arrivando a defogliare interi rami e a distruggerli, provocando disseccamenti e l’estinzione della loro vitalità con un grave danno ambientale;
-la presenza diffusa dell'insetto non solo minaccia seriamente la produzione, o la sopravvivenza, del popolamento arboreo della Sila, ma i bruchi di processionaria possono provocare negli animali e nell'uomo gravi reazioni allergiche ed infiammatorie (irritazioni cutanee e oculari, eritemi alle mucose ed alle vie respiratorie), anche senza il contatto diretto con il corpo dei bruchi (i peli urticanti possono infatti staccarsi ed essere trasportati dal vento). Le larve sono addirittura mortali per animali come i cani.-Considerato che: la lotta alla processionaria è regolata dal Decreto del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali del 30 ottobre 2007, pubblicato in G.U. il 16 febbraio 2008, n. 40, recante “Disposizioni per la lotta obbligatoria contro la processionaria del pino Traumatocampa (Thaumetopoea) pityocampa”;
-la norma attribuisce la competenza fitosanitaria al Servizio Fitosanitario Regionale che, in Calabria, è una struttura del Settore n. 4, Servizi di Sviluppo agricolo, Fitosanitario e Valorizzazione patrimonio ittico e faunistico, del Dipartimento Agricoltura e Risorse Agroalimentari. Il decreto stabilisce che la lotta è obbligatoria nelle aree dove la presenza dell'insetto minaccia seriamente la produzione o la sopravvivenza del popolamento arboreo. - Tenuto conto che: nel 2021, a fronte del pericolo processionaria, l’Ente Parco della Sila ha incaricato Vincenzo Palmeri, docente di Entomologia Forestale al Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria, di predisporre una relazione sulla problematica in questione. Il 6 Marzo 2021 venivano pubblicate le “Linee guida per la gestione della Processionaria dei pini” con le metodologie di controllo e integrabili di lotta;
-la Sesta Commissione consiliare permanente, nella seduta del 14 aprile 2021, ha approvato il Piano Regionale per le attività di sviluppo nel settore della Forestazione e per la gestione delle foreste regionali per gli anni 2021-2022 ed i relativi allegati, formulando, tra le altre, la seguente raccomandazione: dare priorità nel Piano annuale di forestazione alla lotta alla processionaria dei pini, in sinergia con il Servizio Fitosanitario;
-ad aprile 2021 si è insediato il Comitato tecnico-scientifico, voluto dall’Assessorato regionale all’Agricoltura, con la partecipazione del Dipartimento di Agraria e del Dipartimento Patrimonio Architettura Urbanistica dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, dell’Ente strumentale “Azienda Calabria Verde”, del Parco nazionale della Sila, dell’Uoa Forestazione e dello stesso Dipartimento Agricoltura – SFR per operare, da un lato, una maggior sensibilizzazione della popolazione su rischi e accorgimenti da mettere in atto, dall’altro, l’adozione di tutte le soluzioni tecniche idonee a contenere la diffusione del lepidottero, previo censimento delle aree interessate, privilegiando negli interventi quelle maggiormente antropizzate. Il gruppo di lavoro, che aveva già fornito la propria opera per la redazione del Piano attuativo di forestazione 2021, aveva discusso delle iniziative da porre in essere a supporto delle azioni messe in campo, già da febbraio 2021, dal Servizio fitosanitario della Regione e da Azienda Calabria Verde;
-nella Deliberazione di Giunta della Regione Calabria n. 412 della seduta del 25 agosto 2021, rimodulando le Schede Intervento del Piano di Azione e Coesione (PAC) 2007/2013, nella scheda Nuove Operazioni n. 11 – “Azioni di supporto per il potenziamento del sistema regionale di previsione e prevenzione dei rischi Settore Protezione Civile” vengono indicati gli obiettivi e le azioni per l’eliminazione della processionaria del pino e la messa in sicurezza della salute di persone e animali e del patrimonio boschivo regionale, individuando proprio i boschi della Sila come luoghi più colpiti dall’infestazione e indicando l’inverno come uno dei momenti adatti per agire, il “periodo in cui ci si accorge della presenza dell’insetto, quando sono ben visibili sulla chioma, soprattutto nelle porzioni esterne, i nidi formati dalle larve”. Uno dei metodi di lotta, infatti, prevede la rimozione manuale dei nidi di processionaria, tagliando le estremità della pianta infestate. Questo procedimento viene abitualmente svolto tra dicembre e febbraio, prima che le larve escano dal nido.-Preso atto che: in alcune Regioni, come ad esempio la Puglia e la Valle d'Aosta, è la Regione stessa a farsi carico delle disinfestazioni all'interno delle foreste demaniali regionali;
-in Calabria, nella precedente legislazione, erano stati stanziati 4 milioni di euro per la lotta alla processionaria, risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione da riprogrammare. Tutto ciò premesso e considerato interrogano il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
1. che iniziative stia assumendo la Regione Calabria nei confronti di questa vera e propria emergenza per la definizione e messa a punto di un’azione puntuale sul problema della processionaria in Sila e per la predisposizione di interventi nel brevissimo e breve termine e nel medio e lungo periodo;
2. se intende avvalersi del personale qualificato dell’Ente Parco della Sila e dell’Ente strumentale della Regione Calabria “Azienda Calabria Verde”, in sinergia con il servizio fitosanitario del dipartimento Agricoltura, al fine di adottare tutte le misure più urgenti a contrastare il fenomeno in corso, nonché predisporre una adeguata programmazione a regime per il monitoraggio e la gestione del fenomeno in tutti i contesti regionali demaniali ove si presenti una infestazione da questo insetto, così da ridurre ad un livello accettabile i danni al popolamento arboreo.
(14; 17/01/2022).
Risposta:
Bruni, Irto, Tavernise. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
-Il 6 dicembre del 2007 è stato stipulato un protocollo d’intesa tra il Ministero della Salute e la Regione Calabria per la realizzazione di nuovi ospedali: Sibaritide, Vibo Valentia, Piana di Gioia Tauro e Catanzaro .
-Il 13 dicembre 2007 di concerto con il Ministero della Salute, il Ministero dell’Economia e delle Finanze e la Regione Calabria viene sottoscritto l’accordo di programma integrativo 2007 per il settore degli investimenti sanitari per la realizzazione dei quattro nuovi ospedali (Catanzaro, Piana di Gioia Tauro, Sibaritide e Vibo Valentia) per un importo complessivo di euro 285.589.141,17 tra risorse statali e regionali. Nuovo Ospedale della Sibaritide euro 77.000.000,00 Complesso ospedaliero di Catanzaro Euro 99.000.000,00 Nuovo Ospedale di Vibo Valentia Euro 43.589.141,77 Nuovo Ospedale della Piana di Gioia Tauro euro 66.000.000,00.
-Il 21 dicembre 2007 il Presidente del Consiglio dei Ministri, con ordinanza n. 3635, nomina il dott. Vincenzo Spaziante quale Commissario delegato per la gestione della situazione emergenziale in Calabria inclusa la realizzazione dei quattro nuovi ospedali.
-In data 3 aprile 2008, il Commissario delegato approvava il programma per la realizzazione dei quattro nuovi ospedali.
-In data 30 dicembre 2009 con ordinanza n. 3836 (art.13) il Presidente del Consiglio dei Ministri nomina Commissario Delegato il Presidente pro tempore della Giunta Regionale della Calabria disponendo altresì il rispetto dei costi standard nella predisposizione dei progetti dei quattro ospedali e la previa sottoposizione degli stessi al parere del Ministero della Salute.
-Il 25 marzo 2010 con ordinanza n. 10 il Commissario delegato Presidente Agazio Loiero approvava con prescrizioni i progetti preliminari di tre dei quattro ospedali, precisamente quelli di Vibo Valentia, Piana di Gioia Tauro, e Sibaritide.
-Il 30 luglio 2010 il Consiglio dei Ministri nomina il Presidente della Giunta Regionale Giuseppe Scopelliti Commissario ad Acta per l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del settore Sanitario.
-Nello stesso anno Presidente della Giunta Regionale della Calabria, Giuseppe Scopelliti e il Presidente della Giunta Regionale della Lombardia, Roberto Formigoni sottoscrivono un protocollo d’Intesa per la realizzazione degli Ospedali di Vibo Valentia, Sibaritide e Piana di Gioia Tauro.
-In forza del suddetto protocollo la Regione Lombardia, tramite Infrastrutture Lombarde S.p.a. si è impegnata a prestare in favore del Commissario delegato per l’emergenza socio- economica-sanitaria della Regione Calabria, attività di supporto alla Stazione Unica appaltante ed al Responsabile unico del procedimento.
-Nel 2014 dopo una lunga e travagliata procedura concorsuale la Regione Calabria affida alla Tecnis S.p.a. di Catania due appalti: quello del nuovo ospedale della Piana di Gioia Tauro che prevede 314 posti letto (DO, DH, DS) e 38 posti letto tecnici per un totale di 352 posti letto con un impegno finanziario di spesa pari a euro 150.133.542,61; e quello del nuovo ospedale della Sibaritide che prevede una dotazione di 330 posti letto (DO,DH,DS) e 46 posti letto tecnici per un totale di 376 posti letto, con un impegno economico di euro 143.921.997,42.
-Alla Impresa Guerrato di Ravenna viene affidata la costruzione del Nuovo Ospedale di Vibo Valentia con una dotazione di 287 posti letto (DO,DH,DS) e 52 posti letto tecnici per un totale di 339 posti letto per un impegno finanziario di spesa pari a euro 143.965.197,29. -Nell'accordo di programma quadro (Apq) il nuovo ospedale di Catanzaro era subordinato all'integrazione tra A.O. Pugliese Ciaccio e l'Azienda Universitaria Mater Domini e poiché ciò non avvenne, nel 2012 il ministero della salute ha disdetto quella parte di APQ;
-Nel mese di novembre 2015 la Tecnis S.p.a. subisce una interdittiva antimafia provocando di fatto il blocco della procedura per la realizzazione degli ospedali della Sibaritide e della Piana di Gioia Tauro.
considerato che:
-a seguito dell’interdittiva, che provocò una necessità di ricapitalizzazione non intervenuta, Tecnis s.p.a. fu commissariata con provvedimento MISE successivamente messa a gara per la cessione dell’intera azienda che, sempre con procedure MISE venne acquisita da D’agostino costruzioni.
-Nel frattempo anche i lavori per la realizzazione dell’Ospedale di Vibo Valentia hanno subito uno stop a causa di un problema legato ad un rischio idrogeologico del terreno Tutto ciò premesso si interroga il Presidente della Giunta Regionale e Commissario per il piano di rientro del debito della Calabria, di conoscere quanto segue:
per sapere:
-il dettagliato programma dei lavori per singola concessione;
-se si è determinato nuovo fabbisogno finanziario alla luce delle tante interferenze verificatesi;
se hanno verificato esserci le condizioni per concordare con le imprese concessionarie piani di attività, anche con più turni di lavorazioni, al fine di poter recuperare, sia pure in parte, i tempi di consegna delle opere e, in caso affermativo, se sono intenzionati a riferirne al consiglio regionale e alla commissione competente in termini di ricadute sulla qualità e l’appropriatezza degli interventi.
(16; 18/01/2022).
Risposta:
Tavernise. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
-Premesso che: ai sensi dell'articolo 10 del D.L. 24/06/2014, n. 91, convertito dalla L. 11/08/2014, n. 116, il Presidente di Regione dell’epoca, Gerardo Mario Oliverio, ha assunto le funzioni di commissario straordinario delegato per il sollecito espletamento delle procedure relative alla realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico da effettuare nel territorio della Regione Calabria. Con il Decreto Commissariale n. 127 del 09/03/2015, l'Ing. ... è stato nominato Soggetto Attuatore della Struttura commissariale. Con il Decreto Commissariale n. 381 del 10/07/2015 è stato costituito il Gruppo Tecnico di Attuazione dell'Accordo di Programma del 25/11/2015 per la mitigazione del rischio idrogeologico nella Regione Calabria e per le attività previste dal D.L. 133/2014;
nell'ambito degli interventi elencati nell’allegato 1 all'Accordo di Programma con codice di identificazione contraddistinto dalla lettera B è compreso l'intervento individuato con il codice CS 137B/10 - "Interventi di mitigazione del rischio di frana e di messa in sicurezza del centro abitato e di località Sambucina" nel Comune di Luzzi (CS) avente un importo complessivo di € 1.000.000, poi finanziato con il Decreto Commissariale n. 297 del 24/09/2013;
con il Decreto Commissariale n. 204 del 07/05/2015 è stato nominato RUP dell'intervento l'Ing. ... in servizio presso il Comune di Luzzi.
Con il Decreto Commissariale n. 335 del 25/06/2015 si è approvato lo schema di lettera di invito e avvio della procedura negoziata senza previa pubblicazione di bando di gara ai sensi dell'art. 122 del D.lgs. 163/2006 e ss.mm.ii.;
con il Decreto Commissariale n. 232 del 09/03/2016 si è disposta l'aggiudicazione definitiva relativa agli "Interventi di mitigazione del rischio di frana e di messa in sicurezza del centro abitato e di località Sambucina" nel Comune di Luzzi (CS) - codice intervento CS 137B/10, in favore dell’impresa ... Società Cooperativa, per un importo complessivo di € 452.319,93;
con il Decreto Commissariale n. 242 del 10/03/2016, per assicurare il più opportuno raccordo tra la struttura Commissariale ed il Comune di Luzzi nelle azioni da intraprendere per la realizzazione dell’intervento in oggetto, veniva disposta la sostituzione del RUP al fine di attuare l’intervento, ritenuto urgente e indifferibile, nominando l’Ing. ... quale Responsabile Unico del Procedimento;
con il Decreto Commissariale n. 287 del 21/03/2016 è stabilita l’occupazione anticipata d'urgenza preordinata all'espropriazione e determinazione in via provvisoria dell'indennità di espropriazione e di occupazione temporanea delle aree su cui ricade l'intervento. Considerato che: dopo l’esecuzione dei lavori sono emerse irregolarità presso i siti d’interesse oggetto degli interventi;
dopo un fitto carteggio, durante il quale veniva anche segnalato che per i lavori eseguiti dal Comune di Luzzi non era stata chiesta alcuna preventiva autorizzazione, con l’ultima nota prot. n. 6130 del 24/06/2020 la Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Cosenza, in ordine alle opere eseguite in prossimità della Chiesa ed ex Monastero di Santa Maria della Sambucina, sottoposta a vincolo monumentale, e sui terreni circostanti vincolati con Decreto Ministeriale del 19/05/1988, constatava definitivamente “l’inadeguata mitigazione dei lavori eseguiti sine titulo in area sottoposta a vincolo, e conseguente imposizione di parziale rimessa in pristino dello stato dei luoghi e realizzazione di ulteriori opere di mitigazione”;
parte dei lavori eseguiti nel centro storico di Luzzi nel 2017 sono crollati nel mese di aprile 2021 e tutt’oggi persiste una frana. Tenuto conto che: in data 29/10/2021 l’Ufficio Centrale Regionale presso la Corte di Appello di Catanzaro ha proceduto a proclamare eletto quale Presidente della Giunta regionale della Regione Calabria l’On. Roberto Occhiuto che ha assunto al contempo, ai sensi dell’art. 10, comma 1 della legge 116/2014 le funzioni di Commissario Straordinario delegato per il contrasto del dissesto idrogeologico nel territorio della Regione Calabria;
in data 28/12/2021 il Commissario Straordinario delegato ha nominato Soggetto Attuatore il Dott. ... con Decreto Commissariale n. 334. Preso atto che: appare evidente la mancata vigilanza e controllo sugli interventi effettuati nel Comune di Luzzi da parte delle strutture tecniche competenti della struttura dell'Ufficio del Commissario Straordinario delegato per la mitigazione del rischio idrogeologico nella Regione Calabria. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
1. se la Regione Calabria sia a conoscenza delle criticità emerse e quali iniziative intenda assumere, visti i lavori sine titulo effettuati in località Sambucina e il crollo avvenuto per i lavori realizzati nel centro storico di Luzzi;
2. se sia prevista una data per l’ultimazione dei lavori per le ulteriori opere di mitigazione del rischio idrogeologico nel Comune di Luzzi e quali iniziative, anche di ordine finanziario, intenda intraprendere per il completamento delle stesse opere, sia in merito alle irregolarità segnalate dalla Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Cosenza in località Sambucina, sia in merito alla frana occorsa nell’aprile 2021 nel centro storico;
3. quali iniziative intenda assumere, visto lo spreco di risorse pubbliche segnalato, per un funzionamento più efficiente ed efficace della struttura commissariale dedicata alla mitigazione del rischio idrogeologico nella Regione Calabria.
(18; 18/01/2022).
Risposta:
Alecci. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- da notizie di stampa si apprende che due multinazionali hanno presentato, presso la Capitaneria di Porto di Crotone, progetti riguardanti la realizzazione di parchi eolici offshore galleggianti nei bacini d'acqua tra Isola Capo Rizzuto e Monasterace;
-al momento sembra che la Calabria produca già, in termini di energia rinnovabile, più di quanto consumi e anche se, all'interno dei progetti presentati, pare ci siano garanzie riguardo un eventuale impatto ambientale, è comunque lecito immaginare preoccupanti ricadute;
-la zona interessata dai progetti, con l'area marina protetta di isola Capo Rizzuto, la Baia di Soverato e a Sud fino alla Costa dei Gelsomini, rappresenta un patrimonio che non possiamo assolutamente mettere in pericolo;
Considerato che: -la Calabria, con 800 chilometri di costa, dovrebbe concentrarsi a pianificare interventi volti allo sviluppo del turismo, della pesca, della tutela dei parchi marini e delle aree protette, in un'ottica di sviluppo ecosostenibile delle risorse;
-ancora una volta è presente il rischio che dietro un'opportunità di sviluppo ecosostenibile in realtà si possa nascondere il pericolo di un inquinamento ambientale;
-il reperimento di investimenti nazionali e internazionali nel nostro territorio deve essere certamente uno degli obiettivi della Regione;
-è giusto guardare con interesse allo sfruttamento delle energie pulite e rinnovabili ma procedendo con studi, verifiche e analisi dei reali costi e benefici per il territorio;
tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
1. se è a conoscenza dei fatti suesposti relativamente ai progetti presentati;
2. quali azioni intenda intraprendere per tutelare il fragile ecosistema marino delle zone interessate.
(20; 31/01/2022).
Risposta:
Mammoliti. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
-che ricade nel Comune di Catanzaro, a nord est del centro abitato, un'area naturalistica, di proprietà comunale, di grande pregio, denominata bosco "Li Comuni", meglio nota come "Pineta di Siano";
che trattasi di una zona verde di grande interesse botanico (per la varietà delle essenze tipiche della macchia mediterranea) e faunistico (fauna migratoria e stanziale);
che all'interno della pineta vi sono alcune aree attrezzate per il tempo libero, l'escursionismo, il trekking a cavallo, l'attività didattica;
che il parco della pineta di Siano si estende su una superficie di 700 ettari con vari tracciati per circa trenta chilometri;
che, inoltre, all'interno vi è un giardino botanico che ospita più di 1000 specie vegetali diverse, un teatro all'aperto e una casa-rifugio;
che, insomma, trattasi di un enorme polmone verde all'interno della città di Catanzaro;
che trattasi, pertanto, di un'area fruibile dalla comunità per diverse esigenze e bisogni nonché patrimonio naturalistico che arricchisce la città;
che nell'anno 2014 è stata stipulata una convenzione tra il Comune di Catanzaro e l'Azienda Calabria Verde che è ente strumentale della Regione Calabria;
che con la detta convenzione è stata concessa a Calabria Verde l'intera area in comodato d'uso gratuito per un periodo di anni 6 + 6 e la detta convenzione è ancora efficace e in piedi;
che nella detta convenzione si legge che "il Comune autorizza Calabria verde a richiedere le necessarie autorizzazioni agli organi competenti per la realizzazione degli interventi di manutenzione e gestione ordinaria e straordinaria ivi compresa la progettazione per l'ampliamento dei fabbricati, lavori di risanamento ambientale e sistemazione aree attrezzate, di pulitura e mantenimento conservativo dei fossi e della rete di raccolta acque e di tutti quegli interventi che l'Azienda riterrà utili e necessari ad un corretto sviluppo silvo-pastorale delle aree. Il Comune altresì autorizza l'Azienda a richiedere eventuali finanziamenti previsti dalla normativa Regionale, Nazionale e Comunitaria attuale e futura. L'Azienda si impegna: a destinare i fabbricati presenti quale sede della Direzione Generale dell'Azienda procedendo anche all'ampliamento;
ad attivare le forniture di energia elettrica, idrica presso la costituenda Direzione Generale;
a gestire le aree di proprietà del Comune concesse in comodato con la coscienza del buon padre di famiglia;
ad eseguire con propria mano d'opera gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria del verde pubblico di proprietà comunale di volta in volta richiesti dal Comune;
fornire il materiale vivaistico per la sola parte disponibile nei propri vivai;
supportare il Comune nelle attività di prevenzione e difesa idrogeologica del territorio concorrendo al miglioramento delle condizioni di vita e di sicurezza dei cittadini";
che nel mese di Agosto 2021 è divampato, purtroppo, all'interno della pineta un grave e grosso incendio che ha aggredito anche molti degli alberi in essa presenti;
che a seguito dell'incendio predetto il cancello di ingresso alla pineta è chiuso e, conseguentemente, è inibito l'accesso;
che, pertanto, dal mese di Agosto 2021 l'enorme polmone verde della pineta di Siano non è fruibile dalla comunità;
che, inoltre, non pare che, a seguito dell'incendio, siano stati svolti lavori diretti a porre rimedio ai danni provocati dall'incendio divampato nel mese di Agosto 2021;
che, inoltre, alcuni degli alberi della pineta, colpiti dal fuoco e dalla dubbia stabilità, si trovano sul ciglio della strada percorsa da autovetture, ciclisti e pedoni;
che, in buona sostanza, a sei mesi dal divampato incendio, la straordinaria area verde della pineta di Siano si trova in un grave ed evidente stato di trascuratezza ed incuria e abbandono;
che, pertanto, è evidente che Calabria Verde non abbia ancora svolto "con propria mano d'opera gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria" né che abbia gestito e gestisca le aree concesse in comodato "con la coscienza del buon padre di famiglia";
che, inoltre, Calabria Verde, come da convenzione, non ha "destinato i fabbricati presenti quale sede della Direzione Generale dell'Azienda procedendo anche all'"ampliamento";
che, in buona sostanza, appare di tutta evidenza che Calabria Verde, pur avendo assunto degli obblighi contrattuali di fatto non li abbia e non li stia onorando al punto che la straordinaria pineta di Siano da moltissimi mesi è chiusa al pubblico con evidente danno per la comunità che non può fruire di una area verde di grande pregio naturalistico, botanico e faunistico;
che occorre, pertanto, sollecitare Calabria Verde a dare esecuzione alla convenzione svolgendo i necessari interventi ordinari e straordinari al fine di ripristinare le condizioni di sicurezza all'interno del parco per poter restituire la pineta alla fruibilità e all'uso della collettività;
che occorre, ancora, che Calabria Verde metta in sicurezza gli alberi aggrediti dall'incendio ed in particolare quelli che si trovano sul ciglio della strada e che potrebbero rappresentare un pericolo per coloro che percorrono la strada pubblica;
che occorre, inoltre, attivare un servizio di vigilanza diretto alla tutela della straordinaria area al fine di impedire accessi indebiti incompatibili con la ricchezza naturalistica del luogo;
che tale stato di trascuratezza e abbandono ed incuria in cui è stata lasciata la pineta di Siano non è più tollerabile. Tutto ciò premesso, con il presente atto, si chiede al Presidente della Giunta Regionale della Calabria e alla Giunta Regionale della Calabria di sapere:
per sapere:
1) se ha contezza di quanto sopra esposto e quali atti ed iniziative intende adottare al fine di ottenere da parte di Calabria Verde la totale e piena esecuzione della convenzione stipulata nell'anno 2014 nonché al fine di ottenere da Calabria Verde la messa in sicurezza in tempi stretti e certi della pineta di Siano, il ripristino in tempi stretti e certi della normale e totale fruibilità pubblica della stessa pineta e il mantenimento dell'intera area verde, di grande pregio naturalistico, in condizioni di decoro estetico, igienico ed ambientale;
2) se sono state stanziate somme al fine di far fronte ai danni derivanti dall'incendio divampato nel mese di Agosto 2021 all'interno della detta area;
3)se e come si intende agire al fine di attivare un servizio di vigilanza necessario per tutelare il detto patrimonio naturalistico e per impedire accessi abusivi incompatibili con la ricchezza naturalistica dell'area.
(24; 09/02/2022).
Risposta:
Il Consiglio Regionale della Calabria
esprime la propria fortissima preoccupazione per la grave crisi internazionale tra la Russia e la Nato, determinata dalle forti tensioni per la situazione in Ucraina.
Il temuto scoppio di un conflitto armato, con il coinvolgimento delle più grandi potenze nucleari, potrebbe portare ad uno scontro di dimensioni planetarie, con conseguenze gravissime e probabilmente irreparabili per l’umanità intera.
Per questo, nel ribadire il fermo NO alla guerra e la volontà di pace delle cittadine e dei cittadini calabresi, il Consiglio Regionale della Calabria:
• invita la Comunità internazionale e gli Organismi internazionali, ONU in testa, a compiere ogni sforzo utile a bloccare il conflitto;
• invita il nostro Governo a ribadire, in ogni sede propria e negli Organismi internazionali, l'indisponibilità dell’Italia a esercitare qualsiasi ruolo attivo, nel rispetto assoluto dell'articolo 11 della nostra Costituzione che recita “L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali...”.
• Fa propri i contenuti espressi nella presente mozione e si impegna ad assumere iniziative autonome a favore della pace.
Impegna
il Presidente del Consiglio ad inviare la presente mozione al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai capigruppo di Camera e Senato e a tutti i Presidenti dei Consigli Regionali.
Il Consiglio Regionale della Calabria
esprime la più ferma condanna per l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e i bombardamenti delle città, avvenuti in spregio ad ogni regola del diritto internazionale per sottomettere uno stato sovrano, rifiutando ogni tentativo d’intesa negoziale e minando la pace e la stabilità dell’Europa;
chiede
al Governo italiano, agli Stati membri e alle istituzioni dell’Unione Europea di impegnarsi in un’iniziativa di contrasto dell’aggressione assumendo le misure necessarie, entro la reazione della comunità internazionale che l’Onu deve garantire e con un ruolo attivo nelle alleanze difensive a partire dalla NATO, perché l’invasione sia fermata, l’Ucraina sia liberata e si possa tornare all’applicazione degli accordi di Minsk e al rispetto degli accordi di Helsinki, ribadendo il principio fondamentale dell’inviolabilità delle frontiere.
S’impegna
- a far sentire al popolo ucraino la reazione e la solidarietà dei cittadini italiani e la più forte condanna morale e politica di Putin e delle sue azioni di guerra;
- a creare ogni possibile mobilitazione contro l'aggressione russa, per la pace e la garanzia del diritto internazionale in concorso con le altre istituzioni locali e con la società civile che si oppone al sopruso e alla sfida portata alla democrazia e alla convivenza dei popoli.
Il Consiglio Regionale della Calabria
premesso che:
- nella seduta della Conferenza dei Capogruppo del 9 febbraio u.s., è emersa la volontà, condivisa da tutti i gruppi consiliari, di approfondire, in una seduta del Consiglio regionale, previo esame da parte della IV Commissione, il tema dell'ammodernamento della strada statale 106 Jonica;
- la suddetta collega Reggio Calabria a Taranto attraverso un percorso di 491 chilometri lungo la fascia litoranea Jonica di Calabria, Basilicata e Puglia. Si tratta di un collegamento strategico del Sud Italia poiché mette in comunicazione i due capoluoghi, i numerosi comuni costieri, l'autostrada del Mediterraneo e l'autostrada 14 "Adriatica" che termina a Taranto. Costituisce una direttrice di traffico di rilevanza nazionale e fa parte della rete Europea E90. La Commissione Europea, ultimamente, ha incluso il tracciato come parte della rete globale della proposta di revisione del Regolamento sulla Rete transeuropea dei Trasporti (TEN-T) l'ottantacinque per cento del percorso pari a 416 chilometri è in territorio calabrese;
- lungo la statale Jonica l'Anas ha già completato l'ampliamento a 4 corsie con spartitraffico centrale di tutto il traffico ricadente in Puglia (39 KM) e in Basilicata (37 KM). In Calabria sono stati ampliati a quattro corsie solo 64,4 Km.
Considerato che:
- l’Istituto del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC), nasce con l'intento di ridurre il divario esistente tra le Regioni più povere e quelle più ricche;
- il Governo dovrebbe, rigorosamente, attuare scelte che garantiscano il rispetto di questo principio sancito peraltro dalla Costituzione italiana ma nei fatti è avvenuto tutt'altro;
- il Governo, nella seduta del CIPESS del 15 febbraio u.s. ha stanziato poco meno di 4,7 miliardi di euro per opere infrastrutturali immediatamente cantierabili e ha assunto l'impegno formale di stanziare ulteriori 1,6 miliardi di euro di interventi strategici programmati appena sarà disponibile il Piano di fattibilità tecnico ed economico dei relativi interventi;
- la differenza tra ciò che ha stanziato e ciò che il Governo si è impegnato a stanziare è pari a 6,3 miliardi di euro e di questi 4,4 miliardi saranno investiti al Sud. In particolare, alla Campania ha destinato 1.700 milioni di euro (34%), alla Sicilia 1.213 milioni di euro (24%), alla Puglia 958 milioni di euro (19%), ed alla Calabria 465 milioni di euro (9%);
- rispetto al finanziamento ottenuto dalla Calabria è bene specificare che, sui 180 milioni di euro per il completamento dell'elettrificazione della ferrovia jonica, c'è solo un impegno del Governo, ma, nella Delibera CIPESS non è previsto alcun finanziamento. Ciò implica che l'effettivo stanziamento è pari a 285 milioni di euro (5,5%), e di questi 65 milioni di euro saranno destinati per la strada di collegamento per San Luca e 220 milioni di euro per la strada statale 106 Jonica;
- per quanto riguarda la strada di collegamento per San Luca è previsto un finanziamento di 65 milioni di euro, ma queste risorse saranno così destinate: 1 milione di euro nel 2022, 9 milioni di euro nel 2023, 15 milioni di euro nel 2024, 15 milioni di euro nel 2025, 15 milioni di euro nel 2026 e 10 milioni di euro nel 2027;
- per quanto riguarda i 220 milioni di euro assegnati sulla strada statale 106 Jonica, il Governo, nel corso del 2022, ne stanzierà solo 500.000 euro (mezzo milione di euro...), perché i restanti saranno così erogati: 2 milioni di euro nel 2023; 5 milioni nel 2024; 45 milioni nel 2025; 65 milioni nel 2026; 65 milioni nel 2027; infine 37,5 milioni di euro nel 2028;
- occorre, altresì, ricordare che, in occasione della sua audizione alle Commissioni riunite della Camera di Trasporti e Ambiente, il 3 febbraio 2021, il Commissario Straordinario per la strada statale 106 Jonica, Ing. Massimo Simonini, ha predisposto un piano costituito da 12 interventi sulla famigerata e tristemente nota "strada della morte" in Calabria ed ha affermato che per realizzarlo sono necessari circa 3.900 milioni di euro, tanto è vero che l’intero investimento di 220 milioni di euro destinato alla Statale 106 "Jonica" in Calabria, sarà necessario per realizzare l'ammodernamento a 4 corsie con spartitraffico centrale su un nuovo tracciato tra Crotone e Cutro (per circa 15 chilometri);
- null'altro vi è sulla restante strada statale 106 Jonica in Calabria.
Rilevato che:
- il Presidente della Giunta regionale della Calabria On. Roberto Occhiuto ha affermato, chiaramente, che la nostra Regione "si aspettava di più", in merito all'istituto del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC) e che ciò non è stato rispettato dal Governo, in quanto alla Regione Calabria andava destinato il finanziamento di 1 miliardo e 700 milioni di euro che è stato erogato, invece, in favore della Campania;
- la ripartizione adottata dal Governo non solo disattende l’Istituto del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC), ma, paradossalmente, lo sovverte aumentando di fatto il divario tra la Calabria e le altre Regioni d'Italia e del Sud;
- il Presidente della Giunta Regionale della Calabria ha fortemente sostenuto la necessità di inserire l'infrastruttura della Strada statale 106 Jonica nelle opere finanziabili con le risorse del PNRR, chiedendo al Governo di considerare i progetti di ammodernamento dell'arteria statale con la costituzione di due carreggiate a quattro corsie;
- nel corso della Conferenza dei Capogruppo del 9 febbraio scorso, il Presidente del Consiglio regionale della Calabria, On. Filippo Mancuso, ha posto come priorità di indirizzo, la discussione sulla strada statale 106 Jonica.